Il policlinico sezione pratica anno 1932 parte 1 ocr parte5

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Roma, 17 Ottobre 1932 • X

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fondato nel 1893 dai professori:

FRANCESCO DURANTE

GUIDO BACCELLI

SEZIONE PRATICA

REDATTORE CAPO: PROF. CESARE FRUGONI Clinico Medico di Roma

SOMMARIO. C. Frugoni : Nefrosi Jripoidea. Problemi discussi : A. Carducci: Sull a

Appunti per il

~ezion i : u

•n atura

d ella

lfebbr e eruttiva »

.osservazioni cliniche·: P. Ben.ini : Su di un caso di anomalia di fiesazione dell'ansa ilo-colica. L'attualità scientifica : A. Pozzi : Filt.rabilità d el virus malaric o. Commenti : U. Reitano-U. Bon cinelli : Sulla cosidetta febbr e esantema.tica mediterr a,nea. .Sunti e rassegne : OtRCOLAzIONE : E. Blumen.f el dt: Eaeenza, signiJi-0ato e terapia della estraeiBtolia E. B~s: Il trattam.en.to dei diaturbi di circolo n ella tifoide ed in altre malattie infettive. - TIROIDE : Orl owski : Valo re terapeuti<00 del sangue animale, del boro e del fluoro nella malattia di Basedow. - H. Ste\Venin : La diag noei delle forme frus te della m a lattia di Baeedow.

bibliografici. Accademie, Società Mediche, Congressi : I

~e nn i

Congresso

Interna.11ionale sullo, Jitia&i. biliare.

LEZION·I . CLINICA MEDICA. DELLA

Prof. C.

R.

UNIVE RS ITÀ DI ROMA.

FRUGON I,

direttore.

Nefrosi lipoidea. LEZIONE

CLI I CA

Taccolta dal dott. M. P1sA (1). Vi fJresento un uomo di 25 anni, di praie sione stagnino. Il padre , facchino, è m oTto .a 50 a.n ni dopo una lunga malattia orinaria su .cui non a bbia mo d ettag li: ed è questo l 'unico .dato rilevante ·dal lato famigliare . Quartogen ito di sette fr.atelli, il paziente ha avuto na . . cita, infanzia e sviluppo perfettam1ente regolari "in ambie11te ·di vita n·orn1.ale. ~ un buon mang iatore; !Il0 n ha mai disordinato nel bere e nel fumare. L ·anamnesi patologica registra il morbillo n ell ,infanzia, a 16 ann i una d egen za di due mie i in ospedale per uina ferita al piede des tro, i)rodotta sul I.avaro, che non co1npron11ise la furnzio·n e dell 'arto, a 18 anni UJna malatti.a n on bene ·p1recisata che durò due n1e i 1

(1) La 1ezio11e ha avuto ll1ogo il 27 feb . 1932.

medico pratico: CASISTICA E TERAPIA: Battiti e p.iga&trici e di&peps ia pulsativa Relazione t ra .m alattie renali e gastriche. - · Le ente-

rorragie nel oo-rso della bacillosi i'Ilt estinale . - P er la si.n tom.atologia dell'a,ppenchlcite. - Asoaridiosi s imulante malattie chirurgiche. - Un -caso di polmonite lobare a sindrome ap.pend.icolare. - La resezione sottodiaframma.tica dei vaghi. - Inconvenienti della fenolftaleina. - SEMEIOTI CA: La prova di }ifcClure e Aldrioh n ei ba.mbini tubercolotici. VARIA : L 'aatrologia e la me dioi'lla moderna. - POSTA DEGLI ABBONATI. Nella vita professionale : SEP.v1z1 IGIENICO-SANITARI : A.. Franchetti : Il regolamento per l'attuazione della legge sulla fabbrjcaz1one e vendita del cacao e del ci occolato. ~ Concors i. Nomine, •Promozioni ed onorificenze.

Notizie diverse. Indice alfabetico per materie.

Rassegna del la stampa m edica.

e i)are fos e un' enterocolite: vi erano dolori addominali particolarmente vivi alla fossa iliaca inistra , diarrea, astenia; n e g uarì, e nul1'altro ebbe fino alla malattia. attuale che com1nciò lentamente tanto ch e non i può bene IJrecisarne l 'inizio; m.a .da a nni ·di tratto in tratto aveva quialch e molestia alla gola: egli n on crede però di aver m ai sofferto di angin.a e riferisce ch e solo avvertiva un senso di difficoltà n1 eoc.anica a lla deglutizion e. Al princi·1)io del dicembre 1931, in pieno ben e sere, ·notò ch e le g.arn1b e, ·e specie la ·d·estra, si eran o fatte edematose fino a l .g inocchio ; dopo un.a decin a di ·g iorni, senza il minimo di turbo oggettivo, gli edemi si estesero all.e r egioni periorbita rie d ove a ll'inizio era·n o varia bili, n1odesti, ·p articolarme111te evi.denti al n1.attino e J)Oi divennero notevoli e fi ssi . Il n1.a lato no1n ave,ra dolori, non febbre : non notò diminuzio,ne dell e orine ·cl1e, al contrario, si fecer o forse più .abbondanti. Fu solo '})er con iglio ·dei famig liari, preoccu pati, ch,e cl1ie ·e la visita .del m edico; e que ti, con statata un 'inge:n tie albuminuiria, prescrisse il riIJO o e una stretta dieta. l.atteia. L 'edema si ridu ~ e 11ote,rolmente, m entre la di1UJresi si fa ceva a bbon.d.antissim.a; insorg·eva intanto qualcl1e vago ·dolore diffuso a tutto il corpo 1

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senza eh -e al m e dico fosse possibile obbiettivare nulla di notevole. Si fu soltanto dopo una quim.dicina ·di g io·rni di d egenza in letto· ch e , il 5 gennaio, avv.erti una leggera molestia a lla gola con difficoltà a lla deglutizione : e il cura.n te, ch e g ià in preoed.einza aveva esaminato il faringe C•on esito n egativo, trovò p er la prima volta le tonsille arrossate e tumid·e con qualich e .p iccolo zaffo purule nto. In.tanto l 'albuminuria s i faceva più spiccata e l 'e·dem.a era sempre m .a nifest o, sì ch·e tutta la cuite del malato si 1pirese;ntava succulenta e imbibita, come ·se avesse subìto un repentino ing rassame nto . Dal 2·0 gennaio circa poi insorgeva un disturbo nuovo: il malato, pur non avendo dolore alla respirazione , nè vero affanno, n è tosse, nè catarro, rn.è disfonia, osservò che il d.e·c ubito· l aterale, tanto a destra ch e a sinistr.a., g li p-rovocava rapi·damente mole,s tia di respiro 1sì 1c:he da allora fu costretto a tenersi costantemente supino, sul dorso. L '8 febbraio, fa ttosi .più debole e non risolvendosi gli ed eimi, e ntrava jn Clinica. E noi abbiamo ricevuto un malato le cui condizioni generali eiorrispoin ,devano quasi d el tutto a qu,elle ch.e ancor ogg i pot.e te v·edere. ~ un i·ndividuo .n ormotipo·, cioè a·p1partenente .alla seconda combin.azione morfolog ica, e a ll 'e~am1e g en erale colpisce immiediatamente un <lato patol ogico che riguarda lo stato d ei te.gUJn1enti: il volto è pressoich è normale o solo leggerissimamente· imbib ito m .a il tron co e g li arti sono d ecisamente e u.niform.e m1ente e.den1atosi e specie gli .arti inferiori, d.ove sul dorso d el piede resta n etta l ' impronta a scod ellino d ell.a pigiatura; u.g uale r eperto si ha alla faccia interna ·d elle cosci.e , al dorso, al sacro. Lo scroto ·è enorme; son o scom.parse l e sporge11ze e le rientranze e.b e siamo soliti ved er d etermi:n.ate dai contorni muscolari d·e gli arti e a l tronco; le· fo,s se1 clav·eari sono appianate : il m a lato è tutto avvolto da un m .a nicotto di aspetto· gelatinoso· e lo possiamo dire a·n asar catico poi1c.h è anche vi sono versamenti a carioo d ell e cavità interne . I tegumenti sono pallidi, il polso è 1norm1ale così com e normale è la consisten za d elle arterie, n1a con pressione di 93 Mn . e 135 Mx a l Riva Rocci; il respiro 1è piuttosto· aume1ntato di fvequenza, poichè ab·b i.amo 22-24: atti a l minuto·, in a ssol1UJto ripois o, e il sisten1a linfatico è assolutam ente, perfettamente normale . . Per quanto riguarda gli esam1i segm entali , al volto vi e:r:~ all 'ing resso u1n subedema periorbitario .di cui non abbiamo più traccia; e niente vi .è d.a segn.alare a l capo, dove SO'IlO n ormali i movime.n ti e la statica e r eiflettività oclulopalpebrali 1e il fondo ocuJar~ e il visus . Lo specialista o:torinolaringoiatra ha coostatato « d evi azione d el setto nasale e rinite purulenta cronica, tonsillite parenchimatosa cronica n, m a i cefa lea. Il collo è di form.a tozza per lo stato d ei t e,gu,m enti mia .n o·n offre.i ri1

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lievi i1nportanti: .a:nche la tiroide, palpabile,. ha normali volume e consistenza. Reperti ·patologici troviamo invece al torace ~ dove già 1'isp·ezione ci mostra le !?asi espanse e sva sate più per lo ·stato particolare della cute che per alterazioin i intrinseche. Il r espiro è calmo, superficiale; ma se mettiamo il malato nella op11ortuna posizione di luoe incidente vediamo cl1e inane.a il fenorr1eno di Litten che di solito ci assic11ra d ella normalità d eii movimenti diaframmatici e dei seni p1eUJrici costali. Alla palpazione 11on si ha dolenzia, ma il fremito vocale tattile ch e anteriormente è normale, viene avvertito posteriorm·e nte solo fino all 'angol o d ella scapola , non da qui .alla b ase. La percussione anteriore dà un suono chiaro polmonare bilate ralmente; ma se rnie ttiamo il malato seduto .do·po aver delimitato in posizion e s upina l'area d1e ll 'ottusità epati1c.a vediamo che compare subito sopra una striscia di sn1orzarr1 ento plessico che prima rr1iancava. Così abbiamo ottusità nelle regioni laterali ascellari dal lato ç_9rrisponde·n te a l d ecubito, ottusità ch e col d ecubito s tesso è largamente mobile; e abbian10 pos teriormente un 'ottusità che occ.upa la m età inferiore ·dei due emitoraci e, in C·orr ispondenza, .a:n cl1e ]/a ·colonn.a vertebra l e. All 'asco}tazi one anteriorm,en te.i il respiro è •n orn1ale, lateralmente è scar so , posteriorr11ente in zona ottusa è dolcerr1ente soffiante: e qui avvertiamo anche ego fonia e pettoriloqu•ia afona. Se poi m ettiamo il malato bocconi le zone che prima er.ano ottuse diveng ono cl1iare ·e rico m.p are il murmure vescicolare. Non si riesce a se·n tire nessun rumore patologico, n essun 1sfr egam e nto. P errr1 e tte te ch e mi esoneri d all ' esam e sisterr1atico d ella r egione.i cardiaca : ivi tutto è nega ti va percussoriamente e ascoltatoriamente e rr•anca anc.l1e il r eperto i spe ttivo e .p alpatorio d ell 'itto puntale poich è l 'im1pu.Iso del cuore non è attraverso i tegumenti edematosi perce ttibile. I toni sono normali. All 'addon1e, ch e ha aspetto svasato e pìJ'esenta la cicatrice ombellic.ale pianeggiante, palpiamo la g r ande edeimazia delle pareti e avverti.amo un mo·desto senso di fiotto; non sentiam.o masse· n ·è r·e sistenze patologiche; vi è su·oiio tim.p anico in a lto, ottusità nelle parti d eclivi a linea :c oncava in alto . E se, stabilita •così I.a presenza di liquido nel cavo p eriton eale, cer chiamo con le classiche manovre di documentarne la mobilità, vediamo ch e questa esiste ed è al pari d elle ottu.sità torac ich,e pronta e rapida. P·erfettamente normali sono gli organi ipocondriaic.i così come ·n ormale è ogni r eperto agli .arti dove, tranne gli edemi, nulla vi è a carico d ella motilità, d el tono e d el tro fi smo muscolare, d ella r efl ert. .' ttv1ta. P er qua nto con cie rn e le ricerche mi -limiterò o·r a ad esporvi solo i dati più comuni: g li a ltri ve li verrò ·dicendo in ·cor so di tratta1

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zio n e man mano che se ne presenterà l 'oc• castone. L 'esa1ne d el sa.ngue n on dà, in contrasto co11 il pallore de l mal.ato , r eperti di anemia: vi è Hb 92, g lo,b uli rossi 4. 780.000, valore g lobulare 0,96, globuli bianchi 7 .8.0 0. Di modificazioni avvenute in cor so di d egenza, vi dirò più avanti le c ifre e la rag io1ne. La formula leucocitaria è : poil i.nucleiati n eutrofili 53, eosin ofili 4, basofili 1, mooociti 6, linfociti 36, senz.a a lterazioni a carico d e lla serie rossa. Le orine, la c ui quantità g iornaliera l1a oscillato ·durante la perman enza · in Clinica fra 500 e 700 em e., hanno P .S. 1020 , colo re g ia llo sçuro, aspetto torbido, reazione acida. _i\ll'esame chimico i è con sta ta ta pl'esen za di a lbun1ina in altissima quantità, dal 16 al 25 %o; assen za di indaca.no, g lucosio e urobilina; contenuto di cloruri scar so, intorno al 3 %o; urea nella percentu.al1e d el 13 ,3 %o; una lievissima r eazion e positiva per il sangue. Esan1inando il sedin1ento al micr oscopio, abbiamo trovato moltissimi c ilindri ialini e granulosi e qualche g lo bulo rosso e bianco. Sul liquido estratto d alle pleure vi dirò in segu ito dettagliatan1ente: mti. limito per ora ad acce11nare c l1e esso h a aspetto limpido, acquoso; ch e la sua d en sità è 1010 ; ch e l·a reazione di Rivalta è negativa, come suol e avvenire nei liquidi trasudativi. La pre · ione arteriosa, come vi ho d etto, è 93-1 35 a l Riva-Rocci. ~ egati vo è l 'e·same specialistico d el fo11do oculare. Il siero di angue 11a 1'as1Jetto decisa111ente lattigino o che vedete. Le reazio·n i di Wassermann, di Meini cke e di K ahn sono tate negative. Negative i)ure le r eazioni sierologicl1e e cutanee per l 'echi~ n ococco eseig·uite co·n l e solite 1r1od.alità di tecnica. Il chi1nism o gastrico, s tudiato .a digiuno e dopo sommini trazione del pasto di Leuhe, è ri ul tat o normale. La prova delJ 'adrenali11a h a dato, dopo in iezion e sottocutanea di 1 mmg. d el farm.aco, aumento d ella pressioirle da 98 a 100 per la minim.a e da 136 a 14 7 per la m assim.a, m 1entre il pol o saliva di frequenza soltanto da 80 .a 84:. Rifless0· oculo cardiaco - 6 . ..i\11 'esarn·e ra diologico d el toraoe, si è veduto c he le basi sono occupate da un a zon a di opacità limitata in alto da una linea ascend ente verso 1'ascella. J)etta opacità si sposta facil· mente e cam bia forma con i cambi.am·einti di posizione d ell ' infermo, co·m .e si su olei verificare qu,a nd o esiste versamento pleurico a grande mob·i lità . Alla porzione media d ell 'em itora ce d estro si n ota un con1plesso primario ilt1ato subito al di so·p·r a della linea interlob.a r e. 1

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Siamc dwnque di fro·n te a·d un n1alato in cui, senza cau se apparenti, si sono n1.a11ifestati edemi diffusi e progressivan1ente cr escenti ch e lo h a nno, per così dire, avvolto; ir1 c ui si sono formati versamenti cavitari m ·u ltip li .e n el qua le .abbiamo con statato a lterazioni della fun zion e rena le e della composizione delle oTine; .pier 1)oterlo b-e ne interpretar e, ir1 n1o·do da risalire alla patogenesi di tutti questi fatti 1norbosi, dobbi,am .o conternpora11e.a111 e11te spieg·are . e. g li ed err11i e i versamer1ti e le ano1r1alie orinar te. Cl1e possa trattarsi di polisieirosite è evide11te cl1e n o. Ver o è ch e n el polmone abbia1no trovato radiologicamente i segni ·di una p regressa les io ne specifica tubercolare e.on l 'aspetto caratteristico d el complesso prim a rio di lla11ke; rna è alt.rettanto vero ·chr il liquido ch e a bbiar110 estratto dalle pleure non t1a nessuno d ei caratteri ch e sia mo soliti risco,n trare nei ver sam enti infiammatori. Non sarebbe argomento suffic iente a d esclu·dere la polisierosite il fatto ch e il rnala to è apiretti co, non l1 a uri colpo di tosse e li.a una g ra nde tolleranza ver so i s uoi versame.nti: vedrete tal volta venire a voi n1a lati co·n versamen ti pleurici imponenti, tali ·da riempire interam ente di essuda to le ca vità, ch e si sono orditi lentamente e subdolar11e·n te, sen za febbre o quasi, senza d olori, se11z.a n otevoli ·di sturbi sog·gettivi; rr\.a sono qu este eveni en ze d·el tutto eccezionali s u cu i nort è possibilie costruire delle regole. E n ella polisier ositei il ver sam erito l)leuriti co n on ha i l carattere di g rande, p ronta 1nobilità ch e vi ho obbiettivamente ·J)Otuto 1nostraTe; avete vea uto ch e, m ietten.do il malato booconi , le b asi si rischiarano s ubito e to ta lmen te e vi h o d et to ch e n ella 7.0oa J)r eccd entemente ottu sa n on si ascolta il bencl1 è lr1inimo sfr eg.a mento . Un essuda to J)UÒ è ve ro - essere molto facilmente spostabile, 111,a •n on m .ai com e n el caso n ostro; in corso tli I)leurite una rrto·b ilità così .pro·n ta l 'osser veremo olo ·se in siemie .al liquido coesis te nella ])le ura a·n ch e d ell 'aria - idropneumotorace o .q ues t 'eveni en1~a nor1 possiarr10 qui nem1n cno rn etter e in di scussion e·. E un versa- , rn.01ilo di antica ·data co me è questo se fosse di natura essudativa sareb·b e g ià a.n dato inco ntro a fenorneni ·di organizzazione, sa r ebbeirnbrigliato da .ad eren ze, offrireb·b e i reperti <li u na pleurite plastica, e si sentirebber o· sfre-· gamenti , rep·erti ch e mancano del tutto. Di 11iù , se anch e potessimo ammetteir e la polisier osite, n on trove ren1m10 in essa la r.a.g ione c~ cg1i edemi e delle alterazior1i renali; è chiaro ch e la spiegazion e dobbiamo ceroaTla a l trove. Di front.e a l1n o squ1ili.b rio idrico ch e è insorto seg·uendo le leggi ·d ell a gravità, ch e è, per usar e up.a frase espressiva, venuto· su, da terra e cl1e lascia del tutto o quasi liber o il volto viene fatto di pensare anche a un fatto·r e mecc.a11ico venoso;. m.a dovremmo ammettere ·delle 1

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tron1bosi multiple, in giù n ella cava inferiore p er ren.derci rag ion e ,degli edemi, in s u delle azigos per spiegare i versameinti pleurici; e qu.e ste tromrb osi non sapremmo .a ch·e cosa attribuirle ·e come S;piegar1e. Nè è il caso di p erdere molte parole per ·esclu.dere l'origine n1ediastinitica dei versamenti pleurici; dacch è n or1 vi sono segni .di com.promissione del m ediastino e doiVr emrrn.o· poi invo care un 'altra malattia per interpretare ·1e lesio:n.i extr.a toracicl1e . Nè può pen sarsi a una 1c.ardiopatia. Questa potrebb e giustificare il tipo e il modo pi insorgenza dello squilibrio idrico, le lesio.ni ren.ali , l 'albuminuria, la cilindrurié\. M.a UJl ()ar·diaco ch e avesse tali manifestazioni dov reb])e essere in istato di profond·o scompenso, e n o-i troviamo invece pr.e1ssione un po' .p iù alta del no·r maler, fegato mormiale, r espiro tranquillo, polso ritmico, nulla di p101lmo,na:re alle basi, cuore in.d·en,ine e .albuminuria ecceSisiv:a per essere d1ai .s tasi: b en altro sarebbe il r eperto obb·i ettivo ·di un cu·ore tanto insufficiente da dare orig ine a un simile anasarca l L a nostra atten zione ·deve quindi rivolgersi al rene e dobbiamo inv·o·crare .a base .del quadro morbo·so una lesione renale ; quale ? Nefrit e , n e·frosi o• forma mista? Non è mio intein·dimento· farvi una lu:nga disserta zione stilla cl.a ssificazione delle in.alattie renali ; ma qualch e dato in proposito ,è, p er c hiarezz.a didattica , necessario. Voi sapete cl1e :un tempo si u sò in cli'Ilica la termi.nologia a:n,a tomo-.p•a tologi1c.a; ·e si parl.av.a ·d i rene grin:zo, di g rosso ren e bianco, di rene variegato ecc. IVI.a questo criterio ·dov·e tte essere abbandonato quando si vid,ei che ~ impossibile schematizzare un - quadro, clinico con una .definizion e anato·mopatologi ca e ch e trop,p o spiesso il tavolo anatomico dava solenni smentite all e diag nosi fa tte,.. i·n vita; e si passò .a llora - per n11erito precipill!o .di Widal e dell.a scuola francese ~ all 'aureo p eriodo della classificazione fatta secondo il criterio funzionale. Si .d istinsero qu.indi due tipi fond,a mentali: le sclerosi, forme ,p1rimarie e fo,r me seconda rie e ·p·i ù o m·eno di oriig.ine vasco lare), rei le nefriti e que:ste v·ennero suddivise in nefriti edematigene o ·Clo·r.UJTemich e la cui stigmata fo1n damentale sar ebbe la ritenzione .di N.aCl, oltre quel limite 'fisiologico ch·e costituirebb·e I.a soglia renale :per l'.eliminazio·n e orinaria del ·s ale stesso, d 'onde e·demi e vers.amie nti iconsecutivi alla 1·itenzio11e salina; ·e n efriti urernigene · o azo'ten1ich e ca:r.att.è•r i zz.a te da ritenzio1ne di scorr ie azotate o ·c omunque tossiche, forme de·s tinate più o meno f.atalm en~e a sboccare nell 'u.r en1ia . Ma an che questa classifi cazio.n e è ·o ggi sorp~ssata1 : tanto più ch e fu presto ve-Outo ch e olt:ne lei fo·r me pure dell 'uno o del1'al tr o tipo si in co·ntr~a.no facilm·ente mella prat ica le forn1e mist e, ch e il cloruro so·di·co an1c'h e ne lle così ·dette forme cloruremich e è 1

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spesse volte presenteJ nel sangue in quantità . inferiori a quanto non· si possa riscontrare ar1cl1e in. soggetti del tutto normali e si è potuto provare) con ricerche ·c ompiute nella mia Clinica da Melli e Tasso, ch.eJ il sale introdotto i11 eccesso in circolo vien1e r.a.pidamente ed elettivamente fissato dai tessuti sicchè il .dosag gio di esso n·el sangue non r.ende aff.a tto cor1to· del grado· di impregnazione d.ell 'organisrrto·. E allor.a, pur essendosi recentemente voluto rimettere in ono·r e le idee di Widal, coll 'attrihu-i rei valoir e edematigeno ai NaCl non tar1to per la su.a quantità assoluta quanto rig uardo .al Sli\O grado di dissociazio11e ionica (Me rklen , Chaurr1erliac) in base a ricerche cl1e 1~011 paiono a n c.o·r.a confermate, pur essendovi u·n te!ntativo· ·di ritornar·e alla teoria della ritertzione 1clorosodica dando però maggiore imp1ortanza .a ll 'ione N1a: che all'ione Cl (Blum, Aubel, M.auriac), la cla ssificazione che è in llSO o,gg i è un'altra. Oggi noi preferiarno distir1gu1ere le sclerosi, le nefriti e le nefrosi, terrr1iine quest 'ultimo proposto dal Miiller per indìc.are forme di n.a tur.a preva lentem·e nte o totalmente ·d egenerativa , in cui non troviamo c.lini c.am·e nte quei segni di infiamm.azione cl1e sono caratteristici deller n efriti . Tralasciando le sclerosi .abbi.amo , vi ripeto, n efriti e nefrosi; e n ell e .p rim.e troviamo fon·d amentalmente segini di flogosi r enale, albumi:nuria e· iperazotemia di vario g rado, .e1n1.a turia maCJ·o- e 1nicroscop ic.a, ipe·r pressione .arteriosa, cuore r e1nale e lesio1ni del fon·d'o o·o uJare e, con1.p licazio·n e possibil e sempre, l 'uremia; n elle seco·n de o n efrosi ab1b iamo. invece come .d ati positivi l 'alburrnli:nuri.a di grado elevatissimo .e partic·oliari alterazioni chimioh,e e fisico1-,chimiche d el sie.ro e ·delle orine di cui vi dirò partitam ente in seguito, e e.d·eimi talora imp1o·n enti, e come dati n·eg.ativi l 'a•ssenz.a ·di g lo·bÙli rossi n elle orin e , di sintomi u r emici, ·d i riten zione azort ata, di iperpression e arteriosa, di modificaziomi cardia.che , di lesioni ·del fond·o oculare. Ma an·cl1'e1 qui, poich è la clinica sm entisce se r11pre g li sch em atismi classificativi, abbiamo delle form e intermedie: ·e .a llor.a non potendosi abban.dornare g li schemi che so·n o una n eiC.essità pra tica, un did.attic.0 bi.&o.gno di ordine, si è creata la categoria delle forme miste·: e il Vo lhard parla di n efriti con s,c:rezio nefrotico e di n efrosi con scr ezio' .n efritico. E torni.amo così .a l . nostro malat o·: p er vedere i1n quale gruppo m orbo1so po,s siamo inqiuia drare. la sua sintomatolog ia. Vi sono intanto degli elen1enti nefritici e ve li dico subito: l 'infiammazione tonsillare che si è ma.n ifestata in corso· di m1ailattia m.a ·che non possiamo maten1atioamen te escludere si sia an che avuta in preced·en za, e ·che può ·e ssere una presunta o J)Ossibile causa di nefrite, l.a ·presenza ·d i qua lch e; emazia n elle orine, un liev,e aumento d ella pression,e .arteriosa; ma contro questi ele1

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SEZIONE PRATICA

rnenti i11inima li s ta i·n pier10 il qua dro d ella n efrosi con tutti i segni cl1e h o prima elen cato . E allora, se nefrosi, <li quale tipo ? Anch e qui dovrei ricl1iamarvi tutte le c.lassificazio·n i ch e si so,110 su ccess iva m ente fatte in campo di d egen er azioni r enali, ma ve lei risparmio e mi li111ito a nomina rvi alcune d ell e form e ne frotich e principali e più com'lllli : n.e frosi infettiva, a1niloidea, tossica, lue ti ca, :ne froti ca, li1)oidea. Non penseren10 certo alla forma c t1e pl1ò accompagna r si ad ogni m alattia infettiva e ch e è in di penden za dai f>rodotti tossici (batteric i) ch e i elin1ina·n o p er il r en€1: il malato n on ha avuto e n oìn h a mala ttie infettive. E con ~aual e certezza possiamo esclu,de r e vuo i la forma tossica satl1rnina, pe1r ch è il 11aziente cl1e fa. sì lo stagnino. di saturnism o non 11a il J)iù piccolo se.gn o, vuoi la luetica per ch è nessun dato ,an.amnestico, clinico ·e sier ologico, parla per Ja lues. La n efrosi :necrotica, ch e è per lo più acuta e segu e in genere g li avvelen a n1 enti da m er curio, ve l 'ho n ominata so]o j)e r completezza didattica; la n efrosi amiloidea possiamo pure escluderla perch è, a n ch e se è vero ch e essa n on si ha solta nto a seguito di a ffezioni cro.n ich e e aurie1nti o st1ppura ti,re o di lung a durata e ch e è stata eacezionalme nte riscontrata in corso di rr1alattie a c ute, si a ccompag na per lo 1)iù a lesioni imponenti lu,e tich e o tubercolari o suppurative, a uno sta to dj cache. ia genera le, a<l a n emia inten sa, a de ~enerazione arn,i loid e dÌ a ltri organi e specie d el fegato e della milza ch e i fanno grossi e cluri e lig n ei e a cilindr i amiloidei n el edi1n.ento. ielJlte di irnile si osserva n el caso n o tro . Non rimane quindi da co11siderare ch e la n efrosi lipoidea; cd è questo il momento n el quale ·d ob b ia1110 riprender e in esame e rassegna i d ati forniti d.all e rioor ch e di la b oratorio. Vi parrà certo sul principio c.h e io n on faocia se :non esporre d elle a ride cifre e d elle questioni puramente d ottrinarie; comprerndere le rapi<la1n ente in se,g uito com,e solo queste cifre e questi richi ami teoric i siano i·n grado di rend·e r c i conto d ella patogenesi e d ella sinto1natologia di questa fo,r ma morbo sa. Do.po aver r iscontrato l 'albuminuria e la cilindruria, e1 l 'ipociloruria, abbiamo esan1inato il edimento orinario a lu100 pola rizzata e si è os ervata la presen za ·di una g r and e quantità di granuli birifra ngenti, cio è di g ranuli lipoidei con l 'aspetto caratteristico d ella crooe scura centrale, fogg iata. a crooe ·di M.alta, dividente qua ttro egn1 enti luini~no si ; sono e1s si formati da g ras i anisotropi ch e si trovano in uno F-tato :Lntermeidio fra fluido e cristallino, (Leh111ann) e ch e dallo Chalatow son·o tati chia111ati cristalli sfero-fluiidi. el san g11e fondamentalmente ab.b iamo i segni ·d i gravi a lterazio1n i · del rican1bi o proteico e del ric.an1b io lipo ideo. Voi sapete ch e le pro1

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tein e d el ;plasn"1a, n orma1'n1iente p r e.se11ti in quantità d el 7-9 %, sono costituite da v.a ri e . . lementi: albun1ina vera , g lobulina, ch e si sud-divide a sua vol ta in eu g lobulina e p eu.do . . globulina I e II, e fibrinogeno; sa.p ete anch e cl1ei questi costitue n ti si trovan o in quantità praticame nte co·stanti ch e si po·s son o, secondo le in edie ·d ei vari ricer catori, così fi ssar e per cento cc. di san gue: albumina g r. 3,82, g lobu .. lina gr. 1,66, e:u,g lobulina g r. 0,075, p seudoglo·b uline gr. 1,565, fibrinogen o gr. 0, 18 con 1

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u111 quoz1en te

a.1bumina globuiline

egu,aJ.e a 2, 6 (Esposito).

Dalla quantità d elle proteine principa lmente dipende il valore d ell 'indipei r·efr~ttoimetrico ch e n el sier o normale si aggira intorno a 1.3±800: e tale dipenden za è in gen er e co, ì co ·tante r:l1e ,,j sono d ei m e todi di dQ aggio d elle proteine en1ati ch e basati appui1to uJléh r e frattom etriia. P er quanto rig ua rda i lipoidi ci è noto ch ee i son o ra ppresentati principa lmente dallai colesterina, divisa in colesterina libera e co-· lesterrina d egli eteri, il cui contenuto, totale fi siologico è di 160- 18'0 mmgr . per cc . di siero. Ma n el nostro ma lato abbiamo trovato: albun1ina totale 5, 53 ; a lbTUJmina vera 2, 67·; 1

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l b u Iin e tota go

l"i 2 ,oc ·6 , rapporto

a.l b umin a b J. g 1o ill• 1'110

O' 93;

co]e terina 4:54. No,r male i1nvece, o quasi ~ l 'azotemia: 0,±1. Qu1este cifre di cono ch ei il r icambio prot eico è forten1e11te alterato quantitativamente n el senso· di una ipoproteinemia e qualita tiv.am en te poic.h è contro una din1inuzione delle alb·u mine1 ta un aumento d elle g lobulin e con con seguente inversi on e d el rapporto fra q u,esti d~e co· tituenti ; ' i di con o ch e vi è lln o squilibrio lipoideo, poich è I.ai colest erina raggi\1r1ge l1.n a cifra quasi tripla d ella normale. L 'in dice r efrattometri co p resenta una di sco rd a nza col contenuto proteico d el san g ue : esso ò 1.34865, cioè presso a poco rientra n ei lirniti fi io]og ici, m entre le i)rotein e sono forten1 e11te diminuit.e; ma è una discor·danza solo app.arente1, poich è ricer c.h e r ecenti e q11a si ·Conten1po1ranee di autori italia1ni (Cipriani e Cio1n ini) e francesi (Achard , Grigaut , e Codounis) l1anno dimo strato ch e l 'eccesso di lipidi n el siero modifica la r efrattometria sovrappon endosi ai valori dati da lle .p roteine. E vi devo anch e dire ·ch e la glice·mia è bassa : O, 77 ; che il contenuto salino d el sang ue è g lo.b a}me nte elevato ave·n .dosi calcio mn1.g. 13 ,1 pe r cento in luogo d ei 10 normali ; cl oruri gr . 7, 02 %o invece ,di 5 ,8-6 ,5 %o; potassio 111n1g. 28',9 % inveoo di 20-22 %: e a que to ::\umento di elettroliti fa logico riscontro l 'abbassamento ·del L1 crio• co·pico ch e è - 0,607 anzich è - 0,560. La forza on,cotica è ri 5ultata di 22,5 cm. d 'acqua. Possiamo dunque . . affermare ch e il 11ostro 1

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« IL POLICLll'(JCO »

malato 11a tutlo il corr11)Jesso di' alterazio11i biochirrW.ch e erna tic11e 1cl1e so no s tate descritt.0 a base ·d ella nefrosi lipoidea : vi è l 'alterazione d el ricambio, proteico, vi è l 'alterazion e d el rie.ambio lipoideo; e vi è ancl1e 1'e limir1azione p~r l 'orina d ei l~poidi birifrang~nti. Tutti q ues~1. non sono, s1ngolarrn·e nte priesi, dati tassa· t1v1 e pato~nomonici. Possia1no avere iper· c.ol.ester1ne!11ta . a? c~1 e i:-1 ce~t~ ~efriti, in ep<l· t1c1 non c1rrot1c1, Jn d1a b et1c1 1r1 malattie in· _fett~v'?; i g ra n u.li biri frar1ge~ ti possono tro· v.ars1 1n forme n on puramente nefrotich e e mancare viceversa. in casi ·di sicura nefrosi li1)oidea co.n trollat1 . . anch.e al tavolo anaton1i co , ecl io stesso ricordo u.n bam1b ino ricover.ato I.re a nni or sono 11ella Clinica di l)adova, e ch e ho presentato a lezione com e n e fro si lipoidea pura avendo poi la conferma anatomo-istolog! ca ~li~ ·diagnosi, .in cui il r ep erto d ei lipoi,d1 or1nar1 era n egativo . Nè è caratteristico lo :Squilibrio proteico: esso può esistere, j11 modo :analo·g o a quello ch e abbiamo qui veduto in malati ed ematosi per altre cause, siano essi' n efritici , cardiopatici, a n emici , e,patic i (Cionini, Pe llegrini). Qu.a nto ora vi h o d etto sulla possibilità di tr~va re . quest a sintom.atologia ·d ella n efrosi lipo1-dea in a ltre m 1alattie fa sì ch e il diagnostico di qu-e sta form.a d ebba essere posto con la t)iù g rande 1Cal1te1a, fa sì inoltre ch e da mo•l ti s i g iung.a a n egar e l'esi stenza d ella n efrosi lipoidea come entità morbosa particolare: e st1 quest ' ultimo pu11to ritorneremo più oltre. Io cr ed o ch e qui questa ·diag nosi si imponga : con essa è in chiave - oltre q,m nto ,.i }10 detto iJ r e perto d ell 'azotemia, poichè n ell e n e frosi il ricambio ureico è inalterato; con essa si accorda probabilmente anche l ' ipoglicemi.a ch e da .altri autori è pure segnalata (I\nau er, Galdi e Cassano). P er lo squilibrio minera le, ch e n el ·n ostro .c.aso è eSJ)resso da ..:un aumento g lobale di ·diver si el ettroliti con corrisporudente .abbassamento del '1 , i ,d:l ti d ella l ettera tura sono in parte discordi essen·do descritti casi con aumento o diminuzi()ln e d ei ·diver si elementi ; Galdi e Cassano però comprendono la ·r itenzione clorurata fra l e rn anifestazioni , sia pur meno costanti, d ella n efrosi lipoidea. , Ma s u uno d ei reperti trovati io ho il dov er e di in sistere più particolarmente e cioè sl1llo sconvolgimento d el ricambio proteico , a lterata attività bior.himica qu-e sta che è profo·n·dam ente importante, poich è' con corre grand em ente .a s1)iegar ci la forrn.a zione d ello sta~o • a11asarcat1co . Il ricambio idrico d ei tessuti ·è r egola to , a livello d-ei capillari, da un m 1ecc.a nis1no complesso c l1e oer ch erò di sch ematizzarvi rapidarr1,ente. Amm ettiarno, per un mon1ento ch e tutto il sis tema capillare d e·l l 'organismo sia ra ppresen tato d a un unico tubo a pareti semi-pern1 eabi.li , in tendendo con ~uesto termine I.a per0

m eabilità verso l 'acqua e gli elettroliti e l 'im· per~eabilità verso i colloidi . In esso, spinto dall 1mpu1so ·dato ·dal cuore .e dalle arterie scorre un liqu.ido conten ente elettroliti e col~ Ioidi, il sangue; ·e il tubo s tesso è immerso in un liquido, il liquido i1nterstiziale d ei tessuti ch e contie·n e, ·praticamente parlan·do soli elet~ troliti. ' . L 'equilibrio i.drico, cioè il norm1ale passa.gg10 d.ella parte acquosa ed elettrolitica del sang u1e ai tessuti e poi dai tessuti al san cru e è in dipendenza di tre fattori: uno è ·dat; d~lla forza idraulica che sospinge la colonna sang.uig na ed è 1~onseguen:za d ell'imp ulso 1card1ovasale ; uno e strettamente legato alla nor~ale permea~ili~à della m embra na capillare; il terzo è cost1tu1to· dalla forza di attrazione eser citata d.alle pro·t eine plasm.atiche verso l 'acqu.a. Gli studi ·d i Gov.a erts, ,di S chade, di Rusznyak hanno stabilito 1ch e se si m ettono a conflro,n to siero e soluzion e. fi siolocrica separati o da u.na m embrana semi-permeabile, il siero tenderà ad appropriarsi di acqua eiser citando un.a .fo-rza attrattiva ch e equivale alla pressio· n e di una coloinn.a ·d 'aoqu,a ·di circa 40 c m. di a ltezza: questa attrazione, ch e lo· Scl1ade lta chia m ato forza o pressione oncotica. .è dovuta in pi cco.Ja parte alla pressione osmotica vera e propria d egli elettroliti e in maggior parte alla s u·ddetta pressione ·d i i.dratazion e d elle protein e plasmatic.h e. • Ma non dobbiamo cred er e ch e in tal e ftt·n~ io~ e l e varie frazioni protei1c h e si co·m portino tn·d1ffer entem e1nte : l 'idrofilia d e1le proteine - e rl.ei colloidi in gen er e - è inver sam.ente pr·oporz1on,ale alla grandezza d ella micella e di1ninuisce m ,a n mano ch e le ·proteine si avv icinano a l pu.n to isoelettrico, cui ~ corrispondono il minimlo di dissociazione ·e quindi ·d i avidità. Ora la a lbumi11a vera d,el plasma è molto più disper sa d elle g lo buline le quali , a l oro volta, si trovano ad avere un punto isoelettrico più .alto, più vicino cioè a l pH .d el san gu e, in conseguenza di ch e l 'albumina è molto più idrofila d elle g lobulin,e; e l.a differe nza è circa d1el rapporto di 7,54 a I, 95 (Govaerts). Con qu.esti concetti teorici il Govaerts ha potuto .affermare ch e la forza oncotica spie cifica d el sar1· funzione . d el r.a pporto a1bumina gu e e, in l> . e cl1e 1

go 1 u 1ine

quan.do questo rapporto scende al ·disotto d el suo v.alore m edio ·di·m iinuisce l 'attrazione d el plasma verso l'acqua, e si costituisce la c.osì d etta ipo,onchia . Torniamo ora .a l nostro ca pillare ideale e vediamo ch e in esso, a pareti normalmente permeabili, vi sono ·due forZte cantrastanti: una, la pressi on.e· d el sangue, ch e tende a far passare n ei tessuti · la com1)on ente filtrabile, l 'altra, la forza oncotica , cl1e attrae a cqua e sali verso jl colloide idro filo n on sat uro; po s~ 1


!(ANNO XXXIX , Nt:M. 42]

SEZ IONE PRATICA

s ian-io schematicamente dividere questo capillare in due parti, l ' una prossim,a le in cui pre,·ale la forza idrauli·ca, l 'altra distale in cui .essendo diminuita la vis a. tergo prevarrà la forza oncotica. La prima porzione sarà il capillare arterioso da cui liq.UJido trasuda per portare g li elementi nutritizii all e cellu,l e e ai tessuti, la seconda sarà ~l capillare ve noso ~n cui liquido rientra per reintegrare la massa -del san.gu e e portare a ll 'escrezione i prodotti del ca ta:bolismo. E fra questi d·u e segmenti es iste un ·p unto neutro dove vi è l 'equilibrio delle forze e g li scamlbi sono nulli (Melli) e c.h e è idealmente il punto· capillare intermedio fra c ircoùazio11e arteriosa e circolazione venosa . :E: evidente ch e in questo complesso meccanismo la più piocola alterazione porte·rà allo squilibrio idrico e che, spostandosi il punto neutro ver o la parte venosa, prevarrà ]a tra'Sudazione sul riassorbimento con co r1seguente torn1azione di ed emi. A tale spostam en to potremo o-iungere sia ·p er alterazione più o m eno brusca della p ermeabilità capillar e (e si formerann·o cosi g li edemi infiammatori e tossici, ,-erosimiln1iente l 'edema polmonare acuto , 1'edema d ella g lottide, certi edemi a gen esi non d el tutto 'C·h iara com e l'edem a di Quir1c ke), cl1e per a umento della pressione idraulica cl1e però n on sembra da sola capace di pro-durre edema (e rientrano in questo g ruppo <rli edemi cardiaci e m eccanici), sia per diminuzio11e della for z.a on•cotica. Orbene, è sopratutto in quest'ultima, o ipoon chia, che abhian10 la stig ma·t a sanguigna dello stato edematoso. Nella mia Clinica prima il mio a iuto Melli e poi la Dott .ssa Cori hanno compiuto larghe ricerche in proposito e h anrio potuto confermare che essa ipoonchia esiste sempre nelle n efropatie ch e sono o diverranno idropigene, in.ai in qu-elle non idropige11e, tanto da poterla con siderare - in assenza di edema conclamato - l 'espressione di u1to stato di preed'ema.· E più recentemente la stessa a lter azione biochim ica è stata riconosciuta, corr1e prima vi ho accennato, in stati eder11atosi .da anen1ie, e da malattie cardiach e ed epaticl1e. Ed ecco dunque ch e fina]m en te vedete ch e le nozioni che sembr.av.ano teor'ich e si di1nostrano rivestite di una g rande imiportanza 1)rati1ca; in un n1alato co1n1'e il n o· tro i1n. cui il l bumina e' d.i O, 93 anz1c · h e' d.1 2 , 60 rapporto - aglobuline

e la forza oncotica è scesa da 40 a 22,5, la patogen esi d nll'edema appare, dopo quanto vi ho detto, del tutto chia ra . E n e abbiamo una riprova .pratica nel fatto c he vi è un 'altr.a. malattia che ha qualche a:nalogia con la n.e·frosi lipoidea e che pure si accompagna ad uno stato anasarcatico imponente: intendo parlare d egli edemi ·da fame o edemi di g uerra o di carestia ch e tanto diffusi furono purtroppo '

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a ll 'epoc.a ·d el conflitto mor1diale, specie nell 'Europa ce·n trale. Ora anche qui il mieccanismo ·dell 'ed emazia è analogo: dacchè anch e qui vi si g iunge attraverso· la ipoonchia, secon-dari.a in .questo caso alla troppo scarsa, spesso nulla, i1rtroduzion e a lirr1 entare di albumin.a (Bigland, Ja:n sen, Falt.a) e in erente ipoalbuminia. · An ch e i versamenti cavitari si formano i)er le steS'se ragioni : e ·dalle pleu·r e, ch e n oi abbiamo punto, h o otter1uto il liquido che vi mostro per il suo aspetto sin golarissimo, e cioè completamente, assolulame·nte acql1oso, tanto ch e per u:n mo·mento alla prima p untura abbiamo 1qu.asi dubitato fdi esser cas llt3lmente oa·dUJti su di una cis ti d 'echinococco. E tal e liquido ha caratteri identici a que lli che tro' reremmo se facessimo il drenaggio degli edemi poich è le pleure si comportano corri.e g li interstizi dei tessuti: è qui11di il più puro d ei trasudati nel qu.a] e manca no quelle particolarità proprie delle form e essudati ve che si accompag nano Mi · .a l~e rata pe1·meabilità cap illa re. F:d esso allora n o n ha quiell 'aspetlo cl1iloso che è cornunemente descritto per i ve rsam enti n efroti ci, .e la cosa non. mi torna r1uova poichè .a·n clt e in un mala to ch e fu nella mia Clinica di Padova due anni or son·o n otarn·mo un identico corr1portarn1e nto . Il liquido ora estratto dà la reazione di Ri valta n ega ti va ; con.tien e g r. 0,41 %o di azoto totale e gramm i 0,28 %o di azoto residuo con un contenuto proteico di gr. 0,81 %o; ha dato r eaziorne del bi1u1reto li evem ente positiva e reazio,n e della nini·drina inten si·s sima, il che significa, ch e son·o in es.so ,p resenti prodotti di degradazione proteica, dalle albumose agli aminoacidi ; ha un contenuto salino vicino a quello trovato n el sangue 1con un ~ pure quasi eguale; ha l1n a fo·rza on.cotica di 8-1 0 centimetri d 'acqua e un. indice refratto·m etrico di 1,33541; ha densità 1010; e infin-e, caratter e abituale e solo in apparenza sin golare in questo· ti po di versarri enti, un co11tenuto minirno, ind osabile, di colesterina e di g lobuline, i due elemie nti ch e predomirt-ano n el sang11e ma ch e con g rande difficoltà t·raveirsano una m embrana capillare intatta. Troviamo insomma in esso, in tutti i suoi caratteri, la co.n ferma della u.a patogenesi, del suo modo di costituzione. Basta g ià quanto vi ho detto finora per trarre una .prima conie:: Jusione: ·e d è cl1 e la denorriinazione di me frosi lipoidea non è esa tta, l)Oich è sia mo di fronte non già ad u·n a affezione semplicemente renale, ma ad una rr•alattia gen e 1~al e, n1~tabolica, che comprornette certam ente tutto il rioambio prote~co e lipoideo e · probabilmer1te, secondo le ved ute più recenti , il ri•cambio dei lipoidi in generale e degli idrati di carbonio. Ma r estano molti e grandi problemi insoluti, poich è l 'intimo meccanismo ·di produzione ·d ella forn1a, malgrado jl succede:rsi di 1


« IL POLICLI N I CO »

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infinite ricerche e il susseguirsi di tante ipotesi , è ancora avvo-l to nell'oscurità. Una questione cl1e an.cora vivamente si dibatte è quella d ell' esistenza o meno della nefro si lipoid ea come malattia a ulon orr1a, come quadro nosologico e n osografico d efinito. La form.a in orbosa venne intravista dagli anaton1·0 -patologi per i prin1i, poi dall'Epstein nel 1912 e venne i sola ta dal Munk nel 1916 sotto il no·m-0 ch e a.n cor oggi le viene dato corrent,emente. ln seguito l 'E1)stein la descrisse com e diabete alb,uminurico, lo Chalato\ov com·e diatesi colesterinica, il Séguret co·m ·e n efrosi colesterinica; ·d a noi Galdi e Cassa·n o parlano <li diabete lipUJrico, Sega di diatesi lipoidea. A parte la questione dei .nomi, il fatto è ch e la nefrosi lipoidea costituisce per o ra un capitolo a sè della .patologia, con tutti i sinton1i e tutte le cara tteristich e ch e vi h o ricordato. 0 1ggi però vi è chi tende a fare ·di essa ni ente p iù ch e una sindron1e, oggi si cer ca, di dimostrare ch e i sintomi comu·n emente ·descritti, oltre .a n on av-e re un si1c.ur-0· legame tra loro, non hanno n eppure Ulil rapporto costalllte 1di dip1endenza coi momenti patogenetici ch e ad essi vengono per lo più r ic o·n osciuti. Questo movimento è sostellluto sopratutto in Francia e quivi prin~ipalme·nte dalle scuole di Abrami , Acl1ard e Labbé : e g li a rgomenti sono tratti ·dallo stu.dio cli numerosi casi di nefro i lipoid ea e a miloidosi renale. Vengono <lese.ritti casi di quest'u.ltin1a rr1alattia in cui i reperti ematici e orinari presentano tutte l e alterazioni caratteristich e· d ella n efrosi lipoide.a; e ciò n on solo n ella amiloidosi con clamata, perch è anch e individui a ffetti da forme cronicl1e fistolizzate di tuber·colosi - senza nessun segno. di l esion e, epatica , splenica, renale .potrebber o presentare lipoidu·r ia, iperc...olesterinemia , ipo1)roteinemia 1

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d l

a lb umin a. gloib uli'lle ·

con invers1o·n e , e rapporto E .a ncor.a : si sono, visti dei nefritici a r1a sarcatici co n equilibrio prote ico n ormale; si sono con statati casi in cui, malg rado la ipercole terinen1ia e la colesterin11ria, malgrado lo , convolg imento del rican1lbio proteico, non eist evano ed emi n è segni di l esione· renale n è a lbuminuria .. Le scuole fran cesi anch e per l a n e frosi lipoide.a, ritornano alla con cezio n e di Wid.al e parlano• di una nefrite idro·p 1igena cloruremica: l.a patogen esi dell 'ede m .a a ndre bbe sempre ricencata mella ritein zio·n e clo·r osodica poich è bastereb1b e rno difi!car e l 'a1)PO·rto salino IJer influenzare grandem 1ente la ritenzion·e1 idrica, senza variar.e parallelam ente lo sqt1ilibrio proteico preesistente. L 'infiltrazion e lipoidea d el r en e, la iperlipoidemia e la lipoiduria n on agO'iungere bbero niente .al car.attere clini co della lesione r enale , n on sare·b bero ch e el ementi a ccessori , ins u1fficienti a g iustificar e la separazio·n e di una entità mòrbosa (Labbé) . 1

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Dobbiamo, dopo quanto vi ho su ccintaill ente esposto, ritenere ins-0stenibile l 'esi..,tenza della nefrosi lipoidea? Io cr edo cl1 e n o. I r eperti d elle scuole francesi hanno certo u·n g rande interesse, ma non mi sembra.i lo suffi cienti .p er ora ad annullare quanto è stato detto in piecedenza . Se so:no stati osservati casi di nefrosi lipoidea in cui la declorurazione agiva sug li ·e•d em i come vi ho d etto, c iò p11ò· a11ch e spiegar si con l 'esistenza di utfla conten1 p·oranea ritenzione di cloruro sodico, ·ri tenzione ch e non è obbligatoria n ella n efro.s i stessa, ma ch e .ad essa può associ.ar si forse per .azio ne sui tessuti e sui glomeruli renali d ella stessa ca u sa morbosa ignota ancora ch e 11a dato le alterazioni d el ri·cambio d ei prot eidi e dei grassi e la d egener.azione <lei tubuli. Se v i sono soggetti in c uii esi sto.n o tutte le· modificazioni um-0ra li cl1e danno l ' i1)oon cl1i a ma non esiste l '.ede·m a, non possiamo dimenticare ch e certan1ente, come vi ho d etto l)er l 'e·d en1a da fame, la diminuzio.n e della forza oncoti ca de l sie-ro· può essere cau sa di riten zione idrica, anch e se alla produzione con cl a rnata· ilell 'ed ema .p ossano· - -0 forse a·n ch e ·d ebbano - con correre anch e altri fattori u·n o d ei qu.ali , import.antissirr10, è certo lo stato dei ca pillari, su eventuali lesio·n i d ei quali le 11ostrepossibilità di ricerca non sono sempre s ufficienti. Nè d obbiamo trascurare il fatto· ch e la· trasudazi-0ne .d i liquido d ai vasi dipend e da 1la forza di attrazione d el sa:ngt1e ri spetto a ll a forza di attrazione ·dei tessuti e ·C-h e Sll q"nesta, sulle su e variazioni . sulla sl1a influ en zabilità da parte di r egimi iper- o ipoelettrolitici poco o nu.lla sappiamo. Se vi sooo casi di amiloidosi r enal e· con i reperti um-0rali d ella n efrosi lipo idea, n on posin tante· sia m o sorvolare sl1lla po~sibilità occasio·ni acc.e.r tata - ch e l e du e lesioni an atomi ch e, p er la stess.a 1c.au sa o per cau se di·verse, coesistano n el r e1n e, in modo d a g iuis tifi car e· I 'in treccia d elle .d u.e sintomatologie. Jo, cr edo· insomma ch e non si possa can cel lare d.alla patologia il capitolo d ella nefrosi li11oid ea e ch e anzi l o stu·d io di essa sia merite,·ole di essere approfon·dito il più possibile, e oer g iunger e a dire u11 a .p arola sicura sttl problie ma n osogra fi co e per addivenire, p òssibilm ente, alla compren sion e d ella sua essen za patog-enetica. Poichè a n ch e su di questa vi sono n otevoli ·discordie di p,a reri: e vi .accennerò rapidamente ]e i:n terpr etazioni più autor.evoli. . Accanto, a chi , 1com e l 'Ep ste1n, dà la mass1ma impoTtan za a ll 'albuminuria, vi è chi, come il Munk e lo· Chalatow, pone in .p rima linea il disor·dine del ricambio colesterini co. In ch e cosa qu1e sto disordine r.-0nsista ci è i.gnoto. co me non sappiamo con certezza se esiste o men o una colesterina endoge1Ja prodotta per sintesi n ell 'or ga nismo e se il tasso cole!'ter1nemi co può ~ ~ere influenzato d all a introd111


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SEZIONE PRATICA

zione del lipoid e per via gastro enterica e parenterale: lo n e·gano Epstei n e Cipriani e Moracchini) lo affiermano .c:.ltri, fra C·UÌ Aschò'ff, Genk e Gross, che però ricercaro·n o su soggetti ipercolesterinemici, ma 1non affetti da nefrosi lipoidea. Secon,do Elewyn il fa tto primitivo sar ebbe u11a dege nerazione lipoidea d elle C·ellule renali con secutiva ad una ne frite a·cuta che rimane inavvertita p er ch è rapidamente scompare. Di qui il passagg io d ella colesterina =n elle orine e nel sainglUe, di qui l 'albuminmia. Analogam ente, p er quanto riguarda la preced.e nza di fa tti infia mmatori, si esprimono Lohlein e H eusler. Secondo Mun·k la lesione r enale verrebbe solo in via secondaria, prod-0tta d a ll ' infiltrazione dei tuboli ·da parte d ella colesterina 1·iassorbita a questo li,rello ·d opo essere stata eliminata da i g lomeruli a lterati a cau sa del disordine metabo·l ico lipoideo primitivo; secondo Epstein, le cui idee sono iin parte condivise d a Galdi e Cassan o, il fattorer primitivo, ma di origine ignota , sar ebbe lo squilibrio d el m etab olismo protei co e lipoideo· ·e l 'albuminUJria sar·ebbe n·o n già la causa d ell 'ipoalbuminia e d ell 'alterato albumina. b en i' l ' e ffetto d'i quEs t' u·l rapporto globuline 1

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tima evenienza prodotta a seguito di l1!Il. aumento primitivo d ell e frazioni proteich e meno ·disperse; secondo Govaerts e Cordier tanto la lesiojn e ;renale, ch e .permette l a filtrazione dell'albuoniJna e d ei lipoidi, quanto l ' ipercolesterinemia sarebbero· pro·dotte da sostan ze tossich e sulla cui n.a tura è a n cora vano azzardare ipotesi. Vi devo inoltre ricordare ch e esistono sul1'argomento importan ti co ntributi italiani: Villa attribuisce notevole irnportanza a lle n efriti pregresse, invoca a base ·della malattia un 'alterazione mista fisioo-chimica e anatom·opatologica e con sidera l e disfunzioni m etaboliche com e fe n-0meni disossidativi a·n aloghi alle alterazio,n i ·diabeticl1e; Zisa ritiene primitiva la lesione r enal e; Sega ritorna a lla •Concezion e d ell'iniziale tl1rbamento d el ricambio li-. poide·o ; Esposito pensa ch e non conve n g.a « esagerare 1n ell '.attribt1ire n·otevole valo,r e a pr~­ g r esse a lterazioni glomerulari » e ch e non sia sufficiente trovare i r eperti ·di un'angina anc h e cronica per a ffermare la ·preesi st enza di una n efrite; Gal di e Cassano vedooo n ella n efro si lipoidea uno squilibrio· d el ricambio non solo d·ei lipoidi ma di. tutta la mass~ ·d ei g.ras: s i: vi savebbe alterazione totale de1 poteri d1 1ipo·p essi, di lipoido-sintesi e di a ci,d olisi e sar ebbe oostantemente dimostra bile un qu.a dro di iperlipemia e di lipuria tale ·da far .consi<lerare la n efrosi lipoidea com e un v er o, e pro:prio diabete li puirico. Infine va menzio nata l 'ipotesi 1p1iù r ecente -de·llo I\.nauer il quale. b·a sandosi sul r eperto nei suoi casi costa.n te di u:n.a ipog licemia spiccatissima, pensa ad una disfu.n zione p rimitiva 1

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d el fegato la e.i li imp·o rtanza n el ricambio del1'acqua, ·d ei g rassi e d elle proteine, è ormai a ccertata: e n el nos tro malato· questa tesi potrebb e for se !essere appoggiata ·p oich è abbiamo con statato la ipog licemia e abbiamo trovato devia zioni dalla norma anche n elle prove di carico con g lucosio. Nel campo patogen etico una parola d efinitiva non si può oggi dunque dire : pare invece acoertato, pur essend·o vi co·n trarie r·e centi osservazioni .di Coelho e Roch eta e di Marafion e colla horatori, ch e a b.a se della n1ala ttia s tiano d ei fa ttori ·costituzionali er editari endocrini. Vi son-0 casi in cui l 'affezione ha cara ttere famigliare (' ' olhard) ; ed io stesso1 ho sott 'occhio una famig lia in cui tre m embri sono da anni portatori ·di una albuminuria a ltissima da n1efrosi , pur essendo la forma t ollerata con perfetta in.differen ziai ·dall'organis mo. E moltissimi dati ci richiam an o a lla tiroid e; vi sono casi di mixedema finiti i·n nefrosi lipoidea; Epstein ha veduto insorger e la n efro si in soggetti eocessivam.ente irradiati a lla tiroide, ed anch 'io· ho veduto due e.a si analoghi ; molto sp1esso i portatori di n efro·si lipoidea pura, son-0 disarmonici , torpidi, adiposi, ipotèsi, .h anno segn i di vag otoin ia , presen tan o u.n a ;reazion e a ll'adrena lina di tipo vagotonico (F errata) quale a n ch e n·el caso 110stro si è avuta. Nel n ostro malato, abbiamo qualche cosa ch,e ci ri1chi.ama a d uma rn suffi cien za tiroide.a? • Certamente. Io ho fatto studiare il suo mel aboli mo basale: ed esso ci è risultato n1o,Jto diminuito, con un valore ·di - 36 ch e inclich er ebbe uno spicc,atissimo a bbassamento d ella funzione tiroidea; u so· per a ltro il co ndizionale ne l ·porre questa a ffe rn1 azion e dato ch e i:n un. soggetto com e questo edematoso è diffi cil e stabilire il v.a lore ch e il metabolisn10 dovrebb·e normalment e avere. Ed ora vedi.amo di con cludere : vi h o d etto che · nel san g ue, n el tr asudato, 11elle orine del nos tro malato, abbia m o tutte le stigm,ate car a tteristich e ·d ella nefrosi lipoidea e credo ch e questa diagn osi si possa .affermare .anche senza ricer care qualch e altro, dato a bitualmente preseinte, qua le, a d esem .pio, l 'aumento d ella velocità ·di sedimentazionei de i g lobuli r ossi. Sarà una forma pura? Queste ono straordina riamente ·T are: tanto r are ch e alcuni autori sostengono ch e nella grand e mag·~i oranza d~ i casi una compon ente n efritica, sia pure minimale, sia pure inosservata, c'è stata . o c'è; tanto ra ra ·ch e vi è chi n eg.a ch e la ne fro si lipoidea costituisca un qu.a.dro n osologico e nosoo-rafico autonomo e la con sidera semplicem ente com e una sindrome. Nel nostro malato abbiamo tutti i dati positivi d ella n efrosi lipoidea e .abbiamo una gran parte .d ei d ati n egativi, · mia n on tt1tti: vi ·è u;n, lieve a umento d ella pression e .a rteri osa, vi è stata n ei 1primi tempi della d·egenza u 1n a lieve e m ,a turia mi cr o copica, vi è s tata una 1

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IL POLICLINICO

. tonsillite che forse &i è ·solo intrecciata alla forma nefrotica .m a forse poiteva essere presente anchei all'inizio, nel qual caso avrebbe forse potuto essere il plllilto di partenza. Le prove ·d ella funzio·n.ali tà renale hanno dato esito incerto; il potere di concentrazione si è dimostrato ottimo poic-h è, tenendo il malato a dieta asciutta, abbiamo avuto orine con den sità fino a 1030 e invece alla ·p rova della ·d iluizione norn. erano stati eliminati dopo 6 ore che 125 dei 500 eme . ·di acqua intro-d otta. Ma ben si sa ch e in un soggetto corne questo profondamente edematoso, non possiamo in nessun modo dare alla pro:va d-eilla diluizione il valore che siamo soliti attribuirle e non sarà quindi su questo ·dato che fo.n deremo delle discriminazioni. Così tutto è chiaro: in u·n. individuo forse costituzionalmente disposto, tramite o meno una tonsillite coo ripercussioni renali, si è stabilita un'affezione che è certo nefrosi ma che; ha anche qualch e segno· nefritico: si capisce perchè vi è edema, perchè vi sono versamenti, perchè non vi è anemia. A proposito d ella crasi sanguigna anzi va detto che abbiamo assistito durante il decorso a un aumento del numero dei globuli rossi - che sono saliti da 4.780.000 a 5.000.000 e a 5.200.000 - m entre i bianchi sono passati da ' 7,8'00 a 11.000, fatto 1ahe forse m eglio possiamo spiegare riferendo ~l contenuto· in emazie e leucociti alla massa totale del sangue: [[lel senso che mentre gli edemi e i versamienti 1cresceva.n o, mentre i tessuti trattenevano u.n a qua.n tità sempre più forte di acqua, che il sangue inereintemente aumentava di concentr.azion e. Non· iiperglobulia, quindi, ma ispessimoo.to sanguigno: ad affermare ciò con certezza varrebbe .solo il a -con statata diminuzione ·d ella parte acquo·sa del sangue. Qoole la prognosi ? La nefrosi lipoidea vien e in goo•e re con siderata un'affezione; benigna : il che se in. parte è vero è tuttavia molto condizionato. Nelle nefrosi acute tossiche si ha sempre la guarigione se si riesce a superar.e il periodo acuto e si allontana l'agente eziologico; mai n elle forme, come questa, a base metabolica, si può avere il protrarsi della forma oltre ogni possibilità teTapeutica. Non bisogma ·d imenticare che dall 'infiltrazio... 111e lipoidea si rpuò passare all'amiloidosi; che la cronica e imponente perdita di .albumina può por.tare all 'exitus attraverso la cosidetta cachessia albuminosa; ch,e il ren e .p uò andare incontro alla sclerosi cui ·possono· seguire l'insufficiein·za cardio-renale e l'uremia; che i malati talvoil ta si perdoin o per affezioni intercorrenti e specie per ·polmoniti fran,c he 'ch e in questi soggetti pare atteccl1iscano, con particolaT,e facilità e vengano, per il grave defedam.ento oTganico, ·difficilmente sopportate. Sot1'o tu(t te queste possibilità che dobbian10 tenerei presenti mel formulare il prognostico, oh e deve ·e&sere riservato, e tanto ·p iù in un 1

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malato co,m e il nostro, che ha anche una in·d ubbia, p1er quanto minima, componente nefritica. La CUTa si baserà su mezzi dietetici e medicamentosi. E qui p ermettete una piccola digressione di in:dole essenzialmen·te pratica. Ved.rete spessissimo, come io tante volte ho ved?to e vedo, malati .di nefrosi lipoidea tenuti, per la loro imponen.te albuminuria a dieta lattea esclusiv,a. per mesi e anche per anni: niente ·d i più errato. Ciò deriva dal fatto che in· genere i m edici pratici non hanno ancora idee molto chiare su questa malattia e ·n on si rendono 1conto che l 'albuminuria la cui constatazione ha tanta parte e tanto peso ·se·m pre, e talvolta anche ingiustamente, sulle diagm·osi, sullei prognosi e sulle terapie - va n ella n efrosi con siderata sotto un punto di vista particolare. Essendo infatti la n efr·osi lipoidea u,n a malattia con carenza di albumine, ·è ,d·oveire ,del medico darne in abbo·ndanza in modo da sup·p lire ialle gran·di e contin ue1 per·di te. Non solo potremo, ma dovremo alimentare i malati. Daremo, i•n. generale, senza r estrizione, grassi, veTd1llre, legumi, latte, pane non salato e idrati di carbonio; ·daremo carne largamente· e· daremp uova, poichè esse, \pur contenendo colesterina, no·n paiono a.vere e ve l'ho già detto - i·n fluenza sulla colesterinlemia; ·d aremo illlvece pochissimo cloruro di sodio per 1a sua in,d ubbia \ azione edematigena e perchè esso (Munk) ha g rande importanza nello spostamento dei colloidi e r1on viene :regolarmente eliminato. Nel nostro malato però, data la presenza dello screzio nefriti1co, questo programma massimo sarà applicato con le opportune cautele e le dovute restrizioni. Cureremo ra,d icalmente la tonsillite poich è il focus infettivo tonsillare ha c·e rtamente grandi•s,sima impoirtanza nel mantenimento della forma renale infiammatoria; daremo dei diuretici fra cui l 'urea ch e in dosi elevate di 20-30 gr. al giorno ha Ulll'azione stimolante specifica sulla funzio.n e r enale, e1 la teobrom;i!Ila. Useremo con girandissima cautela, a causa: della nefrite, i dilll!retici mercuriali ch e hanno si azione extra renale, ma sono dotati di un'elevata tossicità per il rene; ·e ·d aremio infimtel la til'o idina. Qu·esta· è stata proposta in base al concetto, ch e vi ho già ricordato, d ella patogenesi disendocrina della malattia : e si è veduto come essa, che già era stata da tempo pro·posta ed l1sata come diuretico nelle affezioni e-d ematigen·e in genere, sia n ei n efroti ci tollerata in .d osi colossali, superiori a quelle che i mixedematosi stessi ·p ossono sopportare. Epstein p.en sa che la tiroidina , innalzando il metabolismo basale, renda m eglio utilizzabili le prote ine introdotte e regolarizzi il contenuto lipoideo d el sangue; Eppingier riferi sce la sua effi cacia cornei dovuta sopratutto ad um.ia azio1

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n e diuretica esercitata su.g li spazi intercell11 lari dei tessuti, la quiale figurerebbe anc.ora più evidente se alla tiroidina si associa la digitale. E Campanacci, fra quelli ch e l 'l1anno sperimentata, riferisce ben·e fici noteViolissimi . Io personalmente noin· posso, dalla mia casistica, trarre con clusioni così fu.vor evoli e devo m ettervi in guardia ·contro l 'eccessiva fiducia in risultati miracol-0si; h o avuto qualch e volta dei successi discreti , ma anche ho v~duto casi in culi. essa fu del tutto ineffi cac e, tanto da far quasi cr edere ch e abbiano r agione coloro· ch e pen·san o che nelle n efrosi la tiroidina sia tollerata in g ran1di d osi ,perch è 11on è attiva, per.cbè non vien e iassorbita, non ha presa sui tessuti. È , ad (\,omi modo, un tentativo ch e va fattt' come si potrà anch e tentare la terapia epatica proposta da Grossmain n e da questi vantata com e utilissima: ma, vi ripeto, ~ono an. cora questioni a llo stu.dio su cui un giudizio definitivo, ottimistico o pessimistico, sarebbe azzardato. 1

EPI CRISI.

Le condizioni del malato andarono progres. sivarr1ent<' .p eggiorando: più i11tcnsa l 'astenia, più cospicui i versamenti, più diffusi e p iù imponenti g li e dem~ . · La quantità d elle orine andò pure scemando e la somministrazione di diuretici mercuriali, che in un ·primo te111po influenzia;va fa vorevolmente la diUiresi, divenne completamente inefficace. Dalla fine di febbraio in sorgeva vomito, prevalentemente di n1ater iale .alimentare, ch e n on doveva più abbandonare il paziente fino alla fin e, contribuendo grandemente ad esaurirne le forze. Il r eperto orin.ario rimaneva .p ressochè invari1ruto salvo ch e per l 'albiUJrninuria ch e saliva fin o a l 40 % o; l 'azotemia cresceva fino a rag g iunger e il valore. di 0,91 pochi g iorni avanti l 'exitus. La terapia tiroidinica r imase, pur essendo stata praticata a d alte dosi, co mplessivamente senza e ffetto: solo n ei primi giorni dall 'inizio si ebb e ~ patSseggero a um.ento della diuresi e una transitoria diminuzione d egli edeunii . . Il malato venne a morte 1' 11 magg i·o 1932. Il r eperto anatomopatoloigico (pur essendosi praticata l 'autopsia, per ragioni di forza m aggiore, quando già esisteva u:n noteNole grado di pu1trefazione) ha co11 fermiaito la diagnosi. Il rene macroscopicamente aveva l 'aspetto del grosso ren e bia n co; istologicamente si è potuto mettere in evidooza l 'intEboTI.tà dell 'ap para to g lo·m erulare, una imrpon en.te d egen erazion e dei tubuli e una foir te infiltrazion e d ei tubuli stessi e ·d el tessuto interstiziale da parte di gocciole di grassi e di lipoidi. Non esistevano segni di degenerazione amiloide. 1

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SEZIONE PRATICA

PROBLEMI DISCUSSI I -

OSPEDALE POLI CLI NI CO UMBERTO

R OMA

VIII p ADIGLIONE .

Sulla natura della '' febb1·.e eruttiva,, 1P er il pro,f. 1

AGOSTINO CARnuccr,

medico primario . Sono stato incerto, sui! titolo· da dare a qu esta mia breve m emoria e cioè se ·c on serv.a:re il 1nom e da me d ato provvisoriamente a questa malattia n el 1920 quando per prim·o in Europa l 'isolai e la d~scri ssi con1e forn1a a ~è, ovve1ro accettare uno dei tanti no mi dati su ccessivamente n ei varii paesi nei quali fu riscontrata . Mi sono d eciso a c0J1servare il n ome di « f ebbr1e eru.t tiva » no n perch è 1iten go il nome felioe, ma ,perch è ri te·ngo n on felici anch e g li altri nomi, e p er dim1o strare ch e prima d el1 1925, ?a nno in cu~ u scir-0ino le prime m emorie francesi (Olme.r ecc.) sulla « febbre esante·matioo d el Mediterraneo », la malattia era cono·sciuta in Italia ed aveva, b en e o ma le, un no·m e a sè. Noni h o accettato, per il mome11to, il n.ome di febbre b·ottonuta o di n1.a lattia di Conor et Bruch perchè non so con: precisione se .l e due 11111alattie son·o u g.uiali , p erò qualora ciò fo sse dimostrato gli a utori .tunisini avrebb·ero decritto p er primi in Africa (1910) la malattia in discorso. i])e.,ro a1111che dichia:raife ch e secon·do il mio m odo di vedere· i nomi di febbre ecaro-no du1osa (l oya) d·ermo-tifo b enig n o estivo (P ecori e Sampietro, e cc .) indicano la m edesi· ma malattia ch e la febbre eruttiva, di.modo ch e la discu ssion e ch e segue valei p er tutte quete forme morbose. Quan·do nel 1920 descrissi i miei quindi,ci casi di febbre eruttiva non conoscevo· la me· mo1ria di Conor et Bruch, n on ·p otei quindi n ella diagnosi differenziale tener c onto di que•sta malattia , e mi limitai a ·disting u erla dalle malattie eur opee a mia con osc.ealza e ch e a m ie tpareva si potessero confondere e ·cioè il tifo esantem.a.tic.o ed il· sifilo·derma papulo,.no'dulare; la diagnosi con qu.e sta seconda forma morbosa n on ha trovato obbiezi·oni , non così la prima ch e ·è ancora in discu ssione, e tch e costituisce la base di questa m emoria. A quel tempo fon·d andomi sui soli dati clinici credetti ovvia la distinzione tra le ·due malattie pur conoscendo la forma attenua ta di tifo esantematiico, cioè iJ' morbo di IBrill; devo a nzi a.g giung·ere che quando prima d el 1910 prestavo servizio n ell'Ospedale di S. Spirit·o, e lai mia atteinzione era stata g ià attratta da q.uialch e caso di febbre eruttiva, e ~ so, fu da m e interpreit ato come 1

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mo·r bo ·d i Brill, e solo lo studio ulteriore dei casi stessi e la dimostrazione che il morbo di Bri.11 non eira che il tifo esantematico attenuato, mi fec0fo cam biare idea e considerare la febb-re eruttiva come forma a sè. Dopo la mia miemoria del 1920 io n·o n ho più scritto sulla febbre eruttiva, p&rò i miei a ssistenti dott. CeJSalfi, Fili1p pella e Cavalletti h.anno scritto a ltre memo1rie su.ll'argomemto, sempre sosten·endo l 'individualità della forma morb·osa, in.dividualità che anche io ho sosten:uto oralmente n ell e mie lezio1n i ·di Clinica Medica e della Scuola Medi.ca Ospita.liera. Fino al 192q,- epoca nella quale Olmer pubblicò la sua pri1n1a inemoria sulla febbre esantematica d eil Mediterram 00, sebbene io vedessi ogni tanto esemplari di febbre eruttiva n es uno la prese i:ru con siderazione (1) e fu solo dopo che i 1F ranoesi descrissero• la !Febbre ,d i M.airsi.glia che si tc1ontinuò lo studio della fe-bb·r e eruttiva in Italia che p erò, a differenza ·d el mio mo do di vedere (Pecori) fu con,.. sidera·~ qui in Roma come tifo esantematico, attenuato. Anche peir la febbre esantematica del Mediterran·eo fu espressa in Francia (Netter) l 'opi•nrione ·che si trattasse di tifo esantematico, così che si sono venute ·delinean1do due corDenti: una più antica (Carducci-Olmer) che ammette la febb·r e eruttiva o esantematica .com e forma a sè, indipendente dal tifo esantematico: teoria che potremo chi1am.a re dualista, e d una più ;recente (Netter-Pecori) che ammette l 'identità .delle due forme o teoria unicista. La presemtei m·emoria ha lo scopo di esam~n.are ·obbiettivamente la q.uiestio·n e e vedere quale 0 0 n clusione si può trarre dallo studio ·d ell.a medesima. Dal 1920 a·d oggi molti nuo\1i fatti sono stati accertati ?Sulla febbre eruttiva, che desidero ·vagliare senza 1p1,econ1oetti n:ei rig ua1idi alle idee da m e esiposte in passato. I dati ch ei si possono utilizzare per la discussione, possoino essere divisi in due g·ruppi e cioè: dati clinici e dati di laiboraitorio.

il .resto passa in seconda linea; però è anche opportulllto fare notare che non tutti gli elementi che oompongono il qua·dro esanterrl'atico conservaJD.o lo stesso :aspetto anc:he nello stesso malato; alcuni elementi appariscono modificati ,a ssumendo la forma di elementi di altra malattia, però la maggioran2a 'conserva l 'aspie tto classico, senza che tale modificazione faccia cambiare il nome alla n1alattia : così si parla ·di morbillo scarlattiniforme e· di scarlattina morbil•liforme, ,d i morbillo e scar.lattina emoir ragici, eicc. Ho premesso ciò, perchè trovare n:ella febbre eruttiva una o più efflorescenze chE· divengano emorragiche no·n è argomem to per dire che la .febbre erutti va è uguale a l tifo peteic.chiale. Vediam·o ora la differenza tria.' le due malattie dal punto di vista dell'esantemia. Nella febbre eruttiva l 'ef floresce11za tipica è la papula nodulosa di colorito roseo, di grandezza da un aci·n o di miglio fin.o ad un piccolo ceoe, no dulo che se la feb·bre1botton.u,t a è u,guale al! 'eruttiva, fece a Conor e, IB ru.ch da,r e alla ma,l attia il 111ome di feb·b re boltoriuta. Questa efflorescenza si ~onse.rva cli tale aspetto in tutto il decorso d ella malattia, solo eccezionalm·e nte qualche elemento diviene emorragico. Nel tifo petecchiale l'efflorescenza tipica è la petecchia: in sorge come papul{l ma \n 24-48 ore diviene em·orragica; in qualche caso si possono aver forme non en1orragiche ma solo limitatamente a singoli elem·~nti. Il no:n ·d-ivenire em orrag ica è ill!ll' eccezione per iL tifo esantematico, come è eccezionale il divennre emo·r ragica D'ella febbr:e eiruttiva. NO·duli n .el tifo petecchiale no·n son·o stati d,e scritti, mentre co·m e ho detto, possono aversi neilla febbre eruttiva e dominare il quadro. In questi ultimi terrn1p i ho ri1c.ercato il fe·n omeno del laccio in tre casi ·d i febbre eruttiva con risultato ;n~mativo, fenomeno che si dice costante n .el tifo esantematico. Nel tifo esantematico l 'eruzione è diffusa u gualmente al torace ed agli arti, la faccia è risparmiata. Nella febbre eruttiva è più dif' fusa agli arti ~ non Tispairmia la faccia; da queI. DATI CLINICI . sta topografia è d1erivata l 'intetrpretazio·n e di Il q;uia·dro clinico della febbre eruttiva si casi ,d i feb br,e eruttiva oome eritema polifon1da sopra due dati: l' esanteima e la febbr e. morfo. È n ecessario premettere che in tutte Je maL'eruzione nel tifo esa.n tematic.o· esce rapid.alattie esa n\t em.a tiche il car.attere speciale della; meinte come un.a vamp1ata, ,q uella della febmalattia si poggia sull'aspetto dell 'esantema, b.re eruttiva è più lenta ed i'Ill qualche ·c.aso ho potuto rio taire che esce in più tempi. L'eru.zion·e n,e l tifo esantematico geirueralmen. (1) Devo ricordare che nel 1920 il dott. FALCIONI , medico del Govern atorato di Roma, co11temp orate si smorza con il ce sare della febbre, quelneamente alle mie men1orie pubblicò tre casi di la della febbre eruttiva dura a'Ilch e quando la febbre eruttiva, con il titolo « Sopra una for1na febbre è cessata. affine agli eritemi poli111orfi ecl alcune porpore ». 1

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SEZ10NE PRATICA

L ' eruzione del tifo esantematico ·dà per lo più ·d e quaan1azion'8, qu ella della febbre erutti• va mai. Nel tifo esantem:a·t ico si può aver e il fenomano della gommia da cancellare, n1ai n 1ella febbre eruttiva. Stando sempre nel conc etto· d elle manifestazioni cutanee, gli autori francesi (Olmer) hanno descritto il feno,m e no d el.la macdhia n:era. Questo fenomeno ch·e io non avevo notato n·ei casi da me studiati prima del 1920, fu da m e ricercato oon cura n ei ca·si capitati a1lla n1ia o servazion e dopo il 1925. P er quarnrto rigua rda i casi da ·m ie stu1diati , posso dire ch e la macchia n era, n eil senso, l etterale d ella parola, è eoceziona.Je; p erò se con questo nome si intent:le anche una crosta rosso oscura, è capitato i·n un t er zo d ei casi :a1lla mia osservazion e. È imineigabile però ch e, sebben e n on costante, la macchia n era fa parte d el cort eo . . intoma tico della febbre eruttiva; ebben e·, tale n1accl1ia, non è ta ta ma i riscontrata n·el tifo p etec.chiale. Il secondo si.n1tomo, importante d elle due rnialattie è la febbre. A voler es er e obiettivi una grande differ enza ·n o·n esiste tra i due tipi febbrili: inizio, ·decorso, durata e fin e so no pressocl1è .u g uali, p er ò n ella febbre eruttiva an cl1e senza1 coun1plicanze si può aver e um.a durata superiore alle due classich e 1settimane o con u•n.a sola van1pata di eruzione, ovvero con una seconda ed anch e teTza vampa ta, coisa ch e n on h o veduto , n:è trovato d escritto• per il tifo e santematico. Altro :criterio importar1te è l!a1 gra,v ità della malattia. Il tifo esantematico è malattia grave, la n1 01rtalità è p~uttosto, elevata; n1 entre la febbre eruttiva è malattia b enig na, l 'esito è favorev·ole, e qua ndo cond.uoo a morte ciò avviene non per com1p li·ca.n ze , ma p er l e1sioni preesistenti. Questa affermazione ch e, feci già nel 1920, trova piena co nferma n ei casi studiati ulteriorme nte da m e e ,da altri osservatori. Ora è bene fe rmarci su questa b enignità della febbre eruttiva. Che UJna malattia grave possa dare ·d ei casi benigni, è cosa ovviar, anche quando contempomnoomentel esi·sltano casi gravi; ch e una malattia abitualmente grave possa in una stag ione essere hem.i gna è cosa. riS?.puta1 e g li antichi parlavano ·di g enio epidemico b enigno o maligno; ·mia. la febbre eru,ttiva è sempre benigna e tale b eillignità non è di uri anno, due, tre, ma ormai dal 1910 ad ogg i non ha mai cambiato la sua n.atura; si tratta di più di un ventenn·i o ·d i osservazione. Devo anche aggiun.g ere che durante la g uerra, 1

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quando in Italia ed anche in Roma vi e rano casi di tifo esantematioo, con l 'abituale mo·r talità, io illon vidi al.cu'lll ca•so di feb·b:r.e.i er.UJtti· va ad esito infausto. Questa b·enignità è tal· n1en te costante che n ei casi in cui la ma.la ttia è stata inocul:a1ta all 'u o,m o o con il sangu,e di malati ovve ro con il sa·n:gue d elle zecch e in· fette, mai si è avuta la ri1)f.oduzion e d ella malattia in fo·r ma ma.l igna. Non si tratta quindi di b·enign~tà di singoli casi, n è ·di benignità di s tagione, n1.a di una b e.n·i gnità costante sia per ]a dura ta d ell ' c1. ~e rvflz i on e cl1e p er la rip·roduL zio n e nell 'u,omo . n qua rto dato in1portan.t e è la contagiosità; il tifo esarntem!a1tico è m a lattia eminenten1ente contag iosa, la febbT·e e ru,ttiva n;on è co nta.giosa. Anch e qu1esto dato di fatto fu da m·e afferm,ato n el 1920 e non posso oggi ch e riconfermarlo e so,n lieto di p ot er aggiunger.e a conferma ·di que ta nl ia osservazione l 'opinio!l11e d el P ecori, Direttor e dell 'Uffi cio d 'Ig iene di Roma e la re.u i com petenza in questo, ramo è a tutti nota, ch e n ettan1entei n ella sua m·e moria si esprime in que. to' sen so. Tale n on contag iosità d ella febb·r e er.wtti,ra n ei rapporti d el tifo e antem a tico è intetrpretata ·d ag li unici ti come d ovuta a l diver so vettor e, il. pidocchio per il tifo esantematico, la zecca per la febbre eruttiva, m a so·r prende 1C0 n1e prur n o·n mancando ~ pidocchi n egli ambienti do·, re è tala riscontrata la febbre €1ruttiva, m ai si ia .., iluppata n è un ' epidemia di febbre e ruttiva n è di tifo e a·n1 en1atico. A m e pa re dunque che l 'es:antem.a in g ran parte, la fe bbre in piccola parte, la b enignità costa·nte , la non contagiosità, la presenza d elle1 m.a.c;c.hie nere ipier'metta.no di separare n etlam,e nte la fe bbre eruttiva dal tifo esantem atico· classico. Certamenite più difficile appiar e Ja diagnosi con il Morbo. di Brill giacch è questa malattia è b enigna e l ' esante1n.a no,n è semp~ei p etecchiale; p e1rò è .d a rico r·dare che l'esantema n el morbo di Brill no,n è mai nodulo so, non l1a la topografia d ella febbre eruttiva; la malattia si s.v iluppa in forma epidemica, e man•Cla la m ia cchia n·era. Ma p er il morbo· di Brill veng ono in socco·rso altri ·d ati di laborato,r io· ch e m entre l'idemtificano con i.I tifo esantematico, lo distinguon·o dalla feb·b re eruttiva. 1

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II.

DATI DI LABORATORIO.

Nel 192·0 suii da ti so·p ra indicati, ineno la macchia nera, fo·n ·dai il con·ce tto ,della entità a sè d ella febbre eruttiva, ma dal 1920 .ad og-


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cc IL P OLICLINICO n

g i p er op era di a utori italiani e francesi, n1·olt e nuove conoscenze so·n o state acquisite; è nece ... ario perciò vedere se in ·b·aise a·d esse il con·ceJtto dualistico ancora si può sostenere. Il primo d:ato importante di questo g ruppo è la scoperta del vettore della febbre erubtiva. Si può oggi affermare C·On certezza che pur n.on pote111·dosi escludeva altri V·e ttori, la zec,.. e.a è il vettore ordinario della febbre eriu1tliva . L'ipotesi em essa dalla Scuola di Marsig lia è stata Largam ente com1validata d:ai medici r omani (Pecori-Samipii etro). D.a parte mia posso dichiarare ch e in un c.aso trovai n el malato delJe zeache, e1d in quasi tut ti i oa.si, nei q.u a li mi fu possibil e fa re indagini, p otei trovare ne lle case de~ mala ti , cani co·DJ zecch e. Gli esperimenti r ecen.ti di riIJroduzion e della febbre eruttiva co,n zooch e tritura t e, confermano questo concetto. Ora a mio parere l 'aver la febbre e1ruttiva un vettore a sè diverso da quello d·el tifo esantematic.o , è un forte argomento in favore della teoria dualistica. M.a si ob·h ietta ch·e vi sooo mala.ttie ch e posso·n o avere diversi vettori ; .c.iò n on si J)U Ò n egare, ma se .è ve ro com,e vogliono g li uni cisti ch e appunto il ·d iverso vettore ·dà l 'imp ronta speciale a lla n1.a la ttia , bisogn1a1 ritenere, essendo la m alattia costante e d immutabile da 20 an1n1i, ch e ·per lo m eno questo virus abbia celto la zeicca come suo vettore predil etto, e non si lasci prendere · ·d.a i pido,cchi, che pure diso-ra ziatamente non m an ie.ano negli ambienti dove è stata risco·n trata la febbre eruttivo. Qui·n di .an ch e n el caso di un virus orig in ariam.emte unico, oggi ess-0 si è notevolm ie.n,te ·diff€renziato; ma riprenderò in seg.uito quest o ,a rgom ento. ·Altro d.ato imJ)Ortan·te fornito dal lab o·r atorio1·è ch e m·entre il tifo esan1t ematico si p1u ò riprodurre n elle cavie, non si è riusciti a rip,r odurre la febbre eruttiva; qu esto dato io posso con~e rm arlo per lunga esperi enza p erson!<11le, perch è quasi in tutti i e.asi stu·diati dopo il 1920 ho i.n·o culato la cavia c·on risuJtati n egativi, m en.tre non solo si è riusciti a riprodurre n·ella cavia il tifo esantem .a tic-0, ma anch e il morbo di Brill e qu€sto c ostituisce un.a ·differenza fondamentale tra n1orbo ·d i !Brill e febbre eruttiva. Altro dato i111portante è la mia. n1canza nella febbre eruttiva della così detta immunità crociata con il tifo• esanteimatico, mentre è stata nettame·ntedimostra to ch e esiste tra il n1'orbo di Brill ed il tifo esantem atico . , Questi 11u-0vi ·da ti forniti dal laboratorio, conferm an o, a mio parere , la teoria dualistica; e forse questa teoria avrebbe trionfa to se 1

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quarto dato import{lntissimo non i ·avesse fortem ente soossa. · Questo qua rto dato è l 'aver riscontrato, nella febbre eruttiva, positiva la prova agglutinante con il proteus X 19 o prova di F elix Weil. Questa prova fu da me ricercata :nel caso 14° ·d ella mia .m emoria ma oon risultato negativo; però la mia ricerca fu. fatta solo nel periodo febbrile. Si deve} al Pecori di aver approfon1dito le ricerche in, questo campo e fautor.ei della teoria uni cista, a vendo tenuto in osservazione gli ammalati guariti, di aver potuto ·dimostrare chiei la prova praticata nella conva lescenza e con ceppi di Protei diversi dà una reazione positiva iin· gran n.ru1m1ero di casi. Questi risultati del Pecori non sono stati riscontrati da altri, ma io devo dichiarare che se .l a prova è fatta !3.1 convalescenza avanzata, i risultati d€l Pecori sono giusti. Rigual'do alle proporzioni della diluizio·n e del siero, io ho potuto vederre anche la prova positiva a·d al.t a diluiziooe. Cre d·o quindi che si ipossa accettare che nella febbre er:lllttiva ,l a prova è positiva con le seguenti tre .r iserve, e cioè : 1) ,ohe la prova è ·d a farsi solo nella co·n valescenza; 2) che non lo è ne l 100 per 100 dei casi; 3) che alcltlle volte lo è solo a h·a ssa diluizione . È necessario anche aggiungere che secondo studi recentissimi (Reitano e Bonc i• i1elli) la prova· è positiva con il sang ue delle ze:cche sospettate infette dal virus della fe bbre ~ruttiv:a: e col saingue di cani sospetti serbatoi del virus (19 %). Dirò subito che dall'aver riscon:trata la pro· va positiva :nielle zeache e nei ca11i is.i è voluto ded.ui:rre che ciò conferma la teoria u•n icista, cosa a mio parere non giusta. La prova in.v ece co,nferm~a, a mio modo di vedere che le zooche ed i cani contengono veramen.t e il virus della febbre eruttiva, dato certamente importan.. tissimo per la etiologia della malattia m.a non per la natura. Tornando ora alla, positività della pr~va di F elix vVeil nella febbre eruttiva, si è dedotto dagli unicisti che la febbre eruttiva è lJbOfila.1e al tifo esante matico e che le tre riserve .ohe io ho fatto sono dovute alla benignità della ma .. latti.a·. Questo ragionam·e nto che potrebbe anche offrire il fianco alla criitica perchè potrebbe trattarsi di UJila reazio,n e di gruppo co.. me tra tifi & paratifi, avrebbe valore se il ProteUJS X 19 foss·e la caltl..sa del tifo esantematico, cosa 1c.h e pare fino ad oggi esclusa; ed allo· ra che valore può più avere la provai 1p er deri mere una questione cosi importa·nte? Se se. condo alcuni autori la prova nel tifo esante;uin

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matico è dovuta a speciali 1c.ondizion~ biochimiche del sie:r-o, cl1e meravig.l ia che tali condizioni si verifichim10 in altre malattie, come. la febbre erurttiva? Dubbi gettano su queste prove altri fatti dimostrati{)i, cioè tehe il siero del tifo esantematic·o agglutina anche il Bac illo di Plotz e ch e in genere ha n oitevolei potere agglutinante, e ch e il Proteus X 19 si lascia agglutinare facilmente a1D1ch e da altri sieri (febbre ·tifoide, sepsi, ooc.). Tenuto con,to dello speciale comportamelD.to d ella prova n ella febbre eruttiva, della facile agglutinabilità del Proteus X 19 io credo ch e la prova nOOlJ possa scuotere l'edificio clinioo costruito da i dualisti e ~orroborato dal vettore specifico,, dalla mancanza1 di riproduzioo.e nella cavia e da.I la mancanza dell 'imm:wnità crociata. Io penso però che ·s e la positività d ella prova di Felix W eil .non ha il valore assoluto ch e le hanno voluto <lare gli unicisti , non può mai non essere tenuto in con·siderazione. Essa serve a·nzitutto a l medic·o pratic.o a confermare la diagnosi di febbre eruttiva; dico « a con.fermare >> perchè la positività ta•r·diva fa fare la diagnosi solo nella conrvalescenza. Serve anche al patologo perchè dimostra ch e qualche c osa di comune d eve esistere tra il tifo esantematico e la febbre eruttiva . In via ipotetica ma solo in tale senso, potrebbe riterner s.i ch e i due virus siano affin1i e :a1ffini anch e a l Proteus X 19 la<)n i quali potrebbero avere iin.1 comune la agglutin azione che sarebbe r eazione di gruppi. Certam€111te tutti i nuovi stu·di su vettori, sopra i serbatoi di questi virus potranno gettare g rande luoe sopra questi g ruppi di ma.Iattie, l1e qua li però fino ad oggi a mio modo di vedere sia per r agiooi pratiche ch e igieniche d evono essere tenute n.ettamente distinte. Chiedo venia a tutti gli Autori ch e si sono occupati d ell 'argomento se non li ho citati, per ch è mi riservo di ritornare sull 'argomento e di essere completo nella letteratura. RIASSUNTO . L 'A. riesami·rua.1la questione se la febbre eruttiva è uguale al tifo esantematico .attooruiato ed in base a dati ielinici e di laboratorio, pur riconoscendo ch e forse i viruis fino ad ora ignoti delle ·d ue malattie possono originariamente avere avuto qualch e cosa di comune, oggi per ragioni pratiche ed igiooich e ritiein·e ch e le <lue malattie devono essere considerate com e entità cliniche indipendenti. Roma, 15 settembre 1932.

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SEZIONE PRATICA

OSSERVAZIONI CLINICHE. SPEDALI RIUNITI DI S. GIMIGNANO.

Dott. G. Guccr, Dirett. San. e Chir. PrimaTio.

Su di un caso di anomalia di fissazione dell'ansa ileo-eolica per :il ·dott. PrnRo

BE NI NT,

assistente.

Le ano·m .a lie ·di fi ssazione ·d ell 'ansa ileo-cieco-colica non 1s ono rarissime. Ne sono stati descritti in qu esti ultimi tempi un notevole numero di icasi, parte dei quali riscontrati al tavolo anatomico, alcuni a.I tavolo chirurgico ed infime a ltri veduti a cie lo coperto, cioè senza apertura dell 'ad.dome, ma ;p er m ezzo d el! 'esame ra diolog ico. Alcuni autori n e hanno par] a ~o prendendo in con siderazion e solamen te il cieco (cieco eretto, cieco alto, cieco invertito , cieco rovesciato, ecc.). Mentre di :aJlomalie di tutta l 'ainsa ileo-coli.c a è I . L. Faure ch,e per primo ne parla nel 1895 prendendo in esam.e du·e ca·si nei quali il cieco era sottoepatico e il posto delJ'ascen·dente era o ccu·pato dalla parte terminale dell ' ileo. P. Alglav,e in una su a r el:azion e del 1907 co·nsideTa il segmento ileo-ciecale in situazione lornba re del 3 % dei casi, in situazione ilia•ca J1 e1 7 4 %, in situazione pelvica n el 23 %. Su questo a rgomento hanno pure portato la loro attenzione p iù recentemente G. !Bagnaresi, Dona ti ed è di questi ultimi tempi un caso di distopia del cieco descritto da l Soli. N~turalmen.te di queste anomalie di posizion e e di fissazione d ell 'intest1no che sono dovuoo, come diremo più avanti, ad un arresto d i questo nella sua normale evoluzione embriologica, n e possiamo trovare di vario grado più o meno aocantuate, più o meno divergenti dalla normalità. E il perch è si possa formare tutta questa gamma .di anomalie b en si spiega col f.aitto ch e essendo esse dovute a d arresti nello svilu!ppo d ell 'intestinQ, questi arresti possono aversi in qualsiasi mom·en.to dell 'evoluzione. E quindi se questo arresto è stato precoce si a vrà un 'anom1ali:ai più evidente 'llllentre se è stato in un p eriodo terminale dell 'evoluzio·n e ·del tubo digerem.t eJ si avrà un 'anomalia meno e·vidente. • Ciò prem.esso porterò anch'io un contributo a lla · casisti ca di qu.est 'anom.alia ·descrivendo un caso .di anomala posizione dell 'ansa ileo-ciecocolica, complicato ad ·appendicite iai~uta perforata. Il paziente fu opera to dal dott. Gucci, di1

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« IL POLICLINICO »

rettore degli O pedali Ri'llID.iti di San Gimig nano. Esso si era p resantato alla 1sua osservazione dicendo che da un po ' ·di tempo an.dava soggetto· a dolo'fi di corpo che il m edico avev.ai diagnosticato per appendicite. Visitato· fu infatti trovata ·dolente alla pressione profonda la regione della fossa iliaca destra e gli fu consigliato . senz'altro l 'atto· operativo. 1

S. Giovanni, di anni 27, da S. Gimigna110, muratore:. Niente di interessante. negli ascend.enti e collater ali. Nell 'infanzia soffri di morbillo . Del res:tq ha avuto sempre buona salute. Non ha mai accu sato nè stitichezza nè altri disturbi a carico dell 'appoarato digerente. Noµ ha mai sofferto n è disappetenza n è cefalee. Nel marzo 1930 n1entre era al lavoro fu assalito da un forte d olore al1'addome accomp agnato da vomito· verdastro. Si mise a letto, prese un clistere e dopo u~ g iorno, essendo cessata questa sintomatologia tornò al laYoro. Questi s tessi fatti si r~peterono nell 'agosto del '31 e p oi nel settembre ed essendo quest'ulti1na volta più i11tensi e duraturi fu chiamato un 1nedico ch e fece diag·nosi di appendicite. Soltanto in q u esto ultimo accesso si misurò la t emperatura ch e eT,il arrivata a 38°. Il punto dove, a detta d~l paziente, il dolore er a più forte, si poteva localizzare un 5 cm . perpendicolarmente sotto il ,p unto cistico·. Entra in Ospedale il 26 ottobre 1931 in periodo di benessere. E . O. Addome trattabile, non meteorico, non zone localizzate di r esistenza. Alla palpazione anch e profonda della regione appendicolare e del tratto ascendente del colon n:on ·si risvegliano dolori nettamente localizzati; ma solo una dolenzia diffusa specialmente verso l 'alto e ch e il p aziente sopp orta senza eccessiva soffer enza. Non vomito. Alvo r egolare. Apiressia. Operazione (Gu cci). - Laparo tomia pararettale destra . Aperto l 'addome si va alla ricer ca d el cieco n ella fossa iliaca . . Qu est a invece è occup·a ta dal} 'ultima ansa dell 'ileo ch e è aderent e per mezzo di fo.r ti e spesse m embrane alla parete laterale esterna dell 'addome. rrali me1nbrane formano una specie di ponte fibroso in modo ch e tra la paret e dell'addome e l 'ansa ileale esiste s.pazio vuoto sotto il quale· si rinviene il fondo ciecale. Si distacca m ediante sezione fra due pinze questo ponte fibrQso, si sposta m edialmente l 'a.n sa intesti11ale e si va alla ricer ca dell 'appendice. Tale ricerca riesce laboriosa perch è il cieco è fisso e ader ente col su o fondo· alla p arete posteriore della regione. Mediante legger a dissezione digitale si m ette allo scoperto I 'impianto appendicolare e si segu e l 'organo ch e si riconosce esser e n ettamente retr.o~ecale ascendente lungo circa 12 cm. Tutta I 'appendice .è imbrigliata in aderenze ch e la t engon o fissa saldam e11te, specialmente alla punta che r aggiunge la regione sottoepatica . Sempre per via · ottt1sa si ·cerca di distaccare il vef'mè, me·n tre· nella· ·dissezio·n e delle ade·r enze si dà esito a una raccolta purulenta .di circa 50 gr. di. 1p u s. . Si p·r atica l 'appendice.ctomia, si drena median~e gar za iod oformica tutta la r egion e e si pone il paziente i~ posizion e di fianco destro. Andamento regolare. Guarigione .

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Abbiamo visto come aperto l 'addome il cieco si sia trovato in posizione sotto-epatica e com e la fossa iliaca destr.a fosse occupata non dal cieco ma dall 'ansa terminale dell 'ileo. Or.a per compr endere icome l 'ansa ileo-ciecale si sia potuta fissare in qu·esta anormale posizi-0n1e bisogna ricordare i diversi cambiamenti ·di posizione a cui va incontro durante il suo sviluppo l ' « a nsa intestinale primitiv.a1» dalla quale si form·e:tanno il dig iuno, l 'ileo, l 'apparato ciecal1e, il colon asce~ dente e il trasverso. Quest'ansa la cui 1convessità è diretta in basso e in avanti verso l 'ombellico risulta di ·due br:a1cci paralleli : il prossim.ale che è su:p eriore e il distale inferiore. Molto presto incomincia n ell 'ansa un m o,-im ento di Totazione in avanti e a destra in modo che a lla fine d·ella decima sett imana della ' rita intrauterina è avvenuta una rotazione tale per cui il braocio di stale ch e stava in origine sotto il pTossimale si trova al lato ·d estro di esso e lo in croci~a dall 'avanti. È in questo periodo ch e il cieco viene a trovarsi sotto al fegato. Ora per un arresto di .sviluppo in questo movimento di discesa n oi possiamo appunto aver la posizione trovata nel nostro paziente. Oltre al cieco che si trovava in posizione alta e aderente alla parete posteriore dell'a;d·d ome era da notar si il fatt-0 molto importante 1ch e anch e l 'ileo terminale era fissato all~ p.3 r ete laterale esterna dell 'addom·e da membrane di notevole spessore che formavano un a specie ·d i ponte tr.a l 'ansa dell 'ileo e la parete a·ddominale later ale. Ora questa fissità rlel1'amisa ileale ·deve riten er si un fatto congenito conco·mitante con la posizione alta del cieco, o un fatto acquisito? Seicondo una statistica dell 'Alglave l'a•c.col1.a mento dell'ileo terminale esisterebbe nel1'8 % dei casi , unito a fissità ·d el cieco, n el 13 % con cieco mobile. Perciò riguardo all'origine delle lamine ch e esistevano n el no,stro caso a fissare l 'ultima parte del~ ' ileo si può pensare a una formazione ,congenita, sia perch è questa non è difficile a trovarsi, sia an ch e perch è, come dice il _Don.a ti , molte volte essa si trova ad accom·p agnare l 'arresto im. lun1gh ezza .d el colon ascen·d ente. Anch·e il Qu.ar ella in tre casi ·da lui ·descritti trovò un.a lamina 1ch e fissava l 'ileo terminale e ch e fu da lui interpretata come un prolungamento inferiore de.Jla radicei IDJesenterica. ·D 'altra pa rte per la natura congenita sta anche il fatto che il nostro paziente aveva un passato indenne da disturbi addominali, nè 1

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da ta la natma d elle nw mb·r ane è da pen sare ch e queste potessero essere di data r ece'Il te e c ~o~ formatesi solo n ell 'ultimo p eriodo., prima c1oe d·el su o ing r esso all ' Ospedale: . C'è da: ~-Otare inoltre che un :QrOCeSSO infiammatorio capaca di produrre tali aderenze non poteva passare inosservato ma doveva dare una sintomatologia ben evidente se 1non a<ldi·rittura grave . lVli pare quindi ·ch e chi.a·r a a pparisc.a la fo r1na con genita del ponte fibro·so1 da ·n oi trovato, e che sarebbe passato certam ente' inosservato se no n fosse caipitato l 'ep~sodi o app~d i citico. Ptig ua rdo ai disturbi ch e p osson o so·r gere su que to particolar e terreno anat omico e ch e infatti , econdo a louni a utori , .sp esso si riscon trano n ei precedenti <li questi oggetti, a bbian 10: tipsi ostinat a, doloretti intermittenti o sub continui con localizzazion e alla r eo-ion e e. . b ~~1g.astr11ca .o a lla regione periomhellica,le o al1 1pocondr10 destro o a lla fossa iliaca d . Iniruppeten za, difficoltà ·di _digejs tione, go11fiore dopo i pa ti , cefalee. Nel n ostro amimal.ato, com.e i p u ò leg·gere nella sua b r eve ana mnesi , n on vi è stato ori!11.a d ell '.attacco di colica .appendicola re n{ilJa di tuttociò. Egli è stato sem p re regola re e perfeL to n elle ... ue funzioni intestinali . or1 disap. p.etenza, non difficoltà di digestione , n on sti p1. An ch e n ei periodi inter vallari n on h a mai accusato distu.r bi. All 'esame obbiettivo di questi soggetti, n on risultan o segni caratteristici o particolarmente im:port.anti che 1c.i possan o indirizza·r e ad una diagn o·si di an.o malia di sede dell ' intestino. Si posson riscontra re i punti dolorosi dell 'addome d estro a socia ti, si può aver e il colecistico, in qua nto, dice il Dona ti, il segno <li Mui:phy è positivo; l 'appen-d icolaTe ch e può e ere spostat o in :ail to, com e era nel .n ostro ca . . o, al d~sopra del punto dove gemeraln1ente i apprezza (punto di Mac Burney o di Lan z) fin o all 'altezza d ell 'ombelicale trasversa sul margine esterno del Tetto. Infa tti n el n ostro ca o il p u nto era spo tato in alto in reO'ion e . o para o·mibelli ca] e. Un 111.u ovo punto ·doloroso donsale n ell 'app1endicite è stato descritto da l Camp.a n:a·cci , con « Sede n ell 'u}timo spazio i11tercostale od im m edia tam en te sotto l 'ulti1na costa di destra in una zon a di qua lche c entim etro com:p resa tra l 'emiscapolar e ·e l'ascella·r e posteriore n, (Campan acci) ch e sarebbe stato riscontrato par ticolarmente evidente qua·ndo l 'apr)endice ~i trova in posizion e r etroceca le. Come b en i ;com prende però poco abbiam o per potere con l 'an amn esi e l 'esa m.e· obbiettivo 1

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SEZION E PRATICA

d·~agnosti~e . l 'an~ma1a

po sizione ,d ell 'appendice e qu1nd1 -d ell ansa ileo-colica . . Um. valido aiuto è, come 11anno dimostrato vari autori, (Donati, Soli , eec.); un esame radiologico dell 'appar.ruto digerente. .con .i iesame per os, ·mia principalmente. col cl1sma , opaco, possiamo · mettere· in evidenza più o• rheno chiaramente il viziò di posizione dell 'ansa ile-0-cieco-oolica e .p ois.siamo, se non m ettere in luce, fortememte sospettaTe · la sede anomala dell'appendice. . Il prof. Donati ili una sua pubblicazione su que sto .alfgbmento riporta sei dimostrative radiogra fie di anomalie dell 'a·n sa ileo-cieco-colica dove si ·vede con chiarezza la .p osizione d el cieco che in alcune è rovesciato in altre è sottoepatico: · L 'a ppendice è visibile in soli due casi . Interessante è il comportamento dell' ileo terminale che si è sbizzarrito a fissarsi · n elle più diverse posizioni. Lo possiamo veder e decorrere lateralmente al cieco· lJier poi incr ociaTe il colon oppure fortnare i.lna g ra nde a·n sa al di sopra del cieco r ovesciat o; in Ufl: 1caso di ectopia ~s otto-·epatica del cieco l 'an sa e·ra accollata e incrociante ·a X l 'inizio d el colon trasverso. Rig uardo al colon ascendente esso è a volte a d ecorso parzia lmente discendente, perch è piegato a U, o·p pur e è addirittura tutto a decorso di·scen,d ente quando l 'an golo d estr o del colon viene a d esser e in basso con la con·e avi tà volta in a lto. Nel n ostro caso se fos e stato eseguito l 'esamie r.a·diogra fico si sa!"ebbe cer tam ente dovuto vedere il cieico in posizion e alta e la fo·s sa iliaca1 ·d estra occupa ta d.a ll 'a n sa t erminale del1'ileo ch e decorren do ver so· l 'alto, li\l!llg o la parete laterale dell 'addom1e, a un oerto punto si ·dirigeva medialmente incrociando il cieco da ll '.ava·n .ti. Un end·o .al r eperto Tadiolog i1co i dati anamnestici e clinici possiamo allora con una certa sicurezza formul:aite un 'abbastanza esatta diag nosi ·preoperatoria di appendicite ectopica e anoma lia di posizion e dell 'an·sa ileocolica. Per quel ch e rig ua rd:a. la diagmi0si differenziale, dato il punto·~ dolente ch e . il nostro 1>azie nte pres.ent.a va , {l sede a lta, si poteva pensare ad una le1sione colecistica , peT la quale p erò manca,r.ano i segni p·r opri di q11'esta form a morboisa , m entre no·n erra da esiclu·dersi una formia r enale per il fa tto ch e il dolore si ri svegliava in modo speciale con la r>al pazione combina ta . L 'esam e accurat o, indirizzato \n questo se.nso, ci fece scarta re queste lesioni , ch e ci sem1

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IL POLICLINICO . »

brò g iUJSto porre nel problema diagnostico dal quale scaturì la diagnosi di appen.dir,ite. In questo ca1so vi er.ai di grande i11teresse a n, che, che la sintomatologia appendicolare e di per sè abbastanza leggera, non corrispon<le·va affatto a ll 'entità d elle lesioni anatomo-patolog iche, che e·r ano gravi e ciò viene a confermare: « esserie quanto mai variabile il nesso fra !Sinto·m atologia clinica e la lesioo.e anatorno-patologica l:ai qu.a le ultima può esse;re gravissim1a pur trovandosi l 'ammalato in quell 'appar ente e malefica calma che molte volte, a dir del Dieulafoy (les aic:calmies traitresses), è I.a causa della 1norte q.el paziente » (Gucci ). Infatti mentre il nostro amn1alato era venuto a fall'si visita·re in periodo intervallare di beinessere, senza zona di r esis tenza all 'addome , senza vivo dolore a lla palpazione profonda, n ·i,a soltanto con una dolenzia diffusa, poi aperto l 'addome, si è trovato un a·scesso appendi colare contenente un 50 grammi di pus . È questo un fatto ·d i capitaile i·m.p ortanza poich è ci dimostra che an1che n ei casi a .si r1tomatologia lieve no n bisogna fidarsi troppo nell 'attesa poich è è n ecessario i.seni J.) re rict1rdarsi ·di q1u1esta .discordanza fra sintomatologia e r eperto a·n atomo-patologico. Da ciò scaturisce :am.1c-ora una volta la .g rande indicazione per queste forme morbose di un pronto intervento chirurgico e la n cceissità per il medico pratico, di ricordarsi di questi casi per l 'invio dei pazienti a l chirurgo in te;mpo opportuno. RIASSUNTO. L ' A. descrive U111 caso ·d i a n omalia di fissazion e ·d·ell 'an sa ileo-colica con. appe·n dicite e peritonite circo·s critta soffermando;si nel meccanismo di formazi.o ne d ell 'anomal~a1, sull 'influenza che h a aviuto l 'anomalia nella si ntomatologia dell'ascesso appendicolare e termi·n a facendo a lcune co,n siderazioni ch e consigliano il rr1edico pratico a d inviare prontamente al chirurgo i 1casi cQlilJsin'lili anche se a sintomatologia di n on grave entità. . 1

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[ANNO

d i un nuovo punlo dorsale

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L'ATTUALITA SCIENTIFICA Filtrabilità del virus malarico. •

Abb i.amo .g·ià d.a to notizi.a p r elimi1n.ar e d elle esperienze ch e G. Ascione ed E. Mariotti hanno comunicato, su questo argomento, alla R. Acca·d emia delle Sci enzei Medico-Chir.uirgiche di Napoli, nella seduta d el 30 aplI'ile c . a. (v. fase. 2 7, p. 1061). Il lavoro per esteso è st-ato ora pubblicato n ella R~vista di Malariologia (lug lio-agosto 1932). Risultano da e o vari dati interessanti. Com e abbiamo g ià riferito, attraverso l e candele porose Berkefeld (V. ~ N .) furono filtra ti liquido c·efalo-rachidiano e sa·ng.ue prelevati da malarici terzain1a ri ·durante g li ac1cessi febbrili. Le esperien ze furono in numer o di 10 , d e:lle quali 5 coni sang ue e 5 con liquido· :c,.-r. Il sangue veniva : r:aoc.olto· in sol:uizio11e iso tonica1 di citra to· ·e clo ruro so·dico (1 p arte di sangue per 9 ·di soluzion e); i l liquido c.-s. ';en iva fil.trato tal q u al e. La filtrazion e ·i esog.uri.,-a sotto 1/ 2 atm·osfera di a pirazione (a ,c,aduta. d 'acqua. Si iniettavano 10 em e. del' filtrato. L 'iniezione ebbe luo.g o endoven a (9 casi) o n el cav·o rachideo (1 ,caso). Venne costanten1e11te .r iprodotta la febbre; l 'in·c uhazioneJ fu in .g~en ere di 10-12 g io1rni. Gli accessi furono sem!p r e m iti , a volte re.golari, a volte irregolari. In prim·o tempo g li ematozoi specifici malilè.ar o·n o., oosl nel sangu e periferico come :nella milza; poi co.mparver@ in 6 casi, co·m provatndo, per ta.J. modo, -come il virus fosse -s tato· trasmesso. Si ebber o an ch1e alcuni casi di r ecidiva, a bre,·e· scadenza . 1D ai 4 soggetti n ei qUtali non si repertarono i parassiti, vffil·ner prelevato il sangue e.d inoc ulato ad altri soggetti ; in 2 di tali esperiooze comparvero g li accessi febbrili e si riscontrarono i parassiti. Questi r ilievi attestano ch e non olo i ·par assiti n1ala rici assUJrnJOno n orn1almente un.a 1

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fa se in,ri ibile; ma ch·e tale fa e, do,p o l ' jnoc u1lazione, p,u ò perdurare più g io~·ni, i1n1 uno tato ch e d.ire mmo cd i {( purezza )) ' cioè senza accon1pa o-11ar i agli altri sta?i. del c icl·o parasitario, pure dimostrando l in· grado. ·dt. produrre le febbri. In altri termini, le febbri non .. ono condizioin ate ·da.}. ciclo asessuale. e dalla produzioinie di m e rozoiti, 1c on1e fin 'o,r.a si era c r eduto. I parassiti de lla fase filtr.a•n1te sono, però, attein·uati; difatti le feb·biri ·da e·ssi pro·v ocate fuJ'Ono sem.p re ·rnriti. Pure non petrcorren1do un ciclo riconoscibile, essi hai1no potuJto d etermina r e, in uin ·e.erto numero di casi, delle febbri r egolari, pe·riodiche. Il fatto merita ulteri·ori tu1di . La ricostruzione del ciel.o asessuale si ebbe solo in secon•d o terntpo, e non fu costante . Anche e i parassiti noni si repertavano, erano però certo presenti, in forma invi si.bil~, com e veil!Ile :itte·s-tato dai passaggi u1ter1on, attra' rerso soggetti IltlWvi. . . . . Le riceirche di Ascione e i\llanott1, eseguite n ell 'I•s tituto d 'Igiene di Napoli, il q.uk1le è diretto da una ,c om petemza d el valore di De Bla i meritano fiducia assollllta. D'altronde s'inquad~an·o be·n e coni a.l1cuni. rilievi :ante~iori, com e è d ello 11 el1a Rivista di "f\lalariologia (1'9312 , p. 365) e com1e1 ebbe a·d osservare Henry n~l recente Congresso di l\IIar ig lia, in cu~ le r~­ cer ch e ud dette furono riferite dal De Blas1. Il •p rc. iclente del C-o ng resso , ~Iarchoux, n~ esitò, anz i, :ai di cl1iara re ch e s i trattava d ella p1u importa,n te 1comun icazione fatt.a al Congresso n1ediersimo se (come tutto lascia credere) ' errà oonfern1ata. La fi]tr.abilità del viru s n1alarico egna certo u·n.a pietra mi.l iare nelle nostre co no cenze s:ulla ma]aria. A. Pozzi. 1

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COMMENTI. Sulla cosidetta febbre esantematica medi· terranea. •

Ricev iamoi: Sig. Direttore de

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SBZIONE PRATICA

l l Po liclinico » - Roma. 1

Il dott . D. 1F alcioni (in questo periodico, n. 40, 1932) e prime il suo· rammarico per noJlJ esseTe stato ricor·dato n ella nostra nota preventiva ~u]la cc Co ì d etta febbre esantem.a tica m ed iterran ea » appa·r sa n el n. 36 del Policlinico di cl'uie st 'ann·o·. Il carattere molto· som~ mario ·della nota ·s.tessa non permetteiva dt ra:r nmentare tutti g li AA. che si SO!TIO occupati d ell 'importa111•te argom·ento. Possiamo tuttavia assi cur.arre il d ott. 1F alcioni ch e ne l lavo·r o completo, daremo ad ognuno il po.s~? ch e m1~ta, procuran·do di esser e, qu.anto piu è poss1b1le, im1parzia1 i. Dev. mi: Prof. ÙGo R EITANO tDott. UMBERTO BoN CINELLJ .

SUNTI E RASSEGNE.

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CIRCOLAZ+ONE. Essenza, significato e terapia della estrasistolia• (E. fBLUMENFELDT. Die Med . Wel1t., 20 agosto 1932). !Fra i vari tipi di aritmia, o meglio, fra i vari d1sturbi ·di conduzione d ,eg.li stimoli, .la estrasistolia ha per il m ·e dico pratico una gran.._ de importanza, data la s ua grande frequenza. W en1okebach n ie dà la seguente definizione: contrazionri di tutto o dJi singole parti del cuore, che non rienitr.ano n e1l ritmo normale di esso; la precisa localizzazio·n e dei va·r i tipi di estrasistole, che praticamente si può stabilire solo c on i mezzi grafici (spec. elettrocardiogrammia), è di grand·e im.p ortanza per la compren·sio·n e d el quadro morboso, in quan,t o l'azione sul cirico lo da essa E. S. ·d·e rivante è tanto maggiore quanto ·pi ù lontano è il su.o luogo di insorg·ein:za dia.I normale centr·o di formazione deg.Ii stimoli. P.uiò la E. S. ,e ssere riconosciuta ambulatoriamem·t e o al letto dell 'ammala.to sen·za l'aiuto di speciali apparecchi di ricerca ? Generaln1er1te sì: l 'esa;rnle del po11so principalmente servirà a ri conoscerne le varie forme : la bigeminia estrasi tolica1, la ·e trasis tolia ritmica, là E. S. senza ritmo dominante. Certamente peT l 'ana lisi precisa di queste varie forme e per tabilire il pu({l·to prec1so di in:sorg;e~za del: lo stimolo abnorme è necessario l aiuto· de1 metodi grafici. Fra questi, oltre l 'elie ttrocardiogramm,a, la cui importanza è 0 rm1aii ricon·ociuta da tutti i ·clinici, ,è da rico1rda·r e l 'esame de.I la curva del polso venoso, .p er la cui ;interpretazione in questi casi il W enckeba~h ha dato, ·delle linee direttive ,abbastanza precise. Le ma·n ifestazio,n i clin·ir he suhiettive della E. S. sono svari:ait issime: n1entre si danno individu.i , n ei quali il distu.rb-0 non dà al~una sensazione subiettiva tanto da ·n·on· venire nemmeno notato vi sono altri ·che a ccu ano, d elle sen sazioni •spiacevolissime: la E. . e avveTtita secondo alcuni com.ei un co.l po al cuore , secondo altri com e u·n· rumo r e, coinei una scossa eguita ·da una sen saz ione ango· c~o a corme se il cuore si fo s e arre tato (pau.sa d1 c·om pen--o). La forte pUJlsazio n e ch e segure1 a questa p-a u·ai è avvertita però p iù a lla pe~ife~·i.a ch e :alla regione cardiaca. Queste sen sazio·n1 ang·o· c~ose possono verificaTsi .an.0l1 e di •n.otte e svegli ar~ il .pazie·n te. Anche l 'anamne i può. ei. se r~ ~1 molto .aiuto per stabilire .] 'esatta dia.g nosi: ~l paziente ra.cconta cl1e il ·disturbo l1a avuto m~­ zio senza .,alcuna particolare cau ·ai oomprensibile e che spesso · com1)ariva sen za ch e fosse stat'.a · pr esa alcuma mi lira terapeutica. Questo 1

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IL POLICLINICO

fatto, s.e si può escl.urlere la presenza rdi una tach-i1caTdìa paro sistica, è assoluatmenfe carat,teri1stico deil la . ~strasiatoilia. . Riguardo al ,oompo·r tamento del cuore e d ei vasi nel·la E. S., è noto· come nella gran·dissima percentua le dei casi g li ·estra•s istolici siano organ·i camente ·d el tutto sani: il cu oflei appa:.re norm1ale si:ai n ella forma ch e i1ella gran·dezz.a: i toni sono !Il:OJr mali. In altri :casi si notano alterazioni n ella fr.e quen za del polso, n ella pvessione sang_u igna, nello stat.o delle arterie periferiche: in questi casi ·pe~ò 1p ossono· essere chiamati in cau &a an0he dei fattori esltracardiaci, quali .a·sma bronchiale, meteorismo aooentooto, dila- . tazion e gastrica, ·disturbi intestinali, ernie, malattie .dell 'utero e degli annessi , ecc. : nè è da -esclfUldere il fattore p·u ram.ente nervoso (riflesso vagale) in alcUJn.i sch ocks (g·ran1di ·dolo1ri, an,:s ie, gioie, eoc.). Molti A.A. am1nettono ch e esista una predicSposizione alla 1m1a latti:a1: certo si è ch e g li stessi fattori tossici o ambientali (nicotina, caffè, a lcool, ·sUirmeniage, variazioni di clima1bru1s che) .che in alcun~ in·dividui n.orn producono alcun di stUJrbo, i111 ~Itri portano· allo stabilirsi del quadro ·della E. S. Riassumendo si può diTe ch e la E. S. può riscontrarsi in individui sia completamente sani organica m ente sia i'Ill in·dividui in cui il miocardio sia in varia manieTa alteirato: essa non c omporta n ecessariamente uno stato di a lterato 'e quilibrio circolatorio. · Prognosi e terapia.. L 'A. tene11do oo.n to delle sue niumerose oss·e rvazio1n i, cr ede che abbia i1miportan za capitale •p 'er la giusta ·Comprensione rlel q·uiadro morboso e quindi peir una n etta pro'{)'nosi e d un:a1 efficace terapia, lo studio accurato del! 'anamnesi , specialmente per qualilto riguaTda la m.a·n1iera oon cui il disturbo si è p r eseinrtatoi. La prognosi ·dipende dal fattore caus.a le ·del ·d istuTb o, se si.a esso. ·C.ioè a base .p uramente n.ervosa o a b·a se org·anica .e1, fino ad un certo pu·n to, a n ch e dal 11UJOgo in cui lo stimolo a norma le si gener.a1, fatto accertabile solo elettrocardiografi1dan1 ente . .Im gen erale, come si è d etto, la E,. S. n·oru arreca not evoli disturbi di ·Circolo.. La terapia ·della E. 8. ·d eve rivolgers 1 p iù che al corpo a ll.a psiche dell'infermo: niente di m eglio in questi casi d el paTlare chiaro al pazien.te . Si spieghi ·che il ·di•s turbo n·on ha n essurna ef.fettiva base organ1ica e ch e, m'a lgrado .la sintomatologia, tail o·r a m olto spiacevole, non vi è nessun pericolo per le co·n dizioni del c u.ore e della circolazione. M·olto qui p·u ò I 'intelligenza e la forza ·di persuasion1ei ·del medie.o. Tutti i gemeri volutruari, ·c.l1e notoriamente facilitano I 'E. S., d·evono essere a'Ssolutamente proibiti: tabacco, caffe, -b ibite alcoolich e coin: tenenti a cido carbonioo ecc. Curare gli stati morbosi che possono provocar e I 'E. S. per via riflessa: .dilatazione gastrica, imba razzo, flatulen za, attacchi asmatici. Come sembra accer tato, a lmeno per .a l·cUllli AA., che la dig itale pro1

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voca g li attacchi di E. S., evitare ql1esto me. dicamento. Il soggiorno in luoghi di cura è con 1sig·l iabile, purch è il pazie11te no,n venga a trovarsi circon·dato da rnalati organici di cu ore, ico m pagnia ch e avreibb e UJnia malefica infl1uenz.a sullo stato psichico del paziente e quifit·d.i anche sulla sua E. S. Dovendo :ait tuare una .terapia n1edicamentosa è consigliabile noni ordinare d elle specialità: sono mal.ati questi ·ch e ·pretendon o una ricettazio·n e p!er sonale, p~ ia Joro1speciale malattia. Si ·s frutterà in tal modo ancl1'e l 'effetto· p·sichico ·del medicamento . Ali' A. ha r eso buoni servigi la sornnninistrazione di: T inct. Strychni; Tinct. Castorei ana 7,5; Tinèt. Valeri.aJnae ad 30,0; 2-3 volte al g iorno 30 gocce sullo zucch erai. Anche uti.l i le co·s idette pillole di Wenckeb.a ch: Chin . 1m1Uriati 3,0; Strychn. nitr. 0,02. M. q. s. illlt :p1. -pii. n. XXX. S. 3 pillole al gior no per la durata ·di dieci giorni. Poche pa1role sull.a terapia oon la digitale: m en•tTe la maggior parte d egli AA., crede ·e.ha la digitale, meno che.i utile, sia dannosa :n1ei casi di E. S., .a ltri AIUlt·o.ri, fr.a cui Wenckeoo0h, Brugsch, ere.dono oh e piccole ·dosi di digitale . :.iano indicate p er diminuire I.a eccitabilità :aum entata de1• miocardio. Come ·dose. giornalieira si può usare 0,025 fi110 a 0,05, al massimo 0, 1 ·delle foglie titolate. Ma la terapia medicam1e ntosa, come si è sopra detto, pUJÒ rim:ainere in se1CO·n da linea. Più impor:tante assai è la psicoterapia: 1solo quando il ·piaziente avrà riacquistato la calma ·e la certezza del su:o stato· di perfetta salute, vedrà scomparifle il distuTbo, ch e lo aveva per tanto ten1po tormentato. G. LA. CAVA.. \

Il trattamento dei disturbi di ci1·colo nella tifoide ed in altre malattie infetti ve. (E.

BASS .

Z. Blatt f. inn. n1edici11., 6 ag. 1932).

Il riwn.otSCimento precoce ed il r elativo tratt1amento dei ·disturbi di circolo in i11olte malattie acu te ha um.'impo rtanza decisiva, sioch è in paTecchi casi la so·r te ·del malato dipende dal ,su ccesso o meno di tale cura. Ta li disturbi si ham.n.o, da un lato, per lesioni tossiche dei 1centri vaso m otori , per cui si ha una diversa ripartizion e del sangue n el c.ircolo p eTiferioo, da ll 'a ltro ·pocch è lo stesso cuore viene compromelSso dal grave s.tato infettivo ch e dura a lungo. Si può avere un!a1 lesio n e tossica primaria nelle infezioni massive, oppure un 'insutff~cienz.a .s econ daria ·d·etermi1nata da lla paralisi dei vasomotori per cui si e·sige un'ecce!ssiva attività cardiaca, oppure è :a.n che possibile ~ 'a ffe­ zion e infiammatoria diretta del miocardio" Ed è proprio nei gravi disturbi di circolo ch e riesce difficile il riconoscere la parte che vi prendono i ''ari fattori poicl1è, per la stret~ dipendte!Ilza fra attività cardiaca e stato del SI· 1

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$FiZ TONE PRATICA

de, l 'A. l 'l1a u sata senza esitazione in 200 già J>rim1a cl1e si man.i festassero sintomi d'insufficie nza cardiaica e se ne è tr·ovato conte'l1to. Cori e a, vanno urSati anche i rimedi che agiscono stil centro vasomotorio e sul tono vasa1le ave ndo i così la combinazion.e ·d eille azion.i favorevoli sul miocardio e sUJl 1ciroolo p eriferico. L 'A. usa 1/2 mg. di strofantiina al giorno, in u11a sol.a volta, qruiando l ei condizioni del cir colo reDJdo·n o 1I1eoessarìo il suo' im!J)iiego. È consigliabile la so1m min,i stl'.azio1n e in un.a sola volta, tanto più ch e l 'azion:ei d ella strofantina LE CONDIZIO NI NELLA TIFOIDE. du·ra ia; lungo. In alcuni ca,si la sommi,n istrazioella tifoide , il pa..,saggio del germe patogeno 11e giornaliera di 1/ 2 -1 m g . di strofantina è durata fino a 38 giorn.i . . nel sangue e la ll1Ilg.a durata -d ella malattia in11Queste indic'a zioni non <leibbono· fare ritenere _pQ1n1gono ll!l10 sp eciale riguardo. Ciò nonostante, cl1e sia utile una schematizzazione nell'uso delnon si deve creder e cl1e in tutti i casi si d ebba la strofaintina, che de,,e .ap11licarsi caso per ca.senz'altro applica 1~e una terapia cardiaca, poi. . o, tenend·o presemite che le do i troppo piccole chè il numero .dei casi ccm d ecorso mite e 5enza ono ine fficaci, mentre quelle troppo grosse so-disturbi di ic.iTcolo non è piccolo. D 'altra parte, ino da evitarsi. però, si deve ten er presente che non è facile ooLa teirapia ~· dottata d.all 'A. va applicata nelgli,e re sul! 'inizio il disturbo di .circolo. Non è le .forme toss~ch~, gra~1 e di lu1n~a duratia1, in .a credersi che ogni a umento della frequenza del polso ne sia un segmo; ma, quando con c ui a~nto a1 d1sturb·1 vasomotorii vi è anche una lesione del miocardio, forn1·e ch e n el matem•per.aiture iperpiretiche, si vede continuat eriale dell 'A. eran,o p iuttosto fre~enti. In mente aumentare la frequenza, il polso farsi deic.i.s amente piccolo ed anche dicroto, si de ve e se, l 'u.po della strofantiina p ermettei di evitare spesso quello ·di altri rim·edii cardiaic:i e di ririconosceTe l 'roizio ·dei disturbi circolatbrii. sparmiarre !Closì il malato oh e non vien.e tormenIn molti di tali casi, l'ruso continuato di cardiatato da troppo numerose ini,eizioni . .zolo a goace riesce molto utile; se non si ottieBen e u sata, la strofantina noru dà luogo a din e l'effetto, si Ti1c-0rrerà alle iniezioni sottocutanee o muscolari. L ' uso di tal e rim1edio, c he ~ I urbi di orta. Certan1e·nte, è .n ecessario tabilire bene le h a un'azione transitorila!, va. c ombinato con i11dicazioni e seg.uiinne l 'azio·n e, specialm1ente quello di altri, co·m e la caffeina che, a ~con­ i11 base ;alle ossel')razioni clinich e d el polso, (freda della g ravità d el caso, si darà a.d intervalli quenz.a, pie nezza, compressibilirtà, irregolaridi 2-3 ore od anch e m eno . L' A. mon è n1olto tà, eiac .). L'abbassamento dei valori di pressiof.avo·r evole all'olio canforato, a causa dell'azion e troppo lenta e ·n-0n sen1p~e fidata. Molto 11e sistolica e ·diastolica al di sot10 della no-rma (rispettivamente 100 e 50 o 90 e 40) ha ·spinto attiva, invece, è la soprareinina (surrei11a lina, I 'A. all 'uso della s tro fantina, specialmemte adrenalina) a.d im.iezioni di 1/ 2-1 e m e. e.v e11quando ~ rimedii vasotonic i non ,a·ve,ran,o d.a.to tualmen.t e rip etute, agendo essa diTettJamente sulla parete vasale ed essen·d o attiva anche r~:sultati. Ma in altri casi, la misura d:e lla ·presquando vi ono già lesioni d ei centri va.sali . s1on,e non daVlaJ in.dicazion.i sul g rado dei disturl)i ci.ircolatorii. Purtroppo la ua azione è transitoria, tanto ch e Sohottmuller ,a veva proposto l 'inifusion c Altre iindicazioni della strofa ntina sono date ·continua endovenosa a gocoo in soluzione fi- ·dai gravi ·delirii 1ahe esigono g ran.di sfo·r zi d al istffi'Il.a oircolatori·o, nonch è dall 'aspetto del siologka, m ezzo e.b e evidentem ente non può essere adottato n egli stati ·deliranti; Lale autore 11Mlato, da_l turgore d ella pelle, ,dalla cianosi è arrivato a . omlil1inistrarne i.n tal modo 11ell.a1 ed anch·e, imi assen za di fenomer1i ic uramente obbiettivi, da ll 'impreis ione ch e fa il m a lato . polmonite cr:u1pale, fino a 45 c1nc. in 3 g iorni . m_, .altro campo ·di j,n dicazioni ·della strofantiNoDJ bis°'t,ona poi trascurare di rivolgere l'at11a è dato da eventuali g ravi 1Co mplicazio ni da ·tenzione an:ch e al cuore. Come mezzo di azione parte ·d·e i polmoni (ivi compreso, l 'enfisen1a), ra pida e di ·dosam ento sicuro si rioorre alla ·strofantina p er iniezioni en.dovenose, di cui l 'a- ·d el cuor.e! (vizii valyolari, lesioni miocardich e), p eT 01b esità , ecc. zione nelle malattie acute e specialmente nelP er q.u1an.to· riguarda i risultati, s ui 600 casi la tifoide durante il collasso, acuto è ormai piedi .tifoide, si è avuta un.a m·ortalità gen er.aJ.e del namente riconosciu•t a e l 'A. rico;r.d.a pareccl1i 14,2 %; t1 221 casi d cll 'ep idemia ·di An1klan1. malati con insu ffi ci en.za 1c;ardiaca acuta salvati curati seco ndoJ quest e diretLive, la mortalità è con questo rimedio. VaTun.o esclusi dall '.u1so della strofantina tutti . tata del 10,4 %; per a]tri, non proven·i·em.ti d all'ep idemia di Ank.J.am e cur.ait i allo stesso modo, ì casi leggeri e quelli ch e rispondono iaibba tanJa lnortalilà è . . tata del 2,63 %, il ch e dimostra :za bene agli al tri rin1edii; u 600 casi ·di ti foi-

.steµiia vasale si 11an110 delle azioni, reciprocl1e, in curi ,s i intrecciano i diversi fattori. Si aggiunga inoltre che i metodi di esan1e utilizzabili per i disturbi di circol·o nei 111alati goo.v i sono per forza di cose assai limitati e e.i si deve conte11tare il più delle Yolte a r1conoscere UID· disturbo .circolatorio senza poter decidere quale parte vi pren,dano i singoli compoin enti. Nella terapia, poi, va tenuto conto ·d ello tato generale d·e l malato, per cui spesso 1·iesce difficile applicare una cura a•d atta .a l caso.

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c he le diverse epide-mie presentano un1a1 gravità diversa, no11 in.fluenzabile dal sistema di cura che, mei casi citati era sempre lo stesso. l\ileglio di llllla stati.stica b,a sata s ulla mortalità vale invece l 'osservazione clinica empirica , da cu1i risulta che i vantaggi d·ell 'u so della strofan.tina so·n o così evidooti ·da non potere es.ser-e con trobia.ttuti da singoli insuccessi, quali . . i verificano in ogni terapia. L 'A PPLICAZIOJNE PER A·LTRE MALATTIE.

I successi ·0 ttetnuti ne lla tifoide h a nno1 i1n1co1..ag·gi,a to l 'A. ad u sare il metOdo amohe in a ltre mal.a I ti,e i'Iltfetti ve. Anzi tutto nella po lrn on.i te : 1

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zali , specialmente in pre enza di lesioni hrontc o-polmon.a ri o di d1 turbi circolatori. Il nurner o dei casi in cwi tale tera pia trova le sue in·dicazioni è assai m inore per l ' in fluèn za, a lmeno in questi ultimi anni. · Anche nella scarlattina :con gravi co mplicazioni circolatorie, l ' A. ha usato la strofanti·n·a , trovandosene bene . In icompl·e sso, n ·elle n1alattie infetti,re I.a strofan,tina ~ò dare n ,otetvoli vain taggi; il pericolo di eccedere nelle dosi è reilativ.an1eIDte scar.so, tanto più ch e anche reoenti 1·icerche hanno dimostrato ch e, nei febbricita·n ti, la strofantina viene parzialme111te trat,t en.u ta dai.i tessuti, sicch è l 'azione tossica sul cuore 1r1e viene ritardata. I ben1efici ieffetti sul circolo mostrano la via da s~auirsi néll 'appl.icaz1on1e di qu esto rin1edio cl1e può essere di reale utilità. fil. 1

st1 78 casi, il metodo è stato u sato in 27, ·s cegliendo i casi che prese·n tano il q;uadro più grave, coin partecipazione di più di un lobo, gui<làndosi per il giudizio sulla gravità 1c:ome per la tifoide. I pazieinti erano ~per la maggioT parte su.I TIROIDE. -!0°-50° .alllJlO di vi.ta. Il trattam·e nto è incominciato, piuttosto precoce.mente, oltre·p assan.do· ra- Valore terapeutico del sangue animale, del ramente il 1/2 mg. di strofantina per dose e per boro e del fluoro nella malattia di Ba· g·iorno. J,n molti casi, g ià dopo 2-3 iniezioni , si sedow. otte11eva l 'eff.etto ·desidera,to ·e rar.am.ente n.e occorrr eva una quarta; a·d ogni mo1do, ainic.h .e per (ORLOWSKI. Presse 1nédicale, n. 42, 1932). J.a po1'1non.ite no·n .è da temiere l 'u so continuato Il problemai .della cura .del morbo di Base-del rimedio. I caratteri d·el polso 1c:ambiano dow, non è finora risolto a nllilgrado gli -quasi subito .dopo l'iniezione; in pa;r.ecohi casi importanti lavori ~ecenti, specie a m ericani. si 11a anche lll!Il. abbassamento. motevole di f:r:e- Fra i metodi, i.n questi cltimi tempi proposti , ·qt1enza. debbonsi notare le terapie oon il boro, con i I Ed è propirio n ella polmoni.t e ch·e risulta l 'in- fluoro e con il sangue di aniimali. L '·A. ri~con dizionata supeiriorità ·della stroifantina sul porta le esperienze in proposito isitituite in 48 coost1eto trattame1I1to digitalico, appunto per malati - 8' uomini e 40 danne - , apparte1'effetto rapido che permette .di opporsi a l icol- nenti a lle più diverse età e condizioni sociali. lasso ch e si iillstalla bruscamente. Un altro I malati resta vano· nella clinica per un· periodo "''~n.ta.g·gio consiste nel dosamento preciso che di a lm1e no tre m ·e si: tuLti i malati .avevano i si può fare co·n l 'inie·zion.e endovenosa. sintomi cardinali della malattia, più o n1eno P·e r l 'A. il trattamento sohema!tico con la di- a l completo. gitale prese11ta due1 svantaggi: la sua azione ìDUJrante i primi sette-dieci giorni i malati lenta, cJ1e si ma·nifesta soltanto dopo diversi erano sottoposti ad aocurata osservazio-n e, spegiorni ed il suo accuin1ulo n ell 'organismo. Del cie per quainto rig uardava il mertabolismo ha· resto, .J.a si ro.fantina può Ulsarsi senza timore ansale, il peso ·d el corpo, il sistema nervoso e cl1e e in precedenz.a è ·s tata usata la digitale, psichico, il cuore, l 'apparato ·digestivo ed il con effetto in . . uifficiente. t\ccan1to alla strofantis.a1I1gue. Veniva dapprima studiata l 'influenza na, poi, possono !applicarsi anche altri rim edi i, del riposo in letto con rPgime povero di proquali il ca1"d1azol, la caffemia., l 'adrenalina, ·e.e.e. teine, privo di occitanti a limentari; venivano in n1odo ·da opporsi anch·e a lla paralisi vasomopoi stuidiati g li effetti di diverse terapie: fosfato di sodio, siero di Moebius , tiroidectina .P. e toria. Altri .autori hanno pure usato con successo la D., insulina, borato ·di ~odio, fluoruro d1 sodi .a nim.a li (intramuscolar e) radio· stra.fantina nella polmonite, come, p . eis. , Lie- dio ' sano-ue 'O bern1eister cl1e ha in.t rod·otto fino ad I mg. terapia. Per limitarci 1aii risultati ottenuti co·n le più -due volte al g iorno. Eglj vanta sopratutto dei buo11i risultati in casi di ten.denza ia1l Jcollasso, recenti novità tel~apeiutiche, i p·aflticolaifi riferit~ in cu.i 'si ottiene un ~:olso pi,e no e teso. Così pu1- ri O"uardan10 il boro, il flui0ro ed il sangue degli re Schottmiiller con·sig·lia l 'uso della strof.anti- a~imali . La 1c:ura ·del m. di B. con il sangue di a nimJa1li è stata vigorosamente r.acc-0mandan a n ella -polmonite, .da farsi se·n za a11c.u·n tim?re · e.Q·li l 'ha usa ta a luniQ'o .anch·e n elle m.a}att1e ta ·d alla clinica chirurgica del Bier, di Bercurdiacl1e cronich e, senza .arv ere osservato nes- lino, n·el 1926. Questa.i cura consiste nella iniezio·n e intramuscolare di 3-5 ice. di sarngue d es un·o va11 t ag·gi-0. I,' A. l1a usa lo la strofantina anche :iin gra' i . fibrin.ato ' fr'8sco di montone: in caso di. bi. .ro11111l ic.nz io11i circol.atorie di malattie in fluen - sog.no si fa, dqpo 8-10 giorni, una nuova 1n1e1

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zio•n e di sa11gu1e di bue. Secondo i clinici be rn o al ritorno alla no.r ma del m etabol i'Smo ba1inesi il peso d el co·rpo aumenta g ià oftto criorsale. Gote nlberg otten eva .aUlffiento del peso 1~i dof>? la seconda iniezione, m .ig lio1:.a l 'abppe- <l.el cor.po, rallen tamein.to del polso, din1inutrto, ritorna il sonno, ·d iminuisce il metabozione del tre:mwe delle estremità , d ell 'eccita-· lisn10 basale, mè'iltre p er i t e .Ja tachicardia. bilità e de ll'insonnia, talora d el gozzo e del~e il n1igl.ioran1 e111to pe.rsisie, dopo quattro set1'esoftalmo, .aumento de11 'appeitito e delle fortimane g li AA. co·n sig liano di iniettare nuovaze .. Orlowski ha u1sato il fluo·r uro ·di so·dio per 111ente sangue di montone e poi di nuovo san2-6 settima'lle: !Ilessun sinto·mia sgradevole è g ue di bue e così via . Gli AA. pretendono ch e t~lo .notato, m entrei migliorava l 'appetito·, di~-4 - 6 im.iezion'i sono ufficienti ·p er ulll risuilm1nm v-ano le palpitazio1n i di cuore I ' occi1tabil.ato positivo. Orlowski, scarta1Jl1d o nMlati oon Iità general1e, la traspirazione l e ' diarree il deficienza cardiaca o icon diarrea, ha espeirilren101re, il pol o, il 1netab· o·li~mo basale ' ed 1nentato tale1 anietodo: ·dopo l 'iniezione i maau111entava il pe. o d .el corpo. La c uir a 1c~n il laiti accusa vano peno o dolore n el ito dell 'ifl·uorurCY non ha influenzato n è il volume delniezione, la te111peratura i eleva di 1°-1 °,5, p er la tiroide, IJl è l 'esoftalmo•, n è la pressione. tornare normale dopo due giorn i. Il pe o .d el MoNTELEONE. corpo dapprin1a si abbassava per tornare poi alla norma. Il m eitabolis1no basa le r e taYa invaLa diagnosi delle torme fruste riato, o si abbassava tran itoria n1e nte dal · 10 della malattia di Basedow. al 17 %, co11 n1icrliora111ento dello s tato generale. L '.azione favoreYole e11ibrava essere in (H. T E \ .ENI N. Paris 1néd., 9 lug lio 1932). rapporto con la so1111n1i1ni .. trazio.n e solta•11to d el Cia c una degli el ementi d ella maLa•ttia di sangue di i11ontone, m e11tre il &l11gue di hu·e Ba edo,,· : gozzo, esoftalmo, tachicardia trenon aveva alcuna influenza ullo .. tata ge11e·r amore , di111agra1l1e1n to, nervosismo, può t~ovar­ le obiettivo e suhiettivo d ei malati. '"' i :predominante n1entrei i r e tanti si:ntomi pos1 L 'in11pI·essio·ne ic l1e si trae1 dalJe espe rie1n ze è ~ a n o e ... er e abbozzati od anch e assenti. cl1e la cu.r.a d el n1orbo di B. con il sa n 0'11e d enzi tutto è neces. . ario stabilire, n el caso in O'li animali, ·eco11·d o il i11c tod o di Bier, no11 dà ris ultati più favorevoli della cura di ripa o .a. - esa1ne, se si tratta di ipertiroidismo, perchè n oi abbiamo t era1)ie efficaci contro la malat. . ociaita alla dieta a1)propriata, r i... ullati quindi differenti d.a quelli di Zi111m er e 'F .ehlo,i\· ma . tia di B a·s ed·o"'i' t erapie ch e ·s ono i:nefficaci O · d a nnose se quei ta affezionci no n è in causa . ... i mili a quelli ·Ot tcn uti. ne lla Clinica ·d ell 'Hi . Dobbiamo anzitutto intender e per malattia La cura del m1. di B., c ol boro è s tata in·d i Basedo'v, si tratti di go,zzo, eso ftalmi co o di trodotta dal Loeper e Ollivier. Il boro rallen,gozzo basedowificato, le affezioni n elle quali terebbe il polso, di111inuirebbe la pressio ne arteriosa, i sudori profu i , il tremore d elle e tre- e iste la partecipazione d el corpo tiroide manife .. ta:ntesi con un.a ipertiraidia. 111ità, l.a n ervosi1tà, il ' olum e della tiro ide auDobbi1a ano con iderare inve.ce come falsi Baffi€.n tando il peso ·d el corpo: basterebber~ 2-4 '"'cdo,,· o par.a Basedo\\ i ca i n ei quali non grammi di borato di sodio a l a iorno ( oluziovi sono disturbi tiro idei , sindro·m i simpati11e al 5 pe1r mille). Gli AA. spiegherebbero i cl1e che sitn1:ulano il ve·r o morbo di Basedow. risult.ati c-0n una .affinit à d cl bor·O •1)er la ghian.1 ella n1. ·di B. tipic a esiste un 'associazione di d ol a tiroide. Orlo,,· . . ki ha u sato il boro n eii suoi di lurbi simpatici e tiroidei: a lla tiroide apinalati per du~, q.u1attro settiman e : ;ha potuto 1)artiene il dimagramento, ed in parte i disturcon talare un miglioram ento con iderevole delbi car.diaci ; la tacl1icardia. L ' esoftalmo, le con -· lo tato subiettivo, diminuzione d ell 'eccitabilità ge lio,n i, il sen so di caldo, i.1 sudore, le crisi gener ale, d ella tra·spirazionei, d ella tachicardia, di di:a rrea, in parte la tac?h icardia , son o ·da atritorno del sonno, dim i n·uzione del trerrnore. tribuire al gran i mp·a t ico1. L 'inten sità dell 'ies una influen\Za ... u.l rpe o del corpo, sul volu]JCr biroidi.a è din1 ostra ta dalla miisura del meta111 e d ella ghiandola 1iroi d e, s,u~ mertabolismo1bab oli s1110 basale: LuttaYia alc.ullli autori banno sa•l e, .. ull 'esoftalmo. pesso era notata un.a de. . eg11alato m. di B. n ei quali il m etabolismo J)re~·~ione gelllera.Je, un seJ1 .. o penoso di vuoto a1 basale era norn1ale. Però il metabolismo ba'C . luore, · inttomi ch e , con1.e anche il migliorasa}~ è da considerarsi il cc t e 1 » dell1a1 m. di B . n1ento, scon1pari,1ano subito con l 'inteirruzione Oggidì ~ i fa troppo spesso la dia.gnosi di del traltament·o. n1a lattia di Basedo'v fru ta, d 'ipeTtiro·idia : molLa cura con il fluoro è stata raccom.a n·data ti di questi cosidetti n1. di B. frusti non h a·n [l)o n el 1928 dal Ga tember.g d ella clinica ·d el Canie11te a ch e fare co11 qu e ta m.a]atti1a stex: ~i - som.mi:n·i trava fluorato di sodio, al Anzi tutto bisogna riten er e dubbia la dia2 %, quattro volte al giorno , X-L, gocce . In ca o di disturbi intestinali il fluorato di od io .anosi di ipertiroidia a ll or ch è non si niscontra era rimpiazzato dal fluorato di ammonio c<m nè ta chicardia n è dimagramento : esamimiamo g li altri sintomi . imt11t.an ee iniezi oni int1~ave.no se di fluo ra to di 11 gozzo: se questo rimo·n ta a parecch i a nodio. Dopo 4 i niezioni i osp endeva l1er 15-20 ni, e no11 ' 'i sono state modifi cazioni dello tag iorn i. La. cura dovev.a, durar e qua l1cl1e n1 e e fi1

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to di salute ·d el m1alato, nomi si i)e11 i all 'ipertiroidia. Se il gozzo è rece:nte od è aumenl!a1to di vol.u me da poco tem .p o si p·u ò trattare di un gozzo con ipertiroidia (gozzo basedowificato) o di un .gozzo tossico. In questi casi general111ente no·n vi è esoftalmo, ma vi è un ceirto di1nagran1ento ed il .p olso è accelerato·; n ei g·ozzi con ipertiroidia il m e tabolismo basale è aum entato· dal 30 a l 40 % e più. Spesso iahbiamo a· fare con neuro1)atici co n gozzo. Certo la dia:g nosi è qui ·delicata: non vi è dimagramento e que•s to è un segno impoir tante, m a l 'anoresia, i dis turbi digesti-vii pos ono pro v·ocare di1nagramiento1: non vi .è tachicardia, n18: l 'emotività a ccelera il 1pol so. Occ.orre in questi casi p rolung are le O·S ·er,razioni e ricorrere al m etabolismo b1asale ch e è sem1)r e nor'm.a l e. L'esoftalmo·: è ·Util sinto ma caJ;atteristico· n1a n on costante: Raramente si osserva n ei gozzi to sici. Nelle lie,ri ipertiroidier, frequenti n ella p u.b ertà, si p·u ò n·otare una lieve sp•o rgenza d ei g lobi , uno sguar·do vivo, con aumento di volume d ella tiroide. Può es e re uniliateTale anch e n el n1. di B. tipico. Ma la protrusion·ei dei g lobi 00011.ari p·u ò verific1aTsi .all ' infuori dii o.g ni ipertiroi·dia. Allo,r ch è ques:to sinto•m1a comp·a re isolato , specie se è unilaterale, bisogna p en sar e ad una affezio·n e orbitaria: tumoreJ r etrorbitario, polipo naso fari:ngeo. In tal UJili soggetti, specie miopi, gli occhi sono spesso sporo·enti , simu- · lanti l 'esoftalmo, ·dei ba·sedowiani: l 'er.r·ore è avvalorato dalla presenza di un gozzo semplice o di uno sfJa·t o neuropatico. Basta informarsj d el numero degli a nni inter cor si p er la comparsa d ell a miopia . Una fo rte miopia unila teral e.i p1uiò dare luogo ad un e o·ftalmo unilatetrale . Così una sindrome pu;ram1~nte .ssim!patica pu1ò dar luogo ad un c. o ftalmo• unilater.a l e. L ' A. h a c·o•n tatato 1arn ch e ur1 caiso ·di eso ftalmia unilaterale in un car atteri stico p sicopiate : posto il quesito d ell 'i p er tiroidi a questa f.ul ·p otuta elin1inare co1n la mi ura d el metabolismo basale. Il di1nagramento: ·è un segno ca1)itale. Tuttavia non sono ecc ezion.a li d egli ob esi con ti.p ico ~m. di B. È più facile os~e rvar ei ca~i nei q ua li tu tti i sintomi ·della m. di B. j m10•' trano tipici, m entre è moderata la perdita del peo. In questa· forma l 'ijpertiraidia err1bra passar e i·n seconda lin ea, m entre p,r ed ominano· i into·m i simpatici . ln questi ca~ i . cffettivamente1, il n1etabolism:o basal e è aumentato, poco: è i11teressante que ta forma perch è la terapia (radi oter apia) non o.ffre buoni risultati come n ella forn1 a abitu.al e, m entre col trattamento iodato migliorano, n o.tevolmoote. Un dimag ra111ento· ulfi 11oco ~nsolito, in un sog.getto ne-rvoso, d eye far p en sare al m. di B.: è interessante l 'esan1e con la misura del1 metaboli mo basale per di· tingu er e n el le ragazze l e arnoressie ment.a1i , freqt1enti , ·dalle forme di B. frusto. 1

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ei tuber colosi n10,Jti si11ton1i si prestano a confusione; dimag·r.an1ento, sguardo vivace, tacl1icardia. L 'ascoltazione, la radiografia, l 'esam·e deg li sputi, permettono di scartare la tubercolosi, ma vi può essere associazioin e dei due stati morbosi: il metabo'1ism10 basale !Permette la distinzio·n e. N1u merosi A. hail!Ilo 'trovato nei tuber colosi un metabolismo spesso aum entato: per Cordier questa elevazione d egli scambi sarebbe ·da. attribuire ad una i_pertiroidia e vi sarebbe un rapporto fra icrisi evolutive tUiber colari e ijpertiroidia. L' A. ha voluto controllare questi dati ed ha .r iscontrato' che n ella maggior parte dei casi, q.uialsiansi le lesioni, il metabolismo è assolutamente norimile, dato pe.rò ch e non vi sia febbre. Nei rari casi nei quali vi era un aumento del m eta.b olismo bas.a le questo aumento non sorpassava il 15-20% . Mai· son.o starte tTovate le cifre di oltre 70-80-90< per cento segnalate da taluni autori, e bisog na ammettere che, il lieve aumento deve attribuirsi, più che altro, alla sovralim·entazio-· n e. Secondo altri AA. l 'ipertiroidia favorirebb e la tubercolosi: la a·ssociazione è freq1o onte, ma non, per questo la tubercolosi prende un an-d amento attivo partico.Jare. Pertanto biso._ gna ritenere inesatti i riavvicinamenti fra ipertiroi·dia e tuberco losi, e cìb.e l 'esame del me·tabolismo ·h asa le conserva tutto O.I suo valore. La tachicardia : non manca quasi mai e può m ostrarsi in grado elevato, nelle forme fruste. La sua assenza -p ertanto· 'n on d eve far scartare . u1b ito la diagnosi ·di m .. di B. Nei casi in' cura r a·dioterapica, può scomparirei mentre persito.n o g li a ltri sintomi. Ma sovente si tratta di la ohicardici em~otivi che soìfgendo· in neuropatici fanno sospettare U!Ila m. di .B. Spesso in quc ti malati, allorchè si mettono in riposo ed n dig iu·n o per la misuTa ·de l m etabolismo ba~al e, il :polso si mostra n oir male e spesso ralle11 tato. 1 i ha fa cilmente la tetnde:nza ad attribuire al1'ipertiroiclia le tachicardie permanenti ·p er le quali non si trova altra spiegazio.n e, le accel er azioni d el polso in rapporto· oon il cuore irritabile, l e n:evrosi cardiache con tachicardia, le c risi di palpitiazion·e , ed anche l<;l tachicardia Jlarossistica. I:n queste tachicardiei, di ~1atura ])Urram·ente neuropatica, l 'esame d el metabolismo basal e mostra cifre noir mali e la cura con io dio, u.tile a far diminuire l e tachicardie nelle form·e lievi di Basedorw, r esta senza· effetto. Il tren1ore: -è considerato uno d ei segni cardinali del morbo di Basexlow. È un tremore ·vibratorio, sia n el riposo che nei movin1enti, ed accentuantesi con l 'emozione. No n différi.. ce molto da·l tremore dei n euro1patici, e, se è isolato, non basta a giustificare la diagnosi di m. di lB. frusto . Disturbi nervosi: nei casi ch e abbiamo e arninato ed ove è p'Ossibile trovare si•n tomi ch e i possono· riferirei all 'ipertiroidia, esi tono l

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sempre dei disturbi n ervosi p iù o i11 e 110 accenturati. Questi fanno parte ·del quadro clinico della m. di B., tant·o ch e in pre en za di un soggetto n ervosissimo, ansioso, si pone pesso la questione di sapere se non si tratti di m. di B. frusto. Bisogna an zitutto ricercare se g 1i altri sintomi d ella mialattia esistono :a•llo stato più o meno dissimulato ~ po i rico·r rer e al metabolismo basale. Contrariamente a quello che si dice, lo statoi n ervoso, l 'emotività no·n modificano il metabo.Jisn1'o b.a sa•le, e qu·esto· esan1e è infatti il più spesso p1raticato per d ecifrare gli stati nervosi dagli stati ba·s edowiani. Bisogna però che i malati non ,ra.dano soggetti ad una su.p erventilazio·n e che da sola modifich erebbe i risultati. E così vediamo n eg·li stati ansiosi, n egli stati n europ,a tici mal caratteriz. zati, senza trovarvi sintomi altri basedowiani, illtn n1etabolismo è n·ornruale. Ma spesso si trovano neuropatici con sintomi di ipertiroidia : gozzo, dimagramenLo, tachicrurdia : in questi casi è indispensabi1 e il metabolismo basale. L 'as$ociazione di altri disturbi en·docrini : spesso è stata invocata n el m. di B. la partecipazione di altre g hiandole (surrenale, timo, ipofisi, ovario). Si possono infatti n1escolare ai sintomi tiroidei, sintomi ·di altre g hiando le sanguig n e, dando luogo a sindro1m i IPO·l iglandulari assai CO·m plesse, nelle quali l 'eleme1D.to tiroideo è più o meno ·dissimulato•. Così è stato citato il mixedema in associazione coV m . di B.; se si amm:ette ch e la m. di B . h a come base un•a ipertiroidia, il fatto è inverosimile cc a prio·r i » . Cosi l 'A. nonr ha mai osservato casi di cc instabilità tiroidea », forn1e nelle quali si ' edrebbe a lternarsi l 'iper e l ' ipotiroidia; la sua esistemza embra dubbia, ed infatti vi sono sintomi ch e si possono osservare sia n ell ' iper ch e m.ell 'ipotiroridia, segni ch e taluno ha descritto in sindrome op p1osta, an1mettendo un misc:u.glio en·docrino. Cosi, seb bene lo sviluppo del sistema pilifeiror caratterizzi piuttosto gli iperti.roidei, si può vedere in essi ba·loir a uno scar so sviluppo) pilifero. L'infiltrazione sottocutanea caratterizza gli ipotiroidei , ma ~pesso si vedono n ei basedowiani, edemi, specialn1ente edemi localizzati. Nei casi di idJertiroidismo ove alcuni sintomi potrebbero essere attribuiti a ipotiroidismo , r end·e grandi servigi il m etab olismo basale. Conclu·dendo : le malattie di iB. fruste so·n o frequenti e posso n o essere confuse con dive1r~e a ffezioni, quali noi abbiamo enume rato, e in particolar modo con g li. stati neu:opat.ici c~e sono ancor più frequenti. In taluni casi la stinzione· è difficile, ma n e1lla grande magg.10ranza d ei soggetti, l'esame ·del ma·l ato, l'a!llalisi dei diversi sintomi, perme~toino una forte presurnzione, ma la di~.omosi sicura viene dal metabolismo basale, ch e si deve sempre praticare n ei ca si ·dubbi. 1

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C B NNl BIBLIO G RA F ICI. (1) L. VILLA. Ricambio idrico . Fisiopatologia e olinicaJ. D. !Francesco Vallardi, Milano, 1932. L. 65. Il problema del ricambio idrico si presenta particolarmente colllfPlesso ed m m olti punti a n cora oscuro. Le 1DJuove .indagini, i nuovi orienLam·e nti clinici hanno portato ad un più vasto campo di osservazioori, a nuo,v e interpretazioni, a n1U1ovi suggerimein.ti diagnostici e teirapeutici. Soltanto chi si f.osse d edicato al.lo studio l®go e profondo ·dell 'arg.omento poteva essere iru grlarlo di darne un 'aJlll!pia e completa trattazio ne . Il Villa ha assolto assai ben:e questo compito tutt 'altro che facile arricchen·do la letteratura medica di. un '-0per:a ch e si presenita di alto· interesse e di grande utilità !p er i m edici tutti. Il v·olume del Villa raccogli e in circa 400 pagine quanto oggi si può apprendere sul pr o1b lema de1' ricambio idrico. Tr.a•t ta in una prima parte della fisiologia del ricambio idrico, in1 una secornda d ella patologia d el ricam·b io idrico, ed infine d ella patologia speciale e cli1D1ica ·d el ricambio idrico svolgen·d o amp1iamente il diab ete insipido, la oligUTia abitual.ei, la malattia degli edemi e da uJtim·o soffermandosi nello stu·dio d·el r. i . n ell.e malattie delle g hiandole dei vari apparati ed organi (1mialattiedelleghia·Tudo1e endocriM emopatie, m alattie del fegato del sistemia ciro'olatorio, malattie rena li, mala ttie del sistema r es.piratorio, versamen1ti delle g rarr11di sierose, ecc.). Colmando con ' 'era e pro,f on da conoscenza dell 'argomento questo capitolo della patologia umana il Villa ha r eso opera ver:amente utile alla coltura .dei m edici e d egli studiosi d ei probl€1Illi del ricambio idrico. 1

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E. T.

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~f ONTELEONE.

J. !SIGWAQD.

L'hypoglyc~m1ie.

Editoire Doin,

Parigi. P.r ezzo Fr. 45. Trattazione esa·u riente dell ' i111portante quistione che il tratta.m ento insulinico ha m esso in evidenza. L 'ipoglicl€1rnia ·p uò verificarsi n el cor so del trattamento del diabete, ma può ~s-sere a1n che spontanea. Su qu:esta s'in<Iugia particolarmente l 'A. , esponen.d one dettag.Iiatamente la sintomatolog ia clinica ed umonale, l'etio-patogen esi, la terapia. DR.

Neue deutsc.he Klinik. Vol. VII. Un. vol. illlr-8° ·d i pag. 790, OODJ 134 fig. e 2 tav. col. Urban e Schwarzenberg, Berlin. Prezzo RM. 30. Inizia il VII volume di qu,e sto trattato di medicina pratica. di cu~ ci siamo già occupati, un eccellente ca·p itolo di !F. Kaufmann sul ca(1) Si prega d'inviare due copie dei libri di cui si desidera la recensione.


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tarro gastrico, sulla gastrite che ora, dopo un lUJDgo periodo in OUJi tale diagnosi era considerata i'Illsufficiente ed imprecisa, ritornia, al suo posto neil.la patologia. Seguono due capito,l i sul cancro dello stomaco, di cui la parte chirurg~ca è trattata da H. v. Haberer e la parte med1c;a da I. Boas, G. Katsch tratta le neurosi gastriche. Trovia·m o poi la mallalria (P. Miihlens), la psico,si maniaco- depressiva (W. Gruhle), il ·m·orhillo (R. Degkwitz), un lll!Ilgo capitolo di 74 pagine sul massaggio e sulla ginl!lastica medica (Fr. Kirchberg), le malattie del retto e dell'ano (M. Marcus), l'afta epizootica (H. Hetsch), le malattie del mediasti·n o (W. Beck), la memiingite (E. Le Blanc). R. Schroder tratta la mestruazione ed i suoi ,d isturbi, G. Liebernnieister la tubercolosi miliare, H. Hetsch il carbonchio, G. Klemperer e P. Radt le mJalattie della milza e l 'ittero emolitico, P. Wolf il morfinismo e lei Intossicazioni analoghe, W. Keller gli orecchioni, Fr. Schultze il reumatismo muscolare, E. Pollak la mi elite, H. Kurschmann le mti·opatie, A. Gigon e P. Merkelhach il mixedema. Le intossicazioni alimentari sono studiate n.ella parte generale da L. Schwa:rz e nella parte di origin·e batterica da H. SchulteJil. Due capitoli sUJlla narcosi ed ane.stesia locale (M. Kappis) e sulle malattie del naso (G. Fin1der) chiudono l 'i:n.t eressante volll!lile, in cui ognuno dei capitoli racchiude e sintetizza quanto di più essffil.zial e1 vi è ora sui tjspettivi argomenti. fil. 1

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ACCADEMIE, SOCIETÀ MEDICHE, CONfiRESSI 1° Congresso Internazionale

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. Erar~.o ~resenti inoltre la maggior parte dei pres1dent1 d onore: VoN BERGMANN (Berlino), CHAs GoRDON HEYD (Ne'v York), H1J~IANS VAN DEN BERG (Utrecht), MARAfiON (Madrid), SANARELLI (Roma), AcHARD e HART.l\iIANN, membri dell'Accademia di Medici 11a di Pari~·i. Il prof. CARNOT prende per primo la parola e saluta il Ministro, ricordando la di lui sapie::ite opera di organizzazione dei servizi sanitari durante la gu~rra. Dà q11indi il benvenuto ai Delegati stranieri e n'l:ette in rilievo l 'importanza del Congresso. 11 prof. HART.l\!IANN, a nome dei Presidenti d 'onore: si felicita con il Comitato ordinatore della perfetta organizzazione e plaude all 'idea avuta di consacrare un Congresso alla litiasi biliare per mettere a giorno talé importante questione. prendono la parola i delegati 1St1ccessivamente stranieri: VoN BERGMANN (Berlino), WILKIE (Inghilterra), LuGER (Austria), WEIL (Belgio), MoLLOF (Bulgaria), ARAUYO (Brasile) , LEPAGE (Canadà), il Delegato della Colombia, NoGUERAS (Cuba), ABBAs (Egitto) , MARAfioN (Spagna) , GoRDoN HEYD (Stati Uniti) , BENs1s (Grecia), VAN DEN BERGH (Olanda), il Delegato dell'Ungheria, SANARELLI (Italia), MATsuo (Giappone) , PARTURIER (Nicaragua), KAR\:YACKI (P0lonia), NARClSSo (Portogallo), DANIELOPOLU (Romania), RYSTETD (Svezia), MrEVILLE (Svizzera), PELNAR (Ceco-Slovacchia) , AKIL MouKHTAR (Turchia), RrsQUEZ (Venezuela), M1cuAILOv1TcH (Jugoslavia). Dopo l 'impressionante sfilata dei Delegati stranieri, S. E. il Ministro GoRDAT, ringraziò, a nome del Go·v erno, per le gentili espressioni rivolte alla Francia da ognuno dei Delegati, con parole che sollevarono gli applausi più fragorosi e dichiarò senz'altro aperto il Congresso. · Le tre questioni poste all'ordine del giorno erano: 1° Le sequele della colecistectomia. 2° Il trattamento medico e idromi1ierale della colecisti nella litiasi biliare. 3° Il feg0ito litiasico.

sulla litiasi biliare.

' 1a. RELAZIONE.

Il Congres.s o Internazionale sulla litiasi biliare, te11utosi a Vichy dal 19 al 22 settembre, ha costituito una delle più importanti manifestazioni di collaborazione scientifica internazionale del dopo guerra . Ben 35 nazioni vi erano infatti rappresentate, e di 1500 medici che erano iscritti, ben 1200 erano presenti. Del Comitato Italiano, presieduto dal sen. prof. G. SANARELLI, erano presenti i proff. GAMNA, SABATJNI, RONDONI, ANTONELLI, VALLARDI, CASONI, G. DOMINICI, .A.LLODI, MARCIALIS, STRUMBALO, LANNI. Rappresentante per la stampa medica italiana: il dott. A. Pozzi. La seduta inaugurale ebbe luogo nella bellissi1na .sala del Teatro d~l Gran Casino, sotto· la presidenza di J. CoRDAT, Ministro della Sanità Pubblica. A lato del Ministro, si notavano il prof. CARNoT, membro dell'Accademia di Medicina e presidente del Congresso, il dott. DuRAND-FARDEL, per i medici di Vichy, i proff. LoEPER, DuvAL, VILLARET, il dott. BELoT ed i segretari generali dottori A1MARD e GLENARD.

Le sequele della colecistectomia. Patogenesi delle sequele della colectstectomia. (J. V. DoNNET, Ne"v York) . - Se le prime osser-

vazioni sperimentali delle sequel e della colecistectomia risalgono al 1650 con i lavori di Zambeccari, lo studio sistematico propriamente detto della fisiopatogenesi della colecistectomia può dìrsi che abbia avuto veramente inizio solo dopo i lavori di Oddi, pubbl~cati nel 1888. Dopo tale epoca infatti numerosissime sono state le oss~rvazioni che si sono venute accumulando; possono ven~re così riassunte: L 'asportaz~one d~lla vescichetta biliare, giudicata dal punto di vista puramen:te sperimentale, deterqiina in periodo di tempo vario turbe fisiopatologiche interessanti a conoscersi. Dopo un periodo lat~nte di trenta giorni circa, i canali uxtraepatici, ced~ndo ad una ipertensione biliare, si dilatan:o. Gli intraepatici subiscono le ste~se tràsformazioni, ma in epoca più lontana. L 'ectasia del cistic.o è tale che a volte viene presa per una vescit lietta biliare di neoformazione; gli studi istologici però escludono la possibilità di riger1erazione vescicolare . .i\11 'ectasia delle vie bili:iri residuanti corrisponde una distruzione pro-


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SEZIONE PRATICA

gressiva dell'epitelio con trasformazione delle pareti e degenerazione del tessuto elastico. Le ·v i2 biliari s'infettano; la putrefazione intestin ale aumenta; la virulenza della flora intestinale si esalta. Il 1neccanismo dell 'escrezione biliare è iorlemente alterato; le funzioni digestive modificate, sopratutto per quanto conc~rne l 'assimilazione dei grassi. L'arresto del funzionamento fisiologico della vescichetta biliare determina turbe :siinili alle sequele della colecistectomia. Il cQncetto quindi che l'ablazione della vescichetta biliare non importa perturbamenti import()nti è da ritenersi infondato e pertanto l 'asportazione d~lla coleci8ti è giustificata solamente quando la funz~o·ne vescicolare è profondamente alterala. I risultati lontani della colecistectomia • Studio clinico. (D. WILKIE, Edimburgo). - Cinquant'anni

.sono ormai trascor si da quando Langenbuch introdusse nella pratica chirurgica la colecistectomia, sicchè è possibile passare in rassegna i risultati e le sequele di questo intervento. Risulta che esso si dimostra indicato quando -si oss~rvano i seguenti quattro sintomi principali: 1° ostruzione colecistica acuta; 2° colica vescicolare cronica; 3° sintomi riflessi di dispepsia; ~ 0 affezioni tossiche lontane. Parecchi di questi sintom~ possono coesistere nello stesso malato. Dato che lo statQ morboso -O~lla colecisti è ordinariamente un 'infezione interstiziale, probabilmente sanguigna, l'ablazione <li essa rappresenta il procedimento razionale .quando questo statQ morboso esiste. I risultati dell'ablazione della v~scichetta biliare nei casi di -Ostruzione colecistica acuta durante il periodo di .calma ch e segue l 'accesso, sono uniformemente buoni. Anche quando però la colica vescicolare è il sintoma principale, bisogna non dimenticare mai Ja possibile presenza di lesioni associate (cal-coJo condotto biliare, ulc~ra duodenale, appendi.cite). Nei casi in cui i sintQmi dispeptici, senza colica vescicolare, indicano la necessità dell 'intervento, i risultati sono generalmente soddisfacenti, per quanto la dispepsia acida e l'intolleranza per gli .alùnenti grassi perm~gono in una certa proporzione di casi. La miocardite tossica scompare in modo definitivo dopo la ablazione della vescich~tta biliare, mentre i sintomi cardiaci associati con una degenerazi.one grassa del cuore non si attenuano, a meno che non venga imposto un regime assai ri.goroso dopo l'operazione. Al contrario le crisi epatiche accompagnate da cefalea e da vomito non migliorano dopo la cole.cistectomia, e l'intolleranza per gli ali~enti grassi persiste molto spesso. Sequele della colecistecto1nia. Indicazioni chirurgiche. (A. GosSET ~ D. PETIT-DUTAlLLrs, Paris). -

;Se si tiene conto dei minimi sin.torr1i accusati dai malati, si può dire che il 40 % degli operati si lamentanQ di sequele, consistenti per lo più in turbe digestive e turbe dQlorose nella regione operata, ma per nulla simiglianti, sia come durata che come intensità, alle crisi di colica epatica. Le sequele serie della colecistectomia si osservano invece in proporzione molto più limitata (510 %) e tr~ categorie sono sopratutto quelle che po~ono far porre l'indicazione di un nuovo inter-

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v~nto:

le crisi di coliche epat~che con ittero, le fistole biliari postoperatorie, le periduodeniti ~ le per~coliti stenosanti. · Le crisi di coliche epatic;t>.e possono accompagnarsi ad ittero cronico da ostr:uzione, ma eccezionalmente questi itteri cronici postoperatori sono dovut~ ad u~ calcolo della via principale. Più spesso infatti so~o espression~ di u~a poussée di pancreatite, o di forti aderenze determinanti una compressiQne estrinseca del condotto, o della coledocite st~nosante. A volte può anche mancare quals~asi ostruzione delle vie biliari di escrezione (ittero da epatite). Nella maggioranza dei casi il trattamento di elezione, che dà eccellenti risultati, è il drenaggio del coledoco. Le fistole biliari postoperatorie, dovute ad una ferita accidentale del coledoco n el corso della colecist~ctomia, sono una complicazione grav~, difficile a curarsi. I risl1ltati lontani sono inoltre sempre aleatori. Le periduodeniti e le pericoliti stenosanti sono giustizjabili sia con Ja liberazione dalle aderenze, sia con la derivazione gastrica o intestinale: gastro-enlerostomia, colo-colostomia o ileo-trasversostomia, ed i risultati sono nell'insiem~ generalmente buoni. Infine dall'osservazione di 101 1nalati, scelti e rivisti dagli 00., si può rilevare che i risultati sono soddisfacenti in tutte l~ yarietà di colecistiti calcolose e nelle vescichette a fragola con Q senza calcoli : nelle colecistiti croniche non calcolose, s~ si trovano lesioni infiam~atorie pronunciate dell'organo allora i risultati sono buoni, ma se la vescichetta, malgrado i segni clinici, presenta scarse lesioni apparenti, si può avere qualche migliora~ento, ma non la guarigione . Terapia medica e idrologica. (G. DuRAND, Mont-

pellier). - Le sequele che sono di.rettamente imputabili alla soppressione della colecisti (turbe funzionali dovut~ alla soppression~ del flusso biliare prandiale) o all'atto operatorio della colecistectomia (complicazioni infett~ve o aderenze) non formano che una piccola parte della grande massa di accid~n ti secondari di cui possono soffrire i co1ecis tectomizzati. Secondo il R. la colecistectomia può solamente evitare l'eventualità di complicazioni vescicolari locali della litiasi, ma l 'operato conserva lo stesso fQndo discrasico umorale e sopratutto una fragilità epatica, un'infezione ghiandolare latente e~ una irritabilità del sistema nervoso vegetativo. Da ciò le indicazioni terapeutiche eh~ possono opporsi alla persistenza di questi fenomeni morbosi (dietetica, chemioterapia, fisioter npia, crenoterapia), ma per il trattamento non si deve attendere quando sono comparse le manifestazioni postoperatorie, esso s'impone subito dopo l'intervento· e costituisce allora il vero trattamento pr~ventivo delle sequele della colecistectomia. La radj_odJiagnostica delle sequele della colecistectomia. (H. BECLERC, Paris). - L'esame radio-

logico può essere di grande aiuto alla clinica per la valutazione dello stato degli organi incriminati o delle cQmplicazioni intravist~. Nei casi di fistola i~fatti la configurazione dei percorsi, permetterà in certi casi, la scoperta dei calcoli lasciati nella pDrte bassa del coledoco e, pure con la radiografia, sarà possibile ~ettere in evidenza un drenaggio rimasto nel coledoco. 1'1a è alla radiologia sopratutto che spetta di pre-


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POLICLINICO »

cisare ~a situazio11e e l 'importanza delle aderenze epato-duodeno-colich e consecutive alla col ecistect omia. 11 R. infatti espqne uno studio dettagliato sulla co·n figurazione normale del duodenQ che permette di g~udicare del valer~ sem eiologico delle inodificazioni apportate con l 'i~ter:vento sia nella forma che n el. funziona111ento del bulbo e delle . . successive porzioni. Il disturbo al cc g~nu superiu s » è assai frequente e secondariament e può esservi plicatura del bulbo. Assai frequen t~mente il bulbo si presenta deformato wtto l 'aspetto detto « a reticella »; ad un grado più avanzato· a11 cqra si può notare stenosi del « genu superius )) ch e potrà costituire allora i11dicazione di un intervento complem~ntare, sia delle sezioni delle redini, sia ancora una gastroen terostomia . Sono i~ genere quest e l ~siqn~ quelle ch e costituiscono i t< domani dolorosi » della colecistectomia; tuttav~a il R. insist e ch e l 'esa~e di un gran numero di m alat i dimostra spesso la non corrif-ìpQ ndenza fra i seg~i fur1zionali e l~ deformazioni radiologich e osservate.

••• Aperta la discu ssion e s,11 1° t ema di Relazione prendono la parola PAVEL (Bucarest) ; FEISSLY (Losanna), per il quale il deficit nell 'assimilazione dei grassi è minore dopo· la colecistectomia nel1'uqmo, ch e nella colecist ectomia sperimentale; KREl\IGR (Varsavia) ; VoN BERGl\1ANN (Berlino), ch e si dichiara felice di veder diminuire l 'importanza patogenetica delle aderenze nelle sequel~ della colecistectomia, di fronte alle lesioni infiammatorie delle vie biliari ~ sopratutto della pancreatite. Per PRIBRAl\r (Berlino) le due cau se principali delle sequele della colecistectomia sono qa un lato le turbe n elle funzioni dello sfintere dell 'Oddi e ·cl 'altro lo stato infiammatorio d el fegato; I. V1LLARD (Lione) ritiene esager ata l'importanza data alle sequele dell a colecist~ctomia mentre insiste sulle indicazioni precis~ e sull 'esaltezza della tecr1ica. Parlarono quindi i proff. Cuxon (Budapest), DE M-\RTEL (Parigi), 13ERARD e l\llALLET-GuY (Lione), DIEGO DE Moxo QuEnr (Barcellona), LAl\·IBERT (Lilla). 2a. RELAZIONE.

Il trattamento medico e idrominerale della colecisti nella litiasi biliare. Indicazioni del d r e"naggio m edico n el t r at.tamerito della litiasi bilia,r e. ( C HIRAY, Paris e PAVEL, Buca-

r est). ~ Primitivamente con cepito per il trattam ento esclusivo dell a calcolosi .d el coledoco, a poco· a p oco· il drenaggio medico ha avuto indicazioni sempre più ,.ast e. Se infatt~ esso non può portare l a gu arigione· della litiasi vescicolare, tuttavia è fuori dubbio che n~lla pratica, con il drer1aggio medico, si osserva spesso un migli_oramento notevole delle turbe dispeptiche di origine biliare e dello st ato gen erale dei malati . Nella litiasi del coledoco, il dr~naggio m edico deve, per riu scire, esser e, secondo ~l ~etodo di Al1ard, violento ed an ch e brutale. Ha al suo attivo numerosi casi di disostruzione del canale con eliminazione dei calcoli per le vie naturali, ma ciò ~onostante esso rimane poco u sato per lo choch ch e pu ò port::lre l a provocazione artificial~ di una colica. Il drenaggio· m edico è particolarment~ indicato nei casi di colecistite litiasica b an ale, se l 'intervento semlJra dover essere temibile; se però vi è an-

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ch e infezione della vescich etta, è difficile fare assegr1amento sui risu ltati del sondaggio, mal sopportato da malati indeboliti, n onostante alcune volte possa dare utili migliorarr1enti passeggeri. Il drenaggic m edico j11vece conserva le sue indicazio11i essenziali ne~ trattam ento preoperatorio della litiasi coledocica, dove può influire sulle poussées febbrili e sull 'ittero sopraggiunti e n elle sequele della colecistectomia dove può far scomparire le crisi · dolorose e le turbe disp eptiche residuali. Alf edicazione col er etica. (E. CuABROL, Paris). -

Dopo aver dato una definizione della coleresi , il R. precisa l 'indicazione dei coleretici, che è quella di migliorare il drenaggio del fegato, modifi:cato frequentemente dalle con cr ezioni calcolose e dall 'infezione, nel cor so della litiasi vescicolare e ne con siglia l 'u so sopratutto nel trattamento della colemia lat ente dei litiasici. Sulla b ase di interessantissimi lavori eseguiti, il R. è in gr ado di precisare il valore di ciascuno dei coleret~ci u sati nella pratica medica: sostanz~ chimich e, acque minerali. In clinica pertanto occorre distinguere: I coleretici d 'urgen za, per via endovenosa, utili n elle litiasi infette, all 'indomani dell 'intervento chirurgico; I coleretici leggeri ed intermittenti, somministrati per via boccale alla maggioranza dei litiasici n ell'intervallo delle crisi. Fra questi speciale m ensione m eritano le acque di ' 7 ich y (Grande Grille, Hopital, Chomel) di cui il R. ha potuto riconoscerne sperimentalmente l 'efficacia in uno studio d 'insieme sui fattori idrici della coleresi . 1

La disinfezi one della co l~cisti con l'antisepsi medica. (P. ABRAl\itI, ~aris) . - Tenendo presente che

per ottenere una antisep si biliare ideale con la tera}Jia m edica occorre distru ggere un 'infezione ch e oJtre ad interessare la bile, si nasconde nei calco1i , attacca le pareti della colecisti, s~ estende 11ell 'insieme del parenchima extraepatico, e ch e ol tre a ciò la sorgente di tale infezione è ci 'origine sanguigna, con p unto di partenza >intestinale, si comprende facilmente come non sia facile in pratica assolvere completamente talecompito. Sperimentalmente è stato v~duto ch e la sterilizzazione biliar e non può esser e realizzat a nè dalla vaccinoterapia e sieroterapia, nè dal batteriofago, n è dai mezzi d 'an tisepsi clinica, utilizzando le sosta11ze più diverse. I soli r~sultati interessanti son o invece dovuti all 'antisep si ionJca, ch e facendo deviare il pH della bile verso l 'alcalinità, rende il terreno i~proprio alla cultura di alcuni germi. Tali considerazioni t eorich e non debbono tuttavia allon.tanar e il pratico dai° mezzi m edici di disiÌifez~one biliare, ormai comprovati ~ che realizzano se non la sterilizzazione completa, almen o uno st ato di saprofitismo tollerabile. Quindi iill definitiva i procedimenti dell 1a11tisep si medica avranno grande interesse ad essere associati ai trattamenti, più efficaci, del drenaggio delle vie bil~ari con il sondaggio e con la colereterapia. La terapia protettri ce del fegato nella lit iasi bil ia.re. (F. UMBER, Berlino). - Un problema im-

portante n el trattamento della litiasi biliare è lai protezione del parenchin1a epatico contro le alte-. razioni pericolose, provocate dalla stasi biliare,. combinata all'infezione. Segno di allarme di tale ep atosi , è l 'itter o pronunciato, sempre d 'origine


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SEZIONE PRATICA

1633

ep ato-cellulare. Il R. in base ad alcuni suoi lavori sull 'atrofia gialla acuta flel fegato ha potuto vedere che l 'impoverimento del fegato in glicogeno è la condizione pri1nitiva per l 'impianto di questa affezione e pertanto si è fatto promotore di una terapia rappresentata da alimentazione ricca ir1 glucosio e levulosio associata ad insulina, ch e faYorisce la glicopessia epatica. Nella litiasi biliare quindi il R. cr ede ch e sia indicato utilizzare la parenchymschutztherapi~ sia isol ata, sia come trattamento pre- o postoperatorio.

bon ati, e all 'insulina; RONDONI (~1ilano) espone i lavori del Laboratorio di Idrologia di Montecatini st1lla qu~s tione del trattamento idromine·r ale dell~ ep atiti e delle infezior1J delle vie biliari. Infine ZrrvIMERN (Parigi) e AIMARD (Vich y), specie quest 'ultimo per essere st ato uno dei primi ad u sare l:i diatermia n el trattamento delle affezioni epatjch e e delle vie biliari, insistQno sui buoni risult ati di t ale m~ todo, sp ecie se fatto in decubito addominale, ch e mette l a vescich etta in r apporto diretto con 1'elettrode.

L 'az i on.e de lle acque 1nin er ali sul contenuto vesc ico lar e ( PmnY et MILHAUD, Lione). Tanto i

3a RELAZIONE.

d ati sp~rimentali ch e quelli clinici n on p ermet t on o an cora allo stato a ttuale di con oscere esatta1nente l 'azion e delle acque miner ali sul conter1uto della vescich etta bili are. Tuttavia sembra ch e }3 acque bicarbonat o-sodich e e quelle bicarbonate cloruro-magnesiach e h a11no u11: 'azion e coler etica : ques t 'azion e vescicolare, assai n etta n ell 'uoffi:-o, dell e acque di Vich y, Ch om el e IIopital, n on si os~erva invece con 1a Grande-Grille, ch e possiede, al contrario un effetto inibitore . Le acque clorurate-sodjco h an r10 invece azione colagoga, altre determinan o un cambia1nento del potere di concen t razion e della vescich etta : acque bir ar bona to-calcich e, cloruro-sodich e, cloruro-solfosod ich e, cloruro-bicarbonate, solfato-calcich e E} m agnesiach e. Sembra infine ch e alcune acque minerali, pur avendo ·u n 'azion e complessa, posseggan o poi una proprietà pr edominan te: azion e sul contenuto della Yescich etta b iliare delle acque bicarbon ate so<lich e; azion e colecistocinetica predominan te di q uelle solfato-magn esiach e.

Il fegato litiasico.

La fisiol er ap irr, sedatii•a de lle aff ezion i vescicol ar i. ( DELHERl\I et DAUSSET, Paris). - Gli agenti

fisici rappresentano u no dei 1n igliori sed ativi per il tratta1nento delle affezioni ep ato-vescicolari, e di &s j la diatermia è cer ta1nente la p iù im port ante. -ella crisi acuta di colica ep atica, l a diatern1ia inféttt~ può coadiuvare o an ch e supplire l 'azion e della n1orfina , m a è so·p ratut to n elle colecistiti subacute ~ cr onich e ch e essa r appresenta l 'indicazion e di scelta, sempre però so1n 111inistra ta a dosi deboli . 1'ei casi dolor qsi ribelli, si deve ricorrer e alla r adiot erapia; d 'altra parte i RR. n on esitan o a r icon oscer e azion e utile ai cataplasmi e alle doccie ep atich e. Circa il m odo di azion e, esso è complesso: inodificazion e della circolazion e intra-epatica , modificazion e dell 'equilibrio elettro-ionico .delle cellule, r eflessot er apia nella zon a 1netam erica, ecc.

••• Alla discu ssion e del 2° t eina di Relazione presero p arte LE Nora (Parigi), MANNI (Triest e), SARLES (l\1ar siglia), FRIEDRICH (Budapest) ch e si dichiararo110 t11tti p·a rtigiani del sondaggio duoden ale. 111' MANS VAN DER BERG (Olanda) preferisce al\ dren aggio 1ned~co con il sondaggio, il trattam ento idronliner ale ; J ACQUET ( Parigi) esp on e i r isultati della su a esp erienza sull 'azion e dell 'urotropina en doven osa, 1n:entre KREl\IER (Varsavia) riabilita, in base ad una estesa pratica, l 'efficacia della vaccinoter apia n ell a colecistite calcolosa. MARAfioN (Madrid) insist e sulla importan za della prot ezion e del fegato n el trattam ento delle colecistiti, assegna11do gr ande valor e alla dietetica, ricca in idrocar -:

L ' impor tan za de l f egato n ella p atogen esi della l i tiasi. (N. FrESSINGER, Parigi). - La r ealtà d el-

l 1i1n portan za del fegato n ella patogen esi della litiasi biliare è aata da due argomenti fondament ali : l a litiasi ep atica e la litiasi ch e può seguire la colecistectomie. I calcoli epatici si distinguono dai calcoli vescicolari per un minor contenuto di coles ter ol , e da uno studio di insiem e sulla forni.azio11e dei calcoli, risulta evidente il posto prim ordiale del fegat o n ella p atogen esi della litiasi. Con siste sopratutto n ella elaborazion e di un 1nezzo organicq e pign1entario dapprima, poi nella secrezion~ di una bile inst abile, sia in r agione di una forte carica lJigm entaria, sia in r agione di una ipocolalogenia det erminante l a cristallizzazione della colest erina. La vescich etta n on intervien e ch e secondariam ente com e fattore di ristagn o, e l 'infezione dei calcoli in isti, favorisce alla loro superficie la precipitazion e dei sali di calcio. •

L 'it te r o n ella li ti asi clel co l edoco. (M. BRULÉ,

Paris). - Il R. sostien e ch e nella litiasi del coledoco l 'itt ero, n ella 1naggior an za dei casi, è me~­ canico e non dovuto a epatite. Le lesioni istologich e del fegato os er vate speri1nentalmente e cli11icam en t e n elle os truzioni coledocich e son o del t utto differ enti da quelle constatate n elle epatiti il terigen e. Il R. p as a ql1indi in r assegn a i differ Pnti asp etti clinici della litiasi coledocica, il polimorfis1no degli itt~ri in questa affezion e, la neces ità di seguire at te11ta1nen te le variazioni di volume del fegato, rappr esen tan clo l 'epaton1egalia u rt fattore im porta11te 11ella d iagn ostica differ enziale fra g·]i itteri da ostruzio11e coledocica (dove si riscontra sempre) e gli itteri d a epatite. Il son daggio duoaen ale con instillazion e di solfato di inagn esio è un 'eccellente terapia, permet - ,, t endQ s~a di estrarre i calcoli dopo aver fatto scomp arire I 'itt ero, sia di otte.n ere alcune volte 1'espulsion e dei calcoli . L e lesioni del fegato negli it t~ri l it i asici. (P.

HAR-

VIER e J . CAROLI (Paris). - Secondo i RR. l 'au rrtento osservato dell a bilirubina n elle colecistiti deve at t ribuirsi alle lesio11i sat elliti del fegato·. D '(lltra p arte, n el cqr so della litiasi, si può, bench è eccezion almente, esser e in presen za di ritenzione biliar e inte11sa, al di fuori di ogni ost acolo n elle vie secr etorie, rivelante lesioni centrolobulari di atrofia subacuta del fegato. A11ch e gli itteri più leggeri e fugaci, determi1iatisi u gu aln1ente al di fuori di lesioni impor tan ti del col~doco, sen1bran o legati ad alter azion i cpa tolitich e p ar cellari. La gr avità della lesion e e1Jatica fa sì ch e essa deve esser e ricon osciuta e combattuta prima di intervenire.


« IL POLICLINICO »

L 'espLorazionJe funzio11ale del fegato nell'ittero liliasi co. (J. DIERYCK, Louwa~n) . - Nonostante gli sfor~i fatti, fino ad ora non si è riusciti a poter P.rec1s~re. ~er. le divers~ _affezio·n i. epatiche (ittero, cirrosi, litiasi, ~cc. ) tipi determinati di insufficienza funzionale. Nella l~tiasi inoltre l 'esplorazione funzionale del fegato pone u~ altro problema : l'origine dell'ittero, n.on essendo esso sempre dovuto a causa meccanica. Fra le varie prove di esplorazione funziqnale, il R. ritiene pertanto di dare la preferenza alla galattosuria provocata, permett~ndo essa di rivelare l 'epatite senza ~ttero o l 'epatite cr~ante un ittero ne] corso di una litiasi biliare o complicante un ittero litiasico da ritenzione . · I n1 ctodi radiologici di esplorazione del fegato nella litiasi e l :itlcr.o litiasico. (R. G1LBERT, Genève). Il R. dopo aver passato in rassegna tutti i rec~nti

progressi compiuti ~ell 'esplorazione del fegato ~ delle vie biliar~, mostra come i perfezionamenti del in~todo di Graham permettQno di ottenere le i1nmagini più fedeli e rendono conto delle sue anomalie funzionali. Lo studio stesso di questa escrezion~ vescicolare fa sperare la realizzazione di radiografie coledociche, che permetteranno t:no studio radiologico degli itteri da ritenzione, fino ad oggi ancora embrio~ario. Deduzioni cliirurgiche nell'itt~ro litiasico.

(J. GATELLIER, Paris). Nqnostante i meravigliÒsi progressi compiuti dalla chirurgia dopo l'operazione iniziale di Langebuch, r~alizzati principalr1tente ~al drenaggi.o epatico complementare di Kel1r, la chirurgia biliare presenta ancora qualche sconfitta sopratutto per l'eventualità frequente de1l 'insufficienza epatica post-operatoria. Il valore funzionale delJa cellula epatica è il fattore primordial ~ dell 'instabilità del fegato operato. Le lesioni parenchimatose debbono essere sempre ricercate prima dell 'int~rvento, sia con la clinica che con il laboratorio (galattosuria provocata) e prima di operare, non sarà mai male tentare l 'u so sistematico del sondaggio duodenale, i <lisi;nfettanti della bile, 1'insulina, le iniezioni di estratti epatici, per:chè l'atto chirurgico, negl~ itteri cronici in corso di litiasi biliare, è sempre un atto grave e no~ deve decidersi alla leggera.

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I

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Iniziatasi la discu ssione sul 3° tema di Relazione, UMBER (Berlino) insiste sulla rarità dei cal, coli colesterinici puri, detti da Aschoff metabolici, e fa osservar~ a F1ESSINGER che forse troppa importanza è data alla ipercolesterinemia nella clinica della litiasi biliare. Ogni ittero pronunciato, secondo l 'O., è in parte di origine epato-cellulare, a11che n~l corsQ di ostruzioni meccaniche. La mancanza di lesione istoJogica canalicolare non significa che l'infezione non possa provenire dai canali biliari, come è dimostrato sperimentalmente. GLAESNER (Vienna) ricorda le sue esperienze della scomparsa dei calcoli umani introdotti nella vescichetta del cane, dissoluzione dovuta alla più grande quantità dei sali taurocolici nella bile del cane e pon~ la questione della cristallizzazione siinultanea ])er via fisico-chimica dei calcoli faccettati. GAl\1NA (Siena) critica il valore eccessivo dato alle biop sie epatiche per la sede corticale del preleva-

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~~nto

e preferisce, malgrado i loro difetti i dati delle prove. funzionali; WEILL (Bruxelles) 'espone ~a sua teoria f?rr.nativa dei cal~oli biliari ~ spiega la loro rassom1gl1anza con I 'origine comune. Prendono quindi la parola MoGENA (Madrid) ; Po~Escu (Bucarest) ; GRIGAUT (~aris) ; KREMER (Varsavia) ; PESCHER (Paris) ; DE LANGEN (Batavia) che afferma essere la 1litiasi biliare assai rara nelle Indie I:landesi; infine AuBERT (Marsiglia) che sviluppa il punto di vista chirurgico sulla necessità di intervenire sempre tempestivamente.

••• I lavori <;Iel Congresso hanno occupato interame~te le giornate ad esso d~stinate poichè nelle sedute antimeridiane sono state svolt~ le Relazioni in quelle pomeridiane tutte le comunicazioni pre: sentate (c~rca 100) fra le quali quelle degli Italiani (CASONI, ~IARCIALIS) . . Nel complesso quindi il I Congresso Internaziona1~ sulla. litiasi biliare può dirsi riuscito appieno ~d il presidente prof. CARNOT, validamente coadiuvato da~ Segretari generali, dottori AIMARD e GLEN~Rn, _ha il ~erito di aver realizzato, con l 'organizzazione di queste giornate mediche internaziona~i, ~n vero trionfo. Una parola d~ lod~ va fatta all Ufficio Stampa, che ha funzionato nel modo piu perfetto. · · Anche la parte extrascientifica del Congresso è s~ata ~u.perio·re ad ogni aspettativa, per la squisita signorilità della cc Compagnie F ermière » di Vichy, (rélppresentata al Congresso dai sigg. BAUGNIES, FEtrJLLAUDE e NoRMAND), che nulla ha tralasciato pcrchè i congressisti ricevesserQ la migliore accoglierµa in questa grande stazione termale moderna. · ())sì la sera del 20 sett. fu offerto a tutti gli intervenuti un banchetto di 1200 coperti nel Salone del Gran Casino e pure uno &plendido banche_!!o di chiusura fu dato ai congressisti la sera d el 22. Fra i discorsi di circostanza pronunciati alla :fine di esso, fu applauditissimo quello del prof. SANARELLil che, dopo aver salutato i pionieri ':e i Maestri della scienza idrologica, ha auspicato una più stretta cooperazione scientifica internazionale, ponendo in luce il compito spettante ai cultori della medicina nell'opera di pro.p aganda per le maggiori e più cordiali intese fra tutti i po,p oli civili. Un finissi1no dejeuner il prof. CARNOT volle offrire poi il 21 mattina a tutti i delegati e professori stranieri, mentre alla sera vi fu rappresentazione di gala al Teatro del Gran Casino. Mediante speciali autocarri, infine, tutti i congressisti furono poi condotti a visitare i nuovi Stabilimenti di imbottigliamentQ e di spedizione delle acque di Vichy-Etat, e lì fu potuto ammirare il meccanismo perfetto che permette di ottenere tutte le garanzie cli asepsi desiderabile. Il grande Stabilimento Termale con i suoi numerosi servizi risponde alle esigenze più moderne della scienza medica: tuttavia è in costruzione un nuovo padiglione che sarà inaugurato nel prossimo anno. Fu inolt:r:e visitato il Laboratorio di Ricerche idrologiche, funzionante sotto il controllo dell 'Istituto Idrologico del Collegio di Francia e diretto dal prof. Lescoeur; riveste particolare in~por­ tanza dal punto di vista della sorveglianza scientifica degli effetti della cura di Vichy. , A. Pozzi.


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SEZIONE PRATICA

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APPUNTI PER IL MEDICO PRATICO. CASISTICA E TERAPIA. Battiti epigastrici e dispepsia pulsativa. L 'er etismo pul1satile 1dell 'aorta addominale si manifesta alla palpazione con uma sensazione di battiti profondi al cav·o epigastrico, determina diversi sintomi funzionali ed è assai frequente nei dispeptici. Col s intomo, che è fa1cile a m ett ersi i.n rilievo, coesiste tfllora unia iper estesia a lla pressione del cavo epigastrico quando i battiti sono f.orti. È ecceziona le che la pressione profon da e p1~lungata diventi penosa dopo ip-0chi istanti. I sintomi digestivi ed extradigestivi che aicoompagn ano l 'eretismo aortico haruno quasi sempre lo stesso caratter e : sensazi·oni dolorose indipendenti dall'alimentazione , acco·m pagnate talor.a ·da :rigurgiiti rpituiVosi, dia :salivazione aumemrtata, da rinvii a&ofagici. Talora una specie di angoscJa respiratoriia, una sensazione vaga di soffooazi<}ne, delle palpitazioni, della tachica.r dia, acco,m pagnaino tale ma.l essere . Le vertigim·i , lo stato na!UJSeoso, llill'ambliopia transitoria si ripetoin o 5-6 volte .n iella giornata; delle emicranie, :u.111-a. sindrome di icolite n ervosa, l'anoressia, um.a perdita di peso notevole , dei disturbi psichici, l 'astenia fisica ed intellettuale, talora una vera psicastenia si ossetrvano spesso. Tutté queste .ffilan~festazioni aumentano o si attenuano contemporameamente all 'elretismo aortico. I ba ttiti epigastrici si osservano nel morbo di iBased·ow, fanno parte d ell.a sindrom e di aortite addominale; la sifilide r ecente può d eterminla.r e urria sindrome .ainaloga. Nella magg ior parte dei casi, però, essi sono doVUJti a ,c ause locali, di cui la più frequente è la 1ptosi d egli orgaaii a·ddo1m inali; sono puìl'e una causa frequ,ente le reazioni doloirose d el colon a forma en teralg ica. I b attiti epigastrici costitajscono, con i sintomi di.gestivi ed extradige.stivi citati, una sipdromie ch e P. Jacquet e P. Kr:eyts (Pa1.;.s méd., 2 aprile 1932) d escrivono sotto il nome di dispepsia rpu~satile, ad :andamento fa milia re e taloif'a ereditario. La prova del riposo in letto ha un certo valore diagnostico. I battiti epigastrici co·sti tuiscono una oontroindicaziooe ad interventi chirurg ici, che non dovranno essere prat~cati che dopo una sensibile attenuazione ·dell 'eretismo1. fil. 1

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Relazione tra malattie renali e gastriche. Vengon-0 messe i-n. ri.l ievo da J. r.Friedeurwald e S. Morri&ODJ (Th e Jour. A. M. A ., 13 agosto 1932) le r elazioni tra i disturbi d ei reni e qu·elli dell 'apparait o gastro-intestinale. Patogenicam.e nte vanno considerati in parte i legami anatomici esist enti tra questi sistemi \

e .1~ loro i?nerv~zionei e circolazione, e in parte i fattori toss1emici. Sintomi pre~i .a cari?<> dell'apparato diger~nte nelle affez1on1 renali so,n o infatti frequenti , assumiendo talora im1tensità notevole sì da mascherare ia!ll!che <Jlrolli d ella malattia fon,d am1ental·e , che tJUJttavia deve essere curata attentamente, onde ottenere effetti terapeutici utili. I si·n tomi g.as.ltro-intestinali ch e si hanno nell'anemia 1SOno di natura tossica e il vomito e la diarrea che li rappresentan~ devono essere considerati come m eccanismo elim~nato­ rio di difesa. ~'altro canto, poi, una stenosi piloriaai o intestinale alta può .p rovocare manifestazioni renali, associate a stato tossico notevole. Nè è escluso che u·n a tossiemi:a1, con secondario intere~samento del rene, possa seguire ad una stias1 prolungata duodenale iliaca o colica. È mfine risaputo come il coi'on rappresenti tmo dei focolai d'infezione di certe lesioni tiri nari e. M. FABERI.

Le enterorragia nel corso della bacillosi intestinale. Du1ran.te il decorso della tubercolosi intestin~le possono verificarsi delle enterorragie, specie nelle forme acute. Tali etnterorragie rappresentano un sintomo di gravità, mai il loro interesse semiologico, dato che si tratta di incidente per lo più tardivo, è piuttosto scarso. In alc111ni casi isolati, tuttavia, CO•m e ha1n no potuit o os~rvare A. Cade e M. Mithaud (Jour. Méd. Lyon, n. 303, 20 agosto 1932), l 'emissione di ~ngue può rappresentare l'unico segno pr0bat1vo della localizzazione n ell 'intestin·o della tubercolosi evolvente in altro organo. Si tratta allora di formei frUJste, piutto,s to be·n igne, an;a.loghe al.la tubercolosi fibrosa con scarse uloe<razioni, e la loro prognosi non è cattiva, data la possibilità di cicatrizzazione. Alla stessa ·guisa di quanto avviene nelle emottisi e nell·e ematurie iniziali, si dovrà pertanto volgere l'attenzione verso l ' organo, cercando di assodare se, in re:a 1lt~, l 'em·orragia sia l 'espo1n en te di Uil1 processo, tulbercolare ch ei va sviluppandosi. Non è final1nente escluso che anch e delle melene ·s opravvenute iiI1 soggetti giovani, senza 1C'a usa apparente, possano essere dovute 1a1d un.a tu,beircolosi intestinale clinicamente primitiva, •el fino allora silenzio•sa. M. F ABERI. Per la sintomatologia dell'appendicite. F. Rud·olsky (Med. Klinik, 8 luglio 1932} oPdina al paziente di fa·r.e qualch e colpo di tosse o di premere oome per l'atto della defecazione. In queste condizioni, il dolore spontan eo si manifesta partico~a.rmen.t e acuto nella

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« IL POLICLINICO »

regioin e i1eo-cecale. La ricerca va, fatta prima di procedere al1ai palpazio·n e e riesce bene sopratturtto ·se.i il malato è inrelligente e sa localizzare b ene le sue sensazioni. Anche all 'ispezione si può vedere ch e, n el1'inspira.zione profonda, la metà dell'addome <lesLra si espainde meno, analogamente 1c.ome avviene per il to1ra~ nella pl·mi:rite. fil. .A.scaridiosi simulante malattie chirurgiche. Ch. Bruce Mo·r ton e W. W. Archer (Journ. Amervc.. Med. Assoc., 6 febbr. 1932) lianno osservato su 110 pazienti con ascaridiasi un certo numero (41) con sintomi addominali, in a lcuni dei quali si poneva il problema dell 'interve·n to chirurgioo. In 5 si aveva,no sintomi di colecistite, in 24 ·d i .appendicite o di ooclu~ sion·e intestimal.ei; otto ·pazien,ti vennero operati ·d ei quali due del primo gruppo (in uno la cistifellea era normale, nell'altro un ascaride ne occludeva il lurrrre). Nel gruppo di quelli con sintomi che mentivano quelli di appendicite con, formazion,e di ascesso o di occlusio~ ne intestinale, ne vennero operai 6; in 1 non si trovò n essuna anorm.alità, in 5 si palpava:n o grosse masse ·d i ascaridi n,el lume intestinale; in ll!Il·O ·di questi casi, la liberazione non po tè aversi ch·e mediante incisione dell'intestino. In presenza di pazienti con sintomi non gravi di a·ppendicite o di occlusione intestinale, si ·deve tener ·p resente la possibilità ch e tali sintomi ·Siano ·dati dalla presenza di ascaridi, speci.almen te in pa1esi dove tale infestazione è frequ ente. Gli AA. hanno potuto fare la diagnosi Tontgenologica della presenza -d i tali masse e raccoman·dano, ad (\,OIDi modo, l 'esame sistematico delle feci per la ricerca delle uova di ascaride. fil. 1

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Un caso di polmonite lobare a sindrome appendi· colare. È noto come ool quadro generale della polmonite ero.p ale infantile, specie se localizzata a de1stra, inveca del dolore costa.le, s i può avere un do,l ore ventrale con sede nel s01oo-mento superiorei ·dell'addome o nella regione intorno, al pl1lllto di M1a:c-Burney, tanto da essere in·dotti , qualche volta a fare diagnosi di perito,n ite o appe ndicite. M. Carbone (Nuova Medicina Italica, 31 lug lio 1932), r~portando una osservazione personale, richiama l 'attenzi·one sulla possibilità di errori diagnostici, gravi per le loro con.s egu.einze, quando il• medi100 non abbia po·rba.t o la sua 9.sservazion,e sull '.a·p parecchio irespiiratorio o qu.an·do si tratti di forme centrali. Bisogna tener presenoo che nella appendicite la febbre è in genere meno elevata e, nella maggioranza dei ca·s i, segue il dolore. La diagnosi di polmonite può poi essere facili.tata dall 'assenza di facies a·d·dominale, da.I:la presenza di erpet·e labiale, dall,a ·disipnea e dalla to:sse. Lo skodisn10 sulla fossa sottoclavicolare dello 1

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XXXIX, NuM. 42]

[Ai'\'NO

stesso lato de1ll 'affezione polmonare, allor.c.l1è esiste, sarà pure ·di grande aiuto ·d iagnostico, specie quando g li altri sintomi non si ·sono resi ancora chiari ed evidenti. Il Miran·d.a ha <lato la spiegazione della sin·drome appendicola.r e nella polmoni.te nel n1odo seguente : il 12° neTVo intercostale mianda ramuscoli teirminali n el.la cute della r egione iliaca, sulla quale si pttò trasmettere per .r iflesso I ' eoci tam1en to provoc_ato ·sul nervo dal proce·sso polm·on.a re. C. ToscANo. La resezione sottodiaframmatica dei vaghi. Pieri (An1nali ital. di chir., fase. 1, 1932) h a es~auito la resezione sottodiaframmatica bilaterale dei vaghi, in 14 casi per ulcera. g.astrica i\}staca•rdiaica, u1lciera p eptica postoperatorio. ·dopo resezione o g·astro·enteroston1ia ·e per sp.asmo gastrico. Scop:o dell 'oper.azione è di sopprimere la inn ervazione parasimpatica dello stomaco. Ne ·ripo·r ta la tecnica con sistente in un.a lapa,r atomi.a mediarua xifor-ombelica1e. Aperto il· periton·eo ie dopo .aver liber.a to in J.lto l 'apofisi ensiforme dallre sue inserzioni , mentre un assistemte .a ttira in basso lo stomaco ed un altro assistente solleva il fegato e divaTi•ca la ferita, l 'operatore ,,a a scopirireJ il punto di riflessione del peritoneo dal diaframma all'esofago a·ddominale incidendo t11a.s versalmente il peritoneo. Si sco p1re così il vago di sinistra cl1e si seziona. Qui:1'd i isolamdo il margine ·d estro dell'es©fag·o e g irando· sulla sua faccia posteiriore si in·dividu,a il vago di destra ch e si sez iona. Nei casi operati .dall'A. (·dei quali peraltro non c·onoscia1110 ~ risultati agli effetti della malattia che ave,ra costituito l 'in·dicazione o·peratori1a) non si ebbe a lcun ·effetto damin oso e g li ammalati furono, tutti dimessi dopo circa due settim.a ne dall'intervento. L 'A. cr.eide inuti.lie ;p raticare anestesia dei tronchi nervosi prima d.i r eiciderli notll avendo ·TOJai notato fenomeni allarn1anti dopo la sezione di essi. L 'intervento provoca dapprima un certo g·rad·o .di ipotonia pe.r la compiromissione ·di .g·ran parte ·della motilità gastrica, ma .dopo poch e settim.ane il tono e La motilità si ristabiliscono in maniera sufficiente. Crede quindi inwtil e associ.are a ll 'intervento una gastroenterostomia allo scopo di garantire il ,,uotamento d,ello stom.aic o. A. CALCAGNI. 1

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Inconvenienti della fenolftaleina. La fe11olftalein.a è m.olto· usarta con1e lassativo e fa })arte di n1olte specialità. Essa però può dare luogo, in qualche caso di idiosincrasia, ad in,convenienti. C. E. Lowe (Lancet, 4 g iugno 1932) ha osservato in un u omo di 60 anni, dopo somnlinistrazione di I O cg. di fenolftalcina con cacao, un' e tesa erruzione ·di p1orpor a., diarrea sano-uinolenta, vertigini, cianosi e debolezza Q'e~erale. Fenon1-eni .an.al o·g l1i ha osser' a1

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SEZIONE PRATICA

to ancl1e i11 al.tri casi. Nella prescrizione, di tale n1edican1e nto, è qui11di b ene ten er l)re e11te la po ibilità di idio incrasie ei preve11ire il paziente. fil. 1

SEMEIOTICA. La prova di Mc Clure e A.ldricl1 nei bambini tuber· colotici. ~le Clure e Aldrich n el 1923 osservarono che ll!Il· pomfo p-rovoc.ato inediante l ' iniez ione intrader1nica di una piccola quantità di soluzione fi _iolog ica di a Cl compariva molto più rapidan1en-te nei ban1bini con ed e·m a cl1e nei barr1bin.i sani. Questa prova lin1itata dapprima ai nefro·1)atici, fu e te a da altri AA. a svariate forn1e morbose, adoperando <lnche solutZioni ·d iverse. E. Zambrano, (La Pediatria, 15 luglio 1932) , ha c reduto ora inter essante riprendere le ricerche t1i tubercolosi per t~tare di determinare , e il m,etodo possede e valore i)ratico ai fini diagno. tici 01 e pe.r lo n1 eno p ote se dare a ltri dati cinca lo tato ·d el ricambio idrico che in ,·arie forme di tu1b e rco1 o~i si l1a .mJotivo di rite11ere più o m eno profo·nd:a•m ente alterato. La j)rova fu estesa a 51 bambini tuber coloti ci e a ban1bini n orrnali di controllo, di età media corri ponden.te. Il tempo di r eazione, 11orn1ale tra 48 ,e 78,, i trovò in· oienerale ri.dotto nei tu,bercolotici, e tanto m:ag.O'iorrn1ente in quelli con manifestazioni di cach e sia e tossiemia tuber·colare, in g rado min o·r e nei conva] e centi e guariti. L 'A. riti ene ch e tale prova possa1 essere l 'espre ione d ell e alterazioni ti uirali e con1e um in·dioe d ella i:n:tem. ità d el danno· prodotto d.a i velen i tuber colari. C. E RVI. 1

VARIA~ L'astrologia e la medicina mode1·na.

diazioni elettrich e sull o nostre condizioni fi, io-p icl1ich e è indi c utibile. Non è a ni eravigliare quindi se le modificazioni a trali attraverso ·m rutamenti dello istato fi ·ico d ell'ambiente indu1cono p erturbazioni organiche, coni con egu enze sullo ... tate di salute e sulla condotta uma·n a. Faure ha ri contrato che l1a~ comparsa de.Ile n1acchie solari coincide con un au1nento dei d elitti, d ei suicidii, d elle morti in1provvise,, d elle riacutizzazioni d elle so ffer enze, con la comparsa di epidemie. Ha trovato anche una coincidenza di aumenti di accid·e11ti varii: uragani, tempeste, ~n cen­ ·di, e plosioni n·elle miniere. Da ciò l 'illazione ch e le macchie solari per è s te e o il perturbamento cosmico di cui esse sono l 'effetto, produrrebbero m .odificazioni fi ich e profo·n de con le conseguenti influenze ·sul.1 'uomo e ull '1atmosfera. Vero è ch e queste o servazioni e d eduzioni $Ono st<lte molto ·discusse e smentite da v,a rii studiosi, e particolarmeinte da Chabé, il quale con una stati tic.a abbondante h a potuto dimotrare ch e l 'a um ento d egli accidenti umani e tellurici ·si verific.a spesso in·dip,endentem·el]1te dalla COIDJPar a delle macchie solari. ~fa ciò n orn. ha impedito al ])r of. Tchij eiky di Mosca di affermare che le n1acchie solari e. altano l'attività seissuale. · E- si va ancora oltre. Il dottor Len1oine afferma ch e i pi.aneti V·e ner e e Gio,re , com e il Sole , hanno inf.luenze sen suali. La lo ro presenza eccira l 'e tro· erotico e spinge alla m ·orte. ·F o1iumatamente i loro e f~etti male fi ci isono controbiJanciati ·dall 'influenza di un altro pian eta, Satu:rmo, cl1e è ·e.almo e freddo. Si rrtorna, .a.dunqu e, in piena astrologia, un J) O' p iù pretenziosa i11 quanto ' rorrebbe apparire cientifica, ma sem prre astrologia. I 1m1iracoli d ella radio ci roodono pelilsosi sulla po ibilità ch e forze a n·oi o cure agiscano continuamente su di n oi, e r egolino o pertuirbino le no•stre funzioni e la nostra co nd·o tta. Jl i1ostro organi mo è un apparecchio ricevente en sibil e per molte energ ie, e non si a se r quantei e quali di ,q ueste possano rp rovenire dagli astri. _ Ma da que, ta vaga qua11-to· l egittima uppo-sizione ai r.apnorti con1c.r eti e sicuri tra attività astrali ed attività umane corre troppo. P er ·o ra c'è margin e p er cr eazioni fanta stir l1e, no1n ba i per costn1zioni r ieintifich e. 1

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L 'a trologia di un t emipo, l 'astrolog ia surJ)er tizio a e c i1arlatane ca, tent<l di rifur c.apolino ammantandosi d 'una veste scienti fi ca. Quel cl1e uina , rolta era arbitraria interpretazione d el.l a influenza <leg·li a tri sul cor. o d egli avvenimein'ti e · ulla salute d egli uon1i11i, or.a ritorna in discu sione. Certo i tratta di b en a ltro. Lo studi·o d ell e r elazioni fna· modificazioni astrali e condi zio11i fisio-p ichich e è co a bem ·d iver sa dall 'a troilog are. Altri son.o i punt i di p1artenza, più co·n i tenti i da1ti di fatto anche ise.i essi si presentan·o p er il mom ento vaghi e non: molto convin!c,enti. Se g·li astri hanno cessato di governare g li avvenimenti umani, se non è più lecito trovare oroscopi dal loro tragitto, dalla .Joro a·p1parizione, dalla loro congiun·zione es i, secondo alc.ume moderne rioerch e, n o n sono estranei a lla 'ita degli uomini. Dal campo ·d ella ciarlatan eria si pa a, al111eno, com e tentativo, a quello scientifi co. Gli effetti d ei vari i raggi lun1ino i e dell e1ra-

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a,rgo.

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POSTA DEGLI ABBONATI. Al dott. G. S. da S.: Suggerian110: Th. J-l . ' ' an de Ve1de. cc Jl matrim o·n io perfetto n, ~fi l ano . Casa Editr. 1Franresco Aldor, prezzo L. 90; Anna Fi cl1 er , « La do·nn.a m ·edico di casa », Torino, Edi.t. Casanova, prezzo L. 60. P.


1638

« IL POLICLINICO »

[ANNO XXXIX, NUl\1. 42]

NELLA VITA PROFESSIONALE. SERVIZI IGIENICO-SANITARI.

CONCORSI. I

,.

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..

VACA~TI.

lii regolamento per l'attuazione della legge sulla

POSTI

labbricazione e vendita del cacao e del cioccolato.

ARGUGNANO (Viceriza). -Scad. 30ott.;1° reparto ; L. 7920 e 6 quadrienni dee., oltre L. 2200 trasp. , L. 264 ambulat., L. 1188 serv. att., L . 634 c. -v. se <.·0111pele.

La « Gazzetta UfficiaJe » n. 222 clel 24 settembre 1932 ha pubblicato il R. Decreto 26 maggio 1932, n. 1174, ch e approva il regola1nento per l 'appliicazione della legge 9 aprile 1931, n. 916, sulla fabbricazio11e e la vendita del cacao e del cioccolato. Abbiamo già ill,1strato questa legge nel n. 32 del « Policli11ico » del 15 agosto 1932. Acce11niamo ora breveme nte alle principali rlisposizioni del re.gola1nento. Esso prescrive che r1on si possano vendere come 'Cioccolato in bevanda prodotti che non ~iano preparati esclusivamenle con c 1.0ccolato o con cacao corrispondenti aJle disposizioni della legge.

Per il cioccolato al latte è fatto obbligo di indicare come cioccolato al latte magro, quello ch e non sia ·tabbricato con latte intero. Relativa1nente alle indicazioni da porsi sui prodotti messi in comn1ercio, è stabilito che quelle ch e servono a designare i cioccolati speciali d eb bono essere ben visibili e scritti con caratteri non meno evidenti delle altre eventt1ali indicazioni. . I11oltre le })ezzature di cioc(;olato superiori ai gr. 20 d evono portare ben chiara sugli i11volucri e l e etichette I 'indicazione del loro p~so Iletto. It1 luogo d el nome della ditta, il Ministero delle Corporazioni può autorizzare che sia impresso sugli involucri, etichette ecc. il marchio depositato del prodotto, in quanto sia espresso in parole e si a sempre accompagnato dall 'inòicazione del luogo di fabbricazione. Parlicolari n or1ne sj riferiscono al prel evam ento dei ca1npioni per le ar1alisi. Questi debbono essere almeno in nttmero di tre e del peso di gr. 100 per il cioccola lo ed il cacao ordinari, e di gr. 150 per i cioccolati speciali; i prodotti in polvere si prelevano nell 'involucro originale, in recipient~ di vetro o di latta; quelli confezionati, già involti in stag11ola od in carta pergamenata. I campioni si condiziona110 colle i11oda1ità in t1so (suggelli, etichette 11orta11ti tttl te le i11dicazioni e l e forme prescritte) e p,er og11i 11relevamento deve compilarsi il verbale, non 0111ettendo, oltre alle con suete indicazioni, qt;elle relative alla quantità di ciascuna partita del prodotto oggetto del prelevamento , ai marchi, numeri, ecc. ed alla quantità dei recipienti in cui è coill enuto, specificando anche se e quali partite portino ~e pr~scritte denominazioni indicanti la natt1ra dei costituenti del cioccolato. Il regolan1~11~0 ar1drà in vigore sei mesi dopo la stia pubblicazione, e cioè il 24 marzo 1933, dando così tempQ ai produttori di unifor1narsi alle disposizio11i della nuova legge . A. FRANCHE'ITI.

BARGE (C uneo) . - ,Scad. 20 ott. ; L. 7000 oltre L. 4000 trasp.; riduz. 12 %; tassa L. 50. BOLLATE (Mii.ano) . - Consorzio per la condotta mediço-chirurgica Bollate-Arese . A detto posto sono annessi i seguenti emolumenti.: stipe~dio an·nuo L. 13.000, essendo il Consorzio classificato di la. Categoria; l 'indennità di L . 3500 per mezzo di trasporto stabilito in carrozza con cavallo od automobile; l'indennità annua di L. 700 per le fl1nzioni di Ufficiale Sanitario, se tale incarico verrà da S E. il Prefetto conferito al vincitore del co n cor~o.

Gli assegni e le ~ventuali ind~nnità sono soggette alla riduzione del 12 % in base a R. D. 20-111930. Detti emolumenti sono al lordo di qualsiasi tassa, imposta o trattenute prescritte per legge. Lo si i pendio è aumentato di un decimo dopo ogni • quadriennio di servizio e per 5 quadrienni a decorrere dal 1° del mese successivo ali 'acquisto della s tabilità. Scadenza 31 ottobre 1932. Per altri chiarimenti s ui titoli od alt.ro, rivolgersi al signor Er1•ir1io lVIariani, presidente del Consorzio, Bollate. •

BOLOGNOLA (Macer ata). - Scad. 15 dic.; L. 9000 e 3 que;drie11ni dee., oltre L. 600 uff. san., L. 200 r.rnl. farm. , da ridurre del 12 %; c. -v.; età lim. 35 a.; tassa L. 50. BRESCIA. A nimin. Prov. - Scad. 30 nov. ; coadiutore della Sez. med.-micrograf. del Lahorat. . Prov. d'igiene e profilassi; L. 12.000 oltre L. 3500 serv. alt.; riduz. 12 %; riconoscimento serv. ant.; premi di operosità; età lim. 35 a. al 1° sett.; tassa L. 50. CAl\tPAGNANO n1 Ro1"IA (Roma) . - Scad. 30 ott.; L. 9500 e 5. quadrienni dee., oltre c.-v. e L. 400 uff. san.; età lim. 35 a.; tassa L. 50, 10. CARPENETO n'AcQUI (Alessandria) . Scad. 15 dic ; .L. 6160 oltre L. 440 trasp., L. 440 uff. san., g ià ridotte. C.\STELSAnoo (Sassari). - Scad. 30 nov. ; L. 8360 g·ià ridotte del 12 %; addizio11ale L. 5 oltre i 1000 pov.; 5 quadrienni dee.; L. 880 se uff. san.; c. -v.; L. 1200 per gli ammalati dimoranti in campagna; e là Ji11l. 11:5 a . ; tassa L . 50, 10; doc. a 3 mesi. CASTO (Brescia). Scad. 30 nov.; con sorzio; L. 8800 ~ 6 quinquenni oltre L. 2640 trasp., L. 440 uff. san. ; tass!J. L. 50. CAVRIGLIA (A r ezzo). - Scad . 10 dic.; 3a. cond. ; L. 9000 oltre c.-v. L . 740 pei coniugati; L. 3000 cavale.; riduz. 12 %; ~tà lim. 40 a.; tassa _L. 50. CrrrÀ DI C.\STELLO (Perugia) . - Scad. 30 nov.; per l\1orra; L . 7000 oltre L. 600 serv . att., L. 500200t>-4000 trasp.; età lim . 35 a.


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SEZIONE PRATlCA

n11te obbligatorie. Et à minima a. 21, massima a . 45 salvo eccezioni di etti all'art. 9 del R. D . 16-I-1927, n. 155 (e< Gazz. {Jff. » 22-II-1927, n . 43) . Documenti e titoli di studio indicati all 'art. 8 del sucitato R. Decreto . Tassa di concorso L. 50,10. Prove di CuF.Novrzz\ (Trieste) . Co11 sor zio Crenovizza- e·samj secondo i programmi e le norme generali .Senosecchia, con r esiclenza n el , comu11e di Crenodi cui al Decr eto 9 magg·io 1927 del Ministero del-vizza, frazione Prevallo. Stipendio annuo L . 11.000 1'Jnterno. ~eriodo di prova anni due. Assunzione au111e 11 tabili d i un decimo ogni quadriennio,, e così di .. crvizio entro trenta g iorni dalla partecipazione per [) quadrienni, sullo stipendio base. Caro vidi 1101ni11a sotto pena di decadenza. Accett azione , ·veri, ii110 a qt1a11do verrà con sentito , n ella misura nd ogni effetto di l egge, del Regolamento per il .corrjspost a agli i1npiegati dello Sl ato. Indennità . Labor~torio, di qu ello organico per gli ufficii pro.Per il servizio di TJffici ale Sanitario L . 1000. I11denvinr.i&li e delle event11ali modifiche ch e possano nilà per n1ezzo di lr!ls·p orto L. 3000. Le s uddette irt seguito esservi introdotte. Scadenza ore diciotto percf'zio11i son o soggette alle\ ridu zione del 12 % clel 30 novembre. 1932. Chiarimenti alla Segreteria (R D. L. N. 1491 del 20-XI-1930) e alle r,ite11ute <li d ell ·A111ministrazione Provinciale. 1.,egge. Scadenza or e seclici del' 10 novembre 1932. RcPALil\IOSANI (Camp obasso) . Scad. 26 nov.; 'Per oltre inforinazioni , notizie sui docu1nenti , ecc ., L. 6000 <la ridurre 12 %, 3 quinquenni dee.; età rivolger i alla Segreteria Comunale di Crenovizza. lim. 35 a.; tassa L. 50,10. Cn1SPLu"iO (Taranto) . Scad. 31 o tt. , ore 18; SANTOPADRE (F rosinone). Srad. 30 nov.; lire ·.e tà lim. 35 a.; L. 10.500, oltre L. 500 se uff. san.; 10.500 e 5 tiuadrienrti dee., c.-v., L. 2400 cavale ., riduz. 12 °6; doc. a 3 mesi dal 12 se tt .; tassa liL. EiOO uff. san., il tutto ridotto del 12 %; et à lim . ;re 50.10. 3f5 a.; tassa L . 50,10. G1LDONE ~Campobosso) . - Scad. 25 nov.; L. 5500 SoRL\ o CALABRO (Catanzaro). - Scad. 15 nov.; e 3 quinque111\i clec.; età lim. 40 a.; tassa L. 50, 15. L. 7000 da ridurre <l el 12 %; 5 quadrienni dee. L1en1zz1 (/\1essi ria) . - Scad. 25 o tt . ; L. 9000 ollre SPOLETO (Perugia). - Scad. 31 dj c.; due condotL . 1000 se u!f. san. lt>; L . 8000 e L. 9000 . ol tre ser v. att. L. 2100, c .-v. r ~1ATR1cr: (Camµobasso). - Scad. 17 dic.; L . 6000 L. 500-2000-4000 trasp.; ridt1z. 12 ~6 ; età lim. 35 a.; .da ridtirre ùel 12 %; 3 quinl1ue1111i dee.; et à lin1. tassa L. 50 .35 a ; tasse\ T~. 25. · 'J'oLl\IEzzo ( Udine). - A tutto 15 nov . , 1° reparto;

CONTESSA ·del 15 dic.; ni dee.; L. .a5 a . : tassa

ENTELLINA (Palermo) . - Scad. ore 18 titoli ed esam i ; L. 9750 e 5 quinquen500 se uff. sa11.; r~duz. 12 %; età lim. L. 50.

l\iloNt:BELLO l\il oNFERRATO (A lessan.dria) . - Scad. 23 nov.: L. 7000 oltre L. 2000 trasp., L. 700 uff. san . ~loi,TENEno n 'loR1A

Scad. 31 ott.; L . 11.000 e 6 quadrienni dee., ollre L . 600 serv. .att. , c. -v. , L. 3000 automezzo oobligatorio, L. 600 ambl.1lat. &e a domicilio del ined., L. 1000 se uff. ~an ., riel uz. 12 %; età lim . 35 a.; tassa L. 50, 10. (Gorizia). -

OSTELLATO (Fe rrara) . - Scad . 20 ott.; per Rove· reto {2a. condott a) ; L. 8360 e 5 quacirienni d ee. ol tre L. '3400 serv. at t., c. -v .; età lim . 3p a.; tassa 'L. 00,15. PADOVA. Os[Jerlal e Pr-0vinc. psichiatrico. Scad. 15 nov. ; n1edico ])rin1ario e inedico assi stente; stive11di L. 13.500 e L. 9500, al1mentabili ; c. -v . ; riduz. 12 <J~ ; alloggio personale; età lim . rispetliv. a. 35 e u. 30; tassa I.i. 50,10. St il medico prin1ario verrà ir1r arica to delle funzioni di vice-direttore, indennità di L. 1200 e alloggio per famig lia.

PraTRAC.\TELLA (Campobasso) . Sr ad. 10 dic. ; L. 6000 e 3 qui11quenni dee.; riduz. 12 %; et à Jirn . 39 a. PonT1co e S. B EN EDETTO (Forlì). - Sr ad. 25 olt., 1 a. cond.; L. 11.000 oltre L. 3000 trasp. , L. JOOO .u ff. san. ; 10 bie11ni Yer1tes . ; et à liL11. 35 a.; tassa L . 50, 10. POTENZA 1.tnm.inistrrrzione Provin ciale. Per ;titoli ed esan1i. Posti di Direttore della Sezione Me·dico-Micrografica e ùi Direttore d ell a Sezione Chimica del Laboratorio Provinci al e d 'Ig iene e Pro-filassi. Sti1)endio iniziale L. 16.000, aumentabile .a L 17 .800, oltre ad una indennità di servizio at tivo di L. 3630 annue, ed una percentu al e del 25 % -sul! 'importo degli utili clel Laboratorio, da ripartirsi tra i due dirigenti delle Sezioni. Gli assegni sono sogget li alla r icll1 zi o11e del 12 % e• alle rite-

L 8000 oltre L. 500 serv. alt., L . 1000 lrasp.; riducibili 12 %; 6 quaclrjenni dee. 'f1\ENTO . _4mminislrazione Provinciale. - Per tiloli ed esami. Posto di coadiutore dell a Sezio1ìe i\1edico,,.~lic rografica , con annessa Stazione antirabb ica, del Laboratorio Provinci ale di Igiene e Profil ass i ir1 Trento. AL posto sono congiunti i segue11 li c1nolu rnenti . s tipendio L. 13. 700 con 3 aurnenti quaclrie11n ali di L. 600, rispettivan1ent e lire 800 e L. 900, o1tre l 'inde1111ità di servizio atLi vo cli L. 3500, al lordo di rite1111ta di Jl. l\il. e con1rjbuti di l egge; il t utto soggetto alla riduzione del 12 % (R . D. l ,. 20-XI-1930, N. 491) . Al coacli utore 'potrà inol tre esser e corrispos to un premio di operosità n ella misura del 15 % d ei proventi di a11ali si a pagame11to di interesse privato. Scadenza ore sedici del 25 novembre 1932. Per ulteriori informazio11i sui documenti, ecc ., rivolgersi all 'Uffici.J Economato rlella Amminis trazione Provincial·~ di Trento , inviando l 'irr1porto di lire due.

R. Prefellur a. -

-

Scad. 25 ott.; uff. sa nit. di Borgosesia; L. 7000 e 10 bienni ventes., o ltre L . 3500 trasp. e diarie; è ammesso l 'esercizio della libera profess.; probabile direz. dei laboratori . Chiarimenti dall 'Ufficio Sanitario della Prefettura. VERCELLI.

Quando non è altrimenti indicato i con cor si si riferiscono a condotte medicocl1irurgiche, i compe11si al lo stipendio base. Avvertenza. -

, ,.e11desi occasione i11 . b locco o separatan1ente t11tlo quanto ii n1ateriale ch e arreda casa di cura chirurgica. Il 111ateriale è in o ttin1e co11dizionj, come nuovo . Per trattative scrivere: Sig . Scacciati, p iazza Incl !pendenza 4, Firenze .


1G40

« JL POLICLINICO »

cc

L eo11ardo l.3ian clii ».

~·el\f. 42~.

9° Congresso italiano di neurologia.

I~.

aperlo il concorso ad u11 premio cli L. 4000 (lurde) cos tituito con le rendite della Fondazione « Leonardo Bianchi » da co11ferirsi al laureato in } Jedicina e Chirurg ia presso la R . Università cli Nn1)olj ch e prese11ti il miglior lavoro in Neuropatc·logia . I .e d omande debbo110 esser e presentate i11 Seg·reteria. non oltre il 30 i1oven1hre 1932, corredate dai seguenti d ocu_n{~pt~ : a) certificato di cittadinanza itnljélna debitam·ente legalizzato; b) certificato di l aur ea; e) tre copie del lavoro col quale s'intende co1i correre al premio . •

XXXIX ,

NOTIZIE DIVERSE.

CONCORSI .\ PREl\II.

Fon.dazione

[ANNO

NOMINE, PROMOZIONI ED ONORIFICENZE • Dura11te u11a solen11 e seduta del 10° Co11gresso i11l ernazio11ale di s torja della medicina, adu11atosi n Bucarest daì. 10 al 18 settembre, furono conferi le le nomine a me1nbri onorari della Reale Società Ro1nena di Storia della Medicina . Per l'Italia ricevettero il diploma i proff. : Capparo11i (Roma), Castiglioni (Padova), Favaro (Modena) , Giordano (Ve11ezia), Piccinini (l\1ilano), Simonini (Mode11a). Il dott. sir Holb·url Waring è stato eletto pre i<l e n te del l~eale Collegio dei Chirurghi di Lo11dra, i11 ~o tituzione del dott. lord l\1oyniha11. Il ì\loy11ihan è s tato fin 'ora il solo presidente che i1011 provenisse dalla Metropoli ed il solo che ia rin1asto j11 c arica per due periodi (questi sono qua<lrien 11ali). Egli ha portalo not~voli innovazio11i : lra I 'altro, h a promosso la chirurgia sperimentale, j i1 sper ie con la Fondazione di Buxton Browne, i1el Ke11t, presso la Casa di Darvin; ha fatto istituire i1u1nerose borse di s tudio, e all'uopo è riuscito a raccogliere importanti somme; ha dato anch e impul o al museo ed alle conferenze . Ha mirato sempre al collegamento tra ricerca sperimentale, osservazioni cliniche e diffusione delle co11oscenze attraverso l 'insegnamento e le discu ssio11i. Il dott. 1~11omas Gillmann Moorhead, preside11 le del Reale Collegio dei Medici dell 'Irlanda e professore di n1edicina al Collegio Trinità d ell 'Università di Dublino , è sta lo eletto preside11te dell 'Associazione ~Iedica Britannica, in sostituzione di lord Dawson of Penn . Il dott. G. C. Anderson è stato designato quale segretario d ella stessa Associazione, in sostituzione del dott. Alfred Fox, che ne fu per lJn lungo p eriodo I 'animatore; il cambiamento ebbe ll1ogo il 1° ottol>re, con una cerimonia in 011ore del Fox. \

li prof. Giu se11pe Ov:n, direttore della R. Cli11ica oculi s tica di Roma, è stato ir1signito di motu propritJ d el Sovrano, d ella Co1nmenda d ella Coro11a <l 'I ta Ii a. Vivi r a·Ilegramenti all'illustre cli11ico. .i\lla Lega argentina contro la tubercolosi so110 s tati eletti: presiclente jl dott. Gregorio Araoz Alfaro ; Yice-presidenti il do lt. Carlos Bo11ori110 Udaor1do e il sig. lVIiguel l\i[iharovich ; segr etario il dol t. Rod olfo ' raccarezza; tesoriere il dott. A. Olara11 Chans. Il dott. Walter Fri e]Jo , professore di der111atolog ia è Ros tork, è chia1nato a in segnare la stessa <lisri1)li11a a Berlino.

La Società Italiana di Neurologia si è acluu ata1 a ~1odena nei g iorni 5-8 ottobre. All 'inauguraziorie intervenne il sottosearetario all 'Educazione Nazionale on. Arrigo Solmi. Parl~i1ono il podestà avv. San Donnino, il rettore clell 'Universilà prof. Pio Colombini, il presidente della Società prof. Fragnito, il presidente del Congresso prof. Donaggio e l 'on. Solmi. Que- · sti fece consiclerare come l'Italia abbia bisogno di una 1)opolazio11e 11u1nerosa e robusta mentre il i1l1mero e la robus tezza dei popoli mod~rni sono i11sidiati da inille veleni morali e materiali , che fanno guardare l 'avvenire con infinita preoccupa-· zio11e. Accenna a questi veleni e agli squilibri che essi determinano nel sistema nervoso, contro i quali la scienza combatte una difficile battaglia. Si augura che i lavori del Congresso possano re- · care 11uovi c ontr~buti ~ giovare al benessere umano e al progresso d emografi co della Patria italiana. I lavori del Congresso sono stati ii1teressanti e · a1 t ivi . Si so110 anche co1npiute varie visite. Il prossin10 Congresso è convocato a Roma. .Alla pre.~idenza d ella Società è s tato chia1nato il i1rof. .Antero Donag·gio; pres.idente 011orario è · stato nominalo il prof. Eugenio Tanzi.

4° Congresso italiano di microbiologia. Si f> svolto a l\:Iila110 dal 3 al 5 ottobre, 11ei Iocalr clell 'I sli tuto Sieroterapico i\ililanese, il 4° Congresso orgnnizzalo dalla Sezione italiana della Società· internazionale di rrticrobiologia. Tra i numerosi inlerYenuti erano a1r.u11e eminenti personalità -scienlific11e s traniere. · Il prof. Beffanti , presidente della Società e dir e ttore dell 'Istituto, ha aperto i lavori con una rcl azio11e sull 'attività della sezione italiana met-' tendo in evidenza I 'utilità derivante al progresso scie11tifico da una moderna organizzazione degli sca1nbi intellettuali tra gli studiosi naziona1i e tra questi ed i colleghi di t11tto il mondo. Le relazioni già annunziate dettero origine a viYac i discussio11i. Ai lavori prese parte il prof. E. l\Iorelli. Destarono intere se le conferenze deg li ospiti stranieri: il prof . .Sach s, di Heidelberg, }Jarlò in italiano su ·u n venticinquennio di siero<1 iug·11osi ,ielJ a sifilid e; il prof. Neuberg, cli Der-linc., p·a rlò in francese sulla biochimica della fern1e1)tazione d egli idrocarbonati ; il prof. Soule, df ~Iichigan , trattò d elle dissoc iazioni batteriche; if dotr . Barotte diede lettura di una co·n ferenza del prof Ramon , di Parigi, sul tema: immunità anti- · tossica, costituzione e origine delle antitossine. Ebbe luogo la cerimonia i11augurale di un n uo~ vo 1Jaéliglio11e del] 'Is tituto.

Congr essi medici messicani. J)ura11te il mese cli setterr1bre si è tenuto a Ta1nllico il 1° Congresso messicano sulla malaria ; erano al! 'ordine de l g iorno i seguenti temi: in1mur1i t à, forme atipich e, chinino-resistenza , trattan1 en to con rimedi cliversi dalla chi11i11a, larvicidi" ero1101nici ed efficac j. $i1nultaneamente nb be luogo la 4a riunion e dei Sindacati Merlici; te1ni: assirurazione sociale prol<'tariato 1nedi~o, responsabilità penale d el m ed·ico1 si11cl aca ti inedici e legge feòerale sul Tavoro,_


[ANNO XXXIX,

NUl\1.

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SEZIONE PHATJC.\

.Società francese di elettropiressia. Ha lo scopo di raccogli~re e di far co11oscere i lavori scientifici e i risultati terapeutici ottenuti 111ediante la febbre artificiale ed i11 particolare n1ediartte ~ 'elettropiressia. Il ininistro della salute 1)ubbli~a, Godart, ne ha accett ato la preside11za 011orar1a. La sede sociale è: Chateau Qe La Muette, rue André-Pascal, Paris (XVIe), Francin. Do1)0 ogni sed11ta, si pubblicherà u11 b olletli110 che verrà largamente diffuso.

1° Consiglio nazionale delle ostetriche. Si è tenuto a Roma nell'aula della R. Clinica ostetrica in occasio,n e dell 'adu11ata dei professionisli e artisti. Inlervennero all 'inaug u razio11e il prof. Franchett~ per la Direzio11e generale del la Sa11ità pubblica, il dott. Coghetti p er il P. N. F., il prof. Pecori per il Governatorato di Ro111a, il · prof. Bompiani per il se11. Pestalozza, u11 rappreentante del Prefetto e al tre perso11alità. G iu11 sero vari~ adesioni. Dopo vari discorsi, si è proceduto alht votazione per le cariche. È stata eletta segretaria nazionale la sig.na Rosi11a ~Ial acar11e. Il Co11 siglio ha discusso i vari temi all 'ordi11e del gior110: e11lpiri mo, tariffa nazionale, capitolato, titolo, ufficio di collocame11to, difesa della profes io11~ clel1 'ostetrica, mutue e pensioni. È s tata approvata la proposta della segretaria i1azionale di fondare u1la C(.l sa nazionale di assistenza con i fondi che fino arl ora erano Lati raccolti per la Cassa della O te.trica.

Un corso universitario a Pietraligure. Per l 'interessamento del con1n1i sario del Pio I ·tituto cli Sa1tta Corona e coll 'appoggio del prof. Livi11i, rettore della Università di Mila110, e clel prof. Ronzorti , cliretto,r e della Scuola di tisiologia di Milano, si è lenuto a Pietraligure, 11egli Istituti dipe11denti da Santa Corona di ~fil ano, un cor o teorico-pratico s ulla tubercolosi osteo-articolare, peJ' opera del] 'egregio prof. Zanoli, primario cl1irurgo del grande Istituto. Il corso fu diviso i11 due <:>zioni, a cau sa del numero ragguardevole degli i11scr~tti: la prima si svolse dal 1° al 10 selle1nl)re; la seconda dal 20 al 30 settembre. Per il Policlinico di Torino. Nell 1ospedale civico di Tori110 saranno co1lve11ienien1ente conce11trate tutte le cliniche u11iversilarie, con gli is tituti annessi, ora sparsi i11 a11Lichi -edifici ed in locali insufficienti e inadatti. Un Consorzio co ·tituito dagli E11ti interessati, Stato, Con~11n~, Osperlale S Giovanni, Istituti di ben eficenza, provvede all a costruzione dei fabbricati ed al loro arredamento. I fqndi sinora assicurati e rendono a 53 milioni, ma ne occorreranno altri l)E'r co1npletare le magn.ifiche costruzioni. Di esse 11na parte è già pronLa e sarà inaugurata il 28 ottobr e. L 'ospedale si t.ro.v a alla periferia della città, in regione Molinette e la superfice jnclusa nel recinto m isura 142.000 metri quadrati ed è delimitata da corsi alberati di note;vole }argh ezza; sulla fronte inaggiore a levante, della lunghezza di mezzo chilon1etro, c 1è una piazza larga 300 metri. I padiglio11i costitu enti nel loro assieme l 'osp edale e le cli11iche, son o diciannove, e la superfice fabbricata è di 30.000 metri quadrati. TL1t to quello ch e di pii.1 perfetto hanno sugge-

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rilo Ja scie11za e l 1ar le n1edic~1 è stato adottalo sia 11ella clispqsizione dei locali, t-ia 11ell 'arreda1ne11'to. Ogn~ cli11ica ha bibliot~ca, sal a di lettura, i11g ressi riservali , laboratorii ed ambulatorii proprii, riparti <'Ompleti di infermerie e. tutto quanto .occorre per un funzio·name11to indipe11dente: l 'altezza rt1edia delle i11fern1erie è d i n1etri 4,50 e la u perfice per og11i leLto di m etri quadrati 8. Ogni g·ruppo di i11fermerie, ogni sezione, ha vera11de a_perte ~ giardi11i, nei quali i 1nal at~ potra11no esser trasportati coi loro letti. Una centra}~ termica di gra~de potenza provvederà al riscaldamento, a circolazione cl 'acqua: per le c ucinette, le sterilizzazioni ed altri impianti ininori d 'esercizio, verrà adqttato il riscalda1ne11to e lettrico. Il numero d ei letti è di 1080, div1 si proporzionalme11te fra clinica rr1edica generale, cli11ica chirt1rgica, patologia medica , clinica neurol)alologica, otori11olaringoiatrica, psichiatrica, . der1nosifiJopa lica, ~solaro,en to ecc., con ogni massima comoclilà di collocamento e di assistenza. Ma i posti potra11no essere portali presto a 1200 con le già predisposte elevazioni e completamenti di edifici. ell 'interno si sono inoltre predisposti alloggi per 400 i)ersone (med i('i di servizio, suore, i11fermiere, rappell ano, guardie, personale subalterno, ecc.). L 'ospedale potrà compet~re co~ i maggiori d 1Eur opa.

Nuoro ospedale a Losanna. È sta lo inauguratQ a Losa11na un ospedale cos truito grazie ad un legato di 500.000 fran chi svizzeri, ch e u11 ex-industriale, Edoardo Sandoz-David - pe;r su ggerimento del proprio medico dott. Bruslei11 - fece al cantone di Vaud. Porta il i1ome d el be11efattore. Potrà ospitare 112 m alati, di c ui metà uomini e metà donne. Vi sono stati aggiu11t\ quattro padiglioni d 'isolamento; il prezzo si è elevato ad u11 ~ilio11e di franchi. A.Ile Tern1e di Salsomaggiore. Pr e ·e11ti il Duca di Bergamo, gli 011. Rossoni , OliYelti, Fari1Lacci ~ Bigliardi, il se11. Marozzi, il prefet to Rizzatti , il podestà Ivlantova11i, il segreta. rio federale Vicari e nu1neroso pub))li co di auto· rit ~-1 e di invitati, si è inaugurato il nuovo grand!!:! edificio delle 'ferme co truito dalla Cassa azionale delle Assicurazioni Sociali. La benedizione alla 11uova opera del Regime è stata in1partita dal vescovo mons. Vianello, il quale ha pronu11ziato un elevato discorso. Hanno parla to a11che l 'on. Olivet li. il podestà Mantovani e l 'on. Rosso11i, il quale ha dato particolare rilievo all a nuova O})era compiuta i11 favore dei lavoratori. La Scuola di Farmncia a Bari. Col prossimo anno accademico avrà inizio nella R. U11iversità di Bari il corso per l a laurea i11 Far11tacia. Per tal mode sì completa la Scuola cli Farmacia dell 'Università Pugliese. Elargizioni. La fondazione Rock èfeller ha donato 200.000 dolJari, pari a circa 4 n1ilion~ di lire it. , all 'Università Stanford della Cal ifornia, per promuovere le ricerche n el campo d elle scienze sociali (vi è compresa l 'igiene sociale). Di detta somma 75 mila dollari sono senza restrizioni; 125 n1ila sono a ro11dizio1te ch e l 'Università provveda u11a som111a u guale.


1642 .

cc

J L P OLI CLINICO

Nella stampa medica.

I

Il d.ott. Giocondo Protti, ben r1oto per il suo « emo1nn~s to inuscolare », ci pr~senta un cc Archivio di ,.adiobiologia », che ha un Co1nitato r edazionale ove fig urano i nomi di Capocaccia Casati Cr•staldi, Ceresole, Roncato, Venezia11i e Viale. ' Il nuovo m ovimento radiobiologico h a nel i1ome d~l Protti u11 ' affern1azio~~. I benefici effetti che egli, ~ella Clir1ica di Schiassi, aveva osservaio su alcuni individui a seguito dell 'i11iezior1e di quantità non elevate di sangu e, ven11ero da lui attribuiti dapprima a p rincipii o·r m.o nici; poi alle radiazioni mitog~netiche di Gurwitsch. lr1dipe11dentemente da quelli che possoi10 ebsere i criteri interpretativi, il merito fondamenta}~ del ~rotti (e il G:urwitsch glielo ha riconosciuto), è stato quello di riuscire a dimostrare la possibilità di un 'azione fotochimica della materia organica animale. Tale azione nel sangue sarebbe in r elazione al potere irradiant~, il quale varierebbe non poco nei vari individu~ (i datori, nella pratica seguita dal Protti, dovrebbero essere scelti tra i soggetti con elevato potere radiante n el sang ue e appar ten enti al medesimo g ruppo sa11guigno del recettore). 11 primo numero di cc Radiob·iologia ,> contiene articoli di Casati, sul· pot~re radiar1te del sangue nell 'ergosterisID:o; di Ceresole, sulle modificazioni ch e lo stato elettrico atmosferico induce nella ce·· neslesi ~ndividuale; di Gurwitsch, che si occupa tlella profonda differenza frtl la m oltiplicazione cellulare fisiologica e quella patologica dei carcinomi, ir1 rapporto alle radiazioni mitoge11etich e ; segue un lavoro di Gusso sull 'azione d ell 'iniezio11e di sangue di donna gestante nelle forme di disfunzion e ovarica; un lavoro di l\1agrou , intorno all 'influenza delle azioni a distan za s11ll 'embriogen esi; un lavoro di Maxia, riguardante gl i effe tti diversi di r adiazioni e di gas sugli anelli di. Liesegang; un articolo di Giulio Me neal1etti . o ci rca l'azione d egli influssi cos1nici sulla vita del1'uomo; un altro di Pozzan , sui rapporti tra em Òca leresi e ragg'i mitogenetici. È poi riportato l 'interes.san Lissi1no discorso t~nuto nel 1931, al Cong resso del]a Soc. It. per il progresso delle Scienze, dal Rond.oni di Milano. Chiuçlono la rivista un arti colo di Torresi sull 'emoinnesto intramuscolare in alcune emopatie e uri sagg~o critico di Viale sulle radiazio11i cosmiche e la oscillazione cellulare, in cui si confuta la possibilità che un circuito alla Lakhovsky possa arrestare i r aggi cosmici, in quanto questi sq110 del tipo dei raggi beta e òotati òi e;norme potere penetrante. Seguon o varie recen sioni. Il progra~ma che il Protti si è con entusiasmo proposto, è vasto; appare opportu110 ch e i fatti osserva li, quanto più i11teressanti, tanto più siano so ttoposti al controllo e alla critica severa e spélssionat a. La facilità con cui del su ggestivo argomento si sono i111padroniti i quotidiani politi ci, se ha dato popolarità al Protti, gl~ ba forse tolto la simpatia di una parte della severa scienza ufficiale, m algrado ch e lo Schiassi l 'abbia definito « serio, prudente e pratico ». Ai dati d~ fatto ch e la radiobiologia certan1ente h a conquistato, con grande pazien za p o tranno esser e aggiunti i risultati di 11uove indagir1i, da farsi pii1 nel campo biologico ch e nel campo clinico, affinc11è la critica possa essere severissima. La nuova rivista (gli uffici d el p eriodico hanno sed e a Venezia: direzione e redazione: San Gregorio 173 ; om n1i11istrazion e: San Gregorio 173-A) potrà

»

[ ANNO

XXXIX,

~u 1\I.

42 J.1 ,

d eg1~ ame!1 te, .i1ella sua bella veste tipografica, ac-·

cogliere ~ dati speri1ner1tali dei ricercatori d 'a van-· guardia; essa è a11ch e l 'organo d'una cc Società Ir1Ler11azionale di Radiobiologia » che il Protti d 'ac?or~o col Comitato redazionale, si ripromett~ · d1 r1un1re a congresso nella prossima primavera a Venezia. l\J. MEss1N1. '

·1 medici italiani ammessi all'abilitazione nello to di New York.

sta-~

Lo Stato di New York aveva deciso di escludere· ~l agli esami <.li abilitazione alla professione 1nedica 1 lau reati delle l i11iversità italiane e di altre Na-· zioni europee. In seguito a vive· proteste presso il Go,·ernatore RooRevelt, il provvedimento è stato . a111!u]Jato, garentendo l 'esercizio professionale dietro il consu eto esame statale - ai laureati in . Itnlia, tanto i tali:t ni quanto nativi d 'America attualmente i_scritti presso Università italiane.

Rivolta di medici cubani. I 1nedici di Cuba addetti alle società 1n utue hanno dichiarato lo sciopero e lo hanno attuato dopo un ritardo di tre gior11i, concesso i.11 accogJi~e11to di u~a richiesta del Presidente della, Repub·b lica. Lo sciopero venne precipitato dalla decisiQne, da parte delJe mutue, di non escludere· dalle cure m ediche i soci che si trovano in buo11e co11diz~oni eco11o·m:iche, tali da con sen Lire f acilmente la retribuzione diretta dei 1nedici. · Le mutue d~ Cuba datano fin dai tempi degli spagnoli; oltre a provvedere l 'assistenza medica - e all 'uopo esse dispongono di buoni ospedali - forniscono anche luoghi di ritrovo, bibliotech e, })alestre;, ecc.; jl premio è piuttosto elevato: <..orrisponde a 40 ]ire m en sili circa p er og11i socio ~ La più potente inut11a di Cuba conta pi'ù di 60.000 soci ; un 'altra ne ha quasi 20.000. I medici addetti alle mutt1e compiono, su r etribuzioni ~odeste, un Javoro i11tenso, che non lascia loro 11 teID:po di studiare e di p erfezionarsi. Estenderele cure alla classe p r ivilegiata, significherebbe dedicare a queste inolto tempo, per ragio11i cli opJ)Ortun ità, e p eggiorare l 'assistenza agli altri iscritti ; sig11ifich erebbe ancl1e togliere lavoro ai 1nedici liberi esercenti, ch e sono numerosi (Cuba conta circa 3000 inedici, per poco più di 3 milioni di abitanti, ossia incirca un 1nedico o·g ni 1000 abitanti); infine significh er ebbe deprin1ere il livello professionale dei m edici addetti alle n1utue, data l 'organizzazione di esse : trasforn1are i medici in burocratici. Ncn1 sappiamo ancora l'esito d ella vertenza. (Da] cc Journ. A. M. A. »).

In memoria del dott. !.uclair. Gli allievi e gli a1nici di Jt1les Auclair ha11no deciso di corrtmemorare l 'illustre tisiologo, facendo coniare una medaglia ch e ne rechi l 'effigie:.~ ogni sottoscrizione di 100 franchi dà diritto ad un esemplare della medaglia. Rivolgersi al tesoriere, Paul Radiguer, rue de Gre11elle 151, Paris (VIie), Francia.

In macchina. t\·Ie11tre questo fa scicolo vien e impaginato e Ya iil mHcchina, s'inaugura solennemente al Can1pidoglio il Congresso italian o dell e scienze. Si svolge a11ch e 1a premiazione dei Consorzi provinciali antitubercolari vincitori dell a gar a indetta dalla Federazione. Ne riferiremo nel pro simo numero.


' tA~NO

XXXIX, NUì\l. 42]

SEZIONE PRATICA

RASSEGNA. DELLA ST!.llPA MEDICA. 13ul l. lntern. A c. Polon. d . Sciences et des L ef/res, ClGS$c de Nléd., 7-8 . - .K. Sc1Es1usx1 e al .

Studi di oncologia. Journal A . M . A., 30 apr. -

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1643:

Klin . TtVocli., 21 inag. -

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liJl ien . J( lin. Wocli., 27 mag. -

MoLITOR. Azioni.

riflesse stil ricambio idrico. HAUEBRAUNT. Ulcer a ga tro-du odenale. . Presse 1vléd., 25 mar. ì\11. D'OELSJTZ. Agenti: tera1)eutici del kala-azar. J ourn . de r; hir. et Ann . Soc. B elg e de Chir . .

n1ag. - G. DE ~ [ti YLDER. E11fisem a sotto-cutaneo. gener alizzato d 'origine Lraumatica. - . J. DELCHEF. 1\.ortogr a Ua adclominnl e.

Indice alfabetico per materie. A111Jendicite : sintom atologia . . . . . P ag. Ascaridiasi simulante malattie chirurgie h e . . . . . . . . . . . . . . . . . )) Astrologia e , m eciici na inocler11a . . . . )) Bibliografia . . . . . . . . . . . . . . . ))

1636 1637 1629

Cioccolat o e c:acao : r egola.mento su lla f abbricazione e vendita . . . . . . . .

1638

))

Cirr.ol azior1e: disturbi n ella tifoide ed a1tre ma111ttie infettive . . . . . . . . )) Dis1)ep sia pulsativa e ,battiti epigastrici )) EPterorragie n el cor so d ella bacil~ osi in)) tes lin aJ.e . .... ... · · · · · · · l '. 1rasistolia: essenza, significato e t e)) rn }.Jia . • • • . • . • · • • • · · · • • « :Febbre eruttiva »; « febhre esanternatica benig11a estiva » . . . . . . . . . . 1615,

1635

1624 1635 163!i 1623 1623

Fenolftaleina : inconvenienti . . . . . . Pag. 1636. Intestino: anon1ala fi saziane d ell 'ansa ileo-colica . . . . . . . . . . . . . · . )) 1619' Litiasi biliare: congresso stùla . . . )) 1630 l\.Ialoria: filtrabi li tà rl ei parassiti . . . . )) 1622 Malattia cli Basedow: for1ne fru ste . )) 1627 ~Irilattia di Baseclo' v: terap1a . . . . . )) 1626. ~1al a l Lie r enali e ~a strich e: r elazione . . )) 1635 Nefrosi lipoidea . . . . . . . . . . . . )) 1605· l)ol111onil e lob ar e a indrom e appendicolare . . . . . . . . . . . · · . . · )) 1636. T11ber colosi infar1tile : prova di ~ lcClure e Aldrich . . . . . . . . . . . . . . . )) 1637 Ulcer a gastrica e ulcera peptica post-operatoria: resezione d ei vagh i . . . . . . )) 1636. '-

Diritti ai proprietà riservati. - Non ~ consentita Za tistampa di Zavc'Ti pubblicati nel Polioli1nioo se non in 1eouito ad auto'Tizzatione 1c1'itta daZZa reda1ione. B vietata Za puòbZicazione di sunti di essi senza cita'Tne la fonte.

A. Pozzi, resp.

C. FRUGONI, Red. capo.

Roma - Stab. Tipo-Lit. Armàni di

~I.

Courrier .

...


1644

<e l L POL TCLI.i'il CO )>

I

ANNO

XXXIX,

Nt;~I .

42]

Somma1·i dei Numeri usciti nel mese di Settembre 1932 di nostri Periodici e Riviste Il numero 9 (1° Settembre 19.32) della

LA CLINICA. OSTETRICA

Sezione Medica del '' Policlinic() ,,

Rivista mensile diretta da Paolo Gaifami

.contiene i eeguen ti lavo:ci: H . VINUENT

Il Numero 9 (Settembre 19.32) oontiene : Lavn~i originali : .F. LORENZETTI: Gli estratti placen· tari e mamrna.r1 dal p.unto di vista della laro azione galattogena. Fa~ti e ~ocu~enti : M. FABERI: Su.l l'1poplasda conigeniita rle1 renI. - C. OASU · MaJformazioni esterne e distopia 1pervi.ca renis. - A. COLAVECCJIIO : Atresi:t della valivola ileocecale e apoplessia delle surren a1i in •n eonato. - E . FIORINI: Un caso di « Slimmelia » in feto a .termine. La rubrica degli errori : A. MA'.rERZANINI: Shock post-operatorti.o interpretato con.e emorragia seoondaria. Riviste generali: M. GORTAN: Nuovi indirizzi nell a rontgentera/l)ia dei t umori maligni. La rubrica medico-legale : M. SIMONE: Relaz·i one di perizia medJico-legale in tema c1i annullamento d.i matrim onio per impotenza muliebre. Dalle riviste : Ostetricia: L 'en.docardite acuta nella gravidanza e nel J>'Uerpel'io. - La sinf.iei pu·bica in gra vidanza e nel pa,rto. - Lo etrozzamento esterno dell'utero. - La dieta oome agente profilattico nel.l a sepsi pu1erperaile. - Trattamento delle a,ffezioni infiammatorie della mammella oolJa -0.iatermia. - Ci· necologia : La cap3'Cità di .aidesione dei leucociti, come esa•m e clinico funzionale in ginecologia. - Ste· Tilizzazione tubarica att-ra.verso il canale ingUlinale. - I dati capaoi di orientare praticamente la lotta contro il ean.cro del collo uterino. - Sul carcinoma primitivo delle ciicatr.i-ci vaginali. - Trattamento· delle cell uliti pelvjohe in ginecologia. - Oleoma tubarico bilateral e trentadue mesi dopo un esame aJ lipiodol. - Ricerohe eu.l l a pormone pelvica degli ureteri nella donna. - Pediatria : Gestazione e tubercolosi: eredità, tra.emissione, profilassi del néon.a to. Sul problema della « febbre iniziale,, nella tuberoolosi del lattante. - Infemone da « Bacillus mucoeus » in neonati. - Due casi di tronco a,rterioso comune persistente. - Note di biologia: Sullo « stadium proliferatioruis e. hyperemicum » nonehè sul concetto e sui limitd dello etad·i o di aicme funziooale (Blutestadium) del .corpo luteo nell'uom o. - Metabolis mo basale e ciclo m estruale. - Il sistema reticolo-endoteliale durante la gravidanza e il ciclo mensile. - I libri. - varietà.

Sulla sieroterapia antistreptococcica con un nuovo siero antimicrobico e antitossico. I disturbi del sonno nelle le· sioni del mesencefalo. (Contri. buto anatomo-clinico). Paraplegia spastica insorta 36 anni dopo gli effetti immediati di una ferita da coltello della spina . dorsale con permanenza del frammento infisso Contributo clinico a·11a conoscenza e terapia di alcune fre· quenti affezioni secondarie a focolai ton si Ilari.

E. JACARELLI G. ANTONELLI

S. CORINALDESI -

Prezzo del Numero L. 6 I

L'abbonamento pel 19.32 a lla sola Sezione Medica (do·dici 1Il/Umeri) costa L. 5 O per l 'Italia e L. 60 per [ 'Estero. Il numero 9 (15 Settembre 19.32) della

Sezione Chirurgica del '' Policlinico ,, contiene i seguenti lavori :

P. ABRUZZINI -

Cli uomini di vetro (Osteopsatyrosi). Contributo clinico radiologico. 'T . CAI,ZOLARI - Tumori misti della parotide. R . MEMMI - Su Ila cosiddetta ipertrofia semplice della prostata. (Studio anat-omo-pa· tologi.c o). P. VALDONI - Sul rapporto tra ulcera post-operatoria e presenza dei fili di seta sulla stomia.

_..

Prezzo del Numero L. 6

L'abbonamento pel 1932 alla sola Sezione Chirurgica .(dodici n umeri) costa L. 5 O per l'Italia e L. 6 O per l 'Estero.

CUORE E CIRCOLAZIONE

Abbonamento annuo: Italia. L. 40; Estero L. 60. Per gJd aesooi·a ti al • Po1Lolinico • : Italia L. 3 61 Estero L. 5 O. Un numero separato L. 6.

Periodico mensile diretto dal prof. CESARE FRUGONI Oapo Redattori : Prof. C. PEZZI, Milano - Prof. G. MELDOLESI, Roma

IL V.A.LS.A.LVA

Il Numero 9 (Settembre 19.32) corutiene : .Lavori originali : G. SANTUCOI: Su due ,ca,si di blocco cardiaico parziale -clinOl9t:.Ltioo. - A. GUALDI: I l ri.cambio basale nell'ipertensione. - G. GIAUNI : Contributo a l.Io Ei-tudio della stenosi polmonare congenjta nell'età .adulta. - V. ORINI: Brevi osservazioni intorno a lla polemica c-01 p 1ro.f. B. Kiech relativa a lJ.a cosidetta « alternanza elettrica ,, del cuore. 1 periodici spe~•alizzati. Tra le riviste ed i con·g ressi : V. FOSSATI: Della p:ressione media. - L. LAN·GEltON, R. DESPLATS, G. DESBONNETS, G. VINCENT: Tra;tta.mento delle obliterazioni arteriose degli arti. - O. FAHRIG e L. WACKER : Ricel'ohe com•par.ative sul complesso lipoideo del siero sanguigno nell'ipertensione essenziale, nel lavoro muscolare, nella fame, gravidanza e alimentazione. - D. GROTEL: Dia;g:nosi topica dell' infarto miocardico e r ispett.O.vamente deJ.la trom bosi delle coronarie. - M. HOCHREIN : Il significato clinico dei .soffi cardiaci nell'ipertensione. - J. J. BERETERVIDE e J. SUBERVIOLA: Cuore mixedematoso. W. NONNENBRlJOK e K. GOTSCH: La teraipia digi . talica per via rettale. - ROCH, T. MARTIN e F. SCICLONNOEF : Le iniezione endoveno\Se quotidiane-massive di solu ~one gùucosata ipertonica nei nefriti·c i ipertesi. Notizie bibliogr'afiche : W. DRESSLER: Klinische Elek tr-0-kard.iograFPhie. Abbonamento annuo: Ita lia. L. 40; Estero L. 60. Per gli associati al • Policlinico • : Italia. L. 3 6 I Estero L. 50. Un numero eeparato L. 6. Per abbonarsi ad una

0

RIVISTA MENSILE DI OTO-RINO-LARINGOJATRIA diretta da CUCLIELMO BILANCIONI Il Numero 9 (Settembre 19.32) contiene: Esperimenti e saggi : G. GUIDA: tJ comportame.nt.o della laringe nel tifo sperimentale. In oo.vie e OODJ.l?li. Anatomia patologica : V. CESARIS DEMEL: 1)1 un caso di diverti.c oli de1le labhTa vocali 1ar1ngee. Raccolta di fatti : Gi MASSIONE: <Jontriouto R.11 ~ ~tn­ dio dellia twbercolosi vegetante delle fosse nasali. Di alcuni partmcolari caratteri del tubercolo e dei suoi raip.porti con ile moderne vedute oull'1st<>genes1 delle formazioni tulberoo1ari. - E . DI LA URO: 'f umore tu· bercolare deJla tonsilla palatina dest.ra. Terapia : V. APRILE: Tuber.colooi laringea e prepet.rat1 d'oro. Fonetica biologica : C. DONISELLI: Fonogammoeoop10 semitonaJ.e. - V. GRlPPAUDO: SuJJ'oreoohio mus1c~le nel .camto in S-Og1getti adeno:iide1 non operati da ba;mbini. Accademie e Assemb1ee : Grupp-0 Piem<>ntese àegh Otorinolaringologi. - Raduno del Gruppo otologico delle Tre Venez.ié. . La nota storica : G. FAVARO: An•t onio 8carpa e Michele Girardi. Notizie e questioni.

Abbo1namento annuo: Italia L. 45; Estero L. 65. Per gli associati al « Policliniea » : I talia L. 4 O; Estero L. 5 5. Un numero seDarato L. 6.

più delle summenzionate Riviste inviare Vaglia o Chèque Bancario riscuotibile in Roma all'editore LUICI POZZI, Via Sistina 14 - ROMA '


A.NNO XXXIX

Roma, 24: Ottobre 1932 • X

Num. "3

''

fondato nel 1893 dai professori:

GUIDO BACCELLI

FRANCESCO DURANTE

S SZI ON.E ~RA.TICA. ,

REDATTORE CAPO: PROF. CESARE FRUGONI •

Clinico Medico di Roma

SOMMARIO. Note e contributi : R. Grasso: Consideramoni oliniche

eulla erisipela migrante. Tecnica : E. Na&soi: Sulla teonica di concentlrazione dei ba;cilli di ICoch negli espettorati dei tubercolosi. Osservazio.n i cliniche : A. Ca;pua.: Su di un caso di osso soprainnu.merario nel tendine del quadiricipite. L 'attualità scientifica : P. E. Morharot: Sintesi e fa.rma;oologia deg.li ormorLi e delle vita.mine. Sunti e rassegne : MALATTIE INFETTIVE: w . Hirsch: Infezione paratifosa nel 001'60 di un morbo di Ba.mg. H. :&>yer: Le complicazioni meningee della melitocoocia. - A. F. A. Henry : Considerazioni sulla mala ria oronica. - Lop: La -O-Oé1detJta. malaria chinirno-resistente. - Schmi eden-Voss: Clinrica e patologia della pa.rotite .acuta. - L. Ku.mer: L 'etiologia della « Sto· matitis aphtosa )), - MISCELLANEA: w. Falta: La pubertà. - G. 1Salvioli e S. Quadri: Velocità di riaeSOI'lbiruento degli edemri provocati. - A . Schwartz: I diversi aspetti dell'ascite libera. - G. Moochetta: Contributo alla cono&cenza del morbo di Kiim mel. 1

Notizia bibliografica. - Cenni bibliografici. Accademie, soc·ietà Mediche, Congressi : I Congresso

della Società Medico-Chirurgica degli Abruzzi. -

So-

NOTE E CONTR IBUTI. R. CLINICA DEJ~LE Mf\LATTIE INFETTIVE IN ROMA Direttore: Prof. T. PONTANO.

Considerazioni cliniche sulla erisipela mi· gi·ante per il dott. GRASSO RosARIO, già assi·stente !Ile-

gli Ospedali Rim1iti., a sistente nella R. Clinica Chirurgica .

L' erisip·ela è una dermatite acuta streptococcica che ha tendenza ad estend ersi in superfi• c1e. Il suo decorso è Yario in gemere, insorta in u 11 punto, si e te.n de in superficie per 5-9 giorni formando una larga chiazza, .poi si arresta; talora invece, mia meno ·di frequente (4-5 %) assum·e carattere mig ratorio (e. migrante) e può allora peTicorrere tutta la superficie del corpo e colpire di nuo,10 zone di recente g uarite. La f. universale, serpiginosa, erratica, s01110 una varietà ·della e. migrar1te, e ne indicano }.'estensione o il n1odo. ·d i distribuzione. E·sse nul1'altro d·eno·t ano e 11on l 'accentuazionei d el nor1

cietà Medico-Chirurgica. cli dico-Chirurgica Bellunese.

B o lo~na.

Appunti per il medioo pratico :

-

Società Me-

DALLA l'RATICA CORRENTE:

A. Berna.trdini: Pseudo-ecl31mpsia, da ascaridiosi nei primi giorni di puerperio. - CAS I STICA E TERAPIA : 11 media.etino durante il rpnellllllotora.c e artiifiiciale. L' infarto polmonare. - Ter31pia della polmonite l~ bare del tipo l. - SuJ trattamento medico delle pleuriti purulente acute. - Contributo allo studio della cura della pleurite purllllenta nei ba.mbini con l 'optoohina. - I preparati d 'oro nella tttbercolosi laringea. - SEMEIOTICA : Sulla prova del galattosio per Ja diagnooi di anemia perniciosa. - MEDICINA SCI ENT IFICA : Prime ric-erohe SIU•l •p otere bactericida del sangue verso .il bacillo difterico. - POSTA DEGLI ABBONATI. VARIA : Emozioni e capelli. Politica sanitaria e giurisprudenza : G. Selvaggi: Rispoote a quesiti per questioni di ma..seima. Nella vita professionale : MEDICINA SOCIALE: J. c. Middleton Shaw: La lotta oontro la ca.Tie dentaria. - Oon·c orsi.. -· Nomine. promozioni ed onorificenze. Notizie diverse. Indice alfabetico per materie.

male e speci fico c.arattere de.I l 'erisipela, al quale essa deve il suo nom·e ( €puvp6ç, rosso e nsÀw, estendersi). Prla il perchè del cara.ttere 1nig rato rio di alcu11.e

e1'isipele, n,oi lo ign1oria1110.

.La clinica c 'in eg11a cl1e

o.g·getti floridi e forti, cachettici , ban1bini , vecchi possono essere colpiti da e. n1ig rante. Noi, rivedendo il nostro i11ateriale de.gli ulti mi sei a n11i , ab·b ian10 1oercato se fosse pos ~ibi­ le trovaTei in esso cause cl1e .p1redispongo110 a questo carattere migratorio. Casi cli e. migrante . . . . . 152 ~ maschi . 72 (su tin materiale cli 3655 ca i) ~ fen1mine O Distr ibu zio ne secondo le stagioni:

;

Gennai.o Febbraio . . . Marzo

12 21

. . . . 20

L t1gl io . Ag·oslo Sette1nbre

.

11

26

53 Aprile Maggio

.Giugno

. . . . •

10 5

23

6 9

Ottobre

.

21

Nove11lhre

18

Di ce rnbre

11

-50

,


1646

(<

IL POLICLINICO

Frequenza rispetto alla sede d'inizio: Cuoio capelluto Viso . . . . . . Arti superiori Torace . . . Addome . . . Perineo . . . Organi gen. est. Arti inferiori . .

. . . . . . . .

. . .. . . . . .

. . . . . . . .

. . . . . . . .

. . . . . . . .

. . . . . . . .

lANNO

XXXIX, NuM. 43)

mero di erisipele osservate in questo periodo. In base all:a. nostra esperienz.a, le condizioni meteorologiche, non influ.enza.no i.n I!lodo apparente il decorso. dell'e. , mentre invece ne fa,roriscon·o l'insorgehza. Ponta.n o fa giustamente osservare come le giornate fredde ed umide ed i bruschi cambiamenti di temperatura fa c~liti[lo il produiI'si della malattia, per

12

. . . . . . . .

»

32 9 4

8 13 19

55

Frequ enza rispetto all'età; complicazioni ed esito:

N.

Età

Caroplica11ze

/

I

,

Entro il 1° 1ne e d 'età Dal

1° mese al 1° anno

))

»

16

1° anno d'età

18

Ascessi ·

18

Ascessi

• •

.•

)) 8

» 1 caso

10°

))

))

15

Broncopo·l monite

10°

))

20°

))

))

30°

))

))

))

)) )) ))

20° 30°

14

))

l)

))

Polmonitr,

20

))

Ascessi Ascessi

40°

Ascessi

40°

50°

))

))

))

))

))

50°

60°

19

))

))

))

. . . . . . . . .

)) 1

» 6 casi

)) 3 ))

» 1 caso

. . . .

•• •

» 4 casi

» 1 caso

Polmonite

)) 1 >)

, Trombofleb . seno cavernoso .

))

60°

))

))

70°

))

))

70°

))

))

80°

))

Età (bambini, vecchi) . . . . . Dist. trofici (vascolari, nervosi) Cardio-renali . . . . . . . . . . Puerperio . . . . . . . . . .

. . . .

. . . . . . . . . . . · · · ·

Diabete-polisarcia Gravidanza . . Cirrosi . . . . . Convalescenza Ferite contuse Stato settico . Causa ignorata (

. . . . . ?)

. . . . .

. . . . . .

. . . . . . . . . . . . .

. . . . . . .

. . . . . . .

. . . . . . .

. . . . . . .

Ascessi

in 64 casi

)) 14 )) 10 )) 10 )) 4

)) )) )) ))

)) )) )) )) )) ))

)) )) )) )) )) ))

4 2 2 2 2 2

)) 36

)) ( I)

Dalla nostra ca·s istica risulta che, l 'e. migrante, si ·e bbe n el 4,10 % dei casi; co·n una frequenza eguale nei due sessi (maschi 72, fen1mine 8·0), essemdo trascurabile la lieve differenza a favore del sesso femminile, e n el cìaso spiegabile con la presenza in qu·este delila vulva, frequente porta d 'ingresso dell'infezione. Le s tagioni in cui essa apparve più di fre- · qu ente furono: l 'al.1tunno e l 'inverno; tale au111 ento fu però proporziornato al magg·ior nu1

2 1

3

3 casi

2

» 1 caso

4

6

))

2

))

15

Presunta causa. predisponente:

Lu es

))

...

1

))

Empiema

j Ascessi

11

))

in 9 casi

Setticemia

))

17

))

))

Morti

• •

» 2 casi

4

cui i reparti specializzati di erisipela pullulano in tali perio.di, mentre si vuotano qualche volta lllella b·u ona stagi0J1e. Dimostrò carattere altan1,e nte migrante I 'e. della reg. perineale e delle natich e (nel 40 %) e degli arti (lllel 5-7 %) ; scarsa ten·denza invece si osservò nell 'e. del viso: 40 su 2250 casi (1, 7 per c·e nto): In parte, sulla maggio·r freq uenza delle f. 1nigranti lllell 'e. insorta al p1erineo, alle natiche, agli arti influri.sc.e l'età, inquantochè, qu este forme, sono molto frequenti 1nai 1piccoli bambini, mentre nell'adulto predomina l 'e·. del viso (70 %). E come ·d iremo avanti, la tenerissima età è la principale causa predispo1

Tbente dell' erisipe.la migrante. Però anche negli adulti, apparve sempre netto il contrasto, tra la scarsa tendenza a migrare dell 'e. <lel viso e quella del perineo, natiche, arti. Una modi;ca frequenza di f. migranti si ebbe nell 'e. chirurgi ca e traumatica (16-18 %).


[ANNO

XXXIX,

Nu~1 .

43)

1647

SEZIONE PRA Tl CA

Quali altri dati, di maggior valore, ci dà la nostra casistica sulla predisposizione a1lle forme migran1ti? Il dato più im.porta[l te è quello ch e riguarda l 'età; 1/ 3 d ei nostri casi sono bambini ed in prevalenza neonati. Le puerpere ap1p arvero pure predisposte allei f. migranti e così pure i diabetici ed i n efriti1cj cro·n ici ; in qu-e ti c!asi la mortalità fu elevata (32 %). Poco valore invece ci ·sembra dove·r dare a lle altre cause risco ntrate tDel riman,ente d ei casi (dist. trofici, 0 besità, lues, convalescenza). La n1ortalità g lobale fu d el 22 %, 1co n il ma simo nei neonati al ·di sotto di 1 m ese , ove raggiunse il 9-! %. In questi, la gravità, apparve dipendere dalla grave esten·sione del IJXrOcesso, ch e a s un e foif!lna univelfsale; in 1 ca o, in cui colp1ì parti non estese d el corpo , si e bbe la guarig ione. D a 1 a 2 m esi d 'età si ebb-e una mortalità del 57 %. Nulla fu invece la mortalità al di sopra dell 'an.n o di età. Po·c o predispo·s ti apparvero i vecchi (3 %) , ma a lta fu la loro mortalità (30 %). Nel 26 per cento col1)ì soggetti giova.n i floridi e forti e la n1ortali tà in questi fu bassissini.a (1, 30 %) . Riassu1me ndo possiamo dire ch e : 1) ono predisposti al'le f. mig rainti dell 'e. i ban1bi:ni, specie i n eonati ed in grado minore p1u re ]e puerpere, i discrasici , i n efriti ci. 2) L 'alta mortalità d m neonati dipende dal decor so migr atorio universale dell 'affezione, com e g ià Trou eau aveva fatto notare. Egli non vide m .a i guarire il bambino er e ipelatoso al di sotto di 1 mese, n1entre altri fanno osservare che I "esito n on è poi così fatal e n eppure in questi. Tarn~er in 38 casi ha 2 guarigioni; n oi su 15 1casi ab,b iamo 1 guarigioine in un bambino di 1 m lesei; Roger su 14 bambini inferiori ai due m ·e i , ha pu1r e 2 g uarigioni . 3) I g iova.ni noo tarati sopportano b ene anc11e le form e di e. migrante , mentre la mortalità è al ta n ei cirrotici, cardio-renali, diabetici. 4) La maggior tendenza a migrare si o serva n ell ',e. d ella r eg. ,perineial e, delle natiche e degli arti. Riflettendo sui dati raccolti dobbiamo1 confessare che del ciarcnfter e migrartorio di mo·Dte eresipele noi ignoriamo la causa, m en trei, l 'aver o sservato, ·Che 1a forrmia migr.a.n te è qu.a si specifica ·di det erminate età, ·sta a favo re d el conce1tto che, nel d eterminismo· di questa, il t erreno ha la massima imlJorta!n za (difficoltà 1

1

1

1

d'i1nmunità parziale) . 1

Infatti, la g uarig ione 1c.l inica d ell e., come di tutte le m a lattie cicli ch·e, avviene per ·una· i1nn1u1Dità attiva l ocale e temrporan ea soprag1

g iunta, che arresta il p·r oces o, a n1.a lgrado la p ersistenza e viruJen za del gern1e. Noi pensiamo ch e, tali poteri immunitari locali (immun1ità parziale), n,ell 'adulto iino pronti ed efficaci e uffi1c.i enti in genere ad :arrestare la der111ite (e. localizzata) m entre n ei neonati so.n o ca-rsi o assenti (e. n1igrante).

* ** corm1p licanze g r av i,

Tra le mortali, furo110 o ervate: la setticoe111ia (1), l 'empii ema (1), la broncopolmonite (1), la polmo1n ite (2), la trombofle bite del seno c.avernoso (1). Più <li freque11Le (n el 22 %), si eb·bero compl~ca.nze &up·pura LiYe, qu.a li flen1n1 oni d el cellulare sottocuta11eo, cui ·segUJì. la forn1azio·n e di ascessi. Que ti furon·o osserva.ti più di frequente nei ban1bini ed i:n corrispondenza d egli arti, specie nelle regioni retron1,alleolare, r etroolecra.nica, interna dell·ei cosci e. La loro comparsa non ap·po:rtava apprezzabili modificazioni sullla cl1rva termi ca, ch e era per sè s tessa fortemente ren1ittente o intermittente, ed avveniva i1n gen er,e V·eirso la seconda settima11a di malattia. In tale e poca , osservando le r eg·iot11 i o.ve er.a p·a ssata la d er1nitei, specie agli arti , si riscontravano pi1c.cole zone d 'infiltrazioin e d·ure, rosse, d olenti, spesso multiple, la cui ·di posizione a rosario stava a dimostrarne l 'o rig in e linfangitica. Aiuta ti dag li i1n11)a cchi caldi, si :aveva la fluidificazione della partei centrale com formazione di 'UJil ·p iccol o a cesso, ch e 1nei vecchi era di maggiori dimen·sioni e cau a di larghi sco.l lam enti. Ebbene, il chirurgo chian1ato ad ap rire ques ti .a·scessi deve, p er un momento, dimenticare il d·etto' ·d ell'inaisio11e ampia e pre·coce. Basta frequootare i rep.arti s p·ecializzati per erisipela e S(\,auire con sen O• critico g li amn1ala ti, p er co,n vincersi ch e il fle.r11,m one compli1cante 1'erisip·e:la va rispettato a lungo e trattato con al 'impacchi caldo-umidi, ch è esso non tend e ad estendersi ma a circo:cri,rers i e ridursi. Avvenuta la sua fu1sio·n e ·p1u rulenta, qu·esta va a iutata sen1pre con l 'iper en1ia attiva d ell 'impacc,), finchè è ava1nzata e1 completa, finchè dir ei la zo·n a no·n è più r o·s a m a soltanto fluttuante. E quando si è ·deciso .d ' intervenire, non oc1c.o rre, come p1e r g li altri a scessi, praticare una ampi.a incisio ne ch e com ,p renda tutta la zona fluttuante o eh.e l 'oltrepassi , ma n·e basta una piccola e n el punto d eclive, seguiita da un sottile drenaggio', ch·ei va tolto· dopo qualch e giorno essendo scarsa· la ·se1c.r ezione. Può sembrar strano c11e, in tema di ra ccolte 1

..

1

1

..


]648

« IL POLI CLINICO »

[ANNO

XXXIX,

Nu~r.

43]

ascessuali, si da•nno sugge•rimenti opposti a quelli che sono v,ecchie leggi d·e.lla chirurgia settica, ma nel 1c.a·s o i.n ispecie la nostra grandissima esperienza ci au.torizza queste conclu. .

tre, sulle r egio1n i vicine, ch e rischiano di esst>re i1nvase d.al male e vanno rinnovati in media ogni 3 ore. . Noi li usi.amo lirurgamente e sistematicamie11Sl-Onl. te coni ottimo risultato, •eJ sembra iche anche le Pochi giorni dopo l'incisione, si ha la g ua- oom plic.azioni locali siano ridotte con tale me• • r1g1one. todo al minimo, non solo, ma il ripristino delSe l 'asoeisso è ampio si possono praticare più le condizioni locali è rapidissimo. incisioni ·n ei punti ·d eclivi; gli scollamenti resiNoi siamo giurnti a questa conclusione attradllli scornpaion.o in poc.o tempo. verso l 'esperienza di 'mligliaia di ammaliati e AdutThque, gli ascessi da erisip ela, m eg Zio cli e dopo aver provato i vari metodi in uso. Le cututte le altre raccolte purulente, guariscono ra- re a.n tisetti1c:he locali con impacchi ·di alcool, pidamente. di acido fenico al 5 %, con pennellature di tintUJra d'iodio, inon modificava l 'an·damento del * ** prooesso local e e la ·dimostrazione dì ciò .era erviCome è stata CUtra1ta l'erisipela migrarìte 1iel dente n elle e. mig ranti, in cui la dermite erisinostro reparto? pelatosa, si propagava trionifante, p er usare il Prima .di rispondere alla d·oman·da, occorre ·detto di Pontano, al ·di sotto della m·e dicazione ricordare il r eale .a1n damento d·ella malattia locale. Ia·scia ta a sè. I tentativi di iarrestarne la diffusione bl oc~ Eb·b en e, I '.erisipela è malattia ciclica ·e come cando mecca1nicamente le vie linfatich·eJ, m etale 'S uole guarire, come dice Pontan 0, con o- diante mezzi corrupressivi (collodion, pflaster, gni terCfJpia ed a malgrado di ogni terapia col- traumaticiin.•a ecc.) sono falliti sem1pre n1elJ.e 1'esaurirsi .d el suo 1ciclo . nostre m.a ni, qu.ando 1c11ra,r.am.o le forme miQuesto d·e tto, ci richiama alla mente l'altro granti. del celebre clinico di Lipsia, lo Striimpell, a Cl1e se invece esten·diamo il sistema a tutproposito della pol·monite crupale, 1p ure essa ti i casi di erisipela (ed in gen er e vi si ricorre infezione a decorso ciclico. verso· il III-IV g.), applica1n do le striscie di pflaLa polmonite, scJ."iveva lo' Strii.mpell, guari- ster qualch e centimetro· all 'esterno d·e l limite sce di solito in.al.grado le cure. della chiia·zz.a (com'è presci:itto), noi arrestereChi nel trattamento di qualunque malattia m10 tut'te le forme ·di e. loicalizzata che nella ciclica (malattie esantem.a tiche, erisipela, caT- nostra statistica figuraino n el 96 % dei casi e b on chio, angina, polmonite franca, eoc.) non ch e tendon-0 sp onta1neamente a circoscriversi. tiene presente il normale andamenit o della ma1Ciò si è detto 1p er spiega.r e g l1i entusiasmi di lattia lasciata a sè, rischia di attribuire la gua- qualcUJDo (Juhel, Renoy) per il m etodo 1com• rigione a quel .tale farmaco che ha avuto il m e- press1vo. Abbiamo· invece nella n-0stra Cli.r iica tentato ri·to di coincidere con la normale d'efervesaenaltri m etodi b ,a sati sulla 1c:onoscenza d ella suza del male. Si deve a questo sei l 'e. vanta ancora tanti perficialità del p,r ocesso anato.m opatologico, che met-0di di terapia qu:alThta nessuina altra malat- riportiamo, onde risparmiare soverchie illutia d 'infezioin e, ,e se ancora è dato leg.gere in sioni ad altri. Verso ]a zona di progre·s sione della chiazza, giornali medici di casi <li e. localizzata, in giovani sani, guariti in VJ, VIII g. ·p er viir.tù di a vari ce.n timetri dal limite di questa, si è iniettato nello1 spessore ·d el' derma e ·degli strati suuna ·d ell·e tante pomate o sol·u zioni o :s ieri. Basterebbe frequentare i reparti specializza- perficiali dell 'ipoderma, del sierro antistr.eptococcico, disposto :proprio a corona nella erisiti 01,re l 'e. si !CUJra con semplici in p·a cchi caldoumidi ·di soluzio:ne fisiologica, per convincersi pela degli a:r ti; risulta.t i nulli. Con lro scopo di forma re una barriera leucocl1e in soggetti g iovani, con organi sani, la forma localizzata guarisce nel 100 per 100 in citaria, si è pl1Te con eguale teonica, ma inieteguale periodo· di temlipo e spesso anche prima. tarn.do solo nell'ipoderma, usata l ' essenza di treNoi quindi, ab·b iamo sempre prat~aalto la menti.n a, qualche goccia appena, distanziarn do cura si.n tomatica locale, con impacchi cald-0- le varie punture ·d i al1C1UDi oentimetri, con diumidi <li isolru z. fisiologica, che hanno l'effetto sposizione sempre a corona. Si fo1:rmavano dopo di proteggere la 1p arte, di dim1n'Ulire il dolore 24-36 ore, p icco1et zone d'infiltrazione nella sede ed il senso di tensione, di .attivare la circolazio·- delle pu.n ture, riunite spesso dalla loro zona di ne sanguigna e linfatica, <li stimolare la vita- arrossamento, e ch e ·dopo qualche giorno assun1evano i caratteri di pri cco·li ascessi, da cui li:tà dei tessuti colpiti. i coltivò quasi sempre lo streptococco. Essi vanno applicati sullia parte ed anche ol1

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SEZIONE PRATICA

Si etbbero risUJltati in costanti; qualche volta si vider·o erisipele migranti esaurirsi i.n corrisponde1n·za della zoin a di sbarramento, ma più

spesso l' e. scantonava la barriera e proseguiva il suo estendersi. Qualcuno di questi ascessi da trementina richiese l 'incisione, per cui il metodo, poc o a1ccetto agli amn1alati perchè doloroso, fu abbandonato. E pa.ssiamo adesso alla sieroterapia. ~ noto come la terapia specifica ·dell 'e. con sieri ainti streptococcici o di convalescenti è fallita , non dimostrando alcuna infl·u le nza ·s ul processo locale. Gli è però riconosciuta da alCUlili, sebbene in modo non costante, un ' influenza b en efica sullo stato general e e sulle manifestazio ni tossiche, senza poter dire se agiscei per u·n a specifica azione a ntitonica o per una stimoloterapia aspecifica. _ oi, ch e da tempo abbiamo abban·donato l 'uso sistem,a tico d el siero ainrtistreptococcico nel1'eri ... i pela ordinaria, che guarisce spontaneam enrte, abbiamo invece riservato il 'SU101 USO, ·più come stimolante 1c.h e come specifico , n ell1e erisipele delle gravide, d ei n eonati , d ei vecchi, in cu~ ogni r esi terua e reazione orga.n ica sembra spenta. Con tale con cetto, abbiamo prima in·d iffe·r enteme·n te usato il semplice siero di cavallo o l 'anti.streptococci co; da qualche anno uisiamo il siero arvtitossico preparato secondo Dick , in u so n ella scarlattina , sopratutto mirando a l ottare lo stato to ico senza illuder ci di alcuna i.n flu enza sul processo locale. . Veniva i·n iettata l 'intier.a: fiala (12 1/2 em e .) per via intramuscolare, tutti i g iorni, sino al1'estinzione del' processo.

fo.r me cl1e iniziano al peri·n eo , n ati1che, a·rti. Tra le complicanze frequenti , ricorda gli a scessi a rosario che guarisco,n o presto con piccole in1cisioni. Qualunque oUJra as.pecifica o specifica, gen~rale o l ocale, chimica o meccanica, è fallita; utile inve1ce si è sempr e ·dimostrato l'im.p a1c;co caldo-umido. BIBLIOGRAFIA. R. L ezioni di patologia sp eciale chirurgica. Le 1nalattie da infezioni, Sampao1esi, Roma, 1912. TocHl\>t ANN e ScRONE. Ue ber llen therapeutischert _VVert d er S tauung s Ji~1 p erti1nie bei Erysipel. Deut"Ch l' med. '\iocìie11 schr., 1909, n. 48. l\loRR L. e STAEHELIN B . Trattato di M edi cina Int erna, vol. 1. SO<'ietà Editrice Lib r aria. PEREz G. Malattie da causa microbica. Tipografia F ailli, 1930. P ONTANO 1'. Aialat ti e acute da infezione. Trattato di Medicina Interna diretto d al prof. CECONI, p. , , . Edizione Minerva Medica, Torino. In. 1\tfalattie da infezi one. V. Idelson , Napoli, 1932. ALES SANDRI

R1TTER.

U eber

àie

Belian cl lung

des

Erysipels.

Mu11ch. m ed. V\' orhenschr., 1910, n. 21. 1\oGER G. Nouveù u 1'r aif. é de !Yi édecine, fase . 1. ì\il asso·n e C., <~d. , P aris. • c HtiTZE A. U e'ber Er·ys ip els. Deu tscl1e Klinik, Bd. 2.

TEC N I C ·A. Laboratorio di Igiene e Profilassi della Provincia di Lucca. SEZIONE

MEDico-J\1I c RoGRAFICA.

Direttore: Dott.

G I NO PrNZANI .

Sulla tecnica di concent1·azione dei bacilli di Koch negli espettorati dei tuberco .. I osi. Dott. E. NAs s1, assisternte.

1"'utti colo·r o ch e si oc.cu.p.ano di ind.a gini di Jnicroscopia clinica san.no , per esperienza, che Di r ecente è stata tentata la irradiazione icon · Ja ricer ca d ei ba,cilli acido ed a lcool-resistenti ne,11 ·esp1e ttorato (ch e talo·r a 11on offre ·d ifficolraggi X o con raggi ultravioletti. Nostri tentativi non ci portano) a condividere tà) può, in certi casi , e ser e r e a difficile dal nwnero scar si1ssimo di bac illi eventualn1ente tale ottjmismo, ma il m etodo d e,re a n cora essepresenti. re .p iù largamente speTimentato. ' Si r ende a llora .n ece aria UJ11a ri1cerca pr·o Una aura sintom!atica individ'Ula]e ed una l t1ngata ed estesa a varii preparati, e, ciò n ono... buona assistenza ha sempre completato la cus tante , 1pruò riuscire n egativo l'esa m e n1icr or~ dell 'eresipelatoso. scopico diretto, me·n tre poi l e ulteriori pro·v e Con1cludendo possiamo dire che, ancora ogcultocali e biologicl1e ·dira11no tutto· il contra-

Ma anche il siero antitossico ci ha lasciati delusi; esso ·n on vale più d egli altri si eri.

gi, nulla possediamo per arrestare dell' e. migrante.

il decorso

RIASSUNTO. L ' A. ·, in base all'osservazione di numerosi ca·~ i di e. migr.a nte (152), conc lude eh ' essai è s tata osservata nel 4 % d ei casi, e ch e vi sono predi posti i bambini, specie i n eonati, e le

flO .

f; pure noto ch e }Je;r ques ti 1casi son o· st.ati

coin sigliati dei metodi di om1ogeineizzazio,ne d el!'·e screato e di concentr.azi·o11e d ei bacil1i ; inetodi ch e indubbi.a n1ente r a·p•p re seintano un notevole perfezionan1e11hto d ella tecn ic.a . QuelJi n1aggiorme.n te i1n u so ~ ono ba. a ti ~utJ l 'azion e d is olvente ch e g·li Ì])O<.' ]oriti e 1'idrato ~odi c o


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presenti n ell ei ' 'arie miscele (antiformina, va- indicazioni n elle qu.a li n on è mio compito adrechin~ e simili), esercitano 1sul muco e sudentrarmi. g li elementi cellula.r i ·dell 'escreato, risparmianCome mezzo di om1ogeneizzazione dell 'escreado i bacilli ·di Koch pr·otetti dal loro invo lu- to per la ricerca deii bacilli d ella tubercolosi è cro 1cereo. stato già adoperato dal dott. M. Troncoso SeNon sto qui ad elen care e descrivere sin- rain tes, biochimico del Sanatorio Nazionale golarmen t e1 questi m·e todi ch e si trova.n o ci- S. Mario di Cordoba; peirò la tecnica che quetati in og.n i tr.att a to di b.a tteriologia . sto autore p1rop10·n e è abbastanza oomplicata e Nel Lab·o ratorio .d i Lucca, grazie all'abbon- non porta quindi (a mio giudizio) UJD, notevo<lar1t.e m ateriale tubercolare sottoposto giornal- le vantaggio in pratica. n 1ente all 'an alisi, ho avuto occasionie di speIl Magnocid vien e adoperato insieme a birin1e11tC1 r e · UI larg.a scala questi v.a rii m etodi ec_l carb·o1nato sodico. La formula precisa, che è ho potuto f.ar1n i un concetto ab1b .a stanza esat- quella stessa proposta ·d.a l Troncoso· Serantes, è la seguent e : 1o tlella loro utilità e praticità. E son o venu ta n ella p er suasione cl1ei i sistel\1ag n ocid . . . . g r. 2 • n1i oggi in u so presen tino tutti, qua le più , . )) Bicairhonato di sodio, 6 qua le meno, degli inconvenienti: in prima liAcqua distillata 1cmc. 1000 • nea quello di esiger e una tecnica IIlon tanto semplice e non sce,rra di peiricoli , per ic'llli la Questa soluzio1n e, chiusa i.in bottiglia di veloro esecuzione può farsi ·solo n ell 'ambito di .tro giallo e mantenuta in luogo fresoo, si conun laborato·r io. Quasi sempre, infatti , è n eces- serva per 2·0-30 g iorni. sario ricorrere alla centrifugazione a forte veIl Ma~no cid si tro·v a in commer cio, oltr~ che lo•cità, o•p e1razion e questa ch e, oltre ch e richie- sotto forma di polvere, an cl1e in compresse dere un a1p1par ecchio costoso, n el caso parti- dosate di un g r.ammo 1c= i ascuna. Con un.a o con colare non è certan1en te n è agevole n è gra- m ezza di queiste compresse può prepara·rsi la dita. qoo:ntità di solu1zione ·s ufficiente p er numeroInoltre il mia teriale co n ce n trat o aderisce m a- se pro,re. le a i vetrini, per cui è n ecessario ricorrere a1La tecnica è la seg·uen te : l 'aggiu1I1ta di qualch e -sostanza (e1creato, alSi unisce all 'oscroato, n el r ecipiente m •edesibumina) ch e n e impedisca il distacco du rante ' mo in cui è stato portalo in labo:ratorio una la ucce i''a opera di colorazione del prepa- quantità ug uale o di poco maggiore1 d ella sor ato·. luzio1n e sop,r a citata . Que te dif fi1coltà, lievi p.e r chi 11a a sua diSi lasciano così in contatto le due sostanze, sposizione un labor.a.torio attrezzato, non sono a tem.p·eratura ambiente, p er circa ·d ieci minupr ive di imp·o rtan za p er chi vi si trova in pre ~ ti, a,·endo cuira di agitare trattai tratto con u 1na se11z.a .n ella p1ratica ·di tutti i g iorni. b.a cc.h ·etta ·di vetro. Il materia le subisce così una Sp·i nta allora .dal de1s.iderio di '}Joter trovare inizia le colliquazioin e, in 1c:onseguenza della un m etodo cl1e .ai caratteri ·dell.a sicurezza unis- quale, può esser e agevol mente v·e rsato in ru1n:a1 se quello, ·d·eilla semplicità, cercai di modifica- g rossa provetta da batteriologia (2100x 20). Quer e in un sen so o n ell 'altr:o i metodi di omo- sta si in1m1erge in u.n haginomaria e s i risoailda gen eizzazion e in uso e venni all a con1cJusione g radatamente fino ad una ten1.p eratura di di dover dare la prefer e·n za :assoluta ad IUJll m e- 8'5 °-90° mantenen·d·ovela per ci:rca 15 minuti , ed avendo coca di ag itare di tanto in tanto metodo 1c:h e app1u nto ' roglio ri~erire. · Ho adoperato a tale scopo un i1)oclorito ba- diante bacch etta di vetro. sico di mag n esio, ch e si trova i·n con1mercio Il m ateriale è allora omogeneizzato perfetcol non1e di << M.agnocid ». tamente ed .assume un aspetto torbido, fineChimican1ente h a la formula Mg (Olf) (OCl). mente polverulento. Si estrae la pro·v etta dal ba.g nom.a,r ia e si versa il contenuto d entro un È una p o1lvere bianca c on deb·ole odoire di cloro. È p·o co ·s olubile in a1c.qu.a , quanto· bast<t comlUile calice ·d a sedimerntazion e. Si vede superò per da\fe solu·zib1n i con 1p1o terre .d issolver1- bito ch e le minutissime pa;rticelle so,l ide, sot e del muc·o· e ·della fibrina. Questo ipoclori- spese iin seno al liquido, han.n o tendenza a t o di ma.g n es io possiede, in confro·n to agli al- precipitare al fondo. Dopo un tempo massitri prer.arati di cloro, ,e specialm1e·nte a ll 'ipo- mo di tre ore la sedimentazione è compleJta. Si d·erca.nta il liquido soprastante e dal sediclorito· di cal1cio, una m aggio,re stabilità. Con• m ento sì allestiscono 1preparati su vetrini portien e c irca il 32 % di cloro attivo . Il i\Iagnocid tro,•a n ella clinica numerose taoggetti . 1

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Nu~1.

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Per la colorazion e u1So il metodo Ziehl-Nelsen lievemente n1odificato. La decolorazione non ·d eve essere spinta oltre un certo limite: ser,·e bene .ai tale copo una soluzi·oo.e di acido solforico al 4 % che si la·s cia agire appena il temJpo sufficiente i?er in1partire al preparato una lieve colorazione rosea . Anche l'azione ·decolorante deve esser~ accuratamente sorvegliata e limitata ad un rapido pia ssaggio. Per la colorazione di contrasto· sarà b en e adoperare una s oluzione ·di bleu di m etilene diluitissin1a, ch e si preipa.r a estemporaneamente facendo cadere poch e gooc.e di un.a soluzio.n e a cquosa all ' l % in una 1nezza provetta di a cqua distilla ta, in modo ·da ottenere un liquido di un colore bleu pallido e perfettamente trasparentei a ll a luce. Tutte queste precau zioni, apparentemente su1)erflue, hanno in,rece g rande importanza , percl1è 110 .n otato ch e 1111olte volte i ba1cilli, trattati col metodo descritto, hanno tendenza a perdere ulD. 1p oco della loro r esistenza alla decolor.azi·on e e a d asso·rbire il hleu. Quindi, non segue ndo scrupo lo am ente queste modificazioni, si corre il ri chio 1cth e i bacilli di Koch assumano Uill colore, ,-iolaceo poco avi.dente sul fo1n do bleu del prepa;r:a.to. Oltre al m etodo della .;emplice sedimentazio11e in un calice, io sono solita u sar e anch e un altro procedimento, un poco meno semplice del preoedente , ma ch e permette ·di fare la diagn o i i.n un te1mi1) 0 brPvissimo. Per qu e to seco1nd 0 metodo t engo pronte delle provette ·da batteriologia contenenti circa 10 centimetri cubi1ci di una soluzione acquosa al 15 % di comlllne gelatina a marca oro, ch e si 1p repara molto semplicemente facendo disoi o~li er:e a caldo la gel.atina in .acqua e quin<li filtran·dol.a. m entre è a n:cora calda. Si proce:de in questo m odo: Quando, al tern1in e dei 15 minuti di riscaldam ento a bagnomaria, è avvenuta la perfetta omogeneizzazione ·dell 'espettorato nel modo che sopra ho ·descritto, ·se n e versa.n o circa 5 centimetri cubici rnella provetta contenente la gelatina precedenten1ente fu sa, e al Gl-i sopra ancora 5 ce.n timetri cubici di ligroina . Si chi ud.e con tappo ·di gpimma e si agita energicamente per circa mezzo minuto. Q.u indi si dispone verticalmente a 60°. Come nel metodo cl.a.ssi1co di Schulte, im pochissimi minuti tutta quanta la ligroina torna a lla superficie tra sportan·do,1i i bacilli di Koch, i quali poi van.n o a de positarsi n ello strato di separazione dei due liquidi. Si fa solidificare la gelatina immergendola i.n acqua fredda o 1

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mettendola ~n ghiacciaia. Trattain ·d osi di materiale olidificato, rie ce molto, facile, capovolgendo la provetta, elin1inare la ligroina liquida, che generalmente di turba la pesca del materiale, e raschi.are oon l '.a,n sa tutta la superficie ·della gelatina rimasta allo scoperto .·: si a llestiscono preparati cl1e si colorano 1oon le modalità descritte. Tanto il materiale d el fondo del calice, cniamto qu ello della superficie• ·della gelatina aderiscono in modo. pe:r'fletto a l vetrino senza.i bisogno dell 'aggiu.nta di altre sostanze e vi rimangono ·dm.ante tutte le mani.poi.azioni della colo• razione. Quale ·dei due n1etodi è migliore? Non è facile dire. Se il metodo della sedimentazione in un ica lice offre il vantaggio della semplicità, il econdo m etodo offre quello, qella rapidità. Fatto a ssolutam·ente sicuro è ch e, si.ai l11sa.n do i due metodi contempo·ra1neiamente, sia usando separatamente uno o l 'altro, h o potuto me ttere in evi de·n za .d.ei bacilli tuber colari in materiali che a.Il ' esame microscopico diretto ·O dopo pro1cessi di arricchimento eseoO"Uliti coi CO'muni metodi, era n o riusciti n egativi. Inoltre ho potuto constatare che la concentrazio•n e ottenuta è ·s e mpre 111.aggiore a quella rag.g ilitilta seguendo, altri procedimte nti. Secondo conteggi da me eseguiti, i bacilli vengono con1c·entrati, rispetto all 'esame microscopico diretto, in ragione di I: 15 circa. Ho cr eduto opiportuno riferire di questa tecnica di oon centrazione dei bacilli tubercolari n eigli espetto rati, pe11ch è, non soltanto essa mi h.a ·d ato ottimi r·es ultati, ma iainch E? perch è, per la sua praticità e semplicità, p11ò es·sere .alla p ortata di qualsiasi buon m edic o pratico, ch e non ·disponga di centrifuga e termostato. Inoltre il materiale col quale si lavora, essenqo riscald.ait o ad UJn.a ten1peratura di 85° e più, è, se non perfettamente sterilizzato, per lo m eno molto attenuato n.ella suia viru.l enza . 1

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· RIASSUNTO. L ' A. consiglia UJI1 me~ç>do di omogencizzazio·n e ·dell'espettorato, per la ricerca dei bacil1li di Koch, basato su1ll'azione del Magnocid. L 'A. ha ottenuto, usando queis to m ezzo, resultati superiori a quelli dati a.agli. altri procedimenti fin 'D!ra in uso. Il m etodo ha inoltre il vantaggio di non richiedere l 'in1piego di apparecchi speciali, e di essere qui.ndi, alla portata di qualunque medi1co pratico.

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cc IL POLICLINICO »

OSSERVAZIONI CLINICHE. Istituto Radiologico dell'Osp. del Littorio in Roma diretto dal Prof. ARISTIDE Busr. '

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I margini netti della rotula nelle tre proiezioni, il pro·filo D;Ormale della tuberosità anteriore tibiale, la presenza nella formazione ossea descritta di una corticale, l 'assoluta assenza di p·a rti sch eggiate o irregolari, fanno escludere in modo certo

Su di un caso di osso soprannumerario nel tendine del quadricipite per il dott.

ANTO·NIO C APU A,

assist. vol.

D. S. .Pasquale di anni 20 di professione vinaio. Ha camminato in et à normale; sviluppo regolare; non ricorda di aver n1ai sofferto · disturbo alcuno n ella d~ambula zi o11e. Circa due anni fa ebbe al giIl:Occhiq destro u11a sinoYite di natura imprecisata, che è guarita con tre mesi di immobilizzazione. Il 31 dicembre u . s. è caduto da un furgoncino battendo con il gi11occhio sinistro; non sa precisare il punto del trauma. All 'isipezione si nota sulla r egio11e anterioTe del ginocchio sinistro al disotto del] a r otula u11a pjccola zona ecchimotica della g randezza circa di uno scudo, ch e è inolto dole11te alla pressione; il dolore si est e11de an ch e alle regioni laterali; la rotula alla palpazione sembra integra; i movimenti attivi e passivi della articolazione sono dolenti · però tutti p ossibili e completi; specialmente dolente il movimento di fl essio·n e. Si procede all 'esam e r adio·g rafico che è stato ~seguito in tre ,proiezio·n i : antero-posteriore; laterale e tangenziale (ginocchio flesso, raggio normale radente la superficie anteriore della rotula). I radiogrammi mettono in evidenza in corrispon-

FIG.

2.

la ipotesi di un a frattura ed an1mettere una anom alia ·o ssea. (Radiogr ammi 1° e 2°). Si è ,p erciò proceduto all 'esame radiografico del •

,

F1G

1.

denza della tibia sinistra u11a forn1azione ossea a lim~ti netti dell a grandezza di circa un soldo, fornita di corticale e di strut tura trabecolare interna ben costituita; e sa è articolata con una articolazion e ano1nala alla gra11de tuberosità della tibia, ~ sulle facce articolari si 11otano delle piccole decalcificazioni ch e fanno pè11sar e all a presenza di una artrite.

F1G.

3.

ginocchio d estro per st abilire lln confronto. In esso s i nota la prese11za di l1na grossa apofisi anomala di forma clavata ch e p arte dal margine superiore, si volge in alto della tubero·sità tibiale, e su di essa sembra impiantarsi il tendine rotuleo. (Radiogramma 3°).


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Tra tta si quindi di u11a anon1a lia cong e11ita bil1:1Lerale, .certamente in rapporto con il nu.cleo di ossificazione della tuberosità a11Leriore <iella tibia che nasce verso il 12° o 14° anno. È da pensare ch e i.n questo caso sia sorto in c1uestJa regione UJ11 a ltro n u cl·eo anomalo , ch e .a sinist•ra ha evoluto indipendentem ente e si è articolato in un secondo ten1po ·Con la tubt1rosiLà tibia le, mentre a destra si è in vece saldato con essa. Si potrebbe di ·fronte ad un tale re petto· ava11zare la ipotesi cl1e s.i tr.atti degli esiti di una n1a laltia di Osgood-Schlettar, o ancora di un di tacco parziale de l nucleo de lla tuberoilà ainteriore della Libia mig ra•to in alto per la. trazion e del ten·dine qua dri1cipitale. Ho paz ien temente ricercato n ella letteiratura anaton1ica, h o con sul·tato numerosi atlanti radiolog ici , n1a non ho troYato alcun ca o imile. Gra ... ey e l ogier !Ille l loro Atlante di Ra·diologia chirurg ica descrivono un in1clu.so o~seo n el tendirnie del quadricip ite al disotto de lla rotula, m a e so era certamente dovuto secondo g li autori , a sch egO'i.a ·dia fra·t tur.a preg ressa della rotula , intorno a cui si er a formia ta una r eazione p erios.tea. Koler n el suo trattato radiolog ico sulle ossa, d escrive una apo fisi non fr equente impiantata sul m a rgine inferiore d ella r otula, ma n e un auitor e .cita un r eperto u gu.ale od anta1logo a quello ch e io presento. RIASSUNTO . L ' A. pre e-n·ta il raro r eperto di un o o soprannumerario inclu o nel tandine d el quadricipite currale. Ricordiamo le lateressaat/ pubbllcazloal:

Prof. CIUSEPPE CALLICARIS

Lib. doo. di Neuropatologia nella R. Univ. di ltoma

Le catene lineari del corpo e dello spirito

ced. 192s>

SOMMARIO. La catena lineare dell'amore (linea. m ediana. del dito pollice) - La. catena lineare dell'oblio (I• inte1'dioi· tale) - La catena lineare della memoria (linea me· d i 11na d el dito indice) - La catena. lineare dell'odio CII• inte1'dioitale) - La <1atena lineare del dolore c111• i11t~rdigit.1le) - La catena lineare del piacere (linea m ediana. d el dito anulare) - La catena lineare del sonno (IV• inte1'dioita.le) - La catena lineare dell'emozione (linea m ediana del dito miunolo) - La catena lineare dell'ae.sociazione mentale (linea assiale del àito m edio) - La catena line are della dissociazione mentale (linea laterale del corpoJ. Volume in-8°, di pagine 62, con 6 figure nel testo.

Prezz.o L . 1 2. Per i nostri aibbcmati sole L. 1 O, 9 O in porto fra noo.

dello stesso prof. Calllgarls.

le catene lineari secondarie

del corpo e dello spirito

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$ EZIONE PH.ATIC A

(ea . .19ao>

Volume in-8°, di pa.gine 227, con 8 figure e 5 tavo le i~ter-0alate n el testo Prezzo L . 3 O. Per i nostri abb on ati sole L. 2 7, 5 O li.n porto lfran<X>. Inviare Va.glia all'Editore LUIGI POZZI. Uffioio Po. etale Succursale diciotto, ROMA .

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L'ATTUALITA SCIENTIFICA Sintesi e farmacologia degli ormoni e delle vitamine. (P . E. MoRHARDT. Presse i\l éd., 18 giugno 1932). Or111oni e ~ vitamine 11anno fra loro una pareintela spesso stretta, tanto chin1ica ch e farmacologica. Se la chimica degli orm.oni è ·p iù prog redita, attualmente la chimica d.ell e ' 'ita mine a 'V~ a112a r1apidarn ente , poichè Jioi cono-: sciamo la formula di tre fra esse ~ u di. un Lot..ale di ::;ei , sperin1entalmente ben de·finite.

I . Ormoni e vitamine alcaloidiche. I.a prin1a delle sostanze di que lo ge11ere di cui è riucila la sintesi è I ' ormone della midollare surrenale, l ' a·drenalin~·, base azotata, che rientra n el gruppo degli alcaloidi . F ra l 'adrenalina n at11ra le e l'adrenalina sin tetica vi è una identità perfetta sia dal punto ·di vista chimico ch e fisiologico. Il fatto ch e l 'adren alina è un corpo relativamente semplice e ch e la sua sintesi è stata realizzata da più di un quarto di secolo , h a perm.e sso di itrovare a ltri corpi ·di cui la cotituzione chimica e le propriertà farmac.olo-gich e si avvicina no a qu.elli dell 'adrena lina. Per comprendere tutto I '-interesse che le acquisizio1n i di questo gen ere po ·s·o,no 1aivere, biogna anzitutto rendersi conto ch e fra le sostanze che :p ossie·dono proprietà farml(lcodinamich e vicine a quelle dell 'adren alina, si trova la pirocatechina cl1 e po siede poteri ipertensivi energ ici senza ch e I 'insiem e delle su e proprietà si sovrapponga a quello dell 'adrffilalina.. J?ra il tipo pirocatechina e il tipo, a·drenalina e i t·on o um. g ran numero di prodotti interme·di di ·s truttu;ra diversa. Le loro proprietà son o pratuitto muscolotropie. Queste di· tinzioni hanno un g ran·d,e interesse dtal punto di vista fiiologico, ma um. valore minore dal pmlto dì ' 'ist a della clinica terapeutica, ch e non recla ma sempre 'lllil. effett o simpaticomim1etico di una estr em .a purezza. Sono in te:r.es anii però quando .si iP.ensa ch e a i due estremi ·della catena con siderata: si trovan·o l 'adren,a lina e la pirocatechina ch e sono utilizzate tutte due com e anti.anafila ttizzanti specialmente in casi di iper sen sib,ilità alla luce. Queste so~tanze sono ancora ·differenti per altri caratteri . Gli affetti i-p erte·n ivi dell 'adre. n alina so1n o p,r esso a poico costanti quale che sia il numero- delle iniezioni praticate. Al contr.ario la noradren.alina e tuttta una serie di a ltre basi vicine hanno degli effetti cl1e si indeb·oliscono per UJn 'azione nociva sul cuore ·oh e arriva a n on poter più r eiagire. M.a ciò ch e è importante da notare è che og11i struttura chimica ch e si allontana da qu ella dell 'adre nali·na diminuisoe l 'inten·sità e la specificità ·degli effetti simipaticomimetici. In altri termini, l 'adrenalin.a è l 'eccitante pii1 potente e più puro del sistema simpatico. 1

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POLICLl~ l CO

Stu·dia11do i diversi i)lrodolti di cui la for111ula si avvici11a più O· n1e11 0 a quella dell 'adre11alina, si arriva a trov:ar e d ei corpi che presentan o d elle particolarità n1-olto interessa11ti e capaci di far co11c.orrenza in clinica a ll 'adre.nalina . Fra i nuin1~ ro .i g·ruppi ·d i questo g·ener e i d eve operare una classificazio11 e. Il g r uppo più interessante co1nprende la serie tira111inica, cioè i d eri, ati cl1e possiedono una sola funzion e fenolo in posizione para. Le basi çli questo gen er e presentano tutte le proprietà simpatico1nin1·e tiche tipiche (effetti vaso-costrit tori , iperten sori e antispasmro dici rispetto a i bron cl1i). Que ti effetti '"' o·n o molto meno i11te11si cl1e .})1er i d eriva ti ch e possiedono due funzioni fe11010. La tyramina ha un effe tto 8'00-1000 volte • in en o i pertensore o vasocostrittore d ell 'adrenali!Ila. Il simpatol è 100 volte meno ipertensor e o va· ocostrittore d ell ' adre11alina. Si con1prendell'à l 'inter esse di queste ricer che se si pen sa all 'azio ne d ell 'adrenalina. Questa sostan za provoca una costrizioin e periferie.a d elle arteriole in tutto il sistema vascolar e, etcezi0ne fatta per le coron:arie, vasi cerebrali e poln1onari . Ne segue un aumento ·d ella presio·n e ed un .au1nento d ella r11assa d el sang u e ch e pa a per il cu or e. Se il c uore no·n è valido, si strun c.a, tanto più ch e l 'adrenalina provoca d ei ·di turbi n ella conduzion e d ell 'eccita zione int:nacardiaca. Si piega così perch è l 'adrenalina talora abb.a ssi la preissione arteriosa. Queta azione parado.s a è l 'espressione di un a vera in . . ufficienza funzionale d el c uore per rot tura brusca dell 'equilihrio c ircolatori o. È per questo, c.h e si preferiscono, a ll 'adrenalina d ei prod·ot;t i m leno attivi, co·m e il sympatol . Que... to' cor;po ch e sviluppa indefinitamente- gli stessi e ffetti iperten·sori , a condizione ~11e non si u tilizzi110 g randi ·dosi, non eleva l a pressione n elle or eccl1iette ·an ch e se la pressione ar·teriosa ·è sta ta fortemente aumentata da esso; in oltre n on p r ovoca tendenza alle extr.a sistoli. In fine que to me·dicame1nto può essere somministrato per ' i.a bu r.cal e. Il m eta-sympatol , che ha un fenolo in p o·s izion·e m e ta, eleva la pressione in m ·odo più p•rolumg·ato e po,s sied e un 'azione cardiaca più en~r­ o·ica dell 'a drenalina. Un econdo gruppo com p r end e la serie d ella fe11 iletilaffi/Ìna, di cuii tutte le b·asi hanno una azion·e impiaticomimetica. La feniletilamina e ipertensiva a d eb oli ·d osi mentre le forti d osi sqr ebbero i poten·sive. :F ra l e sostanze di questo g~· uppo· figura l 'efedrina sia sotto forma r acemica (efetoni11a) sia sotto forma levogira (efe~ drina naturale o• san edrina). L 'e fetonina pro~ ,·oca l1na ele,razion e molto moderata e molto le11ta ·della pre ione. Secondo Riihl è questa sostanza che :a:gi ce n1eglio di ogn i .altra sul cu ore r e.so insufficiente e.on l 'istamina . 111 un uJtin10 g ruppo figura n o i ·d erivati p iroca tetici o difenolici , in CUii si tro,1a l 'a drenalo1

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.n e o trifno·n e, da 100 a 200 volte:. m e no ipert ensivo· d ell 'a·drenalina, i11a ad azione più du-. r evole. Lo strifnone è utilizzato n elle e n1orrag ie sotto una forma speciale. Si trova ancora in questo g ruppo la n·ovadrenalina di cui gli effetti si indebolisco·n o con le iniezioni ripetute. Si può piazza re in. questo gruP\pO anche un e tere monometilico d el b enzolo (syntol) , cl1e 11a d elle applicazioni cutanee· speciali , poich è ·dopo u111.a va oco trizione p rimitiva prov·oca una va 01dilatazion e intensa. al v:o l e o ser~azioni fa tte a l rig uardo di og11 una, tu ti~ qu.eS!te sostanze h anno le stesse indicazioni deùl'adrenalin,a : mala ttie a llergich e e più specialmente asma, prevenzione ·deg li ·effetti vasco,l ari d ella 1norfin.a , stimolazion e d ella circolazione in caso di ch oc o di colla ~ O tr.auffilatico o infettivo, ''asoco~trizione ll er favorire l 'anestesia local e, ecc. L '.adrenalir1.a, con1e si è detto, è u.na ba e azotata come gli alcaloidi . Lo stesso si p uò di-· r e d elle vitamine . La vitamina C era con iderata finora come u11 acido as ai fort e n on az·otato. Ma Otto Rygl1 e Zaland sarebbero) arrivati a dimostrare ~h e que t!a vita1nin.a non è a ltro che l 'al caloide ·d ·e l-. l 'oppio ben :noto, la n.a rcotina, .a ttivata dalla ostituzione di ·due g ruppi OH. Qu esta attivazio11e si farebbe sotto l 'azi-0ne ·della luce. Poi1c.l1è la narcotina è u1n prodotto assai corrente e lo scorbuto lina d elle avitarr1 in osi più comuni d 'invern o, questa scoperta, e ' 'errà conf.ern11ata, l1ci trà av·ere cons~guen ze i.g·ierliche e anch e eco11omiche ffi()!lto imrporta11 ti. Il. Il problema d ell'ormone tiroideo. La ti-· roxina è un d erivato t etraiodato ·dell 'ossifeniltiro in.a. Lo j odio della tiroide è r epartito fra due osta.n ze, la tiroxina ( frazio,n e jodata solubile negli a ci·di) e la diiodotiroxin a (frazione in. oiluhile). Le relazi-011i fra t iroide· e tiroxina 11anno molon è anco ra certo ch e t i 1)unti n1i teriosi . tu tti i :princ ipii i 1atti,1i d ella tiroide sian o jodati. Si co11 . tata in effetti ch e, per una stessa J)rop1or zione di jodio, la tiroide è più attiva della tiroxina. La com parazion e qualita tiva fra tiroide e tir oxina è molto comples a a cau sa d el n u_m ero molto ele,rato' di propr ietà dive;rse possedute d alla tiroide : eccitazione ·del n1.i dollo ·osseo con aumento d ei glo•b uli rossi e d elle forn1e g iovani dei l eucociti , acceler.azioni d ell a velocità ·di . . edin1entazione, auin1en~o d ella erin a d el i ero' diminuzione d elle riserve di glicogeno e .a ccelerazio·n e d el consumo d ei g rassi, aumento d ella labilità ·dell 'ossiemog lobina, accelerazion e d ella velocità di circo,l azionei e d el volume d el san gue, impossibilità di r e intetizzare il glicogeno a partire ·da ll'acido lattico, aumento della pressione differ enziale, 1azione sulla J)1igmentazione, •p.o tere anrtitossico. . Gli esperim·enti sono d'accordo per cons11

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derare ch e vi · è identità . . u alcu11i p unti. Sul i11e·taboli "n10 b·a ale, I 'identità <legli e ffetti sarebbe rimarch€1Vole. o·npertanto si t.r.ovano delle differ e·n ze ch e posso·n o esser e attribuite alla presenza 11ella tiroide di costituenti ancora inal co11osciuti e cl1e forse fann o parte integrale d ell 'ormone. Abelin spiega una parte di quc te ·differ enze facendo intervenire l a jodotirosina, al la quale egli attribuisce un compito in1portante. Si è cer calo p ertanto di estrarre dalla tiroide u11 ·prodotto ch e ia· p1iù fisiolog ioo d ella tiroxi11a. Blwrn, con il m e todo d ei frazio·n amenti multipli 11a isolato l 'elitir.a.n ch e contien.e 80 volte m eno jodio ·d ella tiro;;{ina. Ma la su a a t ti,rità .. ul n11etab oli"m o basale è tale ch e, per u11a le a quantità di iodio·, e o è diec i volte più .attivo d ella tiroxina . La tireoo-lobu1lina, isolata da O ' vald, è ug u aln1ent e p iù attiva d ell a tiroxina ul m .e.taboli n10 ba"ale. Lei ·differemze son o m en o marcat e e, a l po·sto d ella tiroxina racemica·, si utilizza la tiro1x i11a levogira. Tutte c1ue te diffic·oltà portano a pensare ch e la tiro·x i11a no·rr po a essere con siderata un orn1one. Deve trattarsi di una sostanza ch e fa fi· iologica111ente lJarte di un complesso di c ui tu Lti o-ii el en1e·n ti n o11 so110 conosciuti. III. 0 1·mo11i e v itamine liposolubili. Per g li altri or111oni le n o Lre con oscenze so n·o pi1ì scar e. Il g ruppo m1eglio n oto è quello ·d ei li poidi , i11 cui fi a urano dia una parte gli ormoni _essu ali fen1mi11ili e n1a chili e le vitan1ine I> e A di cui la chin1ica è molto ava:nzata. La , ·i tamina D pDs ied e co·m e la cole terin a un i tema di + nu clei ciclici. l\fa mentre que'"'t 'ullima con t ien e' olament e un doppio legant e, 1'er gosterina 'Il e presenta tre. La vitam in a D i ·di .. ting ue d a·ll 'er aoSJterina in attiva empli cen1ente per la · ituazion e di questi doppi legami ch e sar ebber·o· po tati d.all'irradiaz·i on e. l Ttilizzando per l 'irradiazio·n e ·dei ra ag i u11ica111ente inferiori .a 2. 900, Windian s è arrivato ad ott en er e una vitamina D 1 . D 'altra part e il suo allievo Linserl è arrivato 1ad otten er e una itamina D 2 ch e arebbei anco-ra p·i ù attiva. Gli orm oni d elle g hia n·dole genitali h a nno d ei nuclei an aloghi . In questo gru:ppo rientrano u g u.a lm1e n te la vitamin a A e l e su e provitamine, il car oLene a e il caro tene ~. Que t e sostanze sono stat e· trovat e cla O. l3ai11y in propor zio·n e strao,r dinari.an1 ente elev:a t a nella cortico-surr en al e. La presernza di queste1 . ost anze n ella cortico-suTr en al e è legata a d una funzione. Effettìva1nente i caroteni sono strettam ente apparentati alJ,a vitamina A, ormone ·di crescenza . .B isogna dunque an1mett er e c.h e l 'orga11ism o animal e t r a forma i caToteni in vi tamina A. IV. Ormoni co·m plessi. L 'in1su l ina può essere g iu tamenite con sider ata com e il terzo degli ormoni di cui la costituzione chimica comincia ad e er e con osciuta. Si oontarn o n ella su.a 1

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SEZIONE PRATICA

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forn1u1la 4 e forse 5 a111i11oac idi . on sembra p ossibile ottenere un 'in ulina veram ent e pur.a, cio.è un gruppo attivo ·sprovvi sto di p roteine. Le p roteine in.te r verr ebber o comie supposto del1'azione ipoglicen1izzante. In altri termini, si L:natter ebbe di un i t en1a collo idale di cui I 'attività risulta dall 'unione di una proteina ina1ttiva con una cat ena u1g u.almente inattiva . o.Jo l 'a s ociazioo e di que t e due ·sostanze dà orig·in e a l prodotto s traordinari·a·m ente attivo e pecifico ch e1 è l ' in ~ uli11a . Si spiega così il l'atto cl1e il piassaggio attraverso l 'intestino r er1d a l ' insulina comp.Jetamente inattiva . Un corl)O co ... ì c1 omplesso no.n p uò sopp·ortare sen za ·dann o l 'azione d el ucco gastrico e duodenal e. La ecr etina e la paratorn1o·n e di C·ollip rienLra n o u,g,ua lmente in ques•o g ruppo ancora r11i terio o. Quest 'ulti111a si com1porta e ffetli' 'an1e11 teJ co1ne una proteina in 1)r esenza di elettroliti. Lo· st e so p r obab·i lmente avvien e per gli ormoni del lo·b o post eriore d ell 'ipofisi . Quanto ~ agli ormo ni de l lobo a nteriore, .n.o n si h anno 11ozioni ... ulla loro co titu zioin ·ei chimi.le.a. C. Tosc . \.NO. . 1

SUNTI E RASSEGNE. MALATT IE INFETTIVE . Infezione paratifosa nel corso di nn mo1·bo di Bang. (W. H1Rscu. J{lin . l-Voch. , 30 lug lio 1932). e i pen a ch e non rara111ente son·O· •s tati os. . er,1ati casi di febb·re m elite11 e co.n contemporan eta sovra pposizione di un.a in.fezione tifoide1 , vi en e spontanea la domanda e ia po.s sib·i.l e una simile infezione n1i sta .anc11e niel cor so· di un morbo di. B an g. Quie . . t a eventualità vi eme confer.miat.a d ai .due ca i d escritti ·d.all 'A. In un prtimo caso si trattava di u nfa d on1na di 39 anni, co11 splen om-e galia, febbre fortem ent e r emittente fra 37° e 39°,6 , n ella quale l 'mnocultura a.Il 'inizio d ella malatti:ai rima·se sterile mentre la Widal died e po itività per il Bang in un p rimo tempo a d 1 :400, im.1un seco·n do tempD ad 1 :800. La en1ocultura praticata uin a seconda volla, d:uir.ante un forte .a1ooe... so febbrile, rivel ò la J)ire einza di una cu.ltura pura di Paraly·p1h u B S1cl10,t tmi.iller: l o t e so germe in cultura pur a si ritrovò ·n .elle ca,rie iniettate co·n angu ei d ella1 paziente. Curioso· a n otar·e ch e la Widal fu sempre n egativa, dura.n te tu·t to' il corso -d e.Ila m .alatti.a, p·er il p1aratifo B. Nel secon :do ca 01 si trattava di 1Utn r agazzo di 17 .anni, in cui 1a s i11tom.atologia mo r bosa si iniziò con oefalea, epi ta i , tu1nore di milza e febbre ch e I.a marttir1 a er a d i 37°,5 mentre la ser a ragg'iungeva 39°, 39°,8. Rioorch e sierologiche e cu ltu:r:ali n egative per il Bang ad 1: 3200. La ermocultura dimostrò cul1

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e< IL POLI CLl !'ì' ICO

tura })Ure di Bang·. Praticata un ':al tra en1ocultura , più avan t i J1el decorso della i11alattia apparirono 1cu lt u.re pure di paratifo B. Il giorn~ · egue~te ~ ques~a oss€lrVazio·n·e il quadro clin ico cambiò: il p·az1ente aocusava dolori :atTticolari e ~u.lla out-e comparvero delle ti·p ich ei ros.eole. Qu~ la pr·esen·z.a de1la con comitante infezio11·e par~ t1 fosa è dunque con fer mata ·dal quadro clin ico oltre ·ohe dal laboratorio. G. L.\ C: ..\V...\.

Le complicazioni meningee della melito· • coccia. (H . l\oYER. Pa,ris l't1édical, 1 ottobre 1932). . Le oomplicazioni meningee d ell a melitococ.cva· posson o essere sch en1.a tican11enl e cla · ificate in ~ue g.ruppi . Le.une (e n on son o le !p iù freq uenti) attiran o subito 1 atte·n zion e ·del m edico sulle mening i , evolYono sotto form.a di ' 'ere meningiti, e son o le meningiti m elitococciche. L e a ltr e, m olto p iù numer ose, si esterio.r izz.a.n o con u n quadro meningeo m olto· di'Screto n e.J ·corso .di reazioni midol.l.ari ra·di1c.0I.ari cerebrali , men~re la puntura lom·b a.rie svela ..:ma g ran-d_e re~z ion e ·a:l~uirni110- citolog i ca ·n ·O!Il· su pposta; s1 p uo caratteT1zzarle sotto il n o·n1e di r eazioni n1eningee n1elitococcich e. A. l'ttf enin.giti m elitocooe;iche. Si con oscon o attualt?ente solo sei casi di menin·g ite n1elitococc1ca nettar11ente car~tterizzata. La sin·drome meningea è gen era lmiente assai tipica. È da n ota re l 'as en za q u asi com pleta di feb bre o una febbri1c.ola leggera. L 'A. segna la l 'esiste nza, in du e casi p eTson ali di spasmi vascolari cere bra li a tipo di disestesia brachio-facciale c·on o senza afasia. Le reazioni d·e.l li·q uido cefalorachidi.an o 1sono inten se. Il m elitococco è stato trovato solo in tre casi n el liquido cefalo-racl1idiaa1.o·. La g ua rig io·n e è stata ottenuta in tutti i casi , :p1iù spesso con una teirap1ia specifica. Aaca.n to a questi casi di m ening ite tipica, si d evon o segn alare .degl~ episodi n1eningei , ch e evolvon o nel corso o più rara m ente all 'ini zio della I?elitococc~a. Gli umi so,n o leiggeri e passeggeri , car.atterizzati ·da qualch e disturbo psichico 1oon oefalea, segn o di l\..ernig, talora le.g·gera linf.ocitosi e d ipera lbuminosi del liquor; gli altri , più r ari, ch e e' rolvo.n o come una m en ingite della ba·se. B. Reazioni m eningee m.elitococcvche. e• n e possono descrive.re tre tipi , assai ·differenti l 'uno dall 'altro, p er quanto offrano fra loro tutta u·n a serie di termini .d i passaggio'. ·D elle r eazioni m eningee intense l 'A. h a osservato n e·l 1corso ·di sin·dromi cerebra li o ·d i sind.romi m edulloradicolari . Esse ·era.no car atterizzate .da forte ipera lbuminosi e forte i·p ercitosi , sen za a lcun segn o obiettivo eh.e attiri l'a tten zion e in mo·do particola.f'e .1su1lla esisten zai di una tale reazione. Una reazion e m einingea leggera si ritrova in a lcuni casi di radico li.te o . di n evrite, part~c o1

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lar n1ei:ite ~i . sciatica, n elle mieliti, n ell e lesioni ossee in v1c1na nza delle m eningi. Infine la puntura lombare fatta n el corso della febbre ondul.an te b ana le, in ca·s i che n on presen tavano il minimo sintomo n ervoso ha perr:iesso a ll ' P:--· dì svelar e qua lch e v·olta ' una r eazion e m .e·n1Ilgea ·di~1crela , cl1e din1 o~tra la relati-va_affini~à del ,m ~li_tococco per le meningi. La d1agnos1 d·ell or1g 1ne m elitococcica è sopratutto b asa1ta sull 'an.a mnesi . Bisogna notare c~e q':este complicazioni sono il più spesso tar·d.1v_e, LD..terve·n endo pareicchi m esi ·do·p·o la g u.a- · rig 1o·n e apparente deJl 'infezio,n e. Qua n·do la di.agn·osi sia impr ecisa si ricerch erà l 'a~gl~itinazione ·del m elitococco per oper a del 11qu1do cefa lo-rachidi.a n o del m ala to adoperando la tecnica ·d i R.a n qu e e Sen ez eh~ di.l uiscono di~ettamentei la cultura di m elitensis n el liquido cefalo-rachidia·n o, ottenendo così de lle precipitazioni ch e n on si ha·n no con altre teic.niche . _L~ pr·ogn osi_, assai favo.revole n elle m eningiti clinich e pr o1pr1am ente dette, ch e g uariscono con l'a vaccino-tera:pi.a e con il tra ttam ento antinfe:ttivo , .è più riser vata ilelle g randi r eazioni m enii1g.ee ch e ae1compagn.ano g·li spasmi vascolari cerebra li e le :r.a·diculo-neu1·iti.

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TosçANQ.

Considerazioni sulla malaria cronica. (A. !F . A.

H ENRY.

Paris ll1éd . 23 luglio 1932).

L ' A. osserva ch e,. dopo la g u1erra si è abusato dei termini di ma la ria e di m.ala ria cronica, impiega ti per le affezioni affatto differenti. Il Rieux sostien e 1ch e n o.n vi sia m.a la ri.a cronica senza successive r einfezioni e che la nozion e di m ·aJaria vera è legata ·n ecessariam ente a lla con statazion e dell 'em at o·zoa rio n eil san.gue del m alarico. J_,' A. fa .n.otar·e ch e ise ciò risponde a quello cl1e ·si osserva in a mbienti n on m.alarici , diverso è il caso ·deg·li ambienti coloniali. Le i nfezioni su coessive, speci·e le in fezioni miste, costituiscon o sen za ·d ubbio .u01a causa impo rtan te di m ala ria cr onica, ma la mala:ri1a. cronica, una volta istituitasi può, in certi casi , persistere p er lungo tempo sen za r einfezioni , se n on vien praticato am trattam ento razionale. Le a lterazioni viscera li e lo stato g·en er:a1le del soggetto hanno a questo riguardo una imJPOrtan za grande. L '·ematoo0rario è senza ·dubbio alla base della n1ala ri,a cr-0nica, ma esso n on .a ppaire sen1pre n el circolo periferico. La n ozione di localizzazion e parassitaria in •UJil territorio vascolare è essenziale. E siste uno splacnotropismo di alcune em:azà.e parassitate. D 'altra parte la ricerca del parassita sugli strisci di Sé!-ng·u e periferica va tro.PIJ>O sog.getta agli insuccessi, perchè sia con siderata com e teste esclusivo della m al.aria cr oo.ica. L 'agente della malaria potendo 1

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EZI ONE PRATICA

essere. tollerato ·dall ' organi sn10,, la. diagnosi d i malaria cronica è anzitutto W1 problem a clinico. La sier oiflocollllazione po itiva e la prova t erapeutiaru h anno un grande valore i)er la dia• gnosi. Il tra ttamiento d ella malaria cronica d eve comportare :non solamente una m edicazione chimica variata ed en.argica , ma :anch e l 'irnpiego ·d ell'opoterapia e d ei tonici generali e1, a l bisog no, d ella cl in1atot erap·i a e delle cure idrominerali. C. ToscANO.

te ronne i i1on . solo .n ella lo·r o morfolog ia, n1a ancl1e n ella loro pat ologi a. Ogg'ett o· di ·q uesta riicerr ca comparativa, è sp ecialme-n te l.a p a;r otite e la pa·n creatite acwt.a. Nella parotite· a cu t a g li AA . no111 ve.dono un sen1plice processo infettivo co n tro tale interprelazione parlan o mol1ti fatti, l 'indipendenza del comparir e ·d ella i)arotite con Ulil , orig i11e l)ropriam1ente infetliva, Ja ieonc omitanza frequente con la pancr e,a tite1 acuta, il caratter e dei a ravi fenomeni generali durante la ·p arotite acuta, ch e sono analog hi a quelli della1p anrc.reatite acu ta, e ch e si -p o· so·110 piegare co11 una viol enta immission e di tripsina i n ,circolo (o di so. tanza analoga da parte della parotite). Gli ,J.4 . ritengorio che la base patogenetica della 1

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La cosidetta mala1·ia chinino-1·esistente. (LoP. 1/ arseille J\léd., 25 n1arzo 1932). Nel 1927 in l1Ila comunicazione fatta a lla Soc ietà di Terapeutica di Parigi , l 'autore disse ch e b isogna talvolta ·diffidare clella 1)seudo-m.alari.a, d etta spesso a torlo: febbre continua, percihè si tratta sp esso di febb re di ~1alta o ·di .associaz ione eb ertiana-n1alarica o di sifilide. Egli n e ave,ra in m eno, di due 111esi osservati tre casi in marinai .a,p1)ar tenenti ad un equipaggio, una fJarte d el quale era stata decinwta dalla malaria. Dopo un m e. e di iniezioni di chinin o, fu una Wasserma'Il11 ch e portò d e finitivam ente la l uce. Dopo tale epoca egli h a racoolto anco rai tre osserv.a zioni, fa cendone ancora un 'altra ich e riferi1sce. Si tratta di un marina io di 38' .a. g illlTlto a A1ar ig lia il 18 novembre 1931 insieme ad altri q.uiattro compagni; tutti e cinque erano affetti ·da malaria .. Mentre p erò g'li altri quattro guarirono rapida111 ente col chini.no , il n1 a lato in questione non ri, en tì :n essun b ene ficio n eppurr e dalle iniezion i i ntra-muscolari e erndovenose di chi11ino. Lo stato genera le era abbastanza bu·ono ma continu.a vano n e tti acoessi febbrili i.n termittenti, senza a ltri i.ntomi. Messo in sospetto dai casi precedeinten1ente osservati l 'A., malgra·do l '.a,s enza di ulcera o di a ltri segni , fece fare uno· studio completo d el sangue ·d el p·. Questo mostrò l 'asse·n za di Ebe rth e ·di p la modi d ella mala ria ; m a invece un.a Wasserm.a nn n ettamente positiva. Il g iorno segu ente il malato era co perto di un.ai su.pe1ba roseola. Questa scompar,re rapidamente col 914, m e ntre la temper atu.ra i a bbassava fino dal 3° giorno di cura . Il 1O dioembre il ip. p oteva con sidera.rsi guarito d ella poussée a cuta di sifilide ed il 25 d ello st esso me e r iprese il suo servizio. VICENTINI. 1

Clinica e patologia della pai·otite aeuta. ( CHMIEDEN-Voss. Deutsch. Z. Chir., vol . 234, r~ag. 3 1~).

Il lavoro si p refio·ge• d i s tab·ili1e le a:nalogie ecl i ra·p·p orti fra },e ,a.ffezioni acu te ·d ella par o tide e del pancr eas, org·an i ch e secondo l 'opimione formatasi dagli Autori , sono intin1 ame.n -

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parotite acuta, sia, come per la pancreatite acuta, iin p rocesso a.utolitico, una nlterazìorte priniaria del tessuto ghiandolare causata dal prodotto stesso di secrezione della ghianid'ola. 1

Tale patogenesi non esclude naturalmentech e possan.o ,f:'sist er e , e cl1e esi&ta, Uila vera e prop·r ia forma infettiva I Ln form.a cl1e gli .~ .A,.. co11s ider.ano com e la più tip ican1ente autolitira, è qu,ella postoperat·oria. Nella i:>arte pec'iale d el loro lavoro, g li A/\. riipo·r tan o 18 1casi di parotite acuta, e citarlo i ca i d ella letteTatura, ·da cui risu lta la frequ ente .a soc iazione della parotite con ,a.ffezioni di altri organi (o·r chite!) e specialm ente d el pa11 c:.: neas , insi s tono sulla g ravità d ei fenorn.e ni g·ein erali n ella pa·rotite a cuta g rave, e r iportan o i r eperti operatori di a lc11ni ,e.asi operati, in cui, p iù ch e un vero e proprio pus, si dava esito .a.d u1n liquido ·denso differenziantesi a ssai protllfl1nciatamente da 'PU comune, ricco di sequ estri , e ricordante n étitan1ente il liquido a cui si d à esito i•nrc.ide·n do· un pan cr ea.s affetto <:la « pancreatite .acuita ». Inoltre raramente i g a111gli regionali sono ingo rga ti . Riguardo a lLa. t e·r.api a d ella paroti,te acuta postopieratoria, è difficile q et erminare l 'opportunità, e la! data di una i n1c.isione , essendo I.a ·d i.agnost ica fisica d ella p1arotite assai ·diffi cile a c.ausa• della durezza ·d ella capsula. Schmieden usa tuttavia i1n .cidere piuttosto 'Prest o. Impo·r tante è, co.m e ha dimostrato Un1ber, sia prima de ll 'operazi·one, ch e come n1ezzo non o·p1eratorio·, l 'eccitamento della salivazione con farmaci (Neo-Cesol). tudio A naf orno-patologico. (15 casi). - Noto·r ian1e1nte n ella pancreia tite acuta si <li st i nguono 2 forme principali, UDa tipicamente infiammatoria con se.arsa, e solo second.a ria , .alterazione ·delle 1ceillule , e una form a tip,icamente ·d eg·emer.a,t iv,a1, n ella qu1ale seco ndariam1e1nte comp·a iono en1or!r a.g ie e infiltrazioini . i\ queste du e f.orn1e vanno aggiunte , le forn1e n el corso di infezioni setticl1éi, e quélle p·e r diffusion ei di infia1n111.azio.n i ·del vic inato orioi·n ant esi gen . da ul rere gastrich e o ·duodernali. 1

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« IL POLI<.;LINICO »

elle parotiti g.li AA. sulla base del loro n1at eriale , di tinguono le stesse forme. Essi ha11no notato forme s ic urr amente i.nfettive di ori. ' g1ne orale, forme metastatiche nel cor so di infezioni, e forme tr.asm·esse per infiammaz ione dei te uti c ircostanti. . Infine u~ gruppo di parotiti, parte prima rie, parte po.s toperatorie, :i.n cui il quadro ana1on1op.a tolo1g ico è :p i"edomin.ato ·da n ecrosi, co11 scar si fatti infiltr.ativ~. Nelle form e prevalentem entie infi.an1m.atorie, non si n-0rtava invece la presenza di necrosi, che scarsamente o irn . ' •p1en.a zona fl em1mono ~.a. Sulla base dei dati clinici e anatomto·patologici, g li AA. si cr e·do110 quindi a11tor-izzati a stabilire l 'ootità 1nosologica <li um.a parotite ac uita ad origin e autolitica, paragonabile alla f-0rma pan1creati c.a, e .a sta.b ilire il parall:elisn10 in p a t. chirurg·ica ·d ella paro tite e di altri organi a . inter11a e specia lmente d el pan cr eas. Sarebbe interiessante , e viene invocat o dag li AA , un·O tu·dio della qu1estio n·e a .al ·pu1ito di vist.a fi siologico o·r n1on.a le. A. CALÒ. 1

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XXXIX, Nul\r. 43]

l 'IleT pes si1npl ex s1a Ltr1 a rarità nel l.attai1te e non ·sia frequente n el bambiJno fino ai ·4 anni di vita, non è da accettarf per quanto riguarda la mucosa orale. Il n ome di Stomatitis ap1Jitosa dovreb·b e essere sostitu~to per al.e.uni casi con quello ·di

Sto11 la1titis herpe·tica aty pirJa.. Secon do le rioerrcl1e fin ' ora eseguite con inoc.ul.azioni in .animali .anche la Stoma.titis aphtosa d eg.li adulti dovvebb·e talora essere considerata :iome un Herpes simplex at ipico. Nu_ovo ricer chei cl1iariranno se la sto1natite cl1e compare epidemicamente ab·b ia qu.alche !C.o sa di con1u111'e con la cosidetta Stomatitis apht·'JSa, com e a.n ch e se il contagio abbia luogo direttam ente da uon10 a U·On10, o se il latte crudo abb·ia un t1ffi,c.io di tra porto. 1

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Punnu .

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MISCELLANEA. La p11b(lrtà.

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L'etiologia della '' Stomatitis aphtosa ,,.

(W .

FAI.TA.

Wieri . Kli1l1. Wocli., 17 giu. 1932).

La pub·ertà è u.na p•arte d ella vita umana, cl1e pur svolgend·o si n el corso di pochi anni è di ooorn1.e in1powtanza peir quello che ·sarà la essenz.a futur.a ·dell 'j ndividu.o. Tutto quello cl1e in n o1i è allo· stato potenziale, tutto c iò cl1e i nostri a·n tenati hanno a noi tra m ·es o , sia fi sicam ente cl1e psican1ent e , v:iene in ql1esto bre,·e ... p·azio di temp•o al ~ uo com .pl eto vilu·p})O . Per IJOt e<r conO'Scere c1ue ... to periodo d ello viluppo d ell 'individuo bi og·11erebbe poter e er e .a.llo t e so ten1·20, non solo fi1 ~ io·l ogo, patolog·o· e medico ·mia anche ig·ienjsta , ped.ago,g o, psico.Jog·o e stu dioso di s ci e11ze sociali. Ci.ò ch e car:atterizza la pubertà è J1'rincipa 1mente la 1)roduzione e la emis ione di cellule atte alla riJYroduzione. Queis t o, mo;m .ento, che coin·cide n.ell 'uo.1110 co·n ].a pri1n,a rpolluzione e n ella d onna co1n la prima m e truazione, non deve es•s er e icon iderato c ome l 'inizio d ell.a. pubertà, ma com1e egmo ·di una r elativa maturità de lle ghia·n ·d ole gern1inali : la pu:bertà era g ià cominciata da molto tempo. Se si fa un con-fronto fra l 'età in cui l'uomo diventa atto alla riprodu•zione e quella ~n cui lo dive.n.i ano i vari animali, anch e in rapporto alla durata della vi.ta di ci.a cuno di essi , si vede ,c:b.e n el1'u omo il p eriodo pre-riproduttivo è m·olto più lung o ch e n egli .animraJi :. ciò può spiegar si t eleolog-icamen t ei p·en a.n ·do ch e sia necessario n ell ':u1omo un m1ag,g iore ·sviluppo cerebrale p.rin1a ch e egli g irutnga .a lla ripro1duzio·n ·e. Altri faittori importanti ch·e car.atterizz.ano la J)ubertà sono' : l o sviluppo corpoireo rapido', la formazione del caratt er e sessu.ale, la evoluzione p sichica. A secon·da: dei .m ·on1en ti in cui questi vari fattori si n1ostra1Do p iù a ccentuati , la pubertà è stata di,-isa in tre periodi: 1

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(L. l{ul\1ER. vViert. ](liri. l Vocli., n. 21, 1932). 1

La stomatiJtis aphtosa dei pediatri, 100·m prend e i111111er osi qua·dri n1orbosi , Lra cui possono esser e di tinti i seg·uenti: 1) Afte com~ni: es_e in oraono a ouitamente isolate o in gT:uppi , le s i•n go le l e ·io 11i sono profonde, c ra10r ifor11ti, la loro . u1)erficie è coperta da un.a i)ati11a g·iallatra, fibrina· a, aderente , i loro conto·r11i mo.. tra110 u 1na zona di aspetto nettamente i11Ciam1n1.atorio. L a l-0ro e ti0log·ia non ci è n ota. E. ~e 11 01t 0110 ino culabili al coniglio. 2) J,n una seconda form.a morbosa, con11)aiono n el cor o di pochi g io,r ni o oo.n tempor.an ean1ente n·unner·ose. ul.c.er.azio.n i sp.arp,agli.ate s ulla mucosa orale, s u.p erficiali, :rotonde, ·d e1l diam 1etro di 2-4 nun. : In sìngole l e io·n i ri ~ ie·dono a livell o ·d ella nluco a o sono u11 J)O•C0 p iù el eva te di essa, e J)1ostr.:-tno1 sulla l oro . . u1)erficie un sottile intonaco bianco-grig iastro 0 gial1.a~ Lr o, in l)arte .asJJOrtabili; i loro orli . . ono lie,·c1)1e11Le infiammati. T alora i arriva a una gen givit e diffusa:, piorrea .a lveolare, tumefazio. . me a l1ia11cl olare, febbre·, e sintomi g·en erali . T,a le fe rina è, .aln1eno 11ella m .a.g gi or.anza dei ca i, tra portabile n ella cornea d el 1C.0 nig·lio e ·dà tutte l e r eazioni b·iologicl1e (ch eratiti, er1cefaliti) d ell 'H erpes simplex col quale po·~ s i e1d e quindi un.a oompleLa id0ntità etiologica . L'A. d escrive inoiltre, 1con11e' ulteirior e1 tecnica dia.g·nosti ca, l 'i1nocul.azio·n e nella mu,c osa ,gengiv.al ei, n el co11iglj o, la quiale p,r oduce tipiche l esioni e ])es o u,11.a en cefa lite erpetica. T.a]e H erpe simplex a li1Ji r o, i ·disting u ei ·dall'H. s. tipico per la o·r and ezz.a delle sina-ol e e fflorescenze, per la m ancanza di a.gg·ru11Jpamento e per la diffusion e a g·ran p arte della n1uoosa orale. l / 0·11ini onei oggi generaln1ente diffusa ch e 1

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SEZIONE PRATICA

I ) la p1rerp1u bertà (puibe oeinza .secondo Biedl) dall 'inizio .d ello sviJuppo r apido· fino alla maturità ·delle g11iandole genn~nali ; 2) l'alta pubertà fin o al completo sviluppo del caratter e sessua le; 3) l'adolescenza fino· a lla con1·p leta n1aturità fi sica. Pri'm1a ·d ella prepubertà si ha 1'infanzia, do1;0 l 'adolescenza si passa a ll a maturità. Il rapido · viluppo corporeo ch e si 11a n ella ·e tà p r e1)u,b er e e cl1e vi en e a co 1 1-~ ri spond e re (con Yariazio ni p iù o m en·o n o tevoli a econd:a d elle razze) all ' ll 0 -1 2° ann o , a.p pare an ch e p iù accentu.a to in q·u .anto ... u ccede a d ·utn p eriod o di arresto dello viluppo (dagli 8 a i 10 anni) co111e e 1'or ganism o ave .. se voluto prepararsi alla teim1)e. . ta d ella pubertà. Que t o J"alI)ido vilu})})O 1_ i m .a.nife tta 0011 l 'au111ento ia in. lu11g b ezza ch e in peso : m olto, ì111portan Li .. o n o i ca111bia111enti cl1e i Jl otano a carico del bac ino. Fino al 10° anno le differ enze fr~a bac i,no n'1achila e bacino fen11tninile so no b en lievi: le differ en ze cominciano d al 10° ann·o e i accentua1n o al 1±0 -16° ann o: è JJeicialm ente il bacino fen1minile ch e si n1o·difi ca : il promontorio si ·_pinge p iù accentua tamente in avanti, l 'osso sacr o a'Urmen ta in la r g l1ezz a· e lung h ezza, 1' ing r e ~o d el }:>acin o si a llarg a: è così ch e il bacino fen1n1i11ile acquista la u.a fo1m.a rcarat t eristica1. An c11e il volto cambia: in amb eduei i es i si l1a u11 111ago·ior e v ilup1p o d elle parti più promin enti (naso, proce . _ s i . . 011raorbi Lari , ossa zigom .atich e , men to) ed il r)'rOfil o d i,renta CO Ì pitl tagliente. ':È a n cl1e da ri1e, nre cJ1e· durante la p u1b ertà, l 'am 1}iezva ·di variazion e clello viluppo n ei dive.rsi indi,·idui è molto p1iù accentuata ch e n el1'infan zia, e c ioè che, mentre iJl que t ' ultimo p eriodo 1e differ enze ind ividuali n ello viluppo in lun gl1 ezza e n elle })roporzio11i d ello cl1el etro1 son o r elativamente. li evi, n ella prubertà in vece q11 e te differenze 11anno la l oro mia ... ima estrinsecazion e. l\il a la fine d ella pubertà non vuol ... io-nifiicar e la fine d1ello s iluip'})O carpo,r eo·: la do n11a continua a viluppa r i ti n o al 18° anno, l 'uomo fiino a l 23° : n e deriva come con seguen za ch e nell 'uon10 la lu11.gh ezza e la larghezza d ej cor1X> è , proporzionatan1 ente al tro,n co, più gran·d e cl1e n ella donna. Con lo svil llppo in lun:oih ezza d elle ossa, ' 'a di pari passo lo svilu 11po in spe ore di es. e: ra1) i·do è lo 1s,ril uppo dci nuclei osse1i , p iù lento il , aldan1ento d ell e e11ifi si . Ac.c:anto 1allo vilu1JJJ1'0 o seo p·r ocede lo s\-ilu ppo di altri orga11i : an cl1c qui ·~ i not a110 f.orti differ en ze a secon da d ei . . e i. Il sottocu taneo ad esempio, ch e , i sviluppa poco negli u on1in i si viluppa mollo di più n ella donna , dando la caratteris tjca femminilità ·delle forme: il contrario avviene per la miu1scolatur.a. Il p eiriodo d ell 'alta pubertà è 1caratterizzato 1

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d.a lla ·n1ra turità d elle gl1i.an·dole germina li e dallo .... viluppo d ei caratteri sessuali primarii e secondari : particolam1ente im1Jortante è l o s,ri luppo d egli or g·ani genitali, c h e è raggiunto attraver o varie tappe n ell 'u omo secoodo il seO'Uentei ordine (Rosen·stein ) : 1) ingrossamento de i t esticoli; 2) ingr.aindimento d ella cinconfer enza d el pene; '3) apparizione di peli n ella reg ion e ge11·i tale e sul labb-ro ; 4) cambio n ell a , ·.a ce e con1parsa di peli n elle ascelle; 5) forn1azion e di spiernl.atozoi. Ielle fan ciulle la circoin ferenza d ell 'ovaio aum1enta, fr.a 1' 1 1° e il 20° anno di vita, ·di cirìc:a Lre volte : pu;r llOndimen o molti ovuli vanno J)erduti. i calcola cl1e m entre n ella n eonata I 'ovaio contie1n e da 40.000 a 50.000 ovuli , a 10 anni e .n e con tano circa 20.000 e a 17-18 a11ni n e r·e tano solo· da 5000 a 7000. Con l 'i11izi o d ella p ubertà c·ominci1a, la m atur azio11e d ei fo.l li1c.oli: ~l 13° an110 i follicoli contc11g·ono crià le cell11le del Sertoli . L 'uter o, sino al 10° a11no, cr esce di poco: i11 eguito prende uno sviluppo enorme ·sì che él l 20° anno è a urrnentato di ben ette volte. 1 F ra tt ant o il clitQlfide è divsnuto er ettile, le g hian d ole di Bartolini 1con1inciano a secern,er e, al i.~o . to d ella flora pree ist en te (co,ccl1i) subenlra la flo ra ' raginale b~ c illa re , la r eazione ·d ella secr ezion e vacrinale diventa più fo rtem ·ente acida. Tutte que te variazion i si h ann o g ià dopo la p1r im .a n1est1ruazione. • Il en o comincia a viluppar si al 10°-11° an110. tratz di tin gt.1e quattro sta·di: 1) lo stadio d el capezzo lo, i11 cui lo· sviluppo è li·mritato so2) lo stadio della gen1ma ; la m an1lo ad e n1ella si arrotoin da e il capezzolo si spinge in f uori; 3) il seno è ·sboaciato, lieve incurva m ento d ella mamme lla ; 4) il sen o è m .aturr·o: l 'in. cur,·an1 e11 lo è u11 po ' lJiù accentuato e trascin.a 1con sè ·p arte· ,d ella g l1ian·dola man1maria. 1 14: 0 anno appare una m .aggiore pig·mentazio11e nel le asoell e, n e1l peri1n eo e sul capezzolo·: qt1est a1 1p1ig·m entazione dipende direttafl1e11t e dalla fun zione ·d elle g hiandole-le gern1inali, in. q uanto manca .n ei ca i di aplasia ·delle1 ovaia . I 1caratteri se su ali secondari si su sseo-uo n o poi eoondo · 1'ordin e eg·uiente: 1) arr o ton·darn ento, .d elle anch·e; 2) sviluppo d el la m.an1mel1 a; 3) sviluppo d ei p eli s11i g·enitali ; ±) S\ 1 il u1)PO dei p eli so tto le a, celle. Que t 'ardine di · ' rilu·p•po n o11 è assoluto, n1a Jì O... ~ on o aver si interfer enze notevoli . Accanto alle g hia nd ole germinal i anc11e le glli ando le san g·uig n ei subisco·n o ·durante la p1UJb crtà u1n n otevole svil upp·o : così è per l 'ipofi .. i , l)er la tiroide (ch e si S\'iluppa molto di i1ii1 11ell a donn1a; cl1e n ell 'u om o e i 1c1Ui rapporti c.011 il ciclo se ·su ale femminile on o n o ti fin dal] 'an ti cl1it à) IJer i urreni, p er la perineale. In t11tt 'altro mo.do si con1porrta il timo: que. t 'or o·an o r l1e al 10° ai1110 ragg·i·ut11ge il ma ssin10 de I .. t10 pe . . o, al 20° anno è già in pi ena involu-

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(( lL P OLI CLl i\I CO

zion e. l\.nch e l 'ap1parato linfatioo subisce nel1'infanzia avanzata e dura.nte la pu.b ertà una certa invol·u zione. . Riassun1endo si può dire 1ch e CO!Il l ' inizio dell1a pub·ertà l 'org.ani•smo fa un salto in avanti nello sviluppo'. sviluippo ch e involge .n on solo le g·onadi e i caratteri sessuali primari e secondari, ma con essi l 'organismo tutto. Lo sviluppo psichico m erita un.a trattazione com1)l etamente a parte, tanto esso è vasto e pien·o ·di i11i stero. · G. LA CAVA.

Velocità di riassorbimento degli edemi p1·ovocati. (G. SALvroLI e S. QuADRI. Arch. di Patol. e Clin. M edi ca, febbraio 1931). •

Quando si provoca un edema localizzato m ediante · l '.a p plicazione di ventosa, ientr.ano in g ioco quali fattori d eterm.i nanti da una parte la stasi, d.all 'altra la diminuzione della contropressione d ei tes uti s ui vasi. Con la ventosa <li fu,ra-Rocci, .F rontali ha ottenuto n ell e n efr osi un 1ponto pallido de lla gr.andezz.a d ella ventosa e indubbi amente costituitg da uu piccolo edema localizzato; questo edema si produoeva g ià ,con basse depressioni, mentre non era possibile produrne u110 simile in soggetti sani , anche con d epressioni molto su periori, tali da raggiunger e il li'miite ·d ella r.e>c;;istenza capillare. Quest 'ultimo fatto è s tato c onfermato dagli AA . i quali hanno però visto che diversamente si com.p orta, alla pro,v a d eilla ventosa la superficie esterna ~de] padiglion·e <iuricol.are. Applic.an .do una pi1c col1ru ve.m.tosa su questa zona g li AA. hanno potuto osservare che, an·che in sogg·e tti sani, ' rariando caso per caso il tempo di applicazion e ,d ella v·e ntosa e la inten sità della· d epressione, è quasi costant emente possibile produrre un• piccolo ponfo rilevato sulla superfi.cie cutanea che, per il suo aspetto pallido e per i dati ril·e vabili all 'esame capillaroscopico, deve interpretarsi come un piccolo edema. Tale rComportamento della cute in questa particol are sede è dovuto precipuamente alle condizioni anatomi.ch e ivi esis tenti. Infatti la scarsezz.a; del tessu.to sottocutane o rende in questa r egione il derma quasi aderente .al pe.ricondrio per cui possono rende r si più manifesti anch e i più modesti gradi di imbibizione e possono essere impiegate depressioni a lte •sen za arrivare alla rottura d ei vasi. Utilizz.an·do la con sider.e vole r esistenza dei vasi capillari della superficie esterna del padig lione d ell'orecchio e l e favorevoli possibilità di osservazioni macroscopiche e capillaroscopich e di q.u esta regione , gli AA. h.anno provocato con l 'appli·cazione della ventosa . un edema localizzato, di cui hanno studiato la particolarità n ell,e più differenti condizioni. m ettendo in ri1ievG· i fatti seguenti: 1) La f.a.cile r ipro duzion e d el su ccitato ed en1a ed il suo più r apido riassorbimento n ei 1

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piccoli bambini delle prin1e epoche della vita in confronto ai bambini d ella seconda infanzia ed .agli adulti . 2) Le differenze in·dividuali ancl1e in sogg·etti della stessa età, sia per quel ·che riguarda il modo di produzione, che il tempo di scomparsa. Tali differ enze si debbono riferir e a fattori costituzionali individuali. 3) L'in·dubbio aum·en.to della permeabilità capillare nella glome rulonefrite in relazione for&e .all '.aumentata idrofilia dei tessuti ed alle alterazioni d elle pareti ·dei capillari, alterazioni dimostrate con l'indagine capillaroscopica. 4) Il limite ·di resistenza capillare sulla faccia e·sterna d el padiglione d ell 'orecchio si dimostra, con il m e zzo d 'indagine a doperato a.a.g li AA., alquanto superiore ai dati fin qui c oinosciu.ti rilevati su altre pa,rti del corpo e specialmente alla piega del gomito. · Tale aumento di resistenza capillare n ella cute ri.coprente il padiglione auricolare nella fa ccia esterna, d·eve attribuirsi precipuamente al fatto ch e in que&ta· sede veng ono in gran parte evitate azioni lesive, traumatjzzanti che si verificano invece n·elle zone cutanee lasse ch e seguono facilmente la trazione d ella ventosa. 5) Il limite di resistenza ca pillare n elJe g lomerulone friti risulta alquanto abbassato al •Confronto d ei dati normali, in accordo a quanto venne g ià m ·e sso in evidenza d a a ltri autori. 6) La liev-e dim.in uzione di per&istenza del ponfo nelle m .al.attie in·fettive acute cori. iperpiressie, ch e g li AA. credono possa spiegare l 'aumento d·ell 'i,drofilia d ei tessuti e la diminuzione d ella diuresi ; fatti che gli AA. mettono essenzialmente in relazione con il fe nomeno febbre. C. TosCANO. 1

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I · diversi aspetti dell'ascite libera. (A. Scn,JV.i\RTZ. Pari.s A1 éd., 13 agosto 1932). Secondo che l 'ascite ha u;n 'e,roluzione lenta o rapida, secondo 1a quan.t ità di liqu:ido che distende la cavità addominale, l 'aspetto del ventre cambia. Quando l '1a.s cite è di .abb o·n ·danz.a n1edi.a, il r11alato ha un ventre ,d isteso, ma ine.gualmente disteso. I fianchi son io sv.asati, per il peso d el liquido 1ch e vi si accumtùa , mentre la parte n1e·diana dell 'addome è occupata dalla massa d el tenu·e. È Ja form,a del v·emtre che è stata chiamiata cc ventre batracia no ». A questa forma si opporrle qu.e lla che r ealizz.a la cisti ovaric.a. In qt1e to caso il ventre è sporge·n te in avanti. Quando il ventre 1contiene una gr.ande quantità ·di 1iqui.do, esso è uniformemente e r egolarmente disteso. È un gria.n de pallone che non ha più nulla del ventre batraciano. Si ha ottusità dapertutto. L'ombelico è prominénte, vi è circolazio·n e collaterale . Se questo vent~e non h.a ·p iù la forma .d el ,rentre batraciano, n.e co.n serva però un ricordo , d.ato che l 'ascite, essen1

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f Al'jNO XX'\ IX , N

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dosi sv il111Jpata lenla111e11te, 11a in 11rimo lcmJ :O d i ~te. o e .asato i fian chi. l -11 lcrzo a i1ello è realizzat o cla u11·ascil o ad ieYoluzio11e ra pida, opifla tull o in sog·getli g ioYani. In qu c. . lo ca o il liquido e1... lre1namen.tc al)bondant e rj en1pie e di sler1tlc Lull a la c.av ilù .addo111 i11ale, deler111i11a11do ol tu . . il à daperlu 1.lo, ed l111a ollu . . ilà fi . . . a, cl1e n on . i , 110 . l a con i ra111 lJia 111e11 I i di ))O izio11e del 111.ala1o. Vi è aJ1.r l1 e qui flutluazio·n e e,·iden.te, 111a il ve11tre non è l)ÌÙ r cn-olaemente ·di teso, con svasa1111en to dci fi ancl1i. Il liqui do 11on ]1.a :n.vu1 o I e1111110 di di ~ t E"11 d ere i fia11 cl1i e si è i11 L0tali1à portalo i11 ava11li , cosicrl1 è l '.a·ddon1e assu111 c u11 a forn1 a . i111il c a cru ella reali zzata dall a ci.. I i oYarira . ~·r a u,na ci. ti o,·a ri r,a co . . ì gro~ . a non può CYidc11tcr11ente e ~ . er s i _vilurlip·a la i11 qualcl1e lìle ~e . I11 oltrc c'è qu1alrl1e ~ run1a l t1ra cl1 (' differe11z ia Cftl e. to lerzo tipo di ,·e11trc cla li quido ]ibero C'nd oacldo111 ina]e dal 'c11t re dell a e.i ti O\arica : i fi an chi 11on . . ono ·s,·asat i come· 11ella a. cite lipirn, ma .. ono 1111 1)0 por.ge nti, il 'enlrc 11 011 ll a in . 01n1111a la forn1a .a cu11ola r cg ola re cl e11n e i ~ I i o ' nr i r n. C: . T o e \ o . 1

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~ontribnto

a11a conoscenza deJ 1no1·bo ili

KiimmeJ. (G.

1661

SEZI ONE PHATI CA

L 'evoluzione delJ.a m >alattia può divider i in l r e stadi. Nel primo stadio si presentano i seg:11 i ·della le ion e verleb·rale dovuta al traun1a. L n ede della lesione i1el 60 % dei casi è lomba1re o dorso-lombare. Quando il traun1a è stat o leggero la siintom1atologia può e sere molto scar...1a. e limitarsi ad una d·olenzia a lla palpazjo.ne delle apofisi spino e. Do·1)0 qu.a lcl1e gio·rno i sintomi inizia li sco1n.p~aiono e si l1a un. p erriodo di b en esser.e di più o n1en o lung.a du:rata. Dopo questo p erio·do, .ricompaiono, i dolori, le cointratture muscolari, il segm ento vertebrale colr)ito divien e rigido, i ha esagerazionre dci rif'l e.. i co1n disturbi della sen sibilità e la colonna vertebrale 1 ·def orma in cifosi o i·n scolio i. Que Le c·ondizioni possono dura.re due o I r e a1111i, fin o a guarig ione 1cJinica piratica111 cnl e con1pleta; e però le condizio,ni gen erali dcl paziente ono cattive, po . . on o proluncrarsi . <:::> i)er mo1l1 :anni. Quantu,nqrue i inLomi clinici ·della malatl ia , iano c.ar atteri·...tici , i)ure la diagnosi deve e'. ser e coDrobora la dalla indag ine Tadioloo-ìca o ' cl1e ·deve e1n !pr e e ere fa tta nelle dt1e pro,i ez1on i 1clas icl1e : ar1Jero·-p 0 ~erio re e latera1e, I e11 e11do p1r esente cl1e i1L q.u1e it ' ultim.a p1r oiezione si ri, ela no le vere ca.ra LLeri ,tich e ·delle lesioni . Fra le le io11 i vertebr.ali cl1e vengono in ·di. r u sione IJer la diagno i differemziale, il pri1110 po_lo spe lta a l];a })Ondilite tubercolare. Si l c rril con Lo ch e n el mo,r bo di Pott la rarefa~ zio11 e è n1olto più 111.anife La, il risentimento de llo tato ge11e1ra le è eviden·te, la deforn1azione verlebrale è 1p iù spicca ta, la o-uiarigione è più le11la. Infin e il n1orb,o di J(.i.i'Tl1tm el non dà n. ce i o . ifluenti . NelJa pondilitei post-Lifi·ca vi è usura della , o. tan za o sea ·del corp.o vertebrale co·m e p1u rc del di co, c.11e allo volle j) UÒ co.m parire coin fu sion e ·di cor11'i v·ert·ebrali vicini. I11fine il pro·ccs. o riparatore avvien e co11 l 'o sifi1cazione legam ento ai. P\ar.a è la l)1r e cnz,a di O·. . teo fiti ch e s1}e i simo si risco1n trano n el m. di Kummel. Nei tumori della colon,n a i senton o· in g·e11 ere gro o]a11e zone ·di di .. truzion e, alcune volte mi Le ad irregolari proces i di ri1')arazion e o di o ificazione. ella sifilide i ha ia.bitualmente 1pQ·ima u;n a di truzion e os .. ea provocata dalla gon1rrna e poi u111a p!I'olifer.azione molto i.n ten sa <li t essu.t o os._ eo neo formato: pre,ral ei quindi la ipero tosi , con l)arziali eburneizzazi·oni da aqden. an1e1nto.. ella 1c.ifosi er edo-traumaLica, ch e col pisce individui con tenden z.a erediLaria ialla cifosi, la deforn1azion e è molto p iù pro nunziata ch e nel m. di Kii11lrnel. Dal punto di vista m edico-l 0gaJe il in. di J(um·m 1el 11.a origi·n.ato 111olte ·disc us ioni , e . d.a m olti tutt 'ora s i domanda e la 1na lattia ~ia indennizzabile o 111eno. La pre en za del nesso c.au ale fra t·raun1a f>d a ffez ione r e11de i1eoe sario l ' in·dennizzo. e. TosC.-\NO. 1

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'fo ~ C118TT \.

Gi or11. il.i Jlf ed.

nri lil.,

O'JU '1°"

gno 1Hj2) . L ' nr rr o 1n e11 Lo iel e 11 e a r t r i; i po, I - l r a u 111 a l i e11 r ed i11 ])arli ro lar n1 oclo del inorho cli l(ii1nm.<'1 "·a ~ en1 1) rc l)iÙ acqu i. lnndo in lcres ·e . ia d al lato cl ini co r l1 e 111etlico-legale. Da qn an clo l un1 111e l (l e 01) dc. c ri :-:~t' ln J11 al•1tli a cl1 e j)O rl a il su o n o111c , 11un1C'rosi Ja,ori :;0110 ~ la ti pub})li ·ca li , u ll 'ar.g·o n1 cnlo. J)a alcuni -i n ega tale affezio11e, da ali! ri la . i a ffern1a, e ne lla I11iagaior anza , i 111 a nife. la di scordan 7Ja ull a : ua etio1op- ia. 11 J(u111111c J de cri . e Lal e .a ffez ion e i1 cl J 891 iC{llal e urna u cces io11e n1orbosa ]Jost-tra11mati·r a e, in pr in cip1io, ·pe·n ando cl1e vi fo se lrop~Jia . nrOJ)Or zion e tra u111a frattura . . ia 1:>arziale ·e h e to la lC' ·de Ila ~·er tel)ra ed esito, ~mn1i e, qu,a1e cau . . a dell 'o Lei1e rarefacente e dell 'atrofia d el t e. , u1 o . J)Ugn o o, 1con conseguente ero ion e a . . eltica dell e uperfici articolari del co·r po ·vertebuale, dei p iccoli fatti con tu ivi, producenti uno " qui librj o n ella nutrizione dell e vert ebre. Jn c1uc. ·li u1ltimi a nni però il I< i.immel ria riprc~o in e.. an1e l 'argomento ed ha modifi ca to ]e . ue idee. Egli dà ora importanza .alla co111·111rc ....·io ne deiterminat.a ·dal] e e111orragie in trar,a1c.l1i dee e d.a lle frattu1r e tr.abec·olari tlel tessuto sp ugnoso, all e fessuxe. cl1e la radiogra fi a n1ette in e·vide·n za, ad un:a. ver.a frattura 11er co,m pre sioin·e e· a·d una lesion e del meni co intervertebrale. n m owbo di Ki.imme·l colpisce 1preva lente111ente g li u om;ini di età piuttosto ,a vanzata, qua. i sempre contadini, m eno le doin ne e raram en1 e i g iovani ed i b ambi;ni. Il tr.auim a, anch e lieve, può esserei diretto o indiretto. 1

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<< JL POLICLINIC O

NOTIZIA BIBLIOGRAFICA. G. CosTA.NTINI e M. REDAELLI. A·tla1ite clinicoradiologico della tiibercolosi polm101iare. Bolog11a, Stabilimenti poligrafici riu.11iti, 1932. Prezzo L. 125. La le tteratura medica italiana si arriccl1isc e in questi ,giorni di un nuovo libr·o, edito dalla solerte Casa cc Stabilimenti pol igrafici riuniti di Bologna » e pubblicato da i due valorosi tisiolog·i G. Costa.n tini e M. Re daelli, i quali sia n el ca111 p·o clin.~ co che ra·diol·ogico e chirurgico della specialità hanno accumulato un pr e·zioso n1ateriale di osservazione ;portando il frutto della propria vasta esperienza e di m·o.Jteplici i11dagini orig inali maturate attra'verso u·11 deoennio dedicato interamente allo studio dei prob.1em1i 1c.linioo-sociali della tubercolosi. Ma questo volume esce dalla cer chia delle u su ali monoo-rafie e riveste le eleganti spoglie di un a tlant e cli11ico-radiolo.g·ico, ricco di ±38 figure r1il ide , b en riprodotte, in gran. par te corredal e da 11otizie .a·n :amnestich e e 'oggettive e acco1npagn ate da una su1ccinta, m .a chiara1 esposizione della materia tisiologica moderrna. Esso quin·di g i11nge a b·uon punto in m ezzo al fe.r voi'e scie·n tifico ch e da qualche a n:n.o h a perva o le sicuole clinich e italia11e, su scitando con la an1bita collabo razione dei nostri Mae·stri la creazione di eccellenti o·pere di m edicina. interna i11 g·e.nerale e di tisiologia in ispecie, e colmando una lacuna esistente, di fronte alla letteratura francese e tedesca. Già nella monografia di ' ' ittorio l\1araglian·o iehe fa parie del trattato di De,roto, in quella magistrale di Micl1eli in cc ì\Iedicina intelfna n d el Ceco,n i , g li aspetti radiolog ici della tuibercolo·si polmo·n are e ra110 ben documentati ·d a numerosi cliiahés ra;diog rafici ie l 'argo,m ooto sviscerato· sotto il punto di vist.a clinico-radiolog ico; m ai mentre j n essi, co111e è l:ogiico·, I.a parte icon ografica, pure esse.11.do importan.te per avvalorare e r e·n dere più compren sibile la descrizio.n e <lei pr ocessi morbosi, tuttavia no1n è esseriziale, nell 'atlante la fig·ura co tit u·isc.e l 'elemento principe, per c ui si esige una riproduzion e tecnicam·e nte ottima e ricch ezza di esemplari casuistici. E cl1e la }Jubblicazione di simili opere sia uitiJ e ed ist rurt:tiva i.n pratica , ci vie11e conferm1ato -d.all 'esperienza tisiolog ica la qu.ale ci dimostra sempre più cornei l'imagine visiva di un fe·n omen·o , ad esempio di un pneumotorace, si imprima più fa cilmente nella m re moria ch e n~o n un 'accur ata ·d escrizione di essa, sicchè molte volte la stoir ia ·di un malato ci balza viva al1.a mente d·a1l ricordo di una o di ·p·i ù ra·diografi e; inoltre, non v'ha ·d ubbio , specie p1er .chi ·non eserciti in un g rande centro sanatoriale e non d isponga qu~n.di di una larga esperien za in 1)roposito, ch e il confronto dei casi clinici perso11ali con u·n a buona· radiografia tipo possa es~ ere di utile complemento diagnostico, prog n o ~ tico e terapeutico. 1

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l~\~NO

XX.XIX.

~ Ci\I . 43]

Un a~llO vreg10 deli 'attanle è quello di a \ t re un ina11azo w11co c11111co-.raa1oloo-ico·1 cui scrive 11a già av uto occa1s101i.e più \~lte ( 11 e1 SUJO lavoro sul! 'infiltrato precoce e nella r elazione sull 'iniezione tub. primaria svolta al congresso di Bari) di J:Jr otestare contro la fun~sta. t~11denza di v-0ler co·11siderar e i pr-0blen1i d1 cl1n1ca e patoge11esi t1~1010.g'icra ..,otto uin aspetto unilaterale, ora radio·l og·1co, ora funzionale., ora a n ato111ico, n1entre è solo ·dalia conoscenza com·p leta e dallo 1s tudio seriale sisternatioo clinico-radiologico e a11atomico ,d ei sin~oli casi. ch e P1?ssano scaturi.re i dati più veri, la soluz10111e ·d1 annosi e tor111entati quesiti. Nell ' esposizione d·ei casi è lodevole lo sforzo ·d egli AA. di voler conservare il sano in.dirizzo cliruico ich e deve essere sempre il don1inatore e propulsore de:ll 'intero sistema, anche in un 'opera ad in Lendimer1to ra·dioloo-ico· . ~ ' solo lo scrivente de,-e dissentire da alcune opinioni espress~ dagli AA. e già i1ote ag·li studiosi italia11i,. c he. rig uarda·n o il .signifioo.to del complesso pr1mano , la genesi dell 'infiltrato precoc.e e in genere della re-infez ione d-e ll 'adulto (molti intil trati juxta-ilari riportati sull 'atlante p-0sson·o app·arte11er e a l.l 'apice de i lo bi i11feriori e andr·e b})ero conv.alida:t i 11ella loro se·de da r adiogra fie, laterali ed .o·b liqu.e !) ; ina si tratta di opinioni person ali ch e non disturban·o gran che le ·deduzioni pratich e di diagnosi € teTapia. La divisio·n e dei quadri pato logici, se·n za esser e ·s ch ematica e teo.ri1c.a , è n1oderna e razionale; ai capitoli ul radiogra111111a normale, sul lob·o accessorio della vena azigos, sulle ·coste spUII"ie segu e u·n a bella erie di radiog ra fi e di complessi p rimari calcifi1cati e di adenopatie; vengono poi le ·descrizioni dei processi prevalentemente essu.dativi (in filtrati, scissuriti e periscissuriti, lobiti, broncopolmoniti) e produttivi (tub.er colosi miliare e nodulare, fib.rosi, fibrotoraic.e, calcificazion·e polm·on:air e). Un quarto gruppo è dato ·dalle c.avern-e, dalle bronchiectasie sen za o con mezzi di contra•s to, dalle pleuriti e pleuro-corticaliti. Una larga messe di radiografie docun1enta poi i vari a. spet ti del polmone ottoposto a collasso-terapia (pneumotoraice, ernie mediastiniche, a·d erenze pleUJrich e in· pneumotorace, operazioni di Jacobeus, frenicoexeresi, apicolisi con piombaggio, toracoplastica) tra cui ·v anno segna lati ·urn origin.ale cliché di Redaelli di pleur.olisi intrapleurica e varie convincenti fig ure di toraooplastica totale alla Sauerbruch . Da ultimo vengono i processi di g uarigione, l 'ascesso gang.renoso, la pneumoconiosi, i tumori ·p olmonari e m ediastin~c.i, .um rapido cenno al cuore dei tuber colosi I migliori auguri, quin·di, al neo.f ita della le tteratura me dica italiana perch-è raccolga il più lusing hiero sucoosso che valga a 1compensare le imrp rohe fatiche di oompilazione e di pubbli• caz1one. A. 0MODEI ZoR1~1. 1


(_.\~~o

XXXIX ,

~V-'I.

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SEZIONE

CENNI BIBLIOGRAFICI. L. LA

"GE RON.

e.rtrém.ités.

Les troiibles vaso-mo·teurs cles Editore

Doin,

Parig i. Prezzo

Fr. 18.

L'A. e"' pone la fisiopatologia e la clinica dei clisturbi va o-motori delle estremità c:~ e so110 manifestazio11i dipendenti da un 'alterazione locale del circolo arterioso ed arteriola-capillare. ~-e analizza i into n1i ed il loro n1odo di piroduzione, n e d e crive lei 1)ri11cipa li forme c.]ir1 ir he . Il capitolo terr11inale è dedicato alla tera1)ia. 1

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DR. P.

G 1LLET.

La

)1 n1.pathicotli él'rrpie . Editore

Doin, Parigi. Fr. 32. La sin1paticoterapia in fo·n do noin è ch e• r ef]e ssoterapia. Per il clottor Gillet l 'eccitazione del si.n 1patico nasale e rettale è ca.pace cli g uarire u11 a g ran quantità di malattie: l 'asn1a, l' an g·o .. cia, le cefalee, le vertigini , I 'an.g ina pectoris, le n evralg ie, e p erfino .I 'atassin tabetica e le paralisi organich e. ~1fa ]grado i tentativi d 'interpretazio11i sc ientificl1 e, i rin1a11e semrpre n el.l 'e1m1)iris1110 e non sen1pre di buon a lega. DR. L . BR..\U:'l. Herz und. Augst. Editore Deu·ticke, Vi enna. Prezzo M. 6. Interessante studio. n1edico-psicologico suo-li effetti della paura sul cuore e sull 'in1porta11 za della fun zione cardiaca ne.I determini .. m o clella paura . g . d.

ACCADEMIE, 50CIETA' MEDICHE, CONfiRESSI 1° Congresso della Società Medico-Chirurgica degli Abruzzi. (Aquila, 25-27 settembre 1932) .

Rias s unti delle relazioni Epatocolangiti subacute e lente. D ·_-'\l\"TflNA LEONARDO (Siena) . - L 'O. ésordisce ricordando come il problema della infezione n on }Jurt1Je11 ta d ell e Yie b iliari ~ilJeramente perYie atesse già cla t empo richiamato l 'atten zione di clinici e patologi e ch e la colangite pura di Nauny11, altro non è ch e un ulteriore sviluppo del con cetto dell a ep si ])iliare lJrotopatica quale è st a to svolto dal Dupré J1ella sua b en nota t esi sull e i11fezio11i biliari. P er le ir1fezioni d elle fini vie biliari intraepaliche, dati gli. intimi. rappo1"ti esistenti tra quest e vi3 ed il paren c h1ma epal ico, pit1 ch e di col angite deYe; par] arsi , d 'accordo con D 'Amato, cli ep at ocolangiti , i1on1e ch e ineglio sta ad indicare la p art ecipazione al processo non solo delle vie bili ari ma anch e d el tessuto epatico st esso. È . prob abile r h e, co111e sos tie11e l Tmber, parte dei casi di cosidetto ittero cat arral e n on siano altro ch e forme acute benigne di. epatocol angiti, com e è probabile ch e queste possono talvolta p assar e al qt1adro }) Ì ì1 g r aYe d ell 'a1rofia giallo-acuta.

PRATICA

1663

l ' ii1 d elle forme ac ute appaiono interessa11ti le fo1111e cli epatocolangili ch e ass u1nono un decorso c1011ico r ecidivant e oppure delle sep si cronich e. È a1•cora discutibile se possa p arlarsi di una for111 a le11t a di epatocol an gite 11el senso s tretto volu tto d a Sch o ttmi.iller , p erch è al germe riscontrato nei casi descritti con quest o no'm e non tutti riconosco110 i caratteri del vi r idans. È probabile r h e il particolare and ame11to òell a infezion e in q11esli ca i più che con le <.:aratteristich e d el gern1e sia in r el azione con le par licol ari modalità d i i11fezione e speci alme11te cori il p articol are st a to allergico dell 'individuo. Pertanto deve riten er si ch e le epatocol a11giti cronich e e lente non rapp r ese11tino un a uni.tll e tiologica ma sol ament e cli11ica. Il ubstrat0 a t1atomo-palologico di queste form~ è rap11resentato d a alterazioni infiammatorie n or1 purulen le c h:e colpi ro110. c ontemporanea.nlente ma i11 gr ado vario ia le vie biliar~ intraepatich e ch e il tessuto ep atico stesso. Il var io g rado di lesion e è in ra pporto in gran parte cor1 lo stadio in cui l a le ione viene orpresa, prevalendo negli s tadi i11iziali le lesioni delle vie biliari (1° stadio o cola11gitico) , 11egli s tadi più ava11zati quelle tlcì pare11cbi1na ep a tico (2° stadio, ep ati tico). I..c epatocol a11g iti c~o11ic he e l ente pur non pree11tf! 11,d o sintomi p er sè \st essi p at ognomonici cos tituisco110 t1na entità clinica per lo più facilme11le i11dividuabil e. I sin tomi cardinali sono rapprese11tati da febbre, ittero, epatosplenomegali::t, dei quali l 'O. descrive le caratteristich e più in1port anti. A quest1 si aggiungono in vario grado dist t1rbi d ispeptici d ell a crasi sanguigna e negli st adi terminali n on r ar am ente ascite, ecc. Per quanto l e epatocol angiti rappresentino una en lità clinica di solito ben differenziale da quadr i an nloghi, la loro diagnosi d eve esser e attentamente vagliata specie in r apporto alle infezioni biliari da occlusio·n e (i11 p articolare calcolotich e), ad al cun e forme di sifilide splenoepatica, all a epatite di Hanot, ecc. d elle quali l '0. p assa a discuterè i principali criteri diag nos tici differenziali . P er quanto rig uarda l a t er apia qu esta d eve essere anzitutto dietet ica, prevalentemente a b ase cli idrati di carbonio. l 1n a utile applicazione trova la terapia glu cosio-insulinica pt1rch è attuata secondo g ius te direttive. Il trattamento dietetico sn rà coadiuvato dalla ter apia medicamentosa tendente ad attivare il deflusso bili ar e a mezzo dei coleretici e col agoghi e del sondaggio duodenale. Utile anch e Ja t erapia idrica con acque il el tipo cli quelle cli Chi a11ciano. Anch e l 'intervento chirurg ico può in determinati casi esser e preso in considerazione, per quant o n elle forme lente n elle quali l 'infezione si anniò a intin1 amente n ell a co1npagin e del! 'organo i risulta ti sian o rnolto dul)bi , come del resto raran1entr il nostro interven lo riesce ad arrest ar e il fatale prog redire dell a malatti a ch e conòt1ce all 'e;r:itu s con il quadro· ab it\lale delle sep si cronich e, quando questo n on avvenga per complicanze, co1ne sp esso su ccecl e.

Discu ssione : Prof. GASBARRINI , dottori MARINUC· cr, ALBERTI, ~1ccINELLI . Etiologia e profilassi della tubercolosi. P ETRAGNA:i'\ I G1ovANN1 (Sien a). - L 'O. inizia col ricordare l e prime ipote i di Ari$1otile e Galeno

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POLICLlNJCO »

Sttlla i1atura co11Lagjosa d ella tub. sviluppala poi vaJid a111en te i11 Italia d a Girolamo FracasLoro Paolo Zacchia, G. B. Nlorgagni Anto11io Coccl1i' cl1~ ne ispirarono le prime nor{ne legislative 11el C(1111po dell a difesa sociale sancite dalla Repubblica di Lucca ( 1~89) e poi d ai Gover11i di Firenze, V c.:11 tlzia, Bolog11a , ~apoli. Parla delle" prime prove sperimentali di G. A. Vjlle1nin (1865) su ll a infeziosità dei materiali tub. e dell a scop erta d el ])acillo del tuber colo dovula a ll . l .ock (1882) . ·rr·a t. teggi a i c aratter i di questo ger 1n e e si soffc1111a ai inetodi di colorazio11e, di omoge11eizzazio11e, cli arriccl1i111ento, alla cultura d el b. di Kocli e ai reali vantaggi portati dai terreni elett ivi alla dia g nosi di laboratorio. Discute dell ' ul traYirus tubercol ar e inelleuclo in eYide11za i punti deboli clella dilnostrazione data11e fin oggi , ed al la luce d elle piì1 recen Li ricer che il] lISlra la effettiva in1porlanza d ella sor gente bovina n ella i11fezione tubercol are uman a. Rifacendosi a s tudi veccl1i e recenti n ega l 'esis lenza cli una ereditarietà dell 'infezion e tbc. int esa in sen so stretto , com e pure dimostra priva Cli J)ase I 'ipotesi cti t11ta er edo-predisposizione, ir1te a come tara ancestrale, i11a pur attraverso pos':' sibili distrofie conge11ite, caldeggia 1'ipo,lesi della eredo in1rnunità co11 arg·orl1entazioni d 'indole biolog·ico-sperimentale e statis tico-soci ale . Pnrl a quindi <l ella vaccinazione antitubercolare rivencticn ndo11e la pa lernità al nostro Marag liano. DL cute d ei vaccini vivi e m orli, d ell e 1nod a lità della vaccinazjo11e e della s ua limitata possibilità c1 'a7ione p er ch è affern1a la tbc, non può esser e con sjderata d .q un lH to ~ tretta111ente sp ecifico trovand o le su e radici nell 'intima s truttura d ella ~o c it' l à u1na11a. Sarel,be opera ben vana sp er ar e òi p o ter debellare ! n tul)ercolosi chiudendosi n ej n o ·Lri laboralori })Cr l a rjcerca del mig li or vaccin o o n elle cli11ir h e arl escogita re la miglior cura rlel tubercoloso. Essa rii1ascerebbe parim enti fu n est a dalle folle agg'lo111erate n egli angusti quartieri citladini, dag·li alve<tri d ei l avoratori mal prote l li, dall e fil e òei b or g hesi e dei ricchi troppo s11esso orga riicn111e11te deboli. J.,n lo tta contro la L1,ib erc olo~ i esige il n1.ig·lior?111en to della razza a ttraver so il inig·lioramen to d el1 'ambie11te di vitJ. Dagli s t1tdi ch e da og·11i parte del mondo ci vile so110 stati condotti ri ulta in modo chiaro ch e la tubercolosi è malattia precipua d egli uo11ti11i ch e vivono agglomera li, senz1.1 il pre idio cli ido11ee previrlenze e proYvidpnze ig ienico-sociali. Docu1nenta con dati lati. lici la fondatezza di queste affermazioni e n e vecle il rj111edio o ltrech è i11 una congrua vaccinazione 11elle !eg·gi fascjste per il migliora1nento d ell 'a111bie11 te e della r azza e poj in quelle a car atter e nettamente specifico (leg·g·e 23 g·i ug 110 1927 e legge 27 ottobre 1927) . Illustrand o queste trova inodo di tratteg·g·iare la multiforme attività d ci Con sorzi Antjtubercol ari e cl ei Dj sp e11sari e l '01>cra d ei vari Istitt1ti di prevenzione e d egli stu]) jli·me11ti di çura sa11atoriali e post-sanatoriali . Di. cu ssion e: Prof. CoLELLA , dott. P1cc1NELLI. (pa~·te

c 'inica). Prof. CERl\IENATI ATTILIO (Teramo). - L 'O. dopo ave r pren1esso alcu11e 11ozio11i generali stille ost eorniel i ti, offerma11do.'i particolarmente sulla etiopa loge11esi e sull 'an :i lo111ia p atolog ica del procesOsteomieliti acute

,

lANNO XXXIX, 1\u.l\r. 431

o rnorboso, ei1lra :1 lJarJ are della diag11osi sulla scolta della casi s tica p er so11ale co1npre11cle11te 73 casi osserva li nel period o dal 1926 al 1932. A scopo esse11zial1nente esp ositivo l 'O. disli11gue le seguen1 i forme : 1) forme acu le di e tre111a g ravilà ; 2) forme acu le di media gravità; 3) for1ne prolunga le o ad anda1ne11to cronico Ji11 dall 'i11izio; 4) esiti 1011Laui cli os teomieliti acule. Di og11ur1a di qu este for1ne Lratta d ella sinto1rJé1 tolog'ia clinica 1 soffer1na11dosj special111e11te sul 3° gruppo, mette11do i11 rjl ievo la facilità con cui ques te for1n e ve11gono nella pratica scambiate per l esioni tubercolari. Dopo un 'ampia e cl e llag linLa rasseg11a di diagnos tica d iffer e11ziale l 'O. affronta il prol>lema terapeutico, don1anda11do i anzit11tto se l 'osteo1niE-lile può guarire sp ou la11eame11 Le se11za alcu11 tral lame11to . .Se bben e lale evenie11za sia eccezio11aì.c e li1ni tata a 1orme uJ)acule ])e11ig11e l 'O. ne afferma la possibilità anche in seg uito, a qualc h~ caso person ale. Pa sand o 1)oi alla c ura operatoria clella os teomielite i ·o. clis lingue e di cute il Lrc1 LLame11to ch e d eve essere istituito 11 ella fa se acuta, quell o cl1e si deve fare nella fa se di osteon 1j~lit e..prolung?la e queJlo cori cui si provvede aglt es1l1 1011la111 delJa t11a la ttia. J./ j n terve11to r1ella fase acuta d eve essere pratic~rLc il J?iì1 13res l~ possibile, precoce1ne11te. Qui l Cl . a11al1zza i vari procedi1nenti operatori iu1piegati e cioè Ja sen11)lice incisione della raccolta su1)puratiYa perio Lale, la osteotomia con scavazionc delJa spo11g io a o i ·apertura del canale micl o]lare, la r esezio n e. . In rapporto al ques i Lo e nella fase acuta cleI IJroces o n1or])o o è setnpre 11ece sario proced er e all J. trap anazione dell 'osso o può essere sufficiente l~ s~mJ?lice inci sione d ella raccolta periostale, l '0. s1 cl1ch1ara favorevole ad una condotta di prudenza arma ta quando non vi sono segni evidenti di infezione d el ca11al e midoJlare e cioè evacuare i11izialmenle il p11s i1eri e parao 'tale e Yecl ere con1e si modificano l e co11dizio11i ge1terali e locali cl el ll<tzie11 te . Se ques le 111 ig l iora110 J'attesa co11tinua> al lri1ne11ti si i11tervi e nc rad icalrne11Le. Per l a resezio11e l '0. ritie11e q 11es to i)rocedi1ne11to 011eratorio com e n1etod o di eccezio11e, riservato a ca j p arlicolari, ch e 11011 d eYe essere gen er alizza to . · P arla qui11di cl el tratta111ento d elle o teo111ieliti prolt1ngate e di quell e cr o11irhe fin dal! "inizio, ferrr1a11dosi sulla eques treclo1nia e sui processi di riparazione delle g randi cavi là resicluali. · Accenna al tratta1ne11to degli esiti lontani d elle osleoinieliti , tra tta r apida111.ente della Yaccinot erapiri nelle osteo1nicliti acu le; e 1nÌi11e aggiunge pochi cenni sulle os ten1nielili d ei mascellari conecutive a carie dentarie. Osteomieliti acute G,va rte radi• .logi ca), 1

Dott. M uz1r MAnro. - L 'O. dopo aver ricordato le alterazioni fondamentali che dal punto di vista radiologico posso110 riscontrarsi nell 'ost eomie1ite acuta (alterazio11i regressive ecl allerazio11i l)rog ressive) af[erma a11zitutto che pri1na Cli un determinato tempo le forme osteomielitiche 11on sono diagnosticabili con esame r adiologico. ess1111 sistema purtroppo noi ab1Jia1no p er i11ettere


$EZl0 .NE

iu C' Yld e 11 zu il }l ri1110 j11 .. e<liru·si della infezio n e u ella co 1111)ag·i11 c o sca, i1 è ab!Jiamo l a po ~ ibilità cli dire se u 11a co nfu io11e <lei trab ecolati, c l1e è ·pe~so iJ j)rjn1 0 .:cg· no r<idi ologico a 111a11ife ~ Lar i si .1 I 'i11dice cli u11 proce o o teo1nielilico cl1c · i i11izia o' ' er o cl i al lra forn1a inorbo a ca1)ace d i cl nr e lo le ~o fe 110111 e110. ~·" è p o ·i})ile }Jr ec isare i11 le r111ini fj ~si il le1npo d ella c.:01111)ar a d ci pri111i tieg lli radiologici ic uri del l a osteo111j elile i11 fe tljya per ch è t! ·so è in dipe11cle11za d ella incli,·icltH1lil1\ ed agg·r c s i i là <l el ge r111e, di fa l lo ri org~' 11 i c i di res i le n za d el ·ogge l to co lpito da l 111al e e d ella . ed e di i11 ed ian1 e n lo. I/ O. 1ne llc i11 C\ id e n za l 'at1 sil io i1o lc 11te cl cJJ 'i11clagi11e rad 1o logica , Ja qual e pur u o n p o lc nclo 11 ci pri111i le n1pi a ffer1nare u1 1a clirtg110 i d i re rl ezzn, può rafforzar e pote ntcn1 e11 t e il ·o p e l lo d iag n o~ tico cli11j co. L 'O. p a ~ a quindi a de ~ c riY erc i qu nclri r ad iologic i d ella osteon1iel il e n el! 'ulteriore eYoluzio n (l ci el Lrn1po, soffer111an d o ~ i i11fi11e a prec i .. :-ire e discutere i car al leri differe n zia li d cl prore" ... o 1no rlloso co n i q uaclri radiol ogici di al l r e affczio 11 i ot"sec. La relazio11e è La la illt1 ~ tr ata co n i1un1ero e pro ie1 io1d . J) isc11"i .. io n e: Prof .

FArc1Nr,

l\; N 1 ~1

B1~n \R lD \ .

B Er. N .\,R EO, .... L.'NT<) L~"),

CACCIA ,

\1.Ant.

P ETR AGNA-

ucc1,

P1cc1-

LC.

Società Medico-Cbi1·urgica di Hologna. Seduta •lel 21 i11ar zo 19:32. Prcside11 le: l)rof . f)o)IATO

0TTOLE~c 111 .

La trazione trans-scheletrica col filo nella cura delle fratture. !Jr of. V. {>t,·rr t . Lu Lrazio11e col filo, di c ui or ·l l 'O. si orc; u1>a, n o n è r l1e u na en 1plificazio1te n el n 1od o cli a1J1>Ji rare Ja lrazione. Il pri11 c i1Jio e.lei ine loclo è <I uello idea lo cl a Coclivill a. I l filo, d ella Ju11 g h ezzn cl i 15.-20 c11l. dcJlo ·v c::;so r e di 1 -2 11110 ., è i11 Lrod o tlo n ello ·ch cl c lro v er Yi'..l Lra11s-c ula11ea i.11 a 11eslesja local e o ·c11 za a1l e. tesi a a 1nezzo cli un p erforat or e 1na11uale o di a llro rn os o cla 1110Lore el e ttrico. La i)re ·a s ul fiJ o è f a tla ei a u11a s laffu J11ela1Jj ca c11i è af fid ala la trazioo e a l 'esi. Il iil o viene infi so IJer le fra lll1rc di ferr •ore i1e lJa n1e lafi-i fe111oral e i11ferior c, }Jer que lle d ell a Li b ia o a ltra er o i 111alleo U o i1ell a r egio11 e n1e la fj a ria . Ne1le fra tture dj 0111ero i sceglie la r egio n e co11clilo id ea o l 'olecra110, i11 qu ell e d ell 'aY(' lltl)rac.:cjo J 'epif isi raclio-t1 l11are infer io r e. l)e i n1 n~sin1i u ·aLi 18 kg. per l 'arto i11ferior e, 10 kg. per i l su1>e riore. J e ll e frat l u re r ecen li la traz io n e rin1nne in JlO · Lo p e r c jr ca 4- _ g ior11i. Le cleYinzio ni L a lt=~rn l i , cl1e n on ced ono a ll a l razio n e 1011 g·ill1clin al t', vengo110 correlle con co111pressor e a Yite. 0 1te11uta la riel u z io n c 1' ar lo è i1n111obi lizza lo i n a J. parecchio cl i gesso ne 1 preciso a t I egg· i arne11Lo t e11 u t o dura n Le il p eriod o d i Lraz io11e. Sem 1J1ice la i11l1 r 10 r a di es traz io n e d el filo .

Osservazione intorno ad una probabile azione antagonista delle radiazioni di diversa lunghezza d'onda sui tumori. Pro f. G. G. PAL~I1 Enr , do l l. G. PALTRiì'i IEHI e G. G 1o nP \ NO. - Gl i s t11di r ece11 ti cond o l ti i1el lo sp e ttro d cll ' u l l raYiole tto, co11 l 'u o di opport u11i fi l tri o ch e r111i a ltj a elezio11are, e11 tro li1niti a ]lb n ~ l 1111 za 11r cc isi , le cliYer . . e lu ngh ezze d 'o nd a, h a11 -

Plt .\TICA

166fi

n o d imo..,tralo p er qu es te d e ll e azio11i ver an1ent e , pc·L·ificl1e ed auche an l:igo ni . te. Co ì I 'eritema si Jl r ocl u ce per l u11gh ezze d 'on d a inferj o r e a 320 µµ , con u n ina::si1no (l 'azion e i n Iorno ai 29 µ µ ; l e radiazioni co1n1)rese fra 2 O e 290 µµ . . o no, quelle nlli' e per l a }Jr oduzio n e di 'ila 1nine D dall 'er go~ lc·riJ1 a; l 'ozo110 vie n e fo r111alo d a radiazioni i nlorn o a 230 µµ, 111e11tre viene <:0111po Lo da altre i11~or110 a 280 µµ . È a11c h e s La lo cl in'1o ~ Lrato che le r acliaz io11i cl i circa 340 µµ ., prev ia esclu ione clf·~ l c a11tago11ist e, 11a 11110 un ·az io n e s tin1ola11Le la div j ~· i o11 e cellular e. F a lle ques te pre 111as e g li 00. c n c11do a l pu11to cl i vis ta pratico, i1o ta110 -ch e è l)rude11 te a tte 11er si al la 1egol a d i ap 1Jlicar e la fo lo- e la Le rn1oter api a nelle sole for111e tu n1orali profo nd e, innntene11do per Je ~orine ... uperfic ja li il crilcrio di u11a vigile a llesa, n o11 a1)plica11do l a fo lo- e la ler1no lerapia se 11011 al ler111i11e d ci perjod o cl i la lenza de lla renz ion e ler ap e utjca dci te ~ s t1Li 11eo pla lici; e que s to , _a lYo i ca i in c11i i1on : :- ia urgente , per 1)arli<o1ari co n<liljo11i di g raYi là e tli racliole 10 11e locale prOYYeclere a d u ll a ri1J ar nzjo 11 e o ad un n1ig lio r·o 111en lo d i que l n.

Trasfusioni sanguigne ad effetto risolutivo critico in anemia emolitica perniciosiforme. P r of. A. D .\.LLA ' ' o .r.TA. - - J) 11 e Lrasft1 sio ni d i sa11g u c cilrala lo (1100 cc .) sono ta le suffi ccnli a rico1ldur.re u ell o s1lazio cii u11 a e lljma11 a la inassa globul a r e d ·u 11 ogget lo profo 11d an1e11 Le a 11emizzalo n alo ri i1or111ali. Il Ya11Laggio s i è reso i11 seg u ito a nch e lJiù i1otcYole, co ·ì da · in1t1lare una g u n r igio11e clii1ica. 11 r a1)ido ca11cellar i , d o1)0 le lr asfu io n i , d ella no la ipe ren1o lilica ch e do111i11ava la i11d r ome a11en1ica ind uce i ·o. a co11 iderare la pro11ta risoluzio 1ie e e11zial111e11te .co111e il p or la lo di u110 hoc i1 iJJ1 torio i n clo t to dal san gue inf11 ·o ugli or ga11i err1 ocl is tru ttorj. I .. '(). ._j soffer1na i11oltr e ' td la i1al11 ra del p r occ·sso e11101)alico i11 que, Lione. g iunge nd o a classificél r1 o, j)er J.lcuni car u l leri fo11d a 1n e n I ali , quale u 11 e ... e1111Jl a r e d i a11en 1i<l cl i Bier111er , pur eg11al a11do però co111e altr e cara tt e ri .. Licl1e e particol ar111C'11 l<' l 'eccezionale su re l1i \' i là di fro11te alle i11ft·... io ni e111ali ch e, servo110 a clnre al quadro un 'imprc111la lulta j)ec·uliare, co, la11 c1 0 Jo d a quello _clas. . ico d cll 'an e1nia perniciosa. 1

Le lesioni da incidenti motociclistici. Do ll. 1\ . B oNOLA . Preocc u1Ja nclosi opr atutto cli~ J1el 111ecca11is1110 d i Lra un1a fos e pre e11te jl fallor c da lo dall a Yelocilà cle l Ycicolo , l 'O. h a raccollo 667 cas i cli fra l l u ra li per in c id enti tradali d a 1nezzi di locomolion e 111ecca nica. Nella pri111a 1Jarte d ell a u a co1nl111icazione l '0. i 0 Jfer 1r1a a parl ar e delle }Jerre 11lua]i cor1 cui tali in c id e nli occorro110 r e la liYanlen le al 111ezzo m eccn l!ico d all a sed e d e lle fral lure, d e i loro cara l teri , ecd. e proiet ta 1nol li rad iogranllni illu s tra ti i. Nell a sec0nd a p a rte l 'O. Lrn 11 a 1 'nr go1ne n to dal 1)1111lo rli vis la ' clinico :·ipo rl ft ud o i ca i di fr a ttur:i pii1 i11tere .. a11ti e lipiC'i , offer1na11do i sopr a tu llo u lle lesion i d el g inoccl1io e d ell 'arto infe-

riore. Sindrome retro-olivare o sindrome di Wallenberg. l)o l t. G. DAG~INI. - Il l)az ien le Ludia to dall 'O . i1rcse n Lava l111a sindrom e sen s i liYa a in i s tra p er


1666

u JL P OLI CLINICO >>

g li arti e per iJ tronco, a ùestra per la faccia (zona cli d istribu zion e· del primo e secondo r amo del trigemino), caratl e_rizzata d a una dissociazione di tipu siri11 gom ielièo ca·n es t~sia dolorosa, ipoestesia per ii caldo, disestesia per gli stimoli freddi {'b e dt~nno una sen sazion e di caldo). Completa l a sind1·01nc sen si ti va 11na algia del trigemin0; una emisi1jd rome cer ebellare destra; segni irritativi e par~1li ti ci di alcuni nervi ~ranici , a destra; una si.n<lrome si1npatico oculo-pupillare di Bernard Horner , a destr a; ed ir1fi11e una sindrome di perturbazione delle vie lut1gh e simpatich e. l)er qt1anto la n'l;ancan za del controllo anatomopato] ogico r end a men valida ogni asserzione, la sir1drome clinica h a caratteri sufficentemente tipici per poter essere riferita ad una lesione localizzata n ella regione later ale d ella posizione superiore d el bt1lbo. Il Segretario·: F. VrGI. 1

Società Medico-Chirurgica Bellonese. Seduta del 7 settemb·r e 1932. Presidenza:

Prof.

DALLA PALMA, Yicepreside11te.

Dott. F . CuccHINI. - Sulle applioazio11i . me1to note d.ella roenlgenterap,i a. ,

Sulle emorragie subaracnoidee. Prof. M. DALLA PAr.MA. - L 'O. , dopo aver richiamato I 'att enzione · ~ulla relativa, frequenza delle ~1norragie ubaracnoidee e sul complesso problema della loro etiopatogenesi, .r~erisc~ . t:e tasi in cui il quadro cli11ico caratter1s.t1co (1n1z10 bru sco, cefalea, rigidità nucal~, . Lasègue, contratt ure d egli arti, frequente r eazione feb·b rile . .. ) ha avuto piena conferma in uno d al r eperto di autop sia, in tutti poi da~ comport am ento, alla r.achicentesi, clel liquido· cefalorachidiano : questo Jn tale forma 1~o rbosa si presenta squisi tamente ei:Qorragico o xantocromico, se~nd o· la distànza di t e1npo dall 'insorgenza della emorragia stessa n egli sp azi su barac11oid ei .

L'enterostomia nell'ileo appendicolare. Prof. G. P1ERI. - Malgrado i p r ogressi i11 fatto di diagnosi e di op~razione precoce nell 'appe1idicite acuta l 'inter vento nei casi che si accompa' gnan o a perito1 1ite resta ancora gravato da un 'alta per centt1 ale d 1 inortalità; la <'ausa .di ques~a. va spesso· ricercata 11ell ' ileo paralitico ch e si stabilisce secondariamente alla perito·n ite. L'O. da qualcl1e ar1no· ha adottat o i11 quest e circostanze il drenaggio intestinale, ch e egli esegu e d ivaricando o ~brigliando l 'incision e laterale destra e praticand,-~ sulla prima ansa d el t ent1e che si prese11ta u11a piccola incisione ch e si drena co·n ttna so11da di Pezzer. I fenome11i paraliti{'i del) 'intestino di solito cedono rapidame11te i11 seg·uito al vuota1nento di esso. Per la rapida ~hiusura (a ileo dileguato) dell a fistola i11 lestinale ch e così si stabilisce, gli ha be11 corrispost o il tampon ame11to oleoso (chiusura d el1'orificio coli u11a striscia di gar za i11trisa i11 olio d 'oliva). . L 'O. h a r iportato l 'impr~pne ch e questo· pic colo interve1ìto co·m plementa:f'e nei casi in cui fu da lui p raticato abbia salvato la vita di pazienti ch e se1nbrava110 in condizioni disperate. Egli prese11ta 3 soggetti <'Os1 trattati.

[ANNO

XXXIX, NUl\11. 431

Sulla poss•bilità d'i·nterruzione della narcosi avertinica. Dott. G. L1sE. - Riferiti i risultati ottenuti i11 lLtl nun1ero. n otevole di n ar cosi praticat e mediante l 'avertina e ricordati i vantaggi che dal sun u so d erivarono alla pratica della chirurgia , l 'O. accenna a~ pochi casi , n ei quali può sembrare in<.l icato u n precoce risveglio, od anche una r apida i11 terruzione della narcosi stessa. , Riferisce in proposito i risulta.t i ottenuti in Reparto mediante iniezion~ ipodermiche, anche inultiple, di coramina (2 centimetri cubici di soluzione al 25 ~lo), secondo le indicazioni di Killiar1, ed il :r:eperto· casual~ di azione analoga a quella della coramina, ottenuto mediante iniezioni ipodermiche di cocaina (2 centimetri cubici di sol l1zione all ' l %) . Co n entrambe dette sostanze il risveglio fu sempre assa.i più rapido e m an carono in ogni caso i sia pur lievi fatti di eccitazion~ e di agitazior1e, no~ rari ad osservarsi durante il • risveglio n ormale dalla narcosi avertinica. 0

Sopra un altro caso di rara calcificazione .polmonare. Dott. F. Cucca1N1. - L 'O. presenta due radiogra1nffi:i del torace di un pazi~nte, nei quali si o~serva nell 'emitorace destro, fortemente opacato , un 'ombra ovalare a grande asse cranio caudale. Nell 'interno di essa si nota la trama polmonare ment~e la zona ch e circonda l 'immagine è p riva d~l disegn o. Il radioigramma in proiezion e obliqua laterale destra fa rilevare, all 'altezza circa della quinta costa, una zona triangol are nella quale si scorge il disegno p olmonare (e ch e s.i (,red~ rischiararsi alla radiosco·p ia du:a11te i colpi di tosse), zona ch e appare posteriore ed. esterna all 'immagine ovalare sopra notata. . L 'O. raffro·~ta questo singolare reperto . con uno molto .simile presentato alcuni mesi pr111ia, ch e ha potuto· essere con trollato anatomicamente In quel caso si trattava di una calcificazione conseg uente a ferita penetrante nel ,to~ace; . ne! caso, invece osservato ultimamente 1 ez1olog1a e inolto incerta in · quànto ~l pazien~ non ha su: bìto traumi: affei:ma di aver solo sofferto d1 pleurite essudativa destra una diecina di anni or so·n o·. Il Seg retario : G. LocATELLI. 1

...-

Jnt.eressante Monografia:

c. DRACOTTI LA PSICANALISI· Dott,

seconda ed~ione '\oc11ratame'1te rived.u ta, ampliata. e cor.redata del r ,i.. tratto (i n f ormato di mm. 90x135) di S. Freud. Prefazione del Prof. Sante De Sanctis SOMMARIO. - I. La dottrina psicanalitica: 1. Stori~. - 2 Incoscien.t e e psicodinamismo. • 3. Pansessu~lt­ sm~. · _ 4. Perversioni e neuropEiioosi. • 5. Sog~. 6. Psicopatologia della vita. o°'Il!-une. - 7. La PS!c.&n a J.isi nell'arte e nella sociologia. - II. La psicanalisi delle neurosi e delle psicosi : 1. Etiop.~ togenoei delle neuroei e peicoei. • 2. Le neurosi attua.11. • 3. Le psiconeurosi. - 4. Le psicosi. • 5. Le neur':'B'i tr~uma­ tiche ed' altlre ne~1rosi. - I~I. La terap~a ps•~~na. lltioa : 1. L'azione terapeutica della pc:;H:anal1s1. • 2 Il metodo delle aesooia~ioni spon.t anee e delle BBs~iazioni sperimentali. - 3. Indicazioni e controindicazi()(lll. • 4. P sicanaJisi ed dgiene mor&le. - IV· La critica della psicanalisi. - V. Bibliografia. Un volume. dii p~g: VJII-96, nitida.mente stampato &u carta semipatinata. Prezzo L. 1 4 più le spese postali di spedizione. Per i noetri abhonati sole L. 1 2, 7 5, in porto franco. Inviare Vaglia all'editore LUIGI POZZI, Ufficio Postale SuccU1:rsale diciotto. ROMA.


JA.~1\o \XÀlX , N

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SEZ IONE PRATICA

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APPUNTI PER IL MEDICO PRATICO. DALLA PRATICA CORRENTE. Pseudo-eclampsia da ascaridiasi nei p1'imi giorni di puerperio. DoLt.

ANACLETO B ERNARD1 N 1

1\11011 te I-\ omano (Viterbo). L ' i11teTesse. del caso clinico· ch e mi accingo .ad es1>orre risulta, oltrechè dall a rarità ·d ella i11dro111e nervosa ·c.u i ha dato orig ine una eln1intiasi intestinale, anche dalla c.iroostanza ' .c~1c e~se~dos i essa ,,erificata in do11na a i primi g·1or111 d1 puerperio , ha rivestiti tulti i ca ratteri d ella p eudo eclampsia. e ca·pita spe i s i.mo di essere cl1iamati presso ba1nbini per l 'i11festione as.caridica , più rara111ente ci è d.ato di osservarne i ·da1111i r1eg li adulti. In genere nei ban1hini 1a sinton1 atolocr ia de ll 'elmintiasi è rappresentata ·da due ordlni di .f atli: disturbi gastro intestinali e di.stu.rbi • n ervost. I prim'i consistono in dolori epigastrici , i1au ee, vomito, diarree; i secondi sono vari e ... i manifestano con prurito qua.~ i costante na, a le e l)eriboccale, 1Ce fale e , sonni ag i La ti, convulsioni, alluc inazioni, sonni pauros i. ~ egli adulti inYece, eccetto ir1 poc h e1 circos ta11ze , la presenza degli e lem er1ti 11ell ' i11testi, no, e sopportata senza dis turbi note voli ed i ..si11ton1i n ervosi sono delle vere rarità. Se i fe.n o1neni n ervosi poi si dovessero osservare in donne in travaglio di JJa1to o r1ei pri.n1.i g iorni seguenti , ·dato il proprio modo di reagire della sostanza 1corti cale ai l)ÌÙ s v.ariati s timoli morbosi ·dura·nte lo stato puer11erale, 1~ convul. ion e dà el111inti verrebbe ia cos tituire il quadro c linico d ella pseudo eclan1psia . P er ]Jse udo ecla lll ]Jsia si su1ole de fin i re un co1nple so sintomatico in cui la manifestazion e ti1)ica è ra11'p re e11tata dalle convulsior1i c h e l1anno tutti i caralte ri c linici della convulsione eclampsir.-a , senza c he sia ec la mps ia propriarr1 e.n te detta. i sa infatti con1e la e.c.i.a.rr11)si.a vera sia d ipendenza di uno stato tossico di origine J)lacentare e c he l 'ele1ne1n to esse·n ziale di essa 11on è g ià la convulsione, che ne rappreser1ta solar11ente u.r1 fenom eno co r1tinger1 te seconda rio , rua l>e nsì l 'intossi,cazione generale, per il brusco disfa cimento dei proteidi negli organi pitì irr1 j)Ortan ti. E come 1può esi.stere una eclampsia senza convulsioni (eclampsia si.ne ecla.m ps ia) , così si 1

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possono avere ·d elle convul s1·on1· s en za ec1.a.rn }JSia (pseudo ec lampsia). La letteratura ostetrica orrnai r ecris tr.a 11urr1erosi casi del ge·n ere nei quali l 'at~acco convulsivo era determinato dalle più svariate affez ion~ , _spe·sso ricon.osciute solo alla autopsia. Cosi 11 caso ·descritto dal Prof. Pestalozza in c ui al tavo lo anatorr1ico si trovò come ur; ica ca u sa delle convulsior1i, la ·p resenz.a di un c iti cerco cerebrale. · Ha llj·dai Croni trovò la cau sa ·d elle convuls io·ni ir1 u11 volurr1inoso turr1ore d el lobo frontale s ir1is tro. Ir1 vita non sempre ri esce agevol e disting u ere I.a· vera dalla pseudo- eclamp ia, ma a l tavolo anatomico la diagnosi è focile mancando tutte le lesioni emorragich e e necroti ch e c.a r.a t1eri. ti cl1e e ritrovando. i invece quaLc.he altra affezion e res1)on sabile dell 'attacco convulsivo. Jn gen er ei si può affermare che qua si sempre la ·d.iagnosi di pseudo eclarnpsi.a , si.a uria di.agnos1 posturr1a che viene in carr1po ,solo quando il lavolo .an.atomi,co h.a rivelato l 'errore. Oltre a queste convul sioni , a tipo eclamptico , sosteno.t e da lesioni dei centri n ervosi e di difficile diagnosi i11 vita , altri autori h ann o pure descritto quelle, n ello stato puerperale, legate a 1cau se dietetich e, Deumatiche , tossiche. Fra le form e convulsive ch e possono preen tare somiglianza con l 'eclamipsia, sono così ricordate quelle ch e seguono tal volta l e iniezioni en·douterine sp ecialmente di soluzioni fe11iche. Per quanto però io abbia fatto r icer ch e, non mi è stato possibile rintracciare n ella lettera~ tura de i casi di pseudo-ecJ.amp,s i.a .da elmintiasi i;ntestinale, e per questo ho ritenuto di grand e interesse il caso capitatomi n ell.ai ·p ratica , a n cl1e per chè mi pare si presti a d elle considerazioni sulla tp.atogenesi ·d ei .di tu.rbi nervos i cl.a ascaridi.asi. Si tratta di una ùonna di 24 anni contadina . Ge11itori YiYenti e sa ni. Nat a da parto eutocico, soffer se i comuni esantemi dell 'infanzia : mestruata a 13 anni le ricorrenze furono sempre r egolari per ritmo·' qualità quantità. ' ' Sposata a 22 anni ad un 11omo a,pparentemente sano, dopo un anno di m atrimo11io rimase incinta. A dire della p·aziente, ]a gravidanza si è • svolta ,senza disturbi notevoli; non h a 11tai notato e<lemi degli arti inferiori n on fenomeni simpatici e l'esame delle urin e, praticato pit1 volte , ha sempre <lato risultato negativo per 10 zu cch ero e I 'albumina. Ha atteso alle su e faccend e fino a du e gior11i prin1a che fosse colta dalle doglie, alla fine del no110 111ese cli g ravidanza. Giunto pro simo jl 1


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« JL P OLI CLJ N l CO n

parto cl1ian1a l a levatrice ch e, esa1ni11ata l a don11a, fa ;praticar e l ln clistere evac uativo senza n otare null a di p articol are nelle feci eI11esse. L a r ottura ·d el sacco avvìene circa 4 or e d opo l "jnizio del t ravaglio ~cl il liquido, an1io·t ico ch e n e scol a è di 1Circa u11 li lro. I dolori, c h e subito dopo si so110 -fat ti .p iLl 111t e11si , sono andati i11a11 inano affievole ndosi fi110 a cessar e cl el tutto, 4 ore d opo l a rottura cl ell e membrane . Si v. tte11de a11cora per altre 2 or e 11el co1np·l e to i11t1lismo delle d o,g lie e fi11alr11e n te im1)ression ati dalla lunga durat a del })arto , si (le-cide ricorrer e all 'op era del medico. ·rroYo l a <l o1111a di aspet to soffeirer1te dice di sentirsi sta11ca , è sfi<luciat a . Di ro li tuzione sch ele trica reg·ol are, st atura media , 11 011 .prese11ta <leformità d el sis tem a osseo ed articol ar e: P a11nicolo adiposo be11 e svilt1ppa t o, masse i111t ~,col a ri t onich e. Cu or e n ei Ji111it.i con toni })Uri n t11tti i focolai di asco ltazion e. "N11ll n cl i J)H lolog"ico a car ico d el l'ap1)ar uto respir a torio. i\l:lsrl1era g·raYidica accentu ata, 111a111m elle a b ase :a n1pi R, areole i'orte inen te pign1 ~ntn Le, b ene evi.d e11li i g·lon1er l1l i di l\IIontgoméry . 1\dcl o111e esp an so co1ne cli g·r avìdan za a termi11e , icica lrice o n1.1Je]j cal e appia n ata, p elle sotl.iJ e con 'trn ccie <l i n1ng·lin ture r e-centi . Ge11itali es ler11i da primipara b e n confor1na ti, ·COSl)JC'llO ed e111a della v ul va cl1e si p reseT1ta di colorj lo cianotico, p eri neo teso prossin10 a lacer ar si . (~ol lo clel1 't1te ro risalito, con orificio dil_ a tat o p er .cjrca cenli1netri at traver so al quale si p er ceJ)Ìsce i1 elt a 1ne11t e l 'es tren1ilà cefal ica d el fe to, fi ssa al1'cg·re _so i11 prese11 lazione O. I.S.A. Dato l o s i ato gr ave di asfissi a ch e minacci a l a vita ci el fe to, r iYe1a to da un baL tito c ardiaco ral le1t ln lo co11 p e r cezio11e <li un solo t ono, si d ecid e se11z 'altro <l i liber a re 1a donn a con una app1ica· zio11e cli forc ipe . Se11za sover chie difficoltà si riesce ad estrarre un fe1o di sesso fe111111 inile asfittico che si ria11ima rlopo le n1au ovr e d ell a r eSipirazio11e ,artifici al e. J~sso i 1~rese11tn r eg·olar1nenle sviJuppato, p esa g·rn1111ì1i 3200 ed è lu11g·o 50 c1n. Seco11cl a111e11 to SJ)011 t~a 11eo co11 scar sa p erdita cli . S<n1 g n e d ai g·e nilali . ~0 11 si r1 otn110 lacer azior1i vagi.I).o-perineal i. La te111per att1ra d el] a pt1e1"p cr a, presa subito . dopo il l>ar to, è di 36 grad·i, il p olso con 70 ba ttu Le a ll a r adiale. · I p ri111i tre g·iorr1i di p11erpe rio t r ascorror10 n.el I) i e no ])eri essere. La 111a lti11a d cl quarto giorno vengo c bia1nato d ·urge11za dai fa111ig·liari per ch è l a p yerpera h a . .})erduto i111provvisa1ne ute i sen si ed è caduta in ron v ulsior1i. 1'r ovo i11 fatli l a do11r1a a letto incoscent e, con il ,-ol lo l rasfig·ura lo, livido, i11 preda a scosse conY11lsi ve to11i che clo nich e <lei muscoli mimici e . cl eg·li ar ti st tperiori. L e scosse so110 viole11tj , disordina te, spas111odicl1e; l a tes ta i11c]j11ata a sinistra, gli occhi ora ruot a no, ora rima11go n o fi ssi a pupille dilatate; la n1n11dibola è serrata , la b occa contorta e stirat a a sin istra ; l a li11gt1a , ag·ita la da movimenti rapidi, pro trunrl e d al! 'ar ca ta d entaria e d alle l abbra scol a t111tl se 11iul'l1a sie ro -san g uinol enta. Il r es piro è superfici ale, affa11noso ; il polso rit n1ico fr equc11te . L 'accesso <l1_1ra p e r circa due minuti, qui11di l e sro ~. e ce. sa n o , i l ;v,ol 1o si ricompone; l a donna sem-

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}Jr n cìes t.arsi fla t1n , o n no , volge g li occhi i11eraviglia ti 11ell 'a1n })jente, fissa le p er so11e ch e ]a cirr.011c1 a110 nla sembra r1on rico11oscerl e. Jnterrog·ata m os tra cli con1prenclern le d-on 1and e 1na 11011 ris11o n cl e, port a s·p esso l e i11a11i su lla fro11t e ecl al 11a o. I11vit ata a p arlare fa ce1111i d i di11ieg·o con il capo e si t o cca la g·oJa con u11 g·es lo ch e es1)ri1ne u i1 se11 so di costrizione. Que t o stato di o tti.111dim e11to p erdtrra circa tm qt1arto cl 'or a, quindi i n1provvisa1ne11t e è colta da t111 nt1ovo a ttacco co11vt1l ivo d ell a s tessa clt1rata e .a att1ra d el j)r i1110. D ura11te tre ore c h e io so110 ri1nas to })Tesso la p azi ente h o p otuto assi s ter e a be11 5 attacch i, i11 t ercala ti d a periodi cli cal n1a di varia durat a d11 ran te i quali l a donna è rim ast a se1npre iI1 t1110 stnto di u1Ji11coscen za. lr inaln1ente d op o il 5° a ttacco è caduta in un son110 profo11clo clal quale si è r icl es ta t a d op o varie or e, r i po,snta, t r a11q uilla e ricord a11clo perfet t an1ente qua11to l e era accad uto. L 'esa111e 11eurolog"ico praticat o dura11t e i i)eriodi di çaln1a, 110'n h a d a to null a di r11articola r e all 'i11fuori di una accent11azion e dei rif l e ~ si rotulei ; no11 r ig iclità <l ella 111 1ca, no11 i})erest esja, assenza cl ei segni di Kernig· e Brad zi11sky. L 'esa111e delle u ri n e- n on l1a svela to traccie <l i albu1nina e c1i zu cch e ro. Nel co111plesso si11lo111atolog'ico prese11Llto d all a pu erpera, se va rie p ossibili t.à potevnn.o e11trnre in discu ssi one a dis·c erner e l n Yera i1att1ra cl e1 male, i1on vi er a110 certo ele111e11ti SLLfficien ti probato·r i atti a for111t1lare t1na g·i u sta diag nosi . ~L\

o pettare una 111ening ite da seq.1si r)uer])èr ale, non si po teva i·n vero ,e ssere indotti , i)e r la .a sse11za d ei fein ·o·m ,eni tossi.co-inf.ettiv i , p er • l 'iniz:io brusco del m.al.e, scatenatosi n el pie110 b en essere, per il compor tamento, ,del polso e della te1111pe1~atur.a ch e non aveva mai r.aggiu·nto i 37 gradi. Contr,o un attacco ·di nevrosi isterica p arlavan o 11eittamen te i precedenti d ella m alata , l 'as enza 1co1n pleta di stig.m ,at e, il modo dello svolg·ersi dell 'atta,c.co, la sua du1rata , la pro·fond.a incoscien za e speci.alm ente I.a scomparsa clei riflessi corn eali e cong iuntivali cl1e n ell 'ister isn10 isono sempre con servati. Non si .p·oteva peraltro pensare ad un atta c.co di ,epilessi1a essenziale p·erch è la ,a namnesi er,a muta al riguar.do, J?er l 'assenza corn·p1l et~ di aura, di cianosi al volto ed alle labbra ·è per la m·ancanza del coma po-s t-epilettico. Non rim.a·n ieva ch e sospettare 11na eclampsia • • in puerperio . Si sa in fatti ch e il sintoma d ell ' eclampsia è costituito ·dalle convulsioni che se irrompon o più freqt1entemente a l momento d el i1arto, p osso·n o an ch e co·m·piarire n ei p,r imi g iorni di puerperio fi·n o· a d &' g iorni dopo il parto. (Eclam.p sia puerpera le). Il primo .a coesso scoppia improvviso in d onn e prin1ig ravide; le malate ,cadono in ter ra come colpite dal fulmine, quindi cominciano le 1

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EZl ONE PRATI CA

convulsioni toniche·; la faccia ·divier1e violacea, indi seguono le scosse 1clonic.h e violenti rapidame:rLle susseg·uc1Ylisi alle braccia, viso, g ambe, particolarn1ente nei mUiscoli degli occhi e della bocca. Gli aiccessi cl1e IJer lo più non duran o oltre un minuto, si po so110 ripetere dopo intervalli di calm1a 1più o .n1e no lungt1i , e m entre al c une volte rimangono unici, altre volte nel decorso di poche ore arri vano fino a 10-2 0. Nell 'intervallo ·d ei singoli accessi, n ei casi lievi, l e malate tornano in sè, ma per lo più rin1amgono corr1pletamente obnubilate, i11,coscenti. (Coma eclamptico). ella nostra i11alala ci trov ia 111 0 di fro11te ad UIIl attacco eclamptico manifestatosi in p uer-

I fan1igliari il g iorno do1)0 n1i riferiro·no ch e in nottata la donna aveYa avuti altri attacchi convul ·ivi e ch e a\ eva e pulso insieme alle feci due grossi ve r1ni . A tale rivelaz ior1e, per altro inaspe ttata , fui subito indotto a pensare cl1e le con v u lsionì pre entate dalla puerpera, fo sserc. or1gt·nate d a a.scaridiasi ed il ~aspe tto diveniva b en Jlr esto certezza inqu.a11tor l1 è, istituita una c ur.a anti·e lmi.ntica ,a ba se (li cloro~armio ed olio di ri· cino , la donna su segu ente111.ente e m etteva b,er 12 ascaridi lu·n ghi circa 25 cnl. In seguito l e convul sioni no11 8i so no più pre. entate, e dOJJO· tre g iorni essa poteva lasci.ar e il letto p el'fettan1ente ristabilita. 1

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perio ~

L 'esser e la donna una prin1ig ravid.a .al 4° giorno ·dal parto, l 'inizio improvviso d ell 'a.c oosso con vulsivo, il riprendersi frequente d egli attacchi con intervalli di incoscenza, il carattere stes~-0 d elle convulsioni e soprattutto la manicanza di altri elementi che valesse ro ad indirizzarci p er altra diagnosi, potevar10 farci propendere per una forma di eclampsia, se non ci fos ero sorti d ei du.b bi ch e non riuscivamo a dira·dare al lu1ne d ell e attuali co·n ocenzie in merito .a questa malattia. Caratter e essen ziale d ell 'eclan1psia è la tossiinfezione di origine placentare di c t1i la convulsion e non è ch e un sintoma ch e può a nch e n1aincare. Si conoscono infatti oltre a for1n e di eclan1p ia tipica, decorrenti 1con convulsioni , a ncl1e d elìe forme atipich e i11 cui la convulsione m<lnca; in ques ti casi però ancl1e se fa difetto la convul.sione , il quadro :clinico è e·n11)re <lorr1inato dalla tossi-infezio·n e , sicch è non man1cheranno mai g li altri prodromi e si nt 01ni })f0l)ri dell 'eclampsia e cioè forti dolo ri ·d i testa, hag·li ori davanti agli occhi, i)olso rnDlto teso, pressione sanguigna .elevata , dirninuzione della quantità delle orine, ·p resenza in € se di albumina e di cilin·dri in grand i q11antità . L 'accesso convulsivo nella nostra mala ta si era invece presentato senz.a alcur10 di questi. sintomi e mancava inoltre di uno dei segni più importanti della convulsione eclamptica, la amneiSia r etroig rada , inquantochè la donna ricor·dava p erfettamente quanto le era .a ocaduto . Scartata l'ipotesi di una eclampsia vera, non rin1aneva che arr11r1ettere l1na forma di pse udo eclan1psia ad etiologia ignota. In attesa che il r eperto dia g nostico potesse ei ser e chiarito d all 'evolvere del male, · lasciai la malata, prescr ive11do una ct1na sintomatica a ba.se ·di bron1uri per os.

i è tanto di sc u'"' o in i)assato se gli elminti intestinali .agisca·no sul siste n1.a nerv oso sol, tanto per una ,semplice azione meccanica sull 'epitelio d ell ' inteslino e sulle te rminazioni n ervose, e preci an1ente s u11 e cellule gan gliona ri cl1e si trova·no nella so ltomu cosa (plesso di Meissn err) e n ella tunica n1uscolare (pl esso di Auerbac11), oppure se i feno·m eni morbo·si d ebban o riferirsi all 'assorbim ento di una speciale sostanza tossica .s egreta ·d al parassita. A risolvere la questione si sono cimentati molti esperi111entatori 1cerca·ndo di isolare delle tossine ch e, inoculate in conigli e cavie, eccitassero il sistema nervo o. I risultati delle ricer ch e sono stati oltreim od o contradittori, si·cchè d 'inn anzi a coloro che affermano di avere osservato n egli animali in esperimento d ei fen om eni tossici, ve n e sono ·d egli altri che negano un tale r eperto. Le ricer ch e di Ja mn1 es e Maudoul 11eg.a no l 'azione tossica d ei parassiti intestinali , ba sando.si Sl1lle osser vazioni di un g rande nll·m ·ero di fan ciulli, di a·dulti ed anim1ali ch e, pur alb er g.ando n·el proprio intestino numer osi J)arassit i, no n ri se•ntono p er essi alcun fenon·1eno n101~b o o. i b asarono inoltre su esperienze da essi condotte con il su cco proveniente dalla triturazione di coPpi di ·diversi eln1inti , ed inoc ulato per vi.a cutanea, int~;aperito·n ea l e, intr.urachidiana , o in tra cranica n egli anima 1i . (Cani, cavie, conig li, colombi). Uno degli a11tori ingoiò an,ch e d el1 e uo va di ascarides lumb1'icoides e di oxiuri verniculari; vermi ·d ell e due specie si svilupparon o n el su o intestino, n1a eo·li n on a ccl1 sò mai il minim.o sinton10 d 'into·s sicazion e e d 'irritazion e d el sistem.a ner voso. In contrasto o.Il e ricer1c.l1e1 e alle osservazio ni d ei ·d ue a utori citati , vi sono le numerose esperienze di altri studio i ch e eseguirono pro'

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<< IL POLICLINICO

ve sug li animali co·n e tratti o r11acerazione di elrninti; così Messineo e Calamida jniettar orto I)er vi.a sottocutanea, en·doperiton eale un s u cco o ttenuto triturando tenie e fa cer1don e un e tratto .a lcoolico e .acquoso cl1,e veniva filtrato a lla candela prima ·d ella inoculazione. l\Ii11gazzi.n i u ... ò estra tti acqu osi ·di Ascaris lu,mbri·aoides, di te11ia espansa, cu cumerirla e d a ltri elminti. Questi ed a ltri a utori riscontraror10 11elle c;1·· vie e n ei conig·li inoculati , fenomeni n ervosi c he andavano da miinime manifestazioni morb·O·... e a convulsion i , paralisi e perfin o morte. 'F lurj n el 1912 con esperien ze condotte co1t m olta accuratezza, vol le analizzare la n.atura cJ1in1i ca del vel eno e1r1esso· .cl.a i J)a r.a ssiti , e pervenn1e a con clu.... ioni importanti. Egli , tudian d o il r icarnbio or ga11ico d el] ' a caride, ebbe a rr1ettere in rilievo con1e ] e ~o ~ lanze a lir11entari a sunte dal ver.m e s ubise<. . no una combustion e in·c.om :p leta e son o prevale1nten1ent e sci e per azion e di fermen ti, a ·cau a d ella scar a quantità ·di o sige110 preen te 11 ell 'i•ntestino clei portatori d ei parassiti . Ve11g·ono così ,a forma r si dce i prodotti catabolic i co m e H- H 2 -C0 2 , acidi grassi volatili , -al·c.ooli- acidi , etericomposti , b.asi velen ose prodolle dallai sci ione a lbun1inoidea. A questi parti colari 1p rodotti sono d evoluti i fat ti ip.e ren1ici infiamn1.a t·ori locali, ch e possono .a rrivare ..: ino alla necro i dovuti agli alcooli della erie etilic.a, butilica od .amili e.a - ed i fenon1eni a cari co del i tem.a nervoso centrale, pe·r a s.sorbimento· ·delle sostanze volatili della 'Serie grassa per azion·e d ell '.a 1dei d e p1a rticol.arm ente d ella serie an1ilica: acido formico , valeria:nico ed a 1cl1ilico·. Queste esperie;nze e ricerch e contribt1irono a ·convalidare non solo la teorj.a tos ica d-c ll 'elm inti.a i m .a a ritenere ch,e non si tr,atti di un veleno specific-o b·en. ì di numerosi composti a ttiYi ,c]1e possono provocar e la più complessa s intomatologia si.a diretta.m 1en te ch e per via rif]es a . Ma a r enderci conto delle con v ul sioni d.a entozoi i1on si può solamente invocare la teoria d ell 'azione rifl es.~.a d ella irritazion e intestinale t1l si tenia n ervoso·, seco·n do la qual e è chian1ato in campo il fattore m eccanico irritativo eser cilat o ·dal parassita e d alle sue tossine sulle t ern1i11.azioni n ervo.s.e, co·n ]a con securti va prO•JJag·azione n1idollare ch e, irra diandosi perifericame nte darebbe l.a ic.r isi convulsiva, in quanto ch e è Lato o·b iettato ch e ]e co nvulst(}11i, frequenti nei por tatori di tenia inerme e di ascaridi , ch e sono i para siti memo offen si" i per la n1ucosa in t est in a l e, son o rare nei porta1

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tori di ossiuri e anchilosto.m.i ch e sor10 di 'Oo-rari lunga ·p iù lesivi e •p iù toss1ci per l 'intestino. Un.a ipotesi patogen eti ca fa risalire la siIJdrom.e da elmintiasi alla conne ssione con la migrazior1e la rvale, seicondo la quale i nematodi, var cando allo stato la r vale il facile arg ine opposto dalla muco.sa in testinale , ir1vadono il t essuto circolatorio ,3 ttr.aver sar1do il fegato ed i polmoni, d o,p o breve soggiorno n el san g u e, riescono nell 'in test in o d·ove si trasformano in veirmi sessu·a ti. P erò questa concezione patogenetica se può spiegare una en1ottisi o d ei fen orn eni polmonari , non ci qà ra.g ion e d el perturbamento a carico del siste.m ·a nervoso e quindi ·d elle con· vulsioni. . . Altra t eoria è qu ella d ell 'azione a11afilattica invoc.ata a spiegare le 1c.risi che s i verifican o n ei .p ortatori di entelminti. Infine la t eoria della p roduzion e delle sostanze tossi cl1e ·e·d il loro assorbi,n1e n to nella circol az ione angt1i g·na è ql1el la ch e oggi ma g g iorm entei ti e11e il carr1po. M,a a spieg.ar e la si·n ·drorne n ervosa del] 'elm intiasi e negli adulti e n ei bambini non è sTufficiente la nozior1e d el tossico par.assi'tario. Non ba. ta la p r e enza d ell 'entozoo, e qui11di del uo veleno, ·n ell 'jntestin o d ell 'ospite per determinare i ·disturbi talvol ta gravi ·d ell 'elmintia ·i. . Se così fossei si dovrebbe ammettere ell e ogni qu.a lvolta Uin p.a rassita1 r.ag·g·iung·e I 'intestino dell ' uo m10 e vi i .sviluppa , per l 'assorbimento d el veleno prodotto attr.averso la mucosa intestinale, s i dovrebb ero semprei ed in tutti i casi osservare i sintomi ·d ell 'i·ntossiC<lzione elmintica. L 'osservazion e clinica e sperimentale invece <limo tra c-h e molti JJOssono essere i portatori d·ei par.a ssiti senza r itrarne a l·cun · danno. Nè il dan·n o pu1ò essere messo in r elazione .a l numero d ei para. siti ospitati e quindi .alla maggior e quantità di tossico pro·dotto , perrch è • • • • • accanto a casi in cui s1 osservarono n11m eros1 ascaridi sen za ·dis turbi di sorta , ve ne son o d·escritt i d egli a ltri in cui un tSolo parass ita ave,ra d at o luogo ad una i·n tossi cazione g rave. Così Ciull.a n.el 1926 riferi,ra a ll 'Asso•c.i.azion e miedico·-chiru!fg ica sper.ialisti di Pa lerr mo 11n r..aso d 'intossicazion e asc.ariti.aca com11li ca n te la g·r avidanza. Si t r:attava ·d i una signora all '8° mese ch e presentava un qt1a dro fen omenologico assai impressio·n .a nte : vomito, midria si , tosse, afonia , vertigine, iperpive.ssia, contrazioni d e1l 'utero. La eliminazione di 11n olo ascaride f11 ' ll f-

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I ANNO XXXIX , Nl ",\f. 43]

ficiente a ·calmare la si11dro11lre e la don11 n 1)a rtorì a t ermine i11 otti1ne con.dizioni. Ma·dan1e •F or.g iet l lrion riporta un c.n o di ch och o tetri co cl1e sco.m par ve corripletan1e nt e dopo la elin1inazione di ur1 solo ascaride. Non i può quindi a spiegare la g ravità d ella sinton1.a tologi.a, i)rendere in co·n ·id.eruz ione la quantità del velen o elaborato ·dai parassiti . l T11 fatt·o1·e invece della m as i111.a i111·11'orla117.n1 J1 el det<:1rmi11i s1110 dq11 'inLossicazione e SJ)ecia ln1en te della orig·in e dei fen om,eni 11er vo.·i, è il t erren o i11dividuale I1 el quale l 'el111 i11t.ia"i .. i \'erifica . Vi .... on o d egli individui cl1e pos 0110 in1 pun eimente alberga re nel propri o in Le. Lir10 no.che numero i eln1inti i11 co11trappo to ad altri c], r r i ento110 dell 'azio11e lo sica an cl1e di u1l olo para.., ita. La di po izion c i11divic.l uale con tril1uisce a I 111a . . irno g rado al lo Yiluppo o meno d i unn in to · icazion e eln1inti ra essendo differenti e ·yari i poter i di d ife..:a ·d i cui ciascuno p11 ò djs-porr e J)er r esi terc e n eu tralizzare l 'azion e del tos ico para il ario. Jel ban1bino per ] a ua peciale co t ilnzio11c labile a tutti i t oss ici, per i n1,a ggiori })Oteri di assorb1111ento d1ei ' i Ili inte"' tinali, per u11a lninoraz io11e f j iolog·ira d ell 'atti vità ~ Y e l enante del feo·a to, lJer la 111aggiore eccitab ili tà dcl ~itema i1ervo o l 'in fez ione eln1 in ti ca trova un terreno faYoreYolc per volger e la sua azione to .. ica a danno dcl i Len1a i1ervo o. Ncll 'aclult o inYcce oYe ]Jiù ' 'alide ono le dife e d i re . . i Lenza, oYe il si tem a nerYo o è 1neno pronto a reagire agli stim oli , il velc110 el111int iro o non agi .. ce affat to o i ]im ita n detern1inar c d ei fen o111 eni irrita1ivi n el ln og-o ove si JH·oclucc. Quando ]JOÌ ancl1e i1ell 'aclulto ven o-o no a far difetto le difese organir l1c natur.a li , ia i1rr fattori costituzionali, sia per condizio11i n1ort cse a cqui. ite, il veleno pr odotto dagli elminti, anch e in m i11in1e quantità, può dare orio-in e ad un con11Jle·s o intom.atico grave, qt1al chc volta ancl1ei mortale. • Fra le nu1mrerose cau se ch e i10 ono 1111norarc la r e i ~ Len za orga·n ica o au111errtare l 'e·ccit abilità del istem a n ervoso, deve essere me f'a in prin10 pian o la g r avidanza. P er il fatto della g ravidan7.a si l)llÒ dire c he n on vi sia sistema od organo ch e n on sttl)ìsra d ell e modi fi c.az ioni ; la donn.a viene .a trova rsi i11 nno . tato· di equilil1rio instabile, gli orga ni de I i11a ti alle ft1n zion i epura trici son o so tto posti ad un rn1agg·iore1 la varo 1)er so1J11eri re al le n uove e.. . igenze, il 5i . . lema nervo o sub 1 ~ce un a un111en lo dell e eccitabilità e della reazio11e. 1

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SEZ IONE PRATI CA

111 qu es te ·co11dizion i un a donna cl1 e a lbcrgl1i n el proprio i11testino degli en tozoi viene a co . . li tu ire un · terreno Ca voreYo le a llo sv ilu1)pO di t1na intossi cazio11e el111intica. La .a.. caridia _i co111plica11te la gravidanza l)UÒ e ere così u11a i11:l latlia te111ib ilc. Cozza r ecentem ente descrive una strana e con1ple... sa sindrom e in orla du rante il puerperi o, ch e in1 nl ava cgre·g iam cnte t1n a grave , CJ)S i p uerperale, nle11tre era ir1 vece lega ta a ll'azio11e deg·li ascaricli . La sin Lo·n1atologia sco111par, c s ubito dopo la r ura . . J?ecifica. P atti , n ella Clinica Ostet ri ca, riferì ce sopr a t1n ca . . o ad e ito letale di a . ca ridia . . i ro1n11)liran te u·na g ravidan za al 6° n1e . . c. La sin dron1.e g rave, l 'autore, i)e11sa sia legata oi veleni parassitari agen ti in gravid an za. .... ..... E' .. 1)ecial111ente dura11 t1e lo .. lato 1)uer1)er ale r l1 e de,·ono es eire ter11ule le con . . eguen ze di una .a._caridiasi i)er c.l1è capace di detern1inare u:no sta to to sien1ico g·rave, fi no a 1')o rtare nell 'or.o·un i ·n1 0 alter.azio11i profond e legate all 'at1i vi tà del l_)a ras ila ed a Il a g· roYid a11z a s1 essa. Jei ra .. i sospetti ·di el111~nt ia i in do11na g·TaYicla, val r11eglio i,.. titu ire una terapia :tntipara ..... il aria a vuoto - se non si J1n la possibilità di ])ra ticare delle ricercl1 e· - pintlosto cl1 e attendere le complica11zc cli t1·na infe tion e. La cura specifica ·del re lo è ben e tolleTata cla ll ~l g ravida, a11cli e in co11dizio11i cli dcpauperan10n to orga nico. Il e.a o de cri lto• è ser rit o ar1 che n din10... trare la 11os.. , ibi lità di una JJ.. eud o-ecla1npsia ·d a n~caridi a. i i11 puer1Jerio e qui11cl i ad accrescere la carsa ca j. ~ tica cl1ci ln. lcl tcralu ra dispo11e fi nora _11J l 'ariro111·ent o. 1

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L ' . de . criYe ed illt1 Lra tLn ca .. o di 1)~e udo­ crlan1 11 ia da ascariclia. i .. orta 11ei 11ri111i gior11i di pu er1Jerio. Pe 11 ~ a, •per la ~ pi egazionc della gen e i dei diturbi i1erYosi e to sici in . . org·e11 li i11 i11di,1idt1i a ffetti da eln1i11ti, cl1e> oltre il tossico elaborato dai ver111i, e ista come fall are i1111)orta11te u11.a r>re di . . posizio11e, individt1a]c e cl1 e la g·ravidanza ra1)1)resen ti un terre110 fa,·o revol~ allo .svolg·e rsi di lJna i11toss icar. io11c e1ln1i11ti ca g·ra,'e. 1

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RlRLl()GR .\ FI .\ . P r,RTALOZZA.

L ezioni di Clinica Ostetrica e Gineco

logia. Trattato <li Ostrfricia. FEnn \T.\ . Diagn ostica diff eren :i al e. ST1rcrì\rPELL. Prt lo logitt e ~erap ia special.e. . P\TTJ. Ln Cli11ira ()s letr jrn. :1:~ . 11. 1. g·e11nn10 1931 . STOECKEL.


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cc I L

POLl CL I~ICO

CruLLA. Associazione Spec1alisti, Paler1110, 18 i11ar10 1926. CozzA. Rinascenza ~Ied ica, agosto 1930. GAT'ro. Gazzett a d egli Os,pedali e de1 le Clinicl1c, ~1ila110, n . 24, 14 g1l1gno 1931. _·\.LLARIA. Scritti i\Jedici. EBNER . La Medicina Pratjca, n. 4, 30 aprile 1930. Cu1En1cl. Giorn :l]e di C1inica Meclica, ago t o 1931. GRUEN,YEIG GRULE,YSKJ. Mediziniscl1e ~'el l , 28 se Ll emhre 19""29.

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11i•po o assoluto in letto; il fle bitic:o dovrà r e:starYi p er 20 g iorni ·dopo cesata l 'elevazio·n te t er1ni c.a. _ ei cardiac i, regin1e idro-latteo di riduzio11e per 3-.J: giorni e poi latteo~vegetariano, co11 som1ninistrazione di digital1na. Se vi so110 seg·ni di asistolia , il. reg ime idro-latteo sarà continuato p er 7-8 giorni e si asso cierrà alla di!gitalina, la teobro,m ina. Vescica di ghiaccio· s ulla regione precordiale; contro .g·li sputi san.g uigni, in.iBzioni di .t110 rfina (due milligran1mi). Applicazione di CASISTICA B TERAPIA. vem.t o,s e scarifilcate p e•r combattere la co11geIl ine<liastino dnrnuto il pneurnotorace artificiale. stione polrno·n are. Utili son o le iniezio11i di olio lc:anforato se il polso è cattivo; diffidar& R. Piazza (Folia medica, 15 g iu.g no 1932) doinrvece ·di quelle ·di c.affeina, che po sono propo a' 'er ri·c:ord·ait o l 'an.a tomia de.I m edia1stino e duTre 'l1iil nuovo embolo. la o.: . . ervazio ne ra,diologica di esso, dice ch e g li Gli impacchi caldo-umidi de l torace sono5po ta111 enti mediasti11ici dinan1i c i .n e l i1n eun1al tollerati p er chè per la lo·r o frequente ap111otorace artifi ciail e l) OS~ o110 e ser e totali (moplicazioine, il malato va m ·osso troppo spesso, Yin1 ento pendolare) o parziali (ernie). il che è dannosq; m eglio valgo.n o quel.li secP er q t1a11to ri g·uarda il m ·o vimento -p endolare cl1i, ungen·do la p elle d·el t orace con olio· al l 'A. rioord.a la teoria di More.l li d ell.a ve·n to agomenolo (10 %), due volte al g iorno. zioi1e poln1onare (cio·è d.eill 'attrazione che i p o·lContro gli accidenti polm.011ari, pozioni di 1no·n i eser:citamlO ·sUil mediastino) e sp, i e.g~a. c.on acetato d 'ammonio, di liquore a:n~ sato d'a,m essa il mo1,rin1 ento pe1n.dolare : n el ])neun1otITTarnonio, con b enzoato ·di . sodio. Dop 0 qu.alchece chiuso il n1ediastino si sposta verso il J.ato o·io1·no, quando son:01 cessati g li sputi sanguisan o , e , n.eiJla ispirazione, non poten·dosi sp..o stare l ',a ria ·n el polmon·e collassato· come in · o·ni riesoe utile u.na pozio11e con : Creosotal, Bedzooto di sodio, ana g·r. 2; Sciroppo di polique.l lo sano , si sposteT'à tutto il m ,e dia .. tino g ala g. 30; Scirop·p o g. 120. Un cu cchiaio ogni ,-erso il lato collassato e il m ·ovim·einto 0pposto dt1e ore. si avrà n ell 'espirazi01J1e. r ella cura d el polmon e, tei1er presente che Il n1 ov im ento pe!Il1dolare si ha qua ndo i1 n1eil più toccato è il cuor ci e rego1arsi in ~.on ­ dias lino è libero da a·d erenz·e ed agevola la venseg ue nza. til.azio11e polmona re, mentre la fluttuazio·n e (J ou.rn. des ptaticiens, 20 agosto 1932). 111edia tini ca la ostacola. fil . Nell:a1 'P'a t ogenesi d ell'ernia ~ ed~.astini·c1a due fattori ono imJ g iu o·c o': Io sqrul1bno ·delle presTerapia della polmonite loba~e del tipo I. sio11i e·n ,dopleuricl1 e dovuto a l pne umotoraoe W. D. Sutcliffe e M. 1Finland (Journ. Amer. a·1'ti fi ciale e .l a ced evol ezza mediastinica ch e d eM!qd. Assoc., giugno 1931) rilevano ·che le slave riten e.rsi 1c.oi1genita. L 'ernia m ediastinica antistich·e della mortalità din1os trano come i l sieteriore è più frequ.ente della posteriore. L'ernia ro FeJton (antico-rpi concentrati) noo. so·lame·n ,,ie·11e ·pJer lo ·p iù ·di.ag 110,s ti c:ata a llo ch e,r ano rat e din1inuisce notevolmenrt:e la JJ:eircentuale di dioscopi co1; solo se voluminosa .dà s~ 0toi;1atolo·: mo,r t,e !llella malattia specialmente i1e11e pola ia (dispnea, tacl1icardia, ecc). Nei nguard1 moniti lobari ·d el tipo I, ma ha u11 vero e pr0d ella con.dotta d ella cura, quando c'è ernia pri o effetto b en e fi co ul dcc.orso,_ s1>e c i~l.1nente sogna ·Cre rcare di ridurre la pression e pleurica e impieg ato nelle l) rime fa si . I T1 su lt:it1 1r111l·1epur n1anten endo il collas·3o. R. LusENA. diati sono: abbreviam ento del decorso , soom-

Trattamerito.

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reaz~on! pof:sibili vanno divise in tre grup])i: rea11?r~1

par ·a ·dell'eventuale batte·r iemia.

L'infarto polmonare.

i tratta cre11er.alinente di un fleb etico o di t1 11· r.ardiacc. L 'en1bolo che si fertmJa nel pol111one pro oca d·olore vivo all'jnterno del to: l·ace, a ccidenti di soffo·c azione, espettorato di sa11g u e amn1,as.sato·, n·e ro, opa1co'. ~a temp·era~ tura i el€tva a 39°-40°; all 'ascoltazio1n e, rantoJ1 r r e pit.anti e s u1b cr epit.anti; ver san1·e nto pleurico. T11 g·e,n,eral e. a nleno che si tratti di un gros~o co.acruJ.o ch e determina la morte, la pro0 gno. i è ·domi nata da quella d ella malattia oria.in.a le; n ella .. 1e11osi lTI!itrali ca, è m en.o g:nave ,.. l1 e nrj cardio-renali. ~

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immedi:ate con orti1c.aria e sintomri. a!smatici, r eazioni termiche, n1aJattiei da siero. Sol o le prii11 e ·destano pìf€occUJpazione. ' ' · T t 1n1110J.1.

S11l trattamento n1edico delle pleuriti purulente acute. Plazy e Ge·r mai11 (R evu.e de Méd., _g iugno 1932) ·o sseirvan·o ch e il trattamento medico d~l: le pleurit i putrUlentei acu.t~ (escl:t11se le pleuriti tr,aurr1atich e e tuber co,lan) dopo essere ~f:ato tra e.urato per molto t empo, ha preso un im-


(ANl\ O \\XIX, N"G \I. 43J

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SEZ JO E I>R ATI C.\

_portanza CO·n ·siderevole data l 'odierna tende:11z.a a non intervenire cl1e il più tardi po sibile, .eccetto ch e per le :Pleuriti putride, gang re110 e, per le qua li si consig·lia a11cora la pleuroL01n11ia preooce. . Questo trattam ento m edico, oltre al Lra Llan1entogen e.rale antinfettivo e al tra ttamento dell e lesioni polmona ri, 1co mporta UJil trattan1en 1 ~ 1pl eur~co proprian1 e11te d etto , cl1e con si te in punture evacuatrici ripetUlte assai spesso e ·seguite da iniezioni i11tra -pleu.r ich e sia di ieri terapeuti ci, sia ·di filtrati-vaccini, ia di liquidi antisettici (colla rgol o 1 %, elett r.argoJo·, b1 eu ·d i n1etile11e 5 %, cloridrato di opLocl1ina 5 %, ·di cui il potere an ti pneu111ococcico quasi . . pec j fico è b en no t·o, liq11ido di Dakin , Lu.gol , g licerina for n1ola la) . QUJe t e sosta11ze n on 11a11no dat o agli A1\.. risultati ;a1p prezzabi1i . Per contro, quel I i o ttenuti con la difo rn1ina j odo-benzo1netila ta on o sembrati incorac:ra ia11ti e gli _f\.A . riferi...Jcono 13 ca i curati con que"' lo n1etodo. u 13 casi otte1111ero G ·g ua rigioni cliniche , ed in ± di qure sti ca i era in cau sa lo streptococco;. Se la diform,ina jodata non g uari sce 1sempre, essa ha in tutti i oa. . i alm emo un 'azione modif~catrioe n1olto evide11Le: d eodorizza rapida1n en.t e il 1p us fetido, ·d iminuisce l 'abbondan za di pu , fa con1parire i gern1i o n e a ttenuà la virulen za, accentua la ·difesa locale, permette a lle le ... ioni polmonari di <YUarire; allo sta to gen erale ·di n1ig liorar e, ed h a u11 effetto rin1 a rc]1evole e r ap1id·o U1lla c t1r·va t ern1ica. i pu ò co ì a ffidare a tem po o,.:port uno al chirurgo un malato n elle miglio·r i co11d izioni possibili per l 'inter,ren.to. E q u·esto è un ,·an taggio partucolarmemte a.pprezzabil e i)er l e pleu riti putride, ch e in ques te co11dizioni n·on è n e·ces ario aprire precocem ente. C. TosC..\NO . I p1·eparati d'oro nella t11bercolosi laringea.

, -. Aprile (Il Valsalva, settembre 1932) 11a t ra tLaLo 27 casi di tubercolosi laringea con un pre parato d 'or o, l ' Aurofos, i·rucominciando co11 X 1ng. ed a1Tiv,a11.do fimo alla dose n13 . . ~in·1, \ di 1cg. 2,5, ad inteT,ralli da 7 a L2 g io1·ni. 1'aJe preparato è risudtato di un p otere tossico n1inirrno e)d h a dato· soltanto incidenti transitori e trascu rabili ; in un caso si ebbe a lbuminuria e cilindru1ria dura ta un m ese e soomparsa poi d el t utto; in altri 4 solo albu.n1inuiria tran sitoria . In 8 ca i , si è avuta r eazione infiam1nato·ria locale, per ,aui I.a cuir a f.ut so·s p esa e poi ripresa con dosi minori . In parecohi casi , si ebbe1ro eleva zioni t ermicl1e. P er quanto r iguarda la larinige , s0110 tati osserv ati m igliora n1 enti notevolissimi, talvolta fino alla r api·da 1scom1parsa di fatti ulcerati vi , oltre al ollecito €1 costante m iglio,r amento dell a disfa.g ia, ch,.e spe so scomparve completame11te

ùopo 1e prin1e i11.tezioni . Pe rsiste11te, in\·ece, ~ i è i11ostrata la ·di Eo11ia, ~alvolta fino a d un j)eriodo as ai inoltrato della cura ·et n onostante il n ole\ ole m igliora1n-e nto delle condizioni lari11gee. otevoJ.e fu la ripre a delle con dizioni gen erali , sia p er l 'ipen111Uitriz ione a cui po tè assog·getl ar si il n11alla to da.pio ,cessata la disfagia, sia per 1'azioin e dell fosforo trivalente che il prepara to co11tien e i111 co111binazion e organiica. Notevole fu altre ì il rrn1i.g·lior.a m ento delle co11'di· zioni polmonarr i. In ,eomplesso, pu1re n o11 poterudo registrare i1es u11 caso di g uarigio·nie completa, si sono avuti dei mig·lior.am·enti ta lv·olta così notevoli da l)O ttir i con siderare come guarigione cli11ica. fil . 1

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Contributo allo studio della cut·a della pleurite pu· rulento. n~i bambini con l'optochina. Dopo aver accennato brevemente della optochinotera pia, introdotl.a fin dal 1922 d al Gra.1k.a, e studiata ormai ed applica ta su larga scala nelle pleur iti prurulen.te dei ba111bini , A. Piv.a 11i (La Pediatria del l't1 edico Pl'atico, g iug·n o 1932) illustra 12 casi .di p leu1rite pu.rulein ta i11. ba111bin.i da 1 .a 8 anrn i ·di elà e ·Cura ti n ella l{. Clinica Pediatrica di Torino , con .le iniezio11i endopleur icl1e di cloridi·ato ·di optochin·a . ui 12 aa-sì trattati, -± on o g u ariti, 3 so110 n1orti , e in 5 si è dov.u1to ricorrere dop o l 'optochina alla cura cl1irurg ica. Dati i risultati ottenut i, l 't\. . ritien e ch e n ei ban1bini nei ·casi di pleurite ·purulenta da pneuim·ococco si deve iniziare s ubito la cU11·a optochinica; se però <lop,o -t o 5 iniezioni non si ha il mig liora m ento atteo, è b en.e a ffida re il caso .al cl1irurgo.

C.

JERYI .

SEMEIOTICA. Sulla prova del galattosio per la diagnosi di ane1nia • • pern1c1osa. La i)rova del gala tto·s io, ·piroposta da 11. Bauer com.e pr-0v.a1clini:ca della fu11zionalità del fegato , i ba·sa come è n oto, sul fatto ch e, a fegato normal~, di 40 g·. di .ga la t lo io ingeri.ti se· n e elin1ima no attraverso i re;n i 111 ±-6 ore soltanto fin o a 3 gr., .m 1entre. a fegato .altera to nel suo p.a : ren chim a la quantità eliminata attraverso i reni è molto magg·ior e. Ba an·do i sul.la · con cezi-ooe ch e il feaato si.a n ell e co idette mala.i tie del sangUJe prhna rian1ente o 1se1aondariame~te alterato n elle su e funzioni , 1F . Don.a th (Klin.. l 1Voch.. , 13 ago·sto 1932) 11a studiato t:uitti i ca- . . si di nlialattie del sang uP ca p itati otto la sua osservazion·e, provan·do la fun ·zion·alità ep·a tica .a·ppun-to p er m ezzo del g·.al att os~o. Ha cos~ J)Oturt:o constait are cl1e n·ella. i11.agg1ora~z8: ~e~ casi le 111alattie del •s1a.11g· ue rte11trano 11e1 11m1t1 di elin1inazione desig111a li co111e norma.li da Bauer : ·den tr·o questi li1niti i valori di elin1inaz ion e ' rariano n otevolmente n on solo col Yll-


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riare d·e ll.a 111 al.a ttia, 1na a1i.cl1e co] variare dei ca'"' i d ella .. I e .. sa ma.Jattia. t T11a ri po ta cos La11te111 e11 Le u.g u1a1le a ll a prova col galatto io 11011 si ebbe i11 11 e _~ u11a delle 1111,alattie studiate, e .. i fa eccez io11e p.e r l'a11 emia perniciosa. In ques la l11alattia, di cui l 'A. 11a po tuto co ì stu·diar e 30 ca · i, la ri iJ)IO .. ta a lla _p1rova de1l galatto io era e1npre u g ua le e cioè di 40 .g r. ingeriti 1101n s.i ritrova,r.a nelle urin e n ·ep·p·u re l:a, n1inima tracc ia: conten1por aneam1ente la 1cru rva glice111ica '"' u·b iva, 11 la ·11011 sempre, u.r11 lieve aumento. I1rte-ressa11 te a n·ota1~e cl1e nelle re111issio111i della ·m 1ala ttia, il ga.lattosio comrl)ariv.a nelle l1rj11e1 ed i11 quantità ia nor111ali sia su periori ~a·ll e i1or1t1.ali . Que. to ~ipico con1por1Lan1ento può , ... o t ien e ~·iu sta1i1e11te l 'A., ~ ervire quale ot li1110 p1u11to di appoggio p•er la ·di.ag·11 0 i difl'erenz ia]e fra ane1I11ie 111o·n· perniciose e a11emie per11icio·se ere. Ed a co11ferm.a di ciò l 'A. riport a a.] cuni ·Ca$i din1os trativi <li dubbia ·diag n·o i in c.ui la pro,ra al g.a latto·sio in,dirizzò i1 ella ia cl1e ... i din10 trò in ~eguito g·iu ta. . G. LA CAVA.

MEDICINA SCIENTIFICA Prime ricercl1e sul potere bactericida del sang11e verso il bacillo difterico. Scopo del presente lavoro fu quello di ric ercare e esistessero n el sa11gue dei ba111bini delle. co11dizioni i1or111ali di difesa antiba cterica Yer._o, il bacillo di Loeffler, indipe11dentenJe11 le dall o stato di i11111ìu11ità an titossica, cl1e pote'"' ero :p ie.g.a·r e la rag io11e della ·costante i11ancanza di bacler ie111 ia nell 'infezio11e di fte. r1ca. La bac leriocidia deJ angt11e i11 Loto fu d eler111i11ata da P. Schiap·a rel.li (Bolletti11.o della Società Italiana di Pediatria, is ett.-olt. 1932), u sando la tecnica proposta da I.,use11a pe r il bacillo del t ifo , oppo.Ptu11.am ente ino,d ific.ata ])err il b acillo difterico·. D:a1le rir-e r ch e co11d otte su 4 cepp·i tli ffe re11ti cl el bacillo, risultò •ch e il b·a mbino fin dalla J1a sc it~ po .~ i e d e norn1al111ente dell e cor1dizioni cli d ifesa antibacterica ' rerso il bacillo di Loeffle1r, 1co ndizio11i che si i11a·n tengono· i11,rariate a 11cl1e durante n1alattie inter co·r renti, cou1presa la difterite le sa, e I.a par.a1isi post-difterica. Tra il j)O ter e bactericida del ·san g u e n1aterno e fe tale pare e i ta un parallelisn10 . Il potere bac teric ida ·d el san g·t1 e i 1nanife"' ta con differelil te intensità a seco·11da d ei ceppi. u, ati, in r:aip1porto· .a.11.a l oro irulenza. C:on ques t e ricer ch e preliminari l 'A. --e1n11li1cen1ente , ,u ol far rile,1are con1e il persistere del 11otere b.a c.terici-da del "''a11g·ue, ia1n cl1 e dura11te la in.alattia difterica, po sa pie·g·are percl1è la bac Lerien1ia difterica n·o11 .. i ' 'erifi ca o .: i , -erifica o11anto· in 1co-r1dizioni eccezio-n1ali . 1

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C.

NERVI.

[1\ Nxo X.X.XIX, NuM. 43]

POST A DEGLI ABBONA 1·1. Con.ta.giosità della sifilide terziaria. -

All 'abb .

n. 1850:

La sifilide .p ru ò e ere co11tagiosa anche durante il così d etto periodo terziario, gom1noso o tardivo, se pure in gra do n1inore ch e n el periodo secondario. L 'antica es1)erienz.a clinica ten·d ev1a. a·d esclud ere in modo quasi assoluto· questo p·o tere contag·ioso ·n e.gli sitadii tardivi d ell 'i·nf.ezione seb·b en e non n1ancassiero prove in contrario (p. es. lues go.m 1n·o sa n el m .a rito e sifilide recente i1eilla n101g lie), ma le reoenti .ricer ch e speri111'entali no·n lasciano dubbio in prrop·osito. Il ca ~ o di bar11bi11i a ffetti da sifilid e congenita, nati dia padre luetico in periodo tardivo, non è infrequ ente, il ch e, opra.t tutto se è ' e1r o che non esiste ifilide con.genita (o ereditaria) senza p1·eesi ten:te sifilide materna, come ora (forse però a torto) gen1ena.l mente si cre de,. ·areb1l?e una rip1rova d ella co11tagiosità della si-· filide ter ziaria . V . MoNTES.\NO. 1

r\. l do LL. F. C. da. V. : Casi de.I. ge111e re ·di quello d e ·critto dal colle.g·.a 1)ossou110 beni sin10 fa r si rientrare nelle colihacillo1... i; d·e l resto u11 certo numero1 di inf eJ.ioni puerp·er ali è d,a riportare a l ,ooli. Il coll ega può trovare' larg·a mies ~ e ulla impo·r tanza d ella colibacillosi n,ella patologia genitale fem111inil a nel N. di ago ... to ·della R eviie f 1·ançaisede Gyriécologie, ·dedica la ap1Jru11to a tale tema~ 1

p. g. :\.l dott. A. R. d.a C. : IniezioJ.li qu,otidia11e d ella ... oluzione seguente: benizoat.0 di soda •p1u ri i1110 centìg. 50 a.cqu.a distillata st erilizzata cc. 2 i)er u11a fiala . Dop,o ottenuta la scon1parsa r.a·diologi ca d ella lesione, iniezioni a .g·iorni altern·i . C. Tosc ..\NO . r\.l d o Lt. N. D. ·d.a Castelros o : 1

P er la steri.l izzazione tempor anea della d onna col n1etodo biologioo, sono tati usati gli , peirn1atozoi morti di mo11•tone, inietta.n .done· 30 n1ilioni J;a1 prim,a volta ed il doppio i1elle tre , -olte seguenti. Gli AA., i)erò non indicane: il n1odo di preparazi·o·n e. Il pre1J>arato non s1 • • tr ova i1111 ,commerc10. Le reazioni locali, econdo g·li AA. son·o n1i11i1ne e si riducono gen.eiraln1ente ad u!Ila lego·er.a tumefazione sensibile cl1e scompare in g'iorni. ·Così pure scar se so110 le reazioni' o·e11re r.ali o servate in qualch e ·d·onna: cefalea, ~achialO'ia, in un caso esantema di tipo scarlatti·nif~nm1e. Ness·u na altr.a notizia si può des u111ere dal Ja, 1 oro a cui ella si riferisce . fil.

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l.A.NNO

XXXIX ,

Nu~r.

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SEZIONE PRATJ CA

VARIA ~ Emozioni e capelli. I l r.arpporto tra e1nozioni violente e J.o stato dei 1cap e1lli è co·n is acrato da a lc uni ·detti p opolari: sentirsi drizzar e i capel li, i)erder e i capelli, fa.r e i capelli bianchi 1per p a ura, terror e, dolori o angu.s tie continue. Tali e i)ressioni hanno senza dubbio· una giu..,tificazion ei fi io,Jogica, quiantunque al1c.une di e e ri ultino piutto to ~perbolicl1e o· per lo n1 e11 0 ·n o·n corri. por11d ino per frequen za e per inten sità a lla r ealtà d ei fatti . · In e ffe tti il « . . e11tirsi drizza re i capelli s ulla te ta n è più u11a se11sazione ubiettiva cl1e un f.atto obiettivo. ~folti, ma n on qu anti lo a fferm.ano, possoID-O aver .avvertito questa sens azione , nessuno però ha cons tatato in altri il raddrizzamento d ei capelli. D el r esto il fen o•m eno è fi iologicame:nte ben s piegabile, i11 q.oon to è analog o a l) 'orr i pilaz ion e ch e si verifica in a ltre parti d ella pell e. I peli son o n1u·n iti di un a1)i.~rato motore , i pirc coli muscoli erectores pilorum , ch e si trovano so tto il rontrollo ·d el simrp•a tico , ch e h a un a particolare impo·r tanza n el g iuoco d elle emoz ion i. La co _ì d etta « p elle d 'oca » è appun to d e1.. t erminata da lla 1co ntrazione ·di qu es ti mu scoli com e con comitante di s tati emotivi diversi , o con1e fa tto rifles o di eccitazioni cutan ee. Ciò P·U1Ò verificar s i anch e p er i capelli n1a com e fatto p oco o niente visibile, in qua n to la con·si tenza d el cu oio capelluto ·non con ente un ia·mpi·o m ovim ento ·dei bt1lbi , ed il fen 0<m.eno riman e ridotto a llo stato di pura • sen az ion e . A·n C'l1e la caduta di capelli, più frequentem e1n te ])arzi.ale a chia zze, in seguito ad emozioni è s tata r egi trart:a. Si tratt_a ·di u,n. feno1neno ]}iù a cara tter e patologico in· qua•n to si verifica in individui oon1 tar e n ervo e. Sarebbe prod o l lo da un 'improvvisa e più o m eno per. . i.lente vasocostrizion e, con il con seo-uente disturb 0 i1utri t i\ 0 d ei b ulbi. Ma il fenomeno più in.t er essan te e p1iù discu o è q ue]lo d ell'improvviso imbian chim ento rlei 1c.a•p·elli i11 seo-uito ad u1n 'em ozione violen ta. Gli è stato d.a to particol:aire rili evo ·dalla cir co tan za ch e i sar eh,h e verificato in i·ndividui :m 10Jto rnppre cnitati,1i d ell.a st ori a. Tomm aso Mo,r o, l'in fe1lice au,t or e dell ' Utopia, sar eb·b e impir ovvi sam ente in canutito n el1'ap J~r ein ·d ere la •s u a co·ndanna a lllorte p er avere rifiut.<lto di abiurare il cat tolici smo. Ludovi1co Sfo-rza, dt1ca di ~filan o , soprannomin:aito i.1 Mor·o p er il colore d elle sua cute e ·dei u oii peli, diventò bian co di ba.r ba e di c.apelli du.r ante la n ott e preced ente a l g io·r no d eil la sua esec:uizion e . Tanto cb e i g u ardia·ni en1

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trati 11ella su.a cella cred ettero a·d una sostituzio11e d el p r1g 1onier o. Più no to è if caso di .l\tlaria Antonietta }.a c..ui chio1na divenne tutta bianca la ·n·o tte cedente alla su.a esecu zione 1B p iù ch e probabile ch e i.n tutti qu es ti casi, com ·e n eg·li a l tri ·d el ge11ere, la ·s to.r ia sia tata fal ata dalla le!ggenda. i P'UÒ pensare ch e g li in1bi.a1n cl1imen ti i111provvi.si tilo n siano fatti fi siologi ci, n1a la scu·m p1a r sa di :urn artifi,c:i.o, la cessazio·n e d ell ' u::;o di tinture. Si racconta· ch e Orsi11i, il famo so attentatore di11ar11 itardo di apoleon e III, ch e <•veva barba e capelli n e1ri co1ne l 'e·b a 110, in car cer e d i-. ve11tò bialll co, sen1plicem e11te pericl1è non po-· Lette più iéli\'er e a disip·o ,. . izione la tint ura ch e a d 0 p·e1r ava. c ,a u e sjmili h a nno le ca11izie . .. em otive d·ì a lc une dame colpite ·da fo·r ti dolori o d a n1ieria. Il turbamento morale o la manca nza di m ezzi fa abbandon are l 'u so d elle ti·nture. Cert·o è ch e l 'incanutimento improvviso dì orig ine emotiva n on s i risco·11tra i1 ella vita co n1un e con q11.ella freqr1 e11za c.l1e i fatti stol'ici u1 r ico1r·dati fareibbero pensa re . La ri er v.a, è legittima per fatti cl1e llOn sono di con1une O& ervazione, e ch e sono l 'espresio11e di Jl roce i poco veri:.simili. oi ahbia:n110 avuto l 'e 1Jerien za d ella g u eirra , ch e 11a p rov·oca to emozioni di una violen za e trema in un materiale umano abbondantissimo e molto \ .a rio p er e tà, sesso e 1c.ostituzio1n e . e sun coso ·di c.anizie imp ro·v vjsa è lat o d enu.n .ziat o. È più oonforme a i fatti e più accet tabi le ·cien t~fic.am ente ch e le en1ozioni r i1)etute e p r olunga te, specie quando ab·b iano carattere affliittiv·o, prov.01c.hi110 un le11to e pro ()'r essi,;o in1bi an cl1imen to ·d ei ca1)elli. In ql1 e·st e condizioni en tra•no i 11 o-it1oco Rz iùni d ebilita·n ti cl1e ·det erminano uno s tato si n1il e .al].a, senesce1tza . Dato il m eccan i mo con il quale i verificl1er ebbe la d er olorazion·e dei capelli , ri esce difficile !'11ie·g arc come essa possa p r odur i irnprovvisan1ente. Lan·doi s riten eva ch e la canizie sia dovuta alla penet1~azion e di b olle d ':arri a n ei bulbi. Pfaff ritenne ch e fosse do,1uta all 'azione di ~o ta·nze cau sti1c.h e ecrete dall a })elle. So·n o ipo tesi poco o t enibili. L 'ipote i p iù controll ata è que ll a di {ert1c.h ·nikoff, secondo il quale la aecolorazion e dei cap,elli è d et·ermi1n,a ta d a pi.g m enito.fag i di o rig in e m i·d·ollare. Ch e que&t.a piig·ment·o,fagia possa e" er e a cceleirata ed este a 1per l 'azion e di prodotti end ocr ini , e quindi ·di con egu en za di fatti emotivi, è arnmis ibile. . M.ai d.a ciò all a di truzio·n e rapida ·di tutto il J)i,g n1 ento dei 1ca1)elli , i1n un mo·m en to 01 n el cor o di una notte, corre n1·o lto. arg o. 1

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[Ai~NO

cc lL POLlCLINICO >)

XXXIX, Nul\1. 43]

POLITICA SANITARIA E GlURISPRUDENZA.<*) ~

Risposte a quesiti per questioni di 1nassima.

È stato anche affern1ato che sono prevalenti le pre-

Trattandosi di un 'atlribuzion e dell 'ufficiaJe sanit ario è d a rite11ere ch e questi possa esercitarla soltanto n~ll 'a1nbito della sua co1npetenza territoriale.

ferenze per titoli rrtilitari ; stabilite a favore degli ex combattenti.

78° Dottor S. B. -

e;.

Se l 'ufiiciale i11edico in ser vizio attivo per111anente no1ì è iscritto nell 'albo del1'0rdine, l 'esercizio professio:nale liber o costituisce infrazione punibile. 791) Dottor

S. -

80° Dollor Jt'. G. R. -

Se per le cure così delle ·omeopa l.ich e so1~0 prescritti veri e prop·r i 1nedicin ali , è i1ecessario ch e qt1esti siano somministrati dal farmacist a n eJJa farmacia. Il medico om eopatico può acquist are il 1nedi<:i11ale clestirtato alla per so1~a da lui assistjta, come potrebbe acquistarlo un incaricato qualsiasi , secondo le nQr~e comuni, ma sempre nella Jarmacia e per ve11dita fatta dal far1nacista. La somministrazione dei medicinali senza J 'osservanza di ql1es tP. reg·ole costituisce reato. 81° Dottor G. 7'. -- Il contributo all 'Istilu lo per .g li orfa11i dei Sé1nitari è a carico del inecliro . 82° Dollor S. P. - S1)etta al (; on siglio arnniinislrati vo dell 'Ordi11e di repri111er e i11 via discipli-

nare gli abusi e le i11an ca11ze dei sa11itari liberi ~serce11ti iscritti J1ell 'albo. Contro i provvedi1nenti <le11 '0rdine è ammesso ricorso entro quindici giorni al Mini stero dell 'Interno e poi, contro il decr eto minist er iale, è ammesso ricor so al Co11siglio di slalo in sede giurisclizionale (art. 7, lett. c e 8 T . U., 3 apr~le 1926, n . 563). lJe pene disciplinari che il Consiglio am1ninistrativo può applj car e son o quest e: avvertimento, .ce11sura, sospensione dell'iscrizione nell 'albo con .divieto del libero esercizio professio11ale per la durata da uno a sei n1esi . Deve essere osservato il _proced imento discipli11are pres·critto dall 'art. 36 del r egolamento 21 marzo 1929 i1 . 547. La sar1zione è, .s'intende, propor zionat'.l. alla gravità del falto. 83c. Dottor L. L . ·- J?uò con correre al posto di aiuto di osp edale, purchè, però, i1on siano super ati i lin1iti di età. Questi limiti n on sono stabiliti dalla legg·e o da regolamenti gen erali ; ina possono essere prescritti, con o se11za caus~ di esenzione, d agli statuti e dai regolamenti dei singoli enti. '

84° Doltor L. P . -

Le preferer1ze per benem ere11ze d~~ografiche sono stat~ stabilite dalla legge ~ giugno 1929 n. 1024. La Rivista « Il Diritto Pubblico Sanitario >> ne ha trattato diffusamente nei .fascicoli 7 del luglio 1929, 12 del dicembre 1930 e 1° del gennaio 1931. La giurisprudenza ha definitivamente ormai stabilito che queste prefer enze valgono soltanto agli effetti della graduatoria, a parità di merito e non limita110 il potere di scelta.

Non essendo stata aulorizzata dal Commissario la supplenza, Lei non ha titolo verso il Comune. Può chiedere un compenso al .1nedicQ da Lei sostituito. Circa la misura, terrà conto dello stipendio normale per stabilire la r emunerazione in rapporto alla durata del servizio prestato. 85° Dottor P . A. -

86° Dottor G. B. S. - L 'art. 13 della legge 23 giug·no 1927 n. 1070, 1nodificandQ l 'art. 65 del T. U. delle leggi sanitarie 1907 n. 636, ha stabilito che,

salve le disposizioni della legge di Pubblica Sicurezza, è vietato aprire ambulatori o case o istituti di cura med~co-chirurgica o di assistenza ostetrica, ovvero case Q pensioni per gestanti, senza speciale autorizzazione del Prefetto. Occorre, quindi, fare do1nanda alla Prefettura, con tutte le indicazioni del caso . L'esercizio non autorizzato cQstituisce infrazione punibile . 87° Dottor D. P. - L 'osservazione del Podestà n on è giuridica1nente esatta. ,S ia stato ridotto lo

stipendio prima o dopo la nomina, se risulta che indeb~tamente la riduzione è stata stabilita; per erronea applicazione del decreto 1927 n. 1159, deve ~ssere ripristinato lo stipendio che effettivamente è dovuto, senza la illegale falcidia e il Comune deve pagare gli arretrati. . Il Ministero dell 'Interno, pur dubitandQ della esattezza giuridica della interpetrazio·n e data dal Consiglio di Stato ai decr eti del 1927 circa la riduzio·n e degli stip~ndi, ha emanato istruzioni invitando i Prefetti e ~ Cornu11i ad uniformarsi per equità alla decision~ del Consiglio di Stato. In alcuni casi, è stato r~s tabilito lo stipendio, ma non sono state pagate le differenze arretrate. Ciò noD: è logico . Se la riduzione era illegitti1na, il Comune d~ve ristabilire, anche con effetti sul passato, la ini.sura legale p agnnclo la differenza. Lei dovrebbe ricorrere, contro il provvedimento positivo o negativo, nel termine di giorni 30 alla G. P. A. in sed~ giurisdizionale. Ma è da ritenere ch e, date specialmente ~e istruzioni ministeriali, 6ia sufficiente l 'intervento del Prefetto. Occorrendo, Lei potrebbe fare de11unzia al Ministèro degli Interni , se vuole evitare un giudizio in sede giurisdizionale. N B. - Ai quesiti degli abbonati si risponde, i.n ogni caso, diretta1nerite, per lettera. I quesiti devono essere inviati, in busta, accompagnati dal francobollo per la risposta e sempre indirizzati imJ)ersonalmente alla R.edazione del « Policlinico », via Sistina 14, Roma. Le risposte. ai quesiti che no.n richiedono esame di alti o speciali indagini, sono gratuit e.

e•)La presente rubrica è a.ffidata all'avv. GIOVANNI SELVAGGI esercente in Cassazione, oons. le&"aJe del noetr<> periodico.

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[.~NNO

XXXIX,

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43]

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SEZIONE PRATICA

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NELLA VITA PROFESSIONALE. MEDICINA SOCIALE La lotta contro la carie dentaria. (J. C.

M1DDLETON SHA"v.

South Africa Medie.

Journ. , 12 mJarzo 1932). Nessuna m1a1lattia dà sofferenze SJ.l così vasta scala com e la carie d entari~', che ha importanza, secondo autoirevoli 1studiosi, nella determinazione di molte malattie di organi interni . Pooo si è fatto per la prevenzione della carie e d elle infezioni dentarie in genere. La teoria ereditaria della carie non è accettata. Certamente la composizio·n e dei denti è ugu.ale chimican1ente nell'uomo e n ei primati i quali ulti n1i no.n soffrono di carie come l 'uom ·o. Alcune razze african e si credevan o imn1uni da carie dei denti ; ma poi si vide oh e i1e ,-a nno ogg·ette quando si a limentano come i popoli p iù ci,rili. La teoria di Milleir di un 'origine chim•i co-;parassitaria della carie è stata dimostrata co·r-rispond ente alla realtà dei fatti . Secondo questa teoria i g ermti attaccano· i carb-0idrati alin1e·n tari (di cui alcU!Ili resi·dui restano fra i denti) f armando a cidi con processo di fermentazione; q u esti a cidi distrugg·0010 lo sma lto ed e·r odono il de nte, e l 'opera di erosione è compiuta da . enzimi prote011itici. Dal lato pre,rentivo ci sono alcuni problemi da risolvere . Pier quianto riguarda l 'alimentazion·e, m·e ntre alcuni danno in1portanza alle viba1m ine, a l tri la negano (e per questi si ba~no sulla presenza abituale di denti sani nei rachitici). L ' A. è del parere ch e le vitan1ine non abbiano iinportainza n .ella determ~nazione della c.ari1e, ch·e in Africa è estesa qu.anto i11 lnghilteirra. Seco ndo Broderick la carie è dovuta ad acidosi e la piorrea ad alc.alosi , ma non esiste un antagonismo fra carie e piorrea ch e :possa dare ra_g ioin.e 1a1questa teoria. L'alimentazione negli ultimi secoli t ende ad aumentare la quantità di z:u1CChero, a raffinar.e i cereali , a daire la prevalen za ai cibi ootti sui crudi, ad aumellltare i prodotti di pasticceria, qioè tendlei a I1em.1detie meno 1n.e(cessaria una l1t11n ga ma sticazio n e. A questa m odificazione d ella ·dieta si deve, seco·n do l 'A., l 'aumento della carie. Osservazioni fatte in orfanoit rofi e in scuole com1U1na li h anno dimostrato ch e n egli orfanotrofi la carie; è m,e no diffu sa che n ei bambini ·delle sou1ole pubblich e e ch e la r iduzione dello zuoch ero allo stretto necessario contribuisoe notevolmente a non aumentare il numero d ei malati di carie dentaria. La pulizia d·ei denti è certo· utile. Il 'lico,n osc in1ento precoce ·della c1arie permette di prov,·eder e ten11)estivam ein te ad a.rrestarla. Occorr e fare opera di propaganda ed orga nizza re i. se.r,1izi assistenziali p er la lotta sociale .contro la ca rie de·n taria . R. L usENA . 1

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CONCORSI. POSTI VACANTI. .i\RGUGNANO ( Vicenza). - Scad. 30 ott.; 1° reparto;. L. 7920 e 6 quadrienni dee., oltre L. 2200 trasp. 1 L. 264 ambulat., L. 1188 serv. att., L. 634 c. -v. se co1npete. ASIAGO (Vicenza) . - Scad. 30 nov., 1° reparto~ L . 10.000 oltre L. 1800·2500 trasp., L. 300 ambulat.;. riduz . 12 %; c .-v.; età lim. 45 a.; tassa L. 50,10, Chiedese avvjso. AvELLJNO. (;onsorz~o Prov. Antitubercolare. Scad . ore 12 del 30 dic. Direttore del Consorzio e d el dipend~nte Dispensario provinciale; esami e titoli: L . 15.000 aumentabili, oltre L. 5000 serv. a lt. , indennità varie; età lim . 45 a.; doc. a 3 mesi dal 1<i ottobre. Chiedere annunzio. BoLOGNOLA (Macerata). - Scad . 15 dic. ; L. 9000 e 3 qu&drienni dee. , oltre L. 600 uff. san. , L. 200 é·Till . farm. , da ridurre del 12 %; c .-v.; età lim. 35 a. ; tassa L. 50. BOLZANO. Ospedale Civ ile. - Scad. 2 nov . ; assistente presso la divisi.o ne m edica e assistente presso l•.l divi sione ostetr.-ginecol.; titoli ed eventualm . esami; L. 4500, vitto, CaJL\era ecc.; età lim . 40 a.; riconoscimento condizionato laurea conseguita in Austri a ; età lim . 40 a.; tassa L . 50. CANOSA (BGJri) . - Scad . 15 nov. ; chirurgo priID:ario ; rivolgersi segreteria com . CARPENETO n 'AcQUI (Alessandria). Scad. 15 dic ; L . 6160 oltre L. 440 trasp. , L. 440 uff. san., . già ridotte. CASTELSAnno (Sassari). - Scad . 30 nov. ; L . 8360 g ià ridotte del 12 %; addizionale L. 5 oltre i 1000 pov. ; 5 quadrienni dee.; L . 880 se uff. san.; c. -v.; L. 1200 per gli ammalati dimoranti in campag na ; et à lini. 45 a . ; tassa L. 50, 10; doc. a 3 m esi. CASTO (Brescia). Scad . 30 nov.; con sorzio ; L. 8800 e 6 quinquenni oltre L. 2640 trasp., L. 440 uff. san . ; tassa L. 50. CAVRIGLIA (A r ezzo). - Scad. 10 dic . ; 3a. cond.; L . 9000 oltre c .-v. L. 740 p ei coniugati; L. 3000 caval e.; riduz. 12 %; età lim. 40 a.; tassa L . 50. C1TTÀ DI C\STELLO (Perugia). - Scad . 30 nov.; per Morra; L . 7000 oltre L . 600 serv. att., L. 5002000·4000 trasp.; età lim. 35 a. CONTESSA ENTELLINA (Palermo) . - Scad. or~ 18 del 15 dic . ; titoli ed esami; L. 9750 e 5 quinquenni dee.; L. 500 se uff. san ..; r~duz. 12 %; età lim. 35 a .; tassa L. 50. CnF.Nov1zz \ (Trieste). Con sorzio CrenovizzaSer1osecchia, con resi9.~nza nel comune di Creno~ vizza, frazione Prevallo. Stipendio annuo L . 11.000 aumentabili di un decimo ogni quadriennio, ,e così per 5 quadrienni, sullo stipendio base. Car? viveri, fino a quando verrà con sentito, nella m1s~ra corrisposta agli impiegati dello Stato. Indenn1t~ per il servizio di Ufficiale Sanitario L. 1000. Indennità p er mezzo di trasporto L . 3000. Le suddette percez.ioni sono soggette alla riduzione del 12 % (R. D . L . N. 1491 del 20-XI-1930) e alle ritenute di Leg·ge. Scadenza ore sedici del 10 novembre 1932. Pe-r altre ir1formazioni, notizie sui documenti, ecc., rivolgersi alla Segreteria Comunale di Creno.vizza.


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« IL POLICLINICO »

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GILDONE ~Campobasso) . - Scad. 25 nov.; L. 5500 e 3 quinquen11i dee. ; età lim. 40 a.; tassa L. 50, 15. LIBR1zz1 (Afessina) . - Scad. 25 ott.; L. 9000 oltre L . 1000 se uff. san. 1'1ATRICF. (Cam.µ obas.c:o). Scad. 17 dic.; L. 6000 da ridurre del 12 %; 3 quinquenni dee.; età lim. 35 a. ; t assa T.. 25. l\iIONTEGIORGIO (Aseoli Piceno). Ospedale Civile. Cercasi chirurgo interino munito titoli lunga pratir.a presso importanti o sp~ali come primario o aiuto. Stipendio L. 1000 mensili già ridotto 12 %, compartecipaziqne 60 % proventi atti operatori ed arr.bulatorio, percentuale camere a pagamento. 0~1>edale modernamente attrezzato; capacità cento pos ti letto . Inviare curriculum vitae ed elenco· doCl.~menti, da esibire a richiesta, alla Congregazione di Carità di Montegiorgio, alla quale potranno :r:ichi~dersi u l teriori schiarimenti. PADOVA. Ospedale Provinc . Psichiatrico. - Scad. 15 nov.; medico prin1ario e medico assistente; stip e11di L. 13.500 e L. 9500, at1n1entabili; c.-v.; riduz . 12 %; alloggi.o personale; età lim. rispettiv. a. 35 e a. 30; tassa I.. . 50, 10. s~ il medico primario verrà incaricato delle funzioni di vite-direttore, indennità di L. 1200 e alloggio per famiglia . PIETRACATELLA (Campobasso). Scad . 10 dic. ; L. 6000 ~ 3 quinquenni dee.; riduz. 12 %; età lim. 39 a .. PORTICO e S. BENEDETTO (Forlì) . ----;- Scad. 25 ott., 1a. cond.; L. 11.000 oltre L. 3000 trasp., L. 1000 ·u.ff.. san . ; 10 bienni ventes .; età lim. 35 a.; tassa L . 50,10. POTENZA. A1nministrazione Provinciale. Per titoli ed esami. Posti di Direttore della Sezione MedicQ-Micrografica e di Direttore della Sezione Chimica del Laboratorio Provinciale d 'Igiene e Profilassi. Stipendio iniziale L. 16.000, aumentabile a L 17.800, oltre ad una indennità di servizio attivo di L. 3630 annue, ed una percentuale del 25 % sull'importo degli utili del Laboratorio, da ripartirsi tra i due dirigenti delle Sezioni. Gli assegni sono sogge tti alla riduzione del 12 % e alle' ritent1te obbligatorie. Età minima a. 21, massima a. 45 salvo eccezioni di cui all'art. 9 del R. D. 16-I-1927, n. 155 (« Gazz. l Jff. » 22-11-1927, n . 43). Documenti e titoli di studio indicati all'art. 8 d~l sucitato R. Decreto . Tassa di concorso L. q0,10. Prove di esami secondo i programmi e le nonne generali di cui al Decreto 9 magg·io 192.7 del Ministero d ell'Interno. Periodo di prova anni dl!e. Assunzione di servizio éntro trenta giorni dalla partecipazione di nomina sotto pena di decadenza. Accettazione, ad o-g ni effetto di legge, del Regolamento per il Laboratorio, di quello orga1tico per gli ufficii provinciali e delle eventt1ali modifiche che possano in seguito esservi introdotte. S:eadep;za 9re diciotto del 30 novembre 1932. Chiarimenti alla Segreteria dell 'Amministrazione Provincia.le. I

SANTA CRISTINA n '1\sPROMONTE (Reggio Cal. ). Scad. 4 dic. ; L. 6776 e 4 quadrienni dee., oltre ·L. 2200 ca vallo; età Jim. 45 a.; tassa L . 50. S . ~lANGO SUL CALORE (Avellino) . Scad . 10 dic.; L. 7000 e q quadrienni dee.; età lim. 40 a.; tassa L. 50,10. SANTOPADRE (Frosin.one) . - Scad. 30 nov. ; lire 10.500 e 5 quadrienni dee., c.-v., L. 2400 cavale. ,

L. 500 uff. san. , il tutto ridotto del 12 %; età lim. 35 a.; tassa L . 50,10.

SORIANO CALABRO (Catanzaro) . - Scad. 15 nov .; L. 7000 da ridurre del 12 %; 5 quadrienni dee. SPOLETO (Perugia). - Scad. 31 dic.; due condotte; L. 8000 e L. 9000 . oltre serv. att. L. 2100, c.-v., L. 500-2000-4000 trasp .; ridt1z . 12 %; età lim. 35 a.; tassa L. 50; doc. r1on anter. al 28 e al 30 sett. Chiedere avvisi. 'I'oLMEzzo (Udine) . ~ A tutto 15 nov., 1° reparto; L 8000 oltre L. 500 serv. att., L. 1000 trasp.; riduci.bili 12 %; 6 quadrienni dee. 'f1tENTO. _4.mminislrazione Provinciale. __,, Per titoli ed esami. Pos to di coadiutore della Sezione Medico-~ficrografica, con annessa Stazione antirabbica, del Laboratorio Provinciale di Igiene e Profilassj i11 Tre nto. Al posto sono congiunti i seguenti emolumenti: s tipend~o L. 13. 700 con 3 aum enti quadriennali di L. 600, rispettivamente lire 800 e L. 900, oltre l 'indennità di servizio attivo di L. 3500, al lordo di ritenuta di R. M. e contributi di legge; il tutto soggetto alla riduzione del 12 % (R. D. L. 20-XI-1930, N. 491) . Al coadiutore potrà inoltre essere corrisposto un premio di 01lerosità n ella misura del 15 % dei proventi di anà]jsi a pagamerito di interesse privato. Scadenza ore sedici del 25 novembre 1932. Per ulteriori informazioni s ui documenti, ecc., rivolgersi all 'Uffici·J Economato della Amministrazione ~rovin­ cial·~ ùi Trento, inviando l'importo di lire due. VrruELAGO (Trev iso). Scad. 10 dic. ; L. 8000 oltr·~ L. 2500 trasp.; età lim. 35 a.

Avvertenza. - Quando non è altrimenti !ndicato i concor si si riferiscono a condotte medicochirurgiche, i compensi allo stipendio base. NOMINE, PROMOZIONI ED ONORIFICENZE. Il dott. E. Q. Thornton, professor~ di inateria med~ca all 'Università di Filadelfi.a, è nomin ato professore di t erapia in quella m edesima Università, quale su ccessor e d el defunto prof. E. H. Fu11k. Sono nominati professori di chirurgia (clir1ica chirurgica) il dott. Peter W alzel a Graz ~ il dott. Burgh a rd Breitner a Inn sbruck , l'uno e l 'altro docenti privati a Vienna. Il dott. Ernst Gellhorn, professor~ di fisiologia all 'Università dell 'Oregon, è chiamato a insegnare la stessa disciplina all 'Università dell 'Illinois (Chicago). Il dott. J . KaQkenzie è nom,inato professor e di oto-rino-laringologia alla Scuola medica clell 'Uni-Vez:sità della California meridionale a Los A11geles. Il dott. B. P. Lajos è nominato doc~nt~ di patologia e terapia delle n1alattie reumatiche all 'Università di Budapest. Sembra questo il primo inseg~amen to del genere fin 'ora istituito. Il prof. Roberto Landinar è nominato rettore dell 'Università di Bolivia. Il prof. c,ampos Ca11tiòio de Moura è non1ina to d.iretlor e d ella F acoltà m edica di San Paolo del Brasile.


( Al\"NO

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SEZIONE PRATICA

NO TIZIE DIVERSE. ·21 o Congresso italiano delle scienze. Uno sviluppo iri1pon ente e sig nificativo 11a as.sunto la riunione dell a orietà Italiana p er il Progresso (}elle Scienze, t e11 utasi a Roma dal 9 al 15 ottobre. P er di posizione del Cap o del Governo, tale riunione .- posta so tto gli au pici del Consiglio Nazionale d elle Ricer ch e - è s tata i11serita 11el gra11d a q11 ad ro r1 e l~ e manifest azioni con l e quali s i cel ebra il Dece nnale della Rivoluzione fascista. Al t en1po ste so Ja Società cel ebrava il suo 25° anno cl i fo11dazio11e. L 'in au g urnzio11 e 11a aY ul o luogo con g rancle sol e11nilà al Can1pidog1 io, pre enti il Capo d el Govern o, m oll e delle tnaggiori autorità dello Stato .e molti... si1ne · ill u trazio11i della scienza italia11a. Do1>0 il saluto del Governatore cli Roma, prese l a p Br ola il sen . Marco11i, l)re.. icl ente d el Comitato ordi11atore. Egli h a affermato ch e quest 'adunanza è un atto di f~de fascis ta ed un 'affern1azion e secondo cui l 'op era compiuta dal Regim e p er il progr e o cultural e e scie11tifico d el Paese, è oper a podero a, .coordina ta, feconda di risultati. Ha a nnunziato l ' i11vio alla grande esp os izione cli Chicago, di u11 ricco m at eriale ch e t estimonierà il contributo del1·rtaJi a alla storia della civiltà. Il 1ninis tro dell 'educazio11e 11azio11ale, 011. Ercole, h .1 tenuto un poder o o di corso, in cui ha dir~o­ strato ch e la 11uova coscier1za italiana è em er sa d a un profondo travaglio, iniziatosi col Risor gimento e ch e, attraverso la g u erra vittoriosa, si è con clu.so nel .fasci m o. Esso porla a valorizzare l a scienza, in ll1tli i u oi rami, e con questa gli u omini ch e ne so110 cultori. S. Ecc. on. MussoliL1i h a rievoca to quanto il R egi1ne 11a !a llo nel su o 1Jri1no dece1111io p er lo svilupp<J della scie11za italia11a. Ha affer1nato ch e il clima d ella llivoluzione può essere }Jarticolarme11te favorevole alla ricer ca scie11tifica ed ha rilevato che l a scjenza, pur essendo univer salis tica, deve essere aderP.11te alla vita d el popolo. Ha quindi invitato gli scie11zi a ti italia11 i a lavorare con metodo, con t e11acia ed in sile11zio, assicurandoli ch e il Governo .ed il popolo italiano seguono i l oro sforzi con viva sir1Jpatia . Quindi in norne di 1S. M. il Re ha dichiar ato aperta la X.XI Riunione della Società Italian a p er il progresso d elle scienze. Il d~scorso del Duce h a su scitato il più vivo en tusi usm o nell 'assemblea . I con g r essi sti son o s tati 1753, ossia in numero mollo superiore a quelli avutisi .n ei precedenti congressi; vi son o state rappresentate 42 Accademie e altre Istituzioni scientifich e. Le relazioni e comunicazioni hanno superalo il n u mero di 700. I l avori h anno avt1Lo luogo presso gl 'Istituti di chin1ica e di ]Jotanica, con un programma ampliss imo, ir1 cui erano degnamente rappresentate la biologia e la medit ina, ir1 particolare 11ella Sezione di fi siolagia e psicologia e in quella di patologia , }Jres jedute rispettivao1e11te dai proff. padre Gemelli e ~1 a riani. Trn le r e lazioni fatte segnaliamo quelle del prof . Frugoni , sui pro,b lemi d 'ipersen sibilità r1ella patol ogia uma11a (verrà pubblicata per intero s ull a Sezione Medica ciel « Policl inico »), del prof. Bot tazzi sulle vitamine, del prof. Bona11ni sui ri1ne<li antima larici , del prof. De Blasi sull 'igien e cle1le città, d el prof. Devoto sull a cura dell 'u lcer a

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gas l ro-duode11ale inerlian te il .1Je11zoa to cli sodio per vi" e n<l ove11 osa, ecc. Le sedute di chiusu ra si ·o no le11ute n ella Reale Accademia dei Ll11cei . Il presidente d ella Società, on . Bl a11c, fece il resoco11to clell 'attività sociale 11 p ]] ' u l lin1 0 an110. . Alle cariche soci ali ri11nova te sono stati eletti : vice-presidel1ti i proff. De Blasi e Ducati, vice-segret ori(} il prof. Teofilato, econo1no il dott. Rapi. Si è deciso di tenere la prossima riunio,n e a Bari. Al Congresso è stata unita una Mostra di m ateriale didattico. I lavori sono stati i11framezzati da ricevimenti e d a escursioni . Il Cap o del Governo , a i1uova prova del suo inter essame11to per coloro ch e si dedica110 alla ricerca sci(·ntifica, si è con1piaciuto di dotare l a XXI Riunion e della Societ à di 25 premi di L. 1000, da ass(•gn ar e alle migliori n1emorie inedite, che da soci , si a110 presentate e discusse al Congresso. I premi sono intitolati al « Decen11ale della Rivo1u1i0ne fascista ». ella Classe di scien ze biologiche sono s tati pre1ri.ia ti i dottori : Ugo Cassinis, Silvia Colla, Giusep1)c Genna, Celso Guareschi, Mich ele La Porta, Paolo Francesco Mazza, Eugenio ~1ontanaro, Bindo Ili c,cioni, Bora Sere11i, Giovanni Truffi: ·

Premiazione dei Consorzi provinciali antit uber co· lari. Il. Capo d el Go.v erno 11a ricevuto la Federazione F ascis ta p er la lotta contro l a tubercolosi, i presidenti dei Con sorzi ed i pres identi e delegati r egion a l.i Glella Federazione . Il presidente della Federazio11e ha esposto i ris ulta li della camp agna antitubercolare nella giorn a t:.t del Fiore e della Doppia Croce, che ha reso oltre 11 milioni (4 piì1 dell ' a11no passato), somma ch e verrà integ r almente spesa p er l 'assistenza ai tt1ber colo tici poveri r1elle varie provincie. Il Duce ha lodato i dirigenti della battaglia antitubercolare, ha irn partito l e disposizioni per la ca1npagna dell 'anno venturo , ed ha distribuito le m edaglie d 'oro ai consorzi premiati : primo premio Fi1:1ne e Milano; secondo premio Brescia e Genova; terzo premio Bengasi, Lecce, Spezia, Verona, Irr1p eria, Zara, Savona, Mantova, Brindisi, Cremon a, Messina, Bologna, Livorno, Trieste, Palermo, Gorizia, Padova, Sassari, Aosta, Ve11ezia, Parma, Lucca, Roma, Catanzaro, Arezzo, Firenze, Trento, Massa Carrara, Siracusa, ' 'arese, Cagliari, Catania. Per aver p oi validan1ente contribuito al buon esi to della <::ampagna , sono stati premiati dal Capo del Governo l '« Agenzia Stefani », la Federazione Nazior1ale Fascista della proprìe tà edilizia, la Confed er azione Nazional~ Fascista dei Trasp orti e quell a d ell o Spettacolo, n on ch è il Sindacato Portieri. I contributi incassati n P.l 1930 ammontarono a L. 2.357 .147; nel 1931 la cifra degli incassi salì a L. 7.530.013 e nel 1932 s.i è g jun Li, co111e si è detto,, a più di 11 m ilioni. L ·0110re della vittoria tocca a tutte le provincie d 'Itu1ia e sp ecialmente a qu ell e cl1e animosamente si sono piazzate tra l e !)ri1ne trentacinque, .e ch e or i'\ hanno avuto dall e 111a11i del Capo del Governo il seg110 del riconoscime11to e del la riconoscenza. Si chiude così l a ca1n1)ag·na dell ' anno X. La Federazione Nazionale Italiana Fascist a per l a Lotta co11tro la tubercolosi - ch e nel 1926 rompendo tutti gli indt1gi fu costretta ad esporre diretta-


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IL

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m e:nte al Duce, e con parole rucli ma Yere, il iniserevole s tato della lotta contro la tubercolosi, per ottenere la legge dell 'assicurazione obbligatoria ~ quella stessa Federazio·n e, immutata negli uomini e r1eJla fede , ba dovuto, nel 1931, chiedere che la già inorente Festa del Fiore assurgesse a vera gr ande campagna unitaria n azionale ~ fosse bandit1 n el suQ nome. Jn soli due anni, con mezzi nuo,·issimJ, ~a campagna ha già permeato strati profondi dello spirito pubblico. La graduatoria della media dei contributi raccolti n~l 1932, in rapporto alla popolazione, nelle vari~ reg~qn~, è la seguer1te : Liguria 0,625; Lombardia 0,448; Venezia Giulia 0,366; Puglie 0,313; Verlelo 0,31€l; Sardeg11a 0,240; Toscana 0,216; Sicilia 0,209·; Ve11ezia Tride11tina 0,200 ; Lazio 0,195; PiE.-n1onte 0,179; Emilia 0,173; Calabrie 0 ,162; Campania 0,141 ; Umbria 0,119; ~·f arche 0 ,107; Abruzzi e l\-1o1ise 0,099; Basilicata 0 ,073. Ag·giungiamo che i soggetti visitati n ei disp ensari éJntitubercolari, in en tr e ·n el 1922 furono m eu o di miJle, n el 1931 r aggi11nsero quasi 35 mila; i ricovf:rati da poco più di 1nille n el 1922 sono divenuti n el 1931 oltre 70 rnila.'

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specialisti italiani e stra~ieri. All 'inaugurazione, ch e h a avuto luogo nell 'Aula Magna della nuo\a Clinica 11eurologica, parlarono : i proff. Di Marzio promotore dell 'iniziativa, Donati, Bilancioni e O\i io, in D:OID:e di varie Società rappresentate; il pro!. Ceni tenne ~l discorso inaugurale S\11 tema: cc Reazioni cerebro-psichiche e cerebro-viscei:ali nel conc~tto v~talistico ». Il prof. Di Marzio ha conµnemoratQ i p~off.. Mi~gazz~i ~ Ferr~!. Hanno avut.o ~uogo ~~ei:ose relaziq~i e comunicaziqn~ di alto i~teresse . I congr~sisti hanno fatto UD:a gita a Feri:ara, ove soD:o stati chiusi i lavori. Si è adunato a Bologna, nella Clinica ortopedica del! 'Ospedale Rizzoli, il 23° congresso della Società Italiana di ortopedia, con l 'intervento di numer osi specialisti, italiani e stranieri.. Alla seduta inaugurale era~o· presenti alte autorità; parlarono il Prefetto, gr. uff. Guadagnini, il prof. Galeazzi, presidente della Società e il R. Commissario del-· l'Istituto Rizzoli comm · · . . Tt1rchi . Ve11nero svolte le r elazioni del prof. Putti, presidente del congres::io, e del prof. Ferrarini; seguirono 18 co·m unicazioni e. una seduta dimostrativa. .

Comitato per la me(licina al Consiglio nazionale 3° Congresso internazionale sul reumatismo. delle Ricerche. .Si è svolto a l)arigi dal 13 al 15 ottobre, con Cori decreto del Capo del Governo è stato ricostituito il Comitato nazionale per la Medicina del l 'iri lervento di 1nolti studi.osi. Alla seduta inauCorisiglio i1azionale èelle Ricer che. ,Sono stati n o- g urale, tenutasi 1tel grande anfiteatro della Famir1ali: president e 011or ario: prof. sen. Ettor e coltà di medicina, erano presenti il ministro d ella Marchiafava; presidente effettivo: prof. Dante De sar1ità Godart, il rettore dell 'Accademia di Parigi Blasi, accademico d 'Italia; segr etario: dott . Ales- ClJarléty, il decan o della Jc,acoltà di m edicina Balsa1Jdro Messea ; vice segr~tari i proff. Silvestri e thazard, il direttore d ell 'Istituto Pasteur Roux e To1r11nasi Crudeli ; inemhri i proff. : Agostini, AJes- altre autorità e p erson alità; della delegazione itasar1dri, Alessandrini, Alfier~, Allaria, Bardelli, Ba- lia11a era a capo i] prof. Frugoni. Tenne il distianelli Giuseppe, . . en . Bastianelli Raffaele, Be- scorso inau g urale il presidente del Congresso, Beretta, Bertolotti , Bilàn cioni, Bosellini, Burci, Busi, zar1ço11. Tra. i relatori erano, per l'Italia, i proff. Casf;grandi, sen ·. Cast ellani, on. Castellino Nicolò, Frugoni, Peserico e Pisani; so~o state fatte comuCastellino Pietro, Cavara, Cerletti, Dalla Vedova, .nicazioni dal prof. Chini e dal dott. Magrassi della Clinica Medica di Roma. Temi svolti: « I sintomi D 'Amato , De Sanctis, De Vecchi, Devoto, Di Marzio, Do·m inici, Do·n aggio, Donati, Fasiani, Ferran- iniziali del reumatisID:o cronico »; « Reumatismo ni11i, Ferrata, Fichera, Fragnito, Frugoni, sen. e tubercolosi »; « Reuma tismo ~ professione». AlGabbi, Giardina, sen . Giordano, Grixoni, Ilvento, 1·ospedale Saint-1\ntoine ebbe luogo una presen Jern1na, Lanfran chi, Leotta , l\1aggiora-Vergano, t azione di i11al ati. M~ nfredi, Mariani, Mich eli Cesare, Mich eli Ferdinando, on . Morelli, Mariani, on: Muscatello, Ot- La giornata italiana del reumatismo. tolerighi, Ovio , on . P aolucci, sen . P ascale, Pende, Il conveg110 annuale che l 'Associazione Italiana Per1timalli, Peper e., Perez, sen. Pestalozza, Pianese, di Idroclimatologia ti~ne per lo studio delle affeRossi , Schupfer, Serr a, Sotti, Sp olverini, Tandoja, zioni reumatich e, si è tenuto in collegamento con Valngu ssa, sen. Viola, Vitali , Zeri ; m embri per la la riu11ione della Società Italiana per il progresso carica: il direttore gen erale della Sanità pubblica; de11 e scien ze il 14 ottobre, nell 'aula della Clinica il direttore generale della Sanità militare; ~ il diret- l\.Iedica di Roma. V'intervennero numerosi contore generale della Sanità militare marittima; il gressisti. Discorsi introduttivi furono pronunziati capo servizio saD:itario della R. Aeronautica; il di- dall 'on. E. Morelli e dal prof. L. Devoto; poi il rettore capo- divisione del Servizio veterinario della prof: :rvr. Lusena svolse il teID:a centrale della giorSanità pubblica; il direttor~ della Scuola di Sanità nata, « Le inf~zioni focali e le sindrom~ a tipo r eumilitare marittima. 1natico »; seguì uD:a inter~ssante discussione. EbIl Comitato nazionale per la Medicina sta ora bero ancora luogo varie comunicazioni. In fine di specialmente occupandosi di ricer ch e sp erimentali s~dt1ta parlarono il conte A. Messea e il sen. L. Si: ed epidemiologich e sulla difesa contro la febbre inonetta; rispose il prof. Devoto, che riassunse i tifoide, sul reumatismo, sull 'u so dei sieri dei con- ri~t1ltati del convegno. Seguì una gita agli ,Stabilimenti termali delle valescenti, sulla protezione contro alcune malattie infettive, sull 'anchilostomiasi e sull a febbre Acque Albule. or!dulante. Convegno provinciale di medici condotti. Congressi medici di Bologna. Si è tenuto a Forlì, sotto la presidenza deI Si è tenuto a Bolog·na il 3° Co·n gr esso d ella So- Commissario federale on. Fossa e alla presenza cietb Italiana di oto-neuro-oftalmologia, a cui è d<!L m edico provinciale in rappresentanza del Prestato abbinato il 1° Congresso della Società radio- fetto. Sono stati esaminati e discussi vari probleneuro-chirurgica. Vi hanD:o partecipato numerosi mi interessanti la categoria e l 'assistenza sanitaria.


(ANNO

XXXIX,

NU1\.i .

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SEZIONE PRATICA

Consorzio per la lotta contro il cancro a Catania. Si è costituito a Catania, ad iniziativa del Prefetto Francesco Benigru , un consorzio per il funzionamento, n ell 'Ospcdale Vittorio Emanuele, di un « Centro per lo studio e la lotta contro i tu111ori » . Del con.sorzio fan110 parte : Comune, ProYincia, Ospedale Vittorio Emanuele, R. Univer sità e Sezione cat~nese della Leg a itaiiana contro il ca1Jcro. Per detto Centro il Com1nissario prefettizio all 'Os1)edale Vittorio Emanuele, dott. Rosario Brancati, ha già fa tto allestire ed arredare tutto un nl.H~~vo p adig lion e, a ttrezzato moderna1nente e ch e s3r) inaug urato il prossimo 2.S ottobre . I:ò.."Sicilia non es iste ancora un Istituto si1nile, così ben e ·organizza to, for11ito di una così cospicul. quantità di radio. Ne sarà animator e u11 cl1ir urgo di chiar a farrta, l 'on. prof. Giu eppe l\1Cucalello, Magnifico Rettore dell '1\.teneo.

Scuola di perfezionamellto di Clinica pediatrica a Napoli. Col prossimo anno accade111ico avrà inizio presso

i "Istituto di Clinica Pediatrica d ella R . Univer sità cli Napoli, un corso di perfezio11am ento per laur eali, d ella d11ra ta di due anni (1932-33, 1933-34) . Gl! esami di profitto saranno d ati in due gruppi, lino alla fine del primo e l 'altro alla fine d el econdo anno . Al te rmi11e del biennio gli iscritti conseguiranno il diploma di perfezionam ento ch e d à diritto alla qualifica di specialista in pediatria. Pei informazioni rivolgersi aJla Direzione della Clinica Pediatrica (S. Andrea delle Dam e 4, Napo . i 157); per tutto quanto rifle tte l a iscrizion e, all 1 Segr et eria dell:i Facoltà di ~1edicin a d ella R . L niver sità di apoli.

L'Ospedale p ichiatrico di Reggio Calabria. Nel d ecennale d ella ~Ia rcia su Rom a l 'An11ni11i~traz.i one provin ciale di Reggio Calabria inau gu· rer à una del!e m aggiori opere fatte sorgere d al Regi tn e n ella region e : l 'Ospedale Psichiatrico . Esso è a 3 ·k m. d al centro cittadino, in località a1nen a, d en om ina.ta (( Pi ani di Modena »; il con1plesso d ei fabbri ca li copre u~1 'area di 7800 mq. e lo stabili1ne14to h a -un·a fronte di nl . 280 per una profo11cli rà m assima cli m . 250 . I p adiglioni sono 14, di cui 8 per gli a'm malati, gli altri per l 'amministrazion e, per servizi sanitari specializzati, per riparti di l3voro ecc. Intorno al plesso edilizio si est ende t1n a colonia agricola ch e occupa circa 13 ettari . l .. '·ospedale po trà ricover ar e 460 infermi ; la spesa è ris11ltata di 11 milioni e m ezzo circa. L 'osped ale co1npleta le 11umer ose provviden ze assisten ziali e profil attich e sorte sotto l 'i1npulso d el Regime: il an atorio Vitt. Em . III costruito d all 'O. N. I. G. ad Aspromonte, l 'Osp ed ale Civile di Reggio, l 'I stituto Principe di Pie1nonte del Con sor zio provinciale antituber colar e, ~ nuovi Brefotrofi, il Labor atorio Jlrovinciale d 'igien e e profilassi, i dis.p en sari del Co11sorzio antitraco111atoso e d el Comitato au.ti1nalarico, fo-rmano un insiem e di oper e coordin at e ed efficienti.

. Nuovo ospedale a Teramo. È. stato inaugura to a Teran10 1~1nanuele III sorto sotto gli

l 10 spedale Vittorio au spici d ella Con greg<1zione di Carità - alla presen za di alte attlorit ~ p olitich e e civili rlell 'Abrt1zzo. I principali padiglioni ora in efficien za so n o

1681

quelli d es tinati alla Sezion e 111edica, alla Sezione cb ir . urg ica e al dispen sario antituLer colare ,· in seg n.1tc. v.e~ranno ,~ostruitj o ul ti1na ti i padiglioni pe1 celt1c1, per 1 isolamento e per la m at ernità. 11 p adiglion e chirurgico i es tende su di un fro11te cli 85 ~· ; è a tre I)ia11i, di cui uno semiinterrato ; ha due sopraeleYazioni. per gli alloggi d el per sonale sanitario e d elle su ore. Comprende u11 reparto di rad iclogia ed elettro ter apia ed un reparto operatorio.

Per il sanatorio del clero. Il cardi11ale Bisle ti, prefello della Co11gregazione de i ~emi11ari e d elle università, h a dire tto una letter.1 al card .. Nlinoretti, ar civescovo di Genova, nella su a qualità di presidente d ella Fed er azione tra le asf:ociazioni d el cler o d 'Italia, elogiando l 'iniz ia liva della F ed er azio11e st essa per la fond azione cli ltn san atorio in c ui possano essere con centrati quei g io,·ani ~acerdo ti e seminaristi di recente affe tl i d a tuber colosi o jn procinto di e serne colpi ti . affinch·è essi vi p ossan o e sere co11veniente1nente assi titi e curati co11 sper an za di gu arigione pt1r conti11uando, con speciale regime, i loro studi . Nat11ral1nente tale san at orio (ch e può an ch e esse re uno d ei seminari già esi tenti o in costruzion e) deve essere sit uato in favor evoli condizioni clirnutich e, presentare particolari car a tteristich e ed es~· ere dotato di speciali impia11t i.

Elargizioni. L 'Oper a Nazio11ale l.\ti a1ernità ecl I11fan zia con1unica · La Societ à .i\.nonima Ind u ~ tria Xazion ale s urrogati di caffè « Franck » di ì\•I ilan o, a ricordar~ l a ci.1 ;qu anten aria rico rren za della fo11dazione, h a offe1to all 'Op er a 1'azionale per la protezione della ì\>{a lernità e dell 'I11fflnzia la 01n 1na di lire cento111il a p er la co tituzion e d cl fondo pupillare. Per q uesta in unifica (lon azion e l 'Op era Nazio11ale Materni tà e Infan zia, in seg110 della p ropria ricon oscen za, h a conferito la m ed aglia d ·or o alla Società « Fra11ok » , la quale si è r esa altan1ente ben em er i ta del! 'assist enza 1na terna e in fa11tile italiana.

All'Università di Parma. Chia1nat o ù alla Socie tà Medica di Par1na, il chirurg·o a1nerict.tn o prof. Sh eeh a n h a te11uto, n ella sal a oper a toria tiella Clinica chirurg ica del prof. Paolucci, una seclt1ta rl i alta ch irurg ia plastica. Er an o presenti m olti chirurg l1i e n1edici della citt~ e d elle città vicine, ch e h anno avutQ agio d i aw1nirar e l 'abilità e sicurezza del chirurgo am erican o. Nel pomeriggio h a av11Lo luogo una conferen za n ell 'auletta del~a R. Univer sità, alla presenza di un folto pubblico di scie11ziati e studenti.

Nella stampa medica. jen e annunzi~t a In })t1])]Jlicazio ne cl i un cc ArchiYio per lo studio d ella fisiopatologia e clinica d el ricambio », rass~gna bi111estra1e fondata e diretta dai PJ'.Off. L. Zoja e A. Gasb arri11i, destinata a ospitare lavori scientifici e riviste critich e . Lo s tudio d el ricambio m at eriale ed en er getico i dimostra sempre più d 'importan za fondamen tale n ella patolog ia; quindi si giustifica appien o la fo ndazion e d el n u ovo periodico specializzato, cui d ar anno vita due p erson alità di alto valore l1e1 campo dottrinale ed i11 qu ello clinico. '

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1G82

<< IL P OLI CLlN I CO

La direzion e e la r edazion e h anno sede presso 1,I~ti luto di Clinica Medica di Milan o (Yia Sfor-

La sanità coloniale ad un congresso spagnolo. I n seno al V Cong resso africanist a adunatosi in Madr id durante il m ese di ottobre, sotto la presid er1za di O. de Buen, sono stati presi in esam e var j proble~i di sanità coloniale, tra cui l 'organizzazione dell 'in segnru.n ento pubblico e i suoi r ap porti con l 'igien e scolastica n elle colonie e un progetto d ,Istituto coloniale cli sanità .

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RONALD ROSS

za 35).

Al,. n u ovo con fr atello vanno i n ostri ferventi aug ur1.

»

RONALD ROSS n acque ad Almora, ai piedi della ca ten a dell 'Himalaya, il 13 m aggio 1857, d éb un gen erale scozzese in ser vizio n elle Indie. Al1'eià di ·Otto anni fu condotto in Ing hilterra, ove . fr(·qu entò le. scuole secondarie, dimostrando spiccat'' tendenza per la geom etria ed il disegno. Giu nto ai 17 anni, si dovette decidere sull 'indir izz<• de~ suoi studi ; Ron ald voleva dedicarsi alle lel.ler e ed alle arti , m a su o p adre aveva già st a-

Cinematografi.a sul cancro. · 11 periodico « American J ournal of Can cer » ch e dispon e di m ezzi cospicui e ch e si fa n otar e per l a su a mol~ d avv~ro impon ente - h a fatto allest ire due cinem atogr afie sul can cr o: « Metodi tecnici per lo studio del cancro n e · « Il can cr o della pelle »; altre son o in esecu zion e. Le p ellicole ven gon o fornite in due dimen sioni: da 16 e 35 mm . di lar gh ezza; sono con~sse in prestito gr atuitam ente, ma solo n egli Stati U n·i ti . Per even tuali informazioni rivolger si. a « The Motion Picture Dep artment, American Journal of Can cer », 1145 Am st erdam Avenue, New York . In materia di responsabilità degli ospedali. Alla Corte suprema del "'riscon sin è giunto u n processo motivato iialla m orte di. un bam bino in un ospedale, per emorragia con secutiva a ton silJec ton1ia. Ii processo coinvolgeva il chirurgo oper ator e, per n eglige11za, e tre interni e due infer m iere ch e avevan o assistito il bambino dopo l 'interve11to, p er pratica illegale, in quanto ch e n on er ano an co,r a diplom ati. La senten za esclude quest a secQnda accu sa, <lacch è la legge stabilisc~ ch e i diplom andi deb·b an o far e pratica in un ospedale. Rig u ardo alla prima accu sa, sar à n ecessaria u na perizia (ch e comprovi se i vari capi di accu sa rispondan o a verità : m an cato accer t amento del t em po di coagulazion~ d~l sangue prima dell 'interven to, ~an cata som1ninistrazione di m ezzi anticoagulan ti poi, man~ata trasfusion e all 'ultimo m oment0, ecc.). Traffico di stupefacenti. Si è svolto a Milan o un processo contro 33 impu tati - tra cui m edici, farl'Il;acisti e t ossicomani ~ per traffico e spaccio di stupefacenti. Si è concluso con varie con danne e varie assoluzioni ; tra gli assolt i è u no dei due m edici ch e er an o accu sati . La più grande farmacia del mondo. L '« Ap otheker Zeilu11g » di Berlino informa ch e t a l '~ si con sidera la Far1nacia Centrale di New York. Essn appro·vvigion a 26 osped ali e 156 ambulatorj poli vnJenti del 1\il unicipio. I prodotti ven gono for11i ti al prezzo di acquisto, aume11tato di una lieve pr0vvigion e per le sp ese gen er ali. Il giro annuo cli affari r isulta relativam ent e m odesto, di 750.000 doll ari (14 m ilioni di lire it .) . L ,en t rat a principale dell 'i1nmobile è in alto; p osson o giungervi pesan t i c~m io11s, dopo di ch e i prodotti ven gon o distribuiti , per mezzo di portacar ichi ver ticali e orizzont ali, :li magazzini c:d ai vari rep arti.

I

bilito: egli doveva preparar si ad entrare n el servizi? med~co militar e indian o, ch e a quell ,epoca offriva ott1}lle possibilità di avanzamento. Così il 1° o1t obre 1874, egli in iziò il cor so di medici~a con scar so en t u siasmo, e d urante il secondo an11~ tré:scurò gli studi u n iversitari per dedicarsi alla poesia ed alla musica; cli questa cercava di comprén dere le armonie an alizzandole matem aticamen te. I n fi ne, n el 1881, ottenn e Ja laurea in m edicina : CO$Ì il sogn o del p adre er a r ealizzato, e Ron alfl Ross er a ormai in gr ado di aspirare alla carrier ai m edica in India. Prima d ,imbar car si per l a n uova destinazion e lo ve<liamo an co·r a occupar si di musica, scultur t e })ittura, le quali avevano per lt1i ben m aggiori attratt ive ch e lo studio della m edicina . Arrivato a Bombay, all a fine del 1881, si dedicò al lo sport ed a studi letterari, cercando di legger.~ n egli originali lr. op ere di Tasso, Alfieri, Racine, Omer o, Virgilio. I n q u esto primo p eriodo <li tempo della s ua per1na11e11 za in I ndia, si può co11sider are ch e 1a s1.1 a occupazion e principale ft r qti e11D letter aria: scrisse una commedia, « I ~1i-


SEZIONE PRATICA

sr.1tlropì », due roruanz.i, << Il Maggior a» e « Gli E~jgra~ti », ed un 11uovo dramma epico, « Il P1g·m al1on e », ch e fece stampare n el 1883. Da quell 'epoca lo vecliamo dedicarsi allo studio della m atematica, che egli chiama la sua cal amità, poicl1è per cinque anni fu assorbito da quello, . st.udio fi~o ~11 '~sauri~ento, concedendosi poch~ intervalli d1 riposo, ch e dedicava alla poesia ed all a musica. IrJfine, n~l 1888, dopo sette anni passati fra gli studi più svariali, riconobbe di aver completa·· nle11tc trascurato la m edicina; p er questo, e per cui are il suo esaurimento fisico, ottenne un anno di licenza onde r ecar si in Inghilterra· quivi si dedir0 seriamente allo studio della m~dicina, otte11f1Jdo il diplom a d 'igiene. Nel m arzo 1894 lo vediamo ritornar e di nuovo ir1 Inghilterra p er un anno e qui ebbe i primi conta1 ti con Man son , ch e era in quel tempo ritornato dalla Cina. Jn un porr,eriggio del 1894, menlre accompagn ava Manson al « Seamen 's Hospital >J, cammin~~11do lungo la « Oxford street », Ma11son gli disse ch e nveva formulatQ la nuova teoria secondo cui le zanzare trasmettono la malaria analogamc:n le a quanto avvien e per le filarie, e gli prospettò un piano di ricer ch e. Ross rimase profonll ament e irnpression ato dalle argomentazioni di ~[unsor1 , si entu siasmò per l a nuova impresa e stal)ill di declicar si subito a con lrollare l 'ipotesi di ~lanson appena torna to i11 India. Fedele al suo nuovo prograrr1ma, nella primavera del 1895 ir1iziava già le su e memorabili ricerche. Questo t emperamento poderoso, multiforme, ch e 11on. av~va lasciato orme profonde nell 'arte, nella musica, n ella lett eratura e nella matemati ca, p oich è aveva fino ad allora studiato senza gu jda e senza indirizzo, doveva legare il su o n ome nd urta delle più geniali scoperte dell '-qman i tà , quando il st10 entu siasmo, il suo ingegno }J(1le11t e, la sua pér everanza ecl il metodo severe di ricer ca, proprio all'abito del matematico, fos-

1683

sero st a.ti guidati dall 'esperie11za e dalla m ente orgéJnica di Manson . F~ c?sì che Ross, facendo pungere uccelli infell1 d1 proleosom a, da una specie di zanzare (grey mosquito o zanzare grige), determinava, in queste, delle forme speciali che si sviluppavano n elle pareti dell 'intestino medio, dove il proleosoma pr~1'de,va, secondo Ross, l 'aspetto di un coccidio (proteosoma-coccidia);· nelle capsule mature di questi coccid~ si fqrm.avano « bastoncelli germin ali » (germinal Tod.s), i quali andavano ad ace umularsi nelle glandole « veleno-salivari » del gre.;· mosqr;i.ito che, a questo punto, diventava capace di infettare d,i proteosoma i passeri sani, con la puntura .(1898) . Da tali ricerche, che ci dànno le prime nozioni sulle forme di vita di un emosporidio nel corpo delle zanzare, em ergeva inoltre come dimostrato un fatto importante, cioè ch e non tutte le specie di zanzare potevano essere ospi ti di uri d ato ematozoo; difatti Ross soltanto n el grey Tn:osquito trovò le forme evolutive dei suoi pr.oteosjo ma-coccidia. Questa cognizione rendeva più ch e verosimile anche per l 'u omQ ch e solla11to determinate specie di zanzare potessero tr~SJlOrtare l'infezione; onde la n ecessità di une> studio zoologicQ preliminar~ sulle zanzare dei lt10gl1i malarici, diretto a stabilire quali fo sserole specie dominanti . ,Seguirono, così, le brillanti ricerch e della scu ola italian a, che portarono la luce completa sulla trasmissione della malaria umana. La gr ande scoperta era compiuta e Ross ebbe la gloria ch e meritavano il suo talento e la 6ua tenacia, senza ch e venisse m ai offuscata, come egli credette, dalla gloria che, ugualmente m eritata r il 1nondo tributava ai ricercatQri italiani. Le vicende ulteriori della vita di Ross sono ben note; ricordiam:0 soltanto ch e l a sua scoperta vennE. consacrata da un premio Nobel . Negli ultimi anni dirigeva con impegno, a Londra, l 'Istituto Ross di medicina tropicale. A. MrssmoLI.

Indice alfabetico per materie. 1\n emia emolit. : tra sfusio11i san guigne Pag. 1665 Ane1nia perniciosa: diagnosi . . . . . » 1673 Ascite libera: aspetti . . . . . . . . . » 1660 llacilli tbc. negli esp ettorati: concentraz. » 1649 BA·cillo difterico: ricerch e . . . . . . » 167 4 Bibliografia . . . . . . . . . . . . . . . 1662, 1663. Carelli ed emozioni . . . . . . . . . . . » 1674 Cnrie dentaria: lotta con lro la . . » 1677 Ederni provocati : riasso rhirnento . . . n 1660 f ;moTragie subaracnoidee . . . . . . . . J> 1666 E1)at ocolangiti subacute e lente . . . . » 1663 Eres ipela migra11te . . . . . . . . . . . . » 164.h J•~ra tt.ure : trazione t r rtn s-sc h eletr. col filo » 1665 Giurisprudenza sa11itaria: quesiti . . . » 1676 Jlpo appendicolare: enterostomia . . . » 166.6 li tfarto polmonare . . . . . . . . . . . » 1672 ~IaJ aria chinino-resi.sten te: cosidetta » 1657 ~fal aria cr onica : con siderazjo11i . . . . . J> 1656 ~Ie1 itococcin: complicazioni meningee » 1656 Morb0 di Ktimn1el . . . . . . . . . . » 1661 Mr. t~1cirl ism o : le$ior1i . . . . . . . . . . » 16~fi

Nar cosi avertinica: interruzione . . . . Pag. 1666· Orinoni : sintesi e farmacologia . . . . » 1653 Osso nel tendine del quadricipite . » 1652 Osteomieliti acute . . . . . . . . . . . . 1664, 166fi. P;.tratifo n el corso di un rqorbo di Bang » 1655 Purotite acuta: clinica e patologia . . » 1657 Plc1Jriti pt1rulente acute: trattam. . . » 1672 Pr1eurqoto·r ace art. : mediastino . . . . » 1672· Po11noni: r ara calcificazione . . ~ . . . » 1666. Po11nonite lobare tipo I: sieroterapia . » 167Z Pubertà : l a- . . . . . . . . . . . . . . » 1658. Pt\erperio : pseudo-eclampsia da ascaridinsi

. • . ., . . . . . . . . . . . . .

Ros s R.~ . . . . . . . . . . . . . . . . . Sifilide terziaria : co ntagiosità . . . . . SiDdrom e r etro-olivare o di W allenborg ,S tornati I e aftosa . . . . . . . . . . . . · l 'ubercolosi: etiologia e profilassi . . . 1'ubercolosi laringea: preparati d'oro . Tumori: ricerch e . . . . . . . . . . . · Vilamine: sintesi e farn1 acologia .. . .

166'7 )) 1682' )) 1674 » 1666 )) 16'5R )) 1663 )) 1673 )) 1665 )) 1653" ))

Oi.-itt1 di oroprietà riservati. - Non ~ consentita la ,.;stamp a di la-voTi pubblicati nel Policlinico se non in •~ou i to ad autoTizzn.zione 1tr1'itta dn.lla Tedazione . 'lJ vietntn la rn1bhlicazione di stinti di es ~i senza citarne la fonte . •

r..

Fnuo0N1, •

A. Poz11, resp .

Red. capo. Roma · StRb. TiPo·Lit . Armani di M. CourriP-r.


1684

« IL POLICLil'iICO »

[ ANNO

XXXIX, NuM. 43]

Interessantissime pubblicazioni:

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Dott. W. SPIELMEYER · Professore all'Università d:i MotJ.aoo di Ba'V'iera

Manuale di tecnica per la ricerca microscopica del sistema nervoso

Quarta edizione tedesoa, aocrescluta 'Traduzione ital. ·d el Dott. Cuglielmo Lippl Fr~'1cesconi Assist. Olinica N europeichiatrica. della R. U·n iv. di Piea con Prefazione del prof. G. B. Pelli~zi Dirett. R. Clinica Neuropsichiatrica dell'Univ. di Piea Riportiamo l'Indice dei capitoli : i. DEI PRINCIPII DELLA COJ,ORAZIONB E DEI METODI ELETTIVI {Il COLORAZIONE, pagg. 1 a 13. - II. SCOPI B METODI DELLA RICERCA MICROSCOPICA DEL SISTEMA NERVOSOi pag,g. 14 a. 31. - III. LA FISSAZIONE. pagg. 32 ~ 43. - IV. L'1NcLus10NB E IL TAGLIO. pagg. 44 a 59. - v. QUADRI D'INSIIEME, -pagg. 60 a 71. - VI. LA MESSA IN EVIDENZA DELLE CELLULE NERVOSE, pagg. 72 a 84. -- VII. LA MBSSA IN EVlDENZ..\ DELLR NEUROFIBRILLE E DEI CILINDRASSI, pagg. S5 .a 100. - VIII. LA MESSA IN EVIDENZA DELLE GUAINE MIE!LINICBE, pagg. 101 a 116. - IX. LA MESSA IN EVIDENZA !DELLA NEVROGLIA, pagg. 117 a 140. - X. LA MESSA IN 'EVIDENZA Ili SOSTANZE DI DlSFACIMBNT() B DI DEPOSl2llONE, pagg. 141 a 157. - XI. LA 1'JCERCA SUI VASI E SULLE MENINGI DEL SiS't'EMA NERVOSO CE~TRALB, pa.gg. 15S a. 167. APPENDICE, -pagg. 16S a 16!>. - XII. LA RICERCA DEL SISTEMA NERVOSO PERlPERIOO, pagg. l'lO a 180. - XIII. LA DIMOST~4ZIONB DI ALCUNI MICRORUANISMI PATOGENI, pagg. 1S1 a 192. - APPENDICE, -pag. 193. - INDICE, -paigg. 194 a 208. Volume in-16°, di pagg. VIII·20S, nitida.mente stam~ato su ~arta ueo mana. Prezzo : in brQOhure L. 2 2 ; Tilegato dn t ela con in.ecrùzioni sul piano e eul dorso, L. 2 8, più le spese postali di spedizione. Per li nostri abbonati, rispettivamente, sole L. 1 9 e IJ. 2 5, in p.orto fl a noo. A

Prof. oott. GIULIO MOCLIE docente nella R. Università di Rom.a

Manuale di Psichiatria ad uso dei medici pratioi e degli studentt Prefazione del Prof. SANTE DE SANOTIS Direttore della R. Clinica delle Malattie N ervoee e Mentali nella UJlliversità di Roma. •R iportiamo quan.t o oonclude l'Illustre Maestro nel presentar e al pubblico meqico italiano, il volume del prof. MòGLIE. (( ............ Ecco perchè io penso che i nostri allievi e tutti i

medici specialisti e non specialisti saranno nronoscenti al « prof. G. MùGLIE e al benemerito editore Pozzi della lMo -« non piccola f aticd •. e La parte " Speciale ,, del volume di G. MUG LIE, nella e quale si tratta delle singole malattie mentali, conferma gli e intendimènti che traspaiono dalla Parte "Genera.le,,. Il -« lettore vi troverà tu tto; e tutto esposto secondo le buone e t-raduzioni della medicina pratica. Nè dovrà fati coSarTJ.ente e cercare per orientarsi, essendo la materia trattata con or· e dine e chiarezza. Se poi lo studente e il medico pratico tro.(< veranno che l' A. preferisce di far sapere quel che ha fatto e la Scuola Romana più che le altre Scuole straniere e itac liane, ciò, anzichè creare al libro diffidenze, contribuirà ad ·« accrescergli simpatie. Quod est in votis •. -<<

Roma - Marzo 1930. SANTE DE SANCTIS Volume in-So, di pagg. XVI-420, nitidamente stampato in carta americana, oon 68 ftgure intercala.te ne.1 test.o. Prezzo L. 5 6 più le spese J>OOaJi di epedizio· ne. Per i nostri abbonaiti sole L. 50, 7 5 d..n porto

Dott. Prof. A. ROMAGNA MANOIA Docente di NeurQpatologi.a. n,ella R. Università di Roma

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Prof. Dott. A. ROMAGNA MANOIA LIBERO DOCENTE DI NEUROPATOLOGIA DELLA R. UNIVERSITÀ DI ROMA DIRETTORE DELL'ISTITUTO « GAETANO GIARDINO u

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Prezzo dell'opera completa (Pa.rte Generale e Parte Speciale) L. 1 4 5, più le spese postali dd eped·i zione. Per i nostri abbonati eole L . 1 3 3, in porto franco. Prof. CStETANO BOSCHI dell' Osp. Prov. di Ferrara.; Doc. di N europa.tologia nella R . Ullliv. di Padova

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oott.ssa MARIA CORI del Reparto N eurologioo della Polia.mbul. Med.-Chir. di Ferrara

COMPRESSIONI MIDOLLARI Riiievi clinici e guida diagnostioa SOMMARIO. - Prefazione. - Definizione di cc oomprea. sione midollare »• - Richiami anatomici, - Anatomia patologica. Sintomatologia : Sintomi della com· pressione e:xtr!limidollare. Posizione della compreesione riapetto al piano orizzonta.le. Compreeaioni extra· midollari a. sede intra- o extr3Jdurale. Comp.r ess.ioni da cause intra.midollari. Differente sintomatologia. a norma dell'altezza.. - Esami sussidiari : Studio ma,. nomet:ràco della. tensione del « liquor ». Puntura lom· bare. Segno di Queckenstaedt. Prove dii Queckenstaedt· Stookey. Indice di pressione. Prova di Ayer (e di Boechi). Esame del ((liquor 11. Eeame del <<liquor»: doppia il)untura. Prove radiologiche d!irette. Prova del lipiodol di SieMd e Forestier. - Casi .personali. 1ndirizzamento diagnostico: Diagnostica differen· • • ziale. Diagnostica di natura. - Decorso e prognosa. - Cura. - conclusioni·. - Bibliografia. Volume di pagg. VIII-128, nitidamente stampato, con 2S figure in nero e 2 a colori intercalate nel teeto. Prezzo L. 1 8, -più le spese poeta.li di spedizione. Per gli abbona.ti a.1 cc Policlinico n sole 1,. 1 6. 5 O Jin p-0rt,1J franeo.

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ANNO XXXIX

Roma, 31 Ottobre 1932. X

Num. 4:4:

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fondato nel 1893 dai professori: •

GUIDO BACCELLI

FRANCESCO DURANTE

SEZIONE PRATICA.

REDATTORE CAPO: PROF. CESARE FRUGONI Clinico Medico di Roma '

SOMMARIO. Lezioni : R. Ales.sa,udri : Un caso di s arcoma osteoge-

Notizia bibliografica. - Cenni bibliografici. Accademie, Soo1età Mediche, Congressi : XXXVIII Con-

Lavori originali ·: F. StÌll>aJ: Segiuona i leucociti del san-

gre.sso della Società Italia.ina di Medicirna Interna. Accademia Medirca Pistoiese « Filip.po P.a;cini ii, ' Appunti per il medico pratico : CASISTICA E TERAPIA: Stati ·duodenale ed itterizia cata.r rale. - LJ>O(fisi anteriore e c istifellea. Contributo a.il trattamento degli itteri e 1de1l' insufficienza epatica con in6ulina. e gl.uoosio. - FunZlione epatica e sensi:bilità all'imsulina . - SEMElOTICA : Diagno&i precoce della tossiemia gra vidica. - Un nuov<> segno de~la mo:rte :reale. MEDICINA SC IENTIFICA : La questione della secrezione interna della .m ilza. - L'azione del p.ar.atormone e l'ipotesi patc.genet ica di Luoobol'lg (ipoparatiroidia) dell'epilessia miocloruiica. - Osservazioni sulla coetituzione del l 'ormone dell' estro. - POSTA DEGLI ABBONATI. - VARIA : L ' azione (Protettiva dell'alcool e del vino. Oot'Sietenza e r eciproca influenza delle m a lattie. Nella vita professionale : Concors i. - Nom ine, promozio ni ed onoriJicenze. Nostre corrispondenze : Da Firenze.

1Lico della tibia destra.

gue le l::)tesse leggi dell' agglutinazione degli eritrociti? Ricerch e sperimentali. Tecnica : M. Ronzini: Il valore clinico della reazione <1 Oitochol " per la sifilide. Osservazioni cliniche : A. Pa.nagia: Sopra due casi di vas i renali ano1nali. Sunti e rassegne: SISTEMA NERVOSO: A. P. Thompson: Contributo allo studio delle cefalee intermittenti. B. Keoht: Meni.Tugite linfocit aria e scleros i ·m ulti·pla. Yu-Lin Cheng: Degeneramone epatolenticolare ( peeudoscler-06i, degenerazione lenticolare •Pil'Ogreesiva e s pas m o di tors ione). - L. Ramond : .Paralisi lariugea. - TERAPIA : G. Kleeberg : Innorvazioni nella d.ieta dei tifOiSi. - J. A. Gunn•: Proepettive ter3'peutiehe d el futuro. - P. Liebesny : Elettroterapia ad onde corte. - MISCELLANEA : G. Aiello : Sulla valutazione fisica dell'atleta : lo stato del rene. - E. Liesch: Contributo a1lo studio dell' eritema nodoso specie nell'adu1to. - O. Stepipuhu: Sulle prospettive di ottene r e i ipTeparati ormonici dalla s o stan~ Vf'getale bruta.

l--1EZIONI. Istituto di Clinica Chirurgica della R. Università di Roma.

Un caso di sarcoma osteogenico della tibia destra. LEZIONE CLINICA

del Prof. R.

ALESSANDRI ,

Direttore .

Il paziente .ch e vi presento oggi è un giova11e di 23 anni, sarto·. Ha genitori viventi e sa11i. Nulla nei collaterali. Nega malattie ven eree. A 8 anni ebbe lirufadenite acuta sotton1ascellare destra gu:a1rita in u!Il m e·se. ~ st:.ato poi sompre b ene fino a l ·dicembre u. s. quando, dopo una lunga passeggiata avverti un lieve dolore alla regione malleolare esterna del pie·de destro. Il d·olore scomi)arve il giorno dopo per ripresentar si saltura riamente o.gmi settirnana circa, cessando .appen a il pazi.en te si m etteva a riposo. Un nlese ·dopo, n el gennaio u. s. il paziente si a ccorse della com.p arsa di una tumefazion·ei ch e n o.n tregrediva n el riposo, e ch e ir1sorta n ella region e esterna del piede destro si ·diffuse verso l 'interno. Co.nis ultato un sanitario questo prescrisse riposo e .a.p plicazio11i di pon1ate. Dopo 15 g io rni , il paziente r i-

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Notizie diverse. Rassegna della stampa medica. Indice alfabetico per matt:trie.

11rese a camminare senza dolori notevoli , b encl1è la tumefazione fo, ....e rimasta di eguale volu.m.e. Nel marzo la tun1efazione era auim entata di volurr1e, i dolori erano sempre modici. D.a l saìili ta1rio fu os ervato ch e la tumefazione, all ' i·nterno, p rima dura era diminuita di co11sistenz.a . Fu fatta diagnosi di a scesso fred·d o e consigliato riposo completo. Aume1J1tata ancora di volume la tumefazione, fu eseguti.ta urn.a puntura esplorativa ch e dette esito a sangue puro. Gli venn e consigliato· a llora u·n esarne radiografico e ·dopo qu1esto· il paziente presentatosi a l nostro ambula tori o viene ricoverato in 1c.linica.

Da questi brevi cenni a nam·neslici possiaruo ricavair e dati importanti che ci d evon o .servire a lla g iusta. interpretazione ·della lesion e. (: orne h a·runo sentito dalla anamnesi, i sanitari ch e prima di n oi osservaron o il paziente pensarono trattarsi di una lesione interessa nte l 'articola1zione ·del rpi.ed e destro, l·e ione che per. essere 1con11p arsa e decorsa senza febbre e p er il suo carattere di lenta progressività è stata consid,eirata e curata co1ne una lesione tubercolare d ell 'articolazion e. A qu.e sto proposito è im1


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II, P OLI CLINI CO

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[.i\NNO

XXXIX, Nu!\r. 441

f)Orta·11te di osservare due fatti: anzitutto che foghian·dole inguinali immIUni. l\1ulla n eil resto il dolo re non er:a1 in ra pporto con i m ovi1n en - dell 'esame obbiettivo . ti ·dell 'arti.colazione e in secondo luogo cl1e1 il Orine normali, assente l 'albumosa. Cutir~'l­ paziente con servava quasi normale il movi- zione -i·n tensam ente posit iva . R. W. neg. • mento del pied,e. Questa semplicei co,nsider azion e deve richia ma r e la vostra attenzione in * *:e quanto ci ·dice ch e primitivamente e per lungo tempo, l 'articol.azio,n e è stat a indenne e Questo) breve , unto deill 'esame obbiettivo ci non •p oteva amimettersi una n1alattia 1ch e in.- permette di ·p recisa.re esattamente i caratteri teress.ats se I.a 1sinoviale e la capsula artic.ol.are . ,della tumefazione ch e si preseinta alla nos tra Do·p o un hTeve p·e riodo di .dolo·r i n o·n molto osservazione. ~ una tumefazione ch e c.olpisoo inten si e .a car;attere saltuario· comp,a re , come la tibia destra n el suo te·r zo inferiore e che la ci ·dice esattamente il malato, una tum1e fa- d·eform.a ing rossa·n dola , ch e altera la n ormale zion·e loc.alizzata sopra l 'art~c ol.azionie del pie- config urazion:e del m1alleolo interno e altera la de, nella regiome malleol are esterna e ch e va fonn1a del capo artico larei in mo·do da limitare progressivamente e ab·b astanza rapid.amente la noir male escursion e fl esso-esten soria del aumentando ·di volume fino a. raggiung·ere le piede. Le parti molli sono sollevate dalla tudim.en sioni attu.a li estenden.d o:s i dalla regione m efazione e i tendini de i muscoli d el g ruppo mall.eolare esterna, verso l 'interno e ver so l 'al- anteriore eJ il tendine aiohilleo sono disposti to. ~ precisamente la presenza ·di q·u·esta tu- a ll 'esterno ·della tumefaiiione come è facile di mefazione ch e deve richiamare la nostra at· constatare invitan.do il paziente a compiere dei tenzione. mo·vimenti attivi del p iede e op,p o,n endosi al. L 'esam e obbiettivo) del pazie·n te diimostra: 1'e:secuzion.e dei m ovin11enti stessi. Con dizioni gèn,eirali ottime. Cicatrice da ~­ La tumefazione, com e .sii. era so·spe ttato dalconda inten zio,n e nella r egion e sottoma1s1eiel- 1'ind.agine a namnestica, non intere.ssa l 'articol.a1re d,e str:ai. Arti inferioTi ,d i egua le lun gl1ez- lazione; i m·ovim,e nti del pi€1de possoino essere za. I potrofia po,c o notevo·l·e della coscia e ·d ella .compiu ti sen za il n1inin10· ·dolore se pure in- · gan1ba d.estra. l1n corrisponde·n z.a della regio- co·m ple:tamente. n e sopramalleolare d estra si n ota una tumeLo studio obbi ettivo accurait o della tumefafazione irregola1rmente cilindrica ch e interes- zione ci dimostra ch e qu,e sta si ,e1s.te·n de verso sa tu tta la 1cir cbnfer en7.a d ell 'arto e ch e si e- l '.alto fino a l lin1ite tra terzo, inferiore e terzo stende d.a l marg ine ·de l piede verso l 'alto per m edio ove inizia con limite indisti·n to dan15 cm. La 1pelle ch e co·p re la tumefazione è doci la sen sazio·n e co,m e se l 'osso v.enisse t esa, quasi ;a,ffatto spostabile, lucida, ede1na- « gonfiato » progressivam·ente tanto da ragtosa, di colorito rosso-violaceo all 'i·nterno do,ve g iungere il n1assin10 ·di volume a ll 'altezza deltraspaiono evidenti rami venosi. L 'aumento di la regione n1alleolare. La co.n sistenza di questa calore locale è notevole. I limiti .superiori so- tumefa zione è varia, in gen er e molle-elastica, in no n etti all 'interno, indistin:ti verso l 'est.erno. a•lcUJlli punt i è duro-e1ais tica, in a ltri -duro-ossea I·n basso la tumefazione s i arireisita a live1llo dei e la palp·a zionei anch e energica è quasi ovunquie m.alleoli ,d i 1ou.i l 'esterno è b en.e apprezz.abile, ·d·el tutto in·do·l en te. Com.e hanno sentito dall 'al 'interno si perde n ella tum efazione. La su- •n amnesi una p uintura e ..ip1orativa pTaticata sulla p erfici.e è irregolarmente lobata . La con sis ten- tun1ef.azion1e h.a d,a to e ito a san gu·e puro. I d:a1ti ric,avati dall 'esame ·d.el m.alato ci perza gen eralmente molle-elastica è in alcuni punti duro-elasti1ca in a ltri ·duro-ossea, sp,e cie n.ella m ettono di arrivare ad u.n a dia.gnosi facile. In m·e tà posteriore. La palpazione è indolente su un giov,a ne, U111a tun1efazione ·oom1p.arsa subquasi t UJtta la t um1efazione; solo n ella regione r e- dolamente e cresciuta abbastan za rapidamente tromalleolare esterna si provoca con una pres- fin o al volume attuale, localizzata nel terzo sione n otevole UIIl modi100 d olo:re. Il n'1alleolo inferiorie della tibia ·destra, quasi affatto doperoniero ·è aumentato di volume e il perone è lente so1gigetti,·am1ente e nulla :a1lla palpazione riconoscibile a lla palpazione. Nella sua fa ccia d eive far sorgere il sospetto 1ch e si tratti di esterna . il malleolo tibiale! si cont inua n ella un tumore e pos siamo agg·iungere di U1n tutumef.aizione. La tumefazion-e n on pulsa n1è si m ore maligno dell 'osso. avvertono soffi vascolari. Sulla fa ccia a·n terioLa tuib·er colosi t ibio-tarr sica è una lesione re 1si no ta la p ulsazio·n e della tibiale anteriore frequente della regione, ·peirò facilmiente dife ·della pedidia. La motilità passiva flesso- feren ziabi1e. Come sanno, la localizz.a zion.e deles:ten soria del pied·e è limitata, m.a indolente. la tubercolosi tibio-tarsica è una lo calizzazio- · · Sonio possibili i movimenti esten sori del pi.eide rne articola1re, ch e fin ,d all 'inizio p,r ovoiea una e movimenti di lateralità accompagn:aiti d.a ru- limitazion e no'tetvole ·della arti1oola1rità del pien1ore di scroscio'. La motilità attiva è d ella de e r·en de i movimenti assai ridotti e inolto stessa esten;sione ·della passiva, indolente, a c- dolorosi . La deambulazion e è quasi impossicon11pagnata da rumo·r e di soroscio. Nulla a b·ile fin dall 'inizio. Dall 'articolazion,e la lesioc.arico del resto dell 'arto inferiore dest·ro. Lin- n e si diffonde alle parti vicine ·dando il tipico 1

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[ANNO XX\.lX, Nu~r. 44]

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SEZIONE PRATJ CA

aspetto ·d el tun1ore bian co del piede. Si forma cioè uina tumefazione più o· n1eno notevole ch e si differenzia neitta.n'llente d.a que ll.a che qui o . . servia1no rp er presen ta·r e il mas imo d ella su:ai circonferenza e del suo volume in corripon·denza d ella linea artiicolare. Qui inrvece i dolori sono stati saltuari e modi ci nonostante "i veni . . se fo·nm1ando una tu.m efazione abbastanza cospicua che , notino, h a il suo massim o di volu n1e al di so·p ra d ei malleoli. L'asenza di dolorabilità obbiettiv.a bile, I.a possibilità di eseguire mo,1 in1enti paissivi e a ttivi del piede, la c-0n i tenza d ell:ai tum1efazione ci permettono di escludere fa cilmente la diagnosi di lesione tubercolare. La diagnosi di sarco·m a dell'osso è come abbia1no detto, fa cile n el nostro caso e la diagno i clinica è n·erttamente confermata dall 'esar11e ra·diografi co e e.Q'Uito nelle due proiezioni. Co1ne vedono, questo dimostra che l 'estremo inferiore d e lla tibia destra è ingrossato e alterato nella sua struttu1ra architettonica. Aree di o _... ifir azione si alternano con aree di rarefazione, a ll 'este:r no d ell 'osso si nota la presenza di una tumefazione fusiforme a lirr1iti n et ti con aree di ossificaz ione irregola rn1ente disposte. Alla ba e del malleolo i n terno si nota un a li11ea di frattura senza cpostamento dei mon coni e ciò I)iega quel rumore di scroscio osservato nell 'e eguire i movimenti passivi del piede. La radiografia ci din1os tra ancor a l 'esistenza di un.a decalcifi cazione diffu sa di tutte- le O·ssa del piede e la con servazione d ella cartilagine articolare d ella tibia. In una terza radiografia esegt1ita nella stes. . a proiezione d ella prima notano con1e si rend·a:no e,~iden.t i i grossi vasi d ell 'arto che "' ono pinti a ll 'e te rin o dalla tum,e fazione. Questa ·r a.diografi.a è stata e eguita dopo un,a iniezione di un liquido ra dio paco, e qui abbiarr10 usato l 'Uroselectan, n·e ll 'arteria fem10rale. L 'iniezione è stata fatta percutanea, a lla ra dice dell 'arto con la ste sa tecnica di iUJila ini ezio11e endo,·enosa. L 'arteriografia ch e in queist.o caso ci din1ostra lo spostamento d e.i tronchi arterie i a ll 'esterno ·della massa tumorale. è n e.i casi di lesioni arteriticl1e e di ga•n,g reme d el1'arto di un.a girandi1s_ima importamza per din1o·s trarci fino a ccua l punto arriva l ' 0blite~azionc ' >:a ale e fino a quale punto d e ve arrivare il nostro bi . . tu·ri per non, ecceid e re in più o ~n1 men o n ell 'exe resi. In base all 'esame radiografico noi pos;;ian·10 i)erfezion.are ancora ·di più l.a nos tra di.agnosi ·p onendo qu·ella di sarcoma oste,o genico d el la tibia destra. Penso che a m olti di loro il termin e di arcon1.a osteoO'enico d ebba riuscire nuovo. I>er quan to riguarda la d enominazione ·dei sar corni de ll e ossa g li studi lfecenti hanno portato a una chiarificazio·n e di grande va1ore e ch e ra 1)presentia1 un,a .a cquisizione mo·derna molto in1IJOrtante. Il t errmine is te sso· di sarcoma delle 1

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ossa è venuto a sovr.ap1Jorsi alla parola di o teo-sarco,n11a, ch e i•n. sen so stretto d eve indie.are un tumore. mi sto, osteoma toso· e .sa rcoma toso e ciò p er distinguere n ettamente i ca.i di arco1n,a dell'osso in cui n on esiste un.a neoformazio·n e o sea da quelli in cui questa n eo form.azione esi te e si presenta si.a nella forma osteoblastica cl1 e i11. quieilla ossificante. E ·d ei sarco·m i delle osis,a si sol.eva distinglJere qu·e lli centrali ·da quelli periferi ci, qt1esti ultimi qu.a si sem·Jì re con neoformazione ossea. Lo studio di nu.mierosi ssimi casi di ~ arcorr1i d elle o ssa 11a p eirrn esso una c1escrizione IJiù ac· CUJrata e la individualizzazion e di alcune forme ch e per i loro car atteri rneritano di essere con .. siderate a ·p arte. Il g rup po più. n u.n 1eroso di .sarcomi àellè ossa è rappresentato dal sarcoma osteogeriico. Con questa parola si desig na un tumore ch e deriva dag li elementi e.b e diffe.r enziati sono cla.sificati com re o teobla t i. La distinzione ricorda il tern1ine di epitelioma usato per i tumori d ella p elle, se ne differe·n zia p erò ·pe1r!Chè 1m .entre le cellule epitelio·m .atose ri cordam,o più o m ieno l ' e. lem.ento epitelia le, 111eil sar co·m a osteogenico si possono trovare tutti i vari stadi dello sviluppo d egli osteoblasti, dalla cellula fusata alla mucosa, a lla cartil:a1g in ea, ecc. Infatti le metasta i di qu esti tumori posson.o rn ostrare1 cellule tumorali cartilag inee, tessuto mixorn.ato. o, od osseo·; e ciò ci dimostra la g iustezza della interpretazione e della d enom inazion e di turrLore osteogenico. La differe1I1te evoluzio11e cui può an·d arei incontro la cellula d el tumore ci spiega 'Perch è il tumore osteo.g eniico non d ebba di necessità produ.r re dell 'oso. La produ·zior10 di o ·o è potenziale nella cellula del tumo·r e come è potenziale mella cellula oste:ob lastica normale. E n ello stesso tumoire 1p o ss ian10 trovare zone sar com .a·tose con 01s,s o, con cartilag ine, ecc. Carattere peculiare1 d el sarcom1a osteogenico è la l:arga inv.asio·n e e ·distruzio1n e dell 'o so ch e è molto più e t e1a di qua nto mon lo ,dimostri l 'esame rad iografico perch è 1'inva ione estesa n el canalei midollar e è precooe. Un.a certa difesa :a1ll 'in,1.asi one dei tessuti pa·r o·stali è rapp·Peiseintata dal p·eriosti.o ch·e in un p rim·o t empo . prolife.ra forn1an·do un osso perio teo ch e tende ad arginare il tu.m,ore. Radiogra fi camente oltre a lla produzione di ossei •p E.i rio teo è caratteri tico di ve. d er e spesso com .e la cortiic.al e dell 'os o sembri inalterata p er }.u ngo tempo. Lo stimolo e l.a d~stensi.one del periostio determin1a ta ·dal .s ar com1a spiega la fa se .dolore ·a1 della m .al attia. P er lun,go tem·p o l 'unico sintom.o può esserei 1rappresentato dal dolore p.e r lo più a tipo urente o p erforante, più forte di notte e capace di svegliare e teU1er deto tutta la notte il paziente. · Molto· meno frequ.einte del sarcoma o!steogenico è il sarcoma, di Ewing. Qu·esto tumore preferisce le ossa pi1ccole ,delle estremtltà e il 1

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cc IL POLTCL.Il\ ICO »

cranio.. Nell 'osso lungo è colpito ·di solito il corpo e non l 'estrieimità. Il turno-re sembra ch e incominci simmltaneam ·ente in n.umerosi punti d ell 'osso co lpito. I fo,col ai r apidamente con1flui,s1cono e si espain1dono in tutte le di•rezio·n i in modo oh e il cavo midollare è g ià tutto preso quando l 'osso sembra ancor.ai n ormale. Le cellule ch,e formano, il tu.m1ore son o poliedrich e a n UJcleo o' rale, uniformi e p er lo più son o disposte attorno ai vasi confe1r,e·n do al tumore Ull1 aspetto ·di p eritelion1a. Caratteristica è l 'assenza d ella :sostanza intence llularet. L e m eta tasi si fanno di preferen za p er via Jinfatica e n elle a ltre ossa d ello scl1eletro. La sed e di prediliezion.e è, come si è d etto, la ,dia fisi e pe1r la preco,c ità ·delle1 m etas ta.si nel r e to dello sch el·etro si è discu sso se l 'iin... sorgen za d el t umore n on, sia primitivamente n1ulli l)la; il cl1e è un fatto probabile. Clinican1,emte il tumore inizia 1con un atta cco d oloroso l ocalizzato in una d etevmi•n ,ata r eg io n e e con u·na el evazione febbrile. Dopo alc u n i g iorni l 'attaic co doloro o scompare p er ripre ,en tar si di nuiovo a int ervalli sempre più ravvic1n.ati. Gli e rrori ,d iagnostici 1con il re un1atisn10· e con l 'osteomielite sono frequ·enti . Dal ·p u nito di vi ta cura tivo, per la molte1)li.cità ·d ei focolai il tumore non è passibil e di c ura chirur;g ica; in gen ere si otten gono ris ultati tran:s,itorr i corn la radiumterapia. An1ch e con caratteri di tumore multi1)lo si pre enta il mieloma. Q.u iesto tumore colpi sce a p r efer·e n z.a le parti .m~di e d eJle ossa• lun gh e, invad·e rapidam,elll'le il midollo, più lentamente l 'o·sso. Gli ele menti tumora li più o inen o anaplastici ;rico·r da·n o la struttt1ra d el linfocita o ·d ell 'en·dotelio . Il do lore è sem:pre con ider evole, la febbre sc.ans.a . La diaignosi è fatta .d alla radiografia. P·e r i caratteri di molt·e plicità d el tumore è esclusa1 la 1c.u:na chirurg·ica; il tumore si dimostra in gen er e n1olto sen sibile ai raggi. L 'a,nigioendotelioma è an:ch e esso un tumore multi1p lo, molto raro, ch,e clinicamente assomig lia a l .p rece.d ente di cui si differenzia per le caratteristich e istologich e. Queis to è però un tipo di tumore anic.ora discusso ; e dobbiamo .ricordare corner ,p arecchi tumori interpretati .c.o m·e e11dote:liomi, a rricco sviluppo vasale, ed .anche pulsanti, in realtà sono tumori metastatici a tipo tiroideo o surrenale . Tra i turn1ori m a lig ni d elle ossa va ricordato .ancora il cosidetto sarcoma extraperiosteo. Is tolog icam ente è .u.11 fibrosarcoma, si origina .dallo s tr.a to fibroso ·del periostio ·e quindi a . differen za d el sar c.oma osteogenico è incar pace di produ rre osso. La diag nosi è clinica, radiologicamente possiamo trovare una erosion e ·d ella cortiic.ale. Di g rande interesse è lo· stu.d io d el tumore .gigan)to-cellulare ch e prima a nda v:a, con il nome di sa·r coma a mielo·p lassi . Questo tumore è caratterizzato i tologicamente da lla abbon1

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·d anza di cellule giganti. Da im.olti è ammesso ch e questo tumore sia di orig in·e infia1111r1ator~a, .e ·d a a lc uni si a.ccosta a n ch e a quelle lesioni d elle ossa ch e so·n o rife rile a paratiroidosi. Il tumore non è infiltrai1te, distrugge 1'osso es.pand en·do la vecchia corticale su cui il periostto va form.ando nuovi strati di osso. Lu perfoTazione <lel •p eriostio si ba solo dopo fratture o in casi molto avanz.ati e ciò è u11 fatto ·dis tintivo importante d el tumore. Istoloo-ica111 ein te il tumore è 1caratterizzato per l 'abbondanza di ce:llule g iganti. Più freque nte n elle donne co involge n ell.a maggior })arte dei casi l 'e1)ifiF?i. Il d olore è sen1pre m eno notevole c l1e non nel sar con1a osteogenico. L 'errore diag nostico· più frequ.e nte è con 1 'osteomielite e la tubercolosi. La c ura di sc·elt.a è quella chiru.rgi~.a e la r esezione è l 'interve nto più in·dicato. Il semplice scu cchiaiamento è seguito spesso da r ecidiva. Metastasi sono rarissime e pe r qu.esto .carattere e la manca:r1 za di infiltrazione il tumore è con sider a to spesso come beni.g110. 1

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:le ••.

ll icordate brevemente1 le nozioni più im1>orlanti sui sar comi delle ossa desidero ric hia"' ·n1are la vos tra attenzio·n e su u11 qu1esito di particolare i nteresse rp r.a tico ch e si presenta 11el po.rre la ,diagnosi ·di tumo·:re delle ossa. E })re cisarnente voglio ac.cennare a lla g ra nde frequenza di -Irtetastasi di tumori maligni di altri orgami nelle ossa. Co·n oscete g·ià la frequenza di esse n el oancro della mammella. Ma "ono sp ecialme nte a lcuni tumori come l 'adenoma m etastatico d ella tiroide , l 'ipernefroma, il can cro della prostata che possono dare nleta.s tasi ossee ch e si impong ono spesso per un tu111ore prin1itivo d ell 'osso perchè il tumore iniziale è piccolo e 111011 apprezzabile clinicamente o decorre così subdolamente da sfuggire a ll 'attenzione d·e l malato e d el :m iedico. Questi tu1nori ·p ossono presentarsi sotto for111.a osteolitica ma a l cuni, come le metasta.si d el cancro d ella prostata, fa1cilmente portano a 1}roduzione di nuovo osso assumendo una for111a osteoformativa. Il carattere di molteplicità conta poco perch è queste m etastasi posson•o esser ei sing·ole; è invece un esa.me obbiettivo inolto a ccurato quello 1ch e ci •può portare ad una diagnosi esatta . L'indagine radiografica. è 11.atura lmente di grande valore ma non d e• • c1s1va. Stabilita ne l nostro caso· l 'esistenza ·di un sarcoma osteogenico si impone lo stabilire l 'in<licazione c urativa. E; in<lispensab·i le per tale rragionei di aocertare se n el nostro malato esistano segni clinici di eventu1ali m etastasi. L 'esame obbiettivo a ccurato ci dà un r eperto n egativo in tale senso e l 'esame radiografico d el torace è negativo per eventuali metastasi polmonari. Possiamo quindi riten er e ch e n el 1


rANNo

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SEZIONE PRATICA

momento attuale il tumo·r e sia ancora una nlalattia locale e possiamo sperare di ottenere con. l 'exeresi una guarigione definiti va . . . In .al cuni di questi tumori, pu.ò prefer1rs1 un 'operazione conservativa, come la r esezione , in .alcuni casi seguita da trapianto osseo. Ma n el caso attuale, e in geine.r e n ei sarcomi osteogen·ici per la rapidità di . diffusio.ne . de~ tumore nel 1canale midollare le operaz1o·n1 d1 resez ione dan·n.o risultati ·di gran lunga inferiori alle amputazioni. Nei tumo-ri localizzati 11ell 'estremo prossimale dell '.arto :a,lla am.putazion,e è da preferirsi la disartico lazio n e. Nel no tro caso, in rapporto alla sede n el terzo inferiore della tibia e allei di.m e n sio·ni anco,r a n1odeste d el tumore , praticheremo una amputazione di gamba al t erzo superiore. 1

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LAVORI ORIGINALI. R. I STITUTO DI tF ISIOLOGIA UMANA diretto da l Prof. SILVESTRO BAGLIONI.

Seguono i leucocit i del sangue le stesse leggi dell'agglutinazione degli eri troci ti~ Ricer che sperimentali.

Dott. ~RANco STIPA, assi ... tente .n egli Ospedali Riuniti di R o1na. Allorquando i cominciarono a praticare le prime tra fu ion i di san g ue da uomo a uomo furono osservati, g ià durante la tra fu ion e ._te ~ sa, fenomeni di sh ock talora rapidamente mortali. Studi a ccurati tabilirono l'esistenza n el iero di .san g u1e ·di speciali sosta nze, denominate agcrlUJtinine per .m,ezzo delle quali il siero stesso -o esercita ' il potere agglutinante su g lob u l.1 ro.ssi di determinati in·dividui. I globuli rossi d 'altra pa1rte vengOD.JO agglutinati in grazia di certe ostanz,e in essi contenute chiamate aggl11 tinogeni. Al lume delle moderne con osce11ze i feno111eni di shock osservati n elle prime trasfu sioni, vengono interpretati com e fatti di agglutinazion e· mas iva d el sangure d el datore da parte d el siero del ricevente. • • S®za dilungarmi troppo su queste acqu1s1zio·n i d ella scien za orma i a tutti note, ricorderò ch e e istono quattro gruppi di globuli rossi in r.a·ppo·r to .ai poteri agglutinanti d el • s1e1 ro : 1) i globuli del primo gruppo non sono ia1g glu1tin.ati ·d a nessun siero; . . 2) i g lobuli ·d el secondo sono agglut1nat1 dal iero d el 1° e 3° g ruppo ; 3) i globuli del 3° sono agglutinati dal siero del 2° e 4°; 1

1) i globuli del 4° sono agglutinati dal r-0 del 1°-2° e 3° gruppo. 1

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Gle-

Rispetlivamen te : . il siero del 1° g ruppo agglutina i g lobuli del 2° 3° e 4°· ' ' il siero del 2° gruppo agglutina i g lobuli del 3° e 4°; il siero del 3° .giruppo agglutina i globuli del 2° e 4; il siero del 4 ° g ruppo man agglutin.a i globuli di n essun gruppo. In q·uiesti importanti studi, ai qu.ali sono legati i no.mii ,d i Ja.n ski, Lattes, von Dungern, Hir chfeld , ecc. non sono stati presi i·n · con-. iderazione i globuli bianchi. Solo n ei ri guardi delle m odificazioni dell 'at-tività leu cocitairia a contalto del siero , Doan ·. 11a os ervato una inibizion e dell 'attività stes-.. a e h a creduto ·di poter stabilire tre gruppi· di leu cociti i quali no1n avrebbero nien te .a che· fare con i noti g ruppi di a.g glutinazione delle: • emazie. Ma Rose.11,b erger ha ·dim.o strato· cl1e una inibizione dei movimenti d·ei leucociti è proprietà costante del siero. Secondo Ro senberger 1'azione del siero di un individuo varia da un g iorno a li 'altro. La motilità d·e i leu cociti è un fen omen o molto delica to e subisce ·p er .azione e terna facili ditu1rbi . Com1e si vede, le ricerch e di Do1a.n contraddette da Rosenberg·e r vertono sullo studio delle niodific.azioni dei movim·em.ti ameb oidi def leuco,c iti. Rife1~endomi ai quattro noti gru.p pi di agglutin.azio,n e dei g lobuJi rossi, n1i so1n o pro-· posto di in·d agare 1se i leu cociti eigu·o,no le medesim e leggi, in ciò con igli.ato dal Prof. Bacrlio·n i. Ho cercato dì stabilirne il comportarr1en·to sotto l 'azion1e dei ·no ti ieri agglutinanti, avendo imi precedenza stabilito il gruppo san guigno da l qua le essi eran o prelevati. Più precisam en te que ti sono i quesiti ai qt1ali ho cercato dare una risposta : Esiste una agglutinazione dei globuli bianc.11 i com e ne esiste un.a ·dei rossi ? E se l 'agglutinazione esist e, son o i leu cociti ca talo oaabili n ei quattro noti g rup.p i di agglu. tin1aizione ·de.g li eritro citi o seguono leggi p roprie di agglutinazione ri spetto ai sieri µ Le espe,r i en ze, sonro state condotte alla seo uf',nle manie ra (1): 1

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(1) Nel la loro esecuzion e son o stato ai.u.tat-0 dal

lau reando Moschi11i Mario il qu ale h a utilizzato le ricerch e per Ja sua tef:i di laurea in Medicina .


1690 1) determinazione

« IL 1-'0LICLJNICO »

del · gruppo sanguigno

[ ANNO

XXXIX,

KT.Jl\I.

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tamento analogo al gruppo di controllo B del1'espe rienza :})recedente. Di fronte a questi fatti mi son o doma11dato se <1uelli ch e io avevo interpre tato fen om eni di agglulinazione per azione di siero specifico n o11 fosse ir1vece ir1 dipendenza di parti colari 111oclifica· zioni o f}lter azior1i cell11l ari, tenuto co11to dell a prolunga ta e forle centrift1gazior1e. Per chiarire questo punto sono ricor so ad esperienze mettendomi in pure condizioni f'isjolog·i · ch e; vale a dire ho slt1diato i11 definitiva I 'ngglutinazione di u11a piccoJa goccia di san g ue: le em azie agglutinale no11 esser1do molto i1urr1erose mi h anno ,p ermesso di venere il co1nportamento dei leu cociti evitando la centrifugazio11e e la presenza di siero fisiologico.

del paziente in esam,e; 2) ... eparazione ·dei g lobuli bianchi dai ros i; 3) studio del fen,o m·eno ·di agglut i1nazione sui g lobuli bianchi separati. La determinazione dei gruppi san.g uig ni è sta-ta e egll itJai coi si1eri dell 'I . S. N. Sono stati u:tilizza ti pe,r le esperieinze campioni di sangu·e app1artenenti .a l 2° ·e 3° g·ruppo; poich·è gli eritrociti ·del 1·0 g ruppo com e si sa, non so·n o agg·lutinati da n.essun sie1ro, e quelle del 4° e setndo a.g gluitinate dai sieri di 1°, 2° e 3° g rup1)0, non si sa1re.bbe .avuta la possibilità di fare i 1co·n trolli n elle identich e con.dizioni. III G n uPP O DI F.SPEHl.ENZE. La sepa1razio·n e dei .g lobuli bianchi dai rrossi a) Siero di ~a n gue di 2° grt1ppo + piccola goccia è stata effettuata m·ediantei forte e prolungata oentrif.u1gazion«1 di cc. 1 di sangue diluito in (li sangue di 3° gruppo : Avvien e l 'agglutjn ozione dei globuli rossi , ma rimangono isolati tutti i cc. 10 di soluzionie fisiologica. È no:to infatti globuli bianchi. c he dopo prolung.ata centrifug.azion e le emazie b) Cont r ollo: Siero di san g ue di 2° gruppo + rimang·ono al ·d isotto dei leucociti e 1sopra a piccola go~cia di san gue <li 2° gruppo: Non avviene l 'agglutinazion e dei globuli rossi; an che i questi la soluzione fisiologica. Aspir.a n·do de- globuli hia11chi r iman gono isolati. licatan1ente con una pipert·ta n ello strato più superfici.al,e d1ei globuli ·r ossi ho ottenuto un IV GnuPPO 01 ESPEHIENZE. liquido . ricco di .g lobuli bia ncr1i e povero di a) Siero di sa11gu e di 3° g·ruppo + piccola goce.1n.az1e. cia di sangue di 2° grttl)PO: Avviene l 'agglutinaNoJil. sono riuscito a otten.er e co·n questo me- zione dei globuli rossi, i globuli bianchi ri1nan todo un.a .~e.par.azion e 1c.ompleta, m.a i pochi e- gono isolati. b ) Controllo: .Siero di sangue di 3° gru,ppo, pii1 rit.roci·ti preisenti .mti sono stati u tili, poich è piccola goccia di san g·u e di 3° gruppo. Non avviene con essi ho po'luto controlla re volta per volta ! 'agglutin azione dei globuli rossi, i globuli bia11chi rimangono isolati. . la bontà del siero. Ri ter i co ora succint.arnente i risultati dell e Dan,do uno sgu.ardo a que ti dati di fa-tto 111ie r icerch e. appa.re subito eh.e i globuli bian1chi rima11go1n o 1a1gglutin.ati is olo se sono stati diluiti in soI GRUPPO DI ESPERI ENZE. 1uzioni fisiologiche e sottoposti a for te centria) Siero di san gu e di 3° gruppo più glo~uli fugazione. In q.u1este condizioni l 'agglutinabianchi prelevati d a san g u e di 2° gruppo: avviene zi·one avviene anch e m ediante I 'u so di sieri l 'agglutinazione dei glo·b uli bian chi in n1odo evino.n .agglutin1anti. Dobbiamo perciò pensare d ente· si :vedono al microscopio gruppi di 8-10-15 globuli bianchi ma an ch e qualch e leu cocito iso- ch e il siero fisiolo,g ico, e ·p iù an cora la prolato, ~ globuli ro·ss~ sono agglutinati a parte. lunga·ta rcentrifugazione, producono n-el proto·b) Control l o : Siero di san gt1e di 2° gru,ppo gloplasma dei leucociti alterazioni o modificaziobuli bianchi prelevati da san g u e di 2° gruppo. Avviene l 'agglutinazione dei glo~uli bianchi all.a ni fisiche chimrich e tali, ch e la agglutiniaeione stessa maniera ch e nelle esperien ze precedenti . sii avvera come fatto spon tailleo. Si vedono anch e qui globuli bia11chi isolati, i Difatti ripetendo le esperienze su globuli globuli rossi son o come in un preparato normale bianchi n on diluiti 1co·n soluzioni fisiologiche di sangue. Come si vede dall 'esposizione di questo gruppo e n on centrifugati, l 'agglut in.azione ;non s1• di esperienze i globuli bianchi rim~ngono ~gglu: verifica. tinati con ogni siero an che quando 1 globuli rossi Conclu.de.ndo, si può a fferma11e che l 'agglunon subiscono l 'agglutinazione. tinazionei dei leucociti da parte di sieri aggluEsperienze e controlli ripetuti ,più e pii1 volle h anno sempre dato i m edesimi risultati. tinanti non h.a 1u1ogo. L'agglutiilliazione si verifica m ediante l 'azioII GRUPPO DI ESPERIENZE. ne di qualunque s~eiro non .p er azione· specia) Siero di sangu e di 2° gruppo ; leucocili pre, fi ca d el siero stesso, ma ·p robabilmente per levati da sangue di 3° gruppo. Comportun1en t.o effetto di alterazioni oellula ri indotte dalla soanalogo al gruppo A della esperienza precedente. luzion e fisioloO'ica e in .m;isura ancora n1agb) Cont rollo: Siero di sangu e di 3° gruppo, lel1o . cociti J)re1evati da san g ue di 3° gruppo. Com11or- giore dalla forte e prolungata centrifugazione. 1


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Nu~r.

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RIASSUNTO. L'A. ha cercato ·d i contribuire alla soluzione del problema d1ell 'agglutin1a•zion·e d ei leucociti lJer l 'azione di sieri iso-agglutinanti giungendo alla 1conclusione ch e i globuli bia11chi 1I1·on segu o·n o , in condizioni fi siologich e, le m edesime leggi di agg1utin.a zionie d ei g lobuli ro:ssi. Essi s i a.gg·lutina no sotto l 'azione ·d i qu.alunque ier o solo dopo fo.r·te e prolungata centrifug.a zione, p er probabili 1a-lteirazi oni fisico-chirl1ich e cellulari.

TECNICA. ISTITUTO DI CLINICA CHIRURGICA GENER.<\LE DELLA R. UNI\'ERSIT.~ DI B.-\RÌ diretto da l Prof. C. RIGHETTI.

Il valore clinico della reazione '' Citochol.,, per la sifilide. · Do tt. MARIO RONZINI, assist.

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lib. doc.

Le r eazioni di flocculazione per la sifilide s'~niziarono sin ·dal 1907 per opera di Mich aelis il quale n otò la formazion e di un precipitato dal contatto di un sie ro sifilitico con u.n estratto di fegato sifilitico . Tali r eazioni in seg.utito andarono sem1pre più perfezionandosi mercè le succes ive cc prove », ormai numerosissim e, di Meiniche (1917-1918), di Sachs-Goorgi ( 1918), di Dold (1921), di H echt , ·di Kahn (1925), di Miiller , di a ch s e Witeb ky (1928). Fisso restlan·do il valore semeiologico de lla reazione Wa sermann .l a quale., malgra·do il tramonto d el suo primitivo concett-01immun·i tario, rimane tuttora il m e todo ,p iù sicu.r o e più sensibile n e1lla siero-diagnosi d ella sifilide, la Conferenza l·nternazion.a le d ei Sierologi tenuta: a Copenaghen nel 1928 volle esprimer e il suo giudizio sui vari mietodi siero-diag n ostici per la sifilide venendo alla con1clusion e ch e i ri ultati più brilla nti si otten.g on·o dalle f1ocoutlazioni perch è queste riescono a s' relare UJil maggior numero di casi di lue ain ch e rispetto a lla d eviazione . d el comp11eimento. !\ii.a la: stessa Conferenza non si espresse s favorevo1lmem·t e n,eii rigu.a rdi della R. W. cosicohè il ten.tativo di sostituire alla R. W. le R. IF . non trovò sufficie;n te con se1n so (Sollazzo). Emerse tuttavia ch e tra le R. F. : 1) per la sensibilità occupa.n o i primi posti rispettivamente la Muller, la Kahn e la Citochol. 2) P er .Ja specificità il primo posto va dato alla: Citochol oon 0,2 % di aspeicificità. 3) Che n ei riguardi delle reazioni dubbie 1

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SEZIONE PRATICA

la R. C. è superiore a turtte le .a ltre R . F. perchè di chiara e facile interpr etazione. 4) Che la R. C. è l a più semplice, la più pratica e la più rapida di tutte! le R. F. Quando si consideri che la R. C. di Sach s e Witebsky su 100 sieri sifilitiic.i fra r eazioni positi,,e (51,2) e r eazioni ·dub·Òie (4 ,2) dà un totale di positività pa.ri al 55,4 % m .e;ntre 1peir la R.W. 1'indice p iù .a lto di_ sensibilità specifica è del 54,6 % seco.n do Wyler (lDe Blasi), bisogna dedurre che il rendimento d ell:a· R. W. non si trova rispetto· a qu.eilla d ella Sach s-Wi1tchsky in u11a condizione di superiorità mentre quest 'ultima ha il vantaggio di una g rand e e pregevoli sima facilità di esecuzione. Sulla base di queste 1conoscen ze e sulla guida (li quanto all'estero è stat o fatto da numerosi AA. ed in Ita lia dal Sollazzo, dal Bronzini e dal Co.r mio, 110 anch 'io eseguito un,a serie di ricerch e · clinico-sieirolog ich e le quali confermano quelle d egli AA. ch e mi ha1nrn·o preceduto e perm ettoin o al tempo s tesso di tra rre d elle colllc.lu... sioni pratiche che ritengo non prive di inter els e. ·Le mie 1ricer ch e si ba•s an·o so·p ra un totale di 446 sieri comparativa m ente esaminati con la R . W. et con la Citochol (*) ed esse rappvesentan o il contributo d ella nostra Clini1ca alla applicazionie sier.o-diagno tica di uno d ei metodi flocculanti. Di questi -!46 ·sieri: 9'2 hanno dato risultato po itivo per la R. • W . e per la R . C., 3-i risultato discordante e cioè : 13 con R. W. positiva e R. C. negati,ra eJ 21 con R. C. po,s itiva e R. W. negativa. I 02 casi .a r eperlo con1cor·dante appartengono tutti .a so·g getti sifilitici: specificità ,d unque 100/ 100. Nei 13 casi ~ R. W . positiva e R. C. negati V<i troviamo 8 s ieri di sog·getti ·sifilitici e 5· si eri a ppartenen ti a soggetti affetti da tbc. polmonare (2), eiresipela e can cro .d ell'utero (1), in uffi1cienza mitr,a lica (1), malaria (1). Nei 21 casi .a R. C. positiva e R. W. !negativa trovian10 ch e 15 sieri appartengono ia· soggetti sifilitici e ch e i 6 rimanenti, proven go•n o da so·g getti con: m .a laria (1), carcinoma epatico (1), apicite t.b.c. (1), erniiplegia isteri1ca (1), po,r por.a emo,rr.ag ica (1), menirnig ite sierosa (1). 1

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Tecnica della Citochol:

In una provettina: 0,2 di siero inattivato 1/2 h. a 55°; O,1 di estratto Citoch ol dil11ito al 1/3 (1+2_' . (*) Esprimo ai chiar.mi direttori delle Clinich e

Dermosifilopatica, !\1edica, Pediatrica, Neurop~tol~­ g ica, nonchè al mio Maest.ro i. voti dell.a. m1~ r1co1n oscenza per avermi con sentito la ut1l1zzaz1one dei sieri stessi e le indagini sui malati.

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« JJ, POLI CLINICO »

con soluz . fisiol. 0, 85 % previa maturazione per 10 minuti. Agitare per 10" e dopo mezz 'ora (temp eratura ambiante) ag·g iunger e 1 cc. di soluz. fis. 0,85 %. La lettura è immediata fatta contro luce naturale : n egatività : liquido limpido e trasparente; positi.vilà: liquido opalescente, non trasparen te, granuloso, flocculante. Per i casi negativi e dubbi utilissima riesce una seconda lettura dopo 8-12 ore. Si possono u sare dei controlli (che io trovo su perflui) sostituendo in una provetta a parte, al pos to dell 'estratto Citochol, alcool 96° diluito all '1/3 con sol. fis. 'fali controlli dovranno mantenersi limpidi.

Da1 raffro·n to di que1sti ultimi ·due g ruppi em erge U/Ila lieve ma no·n trasaoc.abile prevalenza <li specificità e s00isibilità .p er la Citochol. Da notare inoltre, a pro·p ositoi di sen sibilità, ch e in 2 casi <li lesio1n ·i lu1eti1cihe con R. W . e R . C. n egative, la riattivazion1e co·n bismuto ha dato positività pe r )a C. ·dopo 7 gioTni ad onta d ella p e1r sistente n egatività d·e lla R . W . Dei 3-1: e.a si discordanti nessu1no ha mostrato segni ·di ·p ositività ne tta ma solo parziale con + o + + , segno ·dun:que che lei divergenze in tainto esi stono in quanto si tratta di cas.i a po.. .' . s1t1v1ta p1uttosto1 atten.uata. D.a q11<lnto sopra se ne de,duce che grazie alla R. C. abbiamo potUtto· svelare su 446 sieri, 15 pos itività per la sifilide ch e alla R. W eran·o sfugg ite ciò ch e p ermette di sottoscrivere l 'affermazione di quegli AA . seco·n do i qu1ali la pluralità d ei m e to·di petr~tte di svelare u n.a maggjore p1er ce11tua le di sieri sifilitici, ttlcuni de i quali sfuggirebbero all 'ac ciertamento ove si praticasse una sola reazione; poichè vi sono sieri che r eagisco·n o più intensam ent~1 con l 'un-0 o co·n ] '.altro meLodo ed .a volte r eagiscono soltanto• co1n uno (Sollazzo). P ert;ainto r1on e$it.o a .oonsig li are con1e com pleimiento ·d ella R. W. l 'u.so di una a lmeno d ell e R. !F. il cui impiego, riesce di valido ausilio nella interpretazione d ei ·r isu l tati dubbi e perch è la c ifra di positività globale d ei sieri esaminia,ti viene a,d avvanta.g giarse·n e no tevolmente. Inoltre, m alg rado l 'opi1n ione discorde d ei più, riteng o ch e si possa affidar€! ai pratici ed a tutti co loro ch e n o n dispongono di una vasta attre1z z.atura e pr eparazione tecniteia·, qula li s i richie dono per lia. :reazi-0!n!e ·d ella R. W., la p,r atica d ella Cito·c.h ol la quale, '.[)er l:a: sua semplicità è alla p-0·r tata ·di chi1U1nque abbia un minimo di co·n oscenze sierolog ich e. Occorre p erò ch e la R. C. sia stata vista eseguire almeno p p;r qualch e volta . E il poter praticare una siero-diag n·osi per la ifilid€J n~llo spazio di un'ora è vantaggio per ... è ste so evidentissimo. In base alla esperien·za acquisita n e lla clini1

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ca e c ircoscrivendo la questione al p unto di vista a el r endime.n to pratico, non si vuole affermare che la R. C. d ehba so·s titui·r si alla R . W. ma è lecito d iffond e.re il concetto che la reazione ·d i Sach s e Witebsky può da solia costituire, in un p rimo tempo· a lme no , un ottimo miezzo diagnostico di orierttfl.ntento salv-0 ch e le esige!Ilze clinich e e sierologi1c:h e non richiedano un u lteriore. svilupipo di indagini lad·d·ovelo si ritenga opportuno. Rim.ane tuttavia fermo il concetto ch e dinanzi alla R. C. positiva la diag nosi di lue s 'impone. RIASSUNTO. 1

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Contributo clinico di 446 sieri con1par.a·tivam ente esaminati co,n la R. W. e con la R. C. di Sach s-Witeb sky. Fis i r estando il valore e l 'importanza d ella R. W. I ' A. seg.n ala la utilità pratica della R. C. perr la sen sibilità, specifi·cità e facilità ·di esecuzion·ei. L_AVORI CONSULTATI. BR0Nz1N1 M. La reaz . di Sac lis e Witeb sky . Rin . Med., n. 11, 1981. CoR~110 A. Sulla reaz. di fl occ. di Sach s e Wit ebsky. Giorn. di Batter. e Imm ., n . 1, 1932. DE BLASI D. Siil val. compar. d ei m et. di flocc. e di fissaz. d el co1npl. n ella sier odi agn. della sfl. Rin. Med. , n. 11, 1929. FA CCHINI V. La Siero diagn. della sifilide. L. Cappelli , 1929. • SAcHs H ., WITEBSKY E. Cilocholrea.ktion und L enfocholreak. Klin . "Voch. , n . 26 , 1928. In. ID . Zur Frage der Ve rw endbarkeit von Citocholextrakten zµr Liq11orunt ersuchung. Ibid. r n. 42, 1929; n . 11, 1930. SoLLAzzo G. La reaz. Citochol. Diag n . e Tecn. di l abor., n. 1, 1931. TINTt M. La pratica clin. dellP. r eaz. di W., Sac h sGeorgi , M ei 11ick e. Riv. di Clin . Med., 1925. In. lbid., 1925. _..

Ricordiamo l'lateress11ate pubbllca•loae:

A. ALESSANDRINI • E. PAMPA1NA • M. SABATUCCI

dell'Istituto di Igiene della R. Università di Roma.

GLI ESAMI DI LABORATORIO Tecnica e l)i agnostica Prefazione del Prof. Sen. C. Sanare lii. In questo v olume sono riunite la des crit,ione delle tecniche e dei metodi che occorrono t>iù comunemente n ella diagnostica pratica di laboratorio e che attualmente sono in uso pressa l' Istituto di Igiene di Roma. Non si tratta quindi nè di un manuale per principianti. nè di un trattato da consultat,ione; poichè presuppone in chi legge la conoscent.a dei principi sui quali le indagini- di laboratorio si basano, mentre, d'altra parte, è stata deliberatamente ban, dita ogni cognizione puramente teorica o comunque inutile ai fini diretti d ella esecuzione tecnica di ogni ricerca e della sua interpretazione. Il libro, che può definirsi un « aide,mémoire. », contiene an.che molte delle belle e in gran parte originali figure riportatevi, coJ permesso debi' autore, dal Manuale di Mic robiologia def chiarissimo prof. V. Puntoni. Volume di pagg. XXXIJ,636, in formato tascabile, con 89 figure in nero ed a colori nel testo e tre tavole a colori fuori testo, rilegato in piena tela. Prezzo L. 5 O, più le spese postali di spedizione. Per i nostri abbonati sole L. 4 5, 6 O in porto franco e raccomandato . Inviare Vaglia all'editore LUIGI POZZl, Ufficio Postale Su"° cursale diciotto. ROMA.


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SEZIONE PRATICA

OSSERVAZIONI CLINICHE. Policlinico Umberto I in Roma - Il Padiglione Chirurgia. Primario : Prof. O. MARGARuccx

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del superiore) o delle facce anleriore e poste• nore . ' Nel loro decorso soesso. incrociano l ''.tretere passando in el maggior numero delle volte dava11 ti (3 :4) ; in uno dei nostri tc asi l arteria polare inferiore j n crociava l 'uretere passando dietro . Dalle statistiche riferite risulta dunque evid.elilte ch e è frequente trovare ,d elle arterie re~ nali anoinJa.•l i, ma non t11tte hanno imp-0rtanza dal punto_di vista della patologia; il più delle volte .s i tratta di un reperto accidentale durante l 'intervento operatorio o n ell 'autopsia. Tra di esse la maggior i.miportanza spetta a lle arterie ch e incr ociano l 'uretere , perchè possono ·determi1na re da sole o in comunione con altri fattori ·up idronefr osi. IB isogn:a però tenere sempre presen te la possibilità -d i incontrarle ogni volta ch e si intervien e sul ren e, perchè possono esser.e causa di sorprendenti incid enti, come è occorso in uno dei n ostri pazienti. Passiamo ora all 'illustrazio,n e d ei ·d ue casi. 1

Sopra due casi di vasi r enali anomali -

per il dott. ANTONINO PANAGIA, assistente. ~1olti

Autori , specialmente n egli ultimi anni, si so110 occupa1ti d·ei vasi anom.ali del r en e. Data l 'importa11za dell 'arg on1ento, abbiamo cr eduto n on del tutto inutile a'pporta·r e alla tCasiistica, ormiai a bbastan za .n um.e ro a, il con tributo di due nuov i casi, stu.di.ati e operati n el 2° Padiglion e di Chir.UJrgia del Policli.n ·i co Umb ert-0 I , diretto dal Prof. O. Margarucci. La presenz.a1di va i anomali nel r ene si spiega facilm ente e i pensa allo isviluppo embrio11ale del r ene, con le numerose a rterie W olfiane, ch e n ella. n1i crr azion e e rotazio·ne dei reni son o, destinate ad atrofizzarsi; alle volte però una o più d i esse non v.a nno incontro a questo proceisso d 'i nvoluzion e e persisto1n o ancl1e nella vita extra-embrionale. Per questa rag ion e sarebbe; più proprio parlare <li « variazi-0ni d ei vasi renali », com e di ce He llestrom, e non <li vasi aonomali , acce sori, aberranti, sopr.a.n umera ri , ecc . I vari AA . forni scon o dati !Statistici diversi : B. Charke li tr-0vò n ella proporzion e del1' l :300; Albarran nel 9 %; Eisendrath e Strau li h anno riscontrati n ell ' ll % dei casi ; Schmerber n el 14 % su 200 reni; Z-eldawitch n el 18 % u 300 r eni ; Pa,p in n el 19,35 %; Bruzz n1el 20 % dei rc.ad averi ; Anool n el 20 % Ciil'ca d ei casi; Thompson n el 25,5 %; BTewer n el 28,9 % su 300 casi; W iart n el 29,1 % s11 21 re11i; He1m n,el 32 % su 96 casi; Mich cJeau 33,3 % su 30 reni; 'Ferre Georg su 1555 r eni ha trovato· il 33,6 %; Hellestrom su 200 reni il 46 %. Riguardo a l num ero dell e arterie l 'evenienza pilì abituale è ch e si tratti di due arteriei, com e n ei nostri due casi, ma p ossono essere i·n numero di 3-4-5 e a n ch e <li 6 come in u·n caso di Papin e in u1no di Lazzi. Le arterie accessorie originano spesso dal 1'aorta addominale, meno freqi1 e11temente dalle iliach e n dal tronco celiaco D dalla m esenterica inferiore o, dalla sperrr1atica. ~ raro 0 sservare l 'o·rigjne dei v.a,s i anorniali dalle lombari, ,d alla .capsulare media. dalla diaframmatica inf., d~lla epatica ·destr,a e dalla colica destra . Esse possoino p enetrare nel rene dall 'ilo o finire direttamente nel parenchima renale ir1 corrispondenza dei poli (più frequen temente 0

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CAso I. - T. Antonio, anni 35, affetto di calcoJosi rene d estro con piuria, confermata radiologicamente. Operaziorte 27-IV-1930 (prof. l.\.I argarucci). - Narcosi eterea. Incision e lombare. Pe11etrazione nell a loggia renale. Isolamento (scarso tessuto adiposo

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1. - Disegn o sch e1natico dell 'arteria renale accessoria.

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perire11ale) del r e11e e dell a pelvi allo scopo di preparare il ped un.colo vasale ed applicarvi il Klemmer di Faure. L 'isolame11to era riuscito assai facile per le due facce anteriore e posteriore e per il polo superiore.


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POLJ CL1 ~ I CO

Al polo inferior e invece si connetteva ancora un cordone di aspetto fibro-lipomatoso, il quale, procedendo dal b asso e d all'innanzi, si portava . nella parte più declive del margine renale, per guadagnar e p oi la faccia posteriore e l 'ilo. Questo cordone venne pertanto sezionato con un colpo di forbice poco .prima ch e esso prendesse contatto col r en e. Immediatame~te il campo o,p eratorio venne inondat o da san gue arterioso, ch e proveniva a getto in n1assirna parte dalla porzione b assa del co-rdone r eciso, ma in discreta copia anche dalJ a porzione che era rimasta connessa col r ene. I capi r ecisi del cordo·n e, presi con due Koch er , cessar ono di d ar sar1gue. l11 P1plicato un Klemmer sul peduncolo vasale e sezionati i vasi, il rene venne abbassato e, previa doppia legatura dell 'uretere (> su a sezione tra di esse, rimosso. Il cordon e di cui sopra, in appar enza costituito da connettivo coperto di zolle. di grasso., anch e esso legato, l asciava vedere nella parte centrale la sezione di un 'arteria d el calibro di una radiale. I vasi r enali - arteria e vena ·- ben controllati avevano il calibro ab itu ale. Preparando sul r ene i vasi, si ;potè st abilire (fig. 1) : a) l a presenza dell 'arteria e della ve11a renale colla abituale riparlizio11~ e penetrazione dei loro r a mi nell 'ilo p er i 4/5 superiori ; b) l 'arteria casu altnente i11contrata si porta anch 'essa in corrispondenza d ell 'ilo e vi pe·n etra dopo essersi divisa in due r aini, m entre O'g nuno di questi a sua volta si sl1ddiYide nell 'atto di g u adag n ar e la sos ta11za renale, co11tribue11do così al1'irrorazione della parte ])assa del rene. Si tratta qui d i un ' art~ria r enale accessoria di calibro n·ot evole, ch e, penetr ando d all 'ilo, provvedcvn alla nutrizione del r ene ap,p rossimativamente n el su o 1/5 inferiore. 1

CAso II. - B. Armando, sarto, di anni 32. :Nulla n ell 'an amnesi famigliare; a 18 anni ble• i1orr ag·1a. A 25 anni ft1 so,ttopos to a cur a mercuriale (consigliata dal medico in base a R. W. +), ch e fu protratta per tre anni. È a~~ogliato;. la ~oglie è vivent e i~ sana; non h a figli. Alla fine di setten1bre '~,-~all e 4 del inattino, a letto,. il p. fu assaltto improvvisame11te da forti clolor1 alla r egio11e renale destra, ch e si propag·avan o fino alla r adice dello scroto. Von1ito, non febbre. Questo accesso doloroso si <iileg·uò dopo 4-5 ore. Dopo circa due i1.1esi, ,precisamente il 25 n?.: vembre il p. n arra ch e me11tre era a p·a sseggio fu col u; nuovam ente da dolore acutissimo alla r egio~e renale, ch e si prop agava al~a r~dice dello scr{)lto. Fattosi trasportar e a casa, si ~ise a let~o: i dolori perduravano; si verificò vomito, ~odic~ elevazione termica . ~fi nzione d olorosa, urine d1 color e rossastro. En tra in r epar to il 1° dicembre. . . E . O.: co ndizioni generali buone. Nutr1zio~e buona. Col orito roseo della ç ute. Pupille u gual.1, ben~ reagenti; temp. 36,4. Polso r~tmico, media a111piezza, un ,po' frequente (90) . Lingua detersa, umida. Torace. - Polmoni: bene espansibili ; nulla alla percu ssione ed alla ascoltazione. Cu:ore: nei limiti , toni netti. Addo1n1e: tutta la n1età destra è dolente alla palpazione. Con la palpazion~ bi~1a~ua~e s~ ha l 'iro.1)ressio·n e, n elle profonde 1n s1)1razion1, d1 a.p1

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prezzare il polo inferiore del r ene destro; la manovra riesce dole11 te. La stessa l11 a11ovr a per altro risYeglia u11 leggero do lore ancl1e a si11i stra. La pression e n ella r egione 101nbare destra è anch e dolorosa; singolarn1ente n etto è il dolore nel1'angolo costo-ver tebrale. Ne ttamente p ositiva è la ma110Yra del Giordano a destra. Esame urine : r eaz. acida, peso specifico 1021, colore giallo, albun1in a assente, glucosio assente, i11u co-pus assente, urea 33.254 ,per i11ille, cloruri 6,20 per mille. Sedimento : alct1ni 1el1cociti, r ari epiteli di sfaldamento, 'p arecchi cristalli di ossalato di calcio, alcuni cristalli di acido lirico. Cistoscopia : vescica ben conten ent e, n on irritabile, mucosa lievem ent e arrossa la, sbocchi nor1nali, cat et erismo a d estr a. L 'esame d ell 'uri11a estratta m ed ja11te cateteris1nq urete.rale dà: r eazione acid a; urea 15.348 per n1ille; cloruri: 5,60 per inilJ e. Sedimento: (1iscre to nur11ero d i epileli cli sfaldamento, pocl1i le ucociti, alcune e111azie. Radiogr afia: nega ti va per prese11za (li calcoli. 1

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. . 1~10 . 2. Pielo uret erografia esegt1ila pri111.a clel1'intervento o1perat orio. Piel og-rafia destrw (fig. 2) : La. pie l ogra.fi ~ mostra la pelvi ingrançlil a e cos] pure .i dl1~ cal1~1 su,p . ed

il).f. : questo· è tr~rarr1ifi ca t.o. La porz1 on~ iustare?ale dell 'ureter e è i11alto accollata al i11ar g1ne n1ed1ale d el r en e. Nel punto di paFsaggio l r~· c1uesta P?rzione e il rima11ente del] 'u.retere , a lJ al tezza quindi del po1o inferiore, stil r adiogra1111na si . vede ch e l 'uret ere, anzich è rettilineo, decorr.e ~ sp1ra~ e, costituend osi in qu el pt1n to 11na doppia inflession e. Pf·r quant o se 11e possa g iuclicare d all '01nbra d el r adiogramma, 11011 si ha l ' in1pre~. ione cl1e la


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SEZIONE PRATICA

porzion e 1le11 ·ure tere sopras t.a111e all 'incurvam ento dell 'asse ure terale , sia dilatata ; anzi appare il contrario. Nemmeno in questa radiog rafia si riesce a svel ar e ombre di calcoli . Il p . continua ad acct1sare lievi dolori al Iia11co destro, ch e non r aggiungono p erò l 'in te11sità d ei giQrni anteced~,nti alla entrata in osp edale. Vien e deci o l 'intervento operatorio con diagnosi di: idronefro i d es tra; colich e renali. Operazion.e 14-XIT-1928 (prof. ~1argaru C'ci) . E tero11arcosj regolare. Inci sione ol)liqua lornhare d a11'alto ed i11 fu ori (XII costola) alla cr esta iliaca. Giunti n ella loggia re11ale, si incide ]a fascia r e11ale (st1ccessivam ente i escjde anche la XII cost o]a per avere m aggjor luce). Il tesst1to adiposo p erirenale è fort ement e viluppato, ma molle. Questo viene facil1ne11le a tn1na ato lateralmente, così d a scoprire il re11e, il quaJe g i ace lotal1nente sotto l 'ipocondrio. Il tesst1 to r enale attraverso l a sottil e caps ula l)f Ol) ria non mostra deviazioni dalla n orma: colorito abitual e ; superfici e in ge·n er e r egolar e e liscia, e i ecce l tua q11al ch e lieve solca tura nella porzione al ta, cl1e i vede b en manifes ta più tar<li, q t1ando il r en e verrà esteriorizzato. S ull a corLicale, qua e là, si vedono anche alcune piccole ·t i Li a contenuto chiaro, di poco sp or genti dal pian(, rlella corteccia, e sempre sottocapsulari. Qua11do il r en e è l il)erato dalle su e labili co11n es ioni colla cap s t1la adiposa, 1P·u ò venire facjlmenle e tra tt o lra i m ar g ini d ell 'i11cisione ope· ratori!l e può bene essere esplorat o. Una prin1a palpazione digitale della p elvi e d ci calici n o11 rileva l a pre. en za di calcoli, n è di tum ori. IL te ulo adiposo d ell 'ilo è nloll e; n essuna re i lenza mo tra l a sos tanza .p ropria del r en e . Per J)roced ere al! 'esplorazion e dell ·ure tere, il r ene Yiene ospeso · ad u11a lung h ett a e rovesciato all 'in11anzi, in n1odo d a dislocare il n1argine con caYo a]! ' innanzi ed in alto, ver so il bordo cos tale: co ì è J)è11c e. pos ta la facci a p o t erior e d el r en e e della pelvi. Continu a ndo 1'esplorazione con l a 1na n o sinis tra del polo inferiore del r en e, n ell ' atto di p or tare il r e11e n ella posi zione soprad etta , si avverte subito l a ,presen za di t1n cordon cino :resi s tente d el c alibro cli un d efer ente - ch e, proven end o dal basso, si continu a e si. a rrest a, aderend ovi , al polo inferior e s lesso del r ene. Ques to cordon cin o, al tatto, si mostra an ch e pulsante. Si sospetta subito di essere di fronte al la presenza di un va o a n o1nalo (a. p ol ar e) al qu ale forse devono in1putarsi le al ter azioni ril evat e d a lla pielografia e de termin a11ti g li accessi r en ali dol orosi . Allora . i proced e ad una esplor azion e an atomica della regione e· si po11e bene in vi s la il r e n e per studin rn e i rapporti. Ed ecco quanto si pone in chiaro : Bisogn a premettere cl1e si è accertato, mediante la oalpaz io1te dig itale dell 'ilo, c h e ìl pedunco,Jo ar lerios<J r e n a1" h a i suoi rapporti n ormali col \'ilo. Cioè l ' arteria r en ale proviene d al l 'alto e dalla linea inedian a in basso e verso l 'ilo r enale t:Jer raggiunger e quest 't1ltimo inedi alme ,te e ris pe Llivan1e11 lc, in corrispo11denza dell ~ ,p arte alta tjella pelvi. Ri lo1' nando all 'esam e d ella facci a posterior e d el rene, i ricono ce be11e l a parete liscia d ella p el vi <> riell ·ure lei:e ch e se ne n e dis tacca . Si segu e an-

<'h e la p or zio11e _i11izi ale e q uella ... o llos la11te ch e r.asenta, ad er en clovi l assa1nen te, in 111 a11ier a r ett.! linea, il margine n1ediale d ell a lne tà i11f. d el r ene (si a ele tto di p assaggio ch e il r e11e è JJiù 0o-r a nde d el nor1nale in morlo con centrico). eguendo l 'uret er e al di so llo d el p olo inf. (fi g. 3) i riconosce ch e esso è incr ociato con u11 angolo ac uto d a u1ìa formazione cord o ni for111e ch e si ' ide11tifica con quel la g ià ril evala all a palpazio11 e. De tta for mazion e proviene. d al ))asso e dopo aver incr ocia to l 'ureter e, situau (losi jJ1 questa g i aciLura d el r en e, all 'in11anzi d i esso, cioè copre11d olo alqua11to alla vista, si t errt1in a al polo d el r en e,

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Fro . B. - Di -egno cl1en1fl li co drl r e n e YI to d alla facci a p osteriore.

a circa 2 c n1. dnll 'aµ ice e Sl1lla fac cia 1Jos teriore di ques to. i h a 1'i1npres .. ione r l1e crue lo corclon cino poco di te11 ib i le possa e e rc i lare un a compre ione sul can ale ure ter ale. Pre o tra le dita J) Ulsa e l 'arleria ch e lo compone e e nzial1uente dà I 'itnpres ion e cli una radiale cli rn eòio cali bro. Si prepara detto cord on cino ond e 1net teri o bene in ev irl en za e poscia l o si r eseca fra una pinza emota Lica ap·p licata ici110 all 'iu er zio11e sul polo re11ale j11Ierio,r e e. la jJOr zio11e ba a che i1011 an cor a h a incr oci uto, l 'ure ter e. .i\sportato il cor cl on cin o, l ' ure ter e si solleva e si spiega , co1ne liber a to· da una s tretta . el cor(l o rtcin o aspo rta to si com.p rend e l a sez ione di ltn vaso arterioso rig ido e òi u ria p iccol a Ye11t11a affian cat a. No11 si cr ed e necessario in sis ter e ri el la ricerca d ella porzio11e centra le d el vaso. Si r olloca il r en e n ell a su a p osizione n orn1nle e si s u ll1rano i piani muscolo-aponeuro ti ci di ,~j si . J _.:\ cap ul a adi posa n on Yiene sut urata. I


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lL POLICLINI CO

Si co1nprende facil111e11te che il vaso anomalo polare incrociava I ' uretere sitt1alo posteriormente, ossia in un ,pia110 pii.L }Jrofondo del! 'uretere.

Nel nos tro ca o la s tori.a del paziente non ci di1ce di so,f ferenzei patite per lu11go terr1po , ma la prima manifestazionie è ·data da. un attacco dolorois o a tipo di colica renale, dileguatosi dopo poch e ore, per ripresentarsi dopo circa due mesi con g li stes·s i caratte:ri . Questo dato non escl1tJde un 'uro11efrosi 1c.ongenit.a, perch è è cosa ormai nota çl1e un 'idronefrosi, specialme11Le se piccola e· inlern1iL Le1n te, 1come spesso

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dell ' uretere, senza 1cl1e nem·meno da questo esarne fo ssero s velate orr1b-re attribuibili a calcoli. Si pensò .allo ra trattarsi di coliche renali da idronef ro.si ; occorreva però stabilire quale potesse esser e la causa dell 'idrone frosi ; ma r1on era possibile d eciderei se la gomitatura era dovuta ad u11a n1alformazione dell ' uretere, o ad un vaso a·nomalo ch e face va pressione sull ' uretere, o a qu.alche altra e.a.u sa. Tale quesito sarà più sernplice a risolversi qu.a ndo potremo disporre di mezzi fa cili di arteriografia.

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)

... F1a. 4. Pieloureterog rafia eseg·uila un 111ese dopo l 'intervento.

l•'rc. 5. - Pielourelerografja eseg·t1ita . ~ mesi dopo l 'i tl terve11 to. ·

.ace.ade d:a• princ ipio, può e~ is l e.re p1cr molto tem.p o senza pro.durre dei sinto1ni. Al momento dell'entrata i11 OS])ed.ale il p . presentava a l1' e~a me ·do~ore n I la pre io11 e Itel1a regione ren.ale d·estra e sopr.atutlo n1ell 'a1ngolo costo -vertebrale; positiva la n1anovra de l Giordano. Con la palpazione bin1a·nuale si riusciva ad ,appre~are in1distin,t.am ente il po1o inferiore d el rene nelle profonde in.spirazioni. Non si poteva parlar.e quindi di ptosi ren,a.J.e. Si è sottoposto il p. all 'indagin·e radiologi1ca diretta delle vie urinarie, nel sospetto potesse trattarsi di calcolosi, e questa in·dagine riu1scì illre gativa. Maggiori indicazioni potè fornirci la pielog r.afi,a iasoend·e nte con ·m iezzo opaco, dimostrand oci la pelvi ing·randita e l 'ingino cchiamento

All'intervento operativo si riscontrò un vaso polare inferiore, proveniente v1e.r osimilmente dall'aorta, di calibro abbastanza considerevole, che, passando posteriormente all'uretere, . lo comprimeva fino al ·p unto di re·s trin gere il s uo lun1e. Ch e la gomitatura dell ' urete r e e il restring imento di esso d erivassero dalla corripressione ·p rodotta dal vaso, teso come una corda, era .reso evid ente dal fatto ch e, una volta reciso il cordone vasale, l 'urete;r e, come se liberato da una morsa, si è subito disteso. Convinti ch e la cau sa unica d ell 'i.dro•nefrosi fosse la pres,enza del vaso polare, anche perchè, con1e risulta dalla relazione d el! 'atto operativo, l 'esame scrupoloso d el rene no·n . permetteva altre ~UJ)posizioni, non si. cr ed ette opportl11n o ri-

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SEZI ONE PRATICA

correre ad altri complen1,enti d 'i·ntervento. Ed i fatti ci h anno dat o rag ion e, giustificando in pieno la linea di condotta t enuta. I radiogrammi eseguiti con m ezzo opaco ad ll!D me e ed a cinque mesi di distanza, (figg. -! 6 5) dimostrano cl1iaramem.te l 'impi1 cciolimenlo della pelvi renale ed i l regol.aire· decor so d ell ' uretere. Il pazie nte , interro cr.ato fino a l n1om ent o de l1' ultimo esame, r iferi ce di non aver notato più alcun distu,rbo . Avre·m mo desiderato eseguirei un a ltro radiogran1ma a 3 anni di di;stain za del1'intervento operato.r io, a prova della noun1ale funziona lità del r en e, per ch è ci è tato a icurato ch e il paziente, ch e non è stato po ibile i11terrogar e per ona lm ente , non ha avuto più a lamentar si di alcun disturbo. !Biso.gin:a1 però nota re ·c.h e in ca· i sin1ili a lcu11i autori l1a11110 o .. ervato il ripre entar i dopo quialch e ten1po degli tessi disturbi. [)a quanto ab·bian10 precedentem ente riferito, ci en1bra ri ultare a bbasta1i z.a chiaran1e11te cl1e i disturbi offerti ·dal IJaziente sian o d a riferirsi all 'idrone fro i. Nè all 'e an1e cli11ico, n è all o ervazio(ne dir etta durarn te l 'atto oper atorio è sta.t o IJO.. ibile m eltetre i11 evidenza altre ragioni ch e ab·b iano difficolla to il JJrogredire dell 'urina attra ' er so l ' urclere, all 'in fuori d ella con sta taz ione di un 'arteria polare inferiore. Il ra ddri z7,.a•1n;ento dresll ' u.retere, dopo la r esezio11e del , a . . o, il i11ante ner i di que to radd rizzan1ento e l 'in11Ji1cciolimento d ella pel vi renale e l 'a ~ en za com11)leta ·di di turbi po::- Ler iorm ente all 'a tto opeirativo , ci autorizzan o a pe11. . are ch e nel n o tro )}azie1rte lo slabi lir i dell'idronefro i sia da i111p.utarsi e•... clu i va m en te alla p1ie en za del va. o i)olare, a conta tto del1'uTeter e ch e in crociava o})liquamente. L 'ave r osservato la rapida distensione d el1'uretere, liberato dalla cor·da che lo tene·ya teso, ci porta a d i111m.aiginare ch e l 'o ... tacolo prodotto dalla pre ~enza del vaso ia tato e senzialn1ente di natura meccanica, d '.accordo con la teoria ostenuta da Alessan·dri, Ch arlier, Groudvez, Ku·mmer, Lyis, Mayo, 1\ilarion , Ì\fathè, senza escludere ch e, come pensano F ey e Legueu, la presen za del vaso abb i,a IJOtu to determinar e sull 'appara to neuromuscolare dell 'ureter e dei .disturbi di natura ·din:a,1n i1ca e quindi un ostacolo al norn1.ale pa agg·io dell 'urina . 1

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* ** Tra le diverse1 cause ca1Jaci di produrre delle uron.efrosi ·di orig in e congenita, e tra queste si co111·pren dono an cl1 e quelle ch e cornpniono

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11ell 'a dulto pe·r anom ali e di Yiluppo esistenti fin dalla nascita , inolti i11 vocano i va si anon1ali . Dopo 1cb e Ro·k itan ki nel 18-11 e Boo orrard 11el 1857 ebbero descritto dei casi di qu esto tipo, molte pubblicazioni , specialm ente recenti, so no venute a co11fe rn1a re e· a f.are ril evare la rela tiva frequer1za delle idrone frosi di quest.a. origine. Un 'arteria, o più rara·n1ente t1na vena, corr1e i1 el ca,so recente di Amorosi, pt1ò ostacolare il d,e flt1· so d·ell 'urina, oc1c.Iude11do l ' uretere, poichè (I)a1)in ed Ing lesia 1909) si vedor10 u rt ~rie che scavano solchi ·11 elle ossa. E 11u1nerosi · ono gli AA. ch e ha11i10 dimostrato con le loro ca istiche qu esta possibilità. Però non ma n c.a•n o gli autori che limitano o negano l 'im i:>ortanza ,di questo fattore etiologico ·11 ella J>rodt1zion e d e·ll 'idro11e frosi. Eckel1 or11 ·pensa che ia, 11ecessaria t1na spec iale disposizione del vaso in rapporto a 11 ' urete re .a f fin chè si \rerifich i la go mi ta tura e il retrin g imento, con co11 seg uentc1 idrone fros i, e . cioè cl1e il vaso p assi ava·n ti all ' uretere per t.er111i.nare 11ella JJarte posteri ore dell 'ilo r enale, op•1Jure, inc.rociandolo i11d ietro, raggi unga l 'ilo dall a sua parte anteriore. Ilazy dà n1olta impor ta n za all e rn al forrriazioni con ge1n ite pieloutericl1e, e c] ud endo Ja possil>il ità cl> e un vaso a·no1n1a lo possa tla so lo i1rodurre ]a obliterazio11e del lum e ùell ' urelere che, se an cl1e go111ti tato , è se1n p re ca1)ace di con trarsi e fare scorrere l ib eraru en te l ' urina. l\Iolli , pur ri r.onoscendo che il vaso nnornalo }Jos ·a pren·der e parte 11el ir1ecca n isrn o d i proc.1 uzione d1ell 'idronefro i, p·ein a,no che d.a solo 11 011 sia in grado di l)l'Odurrc J' idron e·frosi, e u:seg·n.a no un notevole va lore <.t ù altri fa ti.ori, co111e in1g ran·dimen'Lo congc1ni to dcl bac in etto, ar1omali e della })Orzione i11i zi,a le dell ' urel.ere, di sturbi della p e ristal ~i del bacin etto e de1l 'u reter €>, tt1 mefazio11e infia1111na loria dell.a, m:uco .. a del bacinetto, di111 in uzion e ·del g rasso peri renale, e soprattutto la l)tosi r enale. Di c1ue~ lo i)arere so110 Algla\1e, Betre11 , Borelit1s, Caporale, Gregoire , Hellestron1 , J\1erkel , p,e rtl1es ed altri. Tu·ffier ed Albarra11 ]Je11 s.ano ch e I.a flesio11 e d ell ' uretere i ' 'eri[icl1i dopo lo s11ostan1.er11o d el r en e. T...1ozz i, 1cl1 e ha 11na ~ t a ti ~'ti ra di 18 casi {li 11ropio,nefro i, ·d à i111,porta11za aJla n1obilità del r e11e, facendo però rileva re che il vn ~ o n·no 1ualo è la c.au sa p.rin1.a dello Lab ilirsi dell 'idronefros i. Altri , fra cui Eng lisl1 e J\ u111pel, con sicierano il va o .a non1alo con1e fattore di .aggravan1cnt o di u1ronefro i di altra origin e; e a ltri a nco ra> 1. .

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« JL POLICLINICO n

n ega·ndo ogni valore alle a·nom:.11.P. vasali , pensan o ch e :si tratti di vasi aberranti in idron efrosi es is tenti. Vario è stato il comportamento dei diversi autori nel decidere la natura dell 'intervento O}Jerativo n ell'idronefrosi ·d ei vasi anomali. Noi, com·e abbi.am10 già rif1e rito, abbiamo avuto risultato favorevol,e1 dalla sempli1ce reci.sio·n e d el vaso anomalo, aven·do potuto accer~ tare la scomparsa dei disturbi . a notevole dist.anza dall 'atto operativo. A questo intervento si può assoc iare la pessia del ren·e , nel ca·so si a ccompagni ·ptosi renale, e la plastica del! 'ur etere in ca so di s tenosi, oltre i provvedim,enti n.ecessari per le eve11tuali compli1cazioni, come I ,asportazion e di un calcolo, ecc. Quando la sacca idronefroti ca lta· raggiunto uin a con iderevole gram.dezza e il parenchin1a renale è in gran parte scomparso per il processo di atrofia, ch e si s tahiliscè nelle idron efrosi c11e d .atano da parecchio tempo, oppure qliand o vi è sopraggiu·n ta infezione, è consigliabile Ticorrere ia·d un intervento radicale, come ]a n.e;f.r.ecto mia; m entre n egli altri 1casi la sezione cl el ' 'aso è l ' intervento di elezione, e tanto IJilì offi,ca ce quanto più la malattia viene colta a l pri11c ipio, perchè ovviamente le lesioni idronefroticl1e molto avanzate, è d·Uibbio ch e possan o g iovar s i d ella semplice sezione d.el vaso. L e recidive o l' effi cacia passeggera osseTvata da a lc t1ni Autori dopo la sezione ·del vaso, con m olta probabilità .si d ebbono riportare a s tati m ·olto <.\va11zati della ma.l atti.a, per i quali è imp edita la r estaurazione anatomica e funzional e (lella p el,ri dilatala. 1

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rante t111 intervento operatorio. Nel 2° caso si tr.atta di ll1D 'arteria po la.re in/eri ore, che incrocia posteriormente l 'l1reter~, cau sando inginoocbi.a mento di ·e sso e id.r onefrosi: messi be·n e in evidenza colla Ta·d iografia, prima d-e ll ' intervento operatorio. Colla sempli ce sezione· d el vaso ·si ottenne guarigione clinj c.a completa·. BIBLIOGRAFIA. ALES SANDRI. R. 1\ cc. Med. di Roma, 1914. r\ l CL .\VE . Di 5C nss io11 il la Soc. de Chir. de Paris, Séan ces du 27 mars au 15 mai 1923; Journ. d 'Urolog., 1923. Al\1onosr. Arch. I tal. di Urol. Ili, 1931 . BAzY Enc. franç. d 'Urol. , t. III, pag. 146. BonEL1t1s. Folia Urol ., t. VII, n. 1, giugno 1913.

XXXIX, Nul\1. 44]

BREMER. Amer. J ourn. Anat., 638, 1906. CAPORALE. Arch. Ital. di Chir., voi. XXIV, pag. 503. CARLYER. Ass. Franç. d'Urol., loa. sess., pag. 158. CHARLIER. Comm. et disc. à la Soc. de Chir. r.le Paris, 27 mars, 17 avril, 15 mai 1923 . DoNATI e V.t\NNuccr. Relazione al Congresso soc. it. di Chir., Padova, 1926. DuvAI. e GREGOIRE. Tr. Ass. Frane. d 'Urol., 1926. EcHEHORN. Sem. med., 1907, Arch . f. Kli11. Chir. , pag. 955, 1907 . FERI\E GEORGE. Urol Rev., 33, 678-681, 1929. GREGOIRE. V . CHARLIER. GnouznEFF. Chirurgia, T. XXXII, ri. 189 sett . 1912.

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LEGUEU, FEY, TnocHOTE. Bull . òe la Soc. Frane. d 'Urol. , nov. 1924. Lozz1. Atti, Ace. Rom. La11 cisiana , 1930. In. Gazzetta rlegli Osped. e delle Clin., 38, 1931. lVlATHÉ. Surg. G·y11. and Obstr. p ag . 605, 1925. In . The Journ. of Urol. , vol. XXX, p. 211, 1928. MAYO W. Journ. Amer. Med. Ass. , pag. 1383. MARION. Comm. e Disc. alla Soc. de Chir. de Paris, 1923. MERKEL. Virch ow 's A.reh ., Bd. 191, 1908. PERTHES. 1\rltinch . rned. Woch . n. 40, 1° ottobre 1912, pag. 2204. PAPIN. Atti II Congresso intern. d 'Urol ., vql. II, 1

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1924.

Io. Chirurg ie du r ein t . 1, 258-273. RuNrPEL. V Congr. Deut. Gesel . f. Urol. Wien , 1

1921.

RuPERT. Surg. Gyn. a11d Obstr. , 1913. T1JFFIER. Corn1n. e t disc . à la Soc. de Chir. de Paris, 1923. Interessante pubblicazione:

RIASSUNTO. I..' Autore illl1stra du.e 1casi di vasi a11omali d el r en e : n el 1° caso si tratta di vera arteria renale accessoria, riscontrata casualmente du-

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Prof. Dott. CUSTAVO RAIMOLDI Docente di Patologia Medica nella R. Università Chirurgo aiuto negli Ospedali Riuniti di Roma

L'esame della funzione renale con i moderni metodi di indagine Prefazione del P.r of. Roberto Alessandri INDICE SOMMARIO. Cap. Il. COSTITUZIONE L'UREMIA, Pag. 4 a Pag. 13 a 18. Cap. - ·Cap. V. ESPLORAZIONE

Cap. I. RICORDI ANATOMICI, Pag. I a 3. CHIMICA DEL PLASMA SANGUIGNO · E DEL12. Cap. 111. FISIOLOGIA DEL RENE, IV. INSUFFIOENZA RENALE, Pag. 19 a 22. DELLA FUNZIONE DEI DUE RENI PRESI INSIEME:

r. Metodi che si basano sul solo esame delle urine . .. 2. Lo studio della funzione .Yenale con i tnetodi basati sull'esame del sangue. , 3. Lo studio della funzione .Yenale con i metodi basati sull'esame compa.yçit;1Jo -lel sangue e delle urine, Pag. 23 a 191. - Cap. VI. ESAME DEL v.~ORE FUNZIONALE DI CIASCUN RBNB PRESO SEPARATA, MENTE: Fisiologia dei Yeni pyesi sepayatamente e compayat•

fra loro. .. l metodi di esploYatione renale applicati all' esame compayato dei due .Yeni, Pag. 192 a 203. - Cap. VII. V ALORB DEI METODI DI DIAGNOSI fUNZIONALE NELLE MALATTIE MEDICHE DEJ RENI, Pag. 204 a 209. Cap. VIII. VALORE DEI METODI DI DIAGNOSI FUNZIONALE NELLE MALATTIE CHIRURGICHE DEI RENI E IN QUÉLLE DELLE VIE URINARIE, Pag. 210 a 214. Bibliogyafia,

Pag.

215

a

247.

Volume in,8° di pagg . VllI-'247, nitidamente stampato, con 21 figure nel testo. Prezzo L. 3 O, più le spese postali di spe· dizione. Per i nostri abbonati sole L. 2 7, 5 O in JX)rto franco. Invia.r e Vaglia allteditore c ursale diciotto, ROMA.

LUIGI POZZI, Ufficio Postale Suc-


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Nt:i\•I .

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SEZIONE PRATICA

SUNTI E RASSEGNE. SISTEMA NERVOSO. Contributo allo studio delle cefalee, intermittenti. (A. P. THOMPSON. The Lancet, 30 luglio 1932).

L A. riferisce 25 1casi di cefale·a i,.ntermittente, sco,r npagnata da s_inton1i visivi, quali si OSS€TVallO nella forma c lassica 1dell 'emicrania. Tali cefalee insorgev,an·o pr-evalentemen.t e in coin1c.idenza con la m estruazio·n e. In· 17 dei 25 casi descritti, fu possibile di dimostr.a1r e ra·diologican1e.n te l'e i tenza di note patologiche, bene e videnti, a carico della sella turcica, costituite quasi icosta.n temente da ossificazione dei legamenti interclinoidei. In no, e oo-getti, tale ossificazione era co1npleta, in tre la scelta era certame nte più piccola che di norma; in ·dUJe pazienti si notavano delle on1bre .lievi, espressione di un 'alter.a2ione patologica di mi11ore intensità. In altri tre casi i processi 1clineoidei posteriori, eccezio·n alm ente prominenti , giungevano quasi a contatto coni g li anteriori; in tre vi erano s~o:n i di intenso riassorbimento d ell 'osso cl1 e costi tuì. ce il dorsltm sellae, e nt.glì ultim1i due la ella stessa pareva allargata, non di tanto però, da con sentire la diagnosi di tumore ipofisario. La descir izion.e ch e u sualn1ente si dà del cc diaphragma sellae » (una m embrana che copre qua1si com1)letamente la sella tu.r cica) non sarebl)e secondo l'A., cor.retta. Normalmente il diaframr11a :-;a rebbe inco·n1vl eto € / di ta11to, 1ch e un moderato aumento di volume dell 'ipofisi, potrebbe non dar-e segni d ' iperten.s ione endoseillare. Appare quindi su.ggestiva l 'ipotesi che, i soggetti oon· o,s sifi1cazio·n e dei legamenti interclinoidei, e diaframma eccezionalmente sviIu.p1Jato, s i.a no per qt1esto p articolarmente gisposti a Ila iperte n siorl·e in trasellare. L'A. rpensa cl1e nella serie dei casi d.a. lui descritti , le cefalee aocessionali, fossero appunto dovute ad .aumento della tensione locale nella sell a tu1rcica, collegata con l'insorgenza della m estruazione. In appoggio di questo suo modo di vedere, 1'A. adduce i ·seguen.t i fatti : o) i risuJtat.i cij recenti lavori sperimentali, eseguiti su sc.imrnie, che parlerebbeoro nettamente per u:n'azione del lobo anteriore dell'ipofisi, determ in.ante il flusso mestruale. b) il fatto ch e si notarono cefalee inso1rgenti in. coincid·e nza con la mestruazione in d:uie donne, in cui molti anni dopo, si sviluippò uni tum·ore ·della pituitaria. e) due esen1 J)i di diretta eredità e dell 'ossificazione ·dei l eg~a·menti interic:l inoidei, e delle cefalee n1estruali. 1

d) la assenza di alterazioni sellari radiologicamente dimostrabili, in soggetti che non ar1davano so·gg-etti a cefalee. e) il miglioramento ·della cefalea in· una notevole !PercentUiale dei ca:si, trattati con orm0ne follioolare ovarico, che era stato dimostrato, in ani·m ali da esperimento, capace di ridurre il volume ·dell 'ipofisi. Molto .recentemente si è affermato, che molte pazienti affette ·da tali cefalee, insorgenti v&so I.a fine di mestruazio·n i prolunga te e spesso abbondanti, migliorano e guariscono se trattate con iniezionJ di estratto di corpo 1.uteo. In ·due casi anzi, in 1c1Ui la terapia con ormone follicolare :aveva fallito , il •s uccesso arrise alla cura con1 estratti di corpo luteo. M. COPPO. mu~tipla.

Meningite linfocitaria e sclerosi

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(B. KEcH1·. J(lin. Woch., 30 luglio 1932).

N·on vi è in tutta I.a n ·e urologia una malattia che .p reselnti un. quadro sinto·m atologico così vario, quanto può presentarlo la sclerosi m1wltipla. Non è ·e sagerato il ·dire ·C;h e nomi vi è sin... t0tma in questo ramo della scienza m·edica, che non possa essere ascritto a tale.i malattia : e ciò è dovuto alla possibilità di form.azi·one dei focolai su tutto 1'asse cerebro-sip1inale. Ma non solo la ·sill.toffilélltologia obiettiva, b en sì .a n ch e il quadro ·del liquor può talvolta cond~rr e ad una eirrata diagnosi anche i.I più esperto neurologo. Ciò sta a dimostrare il ·caso riferito dall 'A. Si tratta di .u na donna ·di 89 anni, oon niulla di importante nell'anamne.si remota. N-ell'a·p rile 1931 .aborto spontaneo, seguito da ascesso del DouglJas e ·pelv1peritonite, guarita serua intervento chirurgico. A metà di giu,g no forti ce,f~­ l·ee che fanno pensare a·d un tumor ceirebri : n essun sintoma meni'Ilgeo. A metà di luglio il dolore si è localizzato al trigem1ino di destra. E ntrata sotto l 'osservazione dell'A. l'esame obbiettivo mostrava soltanto una ·p aresi del retto superiore di destra e dell'elevatore di sinistra. , Si P<mSÒ ad una paresi di genesi infettiva dal1'ais cesso pelvico pregresso. Ma l'esame ·del liqupr ·deitte: Pressione termina le 260 mm. Pandy + + +; Nonne Avpelt + + + cellule 210/3 per la maggio·r parte linfociti. Questi risultati fecero naturalme•n te p ensare ad una forte infiammazione meiningeia : mia la prova dell'oro diede u1na curv.a n ettam ente :ai tipo paralitico. Si pensò quindi ad una forma di lUJes. Però l1a W assermann e I.a Meinicke n jel liquor era no n1egative. Praticata una cura con mer·?"u~io il quadTo clinico e quello 1del liquor non nngl1or~­ rrono· una curra jo·d ica ebbe buoni risultati: nugliorÒ il quadro clinico g.e nerale, · dimi~ì. ~i molto la cefalea, si alten11ò il qua-dro men1ng1t1co ·del liqu1or. La paziente fu dimJessa. Ritornata dopo qua1'che tempo ambulatoriamente presen1

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1700

« IL POLICLJNICO n

ta,1a : n istagm·o laterale, paresi trocleare bilaterale, assenza dei riflessi addominali, lieve pare·si degli a.r ti 1S1Uiperiori, liberi gli inferiori. Riflessi tuttti indeibol.iti senza differenza. Mancava il tr.emore inten zion1ale. Si fece diag:n·o si di scler osi a placche, malgrado· il quadro del liqu~r fosse immutato. P·oche can1siderazioori sul caso veramente raro: infatti è noto ch e n ella sclerosi multipla il reperto oellulare del liquor non è q.uiasi mai supeJrior.e al normale nè le reazioni sono a tipo meningitico coonie in questo ca·so. ~Ien.o is.tra·n o è il co1m portamento· della curva del1' o:ro colloida le, cl1e sp·e sso, n ella sclerosi multipla si mostra dello stesso tipo ·di quello ·d ella para.lisi PT·ogressiva. L 'inizio clinico dell ai scleTosi multipla .n o111 r.aran1e1n te hiar oar.attere cerebr.ale o meningeo: raro· è inveoe un simile com•p ortamem1to del liquor. Co·n clusion1e : la diagnosi fu fatta con l 'esa1mie clinico1: m.algTa.do tutte le ra ffi!Il1a tezze del modeir•n·o la b or.a tori·o, l 'esame diretto deil malato resta sempre ancora la nostra g u,i·da più fidata n egli intricati ed :a1ppassionanti problemi della diagno1t ica. 1

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LA CAVA.

Degenerazione epatolenticolare (pseudoscle· rosi, degenerazione lenticolare progres· si va e spasmo di torsione). ("'\-u -L1N CHENG. Th e Chiri.ese Medie. Journ ., ap~ile 1932).

Tipo I . Pseridosclerosi di W estphal-Strumpell. - Nel 18·8'3 C. Westpl1al ha pub1b licato l1w storia .di due n1al.ati 1c:h·e avevano tremore intenzionale g·eneralizza,t o, spasticità delle e ... tremità co·n, len tezza e de bolezza d ei movimenti, paro la ·m100101tona, cefalea, sonnol enza e, in un ca o, c risi ·di perdita di coscien za. No11 aven.do trovatoi alterazioni anatomiche ch a ,pieg.assero i disturbi ·chi.amò qu1esta m .a lattia pseudo,s clerosi, per la omjglianza co.lla clero si multipla. Nel 1898-1899 r iferì a ltri tre casi e ' " ta.b ilì che la m.al.attia ha i·n.i zio, n ei giovani, si n1anifesta da princi1)io com e u1n . distunbo moltorio e "è seimpre ·distu.r bo della parola, che vi si aisociano distll!bi psichici e ch e, nel d~corso ulterim'-e, po ssono compa.r ire attacchi epilettici o epilettiformi con con seioa uen te emiparesi. Egli disse cli.e a ,d iffere·n ziare questa malattia cl.alla s:alero·si multipla c.' è la mancanz1a1 d·ei seoo-ni oculari (lfl.istagmo, atr ofia dei nervi ottici) e dei di turb·i di en ibilità . In u n caso egli trovò :ulD 1~am nJ 011in1ento del corpo striato1 e del cervelletto e contempora11ea·n11ente u 1n a cirro i · nodulare del fegato . Nel 1912 Alzh eimer trovò in questa malattia l·esioni ,del corpo striato, del talamo, della regione 1subtala,miica e de1l il1'Ucleo dentato d el cer,relletto ·e si trattJa,v a di un pr-ocesso d egene1

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1~ati vo.

[Aì"4""NO

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Nu~r .

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Tipo II. Degenerazion.e lenticolare progressiva (Mal01ttia <ti Wilson). ~ Nello stesso 1912 Wilson ·d·eiscrìsse uma malattia del sistema nervoso extrapiramida le, che compare 11ei giovani, che sp esso è familiare, 1caratterizzata da .tremore, disartria, disfagia, rigidità muscolare e ipertonia, emaciazione, contrazioni spastich e e COIIltratture , ·e motività, a decorso progr essivo, ' empre mo·r tale. Anatomicamente : sempre cirrosi e;pat~ca clinicam·ente muta e (leg.e nerazione b ilater.ale simmetrica del globus pallidus e del putamen. 1

Tip o III . Spasm o di torsione (Ziehen- Opiperiheim). - Co1m pare per 101 p~ù n1eii. bambini fra 8 e 15 arini ed è caratterizzato da 1a1m;pi n1ovim·enti ·di rotazione degili arti e poi d·el tro11co con disturbi psichici progr essivi. Il primo caso di spasmo di torsio ne fu <lese.ritto da Th·o malla n el 1918·; egli tr()IVÒ anatomi1c a·m1ente sple'll.o m egalia, cirrosi epatica, e degemerazion,e ·d·el putamen ch e era più strel to e p iù soffice ·del ·n oir male e presentava microsco-picamente molte cellule oon gr;anuli di grasso e pochi astro citi fibrosi ei cellule rotonde d 'in filtrazione attorn.o a d a lcuni vasi. Il Thomalla propo·s e a·n .ch e di dare il nome di cc Distonia lenticolare » a questi tre tipi: pseu·dosclerosi di Westphal-Strum!pell, malattia di Wilson ·e spa.sm o· di torsion·e . Per quanto riguarda l 'er:edità, son o stati descri,tti casi familiari di p·s eu.do1sclerosi e di m. di Wilso1n . Si ·dà molta, importanza a ll 'a.nello di Kai erFJ.eiisch er , cl1e è un anello ch e 1co•m p1ar e nella cornea, non, trasparente, di colore grigiastro bruno, ch e si può avere anche senza degenerazion e epatolent~cola.ve; p,e rò nei ca1si in cui qu1esto· anello c'era o si ebb ero tardivamente i disturbi 11ervosi o si eb,b e a natomicamen·t e u11 quadro incompleto (cioè con sole modificaziom.i epatich e). Sulla n.a tur.a, ·del pigmento del1'anello le 0,pin ioni sono discordi: per alou11i si tratta di emosideTin.a , per .a ltri di d eposito di a:ngento, per altri di pign11ento orga·n .i co cl1e spettroscopicamente somiglia .a soluzione di uro bilina con centrata. Quadro neurologico. - Oggi si comprood·o110 i tre t ipi su d1descritti (p_euido·s clerosi, m. di vVilso·n ·~ spasn10· di torsione) in un un~co gru ppo a cui Hall ha proposto ·d i dare il nome di « degelflierazion e epatolenticolare ». Braun1i.il1l ha pro1p o1sto il n o,1ne, forse più a datto , di degen erazione epato·cereb·r ale, perch è le lesioini n,e;rvose n on sono nettan1ente circoscritte al l1etntico,l.a re. essen1do statei t:r.ovate lesioni d e.Jle cellule gangliari ·del.la zona r olandica, del corpo di Luys, d el fascio, di Forel, delle cellule piramidali ·d·ella corterc.cia frontale, del nuc leo r osso, ·della caps111la interna, del talamo ottico, della sostanza bian1ca oerebrale e cereb ellare, -d el nocleo dentato, ·del fascio Jongitu·d inale posteriore. 1

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Sono accet tati da tutti co·m e base anatomica d ella 111ala ttia cambiamenti della glia con d egenerazione degli elementi n ervosi . . La :Presenza di alterazioni p eriva1sioolari fa pensare ad un.'origine vascolare della malattia. P er quanto rig.uJarda l'etiologia e la patogen.esi, secondo Riimpel c'è un ·distu·rbo di sviluppo fetale .del fegato ch e dà pseu.doscle r osi per a ntointo icazione, m entre per Kehreir su a lterazione congenita agi ce una tossi111a este rna. P er Bostroe mi si tratta di intossicazione intesti·n ale, per Haurowtz di 1aumeinto del rame n el fegato ·e quindi di intossicazione d.a, rame; per altri si tratter ebbe di intoss~cazione da manganese. I..Ja prognosi è in,faus ta. Dopo questa rassegna ·d ella letteratura l 'A. riferì ce per estfso due casi di pseudosclerosi senza di turbi m entali e ch e presentav:at110, il c l1e è frequ ente, leucopenia e trombocitopenia. In tutt 'e due :c.'era l 'an ello di Kaiser-Flei ch~r, in uno c' era cole terin e111ia alta, e in u 1no e' erano n e i foo·d o d ell 'occhio macchie g rig ie , probabiln1 ente· d.a d ejg en erazione retinica . R. LusENA. 1

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Paralisi la1·iugea. (L .

RAMO ND.

Presse Méd . , 23 luglio 1932).

La paralisi d ei mUiScoli d el lariin.ge d etermina innanzi tutto di_turbi d ella voce: sia un 'afonia completa, sia , .p iù spesso, una modifi.cazion e .d ell 'emri.ssione d ei suoni ch e dà d ella raucedine o la ' 'oce bitonale perch è l e due corde vocali 11on vibra no all 'umison o. Nel più d ei casi non e iston o di·sturbi r espira tori, oppu.r e, qua11do e si tono, sono molto, leggeri, eccetto in a lcune paralisi h·iLait era_li nelle quali ono del r esto per lo più dovuti a fenomeni di spac;;n10 sovrapposto p.iuttosto ch·e all '·occlus io•ne m eccanica ·d e lla rima g lottidea. Ma disfonia e afonia so110 sf,g.ni comuni a l!a maggio·r parte d elle malattie ·d el laringe, 1cosicchè si impone l' esam e laringosoopico per disting uere i disturbi vocali di origine paralitica1 d a quelli ch e ·dipendono da altre ca use (infiamm.a zioni del la ringe acuta o cro11ica, artrite crico-aritnoidea, :cicatrici, tumori, afo.. ni.a isteri1ca). el caso della para lisi rico·r renziale si trovan o :una o ambe1due le corde vocal i completam ente immobili, ciò che costituisce il 1carattere fondam.entale d ella paralisi d el laringe: la sitUJarz ione d ella oord.a affe tta (in posizi on e m ediana, ju,xa-mediana o cad averica) non h.a in pratica il valore •s emeiolo·g ico che le si è voluto attribuire. · Una volta tP1a sta la diagnosi di p1aralisi larin .. gea oocorre risolvere il problema etiol~\co . T eoricam ente una1 para·l isi laringea piuò di~ pendere ·da una miopatia , n1a pra.ticam•e nte essa è sempr e in rapporto co,n alterazioni d ell e fibre nervose motrici d estinate ai muscoli d el larin ge . •

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SEZIONE PRATICA

Un~ paralis i del laringe può essere pura o associata . È pura quan·do 1coritem1Joraneamente

noi: esiste altra. paralisi: d e:l velopendolo, d el f.ar1nge, delll8! lingua, dei muscoli trapezio o sterno-cleido-mastoide-0·. In questo caso le fibre n ervose motrici destinate al laringe son·o sta.te le"e in u·n punto in cu.i es·se sono' n.ettam~nte separate dai filetti IIlervosi appart~­ ~ent1 al g losso-faringeo, a llo spiinale e al gran-O.e 1pog losso, e questo pun.to non può essere situato ·Ch e sul nervo· ricorrente, cioè nel collo o n el torace. Al 1co.ntrario, 1.llI1a paralisi laringea associata indica cl1e le fibre nervose d estinate al l1aringe sono state lese :P1iù in alto, n ella parte alta del oollo, alla base d el cranio, a livello del foro lacero posteriore, n ella cavità cranica , i•n.fine n el b~lb?, .in regioni in cui esse sono più o m eno in intimo contatto con i file tti neTvosi del g losso-faringeo, dello spinale e d el grande ipog losso. Secondo la sede d ella lesion e cau-81a.Ie le para lisi associate u1I1ilaterali d el faring·e realizzan·o un certo numero di sindron1i c t1e sono ben note: 1) La sindrome di Avellis, costituita d.a una paralisi laringea unilaterale a ssociata ad un ' emipl~i-?- velo-palatina o·m .o laterale, per com p rom1ss1one simultanea del pneumogastrico e d ellia1 branca interna d ello spi.nale. 2) La sindrome di Schmidt, con secutiva ad un 'affezione d el pneumogastrico e d elle branch e, interina ed esterna, d ello spin.aie, rappresentata dall 'associazione di una paralisi di U!Ila co rda vocale con una emiplegia vel 0-palatina e con una paralisi ·dei muscoli trapezio e sterno- cleido-:rrua1stoideo d ello stesso lato della paralisi laringea. 3) La sindrome di Jackson costituita da u.na sind.rome di Avellis o ·d i Schmidt alla quale si aggiunga una ·e m·iplegia lingu,ale o·m olaterale p·er compromissione de l g rande ipog losso . 4) La sin.d rome del foro lacero posteriore o sindrome di V e·rnet , in cui la paralisi la ringea è associata ad una pa.ral~si d el faringe del]o stesso lato, essOO!do compromessi contemporan eaµiante g losso-faringeo, pneumogastrioo e spinale. 5) La sindrome di Collet o sindrome totale dei quattro nervi craniJci (glois so-faringeo, j:>neun1ogastric.o·, spina le e g rande ipog losso) costituita da U)la sindro1m e di Ja1c.kson alla quale si associa Ullla em ip legi.a faring·ea. Quando la paralisi laringea è piura, es sa può essere di -0rigine traum1atioa', p.er ferita a ccid entale O chirurgi1Ca, ,da C0 mpressione. (aneurism.a ·dell'aorta, cancro d ell 'esofag;o, gozzo semplice, basedovoide o can ceros 0, tubercolosi pleuro-polmo11are, can1cro d el polmon·e, tumore d el m·ediastino , ·s ten osi mitralica, pericardite) o ·da n evrite (tossica, infettiva). 1

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C.

TOS CANO .


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<< TL POLICLINI CO

TERAPIA. Innovazioni nella dieta dei tifosi. l (LEEBERG . Zen,tralblatt f. Inn. Med.,

(G. maggio 1932).

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L 'A. ebbe a_sperimentare alcune nuo·ve modifi ~az ioni die~eti_cl1 ~, ·d,a lui ~}r·opos~, in soggetti ammalati d~ tifo in Palestina. Il v,alore ·d·e lle co·n cl usioni viene ridotto no·t~volmen Le, 1a, d etta ·d ello is tesso A. dalla genern•le, naturale lievità di d ecoTso ,d ella malattia n ella grande mag. gio ranza dei ieasi o·sservati e·d' a lim·entati secondo. i nuovi sch e·m i . Il concetto info.:rmatore della nuova dieta pren·de origine da due · premesse teorich e: la' cOTusiderazione d ei disturbi del rican1b·i o, ·dov uti .alla infezione eb erthiana, e lo s tudio del ricambio del bacillo· stesso. Del ricambio d ei tifosi molte volte è stato d etto, ·da vari punti di vista. Nurn.e rosi AA. si sono o ccup·a ti del ricambio proteico, Rei ter e Reii ch e d·e l · 1ica·mtbio• della co1le1steri.n a. L 'A. stesso in ooillaborazione con T.aubes h a stu·diato il co·m portamioo.to dell 'urea, delÌ 'acido urico, ·d ell,a colesterin.a , del g lucosio., delle xartto1p rotein·e e dell 'indaicano., n el sang u e e n ell e orine ·dei tifosi. Il tasso della ool esterina oscilla va second o ' l '.alte·zz.a ·della febbre, fra 8'0-110 mmg. %, e, n ella con valescenza, fra 160-180 mmg. %, cosicch è in· un-0 stesso soggetto, si avevano oscillazioni di 50-80 mmg. %. I valori trovati erano indipendenti così d al1'età d·ei soggetti, icom.e dalla sp ecie del ge rm e, e solo variavan o oo·l varia r e della febbre e ·della durata d ella .convalescenza. Parve .all 'A. 1c.h e la differenza tra ·valore d el tasso colesterinico in pieno stato di malattia e in: conva lescenza bene .avviata, potesse costituir.e un indice signifiicativo·, d·e llo stato ·d el ricambio intermedio dei grassi, e ch e· ciò con ferm asse direttamente quanto· egli •stesso aveva trovato 11 anni prima, sperimentan·do sug li a•nimali. Nel 1921, infatti, l 'A. osser vò , in ricer ch e sperimentali, ch e colesterina e g rassi n eutri si derpositano n ei tessuti •solo quando quella e questi vengano entrambi , contemporaneam ente somministrati agli animali da esperim ento. La colesterina sembrer ebbe ci oè costituire quasi una g uida, .u1n mezzo p er la fissazione d ei g rassi neutri. Lo· stato ·di g ravj_danza fo·r nirebbe il controllo fi siologico di ·questi .risultati: un.a· r icca alim.entazion·ei ·e l 'ipercolesterinemia favoriscono , nello stato gravidico·, l 'utilizzazion e dei g rassi . Il fenon1eno opposto si verifich erebbe n el tifo, l 'A. non può ·dire se c·o·m e m.anifestazione car atteristica della malattia o se sem p1lic·em énte in 't lipen d·enza d el p·articolare ,a nda n1ento della c urva febb·rile. La perdita di pe•-o, ed in ispecie di tessu.to g rassoso e di colesterina, ch e si verifica nei 1

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tifosi, deve costituire secon·d o }.'A. il pum.t o di parte!IlZa p er applicazioni tera·p euticl1e consoni anch e ai risultati sperimentali riferiti: L 'A. propone quin·di una alim e11tazione 111olto ricca di lipoidi e di lipocr om1i. Le singole voci ·del pian o vittuario verranno specificate in con siderazion·e anch~ d el sec?ndo: obb~ ettivo, 1cui tendono· le modificazio·n i d1etet1che p:roposte, e cioè lo studio di .alcune particola~ità d·el ricambio d·eii germi del tifo, ed il loro sfruttamento a fini terapeutici. Ogni sp~ci e ~atteirica vive ad un optiin.um di concent11az1one idrogenjo.n ica (l 'A. consid era la •c.oncen trazio ne idrogen.ionica com.e una variabile1, in fun zione della quale variere bbe il ricamb~o ·d ei germi, a·n ch _e e essa non può esser e co·n s1derata :accanto a1. veri fen·om en.i d el r1can1bio, n el sen so puro di Braun). È n oto com e per lo sviluppo d el b. del tifo sia necessario un determtinato pH , poich è il germe n on cresce b en e n è i11 ambiente n ettamente alcalino n è in m ezzo neittan1ente acido. . ' Orbene, se il pH del sangue, costante anch e nella febbre, n on può in vivo essere modific.ato sen sibilmente, lo si può b·ene spostar e in altri liquidi organici, in curi. il b. d el tifo finisce per tr-ovarsi : su cco gais trico o duodenale ,e orina. Con un ' alime ntazione ch e tenda a portare verso l 'acidosi , -0 I)iù direttamente somministrando 0 1pportuni medicamenti si . ' riesce a spostare di qualch e po ' verso l 'acidosi il pH ·del succo duodenale. . Nelle urine poi, l 'idrogeno raggiunge con tal e trattamento una concentrazione addirittUr ra incompatibile con la riproduzio,n e d el b . d el tifo. · L".aziome ter.apeDrtica volta a qu,e sto scopo, J) UÒ pioi venire UJt ilm e.n ,te integrata co1 n l 'u so di ch emioterapi1c.i, qu.ale l 'urotropina, ch e, co·m e. è noto, in amib ie1nte acido. lib·ereirebb e formolo, n elle uri·n e e r1ella bile. lliassumjendo quanto abbian10 ·detto· rua.1a dieta per tifoso d·ovrebbe secondo l 'A. 'corrispon·dere ai &eguenti r equisiti : I ) de,re ad.a ttarsi per quanto è possibile a l1'appetito, alla possibilità d'ali.men tarsi d eil paziente e .all 'altezza d ella feb·b re; 2) ·deve fornir e, fin dal! 'inizio d ellà malattia, tante calorie, da ridurre .al minin1·0 l 'in evitabile c.aduta d·el peso co·r poreo ; 3) ·deve esser e ricic.a ·di lipoidi ben digeribili e ·di lipocromri; 4) d eve, in g·iorni periodicam e1n te inter calati, aver e una inten sa azione acidificante. Tre so·l e controindic.az ioni a ll.a1 terapia acid.a son o rico·n o·s c.iute dJall 'A. : I.a nifrite, la 111efro si di alto grado, 1oomun1que il ten esmo vescicale di qual.un·q ue natura: il vomito g rave , la nausea ostinata e le e nterorragie costituisco·n o altrettante controindicazioni alla dieta ricca di lipoidi. L'A. dichiara assolutam.ernte incoraggian.ti i 1

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SEZIONE PRATICA

risultati ottenuti con questa terapi<i·, che ha applicato anche in casi di d ecor o grave, ed aggiunge ch e in alcuni casi, opportunamente stu diati, le urin e e le feci n<)in co·n ten evano affatt·o germi del tifo. Riconosoe ch e solo urn attento e perin1·ento di miolti anni, potrà controlla.r e il valore d ella dieta d.a lui proposta e stabilire se essa valga anche a ridun·e la frequ enza delle complicaizioni d ella n1al.attia, do,rute ad autoinfeizione (pielite, colecistite tifica). M. CoPJ.:>o. 1

Prospettive terapeutiche del futuro. (J . A. GuNN. Britisli m ed. Journ., 27 ag . 1932).

Le ricerche a·ltuali ulla teirapia posso110 essere con iderate da tre pun·t i di vi ta: farn1acolog ia perimeintale, cl1e1niioterapia e terapia ~p1erim ein tal e. La iuao-aior p arte delle droo-h e attualmente usate, peirò, non è pa sata a ttraverso q.ue to ' raglio, peirchè ci 0110 tate traman·date fin dal medio evo o c i sono venute dal nuoYo i11ondo, emp re in base ad os. ervazioni dirette circa la loro azione sul1'uomo. La 111edicina modeirna ha pertahto acqui, tato u·na g.rande eredi·tà d al pa ... ato. Quando, circa un ecolo fa, è sorta la farmacologia sperimentale, que t.a si è trovata di fronte alla, n ecessità di liberare la materia n1edi1ca d a una gran·d e quantità di droahe in.u.t ili od inattive ed h a portato, non già un au.miemto, ma una diminuzio11e di e e; 11on è però· da esc luder i ch e tale eliminazion e abbia portato ad errori . Si posa ora la questione se i progressi compiuti in. terapia siamo analoo-hi a que lli fatti nelle a ltre branche d ella sci·e nza mledica e se i metodi attuali di stu·dio e di ricerca ci p ossano garentire una buona messe per il futuro. Nell 'ultimo mezzo e.colo, si so·no fatti notevoli progressi n ella n1edicina curativa , specialmente con• .]e sco·p eirte d elle a·n1titossine, d ei rime,di end ocrini , d elle vitamine e lo sviluppo della ch e.mioterapia. Però , questi rimedi sono aprp li1cabili solta.n•to ad una piccola pa.r te d ell e m .alattie ch e .a·fflig.gono l'uomo e si deve confers sar e ch e ben pochi •p rogressi si on·o f.atti n el trattamento d elle malattie comuni, da cui sono affetti la maggio·r par.te d ei pazienti ch e entrano in ospedale. La chirurg ia, ]a medicina preventiva, la patologia son o state completame nte rinnovate e q.uiasi 1c.reate, nell 'u.l timo· seoo·l o; vi è un forte con.trasto fr<i i p-r·ogr essi fatti n ei .mietodi di diag·n osi e quelli d ei metodi di terapia. Un rr1edico di cent'anni f.a ch e visitasse oggi i nostri ospedali rimarrebbei maravi.gliato al vedere lo strao-rdinario sviluppo d ei m etodi per la diagnosi, ma non n1inore ·sa.r ebbe la sua ma1

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r avig·lia nell'a·p prendere che il risultato finale di tutta questa tecnica complicata per la diag·n·osi è l '1a.p plicazione d ei m etodi terapeutic i ch e gli erario famigliari e sui quali egli pure av.eva d ei duhbii. La terapia è quindi J'irr1asta indietro n ello svilUJp•p o in con fronrt o di altre branche d ella n11edici11a, anche se in quale.b e .p arte si so·n o avuti d ei progressi. L 'A. atitribuisce questa n1ancanza di avanzame/Ilto allo ·s carso inter esse cl1e si. aocorda .alla ter.apia. Trattasi di uno stato ·d i co·s e ch e doveva inevitabilmen.te aYersi, in quanto che una terap·i a razionale 11on •p uò aver si se n .o n quando si sono abb·a._ lanz.a sviluppa.t i i n1etodi di diagnosi accuraLa. Sfortunatan1ente, lo sviluppo di questi ulti11ti non porta n ecessariamente con sè quello di una terapia razionale e pertanto non possia1no in nessun modo gara ntire cl1e questa pos. . a svill1ppar si nel futuro, a m eno e.b e non si incoraggi l ' interesse per le ricerch e terapeutiche. Per quaI1 to rigua rda :p oi i rapporti tr:ai far111acologia sperimentale e fisiologia, è bensì Yero cl1e chi si occupa d ella prim·a deve avere una buona oono·sc.enza della tecn.ica fisiol·ogica, allo scopo ·di stu·d iare le varie azioni fisiologi cl1e d el rimedio ch e si studia ; ma le dµc scien ze non possono esser e riunite in1 una ·... ola ,persona, a n1c h·e perch.è il -farmacologo de,'e .aivere una ufficiente 1conoscen za d elle malattie, quale non può averre il fisiologo (ey j denten1·e nte l 'A. si riferisce .all 'ordin.a n1en1o ingle e di questi stu dii, chè ·da noi l 'unio- · ne d elle due cien ze in una stessa persona non '" i con cepisce). 1

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LE RICERCHE CHEMIOTERAPICHE.

Nel consideir are il valore ·d elle ricer ch e di 1ch emioterapia, l 'A. rileva ch e l 'azione1 di una determinra ta droga non va ricercata sul solo n1icrorganismo che si vuol combattere, ma sull 'associ:a1zione ·di qu.esto con l 'ospite, ciò che i1on è , e1mlp·r e agevole. La possibilità. ·d i studiar·e le infezion.i da .tri•panosomi n·e i pie.coli anima li da laboratorio ha portato ad importanti scoperte sull 'azione dei rin1edi su tali parassiti. Così, .J.a possibilità di studiare certi tipi di malaria n egli u ccelli ha portato a nuove scoperite n el trattamento della malaria del1'u·o,m o. Altre condizio·n i so·n o n ecessarie per Io sviluppo della 1c,h emioterapia, com e la opportunità di osservare le m alattie n ell'uomo ed i pro.g r e si ·d ell.a chimuca; così, soltanto qu.ando il chimico po.tè isolare i vari alcaloidi della china o ·dell 'ipeca, modificarli in varia guisa e pro·ced e:r e alla loro fabbr~caz ione sinteticai si r e.a lizzarono pro·g r eis si in questo campo. Si so stiene ch e g li alcaloidi naturali sono più attivi di qu·elli .a rtificia li e ciò può an ch e sem1


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« TI. POLICLINICO »

brare vero, ma probabilmente il futuro ci darà d·ei prod·o·t ti qd azio·n e del tut'to· simile.

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Elettroterapia ad onde corte. (P .

LrEBESNY.

Wien. Klin. Woch., 17 giugno

1932). * ** L 'interesse. cl1e questo .n.u.o·vi·ssimo metodo di terapia fisica.i ha ·de.s tato in pochissimi anni è Il valore deille riceDche farmacologiche e tal,e , che già se ne parla ·n ei trattati e nei corsi chemioterapiche, però, non può essere ·p rovato speciali: e nuovo esso è effettivamente anche eh~ sull 'uo·m o· malat9 e qui tutta la nostra n 1el suo 1concetto baisale, .essendo completascienza sperimentale si trova nelle ste•s se condim1ente differente sia come essenza che con1e zioni deill'antica ricerca terapeutica. Per otmre todica e come aziorn e·, cl.a lla diatermia. tenere buoni risultati in questo senso, l 'A. fa Mentre per la diatermia sono u....--.ate onde diverse proposte. della lung·hezza di 300 n1., col nl1-0vo 1neitodo so1) È necessario che gli studenti ;a1p pren·dano be1n .e la terapia cornie studiano la diagnosi e no usate ·On·de che da 120 m. possono· discen dere la :Ratologia. Ad essi va insegnato anche il a 6-2 m. e anche m eno (onde ultra·corte). Mentre con la diiatern1ia il paziente è direttamente modo ·di proceder.e alle investigazioni terapet1immlesso nel circuito oscillatorio ad alta fretiche, in modo ·d a ottenere una larga 1ci0operazione da parte ·del m edico pratico; lei os- ,quenza in maniera che la corrente €1ettrica passando attraverso il suo corpo vi p1ro·duca servazi-0ni del singoJ.o medico che possono al'azione calorica ri1c:hiesta, con la terapia ad vere sca.r so valo-re se isolate, ne · acquisteranonde corte con condensatore non si produce no molto se sar.atllno raccolte da molte parti n essun passaggiie> di corrente attraverso il cored opportunamente vagliate. po ·d el p·a ziente1-: l 'onid a che provjene· dal cir2) L'inseg·n amento presuppone l'esistenza di ooito primario ' 'iene trasportata con un cirinseg nanti; il clin~co si occupa più o meno delcuito di risonanza (Resonauzkreis) sulla superla tera pia, ma non, fa della .s ola tera pia la cie del corpo e nell'interono di esso·, sviluppan... materi.a del suo i1J1se~namento; l 'Universidovi la sua azione. tà di EdinbU!f'gh è l 'uni1ca, Inghil.t erra, in Se si paragona q.UJesta con quella p rodotta cui tale insegnam®to sia specializzato. dallra: diatermia vari sono i vantaggi oiffeTti dal3) Il problema di eliminare i rimedi inefla nuova terapia: .a·n zitutto, mentre la,.. diaterficaci è sempre vivo, in quanto che i fabbrimia provoca magigior calore sulla pelle e sul canti gettano sempre sul meT1cato nuove qua·n S-Ottocutaneo che negli organi profon.di , con tità di rimedi e vogliono ripagarsi ·delle gravi la terapia ad ondei co rtè il icalore è unifb,r mespese che inconit rano per lo studio e la prepamente distrib uito negli strati su1perficiali e prorazione di essi. La prova è poi fatta.i da medifo,n ·d i. Nè ·è da crederei che le O·D·de corte abci cl1e non hanno nè I.a preparnzione a·d atta, biano azione soltanto in qua.n to produttrici di nè la possibilità per arrivare ad un giudizio · calore (come pare accertato per la diate·r mia). concr eto. Recentem00ite è stato istituito in InSc:hliephake e lfaa.s e ha·n.no ·di'mostr.a,to cl1e alghilterra :un Comitato per lo studio dei ·n uovi ouine specie batteriche (stafilococchi, b. di rimedi e se esso risponderà bene allo scopo, Koch) :venivano uccisi ·O indeboliti dalle onde sarà molto utile. corte a temperature 1chei pur rientravano nei 4) Per l'insegnamento e per le ricenc.he di limiti di vitalità d~i germi. terapia <lovr,ebbe es·s ere destinato aJmeno un Am·c he le ricerche praticate su malati digran1de ospedaTei, a cui dovrebbero co1n .v enire mostrarono che le onde corte sono ter.apeutiquelli che maggiormente si interessano di tali camente molto attive, anche pre1scin:den.do dalricerche. la loro azione 1c:alorifica : questa in~a1tti n·on si 5) Vi dovrebbe essere ru111 'organizzazione per può sfruttare perchè per la loro forte potenza, raccogliere e diffondere le nozioni terape1Utila dose d'azione delle onde corte è mol.to viche; attualmente esse si trovano sparse in. molcina alla dose nociva. È per questo che. è stato · fi giornali e la sola raooolta ·della letteratura pe-conizzato l 'u1so .del con.densatore lin1ita·n1te. per lo stu·dio di qualch e datai questione porRig.u ardo allie!i indicazioni, quelle della diata via 1:1-n gran· tempo. In ogni paese che si octermia, più una serie di malattie sulle quali cupa di questioni ·di farmacologia e terapia, questa non pro·du.c eva aLc:un ef fettoi anzi povi dovrebbe essere U!Il. ufficio a cui dovrebbero teva essere dannosa: le miaJattie acute infian1essere inviate tuitte le pubblicazi-0ni in· materi.a matorie rd i O·r ga.ni e tessuti. Si va dalla cura e g.Ji estratti d·e i lavori .c om 1parsi sulle riviste1. di foru·ncoli, ascessi, i.drosadeniti, ipaterecci a Tale organizz;a1zione s'impone e potrebbe stare q:u1ella di grossi flemmoni con reazione gen.e: aiccanto ai laborato,r i per la farmacolog ia e la ralei : i risultati sem ,p re brillanti. Le anness1t1 chemioterapia ·e l'o·spedale per le ricerche terao artriti gonococcich~ anche in stadio febbripeutiche. Come vi è una perfetta organizzaziole, le ' plewiti tu.b ercolari e artriti tubei:colari n e per la p1rofilassi ·delle malattie, ve .n e do·v rebo no•n • l 'eresipela ecc. sono tutte m.a latt1e che bc: essere una per il lo.ro trattamento. rientra·n o n ·e l campo d'azione di questo m ·odernissimo m etodo di cura. G. L..\ C..\VA. fil. 1

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[ANNO XXXIX, Nuì\r. 44]

MISCELLANEA. Sulla valutazione fisica dell'atleta: Io stato del rene. (G. AIELLO. Gazz. Osped . e Clin., 17 lug. 1932). Iill questi tempi in cui lo sport ,,a acquistando sempre più appassionati 1c:ultori, lo studio d elle modificazioni che esso importa n ell 'organismo un1ano, non può non. apparire di primari.a irnportanza. È questo il compito d ell a m re dicina sportiva, a l cui sviluppo tanto impulso sta ·dando oggi il Governo nazio1n ale. Fra i problemi ch e p iù devono interessare il n1edico sportivo, quello ·della valutazione d ella fun.zionalità renale d ell 'atleta è forse :uino dei più importanti . L 'A., sulla base di un centinaio di osservazioni fatte sui a tleti praticanti vari sports e dall 'insieme d ella lettera tura sull 'argomento, viene a :concludere ch e lo studio delle albumi·n.u rie e fosfaturie n egli •s portivi dà risultati pi.Ulttosto confortanti in quanto pochi soggetti le dimostrano. In caso di riscontrata a lbum1inuria e fosfatu ria bisogna t en er conto di molteplici fattori e, specialmente, d ella pr·ofessione eserci tata, del] '·eltà, d·ella costituzione, ·dello rStato dell 'apparato ~circolatorio , d ello stato di ptosi , del gen ere di sport praticato. Il clima, il freddo, specie se umido, l 'alimentazione sono fattori da tenere in gran conto · nella valutazione d ella fu,n zione del rene n egli s.portivi. La prognosi d elle albumin.u.r ie ri contrabili negli sportiYi è in gen ere buo,n a eccetto qua11do i tratta di form e persistenti, progressive, rivelatrici di urua pregressa latenza nefritica. L 'esan1e della d en sità l 'esame dell 'albumina con l 'acido ace tico ' e ferrocianuro di potassio, un esam e m i:c.roscopico del sedimento eld un esatto raffro nto dei risultati con la 1c.ostitu.zione ·del soggetto e meg lio ancora con tutti i dati de lla sch eda naziona le di valutazione fi sica, giovano molto a l m edico sportivo per :U[la analisi co·mpleta delle forze dello s.portivo. Si tratta del r esto di ricerch e aiacessibili a qualUJnque m edico. Uno studio accurato m erita il problema delle nefroptosi e delle enteroptosi concomitanti , tanto più ch e le osservaziooi dell 'A. dimostrano una certa frequen za di tale anomalia in qua lG .. LA CAVA. ch e 1c:ategoria di atleti. 1

Contributo allo studio dell'e1·itema nodoso specie nell'adulto. (E. L1Escn. Rivista di Clinica "f\tf edi ca, 15 e 30 m.arzo 1932).

Riguairdo a ll 'etiologia diell 'eritemia n.o·doso c'è chi ritiem e che si tratti di una n1.al.attia specifica a germe ig noto da annoverarsi fra le ma.l:attie infettive>- c'è chi ritiene ch e si tratti di una si,ndrome ch e può eomparire in mol. . . . . . . '' te malattie infettive e in intossicaz10'Ili e c e 1

1705

SEZIONE FRATICA

chi ammette tutt 'e due le forme. Alla tubercolo i sp etta un posto particolare negli eritem i n odosi secondari, mentre oggi si ten.de ad abbandonraire il con cetto ch e l '·eritemia sia legato al reumatism o articolare acuto. Seoon·d o Sch:uipfer è UJn elem ento contro i rapporti fra reUimatis1no e:d eritema il fatto che mentre il ·p rimo è r ecidivalil.t e il secondo n1on r ecidiva. I dolori reumatici dell 'eritema inolt re non m ig liorano col salicilato. Nei tratta~ti più noti, anch e re·c entissimi, son·o a.mmessi invece i rapporti fra reumati.. m o ed eritema. A favore de.Il ' origine tub·ercolare de.Il ' eritema nodoso si sono espressi numerosi autori, sostenendo alau.ni ch e ·si tratti di tossiemi!él' ;tubercolare, altri di vera tubercolosi (tubercoloi·di). P er a lcuni sar ebb e manifestazione di m·e ningite tuheircolare latente, per altri di infezione da ·vir.us filtrabile. e è anche chi sostien e ch e l 'eritema IO. rapp1resen ti una roozi·one alla tubercolina cl1e l 'individuo esegue su se stesso e c.om.p arirebbe simultaneamente col complesso primario. Le riceirche istologich e e batteriolog ich e sono state per alcuni a favore, per :a ltri contro l 'orig ine tubercolare. L 'origin e infettiva specifica è so·s tenuta dal decorso clin ico che cootitui ce un qua·d ro a sè: incubazione di 8-1 O g iorn:i, ·p eriodo prodron1ico co·n· m a lesser e, cefa.lea, febbre e disturbi dell 'apparato ·digerente ; poi sintomi articolari , non costanti, e fin almente l 'eruzione caratteristica accompagnata da amemia, sudor.azionie rprofusa, aumento di volume della milza, leu cocitosi n ootro·fila con eosinofilia . Di più è malla.ttia coin tagiosa, epidemica, a carattere stagion ale. Le os·servazioni clinich e fanno propen·d ere l)eT l 'esistenza, oltre 'ch e ,d i U1n a forma autonoma ad etiolog i ca ignota, di u1n a fo•r ma secondaria a,d affezio1n i ·d iverse. L 'A. n e riferisce d ettagliatamente 26 . In questi 26 oasi l 'incubazione massima è durata 20 Qi.orni, la minima 1 giorno. Lai sintomatologia gen erale è stata ' 'aria: in alcuni si aveva il qua dro di una ma lattia infettiva gra' re, in altri non si avevano •sintomi oltre l 'eruzion e. In 5 casi la sintom:atologia si co·n fondeva coin: quella tipica del reum atis;mo articolate acuto. Iin 8 casi e ' era m odico tumo re di milza, in 2 tumore di fegato ·e iili 1 di tutt'e· due. In 19 casi c'erano sintomi articolari, in 12 casi l 'er.uizio·n e era stata preceduta o accompagnata da !élrngina. In 22 casi e.i furono alterazioni cardiach e, in 2 congiuntivite flittenulare in 2 n efrite e in 5 a.Jb·u minuria. La malattia co~parve 22 volte in adulti , 24 in p erson e di rsesso femminile, più spesso dur.ante l 'inverno. Le ric.erch e batteriologich e· sono state ne gative serrn1p re meno eh.e in un caso in cui si · isolò il diplococco di Fra·n kel. In un caso solo ci fu leucocitosi e in :uino eosinofilia. 1

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1706

« IL P OLl OLJNI CO »

[1\ NNO

Ogni caso di eriten1a i1o·doso deve essere cons iderato a sè, se nza presup,p osti teoretici. L 'A. ha voluto studiare .l 'eritema n odoso dal punto di vista fun zionale € oostituzionale d ella cute perr vedere se c'è una predisp.o sizione ad un determinato ordine di manifestaziolll.i. Gli elementi da lui raccolti non fann·o riten er e i m,aJ.ati di eritema nDdo,s o ap·p artenen.t i tutti ad un medesimo g ruppo di individui con uguale stait o vascolare e uguale reattività. Si t rattava ·di individui no·r mali 0 quasi nei riguardi d elJ.o stato dei va•s i e della risposta a stimolazioni meccaniche e1 terim1iche. Nel 50 % d ei casi la pro·v a del l~ccio fu positiva , ma n on ci fu rapporto fra prova de-I .l accio e contusifo,r mità ·dell 'eritem.a , per ·c.u i· è p iù probabile ch e la m .a lattia no·n di!pe·n da da .u na diatesi emorr·agica1, ma provochi un 'azione sui vasi e ch e ci sia molta so,m iglian·z a fra peliosi r eumatica ed ·e ritema nod·oso, som1iglian za ch e fa ritooere• i·dentich e le due malattie a numer osi .a utori. R. LusENA . 1

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Sulle prospettive di ottenere i preparati ormonici dalla sostanza vegetale bruta. (0. STEPPUHN. Die l\1ed . Welt, .n. 31, 27 agosto 1932). .

Una delle differen·ze più nette nel comportam·ento ·c.h imico· della cellula animale e vegetale è · quella posseduta dai quest 'ultima ·di 1po·ter operare, per me1zzo della cloto.fi.lla, la sintesi primaria degli idrati di carboni.o. Anche la cellula animale, i n.v ece, è capace ·di svolgere il pr·ocesso di aminizzazione sugli acidi cl1eton~cJ., ge1D.erando evemttualm,e nte aminoacidi da i prodotti ·del ricambio zu cch erino. L 'attività d ella cellula vegetale però, resta , in definitiva, incompara1b ilmoote più svariata • e r icca. Analogh e legg·i e meccanisn1i presiedono poi alla costru2ione della sostanza ·c.ellulare fon·d amentale, vale a dire quella d elle proteine specifich e, n on ch è alle trasflorrr1azioni degli zucch eri e· d ei g rassi. Altre analogie, invero più profonde, si r iscontran·o a llorquando si co·n side.rano no11 solo i corpi a funzioni cono.scjute, rna anche quelli lai cui f.1uinzione resta tuttora n·o,n b en conosciuta, specie per !e cellule vegetali. Bast erebbe, a tal prDposito, ricord.a re la clorofilla e l 'emocromogemo, ·ch e hanno, p·u nti di simiglianza tanto stretti; senza parla re dell 'ac.ido g licuronico, presente anche n.el regno, vegetale, c·om e pure l 'inosite dei muscoli , g.Ii a minoacidi me·t ilizzati, la colina, la leeitina, la colesterina, eéc. , corpi tutti ch e h:a1n1no il loro corrisponde nte. Di .p articolare interesse appare i.I fatto che si è r iusciti a trovare nell 'efedrina ·delle piante una sostanza ad azion e a naloga .a.1 quella dell 'adre1nalima eistratta da1le suirrenali. 1

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È ancl1e risaputo C·o111e l 'acido iodogor gon i-

co di certe alg h e sia simile alla tiroxina ; come molte sostanze vegetali posseggano .a.ziorie analoga a quella dell 'insulina ; e con1e infine sia possibile estrarr e del! 'urina di gravida ·~al1'ormone ovarico, cristallizzato, ad azione a11alo.g a a quella cl1e possono svolgere certe ostanze ottenu.t ei da germi vegetali . Sola m ente sulla base di qu·e ste .a.ffi11ità costruttive ·da parte delle ce1llule dei due recrni ci è dato· COJ.TI;prendere com e mai n·el mo;do vegetale si trovi u11a scelta così ri1cca di corpi, co 11 attività f.unzionainte analoga a quella dei no•s tri o.r ga.n i, e con1e sia ·p o·ssibile utilizzarl i a scopo curativo, a·l lorquando nell 'organi·sn10 fa difetto il corpo corrispon·dente. Esempi istruttivi di tale fatto li trovian10 con siderando l 'azione cardiotonica di molti p reparati vegetali , .an aloga a qu·ella del] 'ormon e ·Cardiaco, isolato di recenit ei, e l 'azione del1'efedrina nei disturbi fu11zion a•l i d el sin1patico, allorquando ,·ien e a far difetto la pro1d uzio·n e dell 'adr·ena.lina. E g li e.sempi potrebbero essere 111oltiplicati, qu.alora si considerassero tutte le svari ate sostanze, di tipo ormonico, ch e esplica110 una azione stin1olante ed inibente su1l lun1e vasale, sul.la diuresi, sul tono, cardiaco, sul son110, sul tono nervoso· e m 1u soolare, sull ':aoc'l'-e sci1nento, la .p eristalsi, l 'o sificazione, il rican1bio, e:cc. La terapia fisiolog ica del futuro dovrà quindi sempre più i)reoccu1parsi di ri1p ristinare ]a funzione or·g anica a lterat.a :u1sando sia g li estratti d.eg.Ji organi stessi , ia le sostanze prodotte1 dalla .c.ellul:a vegetale, le qu.ali agisc.a110 come quelli a dilu,i zioni Jninim€. Dato poi cl1e il pro.g redire delle ricer ch e i.n ta.J: sen so pern1etterà di scoprirei nuovi orizzon,t i in questo campo ormonale, si dovranno,. per quanto si è detto, ricercare nel regno ve:getale i cor.pi corrispo·n ·denti , che fuJ1ga1D.o da su rrogat·o , al m omento del bisogno. In sein so lato dunque, appare n etta la possibilità di ottenere i 1così detti corp·i 0 1rmo·n ici an·cl1e dalle piante. M. :FABERI. 1

Nuovissima pubblicazione:

Dott. Prof. GIUSEPPE CALLIGARIS . docente di Neuropatologia nella R. Università di Roma

LA FABBRICA DEI SENTIMENTI SUL CORPO DELL'UOMO humana est tota in toto corpore et in qualibet eius parte ». Scolastici. « Anima

Con

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figure intercalate nel testo

Volume in. .8n di pagg. xv1 ... 1058 nitidamente stam . . pato su carta distinta. Prezzo L. 7 O più le spese po..stali di spedizione. Per i nostri abbonati sole L. 6 3 in porto franco. Inviare vaglia a1l'editore Luigi Pozzi, Ufficio Postale Succursale 18, Roma.

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SEZ IONE PRATICA

NOTIZIA BIBLIOGRAFICA. L . DoM1Nrc1. Compendio di sem eiotica chirurgic1a. II Ediz. a.g giornata e n o tevo lmenle am l)liJata con 216 fig ure, parte a colori. - Ed. L. P ozz i, Rom,a, 1932-X. Prezzo L. 5G. 1

Il miglior commento di un libro è la sua diffu. ion e : il g iudizio più g iu sto· è quello d el · lo tu·d einte. It 1u,anu.a le, il com1p e·n dio , le c ui edizioni s i moltiplic.ano, b en efi ci.ano, quindi, d e11e due con1dizio ni ba ilari di un ap11)lfezzamento ser e·· no ed equanime. La . . e n1eio lica chirurg ica d el prof. Don1inic1, Direllore d ella R. Clinica Chirurg ica di P eru g ia, ved e, a .disla nza di p01eihi anrni dalla ua co n1par a, uma econda edizione, garan zia di UJJl avvenire briJJ:ante e orarriai certo . Que . . to m eritato· riconoscimento si può attribuire a lla ])r opor zione d etle ,~ari e pa1·ti, n elle quali è diviso il volume, e sopratutto all 'e1cletli mo d ei vari metodi, di studio ·e d 'in,dag in e, rifetriti. La qualità più difficile a possed e:vsi con1pletamoote è l 'equil.i brio. Ma non vi è an· che dubbio ch e il sapene abbandonare ten1pes livam en te tultte quelle pratich e 1alle quali ci si e ra abituato ed anch e un pochino affezionato con la sostituzion e di a ltri n1e todi, muovi e' conosciuti, costa n on poca fali ca. Ma c iò è em•pre i1n dice di capacità di adattamento ch e solo menti agili ed aderenti a lla contern1)ora11ei tà dei ten1pi l)OS ied o110. Nel n1an.uale d el Donuinici, a11acr o1ni n1i non e nei edo110, :nè lacun e. D 'a ltra parte non è agevol e1 svolger e dida tticamente u,n aa.p itolo su un a rgornento qualllln,q u.e senza riuscire , sia i)Ur le~ge rm en.te, n1 ono lo110. 'l,a le grig iore è il peggior n emico di u11 testo : n essuna nozionei appare importante e nes una ·di esse è d estina ta ad imptri· m er si n ella m en te d ello studioso. ~1a il Dominici sfugge a quest'err ore ta n to corr1une, i)e rch è m ettei n ella s ua es·p osizione ~n calore tutto 11ersona le ed espon e la materia con quella pa· sion e ch e deriva d all 'e perienza 1)ropria, segn o i:noo11fondibile. . . Lo stuidentei sa quindi come •comportarsi d1 fronte al mal ato. cc Non andate a cer car e il colore d ella cute e ·de ll e mucose visibili - Eg li dice - c1u.ando avete dinainzi a vo i un lipoma d el dorso : « n on inter essatevi d el tipo d ella resp irazio:n e », m.a iate i1n1v ece sempre ,diligentissimi , pazi·enti , .cauti, n el r aociOgli ere l 'anam·n·esi » . L 'anamn ei i I Es a non . ., olo è arte .da Maestri, m a è spes o la chiave di una diag nosi là dove l 'esa n1re obbiettivo· n on g iunge. . cc E n on lasciatevi prendere la mano Eglt soggiunge - ·da precon cetti diagn ostici. 1

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« Esa1ninare il ·m 1alato con la visione ·dina nzi alla m ente di una d eterminata m alattia, non solo costri.ruge a tortuosità n1entali, ma - e d è questo, il più pericoloso - ir1vita a tralasciar e la r icer ca di quei sintomi ch e p r o·b abilmein1te corregger ebber o l 'errata im1p1r ession e » . QUJesta prima parte clinica 1non è stata gran che modificata , perch è la clinica si basa sull 'anatomia e qu.e ste due discipline non. sono d estinate a d ing ra.n .dirsi di molto.. Ben diverso è lo svil.w ppo deill 'altra parte ove so·n o d escritti g li esami strumentali , g li esan-ii fulilzionali e le ric·er ch e ·di laboratorio, a i tprogres i dei quali ò d avver o fati coso t en er dietro, e sopratutto è difficile o,ffrirre incon·dizion ato il consenso. Quindi niente a rida ·espo·si. zione, ma cernita di quei su ssidi , ch e - :com e dice il Maestro Alessandri, n ella prefazion·e d ebbono completare i ri ultati d el.I ' esame o.b biettivo, n1ia m·on sostituJirlo. In que ta· sec·onda edizion e, ch e il beneme1·i to editorel Pozzi ci presen,ta in sig norile veste tipografie.a, il patrimonio ·delle figure è sua1to oon sider evolme nte .aumentato. Ma non bi1s ogna i nte:vpr etar e questo aiuto 1eiome u1n puro 1usso tipografi co', ma priU1ttosto oom ~ la valutazione esatta di un importante problema psico log ico. Cornei è n oto gli tudenti, rico·r da il Garré, . i po ono ·divider e in due g ruppi: l 'ot tico e l 'acu tico. el p rim10 preVJa.le la rapidità d ell.à percez io~n·e , la facilità di r iten ere un 'in1p r essione vi iva; i1n, es o l 'imagin e d ei uoi ri1oordi si riferiscono a fatti OiS ervati. Nell 'altro agisce il ricordo ,del~e parole e d ei s uoni . Le sue im.a· g ini m in re monich eJ sono r accl1iUJse in rappre"1entazioni i deative. Ora g li studenti cl1e proven,g ono dalle scuole 1eila sich e, e so·n o la n1aggio·ranza assolu!ta, a1)parten g·ono al secondo g ruppo. Rie ce ·t oro difficile di d ar forma con cr eita a quanto loro i espon e. Per essi la Cli:r uc1a deve .divenire « Un 'introduzione n el mondo dell 'occhio » (Goethe). P er ciò una d escnizion ei ·di un fenomeno, la e ecu zion·e di UlllJai .m anovra rim.arrebber o probabil:rn1ente in d ecise e d i n1c.01m prese semza il ·s.u sidio ·di il.Ila figura . Il libro quindi può es ere acquistato ad occl1i cl1i usi, rn.a ' 'a letto, 1a.d oochi assai ben ap erti, a ffinch è i primi ed anche i seguenti incontri ool m ,al.ato .n o1n ci trovino ·d isorientati , e n·oini ci -g ettino in quella oonfusion.e ch e, .P~­ nosa sopr:atutto :1J1er l 'i·n quiremte, n on è dest111ata a g ua dagnar si la fidu.cia d el' malato, c.01:1· dizione pri1n.a ed indi .. pen . . ab ile nell 'eser c1z10 profes ionale. E • MrNGAZZINI. 1

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« IL POLICLINICO»

CBNNl BIBLIOGRAFICI. (1) C.

La diagnosi e la terapia della tubercolsi pol1nonare. Un voJ. in-8.0 di pagin·eJ 181, co·n 6 tav. Tip. ed. R. Contessa e 1Frat. N:a1p oli, 1932. Prezzo L. 20. G10RDANO.

Dopo un breve capitolo sulla classificazione della tutbffi'colosi polmonare, l 'A. tratta l 'argomento importan.te d.e lla ·diagnosi: sia della forma ilàre cl1e di quella apicale latenti. Ripo·r ta, a pr·o posito della prima, le reazioni biologiche (G~tireazione, deviazione del compjlemento, sexlimentazione delle emazie, sinforeazione, ecc.), con m·olti particoltairi di tecnica. Riguar.do• alla fo rma apicale, si sofferma particolarmente sui m e~odi ideati da Landolfi per la diagnosi precocissima della tuberGolosi poln1onare. Si occu:p a poi della forma suhacuta ed acu ta, noin chè .di quella miliare. Nel campo della terapia, l 'A. scegliei ed espo·n e i m erto·di ch e g li risulta.n o più adatti, trattando a piarte le forme Ja tenti, le suhacuite -e le acute, ·descrivendo accuratanie·n te la tecnica ·d el i:>neumotorace ed ac1cennando, in un .altro capitolo, alla terapia si·nto,m atica e delJ.e, .com·plicazioni. Nelle tavole, sono riprodotti, fra l 'altro, i -diversi punti di ia1llarme per la diagnosi di tubercolosi e gli schemi degli apparecchi per il pneumotorace. Il libro è evid·entemente il frutto di lunga -e v.a sta pratica. fil. 1

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[ANNO

XXXIX, Nul\1. 44)

atipiche (G. W:ail lbach ). ~a grrippe (0. Gaell). Gli esiti ·d elle malattie1 :renali (E. MagnusAlsleben). Risultati sperimentali e clinici del1'elettromiografia (Chr. J. Keller). fil. Nl edioal Departemente; XX Reiport, 1931. Un vol. in-8-o di pag. 321, COil fig.

U NITED = F 1lUIT CoMPANY.

La United Fruit Company, con sede a Bosto1n (Massachu·s etts) pubblica a11nualmente un resoconto sull'attività .m edica da essa svolta mell 'assistenza ai isuoi dipendenti, :coni numerosi dati . statistici e vi unisce pareicchi studi fatti ·dai sUJoi medici, sotto i suoi auspici. Nel presente volume, segnaliamo diveirsi lavori sulla m1alaria, :a1tri sull 'anchilostomiasi, sull 'artrite gonococcica, sull 'anastesia, suJla prog.n osi della vita .dopo .la splenectomia, sulla sifilide intestinale e molti altri. fil. 1

Wien er Archiv i;nnere f. Medizin. Vol. XXII, fase. 3; di 158 pag. fig. Urban e Schwarzenberg, Wiem., 1932. Prezzo R·M. 16.

Il presente fascicolo contiene i s~u·einti lavo·r i: Studi sulla ipeirtonia primaria (L. Popper). La patoge·n esi dell'aumento di pressione nei nefritici (M. Georgopo·u los). L'azione del riflesso carotid·eo sulla pressione sa·nguigna. (M. Mande~stamm e·d altri). L'azion·e del riflesso oculare suilla pressione .sanguigna (Idem). Analisi di a1c:u.ni rari di·s turbi di cond:uzione • nel cuore umamo (M. Winte·rnitz). Il pirami.Ergebnisse der gesamteni Medizin. Vol. XVII, done nel dia1b ete insipido (D. Scherl). La gei0 fase . 1-2. 111-8' di •COm1Pl·essivei 564 pag., . nesi ·dell 'a.l opecia ;ne]] 'intoss icazione da: tallio ·oon~ 86 fig. Urban. e· Schwarrzooberg, Ber.l!iJl,, (V. Koszler). fil. 1932. Prezzo RM • 27 . Di que·sta interessa11te pubblicazio•ne, che Annalen der Tomarkin-Foundation. Anno Il, num. 1-2. U:n vol. in-8° di 197 pag., con presenta in forma ·di succose m·onografie le fig. G. Thiem e,Leipzig, 1932. più vitali que1stioni in tutti i 1cam1p i della me·dicina, .a ppa·re. ora il XVII volui:ne, che conÈ b en nota l 'attività della !Fondazion·e tiene 13 lavori, alcuni ·dei quali co,m prendo.n o « Tomarkin », c·h e ha lo scopo di promuovere una settantina di pagine. Ne diamo qui l 'elene favorirei il lavoro scientifico n ei campi della --c o con il no·m·e d-e gli autori che li hanno· tratbiologia genetrale e della medicina pratica. tati. ·Delle numerose oonferenze te·nrutes1 quest'anno L 'enfisema pDlm .ooa1·e (R. Herbst). Problea. Mil.an·o ha lungamente parlato anche la mi di nutrizione e ·di dietetica (K. Eim.er). Le stampa politica. Molto opportunamente si è 1costituito, sotto ricerche sul1ai febbre g ia lla (W. H. Hoffm.ann). ·La sedimentazione delle e.m azie (M. Leffkowitz). la ·diTezi-0·n e di R. von del Velden, urn comita.t·o re dazio·n ale per I.a pubblicazione degli Annali, I p·r eparati nutritivi ed il l-0ro valore; vi sono ·elencati numeT·o·s issimi prepar.ati brevettati, in cui sono r~portate le conferenze tenute ai vari corsi; di tale oomitato fa parte, ·p er l 'Ita.specialmente di marca tedesca (C. Brahm). I fenomen1i gener.a1i ·dei tumori ioeirebrali ; loro n o U. Carpi, lia , E . Bertarelli. Vi collabora· . ·sig11).ificato1 p etr la diagnosi (K. Go,l dstein e M. .Do.n ati, G. Fichelìa, P. Ron·doni, L. Zoja. H. Coh·n ). Clinica e prognosi della sifilide In questo fa sciJcolo d·el selcondo· anno, troviamo riunite 17 conferenze suri più svariati campi dell 'a·orta, special:m1ente delle forme s enza sindella miedicina: Io stato odierno delle rice•r che tomi (H. Schlesinger). La terapia rcon i corpi proteinici ed il suo valore n elle malattie del sull.a scarlattin:a ; l 'intro·duzione e la sorte dei tratto ·digere11te (L. v. Aldor). Le m.a lattie da gra· si 1n ell 'organismo•; la siero.diagnosi deJ.]a b enzolo ed omo·lo1ghi (S. Litzner). Le le.u cemie lues; i progressi della terapia g·eneva1le e speciale; la terapia biologica ·dei tumori maligni ed a ltre, di g,rande interesse per lo scienziat·o (1) Si prega d'inviare due copie dei libri di cui fil. e per il medico· pratico. ·si desidera la recensione. 1

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SEZIONE PRATICA

ACCADEMIE, SOCIETÀ MEDICHE, CONfiRESSI XXXVIII Congresso della Società Italiana di Medicina Interna. (Ro1na, 19-22 ottobre 1932) .

L'inaugurazione. J_.;inaugurazio11e del Co11gr~so ebbe I uogo nel] 'Aula della R. Cli11ica Medica al Policli11ico Umberto I, alla pr~se11za di S. E. il Ministro dell 'Edt1cazi.one Nazio11ale. Era110 prese11:li il se11. l\ilaragliano, Presidente de11a Società, il prof. Fr11goni presider1te del Comitato ordinatore, il Gen. Franchi, per la Direzione di Sanità Militare, i~ prof. Ilvento, per la Direzio· ne di Sanità Pubblica, il magg. Bellini per l 'Ufficio Centrale Sanitario dell 'Areonau tica, l '011 . l\lorelli i1er il Si'itdacato l\iledico, il prof. Bu i , ~reside della Facol t~l , il prof. Sabatini, Co11sigliere Delegato della ociet à, il Grande Uff. pano, Presidente Ospeòali Rit111iti di Roma, il prof. Galli. Dire ttor e clel I-oli clinico, i proff. Viola , Zoia, Castelli110, chupfer, Ferrata, Gasbarri11i , Galdi, un Yasli si1110 11umero di medici ve11u li cla tutte l·~ parli <l 'Ita]i a. Prin10 n pre11dere la parola è il sen. E. J\1ARAGLIANO, ·he pronu11cia il seguente discor o:

Eccellenza, ,i:;ignori , Co ll egl1i carissin1i, '"'otto lieti au pici si in augura oggi il 11ostro an11uale co11vegno, 11ei gior11i .i11 cui il })Opolo italiano esul I a11clo fe teggia il d ecimo a1111iversario della i11 t1rrezion e F'asci t a e 11e accla111a c11tu ia 1ica111e11te i1 uo fa tidico Crea tore: l 'Uo1110 unico ch e la proYYide11za h a largito all 'Itali:1 perch è Io . . e il fa llore della su a risurrezione. Abbiamo f.'erato ch e egli potcs e essere oggi Cflii fra noi , a be1tedire l 'iniz~o d ei nostri ]avori; gravi cure di l-:tlo glie lo hanno impedito , n1a noi lo salutiamo presente, perchè Egli è sen1pre laddove i lavora e si opera per la gloria d ella Pntria , per il be11e dell 'umanità. Se !ieri co1ne {'itladini abbia1110 tributalo c:. l lJuce il 11oslro plauso, oggi co1ne cultori d egli studi inedici clobbiamo raddoppiarlo ad espri111ere lu lta la riconosce11za nostra p er quello ch e il regime ~n questo d ecen11io ha fatto, pei 11ostri studi sup eriori . ~on vi h a, lo sapete, centro uniYersitario ch e no11 ahbia avuto mezzi straorclinari di incr emento e di elevazione: Istituti nuovi, nuoYi labora torii , 11uovi ospedali, cliniche rinnovate, incornggia1ncnti di ogni genere agli studiosi e al di sopra cli tutti , la rivoluzione nello indirizzc1 della ricerca ~cien tifica. Il regime rivoll1zio11ario e realizzatore ha d etto : lavorale, pro<iucete, sì , quanto più potete, ma le vostre ricerch e nbbiano una finalità pratica; no·n il dottrinarismo astratto e purame11 te speculatjvo, 1na la <:onquista di verità utilizzabili in ogni ca 111po della attività umana, e r ealizzatele. E così era ricordato a noi il compito i1ostro , di portare qua11 ti pii'.1 co11tributi è possibile allo scibile, ina sovra tutto contributi realizz.abili acciò la P a tria abbia cittadini numerosi, attivi e sani che la facciano gloriosa, rispettata e temuta. Ecco quello ch e il regilne fascist a aspetta dal1·opera i10 tra e !10i possiamo affermare cl1e in questo decennio le scuole inedich e italiane non ono venute meno alle sue aspettative, e, con progressività d 'anno in anno più i11te11sa, hanno I

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brillante1nente sempre più accentuata e provata l':l perso~al~tà scientifica della clinica italiana: è quell a personalità scientifica che ornai senza riserve è riconosciuta in ogni paese alla clinica, eh? solo i?- Italia fu ed è in massima parte quasi misconosciuta, tanto che una accademia scientifica italiana non accolse mai n~l proprio seno, u110 dei più grandi clinici di Europa, Guido Bac-celli, appunto percl1è era clinico. Si d iss~ e si ripete ancora : la clinica non è scie11za ID:a arte: affermazione arbitraria derivata dalla scono~nza de1le Iasi percorse dallQ scibile Jnedico, ne~la sua progressiva evo!uzio11e. Per la ID:~dici11:a, invece, è avvenuto quello che avvenne per tutti i grlll)Pi dello scibile universo, dal cui s~no nei primordi si so11:0 pocq a poco differenziati rami, che furono l'uno dall'altro ditinti. Cosl dal tronco annoso della medici~a sono poco a poco u scite le varie branche d ella biologia pura, di questa poderosa branca dello scibile univer so, che indaga la struttl1ra e la composizione della macchina organica, n e scruta le funzioni e n~i limiti del possibile, escogita e promulga , più o meno esattamente, le leggi che ne governano la vita. Si volle far credere ch e nella biologia pura , I! ello studio che essa ha fatto e fa dell'organismo normale, risied~sse tt1tto quanto di scientifico è e può essere content1to nella rnedicina. Ma acca11lo alla biologia pura vi è la scienza dell 'organismo i.nfermo, Ja scienza ch e ricerca e stabilisce come la malattia nasce, come si svolge, co1ne decorre, come guarisce: ]a clinica, biologia applicata. r-: tutto· il complesso delle cognizioni _ch e n e cos tituiscono il patrimonio: la clinica se lo ha creato essa medesima con .una serie di pazienti e 1netodiche indagini, valendosi via vi~ di tutti i 1nezzi possibili di ricerca ch e la fisica, la chi11tica, la meccanica, la microscopia, l 'elettricità, la sperimentazione via via misero a su a dispo~i zi one, niente di meno di quello ch e il biologo 1)11ro fa per lo studio èlell 'organismo· no·r male. Così ]a clinica ha creato la dottrina d elle malattie, stabilendo il modo con cui nascono, il modo con cui si rivelano, le leggi del d ecorso loro, i criteri della prognosi e della cura. R questo tutto 11n corpo di scibile creato con 11lezzi ed jndagini scientifich e, scientifiche quanto quelle della biologia pura , d ettando norme ed insegnamenti nei limiti del possibile precisi, quanto quelli . della biologia pura, perchè gli uni e gli altri sono sempre subordinati al non sempre costante dinamismo della macchina umana. E per questo rhe alla Clinica 11elle più colte n azioni si riconosce da~ governi l a dignità di scienza, pari a qualsiasi altra branca dello sci))ile 1nedico. È per questo che in esse i clinici sono chiamati a far parte d ei grandi corpi scientifici nazionali, è per questo, che in Inghilterra seno perfinQ onorati di titoli nobiliari . L 'Italia è la sola nazione, dove non si è ancora voluto, ufficialmente, ricon oscere alla clinica la dignità di scienza. f; questa una delle nostalgie del passato, c ui si fa ancora concessione. Il provvido regiID:e fascista ne ha cancellate t a11 te, ca n cellerà an~he questa. L 'ordine di marcia dato teslè dal Duce è quello di andare ~empre avanti e sempre avanti marceranno le scuole m edich e italiar1 e, liete ch e il


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« TL POLICLil\" ICO »

regime abbia dato a j lavoratori, quella coscien za scien tifica n azio·n ale,' che per lo addi~tro m an cava. Ora n oi possiamo con gi11sta fierezza gu ardar e iD: faccia ai lavorat ori stranieri, sederci da pari a p ari a fia1'CO loro , parlare nei convegni internazion ali l a nostra lingua materna ripetendo con legittimo orgoglio il motto dei nostri avi: « Civis r om anus sum ». E questo lo dobbiamo al Duce. A S. E. l 'insigne uomo ch e Benito Mussolini h 1 giust am ente creduto degnQ di presiedere alla coltura ~d alla Ed11cazio·n e Nazio·n ale, i nostri vivi ringra.ziamJenti per avere ~luto onor ar e d ella sua desider ata presenza il nostro convegn o.

••• Il Prof. C. FRUGONI, Presidente del Comitato ordinatore, così si esprime : All 'Eccellenza ' ' ostra On.le l\1inistro e alle altre Autorità, il 1nio e nostro fervido gr azie p er l 'alto s\g·nificato della Vostra presenza ch e dimostra l 'interessamento ai nostri lavori d el Governo Nazionale che ha sempre m esso in primissimo pian o le questioni di scienza e di àlta coltur a e il riconoscimento dei nostri sforzi e dell 'importan za scientifica m orale e sociale del n ostro compito, ch e noi tutti professionisti e insegn anti · sentiam o con vibrante passione ed esercitiamo coine un severo dover e. Perm ettete ch e il mio primo pen siero sia di r everente ricordo alla m emoria di Vittorio Ascoli sotto Ja presidenza del quale p er lunga t eoria di anni si svolgevano in Roma i nostri Congr essi in quest 'aula che fu la sua, nella quale ancor a lo sentiamo n ell'intimità d el nostro spirito, vivo, presente, operante, n ella Clinica ove h a lasciato sicure orme di sè, n ella scu ola ch e h a così valorosamente diretto. A voi chiari colleghi il saluto augurale. Utile l avoro ci attende p er le relazioni poderose, per la somma e qtialità delle comunicazioni , p er il m om ento interessante ch e la Clinica ge11er ale st a a tlraversa nd~ e ch e non ha bisog n o di esservi prospettato. La clinica ge11erale come corpo di dottrina rest a e r esterà sempre il centro a torno cui tutto gr avita, la sorgente luminosa da cui tutto deriva con orizzonti sempre più vasti e più concrete possibilità di indagine e di realizzazione. Onde non solo chi si appresta allo studio ed eser cizio· della rnedicina generale ma chiunque anche alle bran<:h e collat erali e speciali voglia passare, h a imper iosa n ecessità di giungervi C01' quell 'adeguata prepar azion e allo studio e alla visione sintetica del m alato quali solo la m edicina gen er ale può dare. Poich è, se n el ritmo acce~erato• della vita per le porte m aestre della clinica sempre n on si passasse, sar ebbero m en o fruttuosi gli sforzi individuali e collettivi. Og ni preparazione tecnica infat ti qualunque essa sia, deve esser poten ziata d a quella larga esperien za e conoscenza del m alato che è il punto focale dei nostri valori con oscitivi. ,Sempre più quindi la IQedicina gen erale è e rest a l'alma m ater universalis ch e svolge funzioni, n on,chè scientifich e, pratich e ~ nonch è ~ediche - dicevam o - anch e morali e sociali. · Con quest a coscien za dell 'altezza e nobiltà· 4el n ostro compito e della nostra r esponsabilità, noi attendiam o - Eccellenza di poter · iniziare i lavori ch e documentano la nostra nobile e diuturna fatica, la passion e ch e noi tutti anima e sospinge per tener alte l e tradizioni e 1 'effi cien za deJla clinica italian a.

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••• Salutato da vivis,s imi applau si, prende quindi l a p arola .S. Ecc. il Ministro F . ERCOLE, il quale dopo aver ri11gr aziato I1 EC11. Maraglia110 e il p rf. F r u goni per le espressioni rivoltegli, formula i mig·liori at1g ur i p er il successo d~l Con gresso, i cui lavor i sar anno fecondi di risultati pratici p er il ben esser e del fisico dell 'umanità.

• •• Terminata l a ceri1nonia inau gurale, dopo breve sosp en sioT1e, si inizian o i lavori del Congresso. La prima relazio·11e rig u arda il tem a :

L'ipertensione arteriosa come autonoma disfunzione e malattia. Rel atore: proI. E. GREPPI, Milano. (Cori,c liisioni). Il R. com.i11cia col rilevar e ch e l 'iperten sion e è una disfusion e n el sen so più s tretto della p arola, cioè Jo spost a1nento l11 orhoso di u11 equilibrio inst1fficientemente difeso da u11 co1nplesso n eurot11nor ale di r egolazione: le alterazioni dei vasi e dei visceri appaiono, per ò, cosi strettam ente legate al disturbo f unzion ale, da r endere ancor oggi difficile il git1dizio clinico di primitività i1ella rrl aggior parte dei casi conclan1ati. Ipe rten sione e resistenz~ periferiche. N:ulla di più accetto ch e l 'iclea di u n an giosp asm o diffuso, con predominio n el territorio degli spla11cnici, con1c cau sa di t1 n au1n e11t o delle r esistenze p eriferiche n el circolo a rterioso e per con segu e11za anch e de1la press~one: j} eh~ significa aumento della pression e n ella fase diast olica del cu or e, cui risponde l 'aumento della pression e sistolica per 01,er a at tiva del v•~ntricolo sinistro. La su ccession e d cill 'uno all 'altro fenomeno - · dall 'ost acolo periferico alla 111aggior forza espulsiva del cuore è certamente facile e r apida n ei limiti comuni di tolleran za e di adattam ento del cu ore umano, per ò n on si può preter1d er e ch e l 'iperten sion e sistolica sia sempre ir1 r apporto semplice e propor zion ato cort l 'aun1e11to delle resist enze periferich e: sopratutto r1011 si deve pen sar e che ogni iperten sion e sist olica sia sen z'altro indice e misura di un an giosp asm o arteriolare. L 'esp~rie nza clinica confer1na il r agionam en to; e f in d 'or a il R. cr ede opportu110 insistere sull 'importai1za dell 'iper.te11sione diastolica accanto a quella sistolica e ~ ulla i1ecessità di t en ere contQ di entrambi i valori n o11 solo n ello sforzo induttivo p er ricon oscere la p atoge11esi del fen o1nen o caso per caso, n1a an ch e com e criterio per giudicare il significat o di ogni mutan1e11to spontaneo o provocato. Così oper a11do, sar à certo più facile in clin ica sorprendere 1.1gni inizio subdolo di stat o iperto11ico, og ni episodio di sp asm o arteriolar e ~ e<:co l 'iperten sione 111edia cc solitaria » secondo Vaquez, ch e ineglio si potrebbe chiam ar e cc diastolica » in attesa di chiarificazion e sulla rniglior e t ecnica -, noncl1è. ogni eccesso o difetto dell 'azion e cardiaca in confronto delle r esistenze periferich e; inentre in fisiopatologia, in ogni prova d 'esplor azione funzion ale, sar à più facile valutare il sig nificato dei di~quilibri indotti, il vario gioco dei fattori em oc1i11amici sotto stimoli ch e possono influire più r1ell 'uno ch e n ell 'altro sen so . Ipertesi essenziali e ipertesi renali. Passando allo studio della cosidetta iperten sione essen ziale e dell 'Dlt ra cÒsidetta ren ale, il R. a111111etle l 'esistenza o al11le110 la J)Ossibilità di qt1adri iperten sivi n o11 solo estr an ei r1d un J11om ento nefropatico primiti·


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SEZIONE PRATICA

vo, n1a essi stessi su sce ttihili di una 1)ropria le11ta evoluzione co11 rise11ti1nento secondario dei viscerj Iliù « arteriosi ». Così ragi_o nando, si viene ad allargare il terreno di osservazione e di giudizio sul~e sindromi ipertensive. Poich è la parte del r en e nella malattia è s~mpre l 'aspetto pratico e dottri11ario che si si offre p er primo, è chi.aro ch e la soluzione del quesito tlipe11de alID:eno ù1 part~ dal giusto orienta1nento delle ricerche s~condo questi criteri: . 1) studio sistematico degli ipertesi, colti per quanto è possibile negli stadi precoci, n elle fasi d 'oscillazio11e , c~inica1n~nt~ ese11ti da lesioni vascolari e da segni di alterata struttura e funzione del rene ; 2) studio dei p erturbamenti biochimici e funzi.onali ch e accompagnano le sindromi di n efrite cronica con deficie11za della funzione r en ale emuntori a, disgiunte da aun1ento di pressione, per il confronto col corteo proprio .d ell 'ipertensione; 3) s tudio degli ipertesi-renali, svolto in se11so largo e con r iferimento individuale: vale a dire co1ne eventuale storia evolutiva svolgent esi nel sogocretto stesso. e for se an cora riconoscibile, per rilitvi clinici, JJiochiinici e fu11zionali . Eccitabilità ip ert 3nsiva e stato ipert~nsivo. Lasciando da parte jl proble111a della patogenesi unica o lnultipla delle j1.>erte11sioni esse11ziali, il R. prende in con siderazio11e la differenza ch e p assa fra l 'eccitabilità iperten siva ~ lo stato iperte11sivo, fra la t enden za al fenon1eno e il fenomeno attuato. Nel primo caso -- forme l abili o ascessio11ali, colte in fase latente o attenuata - la condizione neuro-umorale di partenza potrà esser e facilmente tot;cata dal n11ovo stimolo e risponder e con un muta1nento posilivo nel livello d ~ll a pressione: iper eccitabilità si111pal ica ad orie11tamento ipertensivo, per a11giospasn10 riproducibile ad arte dal1'ndren alin a. el caso, invece, delle iperten sioni pern1aitenti, a liYello elevato e poco o punto varia),jle, e più facile ch e l 'azione simpatica iperten siva r1on sia eccitabile d a u11 fattore estran eo sopraggiunto, appunto per il falto ch e l 'au~ento ~ ella pressione è già cos tituito e ch e la ripercu ssione sua n ell ·organis1no porta auton1aticamente allo stabilirsi parallelo - pi\1 o meno efficiente e co1npieto - di un complesso biochimico ed umorale contrario o r efrattario al nuqvo stfn1olo. 1

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Regol cnzi one n euro-umorale della pressi on e arteric,sa normale ~ patologica. I brill anti risultati del-

la moderna fisiologia sperimentale sopra la r egolazione del circolo h ann.o il merito d 'aver posto i luce un fatto m olto i1nportante per la patologia, e cioè l 'ii1scinclibile reciproco legame fra fattori n ervosi e fattori un1orali ch e insiem e costituisco110 il meccanis1no r egolatore. Vero meccanismo i1euro-urnorale , i1t cui ogni azione 11ervosa vege. tativa sigr1ifica una corrispond~nte azione ormonica e u~ mutamento p arallelo nel metabolismo (elettroliti, lipoidi, ecc.) e mecca.ni s~o .dotato d~ squisito potere regolatore })er f'~nz1on1 ge~eral1 quali il battito cardiaco e la press1~~e sangu?gna, in qua11to che provvede sia a stal)ilire un livell~ normale optimu rn sia a difenderlo contro ogni rnuta1nen1o i11dotto. Il fattore primitivo e positivo ch e sostiene la pressione arteriosa, portandola al. livell? nor1nal~ per l 'i11dividuo adulto, è il tono srmpat1co, ~h.e si crea per l'influenza stimolante dell.a compos1~1on~ chimica del sangue (C0 2 ) sui centri vasocostr1ttor1 e cl1e a su a volta condiziona per via riflessa il t orio p arasimpatico operante in senso ipotensivo.

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Il tono simpatico, in qua11to tende ad elevare la press~one agendo sull 'i11ner vazio11e Yaso-costrittricc . fa tu lt 'u110 con l 'adrenalin a. L 'im1nissione di adrenalina in circolo è sincrona e p ar allela al variare del t ono sin1patico, seinpre per la via riflessa de' 11ervi pressorecattori, epperò rispoll;de in senso co11trario al inutan1ento della pressione; tende a ridurs~ quando ~a pression e sale. La sua azione vaso-costrittiva si ammette avvenga per stimolo sui centri vasomotor~ e p er a ttacco diretto sui vasi periferici, sulla « giunzione n euro·m uscolare » fra fi))ra simpatica e parete dell 'arteriola: e certamente trova pri1no e prevalente sviluppo arterioso innervato d agli splan cnici, m entre è notQ che altri distretti yascolari - il cu ore è fra questi - rispondono <'On vasodilatazione allo stimolo sim,patico-adren alinico. L 'opposizione neuro-umorale al tono simpaticoadrenalinico cioè la b ase chimica del tono vasale, 11on è così ~nivoca e definita. Le sostanze vagali sono m olte e diver se, avendo in parte sig nificato d 'increli (colina, quid ipot ei1sivo pancreatico) m a in p arte e sopratutto valor e di m etaboliti locali ch e si producono n ei tessuti e concorrono a r egolare in situ l'adattamento vasqmotorio alle necessità fu11zionali d el singolo viscere o apparato (istamina e cosidette cc sostanze H » in genere). Poich è la sindrome clinica osservata nell 'uomo 1101t aderisce in ogni punto al quadro circolatorio delJa sindroix1e sperimentale, così da permettere per semplice confro11to una d efinizio~e ana!oga come rtisquilibrio neuro-ufl10·r ale, conviene ricercar e direttamente in quella la prese11za di seg11i che de11o tino iit senso 1)ii1 lar go la prevalen za parziale o t otale òel fattore simpatico-adren alinico. Il corteo biochimico e funzionale dell 'iperten sione, in altri terinini, può e$sere de(inito secondo i criteri, anzi si potrebbe dire secondo il ling u aggio ch e v':lle per esprimere un 'impron ta ocl orientam ento ne~vo~ so-vegetativo; resta poi a giudicare .se si tra.tti di nole pri1nitive} legat e alla patogen esi della d1sf1mzion·e arteriosa, o invece di note par allele o secondarie al fatto dell 'iperten sion e e al su o permanere. Aspetti clinici. L 'impoi:tanza delle sindromi iperte11sive o-ravi da tuinori surrenali è tale che supera sicuram~nte i limiti stretti della casistica docu1nentata. Qui ~i assiste afl u11 qu adr~ puro d.i esaltazion e adrenalino-sirnpatica, con ipertensione a rapido sviluppo ~ r apid.a suc~essio~e lesiva vasc?lare specialmente a carie? dei r~n1~ ma ,~n~I;ie ~n rnolti dei casi più co1nun1 e lenti, sia all i~iz10 sia n el decorso, le oscillazioni bru sch e della sindrome offrono una fisiono111ia simile per quanto attenuat a. L :affinità si può riconoscere in modo talora chiarissi1no n ella prova di eccitazione con l 'adre11ali11a. Già l 'episodio simpati~o iper~ensivo provocato nell 'individt10 normale ricorda innegabilmente assai da vicino, 1>er le note subiettive, ~ _funzionali, la oscillazion e spontanea di sogge~t1 iper: tesi; ina rtell 'ipertensio11e stessa i soggetti capaci di risposta vivace posjtiva all 'ormone p_o~sono non di. rado ripetere sotto la prova una crisi perfettarnente. identica alle osrillazioni spontanee altre volt e provocate. Aspetti biochimici e m etabolici. Già gli ipertesi gìovani, labili, no11 complicati, mostrano ~on alt~ prevalenza una doppja caratteristi.ca i:iel l~vello di glicemia a digiuno: tendenza a v~lori alti,. sp ~~so oltre gr. 1,30 %o, una facile e spiccat a var1abil1tà di livello dall 'uno all 'alt.ro momento, in rapporto talora evidente con l 'oscillnzio11e gener ale della sin-


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« IL POLlCLil"ICO »

<lrome. Le forrne Jisse i11veter a le offrono valori più stabili e più spesso l1ormali. Inoltre il R . h a osser vato ch e ]a r eazio11e gliceccmica all 'ad rc11ali11a è inYece in rapporto semfJl ice e diretto - al ineno i1ei casi normali di contegn o i11 glicogeno del fegato - con l 'azion e simpatica: curve vivaci e r apide di iperglicen1ia nei CéJSÌ d i forte reazio11e g~nera le e ten siva, curve mediocri ma pur se1npre positive 11ei casi rispo11de11ti con cadute d ell a pressio11e. Molti caratteri e molli rilievi aceenn ati i11 teina di glicoregolaziorte possono estender si al campo dei lipoidi, quar1do si tenga conto non d el metabolism o di queste sos ta11ze, ma del livello n el sangue circol ante: livello che dipende d a una propria rego1azio11e e dimostra influenze reciproch e co11 l e azio11i n euro-umorali. Dimostrati i rapporti di siner gia tr a col esteri11a e adrenalin a, cioè dimostrato il parallelo, in genere fr a colesteri11emia e azio11e simpaticq-vasocostrittiva, p arve lecito attribuire sig nificat o analogo al frequen Le au111en to della colesterin a n el sangue d ei soggetti ipertesi. l\ilolto interessante è lo studio d el con1p ortamentu della lecitinemia, l a quale i1ell 'ipertensio11e tend~ essa pur e a salire, i~a in proporzione inferiore all 'au1nento d ella \.oles teri11a e a quan lo ris ulta dalle prime ricer che - i11 ep oca più tardiva: ne deriva ch e l 'ipercolesterine1nia. appare più notevol e e frequente , i11 se11so assolu lo e r el ativo, proprio 11ei casi r ece11li e p ur i, men Lre 11elle forme fisse o evolu live ie11e i11 parte co11trol>ilanci ata dal fattore iperleciti11emia. Quest 'ultima val e, per un verso , a di1nos trare 1'eccesso r el ativo di colesteri11a anche in casi a colesteri11emia p oco più ch e normali, p er 1'altro ver so rivela la te11de11za ad un au1ne11to parallelo, sebbene più lento e limitato, clel fo sfati de, cioè della sost anza anta · go11ista nell 'equilibrio clei liIJOidi del san g u e. Alla l ecitina, parente chi1nico e biologico della colina, spettereb11e p er molti lati il s.ig 11ificato di so~ Lanza si11ergica co11 l 'azio·n e parasimpatica: ed ecco rilevarsi in 11u0Ye for ;ne l 'ill"1:peg no d ei fattori n eurodi contrappeso contro e direi quasi sotto chimici • il predominio simpatico-adre11alinico imperante 11el1 a sindrome iperten siva . L'episodio ipertensivo da adrenalina corrisponde i noltre ad una n etta fase di aciclos~ che si manifesta ·n ell 'equilibrio acidq-base del sangue e nel1' acidit à dell 'urina, la caduta del pH urinario è anzi uno degli effetti più pronti e comun~ della prova. Nello st ato iperter1sivo p er1nanente è assai più difficile o t lenere indizi sulla condizione chimicofisica dell 'organi smo, data la facilità e la tenacia cq.n cui il sangue ricupera il livello normale d el l 'equilibrio delle proprie costanti fuori di turbamenti ~oment a11ei o di d isordini gravi . E sP.Jo1razi\O ne f arrn.aqddinaJmica dell 'e.qu jlib rio nervoso vegetativo. A parte l 'estr atto del pancreas l~ sostanze ad az ione dinamica s11l parasimpatico dimostrano u11a i11fluenza nulla o incostante sulla ipertensione. Così l a parali si atropinica del vago non avrebbe alcu11a azione ipertensiva. All 'acetilcolina, farmaco :::timolant~ vagale, molte ricer ch e i1egano azione ipoten siva n ell ' uomo. Infine l 'azione i~versa dell 't~rgo tamina sull 'ipertensione a fondo simpatico-adrenalinico ricorda in certo m odo, com e immagine rovesciat a, l 'azione ipoten siva dell 'adrenalina i1ell'organismo t r atta lo con er got a1nina fino al blocco del simpatico. Le indagi11i con l 'adrenalina offrono p erò magg jor e in Leresse in quan to p er111etto110 di fare il 1

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co11fro11to fra l a siridrome ipertensiva spontanea e l 'episodio iperten sivo cla adre11ali11a provocato sperimentalmente in un · i11dividuo a risposta si1npalicotonica. Nell 'epjsodio provocato, al momento d ell 'acme della reazion e, si trova: 1) aumento del vo] urne totale del P.l asma e dei g lobuli, cioè l1na pletora vera globular e e plas111a1ic a · '2) sposta111ento dell 'equil il1rio acid o-base .el sen so dell 'acidosi : caduta del pH e della riserva alcalina del sangue, e del pH urinario; 3) ipouria co11 ipocloruria : accenno di rite11zio11e ureica, cioè escrezion e di urea in confronto col livello ematico; 4) ~pergl icemia, ipercoles leri11emia, ipocalcerr1ia. Nella sindrome iperten siva sponta11ea si rileva110 d 'altro canto: volume plasmatico globulare norn1ale o quasi, acidos i tiss11lare lieve111ente au111e11Lata, ritenzione ureica, iperglice1nia, ipercolesterinemia, ipocalcemia con prevalenza del pota:,sio. M alattia o sin,drome? Lirniti del l 'ipert erisi o11c autonoma. ~I R. dice sindrome e 11on malattia> i1er 11on pregiudicare il quesito n osologico; il qt1al e , in veri tà, provoca ancor a oggi disse11si ed i11cer tezze be11 comprensibili , nonostante la ~omune le11den za ch e spinge a vedere n ell 'iperte11sione un qualcl1e cosa di aulonomo, di cc essenziale >J. In fo11do , il cor1 cetto dj e< essenziale » vu ole so1)rat ut · lo liberare il quaclro iperte11sivo dai vincoli stret t i d1 ctipendenza verso ~a i1efrite e l a sclerosi arteriolare; n1a 11on esclude ,c h e l 'autonom·ia, il car atter e cli11icamertte puro del quadro stesso nor1 possa dip~ndere a s11a volta da fatto,f i , o ei a vie diver se, aver e cioè sig·nifica to sintomatico multiplo n o zi cl tè sig11ificato t i1Jilario e indipende11te fip 11el 11to1nei1to primo patogentico. I nipronta ereditaria costituzionale. Per gua11to l 'in1portnnzf\ del fclttore ereditario e del terre110 costituzionale nelle m al attie cronich e clel cuore e del circolo fosse nota ai vecchi med~ci, solo da pochi anni l 'ipertensi one è st a ta ogget to di s tudio siste1niltiro come tendenza e come fa t to svolgentisi s11 di una b ase i11dividuale « predisposta ». l\iia q uesto studio h a co ndotto a risultati molti significativi , tali, da superare di nn buon tratto le r1ozioni classich e sulle 111al a t l ie er editarie quelle d el rir aml>io, per es. - per portare l 'iperte11sione al primo posto oon1e fr equenza e co1ne co11creto l egame fra il terreno organico e l a sindrome. D 'altronde altri elementi, più espr essivi e sic11ri 11el loro carattere brutale, danno rilievo all 'i1npr onta 1norbosa familiare: 11rin10 fra · tutti l 'jns,u lto cerebrale e, tra i segni stessi cardiaci, gli accidenti precoci e reciclivi di asma, di angor, tanto pii1 se integr ati dall 'abito pletorico. Ma quel ch e pji1 conta a favore d ell 'ipertensione, ch e l a dis ting u e dalla semplice d ec ad enza senile del circolo e dei visceri , è l 'epoca, il ritmo d 'insorgenza dei fen ome11i clinici ud essa collegati: come sindrome palese spesso toccante l 'acme d el disquilibrio tensivo e dell e ripercu ssioni f11nzionali sui visceri, J'iperten sione n on è maJallia della vecchiaia, n1a piuttosto dell'età ndul.ta , ed è indiscutibile lo stimolo acce11 l u ante dell a menopausa i11tesa come il complesso presenile dei mutamenti n euro-umorali ch e offrono un chiaro, orientamento simp atico. Ma og·g igiorno l'impronta ereditaria d ell 'iperter1sione non si dimostra soltanto con i criteri indiretti, con l 'ind agine s tatistica d elle complicazion i viscerali e d elle associazio11i: si conoscono or111ai esempi sicuri di ipertensioni familiari intej


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SEZI ONE PRATICA

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ressa11 ti più generazio11i, e 11on v'è dubbio ch e i 11ora pare evidet1le che il fattore ipofisario ~011 fara1t110 assai più 11un1erosi quanto più verra11110 sia respo11sabile diretto dell 'iperter1sio11e, ma comi1t I uce le 111a11 ifes lazioni precoci giova11ili e le plicl1i o promuova un co1n plesso e11docrir10 in cui for111 e late11ti. . si crea fra altre not~ m et aboliche e funzionali anEspcrirnet1ti e cli11ica di111os tra110 og11i giorno {;h e l 'orjentame11to simpalico-vasocostrillore. Alpii1 ch e azioni estern e possor10 essere r espon salrt~t tanto si amm ette avve11ga r1ella i11enopau sa. J1ili clellc affezioni degenerative del circolo arteLa deficienza delle p aratiroidi, 11el quadro ben ria o e dei Yisceri, n1a non smuovono ch e in r1oto della tetani:~ , si associa a stato spastico della 111odo purainente sporadico e sintomatico l 'equi- 1nt1scolatura liscia vasale, a caduta del calcio emalil)rio della pressione se non co,n corre l 'orienta- tico e presenza d i g·c a11idi11a nel sangue. 111e11 lo n euro-umorale proprio dell 'individuo. IperQueste affinità col complesso clella iperten sione t e11sio11i })er111a11e11ti da lavoro fisico, da cimento art eriosa, appe11a st1fficien ti per co11sentire un paarterioso distrettu.ù e o ge11erale, da Lemperatura, r al lelo 1011tano fra i ta11li aspetti e adattam enti cla alcool, da t abacco, e perfino da lue non resi- seco11clari, h anno recentemente ispirato a Knud slo110 oggi alla critica e 11on si a1nmette se111pre S~cher una teoria sulla genesi ipoparatiroidea deltill a ba e autonoma ponta11ea. Tutt'al più la cau1. t n1alattia, ch e i11 alc1111i casi parrebbe appogsa acq ui ita potrà favorire qualche turlJa1ne11to giHr i al rilievo ar1<.ton1ico dell 'atrofia delle glanclel 111edesj1110 lipo i1el 111ecca11isn10 11euro-chin1ico dole (a carico delle cellule pri11 cipali, non delle di regolazione: <'osì per es. 11el caso della lue. i eosi11ofile) e all 'azio-i1e util e dell 'estratt0: paratiroiprocessi di periaortile co11 da11no dei 11ervi pres- . eleo su1L\ ralcemia e sulla pression e. ~orece ttori o di arterite nel dominio degli spla11cniAspelli vascol ari. Nel co11teg110 del sistema vaci, o forse a11che le alterazioni specifich e 111etabocola re, e prin1a cli tutto clei vasi arteriosi stessi, licl1e e t1111orali (coles teri11emia, ipersurre11a- b1 ~og11a distinguere le a11ornalie ch e hanno signilisn10 P). f ica lo s i11ton1atico o seco11dario rispetto all 'iperPiù i111porta11le e co11creto, pur sempre tra le lensione e le anon1alie ch e i11vece possono aver azioni i11dirette , è il fattore alime11tare. parte 11ella ge ne i clello lato ipertensivo. Si doTra i fattori eslerni ha preso oggi il pri1no po- vrehl)ero i11tlltre disti11guere condizioni fu11zionali i o la Yi la psico-e1no li va· ecl anzi si a llril>uisce acl e cor1dizioni or gar1ich e, poich è t anto le une quan- · e.. sa u11 'alta re pon abililà nella frequenza e i1ella t o le altre J)Ossor10 ii1teressare luttj e due gli aspet precoci là di sviluppo del1 'iperte11sio11e 11 ell 'epoca ti , e i11fatti sono sl:lte proposte volta a volla fra i1oslra. le 111an ifestazioni vascolari satelliti della malattia Il fallor e rier voso ce11l r ale. ' 'ole11do accoglierP. costi lui la o fra le ragioni prilnitiYe del vizio cirlu le11de11za n1oderna per la localizzazio11e i11 piecol atorio. Così per es. ~ seg11i i11nun1erevoli di ir1to mese11cefalo ,lei ce11lri regolatori della vita ve- ritabili là vascol are, spo11tanei o provocabili - ma geta tiva, i può am1nett ere cl1e a11ch e la ùisposi- se1111)re caratterizza li da ripercussio11i esagerate zio11e a1 clisquilibrio iperte11sivo abbia quivi u11 suJJ a pressione - con1po11g·o110 il quadro precoce n1otivo ei1dogeno faYore11te l 'orienta1ne11 to 11euro- di quell 'eretis1no nrt erioso ii)erten sivo ch e il'l; p arte un1orale i11 sen o Ya oco lrittore. l\il a è concetto corrisponde all a te11denza e11dogena e alle fasi inia11cor inolto ge11erico, 11è pare in alcu11 modo dis- ziali. Se11onch è gli stessi si11ton"i, se pure con misociabile, per ciò che i riferisce alla pres io11e r1ori oscillazioni t ensive, si trovano ancora n elle arlerio a e alle azio:1i a11g io paslich e, dal fallo co11- fa si tardive ; ed anzi i11 pie110 quadro d 'arteriosclecre lo e dalla diretta i1111)orlanza dei ce11lri bulbari rosi o di t ossicosi renale si osserva spesso un 'alta ,-élsoco Lrit tori. È . 5u que ... ti <'entri ch e a11cora oggi sensibilità a molti « riflessi vascolari >> d a stimoli esperin1enli e clini<.;a si basa110 per studiare l 'even - rn ecca11ici o termici o chimici o biologici . Pralica1nente ur1 moòico au1nento di pressione, t uale partecip azio11e del sistem a nervoso centrale e clell 'e11docr anio alla genesi del! 'ipertension e. E sopr a tu lto sistolica, accor11pagn a di frequente i a11cora è necessario disting uere ii11 dove è possi- processi di aortile sclerotica e d 'ateromasia delle J;ile ciò che può avere significato di alterazjone g 1andj · nrterie: ina assa i J)iù intimo e frequente è il r apporto cli11ico e a11atomico dell 'ipertensione pri1niti,·a nell 'atlività clei centri, 11el loro tono, e ciò che invece può dipendere da influenze irri- ('Or1 ] a forma diffusa viscer ale d ,arteriosclerosi, e la11ti di altra origine. Oggi , con le 11ozio11i sui q·u est a 11a sig11iiicato di associazioni parellele in nerYi pressorecettori i ce11tri vasomotori 11011 han- u11 subs trato fu1tzion ale e m etabqlico· favorevole 110 sig11ificatq auto no1no come r egolatori diretti ad entra1nbi i processi, ifl: parte ai1ch e di su ccesdella pressione, 1na fanno tutt'uno col sist ema sion e inev itabili sull a hnse dello stato ipertensivo. I lnedesimi r agiortamenti valg·ono anche per neuro-u1norale periferico: ogni azione simpaticoad renali11ica si svolge solidale all 'eccitame11t o dei l 'altro elem ento della sindrome ipertensiva: il cu oYasocostriltori e viceversa, e uno stimolo tipica- re . Gli stessi fattori endogeni rh e prepar ano e pormente periferico quale I 'adrenalina interessa an- t::i110 all 'au1nento cleJle resistenze sono in fondo capaci cli un 'azion e parallela di stimolo sul mioche i centri bulbari. Aspetti endocrini partico l ari . Dopo le prime n o- car<lio , corr~ sponden Le alle necessità dell'adatta'zioni ·sull 'adrenalina della pressione circolatoria è 1r1entb per un li.vello sufficient e di pressione sivenuta r apidamente a crescere d'importanza, in- st.olica: 11è si deve escludere ch e l 'azion e stimoquadrandosi in vario modo nel gioco degli anta- lante possa avere in par te significato primitjvo, gonisti e dei fattori positivi e negativi di disqui- che cioè l 'energia effettivamente impiegata dal librio. Il surrenaloma e la castrazione sono i due nriocardio ed espressa 11ella portata circolatoria si n1odelli tipici d 'ipertension e ottenuti rispettiva · faccia e si mantenga superiore alle n ecessità mecrnente per eccesSQ di azioni iperten sive o per di- ca11i<:he impost e dalla periferia. Dal complesso delle st1e osservazioni il R. viene fetto di azioni antago11iste. Oltre ai surreni, anch e l 'ipofisi è stata chia- infine alle segu enti co11clusioni, riconoscendo alla si11drom e ipertensiva questi car atteri-base : n1ata in cau sa n el det erminismo dell 'ipertensio11e. 1) u 11 'i1npronta ereditario.,costituzionale favot clifficile però precisarne la parte e stabilire il sig nifica to della lesione d el~a glandola s tessa. Fi- revole alla patologia ft1nzionale ed organica del1


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l 'apparato arterioso e dei visceri che più i1e dipe11dono (cuore, rer1i, cervello). U11 substrato e11dogen o ad orientamento simpatico sulle proprietà d el sistema circolatorio e sui fattori 11euro-11mora]i d ell 'equilibrio ten s ivo; 2) u11a risultante funzio11ale l 'ipertensione - riconducibile per i suoi caratteri ad un eccesso si)oradico o permanente, assoluto o relativo, diretto o indiretto dell 'azione simpatico-adre11alir1ica. Risultan le p rovocata da fattori diversi, capaci di operare sull 'equilibrio neuro-umorale del circolo in senso solidale alla tara endogena: fattori endocrini, n ervosi ce11trali e periferici, vascolari, r enali ; 3) l111 'impronta clinica diversan1ente orientata in accordo col diver so prevalere nel disquilibrio iperte11sivo d ell 'elemento cuore-aorta-pletora (pressione sis tolica) o dell 'eleme11to angiospasm o (pressione diastolic:l\ . (Co ri linua) . A. Pozzr.

Accademia Medica Pistoiese '' Filippo Pacini ,,. Mon Leca lini-Terme, adunanza del 2 ottobre 1932. Presied e il prof. FRu GONI, dirett. delle RR. Terme.

Acque minerali ed azioni enzimatiche. Prof. RONDONI e dott CIABATTINI. - Hanno studin to le cliver se attività en ziinatich e d el su cco • duode11ale prelevalo con sondaggio prin1a e d op o la sommi11islrazio11e più o m eno continuata di acque di Monteca lini, onde rilevare ever1Luali moclificazioni qualita tive o quantitative, ecl indag are quindi sulla funzione secret oria (esocrina) del 11an crea e quell a d elle ghiandole dell a inucosa e so t to1nucosa duoden ale. Inoltre hanno studiato in vitro l 'azione c.1iretta d el succo duoden ale pri1u a e dopo la somministrazione di acque di Mo11tecatini sop r a i ' 'ari fermenti. Ecco i r esul la ti : 1) A tt iv i tà rimi loliti ca del co11tenuto duode11a]e : lieve diminuzione d ei valori d ell 'amilasi dopo la so1nministrazione di acq11e. 2) A ttivilà lip asiclie : per lo più i valori di1rJinuiscono leggerme11te, ma qualche vol La aum entan o. 3) A lliv i tà prot eoliticlie: diminuzion e. 4) Erep,t asi n el co11tenuto du odenal e : r eperto 11ega livo. 5) Azion e dir.ettcv in v itro d elle acque di l\llon t ecatini sulle attivilà enzimatiche: la funzion e amilolit ica è aumentata ; la funzione lipasica è se1npre più o iT1en o inibita specialmente d alle acque più con centrate; la funzion e proteolitica è au1nentata specialn1ente dalle acque più forti. Con clt1de ndo : trar1ne in pochi casi riguardo allo lipasi, per tutti gli altri fermenti la concentr'azion e loro è assai nloclican1.ente ridotta n el co·n t enuto duodenale d opo l 'u so· d el1e acque, in con segu enza di una diluizion.e maggiore dei fermenti per 1'aumentato afflu sso, di bile e forse anch e per una fluidificazione generale di tutti i secr e ti ch e si ver sano nel cavo duodenale sotto l 'influen za d ella bibita. Quindi la secr ezione di en zi1ni per p arte del 1)ancreas non è aumentata o lo è 1nen o d ella escrezione epato-biliare e d el flusso idrico. L 'azio·n e zimostenica d elle acque di ~[0 11l ecalini è positiYa p er l 'amilasi, e per la prot easi lriplica, n egativF1 p er la lipasi pancreatica. Prof. P1 ANI. Con corda con l 'interpret azion e d a ta n al · prof. Rondoni, tanto pii1 ch e egli stesso h n p otuto co11sta tare ripelute volte com e la duo-

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clenorrea si acco1r1pag·ni ad u11a 1uolto inio-liorata digestione epalo-pancreatica degli alimenti~ Ricer· che fatte con le varie acque d i Montecatini i1ello Spedale ~ Prato da lui diretto in sani ed amma!ali c-Gl pasto di ,S chmidt, hanno dato la dimostrazione di questo fatto . Prof. Gu1n1. - RicQrda sue r icerche (1927-28) 11~1 1 'Istituto di Farmacologia di Firenze, l e quali dimostrarono· u 1l. potere zi1nostenico delle acque clj Montecatini nel senso· di attivare alcune ferrr1el1:tazioni e deprin1erne al tre (11otevole attivazione n~lla fermentélzione al~oolica dello zucch ero operata dal (( Saccharomices cerevisiae », e dimir1 uita la fermentazione amigdalica dovuta alla emulsina della mandorla amara, diminuito il pot ere ossidant~ delle ossidasi conte11ute nelle p ata le).

Le cure inalatorie con Facqua del Tettucc io. Dott. P. F. P1ERc. - Jlip orla il ri su l tato d1 ~ue ricer che 11ell 'Osp edalc di Prato, i1e1 suo reparto cli Otorinolari11goialria, eseguite su i11dividui sani e su ar0:malati di veg etazio11i adenoidi e ipertrofia lo11sillare e su ammalati di lesioni catarrali acute d el tessuto linfatico naso-fari1igeo e sulla mucosa , slessa. Sedute giornaliere di inalazioni caldo-umi<le dir~ Lte con acqua del Tettuccio l)er la durata di 20 1ni11uti ognuna. Segni di reazione locale (a11mento della secr ezione mucosa e dei microrga11is1ni presenti 11el muco); cui segue un ristabilin1e111.o della tunzio11e normale (ritorno• d'ella mucosa a~ colorito leggerme11te roseo, decongestione, di111i11uzione di 'olume degli elem e11ti linfatici, comparsa clei fatti catarrali e di ogni fenomeno sogge ttivo). Inter preta i resultati come la manifest azione di un 'aumentata azione bat tericida del sier o di sangue cc.1 una s timol azion~ del ricambio ce11 tilare locale, per l 'azion e ch e il cloruro di sodio esercita sul 1.;ircolo san guigno e sopra i tess uti linfatici. Sarebbe logico pensare col Sanar elli, che la 111.ucosa 11aso-faringea modifichi la 11ropria carica elettr ica per la presenza del cloruro cli soclio , sì cla favorire l 'espulsione degli elementi n1icrobici.

Il ricambio idrico salino sotto l' azione delle acque di Mont~ catin i.

Prof. MEs s1N1 e laur. ScALAB.RI.No. Furono studia te le variazio·11i dei globuli rossi e dei cloruri d el sangue e inoltre quelle della quantità, del peso specifico e dei cloruri delle ori11~ per 10-14 gior11i, dur.1 nte il periodo d ella cura o imn1 ed~alamente d op o la bevuta, face11do esp erienze di controllo anch e co11 l 'acqt1a di fonte. elle pri~issin1e ore dopo la bevuta i gl. r. rubiscono una iniziale diminuzione relatiYa con acqua di font~ ~ co11 acque m e110 concentrate. I cloruri con l 'acqua ùi fonte e co11 le acque più concentrate tendono 1d avere un ar1dan1e11to analo·g o a quello dei gl. r. ; co11 le acque di media concentrazione salina subisconQ lin aumento in parte assoluto, che è ìJerò te1nporaneo. L 'eliminazione d ei cloruri n elle orin.e raccolte ogni ora nelle 4 ore successive alla bevuta, at1me11ta tanto più qua11tq più alta è la concentrazione delle acque; relativamente però alla qua11tità dei cloruri introdotta con 1ng·estione di acqua , la quantità di cloruri eliminata diminuisce con l 'aume11tare della concentrazione saJina d ell 'acqt1a. La curva d ei 'olumi dell 'orina seg·u e un andamento 01)posto a quello d ella curva dei cloruri. Gli 00. deducor10 elem enti di Yalore pratico per le indicazioni e e;ontroindicazio11i alla cura delle Il Segretario. acque di Montecatini 1


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SEZIONE PRATICA

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APPUNTI PER IL MEDICO PRATICO • •

CASISTICA E

TE~APIA.

Stasi duodenale ed itterizia catarrale. J. Hatzieg.a11u e M. Hanganu,tz (Soc. méd. hop. Paris, 6 giugno 1932) critican o l 'o·p inione che l 'ilterizia catarrale sia p1r in11ariam.cmrte una n1alattia epatica. E si inettonoi in1 rilievo la freque11za con c uri. i sintomi disp ep·tici continuano dopo che il fegato è ritornato al volume normale e dopo la soomparsa d ell 'ittero. In a1cuni casi hanino ricercato la cau sa per cu1i co·nitin•uava uno s tato subitterioo e per sisteva, anche per anni una di pep ia, ·dopo cessa ti g li attacchi di itterizia. All'esame radiolo 0'iCO di 21 di Lali casi, si osservò in tu.tti, m eno in 3, UJno tato di . tasi ·d.uio denale più o m eno n1arca to. Altri autori l1anno rilevato una ta i a·11aloga in :ca i di colecist-0patia e d~ pancr eatite; in. queisti casi, la gastro•s copia d1mo trò la pre enza di piloroduodenite. L 'A. ritien e ch e in tutti i casi di itterizia catar rale ' 'i ia uin 'alterazione d el contenuto duod enale, con aumento d el mll!co e, n el 50 °,k, ·vi ia anche up ' in UJf ficienza pan,cr eatic.a. ester11a. La duodenite e l a •p ancreatite sarebbero la cau a della ta i du·odenaJ e ed avrebbero un.a parte importa·n!te n ella piroduzionc d ei sintomi di .. 1)eptici ·dell'itterizia catarr ale. La ta i si manifest a talora precocen1ente, t al-0ra tardi' 'amente dopo la C'o mpar a dell 'itterizia ed è probabile cl1e la ·duodenite sia un fattore importante n e1lla patogenesi dell 'itterizia. fil . Ipofisi a11teriore e cistifellea. In un · uo precedente lavoro F. Fischer (l(li11. l'l 1 och., 23 lug lio 1932) aveva g ià miesso in evidenza i rapporti fra sis tema bili1are estraepatico e istema nervoso vegetativo da una parte e lobo .anteriore ·dell 'ipofisi d all 'a ltra . Si era infatti notato in una numerosa serie di colang iopa tici, in circa 1'80- 100 % d ei casi , dei sintomi ch e corrispondevano perfettamente a qu,cl:. li d ella c.ach eissiia ipofisaria o m .a.Iattia di Sim1nonds. Siccome si trattava quasi sempre cl i forme legger e senza esito mortale , i p en sò a in ufficien za non grave· d·el l obo anterio·r e d ella ipofi. i. Si studiò in a lcuni di questi ca i l 'effetto teirap·eu tico dell 'estratto anteriore di ipofi•si e si notò un n otevo.l e .m ii.o-lior amen to d ello s tato morb'O'SO con oessazione dei dolo ri an ch e se datanti d a lungo temp•o. on si ebbe occasione di riscontrare se l 'estratto avesse l o s te so e ffetto sulle colich e. L ' A. ha voluto· continuare le ricer c.h e stu diando direttJamen-te, p er mezzo del sond.aggio du10 denale, ] 'effetto dell 'estratto ·di ip·o fis.i sulla cistifellea. In Lutti i 10 ca i stu.diati, n otò , do1)0 l ' iniez ione di estratto, uno svu otament o note,role d.alla cistifellea di bile n era. Il ten1po in c11i questa reazione avveniva, fu vario 1

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per . i vari ~·si. !~iettando estratto di lobo posteriore d ell 1pof1s1 quieista reazione non si aveva o era molto poco m1ar cata. G. LA CAvA.

Contributo al trattamento degli itteri e dell'insufficienza epatica con insulina e glucosio. I. Tisu, parten·d o da l 1con cetto ch e n elle di~erse _aff~ ioni del .fega.to con. insufficienza epatica, il gl1cogoo·e sia d11mrinuito o assente e che in questi casi sarebbe utile ·di fare un trattan1ento · di 1arricchimento d ella cellula epatica in gl~cogen e, intraprendei un trattam e·n to· co·n in1 u1lina e g lucosio L 'insuliina 011 tre all 'azione o-licope ssica avrebbe anche, com 'è noto un 'a zione colag·oga. ' Ven g01Do studiati 14 casi, di cui 11 con ittero e 3 con c~rrosi; vien e u sata l ' insulina dan ese Novo . In ti:e· casi di ittero catarrale con inst1fficienza eipatica inietta fino ia 15-20 un.i tà a~giunge1ndo. 30-40 g r . di zu1c ch ero in 200 gr. d1 lat te: ottiene guarigione in 2 casi e mig lioramento n el terzo. In 6 casi di ittero, su ssegue nte a·d un trattamento anti-sifilit:ùco , vien fatto lo stesso trattamento C-On 20-30 UIDità al g iorno ,e con 3050 gr. di zucchero, e malgradoch è le forme ùata sero da più di Ulil anno si -0ttengono 4 g· uarigioni e due miglioram·e nti semplici; la d.uifata d el trattam ento fu ·di 13 g iorni in un ca o, di 20-50 g iorni n egli al tri. Buoni risultati, ~on controllo chin1~co della funa:ion a lità epatica, l 'A. ottien,e anche in due casi ·di itter-0 g ravidico e in tre casi di cirrosi con in suff~ci enza , di cui una ipertr o.fi ca e le E. ANTON1Azz1. altre due atrofiche. 1•

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. Funzione epatica e sensibilità all'insulina. Il feg.ato , osserva E. Forsgren (Kl. Woch., 20 agosto 1932), possiede una funzion e ritmica, .che si svolge con l 'altern.a rsi ·d i attività secr etorie (secrezion e biliar:e) e di attività ais similatori e (glicogenesi). È stato di111ostrato •ch e qua·ndo la funzio.n ei bilig·enetica rag·giunge uµi massimo - e c iò avviene ne ll 'uo1110 n orma le durante l e ore ·d el gio•r no - il fegato s ' impo~ veri ce di g licogeno ; e ch e il vi1oever sa acca·de n elle ore .n.o tturn.e . La cono,s cen za di qu1esto ciclo che si compie tDelle 24 ore .riende ragion·e di ahc.u ni para·dossi rilevati n ello· is tudio d el rica 1n bio dei carboidrati ·ei d ella sen sibilità per 1'ins ulina, ·di fronte agli apporti alim entari . Orn1ai un g r aiil nurm er·o ,di esami ha nno p1rovato cl1e il tasso g licemico è ipiiù ba.s.so n el pomeriggio (a parte la tempora.nea iperg·licemi.a })O, Lprandiale) ch e n ~l m.aLtino a dj giumo. Son o stati d escritti vari casi ·di diabeti.ci in c ui alle 2 d el pomeriig gio, due 0re dopo il i)asto, si è troViaita una ina ttesa ipersensibilità ver o l 'insulina. Fra le 11 antim. ei le 5 pom. 1


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POLI CLJ ~ I CO

vi è u:na cc zona >> di ipersen sibilità ins.u lini ca, di cui si d,e ve ten er conto n ella somrn.ir1.istrazi·one del medicamento. Quan·do occorra dare ad un m:al.ato una dose di insulina nel pomeriggio, essa 1sarà inferiore a quella 1c.h e si ·dareb·b e :nelle p rime ore del mattino. Il ritn10 f.umzionaJe del fegato, · e quindi le conseguenti variazio ni d el m etabo,lismo carbidrato, son o poco o nulla influenzati dall'orario dei .pasti; tanto che, stabilite nel mo.do più van·taggioso le ore ·di somministrazione dell 'insulina nella 'g·i-otrnatp., ponvi:en e non variarle anohe 1dovendo mutare l 'ordine o il tempo dei pasti . P u nnu . 1

SEMEIOTICA. Diagnosi precoce della tossiemia gravidica. N. White (Th e Practition:er, settembre 1932) in.dica come il segno più preooce ed impor.tan,te l 'edema; la sua CO!!J.parsa ai piedi e d .alle gambe d eve mettere in. sospetto e fare ricercar e se vi è albumiin:uria od aumento ·di pression·e; l 'edema generalizzato, sp ecialmente se ·e steso alla faccia .e;d alle mani è un segn o .definito ·di tossiemira1. Il tipo più importante è quello ch e si ·diffonde gradatamente alle c-0·sce e a lla parete a·d·d ominale e poi alle mani e faccia, tipo ch e si osserva ne llo stadio preeclamptico. Più tardiva è .la cefalea~ dovuta alla tossiemia, essa non precede lo sviluppo dell 'albuminuria e l 'aumento della pressione che di 2 settim.ane 1circa. Anche i disturbi visivi sono ·un se1g no tar·divo che si osserva n elJo stadio pre-eclamptico. L ai cecità parziale o completa interviene 1-2 ore prima dell'accesso; ug uale sig nificato hanno il dolore epigastrico e la t0e1alea violenta. Un segno importante è l 'elevamento della pressione. Ogni a:umeJnit o oltre i 140 mm. va .coin sìderato di origine tossiemica; se inteir·venuto rapidamente ed oltr·e i 160, indica l 'urg.enza d e1 trattamento. Raramente si ha come primo segno l 'albu.min1uriaJ, che si ha invece precocemente nella -n efrite 1cronica e può ·e ssere preesistente alla ·gravidanza. Nello stadio pr.e-eclamptioo, la ,quantità di albumina aumenta rapidamente . Per decidere se vi sia o non la tossie mia , rs,i ·deve tener conto di tutti i sintom;i e segni. ·un leggero aumento di pressione, con ed·ema moderato e cefalea od uno di tali sintomi con 1eggera albumin:uiria h:anno un significato maggio re che non un aum·ento notevole di ·pressione senza altri sintomi . L 'esistenz.a di ·uno solo di essi indica soltanto icJ1e ·s i deve ·procedere a ricerche ed osservazioni. L ' erriorragia an1te partum può essere con·seguenza della tossiemia ed è generalm.ente ·associata con i·n farto placentare, che provoca n'lorte del feto. In g·e neralc, però, ]a toS'sie mia ch e porta all'·e n1orragia ante partam non .provocai eclan1psia. fil. 1

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Un nuovo segno della morte reale. H . Bor·d ier (Bu.ll. Aood;. de médicin1e, 19 lug lio 1932) ha rilevato çhe, nel vivo, una corre11 te di ·diatermia applicata sopra una parte del corpo (p. e1s., addon1e e regione lombare) fa ·s alire, in 15-20 min!Ulti, la temperatura prea in un p1u nto lontano dagli elettrodi (all'ascellare od in bocca•) ; tale el,evazione raggiunge faciln1ente, d·opo 20-30 n1inuti, 1°.5, con un 'inten sità di 1500-2000 milli.ampères). Essa è dovuta al riscal·da.m ento del sang·u·e e de1i liquidi circolanti, .a l lor·o pa saggio nei tesuti co1npreisi fra g li elettrodi. Se la circolazione è totalnren.te arrestata, se il c uore cioè n on ha la n1inima contrazio11e, la tem1)era tura a celiare od orale rima.n e la stessa. In tal 1caso·, si può af~ermare la ino rte reale. fil. 1

MEDICINA SOCIALE • La questione della secrezione interna della milza• Già da tempo sono note le co1Telazioni or111onali esistenti tra milza da wn lato, pancreas tom.aco, intestino, midollo osseo, emolisi e ricambio dal.l 'altro. Così sen1brano anche da riportare .ad .UJlla atti,rità orn1o·n ica l'aziane protettiva della n1ilza ri!sp etto all 'infezione da })artonelle, e l 'a ttività che la milza dimostrai co11tro I 'attecchimento dei tumori sperime nta.li. Mediante la parabiosi si è r ecentemente. di1nostrato 1c1l1e l 'azion e delta milza su1l midollo, 1u anifestantesi co·n la comp•ar sa di corpi di Jolly dopo .la splenectomia, è ancl1 'e ssa dovuta ad una. correlazion e ormo11ica. Fu infine risconl rata ipeirtrofia della milza ·di uno dei du e ratl i i11 parabiosi per splenectomia dell 'altr•o. E. La:u1dlll (VJi ien. /{lin . Woch., 5 agosto 1932), si occupa or.a dell 'azione ·della i11àlza sul ricambio dei carbidra ti, e giung·e a dimostrare .. perimentalmente in animali posti in parabiosi, ch e l'azione di innalzamento· della to·l leranza peT i carbidrati .a ttribuita ·d.a n1-0lti AA . alla nli.lza, derve esser e sen.za dubbio anch'essa riferita a d una :attività incretoria della milza stessa. P u nnu . 1

L'azione del paratormone e l'ipotesi patogenetica di Lundborg (ipopar atiroidia) dell'epilessia mio· clonica. · C. J. Parl1cm e S. C·o stantine co (Revue Arfédicale Rou.mainie, n . 1, 1932) rico,r dano ch e Lundborg h;a: em esso l ' ipotesi 1cJ1e l 'epilessia n1ioclonica rappresenti Ullla formia di insufficienza :p aratiroidea in· ·b ase .sopratutto alla son1ig lianza cllie lei mioclonie di tali .m alati banno co·n qu·elle d egli animali par.atiro~dectomiz­ za ti. Gli AA. riportano brevemente due casi di epilessia mioclonica in cui alla terapia con lu1111inal venne per alc'lllili giorni so, tituita que lla co11 paratormone ·di Collip, 1 cc. sottocute. Oltre alle crisi comiziali propriamente d ette , entrambi i ·pazienti presentavano contrazi·oni nluscolari brusch e e violierntei che i111.primievano n1ovin1enti ,a l tron·oo e agli arti: e ~ si :si caJ.m.a1


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vano solamente con l ' uso de l lumina l, se11za d el quale raggiungevano tale intensità da 0 bbligJ.rli a tenere il, letto ei ·da impedire anche il sonno. L'esam e n·e urologico dava, i1n· uno e agerazio1n e dei riflessi rotulei e 1p1r esemza d el segno di Romberg, n ell 'altro olo un ral lentamento dell e reazioni capillari. Esi . . tervano note di iperpituitarisn10. La calcemii.a €r.a 11ormale in u.n ca o, aumentata n ell 'altro. I ri ultati ottenuti col p1a ratormone 11anno dimo, trato che esso ha un 'azio,n e sedativa incontestabile: con l 'u so di esso per m ·olti g iorni i è riu"'citi ad impeidire l 'insorgenza d elle mioclonie, ma molte volte p erò l 'iniezione r imase senza effetto. Secondo i fatti constata.ti , a li AA. non cr edono ,di poter conferma r e l 'ipotesi di Lun·dborg, in ciò ba san dosi anche sui reperti istologici di UITI altro caso in cui lo studio d elle para tiroidi non .dimostrò a lte·r azioni di sorta. E. A~TO JAZZ!. 1

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Osservazioni sulla costit11zione dell'ormone dell'estro. Le ricer·ch e sulla struttura de ll 'ormone dell'e . . tro hanno portato a stabilire per i due p r od otti c ri tallin i isolati da ll 'urina di donna g rav ida le fom1ule C1s H22 0 2 e C18 H 24 0 3. 11 primo arebbe una ch etoidroo sie trin a, e il secondo uno• triidroo sie trina. Sottoponendo, .l a triidro~ iestrina ad o idazion e, G. 'f "' . Marria n e G. A. D. Ha 1ewood (Th e Lancet, 6 agosto 1932), hanno ottenuto 'U•J1 a c.i do biba sico c l8 H22 0 5, e poichè da e so }) e r n1cti lazion e e distillazione si è avuta una m ie tao sianidride e da ,q uesta. per acetilazione 1m a acetilanidride, ·... embra vero imil e la derivaz ion-e d ell 'acido da u,n corpo oont en ente un an ello a cinque membri. Accettando invece· l 'i11oteisi ch e le molecole dell 'estrina abbiain.o uno . cheletro formato dalla fusior1e di anelli frnolici, si potrebbe pensare a strutture d el ti,~ .... d ell 'antrace11e ,e d el fena11trene da urn lato o d el crisen e da ll 'altro. E poich è pare ch e anche il colestero·l o e g li a cidi biliari e quindi anche il cc p1r eignandiol » siaino d eirivati di riduzio1 n e1 cri senici, si potrebbe pensare ad una relazione fra estrina e ·di turbi d el m etabolism o d el c1olestero lo, quali si hanlil.0 in gravidanza. Proced endo a lla determinazion e d el numero ·di io dio , i no tri AA. trova no ch e ogmi m olecola di metilet er e di triidroossie-strina reagisce con due aton1i ·di brom Q'.; og ni molecola d ei brom11ri degli eteri m etilici d ell e du e estrine contien e p erò un solo ato:mlO di bro·m ,01: c iò ch e parla contro l' eisistenza di un doppio, l egam € nelle .m ;olecole stesse. Com e d erivato di ridYzione c .Jemm en sen della ch etoidrooissiestri:na si otti·e n e un fen olo, la cui fo rmula è C18 H24 O e non C1 8 H2 6 O com e 13utenand aveva su1ggerito. Cosi p1u re , co:n itrariarn ente a ll ei idee di questo A., man ch erebbe n ella molecola dell 'estrin a un dop1pio .legam e P u nnu. eno]ico. 1

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SEZIONE PHATIOA

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POSTA DEGLI ABBONATI. Clii11ina ed epilessia. - All 'abb. n. 8695 : La chinina n·on è so tanz.a1 epilettogena. A do. i t~r~·pe11tich e no·n è contro1i~di cata negli ep1l€1tt1c1. Una volta fi gu1~ava anche n elle fo·r n1ole d ei m e dic.a111enti am.tic.omiziali. Ma è stato poi abbandonato perchè fil,o n risultò pro,ficuo.

iDR. Al dott. G. D. M. da V. I.: l Tn libro sulle i·n.001m patibilità medicamento e è sta to pub,b licato dalla Socie tà editrice Libra ria, Milano-Napoìi. fil.

VARIA_ L'azione protettiva dell'alcool e del vino. R. Cr U1ch et e 1F . N·oblia (Journ. de méd. de Bord'eaux, 30 luglio 1932) adottano il termine di filassi per indicar e il f:atto ch e un veleno (virus , tos . . ico o tossina) ch e in d eterminate co11·dizioni provoca un grave disturbo e d anche la morte, diventa ino ffe1Dsivo quando l 'or.g ani"'1no rioeve una so tanza ch e le> protegge, introd otto preventivamente o, ad ogni mo·do, in tem po u.til e. 'fale immunità ·d ifferisce da quella 11m10rale o d a quella per mitridatismo, per l 'assen z.a di antiicorpi, pe.r la s ua rapida com})ar a e la non srpocificità per sostanze di ori. . g 1ne varia. Gli AA. hann o stu·diato la fila ssi prodotta da] vino e dall 'alcool ed ha nn o osservato che, in realtà , l 'alcool po·s sied e d elle evidenti quali Là prote ttive contro g li e ffetti n·ocivi d ella s tri cnina, d ella sparteina e di altrei sostanze to icb e. Meno evidente è quella contro la tosina difte.riìca e ]a rabbia. Il vino, speci a·lm ente quello bianco, ha un.a influenza analoga co·n tro alcune sostanze tossich e, specia lm ente la stricnina. Questo fatto può spiegare l 'azion e u1tile , conosc iuta da tempo, con.t ra le to si-infezioni. fil. 1

Coesistenza e reciproca influenza delle ma· Jattie. R. Ro .s le (Klin.. W ochens., 3 settembre 1932) , indie.a c·om e sintro1p ia il nappoTto r·e gol1arm1ente esi tente fra due malatti e (sindrom ·e è inveioe l 'eSJ).ressio·n e ·di una malattia unica). Il calcolo d e]le proba bilità può decidere e la coesi tenza fra le due m alattie ia r egolare opp·u re ca1·u,a le : è diffic.ile però il ·p oter affermare con sicurezza se esi sta o m eno la si•n tropia, c o,m e si ha, p. es., fra ra1chiti m·o e pasn1o filia , fra scleros i cerebrale tuberosa e tum or e .renale, fra o·s teo·di1strofi.a fibrosa e tum or e d ei cor pi epiteliali. La sintropia di gr.avi m al attie appar e più frequente all 'auto·p sia ch e all'osservazione clinica, poichè spe so una de lle du1e mal.a ttie predomina il qua·dro morboso. 1Fra l e sintropie n en a tive, pos ono citar si la ra rità d ell e gT1avi .m e1a .. ta i i·n or ga1n i nella tubercolosi po1Jmonare g rave e qu1ella fl'la tubercolosi e c.ancro. fil. 1


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POLICl.JINICO »

[. t\.NNO . XXX.IX, Nu~r . 44]

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PROFESSIONALE. CONCORSI. POSTI VACANTI. AsrAGO ( Vicenza) . - Scad. 30 nov., 1° reparto; L. 10.000 oltre L. 1800-2500 trasp ., L. 300 ambulat.; riduz. 12 %; c .-v.; età lim. 45 a.; tassa L. 50,10. Chiedere avviso. · AvELLrno. <: onsorzi·O Prov . Antitubercolare. Scad . ore 12 ·del 30 d ic. Direttore del Consorzio e del dipend~nte Dispensario provinciale; esami e titoli: L. 15.000 aumentabili, oltre L. 5000 serv. al L., indennità varie; età lim. 45 a.; doc. a 3 mesi dal 1 ei ottobre. Chiedere annunzio . BARZANÒ (Como). - Concorso per titoli ed esa111i: scadenza ore diciotto del 30 11ove1nbre 1932. S tipendio annuo L . 9000. Assegno Ufficiale Sanit ario L. 1500. Mezzo di trasporto L . 3500. Indennit à per ambulatorio (se tenuto in casa del ~Ie­ dico) L. 500. Il lutto soggetto all a riduzione del 12 % e gravato dalle riduzioni di legge. Età minima anni 40, salvo eccezioni di l egge. Documenti da allegarsi alla doma11da in· bollo da L. 3; in bollo competente e l egalizzati nelle forme di legge: 1) Certificato di cittadinanza italiana; 2) Certificato penale generale del Casellario Giudiziario ; .3) Diploma di l aurea in medic ina e c hirurgia in orig i11ale o in copia notarile (p er i laureati che ne h a11110 obbligo a 11orma di legge, anch e il certificato dell 'Esame di Stato; 4) Certific ato di nascita da c ui risulti c h e il concorrente non ha superato il 40° anno di età. La c-011dizione del limite massimo di età non vig·e per quei concorrenti che a}Jbiano già prestato o prestino servizio in altre ·Condotte, fatte salve le condizioni fisiche ; 5) Certific ato di buona condotta morale, politica e civile, rilasciato dal Comune o dai Comuni in c ui il con·corrente abbia avu to la r eside nza n ell 'ultimo bie1111io; 6) Certificato di sana e robusta costituzione fi si ca; 7) Certificato di inscrizione n ell ' albo di u110 degli Ordini d e i Me.dici del Reg no; 8) 'futti queg ii altri docume11 ti che ·il concorrente crederà opportu110 produrre jn appoggio alla sua don1.anda e a11ch e quello di evei1tuale servizio prestato in guer- ra presso unità 1nobilitat e; 9) Vaglia di L . 50,10 p er t assa di concor so; 10) Elenco in duplice copia dei documenti e titoli presentati. I documenti indic ati ai N. 1-2-5-6 e 7 d evono avere una data non ar~ ter~ore a 3 111esi dal 20 ottobre 1932-X. Chiar11nenti da richieder e alla Segreteria Comunale. BONASSOLA (.Sp ezia) . - Scad. 10 nov.; L . 7200 e 10 bienni ve11Les. ; riconoscfm. m età serv. anter. ; L. 500 uff. san.; riduz. 12 %; età lin1. 40 a.; t as·sa L. 50, 10. BRUNICO (Bolzano) . - Scad. 10 nov.; con sorzio ; L . 7500 p el 20 % della popolaz.; addizion. L. 6; 4 qui11quen1ti d ee. ; 10 % stip. se uff. san . ; L. 1400 indenn. abitaz.; c.-v.; riduz. 12 %; tassa L. 50. Per i concorrenti di ling t1a madre differente dall 'italiana è richiesto u11 certificato di conoscenza della lingua italiana rila ciato da un Direttore didattico governativo. CANOSA (Bari) . - Scad . 15 nov.; chirurgo primario ; rivolgersi segreteria com. CREl\'IONA. Maniconi io Provi n c. - Scad . lq nov. ; medico di prin1a classe; L. 14.000 e 5 quadrienni

d ee. oltre c.-v.; abitazione e ortaglie su canone di L . 500; riduz. 12 '7~; età lim. 40 a. rvioNTEGIORGIO (riscoli Piceno). Ospedale Civile. Cercasi chirurgo interino munito titoli lunga pratir.u presso importanti osp~dali come primario o ait1to. Stipendio L . 1000 mensili già ridotto 12 % compartecipazione 60 % proventi atti operatori arrlbulatorio, percentuale camere a pagamento. 0~ 1>edale modernamente attrezzato; capacità ce11to pos ti . letto . Inviare curriculum vitae ed elenco doct~me11ti, da esibire a richiesta, alla Congregazione di Carità di Montegiorgio, alla quale potranno richiedersi ulteriori schiarimenti.

ed

ll\IPELlIA . Consorzio Prov. Antituberc. Al 15 <lic., ore 18; direttore del Consorzio e del DispenSé.trio I>rov.; L. 16. 700 aumentabili a L. 18.000 oltre L . 3700 serv. att.; riduz. 12 %; età lim. 45 a. al 9 ott.; doc. a 3 rr1 esi; tassa L. 50. Chiedere anr1unzio. OLGIATE OLONA ( Varese). - Per titoli. Condotta 111edico-chirurgica con diritto: a) allo stipendio iniziale L. 9000 aumentabile di un d ecimo ogni quad1 iennio e per cinqt1e quadrienni co11secutivi di servizio effettivo , con obbligo d ella dimora nel centro dell 'abitato; b) all 'assegno pel servizio di Uffic iale sanitario, da stabilirsi da S. E. il sig. Prefe tlo; c) all'assegno per la bicicletta lire duecento, e da approvarsi 11ei modi di legge. Lo stipendio e gli asseg11i di cui alle lettere a), b), sono soggetti alla riduzione del 12 % di cui il R. D. 20 novembre 1930, n . 1491 ed alle altre trattenute di fegge. Do1na11da, tassa da L. 50,10 e docum,enti (I 'elenco dei quali con ]e .~ltre notizie possono rilevarsi dal1'a v iso di con ca rso da richiedersi alla Segreteria Con1u11ale) , debbono pervenire alla Segreteria pre· d e tta non oltre le ore sedici del 15 novembre 1932. 1-lol\rA. Ministero delle Comunicazioni (Ferrovie dello Stato) . - Concorsi per titoli ai seguenti posti di m eclico di riparto Terni II, Montenero-Petacc iato (Ancona) ; R eggio Emilia, Imola (Bologna) ; Olgiate Calco (Milano) ; Agrigento II (Palermo) ; Casci11a (Pisa) ; Avezzano I, Roccasecca II (Roma) ; Grigno (Trento) . Inviare domanda e ric hiedere infor111azioni ui rispetivi Ispettorati ,Sanitari (indica ti ira parentesi). Scad. ore 17 d el 15 dic. 1932. Roi\icA. Opera Nazioriale per la prote,zione ed assi st e11Jza degli Invalidi di guerra. - Scad. 15. dic.; 3° assistente 1nerlico presso il Sanatorio Vitt. Emant1ele III di Aspromonte; L. 13.500, aumentabili cli 5 d ecimi in 19 anni, oltre L. 2500 serv. att. , assegno di famig lia; decurtan~ento 12 %; titoli ; e là lin1. 50 a. al 20 ott.; doc. a 3 mesi. Chiedere nnnunzio. Rivolgersi alla Sede Centrale, piazza Adria11a, Casa Madre del Mutilato, Roma 33.

S. GIULIANO DEL SANNIO (Campobasso) . -

,Scad. 31 dic.; L. 6000 e 3 quinquenni dee. ; riduz. 12 %; e tli lim. 45 a. S . ~IANGO suL CALORE (Avellino) . Scad. 10 dic.; L. 7000 e q quadrienni dee.; età lim . 40 a.; tassa L. 50, 10. SANTA CRISTINA n '1\sPROMONTE (Reggio Cal. ). Scad. 4 dic.; L. 6776 e 4 quadrienni dee., oltre L . 2200 cavallo; età lim. 45 a.; tassa L. 50.


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SEZIONE PRATICA

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.. To1u~o.

!Ylu 11icipio. - Scad. 14 gen.; batteriologo Sottocapo d ella Divisione II del Servizio d 'Igiene e Sanità; esan1i e tilo1i ; programn1a e chiari1-uenti dal M11nicipio, Divi. ione I,r, Per sonale. Aiuto m edico e as i. l e nte n1e<iiro <lel Di p e11sario provi11<'iale ; stipendi L. 15.000 e I ... 9000 lorde; titoli, co11 prevalen za di quelli di carriera su quelli scienti1iri generici; srad. ore l 8 d el 15 nov.; tassa lire 50,IO; doc. a '3 mesi dal 15 ag. Chiedere bando . U n1 ì\"E

Consor zio Prov. An tituberc. -

VEHE!.AGO (Trev iso) . Scad. 10 dic.; L. 8000 oltr·~ L. 2500 trasp.; età lim. 35 a. Quando non è altrimenti indicato i concor si si riferiscono a condotte inedicochirurgiche , i co1npe11si allo stipendio base. Avvertenza. -

NOMINE, PROMOZIONI ED ONORIFICENZE. Il prof. SalYa tore Citelli , ordinario di o to-rinolaringologia r1ella R . Università di Ca tania, è nominato cavaliere n el] 'Ord i11e d ella Legion d '011or e della Re1Jubblica Frnnce e. Il prof. Luigi Rug·ani, libero docente nella Regia l.:11i,·er sità cli Siena. è nominato gra11de 'u ffici al2 11cll 1ordine della Corona d 'Italia. Il cl ott. R. V. Ful ton è n ominato professore di c hirurg i a ortopedica al la Scuola cli i\1edicina dell 'U11i ver ità di Virginia, qt1ale successor e del prof . Alle11 F . , .osh ell . Il dott. G. f\I. Curti l1a lasciato il posto di professo r e di chirurgi a (cli11ica chirurg ica) all a ,Scu ola per laureali della Divi ione di Scie11ze Biologiche dell '-C11iver ità di Chicago, per accettare lo te so posto allo « Ol1io Sta le University College of ~Ie­ dici1 te » di Colu111bus. Il dott. A11gel H. Roffo è nominato professor e 011orario n.ell a Facolt à di Scie11ze tned ich e di Buenoa .Ajre . Il prof. Euge11io A. Galli è nomi11ato direttor e della Sc uol a di Scie nze medich e di La Plata. Al dott. S. ll. Lokrantz, direttor e dei servi zi

sanitari delle Scuole pubblich e di Los Angeles, ve11ne affid ata l a direzione sanitaria delle gare oli111pionich e. Il dott. H . Fricdenwald, professore en1erito di oftaln101ogia all 'Univer sità di Baltimora, è n omin ato dottore lionoris cau sOJ in l etteratura ebraica dallo <~ J e,vish Instilt1le of Religion » di New York . Il IJit1 vivo, il })iÙ ricco, il più vario periodico italia110 d 'igiene e medicina preventiva, di sa11ità pubblica e medicina sociale, di biologia ge11erale applicata alla 1nedicina, è rappresentato dagli cc Annali d 'I giene))' largamente diffusi e accredita ti in Italia e all 'Estero. Chiedetene un nun1er o di saggio e vi sar à i11via to g r atis. Abbonamento annuo : Italia L. 60, E stero L . 100 ; per gli abbonati al cc P oliclinico » risp ettivamente L 55 e L. 95. Indirizzare le richieste all 'Editore Luigi Pozzi, Via Sistina, 14 - Roma .

NOSTRE CORRISPONDENZE. Da Firenze.

Convegno di medici cattolici.

Co11 l 'intervento <li S. Em. Dalla Costa, Arcivescovo cli Firenze, lta avuto luogo il giorno 16 ottobre c . i11. i11 una sala d el palazzo Pucci l 'inaugurazio11e d el « Convegno nazio11ale dei medici ca ttolici ». Anch e il Sa11to Padre aveva inviato un suo m~ssagg·io di. cui è stata data lettura dal preid e11te d ell 'ufficio Centrale. comn1. Ciriaci, it1sie1ne alle inolte altre adesio11i pervenute. Dopo una· breve allocuzione di S. Em. l 'Arcivescovo, è s ta~a svo1ta dal prof. Luigi Picchi l a pr~ma rel az1011e sul tema .:e l 'apostolato fra i m edici n seg uita con molto interesse e vivame11te applaudita . Il g iorno su ccessivo è s tato commemorato il ci o tt. Giusep_pe Gotti e quindi si è avuta la seconda relazio·n e su (( l a ql1estione dell 'aborto crinlino o» svolta n1ag istralmen le dal prof. Agosti110 Ge111elli dell 'Un iversità Ca ltolica del Sacro Cuore di l\Iilano. Terza r elazione è stata quella tenuta òal prof. F ran cesco Leon cini, direttore del r.tostro I tituto çli ~Iedicina Legal e, sull ' i11ter essa11te argon1e11to della << Procurata s terilità n. L 'O. hn rilevato ]e provvidenze d ella nostra l egislazione in rapporto a tutti queg·l i inter venti ch e assumo110 appunto l 'as p1~ l l o dì ma11ifeslazioni deli tluose, oltre ad essere irL aperto contrasto con le leggi della natura e della morale cristiana, qua11do non siano specificamente dirette a salvagu ardare l a vita di un organi mo malato. Sotto questo p11nto di vista si può clire che il Governo Fasci La ha bene interpreta to lo spirito e le leggi della morale cri tia11a con le seYere disposizioni legisl ative ultimamente e111a11ate. 1\lla relazione del prof. Leon cini ha fatto segu ito; dopo un 'interessante discu ssione, un 'altra relazione sui rapporti tra cc Eugenica e m orale ca ttolica » svolta dalla prof. ssa Giuseppi11a P astor~ del l 'Università del Sacro Cuore e infine u11 'al-tra s ui cc Doveri del medico cattoliéo n ei riguardi del problema sessuale dei giovani » t enuta dal dott. Luig i Gedda di Torino. Durante la serata, 11ell 'Aula Mag na della nostra Univer silà, Padre Agostino Gen1elli ha t enuta dinanzi a un fol tissi ino pubblico una conferenza su « I problemi dell 'ora presente ~ l a morale callo] ica ». Ulti1na ap1)lauditissima r elazione è st a ta quella di inons. dott. Alberto Alberi su cc La necessità di una preparazione teologica pas torale per il m e -· dico cattolico », i::h e h a chiuso l a serie delle r elazioni all 'ordine <Jel giorno. I lavori del Convegno, riassunti sinteticam ente all a fine delle .r el azioni da Padre Gemelli, h anno avuto fine con un ordine d el giorno pres~ntato da Padre Pietro Lorg na e approvato per accl amazione, nel quale si fanno voti affinchè l a Suprema _!\utorità d ella Chiesa voglia proc lamare Alberto Magno, co1ne ,Santo e come Scienziato , protettore dei cu l tori d elle scienze sp,e rimentali. In ultin10 elevatissinìe p arole ha pronunciato S. E111. l 'Arcivesco·vo , dopo di ch e i congressis ti si ~ono recati a vis itar e il San atorio antitubercolare òi Pratolino e h a11no preso parte ad un pranzo offerto a Bivigliano dalla Sezjone fiorentina.

P. C.


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lL POLICLINICO»

NOTIZIE DIVERSE. Anno X. Il ftece1111ale del Regime segna u11 a tappa 11el poderoso sviluppo ch e è st ato i1npresso all 'Italia. Qu est a, fervida di opere organiche, incrollabile cli volon là realizzatrice, d à oggi una visione di rendi1ne11to, di potenza e di bellezza. Dell 'inten so rinnovamento ina teriale e spirituale andiamo d ebitori al Duce ed al Fascism o. L 'irresistibile esp a11sione dell 'idea fa scista . ha av uto r is ultati ineravigliosi ar1ch e n el campo ig ienico e sanitario, con lo sviluppo d ell 'educazio11e fisica, con l 'increm ento dell 'alta cultura m edica, con u11a i1npo11ente esecu zione di opere - dagli ospeda1i ai san a tori, dagli acquedotti .ai risaname11ti -- mo1 Le delle quali si gloriano d 'i11izi are la loro a tti ità n ella ricorrenza an11uale d ell a Ri voluzion e. (Delle pri11cipali tra esse dare1110 11otizie scaglio11ate i1ei prossimi numeri). Con legittimo orgoglio guardiamo al prese11 te, fiduciosi n ell 'avvenire.

I congressi medici di Roma. Il 38° Co11gresso della Società Italia11a di m edici11a interna si è svolto 11ella C1infca m edica. Ne i11i ziamo il resoconto in altra p arte del fascicolo; qui ci li1nitiamo a pochi cenni riassunti vi. All .inau guralione intervenne il ministro d ell 'Educazione Nazion ale on. Ercole; era110 presenti allre autorità e molte personalità della m edicina italiana. 11 sen . Maraglia110, presidente d ella Società, esaltò l 'o,p era d el fascism o n el campo culturale e scientifico e mise in valore la dignità d ella clinica quale scien za. Il prof. Frugoni, presidente del comit ato or<linatorc, rilevò com e il Governo fasc1sta ponga al primissimo piano la m edicina, di cui si è oggi pien amente riconosciuta l 'importanza scientifica, morale e sociale; commemorò il prof. V. Ascoli ; lumeggiò l 'importa11za dei lavori da compiere. S. Ecc. Ercole formulò un fervente aug urio p er il su ccesso dei lavori del con gr esso d ei m eclici, i quali le11dono eminentemente a far aurr1e11tare il benessere e dare incr em e11 to all a potenza morale e materiale del popolo italiano. I lavori si s1_1no svolti secondo il program1na pres tabilito, salvo ch e il prof. Guido Izar non potè - pur troppo - fare la sua r elazione, per ch è rimasto ferito, per fortuna non g ravcm e11te, in un in cidente autom obilistico (all 'in signe studioso vanno i fervicii nu g uri di tutta la famiglia medica i tali a11a, per una pronta guarigione). La su a relazione venne riassunta magistralmente e disc ussa dal prof. M. .Ascoli. Il sen. Maragliano ha commemorato il prof. Pietro Boveri. Le sedute in comune cori l a Società Italia11a di Cl1irurg ia riusciro,110 p arti colar1nente interessanti . Ven11ero fatte nume ro.s e comunicazioni; a~tre, semplicemente a11nunziate, figureranno n egli Atti . Alle carich e vaca11ti furono riconfermati i proff. P Cast el lino, Boeri, D 'Amato, A. Ferra11nini. Si è deciso ch e il congresso del 1933 avrà luogo a Pavia.

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••• Il 39° C.Ongresso d ella Società Italiana di chirur-gia venne inaugurato il 20 ottobre, nella Sala della Biblioteca Medica al Policlinico U1nberto I ' con . . l 'i11tervento del ministro d ell 'Educazione Nazio11ale on. Ercole, di altre personalità, di moltissimi <;l inic.i e patolog i delle U11iversità 'italiane. Il prof. Alessandri, ricordato come la Società festeggi il 50° anniversario della sua fondazione doc11mentò la copia dei contributi italiani alla' chirurgia, che si sono imposti i1ell 'ultimo decennio e che s'i11quadrano nel vasto n1ovimento inno·v atore della vita nazionale voluto ed attuato dal fascismo · sotto la guida del Duce. L '011. Ercole, con un elevat o discorso dichiarò . . Congresso . ' ap erto 11 Abbiamo· già ricordato le sedute in comune con . il Congresso di m edicina interna. . Dei lavori pub·b li cberemo un resoconto nei pros-· • s11n1• i1umer1.• -ella Clinica chirurgica si è svolto anche l '11 <>· Congresso italiano di 11rologia, con l a partecipazione di un ce11tinai_o di studiosi e cultori della specialità. Erano, fra gli al tri, presenti numerosi pro{essori universitari e insig,n i p er sonalità scientifiche di al<:une nazioni estere, fra cui J 'Austria, Ja Francia, gli Stati Uniti . Daremo il resoconto d ei lavori prossimamente_ L '8° Congresso dell 'Associazione nazionale fascis ta p er l 'igiene si è tenuto dal 19 al 23 ottobre. L'inaugurazion e ebbe luogo solennemente al Campidoglio, con l 'intervento dei sottosegretari di Stato onorevoli ;SoJmi e Pos tiglione, del direttore generale della Sanità pl1bblica dott. Basile, d el Yice-segretario d el Partito prof. l\larpicati, del queslore del Senato prof. Simonetta, del segretario 11azion ale d el Si11dacato m edico fa scista on . Morelli, d el Governatore di Roma principe Boncompagni Ludovisi , ecc. Dopo il saluto del Governatore pro11u11ziò il discorso inaug urale il prof. De Blasi, presid ente dell 'Associazione, che ne illustrò i compiti: tener dest e n el Paese le q11estioni d'igiene•,. coinpiere Ja propaganda , promuovere il perfezior.<tmento d ei presidì e d ei congegni di difesa igie11ica. L'igiene va intesa 11on solo com e difesa della· salute, ma anche com e irrobustimento d el] 'organi .. smo e.d a tale scopo il Regin1e tend e con l 'educa-· r ione fisica. L 'or::itor~ mise in rilievo il conco rso• ch e i 1nedici possono offrire nell 'assolvere i com-piti d ell 'igien e. Aggiunse come all 'addestrarrteatO' ft el personale t ecnico sar à destinato l 'I stituto della Sanità pubblica, in vi a di fondazione. Il sòttoseg retario di Stato on. Solmi portò il con sen so del Governo, il quale c,on sidera quale un cardine della propria azione <:ivile il problema igien.i co. I lavori si sono tenuti nei m agnifici locali dell 'Ufficio d 'igiene del Governatorato. Si iniziarono con le commemorazioni di Pagliani, Sclavo e Gar · d er1ghi ; il p.r of. Il vento ne trasse occasione per formulare il voto ch e l 'Istituto della sanità pubblica sia i11titolato al Pagliani. Le r el azioni e n on poch e comunicazioni d esta, rono l 'interesse d egli udi.tori. È . stato riconfermato 1'attuale Direttorio. ,.\l prof. De Bl asi è stata offerta una medaglia d 'oro. Son o state p ortate alcune modifich e allo Sta


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SEZIONE PRATICA

Luto, tra cui ql1ella di convocare il Congresso og11i .JJien11io. Ebb~ro luogo varie visite, tra l e quali quelle a l Sa11alorio di Porta Furba, al costrue11do Istituto Mus oli11i, al Foro 1\ilussolini, alle Paludi Pon ti11e le quali vanno risorge11do sotto il pote11t e i1n1lul o i1npresso alle 11011ifich e dal F'ascis1no.

.:Congressi medici francesi. D11ra11te l a prirna quindicina di ottobre si so110 te11uti a Parig~ 11umerosi co11gressi medici. Al 22° Co11grcsso francese e.ti inedicina inler11a h:t destato speciale it1teresse una co11ferenza del preside11te, F. Bezançon, s ulla revis~o11e del co11cetto di specificità morbosa. Il 41° Cou gresso fran cese di chirurgia, pre iedulo -da Leriche, ven11e caratterizzato dalla collabo;:azione 111edico-chir•1rgica in due relazioni, sull a ·Chirurgia 11on trau111atica del cuore e s ul tralla1nento chirurgico delle malattie d el sa11gue; ai lnvori h a11110 partecipato 11u1nerosi cardiolog i ed eJ11alologi. Altra caratteristica : si è riusciti a preparare delle erll1 te operatorie di vivo inter esse. Ha richiamalo 1nolto l 'atte11zione la narcosi retlalP. 1nedia11te averlina. Al 31° Congresso francese di urologia, presiedl1to .dal dott. Pap~n, questi mise i11 rilievo i progre si dei mezzi diagnostici; l a relazione riguardò il tratt ame11 to (l el ca11c.ro della vescica. Si è a11che r~unito ii 14° congresso francese di -Ortopedia, sotto l a presidenza di Froelich; v'i11tervennero inolti pecialisti dei paesi latini. .1\.1 1° Co11gresso fra11cese di ginecologia l1a11no })artecipalo 11umerose notabilità mediche s lra11icr a e la sedu ta inaugurale venne presieduta da Reca ens, di ~Iadrid. I due ten1i scelti erano di viva attualità : rapporti tra ipofi.si e ovaio, e diatermia ginecol0gira; le co1nunicazioni sono s tate 111ollo Jtun1ero e. Il 3° Co11grcs o francese di chirurgia ripara lrice s i è tenuto sotto la presidenza del dott. Dartigue- ; numerose co1nunicazioni attestano la vitalilà della nt1ova specializzazione. Al 7° Co11gresso francese di s tomatologia convennero 80 s tomatologi italiani; nella secluta i11augurale il presider1te, dott. Bozo, ricordò la l egge ston13to!ogjca italia11a ; questa venfl:e lumeggiata rlal prof. Arlotta n el banchetto sociale, Cl.Li intervenne il n1i11is tro dell 'educazione nazionale. L 'Associazione Stomatologica Internazionale, presieduta dal prof. Szabò e d i cui è segretario gen erale il prof. Storm, adu11atasi pure a Parigi, ha inviato, al riguardo, un telegram1na di plauso al1'on . l\Iussolini.

21 o Congresso tedesco di neurologia. ,Si è tenuto a Wiesbaden negli ultimi di se lte111bre e vi ha11no partecipato, sotto la preside11za di () . Forster, molti dei nìaggiori neurologi dei paesi tedeschi: Nonne, Spielmeyer, Bumke, Goldstei11, Pette, l\1endel, Curschmann, ecc. ed alcuni stranieri. Vennero discu ssi tutti i problemi relativi all a cronassia; relatori Le"v (Berlino), Bourguignon (Parigi), Altenburger (Breslavia), Stein (Heidelberg).

Convegno provinciale di medici del Dopolavoro. Un pri1no Congresso provinciale dei medici del1'0pera azionale Dopolavoro ebbe luogo a Udi11e coll 'intervento di un centinaio di sanitari con1u-

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nali della provincia. È il pri1110 del ge11ere, coma ha rileva to il Poclestà, co11te cli Ca1)oriacco, ch e ha porto a tutti un cordiale saluto. Dopo di lui p arl arono il preside11te dell 'Op era e il medico pro\ inciale dot t. Ba iardi. Il ([ott. 1\.ccordini ha dato le direllive per I 'at tività sa11itaria da svolgere in se110 all 'Opera. Sono s tati trattati i le111i: il 111edico scolas tico, l 'ad e11oidis1110, I 'Odontoiatria, lo sviluppo p s jchico, co11u ltorio dell ' i11fa11zia in rap1)orto all 'Op era Dopolavoro.

Scuole di perfezionamento a Roma. Ci si co1nu11ica che la Scuol a di p erfeziona1nento n1edici11a rl el lavoro, diretta dal prof. A. Bl1si, e quella di cli11ica pediatrica, diretta d al prof. L. Spolverini, riprendera11110 i cor si rispettivamente n ei g iorni 14 11ovembre e 15 n ovembre; ch e per la cuola di perfezionarnen to in dermosifilopatia, diretta dal prof. P. L. Spol veri 11i, le iscrizioni si accet tano fi110 al 30 dicen1bre. In tutt 'e tre le Scuole i cor i sono dell a durata di un bie11nio. Tasse rip ettiv . . , co1nplessivr. mente L . 2530, L. 2775 e L. 260~. Chiedere g·li annunzi alla segr eteria della R. Uni' er. ità di Ro111a, oppure alle Direzioni delle Scuole. iit

Corso di perfezionamento in oto-rino-laringologia a Torino. Coll 'inizio dell 'a11no scolastico 1932-33 si riaprira11no presso l 'Università di Torino le iscrizio11i al co rso di perfezionan1enlo in otori11ol aringologia. Il corso è triennale . Per i11formazioni rivolger si al prof. ~Ial an, diret tore dell a Clinica Otorinolaringologica, via Acrac1ernia Albertina n. 17, Tori110.

Nel giornalismo medico. Il fascicolo del 24 sette111bre del « Siglo Médico » è i11terame11te declicato al Congresso internazio11ale di oto-rino-laringologia, adunatosi a Madrid ; è 111ollo copiosa1ne11Le e in parte briosamente illus trato.

Per una lotteria a favore degli ospedali inglesi. I l Consiglio dell 'Associazione degli Ospedali Brita1111ici, aduna tosi i11 seduta segr e ta sotto la pre idenza di Sir Harold Pink, considerata l a crisi gravis i111a ch e attraversa110 g li O pedali dell 'Ing hilterra, inolli d ei quali mi11acciano la chiusura , dopo l unga discl.1ssione s i è lasciato convincere ad accettare una propos ta avanzata da un gruppo d ' uon1i11i d 'affari di Londra per l 'orga:I!izzazio11e di una lotteria, a condizione che le spese 11011 sorpassi110 il 2 %; agli o pedali andrebb è il 25 ~6 degli introiti. Poichè in I11ghiilterra le lotterie •sono interdette, l 'org·anizzazio11e avverrebl)e i11 uI1 Paese d el contine11te. È 11oto che gli Ospedali ingJe$i son o in grande 1naggjora11za sos tenuti' d all a beneficenza privata, la quale si è ora ridotta n1oltissimo, a causa d el clisagiq economico generale. I l\11unicip1 e lo Stato hanno appena un servizio di con sultazio11i molto clifettoso ed un siste1na di ospedalizzazione attraverso (( l e Case d~ lavoro », 1nolto più prossimo alla prigio11ia che all'assis tenza n1:edica. Da ciò il bisogno di provvedime11ti d 'eccezione.

Il sanatorio di Udine. L 'os pedale di Udine, ch e aveva riportato gravissi111i danni dall 'invasione n e1nica, come molte al-


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IL POLICLINlCO »

tre j_stituLio11i cittadi11e, potè risorgere rapida111en te. ~1a l 'Ammi11istrazione ospedaliera dovevq ·pe11sare al co1npleto rin11ovamento edilizio e d~ attrezzame11to de11 'istitu lo, orni.ai impari agli a umentati bisog11i. Così, per il concorde volere e con il cor1corso fi11a11ziario d el Comune, della Pro,·incia, d ella Cassa di Rispar1nio e dell 'An1mi11istrazio11e ospedaliera, si è a(ldive11uti all a costituzio11e di un con.sorzio p er la costr uzio11e di u11 11 novo osped ale. Con munifi.co atto la Cassa di l~isparmio di Ud ine subito provved eva ad assicu rare a proprie spese u11a vast a ar ea di 35 ettari a n ord d ella città in posizione saluberrima ; S. ~1. il Re, con l 'Augusta su a presenza, consacrava la p osa della pri1na pietr a della costruzio11e. Essend o il proble11~a più urge11te quello per il ricovero dei malati d i petto, il consorzio pensò alla su a risol uzior1e. L 'opera fu subito eseguita e non res ta ch e il lavoro di rifinitura interna ed arredamento dei servizi ed impianti. Il nuovo sanatorio co~sta di due p adiglioni più vasti, p er am1nalati comuni, di un padiglione per do·z ziJ!anti e di uno per i servizi generali. Ciascuno d ei padiglioni m aggiori è a tre piani e può ospitare fin o a 84 letti aumentabili a 138 qualora l 'edificio venga ampliato, com e da prog·etto ge11erale. Il padiglione per d ozzinanti è a 28 l etti, con p roprie sale d a pranzo, salottini. e terrazze. Tutte le infermerie sono provvist e di segnalazioni luminose . e tutti i r eparti e servizi sono collegati d al telefono. lJn n1oder110 impianto radio a cuffie e diffusori offre ai 1nala ti po,ssibilità di svago. Il complesso dei fabbricati è circondato da una zo11a cintata d i circa 5 ettari sist emat a a giardino e largamente d otata di piante. L~ opere eseguite fi11ora d al con sor zio p er il grande sa11atorio, ch e è intitolato a Carlo Forla11i11i, e per i pri11cipali servizi gen er ali , importano u11a spesa corrtplessiva di circa L. 5 1r1ilioni e 800 mila.

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XXXIX, NuM. 44~

Corso d'igiene per insegnanti elementari. Presso l 'Ufficio d 'Ig ien e e Sanità del Governatorato di Roma è sta lo organizza to, a partire d al 3 novembre, un corso facoltativo d 'igiene p er insegr1\111tj delle scuole ele1nentari, autorizzato dal 1\linisler o d ell 'Educazion e Nazionale Le lezioni s<tranno t ent1te d ai proff. T. Gualdi e G. Palemb a. ·~

Morti tragiche di sanitari. Si è spe11to improvvisamente, mentre st ava visitando lin 1nala to, il prof. G. C. F errari, docente ali 'Universit à di Bologna. L 'eminente psichiatr a contava 65 anni e da circa dieci anni era cl~rettore dell 'Ospedale p sichiatrico Roncati. Noti ssimo in Italia e all 'Est ero, il prof. Ferrari era a11tore di numerosi e pregevoli studi di p sicologia sperimentale. Il dott. Vincenzo D ',i\1nbrosio, noto e stimato. professioni sta di Porlici, è ~orto al capezzale del fi glio agonizzante, I talo, spirato p oco dopo di append~cite. Il dott. D ' A1nbrosio aveva perduto,. due anni or son o, gli altri due suoi figliuoli ed aveva con centrato i suoi affetti familiari sul terzo. Aveva preannunzia to ch e non avrebbe r esistito al suo nuovo immen so dolor~. Il clott. G. Soler P al1ner, m edico rurale di Orés (Saragozza), chiaa1ato presso un 'inferma, vi si r ecava col suo arm~dietto farmaceutico; dopo 1'esame, allestì una pozione; siccome la paziente si mostrava rilutta11te a prenderla, egli volle dare il buon esem1)io e 11e l1evve un po ' : trascor si alcuni minuti il medico si sentì male e subito stram azzò a terra come fulminato. La sciagura presum ibilmente è dovuta ad uno scambio di inedicin ali.

Negli istituti ospedalieri di Livorno. Allo scopo di contribuire ad alleviar e l a disoccupazione i11vernale , il Consigli0 n111mi11istrativo dell 'Ospedale cc Costanzo Ciano » h a d eliberato l 'esecuzione di l avori di ampliamento dell 'Ospedale stesso e del Sanatorio cc Umberto I », per l 'import o di un inilione di lire. Il ministro dell~ corn unicaziou i on. Ciano h a t elegrafato plaudenclo alJ a provvida iniziativa ed elogiandola.

Un encomio al personale della C. R. I. i\.l tern1ine clella manovra di difesa aerea della Capitale, cui la Croce Rossa Italiana. partecipò b rilla11ternente con la sua vasta ed efficace organizzazione il presidente dell 'Associazione, sen . Crcn1011esi' ha diramato un ordine d el g iorno esprimente vivo e11co1n io a tutto il per so11ale - ufficiali. sottufficiali, infermier e e militi - ch e h a prestato la sua opera nell 'esperimento.

Cor so per infermiere volontarie della Croce Rossa Italiana. Sono aperte le iscrizioni p er il cor so delle i11fer111 ier e volontarie, cl1e avrà inizio n el prossimo noYeni.bre. Per schiarime11ti e per i.scr izioni rivolgersi al1'I pettor ato di Roma delle infermiere volontarie pre so la sed e cen trale della Croce Rossa Italiana, Yia Sicilia 55.

A circa 72 anni , ma ancor a di un 'attività veramente g iova11ile, si è s1)ento a Dresda il prof. CHRISTIAN GEORG SCHMORL, vittima di una setticem ia con secutiva ad un 'infezione chirurgica della inano. _ Aveva fondato e dirigeva il « Friedr ich stadter Krankenh au s » di quell a città. Cultore appassionato d ell 'anat o1nia p atologica, a lui dobbiamo m olti contributi di gra11de valor e, tra cui principaJmente la pratica delle microsezioni e ffi:Ol ti metodi di color azione. Tra i suoi studi, h anno fatto ep oca quelJi r elativi alla patologia ossea, iri particolare dell 'osteite fibrosa o deformante; d a seg n alar e anch e quelli relativi alla tubercolosi congenita, alla tuber colosi d~lla placenta, alla tubercolosi polmonare (segno d1 Schmorl), allo scorbuto infantil e, all 'eclampsia, ecc. Lascia alcune pubblicazioni a scopo didattico : i! trattato di anatomia patologica e il manuale ~1 t ecnica anatomo·istologica ebbero numerose edizioni e traduzioni. Rece;nteme11te egli aveva introd otto l 'u so delle proiezioni cinem atografich e per l 'insegn amento dell 'istologia. Formò numerosi allievi, cui seppe infond ere l 'a1nore d elJ o studio e d ella ricerca. A. P.


[ANNO XXXIX, NUl\1 . 44]

SEZJONE Pl\ATJCA

RASSEGNA. DELLA. ST.!MPA. MEOICA.. Gaz. d. H 6p., 18 mag. -

P. LEREBOULLET. L 'acro-

c.ìi11ia i11fantile. Jlaris Niéd., 21 mag. -

Numero sulle 111alallie

del fegato e del pancreas. Repue de Cli ir., apr. -- G. BACHY. Litiasi biliare. Bi uxe lles-Nl éd ., 22 mag. - R. ALESSANDn1. Patol<Jgia e trat~am. dell ·ulcera settica p ost-operatoria. A 11 1i. Faculd. d e ~led . (Montevid~o) , ott.-dic. J. l\if oNTEO PEnEJ.\ e r\. . T.JRAGA. Omoritmia cardiorespiraloria in pericardite tbc. - A. AMAno6s e E. Ji'11LQUET. Localizzaz. anormale del dolore in arigin~l di petto. Rij Nl ed ., 14 mag. L. CArrANEO. En cefaliti post-infettive. - A. ~1ARJNO . Febbre da bacillo coJu1nl>ensis. Prensa ì\'1éd . .IJ.rg., 30 apr. P. ~I . BARBARO. L 'n1)parato cardio-vascolare e 1'endocri11ologia. I11ii11ch. M ed. l'll oc lt. , 27 m ag. - GuTl\IANN. La pres&jone del san g ue n ell 'asma bronchiale. - K . FRJEDRJCH. Dietetica e l11al . infettive. J ou rn. A. Nl . .4. ., 14 mag. - J. W. HlNTON. Dolore addominale da ipotiroidismo. - C. L. CLARK . VoJicitemie vere. - D. AYl\rAN. Cuore da nlixedc·n1a. Re.v. Méd. da Bar ce lona, apr. - B. Ronn1cuEz A1t1As. Encefalomielite disseminata acuta familiare. - F. PAL01\1AH Cor_r.Ano. Rappresentaz . grafica delle mod tililà di riflessi })up illari. hrfed. Klinilc, 20 rnag. K. V'lALKO. L 'ipertensione giovanile. - ' ' . GoHLITZEn . Nuovo trattam . dellfl tireotossicosi. !if ed . lVelt , 28 m;ig. - Numero di dermato-ven ereo]ogia. Deut. "A-led. ltVoc h ., 27 rr1ag. - KATZ. Fame e apr>etito. Bull. .4c. de j}[ éd., 17 inag. - G. DELAl\IARE e C. G,,TTI. Enterile algida spirochetica - H . Soun1\tONT e R. 11tiTTIAUX. Doppia sond a duodenale. Ace. Med , 15 mag. N. PENDE. Correlazio11i timo-pancr eatich e e timo-epati ch e.

Giorn•. d i Cl. M ed., 20 inag.

La sta si duodenale cronica. -

1723'

F. DE BEu LEV. BEN1 ATI. Rap-

porti fra milza e n1idollo osseo. Are /i. p er le c. fvl ed . , apr. - P. CnovEn1 e F. MAHCOLONGo. Cisticercosi cerebrale. L an cet, 28 mag. H . GAINEBORONGH. Il 111orbo. cli Bright. P aris J\11 éd., 28 1nag . - CLAPlER. Il rod a11alo di po l assio nell 'ar teriosclerosL R evu e de M éd. , mag. - l~umero sui r eu1natisn1i. Ari1i. de l 'Inst. Pasteu.r , mag. L. Couvy e al. Il principio litico del bacillo pes toso. - A. Gon1s. e A L10T. Il con trollo del catgut. Ind. J ourn . 1'!fcd. R es., apr. - B. P. B. NAIDU e Il G. SATHE. Vaccinaz. a11tipeslosa. S. RANGANA.THA. Ricer cl1c sui calcoli. - R. N. CHoPRA. _l\.zionc farmacologica dell a berberina. .4 n1i. di Ost. e Gin., 30 apr. - P. NATALE. Il solfa lo d i n1agnesio 11ella cura del! 'eclampsia puerper . Bril. Nl ed. J ourn., 28 mag. - J. ADA1\L Note su 1500 casi di asma. Diagnos t: e Tecn . di L ab. , 25 mar. - L. SANGUJGNO. Valore della reaz. di Davi s per la diagn. dei tumori mal . Proc. R . Soc . A1ed., mag. - Discussioni su: fratture 11 ~ll a r egione dell 'ancu, trattam. degli ascessi clcJ polmone, trattan1. delle suppuraz. del sen o mii cellare. - Casistica. A r ch. f. Sc h .- u. Tr.-Ify g., giu . - M. ScHOCHSU\\1ARLY. Sull 'emog1obinuria parossistica. Forze Sanit. , 30 apr. - M. MESSINI. Sindro1ni ifioglicemiche spontnnee. - V. MoNALD1. !vletaboli ~mo proteico. Giorn. It . di m al. esot . ecc., mag. - C. CASTRONuovo. Forte s lcaptonuria con ocro110si mi11ima. l\larseille-lv! éd., 5 apr. - J. !vlo GES. Aerogastria Rin.asc. A1ed., 1 inag. - F. GALLI. Radiografia pcJ111onare co11 lipiodol . - M. FnizzIERO. Terapia <lell c anemie seco11darie a n1alaria. Sa ng , 6. - ì\1. R. CA TEX e al. En1oglobinuria, a11(;rnia acuta e rigen eraz. eritrobl astica. - VrAnos e al . Crisi emoclasiche.

Indice alfabetico per materie. Acque minerali di Montecatini . . . . . Pag. 1714 Alcool e vino: az~one protettiva . . » 1716 Atleta : valutazione fi i ca . . . . . . n 170.S Bibliogr afia . . . . . . . . . . . . . . . 1707, 1708 Cefalee intermitten li . . . . . . . . . » 1699 Degenerazione epatolenticolare . . . . » 1700 Elettroterapia ad onde corte . . . . . . » 1704 Epilessia mioclonica e insufficienza pa)) ratiroidea . . . . . . . . . . . . . . . 1715 )) Eritema nodoso, specie 11ell 'adullo . . 1705 )) Febbre tifoide: dieta . . . . . . . . . . 1702 Fegato: funzion e e sen sibilità all 'insu )) lina . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1714 Gravidanza: diagnosi precoce della tos)) siernia . . . . . . . . . . . . . · · · 1715 )) lpertensio·n e arteriosa . . . . . . . . . 1710 )) 1714 Ipofisi anteriore e cistifellea . . . . . .

llleri e insuffic ie11za epatica: Lral tam . co11 ins1tli11a e glucosio . . . . . . . . P ag . 1714Leu cociti: agglutinazione . . . . . . . . » 16891\'Inl atlie : coesistenza e azion e reciproca n 1716 ~ledici na interna : con gresso . . . . . . » 1708 ~Ieningite li11focit aria e sclerosi 1nullipla » 1699 Mj]za: secrezione interna . . . . n 1715 Mor te reale: nuovo ~eg110 . . . . . . . . » 1715 Ormone de.11 'estr o . . . . . . . . . . . . » 1716. Ormoni: preparaz. da ostanze vegetali » 1706. Parali ·i laringea . . . . . . . . . . . . . » 1701 lleni : vasi anomali . . . . . . . . . . . n 1693" Sor co111a os teogenetico rlella tibia de tra » 1685· Sifilide : r eazio11e di flocculazion e co11 cc ci t ochol » . . . . . . . . . . . . . . )) 1691 )} 1714 Stasi duode11ale ed itterizia catarrale . )) 1703 'l'erapia: prospettive del futuro . . . . .

Diritti ai proprietà riservati. - Non è conse-ntita la tistampa di lavcri pubblicati nel Policlinioo se non in aeauito ad autorizzazione acf'itta dalla Tedazione. 8 vietata la pubblicazione di sunti di essi senza citarne la fonte.

A. Pozzi, resp.

C. FRuGoN1, Red . capo.

Roma - Stab. Tipo-Lit. Armani di M. Courrier.


1724

(( IL P OLI CLIN reo

COLLANA

DEL

))

[~i\.NNO

XXXIX, NuM. 4

''VALSALVA,,

Diretta dal Prof. GUGLIELMO BlLANCIONI '

Volumi finora pubblicati:

De aure humana Tractatus

di A. M. Valsalva, traduzione del pro· fessore MANGANO, proemio del prof. G. BILANCIONI. Volume in-8°, di pagin~ 164, con X tavole fuori testo. Prezzo L. 2 5 più le spes,e po.stali clti spedizione. Per i nostri abbonati L. 2 2, 7 5 in p-0rto franco . 2-3. Gustavo Sanvenero-Rosselli : La chirurgia plastica del naso. Volume in-8° stampato su carta patinata, di pagine 196, con 286 figure e 5 · tavole fuori testo. Prezzo L. 4 O più le spese postali di spedizione. Per i nostri abbonati L. 3 6, 7 5 in porto franco. · 1.

'

4. Alfonso Trimarchi :

La costituzione morfologica degli adenoidei.

.

Volume in-8°. nitidamente stampato, di pagine 198, con numerose figure nel te· sto e 6 tavole fuori testo. Prezzo L. 2 5 più le spese postali di spedizione. Per i nostri abbonati L. 2 2, 7 5 in porto franco.

5 Ausano Della Vedova: Principii di alta frequenza e loro applica-

zione nella pratica oto-rino-laringologica.

.

V olume in-8°, di pagine 146, con 86 figure . Prezzo L. 2 5 più le spese postali di spedizione. Per i nostri abbonati L. 2 2, 7 5 in porto franco.

6. Decio Scuri : Il linguaggio nell'udente normale e nel sordomuto: \

·

sua genesi e suoi valori fisio-psicologici.

Volume in-8°, stampato su carta semipatinata, di pagine 145. Prezzo L. 2 5 più le spese postali di spedizione. Per i nostri abbonati L. 2 2, 7 5 in porto franco.

Prime linee di una patologia dello sviluppo. Sua importanza in oto-rino-laringologia. (I ).

7. Guglielmo Bilancioni :.

Volume in-8°, stampato su carta patinata, di pagine 306, con 84 figure intercalate nel testo. Prezzo L. 3 5 più le spese postali di spedizione. Per i nostri abbonati L. 3 2, 7 5 in porto franco. 8-9. Guglielmo Bilancioni : (II). . Volume in-8°, stampato su carta patinata, di pag. 572, con 406 figure intercalate nel testo. Prezzo L. 7 O, più le spese postali di spedizione. Per i nostri abb-Onati L. 63,50 in porto franco.

10.

o·. Cotugno: Dissertazione anatomica degli acquedotti dell'orecchio interno dell'uomo.

1,RADUZIQNE ITALIANA DEL PROF. V. MANGANO . PROEMIO DEL PROF. G. BILANCIONI Volum e in-8° grande, nitidamente stampato, di pagine 164, con quattro figure nel testo. Prezzo L. 2 5 pi,ù le spes.e postali di spedizione. P-er i nostri abbonati L. 2 2, 7 5 i,n port·o franco.

11. G. ferrerl: Fisiopatologia e semeiotica dello apparato vestibolare. Volume in-8° grande, stampato su carta patinat~, di pagine 306, con 103 figure ed una tavola fuori testo. Prezzo L. 3 O più le spese postali di spedizione. Per i nostri abbonati L. 2 7 in porto franco.

12. B. Pincherle: La vita e l'opera di Alfonso Corti. ( R ecerches sur l'organe de l'oiii:e des mammifères par le Marquis Alphonse Oort-i . Proemio del Prof. GUGLIELMO BILANCIONI

Volume in-8° grande, stampato su carta patinata, di pagine 132, con 17 figure e due tavole a colori. Prezzo L. 2 2 più le· spese postali di spedizione. P er i nostri abbonati L. 1 9, 7 5 in porto franco. Seguiranno: FEDERICO BRUNETTI: Sulla fì11,e struttura dell'anello di W aldeyer. G. G. CARRARI: Istologia della pituitaria. ARNALDO MALAN: Terapia fisica della tubercolosi laringea. PIETRO DEL BuoNo: Radiologia della pituitaria. G1No FRONTALI: Sviluppo del linguaggi.o articolato nel bambino. LUIGI MAGGIORE: Manifestazioni cliniche oculari nella patologia del n~o, dei seni

facciali e dell'orecchio. Altre monografie saranno dettate dai professori ToaRIGIANI, PALLESTBINI, BuSCAINO, ecc.

Per ricevere quanto sopra inviare Vaglia Postale o Chèque Bancario all'editore LUIGI POZZI - Via Sistina, 14 - ROMA


Nnm. 4:5

Roma, 7 Novembre 1932 · XI

ANNO XXXIX

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fondato nel 1893 dai professori:

GUIDO BACCELLI

FRANCESCO DURANTE

SEZIONE PRATICA

REDATTORE CAPO: PROF. CESARE FRUGONI

Clinico M edico di Roma '

SOMMARIO. Osservazinrri cliniche : E. Scavo: Su un caso di gang.rena dell'arto inferiore ·da contusione dell'a.rteria poplitea. . Tecni ca: F. Letri.: Reattivo per la ricer·ca miorochimica dell'acetone. Sunti e r assegne : IPOFISI: J. E. Pahllas: La secrezione i nterna dell' ipofi&i. - Borcha.r dt: L'obesità cerebroi:pofisaria. - UROLOGIA: O. Ba.uer: Importanza clinica e qu.a rlro istolog'ioo ·delle icistii dell'uir aco. - Urquhart · Formazione icistJiioa dell'uretere asaociata a bilharzia. - R. Le Fu·r : La cura dei diverticoli vescicali col drenaggi<> e la ·di&nlfeziione attraverso le vie 11aturali. - S. OcOOIIDO!IlaJS: Nella oolibacillosi dell'a.pipaa.'ato urina·r io. -- MISCELLANGA: R . Rordorf: S·u.Ll'edema da fame. - P. MeTkJ.en, R. Wa:iJtz e J. ICahaker: Sirudrome gamglionare graDJUlomatosia febbrile con leu·c openia, neurtrorpenia J.egigera, ·1infQI>enia e pla&nociti terminale. - G. Scalori: La -ca:pa.cità vitale polmo!Ilare nell'ineuflficiellJZa D31Sale resp.iTatoria. - G. Gi.a uni : L a stenosi ipolanon.are congenita 'l'ell' età adulta. Notizia b ibliografica. - Cenni bibliografici. Commenti : O. Cotronei, A . Missiroli : In merito alle scoperte •n ella trasm:is.sic·n e della malaria. Ace>adem ie, Societ à Mediche, Congressi : XXXVIII Con1

OSSERVAZIONI CLINICHE. Ospedale Infanti le del SEz.

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Bambino Gesù,, in Roma.

CHIRURGIA .

Primario: Prof. A. L . BoNANOME.

Su un caso di gangrena dell'arto inferiore da contusione dell'arteria poplitea. Dott. EMANUELE ScA vo, as- istente.

La contusione arteriosa costituisce un ' eveniemz.a non frequente. Un caso di gangren.a dell 'arto inferiore per rottura incompleta d iell 'arteria poplitea mi è sembrata urna Tarità d~O"'Jla di essere illustrata. Le CO·n tusioni arteriose sono car.atterizz.ate dal lo.r o mecoanismo di produzion.e più ch·e dalla loro .a n.a tomia patologica; ma con qualunq u1ei mecca,n ismo si produca la lesione, si h a un fatto costante: è semipre la tuni ca int·e rna quella che cede per prima. Si d escrivono· tre g·rad i di contusione arteriosa. 1° Contusione semplice: sull 'endotelio e n ella tu111ica interna si 11)roducono pioco·l e erosioni su cui si d eposita un sottil e trombo bian-

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gresso •della Società ltaliana idi Medicina Interna. XIL Congresso della Società Italiana di Ghirurgiia. XIV Congresso Internazionale di Fisiologia. - Società idi Coltura Medi ca N ovareee. Appunti per il medico pra tico : CASISTICA E TERAPIA: Ipoglicemia spontanea come !Causa di disturbi nervosi ·periodici. - Le forme emiplegi1c he della meningite tubercolare infantile. - Polinevrite associata aid Oll'tioaria. -- Il 1dolore lintennestruale. - J.il dolore rettale ed anaJe. - . Differenzia.mento dei punti doloroa·i addomna1i. - La miscela di Sicard in iniezione int raraohddea nel tratta.menlt<> ·del dolotre. - O&seTVaz.ioni eulla cura ·d ella nevra.ligia del trigemino. - SEMEIOTICA: L'ematinemia oome sinitoma dell 'anemia perniciosa. - · La curva bio1ogi.c a dei leucociti come indiice del decorso delle malattie. - MEDICINA SCIENTIFICA : 11 problema etio·logi-00 della scarlattina. - AsesesuaLizzazione del p lasmodio nella m.aLaria inoculata. VARIA : Mediico d '0€a>ed1ale e li bero esercente. Nella vita professionale : DoD.OOO'si. - Nomine, pxomoiioni ed onorÌJficenze. Notizie diverse. Rassegna della stampa medica . Indice alfabetico per materie.

co. La riparazio,ne; dell 'en·d otelio av vien.e in geneve pri1m1a che il trombo abbia ragg·iumto un no:tevole volume, a m eno che l 'ulc.eraziooe r1ori ·i.a mantenuta d.a un processo sett~co ch·e vi si impianti. I l cir co·l o no111· è tuirbato. 2° Rottiira incom.pleta : nella tunica inte1•n.a e .n ,lla media si .producono l acer.a zioni, in geneir·e, molto irregolari, longitudinali, trasversali, oblique,. che possono estendersi a tutta o a un.a parte del l~ circonferenza dell 'arteria., n1a sono sempre tanto profonde e·d estese da permettere l 'accartocci.a1nento delle turniche lacerate n el vaso , sì da costituire delle valvole, qu.alche volta sufficienti d.ai sole a chiuderne i l lume. L 'accartocciamento dell1e: tu nicl1e interne -i>uò anche mancare specie nelJ.e contusioni p·er scb iacciame·nto, mentré (Picquet) è costante . in quelle ;p1er str.a ppamento. A livello dell.a rottura l 'avventizia si co ntrae si che1 l 'arteria in quel punto prende l 'aspetto di una clessidra. Co·n seguenza abitui.aie d el coartarsi d elle tunich e i11terne rotte e d ella con .t razione su di esse del la tun·i ca esterna, è l 'obli te1~azione parziale del lume .airterioso compl etata poi dalla forma zione di un trombo cl1e può limitarsi al seg1

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IL POLICLINICO »

mento vascolare leso -0 prolungarsi a gran distanza fino nei rami oollaterali. Può la trombosi essere parziale ci·oè 111.o n o·b literar·e com.p letamente il lume arteriois o ed esporre al distacco di piccoli emboli che vanno ad occludere I.e arterie sottostanti favorendo così lo sviluppo della gangrena. Un.ai eventua lità possibile ma di difficile di.m,o strazione è la co·n tinuiazione della circolazione, la cicatrizzazion·e della tunica interna e la produziolile secondaria di un aneu• risma. 3° Rottura completa: l 'avventizia stirata al disopra ·delle altre due tuniche si rompe a su.ai volta. Pe r l 'aggrovigliamento ·delle tu111iche può aversi l '·ostruzio·n e completa ·d·ell 'arteria, ma più spesso esseindo le lesioni molto irregolari , quest 'e·m ostasi spontainea prim.a o poi cede e si ha l'emorragia. L'.a•r teria più frequ·e nteraie nte colpita è la pepli tea, vengono poi in ordine di frequen.w. la femor.ale, l 'omerale, la tibiale anteriore, l 'e.scellare . l 'iliaca p·r imitiva, l 'iliaca ·e sterna, l,e ca"'Otidi. Non può n ·o·n mie:r.avig·liare questo primato .d.ella po1pliteia situata profoiildamente e ben protetta per buona parte ·d·el suo decorso dalla SDorgenza dei condili femorali . Vi d,e ve largamente contribuire la iposizione a ridosso di u.n vasto pian-0 osseo. L 'etiologia ·d elle contusioni arteriose è varia Per lo più so·n o d·ovute o a traumi violenti (calcio di cavallo, caduta di corpi pesanti, 'Schiacciamento da i1n,gran.aggi o ruote di vettu.r a) per i quali l 'arteria Testa presa tra l'agente vulnerante e un .pi.ano osseo resisten.t e, o son·o la conseguenza di allungamenti e stiramenti vascolari. È ciò che si verifica nelle fratture, n·ei ·distacchi epifisari, n elle lussazi<)ni , nelle ·d istorsioni. Vi sono però casi in· cu i la lesione vascolare esiste e non può imrputarsi nè a schiacciamento n è a strappamento. Eppinger ha sostenuto che I.a rottura delle tun~che int erne può aversi pe·r la sola influenza della priessione .arteriosa n·ei gran·di sforzi o nelle emo zioni violentei. Delbet ammette che· una rottura i;n completa della .poplitea possa .aiversi col segu·ente meccanismo : durante run movimento di flessione forzata e volontaria della ga1m.b a sulla o~scia, UJil brusco e violento sforzo porta un cons·iderevole aumento della pressionie arteriosa, l'ond.a sanguigna che va a battere con vi·olenza contro l '0 staco1lo costituito dall'arteria app1iattita per la fl·e ssione, I.ai distende e ne rompe le due tU111iche inte;rne. Qualunque sia il m ·occanismo, il fenomeno che domina la fi siopatologia delle rotture arterio,s e è la gang rena che si verifica in altissima percentuale di casi, varia per ·diverr:si autori, ma che in me1

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dia può considerarsi del 65-70 %. Non in tutte le arterie le rotture .provo·c a.no la gangrena con la stessa facilità: nell 'arto inferiore le rotture d·ella poplitea hanno una prognosi m-olto più grave di quelle 1deilla femoral e e nell'arto smperiore le rotture ·dell'omerale possono guarire senza incidenti, .mentlìei quelle dell'ascellare co1n ducono quasi fatalmente alla gangrena. A·d ·ogni modo la frequenz.a d·e lla gang·renia viene ·d ag li auto1ri imputata alla formazione di un trombo che occluda anche i rami collaterali o pr·ollililgandosi ·direttamente in essi, o con emboli che se ne distaiccano (trombo parziale). La trom·b osi però da sola non basta a spiegare tutti i casi ·di ·origine traumatica; bisogna 1considerar.e ch·e alla rottura ·dell 'arte. . . .' r~a s1 accompagna una oontus.1one p1u o meno grave 1d1elle .p arti molli che la · r~copriono e che negli stessi rami collaterali possono aversi riflessi vasomotori di gran·de importanza nella patogen·esi della g·aillgrena. P er lesione del simpatico p erivasale e ·p aralisi dei vasodilatatori o piutto·s to sp.a·s mo dei vasocostrittori, può stabilirsi uno stato di stupo,r e per cui I '.arteria per UJI1 tratto di parecchi centimetri d·ivi1erne pallida, dura, non pulsante. Sono sta·te classificate due forme di stupore arterioso: una lieve, transitoria e una più grave, duratura. D.11 Veau è stala ammessa una terza forn1a, !Con consecutiv.a obliter.azio·n e definitiva:, . che non è a·c colta da altri auit ori. È chia.ro che, se tali spasmi segm·entari si stabilisoono n·ei vasi collaterali, la formazione del circolo ne viene notevolmente ostacolata. Le contusioni arteriosei di I grado passano inosservate; quelle di II e ·di III grado si rivelano 1c·o1n sintomi rilevabili all '·esame d·el punto traum1a tizz.a to (tum·efazione, ecchimosi, dolore, ecc.) e sintomi di arresto circo·l atorio: soompars.a ·del polso nelle regioni sottostanti, pallore dell'arto e presenza di .maccP,ie cianoti·che, lenta scomparsa delle zo ne ·di pallore ottenute colla digito-.prressio·n e, diminuzione della tem1peratù,ra locale, formicolii, ir.r adi.a zioni dolor·o·se e più tardi crisi paros.sistich e 1co!Il. cui ·contrasta la inseinisibilità agli stim·o li tattili e termici, paresi o paralisi isch emica. QUJesti, che son-0 i primi segni dtella gangrena, co·m paiono in genelìei entro 24 ore; ma qualche volta persino' ·dopo otto gior.ni. Lejars eh.e ha molto insistito su questa obliterazione ritardata la spiega o CX}n La for111azione len!Ja di Uiil coagulo in corrispondemza di una lesio1 . n·e arteriosa leggera, o con un.a tromnos1 proO'ressiva di tutto un segmento vascolare. ~ Questi sintomi solo eccezionalmente regre d"1scono per il ristabilirsi d el circolo , l 'evol uzio1

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(ANNO XXXIX., NuM. 45)

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SEZIONE PRATICA

ne in gangrena secca è la regola all.a quale 11on è sfuggito il piocolo infermo che è venuto alla nostra osserv.azione. Fel. Aldo, di 14 n1esi; è ricoverato il 28-XIl-31. Il padre racconta che sei giorni fa il bambino è caduto rotolando per ] 2 gradini; da allora non riesce a poggiare bene in terra l'arto inferiore sinistro; due notti dopo la caduta improvvisamente si è destato e ha cominciato a lamentarsi e salvo brevi periodi di sosta no,11. ha cessato di dare seg11i di viva sofferenza, ali 'arto stesso. Il padre afferma di essere affetto da lues congenila (? !) per cui ha eseguito un periodo di cure ~pecifiche. La madre non h~ mai avuto aborti . Non c'è parentela tra i genitori. Un fratello è vivente e sano. Madre sana; gravidanza normale. Il p. è nato a termine da pnrto fisiologico, ha avuto allaltantento materno, è stato svezzato a 12 mesi. Dentizione normale. A sei mesi ha avuto morbillo g uarito ir1 otto giorni. Dopo il 7° mese fino all '11° ha avuto periodi febbrili (38°,5-39°) della durata di uno o due giorui, non accompagnati da alcun fenomeno riJevan le, in terprétali dalla madre come dovuti al1'eruzione dei denli e perciò tras-curati. Da circa tre mesi è in perfetto benessere. Esame obbiettivo. Condizioni generali di nutrizione buone (peso Kg. 9.500) . Apiretico. Polso frequentissimo, ritmico, uguale, piccolo, ipoteso. Note rachitiche dello scheletro, fontanella anteriore aperta, rlepressa, non pulsante. Modica cianosi delle labbra, non delle dita delle mani e del piede destro. Non dita a bacchetta di tamburo. Pleiadi gJandolari alle regioni cervica~i e agli inguini Sopraepitrocleari assenti. Fauci arrossate. I.ingua leggermente patinosa. Denti in rapporto all 'ctà. Toraee: Segni di catarro bronchiale diffuso. Cuore· non bozza precordiale. Punta alla VI costa poco all'esterno dell 'emiclaveare, margine superiore si11istro a livello della III costa a un buon dito dal margine dello sterno. A destra debo·r dn circa un dito . Angolo epato-cardiaco retto. Ali 'ascoltazione ritmo freq11ente (165) che non .p ermettP un 'esalta osservazione. .4 ddome: turrlido, poco trattabile. Fegato di consistenza normale, liscio, ir1dolente, bordo libero palpabile quasi ali 'ombellicale trasversa; in alto, nei confini normali. Milza non aumentata òi consistenza, palpabile circa un dito sotto J 'arco; in alto, nei confini normali. L 'arto inferiore sinistro giar,e immobile sul piano del letto: la c11te della gamba appare intensamente pallida e al tcrn1otatto si ap,prezza una notevole dimin11zione d ella tPmperatura. Il piede è tumefatto, cianotico, con ecchimosi delle estremità cielle dita e della r egione plantare; abolita la sen sibilità tattile, ter1nicn e dolorifica . Non si percepisce la p11lsazione della pedidia nè della tihia le posteriore a livello del malleolo interno, m entre si apprezza nettamente il polso della femoraJe. Nell 'angolo inferiore della losanga poplitea si palpa una tumefazione d el volume di 'lina noce avellana ricoperta da cute normale, di consistenza duro-elastica, a limiti indistinti, che non pulsa, non si espande. non si riduce, è sottoapo-

neurotica e se1nbra anche dolente. Non vi si ascoltano soffi. Oltre i sinton1i di arresto circolatorio nella gamba sinistra, colpisc~ la notevole dilatazione òel cuore e i 'enorme frequenza del polso; non è possibile però trarre deduzioni precise. Si pone la diagnosi generica di obliterazione dell 'arteria poplitea di sinistra e si tiene in particolare considerazione l'ipotesi di una occlusione embolica di essa. ' La possibilità di una embolectomia viene subito scartata date le condizioni dell 'arto ed il tempo trascorso (almeno 4 giorni) dall'inizio della l~si~­ ne e si trattiene il piccino in osservazione 11m1t andosi alla prescrizione di poche gocce di coramina e di impacchi d 'alcool sull'arto leso. L 'esame radioscopico del cuore praticato il 30XII-1931 dimostra: ombra cardiaca notevolmente ingrandita debordante a destra, con accentualZione dell'arco medio e dell 'arqo inferiore sinistro. La R. W. p aterna e materna è stata negativa. L 'esame delle urine ha dimostrato traccie di albumina e nel sedimento qualche cilindro ialino-epiteliale. Nel IV giorno di degenza l 'azione cardiaca è meno -concitata e permelte di avvertire un ritmo di stenosi con lieve r11more presistolico. È insorta modica febbre che · è poi continuata con carattere continuo remittente. Si pratica l'esame oscillometrico degli arti i~­ feriori che dimostra a sinistra oscillazioni di discreta ampiezza . lungo tutta la coscia, nessuna oscillazione al di sotto del ginocchio. . \Tei giorni seguenti si ha un notevole decadimento delle condizioni generali: disappetenza, dimagrimento rapido, secch ezza della lingua , comparsa di e.santema scarlattiniforme. Le macchie cianotiche hanno invaso tutto il dorso del piede e guadagnano rapidamente il terzo inferiore della gamba che appare m eno tum efatta. La sua circonferenza misurata al punto medio risulta un centimetro meno e la circonferenza della roscia di 2 cm. m eno della circonferenza della coscia sana. La cute di tutto l'arto è secca di un c,olori t.o brunastro, sulla regione posteriore della coscia sono comparse vaste ulcerazioni torpide ch e tendono a confluire. La tumefazione che si palpava nella regione posteriore della gamba va facendosi sempre più indistinta nei suoi contorni. All 'unione tra terzo inferiore e medio d ella gamba sembra delinearsi un alone di delimitazione. Non si percepisce più il polso della femorale e nasce il sospetto che la trombosi abbia invaso grarr parte di essa. La prova di Moscho,vitz (modificata d a Lejar s) non ci ha dati risultati attendibili. Un secondo esame oscillometrico pratica to il 23-I-32 dimostra oscillazioni di piccola ampiezza lungo tutta la coscia. Dall 'incertezza di ques!i rilievi clinici sono indotto ad esplorare meglio la vitalità dell'arto con una angiografia ch e pratico il 24-I. Etero-narcosi. Incisio·n e di circa 4 cm. lungo· la linea operatoria d ell 'arteria femoral e con punto medio a 5 cm. dall 'arcata crurale. Si scopre l 'arteria che è pulsante, si isola per via ottusa e con un ago di Cooper si passa al di sotto di essa un 'ansa di filo a doppio c:Qe si r ecide per assicu rare poi i due fili con pinze. Trasportato il pie1

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« l L POLI CLINI CO »

colo J)azie11te ne~. tavolo r adiologico, con un ago innes tato a una siringa mediante .un. tubo di gon1n1a lungo 15 cm ., si iniettan o n el lume d ell 'arteria 8 cc . di Uroselçct an B. Contempor an eamen te ven gon o eseguite tre r adiogr afie ist anta-

sottile che n on h a p ern1esso un 'introduzione massiva; 3) l 'iniezion e è st a ta eseguita len ta111ente. Da ciò· deduco ch e la n egatività della ricerca è dovuta alla scarsa quantità di liquido introdotto, alla scar sa r apidità d ell 'i11troduzion e e probabil1nente al fatto c h e n ell 'arto s'era già .stabilita una circolazione collater ale. così attiva da permettere una fo-rte diluizion e e u11a r apida scomparsa q·eI inezzo opaco. All 'iniezio·n e 11on è seg11ila n essuna reazione 11è gen er ale n è locale. L 'esame di urina .p raticatò il 26-I è sta to 11egativo . Le co ndizioni generali sono a11date inigliorando n ei giorni seguenti. Tutto· il pied e e il ter zo inferiore della gamba sono ormai in gangrena secca (Iig. 1) l 'alo ne di dem ar cazione si è fatto ben n etto; n ella r egion e posteriore d ella gamba (t er zo su p erior e) e d ella coscia (ter zo inf. e medio) perman gon o le ulcerazioni ch e n on inostrano n essu na tenden za a g u arire e ch e far ebbe ro dubitar e d ell 'ulilità di un 'amputazione econq.mica (fig. 2). Nella r egion e d el p oplite non si app r ezza pit1 alct1na t umefazion e e ciò fa per1ar e ad un circolo at tivo a11ch e n ei t essuti profo11di , quindi segu en <lo il con siglio d el prof. Bon an o,m e d ecido di amputar e i1n m ediat ani.ente al d i sopra d ell 'alon e di d em ar cazion e. Operazione: 30-I-32. Eter o-narcosi regolare. Amputazion e della gamba sinistra al terzo inedio con inetodo circolare in odificato con dt1e incisioni later ali verticali . J_,e arterie tibiale anteriore, tibiale p ost erior e e p er on ea san g uinan o d ebolmente. Le superfici di sezion e ossea san guinano, così ])Ure le p arti rn.olli . Tra i due lembi si lascia un o zaffo iod oformico e si m etton o solo flue grossi punti <li accostam ento. 1

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l

FIG.

1.

n ee cli lu llo I 'arto. Estr atto l 'ago n o11 si osserYa nttlla d i anor male a carico dell 'arteria ; si r ecidon o i d u e lacci posti come misura dii prud en za, e

FrG .

2.

si riu11iscon o le p arti molli con un sol ,piano di sutl.1ra. L 'esame d ei tre r adiogrammi non h a dimostr a to in iezion e vasale, ciò per varie r agioni : 1) non è stato ~pplicato u n laccio em ostatico alla radice dell a coscia; 2) d at a l 'età ci el soggetto ecl· il calibro r ela tiYn111c11le p iccolo d el i 'ar teria, è tato u sato un ago

Fra.

3.

Il decor so post-opera to~rio è stato ottimo: · in V giornata il piccolo paziente è sfebbrato; le conclizioni gen er ali so·n o molto migliorat e, la lìngua è u m ida è cessata la diarrea che era comparsa in I g ior;.1at a, l 'ap.p etito è ricom p arso. I due lembi del inoncon e si son o cbi11si al disopra dello zaffo .


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Nl.i~I.

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SEZIONE PRA1'IC \ ,

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Il 20-II-32 il monco11e è co1npletame11te cicatrizzato (fig 3) . Le condizioni ge11er ali sono ottime; il bambino pesa kg. 10. L 'esame del cuore dà: 11011 bozza precordiale, si palpa lievissimo fre111ito sislol ico-presistolico in corrisponde11za della punta ch e colla perct1ssione _i delimita al V spazio ull 'e111iclaveare. Sulla marginale d e I ro dello st er110 debord a circa 0,5 cm. All 'ascolt azione ri.tmo pe11dolare, toni vibrati

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L 'esam e istologico, pratica lo, per la cortesia d el. }'illustre prof. Perez , su vari pezzi prelevati dallai l ibiale anteriore e rlaJla post erior e, non h a messo i11 evide nza le ioni delle pareti Yasali.

La diag nosi p o ~ ta a ll 'in.g resso d el P. 111 Ospe.. cla 11c fu tromb·o-emb olia ·d el! '.a . poplitea di s .: ' 'i indu ceva: l 'insorg·enza bru1sca, il pallore cl1 ei

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... I

FIG.

4.

ritn1ici. Il I tono alla punta e sul cenlru1n è preceduto e accomp?g11ato da lievissimo run1ore di soffio che non si propagn verso l'ascella n è alla regione ìnterscapolo-vertebrale dj si11istra; II tono polmonare lievemente rinforzato. Tutto il rest o dell'esame obbiettivo è n egativo. . Il 30-II-32 a confern1a dell 'esa1ne clinico è. stato praticato un esame radioscopico' e radiografico del cuore, che ha dato: ombra cardiaca adagiata con lievissima accentuazione d ell'orecchietta e del Yentricolo sinistro, 11on d ebordante. Punta rotondeggiante spinta un poco in alto e .all 'es terno. Sul pezzo asportato ho eseguito u11 'angiografia inediante iniezione di olio iodato al 25 % nell e arterie tibiale anteriore, tibiale posteriore e pero11ea. Per l 'interpretazi-0ne corretta delle lastre ini sono servjto della radiografja stereoscopica, a;d ognj modo anche i racliogra1nmì che riproduco (fig. 4 e 5), dimostrano 1a pervietà d ell e tre arterie e dell 'arcata plantare (b·en evidente specie nella proiezione laterale) mentre non è visibile i1es un ramo collater ale .

. avev.aJ rapida.m1emte invaso quasi tutta la g.a mba, la mancanza di po.l so all'a. p edidia e alla tibiale ·p osteriore. le· m .a cchie cianoti ch e ch:e aveva110 iillvaso il piede e stavano a indicare un pr·o·cesso .a·d 1evoluzione rapida. Nessuno però di ql;l·esti segni pu.ò in gein.ere con1s.idera~si pa tognomonico dell 'embolia; tanto 111eno nel caso in i speicie ch e veniva alla n ostra o sservazione dopo circa 4 giorni d.all 'imizio dei di sturbi. Tutti i più r ecenti lavori affermano ch e ] 'em ·b.oli.a è l.a cau~a più r.~ ra ·d elle obliter.azion i arteriose periferiche ·e la sua diagnosi non J)UÒ · trov.a re foo·d.an1ento se non n ell 'esisten·za di una malattia .e·mboligena. N·el nostro caso l 'an E!-n1n esi er.a assolutamente mru'la sotto ques to rig·uardo : r>:es una malattia iinfettiva eh.e po tesse far sorg·ere il sospietto ·di um.a ·e ndocarJ di le . Il n1orbillo di !Cui il bambino, ammalò a


1730

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IL POLICLINICO

6 mesi guarì raipidamente senza infezioni se·con·darie. L'evoluzione in gangrena secca dim ostrò p·oi che l 'ipotesi di un embolo micotico -er.a ·d.a scar.tarsi. Eliminata, anche i n considerazion·e d ello sta. ·to di a piressia, I ' endocardite, rimaneva a .p ren1d ersi i.n esamre la possibilità ·di un vizio con-genito di cuore (peJTsistenza del forarne di Botallo) e di un embolismo paradosso. Questa ipotesi seducente, che è stata poi sm·entita dal r.1pid0 ri.p ristiin.o delle nor111ali con,d 1zioni del cuore, trovava sostegno nella dilatazion·e note,T.ole ·d el cuore destro, l!lel disturbo evidernte del piccolo circolo, nel ritmo pen.d o·l are frequentissimo 1e nella infondatezza stessa del sospetto di una endocardite pre·g ressa o in atto. Volendosi fierm.are al concetto dell 'embolia, rimaneva ·da spiegare la genesi d ·e lla tu.mefaziol!le che si palpava nella regione ,d el poplite e ch e1 era comparsa in seguito al trauma. Se la ca·u sa prima dell'occlusione della poplitea fosse stato un embolo, non avremmo dovuto trovar·e nessu111a alteirazione a carico ·d ei tessuti periarleriosi. Inve!Ce qu1ella tumefazio ne potev.a attestare o un ematoma comunicante con l 'art&ia ipio plitea (aneurisma falso) o un'infiltrazione sanguigna per lac.erazione di piccoli vasi. L'ematoma comulilicante poteva scartarsi sia p er chè di p~ccol·o volume, sia perchè mancava,n o i caratteri della pulsazione, d ell'espansione, della parziale ri ducibilità e i caratteri fisici di una raccolta ematica; i rilievi o·b biettivi erano invece propri di u.na infiltrazione sangui~na e iJ dato anamn·estico di una impotenz.a flllilzionaJe comparsa subito dopo il trauma b ene si aocordava con l 'ipotesi ·d i una contusion·e profonda che ·determinava dolore. Ammettendo l'infiltrazione ·ematica pierivasale indipendentemente da una rottulf'a co·m pleta dell ' arteria, si poteva pensare chei lR contusio,n e stessa poteva aver prodotto una rottura incompleta della ·poplitea, di cui, la formazione di un trombo aveva dop10 due gio:nni determinata l'occlusione. Tutto il qu.a·dro veniv.a cosi ad essere m·esso n ella sua g iusta luce: ben chiara diventava la. insorgenza apparenteme·n te brusca d·e l ·disturbo circolato·r io e I.a successione dei sintomi. La dilatazione del cuore, la ipotensi0n e, la frequenza del polso, meglio che ad un vizio orga.n ·i co potevano ,e ssere attribuite a transitori disturbi del piccolo circolo. Per quanto riguarda il m ec·canismo di produ,z ione della contusione, 1non è po·s sibile dire n11lla di preciso. 11 P. è rotolato pe-r 12 gr.a·dini: ci troviamo dinanzi a un traU!Illia tale che tutti e tre i mec1

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XXXIX, NuM. 45)

[ANNO

aanismi sopra accennati potrebbero essere intervel!lu_ti. L'allllll.ento bri 1 ~co della pressione potrebbe spieg.a rsi oltre che ron uno sforzo com1p iuto nei tentativi di sorreggersi, collo spavento. Stabilita così in una trombosi traumatica la causa dell'occlusione, restava da rleterminare il pu.nto in cui tale trombosi era avvP..nuta e fino a che a] tezza era es te~!'.) l .. 'arteria popliteia .n el suo .p ercorso, dall 'anello d·e l III a·dduttore all'anello del solc o emette 7 rami collaterali. I) Le due arterie del gastrocnemio (unb me·diale e una laterale). 2) Le due arterie articolari superiori che si distaccano -immediata.m ente al disopra dei condili del femore ·e che si .a nastomizza.n ·o dai una parte oo·l le arterie articolari inferiori e dall'altra 1con l 'arteria suprema del gi·nocchio. 3) L'art. articolare media che si distribuisoe solo all'articolazione del gimocchio. 4) Le due articolari inferiori che si staccan·o un po' aJ ·di sotto dell ' interlinea art~co­ laoo e vanno ad :anastomizzarsi ampiamffil:te nella faccia anteriore de.J ginocchio 1con le articolari superiori. A qu·e sta rete forrn.a ta dalle arterie articolari e dalla suprema .del ginocchio \C onvergono altri rami provenienti dall 'a. ricorrente tibiale anterior.e, dalla ricorrente tibiale posteri0re, dalla ricorriente fibulare (ra·JllJi della tibiale anterior.e) e dalla rioorrente tibiale interna (tronco tibi·o peroneo). È attraverso questa vasta r.e;te articolare che si ristabilisoe il circolo collater.aJe nelle obliterazioni dell'arteria poplitea. Se l'ostacolo al oorso del sangue ha sede lll!el tratto supe;riore ·del1'arteria al disopra cioè ·dell'emergenza delle articolari superiori il circolo si ristabilisce facilmente attraverso la grande anastomotica e le .articolari superi·ori. Se l'obliterazione è situata a valle delle artEcolari inferio·r i il ripristino del circolo diventa molto difficile ed è presso che impossibile quando si trova a monte ·di esse; poichè non restano allora per la ciroolazione collaterale che le rico rremti tibiali a·n teriore e posteriore, la ric·o·r rente fibu11are e la ricorrente interna. Nel nostro caso la tumefazione che si palpava al ·d i sotto dell'interlinea articolare indicava con molta approssimazione il punto in cui doveva essersi iniziata la formazione del trombo. L'evoluzione r.apida in una gangrena che aveva gUJadiagnato il terzo inferiore della O'amba ' mentre lungo la coscia si stabiliva.n o b gravi disturbi trofici, faceva p ensare che il coa1

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XX.XIX, Nu M. 45]

gulo dove,ra essersi a ccresciuto a valle m olto al di sopra d eille articolari superiori, ma noo era possibil1e stabilire con l 'osservazione c linica se avesse o no raggiunto la femorale profonda. · Volendosi riferire al vecchio sch ema di RoIC'h er : u1na gang r ena del ·p iede e d·el terzo inferi ore della gamba indica una obliterazione della femorale al di sotto ·della femo.r ale p,r ofonda, mentre si ar.:r.esta. aJ gi1n occhio se a n che questa è obliterata. Lo sch ema di Roch er si ba·sa sullo stu,d io anatomico de lle vie anastomotich e collater ali e non tiene oonto d ello stato ,di sviluppo d elle collaterali st esse e d elle arterie t erminali ; non è dunque a ppliicabile a tutte le gang rene d·ovwte proprio a l esioni endoarteritich e d eille a rteriole colla tera li o a quelle .dovute a una lesione en doarteritica di vecchiai da ta , in cui il circolo collaterale è molto sviluppato. Lewis studiando radiolog 1cam ente il circolo colla terale degli arti amputati p er g angr ena trovò cl1e è molto svilUippato n ei casi dovuti a lesio·n i en·do,a rteritich e di vecchia data, m entre è scarsamente sviluppato in quei casi in cui una trombosi ascendente ociclude c·om.p letamente il lume vasale . Nella gangrena di origine trombotica , dunque , in cui i rami collaterali non sono n è altera ti n è len tamiente adottati alle n uove improv,~i se e igenze, lo sch em a di Roch er può servire ben e di g uida per dedurre dall 'estesion ei della parte gang r ena ta il livello dell '-0blitera zio n e arteria a. P er qUJeste con siderazioni abbiamo a mm es o ch e la trombosi n el nostro caso aiveva invaso g ran parte ·dell 'arteria femorale al di sotto ·della femorale profonda. L'a mp·u ta.zione operata al limite 1cutan.e o d ella demarcazione e seg·uita. da rr,apida cicatrizz:azione, ha ·co•n fermato l'es attezza delle nostre de·duzioni. 1

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RIASSUNTO. L'A. riassume l '.eitiologia e l 'anatomia patologica delle oontusioni arteriose. D escrive un caso di g ang rema della gamba, per con tus ioine dell'arteria poplitea, in un ban1bino di 14 mesi. Ila stu·diato il caso co,n una angiografia; mette in evidenza che se questa ricerca 1n on è eseguita con iniezioni massive ie1 ra.p1id·e riesce negativa . BIBLIOGRAFIA.

P.

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1731

SEZIONE PRATICA

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P.

D ELBET e

TECNICA. Reattivo per la ricerca microchimica dell'acetone. Dott. FRANCES CO LETI. Cr edo che la Chimico-Clinica ·d ell 'avvenire i baserà prevalentemie nte, se [11011; :a1ddirittura esclusivamen.te •su ricerch e Micro·chimich e1, ch e presentano il duplice v.anta.ggio, rispetto alle determinazioni macroc himich e, di un minor con sumo ·di m ateriale e di un minor coos umo dei r eagein ti , senza ieonsiderare poi la mag gior i1uli tezza ed eleganza della tecnica . Verrà utn g iorno in cui u;n; 'analisi cornpleta delle uriin'e p otrà farsi con poche goccie soltanto di urina, laddove oggi p er eseguire una analisi coimipleta. di urina con g li attuali ,c onosciuti metodi di ricerrca macrochimica , non ·s empre bastano 200 eme. ·d i materiale . 1Dopo il rr1io studio sulla ricer.ca micr ochin1ica e termogenica del gluco·sio (veder e « Policlinico » Sez. Pratica, an·n o 1931) a mezzo di l11Ili r eattivo che permette di deteNniinare la presen za del g lucosio n elle urine con una go:eci:a. soltan.t o di urina, sen za che sia n ecessario i.I riscaldamem.to esterno, p er ch è il reattivo stesso sviluppa da sè il necessario calore, nell 'ista111te stesso ch e si determina il ·CO·n tatto tra il reattivo e la goccia di urina in esame , pensai di trovare un reattivo per la ricer ca microchimica dell'acetone, con c ui fo sse possibile di stabilire la preisenza o m eno dell 'aceto·ne con una go·c cia rsolta:n to ·d i m.a teriale. Proporsi un problema n ella maggior p arte d ei casi è quasi come risolverlo. Col mio reattivo (1) basta una sola g o ccia 1

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(1) Sist ema e procedimento brevettati: 1\ii inis tero Corporazioni, Ufficio Proprietà Intellettuale.


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cc l L POLI CLlN I CO »

di urina p er stabilire I.a presen za o l 'assen za de ll'acetone. E d ecco con1.e tal e r eattivo d eve prepararsi : si d ebbon o pestar.e ·dentro u·n mortaio g rammi 4 di i1itr oprussi.ato sodic·o fino ad otten e r e una polver e assai suddivisa, an1zi impalpab ile. Quin·di n el m or taio stesso deb bon i p estare g r . 10 ·di idrato sodico (si p r eferisca l 'idra t o sodico a scaglie, più facilmente p olverizzabile, di pireferren za all 'i drato sodico in b acch ette ·O in. goccie, di più difficile po.Jverizzazioo1e), j 11 m ·odo ·da form.ar e u ua miscela ia:ssai omogenea, fra l'idra to so·dic.o p olveri zzato e· il nitrop,russiato sodico, in polv·e.re. Ciò fatto il r eattivo ·è pronto. Ha un col or e g iallo. È m olto ig r oscopi1co, e va im n1ediatam ente cl1iu·s o in r ecipienrti di vetro a tappo· di ·sug·h·e1ro paraffina to, onde p1~es.er varl o 1 ·dall 'azione atmosfeTi ca. Nel momento ·d ella rioer ca se :ire ver sa un g ra mn10 circa sopra un vetrim.o, o sopra una matto•11ella di po·r oellana, o·p pure, in m an canz.a ·di m eg·lio, soiprrai un fondo ·di bioc:hiere cap ovolto; e1 quindi si ometta con una g occia, o al m as in10 due di .u rrina; ma una g occia è già sufficiente. Se l 'u,rin.a .n on oontiein•e a cetone, la p olveT'e attraverso una fug gevole colorazione rossa, vira su ·b ito in· un g iallo 1c.an:a rio p er si stente; se invece è pre sente l 'acetone , il r eattivo in una frazi-otD,e di secondo vira ad un· ro&so vinoso intenso, eh.e in breve tempo im1brunisce. La r eazione è 1oer.ta e precis:a1, e dà una sensibilità d el O, 25 p er mille. Ritoogo che qtuesito :reattivo po ssa essere mo.Jto utile per tutte qu e1lle ricer che in cui il materiale ·di ricer ca difetta; ciò che iaccade cosi sp esso ne lle urine d ei ban1bini che vanlilo tanto freq t1en.t emente sog·getti ad acetonurie. 1

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Roma, settembiI'e 1932-X RIASSUNTO. L'Autore co,n siglia un su·O· r e;a.t tivo solido per la rice1nca microchimica d ell'acetone (uti~ le specialmente nei casi in cui il materiale di arn.alisi difetti) il quale si ottiene polverizza·n .do il nitrqprussiato sodico e la soda caus tica, e mescolan·do n·e i seguenti rapporti: Nitroprussiato sodi co in polver e ci:r.c.a gr. 4; soda caustica in polvere ciTca gr .. 10. Il reattivo essendo fortemiente ig ro copico va tenuto al riparo da ll ',azione d·e ll 'ari1a e della umi·dità , e va eh i u so in r ecipi enti a tap po par affina to .

[ANNO

XXXIX,

NUl\II.

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SUNTI E RASSEGNE. IPOFISI. La secrezione interna dell'ipofisi. (J. E.

PAILLA s .

Gaz. d .Hop.,

!Iln.

31-33, 1932).

L'A . p r em ette alcune con sider.azioni rigu1a.r d nnti l 'ana to1nia e l '-erq.briolog ia , l 'ormone e il su o d e tern1inisn10 , i· m ezzi di s Ludi·oi. Dal la to an atomico bisogna ricordare i rap porti ch e l 'ipofi i con tr ae con l 'infun·dibulo-tuber al quale è J'iallacciata m edia11te il p eduncolo pituitario; .d a l p1unto di ,ris ta embrj a logico è da i1otar e cl1e la piar s a nterior e la pa r s interm·edi.a (La oa. ·di R.atl1ke ec todern1ica) si differen zia n·o clal lobo ·p osterior e (etntod erm,a nervoso). Infin e bisog na ricordar e la frequente per sistenza di g·la:n dole accesso·r ie sul tragitto embrionario del prolur1g·am e:nito faringeo attra-ver so la parete cr anica. Mentre il lobo n ervoso ·d egli esseri in"f eiriori è enorme e l 'e pa nsion e fa ringea. è linr g uiforme (tel eo "tei), r1ei n1an1miferi quest 'ultima a umenta di v·olume a i11isura cl1e si precisa la fUJnzion e glandola r e. Le due parti del complesso si intreccian·o sem ,1)r e i)iù, tanto che la di ssezione d el lob o p ost eriore ·diviene imJ>o ibile : questo noA si può scindere dalla par s intermedia , siccl1è ·n ei mammiferi il lobo lpi0steriore sp erimentale o opoterapiico c o·m prenderà sempre pars n ervosa e pars intermedia e ' redrem o più •av.a.n ti ch e quest'u.l tima è ..atti' 'a solo sei a·ssociata al! 'altra. La g landola pesa in m edia n ell'u·o1no 56 centg r. di cui il 72/ 100 riguarda la pars anterior e ragg·iun.g en.do essa il suo p eso massimo g ià al 2° m ese della vita intrauterina , è allora già possibile la funzione morfogeneitica . Il p eso è essenzial111 ente i.n rapporto colla statura d el soggetto. Dal lobo a.n.teriore dipendono duie formazio{Qi: I ) 11ai paTs tube:r.alis ch e è fo1r mata di ammassi cellula ri b asofili tra i quali si n·otano dei nidi cellulari, le oollule di Gemelli .che possegg ono un estremo· attorno al quale si espandono delle fibre nervose . .Si 11a qui un doppio intre•ccio, vascolare e neurro·-ipofisario eJ per questa disposizione istologica si hanno lesioni ·d e l tuber ne ll'ipofi1siectomia; 2) la pars inte~edia costituiita da quella parte d el lobo anteiriore che a c ontatto col lobo nervoso si è n1,etamorfosizza,ta. Le cellule secernenti sono piccole, lìa sofile con fi.ni g ranulazioni che pene trano 11e ] J..o bo n ervoso con bottoni filiformi, i festoni di Soyer . Il lo·b o p·os teriore (·pars n ervosa) è formato di tessuto n eTVoso· ridotto ai soli eliem 1enti n-evro1g li1ci: fibre, cellul e rarei con pig mento melanico. 1

Secrezione. Oltre a.gli elem.enti cellulari e va scolari si osser,r:a., ·distribuita in g·ranuli nel1'interno d el protoplasma e neg li spazi intercellulari , lin a sostanza ia lina, la sostanza col-


1733

SEZION E PRATICA.

loide ipofi aria cl1e abbonda n eilla pars intermedia e 11ella p a.r s tuberalis, m entre è i11 quantità tenue n el lobo ner,roso. Le vie di diffuisione d el colloide sono il sangue, il liquido cefalo-rachidiano, la so tanza n ervosa del IJeduncolo pituitario, sicchè si d ebbono coosiderare tre processi: l 'e:m10crinia, l 'escrezione itlroer1ce;fali·ca, l,a neurocrinia. Non è sicuramente st abilito se la sostanza colloide ipofi•$aria rapptreenti UJil ver 0 e pr oprio o,r mone, 111a ce1tamente e a ha una parte considerevole nel detern1ini~ rno ormo nico po Le11dosi consid-eria.r e come un subst.ratu.ni, de1l prodotto ormonico. 1

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I rnezzi di studio. - L '-esplorazione fisiologica di ogni g la.ndola endo1crina oomprende l'istologia, l 'anali i chin1ica, l 'esperin1ento, i fatti clinici. Abbiamo già trattato dell'or~a11izzazion e ti sularei e cellulare, i)assiam o 0 ra a con id erar e g li altri m etodi .

acetone e liposolubile (Brouha e Simonnet), estratto anch'esso ad azio1n e gona-d otropa. Estratti del lobo posterio re . Rammentiamo ch e I 'ipofisi IPOSteriore fi siolog ica è differente dall anatomica in quanto g.li estr.a tti di lobo pos Leriore dervono la loro efficacia alla pars intermedia. L'estratto st andard ·u niY.ersalmente aodoper.ato è I.a polve re d ettai ·di Voetglin; mezzo rrtilligrammo. di questa polvere contiene u.n 'unità ocitoci.ca e un 'unità ipertensiva ad un tempo. Kanun e Aldricl1 h.ain·n o nettam.e nte ·se·p arato i ·d ue principi! , isol'a ndo un .etStratto o,c itocico: l 'ipofarnina a e UJTh eistratto tensi· v·o : l 'ipof.amina ~; questi due prodotti sono ancl1e c hi.arnia ti ·oci to1cin1a• e vaso·p ress1na. L ' A. pas-sa quin·di a considerare le· 1

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!F UNZIONI DELL IPOF I SI .

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Esperi1neruto. DuJe })rinci:Pii lo dirigono : conslatare J1cll 'orga11i ·m o g li e·f fetti dovuti alla oppre ion e, o invece i ri ultati siia. di un esuberante ap1)orto di ormoni ipoifisarii in U:11 so·g·.g·etto nor111ale, sia di un apporit o norn1a le jn ùn oo-crc,tlo ·Carenzato·. La maggior parte ·d elle e perj enze ono sta te eseguite su piccoli m am 111iferi (cane, cavia, g atto, co,n iglio) e sui batraci (ran a, ro po). Pra ticamente si in,t erY'ien e chiruraicam e11te . ulla g landola in parte o in totalità. L 'ope1'ta.tione con~ i ·te nell 'a·b ·l azione, distruzione, sezione. Ci11que vie i)ermelton·o di raggit1nger e 1'ipofi i: la pala lina, la laterale, la frontale, la lransfe11oidale, la tran ... cer ebrale. Recente1nente sono tate indicate due operazioni nuove: la via orbitiari a i1el piccion·e (Ogata e i hi111ura) e la ·deceJrebrazio11e parziale· nel coniglio (Fee e Pa rks). Il processo di scelta è l'interven to sulla g·landola dopo trapanazione p.er via temporale (Cushing), palatina (Camus e Roussa) , frootal e (Dand) Pe r corregger e i di t1;J.rbi all 'ipofi siectomia o 1per ottenere l 'iperpituitarism o sperimentale i adoperan·o due n1ezzi : g li inne ti e l 'opoterapia. Rig uardo agli innesti, il m et odo più ef. fica.ce si è dim ostrato quello ·dei tr.api.anti quotidiani (Sm.ith) : ogni giorno si trapiarnta un po' di sostanza ipo fi aria in un t essuto muscolare q uialsiasi , p . e . quello della coscia. Per qùanto concerne l 'opotera.pia , l 'ingestione di o-landola fresca e -d i estratti secchi non dà n ei m.ammiferi risultati con.c.ordanti: la via p1ar·en t erale dà risu'ltati migliori. 1

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Studio chimico. -

Estratti del lobo a11Leriore : 1) sospen sion e preipofisaria di Evans o'ttenuita J)er idroli i alcalin.a : possiede a zione sti111olante l 'accr esci mento e inibitrice sull 'ovulazione ; 2) la t etel ina (Robertson) : éstr.atto alcoolico ad az ion e somatotropa; 3) il ProJan A e il Prolan B (Zondek e Aschheim) : estra tto id1·0 olubile ad azione genitale; 4) un p1rodotto

Ricordiamo a nzituitto la questione ormai storica dell 'ipofi si , g landola indispensabil e alla ita . Se Pa ul·esc.o aveva s·ost enuto che un cane r1on sop ravviveva oltre 24 h. all 'ipofisiect omia , le esperienze di Ho.r sley e H1arndelsmann, di Camuis e Roussy han dimo·strato ch e l 'ablazio·n e dell 'ipofisi, se non si produce lesione clel tub er, è coffitPatibile con una so1)ravYivenza in·clefinita. iDalle r ecenti esperienze di s,v.end f'elding risulta cl1e la disLr uzio11e dell 'irtflindib ulo porta sem pr e .la mort e dopo una fase di apatia, ·di sonnolen za, di com a . Secondo que te con:cezioni la m ala ttia di Sin1m.cmds o cach essia ipofiseopriva i1on do:\'rebbe più essere riferita ad una lesione ipofisà.riia·. \

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I. La funzione di crescenza. - Dopo le fonda m entali osservazioni clin ich e di P . Marie (l b'85) con c uri si stabilirono i ra1)porti del1'ipofisi coll 'a1ccrescimento, le ·e sperienze sono state oondotte sia nel senso· dell 'apituitarismo ch e in quello· d ell'iperpituitari s.mo. Si p ossono dedurre le segueinti conclusio1n i: a) la presenza -del lobo anteriore è jndispensabile per assicurare l 'accrescim·en to normale -d el! 'individuo; b) l'ormone specifi1co preipofi ario sembra agire elettivam ente sulle cartilagini di conju~a.z ione se l 'anim.ale è g·iovane, r ealizzando sperimentalmente il gigantism10 e dopo la scom1par sa di qu1elle cartilagini qu.ando l'a nim ale è adulto , sulla totalità dell 'osso, sopratutto suJle estremità, realizza.ndo l'acromeg alia sperimentale. In qua.nto all'o,r igine d el1'ormone, lo studio dell 'acrom.egalia e ·del gig antismo in cu·i l'adenoma è sempr·ei eosino·filo, ci porta ad 1am1mettere I.a p,ossibilità che l 'ormone di 1c:r escenza . sia secreto dalle cellule eosinofile. 1

II. La funzione sessuale. - Do·p o• i lavori fOtI1d.a mentali di Zondek· e Aschheim, questa funzion.e è attualmente diven tata la più importante forse delle funzioni ipofi sarie. A - Apituitarism o. - L 'ablazione praticata in un a nimale impuber e (essa deve mteres~re


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IL POLICLJNICO

almeno i due terzi d ell 'organo) maschio o fe•m mina, apporta l 'arresto ·dello sviluppo e ! 'infantili· mo ·di tutto· il tratto ge11ital e, si ha assenza di caratteri sessuali secondarii e dell 'ovul!azion·e o d·eill.a sp1ermato.g"enesi ; un maschio a·dulto normale d i,rien e impotente e infecondo, mentre regre·discon·o i ·suoi org ani genitali. Nella fe mmina .adulta norma·le si osserva r egr ession·e del sistema g·enitale org·anica e funzionale e la d,e generia1zione uterina è più inten sa di quella ch·e seguie alla semp\i1c:e ca·strazione, sicchè l'azione pituitari a è .alm•eno in parie specifica. Una fem.111ina g ravida abortisce n ei tre g iorni sUJccessivi a ll 'intervento e l 'invo luzione uterina è più l enta di quanto avviene norni_almente. B - Iperpiituitarismo. - P.er corr.eggere i disturbi d ovu:ti a ll ' ipofisiecto·m ia, i migliori risultati (risve.glio d ell 'attività genital e n el g toYane, r estitutio a d integru.m degli o·r gani geni1tali n ell'.adulto) s.i h:a:nno coi trap ianti. Pe r ottenere l 'iperpituitarismo nell'animale non ipofisecto·m izz.a to si a·doper.a .an1c:he il m•eto·do dei trapianti. Con ciò la pubertà è accelerata nel giov.ane; è a.a notarsi ch e il m .a scl1io imputbere risponde })iÙ tardi\ramente a.ella femmin.a (V·oss e Loeve). Ne11a femmina a·dult1a normal ei l e ovaie tri.p licano di volum e e di peso, vi è sUJp·erovuJ.azione, maggior.e r apidità dell 'estro . Nelle femmine g ravide i trapianti pre-i!pofisari ·de·t ermin.ano la ripresa d el] 'attività ovarica. Secoodo Brouha e Simonnet essi possono provoc.are n ella femmin1a: gravida: annidamento d ell'uovo, formazion.ei di fo111c-0li luteinizzanti, m .aturazio.n e ·di follie.oli con ovulazione normale e formazion e di co·r pi lutei sen za inteTruzione d ella g ravidanza, l 'aborto se la g ravidanza è an cora poco avanzata (e le dosi sUJffici enti), il prolungam ento ·della gestazione al di là del termine: no•r m1ale. Nella femmina in menopau sa si l1a risveglio dell 'attività sessual e, me1Di1:re in quella .c astrata il trattamento anche. p1ratica to a lungo, n·on dà luo.g o a·d alcuna modifi1cazione genitale. La sospen sione acquosa di pre-ipofisi di Evans se da uilla parte stimola l 'acc:r:eiscin1ento, dall'altra inibisce l'ovulazione. L'estratto idro·s olub·i le se.c ondo Zondek · e Aschheim riproduce in m odo completo l 'azione dei trapianti pr-e1-ipofisarii . Mentre quiesti ·due .preparati agiscono su a:nimali no·n castrati, 1' estratto lipo..solubile di Brouha e Simonnet invece P'r·ovoca lo sviluppo genitale e l 'evoluzione dell' estro neg·li animiali im!f>1Uberi e adulti castra ti, effetti .a naloghi a quelli ch e prodUJc.el il follicolo. 1

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Studio sin:tetico degli ormon1i genitaili dell'ipofisi. - Se .è semplice concepire il rappoTto· testicol o-ipofi si , l 'uno essendo il motore sessua le d ell 'alttro, più co·mp•lesso è il modo ·d i azione ·d ell 'ipofis i rispetto a ll 'ovaio , poicl1è qui il fen om eno· g·enital.e.i è duplice, ad Ullla fase follicolare su.cced e u·n a fa se luteinica. Due teo-

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NU1'f.

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rie sono state !Prospettate per quanto riguarda il ciclo ovarico, la teoria dell 'unità e quella della ·dualità ormooica. Se l'ormone è unico . ' s1 prospeitlano due possibilità: se si ammette che l'ipofisi sia isola in causa, bisogna invocare d elle viairiazioni di quantità o di con·centrazione ormonica. La sp.j,e1g azione è invece più en1plice se si am:m ettono non d elle variazioni di secrezione ipofisaria, ma del1e variazioni di recettività 0\1 arica. In qu esto caso· si po11e il problema dell 'esist e·n za di una fase refrattaria • d ell '0\1aio in cui du;rante il p;eriodo compreso fra un certo g·rado1·di svil.uptP101 follicolare e la fine d el'la fase luteinica, l 'ovaio non risponde a llo stimolo ipofisario coin una nuova ovula• ZlOn·e. Colla teo.1~ia della dualità ormoruica Zondek e Aschheim .ammettono l'esis tenza di urn pri1no ormone di maturazione follicolare e di secrezione di follicol1ina (Prolan A) e di un se1condo ormone di fo1rmazione ·del corpo luteo e di se1crezione lutei1n ica (Prolan B). Il Pro1an A si tT0\7 ~ preseinte solo n elle urine di femn1ina OVcariectomizzata o a ffetta da cancro genitale, il Pr-0lan. B n elle uriin·e ·di femmina gravida. Me1Dtre que•s ti ·due ormoni agisco·n o indirettamente s u~ tratto ge.nitale attraverso le glandole sessuali, Brouha e Simonnet ha.n cveduto di m etter ei in evide nza un 'ormon e detto cc follicoiloide » ad azione diretlta. In quanto a ll 'origine dell 'ormone l 'ipotesi attualmente più plausibile è ·quella dell'origine basofilai (Smith), pro\rerrebbe cioè dalle ·cellule basofile d el lobo anteriore. 1

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III. L e funzioni m etabolich e. - A - Metab·o·lisn10 ·dei g lucidi. L'uifficio dell'ipofisi n ella g lico-r egolazione è dimostrata da tre or·dini di ar.gomenti : clinici, sperimeilltali e farmaco dinamici. Fatti ,alin1ioi. - P. Marie segnalò la frequenza di g licosuria n ell 'acromegalia e Loeb la coincidemza di tumori dell'ipofisi e di glicostlfria . Le !JXiù r eceillti ricer ch e ·d ella scuola di Cushing m ,e ttono in evidenza l 'importanza degli adenon1i a cellule 1crom·ofile del lobo anteriore nel d eterminismo della gli cosuria ipofisaria, mentre i tumori a oellule cromofobe· che non si a ccompa.g·na·n o a·d ip erpituitarismo anteriore non ·danrn·o g licosuria. Questo di.abete ipofisario non è itnsulino :resistente come tendev.a no a comlprovare esperienze di Ulr~ch e Falla, ma viene nettamente n1igliorato dall 'in$ulina (M. Labbé). Fatti sperimentali. - Al-I 'ipo,f isiectomia segue ipog·licemia, ia1ll'innesto di lob·o' anter. normale egu e ipetrg licemia. . Fatti farmaco-dinamiici. - Sia l 'iniez. del1'estra tto 1totale che di estratti di lobo anteriore iJir oduco:no g licosu.ria. Gli estratti Tetrop itUJitarii sono iperglioomizz1anti. L'ipoglicemia insulini,ca non si produ ce se si inietta conten11}or ane.amente reit ropituitrina. 1


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XXXIX, ì\ul\I. 45)

SEZIONE PRATICA

Ac<A1nto qui11di al classico diabet e tub erale si deve o ggi an1111etter e un:a. g lico Uil' i.a i pofi1

~a ria.

B - Al eta.bolis1110 dell'acqua. -

e è or1n.ai acqui ... ito ch e i centri d el m etabolismo d el] 'a.equa risiedono n ell 'i.c1fundibulo-tuber , d 'altra })arte alcu110 prove c li11icJ1e e l)ecial11t.e111 te farmiaco-di11a1n icl1e fa n riferire a lla g l13111dola una certa parte n ella r egolazio11 e acquosa . Gli .argomenti fa rm.a co-di;n ami;cii embran·o i più importanti. Mentre l 'estratto d el lobo .anterior e è i natLivo, g li estratti !p ost-ipofi arì (in cui è semJ>re con.t0nut a: la p1ar s inl 0irn1edi.a) invece l1anno un 'azion.c i.n ibitrice ti ulare e un'azione a.tlitidiuretica., la q u.ale l 1lti1n.a è ben riconoc iuta n ei casi di- diabe te i11 ... ipido i11 ic.ui vien e ad avere un ver o valor e opoterapico. Con qua le n1 cccani m o agiscono g li e tratti retropituitar1 ? La iteoria p iù r ece,nte a que to rig uardo è quella d ell 'idro fo·b ia ti sulare (M. Labbé e .a.), oon.._egu en za d ell 'ipofur1zione ipofi saria. La funzio n e dell ' ipofi i n el m etab·olism o d el1' acqua si 1concepisce m ,oglio an1n1ettendo una sinergia ipofiso-tiiberale (Pende). Il p edun colo pituitario, forn1a to di fibre di Remak, a 1)par e come Util ver o .nervo . impatico cl1e condu ce l'influsso o l 'orm oin e d a1l lobo interm edio· al tuber. R ecenti r iceiiclte ten do1J o a oomprovare ch e esiste una vera azion e u1)pletiva tra la glandola e i centri n ervo i, venendosi così a con fer111 ar e la t eor ia dc11 ' cc appar ato umico » (Vergara). C - ll1etabolisn1 0 dei lipidi. - L 'in1portan za del} 'ipofis i n·eil' 1netabolismo· d ei lipidi è .andata dimi11.uren<lo ella: c1n.a n·d o lllumerose esperienze e o erv1nzio11i c linich e l1a11 d in10 ·tra to ch e ]a r egione infundibolo-tu1b er al e soltanto presi ede a l 111eta1}o]isn10 dei g rassl .

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p eriferica 1con ipoten sione por ta le), infin e un.a costrizione dci capillari. Alcune ricerch e (no·n d·el tutto scevre cli obi ezioni) din1ostrano che g li estratti di postipofi i aooel erano la coagulazione del sangue.

.Sìn:ergie endoc,rine e nervose. Glandole genitali. - La pubertà da l J_)Un-to di vi stia1 i.p ofi-

a rio pu ò eisser e consider ata com e uno st ato di equilibrio tra l 'ormone di crescen za e l 'ormone sessu ale. Du1r ante l 'infa.1Jzia 1'orrr1one di cr escenza è predo1n1i1Ja nt e, esso inibisce la secre zione se.. . ua le. Dopo la p t1bertà, l 'equilibrio è rotto in favor e d ell 'orn1011e sessua le e la secrezi,on e ·di CT.esc.en za si arresta. Nella m enopaiisa avvien e lia· rottura del l eo-am e i pofi o -g·einita le, n on solo per ipasecrezione di -0rn1on e sessuale ina ancl1e for e per lli11 certo grado di. predominanza dell 'ormo·n e omatotropo (.acrome.galia frusta in individu1i i11 n1enopau sa). 1Durante la gra1 v idanza. e fin dall 'i11izio, in1e;rvien e ·una nuo, 1a g lan·dola, la p lac.e11la ch e a ttiva la produzione ipo,fisaria: il Prolain · B pa a n elle urine (r eazio11e di .i\scl1l1eimZ·o·n dek) . Le contrazioni uteri.ne d el parlo sen1b·r a no d ovute al•l '.attività di un lluovo orm:o ne secr et o dal la 1)0 ti pofi si , 1'oci t ocina. ella produz ione clel lat te il lobo posteriore aCYisce non solo ull 'e cr e!zi on e facendo contra1Te le fibre li· ce ma ran ch e su:l la secrezione. I salotti di Lan gerh.a11: e su1Ten.ali. ---: Gli esp erir1tenti fa rm.aoo. . di11 an1ic-i di1nostran o ch e e i te antagonismo insulina-pit uitrin a, sin er gia a·dren al in.a- p·i tui trina. L 'ipo fi i è una g landola i.p er gli.cemizza.n te, in.a di e ffetto molto n1e no m a r ca to d ell e s11rr en ali; essa avre~bb e sopratutto azion e lnod era trice nel sen so di diminuire. 1'ipergli remi:a adr e11alinica e l 'ipog licen1ia insular e. • La tiroide. - Oltre l a 1comune azio,n e sulla D - Il/ et ab olismo basale e azione dinamica specifica. - Soltanto il lobo anteriore avrebbe glicen1ia, bis0oCYJla ricordar e ch e la tiroide è um.a g landola nutritiva e inorfogenetica. Si coun'azione .eccitante sul n1et abolismo ba·sale. n osce d a lungo t empo ·l 'azio n e· vicariarlt ei d elL 'ipofisectomia fa diminuire l 'aziooe dinamti.caperoifica delle albunune, m entre i t:va.p ianti o 1'iJ)Ofisi n ella tiroidectomia . Nei feno111e11i di aocr escimento l ' ipofisi tien e so tto· la S U<l digli estratti di lobo anteri ore la fanno aumen11enden za sopratutto l1a1 ·s tatur.a , la tiroide con tare. lrollerebbe specialmente lei m etamorfosi . IV. Azione circolatoria e su·lle fibre liscie. Paratiroidi. - Frenatrici n ella r egolaz ion e - L '.esp erimento farmacodinamico ha messo g·licemica, quest e glandole son o antagoni ste in eviden za delle propri et à d ev.olute .agli estra tti d ell ' ipofisi. D 'altr.a parte quest a sar ebbe c.a del lobo po steriore: 1) Sulle fibre liscie: 1)ace ·di s11p1p lire1 in una certa m isu.r a a ll ' in a) azione ocitocica (ch,ei i m ette jn evidenza . uffi1cien za paratiroidea. P eper e, Cima roni, con il dispositivo p erimental c di Da l e); IJ.arvier han dim.ostrato ch e dopo p ar a tiroib) azione coistrittiva sui brorncl1i , e sul tubo did ecton1ia, le celluil e acidofile d ell 'ipofi·si augerente, sulla vescico.Ja biliare, riferita dai più alla presen za di istamina ; c) azione m elaillo- m entano ·di num ero, m entre si ipertrofizza la l)ars intermedia. forica. Tim o. - Sperimen talm.e;n te l 'ipofisiec tomia 2) Sull 'aippar. circolato·r io: ·Gli estratti di C·0nduce a ll 'atrofia d egli elem e11ti tillllici ( .\scopost-ipofisi hanno ia.z ione iperten siva. Nella r eazione iperten siva si integ·rano un eff.eit:t o car- 1i e Legn ani). Da u·n altro punto di vis ta g li estratti timici a ume11ter ebbero il poter e antidiaoo (bradic.ardia), 11rn effetto arterioso (i pertcn sion e car otid ea), un o venoso (iperten sio n e . diuretico d egli estrat ti retropituitar1. 1

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<< I L POLICLINIOO

Gla11dola pineale. -

Da qu.a nto noi sawian10 sulla macrogenitoson1ia e ·s ulla sua importarua sessua le, la g la.n dola pineale non si sa~reb~e co1npletan1ente isola r e dal sistema ipof1sar10. Per Desogus la pineale e l 'ipofisi apparterre·bbero a d uie sistemi endocrini opposti.

Sistem-Cl vegeta.tivo. -

Dalle ri1eer che di nun:erosi autori (P ende, Vergiarra, Leschke) il s1ste1na veg·etativo dien cefalico ·di cui i ce11tri ris~edo-i10 1particolarmente nel nucleo soprao tt100 e i1el nu1cl eo· par.a ipofi·s arip, non si potreb~e ·dissociare dal sistema ipo1fisario. Le interd1pe11·d1enze sono Tiferibili s ia a.d un'azione n:~v o .a trofica ·d ~i .centri diencefalici sull 'ipof1 s1, ia al passag·g·10 di ormoni ipofi sair i modificatori attraverso l 'infundihulo-tuher secon do l ~ teoria d ella n eurocrinia. L 'ipofisi e l 'infumd1bu1lo-tuber appaiono quin·di come un 1compless@ neuro-g·I.andolare con reazioni multtiple reci.proche. D. LoNGO .

L'obesità cereb1·0-ipofis.a ria.

[ 1\N~o XXXIX, NuM. 451

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L 'aurm.ento deri c usci.n elti a·diposi d·el bacino si tr.o·~ra_ _solo tDei casi d~ ic?~temporaneo ipogen 1 ta~i~~no. Notevole s1gn1f1cato ha a!Dtche la sol~iyl1ezza_ d·ell.e est rc1nita : naso e hocca pie· coli , ma 111 delicate, ,d ita sottili (con le ultime d·ue ·dit.a a ffil.ate) sono presenti in 39 casi. Il n?.etab<?lisn11'? basa.le è i:ormale n ella m.aggiora1n z<1 d·e1 cast, mentre invece è assai di freque nte ·diminuito il valorei dinantico specifico de.gli alimenti. Re!ativam.~11Jte freq~1 e11ti sono ~n tale gruppo ·~. mala~1 . an,or:ialie varie: polidattilia, si111datt1l1a , T·e1t1n1te1 pigmento·s a scotoma oentrale · ambliopi.a n1ononuclear, e, ~stirn1atismo mio~ • . • b ' p1~, inan•c.in1smo, aplasia del lobulo dell 'orec. ch10, 1aip l.asia dentaria. Vi sono tre casi di' i11orbo ·di P-eirtl1es e u11 caso di osteogenesi imperfetta. . Quanto .alle ariom.alie del sistema p·ilijero, I·n I?art:eJ esse son? da .attribuire a fatti di ipogeni1Jal1sn10, specie n ei g iova1n i. Si no·ta di frequente l 'assenea del terzo esterno del ·c iglio, una volta di tutto il ciglio. Nei casi ·di liev1e ipog·eni talismo i peli ~ella barb.a, d el iYUbe e ·deJ1e .ascelle sono prel?enti, ma 1scarsi, e il limite ·dei peli al pube ,o~iz­ zontale. Più importante è l 'ipe1,tiricosi che sl ~n contra in do,n11e ad ulte, sul tro:nco, sug ]i arti e sul volto, anche s-e11za n essun disturbo della sfea.»a genitale. . La Psich.e dimostra Utno sviluppo assai spi1ccato in nove casi. All'inc ontro vi ·sono tre ca,si di. ·de bolezza intellettuale e dl1e casi tli -ep i-

(BoRcirt\fiDT. Deutsch. ll1ecl. V1' ocli . , J7 oO' J• ng·n o 1932). Me11tr·e u1n· tempo si r'i teneva ch e 1a ·distrofi a a·dipo1s o-,g·e~1itale forse se111pre di•p endente da una a lteir azi·one ipofi sari.a, si trovò poi 1che anche.i lesioni del mesencefalo· hanno notevole sig·nificato per questa foìI'n1a m.orbosa, fin cJ1è Bite dl pctè n el 1!122 sepiarare d.a l t ipo irofi sario un tipo cerebrale ·della malattiia· di 'Frohlicl1 (c.ar.alt cri di quest'u lti1110 sor1 0: l 'assen. 1. ess1 a. za di si.n lo·n1i focali ipofisari, e ]a preseinza Rig·uardo :all 'accrescimerito, qu es to apJ>are· invece di anomalie diverse: speci.e r eti1n ite superiore a lla ii-orm.a in un ni1i11euo notevole pigmento a1, polidattilia , asimm etrje faccia. . di . li ecc.) . casi, n1entre in un llU mer o ini·nore è in feI .:rapporti tra ipofisi e miesenoefa lo ·p ossono rio·r.e {l.11.a nor1na :stessa : 11on. sembra eh e si pos8a ~p·cTr:3 qualche r a1>porto tra aJtera zioui del- a questo riguardo - essere così con cepiti: ' . . I 'ipofisi .elabora un secreto ch e· ha azione to- 1 accre:::..c.1rn1cnto e J'resenz·a. o 1ner10· (li ~in Lorr1 t di i 1p1o ge.n italismo. lliSJ)Dtto, al1a ca 11sa d ell 'aun .i ca m.ell 'ipotetico centrò m.eis.enoef.al~c-0· del ricambio: mentre ·da un lato tumo·ri. o altri p·r o- . m •e ntat o accrescimento, noìI1 si deve , seconcessi ·dell'ipofisi possono disturbare attraver- ,.do I 'A., P'e{llsare ad una alterazione ormon·i ca, ma a·d u111 fatto-re ch e, age ndo sul centro so a lter.a,zioni della secr ezione questo centro , ipotalamico ]10rti .ad 11na migliore. condizione c.osl d'altro lato può qu1est'ultimo essere dir ettan1ente e primitivamenle alterato per cau.- di nutrizione. Q.u ~ to ig roto fattore c0-nduce se ìo,cali. i11,rece in <,litri <~asi .ad un don110 dell.a. fun zio11e armonica d el lobo· anleriore dell 'ipc}fisi (il In .ambeidue i oa1si si ha il quadro cli·n ico della n11alattia. , quale stimola la crescita), e quindi ad uri osta' '1 è una nett.a distinzion e cli.n ica tra obe- colo all ' accrescirn ento stesso. ità comt1ne e obesità di origine mesenic-efalo Quanto a lla causa. patoge11.a, se mbr~l ·avere ipofisaria P Molti casi di comune ingrassam engr.a:nide significato l 'eredit.à : fatto quesfo . cl1e I' A. trova ;prese!lJLc in 26 casi (con ~étngu.inei­ to, prese11tano grandi analo·g ie CO!Il· sindro·m i ipo·fisarie ,e ipogeni1tali , benchè m anchino in tà ·d·ei genitori, g ra nde differ enza di età tra gli essi sinto mi [1etti ipofisairi o ·di ipo·g-enitalismo . ste~s i , a1coo1ismo d el 11a dre, ecc.). In· qual!J3asa1n dosi su tali con sidèrazioni, l 'A. ragg·rup- Ch·e caso si è 1n1essa in e videnza .una cµra r.aJ)él tali casi sotto il nom e di obesità 1oer ebrodioter.apicar o iprese11za di convulsioni a ~rico i !)Ofi~éì ria. ·d ella madre duran le Ja g ravidanza. NaturalRA$.a·t1d·o&i ~u Jl 'ns~e r,raz i one .dj 65 am·rn1alati, mente tali fattori vengono in disc.u ssiane qua·nl '.!\.. tra tteggia i sintomi fondamenfJali ·d i tale do m an chino segni di tumore ipofisario o ces in d·ron1e. rebrale. Molti oasi restano però senza aJcuna fJfl ripartizione dcl grasso .ha la mass1rna iminterpretazione etiologica . , Cura . Bisogna m1a,t uralmente ,disti ng uere i porta nz.a : esso 11.a sede alla base delle coscie.· 1

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[ANNO XXXIX, NUl\I . 45]

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SEZIONE PRATI CA

casi a seconda d elJa presenza o m e no di sintomi ipofisari , di obesità, ·di ipogenitalismo. La d.i aterrnia della r eg·ione ipofisaria, proposta da Boonl1ein1, mon l1a dato all'A. ch e tre insu ocessi. (L'A. n on si occupa d ella radiot erapia) . ·E g li ha i11vece otte 11uto i11 qu.aJcl1e caso· buoni e ffetti sulla obesità con il Prap11 yson (es tra tto di lobo .anle ri·or e d·e-11'i pofi ~ i) . l\ f ig·liori risultati , sembran o o tten er si con l ' u so c ont e;mJ)Ora.neo d el Prap l1yson e di un estratt o tiroid eo , ancl1ei n ei casi ch e inom. r eagiscono· agli stessi preparati d.a ti isolatam ente. Accanto ai questa· t era pii.a , ha impor tan za la te1ia pi.a fi sica (bagni di luce, n1a saggio, ecc.) e la dieta a pp ropria ta . ~ei ·C·aiSi ·di g rave i'pogen i·talism o u11a terapia rivolta a questo fntto r iman e sen za effe tto . Nei casi lievi i risultati so110 ·difficilmie1I1.t e v aluta bili p er il freq.ure.n to t.ar divo sviluppo 1spon taneo d elle gon a di. Da p r eparati di gl1 ia nd ol e sessuittli, l 'l\ . non l1a tratto a lcun ris ull ato . P u nnu . 1

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UROLOGIA. Importanza clinica e quadro istologico delle cisti f1ell'uraco.

pra e sotto non sia n o p er lo più solidi, ma c o·n tenga.no· u;n 1piccolo cavo . Il v·o lume da que l- · lo di una 111-0·ce può arrivarr e a quello enorm.e ) di 5-9 litri per processi emorragi ci o suppu- J rativi. Alppruinto in seguito a qùcsti a ccidenti ven gono all'e 8a.me ·a l cune cisti ch e altrimenti paisserebbero inosserva te. La diag nosi può g iovar si ·de ll'esam e radiol ogico, qua n·d o La c ist i dà un ' onilira : · ha nno importanza le estremità a llung.a t e ·d·e lla cisti. Le donne sono più !colpite d egli uomini ; è · ))r eferit a l ' età m ·edia . Il d ecor so è cr onico. La <lia.a n osi si fa quasi esclusivam ente a ll 'atto o -. i)er atorio cui i m a la ti g iung o,n o con indicazion e di ci1stoma ovarico, peritonite saccata, e, i n con si·d era zione ·d1ella tendenza non infre q u en te d elle !cisti a sviluppar si l at era lmien te, anch e di 1a1soesso a ppendicolar e, em os.al• p1n gç , ecc. La teraip ilai consi ste tll1ell 'asp-0 rtazion e della cii ti e di buon tratto dell 'u raco ; è stata a.n ch e prati cata , l 'asportazione ·d ella p all'ete anter ior e, l 'apertura lar;O'a , loon· tamponamen to, ecc. 3) Le cisti par aviescioali sono ùn· p o' più d ella m età di tutte l e cisti dell 'uraco e si ditinguono per la costan te 1pr esenza di una s tret-· ta union e c on la cu pola vesci cale ne l p unto di in erzione d ell 'uf!aco e posson o esser e aspor tate so lo con l 'asportazione d ella cu pola e1.. ci cal e. Le ·d onne sono colpite in misura ·doppia · ch e g·li uomini. L 'e,tà pr·eif.erita è il secondo d e• cen n10. Pos on o ra gg iung e.Te g ra ndezz-e foo·tastich e 1 ( 50 litri n el caso di 1 F reer 1887); in genere vari,ano t ra una testa di fe to e una test.a di a dulto. A q u ei to sta.dio ·d eterminan o ·d isturb·i ,oh e c~o111no lu og o a lle più varia te diagnosi. f~ isti più piccole so!Ilo in gen ere r e1perti occa si onali larp a.rotomici o· aut·o ptici . u .n : lungo decor so è in gen er e ra ro. P er la po ibi lità di j n fezion e specia lmente da ll<l ' 'escica compaiono molto presto sinto·m ·i a.cuti com e t ene sm o , fe bbre, d olori , ern.aturia , ecc. L 'esam e cist OlSCOipico può dimost rar e ù n difetto roton·degg i.a nte ·d ella mucosa, o può veder si aperto il punto di imJ?ooco d ell'uraco ; i1n · a l'bri c1asi si tra tta di ulcerazi oni d ella cu]}O]a ,,e cical e; talor a II) U Ò da ll 'aper tura ' 'en ir in vesc1c.a gra n quan tità di cristalli di coles tE?riina. La diagnos i n on o tant.e tale r e-p erto verte in gfflle re irntorn·o a tumo·r i d·ella vescica; miomi d e.Jl 'ura co·; a scessi d ella par ete ad·d omina le comrun.icanti colla vescica; p eritonite t bc. saiccata; tu moiri soli.di e ciistici ·d ell 'omen to, del1'intestino, del m iesenter e; tumo ri solidi d ell 'u.t er o; tun1efazio·n i ci stich e degli a n n essi ; ascessi 1aipp endicolari. Robin son drsti11g ue cisti p.ar.avescicali ia svilup po addomina le, m edian e, conten e·n ti epite1

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(C. B \ U ER. Zeit. f. Urol. , ' 0 1. 25 , 1931). L e c isti d ell 'Ulraco a ppa rte11g·on o a lle rarità ; Andr é n e r iporta,ra 60 C''l i n el 1913; cla allora ad oggi il numero d ei ca si p ubblicati è di 85 cui l 'A. a ggiun g e un caso p er sona le. Secondo la localizzazion e> nei vari tr atti d ell 'urr8CO possono a'ier si cisti pa·r aombel i cali , cist i inlermed i<trie, c isti par avescilca li . I) Le cisti 1)8.ra ombe liciaJi rappre e11tano il 25 % d i ~L1tt e le e i t i d ell 'ura co. Esse~ so110 int :r.aa·ddo111ina li , n1,a ext r.ap erit oneali ; posS-On o a n ch e csseve , n ei ba1DJbini , extraaddomir1a li e sirm llJlare un' ernia ombelica le . Tutte l e età son o colp ite . Non m .ancan o dist urbi vescicali , specie se la cisti priem e sul~a1 vescica per la sua grandezza. Il d eco:vso è cr onico. La g r and ezza varia tra u n-a 110 00 e urn; pug no d 'adulto . ~ importante per ]a diagnosi la presen za di una fi st ola ombeli1c.ale ·da cui fuoriesca 11rin1a. La fistola in. ura chi p eJr vi può insediar i a1nch e in tarda età, i11 r app·ort o a os tacoli a llo svuotan1ento vescicale. 1Dalla fistola p uò anch.e · u scire u·n.a secDezion e 1a1cquosa chiara , o bni1n astra o p urulen ta a seconda d el contenuto d e lla cisti !settico o n o. P er la diag'no i è lltile l 'esam ei ra diologico quan·~o un liquido di contrasto iniettato nella cis ti r a O'giung·a la vesci r..a. l\ia an ch e se.n za qu esto m ezzo le ci ti para ornbelicali sono le p iù fa1cjlmen te dia 2'U ostica bili fra tutte Je citi dell 'uraco. 2) Lei c isti de ll 'uraco i.n termedia r ie so110 più ·rare d elle prec.edenti. Jm, g·1en er e n on hanno di.retto rapporto con l 'on1belico o· con la vescica qwa:ntunqu e i ·d ue tratti di u iraco so1

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IL POLICLIN ICO

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lio piatto, che orig·in.ano i)ropria m e nte dall'u~aco e cisti laterali a svilu.p po nel piccolo bacino, contenente anch e erpiteli cilin.drici , che originano· dall 'allan.toide. Nel contenuto di una cisti dell'uraco ·si può trovare: urina; liquidi IOucosi prodotti dag li epiteli; siero, co1n.e trasu·dato de lla pair·ete; epiteli; gocciole ·di grasso; err1azie; cellule di pus; emosiderin.a ·da veccl1ie emorr.agie; colesterima originante dalla parete c istica o ddi papill.omi delJ.a pare te nel cui oentro è contenuta spessso colesterina; fibri11a . 11 quadro j s to logico d ·elle cis ti dell 'uraco in g.ene:na1le è caratter izzato da lla presenza di tre tessuti: e,pitelio, oon·n ettivo, m11sco1atura lisc ja . Nel caso .dell'autore i tra ttava di una donna d i 4 7 a. ch·e ·da un. ann o aveva notato una tum.efazion e 01~e s cente cl el basso v·entre, insiem e a d~~turb i ve sc~cali. .. i palpava nell 'ipogastrio una tumefazio111e g r.a11de q u1anto un pug·no d 'uomo, mobil·e, dura, posta anteriormente all 'u t ero. 1F u l)OStn. la diagn·osi di cisti ovarica. All'operazione fu trovata una cisti extrap eritoneal e 100n t enente 300 cc. di liquido bru'Il!astro, foir temente co•n nessa con r la cupola vesci ca le cl1e ·dovette essere asportata insieme ial l a tu1m .e fazion ei. La paret e cistica ap11ariva g ia llo-rossastra; in qual1ch e prunto prese11tava cisti ·m inori, i1n tal '1altro p iccoli tum·Oir etti :ro·ssastri sporgenti nella cavità. L 'esame istologico ·della. parete dimostrò un eJ)itelio n10110 o i)luristratificato poggiante su u110 str.ato di con'Ilettivo lasso e g rassoso cui se.g.u1e uno strato di co11·n et tivo fi·b rillare oon i)oche cellu.le muscolari; segue una specie di n1embrana propria anista cui succed·e uin altro str:ato di .c-0in1nettivo Dicco di cellule e di fibre mu scolari lisce. Infine si trova uino str ato ·endoteliale. Nello spessor ei d ella parete si trov.a.no qUJa• e là infiltrati parv.icellula·r i , emor1--a g ie iillterstiziali, piccoli ascessi. I piccoli turm·aretti spor genti n el 1c.avo ci·stico apparivano costituiti ·di connettivo po·ye1~0 ·di cellule, conten enti molti cristalli di rcoles.t arina. Il tessuto ·di unione colla v.escica che sporge va n ella cavità vescicale comie u.n tumor·e tto era priin1cipa l m ente cost itudto di fasci mu scolari. P. STEFANINI. 1

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Formazione cistica dell'uretere associata ·a bilharzia. ( l i RQUB AnT .

Britisl1. Journal of Urology, vo-

lu1ne III , n . I, marzo 1931). L 'A. , p r endendo i·n esan1ei J.e \iarie lesioni rinvenute n elle autopsie d el Kasr e l Aini H osptftal Cairo, osserva una frequenza non indifferente d ei casi di bilarzi:a. localizzat.a alì 'apparato urinario. Sembra cl1e la forma più comune si.a la cosidetta « Sandy patcH,es » c l1e risulta di un ammasso di uova di bilarzia an°n idafi n ella m u cosa e 'SOltomucosa.

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[ANNO

XX.XIX, Nul\1. 451

Quando la forma è molto ·diffUJSa si manifesta. con zone granulose giallastre, a superficie anfrattuosa, ulcerata . Vi è poi una forma granulosa, 1ch e si presenta sott o fo,r ma di nodi e. ·d i masse ch e som igliano a tumo•r i; qlllan·do questa forma capita nell 'ureitere si puiò .a' •er e la. stooosi di r1ue to con co11seguente i dronefrosi O· pionefrosi. Qualche volta alla biila:r zia si associa il carc inom a, raramente il sarco·m a. L' A. ha a vuto ooc:asione di osservare 6 casi con formazion ei di cisti negli strati della par·e te ·del ca:nale ureterale, ed ~altri 5 esemplari son o con1servati nel n1useo annesso ali' ospedale. In tutti i sei oasi dell 'A. la f orrna cistica era associata alla .g·ranulomiatosa ed il lume u·ret·er.al e a·p pariva più o n1eno .dilatato . Il colo1:e, la form·a e la g·ran1d1ezza delle 1cisti erano varie, così pu.r -e il con ten.u ito ch e in a lcune er.a chiaro , :iJn, altre vischioso·, in a ltre colloide.o. 1

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ScANDURRA.

La cu1·a dei diverticoli vescicali col drenaggio e la disinfezione att1·averso le vie naturaJi. (R. LE IF uR. Paris Chirurgiaal, n o•v. 1931). L 'A. r ileva che l ' estirpazione d eii diverticoli vescicali può ·p resentare d elle controindicazioni dovute ali' età, alle •Condizio·n i generali del i11ala to·, a ll 'infezione coe isteinte , alle di rn ensio11 i d el diverticolo o .d ei divert icoli , a lJe aderenze e a lla sede de diverticolo (posteriore). .L 'A. di ce di g u.a rire la m .ag·gior parte dei diverticoli vescicali appliica·n do, attra venso· le vje 11a tura li coli '.aiuto .d el .cistosco·p io, o in casi eccezio n ali ricor rem1do alla 1cistoto•1n.ia soprapt1l>ic.a , lln drenaggio con un ca'Lc lerei clie I.ascia n el ·di ver ti colo e fa cen.d o la·v aggi ri potuti n ella cn vità divertiicolare. ~·a 5-6 lavaggi al g iorno con 11n a soluz. di ,.pTol nrg·oJo a l 4 %0, o di nitrai.o d '.argento a ll ' l / 500 o coll argolo al 5-1 0 % o istilla:pdo d el li pioclolo·. Si sa cl1 e piccoli dii ve.rticoli n e i prostatici s1)esso ·di1n 1inuiiscono di gr.amdezza dopo la 1prostatec tomia. L 'A. 1consiglia il drer1ag·gio .del diverti c·ol o tanto· prim.a ch e dopo la prostatectomi a. In, e.asi cli ·diverticoli a se-cle a·n t.ero-su.p erii or e i quali per lo l)iù sono· cli orig ine congenita €1 ra.g g·i.uingo1n o la g randezza ,due o tre volte la ' 'escica, non essendo possibile asportar e il diverticolo l ' A. 1con i.glia di fare la marsupializzazio11e d·i esso oome 1'11.a es8oauita i·n un suo caso aggiunger1do la cautarizzazione di UJna fist ol a ~e1sidu.ata·. ScANDURRA. 0

Nella colibacillosi dell'apparato urinario. (S. OccoNoMAs. Journ.. des praticiens, 20 agosto 1932). L 'A. consig lia l 'u so ·del si ero ~nticolibacil­ lare di Vi1n cen.t : 20 eme. al g iorno per 4


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SEZIONE PRATICA

g iorn.i ; nei c~si gr.avi 40-60 1Cmc. Se l ' iniezione è rimasta senza risultato, sornn1iu.i strare il siero ·per bocca : 20-40 1c,mc . al g iorno per 8 giorni. Unirvi ancl1e il trattamento locale: lavatura ·d.el~a. vescica o d el baicinetto se la ' cura col sieTo non• .r iesce. Questo trattamento è utile 11elle forme acute e setticemich e ·della colibacillosi 1u1rinaria specialm'8nte se è in. dipendenza di focolai renali; è meno indi1cata nelle1 forme cronich e e latenti. Discutibili sono· i vantaggi della vaccinoterapia. L' A. usa il b.a tteriofag·o; nei casi favorevoli , il risultato si ha abb·a·stanza presto, m e ntre se questo ·D on si ha nei primi g iorni è inutile insistere. ' Dosi: peir via orale, 10 em e. 5 volte ia1l giorno ~n tin;u1ando anch e .a lung·o; per vi.a "ipod-e rm1 ca, 3 1amc . .a 24: or e d ' intervallo non in istendo oltre le 2-3 volte; .nel bacinetto od in vescica 2-20 eme. ogni 48' ore. L 'acidità del m 1ezzo è sempre s favorevol e·; son1ministrare alcalini (bic.a rbon.ato di sodio) ad alta dose. Gli altri ri1ned1 (nitrato d 'argento, urotropina, eic.c .), per la loro az ione s favorevole sul batteriofago, vanno sospesi. Il rimedio è spectalmente utile nei casi c-0n fe;bbre elevata e stato setticemico; ma i risultati sono in c~'"'tanti fil.

t~m.e:nt e co·s ta11te.

Del pari frequ'.entei è la pol1ur1a con accessi di pollachiuria, speic.ialme nte notturrni. Alterazioni degli altri app1a rati sono state n·otate co·n una certa frequenza, e particolarmente distu.r bi del tubo g·astro-enterico·. Non si osservano. disturbi n ,ervo·s i (diagnosi differenzial e col beri-beri); frequ,enti i disturbi ocular i, fra cui l 'eimeralo'{~:ia, e le alte·r azioni delle g l1ian·dole a se cr ezione interna, special1nente a caricai d eJlla tiroid,e , ch e mo·s.t ra mo•l to1 spesso un notevole grad 0 di atrofia cl1e h.a f.atto pensare ad una genesi ·en·do·c ri11a ·della malattia. Etiologia. Le par tic.o I.ari C·ondizioni d 'insorg·enza della malattia, i1 suo mig·lio·r are: e g uarire col mi.g li-ornare ·d elle rcoindizio•n i dietetic.h e, g uidarono subito, i primi studiosi d ella malattia ve1rso· l 'etiolog·ia alim·e11tare di essa. D.a pprima si pensò ch·e 1'ed em 1a1 .d .a f.a·m 1e d·o vesse rientrare n el gruip11)0. d elle avitam1i.nosi , ma ben pTesto questa op·inione1 fu rigettata p,erchè si vid e che l 'aggiu11ta a ll.a die·ba1 di questa e quella vitamina n.on i11igliorava le con·dizioni morbo. e. Og.g·i l 'eden1.a d,a f.a r11e è consid.erato, quale espressioin e· di u.n a ipoalin1eintazione croni1ca, così ch e il 1c.alo1r·e lib,erato· dalla co1nbus tione deg·li a1in1enti è notevo·l1n ente1 inferiore al consu1no Jin1 ite. Mia, ciò no11 ·-piega qu.ale sia il meccan ismo per c ui l 'i1)0,a lin11entazione induce l 'ed em .a . A spiegare qu.e sto n1eccanismo varie teorie sono state e111esse n1a tutte urtano ic ontro la MISCELLANEA. ·diffi coltà , ben n ota a tutti i cultort di patolog·ia, di spiegaz ione ·del meccaITl·isnìo di produSull'edema da f"ame. zione degli ede1l1i in g·enerale. (R. RoRDORF. ,)tudiu.m , 1 f;ettembre 1932). l Jna delle t eorie che tendono, a spiegar-e la Tr.a le m.alattie, il c uj tudi o è progredito n0o gen ·esi d1egli edeini ·da fan1e .è quella detta nef rogena, in qu.anto a1nm-ette l 'intervento di t evolmentei in occasione d ell a guerrra et1.ro·p ·e a, alterazioni r enali no·n i1el 'Senso m io rfologico, vi è l'eden1a da fame, la c ui etiolog ia e patoge'm .a solta·n to (unzion.al e. I reni c ioè , pur non nes i è stata real1nente chiarita ed illustrata in 1)res0ntando· a lcuna alterazione anatomica n è tale occasione: infatti, in seguito a l blocco demac ro n è mi1c.r·oscop·i ca sarebbero funzionalterminato dall'Intesa , la malattia as un·se ne·m ente lesi, cio·è in capaci ·clella 110,rmale secreziog li Imperi Centrali, "' parti1col:air1uente nei cam1l e : s i d eterr11inereib·h ero· così quell e stesse conl)Ì di conoentrarr1ento ·deii prigionieri un a ndadizioni. di sc111 ilibrio osn1otico cl1e nei nefritici mento ed una estensione tali da rivestire il d.a n.n o la ten<le nz.a .agli ed emi. Qt1esta, 1c.ome la carattere di malattia epidemica. Ta le· malattia teoiria d c1l I\.lotz, il q:oole ammette che, a caurichiamò ben presto l 'attenzione. degli studiosi '$a della climri11u ita intro·duzione di sostanze udei vari pa esi ed oggi la letteiratura sull 'argoreog·e11e , il r ene ve·n .g·a a·d esser e poco stimolato, m ento è abba tan1Fa vasta e numeros i so.n o sta·o·n de .a ccum1ulo n el sa:n.g·u e ·di so,s tanz.e osmotiti an·ch e i t enta:ti,ri di riproduzion·e speri.rrnie ncamente attive, ap1J1are già a prin1a vista po1co tale di essa. co,n vin c.e.n te·. È stato· 1a.n ch e p ensato a·d utn.a vaIl c orr1plesso clinico è orn1.ai C·On1cor·deme11riazio·n ·e del ra·pp·o·r to· ·di pressio.n e1 fra il sante rico11osciuto constare di tre ·sintomi fondag ue ed i tessuti , 1r1,a c iò ap pare poco_p1robabimentali: ha bradicardia, la p·o liuria e l 'edel·e se si pei,n•sa ch e n ,e.g·li edematosi da fame ]a n1a, selnza ch e le 1condizioni cardiach e o reprr e sione è pii1 ])assa ·d·el n ormale. 11ali siano alterate, o per lo m :en o solo così liJ_,a spiegazio,ne ch e più può sembrare: vicina n1itatamentei d a no·Ill spiegare in alcun modo il a lla realtà è quella di Biirger, iJ. qu.ale consiquadro morboso·. L 'edem.a raggiu.n ge assai sp esdera l' eder11a ·da fan1e co·me una i.n to•ssicazion e so un considerevole ·svilup'.p10 : localizzato all'ida idrati di carb·onio. Nell '.alimentazi·one d i nizio e n ei casi lievi ai soli arti inferio·ri, inquesti "e :dematosi, egli ·dice, esiste un fortissivade presto tutto' il corpo· CO·Il rapidità. m10 squilibrio fr.a la qu.ota p roteica e quellia La bradicaTdi.a è molto frequente e si ac:comidrocarbonata. In tal modo le cellule vengono })Ugna ad un ·discreto abb·assamento della presad .ar.ri1cchirsi, se non in sen so a ssoluto i.n· ser1s ione che per i e.asi g.r.a1v i è ùn· sinto1n.a assolu· • 1

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so r elativo, ·di idrati di carbonio: ciò richiama acqua da l sangue, ·On·d e l'edema. Q.o osto sarebbe più notevole n el sottoc utaneo ch e n egli organi i11 terni per una pa.r ticola r e permeabilità dei vasi cutanei in confronto di quelli ·d egli altri parenchimi. Sia o no·n· sia questo il r eale1 m eic.canism o g·e11etico d egli edemi da fame, ciò cl1e nella inLerpretazio1n e ·di esso bisogna t e·r1er presente è ch e il quadro m orboso di questa affezione è · ostanz ia1mernte differ ente ·d a ·qu ello d el ·d ig iuno con1pleto ·e c ioè cl1e è m1olto più compl esso, più feno·menico il quadro morboso d el ·dig iuno J>arziale ch e quello del ·digiuno totale, in 1cui L)Ure a l deficit ·d ei fattori ch e s_i hanno n el dig·iu.n o parziale si aggiun ge qu€illo di t utti g li altri. Avviene cioè J)er l 'eidema d a fan1e quaiDto avviene per le avitam inosi. Giusta è qwindi l 'OJ)ini·on e ·di coloro cl1e nel1'ed eima da fame, più ch e i seo-ni di un g lobale deficit a li mentar,e \red·ono 1'espressione ·d i uno squilibrio r1ut ritivo al disotto del consu n10 limite. L' A. h a avu1·0 occa·sio1n.e di studiare un caso poradico di edem.a da fame in peTsona di una donna di 42 anni , la quale i.n seguito a 'lllila lunga serie di gravi disturbi da ulcera ·duode110.le e stenosi pilorica semi11ata da interventi oper:ativi, aveva ridotto la sua .a limentazione a bro·do, p·ochi bisco tti e frutta cotta . Gli edemi com inc iarono a con1.p arire alle gambe, ind i i P vase·r o l e cosoe, la vulva, i lombi: ed.e mi perma11enti, non in fluenzati dalle calze elastich e e da l riposo. . All 'esam 1e ob·i ettivo ·e di la boratorio in teressant e il r eperto ·del polso, ch e aveva la frequenza di 100 pulsazioni al mi11.uto (l' A. n on: n·otai n ella illustrazion·e del su o caso ],a mancanza della tipii1ca bra·dicardia . N . d. R. ), €tl imina zio n e m edia di 2000 cc. ·di urina pro die a peso speicifico 1010- 12, co,n tracce m i·n.ime di albumin.n, discr eto s tato an emico del sangue, V\7 • 1~. 11eg·ativa sul siero. So1nministr ato a lla paziente un energico ·diur etico, essa viene colta dopo alcu 1ne ore d a crisi con vulsive con scosse t on i·co-clon ich e e perdita d ell1a1 coscienza, fenomeni ch e l 't\. interpreta come mam.ifestazio ni d ella tossicità de l liquiido da edem a ch e e1ra tato rapidamente ri.a ssorbito: p·er qu.a·n to ·sia ·d.a n o tar e ch e la diur esi si era arrestata dopo l 'emi·s Ì·o11e di 1 li tro di uri.n.a per 24 ore e quindi Questo riassorb imento semb.ri po1co probabile. Lo stato di ·d enutrizion·e p rofon·da , i1 tipo e la e1stension e d egli ed emi, la mancanza di alter azioni del circolo e ,d el a::ene ·s u.fficie·n ti :ai . l)Ìegarne la fo1n1azione, n oncl1è la con iderazi·on e d ello scar so quantitativo di alimenti intro.dotti in·d irizzar ono I ' A., verso la diagnosi di edem.a rla fam e. Aµmentata gr.ad.at.am ·ente I.a razione alim entare si.n o a r enderla suffi ciente si:a qu.alitativam .ente ch e qµantit.ativam1ente, n ello spazio di due settimane l 'ed ema si rias1

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<< IL P OLICLINICO

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sorbì con1pletamente. Il pe·s o icor.poreo andò gr.adatan1ente au·m entan,do e dopo sei mesi la i)aziente .non aveva ancora .accusato alcun disturl)o. G. LA CAVA

Sindrome ganglionare granulomatosa t"e bbrile con lei1copenia, neutropenia leggera, linfopenia e plasmocitosi te1"minale.

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(P. MERKLEN, R. W .4.ITz médicale, 8 ott. 1932).

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J.

KAHAKER.

Presse

Sono i1ote le diff~coltà ch e talora si prese11ta110 '.l_) er la diag.n .0 si di inalattia di H odgkin. In e f~ett i , la biopsia, c1uatn ·do· è pos~ibile, noh flin11o·s tra sempr e ~n asp etto g.r a.n :u lomato·s o tipico 1co·n cellule di ternberg. La diagnosi riposa allora sui .d i un insieme di sintomi il con1})lesso dei quali, ancl1e in a sen za di uno o di pareccl1i fra essi , fornisce forti presunzioni in fa, ..o,r e 'cl ella di:ag·no i di Hodgkin. Ma ,,i sono d oi casi talrr1en te a tip ici ch·e si può esitare .a i)orrc I.a dia.g n osi. Tal e è il caso ·di u11a os..,.er' azion e degli AA. riferentesi ad un individuo di 38 a n11i ·C.h e presentava l1na indron1e ga11glionare fe.bbrile acu ta, con i)ruri lo iniziale molto l egg·e·ro , febb r e ir.rego.Jare1, non caratteristica, splenon1egali.a mol to m ·o·dica , :a.cciden ti bucce-faringei · i)seiu1do-men1branosi , l eucopenia progres iva ·ei inte11sa 1c,on n eut ropenia l e.gg·er a, linfopel)ia co11siderevole, plasn1ocitosi tern1iinale. La radiotera1)ia fu ineffi cace/ e l 'a ffezio11e, dopo un ·deco·r so durato sei n1e i , si concluse con la m orte ·dell 'infermo. I dati clinici ed e1natologi1ci, così come le const at.azio11i i tologiche (r eazione gi~arnulon1a­ t osa clei g·an g·li prele,ra ti) perm ettevan o di elimin,are fa ciln1ente ,a lcune di.ag.nosi. Co•ì la linfos.arco111atos i, la lin fa d e11ia uil)leucemi.ca, la sifilide, la tuberco lo·si . Si era ·dunqu1e in diritto di ·p arlare di m 1alat tia di Hodgkin ? L 'esan-ie i stolog i·co i1on bia ~ ta .a,d afferm.a rlo. L '1a.n emia era intensa, come si può osser\ 1 are 11 elle for111 e .atc ute ed emorragich e d elìa ma lattia ·di H od.g kin, m a la perce11tuale delle emazie g ranul·o-fi1amentose era molto inferiore a qt1ella ch e si trova. abitualmente; il num1e ro dell e piastrin·e era b.asso ancl1e prin1a clella ra·dioter apia , mentre l 'au.m ern Lo d el nu1nero delle })iast.rine è, per la m agg·i or parte d egli AA.. la r egola n el morbo ·di Ho·dgkin. L 'assein·za di eo irnofilia non ha ch e ttna importanza scar sa, data l 'incosta.n za d et fe11 ome110. Per contro 'll!D.a leu copenia così spiccata (da 3.200 a 8'00) è ecce1zionale n ella m~­ lattia di Hodo-kin , sopratutto senza una pol1n t1cl eosi r elatlva . In fin e bisogna mettere in eviden za l 'abbondanza d elle cellule endoteliali e sopratutto il ta sso dei pla· rnociti-, ·cl1e rago·iu·n 'Oo·e,-an o la cifra d el 13 % in luogo del b 1

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SEZIONE PRATICA

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1-3 % talora segn.alato nella li11fog ranulosi nllaligna tipica. e 1iinicam1en•te degne ·di nota ono la modesta ipertrofi.a splenica, l 'eYoluzione prog·ressi' 'a verso la cach essia ser1za [JOtzissées evolutive c linicl1e, o termicl1e. Qu1anto all 'a·ngina e a lla E.Lomatite pseiu.do-membranosa e se s ono rare n ella n1alatti.a di Hodgkin. 111 conclusione, l'insieme del quadro ematologico e cli.nico è lontano da quell·o ·delle f orJ.11e normali o aberranti della ·m a lattia di Hodg kin 1cl.as.sica e si stacca ancl1e d·a quello delle forme acute. Si può in gue&to caso parla.r e ... olo di sindrome linfogranulomatosa1, ricordanid o che Oberling 11a insistito sulla necessità di separare la linfogranul-0111atosi maligna tipo Paltauf-Sternh·erg da altre for1ne ·di linfogra· nt1lomatosi e . Tos cANO. 1

La capacità vitale polmona1~e nell'insufficienza nasale respiratoria. (G. ScALORI. Il Valsalva, marzo 1932). Lo s tu·dio d elle variazioni fisio-patologiche che •si n1anifestano n ella n1eccanica reispiratoria, in dipendenza del passaggio abituale della corrente aerea attraverso la bocca, ha dato orig ine a molti la,rori, 1cl1e ha1n.no esaminato s p ecialmente gli effet1:i ·dell 'impervietà o d ella ... te-nosi delle vie respira torie sulle condizioni anatomo-patologich e d el polmone e sul rit~10 r espiratorio. L ' A. ha tudiato l 'influenza d·ell 'insufficie,nza nasale respiratoria su1ll.a capacità vitale; 111 ettendo que ta i n· l'apporto co,n. la circonfer e11 za toracica , 1con la statura, col peso e con l a superficie corporea. u 47 individui mascl1i la e .V. è superiore alla media in 6, ug.uiale in 1 ed inferio.re i11 ±0. Nelle donne, 11 ca i supera·n o la m edia e ±0 l e sono ir1feriori. In 1con1plesso, la e.V. r)olmonare risulta diminuita i11 confronto alla struttura corporea; pure leggermente din1iIlJUita, in m edia, è l '€1Scur-sione respiratoria toracica. L 'insorgenza dei ·disturbi .d a insufficienza J1.asale nell 'età pubere !PUÒ essere spiegata dalle profonde modificazioni son1atiche e psichi.che 1ahe l 'organismo iSubisoe in tale periodo. Le cau se ·d·ella scar sa e .V. negli stemotici nasali sono .d i o.r dine m ecca11ico e· riflesso inieme. È innegabile che la meccaniJca res1)iratoria boccale si discosta n otevolmente dalla fisiolog ica: i movimenti respiratori sono n1eno am1p i, oltrechè più irregolari e me110 fr c.·qu enti. Se ne deduce ,ch e l 'a1)parato muscolar e e scheletrioo-legame11toso df questi in·dividui sarà meno adatto a far compiere alla gabbia toracica escursioni ·di ampiezz,a notevole. :È inol.tre dimo·s trabile l 'esistenza di cause riflesse. Il risultato di quest e osserYazioni spie·g a n1eg lio il fatto ch e gli stenotici nasali resistono 1

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ineno b ene degli altri alla corsa ed a o-li esercizi fisici. Nel normale, i rr1uscoli re~iratori sono più eseircitati alla fatica e sono durante . ' la fatica, molto agevolati dalla r espirazione boccale; nello sten otico, in v·e ce, questa che è g·ià norn1ale n on p·orta ulteriori v.antaggi; inoltre, i·n· esso, il cuore si trova in condizioni abn·or.lllli per la ·difficoltà del p iccolo circolo e può più difficilmente c ompiere u·n lavoro maggiore. D 'altra pa1rte, il senso subbiettivo di dispnea dipten·d·e dalla frazione di e. V. Uitilizzata nella respirazione e la diminuita e. V. dello stenotico contribuisce anch e per qu0sto a ren·derlo m enQ adatto alle fati che impo~ ste dagli eseir ciz i fi sici. fil. :

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La stenosi polmonare congenita nell'età• adulta. .

(G.

GrAUNI.

Cuore e cinoolazio1n~, sett. 1932).

L 'A. riporta umiai propria O·sservazione ·di un uomo di 25 a. affetto ·d a cardiopatia congenita, con marcata cian·osi e dita a b acchetta di tamburo e can svilu·p po fi1sico ed intellettuale nor~ n1.ale! tale da poter coll?-piere h·e ne il propri0 mestiere di contadino e ·d a coniugarsi avendo anche un figlio. •D opo ripetute emottisi, ven11e a morte ed, all 'auto psia, si rinvenne una cospicu~ stenosi preorifiziale della polmona:fe·, accompagnata da perforazio·n e ·d el setto interYentricol1a.re e da rene a ferro· di cavallo· oltre ' a fatti tuib·ercolari nel •p-0lmone. . L 'l\. riporta anche a ltre osservazioni di casi a11alo·g l1i e rileva cl1e la ste.n o.si •congenita del1.a polmonare si accompagn.a spesso ad altre malfo1mazioni ca.rdiach e , specialmente a perforazione del setto interventricoliare ed à de troposizione d ell 'aorta ; non manca mai l ' ipertrofia ·~el, ventricolo destro, ment~e è pi* rara la p elrv1eta del foro di Bo tallo . La con1co111 i tanza di queste malformazi·cmi permette un -çeriodo di vita ch e ·può anche essere assai luno-o t> • Quan·do la ste·nosi po•l monare è acco·m ipagnata ·d.a ci.anosi, il g iudizio proin ostico non è sem.1)1~ a ssolutamente infau·s to ei non è veT0 ch e nelle stenosi polmonari in cui la cia.n ·osi si 111anifesta alla nascita, la vita sia possibile per. i>ochissim o ten1po (1-2 anni). Il caso dell 'A. e quelli di altri n e sono· esempi dimostrativi:. Il m1alato ·d i cardiopatia congen.ita, non va . coru~id eirato soltanto com e un malato di cuo.re, 111ìa egli deve t em e.r e, talv·olta, più ch e il suo cu or e, altri fattori di malattia , fra i quali la tub ~r co losi o•ccupta un posto importante. Del resto, in m olti dei casi ·di i1ndividui mort i in età avanzata, la causa della morte fu attrib,u ita l)ÌÙ cl1e a condizioni intrinsech e ·del cuore a le io1ni non dipen·d enti dia. questo (emorragia cerebrale, ascesso oerebrale, trombosi della fe·1n·orale) ed in gran ·n umero di esisi a tUJherc.olosi polmonare. fil. 1, • I

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l L POLICLJN I CO »

NOTIZIA BIB:tIOGRAFICA. A. ALESSANDRI NI,

M.

PACELLI.

Un pericolo so-

ciale. « Lei Brucellosi ». Co111. prefazione di A. ILVENTO. Edizio·n i ma 1932 - L. 2±.

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Annali di ig ien e », R o-

« La produzione ·cientifica sulle Brucellos i si è su sseguit,a n el mo11do in misura tropp'O· vertig iin·o sa per esser e conosciuta e co·n trollata passo ·1)asso ·d,a chi n-011 abbia agio .di dedic.a:rvisi i•n.teran1ente; c i è p.a r so· quindi op po•rtuno, in questo· no·s tro lrav·o1~0, di an1a1lizzare m etodicamente e c.o·n sa;11a 1c.ritica, tutti i dati più im1portan.t i scaturiti ·dalle ricer ch e antich e e r ec.e11ti. Siffatto lavoro ·di aggiornamento e ·di coordiname nto bibliog rafi co, sec<>ndo noi, era assolutamente niecessa rio , on:d e r en·d er e più .u tilizzabili i nuovi s tudi, per pron1uovere nuove iniziative , per evitare, con g rave ·dispendio di tempo e di danaro, ]a ripetizio,n e di espe1rienze g ià fa tte ». , Queste pa.role che chiudono il libro, n e sono a1n ch e la mi.g liore presentazione perchè esprin1on·o con precisa e chiar.a en.u nciazione e .d elimitazione, g li scopi ch e g li AA. si sono· p r e·fissi ·n ell•o scriveTlo·. Si tratta di un. 1,.ilVOTO· di p·u ra. batteriologia e i.gie•n e. Gli AA. non sono voluti u scire - d eliberatame1nte ~ dal campo ·d ella loro specifica com .p etenza, rco,n sider.ando che entro qu e ti lim ii ti era possibile dire cose1 d ella ma sin1a precisi·on e scientifica e utilità pratica. A c.h i g ià in.on coo~osce lo stato d elle 1cose, potrà 1sembra r e esagerato o superfluo il com pito di diffo·n dere anche tra pro·f ani J.e odierrne conosoenze ·sulle im·feizioni bruc.ellari. Eppure non ..si pilò ·d.a r torto ad A. e P. quand{) rli cono ch e cc più cl1e malattia ·d ell 'avvenire» ... la febbre ondulante .debba c hi·a marsi « m alattia del giorno », e se nel titolo stesso desig na·n o le brucellosi com e « uifi1 p eric olo sooiale ». In ogni parte ·di Euiiopa e ·d 'America infatti -esistono attualmente zone ove l 'infezione bru· celiare è endemiaa.. Ciò vale, natuir almente, ~nche per l 'Italia: così, prqprio ·di questi giorni, tro,1a:DJdomi in Sa-r,d egna, ho appreso ch e n e ll 'ani110 scor so si .sono verificate in alcune località ·d ell 'I sola delle piccole epidemie di febbY.e ondulante, con alcuni casi seguiti d a m ortei, e un collega universitario, n io ·n m ledico, mi diceva c h e ,da parecchi m esi .avevia1 una perso·n a ,di famiglia malata ·di questa infezione, e •si ,dole va di in.on av·eT ·prima conosciuto la esi~tenza ·di tale malattia iche si sar·ebbe pot-fita b e ne evitare · roon: facili previder1ze. A. e P . ha nno ,d eidicato il:-primo capitolo allo stu.dio ·d ell.a ·diffusio·n e e distribuzio n e ,de lla febbre on·du1la nte n ei vaTi co·n tinenti ; appare evidente il pr.opagiairsi d ella malattia in paesi c h e n on molti .anni or sono erano (o si cr ede· vano!) i·n denni. Il secondo capitolo tratta este:s amente ·d ella batteriologia ·delle Brucelle. Sono date 1preci·" e e mi:nute indicazioni tecnich e sui n1·od i m igl iori .pe1' isol.are e coltivare il g erme, nonc h è ... u lle varie r eazioni in1.n 1unitarie c h econsentono la diagnosi n ell ' uomo e n egli anima li. 1

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Gli a ltri cinque capitoli trattano esclusivamen· te il lato igienico d el pro1blema e c.ioè le fonti dì contagio, la profilassi nei caprini, neo-li ovini, n ei bovini e n ell 'uomo; e fi1nialment~ l'im.portante questione del latte come veicolo d el germe. Si apprende - ciò ch e d esta l egittim~- preoc· c u·p azioni - cl1e l:ai Br. a.bortus può, secondo recentissime con statazioni, esser e responsabile dell 'ab·o·r to anche n ella ·donna. Fort~inatamen­ te si tratta ·di casi ra ri . . È ~ato _il pTecis.o ·elen co di tutte le specie d1 an1m:aJ1 che, sia pu.r e in via eic.cezio·n ale, r>o·s so·n o esser e portatrici e quindi distributri c i ·d el vi.1vus. Nel c a1) . 4° è trattata la questi o11 c d ella vaccinazione d·egli ovi•n i e capri11i, come IJase d ella pro filassi d ell 'uom·o; nonostante l ~ i1umerose ricer cl1e di que .. ti ultimi .anni, non si è ancora riusciti p raticam enite nell'intento. Il eh.e, a mio avviso, d eve m ettersi in rapporto c011 l1a natura particolare della infezio,n e brucellare deg li a;nin1ali, trattandosi di una associazione biologi•ca sui gen.eris, diversa dalle co1n1uni assoc iazio·n i parassitarie per il fatto che il germ-e nDn provoca .a lcun risentimento d.a }Jarte d·e ll 'animale, cl1e n.o n ne yj,em1e in ale un modo d.anneggiato. el cap. 5° sono espo· sli i dati p iù receinti suJJ a ·diffu1sion-e dell'aborto dei bovini e sui t entativi di profila·ssi . La quale secondo g li ultimi studi può essere ottenuta, entr o •Certi lin1iti, con l 'u o ·d i vacci.n.i vivi. In questo c.apitolo sarebbe s tata desiderabile UJl!a. consider.azio·n e più attenta del problema d eil'la infeziosità ·d el virus bovino per l '.uomo , poichè - con1e è b en noto se in.dubbia· m ente esistono le infezioni umane da bovini, non è ancor.a b en chiaro com e e in quali · circostanze il virus bovino, ge11eralm.e nte innocuo, divenga patogeno per l 'uomo. Nei 1c.apit-0li 6° e 7.0 , c h e con chiudono il lavoro, so•no' ·date l e ])iù minute in·dicazioùi sulla pro.filassi ·d·ella febbre ondulante nell'uomo. Non è ce1to cosa agevole m ettere in pratica tutti i m ezzi protetti vi su·g geriti dag li AA. p er .a.ssi1curarsi oonitro i pericoli di infezione in località ove que:sta è endemica. Più ·di una persona, piuttosto ch e s terilizzare le verdure e le frutta con lo cc .steridrolo n co,n sig liato da .Brot zu -e Franco, ·pr.efe;rirà rinunciare ad.dirittura ahle une e al1e altre. E così ·per altre norm e consig liate. M.a A. e P. so·n o ben 'ùO!Ilsapevoli di tutte que1ste difficoltà e co n cludon.01 dichia · r.a n:do .ch e cc il problen1a è straor·d inariamente com.p·l esso e ·di non facile soluzione ». Secon.do lo·r o poi cc 1Rllo stato .attua le ·d elle 1ci0se è forse n ella vaccino-·p!rofilassi cl1e si po·ssono ri· p1or-;ra l e mi.gli·ori sp1e r:an.ze ». Può b en· darsi ch e un.a vaccinazion·e d e1bitame'I1te praticata dia all 'u o•m10 illIIl.a r esist enza sufficie nte a vin1c.ere i p ericoli di in feiz ione, q .u1ali ordin'8riamente si verificano; ma è certo ch e l:a duTata d ella immllnità acquisita C()l!}j qu·esti m e todi non è come per altre viaocinazioni similari - n è molto durra.tura n è molto solida. In geneirale poi, i)er que l cl1e riguarda la profilassi umana, biog.na IIlel 1campo prati co disting u er e le condi1

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zio11i dei vari ceti de ll:a popolazione. Nei ceti più bassi, i pericoli di infezione in località ove il bestiame, specialm·e nte caprrino, è portatore di brucelle, 0 00 assai numeroisi eJ svariati, · 111entre n ei ceti ele"'\1'a.ti i pericoli si riducono , si può dire, al contagio a limen,t are, sopratutto attraverso il latte. Cosiochè per questa ·parte di 1)0polazio ne, 1c.h e purtroppo è la minore, una pr ofila i abba ~ tanza efficace è ottenibile con l 'e"'\ itare 1' uso di latticini e di verdure e frutta cr,ude di provenien za sospetta , come è quella del pubbli co m eir cato; e con l ' u so esclus ivo di l·a tte bollito; tutte cose a bbastanza facili ad applicar i imi pratica. P er com1pen.so bisogn a puir dire ch e la parte •povera della p·o polazione, che vive in co ntatto o vicinanza degli ani1nali infett i, è anche quella p iù resist ente alla infezione, pe1r effetto di vaccinazioni larvate a,rven•ute lentamente attraverso Ti p1etute infezi.oni pau cibacillari. In conc lusione il libro di A. e P. appare in un momento q.u,a.n.to miai app ropriato. Il pro})lema. delle bru cellosi vi è esposto in modo esauriente, opratutto dal punto di vista pro filattico, ic.h e è quello ch e ·oggi interessa magg iormente il }Jubblico medico e profano. Ag.giU1Dgiamo ch e la ricchezza d ei riferimenti biblio·g rafici, d ei dati tecnici , di ;citazi oni di di sposizioni legi lati, e, e la chiarezza e precisio ne scientifica de lla e J)O .. izione, accr e8cono di molto il pregio del lavoro. P er il quale dobbian10 ~ i nceran1ente r i,,olgere aO'li AA. una vi a lode. ella p r efiazione l 'Ilvento lumeggia b ene la parte note,roli ssin11a .avuta da Ficai e Ale . ahdri·n i nello . . tabili re l a nuova en·tità epide1nioloO'ica, n el tracciafln·e la profilassi e n el ri"'\7elarne l 'importanza. Per tal n1odo egli coml)ie vera opera d '.italianità. Fa anch e valere 1' i•n tere sam1en to dei :n.o. tri poteri pubbli ci anitari 1p1er il problema, i] q:uiale riguarda p revalentemente le classi rurali . G. VERNONI. 1

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l 'igiene, il regi1ne, la vacc1naz1one, l 'antigenoterapia, il pneumotorace, il trattamen.to chir u.r gico. L. Berna rd tratta la ch emioterapia dimostrando i vantaggi ch e si ottemgo no con la sanocrisina. Segu·ono poi i !Capitoli sui diversi trattamenti sintomatici (antitermici , tonici, ecc.) sul fu·n z.ionamento. ·dei sanatori e sulle cure climatich e ed idrote1r.a pich e. fil. 1

P. N. DEscHAMPS . La cure tlié1male carbo-gazeuse en th,érla1peutique ca.rdiovasculaire. Un

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CENNI BIBLIOGRA1''ICI. Th érapeutique médicale. Vol . IV. Poumon et tJu1berculose. Un ,·ol . in -8°, di 378 pag., con figu:r e. Ma on et C. ie; Pari , 1932. Preizzo

·F rs. 50. Questo Yol umie è .il quarto d ella e< Terapia medi ca n pubbli cata otto la direzione del prof. Loeper ; in esso son·o esposte da autori competenti e con in·dirizzo e selilzialmente pratico le qiuestioni più importanti della terapia dell'apparecchio respiratorio. J1ai prim.a parte è d edi•c.ata a lle 1nalattie n .o n tubercolari d el polmone: a c.cenni di fi io pat ologia e di terapia gener ale; terapia specia le di: laring iti , tosse, espettorazione, em ottisi . Vengoin-0 poi considerate l 'antisepisi polmo·n a re e · la c ura delle pn·eumopatie acute, ·d ella gangrena })Olmonare e d ell 'asma. Nella seconda parte, troviamo largamente tnattate l e malattie tubercola.ri del polmone. Dodic i capitoli espo ti ·d a autori diver i sul1

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SEZIONE PRATICA

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v·ol . in- 16° di 142 pag. Masson et C.ie, Paris, 1932. Prezzo 1F rs. 16.

La cura d elle affezioni c.a rdio-vascolari me·diante i bagni carb·o-gassosi è n ota special111ente per le applicazioni fatte· 1a Nau.h elm. La ua effica1c.i a è stata sul principio n1essa in dubbio, ma poi il m etodo h a gu1adagnat0 terr eno ed attualmente la si pratica dovunq-µe. In questo piccoJ.o· libro· essenzialn1ente pratico, l:'A. mette al co•r rente di questo m ;e tod o t erapeutico, delle isu e in·d icazioni, d ei risultati che si o-tteingono, d ella tecni1c.a, in modo d a convincere anch e quelli ·che n1lam tengon o al riguardo un certo scetticism10 . Si tratta di .u n lavoro e senzialme·n te· obbiettivo basato soprattut to sui fatti sperimentali e clinici . Dopo uno s tudio sull e sorgen.t i t ermali car bo--gassose e sull 'azione ·di questi bagni, ne espone g li effetti mostrand·o cl1e essi possono · essere anche opposti secondo il tipo di sargente. Si tratta di una cu ra ch e va dosata com e m .e1dican1ento, t enenrd o co·nto del regimiei, de.Ile m:edicazioni adiuvanti ecc ., che l 'A. es1)0ne con precis ione. · fil . 1

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Bulletin trimestriel de l' organ,i sation.e d' Hy giène. Société d es Nations, Génève. Abbonam ento ·F rs. vizzeri 10. Ven·dita p€r ]'Itali.a presso la Libreri8 Treve~- Treccani Tumm i ·n elli ~ Milano, Ro,m .a., ecc. L 'o·rganizzazione di Ig ien ei d ella Società del l e Nazioni oonta già dieci .a:n.n i di esi stenza ed ha al suo attivo molte· b e·n em err enze per g li c::t11di t.0 mpiut i , •p er le conferenze internaziona li promosse, per i rapporti stab,i liti fra g li studiosi, ecc. 'F ino ad o·r a, per.ò, riu·sciva m.ala.gevol e la con sultazione dei lavo·ri di tale orrganizzazio1ne, perc.h è es ·i si trova"'\r.ano parsi in pubblicazioni ·div~rsier noo, 1sempre fa cilmente r ep1eribili. Molto oppoTtun.a mente l a d etta organizzazione è vein!u·ta orr~ n ella decisione di pubbli r...ar e questo bollettino trimestrale (di cui si fanno due .e1dizioni, una franc.ese e l 'altr.a ing l ese) ch e forni sre uill.a com .p,Jeta documentaziooe dei lavori ch e essa compie. Irt questo pir imo num ero, troviamo i ri ul tati d ella Colil.feren za ulla vaccinazione anticlifterica (Londra 193 1), uno 1Situ1dio sull 'iinse... g 11amento d ella medicina e le condizioni dei medici in Inghilterlìa, un a ltro . ul1 'approvvigionamento· ·del latte agli Stati l }niti (R. Bun·i) e·d a ltri sulla poln1o:n ite tropicale, sui risultati d ella va·cc inazione antiral) ica, sull 'or-

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cc IL POLICLINICO »

g:anizz.a zione di igien e dUTante le inon.dazioni ii:t Ci,na . Auguriamo al nuo,ro p~rio1dico la .lar· f?:a diffusione che si merita. fil. ·I. T. LEw1s e T . H. CRozIER. Aids to medical treatment. Un vol. in-16°, di pag: 244, rile, gato. Baillière, Tindall e Cox. Lon·don. Prezzo 3 s., 6 d. In questo libro, dal form.ato como·d amente tascabile, è i ndicata nei suoi tratti eissenziali la ter.a pia ·delle m.alattie i1n.ter11e, oorn: un'accurata scelta dei .meto1di, 1ciò ch ·e costituisce la maggior e difficoltà p1er o•p ere ·d i tal genere. Vi troiviam101 inoltre un capitolo sUJl,l e malattie cutanee ed un .a ltro sull '1a.ssistenza infeTmiera, CO·n in·dicazio:ni sulla preparazionei di molti alimenti peT malati. ~ un buon consig li€·re i)er il m e.dico p ratico1. fil. 1

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COMMENTI. In mei:ito alle scoperte sulla trasmissione della malaria. Ricevian10·: lll.11io Signor Direttore del' « Policlinico » Nel n. 43 del g iorn.ale ·da Lei dire tto il pt'Of. Missiroli pubblica ooa n ecrologia di Sir Ron1ald Ro,s s. Giustamente il p1rof. Missiro1i mette i·n evid enz.a i grandi meri ti del Ross i1ello· s.co p1rire la trasmission'C) ·della malaria degli u ccelli, e opportunamen t1e segnala l '0~1err:a d·e1l Manson. Il Missiroli acoenna anche ai m 1e riti della scuola I tali.a n.a cc ch e po-rtaro·n o la lu1ee· completa sulla trasmissione della malaria u.m ana ». . N.u1ll.a .avrei da aggiungere se unia· frase ivi inclusa circa l'importanza d ella •s p·ecificità .d elle zanzare, second·o Ross, ·Il·O'n potesse indurrie in erro re il lettore. Certamente la parola scritta è andata oltre l 'intemzio·n e ·del prof. Missiro·l i, il quale no·n mirava di sicu.ro a sminuire l 'op·era degli stu·d i·osi itali.ani. Sta ·di fatto ·Che se il Ro·ss, ch·e si pr:o·ponev.a di rintraccia.r e la trasmis:sion·e della malaria umana, fu 1co·s treitto ad ab·bam do1n are il lavoro e a rivolge:risi allo stu.dio, d ella mala.r i1a. d eg·li U1cce1'li, fu 'l)f'Oprio p1e.r aver sperimentato sia co·n M osquitos a·d ali grigie sia con Mosquitos ad ali ma·c chiate, ossia pToprio· per non aver giu·stamente valutato, nel fatto, le differell1.ze sp1ecifiche ·delle zanzare.' E se il R o·ss riuscì a st~bilire per il p r:imo il modo di trasmissione ·della malaria ·d e.gli U1c.celli causata dal Proteosoma (scoperto ·dal Gr.assi - fitn; dal 18921), la \S·CO·p erta d el ciclo della malaria umana, colla ·dimostrazion·e sp1erin1entale della sua tr.asmi&sio·n e per opera degli Anofeli, è merito d·egli Scienziati italiani Grassi, Bignami e [Bastian elli. Tale scop.erta si deve eissen.zialn1:einte al genii o biologico di Battista. Grassi 1c.ongiunto alla sua ·.. prof.on.eia p1reparazione zool'ogica. Infatti Grassi non ricalcò le onne ·d i Ross, ma a1)plicò allo · stu.dio fa uni stico ·delle zanzare delle zone infesta te da ·m 1alaria quel m etodo di ricer c.he faumi1

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sticJl·~ . compara.tive per la limitazione degli

osp1t1 interm·ed1 che egli stesso fin dal 1892 aveva pro·p osto e usato com. g:ramde ls uocesso n el1e SUJe ricerche sui Cesto·di. L 'opera scientifica ·di Battista Gr.ais si si svolse essenzi1aJmente a rintr.a1c.ciare i cicli biolog ici di moltissim·e fo·r me. In questo lavoro. veran1enta pro\d igioso rifulsero le sue qu.a lità di intuito ala genialità d el meto·do ·di lavoro. Il Grassi fu ~ra i pirimi. a comprendere quanto grande fosse 11 valore ·d1 :ulna profo·n ,da preparazionre zoolo1g ica per lo· •s tudio1 dei problemi di p1a:r.assitologia. No.n è cerrto :n1il.a intenzioin e di vo1l:er sminuire l'op1e r.a ·di Sir R·on.a l·d Ross, i èui meriti furono lar gam·elil:te ricon1osciuti in vita e ora in morte: n1a è doveroso rico-rd.ar:e il nome ·d i Grassi Big nan1i e Bastia·11elli, i quali assicurarono ' alla scienz1a itali.a na un.a scoperta fond amentale. E. })er far risultare i m eriti che spettano, al) Gra~­ si basta ricordare quanto h1a. scritto il prof. 1F. Silve1strj, il. più gra11'de enito·mo1oo-o o,o-gi ~iveno o, te: cc 0 gn1 e ntomologo può giurare cl1·e colle parole ·del Ross di "tt1 osqwitos ad ali macchiate da lui g iu·dic.ati a1)part·en1enti a.d una famiglia clistinta da quella d ei ll1 osquitos grigi non era: possibile ne.n1rmeno sospettJa,r e, prima 1che Grassi con1in_c iasse i suo(i e.sp1e rimemti, che eig li si riferiva a·d un A 11.op·h eles e n emmeno .ai Culici1di n. S.arebb·e no·Tu l)ri,10 di interesse e di amm.aestram,e n to ricoiTdare oggi p~r quali r agioni l 'opera d egli Stu·diosi itali.ani mon eb})e quel pieno riconoscimento1in1meidiato che p1u r n1etritacva . È però tempo orm1ai 1che tale rico·n .Osci111ento -sia secon.do verità e secondo· giustizia. l\{i creda con ·01sseiquio de.v. G1uLro CoTRONEI :Direttore dell 'Istituto di Anatomia comparata clella R. Università di Roma. 1

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Dovendo scri,rere bre,rem.e nte de~]' 01)era di Ros·s nella soo·p1erta della tr.asmisisione della malaria, ho accettato integralm.emte le• conclusioni consegn:a1te nel trattat·o di ~{archi.afa,ra e Bignami ( « L 'infezio,n e m.a1aa:ica )) , 1902, pa·· g·ina 76); 11 Bigu1a·m i fu. colla.b o;r ator.e di Grassi, ed ispirò a Ro·ss il 1concetto· ch e la malaria è· una malattia da ino.c ulazio ne (cc Policlit1ico n, M. , vol . III , 18·96). Il principii·o che &o.Jo determirn.a te specie ·di zanz.are .p otesseiro trasmettere I.a m1alaria, venn e esp1resso .eiffettivamoote da .Man son n.e l i11arzo 1896 ( « Tl1e GoiUJlastonian Lectur:es on the Life-History of the Malaria Germ outside the Human Body », Lecture III); l 'importa11za di tale con1eietto fu S1Uibito rile,rata da Ross (lettera a M.anson, 31 ottob·r e 1896) cl1e in se.g uito lo ar>plicò ())elle sue ricerche, per quanto g lielo consentissero ]e 1sue scarse oon-0scenze di zooIo,gi a. Ciò non n1enoma la glo·r ia d ei nostri g·randi Maestri, a i quiali fui sem11)1re deY·oto e ~·rato , per .a,1ermi an1orevolmoote indirizzato ed in varie circost.anze. validamente aiutato. •.s.\ . 1\11 ss:noL1. 1


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SEZIONE PRATICA

ACCADEMIE, SOCIETÀ MEDICHE, CONfiRESSI XXXVIII Congresso della Società Italiana di Medicina Interna. Roma , 19-22 ottobre 1932.

(Contin.uazione; vedi num. precedente). Seduta pomeridiana (19 olt. ). Presidenza: Prof. DEVOTO.

L'ipertensione arteriosa come autonoma disfunzione e malattie. Discussione. N. PENDE (Gen,ova). - RileYa che il prÒble1na (lell 'ipertensione cosidetta esse nziale deve esser e illuminato specialmente dal punto di Yista cli11ico perchè è la clinica cl1e può illuminare i n1ecca11jsrni })atogenetici. Ora la Clinica degli ipertesi e. senziali non nefritici di1nostra ch e 11on sempre e non frequ enten1ente domina quello stato di iperfunzione simpatico-adren ali nico a cui Greppi. vt1ole esse11zialn1ar1te ridurre la sindron1e. Vi sono i1)ertesi ch e presentano tale quadro don1inante cli ipereccitabilità del simpatico e di iperfunzione piuttosto di tutta la glandola surrenale ch e 11on clella sola adrcnalinemia. E son o gli ipertesi ad al)ito muscoloso, ipertricosico, forti con attaccl1i frequenti di p asmi delle piccole arterie s1)ecial111cnte della retina e clelle arteriole cer ebrali. ~f a vi sono altri iperte i ch e sono in maggior 11umero, in cui 11on il solo si1npalico n è la sola urren ale 111ostrano di essere in ecce so ma tutto il sis le111 a nervoso vegela liYo come dimostra l a frequenza di segni di iperfunzione d el Yago p er e . iperfun zio11e di lullo l 'ap1)arato gas tro intesli11ale, rallenta111ento d el ct1ore co11 frequenti cxlrasi toli , t end c11za dell e arterie coronarie allo sp a mo p er eccitam enlo ci el vago. E questi sono g li iperte i ad abito brevilin eo tenico in cui le ricer ch e falle cli t110 trano u11 'i1)erfun.zione di tutto il sistcn1a i1ervo ~o YegetatiYo e di alcu11e ghia11dole e11docr i 11e co11i.e le ge11itali, le urre11ali, l 'ipofi i, la tiroid e. , .i so110 jperte i irl ctd don1i11a l a funz ionalità ipofisaria cd i1Jertesi in cui do1nina la funzionalità tiroidea; in ques ti ultimi è caratteristica la in<lro111e iperemotiva an siosa, irn,ile alla nevrosi di angoscia di I''reud. Dunque no11 si può p olarizzare il co11cetto llatogenelico dell a ;11alattia iperte11siva in ù110 s talo di iperfu11 zione simpalico-adrer1alinica come vuole il Greppi. Di più Ja cli11ica din1os tra ch e ha una gr a111de i1111)ortan.z a la parteclpazione d cil 111uscolo cardiaco a l p rocesso di ipertonia arterocapillare. L ·o. ha clin10 trato ques to iperto110 del muscolo cardiaco in molti casi ad a11dalll;ento benigno m e11 tre quando esso inanca od è sostituito da éltonia e dilatazio11e del ventricolo s. 1a prognosi è g rave. I primi sono cosidetti ipertesi ro i o floridi, i secondi i cosidelti ipertesi pallidi ch e I 'O. chia111er ebbe pallido-cianotico e ch e i1on sono ~01ne vuole Voll1ard , d ei nefritici cronici, n1a sono degli ipertesi esse11ziali con in-· s ufficienza del ventricolo s. ·ei pri1ni Ja cura deve co111batlere l 'iperlono cardiaco oltre cl1e l '1perL0110 artcrocapill are. Nei secondi occorre inv ~ce aume11lare la contratLi-

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liLà d el muscolo cardiaco con ri111edi diversi d a q11elli antispamodici . La nlalattia ipertensiva è essenz1al1nente una fa e precoce di una lesion e, pii1 o meno latente clinicamente, di arteriolo-sclero.si ~ sopratutto di una alterazione tibrosica pii1 o meno estesa del t erritorio addominale, a cui le arteriole risp ettive reagiscono con crisi spasmodiche ed infine con alterazioni organich e definitive. La terapia n1igliore non è quella vasodilatatrice g·enerale che non ti ene conto delle r eazio11i diverse d el cuore periferico od arteriocapillari ai rimedi vasodila tatori Per es. I 'acetilcolina può di- · latar e alct1ni t erritori vasali me11tre può produrre. sp as1ni dell 'arterie d el cuore con gravi pericol; s te11ocardici. L 'O. h a prop os to da alcuni anni una nuova cura chirurgica della malattia ipertensiva che oggi si è din10 trata efficace alla prova d ei fatti cogli inlerve11ti fatti .da Durante di Genova e da Pieri d i Belluno. Essa consiste nella resezione dei nervi grandi e piccolo splacnico di s. operazione a cu1 con ~ egue una dimir..uzione d ella pressione arteriosa sis tolica e diastolica per la dilatazione capillare d ell 'ampio territorio addominale d ove co111e si è d etto è l 'alterazione fondamentale della n1alaltia. L. GIU FFRÉ (Palermo). - Fa alcune riserve rig uardo al co11cetto di ipertensione arteriosa consider a ta com e 111alattia essenziale o co·m e anch e si è detto enti tà morbosa. È stato fatto tanto per can cellare dal nostro lingu aggio questa espressione di essenziale (febbre essenziale, paralisi. esse11ziale, albuminuria essenziale, asma essenziale e cosl via) ch e non gli sembra il caso di tornare indietro. Essa serviva solo a coprire I 'ignor anza dei vecchi patologi . L 'iperten sior1e sia transitoria o perma11cnte è sen1pre un sintom o (o se si vuole anche una sindro111e) clovtrta o all ·arterio-sclerosi (arteriolo-scle-· rqsi) o all a n efrite o ad intossicazioni endogene o esogen e. Il r elatore dice ch e la forma essenziale è dovuta ad iper adrenali11emia, e ques ta ad iperfu11zior1alil à d ei 5urreni. Quindi a rigore la inalatlia arebLe n o11 l 'iperfunzio·11e (esse 11ziale) n1a la i1)eredralinemia o L'i p er urrenalism o. :Nla questa, co1ne abbiamo inteso, è u11a se~plice supposizio11e· o pura ipotesi ; ch è anzi studi più recenti assegnano una origine di versa (come abbiamo pure i11 teso d al Penèie) all 'a rteriolo-spasn10 o arteriolosclerosi, causa d ella iperlen sio11e. Per tanto quest a es1)ressio11e di iperlensiorte essenziale dovreb}) e essere consider.l ta come quelle altre alle quali ha poc'an zi accennato. Ipsis te . u ques to con cetto,· anche perchè in molti ca i di iperLen sione ritenuta esse11ziale si tratta cli c1uella che anche prim·a ancora ch e si praticas e la sfig1nomanometria, era detta ipertens,io1i0 precirrotica ossia pri1no segno. precedente agli altri della cirrosi renale, e particolar1nente di quella ch e i patologi i11 gJesi già designano com e

ar lerio-capillary-fib ro sis.

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Sopra un altro punto deve pure richjamare l 'attenzione, e cioè sull a dis tinzione degli ipertesi in pallidi e rossi. Tale differenza Yerosimil1nente deve mettersi in rapporto col faLto, ch e n ella ipertensione, la cui diagnosi si fa in base ag·Ji sfigmomanornetri ch e misurano solo la pressione laterale Il.Ofl: sempre col grado di essa è ill


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IL POLICLIN I CO ))

pur senza comprender~ i.q. sè UQ sicuro definitivo n1ome11to patogenetico, considera il processo n.e l su o meccanismo cU svi).uppo e d 'equilibrio abnorme, e può con:durre ad inpirizzi razionali d 'indagine eu aQche di terapia sintomatica. ~oichè si è soliti ved~re nel contegno all 'adrenalina da part~ è.ei soggetti ipertesi un motivo contrario al una (011dizione n euro-u1norale di tipo si1npatico, ~l R. ha iQsistito nel porre in rilievo com e la cosidetta iQsensibilità all ;adrenalina (per via iD:tramuscolare) offr:a in realtà i caratter i di ur1a r eazio11:e ad or~entamento inverso sui livelli ab11:ormi della pressioD:e, de~ volum~ e composizio1ie d~l san.gue circolante, della diuresi; e con~e questo n1odq particolare di reazione - anzichè contraddire ali 'impronta simpatica della sindro1ne - si possa m ettere in rapporto con un quadro di per sè abnorme dell 'individuo iperteso, ch e comprende uno spostamento di livello e di sensibilità di tutti gli equilibr~ neuro-umor ali e che in buona parte corrispond~ perfettamente ai muta1nenti imposti da una condizione si1npaticoadrenalinica già attuata (p. es. per opera del1'ad-renaliQa stessa iniettata in un individuo normot~so a ri.sposta positiva si1npaticotonica). Superata quest a difficoltà, le altre note biochimiche e funzionali parlano tutte e concordi per una co11:dizione di t~po simp-atico-vasocostrittore, secondo il modello dell 'azioD:e adre11alinica sulle arteriole e sul cuore. Se poi s~ p otesse ammettere ~ come vogliono alcun~ autori che anche gli ipertesi rispondono positivame11le all 'adren. iniettata p er vena, ed anzi COQ reazioni :particolarrnente vivaci, cadrebbe allora ogni mot~vo sostanziale di contraddizion e anche nel campo delle prove farn1acodinamiche . Tuttavia il R. ricorda le riserve già esposte sulla delicatezza di giudizio, oltrechè di applicazione, che limita il valore ~ l 'applicabilità della prova endovenosa. Data una siffatta interpretazione dello stato ipertensivo come fenomeno fisiopatologico, restano senz'altro de.finJte la sede e la qualità del vizic1 ci.rcolatorio: il distretto vascolare cioè in C'J.i si produce l 'aum~11to· ·delle resistenze periferiche, e il modo .con ct1i i vasi si oppongono più del co n su~to all'inoltro del sa11gue spinto dal cuore verso la periferia. Si tratta di UQ fenomeno arteriolare, di un fenomeno eh~ almeno . in pruno tempo - e n ei li1niti r eali della sindrome autonoma n on co1nplicata - ha significato attivo, funz'ionale: ipertonia e spasmo della parete muscolare delle arteriole, con adattamer1to attivo da parte del cuore che a sua volta può risentire influenze parallele <lirette di tipo eccitante (ip~rton~a, ipercinesi del n1iocardio). Tutte le nozioni attuali di fisiologia e di clinica portano concordi a qt1est o con cetto, che localizza nelle arteriole - e per eccellenza in quelle del c~istretto innervato dai n : 'splancnici la sede ecl iJ m eccanismo dell 'ipertensione da aumento delle resistenze l)eriferiche, e ne con sidera i rapJlOrti di fisio11omia e di patogenesi con la regolazione n euro-umorale della pressione arteriosa. Con c iò - il R. insiste anC'ora in questo cc distingu ò » non si viene a toccare in modo obbligato il prim um move11s dell 'affezione, il punto d'origine drl mo1nento vasocostrittore-ipertensivo: l 'origin e prima del disquilibrio può essere varia per sede e qualilà, interessando l'uno o l 'altro dei fattori

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metabolici, endocrini, nervosi, san:guigni, capaci di operare sul )~vello della pression~ arteriosa, e la clin:ica tutta - come risulta anche dalla discu ssione nostr:a - dimostra l 'importanza ed il predorr1inio d~ un'impronta remota, endogena, tipicamente ereditario-costituzionale, che giustifica la tender1za individuale all 'esagerata sensibilità e reattività dell 'equilibrio vaso1notorio in senso ipertensivo. Se è v~.r:Q che Je sindromi di tipo clinica1nente - epperò grossolanamente ~ accessionale sono quelle ch'è più facil~ attribuire ad un. eccesso diretto pos~tivo dell 'azione adrenalinica, non possiamo affatto ~scludere che og11i stato d 'ipertensione corrispq11:da per sè stesso ad un'abnorme sen sibilità verso l 'ormone tensivo, eventualmente per il concorso di fattori sinergici: sensibilità manifestant~si non iQ modo saltuario episodico, ma come fenomeno continuo duraturo, come azione cc toQica ». Tale appare oggi, dai moderni studi sui n. pressorec~ttori e sui loro rapporti con i fattori um,o.r:ali, ( l 1opera dell'ormone surrenale nel mantenimento contif:\uo costa11te della pressione arter~osa; e ta~e può essere il mecca11ismo patologico, per turbamenti qualitativi nel grado ~ Qel rit1no dell 'azione simpatico-adrenalinica. Che nel r~cambio intimo dei tessut~ possano crearsi co•r :renti ·di m etaboliti ad effetto angiospastico-ip~rtensivo , come il Pende ha testè suggerito, è un 'ipotesi p~ù volte proposta sopfatutto (nella patogenesi qelle manifestazioni distr~ttuali (p. es. crisi cerebrali ischemiche), ma potrebbe a11:-che interessare il meccan~smo generale della sindro~e: gli studi del Mtiller sul1'acidosi tissulare, ricordati dal R., parlerebbero in q,u esto sen so. Sulle nozioni attuali di fi~iopa­ tologia e di clinica del c~rcolo, è però difficile pensare cpe un 'azione siffatt a possa svolgersi in altra sed~ ~ in altro modo dallo stato ipertonicospastico delle arteriole sul tipQ· dell 'azioQe simpatico-ad.r:enalinica; i fenomeni funzionali ed organici a livello dei capillari non sembra abbiano importanza primit~va e concreta nel determinismo dell 'ipertensione arteriosa, con riserva tuttavia per i rapporti recentemente intravisti fra ipofisi capillari e pressione (Schello11g). La varia partecipazione distrettuale del sistema nervoso vegetativo, ricordata dal Pende sopratutto per ciò ch e riguarda i frequenti segni cl 'iperio11:-ia parasimpatica a carico dell 'apparato òigerente, ader~sce strettamente con quanto il R. 11u detto intorno all'interessamento parallelo di e11trambe le vie " egetative nella regolazione neuro-chimica della pressione stessa, ed intorno ai fenomeni di cc irradiazione» dalla cc bilancia simpatico-parasimpatica » del circolo agli altri settori nervosi (Kisch). Anche al R. sono occorse osservazioni chiarissi1ne di episodi spastici localizzati p. es. al colon distale in soggetti presentanti segni iniziali precoci di angiospasmo ipertensivo: l'esperienza s:ulle sindromi giovanili e sui sintomi satelliti del disquilbrio c~rcolatorio servirà a porre i11 luce il significato di questi fenomeni , che del resto fanno contrasto con il più comune cc silenzio» dei visceri digestivi ricordato dal Frugoni. L 'adattamento, o m eglio la partecipazione qel ç uore all'ipertensione ha avuto opportuno rilievo n elle parole di Giuffré e Pende, con deduzioni terapeutiche: il Buccianti, nella Clinica di l\IJilano, co11duce ricer che elettrocardiografiche sulla risposta cardiaca all 'episodio ipertensivo da


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Nu~1.

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SEZI O E PRATICA

adrenali11a, in co11fronto con il co11teg110 offerto dai sogge~ti ipertes~ il più possibile 1011ta11i dalle sequele arteriosclero,tiche e miocardiche. La scarsa e tardiva ipertrofia ciel v. sin., ricordata da Frugoni e Schiassi e confermata da11 'incostanza elettrocardiografica della prevale11za 01no,r1i111a, di1nostra in fo11do quanto il cuore sia capace rl1 aumentare ·il proprio tono e la propria forza anrhe prima dell 'ipertrofia del 111uscolo: e trova oggi u11 parallelo i truttiYo 11ella sindrome sperimen lale (nei cen i) n ella quale il J(och secondo clichiarazione verbale fatta t es tè aÌ R (Bad. 1 at1hei1n, X, 1932), ha notato con sorpresa la 111a11ca11za di <·gni segno d 'ipertrofia Yentricol . ~i11. anche dOJ)O ur· a11no e più d all 'i11izio del quadro. Nel quadro pletorico generale, e nei Yari eg1u cl1e climo trano l 'i11ti1110 rapporto fra equilibrio circolatorio e funzio11i digestive, il fegato concorre cerLa1nen.t e corne fattore in1portante nel se11 o acce11nato dal prof. SabaLini, e può razionalmente indirizzare ancl1e la tera11ia verso l 'a1jonc benefica d elle r e trizioni dieteticl1e, d ei colagoghi, dei 111ezzi di c u ra co11tro i di turbi motori e secretivi d ell 'app. digerente: fra questi , ::econdo l a rjcca esp erie11za testè raccolta dal R. e da Bre... aclola (Y. Ace. ~1ed. Lomb. , lug lio 1932,' J11crila rilievo jl tra l.lart1ento co11 il ottonitrato di bismuto ad alte dosi tipo Ben sau ·d e, che ir1 i eal Là si rivela ,.~a pace di una facile e no levol e azione cclatiYa e - in secondo t e1npo - anche irloten i' a. Il R. 11on e clutle c11e le ricerche del ~Iajor e di alt r i, qt1i confer111a le dal Za1)pacosta, po ano uggerire qu alch e J'fl}}l)Orlo tra l e proprietà d ella ghiandola epatica e il 'izio i11e taboJ ico degli ipertesi; o serva })erò ch e .finora la presenza della guanid i na i1on "en1bra separabile dalle altre note biochirrti('he cl1e ono proprie clella to sicosi nefro scl ero tica as a i pit1 che d ella sindro1ne iperteniva, e ricorda l 'e' id c11 te lendc11za depre si va sul circolo cl1e la clinica rileYa i11 tulio il can1po d elle l e ioni e disfunzioni epatiche. L 'azione ipotensiva clegli estratti di fegato , stuclia la anche cli r ecente in An1erica, s'accorda essa pure i11 J'ondo - con i ·orienta1r1.enlo clinico d elle sindron1i tossico degeneraliYe epatiche: fo rse ha un ignificato in parte a11alogo l 'influenza della fenilictrazina omministrala i:>er os a piccole d osi nei ~ogge tti ple torici jperte i , seco11rlo inclagini attualmente jn via cli sviluppo per parte del R. e collaborr.Lori (Rossi e Le' i). 'fra fega to , apparato cligerentc., alin1cntazio11e, IJUò forse trovar pos to a11che il fattore t ossicoa11afila ttico ~a az1011e ipertensiva, cl1e tuttavia prr Ja sua s tessa rari tà fa pe11sare a11cora a parlirolari attitudini d el terreno indiYiduale in en~o angiospastico: il caso riferito dal Serio con fer111a e preci a l 'au lo-osservazio11e del Bientock, e pone in 11uova diYer sa luce l 'importanza del fattore al i1nentare. Insi s tenclo su11 'i1n11ortanza dei fa ttori 111ecca11ici nervosi e uro.orali a sede endocranica (capit ol o VI) , il Il. 11a voluto ~OJ)ratutto· richiamare l 'attenzione e l 'opera dei m edici ulla frequenza e sul ignificato concreto di qt1esti mo111e11ti 11ella gènesi e nello ~vilupp o del! 'iperten sione jn ge11ere, ed in particolare sulle 1nanifes tazioru nervose: ]e osservazioni· ri ferj te cla Frugoni e Schiassi rapprese11tàno gi~l t1n co11tributo is lrt1ttivo,

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ed è con.v i11cime11 to ort11ai diffuso i11 accordo co11 g li accenni fatti <lal R . - che l 'ipofisi con le sue com1)les e r eluzio11i i1ervose ed or111011ich.e, corrisponde11li ad i11fluenze iper- ed ipote11s1ve sul c1r colo, nb])ia parte effettiva i11 alcune sindrorni cl 'ipeTte11sio11e arteriosa, così co1'l1e i11 Yari di qt1ilibri fu11zionali della circol azione ar teriolo-capill are. L · ~ndagi11e "' ui fatt ori endocranici è giu tifica la l)ra t1carnente no11 ~ olo })er l a più esal La clistini ione clella 1~sio110111 i a ~ ingola d el processo, nla a1_1,che 1~c~ un razjonnle indirizzo terapeu Lico cl1e g 1a. ogg1g·10.r110 e111bra .per1nettere qualch e applicaz1011e efJ1cace: co ~ J l I ~·at ta111e11to cbi111ico-fi· ~co (j11iez. endo,·e11osa di liquidi ipertonicj irracl nzjo11i Roentgen ui lJl es i cardiaci econclo Be.. la e ì\Ia cl1e r1Ja) co11lro l 'idrocefalo Yaso1notorio o1lrer l1è l 'azione inecca11ica cfiimera , 11011 lrascu~ ra bil e in. tnol ti casi, della rachicentesi. Le co n sider a.zio11i svolte da Yari 00. (Are u Co11dore lli, Volterr a, La11d 0Jfi) sulle a sociaz ioni e se qu el~ arterio~o cler? ticl1 e toccano il quesito doltrJ nar10 e pratico d e1 rapporti tra il Yiz io iu11zjo11alc puro e le al lerazioni anaton1icl1e del site111a arle.rioso: Fe oggi no11 Yi è si j ) UÒ dire difc u .. ione s ulla r ealtà d ella sindr~me i1Jer tensi~ ,·a co111e entità au lo11oma ed extr aren ale r e t a però se1npre clifiicile seg·nar11e i li111iti co' 11creli ri ~pe tl o al vasto. campo delle clero i Yascolari e di quell e renali in i specie. Lo s Ludio d elle fasi J)recoci , d elle t endenze predi l)One11ti, clei primi <li c1uilibri neuro-chimici , u cui il R. l1a più Yo]te in i tilo , appare hiara111en te J1ella sua i1nportanza dai conLriouli di Schias i, l\Ieldolesi , Vollerra . Ch e l 'evoluzio110 d al La sinclro111e I1tnziorlal e alle . equele or ga11iche a' venga Ja lal111e11te nel p erdu· rare della malat tia, :e l}Ur se11za u11 ril1110 obJJligato, 11a co11fernlalo il Frugo11i. Fuori di CJtlc la ucce sio11e, c he corrisp o11d e senza dubJJio a g ra11 parle dei co111u11i quaclri co1ubin ati <l 'iperte11sione e arlerio cle ro ·i , il R. no11 crede sia l ecilo per ora s taJJilire altre fasi della n1al attia, p. es . una .fase oscilla11te iniziale, regolarll1e11te :segu i la cl;1 u11 i>eriodo cli s lato co11 caratteri cli ·fi ·ilà. Se11za duJ)bio Ja si11.drome l1a in1pro11ta JJrogr essiY.1 clo1)0 tlll IJeriodo di preparazione e di sYiltl})l)O, 111a il carattere o cilla11te, talora chi~ tl a111ertl e acce io11ale , sembra clisting t1e re alcuni ca i per un ]ungo decorso piuttosto eh<' u11a fase con1u11e jni ziale , los to segull a dallo ltito perma11ente. Vi sono c asi palesi fitl dall 'i11izio per l 'irnpro11~ la variabile, in genere con s1Jiccate moles tie bie ttive e n1anifestazio11i p sico-11evrotiche, e casi l atenti ig11orati per lu11go t empo. I11 ques lo senso , e ricordando ancora il di cu sso problema d ell e for1ne maligne, degli ipertesi rossi e d egli ipertf•si lJallidi , il ll. trova inotivo di insi s tere ull 'opportu11ità di co11s) •!erare la n1alatia co1ne enti là a fisionomia al111 Pite in pa.rle individuale, su scet libjle (li defir1izione cli11ica in base a caratteri qualitativi e quantitativi che riguardano il cr,so siltgolo J1ella s ua I ara endog·enn, n el concorso cli 1no1nenti f'Sogeni e di fattori riconoscibili fra i vari modj di djsqi.1ilibrio neuro-t1morale del circolo, nella p artecjJ)azione funzionale e viscerale, nel ritnio e\olt1ti vo e 11ella suscettibilità t e rapeulica. A. Pozzi. ( c.011.tinua ).

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<< IL POLICLI NI CO

XXXIX Congresso della Società Italiana di Chirurgia. L'inaugurazione. .A.11 e ore 9 d el J 9 ottobre, ha av uto luogo a Rom a r1ella Sal a d ella Biblioteca l\ Iedica al Policlinico U1n })erto I l 'inau g urazio11e d el XXXIX Con g r esso della Società Itali:.ina d i Chirurg i a. Nurt1erosi ssimi i congr essi sti r appresen tanti l ulle le r egion i <l 'll alia, IJr esenli tutti i direttori d elle Cli11ich e Ch irurg ich e e deg·li Is tituti di P al olog-ia cl1irurg ica d el R eg·110, 11u1ner osi ssimi pri111 ari di Ospe d ali, aiuti e assis tenti d egli Istituti cl1jrurg ici. Al b anco d ella Presiden za siedon o: S. E. l 'on . E r cole, lVIinistro della Edu cazion e azionale; il prof . Rob er to Al essandri, cl i11ico chirurgo <li Ro111a, p r esiden Le -l el Con gresso; l 'on . Mor elli preidente d el Sinrl acalo Med ico Fasci t a Nazibnale; S. E. Sp an o, pres id.ente d ell 'A1111n i11is trazione d eg·_l1 Osp ed ali Riu11iti di Ron1a; il p rof . Busi , pre~ 1cle clella Facolt à lVIedica cl i R orna, anch e in r ap pre en ta11za del R e ttor e S. E. 1'on . Rocco; il gerte r al e i11edico Caccia per l a Sa11ità Milit ar e; il ra1)prese11 tante 1lella Sanità ì\[ili tar e Marit tima e cl el Ser Yizio m ecl ico del l 'Ar eona u t ic a; il se11. G u accer o e l '011.. F io retti, r ap1)resen tan t i d el Sindacalo ~Iedico; i r ice. presid en t i d ella Società, p roff. Giova11ni Per ez e Riccardo Dall a Ved ova. 1

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Il })fOf. ALESS \ ,. nnr, ricord a lo co1ne l a ,Società feslegg·i il ci11qu 'lntesin10 a i1niYer sario della su a fo n clazio11e, fa gli ai1spici per lln lavor o fecondo cleì Co11g r e so accennan do alla COJ)ia dei cont ril >u tj ) talia11i all a chirurgiél, ch e i son o impost i i1ell 'u ltin10 cl er.e11n io all 'atte nzio11e m ondial e d ei cbir urg·i p er l 'orig inalità delJ c ricer ch e, p er l a i)er fezion e d e lla t ecni ca cl1irurg ica e p er gli inclirjzzi n u ovi p or tati alla ch irurg·ja g r azie sp ecialrr1e11le all 'intin1a collab or azio11e colla So<Ciet à di ~Ied icina Interna. Ricorda come i chirurgi ital ia11i possan o guardar e con or goglio al lavor o co111piu lo 11el Decennal e e cl1e p er i ri sultat i si i n q u adra in quel ' a t o m ovime u lo innovatore cl elJ a Yita n azio n al e voluto ed a ttua to d al F asci n 10 e ch e oggi ci iJ1duce a g uard ar e fiduciosi al f ut u r o sotto· l a {; uid a d el Duce r l1e giust am ente }) U Ò cor1sider ar si 11ell a Su a op er a cliuturna com e il chirurgo c h e aspor tata l a p ar te m alata rid ~ la ..,alute e p l asn1a i ' nuoYo corpo d ella Nazion e. S. E. l 'on. E RCOLF. con un al ato discor so d ich iara aper to, il Con gresso. Nell a mattinata è st ata "volt a l a prima Rel~ ziorte . I TENIA DI

RELAZ ION~

Le peritoniti acute. Pa rt e prima.

Clinica e terapia cltirurgica (felle peritoniti acute. (~ 0 n c li1s ioni .

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l>rof. Se11. B. Rossi ( t) e Prof . R. F u ì\orAGALLI (Mil a110), Rel a tori. J.;_\ l\TE CHIRU RGl CA.

Ln Relazion e, precedttt:l Lla t111a pre1n essa, d ettatn clal con1pianto sen _ Ros .. i , in c1ti è illustrato il pin110 di svolg ime11t o, è rliYj a i11 due parti. Nella i)ri111a son o s vo lle , in vari capitoli, le nozioni di 1

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XXXIX, Nur.c. 45]

in d ole gen er al e iniziando <.la quelle relative alla fi siopat ologia del p eritoneo; so~o presi successiva.ine1tte i~ co11siderazione l 'assorbimento d el cavo peritoneale (di liquidi e sostanze solubili d i part~celle solide, di germi, di tossine) in co11~ cljzion_i 11ormali e p atologich e, la funzione di ess udazione ed i p o teri nat urali cli difesa del p erito11eo. s tabilit e J f~ corre lazioni fra clinica e sperirnentazione, stillJ b ase delle r icer che co1npiute 1ìell 'l s lituto. Nel secondo ca·pitolo, r el ativo all 'eziopatogenesi g ener al e, è chiarito il COfl:Cetto di p erito·n ite n el sen so se si d ebba co11sider are p eritonite solo quell a di origine b a tterica ~ se si d ebba far posto anch e all a <:osidetta :peritonite chimica; in seguito è studiat a l arga1r Lente l a b att eriologia d elle peritoniti acu te, sulla scorta del ricco m ateriale casis tico avuto· a d i posizion e. Pochi cenni sui punti cli p ar ten za delle p eritoj1iti cbiud o~o il capitolo. Nel su ccessivQ sono esposte alcune note di an ato1TI:i a J)at ol ogica g E11era le <'011 sp eci ale riguardo alle Lesioni micr oscopich e 'ed alle azioni r eattive a dist an za su g l i or ga11i p ar e11chimat osi (fegat o, r ene, milza, cc-1v.) . Seg·u on o alcu n i ce11ni cli clinica i11 r elazion e alla varia fisio·n omia ge11er ale delle p erito11iti acute perito·n iti tossi ch e, p erito 11iti 11urulente perito11iti subac ute, lleritoniti p arzia li e l~ studio biologico d ell 'affezion e, rel a.tivo alle lnod ificazioni chim ich e del sangu e (rise rva alcalina , clorure1nia, nzo te.n1ia), alle variazioni qttalila tiYe e q t1a111ita live d egli ele111e11ti m orfologici, allo st at o dell a f u1uio11e r en a le ecl ep atica. Nel capito lo d ella diag nos,i so110 p rese in co11sid er azio.ne sopra lt ttto quelle forme, comprese n ella den o111i11 nzio11e dì p seu<lo·p eritonili, m entre so110 quasi tra ct1ra te le diagn osi differen ziali più com t1ni. lit f-eg·uil o son o r apida111ente di cu ssi i vari fa ttori cli g r avità e g li elementi u cui si fonda il giudizio progn ostico. Il capitolo d el lrattam ento è svol to n1en o su ccinta1nente. Son o presi in co11sider azion e i co11cetti gen er ali di i11di cazione all 'inter vento, il tralt a111en Lo preo1)er a torivo, i l p roJJlem a d ell'an est esia, qu ello dell 'evac uazio11e d ci liqt1idi essudati , <lel l avagg·io, del dre n.agg·io add o11ii1tale, della cura del l 'occlu ione j11testinale ed il lra tlan1ento postop er at orio. Segu o110 altre con sic.ler azio11i intor110 all a sier ot era1)ia. La seco11da p a rte cl el l aYor o è d edicat a allo stu· cl io clelle ir1gole for1ne di p erito11iti acute, con d ollo esse11zial111e11te cla u11 pt1nto di vista statistico, sp ecia1111ente per quelle forn1e in cui 'il lnat eriale fu pii1 abbondante (p erito11iti da appen.dicite, d a perfor~z io11e gastrica, trau1natich e, ge11it ali) se nza cl1e ian o trascurati i problemi più i111porta 11ti e cl i particolar e inter e se chirurg ico. <:osì 11el capitolo d elle ulcer e gast ro-duod e11ali perfo ra te è sYiluppato sopratt1t to il probJ em a d el tra tta111e11to e d egli esiti in relazione ai diver si m e todi op er a tori adottati, i r L quello d elle perito· nili da n1)pe1\di cite ~i è iit istito sulla eziolog ia. t1lla 1)atoge11c: ·i e sulla curn, n ell e p eritoniti dj orig ine J1iliar e sul probleina d egli effetti d el versa111e11to d i bile n el p eritoneo e stille qu estioni patoge11eticl1e d ella cosidetta p eritonite filtrante, n elle perito11iti enlerogen e n o11 trauma tich e (ti fose, (l tt perfor azion e di t1lcer a sen1plice d el t e~ nt1e, clel colon , rlel di,rerticolo di l\feckel , d 't1lce1


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NUl\I.

razio.~i

45]

SEZIONE PRATICA

tubercolari o i1eo1)lasticp e, da st.rozzan1e11to d'ansa, da occlusion e, ecc.) de~ vari inomenti ezioJogici e semiol og·ici , r1elle p erito11iti acute fJ11eumococcich e e gonococcich e, nel proble111a diag aos tico e t erapeutico Segu ono i cap itoli d ell e for1ne pii1 rare : p eritonìti s treptococcich e u r i1tose 1 pos t-operatorie. Nello sovlgimento ctelJ a r elazione si è cercato ~opra l t1tto cii m etter e i11 rilievo l a trasformazio11e c he lo sviluppo cli_n jco e ter apeutico d elle p eritoniti acute h a suJ)ìlo 11 eg·li - t1lti1ni 30 an ni. ed i ris ul tn Li veramente ecC'e lle11ti <:h e \oggigiorno s.i pos. 0110, raggiunger e co11 una diagnosi sollecita ed un intervento te1npestivo.

1751

e dell 'asr.ende11:te, co11:trastati d al gas, dovute a . con~pressio11e da parte dell 'ascesso ~ ad infiltra~ zio11e ed cde1na della p arete intestinale. Fra i segni indiretti : I 'ileo paralitico; l 'i11fil trazione edematosa delle paret~ addominali svelata dalla scomparsa delle ·11ormali imagini r adiografich e d elle fa scie muscol ari e d i grasso de~l a parete s tessa, e dalla sco1nparsa dell 'i11tagin e d ei muscoli p soas; le alter azioni di posizione e di mobilità del diafram1na; le r eazion~ pleuric;h.e. St udio partico lare è st aLo d~dicato dal R. alle peri tor1iti d a perforazione. Il gas endoperitoneale è r isulta to quasi ~e mpre riconoscibile; radioscopicamente· quando è i11 gr a11de quantità, m eglio sulPa1 te seco11da. le radiografie quando è in quantità m edia, solo sulle radiografie quando è r appresentato da qualL' indagine radiologica nelle peritoniti acute. ch e piccola bolla . Il riscontro di questo gas 11a Dolt . L . ~rc~ccn1 (i\llilano) . u 11 'in1portanza p ressochè d ecisi va per l a diagnosi di lJeritonite da p erfor azio11e. Tale riscontro è PAl\TE HADIOLOGICA. possibile già n elle prime or e dopo la perforazione, Si è sempre s tati co11lrari a praticar e l 'esan1e a11ch e q u ando il g·ns i1on d à nessun segno clinico r adiol ogico sui J)eritonit ici , com e in ge11ere i11 di sè. Nel sosp e tto di 11na p erforazione può t al quasi tutte l e fort11e act1lc.: g ravi, p er ch è sembraYa volLa basta re a <.l ecider e la diag11osi una radiograc h e il cont ri buto ch e qt1esto poteva dar~ n on fo sse fia e ~ egu ita con apparecchio trasportabile a domitale d a gius tificare i pericoli, i clisagi e i traumacilio del p azient e i1elle pri~e ore d op o l 'attacco J.i."' rni inerenti all 'esarne s le so. d oloroso. TI R., confortato a11cl1e d alle conclusioni ottin1i1~llri cl nli di notevole i11teresse p er il chirurg·o -slici1e di qual ch e _,\u lore s tra11iero ch e ha stu - rivela1Ji1i cl all 'esam e r adiol ogico, illustrati d al R . (liato questo ar gome11to, iJ Lau rell, il We ter born SO llO: cd altri, h a esaminato radiologicam ente t1na forte rico n oscimento di una r accolta di pus, non percentuale d ei i)erilo11itic j ricoverati in CliniC(l sop el tabile clinicam ente, formatasi lontano dal fonel 1° sem estr e 1932, circa O. <'olaio infiamn1atorio inizi ale . L'esame ven.n e eseg·tiito ne]l a mat1iera 1)it1 "'e111rioor1osci1nento <li cal coli app endicol ari ; riscontro d i chiazze di gas in sede di un ascesso 1)l ice e più rapida e' j la11do ogni movi1nento at tip c rit.iflitico denotante presenza di germi gasogeni vo a l paziente, l1 sufruenci o di un c linqscopio a ni otore co l quale qua::;i sc111pre si potè anche sol - o di perforazione; dati questi inter essanti p er l a e di trattamento chiuso o ap erto d ella l elevare il pazien te i11 p osizio11e sem i -eretta. Non s i (lecision . s1one : ono così mai l an1er1 l a l i scg11i di inalesser e e di p ossibili là d i jndicar e qualch e volta la situaaffalicamento da parte clell 'aru111al.ato n è d i aggrazio11e r e trorecale del] 'ap pendice; possibilità basata Yarn.enlo alcu110. l)o po la Yisione r adioscopica, esu lla scompar sa, assai freque11te in questi casi, stesa anch e al torace, Ye1111cro eseguite una o due dell 'irr1agin e d el 111uscolo psoas d i d estra ; rad iografie d ell aclclon1e. Naturalmente è stata propossibilità d i stabilire, n1ediante radiografie c rilta l a somminis trazio11e cl~ qual siasi ~ezzo di p rese dt1 rartte una lieve inspirazi one, l a fissità d el ·COltt rasto ritenuta ro11troi11dicata . ceco, a conferma d ella d iag·n osi di ascesso apper1A con clusion e di qLtesto studio il R . afferdicolare; · 111a I 'esist enza di u11a serie di segn i, d ire lli ecl localizzazion e di r accolte saccate n on indiviiTtd iretli , indicanti il processo infiamma torio p eclu a1izza})ili clinicarnerite, formatesi n el perio·d o r i toneale diffu so e ci rcoscritto. J)Os t-op er ativo in ammalati operati di p eritonite lì'ra i segni dire Lli : ac ula; visibilità radiosco1)~ca dell 'essud a to qua11do i)ossibilità di stabilire il focol aio d 'origine d el esso è ir1 i1otevole qLtantil à ed occupa tutta u11a parte dell 'acldome spi nge11d o i1el1 'altra le anse i11- la peritonite ]Jasar1dosi sulla localizzazione d ell 'essud at0 e del m eteorismo; su qualch e segno ìndilestir1ali n1eteorich e, can le l 'or gano ammal ato (calcolo appendicolare, visib ilità, in q ul1lcl1e caso, d ell a flultuazio11e cistifellea en1piematosa, ecc.) ; sulla presenza e <lell 'ess11dato e cl ei su oi spost a111enti verso l e parti sull a sede di chiazze di gas endoperitoneale ; sulla {leclivi <lell 'addo1ne n ei ca111])ian1enti di posizione co111partecipazione del diaframma ~ sulla sede di <lell 'a1nmalato; imagini r adiog·r afich e di essudati scar si , i11- eventu ali essudati pleurici; n ot evole infi n e l a possibilità di diagnosi difterposti fra l e anse .i1ttestinali m e teorich e e fra fere rtzi ale b asata sui caratteri radiologici p articoqueste e l a p ar e te aclclo1ni11ale, t alvolta no11 diaJari, s1)eci3 fra l e forme ch e J)iÙ facilmente si cong nos ticabili clin ican1ente; striscie opach e, i1nagi11i fondon o cli11icamer1te con l a perit onite acuta: ocstellari o cuneiformi più o I11eno spesse fra ·u n 'an sa e la parete addot11inaJe; J)licl1e semilt111ari assai clusion e ineccanica, appendiciti ~ colec istiti acute se1nplici, polmonite. spes~e e a forma <li clava: Il R. si rip,r omet te da u11a esperienza più estesa lume jntestinale se1npre roto11 cleggia11te, no11 la conferma lii al c11ni pl1r1ti e l 'eventual e riscona forrn e poliedrich e, r on1e si risco11.tra n el i11eteotro dì altre Jn aggiori possibilità. Illustra poi con rismo semplice diffl1 so. Per 1e p eritoniti circoscritte: imagine radio.- l a proiezio·n e di numerose diapositive le con clt1sioni. enunciat e. g·rafica dell'ascesso r appresentata da una zona ova(C·ort i in,ua). l are op aca circondata a semicerchio d a anse i11P. VALDONI. 1eslrrtali m eteoriche: defortnazioni varie d el cieco 1


1152

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fL POLICLINICO

XIV Congresso .Internazi·onale di Fisiologia.

,

Il Xl\i Cougre$SO Internazionale di Fisioldgia t e11utosi a Ron1a dal 29 agosto al 3 settembre h; riunito un nu1nero imponente di s tudiosi r ap1)rese11tanti di 37 nazioni. ' Gli iscritti sono s tati circa 1100, g l 'intervenuti circa 900, fra cui 200 signore anch 'esse in o-ran parte tudiose di biologia. I g~uppi più num~rosi ~rai:o ~os l.ituit~ dagli america11i, più di 200, dagli ital1a111, circa 200, e altrettanti tedeschi e austriaci, 90 fra inglesi e scozzesi. Nessuno dei Congressi precedenti, se si ecce ttua quello di Bos ton, i1 el quale il numero degli americani fu g randissimo, contò un così gTande nu- · 111ero di parlecipa11 IL egno non (lubbio dell 'interesse con Clli il inondo degli s tudiosi segue il co11tinuo prog resso del nostro Pae~e. Le sedute sci e11tifiche ~ i sono volte negli I stituti UniYersilari di Chj111i ca , Chimica farmaceutica, Fisica, Botanica e l:;-isio1ogia generale scella felicissiI!la, ch e ha p~r1nesso di disporre 'ai u11 numero .. ufficiertte cli at1lc, fra loro vicin e, cosicchè i congressisti, ii1for111a li a m ezzo di sp eciali a1)parecchi segnalatori dello ' volgimcnto dei lavori i1elle singoJe ezio11i, l)O tevan o faciln1e11te trasferirsi in quelle d ove ve11ivan o di . c11ssi ai gom enti ch e li in ·· teres ava110. .t\11ch e negli tessi i s tituti si so110 svolte le di1r1ostrazioni, mentre n el cortile dell'is tituto di chimica er.ai;io in1p.iantati gli Uffici del Congresso, u11a espos1z1one d1 apparecchi scie11 tifici i Laliani ed esteri ed una lnostra libraria. La ~ed uta in at1gurale ebbe 1u ogo in Ca1npiclog·lio, nella Sala di Giulio Cesare, sotto la presidenza di . E. il Capo del Gover110. Dopo il saluto del GoYerr1atore di Roni_a e d el prof. Herlitzka, preside11t "" dell o Socie là ltalia11.a cli Biologia ,Sperirnentale, i i i)rof. Bottazzi, preside nte del Congresso, n1ise in eYidE> 11za la g·ro.ndiosità di questa riunio11e cli fro11te a tutte le prec4K!enti. Il discor so inaugurale fu tenuto dal p rof . Hill. dell 'Univer sity College di Londra, il qt1ale trattò it teina della « Produzione di calore nei n1uscoli e i1 ci nervi». È ;i ttu aJmente possibile ammettere ch e in u11a frazione di tessuto vivente composto di nervi e di n1uscoli, le differenze di potenziale 0lettrico osservate n el corso d el lavoro sono attri})uibili a n1u tan1e11.Li della co11centrazione ionica. Il calore che si sviluppa durante la contrazione ar ebbe il risultato di uno spostamento jo11ico che ... i verifica n ella preparazione neuro muscolare, nell a quale è possibile registrare delle correnti elettrich e di diifusio11i. Si può così concepire che l a con.oscenza approfondita clei processi elementari che regolano le rispost e del nervo e d el muscolo l)OS.. a portare ad uno studio fisico-chimico delle reazioni pro.d otte i11 que ti tessuti durante l a loro vita organica. Il magnifico discorso del prof. IIill mise ir1 evidenza l a finezza dei procedimenti tecnici ai quali la fisiologia è p ervenuta, finezza di metodi ch e ha j)ermesso all 'O. di n1isurare le piccolissi1ne q uantità di calore sviluppate dai nervi durante l 'appl icaz.ione della 1oro attività. S. E. il Capo del Governo, dopo essersi felicilato con gli oratori p er l e brillanti conclusioni dei suoi l avori, portò ai Congr essisti il saluto del GoYerno e d ella Xaz ione e fece Yoti per la piena riuscita dei lavori rlel congresso, rivolti al prog·resso

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[ANNO

XXXIX : Nu.M'. 451

della scienza ~ della ·Civil là umana. Le parole dcl Capo del Gover110 furono co1·onate cla una entusias tica accl amazione. I lavori d el Congresso si sono svolti in · 4 sezioni e in 29 sedute. Delle 450 co1nunicazioni presentate al Congresso, ol tre 400 ~0110 state lette e discusse· d ell e 29 sedute, 14 so110 s tate dedicate ad argo~ ~enti di fisiologia fisica , 12 ad argomenti di fisiologia chimica, 1 alla fisiologia vegetale, 1 alla l isiopatologia e l alla farmacologia. I111portanti di scu ssio11i i so110 svolto sul metal >olismo dei i11uscoli, SJ)ecie sui fe11om eni chimici e fisico-chimici c h e si volgo1\o durante la conlrazio11 e mUS{'O~are, sui quali l e recenti ricerche di En1b clen , di Qund gaarrl, ecc. hanno portato lI11a vera rivoll1zione. l\1entre l'acido l attico era fi11ora rite1ruto ]a cau sa dell 'accorciamento del muscolo, oggi gli si dttr ibuisce la funziq11e opposta , mentre si fa risa] ire hll 'an1111011i aca, ch e si libera per Ja scission e del fo sfa ge11e, l 'origine dcll 'accor.cia111en Lo. D'altra 1)arte si profila l 'importanza del1'a t i iYi là jo11ica, special111e11Lr clei protassioni nella lor:rnodi1t'amica della contrazione. Interessanti discu ssioni i sono svolte ull :imJ)Orta11za degli er1zimi i1el 1netaboli ·m o, special1ne11te d egli an1inoacidi, s ui problemi relativi alla cin e lica e alla chimica degli e11zimi. · Notevol i fra l~ con11111ica,:: io11i, quella di SzentGyorgyi sulla natura chimica della vitamin'a C, ch e egli ide11tifica con l 'acido esauronico; quella di Belhe sulla cosidetta plas licità d el sistema nervoso i1ei n1ancini e noi norn1al i ; cli padre Gemelli Lilla i1otura fisica delle voca li; di Donaggio sull a inJlu e11za dell a età e della temperatura Slllle cellule r1 ervose ; di Lapique ·u lJa inetacronosi, termine <,on il quale propone di indicare i cambiamentj di cronassia dei muscoli e dei nervi; della Stern sul pro])J en1a del sonno; cti Zavvadowsky sul metaboJisn10 degli ormoni; di l\·[nc Callum sull'origine della emogl obina; di l\'Inzza su un nuovo acido biliare; di Kato sui riflessi i11ibitori ecl ecc it atori tucliati su lla fibra nervosa isolata. V. Henderson, tratta.11<10 ul controlJo chimico d el· respiro, ha riferito ::-u l r11eccanismo d'azione (lelle 11iccol e sottrazioni di ossig·eno nell :aria ·i ns1)irata e s ulle a1)pli cazi o11i pratiche ch e ne òerivano (inalazione di anidrid e carbonica nei casi di a sJissia et a ossido di carbonio, asfissia d ei neor1ali e asfissi a dopo narcosi proluog·at e). S. Bag·lion i ha esposto in ria ssu11to i risul l ati deJ le ricerche faLte da lui e dall a su a scu·o ia 11ei vari ca111pi della fisiolog"ia , ~pecie degli organi di se11so, dei centri n ervosi e del sist ema cardio-v.asale, allo scopo cl i differenziare i diver i moccanis1ni ~econdo il mo<io di re;:tgire alla stimolazione con sostanze chimiche dota te di azione speciale ecl elettiva . A. Choay ha lrattato della persistenza ·aelle proprietà biologiche di ghiandole esocrine ed endocrinf dopo fissaggio . A. Danielopolu e J . ~Jarcu ha11110 riscontrato ltn antagonismo evicler1te tra il vaso ed il simpat ico per ciò che riguarda l 'innervazione dei bronchj, predominando nel })rimo l e fibre broncocostrittive e n el secondo q11elle broncodilatatrici. C. Schmidt e S. l\1iya1noto hanno riferito sui risultati di ricer che chimico-fisiche su soluzioni di proteine e di aminoacidi ecl hanno trattato· delJa formazione di più con1plessi fra metalli alcalini e alcalino-terrosi e determi11ate protei11e. · G. Quagliarello ha riportato la dimostrazione sperime11tale della esis te11za della lipasi -0~1 tes-


L.!\ NNO i

XXX.IX,

NUl\I .

45]

SEZIONE

suto adiposo e n e 11a es11osto le co11diz)o11i di at -

t1.Yl. tà'. •. . I I M. Car11is e Lorenzati 11anno esposto le loro os- .

PRATICA

1753

Società di Coltura

Medie~ Novare~e.

Sed.u ta del 6 ottobre 1932 - X. . Presidente: Prof. PAOLO PIETRA".

servazioni condotte allo scopo di accertare se· la pressione toracica 11egatiYa si m odifica quando varia La pressione \).tmosferica. Auroterapia della tubercolosi. O. Kcstr1e"r 11a pro })ettato l 'ipotesi ch e la diversa Prof. G. F. CA Pu A~I. - L 'O. ritien e che l 'inesatcapa~ità di rigenerazi o11e degli org·an~ dipenda dalLa co11oscenza dei pri11cìpi teorici dell 'auroterapia la ìntansità dei processi proteolilici. 11a fatto sì ch e per il passato l 'applicazione clinica .~- Abderh alden h a riferilo <ii es ere riu scito a<l fosse CQndotta co·n cr~teri errati causando spesso isol~re una proteasi i1on dimoslrabile con gli dei dn1111i che hanrto alienato molti m edici da t ale ttsuali metodi e ch e va te11uta differenz"iata dalle sist en1a lerapeutico. Una più esatta concezione dei altre note, com e Ja p epsina e la tripsin a; inoltre princìpi teorici può permettere una più razionale l1a riconosciuto nell 'orga11ism o animale la presen- ·applicazione clinica d~ un metodò di cura ch e za ,di u n fermento di dife a capace di scindere i r a1)presenta, oon asso.Iuta sict1rezza, un nuovo clisàccaridi, in seguito ad introduzione di zu cch ero grande acqt1isto per l a lotta co·ntro I 'infezione cl i canna e di latte. tubercolare. Pi Marfori e G. De Nito ha11n o descritto le proSvolge quind~ tutto il dottrinale ch e st a alla }Jrietà chimiche dell'estratto attivo delle ghiandole base de]} 'auroterapia, seJ.1:za trattare della p arte li11fatiche, per cui e so può esser e 1iter1uto u11a clinica. })ase organica azolata quat er11aria. Le az ioni bioloLinfogranuloma del medi'astino. gich e di questa b ase corrispondono a q l1el1e .degli Prof. P. PIETRA. - La presenza di una reazione e~tratti totali di gan gli linfatici ad azione antago)1isla. a . quella ci eli 'adren alina. Perciò il princj. di · W asserma11n po·sitiva poteva prosp ettare il dubbio della natura luetica dell 'affezione stessa. Vapio attivo isol at o deve con ider ar s.i com e un orgliati i varii argomenti emersi dall 'indagine e da111oi1e ipoten sivo. . Ci . Heymans e J. Barckaert h anno comunicato 1 gli esami del paziente nonch è dall 'esito della cura p ecifica negativa, con clude per llll: linfogranuloma risultati delle loro ricerch e sulla Eensibilità rifl essogena della zona c arclio-aortica e del se.no caro- m align o del mediastino. tideo alla pressione sang,uig11a e agli agenti chimiDisct1ssione: i)rof. MEINERI. ci. Hanno rilevato ch e la r egione del se110 carotiProf. P. A. M EI NERJ - Presenta un caso. di fibTodeo è zona vaso·s e11sibile analoga a quella cardioaof.tica , L 'occi lazio·n e 1neccanica o elettrica dei ner- 1natosi rn;ultipla di Recklinghausen. vi vaso-sensibili <1el seno carotideo (nervi di HePer la diagnosi di placenta completa. ri11g e ne C1st ro) determina, secondo I 'intensità . Dolt. 1\.. . 0LIOLI. - L 'O. , passati in r assegn a ·vari dello s timolo, inibizio11e o eçcitazion e del centro me todi per la diagnosi di placenta complet a, s'inrespira torio. trattie11e sulla pro·v a ch1mica di Ri.ibner , d ella E .' Zunz e J . L a Barre hanno esposto i risultati quale h a controllat a l 'utilità. Riferisce inoltre di delle loro ricer ch e sull 'aziqne della tirosina e della aver ottenuto gli stessi •ottimi risu ltati con u1<ta lir~lobulina , sulla ~e.erezione adren alinica, con le solu zione di acido · tricloroacetico. Consiglia perqual~ . h anno 111es ~o it1 eYide11za u n 'esagerazione i anto, nei casi <lubbi, a corredo cl 'ispezior1e, qued~l\a. secrezione aclre1 talini ra ch e persiste J)ÌÙ o s ti due 1netodi chi1nici, p er la loro sicurezza, prarr1e110 a lt1ngo a econda dell a dose iniettata. A dosi ticità e semplicità. g ià relativamente elevat e la tirosina e la t~roglobu.­ lina de lermina110 u n a i1JeT-adren alinem ia ch e origina · a su a volta una iperinsulinemia compensa- Reperto radiotogico di '' vertebra d' avorio ,, in paziente affetta da carcinomatosi della cute con metastasi ossea tiva. Inoltre, a dosi molto forti, queste sostanze diffusa. esagerano. direttamente la secr ezione insulinica. Dott. E. Grc BERTONI. - L 'O. dopo aver ricordato De Wach e Vanderveld h anno riportato i risuli IJrin·cipali rilievi an at omop atologici e quelli ratati dei lor o studi sulle proprietà anafilattizzanti diologici ch e car at ter izza110 la « vertebr a d 'avorio », . delle nucl.eine. · riassu1ne l~ più accr edilate ipotesi circa il n~ecca­ Brull fece una din1ostrazione del método dei reni nisn10 della sua genesi , presenta un nuovo reperto inte.~calati simultaneame11t e nella circolazione di di eburneazione vertf.1})rale, osservato in una paun c--1ne cQntrollo e di un cane i'n esp~imento senziente, attualment~ affett a da carcinosi localizzat a za al"resto della circol azione ren ale'. alla cute del t or ace, e da carcinosi osteo-plastica Altre due co·n ferenze, oltre quell a inaugurale diffusa alle ossa del bacino ed alle metafisi fem oclii Rill, f urono t enule i11 seduta plenaria. · Una d el prof: Pal1lov sulla fisiolog'ia dell'attività r ali ; lesioni secondarie ~ carcinoma della ma~­ m ella destra, g~à asportalQ sei anni fa. ~1 ~ry.9sa superior e, l 'altra del prof. Karrer sul caPer quanto rig·uarda l 'etiopatoge·n esi dell 'ipero~ot~.I:\e e vitamina A . · stosi vertebrale risco·n trata nel suo soggetto, l 'O. r i~~i Con gressisti fu offerto un ricevini.ento al Camtien.e che, con grande verosimiglianza, anch~ per pidogli~ dal Governatore. di Roma. Essi furono essa il fattore pri11c111ale debbasi ricercare in un ·ì11oltre invit.ati a vi sitare il Cnmp·o Dux, il Foro Mos·s olini., Ostia mare, l a villa Adriana e la villà processQ di m et ast asi ossea tumorale, a t ipo osteoplastico, probabil111ente favorito da un alterato m ed ''Este. tabolismo calcico. , Do:po l 'ulti1na ~eduta scientifica i Congressisti fu.;rono l'icev11ti da S. S. Pio XI ch e, rispondendo Dott. A. PETTERJNO PATRIARCA. - S ulla tonsila~ ·u~ indirizzo letto <lal prof. Bot tazzi, si coml ectomia GJlla S luder-Ballenger. Pté;\cq·ue di ricordar e gli a11ni sui m igliori dedicati Dott. A. PETTE1t1No PATRIARCA. - Cisti clerrnoicle nll.a. . scienza pura. della mastoide. ,l~ prossimo Con gresso (1935) sarà tenuto in Il Segretario: dott. LUIGI FERRERO. R u'ssia. A. Pozzi. 1


1754

H

IL PO.LICLINICO »

[A NNO

XXXIX, NuM . 45J

APPUNTI PER IL MEDICO PRATICO. CASISTICA E

TERAPIA~

Ipoglicemia spontanea come causa di disturbi ner· vosi periodi ci. A. Ramsbottom e G. Eastman (Brti,1tisli m ed. jour1i ., 7 magg io 19312) ·d escrivo·n o u·n · 1caso ir1 c uj si presentava una serie di distu:rbi rn.er vosi: accessi .di lipotimia, con ·O senza perdita di coscienza, confusio1n e, ·diso.rientam€1nto, ma·n1canza di .r iflessi p1atellari, con positività del se,gno di (Babin·s.ki ; p·UI)ille con a nisoco·r ia e co11 Arg·y11- Ptob·ertson . La n eurolues 1poteva essere esclusa, m entre si aveva, .a.u rrante l 'attaooo , ipoc.. g·licen1ia (0,46 / 1000). e .o n la somministrazio111e di .g·lucosio, aum1em.t ava la glicemia e mig liorav.a no i sinton1~ . In un .altro aoeiesso, si eb·b ·e 8, 28 / 1000. . Co,n l a laparotomia esplorativa, n ·on si trovarono anomalie ·d el panoreas, ma una 1colelitiasi ed un,'appendicite cronica. Gli AA. ammettono che il disturbo fun zio·nale .d el pancr eas, l 'iperin1sulinismo, .e ra d eterminato· in via riflessa .dJa,l la cistifelle~a infetta. Poich è si amn1ette 1che l 'insulinismo transitor~i.o può d eterminare scom ipar·s a d ei riflessi patell.a.r i e com.p arsa d·el fenomeno di Babinski , si .d eve pUII'€ ammettelr·e che l 'iperins uilinis1no p erm.an ente, per .azio·n e sul mi·dollo e st1l cervello inedio , abbia come co nseguenza q:1este ano malie, il f e1n 1on1.c~1no 0 di Argy 11-Robertson e I.a disartria . Da rilmare inoltre 1che , n el caso a.e gli AA. , .ai sintomi ·or·g~ici sem.b .r :avano agg iunger si ·di qu·e lli isterici. fil. 1

s t.ull'bi inso1"ooro p er la prin1a volta mentre il }Jaziente era occup.ato a riparare m ·obili e pavi111en t i cli legno, ilI1 lllD·a vecchia aa,s a. L ' esam ·e 0lini1co in·dusse gli AA . .a• diagn.osticare u11a po·l inevrite, con distUJrbi di moto e di sen·s.o , sopr.atutt·o a caTico ·degli arti m·f er iori, i11 cui i refi.essi i)atellari e gli achillei eran·o· completamente spe·n ti. Molto · lentamente, d op o qua'S i un anno <li n1.a lattia, il pazien.t e si a vviò a g uarigione. Non fu possibile identificare la 1causa dei11a n e vrite; gli AA. l:a.1.associ.ano etiolo.g icamente al1' orticaria, la c1J1i origine però, dichiarano a ltrettanto sc·onosciuta. Infatti la prova con reattivi cut.a,n ei proteiici , riuscì negativa. Esc1usivamente ·sulla b,ase ·d ell.a1 succession e cronologi1ca ,d elle due fo1r1ne morbose , gli AA. credono di p oter conside.r.are l 'orti.cari.a e la p,o lin1evrite come entramJ):i anafilattich e. J_;e loro con cJusioni si a\·v jcinerebbero perciò a q11elle di AlJen (Lan.cet, 1931, 2°, p . 1128) ch e parla ·di complicazioni n ervose d ella m .a lattia da siero, ·erd il caso, da loro· ·d escritto, sarebbe p1aragon.abile al caso di ~Iackay (Lancet, 1932 , 1°, p a.g . 777) i·n cui , acl un edema angioneurotico, si .aggiunse un.ai parali·si d·ei musooli est en sori .dell 'avarr1b·r a1cc io, co•n esito in atrofia . 1

M. Il dolore lnternaestruale.

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Le forme emiplegiche della meningite tubercolare infantile. Pass.a te in rassegna le varietà di d e·c o·r so delle forme emip1l·egicl1e ·d ella n11elningite tubercolare, P. Steflam.llini (La Pedia.tria del "A1 edico Pratico, g iugno 1932), riporta tre casiJ ·da lui osservati nella R. Clinica Pe:d iatric.a di Bolog na , di en1i.pleg·ia t ipo s1)astico·, tern1in.a ta con il qu:a·dro ·della mening ite ba si.Iare. Più p artìoola:re1g giata trattazione fa ·d el se.con.do· di questi c asi , n el quale si ebb·e .a riscont'r.are a lla n ecr osco·p ia un ffilorm1e1 tUibercoloma in co.rrispond en za d ei nu!c le i ·d ella b,a se . C. NER'VI. 1

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Polinevrite associata ad orticaria. S. B. Boy d C.a mpbell e R. S. Allison· (Th e Lancet , 3·0 lug,lio 1932) riferisc.o·n o il caso di up g i·ovan e fal eg·na,m 1e, iCOlpito· d.a un' eru.zio11e orticarioide, cl1e r ec iodivò più volte, ad intervalli, in v.arie parti d el oor;po. Il pazi·euite, poco· ·d opo il primo attac~· di ortic.aria, incominciò .a sentirsi firucco, intorpidito , notò diminuzio11'e notevole d ell a forz.a, e tumefa•z ione d elle .g-.a mb·e. Anamnesi familiare : un fratello so·fferente d ' asm.a bronchial e. A.n amnesi personale: i di0

COPP O .

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La causa ·di qt1e.sta n1an·i festa1zione, 1che è piulto·sto rara , 11o:n .è se1npre evide1r1te. ~ : J~­ b erl1.a rt (Me.d. vVelt , 20 febbr. 1932) r1t1ene ch e esso sia iin. di1penden za d ell 'ovulaz ione, elle si com.p·i e appunto i11 tale periodo. Le don11 e cl1e ne so no colpite: JJossono spesso precisare e preve:d er-e il gior11 0 in cui esso· si manifest a. In alcuni casi, si p uò rilevare, ic·or1 la so.nda, u11.a spiccata sen sib·i lità della cavità uterin a . Con tutta probabilità , cit1ando il dolore è forte esso è ·dovuto .a qu.alcl1e .alterazione p.a-tolo.gioa, talora 1p11·ocess.i oo·f oritioi o periooforitici oppur e ·salpingo- o 1pe.Tis:al})ing itilc:i. [n .pareccl1i casi si ha Ulila notevole ipersensibilità. N~i casi l·eggeri si p uò a n che p·ensare all 'iperfn.n zio.n e1 d ell.e g hiandole· en.docrine (lobo a 11terio·r e .a.ell'ipofisi, tiroid·e , -0vai!a1), .mia l'A. è indeciso se in tali e.asi si p-o.ssano usare con • • • ' 'a.ntaggio· i prep.a rat1 opoteraip1c1. . Per quanto riguarda . il trattarnento, è evid ente che l e ev·e·ntt1ali n1alattie gineco1ogiiehe ' 'an110 trattate .ad,eguàtamen te1. Durante l 'accesso iniezioni .di n.a rcotici (p.antoporl) ed apl)lica ~ioni di p·r epara.ti di bellad~na . Ne~ casi .g·ravi, riposo· ,assoluto in .letto• ~d 1m.pa~ch1 calcli . In1portante, nel periodo in cu1 s1 banno tali d.olori, c11rare la ·defecazio1ne (eventualn1ente aoirnministrazione ·di sali di- l(ar]sbad). Uti le r anche l.a 1D~.i c0terapia; in .a lcu111i Ctl$J, TH:Tò qt1alt1nqt1e t1~a tta1n e11to risulta 1ne(fica te. 1

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[ANNO

XXXIX,

~U M.

45]

1755

S EZl ONE PRATICA

Il dolore rettale ed anale.

Di1ferenziamento dei punti dolorosi addominali.

C. S111ith' (Americani medicine, luglio 1932) osserva cl1e la f.u:nzi·one del retto è quella di organo di eli1ninazione; quin·di, i processi morbosi di tale parite provocano sintomi che riguardano la d efecazione, o·l tre a quelli ch e derivano ·da cli ~ Lurbi secretori d elle g hia,n dole rettali e cl1e i .mia11ifesta·n o· 1con aum ento di . secrezione muoosa . Meno co·m une è il dolore; il re tto è spr ov,·isto di 11ervi sen sitivi, ma può risentiTe una specie di ·dolore, di cara•t tere so•m atico, a tipo di cra111pi, dovuto a lla t ension e dei n ervi so1nati1c.i tlell ,orga110. Si posso no tagliare le pareti rettali senza ·d et errnin.aTe dolore, ma la trazione sui suoi n ervi simpatici provoca SUJbito d ei dolori a tipo di cram[Jo; una sensazione analoga è data dalla ·disten sion e intestinale dovuta ad a ccumulo di feci. Tali crampi possono aversi come sintomo t ardivo di un processo malig no e si h a nno .a n1che nei processi ulce.rativi d.ella mucosa (dissenteria amebica, colite ulcerativa, pPoctite tuber colare). Un paziente 1che accusa do.Jori vag hi al retto , -a s tuidiato accuratam.ente e d è proprio l 'a1s senza e la comparsa tardiva dei dolori che permette la diffus ione ·d el carcinomia·. La pre·senza di U•n v·e ro dolore rettale indica una com partecipazione dei tessuti anali . Un. pazien·t e 1con emorroidi intern e prolassat e, che si la m enta di dolori al r etto va esaminato per ricer care se vi è infiammazione delle cripte .anali. Queste strutture delicate sono fatte a forma di tasch e con l 'ap ertura ·diretta in alto al disopra d ell'unione d el retto con l 'ano. Esse ven.g ono fa cilmente tra11nn1a1tizzate da materiali duri delle feci e ·si infe ttano fac ilmente; la criptite simula s1)esso la ragade e, p er qu.esto, è chiamata anche la cc ragade fantais ma ». Tipico è il dolore de lla ragade, in connessione con i movimenti intestimali, ·di inten sità varia secornid o gli i·n dividui. Talvolta, se n011J si fa un esam e are.curato, si sca1nbia il dol·ore della r aga·d e p er quello di emorroidi esterne tromboti ch e, in cui, però, il dolore !Pure essendo grave è continuo e non in rapporto icon i movimen it i intestinali. L 'inizio può essere brusco, i-n consegu enza di 'lllD. colpo <li tosse o dello sforzo di defecazio·n e ; una delle pareti veno·se s i lacera e l ascia passare un coa gulo sanguigno 1ch e p r eme sulle ter~inazioni nocvose. La trombosi massiva ·delle vene emlor.r oidarie superiori (em·OIToidi strozzate) provoca un dolore acuto e co,n tin:uo. P.r obabilmente , p erò non si tratta di vero strozzam1ento, n1a di un.'infezione massiva che provo·c a rwna condizione spastica ·d ello ·sfintere ~sterno. Possono puTe provocare dolo1ri : i 1corpi est:r:anei (sch eggie d'osso , ch e possono essere punto di partenza di asoe&si ischio-r ettali), ascessi par.arettali e. fi stole. fil. 1

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F. G. Avier-inos (n a.rseille niédic., 5 aprile 1932) co.n siglia iU !Il n1etodo p ~r dissociare ui1 certo numer.o dei punti d olorosi ch e si risconLrano •s ull 'addome. L 'antipirina fa sco1nparir.e qu elli di orig ine ceiliaca; i10,n agi ce su quelli appe·n ·dicolari, g·astro-duoden1a·li , d ella cis tifellea . L' o•p pio cal1na la 11tagg·ior parte d ei dolori, m a .agisce in .1n1o·do ·ele ttivo s·u quello vescicola r e; talvolta la scia i11ta lti i g·a t ro- duo.denali ed attenu.a senza so1)1)1rin1'e.r1i quelli appe11dicolari . La belladonna agisce ele ttivam ente u1i d olori ga·stro-duodenali, m entr e è di azione infedele n.e}]e lesioni appen·dicol ari o vescicol ari. Il ca.ldo sopprime i d olori e·p a tic i , f;'Sa.g·era in gen erale i punti .a1)1)endicolari e r esta se11za effetto sui gastro-duo·denali . Il fteddo calma i dolori .appendicolari, m a n o n agisce n è sui ga tro-·duodooiali, nè sui purnti vescicolari. I n presenza di u11 n1al.ato con punti <l oloro· i addominali , si somministra un clis tere evacuatore poi, secondo i casi rutll clistere (da trol ersi I) con antipirina (g. 1 ,5 0 in 150 di acqua) o di laTudano (g·o·c ce XXV 1n 150 eme.) o di e tratto di bella.donm1a1 (cg. 5 in 150 eme. di acqua). S i osservano poi le m odificazioni dopo 1 / 2 ora-un'ora. L,azione d el freddo si rileva d opo 6 or e da ll'applicazion e di u·n cataplasn1.a di lin sem e rinnovato og ni ora. I clist eri 1con le sostanze accennate si sommini trano su ccessivarn ente un giorno dopo l 'altro. Il metodo, secondo l'A. sar ebbe utile anche . . . . fil. p err i casi cron1c1. 1 /

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La miscela di Sicard in iniezione intrarachidea nel trattamento del dolore. v .a11 Erps (Le Scalpel, 20 .a.g osto 1932) l) l"Opone .di sosti tuire n ella t ec·n ica ·d i Dog liotti p er la n .eurolisi c.b imicai intra raichidea d ell e fibre sensitive, la .mriscela di Sicard (alcool , m ·ein.t olo, novocaina) ali'alcool a 94 °, con il vantaggio di r end eire p iù breve la sensazione di bruieior:e (10' -1 5 ') ch e il malato avverte in ,co1rrispon·denza d ella region ie dolente su b ito dopo l'iniezione . In sei casi co·sl trattati , non si ebbero m.ai pare.si o pa'Iìa.lisi : solo p esantezza agli Mti inferiori o superiori, a seconda della 11egione alcoolizzata e ch e scom·paTVe ·del resto i11. 3-4 0 re. ;E 'urono nota le variazioni ·d ei rliflessi. Non so•n o mai 1stati osservati quei di-· s tuir b·i (vivi dolori articolari , rachialgia) ch e Dog lio·t ti ha visto comparire qu.a l1che ora dopo l 'iniezion·e di alcool :puro e ·d urare fino a qua lch e giorno; ma solo qu.alch ·e n.ausoo. e un po' di cefa1le.a. La t ecnica usata è identica a quella d escritta da Dogliotti. Poich è an1ch e la miscela di Si1cal'd è più leggera de l liquor c. s., ~si fa anche 1

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POLI CLù.~ I CO

con essa d ecomber e il m a la to ·s ul Lato sano in })Osiz. lievern1ente ventra le1. La. quantità opti. 111un1 è di 8/10 ·di cc. Punnu.

Osservazioni sulla cura ~ella nev1·algia del trige· • mino. V\T. Ha rris (Th e British Nl edi c. Jou1rn. , 16 lu.. g·lio 193 2) d a vent 'anni s i occu pa di questo arg·om ento ed è p ortat o da un '·esperi en za di p1a:recchie ce11tinaia di casi a ·dichiar arie1 ch e l 'iniezio1n.e d el gan g lio di G:ais ser è sup eriore a · g:u.alsiasiasi altra cura . Nella ga·sser ectomia c ' è sem 1)r e il p ericolo di m-0rte o di distuirbi n ervosi con secutivi a 1c.ompressio111e cer-e brale . La m10clifi cazi on e portata. all 'operazi.ion e ·da Hutchin . o.n d à eissa p1u re forte m ortalità : 4 %. P r in1.a di r icorr er e a ll ' operazion e bisog r1a le11t ar e di iiniettar e il gang lio p er chè qu·e st 'inl ervento non .dà mortalità , n1entre la statistiica (li Frazie r d à co,l la g a sser ect omia un.a mortalità cle.l 0,3 7 %. L 'iniezion e d el gan g lio h a a n cl1e il beneficio cli p·otersi faTe a n ch e ' ambu1lat ori.a m ·ente, ba.: ta poi co·ptrire l 'occhio d al lato arnestetizzato i ~er 3-4 settimane. L '1\.. sco·n sig lia l'anestesia generale. Egli fa , 3/± d' or:a o 1 or.a prima, u.n 'ini ezione di sco,p ola111i1ia ·eon m orfina , qua lch e volta seguita d a ltna second.a proprio a l i11on1ento di oominciare 1'a lcoolizzazion e. Localmen te, an estesia alla 11o·vocain .a. Così i l pazien te è in grado ·di irn·dicar e quando è r ag.giunto il trigemino e se n e 11.a confermia ini·e ttando su1b i to quralche goooi.a di no,·ocaina p err l'anestesia d·el labbro inferior e, ·del m ent o e d ella ling ua, ch e si ha ra pidan1ente. L 'iniezion e di .alcool ' 'a fatta molto l·enta111e11t e; l '.an est esi.a de l trig·emino ·p rocede oon ten1poraneam ente, re1uando si r en·d·e1 aiD:est etica la bran,ca sup1erior«~ il p azie nte avverte sen sazion e di co r po estran,oo n ell 'occhio e sulla fronte. Bisog·na sempre a vere .l 'avvertenza di aspira r e co1ll 'ago p rima ·di inietta r e iper aocertarsi ch e i1on si estragg.a liquido cer ebrospin.a le. A voìi e l 'an estes~a: n·on è 'C ompleta o scomJ;'.)al~e rapidame,n te (po chi 1n tl.1uti) e allora bisog·n.a .r imettere 1)a.go in buon a posizio·n e p eTcl1è è segn o ch e non è pen.e tra to n ettamente 'n eil gan g lio. Se c'è do lor e solo n el cam.po d ella t erza bra n 1Ca d el trigemino, bast a iniettare solo quest a l)r a11ca ·e• n on il g ang lio . C' è sempre possibilità di ricomparsa ·d e.] la i1evra l.gi.a incorrup1leta e que to p uò .a vvenire ancl1e a lunga sca.d enza (a11cl1e 10 an1n i d opo). Recidive si h a nno anch e colla g·a ser ec:tornia incompleta di IIu t chinson e con quella per via subc.ereb ellar e. Se, r1onost ante la J).r otezion e ·d ell 'occhio, r o111par e ch era tite, &i faocia subito la tarsorr a fia. 1

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[A NNO

:XXXIX, Nu~r . 45)

La di truzio1n1e parziale d el ganglio o della r a dice sen itiv.a n o n è cura certa é pen11anente ·d e:lla n e,v r alg ia; m a ~ ' anestesia totale d~J gang·l10 p u ò dare gravi conseguenze p er l 'occl1io. P er qu_e ·to quando la n.evralg ia è limitat a all<t 3a b r an•ca d al trigemino 5i inietteranno solo i due t er zi est erni d el gàng.Iio. Se la n e, 1 r alg ia inte r essa solo la seconda J:>r.an c.a 01)1)u1re prima e seconda , si avrà cura di ini·ett are 'SO,lo .IJa, porzione inter·na ·d el gang lio. . In due casi di n evral1gi:a; li1nitaia alla seconda bran·c a l 'A. h a inie ttato il terzo .m iedio del gan g·li o . R. LusENA.

SEMEIOTICA• L'ematine1uia come sintoma dell'anemia perniciosa.

La preise.11za di emati11a n el s iero di sa.n g uc, rileva K. Bingìold (K l in. ltf/ sclir., 20 ag osto 1932), è un sintomo p at ologico n ell '.uo mo, di ' 'alore diagnostico non tra c urabile. Tra varie forme di anemia esso è 1caratt&ris lico dell 'an emia p1ernicioisa : un repe.r to n egativo ·Don e·sclude la diag nosi , m 1a uno positivo è quasi P'a tog n-0m onico, in u11a forn1a anemica , pe>r I.a m alattia ·di Biei:rmer. Pa r e che l'epatoterapia: faccia diminuire e scomparire l'e matina d a l san gue. Inoltre si riscontra e matinemia Lr a le m alattie iinfet t ive n ella m a laria e n elle sepsi ·da a11aer obi , n ell 'atrofia giallo -acuta d el feg·ato, n ell 'ecla m psia gravidica, in avvelen.a1nen .t i .d a sostan ze. chi·m rich e (fo·s gene, . acido cromico, clorat o di p o tassio, nitrobenzolo, idrogeno, ar senicale, ni"trofe11olo, acetanilide, j) - fenilendiamina, ·ecc). Il si er o 1conten ente ematina ha g ià a prima vist a una colorazion e bruno -g ia llastra facilmoot e dist ing uibile ·da quella p·r odotta dalla bilirubina . Ma soltanto l'esame spettroscopico può con sicurezza far stabilire ]a pr-esenza d ella so·stanz.a . Si ig n -0ra .attra ver so quale meccanismo si abbi a la formazi on e dell'ematina: par e ch e l' em olisi n-o n vi a bbia nulla' a che far e e sem 1bra 1c.h e la milza non sia l'unico organo a · ciò inter essato. In alcun.i animali , al conltrario· eh~ ne l1'uom·o, la presen z,a .di ema tina n el siero, è un r ep erto normale (cane, :uiccelli). Punnu.

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La curva biologica dei leucociti come indice del de· cor8o delle malattie.

'T·Schilliln.g (l'v!ed. Klini k,

4 ·m :a rzo 1932) richiama l 'atten zione sul fatto che, quando si iniziò lo studio ·del quadro leu cocitario sanguig~n.o, si a mmet teva ch e alcuni ge.rn1i patogeni producesswo delle rr1-0dificazioni tipiche , com e la m on oc.itosi p er la mala ria . Si riconobbe poi ch e l e m odificazioni ·de l quadro leu cocitario sangu~gno sono dovutei a particolari rea~ioni d ell'organismo malato . Si trovò quind·i che durante lo sta·dio· progTessivo d ella ma1


[1\.NNO XX~ JX,

Nul\r. 45]

SEZIONE PRATICA

lattia, predo·mtin1a la nieutr·ofilia, al tempo d ella crisi la monocitosi e ·d urante la convales cenza vi è un aumento ·di Ji.nfociti e di eo1sinofili. Queste tre fasi corrispon dono alle reazioni d,èi tre sistemi di difesa dell'organismo, cioè: il 111ildo1lo osseo, il sist eina r eticolon1onocitario e quello linfatioo. L' A. :riporta co111e esempi l a malaria provoca la artificia lmente e di1scute il signifi cato della 1curva nell et affezioni ostetrico-ginecologich e. Dura11te un parto normaJ.e, la cu!f'Va presenta l 'aspetto di un 'infezione leggera o di un lieve tra:unna. otevoli modifia azion i 'Si hanno mei processi settici pueirperali: se l 'infezi.one a ~ un1e un ·decorso maligno, si 11a un aumento i1ote,·ol c dei n eutrofili, ch e n cm è interrotto da interve.n ti cl1irurgi c i. L 'A. 1110. l ra il . . ig·nificato d ella ·eiu.r va leucocitaria in diverse malattie infettive e combatte l 'opinione cl1e tale esame sia troppo specializzato: esso invece è da con siderar si come un vero esame al letto d el malato cl1e può dare utili indicaziooi per la terapia. fil. 1

MEDICINA SCIENTIFICA Il problema etiologico della scarlattina. Moorsem1ann (J ourn. de mé~ec ine de Lyon, 1932, n. 290) osserva che il problema etiologico ·della scarlatti[la si dibatte ogg i fra lo .. treptococco ed il virus filtrabile. L'eziologia streptococcica si basa ·sul r eperto quasi costan te di UùlO streptocooco emolitico in cultura quasi pura n ella faringe degli scarlattinosi , n·on ch è su altre prove: agglutinabilità, potere patogeno sperimentale , produ,zione di tossina, con. cui si provoca l ai reazion e di Dick, s i eseguisce la vaccinazione preventiva e si allestiscono dei sieri te rapeutici. Lo str eptococco agirebbe·, secondo g li uni (G. e H. Dick), ·provocand,o una tossiemia analoga a quella difterica: secondo a ltri (Doch ez) prioducendo tossine ~ere ed allergine ed esercitan·do la sua azione solta.n to s u organism~ specificamente sensibilizzati . L'esist enza dello streptococco viene però messa in dubbio, mentre guella1 d el virus filtrabile semb,r a ·dimostrata mediante la rip1rodurzione d ella malattia con prodotti scarlattìnosi filtrati. Il virus sarebbe veiicolato dallo streptococco, il che spiegher·e bbe il potere patogeno delle co.} ture, come pure l 'aggluti.nabilità ; secon·do Cantacuzène , quest 't11ltima può essere confe,r ita ad uno streptococco qualsiasi, per contatto d ella coltura con prodotti scarl a ttinosi filtrat~. Nessu111a delle due teorie è però soddi·sfacente: forse si tratta dell'azione combinata dello streptocoac.o con un virus filtrabile, an• cora ignoto. Dal punto di vista pratico, si è anzitutto tentato di sostituire la pro.filassi mediante l 'isolamento quarantenario con. il controllo bat-

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teriologico dei con,1aJ.esc eniti , n1etoclo però non anc·or a· abbastanza si1c.uro. Si vengono ·p oi praticando la vaccinazion1e preven:t~va. (con la tossina d ello s treptococco scarlatt1noso, o la relativa anatossina) e la sieroterapia inediant e sieri ottenuti con l 'iniezione ·d ella tossina s treptoc.occica. Il meto·d o sembr a efficace n ella s indron1e t ossica iniziale, i11a è senza azion e sulle complicazioni dichiara tesi. fil.

Asessualizzazione del plasn1odio nella malaria inoculata. Un c eip1po a sessu1a le ·di par:a·ssita malarico evita la po s ibilità di ult eriore tr:asmission·e per m .ezzo d elle zanzare e preclude og ni r ecidiva do1Jto omministr:azione ·d i chinino. V. K opeloff, N. 1Blacl{m ann e B. Mc Ginn (Th e Americ. J ourri. of the Mcdic. Scienc., agoto 1932), h?nno cercato di ases~ ualizzare il plasn1odio m ediante suocessivi passaggi sull 'uomo. Dop,o· 7 mesi il parassita ave,1a co·m inciato a perdere la sua capacità di produrre g;ametociti e per nove m esi consecuti,ri si ,,ide ch e questo fatto er.a piii evidente n elle ·d on.n e ch e rnegli uomi11i . Dopo 2 anni e mezzo l a capacità di ·p rodurre forn1 e sessuate scomI_parve com1pletameinte, il 1che n01I11 i1npediva di continuar·e a d are svilUip p·o ;a.J parassita malarico m e·diante inoouilaziorn.e .da uomo a uomo, m entre rendeva possibile ~'ulteriore • s\rilu·p po 1attr-av€1rso la zan zara. 1

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VARIA ~ Medico d'ospedale e libero esercente. Il professo.r e Abrami, .umo d ei m €ìdici i1iù noti di P.arig·i, ha fatto questa acuta osservazioo-e sul valore pratico d el medico : « Il m edico d 'O·s ped.a.le ch e .non avesse 1clie·n t ela particolare sar ebbe un pessimo n1edico pratico. È molto en1plice. Le m.alattie si dividono in due categorie be·n distinte : le malattie o rganich e e i disturbi funzion.ali . Lai malatti a organica è la lesione grave ·d'un ocgano; il disturbo ·funzionale non è che lo s tato d'inferiorità ·d 'un organo· sano. Ora, all '0 spedale non s i ved·ono 1ch.e malattie org-.a n.i ch·e, !Perchè non si va all 'ospeidale per una em~crania ma per un tumore al cervello o p er un 'ulc,era del duo·deno . Nella clientela particolare invece s 'incontrano sopra tutto ,distu·r bi fu.n zionali. Su cento m a.I:ati, nova.n ta1cinque soffrono di tali disturbi e, su q.u1esto novantacinque, ottanta sono donne. E sse han·n o più tempo ·d ·e gli uomini per allarmarsi d'una digestione faticosa o d'un intestino pig ro . Quin·di un medico ch e n orn: curass e se non lesioni g r.avi finirebbe con l'abituarvisi talm ente, da correr Tischio ·d 'ingannarsi poi in.1 UJna diagn osi di disturbo futD· zionale n. (Il Gia.rdin,o d 'Escula.pio, otto·b re 1932). 1

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« IL POLICLINICO

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[ANNO XXXIX,

l\U!\1.

4.j]

NELLA VITA CONCORSI. POSTI VACANTI. BARZANÒ (Como). - Concorso per titoli ed esa111i: scadenza ore diciotto del 30 novembre 1932. Stipendio annuo L. 9000. Assegno Ufficiale Sanitario L. 1500. Mezzo di trasporto L. 3500. Indennità per ambulatorio (se tenuto in casa del Medico) L. 500. Il tutto soggetto alla riduzione del 12 % e gravato dalle riduzioni di legge. Età minima anni 40, salvo eccezioni di legge. Documenti da allegarsi alla domanda in bollo da L. 3; in bollo competente e legalizzati nelle forme di legg e (vedi precedente n. 44) . Per altri chiarimenti rivolgersi alla Segreteria Comunale.

OLGIATE OLONA (Varese) . - Per titoli. Condotta medico-chirurgica con diritto : a) allo stipendio inizi~le L: 9000 au~entab ile di un decimo ogni quadr1enn10 e per c1nql1e quadrienni consecutivi di servizio effettivo, con obbl igo della dimora nel centro dell'abitato; b) all'assegno pel servizio di Ufficiale sanitario, da stabilirsi da S. E. il sig. Prefetto; c) al! 'assegno per la bicicletta lire duecento, e da approvarsi 11ei modi di legge. Lo stipendio e gli asseg11i di cui alle lettere a), b), sono soggetti alla riduzione del 12 % di cui il R. D. 20 novembre 1930, n. 1491 ed alle altre trattenute di legge. Domanda, tassa da L. 50,10 e documenti (I 'elenco dei quaJi con le t1ltre notizie possono rilevarsi dal, l 'avviso di concorso da richiedersi alla Segreteria Comunale), debbo no pervenire alla Segreteria predetta non oltre le ore sedici del 15 novembre 1932. RoMA. Ministero delle Comunicazioni (Ferrovie d ello Stato) . - Concorsi per titoli ai seguenti posti di medico di riparto Terni II, Montenero-Petacciato (Ancona); Reggio Emilia, Imola (Bologna); Olgiate Calco (Milano) ; Agrigento II (Palermo); Cascina (Pisa) ; Avezzano I, Roccasecca II (Roma); Grigno (Trento). Inviare domanda e richiedere informazioni ai rispetivi Ispettorati ,S anitari (indicati fra parentesi). Scad. ore 17 del 15 dic. 1932. RoMA. Opera Nazionale per la protezione ed assistenza degli Invalidi di guerra. - Scad. 15 dic.; 3° assistente medico presso il Sanatorio Vitt. Emanuele III di Aspromonte; L. 13.500, aumentabili di 5 decimi in 19 anni, oltre L. 2500 serv·. att., assegno di famig lia; decurtaID:ento 12 %; titoli; età lim. 50 a. al 20 ott. ; doc. a 3 n1esi. Chiedere annunzio. Rivolgersi alla Sede Centrale, pfazza Adriana, Casa Madre del Mutilato, Roma 33. SALER~o. Ospedali Riuniti. - Scad. 1° feb.; primario 1nedicina, primario maternità, aiuto ostetrico, aiuto chirurgo. Rivolgersi all 'Amministrazione del Pio Ente. 1

BONASSOLA (.Spezia) . - Scad. 10 nov.; L. 7200 e 10 bienni venles. ; riconoscim. m età serv. anter.; L. 500 uff. san.; riduz. 12 %; età lim. 40 a.; tassn L. 50,10. BRuNrco (Bolzano) . - Scad. 10 nov.; consorzio; L. 7500 p el 20 % della popolaz.; addizion. L. 6; 4 quinquenr1i dee.; 10 % stip. se uff. san . ; L . 1400 indenn. abitaz.; c.-v.; iiduz. 12 %; tassa L. 50. Per i concorrenti di lingua madre differente dall 'italinna è richiesto un certificato di conoscenza della lingua italiana rilasciato da un Direttore didattico governativo . Scad. 18 gen.; per Salti Bu nnu sò (Sassari). cli Giosso; L. 10.500 e 4 quadrienni dee.; cavale . L. 2500; arm. farm. L. 1000; riduz. 12 %. COLLINA n1 SOLTO (Bergamo). - Co,n dotta medica consorziale dei comuni Solto Collina e Riva di 1Solto, con residenza in Solto Collina. I due comuni, e relative frazioni, sono collegati da strade carrozzabili. Eventuale jncarico, da S. E. il sig. Prefetto, delle funzioni d 'Ufficiale Sanitario. Stipendio residenziale annue L 6500, con cinque aumenti quinquennali del decimo (non è computabile, agli effetti degli aumenti, il periodo di prova di anni due). Indennità per l 'obbligo di mezzo di trasporto, L. 2500. Idem. come Uffic~ale Sanitario, se incaricato, L. 600. Idem. per gestione ambulatorio L. 500. Quote capitarie per i poveri di L. 2 e L. 5 p er gli inscritti i1ei rispettivi elenchi dei poveri. Il tutto al lordo delle ritenute di Legge e della riduzione del 12 %. Lo stipendio residenziale, salvo l'approvazione Tutoria, sarà elevato a L. 8000, al netto della ritenuta del 12 %. J.,a domanda in competente bollo, insieme ai documenti (il cui elenco e relative modalità, possono leggersi nel bando di concorso da richiedersi al Comune di Solto Collina), debbono pervenire alla Segreteria del CoID:une predetto non oltre le or~ diciotto del 20 novembre 1932. CREMONA. Maniconiio Provinc. - Scad. 15 nov .; n1edico di prima classe; L. 14.000 e 5 quadrienni (lec. oltre c. -v.; abitazione e ortaglie su canone di L. 500: riduz. 12 %; età lim. 40 a. IMPEn1A. Consorzio Prov . Antituberc. AI 15 <lic., ore 18; direttore d el Consorzio e del Dispensario Prov.; L. 16.700 aumentabili a L. 18.000 oltre L . 3700 serv. att.; riduz. 12 %; età lim. 45 a . al 9 ott.; doc. a 3 rr1esi; tassa L. 50. Chiedere anr1unzio.

S. GIULIANO DEL SANNIO (Campobasso). - Scad. 31 dic.; L. 6000 e 3 quinquenni dee .; riduz. 12%; etb lim. 45 a. 1

S. SosT1 (Cosenza). - Scad. 15 nov.; L. 7000 e 5 quadrienni dee., L. 2500 obbligo cavallo, lire 500 se uff. san.; riduz. 12 %; età lim. 40 a.; tassa L. 50,10. TonrNo. Municipio. - Scad. 14 gen.; batteriologo Sottocapo della Divisione II del Servizio d 'Igier1e e Sanità; esami e titoli; programma e chiarirnenti dal Ml1nicipio, Divisione IV, Personale. UntNE Consorzio Prov. Antituberc. - Aiuto medi co e assistente meclico del Dispensario provinciale; stipendi L. 15.000 e L. 9000 lorde; titoli, con prevalenza di quelli di carriera su quelli scientifi ci generici; srad. ore 18 del 15 nov.; tassa lire 50,10; doc. a 3 mesi dal 15 ag. Chiedere bando. VALLARSA (Trento). Scad. 20 nov., ore 18; per Raossi; L. 9500 e 5 quadrienni dee., c.-v., L. 2200 inclennità via; L. 1600-3000 trasp.; L. 950 uff. san.; riduz . 12 %; non v'è riconoscimento servizi . anteriori. Quando non è altrimenti indicato i concorsi si riferiscono a condotte medicochirurgiche, i compensi allo stipendio base. Avvertenza. -


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SE ZIONE PRATICA

NOMINE, PROMOZIONI ED ONORIFICENZE. . Il nostro collabor a tore prof. Ermanno Mingaz.zini, già liber o docente in clinica urologica, h a ora conseguito Ja liber a docenza an che in patologia speciale chirurgica, riscuotendo il plau so della Commission e esa1ninatrice, compost a dei proff. Perez, Bologn esi e Dominici . I n ostri r allegr am enti cordiali al valente studioso.

Il dott. Lan gdon Brown è nomin at o professor e di c1inica m erlica (regius professor of physic) n.el l 'U11ivcr si là di Cambricige, qu ale successore di sir Humphrey Rolleston . Egli è ben noto per i su oi studi diretti all'applicazion e della fisiologia n el campo clinico. A queste direttive si ispiran o i su oi « Principi fisioltl!....,!ci r1el1a cura », un libro ch e h a ottenuto larghiss imo s\1ccesso. Tra le altre su e opere ricordiam o « 11 sistema n er voso simpatico nelle m alattie», " GJi endocrini" n ella m edicina gen erale », « La n efrite de1le trincee ». È uno scritt ore brillante e chiaro, di larga coltura, d alla m entalità fisolofica. Il dotl. Peclro I . Elizalde è n ominat o professore di anatomia e fisiologia p at ologich e n ella F acoltà di Scienze m edich e di Buen os Aires. Il dott. Julio R. Garino è n ominato presidente della Croce Rossa Argentina. Il dott. Rolando l\iionteiro è n ominat o presid en te della Socie tà J,r asilian a di urologia. Nella Scu ola l\i!edica Fem~inile di Filadelfia sono nominati: il do tt. J ohn F . McCloskey, pr ofessor e di clin ica chirurgica; \1 dott . William Oakley Hermance, professor e di proctologia.

Utilissimo ad ogni Medico :

II Diritto Pubblico Sanitario Periodico mensile di legislazione e giurisprudenza

Direttori: On. dott. Aristide Carapelle, Consiglier e di Stato . Avv. Giovanni Selvaggi , Esercente in Cassazione. Editori: Fratelli Pozzi -

Roma

Il Numero 11) (Ottobre 1932) cont i en e :

A. CARAPELLE · Il licenziamento del medico per ftne di ferma. Necessità di maggiori garanzie. NOTE SI'.'JTl.!.lTICHE. - Le indennità di missione o trasferta agli ufficiali sanitari. RASSEGNA DI GI U RISPRUDENZA : Con corso · esclus ione ; termine per r i correr e; Limit e d i età data effic~e. - Provvediment i confermativi. - Dann.i m or ali; qu&ndo sono risarcibili. - O.mission e di sooecoreo; dolo; a l t:ri. el em enti di reato. - <X>n cor .so· n omina, o rdine della graduatoria; mot ivi di esclusione. Competenza ; en te pubbli,c o ; provvedimen t o a,mrninietrativo ; esecu zion e; m agistr aA wra <>Tdinaria del la voro. - Riooxso; morte del ricor rente; dii.ritto d egli e·r edi. LEGGI E ATTI DEL GOVERNO : Dispoeiz.ioni per le opere Ulllivereit a rie. - Utilizzazione stupefacen t i confisca t i . - P revenziome de lle m a lattie t ubercola ri. Repressione dell'abu.sriv<> esercizio della f a rmacia. Collocamen t o di reati morta,li in luogo diverso d el -0imitero.

Prezzo di ogni numero separato, L. 5. L'abbonamento ai dodici Numeri del 1932 coet a. L. 3 6, mn. agli aSE1-0Ciati al u Policlinico » è concesso per sole L . 30, e.be van·n o inviat e, mediante Vaglia Poetale o BancariG. a.li'editore Luigi Pozzi, Via SistillA 14, Roma.

NOTIZIE DIVERSE . ~30

Congresso francese di medicina • In seguito ad invito di una delegazion e canadese, è st ato deciso ch e il prossimo con g resso della Societ à dei m edici di ling u a fran cese si terrà n el se1.lembre. 1934 a Québec, Can adà. I temi in discu ssion e sar anno: 1,: , 1)er la p atologia m edica: << .Sert1eiologia delle sin rlromi p an cr eatich e» ovvero cc Semiologia delle sindromi paratiroidi » (il co1nit at o can adese decider à tra questi due argom enti); 2), per 1a p atologia gen erale : « Gli stati ipoglicem ici »; 3), per la ter apia: « La p iretoter apia ». ~tolti m edici h anno qià dato un 'iscrizion e di massima; le iscrizioni si ricevon o fin da 0r a (dalla sig.na Huré, bureau de l 'A.D. R. M., Faculté de Médecine, rue de l 'École de Médecine, P aris VIr). 130 Congre~so francese di neuro-psichiatria. Il prossimo con gresso degli alienisti e neurologi di ling11a fran cese è in dett o a Rab at (rvi arocco) p er l 'aprile 1933, sotto la presiden za del prof. Guillain (dell a Salpetrìèr e). Tern i di relazion e : 1) per la psichiatria, « Le e11cefaliti p sicologich e » (dott. Mar ch and) ; per la 11eurologia, « Le at assie n (dott. Garci11) ; p er la m edicina lega1e, « Le con segu en ze medico-legali delle amn esie tr aumatich e» (dott. P. Abely). Rivolger si al : do t t. O. Cr ouzo,n , avenue cl 'Ién a 70 bis, P aris. Giornate argentine di tisiologia. Organizzate dalla cc Società di Tisiolog'ia » di Bu enos 1\.ires, h a11n o avuto luogo i1ei J9cali del1'Assor.jazion e Medica _l\.r gentina durante i giorni 12, 13, 15, 17, 20 e 22 settembre, sotto la presidenza del dott . Julio P al acio. Vennero prese in esame le azioni dell a tuber colosi (p erturbamenti f unzionali e com plicazioni) sui var~ organi e sistemi organici e su1la n utr izion e. Società oftalmologia cinese. É stata costituita a Peipin g; i membri a111m essi saranno prevalenle L11e11tt~ cinesi, ma v-engo110 anc'h c accetta li 0ftalmologi di altre n azion alità. Alla presiden za è st a to chiamato il dolt. Hua-t ech Pi; segr etario p er l a lir1gna cinese ò il dott. Shih-p11 Cl1an g; per la lingu a in glese il dott. Wen-ping Lin g. 1\ll a p rima rj u nion e della società saranno discu ssi i seguen t i du e temi : cc Glau com a prin1nrio n ella Cina settentrion ale » (relat. il dott . Arnold Pillat); cc La ten sion e n ormale dell 'occhio n ei cinesi » (relat. il dott . Pao-h ua Liu). Ecco u n altr o im1nen so popolo ch e si affaccia alla n ostra civilt?t n el campo della inedicina; e n on m an ch erà di portar e contributi impor tanti . Dcl rest o, h a già cominciato: b asti ricordare ch e dobbi am o ai m edici cinesi la recente intr oduzioIte dell 'efeclrina ii1 ter api a. Corsi di perfezionamento a Vienna. L 'Univer sità di Vienn a annunzia un cor so di perfezionamento in pediatria dal 28 novembre al 10 diceni.bre, n ella clin ica pediatr ica di retta d a }'. Harnb11rg·er ; faranno p arte del cor so alcune dimostrazioni clinich e sulla cura ortopedica del}'ost eomielite, fatte n ell 'Ospedale ortopedico da H. Spitzy, ed alr 1111e dimostrazioni di trasfu sion e dcl san gue, fatte n ell 'Ospedale Pediatrico Carolina del l\'I unicipio di ' 'ienna d a W. Koepfelmach er . L'Ur1iver sità prepara anch e un corso sulle inalattie cardiach e e polmonar i, dal 13 al 26 feb ·


« 1 T. POLICLINI CO » .

})raìo, ecl uno di l arin go-o to-ri11ologia, clal 29 mag gio itl 10 g i11g110 1933. Jrtfor111nz ioni all'indirizzo g ià d at o al tre volte.

Il palazzo dell'anatomia a Genova. L a cil1 tt d egli studi di Ge11ova que L'anno si arriccl1i ::;ce di un i1uovo edifi zio: il «palazzo dell 'Al'alornia » . Così dal 1927 ad oggi sono s tati cos lruitj l1r11 11 e<lifizi; seg·uiranno presto il « palaz. zo clella Cli11ica chirurgica» e quello della « Clinica oste lrica » . per tal inodo il grand.ioso programma della çiltà degli studi ~arà con1ple laLo. Il cc })alazzo dell 'Anatomia è sorto all 'estremità della zona di sinistra dell a ·città Univer sitaria, in un 'area ~ ituata a rtord-est dell a Cli11ica medica; i11i sura ])en 29,000 metri cubi, ed 11a forn1a ad U, col corpo di fabbricato centrale 1Jara11e1o al viale Be11ecte lto e l e due ali dispos te llOr111almente al corpo ce11 trale, alle estremità sud-oYest e nord-est. La sua a111piezza è tale che in esso Yerr anno adeguata111ente sislen13.ti non solo gli Isliluti di Anaton1ia 11ormale ed Anaton1ja patologica, ma anche la ~'I edicina legale e la Chirurgia operativa, nonch è l a u l\forg u e » municipale con i rela tivi servizi os1)edalieri.

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[ANNO

XXXIX, Nul\r. 45}

n.ale ausiliario ed ai servizi vari. Il corpo secondario, a tre piani, comprende i servizi sanitari, la chiesa, un al loggio per i medici e per il sacerdote. Ogni piano medico, oltre alla sala di dege11za .. dispone di ampi locali p er convegno, lettura visita, e i1 1° contJc11e d uc ampi refettori (per' maschi e femmine) ad u so clegli ammal ati comuni. L 'area ,c operta dalla costruzione è di metri quadrati 3200 e il v0Ju1ne, co 11 sid erat~ l a -costruzione v11oto per pieno, a111mo11ta a. metri cubi .50.000. I lavori furono iniziati nel marzo 1931. La spesai -complessiva sal e a 4 milioni e inezzo. .

L'ospedale sanatoriale di Cl1ieti. · Procedono con a1acrità a Chieti i lavori per l 'Ospedale sa11atoriale. L 'in1ponente fabbricalo - ch e va sorgendo su 11n 'area di circa 25.000 ine lri q11adrati, a due chilo1netri dalla città e<l i11 zona particolarmente riparata - sarà capace éli 220 l etti, attuerà i più moderni servizi anitari ed igienic j e potrà rispondere ai bisogni, oltre che d ella provincia, anche delle consorell e di _.\q11ila e Campobas o. Attiguo al corpo principale vi è UL1 altro corpo di fabbrica ad un solo piano per il dispensario antitubercolare.

..lll'ospe<lale psichiatrico di l'lilano.

Ospedale sanatoriale cl i Arezzo.

Nel gra11dioso Ospedale P sichiatrico Provincial e di l\filano a Mombello, sono state portate numerose i11110Yazio11i. Allo scopo di applicare l 'ergoterapia, l '~~mmi11is trazione Pr0Yi11ciale venne 11ella determi11azione di p1\)YYedere alla costruzione ex nov o di due veri P adiglio11i Industriali, affatto indipendenti dal res to dei fabbricati dell'Istituto; padig1io11i costruiti secon<io un tipo architettonico veran1ente industrial e: di essi uno si adibisce all a t essitoria, è capace di 60 telai fXl è costato 430 ini1 a lire; l'altro · l)adiglio11e sarà di mole notevolrne11te i11aggiore e de tinato ad ospitare tutte l e altre forme di attiYità indt1striale, con1presa la tipografica, che, iniziata co n t111 p~ccolo nucleo , non ha ina11cato di dare buoni ri ultati. ì\llediante que ti du e Padiglioni l 'Amn1inis trazione Provi11ciale si ripron1ette di risolvere in pieno il probl en1a della piiL larga applicazione del l avoro nell 'Istituto di Mombello, adottando anche una . sist e111azione gene~ale , che rappresenterà senza cl ubbio u11a fel.~ce I1ovit.à organizzativa. Si è provveduto recente:rr>:e11te anche alla siste111azione e all'adattamento del reparto fan ci"t1lli, ch e assun1e le caratteristiche di Clinica pedinlrica per anor111ali; i1onchè alla costruzione di un salo11e-tealro per il J)ersonale, capace di 350 p os ti, ecl a lnol ti altrj lavori di perfezio11a111en lo.

Presso l 'Ospedale Vitlorio Emanuel e III di ArezZ<} è sol'to l 'Ospedale Sanatoriale della Cassa Nazionale delle Assic11razioni Social i, che è fra i più grandi d 'Italia. Il fabbricatq o<;cupa l111 'area coperta di 3500 mq. e misura circa 45.000 n1c. vuotopieno; è circonclato da circa 30.000 mq. di terreno che verrà coltivato a g iardino ed a parco. L'Istituto, centro della lotta antitubercol are nell a Provincia, è della capacità di 530 letti, con dotazione dì impjar1ti sanitari e scientifici perfettissimi, còn servizi meccanici moderni, come ascensori, cabina eletirica cori batterie di accumulatori di riserYa, ecc. La spesa si aggira sui dieci milioni di lire.

L'ospedale sanatoriale di Treviso. :\ 'freYi o sta r,ostruendosi un nuovo grandioso 0 .. })edal e Civile, intitolato a El e11a di Savoia; sorgerà in Santa Maria del Cafo11cello. Il primo padiglione d el nuovo osped ale f i1 inaugurato il 23 o ll ol)re cla . E. Araldo Crollalar~za, inin.istro dei LL. PP. , che nella stessa giornata inaugurò a ~Iontebellun a l'Acquedotto Consorziale di .S chiaYerrin. Il padiglione è destinato ad ammalati di }Jetto. Consta di due corpi principali, uniti da un corri<ioio di con1unic::fzione. Il corpo principale, a quattro piani, CO!Ilprende le sale di degenza, capaci di 180 Je t ti dis trib11iti nei piani 1° e 2° per gli a111malati con1uni, nel terzo piano p er i dozzinanti ; il piarl o terra è adibito ad alloggio del p erso-

Una nuova Scuola medica a Roina. . .Nel prossimo an110 l 'Università Cattolica di. MiJa110 istituirà t111a « Facolt?l medica » a Roma, per la quale il Pon tt~fice ha ceduto la grande casa di l\1ont~ ~fario ch e gli era stata donata dalle Ancelle del Sacro Cuore. Oltre ad arricchire i corsi dell 'Università Cattolica che, com 'è noto, è controllata dallo Stato, questa fondazio11e hcl lo scopo di creare un centro s11ecializzato nei problemi di medicina delle missioni. La co11oscenza delle malattie caratteristiche del Paese dove il missior1ario si reca, ha grande importanza sia per l a <li lt1i incol umità personale, sia per l'opera ch e egli è spesso chiamato a con1piere a vantaggio dej più umili. Le Suore passano nella propria Casa dì Ciam, pino. I l nvori di ad attamento della Casa di Monte Mario sono diretti dal Rettore dell 'Univer sità, Pa-dre Gemelli, e proseg·uiranno al acremente in· modo <la permettere l ' inizio dei corsi per il prossimo. anno accademico 1933-34. (EvidenLemente non si tratta di una Facoltà ---come I 'annunzio pubblicato dai giornali potrebbe far supporre - ma di un insegnamento di primo grado per i missionari, allo scopo d'impartire a questi ~ principi fondamc11tali dell 'igiene e del1'assis tenza inedica; se così contenuta l 'iniziativa - già ter1tata in qualche Facoltà - p.uò rendersì utile) .


fANNO XXXIX,

NUl\I.

45]

1101

SEZIONE PRATICA

.!.Ila ·città universitar ia di Parigi.

Denunzia del irozzo nella Czecoslovaccl1ia •

Il Municipio di Parigi ha deciso di aggiungere, alla città universitaria, un edificio per l'alloggio dei professori. Esso comprenderà 88 appartamentii <la 2 a 8 ca111ere ciuscuno oltre gli accessori, per i coniugati, e 50 camere per i non coniugati; inoltre vi saranno 105 ambienti per depositi, parlatori, ecc. Oltre che. i professori l1niver sitari, p otranno essere ospitali i professori di scuole medie.

L'Ufficio di Sanità di Praga ha ordi11ato ai clirettori didattici di tenere un registro di tutti gli scolari ch e present ano ingrossamenti nella regione anteriore del collo ; il medico scolastico prenderà poi in esame questi ragazzi. L.'inchiesta h a lo scopo di accertare l 'incidenza del g·ozzo endemico e di provveder e tempestivamente al trattam ento.

Clinica per malattie croniche a Boston. Una do11azione di 250.000 dollari, pari a circa 5 inilioni di lire it. , fatta dal sig. George F. Baker di New York, ha permesso di fondare una clinica per lo studio delle rr1alattie croniche, presso l 'Ospedale delle Diacon esse di Boston. Sarà intitolata al donatore. R capace di 47 le tti e sarà prevalente1nente destinata allo studio del diabete.

Istituto per la psicanalisi a Chicago. Il 3 ottobre venne inaugurato un Istituto per la Psicanalisi a Chicago (Ea& l Ohio Street 43); è diretto dal dott. Franz Alexander; ne è segret ario il dott. Walter 'f. Fisch er. I locali comprendo110: un 'aula per co11fere11ze, sei camere di consultazione, u11 laboratQ·r io medico, una biblioteca, ecc. Il corpo sa11itario risulta di 21 medici .

Elargizioni e legati. Il sig. Giuseppe Marelli ha legato all'Ospedale ~laggiore di Milar10 L. 300.000. Alla cassa dello stesso Ospedale sonp state ver sate L. 55.000, in dipendenza d elle disposizioni test amentarie del dott. Pietro Turati, morto nel 1890 : di sposizion~ so ttoposte alla condizione che il figlio inorisse __.,.. co1ne è av,renuto - senza discende11ti legittimi . N~lla

stampa sanitaria. Si è inizia la la pubblicazione di una « Rivista

di Patologia dell 'Apparato Respiratorio», organo ufficiale della Società l\iledico-Scientif~ca del Centro Sanatoriale di Arco; è dir~tta dai proff. C. Arrigoni ed E. Curti e n~ è redattore-capo il dott. G Decleva . Ha prevalentemente lo scopo di stu<liare la collassot erapia e perciò si fregia, nel frontispizio, clella figura del Forlanini. Un augurale saluto.

.....

L 'cc Upsala Lak;lr efore11ings Forhandlingar » h a festeggiato il st10 100° anno di fondazione con un fél scicolo speciale, distrib·uito il 17 settembre, ricco di. t1na ventina di memorie, riguardanti i più diver si carnpi della medicina, tutte di carattere emin enteme11te scientifico, quasi tutte in francese, ingl ese o t edesco, corredate di tavole, grafich e e illustr azioni. Il volurne r eca il ritratto del fondatore del periodico, F. Hwasser. Può ottenersi presso gli editori (Alrngois t & VViksells Boktryckeri-A,-B., TJpsala & Stor kholm).

••• Il fasci.colo del 24 settembre della cc Klinisch e ·vvoch en schrift », ha lo scopo di solennizzare la 92a riunione della Società dei Naturalisti e Medici tedeschi, adunatasi a vVeisbad~n ed a Mainz ; è ri cca di buon materiale, ed in elegante veste tipografica, reca varie e b elle illustrazioni.

~

Per infrenn.re la pletora medica in Gern1ania. Le « Deutscl1er Aerzteverein bund », agendo d 1i11tesa con la cc Verband der Aerzte Deutsch ela11ds », ha dire tto una petizione urgente al ministro feder ale d ell 'interno, al ministro prussiano d el be11essero pubblico e ai corpi accademici clelle lj r1iversilà d ella Germania, per richiamare l 'attenzione sul rapiclo increme11to nel numero degli studenti di. medicina e chied ere che venga attuata qualche restrizio,n e a tale pericolosa tendenza.

Per il prof. Mo1·elli. L 'o11. prof. Eugenio l\1or~lli è ri1nasto ferito piuttosto gravemente, per un i~cide11te automobilistico occorso vicino Massa, in località d etta Can al Grande, rr~entre egli, in compagnia della figlia e d ell 'ing . ~1ario Gol) bi Belcredi, si recava d a Lucca a Ge11ova. È stato ricoYerato nel1 '0spedale Civile <li Massa. Sono stati a visitarlo numerosi sanit ari (tra c ui il nostro direttore, prof. Frugoni). Da 0 gni parte d'Italia gli so~o gil1nti augurì fervicli i111i di g ltarigione. Le ultin1e n.otizie da noi a ttinte so no del tutto tranquillizzanti ; ce n e rall egriamo. 1

In materia di responsabilità degli ospedali. La Corte s uprema di l\iI01~tana (Stati Uniti) h a e eluso la respo11sabilità dell '« Ospedale Murray >> cli Mori tana p er il fa tto. che un ricoverato (un eresipelatoso in sta to di delirio) si era precipitato da una finestra (del t erzo piano). In prima istanza si era emesso lo stesso giudizio; l a Corte d'appello aveva però deciso ch e il processo era stato male istruito e ch e doveva essere rifatto ; l 'Os1)edale aveva ricorso contro questa decision e.

Sequestro di persona. Il Tribunale penale d~ ~1Ijla 110 (16a. sezione) condannò certo Carlo Ceriani . a(l un a11110· e sei mesi di car cere, per avere sequestrato. la moglie Maria P alazzoli in una casa di salute per malati inenLali, « Villa Fiorita », in base a certificato del clott. Cesar e Vitali. Questi, p·u re processato, ven11 e assolto per inst1fficienza di prove. L 'i11ter11amento era durato 6 giorni, dopo di che la Paléizzoli venne cU1nessa p~rchè riconosciuta 110:n inferma di mente. I due processati a-p pellarono; la Corte d '_\1)pello di Mjlano (7a. sezion e) h a confermato la sentenza nei rig u ardi del principale imputato ed h a assolto con ampia formola il dott. Vitali p er ch è jl fatto imputatogli non coslitl1isce r eato.

Avverenawenti in manicomi. I11 un manicomio di Londra, il cc Maudsley Hospital », è morto un pazi ente che aveva ing·erito clelle foglie di Taa;us, <'Onifera coltivata a scopo or nam entale. · Dopo 15 g iorni lo stesso caso si è ri-


1762

« IL POLICLINICO »

petuto i1ello cc Spri11gfield Mental Hospital » pure di Londra. In tutt'e due i casi l'istruzione giudiziaria non ha trovato ll1ogo a procedere, trattandosi di morti accidentali. Per altro, è stata ordinata la remozione di tutte le piante di T(IJXUS dai giardini annessi agli ospedali per malati di mente. Dall 'inchiesta compiuta ne~ primq ospedale, risulta come non fosse ~oto che si trattava di piante di tasso. Da tempo sono ben note le proprietà tossiche di questa pianta, specialmente marcate per gli equini, dovute a due principi, tassina e tassicatina. Essa s 'imp~ega anche a scopi terapeutici, quale emmenagogo, abortivo, antireumatico.

L'uso degli aeroplani da parte dei medici.

,

RjleviamQ da 11na corrispondenza al cc J ournal A.M.A. », sempre ricco d 'informazioni, che in Francia, ove per opera di Nemirowsiky furono costruiti i primi aeroplani sanitari, e questi resero buoni servig·i durante le campagne della Siria e del Marocco, s i è costituita da tempo una società d etta degli << Amici dell'aviazione sanitaria », di cui fanno parte spiccate personalità. A Parigi si è tenuto anche il primo Congresso internazionale clell 'aviazione sanitaria. Tutto ciò concorre, forse, a spiegare come l'aviazione sia diventata d'uso freqt1ente in Francia anche per il trasporto dei :sanitari. Cosi Paste11r Val lery Radot, se deve recarsi a qualche distanza da Parigi, vi giunge col suo aereoplano, ir1 compagnia del proprio assistente. Al congresso internazionale di chirurgia adunatosi a Barcellona il prof. Crochet giunse pilotando il proprio aeroplano; poi compì un raid per il Marocco, l 'Algeria, la Tunisia, la Siria, percorrendo 8000 km. : al rjtorno gli ufficiali dell'aeroporto di 011rly lo accolsero entusiasticamente e il ministro dell'aviazione mandò un rappresentante a congratl1larsi. L 'aeroplano era in così p erfetto ordine, ch e pareva appena uscito dall 'officina: i chirurgi sono talme11te addestrati all'esattezza e alla precisione, che il fatto non deve sorprendere ... - In Italia un altro valente chirurgo, R . Bastianelli, è notoriamente anche buon pilota del proprio aeroplano.

La

Cro~e

Rossa Belga e un'azione di pubblicità.

Il periodico cc Le Scalpel » del 22 ottobre fa sapere che da qualche tempo in un cinematografo di Bruxelles si proietta un dramma cc giallo », orripilante; la direzione ha annunziato largamente ch e alle donne e ni giovani si raccomanda di non assistere allo spettacolo, 011de evitare trop,p o forti emozioni : ciò significa che la sala è sempre affollata di signorine e giovincelli. Il colpo maestro però è C'onsistito nell'annunziare che, dall a Croce Rossa, si era jnstallato, nei locali del cinema, un posto di pronto soccorso, per provvedere ai casi eYentuali di svenimenti. l ,a collaborazione della Croce Rossa parrebbe quasi incredibile ; eppure non v'è ing·anno: presso la sala d ello spettacolo è installato un lettino, e.on una farmacia; v'è anche l.ln libretto di presenza, ove, di ora in ora, le infermiere attestano, con la firma , la loro presenza continufltiva. Queste infermiere non si strapazzano; oifatti lo spE>ttacolo d'orrore non ba ancora reso 11ecessario alc un pronto soccorso . Il periodico si chiede se tale esibizione rientri nelle attribuzioni ùel]a Croce Rossa.

[ANNO XXXIX, NuM. 45]

RASSEGNA DELLA STAMPA. MEDICA. K. WALKER. La prostata inoperabile. - R. Il. TRAIL. Diag:q.. e progn. d~lla tbc. polm. - l. YTACEY W11.soN. Tono arterioso deficie11te. - E. A. HAWKESWORTH. Disordini emozionali comuni. Deut. Med . .Woch., 3 giu. GoLnscHi~EIDER. Energetica e circolo vizioso. ---:- STUBER e LANG. Nuovo trattam. della trombosi. Med . Welt , 4 giu. D1ETRICH. Mammella cistica e cancro. - MuHSANA. Indicazioni e tecnica dell 'estirpaz. della milza. Riv. di Patol. e Cl. d. Tub., 31 mag. - M. MAZZETTI. Crisi emoclasica da rifornimento. - V. DE BENEDETTI e E. GALLOTTI. Il m~todo colturale Lo"venstein. Giorn. Ven. di Se . Med., giu. - R. Dusso. Polmonite interstiz. antracosica e cancro polmon. Prensa Méd. Jlrg., 10 ~ag. - P. M. BARLARO. L 'apparato cardio-vascol . e l 'endocrinologia. Rev. de Ass. Paulista de 1\1ed., n1ar. - F. A. MoURA CAMPos. L'acidosi. - F. KEYSSER. Elettrochirurgia nel cancro Folia Clin. et Biol., mar.-apr. - M. E. DE SouzA ARANHA. Vizi della nostra alimentaz. Brit. Med. Journ., 4 giu. - J. W. l\iicNEE. Rapporti tra fegatq e milza. - E. DuLMER. La minaccia dell'obesità. Med : l(linik, 3 giu. - D. AnLESBERG e L. FoRscnNER. Rhinopathia vasomotoria e disturbi diger. E . ScRILLING. l\granulocitosi essenziale. Journal A. M. A., 21 mag. - vV. W. HAMBURGER e al. Ossigenoterapia. Arch. Intern. Med ., mag. - T. LEw1s. Il dolore · nell 'isch emia muscolare. -- J . V. CooKE. Enzimi leucocitici nell a leucemia. - W. H. 0ATWAY e· W. S. M1DDLETON. Alteraz. linguali. Presse Méd. , 4 giu. - M. LABBÉ e al. lpoglicen1ia alimentare. - A. DuMAS. L 'angor da choc anafilattico. Riv. Olo-Neuro-Oftalm., gen.-feb. - G. PAGLIARI. Cecità istantanea l:.ilater. da meningite sierosa. Rev. de Cir. de Barcelona, mar. - J. Sou SuR1s. Ernia strozzata rlella vescica. Are h. Jt. di Chir., apr. - B. BENVENUTI. Profilassi e cura dell a tbc. chirurg. nei giovani. L. Doc1Mo. Cura pepsinica dell 'ulcera digiunale post-operat. - E. LEO. Cistocele femorale. Sem. Médica, 12 mag. - H. ZuBIZARRETA. Chirurgia del labirinto. - G. ANDREONI. Cloridrato di colina nel trattam. della tbc. poln1. iVI ilnch. Med. lVoch., 3 giu. - DE RunnER e al. Paralisi infantile. · Sang , 6. - M. Il. CAST.EX e al. Emoglobinùria, anemia acuta e rigeneraz. eritroblastica. Paris Méd., 4 giu. - Numero sulle mal. ~nfet­ tive. Bruxelles-Méd., 5 giu. - GAEHLINGER. Colibacilluria d 'orig. intestin. Clin. Chir. , mar. - NoGARA. Riserva alcalina ed anestesia. - ,.fABANELLI. Prova della funzionalità renale. - Id., apr. TABANELLI. Casi di actino,m icosi. - M1coTTI. Mammella sanguinante. Amer. Journ. o/ Cancer, mag. - E. H. CROSBY. Tumori .maligni del timo. - W. G. HARDING e F. D. HANKIN. Esami post morlem di tumori gastrici. - W. H. WoGLOM. Dieta epatica e sviluppo di tun1ori. - N. PuENLE DuANY e E. R1vEno. Endotelioma dei ~qduli linfatici de11a regione inguinale. Practitioner, giu. -


SEZJONE PRATICA A nri. de A1éd ., inag. - L. LANGERON e al. Trattan1. delle obliterazion~ ar teriose degli arti. Jrotzrrv. T r op. 1l1ed . a. Hyg., 1 giu. - I. SABBRY. Tossina della pellagra e trattam. della pellagra co11 t iosolfato. Semana Med . , 26 mag. - P. Cossro. Immagine radiologica della fibril laz . auricolare. - S. I. NuDELMAN. Appendicite traumatica. Rass. Jntern. di Clin. e Te r. , 30 apr. - Numero sulle assicuraz. sociali. Riv. di Clin. Ped., mag . - S. MoscHINI. Cistite amebica nel! 'infanzia . A r eh. Jt . di U r ol., mag. -o- E. MrNGAzzrN1. Ormoni cerebrali diuretici. Wien. Klin. W och., 10 giu. - ZAPPERL. Il problema dell'encefalite nell'età infantile. - GERSON. Terapia dietetica dell'emicrania e tbc. polID: . Clin. e Ig . Infantile, mag. - G. FRONTALI. Cure actiniche al mare. Bull. Ac . de Méd., 31 mag. - EM. SERGENT, L. BERNARD. Riattivaz. di focolai tbc. latenti e bacilli di Koch « di sortita ». South Afr. Nled. Jou r n ., 14 mag. - L. MAisLES . Investigazione precoce dei casi di ematuria. Presse !Yléd., 11 giu. C. R1cHET figlio e R. CoNDER. Trattam. dell 'anafilassi alimentare con l'olio di paraffina. forze Sanit., 15 mag. C. GAMNA. Infezione primaria e reinfezione nella clinica del la tbc . polm . - B. ALAJMO. Patogenesi del g laucoma. Journ. Méd. F r anç., mag. - Numero sulle algie atipiche della vescichetta biliare. Surg., Gyn. a. Obst., giu. - E . BIRD. La guarig. delle ferite. - F. BANCROFH e M. STANLEY-BROWN. TrombQsi, tromboflebiti ed embolismo post-operativi. Mediz . Klinik, 10 giu. - I problemi d ell 'immunità ant~difterica. - F. A. l\1AYER. Ipotonia vascolare.

1763

Deut. Med. vVoch .' 10 giu. . GoLDSCHEIDEREnergetica e circolo vizioso. - STRAUSS . Diagnosi d 'insufficienza circol atoria iniziale. Med. Welt., 11 giu. - O. BIELING. La m orle apparente. - O. DrITMAR. Trattam. dei dqlori articol ari e muscol ari. Ri1J. !tal. di Stomatol., apr. - F. L~AZZARO . Cisti di orig . dentaria. Amer . Jou r n . Med . Se. , g·iu . H. T. HYlVIAN e N. M. PENICHEL. ·rrattam. del cardiaco scompensato. - J. J . JoHNSON. Iperparatiroidismo sp erimentale. - - A. Mi\1m1.E. Diabete renale. - A. MARBLE. Pen tosuria essenziale. Giorn. di M ed. Mil., mag. - U. CAssm1s. Moòificazioni del cuore in militari in allenamento . Rev. Espan . de Ii-1ed. y Cir., g iu. - V. MEISENEnlorroidi. - D. FERRANT. Eziologia e patogenesi dei reumati.smi. Paris Méd. , 11 g iu . CARNoT. Morbo di Pott stafilococcico nell 'adl1lto. Sem. Méd., 19 inag. - R. CARRJLLO e W. G . TER BnAAK. Polinevriti da ginepro, ap~qlo e fo sfato di cresolo. R ev u e Sud-Amér. de Méd. et de Chir. , apr. A. EscunERO e R. A. Izzo. L ' azotemia in soggetti normali. Acta Med. Scand., I. - B. IHRE. Bronchiettasi a1 secca. - S. BERG. l\1e tabolismo dello zucchero n el la tbc. polm . - N. PENDE. Ipertension e venosa essenziale. J ournal A. M. A., 28 mag. - B. Z. RAPPAPORT e al. Azione della filtrazione d ell 'aria nell 'asm a da polline. - H. A. REI~IANN. Tifo esantematico. lieve. Id., 2 giu. - A. HARTUNG e J. FREED!\iAN. ,Sifi· lide polmon. - A. MA STER e A. RoMANOFF. Trattamentò d el reumat . art. ac. Giorn. di Batter. e Immurtol., giu. - G. NEGRO . Micro·b ismo latente.

Indice alfabetico per materie. l\llediastino: linfogranuloma . . . . . . Pag. 1753 Acetone: reattivo per la ricerca microchimica . . . . . . . . . . . . . . . Pag. 1731 · Medico d 'osped<JJle e libero eser cente . . )) 1757 Anemia perniciosa: ematinemia come Meningite tubercol are infantile: forme )) 1754 sintoma . . . . . . . . . . . . . . . » 1756 emiplegiche . . . . . . . . · · )) 1756 Arteria pol1nonare : s te11osi. . . . . . . » 1741 Nevralg ia qel trigemino : cura Bibliografia . . . . . . . . . . . . . . . 1742, 1743 Obesità cerebro-ipofisari a . . . . )) 1736 )) 1750 Peritoniti acute . . . . . . . Colibacillosi dell 'apparato urinario: tratta.rn.en to . . . . . . . . . . . . . . . . . )) 1753 )) 1738 Placen ta : esame . . . . . . . . Dolore intermestruale . . . . . . . . . )) 1764 Polinevrite associata ad orticaria . . . )) 1754 Dolore rettale ed anale . . . . . . . . . }) 1755 Punti d oloros i addorni11ali : differenzia)) 1755 Dolore : tra l tamen tQ con miscela di ,Sirnen to . . . . . . · · . · . · · · · · card per iniezione intrarachidea . . . )) 1755 R espirazione: in s ufficienza nasale e capacità vitale pol1nonare . . . . . . . . )) 1741 Edema da fame . . . . . . . . . . . . . )) 1739 Fisiologia : congresso in ternaz. . . . . . )) 1752 Scarlattina : problem a eziologico . . . . )) 1757 Sindrome ganglionare granulomatosa Gangrena dell 'arto inferiore da contufebbrile ed emopatia . . . . . . . . )) 1740 sione dell 'arteria poplitea . . . . . . . )) 1725 )) 1753 )) 1732 Tubercolosi: auroterapia . . . . . . . . Ipofisi : secrezione interna . . . . . . . Uraco·: ci s ti . . . . . . . . . . . . . . )) 1737 Ipoglicemia spontanea come cau sa di )) 1754 Uretere: formazione cistica associata a disturbi nervosi periodici . . . . . . bilharzia . . . . . . . . . . . . . . . )) 1745 )) 1738 Ipertensione arteriosa . . . . . . . . . )) 1757 Vertebra d'avorio e carcinomatosi difMalaria : asessualizzazione del plasmodio fusa . . . . . . . . . . . . . . . . . )) 1753 Malattie : curva biologica d~i leucociti )) 1738. )) 1756 Vescica: divertico li; i11terve11to . . . . . com e · indice del decorso . . . . . . Diritti di proprietà riservati. - N on ~ consentit a l a ,.istampa di lav oTi pubblicati nel Policli1nioo se non in aeou.ito ad autoTizzazione scTitta dalla redazion e. 1J vietata la pubblicazion e di sunti dì essi senza citaTne la fon te.

A. Pozzi, resp.

C. FRUGONI, Red . capo.

Roma - Stab. Tipo-Lit. Armani di M. CourriAr.


]764

cc IL POLICLINICO »

[ANNO XXXIX, NuM. 45]

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70

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ANNO XXXIX

Roiq.a, 14: Novembre 1932 - XI

Nnm. 4:6

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fondato nel 1893 dai professori : GUIDO BACCELLI

FRANCESCO DURANTE

SEZIONE I>RA.TICA

REDATTORE CAPO: PROF. CESARE FRUGONI . Clinico Medic o di Roma

SOMMARIO. Lavor·i originali : O. Frugoni e R. A l&Ssandei: Primo caso in Italia, di asportazione di adenoma <lella paratiroide •p er osteite fibroso-cistica generalizzata. Tecnica : C. Frigi.mel.Lca: Un n-i1ovo metodo di arricchimento per la ricerca del bacillo di Koch. Sunti e rassegne : GINECOLOGIA ED OSTETRICIA: F. J. Mc Cann: Il tra,ttrument-0 dei 1diieturbi me"StT1.1ali. - Anselmino, Hoffmann e Kennedy : I ~apporti tra l'iperfunzione del 1obo posteriore dell'ipofisi e l'eclampsi a e la nefr()l.Patia della gravidan~a. - 0 .RGAN I DIGERENTI : D. Dunlop e R. M. Mu1Tay-l;yon: Uno studio dell'ulcera peptica. - J . Duriez· : La batterioterapia lattica. - FEGATO E VIE BILIARI: T. ClhaJbr ol, P. Brocq e J. P orin: Gli insegnamenti della ool eciatostomia negli itteri rimfettivi. H. Salom<>n: IJ trattamento dietetico della litiasi biliare. Storia della medioitn a : Ll cinq.u antenario della scoperta del pneumotorace artifi-0ia.le. Cenni bibliografici. Accademie, Società Mediche, Congressi : XXXVIII 0011gresso della Società ItaJiana di Medicina Interna. XXXIX CongreGQO della Società Ita1iana di Chirurgia. - 2a. Conferenza delll'Aesociazion·e Itn.tternazion.a le di Pediatria P~ventiva . 1

LAVORI ORIGINALI. CLI NICA MEDI CA E CLINICA CHIRURGICA DELLA

R.

UN IVERSITÀ DI RorvIA

Primo caso. in Italia di aspo1·tazione di adenoma della p~1·atiroide per osteite fibroso-cistica generalizzata.

e.

·F RuGoN1 E R. ALEssANDRI

Direttori. Tutto il capito·lo della fisiologia e patologia della par.atiroi<le è in piena r evisio·n e e la clin1ca ha ad un ·tempo data e. tratta luce co·n felici inizi.a tive ed applic1a.zioni a llo studio e cura degli ammalati 1ponen<lo con l 'espeirin1,ento ch ir urgico su l 'u o mo ammal.ato· pr:o·b lemi fisiopatologici nu ovi e insospettati. Nel solo campo dei r.appqrti fra tessuto osseo e paratiroidi è g ià a' rveint1to tale p1rogr esso ch e 1

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(*) Durante la

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corr~zio11e

delle bozze siamo ven u ti a conoscen za di u 11 caso oper ato dal prof. Pieri di Bellu no d i osteite fibrocist ica con trap ianti ripetuti di paratiroidi uman e e p ubblicato nel n . 28, 1929, della « Riforma Med ica » insieme col dott. 'Tanferna. Da cortese comunicazione verbale abbia1no saputo che n on avendo avuto

Appunti per il medico pratico : CASISTICA E TERAPIA: AneDllie della .prima inf aJnzia. - Anemia alimentare. - Achilia ed anemia. - Leucemia lin.fatioa con iufiltrazione del periostio. - Diatesi emo1Ta.gica cousecutiva al .t rattamento ·con neosalvarsan. - Nell'anemia dei fan oiulli. - NOT.El DI RADIOLOGIA: Sulla rap. preserutam-Oil'le radioloigica della milza, fegato e midollo oseeo per mezzo del dio&sd.do di torio e le sue basi istologiche. - La diaignosi radiologi.ca dell'appendioite oronica. - MEDICINA SCIENTIFICA : I l valore emog.l obinico .delle emazie ·del vecchio. - Le mod ifjoazionii dei globuli roosi nelle m alattie epatiohe. VARIA : La vitamina della fertilità. - POSTA DEGLI ABBONATI.

Nella vita professiona'e : Cronaca del m ovimento pr ofessi.on al e. Conrcorsi. Nomine, promozioni ed omorificenze. Nos tre corrispondenze : Da Pavi a Notizie diverse. Necrologio : 1G. Vernoni : Guoido Tizzoni. Rasseg na della stampa medica. Indice alfabetico per materie. 0

il proble111.a se oltre l 'acromegalia ' ri siano altre foir me. o ee ·di origine endocrinopatica, smrubra poter esser r iso lto in senso poisitivo daccl1è per es. è ormai noto cl1e la osteite fibroo-cist~c.a di Recklingl1ausen è in gen ere ~u1ar i­ bile per 1)aratiroidectomia o· meglio per ablazion e d i adenoma paratiroideo, b en1chè tal.u·n e r iser' 'e vengano avanzate, percl1è ogni raggio· di luce cl1e sorge a nch e ombre semp•r e maggiori di·svel•a che r endono com:pl icati ed oscuri i prob lemi. Riferire i vari orien tan1enti, e porre le· tap .. pe segn.ate d.a i maggiori, ad e . da ' ' assale, Askanazy, Erdh eim1, l\fa1c Callun1 , Co1lip, ecc. nonch è le felici applicazioni cliniche e operatorie e la somma dei rp1roblemi ch e vi si riferisco.no, ·saTeb be fa.re opera superflua dato cl1e r ece11li ed ampie trattazioni n10-n ograficl1e esistoin o alle quali noi r im.an·dian10. 1

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a1cu11 ri ultato, an zi essendosi verificato un peggiora1nento·, il prof. Pieri andò nel inarzo scorso a<l esplorare la regione tiroidea, e trovò ecl asportò tIIl adenoma paratiroideo grande quanto una noce; do·podich è il miglioramento è stato rapido e completo. Il caso qri.indi ripete quasi esattamente qt1ello cli l\ilandl.


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« IL POLICLI NI CO »

P·umti cardinali sono1 le osservazioni anaton1opatologiche che mostrano frequente e particolare compromissio·n e paratiToidea i.n corso di talune malattie, p·er dirl1a1 con parola sintet~ca, calcioprive, e le ricerche di Collip sull 'ormone paratiroideo da lui isolato o paratormone . Questo i!Il condizioni noir mali aum•e nta la eliminazione ·di calcio e di fosforo e tend.e a mobilizzare lei riserve calciche dall 'osso verso g·li emuntori natur.ali, ·sì ch·e si ha iperfosfaturia, ipo·f osfatemia e in conseguenza ·di ciò ipercalcemia che a sua volta pro·v oca iper calciuri.a . La sindrome tossica da ·p aratormo·n ·e invece dà aum,ffilto dell 'Qllrea e azoto no:n proteiico nel sangue con aumento di ' 'iscosità e diminuzione ·di volum1e del plasmai; ipercalciuria specie p er la po·r ziotD.e B ( 1) e (contrariamente al caso prim·o) ip.erfosfemlia e gran·de mobilitazione di calcio d·ell,e riserve ossee e iner e·n .t i con seguenze locali e bilancio ca1cico n egativo e verso la fase teirminale forte acido1si. J af fé ·e Blair anche trovano leisioni ossee per decalcificazione. Ma m entre Erdheim parlava ·di reazio ne p er ipeirfunzio·n e parati.roidea seco111dar~a all'alterato m etabolism o calcico e alla lesione ossea, Colli p T.aggiu1n geva i risultati ora esposti e si detenninava sen1pre più largo con sen so· nell 'ammettere 1oh e dete rminate ipevplasie adenomatose paratiroidee siano capaci di produlITe (b enchè con n1eccanismo ancona· oscuro) malattie calcioprive. Ma g ià l'affermazione di og·gi ritrova 1critich e e riserve (Leriche) e mostra che ancora ci n1an ca la base fi siolog·ica a co1n clrursione con creta. E Leriche osse·r va rche tu.t te le .a zioni patolo.g·iche ·esercitate dallei p·a ratiroidi si svolgono nel tessuto c.o•n nettivo del quale l 'osso sarebbe una metamorfosi per adattamento. In un ca•s o di osteite ·d·eform.a:nte Askan.azy all ':auto1p1sia per primo tr-ovò un tumore paratiroideo, e Schlageinhaufer (dopo· ch e già W eil aveYa i)roposto l 'irradiazione delle paratiroidi) 1

(1) . i cl istinguono tre sp ecie di sostanze calci-

ch e la cui somma costituisce la calcemia t ot ale. La parte A è r appresentata da 4-5 mmg. di calcio fi siolog·irnn1ente inattivo, l assan1ente combinato alle 1)ro lein e : dipende d alla con centrazio11e proteica e d all 'eql1ili])rio acido base e costituisce il calcio di riserva. La parte B: 4-5 ming. corrisponde al calcio non ionizzabile dei sali complessi e il suo valore di·p ende d alla funzione paratiroidea. La parte C: 2 mmg. è formata dagli ioni calcio liberi e dipende d al1'equilibrio acido-base. B e e for111an o la parte llltrafiltrabile fi siologicamente atl iva dell a calcernia e sono le fluttuazioni di B e C ch e si accompag·nano alle alterazioni caratteristir l1e in rorso cli vi zi Gt o m et abolisn1 0 calcico (Big\YOOcl J .

[_i\NNO

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n.el 1915 per primo invita i 1clinic.i in casi di osteite fibrosa a praticare una esplorazio.n e chi1m1rgica intesa a vedere ·se vi è tumore paratìroid,e o e se vi è, ad estirparlo. Il consiglio è solo n·e l 1925 seguito da Mandl. Questi in u11 oa.s o di osteite fibrosa, seguendo la dottrina di Erdherim prima trapia:n ta quattro ipa.r atiroidi umane prese da un caso di morte accid·entale, ma più tardi no111 avendone alcun risultato b1atte opposta via. E cerca, trov;a ed asp:o rta un tumor-e paratiroideo, a seguito di che vede gu.arire il malato.. Da allora un rilevante numero di malati è st a.to operato e generalmente con rep·e rto p·ositivo operat·orio e con sUJacesso terapeutico, ben. chè non sempre il tumore sia reperibile (nè foirse sempre presente) e il suoc.esso non ogni volta 'S ia così pronto e deciso e qualche volta sia stato conseoauito con asportazione di paratiroidi apparentemente n 1orm.a li (futllzione tos. .. P) sica In gein eve però - . ed è qurun.to1 in genere n,el l 'ost·eite fibrosa cistioa interviene ___, se tutto n el sen so sopra indicato ipirooede ,ei cioè reperto e asportazione di a denom.a para tiroid·eo, allora a ttr.aveTso abitualmente a·d un p ér,iodo· postoperatorio più o meno accentuato e talora a.n ch e molto g rave di tetani.a, si ha subito scomparsa d ei dolori , caduta brusca della calcemia e co·r rezione dell 'alterato metabolismo 1con gra·d uale miglioifamento anatomo funzionale fino al.la guarigione clinica e anatomica 1oon recalcificazionei delle ossa lese, riduzione di ,roJ;u1me delle proliferazioni fibrobLastiche ·e g·igantocellulari e r·e calcificazionte , senza naturalm€lilte l 'esatta ric.o struzione ossea primiti,ra. Se questo è il brillante nucleo moderno del problema, numerose son-0 tuttavi1a1 le questioni di v.a ria ·p ortata che a·d esso si riferisoono e fra l'altro qu ell.a di saip.ere in quali forme morb1ose tale trattamento possa farsi e in ch e limiti e sopiratUJtto· in quali casi possa clinicamente 1)resumersi l 'esistenza di un turno.r e (tossico) }Jar.a tiroideo 1ch e .abitualmente dall'esternò al1'·esame obbiet ti,10 è solo eccezio·n almemte dato di rilevare . Poichè ·da un lato con eccessiva facilità si estese e m.o.n. sempre giustificatamente il trattamento a fo rm·e che con le di·strofie 1calcioprive non hanno diretto rappo1rto (reuma tismo .a rticol.are cro·n ico .anchilo·s ante e deformante ad es.) 1e dall 'altro si vide ch e lo stesso criterio ipercalcemi1a1 con ipercal1ciuria è indicazione non sufficiente, n è genuina. Vi sono infatti iper calcemie a b en diveTsa g·en esi (quali a d es. il morbo di Sch:uiller-Chri stians 1ch e appartiene al gruppo delle lipoidosi ài Epstein), e nello ste... so R e:cklin·g h.ausen ti· 1

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L A~

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l)Ìco può la ipercalcemia vatiare (fino a inancare) dia: caso a caso o per lo n1e110 in periodi vari nello stesso amn1alato, nè sempre figUJrare in stretto ra·p porto pro,p orzionale con l ' ipercal• • c1ur1a. Liè r e ha affrontato co ni larghezz.a il pro·blen1 a1 e considerata la imilit uidine di molte for111e osteodistrofiche calcioprive e la indeterminatezza ·di no:n pochi oasi, taLchè la stessa osser\razione talora da osse·r vatori diversi potre bbe e ~ ere diversamente interpretata e catalogata, ha fatto tre grandi cat eigorie : 1) il Paget vero cl1e sta a sè con 1eialcemia normale e sistema paratiroideo indifferente; 2) le distrofie calcioprive da oarenza, abitualn1ente con ipocalcen1ia ·e manifesta O· latente tetania; 3) un va·sto g ruppo di ca i ch e h a a nucleo centrale casi tipici di Reck.linghausen, ma ch e vi comprende forme analog-11e o sin1~lari , oon ipercalcemia e ch e egli ragg.rnppa sotto l a d enomi1na zionle di « o teosi paratir-0idee » delle quali riunisce oltre 50 osservia.zioni, le sue tre per anali incluse. Caratteri fondamentali di ques ta cosidetta osteosi paratiroidea sar ebbero dolori, fratture spontain ee ·da rarefazio ne con l esioni ossee varie (tume fazione , deformazio·n e, in1curvan1ent o, a ccorciamento ecc.) profonda o più o m eno diffusa (ma a.n ch e circoscritta) decalcificazione ossea co n qua·dri radiolog ici vart a.. tipo osteoporotico , tum-0rale, miala1cico· e pagetoide fi~o al tipico Reic.kling hausen , ca-d uta di denti, seg·ni orinari e cioè colich e cla litiasi r en ale per !ptfecipitazione fo s fo-c~l c ica 1con orine torb·i de e lattescenti, ipercalc iuria e iperfosfaturia , astenia ' atonia muscolar e e ipoeccitabilità elettri1ca, calcificazioni m e tastatich e profon de per m o1b ilitazio n e cal èica d ai cl epo iti ossei ai vari org ani ecc. (segno q11 es to .an aton1jco e r acliol og ico, non. clinico), :p~ù o m eno notevole e talora ri] e,ranti i1n .a ipe rr.al1ce1ni.a , si11tomo qu esto abituale e d o111 ina.n le n1a tultavia i1011 n ece·'"'s.ario e ne mme n o p·ato·g n omonico con iper calc iuria , ipo fosfatemia e jperfo fa turia e pr esenz.a di tumore (.ad cn·on1a) 1)arati.roideo, la co11statazi.onc d el quale è r ara em e iol ogicamente, n1olto freq.u1ente chi1ì1ro·icamente e quasi r eo·ola rn1 e11 te costante an atomi0patologicam e11t; , e d ecor o a})itualm ente p1rogr eissi,10 di 2-6-10 anni circa. Vi ione sin tetiica e corr11}r en siva questa, ben cl ocum en.taba• in una mon·o.grafia cl1e b e11e riassume. tutto quanto fino ai no tri g jorni è stato scritto in· argon1ento. Ma se in r ealtà ia s trettan1enle aderente ai fatti 1c.li11ici e vada senz 'altro addo·ttata no11 cr edian10 si possa ancora dir e, per ch è i1rima di p erdere e rinu,n ciare a quadri con lim1iti b en d efiniti ch e t alune forme 1

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SEZIONE PRATICA

l1an110 co111e n1alatt ia aulono1m a a sè (RecklinghaiU1 e11 ad es.) e pri111,a, di a ccettare senz'altro limifazio1n i e d efinizioni n elle quali la pa.rtecipazione paratiroidea figura 1c-0n1e necessaria, conviene fo rse attendere più larg o1 controllo e IP'i ù m a tura esp erienza tanto P'i ù che qualche forma tuttavia ben -definita, come l ' osteomalac ia, rimane in questo 1ciampo1 incerta, mal classifi1cabile o a·ddirittUJra sm embrata. Il tentativo tuttavia và seguito col magg·ior interesse. Comun,q ue, qUJalunque siano le parole e gli ap1p1rezzamenti u1n fatto importante e premin ente 0 ggi è in nostra cono cenza e cio1è ch e vi è un gruppo di paziènti, com.e i malati di osteite fibro so-cistica di Recklinghausen, n ei quali i 11 b·a se a sinton1i clin~c.i, chrmtici e ra·diolog·ici n oi preisumi.ar110 esser l ' err-0re metabolico alle dipen.d enee di un tu1no~ei paratiroi·deo e n e .a ffermiam o l 'e j st e.nza anche se non lo sentiamo e ciò con tale corredo di esperienza e cognizioni che ce1cando il tumore spesso lo trovian10 e asportan do lo capovolgiarr10 l'errore m etabolioo , rieq uili briam,o il bil1an cio calcico e vediamo ricaLcificar si e ricostruirsi l 'osso e g·UJairire amm.al n ti ,,er -o i quali p1rima eravamo, pres och è in1llJ1otenti. Bencl1è il ca o ch e n oi riferiamo sia il prim o di n101·bo di R e1c.kling hausen r eso di puhb·l ic.a rag ione (il c.a so di Pieri g·ià .a ccenn.ato, non ain cora fu pubblicato) e operato in I talia - a n ostra nozion e a lmeno la letteratura italiana no11 è de l tutto• sil ernte. Ricordiam·o per la p arte g·ener a le le o&_?er' 'azioni di Stra da sull 'osteon1a.Jacja e osteoporo i e l1a1 t esi di V. Ghiron nella cli1n·ica 1chi:rrutrgica di Roma (I ) co n ·esp1erienze che confermarono il rapporto fra le p·a ratiroidi, il riicambio cal cico e le le ioni cl1eletrich e come già Erdheim avev.a o er v.a to ; e v.a citato cl1e DaI·io 1\1.ar.agli arn'o ne ll 'ottobre 1929 a l Co·n gresso .di ortopedia si è occu pato d eg·li inteTventi sulle pa1r.a tiroidi 11elle a r triti. multiple .a nchilosanti , un campo cio(' ·di a ltre indicaz ioni 0così come Lerich e ·Oper ò J)O i J)er clerod ern1ia, ch eloidi , ecc.). E va ricordato un caso di Tad·dei ap~punto operato pe r poli.artrite .a nchilosantei (Riforma n?.ed., 1929) , ecc. 1

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A namriesi famigliar e. -

La n ostra n1al ata h a 18 annj . Il padre che ha 43 anni e la ma<lre di 51, non furono n1ai a1111n alati . Dal m atrimon io nacquero due figli di cui la p. è primogenita. Il second og·enito è un m aschio d i 8 anni ch e non fu mai mal ato e<l è 11orma11nente . sviluppa to. Fra queste dl1e gravidanze a t ermine vi fu ~n aborto in 1° n1ese di gestazion e, dovuto probaJJ1l1nente a strapazzo fisico della inadre. (1) V.

GHrRON.

L'importanza. clell.e par atiroidi se-

co1lclo le odierne ved ute. Pozzi, ed1t. , Ron1a, 1924.


176S

cc IL

POLICLI~1CO

La p aziente n acque a t errnine: per lieYe cli locia da scolo i)rematuro d elle acqu e fu a jJplicato il forcipe al p erineo. La n eon a ta non n e st1bì alcu11a cleformazione d el cr anio. Ebbe alla llamento merce11ario da donna sa11a ~d i cui figli sono attualmente sani. I pri1ni atti fisiologici, la prima dentizione e la d ean1bulazione furo110 i1ormali. L 'intelligenza fu sen1pre sYeglia e la IJ. frequentò con ottimo esito le scu ole. L 'evoluzion e soma tica fu r egolare fino ai 10 an11i, esse11do fino ad allora apparentemente nor~ale tulto lo sviluppo sch eletrico, con1preso il . cranio . .!\. ei a1111i ca111b iò r egolarn1en te dentizione essendo i de11ti di seco11cla dentizio11e sviluppat~ in te111po e di forma assol ntn111e11te normali. Ebbe sen1pre appe tilo norn1ale, fu sempre n10dicam ente stitica. Mestruò a 14: a11ni, 0vendo fra i 12 e i 14 anni r10Lato saltuariamente la compar sa di lievissime en1orragie genitali di 1nini111a entità. Dai 14 anni e fino ad ora ~ cicli 11'l;ensili sono st ati sempre normali p er frequenza, durata, e11tità ; mai dolorosi . Lo sviluppo p sicl1ico è st ato sempre propor:zionato all 'età. .4.n.amnesi r emota. - t\ sette anni soffrì di morb illo. In te11er a et à e])b e qu alche adeno,p atia sottoma.scellare ~ cervicale, n1ai dolente, nè suppl1rata ch e Tegredì completa1nente. All 'e l.à cli 7-8 anni E:Offrì sp~sso di t on sillite follicolare, specie nelle st agioni umide. A 9 a11ni incon1inciò a soffrire cli carie d entaria, -cqn la p erdita di u11 clente. Un altro d ente molare i cariò in seguito ta11:to profondamente da -venir espt1lso spontaneamente in nljnuti frammenti a varie r i1)rese. Dai 10 ai 12 anni soffrì di leu correa modica di non sp eci.Jicata 11atura, scon1p ar sa spontaneame11te. .4. namnesi r ecente. All 'età di 11 anni, non preceduto n è accompagnato d a dolori spontar1ei (salYo una lieve d olen zia al g inocchio dopo lunga stazione erett3)~ ~ far1tigliari n ot arono un incurvamento valgo d 'amlJo le g inocchia. Uno sp ecia-lis ta consigliò osteo tomia ch e venne eseguita solo un a11no d opo, esse11cto aun1e11ta ti il valgisn10 ed ·u disturbo inerente. Dopo l 'intervento (ost eotomia bilaterale) I 'arto inferiore destro g u ariva, 1ne11tre a carico dell 'arto inferiore sinistro si aveva g u arigione imperfetta l)er callo difettoso da accavallamento d ei monconi e 1u ssazione della rotula. Un secondo atto operativo a carico· del ginocchio sin. no11 pare abbia portato grande giovatnento, essendone residuata sottolussazione della tibia s11lla testa dcl ferQore ed t1n accorcian1ento J)erman ente dell'arto. Da quell 'ep oca la paziente non sì è più sviluppata in altezza, J11er1tre si facevano palesi d elle deformazioni a carico dello sch eletro del tronco . Fra i 12 ed i 14 anni si 1na11ifestava d eformazione progressiva del torace ch e si a11dava appiattendo ai lati e n ella su a parte superiore con forte protrusione della inserzione s ternale delle cl avicole che assunser o direzione quasi sagittale antera-posteriore ed innalzamento e spostamento in avanti di tutto lo sterno, · inentre una angolatura netta si costiluiva fra le coste e le cartilagini costali. Da 4-5 mesi si è accorta del comparire di una deforn1azion e cifotica del tratto cervico dorsale del rachide ch e in breve ha assunto le pro,p orzioni attualmente presenti. Due anni e mezzo fà e$ endo in pie110 be11esser e, Anamnesi fisiologi ca. -

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[. ~~No . XXXIX, Nul\r. 46j

urtava l~ol b r accio d estro e non con grande forza, contro lo spigolo di un n1obile e r1e riportava frattura dell 'on1ero. Curata coll 'jmmobilizzazione, g·u ariva con esito i11 r accorciamento dell 'arto di circa clue ct111 . L 'estate scorsa, trovandosi i11 spiaggia, cacld e con tutto il peso del ~orpo sul braccio destro e n e riportava u11a nuova frattura rlell 'omero. Immobilizzato l 'arto, l 'osso ap1)arentemente si saldava: residuò per ò una n o tevole perdita di funz;ona1ilà del braccio ch e solo da un paio di inesi ha riacquistato, parte della sua fu11zione. In questi ultimi tempi si è andata progressivan1ente astenizzar1 do, non però in graYe inisura e p erciò co11sultato un l11edico ed avutone consiglio, entra n ella clinica inedica. l\fai el)he d olori sp ontanei o proYocati alle os a. Dall 'età di 11 anni si è andata iniziando e face11do v ieppiù manifest a una sindrome pigmentaria c utan ea co.r1 sis tente in n1acchie simmetriche sulle due rnetà del corpo (al collo, al torace, alle ma1nmelle, alle nlani) ipocro1nich e al loro centro e ch e sono circoncl ate. da un a11ello a Yaria forma cli ti11ta bru11a. Esam e obbiel ii'uo . - Ragazza di 18 anni, il cui sviluppo sch eletrico e somatico non è proporzio11ale all 'età, clintostrando la p . di essere molto più g iovane (apparentemente di 12-14 anni) di quello che è realn1ente. L 'appar enza infantile della p. è dipendente sia dalla microso1nia ch e dall 'aspetto del YOl to; il sisten1a pilifero e i seni sono p erò perfettan1ente svil11ppati co1ne in u11a g iovane donna. Ha decubito indifferente, andatura lievemente clauclicante p er raccor cian1ento dell 'arto inferior e sinistro , non dolorosa. Psiche integra e ben orientata co11 intcllige11za sveglia e proporzio11ale all 'età. · Lo scheletro è irregolare per sviluppo e alterazione di forn1a degli arti e del tronco. La pelle e le mucqse visibili sono pallide. Cute osciutta con chiazze si1n1netriche ipercron1ich e alla periferia ed ipocromiche al centro; so110 presenti al collo, al torace (areole mamn1arie). al dorso d elle m ani (vitiligine) : nell e zone di ipocromia sono particolarmente n1a11ifesti sp esso feno1neni di reazione vasomotoria (rossore). La p elle è ben sollevabile in pliche, un po ' ane lastica in certe regioni (facci~ , collo, dorso delle mani) normalmente ricoperta di p eli n elle regiqni ascellari e al pube. Adipe sottocutaneo scarso. .~ssenza di edemi: il volto presenta però t1na pelle un po ' succole11ta tumida e più ai1elastica ch e nel resto del corpo a tipo di iniziale infiltrazione inixedematoide . . La inuscolatura è in t11tto il corpo ipotonica ed ipotrofica; sis tema linfoghiandolare integro. Respiro costo-diafran1matico, di tipo e di freque11za nor1nale. Polso normoteso ril1nico di frequenza 70. Pressione (RiYa-Rocci) 105/80. AlYo e diuresi n ormali. Altezza del corpo in piedi cn1. 137, sedu tn cm. G9. Capo brachi cefalo con faccia r elativamente piccola rispetto al volt11ne della testa; il cranio è di forma rotondeggiante erl ha il tipo del cranio rachitico. Il diametro ant. post. massimo (18,5 cm.) è di poco so pra quello trasverso (16,5 cm.) ; la circonferenza è di 56 cm., Ja faccia è stretta (diametro naso mento11iero ·c1n. 11 ,5, zigomatico cm. 10,5) ed allungata. La fronte è alta. Non si apprezzano le suture <'ranich e. Il capo è mobile in ogni senso.


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SEZJ O "E PRATIC.A

I lYulhi oculari .. 0110

po' s1Jo rg·e nti, co11 ri111a palpeL1 ale di J1orn1a le a 1n.p iezzJ., i1or1nal1nente 111 obi le in ogni sen so, 11011 i1i st ng·1110 . Pupille isocoricl1e b e11 r eage11t i all a luce e a li 'accomodazione. F u11zio11alità dei i1erYi cr a11ici integra . Non i JJrO\ ora d olor e con l a pression e sui for ami e.li llll

u ~ ci la .

Il co ll o corto, esile, ji1fossato n el torace è i11cli11ato J)er Yizia ta p ositura della colon11a Yertebr ale cer ' i rale l a qual e è piega la cifoticam ente n e] segn1e11 to clor .5ale forn1a11d o -<'O n esso ·u na sporgen za r oto11deggiante il cu i Yertice è forn1a to d all 1apofisi spi11o ~ a uel) a VII Yerl. cPr vicale; n on vi si proYoca d olore. . Il collo è> i11o bil e i11 og ni d irezion e . _\ ll n r aclice d el coll o si 11o ta110 s i111J11etrica111e1tte zo11e di vitiligine cutanea . ~0 11 i no l ~no in1p ul i Ya ali a normali. ì\011 si p alpa110 li11foghi anrlo le e l a tiroide app ar~ di YOlu1ne 11or1nal e e un a t le11to e a111 e d ella r egion e 11011 111e l le in evid erLza i1t1lla di patolog·ico. No11 OliYer-Card ar elli-Gr occo. Torace di 1norfo p er il preYaler e d el dia111elro a11t ero-pos leriore \cn1. 11,75 a liYello clell 'in serzion e <lelJa III cos ta) u <1uell o trasver o (c1n. 15,0 a l iYe lJo deJJ a III co t a ulla l inea ascellare m edia) : tale rapporto i i11ve rte alla b a e d el tor ace ch e è fia nca ta . _.\ngolo epigastrico ottu so. Lo st erno è pi r:i 11eggia11le co11 an golo del .Lou ys evidente. Le i11 ser zio11i d elle cartilagini costali ullo s terno son o i1or111ali ; l e pri1ne qt1attro coste articolan o p er ò ron u11a a11goJa tura ~ulle loro cartil agini costali. Le ~ c : 1po l e on o ùi forma apparentem ente n ormal e . Le cl aYicole hanno decorso accentuatamente oJJliqt10 d all 'a vanti all 'indietro. La colonna Yertebrale t or acica, dopo aYer for111a lo g ibbo cifotico post eriore con quella cer vicale 11a p osizione 1ordosica ch e si continua con l a lord osi l ombar e, inizi ando d alla III apofisi pi11osa dorsal e; è m obile in og ni sen so. F osse sopra e sotto s pinat e, . OJ>r a e so llo claYicolari ])en eYidenti . )lll col a tura del torace tutta ipo trofica ed ipoton i ca t a u lo ch e con fac ilità si p uò al zare e distaccar e d ai pi ani o ttos tanti l a punta d ella scapol a. I i11ovin1enti res1)iTa lori sono simmetri ci p ost eriorn1en te : an lerior m en le la n1et à superior e cl e 11'emi t or ace sinistro si soll eYa n ella insp irazione più d ell 'omologa. P alpazion e : F. 'f . i1or111alm en te con er vato e t r asn1esso u lutto l 'ambito . P er cu ssione, s uono chiar o p oln1011ar e OYl1nque; ]Ja i l11obili, se11i cost o-diafr am1natici l iberi . .\ col tnzio11e: respiro un p o' a pro a t ipo infa11tile. Cltore: i1on bozza precordiale r1on in1 p11l si an or1nali L 'itlo ci 0lla pu11ta si p alpa e si Clelimila co11 la per cu sio11e a l V sp azio intere. sulla em icl avear e. ~ argin e d estro (Orsi Grocco) al limite fra III m erlio e IIf sinistro dello s terno ~Il 'altezza d ella IV cost a. A11golo ep at ocardiaco nor 1nale. Tratto orizzo ntale t111a III cost. c1n . 2 1/2. Spazio r etromanu })rio . tern ale Jiber o . Ascolt azion e: toni n e tti puri , rjtn1ici i11 1utti i foco] ~i . :\..clcl o111e g l ob oso espa n o con cicatrice ombelical e introfl essa, muscolat l1rn leggermente ipoto11ica . ~on r esist e11za nll a ])Ulpaz io n e superfici ale e profonda, l~he 11ulla ay,·erte cl i anor111 al e; non prese11 za cli liquid o. F eaato: arriYa in alto a1 V spazio s11ll 'ernir l aYeare, in b asso d eborda cl i 2 cl ila trasYerse cl all 'arca ta co t ale; st1p erficie e ])orclo a ca r a tteri norn1ali .

~Iilza:

p oJo . u1Je rior e al ' CI 1)azio sull 'ascellar e m edi a . In b asso 11011 è pal1)abiJe. n eni : n on si p al p an o . .A.r l.i super iori, n), u ~ col a Lura di lutto il cir1golo scapol ar è i po trofica ecl ipo lo11ica cl 'am bo i l ati. A <lestra è più eYide11te l 'i11o trofi a rlel p ettor al e. Il b raccio destro è in confro11 to all 'om ologo piì1 corto Cli 3 c111. (cm . 24 invece di 27). La inetà di s tale d el braccio è 1r1ob ile su lla rr1età prossimale })er l a non complet a con soliclazio 11e d i u11a frrt ltura d el III 111edio dell 'on1er o co11 accavallam ento d ei ino11 coni. Non si provo·c a co11 i movim enti p <t8sivi d elle· clue 111età su di lor o ru1T1or e d i scroscio, i iuovime nti provocano c.l ol or e. ,\ 011 Yi . ono segni d i i11 ufficie11za o p ar alisi d e i n er vi i11ot ori d e l braccio, dell 'ava1nbraccio, d ~lla n1an o; tanto a destra r l1e a si11i... tra tutta l a 1nu col atura dell 'arto superior e è p er ò ipotr ofica ed ipo tonica. I rifle si fisiologi son o lutti presenti. I movime11ti spontan ei del braccio d estro SU tl 'articol azion e capolo o m erale sono limitatiss imi p er il dol or e c h e essi ri veglian o a liYello d el t er zo i11edio cl el b raccio s tesso. Arti i11feriori : cl ' am bo i l a ti si i1ot a una cicatrice cu ta11ea a l ivel lo d el condilo femo rale m ediale, n1obile sul so ttocu taneo, ipocr omico. J\ sin istra c icatr i ce ipocr omica ar cu at a a livello d ell 'interlin ea arli colar e del g inocchio . An1bo i fem ori h anno forma ar cuata, con facci a anterior e m olto ri curva a sciab ol a. Il g ino cr J1io sinistro· è cl efor1ne p er lu ssazion e p osterio re n ella tibi:i ò el fe111or e . L 'arto si11is tro è più corto di 3 c1n . (72 invece di 75 ·cm .) di quell o omologo . L 'accor cian1ento è a carico del fem or e. Ri lle i tutti prese11ti e n or1nali. L 'esame d elle ori11e agli or cli11ari esam i dà rep erti n ormali. Cutireazio n e tub . negativa. Pression e 80-105. W ass ~1einicke, Kal1n: negative Hb . 79; G. Rossi 3.600 .000 ; g lb . bian chi 10.200 ; valore g lobul ar e 1,05; forroula g ranulociti neutrofili 67 ; eosinof ili 3 ; basofili I ; Jir1fociti 23, monociti 6. I dati d elle altre ricer ch e son o riassunti nella tab ella. Am.m .

o.

M. (m. di Reckli1nghausen).

Prim a dell 'in terven to

'r.

a)

D opo l'interven t o

Cifre normali

ne] s angue:

Calcio . . . . .

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m.m gr . 8-10 %

7-V I =9,1 9-'o

Fosforo in.or g. mm gr. 2,1

mmgr. 2,4

°0

21-V = 2,3

~{,

25-V=2,5 % 7- VI = 2, 45 %

%

m.m gr . 4 %

P otaesi o · . . . m·m gr. 21 °fi

m i::.g r . 20 %

So dio . . . . . . mmgr. 292 °b

mn1gr. 300 %

>>

(in Na CD g r . 6,25

Magnc~i·o

· . .

gr. 5.5-7 °/01

°;0,,

mmgr. 2,0 %

mmgr. 2,8 °b

Colesterina . . mmg r. 180 <}b

mm g r . 165 %

m mgr. 180-

Gl ucoeio . . . . g r . 1.05 °/0 ,.,

gr. 0,97 °/oo

gr. 0,801,10

b ) n elle urine :

Oa,lcio (n elle 24 ore).

m ll!gr. 415

mmgr.

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250 %

5-VI

=

310

6-YI = 280 7-\TI = .535

°/01

cir:!a 500 mmgr. 0 /oo


1770

cc IL P OLICLJl'iI CO »

INDAGu~E RADIOLOGICA.

Aspetto della t eca cr a11ica sft1mat o. Il t avolato est erno è poco apprezzabj le; l 'i11terno è n elto e bene evidente. Allargamen lo del diam etro ·orizzontale del cr aniq p assa11te per le rocch e' i11 . . pro1ez1one pos ter o-anteriore. Suture n on evid enti. Scarsa eviden za dei solchi m eni11gei e delle ven e diplqich e. Seni frontali ampi e ben e illuminati seni m ascellari pure ampi, di trasp ar enza aÙ111en : t at a il destro, velato il sinistro . I sen~ sfe11oidali so110 pure ben e illuminati soltanto anteriori alla sella ben e illun1inati : il tett<.~ del seno· corrisp on de n'l e alla fossa cr anica anterior e e alla porzio11e an teriore della sella è sottil issimo. Sel1 a turcicn gr a11cl e, teHd ente alla forma trapezoide, con assen za qu asi co1nple ta delle apofisi cli11oid er· sia an teriori ch e posteriori . Dorsum sellae per pen dicol ar e, non moJto in grossato, piccolo spron e posterior e. Non calcificazio11e dell 'ipofisi; epifisi p arzialmente calcifica la. Colon r1a ver tebrale cifoscoliotica 11el t r att o cervico-dorsa1e, è in lo rdosi e scoliosi n el tratto dor olombar e. La ~colio s i è a S i talica , a larga cu rY::l des tr o-convessa n ella J)Orzione dor"' nle, rte tro-co11cava n ella lomlJar e. Tor ace corri spettivam ente deformato; r istretto Cranio. -

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1\ 11ca

d rst ra (pri1na dell 'operazione).

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n ella metà superiore, slarg·ato alle b asi, presenta gli sp azi inter costali prevalentem ente più r istretti a sini stra. Bacino : accar to·ccinto, ossa in toto decalcificate. L 'apertura super ior e del p iccolo bacino r icorda la forma . del cu ore da carta da gioco. Le ossa iliach e e 1e ali del sacr o presentano sp,ar se numerosissi1ne areole di decalcificazione a 1narg-i11i n e ltissi1n i; ovalari o rotondeggianti . Le br anch e ischjo pubich e spin te in avan ti a becco d 'anitr a present an o zone di int ensissima tr asparenza cl 'asp etto cistico. C~sti vaste 5eparate da sottili sepi1nenti al quinto superiore dei 2 fen1ori.

[ANNO XXXIX, Nu~r . 46]

Nell a regio11e diafisio 111etafisaria distale del fen1or e di sinistra s~ osser,·ano gli esiti di una frattura con soliclata con a11golatura aperta ver so l 'i11te~110 e_I :il:in1agine di fili inet allici per la sutura dei ,capi. S1 h a per ciò arcorcia111ento dell 'arto. L om er o destro, a differ en za del sinist ro incurvalo n S, è visibile q uasi soltanto i1ei !:u oi contor11~. La t es ta e il collo h anno l 'aspetto m arezzato eh~ ricorda la ~ollica di p an e. La diafisi è sostituita completamente da una formazio11e cistica con scarsissimj e tenui sepimer1ti. La corticale est erna al 1/3 inedio· <lella diafisi più ch e i nterrotta, è to talmente scomparsa; assotlig·liati ssima l 'jnter na. L 'epifisi inferiore è rlefor1na ta e ruota la decalr.i ficata e con piccole form azioni cistiche. ' Nelle altre ossa scar se alter azio11i .

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On1ero dest ro (pri1na dell 'operazione).

Nessll!11 dubbio quindi tr.attarsi , in campo di r achitismo tardivo e di micro,s omia, di tipica oist eite fihr.Ofcistica di Reckling hausen . 1D iscuterne saTebbe ozioso, tanto tipici, co·m pleti e inequivo1cabili sono la sto.ria e1 i qua·dri clinico ·e ra diologico completati d.alla con•s tatazione di i per calcemia. Le prem esse fa tte porta,rano pertanto c-0sì , data la diagnosi, alla precisa indicazione chi1


~

[ANNO XXXIX,

46]

NUi\I .

La mal at a venne operata il 21-V-32 (prof. Ales

corrono vene enormemente dilatate, una di esse sul m argine la terale d ell a t iroide h a un calibro 11on inferiore a 5 mm. Dissecando 11ella profondità il celll1 lare lasso, appare 11ella profondità dell 'angolo diedro forma to dal lobo d estro della tiroide legger1nen te sp os tato in avanti e verso l 'interno, e

sandri).

Operazione : 21-V-932 (Prof. Al essa11dri). Etero narcosi (em e. 80). Incisione a collare alla base deI collo da un cap o d ello strenocleidomastoideo al I 'altro. · mmgr: 1

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DiYarica lo a ll 'esterno lo sternocleidomastoid eo di de ·tra si sezionano parzial1nente i muscoli sottoioiL

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SE7.IONE PRATICA

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Eliminazion e urine.

il fascio vascolo-nervoso sp os tato all 'esterno, u na formazione ovalare, di ~~olorito giallo roseo, liscia, che si enuclea facilmente da un suo piano di clivaggio in quasi t utt a la superficie me110 in un piccolo tra tto in Clii si p on e una pinza di Kocher e si seziona. Emos tasi. Slitura d ei m uscoli sottoioidei

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dei dello s tesso lato . .Si mette così in evidenza medialmente il lobo destro della tiroide e lateralment e il fascio vascolo-nervoso. Car~cato anche questo sotto il divaricatore r esta così nel campo operatorio solo il lobo destro della tiroide. Questa appare un po ' p iù grossa del norn1ale; alla sua superficie de-

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nel tratto sezionato. Su tura dell 'aponevrosi cervicale superficiale. Cute ir1 grappette. Decorso pos t- oper atorio no·r rnale. Al 5° giorno si tolgon o le grappette; g u arigione per prima. Esanie 1nacrosoopico del pezzo asportato : Il p ezzo asportato h a Ja forn1a di una piramide triangolare,

.

.~


1772

<< IL P OLICLINICO >>

[l\ NNO

XXXIX, Nul\·I. 46]

della c1uale uI1a faccia notevolmente più ristretta del tu1nore asportato di111ostrò trattarsi di un delle altre dà alla piramide stessa un aspetto un adenoma tiroideo calcifi1cato. Ma Hu.n ter era po ' appiattito. Lu11go 22 111111., largo l~ in1n. , spesso 6 inm. ; il co_ì s1curo della diagnosi, che al 5° giorno inpezzo pesa gra1111ni 0,90. dus_e Walton a rioper.are; non trovan·do alcun La sua superficie esterna è di colorito giallo sportumore anche esplorando col dito avanti e dieco con qualche tratto sfun1ato in bianco ed altri tro l1a trachea, questi a llargò l'incisione e asporinvece rico,p erti da ìnacchie di colorito ros... o-vivo o più o n1e110 scuro; in alcuni punti è p ossibile di- tò la paratiroid·e su1p eriore destra che era prostinguere qualche stria vasale r ossa o rosso-viofonda sull 'esofago e fu scambiata i)er ooa lacea. Il ])ezzo è avvolto da una capsula fibrosa ch e lo g hiandola linfatica, e trovò un grosso tumore di <flliella inferioir e d·estra ch e stava dietro la circonda completamente; solo in un piccolo tralto cli qualcl1e in1n . la carJsula è lacerata e dalla lacetrachea e l 'esofago ,d i fronte a i co.rp1i della 1a. raz~one fa ernia il parench~1na di colore giallo-spore 2a. ,re1rtebra dor ale, o•t to il li vello della claco inle11so . La caps11la è facilmente distaccabile. vicola. La consistenza del pezzo alla palpazione come al taglio, è inolle flaccida t1niforme. Si pratica una sezione iungo il maggiore asse del pezzo e parallelamente all e faccie più ampie. Per quel ch e riguarda 1a tec11ica essa· -è ,a sLa superficie del taglio appare di colorito giallogrigiastro, con un fine disegno lobulato, ch e per- sai sen1!JJ1li1ee specialmente quando, come nel nostro caso, esiste un adenom,a o un 'i1Jerplam ette di distinguere, beparati fra loro da tratti lineari di colorito più scurq., tre o quattro lobi consia de1lle .p aratiroidi, che cor11e abbia1110 g ià tigui con periffi;elro circolare od ovalare, di dimendetto è in g·enere d,a a111n1ettere in caso di w1a sioni variabili <la quelle di un chicco di pepe a osteite fibrocistica ge11e ralizzata, in cui siano qt1elle di un piccolo fagiolo, nell 'interno dei quali po:s itivi i dati sopra accen·nati, s1)eici,almen.te le spiccano, sparse l}U:1 e là, macchie puntiformi dì colorito rosso-vivo, in i1umero variabile da un lobo alterazio ni e il rican11b io del calcio, e quando le all 'altro. Esame microscopico. Ematossilina. Eosina- par:a,tiroi.di siano nella sed.e ordinra ria . Orange. . · Raramente in que ti casi i rie ce a p·alpare Il tumore è fatto quasi esclusivamente òa cellule l 'ad eino1m a o l 'iperpla ia; e ciò avvien e, nachiare a tipo fondamentale, solo in qualch e tratto turalmente l 'indicazione .all ' intenrento è ane ii1 q11alch e sezione si mettono in evidenza, a piccora più preic:isa e la via di a cces-_o è sul lato coli gruppi cellule oxifile. In gran parte delle sein cui si palpa la tum e.fazione. zio·n i la disposizjone tj pica paratiroidea è mantenuta; esiste un m orlico grado di anaplasia : cellule Se ciò, com1e d 'ordinario, non è, si devòno p ii1 grandi della i1ort11a, a i1ucleo molto grosso con ·e splor.are le sedi più comuni delle paratiroidi polverizzazione della cromatina. specialmente delle i.n feriori. Ciò si può. fare In n essuna parte del preparato si scorge la precon Uil1a inc isione laterale come praticò il Tadsenza di sostanza colloide. dei o mediana 1c,o me propo·n e Magaldi (1), n1a Per quel cl1e :r ig·uarda l ' i.11tervento co nviene è preferibile lai via seguita dalla n1aggior p1a raffermare ch e qu,a ndo l 'indicazione è precisa te ·d,ei chirurgi (2), piraticando, una incisione a 1

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come n el caso no tro, questo deve com;pieirsi co11 un.a ricerca comp·l eta operatori,a, po,i chè possia1no affern1ar.e dall 'esperienza odierna ich e il tumore in. questi casi non n1.ai1ca, e solo può esser e in sede no,n ordinaria. Con1e e empio tipi co è d;a. con siderare il 4° ca o riportato· da Hunter (1) : es o ven.n e operato d.a w .a lton , che in ;un p·riffil() intervento riscontrò n ormali le du e pa,r atiroidi superiori: trovò invece il 1p1olo inferior e d el lobo destro della tiroide più pallido e più ·dt1ro del reìsto; i11cise allor,a lo str.ato superficial e del tessuto tiroideo ed enu1c.leò ,d allo sp·essore d,el Jo,b ·o· un piccolo turno.r e bia.n co-g·i.allastro opaco; n e su.n seg·n o1 do1}0 1'OJJiE: razione di insufficienza p,a r,a tiroidea, n essu·n,;i variazione della calcem i.a (12-15 prin1a , 1±- 16 ·dopo); l 'esan1·e istologico 0

1

(1) Ht.~ 1T ER D. llyperparatl1y r oi disn1: ge11eralised osfeili s fibrosa. 'fl1e Brit. J our11. of Surgery, 1931, XIX , 74, }). 203.

colla.re, che può sin dal principio essere bil1terale, o essere iniziata da um lato e poi nel caso prolungata d,all 'altro . Co·m e si è detto sopra ·n o1n trovando le paratiroidi in sede no rmale, occorre riceDcare ai lati della trachea• anch e molto· in basso e anche dietro di essa e dell 'esofago, (W.alton). Si può usare l'anestesia locale ch e a,doperia·ffilO genetralmente nelle operazioni sulla tiroide, o come invece n el caso attuale, la gener.ale, penahè ·si tr.atta·v a di una .r agazza mo~to 1

(1) MAGALDI B. Studio critico delle vie d'accesso alle paratiroidi. Annali Italiani di Chirurgia,

fase. 8, 1930, pag. 796. (2) CH1FOLIA u et AlVIELINE . Techn.ique de la parathyro•idectomie. J ourna] de Chir11rgie, nov. 1931, pag.· 625. V. anche ' VALTON J. A. The 8u rgical treatment of paratliy roid tun1ours. Bril. Journ . of Surg., ott. 1931, XIX, 74, 285, e anche la nota di t ecnica dello st esso WA LTON nell 'artjcolo di H u:\'TER già citato.


XXXIX,

{ANNO

NUl\tI.

46]

SEZIONE PRATICA

giova:n e e1 un· po ' irrequieta; e ciò specialmente quando non si palp1i nulla e si possa preved ere ch e l 'esplorazione dovrà essere completa e prolu.n gata. Crediamo utile il suiggerime·n,t o di Cuneo di scoprire bene il margine anteriore dello sternocleido-mastoideo c.h e viene retratto fortemente i1n dietro, !Per repertare il margine laterale dei n1uscoli anteriori steirno-ioideo ·e ·sterno-tiroideo, che v,e ngono seziona,t i più semplicemente so·lo in parte, e spostati verso la line,a m ediana. Si sciopre così la parte inferiore del lobo tiroid·eo, co lla cui faccia posteriore è il più spesso in, rapporto I.a pa.r atiroide inferiore e sollevandola qu1indi ,e d esplorando la logg ia fuori d ella ca1psula propria della tiroide, si può più fa cilmente tro,ra.re la paratiroide inferiore. Se com e è stato n el nostro caso si trova un adenoma o u11a iperplasia evidente (n el n o·s tro caso la tumefazion e era grande 1come una n occiuola) l 'intervento è i11olto sem plificato. Asportato il nodulo crediamo non ·sia n ecessario andare a cer care la pa.ratiroide sup,eiriore e n e•ppure quelle ·d ell 'altro lato. Così fu .fatto n el no tro ca o e il risultato ottenuto è st.at o ottimo. E poichè com e fu detto (e 1c,o me qui pure seg uì) su ccede abitual111ente qualch e fatto ·di t et ania , talora ancl1e impo·n ente, è prUJd ente in casi simili fermar i dopo l ' asportazione dell 'ad en oma o della iperplasia, se n o tevole. La ferita può chiudersi per prima con sole grappette, e in 5 giorni, come nel nostro caso, potè otten er i la QUarigione. Divers.a,n'liente vanno le cose se n on vi è a den on1a o jperplasia evidente della 1paratiroide n ella sede ordin.aria; conviene allora incider e co,m pletam.ente i muscoli pretracheali con sezione lrasver ale a li vello· d·ell 'istmo della tiroide e prepararli in alto1 e in basso scoprenclo cosi turtta la tiroide ed esplorar e tutta l.a fa1ccia posteriore di un lobo e dell'altro, e qui vogliamo accenna1~e alla difficoltà delle r~oerche, poichè com.e risulta dagli studi di numerosi anatomici e patologi, tra 1cui va ricord.ato il 1\0Stro Pepere, è tutt 'altro ch e costantei e preieisa la presenza e la seàe delle paratiroidi . Anieh e il loro nun1ero è va.r io; e i rapporti ,d ell a <Superiore e dell 'i.n feriore con la tiroide , la lon:tananza talora da qu1esta g landoia, la ·sede qu,a l,ch e volta in trac.a1)suLare ne re·n dono assai ·di f·ficile e1 ince·r ta la ri1c.e rca e il riconoscimento. ·Q·U!elJ.a deve essere f,a tta con grande accura'fezza .e diligenza n ella sed·e ·ordinaria, e se qui n·on si trova nulla, ,d eve essere ,estesa .alle r e·gioni vicine; il riconois cimento è anch e spes o .arduo e si può er.rar e eom1e si è più volte er!fa to, asportando lob etti di grasso, piccoli O'an 1

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gli linfatici, o piccoli lobi ,a,b erra nti tiroidei, creden·do ·di avere asportato le ·p aratiroidi. Ho già accennato .a lla tecnica suggerita ed usata dal Walton, ch e è importante seguire &pecia lmente tnei casi di osteite fibrosa generalizzata' in cui l 'esi·st enza del tumore è, si può ·dire, costante. È n ecessario cioè incidere trasversalm1ente i muscoli pretrach eali e1 scollarli in alto e in basso ed esploT:a:re oltre la superiore ancl1e le paratiroidi d-eJll 'a·l tro Iato, e co·m e afferma W alton cercar·e anch e dietro la trachea e fin nel m e1diastino, e se anch e co•s i non s i trova niente, egli consiglia di incidere la fascia tiroidea e anche cercar e nello spazio dieLro l'esofago e davanti le vertebre fin nel m ediastino. Nei casi invece in curi. l 'op er azione è stata pnaticata p er a ltre in.dicazioni, n elle quali cioè ·più raramemte e secondo alcuni m ai , si trova110 dei veri a-denomi o iperplasie delle p1arati- · roidi, com e le artriti anchilosanti, la sclerodern1i.a, il P.aget, la 'Spondilosi rizomeli1c:a, l" osteomalacia , il rachitismo, ecc. , è noto ch e alcuni chirurg hi co nsjg liano inve1c,e di . a•s.p o,r tare la paratiroide inferiore i1or1na1le, cl1e se non è fa1cile identificar e, ·di ricorreire ad interventi che indirettamemte do1,rr e})b,e ro o · asportarla o lederla n e11a sua !Il utrizione e vitalità. Co ì Oppel con ig lia di resecare un cer to tra tto del lobo tiroideo, nel qua le si dovrebbe trovare anche J.a paratiroide, e Leriche di leo-ar e la tiroidea inferior e, n el concetto ch e e endo l 'arteria ch e va alla paratiroide di tipo termina le e .ramo di quella, la g landola vien.e così atrofizzata e re a non più funzionante .(p1aria tiroide1c.tomia fi iolo,g ic.a) . Ma a parte ch e n on ·sempre in questo mo do si può essere sic.uiri di .avere asp·ortato la paratiro,i de, e ch e n o,n sein1pr e co·n la legatura· d€1lla tiroidea inferi ore si raggiu.n gerebbe lo scopo di atrofizzar.e la .p aratiroide, b en chè le recen ti ricerch e di Ga parini e Cengiarotti sembrino dir·ettamente confermiarle (1), resta il fatto eissen ziale, ch e è appu.nto in questi casi in cui non si troYa aden on1a o iper1)lasia evidente, ·e in cui dunque r esta dubb·io il rapporto fra la n1alattia e l 'iperpar atiroidismo, ch e i risultati sono pes o nulli 0 scarsi. Anch e in qu1e·sti casi i-nv-e:ce si ha in genere subito ·dopo l 'atto operativo• uina diminuzione della calcemia, s1)esso n10°l to evidente; mia p er lo più ·q u.esta ·dimin·uzione è transitori.a (da pro·b abile choc paratiroid,eo) e i risultati defi1

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(1) GASPARIN1 e CExr.1 l\ ROTTI. Ric er che s7Jerin1. sulla isch emia c1el l e paratiroidi ecc. RiY. di Patol.

Sperim., 30 apr. 1932, YOl.

, 11ag. 298.


1774

« IL POLICLINICO ))

nitivi sono come; si è d etto, in genere assai scarsi, riportandosi la detta dimtinuzione al t:r.aiuma operatorio, 01 alla legatura della tiroidea; tanto .p iù eh-e essa è stata notata a:nchei in altri interventi sul collo (simpatectomia, ecc.) anche quando ·cioè non si .è esercitata alcUIIla ma1110,v ra sµ lle 1p ara.t iro·idi o ain ch·e sulla tiroide. Anche nella 111ostra CliniJca chirurgica è stato operato nel feb·b raio scorso un rachitico 00n deformità ossee notevoli, e ch e :prresentava un 1caloolo ureterale (è nota la relativ.a frequenza della calcolo·si che si 1p uò riportare. all 'aumentata elimiin1azione di calcio). A·sportato il calcolo, persistendo eliminazione alta di sali con le urine e avendo trovato una cifra elevata di ca~cemia fu praticata illna esplorazione bilaterale. Non si trovarono a·deno,m i, nè iperplasia n·e tta ·delle paratiroidi; venrr1e asportato dal lato sinistro un piccolo lobo ch e si credette la para tiro·i de inferi ore, ma che all'esame istologico· si trovò poi essere un 1Piiocolo lobo tiro i deo aberrato·. Anche in questo caso si ebbe subito dç>po l '·op·erazione una diminuzione fo.rte della calcemia, ch e da 13,7 scese a 9,2; ma noo si ebbero più variazioni ulteriori, nè alClhll ·s egno di insufficienza paratiroidea. Dubbio ·q uin·di è il risultato e disc1Utibile l'indicazione in questi casi, o per lo meno· do·bbiamo affermare ch e si richiede una ulteriore espe:rien za o; una differenziaziorne di casi che conV·e rrà poggiare su più minute e precise ricerch e clini1che e di laboratorio, poichè evidentemente si 1può pensare eh.e anch e fra, quelle lesioni vr n e p·oJs sano e1s1s.e1re di quell1e ch e si ·d·eb·bono riportare a disfunziOIIle o iperfunzione paratiroidea, m·enitre altre sono riferibili a una patogenesi diversa. Ma .dall ',e sperienza che finora si è fatta, è specialmente nei tipici casi di morbo di Recklinghausen, oon lesioni ·d iffuse ossee e in i!Ildividui giovani 1cih ·e l 'in.dicazione all 'inter vento .s i impone, specie qua:n1do concorrano qu·ei segni n etti 1che ab.biamo già elencati e che si possono riassurne;re nei ·do·l ori da frattUlre spontanee, rarefazione ossea, ipercalcemi1a:, ipeTcalciuria, ipofosfoemia, e ipoto·n ia muscolare. In questi casi no·n vi è .da esitare; e oggi è doverosa un.a ~plo·razione d·elle paratiroidi, anche se negativi ·sooo l'esame diretto e la palpazione, esplofla,zione su cui conviene insisterie coo la tecni1aa co·miPleta su ricordata, se non si tro:va subito il tumore paratiroideo. Nel morbo di Pag.e t (individui in genere anzi.ani) oome nelle ost,eiti fibrocistich·e lo·calizzate e nelle cisti ossee e n·elle altre malattie ch eletriche e non scheletriche 1ooi abbiamo acce·na::ia to, la questioin e è ancora in discussione, e i 1)ochi e.asi n ei q.uiali si sarebbe ottenuto van1

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taggio con la paratiroidectomia atten·d ono più largo studio e conferme. Ci sia tpermJe·sso1 'in~ine aiccennare a due p1u nti. Prin110: che può aversi um ad.e noma para.tiro.i deo anche voluminoso senz1a1 che esista la sindro,m e tipica sch·e letrica del Recklinghausen o simili. Sono numeTo·si i casi operati di aspoirtazione ·d i adenomi 1P1aratiroidei d~ qu·e sto genere. Uno ·d i noi !Ile ha comuni1cato uno a questa Accademia nel 1909 (1) indubbio nella sua intepretazione anatomo-patolo·gica, grosso quanto ru1n piccolo mandarino, che m.a i presentò nè prima, nè d~;o alcunia; sintomatologia speciale. Evidentemente .in questi 1casi si drev.e ammettere ch e non 1esistesse ·disfunzione o iperfunzione, come 111oin. sempre nell'adenoma tiroideo esist-Ofil-O· fenomeni basedoviéi (adeno·m i tossici e non). Questa stessa osservazione è stata fatta da W elti ( 2) che ri·porta pure u.n caso da lui 0jperato ·di ad,e noma cistico paratiroideo1 senza alcuna Jesioin e ossea. Se!C<)[).Jdo,: che questi! linterventi sull 'ruomo dimostran 0 fuori di ogni ·d u.b bio e meglio di qualuinque esperimento :su~ll'animale non solo l'importanza i.n genere delle pa.ratiroidi sul ricambio del calcio, ma anche precisamente l 'influenza sulla ·d eposizione o su1lla liberazione del calcio n1el sistema sch eletrico. N·ella nostra opena ta una psoo.do-,a rtrosi esistente da lumgo1 tempo in Utna frattura pregressa dell'omero è passata alla 1eions.olidazione in meno ·d i un mese dopo l'operazione, come si potè fare constatare nella seduta dell 'Acca·d_emia, in cui fu p1:r.esentata l'ammalata, dalla radiografie presentate e ·da1lla possibilità per l 'ope;rata di elevare l 'arto, movimento chie ·p rima noo ri.u1sci''" nemmeno a.a accennare. 1

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Il tumore aspoir.tato risulta essere un tipi1co adeJn.o.m .a della paratiroide. Co n l 'i•ntervem.i~o la calce.mia si ridusse ·di ool!po ·da 14:, 514, 8 a 11,7-8',9-9,0l (per gli altri Teperti vedi quadro) e la m.alata pur non p~esentan­ ·do cifr·e di calcemia ·s ubnormali icome spesso interviene presentò fenomeni di tetania per fortuna li·evi e presenza e l!Unga persistenza del segno -d i Chwostek. Il miglior.amento an1

~1deno1na

di origine paratiroidea. Atti della R. Accademia !\1edica di Roma, ] 909-10. (2) "'' ELTI. Du role de l'hyp erparathyroidisme dans certaines dystrop liies osseuses et dans lGJ polya1:thrite ankylosante. "J ourn. de Cbir., nov. 1931, p,ag. 633-651. (1)

ALESSANDRI.


[J\.NNO

XXXIX,

~Ul\!I.

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SEZIONE PRATICA

che clinico, postoperatorio fu !Pronto e già a distanza ·di un me·s e i movim1enti dell'arto erano assai piiù ·estesi, assen,t e il d .o lore, m1ag·giori le possibilità meccaniche, :c.onsisteinza del1'osso maggiore e notevolmem.t e modificato il quadro radiologico per maggior compait tezza dell 'ombra e sopra tutto p er l 'aumento d€lle trabecole e impalcatura interna e più ancora 1

chirurgico trovato qrutel tu1no·r e1 paratiroideo ch·e a11c·h·e senza .a1cuil ;s.egno obbiettivo ·diretto locale, la ragion e clinica indicava con'le p·roh·abilme.n te pr·esemte e causale e la sua ablazion e ha svo1to utile·, diretta e1 immediata azione curativ1a1 ·dacc.hè l 'errore m etabolico· del bilancio calcico .si correggeva e l 'osso, 1c.h e sembrava di vetro soffiato, presto iniziava a calcifi0

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Omero destro 1 mese dopo l 'inter vento .

per la iniziata ri1costruzion1e della [parete corticale dell'osso·, ·dacchè i co ntorni dell 'o·m ero si sono fatti visibili, m·e ntre prima erano più ch e im·p recisi, addirittura n oin identif~cabili . E lo studio d ella cronassia, ch e aveVia ·dato instabilità dei valori ·da giorno a giorno e eterocro nismo n ellll'o·mUJscolare (valori di cronassia diversi ·d.a mUJscolo1 a 1n erv·o COIIl aumento· della cronassia n ervo·sa) , ripetuto dopo l 'interveinto dimostrò valori perfettamente norm1ali con scomparsa sia dello et ero cronismo ohe d ella variabilità dei valori. 1

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Concludendo in un caso1 di tip.i1c.o Recklin·· ghausen .dalla classica sintom.ato.Jo gia e ço·rrispondemte in p•i en o anch·e al qu~dro della osteosi p1airatiroide.a dì -Lièvre è stato 1nell 'interven to 1:

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4a. _,. 01nero destro 2 n1esi dopo l 'intervento.

carsi e rico·struirsi. Sc.h ematicam ente così la clinica realizz.a il più brillante e cruciale esp erimemto fisiolo,g ico• nell 'u orr10. Ma g··en eraliz21a·r e ·O semplicisticam ente dedurre anicora :noin si p·u ò, n·è si .deve pe.r l,e varie eventualità e divers.ità ch·e la clinica stessa p resenta. Comunque il .tipo· ade·n o·m ato·s o ·della lesione, il fatto di esser circosc1itta a d una e n·on ·.a tutte le ghiandole, l 'immediato· riv.erbero sul m etabolismo cal1c.ico e sulla rico.struzione osse1a1, r endono quanto mai impro1b1a bile l 'ipoteisi {li Erdheim (che la lesione paratiroid·ea •si.a secon.daria p·e r iperfunzione reattiva alla mobilitazione calcica) e più pTobabile invece l 'ipotesi (ch e la fi siolog ia co·n ferma) .ch e il prim 1u m m .overis p1a.t olog·ico, la _prim.a inno-rmalità sia n ella iperrfumzione o in una specia le 1

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<< IL

'POLICLJNICO

,d i•s fUJlzion e to .. ic.a delle o di u.n1a paratiroi·de. E que ta è vuoi .prin1iti, a, vuoi secondaria ad altri influ i intergl1iandolari (ipofisari particolarmente) o in qu.alch e rappo·r to diretto o indiretto 1con la r egione n euroipofisaria, d 'onde l1a non rara consociazione coin sintorni di diabete insipid·o, in un.a percentu.ale però senza comfronti più bassa di quella che1 figura in un altr.a singolare m.al.atti.a oal ciopriv.a il morbo di Schulleir Christia.n 1c.]1e, come dioemmo, è 1

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[.A.NNO

XXXIX, Nul\r. 46J

quali il 1trattamemto mist·o di g luconato di calcio ad alte dosi (per iniezioni e da·ndo 12 g·rammi al dì pe.r bocca) e di vitamine D (ergosterirn a, vigantolo, vioslerolo, ecc.) a·d alte dosi (7500 unità anti:nac.h itich e al dì) dà grandi vantaggi; e altri ancora n ei quali a.e tto trattameinto m·edico è stato utile solo dopo un intervento chirurg ico inefficaoe. (Delmas e Marsalet) e altri infi1n ·e persino ribelli al duplice • e successivo trattamento. BIBLIOGRAFIA.

Per la bibliografia rimandiamo· alle seguenti monografie che tutto si può dire cont engono. Calcium and Phosphorus metabolismus. The Lancet, 1930, pp. 897-947-999. Io Quart~rly J ourn. of l\1ed., 1931, aprile, n. 95. BrGvvoon. Le metab,olisme du Calcium. Le Scalpel, 1931, n . 17, p . 497. I . rÈVRE. L 'ostéose paratliyro'idienne. lVIasson, édit., 1932. H1JN T ER

DoNALD.

TECNICA. Laboratorio Provinciale di Igiene e Profilassi di Belluno. Diretto 1e : Dott. 1

UMBERTO TANFERNA.

Un nuovo metodo di arricchimento pet" la ricerca del bacillo di Koch. CARLO FnIGIMELICA,

volontario. •

R-\D.

sa. -

Anca des tra 4 1nesi dopo l 'intervento .

una lipoidosi e 11el quale la g·ravissim.a a lterazione o·s sea (sostit UJZio,n e di masse lijpo idosiche al tes uto os eo con iper calcemia etoei.) va quasi sen1.p re a ociata :a diab ete insip1ido p1e r la , afferenza dell a r·eg·ioin e lil·euroipoifisaria da p1aTte di m.a.., e li1poidosiche topog raficamente corri po111de1n ti. Il caso non ha quindi tanto valore perchè è il primo ·operat o in Italia e col brillante sucoe1Sso .r egistrato , ma p1errcJ1è c0nferma una volta di più l 'esis ten za di ·distrofie ois see calcioprive di origine endo.crinopatica e la .grande imp·o rta·n za cl1e detta n,ozion·e ha per la fisiologia, la patolo1g ia e la clinica e inerenti probl.emi, e rp erch è sopria.t utto un.a r.azionale terapi.a chirurg ica ogg·i salva malati da una m.a lattia contr-o la quale noi er.a·vamo fino ad oggi disarma ti o quasi . Diciamo qu,asi, perch è mentre vi sono malati - molto rari - di Recklinghausen che neppure con l 'a blazion e ·d€ll 'adenoma. paratiroideo miglior.ano e g uari ... cono , altri ve n e sono n ei 1

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lJ1ru ·niUovo m etodo di arricchirr1.en to potrebbe sembrar.e superfluo se tutti i ricercatori non sapessero qu.anto spesso i procedin1enti in uso diano risultati 111olto })oco odclisface11ti. Il inetodo cl1e IJiresento, e · che ho controllato in. più di 200 .oasi ·del Sanatorio di que&t·o Osp·eida le, 11.a il g.r.ande va·n.taggio sugli altri di -essere a sol:u1tam einlt e costante e molto sern1)lice. Inoltre non richiede ch e reagenti ·d i uso co·m une·. In un IIlljatraccio d1 vetro si mette una cert<l quantità del materiale in esame e si agita in qua lch e eme,. -d i acqua. Si aggiunge quindi ta1n1ta soluzione acquosa ·di Acido Picrico (Soluzione ac·q. satwra a caldo e filtrata dopo raffreddamento) quanto basta a impregnare booe tutta la m ,a ssa dello ·sputo che, agitata con una bac:chtfttina ·di vetro, ·deve mostrarsi intensamente oolorata in gi.allo anche in.ielle parti ir1 terne. Si 1puiò favo•r ire questa impregnazione con un moderato riscalda·m 1ento. (In questo c.aso raffreddare prima di p·a ssare all 'operazionre successiva). Si a.ggi:umgon o poi, sempre rimescol.ando, tante g occe d 'Idrato P otassico al 1O 7~ fino a che tutta la massa impregnata !oon1 Acido Picrico si sciolga (ciò a'rvien1e quasi istanta·n ea1


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[A NNO

· mente) e si comp1leta la dissoluzione riscaldand·o a t emperatura n on m olto alta. Si ottiene così un liquido in cui i bacilli di Ko1ch sono b en rispettati e uniform·em em.t e distribUJiti m1en.tre gli .altri el em ~ln,ti figurati s ono • scomparsi. Il sistema ch e ho trovato rpiù convenie·n te per concentrar e i bacilli tuber colari è quel.lo di aggirrungere al liquido , b en ra ffreddato , lllil terzo !ci.r ea d el volume di Clorof.ormio e agitare fortem ente fino a otten ere una h·u1ona miscela . (Questa operazione si può fare direttamente su una o più provette da ceintrift1ga). Indi centrifugare per alme'n,o 5 minuti. (Più si centrifuga m eglio è). Nella zonia di sep,a razion e fra il liquido omogen eizza.t o e il Cl·oroformio si fonnm un an·ello bian castro ch e n ei casi positivi è ricchissimo ·di bacilli tuber:colari. Versata via la parte su pe.trio r e si preleva d el m at eriale in questa zona intermedia , si distende sul po['ta-oggetti (lo striscio può essere dis'c r etam ente spesso), si lascia asciugar e all 'aria e successivamente ·si tratta co m e uno striscio comune. Il risultato è sp ooso a·ddirittura sorprein,dente. Il nurr1ero dei b acilli di Koch osser vabili in un cam po del micr oscopio è, risp etto a i prepara ti n orma li , sem pre n otevolrrnente a umentato, m olte volte 1p iù 1oh e1 cerutupilicato . Sarò gra.t o se, ·data la semplicità del procedim en to, qualch e lettore vorrà .controllar e il mie;to·do oh e ho d escritto. 1

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RIASSUNTO . Per la ricerca del bacillo di Koch n ell 'espet· tora to l 'A. propone un n'Uiovo· m etodo di arricchimento ch e, con sem plicità di m ezzi , consente di osservare un numero di bacilli spes·s o più ch e centU1plicato . _..

Ricordiamo la lateressaate moaogralla:

Dott. VITTORIO CHIRON Ass.isrtenite v. nefila R. Clintca. ·Chirurgica di Roma

L'importanza delle paratiroidi secondo le odierne vedute Ecco un Sunto dell ' Indice sistematico: CENNI

DI

ANATOMIA

E

FISIOLOGIA

DELLE PARATIRC IDI.

-

P ATOLOG IA

CHIRURGICA DBU.E PARATIROIDI. ~ LA SINDROM E DA DEF ICIT PARATIROIDEO NEGLI

OPERATI

TIROlDI

NELLE

ZIONI

E

NELLE

DI

GOZZO E .. S U O TRAlTAMENTO

MALAlTJE REAZIONI

DELLE

OSSA.

-

IMM UNITARIE.

CURATIVO.

-

L E , PARATIROIDI -

CONCLUSIONI.

L E PARA, NELLE -

INF IY LE"JTJY

RATURA.

Volume in-So (N. giche d'attualità »), carta semi, patinata, più le spese postali liclinico » sole lire

1777

SEZION E PRATICA

5 delle nostre « Monografie Medico-Chirur,

di pag. VJII-125, con 25 figure nel di spedizione. 1 1 , 7 5 franco

nitidamente stampato su testo. - Prezzo L. 1 4, Per gli abbonati al c. Po, di p orto.

Inviare Vaglia all'editore LUIGT POZZI. Uffjcio Post ale Succua-sale diciotto. ROMA.

SUNTI E RASSEGNE. GINECOLOGIA ED OSTETRICIA. Il trattamento dei disturbi mestruali. (F. J. McCANN . The. Ptactitioner, sett. 1932). Nel. trattam ento ·dei disturbi m estrua li ' è di mass1n1a im po rtan za la pir o filassi ; 1ragazze e doinn e ,dovrebbero ricorrere a l 1nediioo, qua.n id o la m estruazion e è assenter, scarsa ecoessiva ' d olorosa1 o tro·p po frequente. Quan·do il oon-' sueto ciclo m estr.UJale è t urbato , si h a la produzion e di un circolo vizioSio, in quanto· ch e lo stato gen.e rali<;} di salute si riflertte su.Ila m estruazione ed i ·distUTbi di questa su quello . Attualmern.te, si tende a.d attribuire sca rsa i·mrportan za alle incapacità p rodotte da di tuirhi mestruali , ·di cui viene p er tanto trascurato un pronto eid efficaoe tratt an1en to. Non m eno dann·o1s1a. è l '0 pposta tenden za di con·siderare la m estruazio n e com e una mala ttia iriJc.orrente . E un fatto però ch e le ·d onne ch e soffrono per i lor o m estrui n o·n p 0 ssono· svo·l gere -in tali periodi, la stessa attività, delle loro sorelle p iù fortu;nate; inolt re una teirapia adatta istituita precocem ente potrà evitare disturbi m ag. . . .' g 1or1 1n eta p1u avanzata . 1

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PROVVED I MENTI

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D I NDOLE

GENE RALE.

A ria aperta. È ozioso in1sistere suri. b en efilci dell 'aria aperta e sui danni delle at111osfere chiuse degli uJfici, ·d·ei liab-0r ato ri , d elle scuole, ercc. ; troppo spesso, po·i, si J.Jassa ·d a qu·e sti amb1ien ti chiusi in altri n oni m.eno, insalubri, co·m e quelli dei cinema o di altri luoghi di trattenimento. Del resto, è frequ ente l 'osserva zion e ·di ragazze d ella can1pagna ch e, venute in ,città, soffron o n ella salute· gen erale e di disturrbi m e1struali. Dieta. I datori di lavoro incominciano a ic.omprendere che la salute del lavor ator e è vantaggiosa ~per il loro reddito; m ol ti di essi. attup.lmente, forniscon o alle operaie d·ei buo·n i pasti e n e hann o ·osserva to com e con segue111za un aumento ·di produzion e. La dieta delle ragazze ch e vanno a scuola è ben lung i dall 'eissere sod·disfa ce>nte, rcon U·n eccesso di am•i lacei e di zucch erini e con r elativa scarsità di latte, ])urro, .ul()va . Se le ragazze n on son o nut rite a dovere n egli ra nni di accr escimento d el co·rpo , il sistem a gen erativo· 111e so ffre. Esercizio fis·ico. In qu.antità moderata , ,\ !11olto utile, m a o·r a vi è ten·denza ad un eccesso; sp1eci.almente le ·O'})er.aie, dopo il lavoro, son o tropp 0 sta:ncb e per fare degli esercizi fisici ; ad ogni m odo, la passeg.g iata da casa ·a l luogo ·di lavoro e viceversa se n on ·è troppo lu11ga e :non eocede le 3-4 miglia, può esser e molto utile. Peir ct1i n e ha la po sibili tà , il la,;vn tennis, il: golf, il nuoto, il cicli smo saran·n o 1

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cc JL P OLI CLINICO »

n1ol to g i·ovevoli, il cl1e n on toglie ch e il p asseg.g io ia la forma m~glio,r e . Gli eser cizi fisici ·d a c amer a vanno fat ti p er una dieic.ina di m inuti a l g iorno, s pecialmente con i m .uscoli a ddo1m ina li, d el d or so e r espiratori; m olto importa nte è il m eto,do ·di r espirazione , og:ni movimen to v.a ripe tuto 3-4 volte e va fa tto tutti i g io·r ni; g li eser cizi fat ti ad intern1ittenza son o di utilità ·discutib·ile. Rego,zarizzazione in-t1estinale. In con s:id er a zio·n ,e d egli stre tti ra 1p port i ·deg li intestini con g li organi ge1nifali, è di m1assima impo.r tanza; l.a som n 1inistrazion e di un purgante salino prin1,a ·d ello iStabilirsi d ella m estruazione, sp esso eser cita un ' influenza notev·ole sul fluis se m e. trual e. Igiene della m estru.azion1e . Le don·n e rch e non h anno disturbi 11 0 1n ·d ebbon o limitar e la lor o a tti vità , m a q l1ell e ch e h anno dis turbi , è ben e ch e e'\ritino l 'a ffa ticameinto. Utili sono i b ag ni c ald i ed , i·n m .an canza di essi , l a lavatura d ei gen itali esterni co n acqua calda . È n ecessario e.ambiar e 1spesso· il pannu1cc io. p er ch è q u eIlo s1)or co può provocar e u:n.'infezion e lieve, ch e si a sso·cj.a .alla fetidità d ei m estrui sulla fin e di essi ; tale' infezio1n e ricorrente, specialm1ente in donne a d abitu·dini p·oco p11lite. p u 0 c osti tui r c1 l 'eziolog ia di m olti di~turbi femminil i. La p11lizia è un buon m etod o di pro filas'Si. , ch e può es er e ad ottJato in tutte le classi. Vari n o evita ti i b·agni fred d i . 1

[ Ai~No

cicatrici , comprom etterebbero il su ccesso, il q:uiale ·dipende essenzialmente dalla cura con cui vien e natto il tra ttame nto . Se la dilatazione nOiDJ riesce in questo m od o , si proced erà all 'incc.i sione per i due ter zi d ella profondità, in modo da l asciar p·a ssare il dila tatore più g.r osso. Nelle vergini, la dilatazione può farsi ancl1e attrav.eTso l 'imen e . La si può fare in una sola seduta, ma è meglio farla gra datame nte ogni 1-3 gio rn1i. Nelle dilatazioni fatte in una solia seduta e sotto anestesia, è possibile la produzio1n e di laoerazioni estese, con· g ravi conseg u·e nze infettive. Anch e in q.ueste operazioni d ette << minori », si d eve portare la massima cura p er evitare ogni infezione. E l 'a ggiunger e, p. es. , il raschiamento uterino a lla dilatazione p er g ua rire una dism en orrea grave può esser e pericol01So qu,ando essa dipenda da · un piocolo fibroma u terin·o o sia associata con ipoplasia uteifina. 1

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DI SMENORREA

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I T,

THATT...\.ì\II E NTO DE I DOL ORI .

Non i con idera n o qui i ·d olori ·d erivanti d a m alat tie pelvich e, ch e sc om paion o sol tanto con la g ua ri g ion e di q ues te; ina l ' A. si occupa solta:n to ·d ei distw'bi m e strua li ch e m.on sono asso e.iati a d et te n1ala ttiei. Molti on o i rin1edi oon si.gliati e·d ogni m e·d i co pra tico 11a l e su·e particolari prefer enze : lltili son o anti·p i.r ina, fenacetin.a, aspirin.a , pinan11idon e, salip irina. È b en.e ·da rne s ubi to una dose forte. p. es. una sessantina ·di centig r8mmi , seguita d alla somministrazione d ella m età, ogn i ora per 3 ' rolte , se il ·dol or e per siste. U tile è a O'giungervi d ella ca ffeina , specia lmente a lla femac eti·nia , .aspirin.a . ar1 tipirin.a. L ' A. c onsiglj a: Aspirina, ·F en a cetina , ana cg . 30; Citra t o di c.a ffein a cg. 12. Se i dolori son o m olto tor m entosi, si p uò ricor.r-er e all'oppio od ai st1 oi d erivat i , ·d a n o.n lasciare m ai a lla pazie11 te. T endon o ad all eviare il ·d olo·r e : i p urg anti -somminist rati p1rim1aì d ello stabilirsi ·dei m es trui, i ba.gni caldi senap·a ti ai piedi e le a pplic.azioni c.a lde alla r e.g iO'Ile ipoga strica e lon1bosa crale. 1

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M E MBRANOSA.

L ' eliminazione di m em1b rane oon i mestruii può essere non do1'o rosa; d el resto, La: dismenorrea n1iembranosa non è una malattia, ma soltanto l 'eisaltazione di u111 'a zi.on e fisiolog ica , n el sen so ch e lo sfaldam ento d ella muco,s a uter ina ' 'aria ·d 'inten sità seco n:do le varie donne . Ed an ch e 111.e1lla st essa d onna , i dol ori connessi ' 'a ri1an o seicondo i m esi. Si ritien e ch e il ;raschiam e,nto sia utile e così pure la so·m rn1inistrazion e di jo drn·i e di ar senico. Son o riportati. dei buoni risulta ti an ch e col vecchio trattamento m·edia nte i pessari vagina li di m ercu1rio e 1'applicazione di nitrato d 'a.r gen to all 'e·n·dom.ertrio, un paio ·d i volte al mese. Del re sto, l 'elimina zion e di m embrane, se non è accompagnata da d·oloTi n OIJl.! richiede n essu n tra ttamento. 1

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DOLORE I NT E RME STRUALE ..

Si verifica :a lla m età d el periodo mes truale e dura da poch e or e a d 1-3 g io,r ni , talvolta accom pagna to ·da leggera perdita di sang ue. !ale d olo.r e non va confuso con qu ello che si ha 7-1 O giorni prima d ei m estrui . In alcuni casi, si h ann o imfiammazio·n i cronich e de gli annessi ch e possono ritra 1Te g iovamento dallia· Cllr~ con ittiolo; in altri casi, può esser e utile la ter apia g hian·d·ola re. Co·n tro molti fenomeni ch e talora accompag.n .ano la m estruazion e, c ome cefa lea, disturbi vasomotori, irritabilità, tnervosismo, depressione, p uò . esser e utile la s omministnazione di preparati opotera pici, specialmente di tiroide. Ad ' orni n1odo, og ni do·n na c·on distu.r bi mes tr~all va eisarninata dal punto di vista endocrino, per scoprire evein.tua li deficienze. 1

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LA DI LATAZIONE DEL COLLO.

AMENORREA.

Si pratica at tua lmente con dilatator i m etalli;ci otto a n e . . tesia. Va fa tta m olto lem tam en te r~er ev ita r e la r crazion i cl1e' con le co11seg11en ti

L 'a ssen za o la scar sezza d e lle m estruazioni son o frequenti nelle giovani con an emia o clor osi e scompaiono con il trattam ento de ll 'ane-


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SE ZIONE PRATICA

mia stessa; il clima e l 'am.b ien.te ha:n1110 lJ!Ila g nande importanza. Le eleva te altitudini, o·d il cambiamento di località, specialmente dalla campag na alla città t endono a diminuire la m estruazione. In Inghilterra, la m estr.oozioo.e incomincia g en eralmente .s ui 14-16 anni e finiJSce sui 40-5 0, mia vi sono esempi in cui tali limiti sono sorpassa ti (comparsa ver so i 20 anni, o scomparsa p er m esi od anmi dopo 1-3 mestrui). In qualche caso, s i trovano -delle aff.ezioni costituzionali o locali (appendiciti, peritoniti, infezioni tub& colari). Altre volte, non si trova nulla. Il migliore emm en ag·ogo è l'eccitamento eroti1co e molti casi veng o·n.o guariti col matrimonio; si può aver e la gra vida n za anche se n on vi è mai stato un segn o visibile di m .estruaz ion e. In tutti i casi di am enorrea, è con sig liabile di ripetere ad ogni m eise, a data fissa, per 2-3 g iorno. i procedimenti conrsiglraii per ristabilire la m estruazion e soppressa : pediluvi senapati caldi, semicupi caldi , apvlicazioni cald e all 'ipog astrio , pillole di aloe e mirra per fa cita re l 'azion e intestina le. Di dubbia utilità so.n o g li en1m enagoghi, ivi com pr esi anch e molti prepar ati opo ter~pici. Q ualch e vantaggio si può otten ere con la somm1inistnazion e cor1tinua ta a lung o di piccole dos i di tiroide (3 cg.), m entre n essu.n risultato l1a ottenuto l 'A. con i pr eparati ovari1oi o ·d i corpo l.uiteo. La mestruazion e può cessare in seguito .a g1"2lvi m a lattie (influen za) o·d a cc sh ock »; uti· le in tali casi pu ò esser e la somministrazione di piccole quan tità di tiroide. La m eno'lJiau sia prematura va tra t tata a tempo, prima ch e si a bbia atrofia dell 'utero e del segm ento superiore della vagina; l 'A., però, n on fornirsce indicazioni in proposito. Quando s i ha ritenzione ·d·ei m estr.u.i , si d eve provveder e p er allonta.n are o.gm.i cau sa di ostruzione. In ogni 1caso di am enorrea, va sem1pre esaminato b en e l'a·ddome, nelle verg ini, si farà l'esplorazion e r ettale e, n elle ialtre, quella bimanuale, ten e/Ildo sem pre presente che la imiprovvisa cesis.azione della mestruazione in una donna san a suggerisce l'idea d ella g ravid an za . 1

M E STR U AZIONI ECCESSIVE.

La perdita di sangu,e scu.ro p er parecchi gimni o di liquido scuro e sanioso, indica eh~ i coaguli veng ono gra datamente spezzettati e che vi è qualch e ostacolo p er la libera uscita. l\{olt e sono le carus.e, locali e costituzionali, della m eno.r ragia. Escludendo quelle di origine locale . l' A. Tileva che talvolta si può trattare di a • • n emia e che spesso la menoTragia s1 osserva alla pubertà, forse per icause endocri.n e. I~· t ali casi, il riposo in letto e la som=m 1inistraz1one di estratto tiroideo e di lattato di calcio sono •• molto utili; il :raschiamento non è neceissano. Molti casi sono spesso guariti col m.a trimonio; •

in alcuni si tratta di abnorme 1~ess ualità e vi è talora un eccesso ·di seicxe.zio•n e ovarica. Anch e in tali casi, la tiroide ed il lattato di calcio, ergoti1n a event11almente con il radio (aroc1t.:IT'atam1en te ·dosato!) so·n ·o utili; il raschiamenLo p uò talora a·um entar e le 1p erdite. La continuazione d ell,e m estruazioni oltre i lin1iti n ormali e la :perdita .d i sangue dopo la meno pausai devon;o far nascere il sospetto che • • v1 sia U!Il cancro. EsclUise le 1cau se localj e g enerali, la menorrag-ia va curata COIIl tiroide, lattato, di calcio, ergotina o stipticina e, nei casi ['esistenti, con r adio. In casi in 1cu.i è rn .ecessario p rovvedere ·d 'urgenza, si terrà la donna in riposo assoluto in letto, si somministrerà d el laudano (L 'A. con sig lia la solu zion e di Battley , eh.e è una specie di ·l auda1n.o) e si farà un tamponam ento della vagina oon garza asettica. fil.

I rapporti t1·a l'iperfunzione del lobo posteriore dell'ipofisi e l'eclampsia e la nefropatia della gravidanza. ( ANSELMINO, H oFFMA!NN e KE NNEDY .

Edinburgh

M edical Jou1rnal, giugno 1932).

Ch e le varie tossiemie d ella gravidanza abbia n o un 'etiologia comune è un fatto universalmetnte ricon osciu1to1; qua le fosse questo fattore n on si era finor a.i riusciti rperò a m ettere in eviden za. Gli AA. partendo da lla 1co·n siderazione che l 'iperfutn2ione del lobo p osteriore d ella tiroide pu.ò pr·ovocare g li stessi fenomeni morbosi ch a si manifeist a!IlO n elle to ssiemie gravidiche ha nno ricercato, e dimostr.aito , n el ·sang ue delle eclamiptich e e ne fropatich e una sostamza ana loga per azion e e proprietà a l secreto d el· l 'i,pofisi ste·s sa . Essi han!I10 filtrato, attraverso un filtro di collodio a cetico·, d·el sangu e di eclaimptica, e, l 'infiltrato cosi ottenuto , convenientemen.t e r eso neutr o , h ann o iniettato sotto cute a dei conig li . La ·diuresi degli a nimali sottoposti all 'esperiment o si è br:usrcam ente m odificata , e, un·'ora dopo l 'iniezio n e si è arrivati all 'anuria1completa, ch e è dura ta per circa l /2 ora. Analogo risultato si ottien e s-e invece del filtrato si inietta un· eistra tto ipofi1sario. Negli stessi esperim·e nti essi hanno otten·u to u.n notevole transito1rio a UJffiento ·della t en sio.n e a rteriosa.' ·G.li a utori inoltre col filtrato· sono riusciti a rip:rodurre n egli a·n ima li tutti gli altri fen omeni patolo·g ici dell'eclampsia: sp·a smo capillare, atta1echi co·n vulsivi, com a, e dem a p olm onare a cuto , diminuzione della eccitabilità galvanica. . Non è possibile, a llo stat<I a ttua le degli ~tu·dI ! poter d eterminar e con e sattezza la quantità d1 secre to ipofisario ciroola.n .t e n el sang u e delle 1

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« IL POLICLINI CO »

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gravide; g li au tori ·del p resen te lavoro perb h anno constatato un rapporto costamte tra la gravità dello stato della pazie111te e la tossircità del filtrato ottenuto· col su o san.g:u:ei su gli animali da esperimento. ~i. P oNs .

Rarissimo è il can cr o ch e si sviluppa su un'ulcera. I periooli dell 'alcalosi ·p rovocata da lla cu.m m·e dica sonio scar.sissimi e !llon si d evono t emere. R. Lu sENA.

ORGANI DIGERENTI.

La batterioterapia lattica.

Uno studio dell'ulcera peptica.

(J. Du RrEz. Arch. m al. app. digesti/ et natri-

(D. M. DuNLOP e R . M. Mu RRAY-LY01N. Edinburgh Me~ic . J ourn:, settembre 1932). Gli AA. r iferi co·n o su 181 casi co1n diagn osi sic ura osservati dal 1920 al 1930. N001 fu fatta U!Ila clistmzione fra l 'ulcera gastrioa, e quella duod.ein ale. I maschi rappresen tavan o il 65,2 % dei casi, le femn1i'Il:e il 34,8' % e l 'eta media dei malati era di 40 an n i , m entre l '€/tà m edia dell 'in izio ·dei disturbi era d i 33 a nni. L '85 % d ei maschi malati f umava e il 56 % beveva a lcoolici. Alcool e taba1c.co agg1iavano certam·etnte i sinto·m i d ell 'ulcera, ma è dubbio ch e a bbian o veramen te i:mrportan za etiologica. Ne1l 48 % dei casi c'er a'Il.o seg·n i foca li (ai d enti , o alle tonsille·, o ai seni, o· all 'appendice), m a an che qui è difficile dire 1se si ·de,re dare Ulll· va lor.e etiologico. Nel 30,4 % dei casi esisteva un ·dato profe1ssiona le impo·r tante, si t rattava, 1cioè di minato,r i ch e mamgiavano a·d intervialli m olto irregolari . Solo n el 37,8 % d ei casi c'era r egolarità ~ell '.ora rio dei pasti , poich è c'ero irregolarità anch e n el 31,8 % ·de i casi rimanenti. Dalle statistich e di Hu.rst ris ultò ch e i m edie.i sooo, n el g ruppo de i m ala ti non ospeda lizzati , i più colpiti da ll ' ulcera giastrica o ·du,odenale. Gli AA. tr ovaron o n.ella maggior an za d ei loT:O casi ip·ercloridria , ch e è stata presen te n egli u omtini a percentu.a le più alta ch e n·elle d onne. L ' ul1cera g astrica era più frequente nelle d onne , m en tre n egli uomini era p iù frequ·ente quella duodenale. La m elelllla presentava uguale fre quen za 1n.ei due sessi. La :P'erforaziooie è sta~ più frequen te n·e l'l 'uloera duo,den ale ch e in quella gastrica. L 'esam e radiol ogico· era stato II1€lgati,ro n el 12 ,4 % .dei 1casi di uloera confermiata operatoriam en te. P er quanto rigu ardai la cura, in 27 % dei malati fu n·eoessario in tervoo:iTe. I morti furo,n o complessivamente 12 (4 per ematemesi , 4 per cormiplicazioni po·stopera't oriei e 4 per per forazio·n e). · Nel 48, 7 %, de.i casi si ebbe guarig ione colla cuTa m edica la qua le ·die de mig lio:ria:m ento n el 28 9 % me·~tre, n essUtn r-esultato si ebbe nel ' ' . 22,4 %. Nei m ala ti prima sottoposti a c.u~a medica e poi a cura chirurgica si ebbe guarigione n el 59,8· % dei ·c:asi , miglioram ento n el 31,5 % e n es·sun mig lioram ooto n ell '8,7 %. I r isultati so.n o stati tan to migliori quiatDto più era stata precoce la diagnosi. 1

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tion, lug lio 1932). L 'A. ha eseg.uiito la ricerca indiretta ·dei ferm enti lattici imJ m o lte feci, do.san·do g li acidi di fermentazi·one ch e esse p roducevano im.. un dato tempo ed in ·determina te condizioni. Risulta che tu tte le feci contengo.no dei germi capaci ·di ·dare, a spese del lattosio, un~ quan tità variabile secondo i casi, ma sem•p re elevata di acidi. Si pr esenta allora la question e sei sia n etcessario peir' otten er e la trasfonnazio n e del microb ism o intestinale, ·di ricorrer e all 'insem en.zamento artificia le .d el tubo digeren te . ~ logico riten&e ch e i micro·b i lattici ingeriti, pu-re suppo:i1en·do ch e la lor o acclimatazion e n ell 'intestino sia po·ssib·ile, .n.c}n• avrebber o mag giore eff~c:acia contro l:ar flora putrificante ch e gli stessi ger.mii acidificanti dell 'intestino. Se questi son o impot enti oontro i germi alcalinizzanti , si è ch e le condizioni del m ezzo· n o·n son o favorevoli a lla lo·r o pullulazion e, cioè ch e manca loro l 'alimen to indispen•s abile, lo z.u1achero~ In altr e par ole, le m od ifi cazioni b en e orie ntate d el r egim e alimen.t are, l 'ingestio n e di lattosio o di ·destrin,a o forse a n ch e la somministrazion e p€lr via ana le, semb ran o all 'A . un pr ocesso .n on soltanto su ffi ciente, ma an che sUfP•e riore sotto tutti i punti di vi·sta all 'ing estio: n e m ii.crobica e capaice, m eglio di questa, d1 r ettificar e la flor a e di rista bilirne la composizio·n e normale, co·m e ha n·n o mostrato le e sp erienz e ·d·eilla scuola american a. Ma n on si deve dimenticar e ch e la· ba tterioteraptia lattiica comporta un ceirto .numero di controìndicazioni. Essa va a pplicata a ragion veduta e ·deve es sere assolutam en te proscritta in individui che hann o di g ià delle f.ermentazioni intestina li esager ate e sp eci.alme:nte a~ bambini e ai tUlhercolosi pol.m1o n·alf1, nei quali essa diminuisce ancora ~l coefficiente di assimilazione a zotata, g ià deb ole in tali ma lati . . Sarà in.v ece util€J per essi un r egime senza a mido e cellulosa-, oon· carni, pesci, u ova , cr em e , burr o e l'aggiunta di carbonat~· di 1c~lcio. " . L'investi.o-azione coprologicai ·d iventa co~1 11 p1rodromo· ~ecessario per .istit;ti!e la b~tt.enote­ rapia lattica, ·dosan·d·o g li acidi O·rg an1ci n.elle feci e la misUJra d·eil .loro poter e fermentativo. La batteriotera pia lattica è indi1c!aita qu,a·n ·do le feci svilu·ppano un 'acidità totale illllsufficiente e quando questa acidità è soprattutto dovuta ad acidi deboli. La misuTa d el potere fer· m em-tativo p ermette altresì di controllare . l'efil. sito d ella cu;ra. 1

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FEGATO E VIE BILIARI. Gli insegnamenti della colecistostomia ne· gli itteri infettivi. (T. Ca.\B ROL, P. BRoCQ dic., 6 lug.lio 1932).

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SEZ l O:\"E PRATICA

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J.

PoRIN.

Presse mé-

Alcuni itteri ·del tipo catarr ale han.no un a nda 111ento 1cJinico sori)rendente dopo coleci-sto ~ to111ia: il chirurrg·o· è interYenuto pensando a d un 'occlusione 1calcolosa , ad u1na compresione pancreatica e, n on tro, rando nulla, h a fi ~ ato la ici stifellea :alla cute e l 'ha aper ta dren andola . Rapida m ente il m a lato p erde il colore giallo . Gli t\ 1\ . riferi scono il caso di u·n a do,n .na d i 45 ·anni, con itte ro g ia llo-zaffera no ch e duraYa da 35 g iorni a l su o ingres o in ospedale, con feci d ecolorate e urin e con reazion e di Gn1eli11 positiva e t en sion e uper fi ciale din1i11uita, 1c·o11 prurito e bra dica·r dia, con epatom egalia, ... e11za spl en om egalia, con galattosuria positiYa ed elimimazione abbonda·n.te di zuc · ch ero i1ei 1primi due campioni. La m a lattia a.,·cva andamento infettiYo, con febbre attorno ai 36'0 . Le ricer cl1e di laboratorio furono n egati,re per tifo e pairatifo e died er o un germe an1aerobico la cu j identi f~caz io n e fu impossibile per un inc idente <li laborat orio. L ' inl ~vento cl1irurgico fu fatto in 5oa g iornata . T ell 'ora segu ente l ' i11 tervento ci fu abbondante d eflu sso di bile ne~a, ch e raggiunse n elle 2-! h 150 g r ., quantità g iornaliera ch e s i n1a11tenne p er tre g iorni con secutivi, dimin u en·d o dopo, mentre al colore n ero si sostituiva q u1e llo giallo-arancione. L 'esam e d ella bile d ei primi 3 g iorni dava p ig mentocolia 2U ' '·Olte più .al ta ch e n ei g iorni su ccessivi, n1en tre l 'estratto secco aumentava . 1F u fatto un esam e istolog~c.o di un fra mmento di fe1gato, il quale macroscopican1ente s i p r esenta' ',a aum entato di volu·n1e m ,a di aspetto normale, sen za segni di cirro·s.i n è di 1)eTiepatite. L' e an1e is tologico dimois.trò una .n1ettissi1na s cler osi de llo spazio postbiliare. Questa reazion e fibrosa rapprese11tava la tran1a di elementi 111on·onucleati fra i qu,a li s i <lis ti.ng u evano d elle voluminose cellul e di Ki.ipfeir. Accanto a quest'epa tite i11ter stizia l e 1c 'era un 'iperplasia d egli elementi nobili ineguale n ella s u a riparti zion e, cioè si .aveva d egen eraz ione atr ofica vicino allo spazio portale , m entre a l centro del lobu lo c ·er.a ipertrofia note·yo]e fino al g ig·antism10 cellular e. C'era anch e una d egen er azion e vacuolare d el •Citoplasma. Comn1entand·o il caso, gli AA. falll!Ilo rilevar e la t endenza moderna, i.in, 1F rancia, ad attribuire l 'ittero infettivo a ll'epat ite; quindi la cole-

cistost on1ia mertterebbe a riposo il fegato come la c is t-0to n1i,a fa p er i r eni. 1\1.a non si comJJre·n.de facilmente co1ne il b eneficio d ella 1colecis tos.to,m ia possa \ ed er si così r.a,p ida mre nte n ell.e 2± or e. Que_to fa pensare ad un. ostacolo risied ente n·elle vi e1 bilial'i. Gosset h a sostenuto l 'esist enza di uria coledocite. Quel ch e è certo è che n ell 'itter o infettiYo col sond~g-,gio duoaena le si ri esoe a trovare bile :nel ·d:u·oden o, quindi un cert o de flu o c 'è. Gli AA. ri t en~ro n.o c11e l a bile nera trovat a nei 1p1r imi g iorni d opo la colecistostomia non er.a certo doYuta a.d una ipersecrezione, ma probabilmente ad ,alter azioni da cole d ocite. Le le ioni d el feg at o n ell ' itter·o in.fettivo n o·n porta n o n eces.~ ariamente all 'ittero ch e è più probabilmente ·d ovu to ad un 'an g iocolite infettiva, r l1e Naunyn e ùmiber chiamano angiocolia, senza ipot er a n ch e escluder e l 'influen.za di uno spasmo de ll o sfintere ·d i Oddi. La bile spessa e gommosa può costituire un ostacolo al de flu ~ o b iliare e quindi anc h e n ell ' iltero infelti,-o I.a ge111es.i m ecca.n ica p uò eser e an1me . . a . R. LusENA . 1

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Il trattamento dietetico della litiasi bi· lia1·e. (H . SALOMON. Paris m édical, 27 agosto 1932). L ' L.\.. con sig lia una restrizione n ell ' uso di a limenti conten enti cole terina, fra cui si trovain o p ecialr11emt e il cervello , il fegato, il r en e e le uova (ch e n e conten.g·o,no 0,25-0,30 %); praticamen te, b as ta proibire o limitare l 'u so d elle u·o va, pure permettendo quelle cl1e entr.a n o a fa r part e ·di alimenti pre•parati (sgonfiotti, pudding). :È a ltresì consig lia t a l a r estri zione o la •soppressione d ei g·rassi , che r end·e ndo l)Ossibile il riassorbimento della colesterina le servon o da veicol o·• Ma è b en difficile O·d im1)ossibile tale s·oppressione 1c.he portai con sè t1n forte dimagrimento. Al contrario, anzi, l 'A. h a ' 1eduto ch e in malati ·denutriti la somn1ini•s trazion.e di notevoli quantità di grassi l1a p ortato n1 igliora n11enti n ello sta to gen era le e la scompar sa ·d elle colich e. P er evitareJ il burro, .m olti m edici cor1sig liano di sostituirlo con l 'o·l io, di cui la fitos terin a n o,ni è riassorbita d all 'intestino um.a n o. Altri autori con sigliano il burro; ancl1e im. tale questione, le abibUJdini ·dietetich e hanno un g rain·d e v alo·r ·e . Nel r egime della litiasi biliare, bisogna t en er presente l e esigenze ·d ello stomaco, cl1e va tr.a ttato come per le m ,a lattie con acidità gastrica (e, •i tar e i cibi pie.canti , n1olto g r assi o m olto do1ci, le con 'Serve, il ca ffè , ecc.). Koelsch l1a rilevat o in· questi casi u111a cert a sen sibilità tern1ica e scon sig·lia l ' uso di cibi m 1olto freddi; viceve r sa, l 'A. l1a veduto ch e i gelati , ingeriti lent:amente, sono b en sopportati .


1782

te IL P OLICLIN I CO »

L ' A. co·n sig lia la seguente dietetica. Ore 8 : tè 1con latte, pane nero e bUlro; prima di tal e colazion·e, 6-8 prugne secche, la·s ciatei in acqua dal inattino precedente. Ore 9: patate abbrustolite. 10: ipane nero e formaggio non piccante. 11: frutta fresca. 12: pata•ta abbrustolita 1con la buccia o purea ·di patate. 13: composta ·di fr.urtta ·oppure 8-15 çlatteri. 14: pudding o sgonfiotto. 15: frutta. 16: t è al latte. 17: frutta. 18: pane nero e form.a ggio. 19: frutta. 20: zuprpa di averna. Pan e ·n ero in quantità di 200-300 grammi secondo la statura ·del malato; frutta da mezzo l\.g . a 3/4 ; qu1antità di burro secondo il peso .del corpo. Il g iorno primra dell 'inizio ·del regime, dare un lassativo, dopo· di che le scariche avveng·ono normalm·ente. Dop·o 5 g iorni .di tale reg·in1e, pa·ssare a 5 pasti al g iorno, con sufficiente qu,a ntità di pan e nero e ·di frutta. fil.

[r\.~Ko

XX.X.IX, Nu1'r. 46)

r~zio·n·e dell 'idea e dello stu·dio del probleJina,

fimo a risolverlo in tutti i suoi particolari e ad eliminare Ogl!li p ossibile obbiezio1ne. Non ostante l 'entusiasmo allora suscitato per scopeirta del germe, comprese Egli che a·d esso cc non potesse darsi in1.p ortanza eccessiva se la 1

STORIA DELLA MEDICINA li cinquantenario della scoperta del pnen·

motorace artificiale. Si con1pie n el 193 2 u.n cinquantoo·n io dalla scop erta d el pn·e umoto·race artifi,c.iale o, meg,lio, .d.all '.anno i:n cui Carlo Forlanini si decise a rendere pubb·l iche le sue idee sull'utilità di installare a scopo te1~a,peiurt:i co il pneumotorace nei tisici. Temtpi assai lonta:ni rei a·p paiono quelli in c ui n on si imtraved·e va il nesso fra tuberrcolosi polmonare e po.Jmo nite caseosa ed i.n cui ness un Taggio ·di speranza app·a riva '.P•e r la cura del «. mal sottile inesor.aibile ». La iscoperta di R. Koch, mo1strando l 'urnicità de1lla cau sa ·dei due ·pro,c essi, portò in·e stimabili vanta,ggi specialmente nel cam.po .della patolog·ia e d ella profilassi, ma bene scarsi in qiutello dell.a t era pia ed ostacolò piuttosto· l'avvento del pne umoto race artificiale, in qu1anto iche polarizzò l 'attenzioo·eJ degli 1s.tudiosi unicamente verso il germe. Contro di questo, si rivolsero pertarnto i tentativi terapeutici, m etten.do in non cale tutti .g li a ltri m etodi, sicchè qu.a si un trentennio dovette passare prima che l e idee di 1ForlMlini ,,e,n issero pienamente aocettate. La genesi di queste va riportata all'osservazione ·d ei miglioramenti intervenuti in gravi forme di tisi, dopo l 'in1sorgenza di ru111' pneumotorace spontajn -eo, con conseicutivo collasso poln1o·n are. Osserv.azione ~inti ca di secoli, come 1ci insegna u1n a dotta mota ·di G. Bilancioni (Il Poli clinico, Sez. prat., 1918', n. 33, ipag. 70) ch e ne trova le vestigia in Plinio ed in vecchi rr1!edici nostri (Baglivi, Luig i Parola) che ne intra,ridero u:na possibile a·p1plicazionei terapeutica. l\rla dove ap,p unto si ·dimois tra la genialità e lo spirito srci enti fi co di F-orlanini, si è nell 'elabo1

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sua _p·r esenza a p1p ari,1a co·sì fu·n esta solo finchè il polmOIIle respirava » . Ed è pro1Jrio mel m·odo inie.es.sante di espansione e ·di riduzione di tale organo che Egli ' 'ede cela cau sa unica per cu i i processi ge1D.erali vi po1sso·no aver.e l'esito d ella speciale ulcer.a.zione che costituisce la tisi ». Da ciò la pro·p osta di istituire il pneumotorace im· tale n1~sura da r e.n·d e:re immob·i le il polmone . cc Ce·r to », Egli aggiunge, cc mi sembrerebbe temerità il tentarlo direttamente subito siu1ll' uomo tisico », ritenendo n ecessario procedere dapprima a·d esperimenti su animali, in mo,do da studiarne le partiicolarità ·di applica• z1001e. Queste idee, da lurngo mia turate, Eg·Ii pubblicò in una serie ·di :attticoli sulla « Gazzetta degli ospedali », n e1ll 'estate del 1882, sotto il titolo: e< A contribuzione della tera.paa chirurg,ica della tub,e rcolosi, Ablazioin e ·del polmone? PYleumotoir ace teirapeuitico? ». Con assiduo e paziente lavoro, si mise allo studio del •p ro.b len1a da solo, a ssistito oltre ch e dnlla Sua genialità, da uina l'ara abilità meccap.ica (E. Morelli , Il Policlinico , Sez. prat., 1918, 11 . 23, ci dice r he fu definito il principe deg li iatrorm ec·canici). Esperim enti . . u anin1ali, in.i-ezi.oni ·eindopleuricl1e di sostanze diverse- - Ii·ouidi e gas - , costruzionie di apparecchi, studi a'l1.a tom·o-pa1tolog ici , osseryazion i istologiche sul .po lmone normai.e, malato, con1Jpres o, ricerch e di fi s.io·1)atolog·ia e di cl1i111irca fi , iolo-

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{A:xNo

Nul\1. 46]

X~1.IX ,

SEZION E PRATICA

gioa, ecc., l1!Il lavoro fervido, cos tan,te, nel silenzio e n ell 'osrull'ità. Realizzò, n el 1888, il primo· pne umotorace e comunicò due casi g uariti al Congresso i1n teirnazion:a.l e di m edicina (Roma 189-1) e, n ell 'anno seguente a quello Nazionale ·di m e dicina inteirna , un caso di tubercolosi cavitaria g ua rito con lo stesso mete.d o, semza però destare alcun in· teressamen to. Ritornò poi al lavo·r o silen zioso, occupandosi di perfezionare il m 1et·odo e di raccogliere ruflla più abbondante statiis tica. Penosamente, gradatamente·, l 'idea si fa strad a. Applicazioni ao-li Stati Uniti (Murphy. 1898), cotnsen si da parte di sci enziati t ed eschi (T\1arburg, !Brauer ), la pubblicazione d ello stesso F orl:anini siuilla Deii.tsclie m ed. lVochen sc.hrift di 25 casi g uariti, cl1e ammomtano a 3·2 ne l· la con1UJili cazione fatta all 'Istituto lombardo di scie1n ze e let tere n el 1907. Il m1etodo ·si vien e diffon·d endo in Germania, n ella Svizzera, oltre ch e in Francia per opera di Dumarest. E, fimalme n t e a l Coogresso d ella tubercolosi in Roma, •n el 1912, a cui Carlo F orlanini par· tecipò cr edendo ·d i trovarvi dell'opposizione, il trionfo ! Da allora, la diffusione de l metodo che si dim·o tra sempre più fecondo di risultati, per l e n1olteplici appli1cazioni , in parte p reconizzate dallo stesso, Forlamini (aiscesso polmo,n a· r e , en10Ltisi. P'l euriti c on ' er sam e nto), dai t1oi discepoli (U. Car pi e d E. Mo re1li , nelle feTite d el polmone) e d a altri. Il m etod o è stato e te. o al polmone controlaterale alla le ione Cl\i[. Ascoli) e d ha avuto le varie d eriv.aiZioni che Yanno otto il mo·m e complessivo cli 1collassotera·p ia. Non a torto, U. Carpi ( 1) osserV'ai che og{li il pne umotorace artificiale n on è soltanto un m e1todo s1p.eciale peT il trattamento d ella tuber colosi polm onare, ma esso viene u· sa to così spesso che va con siderato 1co m e uma regol a terapeutica generale rp1er tutte quelle affezi oni pleuropolmonari in c uri sembra indica to un collaisso polmo111are di più o m eno lunga durata. Mi gliaia e mio-liaia di vite umana sono state sal,ra te e non è certo esageTato attribuire in buona parte alla larga applicazione d el pne un1otor ace artificiale, la di!fi~nuzione d ella mortalità per tube r col·osi che si osserva in quasi tutti i rp aesi civili. Vada ql1indi la g r atitudine ·di tutto il mondo a Carlo Forlaniini ch e, soltanto d opo una aspra lotta po1tè raggiungere il risu.l tato ago· o-nato e che, n·e lla sua mode.stia, n on volle onori nè ricch ezze. Fulg-id:a e p1Ura g loria ita liana 1che nessum.o o·g gi ci contesta ed a cm tutti riverenti s'inchina.no. fil. 1

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(1) Dauerresultèit (i. r Pn eumoth.oraxtherapie bei TJungentuberkulose , in <e llandbuch der gesamten Tube:nkulose-Therapie » , diretto da E. LowENSTEIN.

Urban e Sch\l\rar ze nberg, Berlin e Wien , 1923 . •

1783

CRNNl BIBLIOGRAFICI. (t) R. M. S1EVERT. Eine Zu.r M essung von Roerlltgen Radium und Ultrastrahlung. Acta Radiologica, 1932 . Corone svedesi 20.

La monog rafia che esce ·dal laboratori·o di fi sica d el cc Radiuml1emm et I di Stoccolma, m ,onografia ri1c.ca ·d i tabelle e di formule,. prende in considerazione cornei m e todo di misura ·d ell'intensità d·ella irradiazione il sisten1a d ella cam e ra di ionizzazio,n e collegiata ai conden satori. Il sistema - studiato dal Sievert dal punto di vista fisi co - appare superiore secondo l 'A. ai comuni metodi el ettrometrici nei qu.ali il cavo co11giunge1nte la camera di ionizzazion e all 'elettrom e tro è fo·n te di numerose Clluse di errore. La inonog rafia è completa sotto tutti i punti di vista •s pecie n ei confrom.ti tra i due n11etodi e d è corredata da numerose figure e schemi e tabelJe. E. .l\1ILA.NI. R. THoRAEus. A study of ·the I onization Nl ethod for measuring the intensity and absorption of Roentgen Rays. Aic.ta ra diologica, 1932. Corone svedesi 10. Anche cp1esta monografia esce dal laboratorio fi ico (diretto da Sievert) del Rad·i·urmhemm et di Stoc coJma: il metodo ionimetrico come base d ella n1isura d ella illlitensità è studiato compl etamente e sp ecialmente mie i rap·p orti d ei filtri usati in terapia: numerose tabelle e num ero1i schemti corr edano il lavoro E. M. KoEHLER. Lim1iti del normale ed i1i izi del patologico in roentg en.diagnostica. Traduzione italiana di Ar~BERTI e MoMBELLONI. Ed. Sperl·i ng e I<uptfeir, ~Iila:no, 1932, pag . 785 , 400 figure . L. 175.

Lai traduzione d ell 'Alb·erti eseguita sulla VI edizione t ed esca d el 1931 è la prirna italiana : il libro d el Koehler ha avuto sin dalla prima edizio·ne u.n crescente s u1ccesso e anno per anno le edizioni sono .aU1Illentate e il libro ogni volta ha fi guirato ampliato· e mig liolfato ne1lei fig ure. Il libro d el Koehler è stato sem ·pre indispenab·i le per ogni radiolo.g o perchè esso rappresenta la g uida più sicuJra per inte~pretare quell e immagini ch e s ta:nno tra il normale e il patologico e che sono n1a1turalmente di una interpretazion,e assai delicata. OgO'i con la tra·duzione itali.anissi111a d e}... l 'Alberti, sotto la sco•r ta delle nu1m 1ero e' fig ure 1c.h e fa nrn.Q b ella mostra in u.n a edizione in11)eccabile il radiolo·g o ha finalmente a su a disposizione non solo un.a guida n el suo esame radiolo1g ioo, ma an·ohe lln libro ricco e al cor· r ente ·di citazioni bibliogr.a1fi ch e. E. M1LANI. (1) Si prega d'inviare due copie dei Iihri ifi cui si desidera la recensione.


1784

« IL POLICLINICO »

ACCADEMIE, SOCIETÀ MEDICHE, CONfiRESSI XXXVIII Cong1·esso della Società Italiana di Medicina Interna. Ro1na, 19-22 ottobre 1932. (Co11li1i.uaziorie; vedi n.um. p r ececlenle) .

."' ecluta antimeridiana (20 ott. ) .

!.)residenza: sen . prof. VIOLA. Causa l 'incidente a11tomobilistico occorso al prof. Izar, di cu~ abbiamo cl ato 11otizia, la Relazione vie~c sv<?lta clal suo rnaestro prof. i\1. Ascoli .

L'amebiasi. (Conclusioni) .

Il R. , non potenJo pt-r la ristrettezza (lel lo s11a · zio concesso per l u relazione affrontare i11 pieno ur~ problema così vasLo e con1plesso nella su a molteplirità di aspetti etiologic i. artaton10-patolog ici e cl i ~ici, si lirr1ita a sviluppa.re alcuni punti fra i piì1 cor1tr oversi. Prin1a di entrare in argomento crede però opport11no ù~ illn strare le r agioni che lo h an110 indotto a ridurre il titolo della r elazio11e dal plurale al singolare, dimostrando ch e : l ) <Jll clle ameba patog·ena e sol~unente be11 con osci1Jt a l 'ent amoeba histolytica, di cui l 'E. bartnlannii, I 'E . nana, l 'E. mi~uta. dispar, e forse l 'E. urogenitalis, l 'E. poli.m.orfa ~ l 'E. vesicalis, non sono eh~ forme atipiche; 2) una eventu.1le patogenicità di altre amebe, anche se nQ11 si ·,)UÒ n egare, è tant o rara da Ilon nleritare una particolar e descrizio~e; 3} no~ giustificat a sare.b be una distinzion~ cl in ica i11 varie [1mebiasi in r apporto alle diverse localizzazioni e ai quadri clinici , an ch e perchè questa distinzione sarebbe contraria alle attuali cognizioni sulla E:liopatogenesi d elle localizzazioni prin1arie e secondarie, eh-e affermano queste ultime quali semplici metastasi di una primaria localizzazione intestinale; 4) u11 concetto d \ pluralità fo11dato su u11a distinzione fra forn1e nostrali e fo-rme tropicali è i11 opposizion~ ai fatti acquisiti per ,_nerito specialmente dì clinici italiani . · Definito così · ch e la sola E. h. è da imputare co1ne cau sa d i n~!llattia generalizzata e che quindi per -amcbias.i si d~ve intendere solamente l 'affezion e legata all 'impianto dell 'E. h ., il R. brevemenle riassu1ne le r agioni ch e h ann o per tanto te1npo t e11uta in sospeso 1a identificazione d elle varie an1E!be p aLogene tropicali e nostrali con l "E h.. precisando l a gr ande importa11za d el contributo italiano nella soluzione di un problema ch e ogni giorno sempre meglio si precisa 11ella su a enorme estensione, come ben ris ulta dai dati riportati sulla diffusione di questa protozoosi in tt1tto ~l IT\Ondo e, part icolarme11te per l 'Italia, d ai risultati di una i11 chiesta accurata condotta dal R. con l 'ausilio di quasi tutte le S.cuole m edich e itali ane, dei grandi Ospedali, della Sanità militare ~ col co~tributo di numerosi Colleghi liberi tsercenti. Se pertanto l 'amebiasi si può con s~derare quale malattia diffusa in tutto il mondo e in tutte le r azze e nel caso particolare d el 11ostro paese quale enden1ica in tutta Italia con nlaggior accentu a1

[ANNO XXXI~, NuM. 461

zio11e per le isole e I 'Italia centr o-meridionale, 11on si possono dimenticare episodi s1ngoli ch e assun1ono il quadro di vere epidemie, r1otizia che deYe ~nfor1n1re 1'autorità compet ente ed anche il sing-010 pratico ad una miglior sorveglianza sulla forma n1orbosa, ch e per la proteiforme veste non sempre è di facile diagnosi. J\1 proposito il R. richian1a l 'attenzione della Direzione "o-e. . nerale d i Sanità l)Ubblica su n otevoli diveroenze che un'analisi 111i11uta ])ern1ette di rilevar~ fra i dat~ d e~ b ollettini sanitari ~ i dati d esu11 ti da1la letteratura italia n1, divergenze che il R. ritiene particolarmente ~ ega t e ad una imperfetta d erlo111 i1~azione della n1alat Lia n el testo ufficiale della legge la quale rispecchia l'obbligo d ella denunc1t1 per la sola << dissenteria amebica ». Precisat e le vie di infezione e di trasmissione, nelle quali g rande importanza assumono accanto aJl 'u omo ammalato g li a11~tn ali viventi a contatto con l 'uomo, ~ R. passa a discu tere della grave questior1e dei portatori, ~oncetto ch e egli ritie11e no11 aderente al Yero nel caso particolare perch è sempre &i con fonde co ~ quello di convalescente o di m alato, dato ch e le presenza di for111e cis tich~ nell'intestino non può essere ch e la con segu enza della presenza di forme attive in seno alla sottom11cosa. Riassunto i~ quadro anatomo-patolog ico, preciSùndo alcune i~tcressa11ti p articolarità inesse in evide1tza dalla Scuola peloritana nel quadro anato1no-patologico, clell 'am ebiasi infantile che Yèngo110 bene a spiegar e il decorso clinico della m a1attia i~ questa età, i~ R. si sofferma più a lungo s ulla parte clinica e sulla terapia, distingu endo in queste parti, p er ragion~ di peculiare in1portanza, l 'adu lto dal bambino ~ dal lattante. ~oichè la molteplicità e importanza d ei problie1ni trattati rende assolu t amente impossibile di riassu1nere in inodo adegu ato queste parti senza i1uocer e alla chiarezza della loro comprensione 7 ci 1i1nitiamo a riportare le preposizioni con clusio11ali della :relazione, ch e prospettano la somma de i quesiti portati in campo ~ le soluzio11i affacciF•te d al relatore. 1) Per m erito s1)ecialmente di Clinici italiani , le con oscenze odierne, togli~ndo al parassita patogeno il carattere cli ag·ente stre ttament e d issenterige110, considera110 l 'a1nebiasi co,m e ina]attia nostrale, relativamente frequente ad osservarsi sotto forn1a endemica nei paesi s ub-tr opicali e tem}Jerati. La guerr a h a 111eglio valorizzata, messa in eYiclenza questa forma morbosa, fors 'anco esaltando il potere patogen•::> del parassita; ma noi non conlia1110 ora per qu esto una malattia di più qltale riflesso della guerra, ma abbiamo solo imparato a co~oscere un a 111alattia c h e il riflesso bellico h a illuminato in }Jieno. Nei nostri climi non dobbiamo ricercare come ma11ifestazione Llell 'a1nebiasi le forme dissenter ich e acute o subacute, quali abbiamo imparato a conoscere com e affezioni tropicali, ma dobbia1no invece ricercare le sindromi atipich e, in apparenza attenuate e più proprie al d ecorso croni co ch e per un infinito numero di cause fisiche, chimich e, biologich e, la malattia assume n elle r1ostre regioni. 2) L 'amebiasi è 111alattia diffusa comune a tutte le razze, a tutti i climi. 3) Per u~ a !nigliore statistica dell'amebiasi i n Itàlia occorre 111od jficare Ja dizione richiesta per


(ANNO

XXXIX, NuM. 46.l

1785

SEZIONE PRATICA

trice che potrebbero far pensare alla guarigione, la denunzia ed alla dicitura << dissenteria amebica» sostituire la formula più propria << amebiasi rnentre non sono altro che periodi di latenza del parassita in rapporto a stati di equilibrio tra azioin tutte le sue forme ». 4) Nel quadro subcronico più proprio ai no- ne Qffensiva dell 'E. h. e reazione difensiva delstri climi si 11otar10 delle punte di acuzie durante l 'ospite . .. 1~) L 'amebiasi intestinale è sempre n1alattia i 1~esi estivi o anch e delle piccole epideruie a fot'olaio ch e sta11no irt rapporto con una esaltazio- sc1uisita~ente cronica, a sindrome locale atipica, 11e transitorìa del potere patogeno del parassita p·roteifor~e, acco,m pagnata ~ disturbi generali e. per effetto di erro·r i dietetici , di soverchia inge- deperi1nento organico progressivo, nel cui decorstione di acqua, per l 'impianto di altri germi o so le riacutizzazìo11i parossistiche non sono ch e parassiti. accidentali episodji. 5) Allo stato attuale delle conoscenze non vi è 16) Ogn~ caso di amebiasi intestinale presenorinai alcun dubbio che l 'E. h. dia luogo nelta una sintomatologia propria, personale, che dal1·uo1110 ad una infestazione protozo,aria, chiamata la varia resistenza individuale, dalla predisposiperciò a.mebiasi che comprende un insieme di zione o labilità <li determinati organi, dalla speiuanifestazio11i m orbose delle quali ~a più comu- ciale reazione sog·gettiva ad un unico· stim:olo,. 11e è espressa dalla sindro1ne dissenterica. trae ]a speciale figura. . 6) La sola E. h . può causare una malattia 17) La diagnosi di amebiasi intestinale si fonge11eralizzata con manifestazioni a carico di orcla principalmente sull'accurato studio di un. prega11i diversissi111i q lesioni anatomopatologi che ciso anamnestico e sul risultato dell 'esame coproben definite . Le r.ltre E. possono forse dare solo scopico condotto con tecnica esatta. quadri locali e :in1itati. Riteniamo pertanto che ] 8) La propagazione a distanza dell 'infestaziola parola amebiasi possa solo definire I 'infezione r:.6 ameb~ca è dovuta al trapianto del parassita generalizzata da E. h. dall 'intestino in altri organi. Un impianto diretto 7) L"E. h . è sempre patogena per l 'uomo. dell 'E. h . nel1e vie aeree, nella vescica urinaria, Solo all 'E. h. senza l 'aiuto d~ germi associati nella colecisti, non è giustificato dalle attuali co~ono da riferire le profonde lesioni anatomich e Itoscenze sulla biologia del parassita. Il feg ato i1ei vari visceri. è la sede più frequente di tale processo seconda8) La porta di ingresso del parassita è di elerio, mentre l~ localizzazio~i nel ·polmone, nel cerzione quella orale. Fra le vie .di trasmissione del vello, ed eccezionalrr~ente in altri organi, :sono contagio quella indirett a è forse la più com une, eventualità molto più rare e quasi sempre in diina acca11to all 'uomo ammalato o portatore debpendenza ::tlla loro volta dall 'impianto epatico. bo110 prendersi in considerazione come fonte di 19) Esiste una cistite amebica, con localizzaco11tagio an cl1e ar1i1nali ch e C-On l 'uomo vivono a zioni nello spessore della parete della vescica delcontatto . 1'E. h ., ch e si può identificare con l 'E. ·vesicalis 9) Il co11ce lto di portatore di E. h . si confonde di Penso. Le obiezioni circa il mezzo ambiente,. con quello di ~on valescente o di ammalato laJa morfologia del parassita e le proprietà biolotente. L~ ricerch e più accurate condotte 11ei vari giche di esso, trovano nel confronto con il comp aesi attestano l 'enorme frequenza di questa paportamento dell 'E. h. nei mezzi culturali una rass-itosi. logica spiegazione. La t erapia di questa forma è 10) _ ell 'intestir10, ~ forse nella vescica urinadevo1uta all 'emetina. ria e ~~lla colecisti, il compl~sso delle lesion~ del20) L 'amebiasi polmonare è una affezion e l 'amebiasi subacuta e ci:onica può i~terpretarsi co- forse meno rara di quanto sinora risulti, che però n1e l a risultar1t~ di a'la ~nfiammazion e flemm:osolQ eccezio·n almente è dato riscontrare come fornosa, necrotica e ulcerost1 , di varia intensità, a n1a pura negli stati iniziali. Più frequente è l 'osfocolai, con cons~cutiv a n~oformazione in alcuni serv.a zione di cas~ misti, col quadro clinico di tratli <li tessuto di cicatrice più o meno retratto asress.i misti da E. h., il cui diagnostico di procl1e sostituisce la sottomucosa, e con pro1iferaziobabilità è fondato su dati collaterali piuttosto n~ della inucosa soprastante. L 'ingresso dell 'E. ch e su dati diretti. È malattia grave, a progno·si h. in seno ad altri tessuti genera una serie di riservata, ad evol uzione unica in lesio,n e ulceroles~on.i eh~ si possono far risalire a tre fondamenflemmonosa, la cui t erapia può eccezionalmente tali alterazioni : congestione, sclerosi , necrosi seessere n1edica, raramente devoluta alla collassoguita da colliquazione, qualu11que sia l a natura terapia, di norma mista med~co-chirurgica. e costituzione del tessuto di impianto del pa21) I rappo1rt~ fra amebiasi ed as-cesso epatico rassita. · nostrale, già affefm:ati da clinici italiani or sono 40 anni, trovano jn ricerche sistematiche la loro 11) Il q1uadro· anatomo-pat~ogico. dell 'amedimos.trazio ne. biasi infantile spiega il decorso clinico in questa 22) L'E. h . giunge al fegato nel maggior nu età con sindromi di sepsi o di tossicosi senza turmero dei casi per '\iia PQrtale, isolo eccezio·nall)e intestinali o con modifica sindrome enteromente può giungervi per altre vie. colica. 23) Nel quadro anatomo-patologico dell 'arne12) Il reperto ematologico non presenta caratbiasi epatica si comprendono abbastanza bene teristiche peculiari all 'infuori di una costante olitutte le varie forme clinich e descritte dagli AA. gocitemia con ipercromia. Ciascuna di esse non rap·p resenta perciò alcun13) L'an1ebiasi si svolge sempre allo stesso chè di speciale, di diverso·, ma solo una tappa più modo e quantunque variabile nei suoi aspetti, o meno lontana nel processo di e.voluzione della nelle sue forrne, e sempre una n etta sua essenza, amebiasi epatica. ta11to n ei focolai endemici tropicali e subtropi24) Contrariamell;ite all'affermazione di alcucali co1ne in quelli autoctoni qelle zone tempeni AA. non possiamo· ammettere l 'esistenza d i rate. una lesio·n e colecistica primaria da E . h., come 14) L 'amebiasi è malattia ad evoluzione torno11 po ssiamo ammettere una lesione colecistica pida, ricca di esacerbazioni e di re,m issioni, inda E. 11. indipendente da lesione epatica. t errotte da lunghi intervalli di calma inganna~ 1

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25) Fra le cause etiologiche della cirrosi epatica deve forse venire annoverata anche una infestazione da E. h. 26) LQ stadio presuppurativo di Rogers è fondato su b·a si esclus~vame~te cliniche, me~tre nessun dato anatomico perm~tte u~a netta distinzione fra lo stato di n~robiosi e lo stato di vera colliquazione. 27) L'esame clinicq dell'ammalato· ~ul~a offre di caratterist~co per u~a diagnosi di epatite amebica colliquata. Noi possiamo solo porre una diagnosi generica di epatite, suffragata dai rilievi d~ laboratorio e })erfezionare l.a diagnosi etiologica col sussid~o di mezzi diagnostici diretti ed indiretti. Ma quello che più importa per giungere alla diagnosi è il p~nsare alla possibil~tà di tale forma morbosa. 28). La puntura esplQrativa del fegato non offre alcun pericolo· ed è l'unico elemento probativo per la diagnosi di epatite colliquata. L'esito negativo di una purttura epatica, anche ripetuta a cielo chiuso Q a cielo aperto, non esclude la presenza di una raccolta ~tra-epatica. 29) I caratteri fisici del ~ateriale estratto con puntura esplorativa epatica o emesso con vomica possonQ indirizzare alla diagnosi etiologica dell 'epatite: µnico elemento probativo è il risco~tro microscopico dell'E. h. o l 'esito di terapia emetinica. 30) La tei:apia della amebiasi intestinale è esclusivamente devoluta all 'emetina abbinata a preparati ·ai:senicali. L 'u so dell 'alcaloide deve essere precoce, tempestivo, sufficiente, ripetuto in cicli seriali, solq con cura « cronica » si può avere ragione di malattia «cronica». 31) Nel bambino,. ma particolarmente nel lattante l'amebiasi assume quadri clinici particolari, con predominio delle forme settiche e tossiche, senza lesion~ ulcerative. La particqlare sensibilità all 'emetina e ai preparati arsenicali modifica sensibilmente la posologia. 32) Col trattamento emetinico arsenicale, associato o no ad ep·a tocentesi, l 'intervento chirurgico nella ·cura •1ell 'epat~te amebica colliquata è diventato un intervento episodico. Terminata l'esposizione o:i:ale della · Relazione, ii Presidente dic;h.iara aperta la

Discussione della. Relazione. L. DEVOTO (l\ililano). - Crede di non essere il i11eno adatto a ringraziare ~ nome del prof. lzar, al quale invia ancora u~a volta il saluto augurale dell 'a.ssemblea, il prof. M. Ascoli, che nella illustrazio·n e della relazione Izar sull'amebiasi ha messo in rilievo i risultati veramente suggestivi o ttenutr' risultati ·che onorandÒ l'allievo e la sua . scuola, non possa~o non onorare anche il Maestro, con i~ quale si compiace vivamente. '

G. BOERI (Napoli). - Ringrazia vivame~te Izar ed i\.sco ~i per il rico11oscimento che hanno, vo1u to fare dei lavori cQmpiuti dalla sua Scuola sul] 'am ebiasi. Quanto alla questione della ricerca dei ~)Ortatoiri, 1richiama 11'atte:n,zjo~e sulla necessità di n on confondere amebe apatogene con forme pat ogene. Certamente abbondano portatori ed ammalati, n ei qual~ la presenza di amebe patogene resta a lungo igng·r ata. B utile, nei casi dubbi, ricorrere alla cura di prova, per quanto non ~an­ chino casi d~ emetin.o-res~s~~nza 0 di assuefazione all 'emetina. 1

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Richiama l 'atle1tzione dei pratici sulla frequenza de~l~ ~patiti amebiche; sembra che si debba a~metter~ un' ainebia.si epatica a11che primaria. Tale nozio·n e è importante, perchè deve indurre alla cura di prova anche in casi dubbi. Per qua11to resti dubbio se un ascesso epatico colliquativo già costituito, da amebe, possa regredire CQn la cura emetin~ca, non è dubpio che in fasi me#o inoltrate l'amebiasi epatica guarisca con la cura specifica. I~ un caso osservato, di quadro g~nerale infett~vo di imprecisabile etiologia, solo il lieve ingrandime11to e la lieve dolentia del fegato indussero a praticare la cura emetinica, che eblle rap~da ragione del male. Per quanto non si potesse ammettere un ascesso già costituito, per il pronto risultato r aggiunto con l 'emet~na, si aveva discreta leucocitosi neutrofila. Oltre la sindrome dissenterica, l 'amebiasi può dare reaiioni infia1nmatorie peri-intestinali, qualche volta così notevoli come volurne e resistenza, da simulare il neoplasma com:e in un caso tipico osservato. Non solo lungo tutto il colon si possono avere pericoli di origine amebica, che possonq, agli effetti specialmente m~canici , . crear.e una sintomatologia di neoplasm a. In tali casi, non può certo 1'emet~ca dare la guarigione rad~cale, ma certarrtente si i:iesce con l 'emetina ad arrestare tutto ciò che di attivo di origine amebico esiste ancora nel caso; gli infiltrati e le stenosi r esidue eventuali si posson o poi trattare anche con mezzi chirurgici . Ins~ste sulla opportunità di una più a1npia utilizzazione della retto-sigmoidoscopia, il cui valore diagnostico ha potuto apprezzare già da molti anni n.el proprio Is tituto. Essa p ermette anche il prelevamer1to rliretto del materiale per esami, .praticatq per I 'amebiasi da prima dal dott. Caputi, della sua Scuola. A proposito d ella terapia, giudica ri1nedio pri1:· cipe l 'emetina, rimedio peraltro non sen za p en coli e ch e va adoperato con prudenza. In realtà l 'emetina anche a dosi non eccessive, è spesso dannosa 'per · azioni seco~darie; poichè deprime il tono cardio-vasale; è molto iID:portante, come giusta.m ente Ascoli ha rilev~to; essere gua~d~n­ ghi specialmente n egli ipotesi. La cu_ra e1net1n1~a deve ess~re discontinua e quando sia necessario riattivante. Anch e dallo Yatren ;ha avuto discreti risultati, nei casi adatti. Non bisogna dimenticar~ l 'importanza di agenti batterici associati, specialmente bacilli meta dissenterici . . ' che non di rado sono la causa cl ell 'apparente emetino·- resistenza ~ che i11dicano l'associazione, alla cura specifica, di un trattamento autovaccinico, come ha dimostrato, nella sua Scuola, Fragornele. T. PONTANO (Roma). ~ È t1tile ferma~i su alcuni punti delicati del problema,. <:Iual1 alme1:o so·nQ appiarsi all :o. nel lungo e diligente stu~10 dell 'argomento. Il primo punto rig~a:da la. diagnosi dJell 'am e.b iasi, specialmente n ei r1guard 1 del concetto di portatore. Dacchè l 'amebias~ ha incluso nei suoi confini, oltre che l'episodio .dissenterico tutte le sindro1ni di turbata funzione del1 'intest~no (dall~ diarroiche, alle stitiche,. alle.dolorose, ecc.), non si può restare all antico b.i~o­ 1

mio diagnostico : dissenteria. ed. esame. P_OSJ ~ivo delle f eci I Oggi alla diagnosi d1 amebiasi b1so-


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SEZIONE PRATICA

gn.a lJe nsare a11ch e se i1on si è di fronte al dissenterico; ma d 'altra parte bisog11a restare diffidenti anche di fronte ad un. esame di feci chiaramente positivo p er 1'amoeba h ystolitica l L 'O. vuole ricordare che es~stono criteri clinici fondamentali per prendere in, co11siderazione il sospet to diagnostico di an1ebiasi intestinale, anch e se m an ca il quadro dissenter~co. I caratteri comuni alle sindromi ame.biasiche sono : la cronicità e . . - . la recidività; un, carattere rr1eno cqstante è il variare e il susseguirsi di episodi differ~nt i: ad u1i

.episodio diss1enterico, ne segue -an·o diarroico, uno doloroso, uno di stipsi spastica. Purtroppo non tutte le sindromi enterocolitich e con tali caratteri sono amebicl1c; su 3000 enterocolitici di Ron1a sQlo 150 erano amebici '. È necessario l 'esame delle feci; cli gr ande utilità è l ·esame rettoscopico. l\1a, mentre prin1a noi cr ed evamo ch e un esame delle feci positivo p oteva equivalere ad un suggello diagnos tico inequivocabile, le r ecenti ricer ch e r endono prudenti nelle co11clusio·ni: es~sto110, i11 percentuali differen.t~ n ei vari Stati , nelle Yarie provincie,. n elle varie classi sociali, soggetti che non sono n eppure enterocolitici , che n essun disturbo presentano all a ricer ca anamnestica più p edante, nei quali si rinven gon o le a1neJ)e i tolitich e tipiche di Schaudinn; esistono cioè portatori cli am eba istolitica. L 'O. dev~ dire per esperienza diretta, e per ricer ch e esegu~te i1ei 1nalati d egenti n ella sua clinica, ~n aQni dillere11ti ch e in u~a p ercentuale dal 6 al 9 % si rinYen go11Q a Roma ame · b e n ei soggetti, ch e n on rich ia1nano pa:r:ticolar e attenzio11e sull 'intestino. Si può la percentuale ridurre a 4-6 %, escludendo color o cl1e in p assat o furono sicuramente enterocolilici a lungo clinicam ente m alati, ma resta sempre un certo numero di portatori clinicamente sarti. Ora l 'O. deve chiarire il suo p ensiero s11lla figt1ra di questi soggetti : essi non sono sani, non sono cioè portatori sani; radiologicarr1ente il loro intestino è m alato (sindrome di stipsi spas tica , bollosità, digitazioni, ulcer e, ecc.); era facile preveder e il risultato della nostra indagine, con oscendo Ja biologia d ell 'amoeb a istol~tica. Ma il fatto resta cli gr ande inter esse clinico; chi ha l~fatLi un tumore d ell 'intestino può essere un portatore di amebe; un diarroico per altra cau sa P'1Ò essere un portatore di amebe patogen e; e ailora la facilona tendenza a con cludere semplicisticamente può portare a grossolani errQri e i11durre ad in,sistere n ella cu ra emetinica su un can ceroso ! Ricorda p erò cl1e l 'an1eba istolitica può deter111i11ar e sindromi steno tiche r ettali, può occasionare vere produzio11i flogistich~ n~oplastiformi, p er cui s~ può ritenere come ~alato· di tumore, e risp ettivamente portatore di amebe, un vero am ebiasico, che n ella infezion e amebica ha la r ag ione di tutta la malattia e delle sofferenze I La diagnosi di am eb.iasi non è più il resultato

di un esam e d~ laboratorio, ma il frutto di pensieri.o, e dri equilibrio clinico: è bene che i medici ricordino I Un seco_,n do punto sembra all 'O. di notevole interesse: il reperto parassitario, n egli amebici. È opinione classic a che le ameb e patogene abbiano i caratteri assegnati da Sch audinD,; l 'O. deve osservare ch e talora il primo reperto d elle feci offre d elle forme vegetative i1on caratteristic h e; mentre pr~ma l 'O. rifutava COU1e amebici tali ma-

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latj , oggi è diven:uto più pr:udente. L 'O. purga e per molti giorD,i tali malati ~ rip~ te l 'esame delle feci ; n.011 di rado il reperto Il1Uta e l 'ameba h ystolitica tipica si presenta. :È la coesistenza di varie specie amebiche, o è la stessa ameba che puè• avere aspetti rn,orfològ~ci differen,ti? certo alcuni malati guarisconQ con, l'em etin,a (che non è u n a:qtid~arroico, com e la chinina non, è un antitermico) ·s~n,za ave~ presentato mai forme caratteristiche di Schaudinn, 'SÌ da far pensare che non la solo h ystolitica sia patogena. Purtrop,p o noi siamo an cora frustrati nelle nostre aspirazion~ di chiar ezza in tale argo~ento e dalla difficile color azion e del prQtozoo, e dalla impossibilità di avere culture ~n serie per moite generazioni, perfino clall 'i11cerlezza cl~lla riproduzione sperimentale, ch E: 1Jna volta ·~i rit en eva un, fatto· :r1on discuti · bile: tra queste incertezze spuntano o·g ni giorno nuove sp ecie di amebe, e tra le istol~tiche, sorge I 'ameba dispar di Brumpt, il quale vorrebbe distru ggere tutto 1'edifizio clinico faticosamente r accolto nei paes~ europei ! Solo il clinico nel suo equ~librio , vaglia11dQ adeguatamente sintomi e r ep erti, g iudiziosamente us11fruendo dei tentativi terapeutici, può essere arbitro sulla difficile impresa della diagnosi di amebiasi l Salta11d o ad un altro punto l 'O. dice ch e d a anni gli è sembrato assai interessante, la localizzCJJZione epatica dell 'am ebiasi, ch e corre sotto il nome di epatite suppurata e di ascesso epatt.co. Vorr ebb e che la denominazione suppurativa fosse definitivamente ·•bbandonata, co~e fu abbandonata a proposito della g·omma sifilitica, e di altri processi nlorbosi d 'orig ine p:r:oto·z oaria, vorrebbe ch e fosse abolita la denominazione di ascesso epatico. )far1ca p er fino in molti casi quella leu cocitosi , eh~ è c arattere quasi costaD:te d elle sup·p urazio·n i: i 11 qualch e caso, da lui d~scritto , i leucociti ragg iungevano l a cifra 11ormale. Nia su un s~condo punto vorrebbe essere esplicito : sullo stadio presuppti rativo di Rogers; egli vorrebbe fossero abolit L ~ il pre- ~ il suppurativo I L 'ep·a tite amebica ù quello ch e è, on processo cioè di necrosi con colliquazione, ch e n,on può essere accomunato coi processi suppura tivi, in omaggio ai san,i pri~cipi di p atologia generale; d eve. considerarsi come un particol are prodotto dell 'a tt~vità dell 'ameba ; ques to (ed egli cer cò di valorizzarlo per l a diagnosi), è d.etrito e n oru pus; su tale conqscenza egli basò i prin,cipf, fondamentali di cura medica e diede per pri1no, la r agione d ella guar:ibilità e della guar igior1e : qualcuno lo accusò allqra di dire cose ~on tro,p po convincenti! Il pro·f . Boeri è prud~ntissimo nelle su e afferm azionj: egli terne ch e le raccolte amebiche n.o·n g u ariscono con. la c ura specif~ca, ma in questo punto gli permetta rli essere di pa:r:~re del tutto opposto. La localizzazio11e amebic a nel fegatq guarisce con la cura medica D:On solo, all 'inizio (nel cosi detto stadio presuppurativo d~ Roger s), m a anche nel periodo colliquativo. Noi sappiamo ch e il p eriodo presuppurativo di R oger s è car att erizzato dal fatto c h e fl:Oll: si riesce ad ~strarre il pus, e il pro·cesso guarisce con l 'emetina I ma I 'O. h a affermato, sulla b.as~ d ei primi 6 casi, e poi sulla fed e di 30 casi curati, ch e 1'epatite am ebica guarisce anclie se colliqiiata, anche se cioè l a raccolta gi •.Inge a (i are il quadro clinico dell 'ascesso epatico·! Alle su e prim~ osservazioni fu perfino


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obbiettato che l 'asces~o si era Yuotato, senza ch e egli se ne fosse accorto l Ma, a sanare questi sospetti incredibili, egli fec~ seguire l'illustrazione di un nuovQ caso, ~el quale, per 7 volte, estrasse jl prodotto colliquato , in giorni differenti, fin ch è non riuscì più ad estrarne, perchè il malato, con la sola ct1ra medica, era guarito di una grossa raccolta epatiea ! Natu:r:a11ne11t~ il volurr1e del fegato dirri:ir1uisce lentamente: ma eh.e forse costitu~sce un grave danno })er ~l ~alato, quando la febbre ed ogni sofferenza sono cessate, att~~dere il riassorbime11. to deila parte cqlliquata P che questa avvenga n ella quasi totalità dei casi l 'h a potuto dimostrar e, seguendo per mesi , per 3, per 4 mesi, per un a11no, i suoi malati. Un pericolo metto110 avanti gli interve11tisti ad ogni CQsto: la raccolta epatica si incista e resta caput mortuum, come un pericolo per la C:-sistenza del malato I Ora egli domanda, se il fatto avviene, a quale chirurgo verrebbe in mt")nte di operare una cisti da echinococco morta, incistata o calcificata nel fegato ? ! I chirurgi di Roma ha~no perduto l 'abitudine di operare le · raccol te epatiche amebiche; a Roma esse guarisconp con la cura specifica; fuori di Roma mQlti chirurghi operano ~ poi curano con l 'emetina; essi aggit1ngo110, senza benefiz~o per il malato, all a cura u~ i~tervento inutile ! e la cura emetinica ha così rapidamente ragione del processo, che vin<~~ ogni desider~o interventista: ricorda il caso pi1ì recente di un medico, nel quale un disgraziato errore di diagnosi (egli era tenuto sotto cura pneurrtotoracica per una lieve lesione pol1nonare) permise che febbri alte intern1ittenti per q1Jattro mesi riducesserq il malato in ca ttivo stato: la puntura esplorativa d~ un fegato enorme per g randezza dimostrò liquido coi caratteri del colliquato am~hico; la. cura in 3 giorni fece cessar e febbre e dolore e legò le mani al chirurgo, che aveva già impug~ato il coltello operatorio I Ma viene u11 'altra quest~one: se è piccolo, diconQ molti, la cura emetinica vale; se è grosso, nofl: vale e allora operate! Ora l 'O. domat1da se v'è raziocinio in questa indicazio·n e; 11.aturalmente quelli grossi si riassorbono con magg~ore lentezza, la cicatrice sarà più profonda, 1na guariscono l ma che forse il chirurgo, che apre, sostituisce fegato nuovo a quello già distrutto e colliquato ? Se la febbre cessa, se il processo morboso si spegne, quando la raccolta è grossa, per mezzo della cura medica, lasciate ch e si riassorba, anche se si riassorbe lentame11te ! Un ultimo dato a proposito della raccolta epatica da ameba : se si riscontrano germi nel contenuto aspirato con la puntura esplorativa e la qualità non è 1nutata (detrito ~ non pus), la cura medica è sufficiente, le cellule epatiche e i l eucociti han110 ragion~ dei g·ermi ospiti e non causa di danno; egli ha casi dimostrativi nei quali la g uarigione è stata ott~nuta con l 'emetina, a malgrado dell 'i11quina1nento con germi (b. coli, stafilococco). Col proble1na della guarigione dell'epatite amebica è legato quèllo della specificità dell'emetina. Su questo punto egli non è d 'accordo col relatore prof. _Ascoli: egli premette che l'uso del·· l 'em etina offre })ericali, talora gravi, e ch e, acca nto a11 'emetina, deve essere annoverato il Yatrèn 10.5, ch e ha ''irlt1 curative. specifich e. Ha u sa-

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to largamente lo Yatrèn 105; ha ricavato la co11vinzione ch e esso aiuta I 'azione curativa dell'eme1 tina nell 'amebiasi in testinale; è un prepara.t e jodico ad azione fortemente purgativa; ma la virtù specifica va saggiata nella cura dell'epatite amebica; prega il prof. Ascoli di saggiare l 'azionedello Yatrèn sulla epatite amebica; egli non avr à· quella guarigione, che avrà con poche dosi emetiniche. E non avrà l a guarigione neppure coi preparati arsen.icali più irt voga ~ella cura dell 'amebiasi (sto~·arsolo , spirocid, neosalvarsan); so~o anch e questi collaboratori del sovrano ri1nedio specifico r.he è l 'en1etina. D'accordo col prof. Boeri : l 'emetina può ser-vire come mezzo diagnostico, a un patto solo, chesi tratti cioè o di una forma intestinale recente, o di una· epatite amebica, e che il rimedio sia usato a dosi curative. Le dosi devono raggiungere gli 8-12-15 cgr. quotidiani, per non incontrarsi nelle così dette an1ebiasi emetino-resistenti . . Sulla resistenza naturaleed acquisita dei protozoi patogeni ai rin1.edi specifici egli ha già pubblicato le sue ricerche esono poco credenti; in t ema di emetina, basta elevare le dosi ~ l 'emetino-resistenza cessa; basta. ist~tuire cure gen erose i11termittenti, come è necess'ario nelle malattie protozoarie, per evitare la resistenza acquisita. Ben differente è il caso delle fo.rm e croniche ;1ostra.ne, che rimo,n tano a molt1 anni, nelle quali l'infezione è il punto di part enza e le lesioni artatoniiche sono il punto d'arrivo; nelle quali l 'arr11onia della funzione gastro-

enterocolica è profondamente turbata da lesioni della parete periviscerale. In questi casi l 'emetina giunge, se pure con maggiore difficoltà, a sterilizzare I 'intestino ; ma non raramente i disturbi continuano e allora è ingiustificato parlare di emetinoresistenza. Ci si può convincere 1lella verità da queste affermazion1 seguendo il malato con ripetuti, talora innumerevoli esami di feci: si sterilizza l'intestino dalle amebe, ma per i disturbi persistenti, per una periviscerite radiolog·icamente accertata, come è accaduto all'O. , si ù costretti a consegnare l 'ammalato al chirurgo, per riparare ai danni anatomici e alla funzione lesa. Questo tema dell 'amebiasi sarebbe stato un ottimo tema da discutere in comune coi chirur~i: ad essi• noi abbiamo sot._ tratto la cura dell'epatite amebica, ma ad essi dobbiamo dare il nostro paziente per i danni permanenti, stabilizzatisi su intestino cronicamente malato I Si è parlato dei danni dell 'emetina; invero noi non possediamo ri1nedi specifici, che non siano accusati di determinare dei danni : basterà citare il Salvarsan , la cJ1inina: egli ha veduto morire per emoglobinuri:l, un soggetto malarico a cui furono somministrati come prima dose terapeutica, 2 grammi di chinin a; ma l 'O. di chinino ne ha somministrato quintali ai suoi malati, ed anche di emetin.a ne ha somministrata parecchia. Chi volesse affermare che l'uso dell 'emetina è privo di inconvenienti non sarebbe nel vero: essa provoca quasi sempre una notevole astenia, che si dilegua in un mese; è inedicamento con azione di cumulo e perciò deve essere somministrata a periodi, con tregue di riposo; ma è pericolosa se u sata per via endovenosa, è tossica se il preparato non è puro, special1nente se contiene della cefalina. Nel resto essa è innocua , se il preparato


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SEZIONE

è puro, se è u sal.i a dosi curative, i11termitle11te111e11te. 1\or1 diffo11diam o ed esageriamo i p ericoli, altrimenti vedremo amebici , curati con 1-2 · cgr. al giorno di em eti11a e sen za effetto alcuno I La cura deve durar e rr1esi, t alora f~11 1-2 anni: l 'am ebiasico i1011 g uarisce i11 pochi g ior11i n è in p ochi 111esi; 11e s u11a m er aviglia quando si afferma ch e la cura d ella sifilide d eve durar e a1111i, ch e la cura d ell a 111alaria, d eve durare m esi, p erfi110 un ai1~0 e più; n on è le"Cito più p erder e la fed e se l 'an1ebiasi richied e cura 111nga, in termitterl te, a dosi ge11er o e; si ricordi ch e contro l a for1na cistica d el p arass ita i i1 ostri rilnedi sp ecifici si spu~tano e quindi la steril~zzaiiOI'l:e del inala lo cleve esser e lunga, paziente! Due p ar ole sulle l ocal izzazion.i p ol mon.ari alle quali h a accenna to n ella su a lucida r elazio11e il prof. Ascoli: l 'O. non le h a m ai vedute; i1on 11a n1ai p otuto diag11osticar e ui~a bronchite an1ebica, u11 ascesso a111ebiasico; e li h a cercati diligenten1ente; que to 11on vuol dire nulla. Chi l 'h a vista una sola Yolta e b en e, b a r agion e più di cl1i 110~ l 'h a n1ai vedute. Ma quello su cui vu ole insi ter e è sul ig 11ificat o d ei su ccessi n ella cura degli asces i p olmonari ; essi g uarisco110 qualch e volta col pn eumotorace, qualch e volta col n eosalvar sa11, qualch e volta con l 'em etina, qualch e volta an ch e senza n1edic am~nti. Nella su a esp erienza p. es. sono g u ariti cql n eosalvarsan ascessi n ei quali il rep erto fusospirillare era abbondante, ed altri in cui t ale r ep erto m an cava; 1na l 'O. si è incontrato in ascess~ che n on sono gu arit~ con nessun inezzo cura tivo : evidentemente etiologia e s ta to a11a lo1nico son o condizioni ch e in utan o caso p er caso Je con d izioni di cura d ell 'ascesso p oln1011ar e; n on può Yalere il r esultat o buon o d ella cura einetinica p er i n fe rir11e ch e I 'ascesso er a am ebico,; biog11a 1)en are elle co~ì co111e il salvar san può e sere efficace p er 1n icr obi differ enti d alla spiroch e ta, l 'e1neli11a p uò avere azion e su micr or ganis1n i cliffer eri.ti d all 'a111oeb a h yst olit ica. L 'e1nelina i11vece agisce vig·or osan1ente e preslo n elle raccolte ep a tich e, agisce presto i1ella disse n t eria actita, agisce n elle forme inveter a te con rit ardo e ripar ando solo ad u11a p arte d ei disturbi , ina agisce an ch e i1elle r accoI te epatich e con presenza di ger1ni comuni ; solo se ~a r accolta colliquat a è trasformat a p er i germi complicanti in vero p us, il chirurgo d eve intervenire. Nella diagn ostica delle malattie intestinali i11 Italia ])isog11 a })en sar e alle possibilità d eli 'am ebiasi, e bisogn a ilCCertar e n on solo, m a r agion a re con m en le ser en a e critica sul ~alato; bisogn a curar e; il m edico oculato sarà un ver o trionfator e, se Ja diagnos~ è esatta e la cura è pronta!

F. PuLLÈ

( Ro1rl~a) .

- · Si associa a quanto h a esposto 11 Pontan o sull 'etiologia, diagn osi e prolungat a cura, p er a11ni, dell'amebiasi. Rivendica an ch e a l1 a Clinica Medica di Bologna il inerito di aver e tra le prime in Italia richiamata l 'atte nzio11e sull 'importanza da darsi agli s tudi e ricerch e sull 'am ebiasi. Crede non ozioso e non discaro ai Congr essisti r ammel'l;tare un inter essante ca so clinico di amebiasi occorso in t·; no d ei più famosi p er sonaggi della storia antica ed odierna, Napoleone I . Napoleone inorì a S. Elena il 5 maggio d el 1821 n on di cancro come erroneamente si ritien e dai più, m a di epatite colliquata da pregr essa disse11teria amebica con svuotamento d el} 'ascesso n ello stomaco. La diagnosi non è st ata fatta d a

PRATICA

1789

n1e, dice l 'orat or e, io n on vi h o ch e aggiunto il 1101ne dell 'agente cau sale p er ch è la dissenteria am ebica r egna tuttora ende1nica n ell 'isola di Sant 'Elen a c ome vi reg·n ava, e più t erribile, dal 1815 a l 1821 n ei quali al)ni Napoleon e visse a S. Elen:a e vi colpiva il 70% delle lruppe in glesi, p a~ecchi d el seguito qi Napol eo1~~ tra c ui il gen er ale Gourg·aud e su o figlio no~chè il f~do cam erier e privat o di ·Napo~eo ne , Cipriani ch e n e iu u cciso. La dissenteria fu cliagn osi di ep a tite consecutiva fatta d a due medie~ i11glesi, O' lVIeara e 1St okoe, t11a appe11a e})bero d etto ch e Nap oleone era affetto d a quest a m alattia eh~ r egn:,ava n ell 'isola, furon o posti sott o Con siglio- di Guerra, r adiati dai ruoli d ella R. Marina e r impa tria ti . Qua11do si i)rocedette ail 'autopsia voluta dallo st esso Grande Defunto, il d~settore, assistito da cinque m edici inglesi, fu il prof. An tonmar chi dell 'Univer sità d i Pisa, ultimo m cdico cu ran te di Napoleo~e a S. F.lena e riscontrò un for o ch e p on eva in co1n unicazion e l a cavità dello st om aco con una sacca del fegato ivi 5tr ettam en te ader ente alla paret e gastrica. I m edici inglesi si a ttaccarono a questo. reper to e scriss~ro e firmarono n el verbale d 'au t op sia cl1e Nap oleon e er a m orto di can cro dello. stom aco e ch e il fegato er a n ormale. L ' Anton111archi p er ò si r ifiutò di firmar e cosifatto ver b a1e e affermò verbalmente e p er iscritt o ch e il fegato er a prqfondamente alter ato e voluminoso. I1~ u11 111anoscr~tto datato d el 1822 a p oco m enod i un anno d alla in orte di Napoleone, m anoscritto r ecl atto d a uno d ei m edici inglesi ch e assist t1t t er o alla n ecroscopia ~ rinvenuto a Londra dal p r of . ' ' ittorio Putti ò ell 'Aten eo Bologn ese, si con·· fe rma ch e il fegatq si pre~P r1 tava alter ato e mol ·~ t o ingr ossat o. L ·o. aggiunge infine ch e un egr egio p atologo· cl1irurgo clell 'Univ. di Perug ia, il De Paoli oggi defunto, 11a e1nessa l 'opinion e ch e Nap olco!1e fos&eaffe tlo da iuber colosi. Corn un que l 'inter essanteques lion e è an cora sul tappeto scientifico.

a

L. CANN \VÒ (Palermo). - F a rilevar e come la parola « dissenteria am ebica, ch e b ert rivela la. form a m orbosa con cui l 'am eb iasi si presenta ai tropici, 1nal si ad atti invece all 'am ebiasi intestin ale nostrana in: cui n on r ar am e11te può mancar<..L del tutto l a sindron1e d issenterica e la sintomatologia, vaga e irregolare, prese11ta sp esso aspetti clinici i più disp ar a ti . L 'O. i11fa tti dop o aver messo· in rilievo come ·p olimorfa possa esser e n ella s l1a sin to1na lologia la localizzazion e ep atica d ell 'arne-. b iasi, ricorda le varie forn1e clinich e ch e posso110. riscontrar si n ella pratica: q u ella a tipo di ulcera p eptica, q uella tifosa, la form a p seudo-ple11ritica, la p seud o-colecis tica, l 'epigastralgica, ecc. J11fi ne l 'O. ricorda le forme silenti scar sam ente d olor ose e scar sam er1te febbrili , n elle quali t alvolta i primi fen om eni ch e preoccupano l 'ammalato e lo conducan o al m edico sono quelli ch e si riferiscono alla colliquazio11e d ell 'ascesso, ed al suovt1ot ar si all 'este:r:no. Seduta p om erid iana (20 ottobre).

Presiden za : prof .

F EnnA'l'A.

Co ntinuazi ou.e della d i scu ssi on e.

(Catania). - Riferisce ch e d all 'aprile 1931 ad oggi, n ell 'Ambulatorio p er l 'Amebiasi fonda - ~ t o d al prof . Ascoli n el 1927 n ella Clinica Medica di Ca tania, e d a allora · 1narttenuto, col con cor so della. Djrez. Gen er . di Sanit~t , son o sta ti accertati J 2ù • SORGE


1790

« IL POLICLINICO »

casi di an1.ehjasi ~~testinal e. Fra qu<?sto n1ateri~le casistico figuravano soltanto 5 forme acute · 1/3 circa degli ammalati presentavaito una form~ subocuta; più della ir.. et.à for~e squi sitamente cron iche. · L 'O. insiste suJl:a Qecessità di valorizzare alcuni sintq1ui eh~ si riscont;-aQc;> · con molta frequenza fra gl~ arr.tebiasjcj, spec~e l 'isp e.ssim_e11to doloroso del s1gn1a ~ la l abilità delle funzioni intestinali (intolleranza per . alcune . bevande . . ' come il lat Le e il ]Jrodo di carne). Infine l 'O. rico,r da gli studi <li Grass.q, che rinv~nne ~ 27~6 d~ portatori fra gll amm:ilati ricoverati in clinica, esclì1si q1:elli co1t disturl)i intestinali: 11ortatori particolarmente numerosi (8/10) fra i p :l1ient i di suppurazioì1i pclmonil.ri: sicch è questo risultato presenta UQ inler~sse :Qotevole anch e dal punto di vista dei rapporti fra amebiasi i11testinal_r e proce5si suppurativi del polrnoue.

n.

l\1A1,0T1A

G.

V 1otA

(Napqli). - Il prof. lzar nrlla sua bella r elazione h a voluto ricqrdare un modesto contributo dell 'O. alla conoscenza dell 'a~epiasi . Vuole ora ricordare l 'esistenza di una cc amebiasi i1ervosa » utile a conoscer si accanto alla forma i1ota di ascesso cerebrale. Un ex-ufficiale dell 'esercit6, congedato ~o~ di.agnosi di enterocolite, capitò alla n ostra osservazione. Ma non per la enteròcqlite, sebbene per una pretabe diagnostica ~ tagl~ da vari medici. Il rilievo dell 'O. fu accidentale. P en sando che sotto 1'enterocolite si nascondesse l 'amebiasi tu convin to di tale dubbio dopo il rilievo dell 'amebiasi n elle feci. Ma il fatto importante è la r egressione completa dei fenom~ni a carico del sistema n ervoso ~ dei sin tomi preceden t~ riscoQtrati néll 'inf~rmo. Sarà bene intensificare lo studio di questa « D:euroamebiasi » in senso largo, la cui CQ,Qoscenza può risolvere complessi c~inici piuttosto oscui:i, i quali, per giunta, guarisco~o con 1a cura aQt~amebica e co11 essa soltanto. (Bologna). - ria ascol Lato con tanto i1tter~sse la discu ssione eh~ si è svolta, orientata dal punto di vista pratico della necessità della i11dagine de1l 'esame delle feci per evitare errori cl~agnostici o terapeutici. Sottoscrive pienamente a questq i11,d irizzo, però ~siste un altro problema che si presenta special1nente nelle regioni, nelle quali l 'esame delle feci fatte su qualsi_asi am111alato porta per conseguenza u11 'alta percentuale di reperti positivi per a~ebiasi istolitica. L 'O. h a esercitato tutta la sua vita nelle zone di Messina, Palermo ed ora a Bo,log11a; il problema pratico frequ~nte ch e si presenta a n oi è quello di leggere forme di dissesti er1ter:ocolitici e di poca entità ch e scompaiono se si producono i:Q certi in<iividui. Che relazioni h anno con l 'endameba? Vi sono degli specialisti di questa materia i quali sanno dominare il naturale entusiasmo che s'è preso per il propri0: studio e mantengoQo un perfetto equilibrio, ve ne sono altri che spesso ingrandisco:Qo le cose per effetto d 'interessj par·· ticol ari. L 'O. di · fronte alle statistich e ch e salgo110 fino al 35 %, al 57 %, con esami fatti per lo più una sola "olta, qua11do il maestro di questi studi giustam ente raccomanda di ripeterli pii1 Yolte, l 'O., si domanda a quale percentuale salirebbe questo 57 %, se tale raccomandazione venisse eseguita. Forse si avrebbe che quasi il 100 % presenta l 'endameba, ed in t al caso il referto finirà col perdere la su a importanza. A l ale proposito ricorda ch e a Bologna, queste per-

[ANNo

XXXIX, Nu:\1. 46]

cen~u~i u scite <.la UQ. ist~tuto specialistico della m_ate~1a de~taro.Qo una grande impr~ssione sulla D~r~z~OQ.e d1 Sanità ed il m~dicq provinciale della

reg1on~ fu gravemente rimbrottalo perchè no11 avesse prov~edu~ ad indagi~i j.H ofoQ.de Sll quest a ~ra.v~ s1tua~~onc, che era, senza dubbio, al-

larm1st~ca p~r il pubblico. L 'O. fu sollecitato di f~r :pa:r:t~ d! una commissione, la quale corresse

a1 _r1~ar1 della gr ave situazione di Bologna, ma egl~ r.1spos~ ~he noQ seQtiva proprio il bisognq di fai:e iQdag1111 profonde su questa materia, dato che coQstatava eh~ i tempi in fatto di patologia er aQ..o perfettamente :Qorma~i in Bologna, e ch e :QOn .v'era .Qes~u~a maggiore inten sità dei fatti gastro-.~:Qtest~Qal1 d1 quanto Q.Qn fossero in altri am· bienti dove queste indagini delle feci erano positive appena dell '1,5%. · Effettivamente, con una così alta percentuale l 'O. dice di .Qon aver ~ai osservato a Bologna u~ ascesso epatico,, rnai una fo:r:ma bronco-pol111onar e, mai una forma cjstitica. Ed alJqra com~ si possoQo ~~ttere d 'accordo queste altissime percentuali con questa insufficien za di densità delle maQifestazioni clinich e? L 'O. pensa ch e solo risolvendo tali problemi caso per caso, si può tr:ovare la loro soluzione. Si doYrebbe fare cioè secondo l 'O. una ricerca statistica di qual 'è la densità dei fatti patologici gastro-intestinali somiglianti alla sindrome comune della a1n:ebiasi intes tinale e delle altre complica· zio11i nelle zone :Qelle quali risulterebbero così den samente infette in confronto di altr e zone , Je quali h anQo una minima percentuale. Ed allora se l'impressione sommaria della pratica di questi ambienti corrisponde alla verità, l 'O. cr ede ch e non c'è uQa tendenza patologica maggiore, nè Q.ella gravità dei fatti, nè .Qella loro densit à e la coscienza di medico pratico si sente molto tranquillizzata di questo risultato sebben~ non sia possibile risolvere il problema in pase alla pratica, perchè n on è facile dire se i disturbi intestin a!~ sono dovuti alla presenza di questo endameba o alle cause tossiche, a quei fattori r eumatici, i q11ali agiscQQo così facil1nente sulla f11n zione intestinale e che p~r essere presenti in Lutti i luoghi ed in tutti i tempi, posson o agire i1egli ainbiertti in cui l a percentuale amebica è così alta. Quindi non è perch è c 'è l'ameb a ch e si deve mettere completamente da parte ogni altro fattore. L 'O. ricQrda di avere avuto U.Q caso in clinica ch e aveva delle feci qualche volta un p-0co liquide, quas~ cos tant~ ogni giorno. L 'esame di esse,. fotto cost antemente. dimostrò la presenza di numeros~ endameba. Questo malato venne a n:iorte: aveva una tubercolosi .. . ed allora I 'O. si domanda quei fatti intestinali non er an o piuttosto il prodotto di questo stato dell 'intes tìno, e non da ascr~versi all 'ameba? L'ameba aveva in sostanza pullulato in un terreno aD:atomico così profondaIl1:ente alterato. Come:- si v~de dunque so110 problemi che se clinica1nente non si risolvono, pur tuttavia, soQo di grande importar~za, sia sociale che ig~~nica e clinica n~ll 'esercizio professionale, ne~ contatto coQ ammalati, nel giusto giudizio sulla loro gravità, n el! 'indirizzo terapeutico. L 'O. si raccomanda quindi che a coloro che si occup ano di questi argom enti così appassionata1nente siano affid ati degli studi statistici precisa1nente su questo metodo : presso una zona di alta den sità amebica intestinale, un 'altra zona di bassissima densità e vedere la frequenza dei fatti patologici ~ la loro gravità.


[_\x~o

XXXIX, Nui\1. 46]

Risposta del Relatore.

SEZIONE PRATICA

1791

XXXIX Congresso della Società Italiana di Chirurgia.

lieto di constatare che il tema ha interessato l 'asseIQblea, e ringrazia i proff. Boeri e Ponta(Continuazion!3 v. num. precedente) . 110 e tutti quelli che ha11no partecipato alla discussione in quanto hanno rappresentato preziosi Parte terza. correlatori a que:lla larva di relazione che ha potuto fare ~ per la quale l 'asse:~blea è stata così Le peritoniti acute nella pratica Qspedaliera mili· tare. benigna di indulgenza. Co11 il Boeri, il R. s~ trova in:. perfetto ac- r en . Col. Medico Prof. D. CASELLA (Roma), relacordo: nulla divide il modo di p ensare, nemtore militare. 111e110, gli pare, il problema della specificità, LE PERiTONITI DA P ERFO.R:\ZlONE che dalla prosecuzione degli studi p arassitologici DI ULCERE GASTRO-DUODENALI. potrà ricevere ulterìori lumi. Crede che è possiB merito della tnoderna chirurgia d 'urgenza di bil e sottoscrivere: a quello che è detto nel.la relaaver dato valore a segni iniziali che, controllati zione, che questa forma è data in genere dalal tavolo operatorio, costituiscono oggi gli elel 'e11tameba istQlitica : UD;a parte più ristretta e probabilmente non così grave nell 'estri11secazion1enti più preziosi per una diagnosi precoce di 11e clinica appartiene fors~ anche ad altre spe- peritonite acuta, e la cui valutazion~ ci porta quasi sempre all'esatta localizzazione del viscere cie di endameba; del r esto il Pontano ha prospettato anche delJ e altre possibilità di interpreinalatQ ch e l 'ha provocata tazion e. Si completano bene le qsservazioni de? Questi sintomi pertanto hanno valore intrinseBoeri coD; quelle del Pontano nei riguardi delle co particolare in dipendenza della loro precocità, forme p seudon~opl asticl1e amebiche e quelle neo- trascorso un periodo di tempo che può variare a fJlastiche; l 'uno c,i dice ch e si trovano delle forsecqndo del grado di difesa e di resistenza che la 111e di amebiasi che simulano il cancro, l'altro sierosa peritoneale può opporre all'infezione, queJ1a ricordato che talvolta dove riten~amo di trosti tendono a generalizzarsi, ed il quadro della varci in presenza d 'una amehiasi, riscontriamo la peritonite diffusa si delinea nascondendo nella sua esist~D;za d'un n eoplasma. uniformità ogni 1ocalizzazione di sede. Stato queA~che per quanto riguarda la deviazione del sto che quind~ ne sta ad indicare se non la fase complemento, siamo d'accordo; essa non sta al terr.Qinale, uno Etadio così avanzato, da rendere centro dell 'investigazione diagnostica, ma rappre- la diagnosi di sede assai dubbiosa, la prognosi risenta un elen1ento adiuvante prezioso iD;. casi par- servata, la cura aleatoria. ticolari. Sottoscrive pjenamente a quan,to ~la detto Come improvvisa, durante il son110, n el lavoro. a passeggio, dopo un pasto o a digiuno da pareccosì bene il Pontano r:iguardo alla suppurazione, termine c;h.e andrebbe can cellato, perchè chie o~e, a dieta rigorosa e appropriata, è la pernon ha nulla a ch e vedere nella sua essenza forazio11e di una ulcera gastrica o duodenale, cosi con, quello ch e avviene ne~ processi di colliquaziocostante ed immediata ne è la reazione peritone amebica. E n eppure per quel che riguarda la neale, che. soio eécezionalmente può limit ar~i alla terapia, sembra al R . che dissenso esista; l 'emesede della perforazione. tina, epatocentesi ~ solo poi, se mai, intervento. Un dolore atroce: immobilizza il paziente, è il Giustamente ha detto il prof. Pontano, che anche classico colpo di pugnale. gli ascessi misti possono guarire coll 'emetina. Il dolore è stato avvertito nella parte alta delInteressante il richiamo del Pullé riguardante 1'addome, irradiantesi ora alla spalla destra ora la malattia di Napoleone. alla sinistra, e la pressione moQica lo risveglia · Un punto importante è quello che interessa la più acutamente e localizza or:a all 'ipocondrio deterapia, per la quale un accordo è indispensabile. stro, all'epigastrio o in alto a siD;istra, indicazioni Insieme al Boeri il R. è stato t1n poco più riluttan- preziose poichè esse tali si conservano così caratte alle cure troppo energiche: invece !zar e Ponteristiche per poch~ ore, perchè il liquame ch e tano sono più larghi. Il Pontano ha sollevato una è fuoriuscito dalla perforazione e che è stata la questione importa11te, che insie~e dobbiamo cer- causa, coll 'irritazione del peritoneo, del violento car di ri .. olvere. Ji~gli rende responsabile dei danni dolore, continuando a d~fluire, o per effetto della eventuali dell 'em~t~D;a le impurità di taluni pre- gravità spostandos~ n ei pu11ti più declivi, lo irparati e precisa1nente il loro contenuto in cefariterà successivam~nte provoca11do in altre zone lina . Gioverà affr:ontare la questio11:e con appositi il QOlQre che p·u ò r1ascondere quello iniziale di esperimenti. partenza, e oscurare la diagnosi. P er quel ch e riguarda lo Yatrèn lOp, il ~appa­ Irnmediata, assol11ta è la reazione dei muscol't lardo ha riferito a suQ t~mpo sulle osservazioD;i a questo stimolo irritativo e dolorifico in ispecie da noi fatte a CalJ.nia. dei retti, contrattura così tenace d a dare la senIl R. è d'avviso che lo Yatrèn, giovi; nei risazione di una con sistenza particol are lig·n ea, che guardi della posologia non ricorre alle dosi forti da prirna localizzata alla parete alta, ben presto, prescritte dagli autori tedeschi (di 10 compresse), per eccitazio11e di(elta dei nervi sensitivi spinali i)er !e for:ti diarree che producono, ma si acconin11ervanti il peritoneo parietale, si diffonde a tutto l 'addome che si presenta immo·b ile, rigido, tenta di 4 compresse al giorno per lo più. Coavvallato, tende in breve a divenire sempre più munque, sarà bene esteD;dere le iD;dagini ai casi di epatite amebica. generale e totale, ch e resiste alla narcosi generale Il \~iola ha giustamente messo di nuovo in i:i- e non si attenua se nor1 q11ando la peritonite è lievo il grande numero di cosidetti portatori ri- già ad uno stad io avanzato ed i poteri di difesa sco11,trati ~n alcune località. L ' inchiesta istituita vengono meno. {la Izar no,n pare abbia fo.r nifo sinora risultati Con la fuoriu scita de~ contenuto viscerale dalla <lefi11itivi, e la <1uestione richiede certa~ente ul- perforazione si può avere quella di gas e la per!eriori inves.tigazio11i del genere. cussione rileverà un suono chiaro timpanico nella (Continua) . A. Pozzi. parte più elevat:i del! 'addome, in sede più freÈ


1792

« lL POLICLINICO »

quente della ottusità epatica che scompare, zona tjmpanica spesso mobile ch e segu e le varie posizioni ch e il paziente può assumere o spontaneamente o impostegli, m.a che non tarderà a -confo,n clersi con la risQnanza m e teorica dell 'intestino, se questo viene esaminato, quando a distar1za di qualch e ora ]a peritoD:ite avrà sviluppato il suo d ecor so . Questi sintomi, se esistono contemporaneamente, rendono indubbia la diagnosi , ma i1on sempre la scomparsa dell 'aia di ottusità epatica è cos tante . Per la sua costanza, per la sua inten sità, per l a su a iniziale localizzazione ~ per il fatto che inai tend~ ad attenuarsi, la contrattura mt1scolare è il -sintomo più sic11ro e tale, se unito agli antece.de11ti gastro-duodenali, da d.ar ci gli elem enti per una diag n osi di perforazione ~ di lo·calizzazione, anch e quando la presenza dei gas è assente e il -dolore noD: ha caratteri di -sp ecificità. Gli altri sintomi ch e son o soliti a riscontrarsi più o meno precoce~e11 te, f3 COD: maggiore o mi11ore costan za, non son o particolari di queste affezioni, ovver o indican o uno stato già avanzato della peritonite e tendon o quindi a confonder si <:oi sintomi comuni alle peritoniti in gen ere. Così il vo111ito, la chiusura d ell 'alvo, il ineteorismo, il co·m po rtamento della ten1peratura e d el polso; altri infine, come l 'enfisema sottocutaneo, così raro ed eccezionale, che la letteratura noQ n e cita ch e due casi e l a sua assenza nulla toglie <li valore agli altri sintomi presenti. Dobbiamo ri~011oscere che alcuni casi, anch e visti precocemente, presentano una diagnosi imprecisa; n è talvolta anche a ventre aperto le difficoltà sono i1~inori , specialmente iD: casi di piccola lesione. In queste circos tanze m olto opportuna è la t ecnica proposta d al Gibson <li so1nministrare al paziente, prima dell 'intervento, una soluzione di sost anza colorante per bocca, m etodo ch e Alessandri impiegò con succ~so in p arecchi casi, in particolare i11. uno in c ui si po tè din1ostrare una doppia p erforazione. Come la precocità n el rilevare i si11tomi iniziali è condizione principale per stabilire una diagnosi pressochè precisa di sede di u~a peritonite acuta, così ~o è per q1tanto rig uarda l'esito della cura. Il criterio dell'ora grava Sll tutte le statistich e, e se può lasciarci p en sosi sull'enorme differenza di ris ulta·!i ch e poche ore d 'intervallo hanno sul decor so d 'una affezion.e, esso. però non ci d eve i1np edjre (~i i1ttttrvcnire in qu alsiasi momento, ogni q uulvolta lo sta to d el p aziente ci offra una sia pure tenue sper an za di riuscita. L 'atte operativo qualunque esso sia dev 'essere esegtlito ir1 p erfetta r~soluzio 11e della parete adclo1nj rtè1le, che in questi casi è pa rticolarmente <'0Itlratta , però esso dev 'esser e subordinato '-~ Ilo stat o generale <lel paziente; quando possibile ~ da prcferir&i la rachidea per l a risoluzione 0omplela ~uscolare ~ r:er la j1accidità d el ventre, e \ljlche p erch è g li ] ociclenti sono assai minori <.,h e co11 g li altri m e todi e fa cilmente prevedibiii e preve11 i bili. L 'ideale, la r esezione, se può rappresentare l 'optimu m della cura, d ev 'esser subordinata allo stato g·enerale del l>aziente e locale dell'ulcera ; Iiei casi iii cui questa non è controindicata l 'Alessancl ri In preferi sce &~la s11t'ùra semplice co n aff0n<.: a1nen to srguit,t da gastrodigiunostomia, poichè '5 c i risultati imroed~a ti (:l1 e si otten gon0 colla re-

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seziono sono ugualj, ben diversi sono i vantaggi che da questa si l1a.11Qo circa gli esiti d efinitivi , la inaggior e sicurezza della guarigione, poich è allontana la possibilità di UQ 'ulcera peptica postoperator~a, che p11ò in seguito anch'essa perfor:arsi a sua volta; e per la possibile esistenza, ora co11slatata se1npre più frequente, di ulcere multiple di cui può anche esservene una perforata oltre quella r iconosci11ta. La cura della peritonite è variamente esercitata s~condo i casi e gli indirizzi personali dei chirurghi; in l~:Qea gen~rale la migliore COD:dotta è l a d eter sione a secco accurata del liquido sparso n ell 'addo1ne; il lavaggio abbondante peritoneale è da ritener si manovra inutile e dannosa. poiché m en.tre n on, può servire alla d etersione co1npleta del cavo J~eritoneale per i su oi numerosi recessi, sen1bra piuttQsto favorire il trasporto a distanza di quei !5ermi e detriti alimentari in zone re1no le -e non a11cora forse . - .. contaminate. Per quanto rig11clrda il drenaggio, se si opera nell~ prime ore, .i.a c.hiusura completa, anche con prese11za di l~q uido libero nell 'addome che sia scarso e acido ~ che si sia potuto asportare con una detersione accurata a secco, è stata praticata da parecchi e con successo , p erò la quasi totalità dei ch irurghi aJJplica il drenaggio, ch e non biso·g11a p or tare alle estren1e applicazioni, poiché è impossibile, per quanto nwnerosi e pos t~ n elle più svari ate zon e, che la deter sion e d ella cavità l)Ossa essere completa. 1\.llorquando Ja perilonite è diffusa, J aboulay e quindi Leo nel 1924 al Congresso di chirurgia a Parigi proposero, com,e intervento su ssidiario, la gastrostom,ia, per m~zzo del~a quale si potrebbe praticare il lavaggio e drenare continuamente lo sto1naco, disintossicando in tal modo l 'operato per lo svu otan1ento coD:tinuo dei liquidi, sopprimerebbe i~oltre ~l vomito, il singhiozzo, le nausee ed i prodotti tossici ifl:tragastrici verrebbero evacuati per mezzo d ella sonda. Inoltre il liquido deglutito favorirebbe per via riflessa il ristabilim ento d ella peristalsi intestinale, risvegliando la tonicità gastrica. Dello stesso parere è Deton, che utilizza la perforazioD:~ stessa dell 'ulcera e v'~ntroduce una Malecot o una Pezzer a perfetta contenzio·n e; pratica a nch e una gastro-ent~rosto111ia complementare. Williams e W alsh eseguirono anch'essi la gastrost omia, ma COfl: modificazione iQ rapporto ai drenaggi praticati, in quanto un primo drenaggio perforato pilttto&to grosso e introdotto nello st omaco verso il duodeno, ed un secondo più . picco-lo è fatto passar e attraverso il primo alla seconda porzione d el duodeno. Il primo avrebbe lo scopo di evacuare i gas ed i liquidi gastrici, il secondo permetterebbe l 'idratazioD:e precoce del malato. I risultati o ltenuti, come dalle statistiche presentate, sarebbero che su 24 casi di ulcera gastrica, operati nelle prime 24 ore e dieci dopo, ebJ)ero 24 d~cess i compresi i dieci operati tardivamente; su 124 casi d~ ulcera duodenale, 106 operati nelle prime 12 ore e 18 dopo, ebbero 26 decessi, fra questi dieci casi operati tardivamente. Nei n ove operati nei nostri Opedali la· tecnica fu indirizzata d~ si11goli casi, in ogni modo ft1 applica ta quella che desse, a parere 11ostro, la inas s~ma sict1rezza di salvezza del paziente, af ~ fondamento t;Qn o senza escissione dei margini dell'ulcera, sutura. e gastroe11terostomia complem,eD:tar~ quando la vastità dell 'ul~era, o l 'escis-


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SEZIONE PRATICA

sione ampia praticata poteva far temere una stenosi del viscere tale da con1prometterne la funzionalità. La p er ce11tuale di guarigione fu del 55 ~6 , se si tiene co11lo ch e alcuni di essi pervenn ero al taYolo operatoTio in ore avanzate e in condizio11i sia locali sia generali assolutamente precarie, e ch e quelli operati precocemente si salvarono n el1'80% dei casi, dobbiamo, riconoscere che il risultato operatorio ottenuto fu soddisfacente.

LE PERITONITI DA PERFOT\AZIONE DI ULCEl\A TIFOSA I casi presentati alla n ostra osservazione di peritonite da perfqrazione in corso di un processo ulcer o o intestinale furono complessivamente nove con e iti in guarigione del 33%, cifra ch e, data la particolare gravità dell 'affezione ~ per alcune circostan ze di tempo, si può ritenere buona. La r arità d ~lle peritoniti da perforazion e di ul cer a tifosa nella nos tra pratica, sia in rapporto ai casi colpiti dal morbo, sia anch e in r apporto a quelle ch e è clato osservare nell 'an1bie11te civile, ritengo dipenda dal fatto .ch e i 1nilitari tutti Yengono sottoposti alla vaccinazione preventiva. Inoltre essendo sin dall 'inizio, sia pure talvolta con diagnosi incerta, immediatam ente ricoverati negli Ospedali, <1uesti malati vi ricevono cure appmpriate cl1e, (lseguite tempestivam~nte sp ecie nel periodo più pericoloso, rendono le perforazioni dell 'ulcer a più rare e, quando quest e si verificano, più facilmente dominabili. Dalle deduzioni ch e abbiamo tratto dai casi osservati, ch e trovano la piena conferma d egli altri osservatori, r isulta ch e la perfor azione in caso di infezione tifoidea addominale è evenienza t emibile già 11ello stadio in cui si ha la for mazione d~ll 'escara, però di questi periodi quelli ch e più frequentemente rigu ardano il chirurgo, per le gravi complicanze ch e vi si possono determinare, sono il terzo, in cui si h a caduta deJ1'escar a ed il formarsi dell 'ulcera, ed è il più pericoloso perch è la perforazione sorprende il p aziente in pieno acme della malattia, in gr ave stato di intossicazion e generale ed in particolare depressione n ervosa e cardiaca, ~ il quarto, i11 Clli l 'ulcera può approfondirsi per inliltrazion e e necr osi dei tessuti. La p erforazione, oltre ch e per il temp<;> in cui si produce, sarà t anto più grave, a seconda dell a sua ampiezza, se unica o multiple, se queste sien o tanto vicine da con11uire così d a escludere completamente un segmento intestinale, e da provacar e una vera inondazione peritonale e distanziate da complicare, per il t empo ch e si deve impiegare a ricer('arle e per la tecnica, l 'intervento·. . Un dolore acutissimo in uno dei quadri addominali, il pili spesso (90~~) l 'inferiore di destra lo sveglierà dal ~uo torpore, ed il medico accors~ potrà co11statare la caduta della febbre sino anche a 3q centigradi, il polso evanescente, frequentissimo, sudori freddi ; poco dopo il ineteorismo la difesa muscolare lo renderanno edotto che ii dramma si avvia rapidissimo alla fin e e· la tra. maschera della faci es abdomirtalis, ' con l 'asteg1ca nia, cianosi delle estremità, singhiozzo, chiuderà la scena se l 'i~mediato intervento chirurgico, talora verq deu s ex machina, non riesce a risollevare it sipario e far considerare episodio ciò ch e ineluttabilm ente sarebbe stata la finis dramatis.

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Son o stati descr~tti. altri sintomi della peritonite perforativa come la comparsa di ottusità ai fianchi, la scomparsa dall'aia di oltusità epatica, un rumore di sfregamento ch e si avverte applicando lo stetoscopio nel punto ove è stato avvertito il dolore tr~afittivo, oppure movendo l 'ammalatq su d~ un fianco il dolore segu e lo spostamen1fo (Brown), ~'esame radioscqptico proposto dal Roseo, per mezzo del qualè si può osservare una bolla ·d 'aria ch e si sposta con i movimenti, quello del Federici , per cui i toni cardiaci ch e si tras~ettono per tutto l 'am.bito add<>mi11ale scompaiono a mano a m ano ch e si for1na l 'essudato. Alct1ni d~ essi, come la scomparsa di ottusi là epatica, è sintoma prezioso se precoce e se è osservato prima ·~he l 'invadente m et eoris1no non tragga in inganno. Di alcuni la ricerca è pericolosa, ed altri, come l 'ottus~tà mobile, sono ir1dizi già piuttosto avanzati dell'avvenuta diffusione del contenuto intestinale e conseguente generalizzarsi della peritonite, evenienza qu anto inai deprecabile. Il dubb~o che spesso sorge specie quando i sintomi n on sono così chiari e precisi, è se ci si trovi in presenza di una peritonite perfor ativa che richiede 1·~nt~vento immediato, o da propagazion e per la quale la cura m edica b ene spesso è t ale da po'r tare alla sua risoluzione. La decisione è talvolta estreID:amente difficile, come giustamente fa osservare Ferrio, e certi criteri a cui si era voluto dare una grande importanza, çome la sintomatologia più brusca e tumultuosa 11ella prim a, più subdola nella seconda, l 'abbassarsi r epentino della temperatura nella p erforazione ed il suo elevar si nella peritonite da propagazione, non h anno valore decisivo, potendosi avere peritoniti perforative ad esqrdio insidiosò e non segnalate dall 'abbassamento della curva t ermica. Due casi da noi osservati sono dimostrativi, poichè nel primo caso la temperatura era di 38.8, e si trovò una perforazione ampia, e nel secondo, con tempera l.ura 39.5, vi ~r;ano due perforazioni. Così dicasi del pneumoperitoneo eh~ quando esiste assi.cura la diagnosi d~ perforazione, ma la sua . assenza nQD: la esclude percbè quando la quantità di gas del peritoneo è scar sa od i muscoli dell 'addo~e sono fortemeD:te contratti, il timpanismo può non ~tabilirsi o r endersi pal~se assai tardi quando la <liagnqsi differenziale h a perduto ogni valore. L 'intervento iminediato s'impone quali che sieno le condizioni generali del paziente; però è indubbio che D:Qn ostante questo la progD:osi ri1nane s~mpre riservatissima . Da quando Leyden. nel 1884 consigliò l 'interveD:to chirurgico nelle perforazioni e 11e propose la sutura che fu eseguita con su ccesso dal Mi.kulicz e dal Wi1soD:, si può dire ch e og ni chirurgo, eh~ iD:tervieD:e in questi casi, applicò il suo metodo, dei quali alcuni sono così gravi, e per il trauma che producono, e per il t empo che richiedonq, da scartarsi senz'altro come pericolosi; per altri se risposero al caso particolare sarebbe dannoso il volerli generalizzare. Cito per consigliare s~nz'altro, tranne i casi assolutamente indispensabili di perforazion e cosl ampi1 e di confluenza di perforilzioni la cui sutura compro~etterebbe irreparabilmente la canalizzazione dell 'intestino, la e< resezione » che secondo G:uelette dovrebbe compredere la totalità dell 'ansa colpita; le statistiche in proposito sono


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« IL POLICLINICO »

sconfortanti. Così pure « l'esclusione d ell 'an sa colpita » proposta dal Soligoux (1908), sia con anastomosi ileo-ileale, sia ileo-colica, non ostante il parere di Guelette che la considera trattame11lo di elezione, perchè permette il riposo di tutto il segmento intestinale alterato, si deve ritenere interventQ troppo traumatizzante. Come pure « la esteriorizzazione •Ìell 'ansa)), se può rispondere in certi casi in cui la perforazione sia troppo ampia ed estesa lungo l'asse dell'intestino, o· quando in vicinanza vi sieno al tre perforazioni o ulcere chP minacciano di perforarsi, è da considerarsi a11ch 'essa intervento d'eccezione, per i pericoli cui si espone l'ansa esteriorizzata. Alcuni di questi atti operativi si dovranno per così dire subire e praticarli quando le molteplicità delle perforazioni confluenti e lo sfacelo dei tessuti periulcerosi sonQ tali da non permettere interventi più semplici e più rapidi quali Ja cc sutura semplice » co11 o senza resezione dei margini dell'ulcera proposta da Leyden nel 1884 e la fistolizzazione dell'ansa • alla parete addominale p roposta da Escher (1910) e sostenuta da Duval (1910). In un caso che si prestava ho cercato di conciliare e riunire i pregi di questi d11e interventi, cioè . praticai, dopo recentazione dei margini del1'ulcera perforata, una doppia sutura in catgut e seta, e quindi applicai su di essa un lembo dì epiploon, però invece di abbandonarla, misi, previo drenaggio del cavo di Douglas, sotto l'ansa una compressa arrotolata in modo che questa affiorasse, senza però fissarla con sutura alle pareti dell 'incisio·n e laparotomica, e ciò allo scopo che se i punti o parte di essi non avessero t enuto, il contenuto intestinale avrebbe trovato la via di deflusso esterno senza invadere la cavità addominale. In terza giornata si era formata una fistola, perchè una parte della sutura non aveva tenuto, però il conten11to intestinale si era versato tutto all'esterno. Fistola che in breve volgere di t empo si chiuse spontaneamente e con essa la parete addominale, e il paziente guarì perfettamente. Anche per queste forme di peritoniti, dibattuta è Ja questione se si debba o no procedere ai la-: vaggi, alle irrigazioni più o meno abbondanti e generali della cavità addominale, sia con soluzioni fi5iologi che o antisettiche, sia con etere, eoc. La maggior parte de~ chirurghi l'ha risolta con l 'abbandonare questa pratica che, a prescindere dalle con siderazioni se sia o non dannosa in queste peritoniti, in cui te anse intestinali sono quasi sempre enormemente dilatate e tali da occupare tutto il cavo peritoneale e recessi, oltre no·n assolvere il suo principale compito, il detersivo, farebbe percler{' un tempo prezioso; t:'ssa è pertanto da sconsigliarsi. Opportuna e sempre utile è Ja detersione a secco con com·p ·r esse che asportino, senza traumatizzare, e possibilmente senza inutili spostamenti di anse, che potrebbero determinare una eviscerazione, Ie sostanze e i Jiquidi versatisi nella cavità. A seconda le cirrostanze un drenaggio sen1plice o dre11aggi 1nultipli opport1111arnente collocati ~ lasciati, specie se si tratta di tubi di gomma e di vetro, il minimo indispensabile, perch'è per la loro permanenza' prolungata a contatto di anse già sofferenti potrebbero determinare decubiti, provvederanno ad assicurare la fuoriuscita ali 'esterno dei residui che la posizione di Fowler faciliterà. 1

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I dali anatomici e patologici, il fatto che la perforazione nel 90% dei casi avvie11e negli ultimi 60 cm. del tenue, e nel 10% nel colon ed apper1dicitc, e quelli clinici e~ daranno indirizzi pressochè prec~si, e nei casi eccezionali in cui l 'nfezione abbia invaso altri segmenti intestinali, che nQI"l;. sia l'ultima porzione dell 'ileo, l 'accurato esame dei sintomi Dbiettivi e subiettivi può co1t grande approssimazione farci d~agnosticare la sede della avvenuta perforazione. La laparotomia inediana sottombelicale risponde nella maggioranza dei casi, essa ha anche il pregio di dare luce notevole i11 modo che si possono esplorare, senza traumatizzarne di soverchio, regioni vici11e e di permettere un drenaggio pressochè comple to. La pararetlale destra si presenta opportuna, quando il paziente nettamente avrà accusato il dolore improvvi so e violer1to nella fossa iliaca destra, più o meno in corrispondenza del punto di Mac Burney, e la constatata difesa d ella parete ci da:r:à la quasi assoluta certezza di trattarsi di una perforazione intestinale in tutta vicinanza della valvola ileq-cecale, · o ulti1na porzione dell 'ileo o dell 'appendice.

LE PERITONITI ACUTE DA APPENDICITE Subdola, senza sintomi premonitori o di cos1 lieve entità da essere per lo più dai pazient~ trascurati o considerati come semplici disturbi da imbarazzo gastroenterico o da raffreddamento, tali da sorpren,dere quindi nel più completo benessere, nelle ordinarie occupazioni, ~ raramente cor1 riferimento a precedenti attacchi, è la appendicite di cui ci interessa la concomitante peritonite, sia cl a propagazio11e, sia da perforazione. La peritonite, specie la diffusa, è pertanto ·con~ seguenza più di un 'affezione acuta che cronica dell 'appendice, e per il fatto che è solita a manifestarsi fra i 20-35 anni. È nel nostro ambiente, come nel civile, la più numerosa e tal e rla occupare, quasi in toto, il campo della patologia del1'addome acuto e per frequenza l '80%. I cas~ presentatisi alla nostra osservazione di appendiciti acute semplici e appendiciti acute complicate a p eriton iti, 11 el cinquennio 1927-1931, nei reparti dell 'Ospedale l\1ilitare di Roma , furono cgmplessivamente 227. In quaranta, fu precisata la diagnosi al tavolo operatorio di appendicite catarrale semplice, in quanto mac~oscopicamente non fu dato rilevare alcun interessam ento apparente sia d elJ a sierosa viscerale sia parietale e senza presenza apprezzabile di liquido nel cavo peritoneale. . Pur ritenendo che insie1ne all 'i11fiamn1azione dell 'appendice, costante sia la reazione della sierosa, però non avendone riscontrato segni precisi, quest e forme non risultano nella presente statistica. Esse guarirono tutte per primam. I,e appen-· diciti nelle multiformi lesioni anatomiche complicatesi a peritoniti acute, sia da propagazione sia da perforazione, furono 187 con 14 decessi, e gu:irili 173, con una percentuale del 92.5~&. Esse rappresent:ino il complesso delle appendico-peritoniti ricoverate nei reparti, poichè q11ale fosse il periodo dell'affezione, quale lo stato di gravità, ft1rono t11tte operate. Non sempre esiste un rapporto tra l'entità delle lesioni stesse, la g·rav ità dei sintomi ed il d ecorso dell'affezione, come pure tra la gravità clel1'appendicite e quella peritonitica. Appendiciti


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anatomicamente leggere possono complicarsi cori peritoniti gravissime diffuse, così pure non sono rari i cas~ di individui che sopportano ambulatoriamente la presenza di cospicui tu1n:ori infiammatori peritiflitici, risultati da un 'autentica appendicite perforata non n11cora spenta. Tale contrasto evidentemente tra lesione a,11atomica e inanifestazioni sintomatiche conferisce una particolare complessità al quadro clinico di c\1i noi dobbiamo tenere il massimo conto, per non attardarci in una cura ch e potrebbe essere fon te di gravi delusioni. Di tutti i sintom~ ch e si possono _inizialmente riscontrare in un 'appendico-peritonite acuta molti, quali il brivido, la febbre lo stato del polso, del respiro, il vomito, lo stesso dolore che può essere avvertito come una dolenzia diffusa a lutto 1'addome con tender1za n elle prime ore all 'accen· tuarsi, al rendersi intollerabile, hanno un valore r elativo, poich è possono subire variazione a seconda della sen sibilità e p siche individuale od osservazioni in corso di tutt 'altra affezione. Caratteristico, prezioso ed inequivocabile sinto~a è la difesa lnuscol are; che è sempre penosa e persistente, che talvolta da sola, assente la febbre , con polso sostenuto e valido, può essere sufficier1te a stabilire una diagnosi di peritonite; essa può essere diffusa a tutta la parete addominale e tale persistere quando essa sia generalizzata per l 'appendice precocemente cangrenatasi o perf~ratasi ; come dopo p oche ore può localizzarsi nel quadrante inferiore di destra, m~ in ogni -caso è indice di una grave infezione, sia pure circoscritla , ed il dolore più vivace che si risveglia in un dato punto ne rileverà la sorgente ; com e l 'iperestesia cutanea , potrà seconc"iié Kirrnisson , citato da Moncalvi, indicarci l'avvenuta perforazione appendicolare. Il m eteorismo più o 1r1eno evidente a seconda dello sLato di co-ntrattura delle masse muscolari, e che talvolta è 1ilevato all 'inizio solo dalla percussione per cui il suono timpanico, diffuso, senza apprezzabili alterazioni del volume dell 'addome, è un sintoma che, unito all 'arresto delle feci e del gas, è da noi costantemente osservato, di indubbio valore diagnostico nel diffondersi del1'infiammazione appendicolare alla sierosa, mentre il persistere dell'alvo aperto e il manifestarsj della diarrea, trann~ nei casi di l1na peritonite acutissima ipersettica, ci h a orientato versQ altre affezioni non appendicitiche. Il versamento n elle peritoniti diffuse, sia da propagazion e, sia da perforazione, almeno all'inizio e per la relativa scarsità di esso, e per il meteorismo quasi sempre pronunciato, non l tale da determinare delle variazioni plessiche assolutE.·, -e nella fossa iliaca destra in quest~ casi si _avrà più un'ipofonesi timpanica che non una ottusità, e se non si stima imprudenza, nella posizione in ginocchio, più che 11ella lateralizzata del paziente, questa potrà aumentare ed esser e indicata con maggioT precisione. Co·s i pure ben difficile è che si possa notare ]a f'{,Omparsa dell 'ottusità epatica, e nel caso ch e si :1bbia, darle l 'interpretazione che i gas sfuggiti da un 'appendicite perforata possono averla provocata. La sede stessa del viscere, I 'edema delle pareti di esso che oblitererà bene spesso il lume ceco-appendicolare, l'accollarsi e interporsi di meso e di anse fanno sì ch e, seppure si abbia uscita di gas, q11esto non possa essere di tale entità d a determinare una variazione plessica così evidente.

Nulla di più . errato il voler formulare indica~ zioni prognostiche all 'i11izio di un 'appendico-peritonit ~ acuta. Frequenteme11te c~ è occorso di dover operare sotto I 'impressione di una sinto1natologia generale e locale di una peritonite diffusa per appendicite perforat.a e cangrenata, in cui l 'animo nostro già considerava la scarsa probabilità di successo, e l 'intervento non mostrò che una append~cite acuta iperemica congesta, aumentata di volume, con scarsa reazione peritoneale, ed il decorso post-operatorio rapido, favorevole e duraturo co nfermò il reperto biopsico. Indubbiamente og·gi, la precocità dell 'intervento e Ja rimozione della cau sa che ha provocato la perito11ile, ed una più esatta valutazione dei pot eri di difesa della sierosa, ci perrr>:ettono decisioni che in passato n eppure ci si poteva prospettare e di considerare la chiusura totale dell 'addome com e la n ormale sol\1zione più comune a seguito d ell 'interve11to praticato. L'incisione laparotomica nei casi di diagnosi sicura di appendico-peritonite fu costante1nente quella di Lennander-J alaguier ; essa ci ha sempre prem esso l a più ::impia luce della regione; opportunatnente prolu11gat a in alto e in basso, ha reso possibile ritrovare e asportare l 'appendice qualunque fo ssero l a sua posizione e le aderenze con gli altri visceri, m entre le altre incisioni, proposte anche r ecentemente, presuppongono una certezza assoluta di una sede del viscer e, che noi sappiamo quanto sia invece mutevole e non rispondente ai sintomi relevati, e obbligano a su ccessivi prolungamenti incisori non sempre regolari e talvolta lesivi di masse muscolari. 1

LE PERITONITI POST-TRAU~IATICHE. Nell'Esercito, l 'alto sen so di disciplina, il sentimento d 'onore elevatissimo, 1'eliminazione già n el primo periodo alle armi degli epilettici, dei deficien t i morali, l 'internamento nelle compagnie di disciplina degli individui ch e g·ià ebbero condanne p er d elitti co~tro person e, fanno sì ch e le ferite in rissa d 'arma bianca o da fuoco siano assolutamente eccezionali, tanto ch e non è dato nella statistica del quinquennio di tutti gli Ospedali militari riscontrarn~ ~ess una, com e pure la scrupolosa attenz~one risconlrata n ei campi di tiro e m anovre, nella rivista alle armi r ende quelle accidentali rare, cosicchè n elle forze armàte tranne le ferite riportate dagli ag·ent~ dell 'ordine pubblico per arrestare inciividui facinorosi, i traumi che provocanq le peritoniti act1te sono le comuni cadute, calcio di cavallo, !)assaggio di t1na ruota sull'addome, ecc. L'azione contusiva comunque si eserciti , per compressione, per schiacciamento , per contraccolpo, calcio di cavallo, colpo di palla, passaggio di di l1na ruota, sforzo violento, caduta da grande altezza sui piedi, o sulle natiche, sia essa rapida e violenta, continua e lenta, determina delle lesioni più o meno gravi a seconda dello stato di rilasciamento delle pareti addominali, della direzione in cui si è esercitata e sopratutto dello stato maggiore o minore di ripienezza del viscere che viene colpito. Lesioni che possono andare dalla perforazione immediata del viscere con veri effetti di scoppio, alle lesioni vascolari con esclusione di un intero segmento e su ccessiva sua cangrena immediata o ·tardiva, ed alle suggellazioni ecchimotich e parietali, con formazione di escara e perforazione alla caduta di essa. I sintorr>:i per poter stabilire un 'avvenuta per-


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forazione di UI1. 'i . . cere endocavitario per contusione dell 'addome sqno all 'inizio assolutamente incerti, e l 'anamnesi eh~ ci indica il grave trau.m a subìto, passaggio di una ruota, calcio di cavallo, ecc. può dare indicazioni cli probabilità ma non assolute di lesioni vjscerali, e se non si ha subito, evenienza abbasta11za rara, un tale versam ento copioso ch e dia un 'ottusità mobile nei punti più declivi e la fuoriuscita di gas che sopprima la ottusità er.atica, i sintomi delle prin1e ore possono confondersi con quelli dello shock. L 'esame dell 'addo111e ci darà degli indizi di capitale importanza: la contrattura addominale specie se unilaterale è per Hildebrand e per Hartmann un segno patogno111onico viscerale grave, specialmente dello sto~aco ~ dell 'i11testino, e per Baudet (1932} è un vero segno di allarme, ma bisogna che non sia lin1itata nè al punto contuso, nè provocata artificialn1ente dalla i11ano ch e esplora. È un segno t osì preciso che su 37 casi non i ·avrebbero mai tro vato in difetto , e tale da consigliare l'intervento im111ediato; co1ne la sua assenza lo farebbe esclud ere.. Questa ultima cor1clusione è troppo assol11ta; i1on sono rari i casi che dopo un traun1a il ventre del pazie11te sia per, fettamente palpabile e ciò non impedisce, qua11do esistono gli altri sinton1i, <'h e, se non si interviene, ali 'autopsia si osservi una perforazione ~d anche multipJe. 11 meteoriSl'fl:O rapida1nente progressivo costituisce un si11toma egual1ne11te importante e tanto lo sarà })it1, quando appare dopo alcun~ ore dall 'i11cide11te. La scomparsa del! 'ottusità epatica, che può esser e o no contomitante alla difesa muscolare, è un segno preciso, quando però un meteorismo accentuato o la inarcata distensione dello stomaco o del colon no~ gli tolgano · ognj valore. Infine Cl avel (1931) segnala un sintoma precoce di lesione viscerale dell 'addome, che egli avrebbe sistetnaticamente osservato in alcuni casi e che si presenta nelle prime 10 ore dell 'av· venuto traul'fl:a ; 10 chiama il cc trèmblote1nent », tremolio p eritoneale o « segno liquido peritonea~e minimo ». Deve essere ricercato in assenza della contrattura addominale che in genere non si è ancora manifestata. La diagnosi di sede, quale sia il viscere perforatQ, spesso ci sarà fornita dai segni co11.tusivi, ecchimosi, ecc. provocati sulla parete addominale dall 'agente traumatizzante; ho detto· spesso, perch è non è infrequente il caso che questa non presenti alcuna traccia del sofferto trauma, o che alla contusione in u11a regione corrisponda l a lesione di u~ v~scere a distanza, specie quando è ripieno di materia o · di gas, che sfuggendo abbiano fatto da cuscinetto al viscere che ha subìto la contusi9ne, mentre queste accumulandosi in massa, in un altro settore del vi.scere che sia munito di valvole o angolato subisca, per arresto delle materie o dei gas, gli effetti di scoppio. Ma come per 1a diagnosi differenziale fra perforazione viscerale ed emorragia in terna, così la diagnosi di sede, dal lato clinico, ha un valore relativo perchè l 'intervento, diagnosticata la perforazione, s 'impo .. 11e, e poichè sappian10 che bene spesso la lesione non è unica, l 'esplorazio·n e accurata e sistematica, specie quando il viscere leso sospettato è l 'i11testino, si. rende n ecessaria, l 'ampia laparatomia mediana è consigliabile, ed è quella che meglio di tutte si presta, ampliata a seconda del reperto, a tutti gli interventi e i drenaggi che si dimostrassero necessari . Partigiano assoluto di un i11tervento precocissi-

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mo quali s~ar10 le condizioni del paziente, poichè insospettate sono certe resistenze vitali in taluni organis1ni, quando la diagnosi di perforazione e di sede, per si11tomi inequivocabili, è indubbia, ritengo che negli altri casi una prudente aspettafiva di qualche ora, sia l)iù giovevole che di danno. all 'infortunato; tempo che sarà impiegato a rialzare le forze e ull 'osservazione accurata dei sintomi in atto, sui peggioramenti e migliorie che in essi possonq osservarsi, sull 'i11sorgenza di altri più precisi e chiarificatori che, cessato lo stato di ambascia e d~ obbattimento del paziente, possono per1netterci una diagnosi più sicura. Una laparatomia è sempre un traun1a che si aggiunge al precedente e che può nqn essere lcllerato, in partico1are quando· !nterverremo su segni' incerti che ci obbligheranno ad una esplorazione metodica di tuti i visceri, allo svolgimento dì tutta la matassa intes tinale, per la ricerca di quella perforazione ch e può non esistere; essa sarà lunga, indaginosa e di per sè stessa sola di grave p ericolo per il paziente. Nel parlare delle peritq11iti acute per ferite penetranti nell 'addome, spontaneo si volge il pensi~ro a quelle determinate per azioni belliche, e in p articolare di questa ultima guerra, che nel campo della traumatologia ed in specie di quella dell 'addome ha segnato una profonda caratteristica, che la diif1~renzia dalle passa t~ per l 'impronta dell 'estrema gravità i~pressa alle ferite. Può sembrare strano ch e una ferita d 'arn1a bia11ca o da fuoco non dia ele111enti sufficienti per affermare · la esistenza o meno della penetrazione, e ammessa questa il riconoscere se vi siano oppure no lesioni viscerali, quali s~ano i visceri lesi e quale il grado delle ferite ripqrtate. Nè i caratteri della ferita, nè il percorso Cf)mpiuto dall 'arma possono talvolta darci lin esauriente aiuto ; un proiettile può compiere i più strani percorsi ~enza produrre alcuna lesione viscerale, senza nemmeno interessare l a sierosa, mentre ferite, che possono a tutta prima presentare i caratteri di una ferita a setone di breve percor so, si rivelano, dopo poche ore, gravissime per una peritonite acuta, perchè i due fori erario fori <:ti e11trata di due distinti proiettili, o se vi era lesione a setone il proiettile può avere determinato la frattura di un osso con monilizzazione delle schegge ch e avranno leso il peritoneo e I 'intestino. A queste incertezze si debbono aggiungere quelle determinate 1lalle ferite di un viscere extraperitoneale che, per il fatto di avere rappor!i più o meno estesi di contigu~tà con la sierosa peritoneale, fa sì che le materie settiche uscite dalla perfoTazione infiltrano il connettivo paraperitoneale, vengono a contatto con l a faccia esterna della sierosa, che spesso scollano dalla parete, e deter1ninano ! '~~sorgenza di fatti irritativi e riflessi, e quindi un complesso sintomatico che, i~ primo momento, può sim·u lare la peritonite perforativa. Invero vi sono sintomi che quando sono presenti hanno un valore decisivo per la penetrazione, come altri decisivo per la concomitante lesione viscerale, ma non sempre è dato riscontrarli. Il prolasso dell 'epiploon o di qualche viscere avrà un valore patognomonico di lesione della siero.sa, come la fuor~uscita di bile, oltre indicare una lesione del fegato o della cistifellea ci può indicare la lesione della prima porzione del duodeno; la fuoriuscita di sangue misto a sostanze


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SEZIONE PRATICA

alimenta:ri, una ~esio11e dello sto1naco, così la presenza di feci Jiquide qu~lla del tenue, e di solide del cqlorl; e del peritoneo, solo quando , per la topografia della ferita e per altri elen1enti, si può escludere eh~ sia sta to leso una delle porzioni extra-peritoneali di esso. È raro riscontrare durante le prime ore ch e seguonq il ferimento un apprezzabile muta1nento n el volume e n ella forma dell 'addome; è collo svilupparsi del m eteorisn10 ch e il volun1e aument erà e l 'addome assu~erà la forma globosa. La con trattura leggera e grave, diffusa e circoscritta, non .m an ca quasi mai 11elle ferite dei visceri endocavitari. Essa è il vero segno pri11cipe ch e, indicando l 'avvenuta perforazio11e, mqstra an ch e la profonda irritazione della sierosa prodotta clalle materie ver sate nella su a cavità. ' 11 ti111panismo pre-ep atico· 111ostra jn nlodo assoluto , quando vi sia una ferita tran sdiafran1n1atica con lesion e <lel polmo~e, l 'avvenuta p erforazione di un seg1nento d el tubo gastro-erl.t erico, s~nto1na per ò, com e h o già detto, ch e t ende a scomparire per il r apiclo assorbimento del gas, qualora non si -r iproduca co ... tante~ente attraverso una ferita beante o n o11 sia confuso con il inet eorismo. Così pure impqrta11t e è 1'ottusità n1obile dei fian chi ch e si riscontra n ei grandi versamenti liquidi, per quanto non precisi la lesione se di un vaso o di un viscer e paren chimatoso o cavo; sintoma p~rò ch e, cqm e il timpanismo pre-epatico, deve essere ricercato precocem ente prima ch e il m eteorismo possa nascond~lo. All 'irritazion e peritoneale segu e la paralisi viscerale, con alvo chiuso alle feci e ai gas, con iscuria ed in seguito oliugria. (Co ntinua) P. VALDO ' I.

2a Conferenza de.Il'Associazione Inte1·· nazionale di Pediatria Preventiva. (Gi11evr;i, 28-29 sette1nbr e 1932) . I

A questa confere11 za, presieduta dal prof. Taill<=;ns, int ervennero oltre cento delegati di governi, società p ediat rich e, clinici, ecc. , ecc. ; delegato i)er ] 'Italia dal Co11siglio Nazio11ale delle Ricerch e e dal Ministero degli Esteri era il prof. F. Val agu ssa. Fra i pediatri intervenu ti notiamo: Clifford di Ci·cago, Ho1nberge, Yundell, Ler eboullet, Monrad , Pareons, Schelt ema, Maykenzie, Taill en s, Wiela11d, Oltre1nare, Roh1ner , Peh t1, :Nlouriquand, Blechman , Lesn é, Lenossier -Ordoin , Nabarro di Londra, Henyer, Gau tier , ecc., ecc. Erano all 'ordine del giorno due t e1ni. •

La profilassi della sifilide nei fanciulli nati da genitori sicuramente sifilitici.

Relat ori _ne furono i proff. Lessie e Nabasso. In esito a disc1i'ssione, si giunse alle seguenti conclusioni: La profilassi della sifilide co11geni ta com porta: 1) La cura dei procr eatori e specialmente il trattamento delle donne durante la ges tazione, e se è possibile, dall 'inizio della gravidanza . Quest a regola di condotta si. deve applicare 11011 solamente alla donna sifilitica confessa o affett a da sifilide congenita (eredo-sifilide) , m a aJ1che alla moglie app·a rentemente san a, di un sifilitico co11fesso. Questo trattamento dovrà essere precoce, inten sivo e prolt1ngato per 'tutto il periodo della gr avidanza.

2) Qua11do il ba1nbi110 n asce con segni di sifilide r11ar1ifesta · (cliD;ici , u111orali, o sierologici) dovrà essere curato i1nmediatamente ed in m odo intensivo e prolungato, tenendo conto della sua resiste11za mi11in1a, .specialmente n el caso in cui vi siano lesioni viscerali i11ultiple, e difetto di 11utrizio11e. 3) Quando il bambino nasce apparentemente, sano, senza segni clir1ici, umorali o sierologici di sifilide : se i procreatori ~ono stati trattati insuffièientem e11te, bisog11a applicare al b a1nbino una m edicazion e su sce ttibile di assicurare la preven'z ione, men o inten sa d ella curat ivn, n1a abb ast an za prolungata. Numerosi m edici clico110 tuttavia ch e in questi casi, ci si deve con1portare co1ne 11el caso segue11le: - se al contrario i genitori so.n o stati trattati co11ven~entemente ed in special n1.odo la madre durante la gravidanza , il b ambino cleve essere posto sotto la sorveglian za medica, e se questa sorveg·lian za è rigorosa e prolungala, si può soprassedere al trat lan1e11to, sai vo ad ap1)licarlo al mini1I1;0 sospetto. ' 4) L 'applicazione di questa profilassi comporta la collaborazio11e del m~dico di famiglia, lo isfor~ zo parallel o e coord in a to delle con sultazioni celtich e prenatali e pediatrich e, e quello delle i11fer111iere visitatrici, e del servizio sociale. Perch è quest e direttive p ossano a vere il loro massimo d ' azion e, bisogna occup arsi aJ1che clell 'educazione dell e famiglie (per inezzo del m edico), e del pubblico), dimostrandogli, a 1nezzo di co11ferenze e di al lri n1e.lzi appropriati i l)ericoli clella sifilide congenita . La profilassi delle nevrosi dell'infanzia.

Relatori n ~ furono i proff. Ha1nburger e De11yer. In seguito alla cli sc ussion e si è concluso ch e la questione delle n evrosi deve considerarsi di pertinenza integrale della pediatria. Qualunque sia l 'importanza dei fattori eredit ari, non si pu ò pen sare cl1e si p ossa agir e facilmente su di essi , quine.l i il problem a della profilassi delle n evrosi, è sopratutto uri problema di educazio11e, così ch e bisog·na spingere le famjglie ver so un 'educazion e fern1a e clolce, semplice ~ conforn1e al le esig·enze della n atura. Sul pr incipio I 'educazion e app artiene alla famigl ia, e ques ta non i1e deve essere privata ch e per delle ragio11i gr avi. Ed a volte in questi casi la vita famigliare, scelta cli preferenza a quella collettiva, J) UÒ dare dej risultati eccellenti. Il b ambino h a ])isogno cl 'un 'autorità che lo guidi ed u11a buo11a edu cazion e gli fa accetlare volentieri l 'a11torità dei genito ri. · Per r aggitLn gere q.u es to scopo bisognerà far posto all 'inseg11am ento dei sani princìpi d 'educazior1e, n egli studi 1neclici e parlicolarmente pediatrici . Bisognerà inoltre educare progressivam ent e le fa1niglie e tutte quelle person e ch e, per la loro professione·, debl)o no st::tre a contatto con i fan<'iulJi , con1e si è g·ià fatto per la lotta contro l a sifilide, ·la tu])ercolosi, il r achitismo, la mortalità dei bambini della pri111a infa11zia, ecc. Particolar1nen te le g·iovi11ette dovrebbero ricevere se1npre una p!reparazione sulla loro funzione di madre f l1t ura. · Nell 'infan zia le 11evrosi. i cui sintomi cominciano a farsi sentire, possono essere presi allo st ato i11iziale : è questo cl1e n e rende possibile e sp essç efficace il trattamento p sichico il qt1ale dovrà essere es'eg·uito in 111odo adatto ad ogni caso, senza J>reoccl1parsi dei rnedica1nenti rite11uti utili allo A. S. stato somaticQ· del sog·ge tto.


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APPUNTI PER IL MEDICO PRATICO. •

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CASISTICA E TERAPIA. Anemia alimentar~. Un 'a lim.em tazion .ei 1quali tati;vamen t e irusiurfficien te può provo1car·ei manifestazioni morbose di tipo ian errniico·. È d escritta così U!Il 'anemia da latte vaccino, che si riscontr.a .p er lo più in bambini della prima infanzia, rivest en:do talora · la forma clorotica e talora qu·ella · pseudole uic.emica (anemia s plenica di Jaksch-Hayem). Vi è rpoi l 'anemia da latte di cap:ria, che si insedia a n ch e ·più preco·cem ente, 1c1o i cara tteri, in gen er e, d elle form·e ·p iù gravi, a ccompagna ndosi 1sp esso a manifestazioni scorb·u tich e. Un fatto strano , in• qu esto secondo gruppo di ~nemi e , è ra:p presentato dall 'esi st en za n el latte di cap1ra di q·uiantità di ferro m aggiori ch e nel latte di vacca e ·di do·n n.a. Data la predo·m inanza quasi assoluta di tali anemie n ell 'età im·fantile, A. Meyoc (Klin. Wooh ., n. 32 , 6 ag osto, 1932) ritien e interes sante la ·p ubblicazione di un caso presentatosi invece i:n. a·dulto, cioè in una ·donrna ·di 45 anni. Darll'.a n.amn·e si r esultò che il soggetto, da m olto t empo , nutrivasi prevalentem ente co·n latte di caiwa, oltre a scar se quantità di cer eali . L'istituzione di una ·dieta mista , ricca di vitamin e, con .aggiunta di un pre para t o -d i feg a to e di f€1rr o , arpportò rapido mig lioram ento. Poich è la p atogenesi di queste forme non è ancora b en chiarita , l 'A, cr ede di p ot eir em ettere l 'ipotesi , basata sui più r ecenti lavori clinici e sperimentali , ch e quale fatt oif'e d et erminam,t e n io n sia estrane a l'insuffici en za d ella vi.ta1mina A., la qu.ale, per l'appunto , n el latte ·di capra ~a·rebbe scarsissrmla. M. FABERI . 1

Achilia ed anemia. È st at o di1nostrato da Castle e dai suoi colla-

bora tori ch e col s;uicco· g a stri co viene escr eta U!lla sostanza fin qui sconosciuta, la quale !POSsie d e la fla.ooltà di liberare d alle albumine mu scolari un principio antipe:nnicioso . Ora Karl Singer (Klin. W och. , n . 35 , 27 agost o 1932) h a trovato, con le sue esp erienze, ch eJ t ale princ ipio m an ca ID. ell 'a chilia r efratta ri.a a ll 'i1stamina d ella anemia p ernicios:a,, m entre è p r esente in quella d ella cloroan e·m~a . La secrezi ono€~1 d el ·p rincipio è inoltre indipen·d en t e dall 'escr eiziorne ·d ell 'acido-cl1o·r i·d rico· e d el I.a p e·p sin.a . La 1siu.a presen iza p rotegge po i, con u·n '.alim en tazion e app r·opriata=, ·dalla compa.r sa di una • • • an emia pern11c1osa. L 'intr odullio n e p•er via oTa l e d el princ ipio .a!Ilit ipernicioso h a va l or e sola m ente in quelle forme di anemia in cui l 'organismo h a p er duto la facoltà di pr o,durre d a 1sè st esso il prin c ip io epatico . Tale tera p ia r esta inefficace 1

se qu esta facoltà si è ·conservata in limiti suffi cienti, com e p er esempio nella cloroanemia achilica e , natUJralmente, anc h e in tutte le altre anemiie secondarie, con se1c.rezione o·a. normal e. b stnca I/introduzione att iva d el principio antiJ)ernic ioso non rappresenta quin·di ch e una vera e propriia teTapia sostitutiva . M. F ABERI.

Anemie della prima infanzia. F . L. Ga·l di (La Semana Medica, g iugno· 193·J) rileva ch e l' anem.ia semp lice di tipo comune è frequentissima n -eil la p rima infanzia ed è rc aratt erizzata d a diso:r:et o palla.r e de lla 1c:ute e d e1lle muc ose senza splen om ega lia o con modicissimo aumento di volum·e della milza, con diminuzion e ·d ell i!lumer o de lle emazie e d el taJSso d ell 'em ·oglohi:na, sen za riper cussione sullo stato gen erale, sen za febbre. Il valor e globulare è per l o più basso, ma ipuò anche essere uguiale €1 sup1erio1re a 1. I leu cociti sono p er lo più .aumentati (anche fino ~ 15.000210. 000), :O<)ln lÌiilfocitosi. e' è poichilocitosi e p o1icro·m atofili.a . Nei I.attanti compaiono a nch e nonnoblasti e~ m en o frequentem ente, elem·en ti g iovani d ella serie bia n ca . L 'anem,ia semplice di tipo clorotico è un processo anemico oa:ratterizza to da a patia , p.allore a1c:oemtuato con tenden za al ver·d og.nc.lo , senza riper cu ssione sullo st ato di nut rizione con notevole diminuzione d el tasso· emoglobinico senza gra.n ·di .alterazioni qualitative n è quantitative d egli elem enti cellu1lari. Si p u ò aver e anche nella prima infanzia cont:riariam e nte a qua nto hanno' ·detto alcuni, ·p erò dipen•der ebbe da ·d isturbi dig estivi manifesti o latenti a diffeirooza d ella c lorosi ·d ella pube r tà ch e 1siar eh·b ·e di origine genitale . Comincia fra il 12° e 18° m ese 1con pa llor e, anoressi.a, stipsi, apatia . Il feg.a.to e la milza si mantengono n o.rmarli. All 'oligoecromremi.a e modica oligocitemia si uniscono poichilocitosi , anisocitosi e policromatofilia . Non ci son o e mazie nUJcleat e. Il va lore globula r e è sem pr e molto inferiore.i a ll 'unità . Formula . leucocitaria no,r m!aile. Di q UJesta fo·r ma di aneo:niia c'è un tipo p u r o p1rimitiv·o (da parto prem .aturo , da insufficienza congenita ·di sviluppo) e una forma secon d.a ria ( d.a ·disturbi digestivi , da malattie infettive) . Questa forma g u1aTi sce r.apida m ente coi p1reparati .di ferro. L'anemia splen1ica infantile di tipo com1ine ·è inve10e una malattia più g rave; è caratterizzat a da epatosplenomegalia co·n ane mia intensa e presenza ·di foirrrne immature i1n circolo . Si differ enzi,a1 dall 'an emia di von Jacksh-Luzet p er l a sintoma t ol ogia m en o impon ente, ~)er la lemJCocitosi più modera t a, per Ja minore a 111


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SEZIONE PRATICA

bondanza di formei immature e per la prognosi meno grave. L 'inizio è sp-esso i.n ·sidioso, c'è micropoliadenia. Di queste forme di anecmiia della prima infanzia I 'A. iriferi·s ce ampiamente n um·e rosi casi (1oomplessivamem.t e 25). R . LusENA. Nell'anemia dei fanciulli. L. Babonn1eix (Gaz. ~es hopiltaux, 27 lug lio 1932) consiglia (dopo di ave re escluso la possibilità ch e si tratti di tuiber·c olosi : fare la cutireazi-0111e) quanto ·seg.uie. Per la prima settimana ·del m ese : ·un cucchiaio ·da ·dessert di sciroppo di ioduro di ferro a metà di og.n1u.no dei pa•sti principali, per la se1oopda, di sciroppo di lattofo sfato di calce (nelle stesse oondizioni) e per la terza, un cucchiaio ·da minestra ·di olio di fegato di m erluzzo, 1a11 mattino a ·digiuno. Per la ,q uarta, 10-15 grammi di carne di cavallo cruda , tritata e m 1essa in b·r o·d·o· appena ti~ido, 1U111 'ora prima d ei pasti p·r incipali, oppure, um. po' di fegato di vitello· cru·d o (se è beine sopportato) oppure del midollo osseo fre·sco, se è possibile. Molto riposo e buona aria. Allargare l 'alimentaQ;ione introdUJoen-d ovi con pruden za della carne rossa, delle uova, prosciutto, sardine, tonno, frutta cotta o cruda , se b en m a tura. fil'. Diatesi emorragica consecntiva al trattamento con neosal varsan. Un pazientei di Sitka (D eut. m ed. Woah., 3 giugno 1932) affetto da aortite sifilitica venn e trattato con iniezioni di ·n eosalvarsan· e di bismugenol. Dose iniziale : ·d el primo g. 0,45, del secondo, eme. 1,5; beni sopportate. Iniezioni due volte la settimana , arrivanido a g . 0,6 di n·e·o salv.arsan, alla quinta. Un gio·rno dopo la n ona iniezione, forte emorragia dall 'orre.cchio destro, cessata ·d·op-0 sommitn1istrazione di clorll!ro di calcio. Dopo 6 g iorni, nuova iniezione di neosalvarsan e bisill{llg enol ; il g io·m o ·s egu ente, eim.orragie da entrambe le o·r ecchie, epistassi ed 001-0rragie sottocutanee. Anche nella mucosa b0ic,cale, emorragie cooifluenti; libero inv·eoe il to·r ace. Assen·za .d i si'Il:t omi tossici €J di lesioni epatich e evidenti. Riposo in .letto, abbon.dante quantità di cloruro di calcio; il gio·r no do,po le con.dizioni d el paziente erano no·r mali e 2 g iorni .d o·p o le emorragie so·t tocutan!ee e •sottom'll.• • • • c:ose ini o om1nc1arono a sco·m par1re. In assenza di ogni r eiperto patologico, l 'A. ritiene che le emJOrragie si.ano state causate dal trattam1ento aJn1tisifilitico. fil. 1

Leucemia linfatica con infiltrazione del periostio. F. J. Po·y·n:ton e R . Lightwood (Lan,o.et, 4 giugno 1932), presentano il caso clinico di una bambin.a ·d i 4 anni. venuta sotto la loro osservazion.e p e·r una· sindro mie dolorosa articolare fo rtemen·t e febb rile. L '.esame clinico ·dimo·strava a carico d eilla 1

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cute numerose petecchie emo·rragi!che; rumori an emici al centro circolato-rio; aumentati di vol·u me il fegato e la milza, tume fatte le grn•n di articolazioni. Ali' esame istologico ·d el sang u e si ha il ireperto di un!élt fase aleucemica di una leU1Cemia l:iJnfocitica acuta. L 'autopsia IDon ha dimostrato eh€! un 'ipertrofia diffusa dei tessuti linfatici . Caratteristiche le. ialterazioni 0 ssee : r.nelle ossa lunghe, tra osso e periostio viein posto in evidenza run infiltrato cospicuo composto· in massima parte ·di linfociti. Così pure il midollo osseo si ri·vela invaso da tessUlto linfoide. , Mentre comuni sono le m·o dificazio·n i del midollo osseo in tutte le malattie d el sangue, più rare sono le alterazioni periostee; qruieste ul· time possono portare ad un errato· indirizzo d iagn osti:ao, e, in casi come quello sopra il1ustrato far .pensare di esser di fronte ad uno scorbuto, ad un osteomielite, a una periostite luetica. Solo il r-eiperto ematico, esattamiente val ufu:to, p11ò in questi casi permettere ·di porre la diagnosi di leucemia acuta. M. PoNs. 1

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NOTE DI RADIOLOOIA. Sulla rappresentazione radiologica della milza, legato e midollo osseo per mezzo del diossido di torio e le sue basi istologiche. Lo studio è stato comrp~uto da H. E. Ander s ·e L. Leitnie r (Klin. Wooh., n. 26, 25 giug·no 1932), usando il preparato, ch e trov.a si in co·m n1ercio 1col n om e di Thorotra~st, in 40 conigli, senza osservare marnifestazioni morbo·s e acute, a n ch e con ·dosi forti. Per otten,e re una d·etbole o·m bra di contrasto ·della milza e del fegato furono n ecessari rr lo m eno O, 5 eme. per Kg. di peso· dell 'animale, raggiungoo do O, 75-1 1cm c. del~a· sol. al 25 : 100 per quadri più netti, e l 'ombra app·a r·v · tanto più rapidamente quanto più torti f·uifono le doisi iniettate. Radiografie es8.oauite di 2 fill, 2 minruiti dopo l 'iniezione 1mostraro no, in pari tempo alla comparsa di UIO:a n etta ombra renale, anch e quell:ai di nume,r ose ombra vasali, g rosse e piccol e. Con la co·m parsa d elle omb~e della milza e del fegato, i vasi non furono più visibili. Le ricerche istologiche com·p iute nella milza, feg ato e midollo hanno 1ool!rcordato, ·dimostr.ando che llaJ s·ostanza introdotta è immaga·n izzata attivamente, in una speciale forma criistallina, nel sistema Teticolo en.doteliale. Soccombem,d o poi le oeillule im.m agazzinan ti, la sostanza resta libera, come corpo estraneo, nei sUJddetti oTgani, senza poter venire eliminata, forma1D.do una ispeoie di incrostazione, ch e è· la causa ·d elle ombre radiologiche. Si osservarono lesioni tardive n egli :a!Ilimalf da esperime·n to a carico, del fegato, e in fo•r ma di iniziale processo di cirrosi atrofica, e in 2· casi si manifestò una specia.l·ei labilità, p·er la qu.ale si pro·dusse la mprrte in segu.ito a p ro cedim enti inmocui, quali ad esempio una soittrazion·e di san.gue . 1

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IL POLICLINICO »

L 'epatosplenografia col Thorotrast non rappresenta qurin·di per gli animali da esperimento un procedimen1to indifferente dal punto di vista dell'im·n ocuità, e poichè anche nell 'uomo 1'immagazzinam·ento della 'SOstanza d,e ve svolgersi in maniera analoga, tale mietodo dia.gmostico in patolo·g ia umana dovrà essere considerato con· grande circospezione. M. IF ABERI.

La diagnosi radiologica dell'appendicite cronica. P. Jacqu.et e L. Gally (Soc. méd. hop·i ta,u x, 8 luglio 1932) osservano che tale diag nosi si b.a sa sull 'esisten,z a di tre segni che compaiono suac.e ssivan1ente illl parecchie settimane e nel1' or.dine seo-u ente: irritabilità re trattile del cieco, punto doloroso, ingombro batl'itico del1'ileo pas~ ata la e ta ora dopai 1llil pasto baritato L ;irritabilità retrattile del cieco, molto n etta si osserva S·oltanto all'inizio. Il punto doloroso d ell 'a;pipendic.ite rispon de, n.ell '80 % dei casi, no!Il· g ià a ll 'appendice, ma alla sfil~ta il eo: oecale e soltanto nel 20 % all'appendice. Gli AA. irn1sistono swll 'importanz:ai di questa nuova no·z ion.e ·e sul carattere incerrto che risulta dalla seru·s ibilità localizzata all'appendice, data finora come il so,l o segno caratteriisrt;i1co. Gli AA. insistono inoltre sulla frequenza di questa sindrome anatomo-radio~ogica, spesso episodica , sipontaneamente iaurab1le e ch e resta misconosciuta. Quasi costarute, in tutte le e pocl}e d ell 'appendicite, è .l a oompaTtecipazion,e del colon. fil .

[ANNO

XX.XIX, NU~I. 46]

m entre nell '.adulto di media ·e tà e nel vecchio con V. G. normale il diametro medio delle emazie oscilla intorno a 7 µ,, esso è spostato ver so 7,5 µ, ·n.el vecchio 1c01I1 V. G. superiore a 1,05. Tali modificazioni del quadro ematico normale de i veochi, che ricordano qu.elle che si hanno nell 'anem.ia p eirniciosa, sono, dunque da tenere preseruti, per evitare ch e un esame ematolog ico ~:o.ssa portar,e ad UJTh errorie di ·dia.g nosi. Punnu.

Le modificazioni dei globuli rossi nelle malattie epa· tiche. H. Schulten e ·B. Malamos (/{lin.. Woch., n. 32, 6 agosto 1932) hanno trovato, con ricerche sistematiche, ch e nelle affezioni epatiche difn1se, specie qu elle con ittero, q_uasi di r eig ola è dimostrabile u111 forte aumento della g randezza delle e rnazie . Il fenomeno s i manifesta con un aumento ·del di.a·m etro medio ed una devia zione a destra d·ella curva di Price-J oneis, n ·o,n chè spesso con un innalz.am ento del volum'e me.dio e dell 'indi:c.e di co1orazio!Ile. Anche l'ovalità e J 'a nisocitosi ·degli eritrociti ·s ono per lo più m.a ggiormente . accentuate ch e i1ella norma. Tale quadro sanguigno sarebbe pertanto sin1ile a quello che si h.a nelle remissioni epatich e dell 'an.emia p erniciosa. M. 1FABERI. 1

VARIA _

La ·vitamina della fertilità.

MEDICINA SCIENTIFICA. II valore emoglobinico delle emazie del vecchio. I diversi rioercatori che si sono occupati d elle via!I'i.azioni ,del quadro ematiJco in. dipend,enza dell 'età, hanno otte11i.uto· risultati alquanto discordi. Secondo Millet e Balle-Helaers (Le Sang, n . 7, 1932) sarebbe invece importantei, per p oter stabilire con sicurezza il limite tr~ . pa: tologico e normale, possedere esatte cogn1z10 n11 in p1ro,p osito. A chiarire tale questioille si sono a ccinti i nostri AA. , h ·a sandosi s.u di un 'am·piia casistica ·di individui salDli (un centinaio), d~ età varia·n te tra i 55 e i 95 anni, parte scelt1 tra i ricoverati in UII1 ospizio di vecchi, e parte in classi socia li più elevate. Si è oosì potuto stabiliTe ch e m-eintre nell'adulto di m edia età il va lore g lob·ul.are .è inffiliore o ugu.a le ad I, esso ·n ·ei vecchi è su p1eriore a 1, 05 nell '80 % dei 1ca si: tale modifioa·z io·n e non aumenta sensibilmen .t e CO!I1 l'età, è indipend.ernte dal sesso, dalla coin dizione sociale e dalla stagione; essa au·m enta invece col diminuire del tasso di g lo-buli rossi. Gli AA. si sono anche occu,p ati di ricer care se vi fosse1, in relazione tc-0,n l 'a:utmento d el V. G., una1 modificazione del d.j a m etro delle e mazie. E h anno infa tti trovato ch e 1

Gli stud1 sulle vitamine vanno sempre più pr e1eiisan do i caratteri di qiu.esti ·elementi e metto.n·o semp1re più in evidenz,a1 la loro impo1rtanza i:r1' tutte le fum:iioni de1~l ' o,rganis.mo. Le, n1e.glio cono1sciute, nei riguardi della loro azione e della lor.o· presenza nei varl alin1en.ti sono le vitamine A (.antixero·ftalmic.a), B (.antib eriberica), C (antiS1c.01·butica), D (antirachitica). Ricertcihe irecenti, i·nnziate .d.a un ·decennio circa in Am1erica, hanno dimostrato ch ei accam.rto a tutte queste ,,itamine n et esiste un 'altra la cui c~renza produce la sterilità. . F. :Nlarchesi (Archivio di Patolo·g·ia e Clinica ll1edica, 1932, fa se. I) fa un'ampia ras· segna ·di questi ·stu1di, che m erita di essere ri<issunta. I primi ad affemniare 1'esistenza di :un elemento vitaminico specifico per I.a funzione ri~ pro duttiva ftutrano Evam-s ·e Bisho p nel 1922. Essi tro·v arono che r~tti a lin1entati con pr·Otei·n e avitaminiche, grassi , idrati ·di carbonio, ~ali in congrua qu1a1I1tità icon l 'aggiunta di ·vitamina A e B, si sviluppano benè_, ma rimang·ono sterili. Ma se a questa dieta si aggi:lllllgevano foe-lie di lattuga la sterilità era scongiurata. ..,, E'ra ns e Bishop conclusero per l 'esistenza di 1

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Nu~r.

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u11a Yitamina specifican1e11te attivante lai funzione ripro·d uttiva, alla quale a·sseg11arono la lett e ra X. Co11 1temporanean1ente S.u,r e faceva esp·e rin1enti analoghi adopera nd·o, invece d ella lattuga, baooelli p elosi d ella · fava d ella Geo rgia. I risultati furono C·o nforn1i :a, quelli otte11uti da Evans e Bishop. Anch e egli co11cluse i}er la esi . . t enza di una vitamina s1)ecifica p er la f.ertilità, alla quale egli assegnò la lettera E, d enon1inazione ch e è ora gener.almente adoperata. • N·on n1anc.a1:ono le opposizioni . Si obbiettò ch e la isterilità era dovuta a careùlza d elle vitan1 ine note, ch e ·d.anneggiiatnd o lo· stat o. gen erale prodU;ce a n ch e un 'alter azio n e degli o.r gani d ella rip roduzione :con la coniSegu ente infecon·dità. Fu fa cile rispondere ch e la pr esenza d elle Yitan1i11e A, B e D , n ella dieta era dim ostrata da l perfetto sviluppo e stato di salute generale d egli ani1nali in esperimento , la c ui unica ano1nalia è rappresentata dalla sterilità. Lai n1.an1can za d ella vitaim ,ina E dannegg ia eslusivamente la funzione ri p·r o·duttiva senza alterare le condizioni generali dell 'anima le. Non è dubb·io ch e la mancanza di a ltre vitan1ine fa risentire ~a su'.a .azione ·dannosa anrch e sulla riproduzio n e, ma questo danlllo fa i)arte del co,n1plesso di a lterazioni indott e ·da ll 'avitan1inosi . D 'altra parte la carenza di vitamine A, B e D non è veran1ente sterilizzante, mai è risentita dal pro,dotto d el con cepime nto· che risuùta poco vitale·. Le sostanze pii.ù ri cch e di vitamina E sar ebb·ero i vegeta.Ii e tr.a qu.esti le fog·lie di lattu,ga e di trifoglio, la farina ·di fave di GeoTg ia e il germ e di g rano. Tra le fru tta solo le ba1n.a·n·e e le ar.a.n ce n e conterrebbero tracce. Discr eta qua ntità n e co·n teirrebbe l 'olio di fegato ·di .m erluzzo ed alcuni olii vegetali , e tra questi sopra tutto l 'olio di germe di gr;ano. La vitamina E appartiene a lla categoria delle vitamine liposolubili . :È rnolto resistente agli agenti fisici e chimici . So.lo I ' ois sidazion e l 'alter;a facilmente, per mo·do 1ch e ne i grassi , n ei quali si sviluppa la ran cidità, vien e ad essere di strutta. Le a lte r azio ni indott e ·dall 'avitami.nosi E n e!gli or gan i rip rodu1tt ori maschili so·n o si1nili a quelle risco•n trate n ella carenza da vitamine A e B. Si ha atrofia ·dei testicoli con sviluppo d el t essuto connettivo interstiziale, arresto della spermatogenesi , r estringiun1è1Ilti del diam etro ·di tubuli semi·n iferi, infiltrazione pi.g m entaria delle cellule inter stiziali. Nella femmina inve1ce l'ovaio, n on è a lterato , c·om e è comrpro,rato cl.alla perfetta o·v ul.azione e dall 'imipianto d eil l ' uovo sulla mucosa uterina. :È s:UJ questa cl1e semb·r a .agire la fun,z ione atti, an1te ·della vitami·na E, la cui caren za produrreb·b e un 'incapacità della •funzione pl.ace.n 1

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SEZIONE PRA.TJCA

ta r e, clo11de u11 'incapa.c.i tà all o stabilirsi della g·ravi,d.anza. U11 fatto i n1por tante è ch e la vitamina E h.a la f.acoltà d 'immag·azzi·n;a.r si .nell ' o.rg.ani~ n10 per m oclo cl1e n e:g·li animali sottoposti a dieta con n1.ancanz,a di d ett.a vitamin.a la sterilità non ~ i s tabilisce subito ·d o·p o l 'inizio del re.gime :mia. solo c1ua lcl1e ten1po dop10. La somministr azione di vitamina E g·uarisce la st erilità d elle femn1in,e •s ottoposte .a d a li111en ,t azione co11 ,carenza specifica anche dap10 lun,g o tempo, m .a n on è più efficace pe.r i ma=schi sottop·osti a llo stesso trattamento per 4-5 m esi. Serrnlbr.a cl1e le .alter azioni in.dotte n1ei testicoli sian o p iù profonde e d ii1em endabili , cli qu.ell e prov.o c.at e neg li org. ani genitali fem minili. D'a ltra pia rte la sua :a.ttività oltre che sruglì ele·m einiti sessuali ma1schili e femminili in ra pporto a lla loro capaicità fertilizzante, !Par e 1si e p lichi anc h ei in azioni collaterali . La car.enza ·di vitarnina E .a gisce suJl 'alla.ttamento, in quanto ·q u·esto riuscirebbe poco profi,cuo. Infine l 'ra1vitaminosi E pro,durre bbe paralisi di ti po speciale 1c.on d egen.e ra zione cer ea d elle fibre muscolari . Gli ,eff.etti 'd ella ca.re!llZa ·d eilla vitamina E sull 'u omo non· sono noti. Per o·v vie r.a gioni non si so110 potuti istituire &ull 'uomo esperim enti .analoghi a quelli ·p.r.aticati sug li anim ali. E la clinica manca di qualsiasi fatto dimostrativo a l riguardo. Nè si posso1n.o trarre con clusio ni da quanto . i verificò in· a l1cu.n i aggregati umiani ·d ur.a nte la gueir.ra. In tali casi la diminuita attività geneltica .a veva cause a limentari e ·di a ltr·o genere ben più .p;otenti e grossolane di quelle cl1e possono .attr ib·u ir i .a d .u 111. qualsi.asi f,attore arg~. vitaminico. 1

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p·o sTA DEGLI ABBONA1·1. Al Do lt. G. P. di P.: T ra le :n,u;melJ.'0 se t·erapie piropost e per la cura della pertosse quella con vaccino ott rri uto col b acillo ·d i Bordet-Gen g·o u offre maggiori probab,i lità di su ccesso . L 'efficacia ·di esso si din1·ostra con I.a ·dimi· nuzion e d ella frequenza e d ell 'intensità deg li a ce.es ·i, e tanto .p,i ù è n e tta , qu.a nto più alte sono le ·dosi di germi in1'ie ttati. Le iniezioni son o ben sop p ortate anch e dai lattantri, e vainrrl-o iniziate n on ap pena la diagnosi .d i 1p1ertosse .appare si cura. Alla CUiTa ' 'accinica, in spie cie quando g li acoeis si di tosse sono insistenti e fastidiosi , è be1n e associare qual1ch e m eidiciin a antispasm o· di c1a1 (p1eir es. b romu ro, b ellad onna, b r01_Inofor1111io·, atu,ssin, sic , ,ecc.), iniezioni di et eiTe purissimo, ed infine pern1anenza im. luoghi di .aria l)Ul'a e solegg·iati. S. L . 1

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cc JL POLICLINICO »

[ANNO XX.XIX , NUl\I. 461

NELLA VITA PROFESSIONALE. Cronaca del movimento professionale. La pletora dei medici ed i giovani universitari. L ;on. prof. Rl1g·enio Morelli, segretar~o del Sindacato Nazionale Fascista dei Medici e degli Ordini d ei )\f edici, in occasione delle iscrizioni alle Università, h a stimato doveroso di esporre ai giovani qunn to seg ue: Il numero dei Jn edici esercenti in Italia supera di gran lunga il fabbisogno, con con seguente larga clisoccupazione. Mentre il 11t1mero dei medici necessari a col1nare i vuoti an11ui ed a far fro11te all 'aumentare di l)Opolazione (cal col ata 11el1a cifra da augurarsi ma n on ancora raggiunta dell ' l %) sarebbe da 900 a 1000, il numero dei Jaureati varia da 2000 a 2200. In sei anni, t1uando tt1tti gli iscritti alle Facoltà cli rr1edici1ta s ~ira11110 laureati, si avranno oltre 8000 m edici più del necessario . Anch e amntettendo cl1e si riuscisse a portare il nt1mer o d ei 11t1ovi iscrjtti da 2200 a 700, cioè a ineno di u11 tl'rzo , o<'corr erebbero varie deci11e di anni a riportare 1'equililJrio. I g iovani che si iscrivono alla Facoltà di medicina, d eJ,bono qt1ind i sapere ch e occorreranno loro m ol li anni prirQa di poter co11tare su un l avoro assicurato, e ch e p er gran parte di essi l a profes sio11e non basterà neppur e a pagare l 'interesse <l ei capitale speso per conseguir e la laurea.

Ordine dei ]ledici della Provincia di Roma. Si è adunato il Consiglio am1ninistrativo del l 'Ordine sotto· l a presidenza de1l 'on . prof. Ern1anno Fior etti. Fu votato· all 't1nanimità, nell'occasione del Decennale della Rivoluzione Fascista, un indirizzo al Capo del Governo n el qual e vie11e confermata l a incondizionata ed ardente devozione dei sanitari dell 'Urbe e proYinci a al Capo, esaltato·r e n1agnifico delle virtù ci\: ili della stirpe e restauratore di provviden.ze igienich e e sociali per cui l'Italia marci a dal Campidoglio all'avangu ardia delle Na• • z1on1. Fu anche all '11nan imità deliberato di concorrere, p er solennizzare il Decennale, alle Opere A s istenziali dell'Urbe, inviando al Segretario federale l 'offerta di ~ire trerr1ila. Ricordiamo la reoeatlss/ma pabb/Jca~loae :

A. ALESSANDRINI e M. PACELLI

Un pericolo sociale : le brucellosi Prefazione del prof. A.

ILVENTO, vice-direttore generale della Sanità Pubblica.

Un volume in-8° di pp. 184, con 10 illustrazioni e Edizione degli « Annali d' Igiene ». Prezzo

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« P oliclinico »

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Inviare Vaglia all'editore LUIGI POZZI, Ufficio Postale Suc• cursale diciotto, ROMA.

CONCORSI. POSTI VACANTI. AsoLo (Trevisò). - Scad . 30 nov .; con sor.; lire 9500 e q quinquenni dee ., oltre c.-v. ; decurtaz. 12 %; e tà lim. 45 a. Bu DDusò (Sassari). - Se ocl. 18 gen.; per Salti d i Giosso; L . 10.500 e 4 qu adrien11i dee.; cavale. L . 2500; arm. farm . L . 1000; riduz. 12 %. CIVITELLA IN V,\L Dr CHIANA (A r ezzo). - Scad. 31 dic.; L . 9000 e .4 q11adrienni dee. , c. -v., L. 2500 cavale., L. 1500 asseg110 t e1nporaneo p er il servizio in località Pieve a Maira110; riduz. 12 %; tassa L . 50,10. GR.\NTORTO (Paclov a) . - Scad . 15 nov.; L. 9000 ol lre L . 3000 cavallo o autom.; età lim. 40 a. GUBBIO (P erugia) . - Scad . 20 dic.; due condotte (urbana e di Salia Burano) ; L . 8000 e L. 9000, ol tre L. 1800 ser\·. att.; biennio in clinica o primario osp edale; t as5a L. 50. Chied. annunzio . Il\IPEHIA. Conso r zio Prov. Antiluberc. Al 15 clic., ore 18; clirettore del Con sorzio e del Dispensario Prov .; L. 16.700 aumentabili a L. 18.000 ol tre L . 3700 ser v. att.; riduz. 12 %; età lim. 45 a. al 9 ott.; doc. a 3 m esi; tassa L. 50. Chiedere an• r1unz10. LEGJ.'\ ANO. Ospedale di Ci r colo. Proroga 15 n ov. ; primario medico. ì\! Afu'\"ATE (Varese). Posto p er l 'unica condotta del Com,une. Stipendio annu o lordo L . 10.000. Per schiarimenti riYolgersi alla Segret eria co111unale. ~IonnA (P eriigia). -

Scarl . 30 nov. ; L . 7000 oltre L . 600 serv. att ., . L. 500-2000-4000 trasp.; e tà lim . 35 a. 0 R t\NI

(Nuoro) . -- Scad. 20 dic.; L. 9500 e 6 qua-

drienni dee., addizion . L . 5 oltre i 1000 p ov., L . 300 carcere ; e tà lim. 3~ a.; tassa L. 50,10. PERUGIA. Cornune. - Al 25 gen., ore 17,30, concl otta rurale; L . 7000 (o,p pure L. 8000 nel caso di asseg11az. a condotta di residenza disagiata), ol tre L . 1700 serv. att., L. 4000 trasp., c. -v., 5 quadrienni dee.; riduz. 12 %; t assa L. 50 ; doc. a 3 mesi dal 25 ott . Chied. annu11zio. llo?,rA. Mirtistero delle Comunicazioni (Ferrovie dello Stato). Cor1corsi per titoli ai segu enti posti di medico cli riparto: Pescara I (Anc·o na) ; Bari S. Spir~to l Bari) ; Paulil atino (Cagliari) ; ~a­ polano (Firenze) ; Carignola II, Ariano Irpino (Foggia) ; ,S ambuca cli Sicilia (Palermo); S. ~Ias­ sin10 all 'Adige, Egna Termeno (Trento). Inviare domanda e richiedere infor1nazioni ai rispettivi Ispet torati Sani tari (indicati fra parentesi). Scadenza ore 17 rl el 30 dicembre 1932 A. XI. ROVIGO. Comu11e. - Scad. 20 dic.; 3a cond. rur ale; L . 8000 e 5 quadrienni dee., oltre L . 1900 indenn. servizio, c. -v. , L. 300-1000-1500 trasp.; addizion. L. 5 oltre i 1000 pov., fino a L. 1000; età lim. 45 a.; t assa L. 50, 10. SALEn:'lo: Ospedali Riuniti. Scad. 1° feb.; pri111ario Jned icin a primario 111aternità, aiuto ostetrico, ail1to rhi~{irgo. Rivolgersi all 'Amministrazio11e del Pio Ente.


fANNO XXXIX, Nul\r.

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SEZIONE

S. SosTI (Cosenza). Scad. 15 nov .; L. 7000 e 5 quadrienni dee. , L . 2500 obbligo cavallo, lire 500 se uff. san.; rjduz. 12 %; et à lim. 40 a.; tassa L . 50, 10. SEQUALS (Udine). ~ Post o di m ed ico condotto ed Ufficiale Sanitario • Scade11za 31 dicembre . P er chiarimenti rivolgersi alla Segreteria Comunale. TREVI o. Amministrazione Prov inciGJle . Co11 le norme st abilite clall 'art. 5 e segu enti clel R. Decreto 16 gennaio 1927, n . 155, è ap erto il concorso al p osto di <:oadiutore d el l a Sezio11e Me<iico J.\;ficrog rafica del Laboralo·r io Provi11ciale d 'Ig ien e segn a to lo stipe11dio in ie Profilas i al quale è ziale di L. 14. 760 lorde, at1111e11t abile perio<l ica1nente, fino ad un massj mo di quat tro d eci1ni (lopo 19 anni cli servizio, e soggetto alla ridu zio11e clel dodici per ce11to. I concorre11ti dovranno i11viare, ol lre i <locu m e11ti indicati n ell 'art. 8 d el R. Decr et o sopracitato la prova d el versa111 e11 t o d ella t as a èli L . fiO. cade11za 31 ge1111aio 1933-XJ. Tn1x1T\POL1 (F oggia) . - Srnd. 15 i1ov.; L . 8500; e t à l i111. 3.3 a.

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PRATICA

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sulla 11at ura <l ei i11 ia ... 111i e co11lagi. Pre1nio L. 2500 e 111edaglia d 'oro L . 500. La tuber colosi del pancreas (ricer ch e speri11\e11tali) . Premio L. 2500 e n1edagli a d 'oro I . . 500. Fortdazione «Fossa ti » . Ten1a: Ricerche orig inali d 'i11dole anaton1ica, fi siologi ca e fisiopatolog ica intorno al sist ema extrapiramidale. Premio L . 3000 . Per ulteriori ~nform az ioni rivolgere richieste alla Segreteria clell'Is tituto Lombardo, vi a Brera 20.

NOMINE, PROMOZIONI ED .ONORIFICENZE. Jl pre1nio Nobel p er l a inedicin a è stato asseg n at o., pel 1932, ai proff. sir C. S . Sh erringto11 di Oxfo·r d e E. D. Adriar1 cli Cambridge. Ne dar c tno più ampie notizie in un prossimo numero. Il g·r. uff. dott. Egisto Ter zi è n ominato direttor e general e cl ell 'Opera Nazio11ale lVIaternità e Infn11zia, j11 sostituzione del gr. uff. avv. Bonavenl ura Grazi an i , ch e lascia l a carica p er aver co1~­ piuto il limite dell 'età i)rescr i lto dal r egol ament o d elJ ·op t;r a Nazion ale.

Sc:icl. 25 ge11 . · L. 9000 e 4 ollre c .-v., L. 500 uff. san . ;

Il prof. Mich ela11gelo Sorr entino è nomi11ato const1lente IJer le m al attie dell e vie t1r inarie presso g li O p ed ali Riuniti di Sal erno.

Per titolj . Lo s tipendio a1111e.. so al po ~ to fl i n1edico condott o è: a ) L. COOO an nue a tilolo di i11dennità r esid enzialfl rid otta del l 2 ~'o a senso di l egge; b) L . 500 a titol o cli inde1lnilà p er mezzo di tra p orlo. De l li as egni Yanno sogge l li alle rilenute l ega] i . ulla i11denni là r e jdenziale s;.tranno conce si ci11que a umenti quiuquen11 ali d el deci1110. Sono e eluse l e indennità di raro Yiveri e di serYizjo a ttivo , esse11do pern1e o l ·eser cizio fl ella liber a professione. Do111anda e d ocumenti, l 1ele11co dei quali con le altre forrnalità posson o d esumersi cl al b ar1 , d o di concorso cl a richiedersi alla Segreteria ~ l t1nicipale, d ebbono pervenire a della Segreterja i1o t1 pitt tardi d elle ore rliciasette del 15 genn aio l 933. VALLARSA (Trento). Scad. 20 nov ., ore 18; per R aossi ; L. 9500 e 5 quadrienni d ee., c. -v., L. 2200 indennità via ; L . 1600-3000 trasp. ; J_,. 950 uff. san.; riduz . 12 %; non v 'è riconoscime11to servizi ant eriori.

Vin citori d el I Con corso Fi sm , sulla cc Care11za cl a zoJJo », sono r isultati: 1° pren1io, dott. prof. G. Roi (Ver on a), L . 3000; 2° premio, d ottori CabitLo Luig i e Bianchi Gi1J seppe (Novara), L. 2000; 3° pre111io· a pari merito (L. 500 per l avoro), dottori F . S lefani e M<> r in ello (Len clinara), Marian o Lcpore (Avellino), Berruli (Napoli) , Umberto Brou ssard (Pizzo Calabro), Lore11zo Fanzio (Car ezzan o). P er estrazionl-! a sorte, son o risultati i dottori : A. Nardone (Lant1vio); Giunio Oricchio (Sa18rno) ; Placido l~enigni (l\lessina); Salvator e Ran1e tla (Sirac"t1ra) ; Nicolò Di F ede (Gela). La Con11ni sio11e giudica trice era composta dai proff. : S. Baglio11i (f-toma), D. Can1pa11acci (P arma), L. lVIar rr11elJ i seg r etnrio (Mila no).

L'RzcLEI

(Nuoro). -

qt1i11q uen r1i elce., riclt1z. 12 %. , - , LESZA

(Alessand r ia ). -

VASTOGIRARDI (Ca mpobasso) . P er titoli. S lj l)end io iniziale L. 6500 lorde; indennità di caval ca tura L. 2000; a segno, Uffici ale Sanitario L . 600 a nnue. Aumenti quinquennali di un rleci1110 e fino a 3 quinquenni. Età limite anni 40 alvo eccezioni di l egge. Tassa L. 50. Domanda i11 carta da b ollo e i prescritti documenti d 'u so. Scadenza ,·entisette ge1111aio 1933. Vico DEL LAZIO (F r osinone) . Scad. 30 nov. ; L. 10. 500 e 5 quadrie1111i d ee., oltre c. v. , L. 1200 <'aYa]c. , L . 500 uff. s<>n .; r iduz. 12 %; t assa L. 50, 10. Quando non è altrime11li inòi · cato i con cor si si riferiscono a condo tte n1edicochirurg ich e, i comp ensi allo stipendio base. Avvertenza. -

Il Consiglio an1ministrativo del ~ ana t orio dell 'U11ione n azionale d egl i Sluden li di Francia h a i101ninnto direttore del sanatorio s tesso, g jà quas i ult imato , il d ott. Douady, che e11lrerà in funzione col 1° dicembre e curerà l 'org·a11izznzione definitiva òell 'islituto, affinch è questo p ossa entrare i11 a llivil à n ei p rin1i n1esi del 1033. W

/ateresffante per tuttl l medici condotti e per gli ufficiali San /tari :

Il licenziamento del medico per fine di ferma. (On. Dr . A. CARAPT:LLE). Le indennità di missione o trasferta agli Ufficiali Sa.n itari. Sono i due argoment i S'Vo}ti nel Nume1~0 10 (Ottobre 1932) del « DIRITTO PUBBLICO SANITARIO n , ch e cont iene al:t r esì la consueta cc1p·i osa RASSEGNA DI GIURISPRUDENZA n•rnn1ch è la rubrica LE GGI E ATTI DEL GOVERNO. Prezro 1del S•tt•ddetto Numer o separ ato L. 5. N. H. - L'abbonaim ento aJ dod ici Numeri del 1932 costa L. 3 6, ma agli aes-0cin.ti a l cc PolicHmico " è con-cesso per sole L. 3 O, ch e vann.o inviate, mediainte Vaglia P c-<S. a!e a Bancario, a l·l 'editore Luigi P ozzi, Via Si&tina 14, Roma. Al ri·ceYi mento clella predetta so1m .m a verra. n no subito SlPedit i tutti i Nu m eri finora P'Ubbl~­ cati del 1932. 1

CoNcon.s r

A

PRE:t\>II.

R. I stiliito L o1n,bar cl.o di Scierize e L etter e.

Sono ap erti i seguenti con cor si scadenti il 31 dicembr e 1932 : Fondazione cc Cagriola ». Tema: Una scoperta b e11 provat a nell a cura della pellagra. Premio L . 2500 e medag lia d 'oro L . 500. Una scoper ta b en provat a

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1804

« IL P OLICL l:\ICO »

NOSTRE CORRISPONDENZE. Da Pavia.

tin:u a te l e co111~11i cazio11i ecl 11a aYtt lo luogo la relazio n e Ciel pro!. l)e11sn sulla genesi e sul1 o svi111ppo cl ell 'apparato I i nfa tico cl egli uccelli.

IV Congresso degli anatomici a Pavia.

L 'i uaugurazio11e n P aYia del IV Congresso della Socielfl ilalia11a cli _\11alon1ia ha coinciso co11 la celebra.1.:io11e tlel c.:en le uario di A11lonio Scarpa, il cui 110111e ap.p artien e co11 fama in o11diale, alle g·lorie ·cie11lificl1e clell '.;\Le11eo paYe e . Esso si è n1)erto il 16 ollobre nell 'a11l;1 fo scoli a11a, all a }Jresenza delle aulori là J)Oliticl1~ d el luogo, e di i11olU });:oiessori dell 'UniYer silà di PaYia e di altre ciltà. S. E. il Prefetto: ] 'urbacco, do po u11 eleva lo cli~corso, dichiara aperto il Co 11gre~so; pre11d o110 p o i l a parol a il Podestà prof. \ Taccari, il 1~ag11ifico rettore, j)r of. R ossi, il prof. Do11aggio, presid e d ella F aco ltà ì\Iedica dell 'U11iver ... ità di ì\iode11a, JlCr ricord ar e corne lo Scar1)a i11iziasse appunto a ì\l odrr.& a Ye11L 'a 1111i la sua brilla11te carriera d ' in eg11a111enlo, il prof. Pe11sa, a11aLomico d ella nos tra U11iversità e Pre . . ide11te d el Co11gresso. Il prof. Achille ~Io11Li di a11a tomia patol ogica tie11e qui11cli il discorso ufficiale di comme111oraz1or1e ce11te11arja di Ar1to 11io Scarpa, i1ato a Lorenzaga i11 comune di ~fotta di Livenr.a n el 1752 e inorlo i11 P aYia il 31 o ttobre 1832. I. 'oratore, ch e fu i11olto applaudilo, esalta l a figur a d el so111mo scie11ziato , che si distinse 11011 solo nell 'a11ato1nia, ina ])en si può dire in tutti i r a111i d ella n1edici11a, i1e e11u111era tu l Le l e i11tporlar1tissime e geniali SCO})Crte, ricord a cori quar1to ardorr. pro1n osse a P aYia la creazion e di 11110Yi i tiluti, in1pose i1uovi ine todi d 'i11segna111ento e co111e tutta la t1a Yila d ed icò allo stt1dio indefesso, alla ·c icn za , allo sviluppo cd al inig liora111e11to dell 'U niver~il à di Pavia e d ei su oi i s tituti. Vicir10 al no1ne di Scarpa l 'O. ricorda in particolar 1nodo u11 allie\'O di ques ta scu ol a, l 'a11atomico Alfonso t~orti (1822-1876), celebre p er la .. coperta 1111 'organo ò ell 'uclito. 1'ermi11ala così l a ceri1nonia ir1augurale si proced e allo scoprimento della lapide nella qt1ale è rappre entato il bus to del i11ar ch ese Alfonso Corti di S. Stefano la c11i fig11ra di g ra11de s tudioso Yie11e inessa 11t1ovamc11 Le i11 rilievo dal rettore prof. Rossj. Nel p omeriggio di c.lo11~e nica 11anno avuto inizio i laYori d el Congresso <:on la i11teressante r el azio11e le nt1la d al prof. ~'aYtt ro su: « Antonio ,Scarpa n ella st oria del! 'anatomia n or111ale » a cui hanno fatto seguito Jnolle ed jrrtportanti co1nunicazioni, fra le ~1u ali l111a d el prof. Ujla11cjo11i di Roma su: Scarpa e ~o s ludio dei seni accessori del naso . Lunedì 17 h anno presentato co1nunicazio11i il prof. 1' urchi11i dell ' Univer sità di ì\Iontpel lier su : contributo allo studio di alcuni corpuscoli tattili: il prof. Veratli di Pavia: sui picn ociti delle ghia11c101c saliva ri n el eane; il prof. Villa: su l a topog rafia cl eJle celi ule del Ktipfer s11l lobulo epatico, e i11olli altr i . l ella g ior11at a d i i11artedì 18 il prof. Arton1 ha te11u ta u11a relazio11c : sull 'indiffere nzian1en~o d elle. celll1 le ger111inatiYe i 11 rapporto con le forme ir1ter111 eclie (lella sessuali là ; il prof. F errata ha fatto t111a co1T1u11icazio11e s ulle cellule em atich e 11èlla fa sp en1brionale j)r eep atica, infin e hanno co1nunicato Ca taldi e ì\ilaxia cli Cagliari, prof. Rin a ~Ionti d i ~Iil a no , Rl1sconi e F. Rossi di PaYia. ~el l)Or11eriggio d ello stesso g'ior110 i Co11gressisti h n.1111 0 ''i il a to 1a Cc·r losn. )lcrcolcclì t1ltin10 g iorno del Co11gresso, sono con1

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~.

,\Jl 'i11izio della seduta a111n1inistrativa di chiusura ciel Con gresso il IJrof. Chiarugi di Firenze, a no111e di tutti i Congressisti, ,ha rivolto sentite parole di ring..-azia1nento. B ·tata des ig nata co111e Sede del V Congresso 11el 1:9:33 la città di Cagliari. P. l NTRozz1.

NOTIZIE DIVERSE. Norme per i congressi nazionali ed internazionali. Il Consig1io dei ~'1i11istri h a approvato recente111c11te un di eg110 di Jegg·e, proposto d al Capo d el Governo, cl1e co11Lie11e i1orme p er l a co11cessioue dell 'au torizzazio11e a tenere co11gressi in Italia e per l a partecipazione dell 'ltalia ai congressi i11 lernazionali. Il provvedi111e11 to , Le11e1ltlo in co11siderazione l e propos te fatte da una speci al e co1nmissio11e d ella lleale Acoade1nia d 'Itali a, dispone che sia110 sottoposte 31 preYenlivo parere d1 una speci al e Comn1ission e: l ' autorizzazione dei congressi 11azionali ecl i11ternazio11ali cla tenersi in Italia; la parteci1)nzio11e dell 'Il alia a con gressi scientifici che hau no luogo all 'es lero, e la co11'lposizione delle delegazior1i italjaue a t1ttti i co11 g ressi internazio11ali ch e hanno scopi scientifici .

so Congresso internazionale di medi~ina e farmacia. 1nilitari. È i11detto a ~Iadrid dal 29 inaggio al 4 giug110

1933, sotto l 'alto patronato del presidente della Repubbìica Spagnola. I t e1ni (l el Congresso s0110 i segu e11ti: 1° cc Princjpi ge11erali che devo110 pres ieder e all'organ izzazio11e sa11 itaria di un a i1azio11e ir1 caso di g uerra e applicazione alle diverse for1nazioJ1i delle prescrizioni della nuova Co11venzio11e di Ginevra » (relazioni affidate ai Comitati d ella Spagna e cl ella Svezia) ; 2° cc Le vaccinazioni i)reYen tive 11elle urinate di terr a, di n1are e del1'aria (Spagna, Gran Bretagna, Giappone; ; 3° « Il Lratta1nento dei c asi cl1irurgici cli prima urge11za alla fronte, in g uerra di i11ovime11to. Co11cezione di t111a forn1azio11e speciali zzata: sua orga11izzazio11e i11aterial e e suo i111piego dal punto di Yi ta Lalljco » (Spag11a, Belgio) ; 4° «Gli alime11ti co11servati f~centi parte della razio11e prescritta , sin i11 len1p o cli pace, ia in can1pag11a. Loro 1nodo ·a i pre1)arazione e Joro anali i n (Spag·na, S'izzera l; 5° cc Studio co1nparativo d el! ·organizzazione i1elle cliverse armate di terra, di 111are e dell 'aria: à) dei ervizi odontoiatrici; b) cl ei , ervizi an1111inistralivi » GSpagna, Messico, ·P arag11ay) . Alla chiusura del congr esso si t errà. 1(! 3a sessione clel l 'Ufficio inter11azionale di docurnen lazio11e di n1eclici11a i11ilitare. Qt1ote: 50 pesete per i partecipanti : 30 per gli aderenti (moglie e figli), 15 per gli s ludenti; le iscrizioni si chil1do110 il 1° aprile. L ' agenzia Cook s 'incaricherà dei viag·gi. .i\vran110 1u ogo corride, « Yer.b enas » ed esc11r sioni. Viene anch e org·ar1izzato un viaggio d 'a11data per n1are, co11 p arte11za da Bordeatix (a c ura clelle << ArchiYe 1\Iédicales Belges », HòJJital l\filitaire, Liége , Bergio ). Per altre notizie rivolger si al Co1n1nissariato ge11 erale del Congresso, ~1 ini s lero clella ì\Iarin a, ì\Iadricl.


l \NNO

\X\. IX , Nt·:\r. 46)

SEZIO E PRATI CA

4• Congresso argentino di chirurgia. L 'cc A ociaci611 1\.rgen tina de Cirugia n h a te11ul o il u o 4° co11gre . o a Buc110 Aire dal 10 al 15 ottobre , so tto l a presid en za del dott. Arturo ZaJ)ala. Terni discu s i: " Con1plicazio11i della chirurgia biliar e n (E. Ro1nagosa, J . l\f. Allende e A. AllJ1abe) ; e' Tratta111ento delle fratture della diafisi fc111orale » (E. ~ R. Finocchietto, tvI. Ga1nboa) ; cc Tralt an1ento clelle infezioni della i11a110 e delle loro sequele » (A. Baraldi e B. Calcagno). Ebbero luogo clelle proiezioni cinen1atografiche inedit e di op erazioni cbirurg icl1e e Yarie sedute operatorie . A1 co11gres o era u11ita l111a ricca 111 0 tra.

30 Congresso francese di cltirurgia plastica. Ccp11e 11 r. al1hia1110 g ià dato notizia, 11ei giorni 7 e ottobre ha aYt1 Lo luogo a Parigi, 11ella Scuola di ~Iedic inD , il 3•> Congresso della oci età france~e di chirt1rg ia pl as tica, estetica e riparatrice. Nun1erosi sono s la li ~ co11g ressis ti giunti da og11i parte ù ella '~"'ra11 cia e da parecchie nazioni del 111ondo. 111 rap1)rese11ta nza dell 'Italia h a fa ll o i)arte d ella pre ide11za d 'onore il prof. 1\rl uro l\Ianna, il qu;1Je h a svolto U:Qa interessanle co111t111icazione, oggetto di vivace d~scussio11e, ed 11a i)ronuncialo alla fi11e (lel Congresso u11 ap1)lat1dito di eorso . Il prof. Ma11rta è s tato a11ch e ricevutq dal 110s tro J\.111basciatorc Co11te Pignatti l\1oran,o di Custoza . Ci congratulia11to col nostro car~ssimo a1uico ch e 11a saputo le11er e alto il 11ome e il pre tig io (len a e ultura Il alia11a .

Associazione dei professorf francesi di medicina. Il 5 ottobre, nei locali d ell a Facoltà di n1edi cin a di P arig i, si ad un,ò un Comitato costituito dall 'a · semblea generale clella cc _,.\ssQciat~on des l\1embre du corps enseignant cl es Facultés de 111édeci11e d e l 'Etat » . Venr1ero· in disct1ssione Yari argome11ti: as icurazioni sociali ecl in eg·n3111ento clinico; rj forma clegl j studi medici ; tr nl l an1e11lo dei capj cli clinica (aiuti) ; ecc. t..,urono ai:>provn li i egl..1e11ti voti : l ) l)ercl1è g li agrégés, giunti i11 1ern1i11e delle l oro ft1n zioni , co11tinui110 a far 01>cra tl 'insegnan1.ento (soYralu l lo 1)artecipando agli e a111i teorici e pratici) e siar10 autorizzali a conli11uare i loro versamenti p er la pensio11e; p er ch è, clo,·e11dosi procedere all a costruzione e all 'arredamento di nuovi i stituti o p edalieri d i c ura o ,li profilassi n ell e città ch e ono sede di facoltà o di scu ol a di medicina, o n ei loro sobbor g hi , si con ullino le Commissioni amministrati,·e degli os1)edali e i Consigli d elle facoltà o delle scuole di medjci11a; perch è i pos ti di agrégé vacanti non siano 111.ai conferiti per i11carico, dai professori titolari ed a loro beneplacito, i11a se1npre n1essi a conco1·so. L 'Ufficio per il l 933 è stato così cos tituito: presi cl ente onorario Guyot; presidente effettivo Baud ouin (P arigi) ; vice-presidenti Jacques ( a11cy) e P. Delmas (Montpellier ) ; segr etario generale R. Fabre (Bordeaux); teso.riere B. P atel (Lione) .

Corsi di sanità militare. Il i\Iinislero d ella Guerra ha disposto che il 20 gennaio 1933 abbia inizio presso la Scuol a cli a1)-

1805

1)licazio11e di sanit à 111ilit arc cli Firenze, un cor so per la 1101uina a so llo le11enle 111e<lico di complc111ento IJer g iova11i n1u 11ili del1 a laurea i11 n1edicina e chirurgia. I cor si avranno l a durata di 5 n1esi e qui11di ter111ineranno alla data del 20 g iugno. Durante i corsi sar a11no i1nparliti ag·l i all ievi l 'i11seg11ame11to tecnico professional e e l 'i s lruzione militare se11za far lu ogo ilè alla 1101nina a caporale nè a q t1ella a er gente.

Il laboratorio d'igiene di Cl1ieti. Je]l a ricorrenza d e1 decennale è s tato inau gurato a Chieti il Laboratorio d 'Ig iene e Profilassi , i11stalla to al secondo pia 110 d el Palazzo l\tiunicipale, con sedici YD ti an1bienti 1 i11 modo che i 11umerosi serYizi vi }Josson o es ere disimpegnati se11za r eciproco intralcio e co11 r apidità. Il Laboratorio è corredalo d ei più 1\1oderni apparecchi e pt1ò svolger e l tit le l e analis i 1nicroscopich e, chimich e, b a tleriologich e, sierologiche, Ii icl1 e e is lolog ich e applica te all 'igien e ed alla clinica n ell 'interesse ge11er ale d e lla pubblj ca profil a i deJle 111al attie i11fe ttive, della sorYeg·lia11 za ig ie11ica su gli alimenti e le derra te alin1e11tari; può cor11piere lJure l e diver se ricer che che possono occorrer e per i11ter esse 1) rivato e n el ca1npo m ecli.co-legale; corredato a11cor a d ei pri11cipali periodici d 'ig iene, di batterj ologia, di chi1nica generale e bro1natologica, vi si po son o svolgere ricer ch e scientifich e, e può I1111zio11 are altresì p er la r egio11e - purtroppo 1011I alla d alle sedi di tudio - con1e centro di conul e11za sp ecifica n el campo d elle i11d agi11i di laboratorio agli scopi ig ienici, cl1i111ici e 111edicoJegali . J) ura11Le il cor so dell 'an110 undeci1no il Laborn torio Dvrà t1na &lazione di disi11fezione automonl a la, tale cioè ch e p ossa fun zio11are p er tutti i <'0111u11i d ella provi11cia ; in seguilo si avrà pure 1111 nn1bulatorio antirabbico .

Nella stampa medica. Si è i11iziata a Bog·o ta (Colo111bia) la pubblicazio11e cli u11a cc Revis la de Ja Iracu ltad d e Medicina », a p eriodicità 111e n .. ile; conlie11e n1emorie orig jn ali ed un ricco indice ])ibliografico . Rivolger i al la : Bibli oteca de la F acultad de l\fedi cina , Rogo ta, Colo111bia, 1\n1erica Centrale. ·

La famiglia del prof. Forlanini al dott. Ton1arkin. Con1e segno di g ratitudi11e p er l a con11ne111orazio11e organizzata dalla cc Fo11dazio11e Tomarkin », il fratello di Carlo Forlanini - ge11iale ideatore del pneumotorace artificiale - h a offerto al dott. Lea11dro Tomarkin gli autografi di due conferenze pronunciate dal Forla11i11i n e] 1907 alla Assocazio11e Sanitaria i\i1ilane e. Co11 squisito pen sier o il dott. Tomarkin ha dispos to perchè ~ preziosi n1a11oscrilli ri111angano i11 Italia, d es tinati al l\.i[u seo di Mila110.

Il prof. 1'Iorelli. L '011. . . prof. Euge11io l\.iiorelli è i11 via di pie11a guar1g1one. Egli aveva riportato la frattura di dt1e costole e alcune contus~oni; i suoi con1pagni di viaggio son o ri111asti quasi incolu1ni. Al! 'insigne studioso e l\.iiaestro Yada il n os lro co11111i acime:Q to cordialissimo.


1806

C(

IL P OL I CLl NI CO

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[_.\.xNo XXXIX, Nul\1. 46)

Per il p1·of. Delbet. Gli allievi ed a1nici del prof. Picrre Delbet si SQ·n o· riuniti i1ella Clinica chirurgica d ell 'Ospedale Cochin di P arig·i, sotto la presidenza del decano della Facoltà, prof. Balthazard per offrire all 'insigne chirurgo 1111 volume giubilare. Il prof. Delbet aveva espresso il desiderio di esser e circondato solo d a ~llieYi . Il più an tico di questi, dott. Veau, gli presentò una copia del volume e pronunziò un commovente discor so · p oi Chevassu, l\ilocquot, Girode, Leveuf, deli11e'arono l 'opera così varia del loro maestro· quale a11atomist a biologo, insegnante, operator~, artist a: emerse~o sovr atutto la devozion e e l 'affetto per il maestro, ch e ora va in con gedo. Si comprende p er ciò come i ringraziamenti di Delpet siano slati con1pen etrati da una viva emozione, ch e si è comunicata a tutti i presenti.

Il metodo Voronoft' interumano in Cassazione. Abbiamo g ià d ato n otizia di un 'azione i ·iudiziaria determ~nata d a lln innesto t esticolare int erumano: una glandol a estirpata ad un giovan e valido consenziente, Yenne innest a ta, in segmenti, ad un g iovan e affetto da ipqtrofia testicol are. L 'int ervento fu eseg ui to a Napoli dal prof. Gabriele I annelli, assistito. d ai chirurghi dottori Giuseppe Ferpina, Giusep·p e De Vita e Gaetano Manfredi ; Il procuratore d el Re iniziò d 'u fficio un procedi1nento p enale contro tutti i 111edici ch e aYevano p artecipato all 'oper azion e. La difesa ha sos tenuto efficacemente le ragioni della scien za, dacch è l 'int ervento - forse il prirn,o del ge11ere - aveva intendimenti scientifici, oltre ch e curativi: Yoler i1nprigionare il fervore d~gli sperime11ta tori sar ebbe co·n trario ai progressi d el sapere ; ha sostenuto inoltre ch e il donatore non ebbe a risentire dan11i (pro,b abilmente si è proclotta ipertrofia compensat or·ia dell 'altra glandola) e ch e il ricevente ottenn e (almeno tempora11eament e) il ripristino d ella funzion e &essuale. Il Tribunale pronunziò sentenza di assoluzione piena. Ques ta venne confermata dalla Corte d 'Appello. Ora la cau sa è g·iunta alla Suprema Corte di Cassazione, che la prend erà nuovam e11te i11 esame. La sentenza della Corte d 'Appello· è stata pubblicat a integralment e n ella Rivista << Il Diritto Pubblico Sanitario» fase. 8, agosto 1932. Il delicato argome11to, ch e si' riconne tte alla questione molto discu ssa della r espo11sabilità penale n el caso di lesion e d el consenziente, è tratta to ampiamente n ella stessa rivista .ra c. 9, settembre 1932. Anch e n el cc Policlinico )~ (11. 38, 19,32) era g·ià stata p ubblicata u 11a no.t a d i cronaca al rig·uardo.

La medicina quale promotrice di pace. La « Nederlandsch e Laat sch appij tot verordering der Gen eeskunde », la qt1ale compr ende la magg·ior parte d ei m edici d ell 'Olanda, h a tenuto una riunion,e in cui vari oratori hanno illustrato la tesi ch e l a medici11a tende, per propria natura: a pro1nuovere la pace tra 1e Nazio11i e hanno for~ulato d elle proposte che valgano a mettere in attuazione queste tenden ze . Not evoli i discorsi dei dottori Roorda, Burger, Posthuma. Venne fondata u11 'organizzazione dal titolo cc Oorlogsproph ylaxis », cioè profilas ...i clella g u erra, ch e h a ma11ifesla to la propria attivit à dira1nando una serie di opu scoli, in fra11cese, inglese, t edesco, esp era11lo ecl ol andese, alle associazioni m edich e di l t1 l ti i Paesi .

GUIDO TIZZONI (1853-1932).

Il 4 11ove.11nbre è ricor so il secondo trigesi1110 della nlorte di Guido Tizzoni. Egli è scomparso n el silenzio che 5i era fatto intorno alla sua perso11a. Da pochissimo t~mpo aveva lasciato definitivamente Bolo·g n,a, che p er ci11quant 'anni lo aveva ospitato e ch e Egli aveva onorato n el secolare studio. Solo quattro a1111i or so110 aveva abba11d onato l 'inseg·nameni Q, per lin 1iti di età, cedendo il posto al suo miglior e allievo, il Centanni. Una ~inima parte dell 'opera scientifica di quell 'insigne p atologo. è nota al pubblico medico. Le sue pubblicazioni asc~nòono a centinaia ed occupano cronologicarne11i8 u11 periodo che va dal 1875 al 19'29. La sua lalJoriosità e produttività fur ono veramente sorprendenti, essendo sostenute d a una ferrea resistenza fisica e d a una eccezionale passione per la ricerca scie11tifica, che n o11 lo abbandon ò mai sino agli ulti~issimi tempi della vita. Egli a1nava sopratutto gli studi sp erimentali i1el campo dell a fisiopatolog'ia, batteriologia e immunità, ove lasciò le m aggiori traccie d el suo ingegno. Lal1reatosi giova11issimo, fu allievo di Bizzozer o e di Vir cho"" e é.l 26 anni era g ià insegnante d i a11atomia patolog·ica a Catania. Poco dopo vinse il concorso per la cattedra di p atologia generale a Bologna, al <1uale av~van o anche partecipalo Foà e Luciani. I su oi primi studi riguardarono la rig·enerazio11e del i e11e, la f~siop atologia d ella milza, ·della tiroide e d ei surreni, d el gran simpatico, argo1nen,1 i divenuti assai più tardi di attualità. Special1n ente ~ lavori su l la milza ebbero generale rico11osci1uento e so110 tuttor a cita ti n ei più m odrrni tratta ti d i e1n,alologia. I suoi primi studi J)a t teriologici son o quelli sul colera. Ma l 'op era sua Yer ame11te m ag·istrale, e ch e lo rese anch e J)Opolare, è quella sul germe e sul velen o del tetano. Deve essergli riconosciuto il m erito di essere riuscito a isolare ql1es to batlerio in colt ura pura contemporaneamente e indipende11teme11te da Behring e J(ìlasato, ai qu ali si a ttribuisce q uasi sen1pre l 'esclusivo rnerit o <lella cosa. Gli ulteriori studi sulle proprie tà chi111ich e, fisich e e biolog·ich e della tossin a del t etano, sui m odi di a ttenuarla p er trasfor1narla in materia vaccinante, sulla tecnica da ~egl1ire nella vaccinazione deg·li a11in1ali, sp ecie del cavallo, sulle propriet à del iero antitossico e la stLa u t ilizzazione n ella pra1ica rnedica, u111ana e veterinaria, a scopo preYen tivo e c11rativo, costituiscono n el loro insieme un 'opera granitica c t1i riman e legato in modo i1nperituro il n ome del 1'izzoni e dei suoi collaJ)oratori, prima fra i quali Giuseppina Cat tani, i1nolese. L ~er1orm e estc11sione che ebbe durante la guerra la pratica d ella sieroprofilaqsi d el t etano 1)ri11cip almente per merito del Tizzoni, ch e fu ufficiale superiore addetto a questo ser vizio - i1e d in1o ~ trò in modo incontestabile la grande utilità ed efficacia. l"u cr eato a Bologn a dal l\i!inistero d ella Guerra t1n piccolo laboratorio per la preparazione del siero ar1titetanico, ch e lltilizzn tuttora i ceppi te tanigeni isola ti dal Tizzon i stes-


[A~No

XXXIX,

Nu~r.

46]

SEZIONE PRATICA

so oltre quarant'rl1111i or sono, e ch e r e11de gra11di serYigi all 'esercito. Altri argomen ti trattati dal Tizzoni furono : la sieroterapia d elle i11fezioni pneumoc occich e, precorrendo in questo i più recenti e con clu sivi s tudi di autori anglosassoni; la cura dell a r abbia col radio, che ri1nase però allo stato di tentativo; la etiologia della pel1ag ra che, secondo il T. , d ovre1'be essere batterica pii1 elle avitaminosica, questione assai ard11a e no11 ancora chiaran1ente risolta . Molti altri l avori isol ati su argomenti che il caso gli presentava, completano l 'opera vasta e inultiforn1 e di ques to in sta11cabile e geniale ricercatore. Fu maes tro efficace e severo, e gli studenti c h e u scivano dalla Facoltà Medica bolognese, ricordavano per tutta ]a vita gli insegnamenti fondamentali ricevuti in patologia generale. Le uniche occupazioni ch e p er al cuni anni lo distrasser o dalla rice rca scien tifica furono quelle politich e, essendo s tato deputato p er il collegio di Vicopisano p er q11attro legislature. Nel dopogu erra vide sor ger e con grand e simpatia - e an ch e dire lt an1ente vi partecipò il movimento politico ch e d oveva condurre all 'a ttuale r egime. Visse pit1ttosto isolato ed ebbe abitt1dini sem plici, per quanto fornito di ricco cen so . Appartenne a diver se e importanti Accademie cientifich e. Nella R. Accademia dei Lincei era il qu arto in ordine d'anzia11ità. G. VERNONI.

RASSEGNA.. DELLA ST.!'1PA.. MEOICA... Rarfiol. l1I ed., gju. -

Q. V1scn10. Il trau1na nell a g·e11esi dei tumori. - G. l\1ARAGLJANO. Freql1e11za dell 'infiltrato precoce. G. BECCHJNl . Anliperistalsi d el col on. D eu t. ì\I ed . .vVoc li., 17 g iu. - Inchiesta sul val ore cl cl1 a t rrapia ovar ica. - BoncHARnT. La }Jin g uetli11e ipoiisarL1. ~ FnrEDl\IANN. Tratla1n. d el l 'idrocefal o.

~Vie 11. l (l in.

1807 17 giu. -

F ALTA. La pub erlà. - LIEBESNY. La t erapia con onde corte. M edici na, giu. - LAGUNA. L a sindrome p seudocruposa. - U. SAnACHAGA. Pneu1noconiosi da polveri veget ali. Cliinese Med. J ourri. , 1nag. - S. Y. SHEN. Rottura d ell 'utero prima dell 'inizio d el travaglio. 1\11. N. ANDREOS. l\1etod q se1nplice p er colorire i pro tozo~ delle feci. R ev . espan. de t ub er c., inag·.-giu. ~ F. BLANco e J... lor.A. Suppos to antagonismo tra tbc. apicale e su ·b-apicale. 1v l0Tgagni, 12 giu. ALTERI. Sindron1e da angioini vertebrali. Rif. lvl ed., 11 g'iu. - l~ . MoLFINO. Sindromi add~soni a11e da linfogr anuloma rnal. R evue d e Chir. , n1ag·. - V10TOR-P AUCHET. L 'app e11dicosto111i a. J ourrtal Ne r v. a. 1\Ient. Dis., giu. K. A. e V\~ . C. MENKINGER. Epilessia e sifilide congenite. - I. J. ,SANos. Poliomielite - G. VAN I Ess DEARBORN. Analgesia generale pura congenita. Presse ft!Iéd., 15 giu. - P. ~I.\.URIAC . Il pericolo cl elle spiegazioni se1nplicist c in biol ogia e in m edicina . Bull. Ac. de 1vléd., 7 g'iu. - C. LEVADITI e al . lVIorfolog·ia del virus rabbico . - F. Du MAREST e H. MoLLARD. Come aumentare la tolleranza dei tuber colotici p er i sali cl 'oro. Gaz. d . Hop., 15 giu. L. MARCHAND. _ Semeiologia clell 'an sieth e <lel dolore morale; loro tratta1ne11to. P ari s Méd. , 18 giu . - ~umero di chirurgia ~n­ fa11lile e ortopedica. A r cli. I t. d i Cliir., i11ag·. - P. BucALoss1. Aden o111a solitario ...:ongenito d el fegato. - D. VroLATO e G. VILLAT.\. Bac lerium coli coltivato n el p a 11c reas e pancreatite sp eri111e11tale acuta. 1\Ied. J(linik, 17 g iu. --= Inchi.esta sull 'allergia qual e cau sa di eczem a. - II. S1H"VARZ e H. DrBOLD. Tra ttam. die tetico dei m al a ti della circol az. l\1. une li. M ed. l Voc h., 17 g·iu. J(1sSKALT e l\tf AHN KOPF . Le basi dell '01neopalia. LrcKINT. La l ambli asi. TVoch.,

1

Indice alfabetico per materie. Ac bilia ed ane111 ia . . . . . . . . . . . . P ag . 1798 Amebiasi . . . . . . . . . . . . . . . » 1784 Anaton1ia : con gre so . . . . . . . . . » 1804 Ane1nia alimentar e . . . . . . . . . . . » 1798 Anemie dei fan ciulli . . . . . . . . . . 1798, 1799 Appendici le: diug11 o"'i r acliologica . . » 1800 Bacillo cli Koch : i1uo' o 111et odo di arric)) chimento . . . . . . . . . . . . . . 1776 )) Ba lteriolera1Jia lattica . ....... . 1780 )) Bibliogr afia . . . . . . . . . . . . . . 1783 Croriaca del movimento professional e

Diatesi emorragica con secuti va a tratta::n e,n lo con neosal var san . . . .. . . . En1azie : 1nodificazioni nelle inalattie epatich e . . . . . . . . . . . . . . . . E111azie : valor e emoglobinico Il:ei Yecchi GraYiclanza : rapporti tra lobo p. dell 'ipofisj , n efropatie ed eclampsia . . . . .

))

1802

))

1799

)) ))

))

1800 1800 1779

ILIeri i11fettiYi: colecis lecLon1ia . . . . . Pag. 1781 Leu ce111ia li11fa tica con i11filtrazion e d~l pcr i to11eo . . . . . . . . . . . . . . . )) 1799 Lilia i ])iliar e : tralta1ne11to . . . . . . . )) 1781 )) l\Ie trt1azio 11i: tra l la111ento cl ei dis lurbi . 1777 )) 'evro ·i : profilassi 11ell 'i11fa11zia . . . . . 1797 O tcitc fibr oso - cjstica gen eralizzata: as1)ort Jzio11e di aden om a della parati)) 1765 roicle . . . . · · · · · · · · · · · · · Perito11iti acute 11ella pra tica ospedalier a )) 1ni litare . . . . . . . . . . . . . . . . 1791 )) Pertossè : Lra l tan1e11to . . . . . . . . . 1801 )) P11eun1otorace ar tfici ale : cinquan tenario 1782 )) Sifilid e nej 11ati da jfilitici: profilassi 1797 rfI zzoN'1 G. . . . . . . . . . . . . . . . . )) 1806 )) 'forio: applicazio11i radiolog'ich e . . . 1799 )) . . . . . Ulcer a p eptica . . . . . . . . 1780 )) \ .i lan1i11a della fertilità . . . . . . . . . 1800

Diritti ai proprietà riservati. - Non è consentita Za t istampa di lav cTi pubblicati n el Policliinioo se non in 1eouito ad autoTizzazione acTitta dalla -redazione. E vietata la pubblicazione di sunti di essi senza citaTne la font e.

C._ FnuGoN1, Red. capo.

A. Pozzi, resp. Roma - Stab. fipo-Lit. Armani di M. Courrier.


1B08

[A:xNo XXXIX, Nt:~r. 46

<< IL POLICLI N ICO »

_...

Rammentiamo a tutti i medici pratici le seguenti importanti pubblicazioni:

Prof. Dott. MARIO FLAMINI

DOCENTE DI CLINICA PEDIATRICA NELLA R. UNIVERSITÀ, DIRETTORE DEL BREFOTROFIO PROVlNCJALE DI . ROMA.

Manuale di PEDIATRIA PRATICA Terza edizione accuratamente riveduta e · notevolmente ampliata. I

Affinchè i signori 1vledici possano re1idersi conto della importanza pratica del volztnie che è ·ormai alla terza e dizione, ne riportia1no qui di seguito L'INDICE SISTEMATICO : PARTE I. ASSISTENZA AL BAMBINO SANO. • Cap. I. Alcune n.ozioni di fisiologia del bambino. --. Cap. II. Il neorz.ato normale e pre11z.aturo. - Cap. III. Igiene ~enerale del bambino. ·- Cap. IV. Allattamento. - Cap. V. Alime1,tazione del bambino dopo il 1° anno. ·- Cap. Vf. Irrobustimento. Gi1inastica. - Cap. VII. Alcune norme d'igiene del bambino durante gli anni della scuola. - PARTE II. NOZIONI DI SEMEIOTICA E DI TERAPIA CENERALE DEL BAMBINO. • Cap. I. Semeiotica generale del bambino ammalato. - Cap. II. Alcune norme generali di assistenza al bambi1io ammalato. - Cap. III. Alcuni metodi di cura. Indicazioni e tecnica. - Cap. IV. N or1ne generali di assistenza nelle malattie cont:agiose. - Cap. V. Cure climatiche. - PARTE III. DIAGNOSI E CURA DELLE PIÙ COMUNI MALATTIE DELL'INFANZIA • Cap. l. Malattie dei neoTUlti. Cap. II. Malattie infettive acute. - Cap . III. Malattie infettive croniche. Cap. IV. Malattie dell'apparato respiratorio. Cap. V. Malattie dell'apparato digerente. - Cap. VI. Malattie dell'apparato circolatorio. - Cap . VII. Malattie d.ell'apparat.o genito-urinario. - Cap. VIII. Malattie del sistema nervoso. - Cap. IX. Malattie costituzionali;, del san.gue e del ricambio. ----. Cap. X. Malattie endùcrine. Cap. XI. Malattie della pelle. PARTE IV. POSOLOGIA INFANTILE. Volume in-8°, di pag. XII-452, nitidamente stampato, con 118 figure nel testo. Prezzo L. 55, più le spese postali di sp edizione. Per gli abbonati al « Policlinico » sole L. 5 O in porto franco.

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ANNO XXXIX

Roma, 21 Novembre 1932 • XI

Num. 4:7 •

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fondato nel 1893 dai protessori:

GUIDO BACCELLI

FRANCESCO DURANTE

SBZIONg PRATICA

REDATTORE CAPO: PROF. CESARE FRUGONI Clinico Medico di Roma

SOMMARIO. Lavori originali : G. Giunta e M. D' A mioo: Contributo clinioo alla .c001osoenza della, met aidli€5enteria. Osservazioni cliniche : O. Cain toni : L ' i·n tradermoreazi one nell'echinococcosi. Hote e contributi : O. Malt ese Le-Roy: Le dinieziioni iintra -ves.cicalJi di .gJ:iicerina nella aiten Z1i-0ne c_ompleta d 'urina da ataruia vescicale riflessa.

s .Ulti

e

rassegine :

O RGANI DE LLA RESPIRAZIONE :

O.

B II"Un S

e

· R. Henbert : L.e m o·difiea,zioni d ella fu•n zion e p.o lmo n a r e n ell'enfisem a , bron chite ed a s m a bron ohia,le . - A . Cer11iglia: Sul icollasso m as.si10Clio aiaut o del poltmone. H. H . M<>tll: Uno s t i.,lldio clin ico e a nato!l'.Il!ioo delle br-0nchietta sie. - ORGANI DIGERE NTI : u . Bani : Stenosi duodena li estrins e che. - Bo uohut e L evr at : La d1eg eneraztione canoerigua dell'u1oer a gast r i ca. - C. F. G. B-rown, S. P. OrQIIIler, E. L. Jeinkin&c>n e N. ù . Gilb ert : La (}Ura d etl'u1ieera p eptica colla mucmna. Problemi igienici : L ' i giieue ne ll'rurohit ettura m oidern.a.

Notizia bibliografica. -- Cenni bibliografici. Accademie, Società Med ic he, Congressi : XXXVIII Congre&50 della Società I tailiana di Medlicina Interna. - XXXIX Oo.nig.reaso della Società ItailJiana d i Ohirur-

gia . - I Oongr ~o I ntern a.ziein a le cl'l gien,e m editerranea .a Marsiglia.

App unti

per il medico pratico :

CASI ST:CA

TERAP I A :

P aratifo B oon meningite in u n pQpp (),nte. - La t if oide n el poppante. - L 'o 1b esità nel Jattante. - Il t<ra t tamenito della .magr ezz a n ei bam1bini. - Sulla va ornmoa.zione 1p 1r ofulattirea con t ro l a varicella . - L a sieroterrupi a Ilel p erio do .PreiP.aralitioo della polio mieJ.i te. - NOTE DI TECNICA: La soluzione di Takaya m a per l'Judent ifica zione delle ima..cohie di sa n1g.ue. - MEDt CINA SC IE NT I F I CA : La r egcla zio n e del tono del parasi!Illpat ioo da, par•t e della pireseione s ang111i.gna, per m ezzo dei nervi dell'a-ort a e del seno. - Ind1uenza dei r if.l e..C\Si oé1ùo-caridiaco e oolare sopira la ;pressione enidarachidea.. Il oom;poxt aomento del nis t a gmo s pon t a neo. - POSTA DEGL I ABBO NAT I. - VARIA: L a mecliierina e le m :i.eBionj. Nella vita professionale: Con corsi . - Nomine, promozioni e d on-0riiicenze.

Notizie diverse. Rassegna della stampa medica. Indice alfabetico per materie.

·-

LAVO.RI ORIGINALI.

E

- - ··- -·- ... - .

\

.

t ontribuito a d u1111a. n1ig liore co11oscè11za d ella sindro,m,e eJd a confermarne la etiog·-en esi. Così ch e og gi la sindrome m e tadissenterica è ·da con sidera.rsi con1e u n con1 p lesso· n10Tboso perfettan1ente ·definito n el suo insioonie etioJo.g·veo, sinton1atico e t e.rapeutico., e. contribuisce all ' illustr.a zione d~ll a pia to1og i.a intestinale a11cor 01g·g·i abbastan za oscura. Qu e ta sindrom e i11orbosa riconosce oon1e agente causale uno speciale .g·ruppo di b1a cilli int·e sti n.ali che per :a1v ere .a l1c:uni caratteri in co1n.u1n e con i bacilli dissenterici , fuTono ·d al Castellani chian)Jatii n1etadissentierici. Cast~1la•ni e Chaln1er s n el 1918 nella clasisificazione dei germi intestinali , istituiva.no la Tribù d e1lle Eberthe.a e r av.co g liendo, in e·ssa i « bacilli ch e c1~escon o b en e n ei t erreni comuni ·d el lab·o.r atoir io, asporig·eni , an aero·b i facoltativi , ;non produce11ti n è florescen z.a, n .è pigm ento , g ran111eg·ativi , non capsulati, i1on liquefare.enti I.a .g·e.l1atina n . . T.ale tribù d·e.Ile Eb ertlieae . i divide in due sottotribù : I ) Eb e11tlioaerogen.1eae : aJJijJiartengono .a crue.. ta ·so ltotribù quei g·ern11i elle p roduco110 Q' fl ., i1el g·lucos io o neg·li altri zuccl1el'i. 1

CLIN. DELLE MALATTIE SUBTROPICALI E TROPICALI DELLA R. UNIVERSITÀ Dt ROMA '

diretta dal Sen . Prof. ALDO CA STELLANI.

Contributo c.linico alla conoscenza della Inetadissenteria GrusEPPE GIUNT...\, assistente incaricato . MARIO D 'AMICO, a· sistente v·o1ontario.

1

1

1

0

In u na numer osa serie1 di note ch e d atano fin da l 1906 il c,a tellia1ni 11a ,ri chiamato l 'atten zio1n e sopra Ullla r>articolare sindrome inte· stinale ad .a n·dam en.to .acuto o c.Ton iJc.o ·d.a lui d enominata m eta.d issenterica, e delterminata da i b.a•cilli così d etti 111 et1a:dissen terici , ancora a ssai p oco cono·sciuta, ta:11.to• cl1e nella pratica p rofessional e, dove si risco1ntr:ai di frequente o i1on vien e identificata 0 ' 'ien ei cortfu.sa co·n altrre form e le qu.ali l)Osson_o· avere con essa co1111u.n anza ·di a lcu.n i sinto,m i. AI.le T~ce1~che ·del Castellani si sono a ssociati in questi u}[timi a11n i numeirosi studio1si, i qu:ali , purr non .ag~g·iu11,ge11d o, n1olto a quanto il Cas tellani a\'eva ve·r ificato, 11an:n o p ertanto 1

1

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1


1810

« JJ., POLICLINICO »

2) Ebertlioanaerogc.nae: appa.r ten gnn o a quesLa sottotribù quei germi che non p1ro·dugono gas n è in glucosio nè in altri terreni zuccherati. Le Ebei11,hoanaerogenae vengono suddivise dal Castellani in cinque generi differenziabili fa cilmente uno dall 'altro per il loro comportamento nel lattosio, n el glucosio e nel latte oltre che per alcumi ic aratteri morfologici, come si rileva d.a l seguente specchio: Genere

L1ttosio Glu .-: os:o

.

Latte

Osservazioni

-

I

Alkaligenes

O o Alk

O o Alk

O o Alk

Vibriotrix

O o Alk O o Alk

O o Alk

E berthella

o

A

Shighella

o

A.

o o

Cast ellan us

A

A.

A Coag

spiccato polimorfi s mo bacilli, vibrion i, spirilli ecc. Mob ili .

Immobili

-.

O = nessuna A = reazione acida reazion e Alk = reazione Coag = c9agulazione alcalina

I g,eirmi ,d issenterici sensu la.tu apparte·n gono a i generi Shighella e Castellanus. I due gen eri si ,d ifferenziano. tra loro per il fatto che il primo no.n acidifica il lattosio e non c~gul1a1 il latte, proprietà queste ch e sono invece caratteristich e del secondo. Al genere Shigl1ella appartengono il germe d ella di. enteria vera o di Shiga-I\.ruse e quelli d ella paradissenteria (Flexner, Hiss-Russe·l~ ecc. ) ·differenzi,a bili l 'uno dà ll 'altro dal loro diverso compoir tamento iThel gl1Ucòsio, ne] maltosio e n ella mannite. Al g·e nere C:a,st ellanu s appartengo no i b acilli della mJelta·dissenteria ch e sono caratterizzati dalla prop rietà di ac.idificare oil tre la mannite il g lucosio ed il m1altosio, anche il la ttosio, e ·di coagulare lentam ente il lat te senza mai :erodurre1 gas. I gelfmi che vi appair tengo,n o sono sempre immobili, e notevole è il numero delle 8'.peciei isolate. I car atteri differenziali ·dei su·d·detti generi si rilevano fa cilmente dal segu emte specchio: 1

1

1

1

~

o ...... Ul ....o

H

~

<I)

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Genere

+>

.....o

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o c.> Cj ,....,

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o o

A

O o Avs

o

A

o

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Shiga.-I{ruse

o

Hiss·Russel Flexnar

o o

o

A

A

A

Caste'l~nu s

A Coag

A

A

A

A

Avs. = reazione a c:da lieviss1 ma.

[ANNO

XXXIX, NuM. 471

Le principali specie dei bacilli metadissente... rici sono le seg.u1enti: B. Ceylonensis A. (Castellani 1906-19070. B. Cey loniensis B. ( Cas~ellani 1906-1907J. B . Metadisenterious. Varietà: A.B.C.D. (Castellani 1904-1905). B. Madam1peniSis (Ca·s tellani 1910-1911). B. Gintottensis (Castellani 1910). B. Pseudodisen.tericus E. (Krusei 1907). B. Pairadisentericus III (Sonne .1914). Il B. Pseudodisen1tericUis E. e il Paradisentericus di So·n ne so,n o, stati ·dimostrati identici al B. Cey lonJensis A ·del Ca tellani da Cerruti di Toirino. La differenziazione tra tutte queste varie specie si fa basan·do·si su~ loro caratteri biochimici, che talora però so no insuffirc iooti; il criterio essenziale invece che deve essere messo a base è q~ello sierologico· e cioè il com poctamen to di fronte ai ·sieri agglutinanti. Di tuitti i b·a cilli m etadissenterici, quelli ·e he hanno i;n.teresse clinico per La loro attitudine a dare ·disturbi intestinali sono i B. Ceylonensis A e Ceylonensis B, le varietà ·d·el B. Metadisentericus ed il B. Madampen1sis. Distribuzione geograj"ica. - La cosiddetta meta·dissenteria è una forma cosmo,p olita, comune ai T,rop ici e neJle zone sub-tropicali e t emperate. È freq:urente in Italia dove ne sono stati descritti varii casi diagnostiaa.t i clinicamien.te e biologicamente (Iacono, Fragomele, Fichera). IiDJ Egitto da Peruzzi , in Spagna ed in altri paesi ·d 'Europa è tala riscontraLa da Castellani ed altri . Sintomatologia. - La malattia può con1inciare .acutamente re d evolvere come tél!le per poi p assare allo stato cro·n ico; :come pure l 'inizio •p u.ò passare inosservato dallo· stato di ben es&e1re. La fo,r ma acuta si i nizia talvolta: all ' im p·r ovviso con diarrea bruna o g ialla·s tra ·M lla quale si nota pr.esenza di muco, talvolta in g ran quantità e talora sangue. Le scariche possono essere n.u1m erosissime nelle 2± ore, fin·o a simulare lJIIl. attacco di dissooteria vera; vi · ha ·d olorabilità ·dell 'a d·dome , frequente hai febbre e il vomito. Altre volte J.a diarrea può mancare e l 'alvo resta ostinatamente stitt~eo . Può il quadro sintomatico· essere memo allarm.a·n te limitan·do,si a ll.a emission,e di feci diarroiche, a sensibilità addominale, mentre possono ma!Il.care il vomito, e la febbre. L'attacco può durare pochi giorni, poi t11tti i sintomi Teg·redisc.ono; m;a, il paziente n on si sente bene, rima·ne in lui u·n o stato di generale malessere, u.na sensazione di peso all'addome, :urna ·p rofonda astenia ·p sichica e muscolare che lo rendono inquieto: la lingua è 1

1

1

1


[ANNO

XXXIX,

1 Ul\f.

47]

SEZIONE PRATICA

.

impatinata e l 'alito cattivo, mentre l'alvo si mantiene generalme_n te stittico. Alla palpazione l 'addome è sen·s ibile e specie n ella regione del Sigmai a volte nella regione appendicolare o ilil· quella della cistifellea . Tale stato dura vario tempo, quanido un nuovo attacco sopravviene accompagnato dai soliti sinto·mli, senza una causa apparente, talvolta per un abuso ·dietet~co· o per il cambiamento del clima. Poi tutto a nco,nai rientra nella norma. Il male così procede per a•n ni con al te1"llative anche distanziate di ùelativa cal1na e di attacchi ac uti ch e anemizzano il mala·to lo rendono neryoso, sfiduciato di sè e dei m edici, incapace del proprio lavoro e di grave peso alla famiglia . La forma cr onica può seguire a quella acuta o inizia rsi primitiva·m tente 1come tale. 11 comple o si·n tom.atico n·oo presenta in questo caso differenza da quello <li una am ebiasi cronica con la qu.ale la metadissenteriia, qualche volta si associa. L 'individuo si lamente ·di cattiva digestione, di peso a ll 'a.ddo.m e e le feci talora stit~che talora diarro·iche sono fetide, rioc.h e di muco e talvolta di san o-ue. La dolorabilità dell'addome localizzata con particolare inten sità :nell1a1 fossa ileo-cecale o n ella regione cole:cisti ca) accompagnata da vomito o febbTe, può simulare da vicino un attacco d 'appendicite o di colecistite tantoch è ·n on di ra·do il paziente è fatto operare. Ed è questa una even ienza g.rave sopratutto percl1è il pazi,e nte non n e ricaverà alioun giovamiento mentre potrebbe esser e cUTato e potrebbe guarire oon una semplice tena·p ia m edica. Come vedesi la metadissenteria ha ten.denza a cro·n icizzare, il malato come tale va avanti per anni co·n alternativei ·di miglio·r amenti e peggioramenti ed i medici ;consultati, che non conoscono questa particolare forma, emre ttono diagnosi generica di colite, c-0lite mucosa , infezione intestinale, n evrastenia ad·dominale, ia•p pendicite cr ome.a, c·olicistite cronica , ecc. ecc.; ma tutti i trattameinti indicati restano sen.za efficacia. Di fro·n te a una simile sindro·m e ad.dominale quando sia possibile escludere l 'amebiasi eJ quan.do non vi siano motivi 'S ufficienti in favo,fle ·di altre malattie come la tubericolosi, la Iues e il cancro, o·ccoTTe sospettare la ·m:etadisse;nteria e procedere !ar tutte le p rove utili a fo,r mulare uina diagnosi di certezza. In fatti . sia con la prova dell'aggluti·n .a zione ·da pairte del siero del paziente ve.riso i ceppi m etadissenteriici, che dovrebb·ero essere posseduti da 1

1

1811

tutti gli Istiituti, sia co11 l 'i . . ola111e11lo ove ·ia p ossibile del ger111e dall e feci, I)O tr·en10 po·r re una diagnosi certa e fornire l 'in·dicazio·n e per una terapia efficace. La prognosi diversa·m enLe è cattiva, i1on p·er la vita ben inteso, se n on si faccia una ·diagnosi corretta; e 1ciò perchè la m eta·dissenteri.a n on ha alcuna tenden za alla g uarigione spo·n La·n ea, sebbene vi possano ·esser e in.g.a nne,roli perio·d i di .relativo b·einessere do vuti alle ren1issioni così freq.uienti. Un caso di rneta·disseinteria occorso n ella rn.ostra clinica ed affidato a l nostro studio ci è apparso molto i truttivo al rio-uard·o, sì cl1·e ~a bbi.am o ritenuto opportuno pubbli.carlo nella pr esente nota. 1

F. A., di a nni 14, da Iloma, i1 ubile, n on ine~ trua la. Anan1ne"i fam igl iare 11cgaliYn. Fino clalla J)l'Ì Lna infan zia non h a ·offer lo cli a1cu11a 1nalattia; le funzioni i11testi11ali sono s ta le se1npre regolari. Il 1° febbraio dello scor so anno una mattina la paziente si sveglia avver le11do· vivo dolore al quadrante inferiore des tro dcll 'addo111e, 11a modica febbre (37,5) vomito, alvo cl1iu so. Il sa11itario che la visita formula dj agn osi di appendicite e la fa ricoverare in ospedale. Il chirurgo che la esamina mette in dubbio la 11atura appen dicolare d ell 'attacco e pensa piuttosto si tratti di affezione epatica; la paziente 11011 viene oper a ta, e durante la degenza n el reparto ]a febbre co11tinua, co ..J il vor11ito, i dolori e l 'alvo s til lico. La p aziente per qu·eslo si fa di111eltere dal reparlo o pitaliero e i fa r icoverar e in Clinica chirurg ica col proposito di far si 01)erare; quiYi entra il 13 di marzo. _t\.il 'esame obl1iettivo i trova : « Dolore uiJa palpazion e profc1tùa nel punto di Mac Burney <l ove si npprezza una tumefazione allungata ùi tre o, quattro ren Lin1e tri e di m ezzo centimetro di diametro , liscia, do,l ente, e sp ostabile solo n ei n1ovimenti di lat eralità, no n pulsante » . Per il resLo l 'esa m e obbietlivo risulta n egativo·; solo clall 'jngr esso nella Clinica l 'alvo si è fatto diarroico. Dop o circa 5 giorni viene opera la con diagnosi di: cc appendicite pregressa ». Rep erto operatorio: « Appendice liber a di ader e11za, lieveme11te ipere111ica ». Decor so p ost-operatorio n ormale. Dop o circa 12 giorni di con vale cer1za la pazient e riferisce che i disturbi si eran o r ipresentati con d olor i addominali, diarrea, vomi lo e ·febbre, mentre l 'addo111e le sembrava fosse au1nentato di vol ume. Presentatasi all 'ambulatorio d ella Clinica chirurgica fu sospettata una peritonite specifica e le fu a varie ripreRe praticata puntura es1)Iorativa senza esito di liquido. Per questo· fu consigliata a tor11are in ospedale dove le furono p-raticate cure di jodio, e circa 20 irradiazio·n i di r aggi l1ltra-violetti al! 'addome, e l~ fecero prendere del carbone vegetale. La paziente Yiene dimessa con sensibile migliorarnento dei suoi disturbi e delle sue condizioni. Questo migliorame11to· è durato per qualch e m ese, fino ai prir11i rli marzo del corrente anno, ep oca in c ui è st ata colta dai soliti dolori addominali, con 1


1812 febbre e vo1nito .tra in Cli11ica.

cc lL POL LCT..l:\'I CO »

~d

alvo stittico. Il 22

f

en-

Condizioni generali sca<lenti. Nulla a carico dell 'apparato r espiratorio e <:'ardiovascolare. L 'addo111 e si presenta globoso con t111a cicatrir;e operatoria lunga circa 14 centi1netri, nel quadrante ~nferiore destro; è sensibile alla p alpazione specie all 'epigastrio, n ella fosa iliocecale e n ella regio·n e del sig ma . Fegat o e ir1ilza rtei l.i.1T1iLi. Urine : esa1nr chi111ic1' e microscopico n egativi . F eci : formate senza 1nuco 11è pus, assenti p ara ssiti. Reazione Wassermann negativa. Cutireazio11e Vo11 Pirquet lievem ente positiva . Pressione arteriosa all 'oscillometro di La Boulitte : Ni x 120, '111 ~5. Esame del san g ue: globuli rossi 4.400.000; globuli bian chi: 40.{0 ; n eutrofili 66; eosinofili 8; (linfoci L.i 15; n1onociti 2 . Peso cbilogr a111mi 42. 700. La di agn osi cli111ca sospettata in base al quadro si11tomatico ed al decorso fu quella di m etadissenteria; deponeYcu 1c per essa il su ccedersi dei periodi acuti accornpag11ati da vo1nito, febbre, e disturbi i11tes tinali, ed i 1JeriocU di r emissiQne senza mai g·iungere ad u11a ver a guarigione. ConLro l a diag11osi (li nppendicite stava il fatto del n essu11 ])~neficio ~epuito all 'i11tervento . Ma la confer111 a J:Jiù precisa e~ ve11ne dall 'indag·ine serologica. Saggiando infatti il siero d ella paziente sulla serie dei B. Metadissenterici in possesso dell 'Istituto, si ebbe 11na 11ett a ag·glulinazione per il B. -Madampe11sis fino ad elevato ti tolo (1 :640), mentre risultalo n egativo si ebbe per le prove esegt1ite sui B. Ceylonensis A e B ~ il Metadissentericu s S. H. La prova venne eseguita sia macroscopican1ente sia m icroscopicamente coi medesimi risultati. Non fu potuto eseguire un esame radiologico se non dopo qualch e ten1po· e cioè quando la p aziente cominciava a sentire benefici dalla cura. L 'indagine radiologica eseguita ai prin1i di giu g no dopo due m esi dall 'ingresso n ella Clinica dava: nulla a carico dell 'esofago e dello stomaco; il b·u lbo cl uode11ale è apparso a so·g getto in piedi scar sainente rie1npito, nla indolente alla pressione. Dopo prolungato decubito· su fianco destro il bulbo duodenale si è rien1pito regolarmente, la su a forma è sempre apparsa triangolare ed indolente, n ormali le al tre por zioni del duodeno . Non alterazioni apprezzabili delle an se del Digiu110 e del1'Ileo. Il cieco appar e riempito, dolente n el polo inferior e, poco spostabile; l 'imbocco dell 'an sa t er111inale dell 'ileo aYviene co1ne di n orma, per ò l 'ultima an sa è dolente alla pressione. 11 colon si presenta leggerrnente spastico,. indolente però alla pressione. L 'indagine r adiologica eseguita fa rilevare ch e la dolenzia 11el polo inferiore del cieco, la poca spostabilità di esso sia probabilme11te da attribuire all 'intervento chirurgico s.ubìto dalla paziente ir1 qu est a regione . A ciò p~rò si aggiungono lievi seg11i di colite sp astica. · Ora un esa1ne radioiogico eseguito a t ermine della cura, h a dato risultato complet amente negativo. Ter apia. - Dal punto di vista della t erapia la n ostr a .paziente fu all 'ingresso t e11uta a dieta lattea ch e gradualmente, miglior ando le condizio11i locali e gener ali, fu aumentat a con l'aggiunta di Esame obbiettivo. -

~arzo

'

[_\ Nxo XX\IX, Ku~r. 47]

mi11estri11e, (1ualch e uovo, pollo passato e crostini di pane. A mitigare i dolori dapprima insistenti si fece u so di Belladonna e di applicazioni locali di A11tiphlogistine. Fu aiutata con olio di paraffina nei giorn~ di stipsi . Fin dai primi giorni fu sottoposta a cura vaccinica con un vaccino prepara lo n ell 'Istituto con bacilli m etadissenterici di 50.000.000 di ger.. ini per em e. Il vaccino veniva iniettato sottocute partendo dalla dose di 1/4 di eme. e con iniezioni o.g ni quattro giorni fino alla dose di eme. 1,1/2. In totale le furQno praticale 14 iniezioni. Frattanto si poteva notare ch e le evacuazioni ch e erano state · sempre irreg·olari sia per numero ch e per qu alità con 4 o 5 scariche diarroiche giorn aliere altern ate a periodi di ostinata stipsi, si ar1davano regolarizzando fino a giungere a_d una 5ola emls&ione nelle 24 ore di feci normali e norJ}1 al111en te costituite. U11itamente alla regolarizzazione delle funzioni i11testinali si ebbe la scomparsa graduale dei dolori co11 progressivo mig·lioramento delle co11dizioni ge11erali. Ai primi di luglio la paziente vien~ dimessa g·u arita. Indagini bilologiche. - A controprova della diagnosi clinica e sierologica abbiamo voluto procedere all 'isolamento del g·er1ne dalle feci , spinti dal fatto ch e si trattava del B. Madampensis 11011 a11cora descritto in Italia come agente etiologico di sindromJ m etadissent eriche. Sapendo d'altra parte q uanto sia difficile isol are dalle feci i germi metadissenterici , ci siamo attenuti strettamente alle indicazioni impartiteci direttamente dal Castellani. . A tale uopo si è somministrato alla malata del solfato di magnesia e dalle feci si sono prelevati dei fiocch etti di muco che dopo ripetuti lavaggi in acqua p eptonata si so:no seminati in piastre di Petri al ~Iac-Conkey; il terreno più indicato per ques to gen ere di ricerch e. Su di esso in.fatti le colonie dei metadissenterici appaiono traslucide e dopo alcuni gior11i di p ermanenza in termost ato, diventano legger1nente ro·see (pinkish degli ·autori inglesi) a cau sa della lieve e lenta fer1nentazion e del l attosio; ed è forse per tale colorazi.o ne ch e possono essere scambiate per colonie di B. Coli, e quindi trascurate (Cast ellani). Le colonie tipicl1e prescelte vennero p assate i11 :-tgar se1upl ice, in g·elati11a, siero, latte al torn asole ed in alcuni terreni zu cch erati (lattosio, glucosio, mannite). Il germe in esa~e presenta frattanto ìe· se-. guent~ car atteristich e: irnmobililà, gr amnegatività, ll:Ofi fluidifica la gelatina nè il siero, acidifica il latte, il lattosio, il glu cosio, la man~ite senza formazione di gas, forma bacillare. Assicu rati da questi risultati di trovarci in presenza di un germe m et adissenterico lo abbiamo seminatq in tutti gli altri t~rreni zuccherati allo' scopo di saggiar11e le caratterist~che biochiIl1ich e e di individuarne la specie. Abbiamo m esso così tubi del Durham coi vari terreni zuccherati in 't ermos tato facend o ad i11tervalli le letture dei risultati. Il germe ch e in attesa di identificazione abbiamo chiamalo B. Fidelensis h a dato le seguenti reazioni ch e confrontiamo con qt1elle ciel B. Madan1pensis del Castellani. 1


[ANNO

XXXIX, Nul\r. 47] ,

..

SÈZIONE PRATICA

I risultati sono esposti nel seguente specchio: LET'.l'URE E SEGUITE I

dopo dopo 15 dopo 2f> 4 giorni giorni giorni

I Motilita

o

Gra.m

B. Madampe11· El

~

o

o

o

o o

o

Gelatioa

o

o

o

o o

Siero

o

o

o

o

Latte tornasole

A

A Co ag

A Coag

La. tosio

A

A

A

Glucosio

A

Levulosio

A

A

A

A

A

A

A

A

A

A

A

Galattosio

A

A

A

A

Mannite

A:;

As

A

A

Dul cite

o

o

o

o

Saccarosio

As

As

As

As

Insulina

o

o

o

o

Isodulcite

A

A

A

o

Adoni te

o

o o

Arabinosio

A

A

Inosite

o o

o

SOSPilNSIONE DE C GERMI 8ieri agglutinanti

I

Ceylonensis A.

A

A

o

o

o

Salicina

o

o

o .

o

Sorbite

A vs

Avs

Avs

Avs

Ralfi.no sio

A vs

Avs

A

A

Erit.rolo

o

o

o

o

Xilo sio

Av s

Avs

A

A

o

o

o

o

o

Indolo

8. Cey· ~ 04."y- B. Ma lonen- le nPn· dams is A s is B pensis

1 :80

+ + +

1160 ( 1:320

Oeylcmensis B.

1;160 1:320

1 160

~ 1 320 ~ l 80

Fidolensis

' l: l60 ,• 1 ·320

1:80

Siero pazie nte

sis

.

~ 1.80

Madampens is

B. lt,i delen -

+ + +

1:80

o

Amigdalina

Agar piombo

. Abbia1110 quindi is lil uito t111a erie di prove serolog·ich e saggia11dq i vari tipili inetadissenterici posseduti da11 'Istjtuto ed il ger1ne da 11oi isolato con i sieri aggluti11anli pecifici ottenuti, con il siero della paziente e con sieri specifici aggluti11anti p er il B. Ceylo11e11 is A e B. Ceylone11is B della nostra Cl i11ica, ottenendo i seguenti ri ul tali:

A

Maltosio

1813

} ] :160

- .

( 1 :320

+ + + + + +

+ + + + + + + + +

+ + +

Dal i:r esultato ·delle ue po te ·p•r ove si de,'e con cludere ·p·e1~ la ide11tità d·el B. Fidelensis con il B. Madampensis deil Ca tella1n i. Ciò non è privo ·di w1 certo interesse per il fatto ch e se la Metadi senteria è stata r.ar.an11ente diagnosticata in Italia, mai se si eccett·u1a1n.o dei casi n·on pubb1icati ·del C.astell.a11i, si err a potuta asic:ri, erla al B. Alf.adampervsis. Le prove ·di patog·enicità cl1e tiam o or.a e -ea uendo utilizzando que to· nuovo ce•1)po ·da noi isolato, testimoniano cl1e e o ·11011 è un Ìl1n o~ cuo con1me:n _ale del n o lro int e·_ tino, m a ci1e a lui i debba quella pa1 ticolare intom.atologia addon1inale a ca ri·::o dell 'ap p·e11dicc o de.Ila c i ~'tifell ea os. eirvata nella no. tra paziente. La t enacia ·della infezion e di fronte ai comuni agenti medic.an1en to i, il parti colare quadro clinico a lun.g o ·deco.r o ch e indu:ce 11el p1aziente .u in note\role deperi1n ento orga11 ico costituisco1no un prob·l e·mla a ai i111porta·nte _pecialm ente n elJ.a professione prati c.a . La via.r ia si.ntomatolo·g·ia di qu·esta entità morb·o&a, e la capa:cità ·di n, sum ere l 'a p• tto ·d i altre form e clinich e, tanto da tr.a.r re in inga·n no a-n che clinici provetti, dovrebb·e co11sigliare aln1eno una n1agg·ior caut ela 11egli i11terventi. 1

O

=

resultaro negativo

A

=

acidità

Aso = acidità leggera

A Coag zione

=

Acicttà e coa gula-

Alk = Alcalinita

Avs = acidità legg erissim a

Coni 'è f::i cile rilevare dal su esposto ch e1na i tjsulta ti delle proYe biochi1niche e culturali so110 esaltan1en le ovrapponibili a quelli forniti dal B. ~1ada111pe n is; si dovrebbe concludere per l 'identil à dei du e germi. Ma u11a prova di valore decisivo ci può essere data solo d ai risultati serologici. Per ques to abbiamo saggiatq il siero della pazie11le nei riguardi del B. Fidelensis ed abbiamo trovato cli~ agglutinava detto germe a forte titolo, fino a 640, mentre vari sieri di soggetti normali non si dimostravano agglutinanti. Allo scopo di aver e un siero specifico abbiamo inoculato rlue conigli con dosi progressivamente crescenti Cli germi 8caldati a 60' per un ora, rispettivaffi:ente con B. Fidelensis e con B. ~Iadam · pensi ; ed abbiamo saggiato la loro specificità che è risultata cos ta11 te fi110 a titoli elevatissimi.

1

1

1

0


1814

« IL POLICLINICO »

• Riservandoci di :p ubblicarre in Uilla1 nota su1ccessiva i reperti istop·a tologici ·d elle les ioni determinate illegli animali con le inoculazioni d el nostro germe, 1 )1()ssiamo accennare fin d 'ora, U1I11if.o,r m1emente iai ·rep·erti di Cieir.rtu·t i, Jacono ecc., ch e le lesio.n i anatomiche che si riscontra·n o qu.asi costantem .ent e neg·li animali i•n .oculati, inter essano generalm ente l'intestino tenue e partico~a1rmente il duodeno ·sotto forma di una enterite e1norragica. I fatti a carico1 de l g ro,s .o intestino so·n o assolutamente trasc urabili dal punto ·d i vista anatomico·, m entre frequente è colpita la cistifellea, il feg·ato e i reni.

Ciò spiegherebbe alcun,i punti strani d'ella sintomatologia che non posson.o essere messi• facilmente iru rapp·orto Ol fatti di vera colite. Nei casi ·di a'P•p endiciti o colecistiti atipiche, pri111a clall'intervento, qu1ando il tempo lo ic onsenta, e ciò vale specialmente per i così detti interventi a fred·do, sarebbe saggia misura praticariei una prova sierolo·g ica col siero ·del paziente sui vari rc.eppi m etadissenterici ch e dovrebb·ero essere !PtOsse·duti da ogni l stitu.t o; tanto· più cl1e1, se si tratta ·d i espressione1 ·sin tom.atica d 'infezione da m ·et.adissenterici, }) j11 di un qualsiasi intervento g·iover ebb·e una cura dietetic.a e si1n ,t o·m atica asso·c iata ad un tratta111en to vaccinico specifiic.o co111e nel caso illu · trato. RIASSlTNTO. Gli AA ·descrivono un caso di m etadisse·n te.ria d.a llf adampen,sis con sintomatologia appendicolare. Consig lia·n o, quando sia possibile, prima di -ogni intervento ·di pro.e.edere ad una prova sierol ogica con gerrr1i m ·etadissenterici.

B.

BIBLIOGRAFIA. CA3TELLANI. Prl elad)'sentery R emarks on a· chro11ic type. 'fh e J.anret, 24 agosto 1929, p. 370. In . On a co111mo~ txpe of chronic colitis wliich is seldoni r ecognised. The Practitio~er, London .

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[ANNO XXXIX, Nul\1. 47]

OSSERVAZIONI CLINICHE. CLINICA MEDICA GENERALE DELLA R. UNIVERSITÀ DI MILANO diretta dal P.rof. L. ZoJA.

L'intradermoreazione nell'echinoeoccosi. OscAR CANTONI, assistente. Nel numero del 1° aprile 1932 della Sezione Medica d el << P.o liclinico », il do tt. Lon.g o ha riferito sopra alcune ricerche da lui eseguite n ell 'Ospedale co·l on.iale di Tripoli, sotto la direzione d el p1rof. Casoni. Allo scopo di controllare alcu•n 1e osseTvazioni fatte da autori francesi ( 1), ch e tenderebbero a negare importanza ·diagmostica1 all 'intradenn·o reazione de l Casoni n ei portatori di cisti da echino· cocco, il Longo 11a praticata una serie di intrade;r moreazioni 1con liquido idatideo, co1n soluzione fisiolog·ica e 1cie»n bro1do peptonato, in indi,ridui indenni e in portatori di cisti. Dai risultati ·di tali prove appare bene dimo~tr.ato ch e la r.eazione .del Casoni, speci.almenle nelle su e manifestazioni tardive, differenziandosi n ettamente d.a quella provocata1 col brodo peptonato u sato .dagli AA. francesi, è strettan1·ent e specifica ed ha valo1r e diagnostico <leici ivo . A conforto di questa affermazione creda interessante po,r tare il co·n tributo di u.n caso cl.i~ nico molto d imostrativo, cadu·to sotto la mia osser,'azione nell 'autunno ·scorso e poi da me ... eo·uito n el suo decor so fino a questi giorni. 1

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C. Cesare, di anni 54, da Milano, coniugat~, co11J prole. Non fatti deg·ni di riliev? ,nel ~ent1lizio nè nell 'anamnesi lontana. Non si e mai con: tagiato di malattie veneree. Ha molto abu~a1?' d~ v i110 e di liquori. _ è in casa ilè ~er ragi~n·~ ~1 lavoro· h a av uto O{'Casione di coi1tatt~ con .animali. -;\'eo-li ultin1i ai1ni, nella sua qualità di conduce~te di autoveicoli a servizio di questo Comune, er a addetto a trasporti di piante e di zolle erbose })er i lavori di giardinaggio cit~adino. . Ha g·oduto di ottin1a salute fino alla pr;unavera <lel 1931, circa se~ mesi prima del suo ingre~o i11 questa Clinica. Comi~ciò al~ora ad a;vertire i11odico gonfiore e sensazione di peso all ipo~on­ drio destro co·n qualche dolore i1on bene circo: scritto. 'f al~ sintomatologia si accent;tava ~~po I pasti e nella stazione .erett.a, . e non s1 m?dif1cava J)e r azione di purgar1ti, cu i il p . faceva r icors? . . In un tempo s.uccess.ivo comparvero .conati ~i Yomito al mattino a digiuno e talvolta p~ccole epistassi; contempora11eamente la tumefaz1oi;e dell 'adrlon1e si fece più cospicua, estendenclos1 anche al l 'epigastrio; ciò ch e indusse il p. a consultare

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(1) BtTRNET, CAILLON, BRUN. Arch. Inst. Past eur cl e Tu11is, n. 3, J927.


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SEZIONE PRATICA

un sanitar~o e, dietro suo consiglio, a farsi ricoverare in un reparto ospedaliero. Ivi rimase étegente tutto il mese di agosto, e gli venne riscontrato un fegato molto ingrandito, specialmente 11el lobo destro, aumentato di co11sistenza, a st1perfi ce i11eguale. Un esame radioscopico allora praticato mostrava l 'arcata diaframmatica destra deformata. a cupola mediana; mobilità degli emidiaframn1i molto ridotta; seni complen1entari quasi aboliti. L'ombra epatica appariva eno,r memente i:1u111cntata, anch e a carico del lobo si11istro, e a co11torni 11on regolari; il colon trasversq1 e l 'a11golo colico destro erano· spinti molto in basso. L'esame radiologico concludeva per una epatomegalia probabilmertle neoplastica; e il p. venne dimesso dall'Ospedale con diagnosi di carcinoma epatico.

Durante tale degenza ospedaliera il paziente, ch e prima era alquanto deperito, riprese quasi tre chili di peso e notò u11 1nigliorame11to ubbiettivo n1olto evidente, che persistette anche dopo il s uo ritorno a casa. Ripresentatisi poi i dolori, e avenclo l 'impressione di un ulteriore aume11to di volun1e d~ll 'addon1e, il p. chiese ricovero in questa Clinica, d ove ve1111e accolto il 21 set le1nbre 1931. Qui l 'es~e obbielt~vq mostrava un soggetto con qualche nota di senilità precoce, i11 bt1one co11dizioni di nutrizio11e, di colorito roseo, con accenno di subiLtero alle sclere. Nulla di notevole al capo ed agli organi toracici, fuor ch e un innalzame11to ed una ridotta mobilità delle basi polmonari. Addome d efor111ato per prominenza della nletà sopraombellicale, ch e presentava una globo.. ità più co p icua nella regione epigastrica, che comprendeYa a11che le arcate cost ali, specie la des tra. el suo co111plesso la tumefazione appariva regolarmente convessa, e al d~sotto di essa la metà ...ottoombellicale d el! 'addome era come avvallata e depressa. Con la palpazione superficiale, che non risvegliava nè dolore 11è difesa, la tun1escenza si pres~ntava a superfice li eia uniforme, di consistenza elastica. Il li1nite infer~ore, difficiln1ente apprezzabile, semb·raYa arrotondato e regolare. I li111i ti cli ottusità della inassa arrivava110 sull 'emiclav'ear e d~strà in allo 11el IV sp azio intercostale, e in basso alla linea omhellicale trasversa; a sinistra essa incrociava l 'arcata costale sotto la IX costa. La palpazione profo11da risvegliava dolore so,r do e diffuso·. La milza col suo polo inferiore debordava appena dall 'ar<'ata costale. Nelle urine, lieve velo di albumina; nelle feci, positiva la reazione del sangue; nel succo gastrico, deficenza di acido cloridrico; n el sangue: Hb. 84 %; gl. r. 4.045.000; gl. b. 7800; form. leuc. n eutr. 68, eos. 2, n1on. 5, 1euc. 25. Urea nel siero 0,24 .%0. Reazione di vVassermann negativa. Non si potè fare un esame radiologico perchè il gabin etto della Clinica era in corso di trasformazione. Nelle pi·ime settimane di o·sservazione in Clinica il p. era di buon aspetto, riposava, appetiva, digeriva e non accusava alcun disturbo. La tumefazione addominale appariva stazionaria, e così pure il p eso del paziente, che aveva mantenuto l 'acquisto fatto n~ll 'agosto. Poich è la buona sa11guificazione, le ottime conrlizioni generali del p . dopo oltre sei mesi di constatata comparsa del tumore, la ripresa di peso ed il migliorarne11to subbiettivo andavano allon-

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tanando l 'id ea ch e CJ trovassimo effettivamente in presenza di un carcinoma epatico, si pen sò alla possibilità di una cisti di echinococco, pure non essendoci dati anamnestici sospett~ e mancando obbiettivamente la fluttuazione, il fremito idatideo e l'eosinofilia. Fu praticata pertanto l 'intradermoreazione d~l Casoni, con O, 1 cc. di liquido idatideo I. S. M. , ottenendo una reazion~ fortissima quasi im~ediata , con for1nazione entro mezz 'ora di un grosso pomfo, del diametro di un paio di centimetri, circondato· da un alone di eritema grande quanto il palmo di una mano. Do·p o ventiquattr 'ore la zona iniettçila appar~va ancora alquanto rilevata e succulenta. Inviato in seguito uri campione di sangue al Laboratorio di Sierologia per la prova di deviaz~one del complemen to secondo Ghedini-Weinberg, q.u esta risultò rompletamente negativa. Nel dubbio di avere avula una reazione aspecifica fu ripetuta allora dopo qualche g·iorno la Casoni np,l nostro malato, iniettandogli contemporaneamente in altra sede una identi ca quantità di soluz~one fisiologica; in pari tempo venne praticata col medesimo liquido idatideo l 'intradermoreazione in due individui immuni. lVIentre negli ultimi non ci fu il più piccolo acce11no di reazione, nel mio p. essa s~ ripresentò imponente com~ la prima volta; fu nulla invece nel punto d 'introduzione cl~lla soluzione fisiologica; ed uno striscio di sangue preso un 'ora clopo l 'iniezio11e .1nostrò la presenza di quattro eosinofili per cento nella formula leu cocitari a. Sulla base di tali reperti il p. fu inviato alla Clinica chirurgica d~ questa Università, con diagnosi di sospetta cisti da echinococco del fegato. Ivi il paziente, dopo un esame radiologico che diede risultati simili a quelli del precedente, venne operato il 27 ottobre. All'apertura dell'addome si trovò l 'ala destra del fegato grande circa quanto un utero a termine, con la superfice anteriore con vessa, a grande cupola, di aspetto e consistenza normali; l a superfice inferiore invece appariva b~ancastra , globosa, liscia, protrudente nella cavità addominale, di co·n sistenza tesa elastica. Il limite fra faccia anteriore e inferiore del~ 'organo era segnato dal suo 1nargine, ridotto ad una sottile lingula parenchirr~ale . La faccia convessa del fegato venne fissata al peritoneo della brecc~a laparotomica, e poi con un lungo ago sottile, perforato, il fegato, che appariva normale e spesso 3-4 cm ., si arrivò in una cavità cistica, dalla quale venero estratti circa 100 cc. di liquido ch e presentava i caratteri del liquido idatideo. Dopo nove giorni dal primo intervento la cisti venne vuotata dal suo contenuto, ch e st1perava i tre litri, la p arete venne incisa e m arsupializzata per sutura alla breccia addominale, e se ne estrasse intera la membrana proligera , piena di cisti figlie. Il decorso postoperatorio fu complicato da una polmonite, da suppurazion~ ·della cavità residuata dall 'asportazione della cisti, e da u11 empiema d estro. Il paziente, u sc~to dalla Clinica chirurgica alla fi11e di febbTaio con, le ferite chiuse, e rimasto a casa un paio di m~si in condizioni soddisfacenti, dovette farsi nuovamente ricoverare in una sezione chirurgica ospedaliera al principiq di maggio per una r~cidiva dell 'empiema, e vi è tuttora degen te. Ivi h o potuto rivederlo, e per rendermi 1

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« 1L POLICLINICO »

conto delle 111odificazio11i un1orali avvenute a distanza di tempo dall 'ablazio11e della cisti, ho, YOluto rifargli la Casor1i. Questa, eseguita il 22 luglio, otto m esi dopo l'intervento, non diede che lln fuga ce e lnod~st~ssimo eritema locale, così da poterla con siderare come assolutamente negativa. Un esame di sangue fatto lo stesso giorno mostrò la presen za di 13.840 gl. h., con 72 neutr.; 2 eos.; 1 bas. ; 5 mon. 20 leuc.

Mi sono un po' diffuso mella descrizione; ·di questo 1caso, 1pe·r ch è mi senilira ver.a mente ·istruttivo. Una cisti da ecl1inococc-0, ben delimitata e guaribile c.h irurgicamenite, era stata diagno sticata clinicamente e radiolog~camiente come carcinoma epa.t ico inoperabil e. Mancava•n o la fluttuazione, il fremito, l'eosinofilia; negativa la Ghedini-Weinberg. La Casoni soltanto, con un risultato netto e inequivocabile 1c~ ha permesso di fare una diagnosi corretta e di mandare t empesti,ramente il malato al tavolo ·Operatorio; e d or.a., fattasi n egativa, ci dà affidam,emto ch e l 'asportazione chiru.r gica sia stata r.a·dicale e no11 riservi tardi,·e sorprese. RIASSUNTO . 1

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L 'A. d e crive urn caso di ci sti ·da, echin·ocooco del fegato, nel quale un'er·rata diagno·s i di carcinom,a e patico potè essere rettificata in ba e al risul1tato rpositiv 0 de lla reazione deil Casoni.

NOTE E CONTRIBUTI. Le iniezioni int1~avescicali di glice1~ina nel· la ritenzio·ne. completa d'urina da atonia vescicale riflessa. •

CARMELO MALTESE LE-RoY, cl1irurgo-u1·olog·o . È a tutti noto che in seguito· ad interve11ti

chirurgici i più ·disparati, nìa sopratutto. int eressanti la regione anale (e·morroidi, fistole, ecc. ) e la sfera genitale d ella donn;a , n el puerperio, n e l co,r so di n1alattie infettive acute, si ha riten zione con1pleta d ' ua ina. Ciò i osserva sopratutto in individ~i nervo·s i. Qu,esta ritel!lzione è dovuta ali 'atonia d el d etrusore ed è semp1re d ' origine nervosa (riflessa); l a tossiemia, ttirtta•vi.a, in caso di malattia infettiya acuta, forse non è estranea nella s.u a 1:ro duzio ne. In .g en erale qu1e1sti amn1alati ve·ngo110 regolarme·n te sondati. Raramente dopo alcuni sondaggi la ritenzione cessa ed il paziente ' rede riaipparire la 1ninzione. La 1m aggio·r parte delle volte però la ritenziou1e persiste tenace per 1

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tutto il period.o del1a1 convalesoenza ed anchp oltre. Alle sofferenze, alle noie inerenti alla malattia '8i aggi:u1n gooo quelle de·l cateterismt0: il morale ·degli ammail ati è molto depresso peir l 'impossibilità di urinare spontaneamente e le cistiti consecuti, e sono molto frequertti. Per ripristinare la minzione spontanea in tali casi abbiamo a disposizione un mezzo ' 'er.a mente eccellente: la glicerina boricata per ~n.iezioni intravescicali. Applicato da · Ma.rion fin d.a l 1913 questo metodo non ha avuto la ·diffusione che ·m erita: m·olto ·s pesso 110 avuto l'occasione di curare delle cistiti di una certa intensità in malati i quali, in , eguito ad un irntervento chirurgico, erano stati colpiti da riten~ione ves1cicale e sondati per parecchio tempo . Chauvin in una sua comunicazione alla seduta d ella Società Francese d'Urologia· del 16 g iugm.o 1930 riportava l'osservazione ·di una malata },a quaie, 0perata d'isterectomia per fi· broma, in seg.udto ad un'in·iezione intrave·s cical e qi 20 eme. .d i 1g li1cerina h·o·r icata 'Per comb·a tter-e una rite11zione postoperatoria riflessa, aveva avuto una reazio·11e vescicale crnolto violentai con espulsione ·di lembi della mucosa sfacelata. Residuata u11a cistalgi~ grave e.on pollachiuria inten a, l 'A. dovette ricorrere alla resezione .del plesso nervoso presacrale per guarire la sua paziente. · Michon e Bou·vierr, osservavano delle ematurie in S8bauito ad iniezioni intravescicali ·d i g li• cer1na. Huture.au scriveva che << oo-ni volta che esiste un certo grado di alterazio·n e d ella mt1cosa vescicale, l ' in still:a~io·n e di glicerin.a è seguita ·da ci·stalgia >ì . Secondo qu.e sti AA., dunque, l 'iniezione i·ntravescicale di g licerina per le gravi conseg.U1enze che provoca, si deve abband·oniar~: Ciò non CO·r rispon·de alla realtà . Che i sudetti AA. abbiano avuto degli i·n convenienti in seguito alle instillazioni di g l1c.eri!na non c'è alcun du·b bio. l\iia questi sono dovuti ad un errore di tecnica. Qualsiasi metodQ per essere efficace ed innocuo mello ·stesso ten1po, richiede che venga ;applicato razionalmente e 1c.o n l1na tecni ca 1nolto scrupolosa; altrimenti si resta delusi e si abbandon.a un m ·ezzo terapeutico prezioso. Durante il mio assistentato n egli ospedali di Parigi ·n ei Rep1arti dei 1n1.i ei Maestri Du,ral e Marion, vedevo praticare e p·r aticavo io stesso delle iniezioni i11travescic:a·Ji di g liic.erina J)er a to·n ia vescicale posto1)eratoria. 1

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S EZIONE PRATIC<\

C·o nfes&o ch e il m e todo è stato semp1r e e fficace e ch e n on si è mai a vuto a d eplora re il n1i·nimo inc idente . Ricordo il icaso di un alli evo di Mari on , il qu ale oper at o a l cc L ariboisière » per varici d ella gamba sinistra, si t rovò n ell ' impossibilità di urinare : :un a sol.a instillazio·n e vescical e di g lice1rina b a tò p1er rip ristinar e la minzion e ponta·n .ea. Dura·nte l 'eser cizio professionale, h o av uto I ,occìasion e di os·ser,ra r e •p ar ecchi 1c.asi di a t·o,n ia vescicale d 'origine n ervosa : le is tillazioni di g licerina son o st ate sempre effi caci sen za il n1inimo inco•r1venie1n t e . Il caso seguente 111i en1bra i trut tivo. Nell 'agos to d el 1930 son o chj am alo d al collega Andreani p erch è un su o cliente, comm . C. , in cu ra anch e del ru aestro Cesar e Frugoni, colpito 20 giorni pril11a d a Lifo è Jiell 'impos ibilità d 'urinare fir1 dal] 'i11izi0 d ella malattia e vien e sondato r egolar m ente 2 volte al g ior110 . <2uella m atti11a la sond a :P.on p ~ssa e si chiam a l 'urolog c . 1'r att asi di un malato d 'intelligen za superiore. n1olto impression abile il quale si preoccupa sopra tutto d ello st ato della sua vescica e d elle complicazioni iner enti al sondaggio contin uo. Alc uni anni prima a Nap oli in seguilo al! 'oper azion e di en1or r oidi, col pilo da r ite11zion e complet a, er a sla to so11dato d a uno d ei più dis tinti urologi d ella città p er tu tto il decor so p ost-op eratorio. Dopo un esame accura to, avendo tutti g li ele111en ti p er la d iagn osi di aton~a vescicale d 'orig ine 11er vo a, pr atico a lle or e otto del m attino segu ente u n'iniezio11e di 20 eme. di glicerina n eutra b oricata al 20 per ce11Lo in vescica vuota. Il p aziente avverte d ei premiti vescicali e circa tre or e d op o vt1ot a sponta11 eam~nte la vescica presenti l :infer 1n.iera e la sor ella (n on era m ai stato cap ace in vita s ua di urin ar e in presenza di un 'altr~ p er sona). Il m alato, alc uni giorni dop o trascorso il 4° selte11ario in piena con valescenza h a una r ecidiva ed è costret to di riman er e a letto altr i 50 giorni ; orbene la nlin zione si m antenne sempre n ormale d al giorno in cui praticai l 'inslillazion e di g licerina con gr an d issima sod disfazion e d el p aziente.

Gli accidenti riferiti dai diver si AA. son o da a tlr ibuirsi a lla cattiva qualità d el prod otto .ad oper ato. 01n sempre la g licerina cl1e tro·v a i i n comm er c i·ol è pur.a; t alvolta1 contien e un.a g r ande c1uantità di sosta·n ze m olto irr itanti : .acr olein.a , a cido solfori1co , ecc. Si compren·d e quin.di la r eiazione d ella m u cosa vescic.ale in c ontatto con quest e sostanz·e . Ogni volta quin·di ch e si prescrive la g licer ina p·er i1n•&till.azioni vesci cali , bisogna specific CT1re ch e si vu.ole glicerina rueutra. La i a d op era b oricata in soluzione sterile al 20 p er

cento . Se questa dovesse m ostrarsi inefficace si ricorre alla soluzione al 30 p . cento. Se n e iniettano ·d a 20 a 30 em e. a vescica vuota e n o•n a vescica piena com e vorrebbero alcuni ipoich è la glicerina , diluendosi troppo, sar ebbe inefficac·e. L '~niezion e pro duce dei 1piren1iti vescicali int en si, ciò non#·d eve preoccupar·ei poich è è necessario che la g licerin:a1, per esser e e fficace, pro,ro chi una certa r eazio1n ,e vescicale. Pra ticat e con l e r egol e su esposte, l e instillazioni di glicerina b,oricata non· provocano mai ] a mini1na infia mm.a zione vescicale e d i p·a zien Li riacquistan o sempl'e e subito la possibilità di urina r e Evident em ente l 'u so d ella g licerina è limita lo a i casi ·di riten zion e per 1a1tonia vesci cale r iflessa (post operaltoria e p ost:piuer per ale sono le f.orm e più tipiche). Sar ebbe u;n, controsen so vol erle applicare .n ei casi in cui esiste una lesioin·e org anica d eli siLe!ma n ervoso od un ostacolo alla minzio·n ·e.

eoncludendo: 1) La g licerina è un m ezzo prezioso per

1combatter e l a riten zione complet a p er aitonia vescicalei d 'origin e n ervo·sa. 2) Bisogna .a·dop era r e glicerina neutrai .bo· ricata in soluzione al 20 od a l 30 p er cento ed in iettarla a vescica vuota. 3) Essa si dimostra di un' efficacia •s icura e 1c.ostante e no·n d à m a i esito a·d alcun fatto infiammatorio d ella mucosa vescicale. 4) I ca si d escritti da a lcll!Ili Autori di cis liti gan gr e·n ose con ci t alg ie g.ravi c-0·n seicutive in seguito .all 'u so ·d ella g licerin.a sono da a ltribui.rei all 'impurità d el prodotto adoperato. P.ad ov.a , 29 lug lio 1932-X. 1

RIASSUNTO. L 'A. fa rilevare l 'efficacia d elle instillazioni inlr.avescicali di g licerina per I.a c ura d ella r iten zioin e vesc~cale d 'orig ine n ervosa (riflesa). e d escrive lai t eon·i ca insi·s:ten·do sul fa tto ch e bisog na iniettare g lioerina neutra a vecica vu.o·ta (20-30 cimlc.. cli g·li1ceri1n.a b oricata al 20-30 %) . Gli .accidenti r iferiti d.a .alcuni AA . son o da ·piegar si con l 'in11Jurità d ella g·li•cerin1a1 a d·operata . Cita u.n c aso per son a1le di di.agin1osi d eli1ca ta in cui una sola iniezion e i1n .t r avescicale di g licerin.a b o·r icat a ebbe r.agione ·di una rit en zio1n e t ena ce ch e n on s i ri;pr.esen.tò durante il d·ecor&o ult·eriore d ella m .a l at tia (circa due m esi).


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cc IL POLICLINICO »

SUNTI E RASSEGNE. ORGANI DELLA RESPIRAZION.E. Le modificazioni della f"unzione polmonare nell'enfisema, bronchite ed asma bronchiale. (O. BRuNs e R.

H E RB ST.

M ilnch. M ed. Wocli.,

n . 35, 26 agosto 1932). Il segno .p1iù n etto e 1più freqiu!ente ·di un 'alterazione d ella funzion e r espiratoria è la dispnea1. Ma l 'intfensità di questa, e le m .odali · tà d ella s u a co·m parsa sono ta:nto variabili, ch e è giustificata la ricer ca della sua patog·en e1si n elle diverse affezio·n i d·ell 'albero respiratorio. Bisogna intanto premettere che l'attività r espiratoria d ei polmoni appartiene alla fu·n zione corpor ea più nettamente eid esattamente r egol:a1ta. Col pro·g r eclire d egli studi, infatti, si è aindato stab-ilendo su b1a;si scien.t ifi!c.h e precise, tutto ciò ch e riguard:a, il centro della r espirazio1n1e, il volume r espirato rio per minuto, la frequenza d egli atti, il quo·z iente ·d i utilizzazione dell 'ossigEmo introdotto e quello di vein · tilazioin.e calo1~ica, g li equivalen ti respiratorii e ' . COSI via. Ora , in ·c on dizioni patolo·g i ch e si possoin o p ro.durre l e alterazio·n i p iù svaria te in qual u1nque punto del comp·1icato m 'e ccanisn10 respiratorio. :È l 'enfi ero.a che infl:u~sce sull:a1 respiraiione n·ella maniera più mo lteplice. La din1inuzione della superficie res.pirarn.te, dov uta alla dil.atazio·nei ed alla fusione ·de.gli alveo·1i, provorca sca1·sa difficoltà nel ricambio gaasoso durante il r iposo, ma l 'obliterazione e la rarefazio·n e dei capillari sa.n guigni gen,er.a un ostaco,lo .al la circolazion.e polmomare n on a•p pena si cnmpie d el lavor o. La ,dilatazione ,d ella gabbi.a toracica fa p oi modifi1care le ·eJscursion i r espiratoTie e la ripartizione regolare d ell'aria nei pol· • mo,n1. L 'aria r esidua resta inoltre aumentata e quella di riserva di m1inuita, ma la somma di amb edlllle, e cioè la capacità m edia, risulta magg iore che n el san o. P er la dirrii:nuzion•e dell a;ria ,di Tirserva e di qu,ella co111ple1r1e"1 tare> ~i h a t uttavia una ·diminuzio·n·e anch·e d ella capacità vitale, fino a l 40 : 100 d ella normia. P er la dilatazioo·e d ella gabbia toraci ca e la consegumite m odificaziome d el r espiro i muscoli r espiratorii divengo1n o ip·ertrofici , m a Ja forza espiratoria è scair sa per la perd:utta elasti cità d ei ip o1moni. Le ricerche toracografi ch e, pneumatografic h,e e motarc.o gr,a fich e m ett ono in evidenz,a il prolun,g .a rsi ·d ell 'eis1pir.azion1e, .il quale co,m portamento non è quindi esclusivo d ell 'asma bron1

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chia le, verificandosi in tutti i casi di disp n·ea in cui }:ai forza espi:r.atori.a f.a difetto; sia per la ristrettezza ,d ei bronchi, sia p er la '.p erdita di e l.ars.ticità. Come con~o-ue:nza di tali alteirazioni funzionali n ell 'enfisem ,a, si ha fin.a lmenie un innalza1m1ento ·d el vol:um.e r espiratorio per minuto, a:n.ch e n el riposo, nonchè 'lltil innalzamento d ell 'equivalente di r~sp.irazione. N·ell 'asma bronrchiale la cau sa d ell ':aJterata funzione è n ell 'auim entato ·o stacolo respir.atorio , il qu.ale a poco a poco p rovoca UJna dilatazion e d ei ·polmoni ch e, unita a quella d el torace ed ·.all ':a1bbassame:nto d el diafr:amma, fini sce per gen erare -le stes.se modificazioni ·d ell 'oo fisema. Il volum·e respir.atorio per minuto è a,umentato anche IIl·el riposai, e co·s ì pure l 'equivalente. Nelle bron1cl1iti, invece, i danni n on sono così g ravi co1m re n elle form e morbose prec.e denti, e sono i:n1rapporto sia alla stenosi d ei bronchi pe1~ rigonfiamento d ella mucos<;l. , sia alla esclUJs.iooe di territori più o meno vasti, per gli zaffi di catarro. NelleJ forme più gravi, tuttavia, si può g iun ger e a modificazioni an:aJoghe alle 1precede nti. In 01g ni caso, però, è in·eic.essario, secondo l 'esperjenza d egli AA., studiare la funzione respiratoria :non ·durante il ri·p oso, b·en sì in rapporto all 'infl1usso esplicato dal lavoro corporeo. Solo irn tal m ·odo è p ois.sibile porre in evi·de nza le svariate alterazioni funzionali suddescritte. LeJ varie d eterminazioni , tuttavia, preseDtano spesso delle difficoltà notevoli, a causa. del diverso m odo di compor tar si ·dei singoli sogg·etti, 1p er cui gli AA. h an'Il·o proceduto ad esperim.enti-campione n ei sani, m e ttendoli in 1condizio1I1i di re1Sip1ir.a re a lla ~tessa g uisa d ei ma· lati , co·n l 'app licazio·n e di speciali cirngoli toracici , e di maschere anti-gaz. Le ric-e r ch1e in tal modo 1conjdotte , ·sotto l 'influsso di forte lavoro corpor eo, h:anno dimostrato co me sia allora impossibile soppo,r tare simile lavoro troppo a lungo, per l 'in sorg·er e d ei S8.ooni di estrem a' maillc anza di aria,. dovuti .a l fattore m eccanico, e non a l diminuito apporto di oissigemo. n ,a l punto di vista ter.a'Peutico, quindi, è stata studiata l 'àzione ch e può espliicare un ·disciplinamen.t o d ella respirazione sugli scambi g·assosi, e si è visto ch e, in r ealtà, tale artifizio è capace di r endere più a lungo sòls.tenibile un lavoir o faticoso, al contrario di quanto avviene n ella r espira1ion·e per vie sten·otìche indisciplinata, nella quale subentrano alterazioni cincol.atorie, essenzialm1ente per i fatti di stenosi venosa· i:n so,r genti , ch e r endono insufficien· te lo scarico dei .p rodotti di rifiuto ·d el ricambio c.ell:uJare. In secon·do tempo, poi, l 'accwmulo di tail i rifiuti intossiica i oentri nervosi, specie quelli r es.piratorii, aumentando le difficoltà cr eata dalla 1

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steno . . i. Per 1'appunto, il disciplina111ento d ella r espirazion 1e, riesce ad interromper e tale circolo vizioso. Tra tutti i m etodi p:r econizzati a questo capo, hanno corri po . . to n el modo Jnigliore ao-li AA. quelli u ba e meoc1anica, e, tra gli alt~i, I 'apparecchio a d epressiOìil·e ideato da Brun , purch è l 'applicazion e venga fatta a lt;;ngo e metodicamiente. È cnia tura ]e però cl1e, nel caso ·dell 'asma, si otterranno effetti b enefici solo n elle forme di m •edia gr.avezza, ed :aincl1e n ello ~ lato asmat~co, poichè, nelle fo·r me g ravi, n elle quali la intera muscolatura r espiratoria è sotto tenzio1111e crampiform e, anche la mig liore tecnica naufragh erà. ~I. 1F ABER1. 1

Sul collasso massiccio acuto del polmone. (A. CE RNIGLIA. Archivio di Pat. e Clin. M ed., ago to 1932). L ' A. , dopo aver d e critto un caso di collasso n1a siccio d el polmone, osservato nell 'ospedale militare di P a lermo, tra·ccia un quadro clinico di que to particolare sta to d ell 'a:pparecchio r espiratorio. Il co.JlaJsso massiccio aouito del polmone è un1ai condizion·e in ·c ui uno o più lobi o parte di un lobo po1111onare, ;prima b en aerific.ati, in1provvisamiente perdono il loro co,n tenulto d 'aria e si collassano. Esistono vari tipi di collasso massiccio acuLo del polmone: il tipo post-op1erativo, il tipo post-traumatico ed il tipo a sso·ciato a qu.a lcb e affezio,n e m edica. Sono 1stati così d escritti casi con ecutivi a d interventi chirurg ici a ddominali o erniotomie e veirificatisi in soggetti a ffe tti d a. bron·chiti ; casi con secutivi a ferite ia pen etranti ch e su perfi ciali ; casi osservati nella t'U1b er colosi, n°ella br:onchite difterica , n ella . polmonrte, n.el n eoplasma polmonare, ecc. Anatomia patologica. Il collasso m .aissi:ccio d el po1'm1on e è una malattia raramente mortal e e quindi scar se sono le osservazi oni an.atomo-patolog ich e. Con rr1aggiore frequ e·n za si riscontra ·colpito un solo lobo e per lo più l ' inferior e; n e] collasso post-operatorio è gen eralm ente inter essato il polmone d estro, m entre n el coll a o po t-traumatico si 'p resenta più frequ entemen.te leso il sinistro. La parte d el •polmone atele·t tasico si presenta di·m1inuita di volume e se è interessata la su perficie d·ell 'or gano si presenta rientrante rispetto alle parti contigt1te . È ·di co·l orito viol1a1oeo o ardesiaco, di consistenza carnea, ìll-On cr ep ita all.a .p ressione, l a si soo·t e pesante e quando ·è m essa in a oqua affonda. I vasi sanguigni son·o in uno s tato di notevole r·eplezio,n e . In· n·elssuma d elle osservazioni sono state riscontrate evidenti cau se di ostruzion e bronchiale mè alterazioni pleuriche o lesioni 'Polmonari che avessero potuto impedire l 'iaccesso d ell'aria n ei .polmoni. 1

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SEZIONE PRATICA

L 'imn1.agitn.e i sto·l og i·ca d el p·ol1n.one collas· sa lo sen1bra corrispon·d er e a quella di una lesion e infia111n1a tori a a '~ e<le endo- e peri-bronchiale, catarrale, in prevalenza limitata alle ullin1e diram 1azioni d elle vie r espiratorie e as· ocia ta a fatti di alveolite r e10-ionale e di atelettasiia• gen e1.,ale, sen za evid~te pa rtecipazio· _ n·e ·dello stroma interstiziale. Sin.t omatologia. Il collasso m .a ssiccio in ge11ere ha inizio imp1rovviso; 1n ei casi p oist-trau.matici e post-operatori di solito si m a nifesta n elle p·r ime ventiquattro o quaralil totto1ore con . . sec utive alla lesione o all '.atto op·er ativ·o; in alcuni casi però l 'inte rvallo è stato maggiore .. Lai malattia colpi ce in genere i so:g g·etti g io ... • vani. La sindrome d el collasso è talvolta così lie,,e da passare inosservata ; m entre a ltre volte si presen1ta così g rave da far dubitare d ella g ua rigion e d ell 'ammalato. Nella form.a acuta l 'infermità si presentai con febbre, dolore più o m eno inten so localizzato o diffuso a tutto l 'emitorace, sen·s.o di costrizione toracica, cianosi , .t achicardia , dispnea, tosse stizzosa secca o ·con escreato più o m en 0 ab b ondante. La febbre, ch e si O•SServa ne.1 magg ior numero di cais i post-operativi, prece1de sp1esso l 'inizio· d ella sindr-0·m e ; tal,101· ta, elevata può es er e modica o l'ieve; può p·e rsister e fino alla risolu1Zione d el pTocesso e scon1parire gradatamente; n ei casi post-traum atici è eccezionale m 1entre la i risco·n tra sempre n ei casi associati ad affezio,n i a c ute J)Olmonari. La febbre vien e m essa in dipen· denza di fattori tossi-infettiv i o di · disordini c ir colatori in analogia alla febbre che si riscontr:a, n ell 'in.farto polmonare . L'escr eato , sem.pre abbondante n ella fase di ri ol uzi9 n e, è talolta muco-purulento, talvolta • a·cquoso e scarso o emorragico. In gen ere in corrispondenza d el focolaio si osserva dimi,n uzionei d elle escursioni respira· torie dell 'emitor.ace interessato, in1m obilità ed innalzamiento d ell '~midia framma corrispo n·d-e11te con con segu ente minor e 1sollevamento inspir atorio d ell 'addom e, fremito vocal e tattile Lalvolta dimi.n°uito talvolta abolito talvolta1 rin· forzato, suono plessimeitri.co, ottus o più che non si rilevi n ei fo·colai pneurn·onitic i, iperfonesi per enfisema vicario d el riman ente ambito polmonare, t alvolta silen zio r espiratorio , tal 'altra r e~piro broin chiale. Ge1n eralmeinte il rinforzo d él frem1ito coesiste CO·l soffi.01bronchiale, m entre la diminuzione di e1s.so si a ssocia ad indeb1olimento d el respiro•. Le sipi-egazio·n i date a talei var'i abilità d ei fe· n om er1i fi sici non sono .amc.ora so ddisfa centi. Generalm ente n el fococaio atelettasi·co all'ini zio m .ancauo i rantoli, m entre essi possono com1parire e 1num erosi qua ndo ricomincia l'aer eazione del polmone. Se il collasso è complicato a bronchite, polmonite e pleurite ì ran· 1

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toli ·s ono presenti e possono an·che osservarsi sfregam1enti e crepitii ple urici. Un reperto di g ran·de importa·n za p·er la diagnosi è lo spostamento del cu ore e d egli altri organi del mediastin.o verso il 1aito ammalato, spostam ento talvolta n otevole, me.ntre talora può essere apprezzato solo a ll 'esam e ra dio lo. gico. L 'esam e radiolog ico dimostra: opacità pol1nona:r.e di es1tem.sio·n e ed entità pro.p orzio·n ale .a ll ' entità del processo; s.p1ostamento ·degli or,ga11i n11ediastinici V·erso· il polmo,n e collassato; inn1ailzam ento e fissazio·n e del diafram·ma dal lato affetto; poca visibilità della linea diafram1n.a ti·c.a; 1~estringimento ·della cavità toracica e degli spazi intercostali dal lato arr1malato; i1el· la fa1se d i risoluzione col ri1pristino anch e parziale ·della mobilità d ella par ete toracica, r icom parsa dei m ovimenti a pendolo d el cu.ore d uirante g li aiti inspiratori, rischiaram1emto del pol·m oin e e scon1par&a1 d ello S!postamenlo deg·li organi mediastinici . Deioorso e complicanze . Indipendentem ente da l ti.po la ·durata del collasso massiccio è di solito d.a una a tre 1settim.a ne . Il pro·oesso può cessare ra1p idan1.ente per l 'imp·r ovviso Tistabi limen to della fum.zio1n e respiratori.a m.a può ri· cl1iedere ;par occhi e settimiane per scomparire avven endo l 'aereazione .a p iccole t a.p pe. Nella fla.se risolutiva si ha spesso a111ne11to della toi se oon ·esp et tor.azione ·m ucosa e C·o n comparsa di rantoli. Come complicazioni del collasso so.rio stati riscontrati 1pric·coli focolai bron co-polmonari, ,enfisema m.arginale, bronchite, pleurite. Diag ri.osi. Presenta n otevoli difficoltà specie' nei casi n ei qu1aili I.a condizione morbosa trovasi associata a·d altre affezio,ni polmonari. L 'in· fermità, se n on r.ara, è tutt 'ora ~·o co nota e p·ertanto difficilmente viene. sosp·eittata. Inoltre essendo il · r ep erto fisico p·olm,o n.are poco car att eristico, la sindrome vien e facilmente attributita ad altre 1m .a-lattie polmo·n ari più comuni e; più fr·equenti. In base !a1l resperto fisico I 'infermità può essere 1soltanto sospettata. Per la diag nosi 11a11no sopratutto im:portain ·z a a lcuni segni indiretti e c ioè lo spostamento del c uore e d el m ediastino ' 'er so il lato leso, l'inna lzamento e la fissità del dia fra1nma e d il variabilei aspetto del polmon e du1';ante il d ecorso d ella malattia. Radiolo.gicamente è caratteristico del collas· so m :a1 ice.io il continuo e rapido mutamento d ·el radiogramma. Patogen1esi. Rim.ane ancora molto oscura. Sono state avan zate varie ipo tesi , di c ui alcune interpretano l.a gen esi del collasso ·col m eccanismo ·de.ili' atel ettasia da assorb·i mooto , consid erandolo com e !Ulfi processo passivo, a·l tre co n il meccanismo dell 'atelettasia da r etrazione elatica polmonare ritenen.dolo un processo attivo invocando la con corren.z a di vari fattori : man-

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canza della forza respira toria, ostruzione n1eccanica o funzionale dei bronchi, inibizione. o a r resto dei movimenti resp iratori ed ostruzione; m eccanica tl ei bronchi, retrazione elastica polmonare, squilibrio sulla fu1nzion e ·del sistema vago-simpatico po lmonare. La moltep licità d elle ipotesi av:alllzate fa rite nere ch e va1? siano i fattori che. intervengono n ella p:ro·duz1one del collasso. Cura. I mezzi preventivi, ch e han·no lo scopo di provocare una i,p erventi]azione polmona · l'{:J 0 nde i·mpedire ·l a limitazione dei movimenti r eS!p1ir.atori e l 'ost ruzion,e b·r onchiale, consistono in opportUIIle posizio·n i da da re agli infermi prim.a e d opo interventi operatori o nel decorso ·di affezioni m orbose capaci di produr· re il collasso. Quali m ezzi curativi v.e,ngono a doperate o delle pr.atich e sempli·ci oapaci di rendere libero il re~piro, coim eJ ad esempio : l 'asportazione d el b endag,g io ed il mutamento del decubito (secoin ·do Sante pa saggio dal decubito supi1n o sul fianco opposto a que1lo leso) ovvero da ·di sostruzione d·ei broin chi a mezzo del broncoscopio. C. ToscANO. 1

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Uno studio clinico _, anatomico delle bronchiettasie. (H . H . MoLL. Th e Qua,.terly Jou,r-n. of lt1edec. , l ugli o 193 2) . Da quando si fann·o le iniezioo i ·di lipiodol n ell 'albero bronchiale, la bronc hiettasia è con• sidera ta malattia più frequente di quel che si p ensava prima. Quiesto si 1oomprende se si pensa ch e solo le h·r onchietba1sie molto gravi possono faci l111ente essere riconosciutei all 'autopsia, m 1entre le lievi o non si rioonosco·n o sul cadavere o nOiil dàn1n o luogo ad auto·p sia. Negli ultimi 20 anni , a ll 'Infermeria Generale di Lecds, sono stati visti so·l o 5,5 1casi di broniohiettasia su 12. 225 autoip sie. La bronchi ettasia , seco·n do Och sn eT, è malat· ti.a a:n·ch e p iù fre quente della tubercolosi polmonare • I segni fisici della broncl1iettasia son·o poco sicu ri, tanto ch e il ·p iù delle volte si fa dia~ g n osi di twbercolosi o di bron chite cron.ica1. Su 72 casi di b ronchiettasi.a Hartemy ha veduto ch e la diagn osi esatta si era potuta f.are coi ragg i X solo in 20 casi. L 'A. ha comp iuto questo studio su 55 osservazio1ni anatomicl1e e 37 cliniche . I vari ti.pii di bro·n chiettasie so·n ·o : il tubolarei o 1cilindrico, il fusiforme o a dito ·di guanto , il lobulare o sacculare, e il moniliforme•. C.i sono poi forme inter1ne·die fra le tub,uJari e le sa:ecula ri. La fo-rma cilindrica è spesso aocompag11ata da pleurite adesiva e d enfisema, tende ad essere bila terale, e oo1pisoe più i lobi inferiori ch e i superiori. 1

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SEZIONE PRATICA

La fusiform e t en,d e ad aun1entare p·r og resssi,,.a.men.tei di volume, verso l 'estremità terminale, si ha spie sso nel poln1oo e collassato ed è il tipo d ella bronchiettasia atelettasi1c1a·. La forma sacculare è quella ch e presenta l 'estremo g rado di dilatazione bronchiale e d à l 'aspetto di un grappolo d'1u,va o di un nido d 'api . Que1sta forma può localizzarsi a l solo lobo superi-0re e sin1ulare U1I1.a1 caverna tubercolare. La moniliforn1e si osserva lungo il d ecorso dei bronchi, che, a parte queste ·piccole dilatazioni disseminate qua e là, presentan.o i tipi più freque nti di bro1n c hiettasie Ci sono ·du.e tipi di bro·n chiettasie cì1e sono stati m eglio con·osciuti da quando si fa la bro·n cografia: il tip-0 a tel etta ico· e quello secieo (no11 s upp1urativo) en1o·r rag·ic-0 . Il primo è caratterizzato dalla presenza di bronchiettasie poste in un 'ombra triang olare ' 'iciin o al m ediastino e alla base d el poln10°n e e ch e è 11na zonia atel ettasica. P er l a sede la broncbiettasia è pesso all 'inizi-0 una ·m 1alattia unila t erale , ch e poi può diventare bilaterale, e colpi ce più frequenteme nte la b.a se. P er la patogen esi possono essere icauis a di hronchiettasia la steno i congenita e cicatriziale, la pression e da tumore, ·da aneurisma e da corpi estran ei . In Ìu·tti i casi di o truzione bron chiale pa.r ziale si ha bron chietta .. ia n ella porzi one più di stale. C: 'è a•n ch·e una bron chiettasi.a· co1n genita, cl1e dipende per Ka uffm.anm da arresto di svilupp-0 , per Grawitz da una raccolta di liquido nei bronchioli fetali , <per Stoer ck da ede;mia fetale, per !Balzer e Grandhomm1e da si fili de intrauterina e p er Sauerbruch da sovraccari co m eccanioo del bronco prin1cipal e inis tro durante Io sviJuppo. Secondo ia.Itri si tr·atterebbe solo di una debolezza cong enita dell a rparete bronchiale. Sui fattori m eccanic i d elle bronchiettasie si è soritto m olto; i più attribui c ono il massimo valore all'espirazione violenta e forzata d ei oolpi di tosse, ma alcuni l 'attribuiscon-0 invece all 'in spirazion,e c he precede i colpi ·di t o.sse. La triaiiione meccanica da ad·e renze h.a certo parta 1n otevole. Ma c ' è chi sostien e ch e al fattore meccanico deve unins.i un p rocesso infiam n1atorio ch e din1inuisce la resisten za d ella pare te bron chi.al e. La pareite b·rolil chi al e certamente è alterata, specialmente; n e lle forme più avan zate di bronchi ettasia ~n· c ui si p11ò avere a1n.ch e distruzione d ello strato mruscolare e delle fib·r e el.a:Stich e c·o·m e p,u re d ell e gl1i.andole e ancJ1e d ella cartila.g ine. Osservazion.i fa tte con radiog ran1mi i.n serie do1po ini ezione di lipio dol hanno dimostrato ch e ci sono dei fenomeni motori d ell'a lbero tracbeobronchial e e qu1esti fatti motori sono stati osservati ain che C·Ol broncoscopio. Questi n1ovimenti (ch e so·n o di allargam ento e allun1

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o-am ento n ella inspirazione) mancan o n ella hron chietta ia. È probabile 1oh e all 'inizio d ella n1alattia i b·r on chi p erd.ano la loro co,n trattilità e rim.ang·ano in stato di dilatazioin e paralitica. Nella m aggior.anza d ei casi a l fa t tor e m eccanico p r eced e quello infettivo (polmo nit€, bron copolmon1ite, pleurite , pertosse, influenza, ·m orbillo, sinusiti). La bron chiettasia è malattia d ei g·iovani e n el 50 % ·d ei casi è p r esente n·ei p·r i1ni 5 anni di vita. Esssa è n el 14,5% dei casi causai diretta o indir etta d ella n1orte del pazienitei, special· m ente mei .p rimi 5 anni di vita e raramente 1/ 3 d ei pazienti r aggiu•n go110 i 40 anni. · R. LusENA. 1

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ORGANI DIGERENTI. Stenosi duodenali estrinseche, Rivista Ospedaliera, a1prile 1932) . Le s tenosi e1strinsech e del du.od eno ripetono' la loro ·OTig ine da tre prin·c.ip,a li caru1s e : la p e-ricoleci ... tite, la p eriduod enite così ·detta essoo-· zi aile e la com pr·eS:$i on e d el pedu1n colo m e~en­ terico. La prima causa, certo ·p iù frequente, può · teinosare il duodeno in tutte le sue porzioni, in.a con m .a ggiore frequenza la p.rim.a dando dell e si.n dto·n1~ c.11e sia ·clinicam ente sia radioloo-icam ente è difficile distingu ere se dat6 per inter essamento del ·pi.Joro o d el duodeno propri1amente d etto . !in oltre de lle tre cau•s e .già memzionate è la sola ch e dia stenosi duod enali vere, n el 1sen o ch e l a parete duoden:a.le par· teciipii al proce so, steno,s ante. La p eriduodenito essenziale dà stenosi in tutte le porzioni e per lo ipriù o per compres.si-0ne o per iillg ino·c 'hiamento. Le sten·o,s i d.a p•e dum colo arterio-mese11teriale, sono d ell ' ultima porzione del duodeno ed ancl1e p er que. te il m eccanism o di pro·d uzi-0n e è o l 'in g-in occl1iam ·etnto o la compressione. Sten osi duoden.ali da pericolecist~te . Che il druio deno sia em1}re inter essato n el d eoor o d ell}:i. litia.si bili arre è cosa ·orn1.ai stabilita sj a clin:i cam.ente 1ei anato1m ·o -p1a tolo1g·icam:ente sia ra diologicam ente, m ,a ch e le lesioni g iungano alla sten.osi duod en ale vera e&trin1seca è oltre· m odo raro; ecl è raro an che ch e le turbe ·du.odeinali ·d·ellei st enosi anato·m icam .e nte costituite cre ino um problem ,a orper.artivo ne i riguardi del tubo dig·er ente . Ciò ch e intere sa ap·p unto al chirurgo è tabilire qu1ando ·occorra eseguire ]a sola O·p erazione ulle viei bi·liari , la so,Ja operazione sul tubo diger ente, e quando le due operazioni com1bi1n ate. Le 1st enosi pilor-0-duodena li v·er e ·da perico·· lecistite son o r arissime. La sindrom e è domin ata d ai segni della stenosi piloro-duodenale. Alla di pepsia e ai dolori do·p o i pasti durati per anni , si 1a1gg· iun g·o:no1 pQi il vo,m ito alimen (U.

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tare e lo scadim·ento progressivo dello stato generale. D.a l puinto di vista radiologico occorre essere g·u ardi nghi prima di affermare una stenosi duodenale: bisogna cl1e, i.nsieme con un 'omb11~a duoìdenale ·dilatata anorm.aln1ente si constati una stasi del pasto opaco1 ch e duri a lungo·. Il problem1a oper:ativo deve esseve iaiffrontato fi1n dall 'i.nizio in modo1 radicale. Inutili e dannose le discu ssioni S'lllll 'intervento di scelta, se sulle vie b·i liari o sul tubo gastro-en teri·oo1. Se · trattasi di m.al.ati gravi, denutriti, con aliment azio11e ·difficiJ.e o irrupossibile, occo rre subito gaistr oente1rosto mizzare e, appen.a possibile, interveinire sulle vie biliari. Lasciata a sè, la ·pericolecistite evolve portando lai sua azio·n e deleteria sugli organi vicini e r en·de in.utile il primo intervento. 1

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Stenosi dwodeniali da peticoleoistite postoperativa. Gli studi radiologici hanno dimostrato che dopo ogini colecistectomia, anche seguita dal~ai più accUI·ata 1peiritonealizz.azione;, lievi a·d·e renz·el si formano 1sem1prre; no·n solo, ma è orm1ali sicientifica·rnente .acquisito che la pericoil ecistite non è infl11enzata affatto dalla colecistecto·m ia, ·e che ·do1p o di essa può n.cm solo persistere, ma perfino peggiorare, peir: quanto rqramente. Quanto a lle ·p ericolecistiti c.h e ·c onducono alla stenosi d1ll0denale, dobbiamo ritenere che quJe.Sta tendenza alla •stenosi sia u·na peculiarità di una speciale forma di pericolecistite e non abbia rapporto cotD. la tean·i ca a;perativa seguìta. Non vi -è ·dubbio ch e il trattamento operatorio di queste periduo.d eniti stelnosanti, di cui l 'A. ripjo1rta un caso personale, non può essere ch·e l1a1g.astroenterostomia. 1D uv.a l e:SE\,D"!U.'8 anche l 'escl uision·e ·p iloirica, ma .s embira ·c1h e questa non sia n·eoessaria. Pe.1~idu.odenite sitenosante essenziale. I.-a periduodenii te sopra-meisocolica è 1p iù fre quente del1.a sotto·m esolica ed rè qu1ella ·ohe più facilmente p rovoca distu.r bi. Ri.s iede indifferentem:ente su qualsiasi 1porzione del duodeno sop•ran1esoli·co talvolta oomiprandendolo tutto. Si presenta o sotto forma di una membrana continua con inframm ezzate briglie più spesse e p iù dure sulle quali il duodeno si deforma qua1n•d o è riempito, o sotto fo rma di brig lie più o meno nun1ero.se. La periduodenite sottomesocolica si presenta o sotto forma ·di briglia di Mayo, costituita 1da una lun.ga e spessa a.derenza cl11e parten·do ·dalla f.a ooia inferiore del mesecolon trasverso ricopre per uno spazio di 5-10 cm. la IJirima a n sa digiu.n.ale, attirand.o,l.a verso la linea m eidiana e chiudendo così permanente. mente l '.an golo d'llo deno-digiu·n1a,Ie; o sotto fo rma di bri.g·lie ad an·dam.ento irregolare, cl1e partendo da l peritoneo parietale posteriore rimontano sulla terza poirzione duodenale stenosa·ndola in vario modo; o sotto forma di bri1

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g lia ch e ispessisce il le_g·amento che ·chiude in alto la fo ssetta dig·iun.ale superiore. Da l punto ·di vista radiologico è caratte.iristica della p eriduodenite essenziale.1 sopramesoco· lica di dare d elle· deformazioni che sono estrem1amente ,rari.abili da individuo ad in·dividuo e ne1lo ·s tesso individ'UJO n·e i vari m-Olffienti del funzion.amento duo1 d ena~e. La periduodenite so ttomesocolica dà luogo i111vece ad aspetto diffeiren te a seconda c·h e le .aderenze 1stenosan.o I.a terza porzio1ne del ·duodeno ·0 1 l 'angolo duodeno-digiun1aùe. N·el I 0 caso si h.a la stessa immagine della ste11osì da pedu.ncolo mesenterico, solo ch·e la ·dilatazio1n e non si arresta bruscam·einte suùla linea n1ediana , ma i1n . un· p·u nto qualunque della te,r za .p orzio.n e e n·o11 scon1· pa~e nè ·c on la pos izio·n e ,·entrale, nè con• la m.anovra di Rayes. Nel 2° caso si ha lo stoma, co respinto a sinistra dalla dilatazione in toto del duodeno e lai vivaci sim1a e disordinata peristalsi e ain.tiperista1si di esso. La rperiduod·e n.ite essen zi.ale, oome ogni alira perivisc-eirite, è spesso n1uta sintomatologicamente per molti anni e solo si rilev.a qu.a ndo il ·disturbo funzionale dell'organo ha esaur ito le forze di TiiseTV.a di esso, O· qu1a..n do un.a caUJsa occasionale la ria·c1Utizza. ~ du11que una ma}.atti.a degli adulti. È UJil '1a,ffezione ribel1e ad ogni 1cuir a m edica ed i dolori ch e affliggono i pazienti hanno n elle forme sopra·m le socoliche o il tipo duodena1e o il tipo colecistico, m entre •n elle forme sottomesocoliche i dolo1ri, molto m eno irntensi, risi.eidono al di sotto ed a siniSitra dell 'ombelico ed a cco m pagnano tuitto il •periodo della ·digestione. . Il trattamoo.to non può esser.e che chir.mgico , sem1pre che essa abbia un.a espressione sintoma tolo.g i1ca n·elt ta. Il trattam·ento di scelta in raanb edue le foirm e è l.a derivazion1e del contenuto gastro-duo,d enale: n·ella sopramesoc.o lica I.a g·astro-entero1stomia è i1n.dubbi.amente preferibile, n·ella sottorrn1esocolica d·e ve invece eseg uirsi la duodeno-digiu1n ostomia, che assicura lo s'ruotament.o duodenale. Inutile nella ·p eriduodenite sopramesocolica la sezion·e delle a· derenze, dubbi i risultati di trapianto epiploici o 1p edUJillc;olati, da Tigert:tarsi com e dannosa ba colecistectomia; nella periduod·enite sottom~so­ colica, specie iirl1 qualch e caso di ban•d eletta di Mayo, può essere sufficiente la sezione della adeTenza. Sten.osi duoden.ali da peduncolo ·mesenterico. Da tempo' era inota la dilatazione acuita dello sto·m .aco post-opeva1toria, la cui causa era lo sbarramento della terza porzio·n e del duodeno ad o.peira d·el !Peduncolo m esenterico, quan-do isi co1m inciò a segnalare anche la stenosi duodenale ad andamento cronico per la m edesima c.ausa. La co·nipressione si eiser c.ita, ad opera del peduncolo mesenterico, su1lla f:arc cia anteriore deJ.la terza porzione del duodeno che, seconde Dt1val, oonserva in tal punto una vera im 1

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SEZIONE Pl\ATIC <\

pronta d ei vasi. Il duoden o ivi è pre1so tra Jr. branch e di un compasso la cui branca a11teriore è co tituita da i vasi , la posteriore d al1'aorta e d.a,lla colonna vertebral e . Secondo Glén a rd, il solco lasciato d ai vasi e qiwindi urna lieve s tenosi re la tiva sare bbe fis iologico , in qua nto perm·e tter eibbe un mig lior e impastam ento d el chimo a cido d ello stom1arco con la bile ed i su cchi pancr eatici: l 'esagerazion . e di questo fatto ·c.ond11rrebbe a ll.a s LeD OSI.

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arresto bru·s co a lla lir1 ea me dia·na m ·ovimenti en ergici p eristaltici e an1tiperistalti~i ch e rig-et· tano il pasto fino al budbo e n ello st om .aco se il p iloro è beante, scompar sa di tut ti qu~ti segni 1colla man.ovra di If!a.y es o n ella posi zione genupettorale . L 'o,p erazione di scel ta ne lle f-0r~ dovute a con1p.ressione della m esenterica è la duo de110digiunosto·m ia ; quam1do la compressione è data d alll.a oolicai medi.a ,è d a i)r eferirsi la colecto1nia d estTa, cui è b en e a ·sociar er la duodeno"' dig iuno·s tomia. L ' A. riporta un. ·caso per so n ale i1n cui la 1srten osi e ra d et ermina t a da un a n eu1ris:m1a d ell 'ar· teria m esenterica, e veintualirtà ·di cui non' si trova oenno .n e lla l ettera tura. Il cais o non creò ch e un pr o blema diagnostico , in quanto la leionie condusse a m orte il p aziente prima che fo se poss~hile •p en sar€! a d un qualsiasi indirizzo .t era p eutico. C. T os CANO. 1

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Occorre b e11 ricordar e cl1e la ste11osi 1p1uò esser e data, oltre cl1ei d ella m ,esenterica propriam ente <letta a 11ch e da lla colica m edi:a·, cl1e p er mobilità e·c cessiva d el colon e p er caduta d ell 'anigolo di es ·o p u ò as un1ere un d ecor so parallelo a quello d ella n1esenterica. La com pressio11e da parte d ella m esenterica è spiegata da Bloodgood comie d erivan te ·d a una brevità congenita d el m esenter e . Importante è cl1e t ale st en o i è più frequen te n ella d onr1a e ciò p er ch è l 'ampiezza d el bac ino femminile 1permette i.a La degenerazione caneerigna dell'ulcera al ·colon ch e a l tenue di cadere in basso ed gastrica. eser citare trazioni . OBoucHuT e LEvRAT. Le Journ . de Jif éd. de Dal punto di vii ta irntomatoil o·g ico, qu·a ndo Lyon1, 5 a,gosto 1932). il quadro· è con1 p leto , è ver.am ·en te car.atteriti1co: vomito intermittente, biliare , di u1n a abSi vedon o frequente m 9nte n1 al.1 ti ct1e preb ondantZa e trem .a , d olore violento, a l m omento entain o in un primo rp1eriodo in•to·m U. di ulcera de lla c risi , senso di p eso e d ol enzia all '~piga­ gastrica e in un secondo, p eriod o ·di cancro. strio e ia1ll ' ipocondrio d opo i pasti, .ne i p eriodi SecO!Il,do :a,lcuni si tra tta di trasformazione di sost a. Si n o ta in m olti casi una ver a tu1ne- 1oan cer o . . a di un 'ulcera semplice, secorn1do alfazion e tim panica (duod en o dila tato) od a n ch e tri di ca11cri ulcera ti a d eoorso le11to. Per alil disegno d ello st om a·co quando il piloro . . i a cuni il 60-70 % de i can cri g arstrici si svilupi n continente. pa u ulcera •preesist ente, a ltri n egano invece La man ovra di H aye avr eib,b e valore diaque ta frequen za e s peic.ia ln1ente Duval e Hartg.n o·s tico cer to : s i d eprime con la mano la n1ann J1anno sostenuto ch e n elle così <lette ruJpare te a ddomiinale al di SO!pfa d ell 'o·m belico, cere can cerizzate si tratta p er lo più di canc ri p oi i spin.o-e in m assa la parete in a lto, iai a d ecor so l entissimo. s inti s tra e indietro. Con · ciò, agendo sulla ma1ss<1 L a dif fiic.o ltà ,di risolver e la questioir1e coll 'ed el t enue , si apre il compasso· ·m e enteriale ed sam e is to log ico dipem·d e non solo dal fatto che i g a s d el d u10d·en o i vu otano :n 1eil di giuno, la spesso l 'esame istologico n on è sta,t-0 f.a tto, e tum.1efa zion e timpanica scom pare . Car a ttere di ci si limita .a tog lie re l 'ulcera , m a anch e daltutta la intomatol o,g·ia è di scomparire in una la presenza n elle ulcere di alcune cellule ch e s p ecia le posizion e!, la g en1u-pettorale per la IJOS ono far p en sar e ad UlilJ 1cancro. s ten o i da a r.teria m esen terica, quella sul fian co L a certezza ch e un 'ulcera si è camoerizzata d estro .per la st en.o, i da a rteria colica. Questo i può avere solo se ci sono ·due esam~ istoloteorica1nentei; in realtà tale sch e matis n10 n on D"ic i , iull1o fatto in .primo t empo ch e dia il r erisponde sempre ai fatti clinici. I m a lati coperto di un 'ulcer a sem p lice e uno fatto dopo munque fini1... con o per trovare da lo,ro la p osi- 1ch e dia il r ep erto d el neopl.asm~a,_ Si sono cerzio1n e ·oh e fa oes ar e o a lmen o attenua I.a, crisi . ca ti p er ciò d ei se~ni di probabilità di cance~ um1a m al atti a ch e .a liulrlg·o andar e a ltera r izz,az ion·e di U:Il·'ulcer.a; p er a lcuni ogni volta profon dam ente lo s tato gen erale ·e porta a lla ch e lo s trato muscola r e è intatto non si può mo1r~e. Occor rie s.for zairsi di .dif~eirenziare le due trattar e di un'u1cera ca1n .oerizzata, m ,entre l'in· form,eJ, giacch ,è c.o m 1portano una cura differ ente. ver so 11i-o·n è vero: qiuies ti d.ati ist olog ici non La p rim,a h a inizi.o p:reco·c e ed ·è ·p iù .g·r.a ve , ·eon sono sicuri, oo·m e non sono sicuri a lcuni dati quadro co·m plert:o, tip ico di st en·osi duodenale, e linici, e precisamente la tardività d ei ·d olori la se.c onda inizia tardiv.a mente , è più attenuata, ch e si cal·m ano col cibo m1el can cro a lento d e1piresenta chiari segmi di stasi ·d estra d el colo·n , oor so, la presenza o n o di i1p1er cloridia . Magg ior valore si d eve dare all a dur.a ta d ella m1ala tconi stipsi ostina t a. tia ne l senso che il canc r o ulcer ato h a un ·d eDal ·punto di vis ta radio log ico, la sindrom e cor'so rapido, n1entre l 'ulcera can oorizzata h a d ella st enosi duoden ale da peduncolo arteriom esen terial e è tipica : il d'lllodeno è dila t ato co 11 u n d ecor so lentissimo , anch ei di più di 10 a1n ni. 1

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Ma a n ch e qui esi tono diver geinze d'opinioni: e' è 1c.hi ammette ch e l 'evoluzione can cerignia, s i compia in 20-40 anni e chi in 6 m esi soltanto'. Gli AA. 11anrn10 esaminato in 10 anni 144 casi di can cro e 106 di ulcere d·ello stom.a c.o ; han· no messo, fra le ulceire cancerizzate que lli ch e hanmo :aivuto evoluzione di oltre 10 anni e tra i can1ori a d ecorso l enito quelli ch e h anno avuto durata ·di non più di 6 anni. Nei cancri de llo stomaco in 111 i disturrbi digestivi dur.av.a1no da meno di un a'nrn.o, in 17 ·d a 1-3 anni, in 4 da 3-5 anni, in 1 da 5-10 an1n 1i, in 6 da 10-20 anni, im· 5 da più ·di 20 a11ni. Nei casi di ulcera , 39 avevano disturrbi da meno di 5 !élt11ni, 14 da 5 a 10 amni, 36 da 10 a 20 anni, 17 da più di 20 a·n·n i. Nei casi .di cancro con lunga dura ta ·dei sin· torm~ dige1stivi im· a1c;uni si trovò . una coìelitiasi a cui ·si potevano attribuire i disturbi più vecchi, in 00 caso solo s i trovò coesi st enza di un 'u.lcer.a de•l la picrola curv:a1turr a e di can cro d el piloro e in 6 casi unia sintomatolo.g ia ch e fa ceva pein sar e ad un 'ulcera in prim o t empo seguita da cancro. Dai loro dati g li AA. rite ngono· che l'ulcera can1cerizz:a1ta è m .olto più rara del cancro a d ecorso lento e ohe !Il·ell 'ulcera callo1sa che dll):ri da meno di 5 anni il cancro è più freqiuootte ch e n ell 'uloera 1callos.a antica e quindi n ell 'ulcera callosa r ecente s i deve propemdere, interven·endo, p er la gastrectomia. R. LusENA. 1

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La cura dell'ulcera peptica colla mncina. (C. IF . G. BROWN, s. P. CROMER, E. L. J ENKINSON e N. ç. GILBERT. Th e J ourn. of the Americ. Pt1edic. Associat., 9 lug lio 1932). L e prime osservazioni furono f.a,tte da Fogelso·n n el 1931; da allora vari altri se n e so,no, oc1cupati. Complessivamente sono s tati sottopost i a ques ta cura 116 mq.lati, di c:u~ 37 degli AA. di quest 'articolo. in tutti qu.esti 37 casi si trattava di malati con diag n·osi sicur.ai di u·l cera, quasi tutti 1soffer enti d a an:ni . I malati furono studiati ogni settimana ·dal punto di vista d ell a secr ezio ne gastrica a ogni settima1na f.u1 fatta la conta d éi g lobuli del sangue. L 'esame radio · · grafi1co fu rip,etuto o.g ni 2-4 setti m1a.n .e. Ogni osserv.a.zione durò circa un a nn o. Ecco i risultati . La r e.azioin e d el angu e n ef succo ga1strico scon1•piarve in n1edia dopo 9 g iorni di cura (ipetri odo massimo 26 g iorni), m entre in un g ruppo di controll o la media fu ,di 24 g iorni; la stessa r eazio·n e sico1nparve nelle feci in media dopo 11,5 giorni contro 27 , 2 d el g ruppo di co ntrollo.. La m edia d'au·m ento di peso del m a lato è stata di 6 Kg., (4 Kg. nel gruppo di controllo). Radiologicam ente si :notò sempre notevole m iglioram ento d elle ·deformità e an ch e del tempo di svuotamento. La mucima si è dimostrata n1olto u tile anche per comba,ttere l e em orragie impo·n enti. In malati che pri1

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m .a aveva110 frequ enti recidive, queste non comparvero più n el periodo di osseirvazio1n.e. L 'iperacidità n ·o n è stata modificata dalla cura . La mrucina ha av:uto sempre buona azione s ulla funzion1aJità intestin.a le. Ci fu un caso di i.n .su ccesso e all'intervento fu trovato un tumore granu.Jom.atoso vicino ad un 'ulcera penetrante. L 'ru11c.era spesso g uari sce e mig liora senza currE} o con cure diverse dalla mucina. Gli AA. riten gono che .questa sostanza sia efficace nei casi ribelli alle cure comu:ni. R. LusENA. 1

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PROBLEMI IGIENICI. L'igiene nell'architettura moderna. A. Giudice, in u·n· vivace e s impatico articolo (Anna.li di Igien,.e, sett. 1932), e·sa1ni11a1 come sorno riis·o lti i p ro blemi igienici nell 'architettur a moèle:rna J_Je t e1n1denze .n uo,v e si manifestano a n zitutto n el! 'urbanistica, a con1irnciare dai p iani rego latori . on più l 'agglomeramento caotico d elle vecchie 1càttà, da lle strade strette e b·u ie, n1a aria, luce e so·l e per tutti. L'urbanistica r11·oderna ten.de al ·deco n,gestion·amento, alla rarefazione de1lla dern:sità ed alla costru zio· 11e ·di .ampie vie, di piazze, .di giardini , m ie ttend o do,runque il verde d egli alberi e delle aiuole. Altro crit€lrio im portante è la suddivisioo.e d ella città in zone diverse, ciascuma d estinata ad una speciale attività: quella degli affari . quella delle abitazioni; l a zona sportiva, quella delJe industrie, relegate· alla pe.riferia della città, o,re non recheranmo molestia agli .abitanti e disporramno di miaggiore superficie. Non men.o apprezzabili soll10 i vantaggi della nuova architettu.r a, che gi;u!stamenteJ è stata chiamata fun1Zion.a1le, in quanto ·ch e t en·de a lla praticità, lasciando da parte tutto qua11to è sor}TJlStTuttur:a ·e> linee prestabilite. La casa ·d eve eis~ar costruita in mo,do· d.a :riso-01n·deT-e alla sua vera iunzione; svincolandosi d.a p1astoie più e, me110 ar-t.istich e, tutto vi d-ev•e. essere preoir·di n.ato perchè lia vita vi si svolga ritmicamente, enza imlciam·p i e coo1fortevolm1ente. Invece di a dattarsi a lle linee 'St erne che spesso c·ostringe,1ano g li ambianti a d i1na dispo·s izione e di. tribuzione i,r razionali , l 'ar chitetto moderno studia il progetto ·d i una nuo·v a casa ·d all 'i:i1 t erno a l}'esterno e, quando tutte le comodità aic.cessorie sono ben ·definite, traccia 3ulla pi1an ta i muri periferici. Ne vieneJ talvolta ucn.'architettura este rna un po' bizzarra m.a che , qua·n ,do vi si è fatto l'oochio , finisce col piacer e; del resto, ogni epoca ha il suo stile e pt1ò rappresen.taTe un an.a1c.r o·n ismo fabbricare, in p ieno secolo v ente•s imo, u.n:a casa in stile del • • r1nasc1mern to. Predominia. ·ora , nelle nuove costruzioni, iT vuoto sul p i eno. Gra111di fin estre, distribuzion e delle aperture quanto mai varia, che TOID!pe la 1nonotonia ,de lle finestre a disposiziooe simm etri ca ed o·b bligatoTia. (L ' ig ieni•s ta non. pu ò 1

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SRZIONE PRATIC.\

c ]1e essere lieto di veder entrar ei a111pia1n ente la lt1ce e l 'aria n elle stanze, ma a n ch e in tale ca111po n on i de~-e esagerar e e conviene tener ~onito delle c.a r.aitteristiche del clima e dell 'insolazione. Telle brumose regioni .nordiJc.h .e, il bisogno di lt1ce arriva al punto di abolire p ersiane, te11de e scuretti; nel nostr o a•ssoliato mezzogiorno, si reinide necessario evitare um. eccesso di ampiezza ·e snmrzare la troppa luic.e. Seguiamo quindi g li esempi che ci vengono .da altri paesi , ma nOill· pedissequamente ed adattiamoli alle nostre condizioni ·di clima e di abitudini. 1\1. d el red.). Aincl1e n eilla d~spo si zio111e interna ,d ei locali, la nl·odern a architetturn ha portato indiscutibili Ya11taggi. con molti parti1colari anche piccoli , ch e r en-dono la casa più salu1b ,r e e più con1oda. .l\.i bui corridoi ch e disimpegnavano le arie c.amere , sono sostituite ridenti camere di -aggiorno, icon. ampie vetrate; i locali da bagno sono ,·icini all a camera dra1letto; la cucina è iindipendente e possibilmente lontana ,d alle altre s tanze, acqui tando an:che magg iore 1spazio con la si$t-e1rlazione {li mobili n ello spessore delle pareti. Nelle case po1Jolari e soprattutto nella costruzione di istituti .assistenzia]i e di stu·dio , l 'architettu.ra razionale trionfa in pieno; se n e ha:n110 C'~em r) i maD'nifici ; ma pur troppo, in Italia, restia1no legati alla tradizione che, in questo camipo, i·n cui Lu.tlo è nu ovo -0 rinn.ovato, non 11a raQ"ion e d 'essere . :\-otevoli i1111oyazioni ha. pm~e portato la mo <ler11a tec11i1ca edilizia n ei materiali da costruzione. Ridotto a l n1inin10 in·dispensabile l'uso d ei mattoni e de:lla pietra, la preferen za è data a l cem ento che, unito all 'a ccia io, dà facoltà di ele, a:re le costr.urzioni molto al ·disopra dei limiti consentiti dalla pietra, rende le case i1iù staibili e non ipemn~tt\eJ af&'ltto l 'a:sic.esa -d ell 'umidità «ila.I sottost1olo. (Ha aiflche però i gravi svarn taggi di essere eccessivamen te buo1n conduttore del calore e d ei suoni , inconve n ie11Li a c11 i non si rime dia sempre molto bene.. N. c1rl red.). Pure largamente IUJSato è il vetro. 11 fl'rro e l 'acciaio vengono u sati per la struttt1ra di crrandi fabbri1cati; tutto lo ·s ch eletro di que... ti ' ien e elevato in ia.ccia io e, s u tale ar. m .a tura , si costruiscon o le pareti con materiale leggeris imo. l vantaggi ig ienici sono evidernti : s i evita l 'iascesa dell 'umidità da l sot tosuolo e, per la leggerezza dei materiali con cui si fab bri1c.ano le pareti , si ren·de più a ttiva ]a ventiJazione degli ambienti. 1D 'altra parte, il pi e· c olo sp essor e delle pareti, r ende ·p erò ilflsufficiente il riparo· dagli sba4t d.ella temperatura este111a. A c.i ò si ovvia usan·do materiali coibenti , in do,p pio strato,, con intercapedilne; ottimo p€r tale scopo sar ebbe l 'eràcli1t, .costituito da trucioli di le.g~n o reisi incombustibili ed imputrescibili ed impastati con cernooto. Altro Ya'l1 taggio delle case a str.urt.t11ra metalli ca l' qu E'llo cli r esistere ai terren1oti. 1

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P er la p~vir:ientazi!one, oltre ·al legno, si u~no mater1al1 a base di olio di lino resine ecc., come il linoleum , il balatum si100.z iosi imp~r.m1ea~ili e di facile ~a.vatu,ra . 'Sono pur~ usati degli agglomerati artificiali a ba:se di se,gatura ·di legno, cemem·t o bianco magnesia· co e sostanze co loranti, economici afoohl. idrof~~i , incomh;iisJtibil.i ed inattaJ~bili' dag!i a?1·d1. Anche 1 arred~men~o tende all'applicaz1o•n e assoluta de lla linea l'etta ed alla massima semiplicità. I mobili in m etallo (dall'acciaio alle legh·e di a lluminio) sono economici incombustibili ed al tempo tesso leggeri. ' In com!Plesso, 1'architettura e l 'edilizia m o· dern1a. segnano, (d al punto di vista igienico, un progresso sicuro. Dall'urbanistica ali 'ar.reda m en~ i~terno, dalla casa a l materia le per costruz1on1, tutto tend e a dar·eJ all 'u omo aria, luce, sole, benessere E g li ig ienisti debbono a1p.provare ed incoragg iare tali moderne ten·denze ch e, se talvolta specialmente per g li eccessivi am mri·r atori del pass1a,t o sembrano· di g usto discurt:ibile, sono quasi sempre apportatrici di b emessere e di salute. fil. 1

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NOTIZIA BIBLIOGRAFICA.

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Do tt. Prof. M. BUFALINI. Fisiopatologia dell'operato. Volume iin-8° di pagg. XVI-280. Editore Luigi Pozzi, Roma. Prezzo L . 30. 1

Ci sia consentito di riportare in queste colonne le parole lusinghiere con le quali l'illustre clin1ico chirurgo dell' Universi•tà di Pisa preserota il libro de~ Bu/alini: « La professione del Ch iru·r go moderno sarebbe meravig liosa pure in mezzo. alle fa tich e, alle preoccupazioni, alle ansie, se iin1 tutti i casi nei quali i m ezzi chi:rt.llfgi•ci convenientemente .a pp licati ha!Iln o possibilittà di vincerre i mali cl1e a ffliggono l 'uomo, la vittoria .a rridesse sempre . Quaill.do nell 'operato interviene qualch e oom1p lican za g rave o moirtiaJe ch e frustra Jo sforzo del chirurgo abituato ormai a tutte lo vi;ttorie, la (s confitta è terribilmente p enosa. Ma •ci .sono comJptlicanze e sconfitte dipendenti dalla tecnica chirurgica, le quali con il perfezio1namJento progressivo derivante dai risultati e dai progressi sia dell 'esp erien.zla, a ltrui sia dell'esperienza e maturità personale posso01 0 esse:r:e sempre più ridotrte fino a n ch e abolite nei limiti delle possibilità umane . Tecnici si diventa: ciò VU.ol di,r e ch e l ' erro,~ re, l 'im.p erfezio.n e, l 'i.Jnresattezza posso,no venire •c-0·n tinuamente corretti , iSe 1'0perator·e ha a.n ima chirurgica, log ica sicura, coscienza della missione ch e compie. Le deficienze ·di a mbiente, di mezzi , di preparazione eo0. non. possono servire di giustificazione ,a l chirnil:'go. Egli deve accingersi all'opera sua miracolosa e grandiosa solo quando sa di potere. 1\1a anche in questi casi il chirurgo, n el pien o i)ossesso delle su e ia.ttitudini e perfezioni 1

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« JL POLICLINICO »

tec11icl1e :p erso11ali strumiem.tali ed -ambientali cleYe fare i conti non tanto con l 'affeziooe locale che è chiamato a curare, qua111.to con I 'elen1e11to fragile e così tioco di imcogni.t e, che è l 'or.g·anismo dell ' uomo fili., genere e dell 'uon10 n1.alat·o in i.ispecie. Più o meno indipendentemente dalla qualità dell 'operazione e dalla teonica con cui è stata condotta, 1'iin.tervento determina nell 'org·a · nismo squilibri, alterazioni funzionia.l i, ag·gravamento di squilibri o di alteraziooi precedenti, cl1e possono determinare .e de terminano c o1nplicanze anche mortali, che talora pur,troppo in.aspettatlam·e nte distruggono l 'opera più precisa e COinJPleta. Ho detto i!Ilaspettatamente, perchè purtrop·po molte incognite vi sono n ella coscienza del· la resi tenza, d elle attitudini funzioniali ed umorali d ell 'operato; m a è da ricercare che questo av,rerbio vada a scomparire per i chirurghi futuri, i quali potram·n o con lo· studio fi siopatologic·o dell 'operando prevedere ·e q tti.11di fino dove è possibile prevenire la complican za. Questo· studio del quale già molti eleme111ti sono noti, i che il •ohirurg·o m·oderno si trova ad essere più agguerrito del chirua:go di pochi tailllli fa, ha biso·g no di m olti al1tri ele· menti perchè sia 1n on dico completo, ciò che forse non avverrà mai, ma a lmeno praticamente sufficiente nella inaggioranza <lei •casi. È 1-0 stato attuale di questo fon.damentale ed inte:vessante capiit olo rper la moderna chirurg ia, cl1e il rr1io valoroso aiuto Prof. Maurizio B11f.alini, ha voluto presentare al medico e specialn1ente al chi·ruirgo, basandosi e sull'esperienza degìi altri e sulla sua ipersonale largamente fatta n ellJar nostra Cli!J1ri.ca. Mancava un 'opera, specie it:aliana, di insieme su tale interessantissim·o argomento, la cui conoscenza è al chi· rurgo di oggi più che neoessaria, in,d ispensabile. Mi sembra che l'opera oltre colmare u.n.a lacuna, sa·r à per l'ordine, per l'interesse dell 'arg·orr1ento, per la completezza, per la forma con cui è presentata, letta dai chirurghi e dai m·edici oon vivo interesse. Certo il lavoro, pur essendo completo rispetito alle tnostre C·onoscenze attuali, non può dirsi d efinitivo. Ancora molti punti sono OSCU· ri o in.sufficientemente delucidati. È .da aUt,O'iUrarsi ch e l 'avvenire prossimo ci porti ad illun1i11a·re sempre più le IIlostre 1oono·sCe111ze dove esse sono ancora limitate e ad abolire le nostre ig no:r1anze, .p er renderci maggiormen1te tranquilli ogmi volta ohe ci accingiamo ad u!Il inte,r vento ope,r atorio, 1p er favorir.e la fiducia negli operandi, assicurare il bene degli ope1~ati, in modo che siano oompre più aooredi· tati i benefici talora miracolosi della mod01'1Ila chirt1rgia ». . Pi$a, luglio 1932-X. Prof. DOMENICO T ..\.DDEI. 1

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CENNI BIBLIOGRAFICI. L.

Entstehung, Erkenn1ung und Behandlung irinerer Krankheite.n. II vol., II ediz. Un vol. in-8° di pag. 198'. 1F .C.W. Voge!, Berlin, 1932. P·rezzo RM. 12,80. KREHL.

In questo volume cl1e fa seguito al primo, in cui è trattata la fisiologia patologica, l 'A. espone j principi che porta110 a .r~eonoscere e diagnosticare le n1alattie i·n terne, ciò che preSUJin.€1 una buo.n a co•n oscenza del1a medicina e dei suoi metodi di riceroa.. Un primo 1capitolo si occupa d·ei principi generali sulla posizione d el miedico nella società e ·d i fro·n te al malato, dello stato d 'a1n.imo di questo, dell'aspetto individuale <lei quadri morbosi. Ne segue un altro sull 'esame generale del mala.to. So·n o poi considerate la febbre,• le infezioni e le malattie dei diversi tJrgan1. Trattasi di U1Il quadro generale che indica in modo succinto e chiar:o le div·e rse malait tie cl1e po sono colpire i vari organi ei sistemi, aiccen11an·d·o ai caratteri prir1cipali cl1e possono guidare alla diagnvsi. La prima edizione è stata esaurita in un anno; questa si presenta con diverse aggiunte e qual~ ch e mo·difioazione. fil. 1

G. MouRIQUAND e M. BERNHE1iv1. Hypertrophie d'u thymus et éta.t s tl1ymo-limphdrtiqiies. Editore Doin, Parig i. Prezzo Fr. 20. · lntieressan.te momografia che espone tutto quanto si conosce sulla con1plessa e non nuova ·quistione della f~sio-patologia del timo e su i suoi :napporti con il sistema linfatic·o. Sono dettagliatam1ente esposte la clinica, la anatomia-patologica, l 'etiologia, la patogenesi e la terapia .d ello stato timo-linfatico. U·n o speciale capitolo è dedicato alla n1orte improvvi•s.a in questa condizione. Da. I. LEv1. Aoariasi da cereali. Un vol. i·n-8° di 72 pa.g. con 25 fig . L. Cappelli, '.Bologna, 1932. Prezzo L. 18. Esiste sull 'acariasi da grano una bibliografia discretamente ricca a cui hanno partico-Iarmen te contribujto gli italiani, n1.a1che è sparsa in Jlllllffierose pubblEcazioni periodiche non sempre facilmente tTovabili. Il lavoro· d'insieme <lell'A. riesce pertanto· molto utile per conoscere le particolarità della malattia, che appare più diffu•sa di qua:nto non si possa ritenere cli primo acchito. L 'A. s i oocupa delle caratteristichei del noit o acaro, <lell 'anatomia ed istologÌlaJ patologica della dern1atosi da esso provocata, della riproduzione sperimen·tale, dei caratteri iclinici, diagnosi, .p:r-ognosi e cura. Questo lavoro costituisce UJna buona monogra· fia sull 'argom-ento, che interessa medici, igienisti ed agricoltori. fil.


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XXXIX,

l\u~r.

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SEZIONE

~CCADEMIE, SOCIETA' MEDICHE, CON6RESSI XXXVIII Congresso della Società Italiana di Medicina Interna. Roma, 19-22 ottobre 1932. (Co 11lin uazione; veai num. preced~nt~) . . erluta pomeridia11a (20 ott.). ·

Presidenza: Prof. FERRATA. Con1nnicazioni.

PRATICA

1827

Che i bacilli vivi creano il movime11to im111unitario non per quanto siano vivi ma perchè disintegrati nei tessuti mettono in libertà i loro veleni protoplasmatici: le endotossine che creano il movimento immunitario. Che le amine specifiche risullalo finale della digestione bacillare neutralizzano i veleni e diventano agenti dell'azione difensiva . Che i fenomeni allergici sono la espressione delle varie fasi che percorre la digestione dell 'antigene e quindi tialla attività dei fermenti di cui l 'antigene provoca l 'a zion,e, che sono intensi finchè i fermenti agiscon o ed oscillano a seconde. delle loro attivit~t.

Sc11. E. )L\R\GLI ·\ ~O (Ge110YaJ. L 'O. comunica nuoYi s l udi _uoi e clella .. ua cuola sul probler1.1a della irrtniunità a11titubercolare, da lui priA. FERRATA (Pavia). - I.'O. dice che in Lomma1nente din1ostrata or sono più che 30 ani1i, bardia preoccupati della diffusione della tuberquando nessuno la credeYa possibile, ed ora u11icolosi fra le vacGine, si stanno facendo grandi versalrr~ente ammessa. esperiment i nel campo zoologico con la vaccinaPartendo dal fatto ormai accertalo ed accettato zior1e antitubercolare . Sotto il controllo di una che pre . . soch è tutti gli uomini portano bacilli · commissione composta dai prof. Zoia,, M. Ascoli della tubercolosi in corpo, ch e Yi penetrano dale dall'O. si sta infatti immunizzando le vaccine l 'a111biente organico, n o ta ch e clue soli sopra contro la tubercolosi sia con bacilli vivi che con n~ille ed a11ch e i11e110 inuoio110 di inalaltia tuquelli ~orti e l 'O. può affermare che i risultati bercolare in lutti i J)aesi e ch e quindi 99 i salsono assai più soddisfacenti con qu esti ultimi che, vano. con -i primi. Dagli studi uoi e della sua scu ola è risultato G. MARAGLIANO (Genova). - Infiltrato precoceche i tessuti dell 'orga11i r110 c1uando è in piena ed anamriesi. - L 'O. si è proposto di. indagare efficienza fisiologica p er i11ezzo di speciali fercon quanta probabilità si possa affermare ch e un n1e11ti, distruggo110 i bacilli i cui Yeleni messi in episodio acuto rintracciato nell 'anamnesi di un Jibertà proYocano processi difensivi che neutraliza1nmalato di tbc. corrisponda alla presenza di u11 zano l 'azione n1orbigena e li im111unizzano. focolaio di Assman. Dallo studio di numerosisChe ~ e la capacità real tiYa del terre110 organico simi soggetti l 'O. può co,n cludere che l'osservaper q11alsia i ragione si in<lebolisce, allora l a 111 azione anteriore o eseguita subito dopq ha dimolattia na~ ce: che se l 'organisn10 si riprende, l a trato che un episodio acuto morboso soltanto n1al altia gu ari ce e 1'immunità dura. in uno scar sissimo i1u1nero di casi ha contrasseDa tntto c1ue lo insie1ne di falti provati, in g n a to l 'insorgenza ùi un infiltrato precoce e l 'iniconclu ion e ri ulta: che la massi1na parte d egli zio d ella malattia tubercolare. uomini i in1munizza automatica1nente, e può re. tare per tutta la Yita i111mune ; ch e una parte G. l\IARAGLIAi~o ':Genova). - Ricerche fisico chimi11ore cade u11a Yolta I11alata e poi resta p ere11miche nel sangue dopo pneumotorp.ce. Nei nemeiile iu 1111 u 1 te: che solo n el due per nlille pneumotoracizzati l 'O. ha trovato nella g·rande la malattia, una volta n ata, non si arresta più , maggioranza dei casj una diminuzione notevole perchè in essi il terreno organico non ha la ca della quantità totale di proteir1e, mentre in qua~i p acità di reagire e socconlbe. Dimostra che . in tu tti i casi i colloidi del siero erano aumentati. ques ti per colpa del terreno insufficiente, l 'in1 1'ali fatti evidenti dopo i primi rifornimenti, d~vtjnivano evider1tissimi nei soggetli ch e dopo i 111 unità non aYviene. Per que Lo . i è crecltito da qualcuno di poler rifornimenti presentavano rialzi termici. n egare la l)OSsilJilità di conferire con la vaccinaG. MARAGLIANO e FONTANA. - Ricerche fisico chizio11e l 'in11nunil à Yerso le ID:alattie tubercolari, rriiche n el sangue dopo iniezio~~ di tubercolin{L. poich è soggetti ch e già ne avevano sofferto, non ._ Gli 00. hanno trovato che in quasi tutti i ne erano rimasli i1nmunizzati , dimenticando cl1e casi, dopo iniezione di tubercolina, si ha dimiil procerli11tento i1111nunitario si può avere olo nuzione delle proteine totali e nella maggior parcol con cor so d el terre110 organico, tanto è Yero te d ei casi si nota 1111 aumento notevole del grado ch e - con trarian1eIJ te a quanto per lo addie tro di imbibizione tlei colloicli, tanto da con cludere si crede.' a - oggi si di1nostra che un grande nuquindi che l 'iniezione di tubercolina induce nel mero di soggetti dopo avere sofferto una m alatiero d e i tubercolosi modificazioni simili a quelle Lia tubercolare, ne 5ono rimasti immunizzati p er(;he si osservano 11egli individui so ltoposti a pneuch è in essi il terreno in buone ·condizioni ha proinotorace. dotto i materiali d .i fensivi immunizzanti . . V. ~1ARAGLIANO (Genova). Su alcuni quadri Co11clude segnala11do che tutta la 1)atologia turadiologici polmonari attribuibili a diffusioni em abercolare è sig11oreggiata cl alla immunità, cosa di l ogerie. In alcuni casi di tubercolosi polmocui ornai tutti convengono; ma che non si è annare si r~scontrano· radiologf-camente immagini coi:a abitt1ati ad applicarne i dettami per le diapuntiformi che si possono riferire, dis.poste co~e gnosi, la prognosi, la cura e la profilassi delle sono "lung·o le linee va colari, a disseminazione malattie tubercolari. In base a studi recenti della ematogena sclerosante; in altri casi il quadro p olsua scuola questo inoltre oggi può dire: 1nonare normale non può differenziarsi dal quaChe il B. T. en trato a contatto degli elementi dro non normale. Presenta interessanti reperti tissurali del terreno organi co è disintegrato per radiografici. • l 'azione di fer111enti specifici ch e si svolgono dal R. I NGLESE (Napoli). - Rupporli t ra sindronie tessuto ch e reagisce allo ~ timolo iniziale dei veemorroiclar ia ed a111ebiasi. - L 'O. cicbiama l'atleni tubercolari.


1828

e< IL

POIJICLINICO »

t enzione su codesti rapporti ch e d a11nQ luogo ad equivocj diag11ostici, imperocch è n1olte fiate in individui emorroidari possono passare inosservate delle forn1e di amebiasi latenti. · In 1nolti casi la prova della mobilizzazione delle am ebe con la diet a lattea ha resa positiva l'indagine, sulle materie fecali, per an:\ebe. L 'O. ha 11otato anche che la stas~ emorroidaria favorisce I 'attecchimento del! 'amebiasi, n e aggrava il d ecor so, e rende m eno efficace l'azione dell 'e~etina e dello stovarsolo. S 'impon~ un trattamento topico o con iniezioni intraemorroidarie, oltre eveD:tuali cure chirurgich e. La maggior parte degli ascessi epatici amebiasic~, a cognizione dell 'O., si avYerarono in individu~ CO:Q stasi emorroi~aria. · M. BERGONZINI (Napoli). -

L e reazioni sier ologiche dei sifilitici e~ il valore diagnostico della R . ltV. n .ei confronti co·n altre r eazioni. - L 'O. dimostra

che la r eazione di W. è una i:eazione di flocculazion~ com e l e altre che vanno sotto t ale nome. Mette in ev~denza l'importanza di certe particelle ultramicroscopich e, da lui chiamate complen:\enttrager nell 'andame:Qto della R. W. Tali particelle convo·g liano in caso di reazione n egativa, il complemento sul globulo, g~nerando 1'emolisi, lo imprigio:Qan:o :Qel flocculato· in casi d~ reazione p ositiva. Dimostra ch e delle reazioni diagnostich e della lues l a R . W. è quella teorican1ente più attendibile.

P. S1sTo (MoQ.ena). - An eni ia ip-oc11omica essenziale. ~ L 'O. illustra ci:Qque casi di anemia ipocron:\ica ~ssenziale, affezione di particolare importanza sia perchè an cora poco conosciuta e sia per i rapporti ch e essa sembra avere con ·1'anemia perniciosa. Sin te ti~zando il quadro· cl~nicq della 1nalatt ia, l 'O. ricorda COIT.\e degne di nota la lung·a durata dell 'affeziofl:e, i disturbi della sfera ge11itale, ed ~n qualch e caso le n ote soggettive ed obb~~ttive della glossite di Hunter. L 'esame del sangue rivela un 'a11emia spiccatissima a tipo costantemente ipocrom.ico, con V. G. basso, glob. rossi al di sot to di 2 milioni, globu~i bianchi spesso ridotti. Nel su cco g·astricq assenza quasi costante di HCL, pepsina e lab. L 'O. fa rilevare, come già altr~ AA. h anno fatte· osservare, ch e dopo un periodo anch e di parecchi anni, la malattia può trasformarsi in u:Qa tipica a:Qemia perniciosa e, secondQ l '0., l 'elerr1enlo che unis~ le due forme morbose è da ricercarsi forse nel comportamento d~lla funzi.one gastrica. L 'O. p en sa ch e n ella ane· mia ipocromica essenziale non manchi quel principio antianemico ammesso per l 'anemia per11iciosa, dato ch e il succo gastrico di questi malati , almeno secondo qualche autore è cap ace di curare l 'anemia perniciosa, ma eh~ nella malattia ,.i sia invece un'alterazione, per co.sì dire, della (unzio~e emat opoietica dello st omaco, alter azione, per la quale, in un primo tempo sar ebbe impedita la maturazione dei globuli r ossi nel midollo e quindi si avrebbe l 'an emia ipocromica, in secondo te1npo Ìf\V~e vi sarebbe il ritorno all a em atopoiesi embrionale e l]Uindi Ja comparsa del quadro dell '111 u~ mia perniciosa. G. D1 GuGLIEL::vro (Cat ania). - Domanda qualch e chiarimento rigu ardante questa forma di anemia ipocromica e precisamente se si tratta di vera achilia o semplicemente di anacloridria, co~e risulta dalla letteratura. Ricl1iama l 'attenzione . . . s ulla guarigione spontanea di questa forma ane1nica dopo la meD:.opausa. Ritien~ ino~tre non ~olto

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~"C M .

47 J

persuasivo il conce tto di analogia tra a11emia pc.r nic~osa e anemia ipocro1nica achilica, per quanto siano su ggestivi i casi di co11tempo1·a11ea presenza delle due forme i1ella stessa famiglia e di passagg io dalla forma achilia ipocro1nica a quella pern ic~osa. La differenza tra le due anemie i1on è solo sinlomatica, ma special1ne11te dovuta al fatto eh~ nell'anemia perniciosa, con o se11za achilia,. manca sempre il fattore intri:Qsecq o gast~ico , essenziale nel ~eccanismo patogenitico della malattia, 1nentre nell'anemia ipocromica achilica esso è sempre presente. Si potrebbe piuttosto pensare alla clorosi te11e11do conto dei rapporti con le div~rse fasi della vita sessuale.

A. FERR.\TA (Pavia). - Rileva le gra11di differ en ze che cori:o:Qo fra l'anemia ipocromica essenziale ~ clorosi e ane111ia pernic~osa: tutte queste forme debbo.n o avere una patogenesi differ ente. L 'anemia ipocromica essenziale può avere u11a certa so·m iglianza con la così detta anemia aplastica o i11ielosi global~ aplastica (Di Guglielmo) o atrofia 111ieloidE.: progressiva (Ferrata). Seduta p om eridiana (20 ott.). SEZ. B.

Presideni;a: Se11. E. MARAGLIANO.

C. A1vt:ATUcc1 :CVI"\LLARDO (Napoli). -

T1ariazioni dell 'elettl'ocar diogramma consecutivo ad introduzione di g la cosi o. - L 'O. ha studiato l 'effetto n ei

conigli della terapia glucosata endovenosa, sottocutanea ed orale sulla funzione cardiaca, con l'ausilio d~ll 'elettrocardiogramma ed ha potuto vedere ch e solo l a somministrazio·n e di glucosio per Yia endovenosa oltre ad alimento della t e1nperalura corporea jnduce una modificazione della funzionalità cardiaca, rilevabile elettrocardiografican1ente COD: un 'iD:t~nsificazio·ne notevole di dentellature dei tratti interposti ai complessi ventricolari, e talora con fasi di aritmia e comparsa di complessi ventricolari ad altezza rido,t ta. Tali modifi:caz1_o ni elettrocardiografiche posso~o verosimil~en te essere poste in relazion~ con un disturbo delle ma~estazioni elettriche del saroopaasma (variazio11i di potenziali) indotte da uno squilibrio metabolico per l 'apporto irregol at o di glucosio. C. A~IATUCCI MALLARDO (Napoli). - Variazioni dell ' ele.~trocardiogra.mma consecutive

alle iniezio-

L 'O. h a cercato di r en dersi co11to dell 'azione svolta dall'adrenalina sul cuore . . umano, introdotta per via sottocutanea, alla dose di 1/2-1 111mgr., ed h a potuto vedere ch e essa i~1 duce per 10: più una diminuzione della frequenza cardiaca ed un aumento di voltaggio nei fenome11i ~lettrici miocardici . Sia il migliora111ento della funzionalità cardiaca (aumento d~ voltaggio) e sia la diminuzione della frequenza so11q d a riportarsi, più ch e ad ltn 'azione vagotropa del1'adrenalina, alla 111igliorata c~r~olazione miocardica ch e la sostanza in parola induce con la vasodilatazione de! circolo co·r onarico. V. Ro1vrANIN (Trieste). - Studi s1ulla cole$terinemia nelle f <Yrme ip ertensive. - L 'O. in base a ric~rche sistematich e sulla colesterinemia nei corso dell 'iperten sione, accompagnata o no da art erio-sclero&i, ha potuto vedere che nei soggetti ipertesi e clinicainente, arteriosclerotici o non il t asso colesterinemico è notevqlmente aumentato. ·Nei soggetti arteriosclerotici con o senza ipertenni d i adrenalina. -

1

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XXXIX,

NUl\I.

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SEZIONE

• • s1one non s1• osserva un rapporto diretto tra au1~en.to del f:asso colesterinico nel sangue e grado d1 ipertensione. Dopo somministrazione di 1 ~mgr. di adre~alina, nei soggetti ipertesi e clinicamente arteriosclerotici si ha diminuzione costan.~ dei v~lori colesterinemici, mentre nei sog~ getti nor~ali, come è noto, s~ ha un modico aumento . La prova de11 'ipercolesterinemia alimentare dimostra sempre nei soggetti arteriosclerotici affetti o no da ipertensione, un modicissimo in~ nalzamentQ iniziale e un r apido ritorno ai valori di partenze.

V. BAcc1 (P1sTOIA). - T ensioni arteriose e tessuti emb riog~netici . - Nello studio d ei motivi di

variazione delle te,nsion~ arteriose devonsi tener presenti due t endenze nello sviluppo d ell 'organismo dallo sta~o embrio~ario verso il completamento anatomico e funzionale dei tessuti ed organi provenient~ dai tre foglietti blastodermici. Una t endenza consiste in un attività trofica e m eta~li~ s~p~riore alla norma fisiologica dei t essuti d1 origine ecto ed endodermica e questa si accompagna con ipotensione; l 'altra consiste in un a.tti~ità . P!olif~rativa eccedente e precoce di quelli di origine intradermica e quest a è accompagnata da ipertensio,n e. Da tale constatazione si desume la importanza pratica della valutazione a.elle ten sioni in ogni soggetto e ad ogni età per rile~arne la tendenza allo sviluppo· an atomico dei vari elementi tessurali e rispettivamente alle attitudin~ biochimich e d egli organi embrionali a scopo diagnostico , prognostico, profilattico e curativo. 1\ . LuIS \DA (Napoli). ~ Su di un caso di asm a bronchiale, studialo clinicamente ed istologicarri ente. - L'O. h a avutQ occasione di studi ar e per

oltre 2 anni un caso di <!sma bronchiale e di eseguire an ch e lo studio istologico del caso d opo la morte. Il malato venne a morte p er una forir1a ~eni~gitica d~ tipo tubercolare e morì in pochi giorni. Ist ologicamente fu rilevata la presenza di alcuni tubercoli miliari in ambedue i polmoni, ma a parte questi, di evident e natura terminale furo110 messe in evidenza alterazioni diffuse con~ sistenti in enfisema di medio grado, in pnet1monite interstiziale cronica ed in notevole dilatazio ne dell'albero vasale polmonare, con inizio di ipert~ofia d elle tun~che vascol ari, sempre a carico del1 albero bron chiale, fu notata notevole ipertrofia di tutti gli strati ,Jella parete, ed un notevole sviluppo della muscolatura, con fatti di iperlrofia e di iperplasia.

f:.· Lu1sADA

(Napoli). -

L e alteraz.i o·n i sistemiche della musco latura lisc i a broncopolmonare. - L 'O.

ha studiato ist ologicamente la muscolatura liscia broncopolmon ar e dei polmo·n i di 23 soggetti ed h a cercato di porre in relazione le alterazioni del tessuto muscolare, da un lato· con i processi p atologici diffusi ciel polmone st esso, dall 'altro con le principali alterazioni funzio,n ali a cui i so·ggetti erano esposti durante tutta la vita. Le alter azioni risco,n trate a carico dei muscoli lisci sono date da p rocessi degenerativi ~ infiammatori, d a uno stato di atrofia, spesso associata a sclerosi , d a uno stato di ipertrofia, più spesso isolata, m a talvolta accompagnata da iperplasia e talora associat a invece a sclerosi . Cercando di spiegare i dati istologici rilevati, l 'O. crede di poter ammett ere ch e i disturbi fun zionali dei muscoli lisci d el polmone, protratti 1

Pl\A1'1C·\

1829'

per anni, d iano luogo su ccessivan1ente a ri1odificazioni struttm:ali, ch e si rendono evidenti all 'esame isto,l ogico delle sezioni. A. Lu1sADA (Na1Joli). - L a eleltr o1niogr afia quale nietodo ausi liario nelLo studio delle dis tonie e dell e discin_e~ie. - L 'O. espone a11zitutto alc une prerness~

di indole generale, n eccs arie a chiarin1e11to dello studio grafico e clinico da lui intrapreso, s~olto con. l '?sservazione di 45 soggetti. Per qua11to rigu arda i riflessi p atellari e i cloni, l 'O. dice co~c le ricerche grafich~ diai10 ag~o ài pen etrare prt1 adde11tro nell 'intimo, i11ecca11ismo d ei riflessi e permetto~o inter essanti d eduzioni di ordine biologico e clinico. L 'O. si è occup.1to iD;oltre delle co11trazioni 111t1scolar~ e del mioedema, d ei m ovi1nenli passivi d egli arti E} d ei riflessi di autoinati ~1110 1nidollare <lei riflessi plantari, e ritìen e ch e i 111e todi grafici pos ono essere di notevole ausilio diagnostico ir1 i1c11rologiu.

V. CESAHE PIAZZA (Palermo). Sulla nefrite a1iaf ilallica. - L 'O. riferisce ch e d all 'osser vazio11e cli11ica di quesli u ltimi anni, fra le t a11te ma11ifest azioni anafilattiche assurte a dignità nosologica, ha individualizzato anch e il quadro clinico della i1efrite anafilattica. L 'O. g'ià d a inolti an n i prima aveva dimostrato speri111entalmente ciò e quindi oggi h a la confern~a n ella co11statazione clinica . . elle osservazio~i clir1ich e oclierne, l 'O. h a osservalo una evoluzione sempre benig na ma ciò' i1011 l) U O, essere certamente una reg·ola rigida. ~el campo sperimentale in fatto accanto ai casi ad andamento benig no l 'O. h a co11stala to quelli acl andamento fatale , per cui n on è da ritenere ch e la scoin parsa rapida d elle n1a11ifestazio11i re11alr i1nplichi una perfetta r e,_§t tlulio ad integru n1. Può . ig nificare i ~vece u110 sta to e.l i la lenza e che la si11Lomatologia ricompaia interYene11d o di nt10vo l'azione anafilattoge11a dello tesso a11tig·e110.

D.

CA1"IPANACCI

(Parma). -

1Vuova semplice JJ 1~ova stal agrnom etr ica p er diffe r e1izi are gl i essu dali dai trasudal i. - Gi à d a t en11.)o l 'O. aveva cer-

cat o di introdurre l 'u so dello stalag·n101netro . di Traubc nella diff0renzione tra essudali e· trasu dali, ina i1on osta11te esso sia di se111plice manualità, pur tuttavia es o è rin1asto un m etodo di ricer ca per la cli11ica: se nza avere però la volgarizzazione ch e meri lerebbe. L'O. h a pen sato ora di utilizzare per la pratica, an zicl1è lo stalagm ometro, la precipitazione o m eno dei fiori di zolfo nei liquidi in esam e, secondo la così d e tta prova cli llay, già in u so IJer i sali biliari ; 1na i1on ave11clo oltenu ti risultat~ soddisfacentj , ha pen sato di sens ibilizzare urlificialmente q t1e ta i)rova aggiltngendo ai liquidi in esam e una determinat a qt1a11tilà di sali bili ari a tti di per sè a modificare la ten sione superficiale. Acloperando qui11di u11a soll1zjoJ1e all ' l % di glicolnto di sodio, da aggiung·ere ai liqt1idi i11 esam e 11ella proporzione 1 :8 e stratificando po1 sull a superficie dei liquid i dei fiori d i zolfo, qt1esti preci1Jitano· al fondo se si tratta di trasud ato, i10I1' precipitano an ch e 11ello spazio d i qualch e minl1to se si tratt a di (:Ssudato. I risultati fin 'ora ottenuti dall 'O. su oltre t1na settanlin a di liquidi son o soddisfacenti e con cor-· danli co11 la d etermi11azione del l 'albun1ina e del peso specifico. (Co rtt i11 iia). A. Pozzi.


1R30

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IL POLICLINICO

XXXIX Congresso della Società Italiana di Chirurgia. (Cortlinuaziorie; ved. num. p1reced.).

Comunicazioni inerenti al tema: Le peritoniti acute. P.

E~rILIANI

e G. BAZzocèHr (Forlì). -

L'azotemia nelle peritoniti pu.rulen,te da appendicite con trattamento chiuso. - Nelle peritoniti purulente

da appendicite, <·ircoscritta o diffusa curate col trattamento chiuso, la curva azotemica è solo lievemente superip-re a quella che si ha in altre affezioni chirurgiche; e detratta nella elevazione azotemica la parte ch e spetta alla narcosi e all 'interve~1to in sè, la funzionalità ep·a to-renale, per quanto· ne è indice l 'azoterr1:ia, non resta menoman1enle offesa, il eh~ è avvalorato dai dati. clinici e sperimentali da lungo tempo ottenuti da Solieri. Il drenaggio n~lla cura della peritonite sp~rime ntale. - Determina11do una pe-

N. Tono (Napoli). -

ritonite diffusa generalizzata nei cani, ha visto ch e la chiusur a CQmpleta dell 'addome è seguita da g·uarigione nel 35, 7 % dei casi, con il drenaggio la guarigione non si ha mai. Il drenaggio quindi in questi casi ostacola il processo difensivo del peritoneo. (Milano). -

Le periboniti libere da perforazione di ulcera tubercolare d~ll'i_ntestino . P.

PERONI

L'O. riferisce sulle per~toniti da perforazione da ulcera tubercolare del! 'intestino portando in aggiunta ai 18 casi finora descritti il contributo <li un nuovo caso osserYato al Padiglione di Chirurgia d'urgenza dell 'Ospedale Maggiore su 896 casi operati per peritonite nel periodo 1920-1932; e di 18 casi della stessa forma rinvenuti all 'esa~e necroscopico su 12.086 autopsie. Nell 'accennare all a rarità d ella form a di djfficile diagnosi, al111eno p er ciò che concerne l a natura , e di prog11osi sempre infausta lasciata a sè; afferma che in questi casi si debba sempre intervenire chirurgicamente il più prestQ possibile, pqichè solo con un intervento pro·n to ed immediato si può avere la possibilità di esito fausto. E.

PRATO

~Iilano) .

-

L'enterostomia

nella

L 'O. sui dati s tatistici delle peritoniti acute operate nel Padiglione di accettazione e guardia dell 'Os1)edale Maggiore di lviilano d al 1916 ad oggi, pone in rilievo nei casi i11ortali la notevole importanza dell'ileo paralitico e la scarsa applicazione dell 'en terostomia che vi fa contrasto. Crede che una maggiore larghezza n ella applicazione an che in primo tempo di questo intervento di lecnica semplice e poco traumatizza11te varrebbe a n1igliorare i risultati . cura dell e p eritoniti . -

Seduta p o1neridiana (19 ott.) .

Presidenza : prof. ALESSANDRJ. L.

P1zzAGALLI

(Milano).

Sulle

peritoniti

Sulla base di rilievj s talistici esprime jJ dt1bbio che ancora per la peritonite, complicanza grave dell'infezione tifoide: non vi sia la necessaria' collaborazione medicocbirurgica, tanto più che recenti statistiche dann o un abbassamento ragguardev'.ole dell 'indice di mortalità, in relazionè alla possibilità di un diagnostico e di 1JI1 intervento c;h.irurgico precoce. d::i p erfor azione tifica. -

»

[ANNO

G. l\IASNATA (:rvlilano). casi

di

periton~te.

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XXXIX, Nul\1.

47~

Comunicazioni su 2'33' L 'O. riferisce su 233

casi di peritonite delle quali 130 da appendicite,. e 42 da perforazione di ulcera gastro-duodenale. Come tratta1nento operatorio nelle peritoniti da appendicite venne praticata l'appendicectomia elo zaffo alla Miculicz. Riguardo alla chiusura per prima intenzione ritiene dover si limitare nei so1li casi dove vi sia corrispondenza tra ·l a lesione riconosciuta nelle prime ore e il reperto operatorio. Come trattamento operatorio nella perforazione da ulcera gastrica venne praticata la gastrorrafia , di preferenza associata a gastro-enterosto1nia, ultimamente la resezione gastrica con esito faYor evole. C.

(Bari). Sulla peritonite di ~ origirte tossica. I risultati conseguiti con iniezioni d~ filtrati battericj nel cavo peritoneale sono stati negativi. Ne consegue che perogni processo acuto per~tonitico si debba verosimilmente invocare un fattore batterico , ancoreh~ questo non l isulti con le ripetute ricerche di c ui di~poniamo. TRINCHERA

A. .,t\LHAIQUE (Napoli). -

La condotta chirurgica nelle p~ritoniti acute da rottura di piosalpinge. È partigiano in questi casi di interventi con-

servatori. In due casi ha ottenuto la guarigione con lo svuotamento, la detersione ~ il drenaggio della raccolta annessiale. BA1occn1 (Napoli. -

La colesterina nelle peritoniti acute sperim entali. - Mentre è presente in

notevole g·rado nell 'essudato, è diminuita in tutti gli organi, tranne che nella milza. Quando la peritonite volge ·a g t1arigione il tasso colesterinen1ico sale. I). BASTIANELLI (S. Giovann i ' Tal d 'Arno). Jl mio contributo alle peritoniti acute. - Si occupa delle peritoniti da appendiciti. Eg·li non aspetta mai il raffreddamento, ma interviene sempre a qualsiasi &tadio asportando l'appendice. Ha ottenuto così risultati brillanti anche in casi gravissimi. Nelle forme di peritonite conclamata ha il 14 % di mortalità.

D. CALABRESE (Bologna) . - Periboniti aciite. Riferisce su 200 casi osservati recentemente. ,Nelle peritoniti da perforazione gastro duodenale· abitualmente sutura la perforazione, se ciò è difficile r eseca. Nelle forme circoscritte da appendicite aspetta di op~rare a freddo. Nelle forme diffuse drena abbondante1nente con garza e gomma la1ninata secondo Ruggi. · D. CALZAVARA

~Treviso) .

-

Sopra alcuni punti del trattamento chirurigico della perjton,ite acuta. Nel trattainento preoperatorio dà grande

importanza all'impiego delle soluzioni glucosate ed adrenalizzate sia isotoniche ch e ipertoniche. Come anestetico ·usa l 'etere. Riguardo alla tecnica operatoria è asso,l utamente necessario scoprire e r~muovere la lesione causale della peritorl.ite (colecisti, appendice). Ogni altro intervento è inutile Su di un cole~or:_aco-pe­ ritoneo traumatico secondario. Considerazioni sern.eiologiche e indicazioni operatorie. - Con lapa-

O. CANTELMO (Napoli). -

roto1nia svuotò la bile dell 'addome e q11ella del1'emitorace destro senza che si potessero rilevare lesio11i della colecisti e dei grossi tronchi biliari.


·t A~~o

XXXIX, Nu:Nr. 47]

Rileva come sia p·atog110111onica la comparsa di feci acoliche con itt~o leggero e la eccessività .del drell;aggio laparotomico e l a co11venienza del drenaggio discontinuo parace11tesico. N.

nfA~O

(i\lilano) . Erriie slrozzale .e peritonili. Ir1 12 an11i riel padiglione di accettazio11e di Milano si operarono 2013 casi di .ernie addo·m inali strozzate di cui 78 complicate con i)eritonite diffusa. Fa considerazio11i sulla .sede cJell 'ernia, I 'età, sulla frequen za della peritonite, sul p~riodo di tempo intercorso, ecc. l:lichian1a 1-' attenzio11e su i pericoli del tassi e riferisce le diverse modalità usat~ nel trattamento opera· torio e pos t-operatorio. DELLA

1831

SEZIONE PRATICA

R. 1\.LESSANDHI (.Ro111a; . - Cura delle peritoniti da iilc~ra perforata gastro-cluodenale. - Sost~ene

la necessità de~la diagnosi precoce per il migliora1ne11to dei risultati 11el trattar11ento delle perfo·r a.zioni d a ulcere g·astrich e ~ duoclenali, diagnosi cl1e sui segni classici è i11 genere possibile, talora facile e sicura, e n ei casi dubbi può trovare u1t elen1ento di certezza nella constatazione radio,l o_g"ica di aria libera nel peritoneo, specialmente sotto il diaframma o fra l a faccia anteriore del fe_gato e ·il peritQneo. All 'operazione 11 r eperto della perforazion e viene facilitato dall 'u so proposto da Gibson di una _piccola quantità cli sostanza colora11te fatta ingerire al malato poco prima dell 'intervento. In ge11ere ciò può non esser e necessario, ma .se la perforazione è puntiforme può facil~ente sfuggire, e nel caso, certame11:te rarissimo, che è .capitato a lui una volta cli una perforazione du,pl1ce è di grandissima impQrtanza. Circa la cura sostiene 1'u so , nei casi adatti, preferibilmente della resezione i11vece della gastrorrafia semplice o della sut11ra con affondamento e .g astroenterostomia. Se non può dirsi che la rese.zione sia un 'operazio11e più semplice e meno grave, ·occorre con siderare che spesso anche la semp1ice sutura ~ l 'affo1ldamento cli un 'ulcera callo a r1(tn a cui prossin'tità la parete gastrica o duodenale può essere i11fil trata, offre grandi difficoltà alla sutura, e se in questi ca i, come quasi sempre succede, è da aggiungere una gastrodigiuno.slomia l 'operazione diYenta certainente no11: m eno lunga e grave di u11a resezione fatta da un chirurgo sperimentato nella tecnica· di questi interventi. I vantaggi della resezione nel decorso ulteriore .so110 evidenti poich è nelle altre operazioni pos.son.o persis tere dis turbi, si sono abbastanza fre·quentem en te osservate altre perfo·r azioni o ulcere peptiche post-operatorie che a loro volta si possono perforare, e, nozione oggi acqu~sita appunto dalle più frequ enti resezio11i, l a molteplicità .delle ulc~te è un altrQ argo·m ento in · favore delle resezioni, sempre s'intende che l.e co11:dizioni generali ~ locali del malato e il tempo trascorso .dalla p~rforaz~one la rendano possibile. M. FASANO (Asti) - Elemen.ti complementari rne.lla c-u ra dellai ·perito_nite. - La cura diretta deve

<!Onsisterre nella rimozione della ca;usa della perito. nite e del pus raccolto nella. cavità. Il drenaggio -è quasi sempre limitato e posto nel Douglas e i11 contatto con il pu11to d'inizio della periton~te. .Nel trat~amento post-op~ratorio u sa la proctoclisi

con soluzione clorurata ipertonJca talvolta impiegata anche per via endovenos,a . La rachianestesia ha spesso il vantaggio di d are u11 pronto svuota1nento dell'intestino. Nei casi partiCQlarmente g-ravi usa l 'iniezione di siero (Heikoliseum) per via par~nterale . E. T1cozz1 (ì\tlil ano). - Sulla p eri lonite biliare. C:ontributo clinico e statistico. - Premessi i dati

st atistici ch e riguardano la percentuale di per1to11iti biliari rispetto alle peritoniti in genere (1 su 70) e alle peritoniti d'origine perforativa (2,2 %J riporta 4 casi di peritonite biliare co11 tre g·uarigioni e un decesso. Fa considerazioni in merito alla diagnosi che è sempre difficile, alla prognosi molto riservata e al trattamento . llitiene la colecistecto-rnia l 'operazione ideale pur rico11:oscendo che in un:. terzo circa dei casi ci si deve lir11itare alla colecistostomia o al semplice drenaggio. · G. MENEGHINI (Foligno). - . Peritoriiti acute da perforazione di ulcere gastro-duodenali. Dopo rapida rassegna delle odierne co11oscew.e sulla etiologia delle ulcere gastro-duodenali, riferisce la casistica delle })eritoniti da perforazio11e da ulcere g·astro-duodenali osservate nell 'Ospedale di Foligno ed esamina i vari metodi di cura da seguire durante l.'inlerve11to operativo. A. P1;;LLEGRINI (Chiari). ritoniti acute diffuse. -

Sieroterapia delle p e-

Ha associato da vari a11ni al~a cura chirurgj ca la sieroterapia riportando una i1npressione favorevole di questa associazione. Crede che o·ccorra sempre nelle p eritoniti acute diffuse associare l a sieroterapia anche se non si ottengono già risultati eccezionali Y\•ntati da poco alt 'estero. A. RALLO (Pola). - Aspetti della r eazione peritoJle ale nell~ appendiciti acute. - È fautore d~ll 'in-

tervento in qualsiasi mo~ento del! 'attacco appendicitico. Ha osservato come g·en eralmente a processi gravi a carico dell'appendice, corrispondano alterazioni peritonitiche di grado più lieve di quelle che non si riscontrano quando le lesioni del · l 'nppendice sono meno 11:otevoli. Se il liquido peritoneale è negativo all'esame batterioscopico chiude completamen,te la parete altri1nenti drena. R.

(Siena). -

L'introduzione nella cavità per itoneale di sieri e di filtrati nella cura chirurgica della peritonite da appendicite. - Usa in11nettere dopo l 'atto operativo 30-50 cc. di Piosol l{EDI

(filtrato batterico) nel cavo peritoneale. così un notevol~ abbassamento ~]ella che dal 20 % scende al 15 %. Risu] tati gliori si ott~rra11:11:0 associando anche germi anaerobi.

Si ottiene inortalità anche mifiltrati di

L. SALICE (Genova). -

Ricerche sp!'r.i mentali sull 'azione delle solazionl ipertoniche nell~ peritoniti da perforaziorie. -- ~1entre le soluzioni ipertoni-

che di glucosio non dimostrano nessuna efficacia, quella di cloruro di sodio determinano una so pravvivenza mag·giore qt1ando siano fatte preco. cemente. S. SoLTERI (Forlì). ·- Aboliziorie del dreriaggio ed immiss.ione di argento colloidale entro la si.erosa peritoneale nell(] chirurgia settica addominale. -

Ha osservato vantagg·i sicuri con I 'immissione nel


1832

<<

IL POLICLINICO »

perito11eo di 15-JO cc . di argento colloidal e. L 'O . è favqrevol e all'abolizione del drenaggio n elle appendiciti ; drena P-elle perforazioni, nella chirurg ia delle vie biliari, non u sa il drenaggio n ella chirurgia ginecolog ica.

F. VIRGILLO (ì'icastro) . -

Co n.tributo allo studi o de lla p eritortite da contu sione dell 'addome. - Riferisce di 7 casi cl i contusione d ell 'addome con complicazioni viscer ali ~ peritoneali. Richiama l 'a ttenzione sopra un caso cli peritonite trau1natica senza rottura di visceri e ins~ste n ella necessità dell 'intervento precoce n ei casi di contusion e d el}'addom e che nqn siano accompagn ati da shock.

A. ZAFFAGNINI (Pogg·io Rusco) . - L e p eri_toriili sp erimen,tali in r apporto al trattarn,enlo chiuso o co n d r en.aggio della cav ilà addomirial e. - Nei casi all 'inizio il tratta1nento aperto o chiuso porta a g uar1g1011e. ella fase di p eritonite concl am at a il tra tta111en to ap erto è da preferirsi a quello .chiuso. A. VITALE (Ro1na) . - Pe r iloriiti e modificazioni !fl. umeric lie delle piastrine. - Appena insorta la p erito11ile si osserva una piastrinosi, d op o 24-48 ore una pias trinop enia ch e si accentua con l 'aggravo1ne11lo delle condizioni generali. Se la peritonite risolve il numero d elle piastrine aumenta in J11ocl o da cl ar e un buon criterio progn os lico .

[ANNo XXXIX,

t\{u~r.

47]

dell 'a11in1ale i11 esp eri111tJnto p er I~ gravi lesioni ep a tich e e r enali deler111i11ate dall 'assorbimento dci co1np onenti biliari. G. Pozzi (i\tlilanl)). - La causa mortis n ella per i l onile biliare. -- Lesio11i p arenchimali dipendono dall 'azio~e t ossica dei componenti biliari assorbili dal p eriton eo n ell 'organismo. Le l esioni sqno più gravi a carico del r e11e e del fegato : l a f~sionomia del quadro n1orboso e l a forma n1ortis può parag·onarsi a quella di u11 blocco cpator e11 al e.

G . RoToLo (lVIila110) . - Sull ' influ e1iza dell'emop eritoneo nel lo .~vilupp o della p eritonile acuta da ferite sp erinientali del tubo gastro-enterico. L 'e~operi toneo es~rcita un 'azione favorente sulla peritonite; la gr avità della associazione è tanto più manifesta qua nto più l a ferita del ca11ale intestinale è situal a ver so il b asso.

1). CAZZAMALI (i\tlilano) . -

Contributo aJllo studi·o batteri ologi co delle p eritoniti acute. - Nelle prime ore l 'essudato è sterile e gli aerobi precedono gli anaer obi. Nelle appendiciti h a trovato di solito il coli : nelle p erforazioni gastrich e nelle prjme 6 or e il liquido peritoneale è sterile. Nella patogenesi bisog11a d are importanza alle associazioni microbiche.

F. GRIFI (Verona) . -

P. STEFANINI ( Ro1na) . - Ricerclie sul p ot er e di ,·assorf)in1enlo del p eri toneo, con mezzi op ac hi. Ha 11 a to l 'urosel ectan. Dopo vario ten1po e a seconda d ella sede di assorbimento, il liquido opaco .si ri11vie11e in vescica. Si conferma110 con questo 111ezzo, le n ozio11i g ià n ote intorno all 'assorbimen.to d el peritoneo. . eduta antimeri di9-nai (20 ottobr e) .

F. lloss1 (i\tfila11 0) . -

Peritoniti da p erfor azi one ,fii ulcera gasiro-d!uodena.l e. - 39 casi di cui discu te sp eci al ment e sintomatologia e la diagnosi differe 11ziale . Mortalità del 21,95 %. La p erforazio11e ,·cn11e suturat a accuratament e associando o 110 la gaslr o-enter ost.ornia.

ra

17. ZAGARESE (P arrn a) . -

Contributo allo studio dell 'assorbinie nto da p arie de l carvo peritoneale. - Dall e su e ricer ch e risulta ch e la introduzione di eter e e trementina prima aurne:Qta poi diminuisce l a velocità di assorbimento. La g licerina e l a formali11a ]a diminuiscon o.

C. LoRENZETTI ~fil ano. - Alcurte conside razioni ' sulla casistica delle p eri toniti acu te da appendicite de l la R . Clinica Chirurgica d i Milano. ---= Ne trae · d edu zioni riguardo alla n ecessità dell 'interYen to precoce; rig·uardq alle risultanze d el1 'esa111e bnl teriologico, al trattamento ap erto o chiuso, alla frequeD:za ed al contegno d a adottare r\elle Yarie complicazioni post-operatorie. A. PEzcor.r..ER (~filano) . - Contributo allo stud io del co le-peritorieo sp_er~m e,n_tal e. - In base a 36 esp erienze praticate conclude ch e il versamento di b ile sterile n el peritoneo pro·voca l a morte

Peritonite acuta circosc r itta di origine ombelli cale. - Illustra un caso clinico di peritonite da un ascesso ombelicale g·uaritq con l 'onfalect omia e ~l drenaggio.

L . CAPPELLI (Ancon a) . - A lcune consjderazioni sul trattamento delle p eritoniti acute. - È fautore dell a resezione nell~ perforazio:Q.i gastro-duod en ali. Nell 'appendicite acuta senza perforazione e pus chiude il peritoneo; ~egli altri casi drena cort gar za. Nell '11scesso appendicitico· in primo tempo si limita a drer1are il pus. Non è partigi ano dell 'intervento immediato dopo l a seconda giornata nelle forme circoscritte. O. MARGARUCCI e A. PANACIA (Roma) . - Statisti ca e brevi osservaziorii sui casi di peritonite acu ta or,corsi durante il periodo 1921-1991 nel II Padiglione chirurgico de l Policlinico Umberto I . - 462 casi di peritonite di cui riferisce sulla classificazione sul tratta~ento ~ sui risultati av uti . È fautore dell 'in terve"Qto sollecito del trattamento causale e del dr~naggio m eno ~ei casi circoscritti e di lieve e11tità delle lesioni p eritonitich e. Non ha avutq. risultati buoni dall 'enteros tomia n ella cura d el meteorismo d a peritonite.

Discussione della Relazione. CHIASSERINI (Roma). - Ricord a tra l e sindromi peritonitich~ quelle dovute ad ematom~ r etroperiton~ali in emofilici. Nelle perforazioni da ulcer e gastrich e è fautore d ella resezione. Ritiene ch e la morte n el coleper~toneo sia dqvuta a riassorbimento di sali biliari. Nelle forme da appendicite le più gravi sono quelle con essudato putrido ; in ques ti casi h a av11 to puoni risulta t~ con l 'An ticoli Serum.


(ANNO XXXIX,

Nu~I.

47]

SEZIONE PRATIC.\

.!\ . PELLECIUNI (Chiari). Si i11l er essa particolarmente d ell 'indagine radiologica n elle p eritoniti acute. Affern1a e illustra l 'importa n za di quest a ricerca ch e riesce innocu a n ei m al ati a n ch e g r aYi. Tal e rj rer ca ~eve essere est esa si steIQaticam ente in tutt e le affezioni addomina li acute. P er qua11t o rig uarda la p erfor azion e tifo·s a bisogna insi stere n el prop aga11da r e l a n ecessità di una dia g nosi e di u11 inter vento precoce. For e c iò può esser e ottenut o co11 l 'aiulo d e i rad iologi .

(P ad ova) . - Elogi a l a r elazion e in cui ved e onorat o nel m odo mig lior e il d efunto prof. Ros~ i di l\1ilan o. I11di ca come l 'i1Ltervento precooe r apprese11 li l 'obbie ttivo :ç.iù impo:r ta n te e il riultat o 111iglior e n ell a c u ra d elle peritoniti. Illutra d a ti diagn ostici ed op er a tivi . FA SIAN T

SGA~IBATI

(Uo111a) . Insi ste s ulla i111porta11za diagnos tica n ella reazione sp eci fica sulle o rine i1elle p eritoniti ac tLlc. I ri. ull a ti dubb i son o d o· 'uli a f a tti di d e bo jp r e:i1,io rte. da p arte d el p erit o11eo o d a errat a t ecnic:i ed erra la osservazion e. ~. BEDA HTDA

(Vas to). i so fferm a p ar ticol arn1ente sulle peri to11i ti trauma tich e d i cui il lustr a < \1 i 111olto ir1 teressa11li.

G.

B,\G~ ;n

(Cag linri) . F a n o tar e c h e l a r ag ion e d ell a ina n c:.• nza di cicatrizzazion e n elle p erfo r a1ioni d el l lI bo gastr\1-f:11terico suturat e è impu t3l)ilt' a ! r i ~tagn·:> del conten uto e p er t ale r agjo11e con si glia i ·applicazion e d ella ondina gas trica n p ern1an e nza. P er evitare i l apar oceli postop er a lori Jop o j re o aggic. i1elle p eri toni ti d a ap· p en d icite con si glia l 'inc i s~one a l embi d a ]uj prop o _ta .

1833:

i11 una annessite purulen.ta e p erforata. Nella seconda f ase le o,p er azioni lun g h e e indaginose agg ravan o le ~on d i zioni d ell 'am mal at o e sono da evit arsi . Applica l 'anestesi a r acl1idea quando l a pressione san g uig n a n on sia an cor a abbassata; in questi casi è b en e d ar e l a p refer en za all 'anestesia epid urale, a quella coi ·gas, all 'an es tesia l ocal e. ell 'ulcera p erfor at a dello st om aco l a sutura semplice d ella p er forazion e è u na cattiva op era· zio11e. L a sutura invece va pratica t a d op o r ccentazione d ella p erfor azione associ ando una g astroenter ostomia. L 'esam e radiologico è utilissimo in m olti casi si a per l a d i ag11osi ch e per l a sed e ed es ten sion e d ella p eritonite. Esita ad acce ttare l 'e11teroslo1nia sull'ileo; rit ien e inutile la gastrost omi a. P er quanto riguarclail dren aggio n on cr ed e ch e si p ossan o far e confronti fra trattam ento chiuso e aperto, tutt 'al più si può dire ch e an ch e est endendo il tra ttam ento chiuso si posson o ot tenere ottime p er centuali di g u arig ion e. Cred e adatto il dren aggio alla Mikulicz11elle p eritoniti J~ el vi che, m en o n elle altre sedi , in c ui u sa un tubo di g omma e una trisci a di gar za. In t em a di dren aggio occorre esser e eclettici , com e r egol a pratica gen er ale si p otrebbe dire <' h e n elle prime dieci o dodici ore si d eve chiurler e, poi dren ar e. Conclude ch e la cura d elle ' p eri lonili acute d eve aver e p er b ase il t r att amento dire tto o indiretto d elle lesioni primarie ch e a secor1d a d el t empo inter corso può o n o essere c ur at a r adicalmente. La p eritonite 11011 esige di r eg·ola un tra ttam en t Q proprio n ella fase prin1 aria, n ella fase secon-d arifl occorr e . i a trattata (coll ar golo, dren aggio) ..

.

f Fanoì. - Insis te sul tra t l<u11ento ch iuSù n ell e· periloniti co11c la1nat e ( 70 ca1' i su 81). I risulta ti o ttent1 Li co l trattam e11 to ehiuso son o ::: 11pe1 ior i a •1 uelli ol leriuti con dre n aggio. SB!\Oi7 I

P "GGLISI Au...EGRA CNi essina). elle prim e ore è f autor e d e lla r esezion e n e lle p er for azioni gas tro-duou e11ali . D opo l e 12 ore proced e subito alla gastro-enter ostomia, poi chiusa la ferita l ap ar ot omica m edian a fa una seconda inci sion e sotto l 'arco cost ale a d estra e sutura la p erforazion e dren ando p oi l a loggia sottoe11atica. Su 18 casi così tratta ti h a 14 g u arig ioni . ell 'applicar e l a gas tro-enler ost omia n on 11sa g·li enter ost ati . C1l\11No (P alern10) . - Ricord a un caso di p er fo razion e da pa r atifo ch e m entiva una p eritonite di o rig ine appendicol a r e. Insist e sulla n ecessità di ind agini sierolog·ich e sist em atich e. 1\1. RONZINI (Ba ri) . L a r ach.ianest esi a h a il van t aggio di d e te rm inar e n el perito n eo l 'ap er t ura dell 'alYo. L a R . A. r1on va applicata n egli ipotesi . 1\1. D oNATI (Milan o). Rileva la vastità d el · tem a . Nell e peritoniti traumatich e n ella prima fase il p eriton eo è sol o c ontaminato e t olta l a cau sa di infezione si h a la guari g ione. È different e invece l 'esito qu ando il malato sia tra ttat o n ella fase di p eritonite ver a e propria . Nella pri m a fase se si tratta cJj p erforaz]one da ulcera gatrica prati ca l a r esezion e co~e l 'appendicect o111ia n ell 'ap pendicite p er for at a o l 'annessect om ia

Seduta p on1eridiana (20 ott obre). Presied e il prof. ALESS ANDRI.

Comunicazioni varie. G . I Esu (Napoli). - R ice r che sul le alt erazi on i' art e.ri ose consecutive a simp aticec tom iµ cli imica. - H a u sat o l a tecnica di Doppl er. I processi consegu enti sono men o inten s i di quelli provocati dalla simpaticect omia secondo Lerich e e d opo unmese circa si h a l a r estitulio ad int egrum. 1

P . PANNELLA (Bari) . - Su l t amponam ento del le· fe r ite deg li organi p ar en chimatosi con muscolo p ettor ale di p ollo cru do e co tt o. - Le prop r ietà em ost a tich e son o più evidenti col inu scolo b ollito• e triturat o n è s·i c.limostr a tossico. V . GHIRON (Rom -i) . - Sull'azion e di alcu ni f erm en ti p r ot eoli l i ci su l lo sviluppo di tumori sp e-· rim;eiitali . Con t ali fermenti estra tti col m etodo di H edin h a ottenuto numer ose vol te l a ri-duzione d el tumore o l 'arres to di sviluppo d el tu-1nor e st esso. R . P ANDOLFINI (Rom a). - Alterazio n i ci1tan ee r ecen,ti e tar dive da r aggi X e da raggi infrar ossi: (Ricer che sp erin ie n tali) . - I r ag·gi X ritardano l a· n ormale evo luzion e d el processo di c icatrizzazione· m entre i r aggi infr ar ossi l a favoriscon o. In b ase· a esami i st ologici accur ati ch e h a pra ticato attri-


1834

cc IL POLICLINICO »

b uisce ciò specialmente alla lesion e di ele111enti end oteliali, alle ?l lerazioni vasali e alla distruzione d i clen1en ti r el1u1ari. TJFFHEDUZZI (Torino) . - Oltre a u11a ir r adiazion e dis truttiva esiste un a stimolante i fa tti d i prolifer azion e riparativa.

ALH \IQUE (Nap oli). --=- Ha otte11u to risu ltati favorevoli n el can cr o della m amn1ella irradiando il ·cam p o oper at orio d op o l 'asportazion e d el tu1nore e p r i1na di chiuder e la ferita. Qu esto m etodo è s tato po~ abbando11ato p er ch è ritardava la cicatrizzazione d elle ferite e favoriva il suo inquinam ento. .F'. 1\IARCHlNI (Recanati). - Nu ova pinza p er e1nos tasi profonda. Descrive i vantaggi d ella 11uova p i11za a m anic i sm on tabili ch e presenta.

L. CARMONA (Palermo). -

Ricer ch e su lla g lice-

Con l 'inchios tro di China n ella g r an de m aggioranza d ei casi si verifica una dim inuzion e m entre introducendo tryp an bl au si o ttien e alcune volte dimint1zion e ecl altre aumento. n 1ia i n an imali b loccati. -

J\.. CALÒ (Roma) - . La cance r izzazi orie d ei tess uti in vitr o. - Il trapianto d elle colture trattate in

vario m od o n on died e m ai luogo allo sviluppo di un tun1or e m alig110 p er quanto le culture cli1no--stri11 0 una tr asfor1nazione i11 senso n eopl astico . A. SPINELLI (Regg io Calabria) . -

Contri b uto sp erimentale clini co sulla ip er te rm ia p ost- op er at oria n el morb o d i Flav iani-Rasedow. Amm et te I 'e-

sisten za d i un ormor1e tiroideo ch e r egola la t em p er atur a , l a r espirazione e la circolazion e. ~11~ _perdita d i q ues to ormon e si d evon o le al ter az1on1 os er vate . Su lla m odifi cazione de l~a costituzi one fi si co-ch i m ica diel si er o di sangue in r appor to alla f agoci tosi p er i l bacillo di K ?c li:

C. LORETO (Ron1a). -

(Ricer ch e sp erimc11t ali in vitro) . - La fagoc1tos~ de i leu cocit i umani è favorita d alla prese11za d 1 sier o animale trattato con soluzio11e iper viscosa di gel a tina. M. BATTAGLIA (Na poli). -

Cura de lla t ub er colos i m uscolare e7n(]Jtog ena con il bacill o se l ezion,ato e stabil i zzato . - Riferi sce di un c aso ch e in lre m esi

-O.i cura iniziò la gl1Drigion e. · O. MARRONI (Roma). - L a v accinazi on e m ed i cata nell a t ub ar co l osi. - Illus lr a risultat i clinici. C. CAVINA (Bolog n a). -

60 n eu r otom ie r et r ogas.seriane p er grav i nev ralgi~ essenzi ali del trigemin.o. ( ote di t ecnica op er atoria e risultati).

Metodo di Ad son . Sezion a t u t ta la r adice per evit are r ecidi ve. An ch e la 8ezion e d ella r adice m otoria è b en compen sata. Cr ede ch e la cau sa della ch er atite n eu roparalilica sia dovuta essen zialmente a t raumalismi del gan glio che si devon o evitar e. Non h a avuto mortalità . A. CH1 As s~n1N 1 (Ro111a). - Ricor da casi per son ali . Risp armia la rad ice motoria e le fibre d ell a prima b r anca, p erch è. crede r ar a la nevr algia di q uest a. R. PAoLucc c (P arma). - In un caso g u arito con la selione p er iferica d el la II e III b r anca 11otò la -compar sa di una 11evr algia n ella prim a bran ca.

[ANNO XXXIX, NuM. 47]

1\. . CHIASSERii~I (Ro111a). Co r d.ot omia p er dolo r i lçincinant i i n. ta beti co. Riferisce un caso op er ato con buon r isu l t at o. Descrive la tecnica e i

van taggi d ella cordo tomia risp etto alla rizotomia. F . RABBONr (P alerm o). ·-

Su un caso d i tunio r e m i sto del la parot ide accessoria. - Descrive il caso

r arissimo e fa con sider azioni sulla p atoge11esi, sulla difficoltà deJla di ag·n osi . ~I .

AscoLI (Roma). - Sulla cura d egli empienii cr on ic i . - · I11siste sulla necessità di non aprire gli empiemi tuber colari ch e dovrebbero venir trattati con l 'aspirazione. Se sono aperti per lo più occorre eseguire d elle tor acoplastich e. In alcuni casi ribelli h a ottenuto la g u arig ion e con la r esezione p ar asternale e IJar avertebrale delle prime sei costole e con 1'op crazio11e seco11clo Sch ade della 1netà inferior e. Illus tra con r adiogr afie i risultati ottenu ti . (Cont i n ua) . P. VALDONI.

1° Congresso internazionale d'igiene mediterranea. (ìVIar siglia, 20-24 settembre 1932). Qu est o Con g r esso i11t er11 azion ale , oTganizzato sotto' gli au spici d ella F acoltà di medicina di lVIar siglia e sotto Ja presiden za d el prof. Marc houx, d ell 'Is lituto Paste ur di Parigi, h a riunito num er osissimi clinici e igienisti d el litorale m editerran eo p er la d iscu ssion e d ei cinque interessa11ti temi p osti all 'or (line del giorno e di altri argo111enti vari in materia d i epiden1iologia e di ig ien e gen er ale. L 'Italia interven~e, oltre ch e co11 u11a spet iale d elegazion e presieduta cla S. E. l 'accad ernico prof . De Blasi, an ch e con un rilevante numer o di ader enti individ u ali d ella p enisola e d elle n ostre Colonie m editerran ee. lì Con gresso fu t ent1to sulla su ggestiva colli11a d el Pharo ch e d ornina l 'entra ta d el p orto, 11ella sede d ella Facoltà e precisam ente nel gr ande anfiteatro d ella Scuola di Anatomia. Il martedì 20 set te1nbre, dopo una breve seduta inau gurale, presieduta d al Ministro d ella Sanità Pubblica, J . God art, s 'iniziò s ubito la discu ssion e del pr imo teina su cc la sp}iroch et o$i sp agnol a». Il r elat or e 1SAn1 DE Bu EN, ch e, nel 1922. ebbe a far e in Sp ag11a le pri111e osservazioni e n el 1924 i primi esp erimenti di trasn1ission e agli ani1nal i, di111ostra com e la m alattia sia r ecata al1'u om o n on d al pidocchio, m a da una z~cca, 1'0rn i t h odor us <:r raticus (identitjo all 'O. marocanus), quale ve ttor e d el T r ep onema hisp anicu m . ch e si d eve riconoscer e molto vicino al Tr. dutto. n1i, lna differ en ziabile d a ql1esto con le r eazioni i1n 1nunologich e. La 'frl:ala ttia colpisce sp ecial1nente i giovani di sesso 1naschile e p er lo più i campag·noli p er i più facili r apporti co n l 'Ornit hodorus. Probabilmente i roditori sono i serbato i del virus, nla l 'O. si può ritrovar e su anirrtali diver si . I ..a m al attia dura a lungo·, co11 qu attro, cinque e anch e più p er iodi febbrili, a durat a scalar e; g u arisce spontanean1e11te. In alcuni colpiti si osserva u11a lesion e iniziale d 'inoculazion e, d ato d alla puntura d el1

1

1·o rriith odorus.

Per gli it aliani p ortò un contributo alla que-


~ ..\~~o

XXXIX,

Nu~1.

47)

SEZJOl'iE PRATICA

stione il FRANCHINI, illustrando i rari casi di febbre ricorrente nelle colonie italiarw del Nor1ì Africa e la presenza in quelle località di differenti Ornithodoras vettori del virus, trattenendosi particolarinente b U un O. d a lui s tudiato, l '0 . Fran chi11i, cl1e rletermina lesioni cutanee e che, secondo il Franchini s tesso, è con ogni probabilità l 'agente della « febbre d a puntu.re Lii zecche ». Contributi sulla spiroch e tosi sp ag11ol~ fl1ro11 0 portati anch e da MATHI S e l)URIEUX, da JORGE, 1nenlre CAl\•IINOPETROS illt1strò la spirochetosi ittero-emorragica in Grecia. N1coLLE riassunse la question e, di111os trando l 'esister1za n el bacino rn.editerra11eo cli due febbri ricorrent~: quell a epidemica o m oi1diale, trasm essa dal pidoccl1io e la febbre ricorrei1lc spagnola o 111eglio ispano-africa11a, trasi1tessa d all 'Orriit7io dorus, la qttale ultima i osserYa in tutta la zo-n a <li diffu ione di que la zecca, dalla . Spagna al1'Egitto. La cavia è sen sibile a11 'inocul azione del sangue di mala ti della .. eroncla for111a, insen sibile alla prin1.a . .\l tri argo m en ti d 'ig ie11e inedi terran ea furono trattati n ella stessa sedua. Ricordia1110 tra ~ molti oratori 1-IECKE moTa il quale illus trò in una inter essa11te i11tesi ria uns u11tiva, ma completa , l11lta la patologia del b a cino n1.editerraneo, dimoslrando11e 1-a fisionon1in tutt 'affatto particolare sotto alcu11i a i)etti. ì'ella seduta del mercoledì 21 fu di cu sso il teina F ebbre ondulClJnle, r ela tore Bu RNET. La bella relazione , den sa di fatti e di oss~rvazio11i , i11al si pres ta acl essere riass unta. Essenzialmente il relatore so ttopose ad un esan~e d'insieme la questione « già vecchia m a oggi più viYa ch e m ai » d ei r apporti tra Brucella melitensis e B. abortus (bovis). Tutte le argo1nentazioni e i criteri già addotti per l a clistinzione dei due Li1)i son o slati vuli1era ti da due fa lli 11uovi: Ja scoperta del B. abortus suis, p atoge110 p er I 'uomo e p er l a scin1n1ia e il riconoscin1ento dell 'attitudine delle Brucelle a passare d a u11a specie animale all 'altra. Si è r esa perciò ne~es aria la ricer ca di altri criteri differenziali, tra i quali sembrano oggi più accetti i inetodi di Huddleson (produzione di H 2 S e azione cc batterios ta tica» dei diver si col ori), n on essendo più possibile, p er il loro carattere migratorio, d efinire l e bru celle secon clo la provenienza. Solo ~ol tempo la complessi Là d elle osservazioni co n sentirà conclusioni e classificazioni definiti ve. .._ Le comunicazioni che &i su ccedettero di J . V10AL e TAYLOR, di J uLLIEN e DucATTE, di GrnAun e di altri misero in evidenza l a diffusiqne della f. ondul ante ii1 Francia e l 'esistenza di essa anche in dipartim:en ti ritenuti indenni, Il:Onch è la presen za di forme occulte, cioè di se1nplici portatori . 1'ANON e NEVEU illustrarono invece i caratteri clinici ~he secondo essi differenziano la f. ondulante d a ii1icrococco di Bruce e la forma da b. di Bang. Seguirono n el porr1eriggio interessanti comui1i<:azioni sulla l ei shmaniosi, con il contributo italiano di FRANCO (per la Z. in Sardegna), di FRANCHINT e di 1\1AZZOLANI per l a l. nelle col onie italian e del Nord Africa. Quest 'ulti1no in m odo particol are s 'intrattenne sulla Z. visc~rale infantile in TripoJitania, dimostrando poco probabile il contagio umano o ca nino . più probabile la diffusione 1

1835

a m ezzo- della cimice o ùi altro vettore a piccolo raggio di azione. La seduta di giovedi 22 s'iniziò con la relazion e di BLANC sulla D engu e. Il relatore, dopo di aver riassunto la storia della malattia, la sua t-intomatologia, l e alterazioni sang t1igne e l 'epide1niolo,g ia, si intrattenne particolarn1ente sulla e tiologia , s tilla n atura d el virus e sull a d engue sperimentale n ell ' uomo e n egli animali, dimos trando ch e la m alattia è legata s trettam ente alla presenza della Stegomy ia. Perciò predilige i porti di 1nare, i delta, le coste. Le s tego1nie s 'infetta110 pungendo l 'uomo nei primi g iorni di malattia: il virus è filtrabile, si con serva anche due m esi nel siero estratto da inalati. La profilassi d ella d eng·ue si riassume n ell a lotta contro le s tegomie e n ella vaccinazione preventiva. Questa dev'esser e fatta però con un virus ancora vivente; secondo BLANC e CAMINOPETROS con un virus biliato - ... iero <li mala ti e non di convalescenti - a 1/20 (proporzio11e di bile che non u ccide il virus) o meglio con dopp,i a vacci11azione . E c ioè con una prima iniezion e di virus biliato i11aLtivo (a 1/15) e, dopo quindici giorni, con una seco11da i11iezione di virus biliato attivo (a 1/20). Dopo una importante discu s ione sul tema e uria comunicazione di BROQUET sull'utilità degli accordi i11ternazio,n ali in ca si di epide1nia di deng ue, furono fatte n ella s tessa g iornata altre comunicazioni sulla bilarziosi , sull a inalaria, sul vajuolo e s ulle infezioni tifoidi. Sull 'ultimo argomen to, di particolare interesse fu quella di HAunu nov sulla probabile importanza d elle ferine filtra11ti di b acilli tifici e paratifici nella etiologia di queste i11fezioni. Queste forme filtranti si trover ebbero nel sangue (all 'inizio) e nelle feci dei nlalati (dur ante tutta la m alattia), ma an che n elle acque Le febbri tifoidi sarebbero dunque cau sate non dal b . di Eberth nella sua forma visibile, ma da un 'al tra forma ~nvisibile ? La eduta del venerdì 23 ft1 dedicata alla lotta co11tro i roditori e gl~ insetti, alla i)este, alla lepra e al tracoma. Di una lucidità amn1irevole e prospetta11te tutti i pro·b lemi r elativi fu la r elazione LUTRARIO delega lo italiano ali 'Ufficio internazio11ale d 'igi ene sui procedi m e1i1i m oderni cl elle riavi.

di derattjzzaz_ i on e

Il relatore riunisce i11 due g ra11di classi i ptocessi di d er attizzazione : processi principali e processi au iliari , uddividendo p oi, a loro volta, i principali in due categorie a secoll:da ch e tendono allo s terminio massi o dei r atti o alla preservazione da essi (rat-proofing) . Nella prima categoria sono con1presi i gas tossic i (o , co1ne ~l r elatore prefcTisce dire, le fumigazioni\ tra i qua li considera particolarmente l'anidride solfor osa, l 'ossido cli carbonio e sopratutto l 'acido cianidrico, del quale ultin10 si ferma a con siderare i pregi ed insieme le difficoltà d 'applicazion e. Si devono sempre preferire le fumigazioni a s tiva vuota, anzich è carica l\l[a an ch e con le pii1 acc urate e più efficaci fl1n1igaz ioni qualche topo può sopravvivere. Da ciò il n1aggior valore ch e og'gi si tende a d ar e al procedime11to del r at-proofing (a prova di topo). Il 1netodo è complesso e riguarda, per prin1i . i co-


1836

te

IL

POLI CLINJCO »

struttori delle navi con la soppressione ù ql1a11 to m eno protezione di tutti gli spazi m orti, ma a11ch e gli equipaggi, dei quali è indispensabile la collaborazione cos tante. Pertanto il relatore preco11izza I 'istituzione a bordo di una nave di sqt1adre di derattizzatori. 'f ra i p,r ocessi au sili ari Yanno ricordati i vari veleni dei topi, i processi meccanici, quelli biologici (virus m icrobici), gli animali antagonisti. l\1a questi procedimenti non possono avere cl1e azio11e circoscritta. Nella discu ssione, ch e seguì alla i11teressa11te r elazio11e, va ricordato 1-IEDERER, il quale sostenne la n ecessità di t ener presenti n elle derattizzazioni delle navi la legge della con centrazio,n e dei veleni , quella del te111po d 'azione e quella dell 'elettì Yi tà. Si ebbero poi 11ella ·stessa seduta comunicazio11i varie sulla peste e sulla vaccinazione antipestosa __..,. ch e, secondo DuJARDIN-BEAUMETz, dimostra buoni ris ultati - ; sul tracoma, sulla lepra e sulle 111alattie veneree, con relativa discu ssione sulla questio11e sempre aperta tra abolizionisti e rego · lamen t aristi . La seduta del S[lb at o 24, r iservata al t en1a << la j ebbre esantenia.tica mediterranea » fu tra le pit'1 i11teressanti , e, lJer i con gressisti italiani, quella ch e su scitò le più faYorevoli impressioni e le inag .. giori soddisfazioni. Relatore fu il prof. D. OLJ\.IEn, il quale, dopo aver illt1strato co n g r ande competenza l a storia, l 'epiden1iologia, l a p atologia ormai ben nota della febbre esantematica 111ecliterranea, i rapporti con le for1ne affi11i e le questioni connesse ed avere posto in rilievo alcu11i punti che attendo,n o maggiore precisazione, giunse alla con clusion e che l a f. e. deve differenziarsi dal tifo esantematico essenzial1nente: p er l :t sua compar sa in estate, per la p ossibilità di colpire tutte le classi sociali e senza l'intervento del pidocchio, p er l 'intervento, co1ne agente di trasmissione, di una zecca (Rhipicep haliis sanguirieus), per I 'assenza di un vero stato tifoso n ei colpiti, per la su a benignità, per la i1on trasmissibilità alla cavia e per i r eperti n egativi d 'imn1unità crociata. Il prof. · 1coLLE, che presiedeYa l a secluta, portò alla questione il contributo della su a esperienza a l riguardo, dimostrando ch e si posson o riscontrare sul ~1editerraneo tre forme diverse di febbri esantem atich e: il tifo esantematico « storico», il tifo benigno o murino, la febbre bottonosa (con la quale si deve identificare la febbre esan1en1atica del litor ale). I metodi di laboratorio m ostrano le diver sità d~i tre virus; ma il t ermine febbre esa11tematica deve riconoscersi ormai st abilito a designare una famiglia n aturale di m alattie delle quali il tifo storico è il tipo. Degli italiani, parlò per prin10 sull 'argo111ento PEcORI, il quale, prendendo occasione d ai casi della così detta f . e. clte si osservano in estate a Roma (e ch e per la possibi]jtà data ai congressisti di esa1n inare un malato della r egion e Marsigliese fu da lui potuta riconoscere del tutto identica a quella ch e si riscontra a Roma), confutò tutte le arg·om entazioni eh~ i11iran o a separare troppo n etta1nente il virus tifico classico dai virus ch e sono causa cli numerose forme esantem atiche simili, descritte da osservatori m olteplici delle più diver se parti del nlondo, p er concll1dere ch e le varie for-

[~.\.NNO

XXXIX, Nul\t. 47]

111e si devono ritenere dovute a virus discendenti originari amen te da un virus unico cioè dal vero virus tifico, ma trasformatisi in seguito attraverso climi, ospiti e vettori diver si. Il prof. N1coLLE subito dopo la comunicazione PEcon1 si alzò p er pronunciar e n obili, simpatiche e com1noventi parole sul co11tributo dell'Ital1a nelle questioni scientifiche. Le gradite espressioni del venerato Presidente, ch e sollevarono I 'entusiasmo clell 'assemblea, ehl,ero riscontro in elevate parole di ringraziamento dette, a n o1ne dell 'Italia, da S. E. DE BLt\SI, presidente della Delegazio11c Italiétna. Sull 'in1portante argom ento riferiron0 anche, tra gli it3lia~1i, CAsTnoNuovo, a proposito di alcuni casi di f. e. osservati a Napol~, CANNAvò, il quale, J..rendendo occasione da casi verificati in Sicilia J s 'intrattenne su alcuni r eperti differenziali di lab or alorio ed istologici. Meritarono poi particolare atten zione dell 'Assemblea i dati rifer.iti da B0Nc1NELLI sull 'infezione inapparente del cane, sulla positività della reazione di Weil-Felix in questo ani1nale, sulla possibilità di dimostrare l a sen sibilità della cavia al virus della f. e. Ma contributi n o tevoli furono portati anche da molti altri osservatori francesi e di paesi diversi. Ricorderemo tra 11uesti JORGE (Portogallo) il quale, pur sostenendo l 'indipendenza epidemica della f. e_ rispetto al tifo esa11Lematico, al tifo benigno e alle forme simili, non inan co di notarne le affinità~ Co1'itBJEscu sulla f. e in Run1ania; GAun sulla f. botto,n osa al Marocco; CAMINOPETRos sulla f. bottonosa in Grecia; PmRI e MosrNGER (Franeia) sull 'anatomia della papula esantematica; JoYEUX e · PIÉRI u gli animali serbatoi del virus della f. e.; LÉPINE sull 'origine mur~na del t. e. benign o dei paesi m editerranei, ecc., ecc. · Di speciale interesse furono infine le comunicazioni di MARCANDcEn e P1noT e di J>r.Azy e GERMAIN a proposito del tifo endemico benigno osservato a Tolone. Questi ultimi conclusero che le ricerche sperimentali orientano sempre più la f. e. verso le infezioni del gruppo tifo esantematico, e che al tifo benigno dovranno riferirsi <' tutte le malattie a carattere esantematico per le quali alcune particolarità' cliniche Q sperime11tali appaiono attribuibili unicamente alle modificazioni che, attraverso il t empo, i serbatoi di virus o i vettori differenti han110 potuto imprimere al virus originale» (1). E la Com1nissione, 1101ninata per riassumere le diverse questioni prosp ettate nella discu ssione del1'argomento, pur riten endo di dover conservare p er la malattia r.:santematica mediterranea la denominazione di « febbre boltonosa », riconobbe che essa e tutte le forme similari debbono riportarsi al gruppo tifo esantem atico. Con l 'approvazione di questo voto e degli altri riferibili ai temi dei giorni precedenti e con la dicussione di co111u11icazioni numerose anche su altri argome11ti (tra le quali interessantissima quella fatta da S. E. DE BLASI a nome del suo aiuto Asc10NE e del pi:of. MAruorr1, sulla filtrabilità del virus 1nalnrico), si chiuse questo Con gresso al quale gli it aliani portaro,n o contrjbuti meritatamente riconosciuti e ch e design ò l 'Italia a sede, n el 1935. del futuro Congresso P. G. I

(1) Tale pu11to di vista era stato già sostenuto da PECORI nello st esso Congresso e anche su questo periodico. (Policljnico, sez. prat., 1932, n . 35).


! ANNO

XXXIX, Nuì\i1. 47)

1837

SEZION E PR.\.TlCA

APPUNTI PER IL MEDICO PRATICO. CASISTICA E TERA.PIA. Paratifo B con meningit.e in un poppante. Th. An·der son (TJi e Lartcet, 23 gennaio 1932) riferisce il caso segu elllte. Un bambino di 5 setti1nane vien·e amn1f.s o in osped.a le. Era stato booie fi110 a lla terza settimana, poi inc-0mi11ciò ad avere vo·m iti do1po la poppata e d a rifiuLare il seno. Scarich·e a cqu-0se e veTdi ; ui 1-± .Q" iorn1 di vita aveva av.urt·o un'eruzione non ben d efin.ita. Poc-0 prima di entrare i11 0:5pe<lale, tos . . e gra,re. Ali ' e ame, si ri" contr a bronchite gen er aliz.za ta, . . enza consolidazione polmonare. Eeci puzzolenti, verdi ; temperatura 39°,2, polso 148, r espiri 48. Dopo 5 g·iorni, fenomeni di m eninO'it-e : si estragrrono 20 em e . di liquor ;purulento, all ' esame del quale si riscontra un b acillo pleomorfo n oni re istente a l Gran1, cl1e il suc.cessi,10 studio din1ostra essere il parati fo B. ~!ort e d el bambino 12 ·Ore dopo ~a1 puntura lon1bare. All 'autopsia, co:n gestione dell e m e· ning i ; le sezio1n.i istologich e diimostrano 1a presenza di un b acillo pleon1orfo g ram-negativo. Nessuno eTa stato m a lato, fra le p er sone cl1e c ircondavano il ba·mih~no. Siccom e esso era s tato nutrito ancl1e con preparati alimentari , i sono so petlati questi co111e veicolo d ell 'in. fezione. P erò , il fa tto .che il sier o di angue d ella madre agglutinava a forti diluizion i il IJar a B ed il germe isolato dal ban1bin o (il a1n1gu e del r>a dre era n egativo) fa r iten er e ch e essa abbia avuta un•'infezione paratifica e cl1e abbia infettato il bambino. fil. 1

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La tifoide nel poppante. È molto rara; Reinh.a rdtova (Paris m éd., 27 a.g osto 1932) n e riporta 4 casi. Il qua·dro c linico e 1'ev-0luzione· sono atipich e e soltanto la ier or eazione afferma la ·diagnosi. Il polso è frequente, la curva termica non h a n.uJla di caratteristico; roseola e splenomegalia incostanti. Si può avere costipazio·n e all ' inizio; in seguito, le feci diventano liquide e mucose. Nei cas i osser vati ·dall 'A. non è stat·o riscontr ato il bacillo di Eberth n el sangue e l a formula leucocitaria n on aveva nulla di caratteristico • La prog nosi è buon.ai, la terapia si lim ita a prescrizio ni diet etich e. L ' A. rconsig lia ch e, in og.n.i caso di m .a lattia febbrile pr0Jun1gata con modif~cazioni delle feci e dim1agrimento, di fare la •sier or ea7.ion e c h e può. chiarire la diagnosi. fil. 1

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L'obesità nel lattante. Dopo aver preso in con siderazione il fen om eno dell 'obesità, n ei suoi l imi.t i , m in imo e massimo, do·p o aveir ricordato i pochi casi

d i obesità n1o truiosa o gr.ande ob e1sità esistenti 11clla letteratura, il ·p rof. Cozzolino (Il Lattante, agosto 1932) r iporta qu.a ttr o ca i ·di su a osservaz ion e, di piccole e m edie obesità in lattanti (2 cli sesso maschile e 2 femminile), di· cutend o la p atogen,e si ·dei suddet ti casi . L 'A., in b1ase a lle sti.e ·osservazioni, vie11e ad escludeire ch e il sesso· femminile sia l 'uni1can1en t-e colpito. accettando co ì 11on· la deno·m i11azion e del P ende ·di cc 111atronismo pr ecoce », n1 a piuttosto quella di A. 1F erra nnini, ch e parla di cc matu r ità preco•ce ». Nei 4 casi esposti il prof. Cozzo lino cer ca di spiegar e lo stato di ob esità ammettendo che in un· ·deterrninato l)eri odo della vita si sia stabilito un iperfunzion am en to di un complesso endocrino e cioè del complesso cortico-surrene-ipofisario, :a,l quale i può poi sostituire gradatame11te quello tiro ido-epifiso-genitale, riportand-0 al normale I '-equilibrio onm10ni co. Lo ~1t adio di obesità n on sar ebbe quin·di definitivo n ello .svilUJpip 0, rmlai co1n il ristabilir i dell'equilibrio ·o rmonico si avreb·b,e un rilorn-0 allo svi.l upp·o no·r n1ale o m aig.a ri subnor1nale, ed eventualmente persino il passaggio da lla o,b esità a lla mag rezza. C. NERVI. 1

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Il trattamento della magrezza nei bambini. J . Com·by (La Presse m ,éd icale, 25 g iug no 193 2) si occu1pa della magreua d ei bamb ini g randicelli e degli .ad olescenti . Oltre alla i11a o-r ezza consecutiva ad una malattia aou.ta e q11ella co11nessa con l 'a n.or essia m entale n el le g·iovan ett-e ch e ·tem on o di in.g rassar e .t ro ppo, esiste un tipo di m .agrezz.a , se nza d isturbo viscerale appar ente, ·s e1n za malattie n ervose I1è al terazioni del sa.n gue. P er quanto rigu,a rd.a l 'appareccbio digere n.te , si trovano talora dila tazione gastrica, costi11azion e , sen sibilità a · normale nella r egion e di McBurney (appencl ici le c ronica). E abitu.ale la, 1n,icr opolia·de1l i.:1, cn za cl1e la cutireazione o la radioscopia riveli no nulla di specifico. L 'ap·p etift:o è, di s olito, din1inui.to. Qua11do si possano escludere la tul1er col osi o l ' appendici Le cr onica , l 'eziolocria clella m agrezza appare a sai vaga e si è ridot· ti ad una m edicazione sintom a.tica. 1) Ig iene generale, aer eazione perman en.te, eliote·r a·pi a od attinoterapia; sconsigliabile il m ar e p·er i bambini n ervosi . Coricarsi rpresto, alzarsi tardi , d o·r mire co1n1 la fin·estra a,p·erta . 2) Alim·e ntazione so·sta1nzìosa e v.a ria secondo i g usti · del b ambino , quando, son o ra· zion.ali. c .a rni .a rros•lite, .a.i ferri, prosciutto, pesce,. una volta al g iorno; in·sistere sui farin.acei ·e zu1cch e,r ini , pane tostato o crosta, pan e completo. Mang·iar e lentam,ente, masticare bene; b ere acqua o vin.o senza alcool . 1

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1838

<e lL P OLICLINI CO

3) Idroterapia calda; versan1do acqua a 38°-40° sul bambin,o ogni m .a/ttirua.; friziooi secch e, m at ti:n 0 e sera, s ulle parti carnose con un g uanto di crine (può f.arle lo stesso bambino, se abbastanza g rande). 4) u .n b agno a lla settin1.a na' a 36°-3 7°' p er 15-20 min°u ti , con una n1iscela di sali clor·o-bro•m o- j od ura ti. 5) Pren.dere prima dei ~p,a sti, :per 10 giorni e 2 volte al giorno, un cu ccl1iaino dru caffè di: Arseniato di sodio cg. 2, in a cqua b ollita g. 100. 6) Nei 10 giorni seguooti , urna delle seguenti cartine, in um• •cu cchiaio di .acqua zucch·erata od i1n , un po' di m.a.r mellata : Mag nesia calcinata, clo·ru~ro di sodio an.a cg. 10, carbonato di calcio, fosfato tricaloico .ain.a cg. 20. D.a prendere prima dei pasti. 7) D'inv.erno, olio ·di fegato· di m,e rluzzo, per i bambini che lo tollerano (un cu cchiaio). In Oriente, vien e !USato il seme di fi eno g reco. Utile può essere la psicoterapia ; .agire con la p ersuasione ed , in caso d'irnsu ccesso, esigere l 'isolamen•t o dall'ambi ente familiare. Ne i casi ribelli, iniezioni d 'in.sulina (10-210 unità). 1

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fil. Sulla vaccinazione profilattica contro la . varicella.

,S . Barb,eri e F. Rt1tini (La Pediatria, 15 lu.glio 1932), m etton o in evidenza la oppo·r tunità di trovare Ulil m ezzo ·sicuro di profilassi del}a· varicella, in quanto ques ta malattia in ge11erale lieve, può assum·ere ~ sp ecie n ella collettività e n ei b ambini defed.ati od a mmalati, un ·decor so g rave , e Ullla diffu sione preoccup ante. Poi•ch è i comuni m ezzi di profilassi si sono dim ostra ti finora di scarso valo,r e, gli AA . hanno cr1eduto opportuno controllare il n1,e todo di vacci1nazion.e1 di l(ésmarsz ky, ch e p are abbia dato al su10 inventore ottimi risuJtati. Il metodo con siste n ell'i·n iezione pe1~ via intradermica di ·cc. O, 10 ·di san gue citratato al 5 % prelev.a to d.a ll 'amma lato entro le pirirr1e 24-36 ore dell 'eruzione. 'F urono vaccinati, con questo m etodo 63 b.a mbini della Cli1n ic.a pedia trica ·di B.aTi e dell 'annesso Ospedale dei b·a mbini , in 3 epidemie ver ifi cartesi. Di questi bambini 7 fur:ono va1ccinati 2 volte. Dei 63 ca-si trattati , 4 soli amm alar ono di varicella, e 3 p resentarono UJila lj eve reazioin ·e local e di b·r eve durata. Nei p10. chi casi in cui si ·ebbe varicella, questa fu lievissima e senza compli1canze. Il suddetto meto,d o di vaccinazion·e ap•p are attivo (im.m unizzò n el 92 ,9 ~lo dei 1casi), di semplice tecnica , può essere impieg ato· anche a dista·n za d.a] datore in quanto il sangue può essere con servato· in g hiacciaia, p er 48 ore. Esso conferisce UJna immunità ch e pare duri p er olLre un anno. 1

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I

c.

NERVI.

~-i\.NNO

XXXIX, N"Cl\I. 4i J

La sie1·oterapia nel pe1·io(lo prepa.ralitico della po.. liomielite.

S·ulla lllltilità d ella son1n1i11istrazione del sie· r o a ntipoliomielitico a malati già entrati n el p eir io•do paralitico, i r esultati furon·o contraddittorii, fino a qu1an·do le ricerch e n egaftive di N ea1l fecero abb.a:n°d o11are quasi del tutto tale mieto·do· terap eutico. Il trattam ento sierico e ffettuato n el i)eriodo preparalitico dava intain to luogo a risultati ri· tenuti , dai più, favorevoli; ma queste ·provie, essendo state fatte senza il rc.ontrollo .d i malati n on trattati, non p ossono dare ch e wna idea molto vag:a, ·dell 'effi cacia del trattamento. Nel 1931 J(ramer, Aycock, Solomon e The· n·ebe eseguir.ano degli studi suJ.l 'argom ento, prendendo Ìln considerazione malati trattati e non trattati, in e.gu.a l numero, e usando il m etodo delle iniezioni endo-rachidee e endovenose combinate (Ayoock). Essi n on ottennero alcuna prova dell'efficacia del trattam.en to sie· 1

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flCO.

W. H. Park (Joiir11 .. Am. M ed. Ass., 13 settembre 1932) rife·r isce i risultati ottenuti n ellostesso anno su circa mille 1c.asi da una :a,p posita commissione non1inata dalla cc New York Academ y ·o·f Medecine ». I.1e vi e usate per l 'introd uzio111 e del siero furonoo: iniezioni sottocutan ee, i1n iezio ni endo·v enose, inieizioni e.indora· chidee ed en·doveno1sei cornbi:nate e iniezio1ni endovenose ·e endomuSic.olari combinate. Le dosi so mministrate furono fatte variar<r da 25 a 100 cc.; anche il m om ento della. ·som n1irn istrazio,n e fu fatto variare, pur sempre re·· sta.n do n el periodo •ptrepar.alitico. In co·m plesso i dati di queste rioercl1e danno una cifra legg·ermente '.P'i ù alta di esiti in pa· ra lisi o m orte n ei m alati ch e hanno rilcev11to le iniezioni di siero I Tale risult ato, se non è ·dovuto al! 'aver inclu·s o cas u,a lmeinte, ne1l g rup1po co ntrollo, dei m.al.ati più gravi, p·otr·ebbe far :p·en sare ch e Ulll au1m 1ento .dell 'irritaziooe m e..ningea cau sato delle iniezioni ·endor.achidef> di siero possa eseI1c~tare una influenza nociva stil decorso dell a m alattia. J/ A. cr ede ohe i r esultati n egativi ottenuti colla sieroter a,p ia della P. 1s.iano ·dovuti al fatto c}1e il vi1us polio·m ielitico invadendo· le c~llule n ervose si sottrae all 'azio1n1e1 del siero. E. CARLINFANTI. 1

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N OT E D I TECNI CA. •

La soluzione di Takayama per l'identificazione delle macchie di sangue. 1F m dal 1853 Teichmann aveva notato che trattand·o le macchie di sangoo con a cido .acetico glaciale e c loru.ro di sodio, si otteneva la formazione dei caratterisrt:ici cristalli di ematina e aveva proposto di app1licare questo suo m·etodo di in·d.ag ine ali' esame delle m .a.cchie sosp ette. La formiazio•n e dei cristalli er a però diffi cile .e infida. 1


(ANNO XX.XIX , Nul\I. 47]

1839"

SEZI ONE PRATI CA

Varie modifich e al metodo di Teichmann sono state proposte, fin ch è, :nel 1912, T atkayan1a ha suggerito il reattivo seiguente : piridina parti 3 ; idra to odico al 10 % parti 3; sol. satura <li destrosio parti 3; Acqua distillata parti 7. Secondo l\.. Greaves (BritiJsJi Aledical Jour1ial, 21 m a:g gio 1932) con questo r eattivo si ottengono empre risultati sicuri. Basrtan 0 de]le 1piarticelle minutissime della n1aicchia sosp etta. Qu1eiste, •p oste s·u urn vetrino , voo.1gono m esse in contatto con una goccia di soluzione di Takay1a11n .a . O servando immediatam ente a l microscopio, se si è in pre enza di ·sarng u e si vedrà ubito il formarsi di un alone Toseo, m e11tre ·dopo 2-3 minurti compariran.no i cristalli caratteristici. Con lo spettrosoopio poi si .a:ccerta la presenza delle strie proprie dell 'emocromogeno. M. PoNs. 1

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MEDICINA SCIENTIFICA La regolazione del tono del parasimpatico da parte della pressione sanguigna, per mezzo dei nervi dell'aorta e del seno. La scoperta de l.la funzione d el seno caroti deo e dei inervi del seno h.a portato oon sè conseguenze .così nun1erose n el campo! ana tom.ico, fisiologico e clinico , che n·o n è anoora da to di apprezza.r le tutte . H. E . Hering (D eut. 1'1ed. W(>ch., n . 13, marzo 193 1) richiama , tra l 'altro , l'atten zion e sul1 'a p1iarato ·regolatore della press ione san guigma, il quaJe non solamente ha il con1pito di influenzare la pressione stessa, ma est ende il su o influsso anche sul parasimpatico. .Si è ad esempio dimostrato che la stirr1ola zi.one d.i tale regolatore, :rappre..)entato dai n e·r vi del1 'aorta e de.I seno, a1un·enta la peristalsi d el tenue, m entre, vioeversa, escludendo la sua funziomie, il cu ore batte più t a·p ido, i vasi si rlilatano, il respiro ·si fa più freqUJente e pro,fondo, e i movim enti intestinali si arrestano. Un 'altra innervazione 1che interessa al cli11i co è qu·el.]a dei vasi cardiaci, a proposito della qua le è ri aputo che la vasocostrizion e delle coronarie è sotto il dominio del parasimpatico. Secondo quindi quanto è detto in precedenza, il r egolatore della pressione esercita azione tonllica a n ch e sui vasi coil'onari, in modo che, diminuendo ·113. pressione , i vasi cardiaci si dilataino, on,d.e procu·r are un afflusso di sangue sufficiente al} ',o rgano, mentre poi restrin · gono il lo•r o lume in caso contrario. Tali rappo·r ti .di reflettività, come piu re quelli tra regolatore e costrittori. bi!'onchia,l1i, so110 necessari a cono.s cersi pe·r l ' interpretazione patogen etica dell 'am..g ina p.ectoris è del1 'asma bronchiale. Lavori recenti hanno infatti drl.mostrato l ' influsso che si esercita su tali due stati morbosi praticand.o un:a com·p r.essio·n e sul seno carotideo. 1

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Convien e però conoscere com.e u!Ila simiJe· oompressìone provoca eff1etti differenti a seconda del punto sul quale viene esercitata. Quel la in coil'risponde nza del seno , infa tti , aumenta il tono del parasimpatico, aic centuan.do di consegu en za il tono dei v.asocostrittori coTonari. e dei broncocostrittori ; m·entre qu.ella p i.ù bassa, verso il giuguilo, lo fa diminuire. È quindi p10ssibile, in co,nclrusion e, comprim endo illell 'uno o n ell 'altro punto . influ enz.ail'& la pressione sangUJig na, il battito cardia(·.o, la tachi c.ardia parossistic.a, le estriasi stoli , l 'angi i1a pectoris, l 'asma bron1chiale, l 'ed.ema polmonafle, l 'asma caridiaco. ecc. , purch è siano tenute presenti le particolarità sopradescritte. M. iFABERI. 1

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Inffuenza dei rifl.essi oculo-cardiaco e solare sopra la pressione endorachidea. Outan,e da, Capdeho·u rat e Mazzei (La Prensa. Medica1 Argentina. 30 di r, . 1930) hanno voluto oontro11.ar'8! le .affermazioni di Rebattu~ Jos$P,ra n,d e Samach e i quali riferiscono di .a ver notato un aumento della pressione endorachi-· dea nei soggetti in cui s.i ricer c.ava il riflesso oculo-cardiaco: anzi qu esto .aumento di. pressione era in ·relazioin e .c o,n la positività del riflesso c ioè in a ccordo con la hradicaTdia da esso prodotta. L'aumento di ·p ression e manca,'a se il rifleS$O era n ormale, o nullo o inve rtito. I ..e esperienze ·di con •trollo· condotte dagli AA. sopra 35 infermi non hanno m esso in evidenza m odificazioni di ten iooe .del L. C. ll. come co.n seguenza del riflesso oculo-cardi aco : I.a compressione del ples o solare eleva invece la pressione endo,r.a chi dea n el 50 % dei soggetti seduti e n:ell '8'5 % dei soggetti cori1c.ati. Questo a um ento di p·:ression e si ottiene .a n che con I.a semplice comp1~ession e a ddo1ninale e n on h~ relazione, secondo gli AA. ,con I.a presenz.a o m eno .del riflesso sola•re. G. LA CAVA . 1

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Il comportamento del nistagmo spontaneo e provoe cato nelle lesioni asimmetriche del cervelletto. G. Simonelli e A. M. Di Giorgio, (B oll. So·c . l·tal. Biol. Sperim., rrniarzo 1931) h anno stu.di.ato sperimentalmente il COilJJOrtam ento d el nistagmo .p rovocato con l a eccitazione r otatoria del labirinto nelle le·siio1ni asiim metrich e del cervelletto. Gl 'interventi sul cervelletto ~uran o di diversa re·s ten sione : nei cani in c ui fu asportata una me tà .d.el cervelletto si notò costantem ente la mancanza del nistagmo postrotatorfo qu.a n·d o, n·ehla rotazione, il lato sano ipre·ced·eva quello m alato. Quest e e d altre osservazioni, p ermettono di a1fferma re ch e la corteccia d egli emisferi cerebellari ha larga parte n el m eccanismo di qruesti riflessi. V. SERRA.


1840

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IL POLICLINICO

POSTA DEGLI ABBONATI. Terapia degli

eczem~

dei genitali. -

All 'abb.

n. 1911-1:

Gli eczemi d elle reg·ioni genitali e perige· 1I1 itali, a parte le forim1e legate a :p arassiti anim .ali (pediculosi del pube) o quelle provoca~e da eipidermofiti (il co·sì detto ec.'lema ~narg·1nato) assum·ono partic·ol.are imp·o rrt.a nza sia per.ch è spesso sono i•n rapp·o1r to con particolarì .s tati di alter:at o ri1ciambio m a teriale (diabete, o·o Lta) o co·n disturbi d 'indole n ervosa (nevro·o . !per l ' ine ' ~ .d.ermie, pru·r ito ge·n ital·e, ecc. ) , sia vitabile attrito1 per le .p roprietà maceranti d el sudor e, d el secreto seb.aceo, ·delle orine, .ecc. , sia infine p er l 'azione di 1g ermi cl1e sulle superfici ·di 00.n tatto e di attrito trovano 'lln terreno più adatto a l loro ~ vil1:1ppo. . Tullto questo s:p iega la loro tenacra e le d1f.f icol tà d ella •cura la qua le d eve mirare an zi tutt o a rimuovere l e cau se gen·erali ·O loicali (.p ru.r ito) che si presuma influiscano· sull 'insorgere ·e sul persistere d ella d ermatite. Le c~re ~o­ cali salvo la difficoltà di 1miantenere in sito l.a ~edic.azione e la particoltci,re delicatezza -Oell.e parti, in gener·e notn· diff~riscono. m~lto1 d a .qu·elle ch e si adoperano ·n eg li ·ecze1n1 di alt·r e • • Tegi oni. . Co·n tro il prurito potr.a nno g iov.are le co·m pr.ess.e d'infuso di camomilla, i semicupi al1'aci·do· bo.r ico (1 / 2 chilogram ma p er bagno), le frizio·n·i di g licerolato di a mido con l 'aggiui:ita di acido tartarico (5 %) o di una pasta r 1nfrescantt:e ecc Nella fa se · .e ssudati va sarai1n o utili le paste asso·r benti in quelle infiltra tive le porna · ' . . . te r isolventi (ittiolo). Sopprimere i saponi e specialmente ·q uelli medicinali (formalin.a, sol~ fo,, ecc.) e prooed·erre a lla deteirsi·on e ~ell e .parti co·n cold-cr-eam, 0 lio di ulivo , semic upi b·oricati , caute .a p1plie1a.z ioni d.i a lic.ool a 6·~10 , pas· sato rap idamente ·sulle parti co·n su ccessi':a abb ondante cosp1e.r.siotne -d i pol~eri assorb ~nti ecc. S i sconsigli la birun1c.h eria di lan~ o di fl~n~l: la e si fa ccia invece indossare 1nd•un1enti dt so ttile tela di lino•. Le cure disen sibilizzanti ora in uso (cal cio , peptone) possono trov.ar e qui la l oro indica• zione. Queste no·r me generali , che si riferiscono sopratutto ai v.a rii stadii d el processo eczemla toso saran.n o naturalmente modificate. Ga!SO per ~aso a sec·o·n d.a dell 'et à d·e gli i.n fermi.' d elta 101~0 m .aggior e o rm1ino·r e tolleran~a ai . :n:-edicamen ti e d ella diver sa fi sio1nom1a clin11c.a c h e 1'ocze~a può assumer e da individuo ad individuo • V. MoNTESANO. 1

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Negli xantomi palpebrali. <la C. :

Al ·dott. G. R.

La gal vano-cau terizza1.io.ne (al ras.so) e la e le ttroli i, applicat e 1Co•n prudenza in modo

XXXIX, Nul\r. 4'i]

d a evitare cicatrici tro·p po evidenti e d eturpan. ti, sono i mezzi di cura indie.a.ti negli xantomi palpebrali o xan:telasmi, oltre, ben inte· so, il regime dietetico a n ticolesterinico per le form e comurn.i e q!uiello antidiabetico quando ·Occorre. V. MoNTESANO.

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[ANNO

VARIA~ La medicina e le missioni. Il s .ac. P·r of. Dott. Ugo IB ertini n el novernbre 1928 tenne all 'Istit~ulto Ca.tto·l ico di Parigi una coin feren za sulla medicina n elle missioni , ch e è Sltla.t a, poi, aggiornata di nuo·v i dati e notizie, p ubblicat a nella traduzione i taliana (1) . Si tratta di uni d ocun1ento di grande irnteresse. P·r .ospetta con n11olta sinceri.t à le condi· zioni d eille missioni cattoJich e, e .propone provvedim,enti atti a r-enderle più efficienti per g li a lti scopi ch e perseguono·. Seo·uendo l 'esem'P·io di Cristo ch e a·ccr edita0 va e diffondeva il suo verbo con i miracoli d elle gu .a rigioni, i missi on.ari propagalllo la fede con l'assisten za e la c u·ra d egli im fermi. cc Pe r m ezzo di gm1a rigioni fisich e e di n1iracoli in genere ~ dice il COlil·fere.nzi.eire - Nostr o Sig•nore conferm.av.a I.a verità dell.a sua ,d ottrina e .a uada.O'n,ava anime .alla città Sa:nta. :o o . Ai m essi d el Batti sta Egli dioe: Andate e riferite a Gio·v anni tutto ciò ch e avete visto ed udito: i ciechi riacquistano lai vista, gli zoppi cammi!Ilano, i lebbrosi sono ri&an~ti, i sordi odon.o, i morti ri1s·u scita.no·, e il Vangelo è ail!Ilu.n ziato ai poveri (Evan. di Matteo) ». . E questa faooltà egli con ferisce agli a1posto~1 a i quali prescrive : cc And~te,. a?~q~~' pre.d1cate dicendo: il regno d e1 cieli e vi~i:no. ~~· n,ate g li in.fe1rn1i, res.uscit~te i m~rti~ pUJnfi·c.ate i l ebbrosi, cacciate I dem.oni: in d ono lo avete rioeVU:to, in dono datelo ». I.se missioni osservano il precetto .di Cristo, e rseo-uo.n o la tradiziorn·e degli Apostoli. ~ il compito cl1e e~se assol~ono è .Più difficile .e p iù aspro. Gli apostoli segu1r?no le vie di Rom.a, percor serio m.el loro cammino un mondo o-ià toccato d alla c iviltà. I mi~sionari operano fra gen~i asso~Tuta­ m1ente incivili funestate da malattie graYI, la cui diffu.s·ione ' è favorita dall'ambiente clima tico e sociale. Di fro,n te1 iaJ iqueste condiz.io ni partico~r­ m ·en.tei avverse, i.I ·p roblema medi·c.o d elle missioni ha due as.p etti: protezion·e . de~la ~Iute d·ei missionarii, assistenza ·d egli iin.dige.n~. Le stati·stiche fo,r niscono d ati eloquien:i pe1· metteTe in .rilievo i pene.o li c ui vanno .JJilco~ ~ tro i mission.a ri. La m·ortalità d ei missionani cattolici è più alta d ei maschi co·etarnei n e lle 1

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X!

(1) Sac. J)rof. l TGo BERTIN~. f!io e la medicir:a per le missioni. Urtione !\11ss1011 ar1a del Clero IIl Italia, Roma.


[A~No

XXXIX,

Nu ~1.

47]

1)()p olazio11°i euT-0p ee ·ch e vivono n ei i)iaesi di origine; la loro durata m1e1dia d.e lla vita si ag g ira intorno a l 78 % d ella dura t a1 teori;ca d el}'esistenza d e.gli europei coet an ei ; la d urata n1edia di vita d ei missi onarii di Afri ca è n1inora d ella rispettiva durata di vita èlei missionarii che risiedon o in .:-\ ia P er quel cl1e rigua rda l e con·dizio11i sanita · rie d elle popolazioni da eva1n g·elizzaTe b asta ricordar e l 'elen co d elle m a latt ie t ropicali o co1lo11ia li, t en er p1,e1ente l e '"' ta tistich e sia pure ap1)rossima ti,re, certo inferiori al ver o, sul numer o d eg.Ji individ'llli affetti d a n1alat tie e cl1e a·d e"' "'e -occon1b·on o, le , lragi ch e l)TO·vocano le epide-111ie, per rend er si con to d elJ a in1portan za d el i)r O])}ema sanitaTio n elle t err e di n1issioni. È o,·vio 1c.h e per in .e ttere i mi ssio11a r ii in g ra· do di r e i t er e a tanti m a li , e <li assol,rer e il loro con111ito· di a 1 sist en.za , è indi pe:n , ab·il e il su ... idio d ella scien za? m edica. Il Re, -. .P rof . Bertini ril eva ch e i pr o te tanti , per i pr in1i , hann-0 intuito la n ecessità di un seTYiz.i o n1edico 1nelle mi ~io.ni . Essi h a nno b eDJ coni preso ch e l 'allea11za d ella _ n1edicin a e d ell 'attività pr op aaandistica, aiuta m ira.b ilm ente il 1ni'"'._.io n ario a s uperar e il p r o fondo ahi so, ch e l o di, ide d ai po·p oli d a con, ertire. Il m edico "' p1ian a ]a via a l m i sion ario ove qu esti difficiln1oot e potr ebbe acced er e : ed è co ì r h ei i p r ot e t a n ti ~ i son o diffu·si in tu,tto il Giappon-e, n e·l K a ... h mi r , n ell 'Afgani t an , n ella ~fe opotam ia, i1el Marocco. econdo il Warld Missiono1ry .4.tlas n el 1925 le mi· siorni pr otest an t i possedevano 1769 m edici , 858 o ped ali , 1686 far ma·cie. Quest e cifre cospicu e son o certo in feriol1. ai bisogni , quando si con siderino l 'est en sion e d e.J t errit or io n elle qua li l e mri . . ioni opera n o e le cen tinaia di milioni di u on1 ini b i..ogno i di a·ssist en za. Ma e ~ se a·1Jipaio·n o rilevanti di fronte alla m od e tia d e·l le cifre cl1e 0 ppon.go110 l e or.aani zzazi oni cattolich e. N€11a stessa data l e missioni cattolich e dispo11e, ·an o· solo di 20 m edici I Qu e·. . t a inferiorità va a ttribuit a a parecchie cau e di cu1i le pr~1n cipali sonoi: diffiden za ,-er so ciò ch e arppar e in.uovo o ricl1ied a n1od.ificazioni n ei m eto di ch e sono ·considerati tradizion ali o qua '"'i inviolabili ; n1a nca117,a di m ezzi ; diYer gen za. di idee rispetto .all '.a dozion e di u!Il n1erto·do da seguirsi. Il prin10 punto sembra su pera to. Gli o rg·an i direttiYi de ll a CJ1iesa Cattolica hanno ricono~ ciuto ]a n ecei._sità di p ro·vv.edim1enti .a d atti alle e igen ze d elle n1issi oni. r\ ,ncl1e le div-eirg·enze di idee sul m ,etod o da ~e·guir e vanno comipon .emdosi. Tutti semb·r ano d 'a ce.orda n .ell'an1metter e ch e la m ag-g·i or ~.n.­ za de i mis ion arii d ebbon o1 aver e un 'istruzion e t e.orj ca e prati ca per la pro fil assi e l 'a'S s i ~it en za d ei n1alati , e cl1e le in i ioni deJ}bon o 1

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SEZIO TE P RATI CA

e . . "'er e acco m•pa~na te d a m edici rruissioniarii o la ici con vocazion,e p er le mission.i . P er quel 'c:h e rig ua rda i m ezzi è certo ch e i ca t tolici si trovano e forse si troveranno· an cor a in una c·o ndizi.one di iinferiorità di fronte ai p1rote1staDJti . Le missioni pro tes tanti son o organi ·di 1per1 etrazion,e civile e come tali soin·o incoraggiate e aiutat e dalle nazioni colonia.l i. Ciò spiega cor11e il maggior e e più pe rfetto contribu to sia dato da·l l 'In1ghilterra. Corrtunqua le missioni r elig iose, qu.a le ohe si a la lor o fed e , n ei paeisii da eva n gelizzare com p ioin,o tutt te 01pera tnobilmente u1m1ana. I missiona rii cattolici sopperiscon-0 a lla defi cien za dei m e zzi con il loro zelo. Molto più r e111d er.anno se sarann o· coadiu.v ate d.a un 'ad atta or ganizzazione medica. La fe·de a iutata dalla. scien za , I.a scienza c.onfortata dalla fed e1 molti·p licheranno la loro efficienza. Le mi ioni oltre a pro;pagamdare l a religion e, diffo ndono la civiltà. Gli uo mini di rotte le confessioni , di tutte le opiniom•i d ebbono in chinarsi din.an zi ag li o .. curi er oi che con le1 loro pra.tich e, l e loro a ffer en ze, spesso con il loro m ar t irio, n obi· litain o l "unnafiltà. Ma p er chè questi sagrifi r ii siano an·cor più fecondi di b en e , p er ch è il r endiment o sia proporziona to a g li sforzi , ·0 ccorre m :ad ernizzar a le m issioni sfruttando conv·e n-ientetrnen te l 'ap porto d ella scie n za : u quest a via i è posla la Chiesa Cattolica. argo . 1

Interessante pubblicazione: oott. Prof. CARLO DE CRECORIO Libero docente nella R Università dJ Roma.

Sindromi ipofisarie SOMMARIO. - Introdumone. - PARTE PRIMA: Premesse di morfologia, fisio-patologaa e diagnostica gen~rale il>efisaria. - Ca.p. I. Anatomia dell'apparato lP<>fiea rio I quattro tessuti che lo ooonpongono. Oa p . II Fisiopatologia. speri men tale e. cli.D.Jic.a; le localizzazioni funzionali dell'apparato 11>0fi.Bar10. Oap. III. Semiologia e dia.gnost~ca ge~eral~ dell'ip~ 6sd Alterazioni della sella turcica. S1ntom1 oculari. Sensibilità agli estratti ipofisari. Cefalea pituitaria. Adiposità ipofisaria. Ipotermia. Alterazioni nella tolleranza de.i carboidrati. Oachee6ia. Disturbi dell'iapt>&.r ato genit'lle. Sintomi eohe.le.trici. .Si~tomi . tegru: mentari. Sintomi neurovegetat1v1. Poliuria. S1ntom1 peichioi. Sonnolen~a e na.rcolis&ia. Sintolllli di equi· librio intf:i>Tglandolare associati alle !esioni ipofisarie. PARTE SECONDA: Le sindromi cliniche ipofisarie. Ca..v. I. Divdsione clinica-patogenetica delle sindromi ipofisarie. - Cap. II. Sindromi ipofisarie : 1) Cachessia ipofisaria.; 2) Nanismo ipofisario ; 3) Infantilismo ipofisario; 4) Femdni1iamo ipofieario; 5) Distrofia adipnso-genitale; 6) Diabete insipido ipoftsa!·io; 7) Aoromegaliia; 8) Gigantismo ipofisarto ed a cromegalo-gigantismo; 9) Temperamento iPopiitnitarioo. iperpituitarico, di&pituita.rioo. Volume in-8°, di pagine 156, con 8 figure e 6 t avolf' !uori t.eeto. Prezzo JJ. 1 5. Per i ·n ostri a bbon a ti eole L . 1 3, 7 5 in parto franco. Inviare Va.glia all'Editore LUIGI POZZI, Ufficio Pont a le Succursale diciotto. ROMA.


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IL POLICLINICO »

[ANNO XXXIX, NuM. 47)

NELLA VITA PROFESSIONALE. CONCORSI. POSTI VACANTI. AsoLo (Treviso) . - Scad. 30 nov.; consor.; lire 9500 e 5 quinquenni dee., oltre c. -v. ; decurtaz. 12 %.: età Jim. 45 a. CALil\tERA (Lecce). - Scad. 25 nov.; L. 7480 e 5 quadrienn~ dee.; nette 12 %; addizion. L. 3 e L. 5 oltre 1000 e 1500 pov. lorde 12 %; età lim. 40 a.; tassa lire 50,10 ; doc. a 3 mesi dal 22 ott. C1v1TELLA IN V,\L n1 CHIANA (Arezzo). - Scad. 31 dic.; L. 9000 e 4 q11adrienni dee., c.-v., L. 2500 cavale., L. 1500 assegno temporaneo per il servizio in località P ieve a Mairano; riduz. 12 %; tassa L. 50,10. COLORINA (Sondrio) . - Per titoli. Condotta consorziale pe1· Colorina, Fusine e Cedrasco. Stip enpendio annuq lordo L. 8500, caroviveri di legge e fino a conservazione. Ind~nnità quale ufficiale sanitario L . 1000. Indennità trasferta L. 640. Indennità trasporto secondo il mezzo realmente posseduto dal titolare ed adoperatq pel servizio. Aun1ento d el decimo ogni cinque anni e p er cinque volte. Età 111assin1a a nni 3:J . · vaglia di L. 50,15. Scadenza sedici dicembre 1932. Assunzion e servizio entro 15 giorni dalla partecipazione. Schiarimenti alla segreteria Comt1nale di Colorina, cap olt1ogo del Q>nsorzio. FoRLl. R . Pref ettura. - Per titoli ed esami. Posto di ufficiale sanitario. per Riccione. Stipendio annuo Jord o di R. M. L. 7200, più dieci aume11ti liennali d el ve11tesimo. I11dennità car o-viveri. Scadenza 30 dicembre 1932 GusB10 (Perugia) . - Scad . 20 dic. ; due condotte (urbana e di Salia Burano) ; L. 8000 e L. 9000, oltre L. 1800 serv. att ..; b~ennio in clinica o prim ario ospedale; tassa L . 50. Chied. annunzio . l'rfARNATE (Varese). - Posto per l'unica condotta del Co~une . Stipendio annuo lordo L. 10.000. Per schiarimenti riYolgersi alla Segreteria comunale. l\iloRRA (Perugia) . - Scad . 30 nov.; L. 7000 oltre L. 600 serv. att. , L. 500-2000-4000 trasp.; età lim. 35 a. OR.\NI (Nuoro) . - Scad. 20 dic. ; L. 9500 e 6 quadrienni d ee., addizion . L. 5 oltre i 1000 pov. , L. 300 carcere; età lim . 3p a.; tassa L. 50,10. PERUGIA. Comune. - Al 25 gen.. , ore 17,30, condotta rurale; L. 7000 (oppure L. 8000 nel caso di assegnaz . a condotta di residenza disagiata), oltre L. 1700 serv. att. , L. 4000 trasp., c. -v., 5 quadrienni d ee.; riduz. 12 %; tassa L. 50; doc. a 3 mesi dal 25 ott. Chied. annunzio . PnASOì\IASo (S ondrio) . - Vie~ direttore Sanatori Popolari di Prasomaso. Per titoli ed esame, consistente in una prova clinica con interpretazione di radiografie e in autopsia con epicrisi; scadenza 10 dicembre 1932; età non superiore ai 38 anni; d ocumenti di rito ; s tipendio L. 11.200 (con cinque aumenti biennali del decimo), più inde11nità di carica di annue L. 4000 al lordo delle ritenute di legge oltre rid11zione del 12 %; vitto ed alloggio ad personam. Domanda all'Amministrazione : via De Amicis 45-A, Milano .

RIETI . R. Pref ettura. - Scad. 31 dic., ore 12: uff. san.; L.• 9000 e 5 quadrienni dee. ; c.-v. ; riduz. 12 cy~ ; dqc . a 3 inesi dal 21 ott.; titoli ed esan1i. Chiedere annunzio. l"loMA. Ministero delle Comunicazjoni (Ferrovie dello Stato). Concorsi per titoli ai seguenti posti di medico di riparto : Pescara I (Ancona); Bari S. Spir~to (Bari); Paulilatino (Cagliari); Rapolano (Firenze); Carignola II, Ariano Irpino (Foggia); ,S ambuca di Sicilia (Palermo); S. Massimo all'Adige, Egna Termeno (Trento). Inviare domanda · e richiedere informazioni ai rispettivi Ispettorati Sanitari (indicati fra parentesi). Scadenza ore 17 del 30 dicembre 1932 A. XI. ROTELLA (Ascoli Pie. ). Scad. 60 giorni dal 22 ott. ; L. 8500 e 5 quadrienni dee ., oltre L. 500 in,denn. la,1rea, L. 500 uff. san.; riduz. 12 %; doc. a 3 mesi; tassa L. 50 nette. Chiedere aI1• nunzio. Rov1Go. Comune. - Scad. 20 dic. ; 3a. cond . rurale ; L. 8000 e 5 quadrienni dee., oltre L. 1900 indenn. servizio, c.-v. , L. 300-1000-1500 trasp.; addizion . L. 5 oltre i 1000 pov., fino a L. 1000 ; e tà lim. 45 a.; tassa L. 50,10. SALUSSOLA (Vercelli). - Scad. 30 nov. ; L . 8000 oltre L. 500 uff. san . ; riduz. 12 %; tassa L. 50,10. SEQUALS (Udi n e). ~ Posto di medico condotto ed Ufficiale Sanitario. Scadenza 31 dicembre. Per chiari1nenti rivolger si alla Segreteria Comunale. S1 -L J\ CO A <Aquila). Po, l o di chir11rg·o-pri1)1 ar~o 11ell 'Ospedale Civile. Il Con1missario prefettizio, con deliberazione ratificat a il 13 corr e"n te dalla R. Prefettura, h a disposto ch e il termine utile fi sato pel 14 novembre, viene prorogato a tutto il 30 n ovembre 1932. TnEv1so. Amministrazione Prov i nciale. - Con le n or:rne stabilite dall 'art. 5 e seguenti del R. Decr e to 16 gennaio 1927, n. 155, è aperto il concorso al posto di i:oadiutore della Sezione MedicoMicrografica del Laboratorio Provinciale d 'Igiene e Profilassi al quale è assegnato lo stipendio iniziale di L. 14. 760 lorde, aumentabile periodicam ente, fino ad un massimo di quattro decimi dopo 19 anni di servizio, e soggetto alla riduzione del dodici per cento. I concorrenti dovranno inviar e, oltre i docu~enti indicati nell'art. 8 d el R. Decreto sopracitato, la prova del versamento della tassa di L. flO. Scadenza 31 gennaio 1933-XI. URZULEI (Nuoro) . - .Scad. 25 gen.; L. 9000 e 4 quinquenni dee., oltre c.-v., L. 500 uff. san. ; riduz. 12 %. '/ALE!'ZA (Alessandria). - Per titoli. Lo stipendio annesso al po~to di medico condotto è: a) L . 6000 annue a titolo di i11dennità residenziale ridotta del 12 % a senso di legge ; b) L. 500 a titolo di inder)nità p er mezzo di trasp orto. Detti asseg11i vanno soggetti alle ritenute legali. Sulla indennità residenziale saran110 concessi cinque aumenti quinquen11 ali d el d ecimo. Sono escluse le indennità di caro viveri e di servizio attivo, essendo permesso l 'eser cizio della lÌbera professione. Domanda e clocumenti, I 'elenco dei qu ali con le altre forn1alità possono desumersi dal ban ·

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[ANNO

X.XXIX,

NUl\'I.

47]

1843

SEZÌONE PRATIOt\

do di concorso d a richiedersi alla Segreteria Municipale, debbono pervenire a detta Segret eria non più t ardi delle ore diciasette del 15 gennaio 1933. VASTOGIRARDI (Campobasso) . Per titoli . Stipendio iniziale L. 6500 lorde; indennità di cavalcatura L. 2000 ; asseg·no Ufficiale Sanitario L. 600 annue. Aumenti quinqu~nnali di un decimo e fino a 3 quinquenni. Età limite anni 40 salvo eccezioni di legge. Tassa L. 50. Domanda in carta da bollo e i prescritti. documenti d 'u so . Scaden za ventisette ge1111aio 1933. ' r fu""l_g z1A. Ospeda li Riuniti. Scad. 26 n ov., -ore 17,30; m edico direttore ; L. 17.800 aumentabili oltre L. 5500 serv . att. , L. 2500 indenn . carica ; riduzioni di legge ; alloggio; t assa L. 50 ; sei anni di servizio o peòalier o; studi speciali di igien e. Chieder e a 1i.n u nzio. Vico DEL LAZIO (F r osinon e) . - Scad . 30 n ov.; L. 10.500 e 5 quadrien11i dee., oltre c.v., L. 1200 ~a val c., L. 500 uff. san. ; riduz . 12 %; t assa L. 50,10. 11vve rt en za. - Quando non è altrimenti indi~a to i con cor si si riferiscono a condotte medicoc!1irurgich e, i co1npe11si allo stipendio base. CONCOR SI A P REMI .

Prem i « Sciavo» p er l'en(ì ocr inol ogia. 1°· cor1corso al premio bie11nale cc Achille

Il Sclavo » di L. 10.000 , fo11da to dall 'Istituto Opot er apico azionale li Pisa, già aperlo, con avviso di con corso del 1° o ttobre 1930 ed o,r a assunto sotto il p atrocinio del Con siglio Nazionale delle Ricerch e, è prorogat o al 30 giug no 1933, A. Xl . I laYori dovr a11110 por tare un contributo origin ale, sia con ricerch e sperimentali, sia m ediante studi ed osser vazioni clinich e, alla fisiop at ologia di unu dei eguenti or gani: a) Corteccia surrenale; b ) Pan cr eas; e) Ovaio (com e ghiandol a en d ocrin a). Per e ere an1tnessi al con cor so i lavori dovr ann o pervenire r accom andati n on oltre l a dat a pred etta al Consiglio Nazion ale delle Ricerch e, Ministero del la Educazio11e l azion ale, viale del Re, Rom a. Il con cor so i &volger à colle norme e condizioni s tabilile dallo Statuto, ch e s' invia a ricl1iest a. 1

NOMINE, PROMOZIONI ED ONORIFICENZE.

'f ra i re l Lori univer sitari di nuova n omina ministeriale so110 i proff . Mario .<\.resu , di clinica ined ica a Cagliari ; Rugger o Balli, di clinica r ad iologic.: a a :\Iodeua; Pietro l\!Iarogn a, di clinica chirurg ica a Sassari ; Gianni Petragn ani, d 'igien e a Sien a. Rallegram e11li agl 'insigni studiosi. In rico11osci1nento clell 'opera svolta per l a lol ta contro ! 'an chilostomiasi in Italia e dei risultati ottenuti, il prof. Giulio Alessandrini, diret1or e clell 'Istilulo di l)ar assitologia l\iledica della R . Univer sit à <li Rom a, è sta to nomi11ato, in occasion e del decenn ale della Rivolt1zione F ascist a e su proposta del Capo rlel Governo, grande ufficiale della Coron a d 'Italia. Il dott. Giuseppe Pe11so, aiuto presso l 'Istituto di Par assitologia Nledica dell a R. U11iver sità di Ron~a, è riuscito vincitor e dei due concorsi banditi dal Ministero dell 'Educazione azionale fra i l aureati in m edici11a e chirurgia per due bor se di p erfezion am c1tlo: u11a all 'interno e l 'altra al1'est ero.

NOTIZIE DIVERSE. Conferenza internazionale medica d'interessi pro· fessioniali. · Dal 14 al 17 ~eltembre si è tenuta a Ginevra la 7a session e annuale dell '« Association Professio11elle Internationale des Médeci11s n, sotto la presiden za del dott. Schaeftgen di Lussemburgo; i lavori si sono svolti n el << Palais Ey nard », messo cortesem ente a disposizione dal Comune. Erano rappresentati da gruppi n azion ali i seguenti. Paesi: Austria, Belgio, Bulgaria, Fran cia , Germania, Inghilterra, Lusse1nburgo , Ol anda, Polo,n ia, Sp agn a, Svezia, TJn g·h eria; il Can adà e la Norvegia lo er an o d a d elegali. l\!Iolte assenze di Paesi, che avevan o figurat o r1elle riunioni precedenti, ven n e_ro gius tif icate clalle difficoltà inerenti alla crisi econ omica. rr ra i t emi d 'interesse ge11er ale discu ssi furono : la pletor a m edica, le assicurazioni n azionali, lo scambio cli figli tr a i11edici cli vari Paesi. Ven11ero compiute varie visite, tra cui u11a alla ecle della Società delle Tazio1li ed una all 'Ufficio I11ter nazionale del Lavoro. 2so Congresso italiano di oto-rino-laringologia. Mentre quest o fascicolo va i11 macchina, si svolge a Rom a il XXVIII Co11gresso della Societ à italian a di lari11gologia, olologia e rinologia, presiedut a dal p rof. Gu glielmo Bilan cioni. La seduta ìn au g11rale l1a luogo solennernente al Campidoglio. 11 co11vegn o assurge ad impor tan za di un avven in1e11to scientifico inter nazio11ale p er la p artecipazion e di numerose illu ·trazioni straniere della ·peciali tà. l~e darerrio ulterior i notizie.

19° Congresso francese <l'igiene. Il congresso d 'igien e or ga11izzalo dalla cc Société de 1\1édecine p ubliqu e et de Gértie sanitaire » si è t enutò tlal 24 al 26 o ttobre, nei locali dell 'IstiLulo Pasteur di Parigi . All 'i11auguraz ion e interYennero il ininistro della a11ilà pubblica Justin God art e m olte altre autorità e personalità; il presidente del co ngr esso, dott . Augu stin Rey, non esi tò a deplor ar e le g·ravj deficien ze dell 'igien e pubblica in Fran cia ; il nl inistro rispose assicur ando gl 'igie11isti fr an cesi cl ella collaborazione govern ativa e m anifest ò il proposito di rielaborare la legge, in base al pr i11cipio di utilizzar e le coml)e Lenze t ecnich e.

L'Accademia Fascista di eclt1cazione fisica. el giorn o della Vittoria il Duce h a inaug·urato l 'Accademia Fasci&ta di edu cazion e fisica e le oper e gran diose e m onu1ne11tali ch e vi so110 collegate, tra c ui lo Stadio ì\1Iu ssoli11i L 'inaug urazion e ebbe lt1ogo tra impon enti n1a11ifestazioni di entu siasm o della gioventù e deì 1)01)0 lo; il saggio gin nicospor tivo fu una superba affer111azio11e di forza disciplinata. Tutto ciò lumeggia il rin11ovato i11 crem e11to, i1npresso dal Regime all 'ectt1cazion e fisico, sor gente di vita e d~ salute. Laboratorio d'igiene a Trento. n gr ande labor at orio p,r oYinciale d 'igiene è t alo i11aug urato a 'frento dal prefetto gr . uff. Pie lrabissa, in un 11ìoder110 ed ificio appositam ente co~ tr uito dal Comune in via Piave. Le due sezio ili , chimica e m edico-n1icrogr afica, son o at1tono

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1844

« IL POLICLIXICO »

ine e indipendenti ù11a dall 'allra , pur coslitue11do dal punto di vista funzionale dt1e branch e del medesimo orga11is1no. I11 esso fu11z~ona pure un centro diagnostico p er le malattie infettive, inentre in altri r ep arti hanno sede gli organi tecnici per la vigilanza e la repressione delle frodi nel commercio delle sostanze alimentari e n el caID:po della chimica applicata all 'ig iene e alla profilassi. Al laboratorio è annessa una biblioteca.

Il dispensario antitubercolare dei lllutilati a illilano. Con una semplice; significativa cerimonia, il 4 novembre si è i11augurato il Dispensario· antitubercolare della ~ezion e mila11ese dell 'Associazio.n e 11azionale dei 1\1utilati, che è s tato ospitato dal1'I sti tuto di via Rarr.:azzi11i clell 'Associazio11e mila11ese per la lotta con tro la tt1bercolosi. Ha aperto la <:erimonia il presidente dell 'Associazione pro·f. Cova, il quale ha tessuto la storia della b enemerita opera pia ed ha esposto le direttive ch e hanno gujclato la costituzione del Dispe11sario. Dopo un discorso dell 'on. Gorini, il prevosto don 1\1artinoli ha benedetto l a nuo·va sede, accomp agn ando il rito COfl: un breve discorso, nel quale stabilì un sin1bolico ra"·vicina111ent o fra la data d ella ' ' ittoria e qt1ella festiva di 1San Carlo. Chiusasi la cerimonia, le autorità guidate dall 'on. Gorini e dal direttore del Dispensario dott. Kreutzlin h an110 visitato i nuovi decorosi locali. Erano presenti le LL. EE. il Prefetto e il gen. Perris, il viçepodestà 11ob. Pini, il ge11. Santini, il prof. Carpi , l a preside11te signora Ruber e la ,·icepresidente signora Valli clel Comitato delle Patronesse.

Ambulatorio della Croce Rossa Italiana ad A.riccia. La Croce Rossa I taliana che, come è 11oto, ges_tisce da al cuni é1 n11i in Ariccia il grancle istituto chirurgico e ortopedico e sanato:r:~o « Giornale d'Italia», ha voluto provvedere ad una d eficienza mo,l to sentita da quelle p op olazioni: un ambulatorio gratu~t o p er i poveri di tutti i Cast elli romani. ' renendo incontro a tale necessità e presi \ <·cordi con il comn1issario straord~nario per l 'Opera Pia dell 'I stituto ortopedico, la Croce Rossa ltalia11a h a in breve le1npo allestito in locali lin1itrofi all 'Istituto completame~te rinnovati e adattati allo scopo, u11 mag11ifico ambulatorio per malattie chirurgich e, ortopedich e e tubercolari. L 'ambulatorio, c1ota to di inoder11i arn1a1nen tori medico-chirurgici q cli tutto l 'occorrente per qn 3Ìsiasi pres tazione, è servito dai medici della CrO<.,P Rossa che fanno servizio nell 'I stituto chirurgico. L 'i11augurazione ebbe luogo nel gior110 dejl.G Vittoria . 1

A.silo di Pronto Soccorso della Croce Rossa a Pisa. Il 7 nov. S. 1\iI. la Regi11a h a presenziato la lezione di chiusura d el corso per allieve infermiere della Croce Rossa , ìe11uta a Pisa <lal prof. Taddei, direttor e della •'linica chirurgica della R. Universit à. La Sovrana al suo arrivo nei RR. Ospedali è stata ricevuta dal e11. Cren1onesi Preside11te generale della Croce Rossa Italitu1a, dal clir ettore <lei Regi Ospedali ro1nm. Ricci ardi, dal gr. uff. Feroci, presiden te del Comitato provinciale della Cro~e Rossa Itali a n a, e dal comm. prof. Aducco, Rettore dell a R. U11iYersità di Pisa.

[Ax~o

XXXIX,

Nu~r.

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J\Jla fi11e <.lella lezio11e, l a Sovrana ha riceYt1 lo l 'o n~aggio delle i11fer1niere e delle allieve infer111iere e ql1ir1di si è r~cata ad inaugurare l 'Asilo cli pronto soccorso istjtuito dalla Croce Rossa Italia11a e dal Co1nu11e di Pisa a b eneficio delle cla si povere della città . Al suo giungere al nuoYo asilo, })Osto in via del Moro, la Sovrana è stata os equiata dall 'ArciYescovo ai Pisa mons. Vettori, clal Prefetto inarchese De11tice, dal Podestà on. Buffarini, dal presidente del Comitato Prov. della (;roce .Rossa ItaJiana gr. uff. Feroci e da tutti i co·m ponenti il Co.cnitato·. Dopo un breve discorso del gr. uff. Feroci, l 'arcivescovo ha benedetto i nuovi locali. I nuovi edifizi per la Facoltà medica di Dlarsiglia. Il ministro dell 'edu cazjone nazionale della Re}) Ubblica francese, de Monzie, ha presenziato il 22 settembr e la posa della pri111.a pietra per la 11uova Facoltà .1nedica di Marsiglia.

Esami di Stato. Con ordinanza 111inisteriale è stabilito che i)er il co rTente anno &iafl:o sedi <li esami di Stato per l 'abilitazione all'esercizio del] a professione di meclico chirurgo le RR. l lniversità di Bari, Bolog11a, Genova, Messi11a, Padov ~, Par1na, Pavia, Perugia, Pisa, Sassari. 1

I premi Nobel per la medicina nell'anno 1932. Co111e abbia1no annunziato, il premio Nob el per la inedicina è stato anche quest'anno attribt1ito olidalme11te a due rice rcatori, fatto ch e molto piit che indicare la difficoltà di d esignare un solo e inassimo meritevole, s ta a indicare la gra11de e g iu sta jrnportar1za at tribuita all 'opera colletti,·a, se non 11el se~so di attuale collaborazione, al111e110 nel senso di direttiva comune o come suol dirsi di « scuola >>. I due desig:nati, p er l 'a11no che s ta per finire , al massimo riconoscime11to accacle111ico mondiale, sono il prof. C. S. Sherringto11 cli Oxford e il prof. E. D. Adrian di Cambridge. Il 11rimo di essi, giunto oramai quasi a quello che in Italia sarebbè il limite d 'età p er la quie, scen za, è il più famoso e più fecondo studioso della fisiolog·ia d el sistema i1ervoso. II suo volun1e sulla « Azione i11tegrativa dcl sistema nervoso », pubblicato i1el 1906, segnò una tappa decisiYa n ella Yia cli que te iiidagini. Tappa però, ch e, pur esse11do conclusiva rispetto al lavoro compiuto fi.110 a quel gior no, no11 fu che il punto di partenza ver i11clagini su ccessive che ancora si continua110 co11 111irabile attività da parte dello stesso Sherri11g to11 e dei numerosissimi allievi ch e in I11ghil terra ed in tutto il mo11do lavorarono e laYora1to lungo la traccia lasciata dalla sua mirabile attività. Tutte le sanzioni ufficiali e tulti gli '011ori accademici era110 già stati attribuiti a l prof. Sl1erri11gton che fu anche presidente della 1\oyal Society di Londra, e solamente mancaYa al coronan1e11to della sua Ju1ninosa carriera l'attribuzio11e clel pre1nio Nobel, ora decretatogli . Il prof . . E. D. Adria11, è celebre nel m o11do scientifico jJer le ~ue ricer ch e sulla fisiologia generale d ei 11ervi. Per qua11 to, da un certo pu11to di vista, si possa <lire ch e Je ue inclagini seguon o la linea seg11ata dal 1n~lestro più anziano, egli è indiscuti b il1ne11te origi11ale 11el genere dei problemi e nella t ecnica adottata . Questa finissim a e delicata tec11ica, co11sis te11te nell 'applicazior1 e •


[ A~so

XXXIX, Nul\c. 47]

1845

SEZJONE PRATICA

dei pi_ù perfetti 1nezzi concess~ da una profonda conoscenza d ell 'elettrotecnica e della fisica in genere, lo ha condotto alla registrazione obìettiYa (sia visiva ch e son ora) dei fe11omeni associati co11 l 'attività d ei n ervi sen sitivi . Aggiungiamo C'h e si tratt a di due an1ici d el1'llalia, ed in più di un 'occasione lo hanno di1nostrato; essi ,co t11prendono e se11tono con sin1patia i ~uoi bi sogni, i suoi sforzi e le alle be11 en1erenze del Regin1e. lrt occasio11e della morte di _>\rualdo Mussolini, sir C. S. Sherring ton scri sse al « Popolo d 'Italia» parole di ri1npia11to .

In onore del prof. So.no.relli. l -na solenne inanifestazione di simpa tia per l 'Ilalia e di riconoscimento delle benemere11ze ch e il nostro Paese h a J.cquistatc anche nel campo d ell a scienza, h a avu to luogo a P arig i, nel grande anfiteatro della orbona Come è consuetudine, in occasione dell 'apertura clell 'a11no accademico, inaugurato con g randi cerin1onie dal Presidente del Se11alo i11 rap1)resenta11za cli Lebrun, vennero co11feri te sole11nen1e11te, il ?'i no,·e1nbre, l e l auree lùonoris causa ad alcune d ell e 111agg~ori personalità cientifich e conte111por a11ee, designate dalle varie. Facolt à de11 ·c11i,·er sità di P arig i. La cerimonia , i è svolta in un 'atmosfera di fa s to e di solen11ità , alla presenza cl elle alte carich e dello Stato, 1nilitari e civili, dei professori delle Facoltà, ne1le Jor o togh e tradizionali, e del Corpo diplomatico. Era presente an ch e l 'ambasciatore cl 'Itafia, conte Pig n a lti. ~forano di Custoza. La Facoltà di J\1edj cina aveva designato i proff. )far afion di Madrid e Sanarelli di Roma, presenti alla cerimonia. Il prof. Ballha1.arcl , d ecano d ella Facoltà di Medicina, h a illus tralo 1e be1temere11ze dei due cienziati . Tei riguardi ci el• Sanarelli, ha rilevato che sarebbe impossibile rli enumerare tutti i progressi da lui fa tti realizz,lre alla scie11za. Si è sofferinato s ulle ricer ch e dive11Lat e classi che e universalmente a1111nirate, r el a tive alla febbre tifoide, al colera, al carbonchio, alla d ottrina dell 'eredo-immunità tt1bercol are e particol ar1ne11te sulla scoperta, divc11 t ata feconda di ricer ch e scientifich e in tutto il mondo, dell 'ul trafiltrabilità d ei « virus » attraverso le men1brane se1nipermeabili. Qu esti lavori h an no assegnato al Sanar elli un post o di primiss i1110 orcline tra gli cienziati euro·p ei. Il prof. Ba1thazard ha pure :lccennato all 'attività d el Sanarelli i11 altri campi i.ntelleltuali, ricordando e citando alcu11i p en sieri espo ti in t1na co11ferenza inaugur ale clell 'anno acc<Jd emico d el! 'università di Roma, i11 occasione d ell 'entrat a in guerra del! 'Italia. Qua11do 11a conseg11at o al Sanarelli l e insegn e e il diploma dottor ali, il publJlico 11a plau clito ri}Jet t1 ta1nen te all ' i11dirizzo dell o cie11zia lo italiano e d ell 'Italia. La ser a si tenne t1n pranzo di gal a n ei locali d ella Sorbona in 011ore cle j nuovi in sjgnili ; v 'j11tervenn e il Presidente d ell a Repubbli ca. La Soci età di p a tologia eso tica di P ari g·i, in occasione d ell a ripre a {lei su oi lavori, ha procl an1ato il p,r of. Sanarelli i11embro on orario. Il prof. 'fhjroux, general e l11 edico cl elle Colonie, dopo aYer e illustrato i ]avori e Je b en e1nerenze scie11tifir l1e del Sanarelli an cl1e nel campo della ni.edi cin a coloniale, h a in vitato l 'illustre ig ienista it aliano

a ten ere una 'co nfer e11za u lle malattie infettive i11le li11ali, in occasioite clella prossima cel ebrazio ne d el giubileo della fo11dazione della Società, ,çh e avr à luogo all 'Istitttto P a let1r.

In onore di Branly. · Si so110 coni.piuti 50 a1111i da quando il dott. Edouard Branly sos le11ne l a sti a tesi di laurea in nledicina; i11 ques ta occasione l a « Umfia », orgat10 clell 'Unione 1\.fedica JJati11a, ha pubblicato u11 d en so 11umero unico s ul Branly, il quale si è consacralo alla fi sica, ed è stato un precursore di l\tfarco,n i n ella telegrafia afila .

Medici centenari. Il dolt. Luig i Gorta11i, di Arta, n ella Car11ia, h a compiuto cento· a11ni il 13 11ovemhre. E; oggi for se il solo i11edico ila1ia110 ch e possa vantarsi di aver r ag·giunto tale ri p etl a])ile età. Vive a Terzo di Aquilei(l, ii1 o tti111e co11clizioni di salute. Ora gli ""0110 tate r ese cordiali onoranze. Il clol t . Gt1é11iot , m edico 011orario degli Osp e<lali di P arigi, 11a i1ure cotn}Jiuto in questi giorni il .:u o ce11tesi1110 a11no ; in t ale occasione l 'Accade111ia cli ~Ie òici11a, dt c ui egli fa parte, ha t enuto un 'aclunanza c ui h anno p artecipato clue ministri ; il pre idente d el Consiglio i11unicipale di Parigi 11a co11 eg11ato all 'illustre 1nedico - ch e h a esercìto brillantemente l a g i11ecologia - una grande rnedaglia , in seg110 di on~agg·io e di riconoscenza })er qu a11to egli 11a fatto 11el carllpo della pubblica nssi s len za.

Nella stampa sanitaria. tat a avviata la pubblicazio11e degli « Annali cl i )[icr obiol ogia », diret ti dal prof. A. Bruschett i11i e di cui sono r edal tori-capi i proff. A. Alesa ndri11i e P. Pozzilli: que ti nomi costituiscono lltl j)r ogr an11na r d un a gara11zia. Il periodico è ad alta tira tura; n1a h a i11le11di111e11ti rigorosamente c ulturçlli e scientifici. rrrnlla di preferenza proble111i d'attu alità e clibattu I i. ' ' errà certo apprezza to clall a i1ostra r l t!sse inecJj ca. È

La pletora medica in Svizzera.

Rileviamo dal << Siècl e IVIédical » che, in seguito a richies ta della F eder azio11e dei m edici svizzeTi, il i11ini tero fed erale clell 'interno ha incaricato 1t11a Co,n11nj ssio11e d 'indagare se effe ttivamente si abbia u11a ple tora di 111edici i11 Svizzera e, nel caso afferm atiYo, prop orre d ell e inisure idonee a ri111ediar e a tale st ato di cose . La commissione è com1)ost a di rap1)resenla11Li: d ei Diparlime11ti cantonali dell 'igi en e e d ell a J)Ubblica istruzione, dell a F ederazione rredetla, clella Co11fer enza dei rlir e ttori cli scu ol e Inedie, dcl Co111itato direttivo d egli e a111i federali di m eclici11a, dell e Facoltà di 111edicina, della Co111missione federale di maturit à, d ell 'Ufficio federal e d ell e assicurazioni soci ali , de l Servizio sanitario cl ell 'e er cito, del Mi11i ter o federal e di g·jus l izio. e i)olizia. La Co111rt1issione si è acl u11 nla a Berna. Nell a prima seduta il i11,i11istro Jed er ale dell 'interno, l\!Icyer , rilevò l 'in1portanza del problema. Proseg ue11do i s uoi l aYori sot to la presidenza del dott . Car~ière, direttore del Servizio federale d 'igie11e pubblica, la Comn1issione h a r iconosciuto che un in go111bro d ella professio.n e 111edica esiste effett jYa1nente ii1 Svizzer a e ch e l)f e e11t a un certo cllr nt ler e di g ravità. Ha e .. a11tina lo varie proposte, 1

1

)


184(.;

H

IL POLICLINICO "

ma senza giu11g·ere a co11clusioni d efinitive. Ha affidato lo s tudio ulteriore del problem a ad un Còmitato ristretto, che presenterà una r el azione e delle proposte co11crete al Minis tero federalG dell'interno.

[ANNO

XXXIX,

Nt;ì\L

47]

dalla Radi.o tedesca Konigswusterhausen, suoni e rumori del cuore. I colleghi sono pregati di dare informazioni sui ris·ultati della ricezione alla Kaiserin Friedrich Ha11s, Rob ert Koch-Platz 7, B~rlin NW 7.

Consultazioni per telefono. L 'imperversare della crisi economica in Germania jnduce moltissimi infermi a con sultare i m edici per telefo110, dopo di ch e dime11ticano di corrispo1n dere quals~asi compenso, quasi che la crisi fl:OO coinvolgesse anche ~ medici e questi non avessero bisog110 di ricevere le competenze inereD:ti alle Joro prestazioni. Ora è stato deciso, dagli enti corporativi, ch e i m edici sono autorizzati a valutare le con sultazioni p er t elefono com e consultazioni regol ari, ad inoltrare le l)ar celle e ad esigerne il pagam ento .

Processo contro un

chiI~urgo.

La Corte Suprema di W yoming (Stati Uniti) h a pronunziato la d ecisione definitiva in una causa inten lata contro •Jn chirurgo, dott. J effrey, che n ell 'eseguire un 'operazio11e smarrì un ago, entro l 'addome dell a paziente; d opo 20 minuti di ricerca, egli richiu se l 'addotn.e.: la pazier1te ven11e portat a nel gabinetto roentge11ol ogi co, ove si accert ò la presen za e la posizio11 e d ell 'ag·o n ella cavità pelvica; riportat a in sal a op eratoria, la si sottop one ad una n 11ova anes lesia e si potè estrarre l 'ago; due gior11i dopo sopravveniva la morte per embol i a p olmon ar e. Il marito attrib uiva la morte al secondo int ervento, ch e g iudicava non au torizzat o. Conferm ando ~ g iudizi anteri ori e attenendosi ad una giurisprudenza già sanzionata da casi analoghi, la Cor te riputò giustificata la condotta del chirurgo, ehe è s tato assolto.

Cessione di gabinetto nìedico.

In Francia, come in altri Paesi, è ammessa l egalmente la cession e di gabinetti di con sultazione m edica. Essa co1nporta afl:che la c~ssione d ella clientela - se e fino a quando questa è soddisfat ta d el nuovo· m edico, il quale naturalmente si adopera d el su o m eglio p er mantenerla ed accrescerla.... Il Tribunale Civile della Senna h a dovuto Qra pronu11ziare un giudizio, in m erito ad una di quest e cessioni, effettuata al d ott. Q. dal dott. A. il quale u ltimo, subito dopo il contratto, s 'inst allÒ n ei piano superiore dello stesso stabil e e con ti11uò ad esercitare; di più corrispose una sola rata d ella somma pattuita. Il d ott. A. chiedeva ch e il collega fosse condannato a 100.000 franchi di danni-inter essi ed a 1000 franchi di ammend a; il Tribunale ha accolto solo in p arte le sue r agioni, ed h a condannato il d ott. Q. a 10.000 franchi di danni-interessi; ha st abilito inoltre ch e egli nQn d ovrà , p er ur1 decennio, esercitare la m edicina entro un r aggio di 5 Km. dal gabinetto venduto , e ciò in confo-rn1ità ai patti; p er ogni cor1lr avvenzione é.!ccert ata verrà multato di 500 fra11chi. '

Una interessante dimostrazione alla Radio. Il 2 dicembre dalle ore 19 alle 19, 20 il d ott. Leo J acobsohn di Berlino farà, nel p·r ogramma della Radio per medici , una radio-diffusione con cerne11Le l 'ascoltazion e del cuore. ,S aranno trasmesse,

Con AUGUSTO l\fURRI è scomparso uno dei m aggiori esponenti della medicina italiana. Del sommo clinico e hcienziatq diren10 in un pro,s simo numero .

PIETRO BO VERI Una b ella figura di studioso appassionato si è spenta il 19 ottobre in una Casa di Salute di Torino, dopo atroci soffer enze sopportate con stoica ser enità durante i:.ei m esi. Il prof. Boveri, docente di Patologia Speciale ~ledica n ella Università di ~Iila110 e di Neu ropatologia in quella di Torino, cominciò la sua c,arriera com e assist ente del prof. Devoto a Pavia, r-i ded icò poi con particolare pred ilezione alla Neurologia freq ue11tando a lungo i più importanti I stituti n~urologici di ~arigi e di Lon:dra. · Al r~torno dall 'est ero fu Capo sezione nella Clinica Devo to a Milano fi1~0 allo scoppio della guerra ; ebbe allora ]a direzione del Centro 11eurologico di Alessandria ~ in seguito passò a Genqva e a Milano ove diresse il ~ntro Neurol ogico di con centramento. Bench è n on fosse a capo di un I stituto_, il Boveri con lena indefessa continuò, frequentando Ospedali ~ Istituti diver si, nella ricerca in modo tale da lasciare, $Comparendo così immaturamente, un 'abbond ante serie di lavori. · Mentre i suoi primi lavori sono di Clinica medica generale, egli si rivolge p oi con particolare predilezion e alla Neurologia e l ascia in questo campo importanti segni d ella su a attività. Basterà ricordare il suo cor1tributo allo studio della n evrite ipertrofica famigliare colla definizione di un tipo. cljnico sp eciale d enominato dagli autori tipo Pierre i\1arie-Boveri, l a descrizione di una particolare alterazio11e d ella cut e da lui denominata cc p eau de lézard » nella siringomielia; la descrizione dell 'or letto sott oungueale nelle lesioni del nervo m 'ediano, la così d etla contrazione a scatto d el piede D:elle p aralisi organiche, il fenomeno della seconda falange dell 'alluce nelle paralisi dello sciatico" ecc. r ee. Ma sopratutto il 1~0ID:e del Boveri è noto ai u eurologi per la su a r eazione al permanganato n el liquido cefalo-rachidia~o; le ricer ch e che cond 11ssero il Boveri a pubblicare l a su a reazione furono condotte nel l abor atorio del 111io Istituto.' nel 1913 e pubblicat e n ella cc Rivista di Patologi a n ervosa e m entale » d el 1914; è a questa r eazione, insiem e ad a~cun e oss~rvazion~ particolarn1e11te interessanti r1guardant1 alcu~1 pufl:li di s~meiologi a d el sistema nervoso, ch e 11 Boveri deve sopratutto se il suo nome rimarrà vivo i1el · mondo d ei neurologi. A q~es.to s tudioso s~rio e coscienzioso, al quale l a vita h a dato certam ente compensi inferiori ai suoi meriti e ch e ha av uto una fine così penosa è d overoso · inviare un p en siero riverente e com ITIOSSO. E. MEDEA. 1


[ANNO XXXIX, NuM. 47]

SEZIONE PRATICA

RASSEGNA DELLA STA.JUPA. ltIEDICA. Cl . Med. l t., mag. -

G . COLLINA. Itteri emoli-

t ici secondari. Rij. !v!ed. , 18 g i u. -

H. BocHHARDT. Mal attie

trau matich e l arvate dell 'appar. locomotore. - A. PALADIOI. FraID:mentaz. spo ntanea dei calcoli vescicali. Lartcet , 18 giu. F . l\ . "\VrLLIA~!SON-NOBLE. Reazioni dell 'occhio alle inal attie generali. •4.c ta D er1nato-Ven,eor., 2. S. SLADKow1rscH. Tubercol osi cutanea o sifilide ? - W . L. L . CAROL. Mixed e ma atipico. F·orze Sanit., 30 mag. - E. ~fEDEA. La sclerosi a placcl1e dissem in at e. - B. CARTIA. G1i attuali criteri di g u arig. d ell a sifilide . An.ales Faculd. de !vled. (Montevideo), gen. e feb. - E. BA UILLA. Morte improvvi sa e glandole endocr. C. S·rl\JANO. Fisiopatologia del dolore in ginecologia. B1·a.sil-i\tfed., 28 mag. J. D urRA DE OLIVEIRA . Fattori d ella riser va alcalina nei c lim i tropicali . Prertsa !\iJécl. A rg ., 30 inag. J . VALDÉs LAMBEA. Trattan1. del cosidetto infi1trato precoce. i lrch . It . di An. e l st. Pat., nlar.-apr. - G. D ! MAio. Fisiopatologia r en ale ---:- G. BErrAzz1. Eosinofilia !ocale nei tumori maligni. J ou rnal A. M . A., 11 giu . - Numero su gli ospedali. Presse Méd., 18 g iu. P. E. l\tloRHARDT. Sintesi e farmacologia d egli ormo~i e d elle vitamine. Id. , 22 g iu. - P . D uvAL e H . BÉCLÈRE. L 'insufflazione dello st omaco in r adiolog i a. S. KAnnUKA e R. SARASIN. E sploraz . radiologica del} 'app endice . J ov.rn. de Ai!éd. de Bordeaux, 20 g iu. GRÉ. Acidosi e coma d iabetico. 'Aifinerva Med. , 23 g iu. - G . DoM11~1c1 e G . OLIVA. L 'emolisi nel quadro dell ' an em,ia p ern. - G . NANNJNI. Sisle1na r.-e . n ella thc. p olmon . 1

-

~

. . . .

Peritoniti acute .

Rev. de Chir., giu. -

F. PoNzET. La tbc. del collo femorale nel .fanciu Jlo·. - P. LE GAc. Tecnica dell a gastrectom~a. Wien. Klin. Woch., 24 giu. - FALTA. Sulla pubertà. - LoFFLER e Sc:m vETNBURG. Siero· rabicida. Bull. Ac. de Méd., 14 giu. P. CAZANEUVE. Igiene tlell 'industria della seta artif. - A. KLING. Sterilizzaz. dell 'acqua per uso domestico con l 'arge11lo metallico. Presse M éd., 25 giu. ~ 1SÉzARY e G. MAURIC . Reazioni c11tanee e patoge11esi degli stati d 'intolle ranza. Bull. Méd., 2Q giu. Oto-rino-laringol. P aris I~Iécì . , 25 giu. - C. AuBERTIN . La medicazion~ leucolAtica. D . E. PAULIAN e C. R . FoRTUNEsco. 1'rattam. delle ma1. nervose con siero emolitico. .~tJediz. Klinik, 24 g·iu. H . R1cHLER. La sordastr eria e sue cau se . - H. Ll>HE e H. RosENFELD. 'Terapia d ella linfogranulo~atosi. Riv. San. Sic il., lQ giu. - ResocoD:to d el 9° Co ngresso m ed . sicil. D eu t . Med. Woch., 24 giu . BETHMANN, VASr Azioni d ell 'i stamina. - EoHME. Trattam. medico dell 'ulcera duoden. Munch. M ed. Woch., 24 giu . - Rol\IIBERG. Sulla sclerosi delle coronarie. PnuFER. Dietoterapia d egli ulcerosi . 11rch.. Mal. App . Dig. ecc., mag. - R . BENSAUDE e a l. La poliposi intestinale. Riv. di Cl. Ped., giu. - ·· G. GuASSARDO. Rachit~s1no sperimentale. G. CAsroRINA . Gozzo congenito_. __,. V. P1NTozz1. Ricambio proteico d el bambino allattato artificialm. J ou rn. de Méd. de Lyon, 20 giu. - Numero d:t neurologia. Sperim,entale, 25 giu. H . LEHIVIANN-FACIUS. Metodi serologici per 1a diagn. dei tumori m al _ - E. CuBONr. Diagn. di gravid. mediante ricerca. d egli O·r moni sessuali. 1

Indice alfabetico per materie.

Archi tettura moderna : l 'igien e n ella . . . . . . . . . . . . . . . Pag. 1824 Bibliografi a . . . . . . . . . . . . . 1825, 1826 Bronchietlasie . . . . . . . . . . . . » 1820 Chirurgia: co~un~cazioni varie . . . » 1833 Dissenteria: ~eta . . . . . . . . . n 1810 D11odeno : stenosi estrinsech e . . . » 1821 Echinococcosi: intradermoreazion e . » 1814 Igiene: congresso mediterraneo . . . . » 1834 E czen1i dei genitali: trattamento, . · . . » 1840 Magrezza nei barribini: trattamento . . » 1837 Medicina interna: comunicazioni varie » 1827 M edicina e Missio,n i . . . . . . . . . . » 1840 Nistagmo n ell e lesioni asimmetriche del cervelletto . . . . . . . . . . . . . . )) 1839 )) Obesità 11el lattante . . . . . . . . . . 1837 Paratifo B con menjngite i11 un pop-

pante

1847

. . · · · · · · . .

· ·

))

. . . . . . .

))

1837 1830

Poliomielite: sier ot er apia nel periodo pre-paralitico· . . . . . . . . . . . . . Pag. 1838· Polmo11i : collasso n1assiccio acuto . . . )) 1819' P olmoni : modificazioni funzionali n el1'enfis~ma, bronchite e as~a bron» 1818· chiale . . . · · · · · · · · · · · · · · · Pressione endorachidea : ~nfluenza dei rifl essi oculo-cardiaco e solare . . . . )) 1839 Pressione san g uig n a : influenza sul t o110 del parasimpatico . . . . . . . . . . . )) 1839· )) 1838. Sangue: identificazione d elle m acchie . Tifoide nel p oppante . . . . . . . . . . )) 1837 Ulcera gastrica: degenerazione ca11cerigna . . . . . . . . . . . . . · · · · )) 1823 Ulcera p eptica: cura con la IQUCina . . )) 1824 Urina: ritenzione completa da atonia vesci cal e riflessa : trattamento . . . . . )) 181& Varicella : vaccinazione profil attica . . )) 1838· Xanto1ni palpebrali : tratta~en-to . . )) 1840

Non ~ con sentita ia ,.istampa di i avo1'i pubb i icati nel Peliclinioo se non in. •eouit o ad autoTizza zion e BC1'itta d a lla 1'ed azi one . ID vietata Za pubblicazione di sunti dì essi senza citaTne la fonte.

Diritti di proprietà riservati. -

A, Poz11, resp.

C. FauGoN1, Red . capo . Roma - Stab. Tipo-Lit. Armani di M.

Cou.Ni~r.


1848

«

IL POLI CLI NI CO

[ANNO X -

»

f1l" l nteressanti Monografie : Prof. LUIGI D'AMATO

LE

0IRIITfORE DEL II ISTITUTO DI PATOLOGIA MEDICA DELLA R. UNIVERSITÀ DI NAPCLI

C~ONICHE

EPATITI

SOMMARIO:

L CONCETTI GENERALI DELLE EPATm CRONICHE E DELLE CIRROSI. I l. ALCUNI RILIEVI SULLA ETIOLOGIA DEU.E EPATITI E DEl.1.E CIRROSI. II I. P ATOLOGIA SPERIMENTALE E ISTOGENESI DELLE EPATITI E DELLE CIRROSI EPATICHE. IV. ANATOMIA PATOLOGICA DEU.E EPA, Tm E DELLE CIRROSI EPATICHE: a} La cirrosi epatica nel morbo di Wilson. , b ) Tuberco losi del fegato . .. c) Sifilide epatica. , d) Epatiti malariche. , e) La tnilza e il midoUo osseo nella cirrosi del fegato. ,, f) ll pancreas e l'apparato digerente nella cif'rosi epatica. - V . Su ALCUNI Tµ>I Q..INICI DELLE CIRROSI DEL FEGATO. VI. L' ITTERO NELLE CIRROSI EPATICHE. VII. L 'EPATITE SATEV LITE DELLE COLECISTITI. V il i. ALCUNI RIU BVl SULL'ESAME FUNZIONALE DEL FEGATO. - IX. L'ASCITE NBLLF. CIRROSI EPATICHE. - X. EF, FlilTI DELLA DEVIAZIONE DELLA BILE DALL'INTESTINO. Xl. CONO.. USIONI GENERALI SULLA PATOLOGIA DELLE EPATITI E DELLE CIRROSI. RAP> PORTI FRA LE CIRROSI E LE MALATTIE DI ALTRI CRGANI. - XI I. T RATTAMENTO DELLE EPATITI E DELLE CIRROSI ASCITICHE E BIUARI. 81, BUOGRAFIA.

V olume in,So d i pagine 96, n itid am en te stam pato. P rezzo L . liclin ico » sole L. 1 O, 6 O in porto franco.

1 2,

DIRETTORE DELLA R. CLINICA MEDICA DELL'UNIVERSITÀ DI SASSARI

P riof. GIUSEPPE SABAT'I NI

LA

più le spese postali di spedizione. Per gli .abbonati al te Po·

CIRROSI

EPATICA.

(St:u.cJ.lo orit:ioo e

011.~t.oo)

INDICE IN SOMMAR IO. -

OSSERVAZIONI PRBLIMINARJ. - CAP. I : Evoluzione storica del concetto di cirrosi epatica. - CAP. II: Lo stato attuale delle conoscenze sulle cirrosi. Esame dei dati anatomici ed etiologici riguardante la cirrosi epatica. - CAP. III : Studio cli· nico delle forme comprese sotto il nome di cirrosi. La cir rosi epatica come individualità nosogr:ifica unica ed entità clinica distinta. Classificazione delle forme morbose indicate col nome di cirrosi. CAP. IV: Forme cliniche ravvicinate alla cirrosi epa, tica. La malattia di Banti; la m alattia di Wilson e le altre sindr omi epato•striate: la cosidd etta cir rosi bronzina o pigmen taria. CAP. V: Alcune considerazioni clinich e speciali s ulla cirrosi eoatica propriamente detta. APPENDICE: La cirrosi epatica nella d escrizione originale d i Morgagni (Epist. An.,Clin. XXXV II I, N . 30). , La osservazio:ie origina le nella quale Laenn ec avrebbe indi, v idualizzato la cirrosi epatica. BliLIOGRAFiA. V olume in,80 di pag. VllI,104 nitidam ente st ampato. Prezzo L . 1 5 più le spese postali di sped izione. Per gli abbonati ai nostri p eriodici sole L . 1 3 in po ~ to fra n co.

Prof. CESARE FRUGONI con la collaborazione dei Proff. G. MELLI, E. PESERICO, A. LUISADA

L 'EDEMA POLMONARE

ACUTO

Affi nch è ! nostri abbonat i possano f arsi un criterio de ll 'impor tanza di questa pubblicazi on e, ne r ipor tiamo qui di seguit o il Sommario : C.AP. I . Spunti di an~tomia e fisiologia del polmone, pagg. 1 a 12. CAe. J I . Definizione e limiti, pagg. 12 a. 16. - CAP. III. ~tor1a dell'edema polmonare acuto, pagg. 16 a 18. - CAe. IV. Anatomia patologica, pagg. 18 a 27 - CAP. V . Ez101ogia dell'edema polmonare acuto, pagg. 27 a 49. - CAP. VI . Sintomatologia, pagg. 49 a 61. CAP. VII. Varietà cliniche e decorso, pagg. 62 a 70. OAP. VIII. complicazioni e prognosi dell'accesso di edema polmonare acuto, pa.g. 71. - CAP. I X. Diagnosi diretta e diagnosi differenziale, pagg. 71 a 77. 0 AP. x. Cli edemi polmonari acuti sperimentali, pagg. 77 a 79. CAP. XI. Fattori chimici e fisico-chimici del· l'edema polmonare acuto, pagg. 80 a 129. - C AP. XII. Fattori emodinamici e umorali dell'edema polmonare aouto pagg. 130 a 163. - CAP. XIII. I fattori nervosi dellledema polmonare acuto, pagg. 164 a 212. - OAe. XIV. Pa: togenesi dell'edema polmonare acuto, paigg. 213 a 220. - C AP. xv. Terapia dell'edema polmonare acuto, pa·

gine 220 a 231. Volume in-8°, di p.agg. IV-23~ nitidamente stampato, con . figur e nel t esto e una tavola fuori 't esto. Pr ezzo L. 2 4, più le spese postali di s pedi zio.ne. Per i noetri abbonati, sole L. 2 O, 6 O in porto franco. 1

Pro f. AN TO NIO DIREITORE DELLA

R.

G ASB ARRIN I

CLINICA M EDICA DELL'UNIVERSITÀ DI P ADOVA

con la collaborazione del prof.

PANCRE A TITE

G.

GHERARDINI,

ACUTA

E

aiuto.

CRONICA

INDICE. -

PREMESSA. , PARTE GENERALE: CAP. I. STORIA DELLE PANCREATITI . Bibliografia. ,, CAP. II . CENNI DI ANATOMIA DEL PANCREAS. Biblio grafia. ,, CAP. III. P RELIMINARI DI FISIOLOGIA DEL PANCREAS. Bibliografia. , CAP. IV. ANATOM IA PATOLOGICA GENERALE DELLE PANCREATITI. , CAP. V. Ss, MBJOLOGIA O..lNJCA GENERALE DELLE AFFEZIONI PANCRBATITICHE. , CAP. V I. SEMBJOLOGIA FUNZIONALE .NELLE LESIONI DEL PANCREAS : A) Semejologia fttn , tionale esocf'ina : a) Metodi indiretti basati sull'esame delle feci; Creatorrea , AZotorrea; Amilorrea; Steatorrea; b) Lo studio ed il d-0, saggio dei fermenti pancreatici nelle feci : 1) La diastçui nelle feci; 2) La tripsina nelle feci; 3) La lipasi intestinale; c) IL fermento 1

diastasico n elle urine; d) Il ferm ento diastasico nel sangue; e) Lipasi del siero nel sangue; f) I fermenti pancf'eatici nel contenuto duodenale. Studio comparativo dei singoli metti di indagine contemporanea1nente applicati; B) Semeiologia funzionale endocrina. Bibliografia. , CAP. VII. SINDROME EMATOLOGICA ED UMORALE DELLE PANCREATITI. Bibliografia. PARTE SPECIALE : CAP. VIII . Ct.ASSl PICAZIONE DELLE PANCREATITI. , CAP. IX. N ECROSI ACUTA DEL PANCREAS: Definitione e limiti. Etiopatogenesi: Dati sperimentali; Dati cJi, nici; Rapporti f,.a colelitiasi e n ecrosi acuta del pancreas; Reflusso di bile del Wi rsung; Reflusso di contenuto duodenale nel pan, 1

1

creas at traverso i suoi dotti escf'etori; T eorie etio,patogenetiche desunte dai dati clinici. A natomia patologica. Processi ripaf'ativi. Sintomatologia: Sintomi clinici; Sintomi f'adiologici; Sintomi funzionali. Decorso e forme cliniche. Diagnosi: Criteri diagnostici clinici; Criteri diagnostici f'adiologici ; Criteri diagnostici funzionali. Diagnosi differenziale. Prognosi. Edem a acuto del pancf'eas. Te, rapia m edica della necrosi acuta del pancf'eas. Bibliografia. , CAP. X . P ANCREATITE ACUTA SUPPURATIVA: Definizione. Eti-Opatogenesi. Anatomia patologica. Sintomatologia e decof'so. Diagnosi. Pf'ognosi. T erapia. Bibliografia. , CAP. XI. PANCREATITE CRONICA : Definizione. Etiologia : Dati clinici; Dati sperimentali. A natomia patologica. Patogenesi. Sintomatol-0gia: a) Sintomi clinici indiretti; b) Sintomi clinici diretti; c) Sintomi funzionali; d) Sintomi f'adiologici. Decorso e forme cliniche. Diagnosi. Diagnosi difjef'enziale. Prognosi. T erapia m edica. Bibliografia~ , CAP. XII . PANCREATITE TUBERCOLARE. A natomia patologica. Sintomatologia. Diagnosi. Bibliografia. , CAP. XIII. P ANCREATITE SIFILmCA: A natomia patologica. Sintomatologia. Diagnosi. Bibliografia. ,, CONCLUSIONI. , RlASSUJ\"TO.

Volume di pagg. 300 (con molte figure nel testo e due tavole a colori fuori testo). Prezzo L . 30, più le spese postali di spedizione. Per i nostri abbonati sole L. 2 5, 9 O in porto fr anco

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ANNO XXXIX

Roma, 28 Novembre 1932. XI

Num. 4:8

'' fondato nel 1893 dai professori:

GUID O B}\ .CC ELLI

'' .

FRANCESCO DURANTE

S.EZIONE J_:>.RATICA.

REDATTORE CAPO: PROF. CESARE FRUGONI Clinico Me dico di Roma

SOMMARIO. origina l i : L. Spolverini : Contr ib u to al lo etudio dell'infezio•n e diJterica ne i ~a c-ci n ati. Note e cJntr ib ut i : E. Maraglia n o: Aller g ia ed immu· nità n ei loro r aipipoTti >Causal i. Osservazioni oli niche : E. Gior getti : Esiste u na febbre a,,ppendi-colar e ? Sunti e rassegne : S ISTEMA NERvoso: F. Rou.l et: L'angiomatoei. dei oeen t r i 01ervosi (.m a latti a idi Lindau ) iln particolare 'delle cisti d el cervelletto. - G. De Nigr is: OO'nt l'i buto cl ~ruico ed anatom c.-p aJt: ol-0gi co a JJ,o s tudio dei tumoci fro n.tali. - V IE BI LIARI : I . T. MMon e J . M. Blackfor d: 'l"Tattamento -00Ilf.:-er vativo della, coleci<stite. Lavor i

J . Massion: B·r eve sgu a rdo a lla c1ini·ca delle a ffeZ.!io11i oc;lecisti ch e. - M I SCEL LA NEA : L . Crosetti : Ricerche compar aitive s u g li eftfettii della soonmiruistr azione di feg a to, di stom aco e di m uooea i n testina le ·n ell'anemia per niciosa. - R. Izzo e J . P ain.g aro: L a iperazotemia i·n alcuni stati .com atosi. - G. Gi glioli: Nefrite da m a la-ria q uartan a ed emoglob inuria ma la rica q u ali malattie fa.milia,ri e dcrmiciJ.iia.1'i. Notizia bibliog rafica . - Cenni bibliog rafici.

LAVORI ORIGINALI. Istituto di Clinica Pediatrica dell 3 R. Università di Roma.

Contribut o allo studio dell'infezione difterica nei vaccinati. Pro f. LUIGI SPOLVERINI, ' d iret tor e La scoper ta fa lta d al Ran1on (1923) dell 'a nato in.a com e m ezzo effi cace p er l 'imn1u1nizzazione a ttiva con t ro la difterit e h a i)er n1e o a que ta non · olo d i ein tra:re naciln1ente n ella i)ratiic.a m edica, m a a n ch e di r a1)ida111ente e ... Lend er i e ·diffonder si tenuto co,nto d ella sua sem1)licità ed in·n ocuità , a differ en za d eg li .alt ri m eto,di escogita ti e tentat i ·da l 1905 . . i n poi . Ta.nlo è ver o ch e, n on ostante Lale p ra tica vaccinale, h einc h è · n o11 o·b bligator ia in sen o a ssolu to, conti solt anto .a.pper1a 8 a nni d i appli1c.azio·n e, pure attua lm.e11te i bamb i.n i cl1e 1'11.anno subita r.a.ggiungon·o g ià la cifra cospic ua di qualch e milioille in tutto· il m ond o, con g.rande p r evalen za ·n egli Sta ti U:niti, ove essa è r egola rmente esegu.ita i n tu lte le pr in c ipali città.

I

A rcadem ie, Socie t à Mediche, Cong r essi : XXXVIII Oongres-30 delJa Società Ital iana ·di Medi<.:in a Inter na. XXXIX _9on·g resso della Società Italiana di Chirurgia. I Maestt•i : F . Vit ali : Au gusto Murri. Appunti !)er jl medico pra tico : C ASISTICA E TERAPIA: Crisi co1n v u hsiv e dri. origri.ine m eniln •giea e cerebra le duTan t e la g;ra.vi·d an za, s imula n ti J.'e clamipsia p uerper a le. - L e emo r r aigie g r.a vi del IPOISt.-par t um i n gener a l e. - Le .in d icazi oni rper J.a pro·vccazione dell'a.boll'lto. - N elle m.anif·e9tazio nii 1de1la IID.0Tu()(J) 01U6a. - SEMEIOTICA: La (( tria1

de dntestin al e u lllella dtiesen teria a m ebi ca. - Metodo per la di agrn()ISÌ 1de1l'aa:nebi.as1. - E PIDEM IOLOGIA : Come Si con trae iJ. K a la-a .:.ar? - 1\l{EDICI NA SOI EN TI FICA: Il ricambio bwsale n ehl'i pre rtensione. - VARIA : La. paralisi agitante conei<der ata come un'-0idio m1ccsi. Nella vita pr-0fessionale : Con.corGi. - N·o m in e, prom ozion i ed o nori.[icen ze. Nostre corrispondenze : D·a Bo logna. - Da Mode n a . Notizie diverse.

Rassegna dell a stampa m ed i ca.

lndi: e alfabetica per materie.

I r isultati dei var i sperimentatori son o s ta ti ovunque con cordi e qu anto m a i soddisfia.centi, 1 ag·giungen:do 1cj fr e a lt issime di con seguita i1nrn uni là : . 90-95 % n ei sog.g e tti r eg·ol.armente v,tccinati p er via ipo·d en·mica. In·oltre con la vacc inazio·n .e a m ezzo d elI 'a11atosisina n on olo si è riusciti a ridurre a c ifr e m i nim1e la n1o rbili tà ed an ch e la rnorta1i tà lJ-er difterite n ei sogg·etti vaccina ti (Ada m s, .i ol1an e Tom sik , Z·drodo\>vski e R aliapine, Solig111an.n, Mozer , L'er eboull et e Gomn ay ecc.); i11;3 .addi.ri ttura ad a.r r estar e e d ebella r e d efiniLivam ente infezio:i1 i difteriche g r avi e per sis tenti (ad eis. da n oi in I talia p1ov. Trento, P adova, Fiuggi ecc.). E pertanto l 'entusiasn10 p·er questo m etod o ·di profila i l1a r apida n1;e11te g· u.ada.gn.ato g li a n im i n on ·soJo d ei n 1e.dici , rr1 a an ch e ·di •co.Joro ch e soino p1!1ep0sti a lla vig ilan za d ella salu te p ubblioa., essendosi oran1ai fa tta strad a la co·n vinzion e ch e a m ezzo di qu·e sta p r.atic.a vaccinal e sia p ossibile p reservar e il soggeA.to contro la infezione alla s tessa g uisa ·d i qua nto si è ver i ficato pel v.a iolo. Certo .n ie ssuno può n1etter e in dubbi o l 'a1


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NUl\{.

481

zione benefica va.c.cin.ante ed antitossica delzio,n e in base al 1r isultato d ella Schick , ed a·nl 'anato·s sina, nè può igno·r are o misconoscer e i cl1e là d·ove questa prova immunitaria non b·u ·oni :ri suil tati , da l punto ·di vista epidemiolovenne eseig u1ita (e ciò si è verificato molte volgico o clinico, risco.ntrati dai vari osser vatori te, come risulta d alla letteratUll'a) si d eve .ritesui bambini vaccin!a.ti a confronto• dei no.n nere co m e dimostrato il fatto che tale reazio111.e trattati; ma oic.corre anche non ·dim·enticare si era m .antenuta positivia.. ch e un. tale m 1eto·d o di vaccinazio·n e è solo a nMa a questo proposito conviene ·d oma·ndarsi : titossico, ciò ch e app,u nto· h a fatto scrivere al il 111·e todo di controllo (reazione di S·chick) abiP·o·n tano ch e esso non autorizi.a a prevede.re tua ln1 ente usato ·p er co n:statare l 'avv~nuta o la sco·m :piarsa d ella infezione ·difterica ma sib·- n1en o vaccinazio.n e antidifterica n ell 'uomo· con bene d elle g ra,ri to1s.si en1ie. Difatti sono oran1ai l 'a.natossina, ha un valo·r e assoluto e·d in·dì4 anni (e ·p recisam ente fino dal 1929 i1n· Fransc~tibile? In a ltre p,a role, com1e osse.r v.a g iuci:a.) cl1e sono 1Stati segn.alati i prin1i casi ·d i s tamente il Pontano', d evei effettivamen te riinfezion e ·difterica in so.g getti a dista11za varia tenersi d al pru[}to di vista clinico, 1ch e Schick di ten1po ·da lla sub1ta ,raccinazione; tali e.asi negGJtiva significhi soggetto (nel n ostro caso so110 stati illustrati i.n . seguito, da n1olti a ltri b!amb·i no) difeso, e che Schick positiva. signiosservato.ri . fichi soggetto recettivo? Potrà obbietta r si cl1e essi r ap p1resentino ecNoi riteniamo ·d 'ac,cordo con inolti altri cezioni le quali in d efi11itiva 1c.o·n fermino la ricer catori, ch e un tale principio assiomatico reigola; ma il nun1e·r o d ei casi riferiti è oranon. co;r·r isponda a lla verità almeno nell 'u omo m1ai abbasta.nz.a sensibile per potere essere rìe ciò in base sp·ecia1m ·e nte a lle osservazioni dei tenuti semplici eccezioni. Nella sola :F rancia fatti 1c.linici . Ed in vero è chi.aro come non so·no stati illustrati oltre .u;n centinaio ·di casi p·orssa l'iteneirsi sufficiente la semplice din10caduti sotto l 'osser vazion e medica, senza ·CO·n strazion e d el fatto, ·d.a tutti .ammesso, d elle tare le p·ossibili forme cliniche legger e s fugnlodificazioni della Schick in seguito a ll 'uso g ite a tale controllo che1 con ogni propab·ilità d el siero a·n titossico e dell '~anatoss ina per COilc· com ·e abitualme:nlte accade ----... si saran no clu·d·ere senz'altro, sul suo va) ore di difesa o C·O·n temp oraneamente verificate . È bensì vero di r ecettività . Gi.aic.ch è per p·otere essere a utoch ei i vari a utori si affrettan o a dire ch e l 'infe rizzati a trarre cosi imJJOrl:inte con clusi o.n e zio·n et in genere in questi soggetti 11a avuto sarebbe a.n .ch e necessario sia ch e ìl risultato un an·d.an1·ento b enigno e ch e la mortalità è fossei sempre e strettamente speci fico c ioè stata p resso ch e nulla , m.a d 'altro c.anto è di- escl.u1sivamente consecutivo a l siero e all 'a namostrato, che in un num1er o tutt 'altro ·C.h e tra- tossina ·e sia, ch e si ·d imostrasse in pien o acscl11rabile .d i questi casi ~si è invece trattato di cordo coi risultati 1clinici. infezioni ·difterich e gravi, talo1ra 1co~1 conseOrb·en e praticamente come è possibile, osguente n1orta1ità. Comunque è in·discu tibila ser,r:a. il Ponta·n o, « d.are valore riisolutivo al che l 'infezione si è potuta impiantare e svi« r isultato di una r eazio.n,e come quella di « Schick la quale si n1odifica per una, inieluppar"' · La colpa di queste co·sì ·d ette eccezioni è sta« zio·n e ·d i sier o n ormale di cavallo, per la ta .attribuitia sia all.a inosservanz.a della tecnica « in·oc.ulazio11e di una T. A. neutralizzata (ina tregolare ·d urante la pratica va1ccinale, €1 sia alla « tiva nella cavia agli scopi ·della vacci·n azio·n e) r efr.attarietà ·d el ·so.g·getto a d im:r;nu·nizzarsi , di- · cc p·er il semplice fatto d ell 'avanzare dell 'età mostrabile qu est 'ultima colla persistenza della « i11 m1ezzo a popolazio·n i tra le quali non . si r eazi one, di Schick positiva . « conosce 11a difterite? n Ma sta ·d i fatto ch e ad :u1n attento esam1e D 'altra ·parte ·è n oto c.11e soggetti malati di d ei e.asi in pa.r ola risulta ch e nella g ran·de mag- difterit·e posso,no PEesentare Schi c,k n egativa, g io-ranza di essi l a vacci11azione era stata ese- ed invece soggetti guariti , con o senza l ':u1so guiuai ·p er via ip1odermica e secondo le norme del sie.ro , l 'han.n o invece talora positiva, e-d con1sigliate ·d allo stesso Ramo11 cioè co·n1 tre inol tre che il co·n tenuto di antitossina può esi n iezioni su ccessi,1e e r egolarmente ,dista11ziasere assai infe.r iore ad 1/30 di U .I. in 1 cc. di te, ei ci ò no·n ostan te l 'in fezion e a distanza di sietro e ciò n o·n ostante aversi la Sc.h ick n egatempo più o meno vari,abile (ma in. nessur1 tiva. Del. resto è istato oramai dimostr.ato cl1e caso su periore a.d un anno ·e mezzo) si è egu al- n o·n vi è corrispo·n denza costante tra p·r ova di mem.t e V·erificata. Onde è ch e la m .a ggioranza Schick ·e titolo di antitossina contenuta. degli sperimentato.ri ritiene 1c.h ei in questi casi Co sì Artusi e Miglio.r i hanno vedu to che il punto n ~utro tra Schi1c:k positiva e negativa è d ebba i)arLarsi di r efr.a ttarietà a ll ' i1n ·m unizza1

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XXXIX, .

U~I. 48)

SEZIONE PRATICA

1851

.

in gene.r e intor·no ad 1/100 di U. I . e n on ad I / 30, con1 e si era sostenuto. Thiell h a confermato tale co-n cetto , e J en sen J1a trovato ch e si 1p1u ò avere Sch~c.k n egativa })erfino in bambi11i praticamente p,riYi di an titossina (111eno ·di 1 / 2000 ·p er ice. di ier o). Inoltre ch e n el 10 % d ei vaccinati con l 'anatos ina si ba u:n contenuto di anatos ina al di sotto d ell ' 1/ 100, n on ostante la Scl1ick da p ositiva sia dive11 u1ta i1ega ti va. .... Troppe1 eccezioni e troppe variaz ioni presenta evidenten1ente n ell ' uo1no un:a simile .r eazion e per potere a surger e a metodo univo,co e fonda n1entaJe di co11trollo .a propo•sito d ell 'immunit à acqui ita. Devesi inYece logican1 e11te con clu·d er e n on poter i n è do,rer si b asa re in m odo sicuro ul ri ultato di essa 1)er sta bilire I 'a venuta o mancata imn1u.nizz.azione. Un a simile con tatazione pe;rch è sia Yeram ente valevole e d in eccepibile d eYe es er e forni ta, n e1l caso d ella vaccinazione con l 'an atos. ina, ·dai r i uil tJa ti ia s1)erimentali sull 'anin1al e, e sia epiden1iolo,g ici e clini ci (n1ortalità, m·a soç1ratutto morb·ilità) nell 'u·omo. Orbene le e perienze sugli an imali hanno or.a mai chiaran1ente piro\ a to c11e I 'a.nato ina eser cita 1 empre un potere vaccinante ed antitossico in g rado magg iore o minore a second1a d ell a quantità ad o1)erata, 1ch e occorrono do. i a ai .alt e d i anato in a p er raggiungere n el1'anim ale (caYia) u n icuro effetto Yaccinante , ch e un a tale vaccinazione è iantitos ica, ta11to è vero cl1 e e a n o.n, proteggei l 'animale 'C ontro l 'attecchim1ento d el germ e, lin1itando si a ridurre l 'es t~n iorn e e la g ravità d ella le ion ei prod·otta d a esso (P ontano). I risulta ti S<J)erimentali sull 'ani111al e ono pertanto di u na chiara evide·nz1a' e tali ·d a r en d er ci conto an ch e ·di quelli osservati in que t i ultimi a·n ni s ull 'u omo Difatti, a bbastan za numero1si O·n o g ià i ca .. i d escritti a ll 'ester o di bambini r egolarmente va1c.c in ati (controlla ti o m en o colla r eazion e di Schi ck ed indi:Pe11den;ten1iente d ai r i ultati di ~s. a) ch e ha.n.n o subì1to l ' infezione difterica più o m en o g rave. Una tale constatazione p,e r 1101 clinici di n otevole importanza (e ch e m e1'ita ·di essere non so.Jo segnalata, mia la cui 1ndagine d eve esser e 1continuata e cliligen tem·entet estesa p1er ch è d ella m.ass~m,a 11tilità per la risoluzi o·n e d el pro blema ·di c u1i ci occupi.amo) 1non p·u1ò n è d eve ,a,r r ecar e m eraviglia, trova·n ·do e sa una logica s1)iegazio11e in base .a Il 'esperimento e quindi :prevedibili i casi di in fèzione difte·r ica n ei va·ccinati . E pe.r lanto tenuto conlo delle con-siderazioni 1

1

su esposte noi ritenian10 ch e, allo stato attuale d ella nostra c·onoscenza s ull 'argomento, il metod o mig liore sia dal punto di vista sci entifico ch e prati·co per dim o trare il g·rado di efficacia d E.~ll a vacci:nazione coll 'anatossina sia proprio quello di ricer care e co·n trollare n on olo la n1orbilità e n1ortalità n ei vaccinati, n1a anch e le sindr·on1i clinich e ·dia. essi presentate, g li effe tti t erapeutici prodotti d al s i·ero antitossico, ed insie n1e il t en1po tr.ascor o, d,alla subita va ccinazio·n e e le mo·dalità ,d ella n1ede-• s1n1a . Q.ue te con id e.razioni so,n o quelle ch e ci 11anno sp into a fare indagi.ni sui e.asi di difterite n ei vaccinati n e111a iciltà ·d i Ron1a, piutto to ch e a portare 1sen11)lici contrib,u ti sul la vaccinazione in gener e, dal momento ch e sul co,n1c.etto di praticarlia. r egn.a l ' accordo. E ciò n1 i è en1brato tanto più co,n venieinte in ·quanto in R on11a j b.a mbi.11 i vaccinati n ell'ultin10 triennio hann o rag.giunto una cifra cos1)ic ua cc.m e n e fa fed e la segue1n te tabella: 0

1

1

1

Vacci11az.

Totale

iniezio11i

Rir1ovac• c1naz.

1929

12.000

4.000

16.000

1930

6. 229

1.947

8.876

1931

3.464

Anno

per

1

3,464

Tota~e

generale

28.340

1

1

1

,

Ho creduto i11 0,J tre 01p portuno in,dagare avanti Lutto l 'arnd.a1111e,n to d ella morbilità; sen za tr.ac:urare contemp or a,n eamente qu,e1llo d ella mortalità durante que'"'to ultimo triennio ·d ella pratica vaccinale, n1ette11dola a co nfronto con l 'an,d.amento del triennio preced·e n.t e. I risultati ·dell 'inda.g·i·n e ono ria unti n elle egu enti tabelle: 1

1

M o RRlLlTÀ PER n1FTEH1TE I N Ror\'IA • ?'\ ELL, ULT1l\I O SE SENNI O.

An110

N.ro

d~i

casi

Ca sj per 10.000 abil a nti

1926

652

8. 1

1927

1 .049

12.G

1928

970

10.1

l çl29

1.077

11 . 7

1930

1.299

13.5

1931

1.233

L2 .~


1852

C( IL POLICLINICO

MORTALITÀ PER DIFTERITE IN ROMA NELL ' ULTIMO SESSEN.'lIO.

Anno

N.r0 dei n1orti

%. dei inorti

Morti per 10.000 abit.

1926

91

12.7

1 00

1927

139

13.2

1.61

1928

111

11.4

1.06

1929

118

10.8

1.29

1930

124

9.5

1.30

1931

139

11.3

1.39

>)

[A:\1NO

XXXIX, i\u;.\r. 48j

sca.r se r icerch e in argomenlo; a:l ch e devesi anch e ag·.g iungere il fatto del poco valore che la m 1aggiora:n.za ·dei med.ici (entUJsi.Jasti e ·convi.n ti in senso assoluto dell'efficacia totalitaria del metodo vaccinale) attribuisce a queste co ì dette eccezio,ni, rappresentanti per essi fatti tra1scurabili. Ed in vero in Italia ad es., non ostante la ~pratica vaccinale rimon.ti ad ol tre u1n qua·driennio·, pochi autori hra nno illustrato ca·si d el genere. Il De 1Benedetti nel novembre 1931 ha segn~~ lato un caso abbastan.za grave di difterite in u11 b. di 4 anni vacci1i.ato per via n.asale un anno f)rima. Sparapani riferisce di avere osseirvato 5 e.asi di ·difterite in s·oggetti ch e avevano però avuto un.a sol.a vaccinazione. !f aberi e Golluscio segn1alan o 5 casi di malattia su 1000 bambini .re.golarn1'ente vaccinati , e1 Pi.nelli 1 caso su 160 vaccinati.

Risullerebhe pertanto ch e l 'ar1damenio d ella l11orbi lità e della mortalità .n on ha 1subìto varia zio1ni d egnei di nota in quest ' ultimo triennio d i ppa.tica vaocinale. A questo riguardo devesi però notare ch e i11 II Lua.ca nel febbraio di quest'anno, ha riferito eff.etlo il numer"o dei v.accin.ati, messo a consei casi di difterite in.so1:ta i:n b.ambini rinovacfro·n to com, la popolazio11e infantile di ~ Ro1n1a, ci•nati circa due anni p-rima, in 5 dei quali la J appresenta un.a perceintuale piuttosto b.a ssa e cl1e sciarso valore può attribuirsi ai risultatl Schick si era rnanten.urta positiva ·dopo I.a rinovaccinazione, ed in tutti tranne; u1n o si è trattaslati stici ·deriva·n ti ·d.a un peri·o·do· di osservazion e così limitato. Onde è che sarebbe errore to di forme piuttosto beni~ne. g rave venire senz \altro a conclu ~o·n i pessi111iLe in·dagini nostre riguardano un materiale sticl1e in base a questi dati. di 1120 soggetti aiccolti nel reparto difterici de Noi abbiamo cercato di fare i n:d<tgini su1l g li Ospedali di Roma i·n quest 'u,ltimo biennio. Nella tabell:ai .a pagina seguente son·o riascon1portame:n.to ·dell 'infezione difLerica nei vac• sunti in breve tratti i ri uJtati più i·mportanti c i·nat~. Devesi a questo proposito rile,rJ.re isud elle nostre indag i11i. bito le gravi difficoltà pratiche di simili ricerche in specie dal punto di vista della l·oro Ilisulterebbe · pertarito cl1e soltanto 12 ba1nattein·dibilità. Esse intanto d ebbo.n o necessabini su 11 20 ricoverati all'isolamento per difte.riamente circosciri versi ai soggetti rico, e:ria ti rite,- hatteriolog·icamente ei cli.nican1e.n te accer11egli ospedali e n ei reparti di ~solam·ento, n o·n tata, avreb·b ero in prece·denza su1b ìto una rees.se•n·do p·o·s sibile, per ra.g ioni p1ratiche ovvie, g olare p·ratica vaoc.inale co·n anatossina. Giacestenderle - almeno peir ora .--- ai singoli casi chè in un pi:irno tempo, il1 base alle primitive notizie a.n an'linestiche racco lte, 1·isultavano di infezione difterica che si m.anifestano nelle varie farniglie, inoltre debbono essere bene vainvece 40 i isog.ge·t ti cl1e sarebber·o stati sottopo1s ti a pratiche vaccinali. l\la i11 seiguito a g li.ati e contr.o·l lati i dati a n amn·estici riferenminuziose indagini di controllo eseguite soit esi alla 1sublta vaocinazio·n e. Giacchè a questo tanto 9 resistettero alla critica, n el senso che rjguardo, a i:1arte le facili confusioni, è indi"'p en sabile cono·s cer ei le modalità •p1recise della effettiv.amente essi aveva.n-0 regolarmente subite le tre iniezioni di anatossin.ai secooido il t ecni ca .a doperata per poterne trarre le dedu• • n11eto·do Ramon; mentre degli altri 31 casi taz1on1. luni avevano av:uto Ulila sola i1n1iezione, qualCerto in tema di valu tazio·ne di effetto v.ac1c.inale .11ell ' uomo sa:rebbe assai più como·do e ch e .a lt1~0 due, ed infi11e pe.r taluni erasi verifi1cata i)erfino confu,s io11e (nel riferire i dati fa cile eseguire I.a reazione di Schick e su di e sa b·a sare le concl utsio·n i, com e è stato pra- .an.amn.estici) tr.a la vaccilnazione jenneri.ana e quella antidifterica. tioato fin·o ad or.a ; ma .n oi abbi.amo g ià diNoi p ertanto abbiamo elimin.a to cl.alla noscusso in preicedenza sulla non si1cura atten·dibili tà di un tale metodo. D 'altro canto è pros tra tabella riassuntiva tutti qu.e sti casiJ perchè babile cl1e le difficoltà ora accennate circa le eviden temente essi non possono ritenersi din1ostrativi p er la questio ne di cui ci occupia1n o indag ini sull 'infezio.ne <lifteri1c.a n ei vaccinati siano la causa delle relativan1ente fino ad ora v.ale a dir~ della reale effi1ciacia della vaccina1

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[ANNO

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XXXIX,

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8 a11ni

Nl.-1\L

48)

1853

SEZJONE PRATICA

Vaccinazio11e . - - - -- - - - -,Diagnosi clinica (in .. t :>~l o e tempo del- e b J t ' eriologica l 'ul t1111 a vacc1naz.)

Durata d ella malattia

111 ufflazio11i n asali To n il li te di.f(12 me i pri1na) terica

+

~~sito

Te r ap ia

7 g iorni Guari g ion e Siero U. I. in 2a g ior 11at a 5000; in 3a g iorn ata 1500; in 4a g iorna la 5000 ('f o1ale 11.500)

2

8

))

3 iniezioni di a11at 0s- Diftcri te llnsal e sin a (8 n1esi prin1a)

+

73

))

Id .

10.000 in toto

3

10

))

3 i niezio11i di anat.os- Angin a .. ina ( l8 m . pri1r1 a) rica

+

10

))

Id .

Siero 1000 in 23 g ior-

difl e-

11a ta

+

9

))

Id .

3 iniezio11i d i a11at os- Dift~rite farinina (8 gg. pril1ta) go-l aringea

+++

7

»

~Cort o

In 2a. g iornat a 20.00cJ,, i11 3a g iorn . 20.000,. in oa g iorn. 20.000' ( to tal e 60. 000)

3 ))

3 iniezio ni di ana to - F arin go- l arin5in a (8 n1esi pr i111a) gi le difterica

++

8

))

l\tl ig liorn1nen t o (1)

Siero 10.000 U. I . (in 2a g iornata)

7 ))

3 ini ezioni di anat os- Angi na . ~in a (ci1 ca un an n o r1ca prin1a)

+

5

))

4

16

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3 iniezio11i di a11atos- Difterite ina (1 gg. pri1n :l) sillar e

5

10

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6 7

ton-

difl e-

8

4

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3 iniezioni di a11at o - Difterite e scar- + + + _ina (9 m esi prim a > l a t tina

9

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3 iniezioni di an a1os- F ari11gite d iftein a (2 me i })ri1na) r ica

10

7 ))

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3 iniezion i di a nato - Difterite sin a (21 gg. pri1n a) sillare

ton -

3 i11iezion i di anatos- Djfterite t oriil lar e l ari n sin a (24 gg. prin1 a) gen 1 iniezion e cli an a los- Difte rite in a (82 gg. prin1 a) sill ar e

ton -

I

lcl. Morte

7

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12

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+

27

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Id .

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24

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Ict .

+

12

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Td .

Se11za siero.

Siero 1000 1r. I. aa g iornata)

(in

Siero 10.000 U. I . (in ' 4a g iorn ata), 10.000 i n 5a g iornat a ( totale 20.000)

Guarigio11e Siero 1500 U. J. (i n ' 2a g iornata)

(l J U cito per volontà dei genitori.

zion e, dal inon1 ento ch e que ta n o1n era stata eseguita secondo le n1orn1e prescritte. Orben e, ciò premesso , questo n ostro contributo 'Stati stico clinico conferma il fatto indiscutibile della possibilità a d am1nalarsi di infezion e difteri1ca da parte di bambini in p recedenza reg·olarn1ente vaccinati , a distanza di tem po r ecente da11 'udtima ini eziorne di .anatossina (21 g iorni) fin o a l Es' mesi do,p o, (limite estremo n ei casi da noi osservati). Inoltre queste infezioni difte-rich e possono rivestire forn1 e 1si.a b enign e (i11 })revalen ia) e ia anch e g ravi e perfino n1ortali e ciò indipend en ten1 ente dal ten11)0 trascorso dalla vaccin a. z1011e. 1

1

on si sono ri ~ c o ntna ti n·ei nostri casi, ad eccezione del caso V, fatti di tossiemia, rrientre invece le m.anif.estazion i clinich e p iù g ravi si so no sem p-re presentate n ei casi di localizzazi o,ne al larin ge, e ciò in pieno aocord·o con quanto abitua lmentei i clinici soglion o rilevare. Sop,r a 12 ca si il trattamento terapeutico oon siero antitossico ha avuto, facilmente ragione in 10, anch e 1con quantità ta ssai modest e (da util n1inimo di 1500 u. i . ad un massimo di 20 mila u . i. ), ini ettato peTò precocemente (in g·en ere in 2a g iornata). Nei du·e: morti: i1n uno vi era a n ch e la conoomitante infezione scarlattina a , alla quiale for se devesi in massima par te attribuire l 'esito letale; n1a n el caso V, 1


1854

cc IL POLICLINICO »

(ANNO

XXXIX, Nu M . 48]

non ostante il precoce (2° g iorno) ed en erg ico fetta sull 'uomo d ell 'avvenuta vaccinazione a intervento col siero iantitossico (in totale 77 m ezzo d el! ' anatossin a, sostien e ch e, a llo stato rni la u . i. ), si è avuta la mo.r te. attu a le d ella n ostra conoscenza , il metodo miE c l1iar o pertanto ch e, ·p ure ritenuto come g liore })er dimos trare il g rad·o di efficacia sia indisc u tibile ch e la vaccinazione c·oll 'ana tosquello di ricer care e co ntrollare la morbilità e sina non può in linea di princip io evitare sil:a mortalità in gen ere, ma specialmente n ei c uramente a1 bambino lo sviluppo di una infe- vaccin a ti unitamente al.le sindrom~ clinich e da zion e difterica, p er altro. essa ne rid.uice in essi p resentate e ten endo co•n to d el tempo tra g ra·d o n otevole l1a possibilità e preserva certa - scorso dalla subita va cic.inazion e e d ella m om ernte dai pericoli d ella tossiemia, i quali se d.ali tà ·della m ed esim a. in gen er e n oo tanto minaoc.iosi ·d al punto di A tale proposito .rife1risce sulle inda.gini stavis ta d ella mortalità co mie sostien e il Pontano, ti·stico-clinich e ri g 11ardanti la c ittà di Roma pu re r appr esen.tano sempre un g rave p ericolo dura:nte q.uiesto u·ltimo triennio . pel piccolo, pazioote. Enun1era in·oltre ed illu·s tra i casi (12) di inP er raggiungerre sinule intento ·d evesi r itefezion e difterica riscontrati al reparto isolan er e in base ai d a ti sp erimentali e clinici (tra m ento d egli Osp edali in soggetti preced en tec u i in p rima linea quelli d elle manifestazio·n i mente e .r egolarmente vaccinati per via ipoderdifterich e nei soggetti vaoc.inati), esser e insuf- 1n ica, e <lo1)0 discu ssioni e considenazioni sulfi cie11te l 'a ttuale t ecnica vaccinale, eid invece 1'a rgomie nto ' 'ien e alla c onclusio·n e ch e, piU11eces ario com e r ecentem ente ha riconosciuto r e .ammesso ch e I.a vaacinazione con l 'anatose con ig lia to lo stesso, Ramon, aum1entare note- sina n on può in linea di principio evitar e sivolm,ente la dose ·di 1anatossina t.anto più ch e cura.m ente al bambin·o lo svilup1p o di una i11e~isa ris u1lta in gemere innoc u a per l 'organifezio.n e difte·r ica, per altro essa lo· preser va cers m o; ·O·d anch e ricorrer e .a lle vaccin.azio·n i assotamente d.ai p ericoli, sempre g.ravi , delLa. to·sc iate. s iemia ed inoltre ---. colla provocazio·n e attiva Inoltre arebbe d esiderabile ch e ·per faioilid a parte d ell 'organismo di produzion e di antit ar e e diffondere sem ip re p iù tale p~atica vactossina n el san g u1e - contribui1s•oe irn via indicin ale si potesse arrivare a c oncentrarla in u.na retta anch e ad ostacolar e lo sviluppo d el basola iniezione. cillo difterico e quindi a limi tare il g r a do rI i ffi·Orbilità. Noi quindi, d ovendo rimrunere n el freddo P er ragg iu1n ger e per altro questo intento è ca1r1po d ella r ealtà, l o·ntani cioè sia ·d agli ec.. necessario p erfezio11are l 'attuale tecnica vacci.r,essivi entrusiasmi di alicun.i sug li effetti sinale, in specie a·urmeintando· sen sibil·m1ente la c uri e totalitari d ella vaccinazione con l 'an a qua'Iltità di an a tossina da in.iettare. t ossin.a, e sia dalle note a lquanto· pessimistich e di a ltri , e volen·do trarre con clusioni p·r atich e in b.a e a i fatti sicur.amer1te a ocertati , d ohbia · NOTE E CONTRIBUTI. ino co·n fermare l 'utilità di t ale vacçinazione .A.li ergi a ed i1nmun ità nei loro rapporti 1)er preservare il b.ambin·o d.a uno ·d ·ei g ravi causali (*) danni d ella ·difterite e cioè dalla tossiem.ia , ed Prof. E. MAR...\GL IANO. ino ltre, colla p rovocazione attiva da piarte d el- ,. 1'organi>smo di prod.u izione di antitossina n el P er comprender e i rapporti cl1e 1)assano fra sa110-u e contribuire in1 diretta·m ente anche .ad o ' in11n1unità tubercolare ed aller gia, è n ecessario o tacola re lo sviluppo d el ba1cillo difterico, e rite nere ch e, con1e 11anno din1ostrato prin1apertanto a ridurr·e Een sibilmente il g rado di m e.n t e lei ricer ch e della n1ia cuola, il 1novin1enmorbilità. to imn1un it ario è d ovuto a lla capacità ch e h a Compito questo d ella massima importanza e l 'organisn1·0 ·di digerire e disintegrar e il b·acildi enorme vantaggio sociale, al qua le tutti i lo entrato in 1esso e di n eutralizzarne l 'azione m edie.i ·ed in speci e i pediatri d ebbono t endere col propagand.are ed illustrare l ' utilità di tale ;pia togen.a . Queis ta 1capacità è in rapt)O•rto colla e11ergia n1etorl o pro filattico. r e.aittiva d el terreno or ganico, cl1e si estri:11seR om a , 111g lio 1932. ca per m ezzo di SJ)ecia li ferm enti specifici cl1e eint:1~an o in giu oco innanzi .allo stin11olo de~ baRIASSUNTO. cilli. Che se qu.e sto sti1nolo è troppo ener gico o IJ' A., premesse a l cooe c·onsideDazioni 6ull a a ttendibilità so·vente falla ce della r eazione di (*) Comunicazion e all a Co.nferenz a I11tern azioScl1ick come metodo sicuro per ' 'alu tare l 'efn ale òell 'Aja sulla t ubercolos1. 1

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{ANNO

XXXIX,

Nu~r . ·

48]

SEZlONE PRATICA

p er la ·qua·n lità dei ba1c.illi o per 1101n. proporzionata energia r eattiva , non si deitern1ina imn·1u11ita. I 111uLan1enti quantitativi e qua litalivi di questi due te1rmi1ni, creano le oscillazioni del movin1ento in1n1unitario. Il processo digestivo :prodotto dai fermenti SJJecifici, percorre le fasi abituali alla digestione de lle albu·mrine, fino alla pro·duzio11e di a111i11oacidi specifici, cioè di orig ine batteri1cia: tubercolar.e, din10 trati tali per n1·ezzo della Enzimoreazione , .cr eata dal prof. Sivori che fu 1nio valenta collaboratore in· tutte queste ricerche. Gli a n1i11oacidi peci fici ... ono o·li indici d ella in1Jllunità cl1e sta Yolgendosi e 11e dan1110 la n11isu;ra. Quando g li an1inoacidi ha nn o raggiunto n egli animali trattaiti il n1a .. simo lor o sviluppo, com1e 11anno dimo trato le rice r cl1e della n1ia scuola, g li anima li di,·en tano inse·n . . ibili alla a zione di quelle qua11 tità di bacilli virulent i ch e uiccidono i controlli e ciò nece sari am ent e per I ' a Ltitudine .. J)ec i.ale i toge11a ge11er atrice dei fern1enti . La di i11tegrazio·ne m ette i.n. libertà 111aleri ali t os ici, ch e 'Tl·aturaln1 ente aument.a110 a·d ogni nuova introduzione di g ern1i, e cr eano uno tato in1111unitario. Jl ri te11ere, co1111e si usa, ch e l 'allergia si po sa a' 'er e solo dopo una i)rin1a infezione cl1 e ensibilizzerebbe i tes uti , non è esatto. I fen om eni allergici si })O ~ ono avere già ·per una prin1a infezione : gli ~ tudi dell a n1ja cuoia lo l1anno g ià da te1)11)0 dimo trato. I fen on1eni all er gici sono, quindi , i11 J'.a1)porto colla i1n n1unità in quanto ch e si svolgono 1)arallelan1enlc alla dige Lione ed al processo di disin tegrazio•n e d e1 bacillo, in forza dei fernl·enti di cui la sua pr esen za h.a provoca to la produzione. Qua nto m aggiore è I.a quantità di a m.i11e spccifi1che, d 'altre ttanto è più sp1iccata l 'allerg ia, che per tal m od o è in ra1)port-o di cRusf\lit à colla immunizzazione Le nos.tre ricercl1e autorizzerebbero a riten ere cl1e quegli elen1enli designa li col nome di anticorpi , rap·1Jresentino uno st adio m en o com pleto della dige tion·e, :c.h e precede quell o in cui si a rriva alle .a:n1ine. Così sar ebbe giustifica to, il ritener e, co me i ritiene, ch ei .g li anticor pi sia.no un i:n·dice indi·s cutibile del m.ovimento im1munitario, n·on lo strun1ento della in1muni.tà. Que$LÌ elem enti so·n o ancora allo sta.t e colloide, e i1on per runco pogliati della lo,r o to icità. Riassuim endo quanto, si è fin qui detto, ii1 b.ase agli studi dell a mia scu ola questo si dovrebbe concluder e : 1

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1855

1) L 'aniti.g ene tubercolare en trato a contatto d ei tes uli, })revoca la produzior1e di fermen ...

ti specifici ch e lo digeriscono e, quindi, Jo di._integrano, det erminando il rno vimento im•rr1u11itario. 2) Co11 la disintegraz ione ono n1essi i·n libe-rtà i veleni bacillari ch·e danno luogo alla J)roduzione dei fenom e ni allerg ici , i quali, ,così, ono 1'es1)r essione del 1novimento im:m1unitario, di cui rispeccl1iano la intensità e di cui danno la n1isu r.a. 3) La dige tie ne co1npleta d ei bacilli d à luogo a lla produzion e di .a1minoacidi specifi.c.i, cl1e ne ut.l'alizzano l 'azione pa logena dei bacilli tubercolari tessi. ±) L 'allergia è in tirn.a111e1n Le connessa allo volgin1ento d ell 'immunità e •ne rappresenta I 'indice. 1

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'

OSSERVAZIONI CLINICHE. O SP EDAL E

C IVILE

DI

S CANS ANO

Direttore : Pro L ALEARDO SANTuccr. 1

Esiste una febbre appendicola1·e1 i>er il dott.

E LIO

GroRGETTr, aiuto cl1irurg·()

La Palologia dell 'a•ppendice, n ei uoi quadri clinici acuti, h a tro,,ato g ran numero di studio i, ch e h ainno dedica lo a que ta sindron1e atten zione e studi: Lalcf1è, i.n un 1)eriodo r ela ti,ra1r1en te brevei di tem po, iam o giu.nti a lla icla ificazione e all 'i11terpr etazione della m assin1a parte dei sinton1i . Al contrario,, l 'Appen,dicite cron ica, forse peir la sua relativa ~a rità, .a lmen,o com e sindrom e i)rimitiva, fo1)se i)er la n1inore imponenza d el qua dro clinico, forse .a ncl1e JJier la scarsezza di sintomi inequ1ivocabili 0 d e elatanti , 11a trovato, quasi direi , uin a carsa• benevolenz.a ·da parte deg·li studiosi: alcuni di es i in fatti l 'hanno con iderata tra curabile, altri l 'J1anno del tutto n e·g a ta. l\1a, astraendo da questi o-radi e tremi , o-li a utori in oaeneral'e no.n "' e 11e on,o n1olto C> preoccu·piati, e, n ella grande ma ag·ioran za, si on·o limitati a d avvertire di tener presente l 'eventualità di essa. E più specia,Jmente, fra o-li Autori , no.n si trov a uno t.u1dio, 1nell e forme cronicl1 e di appendi1c:ite, d·el i11to·n10 « F ebbre» . Si 11arla, nei . . trat tati, di un m ov1mento termico, rna, cosi' , .alla fug:gita , sen za fi ·sarn e i cara tter i, la durata , la forn1a : m ov im en ti feibbrili, ch e indubbia111·e nte corri pondono a IJiccole i11tercorre,nti r iaccension i del 1)roce o cronico, a fiam111ate locali ap p;ena a1)pena avverti bi li, ia dal 1

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1856

· CC

IL POLICLINICO n

~ otgg·etto,

che dall 'esaminatore; fian1111ate, che si s1)'engo.110 con il ritornare del p·r ocesso locale al suo stato 01r mai ordiinario di cronicità quasi silenziosa. Ed il 1Fi·orini, in su o r ecente stu.dio sintetico sull 'Appendicite cr o,n ica, dice, parla ndo del sinto,m o febbre: cc La febb.r e sp·esso rna.n ca : in ogni caso si main tie.n e molto· bassa ,

incSorge rapidamen.te dura.rite la crisi, e rapidamenite si dilegua. Noi l 'ab,b iamo riscontrata nel 20 % dei casi. Parllo di .tem1per.atu1Te a 37°,3, 1

37°. 5 al massimo 38.0 » . l\1a di un.a form,a feb·b rile, a .cu .r va direi qua ~ i d efinita , a rialzi costa.n ti e g ioDnalieri, ribelle a tutte le cure e ·simulante quasi la febbre etica, e; tut to questo., con la più blan,da si11tomato1logia locale, n on ho tr·ov.a.to m e11zione: ed è per riempire a questa lacuna, ch e è fatta la pr esente pubblicazio.n e, ch e c' i.n .duirrà poi a conc.lusioni non ;p(l'ive ·d 'importan za , sopratutto pratic.a, dopo che si ~ia riassunta l 'osservazio11e clinica, da cui si prende lo spunto·: 1

Ri11a C., di anni 24, da Scansano, coniugata con prole. P adre e madre viventi e sa11i. Ha due so · relle ed un fratello anch'essi viventi e sani. Nacque da prima gravid anza, espletata con parto eutocico. Degli esantemi infantili, h a sofferto il m o·r billo e la varicella. A sei anni, la parotite epidemica. È stata sempre bene durante la fanciullezza. Pu])ertà a 13 anni; successive mestruazioni r egolari. A sedici anni, h a sofferto di astenia, p allore, e anoressia, sinto1n i ch e da un sanitario furono attribuiti ad un inodico grado di anemia, e curati in oonseguenza. Tali disturbi diminuirono gradatamente fino a scomparire del tutto, dopo alc11ni mesi. No·q notò mai febbre. Nel 1928, si sposò ad un u on10 tuttora vivente e san o, dal q:uale h a avuto una gr avidanza, decor sa senza alcun fenom~no n otevole, e ch e si espletò con, parto eutocico. n el diceID;bre dell 'anno di poi. Un mese circa dopo soffrì di reumatismo arti.colare, ch e g u arì in poco tempo. Nel giugn o del 1930, <:ominciò ad avYertire un leggero , incost ante dolore al quadrante inferiore destro del1'addome, ch e fu diag11osticato di natura appendicolare, e ch e si riJ1etè ad intervalli irregolari. Non ebbe 1nai , conte111poranea1nente a questo, vom ito nè si accorse di movin1enti termici. /\. questo dolo,r e, però. la paziente 11on attribuì una grande i1n por tan za , tanto ch e afferma di esser stata sempre l)ene fino alla n1alattia attuale. La quale iniziò, i1ell 'aprile del 1931, con qt1alch e colpo di tosse, Jiev9 ipofonia, e dolori nelle regioni i11frasca µolari, preferibilme11te di destr a. I distur}) i , 11on essendo molto accentu ati, n on dettero sover chie preo<'ct1pazioni alla paziente, la quale co11tinuò le proprie occupazioni domestich e, dei resto non n1.olto gravose. Non notò mai febbre. Dopo qualche t en1po si accorse che i dolori e l a tosse au1nentavano, inentre persist eva sempre. f il cendosi più evidente di tanto in tanto, il dolore nella r egione adrlominale già accennata. Non ebbe sudori notturni. Accu sò invece una certa an or es-

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sia. Nei pri1ni gior11i di settembre fu visitata dallo scrivente, il quale riscontrò il seguente stato oLbiettivo : Donna di costituzione sch eletrica regolare: pannicolo adiposo scarso: colorito della cute e delle mucose visibili roseo p allido. Non edemi; scar sa to:_s~ non seguita da espettorazione. Temp. 37°/J. Puls~zioni 86. Resp. 19. Voce leggermente diminuita di t on o. .i.\11 'esame del! 'app ar ecchio respiratorio, le due metà del torace si espandono simmetricamente. Il f. v. t. è trasm esso, con eguale scar sezza , in tutto l 'ambito polmonare. I due muscoli trapezi appaio110 all a p alpazion;e ambed.u e normali di tono: la pressione digitale su gli apici e sui mu~coli intercost ali non su scita nè dolore n è tosse alla paziente. La percu ssione rivela, sulle r egioni sovr a- e sottospinosa di destra , un lieve grado di ipofon esi: ed ascoltando sulle predette regioni , si nota una respirazione sen sibilmente aspra e leggermente più scar sa, n1entre è normale n el restante ambito polmon are. Nulla di notevole all 'esame del cuore e ctell e arterie periferich e. L 'isp ezione e l a p ercu ssione dell 'addome n on fAnno i1otare nulla di particolare : la palpazione risveglia un dolor~ di modica intensità alla pressione della r egione appendicolare. Positivi i pun ti di Mac Burney e di La11z; n egativo il segn o di Rowsving. Non esistono, nepp·u re in grado leggero, iperestesia della cute nè difesa muscolar e. 1 on si apprezza esistenza di liquidi. All 'esame delle rimanenti regioni addominali, n on si ap· prezza niente di notevole. A carico dell 'apparato digerente, niente di particolare , se si eccettua l 'anoressia piuttosto marcat a, che perdura da molto tempo. Alvo tendente alla stitich ezza. L 'esame delle orine dette esito n egativo. La r adioscopia rivelò un a regolare espansione degli apici e delle basi polmo.n ari. La r adiogr afia mise in evidenza, in corrisponcienza del lobo superiore di destra, un 'ombra della grandezza di una moneta da dieci centesimi , in parte già calcificat a. La t empera t1Jra, misurata accuratamente, raggiunse valori, cl1e O·scillarono fra 37°,3 e 37°,8. Fu consigliata ad operarsi di appendicectomia: n1a si ritenne opportu110 di cercar di migliorar lo stato generale con una cura ad atta. Nello stesso avre1nmo avuto il t empo e l'occasione necessari per un 'osservazione accurata della paziente. Sottoposta ad un regime di cure igienich e e medicamentose richieste dall'affezion e di cui era affetta, l 'amn1ulata cominciò a migliorare, finch è, dopo un mese e 1nezzo, notò che i dolori scapolari erano scompar si e < ~on essi la tosse. L 'esame obbiettivo rivelava una graduale modificazione delle condizioni del polmone di destra, n el medesimo 5en so, nel quale evolvevano i sintomi soggettivi. La febbre tuttavia perdurava con qualch e r ara e n on marcata esacerbazione. Rimaneva con la · stessa hlanda fenomenologia, il dolore appendicolar e, il quale però, in due giorni, a distan za di un mese cirra, l 'uno dall 'altro, subì t1n sensibile aumento. Dieci giorni di cura maretinica n on port arono alcuna variazione n ell a curva termica . Verso la fine di nove1nbre, quando il peso dell 'a1nmalata era aumentato di tre Kg. e lo stato


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S E ZIONE PRATICA

gen er ale ed i sintor11i pol111011ari er an o n otevol 111e11t~ ID:ig1iora ti, si co11sigliò I 'a . a sottop or si . all 'i11tervento chirurgi co. Il 30 i1ove111bre, infa tti , fu ricoverala i1el no·stro Osp edale. Il dire ltor~ n on riscontrò alcun clato obbiettivo, ch e non co·n cordasse con quelli g i à espos ti. Fu praticato l 'esam e d ell e orine, ch e d e tt e esito i1eg ativo . L 'esarn e d el sa11g u e ebbe i risulta ti eg·uen li: g lobuli r o si 4.000.000; Hb. 0,90; g lobuli )Jia11chi 12.000. li'orm ula l eu coci la ria: li11fociti 19 %; m onociti ~) ~o ; polinucleati n e ulrofili 74 %, eosinofili 1 %, b a ofili O%. Il 2 dicembre fL1 pratica to d al prof . Santucci 1·atto op er a torio, co11 l e egu en ti m od alità : A.nest esia locale 110,·ocai11ica . Incision e addomi11ale destra del J alaquier , lunga cin . 10. Si apre Ja g t1aina d el r etlo anlerior e de Lro e si incide . 1011gitudit1al1ne11le la g u ai11a po ter ior e, dopo aver !)O t at o al L"in ler110 jl i11ar g i11e ester110 d el muscolo. Si i11ci<lo110 poi la fa ei a trasver sal e ed il i)erito11eo. Si rrtelle co ì a n1pian1ente in luce l a regio11e d el cieco, ch e i r icon osce ubito, n o11 a1)11e11a so,ll evato i11 alto il g r embiule om ent ale. La s~ es trae d olce111e11 te e <:011 quella si estr i nseca l a b ase appen clicolar e: ! 'ap pendice è vol ta in dentro, i11 allo e i11dietro, m a n on presenta acl er enze an omale, men Lre il su o m e o corto fa piegar e su sè tessa l a pLu1la. Assicura tasi l 'em o~ ta i d el meso con pu11li a ca te11a, i t aglia quello alla tta i11serzio11 e a1)1>en d icol ar e: si lega con catg ut la ba e d ell 'ap1)e11clice s tira ta e così p eclu11colizzata d al fond o cecale e si escide con il galvan oca uterio. Si affo Hcla i l p eduncolo, co11 su tura a b or a di lalJarco, i ripon e in sed e il ceco, _i r icopr e co11 l '0111enlo, e si ricos trl1 isce l a p aret e addominal e a tra li. L appe11d icc er a lunga 10 c111., ritorta su sè s le sa, di for111a cilin drica, {l el voll1111e di un ca1111ello di p enna, a p ar eti spes e, a l un1e pe r vio, a m u cosa i11tegr a, r o ea e lisci a , e co11 pun ti vasali. evid~11 li . Il p eduncolo omentale b en sviluppa lo, grasso~ so, m a r e tra tto Yer so l a punta d ell 'appe11dice, sì da conferire a questa l a for~a di un 'a n sa . L 'esa1ne n1icr oscopico h a r ivela lo t1na infiltrazion e della :p ar et e, modica , m a he11 evjdente, di leucocit~ polinucl eati, e qua lch e r ar o ammasso di globul1 r ossi. Non cellule g igartli. car si el em enti linfoidi. 11 r isul lato d~ll 'op er azion e è id eale: l 'a. n on p rova dolor e, ina so·Jo u11 lieve sen so òi m oles tia .cl uran te l 'incision e d el p eriton eo p arietale: alla fine dell 'oper azione dice di sentirsi b enissimo e <Con ser va questo sen .. o d i euforia p er lutto il perioclo pos t-01)er a lorio e p er tutta l a co11valescen za. La febbre, g i11n ge la er a dop o l 'inter ven to a .37°,6 e p oi n o n si riprese11ta più . Vie11e ripetuto J esam e delle orin e con èsito parimeJ1te n egativo. L ·a. continua a s tar ben e, t anto ch e n ell 'immedia to p erioclo post oii)er a lorio non si n ota nulla, ch e valga l a p e11a di esser e riferi to. Al 7° giorno . i disfà la sut11 ra cuta11ea, ch e rivela una p erfetta cicatrizzazion e. In dodicesima giornat a d al l 'i11ter ve11Lo, i 'a. lascia l 'Osp ecl ale ed è invitat a .a sorvegliare la te1nper a lura ed a presentar si p e-riodicam en Le al 11os tro An1bula torio p er fornire 11otizic ulteriori sul s110 la to di salute. Nelle vi site a lei i)ra Uca le, ogni due se ttim a11e, tl all 'u scita d a ll 'Osp ecl ale fir10 a p oco tempo fa, 1

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11011 si è risco11trato ntllla, cl i in1portante. Lo s tato gen er ale h a i11anifesta lo u11 g r adu11le miglior am ento, accorr1pagn ato cla un ulteriore aume n.Lo cli p eso. No11 fehJ)r e . TJn m ese e inezzo dopo l 'in t erve11t~ si pratica a un esa111e di sangl.ie, co11 i segu ~nti risul tati: g lob. r ossi 4.500.000 ; Hb. 0,95; globuli bia11chi 9.500. F ormula le ucocitaria : ,]i nfocili 22 <}~ ; i11on ocj li 9 %; 1eu coci li po~in11cleari 11eu lrofil i 67 %, eosi11ofili 1 %; b asofili O ~{, .

Quale in.terpr.etazioin e i deYe da r e a qu es ta febbre a ca r1att eri b e111 d ef'i11iti , e co tanti ? All a co·n clusion e 1c.h e tale m ,0Yi111en to tern1ico d ebb a riferirsi a d un fa tto ap1p e11dico]'a r e, non è difficile .g·iung·er e, i,a cl1e si proced a con crit eri diretti cl1e i.11diretti. E i leva u n.a febbre p r otratta i i)er p iù di tre m e i in UJil a n1n1a la ta a ffetta da u11 'in fezion e p oln1on ar e di n atura spe1oifioa. _e n ella quale 1i;1ure e ist eva un lieve rise11tin1ento appe.ndìco l.ar e. Co ì, .ad u n p rin10 e .. UJ)erfic iale e an1e, en1bra evidente, e direi quasi 11ece ar io, a1n 1ne Lter.e un r ap port o di str et ta dipendenza fra il fatt o pol1n on ate ed il fa t to ter n1 ico. Ma, n on appen a i e ~ amini UJn po ' I)iù .a,t tenta111enle il d ecor o d ell a mala Llia, i n o ta110 n1:olti fa l ti , cl1e di corda 11'0 con q ue to· r app,or to . Anzitutt o un fa tto en1p lice, eYiden te, ba11a le : la fe1bbre è ·ca du1ta il giorno segu ente l 'a tto 0 per atorio . :È cl1iar o cl1e, se cau sa d ella feb b r e fo ::;e st ata la m ala ttia, p oln1on a r e, l 'interven to c hirurg ico, con tutte le circo ta11ze a.11nes e, d elern1in ando una dimi11uzio11e i1ote,101e, e pure ter11por an ea , d ella r e i.., te11za or o·arn ica , non pot e a n o11 favorire la i)eci fi1c,o~i , la quale avr ebb e avuto, m olto l) ÌÙ cl1e ir1 i)as a to, facilmente r.a gion e, a1l1neno per q u alcl1e t e·111po ed i11 misur a m aggiore cl1e per il IJa :3at o', n ella ... u a lotta co11 tr o' l 'oir.g·,a nisn10. E d in ece, durante tuitto i~ period o, post-oper a LoJJ'io, necessario i>er riportar e l 'A. ,a lle condizioni fisich e p r e1oed e1n li l 'inter vento, n on si è 111ai avuto un a ccen n o , a d u11 r ialzo ch e, an cl1.e per poco, si soo ta e d alla n or ma . L 'a. , n ei tre l11 esi pr eced ern t i l '01)er az ione , fu · ottopost a a d un r egin1,e di cure 1co11tro la n1alattia polmon.a.r e·: r eg·ime di c ura, s i n o ti, ch ei n elle n orme die teticl1e si d oveva lin1ita re co,n a t ten zion e, pTop rio p er ch è se1111pr·e .i è t emuto 11' esacerbazion e d el fa tto appendicolar e. Dop o du.e m e i circa , si è n·otat o 1ci1e m ·o lt i s i.n t omi avevano subìto delle va1'iazioni in . . en so favor e,role : il p e o au1nentat o, lo st ato g·e n er al e m.iglio·r ato , ·.scon1par si i dolori scapo lari , · scampar a la to se, clin1in u1iti i sintomi obbi.eLtivi toracici , pe1r c ussori ed ascoltato ri . ~Ia i JYOtrebb e o,b bi etta.r e cl1e l 'a1)pendi1cect·on1ia 1

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cc IL POLICLINICO n

ha so ttralto un focolaio flogistico, ha conferito una maggiore r esistenza organica contro il processo specifico, per cui potrebbe essersi verifi1cata la scomparsa della febbre. Ma si ricordi ch e questa è stata tro·n cata di n ertto dall 'app en·dicectomia , senza che vi sia stato cioè il t empo necessa.r io ad un così rapido cambian1ento di scena, se questo cambiament·o avesse dovuto d et erminarsi a tra,rerso g li elementi in lotta , orga.nismo e ba1c.illo tbc. Ciò ·dimostra invece1 che l 'el 1emento flo·g o·g)eno era unicamente indov.ato nell'organo a sp ortato. E dopo tutto· questo, si 1potrebbe ritener e inutile .discutt:ere più oltre p er dimostrare ch e la fe bbre in parola non p uò mettersi in r.a1p porto ·s e non con la sindrome appendicolare: ma, com e se ciò che preoeide non fosse sufficiente , esiste un 'altra circostanza, che avvalora ancora di più il .n ostro asserto: in due g iorni, il 30 settembre e 11'1 no,rembre, quandoi l 'ammalata ha notato un sensibile aumento· d.ei dolori addominali, ch e si è protratto p er tutto il g io1mo, .a lla ·s.era l,a temrp1e ratura. saliva rispettivamente a 38°, 4 ed 38°, 6. Ed allora, a l lun1·e di tutti questi dati, non mi p1ar fuo·r i luogo form'Ultare una domanda: Esiste un.a febbre .app endicolare? Se · si potesse e si dovesse rispondere sulla scorta di una ossel"Va.zio.n e 1clinica, ch e ha avuto anch e la · anzione del risultato operatorio, si d ovrebbe rispo1n deTe in senso favore,1 ole qoonto d eciso. Ma, così facend·o., n on ci si salverebbe dall 'appuin to di u.n a eventuale coincidenza: e fra la eventualità e le possibilità, in biologi.a, c 'è anch e qu esta, anicorch è le cir co·stanze n e~le quali questa supposta coi1n cidenz.a1 ·s i sarebbe verificata , si.ano co· ì p eculiari, da renderla più ch e problen1a ti ca. Ma r agionian10: ch e cos'è l 'appendi1oe? ·F ra tutte le definizioni oin tologich e e fi siolog ich e, quella cl1e più so ddisfa -è così espr eissa: L'app endice è l 'amig·dala intestinale. Ed infatti essa si presenta tanto r icca in tesst11to linfoide, ·che .no·n ci darebb e sufficiente ragione id i sè, ove si riten esse semp1licemente un o·r g.a1n o involuto od involventesi progressivamente, p erch è tolto d.a,l la ·su,a su.p posta ed orig inaria fm1zione digestiva , di quan.do l'uomo' .era p revalentemente vegetaria.n o. Quel]!a ricch ezza in tes. suto linfoide, non riscontrabile in alcun altro tr.atto del tu1bo gastroenterico, parla inveoe in favo.r e della sua p er sistente funzio,n e orga.n ica, funzione du.p lice, e 1cioè contribuente all'armonica e com p1 e~ a fun zionalità orga•nica l 'una, 1

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e ·difensiva contro le infezio.n i l 'altra: così appunto com1e sono le amigdale ed ogni altro tes·suto iai costituzione linfatica. Del resto noi vediamo cl1e un semplice raffroin to anatomico fra le tonsille e l 'appendice non fa che avvalD·r are i concetti fin qui esposti. Le tonsille sono da consideria rsi infatti come Ulll conglomerato id i tessuto linfoide.i, in ·q uanto le cellule linfoidi i1n filtr.ano il paren1chima 1n ma.n iera diffusa, riducendolo a tessuto reticolato e vi ·s i accumul,a110 in noduli linfatici: il processo vermiforme da 1p arte sua si differenzia, dalle rimanenti p1arti dell 'intestino per la stflaordiinaria abbo·n danza di n oduli li.nfati ci, ch e si riuniscono a 1cum,u1li, spostando le ghiandole intestinali e ragg·iungen.do l 'epiteli·o, il quale appare del resto in m•o lti puntj attraversato dalle cellule linfoidi. E se analog ia esiste dal p·u nto di vista anatomico1, e se i fisiologi si sooo· in gran parte accor.dati nell 'a,t tribuire all'appendice una funzion e molto simile a quella deille amig dale, non si capisce 1penchè, p1roprio al confine fr.a il campo fisiologico e quello patolo.g ico dovrebbe ques t '.an.alog'ia interrompersi. e non si do.v rebbe fra i dute organi trovare più alcun plliilto di contatto. N·on esistono forse le febbricole ricoNenti, legate! a·d arrossamento delle tonsille, ch e appaiono in.g rossate, più o n1eno sporgenti dai p~la stri, e ch e g iungono a dare dist1:1rbi d ella deglutizione e dell1a re p1ira,zione? Non e sistono le tonsilliti 1c.r o nich e, che ·si a cco,m pag;nano anch 'esse a rialzi te rn1ici , e, duratn·t e le quali, il m ·edico attento scopre or.a delle lacun e p iù o meno num er·ose, oPa un .ascessoJ.ino alla superficie ·d i u1na tonsilla ipertrofica, ora infine z.a ffi biancastri o,d aocumuli discretamente abbondanti ·di ·sosta11za caseosa, che si laisci.a.no staccare con facilità P E non esisto·n-o 1e infezioni deJlle amigdale, ch e non· dànno sp·esso altro distl1frb.o 1ahe delle febbricole, dovute alla alterata funzionalità della g t1iandola , alla reazione che vi prov·ocano i germi infeziosi, i quali , destinati a morirvi od a vincere la barriera, dànno, dura1n.te questa lotta, dei segni della loro attività e immettono• n el torrenteJ sanguig no veleni piogeni, e i.n ducono fa tti setticemici più o m·eno leggeri, tra;n.sitori o persist enti fino .ad ·e saurimento della lotta Iocail e, od almen·o fino .a ch e ·da questa prima f.a se si passi e' rentu.a lm·e n te a lla seco1n .da 0011 l 'in-v.a sione dei ge1~­ mi in tutto• l'organismo, fi.n o, 1cio.è, aJia manì festazione chiara ·della setticemia nel suo qu.a·dro svariato·? Al lume della critica dunqu.e, prendendo com e punto di partenza le conosoenze ain atomo1

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SEZI ONE PRATICA

1)atologich e, _i potrebbe ·dire cl1e, a n ch e in patologia, l 'appe.n di1c.e si possa comportare con1e la tonsilla: questa, in rapporto alle infezioni aventi cornei veicol o principale l 'aria este rna, quella 1I1ei riguardi delle infezioni di origine intestinale. E ciò appare anche più probabile, qua.u do si pensi ch e la ricca flora b atterica del cieco, ove i r esid.uO. alimentari sostan o, e 1p utref.anno, si presta ben e .alla loro viru1entazione, che: no,n può mon e_ser e senza effettoi su un org ano di preservazion e, qu·a1e si sup pone esser e l 'appendice. E nulla si oppo,n e al pe11 ar e ch e una febbre ·di vario tipo, e non di tipo unico, sia l 'esponente d ella lotta looail e, 1ch e i svolge n ella comr.>aginei d ell 'appendice fra el e111ento organizzato pato O'eno e d elemento linfatico difen i'ro : e la febbre a llora sar ebbe la ri ullante dell 'immissiooe in circolo ·di una parte .d ei veleni batteJrici , ch e l 'appe.ndi1ce n on h a potuto tra tten ere e dis trugO'ere, n on.ch è di prodotti metabolici anomali ·del tessuto linfoide attaccato. 1

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Conoluderido, non pos iamo e eludere l 'esi ten za di 11na febbre appen dicol ar e , rera e propria, a curva varia, d alle ele., rp.zio·n i n1odich e e ero tine, con aumenti fugaci in r elazion e ad inlel'correnti e aic erbazioni d el proce o flogi tico, ·di una ver a febbre r egolare e subcontinua , ribelle a tu1Lte le cu re m edicl1e e diete tich e, e ch e è unican1ente in rap1)()rto con l' e' 'olver si 1continuo della flogosi appendicolare, si.ai essa cronica fin dal le orig ini , o con ecuti a ad un proce o ac uto. E se tale possibilità ·d eve esser semp•r e ]_)r esa i·n co11siderazione, lo deve poi, a rnagO' ior rag ione, quando coesi.sta un 'accidentale le ion e polmon,ar.e specifica, a lla qual,e si sarebbe indotti a riferire 1più vol entieri il movin1ento febbrile. E mi ricor.da, a questo proposito, il mio Direttor e, un caso, da Lui operato quri11dici .anni or sono, ·n el quale l 'estirpazione di un 'appendice fort emeinte infiamm.ait a, migli,orò talmente le condizioni dì un concomitain te focolaio po.Jm•o n ar e, ·da fa r lo volgere d e e.i amente verso una vera e proJ)ria guar igion e, ta.n to ch e, dopo qual-ch e temIJO·, n o1n esistevano più i segni clinici ine quivocabili ch e i1 processo 1p olmonare stesso acco·m pia gn.ava:n o·. Appare quindi logico avvertire 1c:h e, dinanzi ad 1:1.n soggetto , che pr,ese.nti d elle temperature febbrili e subfeb·b rili e,d abbia (1ualch e ... intorno di m alattia appendicol a.re , si pensi a nch e a questa possibilità : e ciò per no1n perdersi i11 una farragim·osa te rapia, ch e è inutile se

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11on dan.n osa, mentre un atlo 0•1}eraLorio IJUO tron car e il· d ecor so di un in .a le ii1 idioso, che .n on può n o1n destare eri e· })reoic cupazioni e cl1e t en1lpor eg·giando p uò esporre l 'an1n1.a.1ato a pericoli seTi e for se letali. e poi , com e n el caso 110"' tro, un ta le processo subdolo si s' rolga i11 un "'oggetto altrime11ti tarato, il liber.a rlo d 'un tra tto <la un.a so ffer enza, ch e, 0 ltre ad esser e u n :fon1i·t e di p•e.r icolo, è .amch,e e continu.an1e.n te un,a sor.g e.n te di avvelenamento, significa darg·li t1.n a n1a no (l c om batter e p1iù effi c.acen1e11te l 'altra su,a tara organica e a dom inar1a. 1

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IT Q.

Da un 'os etr,razio.11e clinica, ch e egli de crive e di cute, l 'A. rpirende lo spunt o per .ammetter e la po.ssibilità di una feb])r e aJJ'l)endicola r e a caratte1i ben d efi11it i, e }1er a ffer1;1ure la neces ità di tener pre1 e11t0 tale evein ie nza, specialn1en.te n el caso in ,cui e"' i.., L.a un a c01lco111itante a ffezione pec jfica .

SUNTI E RASSEGNE. SISTEMA NERVOSO. L'angiomatosi dei centri ne1·vosi (malattia di Lindan) in pa1·ticolare del1e cisti del cervelletto. (F. RouLET. R ev. méd. de la Suisse R o'm ande, 25 lug lio 1932).

Arvid Li11dau n el 1926 riuin1 275 osserva 2io11i di cisti d el cervelletto e m i e a ll 'o·r din,e del g iorno una nuov.a1 entità a n.atomo-p.a tolog ica, l 'angioma tosi d ei centri nervosi , dimostrand o ch e nella n1assin1a p1arte dei casi a lla cis ti si associa un tumo·r e angiomatoso, di d im ensioni ' 'ariabili , r1esso a ..,ai piccole, ed a "' truttuna· i..,tologica n10]1o }Jarl icol.ar e. Inoltre Lindau 11a il merjto ir1°corn.te ... Labil e di ave re attirato 1'atten zione sulle relazioni · t r ette c11e esis tono fra 1'entità morbosa ch e porta il su·o nom e ed una affezio·n e re·tinica ,descritta da v. Hippel , sotto il n ome di an giom.atosi retin ica. R iun endo t utte l e ·o,sser,raz io11 i fi.n or a p·u bb,]ic.a te sull 'ar g·on1e.n to e tre os .e1f"'.azioni person.a li d ell 'A ., si ottiene un. qt1,a dro a11ato·m opatolog·ico ca.r atteri. ti:co·. Si t~·ova ~n. u no· ·?eg!i emisferi oerebell:a·rt upa cavità c1st1ca d1 dLm ·ension i variabili , a ·p1a r eti li ce , talora tinte leggermen te in b·runo, contenen te un liqu.ido g iall o-ci trin o· o a r an cione 1c.h e si coagula sp-on1

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<e l L POLICLIN I CCJ ))

taneamente in due. :O tre n1inuti. La p.ar ete della cisti è cois tituita ·da un tessuto g liale assai d ernso, fibrilla r e, povero· di cell.u1le; non esiste alcuna p1ro1liferazione cellulare. Nei ra·ri casi tipici si trova inoltre un ·n.odulo n e oplas tico, impia.n tato la rg.ame·n te sull.a p1arete ·della 1c.avità o· incassato n·el tessuto di nevroglia che d elimita l:a1 cisti; ·si tr.a tta di un t umore angion1a toso· g·ri.g io-rossastro, talo1ra francamente rosso, cli .asp etto n1oriforn1e, genera lmente :m 1olle e che oltreip1a ssa J:"aram·e nte il vo1ume di una :prug na. Esso p·u ò essere .a nche ped.uncolato e galleggiare nel liquido cistico. Si possono in·o·l tre trovare altri angiomi a livello d -e l sistema nervos o centrale o i1e1lla 1c.u te, oppure altre malformazioni in certi or:ga.n i. · Il tun1o·r e , all 'esam e istolo·g·ico, si con1p1o·n·e di re.gio·n i ricche ·di cellule, con un:ai quantità di , ,asi capillari a pareti fragili, e di r egio11i m eno riac.he di cellule in cui predomin.a il teis suito co1n nettivale iali.n izzato o sch erotizzato, con g ran.di cavità sa.n g uigne. Oltre alla frequente ass o·c iazio·n e co n · 1'angiom.atoisi d ella r etin.a, si osservano qu.asi sen1pre altre m .a lfo·r m1azioni (cisti r enali e p ancreat ich·e , su1Tenali .aiccessorie, ipernefromi, . a:i1o-iomi cutan·ei), ch e' possono essere cons1derat1 ~on1A:' ·delle malforrm.azio ni n eo!pl!a.stiche coordinate, svilup·p ates.i dopo la nascita sulla ba·~·e di dis.turr -bi ·ernrb rio1n ari ·dell 'abbozzo tissulare m esen chimale lo·c.ale. È ·da m ettere an1ch e i.11 evidenza l 'associazione .assai frequente d egli amgiom.i mid.o.Jl.ari con. un.a siringomielia. È notevole il fatto ch e gli an g ion1i. ·d el rombo.ein c,e falo siano qu1asi sen1pr e ·d egli ema.ng ioe11doteli omi cap1ill!airi lo·calizzati n ella lineia di cl1ius ura d ella g ronda midollar e. Se si -stu·dia1n.o i casi di si,r i·n gomielia .al loro inizio, si può o·sservar e 1che d ei fasci connettivali . gr~­ ci.li , i)articol.armein te ricchi di. ':·asi ~an g·u1.g~n1, si affondano n ella so1s tanza gr1g1a ; s1 po·t rebb·e dunque .ammetter e c.h ·e questi fasci connettivi siano i so.Jati ·dai loro r appiorti e1ster.ni n.el p·e rio·do d ella chiusu1r'a della g:rondra1-;n eur.a l e e ch e essi p1o•s sano, in condizioni :che ci sfu1gg<?no subi,r e una evoluzione ulterior·e d etermilna~do la fo,rma zione .d ella siri.ngomi·eli~ e di an.g iomi, isolati o asso·ci ati . C. ToscANO. 1

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Contributo clinico ed anatomo-pa to1ogico allo studio dei tumori frontali. (G. DE N1GR1s. Riv". Oto-neu,ro- ofta·l m. , g iugnoluglio 1932).

L ' A. illustra un 1caso di tumore frontale cl1e è capitato ·sotto la s u1a osserv.azio-n e. Si tr~tta­ va di un g io·v an e di 18 a., con . anamnesi fa· mig·li.are n·eig·.ativa, epilettic·o ~~ d.a.11 ' età di 6 anni, il quale all 'ing:r.eis so· in Cl1n1ca presentava: .a) una sin1d.rom.e epilettica classica con convul ioni ge11eralizzat e, non frequ,enti m.a

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piuttosto g r avi ed insorte fin dalla prima infanzia; b ) unia sìndrom1e oculare, 1c,a,r atterizz.a ta da es,oftal1n o d·estro :p ro,n unciato, atrofia oculare .a ·d estra, ed·eirr1a papillar.e a sinistra con conservazione del visus da questo lato; c) wna sindro·me da ipe1•tension,.e cerebrale (1cef,al ea, vomito a dig iuno, liquor .a pressioin·e elevata c on lieve dissoci.azione a lbumi· no-tc.itologica); d) li eve paresi faccial e a tipo· ce:ntrale . All 'esanlie i)ISichico appariva lucido, orie·n tato n el t e1m po e nel 1uo.g o: i processi ideativi e pencettivi er.an·o .alqu.anto r.a llentati, la men1oria torpida specialm·ente n.ella evocazio1n e ·rle i ricordi. In complesso· ·p resentava un 'iJ1telligen za inferiore ~Ila media della sua età e la psicl1e ·p·u erile di :u1n dodicenne. Dunan1te La d egetn.z.a in· cli1n ica l 'O . D. an·dò aun'1entando sempre di volume fin ch è cadde in completo sface!lo e n ell 'orbita s_i fece strada u11a m .assa dur.a, b erno·qc,oluitia1. Fino .alla morte, avvenu.ta in coma circ.a 7 mes·i dopo la rcom· parsa delle 1prim·e cefalee, le condizio1n i psichicl1e d el pa.zien.te rin1.a sero pressoch è invariate , se !SIÌ e!c cettua una ·n otevole eufo.ria. L 'autopsia dimo·s trò una massa tumorale b ertn:occ·o·l uta e assai volum!inosa .adeJrente .a lla f.a cci.a b1asale d el lobo frontale destro e che sospingeva il lobo stesso verso la calotta s up·eriore, com p1rimen1dolo e ·deformandolo. L ar massa tumoir ale era addentrata nella sostanza cerie·b rale in. c uii aveva scovato una· n~c... cl1ia d alle pareti ramim :ollite. Il tumore del vo1-utm e di 1um..a g·ro,s sa ar.an·cia, di colore rosso violaceo, presentava una sup·e rficie1 irregolare lob.8(ta e b erno cco.J11ta1, r.icc.a di grossi vasi sang uigni. E sso occupava tutta la fossa anteriore destra e buona parte: ·della sinistra, estendendosi i1n1 sen so antero-posteri<?re ·d.alla apofisi tC·r ista.a alli al ic.h ia.sma ottico, 1ed, in senso trasvers.o,0twtta la picco la .al.a destra dello sfenoid e e gran parte di quella sinistra. L 'ala destra deillo sfenoide .app1ariv1a! del tutto dis trutta fino alla ba ~e ilTh modo ch e tra la fossa cranica anterio1 re e q.wella media no·n ·eis.isteva a lcUJn. tr8:mezzo. In corrispon·d,enza della pia rte orb1tar1a del1'osso frontale del lato1 des.tro , la massa turno·rale si :a;ppro-f ondava attraverso la m ·eninge ed il tavolato osseo sottostanti u surati , venein1do a fare u11a so•I.a ma•ssa col tll!mrore ·o ocup1a nte l'orbita corris1p o1n:dente; al taglio il tumore si ri:velò ·di con.s isteinza S!C·i rros.a, st•rid-ente1 al taglio·: i stoilocricam.ente constava di UJn-0 stroma di co:nnettiv~ giovane .a l.airghe maglie ripiene di n~­ m erosissimi eilementi linfoidi. Qua e là fra 11 connettivo er.a:no iiil.terpolate g ittate ·di tessuto cartilag ineo·. Si fece dia.g nosi di linfoa.n gioendotel_i.o.m a . L 'A. fa seguiTe all ' ilLQtstrazione del caso alcune consid·e r.azioni. sulla difficoltà di diagnosi 1

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dei tun1ori frontali e sulla freque.11za i1el·l a si11ton1atologia di ·essi d el tri.p1ode c-0nsiderato caratteri .. tico: i ·di,_ turbi p ... ichici , i di turbi dell 'equilibri o e della 1c.oordinazione •rnio t o ri.~, i disturbi d ell a n1imica . G. LA C: \,.A.

·vIE BILIARI. Trattamento conse1·vativo della colecistite. (I. T. MASON e J. M. BLA CKFORD. Jou,1"n Am. A1ed. Ass., IO settembr e 1932). 1

1econdo cognizioni acq ui ite oltanto i11 que.., ti ulti1ni anni una c i tifellea m ,alata è quasi sen1pr e accon1p·acr11a ta da alterazio·n i infiamma torie del fegato e d ei dotti biliari, con comse.guente d anno della fumìlionei epaitiica. La rnig liore 1conoscenza che ogcri abbiamo d ei vari fattori ch e influenzano que ta fu1nzione h a fatto sì ch e nella l1ltin1a decad e l a ·p ercentuale di morti in o pedale in ,_ eg uito a·d ·O·perazione per coleci ti te cror1ica ia discesa d al 6% al 2 %. La cura della 1colec i tite cronica è stata sinora imi g ran parte chirurgica : e tale d ovrà esseTe .n ei casi in cui dei fenom·eni g ravi richiederanno l'intervento del chirurgo. Ma vi son.o un.a gran q;u,a,ntità di colecistiti cronich e, ch e ancl1e col solo trattamento m edico , ia stato que to consig liato dal m ·edico stesso o·p pure pratica to p e rch è il malato si è rifiutalo di far i operare, pure giu11go110 ad uno sta to di apparente guarig io ne con all ontanamento com .pl eto d ei sintom i . Gli AA. 1_ ono con' inti cl1e una buo11a i)arte dei 1Ca i di colecistite cronica operati cori su ccesso e cioè con la g.u1arigione del malato avr ebb ero •potu.to eis er e trattati sin dall 'inizio m edicalm ente e con eguale risultato. Gli AA. hanno fatto un·o studio di 600 cart elle clinich e di pazienti affetti da 1col eci stite cron~ca di cui alcuni furono operati ed a ltri no. Il confronto d ei risultati ottenuti con la cura medicia. e di qu elli ·Ott e11uti con J,a c.ura chi rurgica è ir1teres a111Jte. D egli operati l '83 % era tate qua i completan1•ente lib era to dai disturbi di c ui so ffriva, il 13 % accusa a an.cora d ei intorni mia di minore inten sità, il 4 % non av·e va avuito a l1c.u n v.antagg.io. La cura m edica riguardava 200 pazienti, d·e i quali la <liagn o•si si poteva ritenere sicura :nel 90o/o d ei ca i: di questi pazienti un terzo g ua·r l completamente, alme1n o clinicamente , un terzo a11dò a l cl1irur.go in u1n. peri-odo di 3 a 5 anni dal m 'omento in cui la diagnosi fu fatta, un t erzo p.er la ic.ontinuazione ed accentu.azione d ei. sintomi , avrebbe dovuto subire l 'i1n·t ervento ma si rifiutò. Sia la c u·r a m ·edica ch e quella chirurg ica richied on o di })rendere in co1n:siderazione ,al c uni 1...

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1861

SEZIO E .PR.\Tlt;A

d a ti or111.ai b·e 11 a c certati, d o po le i1u1nerose rircrcl1e di questi ultin1i .an11i intorno al mecca1nisn10 della funzione epatica. Si sa infatti ch e a fega lo alterato nella sua fu11zionalità, le mig liori co11dizioni .sono quelle che permettono una alta riserva di g·l i1cogeno. A tale scopo la somministrazion·e di d estrosio per bocca , meglio ch e per via endoven·o sa, è realmente il n1i.glior meto do per formia re d elle riser ve di g licogeno vitale. La via endovenosa no11 è coinsigliata in qua.n to g r a11 parte di destrosio n·on è imm.ag.a zzinato e p1a&s.a direttam ente n ell 'u.rina. Da co,n 1battere a:n1oh e la di idratazi-0ne, per-j tendo la q.uiale il fegato non è capace di im1nagazzinare g licogenç. Come anch e l 'alcalosi o l 'aci do i sarà combattuta co11 la sommini:....tra- . zioolie di oloruro di odio, e i r eni sono in teg ri: e esiste 1c.h eto i il cloruro di so dio sarà d ato in ieme col d estro ..,io. e i r eni n on funzionano perfettan1ente , i .,ti111olino c-0n :a:c qu,a di till ata conten ,en.te il 15 %. di de~,tro 1 io, pri111a di . 011 1111ini·~·lrare il r loruro di so dio . Man11 l1a din10· trato 1c]1e ai1ir11 a li a fe:g ato all er~ato re ta110 i1 n. vita lJiù a lurll:g o e m a nte11uti a dieta idrocarb on.a ta ch«~' a dieta p roteiil1 ica. e vien e di c·on eguenza 1cl1e u11 paziente, ave,nte alterazioni ep aticl1e , dovr&bbe e_. ere tenuto a d iet a ricca ·di carboidrali ·e )Jovera in protei11e. Il ba o cantenuto in prole i11 e della dieta e' ila al feO'ato di a ffatica r i e.~erc ilando i suoi JìOleri di.._ inito s.icanti ... u,i •pr odotti dell a· digesLio11€1 delle .p roteùn.e·. Bi ·o gin a infatti l)ensare ch e og ni m ~ccani nio i.a e o dovuto a danno ·dell a cellula epa tica O l) ~}ure a in,odific.at ·\ alLiv ità chin1ica di e ... a) cl1e .te11de a "vuotar e il fegato dalla ua ·r ii.. erva di glicogen.01, au.11ì e11ta 111olto i ri c.J1i 01)e-r.a tori. In sostanz.a, lo stucl io d egli AA. vien e a co1nfern1ar e l ' opinio~n e ormai a ccettata d alla 1nag· o- ior p,art e d egli tudi·o· i 1cl1e le roleci liti cr o11 ich ·e , che non hanno avu lo alcu1n beneficio dalla c ura medica, ·p10 _sono i11ig li orare e g u.arire m ediante l 'intervento. Purtutt.av ia contrar ia n1.ente a quanto pe.n ano i r hirur.g i , in un terzo· c irca d ei iCasi il tra ltan1ento medico ]) UÒ e.. ere uffic ien.te. D 'a] tr.a. l'.larte i malati che l1an:no a pettato d egli ann i prim a di farsi operare, permetten·do co ì cl1e .. i .. tab ili sero d elle . al terazioni a carattere pern1anenlei d ella cellula epatica e delle vie biliari, 1n ·on J)Ossono a1~1r>ettar i dall 'in l·er vcnto 1u1oa .g ua rigio11e totale , cl1e avrebbero av uto e ] ' interven to· fosse s ta to imn1 edia to. Ne d e1·i,ra 1ch e quando il tra1tan1e11to• m edico, n o·11 dà uri in1n1ediato n1iglio r o1lt·e1n:to 0 guarigic·n e, J 'i11te:rverrlc; d eve e ...,._.er "' con s ig liato ed attuato n el })it1 brev·e s1)1azio cli t en1 r>o possibile . G. LA CA''.\. 1

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1862

« IL POLICLINICO »

Breve sgoa1·do alla clinica delle affezioni colecistiche. (J. MAssroN. Le

calpel, 20 ag·ost-0 193 2)

La is.intom atologia d elle a ffezio1ni d e·l la vescicola bilia r e è ricca di fenor11 e11i va.r i: d o1lori locali ·O et e1rotopic i, ,disturbi f~n zionali digestivi, crisi lievi e g·r avissi me colich e, sintomi atip ici im.u1lanti a ltre form e m orbose. Volen· d·o breve1ne.n te elen car e le. varie m1a!Ilifestazi oni, si p ossono distin.g·u e·r e : 1) Qu.adri lievi, episodic i o' continui , diretti o riflessi; ,t ra questi: a) le pic cole cri i parosistich e , consistenti in d olori epigastric i bruschi, viva ci, di b·r eve durata , noni influem·z ati d.a l cib 0 n è dag li alcalini; b) i vomiti isolati suooessi vi all 'ingestione di cibo1; e) le « crisi d ei t r e g i orni » sp·esso prem estru.a li n ell a ·donna, con ist etn-ti in una d olen zia epig astrica o so t tocos Lal e d estra, costante, n on influen zabile con i cibi ; d ) le disp ep·sie riflesse·, sia ip·eDSitenich e ch e ip·ost enich e, dèìla duu~a ta di g ioDn·i e di settimane : sp eis so l ' um· tipo trapassa n el1'a ltr o : è da n otar e la frequen za 1c-0n cui una dispep·s ia ipo s.tenica di orig·itile vescicolare vie· n e dia.g n·o·s ticata come i)tosi g·astric.a essen zi.aJe; e) l'aetr o fagia : alcu:n e crisi vio lente aerofagic h e 1JOtrebb ero esser e veri e quiva lenti di colich e epa tich e ; f ) la dia rrea pra 11diale; g) la cefalea. 2) Quadri tip·ici di colica epatica: sarà b en e ricordar e ch e no:n. rar an1 en t e ]a colica epat ica assu m .e car atteri angosc.io··i, colla santi, t ende nti a 1'la, si:n cope, e ch e le- ormai abba stanza n ote colich.e pseudo -an.g i.n ose n on so·n o così ra r e co·m e m ·olti p en san.o . È stata osserv.a ta una sintoma tolog·ia di er etiis.mo cardiaco ·c.oin a n goscia C·OID·e equ1ivalente di u1n.a colica. 3) Se11sazioni dolorose a dista.nza: c lassicl1e1 e b·e1n, n ote 0 n o le. d olen zie all '.eip1igastrio , alla spa lla e1al bracc io, d estro; m eno 1co1n,osciute 60110 quelle .alla 11uc.a· e .all 'occi pii te : il dolore alla punta d ella scapola; in ve rità più frequent e n ella p·eriduod ein ile e n ell ' ulice·ra duodenale , può far errorn·eamente p en1sare ad iuina pleiuri.te. Il dolor e r e trostern.a le fisso ... en1br.a dovuto ad uno p·a sm o e ofag·eo, co·n1e an c11.€ il « nodo a lla g ola n troppo sp esso fa llacen1ente interpretato com e i ster~c o. Anche dolori medio dorsali e lomb.a ri, perfino all 'ipocondrio sinistro, })er qua:nto piuttos to atipic i, l)01sson o essere I 'in.dice ·di una affezio.n e vescicolar e. 1

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L' esame fi sico d ella colecisti si basa s ovrattutto s ul rileva111ento del segno di Murpl1y : il porre il m .alato in ·deouibito laterale sinis tro fa1c.ilita spesso questa m ia novra e anche la pal· pazione d eJ.La cistifellea . La prese;n.za di urobilina n elle urin·e di un colecistico c i indicherà una so ffer en za epatica . L 'esam ·e radiolog·ic-0 praticato con a da tta tecnica potrà m e tter e in 1

[ A NNO

XXXIX,

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evidenza calcoli, g omitature, difetti di riempim ento . Il sondagg io ·duodenale associato alla i)rova di Meltzer-Lyo1n (iniiezio!n e intraduodeinal e di solfato di mag n esio al 30%) potrà darci d ei risultati ch e possono venire ri:uiniti nei seguenti grup1pi: 1) Assen z.a di bile B .: ciò indica, c·on cer· tezza ostruzione d el 1cistico o esclusione fUJilzion ale ·d ella cistifellea. 2) !Bile B a bbo:ndan.te, d en sa e ricca di co lesterina e di pigmenti : si tratta d e•lla sindrom e d·etta di CJ1iray d ella colecjs toatonia e dove i sondaggi ripetuti ·danno il mriglior risultato tera,peutico. 3) Bile B di colore verde : vi è presenza di o ssida si dovute a stasi o a i•n,fezione della vesc~cola.

Ne i ca1s.i di calcoli ·d el coledoco è p ossibile d opo uno o più sondagg i d el tuit to 11egativi, racco:g lier e infine ·della bile, cosa ch e no.n a vYien e m ai n ei tumori ostrue•n.ti le vie bi liari .

*** La 1classificazio:ne d elle varie affezioni della colecisti e d e}le vie biliari, ci p orta a disting· uer e anzitutto, tra le forme infiammatorie, l e litiasich ei d alle .non litiasich e. D·elle f. litiasich e è la colelitiasi la l)iù comune : ri.corder en101 la g ran·d·e frequenza di 1calcolosi ignorate asinto·m atich e; e m.on din1enticher emo la frequ•entei evol·u zione verso la scleroa trofia d ella colecis ti c.alcol osa , fatto cl1 e p orta .a d olori continui e ch e sp esso , quando1 si a1cc o·n 1pagùa a litiasi d el coledoco, fa vorisce lai comiparsa di u1n a pancreatite cronica e talora a:nche acuta. Spesso, n ell 'in ce rtezza dia.g·nostica, l1a1 c-0 statazioU1e di una colesterinemia elevata d eve far p r opendere p er la calcolosi. La calcolosi ·del ci ti1co po,r,ta pesso ali 'idrope ·d ella cistifellea : la diag.nosi vien fait ta rap1idamente col rilievo clinico di una tumefazione g lobosa, spesso intermittente, in sede cistica. La li.tiasi del coledoco ·n·on di rado può non essere a cco m1pa.g.nata ·da ittero e d.are tuttavi.a dolori ed elevazioni febbrili: un fegato grosso e dolernte e la presenza di urobilina nelle uri:ne, specie nei periodi accessuali, 1c.i i1n·dicheranno, in manca:nza ·d ell 'ittero, l'esistenza di un certo gr.ado di s ta.s i biliare. La colecistite litiasica eivolve non r.a r.a men te veDso la Slllppurazione: a tal propo· sito far:emo notare.i che una leucocitosi a!Illche a bbastanza elev.atai (15-20.000) non impone un intervento così irr1mediato come p er una apr>endicite. D.elle etolecistiti non litiasiche, le form.e acute possono incontrarsi ilI1 tuttè le m. infettive e specialmente mel tifo, come anche; nella gravidain·z.a verso l '8° o il 9° mese. Le forme cronich e sono molto più frequenti di quel icbe non s i crede comUJnemente e meritano molta attenzione : la n'1aggior ·p1a rte ·d i esse sarebbe di origine intesti·n ale e complicherebbe soprattu.tto 1

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XXXIX,

N U ì\I.

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SEZIONE PRATICA

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una colitei d ell 'ascenden.te. (Ricordiac110 ·d 'i.nciso a questo proposito l e brillanti vedute di Leo tta tnella sindrom e addominale de tra e su·l la d erivazion e delle ,c,olecis titi da ap·p endiciti cronich e). I 1s.inton1i della colecistite in queste forn1e si con11pl1cano con quelli della malattia intestinale : stipsi e di.a·rreia:, dolori colici. Spesso la colecistog.rafia riesoe negativa, ma l 'immagin e di u.n .a periduodein.i te e - quando si r ende ,·i ~ ibile - ·di una colecisti d eifor111 e n1ettera11no n ell.a g iUiSta via1, insieme con il qu.adro radio· log ico ·de lla colite dell 'ais:coodeinte. Simile a questa , ma più sp esso as.into matica è la pericoleci'"' ti te plastica, 1spesso di orig ine ap1)endicolare o da oo 'ulcera del duod eno. La coleci to.a,tonia, ch e ha come con· eguenza una . . t.a .. i biliare n el] a vescichet.t a, non hai siiiltomi n etti, n1a si i1ìa nife ta il ·più spes o con astenia gen erale, scarsi d olori , fen orn eni dispeptici, cefalee. Il oITT daggio del duodeno dà e ito ad una bile ·B densa e abbon·dante. Ricorder emo infine il cain cro - la c ui etio· l ogia più frequen te pare sia l.lJila col elitiasi e le paras ito i della vescicola bilia re. Tr.a: queste ultime la lambliasi è capace di dare sintomi di coleci tite cr onica : il n eosalvaflsan en·dove110 o h a dato buoni r isultati in tali forme. P uonu .

La ipotesi più soddisfacen te è, secondo l 'A. , ch e lo stimol o portato co1n. la mucosa intestina le sia, per così dire, qualitativamente e quantitativamente in1sufficiente alla completa m odificazio ne midollare: sia cioè capace di cau sare un esaltam.ento della eritropoiesi, ma 1c.h e i . g lobuli rossi venuti a formazion e ~n seg uito a questo stirm.10 lo non sian o dotati di quel le n ormali proprie tà ch e li r endono cap·a ci di ruJn normale ciclo vitale oppure ch e la crisi granulofilo·citica rn·0tn sia cl1e l 'e p•resi ione di un.a •a cceJ.e,r ata e più precoce 1nessa in 1ci r'c olo di elem enti non a n cor a g iunti a perfetto sta to di maturità e ciò attrav.erso una m.o bilizzazione del midollo e non· per umi ver o a umento della er~trO!poiesi. L 'A . .pensa inoltre, in via d 'ipo'tesi ch e la sostan za .a' rente azion e en1.atopoietica ven.g a elaborata n ello tomaco saino, da cui, attravefl o il circolo, ragg iunga gli s' 'ariati orO'ani e venga :m,agg iormre nte fissata dal fegato, dove e a subisce cert a1n en le delle m odifi1cazioni n eilla sua natura, ;racrQ.·itùng·endo così il suo stato di maggiore attività . Prat icame nte dunque iil fegato, alla d ose di 200-300 g r. pro die è I.a cuiia da· prefe·ri.r e, combinata col fegato , o co11 esso alterna ta, la gatroterapia risponde egr.e1g·iamente come cura d 'attacco·. (;. LA CAVA.

MISCELLANEA.

La iperazotemia in alcuni stati comatosi.

Ricerche comparative sugli effetti della somministrazione di fegato, di stomaco e di mucosa intestinale nell'anemia per• • n1e1osa.

(R. I zzo e J. PANGARo . La S em.ana. M édioa, 25 agosto 1932).

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(L. CRo

ETTT.

1-laemOJtologiJoa, La· c. V, 1932).

L 'A., ch e da vari ann·i si occu pia dei mod erni tra ttamenti opoterapici dell '.an emia per niciosa, h a esteso ora le su ei ricer ch e 1co·n l ' in· tendirne nto di aggiare se, oltre lo stom.a1co ed il fegato, anch e al.tre sezioni ·dell 'apparato digere nte fo1 ero ca·paci di manifestare un effetto antianen1ico. Ha preso occasione dalla presenza contem1)oranea, n ella cliJn.ica di Sjena, di b en nove casi di anemia di Biermer perr saggiare compar a tivamoo.te g li e ffettj <lei vari trattamenti. Egli con clude come al fegato ed a ll o stomaco vada mantenuto il primo e deci i vo posto n ell a scala delle 1s.ostanze a ttive n ella opoterapia della an en1ie prim~tive. La sommini· strazion·e di mucosa intestim:a le no·n si dimostra capace di influire in modo ·d ecisivo sulla rip·arazione dello stato a n emi co : è però C·O·stantem ente capace ·di aum·e ntare i·l tasso dei granulofilociti circ.olanti, fe11om·e no biolocrico ch e riveste la più g rande importanza p er il g iu·d izio di attività di u1n1 mezzo antianemi co . P er quale ragion e, n on osta111te la crisi g ranulofil ocitaria , Yien e .a ·m1anra r~ l1n a d ecisiva e sostanzi.a le ri,par azion e d el qua dro an emico? 1

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Gli AA . , prenrle11do ocea ... i·one d a alc uni ca:~ i di iperazotem .ia capitali ' otto la lor.o osservazi01n a in stato co·m ato o di varia origine (coma, dia b etico, com a· u·r e111ico e com.a :p1er em oirrag'ia ceireb.ro-n1.e ni1n.g·ea) fa1nno d elle interessanti osservazioni sugli s1tati iper.azoternici in generale. La d eiterminazioin e ·della azote111ia ·e s i dicono -. a1cqui'"' ta valore so ltan.t o1 quando si ricer cano, oltre all 'urea, ancl1 e gli altri elem enti della se.r ie nitro•g enata e cioè l 'azoto totale, l 'azoto· urei1co, l 'azo to r e iduale, la creatinina e l'acido urico. Essendo ~noltre l 'iperazotem.ia una sindrome chimica, essa può di coil!seguen za presentare quadri simili in stati comatosi di origine diver sa : è perciò che il olo r eperto di laboratorio p91ssiede scar so valore diagnostico· se non si riferisic.e al qioodro eli11 ico in ciascun caso: solo così I.a detem1in.azio1nre dell a erie nitrogen.a ta in. m·o·m enti distinti di una iperazotemia, di qualsiasi o,r ig ine ·e ssa sia, può efficacemen.te contribuir·e a sta1bilire la ·di.ag no1si . Vi so1n o sufficienti elen1enti p·erò per po·t er distinguere la iperazotemia d elle nefropatie cronich e dalla iperazotemia di altri stati con1a· tosi, in c ui essa rientri n el quadro clin~co gen·erale. Così avvien e con re lativa frequenza nel com a diabetico : in questo l 'apparire della iper azotemia è co n comitante all 'installarsi del coma e tende a sc·om·p arire di pa.ri pasiso col mi1

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l~OLICLIN I CO

g·liora111e11to del ·disturbo, i11e.t ab oli•co. Qu esit a iper,a zoten1ia ·del coma diab etico p1urò sta bilirsi 1ai carico di tutte le f.r.azio11i .azotate e solamen te a carico di alcune di esse. È men o frequente I 'a ume;n.t o di t utti i valoii della serie ed in tal caso il fenomeno è transitorio : la s.u a persistenza fa invece sospettare la co.n rcomitanza di un.ai nefropia ti.a più ·0 m en o g rave. La cifra d ell ' urea r itenuta è talvolta elevata raggiuin·g endo cifre considerevoli , ma di solito si man tie11e1 sul 2 %. La iper.azotemia ;n el co111a per em orragia ce· r eb ro-meningea si stabilisce principalmen te a sp ese dell 'urea, m en t re g·li altri elem en t i della 1serie nitr ogen ata m alilten.g ono· lei lo.r o ;piro·porzioni sensibilm e nte nor mali . Qu esta iper.az·ot em i ap pare co·n il 1coma, segu e fed·e lm ente la evoluzion e dell.ai malattia e quindi si n orm alizza comi la sparizion e; del q uad ro clinico o aumen ta con l '.aggr.a vam en to di esso. L 'aumern.to dell 'urea, come ne·l co n1a diabetico, n ormai· mente n on supera il 2 %. La ip erazotemia deg·li u ren1ici (rifer endosi all,a i11 su1fficiein za re11.ale dei i1efropatici cr onici) si accompagn a q:uia si cois.tantennen te a ll 'aumento di t utti g li ·elemen ti d·ella serie nitrogenata. È q u esto il p rincip ale criterio per la differen zi.azioin ·e chin1i1ca di quest~ iper azotemie da quelle rp1er com.a di al tra orig i1n ·e. Nella forma ur~­ rni ca 1p oi le 1c.ifre, p·er q·u.a nto v.ariab-ili , sono sempre eleva te, dip enden do le lor o mo·dificazioni da i distint i f.at tori cl1e in ter veng·o·n ·o n el suo determimism10 '. L 'istit uzio1n·e di un re.g ime a limen tare .a.deguato pu ò por tare la dimin:utzione deill 'azoto residuo·, fatto ch e si spiegherebbe com. 1a di·m inuzione degli amino·a cidi ch e co11tribuiscono ìcon. un.a alta pe·r centu.ale .alla forma-zion e di esso. I l livello1·dell 'u.rea può discendere fino, .ad un certo limite , sotto l 'in fluein z.a ·della dietetica: no·n così la cr e·atinina , la ouii presenza dipende dal disturbo ietntdogeno. La cuTVa della seirie dei cormJp1o~ti nitrog.en.a ti n elle n eifrop1atie oronich e, 1p resen.ta con1·e 1car.a1ttere essen ziale la p r o·g ressività d·ei di1stin.t i valo ri azotati ch e· ,p ermett ono di di stin gu erla n ella m1aggioran za ·d ei casi dalla curva i1p1erazo,t emica di a ltri stati mo1rb o·si . La cifr a di urea suole raggiungeire valo·r i a lti, sorpassando con· frequen za il tasso del due G. L A C..t\VA. per m ille. 1

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ti nella Guiana b ritannica. L ' A. n e a ccumuna lo •studio perchè tutt 'e due son o in dipendenza ·di !UIIl 'unica causa: la m alaria . Per no·ve anni e inezzo con socutivi l 'A . 11a raccolto osservazioni in pr oposito illiella ' 'alle d,el Demer.ara, su uma po·p olazio·n e di circa 6500 a bitanti , apparteneiil-ti a varie r azze, e con f orte m io rbosità malarica. In quella zona la quartana n on. è molto fT,equen te, p·oich è ttag gi u.n ge il 4, 1 % d ei casi di m lalaria . La n efrite da quar tana è relativamente frequen te : 30 oatsi n·e d-escrive il Gi· gliali . .Si t ratta di una n1alattia ad alD·damento s ubcro·n ico , a d inizio sp·e sso la tente; ess.a (com1e pure l ' em og'lobrin ulria m alarica) è in stretto rapporto coll 'epiden1ia malarie.a, p·oir h è tutt '·e due qu,e ste com p liçazioni m an·cano n egli ,a nni in, cui la m alaria è m ite .e com1paio110 ·dQ!po ep·i demie m.a1aricl1e. La n efr ite comipiar e qu.asi esclusivam ente per infezione da qu.a rtana (è rarissima per la ter zain a b enig na) e colpisce più facilmente i b ambini . Tan to la n efrite quanto l 'emoglobinuria ·co1lp iscon o a pr·e:fer enz.a in·dividui di natZze miis te, e tendono a n1anifes.tarsi in certe case e in certe fam1ig lie presein .tando quindi car.a tteri epidemiolog ici co• m'lllnl. Su 22 casi di n efrite d.a n1.alaTi.a qu.a rtana in bambi1n i al disotto di 16 anni ve1duti n·e gli ultin1i 5 .a nni , 14 eran o tip ioam ente fa miliari (divisi iJn, 5 ~amiglie). Negli .amma lati di ·quart ana si e bbe a lbup 1inu.ria nel 27 ,5 % degli a dulti e n ell '81,4 % dei bambini (m 1entre in b1ambini a ffetti da prin1averile o da m alaria m aligna la percentuale degli .albuminuri ci ena1 so l 0 dell ' ll ,2 %) e questa e1eivata 1p1eroen t uiale di albumiri.urici si aveva i11 sogg·e tti n ei quali la m.al.aria n on er a stata curata . Certam ein te si tratta ·di uno s tesso cerppo di parassi.ti ·ch e si svilu.p pano n eilla famig lia e ·n ella casa. Lo stesso .a spetto· di m1aJattia familiare e don1iciliar e h a la febbre erm1oglo b·i nurica, di ct1i l 'A. r iporta 61 casi , e tra qu,e sti 22 (cioè 11 36 %) osse1"Vati in solo n ove famig lie 0 case. La febb re em o·g lo·bim·urica però non è in r appor to con la malaria croni.ca, ma con infezioni r ecenti e questa diJ.J•enden z.a fr,a infezion e m.alarica e feibbr.e em oglo·bi:n urica r en de prob abile l 'i1Jiot esi ·di Nocht ch e la fe,b b re emoglobi.nurica dipenda da sp eciali cep·p i di Plas1n od'ium 1

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f aloiparum. L 'am·m1etter et uina infezio n e m alarica domiciliare oa1ratterizza t a d.a ·e m oglobinuria in u1na zo·n a dove l '·emo1g~l obin·uria c'è, ma n o·n è frequente, imrp1lica n ecessaria mente l'esisten za di un 'i1n.fezione do1m iciliar e un po ' diversa dalla m ala ria ordinaria m ente pr esente nel1a; zona e· ch e quindi la febbre emog lohinurica sia conseg·u en za di infezione da ce·p;pi speciali di Pla-· smodi , mo·r fologica1m iente non distin.guibili d.a lle forme ordinarie, . m n caratterizzati ·dalla pro1

Nefrite da mala1·ia quartana ed emoglobinuria malarica quali malattie familiari o domiciliari. (G. G 1GLIOLT. Riv. di "A1a.lari ologia, l uglio-agL} · sto 1932). La nefrite da malaria q uartana e l 'em oglobinuria n1.alaricia1 son·o relativamente frequoo-

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prietà biologica di prod·u1rre emoli· i. A favore d i tale ipotesi sta ancl1e il fatto cl1e spes o la febbre en.10.g lobinurica con1pare simultanea1nente in um.a fa1nigli1a1 e ne lle sue vicina11.ze, il che fa ipe nsare non an1.m issibile sempre, con1ie si è detto f~n.'ora, ch e nella determi11azione dell 'en1oglobinuria al fattore malarico si de1bha aggiungere un fattore i.n·dividuale che faciliti l 'en1ol ~si. ll. l~USENA. 1

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NOTIZIA BIBLIOGRAFICA. Dott. BORIS H. VA lLErF . La respo11.sabili·tà penale del tizb ercolotico dal punto di vista 1n1edico-legale (II edizion e; pre o l 'editoTe Luigi Pozzi, Ro111a). Prezz.o L . 25. Jl i)roblen1a della .re ~ ponsabilità de i tubercolotici e le caratteri ticl1e dellia. loro p ic11e singolare, fla111110 oggetto di umo ludio ·r'e cente del dott. Va iJef f, ·l1e vie11·e ad arriccl1ire la le tteratura 111edica di u11 ugge tivo con.tri· buto. Argomento inter es antissimo, g iacch è le forme tuber colari i:>ale ... i o latenti sono larga111ente rappr'e senta te fra i icosidetti ani, in coloro , du1n que, che vi,ror10 la ,,ita co111u11e n elle più varie contingenze della vita. tudiare l1a. r e.s1)011sabilità g iuridi ca dei tubercolo.tici ignifica avanti tutto stabilire dei capi. . aldi di valutazione utili in ·Ogni occorrenza nella pratica foren e, perchè la n1 inorazio· ne di r e ....ponsabilità d ei tuber colo tici è di quelle, cl1e i1on appaio110 1 er ... tig1u.ate })anali e qua i volgari, in1pon endo i alla con, iderazion e anc l1e dei profani e ig nifica .an cora n1ettcre in evide·nza il uazioni prat icl1e assai (re· quenti ad a,-ve•nire e •c.11 e bi ... og11a affro11tare con sufficienza ed efficacia i11 n11odo orga.n ico e m ·oderno. Il libro del Va ilef C J? OD·e i i1 fatti q ue.. tio·n i mode rn e, sulle quali n o1n. hanrno presa formulazion i fatte e i)rassi annose e rutinarie. In que tei ricer ch e, guai a rs oddi ... farsi di parole senza conrtoouto come m olti d on11ni scolastici e n1olte orien tazio.n i tra dizionali ti che, che acquetano l 'inerzia 1nentale e nulla I)ÌÙ. La tubercolosi è IJOCO· n·ot.a nel n101n.do g iuridico e so~ iale, 1p1e r1c.11è è stata con iderata come obbietto di controver ie m edico f.ar1111a.ceutich e e di . peculazioni non tulle d ottri n.arie ed accademiche. Nel libr·o del Va sile ff il tubercolotico è un problema vivo, ch e riguarda la convivenza, la stori1a,, la tradizione, la le.gge11da e il suo razionale si.g nifica to. Certo come tuitti i proh!emi che· si agitano in torno alla tuber colosi e ai tubercoloti1ci, il problema della Tes•ponsabilità del tubercoloti· co, g ià da tem.p o variame·nte valuta.to esce da una crisi dottrinale e va avviandosi verso un periodo di neoessaria rev isio111.e su. la ))ase tli nuove conoscenze e soprattutto· di :nu·ove· espe1

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SEZIONE PRATICA

rienze. Nulla si n1uove con ta11ta rapidità e profondità ·come la patologiia e ~a clinica d ella tubercolosi . l,a tub·e rcologia in qu-0sto p1ri1110 qu,a rto di secolo si trova iilella fase di sviluppo, i11 cui si trovava la .n eurologia a lla mort e di Charcot. I dati classici ,s ono già posti da lavori del! ' ultima parte del pra.ssato secolo; occorre svilu.pp,a rli e in su.p e·r fi c.ie e in profondità, e ciò sia nel campo psic.h ico sia nel campo• fi sico. In q•u.ei to ordin.e di fattori rientra la 1p ubblicazio11e del Vassileff, il cui i1n1teresse vien·e n1olti1plicato dalla .rinascita di studi clini·ci e patologici delle form e tubercolari. Certo se le cono cenze p sicofisiologi che fossero più :p1rogredite nel diagn·ostico e nella valulazione, ·c ome la fisiologia patologica delle varie specie· di mo,rb·i sua, diventain.do, arn·c h·e il problema della responsabilità ·del tubercololico sarebbe definitivamente sistcn1.a to. l\1olli elem enti psico-sociali nella valutazione della re ponsabilità sono tuttora al contrario allo studio o !llorn ancora libe ra.ti dalle brume della doxolog ia di m10lti anni indietro . · Ad ogni modo il metodo storico d el riavvicinan1ento fra lo stato m orboso e lta, co·n dotta i). ichica dei , oggetti, se pure alle voltt.e estrinseco, è sempre fecondo di risultati , quando sia berne imipostato. Ora tale m etodo è, .nel cam])O della toria e de lla tradizione storica, a1)p]icato dal Va ' i]e ff con ardime nto e con ·r·oraggio notevoli . Le. figure dei tub er colotici eg"o·ce~1tri ci per. . ' seg·u1La t1-persec utor1, .a no·mJa.li, eccessivi, pes... o acritici nel 1p e . . imi smo e n ell 'ottimismo ribelli , eroici, entu . . ia&ti•oi o disperati, artisti: e te. io·m a.ni, o crin1iin.ali, assumono· n el libro <lei Vas ileff il loro jJrofilo e rilie,ro, ed essi ~si vedono operare nella vita quotidiana o n ell e ' 'ice11de dran1·n1atich·e, tr.ag·iche o· grigie delle na• • z1on1. Que'"' to n1ateri.a le d ' in·dagine l ,A. r.a ccoglie eg·ualme nte d 'ogn.i i.>arle; tra i vivi e tra i morti, 1n el ClatTcere, n,e l panteon <legli uon1ini illu·tri e n el calen·dario fra i santi. E e tale in•c:l1ie ta lla i su,o i ri chi o suscita delle e.n1ozioni tra i ··~·eguac i di altre coin.v inzioni, ~ erve tuttavia a ventilare eon e.e tti, a 1)o·nr.,e rpro·b le mli , a creare discussioni, a inuove re i nteresse sopra ·punti dottrinali e IYratici o di i11dagim1e, oh e dovrebber o e ei~e po itivi ed h.an1no la possibilità di es erlo. l\J:a d all 'att r i Lo delle idee e dal rozzo delle fedi e delle tendenze sorge la verità. Ogni id·e'a che 1 u:scita deig li echi .in qualu.n que se.11so, 11.a delle p•os.sibilità di so.pr.avvivetie. L 'opera del Vassileff, corr1e si vede, si porta ~o.pra un1 campo di massimo intere~se e vera1n ente fasçirn ante e lo attrav~rsa con di involta er enità; attacca po izio·11i muniti ime con sprezzante decisio·n e, se1n.za 1c.urarsi d el p1ericolo e s.enza timore di op1)osizioni ch e, . ituazioni 1

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« IL POLICLJ NICO ))

co,n ce ttuali m o·l.to ·Solid·e , mantengo110 forti d e} comune consen:So . Per questo è un 'opera di coraggio e di ardi· n1iento, co·m e si è già :a.coenrn ato. E il co.ragg·io, in argomenti di qure sta &p eci e, non è senza costo di sof fe1~e·nze, co·r ne tu.tto ciò che lotta p•e.f' so·stituiTe .persua,s ioni oppos te o '·diff.ormi alle convinzio1ni p1iù .d iffuse nell'opinione ip ubblica del pro,p1rio tempo . È · opera ardu.a e sp·e sso a,n co ra penosa lottare contro ciò che i pro·p1ri 1contempo·ranei credono, èon la piena quiesc.enza di c.hi non i1!tende di .a llontan.a·r si da.I la · tr.adizio[}e, specie .se appare como da e tutio·r istica. Questa lotta _per il ·dissodamento d eÌla pietraia d egli ~ntich~ co nvinc imen.ti è .q uanto n1ai aspra, quando si tratti di stabilire de i ca si di 111in.o rata respo·n sabilità g iùridi1ca o delle figure d 'irr·e spo·n sabilità pen;a.le. II po p.o lo no·n ·è 1}).1'1oclive a cod·e ste discri1ninaJnti e :s p,esso .a nche nell 'an1b iente g iu•ridico s i trovan·o r esi sten ze e opp o·sizi9ni inattese. In Gr:a.n, Br.e ttagn.a no·11 sono p1iù an·d ate in ~so d elle leggi che com1minavano pene cor1po·r ali agli animali cl1e si rendev.ano c.olpevo]i di qualche malefatta contro la cittadinanza ... Ma. no.n. son·o sitate abrog·ate, perch è il veccJ1io ·d eltto Britan!Thiic:o, s uon:a : nolumus leges Angliae im.mu;ta:ri. Ma la fo,r z,a d eILai tr:adizione non è me110 forte in altre ITTazioni dove pure non si processerebbero· g li animali. Per qu,esta ragione ancora 1'o,p era del Va s~ileff suscita in in ·oi un vero e um.ano inter esse. Aggiungerò che, per qu,a nto str.anie-ro, il doit t. Vassile.ff, che ha s tudiato· in Italia, ma. 11eggia L3, ling ua n ostra c o,n grande p1a:dro· .na n·za ed efficacia, e si fa leggere oo.n facilità, anch e quando si p1erde nelle sirti dell 'analisi scientifica d ei •con cetti biolo·g ici e g iuridici. L 'ope1~a d·el Vassileff .è ·durn.que u·n a di quelle che .a vrà m olti lettori , e si raccom.anda da 1

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avveTtiti d ella quantità di no.zioni forzatam1ente condensate in I1'on n1olte pagine. Il libro del Lecercle ha u1n notevolissi1110 valore di,datti1eo e lo ·studente ci troverà un utili ssiino riepilogo d elle no·.zioni acquistate. P. VAI,DONI. P . ~RHÉAUME.

n:ac et

1'eclinique cliiru.rgicale. Esto-

duo~·é 11um. VoJ. di pag. 266 con 234

figure . Masson, Paris, 1932. !F.r. 50. Il libro di .chirurgia ope.rati,ra del Rhéau1ne riguarda lo stoma1co e il duode.no. Co11 nu~nero.se f~gu:~ s.on_o· illustrati in vari t empi g li 1nterve11t1 p1u va-n sullo' sto:rnaco e sul duod eno sia rispetto a va.ri meto·di op·e ratori ch e al le indie.azioni. Nerl testo, 1'A. p·o ne le indicazioni dei ·vari mieto.d i, ne illu.s tra i vantagg'i e ne discute il valore. La ·descrizione dell 'atto 01)erativo è precisa € · fatta con g rande chiarezz:a . 1

p. VALDOl'tl.

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P-rof. G. BRECCIA.

II. SP1TZY. T era.pia ortoped:ica per il· m edico gen.e.rico. Deformità congenite. Vol. di pag ine 115 com.· 77 figure . Edit . .J. Thieme, Lip,s ia, 193·2. M. 7. l /A. s i p·r o·p·o.ne di esporr.e, d ella t er ap·i.a ortop1e dica ·delle ·defo·r mità cor1genite, quella part e che può esse'r fatta d.a un n1edico non· ·1Jrecialista. Non trascura però di aoc.enna.r ei a tutti que i aasi in cui è in·dic.ato· assolutan1ente ~· ia u·n interv-e1n to che d elle co1,.. ezioni o·r topeoic11e ap1plic.ate dallo spe1cialista. E ciò è in1p·ort.an t e perchè, ne1l caso prati co, il medico sap111ia fi11 0 a dove ·p1u1ò arrivare persona ln1ente e cl1e co a po1ssa ottene,re s ia con mezzi semplici c ue . con mezzi ort-0pe·dj ci cruenti o incruenti . P. VALDONI.

A. v. KoRANYI. E1ifermedades de los rifiones . Un vol. in-8° di 38'3 pag·., Con 37 fig., rilegato . M. 1\1arin e·d. :Nfadrid. 1

Abbiamo già dato notizia ·dell ' edizio ne orig inale t edesca di questo buon tratLato di r)la to·logia remale , e.b e il prof. ~aro·n e v. K o rànyi , direttore della III Clinica medica di Budape, t 11a s,ro·l to i,11 2± leziorn i . Es·SO ci si presenta qui ben trad·otto in lin1gu1a s.p1agnuol.a d.al dott. J. Gonzàl ez -(~.a111 po d e C-0s, in un be l volume, che si prese11ta b e n e a11cl1e ·dal lato editoriale. Nella prim.a pia1~te, so:n10- p oste le bas i biolog·iche e cliniche d·e lla patologia, della dia · gnosi e della terapia funzionale delle n1a l:a.tti e r enali . Nella seiconda so•n o trattate: I 'ipertensione ed il inorb·o di Brig·ht, l e nefro·si, la nefrite g lom erulare a cuta e cronica , le i1efriti crol!l,i che, C·0 n due lezioni sulla loro t erar»a. D.a ult imo1, uno 1sg1u1a1~do complessivo su]l 'argo11·1e n to e sulle classificazioni delle n e fi;opra ti e. 1

. CENNI BIBLIOGRAFICI. (1) LEcERCLE. Eléments de chirurgie. Vol. di iliag. 800 icon 493 figur.e. Masson e C.ie, Paris , 1932. Fr. 125. L ' A. , chirurgo a Darnasco, ha raccolto ed espo.n ,e brevemente no·zioni di p ia tologia chimica, di clinica e semeiotica , di tecnica ope·· na tiva • È un sunto ·dellei nozioni più importanti, ~apri·do , ch e ·deve servire oom·e preparazione ai trattati più estesi. Lo stile piano e brilla nte cu~ c i han.n o abituato g li AA. francesi n on ci fa 1

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(1) Si prega d'inviare due copie dei libri di cui si desidera la recensione.

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SEZIONE

ACCADEMIE, SOCIETÀ MEDICHE, CONfiRESSI XXXVIII Congresso della Società Italiana di Medicina Interna. .)eclula a11lim eri d i mn a (21 ott.) .

Se:luta in comune con il XXXIX Congresso di Chirurgia.

Presid en za: Proff . P ARTE

1\LESS A l.\ Dit1· FHuoo~ r.

l\ LEDlC A.

Le epatiti croniche. ~

Prof. L . D 'J\ l\CATO (Nap oli) . ( Co11cLu si 0 11i) .

Il n o111e cli ep a titi c ro11ich e va riserva lo d agli a n a lomi ti p a tologi ai processi infiam1na tori c ronici ctiffu i d el fega to. Non tutte le ep atiti cr o11ich e 0110 d elle cirrosi ep:ttich e: m erila110 il n on1e d i cirrosi ·o lla n to que i proces i i11fia1n 111atori c- ronici ch e si arco111pag11a n o con diffusa cli s Lruzio11e <lei t e&s11lo 1}are11r hin1ale d ell 'or ga110 e con e tesa produzio11e di cica tri ci, cau sat a d all a insufficien le rigen erazion e clegl i ele111enti epilel iali d el fegat o. I tologica1nenle ~l fa lto fond a111 er1tale d elle cir r osi è il l)erY('rli 11te11 to d el p ia11 0 strutturale del fega to (J( r e tz). Rilievi sulla et io logia ri el l e cirrosi. - La ques tio11e d ell 'i111porl ;i n za delJ 'alcoolism o n ella e liologia cl elle cirrosi è più ch e m ai viva. L 'esperie r1za c linica quoliclia11a di1nostra ch e l 'a}) u o cli b eva11rl e alcoolic he {)r eced e })esso l a cirrosi e1)aiica; 111a cJ3lJ 'allro canto Yi è d a con sider ar e ch e u n gra11 numero cl i ])evi lori fu gge alla cirro i. Bi ogn a p en sar e, eron cl o al cuni, ch e n ei bevitori nei quali i prodt1ce l a cirrosi i11terven ga u11 altro fa ttore 1norbo o a con giurar e con l 'alcool ..:\Jcuni sosp e ttan o ch e questo fa ttor e sian o le sos tan ze tossic h e ch e si for111a110 n ell 'ir1testino p er azion e d ell 'alcool ; altri pe11san o ch e siano· d elle sost an ze tossich e cliver se d all 'alcool, conte11ule n elle b eva11d e alcoolich e; m a u essuna di quest e ipo,tesi è })e11 <locumenlata . Il con cetto di una cirrosi disp eptica g ià soste11u :to d a Boix e p oi forte1ne11te combattuto, 11011 s i d eve riten er e de finitivamente seppellito. Vi so·n o p ar ecchi fa tti n qti n ella scien za c h e lo appoggian o: così l a facile insor gen za della cirrosi n ei n1a n g ia tori di mitili, n ei Bramini ch e non ·b evon o alcool m a ab usan o di sp ez ie irritanti, ecc. Non è affatt o climostrata l a importan za cli alcu n e m al attie infettive acute J1ella e tiologia delle c irrosi , ch e alcuni AA. sosten gon o. Tra i fa ttori e tiologici vanno ço11sider a ti invece alcuni zoop ar assili, l a sifilicl e, l a tuber colosi. Bisogn a co11sider ar e p er ò due fa tti : 1) n o11 tuttj c0loro ch e si sottop on go110· all 'azion e cli velen i .cirroger1i dive11tan o c irrotici; 2) in un i1u1ner o .(lOn trascurabile <1~ casi m a11ca qualsiasi appar e11le n1omento. etiologico. Per s·p iegar e ques ti due fa tti al cuni ir1vocan o il fattore costituzionale. Vi sono p ar c<'chie osser vazioni le qual~ dimoslra110 la esis ten za di r:l)errazioni som atich e dipen cl e11t i ù a disturbi endocrini n ei cirrotici ; m a fi110 a ques to m om en lo n o11 sappia1no nulla di con cr et o sul l a inflt1en za ch e la 1d isiunzioni en docri11e p osson o eser cita re sull 'or ga ni s1110 p er predisp orlo al la cir-

Pl\ATlCA

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~osi. 11 fa t tore cos t ituzional e è i11vece più evidente i11 . alcune

8p eciali forme di cirrosi, come quell a di W1lson e come le cirrosi ipertrofich e familiari . Pat ologia sp erinien.tale e ist ogen esi dell e cirrosi epai"il1e. - In questi ultimi anni son o state ado})era te n1olte nuove sosta11ze p er cer car e di proYocar e la cirrosi negli anim ali; m a b isog n a riconoscer e ch e gli sp erin1.entatori si son o allontanati 11101to d alle condizioni n elle quali si può sviluppar e uria cirros~ n ella clinica un1ana. La istogen esi rlelle cirrosi sperimentali, seco11cl o AJbot, accadrebbe n el m qdo segu ente : l 'unità aita tomica eleme ntare d el fegato sarebbero le celi ul e epiteliali, i capillari, le cellule K uppfer e l a r eticoli11a di sos teg110. Ques ta unità h a ricevuto d a alcu11i il nome di « e1Ja ton e ». Dura 11te il processo infiamma torio og ni elem ento dell 'ep atone r eagisce a suo modo e prese11ta m anifest azioni sia a tipo d egen er a ti vo sia a tipo prolifer ativo. Le cellule epiteliari <lel fegato sembran o gli elem e11ti pil'1 sen sibili all 'azì o11e dei Yelcui e quindi l e lor o alter azioni so·n o 1e più precoci. Le prime manife~ Laz ioni p atologich e di queste cellule co11sist o110 tiella cc inar g inazion e dei condriosomi » e p oi 11ella om ogeinizzazion e «trofica d el pro topl asn1a co11 la compar sa dei 1nitocondri e 11ella d ege11er azion e gr assa. Gli osserva tori fra11cesi sosle11g ono cl1e 11ei cas i <li intossicazione o d 'infezjone leggera il lobulo ep a tico si alter a d alla p eriferi a ver so il centro. Le l esioni p er corrono alcu11e lappe c h e sar ebber o le eguenli. Le prime r eazioni si osser van o 11egJi sp azi peril)Ortali e con sis ton o in lesioni cellulari e dil at azion e d e~ capillari . È solo pit1 t ardi cl1e si osser,·an o fa tti di r eazion e conne ttivale cd apparisce u11a ipe rplasia p atologica della r e licolina. Anch e le cellule di Kuppfer uppar iscon o precocem ente tum efatte. Un a t appa ulterior e d elle lesioni sp erimentalj ar ebbe quella ch e oel Fiessirtger chiam a « l 'asi1nme tria lesional e». I11 questo p eriodo il lobulo e1)atico h a modifica to leggermen te il su o aspetto, p er ch è l e lesion~ se1nbran o preval er e n ell a zo11a controlobular e ch e è l a .m ·e 110 resiste11t e. Secondo Albot , le prime lesioni iniziali si osserva t10 11elle cellule ep atich e e n on riel tessuto m esen chimale, com e pu ò esser e dimostrato solo u sar1d o l a tecnica istologica ini toco11drial e. È notevole ch e l 'isp essimento d ella r e ticolina e l a sclerosi n on s i svilupparlo attorno ai vasi san guig 11i e biliari ma si svilup p ai10 n ei posti nei quali è accad u ta una d istruzion e di cellu le epa tich e. Le osser vazioni fat te su p ezzet ti di fegato asp or1a li per biop sia d a infermi di colecistiti o di itteri in fe ttivi acu t i sub-acuti e cro11ici, h an110 fatto Yed er e delle chiaz.ze n ecr otich e epileliari con iperplasi a d ella r e ticolina sen za il p erverli1n e11to strutturale del fegat o. Osservazioni biopsich e fatt e su fegati di bevito·r~ n el p eriodo p reasci tico h an110 fa tto n otar e le solite alter azio11i trqvate sp erimen t aln1ente (asin1me tria l esion ale , a trofia • cellular e a travate, ipertrofia compe11sabil e) , ch e 111 en ano i11 ul li.m o al p ervertimento del pia110 s trutturale d cl fegato·. La p atoge11esi delle cirrosi colostatich e è legat a i11clubb iamen te alla st asi b iliar e; ina sp esso al fa l lore m eccan ico si aggiunge il fattor e infettivo. Second o J\lbot, l 'is togen esi cl ell a cirrosi colostat ica speri1n e11t ale p er corre le segu enti fa i : Dop o


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cc IL POLICLINlCO »

[ANNO

la leg·aLura sperimen tale del coledoco le alterazio11i cellt1lari dege11eralive sorgono rapidan1ente, poi 'attenuano ~ scontpaio110. Carattere fondamentale di queste lesioni è che sono sempre localizzate e 111ai diffuse. Nella parte periferica dei lobuli appaiono focolai necrotici e dilatazione de~ canalicoli biliari ir1tercellulari ·Che in seguito si nlanifestano an che 11el · centro dei lobuli. Prolungando le esperie11ze, si va organizzando una cirrosi colostatica sopratutto perilobulare co11 cicatrici, sclerosi ed accen110 a ~odificazione strutturale. ' ri sono anch e legger~ alterazio11i della inilza. Il Rossle propt1gna un 'altra istogenesi: seco11do lui, il processo a11ato1110-patologico sarebbe fondamental111ente Ufl:a colartgite, cioè una i11fia1nn1azio11e delle vie biliari di medio calibro. · ì\"ell 'uo1no il quadro clinico e quello anatomopatologico variano sopratutto secondo· l 'influenza di duo fattori: l 'i11tensilà più o m eno gra11de della stenosi del coledoco e l 'esiste11za o meno d 'infezio·n e secondaria. Qua11do la stasi 11on dura da molto tempo, si osserva110 nel fegato le note di u11a sclerosi periportale moderata; n1a quando la stasi è di lunga llurata, si può arrivare alla cirrosi anulare. Il l~ossle ritiene 11e le clue teorie, quella cellulare e quella m eser1chimale, no11 debbano essere .contrap1)0 le rn:a $~ <'Ompletino. Egli pen s~ ch e_ i veleni e1)atici possa110 esplicare la loro azione ~~1 n1odq più o me110 elettivo su qualcu11a delle di verse parti del t essuto epatico, op.pl1re su tutte le parti. È eviclenle ch e nel tessuto epatico debba110 es-sere colpite a preferenza le. zone che Yengono i11 rapporto più diretto coi tossici cirrogeni. Se i tiene presente che gli agenti nocivi vengo110 portali al fegato col sa11gue dell 'arteria o della vena porta o raggiu11gono il parenchima per mezzo delle vie biliari in lnodo ascenclenle, si compreI1de be11e .che debba110 essere coJpite a preferenza le zo11e periferiche di lobuli. . . . . Il prof. Tramontano , per m ia isp1raz1one, ha studiato l 'aziofl:e di alcuni veleni sul fegato co11 la tecnica fine adatta a mettere in eYide11za tanto il siste1na initocondriale qua~to quello reticolo-endoteliare. I velen~ adoperati sono stati il biossido di torio o thorotrast, il cloruro di n1anganes.e -e l'acetato di ran1e. I risultati d el Tramontano d~­ mostran~o che le f:os ta11ze tossiche adoperate agiscono dappri1na · sopratutto sugl~ ele111e11!i epiteliari del feg·ato e sugli .eler11ent1 _del r~L1colo-ei:­ dotelio e solo in un per1qdo ulteriore s1 <letermi11a l a proliferazione del connettiYo.

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Nelle cirrosi cola11gitiche il processo n1orboso s'inizia co111e una cola11gite; ed è noto che qt1e~ l 'affezione può essere di origine ematogena OJJJ)Ure di origii1e :icendent~. La colangite cronica può finire in éirr;,si biliare; però è bene 11otare che questo non accade sempre, perchè non sen1pre il processo rolangitico determi11a le diffuse necrosi cellulari con consecutiva for1nazio11e di cicatrici eh~ costituiscono il fatto cul1niD:ante per la fo·rmazio11e di u11 a cirrosi. In alcuni casi si possono avere necrosi circoscritte con cicatrizzazioni circoscri.tte, che non sor~o la cirrosi nel senso 1nocler110 della parol ~. Il più delle volle il processo inorboso si diffond e alle vie biliari più fini, cioè alle prime radici biliari e allora vengono irreparabil1nente colpite anche le cellule epatiche e in tali casi si deve parlare di colangiti o, n1eglio, cli epatocolarigiolibi. È, in fondo, la for1na descritta da Naunyn, da Umber e da altri. Albot non an11nette questa forina mor})osa, perchè ritiene cl1e l 'epatite sia il fatto domir1ante e le lesioni dei canali biliari sia110 secondarie. Accanto alla for1na colai1gilica il Rossle descrive la form a colangiotossica, dovuta ad azione di alcu11e sostanze tossich e sulle vie biliari. Parrebbe che sperime11tal1nente i sali di rua11ga11ese possano realizzare questa varietà morbosa, al111eno secondo Findlay; 1na queste ricerche aspettano conferma. Questo tipo di cirrosi cola11giotossica a1111nesso clal Ross]c è il meno docun1e11tato i1ella patologia un1a11a ed è ai1che il m eno precisato cial pu11to di vista a11atomo-patologico. Il Rossle sarebbe prope11so a fare rientrare i11 questa categoria i casi di cirrosi giovanile con o senza infantilismo. rrra l e cirrosi bil iari propriame11le dette la µiaggior parte degli AA. includ ono la cirrosi di Ha11ot. Secondo la <lescrizio11e data da questo osservatore e da altri i11 questa forma di cirrosi i fatti culn1i nanti sarebbero l 'qttima conservazione delle cellule epatiche, l 'au1nento del loro volume, la loro te11denza a proliferare, l 'auID:ento del coru1ettivo se11za tende11za alla sclerosi, e sopratutto la presei1za di una colangite e di uria pericolangite co11 ei1orme . ileofor1 . nazione di canalicoli biliari. Quest'ultimo particolare non fu confermato d.a osservatori posteriori e specialmente dal Kretz, il quale fissò i. caratteri istologici di questa forma anatomo-clinica escludendo nel modo più asso1uto 1a partecipazione de~ vasi biliari al processo n1orboso·. Defi11ita così la 1nalattia di Ha11ot, risulta una malattia molto rara e recenti osservazioni pern1etA ricito mia patoiogica delle epatiti e d~lle cirrosi tono di pensare che essa sia molto spesso di i1aepaticl1e. - I dive~s~ tr~tt~ti ?i a11aton1i~. patol~­ 1 ura luetica. gica adottano class1f1caz1o_n1 diverse. Il Rossl~ d1Accan LQ a questi casi di cirrosi bil~ari i~e. so110 sti11gue una forma atrofica ed _un~. forn1a ~p~r­ stati descritti altri, apparentemente 1dent1c1, ina trofica della cirrosi di Morgagni-Laennec. D1v1de istolo·g icamente 1nolto diversi. le cirrosi ipertrofiche nelle seguenti categor~e ; l~ Il Rossle ha dato il nome di cirrosi angioei11atocirro·si ipertrofich e del tipo . Laer_inec; 2) c1rros1 lossiche acl alcune forme nelle quali i vele11i cirgrasse; 3) cirrosi l>iliari ; ~) c1rros1. em~to- ecl a11- rogeni esplica11q la loro azione nociva in inodo giotossiche. Meritar:o _spec~ale delucidazione le due prevalente sull 'apparato vasale del fegato, . n1entre ulti111e categorie d1 c1rro ~i . .. . . . è meno evidente l 'azione sulle cellule epatiche. In Il Rossle suddivide le cirrosi b1l1ar1 net seguent1 sottog·rup1)i: 1) cirrosi colos~atic~; 2) _cirrosi cola_n- fondo viene attaccato a preferenza il sistema regitica e colan giol ilica; 3) c1rros1 biliare colang10- l icÒlo-endoteliare. ln queste forme vengo110 attacca ti con tempora11~arnente anche la milza ed_ an~ t os -ica o colangiolotica. . . La cirrosi colostatica non ha bisogno d·1 essere che altri organi, sicchè si forma una malatt1~ ~11 ill"ustrata poich è dipende da ristagno delle vie bi- cui la cirrosi è solo una parte. In q~esta . fa~1gl1a il Rossle colloca le malattie epato-lienali d1 E1)liari . 1


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pi11ger , cioè le cirrosi splenomegalich e ipertrofic h e, la 1nal atlia di Banti e le cirrosi pigme ntat e. Questo g ruppo sarebbe p articolarmente inter essa11te, perch è, secondo Eppinger , le lesioni del fegato sembrer ebbero avere un'importanza secon claria di froc1te a que1le della nlilza, t anto è ver o ch e la splenectomia .1vrebbe t1n 'azio·n e fortem ente b en efica s u tutto il quadro morboso. Le forme d escritte da Eppinger so110 essen zialm ente tre : 1) u11a forma di cirrosi splenomegalica sen za ascit e e senza itterizia ; 2) un 'altra for1na di cirro i spl enon1egalica con ittero perma11 ente; 3) un a forma accom p agnata d a anemia grave. Nella forma itterica Eppi11ger p en sa ch e l 'ittero sia in g r a11 p arte di n a tura emolitica. 11 Rossle ritie n e ch e quando le sostan ze tossich e agiscon o n on solo sul sistema r eticolo-e11doteliar e m a an ch e ttl a11gu e, si producon o le cirros i ])igm entat e. L a forma pii1 importa nte di cirrosi pig111enlata è l a cirrosi en1ocrom a tosica , car atterizzata d al d ep osito n egli or gani di em osiderina, lipofu sc ina e m el anina. La p atoge11esi di ques ta forma m orbo a rima11 c tuttor a oscu ra m alg1ado le numerose ricer ch e fot te ull 'ar go1nento. "'o tto il n om e di « cirrosi rare » il Rossle r agg ruppa alct1 ne forme m orbose ch e si disting u o110 d a·l le com t1ni cirrosi per l'aspetto n on comune d el processo scler otizzante. F r a q t1es te va ricorda ta la cirrosi co11secutiva ad atrofia g ialla cr onica del fegato . È m e rito òel Pick di aver e richia1nata l 'atten i-ione sull a possibilità di sviluppo d i lesioni c irrotiche n el fega to d 'inferm i affetti d a m orbo di Gnt1r h er e d a que llo di Niemann-Pick . l n q l1esta categoria e~tra an ch e la cirrosi dell a mn lntlia òi ' 'ti) son . È n oto ch e il fegato n el m orb o rl i on si presen ta atrofico, irregol ar e m a a lJernoccoli g ros i . L 'e a m e istolog ico lascia Yed ere una prolifer azion e abbond ante di vasi sanguig ni e bili ari ch e non si osserva m ai ii1 gr acl o così eleva to 11elle comuni cirrosi. I processi di rip arazione òel1 e cellule epiteliari sono m olto a llj i. De Lisi sos tie11e ch e l 'enorme vascolarizzazio ne cara tteristica del fegato wilsoniano dipenda d a un a a i1ormal e s truttura vascolar e dell'organo, di 11atura costituzion ale, la quale può costituire u11 te rren o favor evole per l 'insediarsi e lo svol ger si di u nn <.." irro i. Qtta11to a lla n a lura d ei rap,p orti tra lesioni ep atich e e le io1ti ;1er vose n el morbo di Wilson , le m aggiori J)rob a bililà sono per l 'ipotesi ch e fa p roced er e l 'affez io11e ep atica a quella d ei gang li <lella b a e. Si è o tent1to ch e l 'acelato di .tallio p ossa 1)r odu rr e sperin1e11talme nte il quadro d el m orbo di '1Vil son ; n ta gli turli fa tti al r~guardo non son o a n c:or a d efi11ilivi . La cirrosi di Cruveilher-Baumgarten trova sp esso la stia spiegazion e in anomalie co·n geni te o processi fl ebitici dell e ven e sopraep atiche. Tub er col osi c1el fegat o. - Sono an cor a divi si i p areri sulla ques li0n e se la tube!colo s~ possa d ete r1nin ar e n el feg·a to il quadro di una cirrosi com une. Ros le ritie ne g iust am ente ch e q1,1esto p ossa accader e. 1n a in casi eccezionali. Naturalme11te n ess uno cli ·cule ch e la tuber colosi possa rleter1nin nre

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SEZJ ONE PRATICA

s1Jes o (lei p,roressi clero lici i1el fegato più o 111e110 clifft1si . ei J)Ochi casi <.ccertali <li cirrosi tuber colari so110 rappr~se11 to. te q u nsi tu tle le sp ecie di cirr osi: l 'atr ofi ca e l 'iperl rofì ca di Laen11ec, l a cirr osi gr assa cr o11ica, l a cirrosi g r assa ipertrofica cl i Arloi11g. "' if ilide clel f egato. No11 v 'è accordo fra i diver si 1\ A. i11torn9 alla fr equen za co11 l a qt1ale la sifilicle allacca il fegato. Le lulle e Brizard h anno de:s<'ritlo delle alter azio11 i perito,n eali frequenti 1tei cirrotici e ch e ess i a tlribuiscono alla sifilide: vi sareb})e 11ei cirrotici u11a p eritonite sifilitica ch e 11 011 solo r appresenter ebbe com e il marchio e tiologico {l ella 1~alattia &p a tica, m a avreb be anch e un 'importanza uon trascurabile n ella produzione d ell ascite. Qu este. osservazioni . non sono l ate conferma te, e sopra tutto è st at a contestata l 'i1nporla11za e l a p ecificità degli ·amn1assi linfopl a5 n1ociluri 11elle for1ne lue lic h e (Barba t) . Acl og11i 111odo bi ogu a riten er e ch e l a sifilide pos a !)fOYocar e 11el fega to, oltre ch e l e forme a lroficl1e e ip er tr ofich e d el tipo, ~Iorgagni-Laen11ec, ::u)rh e l a forn1'1 di H an ot , u11 a forma cli ep a1ile i11ter tizjale diffusa, la ep a li le nodulare iperpl aslira e<l altre Jorme con1plica le co n an emia ' g r ave. Ep alili 1nalaricl ie. Si p e11 sava alcu11i an11i fa ch e l a i11al aria fosse un a d elle cau se più freque11ti , p ecial1nct1te i11 nlc une r egio11i, di cirroi; 1na l ~ r icer ch e cl elln c uola anato111o·patologica ro111an a (~I arcl1infava e Bignami) h anno dimo1ra l o iJ1 1n.oclo i1on dubbio ch e le l esioni indotte d alla 111alaria sul IegùlO 01to fo 11da111e11tal111e11lc cl iver se ei a quelle car a I leris lich e d ella cirrosi . No11 è i1nprob al)ile r h e la m él lnria r e11da il fegoto più ' ul11er abile all 'azion e di allri vele11j . La p le11ecton1ia {'011s ig·l i a l a <la al ct111i }Jer preervar e i1 fega to d ei 111alarici 11011 ha trovat o mol i i f au torj : chiru r g i 1n olto co1npe le n li in m ateria . osten go110 ch e Ja pl e1101negalia cr onica, quanclo è s1)e11ta la lnal aria, è ii111ocente p er jl fegat<;> e ch e la cura d ella i11il za 1na1arira è essenzialmente m edica. L a 1nilza riella cirrosi de l f egat o. ----: Il tu1nore di milza è freqt1e11tissimo rna 11011 cost ante nella cirro~i ep atica . La f1 eque n za varia, seco11do le statistich e cl al 72 % a~ 92 %. Dap,p rima si cr ed eva ch e il tur11or e cli rnil za fosse u11 tumore d a s tasi; rna d agli s tudi di Gat1ckler in p oi è p en e trata n el· ]a coscie11za d i Lutt i l 'idea ch e il tumor e di milza nella cirrosi 11011 sja d ov uto tutto alla s tasi. E fu 111erito del Gau ckler di aver e ricon osciuto ch e in rnolti casi di cirrosi la 111iJ za esager a il su o p oter e e1nocat er e lico. Eppi11ger h a descritto i caratteri ci el1 a 1nilza n elle forn1e di cirro i biliar e 1per sple11om egalica erl h a trova lo ch e h a lJarecchi punti cl i co11tatto co11 l a in 11za dell 'it ter o em olitico. Ha vi lo ch e il sa11gu e p er corre in questi casi vie spogliate di endoteli rlella polpa splenica e forl11u]a l 'ip o tes i ch e gli eritrocili dive11tino adatti ad esser e distrutti appl111 to quando p er corrono· vie spogliat e cl~ endot eli . Epp.i n ger d à i11oltre gr a11de i111portan za alle alt er azioni d ei vasi d ella 1nilza, ch e er ano molto cvide11 ti n ei casi d a lui s tudia ti ; e Rossle è de1l 'istesso avviso. Quest 'ull imo p en sa <'h e la sclerosi del! 'impal ca tura d ella milza dipe11de d alla cli ffi col là co11 la qt1a]c il a11g ue p assa attraverso

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u JL POLI CLINI CO

i vasi e ri lie11e "h e la elefa11tiasi del t essuto conne t tivo clella nlilza dipenda d a un ede1na cr onico che si produ ce attorn o alle ar terie. Rossle, d 'accordo col Dti.r r e con Oeslreich , ritiene ch e le al terazio11i della m ilza cirrotica sian o di n atura i11fiammat oria e così si spiega an ch e l a presenza della perisplenite ch e si os,ser va 11el 70 % dei casi di cirrosi ; u1a il Lubar sch rit iene ch e l a l)erisple11ite sia di n atu ra ineccanica. Il pan.creas 7l ella cirrosi epatica. - B merito di Klippel e Lefas, di d 'Amato, di Stein h au s e di altri di avere di111oslrato c;he n ei cirro tici, ascitici o n o11, si trova110 con g·r ande freque11za n ote di infiammazio11e cro11ica del p a11cr eas. Nessu110 degli a11ato1n isli ])alologi pen sa ch e le lesioni del pancreas ct ipen do110 dalla st asi e ciò è dimostrat o so1)r atu lt o dal fatto ch e quest e lesioni si trova110 spesso a11ch e qu ando la stasi portale ma11ca. Gli isolo tti di Langerha11s son o coinvolti n el processo rnor boso solo in u11 11umero limit ato di casi e quest o fatto r ende conto perch è il diabete n on sia m olto frequente i1ei cirrotici. . Il mido llo osseo riella cirrosi epatica. - Anch e il midollo· osseo è spesso inter essato n ella cirrosi ep atica e p iù nella forma ipertrofica ch e in quella atrofica. Secondo studi recenti del Rossier , il ?nidollo osseo presenta in qu esti casi una r ea1ione m ieloblastica e<l eritr opoietica, vicever sa vi è cii1ninuzion e dei inegaçariociti e qui11di dei trombociti. Vi è d unque una reaz ione dissociat a del · m idollo osseo.

Classificazio1te clinica delle cirrosi del fegaJto. Ur1a classificazio11e .r azionale, ch e rispo11da a l utt13 le esigen ze della scienza, delle ep atiti non è r itenuta p ossibile d ai più co·n1pct enti studiosi dell 'argon1ento. Una cl assificazion e fondata esclusivam ente su criteri clinici no11 è n ean ch e essa al riparo da g r avi obbiezioni poich è i fen om eni clinici più importanti, com e l '<t~cite e l'itter o, posson o apparire in u11 p eriodo diver so della evoluzion e della m alattia. Un a classificazio11e ch e fu giudicata m eno imperfetta è quella propost a dal Rossle nel 1929. Nel capitolo delle cirro·s i emoangiotossich e il Rossle comprende le cirrosi splenomegalich e. Egli pen sa ch e in un gr11ppo limitato di casi la cirrosi splen om egalica è u~ esito dell 'ìttero costituzion ale em olitico. In un isecondo gruppo di casi vi sarebbero Je !esioni della milza s11 riferite. Dal punto di vist a clinico la forma morbosa fu separ ata dalle altre d a Gilbert e Four-Rier ed h a com e car attere clinico fondam entale una en orme splenom egalia ed un lieve ingrandimen lo del fegato. Qu esto aspetto speciale, dice Ler eboullet , h a fatto attribuire a t ale quadro m orboso un 'origin e splenica. In tutto il r esto la forma inorbosa era sim ile al m orb o di Han ot. Ma esaminando accuratamente alcuni casi clin ici con fortati d a r eperto an atom o-ist ologico, riferiti dal Ler eboullet, si può n otar e in m odo non dubbio ch e all 'i.stessa forma clin ica cor risponde nei diversi casi ·un reperto istologico differente , sia da parte del fegato sia da p arte della milza. Il concet to delle cirrosi -splenom egalich e è st at o rimesso d i r ecente sugli altari da Ep·p inger, il q u ale, ·c ome si è detto, n e h a descritto tre forme. La p ri111a for1na È: car atterizzat a dalle segu enti

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11ote clinich e : etiologia ignot a, fegato granuloso della cirrosi ipertrofica del tipo Morg·ag11i-Laenn ec, sen za ascite e sen za ittero p erma11e11te. Si direbbe dunque ch e sia u11 morbo di Banti i1el 2° stadio. Eppinger la n ega con ar gon1enti non molti per su adenti . Nella seconda for:ma l a cirrosi sple11omegalica è acco1n p agn ata d a g rave a11emia. Quest 'associazion e documenta i legan1i ch e stringon o le m alattie del fegato con qu elle degli orga11i em atopoietici. La terza forma è costitujta da una cirrosi spleno1negalica accompagnata d a itter o cronico e da fal se colich e biliari. Vi è anch e anemia lieve, leucopenia, r esist e11za globulare n ormale, bilirubinemia. L 'ittero sar ebbe, almen o in parte, di n atura e111 olitica. Queste idee di Eppinger n on hanno incontrato il consen so gen er ale. Mich eli e Pietra h anno dimostrato ch e la esaltazion e dei processi em olitici non è in alcun m odo documentata. Occorron o d unque nuove indagini per definire meglio la individualità c1inica della cirrosi sple11om egalica. Vi è però un dato di fatto ch e m eri ta di esser tenuto prese11t e ed è quello ch e per lQ m en o in alcuni di questi casi vi son o alterazioni importanti dei vasi della ID:ilza con fenom eni congestivi ed emorragici. I n questo gruppo delle epato-splen on1egalie di origine m esen chimnle rientran o le osservazioni clinich e e anatom o-patologich e di Cesa-Bian chi di casi caratterizzati da an emia a tipo e111olitico e da spleno-epatom egalia, dapprima accompagnata d a itter o e poi d a ascite. Giustamente il CesaBianchi li con sider a corrte un processo morboso · a pu11to di partenza reticolo-endoteliar e. Con Je ci_rrosi splen om egalich e h a indubbiam ente affinità il morbo di Banti. In questi ultimi anni la individualità an atomopatologica e clinica di questa m alattia è stata fortemen te co11testata. ~folti e autorevoli anatom isti pat ologi sost en gon o ch e le alter azioni istolog-ich e della milza descritte com e car atteristiche d al Banti son o comuni an ch e ad altri quadri m orbosi. E m olti clinici sosten gono di non aver inai vist o u~ caso di m orho di Banti. Son o esagerazioni I . Le cirrosi sple11om egalich e e il m orbo di Banti posson o andar confusi con un altro quadro clinico inter essante ch e è la splen omegalia tromboflebitica. In quest a forma m orbosa ii fegato non part ecipa al quadro 1norboso; per ò, specialmente nei casi di diffusion e del processo tromboflebitico al tron co della porta si è n otato spesso atrofia del fega lo con processi scler otici peri portali, oppure cl elle gittate di tessuto connettivo che dalla capsul a del . f~ato si diffondevan io n el p arenchima ep atico. Le così dette cirrosi biliari rappresentano il capitolo più con fu so delle cirrosi epatich e. È facile riconoscere le cirrosi colostatich e e quelle colan gitich e, nelle quali una lunga odissea di attacchi di · colich e biliari, di colecistiti , di ricorrenti infezioni biliari acute o sub-acute ha prep arato la cirrosi. ,SecQndo Sch ottmti.ller, non dovrebbe essere· difficile differenziare i casi di colangite lenta, nei quali il processo 1norboso sar ebbe sostenuto d allo


[.:\l'\NO xx~. I X'

N 'lTN[.

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SEZIONE Pl\ATICA

streptococco viridan s i olabile dal san gu e degli infermi. Ma pur tropp<> questo germe 11011 si trova sen1pre, perch è ultri ..&,.A . h anno isolato l 'enterococco oppure altri germi, la cui azione specifica per la <'Olangite lenta i1on è ben docume11tat a . Secondo al cuni, l a colan gite lenta può sboccar e nel morbo di Han ot Un 'altra ca tegoria di casi di cirrosi biliar e ch e oggi si va arricch er1do sen1pre più è la categoria dei casi ad etiologia lue tica, ch e rivestono l 'aspet to clinico del morbo di Hanot. , -i è anch e un m orbo di Hanot di natura non luetica com e n1olti _A,.utori affer1nano? È probabile; ina si deve trattar e di cas~ isolati . , -ien e poi u11 'altra categoria di casi n ei qu ali si può riten er e ch e la cirrosi sia il prodotto di una infezio11e cro11ica del fegato. È in queste for1ne ch e esiste la m aggior e discr epanza 11el r eperto anatomico; p erch è nei casi studiati si è trovalo o il r eperto delle cir rosi ipertrofich e a tipo Mor gag11i-Laen nec o il tiJ)O Han ot-Kret z o perfino il q uadro dell 'epatite necr otica descritta d al Greppi. Sar ebbe inter essan te i11d agare se quest e forme si po~ ~ a no differ en ziare dalle cirrosi colan gitich e o colangioli ti ch e. l?or se n oi po trem1110, in via provvisoria, riunire q u e te forme in u 11a sola categoria e chiamarle epatiti biliari infet tiYe croniche. Vi e un ·nitra <'ateg·oria di cirrosi biliari a tipo spl enom egalico, di cui ci siamo già occupati . Vi è infine un 'ultin1a categoria di cirrosi biliari da zoopar assiti . Le no t re cognizio11i sulle forme clinich e d ell~ cirrosi biliari sono ancor a m olto incom plete, sopra L11tlo per ch è .. on o incomplete le n ostre cognizion i .. u 1la loro etioJogia e sulla patogen esi d e~l .i tteri. - t ti non .. i pu ò dire C'b e siano di m olto proInfa gredite le nostre co110.. ce11ze su quest'ultimo ar go1nen to. Scco11do Holn1er. 11011 y j ~ u11 ittero puram ente meccanico o d a &ta...i, percb è la rìten zio·n e di bile è e111p re lega ta, econdo lui, alla degener azion e d i 11otevoli zon e cellulari del fegato. Anch e l 'alter azio11e chimica dell a lJile prodotta dalla st asi è st ata in vocat a per la formazion e dei trombi bili ari da Eppinger . Nelle cirrosi biliari er a stat a osservata da m olto te1npo l a bile p leiocromica e si riten eva ch e una Lile più den sa < ircolasse m ale e provocasse la st a'"'i. Eppinger pensò invece ch e il fenom en o fosse dov uto ad esagerati processi emolitici. Il Pietra dimo .. t rò ch e in parecchi infern1i ch e presentavano il fe nom eno rlella pleiocr omia n on si p ot erono me l tere in evidenza i fenomeni di una esager ata emolisi. 111 11uesli t1ltim i ann i si è data giustamente irp.porla11za all a cellula epatica 11ella genesi degli itteri , en za ch e i po sa dire i11 ch e cosa più specialn1ent e co1Jsist a. Un 'al lra forn1a clinica di cui oggi si va11no fi sando i dettagli e la p atogen esi è la così detta epat,ite> sa4elt.ile dell e co1lecistiti . Era nota da mo lto le111po la partecip azio11e del fegato ai processi coleci Litici ; 1na in questi ultimi anni il Gr ahm h a potuto climostrare ch e l a cistifellea s 'infetta secondaria1nente all 'infezione del fegato, e m olti osservatori h anno confermato quest e ricerch e.

1871

Lo studio delle cirrosi i11 clinica va necessaria1nente con l 'esam e funzionale del fegato. Co111 'è n oto, vi sono parecchi 1netodi per esplorare questa funzion~lità , ~ son o controver si i giudizi sul loro valùre; ecco per ch è h o incaricato il 1nio assiste11te Luc ia di :-:aggiarl1 su gl 'infermi del mio Isti Lt1 to. Sono sta le ~tudiate la prova della levulosuria, quella del galattosio, quella dell a funzione desaminante col m etodo di Bufano, quella del rosa bengala, quella della iperbilirubinemia provocata di v. Bergmann ed Elbott . I mJ~liori ri~11ltati 5ono stati ottenuti con la prova del E11fa110 e con quella dell a iperbilirubìnemia, per qua11to· ciascu11a d t l] uestc presenti qualche i11conveniente. i\lel 1nio Is t~tuto è stat a saggiata anch e la pro,·a della lipasi sa11gu igna chino- e atoxyl-resiste11te e i sono o ttenuti ris ultati soddisfacenti (San · g uign o). 1 _ el mio Istituto Zap1>ncost a h a e cogitatQ un 111etodo originale per saggiare la funzion alità epaLica: q uello à ella g1jcociu111jna ch e non si distrugge del tutto n ei 1r1alati d i fegato c1uanclc venga loro iniettata. Qt1al 'è il sig nificato dell 'ascite n ei cirrotici il Pr1u1 a si cr eùeva ch e l 'ascite dipe11desse solta11to çl a ragior1i m eccanich e, cioè d all a stasi portale; 111a dopo si ~ vi sto chr~ da sola n on pot eva renrier cor~to det f<~11orrteno. Si è i11vocat a la esist en za (li una peri to11ite speciale. Sperimentalmente Perron cito aveva visto ch e l 'ascite si produ sse neg.11 an im ali a cui si er a provocata una stasi portale olo quando si producevan o g ravi alterazioni delle cellule ep aticl1e. In questi ultimi anni le ricerch e sul ricambio idrico hanno un po' rischiar ato il m eccanismo del1'a ... cile. Alcuni h anno in colpato il r ene; m a ricerch e condotte J1el mio Istituto da d 'Avos n on h a11no 1nostrato g r aYi turbam enti nei reni dei cir rotici . In seguito alle ricerch e di Filinski , d i Govaerts, di Pell eg·rini, di \ Vallich , di Sign or elli, di Gionini, d i Villa è stato 1nesso in evicle11za ch e n ei malati di fegato c'è un 'alter azion e del r apporto fra albumine e globuli11e ch e turba il potere osmotico del plas~a. Delle ricerch e fatte d a Pannetti n el inio Istituto confermano pien am ente l 'alterazione di questo r apporto1 11egli epatici. P arrebbe ch e il fegato presied a al ricambio prot eico del plasm a. 111vece non h a importanza una eventuale alter azion e dell 'equilibrio acido-b ase del san g ue, poich è il pH del san g ue è stato trovato norm ale n ei cirrotici . J~ stato invocato anch e il fattore tissurale ricer"at o con la prova di Aldrich e ~1 ac Clure. Pen n etti, n el mio Istituto, h a controllato il valore di tale prova ed J1a potuto convalidar e l 'indipen den za fra . rapidità di assorbimento, titolo della soluzion e e concentrazione ionica. P.arecchi osservatori, fra cui F iessinger ed altri,. in vocano anch e un altro fattore, cioè la particolar e permeabilità dei capillari sanguigni alle trasudazioni plasmatich e. · Qu este .ric'-r che così su ccintamente riferite non chiariscQno il problema in m odo definitivo . I n fa tti l 'invasione Jel rapporto albumine-globulin e si h a an ch e nelle m alattie di fegato in cui 11011 vi è ascite. D 'altra parte n on è possibile detronizzare del tutto il fattore m eccanico. :B proba-


1872

« II , POLICL IN LCO »

b ile rl1e i ·uscile d i1)e11da d alla coi11cide uza di pareccl1i !all ori etiologici alcuni umor ali, altri meccanici, co11.1e la stasi, altri citologici com e la maggiore permeabilità dei capillari ; m a spetter à alle ricerche de11·avvenire di precisare m eglio l 'azione di ques ti fattori . Un 'alt r a q u estio°'e ch e ha importan za dal punto di vista biologico e d a qùello t erapeu t ico è lo studio delle alter az ioni ch e si producono n ell 'or ganism o per effetto d.ella deviazione della bile dall 'intesli110. Qu este ricer ch e fatte da molti osservatori \ Doyon , Pawlow, Seid el e Lerich e, Dietrich, Dultm anrt, ecc.) st abilirono che in t ali condizioni si st abili sce u ria cach essia acolica, caratterizzata da .decalcificazion e delle riser va alcalina. Pennetti n el mio Istituto h a potuto confermare tali risultati .e pen sa ch e Ja cach essia acolica dipenda oltre ch e .dal 1iisturbo del ricambio del calcio, anch e d allo st abilirsi di processi putrefattivi n ell 'intestino e .d a n1od ificazioni dell a flor a intestinale. Si è credu to e ~i cr ede an cora d a alcuni ch e le cirrosi sia110 m alattie limitat e quasi sempr~ solo .al fegato. Io n on credo sos le11ibile questa opi11ion e. Basta con sider ar e eh~ la inilza p artecipa ai processi cirrotici con una freqt1en za ch e va d al 75 % al ·92 % e non è istologicam ente una milza da st asi ; b ast a anch e ten er presente che secondo le ultime ·osser vazio11i di Barre]et anch e il p an cr eas è leso n ei 3/4 dei casi di cirrosi e ch e n eanch e le le·sioni del p an cr eas son.o ri~enute secondarie, e ch e · a n ch e il rn idollo osseo è m olto· spesso leso, per dover con cluclere ch e la cirrosi è solo in un piccolo numero di casi una m alattia isolata, m entre n ella maggior p ar te dei casi è una m alattia ch e inter ess a p ar ecchi or gani. È I 'i ~tessa affer1nazion e ch e io feci fin d al 1907

in segl1ito ad alc une ricerch e sperimentali. Qu est o concetto da m e espresso e difeso fin d 'allor a h a trovato uno strenuo difen sor e n ell 'Eppin ger ~l q uale sostien e ch e non si può render si conto della sintomatologia delle cirrosi sen za u scire d alle alterazioni del fegato ch e sono ·incap aci a spieg·arle da sole. Ver o è ch e Eppinger , Rossle ed Albo\ sost engono ch e, quando vi sono lesioni di par ecchi or gani, si tratta di una malattia del sistem a reticoloendot eiiare. Qu est 'affermazione è esatta fino ad un certo p unto, pt rch è abbia~o visto ch e ammal a an ch e il p an cr eas ch e non è un or gan o sicuram ente provvisto di reticolo endotelio. Crede ch e sia più esatto dire ch e n ella m aggior p arte dei casi gli agenti patogeni ch e agiscon o sul 'fegato abbian o la propriest à di agire anhe su altri o rgani sia che l 'azione di quest 'agenti si svolga sul. tessuto reticolo-endoteliare . Ben d iver so è il rapporto ch e lega la milza e il fegato n el m orbo di Banti. Eppinger e Rossle in vocan o l 'istesso r apporto per questa m alatti a, per 1e cirrosi splen om egaliche e per quelle pigment at e. Non cr edo ch e sia d el tutto esatto, perch è se la splenectomia g uarisce il morbo di Banti, non g unrisce le ci.rrosi pigmentate ed è ancora ·dubbio se g u arisca le cirrosi splenomegalich e. È possibile in clinica m ettere in evidenza la partecipazione di questi organi al processo mor:8oso clel fega to? · Non è.• fac ile dimostrare l 'alter at a funzion alit à del pa11 creas nelle cirrosi ; tuttavia San guig no n el

l1\ xxo \X XIX,

NU-t\I .

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uio Jslilut o, serve11dosi d el i11etodo della diastasi secondo le m,od i fi ch e di Betto11i, ha potuto ve~er~ ch e in un J)uon 11umero cli m al ati di fegato il p ancreas m os tra una dim~nuzione della su a fu11zion alità. Non vi sono fin ora ricerch e co11cludenti per dim os trare le alterazio11i funzion ali del midollo osseo n elle cirrosi. Si è voluto stabilire un rapporto Lra le epatiti ed alcu11e m alattie delle gla11dole endocrine e specialme11te Ja tiroide. Vi sono poche osservazioni al riguardo c.l alle quali non è possibile per ora Lrarre alcuna conclu sion e sicura. Tra t tanienlo del_le epatit,i e de lle cirrosi. ~ Nor1 si ferina molto ~ul tra ltan1e11to m edico delle epatiti e d elle cirrosi ch e si trova esposto in tutti i 1na°'u ali. Dice soltanto ch e il trattam ento delle asciti cirrot~che con gli esti:atti di fegat~ non h a dat o risulta ti i1i:olto brilla11ti al R. Ricorda invece ch e col tra ttam e11Lo glucosio-insulina e specialmente con le applicazioni di diatermia alcuni osservator~ dicon o di avere avu to risultati inolto favorevqli . La cura m~dica 11ort fa veder e sp esso dei su ccessi ; tuttavia n el le cirrosi luetich e non molto avan zate si è visto n on rar am~°'te scomparire l 'ascite col trattam ento specifico; ed an che nei casi di cirrosi non lu~ tiche qualch e r ara volta si è vista la scomparsa dell 'ascite con le comuni cure. l\ila son o casi isolati : e·cco per ch è i chirurgi sono st ati tenta ti a sos l~tuire le cure cruente a quelle m edich e così poco efficaci . Acce11D:~rà brevem e11Le a ques ti m etodi chirurg ici . Il inetodo più é.Jntico e più importante è quello di Talma che si propon e di favorire la circolazio11e collater ale. Questo m etodo fu poi perfezionato da Pascale e d a Schiassj. I risultati sono stati discreti: sen za accettare a!cune statistich e dove si arriva fino al 50 % di g uarigion e, si può rite11ere ch e i11 alcuni casi l 'ascite è scompar sa e i1on è riap l)ar sa più p er inol ti anni. Un altro tipo tli oper azioni consigliate per ovviar e a]l 'ascite è la fist ola di Eck ; rr1a è stata abbando11 ata p erch è pericolosa, trattandosi di ope- · r ar e sulla porta. I~1ve~e Bogovaz h a propos to di studiare il capo l)er1fer1co della vena 1nesenterica inferiore con la ven a cava inferiore ecl 11a o tten~1 to qualche su ccesso. Altri h anr10 pen sat o di fare il drenagg'io continuo del liquido ascitico. Ruo tte praticò a tale scopo l 1innesto della vena safena nell 'addome. Co11 questo m etodo sarebbero st ati ottenuti p arecchi successi; 1na se la diag11osi di cirrosi . u on è esatta, il m etodo può riuscire pf>ricoloso. Lambotte ha proposto il drenaggio capillare con fili di seta introdotti d a una parte nella cavità peritoneale dlal 'altra 11 el tessuto sottocutaneo della coscia; però il dren aggio dura poco. Cast aigne ha proposto di iniettare n ell 'addome dopo la paracentesi 6 litri di acqua bollita calda e di ·r itirarla dopo m ezz 'ora. Nel n1orbo di Ba11ti è consigliata da tutti la splen ecto1nia n el 1° stadio. Invece i risultati sono m eno brillanti nel 2° st adio. Nel 3° stadio la guarigion e è rara. La indicazion e operativa va discu ssa con m aggiore severità. Si pratich erà l 'om en topessia associata alla sp1 en ectomia secondo il rnelodo di Ta11sini. 1


(ANNO XXX I.\., NuNr. 48]

1873

SEZ I ONE PRATICA

Nelle cirrosi biliari anasèitich e si sono t e ntati <liver i i11terventi. Nelle cirrosi bilia ri colost a lich e l "i11 Lervenlo chirurgico è indicato , ed occorre praticarlo per te1npo prin1a c h e si si a n~ cos tituite d elle lesioui irri1ned iabili. Nel morbo di Ila r10L e 11eJle e p<ltiti biliari i11fellive c h e so1nigliano al m orbo di H anot l 'inte rvento c hirurg ico ha dato ris ult a li poco i11cor agg i .1n li e 1110 1 ti lo scon sigli n110. Il gr uppo di cirrosi biliari 11elle quali l iu te rvento av r e])be d ato i 1naggiori su ccessi è quello cl elle c irro i ipe rsple11omegalich e, dove l a sple11ecLom ia proposta d a Eppi11ger avr e bbe dato buoni ri u J la ti. A11c l1e Bereso,,· e 'Cvlayo uvrel>bero avu to d ei su e• . ces i . Ch e cosa bisog n a p e n sar e di t t1 t li questi t e n lalivi chirurg ici p er c urar e l ' a"cite e per c urar e le cirro i biliari ? I 111elodi cl1irurg ici prop o ti con lro I 'asci le ri n1edia110, quando è po sibile e pe r quello ch e è l)OS ibile, solt a11to al fattore n1eccanico d elle asciti . B senza clubbio di g ra11de utilit à p er g l 'infermi l a sco111par a dell 'ascile ; ina n on bisog11a dime nticar e che l 1 ascite n o11 è tutta l a cirrosi. Il t11odo di co111por la r si d ell a cirrosi viene d o111i11a to sopra tu l lo d allo s lalo d elle cellul e clel fega lo (cellule epileliari e cellule d el reticolo endotelio). Perch è ciunqt1e si possa conten11)lare l 'idea di un inle rve11t0: c hirurgi co contro l ' a cite, occorre assicur a rsi di p ar ecchi falli : 1) c h e la cirrosi n on sia i11olto avan za la; 2) ch e il f~gato rispo11da a n cor a discre la111e11le b e11e alle prove funzionali ; 3) ch e a11rhe g li altri organi 11011 sia110 mollo scad uti iiel l aloro funzion e. Que te indagini Yo11no fatte con la inaggior per picacia e con la inaggior e prudenza, caso p e r ca o, pri111a di con ig liare l 'intervento. È in Ltlil e dire 1' h e qua ndo si h a ragione cli cr ed ere che l a c irrosi sia di 11atura lue tica, si h a i l <lovcr e di praticare prin1a un 'ocula ta c ura a11 lilue lica e sol o d opo l 'insu ccesso di ques ta si può pen are alla c ura chir urg ica. lu ge11erale si ten ga prese n~e ch e il cirrotico r· di solito un amn1al a lo fragile ch e so1) porla i11ale qualsia i int erve nto c hirurg ico . E si Le n ga 1)resen le che la c ura chiru!g ica d ell 'ascite d eve an (la re 11e1·essariamen le con g iunta a tulle cruell e alire cure 111edich e ch e si consig lia n o p er mig1ioxa re le co11dizioni d ella cellula ep a tica la quale, come a1)bian10 vis to, h a notevole i1111)orl a nza n ell a p a legenesi dell 'ascit e. Gl "jnlcrve11ti i1c i casi di cirrosi })iU ari ipertrofic h e cleb1Jo n o es e re vaglia ti con la 111aggior po11deralezza. Le cirrosi biliari 11011 r appresenta110 u11a e ntità etiologi ca n è ana tomo-p at ologica n è cl inica. Qu es ta co1t icleraz ion e in1po11e al m edico il dovere di un 'accura tissim a disa111i11a caso p er caso. Qu and o s i hanno r agioni serie per p ensare ch e t1na cirr osi biliare 5i a a pu11to di p artenza colec isl o-an g iocolitico , un i11terve n to s ulle g r osse vie biliari può riuscire util e. ~if a si ter1gan o 1)r e ... e11tj , 11 ei casi nei quali s~ st abi li sce una fi stola bili ar e, qua nto si ano g r a vi i d a n11i prodotti eia t1na tro1)po lu11ga cl e::v i;:lzio n e della bil e d alJ 'in testino. Nulle e irrosi biliari ipersple n on1egalich e è stata vantata la sp1 en ect o1nia; 111 a occorrono nt1ove e nume ro .. e osscrvaz io11i p er poter g iudicare d ell a efficacia di ques ta terapia. (Co1ilinua)_ A. Pozzr.

XXXIX Congresso della Società Italiana di Chi1~u1·gia. Seduta a11tirn.er idiana (22 otlobr e).

Presiede il prof. ALESSANDR1. (Co ntinnaziorie e fin e; uedi numero precedente) .

Co1n11nicazioni -rnrie.

1

C. GAhGANO (Napoli). -

L e alterazi oni i stologich e clel /~gato co risecutive a cis li da echinococco. - L e alter azioni co11sis t0Qo in una epatite cro;nica con sviluppo prog ressivo di t essuto connettivo, (lissociazion e d egli aci11i biliari. H a otle11uto risulta ti si1n ili sperimen laln1ente i nie t la ndo 11el fegato liquido cist ico. ~I . PROTO

(Nap oli). - A I te razioni istologich.e de l t essut·o ep at ico co nsecutivo ad iniezioni intraepatic!ie di bile. Ha o tte11uto lesioni di n atura c hi.mico tossica con si st ertti in zone circoscritte di tessuto epatico 1nollc alter at o con n eofor111azione connetti,·ale.

P. 'Cv1Acc10 (l\ar>oli) . -

Alterazioni epaticl1e da Il quadro anatomo patologico è stasi bi!io ri. <1uello di una epatite a te11d en za c~rrogen a c he sviluppariùosi prevale11t emente i11Lorno ai lobuli dà a queste cirrosi un aspetto p erilobular e. P. , . ALDONI (Roma). - - Sulla cura delle cisti da ecl ii11ococco ilari clel pol1none. - Lo svu otament o di tali cisti divent a facile se preceduto da un piomhaggio extrapleui:ico molto abbondante. Illustra ca i clinici ch e h a tra ttato con quest o m et odo.

E. RuGGERI (Pa r111a_: . -

Co nsicle raziorii sul trat1n1n.erito di alcuni casi di ascesso polmonare. 4 casi tra ttati con t erapia 1nedica e c hirurgica : 1)neu1no t omia n ei casi di ascesso semplice o dj ca11cr en.a l ocalizzata subac ul a; pneumotomia in l l1l te le a ltre forrne. Precocità cl ell 'interven lo.

G. OsELLADOnE (P a(lova). - l "e n.onien,i di rige1ie razi one bronchiale doµ o lop_ecton~ia. - Ha o sservatò l a forn1azio11e di cavità diverticol ari d el bronco i)rin1itivo e acce1111a alla possi})ilità di spiegare cosi l 'orig i11e di cert e for1ne di bronchiectasie. BRA~C.\TL

Ha os erva lo proliferazioni bro11chiali co11 la lega t11ra d ell "arteria polmonare e po11e u na riserva sulla ger1e.sj cli qt1es li elementi. -

(\ Tien11a) e vT. .TU RA (Rom a). - Note carat l eristi che di diff er e1tziazio 1ie di alcurie form e di raggri11zam.enlo dcl fegato della cirrosi di L ae11ec. - Hanrio i1ot ato zon e p,i ù o 1ne110 estese di j11durime11ti, d isserl'\1na ti sollo for1na di tratti cica triziali in cui si trovnno ven e obliter a11tesi e oJ)liler a le , ch e corri s1)011do110 a ra1ni ·della p orta.

C.

Co RoNI NI

'T· Loz71

(Ron1a) . - ,1naslomosi latero-laterale f ra vena mesenterica s.uperiore e cava inferiore 11elle ostruzi~o11i della ve na porta. - S tudiato s p erin1ental1nente l 'intcr ve11to lo h a applicalo i11 un caso. L 'an asto111osi va falt a subito sotto il n1arg iQe inferior e d ella t er za })Orzione del duode110 latero-laterale per n1<1ggior e facilità cli esecu zione e p er i1npedire fati.i t o ici a carico ciel paziente.


1874 S.

(C

IL POLICLINICO

(Pale rmo) . -

L e allerazioni del f e51ato nelle slen o.rsi sp erim:entali d ell ' intestino (oo n Si stabiliscono delle r icer che b atter io l ogic h e) . L .\1"l·i:n1

alterazioni infia1nn1a torie che porta no a un 'epa1i tQ cr or1ica. Si trova a11che un microbi s~o })a tologico e patobiliare.

A. R1NnoNE (P aler mo) . -

Sulle a lterazi oni funziiurtali ile l f egato 1tel l e si ndro·m i associa l e dell'adcfom e clestro. Funzi0ne gl.icog en eti ca. ~ Nel 40 %

»

[ANNO

XXXIX,

Nu~1. 48~

E. LE9 (Soncino) . -

Complessa occlusj,one int estiriale da diverticolo di Meckel . L 'occlusio11e

oltre che alla compressione del diverticolo sull 'a11sa d el tenue ei:a causala dall 'ing inocchian1e n lo dell 'a11s1 e dallo strozza1nento di alcune anse in u11 anello formato dal dive rticolo aderente alla par ete anteriore dell 'acldome e dal mese11terio del ter1ue. Precisa l e circostanze i11 c ui si verifica la depressione ombellicrile. (1'ori110) . -

d ei casi esi st e una esagerata r eazione iper g licemica con segue11te ad aJterffzio11i epatich e e p a11cr eatich e .

Si mpaficeclomia c hin1ica p eriarteri osa delle cap sule surrenali. Speri1ne11-

!VI. T1TONE (Paler1r10 ). - L e alt erazioni junzio rw.li clel /egat·o n ell e sin clro1 .r ii associal e dell ' addome de5t ro. Funzione biliare. - Nella rr1aggiora11za dei casi ha riscontrato u11a alterazione dipend e11te dal fattore biliar e, epaljco e costituzio11ale.

t alme11te h a otte11uto così una iperglice111ia, u11a iper calcemia e ipocolesterinemia. A11aton10-patolog·icamer1te vi è l1na iperemia, un aumento di gra11uli lipoidi nella cort eccia e delle cellule siclerofile. I r eperti vengono interpretati come il segr10 di una iperfunzione delle ghiandole. Il nìetodo s tudiato potrebbe avere t1n 'applicazione pratica.

G.

a1')oli) . - F egato e pancr eas ri el / e st enosi sp ertrn en,la·li d cl duoderio. Sol o i11 qualche caso ha ottenuto ri el le l esioni importanti e pensa ch e ciò })OSS~ esser dovuto alla dura ta rel a tiva 1nente ])reve della ste11osi.

G.

CATTERJ N A

PASALE

(Na1Jol]) . -- Tumori infia.n1malori

clel io siomaco . PrtJsenlazione d i p ezzi ariatomici. Processi di a utoplasti ca. Illustra con nu1nerose

J)roiezioni due in Ler essanti casi cli11i ci i11 cui resecato i.I tumore co11 un ~etodo di autoplastica p er sonalmente pro1losto ;ha o ttenuto u11a ricostruzion e complet o. I

~I.

(Bari). Neurinorna p edu n colalo .dello st om aco. Il ttimore ci el peso di 1200 gr. aveva ùno sviluppo esogastrico, sottomucoso·. ])roie tta roicr ofot ografie dimos lra tive e discute l a s i.n tornatolo·g i a, ìn d iag11osi e la cura di questi tu111ori. R 0Nz1N1

G. PASQUALJ NO (Palerrno) . -

Procl u zi on.e sp eri 1nentale d.i ulcere gastro-duodenali, da rip etu t e infezioni at l enu ate (la lla sup er/ icie sier osa. Ha

otte11u to t ali les io ni solo vicino al piloro , n e spi ega il mecra11isn10 l)a togenetico seco·ndo Leot t a, cioè co1ne lesioni flogistiche c h e si approfo11dano all a jnuco sn acco m1)ag nate da altera zioni d ei vasi.

M.

1

FlGU RELLI (

(Genova). - IJ 'op era zione di Bassi11i . - Prese t1ta u11 volu111 e testè· pubblicato, ricco di numerose tavol e a colori ch e illustrano compiutamente i tempi del m etodo orig inale .

A.

CAT'fANEO

(Napoli). -

Corn e i 11ler prelare i processi rl i guarigion e delle iilce r azioni indotte su lla plicalio gastrica. Da g r ande importanza al riCusANI

poso e a uno st ato di 1pofunzione dello s tomaco cl1e favo risce il processo di g uarigìone. SelT.ula p ome ridiana (22 ollo bre).

Presiede il prof. P~nEz. S. C1ì\IIN0 (P alermo). -

L a acid,o-lattem.ia nella occ lu sio11 e iril es t i nale sp erimen tal e. Nell 'occlu-

sio11e c 'è u11 al1n1ento del] 'acido l attico in r ap})Ort o all ' alter a lo ricaml >io d ei carboidrati in consegt1e nza d ell 'al ter azio11e grave d el fegato.

R.

C HIAnOLANZ :\

(Napol i) . -

La cli irurgia d'ei tu-

mori del col on, p elv i co. --= La diag11osi precoce è

l a migliore garanzia d el su ccesso oper ato,r io. Utilizza quando può l a via peri11eale, altrime nti ricorre all 'operazio11e aclclotnino-peri11eal e in due tempi. L ' applicazione di un a n o iliaco rende m e u o grave la mùtilazio11e. Usa Ja radiolerapia profil a ttica.

f

"\:- . TRAVAGL1N1 (Bari) . [ l lteriore contribulfJ alla unzionalilà ep{Llo-r~na.l e nella c lii rurg ia ep a.l o-

Ha impiegato il rosa])en.gala, l 'azotemia e il dosag·gio d elle sosta11ze a reazione xa11toproleica. Conclude ch e questi 111ezzi possono ragguagliare sulla oper abilità del malato. La prova del rosa-be11gaJa n or1 h a valore assolulo. biliare e d elle vie biliari. -

B. Euol'\SANTI (Ilari) . -

Sul contegno cl ella l egatur(]J del cisti co dopo colecistectomiai. (Tratt a · mento chiuso) , in colec istiti sper j merilalrn.erile provocale . Le col ecis titi so110 state provocate

co11 iniezioni i 11lra1~uscolari di gern1i pioge ni , coli, tifico. Nei easi con ostruzione ar tificiale d el coledocò notò deiscenza ae; laccio s ul cis tico . Deduce ch e n ella pra tica sia necessario il drenaggio p er prevenire i p ericoli d ella deiscenza d el laccio e il col eperitoneo c0nsec"L1tivo. G. Rtrsc1c A (Ro1na) . -

Echinococcosi in, splen,omegalopalia croriica con focolai sc l ero-$ider ofici.

- Illustra il <:aso escludendo la 11atura mico tica delle l esioni side rotich e dov1Jte a fenomeni r eg ressi vi esi st enti n ella n1ilza alter a la. L. ~1onicoNr (Pisa). -

L a nefr ecto1nia nelle· 11ef riti suppurative b ilaterali. Ri ce rche spe r ime11tali: riota prelimincvre. L 'O. ha trova to ch e il re11e

super s tite alla 11efr ectomia u11~laterale presenta una inaggiore resiste nza alle azioni dannose d ello stafilococco purch è l a nefrect ort1i a sia compiuta o conte1nporanean1ente o alc"L111i giorni prim a o n on i:>iù d~ tre g iorni d opo l 'iniezion e e11rloven osa d el in icroorganism o.

C. LACCETI (Napo ti). -- lrnportariza di alcurie r i ce rche 11 ella d i ag n os tica ra<tiologi ca d ella vescica e de l r en e. Riferi5ce d·ue osservazio11i. L 'una

di un operato IJer calcol osi vescicale in cui esis teva a11ch e una calcolosi t1reter ale e r enale n o n


[ANNO XXXIX,

Nu~L

48)

1875

SEZIONE PRATICA

riconosciuta prin\a d ell 'intervento . In un secondo caso in una sindrome dolorosa oscura mise i11 eviùenza ch e il rene si11istr o in ectopia crociata dcstr:\ formava con il r en e destro una massa voluminosa. ~I . CILENTO (Napoli). -

una idr<:111ia prolur1gata nor1 sono diuretiche; l 'agg iu 11la di sali :ji calcio . favorisce l 'eliminazio11e d el liquido, l a tiroxjna (0 ,3 m g r .), l 'idremia. Lo s tesso fa l a teofillina (0, 5 mgr.). L 'iniezione di insuli11a 11 011 provoca l 'idren1ia n è la diuresi.

F.

I clronejr osi da papilloma inc r ostato e proc•3Sso ittf iammatorw cr onj._co del bacinett o. ~. Illus tra il caso clinico. La p el vi

rl sportazio ne dci gangli ste llalo e inter1n~dio del simpatico cer v i cal e di destra in un caso di sc l erod errnia. - La pazier1,te

era chiusa verso il ren~ e l 'O. pe11sa a un processo cronico infiart1ma torio origi11ato dallo stimolo.

fu operata i11 un feco11do tempo di simpaticecto111ia perio1nerale bilaterale. Si è osservato u11 m ig lior a1nen to n o tevole.

B. MONACO (Napoli). -=- Sutura di deferente. Ha cer cato di far ciò m .anten endo l a co11tinuità d el deferente. 'fale pervietà h a ottenuto n el 92 % d ei <:asi e resta duratt1ra coattando i monconi con l 'aiuto di un m andrino di g rosso catg ut e di <lue punti l atera li di seta di avviciname11to.

T. AN ARDI (Sien a 1.

Gl i e.lemen ti isl i ocj_lari riella riparazio n e delle ferite de i tenclini. - Ele-

111enti con proprietà g r a nul o1)essica si riscontran o di rado n el le11dine, n e so110 invece ricchi il periteno11io, la g uiai11a si11oviale ed il perinisjo jo ler110 ed esler110 del muscol o corrisp onde11le. Il lessutQ di granulazione d elle ferite è formato da i s tiociti che evol vono in fibrobl asti e poi in co1111ettivo tendino ~imil e. Gli istiociti prove11gor10 d al pe ritenonio e dalla gui ana si11oviale. D. Mucc1 (Sie 11 a). -

Gli el em enli isliocilari de l la fo rmaz~one del · collo oss~o. - Il p eriostjo rap-

presenta u11 t ess uto ch e diventa sede solo in certe circost anze di en e rgia: l 'ost eogen esi ripar a tri ce 0 un fenomeno ch e si esplica localme11le do1)0 aYer i11ter essalo molti altri orga11i e t e su li rapprese r\ta11ti il s~s l e 1na l e licolo e11doteliale . (Sien:t) . -

Il ,,. R. E. 11ella l egatu r a Il P?l1110SJJerimental e dell'arltria polmonar e. (;.

ELVAGGI

11e <li p ollo si riduce grada ta rne11te a un a 111ccol a l11assa cira1ri zial l;. La fibro si è dovu1a a fe1101Jl;e11i regre ~5ivi p~r tr:.1sformazione çollage11a dell e fibre r eticol ari preesi stenti e a fe11omeni proliferativi per iperplasia d i eletu entj i stioc1 I ari p eri vasali e periJJ1onchiali a f11nzior1e fagocit1ri1a e plas lica. Sulla cu r a d ella f r allu r a rliafisaria so f.loculanea de ll a cl avicola. - L 'O. af-

G. SERGI (Matelica) . -

ferma doversi preferire la Iasciatt1ra ad o tto in · crocian te-.. i 5ul ù ur so in alto ver so l a 11uca ch e n o1t provoca· postu1ni, r jd_u ce i framm enti e rido11a l a capacità l avor ati v:t.

E. F1on1N1 (Tregna110) . -

Ascesso. del B r odie

Illus tra il caso clinico. L ';~scesso era tc.cal izza l() 11ella m et afi si tibiale i11feriore e g u arì rapidamente dopo l 'inter vento. l 'opo tonsillite e trauma. -

G. AGOSTA (Ro n1a) . -

Primi risultai.i di · ri ce r cl1 e sp er ime1ttali su ll ' azione deg li ormoni ovarici di clo nne con. fibrorniomi dell'uter-o . - Le iniezioni

d eo-li ormo11i i11 cavie e r atti giovani h a11110 portalo 0 ad 011 aun1ento cl i volume d el! 'utero r iferibili ad uno s tato iperplas tico d ella n1uscul atura e dell a mucosa. S. B1ANCARD1 (~Io11za) . -

Ric er ch e su Z rn,ef;cani~ 1no d'azione dell e fleborlisi clo rurat e 1iel l 'uomo.

e 11o n sono &ccompag·nate dallo stabilirsi di

F.

\1\i[orti:a) . -

AYl\lAU

(l\1essina). -

1·o r si one p ermane1i l e del rerie. r esidiio in 5egui to a 1ief r ec l oniia 1nonolaleral e. (Rice r ch e sp erimen t ali). - Illustra le r~cer­ l\IELINA

ch e eseguite. B. PAGGI (Ilo1na) . -

Un r ar o caso cli lroml}_osi de lla ve11a a.)cellare d!estr a. (T1,ombosi venosa da sforzo). Descrive un caso cli11ico coricl udendo

per l111a p at ogenesi di natura traumatica da un l ato e infettiva dall'altro. F. DE

GrhO~COLI

(Con egli an o) . -

Occlusiorie in.tes linale cr onica cJp.. vo l vo l&- di megadoltcosigma . R esezio 1~e. Guru;.;.gionc. Illustra il caso clinico e

di1nostra il pezzo Oj)er atorio forID;ato d a un 'enerme ~ig n1a torto di inezzo g iro e r esecat o in un le1111Jo u11ico. Ne seguì g u arigion e completa e duru tt1ra. G. P \CETTO (Roma). -- Ricerclic sperin1e11lali sa alcu11e JJrop rietà del siero d i a11imali t r attati con est rri.tti sple11ici. - Il siero cli cavie iniett ato con n1ilza di co11ig lio h a proprie là emopoietich e spic-

cate per il co11iglio in cui s i nota iper globuli11e111ia e segni di spicca ta rige nerazion e gl ol)ulare. G. CONIGLIO

((~at:1 nia) .

-

Su lla possibilità di ricanal izzar e l e vie sp ermaliclie i nterrotte. - Ha i11-

11estato il deferente iriterro lto sja 11ell 'epididimo ch e n el didimo. :Per qua11t o il cunale rimanga p ervio rimaneva })rivo d i. nem as1)er1ni. I ris·u ltati a cui arriva hanno u11 valor e negativo sulla possibilità dell a rica11 a lizzazion e, ch e però è lo s tesso sempre da 1erttarsi nell 'u omo. (Palermo) . -

u lla cli r ezio11e clie pre11dono l e neurufibrill~ ri.gene r antisi dal monco11e ce11tr ale di un ner vo r eci so. - Ha suturato il 111011con e re ntrnle di un nervo r eciso piegat o afl , -.

G .\ GLJO

a1tsa i11 direzio11e centripeta co11 u11 segn1e11 to di un nervo vicino accost ando alla ti tura nerYosa l 'es lren1i là del monco11 e periferico. Le fil)rill e i1ervose i1on ost ante Ja 1naggior e difficoltà h an no r aggiunto i11 g r ande maggiornnza il moncone p~ri­ ferico sì d a a111mettere che al)b ian o u11a sp eciale lende11za a d ecorrer e ver so l a i1eriferica. V. GRA SSI::LLJNO (Palerrn o). -

Legàtura de l col edoco e c·o mporta1nenl o di alcun.e prolei_rie e degli acidi grassi n el plas1na sangu i gno de l r erie. -

Vi è una diminuzione dell 'azo to totale e clella sieroalbumina me11tre I 'azo to non proteico aumenta. La fib rina pri111a au 111enta })Oi di111inuisce. Il m etabolismo d ei g rassi no11 suJ >isce alct111a Yariazic,ne.


1876

C<

IL P OLICLJN l CO

C. Rossi (Palern10). - - L e alterazi oni fun zioriali d el pan creas n ell e sin < "lromi associate d ell 'acldome destro . Non 11a trovato alcuna variazione del

tasso diasta·sico nè nelle orine n è nel sa11gue, i11vece nel 55 % dei casi ha trovato un evidente aumento del tasso lipa sico. Ritie-11e quindi. che il ~ pa1lcreas a.b bia parte in1portante n el qeterminismo clinico della S.A.D. come facente parte di q ueJ complesso di lesioni che i1e costituiscono il substrato anaton1ico. Durante il Congresso è stato approvato il se. guente ordine del giorno prese11tato cla un gran 11umero di soci: « La Società Italiana di C.hirurgia 11ella sua seduta a1nministrativa tenuta in Roma il 22 ottobre 1932; co11siderato, che, secondo I 'articolo 4 dello Statuto, tra gli scopi della Società vi è pure quello di tutelare il prestigio. e gli interessi legittimi dei cultori della chirurgia; considerato l 'in.giu stif~cato diver so trattamento applicato dalle singole .i\.mn">:inistrazioni ospedaliere nei confro·n ti dei Sanitari dipendenti ; considerato il grave dann o mqrale e materiale che da tale disparità deriva ad una gran parte di essi; riferendosi ed ap·p-rovando i principi. direttivi recentemente enunciati in pro·p os.ito dal Si11dacato· Nazio~ale Medici Fascisti ; fa voti : 1) ch e siano stabilite, per legge, norme regolamentari \lnich e di massima per tutti gli ospedali del Regno; 2) ch e ai chirurgi osp edalieri sia indistinta1ner~te concesso il libero esercizio professionale, nonch·è la libera contrattazione degli onorari per le cure prestat~ :neg·li qspedali agli ammalati abbienti, s~nza che le Ammil).istrazio·n i possano tratten er è alcuna percentuale sugli onor&rì stessi ; 3) che le Arnmini strazion~ comu~ali, anche n el proprio interesse, non possano permetter e l ' a~missione gratuita degli abbienti 11egli osped a1i co·n le relat~ve cure gratuite; 4) che all~ mutue dei semi-abbienti siano co11cesse opportull:e a.gevo] azioni nell 'applicazione degli o,n orari di cura ». Il pro·s si1no Co11g·resso avrà luogo nell 'ottobre 1933 a Pavia. Presidente del Comitato ordinatore è if prof. G. F1cHERA , clinico chir11rgo di Pavia. Vice-Presidenti: proff. rr AN SJNI e MoRONE. Il tema di Relaz~one della Società di Chirurgia è : « Il drenaggio delle vie biliari (derivazione· della bile) ». Quello iri; con1un,e con la Società di Medicina Interna è: « Malattie dovute a lesioni delle pnrati roidi ». DurarLte il Congresso sono sta.te tenute numerose sedute operatorie. Il prof. RoBERTO ALESSANDRI della Clinica Chirurgica eseg-t1ì in un caso di ulcera digiur1ale post-gastro~nteros to·mica u~a rese-zione gastro-duodeno-digiunale seguita da gastrodigiunos to·m ia secondo· Polya e digiuno-digiunostomia, u11a p~elonefrotomia; n ell 'Ospedale Benito Mussolin~ una apicolisi ed una toracoplastica per t ubercolqsi polmonare. Altre sedute operatorie furon o t enute nel II Padiglione d'él Policlinico dal prof. MARGARucc1 e n ell 'Ospedale del Littorio dal prof. CRIASSERINr. P. VALDONI .

»

[ANNO

XXXIX, NuM. 48;

I MAESTRI A U G US TO

M U R R I.

Ad accettare I 'invito che l 'illustre Cl inico di Roma rr~i ha fatto di scrivere ques~e n ote commemorativ~ del Gra11de Scomparso·, mi ha i11cit ato, supera11do la convi11zio11e delle i11adeguate mie forze al compito, l 'amore verso di Lui. Mi accingo all 'incarico, appoggiandomi a quanto 1'ammirazione, l 'affetto e la conosce11za h anno già fatto· scrivere a colleghi, ad amici, ad ammiratori , e sovra tutti ai suoi due fedelissimi fra i fedeli, Silvag11i e Gi1udi .

ElJbe Egli u11a vita travag·liata fi11 clall 'in fanzia e n elra giovel1ti1 se11tì, oltre la mancanza clel Pa(lre esule, i disagi econo111ici che da questa lonta-

na11za derivava110 alla famiglia che, per quanto discendente dall 'a11tica i1obiltà marrhjgia11a dei Fraccagnani, ér a di pii1 che modesta for tun a. Fort1111a sua g·rar1de fu i11vece di aver e u11a ll}adre affettuosame11te vigile. Egli ebbe stentatan1ente gli' inseg11amenti n ecessari per attraversar e l 'inevitabile t rafila della Scuola : m a fi11 d 'allora lavorò di p er sè, supplì colle Sue doti all a mancanza degli i11seg11amenti ~ Quasi illetterato a qui11dici anni, a diciotto aveva superato la maturjtà classjca. Fatta l ' Univer sità a Firenze, ed ot te11 uta la l aurea, con u11a borsa di s tl1dio passò i11 Fra11cia ed in Germania e dallo spirito clinico di Tro u sseau e sopratutto dall 'jndi.rizzo fi siologico d i Traubeebbe i prin1i veri i11segn amenti ch e d iedero sì grande frutto. Non che i11 Patria n on trovasse chi già aveva tracciato u11a vi a alle ~n11ovazio·ni, nel inetodo del


[Al\"1\"o XXXIX, Nui\I. 48]

1877

SEZI ONE PRATI CA

lo studio clinico; 1\-I aurizio Bufali11i era talo un Il Con cato,. ch e, come. dice un o d ei su oi allievi, grande Precursore, p erchè, co1ne lo st.es o ~lurri il ll iva, fu un o d ei clinici più reputati di Europa ebbe i11 più occasioni a scriver e: « Egli, opponene uno dei più fortunati in seg·11anli ch e abbia avuto cc (}osi i1on olo al Yitalis1110 di Bro,v11 ma a11 ch e l 'Italia, reduce <i.alla scuol a di Vienna aveva rac' « :il vitalis1no d ei fi iologi, dei fisici, dei clinici , colti a Bologn-a i m aggiori trionfi: onde l 'entuH Egli ch e aveva i11Yes tiga lo lu11gamenle al lu1ne sia mo ch e aveva destato nella· g ioventù . Pur tutcc della fisica, della chin1ica , della fisiologia, deltavia il Murri seppe in breve acquistarsene il fa<< i ·analo111ia p a tplog jca, il 1)roces o nosoge11ico, sevore; sì ch e, me ntr~ le cronach e b olognesi segna« nleiolico ~ terapeutico, aveva sempre afferma to lavano ch e la sua prelezjone il 19 gennaio 1876 si era iniziata in mezzo ad un assoluto silenzio del << u11 p e11sier o ch e l)ÌÙ se1uplice non arebbe fa<< cile trovar e: « la malattia bisogn a stucliarla sul r1umerosissimo uditorio, dopo pochi giorni avver« inala to,,. Da l1n corpo ano co1ne n1ai si potrebtiva110 ch e il prof. Murrj e( h a incontrato la gene« be aper e se11z 'allro ciò che è u11 corpo 11011 rale soddisfazione d egli studenti e dei colleo-hi ». u sa110 ~ Per aperlo è n ecessario osservarlo ». E così incominciò quella universale ammir:zione cl1e l~gli seppe su scitare n ell a Sua Bologna, diveRitornato Augusto l\llurri d all 'E lero, fece il t11e11t1la Sua, non solo p err h è ne dive11 n e cittadino dico condotto e questa sua qualilà gli Yalse da 011orario, ma perchè Egli i1on volle m ai abban .~.lfredo Oriani - cl1e non era te11ero nei uoi giudonarla, per lusinghier e-offerte fatte da altri autodizi l)ei medici --: la quali.fica del « più gra11de revoli Sludii. Qui compi è tutta la ,Su a vjta d 'insedei ~ledici Co11do lli ». Egli r icorda l 'ango eia sofg na11te fino 1916, quando fu colpito dalla legge ferta di fro11Lc ad u11 1)neu1nonico che invano cerctell 1e tà , ch e p er Lui fu dichiar at a inesorabile I caYa di strappare (l]l a 1norle, non diversa111e11te da F uron o CJUesti quar ant'anni contrasseg11ali da )lackenzie, cl1e co111 !)tese l 1insuffice11za delle u e u11a a ttività meravigliosa nel campo professionale, cog11izioni al le l to di u11 a puerpera ch e, stupj lo, in <;ui divenne il consuleute più ricercato ; in quello Yedeva ve11irgli meno per \111a insuffice11za acuta d cll 'insegn amento, dove raggiunse le maggiori e cli cuore, ch e Egli n o11 aYeva ~ aputo preved ere. E fu l a gr ande preocrupatio11e di giovare all 'uo- ' j11 uperate altezze; n el campo scientifico, ch e gli dic(le modo di m ostrare la Su a grande capacità 1no malato ch e, cl o111inan clolo tutta la vita, spinse d i osservator e; di sperimentatore, di log"ico . il 'furri allo s tudio, all 'o servazio11e, a1l 1ind agine, <e Arma lo fortemente di u11a impalcatura natualla scienza; perchè l ' uon10 così te11ero del bene rale 1natematica - h a detto in questi g ior11i il dell 'i11fermo av~va tempr a di scie11ziato e di artichiarissim o Suo su ccessore sulla cattedra - che st a i11 ieme. Se infa tti il saper rag ionare è d ella si trad u ceva in una ferrea potènza di logica, lutto anali i assurger e alla si11tesi è dello scienziato, penetralo e direi imbevuto di u11a formidabile colil saper e o servare fi11e111e11 le ap1)arti e11e an c11e altura moderna, dolato di faci lissime e ful1ninee 1'arle. facoltà inl erne associa tive». Egli scese in lotta Il Baccelli nel 1 68 aYeYa le tto di Lui un l avoro co n lro « la fluida ed inga1111evole materia delle fatto i11 Ger111ania sull 'atrofia giallo-acuta del f ei11rer te Jl O:Zioni, delJ e vagh e impressioni, d elle gato: idee nt1ove, orizzo11ti nuovi. Lo volle suo iclee approssimative, della su ggestione dei se11si e .\i uto e si s lal)ilì allora Ira loro quella a1n icizia, d ello spirito, dei pregittdizi e di quelle inga11nequella mutua a1n111irazio11e ch e faceva dell 1Allievo voli appar en ze di verit à ch e Bacone chiamava il se1npre devoto aln 1nir atore del Maestro, d el ~Iae­ idola m entis ». s tro affezio11ato I 'estima tore di quell 'Uon10 del E di fa Lli gli insegna1nen ti Suoi furono tutti quale Egli, co11 una fras~ sinte tica, diceva « il jin1)r ont a li al pii1 severo spirito di critica, al più gr and e cer vellon e ». rigoroso ossequio alla logica: Egli, com e ogni Al con cor o per la ca ttedra cli 'fori110, r ese a111gra11de artefice, h a studiato di forgiarsi sopra 111irati gli esarninatori ; fu l)r escello il Rovida, ch e tutto lo s trumento e con ques to si è affacciato 11on :1Yeva d a to l 'esa1ne: ina Bonghi riparò all 'alallo <( tudio affascinante degli esseri viventi e lo11ta11ame nlo dall a ca ttedra d el nostro Gra11de d e]l 'uomo inalato, Ch e da nes U110 è vinto p er la per ch è, r esa i. Yaca nte la cattedra di Bologna, lo forz a della sua seduzione intellettuale ». iL1Yitò t:lcl and arvi e, Lui titubante, lo spin se l 1ecl capi aldi del su o pen sier o didattico er ano vecita1n~11to cli Feder ir i, ch e gli telegrafò: cc a11da te : r a1nenle granitici : l 1amore illi1nitato ed ind efeslleSSUllO più deg110 cli YOi }) . so, in cr ollabile (tlla verità, l a meta indefettibile di t11 tti ~ nos tri sforzi , a11imava tutto il Suo pensiero sì ch(: ad esso si jnformavano e l 'osservazio11e scrupolosa d ei fatti (ob servatio naturae) e Qu a11do Egli sall sulla ca ttedra di Bologna aveva la conseguente critica rigor e a di essi (interpreg ià n el 1873 fatte l ~ esperic11 ze pubblicate 11el Suo n1e1norabile lavoro sul « P·olere r egolatore della lalio n at urae). Ne veniva u11a specie di apologia t emper aturQJ anirnal e » ed aYeva pubblicalo la T eodel dubbio, il cc demone benefico » di Huxley, la ria rl ella f ebbr e ch e aveva fatto vaticin ar e d a Maucostante ca11tela contro le seduzioni .d ell 'error e. rizio Bufalini : « quella è u11a tes la ch e far à ». P er lutto ciò er a necessario l 'eser cizio continuo Xo11 era l 'ambie11le bologn ese 111olto propen so d ella r agione, l 1unica nos tra potenza , colla avveral nuovo clinico, p er r h è gli s tucle11ti u11iver sitarii t e11za ch èl essa pure è fallibile com e fallaci son o i er 1110 affezion a tissimi a Luigi Co11cato ch e, trasensi per 1nczzo d ei quali raccogliamo i fatti. La sferito si a Pa<lova, sua città nativa, aveva sentito n ecessità quindi d ell 'i11cessante ed intensa educasubito la noslal gi3 di Bolog n a , d ella su a cattedra zione dei sen si e della r agione p er r aggiungere quel vero ch e Egli, dice il Viola, cc perseguì con e deside1ava ritor11arvi.

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1878

CC

IL POLICLINICO

tanta passione e al quale innalzò più volte un inno accorato ». Ma non è giusto il dire che più del vero abbia .amato il metodo logico, perchè questo era soltanto il mezzo: ed ove fosse stato fallace · avrebbe avuto per controllo la ragione. Per Lui, ri·p eto, il i11etodo era l 'istrumento: può forse I 'artista amare l 'istrumento ed i m ezzi per Cùmporre l 'opera d 'arte più ch e l 'opera stessa ? Comb,atteva contro tutto ciò che er a ed è incontrollaJ1ile : ecco perch è poneva in g uardia contro le seduzioni dell'occhio clinico, còntro quelle della intuizione. Quale infatti il controllo su di questa ? Quali t confini ? Quali le regole ? Parrebbe che l 'insegname11to Suo dovesse fare insorgere n ell 'animo degli stude~ti piuttosto l a .sfiducia nelle loro forze e scoraggiarli al primo .affacciarsi ad uno studio così arduo. Parrebbe che nella dottrina del f\·! aestro trasparissero note di .scetticismo e di pirronismo per l 'insistente esaltazione del dubbio e per l a svalutazione di qual.siasi· co11cetto ch e non fosse sottoposto alla critica: « ~Ieglio ignorare - Egli pro~l am ava - ch e -credere in un errore ». Eppure lo stude11te capiva presto quanto il Maestro fosse animato della pil.1 profonda delle fedi n ella scienza e dal più grande entusiasmo n ello studio. Si è detto che Egli ha insegnato a riguardare l 'arn1nala lo col pe n s~ero fisiologico. Certo nessuno più di L11i fra ~ Clinici italiani ha dato importanza alla Fisiologia· n ellQ studio della Clinica, n1a si deve dire che sopratutto Egli ha insegnato a pen sare col J)en siero clinico. cc La Clinica - Egli cc ha dettato - deve avere dalle altre scienze tutti <e i possibili insegnamenti, tutte le possibili ri« sor se, ma essa ha il dir~tto di ~sistere per sè, « ha le sue osservazioni e i suoi fatti cpe n on <e possono essere raccolti che sul malato: riceve « lumi dalla Patologia e dalla Fisiologia co1ne ne « ha dati e ne dà »; ed affermava cc ch e esiste « una Fisiolog'ia di laboratorio e vi è una Fisio« log·ia di Ospedale e fra le due come da per tutto « sta l1na regione mista ai confini: ma chi vuol « conoscere l 'ammalato deve osservare l 'amID:a« lato»; e diceva pure;. cc La Clinica come io la i11« tendo ha due compiti ben diversi : il primo f> « di dar~ alla società Medici che sappiano cono<< scere e curare le umane infermità: ma la Cli« nica dev~ essere anche un. laboratorio scienti. « fico: è in Cl~nica, solamente in Clinica che si « forma la vera ~c~enza n. Su queste basi di insegnamento Egli fece come assevera j.l Viola - « la robusta for1nazione dell 'i11telletto di molte generazioni di Med~ci e giovò a tutte le scuole Italiane». Non si creda però che la lezione di Augusto ~Iurri finisse coll'essere una trattaziol}e di metodologia e di logica: Egli ha più .volte esposte le idee alle quali inforID;ava il suo ~nsegnamento e che voleva inculcare nell 'animo dei giovani all 'inizio della loro carriera clinica anche in lezioni apposite; tra le quali culminano quelle sul P ensiero scientifico ~ didattico della Clinica Medica.

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[ ANNO

XXXIX,

Nu~r.

48]

Bolognese. l\lla nelle lezioni Sue, l 'oggetto della

tratlazione era sempre il malato, n è divagava per discu ssioni teorich e che avrebbero mostrato inopportuna erudizioD;e ~ dell e dottrine riferiva quel tanto necessario alla compre11sione dei fatti. Suo obbietlo er a il malato, Sua tesi la diagnosi alla quale rivolgeva tt1tta la n1ente. Ed infatti·, com e già si d~sse , l'uomo malato era in cima a tutti ~ Suoi pensieri ed Egli infiam111ava gli scolari sulla n atura etica del! 'ideale inedico. <e Ip·p ocr a te rjcordava - assegna al Medico qu~ste du~ qt1alità: un vero amore degli Dei ed un alll:Or e disinteressat o degli uomini: gli Dei di Ippocrate sono spariti m a gli uomini restan o e asrJeltano aiuto da Voi». E se Gabriele D 'Annu11zio ha detto che egli vede Murri nel primo cerchio dantesco, insieme con Dioscorìde, Ippocrate e Galeno, ricordQ pure quanto il Poeta mite Giova11ni Pasc.oli ha scritto di Lui: « No·i lo abbiamo veduto al letto d~l inorente, ce lo siamo veduto al letlo del do·l o,r e. Egli allora sorride e il Suo viso, co n1e da eritro un'aureola sfiora e accarezzé1 il sofferente. Curvo .s u lui come una madre, lo esplora e tenta da ogni parte colle dita leggere, lo ascolta in ogni parte coll 'orecchio attento e n1~nuto: alle blande parole, ai tocchi delicati par cl1e la speranza ritorni e la vita si riaffacci alla clole11 t~ camera ». Se la l'viedicina Italia11a deve ad Augusto l'vlurri cli avere educato parecchie generazioni di studiosi all'eser cizio scrupoloso e cqsciente della difficile Arte di curare, la Scienza n1edica gli deve · pure la scoperta di nuovi veri. Si può dire ch e fu talora t111 pr~cur or e coll 'affer111are verità ricon osc~ule poi, tal 'altra apri nuovi orizzo11ti quando i1on seg11ò confini determinati i11 campi i1on ben definiti e ricondusse alla r eal1à co11cessioni ed ardi1nenti ch e potevano essere inutili e dannosi. Cul1ni11a l 'opera Sua scientifica lo studio sul1'Emoglobinuria da jredclo che giustaID:ente il Silvagni cl1ia1na « il capolavoro della sua virilità, n1irabile i11vestigazione scientifica e di tutto il fenomeno morboso e di tutte le sue attinenze>> dalla quale scaturì tutto quell 'assieme di conosce11ze sulla funzio~e glom~rulare e sulla sua impqirtanza nell'albuminuria che furono, molti mesi dopo ch e le lezioni del nostro l\iiaestro aveva110 visto l a luce, studiati da Hejdenheim. Dimostrò co1t quella esperienza sul dito che Cohnhein1 disse cc ge11iale » e che attribui ad Ehrlich (il quale la fece u11 a11no dopo del ~1urri) cl1e la dissoluzione d~l sangue avvie1~e nei vasi ~ soste11ne l 'orig·in.e siiilitica della forma morbosa che venne riconosciuta su ccessiva1ner1te vera e di~ostrata tale dal ~[iche li. Fra i primi climostrò la inesistenza della dua1ità cl~nica della tisi e r~elle indagini sulle funzioni del ct1ore ammalato Egli ri·velò che se la legge di ~Iaestrini e di Star1ing· vale pel cuore sano, il cu ore malato si comporta in modo suo proprio e da Lui messo i'D: evidenza. E costitu1 così qt1ella ch e oggi si chia1na da alcuni clinici


[ Al"'NO

XXX.IX,

Ul\I.

48]

SE ZI ONE l' RA TI C \

la l egg e d i lrlurri . E sul valor e curativo dell a di.qital e espresse i co ncett~ ch e, mutati s m utari cfis, furono p oi procl nn1ati d a Maoken zje. Nel campo d ell ~t \e urologin fu d ei prin1is imi c ultori italiani ; e m irabili p el loro valor e cl inico sono l e L ezioni sulla sif ilid e cer ebral e d etta te già nel 1876 alle quali fecer o seguito quelle sui T ii1nori ce r ebra li , Sui t u mori del cer vellet t o ch e 11u lla h anno d a invidiare aile pubblicazioni estere fatte al ri·g u ardo. Nello s tudio Sul l 'i d r ocefa lo cr onico Egli h a agg iunto i1u ove r egole ai criterii fissati gi à d a Op p en h eim e d agli altri p er l a diagnosi esa tta. Nè è d a dimenticar si ch e fece un nl irabile studio su 11.~ P oli cl oni i e Cor ee, ch e ~nvestigò la cal1a dell a D eviazio n e con i ugata d eg l i occ hi e d el cap o, d in1os tr and 0 per p rim o ch e ciò ch e er a rj tenuto effe tto di par alisi muscol ar e era con seguen za d i sovr azion e degli antagonis ti, t r aendo in campo l 'azion e d el cer velletto, ch e al t r i Autori tra cu i il ì\il ari nesco , 11a nno collocato n ei gan gli d ella base. Il contributo alla D iagnosi dell ' ascesso ce r eb r al e fu complet ato d alla su a affermazion e contro l 'at1lorità di Der gm an11 sulla n ecessità dell 'intervento .. o p er at orio. Lo spirito su o ap erto ad ogni m od ernità lo h a climostra to n ei su oi lavo ri ch e h anno r apporto roll a scien za d elle secr ezioni ii1terne : sì ch e anch e in CJll est o cam po p ubblicò lavori n o tevoli per origina li tà di osser vazioni , p er profo11d ità d i vedute. Res teran110 en1p re n 1irabili quelli sul Mo r p o d i Addison, e Sind 1,ome l ombar e e sulla Insuff ici e1iza p lu r ig lartdolar e.

L 'acu n1e su o critico eppe b en precisar e ciò cl1e clal l ato t er ap eutico può il m edico attender si d al1'impiego d ei prodotti d ell 'op oter apia g landolar e, afferman do con cetti ch e a più di cinque lustri cli dis tan za furon o di r ecente ripetut i d a f\ll ax Hi!'SCh .

L 'importan za dell 'op era sua scientifica Iu così valutat a all 'Est er o ch e il Mt1rri fu il solo Italian o ch e, col Golgi, sia st ato eletto Membro on or ario cl ella << Berliner ~1Iedizi1~isch~ Gesellsch aft » ch e in cinquant 'an ni n e aveva nominati solo ventitre ch e r~spondo no a i i1omi di Laveran, Lord List er , Kit assato, Paulow ed altri sommi . Ed a m e ch e m e ne compiéìcevo COfl: Lui , risp ondeva: cc Io mi ver gogno com e un l ad ro a sapermi in t ale com pag nia ». Modestia invincibile in questo Grande ch e, schivo di on ori e di carich e, rifiutò di rientrare n el Parlamento e p er ci11que volt~ il Laticlavio, ch e con i11sist e11za anch e dal Maestro Suo, Guido Baccelli1 gli er a s ta to offerto . Egli ch e n el Cimiter o monumentale di Bologna avrebbe potuto aver e un adeguato ricord o ch e indicasse ai profani fu turi la Sua gr andezza. preferì riposare n el m od e· sto Camposanto d ella natia F ermo, ove noi, s u oi fedelissimi, lo abbia1n o pochi giorni or sono accompag n a lo, on or a lo e ri1npianto e lo abbiaino ve-

1879

dulo d ep orre - coll 'a11i1110 s traziato p er il definitivo d istacco - in un più cl1e semplice l oculo so l ter r a11eo, accanto ai su oi Cnri, d ai q u ali aveva tol lo l e <loti dello spir i lo e la .forlezza dell 'an im o ch e n on si s1nentiron o n em m en o n elle p iù grandi traver sie della vit a quando fecero a gar a l 'avversilà degli eventi e l 'invirl ia rl egli u omini per abbat ter e Lui c l1e co11'.1e Cap a11eo n on piegò l a su a a1La cer vice. E sì ch e Egli soffriva ta11to in qt1el t empo che dal p etto gli u scì l a frase sc ultor ea : cc Le parole 11a1111q un p oter e l~mitato: il p en sier o, l 'amore, il dolor e 110 : Se c'è qualcosa i1ell ' u omo ch e p are 11011 abb ia confi11i è il dolore ». Così alto, così u 1nan o, co. ì g ius lo in t t1tto ch e Mon sign or Geremia Bon om elli scrjsse d i Lui : cc Partendo da punt i op·p osti ar rivavam o alla medesima m eta. La fig u ra intelle ttuale di l.1gn lo Murri può sol an1cn te p aragonar ~ i a quel la èf i l\il arco Au relio ». Edu ca tor e delle cosç ie11ze, ch è Egli insegn ava : « oi· abbiam o una sola ari l ocraz~a ed è l a n ostr a coscienza di esser e vol ti ver so l 'alto ». Ed ancor a: « I corpi p ossono essere sep ar ati, m a n on ci so:Qo caten e, n è giuclizi i1è sen ten ze, p er le ani1ne e p er l a coscienza , l 't1nica cosa buona ch e second o 111e, abbia sapl1to ii1ve11tar e chi l1a p en'sato la vi la ». « l o ocUo mi scr iveva i11 una d elle su e lett er e eh~ con servo preziosam ente p er l'am or e ch e le p en etr a, l e verità ch e vi squillan o e p er quello s lile epistol ar e tulto Su o, so l l nn.lo Suo inarrivab ile p er purezza ed or ig in alità ---= t utti i m ezzi tern1i11i così com odi p er le cosr ie11ze frolle : p er que s to i.o n ort apparte11go a i~essuna socie tà p olitica o religiosa. Benedetlissin1a a111ica, imrnan ch evole, sin cer a, sever a ep1Jure anlor osissima coscien za ! Tu b a ti a tutto e " ali p er tulti. Io 1'am o davver o, mio Vit oli, ques la ~ ubli1n e an1ica I» . Au g u sto Murr i fu patriota e fu interventis ta. E vale l a p e11a di citar e la chit1sa di una belliss~ma ~ ferve:Qte letter a tolta ~al Manetti, scritta n el m ar zo 1915 al col . Bernardi, direttor e d ei Serv~zi S aD:i~ari: cc Ella · p9trebb~ comandarm~ sicura: di essere obbedito fedel1nen te in qualunque opera v1olesse affidarmi, 11on n elle alte, quale for se l a b enignità sua per 111 e p otesse tentarla d 'asseg n ar1n i, ina a n cl1e in u n a urr~ile , p oich è per m e, com e p er m ol tissimi, la n obiltà clell 'ufficio n on può in qu~sto esser e d e termir1ata d alla n a tura del1'azion e d a ta, ina d all 'an1or e per la n ostra Patri:l illustre, ch e n o11 r ecl a111 a ch e il risp etto d el su o diritto i1egatole finor a d all 'altrui prep ot e11za ». Ed iD: altra circostan za, co1ne sq uillo annunciant e l a vittor~a: cc Per for:tu11:a i 1Lostri Soldati si J)attonQ b~ne e qt1ando saremo dive11t<:!-ti padroni della t erra nos tra e dei inonti 11ostri, quando s,.qr eIIl:o fi11:almente liberati da quest 'aculeo ch e h a Jacer atQ il n ostro cu or e p er tut ta l a vita col p en sier o di Tre°=to, di Triest e, delle Alpi, allor a gli I tal i a11i inet teranno giudizio ... ». Non fu il n ostro Gr a11de éu1cl1e antiveggente ~ FABIO VITALI .


1880

cc IL P OLICLINIGO »

XXXIX,

[ANNO

~Ul\i[ .

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APPUNTI PER. IL MEDICO PRATICO. CASISTICA E TERAPIA. Crisi convulsive di origine meningea o cerebrale durante la gravidanza, simulanti l'eclampsia puerperale.

ch e g ioino è controin·dicato il raschiamento, Ina• sono indicati .i .l avaggi endouterini continu1. Nelle emor ragie fulmin.a:nti che segtlono di poco il parto o si ta,m po·n a o isi comprime l 'addome (oltre ad inietuaTe ergotina o ·p ituitrina). In qualche ca so· è utile1la trasfusione di sang ue. Il .raschian1ento è utile e senza pericoli nell e en1o·r rag ie tardive (1 o più mesi dopo il parto) . L 'iste,r ectomia non è consigliabile a setticemia dichiarata. R. LusENA.

Qua ndo dal 6° n1ese di g ravidanza in ·p oi ·U!lla d o11na ha co n vulsioni tonico- clonich,e co·n illllt ervalli èo·m ato·s i e si ha pure ipe1rte·n sio·n e , albumin uri.a , eden1i, si f.a di:agnosi sicura di ec.la1n1)sia. Se m :an ca uno d·ei sinto·m i suindicati si andrà pru1d enti n ella diag·nosi e si faranno· le ·diag nosi differenziali coll 'ist erisn10, coli' epilessi.a , c·oll 'alcoolismo, C·o l diabete. Più difficile è la differ en ziazio:qe clalla n1ening ite e da Le indicazioni per la provocazione dell'aborto. alcune lesioni cer eb rali. R eeb e ~fetz.geir (R evue Franç. de Gynéc. et B . Wl1itel1ause (Tli e Brit. M edic . Jour., 20 d'Obs>tetr., luglio· 1932), descTivono un c aso di ag·osto 19.32), rileva ch e il problema della :p·r o. mooingitei purulenta, decorsa acutamente , ìn vo_cazione dell 'abo,r to è gr;ave p·er il n1edico, g ravid.a .a l 7-8 r11ese n o11 ipertesa, se.n za e·demi 1n-0n. solo ·dal punto di vista tecnico ma ancl1e e con albuminutfia incostante , co n CO[liVUlsioni d.a quello sociale. La p(["OV·O·c azionei dell 'aborseguite da coma, co n Ko-ernig p1vesente , nel to 11a dei p e1ricoli ·p er la madr'e , ancl1e :se fatta quale caso p erò no1n fu fatta la puntura lomda m1edico ·e·s perto. bare e il r e·p erto m ening iti!c·o fu confermrato alIn Genn.a nia ogni ann·o 8'000 donne muoiono 1'auto.p sia e un caso di en1iplegia con. co11vulper aborto, e 25.000 di,1enitano· permanentesi oni insolita in un,a gr.a~vida al 6° m eise dopo n1ente invalide. in1mis ion e di 1soluzionei di lyso,l 1n1el 1collo· d elIl r.app·o·rto fr.a aborti ·e p a rt i a t erm:iin1e a l 'utero f.atta dalJa p.aziente st essa, dovuta p roBirmi11g·ham è di 1 ia1 4, 7. b.abil1111e1nte a d en1bolo di un ',arteria ia1l pedunP er quanto rig·uarda l ' abo·r to terapeutico, le colo cerebrale. diffico ltà nel ,d.ecidere riguardan-o più le miGli AA. riten go110 cl1e seigno utile 11ella dianori che le magg iori irri·d icazioni. · g nosi di eclampsia puerper.a.l e sia quello, di Le m 1a1g g-iori indicazioni sono,: le toss:iemie Setz ~ la diminuzio n e i1otevole d ell 'eccitabilità gravidiche ch e non miglio·r ano colla tera.pia n euron1u1sic olare alla corrente galvanica, che . m e dica (vomito ~n1ooercibile, eclampsia); le m .a è un sin ton1a precoce e p1~e1cedente l 'ipertenlattie croniche che qggravare dalla gravidanza sion e e manca nelle com ,Tu1lsio11i non eclam1p1ti(dia bete, ne.frite., tubercolo·s i, _malattie di cuoch e. R. LusENA. re, denutrizione , ·e .a volte malattie m ·entali); ostruzione delle vie ·del .parto·. Le emorragie gravi del post-partum in generale. Negli osp edali di Lolllldra una statistica reZ. Arslaniar1 (R evu e F-rariçaise de Gynécol. cente ·dà una p·er ceintuale di ab101rti terapell1et d ' Obstetr., lug lio 1932) osserva ch e n el t er- ti1c.i de l 0,6 % su l nume:ro totale d·egli aborti. ritorio di Aleppo è fa cile vedere le en1orraSulle indicazioni maggioTi .aJ1 'aborto terapeug ie p·o·s t-p1a rtum~ e le ip1iù g ravi lo-ro complitico molto si è scritto ; oggi c 'è la tendem:ia a cazioni p er manca11za di maternità e p e1r il lim1itare l ' abo·r to .a nche nel campo di queste fa lso pu·d ore çh e fa chiam.are l ' ostetrico solo in in<licazio·n i. Così n ella cardiaea 1si 1consiglia di casi disp erati. non interrompere I.a gravidanza_se non ci sono feno·n1 E.~ni di scon1pensoj del CUO(}"e. Egli ritien e ch e il lav1aggi o endouteri110 sia uti.li ss~m10 anch e se, oom 'è la regola, esso .piroLe indicazioni min·ori riguardano le m .al.a.ttie voca un forte ri.a lzo t.e,r n1ico· preceduto da briche sono aggravate dalla gravidanz.a senza ch e vidi. Secondo lo st es.so A. i lavagg i en·d outeci sia pericolo per la vita materrna: deholezz-a rini a scopo disinfettante nei g iorni ch e · p·r eg·enerale con perdita di peso, 0 perazioni a·ddo· cedono un raschiamento no·n ·si d evo110 fare, minali recenti con aderenze ( P·. ·es . .ap1pendip er ch -è in presenza -d i ·U ìll utero sanguina·n te e c ec~on1i.a C·on drenag.g io consecutivo) , pr<\:,a:resso infetto si ·d eve interveiilire· e svuo·t are rapidatag·lio oei.sail'eo , prolasso d ei visceri ·p1elvi1ci, prem ente , a m ·e!Ilo c:l1e l 'infezion e non abbi.a oltre- g·ressa operazione di p1lastica del pavimento pelpassato la- q11inta g io·r nata ed è più p rudente . vico, nascita di bambill:o· deficiente nella graa llora cl.mare la setticen1ia con m ezzi medici vidanza ·prec·e·dente, instabilità m 1entale della c on11e si cura il tifo . madre, infezio1n:e p·u ,e rperale sul parto preceA infezione dichi.arata e cl1e duri d.a qual~ dente, per ragioni economi1ch e in famiglie con 1

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XX.XIX,

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1881

SEZIONE PRATI CA

10 e più figli, '.p er tu111ore1 n1aligno coe si te11te o per n ecessità, e la gra,,idanz.a conti11.uas e, di andare a partori:re in luog·o dove 1na11ca l'a. ·sisten za ostetrica. L ' A. no11 1~iti en e ch e sia sempre aiu tificato i11tervenire per que te indiic.azion i n1inori ed è be11e evitare ch e, accoalie·n do se11z 'altro qu e te in·dicazioni, si cada i1ell 'ecce:-- o, cl1e in I11ghilterra arebbe illegalie, 1che i ,-erifica i1ei paeisi in ct1i l 'aborto· i fa u vasta cala. R. LusE :\.. 1

Nelle maniCestnzioni della menopausa.

A. Rabaud (Prove1ice niéd., 15 lug·lio 1932) e on i o-1ia dei bagin i :a. 30°-3 2°, per 3 n1in uti e delle docce a 37°, a getto pezzato, p e1r 1 n-1i11uto e 1/ 2, ·.. eguìte da u11 getto fre co. Olt.ra a ciò delle ·cureJ idr0Lera1)ich e. In g·en era le, la m enopau . . a, a11zi ch e creare delle 111a lattie, dà un colpo di fru sta a qt1elle cl1e g ià e ~i ston b e rinforza tutti i procei si morb o i. Vi ono però dei distu.rbi ca rdiaci ch e po ono ·dare dell e graYi insufficienze, m.a s com•parire deil tutto in ..:eguito. lin1 e11tazione 111:oder~a,t a, i)orl1i ~ si11110· ' 'ino, ridol ti il t è ed il ca ffè. Com e m edica111e11ti, anzill1tto i r egolato ri Ya . . omotori. Estr. fluido di hvdrasti ... » » h art1a111elis, a n a cr 15 Acido fo fori r.o q.b. per V

in1pedire il l)f eCÌ])itato g. 10 Tintu1 a di za fferano XX gocce ad oo-ni pa to , per 15 aiorni al n1c e. Gli e... tratti ovarici a ran n o p,r e cri Lti per 15 ,Q"Ìorni al m·e se, a ociati alla tiroide.. Più atti,·i so110 quelli fo.lli col1a1ri. Utili sono qu eI li p·r eiJ)O fi·sa ri. A Lli vare le fun zioni intes tina] i, somministrando o·g ni n1altino, in acqua tiepida, un cucchiaino di: g. 20 olfato di odio )) 90 Citrato ·di '" odio )) 10 Iposolfito di sodio P er le mia1a te con i·11ertemision e, ti11 tura di g ialappa, con cirapq)o di lam1)oni (a1na g. 10) tutte le settiman e. fil.

SEMEIOTICA.

110 anch e tro,'are i1ell 'enlerite i11ucom embra11o"a. Alexeieff . . i f e.r111a a de cr ivere 1n~nuta111e11 Lc i caratteri dçi n eut l'Ofili lJSeud-0111i.c1101tici: e . . i i)re enta110• alterazio11i 11ucleari e pla ma ti1cl1·e : i llUC}ei , i r arrgri11za110, poi i fondono, la cro111atina "i adde nsa . . otto la m eJm bra na nuclea re n1e11tre i dirada al centro : i] l rotopla. . rr1a diYenta da1>1)rin1 a 0111oge.n eo e J)lÙ colorabile con l 'eosina, . . i . . colora po i ancl1'e... o, dap1)ri111a atto rno ai n uclei , ridUJcendosi poi ad una . . ottile 1i . . tere1lla :r::. eriferica , finch è scom piare del tutto, e il 1111U1cleo or1111ai unico, a1)pare1 libero. Tali a ] lerazioni e111bra11 0 dovute all 'azion e d el fer111 e11 to •1)1rot eolitico1 del i)ara ila. La percentuale dei neutrofili 1così alterati ri contra bil i i1elle feci (varia11te d al 3--! all 'b'5 e l) ÌÙ rer cein lo) è l)I'Oporzio11ale all.a g·ravità della for111a e non alla qt1an,tità clell e a1nebe J)riesen ti . Pu nnu . 1

1\letodo per la diagnosi dell'an1ebia i. • A. C. Reed e H. G. Joh11 ... ton e (Jou) ·n . Anieric. 'ftl ed io. 11sscc., 27 ag·osto 1932) rilevano cl1e . . i di a111eb iasi è ba ata unica111e.nla cliJa,g-110 , le sull 'iden tificaz ion·e 111icro co•pica ·dell 'am e· ba i . . tolili·ca , cl1e ricl1ic1de i)eciale ab·ilità tec11ica ed e . . 1Jerienza. Di più le fec i devon o essere e. a111inate e1nll.ro le ±8 orei J)er la ricer ca delle Cl li . C'è UD•a }ar o-a l)ercentuale di malati COil. an1ebei n elle feci l)tlr n on avendo diarrea. La rice rca d elle for111e n1 obili ,ra fatta subito d-0J JO l '-ernission e d ell e feci e l 'esan1 e, e n eg ali\ o, ·dev'e :ser•e riipetuto 1Jier ei g i0trni conser ulivi. :È u1tile la . . 01l1n1i11i ~i razione di sale purg·a ti,•o per O·tten er ei feci l)Oltacee. Si deve a n~c l1e fare- l 'e a111e . ig·n1oi do ... CO])ico e preile' 'are d eo-li tri . . ci dalle ulceraz ioni o , se non . . i troYan o ulcerazioni, dalla m·ucosa intesti11a le. L 'idein1tificazio11e dell e a1neb e è fatta in n10do ·~ic uro se si colo·ra110 g·li strisci con f.erro-einl.a lo~ . . ilina. La tecnica 111iglior e è questa: il vetrino su c ui è , t.ato stri ciato il m ateriale da e aminare è in1n1•e1'. o ])rin1a cl1 e si etccl1i per 10 mi11uli n el lic1uido l'i ssa11le di Scl1audinn Tiscaldait o a 60° 01)1)ure peir UJn.a notte 11ello stess-0 liqui do freddo. Poi è 111e~. o J1'Cr di ec i m.inuti in• alcool iodato e ·poi i11 soluzion e alcoolica al 70 % e co ì ... ])e di lo a cl1i lo deve e an1inare d.opo colorazione ro11 ferro-en1ato. silina. 1

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R•

L USENA.

La ''triade intestinale,, nella dissenteria ainebica.

EPIDEMIOLOOIA.

econdo A. Al exeie ff (Ar ch. Schiffs. ii . . Tropenhyg. , ago to 193 2) la « triade intesti11ale » dell 'an1ebi asi è data dal reperto n elle feci di eosinofili , cristalli di Cl1ar cot-Ley de.n e n·eutro.fili IJ1.3 eudo·p i1crn1otic i. So1o que ti ultimi ono 1)ato~n.0 1no·nici della forn1a : i p·r imi ·duie elem e11ti infatti si posso-

Come si contrae il kala-azar ~ Paul Girau·d (La. Presse ili édic., 7 settem}bre 1932) osserva ·e.b e in Francia la zona in c ui . . i può co11trar re il I\.ala-azar è li1ni tata alla cos ta n1editerranea da ~Ia rsigli a a Men.L o11e, .alla Corsica. e all ' I ~o la di Beau.té. Un .. olo caso è stato con1lratto 1n ei Vos.g i . A Mar-

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1882

C(

IL

POLICLl1~ICO

sig lia n e sono stati osservati 95 casi dal 1922 ad oggi. L 'età ~n· cui la malattia è stata più frequente è fra 1 e 2 anni yd ha colip1ito per sone che abitavano in ·case con giardino . L 'origin1e canina della 1eishmanio si hai mo·l ti fatti imi su10 favo.re: l ' e1sistenza di leishmaniosi canina 1con ripartizione della malattia iden.t ic.a a quella umana, la possibilità ·di inoculare a l ca!Ile la leishmaniosi umana. Pe rò l e osser\1.a ziolilri dell 'A. gli perrn ettono di affermare cl1e il contatto col can·e non è nec.essario per la trasrwissione d eilla mala Ltia , perch è •s i an1ma1.arono qiu1attro bambini ch e i1on .avevamo m 1i avuto contatto con cani . Magg io-r e importanza per la trasmissione da canie a cane si deve dare alle zecch e. La trasmissione .all 'u omo potrebbe a vvein i:re p er via dig.eistiva (in U·n caso u,n bambino iann•m .alò a lcuni mesi dopo aver deglutito feci di can e), ma i fatti ·sperime11tali no11 sono a favore di questa ipotesi, talflt·o più che no11 si trovano quasi miai ;parassiti nelle feci ·di cani. Anche la via ·c.utaniea (si.a per contagi o dal cane, sia p er interveinto di un i11 etto) .n on ha avuto fin ' ora dimostra.z ione indisourtibile. Praticamente è bene tein·e r 101n tani dai b ambini i cani m .alati o sospetti, u ccidere i cani malati ·e combatteriei i fl ebotomi e l e zecch e. R. LusENA. 1

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lA:'lNO

XX.XIX,

\ v~r. 48j

m ento di varie sostanze (adrenalina, potassio, acido rurrico, ecc.) e fattori ormonici, come le· sio!Ili ·delle ghiandole sessuali, della tiroide o disturbi della regolazione nervosa. Rùcco d'interesse si presenta quindi lo studio ·del ricambio basale, che 1'A. ha eseguito su diversi infermri • Dal suo lavoro ri1sulta an· zitutto che nell ' i,pertensione renale, il ricarrtbio basale è contemuto ne i limiti n orn1ali e non esiste un rapporto fr.ai il grado d 'insufficienza d·el rene ,e.d il ricambio basale. · e ll 'i•p ertension,e soo za lesi oni renali e che può consider.ar si come pirin1itiva ed essenziale, il ricambio ba.sale è invece n ettamente e costantemente aumentato . Tale alimento non muta anche ·nei perio·di di sp o·ntanee e notevoli ca .. dute dell'ipertonia. Non si può quindi affermare ch e esista un rapporto diretto fra ipertensione e ricambio basale, che le rircerche del · l'A. escl11d0010. Si deve ·p·ert:aJlto ammettere cl1e ip erten1sio·n e ed aumentato rican1bio basale costitui·s.ca.n o ·due manifestazioni cooTdinate dovute ad lllllla stessa causa, mutabile da c.a so .a c.aso; entramibi sarebbero l egati a di· sturbi coordinati ·della regolazione nervosa cent'r~ale a se.de subtalami.ca ed influssi di natura nervo1sa, ormonica, umorale sarebbero ca· paci di ·p rodurre un eccitamento di tali centri, 1Cau sando il contempo raneo esordire delle due manifestazioni. f~l. 1

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MEDICINA SCIENTIFICA. Il ricambio basale nell'ipertensione. lf ra le varie teorie dell 'ipe1rten1sione renale ed essenziale, A. Gualdi (Cuore e circolazione, sett. 1932) si sofferma particolarmente sui quella1 di Ky lim, secondo cui nella prim.a esiste ipertensione capillare e capillarite generaliz· zata, nell.a seconda, invece, esisterebbe soltanto un ang io:s.pasmo arteriolare generalizzato, d·e terminato d.a impulsi nerv·osi. Si tratter.e b· be, in fondo , di un 'alterata regolazione dell 'innervazione va ale, sulla base di una costi· tuzion e n eur·0veg etati,,,a, particol,a re. Tale rec.ettiyità è co1ndizion~a1ta e regolata ·da fattori chi'mO.ci ed o·rmonici. Lo stu·dio di questi ele· menti, negli iperto·n ici, ha rivelato secondo i casi a11meinto ·della col esterina , d el potassio, del glucoiSio, ·deil l 'acido urico, diminuzione d el cal cio, ecc . Ques ta 1concezioITTe d ell 'ipertonia essenziale si accor.da cocn l 'osservazione clinica, ch e dimostra 1'affinità e la pare111tela tra iperto·n ia e malattie ·d el ricambio (gotta, diabete, ohe· sità) e con degli stati mo·r bosi particolari, quali 1'emi1c.1~atD.ia oftalmica, I' orticaria, la diatesi sp,a smofila, malattie tutte, ohe si raggruppano nella vecchia diatesi n eur-0artritica d ei fraill· • ces1. Si dà per.tanto gran.de im.p ortanza allo sp~ sm10 vasale generalizzato, che a sua volta riconosce come 1cau sa diversi ~a.ttori quali au1

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VARIA .

La paralisi agitante conside1·ata come un'oidiomicosi. Homre r Rich.a rd Keyes (Americ. M ed., giugno 1932) r itiene che la peillagra si.ai un,a rnoniliasi e la paralisi agitante un' oidio·m icosi. L ' o idiUJrn1 eh.e l 'A. ritiene causa ·de.J1a paralisi agitante fu isolato ·dalle feci in 5 malati. L ,oidiruan si oo,l tiva su t,erreno di Loeff1er e su agar g luco·sio. Su terreno ·di Loeffler dà ifi a forma di tubo, posti uno in seguit·o alJ 'altro, apparentemente se_i}arati, lungl1i da 25 a 50 µ e •C:Oiltenenti gr.amuli plasntaLici. Lo s tc~8o s i ha su agar-g lucosio, co·n ifi nl eno lun ghi . Su agar glucosio, dopo 24 ore, s i ha sviluppo di una pellicola non lo,n tana dalle feci se111i tìa ~e ch e microscopic-<.ln1em·t e rivela qualche r·olta la prese11za cli e lementi a .form.a di _limo·n e , aggruppati comie ulil monile, 00!Il. di.a: rf1.et.r·o di 2-6 µ, e Mlche alou.ne forme. s11n1l1 a strteptobacilli. Que,s ti ultimi e~ement1 sono « SiuJbmonili1a1 oidioida » oppure possono .a!ll,c.h e essere un gene:rie nuovo, che si potrebb ei chiamare << su:bmonilia n. Un vitello nutrito con feci conte·n en ti questi par.assiti presentava 14 mesi ·d·opo arn1datura spastica senza tremo•r i. R. LusENA.. 1

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XXXIX, NUi\I. 48]

SEZIONE

PRATICA

1883:

NELLA VITA P R O F E S S I O.N A L E . CONCORSI. •

POSTI VACANTI . BOLZANO.

Co nsor zio Provi11ciale An.liltibercolarc.

- Per titoli ecl esami. Pos to di Diretlore tecnico , J)irettore del Dispensario provin cial e. Stipe11dio L . 18.500 co11 quattro aume11ti qua<lriennali d el clecimo dello ti pendio base; i11dennità di servizio attivo L. 3100 i l tutto· al n e tLo d~l 12 ?6. I concor renti non ctel>bono aver oltrepassato il 45° anno di e tà. Nessu11 Jimite di età è richies to p er coìoro ch e occupano o h an110 occupato durante l 'ultimo qui11que11nio u11 po to di titolare con regolare non1i11a, presso u11 altro Con sorzio proYinciale a11tilubercol ar e o presso ser vizi antitubercolari di is tituzior1i tatali o para tatali. Per gli ex-combattenti sara11110 applicati i priYilegi di legge. Diploma di abi]ilazio11e ali 'esercizio della professio11e di 11'ledicochirurgo (in originale o in copia 11otar ile) conseguito da ul111eno due anni alla clata di apertura del co11corso. cadenza 20 gennaio 1933-XJ. Per i11for111azioni rivolger i al l a egreteria d~l Co11sorzio. 1

BRESCIA. Oper e Pie Raggruppat e cc Ospecfale dei bambirii Umberl.o I ed I stituti RacJiitici ». - Scad. 30 11ov.; u~ assis tente chirurgo, un assistente medico ed un radiologo. RiYol gersi all 'A1n1ni11istrazione. CAsmATE n 1\DDA (Bergamo) . cad . 31 dic. , ore 18; con Arzago d '1\dda ; L. 6500 e 5 quinquen11i dee ., oltro L. 500 lrasp. c. -v. , quote capitarie i)ei p oYeri; tassa L. 50, 10; doc. a 3 mesi dal 3 ott . Chiedere a nnun zio . 1

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CHIARI (Bresc ia) . - Scad. 1° feb. ; L. 9000 e 6 quinque1111i dee., oltre L. 3000 trasp. ; addizion . L . 3 sul su1)ero ~O % della popolaz. ; c.-v ..; riduz . 12 %; età 1i111. 35 a. al 1° nov.; tassa L. 50. COLORINA (Sond rio) . - Per titoli. Condotta co11sorziale p er Colorina , Fusfne e Cedrasco. Scade11za 16 dicembre 1932. (Vedi prec. n . 4 7) . FoNNI (Nuoro) . - Scad. p feb. ; L. 8500 e 5 quadrienni dee.; assegni uff. san. e c~rcere mandam.; età lim. 40 a. FoRLÌ. R. Pref ettura . - Per titoli ed esami. Pos to di ufJiciD1e sanitario per Riccione. Stipendio an~uq lordo di R. ?\1. L . 7200, più dieci aumenti liennali del ventesimo. I11d~n:q.ità caro-viveri. Scadenza 30 dicembre 1932 GAVORRANO (Grosseto) . Scad. 22 dic.; per Giuncarico; L. 9700 riducibili 12 %, c.-v., 5 quaclrienni dee.; età lim. 35 a.; assunz. e11tro 15 gg. GRIGNAsco (Novara) . ~ Scad. 31 di c.; L. 7000 e 10 bie~ni ventes., oltre L. 3500 automobile, L. 150 ambulat.; riduz. 12 %; tassa L. 50,10. MEZZOJUSO (Palerm 0). - .Scad. 31 ge11.; per Fitalia ; rivolgersi segret. com. NuoRo. Ospedale di S. Francesco. Scad. 20 dic.; 1nedico assist ente; L . 9600 e indennità ; alloggio ; età lim. 35 a.; tassa L. 50. Preferenza a specializzali per 10:alattie ce] tiche e in radiologia. 1

PALAzzu oLo DI Rol\IAGNA (Firenze). Scad. 31 dic.; condotta di Leva11te; L . 9000 e 8 trienn! dee., oltre L. 600 trasp .; riduz. 12 %; elà lim. 35 a.; tassa L. 50, 10.

PRASOt\rAso (Sondrio) . - Vice direttore Sanatori PopQlari di Prasomaso . Per titoli ed esame, consistente in una prova clinica con interpretazione di radiografie e in autopsia con epicrisi; scadenza 10 dicembre 1932; età non superi.ore ai 38 anni; documenti di rito; stipendio L . 11.200 (con cinque aumenti bien11ali del decimo), più indennità di carica di annue L. 4000 al lordo delle ritenute di legge oltre riduzione del 12 %; vitto ed alloggio ad personam. Domanda all'Amministrazione: via De Amicis 45-A, Milano. REANO V1LLARBASSE. RICCIONE (Forlì). -

(Vedi ToRrNo). (Vedi FonLì).

RIETI. R. Prefettura. - Scad. 31 .dic., ore 12; uff. san.; L. 9000 e 5 quadrienni dee.; c. -v.; riduz. 12 cy~ ; doc. a 3 mesi dal 21 ott.; titoli ed esami. Chiedere annunzio. RonEGNO-SAIANO (Brescia) . - Scad. 28 dic .; lire 9000 oltre L. 1500 trasp. , L. 500 uff. san.; diminuzione 12 %; c.-v. ROTELLA (Ascoli Pie. ) . Scad. 60 giorni dal 22 ott.; L. 8500 e 5 quadrienni d ee., oltre L. 500 indenn. laurea, L. 500 uff. san.; riduz. 12 %; d oc. a 3 mesi; tassa L. 50 nette. Chiedere a11• nunzio. SPOTOlù~o (Sooona). -

Scad. 15 gen.; L . 9400 oltre L. 500 ufi. san ., L. 600 bicicletta a motore; 10 bienni ve11tesimo. 'fERMINI lMERESE (Pa.lermo) . - Scad. 12 febb. ~ d u e sanitari negli ,Stabilimenti Termali Municipaìi Ton1No. Consor zio Medico Vi llarbasse-Reano. Scacl. 15 dic.; L. 7040 oltre L. 400 trasp., L. 4001uff. san. , L. 220 alloggio. 1'onRICE (Frosinone) . - Scad. 26 dic.; 2a. cond.; L. 9500 e ~ quadr.ienni dee.; add izionali L. 4 e L. 5 oltre 2000 e 3000 pov .; et à lim. 35 a. VENEZIA. Ospeda.li Riun.i li. Scad. 26 nov., ore 17 ,30; medico direttore; L. 17 .800 aumentabili,. oltre L. 5500 serv. att., L. 2500 indenn. carica; riduzioni di Jegge; alloggio ; t assa L. 50; sei ann~ di servizio ospedaliero; studi sp eci ali di igiene. Chiedere annunzio. \iILLARBA SSE-REANO. _:_ (Vedi TORINO). Quando non è altrimenti indicato i con cor si si riferisco110 a condotte medicochirurgiche, i compensi allo stipendio base. Avvertenza. -

CONCORSI A PREMI. Concorso « Fism ».

La S. A. Fism indice un concorso tra i medicii pratici sul tema: « Lo· zolfo soluto qual e veicolo· di altre sostanze medicam en tose» . I premi assegnati sono: 1° premio di L. 2500; 2° di L. 1500 :. 3° di L. 1000; 4° di L. 500. Commissari: prof. Silvestro Baglioni, direttore dell 'Istituto di Fisiologia umana a Roma; prof. Domenico Campanacci,. aiuto e doceD:te di Clin~ca m edica a Parma ; e dott. Luigi Maranelli, segretario, Milano (v. Giovasso 4) cui occorre rivolgersi per chiarimenti. Sr ad. 3J dicembre 1933.


1884

« IL POLICLlNI CO »

NOMINE, PROMOZIONI EO ONORIFICENZE. Sono i1ominati emeriti i proff. Arnaldo Angell1c~i e Nicola Pane, rispettivamente di clinica oct1lis tica e di h·atteriologia presso la R. Università <li Napoli. Al con cor so per professore d'igiene nella R. Univer sità di Modena sono stati designati: 1) G. Bro tzu; 2) G. ,S angiorgi; 3) E. Ro·n zani. Il prof. Gino Bettazzi, dell'Ospedale dì S. Giova11ni e della Città di 'forino, è nominato~ in esito a cor1co·r so, chirurgo prin1.ario dell 'Ospedale di Vog h era. Il dott. Edn1ondo Ven ezian ha in questi giorni con segt1ito brillantemente· la libera docenza in ortopedia e trau1natologia. Al nostro valoroso collaboratore vive congratulazioni. Il dott. Federjgo Pellegrini di Livorno è stato insignito della ro·m menda clell 'Ordine della Corona d 'Ital ia. \

Il dott. Giovanni Amalfi da Lago11egro,, libe:r:o eser ce11 te in Terracina ed ispettore sanitario d ella Croce Rossa Italiana per le Scuole della Palude Po11tina, è stato· cor1: r ecente decreto nominato cavaliere della Co·i:oD:a d 'Italia su proposta di S. E. il Capo del Governo. Auguri. Il Con siglio direttivo dell'Accademia Nazionale di Medicina d el 'Niessico per 1'anno accademico 193233 è s tato così costituito: 1'o·m as G. Perrin presidente , Ig nazio Chavez vice-presidente, Alfonso Pruneda segretario perpetuo, Mario A. Torroella segr etario annuale. Nella Sct1ola Merlica della U11iversità del Texas il prof. Wendell Gingrich, dottore in scienze naturali, è nominato titolare di batteriologia e medici11a preventiva. Il prof. Alfred Fleisch , ordinario di fisiologia a Dorpat, è chiamato quale ordinario di fisiologia a Losanna.

All.1 cattedra di clinica pediatrica di Greifswald. divenuta vacante per il ritiro del prof. R. Degkvvitz, è stato chiaID;ato, da Monaco, il libero 'do .. cente d ott. Bernhard de Rudder. Il JJro,f. Hans Boker , rli anatomia a Friburgo i. Br. , è s tato. chiam ato ad occupare la s tessa catt edra ne11 'Università di J ena. llF

Iateres~ante

per tutti J medici condotti e per gli ul·

llclali Sanitari:

Jl licenziamento del medico' per fine di .ferma. (On. Dr. A. CARAPELLE) . Jie indennità di missione o trasferta agli Ufficiali Sanitari. Sono i due argom.enti S'Volti nel Numero 10 (Otto·bre 1932) del « DIRITTO PUBBLICO SANITARIO », ch e .cont iene alt resi la COIIlsueta copiosa RASSEGNA DI GIURISPRUDENZA no111chè la rubrica LEGGI E ATTI ·D EL GOVERNO. Prezzo ·del suddetto Numero separ.a to L. 5. N.B . - L'abbonamento aJi dodici Numeri del 1932 -0oeta . L. 3 6, ma aigli aesociati al « Policl!imico n è con-0esso per s<>l e L. 3 0.1 -0he vanno inviate, medirunte Vaglia ·Postale o Bancario, al,l 'editore Luigi Pozzi, Via Sistina 14, Roma. Al ri<ievÌifilento della predetta som.m a .verran1n.o subito StPed.iti tt1tti i Numeri finor.a ipubblip a,t i del 1932.

[Al\"NO

XXXIX,

~Ul\I .

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NOSTRE CORRISPONDENZE. Da Bologna.

3° Congresso della Società Oto-Neuro-Oftalmologlca.

t-:ome abbiamo an11u11ziiato, questo Congresso i è svolto, unitamente al 1° Congresso della Societlt Raciio-Neuro-Chirurgica, i~ Bologna durante i giorni 11-13 ottobre. Ci limitiamo a darne qui alcuni ce1111i di cronaca. ' ' La seclt1ta inaugurale ebbe luogo nell 'Aula della R. Clinica Neurolo.g ica. alla presenza delle mag· g·ior~ autorità cittadine e con l'intervento di numerosissimi con·g ressisti italiani• e str.anieri. Segn aliamo tra i presenti: il sen. prof. Viola, l 'on. prof. P aolucci , il prof. Di Marzio, vice presidente flella Società Oto-Neuro-Oftalmologica, il prof. Ovio, !}residente della Società Italiana di Oftalmologia, il prof. Bilancio11i, presidente della Società Italjan;a di Otorinolaringologia, il prof. Berto]ot ti p er l a Società Italiana di Radiologia, i professori Barré di St.rasb11rgo, Francesch etti di Ba~ silea, Laskiewicz di Poznan (Po1011ia) 1 Sarg·11on di Lione, W eill di Strasburgo., ecc., ecc. Dopo brevi discorsi del vice Podestà, del prof. Martinotti a no1ne del Rettore e del prof. Viola, il prof. Ceni ]esse i1 òi1scorso inaugurale. Nel p omeriggio venne offerto dal Podestà un sign orile ricevimento n elle m agnifiche sale nel Pa1azzo D 'A~cursio.. La sera all 'Hòtel Brun il Co111jt a to Ordinatore ofJrì u11 sontt1oso pra11zo. Nella g iornata del 12 ottobre i Congr essisti si re r aro110 a render e un trib11to (l on1aggio ai Cad11ti F ascisti e visitaro-n o il Littoriale soffermando si in particol ar Jnodo nell 'Is tituto l\1ediro an11esso al magnifico Stadio. Vennero inviati i lelegr a1nmi alle LL. EE. Be11ito .ìVI11ssolini , on. Ercole , 011.. Arpinati. . Il 13 ottobre i C~ongressisti si recarono a Ferrara, ove durante la mattinata , nella sala della Bibliot eca cl ell 'Ospedale Psich.iatrico, si svolse la 4a sedttta del Congresso . I congressisti vennero ricevuti con squisito senso ·di ospjtalità a.a l prof. Boschi, direttore del1'0spedale , e dai dott. Montemezzo, Camp·a illa e Bariso11. Pri1na dell 'inizio cl ei lavori scientifici 1'A1111ninistrazio11e provinciale offrì un ricco rinfresco, ser vi to nelle artistiche sale della Direzio11e clell 'Ospedale . All ' inizio nella seduta il Podestà gr. l1ff. llavenna, porse il saluto di Ferrara auspicando alla ri1Lscita dei lavori. Ven11e i11viato u11 telegramn1a a S. E. Balbo. Nella magnifi,c a sala dei giuorhi clel Castello Estense venne offerta dalla Società una col azione. Nel pon1eriggio, org·anizzato· dal Comita~o o-rdinatore, i partocipanti compirono t1n giro artistico nella città, ricca di ta11to i11sig ni opere d 'arte . Chiu se ]a g·iornata un ri ceviri:ento offerto clal Pod està i1 ei locali del Circolo Unione, con concerto della celebre Orch estra a plettro. A. S. 1

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Da Modeaa.

IX Congresso della Società Italiana di Neurologia .

Coìn e ahbiamo a11nu11ziato, dal 5 all '8 ottobre t1. s. h a avuto lt11)go, a ~lodena , l 'atteso Co1igresso della Societ~ Ita1ianR di NeurologJ::l, orga11izzn.to, in moclo veramente i11appu11ta})ile, dal prof. A. D011aL'o-io direttore della Cli11ica N01!ropsichiati·ica _e ' e i1resid e clella Facoltà ~Iedica di Mode11a. La seduta inaugura] e ]1a avuto luogo nel palazzo co111u11ale 0011 ] 'intervento del r apprese11ta11te d el Gover 110 Nazionale 11ella i)er sona di S. E. l ' 011.


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XX:\IX, Ntn'r. 48]

SEZIONE PRATICA

1885

E. Solini, ol lose1Jr etario alla Educazio11e Nazionale , d i tutte Je autori là ci'1ili e militari lo\.'. ali e

ro110 tratta ti con compet en za e 11ovità di vedute . Co ì portarono importanti in1i co ntributi alla co-

cli u11 gra11dissimo 11un1ero cli congressi sti, vecchi e 11 uovi nle1nbri cleJla fio rente socie tà n eurologica italia11a. Era110 presenli , fra gli altri, i dire ttori rlelle Cliniche ì\eurologiche, proff . .Rest a, Duscaino, Colell a, 0 ùJJ é1ggio , Frag11ito, Lugaro, PeJlizzi, Rossi, Riquier, Ayal a, Coppol a, De Lisi , Medea ~ Rizzo; i dire ttori rieg li Osp-edali }l:::icbi a lrici proff. G. Agostini, Bertol ani, Boschi , l\1ocle11a, Pu: <l, Rizzalli , Sni, Santnngt!o, Sci11Li , ecc. L 'i1n1>or tn11z:l tii questa r~u11ione sc: ienlific:1 s j }>Ol eva prevedere dal program111a p erve11uto :.lgli él derc11li n.cl <JUale fi g uravano , oltre una r el azione, hc11 150 con1unic:izio11ì circa . La pie11a riusc ita d el Col1gresso apparve subito s u.p eriore all'a ttesa e fu confrr1n :lt:-1 durante i quattro g ior11i i1ei qu ali si sv0 l ~f ro i l avo!·j. All 'inau g 111 azione, clopo il di scor so clcl po de~ tà, del r e ttore della Univer sità di Modena, d el prof. FHAGNtTo, preside nte ir1 carica della Socie tà di ~eu­ rologia, i levò a p&rl ar e il prof. DoNAGGIO, presidente d el Congresso, e d op o aver ri11g r aziato S. E. Solmi, r appresenta nte d el Governo, le A11torità ~ g li i11Lervenuti, rievocò con parola alata .gli spiri li inagni, da G. Falloppio a Bernardino Ramnzzi11i , da Corti ad Antoni.o ,Scarpa anato111iro e n eurologo - d el quale fece commen1oraziq11e, ricorrendo i.I pri1no centena~io della inorte - , cla L. Spallanzani a Fra11cesco Selini, d a Tan1burini al Vassale, al Morselli, ch e onoraror10 e han no reso illustre la università e la città di Modena. Rilevò poi lo sp e ttacolo n~agnifico di fervore offerto d ai neurolog i italiani, i l avori e le ind agi11i d ei quali si impongono all 'ammirazione d el n1on do scientifico. S. E. l 'on. SoL~r1 pro11u1tciò un importante e felici ssirrtt> discor so, rileYando le b enemer enze d ella n eurologi a itali ana, e co"Qstatando l a connession e d el su o n uoYo e 'igor oso sviluppo con l a rin novata inten sità d ell~ vita nazionale; e n el rico11fermare l 'inter esse preso dal Governo al Congresso, attestato dall 'aver esser voluto rappresentato uffici alm ente, lta , fra i vivissirni applau si dell 'Assemblea, dichiarato aperto il Congresso.

nosce1iza <lella p atolog;a. del sistema extrapiraniillal e, GozzANO, PrNTUS , AGOSTINI, Cn1sT1N1, DELFJNI-

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La prima seduta, ch e seguì t1uel1a i11au g urale, fu d edicat a all a r elazione sui Con cet ti attuali d i fisiopatologia del sis t ema extrapiramidale svolta d al prof. DE LISI, ch e prosp e ttò l a ques tione dibattuta di complesso argomento n el m od o più chiaro e con ciso po~sibile. Sèguirono le comunicazion~ dello s tésso argo1nento e la rliscu ssio ne , che l a tirannia l ello spazio impedisce di riassu mere ; ci è g r a lo però ricordare che rìsultò se1npre n1eglio co11fermata la importanza, <la ta11to t empo sost enuta d al Donaggio, delle l esioni cor ticali , specie di ·1uelle dei giri frontali , n ella p atogenesi d ell e s indromi cosidette striate. el secondo g io rno i congressisti, dopo l a sed ut<t d el Inattino, si i ecaron o con l a ferrovia elettricn Modena-Vig 11ol a, ch e appunto in quell 'occasioll e ven iva inat1 gurata da S. E. Solmi , a visitare l 'an · tico Cast ello ùi V ignola recentemente rest aurato d al Governo Nazio11ole e furono trattenuti a co1azione d all a sig norile cortesia del prof. Donaggio. La seduta del pomeriggio ebbe luogo in u110 d ci saloni del p al azzo Bon compagni. Delle com u ni cazioni svolte in quella e n elle al ~ tre sedute del Co ng r esso non possiamo ch e fare u11 breve cenno. Bas terà dire ch e lutti i problemi nuovi e complessj d ella moderna n eurologia fu-

11 prof. FnAGNIT<? parl ò d ella apra.ssia ideomotoria e di altri problemi anatom o-clinici si occuparo110 BERLUCCBI, POPPI, RosTAND, TnoNcoNE, NùGEL, ecc. Delle ccnnunico.:!: io11i sulla i stolog i a d~l sisten1a n ervoso ri corderemo quella d e] pr0f. LuGAno Julle fibr e 1nielinic he ed amielini ':- lie delle radici poster ir"ri , qu ell e del prof. O. Rossi Sllllr vi e di se n so

e quelle di LAJ\1BEnTJNI, TARABINI, DELFINI e del P1L.\TI, rig11nrdanti ricer ch e s11l reticolo en,d ocellulnre del Donaggio eseguite coi . metorli ormai cl assici di questo autore. Particol are interesse destò la co1n11nicazione dello st esso prof. Do~ AGGIO sopra una r eazio11.e dell'u rin a da lui scoperta e J)itt preci samente sul t< fenomeno di ostacolo » da parte delle urine e del liquor alla precìpitazio11e di so tanze coloranti (lionin a) con i rispettivi mordenti, prod otto o :i um entato da condizio11i palolog icl1e o sperimentali diver se. Da segn alare anche l e comunicazioni dej prof. AYALA BALDI, DoNNIKI, l\1EDEA, DALl\IIA, P ucA, SAL1\10N, SANTANGELo, C. Rizzo, SARNO, TRoss \HELLI, V1z10LI . Della c ura d ella 11eurolues si occuparono R1QUIER, CRISTOFORO Rizzo, AMoDEO, BENV'~NUTI, BOLSI, PAsQUALINI, Ruaar:n1, Sc1u T1, TANCREDI-CORTESI, ecc. I proff. AYAL.\. e SAI illustrarono metodi perso nali di ra.di ocliagnosfi ca 11 eu 1'olog i ca. Di argomenti di p sicopatologia· e p sichi a lria si occuparono la A. BERTOL.\NI F. BALDT. A. MA.lZ: <\ , ECC . Dall "in siem & delle ce1111a le co t11 u11i cazio nj e d al-· I ~ m ol i f' al tre non ricorda le, ma i1on di minore inleres~e , e111erse evidente tutto I 'allo valore ·.iclln ope r0~ ità scientificu dei n1aestri e della schier<t dei g iovani n eurologi italiani , deg11i continuat orf rl ei ~ ra nd i 1naest:ri sr.ompar s ì, GnJ gi, Lornbroso, f\1ingazzini, Bian chi , Negro, Morselli , ecc . Sono st ati eletti presidente onorario d ella Società• Italian a di Neurol ogi a il prof . E. Ta11zi e prcsiclente effettivo il p rof. A. Do11agg·io. Il prossimo Cong r esso d ell a Società av rà lu ogo~ a Ro1na. G. AYALA. 1

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Ricordiamo l'lmportaate pubblloazloae:

oott.ssa MARIA CORI p,.of. C"' ETANO BOSCHI e dell'Osp. Prov. di Ferrara; del Reparto N enroloe-ic" Doc. di N en ropatolo.gia della Poliambul. Med.-Chir. di Ferrara nella R. Univ. di Padova.

COMPRESSIONI MIDOLLARI Rilievi clinici e guida diagnostica SOMMARIO. - Prefazione. - Definizione di u.compres· sione midollare 11o - Richiami anatomici. - Anatomia,. patologica. Sintomatologia : Sintomi della com· pressione e~tramidollare. Poeizione della compreesione rispetto al piauo orizzontale. Compreeeioni extra.midollari a sede in t ra- o extradurale. Compressioni' da causE> intramidollari. Differente sintomatologia a norma dell'altezza. - Esami sussidiari : Studio ma,. nomet :riioo della tensione del << liquor "· Puntura lom· ba re. Segno di Queckenstaedt. Prove di QueckenetaedtStookey. Indice di pressione. Prova di Ayer (e di; Boechi). Esame del u liquor'" Eeame del « liquor»: doppia ipuntura. Prove ra.diolç>giche rlirE}tte. Pl'OV!l· del lipiodol di Si card e Forestier. - Casr personalr . . - 1ndirizzamento diagnostico: Diagnostica differen· · ziale. Diagnostica di natura. - Decorso e prognosi. - cura. - conclusioni. - Bibliografia. V olume di p agg. VII J, 128, con 28 figure in nero e 2 a co, lori intercalate nel testo. Prezzo L. 1 8, più le spese postalidi spedizione. Per gli abbonati al « Policlin1co >1 sole L. 1 6, 5 O · in porto franco.

Inv iare Vaglia all'editore LUTGT POZZI. Ufficio Po- stale Snccnrea.le diciotto. ROMA.

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1886

cc IL POLICLINICO »

NOTIZIE DIVERSE. Inaugurazioni di anni accademici.

Le U11ivcr sità e altri Istituti superiori d i stu-

dio. hanno inaugurato 11egli scors~ g iorni il nuovo <inno a ccademico. La cerimonia ha dovunque assu11to u11a grande solen11ità, indice della valorizzazione e del prestig io che l 'attuale Reg-ime intende co11ferire agli s tt1di. Al! 'inaugurazione dell ' Ateneo ron1ar10 i11tervennero i Preside11ti del Senato e della Camera Fe' e derzoni e Giuriati, i ininistri Arcoleo, Ercole De Fra11cisci, i sotto-segretari Solmi e Lessona e inolt~ altre altissime autorità dello Stato. Il Rettore, on. Rocco, nella su a a1npia relazio11e, docun1e11tò il poderosq sviluppo deter111inatosi nell 'Ateneo dopo l 'avve11to rlel Fascis1no: esso trova espressione n el nun1ero degli s tude11ti, il quale ormai supera quellq di tutte le altre Universit~ italiane. lVIandò un saluto al Capo del Gover110 ed al Re.

Al Consiglio Nazionale delle Ricerche. Il C. N. R. h a tenuto il 19 11ove111bre u11a rjunione p lenaria in Rorna, al Palazzo Ve11ezia; essa venne onorata dalla pre:,<~!J l.a del . Uap<! clel Gover11d, c h e aprì la seduta dichiarando di aver sempre seguito con simpatjca attenzione l 'attività del Consigl io; informò ch e è s tato approvato uno stan1ian1ento per costruire la sede del Co11sig·lio stesso; ha assicurato di considerar e l 'atti vjtà del Consiglio delle ricer ch e con1e essenziale per il Paese, sia clal pt111to di vista scien tifico e tecnico , co1ne da quello spirituale e n1orale. · Il Capo clel Governo ha quindi dato la parola al senatore :rvrar coni, ch e in 1111 ail).pio e circostanziato discorso, h a esposto la n111ltiforme ed efficace attività svolta dal Consiglio. Per quanto rig·u ard.a l a n1edicina, le r icerche sQ110 state rivolte sovratutto ad argo111enti di lar go interesse igie11ico. Il sen. iVIarconì si è fermato st1i vari argo1ne uti trattati; tali- il cornpi to delle an1ebe quale Jiabifa,t per la rnaturazion e del virus eberthiano, l 'epide1niologia della tifoide, la pneu111oco11iosi d ei solfatai, la biologia e la diffusione (lell 'a11chilosto111a, l 'azione dei raggi ultravioletti sull 'organis1110 uma110, il pro})le1na d el reun1atis1no, l 'ultra virus tubercolare, gl~ elementi ultramicrosc j.pici del virus inalarico, lo studio delle cellule neoplastiche, il ricambio ini11erale n elle infezio11i, il valore nutritivo d ei latticini fresch i, del latte conservato· e dei cereali africa11i, Io spopolamento delle inontag..ne, ecc. Anche mol ti proble1ni di biologia pura , di cui si è affrontato lo studio, interessano lar g·a111e11le la medicina.

Nell'Opera Na,zionale 1'1aternità e Infanzia. 11 R. Com1nissarjo dell 'Opera Nazionale 1Vlater11ità e I11fanzia, avv. Sileno ·Fabbri, prosegu endo 11ell 'az io·ne di rioridina111e11to dei vari servizi clell 'Opera, ha e1nanato nuove dispo·sizioni alle dipendenti Fecierazioni provinciali perch è l 'applicazior1e delle nor1ne i111·p artite nel mag·g·io scorso sia attuat~ 11el modo pitt sollecito e ·co,nfacente alle necessità clell 'assis te11za materna e infantile. Ha precisato cp_1elli che clevono essere i cr iteri c ui deve inforrrLar~i og·ni Federazione per la cr eazio11e dei « Ce11 tri di Assist ein za Materr1a ed Infa11tile »; ed ha clato disposizio11i p erch è vengano istituiti consultori pe-

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diatrici ed ostetric~ nei comt1ni rurali, salvo raggrup.p amenti di comurt~ laddo~ve sarà 'p os.sibile. A lale scopo i delegati federali dovranno subito prendere diretto .contatto con i. podestà e con i medici dei c omuni. I delegati delle Federazioni devono inoltre prendere sollecitamente iniziative opportune, sia per pro1nuovere la cr eazione di Asili-nido p er ban1bini lattanti e di.vezzi, massiID:e laddove esistano stabili1neD:ti, iD:ter essando g li industriali; :sia per pron1uovere la creazion e di Asili d 'infanzia con refettori per bambini di età p·r escolastica; sia,· infi11e, per istituire refettori inatern~ p er ge,stanti e i1utrici. Il R. Commissar:io ha altresi diramato precise is truzior"t;i perch è ! delegati provinciali dell 'Opera costituiscarto entr o l 'an11q il Comita to di ooordina1ne11to l)r~visto <.lalle pre-cedenti disposizioni, face11do ap pello all~ energie spontanee nel campo medico e giuridico. 1

La Croce Rossa Italiana pe.r il Decennale. Il Co11siglio direttivo della Croce Rossa Italia11a , riu11ito p er la prima voli.a dopo la sua rico11fer1na, h a trasm esso irll: occasione del Decenn ale a S. E. il Capo d~l Governo il seguente iD:dirizzo: << Duce ! L 'o·p era vos tra r q.-n1anarD;ente grande, irradiandosi vivificatrice, P.a improntato del &uo tra ~ Vclg·1io costruttivo tutte le co1npagini della. Nazione. A voi quindi, a nimatore ed artefice di ogni vittoria , risale ar~che il merito di una Croce Rossa Fascista, fatta di volontà e cli azion e, cosiantement~ protesa al ser vizio dell 'Italia rinnovata. Ed a vo i si eleva vibrante, entusiastico e con1mosso di devozione, il sentio1ento· di riconoscenza di tutto il Consiglio direttivo. dell 'Assoc~azione riu11ito per la prima volta dopo la sua rico11fenna in questo epico mo1nento del Decennale che segna un atti1no della vita dei popoli, ma un secolo di vittoria delJ n nostra Nazione ». 1

28° Congresso italiano di oto-rino-laringologia. Dal 18 al 20 novembre si è svolto a Roma il Co11gtesso della 1Società Itali a~a di Laringologia, Otologia e Ri11ologia, al quale h anno partecipato circa 300 congressisti; tra essi erano aicuni tra i più reputati specialisti stranieri. L 'i11augurazione eb·b e luogo, con grande soler111itù, al Ca1npidoglio, nella sala Giulio Gesare, i11 prese11za di altissi111e autorità politiche, civili e rr1ililari. Il Gover11atore di Roma, principe Bon.compagni Lur1ovisi, dette il benvenuto; il prof. Bilancio11i, presidente del Comitato ordinatore, tenri.e il discorso inaugur ale; il prof. Von Eicken, di Berli110 recò il saluto degli scienziati stranieri; il mi11istro Ercole, recò l 'adesione del Govern o ·e dichiarò aperto il con gr esso. I lavori si sono te11uti 11ella Clinica diretta dal Bilancioni. Ne daremo ulteriori notizie. I congressisti si son o riu11iti in un banchetto cui seguì un trattenimento musicale organizzato dalla Sezione Rorrtana dell ' Associazione Medici M u si cisti Italiani. 1

31 o Congresso italiano ostetrico-ginE\cologico. La Società Italiana di Ostetricia e Ginecologia terrà il futuro· congresso a Bari, dal 21 al 23 aprile. La pres iden za della Società, formata dai proff. Pestalozza, Alfieri e Clivio, ha affidato la presidenza d el Co.n1itato organizzatore al prof. paolo Gaifami , direttore della R. Clinica ostetrico-ginecologica di Bari.


TANNO

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SEZ l ONE PRATICA

1887

20 Congresso nazionale di scienze delle assicurazioni.

Scuola :31edica Ospedaliera di Ron1a.

Si è svolto a Triest e d al 5 al 9 nove111br e, p e r iniziativa deg li Is tituti di Assicura zione p ar as tatali . d ella F ederazio n e Nazio11a le Fa c is ta d elle Imprese Assicura lrj r i e d ell 'Istituto Ita lia n o Attuari, sotto la 1}r eside11za d el cav. di g r . c r . Edgardo Morpurgo; h a tra ttato vari a rgom e11li, alc u11i d e i quali i11tere sa110 la n1eclicin a assic urativa.

Nell 'a11no scolas lico 1932-33 l a Scu ola, di c ui è pre ide11le ·il prof. Carducci , te rrà i consu e ti c orsi , ripartiti in d u e g ruppi: 1) cor si se~e strali , ro11 frequenza di u11 tri111estre a p artire dal 1° e d al 15 di og11i 1nese, ina non oltre il 1° marzo 1933; 2) corsi d~ durata e fr eq t1enza cle tern1in ate, i 11 c ui l 'iscrizione ìton può aver l uogo oltre l 'i11izio d elle lezio11i. Si Lerran110 a11ch e u11 cor so sp eciale per n1 edic ii co11dotti, d a l 20 aprile al 5 g·iug no 1933, ed u11 cor so sp ecjale di prep arazion e agli esa111i di Sln to, dal 1° dgosto al 31 otto}Jre 1933. Le tasse so110 inodestissime. Per infor1nazioni rivolgersi a ll a segret eria , P o.l icli11ico UmJ)erto I , Roma (27) .

Il Congresso mondiale di pediatria. U11a nuova prova del vivo ir1teressa1nen lo cl1c n egli ambienti scie11t.ifici stranieri ha11110 s u sc itato le provvide11ze as i ste r1zia li d el Regin1e i11 favore della inalernj là e d e ll 'i11fan zia, 11011c h è d ell a considerazio11e in cui so110 ten t1ti all 'eslero i 110 tri in egnar1ti unive r i t ari, si h a nel fatto ch e la Commissio 11e ordina trice i11g lese d el quarto co ng r es o i11 Ler11azio 11ale cli p ed ia tria, il qual e si terrà a Lo11dra nel lug lio 1933, h a invitat o p e r lo svolg i111e11to dei cl u e le n1i ge n e rali , su sei r el a tori uffic iali cel ti tra i 1naggiori p edia tri dcl n1ondo , a n c h e l 'illu tre 1) ro f. 1\lla ri a, d ella l{. ni ve r .i tà di Torino e J)re id e11te della .. ociet à it aliana di l)edia t ria .

Corsi di specializzazione e complementari. Ricordia1no ch e col nuovo a11110 scol astico si ria pro 110 11elle Uui ver sità i cor si i)er co 1tseguire i titoli di pecialis t a. GL'i11teressati si ri volgan o ai dire ttori d elle scu ole di p erfezio11arrLcnto. 'fra i cor si speci Dli segnalia1no quello sulle m ala ttie cle ll 'appar ecchio djge renl e e d e l ricambio, a Bari, e quelli di odontologia e p ro le i d e11 taria in varie t1niver sità.

Commissione internazionale sulla n1alaria. Dal 12 al 14 ottobre , so lto la presiden za cli S. J~ . Alberto Lutrario, s i è riunila a G in evra , in css ione 5lraorclin aria l a Co1n111issio n e j11ternazio11a le s ulla 111alaria, costituit a i11 e n o al Comitat o d 'Igie11 e d el la ociet à clelle azio ni. Ft1rono comunica te l e relazio11i d e l pro f. Ciuca e d el ò o lt. Anig le i n sulla nla lari a in Cina e i1 el ia111. Furono pre i i 11 esa111e i ri ul Lati di u11 'inc hiesta n1ondia le t li bisog11i cli chi11ina. L a Con1111i ion e si è occupala dei ri ull a li o lle11t1li cl all 'i1npiego di a lcuni r i111ed i nuovi : cl1ino tovarsolo, pla n1ochina, alcaloidi tot a li ina sin1 e o l to [or111 a di tot ac J1i11a. fl a propo lo - e il Co1ni ta lo cl ' ig ie11e h a approvato - <l i i11.dir e un 'aclu11a ll za 11el primo t r j111e tre clel 1933, c on lo scopo preci1) u o cl i esan1 i11are il 1)roblc111a della c ura d ella l11alnria.

In n1erito all'istituzione di una Scuola di n1edicina missionnria a Roma. RiceYia1110 e s ia1no 011orati d i pu])blicare: 111.mo S ignor Dire ttore, I r1 meri to all a i1o lizia ri1)orta t a d al « Policl in ico» del 7 corr. 1el ativa alla fondazione i11 Ro111 a di una FacoJ là inedica da p arte d ella U11iver sità Cattolica, 111i J)ermetto pregarl a di voler pubblic are n ella di Le i 1)regia la rivist a qua11to segu e: l< L 'Universit à Cattolica d el Sacro Cu or e, esse11(l o e r etta a 11or1na cl ell e vige nti disposizioni legi l ative co1ne Univer sità lib era, è pur essa sotlop os la a l divieto p os lo a"Jl a fonclazione cli nuove F acoltà; perc iò è cle ti Lui la di fo 11da1nent o l a n otizia, diffu sa cl <i a lc u11i g iornali , d elln fondazion e di u11a Facol là m e<lica d a p arte dell 'U11iversità Cattolica. Pt1re l a J1 ot izia cl1e 11 el prossimo a11no accacl em ico 1933-34 s i fonderà in Roma una scuola di 111cdici na missio11aria, per j11iziativa d ell 'Un iver i tà Cattolica, è infond at a, o al1neno di 1nol lo tlrern at ura. Co11 ossequio e r in graz iame nti .

Il R ei tore f r. AG0~1'1No

GEl\l ELLI ,

O. F .~[ .

U11 cor so complementar e cl ' ig ien e pratica avrà

luogo presso la n. Univer sità di Sie na, a partire d a l 2 ge11naio e 1>er l a durata di 3 1nesi ; è desti11a lo agli as1)iranti uffic i·nli sanita ri.

Il nuovo Policlinico S. Dlatteo a Pa ,·in. Il Poli.clinico S. Mat Leo, ch e con il no111e h a eredi la lo d all 'a11lico Os pr<lale ~I ag·giore di P avia le sue lradizio11i t1ni,·ersitarie e le su e glorie scientifich e ccol ari, sorge co1ne un villagg io di gra11di casegg ia ti su di t111 altipia n o. . L 'inizio d ell a cos lr11zio n e, invoca la ed auspicat a da d ece11ni p el necessari.o sviluppo e la salvezza s le sa dell 'Univer 8i là mille11a ria ticinese, voluta t e nace111e11te dal! 'assertore cl e l r i orgime r1to u11iversitario p avese, il se11. Golg·i, risale al 1914, i11 ])ase al r iordina1ne1 Lto edilizio della U11iver sità cli Pavia, stabilito i11 t1na convenz io11e approvata co11 legge cl el 1907. I ] avori dovet ter o esser e so. i)esi 11el 1916 per l 'au1nento ge n erale dei prezz i e qu i11di 1'i11suffic ienza d ei fondi 5lan ziati : solo qua ltro p adig lioni d el l)roge l to orig inario era110 cos truiti i n rustico e lre a ltri appe11a i11izia ti . La ripresa av venne n el 1927, 11tercè l o slanzia 111e1tlo di 12 milioni da p a r1e de l G 0' er110 f ascista e la raccolta cli alt ri 6 111ilio11i di fo11cli fra gli ent i locali . L 'a11 tico progetto e11ue abbando11ato, unifor 1nand o ' i a crileri più ri p o11denti a ll e moder11e e ige11ze cli11ich e. Gli edifici appen a con1i11c ia ti su l i) ri tn ilivo prog·e lto furo110 de1noliLi, quelli lasci~t i i11 ru s tico n1odifica ti ed an1plia ti , si s le111ando 1n quello d ella Cli11ica l\tJedica (146 le tt i), anch e 1'Istitu to di P a tologia -~ledi ca (50 l e tti) e la Clinica Otor i11 ol a11goiatrica (21 l e tti) ; 11el g r a11dissi1110 p adig lion e g·e1nello d ella Cli11ica Chirurg ica (153 letti) , l 'I ti lti to di Patolog·ia Chjrurg·ica (48 l etti), il rep a;_· Lo .. e t lici cli Cl1iru rgia (51 lel ti) e 1' Is ~ituto di Odo11loi 'ltria ; nel l 'edificio g ià de&lin a to a servizi (l j Chirurgia fu allog·ata l a Cli11ica P ediatrica (24 le tti 1 col B refotrofio provi11ciale (30 l e l li) ; i11fine 11el pal azzo cl 'i11g r esso si collocò , i11 un 'a la, l 'Ist ituto di


1888

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IL POLI CLINI CO

Radiologia (8 lett i) oltre ai servizi d i pronto soccorso, di accett azion e, ed ag·li uffici di am1ninistrazio11e ed econ om ato. GJi edifici cos trutti ex novo, a ]ladiglio·11e, compre11dono la Clinica Oculistica (57 le tti), la Clinica Ost etrico-Ginecologica (123 letti) e l a Clin ica ~ermosifilopatica (101 le tti); oltre ai p acliglioni dei vari &er vizi e per alloggi. In totale so110 ur1dici p adiglioni, in un 'area cintata di m etri quadrati 120.000 di cui inq. 17.200 coperti ; l a cubatura complessiva è di m c. 169. 000 (m c. 139. 000 le clinich e e m c. 30.000 i servizi). Il terreno liber o tra gli edifici è sistemato ad aiuole alberat e; n ell 'angolo nord-ovest è stata lascia ta un 'area di mq. 30. 000 per futuri sviluppi edilizi . Una r et e di gallerie sotterran ee, illuminate da lucernari in vetrocem e11to, collega tutti i padiglioni . All 'interrio questi sono sistem ati con decoro e pr esentan o per i degenti un conforto gradevole ; abbandonato il concetto delle gr andi cam er ate, le infermerie ospitan o pochi letti ognur1a ; i1u~crose sono le stanze isolat e, cqn acqua corrente calda e fredda, per un t otale di 108 dege11ti. Inutile dire del caratter e modernissimo n ei rigu ardi igienici . Attig ui alla c~nta del nuovo osp edale, sep ar a ti olo da un viale, sor gon o ~ due fabbricati degli Istituti. di an atomia uman a n ormale e patologica, cos truiti (e testè ultim ato il secondo) a totali spese dello St at o. L 'importo di essi è stato di 4 milio11 i. Con quest a nuoYa costruzio·n e si vengono a r en dere liberi degli edifjci ch e saranno u sufruiti per un più com odo assetto di altri istituti univer sitari.

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[ANNO XXXIX, Nu~t. 48~

Quel che la medicina deve all'Italia. Il prof . Léon Bernard, della Facoltà di 1nedici11 a di P arigi, h a tenuto su questo tema, il 17 corr., 11ei locali del! 'Istituto Oceanografico di Parigi, un a ro11ferenza sotto gli auspici dell 'cc Union Médicale Latine »; er an o preser1ti molte spiccate per sonalit à, tra cui il n ostro a1nbascia lore, conte Pignatti di Morano. Il Ber11ard h a rilevato ch e l 'AnticJ1ità Rom an a ci h a tramandato Celso e Galen o, m a il genio dei ro1nani si è sovrat utto 111anifest alo 11el ca1npo dell 'igien e pubblica, con gli acqt1edotti, le 1er111e, le can alizzazioni urbane. Durante il Medio EYo la Scuola di Salerno formò u11 ponte con il Rinasci1nento. Le scienze medich e risorgono in Italia: ùa I\il ondino all 'immortale ~Iorgagni fu un succeder si di u o1nini geniali ; la fan1a delle scuole italian e era t ale, ch e d a ogni p arte vi acrorreva110 studiosi ; ivi si educarono Harvey ed altri sommi. Lo studio delle fil:alattie infettive e delle pestilen ze, con l~racas toro, 1a clinica 1nedica, con Baglivi, la chirurgia, con Fabrizio d '1\.quapendente e Scarpa, la m edicina del lavoro, fondata da Ram azzini, m etton o l 'Italia al primo piano delle scoperte m edi ch e. Nel secolo 19° l 'Italia non si inostra indeg11a dei su oi precedenti; l 'o-ratore si fermò fn specie su Forlanini, Golgi e Grassi. La conferen za venne illustrata con proiezioni. L 'oratore concluse ch e tutta l 'opera m edica italiana è deg11a di st are al pari degli altri innumeri e m agnifici frutti del ge11io italian o.

In onore del prof. Lustig.

st at o inau gurat o a Roc-Des-Fiz, n ell 'Alta Savoia, un istituto san at oriale d 'alta m ontagn a pe r bam bini d 'ambo i sessi ; è il primo del gen er e. All a cerimon ia intervenne !l ministro della san it à pubblica, J . Godart.

Col 1° n ovembre, colpito dalle inderogabili disposizioni sui limiti di età, il sen. prof. Alessan dr o Lustig, direttor e dell 'Istituto· di patologia generale del! 'Univer sità di Firen ze, è stato collocato • a riposo. Così egli ha do·v uto lasciare, dopo 42 an n i, la cattedra e quell 'Istitt1to di Gareggi ch e, sorto per il su o voler~ e da lui inau gurato n e1 1923, er a divenuto un centro di studi e un m odello di organizzazion e. Il sen. Lustig h a compiuto 75 anni essendo n at o a Trieste il 5 m aggio 1857. Il suo allontanamento è stato dolorosam ente sentito dalla F acoltà medica fiorentina, la quale, n ella su a ad·unanza del 7 novembre, votava p er acclam azion e un ordine del giorno col quale è st ato propost o al ministro d ell 'Educazione Nazionale ch e al sen. Lustig venga conferito il titolo di « professore em erito » della Facoltà, m entre contcrnporan eam ente dava, incarico a una Con1mission e c1i esprimer e all 'insign e m aestro i sen si clella devozion e e della gratitudine di tutti i colleghi.

Sanatorio galleggiante.

In memoria di Angelo Celli.

st ato istituito in Russia, s ul fiume Dnieper. e pare ch e sia u nico n el su o ge11ere; è attrezzato secondo le più Jn oderne esigen ze della tecnica e del l 'igier. e.

Il Comitato delle « Scu ole per i contadin i del1'Agr o Romano e delle Paludi Pontine» h a voluto on or are la m emoria del gr ande igienist a, dedicand o al st10 nom e, in Cagli (Mar ch e), cit t à ch e gli dette i natali, una sct1ola per i contadini. All a cerimonia, svoltasi il 30 ottobre, intervenner o scien ziati, allievi, estilnatori. Parlaro110 il prof. D. De Blasi per gli allievi, il se11. P. F edele quale presidente clel Comitato delle Scuole per i cont aòini , il prof. R. Maggiora Vergano per la Direzion e Gen er ale dell a Sanità Pubblica e il Commissario del Comune, cav. Meschini ; gli oratori espressero l a loro fervida ammirazion e p~r l 'apostolo e per lo studioso.

P er le colonie climatiche fluviali. A l\tlila.no, n ell 'aul:i Man giagalli degli Istituti Clinici, si è t enuto un convegno promosso dal sen . U. Gabb~ e d al gr. uff. P. Piccinini, p er discutere il 1em a « Colonie clim atich e fluviali ». V1 convennero prevalentem ente m edici e igienisti . Sotto l a presiden za del ~en . Gabbi, venne trattat o tutto ql1an to si riferisce alle colon ie fluviali, ch e i11 questo anno furon o funzion anti in numer o di 179. Un a proiezion e cinem atogr afica chiuse, fra gli applau si, la seduta, pervasa dal più fervi<lo entusiasmo per qu anto il Gover110 Nazio·n ale h a saputo a ttuare a favor e dei figli del p opolo. S~natorio

d'alta montagna per bambini in Franr.ia.

~

È

Per la sicurezza e l'igiene del lavoro. Il J 2 n oYembre fu inaug urata a Milan o (via l\1arina 5), d all 'Ente Nazion al e di propaga11d a p~r la preven zion :3 degli infortuni, u11 'Esposizion e perman ente per la sicurezza e l 'igien e del lavoro, allo scopo di diffonder e, n ell 'industria, i m etoòi per !a tutel a del l avor at or e contro gl 'infortuni e <li pro1n u overe b uone condizioni di lavoro.


[ ANNO

XXXIX,

N t.r i\L

48]

SEZ IONE PR.\TICA_

In memoria del prof. Queirolo. La Città di Pisa, at1spice il Pod està on . Guido Guidi Buffarir1i, volle ch e la ve11erata sal111a d el prof. G Batti ta Qu eirolo, se11ator e d el Reg110, clinico illustre, scienziato e scrittore, fosse sepolta nel 1empio mo11ume11tale di S. Fra11cesco, ch e è il P a11 lheo11 cittadino. Pri~ a ch e &i chiuda il seco11do anno dalla 111ort e, un Comitato appositan1e11te costituilo intende provvedere alla iniglior e sist e111azio11e e d ecoraz ione della cappella dove giaccior10 le sp oglie clel grande 1naestro 1 erigendovi un ricordo degno, e nello stesso tempo ultin1ando, in nome e a 111e1noria di Lui, col con corso del Municipio e del Governo, i rest auri del Tempio, riportato in g ra u p arte al suo antico splendore. Le offerle, che sara11no t an g ibile segno d ell a lar ga Ye11erazione ch e il prof. Queirolo si co11quist ò da vivo, in luoghi vicini e lontani, colla su a illumin ata e gen erosa a ttività di uo1110 polit iro, di studioso, di 111aestro e b en efattore d elle infern1ità umane, d evono essere ind irizzale a l cassiere del Co111i lato: prof. ' 7incenzo Biag i, via .S. Antonio 19, l)isa. Il Comitato si terrà i11 dovere di dare a su o tempo relazione d ell e offerte e di quanto avri\ potuto compiere.

Il comn1iato da Augusto 1'1urri. In11u111er evoli manifestazioni di cordoglio so110 g iu111.e da ogni parte d 'Italia e dall 'Es tero ali ~ fa1niglia del gra11de Scon1p arso. ~articolarme 11 le significative alcune, come quella di S. E. Mussolini. I funerali sono s lati gr a11diosi e commove11 Li. A1np ie not_izie del lu ttu oso avvenimento n e so110 slate date in tutti i giornali italiani. L a salma è s lala trasportata nella nalia Fer1110 e tumulata n ell a tomba dei ~1t1rri.

Un Commissario straordinario alla Cassa di Assistenza dei medici condotti. L 'Am111.inislraz ion e della Cassa As iste 11za d ei Medic i Condotti, s u richiest a del Segretario Nazionale del Sindacato Medico, op . Morelli , avevct deliber a lo di con correr e con un milione (prelevandolo d al fondo Cassa) all 'istituzione d i un a cc Casa di l{iposo del l\ledico ». Il Sindacato per su a parle con correva con un altro 1n ilione allo s tesso scopo. S. l~. il Prefelto di Ror11a n on ravvi ando la ' delibaraz ione un iforn1 e a Il e norme s tatutarie, ch e r egolano in n1octo diverso l 'eventuale d estinazio11c d el patrirno,n io sociale, addivenn e allo scioglin1ento d el Cop~iglio di A1nn1inistrazione e d elle ges lioni a11nesse, i1ominando u11 Commissar io ,S traordi nario i1ella persona d el comm. r ag. Filippo Velli . 1

Medici stranieri che visitano le nostre Stazioni di c11ra. Si deve alla injziativa dell 'Enit la visita ch e alcuni m etlici dei Domini inglesi e apparten enli all a u ova Zelanda, all 'Au stralia e al Canad à, hanno falto ad alcune fra le pri11cipali S tazioni term ali 11ostre, come .Salsom agg·ior e, Montecatini , Chian cian o, Acqui e Fiuggi. Dal viaggio quei m edici h anno riportato favorevo le impressione, rim anendo assai ~oddisfatti i1on solo p er l 'ospita-

1889

1ilà loro offerta, i11 a an cl1e pei ril ievi ch e h anno potuto fare, dai q uali trassero la convinzione ch e ol lo certi pu11li di vista le principali Stazioni termali i tali ane i1on temono il co11fronto co11 111ol le tl 'altri paesi.

Per la disciplina delle specinlità medicinali. Il Cap o rlel Gover110 ha 1)r ese11 tato al Co11siglio de i Minis tr~ un progetto di legge p er la discip lina d elle specialità medici11ali ; col duplice int ento di provvedere ad lJna revision e gen er ale (già iniziat a) e di colpire la prop aga11d a illecit a fatta: 111edia11te la cointeresse11 za dei 1nedici.

Crociere in Italia ngevolatc. IL l\!Iinist ero degli Esteri, i11 seguito a richiest a de l Commissario p er il nostro Turis1no, h a disposlo per n o tevoli agevolazio11i da con cedersi alle Crociere ester e ch e tocch~no i p orti d ell 'Italia. Così è s tata deliberata pei partecipanti a tali Cr ociere l 'e en zione dall 'obbligo dei passaporti. Probabil1nente p oi al tre concess~oni di Yiaggio saran110 accordate, ch e faciliter anno queste Crociere, le quali giovano, sotto ogni asp e tto, all 'avvicinamento dci popoli.

Adunanza di odontotecnici. Nel salon e clelle · riu11ioni della Confeder azio11e clell 'l11du stria, in Roma, si sono r adu11ati i fidu ciari regionali ~ provinciali d egli odontotec11ici cl 'I talia p er discutere qu es tioni inter essanti la loro categoria.

Un altro strascico del processo di Lubecca. Appena si diffuse la n otizia d ella catastrofe ~li Lubecca, un nledico di Berlino, d ott . Genther, i offrì di curar e con UD: suo preparato i ban1bi11i i nfetlali : d 'accordo con le autorità medich e locaJi e con i genitori d ei piccoli infermi, egli apl)licò i st1oi metodi a 37 bambini. Di essi 32 si salvarono. Ora g li è s tato inte11Lato u11 processo dai genitori dei 5 bambini inorti, sotto l 'accusa ch e l 'esito letal~ fu dovuto a i11avverter1za ne]1'applirare la cura.

Opere di risanamento a Sciangai. L 'ufficio sa11itar io del M u11ici1)io cl i Scia11gai h a co n cr e tato e presentato al sind aco Wu-ten Ch e11 u11 i)rogran1n1a per il risanamento d el quartiere cli Ciapei, r ovinato dai recenti avveni1nenti ci110giappone i. L 'a ttuazione del progr am111a i1nport a Ja sp èsa di due i11ilioni e m ezzo di dollari (ossia circa 50 111ilioni di lire it.), e cioè 1 n1ilione di dollari per u n macello, 500.000 per un ospedale a Kianu a11, 200.000 per un ospedale d 'isolamento r1el distretto settentrionale, 70.000 per un forno crematorio e ann esso cimi tero, 480.000 per il servizio dei rifiuti, tCC.; il progetto conten1pla anche l 'is tituzione di un laboratorio pubblico, d i un 1>azar sani.Lario, di uno slabilimento di bagni p er i cittadi11i poveri e l 'or ganizzazio n e .di cor si di edu cazio11e sanitaria.

Rispetto dei principi. Gli abitanti cli . un palazzo ])en tenuto di una zona ricca di Parig i avevano denu11ziato al Prefetto di Polizia di essere mol to d isturbati dalle esala;r,i.oni fetide provenie11ti da una casa, abitata


1890

cc IL POLICLINICO »

d a clue Yecchie, inacl re e fi g li a, l 'u11a di 80 a11ni e l 'al tr a di GO. U11 'j11chiesta co11dotta dalla Co11'l1nissione d 'ig i e11e d el quartier e accertò c h e l a n1adre g iaceva sopra un materasso putrefatto,, saturo d i escr e111en ti, d a cui esaJava 1111 puzzo i1auseante La propost a avanzata di proced er e alla disinfezio1~e del Jocal e e cl 'i11ternare la vecchia in un asilo cl 'alienati, ven11e éJic rg icam ent e r espinta·. Una perizia ordinata d al Prefetto tro.v ò ch e l a vec~hia era perfettamente sD11a di mente e il Prefett o h a tabilito ch e no11 si può adottare alcl.111a misura, })er r isp et to ai pri11 cipi dell a libertà indiviclu ale . Gosl il cc Concours ~1 éd. >> (23 ott. 1932).

Si è spe11to il maes tro d ella neurologia fra11cese, J . BABI SKI. Lavoratore insta11cabile, ha proiett a to una vivida luce n el ca111po d elln n et1rologia ed h a aperto 11uove vie; si può dire che egli h a rin11ovato· tutta la semiolog i a clel sist en1a nervoso. Gen er oso e ))u o110 , er a mt>lto amato dai m al ati, dagli allievi , da~ coll eghi. Dopo l a morte d el frat ello Enrico, ingegn er e 1ninerario, scrittor e dilettante di gastro11omia, a l quale er a lega to da un affetto vivi ssimo, l a su a salute e il su o st ato d 'animo .erano ri1nasti profo11dame11te scossi: soltanto l a inerte ha messo iin e a tale stato di cose. Discendeva d a u11a fa1niglia polacca; m a era I1ato a Parig i , i1el 1857. 1\ . P.

Un altro g rave lutto h a colpito l a ri1edi<'i11~ fr an cese e la scien za, con la p erdita qel prof. _A... CHAUFI~.,ARD, clinico brillante, patologo profo11rlo, i cui lavori divennero r apidamente cl assici e g li · h anno assicurato l arga fama . Dominava lt1tti i rami dell a m edicina; ma il suo I1ome rim arrà sp eci alment e legat o allo studio della p at ologia epatic:i e spler1ica. Ha contribuito, con i suo~ allievi , alla nosolog ia della sindrome e n1oli.tica . Ha d at o anch e buo11e aìrettive terapeutich e: b as ti acce11nar e all 'utilit à d ella r estrizione dei grassi n egli epatop azienti. Modesto, accogliente, di u~ a ben evolenza proverbi ale, la su a fine h a d estat o il più vivo rim})i anto. }\ . P.

DOVERI MORALI DEGLI ABBONATI : 1) Diffondere. il « Policlinico » tra i colleghi, facen.dolo conoscere ed appret,tare e procurando nuovi associati. 2) Provvedere al pagamen to della quota dov uta al.. i' Amministrazione, sen,z a farsi sollecitare. 3) L'importo d'abbona.m ento va inviato preferibilme.n te mediante Vaglia Postale o con Assegno Bancario. Può !anche eiSsere t-n,v.iato versando 1.aJ relativa somma all'Ufficio di Posta per il Conto Corrente Postale N. 1I 5945 dell'editore Luigi Poz.zi .. Roma. 4) Coloro che preferiscono aspettare dall' An'l>ministra... t,ione la Tratta Postale, tengano presente che questa aumenterà di L. 5 l'importo dovuto, per le va.rie tasse postali e altre spese che la stessa comporta. •

[ANNO XXXIX,

NUl\f.

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RASSEGNA. DELLA. ST!.llPA. MEDICA.. R ev. iV eurol., inag. - F. S. VAN BouwnYK BASTJAANSE. L 'en cefal omielite post -vaccinica. A r cli. Méd.-Cliir. App . R esp ., 6 . ...,- Numero sul car1cr o del p olmo·n e. Rif. M ed., 25 g iu . - L. D '1\ 1\IATO. Si11golare caso di a11chilosi d ella co1(.1111a vertehr. - G. BECCHINI~ Aden oma gastrico . A mer . J ourrt . Obst. a. G_yn., g iu. - K . M. WILsoN e P. GARVEY. Poli11eurite g r avidica. - J. M FnEIHEIT. Esan1e funzjo11ale d el fegato in gravid. - F. E . KEENE e R. A. J(rMBROUGH. Risultati finali d ell a radioterapia d el carcinoma cervicale. Tolioh'u J ourn. Es[Jcr. Nled., 20 niag. - A. SATO e S. Yo~HJ~IATS U e al . Or111one di sintossicante del fegat o. - . ~1. M uilAKAMr. Si ero antiplacentare. Arch. f. Sc l1.- u . Tr.-H~'g., lt1g. THONNARDNEUl\lANN, A. K . DnENowsK1. Trattam. d ella malaria con at ebrina. Brit.. Me'd. J ou rrt. , 2 lug . ---,. A. J . ORsENSTEJ N. L 'a tebrina n ella n1 al aria gr ave. Riv . l tal. cli Storn at., 111ag. - L . PRETI. Infezioni fo cali del •.:aYo or ale e malattie interne. J ourn . d . Pr aticiens, 2 Iu g. - C. AcHARD. Le suppuraz. p olmon. he11ig n e. Practition er , lt1g. - I mali comuni. For ze Sanit., 15 giu . - A. 0MODEr-ZoRINI. Ptosi dei visceri acldomi~ . ---,. A. Lu rsADA. Scompe11so circolatori·o . Bull. Ac. de Méd., .21 g iu. - M. VrLLAFET. Pressione veno~a. - M. CHATON. Le case del can cro . Pat liologica, 15 g iu. - V. DE ANTONI. Processi imm unitari e nArcosi . L. l\10LìLO. Il sist en1a ret.-endot. in r apporto alla g u arig. d elle ferite. P.resse Nl éd., 26 g iu. - M. LOEPER e al . II b oro

n el 1norbo, di Basedow. Marseille-MédJ., 25 1nag. Valore diagno·st . e prognostico della t ensione m edia 11ell e iperten sio11i e nelle insufficienze cardi ach e. Brasil-Nfed., 13 giu. - F. A. DE MouRA CAl\rIPOS e J. R1sE 1Ro no \i ALLE . Cat at o114 a sperimentale. Ann. d'Ig., g i11. - F. G. MuLLER. Tripaflavjnar cazio ite d elle Brucella. - F. P1sTELLI. Filtraz. e ultrafi ltraz . del .~tJicrococcus prodigiosus. Presse Méd!., 2 lug. - P. MA·u nIAC. Reg·olaz. 11euro-endocrina n ella p·a tologia del diapete . Riv . It. di Ginec. , giu. - F. SAVIGNONI. Ormoni gravidici. - L. BACIALLI. E1niplegia in travaglio di p arto. Riv. icAi Pa1tol. e Cl . d. Tub ., \~O giu. - E. DE SANCTIS MoNALDJ. Forme filtranti d el bac. tbc. e B. C. G . __,. E . TARANTOLA. Sedi preferite d elle ad erenze pleurich e. CJi i r . cDeg li Org. d1i M ovini ., 2. - G. G1u~1ANI. Mal attie sch eletrich e della cr esce11za. - F. BARTOLI. Ascesso cr onico d elle ossa. Deut. Nled. W och., 1 lug. FuHNER. Azione s timolari t e dell 'alcool. SECKBACH. Sequele del! 'en cefalite. J(lin. 1tVoc11., 2 111g. - G. lOHR. Diabete extrai11sul are . - _ti,. _ 'f ENRUGGEN e H . HEINLEIN. Ipog licemia do.p o irradi az . d el pa11creas. Miinc li. JV!ed. l Voch. , l lug. - BUMKE. La costituzion e psicopatica e sua importanza soci ale. Ro1\1BERG. Sclerosi coro11 aria. J ourn. A. M. A. , 18 giu. - P. WoL.FF. Le tossicomanie. - C. P. BoAs e S. DoNNER. ~1alattic delle · coronari e n elle classi l avor atrici. Proc. R. Soc . M ed., g iu. - Disc u ss. sulla col eci s toa rafia sulla respirazione orale ecc. Casistica. 1

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[k"<NO XXXIX ,

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SEZIONE PRATICA

1891

.4.rch . Alécl.. -Chir. ~t7)p. R esp., 1. - L . BÉRAHD e A. DELGQFFE. Tor acop lastica . - F. Dul\,IAREST. Pleurotomia 11ellc pleuriti puru]e11te tbc. - F. DE KovATS. Bro11coalveolite diffusa d a Capsicun1. Prertsa. 1,Iéll . .r1rg ., 10 g iu . i\I. R. CASTE."'<. L 'as111a bronch. - 1). ~ [. BARBARO. Di tiroidism o. - ' ' · D1M1Tn1. J... esio11i bulbari <iella p olio111ielite Cf 011. Paris -~féd ., 2 l-1.1g. - Numer o sulle m ala ttie d ella n utril . J.\ !aladies du Foie ecc, inag. -gju . - R. DE GRAJLLY Come apprezzare un ' jn ltfficie11za del fegato ? - G. PART URI EH e RAULOT-LAPOINT. ltad iologia ed epatologia Presse !Yl éd., 6 lug. - E. CHAHROL. Gl 'in eg11 ll1ne11ti della colecis tostomi a n egli j tt eri i11fetti i. Rif. Al ed., 2 lug. - L. BENF.DEK. Cura: d ell 'en cefalite epi<lemica. - F. BELLELLI. I d a1111i d ell 'ozono. - G. LAl\11. I feno111eni d ell 'allen a111 en lo. J ournal A. NI. A., 25 giu . - J. R. PAu IJ e a1. Poliomielite « abortiYa n. - l \ . F. As·r e R. R. NAGEL. Profilas i d el! 'an emia nei prematt1ri. Aledicirta (ì\Ia(lrid) lug. - M. I zQUERuO. Prjn r ipì ge11erali d ell a die te tica a11tidiabetica. - J . A. PALANCA. ~Ioderna profila i clell a febbre tifoicl e. Riu. <li Cl. P ed., 111g. - P . NloLTENI. IJ)ereosin ofili a familiare. __..,. L. ~fAG I. Azione d ell 'ormo11 e ipofj sario di Zondek e Aschhei1n. Paris Nl éll., 9 lug. - H . TÉVEN1N. For n1 e fruste d el in . di Basedow. J ou rn. des Prat., 9 lug. - P . PETIT-Dl'TA ILLI . Terapia deglj epitelion1i del collo uterino. 1Vl i1ieri•a Med., 7 lug: - A. D1 NATALE. Il bacillo di Koch n eglj ambie11ti an a tori ali. Bril. Med. J ourn ., 9 lug. - W. FLETCHER. Lo scopo e i bisog11i d ell a ricerca m edica. Clin . Cliirurg., m ag. F. Ro si . La lesio11 e del ~fon leggi . - e RRERY . Mela11on1i cutanei. A r cli. Inl ern. J\if erl. , giu . - W. GoLDRING e H. CHAs1s. Terapia dell 'iperten io11 e. - J . HE11\IIBECK. L 'immttnit à alla tubercolo i. - A. ·r. BRICE. Trip tofa11uria. ·- S. S. Lrc HTl\IL\ N e L. Gnos. Streptococchi n el san g ue 2n affezion i reuma lich e.

P er i cultori della STORI 4. D ELLA PYIEDIITALTANA : .AUGUSTO

~ U RR.I

DEI M E DIC I FU T URI Questo lucido lavoro clinico dell ' insigne MAESTRO fu pubbli~· cato alcuni anni fa nella Sezione Med ica del « Policlinico » e per quanto, in separato Est1·atto, ne fossero state stampate parecchie centina ia d i copie, tuttavia la ed izione - sia del Numero della Sezione Medica e sia dell 'Estratto si esaurirono rapidamente. Pressata da incessanti richieste, I' Am1ninistrazione provvide ad una ristampa della magnifica monografia, con l' aggiunta d i un riuscitissirno Ritratto dell'illustre uomo, in formato 15 x 19,. stampato su car ta patinata, in modo da potere essere staccato e cC'llocato, qu ale ricordo, nello studio di ogni medico ita• liano. ~ un'elegante brochure, di 47 pagine, della stessa ampiezza del « Policlinico >1. Prezzo L. 8 più le spese posta li di spedizione. Per gli abbonati al << Policlinico » sole L. 6 ,50 in· porto franco e 1 accomandato.

MASSIMILIANO C ARDINI Docente di Storia d ella Medicina nella R. Università di Roma ..

Una gloria Italiana : MARCELLO MALPIGHI (LA VITA E L'OPERA SUA) Il lavoro del Cardini è diviso in qua ttro capitoli , ed in essi l'autore, dopo aver tratteggiato la vita del crevalcores·e ·- così piena di interesse anche pei tempi in cui essa si svolse - esa-· mina, del N ostro, la moltepl ice figura di anatomista, di natu-· ralista, di m ed ico. L'opera si chiude con uno studio su la mente e la fi losofia di MARCELLO MALPIGH J. V olume in-8° di pagg. Vll I-123, nitidamente stampato, con annesso il ritratto del grande biologo italiano. Prezzo L. 20 pi i1 le spese postali di spedizione. Per gli abbonati al « Policlinjco » c;o)e L. 10,50 in porto fr anco.

GUGLIE LMO BILANCIONI

Un grande allucinato dell'udito: MARTIN LUTERO Il problema postosi dal prof. Bilancioni in questo suo s tudio· s u MARTIN LUTERO è uno de più interessanti e complessi. Esso può stare solo a fronte a quello dello stesso Bilancioni , egualm ente fascinatore, in a ltro can1!lO, della influenza della sordità nella genesi della meravigliosa produzione musicale di BEETHOVEN. V olume di 12-:> p~gi n e, nitidamente stampato, co~ 18 splen, did e illustrazioni nel testo. P rezzo L. 20 più le spese postali di spedizione. Per gli abbonati a l « Policlinico » sole L. 10.50 irn porto franco. Per ottenere quanto sopra inviare relativo Vaglia all 'editoreLUIGI POZZI , Ufficio Postale Succùrsa le diciotto, ROMA.

Indice alfabetico per materie. Aborlo: i11dicazioni p er la provocazion e P ag. 1880 )) 1881 Amebia i : m et o<lo p er la diag110 i . Anemia pcrni c. : opoter apia . .. .. )) 1 63 Azotemia J11 ~ latj co1natosi . . . . . . )) 1863 BABINSK1 J . . . . . . . . . . . . .. . )) 1890 Bibliogr afia . . . . . . . . . . . . . 1865, 1866 Centri n er vosi : a11gjomatosi parti colar1nente delle <:i ti d el cer e1le lto )) 1859 C H AUFFARD A . . . . . . . . . . . . • • )) 1890 Chirt1rgia: comu11i cazio11i varie . . . . )) 1873 Colecis tiche: .affezioni . . . . )) 186 2 • • Co lecistite: tratt am. co n~erYa l iv o )) 1861 • Corrisponden ze . . . . . . . . . . • • )) 1884 )) 1849 Difterite n ei vaccina li . . . . . . • )) 1881 Dissenteria amebica: triade i11testi11nle 1

E1norragie gr avi po t-parluln . P ag. E1)a Uti cronich e . . . . . . )) • • Febbre appen di colare: ... e e ista • • • • )) Grnvid ai1za : cri i convul ive . . . . . )) . . • • )) Iperte11sion e: ri carnbio basale Kala-azar: co1ne i contr ae . . )) Mal aria: n efriti ed emoglobinurie do1niciliari . . . . . . . . . . . )). )) • Me11opau sa: pre crizio11i • • • • )) ìvI URHl A. . . . . . . . • • • • • • )) Paralisi agi l a11te: eziologia • • • Tuber colosi : aller gia ed in1mun i t à )) • • loro r a1)porti causali .. . )) ·rumori fro11tal i . . . . . . . . . • •

1880· 1867 1855 1880' 1882 18 1 1864 1 81 187f, 1882

1854 1859

Dir it ti d i proprietà r'iservati. -

Non è consentita la ristampa di lavori pubblicati nel P•oliclinico se non in seguito ad autorizzazione scritta dalla redazione. E vietata la pubblicazione di sun ti di essi senza citarne la fonte.

A. Pozzi, Resp.

C. FnuGoN1, Red. capo. Roma - Stab. 'fipo-Li l. Ar1na11i di M . Courrier.

,


« IL POLICLINICO

..-

[ANNO XXXIX,

>>

Teniamo disponibili ancora pochissime copie de/l'interessantis.simo volume.·

LA

TUBERCOLOSI

LEZIONI E CONFERENZE D.EL 1° CORSO DI TISIOLOGIA ten11le sollo gli auspici della Direzione Generale di Sanità Militare nel Sanatorio ~iilitar~ di Anzio, dai proff. : G. MEMl\10; E. MARAGLIANo; V. AscoLI; R. ALESSANnru; A. D10Nis1; E. MonELLI; A. Busi; D. DE CARLt; s. r~1 cc1 ; R. CIAURI; A. GER1\iINO; F . BoccnETII.

Raccolte e coordinate dal Cap. Med. F. BOCCHETTI. Prefazione d el Prof. Sen. E. MARAGLIANp. Ques to cor so d i tisiologi a è il più importante di quanti finora n e sono stati fatti in Italia perchè vi hanno co ntribuito i n1aestri fra i più insigni dell_ e var ie Un.iver sità del Regno. In esso l 'a rdu o t ema d ella tubercolosi 1ici suoi va ri problemi ·patogen etico , irnmunitario, clinico, biologico, terapeU;tico, radiologico, profilattico, sociale e militare è stato ampiamente trattato con vas ta dottrina e sopratutto col pratico int endimento di m etter .e gli allievi in condiziqne di p oler dirigere un r eparto di accer-' lamento diag n ostico, un dispensario e ·di curare la tubercolosi. Questo volume ch e vien~ alla lu ce in un 1nomenlo di grande allualilà p er la lotta contro la tuber colosi indetta dal Go11erno Nazionale sarà di grande utilità p~r tutti quei m edici elle saranno l e futu r e maes tranze della lotta stessa. 1

Volum e dì pagg. xvI-344, nitidam en te stampato, con impressa, sull a copertina, la fotografia di S. E. il Capo del Governo, De11ilo ~Iussolini, fra i ricoverati del Sanatorio Militare. Prezzo L. 6 O, più le spese postali di spedizione. Per i nostri abbonali sole L. 5 2 in porlo fran co.

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NELL'ISlllUTO << 8 . M USSOLINI » , CLI NICA DELL.\ T UBERCOLOSI R DRLLE MA L·\lTIE DELL'APPARATO RESPIRATOR IO

LE MODALITÀ DI ORIGINE DELLA TUBERCOLOSI POLMONARE SOJVIMARIO . - PREFAZIONE. - CAP. I . Importan za dei vari ceppi di bacilli per la tubercolosi polmonare un1ana Virus granulare· (Mircoli-~1u ch) . Virus tub . filtrabile e SllO valore patogenetico. rfrasmissio11e transplacentare e tubercolosi congenita da u. v. - CAP. Il . Vie e porle di entrata della tubercolosi polmonare primaria. Infezione bacillare congenita : su a frequenza e modalilò. Infezione post-natale. Sorgen li e condizioni di contagio. Via in l\latoria. Via aero-linfatica. Via digerente-linfatica. Lateuza .del bacillo di Koch. Vie di seco11daria in1portanza (tonsille, congiuntiva , orecchio menio, cut e, orga11j genitali). - CAP. III . Sul Yalore del « terren o » per l 'origine della tubercolosi primaria. Eredodistrofia e predisposizione. Eredo-im munilà. Fattori condizionali. - CAP. IV. Risposta del polmone alla infe· zione pritnaria (pri1ne m an ifestazioni clinich e, 1norfologich e e i1nmunitarie). Volume di pagine 92. Prezzo L. 1 2, più le spese postali di spedizione. Per i nostri abbo11ati sole L. 1 O, 2 5 in porto fran co.

Prof. CARLO GAM t'1A

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GL1 N1cA

Meo1CA DELL'UN1vnRs1TÀ DI

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LE MODALITÀ DI ORlfilNE E 01 EVOLUZIONE CLINICA DELLA TUBERCOLOSI POLMONARE SO~.fMAll IO.

- I. FORl\{E DI SVIT.UPPO DELLA TURERCOLOS l POL~IONARE NELL INFEZ fONE PRIMARIA. II. LE PRil\'1E LESIONI POL.MON \RI POST-PIUl\fAnIE. Reinfezione e superinfezione dal punto di vista clinico. III. LE MANIFESTAZIONI CLINICHE POST-PRil\IARJE. Modalità della loro evoluzion e : A ) Tubercolosi apicale cronica circoscritta; B) Forme cron iche circoscritte non apicali; C) Infiltrati polmonari tisiogcni (i11filtrato precoce di Assmann e llcdeker) : Clini ca degli inflitra ti tisiogen i ; Fasi ulteriori di sv i 1uppo; Origine e significato p atologico; Significato clinico; D) Altre modalit à di evoluzione cronica progrc:5siva. - IV . IL DECORSO A FASI DELLA TUBERCOLOSI POLMONARE CRONICA . l\ilodali tà della 'diffusione intrapolmonare e su a dislribuzio11e. Genesi della tisi . - V. FoRl\iIE 1LARI E PARAILARI. - V. FoRME El\tIATOG,ENE ACUTE E CRONICil E. - VII. LE PRINCIPALI FIGURE NOSOLOG ICHE NELL'EVOLUZIONE DELLA TUBERCOLOSI flPLMONARE. - VIII. I PROCESSI PLEURICI NEL CORSO DELLA TUBERCOLOSI POLMONARE. - . IX. MODALITÀ E FORl\lE CLINICHE DI GUARIGIONE DELLA TUBERCOLOSI POLMONARE. - X. CoNDIZIONI E FA'ITOHI CHE INFLUENZANO L 'EVOLUZIONE DELLA TUBERCOLOSI POLl\IONARE. Volume di pagi11 e lGi. Prezzo L. 2 O, più le spe$e p oistali di spedizione. Per i nostri abbonati sole L . 1 7, 5 O in porto franco. 1

1

Dott VlRGlNIO DE BERNARDINIS

T.

coL.

l\iED1co.

PREsso LA 01REz10NE GENERALE DI SANITÀ

M11..1ri\RE

RAPPORTI FRA MALARIA E TUBERCOLOSI INDIC:E: Premessa. - CAP. I . Con sen si e dissensi sul vario in lerferirc delle cl ue infezioni. - CAP. II. I dnli statistici nelle popolazioni e 11cgli eserciti. - CAP. III. Sianificalive interferen ze fra la malaria, l~ tubercolosi ed .aJlre 1nalaltie. - CAP. IV. Le ricerche finora eseguite n ella coi11cidenza o n ei r apporti <i elle due ir1fezion i . - CAP. V. Nostre rjcer cbe sui rapporti fra i disses ti ematologici e umorali ind o tt~ dalla malaria e d alla tubercolosi. - CAP. VI. La nostra casistica e i rélpporti fra m alaria e tu])ercolos1 n ella merlicin a legale militare. - CAP. VII. Alcuni punti d 'incidenza dei due morbi. La m alarioterapia n ella tubercolosi polmonnre . - Riepilogo e con clusioni. - Bibliografia. Volu1ne cli pagine 144. Prezzo L. 1 8, più le spese postali di spedizione. Per i nostri abbonati sole L. 1 5,50 in porlo franco. Per ottenere quanto sopra inviare Vaglia all'editore LUIGI POZZI, Via Sistina, 14, ROMA. N .B . . Per l'estero aume11tare il 10 % a causa delle maggiori spese postali occorrenti per la spedizione.


Roma,

ANNO XXXIX

o Dicembre 1932 ·XI

Nnm. 49

''

''

fondato nel 1893 dai prof.e ssori:

GUIDO BACCELLI .

FRANCESCO DURANTE

SEZIONE PRATICA

\

REDATTORE CAPO: PROF. CESARE FRUGONI Clinico Medico di Roma

Per

1~an.n.o

1933.

Ai Medici Italiani, L'anno 1932 ha visto mantenute le promesse e le premesse. Le nurnerose lezioni cliniche pubblicate rappresentano la realizzazi<Jne del nostro programma di far giungere ai medici la parola dei Maestri e di prospettare loro nella forma più simpaticamente accetta i problemi di maggio re attualità. La materia dei singoli contributi pubblicati è stata accuratamente selezionata, la limitazione della casistica clinica isolata ha riservato maggior spazio ai lavori di più largo orizzonte e a pratico riferimento; furono curati i vari capitoli accessori. Intendiamo pertanto tendere a sempre maggior per/ezionamento. ''IL POLICLINICO",, nella sua triplice edizione è l'unico grande giornale che con le sezioni Medica e Chirurgica interessa ad un tempo i cultori della medicina e chirurgia generale che dedicano vita e passione all'indagine scientifica per il progresso della clinica e - che, a mezzo della sezione pratica, si rivolge contemporaneamente ai medici pratici. Ai medici tutti e in particolar modo a quelli che vivono alla periferia e nelle condotte va la nostra calda solidarietà di pensiero perchè essi rappresen(ano la valorizzazione delle fatiche di chi opera con fede nei maggiori centri di studio. Ess4 devono trovare nel nostro giornale quanto è moderno, sicuro, applicativo. Devono essere messi ad intimo contatto con tutte le fresche correnti di pensiero che siano volte all'azione e che abbiano come obbiettivo quei problemi di vita pratica che investono la nostra responsabilità e le nostre possibilita nella diuturna opera faticosa contro i morbi nelle loro cause, nelle loro insidie, nelle loro co11seguenze. Con questa visione pratica, desiderosi di essere e di vibrare pensiero contro pensiero con la classe rr1edir.a italiana, cercheremo di avanzare, di elevarci, di migliorare, paghi se i nostri lettori individualmente e collettivamente c~ daranno il conforto della loro opera e del loro consenso. LA REDAZIONE


1894

« JL POLJ CLIN TCO »

~

[~~NNO

XXXIX, N-ul\1. 49)

Una preghiera ai fedeli abbonati del <<Policlinico>>:

Affrettare -

quanto più possibile l'invio dell'importo di abbonamento pel 1933 e, al polizzino del VAGLIA POSTALE o dell'Assegno Bancario, applicare, possibilmente, la fascetta con la quale si sono finora ricevuti i fascicoli o, quanto meno, indicare, con esattezza, il rispettivo numero di abbonamento. Ciò faciliterà al· l'Ufficio d'Amministrazione, la sicurezza .dell'esatto accreditamento del pagamento nella giusta partita del mittente. Ricordlam1» che Il Vaglla postale va Indirizzato ali' editore LUIGI POZZI, e deve essere fatto pagabile nell'Ufficio Postale succursale diciotto, ROMA. Questo mezzo è, per la nostra Amministrazione, la via più breve per venire In possesso dell'importo e poter passare agli Uffici di spedizione le annotazioni occorrenti ad evitare qualsiasi interruzione nell'Invio dei Fascicoli del " Pollclinlco ,,. Coloro che preferiscono servirsi di assegno Bancario Il quale va Intestato a/l'editore LU/O/ POZZI ed a lui Inviato la Via Sistina N. 14 provvedano a che lo stesso sia Circolare e quindi riscuotibile in Roma. Anche questo mezz ' , ove esistono Banche è molto pratico e spiccio. AVVERTENZA - Del Vaglia inviato a saldo dell'abbonamento, se postale si conservi la ricevuta che rilascia l'Ufficio di Posta; se bancario, si conservi Il rispettivo scontrino. Coloro invece che desiderano ricevuta legale della nostra Amml nistrazlone, debbono aumentare cent. 60 per le somme sino a L. I Ol e Lira Una per somme superiori alle L. I 00.

N.B. - L'i mporto dell'abbonamento e di quanto nJt1·0 si desidera , può art che eysere inviato t'ersandon.e fa som1n a al Conto Corrente Postale N. 1/5945 dell'Editore LUIGl POZZI - R oma. L ' AMMINISTnAZ10NE.

SOMMARIO. Lavori 01r-iginali: S. M~nca: Azctemia e clo1ro·penia. Apparec-chi e strumenti n,u.ovi : E. Sca,vo: Su 'l.lna d-0e-

cia m ct.allica ch e facilita la chiusura dell'aponeurosi nella c ura dell'ernia inguin a.le a lla Ba.ssin·i. Divagazioni culturali : H. L a u·ber: Il Clinico. Sunti e rassegne : T1s1or.. OGIA: H . Assmamn: Tubercolo€J polmona re ematogena. - M. Ma.zzetti, G. Di Geronimo. G. Ca.GtaJidi : Sull a pa.t.ogem.esi e sul eignificato della ocisi emoclasica d?. rifornimento nel pneumot(lraioe a1rtifroiale. - R. Pinch erle : 11 potere calc1opeesico del p<:"Jmone coll:i.seato. - ORGANI DIGERENTI : E. L. B·o rtz : Em-0tr:r.agie diffuse dello stom?.co. - L. Loeio : Ptosi grustri<ca e tera.pi~- ehirurgica. - L. E. BaTrington-Ward : Simrpa tectoail'Ìa addomina le ne1la m a lattia di Hirech prung. - MISCELLANEA: K. Reuter: Meto)d·i ~ericolia i di interruzione della gravidanza. Saueribruch: La cura chirurgica del torace imbutifc.r me congenito. - E. P a lleG-trirui: L a tras«uaione di san gue nelle osteiti puxuJ.ente delle ossa oramich e. cenni bibli-ograficì. Ac cadem·ie, SQcietà Mediche, Congressi : XXXVIII Con-

gre6i$0 della Sooietà Italiana di Medicina Interna.

LAVORI ORIGINALI. Jstituto di Clinica Medica della R. Università di Roma diretto dal prof . C. lFRUGONI.

Azotemia e clo1·openia {1) per il dott. SE.RAFINO

MANG.~.

In questi uJti1n i anni le o,s servazion i inerenti al rap1p orto tra azotemia e clorur·emia si sono 1I1otev0Jmentei mol tiplicati. Sono stati , ab in,itio, i lavori di Blum e d ei su oi allie,ri e in seguàto· quelli di altri AA. ch e l1ann·O por Lato allfl si11 gola r e !C'Onsta bazion e ch e in 1p arecchi casi ·di n efrite con aumrento notevole della az.o temia, questa era sostenuta da un tasso· m olto basso deil cloruro ·d i sodìo del ·s angue e ·dei tessUJti , con la som1ninistT1a·zione del qua le 1'azotemia ridiscendeva ai valori normali e i disturbi uremici dipendenti da es a si dileguavano. (1) La casistica riferita n el presente lavoro fu

studiata nell 'anno scolastico 1930-31 prof. S. SilYestri). '

(dirett. inc.

Appunti per jf medico pratico : CASISTICA: SifiJide feb-

brile 'PSeudom a.larica. - Rilievò. esulla difterite. Febbre cmdul.wnte d a c1 Brucella abortUiS ,, Bang. Febbre on duila.nte da Bang con quadiTo di grave miocardite infettiva. - Oolite die:;enteri ca e -sipirochetoei . - TERAPIA : I sa.poni nel tra.t tamento delle ferite e delle superfici Uilc.eratte. - un nuovo t r a ttamento delle ferite. - La cura a mbulatoria delle scottatur e con mediicature l'finf.orzate all'a..c;iido ta.n1J1i.co. - Trat tamento del pruriito anale e delle r agadi anali. L'ueo di creme in t era.pia de!'mopatiica. - Nelle der~atiti da insulina. MEDICINA SCIENTIFICA: L 'azione della .pepsina introdotta iper via parenterale. - POSTA DEGLI ABBONATI. - VARIA : Terrupia e medicina. Nella vita professionale : SERV IZi IGIENICO-SAN ITARI: A. Frainch etti: L'oper~.. del Regime F asciet~.. nella lotta contro aJ.cuine mala.ttlie in.fettive. - Concorsi. Nomine. tProimozioni ed onorifi-0enze. 1

Notizie diverse. Ra~ segna della stampa medica. Indice alfabetico per materie.

Si1och è l 'assìo111a relativo al fatto che ogni azotemia pro·g ressiva veniva, p er lo più, conider.ata 001ne esponent e di n efrite grave azot·emica venne lentam1ente scosso1 ·dal suo assolutismo e dei dubbi cominciarono ad :a.ff.a cciarsi ulla azio·n e e clusi,1a d ell 'insufficien za r enale n ell a g·e11esi del! 'azotemia. _A.·ccanto all 'a_zoten1 ia d 'origine .r enale è stata quin·di isolata Ulil. '.a ltra form.a im·p ortante d 'azoten1ia do,v uta unicamente alla mancanza di sale. Ed è m erito di tali studi ·se si è potuto, in n o•n r.ari oa,s i, con un' en ergica cura c.Ioroso·di ca , salvar.e malati, ch e semibravano irri1nediabilmente p erduti , tanto ele,r.ata e costante era 1'azotemia, 1che essi pre&entavano. Il Moretti ha ·d.escritto un caso di sclerosi rena le in cui si era improvvisa1nente ma;n.ifestata un 'iperazotemia dipenden te ·da carenza di sale, la somministrazione del quale ri1portò in breve il tais so azote.mico ai valori prim itivi. In seguito tale azotemia d.a clorop enia è stata pure osservata n on solo in casi in cui esiteva contemiporaneam-ente una lesion e r enale,


(ANNO

XXXIX) N

~r

49J

SEZIONE PRATICA

i11a anich e in casi in è t1Ì 11 r en e era co m pletan1ente n·ormale, per cuì oggi dobbia1no co11 . . id erarl a con1e una ìndrom e1 ch e p uò esser e d o,~uta a c•aiu ... e diver e. P os . . ia m o c ioè risco,n trar la in vari s tati morbo i, ch e h a nn o per cara tt e ri~ti ca icomune 1' i11) p ovetrimeinto 1dell 'or ga11isn10 i11 sale. Qua i sen1pre tale i111po,'eri111ento clorosodico i fa p er le vie digestive . Son o i von1i ti ab·b onda nti e incoer cibili e l e diarr ee' frequ1e11ti e pr ofu e ch è sottraggono· g ran,di quan tità di .. ale a.ll 'org·ani m o, il qu.ale è incapiace di rifare le sue ri er' e, e'"' endo imm ediata n1e11le il sale inge rito 1'ien1e . . _o 1con il ,·om.ito ·O con la diarrea . Ch e i vomiti .. i an o iJriputabili d ella clor ope11ia e i1)erazo le111ia r ela Liva in m ol le forme n1orb o'"' e ce lo l1a.n no d ocun1en ta Lo con Yari e perin1enti ·divcr .. i Al\.. am eri cani: ·e_ i h a·n no i11 fa tti n ola.to in eO'uito a s len o ... i pilorica o a occlu ion e duod e n ale alta frequenti a b b·onda nti \ on1iti , acco1 npagnati d a un abb af' an1en1 0 d ella 1oloruremia e da um innalzam er1to ·d ell ' azo temia . Ne i sogcreitti colpiti d a occlusion e inte. l inal e venn ero o . . en r.a ti g li te i fen om eni . Le oss·e rvazioni n,e gli , tati diarroici · on a più car se, m.a n on per ciò m en o e loqu enti : è sta ta infatti d e cri lta n el col era a iatico una azo len1ia ac·com1;.agna ta d a un a bbassam ento <l ei cloruri sano-ui crn i. Cl1alvet 11.a. cl e eri l to urn ca o di coler a con u 11'azo,Len1 ia di ar . 3,60. i o crva d el re to n ell 'ultimia fa e di questa a ffezion e d eii c ri _talli rd 'urea u1lla i)elle d ei i11a la ti , cl1e dimo._tran o· come 1'or.g.a ni sm o n e ia impregnato. Blu m-Grab ar et van Gau laer.t ha nn·o d e critto u1n 1ca·so di dia rrea p·r ofusa in cui l '.a zot emi•a· raggiun.g eva g r . 2 ,48 "h"' e in cui la so 1n mini ~ traz ion e ·di sal e agì n ell a n1.anier a p iù n etta, fa cendo ca der e l 'azotemia in pochi g ior n i e n1.i o·lior ando lo ·tato gen era le. Un a ltro ca o imile è stato ·ptur e d escritto d a Blu•ml e ·da W ·eil. Le azotemie d e cri Lte nelle ga tro ejn Leri ti (giastro enterite u:remi gen a di Le i eu r), nei tifosi (Ra tberj) , n ei .latt ant i atre i•ci ( ob ecou r t) n ei diab etici g ravi (Bl11n1, Gr ab ar, Van Caulae:rt) son ripoirtabili alla stessa pat.o gen esi . 1

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Un .ar g·om ento· di oosì alta impor tan z.a clinica , e.b e d o;vr ebbe esser e a conosce,n za ·d i tutti i cultori d ell1a1 m edicina per 1:en orm·e inter esse pratico ch e rivest e, po.i1ch è appun·t o ci dimostra com e un r egin1 e d eclorurato possa in certei formie d 'ipe.r azot emia e uremia esser e r1ett am ente ·d eleterio, ci ba spinto a por.t are in

1895

\

pro1po·sito an ch e il n ostro m odesto co.n tributo . i tra t ta, come ris u1lta d.a ll 'esp·osizion e dettagliata di ognuno di es i, di tre casi , di c ui uno di n efrite. ·subcr onica, il econdo di diabete ,g rave e il terzo di len o i pil orica, n ei quali , in seguito a i11 ten si vo·m iti o :ab bo.n d a11t1 s.c.a r ich e di.arroi c.h e, i d etern1 i·n,ò clor-01Jeni.a~ e iperazo temia co.n g r avi di turbi uremici. Dietro J.a a mmini strazion e di cloruro ·di sodio· il t a so a zotemico si ripor tò a i valo·ri n ormali e i di turbi uremici scom parver o. I e.asi on o sta ti seguiti .a ttentamente e studiati accuratam ente n ei più minuti particol:1!·i , co ll 'esecu zion e di lt1Lt f\ q11l311 e ricer cl1e r h e nb bia n10 rit e11ute n ece_ a rie. 0

CA o I . - C. M., anni 50, venditor e ambulante, ~u ll a di importante n el gentilizio. A 5 a11ni soffer e cii scarlattina di cui g u arì compl et a1nente en za ch e n e Tesid u asser o p ostumi. A 19 anni si ammalò di b ro,11co-polmo·n ite p er cui rimase a l e tto circa un mese . A 20 anni fu dichiar at o idon eo al servizio inilitar e , ch e prest ò ,p er il p eriodo di 3 anni. Durante tale epoca no n ebbe m ai a so·f frire di disturbi d egni di particol are n1en zion e . A 25 anni co·n trasse m a trimonio co n cl onn a appar ente m ente san a la qu ale ebbe 7 g r avidanze cond otte a termine; n o n ab orti ; i figli ~ono tut ti viventi e god on o buon a salute. Allo scoppia: della g u erra mondiàle fu richiamat o sot to l e arn1i e d op o due m esi inviat o al fro nte : rim a e ferito due volte, alla cqscia sinis tra e alla r cgion e occipitale d est ra, ma in modo piuttos to lieve. el 1918, trovandosi sul Piave, contrasse i nfezion e malarica, ch e curò col chin ino; gli accessi si r ipeter ono pure n el lugli.o del! 'anno segu ente, m a d 'allora n on si . o n o più ripresen.tati . L 'infermo riferi sce di esser e p oi s la lo· qua ..,i sempre ben e sino, a sei m esi fa, ep oca in cui, n el po 111 erjggio di una g iornat a fredd a e umida, f11 co i Lo cl a inalessere ge11erdle, 111al cli gol a, brivid~ di fr~ldo , dolori diffusi agli arti. l\IIessosi a le tto notò ch e aveva la febbre oltre 39·0 • Il gi orn o d op o chiamò 11n sanitario il quale dis.s e trattar si d 'influen za e gli prescrisse le cure del caso . Ma d o1p q du~ giorni n ot ò ch e l e urine aveva110 assunto un c olorito i1e ttam e nte rossastr o e, g u ard ando. i n ello sp ecchio, osser vò ch e le p alpebre cl 'a rr1J)o i lati erano piuttosto gonfie; non sà qire se an ch e i piedi fosser o o n o tumefat ti. Richiam alo il sanitario, q ues ti d al solo esame clinico e d a1 colorito p art icol are Cl elle urine affacciò il sosp et to di i1efrit e, elle fu p oi co11ferma to d all ' esam e chim ico e i11icroscopico ili q t1Ps le ultime. Gl~ fu prescritta una cura, sp ecie diet etica, r elativa a t al e affezione. L 'infermo p ot è rip r ender e l e su~ occupazioni so lo do·p o due m esi d all 'inizio d ei suddetti disturbi. P erò riferisce ch e d 'allora non 11a più accu sa to distur})i di p artic.olarè rilievo ; l e ue for ze lo sor r eggevano qua i come di n orma e accudi va al disimpegn o d ~ll e su e m an sioni co·n zelo ed en er gi a. In ripetuti esami le urine avevano p er ò sempre din1ostr at o presenza di albuID:ina. Di~ci giorni circa prim a d el su o ing r esso in cli11ica è st ato colto d a cefal ea, m al esser e gen er ale e d a vomiti frequenti e abbon danti, ch e interveniva no si a 'in rapporto coi p asti ch e indipend ente1

1

1


1896

« IL POLICLINICO »

m ente da quest~ ch e clà allora 11011 so110 più cessati. L 'alvo è stato ed, è tuttora }Jressoch è r egolare. I11tantq Io stato generale del paziente è anelato lenta111enle ina progressiva1ne11te peggiora11do con au1ne11lo della cefalea, p alpitazio11e alla r egio11e cardiaca, frequente se:qso di s1narrin1ento p er cui 11a riter1u to opportuno di farsi ricoverare i11 Cli·· ll I Ca.

N~ga

l ues ed al tre n1alatti~ ve11eree. Discreto bevitore (u:q litro: di vino· al giorno) e discreto fun1at or e (un pacch etto di sigai:ette JJro d1ie). E. O. Psich e 11etta1nente obnubilata. L 'infer1no rispo11de pigramente all~ do~and~ ch e gli ve11gono rivolte, il suo aspetto· è stanco e sonno lento. Si l amenta di ;nalessere generale, di facile sta11ch ezza, di abbattimento al minimo sforzo e di cefalea prevalentemente occipitale . Cute secca, sollevabile i11 larghe plich e, ~~ colorito 11etta1nente pallido:; pure pallide sono le mucose visibili. Non ede1ni agli arti inferiori nè in altre parti del corpo. Pupille iniotich e, isocorich e, torpidame11te ieage11Li alla luce e all 'acco·m odazio ne. Nulla a carico dei i11uscol~ oculari. Faringe arrossata; tonsille ingrossate e arrossate; ]i11gua u1nida, patinosa 11ella parte inediana e l~evemen te arrossata ai 1~argin.i e alla punta. Collo di for1na e vo·lu111e· nor1nali. Nulla a carico della tiroide. Torace: all 'ispezione statica si i1ota che le due n1età del to·r ace so110 uguali; scapolq a<iere11Li; fo·sse so:pra e sottospinose poco eviden ti ; 11on deviazio11.i abnormi della colo1111a vertebrale. Al l 'ispezio11e dina111ica si rileva ch e le due nle tà del torace si espando,n o poco ampiame11te, 1na in modo eguale d 'ambo i lati. Fremito voc tatt. piuttos to din1inuito su tutto l 'ambito poln10nare. Il suono di percu ssione ha risonanza te11de11te al timpanico ; gJi apici stanno ad eguale altezza a livellQ della promi11ente; le basi a 5 dita sotto l 'a11golo della scapola, poco mobili. AscollClJzion e: res1Jiro diminuito e lievemente aspro su tutto 1'ambito polmonare, con ronchi e sibili diffu si e qualche r antolo mnido a inedie bolle. Anteriorn1enle: suono di percu ssio·n e timpanico; respiro indebolito, aspro; aia cardiaca i11 parte co})erta. Cuor e : Non bozza precordiale; non ectas:ie venose abnorrni. Punta al 5° spazio intercostale s ull 'em:~claveare . Il margine sinistro i11crocia il 2c spazio intercostale nella parasternale e la terza costqla fra l a parasternale e l 'emiclaveare. Il m argine destro arriva alla margi11ale omo11i111a. Alla ascoltazione si sentono i toni cardiaci piuttosto delJoli e lontani~ lieve soffio sistol~cQ alla punta. Polso ritmi co, aume11tato di frequet1za, piccolo. Addo1ne: di forma e volun1e normali; 11on reticolo venoso.; cica trice ombelicale spianata; be11e trattabile; lieve dolenzia lungo· il clecorso ? el colo11; non ottusità libera nella cavità addominale. F egato: in allo al 5° f 1pazio intercostale sull 'em~cl av.ear:, i~1 basso palpabile solo 11elle profo11de insp1raz1oi:1. 1\tlilza: in alto all '8a cos tola sull 'ascellare m edia ; non si palpa il suo polo inferiore. Ap·p arato linfogla11dolare: n ormale. Esame sistema nervoso: n egativo. 1

1

RICERCHE COLLATERALI.

Es. delle urine: qua11tità 600 c1nc. nelle 24 ore, p~so ~1p ecifico 1020; albu1nii:ia + -+: ; ur?bilina, pi~­ •11en ti biliari, acetone e acido d1acet1co: assenti. Cloruri: 3,40 %o; urea: 25 %o; indacano: prese11te. Sedimento: abbondante; parecchi leucociti ; p arecchie e1nazie ,· cilindri ialini .e ialino granulosi; parecchie cellul e delle basse vie .

[ANNO ~XXIX, ~U:\I.

491

Es. del sangue: gloJ). rossi 4.800.000; gl. b. 7800 ;

Hb: 68; val. gl. O, 73. Forn1ula leu cocitaria: neutrofili 64; linf. 26; Mono e. 7; Eos. 2; basof. 1. Reazi.one di Wasserrp.ann e ì\Ieinic1..e: negative. Pr~ssione arteriosa al Riva Bocci: Mx. : 100; i\{11. : 55. Azotemia: 3,08 %o. Clorure111ia nel sangue i11 toto: 4 ,03 per 1nille. Riserva alcalina: 72,6 %. Prati.cata la puntura lombare si estraggono circa 12 eme. di liquo·i: limpido, a pressio11e aum:entata, il cui esame n on rileva i1ulla di particolare, se si eccettua una evidente dimi11uzione dei cloruri i . ' cui valori sono stati di gr. 5, 10. Dat~ i r eperti di laboratorio il 11ostro primo p e11siero è qu~llo ch e si tratti di una forma di iperazot~mia da cloropenia e se11z 'altro ihiziamo un trat- . tamento .a base di sale, iniettando del siero fisiologico, in parte intrave11a e )n parte sottocute; t ale modalità di son1minis trazione seguian10 per tre giorni con.secutivi e in seguito ci servia1no della Yia orale. Si11 dal 3° giorno di tale trattamento il inig·liora1nento ap,pare chiaro ed evidente; il malato è meno stal"l:co; lo stato di malesser e e di to rpore si attenuano; i vomiti si fanno 1noìto più rari. Dopo il 4° giorno il paziente si sente così bene che gli :sembra cli ~ssere tornato· a 11ovella vita: i1on 11a più vomito, mangia con gusto quanto gli vie.n somm inistrato; risponde speditan1ente alle domande; è di umore il are e anche la cefalea è quasi del tutto sco·m:parsa. Intanto· coniinuiaID:O accuratamente e g~orna1mente gli esami di laboratorio più utili, specie quelli i11erenti all 'azotemia. cloruremia e alla R. A. , nonchè la sommi11istraiione del cloruro di sodio. 1

Per maggio.e chiarezza e co1nprensione degli esam~

praticati, riportiamo n~lla tabella che segue i dati ottenuti: Dal 10° gior!1=0 in poi dimi11ui1n1no la quantità di clq.ruro· di sod~o da 10 a 5 gr. e conti11uammo così, controllando, con esaID:i ripetuti a brevi intervalli , l 'azotemia ~ la cloruremia in moflo da stabilire poi u11a dose di cloruri di sodio g"iornaliera. L 'ir1fern10 CQ11tinuò sempre in uno stato di progress ivo ~ netto i11iglioramento di tutti i sintomi; la diuresi ritor11ò 11ormale; scomparve il pallore del voil to; la cefalea si dilegt1ò completamente; l 'appetito riprese co1ne ·di nor1na. L 'infermq lasciò la clinica · dopo 25 giorni di dege11za in uno stato di quasi completo benessere. Alle urine persistevano però se1npre ,piccole qua11tità d 'albumi11a, qualche e111azia e qualche raro cilindro. CASO II. - . L. C., anni G2, impiegato. Nulla di particolare ii~portanza i1el gentilizio. A sette anni pertosse, guarita senza complicanze. A l? anni i11fezione tifoidea, per cui fu costretto a rimanere a letto }Jer circa due mesi. A 20 anni ,prestò il servizio 1nilitare, godendo sempre ottima salute. a 29 anni contrasse m atrimonio· con donna apparentemeU:te sa11a, la quale ebbe una sola gravidanz~, condotta a tern1ine. La figl~a è vivent~ e gode ott11na· salute. L'infermo è stato sempre un gran mana iatore e discreto bevitore; non fumatore. A 40 :nni si ammalò di dolori, insorgenti spesso a tipo di colica iniziandosi all 'epigastrio e che si irradiava~o all !ipocondrio destro e alla spalla o~onim~. Fu fatta diagno.si, dal medico curante, d1. colec1stit~ calcolosa e fu ,p rescritta una cura in pro-


[ AN NO

XXXIX,

49)

N TJ tvI .

.

,,

I

Azot e1nié1

Dat a

1897

SEZI ONE PRATICA

Cl orti rern i a

%o

Es. rl eJ liquor

ll . A.

%

l lr ea

NaCl

Osservazioni I•

. 10 g1oru o

I•

3.08 ,

4,03

72,6

2,22

5,10

-

-

• • Sol . fisiol . per in1ez .

20

))

3,08

4,25

73,8

-

30

})

2,90

4,60

68,3

-

40

;)

2.35

5,00

67,4

50

))

2,10

5.20

62,7

0,90

6, 10

I cl .

60

J)

1,80

5,10

58 l €

-

-

Id ,

70

))

1,48

6,00

52,3

-

-

ld~

so

))

o

2

5,90

54,6

·-

-

Id ~

go

))

0,50

6,20

50,0

-

-

Id.

6,50

4S,7

0,54

7,10

[d.

I

'

10°

J)

0,3

.

Id . Id .

I

10 gr. di NaCl per os

I

po ito. Da 5 a11ni a que ta parte l 'infermo no11 h a più aYuto colich e, ma è molest a to sp esso d a enso di peso al l 'epigastr io, sp eci e d opo i pasti, da eruttazio11i e d a senso di malessere. A 45 ann i se11tendosi abba ttuto, mancante nelle forze, voglia smodata di bere e avendo notato uri11azione fr~quente e abbondant e ricor e alla visita di un sanjtario il quale g li riscontrò zu cchero n elle urine e un a glicen1ia net tamen te superiore alJ a 11orma. Gli fu .prescritta una cura dietetica particol ar e. D 'allora l 'infermo· n on h a, si può d ire, p i'l1 riJJreso il u o i1ormale s ta to di bene ere. Ha d ovuto sen1pre .. eguire u11 regin1e alime11tare particolare e ogni cli sordine d ie le lico era cau sa (l 'u n a acce11tunz ione dei uoi cli ·Lurbi . Da 5 anni a <1ues la parte l 'infermo è andato prog r e iYan1ente peggiora11do. Da 2 anni circa fa, quasi tutti i g iorn i, cla 20 a 30 d. u. d 'in st11ina. Tre an11i fa è cacluto jn coma, dal quale fu liber ato in seguito a rapido e inten so trattan1ento insulinico. Pure in p r oseguo, per altre due volle, 1'infermo ca(ld e irt precoma diabetico, d i cui sempr e i rimi e g r azie al tratt amento in sul inico. Due giorni prima cli esser e portato alla n ostrn os ervazion e il paziente fu colto d a dolori gastrici piut tosto forti, astenia, senso cl i p esant ezza al capo, sonnol en za e vomiti. Tali clisturbi sono andati pro. gres ivamen te aumen t ando, per cui h a creduto opportuno di ricorrer e a n oj. E. O. La p sich e dell 'infermo è notevoln1 ente obnubilata : non risponde affa t to o a sempl icj m o ~ n osillabi alle domande; è cioè in uno stat o di semi incosci enza . 11 su o respiro è l ento e profondo. J... 'alito ha ·un nelto odore acetonico. Cute di colo·r ito pallido ; p t1re pallide son l e inucose visibili; non edemi. Nulla a carico d ei nervi cranici . Pupille midriatich e, a <·onto·r11ò irregol are, ch e non reag iscono quasi affa tto alla lu·ce. T or ace: nulla di p articol are all 'i spezione. Il st1ono di percu ssione è 11n po' timpanico; apici acl egu ale altezza al livello d ella promin en te; basi a 5 dita so tto l 'an golo dell a scapol a poco mobili . AS<'ollatoria1nente si sen te un respiro aspro con ronchi e sibili diffusi e qualch e rantolo a n1edie e piccole bolle ·all e basi . 1 \1lla di }Jarticolare an t eriormente. Cuor e: punta alla 6a. costol a su ll 'e1n icl aveare; il marg ine ini tro

i11croci a l a 3a. costola ulla parast ernale e il 3° sp azio inter costale fra l a paras ternale e 1'en1icl avear e. Il margine dest ro i1on debord a dalla margi11ale om onima. P ol so ritmico, frequente (92) p iccolo . Adclome: avvall ato; cicatrice ombelicale spi a11ata; non reticolq veno·s o; pareti addominali be11e trattabili ; as enza di o t tusità libera nella cavità addomin al e. Fegato : in alto al 4° spazio inter costale s ull 'em icl aveare; in basso d ebord a di circa 2 dita, di consi len za aument at a, indolente. 11'Iilza: in alto alla S0 costol a sull 'ascellare m edio; n on si palpa il polo inferiore. App. ìin fogl. n ormale. Es. sis t. nervoso : negativo. R1 CERCHE COLLATERALI.

Urine: peso ... J)ecif. 1024. Alb 11mina: tracce minin1e. UrolJili11a e pig men li b jl iari a se11ti. Zucch ero: 4S %o . Acetone e acido· c1iacetico presente. .Sedimento: null a di particol are. Es. del san gue: gl. r ossj : 4.200.000 ; gl. b . : 7600; H b: 62 ; val . g l. : O, 73. Formula l eu coc itaria: 11eut rof.: 6S ; linf. : 24; mon.: 7; eos.: l ; basof.: O. Pressione arterjosa al Riva Bocci: l\IIx.: 110; M11.: 55. Glicen1ia: 3, 10 %0. Riserva alcalill a: 26. Azo temia: 0,52. Reazio11e di '\ Va serma11n e Mein icke i1egative. Da qu anto si è d etto risulta chiar a, sen za ta11te d iscussioni, l a riiagnosi di precoma diabeti co. Viene s tabilito subito un tratt amento e11ergico a base di insu l ina, sia per via sottocutanea ch e endo·v enosa, grazie al quale l 'infermo migliora r apidan1ente e in breve vier1 liberato· d al suo st a to. Si prescrive quindi un r egin1 e alimentare appropriato al caso e quasi totalme11 te privo, di sal e. Dopo t1na diecina di g iorni da cl1e l 'infermo erasi liberato dalle g r avi condizioni in cui i trovava ed erasi rimesso abbas t anza bene, viene irr1provvi saTr1ente colto d a abbondanti e profuse scarich e diarroich e (8-10 scarich e al g iorno) e d a qualch e vomito·. J\.ccu sa nuovamente malessere, ast e11ia, sen so di abbattimento . ii e am e del sangue prati ca to circa una settiJn an a d opo l 'in izio ò i questi u ltimi disturbj di11\os lrò una g ljce111ia di 1,40 e un 'azot emia di 2 80, r l1e 3 g iorni dopo er a di 3,70 e al 4° g iorno <l i 4 ,20. La cloruren1ia died e valori r ispettivamente 1

1


1898

«

IL POLICLINICO

di 4,80 , 4,20 e 3,90. La riserva alcalina di1nostrò lln 'alcalosi (78 %) . L 'esame delle urine mise in evidenza u11a minima p~rce11tuale di g lucosio, asse11za di acetone e di acido diacetico. No·n albumina, non emazie, non cili1idri. 11 tasso d~i cloruri era però molto basso: gr. 2,80; urea: 35 nelle 24 ore. Pra ticata l a puntura lombare si estrassero circa 10 eme. di un liquor liLQpido·, a media p,r essione, s~ 11za car atteri particolari, ma con, u11a quantità bassa di cloruri: gr. 5,30 e gr. 2,80 di urea. Stante il reperto degli esami di laboratorio, che orientava verso una forma di iperazotemia da cl o·ropen,ia, si inizia senza altrò un trattamento salin.o , grazie al qual~ i suddetti disturbi si attenu·arono: 11otevo'1mente sin,o allç1. total~ scomparsa. L ' azote1nia regredì prog·ressivamente sino a riportarsi alla norma, mentre la cloruremia si innalzò, raggiungendo· gr. 6,30 %0. Ecco i risultati riassuntivi:

Data

Azote- Clorumia re1nia

%o

Osservazioni

%o I

1 o gg·.

0,52

2 0 ))

2,80

4,80

26

All 'ingresso: Reg. aclorurato

58

Una settimana dopo l a diarrea

3 0 ))

3,70

4,20

60

4o

))

4,20

3,90

78

50 ))

4,20

4,10

72

60 ))

3 30

4,20

68

Id.

70 ))

2,40

5,10

72

Id.

30 )) 90 ))

1,50

5,80

68

Id.

0 ,80

6,10

65

Ict.

10° ))

0,42

6,30

68

10 gr. sale

'

10 g"ior11i rlopo la diarrea 5,30

11 gg. dopo: tratt. sal. 16 gr. 12 gr. sale

CA so III. - S. V. , di anni 36, ingegnere. Nulla nel gentilizio. A 5 anni scarlattina di c ui guarì completame11te. A 16 anni, infezione tifoidea per cui fu costretto a rimanere a letto per circa due mesi. A 28 anni co11trasse n1atrimonio co·n donna app·arente1nente sana ]a qual~ ebbe tre gravidanze condotte a termine ; non aborti. I figli godono ottima salute. Circa 4 anni fa il paziente ha accus·a to dolori al11epig·astrio, eh~ · insorgevano· due, tre ore dopo i pasti e si irracliavano po-sterio·r mente al dorso. Non rarame11te aveva vo·r nito·, dopo il quale i disturbi si attenuavano. Freque11ti bruciori di sto·m aco ed eruttazioni acide. Non ematen1esi , nè melena. Da alloTa tali disturbi si sono ripresentati a periodi irregol ar~ e intervallati da pau se più o m€no lung h e, clurante l e quali l 1i11fermo godeva u110 stato di quasi pieno benessere solo accusando lievi bru<:iori di ston1 aco. Fattosi visitare da diversi sanitari, alcuni dei quali praticarono ripetuti esami radi_o scopici e radiografici , gli venne (letto tratt arsi di un 'ul cera allo stom aco. Da qualcu11.o gli venne p·tlre con si gliato l 'atto operativo al quale p erò l 'i11fern10. 11on volle :mai sotlopoTsi.

»

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[ANNO XXXIX, Nul\r. 49J

Da un anno a questa parte i sudd~tti disturbi si sono accentuati e I 'infermo è stato tormentato da dolori, bruciori di stomaco , molesto senso cli p~so dopo i pasti e 11011 ;:arat11ente vomito. Circa un inese prima di ricorrere a noi il pazie11te h a notato una matti11a di aver rien1esso co l vo1nito p arte del ciJ)o che aveva mangiato l a se..-a antecede11le. Da circa 15 gio-rni è molestato da vomiti frequenti e abl)o•n danti sia dura11te i pasti che indipend~nte da essi e ch e si son, fatti p~ù in,tensi negli ultimi due giorni. Quasi ogni sostanza dal pazi~nte ingerita vien rimessa col voll\ito. Il suo stato è andato progressivamente p eggiorando: si l amenta di 11otevo1e malessere, d'intenso abbatti111ento, di profonda astenia . In tali condizioni è stato po·r tato alla nostra osservazione. E. S. Soggetto di costituzione gracile, appart e11e11le al tipo 1011gineo. La sua p si ch e è notevolmente depressa; l 'infermo risponde a tono, ma con un certo sforzo alle clomande. La su a espressio•n e è n qtevolmente abbattuta e stanca. La cute è di co·l orito ~ntensamente pallido. Masse muscolari ipoton.i che e ipo.trofiche. Non edemi ag1i arti infer iori J1è in al tre parti d el corpo. Pu.p ille uguali, reag~nti alla luce e alla acco.1nodaz~one . Nulla a carico dei nervi cranici. Lingua piuttosto asciutta , p·atinosa. Null a a carico del collo e de1la t iroide. Torace: allungato, con diminuzione dei suoi vari cliar11etri; spazi ~ntercostali an1pi; scapole non aderenti. Fr. v . T. ben conservato e ben trasm es.so. Suono di percu ssione pressochè i1ormale; apici ad eguale altezza al livel1o della prominente; basi a 4 dita d~l 'angolo clella scapol a, poco mobili. Alla ascoltazione si sente un r espiro· aspro su tutto I 'ambito polmonare, con espirazione prolungata e ronchi diffus~ alle basi. Cuor e : punta al b ' spazio intercostale all 'i11terno dell 'emiclaveare; margini sinistro e destro· nei li1niti. Toni piuttosto deboli, ma non accompagnati da run1or1 patologici. Acldome: di for1na e volurne pressoch·~ normali; cicatrice 01nbel ical e spianata; no11 reticol-0. venoso. Pareti addominali piuttosto· t ese e poco trattabili specie i1ei quadranti superiori. La palpazione sull 'epigastrio risveglia vivo senso di dolore. Alla percussione lo stomaco risulta no·t evolmente abbassato. Non ottusità libera nella cav~tà addominal~. Fegato; i11 alto· al 5° spazio intercq.stale sull 'emicl aveare; in basso si palpa solo nelle profonde i nspirazioni . l\1ilza: in alto alla 9a costola sull'ascellare meclia; non si pa1pa il suo polo inferior~. Ap. linf. g-land.: microp oliadenopatia cervicale e i11quinale. Es. del sist. nerv. nega tivo. RrCF..RCHE COLLATERALI.

Es. d elle urine: peso spec. : 1017. Alburr1ina : assente; zt1cchero assente; pig menti biliari e urobilina assenti; c]oruri 3 10 %o; urea 36 %0. Nulla d 'importante nel sedi1nen Lo. Esame del sangue: gl. rossi 4.900.000; gl. h. 8200; Hb. : 76; V. gl. : 0,66. Formula l eu cocitaria: O; ne11trof. : 60; li11f.: 29; n1on.: 10; _eos.: l; b·as. : O. Glicemia 0,92. Azotemia 2,10. Clorurell\ia 4,2. Riserva alealina 72. Pressione arteriosa a Ptiva RocGi: Mx 100; Mn. 45. Reazione di ' Vassermann, Meinioke negative. In base all 'ana1nnesi e all 'esame 0 bbiettivo pensiamo subito si debba" trattare di stenosi pilorica 1


[ANNO

XXXIX,

NU.l\;l .

491

da ulcer a. RipPtuti esami :r:adiol_ogici conferma110 s~nz 'altro il 11ostro con cetto diagnostico. Ma la nostra attenz~one oltre ch e d alla n1alattia in sè vien e attra tta d allo stato, dici amo, pure, pietoso dell'infermo e dal forte tasso azo temico co11 ipocloruremia. I vomiti intanto continuavano. Un secondo esa1ne del sa11gue, praticato due gior11i dopo, diede uo, 'azotemi.a di gr. 3,60, tina clorure1nia di gr. 4,80 e una R. A. di 82. Al 4° giorno si h a: azotemia 3,90; cloruremia 4,60; R. A. 78. Praticata una puntura lombar e, allo scopo• di det ermir1ar e il dosaggio d ei cloruri 11el liquor, questi vengono r i ce ntrati r1ella quantità d~ gr . 5,10; urea gr. 1,80. Il complesso degli esami del sa11gu e, liq u or e uri11e ci porta senza altro alla diagnosi di sindrome iperazotemica da cloropenia. Viene quind~ istituita una terapia a base di cloruri di sodio per iniezioni. Dopo due g iorni da tale tratta111ento i vomiti cessa110 con1pleta111ente e l 'azotemia tende a d ecrescere, i11entre la cloruren1ia s ' ir1nalza . Dopo 5 giorni il tasso azotemico s'è riportato all<l norn1a e co ì pure il lasso cloruremico. Le condizioni del paziente n1igliorarono ra1)idamente e in modo sorprendente. Do1Jo 35 giorni l 'infermo fu sottopo to all 'i11tervento operatorio che confern1ò in J)ie110 l a no·s tra diagnosi ed ebbe esito felice. ·E cco l a tabella riassuntiva dei dati risco11lra ti : I

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l ei. I d. 12 gr. sale per o 10 g r . sale per os

Ahh iamo ri1Jorta lo lo st u-dio iaccurato cli 3 ca"i (n efrite ubcronica, diabete grave e tenoi pilorica) C·On iperazotemia e indrome uremica di notevole gravità, che, a 1Jrin1a vi ta, ci imponev·ano se nz 'altro lltil pronostico letale e in cui invece la somministrazio,n e di cloll'uro ·di odio ha lJrog r essiv.amen·te portato a lla r egriess~one e poi alla oc101 r ma. l 'azotemia con scom1)arsa d ei disturb i uremici . Si . tTatta cioè di .tre casi presentanti una fenomenologia gravissima, in cui era i11 1ca usa un'iperazoteim ia da cloropen.ia, da carenza di sale cioè, la qu.ale, per la sua 1progressi ~ne r.apida e per la sua in tensità, offre la più grande 1

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1899

SEZIONE Pl\ATICA

a11alogia con quella cl1e si ri contra nella nefrite azotemica veir a. l\'Ia che tilOtI1 sia i trattato , nei su,ddetti casi, della fo·rn1a di azotemia vera noi, come è ovvio intendere, lo possiamo es,c.ludere con tranquli.llità e con facilità. Difficilmente sarebbe i11fatti accaduto, ammettendo quest'ultima ipotesi, una regressione vosi sponla:nea e rapida nè ·d ei sin.tomi così g ravi nè d'un:ai azotemia tanto alta, quale abbia1no no·tato n ei nostri pazienti. Il m iglioramento di ogni si,n toma e l 'abbas. . am·ento ·d ell 'azotemi.a son,o tati poi in di:retto rapporto coo la so m1ministrazion~ d el sale e l 'innalz-a mento d ella cloruremia: si può seguire con la 1C urva del cloro il progressivo miglioramen to. Si sa infi.n e ch e in casi simili, come è tata constatato d'altri, e non si somminitra del sale lo stato del paziente s'aggr,ava ino ad aversi l'e ito leitale. Cercl1iamo ora di vedere qu.ali sono i punti ])asilari , a cui deve co nvergere tutta la nostra attenzione per ·sc 01prire la natura vera d'un eventuale sindro,m e azoteimica, poi1chè non v 'è dubbio , ch e, in caso ·di .a zotemia ·da cloropenia, dal no tro intervento precoce e appropriato dipend:ano la progno i e la alute del paziente. E sarebbe certamente un er rore imp·erdonabile, per le conseguenze fatali che ne so1)ravverre.bbero, se per ·n ,ostr.a colpa ci lascìas. . imo sfuggire la vera chiave per un esatta dia• g nosi. correndo i si.ntomi obb iettivi e subbiettivi cl1 e possono presentarsi sia nella sindrome azotemica classica ;c.he in qu·eil la determinata da carenz.a di sa,le, n-0i vedi.amo ch e p1a recchi dj e i so,n o presenti in .amb,o· le forme : malesere generale, prostrazione, a !)etto pallido, ce· fal ea, i von1iti e la diarrea. U.n dat·o importante differenziale ci vien for11ito ·dall 'esame del sangue : n ell 'azoten11ia vera i osser,ra infatti qUJa.si sem1p re un. gr-ado di anemia più o meno spiocato, m entre nell'azotemia per deficit di sa•l e l 'anemia generalmenle n1anca, onde ·si riscontra una cifra pressocl1è normale e, non rarar11ente a nche Stllperiore dei globuli rossi deil sangue: ciò è in rapporto colla fo·rte conicentrazione del sangue dovuta alla disidratazione. Di .non mino,r e im1portanz.a poi sono·, secon.do n oi, i sintomi caT·diovascolari. Ne1ll~ fo.r m.a di azo terni.a ver.a 1a:bbi.am-0 .d i regola un cuore g·rosso, specie a carico del ventricolo sinistro (ipertr·ofia 1concentrir..a), che può rag.giungere dei gradi altissimi e un rin.fo.r zo netto, a volte con carattere di !)articolare risonanza n1etal1 ica del soco,n·do tono aortico; noin raramen1

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1900

(( lL POLICLINI CO

te coesiste 1piure il ritmo di galop1po.. La p r essi on e sang uig na poi è , fa·t to impo:rtantissim0·, qu!a.si sempr.c:~ .au,m entata : tale aun1ento ragg iunge sp esso ·d elle cifre n101lto alte, ·s ino a 250-28i0 mm . ·di H.g ed oltre, co1mie· n oi stessi a.b biamo, non raramente, avuto oocasio,n e .di osser vare in casi simili. Il polso è pie.no e ·duro , per cui si c.oim prim·e con difficoltà . Può è . . . . . vero, in certi e.a si, aversi una p1re,s s1on e n.o rmale o anche un 'ipoten sio·n e in corris.p0tn-d e1n z,a ·del peri o.do t·eirn1inale d 'un.a n efro sic:lerosi con i pie razoitemria o· in, ca &i in cui .pie1r cau1se co- . stituzionali, m .arantich·e od a ltr e il muscolo car·diaco non· h a p1otuto ipertrofizzarsi: abhiamo oosì 1c.h e un cu·o re, i cui vasi coron.a ri siia1n o molto· alterati e il cui muscolo prese11ti callosità, n on si.a capace, o solo in m odico g rado·, di i.p!ertro.fizzarsi. Ma ciò è, secon1d o· n·o·i, una eventu.alità ch e rientra p iuttosto n elle eccezioni ·e quian·doi poi la i1ressio1n er, ch e ayeva rag -· g iunto cifre a lte, in p eriodo finale ·O molto g r.a' 'e, s'ab·b a·s sa p er ·debolezza mio.c ardica , l 'obb iettività gener.a lm.ente ci fa rilevare i sintomi legati a tale insufficienza, con·sistenti, coim e si sa , in st:a·si n el p iciC olo circol o con ·.accentu.azio1n e ·d el 2° ton·o sulla polmonare1, ingrossam1ento 1più D· m eno .accentuato· d el v;entric·o·l o d estro, rilevabile sp1e sso· con una pulsazione ep1igas.tri ca, e in ·seguito ingrossamento· d el fegato·, edemi a.gli arti infe1~iori , dispnea, ecc. N ell '.azotemia per m.ancanza ·di sale il cuo;pe è pressoic:h è norrmaler in tutte quelle form e in cui non è in cau1sa n essun·a, al.te-razione r enale p·r ecedente: azotemia clo·r openica nel diab e·t e gr:ave, n ella st enosi ip1iloric.a, n elle g ravi entero·c oliti , ecc. Nei casi p1oi im 1c11i tale: f 01rma si innesta su un.a n efrite ·&uh.a cu ta o s.ub cr·on ica eh.e d ecorre da un peirio1do1 di t empo relaLiv.amei1te; 1breve, l 'ipertrofia cardia1c!a. è ~er lo più modica e non r a.g giunge mai l e dim1e11sioni ch·e si risco.n·tr.ano nella n efro·sclerosi, ch e data in .g·e·n e•re d a anni e qualch e volta ·da d e• oenn1. La pres:Sione .arteriosa.i p oi n el] '.azotemia cl o·ropeni c.a è n ormal e o·p piu re, 1come si è r iscontrato n ei n·ostri ca·si, al ·di sotto d ella no.rma. Il p.also è frequ100.te, piccolo, molle e qu.a lch e volta aritmico·. · Ab·b i.amo· dunqu.e; n el .r eperto cardl.ov.a scol ar e una g u·ida ch e ci orienta, an c.h e se non in modo assoluto , v·er so l ' una o l 'alt ra forma. Si comprende p·erò ch e in quei casi . in cui un '.azotemia d.a cl o-rope·n ia si sovra·ppo.n e a un.a azot emia renale ·da n efrite. cr onica la dia·gn osi differenzia]e d.ai soli d.ati .clini1ci è pressocl1è • 1

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Ìll1JJ01".~ibi} e.

Un certo v.a lor e dobbiam o p·u re attrib·u ire

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[ANNO XXXIX, NuM. 491

a lle emorragie- ch e sp·esso accompagnano l 'u1re1-. n1i:a. vera : specie frequ enti so·n o le ~pist.assi e le meno rra,g ie; m entre ·n el] 'uremia ·d a car·~ n za di sale le emorragie c.o stituiscono un fatto piutto·s to raro . L 'anamnesi ch e ica rivel.a un.a sto.ria ·di vomiti fre1quenti o di ·diarree profu ~e d eve farci sospettare la p roba bilità d 'un .a azotemia d a m1an canza di sale, speeie se con tali sinto·m i è in· armonia il com1p1J.esso ·degli .a ltri ·d.a ti e ! ·esame: 0 bbiettivo· ci fa ritenee proco probabile l 'eventualità di un.a l esion e r ena le g rave . Ragg·u a.g li di indiscuisso valo.re sulla n atura d ella· ·s.ind.rome azotemica 1ci p oss·on o esser e forn·iti .a1n1c he d.all 'es.ame delle u r ine e, in :p1artico1lar m -o do, da qu,ello· .d ei cloru;ri. Sappiamo· i.i1 fatti e.b e il cloruro di sodio i·n tro·dottoi con g li .alimenti n ella q11antità di circa 15-20 g r . al gi orno vi ene eliminato, in ql1antità minore e oscill.ante fra i · 7 e i 15 gr. , sop·r atu.tto 1con le urine e in piccole traccie con la saliva, col muco, col sud or e, col I.atte, 1cogli escrem.enti . I n caso ·d 'ipo cloruremia la pm-ce11tu1a le d ell 'elim in.azione con le urine p uò scen·d ere a cifre· bassissime. Nei n G&tri ca·si abbiamo ri sco·n tra, to : ~g r. 3,40%0 n el1 °, 2,80%0 n el secondoe4, 2 %o n el terzo; qualch e A. ha riscontrato ci fre iamcora piiù b·a sse (1 %o) e anche m eno. Un a sindrome azotemica con spicicata i1pocloru ri.a parler à quindi p·er una forn1.a da, car en za da sale, m en tre il reperto di normale ·o· su p eriore eliminazi o,n e ·di cloruri }J.8r l e u·r ine· e.i orienterà verso• una forma azotemica vera. Il rim.a nente es.ame d elle urine av.rà U!Il ,,.alare relativo, in quei casi, n ei quali l 'uren'lia 1c!lorop-enica s'innesta su un.a form.a1 di n efrite· p·r eesis·t ente e in cui quindi , il r epe·r to di a1buminu1ri.a, ci lindruri.a ed em.atu:ri.a puiò esser e· n ettam e1D.te positjvo sia n e1ll 'una che ne ll 'altra form1a . Ta le esame p·e r ò assurgerà a g ra n·d issima oon siderazione (nostro secon.cl o· e terzo oaso) n el]'.e ventu.alit à ch e si tratti di una sindr·ome azotemica clOlfO'})eniica.!. stabilitasi in casi in cui n o1n è -m,ai esistita ,a lcu·n a lesione· r enale. 1D.a tutto quanto si è detto risulta cl1e 1'imma.ginei clinica e l 'esan1e d·e lle urine 1p o·s-son o, n on raramen te, illuminarci in modo· .a bbastan za 1C!h iaro sulla ver a · natura d 'una sindrome 1a12otemica, pur non a.an.do, bene inteso., l'assoluta e inopp u.g nabile certezza. Questa , carne fra b.reve diremo, ] '.a vr emo solo con la rioer-· ca d è.l cloro n·el san.g·u e g negli altri u.m ori . Però sin d 'ora riteni.amo opp·o Ttuno ·dichia -· rarei ch e non semp r e, per un 1c:umulo di ovvie· ra.g i·o·n i, ·è possibile p ra ticare questi ultim i dosaggi. Nell 'eseir cizio pro,fessio nale il mied ica 1

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~Ul\I .

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J!rat ic·o si trova, n on r ar an1ente, costretto ad esercitare in luog l1i e in circostanze tali 1cl1e le ricer ch 1e di l aibora t o·r io non sono aff.atto p ossibili. E in. tali ev.e111ien ze i teiiltennamenti , le in utili su pposizioni, le a ttese prolung.a te pol re b bero esser e fatali. Onde, in simili casi, il 11os tro con sig lio è quello di comportarci basa r1do1ci sUJlr' anamnesi, sull 'opbie ttività clinica e sul criterio ex jiivan,t ib.us d ato da lla tera pia . Se ·si ha il so ~ p etto , pur m an cando I 'assoluta certezza, di una si11dr ome a zotemica d.a c lor openia si a1no sen z ·altro i11 d·overe di ricorr er e a un trattan1 ento salino: l'evo luzione su cce"' siYa d ei sinton1i 1c.i dirà se t a le trattame nto era in chia ve, e a llora lo co.n tinuer e~o , con la 8i11d.r om e sospettata; in caso contrario n e so.~pend e.rem o lia. so1un1inistrazio11 e. 1

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* ** Il dosaggio d el clor o n el sang u e e n egli u111 0r i è, diren10, }a CllÌ <l \' €.\ di volta per l 'esatta differenzi.azion e d 'una sindrom e a ziotemi1ca di na tura c loropenica da una sindrome azotemica c la .__ sica . A prima vista sembre.re1bbe sufficiente, pe·r es~ e re illu·m ina,t i sulla n atura v.era ·dell 'azote111ia, il olo d·o_aggi o ·d ei cloruri n el sangu e l\il a esamina ndo atten tam ente le cose vediamo cl1e tale escJu iva ric.erca 11on è ba·stevole. Una i pocloruren1i.a 1pos iam o infatti riscontrarl.a ne l corso di n efriti azo te1m1ich e g r avi , in c u1i il c loro, pur difettando n el san g u e, è invece r ite1n uto .n·eg·li a ltri u n1io ri d ell ' or·g.anisn1-0, costitue11do la 1cosidet ta cloropexia . Questa consis te n el fatto cl1e n on r ar am ente, nella nefrite azotemica vera, .a llo stabilirsi d ell'uremia, ]a qua ntità di c lor o n el sangu e s' abbassa. Ma taÌe abbassamento non è unica1nente ·dovuto a d una eliminazio.n e d el cloro , che può deter111i narsi i·n seguito a vomiti o a diarrea, m a al fa tl o ch e il cloro e rn i.gr a, direm o cosi , dal sang ue n ei tessuti, onde il tasso ·d el clor o n ei tessuti e n el liq uido 1cefalo rachidiano è allora aumentato. All 'abba sam ento d1el cloro nel sang ue fa quindi riscontro l'aumento d el clor o n e a l i umori. · Tale ipo·c l'oruremia n on ·significa du!Ilque impoverim·e nto .J ell 'or ganismo in cl·or o, m a solo un i m p overimento in cloro ·d el sangue. I .a d eterminazione d ella cloruremia è suffir ien te p er la dia.gn osi ·solo n ei casi in 1cui la s i trov.a .a um enta ta, diradando .allor.a qualsiasi dubbio sul sospetto d 'un;a. cloropenia. Que~ t a l 'abbiamo quando vi è ipoclorure mia non s·olo n el san g·ue i11.a .an ch e n ei t es·s:µti . Per saper e in n1o·d·o esatto se si ha a ch e fare con uno s tato di cloroi1enia o· di cloro·Jì€xia ] fl 1

190]

SEZIONE PRATICA

Cos.a n1ig liore sar ebbe quella di deter111inar e , ol tr e la ·clo rure111ia, la ricerca' d ei cloruri i1ei tessuti ; m a è t aJe esame difficile a pra ticar si. Si è allora rivolta 1>a tten zione allo s tudio d el liquido rachidiain10·, cl1e l)OS..,ian10 'con ider are com e il liquidv 1nter s tiziale 1(," h e b·a gn a i tess uti. Ond·e col dosagg i o· ·del cloro n el Iiqu·or i)ossiam·o affermar e, con g rande1 sicuirezza , se vi è cloropenia o cloropexia , a seconda che il su o contenuto in 1cloruri è clin1inuito o aumenta to . Norm.alrr1ente il liq ù ·Or contie11e valo·rj di cloro, ch e co·r rispo.n.dono, pr esso a poco, a quelli d el sang u e: un t asso di clor o ii1feriore a g r . 6 parler à in g ener e p er una cloro·p eni~1 , rr1ent.r e se esso è superiore. a gr. 7 si avrà clor o.p ex1a . Da ciò 1c.h e si è ·d etto em er ge cl1i.aro ch e la d eterrninazione d el cloro n el liquido ce falo·-rachidian o, è particolarmente in1p·o rta11te i1ei casi d ' uremia seguita da ritenzione secca , in c ui si p r oduce uin passaggio di 1cloro dal sa.n g ue i1ei tessuti. In questi casi l 'esarr1e d el sar1g ue ci . mostra una cl·oropenia , a llorch è in realtà .i1on ·è cl1e appare11te, poicl1è impo.r tanti qua11tità ·di clor·o son o fissate n e i tessuti. Una certa impoftan za n ello studio d ella clorurern ia ha inoltre la Riserva. Al1c.alin.a . Un a R. A. superiore alla· norma, un 'alcalosi, par la per una cloro1penia , ci ·dice cioè ch e l 'organism o a perdllfto gra ndi qua.n tità di cloro. No•n è a n cora b e11 con·o~ciuto n ella sua precisa e chia ra ·e sattezza l 'intimo nleccanismo· ·di questo fatto. l 'n g iudizio .a.Itrett::tnto n etto non p ossiam o trarre da una riserva alcalina abbassata, d a UII1'a cido·s i cioè , potendosi al1ora tr.a ttare sia di una cloropeni,a ch e d ' una cl or opexi.a . Si sa infa tti, d òp 0 g li stu di in p·r oposito di Ha mburger, ch e tutti gli acidi, com,p reso il C0 2 , spostano il clo·r o dal sang u e, fac.endol·o· emigra r e ora n ei tessUtti e ora n ei r eni attraverso cui viene eliminato. Ciò no1n è :ail tro ch e una r eazione ·di dif.esa dell 'org anism o, ch e, n eilla su a lotta 1con·t ro l 'intossicazione a cida., cer ca di libera.r si d elle valenze acide del plasma. In quest ' ultimo caso sa·rà quindi indispe.nsabil~, i)er ooa diag no si differ ein ziale, la ricer ca del clor o n el liquido oef. r achidiano. Cer chiamo oir a ·di vede·r e, p er qua nto ci è possibile, qu.a le possa esser e il su.b str.ato .pa~ togen etico n el dete.rmin ism o d 'una sin.drom e 1così importante, qual ' è q UJella d ' tifi i per azotemia d a cloro•p e1nia. · D '.accordo con Blu1n n on possia m,o i1n crin1in ar e q uale fatto1r e i)atogen etico il r e11e, perch è ammetten·do ch e il d efic it salino possa con1J)r on1et ter e i11 i11od o: 1cosi inten so ei dele terio la ft1n zio·n.alità r en.ale, .n.o n si i1otrebbe s,pieg.a.r e 1

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cc IL POLICLINICO »

[ANNO

come la somn'l.inistrazione di sale possa ristabi- alla cloropenia. Si sa infatti ch e il cloruro di lirla così rapidamente. Blum riporta invece s odio, oltre a lla sua funzione fisica (,concentrail fattore patogenetico ad uno squilibrio della zione molecolare e 1p ressiooe osmotica), esplica oonoentrazione molecolare n el sangu e e negli an.c h e una inotevole azione chimica. . umori. Si sa che la concentrazione mo'1ecola.r e Achar·d, Go-sset et Mestrezat hanno fatto rinel sangue e nei liquidi organici è co·s tante, sa.ltare le proprietà antitossiche e le qua lità finchè p1ure costante si mantiene la pressio1n e citofilatti1ohe del cloruro, ·di sodio, che è consiosmotica. QUJest'ultima è dovuta1 w-incipalmen- dera·to co·m e la salv.a guardia ·d ella. morfologia te alle so·s tanze ino·r ganiche e tra queste so- cellulare, condizione indispen sabile per l 'attipratutto a~ 1c;lo·r uro· di sodio . ~ logico allora vità funzìon.ale. S~ è inoltre ·di·m ostrato (Achard com p1ren·dere che allo.rch~ vi è carenza di tale et Ramoind) ch·e le cellude per una permianenelemento sopravviene un .abbassamento della ?'a prolungata in un liquido tossioo possono riconcentraziooe, chei l'organismo cerca ·d i cor- prendere in parte la loro apparenza n ormale reggere a mezzo· di a ltre sosta.n ze, trar le quali quando sono messe in una soluzione di cloil glu1cosio, ma princ~palmente l 'urea. L 'au- . ruro di sodio. mento ·di questa si spiegherebbe quindi col Il cloruro di sodio h.ai rCi·Oè Uil1a funzione n etfatto che l 'organismo per correggere l 'abbas- tamente 1protettiva degli elementi cellulari, in1-· samento della co·n centrazione molecolare è C·O- peden·done l 'alterazio,n e, la qoole in sua asstretto a ricorrere al su~ ausilio·. Appare cioè ·senza fi.n isce per determinarsi, con con segu entale azotemia com·e u111 mezzo 1C om pensa tare di te dj~in teg razione delle sue a1r1L1minf. Da tale cui l 'o·r ganismo· si serve· per lottare con tra le disintegrazione . origina un ecc.esso d 'u rea. Già co:r;isegue.nze che po~·erebhe un abbassa,mento il Belli aveva osservato che ·diminuend·o, l ' i11considerevole· ·della co·n centrazionei molecolare tro·duzione ·d el quantitativo quotidian·o· del sale si aveva un. aumento dell 'eliffilinazione azotata. ·d el safit,aue. Prope.n ,d iamo quin·di anche noi, in base a Una tale OOillc.ezione , pato·g enetica ha certamente. il suo pUJUto· d 'appoggio su ·d ati di fat- qu1anto si è detto, per il iconceitto ch e la parte to d'incontestabile logicità ei la su a an1missio- principale nel determinismo del! 'iperazotemia da car:enza di s.ale ri i.ed.a nella disintegrane sarebbe senz'altro 1de1le più lusinghiere. Ma non manca del suo· lato debole e no11 regge zione delle sostanze proteiche, ma non esclucomipletame;o.t~ ad una critica serrata. Sa1 p pia- diamo ch e una certa importanza abbia pure mo infatti che._il tasso del clo,r uro di sodio dis- l 'abbiassamento. d ella con centrazione molecosem.fill9tq :nell"organismo è di ci;nca 200 gr. Ora lare, che si determina ir1 seguito al defi,c.it sasè l 'abbas·s amen.to della concentrazione mole- lino. a01.are fosse la disfurnzione principale da correg* ** g.e re . noi pensiamo che le riserve saline di cui 'Dal n·ostro studio emergo·n o le seguenti conpuò! disporre l 'org.a,n ismo, a n ch e do·pci la p1e r- clusioni: , dita ·di qua·n tità .eleviaite di ·clo ro da es e suI ) Esiste una siu1dron1e iperazotemica a bita, sa1rebbero ~ufficienti per ovviare a tale in- ti po uremico da mancanza di saJe, che h.a una conveniente. Da ·diversi autori (Gosset, Binet reale somig lianza con l 'uremia vera da nefrite et Petit-Dutailles) e stato poi "dimostrato che cronica, ·dalla quale spesso è impossibile di1p·e r ristabilire il tasso \I10rrnale d·ei cloruri in stin.goorla 1001 solo esame clinico. 2) Tale sindrome possiam o risoontrarla caso d'occlusione intestinale sono non raramente f!lecessarie ·dosi doppie di quelle perdu- non ·solo in casi con conte·m poranea lesione rete coi vomiti; non si com,p.renderebbe quindi nale, ma •a.nche in formie nelle qu.ali il rene la necessità d'uin tasso superiore a quello 1che non è in causa: diabete g·rave - stenosi piloè stato per:duto se !'·obbiettivo della cur.a1 cloro- rica - stenosi intesti.nale - gravi stati diar• • sodica fosse so.Jo quello. ·di ristabilire il livel;- ro1c1, .eicc. 3) Essa, 1c.o.m e si è detto, è in r.apporto lo .della pression e osmotica. Crediamo quindi ch e pur potein·dosi attrib·u ire una certa impor- con ca:renza di sale nell'organismo, il quale tanza ali 'abbassamento ·d ella oon1oentrazione vìene eliminato principia lmente,Acoi v·O·m iti e molecolare, questai .n.on n e sia la causa unica colla .d iarrea. D.al solo esame an.a.m n·e stico, clinico, emoe, secondo noi, nemmeno la principale. Riteniam,o invece, .d 'accordo con qu.a nto ha citologico e dell 'appar.ato 1Cardio-vasale possiasostenuto Annes Dias, 1c:h e la causa pr€1ponde- mo trarré talora 1ltl1 certo, giudizio <l'orientar.ante dell 'iperazotemta sia da ricerca:re in una mento per i.a diagnosi, n1.a questa i11 Inodo asdi integrazione eccessiva delle· sostanze protei- soluto non potrà farsi che con gli esami di cl1e dell ' organismo che si determina in seguito laboratorio. 1

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XXXIX, NuM. 491

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XXXIX , .Nu:N1. 49]

SEZIONE

! ) Gli esan1i di laboratorio', strettamente necessari, consistono nella d eterminazione del cloro nel sangue e negli umori. Diciamo· ciò perohè la sola i1pocloruremia n on è sufficiente a stabilire se trattasi o no d 'una sindrome uremica vera, i.n quia nto questa può .accomipagnarsi a un tasso basso di cloro n el ·sa ngu1ei, pur n·o'n aven.dosi un vero d eficit salino n el1'organismo : in tal caso· il cloro è emigrato n ei tessuti ch e n e' ono pieni e al momento 0 pportuno potrebbe e ser e ri1c.h iama to· n el s.angu e riportando la cloru1remia a l suo tasso normale (cloro·p exia). :È quindi n·eceissario d etermimare il dosaggio del cloro, oltrechè n el sa.n gue, neg li ,.a.Itri umori , di cui , come espon ente, vien preso in con siderazione il liquido cefalo-ra chidiano. Quando r i co.n triamo un abbassamento d el clo r o ... ia n el an g u e ch e .nel liquor ·di cia m o ch e vi era diminuzion e di cl oro n ell 'org anismo, cioè cloropenia. 5) Pure la riserva alcal ina è, qualch e vol ta , preziosa g urid,a n ella diagnosi differenziale: una iDetta a lcalosi 1ci parla infatti per u.n a vera cloropenia; ina 1a1ltre ttanto non possiamo dir e quando essa è abba&sata , quando cioè trattasi di a cidosi, in quanto a ll·ora può esservi '"'ia cloropenia ch e clorop exiai. 6) P er quanto rig uarda la patogene i la causa predon1inante è probabilmente da ricerca.re in una disintegrazion e d e lle sostanze protei,ch e, dovuta alla mancanza di cloro, ma riteniamo ch e una certa importanza sia 1pu!I'e da attribuire all 'abba amento d ella co·n centrazione molecolare, ch e d e termi.n .asi in ·seguito à l deficit salino . . . · 7) La somn1.i11istrazi·one di sa1e n ell 'uremia cloropenica è indispemsa bile ' per la . salvezza ·d el pa·zie nte, e la sv~ azion,e si esplica ieon una rapida compar sa d ei sintomi uremi ci e con un abbassam ·e nto sino a lla norma del tasso azote1

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ffilCO.

La m .ancata somministrazione di sal e porta. generalmente all'esito letale. 8) T rovandoci i.n ambiente e in ciroosta.n ze tali p er cui sia impos ibil e la d eiterminazione d egli €Sami di laborato.r io, siamo in dovere di basar e il nois tro giu·dizio su una attenta disamin.a1 dei d.a ti 1c;l inici e sull 'eventuale criterio ex juv·a ntibus. 9) Molto importa.n.t e è quindi la conoscem za di qùesta . sin·dro•m e mo1rhosa, ch è ·solà si giova· del trattamento del cloruro di so,d io, . il quale non d etv'esser e più, com e si faceva sino a 1pochi anni fa , considerato nocivo in tutte . J.e forme iperazotemiche e quindi scartato a priori e in modo assoluto dall 'alimentazione. 1

PRATIC~

1903 RIASSll 1TO.

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L 'A. porta• u.n contributo a llo tudi o delle ind;ron1i iper azotemich e ·da n1ancan za di sale. Trattasi di tr e casi, di cui uno• ·di n efrit e subcronic.a, un econdo ·di diabet e .g r.ave e u•n terzo di ste1nos i pilori1ca, presentanti u.n a sin·dro-me uremica g rave d.a clorropeni.a, in tutto simile a una sind.r ome uren1ica ver a . La · ·o mni.i11istrazio.ne di cloruro· di sodio r iportò, i1n m o·d o rapido, il .t asso azotemico alla norma, m entre gli altri sinto·m i uren1i ci comp.ar vero. L ' !1 . pa sa in r asseg.n a i principali sill to·m i ylinici e di labo.:r.ait orio , m ettendo in r isalto qu1elli 1c:h e 11anno mag.g io1r e imìp1orta11za p•er una diag n osi <.!iffer en zia ]e tra una ·sindrome u.r en1ica vera e cla car enza ·di sale. Di cute poi sul m.eccani· 1110 patogenetico, di tal e iperazotemia e i.n fi11e richiama 1' atten zion e d el m edico sullo studi o a ccurato d·elle sin·dron1i uremi1c.b e, poich è q u ella d a mancanza di sale d eve esseir e com ·b atlu ta con un tra.tta·. inento salino, g·r azie a l qu1a1e può esser e fa cilmente vimta e sen za il quale, gen eir1alm ente, si ha l 'esito l etale. 1

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1904

<<

IL POLI CLINICO »

APPARECCHI E STRUMENTI NUOVI. Ospedale Infantile del "Bambino Gesù,, in Roma. SEz. C HIRU RGIA. Prima rio Prof. A. L. BoNANOME.

tole a doccia, riunite da un mani1co in modo da 1~a ff~urare una Z. Le due doccie ha.n·n o r.a1g.g1 d1 curvatJuJ:ra diversi ,per essere utilizzabili in •soggetti di differ ente mole.

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Su una doccia 1netallica che facilita la chiusura dell'aponeurosi nella cura del· l'ernia inguinale alla Bassini. .Dott. EMANUELE ScAvo ' assistenit e . Quando presi servizio presso questo r eparto chirurgico, vi trovai in uso :uno strumento di cui igmor.avo l 'esistenza e che seppi ide.ato molti anni or ·s ono dal prof. A. 1Bo1n ano·m e ron lo scopo di facilitarcl la contenzione del fonicello spermati1:0, durante la · sutrura dell 'aponeu.r osi, IIl•ella Clllr:a r.adicale ·dell 'ernia inao uinale alla Basisini. Poich è p enso ch e mlOlti colleghi ignor.ano l 'esistenza di questo ferro·, ch e la modestia del pro·f. Bo,n an.om e1 non ha voluto rendere n·oto e poich·è d'altra 1parte ho potmlto durante numerosi i nterventi apprezzarne direttam·e nte l'utilità , rjtengo opportUIIlo farne oggetto di una b reve nota. Quando dUrrante la ou:ra radicale 1dell ',eirnia alla Ba·s sini, do·p o avere ri collocato, il cor· done sulla nruova parete posteriore ci si accinge a sutu rare l 'apon eurosi del g r. obliquo ca. ' prta spesso di vedere spoTgere il oordone stesso 1dai labbri d·ella ferita -€, bisogna ·praticare la sutlll'a con un~ 1certa oculatezza per evitare di bucare con l'ago o addirittura di com•prendere nella ·s utura qualche elemento del cordo1n e. Si rimedia com·ume m ente a tale incon· veni·ente incidendo I 'aponeurosi del gran.de obliqiUlo non proprio in eorrispon·dooza del l'asse del 1canale ing uinale, ma um po ' medialm·etilte e 1soil levandone i mtargi1n1i, al momento dell.a sutur.ai, oon du.e p inze, m entre l 'aiuto coo una pinza anatomica tien e i:n .posto e protegge il cordon·e. Un operatore convenientemente aiutato può così eseguire la sutura con ra·pidità e sicsuirezza. M.a .n1on a tutti gli operatori è 001n oesso di essere bene assistiti; a molti colleghi, chirurg i condotti, ca·p ita spesso di operare con l'aiuto di ine·sp erti IIlOn versati al}'arte chirurgica , sì che qu,ella che dovrebbe esse·r e una intelligente collabo1razion,e è ri·dotta ad UIDl lavoro solo m!3.ll1uale, se pur non diventa urn· intralcio. In questo caso uno ' tru· mento che r.id1U1Ca }'.opera dell 'aiuto, lasci °libero il campo· o peratorio, ntantenga in posto il cordone e lo protegga n ello stesso tempo, rissce di gra,ndissima utilità. Si tratta di uno strumento di costruzi·one sem1plicissima (ve·di fig .), costituito da due spa-

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A~agiat? i~ cordor1e n ella nuova parete po-

steriore vr s1 applica la doccia metallica che lo protegge fino al suo ingresso nello scroto s u di essa si ricostruis·cei la parete anteriore dei can.a le inguinale oomi1n c iando la sutura dall'estremo inferior ei d,e lla ferita e prima di s.tringer e l'ultimo punto si sfila. NO(ll· c'è du1b bi·o che questo tem1p10 dell'oper.aiiion~ 1·isulti p iù spedito e ·più elegante. RIASSUNTO:

I

L ' A. de1scrive Ull1a spatola a doccia ideata dal ·p rof. A. Bornianome collo scopo di pr:oteggere e contenere il cordone spermatico, durante la sutura dell 'aponeurosi, nella cura radicale ·dell 'ernia ing uimale alla Bas1sini. Ricordiamo l'lmporlants pubblicazloae : Prof. oott. LEONARDO DOMINICI già Doc. di Patologia , Chirurgia, Clinica Chii urgica e Medicina Operatoria nella R. Università di Roma. Direttore della R. Clinica Chirurgica dell'Università di Perugia.

Piccola Chirurgia e ahirurgia d'urgenza Prefazione del .p rof. Roberto A·l essandri. Volume di pagg. JV...452, con 225 figure intercalate net testo, nitidamente stampato ed artisticamente rilegato in piena tela con inscrizioni sul piano e sul dorso. ' Il libro è elaborato con criteri di assoluta praticità, e corri, sponde in tutto alle esigenze odierne dei medici chirurgi con, dotti, dei giovani laureati e dei laureandi. - Prezzo L. 5 6. - Per gli a b~onati al << Policlinico » sole L. 5 2. Invia re Vaglia all 'Editore LUIGI POZZI, Ufficio Postale Sue, cursale diciotto, ROMA.


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SEZIONE PRATI CA

DIVAGAZIONI CULTURALI Il Clinico. Han Lauber (ll' . J(lin,. ll' och., 29 aprile 1932), .p r endendo possessa della Clinica Oculi~ti ça di ' 'arsa via, b.a pronrum·cia to una nobile e profonda orazione sulla figura dei} Cli· nico , sulla sua .a.t tività, i suoi doveri, e l 'im portanza altissima d·ella sua missio1n1e di medico e d 'e.ducat-OT'e. Ri1portiamo i1n su ccinto i p unti più salienti del di sicors·o : « Il Clinico deve esser e non solam ente un miedico colto, ma uno sperimentatore ·ch e' ha portato il con.tributo per.sanale delle sure ricerch e a que te o quel problema scientifico. Solo quel che si è conqlristato da sè si possiedei veramente, ha detto Goe the ; e solo quando si ha l.a, 1orato in qu.alch e ·c.ampo, si è veran1ente e profon·damente ipa droni dell 'ar gomento . L 'insegnan1ento clini co poggia prima di tutto ull 'o ser vazion e, e il Cli•n ico no·n cesserà di stimolare i uoi allievi all 'osserrvazione del m alnto; ina l 'an.a tomia n orrn.ale e p·atologica, e le ricerche di laboratorio n e r apprese11tan o un com1)len1 ent o indi pen sabile. Il Clinico 11on potrà avere una ·c,u·l tura u ni · ver '" ale; m a cerch erà di ten eTsi più ch e llU0 a contatto con le vari e branch e della m e1li· cina e al corrente dei progres ·i cl1e vi si co mpiono : ricer ch erà 1a questo 'scopo l 'amri1cizia e la collaborazione degli altri Colleghi, 111 antenell1do con loro un attivo scambio di idee e di discu ... sioni: e rPr r h erà a n zi di allaro-are il campo dell e u1e r e1lazioni, e tendendole aJ1'e ~ t ero onde a.11.a cciare r egolari rapporti scien· tifici co n1 i Cli11i ci d·ell e altre nazio,n i. Il Clinico dovrà e ere un buon p·a rla1ore, ichiaro1, fornito di diale.ttica e di p eirsuasio11 e : egli dovrà mietter i al posto del suo più umile ascoltatore, ei far sì ch e il suo insegnam ento riesca p·iano a tutti ; integrerà le sue lezioni con i varii m etodi d 'aiuto che più si prestano (tabelle, diao-ran1mi, ecc.) e, •S!op·r atutlo, con le esercitazio,n i pratiche. L 'impo rt an za ·di qu e... te è ,·er.a 1nente g ra[l di. sima: e iccome ono affidate agli assi te.nti , ecco la n ecessità di crearsi un persorn.ale ada tto, . cu.i erva di e empio, e ch e lo possa segwre. Gli as ist enti , ;naturalmentei, si abituano· a tratta r e il malato come fa il s uo m raestro; ove il Clinico din10 trerà loro, e con l 'esem pio, oltre che con la parola, che il prim·o· dovere del medico è di essere un u·o•m o bu10·n o, e che bisogna aver pazienza, e dolcezza: con quei ti in· felici ; i mala ti non .on o' « materiale d 'esp erimento », sono uomini che si so·n o affidati alle no tre m ani: e il titolo più alto, il titoilo ~ano della Clinica è qu ello di cc luogo dove i cura ». 1

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Il Cli·nico <leve essere di e"'•em1p io non solo a chi lo circonda, ma a tutti , di qualità etich e, morali: egli rappresenta cc il primo medico » del suo ambiente: i Clini·c.i sono il fior fiore della iprofeissione. Appunto per questo devono dimostrar di possedere q·u1elle qualità mora.li, qu,el S'en so d€ll.a pro·pria resp o•n sa · bilità, qu1e1ll 'ossequio alla verità scientifica,. quella coscienz.a del prop1rio ·dovere che so.n o il peso e l 'orgoglio· della n·o stra professione; Naturalmente non è facile ragg iu.n ger,e un tale ideale di perfezione culturale ed ·e tica .: ma b asterà c.h ·e il Clinic.o noni dimentichi che questi de bbono es ere i suoi ideiali, che li abbia sem pre dinanzi a sè, ch e non cessi mai di fare ogni sforzo per avYicinarsi a loro: egli entirà in sè crescere nuova forza., e trasciner à g li altri con sè . · V. SERRA. 1

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SUNTI. E RASSEGNE. · TISIOLOGIA. Tubercolosi polmonare ematogena.

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(H .

'fl1ediz. /{lin, 23 settembre 1932).

AssMANN.

La tubercolosi polm1o n.a re em.a togena è il ber~ aglio ver so cui è rivolto in quo. lo momento il fuoco delle ricer che di tu.t ti g li stu·diosi <li patolo.g ia polmo11are. Ormai, dopo ta:nti studi ed indag ini, s1)ecialmente anatomo-patologiche , i1·on può sussistere più alcun dubbio sull 'esi. Len za e r elativa frequenza di una i1n·v asione c111atoge11a del b. di Koch sia n ei polmoni che in a ltre piarti ·del conpo. M,a qu ello che ancora appare difficile è di stabilire, n el caso sp·ecifico , e i focolai infezio i ch e esi tono n ell 'organin10 siano· effettivamente v.enuti peir la via sano-11igna 0 1p puTe per .a ltr.a vi,a . Oggi si rispo1n de trop·p o faciln1·en.te a tale dornanda ch e ogini rn e· dico, din.anzi ad ru!Il tubercolo·t ico, do,·rebbe farsi. L 'A. cre1de ch e pos an o con siderarsi con1e e1niatogen e le form e ch e i manifestano, n ei po.Jmorn i, ·do.v e aqJIP·a ion o all'e a1ne radiologico "on1e piccole macchi e, e n egli a ltri organi co1ne fondo dell 'occhio, pelle, ossa , organi urinari. È una distinzio11e p iutl o ~ lo l)ratica, i11a a i1p1unto perciò , utile. Il prototipo delle tuber colosi sicur.a:m 1ente ematogen e è la tbc. miliar e a cuta , altrime nti delt a sepsis aicìu tissima tub erculosa o tifob.a cilJosi di La11dou.zy. È n.ota la difficoltà diag n o tica d cl suo qu.a · dro sintomato lo,gico· p·er la povertà di sintomi asco,ltatori e .p ercussori; l 'esam e r.a:diologico è il perno su cui si ap1)oggia u·n a g iusta ·dia g·nosi : caratteristico è in fatti l 'a pielto d.el campo pol1nonare. il qu.ale i pre en ta cos'Pia r o di 1... iccole n1acchie An ch e1 caratteri ti co econdo ~r atthe ... è il qu.adro eJ11qtolog iro . il quale n10, lra una notevole lin fo1Jen ia. Il r e1p1erto di 1

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1906

cc IL POLI CLINI CO ))

h·a cilli di Koch .n.el sang·ue circolante non è di g ran de im1p ortanza, in quanto tale reperto si può aver e anche in casi di tubercolosi cronica broncoge1na ed anche frequ,entemente in. altre form e dell 'infezio11e, (come d imostrerebb ero le ricerrch e di Lowenstein, non ancora peraltro conferm.a te). Perch è infatti si abbia una formazio.n ·e generalizzata di tubercolosi non è sufficiemte ch e i g·ermi di I\.och circolino1 n el sangue, ma è necessari.ai .anche un.a particolare capacità di r ea· zio1n.er dell 'organisn10. Inoltre m.·ella gen.eralizzazione ern.a togena della tbc. n·o n con.t a considerare soltanto il comportam1ento de.i 1POlmo111.i, ma anche, e di p iù, q:u1ello di tutti gli a ltri organi , della p elle, dellei articolazio1n i e del sis.ten1a nervoso : solo la muscolatura si è dimostrata cattiva ospite dei b. di Koch. Una particolare imrportainza r iveste i11vece 1'apparato linfatico·: sp esso· infatti la fo,r ma ematoge.na prende la sua origine d.a una. lirn ·foghiandola caseificata, specialn1ente nel secondo stadio di R.a•nk.e; pesso poi una forma gener.a.lizzata emat ogena '}) UÒ con cludeir si con una inrezione dei vasi li11fatici, dando la lynphangitis reticularis ultima1mlente d escritta ·d.a Han.s em.ann e Schiir~,an1n. Vi son·o poi dei e.a si in cui il germe in ,rade conLempo·r an eiamente le vie sanguigne e le vie l i.nfa.tich e, dando luogo a lla tu_b ercolosi 1

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linfoemato'gena. A parte dalla m iliare a cuta esiste una forma di tbc. miliare c1·oniica ch e può non dare alcun r eperto ascoltatorio o perc ussorio. Anche qui l 'e am e radio.g rafico ,aiuta dimostrando 1u n quadro simile a quello della miliare .a.cuta: inoltre posson·o essere n otati fo colai a carattere C'matog·eno a·n ch e in altri organi (corio·i dea, ·p·elle, ossa,, rene) . Simili casi si p·osso·n o seguirei per mesi ed il decorso dimostra un lento· ingrandirsi delle n1acchie 1)olmonari sulla lastra radiografica e } 'apparire di seienni clinici in forma di ra.n.t oli finemente crepitanti e di un certo timpanismo alla percu ssione del torace. Nella m.aig gior 1parte dei casi il m ·a lato, attraverso :uin d ecor so ch e può dur.are anch e parecchi mesi , oon lento ag· gravarsi dello stato generale viene a morte. Questo esi to letale della tbc. miliare è, si può dire, la re.g ola : ma vi son.o delle eccezioni . Certamente n elle forme acute e gravi la g u,a rigione è strao·rdinariamente rara, nelle. forme liervi in\1ece, in cui l 'inv.a sio.n.e bacillaT e non sia stata m olto rpo·derosa, la g uarig ion·e può aversi , peir quanto su1lla possibilità di essa in un.a tbc . miliare molti AA. a b·b iano ·elevato i loro· du.b bi . . L 'A. cred e in questa p•ossibilità e questa. fidu cia g li è d.a ta dall 'aver con statato radiolog icamiente in mo·l ti iUl·dividui, arppare1ntemente . ani, la presen za nel cam·po polm on:a1re di spes~ se macchie, cl1e l 'A. con sidera come una tb1c . miliare g ua rita e corrisp ondente ad u.na ma· lattia acuta ch e r isutl tava n ella anamne i di cias.cun individuo. 0

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l\ila esiste anch e una guarigione per riassorbi· men1to, per la quale le macchie de1 oaimpo polmonare si espandono in conS(\,aue.n za di una infiammiazione collaterale e vengono riassorbite nella stessa maniera con cui vengoru:> riassorbite le grosse infiltrazion i, oppure vengono rese in.n ocue peir 1cicatrizzazione. In altri casi inveoei il prooesso morboso prooed·e localmente e dà luogo· a g rossei infiltrazioni rotÒ1nde, ch e ain1c.h e per la loro· situazione sot0claveare , possono simul-are un friih irifiltrat ·· bilaterale sim1metr'ico1: per rammollimen.to di questi infiltr.ati si può avere form1a zion·e di caveirne e ·da queste diffu1sio.n e dei bacilli n elle vie broinchiali con conseguente insorgere di una com un·e tisi. Diffirusion.i ematogene bacillari più leggere danno origin e alla forma rc.hiamata da Neu· n1a·n.n. miliaris discreta: sinto1na caratteristico · di questa formia sarebbe, una milza dura e ·palpabile. Spesso qu.este leggere form e di inva·· sione b.acil1are dell 'organ.ismo, che solo un accurat~simo esan1e radiolo·g ico1 .p uò scoprire, terminano re.on una pleurite ess udativa , cl1e l ' esame clinico dichiara apparen.t em·eintei primi tiv.a. Qu·e ste stesse forme leggeire possono anche g.u!arire per assorbimento o per cicatrizzazioJ?.e, 0 ppure pirogredi:re localmente. Se guariscoin o per cicatrizzazione e q uesta è accentuata, danno origi1n e al quadro della forma fibro sa 1

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derusa. La linphart.gilis reticUJlaris, a cui abbiamo g ià accennato, si presenta all 'esame ra,diografi co, come una rete deilicata , n elle cui . maglie sono ordinate le m.a1cchioli·n e, quadr.o mo·l to simil e a quello de·lla linfangite car cinomatosa. Clinicamente si nota un1a1 discreta cia nosi e dispnea: il ventricolo ,d estro ben preisto si ipertrofizza e si dilata, indiu1cendo um.a stasi generale n el circolo. Questo fatto', poco conosciuto nella pra tica, h a una g ra·nde importanza per riconosic.er e la vera orig in·e di .alcUJn·i stati di scompenso', ch e a 1pr.rimla1vista appaiono difficili a chia rirsi. Con cludendo, si 'JYUÒ dire con l 'A. ch e i da· ti dell'esame 1clinico, l 'attenta osservazione del d ecorso della form1a morbosa, g·li acoUJrat~ esami ra·diologici, potranno s pesso darci esatti rag guagli stilla esten sion-e e gravità di una forma tubercolare: ma , anch·e con questi mezzi a nostra disposizionie, molte volte purtroppo la nostra curiosità di sapere dovrà riman ere senza risposta. G. LA CAVA.

Sulla patogenesi e sul significato della crisi · ·emoclasica da ri·fornimento nel pneumotorace artificiale. (M.

MAZZETTI, G. DI GERONIMO, G.

GASTALDI .

L'Ospedale Nlag giore, giugn o 1932). 1

· Ave•zzù e / Boggian . n ell a Clinica di Frugoni l1anno stabilito ch e fra il 20' e il 60' dopo il 'r ifor11in1.ent0 di un pnx artificiale, si verifi-


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(ANNO XXXIX,

NUl\[.

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1907

SEZIONE PRATICA

ca una crisi emoclasica, n1anifestantesi. con una diminuzione deil numero dei globuli bianchi, inversione della formula leucocita.r ia e abbassamento della pressione arteriosa. Le ricerch e di Avezzù ha nn.o tr·ovato confern1a in quelle di Pooticaccia, R eggi.a ni e al ... tri. Chini ha riscontrato eiosino,f ilia ipost-rifornimento in portato,r i di pnx per tbc. polmonare. Lo stesso A. ha stabilito sperimentalmen .. te che il rifonni111.ento post-ipneumatoir acico . nor1 produce leucopenia sui caini e sui ,co,n igli sani; ch·e qu·e sta si verifica solo quando il collasso sia spinto .a gradi estremi, per cui si,a supponibile u·na n·otevole riduzione ·del letto circolatorio. Gli AA . per parte lo·r o, hanno potuto con fermare le ri ~ ultanz-e di Avezzù ulla esistenza di UJnia c1isi emoclasica ch e S8t,oUe immediatamente al rifornimento pn·eumotoracico n ei tubercolosi. Scopo del lavoro è di iportar.e un contributo alla patoo-enesi della crisi ron·oclasica po·~t . . rifornimento. Gli AA. ri.cordano, a questo proposito, i lavori di D ' A1111ato e della suo scuola sulle modificazio1n i en1atologich e e tensiometrich e .p rodotte ·da ii.niezioni di tubercolin.a in soggeitti con a ll ergia tuber colare. D ' An1ato ha notato in essi il verificarsi di una crisi emo clasica per la introduzione di un milionesimo di g rammo di tubercol~n.a per via parenterale. Egli n e trrusse la consegu em·za ch e la tubercolina cateni in oggetti allergici uno schoc umorale do,-uto all e sostan ze spe1cifich e prodotte dal bacillo di Koch. Altra constatazione acquisita per opera di D'Amato e della ua. c uola è quella ch e le sostainze rproteiche asp~c ifiche introdotte ·p er via J)arenterale in soggetti con allergia tubercolare, non so·n o capaci di provocare la crisi emo... c la ica . . Avezzù e Bogaian , per spiegare i] prodursi d ella crisi emocla ica dopo il rifornim·e nto gassoso n .el pn°x teriapeutico, ·p ensano ch e es a possa es er dovuta al penetrar.e in cir.colo, per eiffetto d ella compr•e s ione polmonare, di tubercolina o di ostanze 1proteiche aspecifiche. AT'ezzù tende a dar ma.o-giare valore alla ipo.. te&i ch a la crisi emoclasica sia -dovuta a sostanze pecifich e elaborate' nel fo colaio tubercolar e del polm·one. Pomtic.accia e Reo-gia:n i pen ano invece a stimoli di diver sa natura orig ina ntesi a live llo della pleura e del polmone e capaci di risvea-liare una crisi vascolo-san ... g ui.gna con gli attributi d ella .e.risi emocl.asica. In questa discordanza di .parieri, g li A_A. hann-0 voluto portare un contributo ·speriom1ein1tale c h.e1 potesse :rischiarare il problema. A questo scopo essi in 10 individui portato ri di pn·x han . . no rioer.cato successiv.ame.nte la cri:si emo~ la si ca. d opo il rifornimento gassoso, dopo iniezione di 2 cc. di siero ·di cavallo e doipo iin·iezione di 1 : 100. 000 di cc. di tuberc·olina vecchia di Koch. · Mentre 1n· tutti i soggetti si ottenne sempre 1

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~a . c~si e~·o~lasica. dopo rifornimento, dopo

ìn1ez1one d1 siero d1 ca\ra llo mai si ottenne alcun elemento ch e si acco ta e a quelli. dello choc emoclasico; .ain·zi si ebbe .costanteme11te una certa leucocitosi. Un. particola.re interessa in questo S·econdo g ru11)p·o di ri.cercl1e ha il fatto ch e quattro dei dieci individui che ebb ero l 'iniezione di siero di cavallo, presentarono feno·m eni generali, co11·. . isteinti in ·senso di malessere, temperatura sub-febbrile . cefalea e fatti ·d i reazio·ne focale, v·elati dall '~um. einto qella tosse e d·ell 'espettorato, mentre non si potevano rilevarne ob.b i·ettivamieinte i segni polmona·r i per il ·Collasso e istente ·dell'·o rgano . questi quattro casi, a 1p areree degli AA., sono importanti, perchè dimo trano come, mentre è possibile provocar.et con sostanze proteiche aspecifiche ana~ilatto gene, reazioni evidenti n ell organismo bacillare, tuttavia esse sostalil .. ze non son o .capaci di produrre uno choc emocla ico nello stesso individuo, come si ottiene con rifornimento pnoeumotoracico e come si ottiene con iniezioni di tubercolina, fatto questo .che la terza serie di ricerche fatta ..dagli AA. conf·elrma pienamente. D.ai risultati delle lor·o ricerche gli AA. sono perta1n to p·ortati a concludere' ch e non· al ria: sorbimento ·di so·s tan ze proteiche e di pirotein·e batterich e a livello d.eil focolaio polmo . . i1are sia dovuta I.ai .crisi emoc].a sica, ma al fatto ch e ad ogni rifornin1ento una certa quantità di tubercolina veng·a spremuta da lla spugina polmonare .ei .mie "'a in circolo. Rimane a discutere ~ e la cri i emoclasica dopo il riforn·imento possa essere la ·conseguenza di Uùl brusco squilibrio fu.n zionale de] i t ema nervoso vegeta.rio. Tenuto conto del fatto ch e la crisi emoclasica in.an ca nei cani sani pneumotoracizzati, sieco·n·d o le :ri cercbe di Av ezzù e di Chini; ch e manca la reazione eosinofila in individui an ergi.c.i e nei cani sani , ! econdo le ricerche di Ponticaccia; che manca la reazion.e emoclasica negli individui portatori di pnx clim·i,c.amcnte g uariti e in sog~ getti portatori <li pnx '})arziale· :i;nreffi cen·t e perch è lontano dalla lesio11e polmonare, seoondo le ricerche ·di Mazzetti; dato ch e in tutti que sti casi, come in tu1tti o-li altri , la stimolazione vagosimpatica si v.erifica, non è all'irritazi9ne del sistem.a n ervoso vegetativo ch e può essere dovuta la crisi €>!11~oc lasi ca . • In conclusio·n e , .gli AA. an1111ettO!l10 che ad ogin·i rifor.n.imento gasso.-o in pnx ·p·er tubercolo,si polmonare, se la .lesione' è anatomicamente· attiva, una ceirta quf).ntità ·d i tu.P,ercolina viene sp~emuta e ·ass·o rb,i ta dal .circolo lin·fatic0 e sang uigno 1e provoca nell 'org·a1n °ismo una tipica crisi e moielasica, l~ quale è strettamente specifica e ra.ccl1iude in sè il significato import.a.nte dell'a ttività del focolaio bacillare, per cui ·deri,i;a ch e il J)nx, 91tre ad essere efficiente, deve essere m1ai1tenuto e proseguito. 1

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. C.

TOS CANO.


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1908

« I L POLICLINICO. »

Il potere calciopessico del polmone collassato. (R. PrNCH E RLE . Giorri.ale di Cli n1ica ll1 edica, 30 g iugno 1932). 1

[ ANNO

XXXIX,

NUl\{.

d endo la P'r onta fissazio·n e di quello introdo1tto e r endendone più rapida e più intelilsa l 'eliminazione . Secondo l 'A. l 'aumento del contenuto calcico ·del polmone collassato , non poten.do esser spiegata1 colD. un •s uo maggior contenuto di sangue (perchè, dati i valo ri della calcem~a, si dov.nebbero se mai tro.v are valori più bassi) deve essei:re ricencato n elle mo·d ificazio ni strutturrali a cui il polmone com·pre.sso va -inoontro : il pnx provoca una notev·ole ·proliferazio:11e degli elementi reticolo-istiocitari, di quelle oelluJe cio·è che hanno1 in alto grado la 1capiacità ,d i i~lob.are colloi·d i o so1spein.sioni provenienti dall'estelrno• 01 dal sangue; p er opera di questi elementi proliferati verrebbe trattenut0 n .el polmone compresso il calcio introdotto in eccesso. E. ÀNTONrAzz1.

L 'A. studia sperimen taln1en te il poteTe di fissazion e ·dei sali di Ca. del :polmone sano sottoposti a co.Jlasso·, con lo sco·p o di ·chiarire la patogenesi .della. maggiore calcificazione a oui vanno sogg.etti i fa.c olai tbc. dei po1lmooi oomipress.i rispetto a quelli non coin.pre·s si. Le ricerche son.o ·eseguite median.t e dosagg io e com1P3-razione: deil contenuto in calcio dei due polmoni id i conigli san.i sottoposti : a~ooni al solo trattamento pneumoto·r acico unil:aterale, altri a conteimporanee iniezio·n i intra,musco.Jari quotidiane di g1u:con.ato di Ca, :aJtri infine all 'iniezio·n e contempo•r anea di Ca ,e di ergo~terina o ·di ormoine paratiroideo. (Paratomnlon e di Collip 0,35-0, 70 cc. , iniezione inORGANI DIGERENTI. tramu·s col. quotidian.a per 13-17 g.). · Emorragie diffuse dello stomaco. Dopo uiccisi gli a nimali p e:r dissang uamento, e spirieimuto il sang.u1e ·q uanto più fosse possi(E. L. BoRTz, Arohives of Interna1l Medicirie, bile dai due •p olmoni, veniva eseguito il do·1932 , n. I). saggio del Ca n elle cen eri d·ei du.e orga.n i Le emorragie diffuse della i11ucosa gastrica usan:do il m etodo1 manganometrico di D e Waard. sono g eneralmente considerate di poca importanza, a causa della loro rarità. Tuttavia conNei C·onigli trattat i col solo, pnx non furono trovate too i due la ti .differenze di rin.a q·u al- viene tenerne conto, in quanto le ematem esi che entità o com 111n:q.111e superiori ai limiti di di qµesto genere im1p ortano un trattamento erro·r e con sentiti .a .a l metodo di dosaggio., Se diverso di quello ric~iesto d aJle emorragie dipendenti da . u,na lesion e gastrièa definita e. lon e d·educe ch,e il rp!Ilx non, appare sufficiente a d eterminare da solo, una m1a1ggiore fissazione calizzata. Le caus·e più con1uni di .en1o·r rag ie gastridel minerale ne l po•l mone. 1oollassato nei conch e sono: . fronti del control.aterale . Nei conigli trattati invee.e conte.m.poraneaA - Neoplasmi: carci11o·m i e poli.pi; n1'ente ·col pnx e col g lucon,a to di Ca si è noB. - Ulceri: acute, sub.a cute e croni,ch e; tato au.m,ento ·del cò ntenuto cal c~c.o in ambeC - . Infezioni acute o cr onich e : 1) Endue i polmoni, m.a tale a u·m 1e.nto fu semjplre più doa·d domina li: ·colite, enterite, gastrite, appendicite, infezioni dellE." vie biliari, tub.e:rico ... evide·n .t e dal lato compresso ch e· dall 'altro. Anch e maggio1r e1 risulta la fissazio1n e ·d el Ca losi, tifo; 2) Extraddo,m inali: scarla.ttina, febin am·b edue i polmoni ·di 1m ima li trattati con bre g ialla, mo·r billo, p ulmonite, difterite, e11ergosterip.a, e· anch·e in questo· caso il potere ·docardite; 3) Affezioni delle vie respiratorie ca1ciopessico, si n1ostra .assai più elevato ·n el superiori; 4) Malattie pelviche; 5) Alcoolismo ; D -· M.a lattie sistematich e: 1) Cardiovasapolmone sottopo1sto a collasso rispetto all'altro•. Semtbra realmente qui'.n di che l'attività cal- li : insufficioo·za cardiaca, en.docardi te, tron1, ciop.essica del po}mo:n,e sia a,ccveisciuta ·per o'p e- bosi o emiboli.a, ip·erten sione, .aneurisma, vara del -p nx e ch ei l 'ergosterina non faccia ch·e rici; 2) Discrasie sanguign·e : leucemia, po1·ren.der·e più · manifesta la maigrg:iore at~itu1dine por.a ; 4) Malattie ren,ali; 5) Cirrosi epatica; 6) Sifilide; 7) AlleTgia; .ai fissare il e .a 1 del .p olmone collassato. E - Co·r rosioni : da ingestione di veleni~ Per contro negli anim.a li tratta1ti col pnx, col Le sin .dromi su elencate sono tutte bene deCa e con l 'ormon·e paratiroideo· co·n.tempo·r afinite e di diagn osi relativamente facile . Ma n·eamente, non solo si è avuta U·n a mi·n ore fisoltre a queste cause patolo.g ich e, chei di soli.... : :.azione del metallo dei conig li trattati con ergosterina, ma anche di quelli sotto•p osti al . to .provocano emorr.agie ·da un solo punto delsolo tr,a ttamen.to c:alcico, e la .differen~a media lo stomaco, ve ne s ono altre che determinano tra Ca fissato ·n el po1lmo·n e collassato e n el fuoriuscita di sangue da ullla superficie più contr ol1a,t erale risultò pure inferiore a quella o n1eno estesa della mucosa gastrica. riscontrata :nei preood·etnti es·p erimenti. La spieSi .p oss·ono verificare : gazione ·di questo riis ultato sta . ne l fatto ch e 1) Emorragie gastrich e diffuse in segui1'o,r mone paratiroideo produce aUJIIlento della to a sforzi fisici o ad en1ozioni. Casi di tal gec alc€mia a spese ·d e1l calcio d ei tessuti, im pe- 1n ere furon.o osservati d.a V\Tarren, Alv:a!l'es ~ 1

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SEZIONE PRATICA

l\l ayo Ptob son. All 'operazione n on si riscontrò al c t~11 fatto :patolog·ico ch e g iustificasse l 'emor1'a o cr1a.}

2) En1 orragi e i)rofuse d.a difetto su1perfic ia le d ell a r111uco ·a . Questa condizione fu d e .. ' Cr il t.a d a Di eulafoy . 111 ambo i ca i d a ]ui studiati (u110 al tavolo anatomico e l 'altro all 'atto de ll '01)erazione) n on risco,n trò fatti patolog ic i loca.lizz.ati . L 'en1orragia avveniva ·da u·n .a la·r ga superficie d elta m u c·osa, cl1e n on risultava in pessita o con1unque a lterata . Solo qua e l à s i n ota,·ano d elle cl1i azze ecchimoticl1e e d elle erosioni. Ma que te più cl1e ca usa devono ritenersi effetto d ell 'emorragia; 3) Emo·rrag ia da ininute lesioni d ei vasi gastric i. Questa con·dizio[le fu descritta da Sn1ill1 n el 1902; -±) Emorrag ia da moltep·lic i m1inute ero.. _ io11i. La condizione, nota con1e cc morbo di Ei11l1o rn », è caratterizzata da ero ... ioni multiple d ella superfi:cie interna d ello stomaco , c h e .. a·nguinano leggern1ente. I pazienti avverto110 d olore e e n.so di peso. Il dolor e no.n è int en~ o , sopravviene immedia tam ente dopo i ipasti, è i,n dipendente dalla qualità d egli alim enti, dura u1na o due o r e e scompare grad a tam en te. Di olito durante g li intervalli il ... o o-o-e tlo n,on avverte a l c un n1alesse re. . . cl1o ff d escri se un tipo di erosione, le co.idcl ette s tig mate d i Beneke, localizzate preval en len1€n te n ella g rande c urvatura . Esse sono di solito p iccolissime, puntiformi. Sembra~o· in ~ trelta relazione con ·disordini n ervosi. !Ben eke OJ>i11a ch e g li 1)asmi arterio i n ervosi pr0 Yocl1 i110 piccole n ecrosi anem ich e, sulle quali aa isce il SUCCO ga strÌC·O d eterminando dig estio11e d ei capilla ri ed em orrag· ie . Talvolta le os ~ e rvazi oni anatomiche possono esser e c on1ple lam1ente n egative e la condizione è chiarr.1La cc emorragia g astrica par·e n chimatosa » . L 'is.ch e111ia è a{fatto tra•n sitoria e ip1uò essere seg uita da iperemia o da circola zione norma.l e. Alc uni autori attribui scono il blocco arteri o ~ o e la n ecrosi an em ica a contrazione spatica della muscularis mucosae. Altr i trovano la cau ~ a d ell 'affezione i.n disordini costit u zion a li, nutritivi e c jrcolato·r i ; . 5) Ema tem e i ·d.a fil tr:azi.on e cap illare. L 'en1 a ten1es i si può ' rerificare nell'assenza a ssoluta di ogni lesione d ella m1u cosa. Ta li attacchi d i em orrag ia spe so i possono ave re in s oggetti .clorotici con il compl esso di sintomi aesign a to come (( dispepsia 1anemica )) ' (( dispepsia clor otica » e simili . Ha le White n ota ch e dis turbi d isp eptici gravi 1si '.riscontrano p iù frequ entem ente n ella clorosi ·ch e in a ltre anen1ie, e con i ton o i.o ematemesi, vomiti e d olor e. I,n tali casi spesso si sospetta I 'ulcera gas trica m.a in e ffetti m1an c.ano molti car.atteri ' si·n to111atolo· g ici di d ette .a ffezioni . Il so ggetto , di salilo , n el periodo intervallare non ha di1

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turbi di sorta. L 'emorrag ia non dipende da u11.a lesion e l ocale; ma l1a fuoriuscita d el ai1.g·ue avviene da molteplici punti d ella n1uco . . sa ch e non presenta alcuna alterazio·n·e. Quando esi tono ero,s ioni minute o ecchimosi, esse :ono più l 'effetto ch e la causa dell 'em ·orr.agia, 1111 quanto sono dovute all 'azione d el sangue ·ull '.eipitelio; 6) Gastr.alg· ia e m .o rragica. Strettamen.te a sociata a lla preoed c·n te è la condizione nella qua le l 'ematem e i è accom!p:a gn1a,La da int en so d olore. Anch e in questa form.a n1anca[loal terazioni della muco·s a; 7) Emo rrag ie diffu . . e conseguenti ad oper azio.n e p eir ulcera gastrica. Il r ia ssunto di 52 ca. i d i ei:riorragie gastri . . che riferibili alle s u a ccennate condizion.i , diinostra cl1e esse sono gener alm ente car.atterizzate da un compl e so di ·disturbi che .consente un certo orienrtan1ento per lai diagmosi. Tali d isturbi sono: E1natemesi sing ola o ricorrente, profusa ·O moderata, ·con o sen za sintomi di hoc k; dolore g astrico (cardialgia, ga~ tlìalg ia); ip ersensibilità epigastrica; malessere dopo i .p asti , sen so di pe o o di pien·ezza; i:nd igest ione ·cro.n ica ; nausea; vomito; singhiozzo; flatulenza ; m elen a; stipsi; cefalear. La ·diagnosi differ enziale può essere agevola ta da a ltri elem enti. L 'emorragia g astrica diffusa s i verifica in soggetti giova1n.i (20-40 anni ·d i età) e ·p iù n elle donne ch ei nei ma . . cl1i. L 'evoluzione è silente, e l ' e1n.a temesi C·O~ tituisce il p rimo sinto·m o . I periodi di acca l1nie tr.a un alta.eco e l 'a ltro pos ono durare in1esi ed ain.n i . La condizion·ei può essere preente com e con eguenza di un 'opera zione per la cura di ·u n ' ulcera g astri ca o duodenale . I ·intorni sono 1p-er lo più m eno g ravi di quelli c be acc.o mpagn.ar10 l 'em.ate1ne i .a.a un 'uloera . L ' esan1e (fadiolo,g ico :.r isulta. negativo. M·o·l to s pe so co·n l 'em orragia scompa io·n o g li a ltri eventuali disturbi. Infine la ga stroscopia ·p uò fa r . rilevare il ti.po d eJla lesion e. J,n caso di ematem esi im.p rovvisa e profusa, la diag·nosi differ enziale im,miediata fra emorragia da .proccs o ulceroso o non, è di seconda ria imporLan za . L 'e itaz ion e d el chirurgo può e1ssere .g it1s tificata solo dal sosp etto ch e I '.emorragia sia diffusa . In effe tti qu·est'ultima può co m~pari­ r e e non ripeter si ancl1e se.nz.a l 'inter vento. In effett i il tra ltamento chirurgico è inutile e rn on d ann oso·. La c ura immed iata deve esser e ind irizzata a d arrestare l 'em orragia e a d ovviar e i fatti dipemdenti dall 'anemia a·cuta: immobilità asoluta a let to ottenuta a n ch e .a m ezzo ·di i11ie . . zioni di n11orfina, appli cazioni di freddo su ll 'addon1 e e di caldo a lle e tremità, dig iuno a soluto per 4b' ore , eventual m en t e tran sfuion e di sang u·e . L 'te1morragia diffusa tende a g uar ire s1)onLa n e.am .ente1. Ad ogni n1·odo per aiuta re la ri1

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1910

cc IL POLICLIN I CO »

gen erazione d el sar1gu.e si somrninistrera.n.n o estra tti di fegato e preparati ·d i ferro. Si indicl1er à una dieta, a da tta:. Si elimrin erann o tutti i focola i di infezione. Si farà -Osservare un a deguato peri odo di riposo. P er diminuire I ',a cidità g.a strica e la tend enza a llo sp·a s r110 ·s i co·n siglierà l 'atrop ina. Per n eutra lizzare l 'eccesso ·di a.cido, p iù ch e il bicarbo·n ato di · oda si ado·p ererà I '_idrato colloida le di a llu1n inio. La even tu a le d efici:e1n za di calcio si corregger à .c-0n il g luconato di calc io per os. Ai o·g getti lll.erv.osi .., i somm.i .. tni ~ t.reranno i bro111uri e ~rreparati b arbiturici. ])R.

XXXIX, Kul\1. 49]

[ANNO

Ptos·i gastrica e terapia chirurgica.

fu seguita dall 'A. ) divi sero il n ervo presacrale e i ne rvi m esenterici inferiori. I risulta ti ·d ell 'A. n ei s uoi tre casi furono ottimi, nel se11so ch e entro du.e m esi sco1n:rXlrve la stipsi (in un caso· era s tata g ià fatta inutilmente una colecto11 nia). AJle osservazioni di Woster.. Droug ht il !Ba1r ring ton W ard rispose ch e non si può dire qua n t o tempo duri l 'effetto d ell 'o·p erazion e. J. H. Gibb·en s, n ella stessa ri:u1n ione, ha con1unicato u rn 1c.aso -01)erato da l Sergent, ch e fece l 'escission ei d el ganglio mesenterico infer ior e con ri sultato buono n ei rig uardi d ella s tipsi , ma senza ca·m 1biamenti n·ella dis tensione a d·domin.ale e n ella p eri stalsi. R. Lu sENA.

(L. Los10. Arch. ~i Pat. e Clini. 111 eclica, agoto 1932).

MISCELLANEA.

L 'A . affern1a cli-e n ella p to·s i gastrica l 'i:nt erven Lo1 cl1ir-urg ico ha la siu1a indic.azioin ·e p·r ecisa quan·d o ogni trattan1 ento m edico non ha a1~orta t o alcun mig·l ioram1ento. · Egli h a pro})OSt o un uo n1etodo di ·cura chirurgica d el.Ja }Jto i ga trica, con istente 1n el cr eare u n p ia n o di ap1)0.g gio -a llo sto·m aco n1edian te il m e ocolon tra verso, t e o .a n10' d i diafr.amma fr.a la propria base di i1n.p ia11to e- la parete addo·m inale a11t eriore . Co11tro l 'ob·i ezio1n ei ch e l 'e ffetto st atico d el1'op,er.azion·e po ... sa venir annul lato d.a llo, vilUJ}JJ· po ·di u1n• utero g ravido agli u1ltimi mesi , porta il ca . . o d i u na d onn a, operata secondo il suo n11etoclo, n ella qu.al e l 'esam e radio.g·rafico, eseg·u ito d o1)0 Ufil.a g1~a:v idanza, dimostr:av.a ·che lo ~~t on1.aco aveva co1n,seirvato1 la norma le ·p osizione .a cquisit.a con 1'int erven to. C. 'fos C1\ NO. 1

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Simpatecto1nia addominale nella inalattia. di Hi1·schsprnng. (L. E. B ARRINGTON-V\TARD . Procecdings of th.e Roy. Soc. af l\1edec. , giugno 1932). Dopo· l 'osserv.azion e ·di Royle e Hunter fla,t ta nel 192± d ell a gu arig ione d ella stip,s i dopo s im1)at ecton1ia :a1ddom inale eseguita ·1)er c o•m biatt ere uno pasn10 deg li iarti inferi ori, Wade e Roy le a1)r1licarono quest 'intervento , con s uccesso, al] a m. di Hirsch sprun.a . Nel 1930 Wade r iferì su 13 c asi e altri casi fl1TOD·O d escritti da ,·ari autori. D.a qu c to si fece derivar e la teoria ch e la malattia d ipenda d a i•p erattiviLà dei gan gli in1patici :a1dd-o minali. P er quanto rig u.ar:da la t ec11ica d ell 'interven to , W a de e Roy le tagliarono il r an10 bia.nco d el primo n e rvo lombare a s i11istra, tut li i ran1 i d ella 1c.atena lombare e il tron co n ervoso .al disotto d el IV ganglio ; Judd e· Ad on escissero il 2°, 3° e 4° gang lio lom1bare c ol tronco in1patico princi1)ale. InYece Lar ki11 e Rearn1outh (la c ui t ecnica 1

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Metodi pei·icolosi di interruzione della gravi.dan7..a. (J<..

REU T E R.

1\1 ediz. Kliruilc, 23 settembre 1932).

La ma a del p ubblico è con vi11ta._ ch e la inedicin.a po eg.g~a oggi in m.a.n-0 d ei n1ezzi a tti ad interro 1mpe1~e la .g ravidan·za con la stes.. a facilità C·O:n 1c.u i un c ucc]1iaio di olio_ di ric in o cura una i1n ·dige tione. È q uie sta stra11a fiduc i.a ch e 11,a provocato tam.ti disa1 tri . La d·on11a gTavida e ch e voglia di. farsi d el uo frutto, si sotto·p one a d ei m e lo·di abortiv i di c u,i essa n·on con osce la g ra vità ed il perico lo d i vita ch e con1.port1ano . Le d o1ccie ' 'agina li, ad ese111pio, on o con o, ciute c o·m e m ezzo abor•ti,·o .an1ol1e n ei più r e1noti villaggi: 1se ers e si din1 0 tra.n o ins:u1ffi c ienti, si cer ca, c-on l 'aiuto d ella cannula .aig·g iu11ta , di r aggiunger e la bocca d ell 'u tero. E qui i1n com inie.i a I.a tragedia. Esen11pio classico può esser e il segu ente! caso : Una donna di 38 am.ni , .g·r.avid.a per la 5a volta,, d ecid e di abortire : si chiu·de sola in casa e fa d elle docciature u ter ine con una l.uITTga cannula . È trovata morta co·n la cannu]a ancora in v.agi.n.a : l '.autopsi.a, pratica t:a· 24 ore d o·p o la m o.rte, n on· dimostrò a lcuna a lterazio ne a car ico degli or gani , tutti i)erfettameinte $an i. La g·r a vi danza era al . . econ d o m -ese. Il cuore, n1e .. so in .acqu.a, g·alleggiava per l a. .gr.an qua ntità di ar-ia ossi gen,ata conte,nutavi. 'A ria si trovav.a ain ch e n ell 'interno d el} '·utero, n ei suoi va· si e n ei va i 1ch e d all 'utE."fO si dirig o110 verso i I c uore. Il ""an g ue n el c uore e n ei vasi er a l iqu·ido. Ancl1e l e cor on arie ro1n tene, 1ano .a ria. L '.uter.o con ten ev.a 1' uovo 1n -0n .aperto, dl sbaccat0 solta11 Lo da un lato ·dalla parete: intorno tin ·po' di .~.a11g·ue liquid·o ed 1uri1a piccola ferita a fon do, iciero, p1ro·fonda circa 1/ 2 cm .. Si trattava indubbiam ente di u1n .a en1b·o 1ia aasso.sa. L 'ari a in1me:ssa con le do·cciature n ell ' ut ero er.a stata1 riassorbita dai numerosi e dila tati vasi venosi d e.lla 1)ar.ete ed era ent ra la 1

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[ANNO

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SEZIONE PRATI CA

in. circolo 1prrovocando la n1orte. Ques ta era stata ca usata pro·b abiln1enle dalla e111bolia delle coronarie, cl1e ave1va l)Ortato ad u11a paralisi d,eil muscolo 1cardiaco . Un altro caso riguarda una do1n n a di 32 a . al 4° 111e e di g ravidanza, ch e n1ent re ~ i faoeva pratica re delle doccie endouterine dal 111.arito, 1111Qri in pocl1i secondi . La quantità di aria atmo ferica (11on g.a da putrefazion e) trovata n el .. i . . te111a vasale di que ta do1n11a fu di 3·0 ice. Anch e q ui , come n el ca o precede11te., il fora111e ovale si trovò apeirto e aria er a contenuta oltre ch e J1elle :a1rlerie corona ri e, a11cl1 e n ei ' 'a· . . i dei 1)le i c oroid ei cerebrali. -n terzo c.a .. o rig ua rda una do n11a po ata al 5-6 111€ e di gra,ridan za : an cl1e qui la te a a namne i e lo ste 1~ 0 qua dro a11aton10-pattologico. Esperienze tabili te ... u ca11i da Parade l11a1n1n o din1·0 trato ch e il 111eccanj sn10 di q.uie . . te 1norti da e1nbolia con i te in un·a in1prov,ri. . a i cl1en1ia del te1Titori.o mu colare cardiaco. Con1 e ·... i ' ede d.a qu e ti ca i e da 111olti <:t.l · tri de critti n ell a lett&ratura, il pericolo di morte da enilioli.a ga . . osa per iniez ion i d i li quidi 11ell ' uter o g ravido è trao rdina r1'1 tn eotr grande. Ma e que to è un o· .dei 111ezz i più pt•ricolo i e più ·comlUJn.e1l1ente 11sa ti i1 on i11en o .. i può dire di .ail tri m elod i u ati ancl1e da n1e·Jici. Co~ì per e ... en11Jio, il me to do i)ropo to d ai Oe·h l-cl1langer, il quale dà con1_.e m ezzo sic uro e innocu o di provocazion e del} 'aborto l ' i11 iezione di 3-4 g r . di ti·n tura di jodio n ell 'utero O'ravido: l 'iniezione i fa 1co n 0111 ca tetère n1eta ll ico, largo 2 mn1. che si fa gi ur1 ~ere ino al fondo dall ' utero . Ed ecco i 111i fa tti di tale m etodo: un g iovan e 1ned ico iniet_tò la quantità prescritta di tintura di jodio n el} 'utero di una donna di 35 a. 1a1l 1° me . . e di gra,ridan za. La 1paziente ebbe subito un attacco di debolezza da l-la quale tosto i rimise: i11comincia ron o ·d elle en1 orragie. La era i m ari.ife tò una sintom atoloo-ia da eden11a poln1on are e la paiziente n1orì in po1cl1i 111inuti. L 'aurtop ia di111 os.trò com e con molta ' eri~ irn igl ianza la i11orte i doveva far ri salire ad un·a, into icaz ione da jodio. La ricer ca chin1ica dirn10 _1rò i1n 100 g r. di sa11gue, l ,G ,n1g·. di jo·dio e 6 m g . in 100 g r. di u.rin a; i 1)olmoni n1o tr.avan o u1n· forte o-rado di eden1 a. n Lale1 ca o basta a din10 · ·. tra r e la pericolo, i tà d i q ue Lo 111 et odo ab ortivo, il quale può a prin1a vista embrare 11101to J)ratico, ia per la rap.i d:;:i1 distruzion e del1' em bri on e e qu irid i per la r.a1)idità con c ui si con seg u,e l 'ab·orto, sia i)er le :11tircatC' q11alità antise tticl1e del n1ezzo u ato. la tin tt1ra di jodio. Ma alcu1n,i · ca i sin ti li a quello decritto, misero in guardia i fautori del n1etodo, al-e.uni dei qual i pen·~ aro n o di f)O Ler rendere inn ocua I '.azione d ello jo1d io n1e. colando qu e to con dei grassi . Furono così f:a1h b·Pirate delle J)Om ate .a base di jodio· (al 10 %) c11e p reseiro in comm·ercio 1

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' ar i n-0n1i in,rita11 Li Ed ecco11e i ri u1ltati: una donna di 25 a., al 3° mese di g ravida1iza, eb,b e in·ierttata 1n ell 'ut er.o una. di ~ue t e sos.ta11ze . Subito si 8bb·e tosi_e da irritazione ·oh e oessò i110111e1n t,aneamente dietro son1n1ini trazion·e -di u11 calma nte, per riprendere dopo alcun e ore, accom1pag·nata da un i)eggioran1enlo dello ..Jato gen eria1le. i 1n otava intanto' en11orragia dai genitali, ciano i delle labbra, 1pol o p icc·ol o e debo·l e·, i11.a n·· canza di r espiro, azione cardiaca i11debolita. L 'utero i palpava 3 dita trasverse ,a l -d i sopra del p ube. Si feoei diagno• i di embolia polmonare. I11tanto l 'aborto i era verifio31lo ed il feto e la placenta sporgevano i11 vagi1n a. Il quadro JJolm·o n.are andò. le11ta111en·te pe.g g ioraJ1do n elle ore succes j,re1: un e a1ne delle ·u1rine dimostrò la 1p resenz.a di cilindri j,a lini ,, di ev iteli e leucociti . La 1p:aziente lUOli a ±8 ore di di tanza dall1a1 in·i-ezione a b o1iiva col quadro della insuffir iern.za respiratoria. L'auto1) ia di1110 trò un.a en1bo lia ga&sosa diffu a a tutto jl poln1one. La causa ,di m orte fu quindi l 'ini eziorne aborti va 1>rati·cata : e ciò pa1rticola1y1ntente i}er il fatto· cl1e i g rassi adoperati in q ue, ti ir1i cugli a bortivi han110 un ~°'.11to . di fu . ion.e inf.eriore a 8"7°, fatto ch e1 far il tta 11 loro ingre o nel torrente circolatorio·. · Da tuitto quain to· i è detto ri ulta la g·ra"e 11eri c ol o~ i tà ,di qu e·~ti v.ari m ezzi aborti vi, p eri c ol o ~ it à , cl1e ne con Lro·indi·ra a ... olutan1ent e l 'u'"' o, s1)ecialn1ente n ella ipr.atica 1a1rnbultt l or j a. G. L,.\. eAV A. 1

La cura chi1·urgica del torace imbutiforme congenito. ( A

r:: RBRUCH .

A1·ch. · z. Chir., 1932, v . 23±,

760). Già n el 1913 Sauerbrucl1 aveva p•rop~ lo 1111 intervento ch ir urgie.o· 1)er il torace in1bu tifor111~ (Tri r hterbrust) corn o-en ito, consist ente 11ella r esezione della parte i.n ferio re dello l e1rno . In q ues ta maniera v1engon o a ridursi i fen om eni d i conì ·J)ressione con Je1 loro consegneoze sulla to1Jografi1a1 e Sllllle fun zi.011i dei polmo.ni e del cuor e·. 11 Sa u·erbru ch l1a trattato 4 casi co!fl qu·esto n1 etodo, con buo·n i ri ultati. Un ca o ~ tato o prrato da Lexer con bt10Jn i ris11lta ti. L'intervento con i. te in 2 in1cisioni lo11gi tu·d in nli ron sezion·et delle e.o·. te (dalle 5a alla 3a. o alla ga) in corrispond1e.nza delle art. condrocosta li. Qui1n1di ven gon o passa te 2 lung·l1et te Lra.- ver salm en te d.i etro lo ster110. J_,,e- estTemità dell e lun gh ette st ei se ven go·n o saldamen te a·n n odate ,d avanti !al to·r a c-e, e vi vi1ene ap}1li cato un apparecrcl1io orto1)edico di trazion e dal basso i1n alto a i)aziente di stes·o. In quef;l.a m.a·niern lo sterno , ·ien e.i le11tan1ente soll evato e dopo u11 <:erto nu,n1e.r:o .di giorni, è g iunto .ad u111 l i,,ello tale ·da lasciare ·u,n o· spazio sufffci ente agli orj) .

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IL POLICLINICO

gani toracic i. Allorquamdo si si-a. formato un callo_ sufficientementeJ solido, si toglie il tir.agg io. el c.a ~ o di Sau.e rbr ucl1, ch e è per or.a il prim·o, n.ell.a letter.atur.a , si ebbe una buona r es tituzione di forma ·del toracei, e una scomparsa dei <listurrbi di circolo. A. CALÒ.

La tt'asfusione di sangue nelle osteiti pn· rulente delle ossa craniche. (E. PALLESTRINT. Il Valsalva, nov. 1931) . L 'A . riferisce u due ·casi clinici, in c ui la trasfu ione di non grandi qu.antità di san g ue (250 cn1c . in un adulto di 36 a·nni e 200 in un bam~ bin.o di 3) ha avuto un successo r.a1p 1ido e co·m pleto ; Ii·e l caso di ma toidite bilaterale operata con.temporane.amente nel bambino· co,n broncopolmonite 'SÌ è otte•nuta la risoluziorn1e di quest1ru e l 'imm ediata ripresa del •p r ooe·s so di granulazione e di c icatrizzazione d eille ferite. La tr.a.sfu sione sanguigna può r eca·re grandi vantaggi in molte affezi-01I1·i a tipo ·e morrag ico, infiammatorio , tossico e disc.rasico, quando veng·a praticata su precisa in·dicazione ei l 'org.anismo, sia in grado di rispo·n dere .a ncona1 attivamente allo sti.m1olo da essa determinato. Nel ·caso ·p articolare de.Ila cura ·d i osteiti progressive d elle ossa cranich e, i casi d ell 'A. n e fil. dim'Ostra.no l ' e(ficacia notevole.

CENNI BIB·LIOGRAFICI. c1> ft1ala6tie d'a viru.s filtrabili e sc.oniosciuti. Vol. VI, P arte I'.r del Trattato Italiano di lgi€11e. U n vol. in-8° di pag. 416 ,. con una tav. e 128 fig. in parte a più colo·r i . Unione tipog r afico-etditr ic e to-rinese, 1932. Prezzo L . 55 . Si inizia, con questo volun1e de] noto Trattato <l:iretto d al prrof. O. Casa.g randi , la trattazion e d ella Epidemiolog·i.a special e. Sono qui co11side rate le malattie da virus filtrabili e sconos·c.iuti, che includo1n o infezioni d ella massin1.a impo·r tanza igie11ica ed epidemiologica. I ingoli .arg omenti sono svolti d.a chi su di es· i possiede una particolare competenza.. Il vaiuolo ·è trattato in buoin a •p arte dallo s tesso C.a sagrandi (di cui sono ben C·onosciuti g li interessanti ed originali studii sull 'eiziolo,g ia), con la c.ollaborazione di P. Vagliasindi e di A. Cinci•n0n ati ed u sufruendo anche degli scritti di A. Celli ·e di A. Scarpellini; costituisce la mo nografia .p iù esauriente sull 'a·r g·omen to·, anche per quanto Tigu.arda la pre p 1a razione ed il controllo del vacic.iin.o. Dia mo l'elenco degli altri argomenti trattati con i nomi dei rispettivi a utori ; l\1orbillo e carlattina (M. Declic'1); Parotite epidemica (G. Sangiorgi); Polion1ielite anteriore (G. Dessy); Encefalite letarg ica (G. Brotzu ); Traooma (G. 1

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(1) Si prega d'inviare due copie dei libri di eur si desidera Ja recensionè~·

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XXXIX,

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Sangiorg i); Varicella (A. Seppilli); Pteun1atis1110 articolare · acuto (A. Ilvento); Tumori n1aligni (P. Sanfelice). fil.

Har11dbti.oh der

biolog~schen,

A rbeitsrrieith o,d en.

Sezione IV , Parte VI, II metà, fascicolo 5. Un vol. in-8° di pag. 217, con fig. Urban e Schwarzen·b er g , Berlin, 1932. Prezzo RN1. 14 • Questa pu;ntata ch e 1C.<}n1pleta il volurne sui meto,di di chimica e fisica a~plicate, del noto trattato diretto ·da Ab,d erhalden tratta i Yt\ri arg·om enti riguardanti l ' a·p parato digerente. La tecnica e la metodica d ella gastro fotografia (J. H eilpern e O. Poroeis). I .m etodi per lo studio della con1posizione e ·dell'azione della flora i!n testinale (M. Schieblich ). I n1etodi 'iscerografi1c.i ·e la 10 ro applicazionel all ':u10 rno', sano ed amn1alato (D. Da nielopolu). La trasposizio·n ie extracutanea pern1anente d egli orga11i interni (H. Molito.r ) e, d.a ultim,o, la i11etodi.c.a •per le fi stole perrmanenti negli u ccelli (!4,. Groebels e H . Never) . . La monogr.a.fia più lunga e più interessante per chi n·on· è spec ialista è quell.a sulla flora intestinale, in cui si acoenna anroh E.1 a i n1eto·di ed a i risultati ottenuti nello stu1dio della vita senza n1icrobi. fil. 1

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A. LuMrÈRE. Leben1, Krarikheit iz 1ld Tod, als J( olloid-Ersclieinungen.. U1n v·o l. in- 8° di 128 pag. con 30 fig. e 17 tav. a colori. Franck ' sche V·e rlagshand. Stuttgart. Il titolo di questo lavoro n ei indica di pet sè l 'ind ole. I n1is teriosi •p·r oblemi della ,·ita, della malattia, d ella morte,· c he da secoli affannan o la mente u·m ana , son o stati , volta a volta, considerati secondo l e teorie d el tempo . È un fatto ch e la chimica fisica e so·pirattutto le teorie sui colloidi h anno ora gettato 1nolta Juce ancl1e su m olti fenomeni biolo,g i,ci. L 'A. sos tiene la tesi ch e, siccome tutti gli esseri viventi (pi.ante ed .a nin1a li) sono costituiti da materiali ch e si trova1no in stato colloida l e, n on vi è vita al difuori di questo stato e ch e i fenomeni vitali dipendono dallo stato colloidale. <..': on I.a den1olizioine d ell 'e·difi cio colloidale1, co·n la flo·c.culazio·n e, si ha la malattia e la n1orte. Espone n ell.a ])rima parte, le nozioni generali sullo stato colloida l e della materia e, nella seconda, i iprocessi vitali n ei loro rap1Jorti con l e proprietà d ei colloidi, per passare ·p oi ai fenomeni di floc.culazione n elle dive rse n1alattie. Tratta, quin·di, larg;am ente i fenomeni di cc shock. n (traumatico, infettivo, epilettico, tireotossico, eclamptico, ecc.) ch e tiferisce tutti a fatti di flocculazione colloidale, sulla quale basa anche la tera.pia n1ediante la desensibiliz-· zazione, la stabilizzazion e d ei liquidi organici; l 'allontanamento dei pro·dotti di floccula• z1one, ecc. ·osservazioni indubbiamente interessanti ' sebb ene alquanto un.ilaterali , peirchè }) ÌÙ ch e al1


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-tro basate su i fenomeni di cc sh ock » . lFatto in11egabile ch ei n ei tessuti viventi si abbiano fenomeni colloidali: ma11ifestazioni ch e noi vediamo, n.o n essenza del processo vitale, di cui ci sfugge sempr e l 'intima causa. La visione sintetica del Lurriière :può ·però .costituire un ardito indirizzo della scienza modenn.a ed è bene 1c.h e sia conosciuta da qu.a nti si interessano a questi problemi di cultura superiore, che potranno ajn che essere base di future applicazioni pratich e. La buona traduzion e di O. Einstein è completata da alcune agfil. 'giunte dello stesso traduttore.

Ac.tas del Primer Cong·reso rwci onal de Patologia ~ig ·es ti·va. lDue voll. di con1plessive I pag. 794. Nel marz·o dello scorso anno si Lenne, ia· \lalenza , il primo Congresso spagnuolo di patologia digestiva, presieduto da R. F. !lodrigu€2 Fornos e frequentato da circa 300 congressisti. A cura del dott. R. OreTo, segretario del ·cor1.gresso, sono qui 1~acco lti g li atti: relazioni, comunicazioni, discussioni .e cronaca. Il medico vi troverà a.rg·omienti d~ n.otevole interesse. Citiamo: Le alte1razioni gastro-intestinali di origine digestiva (rf. Hernando); Il trattamento m edico del! 'ulcera gastro-duodenale (F. Gallart-~fonès) e quello· chirurgico (J. Puig Sureda); La diagnosi radiologica dell 'esofago (l\'I. e F. Aree); La dilatazione giastrica a.cuta .p o:stoperatoria (Lluesma Uranga); Complicazioni digestive .dell 'influenza (D. Moxo); Il tipo costituzion.a le iin patologia epatica (E. Oliver Pasoual); Lo tomaico ed il duodeno normali, vasto stu-d io anatomo-radiologico di M. Taure Gomez. fil. •

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SEZIONE PRATICA

vViener Ar chiv jiir innere Medizin. Vol. XXIII, f.asc. 1. Con 21 fig. e 26 grafici. Urbain e 'chwarzenberg, Wien 1932. Prezzo RM . 20. Con questo numero ,. nella direzio11e dell ' A·r-chivio, ai · Proff. W. Falta e K . F. \Ve11ckehach, si aggiu.n ge il prof. N. Jag ic. D'ora innanzi, 111on vi si aiccoglieranno più lavori molto 1unghi, in modo da permettere, 5enza un 'ec.cessiva voluminosità d ei fascicoli, la pubbli.cazione ·di tutti i lavori •p iù significatiYi delle .cliniche viennesi. Il IIlU!ffiero comprende 11 studi, fra 1cui citiamo: Rapporti f.ra anemie e malattie del tratto gastro-intestinale (N. J.agic e R. Klima); Processi vasali spastici ·ed obliteranti con e .senza disturbi isch emici-nutritivi (J. Bauer e G. Recht); Determinazione della pressione media relativa nell'uomo (K . Gotsch e O. Klein); C ia1nosi autotossiica (K. Hitzenherger); Signifi.c.ato della ·miilza nel ricambio dei ca·rboidrati ( E. :f laum e A. Schlesinger);· Influenza dell 'iperinsulinizz.azione sull 'iperglicemia alimentare (R. Boller e K. Ueb.e rraok). fil. ·

ACCADEMIE, 50CIETA' MEDICHE, CONfiRESSI XXXVIII Congresso della Società Italiana di Medicina Interna. Roma, 19-22 ottobre 1932. .

(Co11.tinuazione; ved. 1iu1n. prec. ). Stduta in comune con Il XXXIX Congresso di Chirurgia. PARTE CHIRU RGICA.

Le epatiti cronicl1e (comprese le cirrosi). Proff. G. PASC.\LE e A.

CHIARIEU.O

(Napoli).

Conclusioni. EPATITI CRONICHE DAL PUNTO DI VISTA CHIRURGICO .

1) Le ~patiti da colecistite.

e i Yolesse riassumere quanto risulta dalle osservazior1i éti Graham, Peterman e Priest, ecc. e dalla nostra personale esperienza, si potrebbe dire clte tranne le forme a tipo suppurativo, che no11 sono frequenti, 1e alterazioni ch e si riscontrano i1el fegato, SOfl:Q per lo più negli spazi interlobulari, sotto forffi:a di epatite interstiziale cronica cori sclerosi pericanalicolare e perivasale. 2)

Le epatiti seco,nrlarie ad appendic_ite, stasi jnteslinale cronjca, ulcera gasJrQ-du.octeoole, ecc .

Gli ar ticol i eh~ ha 4edicalo a tale problema il Solieri, introduce ndo fin dal 1913 in letteratura il t1~r111ine u sintonia patologica dell 'addome destro » e la relazione dell 'anno scorso alla Soc. d i Chirurgia sulla « S~ndrome addominale destra » ampia111er1 le svol ta dal Léotta, stanD;o a dimostrare come non . i possano più studiare isolatamente i singoli r1uadri morbosi, ma occorra invece dare uno sguardo sin tetico alla complessa fenomenologia, in modo che la terapia possa essere indirizzata D;<;>n SQlo al! 'organismo che p~r la sua sintomatologia predo111i~ante più richia~a l 'att~nzione, ma anch e a quegli organ~ da cui è partita l 'infezione primaria. Ora, anche se ad un semplice sgu ardo d 'i11ieme a nessuno sQno mai sfuggiti gli intimi rapporti, vascolari, ìinfatici ed anatomici che cor:rono lra fegato e vie biliari da una parte, e colon, ap})endice, regione gastro-duodenale, pancr eas dal1 'altra, è da notare che mentre per es. il termine di sindrqme ~D:t~ro-renale, seco·n do Heitz Boyer, è mollo diffuso in letteratura, non si è mai parla lo di una sindrome eh~ sintetizzi le correlazioni e i lenti fra fegato ed altri organi . E ch e esistano tali rapport~ lo dimostra a1~che il fatto ch e esiste un netto parallelismo tra lesioni epatjch e e quelle intestinali, in quanto che con l 'aggravar si d-i queste aD:che le prime si aggrava110, meD:tre i disturbi epatici rapidamttnte si e~en­ dano, quando migliorano le turbe intestinali . Le lesio11i che possono ripercuotersi sul fegato si localizzaD:o, con una certa frequenza, sulla superficie del :!'egato stesso, det~rminando delle les~oni di periepatite localizzata, sia sulla superficie conYessa ma più spesso sulla superfice co11cava, in vicinanza del croci·cch~o sottoepatico. Ne viene di cQnseguenza che il fegato co~trae aderenze a tipo . più o· meno scler otico con numerosi organi vicini:


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ci tifollea, duodeno, colon, pa11creas, ~<'~. m.a le- visto che inolti dei segr1i che erano interpetrati ioni, anch e di una certa importanza, sJ. possono come· l'espressione della partecipazione infettiy~ r iscontrare in pien o parenchima epatici3 e varie sono stati n otati anche come nei casi di colostasi possono ....essere le cal1 ' e ch e le hanno dete.rminate, pura. i11 qua11to ch e lesio1ti dell 'appendice,_ d~ colon, Quando però. la sta si biliare. permane. per molto dell 'epiploon, le perivisceriti digestive·;:- insomma tempo si vengono a stabilire delle lesioni ch e postulte quelle lesioni ch e i.I Leotta ha raggi;uppato sono . pe.rsi.n o realizzare il quadro di una cirrosi nella si~drome addominale destra e se vogliamo anulare. Queste alterazioni so·n o state descrittetutte quelle ch e si p otrebbero raggruppare in una da molti AA . e, sebbene sulla loro interpetrazione cosidetta sindro1ne addominale totale, possono ri- vi sia ancora qualche discussione, la descrizioneistologica non p·r esenta sensibili variazie ni da Ul} percuot~rsi sul fega to. Nei riguardi dell 'appendicite è noto con1e siano autore a11 •a1tro. 11 umerosi gli stu ,li <'b e dimostrano la frequente La terapia degli itteri da ostruzione è, da quana sòciazione di lesioni della cistifellea con quelle to siamo venuti esponendo, prevalentemente chi· • rurg1ca. dell 'append~ce stessa. ~1a essendo an che frequenti in questi casi le leSaran110 necessari naturalmente tutti quei prosioni del paren chi1na epatico si ricade n ella di- cedimenti preoperatori che possono mettere l 'inscu ssione se si debba considerare il fegato com e fermo· in migliori condizioni di resistenza. lesione prim.aria e ]a cistifellea com e lesi<;>ne seconIn genere si può dire che n ei casi di calcolosi, daria oppure a111mett ere il contrario , tanto più se se vi è febbre di ittero e questi persistono senza si pe11sa ch e Ì1' qu esti casi Muscatello afferma alcuna tendenza a cedere, è bene attendere sol0< ch e poich è mancan o dirette connessioni , linfati- p ochi giorni per i11tervenire, ma se pur essendo ch '3 e sanguigne tra i due or gani , si deve ammet- completa l 'ostruzione non vi è febbre si possonotere nella maggioran za dei casi che l 'infezione proattendere anche dµe , tre settimane prima · d 'inve11iente dall 'appendice raggiunga la vescichetta t ervenire. Natural1nente questo periodo può esa l travcr ~o il fcga lo. . sere ancora protratto di qualche settimana, se ~la color J i qltali, com e h o, g jà precedenten1ente l 'ittero non è completo e intermittente, ed in quericordato, hanno· guardato il coin,plesso problema , sti casi è bene fare coincidere l 'intervento con un· in una maniera sintetica e più compren siva, son o periodo di ittero meno intenso. i nostri Solieri e Leotta. Il primo con la sindro_Accenniamo brevemente all'ittero emolitico: me da lui definita « ~intoni a patologica dell 'addosolo percbè quest'affezione può dar luogo, ad una n1e destro» pensa ch e l 'appendice an1malata pro- e.p atite cronica e perchè l 'inlervento chirurgico èvochi, atlraverso l 'arco nervosQ riflesso vago-sim- particolarmente indicato in tale forma morbosa . patico, turbe motorie del piloro e del duodeno con Questa non può avere una larga trattazione in· con segu enti con1plica11ze della colecisti ed allo sfin- qu~to l avoro, tanto più che fu oggetto di r elatere di Oddi. Ciò h a, con ogni probabilità, per zion e da. parte di Micheli e Cappelli nel 1924 e su ccessiva;mente di Micheli n el 1929. effetto un viziato deflusso ed un ristagno della bile n ella colecisti con le conseguenze fac ili di POS SIBILITÀ CHIRURGICHE inquinamento batterico, di alterazione del conte, nuto e di flogosi della parete. NELLE ATROFIE ACUTE E SUBACUTE DEL FEGATO. Il Leott.a poi nella relazione del decorso anno Non è infrequente che al clinico si presenti il trattò delle sindromi associate del! 'addome destro, dimostrando co11'le occorra conoscere il qua- dubbio diagnostico se egli sia in presenza di un· dr o clinico ed anato111ico 11ella su a complessità e ittero infetti,vo o di una ostruzio,n e della via biliare principale di natura calcolotica, con eventuale con non uno solo· dei su oi dettagli. comitanza di angiocolite. Orbene,. questa difficoltà diag-nostica ha fatto 3) Epaififi da col os l asi ed altre va rietà d1 itteri di fare una osservazione, interessantissima. Il chirurint er esse chiru.rgico. go che è intervenuto in questi casi per un ittero· Numerose ricer ch e clinich e e speri1nentali han:- da ostruzione, non avendo riscontrato assolutano ben descritto il quadro anatomo-patologico del- mente nulla a carico delle vie biliari ha praticato, 1'epatite colostatica. Le alterazioni ch e per il solo << per fare qualche cosa», una colecistostomia. No,n r istagno della bile si manifest ano nel parenchima pertanto l'infermo si è decolorato rapidamente ; epatico sono presenti fin dalle prime ore. e le condizioni generali sono migliorate . La bile , Un altro fatto ben e stabilito dal! 'esperimento è come in. un recente caso di Chabrol, Brocq e Pola formazione della cirrosi colostatica dovuta allo rin, cominciò a fluire nella prima ora dopo l 'insvi1t1ppo di un tessu to sclerotico per cui viene a tervento, intensamente n era ed il suo volume ragrealizzarsi una vera cirrosi cicatriziale, che svilup- !!iunge i 150 grammi n ello spazio di 25 ore. II pandosi prevale11tement e intorno ai lobuli dà a flu sso biliare si mantenne a tale livello per tre questa .cirrosi biliare un aspetto perilobulare, sen- giorni, poi diminuì progressivamente, mentre che za perciò aversi t1n profondo mutamento struttu- la tinta nero-scura faoova posto ad un colorito· rale del diseg·n o lobulare e della trama cellulare arancio. La quantità dei pigmenti nella bile raccol ta nei primi 1re giorni fu 20 volte più elevata i11terlobulare . Le cose procedono diversamente nelle ostruzio,n i di quella della bile giallO'-OF-O, che fu raccolta n eT accompagnate da i11fezion e, in quanto· ch e allora cor so della seconda settimana. Jn tutti i casi f.u esaminato il fegato , o mediante no11 è n ecessario èh e si realizzi I 'occlusione completa per aversi l 'ittero: l 'infezione rende mani- una biopsia o al tavo]o n ecroscapico, fu riscontrata festo un ittero, anch e quapdo l 'occlu sio·n e sia par- costantemente una epatite a carattere interstizialeziale. Non sempre . però, dal punto di vista istolo- con profonde alterazioni anche a cal!ìco delle cel. lule parenchimali e delle cellule di Kupfer. Or a ~iro. è dato po ter a1111nettere o escludere se11z 'altro l 'associazio11e del fatt ore infezione, perch è si è qual 'è I 'alter azione primitiva predominante P So-


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110 le lesioni epaticl1e o quelle ca11alicoluri le pri111itive? I co11cetti altualn1ente c.101nina11ti in .Palologia tendo.110 ad ar11n1ettere che '.1~C'patite sia la lesione pritn.Qrdiale e. che la gla11dola epatica, co1ne altre glandole dell 'organis1no; r egoli la patologia dei suoi canaìi secretori. Chabrol, Brocq e Por in, sebbene nel loro caso la cistifellea fosse non distesa, senza calcoli, con coledoco norrr1ale, senza la mini1na vascolarizzazione, pancreas non indurito, stornaco e duodeno 11ormali, richiamarlo l 1in1portanza della coledocite 11el determinis1no di certi itteri infettivi, l-esi già ~astenuta da Gosset 11el 1908 e da Charrier e 'fhalheimer 11el 1929. Per chi amn1ette una coledocite, cosa però che ~pesso è tutta da di mo trare, in quan lo che non i 11ota la benchè 1ninima alterazione del dotto, la colecistqstomia agirebbe sul coledoco co1ne fa la gastroenteroston1ia per il canale pilo,r ico, 1nettendo cioè a riposo il dotto infiammato. Più difficile è spiegare la i1lfl uenza benefica secondo la concezione d ell 'epatite primitiva. Deplas e J. ~1eiller danno la seguente interpetrazione: « La colecisto tomia mette a riposo la cellulà epatica, così co1ne 1'epici tostomia apporta sollievo al re11e degli urinari infetti ». Ma qualunque sia 1'interpretazione, r esta inco.nlestabile il fatto e.be talvolta con un minimo intervento chirurgico si risolve una situazione che aE,Pariva disperata, il che autorizza ad intervenire di fronte ad un ittero che pern1ane da molto tempo, specie poi se si considera che è sempre possibile trovare dei calcoli biliari, ch e naturalmente vanno senz 'altro 1 imossi. A complemento di queste rapide osservazioni, <liremo che il drenaggio delle vie biliari dovrà essere presente al i1ostro spirito, non solo perchè l ·intervento, potendo mettere in luce un errore di cliagnosi, può dimostrare che U caso è senz 'altro '" u sceltihile di cura chirurgica, ma anche perch è detto intervento apporta spesso benefizio anche nei casi di epatite primitiva. Ciò sarebbe dovuto al fatto che, con 1'eliminazione duratura e continua della bile stagnante, si ha decompressio11e del parenchima epatico, per sè stesso capace di ripigliarsi, con eliminazione di una parte dei prodotti di disintegrazione epatica altamente tossici e esclusione del circolo biliare. Difatti i casi operati di atrofia giallo-acuta arrivano forse al centinaio, e di questi il 50 % è guarito in seguito all'intervento. LA CHIRU RGIA DELLA CIRRO SI EPA1~ICA .

A noi spetta sopratutto il co1npito di riferire ulle possibilità terapeutiche che ha ìa chirurgia n elJa cura dell e cirrosi epatiche, sia che questa possa costituire ltna t erapia fine a sè stessa, sia che possa efficacemente coadiuvare la terapia 1neclica nell'arresto della naturale evoluzione della inalattia stessa. Numerosi sono slatì i contributi degli italiani fin dalle prime osservazioni. Ricordiamo fra i pri1ni contributi quelli ùi Pascale, Schiassi e Tansini. Il metodo classico di Talrna che è anche conosciuto otto il nome di operazione di ì\•l orrison e di Drum1nond-Morrison consiste 11ella fissazione dell 'omento al peritoneo parie tale per un tratto· più o meno esteso, distendendolo per qua11to è possibile in modo da farlo affrontare al peritoneo parietale ed

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evita ndo ch e 1iella sutura del peritoneo capiti un tratto anche i11i1)in10 di epiploon. Ricordiamo che Ei elberg a veva l)et-isato di fissare l 'epiploon nelJa ferita 1n.a questo i11terve11to fu abbandonato. Pascale pensò di applicare largamente questo i11etooo aggiu11gendovi però delle opportune inodificazioni. Dopo aver proceduto alla laparoto1ni~ 111ed iana, egli escisse ed aspo:rtò la porzione fibro~a della linea alba, mettendo così . a 11udo i tessuti ch e con~or:r.ono alla form·azione della parete stessa ed escidendo anche :la cicatrice ombelicale. Egli anzi, dopo aver dissecat0 lateral1J~e11te il peritoneo dai muscoli, distende ed allarga ampiamente tutto l 'epiploon fissandolo .in basso 2 o 3 cm. dalla cicatrice ombelicale e ponendolo lateralmente quanto più è possibile lontano dalla ferita . L 'epiploqn è fi ssato con dei pu11ti di set.a che comprendono n tutto spessore le pareti addominali. L 'epiploon che è stato così fissato al peritoneo viene -stirato sotto cute specie dove Iu estirpata la cicatrice ombelicale. Lo Schiassi ha co11tribuito al perfezionamento della t ecnica di questa operazione, dimostrando co1ne le preoccupazioni che si avevano contro la inclusione d ell 'epipJoon i1ella ferita laparotomica, per cui l 'epiploon doveva essere .fissato semplicen1ente al periton~o parietale, non fossero esatte. Anzi occorreva aume11tare le vie collaterali, utilizzando non soltanto le vie collaterali che si vengono a stabilire con le adere11ze tra epiploon e periton eo parietale ma anche quelle ch e si posseno tabilire mettendo a contatto l 'epiploon stesso ·con del le regioni ricca1nente vascolarizzate, come sono quelle delle pareti a11teriori dello addome, dove cor1fluiscono due ~isle1ni v.enosi importanti, quello tribu Lario delle epigastriche e quello trrbt1tario d ella i11an1maria in ter11a : Fra le modifich e più importa11ti portate all 'omen topessia ricordiamo sopratutto quella di Bakes il quale nel 1904 pen sò di i11nestare il peritoneo tra la capsula renale denudata ed il rene stesso, ciò allo scopo di migliorare la circolazione collaterale in un nefritico. Si potè ~tabilire come negli animali ai quali era stato praticato un siffatto intervento si svi] u ppasse u11a ricca rete collaterale, 1)er cui numerosi ricercatori, e tra questi Isobe, Qmj, Liek e tra i nostri, ParlaYeccl1io, Taddei e Frassi fecero a questo proposito n1olte osservazioni inter essantissin1e. Dimostrarono per es. che gli animali, in c ui si era venuta a stabilire una ricca rete collatera!f,, I olleravano be11issimo la legatura della porta. Cosicchè venne a stabilirsi che questa operazione , fortnando delle vie collaterali renali, veniva a costituire anche u11a ottima via collater ale in caso- di os tacolato d eflusso n eJ sistema portale. Questo tipo di interYen to ebbe anche la sanzione della clinica, in qua11to cl1e due Autori g iap11onesi, 1'orik1ta e Mori, riferjrono il primo su due casi ed il secondo su tre, nei quali erano intervenuti per !esioni epatiche di i1atura cirrotica. I risultati che se ne sono otte11uti sono abba. stanza buoni, per c ui il m etodo avrebbe forse me, ritato una maggiore diffusione, Jlla noi pe11siamo ch e il maggiore ostacolo alla nlagg iore conoscenza di questa teénica è da attribuirsi alla maggiore g ravità del! 'intervento ed è noto ch e questi infermi non possono sopportare interYenti troppo laboriosi. Vi è inoltre ch e 11on se111pre è possibile disporre di un on1ento così lu11go da poter comod a1nentc raggiu11gere il rene e i è per di pii1 te•


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nuto che questo omento dovesse fin~re, così di.sposto, con, l 'esercitare una compressio.ne sull 'intestino. Sull 'utilità in vece della splenectomia nelle cirrqsi, bisogna intendersi, inquantochè se 1\ splenectomia può essere indicata, co~e avremo opportunità di riferire in seguito, nelle ciri:osi a tipo splenomegalico, in quelle a tipo venoso nQn ha dato efficaci risultati; che anz~, data la gravità dello iQt~rveQto, costituisce un indubbio aggravamento della prognosi di questi infermi. Sorvolando su tutte le numerose statistiche, diremo solo che il più recente e compl~to contriputo .all'op~razione di Talma è qu~llo di Bircher (jun~or) ; il .quale nel 1930 riferisce che in 20 anni ha operato 29 casi (ve11ti uomini ~ 9 donne). Dopo oltre due anni dall 'operazione 14 ammalati (quasi la matà) non avevano più bisogno di essere punti per la loro ascite. Da indag~ni accurate nella letteratura egli ha potuto raccogliere 343 casi di Qperazione di 'falma coi seguenti risultati: guarigione .33 %, miglioramento 13 %, nessun miglioramento 48 %, mortalità 6 %. Ora, se4za voler riportare interamente fl:el ca1npo clinico le conclusioni sperimentali, sta di fatto che quando è possibile diminuire l'apporto del circolo portale e quindi quello di tutte le sostanze ad azione cirrogena che inevitabilmente attraverso di esso raggiungono il fegato, la deviazione del .circolo portale con l 'omentopessia apporterà 4on solo un miglioramento nel disturbo idraulico ma perm.etterà, appun.t o per le ragioni anzidette, un ripristino, sia pure parziale, delle alterazioni del parenchima epatico. In altri termini, in questo come iQ altri interventi il problema è sopratutto di tempestivit~: se .si pensa che questo intervento possa apportare .qualche beneficio, lo s i d~ve praticare fin dall 'inizio, e non affidare l'infermo al chirurgo quando lo si cQnsidera definitivamente spaccialo. Numerosi altri interventi so110 stati consigliati nell 'ascite da cirrosi epatica. .At parte quelli che sono rimasti semplicemente dei tentativi, inquantochè non sono ~ tali ulteriormente ripetuti, possiamo dire che tutt~ gli altri tipi di interventi si riducono essenzia lmente a due: UQO che è basato sul principio di drenare comunque il liquido in altre parti del corpo allo scopo di non disperdere il liquido slesso e favorirne così il riassorbimento, e l 'altro che co-n siste nelle anastom,osi tra la venaporta e le vena-cava oppure tra radici della prima e radici della s~co11da, allo scopo di deviare il circolo della vena-porta nella grande circolazione venosa, abolendo o riduce11do I 'apporto di sangue della porta al parenchima epatico. Per quel che riguarda la cura con i drenaggi, ~a deviazio11e del liquido ascitico è stata tentata utilizzando le più differenti vie. Si pensò per es. di far comunicare direttamente la cavità addominale con il connettivo sottocutanee:>-. Se da un punto di vista strettamente teorico non vi sarebbero delle controindicazioni vere e proprie ad un siffatto metodo, in quanto che nessun nocumento ne dovrebbe venire all 'ammalato dal passaggio di detto liquido ascitico direttamente nel connettivo sottocutaneo della parete addomifi:ale, pur tuttavia tali metodi non hanno potuto trQvare una seria applicazi.o ne, inquantoch è, mentre il drenaggio

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Qon se~pr~ è assicurato, d ·altra parte costituì· scono sempre dei pericoli per l 'infermo sia dal pu11to di vista di una infezione della grande sie.rosa peritoneale -sia per la pos·s ibilità che si formino d~lle err1ie della regione. Tale appunto può farsi anche alla tecn.i ca proposta dello J aboulay ~ poi ripresa dal Narath e che con&.iste nel praticare ugualmente la piccola incisione laparotomica mn di utilizzare, COlll:e drenaggio n~l sottocutaneo, il grande e:eiploon che viene portato fuori e fissato sotto cute, senza suturarlo, altri rilievi si potrebbe1:0 fare a que,sto metodo, tra cui sopratutto quel lo che la possibilità di un'er·n ia post-operato.r ia ne viene ancora .di più ad ~ssere facilitata lungo il dre:Qaggio e che il risultato che si sperava può essere frustrato da una preqoce obliterazione della breccia praticata. Fu poi utilizzato il drenaggio con i fili di seta, 1na, di fronte agli inconvenienti dì tale drP.nagg~o , si è acuita Ja capacità inventiva degli Autori i quali hanno utilizzate le più svariate sostailZC. Franke ha utilizzato un filo di argento torto su sè stesso a guisa cli treccia; altri hanno utilizzato i tubi di gomma che se piccol~ sono facilmente schiaccia li e se gre>ssi lasciano una grossa breccia e non sono neanche innocui se lasciati per molto tempo nel sottocutaneo. Furono po~ utilizzati i tubi di Peterson i quali sono fatti di vetro a ·specie di bottone di camicia, di lunghezza e ~pessore varii, con le due estremità arrotondate, i quali cilindri nella loro parte mediana portano· u4a sottile apertura. ' Ricordiamo ancora i metodi che hanno utilizzato i trapianti di tessuto, su cui vi erano già esp~rienze di diversi Autori. Un 'idea molto, piò ingegnosa l'ha avuta. il Ruotte, il quale dopo aver isolato in anestesia locale la vena safena dal suo sbocco in giù e per un tratto di circa otto centimetri, la sezionava, e mentre il suo capo periferico veniva legato , il suò capo ce11trale, ribattuta in alto la vena e facendola passare per via sottocutanea al di sopra dell'arcata di Pouparl, veniva innestato nella,. . o. avità addominale. All'epoca della p11 bblicazione del Frassi i casi pubblicati erano circa una trentina e, senza fare una disamina isolata di questi, si può dire che l 'operazione presenta degli ~nnegabili meriti sia dal punto di vista tecnico dato che ·è una operazione· assolutamente benigna · e di non difficile tecnica operatoria ~ sia perchè i r~sultati ottenutj sQno stati in genere discreti. Detta operazione potrebbe' utilmente associarsi COQ quella di Talma, di cu~ se non ha forse il merito di un'azion~ · pro­ lungata ha quello ir.dubbiamente di una più rapida efficacia e di una maggiore benignità del! 'intervento. IQ questi ult~mi anni però questa operazion~ è stata poco praticata ed ai trenta casi riferiti dal Frassi nel 1914, pochi altri se ne sono aggiunti in questi ultimi tempi, pure essendo stati questi, in genere, seguiti da successi. In Olanda il Kebr~r l'ha applicata utilmente in due casi, altri due cas~ sono stati operati da Mikuli ed uno studio pii'1 completo è stato fatto in Russia dallo Zacharjan. Se~brerebbe quindi che questo intervento potesse meritare un, certo posto nella terapia chirurgica. dell 'nscite da cirrosi epatica, ma non crediamo che la semplice derivazione del liquido ascitico possa apportare un sensibile migliora-


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SEZIONE PRATICA

m ento n ella m agg,or pa rte dei casi, ii1 quanto che tutti questi dren aggi n on hanno in fondo ch e il con1pito di oYviar e ad una delle m anifest azioni dell a m alattia, per cui p en siamo ch e 1'operazione di Ruotte, solo se integr at a con 1'oper azione di 'f alm a, potrebbe cli n1os lrare un a certa utilità. Una m aggiore letter atura h anno avuto le anas tom osi vasali, ed è n1erito del n ostro Tan sini di aver~ apporlato un largo con tributo di esper i1nenti alla tecnica de11 'an aston1osi t ra ven a porta e ven a cava, ch e aveva proposto l 'Eck in fisiologia. Bandito il con cetto di poler eseguire un innest o totale della ven a porla J1el la cava si pen sò ad una an astor11osi later o-later ale, cosa cl1e d 'altra p ar te non è priYa di inco11veni1?I1Li, in quan to ch e n o11 è sen za i11flu enza sulla cellula ep atica la sospensione sia pure te1n por an ea della circolazio11e por t ale, oltre alle i>robabili alter azioni delle pareti Yasali stesse ch e si p osson o venire a stabili:re. Il Frassi h a dimostr ato sperimentalmente i per tur ba1nenti di ordine gen erale e le alter azioni di ordine particolare ch e si vengon o a st abilire n ei cani in seguito a legatura t empor an ea o a compr essj.on e ten1por an ea della porta . L'op erazion e di fist ol a di Eck propost a per prim o da Tan sini per la cura dell 'ascite fu eseguila per la prima volta da Vidal, poi dal De ~1 artel , indi dal L~no ir e tutti i casi furon o segu~ti da inorte. Il Bier eseguì la sutura lat er o-laterale, ma dovette in terrom per e l 'intervento per le for ti emorragie e per le ecchimosi ch e si manifes lavano del perito11eo. A parte le virtuosità di t ecnica, cl1e n o11 possono invogliare alcun chirurgo, dat a la speciale labilit à di questi infermi, tali i11terYen ti n on sono da con sigliarsi data anch e la profonda differen za ch e pa sa tr a il san gue della circolazion e portale ed ~l san gu e della circolazione general(-l . Esperienze a tal proposi to con dotte d a uno di noi (ChiarieJlo). es tese a11ch e ad altri elementi del san gue ~1 esso, h anno confermat o rru ant o altri Autori ;tVL'V<tn o cli1nos lrato. !\l a a parte que~ t e co n 3ider azioni d i ordin e bio · logico, .e quelle c:h e ten gon o pre ente sopral utto il disturbo idr aulico. su cui già uno di n oi (Pascale) h a p recedentem ente in sistito ed a11ch e se in qu alche ca~o <li 1n as tomosi lat erale della vena cava ir1f€1jor e co11 Ja ven a port a co1ne in quello di Rosen steiri si è :ivuto un a lunga sopravvivenza, nessuno pe11ser à di polcr est e11dere una oper azion e così grave, per la quale lo stesso Moyniha11 dich iar ava ch e 1ton aveva alcuna inten zio1te rli far si un a esperie11za. Gli Autori han~o pen sato allora di utilizzare le toll aler ali dei uue sist emi venosi per deviare per lo nleno in parte il circolo portale e 11umerosissime son o ]e tecnich e proposte. Yani e Fran ke si ser viron o rlella m esenterica e della ren ale; Villard e 'favernier praticarono un 'anastom osi tra le ven e spermatich e e quelle m esenterich e, ~a l 'inferma m orì l re giorni dopo. In un, Sf·condo m o:r,nento questi Autori, in base a ricerch e an a lo11l.ich e, h an110 consigliato l 'a11astomosi dell 'utero-ovarica di sinistra con il tronco della m esenterica inferiore. Bogoraz e Krestio,vky anastomizzarono la vena mesenterica superiore alla cava. Jeger, d ata · la diffi coltà di a~cesso della porta, propone l 'an a5tom osi della cava con il ramo prin-

cipale della ven a n1ese11terica superiore, in corrisponden za della porzione ascendente del du oden o. Sor volando su altre m odalità di a11astomosi proposte e ch e in gener~ son o rin1aste solam en te n el campo sperimentale, ricorder ò il contributo di Gh iron , il qtiale, dopo averla largamen te sperim entata nei cani, h a propos to ed h a ~seguito nel1'uom o l 'all:astom osi della rnesenterica inferiore cori la iliaca. L 'Autor e riporta due casi con esiti discreti. Da u n punto di vist a gen er ale n on possia1110 dire cl1~ questi i11terv(l11ti sui vasi siano su scettibili di grande diffu sione. Essi, a nostro avviso , son o d estinati a r in1an er e dei casi isolati, anch e se t alvolta ven gon o r egistrati dei su ccessi. ,Si tratt a, com e dicevam o, di inter venti di una rilevante entità operatoria, non scevri di pericoli immediati post-operatori, so·p ratutto se si pen sa che questi infermi in gen ere n on posson o sopportar e dei gr ossi ~n tervent i. Non si possono d 'altra p arte n on t~ner~ presen t i gli inconvenien t i di ordine clinico, batteriologico e tossico ch e l a brusca imn"l:ission~ di una larga parte del sangue del circolo portale n ella cava potrà aspqrtare. Le an astomosi tra i r ami collat era1i dei due sistemi p otranno ovviare in parte a questi inconvenien t i, ma le difficoltà oper atorie perman gon o l~ stesse se n qn for se più aggr avate e si deve aggiunger e ch e d at a la pic.colezza rel a t~va dei vasi è più facile il pericolo delle trombosi. Ricordiam o infine, prima di chiuder e questo cap~tolo sulla chirurgia vasale, ch e il Moynihan , allo scopo ~i diminuire la vascolarizzazione del fegato ed inibire cosi l a n eoformazion e del t essuto con ettivale del fegato, h a propost o l a lega·· t u ra dell 'ar teria epatica, m a con sigliava di legare i d u e r ami

sep aratame~te,

essendo più agevole e

m en o pericolosa la legatura dopo la biforcazione d~l t ron co principale. Fler ov, basandosi sul fatt o ch e il iegatq cirrotico, m algrado l 'alter at a fu nzione, permette il passaggio del sangue, con sider a tale organo come una via ristretta d ella ven a por ta. Ne deriva quindi , per portare un equ ilibrio alla situ azion~ così creatasi, una 11ecessità di lin~itare l 'afflusso sa nguign o. Per arrivare a ciò eg·li ritiene utile di prendere di m ira 1e r amificazioni viscerali dell 'aort a addominale, alle quali appar ten gono le arterie dello st om aco e del grande epiploon . Flerov propon e così la legatura delle arterie g·astro-epiploich~ e cor:on aria stom acica. Un capitolo in1portante è quello relativo alle sindromi epato-sp lenich e. Uno dei p rincipali quadri morbosì ch e ijentra ir:t questa cat egoria com p rend e l 'anemia splenica ed il morbo di Banti sia ch e si voglia110 cor1sider are queste òu e 111 al attie come indipendenti fra di lor o sia ch e si vogliano interpretare com e diretta con segu er1zn l 'una dall 'altra. Non è n ostro compito entrare i11 una discu ssione siffatta, ma i risultati ottenuti con, la splen ectomia n el morbo di Banti ci perm ettono di poter afferrr1are sulla base 11on solo della nostra esperie11za per sonale m a anch e su quella delle maggiori statistich e al riguardo, ch e il morbo di Banti, cornunque lo si voglia consider are, è su scettibile di cura chirurgica, purch è si inter venga a len1po opportuno.

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1918

« JL POLICLJNJCO »

B merito d el l1ostro Tansini di avere n ei casi avanzati di 1norbo di Banti associato fin d al 1901 a1la splenec tomia l 'omentopesia se~ondo Talma.

inostrerebbe cl1e quando· lo strozzamento circolatorio portale vie11e compe11sa to per altre vie per a11aslomosi anormali, l 'ascite può mancare. (Sassari) . - Insiste sulla 11ecessilil d~ be11 ~~stingu.e re il c?n:et!o di cirrosi da quello d1 epat1t1 cron1cl1c, d1st111z1one che implica differ enze fondamentali auch e diagnostich e prognoslich e e c urative. ' G.

SABATrN1

Il gruppo d elle cirrosi ipertrofich e nelle quali la milza è aum,entala di volume molto più di qt1a~to non sift n ella cirrosi volgare è molto intricato ed è, com e dicevaID:o, non facile orientarsi. R. J\LESSANDRI (Roma). - Vi sono alcu11e for1ne Orbene, ch e efficJ.cia ha la splenectomia in qued i epatiti cronich e i~ c u~ i1011 c'è discu ssione sulsto tipo d.i c~rrosi ? A scorrere la letter atura, i casi così op erati sarebbero parecchi e nlolti di que- , l 'i11tervento op.era totio, e cioè le epatiti co11secutive a occlusio11e d elle vie biliari, a lesio11i d ell 'intesti seguiti da su ccessi. Ma si trattava sempre di stino ~ specie dell 'appendice, quelle co11secutive inorbo di Hanot ? I due casi di splenect on1ia di a colecistite dette epatiti o cirrosi biliari. In quesle Birt di Sh an gai possono veramente ascriversi a è più frequente ]a diffl1 sione d alla cistifellea al l ale tipo di cirrosi ? Micheli ricorda · un caso studiato d a un suo allievo, il Satta, in cui fu pra- fegato che viceversa. Qua11do· non vengo110 operate precocem ente posso110 chiamarsi « di interve11to riticata la splen ectomia, ma sebbene questa fosse tardato »; la cura i1e è la coleci.stectomia o il dreperfettame11te riuscita, non si ebbe alcun miglioramer1to. Allo s.tato attuale quindi, non abbiamo 11aggio delle vie biliari. · Nell a cirrosi a tipo atrofico (rviorgag11i-Laenn ecJ alcun elemento preciso per affermare o negare l 'int ervento chirurgico è diretto 11on solo all'ascite. l '11tilità della sple11ectomia n el n1orbo di Hanot: a dirimere ques to problem a occorrono altre osser- ma anche alla cura della lesione epatica i11 quanto la dimi11uzione dell a pressione portale 1)er1nette il Yazioni, diligentemente studiate. Di un altro important~ gruppo di cirrosi biliari ripristino funzion ale e la rigen erazion e delle cellul e epa tich e L 'ascite oltre ch e all'ostacolo del circolo splenomegalich e dobbiamo fare cenno, di c ui l 'Eppinger h a delineato il quadro clinico ed ana- portale è dovuta a11che a u11a alterazione della crasi sang uigna con1e din1os tra110 esperimenti i11 an in1ali to1110-1)atologico. portat ori di fistole di Eck in c ui il pasto carueo Dal punto di .ris ta anato1no-patolog ico tale forproYoca la comparsa d ell 'ascite ch e 1n a11ca con n1a sarebbe un tipo di cirrosi anulare a tipo dieta carbo-idrata. · ipertrofico, il ch e la cliffere11zierebbe dal i11orbo L 'operazio11e di Tal1né1 molto u sat a dà solo taldi Ha11ot, per cui il fegato si presenta irregolare volta risultati discr eti. La fi stola di Eck rappresenta e g·ra11uloso, co11 tendenza alla r~trazione e con u11 interve11to troppo g rave. Nella Clinica <l ell 'O. seg·11i di ostacolo a11a circolazione portale. La milGhiron h a esegtiito 1111 'an astomosi fra u11 ramo za , oltre le 1~ote di fibro-adenia, ch e ricord ano in d ella !l1esenterica inferiore e la vena iJj aca co11 })arte quelle d el inorbo di Banti , avrebbe i seani su ccesso in u11 caso su quattro; Lozzi u11 'a11asto . di una au1nentata funzione eritrÒlitica. Dal pu~to di vista clinico si osserva epatomegalia, sple11ome- inosi più fac ile fra la vena mesenterica superiore e la cava (1 caso con u11 s11r.cesso). Cr ede ch e su g·alia, ittero di origine emolitica , ma ch e difficilquesta via si possa110 o ttenere dei su ccessi purch è n1ente r aggiunge i g·radi inten si del morbo di Hanot, feci colorate, prurito cutaneo, false coliche la cl1rn Yen ga fatta 11ei casi all 'inizio. L 'esito fa tale d ell a malattia indt1ce a estendere l 'indicazione. biliari, accompagnate spesso da febbre. Nel gruppo delle cirrosi ipertrofich e car attere coTale quadro, così delineato dall 'Eppinger, non mune è la sple11or11egalia accent_uata e il falto ch e è ai11111esso d a tutti , ma sta di fatto ch e oltre ai casi segn ati daJl 'Eppinger stesso, ve ne sono di- la 1nilza è spesso l 'organ9 primitivam e11 te colpito. Esempio tipico il morbo di Banti in cui la sp1enecversi altri reg istr a ti nella letteratura, ch e ricort on1ia dà guarigioni durature: così la s1)lenogranudano t ale sintom iltologia e ch e si sono beneficiati lomatosi sid erotica di Gamna, la sple11om egalia della splenectomia. egiziana, ecc. Ma n el mor]Jo di Hanot J 'i11terpretnCome si vede, il proble1na è molto complesso zion e non è n etta ; se anche non si accetti il co ne no11 è sempre facile l'orientam ento: occorrerà cetto di Eppinger di un 'affezione ~patolienare è in og11i lnodo cer care p-rima di individuare quei certo che Ja sple11ecton1ia può dare risultati noquadri 111orbosi ch e h anno una fi sionomia ben tevoli. Nei casi gravi si potrebbe dare la prefeprecisa e regolar si secondo ~ con cetti su e.sposti. ren za alla legatura d ell 'arteria sple11ica fatta. i11 un primo tempo ~ i11 seg11ito alla splenectomia. Seduta pomeridia.na (21 ott.). È in questo campo ch e una più strett a collabor ::tzione .fra m edico e chirurgo darà i risultati miPresid enza: proff. Ar..ESSANDRI e FRuGONJ. gliori.

Discussione della Relazione. M. Bucco (Napoli). - Si sofferma breven1ente sull a p arte i1nporta11te e premine·n te ch e il fattore 1neccanico h a 11ella produzione dell 'ascite e a talP proposito ricorda quei casi di cirrosi (l 'O. 11e h a osser vati due) in cui anomali anastomosi del sistema portale con 1e esofagee, possono dare un quadro cli cirrosi a trofi ca , senza asci te, in cui spesso l 'epiJogo tragico è un 'ematem esi ed al tavolo anatomico si riscontra la più cl assi ca cirrosi a trofica. Ciò di -

N. LEOTTA (Palermo). - L 'O. cerca di }JOrtare un contributo alla solt1zione del p·r oble111a della possibilità d i cirrosi da lesioni croniche pri1nitive del tubo gastro-intèsti11ale, posto d a Tuffier, Moté, Achard e Bossle. Egli ha potuto esegl1ire l 'esam e .a natomo-1nac ro- e microscopico del fega to, mercè una biopsia epatica praticata durante il r elativo, interve11to, 11elle pil.1 svariate affezio11 i croniche dell 'addoroe com e: ulcere gastriche ~ duodenali, colecistiti , periduodeniti , appendiciti


[ ANNO X~ XIX, NUJ\L

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SEZIONE PRATI CA

cro11ich e, pericoli ti, ecc . ; affczio11i ch e rientrano tutte in quelle lesio11i ch e l '-0 . ha raggruppalo 11ella i11dro1~e addomi11ale des tra se1nplice o co n colecis ti~ e o co11 ulcera gastrica o duode11ale. •

PE~DE.

- Rilie11e ch e 11on si po sa a11cora oggi abba11do11are il co11cetto cli11ico-a11ato1nico differe11ziale della vera cirrosi atrofica ge11ui11a di ~lorga g11i · Lae1111ec dalle assai più rare for111e di scle ro i epatica 11elta1nenle infia111matorie - vere epatiti ('ro11ich e - d 'origine varia, infe ttiva o tossica, so1Jral utto tia i11fezioni splenich e o infezio11i biliari od altre infezioni esis tenti 11ell 'organisn10. È vero ch e anche cause i11fettive possono concorrere, i11siem e <'Oi fattori cos lit uzionali predispo11e11ti - abiotrofia delle cellule epatiche a produrre la vera cirrosi atrofica genuina, 1na .., i tra tt a se1npre di casi rari. Nè ri tien e cli1no trale Jlen e le cirrosi epa tich e ei a lesioni })rimarie dell 'ap1>e11clice, dell 'intesti110 , d ello s to1naco (ulcera ), d ell a ci lifellea. Qui trattasi for e di scler o$i i11fia 111n1a torie localizzate second arie o di s tati d ' i1Jerpla ia second aria parziale d el tes uto deg li paz i portali. Anche dal l ato ter a1)eutico le cure i11eclich c e chirurg ich e cl eY0110 sfruttar e la diver a fi ion o rl1ia a11a tomica e cli11ica delle vere c~rrosi Gtrofichc ge11uine endogene e tra queste a n che certe forJn e banti a11e e bantifor111i (sple no111egali a egiziana cor\ cirrosi atrofica) e le scler osi ep a tich e eco nd arie infettive, biliari, criptogen e licl1e. La s lil11ol azio11e della funzio11aliLà delle cellule epa licl1e, p er e . con piccol e dosi cli 111ercurio, con ncc1ue 111i11eraJi alcali11e forse co11 or1no n i s lin10];1 Lori della fu11zio11a li tà epatica, apre a11cora il ca111po ad utili t enta tivi terapeutici in qu e ~ L a 111ala ltia, i11 cui l a derivazio11e d el angt1e })Orlale, e falla :11 Lemp o, può agire in e11 o p at ogen~ l ico, o l l rae ndo la cellula epa tica dagli s ti111oli Lo .. ici che perYengo110 a ltraver o ] a })Orla. ~I a so1lra t u tlo ca1npo cli osserYazio11i fecond e è quello de11 e correlazioni d el fegato co11 altre g la11dole opratutto con l a milza, il t imo, il p a ncr ea 1 le gland olc e ncl ocrir1e. Vi son o gJandole ljmola11ti , co1ne la tiroide ecl il surre11e, e gla11dole :funzio11almente moderatrici cl ella fu11zio11alilà, forse d el trofism o d ell a cellul a e1Ja lica. co111 e d alle ricer ch e clell 'O. risulta essere l a n1il za, il limo, forse anche il tessuto insular e <l el llan c.:rea . i può quindi p orre il J>rO})le1na se t1 ua i perfttnzion e costi tuzio1i,ale di questi organi -0d uua i1)ofu11 zi one d egli organi or111onici a tti Yatori d el feg·ato i1on possono entrar e n el la oscura pntogen e i della ver a cirrosi atrofica, e co11<lttrre n 11 uo' i o rien l amenti t er ap eutici. l .

A. Lt ZZATTO (Ge nova). - Richia111a l 1att en zio1t0 -di J)r al icare Ja R. W . sul liquido ascitico; essa rist1lta po ili va solo se 1'incliYiduo è lue tico. Ln R . "'' · J)lIÒ esser e qui11cli di prezioso ausil)o ·p er d is ting uer e l l iqu irl i cl a cirrosi clai liqt1idi eia polis i ero itj. G . .i\ l"TONELTJ1 (H.0111a) . - Pochi p erso11ali rilievi -s i 1Je r111 e lte cii fare i11 torno all 'ar gom e11to d elle e p atiti cro11ich e, così 1nagistr almente e acula1ne11t e tra tt ato dal prof. D 'An1ato i1ella su a b'rillante r elazio n e . Ritien e ch e il d i sidio fra gli aulori ch e r es trin go110 il sig nifica to di cirrosi qt1asi esclu i va-

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m ent e alla classica forn1a descritta da Morgagni e da Laennec, ver p arlar e non più di c irrosi m a di epalili cronich e 11ell a 1naggior parte delle form e che con essa HOIL si ide11tificano, e gli at1tori ch e amplificano il co11celto di cirrosi fino a farYi rientrar e tutte le epatopatie cro·nich e ch e abbiano in comune C011: essa , sia pure soltanto in senso ge11erico, jl car a ttere anatomico della sclerosi a leuden za retrattile, sia più formale che sost a11ziale. Si è tutti d 'accorcio n el ri te11ere cl1e la cirros i tipo ~lorgagni-L aen11ec costituisce u11 quadro anatomo-clinico così car atteris tico <la culmi · i1are co11 t1na perso11alità tutta propria 11el campo d ell a p at ologia epatica; però bisogn a co11v·e11ire ch e u11a barriera di sep ar azio11e fra tale forn1 a e le altre varietà di cirrosi o di ep atiti cro11ich e a t e11clenza sclerosante, se è possibile e for se a11ch e r azio n ale d al pu11to di vista clinico, 11on lo è p iit da quello anatomo-pat ologico. ave11do i11 fond o tulle le form e e Yarietà d escritte i11 co1nu11e con l a prima le clue note fond am entali delle alterazioni p ar en chimali da t1n la to e d elle alterazio11i in ter stiziali dall 'altro. Ammesso com e princi1)iO ba ale tli cl assifica~ r.ion e il criterio anato1no-1Ja l0Jogico, ritie11e sia p iù proficuo no11 ri ser var e il ter1ni11e di cirros i alla forma ~Io:rgagni-L aenn ec, n1a estenderlo n tutti ~ <.Ju adri morbosi ave11 li i11 comu11e il sopra aece11nalo fond a1nento a11a to1ni co, sia pure in. en so l a to ; anzi, <love11dosi ispirare a tale criterio, are})b e ineglio pnrl ar e non pii1 cli cirrosi, <lata l a sig nifi cazio n e ora111ai troppo trad izio11ale di queLa espress io11c, ma di « epatiti <'ro11ich e », fra l e quali l a cirrosi di Laen11 ec r ap1)rese11ta certame11le la for111a clinica ed a11a tomi ca pii1 co11clam ata e 111 ien1e predominante per frequenza. Così am})lifica lo il ca111po delle cirrosi o meglio delle epaLit i cr o11ich e, i1e verrà di con egu e11za ch e l a se111plificazione anat o1nica 11011 impedirà affatlo eh~ d al lnto s tre ttamente clinico e i1 osografico c1 s i jspiri al J)iù so ttil e di stinzioni smo a11alitico })er quànto rig·t1arft a l a de cri zion e e eia sificazio11e dei differe11tì tipi e varietà i11orbose . 111 questo campo ritie11e ch e l 1a11a tomia patologica d ebb a esser e il pii1 ch e s ia })OssiJ)ile essen zialn1e11Le a11al ilica e separatrice i1el se11so d i cogliere quel1e sfu1nature d ifferenz iali per le quali si p ossa lasciare a11corn un cert o n1argi11e p er l 'eventuale in ser zione di var ie tà fi11ora 11on p erfc ttan1ente note ·11el vasto ca1n po delle epatiti cronich e. Si può infatti talvolta r ilna11ere titubanti 11ell 'inquad rare torme 111or]Jose 11011 del tutto id entificabili con le già note. A sostegno di ciò po trebbe riportare p arecchi ese n11)i, i11a si limita a ricordarne uno : 1 cl 1929 I 'O. h a seguito il caso cli u11 g iova11e, n o11 n1al arico n è lue tico, ch e presentava una si11drome di ep a tite o di epatocol a11gite cr onica, le cui rr1anirestazio11i clinich e era110 appar se perio- · clicarnen le ·n egli ulti1ni 3 anni ed er an o dive11tate permane11ti n egli ultimi 5 m esi , costituite da: accessi febbrili a tipo i11termitt ente (a11ch e a 40°\ n1odico ittero, tumor e di fegato e di milza oscilla11ti d 'intensità, accessi dolorosi a sed e epigastrica ed a t ipo p seudo-colelitiasico, fecce ipocoli C'he 111a i1011 n1a i acol i ch e, an emia spiccata (gl. r. 2.500.000; Hb 30; v. glob. 0,60), lieve leucocit o i, reperto batteriologico positivo per il bacterit1111 coli i11 ct1ltura pura nella bile A e B estra tta 1


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IL POLICLINICO >1

.col sondaggio cluode11ale, au1ne11Lo della resis tenza globulare (R3 40, R 1 24 15eco11do il m etodo di H a1nburger-Viola), discreto numero di emazie gra11ulose, R'V negativa, Hijmans v. d. Bergh indiretta p ositiva e pronta, diretta positiva nla alr1uanto tardiva e solo con sensibilmente maggior .crua~tità di diazoreattivo. Tale infermo presentava, sp ecialme11te i1el co~so degli accessi febbrili e dolorosi, urine fortemente scure, che nel sedin1ento dimostravano a})bondanti en1azie i11 gran parte be~ conservate, in n1inor quantità allo stato ,cli ombre, cilindrici, graI1ulosi ed ematici non ch e cli aspetto ocraceo, gruppi di granuli di pigmento Jiberi, ch e col ferrocianuro di K davano soltanto u11a parziale colorazione bluastra; l 'infermo era })er lo più pol~urico (azotemia 0,46 %0). La pre.se11za di ossien1oglobina libera n el si~ro cli sangu e e n elle urine fu esclusa co11 l 'esame spettroscoj)ico. Ebbene in questo caso fu dovuta for1nulare, almeno i11 via 1emporanea fino a che l 'ir1fermo i1on ricapiterà eventual1uente alla nostra osservazione, la diagnosi di « epatite od epato-colang j te cronica di natura infettiva a forma anemica ed emat11rica ». Sfocerà o avrà già sfociato questa forn1a in un 'epatite cronica a tipo cirrotico P Non lo esclude. Ricorda un altro caso di grande interesse clinico, seguito i1el corso di circa un anno e mezzo, una volta a11che in co11sulto col prof. Castellino , concernente u11 sog·g·etto adulto, 110~ etilist a, nel qt1ale, attraverso tutte le possibili discriminazioni -C'l~niche e le più elaborate e ininute indagini di laboratorio , si for111ulò e si mante11ne il <'oncetto {liagnostico di un 'epatite cr onica febbrile di natura infettiva, non ilter~gena o lievemente itteri.gena, c onseguente ad una sepsi a predominante localizzazione epatica. Ebben~, negli ultin1i m esi la malattia, r1 el corso della quale la tumefazio11e epatica si era mantenùta res~st~nte alle c ure più svari.ite, compresi i vaccini, terminò con la retrazione del fegato e con la più concla1nata sinclrome cirrotica d ella quale faceva parte un co.spicuo v~rsamento ascitico, e ch e co11dusse l 'ir1lermo all 'esito letale. Per quanto concerne g'li eventuali rapporti fra lnfez~o~~ malarica e c~rrosi del fegato, pur tenendo nel dovtllo massimo conto l 'opinione della scuola jomana che tali rapporti ~on ritiene di111ost.1:ati i11 assenza dell 'alcool, in base alla per sonale esperienza l 'O. è propenso a ritenere che i11 qualch e rarissimo caso, nel quale l 'influenza dell 'alcool è assol u tamen t~ da escludersi, possa esser~ presa in considerazione l 'infezione malarica cronica come momento etiologico predisponente .se non determ~11ante della cirrosi. Anche p er sua p ersonale es~rienza l 'O. può affermare ch e la ll1bercolosi può da sol a determinare una cirrosi co11 tutte l~ apparenze d el tipo · ·Laennec. Ricorda 11 caso dilnostrativo di u11a don11a di e tà avanzata, no·n etilista , che presentò intra vitam note <.liniche d~ un'affezione tubercolare polmonare e pleurica, ~ nella quale si sviluppò u11 abbondante versamento peritoneale, interpretalo dai ined~ci curanti come una perito11ite della stessa i1atura, tanto che non credettero opportuno praticar e la puntura esplorativa per lo s tudio del liquido. Venula la paziente a mortP.~ i ·autopsia confermò le leuio11i tubercolari a loca] izzazio11e J)Olrrtonar e e pleurica, ma all 'ap er-

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tura della cavità peritoneale, con sorpresa, dimostrò un 'ascite vura <:on perito11eo perfettamen· te lucido ed integro, ed un fegato avent~ tutti i caratteri macroscopici di u11a cirrosi . tipo Laenn ec. In questo caso l a sindrome cirrotica si era svolta n ella più perfetta purezza e non era stata nemmeno deformata da un eventuale estendersi del process0 tubercolare dalle sierose pleuriche al peritoneo. Questi casi h a voluto l 'O. ricordare a sostegno del suo modo d~ vedere, s~condo il quale ritiene sia preferibile ispirarsi ad una più larga ·concezione eziologica, qua11do alla cirrosi assegniamo più il significato di una sindrome anaton10-clinica che quello di lina definita e particolare individualità 111orbosa, quasi nvnlsa cla tutte le altre forme ch e con essa presentano molteplici analogie. Per quant0 riguarda l 'argomento delle così dette cirrosi biliari, le controversie sono ben magg iori che per le cirrosi ascitogene. Contro il par ere di alcuni autori (ad esempio, Rossle), per conto dell 'O. non vi h a dubbio alcuno sl1ll 'esis tenza ed auto~omia clinica del morbo di Hanot, non qstante l 'O. debba riconoscere che questo liJJO morboso è realmente raro. A tal proposito gli piace ri.c ordare la forma di cirrosi ipertrofica biliare ipersplenomegalica (varietà GilbertFournier) da lui studiata soprattutto dal lato istologico e r esa nota nel 1919. Le lesion~ istologiche rilevate cor1sistevano, per quanto riguardava il fegato, in una neoformazione con11ettivale con tendenza alla formazione di anelli veri e propri (fegato ipertroficQ e granuloso), neofor111azione presso a poco distribuita tanto intorno alle ramificazioni portali quanto intor110 ai vasi biliari, ma nor~ prevalente in modo particolare intorno a quegli ultimi, ch e per giunta apparivano fonda1nenlalmente integre, tanto ch e l 'O. con clude per la ge~esi parenchimale d ella sindrome itterica; per quanto riguflrda la milza, enormemente ingrossata, trovò note di parziale ed incipiente sclerosi peri- ed int rafollicol are e lievemente a carico della polpa, e soprattutto note d 'intensa iperplasia delle cellule spleniche, con frequenti accumuli di elementi eosinofili e, plasmacellulari, con scarsissin1a emosi1derosi e inacro:fagocitosi: dunque una spiccata ipersplenia cellulare ch e non si accordava coi sommari reperli istologici degli osservatori che lo avevano preceduLo, e di cui alc uni avevano descritto alterazioni a tipo congestivo di ba11ale sclerosi, altri, come Gauckler, avevano creduto di i1otare un 'esagerata reazione macr ofagica, successiva ad esager&J,a distruzione di globuli rossi e bianchi. Il r eperto dell 'O. invece escludeva la natura emolitica del processo e traduceva evidentemente un meccanismo irritativo cronico di presumibile origine tossi-infettiva a localizzazione epato-splenica e forse prevale11te· m e11te s1Jlenica . Non altretta11to ditno·s lrata sembra all 'O. l 'auto110111ia clinica delle forme di cirrosi ipertrofica isolate da Epping·er. Deve p erò per sua esperienza riconoscere ch e t alvolta c'imbattiamo in casi cl1e non saremmo alieni dall 'inquadrare nei tipi da lui descritti. Ha osservato, ad esempio, più di un caso di cirrosi ipertrofica se11za ittero e non certament e da co·n fondersi con la malattia di Banti , in cui si poteva prospe ttare dal punto di vista diag nostico il tipo fondan1en tale da l ui descritto ; 1


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ricorda a11c he u11 caso corrisponde11te all a varietà di cirrosi ipertrofica con grave a11emia, ch e Eppi11ger slesso h a cleli11eata, e ch e l 'O. h a avuto occasione di confer111nre n egli elementi cliil;ici fondamentali. Non ~i se11te p erò disposto a rite11ere per c~rta l 'autQnomia dell 'altra varietà isolata da Eppinger, cioè della cirrosi ipertrofica spleno·m egalica con ittero. J'.; d 'avviso che questa for1na non possa decisamente epararsi dalla cirrosi biliare ipertrofica a varietà splenon1egalicà degli autori francesi, e ch'essa abbia qualche punto cli contatto, n ei riguarcti di alcuni eleme11ti istologici a carico della milza, come anch e degli elementi clinici (ad esempio. la leucopenia) con la for1na descritta da11 ·o. parecchi anni prima. Ha l 'i1npressione che Eppinger abbi.a forse ecces.siva1nente forzato il co11cetto della natura e1nolitica del processo, per meglio differenziarlo dalle forme già note. Fu pro,b abil., mente troppo affascinato dal concetto dell 'emolisi inlrasple11ica a11che qua11do , dopo che l 'O. rese nota la for1na di a11e1nia a ti po pernicioso su base esscnzial1nc11l~ e1nolitica guarita mediail;te la splenecto1nia (1912-1913). Egli ebbe l 'idea di proporre la s tessa cura nell 'anemia perniciosa tipo Biermer, nat~ralmente , coi risultati che tutti co110scono. Un ' ul ti111a os eryazio11e: forse il Relatore avrebbe potuto inserire tra le forme eccezionali di cirrosi, senza per questo esor))itare dai limiti del suo tema , già svolto con tanta ampiezza, i 3 casi d ella così detta ((cirrosi o epatite inler tiziale flaccicla » descritti urL cinqua11tennio fa da 3 autori italia11i (Galvagni, Ughe lti, Mazzotti), forma caratterizzata da una sindrome cirrotica consegu ente ad un proce o })iutlo lo rapido di alrofja epatica con ~clero ~ i moll e, e la forma dall 'O. descritta nel i926 di « atrofia subacuta dèl fegato con parziale sclerosi disseminata e sin tomatologica cirrotica», forma singolare e fin 'ora unica nella letteratura, ,·l a no11 confondersi, per la mancanza di ittero, della lues, ecc., coi noti ca i di atrofia subacuta del fegato. el tipo dall 'O. descritto poLè anche avere la dimostrazione che t.anto l 'ascite c1t1anto lo stesso reticolo ve11oso, supplementare sopraombelli.cale non potevano mettersi in rapporto genetico coi1 la meccanica 'c ompressione dei ra111i portali da parte del connettivo n eoformato, in quanto che ql1esto appariva soltanto in for1na di isolotti sparsi, costituiti in prevalenza da elen1enti in fa se di sviluppo non avanzat a e senza la for1nazione di travate od anelli capaci di strozzare 1a c irco lazione porta~e. Per la produzio,n e dell 'ascile ecl a11che del reticolo ve11oso supplementar~ l 'O. cer cò di dare in parte una spiegazion e n1eccanica, COJJ siderandoli . come effetto d el relatiYo ristag110 del sangue neJla ricca rete di capillari ecta ici, qnasi. di aspetto angiomatoide, riscontrata all 'esarne is tologico del fegato, ed in parte una spiegazione di ordine fi l.odinamico; nei riguardi della genesi dell 'ascite poi ritenne, come ritie11e in iutti i casi, ch e dovesse darsi anche u11a notevole importanza alla discrasia plasmatica. A favore di quest'ultima spiegazione gli l>asti ricordare l 'osservazio11e personale da lui fatta parecchi anni fa sopra un caso di cirrosi pura del tipo, Laennec ét forma anasarcatica, nel quale tanto 1'indagine c]inica quanto quella anatomopatologica esclusero ogni altra ragione, all 'infuori della lesione e1)atica, per la genesi dello s.tato anas<Jrcatico.

SouERI (Forlì). - Nei oasi di sintonia patolog ica dell 'addome destro non h a mai trovato al· terazioni a tipo cirrotico; per lo più invece un fegato ingrossato rnolle. 111 questi casi dopo l a appendicectomia ha praticato una colecistostomia. Ha abbandonato .l 'operaz~one di Talma. Ha usato la sezione trasver sa del r etto sinistro e l 1innesto dell'omento nello spazio rimasto dalla retrazio11e, senza avere avuto risultati soddisfacenti . A. FERRATA (Pavia). - In merito alla relazione D 'A1nato e alla comunicazione Leotta rileva come le alterazioni a11atomopatologiche del fegato, riscontrate da Leotta in casi di sindromi addominali (appendicite colecistite peritonite) siano espressione secondar~a di malattie di altri orgaiti, che trovano la loro spiegazione n egli intimi rapporti anatomici e funzionali del fegato con l 'addo1n:e e COf1: gli otgani aJdominali; non sono nè epatiti, D:è cirrosi. ln · questi . casi il problema Clinico tanto diagnostico ch e terapeulico non può essere quello dell 'epatite o della cirrosi, ma sarà seco11do i casi quello indicato dai caratteri della sindrome addominale, tanto J)iù che quasi ~ai i1ella pratica alterazioni eventuali del fegato si presentano con preponderanza tale da dominare il quadro. L 'O. inoltre insiste sulla possibilità di rapporti patogenetici fra 1rJiJta e fegato., lesioni della inilza possono ripercuotersi sul fegato e dal pur1to di vista pratico in questi casi è indicata la splenectomia; dqpo di essa si può avere la regresione completa della sintomatologia epatica. Ricorda a questo proposito u11 caso perso11ale (pubblicato nel Bollettino della Società Medi-cochirurgica di PaviJ, fasc. . [J 1932 in collaborazione con il prof. Inti:ozzi), che presentava una si11drome caratterizzata ua deperimento , aste1J.ja, anemia con lieve leucop enia senza forti osc1llazioni della formula leucoc~taria, epato- e sple110·1negalia spiccata. Co~siderato il processo morboso corne una forma di emopatia splenomegalica primitiva, I 'a. fu sottoposto a splenectomia con esito in guarigione. La milza del peso di Kg. 2,600 presentava un aspetto macroscopico che ricordava quello della milza porfiroide del granuloma maligno per la presenza di una grande quantità di noduli di coJorito bianco-grigiastro, istologicamente definì· bili com~ follicoli linfatici ~pertrofici. Inoltre l 'esam e microscopico h a messo in rilievo i segu enti fatti: riduzione notevolissima della polpa splenica, scarsi fenomeni emolitici, lieve jalinosi della milza, non segni di fibroadenia, spiocata eosinofilia specie extrafollicolare e attività germinativa dei follicoli per presenza di numerose cellule . . stessi . . . . . in car1oc1nes1, per presenza nei vasi e nei seni della polpa di sangu e ricco di element~ nucleari linfocitari. In base a considerazioni diagnostich e per lt. quali si può escludere il morbo di Banti, la splenomegalia con linfocitosi d escritta pure dal Banti, il granuloma maligno, la l~ucemia e pseudoleucemia linfatica e 1e altre forme note di splenomegalia, 1'0 . crede di potere classificare il caso coine una forma di splenomegal~a follicolo-iperplastica con an emia.

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L. Co·N DORELI~l. L 'O. richiama l 'atlenzione stilla importanza del fegato come or gano regola lore d ell 'equilibrio elettroli~i co .


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Dalle personali esperienze eseguite' tra jl 1924 e il 1926 è risultato che il fegato è ca.p ace di fissare rapidamente delle forti quantità di elettroliti introdotti p er via parenter ale e .liberare dalle sue riserve notevoli quantità di elettroliti ad azione biologica antagonista a quelli iniettati per ri::stabilire il turbato equilibrio elettrolitico del sangu e. Tali ricerch e sono state in tutto conferm&te da Beckma.n n e collabor atori . .1\.11'0. non se~bra però dimostrato sperimentalmente ch e spetti esclusivamente alle cellule epiteliali. del fegato questa funzione e non. in parte al r eticolo-istiocitario dell'organo . Gli esperimenti fatti dall 'O. e da B~ckmann su animali a sistema reticolo-istiocitario bloccato con argentò colloidale, n on possono essere con siderate com e conclusive, dato che il così detto· « blocco )) del sistema reticolo-istiocitario, non annulla la funzione di esso. L 'O. fa notare anche che egli per il primo ha din1ostrato sper-imentalmente l'esistenza e l 'im · portanza del circolo entero-epatico del calcio, prevedendo così l a sindrome di cai::enza calcica che si sarebbe avuta per deviazione della bile dal can ale enterico. L 'O. riferisce poi sul r eperto isto·p atologico di molti casi di cirrosi luetica tipo Morgagni-Laennec. L 'O. insist e sui seguenti punti: 1) Nelle zone in cui il processo è avanzato ed in cui i fenomeni ·di rigenerazione sono progrediti, l'immagine istopalologica non è dissimile dalle cirrosi di natura tossica, giacchè si rinvengon o i soliti noduli di t essuto epatico rigenerati circondati da anelli di tessuto sclerotico. 2) I reperti più importanti si ritrovan o· r1elle zone, ~empre presenti, e a volte e~tese, in cui il processo è più recente ed in -cui· non si è ancora verificato il processo di rigenerazione. In t ali zone si osserva che il processo inizia con una inten sa infiammazione produttiva interstiziale, ch e scompagina completamente la struttura epatica avendosi la dissociazione delle travate di Remak e delle singole cellule per la produzione di un t essuto infiammatorio polimorfo ricco di linfociti e plasmacellule. In tale stadio nQn è raro vedere delle go,m me miliari e delle cellule giganti,. . 3) Le cellule delle travate di Remak, dissociate dal tessuto infiammatorio in parte, perduti i rapporti con i sinusoidi perdono l 'aspetto di cel · lule bipolari (epatiche), per assumere l 'aspetto di cellule biliari (unipolari), per un processo di m et aplasia anaplasica. All 'O. sembra dimostrato dai suoi reperti istopatologici ch e i così detti canalicoli biliari rigen erat i possano prendere origine dalle cellule ep atich e. 4) La pa.rtecipazio:Qe del periepate al processo infian1matorio è costant~ ed intensa . 5) Non ugualmente costante, ma frequente, è la partecipazione delle arterie al processo infiammatorio. · Queste ricerche isto-patologiohe, m~ntre costituiscono una ulteriore conferma all'origine luetica di m ol LP. cirrosi tipo 'Morgagni-Laennec, rlimostrano anch e che il processo iniziale ch e può produrre una cirrosi , in alcuni casi sia un processo infiamm atorio.

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G. Dol\r1N1c1 (Torino). - L 'O. cl o·p o aver fa tto rilevare le cause di errore a cui può condurre la ricerca a11atomo-patologica di per sè sola, espone i risultati di indagini ft111zionali eseguite i11 unio11e a vari collaboratori, su u11 gran 11un1ero fli epatopazienti e . per stabilire lo stato funzionale del viscere e per ammettere o escludere uua cout emporanea compromissione delle vie biliari. I risultati h anr10 dato corne primo fatto la grande frequenza con cui nelle affezioni diffuse del fegato si h a in u11 secondp ten1po la comparsa di fenomeni infiammatori delle vie bili.ari, originandone forme itteriche di varia durata, spesso tran sitorie. Ma il risultato essenziale delle ricerche si è ch e la cola11gite priir>:itiva o associata a colecistite, può esser e all 'origine di forme acute, suba cufe e subcronich e di epatite. L 'O. analizza questi quadri clinici e m ette iD: rilievo i seg11i ch e permettono di riconoscerli. Passa poi l 'O. a parl ar~ delle prove d~ es1)lorazione. funzio11ale .del fegato , ricorda quelle ch e Yengono impiegate comuneme11te alla clinica medica del prof. l\ilicheli ed esprime il giudizio ch e l 'impiego contemporaneo di n1olte indagini, di quelle ch e l 'esperienza h a dimostrato più attend~bili, può permetterci di arrivare all 'esatta interpret azione dei m olt eplici quadri clinici nell 'oscuro ~ com1)lesso ca1npo delle epatiti e delle cirrosi . ANzlLLOTTI (Livorno). - IllustTa casi di epatiti ci:oniche curate chirurgica1nente. Non ha ottenuto buoni risultati con l 'operazione di Talma 11ella cirrosi utrofica. CRISPii'\O (Napoli). - Accenna ai rapporti tra cirrosi e pilelromboflebite della porta. ScHIAss1 (Bologna). - Illustr a il suo nletodo operato rio - la splenocleisi - che h a proposto nella cura della cirrosi atrofica. Insiste 11el fare osservare ch e l 'asci te è dovuta so~o in p arte all 'ostrllZion e meccanica del circolo portale, mentre h a. speciale irrtportanza l 'alterazione della cr asi san gtt1g11 a. •

CASTJGLIONI (Milano). - Riferisce il risultato incor aggia11te otter1uto in un . caso di si11drome epato-splenomegalica con modica emolisi trattato con la legatt1ra della splenica associata all 'oper azione di Talma.

Risposte dei Relatori. Cr. D'AMATO. - Porge anzitutto i più vivi ringraziamenti a coloro eh~ hanno avuto parole benevoli per la r elazione, r ende:Qdosi conto della difficoltà dell 'ar gom ento trattato. E deve anche compiacersi che parecchi oratori son.o stati pienamente concordi con lui in ~larecchie questioni e soprat11tto sull e indicazioni t erapeutiche e sui limit i delle i11 dic~zior1i operative. Bucco h a acce ttato Ja dottrina mista dello svi1up1)0 dell'ascite propugnata dal R. ed h a accennato ai casi di cirrosi sen za ascite m a con notevole sviluppo della circolazione collaterale. Ne ha fatto cenno anche il R. nella relazione e ha detto espressamente ch e in. parecc~i di que~ti in.fermi visti da lui e da altri ch e s1 er ano 11berat1 del1'ascite Si era st abilito' Ull circolo collaterale e11orrne1ne~te sviluppato: or a è appunto in queste ul•


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ti1ne condizioni ch e si det erminano cori grande facilità le emorragie del tubo gastro-enteri co (per rottura di varici esofagee o per rottura delle radici deJle meseraich e o di varici emorroidarie). Sab atj ni h a detto ch e i10Q si può fare distinzione fra epatiti e cirrosi , il R . deve dirgli ch e la quest~one è st ata già risoluta: n ella prima pagina delJ a relazione h a scritto infatti ch e i più autorevoli anatomisti p atologi i sono, da parecchi o, nlessi di accordo sulla definizio11e dei due pro · ces i morbosi. 11 Kretz, il Ros le, il Gho11 , il Letullc, l ' Alhot e, fra i no s tr~, il Fabris si tro·v ano d 'accordo 11el definire la cirrosi epatica co1ne una speciale ep atite n ell a quale i h a una distru zione cliffusa di elem enti pare11cl1imali del fegato e con· segu ente formazione di t e suto cicatriziale con disposizione tale da ri ultar11e il perverlime11to del piano strutturale del fegato. I processi infiammatori cronici del fegato ch e non si accompagna110 a quest e .alterazioni i11eritano il n ome di epa titi e non di cirrosi. Questo concetto è oramai accetia to da lutti, 8 a-Ila st regua di tale concetto si giudica se i vari tipi clinici ch e noi oggi riuscian10 a differe11ziare apparten ga110 più alla famigJja . delle cirrosi o più a quella delle ep atiti . Sabdtj11i ha don1a11dato anch e ch e cosa pe11si il R. (lcllt• forme r linich e rlelle cirrosi e delle epatiti e si richiama alla sua relazione del 1925. Il R . risponde ch e non è d'accordo con lui nel n egar e la possibilità di distinguere alcune varietà di cirrosi e èii. ep atiti ; e cr~de di avere discu sso ampiamente nella r elazion e le ragioni di questa opi nione. Ila detto infatti ch e le indagini scientifi che di qt1esti ul timi anni hanno distrutto le classificazioni arbitrarie ch e eravamo abituati a leggere nei libri classici fino a poco tempo fa; ed ha dettQ ch e non è possibile, nello stato attuale delle nostre conoscenze, proporre nuove classificazior1i ch e rispondano a tutte le esigenze scientifich e : ma ciò n on vu ol dire ch e esista u11 caos con1pleto dal punto di vista clinico. Noi abbiamo imparato a distinguere le cirrosi vere dalle epatiti, le forme mesenchimali da quelle ad inizio epiteliare. Lo stl1dio delle forme ipersplen omegaliche, sebbene non si possa dire ancora completo, è indubbiamente del più grande interesse scientifico e pratico. Ed anche nel campo delle cirrosi biliari m al gr ado ch e sia ancora così confuso, si è fatto già parecchio delimitando ben e i caratteri della for 1na ni Hanot e riconoscendone i11 parecchi oasi la natura sifiliti ca. Non è tutto, ma è già par ecchio ; quindi non è il caso, secondo il R., di abbandonarsi al più completo scet ticismo e di invocare magari il ritorno all'antico. Alessandri ha detto dell e cose molto sennate circa le indicazioni oper atorie 11elle cirrosi e nell~ epatiti; ed il n.. è lieto ch e le vedute rli i.in chir11rgo co,s ì cauto e valoroso coincida110 con quelle da lui espost e n ella relazione. Alessa11dri, a proposito delle epatiti sa telliti delle colecistiti, si e prime a favore della ipotesi ch e l'infezione si Jocalizzi prima n ella cistifellea e poi nl}l fegato . TalP opinionP r1on è (livisa dalla m aggior parte di coloro ch e si sono occupati del! 'argomento con ricerch e sperimentali, a cominciare dal Graham; lutti costoro pen sano ch e la infezione si localizzi dapprima nel ·fegato e poi dopo si diffonda alla vescichetta biliare. Solo pochi fra gli st1 td iosi dell 'argom ento hanno espresso

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un parere confor1ne a quello di Alessandri. Alessandr i t occa a11ch e l 'altro irQportante argomento dei be11efici ch e arreca ai cirrotici la soppressione clell ' asc~le. E fuori dubbio ·ch e la soppressio11e dell 'ascite rimuove i disturbi n1eccanici provocati negli or gani addon1inali dalla pr~senza del liquido, i11a i1ell 'islesso Lc111po, l 'apertura di larghe vie collaterali allevia la stasi degli organi addot11inali. Tutto ciò i1on può l1on eser citare un 'azione b~nefica su questi organi e quindi su tutto 1'organismo. Relativamente alla indicazione della sple1~ecto111ia in alcune for111e di cirrosi biliari, deve rima11er fermo il concett o ch e la sple11ectomia, mentre va consigliata nelle forme ipersplenomegali.che, deve essere invece 11ettamente scon sigliata llelle epatiti biliari a tipo Hanot e nelle ep atiti biliari infettive. • Ha a colta to con vivo co1npiaci1nen to le r icerch e fatte , su materiale raccolto con biopsia dal Leotta sulle cosiddette epatiti satelliti delle affezioni addo·m inali. Non è d'accordo con gli oratori ch e h anno negato ad esse qualsiasi importanza. Que· sle ricerche invece docume11 tano sempre più 'i rapporti tra fegato ed alcuni organi addominali. Le lesio11i riscontrate dal Leotta, simili a quelle descri.tte .da altri ricercatori prima di lui, non si possono certam e11te giudicare di natura cirrotica, n1a somig1ian o a quelle trovat e nel fegato dei bevitori ecl acquistano per ciò notevole importanza, perch è illustrano con materiale umano la istogene i di alcune epatiti croniche. E bene nQtare ch e 11on si h a l 'impressione, nella pratica clinica , ch e queste l~sioni conducano, per lo meno con una certa frequen za, alla vera ci,rrosi del tipo ~Jorgagni-Laennec, forse perch è le colecistiti, le appe~diciti, le ulc~ri del tubo digerente o vengo1lo operate, oppure producono facilmente incidenti mortali, quindi il loro decorso di solito non è tanto lungo quanto sarebbe n ecessario perch è si po sa organizzare una vera cirrosi . Pende vorr ebbe sep.arare la cirrosi atrofica di ~lorgagni-Laennec, nella quale egli crede ch e prevalgano i fatt~ degenerativi e ch e si osser vi una fision omia anatomo-clinica speciale, da tutte le altre for~e assai più rare, a tipo più nettamente infiammatorio e che llOn meriterebbero il nome di cirrosi ma solo qu elle di sclerosi. Qu esta opinion e 11011 è conforme a quello ch e i conosce sull 'argom ento sia dal punto di vista a11atomo-patolo·g ico , s~a dal punto di vista clinico. Infatti noi siamo lontani dal J)ensare che la cirrosi volgare atrofica sia un processo· eminente111ente degen erativo J)er chè la estesa formazione di cicatrici , ch e. perverte il piano strutturale del Ceg·ato, o})blig" a pe11sar e a un d'i ffuso e cronico processo infiammatorio: e questa è l 'opinion e di tutti i patologi. La cirrosi volgare 11011 può essere consi<ler at a in i11odo indipe11dente dalle altre affezioni del fegato, perchè è noto ch e, se vi sono cirrosi ch e potremmo dire pri~itive del fegato, ·vi sono anch e cirrosi con secutive ad altri processi morbosi del fegato o della milza. Valga per tutti il ricordo (lelle cirrosi con secuti ve ad atrofia gialla cronica del fegato e delle cirrosi del morbo di Ba11ti. I1lfin~ è n oto ch e perfi110 l1elle forme di cirrosi biliari a tipo iperspleno111egnli co i può avere una


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cirrosi del tipo ì\lorgag·ni-L a~11nec a forma ipertrofica. Non è p ossibile dunque sep ar are recisamente la c~rrosi atr ofica da t utti gli altri processi infiammatori cr o11ici del fegato n è dal punto di vista anat omo-pat ologico, n è dal punto di vist a clinico . Quanto al co11cet to ch e l 'abiotrofia d elle cellule epatich e predispon ga il feg·fl to ad ammalar e di cirrosi volgare, bisog11a dire ch e è una veduta originale del Pende ch e asp etta di esser e documentat a. Ma sen za dubbio è su ggestivo il fatto ch e in alcune forme di cirro,si com e in quelle del morbo di Banti, l 'asp ortazion e della milza preserva dalla cirrosi del fegato e in alcuni casi ne arresta il decorso, se l a cirrosi aveva comin,ciato aQ or ganizzarsi . In questi casi si h a l 'impressione fortem ente suggestiva che lo sviluppo dell a cirrosi sia dominato in modo esclusivo dalla inorbo·sa attività della milza . Lo studio delle correlazioni tra fegato e glandole endocrine, dj cuj il R. ha tenuto lar gam ente parola n ella relazio-n e m erita di essere approfon dito, perch è può essere fecond-0 di risultati importanti sia d al punto di vist a biologico sia d al punto di vist a pratico; ed è lie~o di constatare che il Pende vi abbia portato dei contributi i11teressanti . Luzzatto, in vist a delle gr avi difficoltà ch e si incontrano· n ella Cli11 i.ca per giudicare di natura luetica una cirrosi , propone di utilizzar e la prova di W assermann ricerc ata con il liquido ascitico. Questa indagine è st at a già indicat a e saggiat a da altri ; ma è chiaro ch e i risultati' non posson o esser e consider ati com e sicuri ; per ch è con tale m etodo si riesce a dimostrare ch e l 'infermo è lue · tico m a non ch e la cirrosi sia di n atura luetica . Antonelli ha espresso ancl1e lui il su o p arere sulla questione della differ en za tra cirro.si ed epatiti, e propo·n e di d are a tutte le forme il n ome di epatiti cr onich e. Egli h a r agione: sono tutte epatiti croniche ; m a, com e il R. h a detto n ella relazione, n el ca1npo di quest~ epatiti vanno distinte le cjrrosi ch e h anno un aspetto a11atomo .. patologico speciale. Or a il R. · n on cr ede ch e sia utile cancellare l a p arola cirrosi dalla patologia del fegato: significh er ebbe riportare l 'ombra là dove si er a cominciato a far luce . . Non è inutile saper e ch e alcuni processi morbosi epatici appartengono alle categorie delle cirrosi , m entre altri appartengono· alla categoria delle epatiti. L 'error e sta n el voler considerare le cirrosi come for me an atomo-clinich e b en definite. ad etiologia ~ sintomatologia costanti. Bisogna ben r ender si conto cl1e la cirrosi atrofica e quella ipertrofica del tipo Mor gagni-Laennec possono essere I 'esito di processi m orbosi essenzialmente diversi . Un esempio climos trativo è quello riferito dallo stesso Anton elli, il ·quale h a visto stabilirsi una classica cirrosi atrofi ca in seg11ito ad una epatite cronica febbrile, infettiva. Eppinger ed altrj , come è 11oto, h anno riferito alcuni casi di atrofia gialla-cronica del fegat o trasform ata , in ultimo, in una cirrosi atrofica. Relativamente alla i1nportanza della inalaria nella etiologia della cirro$i , bisogna riconoscere ch e vi sono casi, n ella letteratura, di individui maJ{\rici diventati cirrotici senza che avesse agito sul fegato un altro agente nocivo. Casi di tal gen~re si trovano rileriti dagli autori francesi e dal

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Mich eli. Certa1ne11tEl questi casi meritano tutta la n ostra con siderazione; però bisogna rico11oscere ch e avrebbero molto maggiore importat1za se fossero più frequenti e sopratutto .se r1oi conoscessi Ino tutte le cause cl1e possono provocare la cir· rosi . È n oto ch e in p arecchi casi non si riesce a trovare la causa della cirrosi; sicchè non si può essere m at erriatica1nente sicuri che i~ quei casi la cirrosi si debba solo alla n1alaria e ~on ad altre cause ig n ote. Che la malaria predisponga il fegato a risentire fortemente l 'azion e di altri agenti nociv~ 11on vi è dubbio. È sempre difficile giudicare se una cirrosi sia di n atura tubercolare, anch e quando viene co11statata in un soggetto chiaramente tubercolotico. È solo un fine esame istologico ch e può pcrn1ett~re quest o giudizio. llel atjvam e11te alle cirrosi biliari , A11tonellj è d 'accordo con il R. nel riconoscere la esi st enza, sia pure in cas~ non frequenti , del morbo di Ha· not, e ~el riconoscere la esistenza della for1na ip:er splenolll(egalica di Gilbert· e Fournier, <:h e .b;ppinger avrebbe riesumata, aggiungendovi soltanto il car attere di una esager ata emolisi splenica. Anch e egli è d 'accordo con quelli che ritengo110 non ben e documentata la esager azione dei fenoJneni emolitici in questa variet à di cirrosi biliare. ·p·errata è d 'accordo con 11 R. n ella distinzione fra cirrosi biliari coinuni e cirrosi splen om egaliche: è proprio in quest e ultime ch e la splenectomia è perfettam~nt~ indicata . Il caso da Iui riferito è ver am e11te inter essante an ch e p er I 'e.sito felice avuto dopo la splen ectomia. Condor elli h a riferito le su e ricerche sull 'import an za del fegato come organo r egolatore dal! 'equilibrio elettrolitico. Il R. le h a ricordate nella relazione, per quanto abbiano una importanza m olto limitat a p er ciò ch e riguarda patogenesi degli ede1n i . Ch e un 'alter azion e primitiva del ricambio salino abbia importanza n el determinare l 'ascite è stato asserito da alcuni , ma finora n on se n e è dat a alcuna doc.umentazione sicura. Condorelli h a fatto uno studio istolo·g ico per dijferen ziare le cirrosi luetich e da quelle non lue· tich e ed è ve11t1to a conclusioni ch e tro·vo piene di interesse. Com e son o piene d 'i~teresse le ricerch e fatte dal Dominici e rivolte a documentare n egli infermi la p artecipazior1e delle vie biliari al processo cirrotico. G. PASCALE (Napoli). - Ha già, nella r elazion e, esauriei1tem en te . esp osto i propri concetti sulla utilità e sulla efficacia dell 'intervento, chirurgico ~ell a cirrosi ep atica tipo Lae11nec. Ha detto ch e sopratutto a lesion e aYa11 zata, q11alunque intervento che miri a stabilire delle sernplici vie d~ scarico non può ovviare ai nun1erosi inconvenienti determinati dalla m alattia, perch è le lesioni, che, sopratutto dal p11nto, di vista anatomo-patologico, caratterizzano tale affezion e, riguardano non soltanto l 'ap parato stromatico, del fegato n1a il parenchima stesso. È d 'avviso ch e l 'azione tossica, eh 'è il fatt ore et~ologico di tale cirrosi, si esplica sul centro del lobulo epatico e precisamente sulla cellula epatica in maniera diretta e primitiva, per cui il primo elemento del fegato che viene ad esser e 1ninorato nella sua fu11zionalità è appunto la cellula epatica . Il connettiYo inve<:e reagisce in secondo m on1en to e fe alter azioni da questo riscon-


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SEZIONE PRATICA

trale si possono co11siderare co~e il proqotto della irritazione cronica abnorme determin·ata dagli alterati prodotti d ella cellula epatica, per cui il co11fl:ettivo stesso reagendo si sclerotizza e si finisce con la lenta 1na progressiva retrazione d ell 'organo intero. I tentativi di rige11erazione, poi, ch e ono stati riscontrali nel lobulo epatico son o in gen ere disordinati, lenti ~ sono fatalmente sopraffalti dal p rocesso clerotico che conti11ua ad evolvere. Ha g~à espresso, insieme con il collega Chiariello, l'l;ella relazione, che varie considerazio11i dimostrava110 com e 1'omentopessia n on potesse far fronte a problemi ~osì co1nplessi. Le ricer ch e sperimentali infatti, non solo sue ma di nun1erosi altri ricercatori, stan110 app u11to a di111ostrare che per un con1plesso di ragioni ch e sare})be lroppo lungo ripetere in questo momento, 11on è indifferente l 'i1nmissione, comu11qu e essa venga praticat a, di an gue del sistema d ella vena porta in quello della vena cava e ch e 1'ascite no11 era lulta la malattia in quanto che accanto al fattore di ordine meccanico, ch e indubbian1ente no11 può trascurar i, vi sono numerose altre ricerch~ ch e considerano l 'ascite con1e una manifestazione locale di u11 disturbo generale del rica111bio idrico così come si ha negli edemi del cirrotico. A conclusione tJui11cli del suo pensiero ripete ch e perchè questo intervento possa apportare qualche beneficio l o si c'!eve praticare fin dall'inizio, e non affidare 1'infermo al chirurgo quando lo si con sider a definitivamente spacciato. Gli infermi debbono esser e in buone condizioni ge11erali, di età non troppo avanzata, senza lesioni cardiach e o renali. Cir ca gli altri interventi nella cirrosi di Laennec non cr ede di ritornarci, dopo qt1 anto è s tato già esposto nella relazione. Il drenaggio del liquido ascitico, comunque praticato, no11 h a in ge11 ere soddisfatto i chirurgi . Le a11astomosi vasali, ia ch e qu~ste vengano praticate sui grossi tronchi venosi o sulle radici di questi, sono rimaste in gPnere dei tentativi isolati e perchè permane sempre il dato di fatto ch e non è senza pericolo, la immissione diretta del sangue portale nel territorio della vena cava . Non si diffonde sul trattamento chirurgico del morbo di Banti ch e d'altra parte è stato ampia1ne11te trattato 11e1la relazione scritta perchè da anni è un convinto sostenitore della utili là della splenec tomia nel inorbo di Banti come ampiamente riferì nel Congresso di Milano del 1924. I s uoi primi interventi datano oramai da moltissiini anni e i1e è sta to sempre soddisfatto. Se non ancora si sono s tabilite d ell e lesioni inarcate a carjco del fegato e degli altri or gani dell 'eco,n omia, la splenectomia, in quanto rimuove un organo, Ja cui funzio11alità, comunque alter ata, porta detrimento al! 'organismo intero, · costituisce un eccellente intervento. La gravità di detto intervento <1 nmenta di pari passo con I 'inoltrarsi delle lesioni Bantiane, anche in pericolo ascitico la splenectomia h a dato· degli innegabili successi, ma in genere i risultati sono molto meno bGoni. La splenectomid nelle altre cirrosi splenomegalich e dà spesso rlei buor1i risultati ma qui si entra 11el complesso capitolo delle cirrosi biliari che è ancora molto oscuro. Per la cirrosi di Hano t non s~ può arrivare assolutamente ad alcuna conclu sione, perch è rarame11le le osservazioni ripor-

tate aveva110 u11a b ase rjgorosamente scientifica ed i casi riportati so110 troppo pochi per poter con1u11que arrivar~ ad un giudizio preciso. Nelle forme di cirrosi biliari splenomegaliche, ch e potrebbero· rientrare nel quadro clinico e analon10-pato1ogico descritto clall 'Eppinger, pensò anche lui, e l 'h a g~à segnala to nella r elazione, ch e l a _1)1e11ecto1nia possa apportare d ei reali benefizi. I i1umerosi casi già riportati nella letteratura invita110 a proseguire le ricer ch e e le osservazio11i in questo i11tricato capitolo della patologia addo~i11ale. Su un altro, pu~to infi11e, vuole insistere, ed è 11l1 a p ossibilità di un utile intervento chirt1rgico i11 alcune forme di itterizia che simulano talvolta p erfettamente le sindromi itteriche da occlusion e, perch è all 'ittero si associa sp esso il dolore, ed anch e a tipo accessionale. In questi casi le feci sono quasi completamente scolorate, men tre il drenaggio duodenale ed i tassi della bile n elle feci dimostrano ch e ge11eralmente vi è presenza di bile, sebbene in scar sissima quantità ; L 'esperjenza clinica, non solo sua ma anche di altri 1\utori, h a dimostrato che un drenaggio delle vie biliari principal i apporta un rapido migliorame11 to della sinton1atologia, con decoloramento dell 'i11fermo, fuoriuscita di bile, prima scura e poi n1an mano più chiara, attraverso il drenaggio e ritorna alla normale colorazione delle feci . Se 1'interpetr azione di tale influenza benefica non è precisa, ~ ricorda a tal proposito ch e alcuni inlerpetrano tale azione ad un 'influenza benefica diretta ~ull a cellul a epatica primitivamente lesa, il dato di fatto resta ed è perciò che ha voluto richiél1nar e cli nt1ovo l 'attenzione su tale feno1neno. A. Pozzi. (Coritirtua) . /ateressaatlsslma Monografia: Prof. LUICI

ZOJA

Direttore della R. Clinica Medica dell'Univ. di Milano

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DIABETE

INDICE. - PREMESSE. Ghiandole endocrine tono-vegetative e r1- · cambio. Centri regolatori del ricambio. Sistema nervoso e ri· cambio. Ricambio e costituzione chimicofisica. ,, I. GLICOSURIA NORMOGLICEMICA E IPERGLICEM ICA : La glicemia. ,, II. SoGLlA RE· NALE PER IL GLUCOSIO: I) Considerazioni preliminari; 2) Soglia rena le per il glucosio: Glicemia nella ipertonia; 3) Rene e sog lie. ,, 111. IL GLUCOSIO NEL SANGUE. • IV. CARBONURJA DISOSSIDA• TIVA. , V . CURVA GLICEMICA: 1) Andamento generale; 2) Ascesa: 3) Acme, discesa; 4) Ipoglicemia; 5) Secondo complesso: Glicemia dopo il digiuno; 7) Glicemia da carne. ,, VI. RICAMBIO EMOGLOBINICO. , VII. IL GLICOGENO NEL DIABETE. CHETONURIA: I) Il glicogeno nel diabete; 2) La chetonur ia. , VIII. RAPPORTI FRA SE• CREZIONE ESTERNA E SECREZIONE INTERNA DEL PANCREAS. ,, IX. INSU, LINORESISTENZA. , X. LE DIVERSE FORME DI DIABETE MELLITO: Dia, bete dei giovani e degli adulti. Diabete dei giovani. Diabete de· gli adulti. Glicosurie. Glicosuria ipofisaria e surrenale. Glico• suria surrenale . Glicosuria nelle ipertiroidosi. Glicosurie da le, sione nervosa. , Xl. IPERSENSIBILITÀ ALL'INSULINA. , XII . SULLA INSULINA. ,, XIII. CURA DIETETICA INSULINICA NEL DIABETE: Evolu• zione del diabete. Cura causale. V alutazione del lavoro nella prescrizione della cura nel diabete. ,, Xl V. CRISI lPOGLICBMICHE. , XV. CURVA ORARIA DEL GLUCOSIO NEL SANGUE E NELLE URINE. • XVI. ALCUNE NOTE DI TERAPIA NELLE COMPLICAZIONI DEL DAIBETE: N ella tubercolosi polmon:ire. Negli interventi chirurgici. • XVII. CURA CHIRURGICA DEL DIABETE. • XVIII. QUALçHE ALTRA CURA PER IL DIABETE: Il fegato. Sostanze ipoglicemizzanti. Acque mi· nerali. ; PROPOSIZIONI RIASSUNTIVE.

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Volume in-8°, ·di pagi•n e 104, ·n itida.mente stampato, in ea.rt'il. eemipatinata. Prezzo L. 1 5, pJ.ù le speee postali rli S'l)erl!izi0tI1e. Per i nostri abbonati sole L. 1 2, 7 5 in porto fra.neo . Per ottenere quanto sopra inviare Vaglia all'editore LUIGI POZZI, Ufficio Postale Succursale diciotto, ROMA.


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APPUNTI PER IL MEDICO PRATICO. CASISTICA. Sifilide febbrile pseudomalarica. J. Peyrot (Marseille méd., 25 giugno 1932) riporta 7 osservazioni di individui che avevano soggiornato in r egioni fortem·e nte malariche e che prese.n.tavano a1ccessi febbrili tipicamente mala·rici; in. alcuni, si aveva mononucleosi ·e d a·n ·c.h e sp1leno:m 1e:galia; alcuni avevano anche avuto la p ens ione militatre come malar~ci. In.v ece, la r e1sistenza delle febbri al chi·n ino, la Wassermann -gositiva e l'efficacia del trattam·e nto antisifilitico, col m ercurio e bismuto, dimostrar·ono trattarsi di sifilide . L'A., pertanto, consiglia in casi di individui clìe hann.o soggiorn:a:to in r egioni malariche e 1ch e ;presentano accessi febbrili del tipo· malarico co·n anormale resistenza alla tera pia specifica, di pensare alla possibilità ch·e si tratti di sifilide e di fare le opportune ric-e rcl1e . La presenza di splenomegalia. non derve indur.re in errore, poichè anc.h e la sifilide predilige la miilza. (Semb·r a però n·ecessario tener presente. 1che, anche n ell:a1 malaria, la Wassermanni può essere ·positiva. N.d. r.). fil.

Numerosi .ca si occorsi in Ing hilterra sono co·n segnati al British Med. Jounnal (dal n. del 10 n1aggio 1930 in poi). Generalmente la diagn·osi è stata posta co·n la reazione di agglutinazione e non mediante 1a emocultura. Un'osservazione riferita da M,a c Arthur e Wigmora riguarda tina donna di 53 anni che da 20 anni notrl si muov·eva dall ' In.g hilterra; in questo caso la sierodiagno·si fu positiva per BrUJceilla abo1·tus Bang, l 'emocultura fu ,n egativa,. mentre si coltivò Brucella abortus dalle urine. Il ca so di Rolanid Williams e Sla·dden fu notato i1n un fattore, egli pure.. residente sempre in Inghilterra; la diagnosi fu fa•tta colla reazione di agglutin1a.zione e l 'orig ine del1'inrf ezione fu trovata in alcune vacche che avevaillo abortito .alcune settimane prima e alle quali questo fattore aveva pre~tato le proprie cure. Il aa:so di Wishart ·e Gibson rimase oscuro riguardo al focolaio orìginario; la diagno1si fu fatta colla si1eroreazione e confermata colla coltura delle uri.ne, m•e ntre l 'emocu1 tu·r a era rimasta sterile. Anche un caso descritto da Baxter riguard.ava u·n fattore; I.a Widal era stata positiva per la Brucella abortus, mientrei l '.emocoltura, la coltura del succo duodenale e delle urine furono n egative. R. L. 1

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Rilievi sulla difterite. In occasione ·di un 'epidemia di angi:na verificatasi in una colonia estiva, P. Ru,t tgers e I . Fische r (Rev. méd. Suisse romande, 25 Febbre ondulante da Bang con quadro di grave luglio 1932) hanno rilevato quianto seg·ue. miocardite infettiva. 1) La durata deill'inrcub,?zio11Je ·della difterite può oltrepassar è largamen·t e i limiti generalE. Attinger (Schweizeris0he Medizinische mente ammessi. L ' epidemia osservata aveva vVooh., n. 3, 16 gennai·o 1932) descrive un un andamento ciclico e g li attacchi si rinnoca.so di feb·h re ondulante decorso con i sinto· vano Ùboni 10-15 gio~n.i. mi di sepsi grave (fe bbre fo·r temente remitten2) L'a-clenopatia .an,golo -m~·scellare della ·d iftete, trombosi settiche, ·ecc.) e con tutti i segni rit·e m a ligna non invade simultaneamente i clinici e fiurnzionali ·di una grave miocardite ·due l.ait i , m.a n ell'umo precede di 6-18 ore l'inriv·elatasi tra l 'altro con· una aritmia totale. vasio1n e dell 'altro. Il caso testimon,ia co·sì la possibilità di localizzazioni .p revalentemente cii rcolatorie (mio3) La vaccinazione antidifterica diminuisce la gravità dell 'infezio11-e ma non ·preserva sem- cardio, endotelio delle grosse .vene) dell.a malattia di Bang. 1\1. ToRRIOLI. pre. · 4) Lar difterite nei vaccinati è m·olto più Colite dissenterica e spirochetosi. frequiente ·di qua:nto si credei. Nei 10 casi di G . Clemente (Il Morgagni, 21 agosto 1932) ,d ifterite .degli AA. 6 erano stati vaccinati; ·s ul totale dei bambini vaocinati, si è avuto nel .descrive UIIl caso di dissenteria croni·ca n el qu.à le l 'esame ·delle feci mise in evidenza un 12 % la difterite. reperto costante di numerose sp·i rochete del 4)' L'iniezion e di ·siero· in un difterico precedentern.entei vaccinato si mostra eff~cace tipQ « ougyrata n. M·e ntre1 tutte l·e .cure tentate, con1 presa la c~ra emetini oa, si erano dimostrag ià con 3-4000 unità. 5) La durata deill ' immu.n ità - che co1nferisce . te in·effi caci, un triaittamen.to per via orale di stovarsolo determi1n,ò la scomparsa delle spirola vaccinazion e non è .ancor.ai stabilita; proba,, bilme.p.te sarebb e 1c.o·n sigliabile il procè·dere .a ch ete e I.a g u1arigione della colite. L 'A. richiama · l'attenzione sulla possibilità rivaccin.azioni ·n ei bambini d.,a 6 a 12 anni. ch e in affezioni dell'intestin·o crasso, partecipi fil. alla geMsi ·d el iprocesso mo1rboso la spirocheFebbre ondulante da ''Brucella abortus ,, Bang. te, in 1simtbiosi con g li abituali germi ~ntesti­ Casi di questa infezion e nell 'uomo sono stati nali ' eventuialm.ente esaltati nella loro VJrulenp ubblicati da molti autori dopo i primi rilievi za o con altre forme parassitarie del suddetto ' tratto ·dell 'i.n.t estino. Mette anche in evidendovuti a .B evan ei Orpen, Ficai e Alessandrini, z:a1 l 'importam·za dello studio del parassitismo l(eefer e altri. 1

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SEZIONE PRATICA

intestinale, dato cl1e pe,T curare le coliti bisogna eliminare a nzitutto le ·cause 1p arassitarie ch e p ossono man·ten erle. Allo stato attuale delle conoscen ze, ritiene appropriato parlare il10n di enterite spiroch eitica, ma di sp1iroch etosi intestinale o di enterocolite con spiroch etosi o di simbiosi spiroch eti·ca in en·terocolite. C. T oscANO. , 1

TERAPIA. I saponi nel trattamento delle ferite e clelle super· :flci ulcerate. M. Renaud (Journ. d e niéd. de Pa.ris, 7 magg io 1931) ritiene ch e, a~ giorno .d ,oggii le so .. luzio ni di o leati son o le so,s tanze più praticam ente effi caci per otten ere la disinfezione dei t es uti in superficie e lottare oontr.o i fenomeni di to si-infezione ai quali possono dar luogo . E . . se pen etrano agevolmente, a cau sa della loro e trema flluidità, ed isolano tutte le particelle, n on facend-0 ubìre a i tessuti n essu·na a lterazio11e dannosa; le soluzioni di sapone agiscon o p iù e meglio ch e .l a maggior pa·1~te degli antisettici, di cui la zoDJa di azione è limitata da hle coagulazio ni e .dalle distruzioni ch e provocano .e ch e nuocciono ai tessuti quasi quanto ai batterli. L 'A. u sa la sol uzione al 2 %, sia i11naffiandon.e .le ferite e le ul cerazioni di ogni natura, sia ricoprendole con compresse imbevute di ta·1e sol11 zion e; i può anch e usare la gelatina ch e si o ttiene con le ... oluzioni concentrate di saponi a cui si aggiungono degli elettroliti . fil. 1

Un nnovo trattamento delle terite. Sulla b.a e di con sid·e razioni t eoretich e e dopo una pratica · di 15 anni in ospe1dale, F. Schi.ick (Deut. m ed. Wochens ., 12 ag·osto 1932) con siglia di u sare, n elle ferite delle parti molli , il seguente· trattamento. Cloru.ro di potas.sio, i1n soluzione leggermente iper to11ica (1 %), sterilizzata, in r ecipienti sterilizzati . Da u sarsi due volte al g iorno, come m;~dicatura umida; agendo sulle fe·r ite sudicie, le p uli ce e provoca la formazioll1e di granulazioni ro e, ma non attiva i tessuti, sicch è è nece ario ricorrere in s~auito al Cloruro di calcio, pure in soluzione ipertonica (2 %), ch e i u sa allo stesso modo e provoca la rapida cicia trizzazione . Quest~ può, poi venir favorita mediante l 'ug u einto alla adren.alina (Adrenalina a 1 / 10·00, g. 10; Ung uento di acido borico q.b. p er 100). fil . 1

La cura ambulatoria delle scottature con medica· ture rinforzate all'acido tannico. La 1cura de1lle scottature coll 'a cido tannico è ottima e si applica facilmente ai ·m ia.lati riverati in ospedale. Ma poco è stato scritto· sul loro ·u so ambulatorio. La cu:ra di 1D avidson (1925) è questa : pulizia ·accurata della zoo.a scottata , asp ortazione della cute 1ch e sovrasta le bolle, applicazione

di garza imb.eV1,1_ta in soluzione di acido tannico in acqua; asportazione della garza dopo 24 ore ed espo.s izione deJla superficie ric01perta da acido tannico all 'aria e alla luce radiante. Il metodo di Davidson è stato modificato da Bech e Powers che usano uno spruzzatore p er applica~e l 'acido tannico e ripetono le spruzza ture ad inteirvalli durante le, prime 24 ore. Si forma così una crosta protettiva , si calm.ai il dolore, si evita la sepsi e la gua·r igio.ne 6i ha rapidamente in 10.-15 giorni. Non si deve fasciare la crosta, altrimenti si ha in.fezionei. Quando si tratta di una piocola scottatura, è necessario fasciare 1p er poter mandare il mia.lato a casa. J. H. Hun.t e P. G. Scott (Th e Lancet, 8 ottobre 1932), per questo hanno u sato delle mepica ture rinforzate, in 63 casi, riguarda nti individui di tutta le• età (da 18 m esi a 73 a'l1Ili) e con scottature in varie parti ·del corpo. Essi adoperarono acido tannico in eter e rinforzato, con garza e collodio, o acido tannico rinforzato. Al terzo giorno con collodio. Primo metodo : con am.estesia lo·c.ale o generale, .p ulizia della zona circostante e ·della zona scottata con alcool, aspo·r tazione della cute, spennellature di soluzion e satura (2 1/ 2 %) di acido tannico in etere fi1nc h è C·Om pare un coagulo bianco. Poi 1si posa un sottile strato di garza sempli ce e sopra uno strato di garza bagnato con soluzione tannica , e ipoi si fascia. Dopo due g iorni si toglie la garza, lasciam<lovi solo lo strato in contatto diretto con la le.. ion e, e ·si .aggiunge garza imbevuta di soluzio·n e tannica. AI 4°-5° g io rno, 'Se la garza è umid1a, altra soluzione tannica; se secca, fa ciatura con alcool. Al 12°-16° giorno si toglie Lutto senza provocare ·dolore e per due gior.ni si copre con medicatu~a all 'al cool . Questo metodo è ottimo ·p er scottature estese e sporche, in èui com·e .pro!Il.to soccor.so si on o u sate sostal'lze grasse e quando sooo passa te più di 2-:1: ore dalla lesione. Secondo m etodo: Pulizia com e sopra in an estesia. Si spennella la stessa soluzione tannica in etere; formiato il coagulo', si aggiunge alla soluzione un 'libauale quantità di collodio e si spennella ancora ; poi si m ette un.o strato di ga·rza· e ci si aggiu·n ge la soluzione etere... collodi-On di acido talltil.ico e si fascia do.po cb e si è seccata. Il giorno segu ente• si toglie tutto meno che lo -strato in c ontatto colla lesion.e e· i aggiung~ 'la soluzion e. Si ripete an ch e al terzo g iorno.· ·Dopo 14 gioflni· si tog lie tu't to. Q'u1esto metodo è adatto ai · casi ·p uliti o n ei bambiinj. Ter zo : me•todo: Senza anestésia, pulizia con alcool della zona circostante, asportazione della cut~ , · spenn:e llature della scottatura co·n soll1zion.e acquosa di aicido tannico al 5 %; formato il ·coagulo, si applica gar za b·agnata con soluzione tan.n j·ca e si fasciia:. Il g io rno seguente i leva la garza escluso lo strato a deTente· 1

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alla cute e si a·pplica altra soluzione e si fa .. scia do,p o che si è seccata. Al 3° e 4° giorno si rinforza. la crosta co·n collo·diolill unito a parti uguali co1n etere tannico e si ripete anch e a l t:: o • u g1orn.o. Questo metodo ha le 1p iù vaste applicazioni. Per le piccole scottatuTe da medicare a domicilio del ·m alato può bastare uno straterello di garza con soluzione tall!Il ica che si cam. bia ogni 24 ore per 4-5 giorni. L ' uso ·di una soluzione a cquosa di acido tanni1co al 5 % è raccoma.n .dabile anche come pronto soccorso inelle scottature invece delle sostanze grasse comunemente usate. E' neces .. sario usare soluzione fresca di .acido tannico, peflchè facilmente si forn1a acido gallico nelle 1soluzio·n i vecchie. R. LusENA. 1

Trattamento del prurito anale e delle ragadi anali.

M. Cambiès (Soc. beige de gastro-entérologie, 30 apaile 1932) consiglia i seguenti me. .

todi.

Prurito anale. -

lBen.z oato di benzocaina; Alcool fenilme tilico, ana g. 5; Olio di mandorle dqlci g. 90. Spe·n nellatura della cute della regione perineal,e , con tintura di iodio; iniezione ·d el liquido nella sede dove eisiste il massimo del prurito, in quantità di 1~2 ·1Cmc., da fa,rsi lentamente, nel tessuto cellulare sottocutaneo , a ventaglio. Ripetere ogni 4-5 giorni, • • in punti• OP.posti. Ragadi an;ali. - Iniezioni di chinino-urea al disotto dell'estremità esterna della ragade a ffondando l'ago per quialche millimetro ed introducendo 1/ 4 di eme. della soluzione al 5 %. Si ha un dolore vivissimo, a lampo, per qualche minuto; in seguito, lo spasmo dello sfintere cede ed il paziente 1p u.ò defecare senza provare un dolore· troppo vivo. Si p.raticano 5-6 iniezioni a 3-5 giorni d 'intervallo. La guia·rigione si o·ttiene in 2-6 settimane. Si ricorre a questo trattamento soltanto nel caso di associazione della si.n drome dolorosa di tipo ragadico e di ragade ti~pica. Per evitare il ·dolore, l 'A. consiglia la dilatazion.e di:a!termii.ca progressiva, mediante un .elettrodo anale fatto di due olive separate da u na parte media ristretta in cui si mette lo sfintereJ e terminato con una parte cilindrica del calibro di un cilindro fecale normale. Sul principio, applicazio-ni brevi e di scarsa intensità (400-500 milliam.p ères), in SBooUito 8'001200. I dolori scompaiono dopo 5-10 applicazioni e la guarigione, ahéhe di casi ribelli, dO:J.Jo un quin·dicina. fil. 1 ,

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L'uso di creme in terapia dermopatica. · Sono note le part~eolari composizioni ~he vanno sotto il ·n ome di cc creme », relativamente poco usate in d ermatologia, ma mo·l to nella cosmesi, che hanno terapeuticamente u1n 'azio.n·e r·eifrigerante, dovuta per lo più alla

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presenza ·di una certa quatiltità d'acqua assorbibile fino ad elevate percentuali da parte di grassi animali, specialmente lanolin.a (colrf cream, cerati, glicero1ati, neve hazeline, ecc. ). L: Martinotti (Rassegna medica, 3·0 giugno 1932) osserva ch e il difetto principale di tali prodotti è quello che non se ne conosce esattamen.te la composizione, sicchè non è raro che vi entrino sostanze ad azione irritante o noiciva, specialmente p·er certi individui. È qu1indi bene, specialmente per gli individui particolarmente sensibili, prescrivere delle creme a formula propria ben nota. Ripo1tiam·o alcune delle fo.r mule dell 'A. Fra le migliori, è da consideTarsi la boroeucerina, preparata1 con l'eucerina, çhe sostituisce bene .l a lanolina di cui è la parte non saponificabile. M·esco.Jando 100 parti di eucerina anidra con 900 di soluzione acquosa satura di acido b·orico, si ottiene urna crema che fa l '.e ffetto di un impaaco acquoso, pure in1 pedendo (per la presenza di piccola qu:a·n tità di g rasso) l 'ecoeissiva macerazio!Ile degli strati superficiali della cute. Tali applicazioni riesoono molto utili nelle dermatosi irritabili. Co1n1 un.a maggiore qu.antità ·d i eUJcerina, si ottiene un vero cold-cre.a m ingra·s sante (Eucerina 100, sol. acq. sa1tlfil'a acido borico 200 , 300 se si vuole una qua.n tità media di grasso). Per incorporare bene i prodotti, si liquefa ·dapprin11a l 'eucerina a mite calore, aggi11ngendo poi la soluzione ini piocole porzioni e rime-· scolando· bene la . miscela mentre si ' 'a raffreddan,d o. Si ottiene così una massa bia11ca, omog·enea, s imile a panna montata. Un 'altra buon.a preprurazione è l-0 ste.aralo ammonico neutro, ch e ha essenzialmente azione antiflogistica; a·d esso ·si !Possono poi incorporare vari medicamenti, fra 1ct1i otti.mo il derIn.atolo al 10 %. Lo stearato ammonico si prepara aggiungendo a 100 gr. di stearina fusa, una soluzione di ammoniaca (g. 40) in acqua (g. 700); l'aggiunta• ' '·a fatta a piccole porzioni sen1pre agitando e riscalda.ndo fino a produzione di deboli vapori; la massa gelatinosa ch e si ottiene va tenuta a mite calorre (80°) fino a totale eliminazio.n.e dell 'amm1o·niaca. Tale preparazione. ser,,e anrch e bene come crema per radeirsi. fil. Nelle dermatiti da insulina. Si ·osservano talora delle dermatiti in seguito a soir ntrninistrazione di i:nsulina. V. S·oh enk (Deut. med. Woc:hen.s., 1932, n. 41) le attri])uisc·e o ad anafilas&i del paziente ipersensibile oppure a·d impurità del preparato, ch e contiene ·dell~ piccole quantità di albumina. In tali e.asi, egli consig lia o di can1biare il preparato 0 di somministrare del · lattato di ·calcio, il quale agisce come ter.a1pia dei fa~t~ ac ~1ti e co·rne rprofilassi, sia .delle dermat1t1, sia degli infiltrati ch e si h,a nno talora al p1;1nto d 'iniezionei. fil.


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MEDICINA

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SEZIONE PRATI CA

SCIENTIFICA

L'azione della pepsina. introdotta per via parente· raie. M. Girolami (Soc. m ed. chir. di Bologna, 19 febbr. 1932) i11 un o studio ·sull 'argon1ento l1a o ... servat·o quanto egue. In malati di affezioni varie, sen za diretta con1pron1i ~ione dello stomaco e del duodeno, 1}f!r lo più ipocloridrici , sotto, l 'influ en za della i)ep in.a si è avuta in1gen era le :uma ·d i1ninuzione della quantità di ecr eto ed un abbassamento 11iù o m e11'0 not evolei della •secr ezione cloridrica. . 1eJle ga.., tro1)atie ri fl e... se i è a uta in alcuni malati un 'evi·dente diminuzione1 dell 'acido clorid.rico ecreto e della quan.tità di succo estratta; in altri l 'HCl è . . car am·ente diminu ito con1e ,ra.Jor e r el.ativo, ma si è av uta una notevole din1i.n.u ,zione d ella quan lità <li . succo estratto, e la curva di secrez ione cloridri ca è divenuta as5a i irregolare . . rel 1caso di ulcera ga . . lrica otto l 'influenza della 'Pep .. ina si è a uta una curva a ai meno eleva ta ia · per qu,anto ri.QU.ard.a l 'ac idità libera e combinata ch e la qua ntità di se·creto·. Inoltre la ecrezione1si è e aurita p1recocem ente non ottenendo ....i p iù dopo le prime 3-4 iniezioni ch e sicar is .. in1a qu a11tità ·di liquido. Gli . . le i risultati "' i . . ono avuti nei due cas i di ulceri duodenali. Per ciò cl1e ri guarda l 'azione· della 11e1)sina sulla curYa ·di secrez ione cloridrir a , ottenuta con in iezione di istam ina, è .r i u lta to cl1e I.a 1,eJ), ina non rappr e enta un antagoni sta farn1.a1codinam ico della istamina e ch e non è capace di inibire in m odo evidente la sua azio·n e eccitatri ce sulla secrezion e gastrica . Circa I 'azione della pepsina su•lla secr ezio·ne P·ep tica ottenuta con la colazione di E"vald , i ri ultati otten ut i sono stati m 1olto in ca tan·ti e tali ·d.a non permettere di giu dicar e se la peps ina e e.rciti una qualch e influ en za, ed i11 qu.al . en o, sulla ecrezione peptica. In fin e per quanto r iguarda la pre $ion e arter ia .. a, il pol o e la forn1u la leuicocit a·r i.a si , ono a\·uti d ei rist1ltati alquanto irreo-o.Ja ri . fil. 1

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POSTA DEGLI ABBONATI. Al dott. S. D 'Amico, da Trapan i: Tl 111,e dico· JJa r1 0-1no Fran ço i 'B rou sais (1772-1838) è no·lo co111e fondatore1 ·della teor ia i)atolo,gic.a cl1e va :-:o tto il suo nome (Brolis. ai .. i ..mo) e ch e egli .o·stenn.e vivac.en1ente1, in . pecie contro Andrial. econdo Brou ai. , n ei suna im portan za pratica va .attribuita alle .alterazioni an.at on10-patolo!5iche e tutti i processi patoloaici, anch e le flegmasie: cronicl1e ed i tumori , ~ono il prodotto d·ell'irritazio1n.e ·e della m an can za di ir-

ritazion e. Partic-0larme11te, l 'irritazione (e la infiamr11azio·n e•) della mucosa del canale alin1entare si tr ova a ll 'ori.g ine di molte n1.alattie. Da ·queste idee .deduc·eva i co·n cetti terap eutici , cl1e dove\rano avere di mira di rcomb.a ttere l 'onni!potE:1nte ga tra-enterite m ediante la dieLa, le tisane, il caldo, i c.a taplasmi e pecial1111ente il ~a,nguisu.o- i o. fil. 1

Dott. M. S. da C. Z.: Appareccl1i a d onde C·OTte sono già i.n c·o m .. 111ercio ei furono esposti al Cong resso I.nternaziona le di Radiologia tenuto .a Pa:rigi n el 1931 . on n e esi tono di fabbricazio.ne italiana ma i può rivolgere JYer informazio·n i o acquisti a nch e .a Case italianie (ad es. S·i ajm a-Gorla, Milano). M. E .

VARIA ~ Terapia e medicina. ~.u

questo argon1ento l1 a te.nuto un.a conferenza ali ' 83a. Ses_ione An.nuale della ~a ciazione m edi ca america11a, 1932, sezione di farmacolo· .g i.a e terapi.a, R. L. Levy (Th e .Journ. of the Americ. 'J\1edic. Assoc . , 30 luglio 1932). La ·n1.edi cina abbraccia molti cam1)'i, perch è il nl edico deve non alo · tudiare le malattie nella loro J)rofila . . i. ·nelle loro mia.n ife tazio11i, n1a ·de;ve ancl1e in di care le n0Tn1 e di terrapia. Co·111pi to fondan1en tale del m edi100 pratico è cruello di fare la d ia.g·11osi e in·dicar.e la cura e in queFiti con11)iti si u·n i co.n o la scien za e l 1arte del n1ediro·. CerLan1e11te I.a ter.a pi.a è stata il fond.an1ento ~ ll cui poi si è co . . titu.ita tutta la n1e·dicina e(I essa rigu,a rda tutti i lnezzi adatti a m odifirca re il n orn1ale. deco r rere delle malat ti e. Ne1la :ricerca ·di questi m ezzi si trovian o a volte fatti cl1e illui111i11a no fenom·ern.i oscuri della m ala tt~a e Cfuindi Je ricerc he di terapia soin.0 indispensal1ili 11er il 1JT01~"I' E'dir1e ·della scie111za m edi1ca. Ogni ]Jia.ziente ra1)p•1~e .. enta un p ro])}e.m a a sè; nei tentat i,,i terape·u tici il me dico de, er €ssere .g-uidato d.al ·dovere ch e egli h.a di non n11°ocere al malato. Qual1c.h e1vo,Jta uccede ch e i ] m·edico, nni1na to· dia buone i,n te11zioni, facc i.a invece del dann o al suo pazie1nte. Nell 'evitar,c qu.esto· h a i·n,d u.b·b i.amente valor e l 'es.p erienza del m edico , intesa no·n solo nel enso di aver' visto e curato n1olti malati , ma ain1c:h e· e specialmente intesa rn,el en so cl1e gli effetti te·r apeutici sono o erv.ati sen1pre con acume criti co cl1e deve e ercitarsi ta·nto su quel .cl1e il n1.ed ico legge n·e1Ja letter.at ur.a, qu.anto su quel çl1e il medico osser·va direttamente ul mlalato . La m edicina r.aprpre enta u·n o stra.n o· miscu O'lio di S'}Jteculazion e e1 ·di azion e, seco n·do LaLb an1, ·e il m edico deve 1c.oltivare un a scienza ed e ercitare uin 'arte e la deve eserrcitar e an cl1e cli fro·n te .a fatti in cui la scienz1a. non illu1nina ancora. LusENA. 1

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[ANNO XXXIX, Nul\t:. 49]

NELLA VITA PROFESSIONALE. SERVIZI IGIENICO-SANITARI L'opera del Regime Fascista nella lotta contro alcune malattie int•ettive. La m -0ltepliceJ a ttività spiegata d al Go' 'erno 'F ,a scista in f.avo,r e d ell.a p ubblica salute , h a por tato a d uni sen sibile miglio ramento d elle 1condizioni sanitarie d el Regno ia.1n1ch e in ra•p'1porto alle m a la ttie infettive1. Coìn·side,r!ando fr.a queste quelle infettive a ca·r a tter e a c uto, la cui diffu1sion e può esser.e m .agg io·r m ente in.flu en z.a ta d alle con·dizioni ig ienich e d ell'ambiente e d ell 'a:pplicazion e di r aziona li m i su r e .p r ofil at tich e, troviia mo cl1e il m igli0Tam1ento ottenuto ris ulta ic.hiar am ente d a lle • stati st ich e di m orbilità d ell ' ultin10 ·d ecenn10. Il IIl umer o d ei casi di v:aiuolo e ' 'a iuoloide, d a 4.644 n e ll 'a.n no 1921 , è r apidam ente· disceso n egli a nni s ucc.essivi fiJl·o .a ridu r si a 6 sol am entei n ell 'anno, 1929 , ed a zer o 1D1eg li a nni 193'0 e 1931. T.a le diminuzio·n e è 1ndubbiiam ent e da att ribuirsi a l pronto interv,ento repressivo di fronte a i p rimi casi importa ti da ll 'ester o ed a ll ' e f fi cieinea d eil servizio d elle pubbl~c.llle vaccin.azioni ,a ntivaiuolose, i ntegr.ato d all ' obbligo d ella .r ivaccinazion e all 'otta,,o a nno di età, san cito d::i.i R . Deoreto 30 dicern b r e 1923, g r azie a l quale servizio .la pop olazion e è m ante... nut.a :ID un su ffici en te st ato di immunità c.ontro il ·p ericoloso con tagio. I casi di febbre tifoide e di infezio,ni pa.r a tifich e, ch e r aggiunsero la rilevante cifra di 35 .527 n ell '.ann,o 192 1, h.anno presenta to uin1a gradua le, p e1r qua nto lenta, dimi;nuzio1n 1e, int er rotta ·da due os.cilta,zioni ,fLeg li .anni 1923-24 e 1926-27, peir disoender e n el 1929 a 31.128, n el 1930 .a 28 .1 35, e n el 190 1 a 24.68'2. Le m alattie eso1ti1c:h e, ch e \.ln t emt >o incuteva.n o giustan1en,te il ter ror e n elle popolazioni , i po·s.sono co1n.sid·era r e com e praticam ente scompar e. Il tifo esan teintatioo, infatti , d opo qualch ei manifestazio1n e , pron tan1ente c ircocritta, n egli 1an n i 1921 e 1926-27-28, non h a più d ato luogo a n essun caso di m a latt ia n el t er ritorio d el Reoo no. Il ,coler a è scon1par so ·d el tutto n el d ec ennio 1921-31. Di 1pe te si sono avut i du.e piccoli focola i n eg li ann i 1921 e 22 e dopo, di essi solo r arissim 1i casi importati in· qu,alch e c ittà ,di m a r e; nessrun altro icaso d o po il 1927. Se passi.am o d.a ll 'arido da.m po· d elle cifre a q·u·ello d ella leg i slazion e sa n,i taria , trovia m o cl1e e sa si è ,a rricchita di t1na se;rie di p ro,v vedim enti diretti alla difesiai contro le m .al.attie infettive. o·l tre quello g ià ricordato de-11 'obbligo d ella rivaccinazion e .antivaiuo]osa a ll 'ot tavo ann o ·d i età . E ' d el 1923 un de cr eto n1ini teriale sulla d en rin cia d elle m alattie i11jettive , ·ch e discipli1

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n a ~uesto ser vi zio fonda mem.ta1e per la pr o filassi, .a umen.tando il ·n umero d elle malattie sogge~te ~ d enunzia, e r endendo possibile il sollecito inte·rvento d ell 'Autorità Sa1Thitaria • Nello ste,s so a nno il R. Decneto ·del 30 dicembre sulla Riforma d egli ordiniamJ.enti sanitari, istituiva i n ogni capoluoo-o di provinci.~ un Lab o~·atorio ~' igiene e P'~ofilassi. Questi lab,orator1, 0 rmal' r egolarm€1n1te funzion.anti in. tutte le provi;n cie, 1portano il più larg o contributo alla 10 tta c o.n tro lei mala ttie infettive ed alla vig ilan za ig ienicia s ugli a lin1enti e le b evande. Un .altro passo ininian zi fu fatto .ne} 1926 col D~creto ministeriale sull 'obbligatorietà della vaccin1aziori e antitifica; questJa .p ra tica imm·u nizzante, la rg amente p r ovata durante la g rand e ,g u err.a e dimost r atasi d el tutto illloocua ed e ffiicace, è stat.a ·r esa obbligatoir ia p er ·d etern1in a te c,a tegorie di p er sone particolarmente espost1e a l con tagio (per so·n ale addetto ao-li 0 osp edJa;Ji, ,alle la,randerie, a gli stab·i limen.ti di d~ sinfezio,n e ed al trasporto d ei malati) e •p er coloro cl1e, ammal.an.d o·si , ries cirebbero pericolo·si alla collettività (1pie·rson a le addetto a llo app ro vvigion,am en to i drico, ed .alla Ta!ccolta e a llo sm e rc io d el latte). Inoltre è d ata facoltà ai Prefetti , in caso di bisogn o , di r ender e o bbligat oTia la va ccinazio.ne 1p eT d eterminati g ru p pi di p er son e o in occas ion e di manifestazioni epidemich e. F oThdandosi . . u un n Ùovo e m oderno m ezzo di difesa icon.tro la difterite, la vaccinazione con l'anatossina di Jf am on , il Governo F ascis ta h a eier cat o di diffonde r e largam,en te queto m 1ezzo p r eventivo co·n estesa opera di proJYag~a1n.da ·d a parte d elle autoTità sanitqrie, con, istruzioni tecnich e, con. su·s sidi, così ch·e og g-i m olte diecin,e di mig·Iia ia di vaccinazioni antidifteri·ch e sono state eseguite n 1elle collett ività infa'll.tili ed in o cda, io.n e di epiden1ie, e . ·empre con ottimo su ac.esso. P er ciò ch e rig uarda 1'a•p plicazione d ei m ezzi di p reve n zion e e di cu r a d1e llei malattie i11fettive ch e I.a scien za fornisce .al n1ediJco 1)r at ico , non si pu ò on1etter e di ricordare i provvedim·einti di legge s ul controllo preven:tivo d ei sieri, vaccini e arsen obenzoli , en1iana ti col d e!cr eto ministeriale d ell 'otto·bre 1923 e diretti a d offrire a l .pubblico· la massima gar anzia n el! 'u so di q'uesti im p ortan ti s uss idi tera·p-eutièi, ch e, prim1a di esser e m essi in comm·er cio, ven,go1n10 :rigoro sam ente controll1ati ·d,allo Stato. Alle st essei finalità di tutela d ella salute :p1U.b blica, pu1~ ·sen za o tacolar e il continuo prog resso scientifico n ello studio di nuovi m ezzi di cura, si in spir.a il R. D . Legge d el n oYemb re 1926, col qua le i è disc~pli..nato l ' impieg o n ell ' uom10 d ei sieri, vaccin1i e affini n10 n prodotti a scopo d i vendita e la produzion e 1

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SEZIONE PRATICA

.degli autovaccini, il c ui uso trova e111pr e l)iù larga a·ppli!cazione in terapia . Sono infiine dia, ·r icoTdare du1e altri provvedimenti cl1e, per quanto indirettamen.t e, rivie sto110 la tptiù gr.ande importanz.a ai fi11i d ella difer~a contro le inalattie in[etti,·e. .no di e "i è il Reg·o]an1ento ulla vigilanza. igien1ica del la.tte., destiriaito al conisu.mo diretto, emanato n ell 'ann.o 1929. E' noto 1a.i1ch e ai profani c h e questo .prezio o alimento, qua1n.do i1on sia raccolto, 1conservato e dis tribuito co11 le d oY ute cautele ig·ielllicl1e, può trasforma·r i in u.n pe1·icolo o veicolo di n1alattie infettiYe, fra cui i)rimeggiano la tubercolosi e le infezioni intetinali. Le razi0tn1ali e mrinu ziose disposizioni contenutei nel rece11te regola1nento assi1curano l e 1nigliori condizioni di sa]ubrità delle stalle e delle vacc.11erie, d egli ani1nali lattiferi, d ella n1ungituira del latte, dei n1ezzi di tr.a sporto e di conservazi0tne, e d eg·li spacci di vendila, ageYolando anche l 'in1pianto delle ·Centr ali del l at te per la raccolta, il co,n trollo, la pastorizzazione e la di tribuzione del prodotto. on n1en·o intere '"' ante è un 'altra provvi.da legge em.amiaua dal Fa c i.~ n10, alludiamo a quella ch e con cern ei 1,obbligo d ella lotta contro le mosch e. E ' ,·ero ch e d.a te111p0 la scienza av.eva dimostrato la grande im1portan.z a di questi i11alefic i in e tti nella trasn1i sione d ell e più gravi malattie infettive, ma 11eiSsurto aveva n1ai pem ato che lo StJato potesse e dove ... se intervenire pc:1r di fendere la popolazione da que to grave pericolo, 1ch e era in.vece dai l)iù con iderato con1e un,a emplice cau . . a di fa ~ tidio. Di lotta contro l e n1os·ch e no·n i occ upavano 1che i fabbri canti di rp reiparati moschicidi e poch e zela:n:ti n1as a.ie. E' ve·r amente un m1erito d el Gover110 Fa ci ta di avere per il primo a ffron.tato il proble111.a co.n una appo ... ita legge, ch e lo investe in pieno da tutti i punti di vista . Raccolta, a portazio·n e e de1po ito . delle immondezze e d ei inateriali putre. cibili; scuderie 1e stalle; eser cizi pubblici, stabilimenti di rpToduzione e lavorazione e spac-c i di gen e.ri alin1entari; i stituti di ricovero e di cura e collettività, pro1)aga.nda scolastica, tutto è contemplato nella legge d el 1928 e n elle r elative norme ap provate con d ecr eto d el Capo d el Governo, e per ogni punto som10 date razionali, preci e, tas ativei di posizioni . I ·p ubblici poteri han'Il•O organizz.ato istematicamente la lotta, ed in n1olti luotg hi se n e vedono .g ià i risultati; alcuin e gr.andi città ·a ttribuiscono infatti al benefico eiffetto del regolam1ento sull.a vig ilanza igieni ca del latte e d ella l egge 1contro le rr1osche, la con statata diminuzione delle infeziom·i inte tinali. E' dun que tutta una fervida e molteplice attività nel1ai lotta oontro le malattie in,fettiYe , la quale anieo,ra una volta dimoistra com e, non coru van.e •p arole, ma con fattivi .p rovvedimenti, il Gotv erno 1F asci ta 11a me,s so in pratica l 'imperativo romano: cc Salus ·populi supre111a lex ». A. 1FRANCHETTI . 1

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CONCORSI. PosT1 VACANTI . Scad. 31 dic. , ore 12; direttore del Consorzio, compresa direzior1e Dispens. Antitub. di Aquila; titoli ed esa111i ; età li1n. 45 a.; doc. a 3 111esi dal 31 ott.; tassa L. 50, 10 ; s lip. L. 14.000 e 4 qui11quenni dee.; riduz. 12 %; i11den11ità di trasferta e diarie. Chiecter e ann t1 nzio. AQlTJLA.

Consor zio Prov. An.titub. -

BOLZANO. Consorzio Provinciale A ntilubercolare. - Per titoli ed esami. Posto di Direttore tecnico, Direttore del Dispensario provinciale. Stipendio L. 18. 500 con quattro aume11ti qua<lriennali del decimo dello stipendio base; i11dennità di servizio a ttivo L. 3100 il tutto al netto d el 12 ~{, . Scadenza 20 ge11naio 1933-XI. (Ved er e precedente 11. 48). BnESCIA . con1u11e. - Scad . 31 dic. ; L. 7920 e 6 qui1tque1111i dee., oltre L . 440 uff. sa11. c. -v. n '1\.DDA (Bergamo) . Scad. 31 dic., ore 18; con Arzago d ' Adda ; L. 6500 e 5 quinquen11i dee., oltre L. 500 trasp. , c. -v. , quote capitarie pei poveri; tassa L . 50,10; doc. a 3 mesi dal 3 ott. Chiedere a11nunzio. CASIUATE

Scad . 1° feb .; L. 9000 e 6 quinquer111i dee ., oltre L. 3000 trasp.; addizion . L. 3 sul supero 20 % della p opolaz.; c. -v.; riduz . 12 %; et à Jjm. 35 a. al 1° n ov.; tassa L . 50. Cn1An1 (Brescia) . -

FoNNr (1Vuoro) . - Scad. 5 feb.; L . 8500 e 5 quadrienni d ee. ; assegni uff. san. e carcere mandam.; età lim. 40 a. GAVORRANO (Grosseto) . Scad. 22 dic.; per Giu11carico; L. 9700 riducibili 12 %, c. -v. , 5 quaclrie1111i dee .; età lim . 35 a.; assunz. entro 15 gg. GRIGNASCO (Novara) . - . Scad. 31 clic.; L. 7000 e 10 bienni ventes., oltre L. 3500 aulon1obile, L . 150 ambulat.; riduz. 12 %; tassa L. 50, 10. l\tlAr_coNATE (l\llila1n 0) . - Scad. 10 clic.; con Dairago ; L. 10.500 da ridurre del 12 % e 5 quadrie1111i dee. , oltre L. 1500 trasp.; et à lim. 35 a.; tassa L. 50.. 1\i1EzzoJuso (Palerm,o) . - Scad. 31 gen.; p er Fil alia; rivolgersi segre t. con1 . 1

NuoRo. Ospedale di S. Frcuicesco. Scad . 20· clj c.; 111edico assistente; L. 9600 e inde11nità; alloggio; età li1n. 35 a.·; tassa L. 50. Preferenza a specializzati per 1nalattie celti che e in radiologia. PALAzzuoLo n1 Rol\IAGNA ( Firenze) . Scad . 31 clic.; condotta di Leva11te; L. 9000 e 8 trienni dee .. oltre L. 600 Lrasp.; riduz. 12 %; e là lirt1. 35 a.; t assa L . 50,10. Pro:\IBTNO (L ivor1io) . - Dn oggi e ino a tutto il 31 gennaio 1933 è aperto il co11corso per titoli per il co11feri1ne11to del ])O to cli l\f edico chirurgo clell a quint a co ndoltçi, a cura reside11ziale del Comur1e cli Pio111bit10 . Al po to medesin1 0 è a1111es o lo s tipe11dio iniziale cli Lire Diecimila (L. 10.000) an11ue, aumentabile di u11 decimo per og11 i quadrie11n io di serviz io fino a raggiunger e u11 co1nplessivo au1ne11to i)ari a lla n1età clello stipc11clio i11iziale, con l ariduzio11e s tabilita, nella 1nisura d el 12 ~~ , dall 'arlicolo 3 d el R. Decreto Legge 20 n ovembr e 1930, 11. 1491, ecl al lordo dell e ritenti te per R. l\I., dell 'i111posta sul reddit o, p er i contributi all a Cassa di Previdenza pci Sa11itari e<l a favore d el Co11vitto i-)er g li Orfani dei Sa11itari e per ogni al lra tassa,


1932

,

<( 1L

PO•LICLlNICO "

(_l\NNO XXXIX, .\u ~r. 49~

rt.tenuta o contr il)uto ch e per dispos.izioni l egislafetto ch a possa c.on1ufiqt1e n1e11omare l 'attit11dine tive e regolan1entari g ravi o possa gravare in aval disimpegno del servizio di Medico condotto; venire a carico dei l\ll edici Cond otti d el Comune . 6) diploma in originale od in copia autentica Il titolare della condotta p ercepirà, oltre l 'in not arile di laurea in Medicina e Chirurgia. P er i dennità di car o-Yiveri n ella misura e con l e limilaureati dal 1925 in poi il diploma di laurea dovrà t azionj in vigore p er il P er sonale Sanitario , un 'ine sere compl etato d al cerii'ficato d i proscioglimento dennità di cavalcatura di Lire Quattromil a (L. 4000) dagli esami di abilitazion e professionale; anntte, essa pure ridottt del 12 %, · con l 'obbligo 7) ~tato di famiglia; assoluto, t assativo e inder ogabile di t enere un co8) certificato od altro valid o rlocumento co1n1nod o e rapido m ezzo di trasporto di su a proprietà, provante l 'adempin1e11to degli obblig hi di leva; esclusa la bicicl etta. 9) certificato di i scrizione all 'Ordine dei Medici L 'obbligo d ella cura gratuita si est ende, altualChir11rghi o al Sl11d acat o dei Medici Condotti. 111ente, fino al numero di mille pover i. Per ogni I documen li di c t1i ai numeri 2, 3~ 4, 5, 7 e 9 povero oltre i mille sa rà corrispost o un assegn o d ovrann o essere di data i1on anteriore di tre n1esi supplem entar e in ragione di L . 2 all 'anno qualora a quella del presente avviso. il r1umero d ei pove ri non oltrepassi i 2000 ; oltr e I con correnti potranno produrre i titoli di caril quale nu1nero t al e assegno sar à el eva to a L. 2,50, r jer a e scie11tifici di cui son o in possesso ed ogni ferma restando la ripe tuta rjduzione del 12 %. altro clocumentQ atto a co111provare l a l oro cultura gerrerale e specifica. I Medici Condotti del CapoJuogo sono t enuti a sos tituire senza alcun compenso, per una sol a volNe11 'am1nissione al {'Oncor so e n ella n omina sata durante l 'anno, il Sanitario della condotta viranno o sservati i diritti concessi d alle disposizioni in vigore ai mutilati e i11valicli di g u erra, ai com-ciniore assente per congedo straordinario o p er 1)10 t ivi cli salute durante i primi dieci g iorni di asbattenti, ai decorati ed ai dipendenti d ei Comu11i • oppressr. sen za. P er le suppl enze straordin arie oltre i dieci g iorni è dovuto l 'assegn o di L. 25 g iornaliere, ferGli aspira11ti potranno esser e sottoposti a visita 111a r est a11do la rid1Jzio11e rlel 12 %. medica di co11trolJo d a effettuarsi d a un Sa11itario· Il t itolare dell a condotta h a altresì l 'obbligo di cli fidu cia d ell 'Amministrazione Comunale, l a qua-. sostituire, per turno con gli altri Sanitari, durante le si riserva di elimi11are dal con cor so coloro ch e, i <Con gedi. ordinari i ~1ed ici d elle condotte vici11iori a g iudizio inappellabi1e, sia n o ritei:iuti inidonei odietro corresponsi on e di un compenso a f orfait Cl i non perfettamente idonei. La partecipazione al co11corso implica accettazjoL. 600 an11ue, ridotto d el 12 <J~ , p er i 30 g iorni d i ne piena ed in·c ondizio11at a delle n orme contenute effettiva supplenza. nel Capitolato rl 'on eri i11 vigor e e nel presente avLa 5a condotta medica compre11de, tra popolaviso d i con corso. zione aggl om erata e sparsa, circa 4000 a])itanti, L 'eletto dovrà assumere er vizio effettivo entr o di cui , approssimativan1ente, 600-700 i scritti n eltre nta giorni dal ricevi1ne11to cl ella comu11icazione l 'elenco d ei p overi , con u11a p opol azione agglomeufficiale della nomina. 111 caso diverso sarà riten 11to rata di 3000 abitanti in cifra tonda. Tali dati non ri11u11ciatario . hanno peraltro al cun val or e co11trattuale e sono su scettibili di au1nento o di diminuzione. L a co11Pno\SOl\1ASO (So ndrio). - Vire òirettorc Snnritori d qtta si estende prevalentemente in zone di ca1nP npolnri di Prasoma so . Per t itoli eò esnme, conpag n a, per 1nassi1na parte in pia11ura. sis tent e in una provn clin ira con interpre1:1zjone Il titolare dell a 5a. condotta h a l 'obbligo di fisò i r arli o,Q"rafie e in at1topsia con epicrisi: scnflenza sare la propria abitazione n ella b orgat a del Coton e, 10 clicem bre 1932; ettt non superiore <l i 38 anni~ salvo il caso di assoluta e comprovat a impossibilità. docu m enti di rito; stipendio L. 11.200 (con cinP er le c ure ngli abbienti i Medici co11d otti so110 que aum\:.n ti bjen11a1i del ò ecimo), pi\1 indennità le11uti ad osservare l e tarjffe annesse al Capitol ato <li carica Cli annue L . 4000 <il lordo cl elle ritenute cl 'oneri jn vigor e. d i legge oltre riduzione del 12 %: vitto ed all oggio 11 con cor so, la conferma , i provYedjme nti disciad personani. DomHn (l a nll'1\mminj strazion c : via pli11ari ed il ì icenzi.amento dei Medici condotti sono De Amicis 45-A, Milnno. regolati d alle cli sposi zi oni contemplate dal T. U. POTENZA. Ammini stra1z i one Provinciaie. - Il tcrdelle Legg i Sa11itarie e rlal Regolamento sull'assi111i11e di scaden za del con cor so bandito con aYviso st enza sanitaria vige11ti o che saranno determi11ate cl el 28 settembre 1932 per i posti di Dire ttore del la da su·c cessive norme l egi sl ative e regola1nentari. Sezio11e wl edico-1\1icrogr afica e di Direttore d ell a P er essere a111rnessi al concorso i con correnti doezione Chimjca del Lab oratorio pro,, in<'iale ò 'i· ' vranno produrre entro il s uindicato p erentorio t er · g ien e e profil assi è stato p·roro·g ato fino alle ore inine òel 31 gennaio 193!3 domanda in carta eia diciotto del giorno 30 djcen1bre J ç}32-XI. boll o da L . 3 diretta al P odes tà e corr edata rlei documenti ch e appresso, in perfetta conformità REANO V1LLARBASSE. - (Vedi Ton1No). con l e Le,ç:!'gi sul Bollo e <lehitan1ente l egalizzati : R1cc10NE (Forlì) . (Vedi F oRLì). 1) certificato di n ascita d al quale r esulti avere RonEGNO-SAIANO (Brescia) . - Scad. 28 dic.; lire il concorrente una età non superior e agli anni 40, 9000 oltre L . 1500 trasp ., L. 500 uff. san.; dimifatta eccezione p er coloro i q·u ali si trovino g ià in nuzion e 12 %; c. -v . Bervizio qt1ali t itol ari di condotte medich e presso altre .A.n1mir1i strazioni Comunali; SEQUALS (Udine) . Posto di m edico cond otto 2) certifi'c ato di r ittadin anza italiana; ed Uffici ale Sanitario. Scadenza 31 dicembre. Per , 3) <'ertificato g·eneral e d el casellario giud izi ale; chiarimenti rivolgersi all a Segreteria Comunale . 4) certificato di buona condotta mor al e, civile SPOTOfu'iO (Sav ona) . - Scad. 15 gen . ; L . 9'100 o fe politica rilasciato dal Podestà o d ai P od est à d e l tre L . 500 uff. san ., L. 600 bicicletta a motore; 10 Co111une o rlei Comuni ove il concorr ente l1a ribienni ve11tesimo. sieduto n ell 'ultimo biennio; TERl\IINI lMERERE (Pa le rmo). - Scad . 12 febb.: 5) certificato meòico òi sana e robusta costitudue sanitari n egli .Stabilimenti Termali Municizione fisi<'a. con esplicita dichiarazione c h e il conpélìi -corrente è im111une da q11alsiasi imperfezion e e di-


,[ A NNO

XXXIX,

T ORINO.

Nu~r.

49J

SEZ lO~E

Conso r zi o !Yledi co Vi l larb asse-Reano. -

S cad. 15 dic . ; L . 7040 oltre L. 400 trasp ., L . 400 uff. $an. , L. 220 alloggio. TonRICE (F r osinon e) . - Scad. 26 dic. ; 2a cond. ; J_,. 9500 e 5 quadrie nni d ee. ; addizion ali L . 4 e L. 5 oltre 2000 e 3000 p ov.; età lim. 35 a. ''1cE~ZA . .4.mmin.. Provin.c. Scad . 14 gen.; 111eclico })rimario d e11 '0 ped al e P sic h iat r ico P rovi11ciale di San F elice i11 Vicen za; L . 11 .000 oltre li re 2000 serv . att . Chiari111e11ti d alla egre teria. \t'1LLARBASSE-REA NO. (Vedi TORINO). Avvertenza. Quando non è altrimenti i11di · .cato i concorsi si riferiscono a condotte m edicocl1irurgich e , i compensi allo slipen<lio base.

NOMINE, PROMOZIONI ED ONORIFICENZE. Nell 'ultima seduta d el Co11sig lio .Superi.or e del1'J~ducaz ione azio11ale 0110 stati approvati g li atti d ella Com1n is io11e g iud ica trice d el co11co1·so p er l a ca ltedr a di Cli11ica r1europs icl1ia trica d ella U11i,·er sit à cl i Cagliari . La Com~i s io11e 0r a con1p osta d ai p roff . . . l1e ·a11c lis, A. Do11aggio, O. Fragnilo, L . llo11coron i e O. Rossi, ch e h a nr•o prop o lo l a segu e nte terna: 1° G. Ayala; 2° L . De Li ..i ; 3° A. Coppola. Il pro f. Villoria.n o, Cavara , direttor e d e lla Clinica oculi lica d ella R . l Tni vers ità di Nap ol j . e il prof. Seh a l ia110 Can11at a, d irettor e della CJi11ica p ediatri ca d el] a R. Uni ' 'er s ità (li P ale rmo , 0110 i11 i.g11ili della com1ne1tda d ell 'Ordir1e d el1 a Cor o11a d'Italia. I

Al la cal tedra cli clinica ostetrica e g inecologica d i Gr eifs,vald, r esa vacar1le p er il ritiro d el p r of . ·O. Hoeh11e, è st a to cl1 ian1at o , d a Kiel , il p r of . H a11s ll u11ge.

Utllltslmo ad ogni Medico : •

II Diritto Pubblico Sanitario

Periodico mensile di legislazione e giurisprudenza Direttori: Ori. dott. Aristide Carapelle, Consig lier e di Stato. Avv . Giovanni Selvaggi , Esercente in Cassazion e. Edit ori: Fratelli Pozzi -

Roma

I l Num ero 11 (Novem bre 1932) contiene:

A. C.l\RAPELLE · La con1petenza passiva della spesa per le spedalità. dei tubercolosi. NOTE SrNT~TICHE. La regolarizzazione dei do· cumenti dopo scaduto il termine del concor so. Rassegna di

giurisp ~- ud enza :

Os pedale; m e d i.ci assunti J>rovvìs_oria m ente; licenzi a m ento ; ind ellillità. - R a>pporto di impiego; c001dizioni; diiepen sa dal servizio. - Imip-iegato com unale; d,ispensa n ell'interOOGe del serviz.io; i1legittim ità. Igien e 1degli a.lim en t i ; l atte. f iltranion e e ~efrigerazion e. - Con cor so; par t e cipazione di t u tti i commissari a lle sedute. - Impiegati O pere P·ie ; n c,r.m e applicabili; assenza per m aJ.att ia ; emolum enti. - Oo.nioorso; -costituzione della com.mis s ione ; .a n.nu.lla m e n to; eff etti. - Con cor so ; p ir i.ma.ri o ohiru t•go d i os1ped a le ; p rocedimen to e giud izio irregolal'li. - Impiegati del l a>bo1r atorio di igi ene ; s ~ en&i~ n e ; 11legali t à ; Consiglio di 1drisci1p1'i n a; eser cizio della f a>rmacia ; in-c ompatibilità. Leggi e Atti del Governo : Oont r avvenzicmi a lle leggi ean ita;rJe. - Nuov o Regolam ento .per gli esa mi di S tat-0.

Prezzo di ogni nt1n1ero sep ar ato, L . 5. L ' abbonamento ai dodici Numeri del 1932 coeta L . 3 6, ma agli associati al 11 Policlini co ,, è concesso per sole L . 3 O, ch e vanno inviate, mediante Vaglia Poetale o Bancario, a ll'editore Luigi Pozzi, Via Sisti· na 14, Roma..

1933

P RATI C.\

NOTIZIE DIVERSE. Ali' Accaden1ia d'Italia. Il 22 r1ovetn br3, all 'a u g u s ta p resen za cl i S. i\tI . il 1-le , ebbe luogo 11ella Farnesina l 'in a u g u razion e clell 'a nno accad emico dell a Reale Accad en1ia cl ' Italia. In ter Pn11ero alla g raitcliosa ceri1110.11i a allisi me autorità e pe rson alità. Il i)r esiden le, ... erl;. ~1larco ni, lesse un indirizzo di on1aggio al Sovr an o, « si111bolo vive nte cl ell 'unità d ella P a tria i1ella co11li11uità d ella storia >L Egli rilevò c~e l a Reale J\.ccade1nia d 'Italia fu icl ea lu clallJ. fer vida genialità d el Duce, co111e una e ~1)re~. ione dell 'Italia integr at a e ri1111ovata d al sacrificio e d alla Yitloria, e a n el ante a r iconqu ilare quel pri111a to s1)iri tu ale, ch e è la coro11a d el la g r a n dezza di un i)op olo. Lumeggiò il progr a1n111a d ell 'Accad e1nia, l a qual e h a i l cor aggioso prop osito di avvicinar e l 'alt a c ultura a i n1agg'iori proble111i della vita cor1tem p or a 11ea; quest o prog·r a mn1a rigL1arda a11ch e I 'antitesi lra svil uppi n azio11ali e solid arie tà cultur ale ed eco1101nica d ci })Op oli , e tende a superaria. Di questa d iretti va è i ndice il r ecent e Co11vegn o Intern azion ale Volta, p ro111osso d all 'Accaclern i a. Il co11le v·olpi les. e p oi il cliscor so in au g urale, ul te111a « Mo tivi ed asp etti della presen te storio grafi a ilalia11a ».

Commissioni consult ive nell'Opera 1'1aternità é In· fanzia• Con r~ce nte p rov,·ed i111e11to d el R. Co1n 111issario g r . uff. avv1. Fa bbri, I 'Oper a Nazio11 ale l\il at ernità ed I11fa n zi a· b a istituito due Con11n issioni p erma11e11ti con co~pito consultivo. La prin1a Conìmisio11e, c h e si occ uper à d ei prol?lemi i11er e nti al1'a ist en za ig ie11ico-sa11ilaria, è così for1na ta: on . p rof. E u geni o Mo relli, co n1n1issario i1 azio11ale d el Sindacato az. fa cis ta rl ei i11edici ; prof. G. B. Allaria, pre ide nte dell a Socie t à italiana di p ediatria; prof. E n1ilio Alfie ri, presid ente d ella Societ à ila1ia11a d i os tetricia e g i11 ecologia; p rof. Da11te De Bl asi , l)resiclente d ell 'Associazio11e italia n a fasci sta p er l 'ig ierte, accad e1r1i co cl 'Italia; in g-. Vi11cen zo Sarti d ella provillCi a di l\!Iila no . La econda Con1missio11e, ch e avr à co111pit o co11sull iYo in m ateria di as i st enza 111or al e e sociale, è co ì co tituita: avv. prof. Gaeta110 Grisost omi ì\Iarini, co1nn1is ario nazjo11ale del Sin clacato n az. fa c js l a avvocati e procuratorj ; p r o f. Sar1te De Sa11cli presi den te ctella Societ à i talia11a di p si' on . i:>r of. Fr[:l 11cesco n asco11e, d.1re ttor e chia tr iA; ge11e rale d ell 'Is titt1to 11 azi on ale associazio11e I11ag·is trale « R osa Malto11i ~Iu ssoli11i »; prof. Alfred o .\ lberlini ; (ìi0Ya11u i Novel li , d irett or e ge11erale (!eg li Is ti tuti di preven zion e e pen a. E i1lran1be le Comn1i sio11i sar an no presieclule cl al pre ide11le dcll '( J.N.i\1[.J . assi st it o d:ll dirett or e ge11er al e. Con la cr eazione cli t ali (~0111 n1 i s ioni l 'Op era po trà valer si , n ellu esplicazio11e d ella su a a t tivit à, d ella collahor azion e cl i valor osi scie11zia,ti e di tec11ici sp ecja]izzati nelle rl isripline ch e pii1 diret tam ente .inter essa110 l 'a sis te11za igie11ico-sa11itaria e m or al e al la m at er11ità ed alla infan zia.

Prolusioni. L 'on. prof. R affaele Paolu cci h a t enuto a Bologn a l a sua prolusione al corso di Cli11ica chirurg ica . Dop o aver rivolto un cald o saluto al su o !Jredecessore, prof. Bartolo Nigrisoli, h a trat t o to ampia1nente il teina « L 'associ azion e inor bosa


1934

« IL

POLICLINICO ))

dell 'a1)pendicjte co11 I 'ulcera gastro-duodenale e cori la colecistite n. · Erano presenti nu1nerosi colleghi venuti anch e da altr i .A tenei e 1111a folla di stud enti. Il p ~ of. Giuseppe Sangiorgj, i11 occasione della sua J1omina a titolare d ella cattedra d'igiene e polizi a sanitaria i1ell 'Universil à di Bari, h a ter1uto L111a prolusjo.n e, con parola calda e appassionata, sul tema cc Luigi Pagliani ig·ienista e legislatore )>. Erano presenti i professori della Facoltà ed u11 fo lto pubblico .

Corso di tisiologia a Napoli. Si è sYolto a Napoli il 2° <'orso di ttsiolo·g ia per inedie i conflott i ed ufficiali sar1itari d elle province di Napoli , De11 eve11 to, Ave1lino e Sa1erno. La cerin1onia 'li chiusura si è te11uta 11ei locali d ell 'Orrline dei Mçdici e del Sindacato Provinciale Fascista, all a presenza d el cav. uff. Fucci in r appresentanza del R. Co1nmissario del Comune e d ell 'avv. Egidio ~1Flrotta per il segr etario federale; parlarono jl segre tario rlel Sin<lacato Med1 co, prof. l Jrbano Sorrentirto, e l 'avv. Mar9tta.

[ANNO

XXXIX,

Nu~r.

49J

scuna di queste categorje esclusivamente per concor so pu,b blico e per · gradi ; soppressione totale degli i:tccumuli di cariche didattiche .

Elargizioni e legati. La vedova del do tt. Vig11ard , deceduto 11el 1917 già 1nedico capo 'dell '(Jspe<lale marittimo di St1~ lin a, in Ro111ar1ia, ha legato all 0« Association générale des 1nédecins cle France >' la sua fortuna, che ascende a circa 200.000 fra11chi. Secondo la volo ntà della testatrice, il fo11do rech erà il no1ne di « I-legato Vignard » e avrà Io scopo di per1netter e', al1e varie Casse dell '_i\ssociaz~on~, di coi:iti11t1are. co11 maggiore efficacia l 'opera di aiuto ~ d1 soccor so a favore d ei soci. Il dott. Plantier, pro11rietario dei laboratori dell a « .P nnrdline )), ha donato all 'Associazione predetta 10.000 franchi , a favo,re dei medici e delle vedove cui l 'Associazione normalmente provvede.

La città univer sitaria di Clermont-Ferrand.

1

Un corso di puericoltura ad Avelli110. Il Fascio Fem11linile di Avellino, co11 l 'autorizzazione del Capo d el P artito S. E. Starace, h a aperto un corso gratuito e pratico di igiene e puericoltura per assistente sociale fascista. Direttore t ecnico n e è il dott. Giovan n i Carbone. Il p,r ogramma, co11forme r-l quel1o dell 'O. N. l\1aternità ed Infanzia, viene svolto co11 lezioni teoriche, impartite i)resso la Casa di Ch irurgia Criscuoli, e co n esercizi pratici , p er turni e a grup,p i , 11ell 'a1nbl11at orio infantile della C. R. I. , nel Brefotrofio e nell 'Asilo nido. Il corso , cominciato aJ la metà di noverr1bre, avrà la dt1rata di 4 mesi. Esso ~arà valìao, solo IJer la puericultura, anch e per le ·i11 fcr1niere volontarie della C. R . I. A corso espleta to, ]e al unn e, che supereranno g li esami prescritt i , avranno il diplom a di Assisten te ~ocj ale Fas·cista, ch e dà diritto ad essere impiegate straorrlinaria111ente in servizio volontario presso i Centri di _.i\.ssi::;tenza n1aterna e infantile dell 'O. N. M::1ter11ità e Infanzia ed eventualme nte, secondo i hisogn i e le disp onibilità, anche in servizio retribt1ito. • Delegata Sanitaria <lel F. F. è la signora Assunt a d 'Al ben zio.

Dopo ch e la scuoJ a di medicina di ClermontFerrancl è stata elevata al rango di scu ola compl eta, di pieno esercizio, la capitale dell 'Alvernia ha voluto provvedere alla costruzione di una piccol a <'ittà u11iversitaria , la quale è s_:tata inat1gurata il 24 ottobre dal n1inistro dell 'educazione i1azionale d e l\rionzie e dal sottosegretario per l 'educazione fisica Marcombes. La citt<id i na comprende : 95 camere fornite di ogni co nforto , saJe di rju11ione, una bi:Qlioteca, un ristora11te, t111 piccolo ca111p,o sportivo, b.ag11i:d occe.

1

Per le gare d'igiene nelle Scuole elementari di Romn. Il Ministero d ell 'Interno (Direzione Generale della Sanità Publ1lica·1 ha istituito una medaglia d 'oro e quattro cl'argento· da assegnare a direttori didattici ed in segnanti ch e per più anni si sono d istinti nelle gare d 'igie,n e disposte da.I Governatorato di Roma. -~ltrettanto h a fatto il Ministero dell'Educazione Nazionale (Direzione Gen erale Istruzione P:rin1aria).

Adunanza di professori universitari in Spagna. Si è t enuta a !\1adrid un 'assemblea di professori au siliari delle Università spagnole. L 'assemblea h a formulato e sottopo·s to alle aµto rità super iori varie propost e! tra ct1i le seguenti: auton om ia univer sitaria ; soppressione dell 'insegnamento libero; organizzazione del professo,r ato in tre gradi: aiuti, professori e cattedratici; accesso a eia-

L'esercizio della· professione medica in Polonia. Un d ecreto del })resiciente d ella Repubblica po-:lacca, in data 25 set tembre, andato in vigore il 15· ottobre, disciplina l 'esercizio della professione medit::a in Polo11ia. Viene considerato co111e esercizio professionale medico l 'esecuzio11e di att i relativi alla diagnosi, alla cu ra ed alla profilassi delle inalattie, . nonch~­ il rilascio di certificati relativi. Po·ssono eser<:itare la rn,eclicina i cittadini polaccl1i forniti del diploma d~ medico, rila sciato da una facoltà di inedicina polacca e ch e abbiano fatto un anno di pratica dopo con seguito jl diploma e sian o iscritti alla Camera inedica. Sono aut orizzati ad eser citare temporaneame11te la professione di medico gli stranieri invitati d alle autorità governative ad adempie:te l a funzior1e di professore nelle facolt à medich e d elle Università polaech e, se posseggo.no il diritto di, esercitare in altri Paesi ; così pure le l1ersone cl1e h anno chiesto la nazionalità polacca, a11che se non l 'hanno ancora conseguita, qualora soddisfino alle altre condizioni ; gli stranieri ch e hanno diritto ad esercitare nel loro p aese e ch e siano impiegati in stazioni climatiche polacche,. qualora v i sia reciprocità da parte d ei loro Gover· ni; infine le persone che hanno perduto la nazionalit à polacca in seguito a matrimonio contratto all 'estero, ma che posseg·gono tutti gli altri requisiti. Il medico perde il diritto di esercitare la pro·fessione in Polonia, qualora cessi di essere cit t adino polacco, fatta eocezione pel caso poc 'anzi prospettatò. Il medico perde temporaneamente o definitivamente i] diritto di esercitare, in seguito a giudizio reso da un tribunale civile o militare o· pro·nunziato dalla Cam era medica e


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(ANNO XXXIX, Nul\r. 49]

SEZIONE PRATICI\ •

ri ro n osril1to dal Co11sigljo di disciplin a a11nesso al Mini t ero òell 'assistenza sociale. Lo p erde anch e se colpito da n1alattia m entale. Il cl ecreto no11 n1odifica in nulla 1e n orme r elative all 'e ercizio della professione cli cl en List~ . In onore del prof. Roger.

Il 15 n ove1nbre u11 g ruppo num ero~o cli allieYi ed e tima tori h a offerto al prof . Roger un Yoluni.e g iubil are; er an o presen t i il d ecan o prof. Balthazarcl e numer osi colleghi. Il prof . Bin et, professor e di IL iologia prE>ser1tò il volume. Il prof . Roger r ieYorò la l)r opr ia lu11ga car r ier a scientifica, rlir110 ... Lrando 1'i11fluen za b en efica ch e su di essa h an 110 aYu to la su a fa111iglia ed i su oi 1nae tri.

Episodio epidemico di difterite. 11 'epidemia cli difterite si è sviluppa la 11el co1nu11e di La Bas ée (Lille). Le autorità co111unali h anno prontam e11te provveduto alle vaccinazioni e ri vaccinazio11i con an a tossina e alla disinfezio11e d elle scu ole.

Un ricordo marmoreo a Igino Pampana. L 'U. . 1\I. I . (prof. Prassi tele Picci11 ini) hrt presa la inizia tiva di lln ricordo m ar1nor eo a l compianto gr and 'uff. do tl. Ig ino Pampan a, <'h e d ettP e111p re })r eziosa collabor azion e a quell 'Ufficio nonch è all a Commi ssion e p e rn1 an cnte p er le ri vendicazioni cien Lificl1e italian e. Per il ricordo l 'Ufficio tampa 1\1edica Italia11a h a ap erta la sotto crizion e offren do lire mill e. Le offerte p o son o inYiar si t anlo a q u ell ' ffi cio (1\Iilan o, via Vall azze 39) , quo11Lo alla Segr e teria dell 'Ordine <l ei l\Ied ici di "Nlila n o (via Giulianj , 2) .

Per 11na benemerita ostetrica. . E. il Prefe tto òi F iren ze h a fat to p er venire al la ig11or a E len a l a<ld alen a Gro11chi , Yalor osa os te tr ica, n n om e cli . E. il Capo d el GoYern o, una n obile le ttera di plau so, per l 'opera d a lei SYolta n el campo assi ·Le11ziale d ella r itt à d a oltre r ir1 <1uanl 'anni. In qu c l ' ultimo· per iod o Ja sign or a Gron r hi si è clistinta j)er ] 'op era cli assis ten za alle m ogli d ei comba ttenti e p er aver contr ib11ito a far o rgere, n el rion e di Ricorboli , I 'Aiuto ~1 a ter11 0.

}Jen to a Gen ova, <lop o l11nga in alatti a, il pro C. Al .ESSA. ·DRO BRlTSCHE1'TI 1 I, r eputato b att eriologo. Classici i su oi s t11 rli sulla r al)bia e sulla p atoge nesi del te tano : fu il primo acl affermar e ch e la t ossina te ta nica, com e il virus r abbico" è trn s1ncssa dal punto di infezion e ai centri n ervosi lungo le vie n er vose. Ila individua lo n ei rnalati cl 'influen za il piccolo 1,arillo em ofilo cl1e p oi yen ne d escr itt o nuovam ente da Pfeiffer. Fu tra i primi a pr~on izzar e la vacci1 1o tr r a1Jin ed aveva fabbr icato un va<;cjno )ntiTJiogen e inulti "al ente. Tn ql1esti ultimi anl1i si or cupò q11asi esclusiva11i.ent e dei problemi in erenti all 'im n1 unità an t1t11ber colare, così n el ca1npo d ell a t er a1Jia specifica co111e della profi1assj. _i\ veva c realo 1111 accr editato Jaborat orjo per ta proci uzio11c lj v::irci ni e sier i. Aderì con entusias1no al Fascismo. Al figlio dot t . Gior gio le n ostre pitt se11tite cond oglian ze . _i\ . .i è

1

RASSEGNA.. OELLA STAMPA J(li n .. VJ-' oc h. , 9 lu g . -

1935

~IEDICA..

v. TYSZKE. lt1fll1e11za della crisi econornica sulla vila. - W . GnoossMANN. Rap1)orli riflessi tra r u h~ e or ga11i urinari . A1n er. J ourn . JVl ecl. "'ciences, lug . - C. W. BARNETT. La ecrez . ga tr . i1ell 'a11emia })ern ie. - G. lH.: 1~AKAT S. lnfezio11 e localizzata n ell e ve11e varico e. - L. SHELDO. . Tra tta1n. d el m egacolon col p ar a lo·r 111011e. Deu t. . N[ C(l. W ocli . , ') lt1g . - KALK. Affezioni e1)a lich e latenti. - HA uG. -Pression e del liquor: co1ne n1oclificarla n elle malattie m entali . - DREYFU e WElNBERG. Tec11ica d ell a t erapia febbrile. l liv. a11. ici l. , 1 lug. - G. J\R~IONE. Am en or r ea tempor a11ea da raggi Roentgen n ella t bc. polm. R adiol. AI ed·. , lug. F. Rov10A . Mala ttia di -.cl1iiller-Christia11 . - N. Lov1SATTI. 1\1ovimenti attivi •i ell ·appendice. J our1 i. i~léclJ. Fran ç., g"it1. Nu1nero sulla patologia dei gibbosi. 1-! rch.. I ns l. Pasteur cl'Algerie, giu . - B. CoNunAY. E pidemia di tifo esa11lem . ' - A. CATANEI. 'fricofizie p erimentali. J( li n. l \ ' oc li., 16 lug. - v. T1szKA. Effetli della cri i s ul p opolo ted esco. - H. LEHì\IA N-F Acrus . I clt1e gruppi a11guigni A. Deu t. Med . .W och ., 15 lug. - LIEBERT. l\ileclicina e p sicolo·g ia. - BE NSC ITF TDT . Diag11 . di tumore cer ebr . Rass. Cl. - cien t., 1F5 lug. - G. l zAR. Am ebias t cerebr ale. Rif1J r ma 11ecl., 9 l ug. - , -. BERN.\BEO. Gan gr ena f u lmi11a11te d ei genit:ili . - R . PIAZZA. Il fosforo 11el sa11gu e d ei tuber colo Uci. i\lor gag n i, 10 l u g. - 1\1(. SINDONI. Ampio difetto del ine e11t er e. ;' l i 1t erva jllfecl., 14 lu g. - G. SANTUCCI. A11e1nia Jlern . ]Jlen o1negalica ti po Pencl e . 11rcll. di Or lop ., 30 giu . - P. PALAGI, L. G1uNT 1c 1 e . CAì\IERA. Ter op ja ortopedica degli esiti di par ali i infan t. _,. (7. PERACCHIA . Ar tr op atie em of ili acl1e. - 1\ . A.L RANESE . Deviazior1i d el sacr o sul p ia no agi ttale. Giorn. di Balter. e I mm11r1.., lug. - F. D. BEsozz1. F en on1 . cli Auer e an afil assi locale. - T. 0LIARO. Avita1nino i e flor a micr obica ir1testinale. .. em ana ~téd., 23 g iu . - E. Yl\1AZ. Estratt i p ancr ea tici cle"i11 ulini zzati e p ressio11e arteriosa . F. ì\l. GALDI . _i\11e1n ie d ell 'in.fa11zia. Paris J"\Jéd., 16 lt1g. - Nu n1er o di farmacologia . J ou r11al A. Al . A., 2 lug . - J. H. BLACK. Pro}Jlen1i sull 'aller g ia. - r\ . H. Ro"vE e O. H . GARRISON. Lipodistr o fi a : :-i. trofia e tu1nefazion e d el sottocu tn11eo d a iniezioni d 'i11suli11a. Bri t. Al erl. J ou,r n., 16 lug'. - W. HARRI S. Tratt am ento d ella n evr alg ia d el trigemino. - H. L. H. ì\[1NCHIN. La proteo i l1r i11aria n e11 'epilessia esen ziale. l\/ u n cli . A1ed. Woc li. 15 lug. - 1\fAYER. Il trau1na in ginecologia . l\,f ecl. W el t, 16 lu g. - F. I(1soH. Sulla t er apia d ell 'an gina p ectoris. Dull. J\lf éd., 28 m ag - Nu1ner o sui r eu1na tismi. Presse J\tl éd., 13 lug. - BEZANQON e al . Forme anato111icl1 e della tbc. p olm. _,. BoNAFÉ e PouLAIN. Tur b e ga trich e con secutive a frenicect omia. Rev. 1Vlérl. L ali110-A m er ., m ag. - L. U. RABUFFETTT e B. 1\1orA. Epilessia cardiaca. S. GREZZI. Co lede cerYicali multipl e e ipertrofia d elle ap ofisi trasver se.


1936

«

.A rcli. J.Ylal. App. Dig. ecc., g iu. -

I

IL

POLICLINICO

1\1. CHATRON.

Bilancio acido-basjco uri11ario. ~u rg. , Gyn. a. Obst., lug. H . CusHING. {Jl.c era peptica e lesioni cerebrali. S . ì\rl..\ 'lER D~­ DEI\:. llegistraz. d~lle contrazio11i dell 'ute:·o un: , t110 j11 parto. Pathologic a, 15 lug. V. · TnA1\1 J .~TAN.J. ].'<.: Le1e patogeno d~lla tbc .. aviaria ~Jer l J:t rayj :). l\. ii'uccI e A. Pt!'iTO. J)ianete infa 1l:ile. Abruzzo lvled. , 1nag.-giu. - G. ' VERROTTI. Dermato·s i a sp ecifich e curate col trat tani. inercuriale. F. P. T1Nozz1. Co1ne devor10 ali1ne11tarsi gli amrnala ti di ·c an cro ? · Pedialria, ·15 lug. S. BARBIEru e F. RuBINI. '\1acci11az. profilattica co11tro la Yaricella. E. l NGLEss1. Percutireazio11e di Scarsella. . . Arch. lt. di Ch.i r. 1 6. - G. PrERr. Cura dell 'a11giospasmo retinico. -:- G. LrNo. La colecisti a fragola. - G. NlAZZACUVA. La funzio11aUtà colecistica prima e dopo gastroe11terosto1nia . .A rei.i. d i An.trop. ( i rim. ecc. 1 111ar. -giu. - S. BuSATro. La diag·nosi individuale di gruppo 11elle n1acchie di saliva. - G. ~iENNYEY: Ferite del! ' aorta e sopravvivenza. Wi en. J(lin. Woch., 22 lug·. IL\ UDERS e a l. Irradiazio11e del cer vello co11 onde corte. nella paralj si p. J( liri. vVo ch., 23 lug-. - G. J. H u RST. Anomalia familiare dei le u cociti. -- H. W. B ANSKI. Galatt osuria parossis tica . F . BECKER. Necros~ delle estremità 11ella polic itemia ve1 a. - E. ZADEK. Diagnosi di sclerosi delle co.r onarie. 1\tlinerva Med., 21 lug. - M. CAPOCACCIA. Nu ovo f en omeno jmmutario: l 'a11acoresi. Presse J:vléd., 20 lug-. - R. LERICHE. L 'avvenire e il sig11ificato d ella cl1ir11rgia d elle })ara tiroidi. Cl . "!YI ed. I t., g iu. - I. BET1.-0N1. I11dice renale .tliastasico 11ellc nefriti. - G. CATALDI. Splenome galia ad are~ cl~ Ga1n11a. - A. FrEscHI. Ricerche sull 'emofilia. - G. R UFFli r. F ebbre e stato uremico. Bull. ~1éd., 23 lu g. R. BEN ON. L 'aste11ia. Gaz. d. Ilop., 29 lug. - NI .. GAUCHER e 1\11. AL.REA ux-F1~nt\ET.

L 'as t1ìa.

[ANNO XXXIX, ~Ul\L 49 i

>>

J ou r ri. cle Nléd. dle Lyon, 20 lug. Nu111ero di oto-lari11g·ol. R ev . de tv1éll., 6. - A. LEMIE~RE e al. Colibnci llen1ie. PLAzY e GEnivrAIN. Tratta1n. me<li<:o clelle pleuriti purulente acute. F. FRANçoN. I ;-e111natisn1i cronici. P aris Méd., 23 lug. - A.-F.-X. HENRY. La 111alari a c:r:o11ica. Presse Méd., 23 lug. - _A . TzANCK e a l. In1n1t1Ito-trasfusione 11el ba1nbìu.o. Artri . Cle l 'lnst. Pasteur, lug. - A. UnBAIN. Irr1n1u11izzaz. attiva contro tetano per via cula11ea. J ourncnl dos Clinicos, 30 gtu.- A. ~ONDÉ e E. DE ARANJO. Varici tlell 'arto super. Morgagni , 17 lug. - . ALTERI. Affezioni si11usali. Gazz. d . Osp. e d . Clin. 1 17 lug. - E. MARINO. Febbri 'C ripto.g enetiche ed ipert ermie 11ell 'infanzj ~ - G. AIELLO . Valutazione dell 'atleta: lo s tato cle1 rene. Deut . iVled. l>Vocli. , 22 lug. lSRAEL. Disturbi fu11zio11ali comuni della vescica. GoRALEWSKI e ENGEL. "frattam. della distrofia mt1scolare progr. Mediz . J{linik, 22 lug. - H. fuoELSBERGER. Irra diazio11e alla Contard. · J)1unch. J:vled. Woch., 22 lug. ~ HAGENTORN. Rapporti tra tempo, e malattie. - 'H oLTZ. Terapia con g·lucosio. Med. l(liriik , 15 lug. - O. v. FLAUQUÉ. Diag11. precoce e differenziale ~ trattam. della gravid. extra-uterina. - M. RE1ss. L'orn1one d el lobo ar1teriore dell 'ipofisi. Proc. R. Soc . Med .. lug . - Discu ssio11i Sll : Dese11sihj] izzazion e specifica e i1on specific a r1elle malalt~e allergich e . •

µ

Il più vivo, il più ricco, il più vario periodico italiano d'igiene e medicina preventiva, di sanità pubblica e medicina "sociale, di biologia generale applicata alla medicina, è rappresental:o dagli Annali d' lgien0, largamente diffusi e accreditati in Italia e all'Estero. Chiedetene un numero di saggio e vi sa rà inviato gratis. Abbonamento annuo: Italia L. 60, Estero L. 100 ; per gli abbonàti al (( Policlinico » rispettivamente L. 55 e L. 95. Indi, rizzare le richieste all'Editore Luigi Pozzi, Via Sistina, r4, Roma .

Indice alfabetico per materie. Azote1ni::l P cloropenia . . . . . . Pag. 1894 )) 1912 BibliogTafia . . . . . . . · . · · Clini cc : il .. . . . . . . . . . · · . . )) 1905 )) 1926 .C olite dissenterica e spirochetosi . . . Dermatiti da inst1lj11a: tratta111e11to . )) 19·2 3 )) 1928 Der111opa tie : u so di cre1ne . . . . . . . )) 1926 Difterite : rilievi . . . . . . . . . · · . )) 1913 Epati ti croniche (comprese l e cirrosi) Ernia inguinale: cura alla Bassini: docci a metallica per facilitare la chius ura dell 'aponeurosi . . . . . . . . . . . · )) 1904 )) 1926 Febbr e ondulant e da << Brucella abortus » Febbre ondula11te con quadrq di inio)) 1926 cardite . . . . . . . . · · · · · · · · )) 1927 Ferite: trattament o . . . . . . . · · · · )) 1910 Gravidanza: pe ricoli della interruzione

Malattia di Hirschprung: simpatecto1n ia addo1ninale . . . . . . . . . . . . Pag. 1910 Nlalatlie irtf etti ve: opera del Regime )) nella lotta coin tro alcun,.e . . . . 1930 )) Pepsina per via p are11terale : azio·n e . . 1929 )) Pneun1otorace artif. : crisi emoclasica . 1906 )) Polm-0ne collassato: potere calcjofissatore 1907 )) Prurito ~ r agadi anali: trattan1ento . 1928 )) Scottature: trattamento . . . . . . . . 1927 )) Sifilide febbrile p seudon1alarica . . . . . 1926 )) ,Stomaco : e1norrag ie diffuse . . . . . . . 1908 )) Stomaco: ptosi: terapia chirt1rgica . '. 1910 )) Terapia e Jnedic~na . . . . . . . . . . . 1929 )) To-race j1nbutifor1ne: cura chirurgica 1911 Trasfusione di sangue nelle osteiti pu)) 1912 rulente del cr anio . . . . . . . . · · )) l 'uber colosi poln'lonare em atog·ena . . . 1905

Qirr itti di proprietà riservati. - . Non è c.,nsentita la ristampa di lavori pubblicati nel P,Dl icil i nico se non in seguito ad autori;aat,ione scritta dalla redazione. E vietata la pubbiicazione dì sunti di essi sent,a citarne la fonte.

A. Pozzr, resp.

C. FRUGON11 Rerl. cano. Ro1na - S tab. 'fipo-Lit. Arn1ani di M. Courrier.

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ANNO XXXIX

Roma, 12 l)icem bre 1932 . XI

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· Num. 50

fondato nel 1893 dai profess·o ri:

GUIDO BACCELLI

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FRANCESCO DURANTE

SEZIONE F>RATICA

REDATTORE CAPO: PROF. CESARE FRUGONI Clinico Medico di Roma

SOMMARIO. ·Prolus ioni : A . Gasbarrini: La funzio ne e l'insegnam ento della Climica Medi.c a. -.Note e contribut'i : R. atullo: La cu ra delle s cottat ure. >Medic-ina sociale : F . Ma ccairi: Sulla cura de1la sifii.lid e i1elle prostitute. Opportunità ·della istituzione di una ra.rtella oliniica obbligatoria. iQuestion·i d'attualità : A . Ca1mette: Im'Por t an.za e sigruificaito 1del virnle tuber colare f-i•l trabile. :Sunti e rassegne : SANGUE: A. Montainari : Tempo d i ooagttlazione e r etr attilità del coagulo di san,gue. C. .A.. Doan: Lo state neutropenico. Suo s ignificato e con cetti terapeutici. - J. Cha.lier, J. F. M<11rtin e H . Nauss<11c: Su l'a.g.rant1locitosi. - St. Ru.sznja1· e R. v. E ltgel : Ricerche suil'a.ziC\ne d·e lla tera.«>ia epatiiea nell'anemia tPerniciosa. - D IABETE: J. V. Grott: RiceTche s tùla dia gnos i 1d.e l dia.bete .m elli to. Vailore della Cltrva ghlcemica p rovocata. - D . Adleraberg : Debbono i ·diabetici essere alim entati con m olti o con po· ch i grassi? !Hotizia bibllografioa. - Cenni bibliografici. .Accademie, Società Mediche, Congressi : XXXVIII CongreSSQ della Società I ta1iana di Medicina Intern a. -

III Congr esso Nazi onale di Nipiolog'lia. - Società Me·di co-Ohiiru~gica Berg<11m asca. Appunti 9er il mectico pratico : RILIEVI SEMEIOTI CI : V. CarUJcoi : La . difu~~i .iTi·dea o iridoseopi a applic~ta a due Ca.BI .cl1nl!Cl. C ASISTI CA: Rapporti fra p·1 orrea .alveolare ed uri-oemia. - Le infezioni orinarie ·di orig1ine den.t aria. - Carpi estranei nel seno m ascellare. - TERAPIA : Cura d ella tossi cosi alimentaJre. - ·Cu1r e di dimagr a m ento negli indivi.d1ti con cuore sano. - IGIENE: Metodi per il r.icon.oscimento della :pu trefazione i DiCipiente delle carni. - POSTA DEGLI ABBONATI. . -

VARIA.

Polit ica sanitaria e giurisprudenza : G. Selvaggi: Ri&poote a quesiti .per qucsitJiOTui. di m ass im a . Nella vita professionale : I . Taneini-R. A.lesa.andri : A p1·0posito dei concorsi a .p.1imario degli Ospedali. - · Oon·cor si. Nostre corrispondenze : Da Catania. Notizie diverse. Rassegna della stampa medica . Indice alfabetico per materie•

. . - Un invito ai nostri abbonati:

·sol lecita re

l'invio dell' importo di abbonamento pel 1933 e, al polizzino del VAGLIA POSTALE o dell' As· _ segno Bancario applicare, possibilmente, la fascetta con la quale si sono finora ricevuti i fascicoli :o,. quanto meno, indicare, con esattezza, il rispettivo numero di abbonamento. Ciò faciliterà all' Ufficio d'Ammini.strazione, la sicurezza dell' esatto accreditamento del pagamento nella giusta partita del mittente. -N.B. -

L'importo dell'abbon,aniento e di quanto altro si desidera , p uò anche e'>sere in viato t'ersandone la s omma in, qi~lsiasi 'lt, fficio di Posta per il Conto Corrente Postale N. 1/5945 dell'Editore LUIGI POZZI - Roma. L AMMINISTnAz10NE • • 1

.N. B~ Per gli abboaameatl ad altre Riviste oumulatlvamea~ ool " POLICLINICO,, vedere a pagiaa 1979.

P R O L U I TITUTO nELLA

DI

CLINICA.

·s

IO N I

MEDICA. GE·NERALE

R. UN1VERS 1T.~

DI

PAnovA.

Ed o,ra io sento tutta la mia picco1ezza fissiando lo s.g·uardo .al bronzai 1oh e co·n sacra a lla storia Achille De Gio vanni 1e1 Luig·i Lucat eli o, qui on11hre m agnanirr1e ed an1monitrici. Non dall '0 rgoglio ch e n o11 p·o treb·b e vin,c.erm i, ma dal sara rif1cio, ·da lla mia p1a ssione, ·dal1'entusia smo d ei g iov.a ni possa io a tting·e1re fo.rza ·peir il compitai cl1e mi atte[}Jdel Al c.Jail'O colleg·.a 1F rugoni, ch e ogg·i Ro·m a et erna a ccoglie e cl1e qui lascia t am.it a an1mirazion e, tanto amor e, .tan to d esideTio di sè, il mio saluto 1ed aug-urioi fraterno. E permett et e 1ch e il pensiero s i 'r ivolga con filia le t en 0r 0zza all'Aten eo· Bolog·n.ese, ch e fii ebb e p e1· otto .a1nn i , alimoo.tò I.a mi.a fede e mi died e pal'Piiti di gioia swprrema. Vi g i'l11n si C·O•n trepido cuo.re, com e il pelleg·-rino c11'e, cred endo di noni a ver con se:g uito la i11èt.a , si ·Soffermla inc erto e d .a ttende. Ma J.a genero ità di iBoilogna, la benevol,em..za d ei co lleg·hi carissi111i, con i quali n1i fu dolce la co,n 1

1

La fo.nzione e l'insegnamento della Clinica Medica (1). Prof. ANTONIO G..\.SBARRINI, ·d irettore. ~on

si può ascend ere una Cattedr.a antica e .:gl oriosa 1c.om e questa, s.ellla:.a :rim.aneire sgome n ti e peirplessi , senza provarie un tumUJlto ·di sentimenti diversi ,· p rimi, quelli di g r atitudine e di rivea~enza: di gir atitudil!lle per il Rettore Magnifico, 1p:er V·o i, illustr e Preside d ella Facoltà e Colle!ghi insig ni, ch e avete voluto farmene d·eg·no; di river.emza per Gr andi, ch e qui furono, ed ai quia li c.hiedo· protezion e con umiltà di cuore. (1) Prolu io 11e

l e n·~1ta

il 16 i1oven1brc 1931, X.

1,

1


1940

(( l L r o LICLINI CO ))

sue tu di11e del quotidian o lavoro, r infrancaron o il tr epido cu ore, ch e oggi vibra ·di g ratitudine profonda. Ed io provo, più ch e ma i, in que.sto m·o111e1n,to olein.n,e d ella m ia vita , la dolce illusio11e di n on essermi a llontana to da llo studio bologn.ese, per cl1è la serena fig ura d el p rof. Giacinto Viola, così caI1a1al mio !cuore , qui fecolfl.dò la giovinezza operosa, Eg li cui t o.c cò la ve1n,. tura di vivere accanto ad Achille De Giovanni , col qu.ale ·divise le _fa tich e, le a n sie €/ g li ideali. Nè io sen.to il distacco· dai miei 1a1m atissimi studenti di Hologn.a, per chè mi par ei di v.ed er '.° li qui tutti racc.olti in fervida com11nion e spirit·u ale con i fratelli di ·questo At eineo, uniti sempre e1 e111 pr e. apert i ad o.g ni b ell a m.anifetazion e, ad ogni ,p rova gen e•r osa, ch e la g ic · ' 'in.ezza sa da r e. 1\1a n oin1 è soltanto essa ch e aacom una i cuori: è la tr.a·dizion e storica d elle due arnitich e e g lo·r iose Scuole, che rinsalda la fede ei l 'am or e, .pe·r petu.a ndo co·n la festa goli.a rdiClai la can zo·n1e eterna della g io·vi·n;e1zza. A Voi tutti il mio fervi·do .au gur io e Vi sorregga J.1-el duro cam m ino! Ai colleghi de·l l 'Ateneo di Bari, ch e co•n un1animie con senso vollero design armi alla Catte.dra di Clinica Me·dica , il m io vivo rin gr aziam·ento p.eir tanta benevolenza; il mio sal uto a·ug u1na1le a l g iovatnie Ateneo, ch e nei ·r ecenti con gr.essi h a saputo, per forza di fede ed ardor e di scien za, :rivelar e la sua ra pida ascesa ::i ll:-i f.e r n•n rl a terr a di Pu~lia, ch e sa offrire alla Patria tutte le :sue vive en ergiei coo sorprendente ed in cessante progresso. E poich è è sacro dorvei:re ricorda.r e il Maestro , col quale ebbi lunga, ser emia e fecon·da c«m1viven za cli.ni c.a ·e mi guidò con paterno a·miore, il disce.p olo da questa Cattedra vuole esprime.re a IJui , al M,a estro Luigi Zoi.a, la ~ u.a fil inle d evozion e e riro•nos.cenza imperitura.

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P.a:r la r e a Vo·i , o g iovani , d elJa funzion e d ~ l­ la Clinidai Me dica e del su o insegn.am ein to 1n quei to g lorioso At eneo, ove Morgagni , De Giova11ni ed a ltri Gr.a.n.di ebbero il m erit o di aver battuto la via maestra , che doveva condurre la l\il edicina clinica verso la su a m èta fina le, è assai grave cimenit o: · 'F ·e de operosa n.e1l b en e. n el dovere, ·n el sacrificio è. la f.oir mola, ch e d o·v rebbe e.sse1re scritta su·l l 'ar chitr.ave di questa a ula, se la Scu ola di Cli•n 1ica Me·dica vu ole e&sere ai n10·stri g iorni vera palestra di vita. Non v 'ha di"Ci·p lin1a:, com e 1a nostra , la qu.ale, per e ssetre crior.nalmente alle. prese con i m~steri dell 'or·o-anismo malat o ci impon ga t anto il sentimen to di es ere sobrii , ·di procedeTe .caut i e diffidenti, al par di .e.b i cammina fr.a. le ombre, quando lo ·s pirito si sforza a d afferrar e una idea, di essere, per conseguenza, umili , e. l 'a1

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bito men tale 1dell 'umi1tà ci a llo11lan a for ~e m en o dtaJ vero. L 'ideale ch1e il clinico m edico d m e 1p roporsi di c onseguire, scaturisce <lall 'essen za stessa d ella disciplina ch e egli ·pro~essa. La Clinica, la g·r ande m adre ed incar:n.azione di tut te leScienze m edich e, a lle qua li fu a ssegnato dopo· tanti secoli un più n robile fin e, quello cioè di m odifiicare rn m eglio le condizioni ·d·ell 'u 111 ~­ n,a vita, vivendo a connaitto del m.al.ato , te11de· a com1p renderlo, valendosi di u!Ilia minuta ()~ ­ servazione diretta di esso·, m·essa .a confro11to con l 'espefri,en za, sorretta da un indirizZllbiologico e soprattutto da una lo·g ica sist e111atica, rigida , allo sc.opo suprem o di salYarle> da] 1suo m ale : donde è clinico chi , trae11 do. profitto dai fat Li raccolti , a l letto dell 'i11fer1no, interpretan,doli con l 'aiuto delle n ozioni srie11tifiche, riesca a precisar e lo sta.te d el i11ala to, le alterazioni an atomo-rpatologich e ad iesso i111er enti, i fattori etiologici , ch·e orean o quel 111orbo, i m ezzi , in.fin·e, atti a mitigarne le sofferenze o a ridonargli la salu.t e, spesso addirittura la vita, 1e tutto ciò con fervore di apostolo e co'DJ isenso .p rofoodo di umanità sappi.iai trasfondere n e1lla falan.g e dei gio·~ani m1e1dici futuri. Cos1cch è n on s.arr emo paghi di bene.dir€ e di ·e sprimere la n ostra gratitudin e a quei sommi del n·ostro Paese, ch e com· t en ace e duro lavoro, sostenuto dalla fede, attraverso a11ch e cor one di spine, furon o g li .agitatori delle .grandi ideie divinatrici ed innovatrici del pensier o cli!Thico m oderno. 1

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Sei riandate, o g iovani , per un ola 1110111ento all.a sintesi stor~c.a della Medicin.a clinica, vedret e come .attr~aver:so ciascuna ·dell e su egrandi tapp1e risplend.a n o i !I1'o n1i dei tpioli.ieri coin·n.azionali, che , traman·dandosi a vicenda la fi accola d el ·1J-r og·resso scientifiJc.o, fa11·n o oggi rifulger e di g loria in1mortaler la storia dellai Medicina italia n1a., d.a cui voi , ch e isiete forze vive, dovete a ttinger e fa scino, e ardin11ento. L 'intento a pplic.ativo· della Medicinia 1c.l inica· ci ìiem.de conto del perch è nel corso d ei secoli lo spirito .pen soso ·del medico ·p ratico a l letto d ell 'infermo a bbia sem pr e m editato sul n1ister o dell 'organistno sconvolto dal morbo, cercando di trarne luce, dapprima con lo studio della mia.teria m or ta, ch e a m ezzo delle dissezioni cadaverich ei ,r€niva a soddisfare l 'ardente desiderio ·di veder e ch e cosa ma i fosse dentro alla m1ao.c.h ~n.a uman a, poi, co11 l 'analisi della m.acchi·n.a viva in, fun zion e, r ealizzata dal' m eto·d o d ella vivis·~ ion e, poi an cora co11 l 'aiuto del m~cro sco,pio, ch e :pen etrava nel~a n1ateria morta là dove l 'oc1c.h io solo n on g1umgeva, fino a ·qua' n·do U llll fa scio di luce ver.a n1 ente fecondo n el cam po della Clinica, in qua nto to~­ cava direttam em,t e l ' uom o ma lat o, ' re.n n e a r1ful rne.'re col m etodo dell 'a·n atomia patologica: n11a~roscopica prim1a., microscopica i)oi, i·n1te1

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SEZIONE PRATICA

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grato dallo studio s1)erin1entale delle funzioni siologi più sagg'i di og.g i, i quali, co11 vi11 li che patologiche; n1a nepp ure a 1lora il n1edico ipra11c1ll 'interesse degli 1 tudios i di i11 ediici11a e di t~c o si sentiva fuori dell 'astratto, e ci volle un fi i·olog i1a., si debba tornare .a stri11ger e quei a ltro epi odio di g loria n o"tra r ecente a r enlegam.i ch e um tempo univa.n o, le scienze biolod eirlo pago, l 'app~icazioin,e cioè del metodo inlogicl1e a lle scien1ze n1edicl1e, l.ame11ta·no i dandividuali tico cli niico, ch e ha segn1a,t o il passo . ni per l 'esercizio pr.atico ·della. nledicina , d erid ec i•sivo ,rerso il reale coll!c.reto. vanti dall.a tendenza di deviare dal binario cliE co i il diuturn o s1pia r11 odico biso·g no di n~oo una b·ram:ca, la quale conta i11olti .p,r o•b l eco111prendere l 'amm.alato c:r.eò gli astri, ch e mi, ch e sol o nelle conoscen ze di clinica e di corrispondono a i nomi di ~Iondimo, H.arvey , terapia rp ossono trovare 1soluzione o p·er lo m e·~lal 1)ig l1i Virch o1 w , Hu11ter , De Giovanni. no chia1imento? Orbene, tutte le c.ienze .p ure della mediciE g li st essi più g randi anatomo-patologi,. na , l'anatomia , l 'istolog ia, l 'arnatomia ,p atolopur .g·iov.ainid osi ·del contro1llo sperimen,tia.le· ad gira, la {)atol,ogia generale, la fi sio-patolog ia, integrazione dell 'indag i·n e m inuta sul cadave·la terapia perimrentale>, che ono filiazioni del re, n on sento110 il bisogno, di parteci·p are ·con pe11 iero cli·n 1ico, devon o rii pondere ad un iinempre maggio r e passione ai prob1emri d·e1lla te11 to applicativo. cc La cosi detta scienza pra- C liin~ca, ch e n ell 'esam e ·dell 'uomo· ' ri,ro, infertica - co111e ben dirce il Viola - non è forse mo, trova la più inten.sa fucina per penetrare la sola ch e sappia in1possessar si della realnel vero? tà ? ». O.g11i cultore dwn1que d·e lle v.arie scienLo tes.so Baccelli , ch e 1p rocla111ò il trionfo zei n1edicl1e d e,'e i1spirar i nella Clinica, e non dell 'anaton1ia ,,iv.a, tradotta n ella felice su.a vuole ' 1edere sterile l 'otpera ua I espressio1nei di « anatomismo tc.linico >> , per apE · n'el la o ervazione del malato, n el quale 1pa1sionatissimo ch e fo,s se del Morgag1ni, non i si11tetizz1ano tutti i (enome1n·i morbosi, nonmancò di vedere ch e la ba e della Clinica n on cl1è tutti i fatti ·111orma li "' tu·diati i11golarmenpoteva e5ser e cl1e n ella Clinica. te dalle cienze pure, ic.h e b i oan.a trovare il L 'anaton16a-patologica moderna, i11 altri fonclan1e11to, il fulcro della Clinica. termini, per g iungere alla dignità cl1e le com~- egli '"'critti podere i del g ra1n1de Morgagni, vete, non può a m e:no di valutare esattamenil c1uale sentiva co· tante il bi ogno di collega- te i intorni clinici in r,apporto alle lesioni, re l 'osser, azion e cada, erica ai fenom eni cli- onde 'im\I)one cl1e e1s a egua sempr e la Cli11ici, cli c ui Egli n-011 e_itav.a a 1proclan1.ar e la nica; è b·u on anatomo-pa:tologo colui cl1e, in111o rta11za in ogin i n11anifesta.zione d el suo an1an te del! 'indirizzo ap1)licati,ro, si sente l, e11 ~iero, noi raYvi . . iamo, in.fatti, non solamenclinico, per ei ~ere vi suto con i cli11ici. t e 1·a11ato1110-1;1alolo0'0 ·principe, raccoglitore, Il Riva so•l eva rico:rdar e• co•n com:p •iacimenroordina lor e ed a1n1alizzatore ommo· ·della mato nelle s ue lezioni di aver i:ns8t,an.ato fi sioloteria n1orta, ma il clinico completo ch e, con- gia e oprattutt0 anatomia-pato,Jog ica, sia lJer fro11tando le_ioni 1cadaveriche e fenomeni clil 'intim1a co1n ,n es_ion e di que·sua1 ·discip·l ina alla nici, sa trarre deduzioni . . obrie e 1sc·e vr e da clinica, sia per:ch è la maggiorce cono•s cenza di qu.alsiasi ])tesunzione, dalle q11ali empre tra- essa g li con eintiv.a di aveir sempre b e11 chiara s-par-e i1itido , in intirmlO binomio, il pe11 iero nella sua mente la lesion e anaton10-patolo,g idel clinico e qu·e llo dell 'anatomico. ca, ogni qua lvolta la ·discu ssiome del caso la ~Ia que . . to ()'r ande P.a·dre della m edicina, rievocasse! quale ecc.ellente biologo, ci fa oggi sein1tir1e alE parimenti 1s1a,r.ebbe riprovevole qu ~l ·pat~trc_ì il bi ..ogno del ritorn.o a 1l 'anti1c.o, all 'indi- lo,a o o\en eral·e, ch e vole se trarre la ,-er1tà u11i'O ';:, 1b . . rizzo cioè unitario , isintetico della medicina, camenle a.alla prova di a oratorio, senza 11nsen z.a di cl1e1 si ,,edrà ' 'acillare la ba e vefla, delpira·r si nella Clinica, o quel batteriolo1go· ch e, la Clinica, che si co•mrpetndia <I1'el problema del- seauendo la dottrina delle infezioni, non tela diagn o i e della cura. n e~se conto come 01gini altro cu.ltor:e d ello sciRitorno all 'antirc o, ·du nque, naturalmente bile me· dic~, dei m'oderni stud'.Ì .sulla indi' iccl ,·antaggio cl1e ci ' ie.n e offerto dalla sai- dualità ,e sulla costituzione normale e patoloJ)ie.n za n1oderna . Tutto lo scib,ile m edico si è g ica ·d ell 'individu?, r~.h e oggi .per amore e ~1a 11or111 ai trasfo1r mato ed a t.ale rim·novamento le to della 1scieJJiZa italiana dec1same1ntei avv1a110 \.li11i ch e de, rono parteci;pare con sano indila Clirnica verso la soluzione d ell 'im1portante rizzo sintetico . problema della pers~nalità umana. . Ben o ,_erva il Viola cl1e (( la C01 CÌ·enza a.e} Non si può tuttav1 a n eg.are com.e lo sv1lu1Jm edi co scienziato, qualu~·que ia il 11aùl110 che po enorme odieirno delle varie scienze, . c~e, eo-li colti' i, matura sol tanto a "on tatto con staccatesi dal tr®C·O .anJJoso dell1a med1c111a I ' a1nm.aJ.ato n. Ragione peir 1c.ui la Clini ca im- clinica costitu isco1n o ai g io·rni no,s tri un cor11pone l 'inti111a cooperazione di tutti i c ultori plesso coupo sp eciale, abbi.a !condotto per n edelle sci·enze n1eidich e a lato dell 'infern10. Ta- ce sità ad una divisione ·di lavor o, ch e può l e b·i sogn.o ,-a pen etrando 11ell a co ciein za dei i1uocer e al cli'nico, qualora · questi n on riesca n1.edici. a condensare .ed utilizzar e per i suoi scopi l'inl 011 seo11 l ia1110 già il g rido d i alla r111e dei fi~ i en1e delle n uove aicqui izioni d elle scienze 1

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cc IL POLICLINICO »

l>iologich.e. Occor.r e du·nque un g iusto tempera1n ento, che non turbi 1ai isua caipacità simte tica di diag·i1osticatore, pur ritenendo, come abbiamo detto, ,c h e la coltura a naton10-patologica, cl1imlica, fisiologica, e via dicen·do, costituiscan o il substr.ato mig·liore per la Cliinica. E da l nosogr afismo il clin.i!c.o desume l 'attributo scientifico per I.a ·s u1a disciplina, evitan.do così il p ericolo ·di iragionare alla n1aniera delle scienze pure, 1piut tosto ch e co,n quella rigor·osa log·ica speciale, propriiai della Clinica, e cos ì n ecessaria al m edico pratico.

**:ile Si è d etto ch e l ' osservaziolll·e è la base di tutte le scienze : lo studio -vero ·de l nialato deve .d unq·ue muovere dall 'osservazione·, ed il Clinico n ella sua complessa funeione didattica sap1)ia i11dirizzare il m·edico futuro al rilievo obbietti,ro dei fu,t ti , a lla preJc.is.a valu tazione di ciò ch e 11a osser vato, al rag·ionan1ento severo, a lla critica deg·li stessi suo,i reperti e g iudizi. « La vera Maestr a ·della Clinica è la natura - osservav.a il Cotug no __., ed è una lVlaestra .che ·n on vuo l ·esse.re so.p raffatta, vuol essere e1111tita, an1a di essere conosciuta, m.a è gelosa di essie re comip resa ». Orbene, il tclinico deve sa.p er ispirare i giovai1i a questi santi principii, ad i111te1J:rogare ia natura, senza aver e altro p en siero ch e quello di ved e.r e com ' essa risponde, ad a ccostarli al s uo g ra·n libro, cl1e va g u.ard.a to 1sen za preven. zioi1e, con occhio vigile e fratn!CO. La Clinica deve utilizzare tutte le risorse ch e etngono dall 'esame ·diretto del malato. . Se il ~a.boratorio infi.amma e sprona alla ricerca incessapt e ed alla iin.terpre tazione di nuovi f.atti d esu1n·t i dall 'esperimento , ll·On va dimenticato 1eio1ne in questa semplificazione sper imenta1e si corra 1spesso il rischio ·di fallire a quella castigatezza log ica, che si -ritien1e indispOO!Sabile, 1perch·è no n veng.a smin·uita o a lterata la verità orig·ina ria d eil fenomeno natu rale, ch e è la sorgente inesauribile,. 1a cui i fatti pato log·1ci devono atting·e re cont1nuamente. Ma n o.Tu dimenticl1iamo g li aiuti incalcolabili tratti dalle indagini di laboratorio, ch e furono ispirate da quel primitiv.o e rozzo stu,d io de ll 'uomo ammalato , e teniamo b ene a mente o-Ii aforismi del Baccelli: « i11 Clinica l '1a.n imale in 1esperimento è l ' uo·m o »; « si parte dalla Cli.nica per entr.a·re in laboratorio, !Il~ dal laboratorio si ritorna sempre alla Cl1n1ca l> . Sani 1concetti q·u esti , ch e ind·u1c ono ad a~met­ t.ere la ·n 1e1cessità ·di una costante arn10,n1a fra studi di l.aboratorio e clinica. G1~aive eri~ore s.arebb.e infatti credere che il laboratorio debba st~re a l di sopra della Cliilliica ~d il m~dico valetrsi sempre di situazioni sper1memtal1 p er in1.p orla ad essa. . . Se il Clinico 1puro talora non riesce a risol' rere certi problemi biologici . t~atti dal~o studio ·d ell 'uomo ammalato , egli e certo il solo ch e sia in g·ra do di po·rli. 1

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~o~ accetti~n110 la c!·edenza invalsa n egli

ultimi decenni , ed og·g1 per fortuna bandita dalle nostr e scuole, che l 'indagine puramente clinica m:ulla possa ormai più dare al malato ed al progresso della scie.n.za. Non v 'ha asserzione più errat a di questa , ch e malaugu.r:atamente in un 'epoca non lungi da oggi, allontanò ta1nti g iovani dall 'osservazione continua e diligente ·del maliato, dalla con suetudine al razio1cinio e d alla logica cli11ica, co·n fin.andoli n ei laborator1, ovie l 'ingeg·no e l 'attività furono applicati a p;r o blemi di carattere g·en,er.ale, COilli 1.a sicu·r ezza di trarre da essi la formola diag·n ostica. Orben e', I ' esperienza insegn1a che m.olti g iova ni, 1p reparati ottiman1ente per lunghi anni nei laboratori , finiIS!con-o per usar e un.a logi ca, ch e è insita nel cim·ento sperimentale e noJlJ ri.escono buoni investigatori clinici , avendo smarrito il bii1ario ·della esatta ,ralutazionei e coordinazione dei f-e·n on1eni. Le qua·l ità intellettl1ali di speri111enta tore eccellente ei di medico pessimo sono , con1Je n ota il 1"Iurri , tutt'altro cl1e inconèiliabili. « Si osserva1n·o i11 m edicin a - ha lasciato scritto un .gTande maestro' di Cli11ica, il Mackienzie - fenomeni ch e g li strumenti scientifici m od·erni più ·delic.ati n on .a rriveranno mai n è a r eigistrare, ilè a misurare, e vi sono metodi n·e cessari a lle ricercl1e cliniche, cl1e nessun a esperienza di laborat orio potrà mai su·p plire » . Il ' rero iin segnamento di Clinica m edica è du11que quello ch e, ponen·do al posto di onore la classi.ca sem eiologia fisica tramandataci dai Tuostri veoc.hi Maestri con i loro grandi insegnamenti, sappia far tesoro delle nuove cooquiste ·di l1ab oratorio iner enti .a i problemi più g ravi della patologia, p er r endere sempre più scientifica ed esatta la di.agn oisi m edica . Occor· r e ' in altri termini, ch e 1cli:n ica e labo~ . . ratorio incedano su ·due lin,e e par.allele e v1c1ne, a .p atto .però ch e l 'al1oo.n za sia S3;na e p~­ d einte· allora soltanto l ' unia1 sarà la vera, lumin osa 'so·s teniitrice dell 'altro, ·e dallo stu.dio del m,a lato e del lab·or.atorio sorgeranno in esauribili fasci di luce1, fecondi per il medico· pratico. Il Clinico 11a l 'obbligo di utilizzare i dat~ scientifici acquisiti, ·di inseg11are tutti i niezz~ 1più moderni di laborator io e sopr attutto d1 insist ere sulla siglllific1aziom1e .diagnostica dei da ti ·da lessi forni ti, cri t~candoli, all 'o·ccorrenza r espingendoli, p er modo ch e n·e risalti 1sem])De il valore preciso ·ed il r eale co·n tributo alla interpretazio·n e di qu,el ·determinato. caso cliinico. Ma oo-li deve altr.esì peinsare ch·e il me0 dico pratico non può. sem.pif'e a· d oper~rli, chè i responsi taloTa giungono troppo tardi, che. lia indagine .di labora torio, im·fi1ne, dando al g1C: vane .m 1edico la sensazione di poter consegui• r e spesso la conoscenza ·del vero per una via c orta . lo a ll·ontana dal S8t,oUire la ' 'ia più luno·a d eJl classico e samo esame diretto dell 'am~11~lato ; donde il d o,·ere del bl1on clinico di 1

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SEZIONE PRATIC..1

insegnare che del laboratorio, talor:a, . . i p ossa anche fare a m eno.

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Una Scuola di Clinica ~1edica a l tre ad a Yere il 1com•p ito precipuo di creare dei buoni m edici pratici , n e ha un altro, 111on i11en o importante, d 'ordine scientifico: e sa deve cioè rappresentare la vera fucina di studì e' di ri-' ~erche, ~he. si svolgano ·p erò n el teampo· prat1co-appl1cat1vo, senza di ch e cc camn1ineremo attorno alla Clinica, mta. non saremo, n ella Clinica n, 1come b en osserva il Viola. Ed anch e i n ostri contributi alla bioloo-ia umana 'b per quanto modesti che siano, dovranno se1n-' pre mu·overe dal terreno dell 'osservazione clifflica. Non è, infa tti , il malato stesso che attnaverso il ragionamento diagnostico: costitui•ilCe una miniera inesauribile di problemi biologici, problemi di fi siologia, di p atologia, talora dei più palpit.anti di a ttualità e fecondi di osservazioni ? Così, ad es., come n egar.e che mo lti quesiti ID.el campo fisiologico fu·rono isp irati dal malato ? e,è for se bi1sogno di rioo-rdare che Lai nozio'n ·e dell 'importanza del 1p an cr eas nella g licoregol.azion e è sorta dalla Clinica? E le maggiori conoscenze sulla fi siologia del sistema nervos o, d ell a g hiandole emdoorine non sono dovute a lle ricerch e dei m ed~ai? E così è: av v~ nul o l)P.r le altre .scie1r1ze so relle. U tio degli .a sp etti caratteristici della m ente di due gran,d i clinici , il Riva ed il 1F orlanini fu l 'attitudine a pooetrare e risolvere alcuni proble~; ~o~anici, sen1pre però ispirati da un quesito cl1n1co, ora semeiolog1co, ora terapeutico,: ed ecco ch e una tale felice orientazione d el loro p en siero !COn·duce il .primo a costruire un aspiratore inieittatore, ancora oggi con·siderato fra i migliori per la lavatura .aipneumatica della .p leura e d el p eritoneo, -ed il secondo ad idea.r e UJ]); appar ecchio p er inalazio,n i medicam ento,se, per lo vuotam ento e la cura dei liquidi ed em.p iemi pleurici, infine, I 'a ppa r ecchio per il pn·eumotorace terapeutico, ch e tanto fascino ha u scitato n el campo della tuber colo i poln1,o n ar e. Orben e, è lecito a ffermare ch e in nessUin altro ambiente , comleJ in quello d ella Clinica, la ricerca di un fisiologo, di un fi sico o di urt pa tologo gen erale potrebbe esser ei p iù feconda di risultati . onde i] P\iva ebbe gi ustam e1nte a dire « ch e il Clinico , mrentre è clin~co n ell 'insegn an1en to, è p atolog o,, bio logo nello studio scientifico, dei pro1b len1i ch e g li vengono ·su.gge·r i ti da l ma lato )> . I p irati dalla C:limica, il Go~ai scopre il ciclo evolutivo della vita del parassita malarico n el san gUJeJ, ed il Mur:ri chiari sce la p atogen esi dell '~m;oglobinuri a par ossistica. Esem p·1 b elli · imi di stu,d ii di p ura i)rovenien za cli11ica soin o quelli del Ri\ a e <lell.a su.a Scuola sul ricamb·i o em ogJobinico , la cui im1portanza n el can1 po della fi siologi.a, della patologia e della 1

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c~i11ica \ra .se111pre più affe rma1n dos i, i1on ch è le rtcerc~e dell<;> Zoja sui disturbi <lella digestion e dei g·1~ass1, c~e tanta lu·o e 11a11110 apportato 11ella. dlagi~ost1ca ~ell~ n1alattie del pancreas. E i11 O·l t1 al tr1 esempi d1 tal g.enere •potrei c1l a re, se m e lo consentisse il te111po.

*** Lo. stu.dio . diretto del malato de,rei rap prese11L.a·re il cardi111e d ella n·o stra e,d ucazione m edica , il .mezzo. s:ipriemo per la diagnosi. Dall 'os . ervaz1one d1l1g ente ed accurata ~ i a iu11 ae alla 111ozione della malattia: i più 0o-ra~di ; linici furono i più g ra ndi osservatori. L'ossequio p e1r tale conicezio,n e della Cli,n ica m edica J.o sentì a l massimo, g ra do un. ' 'ero Maestro di Clinica, il Carda1r elli, che impose alla sua Scuola il inotto « o,b servatio et ratio n ed ag li studenti soleva ripete;re : « n ella Cli~ i1ica nulla si crea , si deve rioercare le t eorie . ' po on.o monre, .p ossono . cambiare ' ma I 'oserva z1one non muore mai n • Dopo un 'es.a tta \ alutazioin e d ell 'ana•mlne·s i ·i deve seguire la via maestra d eii seo-ni diret~ ti cl1e l 'ammalato ci O•ffre : n-el n1etodo di oservazione si compendian·o gli elem einti indipen sabili alla forza d el clinico m od·eir no. Orben e, non v 'è arte ipiù difficil e che di i11ve tigare. Di solito, le mani , l 'occhio I 'ore1ccl1io co·n segn;an o a l cervello gli stimol i ,a d -esso no ti, il diffi cilce sta n el colpire un s€1Q'Ilo o ' ad a ltri p e·r lu1n g o te•m po sfugg ito, n,el p en eLrare lontano· con l 'OC!Cl1io e ducato ed affinàto, n el ril evare i isintomi più utili , n el saperli roordinare, e con acume critico, dal confronto d el valor e di essi , talora ·da m1inime sfuma tu1 r e dei rilievi , saper trarre co,n1clusioni dia g·n o ticl1e ardite e precise. In tale .p r.egevole attitudine m entale sta racchiusa la fortuna dèl . . ' Cl1n1co. Ogni infermo \7a esaminato cc dalla cima dei ca p elli a ll;a. punta dei piedi », p er ripetere una felice espressione di grandi clinici e diagnosticato1ri , pur assegna ndo ·n otevole peso alla i1ndagine .s em eiologica di quell 'org ano, su cui 1'infern10 richiama l 'a ttenzion e. In tal modo p·iù facilmente l 'abilità d el Clinico1 riuscirà a eoglier e i primi segni ·d ella nla l:attia , !C·l1e 1n e co tituisco·n o lei frontier e, così utili ad essere avvistate per il pr ogr esso delJ a t erapia, scopo upremo , direi divino, della n ostra arte! E,d ecco cl1e lo pirito di fine ed acuta i11ve tigazione sem1eiolog i!Ca in·duce il IBabinski a l)en1s,a re .a d una .affezio1n e org;aniç,a delle vie p iramidali a ttraverso il p•i ccoJ.0 segn o dell'esten sion e dell ',a lluce, un.a miosi marcata, un .\ r.g·yl-Rob er tson , un W estphall , u1n Ro111berg ~co pr·ono un,a tab e i1ncipiente, la em•p lice flut tuazione della X costola fa diagnosticare l ',a teni:a. uni\rer sale a Stiller, un a pul sazione larino-o-trach eale s,r,e1la al fiuto cli11ico di Cardar elli 11n an euri sm.a l.at ein te deill 'a rco aortico : g li ·esempi si i1otrebber o m oltip li care a lungo! 1

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« lL POLICLINICO »

E la diagnosi e1n ergeY.a cl1iara d.all:a mente di questi Grandi, non tanto per tutta 1a peirizia tec11ica sen1eiol ogica .acc·un1ul.ata n·el lo ro cerYello ·o per la poderosa loro coltura nelle al tre sci e111ze, mia principalmente per il loro abito in-entale1 di sa•p er adatta·re tutto al caso ii1 i·~ tudi o, di po· sed ere una gran·de sagacità i1 ell ' osservare, quello che suo1e chiamarsi cc b t1on. seinso », ... enza da.r gran p·eso .ad un fatt o, o scre·ditarne un altro. 1

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l\Ia il dia~nostico ha bisogno di essere alin1entato e sorretto dalla memori.a, d alla logica e dalla critica : la memoria di quanto si sa e di quanto si è ved·u to attraverso un lungo e sano tirocinio cli.nico; la . logica, ossia ragio··n an1ento deduttivo, d·o te preziosa, cl1·e malauguratamente no1n isi aioquista sui libri , n è può essere trasfusa d all'insegnante ·di Clinica a chi è ìnato senza di essa; infine, la facoltà critica, pertina ce dei fatti e del giu·dizio. Pensate a l Cardareilli: ·la sua grarn de abilità di diag 11osticatore era in gr.a n p.a rte legata a lla con u etudine di riesl1ffiare istantan eam ente cl.a l suo cervello i 1ciasi a lui occo.rsi in Clinica o i1ella sua 1privata clierntela con tutte le c ircostanze particola·r i ch e con·dusser-0 a ll 'errore od alla pre.ic.isione della diagnosi, ed i giova11i ... i sentiv.ano in tal m fo·d o· mirabilmente an1n1aestrati ! P en ate a ltr.eisì alla potenza logica e critica d el lVfu·rri, il qu.ale ve-deva in· essa le arn1i necessarie alla ricer ca ·d el vero e d a co11cedere .alla Clinica tutta la sua dignità. Il cosidetto « ·occhio clinico n non è in fondo ~e non }'.abito m entale di chi con logica sis ten1a tica ed a c nm)e critico, attraver o una minuta analisi, senza fronzoli , ·senz.a inutile dottrin alis1110, semplificando, coordinando, sa ~iu1n:gere ·r apidamente ad un g iudizio sinteti co. .t\ vYiene p·erò talor.a ch e la discussion e di.agnos tica si in1pianti su ele;rnenti di g iudizio· in._.t1ffi cienti, ed il ·r agionam1ento logico tratto d a es i condt1ca a d u!Ila diagnosi i•n tutto od in part e errata: sarà un error e « log ico n - come di1Ce\ a il Riva - qu.ello ch e perciò potrà co111111ettersi in tal caso errore anzi rinnovabile in .altro caso con simile, ove nuovi dati n o11 ci soccorrano, a meino che non si voglia inclovinare. ~-on sen1pre ; tuttavia, lo stesso u so rigoroso d ella logica è suffi1ciente a sciogliere i prob1len1i cl1·e ci si parano dinanzi , ed allora intervien e il cosiddetto cc i.n tuito clinico » a dare 1 1uo,ro imipulso verso la verità. Non accade talora .al rr1edico prati,co di lasciare il letto d el sno malato con una inquietudine, un 'inspirazio11e. lln ':a,_coltazione i.nteriore direbbe il Ber!!. 011 - indefi·nita, che tenta ·di 0 pporsi alla ro11clu sione di.agnostica, a cui è g iunto fra l e co11te se logicl1e della ragio,n e~ Orben.e , l'intuit o clinico, clo te di r.apida .percezione e si•n1

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[ANNo XXXIX, NuM. 50:

tesi della mente umana, ch e si affina ed ac~resce ~o n l 'e.se11c.izio e . con l 'esperienza, non I nnata irn tutti, mia ch e fu sviluppatiis sima in a lc uni d ei nostri Maestri, è quello c he forma l 'abito clinico· naturale. La facoltà intuitiva viene 1c.osì a c·ostituire il controllo della r:agio11e, quando ques ta fallisca e ad elevare la Cli11ica a vera arte s ublime ! M~ ·di questa facoltà i1ntuitiva si impone un saggio. U·so . n.ella . pratica m edica ' a llorch è essa n on sia intu1z1one vera, la q·u a le rict1iede somm!a agilità mentale del n1edic-0, il con1corso di tutte le funzioni d el s uo spirito e dei s uoi sensi, u.na pronta attitudi1n e della sua coscienza a d abbandonar.e un 1priino concetto diagnostic o per correre ocm fulmin eo potere c ritico ed ~s.so?iativo dietro ad un secondo, che appaia il più esatto fra la pochezza d ei dati messi a sua disposizion.e : se lilOn sarà tale l'ori e1nta111ento m1entale di quel medico, eaco che l:a ua diagnosi cc per intuizione n potrà ra ppresen tare LLn pericolo, in quanto sarà domi,nata da un'idea precoincetta, incompleita ed inesatta rispetto al reale. E po i .p ensate, o g iovani, ch e non basta per esse.re i.nseg nante di Clinica possedere tutte le facoltà ic.be conducono a formulare un o-iudizio dia~nostico esatto e f-0rtun.a to: occor~e far comprendere il valore delle operazioni mentali, che g uidano sul binario di quella precisa co11clusione; ma v'ha di più, avvertire o-li inizian·di 1c.h e quançlo, superate le enormi' difficoltà, di c ui è irto il cammino·, siamo riusciti a rirn tracciare l:a strada m .aestr:a, ch e mie na a lla ,·erità clinica, questa verità è vera solo 11ell 'istante in c ui s i enuncia , e•ssa -cambia di a ttin1 0 in attimo, cosicch è bisogn a rincorrerla nelle sue C·O·n tinue n1utazio1n i, e non vog·li an10 sn·a tu1~a1rl.a , .p er·derl.a di vista. D 'onde }'obbligo da parte di chi insegna Clini ca di incitare i giovani a ben co111:prendere l 'i1ntric ato meccani smo d elta verità diarrnostica che u ' è base ·di una lung·a e diligente o,s erYazione . el formulare la diagnosi n on bi ogn a esser e troppo lig i alle teorie, alle ipote'Si , anche se queste, ·p·er ricer ch e, ch e sono talora capaci di s uscitare, p o&sano indirettan1ente condurr e ,all.a verità, n1a proced er e per tappe, .nè andare o ltre, senza la s~cura dim os lrazione di quainto si -è fino a quel punto con statato; ed anche quando l 'edificio diagnostico sembrer à costruito con pietre saldan1ente collocate, dalla mente del Cli.nico non d ovrà mai esulare il dubbio: egli dovrà :an zi diffidare sen1pre 1 diffidare ·di tutto , :1)ril1Jc.ipalmente cl1e vi sia·n·o diagnosi facili. Il maggior conforto per un Clinico, ch e si s forzi ad educare i giov.ani .a l metodo della diagnosi diretta. è di ' 'eder.e come, g iunti al1'esatto rilievo dei sintomii, essi n10 trino una g·rande esitazione nel .giudizio, e iSoino di solito i predesti11ati .a diventare ott imi medici 1

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XXXIX, NuM. 50)

p r a tici. ll icordarsi dunque di la c ia re sen1p r e t111 111argine per l 'indetermin:ato e r iflettere alle 111olteplici cau se di error e ch e c i n1i.narria.n·o d a og.n i parte , se è. vero ---. com e os... er' a il l\Iurri - 1che « il tem po de ll 'infa llibilit ù l1 a da ven ire a n cora ». I .. ·erro re di diag nosi è possibile a n ch e al m e·dico l)ÌÙ accura t o. Il g iudizio clinico, infa tti , ~r e.., c lu,dia n10 quella eh.e può essere 1chiamata la c.i ia.g11osi « per ricon oscime nto o per aina lo g·in » , 1111olte volte è un g iudizio ·di 1probabil1t à. e co111 c tale soggetto a ll 'error e. Ed a n ch e q u a11do, con1e si è d etto , il m edico p er il p rop rio l)Ot er e intellettivo r aggiung a la con oscen.za d el inale, en za ch e n essuino d egli ar gom enti acldotti a base d el su o ragio·n a m ento abbi:a. 11,n fon damento logico .p er il g iudizio e presso, l a ' t 1a d iaan o i avr à il valo r e di una ·0 p inion e, .gi u ~ l a q ua nto si v uole, m a in on acquister à ca•r a tt ere di ' erità scie ntifica e per con segu en za -du re Yole, a n1eino ch e 1c.iò n on r isulti dall 'esame diretto dei fa tti ; e qu esto su o g iudizio dia .g·n os t ico sarà dunque u g u al meinte passibile d i ·error e. E ' 11ere sario quindi fa r con oscer e i ten tati-vi falliti di ,di agnosi .e le ·r agioni ch e co,n dus·sero allo b aglio . N ulla più d ell 'errore dia.gnostico J) UÒ r iusicire u t ile · per a mmaestrar e i .gio' a11i . Il Clinico d eve con sincerità con fessarr i rropri errori di diagnosi , p er ch è appunt o clalla lor o esat ta e ser ena , ·.a.lutaz ione la co110, cenza potrà fare 'lllil. ba lzo avanti. « E · . tata. u na di fatta di:agn ostica n, soleva ·di re il C.ardarelli rn ell 'ep1cri1si dei s uoi casi con d iap-110 . . i 11011 oon fer mata a l tavol o an aiomico, n1a l\f!'f?"iun g·eva: cc q u a.n d o vi capita , o g iovani , 1111 caso im ile, ten ete p r esenti tut te le ra·o·ion i cl1c . tan no per la d iagnosi d a m e pos ta e cl1e to rn er ei sempr e a porr·e, se i fatti , su cui 110 fon d a lo il r agion amento, fossero, gli te si ; 111a ten e te p ure presen te I.a possibilità ch e l a .ctiag·no" i po a esser e invece quest 'altra». Le j)itt b ell e lezioni d el Murri erano q ue lle i11 1ct1i Egli g iustific ava l 'error e di diagnosi , e 11ella con fes ione fran ca, a dorna di 1pote11 za l ogica i11 uperabile, i giovani m i.... u ravan o. la -s ua Q'r:a11d ezza di Maestr.o e di Clinico I " ~la ~e il m .edico d eve p ieio-ar e il capo dinanzi a d errori dia ano ti ci cl1e son o inevitabili , ~cerchi cli cl in1i,nutre qu e1lli de rivanti da lla d efi cieinza dell e a r m i e d ell 'arte, di cui .deve esse rf'. ag·g· uc rri to ogni buon diagn oisticatore. Rac,coglicre t1n 'an,am lne&i minuta, ordina ta , perfe tta clel 1n al at o, e sempre con scrupolosa obb iett i' it à. Orh·en e in questa semplice tr.a scri ·zio11c d ei fa tti . quain to m ai p a·rt1colare attitu·din r ~j ricl1i ed e! O~:rni noti zia sia m essa cr on ologicam ente a l s uo l}O to, 111 m od o d a seguire la su ccessi on e d el 11rocesso m orboso, n essuna frase implichi 111n g iu dizio 'f1r em aturo o p re:concetto, 1si vada ìn .nl tre l1arole alla ·r icer r.a del ver o , sen za preocruparsi r l)C es o ia in t1n pu nto piuttosto 1

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1945

SEZIONE PRATICA

cl1e in un a ltro ; inter essante è sapere dove è. Esser e fine obbie ttivista , u sando p eJr il rilievo dei vari segni esattezza e d a ccorg imenti di tecni1ca , nonch è a c utezza di sen si, r esa .p ossibile d alla specializzazione d ella indagine. Discute:rre con ragionam entto oritico e con equilibrio p erfetto l 'a1n a mn,e si n ei suoi elem en ti utili alla diagnosi e d i r ep erti d ell 'esam e obbiettivo, integra to da q·u ello radiolog ico e di lab orato,r io, agg ruppare, discernere i singoli fen om eni , st a bilirne la subordinazione a secon·d a d el lo ro valore ip atogenet1co e diagnotico, senza 1p era ltro m a i fo rzar e un ·d ato a siO't1i ficar e ciò che no,n può, e con un:ai rapida intesi esprimere il g iudizio. Orben·e , in queta a ttitudÌiile m entale d el Clinico è implicita la su a .precisa funzion e dida tti1ca : 1a ·differenza g ra nde, cioè, ch e corre fra l 'insegnamento d ella pat olog ia speciale m ·e dica , a n ch e se integr ato da una completa dimostrazion e, e quello d ella Clinica m edica. 11 p rimo, indispeinsabile alla .eiducaziooe m etodica d ello studente, ]1a per i scopo di fargli COn·OSCér e · il complesso' do ttrinale d elle varie m alattie , e ·valendosi delle_ acquisizioni scientifi1ch ,e , soprattutto quelle iJ?. elren~i alla patologia gen erale e d anato,m ia patolog ica , ,di discutere a f01I1do le ca.u se d ei nlorbi , il m eccanism o gen etico ·d i ogm.i sinton1·0, i criteri gen er ali valevoli p er la diagn osi , per la p r ogn osi e la 1cura delle sing ole a ffezion i . Nella clinica , invece, par ten·do d.ai s inton1i offeirti d a un mlalato, 1se Jle valuta l 'esatto ,·alor e in rapporto :a quell 'individuo infermo, con l 'obbiettivo preciso di rintracciarne la causa, la sed e, il f-0\Ilda m ·e nto d el su o m a le, il ch e ne1ce sariam ente orienta il p ensiero ver so var ie rp ossibilità ,diagnostich e, per tra rne d a ultim o un g iudizio p reciso che comporti eisattezz.a n ella prognosi e n ei suggerirmlenti tera peutici di quel caso. Le dire~tive d ell 'uno. e d ell 'altro i1nsegnam ento ·son o duhque opp osti_: I 'insegnant e di Clinica d ev·e esser e buo,n patolo·g o, m a. n·on basta, d eve ,essere 1so·pr:at tutto clin ico , posseder.ei un abito m en tale, 1ch e è proprio d el Clinico. E_p pu re qu esta ·distinzione: n on è sen t ita da tutti e si va tal ora a fferma ndo ch e Patologia e Clinica sia n o u n 'unica co~a ! Orben e, l 'Orsi , il Baccelli , il Card.aifell~ , il l\Iurri, il Gro cco, il Riva furooo patologi consumati , come appunto· d evono essere i clinici , ma rifulser o p er la lo,r o men talità clinica luci d issi1na, furon o cioè clin ici oltre 1ch e pat ologi I E n on m a n chi l 'inse~niaID.te di Clinica, se vu ole ·esser e il ver o educato·r e d ea su o·i g·iovani e di se stesso , di valer-si d el còntr:ollo o pera torio ed anatom o-•patologico, il solo m ezzo l)er svelar e I.a bo ntà d el m et o d o, cliniro o S8e01.1ito. Ed an ch.ei se il cl1i·r urgo o l 'an atom o-pat ologo no1n riescono talor a a d interpr etar e la cau a d er m orbo e d ella morte, è certo ch e _le sale operatorie ed anatomri.ch e r:appr esentan o pale t r e feconde, ove 1 i affina il sen so 1clin i co cl ei giovani . 1

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1946

« IL POLICLINJ CO »

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L 'I stituto di Clinica Medica 11a infine la fu·n zi·one di insegnare a llo stu·d ente come si stabilisoe la prognosi e come si d eve curare il malato. Ma il giudizio prognostico· no·n è cl1e conseguenza diretta d ella diag nosi , eid una buona diagnosi 1spesso oomporta1 una buona c ura. D ei tre atti essenziali d ella nostra vita professiona l<e, il .p iù imrportan'te è il diagnostica re; n ondimeno il buon no·m e d el m edico su·ole essere legato all'enunciazion e d el giudizio pr ognostico ed al risultato della cura. Da gua '1.do, s~auendo g li studi costitu.zionalistici de l D e Gio;vanni e del Viola, è .p ene.t rata n ella coscie11za del m 1edioo, l 'impronta ch e la y>ersona lità . del malato traccia alla forn1a clin·i ca, i1uove direttive sono seguite nel campo d ella pTognosi e d ella c ura, a vantaggi" 1fci pnzienti. La m edicitDa d·e ve avere l>~·r SCOJ) O prat ic,o fina le la cura d ell ' inferm~o e ad essa occorre oonvergere tutti i nostri sf.orzi. La lotta contro le malattie, il soccorso al inalato, CCJ51.ituiron o attraverso i secoli l 'assillan·te, supremo n1iraggio di ogni m ·e dic·1, dunde la r11 edi c:ina è per eccellenza terapeutica. Sia stata la· terapia veramente scien tifica o fo·rzatarnente in tujtiva, 1poco importò agli a ntichi: a n ch e qua.nrlo è « vera arte » essa può giovare a chi soffre! E' certo però che l o studio 1clinico della cura , se pu1r,e all 'òra presente può dirsi prog·r edito con le sue vittorie raggiunte, e guardare ocm fiducia verso queilla m .èta, ch e n e d eve sancir.e l 'alta finalità, ha per.a ltro bisogno di essere anco1·a m eglio · co!Ildotto e soprattutto difeso d.ai ogni possibile insidia.

*** Tale, o 1cari giovani, è la funzion.e d·e lla Clinica medica, tale il programma di lavoro ch e ci .attende. · Ma .peirch è dall 'in segnamento di questa n o stra sublim1e1 discip litDa possiate trarre ·p r.ofitto, è in·dispensabiJ.e ch e il vostro spirito, mediante lo studio· disciplimato, agisca in armoni.a 1Ci<)n l 'opera di chi vi istrui1s.ce. Se fra studente ed insegnante vernissero a mancare que i rapp·o rti di con senso ch e rappresentano il cibo dell'anima, la parola d el Maestro sarebbe sterile , come un seme gettato f.ra le spine. Il Maestro) i!lon deve ·soltanto farsi udire da lla ·C.attedra, ma accostarsi a i suoi g iovani con infinita ben.e vo.Jenza , conoscerli , il .p iù ch e sia possibile , oon occhi.o indagato r·e , guidarli , sorreggerli , diventame l'amico. Mqrgagni, il Grande, li amava, li co·n osceva i su oi allievi dal primo all 'ultimo, ed essi erano cosi avvinti a Lui , d a: sentire moltiplicarsi l e risonanze, ch e venivano da lla sua voce, e pro·fond.a I.a nostalgia d el Maestro•, anch e ·dopo lung hi ain ni di , rita professionale, specie nei momenti diffi1cili . 1

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[ANNO

XXXIX, NuM. 50J

Orbc11e, la coope.razio11e vostra io i11 Yoco l)Cr u.p erar e le difficoltà ch e mi a.sp·e tta110. O g iovani, che mi ascoltate, te•n ete a n1ent e il monito Oraziano: cc Si vis nie jlere, tibi p1"b1n1um fl erudu.ni. », m001ito ch e si Ti ferisce a Il 'arte, ed io d~co anche a lla Scienza , perchè il Clinico, co1ne l 'arti sta, non può scindere <;i.alla .propri.a psiche l 'osservazione dei fe110n1ooi ·n aturali. È sacro il raccogliersi dell'intelletto su sè stesso, qua11do fa trionfare il sentimento, it quale elev.a. ad airte la Scien za, la perfeziona,. la sublim~ !Ilella forma p iù pura di idealità . Sapere e bontà non rpossono esser e di sgiunte,. perch è il inalato in1plora la sapienza del i11edico, ch e sia ad un te1~po parola co11solatri ce. La medici1na è am ore : in tutte le iniseri edella vita essa spl ende bella e benefi ca e la irra dia e la b·enedicei e la innalza in una perpetua fioritura di speranze, co1n.ei il sole fa per la terra, ch e ai suoi baci si fecon·da e prospera . La medicina ·è u n apostol ato~ iehei emana luce di umallla pietà, e clii la pratica sappia far suo con l 'esen1pio, con la parola e con l 'opera l 'un11ano do lore. Solo così si a ffma il senso clinìicoi, ed il n1edico, di fronte al suo n1ala-- . to, si r ende, secondo l'espressione ippocr atic.a ,. « sa·p iente, un1arn o e simile ad un Dio! ». Complessa è dunque l a funzion e . della n1 edicima, o g io·v ani: essa non chiede a Voi .soltanto amore e pietà, m.a ch e vi guadagniate la fiducia d el 1povero infermo, e se il lucron o1n sarà adeguato a lla, Vostra fatiica, accog liette, in sua vece .quella soddisfazione 111oral e, quella g ioia intin1a, p u1r i ssima , ch e deriva dall 'a v.er fatto ·d el b ein e. E ·n e sarete co·n1-· pen:s.ati .a d u sura . Non facil e, certo è questa sovrana funzinne: essa Vi obbliga a conoscere voi stessi, ma se un alito <li sentimento infiamma la · ,.Ostra fede, se un atto generoso fa bello il $él1c.r ificio, :se passione1 di questa srie 11zu ~d arte ,,i ,,ince, potrete esser e certi di assol,·ere bene il vostro• n1iniste ro. Ed ho finito. L'austera porta di questo Ateneo, o giova·ni si dichi11'de a Voi amo·rosame11te , come ' Madre, che attende il figlio a brace ia a11erte: soffermiam oci e pie.g·hian10 il ·Capo co11 riverenza. Essa rperpetua i n·omi gloriosi dei Con1pag ni vostri, che vollero e seppero fare oloca1~­ sto della. loro prima,re.r a << per .amor di Colei,. che al Sol vi diedei ». Sono scolpiti a l etter e di bronzo, perchè Yivano per enni anch e n ei vostri cuo ri ed <.1.i11111oniscano quotidia1namiente iche qui, in ques to luo·o-o sacro al culto della cienza e· dell a0 Patria, fiori sco·n o· l e spera11ze e si rin·no,·e,Jìa la g iovinezza, pe-r la quale l'Università a11tica non i1n vecchia n1ai ! 1

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[AxNo XXXIX, Nu~r. 50]

SEZIONE PRATICA

1947

NOTE E CONTRIBUTI.

as1)ort:arne I 'intero str.a to senza ch e la piaga no,n sanguiinasse, ch e la guarigione andava La cura delle scottature. per le l11mghe, •ch e le cicatrici erano spesso molto· appariscenli , deformi, deturparuti. Dott . Ros ..\RIO SATU LLO. Fra m·olti scottati (•) ho cu.rato du1e bambiLa gra'1ità d1eille scottatUJre varia secondo l 'en e, una dell 'età di quattro, I '.altra di otto .a.n ni, stensione, la profon·dità e l 'im•p ortanza degli cl1e avevano riportato scottature di 1°, 2° e 3° organi affetti. Potrà una leggera lesio·n e, apO'fado per acqua bolloote; la p1rima alla facpena notata su.Ila pelle, predisporre, in gola, cia antero-esterna d ell '1ait.to superiore destro edema della g lottide e teirminare 1c1olla moir te; eid all'emitora ce anteriore omonimo; la seconurn a soottatura profon·da ma limitata è infinida alla fa1eicia a·ntero-esterna della coscia sinitamen:t e meno grav.e di una ustione su1p erfistra ed all 'ipoco ndrio corrispondente. ciale ma molto estesa . Dovrà I.a cura p1render Or bene, queste bambine che, fin dall ':accin orma da tutte que te particolarità O· differendente, furono curate colla paraffina, guariroze. ella cura delle scot tature, speci.aln1ente n o dopo tre mesi circa di vive sofferenze e co·n quelle scoperte (viso, c ollo, petto, mani) la cicatrici defonmii , a rilievi , papuloidi, a strimaggiore preoccu1)azione del sofferente ed anscie ·ed a cercini, di dimen sioni diverse, da cui ch e d el m1edico è il n1odo di guarigio,n e pel si irradiano nella ·pelle.i sailla delle briglie bifatto ch e, ordinarian1ente, si hanno d ei postuforcate com.e branch e di gamberi. 111i i1 n creisciosi re iduando, molto spes o, delle E pertanto, h o sempre pe n sato ch e, nella cicatrici visibili e qualch e volta. dei ch eloidi. duifa delle scottature, tutte .l e med~oazioni, E penciò, attraverso g li an·ni , si so·n o a·do- dalle più antiche alle più mo·derne, sono più perati i medicinali più diver si : soluzioni boroo meno irrazionali, più o m·eno nocive, insaliciliche, linimento oleo-calcare, pomate a qua·n toch è ostacolano sempve , anzichè agevobase di vasellina e o . . ido di zi·n co, ·d i eurof~ J.a re, il p rocesso del1a1 cicatrizzazione, aumenm e, xerofomnio. tando, sempre più, la irritazione dei tessuti Si dissero mirabilia della Microcidina \mi- g ià i.r ritati 1coi loro stimoli chimaci e meccascug lio di naftolo, fenolo e naftolato di ...odio) nici e determinando la suppurazione, la quale ·della poma ta1 a li ' acid·o tan·m co, al rosso scar« è causa di quelle gra11ulazioni carnose e vela Lto, d ella soluzione di acido picrico. Però .geta·nti ch e conducono alla formazio·n e di citutti que ti farmaci ono stati ormai abbancatrici deformi e cheloidi >> (±). donati e perchè la g uarigione si faceva a lungo Si d·e ve alla signora Nageotte Wil·b onchea pettare, e p erch è l'ustionato soffriva ogni 'vitch (I ) il m erito d 'av·er dimostrato e bene g iorno pel r1nnovo della m edicatJulra, e p·erchè ch e la gm1all'igione r.a131ida, co·m pleta, indolen·te r esiduavano quasi sempre cicatrici d eformanti. ·delle ustioni no·n è oper.ra di topici. Senza neUltimamente il Barthe de Sandfort ha di- gare ai diversi topici le virtù chera.togeniche vulgato l'uso dell'Aro.b rina. . speciali, è da credere iche il miglior m ezzo di c.almare il dolor·e è ·di prevenire l 'i1n fezione dei Si ad·opera pure co.n frequenza la paraffi1na tessuti bruciati; che il miglior mezzo peir otchirurgica. In realtà trattasi di una terapia tenere uma gua.r ig ione ed una buona cicatrice 1niolto utile non solo perchè attiv:a la cicatri2zazione, ma anche perchè ren de le piaghe in- è di preservare l'evoluzione riparatrice naturale da ogni agente settico o 1chimico (2). do101ri . La crosta formata ·dalla paraffina, infatti , ba la proprietà di !Ilon aderire alla piaUltimamente il dott. G. Meoc.a (4) ha afferga ch e ·p er ipoic.hi mo m enti; poi le secrezioni marto che è proprio la irritazione meccanica lél distaccano, r:-0siccl1 ~, rifacendo la rr1edicadegli impacchi e delle fasciature i n· genere tu:r a, non si provoca·no dolori all'infermo, n è quella iche, più di ogni altra causa, ostacola lacerazioni vasali sulla superf~cie scottata, n è la gioorigione naturalei d·e!le u stioni e fa cilita distacco della neo·epidermide ai margi·n i d·e1lla l 'attecchim.e nto dei piogeni ch e trovano ulteT>4iaga stessa. P erò, io che ho usato, 1n1 molti riormente diminuita la difesa ·de·i tessuti, Raccomam.d.a , ipertanto, ch e J.a fasciiatur:a protettica i di u stioni, queste speci.a lità , h o p oituto constatare ch·e essei ... i n1ostrano, sì , efficaci, ' 'a non tocchi e non sfr eghi la p·i aga, la qual e ma r ela tivamente a tutti g li altri topici, avendo anich 'ess.e gravissin1i inconvenienti. (•) In questo Comune le scottature sono molto Ed i1n vero anche con .Ja m.edicazione a base frequenti, specialmente n ei ba111bini, poichè, in ' di paraffi'Il!a. ho visto ohe, con frequenza, la tutte le famiglie , d 'invern o, i tiene il cosidetto l1iaga s'infettava, che non sempre riuscivo ad braciere. 1

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deve rima·n ere a 1oontatto dell 'aria senza per prirla lCorrrupletamente e curan·do cl1e il cerotto altro trovarsi allo scoperto. aderisca p er due o tre centimetri sulla pelle In ogni scottatura, a·dn:n·que, qUJarl e che sia sana; si copre quin·di con. garza e con fasciail grado di essa, per guarire a l più presto postura (5). sibile e per n on ·dar luogo· a cicatrici deforLa m edicazione deve rinnovarsi ogni due mooti, si deve mirare a questi d1ue obbiettivi g iorn.i ; la gu.a rigione, molto spesso, è ra pidisfondamentali: impedirne la su·p purazione, non sima, con cicatri1ai affatto invisibili. irritarn.e la superficie. Però, in.elle scottature più grav~ e di U111a· certa estensio·n e, questa medicatura non semAnch e nelle ustioni, come in qualsiasi ferita , la p rim:a1 e più importante mira è di ·evi- pre dà buoni risultati per il fatto che, spesso, tare l 'i1n.fezione, poichè è risaputo 1oh e la J la piaga s 'infetta e dietro il cero tto impermeaè impregnata ·da microo.r ganismi di ogni spebile si raccoglie la seicrrezione d elle cellule irritate, che m acera il giovan e epitelio. ln quecie, i quali n o·n si distru,ggoino affatto co·n la sti casi è preferibile adattare sulla pelle sana soottatura . circostante la piaga della garza sterile, imbot~ necessario, quindi, preparare la regione tita1 ·di coton e idrofil·o, in· mo·do da fonmare ambiente prima, la zona bruciata poi, come si fa :iin IUOCl campo operatorio 1contando più una specie di anello rialzato un paioi di centisull:ai detersio n e mecca·n ica ch e su tutte le la- metri, su ouJi si a datta un di sco <li garza sterile in più fog li , e si assicura il tutto con striscie vature antisettiche. Bisogna, insomma, fare di cerotto ·di cau cciù. Così facendo , I.a garza' P eralLro d ell 'asepsi e non. ·dell 'antisepsi . rico·p rirà la piaga SE'.inza tocicarla o comunqu e a1sepsi , in questo oaso, non deve voler ·dire sfioTarla. co.m pleta assenza di germi; ma ch e 1c.e IIl·e sia Se no1n c'è febbir e si .lascia dettai rnedicazione il mino·r numer.o pos.sib ile, resi in·offensivi, in un t erreno non pir o.p izi.o; ch e n e sia impeper tre o quattro g iorni, a seconda la gravità de·lla scottatura e la quan.tità delle secr ezioni; dito l 'ulteriore arrivo (6). rinnovalltdola, si trova la piaga asciutta, riRichiesta l 'opera n o s.ltra 1da UlilO scottato, bisogna coprire provvisoriaimen te la piaga con .copeirta di squame al disotto ·delle qua li a ppare la neoepidermide bella e formata. Dopo g.airza sterile o bollita pe·r evitarne l 'inquinamento, rendere asettica la bruciatu.ra pu1lendo tre o quattro med~c.atUJre, l 'ustione gua·r isce senza lasciare la meno.n1a tr.accia. · con saponata e con· benzin a od etere tutPer le scottature del tro nco si improvviserà ta la cute sana intorno alla zona scottata un mezzo qualsiasi : l 'importante è ch e la p ia 1p er un raggio piuttosto ampio; si diga ri1nanga coperta senza ch e la fasciatura la sci·oglie, così, il grasso e si libera l 'ep·ider• tocc hi o m en omamente la sfreghì . mide ·da ogni inton.aco n erastro. Si lava, ·quinSi può r aggiU0C1gere 1o sco·p o adoperando di , t utta la su perficie ustiomata co·n acqua b o·l lita tiepida e clorll;ro di sodio, fregan·do do.J- uno scatolo. di cartone qu.alsiasi ooi la terali e cemente co n 1compresse ·di garza b ollita .Ja · col fon.do , o un qua·Ctrila te:ro di rete m etallica, di q:u1ella ch e ·si a do·p era p·e~· le fratture , resi pelle a rross:arta, aiI1Ilerita, ·disseminata ·d i flitste.rili •n.ella P'a rte inteirna rCOil lavatura di alten·e , ch e.i bisogna . .poogere asetticamente se cool, praticando :agli a·n .g oli dei tag li diagona li m·olte grosse. Si disinfetta, infine, con tintu.r a e roveisciandone i m argin.i .e d assicu·r ando il di iodio molto ·di'.lrwita, la p elle intorno alla tutto con fasciaturia1. scottatura e l:ai stes.sa zona ustionata. Per attuP er quelle degli arti si improvvisano due tire il ·dolore 111re:nte vi si può applicare, n ella bracciali di garza imbottita di cotone iumo a prima medicazione, una pornJa!ta agli anti-virus preparata secondo il metodo del prof. Bes- valle e l 'altro a monte ·della lesion e. Su di essi si a•p!plica del cartone a g uisa di manicotto e si redka : è il miglior topico che si possa utilizassicura con g iri di fa scia. Con questi semza.re perchè noin è irritante e può .p revenire le plici mezzi la pi.aga r esta a fon·do del maniinfezioni secon·darie. I:n· ultimo si pr-otegge la cotto o d ello scatolo·, in contatto con l'aria, piaga con fascia tura dispo·s ta in modo ch ei non ma n on è m eno,m am ente toccata dalla fasciala tocohi e non la sfreghi m ·eno·m ameinit e. tura (4). Per le scottature ·dell.a faccia, del oollo, del Affermo p eir averlo sperim·entato tante volte petto, ·di primo e di secon·d o grad o: di p icch e qiuesto IIIletodo semplicissimo assicura UIIlia col:a1 esten·SÌ-Olll·e, si puiè> .a·dop erare la medicaguarigi·on e rapida ed una cicatrice migliore; tura del dottoir Mincione. Fatta, cioè, I 'asepsi risultato che mon si ottien e rnai coi m etodi di della zona u stionata ' ri si appli cano delle stricura ordinaria scie di cerotto di cau cciù i·n modo da rico1

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SEZIONE PRATICA

Questa p r atica non è ·semplicem ente applicabile alle scottatu.r e d ei primi tre g radi : essa lo è a n cor a alle b.r uciature profo.n de, a.Ile la rgl1e escar e. Se la cura asettioa. è istitu·i ta subito e b ene istitJulita; se la piaga sia b en ,coperta, le placch e m-0rtificate s i d istaccano e cadono e la cicatrizzazione prosegue e1 si compie, sen za suppurazior1e, p oich è oggi n on si am1m 1ett e p1iù ch e supp,u razione ed eliminazio1n ·e di escar e siaIDO due processi conr1essi. Con tale m e dicatura così semplice e così facile, a lla portata di tutti, e m olto a·datta n ei bambini, tanto sen sibili a l dolore e ribelli a ll 'opera d~l medico, 110 avuto cos tantemente risultati sorprendenti 1con g u.arigioni rapi·de e cicatrici invisibili, a l viso, al oollo, a l petto ed alle ma11i di mol ti u st ionati, specialm·e nte di sig nore e s ig norin e le quiali erano tanto addolorate e •p reoccupate per l 'eventuale d eturpazione della loro co m esi. Infatti , otto ca ~ i di scottature di primo e secondo g.rad·o .a lla faccia, al collo, a l petto , alle n1ani ed a i g lu tei in ba·mbini fra i primi due anni sono g_uarit e in meno di otto g iorni con cica lric i inYi ibili. Sei ca i di us tion·i di primo, second-0 e terzo g rado in ragazzi dai ci aa-li ott o· anni a lle gamb e e d a lla faccia pos teriore ·delle cosce son o g uariti in ·circa dodic i g iorni lasciando cicatrici appena visibili. Cinque casi di scoltaLuire di prirno e secondo grado ed, in gualch e punto, di terzo gr.a:d·o, in signor€/ e signorine a cui era spruzzato i1n faccia ed a l ·p etto dell 'olio e d ell 'acqua bollenti sono g u ariti in o.tto g iorni senza r esiduarne la menoma tr.aocia. Come spiegar e la g uarigione rapida e senza postumi i ncresciosi con una medicatu ra t anto semplice? In tutte l e scottature, dalle più lievi a lle p iù g ravi , esist e semp·r e urno strato irritativo car:atteTizzato d.a v ivo 1arrrossame:rnto (ec.tasia capillare) e moderato gonfior e, ch e è la sed e dei fenom eni um10rali e cellulari di riparazione. Nelle scottature di primo g rado, questo, strato rapp1resenta tutta la l esi-0n e, in quelle d ei gradi p1iù g ravi costituisce, invece, lo strato limite fra i tessuti sani e quelli a lterati d1aJ calore (5). Inic.ominciato , qu.i ndi, il lavorìo ·di cicat r izzazione in quelle di primo grado, l 'iperemia g radualmente scom .p are, il circolo ic-0llaterale si ristabilisce·, avviene il riassorbim·eJ.111to dell 'imbi bizione essu·diaitiv.a e la formazione d ella n eoepidermide. In quelle di seco·n do· e te rzo g rado, 1

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sgorgato l 'essudato delle flitte11e, se 11e elimin a la memb·r ana. ·D allo· s trato li1r1iLe iperen1ico irri tativo inco~incia la i)rolifcr azion e d ell 'epitelio malp ig hian10: conic.orro·n o alla p roliferazione g li epitelii d elle prop aggini n1.alpighi.a,n e tra l e pa piille1 del d erma e qu·elle ch e rivestono le g hiandole su·doripare ed i fo llicoli pilife·r i. Ora, se diuirantei lo svolgersi d i questi d elicati processi cel1uJ.ari e·d umo1';ali , si ha l 'a ssenza ·di cau se locali b iologich e, m eocanich e o chimiche , capaci di a lt erare la vitalità e lo ...viluppo d el t essuto di rir)arazion e, è semplicen1ente so,r prendente ossen~are oome la n eoforn1azio1n e d ell 'eipidermide si ava1nza rap1ida e senza esuberanze, tanto ch e in pochissimi g iorni si h a la g·u arigion e, con cica trici invisibili. e, i·nvece, la scottatura viene curata empìri,ca m ente , con l 'applicazione di t opici di,rersi , ... i verifica fatal m ente un pro ce~ ·O in fiammaLorio upp:uirante, a cuito sen1prre più dall 'i.rrit,azio·n ·e meccanica ·de·l la f.a,s ci.atu.r a; si ha I.a formazion.e di t es.su.toi g·r anuleggiante, cli bottoni carnosi esuberanti , ch e portano a lung o la g u arig ion e e d eterminano ciica trici deformi e ch eloidi, esagerat.amente sporgenti, ritraentisi, spostan·d o la cute di .r egioni pro ss~me, o a ldamdo mai lor-o superfici contigu e , o fissan~ do segn1enti di arLi i.n . fl essio:n e (6) . Qu,e sta mia breve nota ha , per tanto , il mod esto scopo - ·dop·o aver collocato in u·n q.u :aclretto d 'insieme i p iù recenti n1etodi di cura tentati nelle scottature - ·di far presente ai r oll eahi ch e sar ebbe u tilissimo, ormai, abbanclon.are i topici, g li e·m piiastri , le specia lità ch era togenich e più o m ein 0 decant:aite, i qu.a]i n o·n produco1n o altro effeto· ch e quello di far soffrire i poveri pazienti e, sipecia lmente, i piicr:o1i pazienti ; di cagiona r e agli ammalati il quot idiano ed intenmunabile ·su·p pliziò d ella ritJl.n ovazione d ella m edicatura attaccata a lla p ia.g a; di pro·c uTar e ad ogni rinnovo della stessa emo·r ragie e ·di distruggeTe la n1eo ep idermide, ch e l1ai cc vis m edicatrix natu·r ae >> , sollecita e booig na e sapiente, produ1ce e rinnova dalla periferia d ella p iaga, dallo strato limite irritativo fra i t essuti sani ed alterati: di ap,portare sulla pia.g a innum er ev-oli germi per p rodurvi stati sup•p1u rativi p,iù o n1en°0 g ravi, a·llonta•n.an·do I.a gu,arig ione e disp on·èndo quel te uto di g ranulazio·n e ch e cois tituisce, infine1, cicatrici esuibeiranti e deformi . Adoperiamo, in.v ec·e, il metodo .asetti co cl1e è em plirc.e, pratico, alla portata di tutti ed aboli1am10 10-li , timoli m eccanici face·11do in m ·odo, OO•ì l ,a ccorgi m en ti P'i ù o meno in.g egno1

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si, ch e la m edica tura r1oopra, sì, ma non tocchi, non irriti , non sfreghi la piaga.

* ** Questo m etodo, infatti , è uperiore, ·di g.ra•n lunga, .a tutti gli altri , _perch è .aib olisce e rende meno inte·n ·si i dolori, ch e, negli ustionati, a·dulti o ·b ambini , so.n o ur,enti, vivissimi, insopportabili : la rigenerazio[l·e ·d eill 'epi·d.ermide si co·n1pie più r.apid.amente, le cicatrici sono meno sporgenti e meno defoTmi ed ha,n no mi·n.c)re inclinazione a retrarsi. Leggera è la f.ebbre, o m.a nca del bUJtto; ma·n .cano i fenomeni settici , si conserva be11 e l'appetito e lo stato gen erale. RIASSUNTO . L' A. en'll!IDera i diversi metodi di cur.ai delle scottature e li g iudica tutti dannosi perchè ritar.dan o J.a gu:arigione e lascia•n o ciica trici d eformi. Basandosi su sue osseirvazioni, raccoman·da una nuova cura consistente nel riooprire la superficie scottata con m edi1catuira sterile, facendo in modo che la fasciatura ·n on tocchi la rpiaga. Trattate così le u•s tioni guari scono rapidamente 1con cicatrici . i•n visibili. Militello Rosmarino, a.gosto 1932-X. 1

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MEDICINA SOCIALE Sulla cura della sifilide nelle prostitute. Opportunità della istituzione di una cartella clinica obbligatoria.

Dott. FERDINANDO MAccARr, docente ·di Clinica Dermosifilopatica.

I mezzi dei qua1li oggi si disp·o ne per la ic.u ra de1lla sifilide permetto·n o al me1dico - se usati accortamente - non solo di corndurre a guarigione in breve tempo· m-0 ltissime delle ma1n.ifestazioni di questa 1m/alattia, ma spesso an c4·e di g uarire l 'in1fe1Zione stessa. Ho detto « se usati a ccortamente n perchè è ovvio ch e no1I1 bas.ta l 'introduzione nell 'organismo di arsenobenzolo o di 1n.ercurio o di bismuto p er potere sperare in brillamti resultati terapeutici, n1è la sifilide è un:ai malattia ch e si possa c urare secondo schemi prestabiliti. È , a l contra.r io, assolutam·e nte indispoo1sabile per intrav1rernderne una efficace terapia uma conoscen·za p,erfetta, oltre· ch e dei medicamenti da usarsi e della l-01ro azione nell 'organismo', della ·p atologia e ·d ella rolinica della infezionie, delle condizioni in·dividuali del malato e della sua morbilità J'1Clssata e presente, (ele:rruemti questi che possono com.ferire alla m 1a1lattia parti· colarità s·p eciali n el suo decorso· e :n·e ll~ su~ mani festazio1n i) e inoltre l 'età dell 'infezione, le cure g ià esegùite, la loro tolleranza, ecc. eoc. Ora, se nella pratica corrente è relativamente fa.cile vein.i re a con oscere tutto ciò dal malato stesso rc.h e spom..taneamente ricorre al medico ·ei con questo si adopera nel migliore mo· d·o che gli ·è 1p ossib ile ·d i coollaboraife, rendendolo edotto' ·di tutte le circostanze in rapporto colla mal.attia, in a lcuni determinati casi, per alcUIIle categorie di persone la cosa può offrire difficoltà che· ostacolano assai la scelta di una appro,priata lin€ia. di condotta terapeutica : intendo riferirmi ·a1lle donne che esercitano la prois tituzione n·elle case di toller anza ~r le quali ha irn·.o ltre g randissim.a imiporta.n za la prrofi·l assi. Nella mia qualità ·di mediico visitatore queste difficoltà mi si presentruno dirci quasi ogni gio-rno, L 'acoe•rtare l 'esisten·za o me·n o di m'a nifestazioni luetiche non è tutto· per ·s tabilire la Go·n tagios ità di una domna ed io penis o che il com.p ita del medico incaricato di tale sorvecrlianz.a non debba arrestarsi a questo : intan · ~o non bisogin.a dimentiicare la possibilità che la sifilide possai essere tras·mtessa, specialmen.te neii primi anni, anche all 'infu.o ri di manifestazioni cutanee o n1ucose p er mezzo di secre1

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AUTORI CO SULTATI. 1)

NAGEOTTE ' '' 1LBUCH EVt-1Tc H .

Traitement antisepti-

que des briilures. Thèse de doct. , 1893. 2) 3)

LEJARS . Trattato di F o RGU ES et R EcLus.

chirurgia di urgertza. Trati té de t h ér apeutique chi·-

rurgicale.

4) G.

~1EccA.

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D i u11 m etodo p er

la cura delle ustioni. L a Pratica Pediatrica, febbraio, 1932. 5) A . Mmc r oN E. L a cu ra dell e scottature col cero t to di cau cciù. La Medicina Pratica, dicem-

bre 1929. Quesiti di patologia clini ca e t erapia chirurgica. 7) L ANDARER. Manual e di p«1Jtologia e t erapia chirurgica generale.

6)

ArEVOLI.

Ricordiamo l ' Importante libro .

Prof. LEONARDO DOMINICI DIRETTORE DELLA

R. CLINICA CHIRURGICA DI PERUGIA.

Compendio di Semeiotica Chirurgica (Seconda edizi<me aig1giornata e notevolmente a;mpliata). V olume in 8°, di pagg. XVJ-466. con 216 figure in nero ed in tricromia intercalate nel testo. Prezzo L. 5 t) più le spese postali di spedizione. Per i nostri abbonati sole L. 5 1 , 2 5 in porto franco.

Inviare Vaglia all'Editore LUIGI POZZI. Uffioio Postale Succursale diciotto, ROMA.

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zio11i e di escr ezioni 1c.01I1.t-enenti il trepon ema. Quindi è e,ridente ch e altri e rnagg·iori proble· mi d eve il n1eidico visitatore ten ere p:resenti e cer care di risolvere prima di ven ir e alla cooclu;sione e una donna offre pericolo li cOIIl.tagio o no . Inoltl}e deve provvedere a ll11 cura peT' la tutela d ella salute1 dell1 l)fO~tituta e per salvagu·a rd are que lla degli altri. Ma il m e dico visitator e non possiede :nessun mezzo per esegl1ire tali indagini c h e pu re so· n,o indispensabili e senz.a le quali non è possibile emettetr~e un giudizio· prob·ativo riguardo alla contagiosità di um,~ ·· donn,à nè-is tituire una c.u ra appro priat a. P·e r questa d eficien za spesso si deve constatare ch,ei l ' in iziativa e la 1con·dotta d ella cu- · ra è in r ealtà irn1 mano a lle malate st esse, ch e, ])er dire il vero nella maggiore parte d ei casi , sono convi1I1te della sua neoessìtà. Si ha co ì ch e eisse si curan o talora più d el neces ario; più spesso meno , sempre irr1aizionalmente. Ne con seguon,o danni all ' o·r ganismo per abuso d i As, Bi, Hg, o ria ttivazioo·i e provo1eiazioni di sifilidi altrimenti latenti o infin e for111azion e di sifilidi resistenti a i vari medicamenti e, per quello ch e r ig uarda la rprofilassi , la n essun.a garam.zia sulla con•t agiosità ·d ella don na. Per citare qualche esempio di come vienei or.ai eseguita la cura della sifilide n elle prostitute, dirò ch e capita speisso con statare c h e questa viene fatta (senza tenP.r conto di n e sUin el emento riguardante la s~n.tomato1 ogia o la età d ell 'infeziqne), ad ogni prim.av·era ·O a d og11i cc cambiamoo.t o1 di stagion e n e r ipert uit a così per a nni e d a nni, ~pesso u sam do sempre lo stesso preparato. Altrettanto spes o· ·per ogni serie non vengono eseguite più ·di 4-5 iniezion,i. Cure evidooitemente n on sufficienti e • sp esso no,c1ve. In alcuni oentri invee.e i ·m 1e dic i - - con cri terio altrettant.o irrag ionevole in1pon gono a tutte l e prostitute indistiin.t amente di e1seguire du1ralllte la permane·n za n ella loro città una iserie di iniiezi o ni , imposizione ch ·e1 t en tano giustificare coni esige1n ze di profilassi, m .a con dannabile sotto ogni p unto di vista tera peutico e profilattico. Tutti m eto·di di cur.a , 1cl1 e oggi, con le conoscen ze1 acquistate sulla pat o- ' logia d'e lla sifilide n.on si posson.o più .a ro.m ettere. Ad o·v viare tutti questi incon.ve.nien ti sarebbe necessario m etterre il m edico1 in ·co·ndizio11i di a ssumere egli st esso la guida .della cura. di queste ragazze forn,oo·dolo ·d ei da ti n ecessari , senza che a b·b ia bisogno per qu,e sto di attin~ gere le notizi e i·n·dis1pe111sabili direttamente dal1

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SEZIONE PRATIC I\

la danna, cl1e sp,e sso dice solan1e11te qu ello ch e ritiene essere suo interesse e che in ogni modo quasi mai è in co•n .dizio ni ,di fare un r.a1c:cot!lto par ticolareggiato ·e preciso di quanto, può interessare. A m,e sembra chei l ' i·stituzione di l.l!Ila cartella clinica in c ui fo·s ser o segna ti i d,a ti riferenti si a lla mala ttia e alla cura d ovrebbe be1n e rispondere allo scop.0 T.ali 1c.arte·l le d ovrebbero e,sselre t,enute al corrente dai me·dici visitatori, di dispensario e d elle sale celticl1e ch·e hanm·o in 0 S'servazione e in cu.ra le prrostitute. Ta le cairtella sarebb·e• utile ancl1e per r endere e d otto il m edico sulle1 altre malattie -veneree e sulla salute generale d'e lla donn.a sp eici.almente ·n ei riguardi d ella tub·erc.o.Josi. Più di un.a volta infatti h o trov,a to, prostitute affette ,d a forme polmonari di natura tu-. ber co1.are con r eperto di b acilli di I\.och nello .sputo, vere seminatrici di b·a cilli ch e i colle.g~hi che •m i avev:am.o preceduto non .avev.ano a'1uto modo .di segnalarmi ·e ch e io h o cercato di allontanar e dalle case. L'istituzione de lla cartella cli1n~,ca servi~eb­ be a n ch e di garan zia perchè una iserie di iniezioni iniziata in U!Ila 1città venga continuata e C·OTI1d•otta a termine in u n 'altr.a. G.a1r anzia che or a manca asso lutam ente e ch e spesso sarebb,e utile possed ere se. si P'ensa ch·e una ragazz.a non .rimane g·elne~alm·ente in u11a s tessa città i>iù di 15 giorni , ten1po ·s·e mp1r e tro·p po· b re've p,er coo·dwrre a termine u11 'intiera serie di inie.zioni. ~fa UJ11 tale i)ro·v·v.eidin1e11to· non ·p otrà dar·e tutti i vantaggi ch e d,a ·es o ci i d eve aspiettare enza ch e sia rreso obbligatorio1 e app·l i1cato, con u111 unico mo,dello ovun·que, p•er og.ni prost itu.ta1. Ciò no·n si può ottene re se1I1·Za 0 p1p ortune dispos izioni en11an,ate d,a lle S uperi o·r i Au torità. Occo·r re qui1ndi I.a Loro ap1pTovazi o1ne. Il Go·verno fa•s cista h a mo straio sem ·l)f'e vivo inter essam ento in tutto ciò ch·ei pu1ò contribuire .a salvaguardare l 'integrità fi sica ·d el ·p1op1o lo itali.ano; ed è d.a· Tic·o rd.are fra le n umieros.e· provvidenze intese a qu·esto· fine cl1e . u1n o d ei s.u oi pirimi at ti f u il r e.g.o:la1ne1nto Mussolini sull.a1 i)rofilassi delle n1alatti.e1 vener:ee del 23 n1arzo 1923, regolamento ch e ·seg·nò u11 notev-0le p rog resso in confro!nto a lle ' 'ecchie dis p1osizio·n i , nella legisl azi o,n e d ella p.r e,ren zio·n e 'd elle· i11fe• • z1on1 v·en er ee1. Voglio sperare quindi cl1e le SUjì f Tl "! l r'\ut orità pr6n dano in esan1e que._ ta n1 ia proposta intesa a ·daTe· ai 1nedici cl1·e1 eserc ita110 la so·r , eglianza sul 1111er c1trici o u•n 'a rn1.a di p1 ù n ella1 l otta ,contro i] i:·ericol o ' 1e11 ere0 cl1e, ·fr.a 1

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te IL POLICLINICO »

i molti ch e minaccian o la società, è tanto •p iù perni cio o e ten1ibile in qu.anto noilJ solo colpisoe ~ ' u ~mo lil·ell ' età più bella d ella vita , quale la g iovinezza e in quella più feconda di o;pere come la matu·r ità, ma an ch e ·pertch è la sua azion·e n efa sta · si conti11ua, rnenoman•dole nelle ' su ccessiv1ei generazio11i. ien.::i, n0Yem1br e 1932.

"" QUESTIONI D'ATTUALITA Importanza e significato del virus tuber· colare filt1·abile. Veng·ono m ·essi in rilievo da A. C.a lm·e tte ([ owrroal de m éd. de Paris, 3 ·n ov. 1932). Egli si 0°cc up a anch·e d·e'i lavori di G. Sanarelli ed 1

A. Ale sandrini ed osserva ch e m ediain te ricer ch e di laboratorio1 si può seguire il ciclo di e·v?l~zione dell 'ultr.avirus e studiarne l e pro1:>r1eta pato1g en e, ch e semlb ·r:ano molto diverse da. quelle ch e v·ediamo abitu.a lme·nte in seo-uito a d ino c ulazioni sperin1entali .con i b a:cilli di l{och. . Allo tato· attuale delle inostr:e con oscenze, s1 può .afferro.are fr:attanto ch e g li elem.enti i.n visibili e fil trabili esistono e che 1essi hanno una parte essen ziale nei fenomeni di infezione e di intossicazion·e ereditaria osservati n ei b.a mb·i n i n.ati da m .adri tu·b ercolo·s e. Questo studio b iologico è appena a.g li inizi ed è reso difficile ·dalla nos.tra ign·or.an z.a delle condizio·n i in cui tali elemBnti ·p osson o origirn are g li elementi b.a,cillari tubercoligeni. L 'A. ·em.ctte in proposito le seguenti i potesi . È .allo stato di elementi invisibili e filtrabili ch e il viru:s tub.ercolare è veramente patogeno ·e tossigeno . È proprio in. questo stato ch e esso d.ete rmina g r avi fenomeni ·d 'infezione e d 'intossicazion e c·e llulare, con e ffetti rp·a rticolarment.e su} sistema n ervoso (d enutrizione progressiva d ei neonati, atrepsi a, mening ismo). Qua ndo la sua virulenza si attenu.a, esso si adatta alla vita parassitaria; la r eazione di difesa d elle cellule d et ermina, d a un lato, l'evoluzio·n e b a cillare d el virus, dall 'altro la for n1azione di cellule giganti o tub.ercoli elem·eintari. Il parassitisn10 bacillar e si installa in un org anismo r·e so ·semprei più r esistente (o refrattario) d.all '.assuef.azio,n e ai ·prodotti tossici d egli elem·e nti filtrabili .e si stabilisce allora la tub ercolosi, ch e rima n e confinata e latente opp ure diventa progr.eissiva secondo che l 'immunità <l!cquisita, ·di fronte ai prodotti tossici degli elementi filtrabili è più o meno solida . Si comp·r ende così ch e i.n un grami numero di in·d i,1idui , a l 1p1ari d egli animali che hanno r icevuto una d·ose n on mortale di ultravirus, l ' infezion e: bacillare rima1nga latente od occulta e rivela bile solta.nto dalla sensibilità tubercolinica. Essi, al :pa1i d egli im·dividui immunizzati •Col BCG, offrono resi sten za alle sovrinfezioni bacillari . 1

[ANNo XXXIX, Nul\r. 50)

Qu~lla cqe noi chiamiamo tubercolosi, ca-

ratte.r1zzata dall~ pr·esemza nei vari organi e SJ?ecialmente d ei ~angl~ linfatici e nei polmoru,. delleJ cellule giganti e dei no,duli tubercolari c~nten~nti i ba,.c ~lli di Koch più o meno vir~lent1 ,e d 11noculabil1 rappresenta ·la forma cronica o la fase tenniina le di un 'infezione re.alizza~a da. ~ ~l~i:avinl:s di cui gli elem·e nti, da11pr~mJa in.VIsib1.l1, poi. a grani di polvere e non ac1d~-res~stelnt1 e po1 g ranulosi ed acido-resis t.ent~ , ·diventano filnailmente i bacilli di Koch. ~ 1~ qu,est'ultimo .stadio ~acillare, o quando essi s1 s~n·o adatta_t1. alla VIta parassitaria in un ?rgani~mo sensibile, .cih e gli elementi nati dall ~ltrav1;us cl.anno 0 rigine ai noduli tubercolan. Essi so·n o allora tub.eJrcoligeni ma in ta le stato bacill~r~, ha~no perduto g;an parte dell:e loro propneta tossigene e -producono allora il veleno termostabile ~ la tuber colina a cui 1'organis mo si ab·i tua ,e può anche tollerare ab·b,astan.za b·en e. L' A. ·p ropone, pertanto, di dist~nguere tutte le forme d'infezion e in cui l'ultravirus è in q?-estione ·dalla bacillosi propriamente detta e d1 rag~rupparle so·t to il n om ·e di granulem ia p 1 reb~cillare: Questa! salvo la d enutrizione p·r ogre~s1va d ei neonati, . la meningite e la granul1a, s arebbe relativamente b en igna, m entre sot to il nome di ba.cillosi, vanno annoverate lei infezioni gein eralizzate o localizzate con formazion·e di follicoli tuberoolari ricchi in e lementi bacillari acido-r-0sistenti ~ che evolvono ordinariamente con andamento ero• nico. N·o·n .semb·r.a :p iù €Sservi dubbio, continua l 'A., ch e; in molte infezioni bacillari sponit anee, una tappa preb.acillare virulenta proced a la comparsa di bacilli acido-r,e sistenti ·e le lo0c alizzazioni tubercolari. Queste non sarebb€ro ch e l'ultimo atto di un dramma di cui il prologo è stata una in.fezione g·e nerale linfatica o sa1n guigna, realizzata sia dall 'ultravirus, s ia da form e d.a1pprirmia granulari e poi bacillari ch e ne d erivano. fil. 1

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Pubblicazione indispensabile a tutti i medici con.dotti: I5

della R.

Dott. Prof. BERNARDINO MASCI Università e degli Ospedali Riuniti

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LUIGI

POZZ:I,

Ufficio

Postale

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[.Ai'iNO

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SUNTI E RASSEGNE. SANGUE. Te1npo di coagulazione e coagulo di sangue.

i~et1·attilità

del

(A. MONTANARI. Rivista di Clinica Medica mar' zo 1932). L'A., p·r elevando il san g ue da diversi v.asi posti a livello diveir so, ha potuto stabilire eh~ il sang~ e m!agg iormente coagulabile è quello artenoso e che al sangue d ell 'arteria r ena1~ seguono in ordine di •coagulabilità progress1vamenw decrescente il sangue della vena spl enica, della vena porta, della ven.a renale della vena iliaca, d elle vene sopraepatiche; ~he il sangue maggiorn1ente retrattile è quello della vena iliaca e a questo seguono in ordine di r etrattilità pr:ogres ivamente decr escente il sangue delle vene so1Yraepatiche, d ell 'arteria r enale, della vena spleni•ca, d ella vena renale e della vena porta. Il siero d ei diver. i livelli h a azion e sulla coagulazione di un angue tipo solo in poc hi casi e precisamente è accelerante q11 ello d elle v. sopraepatich e e della v. renale e c 'è una tendenza generale d el siero di tutti i livelli ad accelerarei la •toaO'ulazione tendenza ch e è min-0re per la v. splenica e 'i.a vena iliaca . ' miagg10-re per la vena renale, le v. sopraepatich e e l 'aorta. Il sie;ro d ei diversi livelli b a azione ritardante sulla retrazione del coagulo di un sangue ti.po solo in pochi casi (qu ello della v. spleni ca e della v. iliaca) . II siero dell'aorta e quello de lla vena porta ha azione nulla è lievemente .a·ccelera·n te quello della v. sop~a­ eipatica, lievem·ente ritardante quello de lla v. r enale e spl elJlica, fortem:ente ritardante quel1o d ella v. iliaca. Per quanto riguarda i vari organi , l 'A. con c lude che : 1) gli O·r gani che han.no esercitato azione ritardante sulla coagulazione. d el sangue totale sono stati in quest'ordine ·decrescente : milza, intestino, r.ene, arti inferiori , feO'ato· o ' 2) g li ar.ti inferio·r i e il fegato h a nno avuto azione accelerante, m e ntre milza r:ooi e inte. ' st1no hann o avuto azione ritardante sulla r etrazione d el coaaul o del san.O'ue tot.al e·' u o 3) ogni organ-0 ha dimostrato un 'azione -sulla coagulazione e un'azione sulla retrazione diretta in sen so opp,o sto; 4) r enei, ;intestino', arti inferiori , milza banno azione atte,n uante sulla proprietà d el :siero <li accelerare la coagulazio n e; 5) le azioni d egli organi sulla coagulazio11 e del sang u e totale e sulla proprietà acce1 ler an te d al sie r o sono state ·dirette n ello stesso sen so; 1

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SEZIONE PRATI CA

6) Gli erg.ani hann·o esercitato un 'azione notevole sulla proprietà del siero di modificare la retr.az ~one d el co.ag·ulo, però per spiegare alcune piccole variazioni, ·potrebbe essere avan zata l 'ip·otesi d ell 'esistenza ·d i sostanze accelera·n ti e ritardanti la r etrazioin e. R~ L USENA .

Lo stato neutr9penico. Suo significato e CO)Jcetti terapeutici. (e . .A. D oAN. Tlie Journa1l of the A rri.eri c. 1Vl ed i c. Asso a. , 16 lug lio 1932). 1

Il numero d ei g lo·b uli bianchi è in .a•l cune malattie aumentato, in altr·e diminuito. Nel 1922 Schultz . ~i chiamò l 'attenzione sull 'angina. a~r~nulo cit1ca. Questa fu co·n siderata daippr1ncip10 com,~ secondari.a a·d Ul!la sepsi; ma eco·n do alcuni l 'aO'ra11ulocitosi precedei i siut·omi infettivi e quindi si tratta di aplasia m idollare . Per poter co1m prendere l e i•pote i emesse iilella patogenesi d ell a leucopenia, bisogna con:sider;aire i g lobuli d el sa1I11gue corne un tessuto e il. mid.oll? osseo com,e u n organo con la ·capacità d1 ·d1,rentare ipertrofipo o atrofico. Secondo ~bin, lo stimolo• alla le u copoiesi è ·dato dalla distruzione d ei globuli bianchi. P er questo è importante studiare l'azione d ell'a cido nuclein ico sulla leu copoiesi, .p oichè l 'acido nucleico è costantem ente prodotto n.e ll 'organin10. Questa sostanza aun1e.n ta il rtumero d ei leucociti , ma però sempre n ei limiti ·di una fluttuazione normale . U1n o stimolo a lla leu copoiesi provocano anch e l 'acido .adenilico e quello guanilico, ch e ono prodotti di scomposizione d eill 'acido n ucl eico. ottenuti in forma cristallina all 'I sti tuto Roch efeller. Questi rprodotti hanno dato buoni ris"tlltati a Reznikoff iin tre casi ·di angi na agranulocitica, e d a Jackson e collaboratori in 20 casi di leucopenia. Da esperimenti sui conigli , l 'A. conclude ch e l 'acido nu cleico e i su oi d erivati hanno azion·e ch emiotaittica sul tessuto mieloide e provocano aum,ento de i g ranulociti nel c.. ircolo ~p1eriferico ed il loTo uso en·doveno,s o ripetuto n o n d à n è esaurimento n,è iperplasia maligna degli elementi mieloidi negli animali normali. Buoni risultati lo s tesso A. ha avuto clinicamente, sempre però ch e il midollo osseo sia in cotn dizio,ni di risp onder.e a llo stimolo. La trasfusion·e ·di ·san gue e l 'irracjiaziooe ·con raggi X par e; agiscano' collo stesso meccanismo dei nucleosidi; :però è n ecessario fare ul teriori studi per a ccertare se i raggi X hanno azione leu co:poietica come stimolanti prim.a1r i d c.J tessuto m ieloide senza pro,vocare una fase. d i ~ truttiva. R. LusENA. 1

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te IL POLICLINICO

Su l'ag1·annlocitosi. Studio clinico e terapeutico.

(J. CHALIER, J. :F. 1\iARTIN et H . NAussAc. Le Sang, n . 9, 1932). Gli AA. prendono occasio'Ile di un caso di osservazione personale e della d escrizione clinica di un secondo caso, p er una rassegna sint etica della parte clinica .et terapeutica della mialattia ' rimandando a d una secon da nota, i . dati :relativi alla parte an.atomJi.ca e sperimentale. Nel caso di osserv.a·zione per:sonale, va sec;nalat0 il tentativo di terapia m:ediante tra~fusione ·di 250 cm. 3 di san gue. Dopo di questa, il quadro' ematico· migliora no~evol~ ent~, sia per quel ch e rigu.a rda i g lobuli r ossi, sia per il numero assoluto dei bianchi e per la percentuale dei n eutrofili. Il grave processo settico prosegue inv·e ce il suo decorso con emoculture ripetutamente positive e porta rapidamein te alla morte. . . Nella r.a1ssegna sintetica è J.1otevole la d1st1~­ zione delle varie forme cliniche. Vengono· distinte infatti: 1) agranulocitosi con ane mia , form1e cioè in cui, la dim;muzion e dei globuli rossi scende a l disotto dei 3 milioni , li1nite· a cui aeneralmente si arrestano i casi comuni ; 2) a~anulocito·si con tro~bo:penia ; ~) agranulocitosi ,c on trom.bopenia e an1em1a (forme cioè vicinissimi all 'al·eucia em orragica di Fran·k); 4) ~granul~c~tosi con !11~ ~ifica1~0·1li del tasso dei leu coc1t1 (form·e c1oe i.n cui la diminuzione dei granulociti non è isolata ma s i accompagna a perturb.a·m en~i ~i~ o IJ?eno gravi , sia quantitativi. ch e .q~lita.tiv1 degli a!tri tipi di g lobuli bianchi); 5) ipogranuloc1tosi . Tale classificazione dimostra evidentemrente i limiti molto vasti assegTuaiti dagli AA. al concetto di agranulocito·s i; va&tità a 1nch ~ più confermata dal fatto che gli AA. stessi ammettono p er l 'agranulocitosi · tre :p ossibilità di evoluzione e cioè: una · evo•luz1one verso la morte, una verso la guarigione, ed un.ai verso. la trasformazione in altre emopatie (leu.oomia, anemia - pernic'iòsa). Il concetto di agranulocitosi ·attraverso. ,ta~e amplificazioin .e viene a perdere s~:pre p1u . il carattere di malattia e ·ad acquistare quello di sindrome, realizzabile da infinite cau. e lesive del sistema :granulopoietico. · M. ToRRIOLI. 1

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Rieerehe sull'azione della terapia epatica nell'anemia pe1·niciosa. Deutsche ·medizinisch·e Wo chenschrift, n. 41, 10 ott. 1932).

(ST . RuszNJAR e R. v .

E ·NGEL.

La .non perfetta con oscenza dell 'et~opa tog~­ n esi dell 'an emia di Bierrner o a n emia pe:rin1ciosa r ende 1p articolarmente difficile l 'inter...

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[ANNO

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pretazione del m eccanis1no di azione dell 'epatoterap1ia, ch·e sì importanti risultati ha raccolto nell.a cura ·della .inJalattia, la: qua le fino a pochi a·n ni fa ara ritenuta n on curabile, onde la sua denominazio·n e p er il suo d ecorso fatalmente progressivo. La forma morbosa è •caratterizzata da meta.p lasia d el midollo osseo con iperattività del sistema r eticoil o-endot·eliale, pei:r cui emopoiesi a tipo embrionale preepatico con formazione e immissione in circolo di megaloblasti e derivati di essi , m·eigalociti. L'iperattività ·d el sistema r~tico'l o- en\doteliale dX?~ termillla un 'iperemolisi pifimitiva o un prin1itivo squilibrio d ell 'emopoiesi co,n .emolisi secondaria, o l 'una e l 'a,l tro assieme? Questo è il pwn.to saliente deilla quistione ed i diversi contributi portati .p ro e contro non sono finora dercisivi per l ' l11I1a o l 'altra terapia epatica. Essa agisce n·orm1alizzando l 'emopoiesi per stimolazione del midollo osseo o impedendo .l 'emolisi ? I risultati così brillanti ottenuti con l '0 p-0tera pia gas.t rica e la coesistenza ·di affezioni gastriche nell 'am emi.ai perni1ciosa , m entre ·r endono p lausibile l '1)pinione ch e la sosta nza o le sostan ze attivei normopoietiche (orm·on i ?) vengono formata :nello stomaco e poi portate a l fegato, dove sono immaga~zinate ~ distrib·uite i.n circolo secondo le richiest e dello O·tganismlO, n·on .apportano m.aggior luce alla soluzio·ne del problema . Gli AA. harnno .affrontata la quistione del m eocani·s mo d'azione d ella tera.pia epatica e comunicano i primi risultati ottenuti , riservandosi ulteriori rice)rch e. Essi in .a mm.alati di anemia· perniciosa, trattati con pr eparati -d i fegato iniettabili, han·no osservato 2 or:dini di fen·omeni: eccitazione midolla:rie (crisi retiicolocitaria) e rapido abbassamento dell 'em olisi intr.avitale; ritengono però con Jung.miann ch e l 'azio·n ·e decisiva del1'estr.atto epatico si esplic.a nell 'impedire l'8umentata e molisi, indipendentemente dalla quistion e se qu.esta1 a umentata emolisi dipend.a dalla formazione e co n seguente presenza in circolo ·di eritrociti meno resistenti. Che l 'iperattività del r. e. d·eterrriini un aumento dell 'emolisi ,è dimostrato dal fatto (:he in a nima li spleno-epatectomizzati no·n si ·ha emolisi per avv.elen.a mento da fenilidrazina, in cui è dimostrata la collaborazione del sistema reticolo-endoteliale. Hanno quindi trattati c·on estratto epatico (Campolon ) d-ei cani prima, durante e dop·o l 'avvelen.amento con fenilidrazina ed hanno constatato ch e in questi animali no·n si »determinavano i fen omeni ·dell'avvele.inamento stesso, •cioè l'anemia, la quale, è im1portante n·otar e, presenta una certa somig lia.n za· con l'anemia ·perniciosa. Ciò vien e a·nch e confermato da ll'esito f.a,vorevole dell 'epatoterapia in ambedue gli stati morbo·s i , fatto qu~­ sto fin ora non sosp·e ttato e ch e- apre nu·ove vie all 'indagin e sulla patog-e·nesi dell 'anemia per1

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SEZIONE PRATICA

niciosa e sul modo di azione in essa della terapia epatica. I tentativi precedenten1ente fatti per isolare Ja sostanza attiva dell'estratto epatico non ebbero risultato, 1Ci·oè ra1pida immissione i·n circolo di eritrociti g iovan i , da tale sostanza provocata, reazion,e· però cl1e può essere determlinata a11cl1e da altre sostanze (triptofan, istidina, o._siprolina, ecc.) le quali n essuna efficacia ha•n no nella c ura dell 'anemia perni,ciosa e nell 'a vveRenamento da ~enilidr.azina. Pruìta.n lo g li AA., mentre ten·dono a m ·ettere in evide11za: un 'analogia tra anemia .perniciosa ed av, ·elenan1ento da fenilidrazina e riconoscere che il n1eccani nlo d 'azione dell 'epatoterapia in esse sia analogo, nessun rapporto ammetto1n o, in base a i ri ultati delle loro ricer ch e, tra crisi reticolocitaria e meccanismo d'azione· dell'e1>atoterapia n ella malattia, di Biermer. R. :D ' ALES ANDRO. 1

DIABETE. · Ricerche sulla diagnosi del diabete mellito. Valore della curva glicemica provocata. (J. V. · GnoTT. L e sang, 1932, n. 5): La oglia r enale per lo zllfcch·e ro oscilla fra 0,160 '}'~ e 0,1&'0 %. ei g io, 1an i la oglia può, anche in condizio11i normali, esser e un po' più ba~sa.

La soglia renale può spi1egare l 'esis te·n z.a di

cemica supera 180 ei il ritorno al tasso preced ente tarda di 1 ora o 1 ora e 1/2. Il i11alato da so ttoporre alla prova della gli,r.em ia provocata dev'essere completamente a digiuno. La curva g licemica ·è alta se il malato ha digiunato 01 ha seguito u:n 'alimentazione ricca di carne e ·di grassi n el g iorno precedente, mentre ila dieta idroc.arbonata aume·n ta la tolleranza. ei 2-3 g iorni precedenti la prova il paziente seguirà dieta mista normale. Durar1te il periodo di osservazio1n·e (cioè 3-4 ore) il malato dovrà stare in ripo,so fisico e psichico, perchè lo forzo fisico dà cifre al disotto ·del n ormale, l 'emozi1one dà cifre al di sopra del normale. Nei diabetici con curva g licemica che dà iperglicemia alla fine dell.a 1a. ora, ch ·e dura un'ora e poi d ecresce ,p rogressivamente fino a lla c ifra preced ente in 4 ore, si può curare il diabete ·colla sola dieta . Se invece la curva g licemica si mantie ne elevata o si rieleva nella 3a. ora si d ovrà ricorrere anche all ' insulina. Se la glicemia .a digiuno supera 200 mgr. si d e,re u sare l 'insulina. I ..a soglia renale può non rappTesentare tedelmentei lo stato del ricamibio idrocarbonato: una soglia renale bassa, facilita11do l 'elimin.a zione ·dello zucchero altera la c urva d ella g licen1ia provocata ; l ' inverso su ccede con soglia r enale alta. Quindi la valutazione d ella curva g licemica va fatta tenendo conto della sogli.a

r enale. N·el controllare l 'efficacia d·ella cura antidia- . , })e tir a, i migliori dati si h p.n'J?.O ·dalla g lice1nia .a ·d igiuno e dal t empo di ritorno dell 'iperglicemia a lla cifra precedroite all 'ingestione di g lucosio. Si osserva pesso un ritorno all.a g licemia normale a dig iuno dopo cu.ra; ma finc hè la curv.a d ella g li ce mia pro,v ocata non torna !Dormale il nlalato d ev'essere sotto cura. R. LusENA.

g 1i cosur ia senza c.11e si ]>ossa parlare di di~'l­ b e te , viceversa la 01g lia r enale alta spiega la e5i ~ tenza di diabete senza g lico uri.o . Ci 11uò e sere ·p erò _dia b et e con soglia remale bassa . Comu.nque l 'esam e delle urine noYJ. p ermette di di fa.r e la ·diagnosi di diabet e empre; Io permette solo dopo ingestione di idrati di carbonio. La g licemia a dig iuno è ancl1 e u·n metodo insufficiente p e:r la diag nosi di diabete, perllebbono i diabetici essere alimentati con chè indic..a una modificazione dal normale somolti o eon poehi grassi 1 lo in ca i di g licemia cos~antemente pi~ alta del normale e si sa che a lc uni ·d iabetici ( O. AuLEHsBERG. Zbl. i1i.n. · Medie., 2 e 9 pre en tano gli,oemia normallei a 1digiuno, ed aprile .1932). . . l1anno soltanto un con1portamento ano.m alo Ch e l 'apporto di c.arbidrati in.11alzi la g lid ella glicemia provocata. cc11nia e la g lico uria d ei dial;).etici, e che la La g li cemia si saggia dopo in gestione di 5Q riduzione a limentare ,di tali sostanzE} migliori gr. di g luc osio. Normalmente s i ha un 'eleva.invece questi. s intomi,. . . e' ormai. u ,n a cog n.iz10. . zion e o-licemica; tornata questa al inormale , ne ri ultante da un 'esperienza ·di migliaia di non si ha aume nto· d ella g licemia com una 2a. casi. D 'altro lato p erò Jton si può n egare che o u .n a 3a. dose di g luc osio. i diabetici t:rattati sec·o ndo il classico schema Nei san.i dopo 50 g r. di g lu:cosio la glioealim~ntara - scar e1 pToteÌ111e, il tne110 po,ssimia raggiunge 160-180 rngr. e raggiupge il bile . di carbidrati ·e forti quantità di g rassi -m .assimp :<:i~ 30 .a 60' dopo. Dopo 90' è tornaubiscano inevita·b iln1en.te un lento p eggior.a ta al tasso precedente alla prova. Normalmen: .te non si ha mai g licosuria . . La pres~nza d1 . m ento col : volger del temp,o: la loro tolleran·za dimi~uisce sen11)r e più: i casi lievi di,renglicosuria indica soglia .renale bassa. gono casi ,di m ,edia gravità e ~nfin e casi g·raNei diabetici la somm ità della c urva gli• • 1

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vi , i1onostante che l 'app·o rto alimentare d~ idrati di carbonio si vad.a sempre più -r iducend·o, col peggiorare deille condizioni del ri .. cambio -: .. An.cor~ urna osservazione 1n o·n va dimentic.a.ta : c.o nfrontando le m edie ·dei regimi alimen...tpri d·~i vari 1p opoli d el m ondo, e paragonan.d o ·questi dati con la mortalità p er diabete pr~:~so i •p o·p·oli st eissi , si nota che tale rr1ortalità è di g ra1n lu.nga p-i ù alta presso le popo .. lazion.i il cui" vitto è ricco di g rassi ·e povero di . idrati ·di carbonio (Stati Uniti, Inghilterra); n1edtr e il contrario si verifi,ca n·e i popoli po,.. veri (Giapp1on e , India) i1el vitto ·dei qua li sono più abb·onda nti i farinacei, :m;entrei i grassi son o· ridotti al 1nin-imo. Se · quindi iilOn si può •n egare che una al~­ n1en t.azione Ticc.a di g rassi e po·v era di carl1idrati :po·r ti a ·u n ~iglioram.ento immediato de1lla sintomatologià di un di.ab ~tico, qualch e dubbio sorge su l'influen za che tale tipo ·d i nutrizione p·u ò .all a lun.g.a esercita1"e sul -ricam1bio stesso.. Pa rte1n·do da tali •considerazioni, P·orges e Adlers.b eiìO' poteirono sp erimentalmente dimostrare eh~ la toller.a.nza a i carbidrati di individui n orma li , viene si curamen~e !peggiorata, qualo·r a le prove della tolle·raJ)za stessa (cu.r~a glicemica e glicosuria alimeintare dopo' canch e costanti di zu,cch ero) sian·o ripetute dopo alcum·i 0aiorni ·d i alim·e ntazione assai ricca di grassi. Un 'alimentazio·n e ricc.a di carbi~rati , m~ p·overa in grassi, non dà tale p egg1oran1ento, ma provoca talora invoeice un innalzain:ento della tollet.ratD•z a stessa. Sul m·e ccanismo, di tale fenomen·o poco di . sicuro .si ipuò dire : sembra p erò cl1e la po·~ettà di alico!o-en10 e il qu.a dro di adiposi ch e I.a.: iper- · '5 =i ·1m .o ote n·e1' f enutrizion:e g rassa ·p rovoca spec1a oaato ' si.a no una .cc»ndizio1n e ·s favor.evole all '·eIaborazione. degli zucch eri, .e che l 'apporto continuo ·di carbidr:a ti eser citi invece u.n 'azione .! di stimolo sùl Cç>llllplesso m èccaniP.IUO d.e l ri·Can1bio intermedio degli zucche~. ·., Sulla g uida ·di tali con.siderazi6 ni ..e · di questi risultati sperimentali., Porg·e5 e Adlersberg hanno iniziato il tratta.m1ento di malati con diete assai scarse in g r.assi. Ecco, ad esempio, una dieta p er la c u.r a ·d·e~ ~iabetici lievi ~n condizioini normali di nutrizio.n e , da usarsi senza ins{i}ina: si inizia .di solito con 100-150 gr. di . proteii ne, 50-100 igr. di. ·carbidrati e 40-80 gr. di g r.a ssi. Le c.alo rie totali giungono a 18'002500 e coprono quin·d i il fabbisogno. Non app1e1n·a ·s c·o mpa·re la g lioosuri.a si so.sti~uiscon·o : le proteine con carbidrati fino a l li:ri1te. della tolleranza. L ' A. espç>n e, a.d ese m1p10 di ~le n1etodo un c.aso· in cui men tre con una dieta · normal~ di 1prov.a (C. 70, P. 70, G: 130) ,. si avev:a · una g licosuria..di 15-20 gr. al gio·r no, u~ regi. n1e calcolato con 130 g r. ·d i C., 140 di P:· e 70 di G. portò in 10 giorni, dopo un breve 1

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peri-0do di .aum.ento ·della glioosuri.a, alla scomparsa · completa d ello zu ccb eiro ·d alle urin.e, m1entre il peso corporeo si m.a ntenne costante: tutto ciò sen.za che mai .si facesse u so di insulina . In casi di diapeti gr.a ssi, in c ui un certo dimagramento giova al malato, si riducono i gr.assi a limentari .a 20-50 g rammi fil, modo ·da portare le; calor~e a un totale (1200-1800) lievei11ente inferiore a l necessario. Data la quantità abba.stanza forte di P. che qu·esti regimi im1p on.g ono, essi sara.nno poco indicati se vi è ~I)1 Sufficienza renàle; l 'ipertor1ia e ssenziale invece non rappresenta .a.ffatto una contr·oindi.cazione , eh.è anzi spesso si vedono, dopo un certo periodo di cur.a, di scendere i v.a lori d ella pressione. . · Nei e.asi p·i ù .g ravi di ·di.ab ete, i·n· cui la tol},e ranza è assai scarsa , è ln.ecessa.rio ricorrere .a ll'insulina 1Ch·e verrà da·ta in dosi .anche forti, specie all 'i'nizio, . p•.er rid\1rre la g licosuria ·e per non p·ern1ettere ch·e· il ,d iabetico, .a: cui son <J .st,a ti sott:rat.tj j, grassi a"liml?n.ta.ri, incapace ·d i U.tilizz.are C10n i prop1i Il1·8iZZi ,g}i idrati di carbonio clÌe ora gli vengo.n o gen.erosa:inent·e forniti , si denutrisca ali' eccesso. Ma di solito si vede Qen presto ·ch e la tolleran ia, n1.ig·liora , e1 qu·ella dieta ch e primitivamente dava sen za insulin.a glicosuria ·di n 0 tevoJ.e g ra do , ·viene o·r a booi ssimo sopportata. · ·In casi di diabetici g ravi, in condi zioni ·di nutrizione sc.adute, l 'A. u sa una dieta cQmpo st ai di 70-80 g r. di g rassi , 60-8·0 di prr oteine, ·e per ·il rima:n ente di carbidrati, fino a. un to·t ale di 3000-4000 calori e, corn forti ·dosi di insulina : tal·e r·eigim,e viene mantenuto fi.z:i·ch~ i! p e&O non sia risalito (in gen er.~ p er :per.10 d1 d1 tempo da 10 g iorni a 2-3 mesi), poi si piassa a UJD. vitto n1·eno abb001 da nte, m ia sen1p re . con~cor<le con il m~todo esposto, del tipç> di quelli più sop r.a ripo rtati. I risultati ottenuti con taJ.e1 m etodo che è .a lqua nto in antitesi con le classicl1e. dc:ttri: ne - sembrano1essere, in qualch e cen.t1na10 di ·.e.asi orm.a i trattati, a:g~ai lusing hieri. · P uunlJ. 1

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W"' · Ricordiamo l'lmportaate manualetto : ,

Dett. EDMONDO VENEZIAN .A. nea-lt Oepeda.ll &luntt.t drl Boma

PRONTUARIO TE·RAPEUTICO Vaden1ecum · per il pratico. Prefazione del Prof. UBERTO ARCANGELI.

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Inviare• Vaglia. all'EditQre LUIGI POZZI. Ufficio Po. otale Succursale diciotto. ROMA.


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NOT~IA

SEZIONE PRATICA

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BIBLIOGRAFICA.

logia ~ener~le ·delle m. degli organi orinari. Al edi cin.a in.terna. Manuale pratico per medici S_egue il capitolo sulle r11alattie ·d·e l rene svolto e. studenti. R edatto itn co1lab. sotto la dire-- da un ' ottin10 e g iov.ane allievo d ella Sc~ola di Torino, ìl Cipria1ni, ~:a cui .d&lot101sa r ee.ente filne zio11e de~ Prof. A. CEqONI. Cinq>Loo1 volun1i Ed. l\iinerva Medica, Toritno, 1932. Prezzo s uscitai tuttora una eco di r.amÌnarico. Le n1alattie d egli or gani d el c ircolo so·n o L. ±00. svolte nel volume II d a Sisto e da Ceconi. SiQuesto trattato, re datto sotto la direzione d el s to tr.a-tt~ ·della di.agmosi e sintom1at ologia geCeconi, .c~lla collaborazione -d ei più b ei n omi ·n erale e d elle malattie dei vasi. Cecon~ ha d ella Cl1n1c.a e d ella Patolog ia italiane ci si svolto il classico e sempre interessante 1capipresenta co111e un opera completa. tolo ·d elle malattie qrg.a nich-e ·del ·c110.r e . Ci11que vo lur11i ; 460 0 pag1n.e; .eil1iare , in Le malattie ·d e1llo st omaco e d el duodeno g·r~n . ~arte originali 1-0 figuire, ch e superano il sono ben ti:-attate dal n·uovo Cli11ico di ·P a do1111gl1a10; tra e e, raibbondanti i reperti rav.a·, Gasba rrin i. La rgo posto vi è fatto a lla ra diogr a fic i. diodiagnostica. Particolarmente i 1nteressante è l ' cc IntroduLo Schiassi svolge la diag n ostica e la sintozion e a llo studio della Medicina Interna n d el matologia generale d elle m., dell 'intestino. La Viola, ch e apre I.a serie dei capitoli del Trattrattazion e partic,o·l.a r e ·d el.le m. d·ell 'intesti:no è La to. Il Cli11ico d'i Bologna a na lizza il sig nifa tta dal Dalla Volta. Il Gilardi tTatta d ei v·e rfi ca to e i c·ompiti ·della « medicina interna »; mi intestinali parassiti dell 'uon10. e fa una sottile disam:tna d el procedin1e11to Interessante è il capitolo d el Clinico di 1F ic n11)irico e scientifico col qu.a.le la Patol ogia r enze sulle m. d el peritoneo. La classificazion e cc comrpone » il quadro cc i10.r m a le » d elle vach e lo Sch :upfer ne fa è inspirata a un preciso rie n1alattie. F acendo la 1c.r itica della Patologia c riterio clinico·; vari sono an che i co·n tributi specia le com e sc ien za, il Viola ·n e esalta I 'alto origi11ali ch e I ' A. h a portato all '.a,rgom1Bnto. interesse scientifico . Afferma ch e la Clinica Notervole in1portanza presenta la trattazione oltre ch e da u.n . m etod·o matematico-struim en- .d ell·e mala ttie epatich e svolta ·da l Gamn a. Sulla tale non può p r e c.indere da un m etodo sen sop r ecisa impostaziorne a.natomo-patologica, più ri ale-intuitivo, il quale per la su.ai finezza, ci cl1e n ecE.1Ssaria, sp ecie a l riguiardo d ell e affedi1110..: tra com e i nos tri sen si « oltrepassin o i zion i d el fegato, molto chiaramen te tracciata lin1 i ti d ei m iet odi d ella fis ica e ·d ella chimica ». è la fenomen·ologia clinicà, la quale tien e a.n L'A. ... i doma,n da anche se la Clinica ol- ch e conto d ei più mo·derni i1ndirizzi , b asati sotre c h e scien za è un 'arte e r ileva come pra tutto sullo studio chimic.o-fisico d elle a lla Clinica ha ·oggi tanto isvilupp_.ato il controllo t e.razioni fu.n zion a li ; l 'A. ricor·da an ch e i contributi per sonali. logico sperim entale da assumeTre sempr e più L ' Are1s11 tratta le m . d elle vie biliari e le il cara ttere di c ienza e semrpre p iù perdere 1n1. de l pan cr eas. il carattere di arte. ' In <?-gni senso rcompleta è la trattaz ione d elel I Volume sono trattate le malattie degli or gani del respir-o e quelle d egli organi ori- •l e m . ·d ·e lle articolazioni, ·dei muse.oli e delle os a f.atta n el Vo lum e III d.a Ceconi . Tutto il nari. Il Malan l1a svol to le m. d elle prime vie r es]Jira.torie dal punto di vista ch e più può capitolo è intito·l ato colla d·einominazione di cc Mal a tti e r eum.atich e »; e&p•r ession e, dice l 'A. interessar e la m 1edicina inteirn.a . ch e riesce a ltamente compren s iva ma, data Segu ono le m. d ei bronchi e dei polmoni , l 'ig n or anza in rcu i ancora ci troviamo circa svolte da Ceconi , eccettuata la tubeiicolosi poll 'essenza ·d el .reru1natismo , di necessit.lt an ch e n1onare. Diffu aro.ente trattate sono le malatnon poco eteroO'e.n ea. Con siderand·o l 'infezione tie d ei bronchi, salvo l 'asma bronchiale, ch e r eum.a tica com e sistematica .d el tes~uto rn.eper la prima volta in un trattato è tata svolta a .parte tra le m .a]attie .a11err:gich e, 1da fFrugoni en chima.l e, l 'A. mette in rilievo il valore b·ioe Melli. lo.O'ico ·d el t e1ssut o c6n g iu·n tivo·. Nell 'eziologia d ella poli.a1trite 1act1ta p rima ria, l 'A. ric·orda el Capitolo .su lle m. d egli organi d el respiro, va sto sviluppo ha Ja tube r colosi polm·ol 'importanza d e•i cc foc i ». La si temazione d elle artriti cr onich e, uno d ei n are. Su questo a rgomento così disparatamente sYolto d agli AA., il Micheli h a scritto più punti veramente p iù ing r ati d ella ta· sonomia di 200 pagine, mirabili veramente per la clinica, è stata: felicen1 ente ·disposta. Il t ermine di artriter o artrosi vien e u sato jndifferentetraordinaria chiarezza colla· quale Eg li fa una dens:a1 s intesi ·di argomenti tuttora in di- n1ente vicino .a l qualificativo di ·d eformante in quanto, accanto all 'elem ento d egenerativo cu sione. Marc.ata è l 'impronta perso n al e sembra si ·d ebba riconoscer e un elemento in d ell 'A., rper i notmoli contribut i Suoi e fiammatorio. Segu on o le n'l. d ei mu coli e· le d el1a su.a Scu101.a, a ll 'arg·om1ent o; ma tale imm. delle ·ossa; p1articolarm.ente interessanti son o pro nta è da t.a con sa n o ecclc LLism o. i capitoli sulla sindrome' ·del Bertolotti , sul m. Le i11. della iJ11leu1ra, d el mediastin o e d el dia· di P.aget, sulla, m. ·di Kahle.r . fr a 111111.a sono assai l;>en svolt.e da D ' Am.ato. Il lVIor acchini ha tratt ato, co·n criteri 1noLo Zoj.a si oc.cu p{a ·d elle m. d el r icambio. derni , d ella di.a gn ost-iic a e d ella . i:nto,m atoCJ1i.ari i prelimim·ari di fi io·l ogia, a·m pie le I

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n102ioni r ee.enti sulle prove clinich e più interessanti. Il capitolo sul ·diabetr(~ presenta il preg io di ·dare un chiaro indirizzo pratico agli argomenti svolti. Ampia è la tratta.zio.n e , dal punto di vista chin1ico, del ricambio nucleinico, a proposito della go tta . In maniera degna d-e1lla b ella trattazione fatla .da l 1\Ia e~ tro, ba svolto il Greppi l 'obesità, i <iist1rrbi ne lla n u.trizione ·e il diabete insipido.. Il Dominici h.a scritto sulle· int e1,essa nti diatesi an1inoacide e1 urolito,gen e. Un ·p ediatra, il !F rontali , tratta d elle avitaminosi, cui egli ha non pooo ieontribuito. Le m. ·deil sangue sono esaminate dal 1F ontana per la se·m ieiologia e la diagn.ostica generale e dal Ba1stai per i capitoli speciali. Il F errio tratta d elle malattie da agenti fisic i, capitolo inspirato a con cetti di n1odernità . Il capitolo del Carpi sulle m1alattie d.a infortunio e quello del Qup.relli sulle malattie del lavoro a,ppaio1n o utilissimi pe.r· l ' impo.rtanza soc iale ch e vanno assumendo tali affezioni. Nel V·o1ume IV so.no passa.te in rassegna J.e malattie ·del sistema nervos o da varii AA., i più ·dei qu.ali sono neurologi specializzati. 1•'r.a gnito 11.a b en svolto le n·1. ·d el cerv ello. i\ yala tratt a dell·e 1nalattie del bulbo, ·del !)Onte, ·del cer v-el letto e ·del mes.e n cefalo . De Lisi ha r edatto l 'importante capitolo· suJle ;m ia lattie clel ~i :-;teml1 extra-pira111idale. Tratta unitamente della m. di Wil on e ·de~La p eiukl.o-scler-0si \Ve~pihal-Strumpell. A ai ben svolte le m. delle men~n.gi da Villa . Gozzano tr.atta ·della cefal ea, dell 'emicr.a·n ia e ·delle vertigini. Matti'flolo prende in esam e le in . d1el m li1dollo spina.Je e quelle dei n ervi periferici . Il f.arn1acologo di Torino, Chiò, rifeirisce alla fin ei del olun1e IV sugli avvelenam.ein1ti più 1ciom:unii, rioor.d.a ndo· contributi perso·n .a li' all 'arg omento'. . Nel Volume V sono svolte anzitutto le m. da infezione. Alla lo.ro tr.a;t tazione particolare, prece de Ull1l chiaro, moderno, veramente equ.i librat-o capitolo dell'illustre patologo generale di To11ino, -il Mompurgo, su cc prelimin.ari di patologi.a generale delle infezioni » . La setticemia, il tifo e i paratifi, la t .b.c. a cuta gener.alizzata, la peste, la tularemia sono· trattate ·da Za.g ari. Silvestri n:i trattan·d o della t erapia della difterite espone le ragioni le qua1i im pon g·on o l ':uso ·del siero anrc.h e se esso può da.re talo1ra p er se stesso accidenti g ravi; a proposito del colera rie.orda la p·r oposta ·di Sanar elli di cl1iamarn·e !'a.g ente patog 1e no, bacillo di P acini-Kooh in ·omagg io a 1F ilippo P.a cim.i, rr1e:dico ·p istoiese 1ch e ·n el 18·55 aveva d escritt~ e disegn ato i vibrio1n i del colera. I zar, a proposito ·dellia tri'J)anosi, parla d1elle ricer ch e ·del Castel lani e i)arlando del1ai malia.ria rileva specialm.e.r1t e g li studi d ella scuola Romana. Importante il ca1pitolo sulle amebiasi . Campan.acci svolge va1·i i cap·i toli tra i quali interessanti J.:>ecie quello .. ulla pelio i reumatica . Pontano 11.corda rice rcl1e per son ali sull 'ere i1)el.a. Allari a

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p~rJa dr.i t11ttora di ~cu s~ i ager1ti eziolo; ici a

proposito del n1orbilJ.o e della sc.arlattina e i1ella cura del rr1,orbillo ricorda la tera IJia con siero di convalescente. 'B astai svolge · le zoonosi, ricordando co11GE tti personali a proposito deilla f. ondulante. I111 questo trattato la patologia d el sistema n ervoso vegetativo, desc.ritta ·d.a l Lunedei, è stata distaccata dalla ·p ato logia del sistema n€1I"Voso centrale. L '.argo·m iento presenta note di i1n.te r eisse e ·di attualità e il Lunedei ha b en e adern1piut.o al su10 co~p1ito. Le m. deg·li organi a secrezione inte:r:na sono b en. svolte ,d a Co•n dorelli. Seg·ue il capitolo ·del Cli:nico di Ron1a e del suo aiuto Melli sugli ·s tati allergici. Le m. allerg ich e hanno p er la prima volta in un tratLaLo un 1eapitolo a parte e 1sono state coJlocate ' 'icimo ai capitoli su~le ·diatesi e sulle m . costituziooiali. La messa a punto ·della confusa terrnin·ologi.a su tl 'argo m ento e 1Ja, semeiotica gene1·al1e d elle n1. allergich e, cos~ituiscono· una scientifilc,a mente eis,atta i1npostazione intro,duttiva alla surc cessiva trattazione clinica. E tale trattazioin e, pur pr1esenta11do specie nel capito·101 sull 'a·s ma b.r onchiale, U!Ila marcata in1!ptronta di originalità, .dJaiti i contributi notevo·l i del Frugoni e .della su,ia Scu ola , è inspirata a un criterio eminentemente clinico e pratico, quale particolarm·ente inteir.essa alla p iù ·parte d ei lettori. Segu ono i capitoli ·dello Schiassi sulle diatesi e. le altre anomalie costituzionali e sulJ 'idio. s1:ncras1a. Chiu·de il trattato il capitolo di Viola e Schiassi sulla 1co·s tituzione individuale; -esso per la pa·r ticolare competenza ·degli AA. è ben degno coroname11to del libro. Gli stu·di ·d ei co·stituzionalisti stranieri sono b en messi a c·onfronto con q.u1elli de1i no·s tri fra i quali, n el campo d ella costituzi,01n e·, g·iganteggia il Clii1nic.(} me dico di Pa dova De Giov.a nni . Di particolare interesf'c so110 poi i con cetti originali degli A.A. ullo .s tudio d-ella v.ariabilità dei caratteri, fatto quantitativam,ente coll 'applicazione della legg·e degli ,errori e ch e ha portato a ll 'a.n:a•lisi d alle .così dette scale di seriazione, l·e quali tann o a rappresentare l 'esatta collocazione ·de l valore quantitativo di ogni carattere individuale e il r.a•p vorto fr.a i caratlieri dell 'in.dividuo e il suo r endi1n·en.to e: la sua resis·t enza all '.ambiente. Alla fin e di questa 1unga disamina vorrei esprim·e-re lo stesso· desiderio, per edizioni future manifestato da Rondoni n ella recein sione ' del reoentei Trattato di 1"Iedicirna edito dal Biochimico la biblio1g r.afia . ~ vero che varii altri cla·s sici « manuali » di m edicina anch e stranieri, corr1e lo Striimpell1 ed altri, n on hanno biblioo-rafia e ch e il libro è fatto so·p ratutto o pe·r il n1edico pratico e per lo studente, !118: è da riLer1ore anche ct1e una r asseigna b1b]10o-ra fica non completa, ma molto limitata , ~nzi, ai lavori più r ecenti , più facilmente reperib ili , prevalentemrente italia ni , a carattere 1

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SEZIONE PRATICA

::;µecial111enle riassuntivo e monocrrafico sia ·1 o , ut1 e i1on tanto .al rioercatore e :allo stUldios·o c~1e l)OS ono ·fa·cilmente attingere ad altre fonti , qua nto ~ r~~l~ro, cui. per varie ragioni n on sono acce·ss1b1l1 i grandi trattati n1a ch e tuttaYia n el campo pratico, vogli on~ alla rgare, su un dat o argomento, il proprio orizzon:te c ultura le. ~ii sia co.n ~essa questa osservazione, ch e più cl1e lill a c1,t1ca vuol: essere una .prroposta. M.

MES S I Nf.

CENNl BIBLIOGRAFICI. (1) A.

c..\TTERIN.~.

L ' operaziori e di Bassini. Bolo-

logn.a, Licinio Ca.p pelli , 1932. L 'operazione di Bassini p er la c ura del! ' ernia i·11gu i11ale ch e è un vanto della cl1iru.r cri.ru ita lia na ha 01r1na i conquis tato si può dire't> il co11sen -o dei chirurgi di tutto il mondo civile e ,-ien e prati·cata in tutte le sale chi rur aicl1e ina. n~n si può diPe u g ualme11te ch e gli e~ecu­ tor1 iano semrp re fedeli all 'idea e alle ·diretti,·~ del Maestro. Troppo spes o, spec i.a lme·nte a ll e~ tero, ma p urtroppo an.ch e in Italia 111i è occorso di assi Lere ad o.p erazioni , ch e ve11i' 'ano etich.attate come di Bas ini ma ch e i1on solo nei partioolar'i ma ta1lvol La a~ che n el conce tto i·nforn1at0Pe si disco Lavano nettame11te d al l>roce , o oriaina le, col risultato di comp iere u11a 01;eraz ione imperfetta e di esiti tr~p­ po spesso mlal si curi. La m ·on ogra fia del Prof. Ca tl erina ch e fu acca.nto al Bas ini a1Jpu11Lo ne l }'e1iodo in cui l 'operazione ven·n e i·deata e a ll t1ata per la })rima volta, non è dunque, ~0111 e . p uò pensar i a prin1ia.1 vi la, superfl u.a, m~ e anz L da lodare p eirch è permetterà a tutti colla ua e.. po izion e preci a e collé nitide fi 0crure di far~i una idea chiara dei vari m on1enti del1'01)e1:azion e. . G ~o' erà p e:cialmente pe<r i chirurg i stran 1e,r L . t~nto p1ù ch e si sta già approntando l1Il ·e ~1z1on e ted'8sca e quanto prima ' rei ne sarà una in fran cese, e speriamo anch e in in 0ale e e in allre lingu e. Il testo poi è così chiaro e perspic uo n ell 'esposizione ·d el m etodo, cosi preciso i1ei particolari indisp·en sabili per l 'esatta ese•cuzion e dell 'intervento, che costitui sce no·n ·solo un a guida pr·eziosa ma ar ricchisce le con·o cenze e col mia molte laic u.n e anch e a chi ·crede di s.apeTne g ià .a st1ffic..-ienza 1'.>er la prat ic é~ continua cli si m ili operazioni . . un pregio singolare dell 'o·pera è costituito come 110 .già d·eLto , dalle illustrazioni a colori' . . ' nett1ss1m·e e chiare, dovute a un colleo-a al ~ , h 0 Ù ott. Ga1g er, eh.e h.a voo-.amente b en n1eritato la lod·e , esp:riessagli dall 'A. per il contributo ·d.a lui portato alla divulgazion e p iù pr ecisa e all 'intendime·n to della classi·ca operaziome in ogni pa·ese. R. ALESSANDRI . 1

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(1) Si prega d'inviare due copie d ei libri di cui 'Si desidera la recensione.

1959

BÉR~nn et P.

MALLE!

Qi"t·~11lnelle d e~ v~,i e.s

Gu :·, -. Explora.tion. f ori.-

biliaires et chiru.rgie.

Masson et C.1e, ed1teu1's, Pari

1932 .

L~ sem.eiotica d elle vie biliari si è arricchit~ d1 nuovi ~eto di di esplorazione, fra i qua-

11 01:10 entrati n ella pratica soprattutto il sor1d.agg10 duoden.ale ·e la colecistocrrafia e criu5 Lar11 en t e g l'I aut~r1. dico110 cl1e le iprov, ' e-o di Meltzer Lyon. e dt Graha1n ~1er it a.no di pren dere n ell esam e delle vesc.1cl1e.t te bili.ari la ·tessa in1.p o·r tanza che h a11110 il cl1imismo aatrico e la radiologia n ell 'esam e di un o ston~ac? . Gli ~A. in questo importante lavoro, r1fer1scon o. i ri ultati di sei an11i di studio durante i quali sisten1a tican1ente 11anno ricercat~ quali. potevano e sere le a1)plicazioni chirurg 1cl1e dt que to nuovo orientarr1ento d ella sem ~io ti ca biliare. Ha nno tudia to 105 malati n ei quali essi h ann.o segui to l 'an.al isi fi siolocrica delle s~n. dromi ·d·elle vie b iliari co.n tutti i n11etodi ch e offre la tecn ic.a sem eio tic.a modern.ai pri ~1a, subito do.p o e n1olto tenipo do·p o la op erazion e. Que · te va rie ricerch e "ono svolte e sottoposte ad un a evera critica ·u ccessivamente irJ ' ~rie l)arti. di c ui la pri1n.a tratta dell 'esploraz1one fun z1ona le delle vie biliari pri1n.a dell ' i11Ler ve.nto cl1irurg ico ; la eco111da ·dello studio funzion ale ùei coleci. to_to n1izzati; la terza dello e delle })atolocrie del colecistudio funzionale . o te c t~m 1znato; la q_uarta della fisiologi.a della c.o ~ec1 t?gas trosto~1a; la q uinla, iufin e, d ella f1s1ologi.a patologie.a delle malatti e cl1irurcrich e 5 d ella vescichetta bili.are e ·del coledoèo. Gli AA. tragg·ono dalle loro n un1erose osservazioni delle deduzio ni imtc r.no alle indicazioni dell a col•e cistec.tomia e de:lla co·l edocotomia ch e chianìano le operazioni 1iobili delle vie bili.ari, e delle coleci .. to ton1 ie e delle .ana ... ton10i vescicolar i, opeira:zioni con,servatr'ici ch e raJJpresenLamo UU1 cc ·pis-aller » al quale il chir11rcro no n ricorre cl1e d i n ecessità. Second·o ·Bér.ard ed il ·uo .collaboratore il ' "' onda:ggio duodenale di Einl1orn rappr ese11ta per il chirurgo, ch e vuole rag io11.are fi iologicam einte, u.n a sorgente estre111.a m ente ricca di prezio. i ilfl.. egnametnit i ia per quanto rj guarda la sua importanza r elat ivamente alle indie.azioni t erape uti c.h e e ne ha u:n.a g·ra1n1de n elle le ioni della ci ·tifellea, 11on n e .avrebbe una eguale n elle indrom i coledocich e1. Secondo .B ér.ard .a n ch e lai prov.a della .c.olecisto (J'rafi.a l1a 'UJD, g ra.n de valore clinico, ed essa sarebb e di una fedeltà a oluta n ei ca i semp1ici; ·n·ei casi compl e si for e i suoi r e._.ponsi non ~ ono altrettanto chiari . 1· p·o tu1n11i delle o·p eraz ioni sulle vie ])ili.ari ono. tati :S·eguiti ·e studi ati fisiologicarr1·ente dag·li AA. co:n1 g ra•n.de e attezza in n1·odo cl1 e i1 e l1anno po tuto d edurre delle conclusioni n1olto precise ·e di ~·rande in1portanz.a,. Queslo la,roro di Bérard e Mallet Guy potrà es er letto e con u ltato con g·r ande interesse 1

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1960

<< Jf,

POLICLINlCO »

e con grande vantaggio dal chiru.rgo che si o·ccuipia delle vie bili.a ri, sia ·dal punto di ,,ista teorico, sia di quello i•ratico. L. DoM1N1c1. ~uy

[ANNO XXXIX, NuM. 50)

A{CADEMIE, SOCIETÀ MEDICHE, CONfiRESSI XXXVIII Congresso della Società Italiana di Medicina Interna.

ALBO·T. Hépatites et cirrhoses. Masson et C.1e, éditeurs. Paris, 1931. Seduta antimc.r idiaria (~2 ott.) . • L ' A. con questo suo lavoro porta un noPresidenza: Prof. C. li'auGONI . t evole contribu.t o alla questione delle epaititi (Continuazione e fine; v. num. precedente) . -cro11i cl1e e deille cirrosi cl1e è an,c.ora aperta .e costituisce sempre argome nto di stu·dio e di Comunicazioni varie• .discu ssioni. L ' Albot ha studiato nu·m•e rosi P. STANGANELLI (Napoli). - La cura dell'iperten. framn1enti di fegra1to sia nell 'uorrto, raccolti sione essenziale con gli estralti di fegato. - L'O. }Jier lo .p iù con biopsie, sia I1·egli amimali .e sot- dopo essersi soffermato brevemente sul meccanitoposti all 'an.alisi istologica più fine . smo .fisiopatologioo· eli questa ·ipertensione, ·riferisce Inizia il lavoro -con un riassunto .critico sul- di aver curato cast del genere, nei quali era da le flogo·si degli org.ani paren chim.atosi a pro5cartar~ il fattore luetico, mediante una triplice t eposito d·elle qu:aili afferma che vi sono delle rapia: estratti pancreatici disinsulinizzati, estratti vere i·n fiamn1azioni epiteliali p·a r.e ncl1in1atose epatici , preparali genitalici. In tutti i casi l 'O. 11el fegato come in .altri piare:nchimi, perchè 'ha potuto notare un abbassamento pronto, no. tevole e duraturo della pressione, i1onchè un co·secondo l 'Albot g li epiteli in questi casi prespicuo miglioramento dei sintomi subiettivi. L 'O . . enterebbero non solo, ·delle l esioni d·egener.aritiene che i benefici notati debbono essere attritiv·e ma anche · fenom1ein i reattivi com.plessi. buili ad un 'influenza trofica sui tessuti vasali e Passa p oi a riferire i risultati ·delle sue os- ad u11 'azione neutralizzante sull 'adrenalina, espli·servazioni cliniche ei sperimentali e distingue cata dai suddetti p~eparati. tre classi di epatiti es en-z ialm ente differenti · otM Bu cco (Napoli). - Sulla efficacia di un'auto tutti i punti di 'rista: 1) Epatiti tossiinfettoenioterap·ia speciale nella tb é. polmonare. - L 'O. tive; 2) EpuLiti della sta1si biliare; 3) Epatiti del- riferisce di avere trattato numerosi casi di tbc. la sta i sanguign.a : ma .e gli tratta diffusamen- polmonare, con iniezioni endovenose di autosant e soltanto delle prim·e due delle ·q uali, con _g ue, modificato per azio11e chimica di aldeidi, e l'aiuto dell·e osservazioni :sperimeintali ch e g·li di aver ottenuto sempre buoni risultali. h.a1nno perm.e sso ·di stu·diare le fasi iniziali , .M. LANDOLFI (Napoli). - Fisiòpatogenesi del sed escrive il succedersi delle fasi e ricostrui ·ce gno <]ell 'estensione delle dita della mano del lato paralizzato (nuova sincinesiia) . - In alcuni casi t eoricamente la patog enesi e la morfogen esi di emiplegia, l 'O. ha osserv.ato l 'estens~one delle d·elle diver e vari età di epatiti. dita della mano del lato paralizzato, più o meno Relativam ente aJk e patiti della stasi biliare, in contrattura di flessione, quando s 'invita 1'inAlbot consiglia di ,ess«~·re molto prudenti : il fermo a fortemente estendere le dita della mano ·1>rocesso genera le d elle .colosta i ·C~bb edi ce al- del lato sano, chiusa a pugno, e stretta in una le s.teisse leggi negli ani•m1ali ·da laboratorio e mano dell 'osservatore, che cerca a tutti i costi di impedire il richiesto movime11to. Se si tratta nell ' uomo ; esso può esser.e isolato ovvero aso.ciato .a·l l 'in1fezione, e presentare, secondo i di isterismo le dita della mano paralizzate restano contratte, oppure tendono a flettersi sempr e casi , differenti .asp etti. più, mentre nell 'emiplegico organico, il più delle In quanto alle cirrosi, l' A. ritiene che le le- volte, le dita della mano a poco a poco si estensioni cell11lari sieno essenziali e primitiv·e, e dono, con grande sorpresa e soddisfazione delquelle del connettivo secondarie; la sclerosi, 1'infermo. Appartien e tale fenon1e110 non ai moc ioè, sarebbe di natura cic.ait riziale, e si instal- vimenti atetosici, più lenti, anche spontanei, valereibbe là 0 ·\ e hanno luogo le distru.zioni C·el- ri, di flessio·ne, estensio11e, adduzione, abduzio1ulari. La classificazione delle cirrosi sarebbe ne, ecc., non alle c. d . sincinesie d'imitazione Foix, ma l 'O. per darne adeguata spiegauna questione d'interesse secondario, perchè del zione preferisce la teoria di Stroelin (che riunisce il processo cirro·gemoj sarebbe sempre lo stes o le ipotesi di W estphal e Hitzig in una sola) asqualunque n e sia la causa e ne sarebbero dif- sociata a quella di Leonardo Bianchi. ferenti soltanto g li a.s p1etti ·e volutivi. V. LANDOLFr (Napoli). - La prova di Duke e la Certan1ente n on tutte le conclusion.i dell 'A. • di Grocco...Frug·o ni nelle malatti.e del I egato . si possono accettare se•n za discussion·e e fo,r se -prova Esiste una forma lieve, attenuata, d 'insuffiqualch e sua affermazionei, soprattutto r elativa- <'ienza epatica ed t1na forma grave. Quando le nM 1nente alle cirro . . i , può sembr.are un p oco tro11- lattie del fegato so,n o· associate a piccola insufpo a ssoluta . Ma le questioni ·da lui trattate so- ficienza .dell 'organo è presente solo la prova di Duke, mentre quando trattasi di grande insuf110 ain cora t anto discu sse che non si possono aver e al rig-uardo opinioni ·d·el tutto concordi. ficienza epatica, appare positiva anche la prova Il libro è di grf).nde interesse per i notevoli del laccio, ragione per cui, secondo l 'O. , la prova Grocco-Frugoni, impropriamente attribuita n con tributi cl1e porta a tali questio,n i el per gli di Rumpel-Leede o ad altri autori, così utile i~ tudi istologici ch·e vi sono rip·o-rtati , e riten- tutte le malattie emorragipare, è d'importanza d~ go cl1e debba esser e letto da tutti coloro c]1e primo ordine nella diagno·si e nella 'Pro.gnos1 si o·ccup·ano di ~p1atol0rg·i.a d el fegato , sia patoI~ delle epatopatie che si accompagnano ad 1nsuf · ficienza epatica. o-i, sia cli·11ici. L. DoMIN1cl( 1

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[ANNO XXXIX, · V.

:NUl\iI.

50]

SEZIONE

apoli). -

Un caso di colelitiasi e colecisli~e co.n ~rriis~ione di calcoli per via orale. - L O . .riferisce il caso di una giova11e donna l.ANDOLFI ( 1

affetta da circa 3 anni di colecis tite calcolosa n ell~ q':1al~ ogni .accesso di colelitiasi era seguit~ dall e1n1ss~one d1 calcoli per la bocca. Sembra ch e tale particolare non trovi· fino ad ora· riscontro nella letteratura in argomento.

..

yALLEBONA. (~enova) .

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Sulla dos e roentgenterap~ca so~ministrata in brevissimo tempo ad al.ta inte.nstla a ~ezzo dei potenti apparecchi di diagnostica. - L O., allo scopo di indagare sull 'importa11za della distribuzione cronologica della dose, argomento di cui gjà da tempo si è occu-

A.

pato, h a studiato gli effetti delle applicazioni roentgeniane somministra11do dosi notevoli in un brevi s im? tempo (da 20 a 2 secondi) . L'O ., senza voler ritenere una tale modalità di tecnica roentgenterapica s u·p eriore a quelle u sate 11ella pratica, diinostra ch e, a parità di dose, misurata con apparecchi ionimetrici di precisione una i?-te11sità fort.issima erogal~ in un tempo breviss111to determina una reazione biologica più intensa. G. PrGH:Bzzr (Roma). - Delermin,azi one del sesso a volt>nl à e costituzion e 01·ganica inefivid uale. -

PRATICA

1961

sa, se è più frequente nei ~irro tici epatici può ri scontrarsi .a nche in altre gravi affezioni' del feg.a~o , (neopla~ma, . ecc.), . per cui essa non è s.pec~f1ca d~lla cirrosi atrofica, ma è soltanto espression~ di una grave alterazione del parenchima epat1co; 2) ch e la reazione di ipogl icemia paradoss~ può ?vere valore prognostico di particolare g.raY1tà, po1chè .tutti gli infermi nei quali si è riscontrata sono dec~duti pochi giorni dopo la prova; 3) che, nonostante altri pareri avan zati possfl sempre sostenersi la ipòtesi che la dett~ re~z ione ~1~ dov1;1ta da u11a parte alla mancata glicogenolisi epatica so tto lo stimolo adrenalinico per e a~rim~nto del~e riserYe glicogenetich e deÌ fegato cirrotico, e d altra parte alla azione della iperinsuli.nemia dovuta alla stimolazione della ins~inoge11esi pancreatica per opera dell 'adrenal1na. 1

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. G. BossA (Napoli). - Nuove r icerc lie sul batterio/ago. -. . In pre~edent~ ricerch e l 'A. h a studia-

to _la qu, s t1o~e delle pro-p rielà a11 tige~e del batteriofago, arrivando alla conclu sione che esso dal punto di vista delle sue proprietà antio-en~ si comporta non come i comuni germi, d:a cbme 11n f~r1nento, o an ch e come si com1)ortano gli ultra-virus. Co!l l~ presenti rice~che l 'O. h a cercato di aggredire in un modo più diretto il problema della natura del batteriofago, ricercando· se a carico di esso fosse . dimostrabile un potere deidrogenativo . ~a per11pei1tato col batteriofago anti-Proteus X e col h~lteriofag? a~ti-Flexner adoperando, per svelare ~ processi deidrogenativi ; il m- dinitrobenzolo sec. Ja tecnica di Lipschultz. ~er rendere più sensibile la ricer ca 1'O. ha fatto le sue esperienze non sol o col comu11e filtrato batteriofagico, ma anche con filtrato concentrato Corte!llen te (a bassa temperatura e sotto pression~ .rid~lta), in modo da a~ere un batteriofago ass~ 1 attivo. Ha -anche agg1unto, in alcune esperienze, <11 filtrato b.atteriofagico una sospe11sione di germi omologhi precedentemente uccisi col calore. In tulte le sue esperie11ze, l 'O. ha avuto risultati negativi, cioè non è riuscito a mettere in evid~nza processi deidrogenativi a carico · ciel batteriofago. Analoghe ricerche l 'O. h a compiuto co·n l 'ultravirus clell 'afta epizootica, ed anche in 11uesto caso ha ottenl1 to risultati i1egativi. Pur dovendo lasciare impregiudicata Ja quistione della ~atura del batteriofago, l 'O. trova in queste su e ricer che un altro dato per ravvicinare il balteriofago alla categoria degli ultra-virt1s.

Gli elementi che concorrono all a realizzazione del fenomeno della determinazione del sesso possono riassu1nersi a dire: I. Condizione degli elementi ses ual i ; cioè maturità o giovinezza di essi . . II. Co titt1zione dei genitori, specie della femmina, che va portala alle condizioni costituzionali necessarie per ottener.e la fecondazione che dovrà dare il esso che si propone. ' Un ovulo maturo porta all a formazione di un maschio , specialmente quando si unisce ad un elemento maschile egualmente maturo, giacch è i11 tali condizioni g li eleme11ti sessuali hanno subito una riduzion e <lelle loro riserve nutritive; al contrario un ov).llo giovane, le cui riserve nutritive non hanno subito una notevole riduzìone-, avrà lendenza a dare una femmina , specie se la fecondazione avviene per mezzo di un elemento 1naschile a11ch'esso giovane. La determinazione del ·sesso si riallaccia alle funzioni generali della nutrizione, e per ottenere -a volontà l 'uno o l 'altro sesso, bisogna impiega~e prodoLlj e utilizzare condizioni tali, che portano a profonde modificazioni delle secrezioni interne e degli scainbi materiali, facilitando od ostacolando J 'accumulo delle riserve nutritive. · L 'esperienza sia sugli animali , sia sulla donna, h a confermato all 'O. tale ipotesi , e la teoria delG. BossA. (Napoli). - Ricerche anatonio-palolo1'influenza della nutrizione sul determinismo del gic lie sulla infezione primariaJ tub er co lmre tardiva sesso. negli adulti. - L 'O. riferisce delle ricer ch e comLe esperienze dell'O. inoltre dimostrano chiarapiute sul materiale anatomo-patologico raccolto mente i rapporti che esistono tra le secrezioni di durante gli anni 1930-1931 nel l aboratorio anat oalcune glandole endocrine, il metabolismo e la deter1ninazi-One rlel sesso, in questi rapporti so-_ mo-patologico del .Virchow Kran Kenhans di Berlino. }~gli h a passato in rivista 2390 autopsie tra le -no gli elementi nuovi portati nello studio delle quali h a rnccolto 13 casi <li complessi primari tardicause sulla determinazione del sesso. vi in adulti, il ch e corrisponde ad u11·a percentuale del 0,54?k>. (In un~altra statistica analoga fatta A. TARSITANO (Napoli). - Le ipoglicemie adreprecedenten1ente dal Ragnotti nello stesso Istitun aliniche. - L 'O. ricorda ch e per pri.m o n el 1930 to s~ era . trovat~ la percentuale del 0,9%). p otè osservare in alcuni infermi di cirrosi epaDi questi 13 casi, 6 erano a sede polmonare ~ tica, la comparsa di . ipoglicemia dopo iniezione 7 a sede jntes t inale; il e:h e significa una perce11sottocutanea di adrenalina, osservazione confertuale ·di ""46% complessi primari pulmonari contro mata successivam ente da vari altri AA. L 'O. o3% intestinali . Questa maggiore frequenza della riti ene: 1) ch e la reazione dii ipogl icemia parados-

e


1962

« lL POLICLI NI CO »

~ede

intestinale è i1nportante, perch è è molto maggiore di quanto si pot~va amm ettere in base alle ricerche d egli Autori precedenti. La frequenza ~aggiore di qu ~sta infezione primaria tardiva n ell 'adu~to, in rapporto all'età, si ha ver so i ·20-25 ann~; in un caso fu trovato perfi110 a 45 anni. · Nella maggioranza dei casi questo complesso primario ·fu un reperto accidentale di autopsia, esso era calc ificato (anato~icamente g u arito); era decorso clinicam en te silenzioso, e n on si trovavano altre lesioni tubercolar~ in altri organi. Il ch e denotava cioè ch e l 'organismo, anche colpito dall 'infezione prima ria in età adulta, aveva resistito al progredir~ della infezione stessa. In un piccolo numero di casi soltanto, oltre al focolaio primario er ano r iscontrabili processi di tuber colosi in altri or gani. F . CoNTI (Napoli). - Gli eslr alti di corteccia surr enale nel m. di Addison. ----... L 'O. ha p·o tuto sper i1nentare in 3 malati di m. di Addiso,n di m edia gravità e in uno con sindrome grave di insuff. surrenale acuta, gli effetti degli estrutti preparati secondo la t ecnica di Swingle e Pfiffner e può affermare ch e i risultati sono stati i avorevolissimi. Ha potuto infatti notare r~pida diminuz~one de~­ l 'astenia aumento della r es1stenza alla fatica, rapido at1:m~nto di peso, lenta ma progre.ssiva din:tinuzione della melanodermia e d ella pigmentazio11e d elle mucose ma sopratutto favorevolmente influenzate sono ' st ate la pressione arteriosa, il tasso glicemico , Jl 1netaboli smo basale. . I risultati in tali casi, si son o m antenuti anch e per due ' mesi dopo l a cessazion e della son1~i­ r1istrazione degli Estratti , e ciò star ebbe a confermare ch e bt1ona parte dell 'insufficienza surrenale è ùa attribuirsi alla dimi11uita funzione della corteccia. (Napoli). -

Su d i una p artico lare sindr orrie paratireopriva p ostop~rato ria. - . L 'O. FRANCAVIGLIA

riferisce il caso di una donna affetta da artrite d eformante in c ui l 'insu ccesso ·delle cure m edich e indusse Ì 'O.- a con sigliare la p arat iroidect omiu. Dopo l 'i11ter vento però l 'ammalata present? un~ serie di disturbi psichici, cardiaci e resprrator1 che l 'O. ritiene concorda.no con i risultati sperimé:ntali altrove segnalati, eseguiti m ediante la perfu sione del ct1ore e dei centri n ervosi con liquidi a diverso contenuto ionico. S. B.-\zzANO (l\1ilano). -

Nuov i co nt)·ibuli alla cura dle ll ' ulcera gastro-duo?e n.al e col benzoato ~i sodio introdotto per via en dovenosa. - La terapia

dell'ulcera peptica a m ezzo delle iniezio·ni en~ov:e11ose di ])enzoato di sodio continua a d are risultati uniformemente i11coraggianti. L 'O.. fino ad ora ne h a potuti trattare 70 casi, e può affermare ch. e. la. sua casistica enumer a a ttu almente 68 guarigion1. . . . . In questi casi l a guar igione accertata cl1n1camente e r adiolo,,.icamcnte è intervenuta dopo· un 0 periodo di cura variabile dalle 20 alle 30 i~iezio­ r1i col solo su ssidio d el ripòso e d i una alimenta~ione i1or1nale, unicamente privata d ell 'alcoo l, di cibi drogati, acidi o piccanti. Il benessere ch e i pazienti n e traggon o è già sensibile . d opo ~.e prime 10 iniezioni colla scompar sa dei dolori, della pirosi, men tre nelle feci scompare la presenza del ·sa11gue. Radiologicamente sì i1ota scompélrsa delle in1111agini di nicchia, d egli sp asmi e d elle contrat-

[ANNo XXXIX, i\ui\r. 501

ture, mentre app aiono in p nrecchi c:isi defori11 azioni cicatriziali o briglie aderenziali. L ·o. non può s ul m om ento affermare se trattasi di g11arigione reale o provvisoria, ma spera ch e 1:este11sion e del metodo t erape11tico gli per~ett a in se guito di essere 111e110 pruder1te. L. CANNAvò (P:ilermo). -

Nuove osservaziorii su ll e pancrealili croniche da 11lce ra p eptica. -

L 'O. riferisce c.ome g ià d a tempo avesse rile,:ato I 'esistenza di u11a sindrome pancreatica cronica ch e si pres_e:rita in inçlividui affetti da ulcera peptica, sopratutto di ulcera duode11ale. Le caratteristiche cliniche di questa particolar e forma mo·r bosa so110 date dalla lentezza e dalla progressività d el decorso per cui lentainente ina fatalmente gli inferm i divengono diabetici, pur continuando a soffrire dei disturbi propri del! 'ulcera. La forma è i11discutibilme11te progressiva; la prima ad esser e lesa è la secrezione pancreatica esterna; i:r;:t un periodo successivo appare a11che la sintomatologia diabetica che è quella ch e infine dolll:ina il quadro. Nelle forme co11clar11ate sono quindi evide11ti tre disturbi fondamentali : 1) l'ulcera, quasi sempre di vecch ia d at a; 2) la fenomenologia pancrea tica, n ei casi iniziali limitata alla secrezione esterna, nei casi conclan1ati, con disturbo più o meno · evidente ancl1e d ella secrezio11e intern a (sintomatologia aiabetica classica, coi caratteri di diabet e pan cr eatico puro); 3) la prese11za di una periviscerite cl1e i11rlica la via p e:r la quale il processo morboso d al duodeno o dal piloro è pervenuto a pancreas (periduode~nit e o peripjJorile, con stasi sopramesocolica del duodeno, mesocolite trasver sa). Dal punto di vist.a d ella terapia, utile si è m os trata nei casi d ell 'O. la t erapia insulinica unita ad una djetn appropriata all 'ulcera ; buoni servigi h a reso dcl pari la terapia combinat a inst1lin o-pep sinica e dietetica. A.

(Roma). -

Tub er colosi n-ziliarica del p eri toneo a sindr om e p seudo-colecistitica. P1ccINELLI

L' A. riporta l 'interessante osservazione clinica, confortata da co11trollo· operatorio e biopsichico, di una sindron1e addon1inale, c h e per l 'insieme dei d ati sem eiologici, anamnestici, subbiettivi, obbie ttivi fisici e funzionali, compresi j radiologici, orientava nettamente verso la diagnosi di ·c olecistite. Questa affezione appariva invece simulata da una tbc. miliarica generalizzata della sierosa, solo pii1 appariscente n el quadrante superiore destro. · Rileva la peculiarità · dell 'o.sservazione, ch e non appare identificahile con i comuni aspetti della thc. peritoneale dcscitti e sistematizzati ·nei comt1ni trattati . A Pr c crNELLI (Rom a). -

Eniianopsia onionima bilater ale a quadrant e e diagnosi di sede dei tumori ce r ebr(!Jli . L '.O. ricord ando ch e I 'esame

11 eui-ologico 5enza- I 'aiuto della radiologia e della oftalmologia, p·ermette di localizzare solo u11a p~c­ cola parte di tumori cerebrali, affer:n;a la preziosa importanza di un segno raro a rilevar~ Gom e l 'e. o. bilaterale a · quadrante, quasi' patognomo11ico, entro certi lilni1i, delle lesioni tu111orali del lob o t emporale. . Riferisce un caso dimostrativo di questa acquisizion e clinica g ià messa in g iu sto rilievo da J\ifeyer e Cushing, confermata d a De ~[arl el e da altri 11,o n nu1.n erosi l'1A.


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xx '\IX' . NUl\{.

Fort~1 1 coLA

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J.

50]

SEZIONE

PARISE (Napoli). -

sorbin1enlo del glucosio per via rettale. -

ull 'asGli .:\ A.

i11 precedenza in base a loro esperienze aveYano già potu lo affermare ch e per la somministraziot1e del glucosio, sia negli epatopazienti ch e nelle più SYariale sir1dromi, è da preferire la via rett~le perchè il glt1cosio, assorbito lentan1ente, non viene allora rapidan1e11te immesso in circolo e quindi l 'immagazzina1nento nel fegato, n on si Yerifica i11 modo brusco. Essendo state tali affern1azio11i co11tradelte da alcuni autori stranieri gli AA. hanno praticato· i11 sogge tti sani, in ma~ lati di affezioni varie ed in epatopazienti rettoclisi di solu zione fisiologica, <li soluzione gl'ucosata 5 per m illc, di peptone in acqua all a dose del 5 per mille, nonchè acqua distillata, studia11do il comporta1ncnto della curva glicemica prima, dura11te e dopo la introduzione di dette sostanze nel gra ~~ i?-teslin?·. E~si bann.o ottenuto valori glicem1c1 imn1od1f1cal1, e quindi conformanti che la iperglice1nia dei loro precedenti esperimenti era consc>guenza diretta ed esclusiva dell'a ssorbimento dcl glucosio 11el circolo venoso.

••• Esaurite le con1unicazioni inscrille all'Ordine del Giorno, il Presidente della Soc. Itali a11a di Medicina Interna, fece 1 ]levar e l 'ottimo esito <lel co11gresso sia per il 11u1nero degli intervenuti da tutte le parti d ll a]ia e sia per l 'import a11za degli argomenti trattati. Elogiando poi la magnilica organizzazio11e del l~ongre so, il se11. 1\f aragliano si congratt1lò vivamente col Pre iden te nel Comitato Org::tnizzalore prof. Frugoni e con i suoi collaboratori. 1

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..

A sede del pros imo Congresso è tala ~cella Pavia. I temi pos l1 all 'Ordjne del giorno sono: L ' Ure1nia. L e malattie de.Ile paratir oidi .

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T>olZI .

1((° Congresso NazionaJe di Nipiologia. (Pc rugia - Sau gem ini - Castiglione del Logo 20-23 sett embre 1932) .

Ii Congresso è stato inaugurato nel Salone dei Notari del Palazzo dei Pri_o ri in Perugia, alla presenza di molte notabililà italiane e straniere, fra cui S. E. Solmi, S. E. Gentile, Comby, Morquio, Eyzaguirre, Lereboullet, Moriquand, Nobécourt e~. S. E. SoLl\II, (;be rappresentava il Governo azionale, ha avuto parole di plauso p er il prof. Cacace, ch e Yede in questo Congresso coronata la su a ll1nga tecnica ed i su oi ardenti sforzi per l a prot ezione del lattante. Rileva l'interesse vitale ch e rives te l 'attuale Congresso per la Nazione, poichè esso riguarda la continuità, la sanità, la frequenza della popolazione, interesse di Stato che viene in· tegrato i1ell 'Opera Nazionale Maternità ed Infanzia. Il di corso inaugurale è stato tenuto dal gr. uff. avv. S. 11'ABBRI, sulle prosp~ttive assistenziali della prima irifanzia. Rileva la necessità del coordinamento de~ vari Istituti per la protezion e della inaternità ed infanzia, il che costituisce uno dei con1pili più delicati ed importanti dell 'Opera Nazionale Maternità ed Infanzia. Si occupa particolar-

PRATICA

1963

mente dell'assistenza al! 'infanzia abbandonata illustrando le lacune e contraddizioni dell 'att~ale legislazione ~ dimostra la provvida azione svolta clall 'Opera in rapporto all'assistenza degli illegitti1ni riconosciuti dalla madre. ~fa l 'assistenza va estesa a tutta l 'infanzia abbandonata senza . distinzione di stato civile e va accentrata nell 'Opera Nazi.onale Maternità ed Inf~nzia, come è disposto da un disegno di legge già approvato dal Consiglio dei Ministri. L 'Opera Nazionale Maternità ed Infanzia fa voti che si addivenga anche ad altre riforme fra cui la ri cerca della paternità. ' f'acciamo seguire brevi sunti delle relazioni che ri leniamo possono maggiormente interessare i no~ tr i lettori. 11 problema dell'ospedalizzazione dei lattanti.

Prof. ALLARIA (Torino). - Ad ovviare ai gravi ii1convenienti con:nessi col ricovero ospedaliero dei lattanti occorre risolvere il problema dell 'assistenza e del ricovero del lattante povero malato con u11a visione ampia del fi11e da r aggiungere e dei 1nezzi che occorrono. La funzione nosocomiale del! 'assistenza alla pri111a infanzia deve mirare a permettere il più pos~b~le, il governo (e l 'allattamento) m~terno; deve c1oc essere sopratutto ambulatoria, limitando la funzione di ricovero ai casi strettamente indispenabili per impossibilità di adeguato governo ~a­ te1110.

Qu esta va disti11ta in una parte profilattica (con~ ultorio periodico profilattico per lattanti sani, refet torio materpo, eventualmente sala di custodia diurna per lattanti di madre ch e lavora) e in un hJnhulatorio pediatrico per latlan ti malat i, il quale deYe esser e un poliambulatorio per la medicina ge11erale (con un reparto per i sifilitici congeniti) p er le malattie dell'orecchio, naso, gola, per le IlJ alattie oculari, per le. malattie della pelle, ecc. La funzione di ricovero dei lattanti va pur~ distj11ta jr;. una parte preventiva (ricovero dei lattanti sani rimasti privi della m adre; sezione per prematuri e deboli cor1ge11iti) e in una curativa (infermeria per lattanti malati ch e vanno separati da quelli dei bambini della seconda ~nfanzia e che comprendono le sale per i lattanti affetti da malattie contagiose acut•, le sale per i lattanti affetti da malattie contagiose cronich e, gli isola1nenti). Connessa con la funzione di ricovero del lattante è quella della continuazione dell 'allattamento materno (eventualmente con dormitorio per le n1adri annesso al reparto lattanti). La seconda parte del problema dell'ospedalizzazione dei lattanti riguarda la cos truzione del pedocomio ed è duplice : finanziaria per cui bisogna ricordare che le spese di allestimento e funzionan1ento sono -elevate e la costruzione del nosocomio stosso. I, 'O. espone poi minutam~nte i criteri che debbono g uidare la costruzio11e di un istituto per lattanti sani ed ammalati . Nella discussione, il prof. VALAGUSSA (Roma), h a esDn1inato jl problema del ra:jfreddamento degli an1 bienti negli istituti di ricov ero del lattante, ch e è importante quanto e più di quello del ri-


1964

cc IL

POLICLINICO »

scaldamento, specie considerando i pericoli del1'incameramento del calorico nel lattante descrivendo un sistema economico per Qttenere il raffreddarnento degli ambienti. 11 diaframmare le 'culle con paraventini di tela lavabili può essere sufficiente per difendere i lattonti dal diffondersi di malattie infettive nelle corsie dei lattanti. Occorre però che il personale assistente sia educato a comprendere ciò che sig11ifica il pericolo del contagio da letto a letto. È importante che la biancheria, che sta a cont atto della cute deJ lattante, venga sterilizzata dopo aver subito il bucato, giacchè il bucato chimico odierno non è sufficiente a sterilizzare la biancher~a, mentre le sostanze chimiche adoperate per lavare la biancheria rappresentano un elemento d'irritazione della cute, che si trova così espos ta alle infezioni da piogeni.

Sord ità congenita. Prof. BrLAN010Nr (Roma). - Dopo un accenno alla gravità della sindrome, l 'O. passa ad esamiuare le diverse forme che colpiscono il neonato d:-1 quelle ereditarie, come la lue, a quelle che si accompagnano, a m alformazioni a nativitate. Disting·ue tuttavi~ alcune forme che solo in sen so ris tretto sono congenite, in quanto accompagnano la nascita, cioè lesioni da forcipe o da altri interventi ostetrici. Quanto alle vere lesioni labirintich e, che sono a base del sordomutismo, analizza minuta~ente le varietà anatomo-patologiche, che possono raccogliersi in tipi be11 defir1iti. Chiude la relazione con delle osservazioni generali sulla imponenza del fenomeno morboso, ch e, p er la sua diffusione andrebbe indagato da una inchiesta pron1ossa dallo Stato. Il lattante nelle arti figurative. Prof. BAcLIONI (Roma). - L'O. compie una rapida corsa attraverso la scultura e la pittura di tt1tti i secoli, illl1strando a mezzo di proiezioni o}lrc quaranta rappresentazioni, il cui motivo dou1inante è l 'allatta111ento materno. Vengono splendidamente sottolineate le caratteristiche di questa nobilissima funzione, che ha sempre ispirato capolavori di scultura e di pittura attraverso tutte le civiltà. I piit grandi artisti che la storia ricordi hanno volentieri scelto l'allattamento co~e argornento dei loro tentativi, dei loro studi, dimostrando in tal modo che l'interesse per la donna allattante, oltre a rappresentare 11n fatto di gran d i~ valo·r e sentimentale legato alla maternità, rappresenta anche la cura e il desiderio dei popoli di avere figli sani, forti e rob11sti, così come la civiltà fascista vuole attraverso l'alto monito del Duce.

Igiene del sistema locomotore della prima infanzia. Fondamenti e albori della educazione fisica del bambino. Prof. PINCBERLE . (.Uologna_~ - N~lla su.i;i re!a.zjone, che correda di varie proiezioni, l 'O. pone anzitutto il postulato fondamentale che i primissimi tempi della vita non richiedono nè consentono ttna speciale educazione fisica, ma bensì soltanto una scrupolosissima igiene del suo sistema locomotol'e, che il nipiologo dovrà vigilare con la m assima atteni.ione.

[ANNO XXXIX, NuM. 50)

L 'O. precisa i c.ornpiti pratici del puericultore in quest e sue speciali rnansioni igienico-educative, nei seguenti punti capitali: Necessità imprescindibile della più esatta e precoce igiene del sistema locomotore fin dai primi momenti della vita. Libero giuoco, educazione ed allenamento, in particolare, dei muscoli estensori. Agevolazione del più corretto equilibrio fra agonisti ed antagonisti. Educazione ed allenamento per la stazione e la deambulazione, quando i meccanismi riflessi miotatici lo consentano. Prevenzione e correzione dei primi paramorfismi e dismorfismi. In caso, e solo verso il second.1 s.emestre, attenta e tecnicamente corretta ginna stica del lattante, sotto la guida dei fondamenti anatomo-fisiologici che sempre devono dettarne le precise finalità . •

1

L'obesità nel lattante. Prof. CozzoL1No (Bari). - L'O., illustrando 4 casi (2 di sesso maschile e 2 femminile) di piccole e m edie obesità in l attanti, un po' più comuni, e di uno dei quali si occupa diffusamente, rico·r da i pochi casi di obesif ù mostruosa o grande obesità esiste·nti nella letteratura, s'intrattiene sulla relativa questioi1e patogenetica ed esclude che il sesso femminile sia l 't1nicamente colpito, donde sorse la proposta del Penùc di denominare tale sindrome « matronismo precoce », accettando invece la designazione più recei1te di Alfredo Ferrannini, che parla di cc maturità precoce». A spiegare l 'obesità nei 4 casi dell 'O. si amm ette ch e in un determinato per~odo della esiste11za siasi stabilito un iperfunzionamento di. un co1nplesso endocrino, all'esordio cioè del complesso cortico-surrene-ipofisario, cui si sostituì gradualntente quello tiroido-epifiso-genitale. Da tale stn.d io si può giungere ad un ristabilimento del1'equiJibrio ormonico e quindi ad un ritorno allo sviluppo n ormale o magari subnormale, donde persino l 'eventuale p assaggio dalla pristina obesjtà alla inagrezza.

Le avitaminosi fruste nel lattante. Prof. FRONTALI fPadova). - L 'O. attribuisce im. portanza fondamentale per la comprensione delle avitaminosi fruste al concetto che il fabbisogno vitaminico sia quantitativo oltre che qualitativo. L'avitaminosi frusta pertanto sarebbe l'espressione di una privazione parziale, non totale, di un determinato fattore vitaminico. Le diete parzialmente carenzate rispetto a · un dato fattore vitami11ico non sono capaci di determinare l 'intiero qcadro clinico delle corrispondenti avitaminosi, bensì danno ll1ogo: ora ad uno stadio di lat enza prolungato, ora a manifestazioni monosintomatiche, ora a quadri clinici più o meno incompleti o frusti. ·A parità della dose di ciascuna vitamina quotidianamente ingerita, la reazione dei vari organisini è diversa non soltanto in rapporto col peso e con l'età ma anche in rapporto col valore calorico totale della razione, in rapporto con la capacità di assorbimento della mucosa intestinale (avita1ninosi per cause digestive), in rapporto con la costituzione (disposizion~ individuale, familiare,


[•.\.1 NO XXXIX,

Ul\I.

50]

SEZIONE PRATICA

di razza), in rapporto con infezioni intercorrenti, ecc. Quindi l 'O. passa a tratteggiare il quadro dello scorbuto frusto, fermandosi a considerare particolarmtlnte lo stato generale, l'anemia, i sintomi radiologici, i fenomeni emorragici e particolaTmenle - fra i segni più precoci e più facil1nente influenzabili m ediante la vitami11a e -- i sintomi capillari dall 10. stesso per il primo descritti. Passa in seguilo a delineare le caratteristicll.e della distrofia da carenza di vitamina A come forma fru sta della c}?,eratomalacta e coglie l 1occasione per ribadire la priorità delle sue ricerche rispetto a quelle tli Mellanby e Green e per chiarire il suo punto d~ vista nei riguardi della influenza anti-infetliva del fattore A. · Dopo aver messo i11 eYidenza come forme fruste cli avitaminosi B non siano rare nei lattan li ad ali1nentazione artificiale anche nei nostri climi, illu stra l 'influenza di questo fattore vitaminico sul ricambio 11on soltanto degli idrati di carbo11io, ma anche dei grassi e su p artic0lari alterazioni c11ta11ee del ban1bino , come è stato din'lostralo per la 11rima volta dall 'O. e da suoi collaboralori. Accenn a ln·evet11e11Le allo stadi.o di latenza ed Dlle forrt1e iniziali d el r achitismo. Per ciò che si riferisce alla diagnosi insiste sulla importanza di vari sinto1ni particolari ed in ger.lerale su quella del criterio ex juvantibus. Nei riguardi terapeutici accenna all 'importanza ed alle difficoltà che inco11tra in pratica la p osologia dei vettori di vita1nine, alle vie d 'introdu: zione dei 1neclesimi, all 'intolleranza verso alcuni di essi al! 'importanza dell 'equilibrio degli altri ingredi~nti alimentari fra loro e con i fattori vita1ninici. Da ultimo con sidera per la loro importanza cu rativa i fattori vitaminici. come m edi camenti specifici, che presuppongono una diagnosi esatt.a ~ precisi metodi di trattamento, ma sono capaci d1 dare risultati altrettanto brillanti come nella malaria ii chinino e nella lue il mercurio o gli ar senobenzoli. End(lcrinologia e nipiologia.

Prof. PENDE (Genova). - Lo studi? della situa: zione ormonica cara tteristica del primo anno di vita è an cora lutto da fare, e non v'è dubbio che n ella costituzione n euroendocrina speciale del lattante deve risiedere il complesso di fattori endogeni più importanti per la spiegazione di quella fa1niglia di sindromi diatesiche, che caratterizza la patologia della primissima infanzia. Secondo le sue ricerche, il primo an110 di vita presenta du~ periodi, che possiamo chiamar~ di crisi endocrine : cioè una prima crisi .ormonica postnatale, che s i prolunga fin .verso il sesto i:ne~e, ed u~.a . s~­ conda crisi ormonica, che com1nc1a con 1 in1z10 del seco·n do semestre di vita. La crisi ormonica pos tnatal e s'inizia verso la fine della prima settima11a ed è caratterizzata da una diminuzione di volume e di funzione della g 1Q\ndola tiroide e della glando~a s'!~re~ale., cosicch ù vengono a prevalere nell equ1l1br10 interorntonico il tiID:o, gli organi linfoidi e le isole pancreatiche.

1965

Si spiega irt tal modo, non solo la grande int e11sità del ricambio con grande prevalenza delJ 'a~sirnil azione ~ rrescita ponderale enorme relaLiYam ente all8 età successive, m a anche la iperfunzione di tutta 1a sfera del parasimpatico. el priID:o sem es tre e iste a11che una fisiologica ipoattività epatica, ir1 contrasto con l 'iperattività p ancreatica. In condizio1Li di temperamento morboso questa insufficienza epatica, è cap~ce di renclerci conto di quelle sindro·m i, che vanno comprese nella rubrica deJl 'artritismo infantile e della diatesi, essudativa: e cioè l 'obesità, pastosa -(iperti1nica) con manifes tazioni cutanee, e mucose essudati ve, i fenomeni di iperuricemia e di iperlipemia infantile, le le11denze alle contrazioni esagerate vagotonich e ed alle ipersecr ezioni esagerate del tubo gastrointestinale e delle vie resp~ratorie, la t~ndenza d]l 'asrr.la timico ed alla « mors thy111ica », agli choc ipogljcemici ed alle convulsioni ipoglicerniche, in cui è verosi1nile l'intervento di crisi iperinsulari. La seconda cri.->i ormonica d el primo anno d i vita consiste ~n un,a ripresa attiva della funzione cJella tiroide, <lella surre 11ale, delle paratiroidi, della pituitaria, mentre di111inuisce relativamente la ft111zionalità del sistema timoinsulare. Essa si accompagna ad una fi siologica iperattività del fegato. Questa crisi è in rapporto· con la prima spinta er1ergica di sviluppo della vita di relazione, essendo noto che il cervello, sopratutto la corteccia , si sviluppa rapidamente in questo periodo, e co1nincia lo sviluppo del ·sistema motore piramidaJe, dello scheletro e dei n1uscoli, del linguagglo, nonchè s'inizia la dentizione. I11 condizioni patolog-ich e o di tem1)eramento m orboso ipertiroideo od ipoinsulare, si YedonQ insorgere facilmente in questo secondo se1nestre sindromi di turbato ricambio dei carboidrati come fenomeni acidosici imputabili ad una esagerazione morbosa del fisiologico ipoinsuli11i n1o, ipertiroidism o ed iperepalis1110, oppure ~i vedono insorgere fenomeni di eccessivo catabolis1111) ed atrepsia con deficiente int en sità dei poteri assimilatori, od iperperistalsi i11testinale con inibita digestione ed assorbimento dei grassi, CQ&ì come avviene i1ell 'ipertiroidismo assoc iato ad ipochilia pancreal ica (ipertiroidismo ed ipopa~creatismo della prima i11fanzia). Nei casi, 111. cui prevale l 'insufficienza del timo associata a< l eccessiva funzio11e delle tiroidi e delle paratirojdi i può anche con statare, su questa base or111onica, l 'insorgen za facile di tati rachitici e spas1nofili. In tal modo l 'endocrinologia del primo anno di vilét illumina le più importa11ti sindro~i morbose proprie di quest 'età. Dal lato della costituzione ormonica 11oi clistinguiamo due tipi principali di temperame11to endocrino del lattante: l 'uno è il lattante iperti1nico-linfatico-ipoepaticoipotiroideo-iperinsulare, I 'altro è il tipo del lattante ipertiroideo-iperepatico -ipoi11s~lare. ·Nel prin:io si trova un orientamento vegetativo ~on forme più spesso brèvilinee, esuberante accrescimento . di massa corporea, ritardata evoluzione morfolog~ca; nel secondo si trova orientamento ipovegetat1vo, con forme più fpesso longilinee, deficiente sviluppo ponderale, p1 ecoce differenzia~ione. murlolog·ica. L'uno è I 'esagerazione .del~a s1t!-"1az1one, orrnonica del primo semestre d1 vita, 1 altro lesa-


1966 •

cc 1L

POLICLINJCO »

gerazio.n e d ella si Luazio11e or111011ica del secondo semestre. Sonq questi i dt1e s lessi tipi umani fondamen tali, che con le loro varianti endocrine dall 'O. segr1alate si inco·n treranno poi an ch e n elle et à su ccessive della vita.

Benessere e malessere psichico del lattante. Prof. G0Luoc1 (Napoli). - Il fattore emozionale è lo stato · fo·~darrtentale ch e r iasst1me quasi tutta la p$ichici tà del l attante senza precisa linea di de1narcazione con la vita vegetativa, di relazione, co11 la cenestesi. La vita so1nalica e p sichica si sist ematizzafl:O n ella forID:azione di abit udini. Gli istint~ di nut1izione, di con servazione, i bisog11i di libertà di 111ovime11ti , di adallamenti si svolgono col co11Lrollo riel piacere e d el dolore. L 'O. dimoslra co11 quanta utilità la pra tica del lalta~te si p ossa é•rriccl1ire di una se1neiotica p sicl1ica, la quale serve, ~i~ primq luogo a d elineare per Ja i1oz:malità o p er l ~ anomalie e patologie dello sviluppo, gl 'indice di vitalità, la potenzialjti1 dinamica, i.l valore fisico neurologico, p sichico. Si denunziano su tale sem eiotica una psicologia differ enziale de l lattante, ed il t ema d ella costitu zion e.

E. giusto ch e n elle indag·i11i sul lattante domini il concetto della esu beranza dei riflessi, in relazion e alla nutrizio11e ii1 eccesso, alla lnaggiore frequenza vascol are e r espiratoria, all 'iperat tività or1no11ica, ch e sig11ificano inagg'iori ossidazioni, calc1rie ed accresci111e11to di e11er g ie. Ma non si d evono esaurire ~n Lal e conce tto la esperienza e la pra Lica p oich è la f;em eiotica d eve r egistrare le fasi di apparente silen zio, le p au se, n ecessarie all 'intin1 a elaborazion e p er il completamento d ello sviluppo. L 'O. accenna ai fen on1eni di p sichicità d el latt an te n ei su oi di versi p eriodi e rileva che, in correlazione a tutlo il sapiente indirizzo dell 'odierna puericultura , ch e porge altre ttant~ norme p er l a vita p sichica, occorre integrarvi l 'anima del latt ante, con i11tendi1ner1ti di p sicologia applicata. Seg uono poi le al tre Relazioni. Prof. S1~-t:oN1N1 (~Iodena) . -

La biologia e l 'assislenza de l neonato e del lattant e negli· scrittori del M edio Evo.

Prof. Rossi (Porlici). -

l' edule modern e sul-

l ' igiene del Latte. 11 lattante irt rapporto ai su oni ed 1i.ll'arle niusicale.

Dott. MAZZINI :I1nola). -

Dot t. GEs1v1uNno (I1'irenze). -

La tutela del lat -

ta11le n ella rifor1 na rlei Codici.

Sono st ate fatte nu1nerose comunicazioni sui temi di relazione ed a11cl1e su altri argom enti. Alle r elazioni so110 seg uì le sere11e ed elevate disc ussioni ch e n e 11 a11110 n• eg·li o sviscerato il contenuto. Nel discor so di <.: 11iusur a, il prof. CAOACB, presj(lente del Co11gr esso , riespri111e la più viva grati Ludine a S. A. lt. la Pri11cipessa di Piemonte, a S. E. il Capo del Governo, a S. E. Solini, al ll. Co111missario dell 'O. N. M. I ., a tutte le Autori Là, alle Istitu zio11i e Società scientifich e italiane

[ANNO XXXIX, NuM. 50J

e stra11ier e, aclere11ti e r a11presenlale, alla Com111issione orclinatrice, ai r el atori ed ai co11gressisti Lt11 ti. Riassume Lutti i lavoti clel Con gr esso ponendone ii1 rilievo l 'itnportai1za dei i1uovi contribut i oJ la scie11za 11ipi0Jogica, e sopratutto quella della e n(locrinologia n ipiologica, di cui in questo Congresso si sono gilt::ite le basi, e l 'originalità d ei u uovi studi di ni.p iobiolog ia artistica d 'ig iene di p a tologia e cli storia del latta11te. P~ne in spe~ t ielle evide11za le genja}i proposte del R. Commissnrio d ell 'O. N. 1\1. I. Rileva l 'altrzz.a e l a serenità delle discu ssioni (r]l<:: quali oltre illustri pediatri h anno partecipato illusl ri cli11ici medici , fisiologi e p sicolog i, c.0111 e Nicola Pende, Silvestro Baglioni, Guglielmo Bilancioni, Cesare Col11cci. Ri volgC' un ferviclo saluto vibrante di gratituc1ine a tutti gli scien ziati stra11ieri 1 c h e h anno contribuito notevolmente al progresso d ella Nipiologia, e chiude il st10 elevato cliscor so con forte fede n el trionfo. definitivo d ell a scienza nipiologica. fil.

Società Medico-Chirut'gica Berga1nasca. Sed uta del 23 settembre 1932-X. P!esied e: prof. D 'ALESSANDRO, presidente. Pro·f.

F ECI. -

Rontegenterapia dei tumori p ol-

monari.

Prof. LusSANA. -

Resezio n e de l simpatico lo11i-

bar e.

Colectomia totale per dolicolon e stipsi abituale cronica. Prof. LussANA. -- L.O. Jopo aver ricordato cJle il substrato anatomico della stipsi cvonica abit u ale sono quasi sempre alterazioni congenite od acquisite de l g rosso i n testino (dolicocolon, m egacolon, brig·li.e da p ericolilte ch e strozzano od a11go:lano un segm ento· del colon) ed accennato alle gr avi alterazioni di tutta l 'economia organi ca ch e i11du ce la consegu e11le stercor emia ed alle indicazioni d el1'intervento chirurgico nei singoli casi, presenta un malat o operato di colectomia totale in un unico ten1po per dolicocolon totale con stipsi abituale croni ca , rlim agr am ento, cefalee, algie diffuse, a110ressia, intossicazio·n e gen erale, ecc . Il risultato a distanza di tre mesi è buono . Il paziente rifiorisce, mangia ed aumenta di p eso, ha b enessere, si scarica 3-4 volte nelle 24 ore.

Incontinenza essenziale di urina da spina bifida occulta. Laminectomia. Prof. I.,-ussA.NA. - L 'O. prese11la u11a oper ata d i 22 a., i11co11 Linente fin dalla n ascita, nella quale radiolog·icame11te er a st ata vista una spina bifid,a. L 'intervento consistè in una . laminecton1ia della vertebra soprastante e sottostante la sede d ella rachischisi e nell'asportazione di una forte lan1ina fibrosa Lesa fra due esigui monconi r esjdui dell 'arco osseo vertebrale della 1a. sacr ale, lami11a fibrosa che comprimeva il cellulare sottostante ed il cono menin go-radicocele. La p . fin dalle prime ore do,p o L'alto op er ativoT diventò continente e tale si mantiene. L 'O . richiama l 'attenzione su tale origine probabile di. 1nolti casi d 'inc ontine11za d 'urina giovanile che potrebbero beneficiar e d al tratta1n ento chirurgico . Il Segr etari o: Dott. CA~fPLANI . .;


(_.\...~~o

XX.XIX,

'ul\r. 50]

SEZIONE PRATICA

1967

APPUNTI PER IL MEDICO PRATICO. RILIEVI

SEMEIOTICI

La diagnosi i1·idea o iridoscopia applicata a due casi clinici. Dott. prof.

-

VITTORIO CARUCCI -

Spezia.

CAso I . - Il 28 agosto 1899 nasceva a Camerino u_n bambir10 inaschio, la cui madre aveva sofferto di. coliche epatich e. Il giorno successivo alla nascita, trovandomi presso la puerpera proposi l 'e· sa111e degli occhi de] neonato e così' feci • (Io, allora, in segn avo anatomia, ma ignor avo la scoperta del Péczely). Gli occhi erano celesti ossia l 'iride dell'occhio destro che esaminavo si' presentava celeste e co11 aspetto raggiato, rna non con un bel celesle chiaro , ma con un celcs le scuro, ch e oggi depon e contro uno stato di salute pe:felta. Mentre co11ten1plavo questa iride dell'occhio. ~es l:o, co~ n:-ia sorpresa, per un a sp eciale prec1p1taz1one d1 p1gmenlo, l 'iride da celeste diYer1ne color castagn o, ed in corrispondenza delle or~ .8 res tava un piccolo segn1ento col colore pri1111t1vo. Ecco come avve1111e il ca1nbiamento di colore. Da circa le ore 2, presso il bordo ciliare ossia d.al punto opposto alle ore , si parlì un 'on~ <.l ata d1 pigmento castagno, come se scaturisse da un rubinetto a due getti. Questa ondata interessava tutta la superficie compresa fra i due limiti ce11trale e periferico, e procedeva ver so i due lati i11 niodo perfettamente parallelo ed a ondate eguali, come se risentisse a distan za l 'i1npulso r itm ico del cuore. L'ondata procedè diretta verso le ore dove si arreslò, lasciando un piccolo spicchio a . for1na di con o, con l 'ap~ce tronca verso la pupilla, e d al colore primitivo dell'iride. Istantaneamente portai l 'attenzione su l'occhio sinistro. e questo , appena aperte le palpebre, si presentò castagno com e il destro, ma senza alcun a m acchia celeste. La macchia dell'occhio destro si è mantenuta b ene evidente per molto t empo, fino ch e 11on ha più interessato alcuno della famiglja, n on conoscendosi allora l 'indicazio11e preziosa ch e veniva data clall a macchia stessa. Il bambino fatto grande a 17 ar1ni andò volontario di guerra senza 'mai avvertire dis tur})i al fegalo. A cira 24 anni fui con lui a Roma. A1lora da qualch e unno mi occupavo di iridoscopia. Appena lo vidi, gli chiesi dell 'occhio e glie lo osservai . Gli occhi erano castagni, la macchia chiar a n ell 'iride destra non vi era più, ma in sua vece v'era una macchia n era ben circoscritta. La inacchia nera come un grosso punto, indicava allora male d i fegato di vecc hia data già passato: mentre la macchia chiara primitiva indicava m ale acuto e subacuto, indicava cioè ch e il bambino, n1e11tre era nelle viscere matern e, aveva contratto il m ale della madre, e ch e è nato mentre il m al di fegato, in lui, er a in corso. All'età di 32 anni circa, (due anni or son o), in-entre era a Tripoli ove h a residenza, in seguito a d~spiaceri avuti, si è sentito poco ben e ed h a chiamato il medico. Il dottore di famiglia esa111ir1atolo1 risr.ontrò ing r ossamento del f egat o.

bilir-e la precisione e l 'importanza de1La sco· })e rl~ dal Pé.czely? L 'osservazion e di questo caso ha im p'o rtanza anche per a ltri fatti ch e sarà h·ene trattar e, p e.r richiamare sUJ di essi l 'atteinzione .. Per es. la precipitazione di pigmento c~e s1 nota in questa iride destra, pochi is tanti do'p·o ch e l 'iride per 11ai prima volta è esposta alla luce so.l are, non autorizza ad amn1 ettere un.a azione diretta della luice su i pig menti ? Come poi spiegar e la precipitazione di abb ondante pigrnen.to da un sol pUJnto· dell 'irida, e, da qu esto punto, dilaga:re verso la parte opposta, come se fosse spin·ta da speciale impulso, e, come per inaa11to, arTestarsi a poca distan za delle o,r e 8, peir da r luogo ad 1U1D.a macchi.a , che indica un mondo ·di 1oose? Ben a oo·g ione Lilj equi:st , dopo di aver studiato g li occhi , ringraziava Iddio per le me raviglie osservate! 1

CAso II. - I>er dare un 'idea del come bisogna esser cauti n el giudicare del colore dell'iride e della presenza di n1acch ie, riferirò di un caso cliuico o servato nel J 927 nel R. Ospedale della Marina, alla Spezia. Il paziente era un carabi11iere di Cicagna (Genova) ricoverato. perch è malato ?i psoriasi volgare . Osservati gli occhi, presente il tenente colonnello medico Ferrari, con statai ch e le. d ue iridi present avano un bel colore gial lo ur1iforme, esteso all 'intera superficie, senza la pi\1 l)iccola traccia di aspetto raggiato , nè di depressioni in forma circolare. Ripetuto l'esame dopo tre giorni notai ch e le iridi presentavano 10 stesso aspetto, ~a che il giallo interessava l'angolo irido-corneale e risaliva per minimo tratto n ella superficie interna della corr1ea, tutto all 'intorno. Questo fatto appena per cepibile, mi fece pensare che il giallo n on rappresentasse il vero colore giallo dell 'iride, ma di un essudato el aborato dagli elem enti anatomici sottostanti, e diffuso alla intera superficie fin a toccare la cornea. ~erciò ritenni opportuno sospend ere le osserYazioni ed aspettare ch e la p soriasi migliorasse. Dopo dieci g·iorni la psoriasi era in gr an parte scon1parsa. Osservati gli occhi const atai qua e là nelle due iridi delle macchie legger1nente azzurre, non tutte egu ali e non più di tre. Paragon ando lo strato· giallo ad un velluto, sembrava che questo in ql1alch e punto fosse stato corroso dalle tar1ne Mentre di fatto, con le migliorate co11dizioni gen erali del paziente, il tessuto irideo sottostante, aveva iniziato in vari punti ! 'assorbimento de11 ·essudato, d 'ond.e la comparsa del ver o colore dell 'iride, ossia il colore azzurro pro,p rio delle i-ridi e non dovuto a macchie.

RIASSUNTO.

1

Si può c·on m1a.g gio.r fortUJDa e costan za seguire un caso· clinico così interessante per sta<

Il primo caso clin ico miette in eJVidenza l 'ii11·portanza e l '·e attezza dell 'iridoscopia, che 1)1~ati ca ta n ei neon,a ti , può TileViaire fatti ere-


1968

<< lL P OLICLINI CO

ditari , se ve n e on o , e su.g·gerire i m ezzi a da tti a gara11tire lo svil·up po df i b ambini. Il see-011do caso insegna ch e l 'iride, ,c.om e la cu te, p uò r icoprirsi ,di un essudato, e tpiresentare un color e tot ale o par ziale, che tilo n è il proprio. Ciò va ten.u to presen te , p er g iudicare de l colore irideo e ·d·elle p ossibili m acchie. 1

1

CASISTICA. Rapporti fra piorrea alveolare ed uricemia.

)>

(A NNO

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1

fil. Le infezioni orinarie di origine dentaria. Si t ende og gi a riteiner e ch e le infezioni urin arie p ro·v engano d.alla via sanguign.a. 1F ra le varie p orte d '.ootr ata d ei germi infettanti , non si de ve ·dim ,enticare la b o.cca. G . Gayet (I Jy on m édical, 20 m a r zo 1932) ri1porta due osservazioni d el gen ere . Una d onna di 21 anni, che aveva avuto febbre, senza .p ollachiuria nè minzio1ne d oloro a , aveva urine t orbide dal lato. d estro, sen za riten zio·n e pielica e sen za germi al1'esa.m e ed a ll 'ino.culazione. L 'estirpazione di un dente, con ·periostite alveolo-demtaria, por1

NUl\I.

501

Lò la g u.a r igione. Uin 'a ltra d·onna di 2&' anni, c o1n pielonefrite a streptococchi ei stafilococchi, g ua rì dopo un'instillazione di nitrato d'argento n el bacin·e tto destro· ·e 1'estirpazion·ei di un dente n1a l.ato . Quando la causa di urn 'inf.eziom e uri n.a ria n on a ppar~e b en chiara, è n €1cessario fave un esa111e a ccura to della bocca e d ei denti. Se la d en tatura è in·su·fficiente p·er assic urare una b·uona m asticazi ane, si d eve a n ch e pensar.e alla azione n efasta 1ch e un cattivo stato digestivo }JIUÒ .a.v er e sull 'appara to t1rinario. Se si risconLra una vera sup p urazione, occorre eliminare tal·e focola io, d 'infezion e. fil. 1

1

' ' · Campatelli (La Stomatologia, g iug no 1932) ha tro,v ato 1ch e le manifestazioni di piorrea alveola r e ch e si .ri scontrano in in.dividui affetti da gotta o d a uricemia insorgo·n o fra il 35° ed il 45° anno . La m :aggior e per centuiale si t r ova fra quelle fo·r me ch e si oss·ervano in individui affetti ·d.a gotta er editaria . No.n appena in.co·m in cian o i fatti pio1r.r oici, 1a qt1,antità di .acido urico '·- s ia n ell e urine c he n el san g u.e incomincia a diminuire e si abbassa fin o al no·r male. Anch e g li iaittacchi g ottosi e le localizzazion·i org aniche o·d articolari di a,cido urico va nno sen sibilmente e gradatamente diminuendo . L 'a rticolazio.n e alveolo-d entaria servirebbe pe.r tal mo·do come un emunto rio per l'o·r ganism o , isicchè attraver so di essa si a vrebbe una maggio·r e elimrinazione di a cido :wrico, il quale non verre'bbe quindi ad a ccumularsi n ell'org anismo . È quindi con sig liabile di n on interve·n ire troppo presto n e·l la icura di t ali for m e piorroich e , m a soltanto con cuJ'e adeguate, locali e g en erali , te·n .e ndo a p osto il p iù p ossibil e i denti. L ' es trazion e precoce sospende l 'elimin.a zione dell 'a cido uri co attraver so· la via alve olare. Le fo·r n1e piorroiche di · orig ine uri cemia~ si distinguer ebber o dall e a ltre p er ch è n elle fasi più a cuie da nn·o un.a m .a rcata ·d olen zia e p er il fatto di fornire un :pu s m eno d en so. Con un 'ada tta cura dietetic a e m edicamentosa , la piorT€a p·u ò an che arrestarsi, lasciand o integri certi g ruppi di d enti. Questo arresto, p erò, è ge·n eralm1er1te ·di breve durata .

XXXIX,

1

Corpi estranei nel seno mascellare. A. La&kiew i cz (Il Valsalva, a prile 193 2), n el rip ortare 5 0 sservazio·n i p er sona li ·d i corpi estra1n.:ei n el sen o m .ascella r e rileva che essi sono la causa di flogosi p urulen t e 1CII"onichei d·ei seni stessi , l e quali si m .a nifestano preco cem ente., q uasi s ubito d op o la p en etrazion e. P ertanto, ogni volta ch e I.a secr ezione pr·o veniente dia1u111 se1I10 m a ntenutasi per lungo tempo muco-p urule nta, :diventi nettamente purulenta, è buon criterio sospetta·r e la presenza di un corpo estra ne o de l sen o ch e .d etemina l 'infia mmazion e • or on11ca . Fr.a i simto m i più ·Comuni e probativi , è da ·m e n zionar e la proba bile ostruiz ione d ell Ostiiim maixillare, rive lata soprattutto dalla impossibilità di p ra ticarn e la lavatura· per la via na tur.ale. · I coupi estrarn ei che si riscontrano sono : pezzi di d 1r en.aggi di g omm1a , tamponi di garza, ba tuffoli di ovatta, fra mmooti di oggetti (tra pani da dentisti, stuzzicadoot i), fra mmenti di r a dici ·di ·d·e·n ti , no·n ch è parassiti animali e vegeta1li. Nei casi dell 'A. si tra ttava di fra mmen ti di pallot tole ·di gu erra, di palline ·d.a 1cacci a, <li 1llil 1perno di protesi d entaria rotto e cadutovi per una fist ola alveolare. fil . 1

1

1 ,

1

. TERAPIA.

Cura della tossicosi alimentare. Il quadro· 1clinico d ella tossico si alim-entare d·cii bambini è caratteri zzato da diarrea e vom ·ito con. con segu ente ·disidratazione e a cidÒsi. La pia tog enesi è ·d iscu.ssa; p1er alcuni è di natura b a.t tefli ca, per altri puram.ein te tossica. Do,dd e i suoi collaboratori hann.o trovato un aumento d ella g uianidina n el siero· di sangue d ei b ambini •cori tossicosi alimentare e hanno avuto buoni risultati terapeutici coll'uso d el cal'cio. La cura d eive aver e di mira il riposo d el tr.atto g,a strbintestinale e la reidratazione d el1

1 ' 01~gani smo.

S. K.arelitz e Bela Scbick (Th e Joiim. oif tlie A m eric Medie. Asso1c1., 10 lug lio· 1932) segu on o qu esto m etodo: fleboclisi di 100-250 cc. di·


[Al\"NO XX~IX, NUl\L

50J

SEZION E PRATICA

s?luzi?ne di. d estrosio a l 5 % in solu·ziooe fi&10.log1ca ·d~ intro?ursi rapidan1e•n te (in 15 -20'), poi tra.s.fus1one ~1 75-150 cc. di sa11g·ue clitratato, p1u adren~l~r1a e caffeina sempre p er via en~oven·os~. D1g 1uno assoluto p«~~ 12 o·r e in cui . d solo s1 hagna·n o la bocca e il fa rin 5O'e ,· poi s1 a .acqua per bocca. ·se c'è vomito si aumenta . 1 ~ ~uanti~à ·di liquido intro·dotto1 per flebo cl1s1 (s1 lascia la oa:nnUJla da fleboclisi in sito dopo la pri1na introduzionie rapida ed abbo11'dante e per 24 ore si continua la somministrazione a goooe in modo da introdurre 5- 10 gocce al l '). Il latte si oomincia a dare solo ~opo 36 ore, continuain·do sempre la fleboclisi f1no a .~ comparsa completa. dei sintomi tossitc i. Furono curati co ì 53 banlbiini. La capacità del sangue di a ssorb·i re dio·ssido di carbonio .. egue a mi.crlioran1ento ùel bambino . Nel 25 % d ei ca i e' è azotemia alt.a. La prot ein em ia è stata trovata alta ·n·ei p01chi casi in cui fu ceroa ta. C'è cloruremia a lta, ch e migliora colla fleboclisi ·di solu.z. fisiologica. La mortalità è ' tata d el 12 %; la media di dun·ata d ella malattia è stata ·di 3 g iorni dall ' inizio della cura. R. LusEN,,. 1

Cure di dimagramento negli individui con cnore ano. L. Roemiheld (Fortschritte d. Tlier., 1932, n. 9) .oon~jgl~a l~ dj c ~.<.l Jutlea :Jsso lul a r>er de t.e ~11na t1 g 1orn1 da intercalarsi con quelli a reg1~e norma le. In tali g iorni il pazieir1te rimane in letto ; la se ra prima, pir ende soltanto 250 ernie . di la tte ed il giorno dopo , 500 em e . in tutto, divisi in 2-3 •p o·r zioni, eventualm ente con piccola .ago-iu11ta di ca ffè. J/ipo11u trizion e il riposo in letto iei la scarsezza ·del latte in sa]~ aumentano la diures i, p er c ui si hanno notevoli p er·dite di peso dovute alla deacquificazione d ell ' organismo. Le eventuali 1cefalee da fam e si combattono con d el pira·m id·one e cori la somministr.azione di arancie. fil.

IGIENE. Jletodi per il riconoscimento della putrefazione in· cipiente delle carni. G. 'B rotz·u (Bull. se. m ed. Bologna e Diagri.oS'tica e tecnica di laboratorio, lUig·lio· 1932) ha fatto ur10 studio comparativo sui m e todi .p er il ri•conoscimento1 ·dellla p1utrefiaziom1e inci!p1iente d elle carni .alimentari fresch e e congelate. Si d eb·bono scartare i procedimenti b·a sati ulla riduzione dei nitrati, d·e1 blu di m etilene e d el consumo di ossigeno, p er chè datnno risultati irregolari e discordanti. Invece, oorrispon·de b ene la determinazione d etgli aminoaicidi secondo Enriguez-Gialdbak o di Van Slyke. Delle qua:ntità di 300-350 m,g. di azoto su 100 g·r~a,mrm.i di carne seccata a 70°, al terzo stadio d ella titolazione secon do Sorensen ·e 550 n1g.

1969

d ei .:J stadii d ebbon o essere rilen uLe indice di putrefazione incipiente. L' A. conferma la bontà del metod·o basato u lla detern1inazione del pH, eseguito di preferenza sull 'estratto .a caldo, m etodo ·di facil·e e rapida esecuzione. La diminuzione del pH seg '?e ·regolarmente l 'aumento degli aminoacidi ei quando esso giu:nge· oltre 6,3, si può. rite1n ere ch e I.ai carne si trova in stato · di incip1iente putrefazione. L'aumento degli aminoacidi e la diminuzione del ipH sono I '.espressione d ell 'azione dci gerrn i .aero_?i ed .anaerobi, il cui numero potrebbe anclia ·s ervire com -e indice d.ello· stato · di P.utrefazione, se non si prestasse male a d una r1ceD~ a rapida , richiedendo diversi g iorni per fil . lo sv1lu·p po delle colo.nie. 1

POSTA DEGLI ABBONA1·1. .')pecializzazion.e in dermosifilopatia. -

All ' ab-

bonaìtO n. 1764: In. tu.t te le ~niversità maggiori si sv·~lgono corsi d1 perfezionamento in n .einm!Osifilopatia per poter ottenere il tito·l o di specialista, a condizione che vi sia un dato numero ·di iscritti . In generale i 1cor si sono b·i ennali ·secondo i programmi fissati dalle singole 1F acoltà. L 'abbonato può riv·olgersi alle Segreterie Universitarie o alle Direzioni delle Clinich e Dermosifilopatich e.i per avere programrni e cl1iarim enti. M. Al dott. G. G. da T. - Abb. N. 8235 : Il conteggio degli spe.rmiatozoi si pratica con metodi ;simili a quelli del conteggio dei g lobuli sanguigni. La q uan lità per rnrnc . varia d.a 60.000 (Lode) a 66.900 (Landois) a 50.000400.000 (Amantea). La quaD:tità ·d i sperma per ogni ejaculaz1nne si calcola: di 3-7 eme. (limiti da em e.. 0,5 a 13). 111 ogni ejaculazione posso110 perta·nio aversi 50-700 milioni di sper rniatozoi, che in qualche caso possono raggiu1n gere i ·due mili.ardi. Il numero aumenter ebbe con l'eccitazione sessuale. Chi ha studiato da noi ampiamente la questione è stato il prof. L. Amantea, attualmente direttor.e d el1'I stituto di Chimica fisiologi ca della R. Università di Roma. fil. Al d ott. P. R . da S.: Co,me rim edi an,tiflogi:;tici, vi sono in comr in-ercio diverse specialità (Antipl1Jogistine, Caloplast, Antiphlogistikum) che consistono essnnzia lmlent6 in caolino ei glir,eri.rla (con e'le11tuale .aggiunta di jodio, salicilati, ecc. ). L 'azione terapeutica è da attribuirsi soprattutto alla pr o·p rietà d el caolino di mantenietre a lungo il calore umido (irunche per or.e), sicch è sostj1


1970

te JL POLICLINICC »

tuiscono viaiiltaggio·s arr1e11te i co111 t111i catap lasmi che si raffreddano rapida111ente. Essi' h anno, pertanto, m.IQlte indicazioni (traumi, miositi, foruncoli, artriti , ecc.). A. S. Al dott . D . N., Chiavari : 1

Non r isulta 1che il libro Ase.nzion Spirvtual di A. Angestrilo sia in vendita in I tali.a. Può farlo r ichiedere all 'editore a mezzo di un buon libraio. Il ·p rezzo in lire italiallle è pari al corso della peseta, .p iù le spese di po·s ta. Da.

VARIA _ La teoria delle

i~adiazioni

mitogenetiche.

È ormai anti·ca la supposizione ch e la divi-

sion·e nucleare e cellulare può essere influenzata da varii fattori sia interni che esterni. Mentre ciò è vero per quanto riguarda la tem·p eratura, in quanto l 'aumento di es~a _accele: ra la mitosi cellulare e so·n o w nosciuti molti mezzi ch e possono servire ai ritardarla o ad impedirla, a.p pare ·difficile a~metter~ cb;e, eccett~ti alcuni speciali tessuti, la ma.tosi p~s: sa essere acceletrata da composti b en def1n1t1 e da a ltri mezzi che n001 sia il calore. E ciò è partico larmen.te vero, ~ondo G. Taylor e E . N. Ha rvey· (The Biol. Bu.ll. , dicembre 1931) per i Taggi mito-gemetici di Gurwitsc~ (1923) raggi prodotti da cellule. o .da estratti di .cellule ch e :sarebbero capaci di pro·vocare la divisione in ail tre cellule. Gli AA., ch e hanno voluto co,ntrollare le esperienze del Gurwitsch e dei ·suoi sostenitori, c on.e ludono ch e alle radici di cipolla usate dal G. come deitectors ·d ei raggi mitogenffii~i, , no?- può essere riconosciuta questa .proprieta, in quanto anche le ra·di1c.i normali, non esposte ad alcuna :sorgoo;t e di ·r a·diazione mitogenet~ca;, .se divise in du·e metà, possono mostrare in ciascuna di esse una variazione nel .numero delle cellule in m~tosi eh.e può raggiungere il 50 'Yo. Cadrebbe così l'esperimento del G. il qua le notava n ella metà della cipollai esposta ai raggi mitoaeneti,ci un aumento della mitosi del1'80 %. -oAnche I' esposizion·e di una lastra fotografica davanti a radici di cipoll~ e a ?Ulture di lievito non diede alcuna immagme. Gli AA. con cludono col neiga·re l'esistenza di ra diazioni mitogenetiche prodotte dal lievito o lalle radici di cipolla sotto forn1a di raggi ultravioletti. G. LA CAVA. 1

'Y·

1

1

I raggi infrarossi ad onda lunga. P. B. Aquino (La Semana M~dic~, 15 .. .set: tembre 1932) riferisce su 1O casi d1 affezio n1 diverse (otite acuta , .idrartr·o si r~umatica, to:cicollo reumatico, otorrea cronica, pl~ro~1nia, cistitei con disuria, .colite :icuta , ~11nov1t~ traumaiti1ca, lombaggine) curati . con i r~g1 infrarossi ad onda lunga prodotti n el Neo1rra1

( ANNO

XXXIX,

,\t;~f.

50]

diatore del radiologo W. Muller. In tutti i ca si è stata i1i.an ifesta i ·.azione a nalgesica e ,ainliflo g is tica, talora sorprendentemente rapida. La· fa cili Là ·di trasporto dell 'apparecçhio e la semplicit à ,d el m.an eggio sono .altri elementi ch e con~ig·liano questo n1etodo. C. ToscANo. 1

Ricercl1e sperimentali sul potere radiante del sangue nell'ergosterismo. Lesio.11i istologich e prodotte dall 'ergosterisn10 (in L·o·ssicazio·n e da er gosterina) m esse in evidei1za per primlo da Hopkins si rinvengono in quasi tutti i tessuti ed org.ani, eccetto il sistema nervo,so·, e posso.n o andare dal semiplice rigonfi.a mento torbido con vacuolizzazio:1e d e.i nucleo, .a lJ a d egen erazione grassa, alla i1ecrosi, a ll.a calcificazione. Anche il ric.a111bio colesterinico d el C.a e Ph viene prof on cl.arr1 en'te .alterato . Fra tutti i tessuti, i più sensibili all 'azion e tossica dell 'ergosterin:a. sono le par eti delle arteri e e delle V·etne, ta11toch è Capocacchia parla di cc senilità precoce » d.a ergosterismo. A. Casati (Radiobiologic:a, 21 aprile 1932), i)artendo da tali risultati sperimentali h.a. studiato il comportamento del poterei ra·d1ante del sangue d ella rana ergoste;rinizza ta con l 'e1r1oradimetro di Protti ed ha trovato, ol tre un.a n etta confemnJa sul! 'azione lesiva specie sul feO'ato e sull ' inte~tin o di questa sostan za, u1t.a t~tale scoro>parsa d ol potere radia.n te del sa11 o-u e neille rane ergosterinizza te. . C~ntemporaneamente a questi risultati ha trova lo ch e1 anch e il sangu e ·d i ratti e di coniO'li ercrost erinizzaLi ha u1n po tere radi1ante dio :::> m i11uito, o scomp·a rso. La diminuzione del potere radiante del sang u e è stata notata n ei vecchi , negli animai~ affamati od asfitti ci ed in vari stati morbosi o-ravi: in tutti quegli stati cioè ch e si accom;kgn1ano a cattive condizioni generali. Per questo, e per ora, il C.a sati afferma .che la scomparsa del 1p otere r~dia·nte ~el sangue n eo·li anim~li potrebbe venire considerata com~ espressione delle gravi condizioni generali cleill 'organismo , comunque ;p rodotte od av,re11ute. LIVERANI. 1

1

Medicina umoristica. Quale differenza passa tra il medico e l'avvocato· P Il inedico prima spoglia il cliente e poi lo ascolta. L 'avvocato prima ascolta il cliente e poi lo spoglia. (Da « Lo Spunto», 1° n ov. 1932).

••• Il inedico ad un 'UO cliente povero : « Co111e sta in quest a casa P ». cc Come n el paradiso t errestre ... ». « Cioè P » . « Non ho di ch e coprirmi, e posso essere scacciato ogni momento ... ».


[ANNO

XXXIX,

NUl\1:.

50]

SEZIONE PRATICA

197T

POLITICA SANITARIA E GIURISPRUDENZA.<*). Risposte a quesiti per questioni di massima. 88° Dottor P. L. - La registrazione deve risultare dalla ~ tichetta . Oc.correndo, può assicurarse11e rivolge ndosi o alla Prefettura, o al ~1Iinistero dell 'I11ter110 (Direzione generale della Sanità). 9° Dottor "1,. C. D . V . - Il primo quesito, si riferì ce ad una questione, tuttora forse non risoluta e 1nolto delicata. Ne h o trattato più volte 11el cc Policli11ico » e n~lla Rivista « Diritto pubblico sanitario >>. Io ritengo che la denunzia debba rima11ere egreta e il inedico provinciale non possa fare rapporto al fine di un procedimento penale, al quale sarebbe esposta la persona assistita dal medico che fece Ja denunzia amministrativa. Nel ·caso di lesione, con o senza pericolo di morte il n1edico curante deve fare referto. Non è tenuto ad accertare e a riferire se la lesione fu cagio11ala in ri§sa : egli espone ciò ch e a lui risulta da con statazioni obbiettive in rapporto alla lesione. Può fare osservazioni cliniche, utili alla conoscenza della cau sa e, qualora vi sia dÙbbio di un 'autoleione, può indicarlo o motivarlo. Il medico non <leYe fare indagini ch e sono riservate alla polizia giucliziaria ma deve riferire ciò ch e a lui risulta co rne sanitario in base alle constatazioni obbiettive. ·e1 caso di falsa denunzia, si può agire per calu11nia o, in via civile, per risarcimento di danni. . ella prima ipotesi deve risultare il dolo, cioè l a con apevolezza della innocenza e la volontà di denunciare all 'autorità giudiziaria un fatto insussistente. Nella seconda, si risponde per fatto illecito, che può derivare anche da colpa. 90° Dottor R. M. - La R. l\I. è dovuta in rapporti allo stipendio effettivo , cioè detratta la riduzio11e del 12 %, la quale modifica il corrispettivo normale.

dicinali senza l 'autorizzazione del Ministero dell 'In-. ' tern o. L 'art. 15 del citalo rego1amenlo 3 ID:arzo 1927 di$po11e ch e l 'etich etta interna ed estern a della specialità meòicinale deve contenere il numero di registrazione della specialità, da parte del Ministero dell 'Interno. Quindi è facile accertare se la specialità è registrata e, ~onseguentemente , se I 'istituto produttore è autorizzato . E possibile la vendita all 'i11grosso di specialità. prodotte da altro istituto. Ma deve risultare il no1ne del produttore. Non è ammissibile ch e una ditta venda come proprie specialità prodotte da al-· tro istituto: è necessario che la officin a produttricesia autorizzata e la specialità sia registrata al nome del produttore effettivo. Qualora siano messi in ve11dita merlicinali jmpuri, il fatto può esser e de11unziato da chiunque, trattandosi di un reato. La p artecipazione ad una Commissione di esami no11 è generalmente prestazione normale dell 'ufficiale sanitario o, del veteri11ario, salvo ch e diversanl:ente sia disposto dal regolamento locale, il quale potrebbe farne obbligo. ~la se non c'è una disposizio11e speciale, si deve rite11ere che l 'ufficiale sanitario e il veterinario prestino opera fuori del dovere normale e. quindi abbiano diritto come tutti gli altri Commissari alla retribu zione cl1e all a Commissione è dovuta . 93° Dottor S. S. -

94° Dottor F. L . - Anch e il medico condotto interino è obbligat-0 a pagare il contributo al Colle1

gio degli Orfani dei sanitari. Il trattamento econ omico del medico interi110, è quello stabilito dalla deliberazione di nomina. on gli è dovuta indennità di caroviveri, dato ch e questa non sia espressa1n~nte stabilita. 95° Dottor F . P. - L 'art. 13 del R. D. 29 11ovembre 1925 n. 2276 era applicabile soltanto agli ef-

fetti delle nomine .i ell 'ufficiale sanitario dei consor zi costituiti en tro il 31 dicembre 1926. Era una disposizione di car attere transitorio, la quale non. ha più effetto pratico . La nomina deve essere deliberata in base a condi stipendio minimo e perciò non modificabile; cor so per t itoli ed esafrl:i secondo le norme del ciina fu determinato in tempo anteriore e in condizioni economich e diverse. La riduzione. del 12 % . tato R. D. e delle istruzioni ministeriali 6 feb braio presuppone ch e queste cond,izior1i gen erali siano 1926, emanate per disciplinare il procedimento del con cor so. Queste istruzioni sono obbligatorie: le n1odificate, e, quindi, t ende ad adeguare ai nuovi norme del capitolato h anno efficacia se ed in qua11Yalori, ·effettivi o presunti, le retribuzioni, gli stito non contraddicano a quelle. pendi, ecc., al fine di favorire la riduzione dei costi. Avverto ch e questa opinione 11on è senza N B. - Ai qu,esili degli abbonati si risponde, rli sensi . 91° Dottor C. D . P. - Io ritengo ch e alla riduzione del 12 % sia soggetto an ch e lo stipendio che fu tabilito dalla G. P . .i\. in b ase all 'art. 34 del R. D. 30 dicembre 1923 n. 2889. È vero che si tratta

1

92° Dottor P. L. - Per effetto dell 'art. 1° della legge 7 agosto 1925 n. 1732, convertito nella legge 9 gennaio 1927 n . 58 e dell'art. 1° de] R. D. 3 marzo 1927 n. 478, nessuna officina di prodotti terapeu-

tici può produrre a scopo di vendita specialità ine-

e•) La presente rubrica è a.ffidata all'avv. GIOVANNI SELVAGGI

in ogni caso, d iretta1nerite, per lettera. I quesiti devono esser e inviati, in busta, accompagnati dal francobollo p er la risposta e semJJr e indirizzati impersonalmente alla R.edazione del « Policlinico », via Sistina 14, Roma. Ln rispost e ai quesiti che non richiedono esa1ne di Jf li o speciali indagini , sono gratuite. esereento in Cassazione, cone. legaJe del nootr<> periodioo.


1972

« IL POLICLINICO »

[ANNO

XXXIX, Nul\r. 50]

NELLA VITA PROFESSIONALE . '

.A. proposito dei concorsi a Primario degli

Ospedali. .Al Prof. Roberto Alessandri,

Direttore della Clinica Chirurgica della R. Università di Roma. Illustre e caro Collega, Il ricord o di un suo articolo pubblicato nel luglio 193Ì sul Poli clinico (Sez. pratica, n . 28) « A proposito dei Concorsi a Primario degli Ospe'<lali » ed il fatto r ecente di un caso nel · quale si ·è verificnt.o il gravissimo inconve11iente da Lei, i ) già altra volta con statato, o previsto, provocato ·d alla prova di ~Iedicina operatoria s ul cadavere, 1ni inducono a 'Seg11alarl e il caso stesso in tutti I più precisi p articolari, p er ch è Ella possa eventualmoote insistere n el mettere ulteriormente in cvide11za ciò che fin d a allora Ella aveva lamentato. Anzitutto Le dirò ch e jo mi associo completamente alle s 11e argom entazioni e; giudizi espressi in quella sua nota e vengo al fatto. 1Si tratta del concorso al posto di chirurgo primario in un importante Ospedale della provin. ·eia di Pavia. Tra le prove d 'esam e c'era quella di . Medicina -operativa sul cadavere, e fu con essa che gli esa1ni ebbero inizio. Uno' dei con correnti - libero docente di Patologia ·chirurgica, di Clin~ca chirurgica e di Medicina -Operatoria, ch e -1pparteneva ad un a Clinica chiru\gica univer sitaria da 14 anni come assist ente effettivo e poi co1ne aiuto, e ch e tra i su oi titoli aveva anche quelli che dimostravano con una st.ati tica opeTatoria la su a abilità di chirurgo operatore sul vivo, per aver e già fun zion ato com e -chirurgo primar~o, d ell 'Ospedale S. ~latteo di Pavia nel periodo delle ferie estive quando l a Clinica chirurgica venjva chiusa ed an cora in regi1ne di Policlinico, a Clinica aperta, nel periodo stesso, in assenza del titolare - estra sse a sorte, per la prova di Medicina oper atoria, il quesit o « legatura dell 'arteri:i tiroidea inferiore ». Il cadavere, sul quale dovevasi eseguire la prova, er a stato, jniett ato con fqrmaJina da oltre due 1nesi ed era '}Uindi in jst ato di mummificazione. L 'individuo aveva ttn collo corto e grosso, con una enorme tumefazione bilaterale delle r egioni parotidee ·ed una ipertrofia n otevole del lobo sinistro della tiroide, dal lato nel quale egli fu i11vitato dalla Commissione ad eseguire l 'op erazione. Il candidato no·n riuscì n el tempo prescritto ad individuare con sicurezza il vaso, perciò fu invitato dalla Co1n missione a desister.e d alla ricerca. _Ave11do egli avuto se11tore che in seno alla Commi sione era prevalso jl parere di dare a quella prova 1111a gral'lde i111portanza e forse decisiva,

n o11 si presentò alle prove su ccessive. Per la t11tela - se no11 altro morale - dei suoi legitti111i interessi, egli creclette però opportuno di rivolgersi ad un ~ompeteiite anato1nico pregandolo di voler eseguir~ un.\ verifica delle condizioni anatomiche della regio11e 11ella qu ale egli era stato chiamato ~·d op erare. Il collega aderiva all 'i11Yito, consigliuva però di atte11dere che il con cor so fosse espletato , n el d11bbio che· i m embri tecnici della <~om1nissione volessero essi medesimi procedere, di propria iniziativa, ad una verifi·ca, il cl1e non avve11ne. TI cadavere era stato intanto con servato in frigorifero . Espletato p erciò il con cor so, il collega eseguiva J.>er sonalmente tale ricerca alla quale, p er invito dell'interessato, si trovarono presenti altri clue chiari colle·g hi. Nel campo della ferita operatoria l 'anato1D;ico r1on potè rintracciare 1'arteria : n ell 'intento di procedere ad UD:a rj cerca a11atomica metodica di éssa, si fece spazio asportando il muscolo st ernoc]eidon1astoideo, la vena giug ular e profonda e la carotide primiliVèl; ma a1tche nel campo così ampliato non riuscì ad individuare il vaso n ei suoi caratteri e n ella 5ua topog·rafia. Supponendo un::i possibile anomalia reputò n e<essariQ mettere allo sco1)erto tutto quello ch e r1ormalmente è il territorio dell 'arteria tiroidea i11feriore dalla su a origine alla su a terminaz~one. Essendo il collo dell 'individuo assai corto e la t iroide ipertrofica, egl i asportava allora lo sterno, resecava la clavicola, allontanava i r esidui del timo e recideva lo scalen o anteriore : con ciò fu messa he11e in evidenza la su cclavia. Solo allora fu possibile di con st atare che da un corto tron co comune discretamente cospicu o si distaccavano tre rami, dei qt1al~ uno d~retto . verso il basso \enne rico nosciuto per l 'arteria mammaria interna, il secondo , diretto, verso l 'esterno e verso 1:alto, per l a scapolare superiore: il t erzo ra1no, diretto· pure verso 1'nllo, si (livideva, poco dopo Jn su a origine, in altri clue rami di calibro mollo diverso, dei quali l'uno più cospicuo situato l at eralmente fu riconosciuto per la cervicale ascendente; l 'altro, situ :ito m edialmente, esilissimo, si sfioccava, appena dopo il suo distacco, in alcuni ramuscoli ch e si portaYa110 a guisa di penicillo al lobo tiroideQ sinistro . P ertanto l 'an atomico p oteva dichiarare ch e questa er a una tiroidea i11feriore anomala e rudimentale e ch e 11on er a possibile identificarla e legarla segu endo le regole d ella medicina operatoria, tante• più in un campo operatorio limitatissimo, non solo per le dimen sioni del taglio con sentite dalla metodica oper atoria, i11a anch e per il fatto che i t essuti coartati e indt1r iti dalla azione prolt1ngata della forn1alina 11on permettevano quelle 111anovre d i divaricazione e di spostam ento degli orga11i ch e vengon o con sigli ale e disciplinate dalla tecr!ica operat oria.


\ANNO X\XIX

Nur.1 .

.50 1

SEZIO.:NE PU.\ T J CA

~011

uggiuugo com1nenti, che Ella h a g ià fatti nel suo articolo· con chiarezza ed efficacia , p er -sostenere ch e la prova di l\1edicina operatoria sul ·<'ad avere così come or a si fa, può esser e destituita -di ogni valore probativo , e approvo ch e essa sia modificat a come Ella propon e; e p er un posto di ·chirurgo primario s i dovrà t e11ere conto dell a attivilà operatorLl svolta sul vivo, con le atles t a.zioni rigorose rl oll 'autenticità ò el lavor o fatto e dei ristiltati. ' ' o·g lia g-r3dire i più vivi e cordiali saluti. Mila110, 31 ottobre 1932-XI.

Dev .mo e aff .1no : Ic1 10

..• .

TAN SJNI.

La le tt era d el prof. J. 'f an sini, co ì chiara ~ warticolareggiat a, sul caso capitato ad un valoroso con corrente nella prova di Medicina Operat ori a, viene a di1nos trare in m odo evidente i p ericoli, a cui può dar luogo un esame sul cad aYer e, e l 'a surdo di b asare il g iudizio sulla scel la di un Primario chirurgo prevalent ement e o es=senzialmente sopra un a prova, ormai super ata ·e a cui si so ltopo n gono chirurg i , ch e hanno d) 1Tiostrato con lun go tiroci11io· l a lor o esperie11za t ecnica e presentJ 110 s tatis tich e di centinaia e :spesso migliaia di o perazion i sul vivo. Io ring r azic 1'i u sig n e Collega, ch e è uno d ei pii1 i1lu ~ tri e ap1)rezzati clinici chirurgici italia ni. perch è coll 'a u lo ri l r1 del suo nom e e coll 'esp osi1ione precisa ciel ca o r eale occor so, suffrugu uua mia opinio n e e ~pre c;;a n ell 'articolo da lui ricor·clato, opinion e eh'~ io pure basavo u qual ch e incid ent e capita to ·] 1 fa lto in prove di m edicin a op eratoria, nla di c ui n essuno r aggiunge J'evide11-za palmare di quello d a lui riferito. E le- rir1 g r:-i zjo sopratutto in qua nto mi porg~ ·co::ù •)Ccasio nc rl i ritorrL3r e sul] 'argomento, tant o più r J1e un rece 11 lc \'Ol o l1nanin1e clell 'assemblea Jìl e n nria :J ell;.1 ::;o,:iel h Italiana di Chirurg i a, r· proposito cli con rl izio11i fatt e d ai vari En Li ospedalie ri oi Chirurg i prin1ari, fra gli altr i de. icJc1ati esp osti , p on e espressamente quello «ch e si~no stabili te per Legge, nor111e r egolam entari unich e di massi1n a per tutti g li Ospedali dcl R egi10 n . È b ene dur1ql1e ch e le _.c\utorità superiori , d a c ui <lipende l o s tabilire disposizioni r egolamen · tari in propo ito vèngano completamente illumin ate, p erch è si addiven ga a modalità di con corsi , c h e cliar10 il maggior affid ar:ae11to ch e l a scelt a ~ad a s ugl i elem enti migljorj , t oglien~ o tutto ciò c h e p u ò invece 1C1sci are al caso o a n on ser en o ie competente criterio dell a Commissione il g iu dizio finale. All 'articolo ch e io scriss j p er l a Sezione Pratica d el « PoJjclinico >) più di un anno fa, io ebbi num erosi con sen si verbali <li colJeghi pili. o m en o autorevolì, pochi però pubblicati in giornali 0 rivisle, n essuno rontr ario. Il -proif. Tan sini colla su a letter a e colla espoSizio'l'le .al p"t1bblico d el caso veramente tipico e

1973

cl i r e i sca11daloso occor~o acl uno d ei concorrenli, r ipro1)on e alla disc u ssion e l 'argom ento. l·:cl io voglio 11uindi riass\11nere l e osservazioni e Je proposte cl1e allora feci , n ell 'intento di pro- · i11t10Ycr e su di esse il parere di quanti - e sono n1olt i - sono interessa li n ella questione, che non è o lo rli importu11za pe r so11ale per quei chirurg hi, ch ;3 concorro1~Q a pos ti di Pri~ario, ma di capitale interesse per g li. Enti ospedalieri s tessi, p er i inalati e quind~ p er iJ pubblico tutto, e IJer I 'onore e la dig·11ità della Nazione. ;\.ffermato il pri11cipio , ch e ottimo procedin1e11t Q col quale si possono vagliare gli elementi 111ig liori, è quello d el concor so p er esame, io aga iunsi che era n ecessario dare innanzi tutto un ,·alor e premine~te ai titoli, non t anto scientifici , o accademici, o di pubblicazioni, quanto di carriera e di dirnostré\zione di tirocinio operatorio con esatte indicazioni ; e poter e così anzitt1tlo fare una prima scelta di elementi, tutti fonclame~ntalmente id o~ei , fra i quali le prove di esam e dovessero s tab jlire l a graduatoria. P er questo giudizio e per le con secutive prove di esame è necessario, an zitutto, ch e l a Commissio11e sia t ale d a poter dare sicuro affidamento <li co1i-11)et en za t ecnica e di ser ena valutazio·n e. ort Yi posson o esser e elem enti estranei; il presiclente della Corrtn1ission e può an ch e esser e, se Jo si cr ede opporluno, non m edico, r appresenla11te clell 'E nte o de ll ' utorità amministratrice~ n1a l a s11a op era d eve allora limitarsi a garantire l 'o serva11za d elle disp osizioni r egol amentari e la forma del gi11dizio; ma quest o dal l at o t ecniro cleYe essere l ascia to unicamente ai membri, • cl1e posso110 esprin1erl o con coscienza p er l e loro cognizioni speciali . Fr a q ues ti compon enti non d eve mancar e m ai l 'es po11e nte clell 'alta cultura universitaria, di regola j] ,c linico orclinarjo <lella branca m edicocl1i rurg jca a con cor o , ch e dà gara11zia assoluta di ro m pe tenza e cli scr e11ità di giudizio . Le prove di esa1n e d evon o con sistere essen zi al1t1e11 Le in . prova di cultt1ra, in pi:ove clinich e e se i vuol conservare t1na prova anch e di t ecnica op eratoria qu est a sia preci sa ta sostanzialm ente nel saggi nre l e con oscen ze d el candidato sul valore dei vari metodi e processi op er a lori e u1le indicazio11i p er una data affezione e _olo in line~ secondaria sopra una prova tecnica ul cad aver e. ono p ersuaso ch e su ques te direttive i giudizi surebbero ben p iù fondati ed esa lt i , e la scelta o. ai J)it1 risp ond ente al vero m e rito d ei candid at i. , arò assai lie lo se all 'aulorevole con sen so dj u11 chirurgo (l el valor e di I g inio Tan sini, si t1njr an 110 altri Colleg·hi , Cli11ici universitari e Pri1T1ari o ped alieri, e sarò lieto egu almente se si av rà :inch e cru alch e dissenso. Purch è espresse in bt1 on a fede e n ell 'inten to cli m igliorare l e condi7. io11i della scelta dei nostri g iovani prjmari , tutte l e opiRio11 i ha11no valore. 1 Chi i11i conoscf, a ch e 11on h.o ma\ preteso alla infnllil)ililà, e l) UÒ darsi cl1e ad ar gom enti seri ,


1974

'( JL POLICLl:'ilCO »

a11che se dissen zienli , io st esso aderisca 111odificando idee troppo recise . L 'essc11ziale è di ng ire , ed è perciò che io n1i · a t1g·uro ch e altri Colleghi si unisca110 a n1e e al J)rof. l 'a11sini per esprin1ere la loro opinione, e <l a una discu ssione serena e leale possa110 u scire d ell e propost e concrete da sottoporre poi coll 'ap:i)oggio· delle gerarchie sn11itarie e uniYersitarie alle Autorilà superiori per i provvedimenti opportuni. R. ALESSA~DRI.

[ANNO XXXIX,

NUi\<I. 50~

ore dodici del 31 gennaio 1933. Per chiarimenti rivolgersi alla Segret~ria generale dell 'Amministrazione provi11ciale. ~IARA (Sassari). Proroga a tutto 31 dic. ; v. fa.~C. 38. N0ALE ( Venezia) . - ,Scad. 15 gen. ; rivolgersi Segret eria. ---<"

PA SSIGNANO SUL TRASIMENO (Pe rugia) . - Scad. 31 dic.; 2a. cond.; L. 8000 e 5 quinquenni dee. ,. oltre L. 609 serv. att. , L. 4000 cavale.; riduz. 12 %; c.-Y. ; età 11m. 35 a.; tassa L. 50. · PIGLIO (Frosinone). - Scad. 31 dic.; L. 10.000 CONCORSI. oltre indenn. uff. san. e c. -v. ; età lim. 4.0 a. lPosTI VACANTI. P10NIBINO (Livorno) . - Da oggi e sino a tutto il 31 gennaio 1933 è aperto il concorso per titoli per .1\cEnENZA (P ot e11za) . Scad. 15 ge11 .; L. 5280 il conferimento del posto di Medico chirurgo della g ià ridotte del 12 %, 6 quadrienni dodicesi1110, età quinta condotta, a cura residenziale del Comune lin1. 40 a.; tassa L. 50. · di Piombino. (Per Je condizioni vedere precedente AQUILA. Consorzio Prov. Antitub. Scad . 31 N. 49)dic., ore 12; direttore del ConsQrzio, compresa di'.PoRnENONE ( Udine) . - Al 10 genn. ; 2° reparto: rezione Disp~n s . Antitub. dtl Aquila; titoli ed esaL. 13.182 complessive lorde e 6 aumenti del demi; età lim. 4q a.; doc. a 3 mesi dal 31 ott.; tassa cimo; tassa L. 50. L. 50,10; stip . L. 14.000 e 4 quinquenni dee.; riduz. 12 %; ind~nnità di trasferta e diarie. ChiePOTENZA . Amministr(J)Zi01ne Provinciale. - r1 tcrdere annunzio. 1nine di scadenza del concorso bandito con avviso del 28 settembre 1932 per i posti di Direttore della BRESCIA. Comurie. - Scad. 31 dic.; L. 7920 e 6 Sezione Medico-1\tlicrografica e di Direttore della quinquenni dee., oltre L. 440 uff. san. c.-v. Sezione Chimica del Laboratorio pro·vinciale d'iBRESCIA. Speda.li Civili. - Scad. 15 gen.; aiuto giene e profilassi è stato prorogato fino alle ore Riparto chirurgia, id. RipartQ oculistica, id. Istidiciotto del giorno 30 dicemb.re 1932-XJ. tulo di anatomia e biologia patologica; L. 5500; Ro-rvrA. Opera nazionale per la produzione ed as10 % onorari per i primJ due posti; 20 % per il t er zo posto, oltre L. 5000 indenn. c.-v.; età massi st enza1 d egli invalidi dJ~lla guerra. Scad. 31 i111a a. 35; tassa L. 50; doc. non anter. al 30 giu . clic. ; direttore sanifario amministrativo del Sanatorio Vittorio, Emanue~e III in Aspromonte; titoli; Chjedere annunzio. s tip. L. 23.000, aumentabili di 5 decimi in 19. anBu s1·0 GAROLFO (Milano) . - Scad . 31 dic.; lire r1i fino a L. 34.500, oltre a L. 7.000 di servizio 9000, con 5 quadrienni dee. oltre L. 500 bicicletattivo, aggiunta di farriìglia. Le retribuzio·n i so•n o ta ; riduz. 12 <J~ ; L. 1144 se uff. san.; età lim. 35 a.; decurtate del 12 %. Vitto e alloggio nel Sanatorio. doc. a 3 inesi; tassa L. 50. Domanda in carta da L. q indirizzata alle Sede CAPUA (N(})poli) . .....___ Scad. 22 dic. ; p el Capoluogo Centrale -(Roma, Piazza Adriana, Casa Madre de1 e per S. Angelo in Fornis; L. 9500 ciasc. e 5 qual\iJ:utilato). Età massima oO a. Scad. a 3 mesi da? drienni dee., c.-v.; riduz. 12 %; età lim. 40 a.; 20 nov . Chiedere· annunzio. ta sa L. 50. S. LORENZO IN PRESTERIA (Bolzano) . - Scad. 3:t c ~sTEL S. PIETRO (Bologna) . Scad. 31 dic.; dic .; conso·r zio; L. 7500 e 5 quadrienni dee., c.-v. per Varignana; rivolgersi Segret . com. L. 1200, L . 3600 cavale. o automob., L. 750 uff_ san ., alloggio in natura o indenn. di L. 2200; FABRIANO (A rtcona). Ospedale Civile cc Umbe.rriduz. 12 %; età lim. 40 a.; tassa L. 50,20. Conolo I ». Posto· di medico primario; stipendio scenza lingua italiana. ii1iziale L. 10.000, aumentabile di 10 bienni di l /2ù ciascuno ; indennità per co11sulti a malati TORRICELLA DEL Pizzo (Cremona) . - Scad. 20 dic.: poveri fuori del Nosocon1io L. 2000; 70 % sugli L. ll.500_residenza, addizion. L. 2,50 per ogni poono·r ari p e r c ura abbienti in ospedale; 50 % provero oltre il primo migljéliO e fino a 2000, trasp _ Ye11to a111bulatorio medico·; 40 % incassi laboratoL. 1500, ~ff . .san. L. 1000; riduz. 12 %; età .lim. rio· chin1ico. Ritenute legge. Seguirà la i1omina 35 a. re tribuita a òirettor e dell 'ospedale. Docu1nenti di TREVI (P erugia). Al 15 gen., ore 19; z.i. conrito : libera docenza in clinica o patologia nledica d otta; L. 9000 e 5 sessenni dee., c.-v., L. 500-2000o certificato. di essere stato aiuto o assistente ef4000 trasp., L. 2100 serv. att. ; età lim. 85 a.; doc. fe ttivo ·per almeno quattro anni in Clinica media 3 inesi dal 15 nov.; tassa L. 50,10. co-universitaria o di un reparto m edico di ospeUDINE. Arnministrazio _n e Provinciale. - Per tìd ale di almeno 300 letti. Pratica di laboratorio e iii r adiologia. Scade11za del concorso· 31 gent oli ed esami. Posto di Coadiutore presso la Sezione medico-mièrografica del Laboratorio proYin11 aio 1933. Informazioni p,resso la Segreteria della Con gr egazione di Carità. ciale di igiene e profilassi. Stipendio L. 12.500. I11den11ità serv. att. L. 3000 più il 15 % sui proFrul\1r:. 1ln1minist razione l )r ovinciale. Per tiYenti di ·L aboratorio. Sei aumenti periodici del toli ed esar11i. Assistente d ell a Sezione Chimica decimo. Riduzione 12 %. Divieto di libero esercid el Laboratorio Provinciale di Igiene e Profilassi zio professionale. Tassa concorso L. 50. Scadenza clel Carnnro. Slipendio iniziale lordo a11nuo lire ore diciotto del 115 gennaio· 1933. 14.000 . Quattro alimenti quadriennali del decimo. "\i 1c ENZA. Ammin. Provinc. Scad. 14 g en.; upplen1ento di servizio attivo L. 2000 ; car o-viverj i11eclico primario dell 'Ospedale P sichiatrico Provincom e al p er sonale d ell 'Amministrazione. · ~re1ni di ciale di San Felice in Vicenza ; L. 11.000 oltre lioperosit à su analisi di interesse privato. Età dai re 2000 serv. att. Chiarimenti dalla Segreteria. 21 ai 35 anni, salvo eccezioni di legge . Scadenza


~ ..\~~o

XXXIX,

Nu~r.

50)

SEZIONE PRATIC.\

NOSTRE CORRISPONDENZE. Da Cstaals.

lnaugùrazione dell'anno Accademico. Il giorno 2fi nov. si è sYol ta la cerimonia inaug urale del 11uovo anno aqcacl emico. Dop 0 la relazione d el Magnifico Rettore prof. Muscatello ha preso l a parola il prof. Di Gu glieln10, direttore della R. Cli11ica ~fedica, trattando della cc Crisi della inedicina nel quadro della cultura conten1.poranea ». L 'illustre cli11ico h a acce1111ato con1e nei paesi di lingua tedesca si parli cli una graYe cri si spirituale della medici11a, e con1e con i11 i lenza si auspichino nuovi orientamenti cliYersi cla quelli errati del secol0 scorso. Le accuse che si nluovono all 'inclirizzo scientifièo della medicina d el secolo s·corso· sono l e se.gu er1. ti: conce7.io11e inecca11icista, cau ale, localistica, i11e lodo eccessiYame11 te analitico, car sezza di ri ultati t erapeulici pratici . L 'O. ha dimo trato e ~ ere infond a te tali accu se -ed 11a conclu so affer111a11do ch e l a 111edicina no11 attraYersa una fase di crisi spiritl1ale e c he no11 deve essere abba11donalo l 'i11dirizzo scientifico cl1e ha fatlo attingere agli ludi n1edici notevoli altezze al di sopra della quota ba sissin1a dell a medicina dei tempi passati. La dotta orazione è tala applaudita calorosamc11te. :\ . T.

NOTIZIE DIVERSE. Le giornate mediche di Bruxelles nel 1933. Fin da ora è assicurato un su ccesso co n siderevole a questa manifestazione. Il prog ramma scie ntifico riguarderà, per la mas ... ima parte, la sifilide nei · su oi rapporti con i vari ran1i d ella inedirin n. _ i lavori parteciperanno s tudiosi d ei Pae i amici. La sedt1ta inaugurale, il 24 g iug110, verrà c hiu sa dµ. u11a conferen za del prof. Saroléa, che da molti anni ip.segna letteratura francese all 'UniYersità di Eclin1burgo. La 5a giornata, 28 giugno, sa rà d e tin ata ad un 'escur io11e in Ostenda. . Il programma definitivo è in via di el aboraz1one.

-3• Assemblea nazionale della medicina francese. La nuo,·a organizzazione intitolata « Assises national es de l a médecine fran çaise » ha incontrato rapidamen le i l favore d ei m edici pratici. Essa i11dice delle riunioni r egionali, in cu i viene disc u sso un tenta d'attualità prestabilito; poi le conclusioni vengo110 p ortate ad u11a session e nazionale, c he si tiene all'cc Hotel-Diet1 » di Parig i, nell 'anfiteatro Trousseau. La prima YOlta si discu sse il tema delle tubercolosi locali; la seco11da furono prese in esame l e c t1re del cancro. Ora è st ato affrontato lo s tudio dell'alcoolismo. L'assemblea generale, affollatissima, si è tenuta il 6 novembre. La discu ssione ha portato alla con-cl u sione generale che l e bevande fermentate vino, birra e sidro - non sono quasi mai nocive, purchè genuine e purch è il tenore d 'al cool non sia elevato; i fatti patologici sono eminentemente legali, invece, al consumo di distillati e l iquori. ~uovo

laboratorio alla Facoltà di far1nacia di Pa·

• • r1g1.

H a per scopo lo s lnd io d ella bioJogia vegetale. Hanno contribuito alla fondazione di esso l e gran-

1975

di Ca e cli sp ecial ità terape utiche e cli prodotti cl'l.i111 ici e molti a11tichi allievi ; una sottoscrizior1e 11a re o 600.000 fra11chi. Il Governo ;ha dato pure un i11ger1te contributo. All 'i11augurazione - cui i11terYenne il ministro dell 'edu cazio11e nazionale - il direttore del Labo,r atorio, prof. Perrot, mise in rilievo, la ripresa a ttuale delJa fitoterapia e l 'utilità cli u11 incren1e1tlo razionale della cul tura delle piante medicinali: ciò presuppone l a conoscenza della loro biolog·i a. Informò ch e la Francia in1porta, ogni anno, 1140 tor111ellate di rose, 234 di fiori di tiglio, 3 di })elladon11a, ecc., e-cc. : sono prodotti di pian~ te cl1e cresco110 i1L Fra11cia •

La Casa ''Imperatrice Angusta Vittoria,, in Berlino. u11 'istituzione for1data dal Gover110 tedesco ce11trale allo scopo di orga11izzare, nel modo pi\t perfetto possibile, l ' assiste11za all 'infanzia; comprend~ u11:- ricovero per ban1bini, un pedocomio, u11 ce t1tro di consultazioni per n1adri, un dispenario , t111 asilo diurno per laltanti, ecc. l)rovved e all ' i11seg11amento delle infermiere per l 'infanzia. B a11che attrezzata per ricer ch e scientifiche, ed a lale ' COpo è fornita di in1portanti laboratori e di u11a ricca bibliot eca. J~ a è Yal a di 1nodello a IL u1nerose istituzioni si111ilari, orte in tutta la Ger111ania, pubbliche e private, alle quali. ha for11ito, con liberalità, diretlive e pre idì. Si crede che la CRsa « Jn1peralrice Augusta Vitt oria n, diretta dal prof. Langs lei11, abbia avuto i11olla p arte n el far abbassare la mortalità infa11t ile in Ge rma11ia da oltre 200 ogni 1000 nati a n1e110 cli. 80. Ora per ò, a cau sa dell a crisi econo111ica , 0110 Ye11ule a 111a11carle 111olte risorse: per e . il Governo prussia110 si è trovato nella n ecessità cli oppri1ner e il l)roprio su siclio. Proprio in quest o i11omento l 'at!ività d cll ' j tituzione dovrebbe i11 te11 ificar si e le rich iest e di assiste11za diveng·o110 più pressa11ti e i1u1nerose. I11 }Jarte si è potulo rimediare organizzando delle fc "t e cli Le11eficenzn , col con cor so della « Commi io11e federale lJer la propaganda igienica» : l 'esi lo i1e è stato mollo favorevole, anche a m ·o t j vo delle larghe simpatie di c ui I u Casa gode in tu t li i ceti di popolazione di tutta la Germania .. È

La Casa dei medici a Praga. Venne fondaia 11el 1930, 111:edianle l'azione co11corde delle org3.11izzazion~ inedich~ del~a Czecoslovacchia ; vi hanno sede g li uffici di segreteria di que. te soci.elà, gli uffici redazionali dì nurnerosi p eriodici di. inedici1t:t, una biblio teca, una li])reria per ~ a ve11rljta cli libri e per abbo11an1cnti . . ., . . a1 j)er100 1c1, ecc . \~i J 931 ve nne <lc:ciso di ,1rg.Jn izzare, 11ella <:asa dei !11ecl jr j , ·111a « Scuola di ed t1t;azior1e J)opolare di sa11ità ». Dalla prin1a rel azione d ella scu ola, ora pubblicata, risulta il g·rande successo di tale nuova i niziativa. Furo110 dati 5 cor s i: ulle malattie Y~ne ree; sui r ew"D:atis1ni; sul can cro; sulle cure prenél lali e per l'infanzia ; sl1ll 'eclt1cazione fisica e la baln eolog-ia (que t 'ultimo corso sottò g li auspicì del J\Ii11istero della sanità pubblica e de11 ·educazio11r fi ica) . I primi dl1e cor si furono divisi in più sezioni (per es. quello r el a tivo alle 1nal a ttie veneree in 5 sezio11i: per rnaestri, per genitori, p er adolescenti , pe r i11ilitari, p er operai). Ai. cor si er a110 t111ite d elle in·ostre. i calcol a ch e essi ...iano ~ ta l i frequen ta ti da 20.000 persone ; jl s ue-


187G

u IL P OLICLINICO

ccs~o

,·ie n e a llribt1jto alla ri1101nunza deg li ii1seg·nn n Li (l a co11fere11za inau gural e fu fatta da] deca u o rlel Ia F a col là m eòira cer.a), all a si t u azio11e ce11 tra le d ell 'is lituzio11e e all 'inter esse dest at o dag li a rgom e11ti trattati.

Istituto elioterapi co sulla Rivlera Ligure. Il so lto ... egr et ario cli Stat o alle Comu11i cazio11i, o n . Lojaco110, i11 ra1)presentanza d el Gover110 h a ~ ' inaugura to l 'Istrtuto elioterapico di Cipressa (San J.le n10) , cos lruilo d alla Cassa 1azionale p er le Assir urazio11i Soci alj. L 'Istitl1to ~ il primo d el ge11 c re - è capace di 200 letti; è cost ato 4 1ì1 ilio11i cJj lire . Alla cerin1011i a assist eva110 il direttore gerterale della Cas~a, g·r. t1ff. l\Ieldol egl1i, e l e au torità locali. L 'on. Lojaco110 i è poi recato a visitare j lavori cl cl1 'O p edal e a n a toriale c h e sorge ad in iziativa d ella Ca~ ~ a pre<l c tl a, st1 lli u11 t erreno c1011at o da)l '~\n1 n1i11i lruzio u e i)r ovincjale cli San Re1no; 1'op era, cl1 e importerà la sp esa di ci ~ca 10 111ilio11i di lire, verrà ina ugurata il 28 ott obre 1933.

Nuovo Istituto oncologico al Giappone. R s la to fondato a Tokio, presso l a Facolt à i11edica cl ell 'U11iver ità imperiale; compre11cl e t1n l ab oratorio ed u11 ospedale; l a direzion e ne è nffi· data ul rlotl. Nagayo, d ell 't) niversi tà.

Istit1tto d'igiene sociale al l'tladagascar. Il GoYernalore d el l\il adagascar , gen er ale Cayla, h a d ecreta lo la fo11d azione i1ella capi tale, T anan a rivD , d i un i:-- ti t11to d 'ig·ie11e ociale, c h e acce11trcr à i di sp e u sari nnti ve11er ei ~ antimal arici g ià or g a11.izza li n ella colonia e tre nuove u11ità : un d ispen nrio anlitu l1ercol are, u110 antilebbro o ecl u110 cl 'ig iene gen er al e e sociale. In questi cli sp ena ri . i <·seguono visite e cure e s 'i11dirizza110 i paz ie11 ti ng1i o sped ali ; Yi si co111piono ancl1c ricer cl1e orig i u ali . [l di sp en snrio d 'ig iene provved e, i11ol tre. all 'i11 egname11to d ell 'ig iene }Jer g li stude11ti di m edicin a, p er le allieve levatrici , per le i11fermier.e 1 }Jer l e visita trici e per g li agenti d 'ig iene; è pure in caricat o d ella propaganda , per i1-:iezzo di ci11en1at og·rafic, opu scol), con ferenze, ecc.

n

[A NNO

XXXIX,

NUI\1.

501

Il pror. Castellani all'Istituto Ross di Londra. Il _en. Aldo Castellani è s tato nominato diretl ~ ~·e ~ell 'I stituto Ross. per le malattie tropicali,. g·1a diretto dal con1p1anto Ross. Il sen. Castell a11i, ch e è s tato fatto Sir dal Re d 'Inghilterra n el 1928 e ch e è l a più alta e indiscu ssa autorità n el 1·a111po della medicina co loniale - una delle scienze rnedich e n1 <.: no 1:-io te e più diificili - è da vari a11ni direttore d ell 'Jstituto di m edicina tropicale C(l è inseg11a11 te n ell 'Urtiver sità di Roma ed in quella di Londra. Egli h a fatto fra l 'altro delle scop erte importantissime sulla malattia del sonno localizzando il terribile parassita che viene comu: nicato dalla mosca t se-tse e ch e fa stragi nell 'Africa centrale. Il prof. Cas tellani h a scoperto anche l 'nge11te d ella frambocsia tropica cc Spirochaeta pertenuis », l ' eziologi a della spìroc h etosi bronco1Jolr11onare e di n1olte malattie micosiche. A lui sii d eve Ja prova d ell 'assorbimento d elle agglutinine. Al Castellani va pure accredita ta la preparazione <li vacci11i misti - tifo, paratifo e colera - adoper a ti con g r ande su ccesso durante la guerra. Durante la guerra il senatore Cast ellani ha pres lat o servizio nella ~1Iari11a italiana e ha dedicato111olta a tt1vità anch e agli Alleati. Egli fa onor~ al nome i taliano.

Per il medico provinciale di Torino. 111 occasion e d ella .. eclut a d el Consjglio Provinci ale Sanitario, t enutnsi il 26 novenlbre a Torino,. jl Yice-prefetto comn1. l\!I uro11giu e i proff. Mich eli,. l\il aggiora e Cramarossa ji1ciirizzarono brevi parole di ri11<'rescime11to pP.r l 'andala a riposo del m eclico i)r ovi11ciale dott. comm. Giu eppe Sacchi, elog"ia11d one la lunga e laboriosa attività, svel ta p rima in al tre ìn1po rtanli sedi e da 20 a nni n ella provincia di 1·orino. Co11 e press io ne comm·Jssa, il &alutato ringraziò i prese 1d l della corJ i a le 1nanife t azione di simpat ia, r i\-ol gend o un J>articol are saluto ai medici con-. dotti ecl agli uffici ali sanitari rlella Provincia e b e11e auguran clo al dott. Garofani, destinato dal ~Ii11istero a su cceder gl i .

Il ministro francese della sanità n el Belgio.

ll 22 n ove111bre P]1])e luogo l 'ir1au g urazio11e di un i1uovo centro terape11tico · n ell 'osp ecl al e Brub1nan11 ci i Bruxel lrs; 1a cerimonia fu J)r e .. ie(lu ta d al ini11i .. l ro Fran qui . NeJJ 'occa ~ ion e, u11a ditta rtf' ll '_Alto Ca la11ga (Co11go b elga) h a m esso a disp osizi one d el {'entro pred e tto, 15 g r an1mi di r adi11m: è gue. ta la i11aggiore dota zio n e a ltuaJe di radit1m.

11 i11ini s tro dell a sa11ilà pubblica della Francia, J . Goclart, si è r <:.cato n el Bel g io per presen ziare Ja posa dell a prirna pie tra d i un nuoYO· padiglione dell 'Ospedale fran cese Reg ina Elisabetta a. Bruxelles. Ha visi ta to anr,h e i servizi centrali della Croce R ossa 13elga e il Centro n e11rologico. :.\'ell 'occasione, il dott. L. Laruelle ha t enuto,. 11el P alazz0 d ell 1Accademia, una conferenza sul te111a: cc Il compito della n e urolog ia nella medicina sociale )>.

La Fondazione Milbank.

In memoria del .prof. P. Teissicr.

Dt1rnnle il 1931 questa Fondazion e, ch e h a sede iu. New YoDk, ha speso circa 15 milioni di lire it. p er scopi fila11tropici. Una buona parte di tale som1na è stata consu1nata per scopi medici ; seg n aliamo l a spesa di circa 3 milioni di lire it. p,e r dimostrazioni d 'ig ien e a New York; quella di c irca lnezzo, J11ilione per din1ostrazioni d 'igiene rur al e a. Tien 'f sin f' Cina) ; altrettanto all a Fondazione Trud ea11 per l o studio della tubercol osi ; circa 1 milione alla cc Co1111ni ssione sulla difterite » di New York (ora è lata sr iol ta; , ecc .

Un g ruppo di amici ed allievi d el prof. Pierre Tei ssier, adunatosi a P arig i sotto l a. presidenza del 1ni11istro della sanità pubblica Godar t , clel rettore dell'Universit à Charletty) del decano della Facoltà m edica Balthazard e d el direttore generale dell'assistenza pubblica Mourier , ha deciso, per 011orar e la memoria d el compianto l\ilaestro, di far esegt1ire un m edaglione d a offrire all 'Osp edale Clnude Bernard. Le sottoscrizioni van110 indirizza te al t esoriere, Georges Masson editore, b oulevard Sain t-Germain

Donazione di radium ad un ospedale belga. I

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[1\:\"~0 xx~ IX,

Nt ~l. 50 1

120, Paris (6e) . Og11i S8 lto ~crizion e di 100 fra11chi d clrà diritto ad u11a riproduzio11c d el lllC(lagljo11e. i1 .

Nella stampa sanitaria. La ~ta11l p a inedica ltr u g·u aya11a, ch e ha g ià b elle tradizio11i ed è ad u11 liYello molto eleva to, si arritchisce ora di u11 11t10Yo periodico : gli « ArchiYos L r ag ua yos de "ì\Iediei11a , Cirugia y Esp ecia]idacle · )> , organo ufficiale (lel La F edera zio11e. d elle Società 1nedico-scie11 tifich e dell'Uruguay; il primo Ia cicolo, denso di 111 nlerial e, in bclJa ca rta, r1iticla111c11te s tamp a to , co11tie11 e cinque m em orie orig inali , i r esooo11 li d ello socie tà fed er ale ed u11a copiosa rubrica di r ece11sioni, limj La le però e ·cl u i' a 111en te a laYori pubblicati nell A1ncrica iue rid io11al c. L-t r ed azio11e h a sed e 1) re so l a « Federaci6r1 de la , oriedacl e l\'lèdico-Cic11tificas d el ru g uay », Casa de los iiéclico , 1 de Julio 1056, l\1onteYid eo: }Jer (1ua11lo rig uarcl a l 'a1n1n ini trazion e , riYo1 ger si alla: Libreria .\ . !\Ionteverde y Cia, 25 de ì\Ia' o 499 l\il on lcv i d co. ' _\l con.fra tello n o11 111an cl1erà un mag nifico av-

Cor i complementari. La Feder azio11 e Nazionale d e i rnedici sp orLivi 11u · tabililo di .far svolger e <lei co1:si di m edicin a sporLi ,·a preso Je pri11cipali · l)iver silà clel Reg110; in qual ch e U 11iver ilà i l cor o è i11iziato. La F ctlerazio11e co 11ta ora 1200 i~cri t li: dei quali 441 aclde tli a Societ à p orti ve . Il Co11)ila lo l)fOY i11r iale inilanese d ell 'O. \ . B. , cl 'accordo con l a Facol là di medici11a , ha or ganizza to u11 cor o d 'aggiorna1ne nto per medici ch e i)r e t a110 .. er' izio prr. 50 l "Op era udde t ta; il coro , i11 au g uralo i l () cl ice111bre, con s la di 10 co11fcr e11ze e u 11 ra1)p orto d ei inedici. Il l) re_icle d ella Pr0Yi11cja di ~Iila110 , g r. uff. J ~ner ~falalo11i , accoglienclo una prop o I a d el prof. L . DeYo to, h a i s lilt1it o u11 cor so pratico per sig 11orine e giovani 111aò ri st1ll 'ig ie11e e ull ' as ist e11za d el i1eonat o; il cor so, cliretto dal prof. Drusa i è i11i ziato il 6 dicc111l)rc e av rà la durala di tre 1n c~ i.

Convegno biofotogr aftco. La « Biol og ial Pho togr aphic Associa tio11 » clcgli la ti U niti ~ i è adu11a la a Yale il 21 o llobrc ; il deca 110 clel1a cuoJ a l11edica dell 'U11iYersità , ~ [ . vVi11te r11itz, te nn e jl di scor so introdultiYO; R. l). L0Yela11c1 , di 1'.\oche ler, traltò d ella « inobilil à d c i batteri » e corredò la relazjo11e d 'i11ler es_a11ti cine111atografi e. Alla pres icl e11za fu riele tto 11 . Creer , d ell 'UniYer il à di Yalc.

Lotterie per gli ospednli in Inghilterra . AlJhinmo g i à fa llo co11oscer e il probl e111u. Il clirc tlor e del Casino cli Mo11te Carlo , . . ig. R e11é r ecat o a Lo•11dra p er avanzare d elle proLéo11, s i post e co11cr e te all a ccBrilisl1 Ifospital s Assoc iatio11n. La pri1na lo l teria verre})be lanciata 11ell a pri1navera d el J 933, p er cor se di c avalli di razza ii1g lese. ' 111 prin1 0 te1npo l 'A oci azio11e era contraria; con sider a1)do, p erò, la g r ave si tuazio11e d egli ospedali , si è òicb jar ata d i p osta ad accettar e d el de11aro, a co11dizio11e d~ no11 ave:rc al cl1na parte nel

e

1977

SEZIONE Pl\ATlU \

pro1.11uovere e 11ell 'or g·ar1izzare le lotterie. Vi sor10 alcuni o p ed ali dissidenti ; così il dire ttore arn111inis lra livo d el « Guy 's Ifo pi tal » di Lo11dra h a cl ichi;:ir a lo ch e, fino a qua11do le lotterie sar anno ill egali 11ell 'I11g hilterra, è desiderabile c h e il detto o 1}rcJale n on abbia rappoTti con esse 11è co n qualia i forma· d i _pubblicità o prop aga nda o co11 la ve11dita d ei big1ietti r ig u ard a r1ti l e lotterie.

Nuove forme di prnt ica 1neùicn. negli Stati Unit i. L 'Associazione Medica An1ericana a co11duce11c.lo u~ 'in chi es ta su lle nuove for~e di eser cizio p-roJession al e ch e van110 · d et errni11andosi 11eg·li Stati U11iU . I risultnti son o ro11 cgnati n ell 'i1nportante p c"r iodico d ell 'associazio11e . Eccon e un esempio: la H Col un11.ii a Casually Compa11y (New York, P ark ave nue 1), c ostituita con un capital e· di olt r e 20 milioni d i lire it.' assic ura ai soci 4 gradi di assistenza i n edica, s11 p agame11ti d i premi ch e var iano da 3 a 10 d ollari il mese. I~isulla ch e, d egli introiti, il 12,5 % è s tato sp eso p er cure ospedalier e, il 45 <JI~ è - talo corrisp osto direttamente ai medici e il 42,5 °/o rappresenta le sp e ... e di a1nn1inistrazio11e ed i profitli; si rileva come una buona p arte degli introiti sia deviata d ai m edici e vad a ai promotor i. on si tratta di assi st e11za mutua, in c ui tutti· g l i introiti vanno a b en efizio dei mutualisti e le pese di a1nn'l.in~str azio11 e so110 ridotte al minimo. i tratta , i11vece, di u 11a intrapresa commerciale, cl1e ve11de i servizi n1edici , come vender ebbe d ella iner ce e cer ca di el e ar e al m assimo il rendimento . del capitale impiegalo.

Contr abbando di stupefacenti. È s lalo coper to a P alermo, sul piroscafo

cc Li-

Ye n za », un contrabbando cli morfina, contenuta nel d oppio fo11do di bido11i d 'olio ; i l carico era dir e tto in i\1nerica. Le al1lorjtà d og·,inali cli ew Yorl , h anno seque tralo sul piroscafo cc Slu ttgart n, d ella compag 11ia « ordde utsch er Lloyd », g iu11lo d a p och e or e, l111 carico· di m orfi11 a d cl valor e di circa un 1nil ion e di lire it.

Eser cizio abusivo. A 'fr a11i è s lato d e11l111 zialo, per vendita abl1siva . cl i rimedi , certo Carn1elo Caval lo , n ell a cui abitazione so110 st a ti sequestrali prodotti t urativi ciarlalanescn1 . A Tra.11i è s lata arres ta la certa Lea Ferr agu zzo , })Cr € er cizio abt1s iYo clella J)r ofe ~ ione d 'infern1ier a.

Vittime della scienza e della pr ofessione. l~

n1orlo cl i ltn'infez io ne ltthercolar e acuta , conl ratta 11 ell 'eseguire d elle r icer che Sltll a l uberco"' losi , il prof. Ifa ns ~1u ch, il cui n o111e è l egat o alla scoper la cti tina fase d el vj rl1 s luber col are, i (( gra11uli di M u·c h ». B 111orto, i11 e tà di 60 ai111i ! il doti. s·. Ue110, dirct to re d cll 'Associazjo11e l\l edica Giar>ponese, in se-

o· uito a etti cer11ia sviluppa l él s i per llllél ferita r iportata i11e11tre eseguiYa u11 'operazion e cl1i~urgi­ ca. La ferita Yenne prodotta da t111a ch egg1a osca del p aziente, il quale si 111o s~ e duran te J 'operazio11e .


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(( lL

POLICLINICO »

.RASSEGNA J) ELLA. ST.A. ltlPA ME OICA. T?.i.f. 1\Ied., 16 lug. - C. TnuNECEK e G. LF.PI'CO\v s1<Y. Pulsaz . visibile d ell 'or ecchietta sinistr a. - S. l\lAUGEnI. Ossal emi a fisiol ogica . J our11al A. l\tl . A., 9 lLtg'. - C. F. BRowN. Tera pia con inuci11a. - R. W. LAUSON e R. THOMAS. Effe tt i cie11 ·acido acetilsalicilico. - H. H . R1ECKER e A. C . 1.::;l~-nT1s. Cach essia ipofisaria. Presse 11'léd. , 27 lug. N. FrnssrNGER. La carenza jn cellulosa . - L. DELCREZ e G. LAMBERT. Vacci11az. al] a p orla d 'ingresso 1 (met. BassetP oinc"loux) . Rif. 11ed., 23 lug. - L . VERNETII BLINA. P oliartrite ac uLa pri1ttaria e b acillemia tbc. secondo L5,,·e11stein. .1ccad . Med., 15 lug. - M. CAPOCACCIA e A. VAL·L•~Bl)NA. Epato-splenografia n elle ricer ch e radiobiol ogich e . F. P. BERRETTA . La tbc. polm. n ei vecchi. Bull. Acad. Nléd., 19 lug . - BoRDIBR. La prova <lia ler111ica p er il riconoscim. della m ort e. - LÉNOHi\JAN1~. La toracectomia precordiale nelle car(]iopalj e. An1. J oiirn. Obs t . Gyn., lug. ___,. STANDER e CAn11EN . J_, 'effici~nza cardiaca nelle g r avide. EAST:J\ fA)i . Le presentazioni trasverse. YASKIN e . ANDR ~ s 1ER. Siringomielia co111plic ante l a gravi..(la11za. Niine r vaJ Nled. , 28 lug. - FlTLCHIEno e PENATI. La pressione media dinami ca. M ed. d el Lav or o, lug . - A. SEGA . Diabet e t r aum a tico. - CAPELLI. Patologia gastrica di origine professionale. F or ze Sanitari e, 30 g iu. - RONZINI. Natura tub. delle fis tol e ano-r.e ttali. - ZANOLI. Come si cura l 'ascesso tub. J ourrt. Niéd . .Par i s, 28 lug . Coì\IBY. Zona e varicella. ·- Fou vEAU DE CoURl\1ELLES. Il certific at o })l'eJ1uzial e.

1

proposito di -

. . . . . . . . . . . .

Diahe'l e 1nellito : diag·nosi; curva glicen1ica proyocata . . . . . . . . . . . . Diél betici: devono essere aliment ati con mo1ti o con p ochi g r a ssi P • • • • • • Dimagramento: cure di - negli individui con c uore sano . . . . . . . . . Giu r isp r uden.za: risposte a quesiti di m assima

. . . . . . . . . . . . . . .

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NU)I.

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.To,u.r n. Pral., 30 lug. -

LIÈGE. Indicazioni e t ~onica d~ll a trasfusione sang. sul bamb . •') calp el , 30 ll1g . - GovAERTS. I tumori carcinoi di del t entie. - WALTER. La terapia idromi11erale 11ell e affezioni della ci stifellea . Paris Méd., 30 lug. - CoRYOPHILLIS . Il cloruro d~ sodio n ella terapia del tifo. - MuLLER e QuENEC. L~ &equ ele tetaniche di origine sierica. Presse Méd.., 30 l ug. -- LANGERON ed altri. I ttero prebismutico . - CLAVEL e ~lELNOTIE. Valore semeiblog ico dell 'ent erorragia nell 'infarto intesti11ale. -. ALBERT WEIL. I processi patogenetici d ell a tub . e 1eduzioni terap . J ou rnal A. M . A., 16 lug. - J. S. l\ilcLESTER. La dieta nel m,orbo di V\rright. - C. A. DoAN. Lo s tato neutropenico. Malad. d . Foie, Pancréas, Rate, lug.-ag. - Go1FFON. Il val ore d el coefficiente di Maillard Lo st ato nervoso degli epatici. · · · R ev . Nléd. Suisse Romande, 25 lug. N1con . Tratta1n. delle lussazioni dell 'an ca. - RÉGARD. U11 batteriofngo del b ac . di Koch . Deut. Med. Wochens., 29 lug. - GnAFF. Il sin. tomo, r e11ma e il r eumatismo ìnfettivo co·m e m al . autonoma . - BoHNE. La patogen esi d ell 'emorrag ia cer ebral e comp atta. ·- HAI.I .E. R apporti fra tonsille ~ tiroide. Gazz. ()S/'· e Clin., 24 lug . - HANAU. Reumatismo tub . R ev . Med . Barcelona, giu . - P1 SuiiER BAYO. Il m etabolismo intermedio dei carb oidrati. - SuR6s v FoRNS. L 'iperglicemia postinsulinica. Edinbwrgh Med. J ourn. , ag. - Num . d edicato al center1 ario di W. Scott. Practilion,e.r , ag. - HuNTER. Il gozzo tossico, dal punto di vis ta chirurg·i co. - Tonn . Id . d"al pu11to di vist a medico. - G\VYNNE MArTLAND. Il m al di lnare. · Lancet, 30 lug· TnoNrsoN. La cefalea inter1nittente. - !\1c CowAN e NonrncoTE. La solfoterapia òelle p sicosi. ' 1

Indice alfabetico per materie. 1\11e111ia p ernic. : <1 zione d e11 a t erapia epa lica . . . . . . . . . . . . . . . . Pag . 1954 Agraitulocilosi: cli11ica e t erapia . . . . » 1954 Bibliografia . . . . . . . . . . . . . . . 1957, 1959 ·Carni : riconos cimento della puLrefazione » 1969 · Clinica inedica : la funzione e l 'in segn a)) . . . . . . . . . . . . 1nento della 1939 )) · l~o lec lomia Lotale . . . . . . . . . . . . 1966 Conco rsi aJ primOJrio degli Osp ed ali: a

[ANNO XXXIX,

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Incontinenza essenziale di l1rina da spina bifida occ ulta: laminect omia . . . Pag. 1966 Infezioni u rinarie di origine dentaria : )) 1968 Irido·scopia . . . . . . . . . . . . . . . )) 1967 Medicina interna: comunicazioni varie )) 1960 Neu lropenia : significat o ~ concetti t erapeutici . . . . . . . . . . . . . . . )) 1953 . . . . . . . . . Nipiol ogia: congr esso )) 1963 Piorrea al veol are: r apporti {'On l 'urice1nia . . . . . . . . . . . . . . . . )) 1968 Radiazio11i: varia . . . . . . . . . . . . )) 1970 Sa11g u~ : t empo cli coagl1l azione e retrattilità d el coagt1lo . . . . . . . . . . . )) 1953 Srottattire: c ura . . . . . . . . . . . . )) 1947 )) 1968 Seno mascellare: corrJi estr anei . . . . Sifilide : c·ura n elle prostitute . . . . . )) 1950 )) 1968 Tossicosi alimentari: cura . . . . . . . 'f11 bercolosi : importa11za e significato del virus filtrabile . . . . . . . . . . )) 1952

Diritti di proprietà riservati. -

Non è consentita la ristampa di lavori pubblicati nel Policlinico se non in seguito ad .autori:aat ion e scritta dalla reàat,ione. E vietata la pubblicazione di st4nti di essi senta citarne la fonte.

A. Pozzi, Resp .

C. FRUGONr, Red. cap o. Roma - Stab. Tipo-Lit. Ar1nani di M. Courrier .


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ANNO XXXIX

Roma, 19 Dicemb:·c 1932 . XI

N11m. ;) I

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fondato nel 1893 dai professori:

GUIDO BACCELLI

FRANCESCO DURANTE

SEZIONE I>RATICA

REDATTORE CAPO:

PROF.

CESARE FRUGONI

Clinico Medico di Roma

SOMMARIO. Riviste sintetiche : C. To,s ca~o: L'iJ1s·ulinoterawia nella pratica. Osservazioni cliniche ; D. Oonfalonie.ri: '.I'ra.nsitoria sindrome striata in donna con d-O'J)pio vizio mitralico. Rivendicazioni : E. Bertarelli: La terapia ovarica dell 'emofiJJia è una I'IÌVe'llldicazione italiana. Su1nti e rassegne : CIRCOLAZIONE: A. Cler,c : DistU!I'bi funzionali cardio-v.ascoliaTi di origine gaetriiea. - Edga.r d-o T. Y.maz : Azione degli estratti di pa.ncreae desinsulriroiz.zati sulla :preS1Sione axteriosa. G. Corbini: Contributo alla c<m-0Gcenza ed alla patogenesi dell'rurteri-0acler-0si ipOIDn'C<ruaTe. SISTEMA NERVOSO: P. R~vaut : La dia,gnooi precoce della sifilide nervo~a mediante ana,liai del lliquid-0 caf alo-raohidiano. - C. Rizzo: Considerazioni su tre casi di cisti cercosi cerebrale dia.gn-0sticat:i !in vita. L a sin1dir-0me demenzia le nella oietiiceToosi oorebTale. - TUMORI : E. ELee-Rawidowioz : Produzione di tumori maligni da t rapianto di tessuto emibri-OIIlale. - E. F.rankel : Sulle proprietà neurotrope dell'agente causa di malignità dei t U!Ill.oTi. - O. M . Torres e A. P. De Azeved-0 : Retieol<>-endoteliomat-osi maligna. Problemi culturali : L. V.erney: La collaboll'azione scientifdca.

RIVISTE SINTETICHE

Cenni bibliografici. Accademie, Società Mediche, Congressi: III Oonigreeso della Società Ita.J.dana Oto-Neuro-Ofta;lm.ologica. I Oong;:oosso della Società Radio--Neur<rChirur,gica. Appunti !')er il medico pratico : DALLA PRATICA CORRENTE: M . B1ia.nchedi: Su di un oaoo di Slirndll'ome entero· re· na.J.e. - MEDICINA SCIENTIFICA : Influenza di ghiàndole eDJdoorine .fetruli sulJ.'attività motoria dell'utero. CASISTICA E TERAPIA : Discussione sul dolore riferito. Dolori articolami reumatoidi da terapia salvail"s'a nica. - Diagn-0si e terapia della sci,atica. - Nella congiUllltivite subaouita. - NOTE DI TECNICA: Iil migliior modo, di mettere li.n evidenza il bacillo tubercolare. - MEDICINA SOCIALE: La lotta oont!r-0 l'aidenoidilsmo in Italia. - V ARIA. p,olitica sanitaria e giut"isprudenza: G. Selvaggi : ;Dannose esageraziorui del lfar.m alismo nei oonoorsi. - Risposte a quesiti iper questionJ di massima. Nella vita professionale : Ooncorsi. Nomine, promozioni ed onorificenze. No-s tre COt"t"ispondenze : Da PaViia. Notizie divet"se. Rassegna della stampa medica. Indice al tabetico per materie.

Un punto è innanzi tUJtto da stabilire. L'osseirrvazio1n e clini1c.a, 00nferm .a n·d o le basi teoriche su cui 1p oggia l a tera pia insulinica, ·d imostra che l 'insuli1J1a, se è IThecessari.a, in,dispentSabile nei casi gravi di diabete, è utile a tutti i diabetici. Se n ei casi leggeri o ·di media g ravità è possibile, con l1a1'sola regolazione della dieta, sopprim·ere la gliicosu1ria e abbassar.e la glicem,ia , i Yanta.g·,g i che dalla ,s ola ter.api1ai ·dietetica si otten,g o1n o1non sono, paragonabili a quelli che l.111la ben condotta curo insuJinica può dare. Vantagg i che .r ig uar.darn.Q :lo stato g e:Ilerale ·d i nu-t~izio­ n~, 1c,he m~liora nettamente e visibilmffi1te, la sco,m p,a rsa di tutti i ,d istuTbi accessori, ir n·vig lioramento netto 1delle.1 possibilità lavoirative, il Tito,rJi.o d·e lla libido· in queigli infermi che l 'a' '·e vano perduta,' la rico,m p,a rsa delle mestru,azioni in ammalate an che da anni am,e no1rroich e, I.a possibilità ,d i con.durre feli1cem ente al suo esito la gravidanza . Su qu·e sti ultimi p·u nti il IF ,a elli h:a· opportunamente richiamato l 'attenzione, m,e tte ndo111e in evidernza l 'importa11z,a d,a l punto di vi·s ta ,dem.o gTafico. PuTtroppo, os1Ja,co1li ,di natura .economica i111pediscono in molti casi che un,a ter apiia ins11lini1ca sia condotta o che sia condotta con ·d osi di insulina suffic~e!Ilti; è questa una dolorosa 1

4stituto di Clinica Medica della R. Università di Roma. Direttore: Prof. C. FRUGONI.

L'insulinoterapia nella pratica per il dott.

e.

To,SCANO.

(RIVISTA CRITICA). Chi abbia un.a qualche pratica di diabete e di diabetici non può non avere osservato come ancoTa oggi siano diff.uisi, n ·cm soltanto. fra g·li ammalati, ma anche fra i medici, erro ri e lJregiudizi su11e i11dicaziorni .della t erap1ia insulinica, -sui risultati e sui pericoli ,d ella terapia stessa, con seguenza d,ei quali è .che molti di,a betici, anche gravi, no n fanno la cura in sul~nica , mem_tre in molti .a ltri la ter.apia viene condotta in modo assolutamente irrazioruale e quindi ineffi1cace. D.atn1n·o' quest 'ultimo a.ncoJ>a maggior e d el p 1rimo·, poichè conco,r re ad alim,e ntare sfi··ducia e diffidenza n egli amm1alati contro, un rimedio· sotto 01g ni riguardo pr·e zioso'. Non sa·rà, credo, inutile riepilog.are le malefatt e ·e le . in sufficienze ,di cui si fa colpa all 'in suli.n a, per discuterle b reveme.n.te. 1

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POLICLI~ICO >)

realtà che spesso di ar111a il medico-. 111 mal.ti casi però no.n sono in causa .ragio11i econ·omiche. Gli ainmalati sono restii a sotton1ettersi alla clllra insulinica e trova.n o, molto di rado per fortuiila, un a lleato in qualche medico m~so­ ncista che sc.onsiglia la c_u ra con siderandola , neil caso iin, ispecie, in1wtihe e pericolosa. La aura insulinica n ei diabetici non è mai inutile. 1F orse tale potrebbe essere considerata 'Ilei diabete lieve .degli obesi grandi ma.n g iato·r i , nei quali è sopratutto n ecessario o tte n ere una r~duzio[}e della alimentazione idr-0carbonata. l\ila n on bisogna dimenticare ch e l 'insulina n on è soltanto un ormo ne 1che assicura 1a boona utilizzazione degli idrati ·di carb onio. Se così fosse, 111oi non ·s apremrmb .s piegarci i buo ni risultati ch e dall'uso dell'insulina sano stati osservati , per esempio, 111ella cura ·dell 'ulcera gastrica o del morbo di Fla iani-Basedow e d elle piaghe tosrpid e, dove non è in cau sa un turrbamento :nel ricambio delle sostanze idrocarbo111ate. Il d·eficit funzionale pancreatico, per le complesse coDrelazioni ormonali ch e fra loro legano lei ghiandole a secaezione interna, turba l 'rd_quiljbrio n:eJUiro-en.dolc:rilno •d:el~: ' organismo diabetico, ·equilibrio ch e una terapia razionale, nella quale a bbia il primo posto l 'insulina, può ristabilire. Ma c'è anch~ una ragione pratica che consig lia l 'u so d ell 'i.nsulina anche nei diabeti1oi grassi ed è che tali malati, sottoposti alla so·l a t era•p1ia ·dietectica, presto l 'abbandonano illudendosi, per la facile scomparsa della g licosw·ia, d 'essere guariti. È più facile ottenere dal .diabetico il rispetto d ella ·d ieta prescritta, quacri.do conltemipo ran.eam ente sia trattato icrul l 'insulina, come1 è più fa cile co·sì ottenere che non s'illuda: d 'essere guarito appena migliorato, in quanto sarà agevole convincerlo ch e i buoni risultati S<)IlO dovuti al1'uso continuato lde·l l 'insulina e scO·ffitpaiono co111- l 'i11terruzion e della cu,r a. Passando a c:oinsiderare i temuti rischi della cura insulinica, è cmioso osservar e come fra il g rande ·p ubblico sia diffusa la paura. per i pericoli ·d ella terapia insulinica molto· più ch e la .n·ozio·n ·e della sua grande effi cacia. A 1ciò oontribuiscono, io credo, e non poco, le istruzioni per l'u so d el preparato che accom pagnano le fiale, istruzioni n elle quali sono scruipolosamente elencati i vari disturbi ipogli1c:emici nella lodevol e inten zione ·di m·elttere in guardia l 'ammalato contr o i rischi delle dosi eccessive, ma con il risultato, !Ilei 1p iù dei ca·si, di mettere in allarme g li infermi g ià, come ho detto, in genere, mal ·d isposti a subi.re la cura. Ingiu.stificabile p·erò è I.a piaura esagerata eh.e qual1che me.dico h a dei p ericoli della cu.r a insulin ica. :È stran·o ch e mentre, per esempio, nessun me·dico esiterebbe a·d iistitu-ire; una cura endovenosa ·di neos alvar san, pur ·n on ignorando i rischi, anch e n o·t evoli, cui qualche rara volta tale terapia può esporre l ':a·m malato, tanto si tem e invece l ' i1)ogliicem 1ia insulinica, da.n 1

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n? la

cu i gr.avità è stata esager.a ta, danno e,·itab1le e comu·n que facilmente riparabile. Non è senza sig·nificato il fatto ch e i soli a non aver ])a ura dell 'insulina siano gli ammalati ch e da 1nolto tempo ne fanno uso. L 'insuli11a è veramente u111 rimedio pericoloso? Marcel Lab bé in un articolo pubbli1cato in Presse M édicale (.n. 73, 1930) afferma ·che gli accidenti ipoglicemi1ci sono più impressionanti ch·e pericolosi e po·s sono essere fa1c.il1miente evitati o co,m battuti. E tale non può non essere l 'opinione di chiunque abbia ain ch e una modesta esperienza di terapia. insulinica. Natural111-ente sempre che l 'insulina sia usata cu1m granu salis, come è il caso d-el .r esto ·di qualunqu e terapia, 1c:o n qu.el minimo cioè di accorgim enti indisp1en sabili perchè la dose non risulti eccessiva, saggiando i.n ·n anzi tutto la sensibilità del soggetto a l ri1nedio. Esistono senza dubbio, dei soggetti estrem amente sen sibili a ll 'insulina, tanto d.a presentare g ravi disturbi per dos i anche molto piccole, ma tali soggetti rn on. si ritroveranno 1nai fra i diabetici. Si tratta di individui iperinsulinemici o ipoadrenalinemici , 1condizioni queste ch e no n si ritrovano n·ei diab·e tici. rF ra questi esiste sì un gnaido di sen sibilità a ll 'i11sulina diverso ·da caso a caso, grado ch e bisognerà sagg iare iniziando la cura sempre con piocole dosi, ma, ove ipersen·sibilità esista, si tratterà sempre di i·persensibilità relativa , per la qu.a le in UIIl soggetto con una ipe.rglicemia a digiuno X e tenuto ad una dieta conten ente u!Ila data quantità di idrati di carbonio, per portare la g licemia a un gr.a<lo minore, oocorrerà una dose di insuli·n a più piccola ch e i1n un altro soggetto iperg licemico di ugual g rado e t enuto alla stessa dieta. All'infuori dei casi di pa.r ticolare sensibilità all 'in sulina , che come ho g ià ·d·etto no·n si ritr0vano m,ai fr.a: i diabetici, perchè i disturbi ipoglicemici possa.n o veramente essere pericolosi occoirrono forti ,d osi di i.nsUJlina quali si prescrivono solo a i diabetici gravi , n ei quali la forte ipelrglicemia assicura un margine ·d i sicur·ezza 5uffi1ciente contro ogni rischio. Basterà del :resto far S8ooUÌre a·d Ùtoani iniezione di insulina UlnJ pasto con.t enen.t e una quantità d eterminata di idra ti ·di oarbonio per e'itare ogni dis.tuTbo. Accanto ag li aocidenti ipogli cemici, nel corso ·del trattamento insu1linico si possono presentare delle r eazioni locali e generali ch e,. in casi ·ecceziona lmente rari , si presentano comie fenomeni di 1choc gravi. Si tratta di manifestazi-oin.e ·di natura anafil.attioa legate a fa tti di sensibilizzazione alle proteine contenute nell 'i!ll·SU1lina, ch ei per difetto di preparazione non sia sbata debitam·en.te· deproteinizzata. In questi casi basta cambiare il preparato per veder e .abitualmente scomparire i di•sturbi, perchè le ' arie insuline 'che sono in co·m mercio so·n o ottenute da pe.1J.1creas di animali di, ersi 1

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XXXIX,

u~1. 51]

S_EZIONE PRATICA

(maiale, boo, cavallo) e la sen ibilizzaziooe è sp ecifica per le proteine di una data specie. I. casi di sensibilizzazione n e·i quali è l 'in·su l1n1a. ~tessa che .ag·isce da an tig·e n,e sen.s ibilizzan te sono estren1am1ente rari. Ma non è solo il timore dei disturbi ipoglicemici e anafilattici che r ende molti medirci dubbiosi circa l 'u o dell 'insulina. Si teme che l 'i.nterruzicme d ella terapia insulinica n ei casi gravi comporti il pericolo di morte per 1c.o ma. ~i pen sa ch e in que ti casi l 'organismo si sia abituato al m·e dican1ento e no!l1 possa f:arn e a m eno _enza g ra,,i ri e.lii. Il Labbé, n el su citalo articolo , os er a giu ta111ente a questo proposito ch.e1 tal·e convinzio·n e è l)a ·a ta su di un errore di interpretazione in . qtLa.n lo 1nolti 1nalati affetti da dià.bete g rave, molli ·diabeti1ci che sono stati sal vali d 'll co111a g r.azie a ll 'insulina, no·n· pos ono farne a men o "enza ricadere n el coma e morire, e sendo il loro orga11ismo totaln1ente deficie:n te ·di secr ezione ,p ancr eatica; senza questo orn1one es i sarebbero morti g ià da g ran ten11}0. Con iderazio11i queste senza. dubbio giu .., te, ma app·l icabili solo ai casi estreimiame nte gravi. A mio mo·do ù : vedere, g li arccidenti ch e in casi di · diabete g rave intervoogono quando si sospende la cura insu1linica devono es er e i·n terpretati altrin1enti, almeno in molti casi. Non c'è dubbio cl1e la sop1)re . . ion e brusca del preparato in un organism o ch e, in grazia della cura insu1linica, aveva g uad.a gn:aito uin equilibrio .n .u tritivo prima defi ciente, debba provocare uno squilibrio tant-0 1)iÙ g rave quanto più l 'organismo i era ada ttato· alle b er1efich e condizioni lfLutritive indotte dal in prolungata cura in suli·n ica. D'altra parte L' interruzion e della cura n on è sempre a ccompag11ata da una contempo·r an e,a mod!ifiJoazione d·ella ·dieta o, se tale modificazion e vien e praticata, ·n on sem1p-re lo è r.a·zionalmente. Non b isogna ·dimenticare che n el diabetico non è solta.nto turbato il ricambio degli idrati di carbonio, ma lo, è in g rado più o m en o g r ave, secondo i casi , anch e quello ·d elle proteine e dei grassi . L'insu Ji.n a iThOn è soltanto benefica in ·q uanto promuove una migliore utilizzazione delle sostanze idrocarbonate, ma a•n ch e perch è in pari tempo permette una miglior.e utilizzazione delle ·p roteine e dei g rassi , e, in m io do precipuo, evita ch e l 'alterato ri1c:ambio di tali sost.a.nze porti al1'acidosi. Ora, quando un diab etico grave, lungamente curato con forLi d osi di insulina , ch e g li permettono .di utilizzare un.a data quantità di idrati ·di carbonio· oltre che di proteine e rl grassi in equilibrio di ch etoni-anti1c.h eto·n i, sospende la terapia in.s ulinica , in mo lti casi o n on varia la dieta, e d allo·r a intervien e un grave squilibrio nutritivo con i ·danni con seguen1i . oppurre, ed è quello ch e avviene n el più dei casi, riduce fortemente g li idrati di carbonio lasciando inalterato il quantum ·di prote~ne e r1 · gr.assi, ed allora aggrava lo squilibrio nutriti1

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vo po rtando ad un deficit 1p~ù grave il bila.n cio ch etoni-antich etoni. In conclusione se ·è i11n egabilei che nel diabete grave la s~spensione ·della cura insulinica lrungamente pr.a.ti1cata provoca talora un peggioramento, grave d elle condizioni ·dell 'infermo con tendenza a l coma ciò è dovuto o a che la g ravità del caso n on '1consente la sopravvivenza sooza l 'insulina o al fatto ch e la sospens ione ·d ella cu,r a no·n è accompag nata da una razi·onale mo·dificazione de lla dierta O·p pure ancora (ed è questo un altro elemento da non trascur.a re) a 1cl1e l 'insulina se ' p uò a·n nullare gli effetti ·de l d·e fi cit funzionale IXl1ncreatico, non può arrestare il cammino, g-e11eralmente 1)rog· res ivo, della lesion e responsabile di tale defi cit flllilzional e, cosicchè la sopen sion·e della rcura lungarneinte praticata deve n ecessari:amente mettere in evidenza u1n .ago-ravameinto, n el frattempo orditosi, delle lesioni pan creatich e r esponsabili d ella malattia, a.gg·ravan1ento prima mia ch erato dagli effetti b en efici della terapia. Con1unqu1e sia, n on è l 'i.nsulina responsab·i le degli accid·e nti cui può andar soggetto l 'infe.rnl o per la sospen·sione ·della cura .:Qè la possibilità di ta.Ji .aic.cidenti può essere motivo suifficielilte 1per ri·n unciare ai b en efi ci .della terapia in uli·nica proprio n.ei casi nei quali eissa è più in dicata. n .altro a ppunto ch e si muove alla terapia in ulinica è di risultare talo:r a inefficruce. Un ~a le giudizio , è doloroso constatarlo, è frutto nel più d ei cas i di n.01n, conoscenza delle condizioni più elementari necessa·r ie perchè l 'i11ul ina possa espli1ca r e la sua azione heneifica. Le caL11Se degli in u ccessi ·della t erapia insulinica sooo rnumei:rose e di varia natuTia. La più im1p ·o·r tante è la mancata prescrizion·e di una dieta a.datta, ch e t enga oon,t o d ella capacità r e, idoo di utilizzazione ·degli i1drati di 1carbonio i1el singolo caso, ·e ·d·ella dose di insulina da iniettare. Se molti .m 1edici vecchi diffidano del1'insulina, spesso per mancanza di esperienza personale, molti m ed uai g iovani ig norano quei principi di dietetica ch e, p rima dell 'introduzion e dell 'insulin.a, costituivano l 'unioo b.agaglio teirapeu1tico di cu.i il m edico poteva disporre n·ella rc.u ra ·del· di:ahete. Ora, un.a cur.a insu linica ben con,d otta non p·u ò prescind·ere da lliila razion.a le tera.pia diet etica, anzi la presuppone. Si può dire sen z'altro ch e, a parità di con·dizioni , sia per quello cl1e riguarda la g ravità d·el caso 1che la dose di in sulina impiegata, l 'e f~ fetto utile sa:r à tanto più evidente qu·a:nto p iii razionale sa·r à la dieta prescritta .. Ecco, invece, quello che si osser va nella pratica. Alcune volte l 'infermo vien e lasciato lib ero di regolare.i ad libitum la sua a limentazione. È inutile fermarci p er dim,o strare il danno di Ulll.a terapia così con·dotta. Altre volte, pe.r paura dell 'ipoglicem ia, il m edico fa i.i1 , g·erire .all 'ammalato·, do11J10 og·ni iniezione, fortissime quantità di zu ccihero, ottenen·do co111e 1


POLICLI~

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risultato immedia to un aumento della glicemia e della g licos uria e co·m e risultato ultimo l ' accent~arsi dei sintomi legati alla iperglicemia e la sfiducia ·d ell 'inferrno :neJ. preparato. Altre vo1te invece v~ngono eccessiv.a mente limita.ti nella dieta gli idrati ·d i ca;rbonio. Anche in questo caso i risultati non possono cl1e essere cattivi. Se infatti lo· sco·p o essenziale della cur.a i111 sulinica fosse l ':ah·b ia ssam.ento della g lirc.emia, evid·entemetnte l 'insulina risultereb·b e più facilmente efficace se praticata addirittura a dig·iuno. Ma lo ·sco·p o della cura è di ristabil.ire il turbato equilibrio nutritivo, cCYD.S6t,.ouenza deil l 'alterato riicambio. L'ab·b assamento d ella glicemia è per noi il cr.iterio o·b biettivo più si- . curo per g iudicare ·degli effetti della cura, ma solo quando tale ab·b,a ss.amento sia il risUlltato d el ristabilito equilih·r io nutritivo m.on l 'effetto ·d ella limitata introduzion e di idrati di carbonio e di · un relativo ip.erinsulinis.mo provooa.t o, n el qual caso no n può a vere evidentemente lo stesso significato. È e,v idente in.fatti che 1c,on la fo rte li·mitazio1n .e d egli i·drati ·di carbonio noi otterrem·o }Jtiù facilmente e con dosi minori di insulina la •sco·m pa r sa ,d ella glicusoria e l 'ab·b as.$amein.t o ·della glicemia. M.a se così facendo noi à vremo !P['Ovveçluto a sopprimere lo stato i1p erglicemioo eid i r elativi disturbi, non avr.emo pv01VVeduto ad .a:ssicura re a.1 diabetico l 'u1tilizzazi:o1n·e ·d i quella quantità di idrati di oarbonio neces·s aria a ·m iglio·r are il suo stato. di nutriziotne e ad evitar.e la compar sa o. l 'acoentuarsi ·d·e ll 'acido1si. In! altri termini, la ·quantità ,d i insulina ·da adop1erare nrei · sim.goli casi e la ·dieta da' prescriveire ·devono te·n er conto i nna n zi tutto di un fattore fo:n ·dam·entale: lo· stato di nrutrizio'n 'e dell'ammalato·. Lo Zoia, nella r elazione al 27° Congresso ·d i Medicina Interna, così si ·esprim e, a questo1 riguardo: « Si deve avvicinarsi quanto :è possibile all.a dieta che il malato ldo1vrBlh·b·e fisiolo·gicam~ein.te: teniere 1se non fosse diab,e tioo, tenuto anch·e conto delle alterazio ni organiche che lp.UÒ presentare e, sie no·n a.d ulto, ·d·c i bisogni :dell'organismo per la crescita. Se 1c.oa:1 questa dieta elimimia zucchero, non si deve mai, p·èr renderlo a.g lieosurico, ricorrer€! a una riduzio·n e di i·d.r ati di carbonio specialmente per 1a possibilità di acido si, e per la nociva influenza · che la ridrutZione d eg1i idr.ati .di carbonio, neoossaria:mente ·seguitai d.a aumento d ei grassi e sopratutto .delle proteine, 11a per lo stato .d el 1cuo1re, dei reni e d·el fegato, eVien·tualmente lesi, il che assai spesso avviene, sopratutto n e.I ·d iabete dell 'età avanz.a ta. Il ·d ifetto di assimilazioin e degli idrati di carbonio v.a corretto co·n in·s uli1n :ai n. In altri casi, mentre si ha cura di regolare scru,p olo·s am-ente I.a .dieta per quel che rigua.r da gli idrati .di · carbonio·, si trascurar10 lei sostanze pifotei1ch e e i g·rassi . Il risultato è spesso il persistere, malgrado, la cura , della chetonuria, ch e tanto, spaventa g li amm.a1ati. · 1

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· Altr.a oausa di insuccesso è nella frequenza Gon la qual e la te1~apia insulinica vien.e prescritta e praticata so·1o per breve tempo o a periodi o ad.d irittura s.a1tua:riam.en.te, sp esso lascia.n do al criterio d·eill 'amimalato il giu1dizio ·d ella convooienz.a o men.o di fure 1e iniezioni, sistemi tutti irrazionali che 1c.ondannano alla inefficacia I.a cura. Altre voil te la insufficien·za della dose di insulin.a ·è causa ·di insuoces·s o o dà benefici solo parziali. Ho già accem·n ato alle ragiooi econo miche che spesso ostacoJano l'op era d.e} medico,; ~ ovvio che in casi ·di queisto genreTle non si possa preten.dere .da11 'in·s ulina risultaiti superiori ia quelài che, date le ·dosi adop·e rate, essa può ·da re. M.a è pro1p rio in casi di qu1esto genere, ch e ·p o i sono purtrop po 'ab·b astanza numerosi' eh.e l '01piera mtelligen te dJel medico può ·e ssere partico1lair!mente u~tile all 'inferm·o. Uri 1

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medico che sappria prescrivere una buona dieta al diab etico p otrà ottene,r e anche dalle p1iccole dosi di insulina risultati notevoli .. · U·n altro errore ·di giu-d izio in cui m edici e m.a1a.t i rc.adono frequenteme·n te è qu:ello di riten e.re 1oh e l 'org.a.n ismo· si assuefacci13., all 'insUJli na sì cl1e occo,r rono, con. l'an·d.a r del tempio, dosi semp1re m.ag-.giori per o·t tenere l' ~ffetto utile. In r ealtà n.on esiste ass:u ef.azion,e · a ll 'in sulina e no·n può esistere, co stituendo l'insulin.a null'altro che un prodotto fisiologico del nostro organismo. È però vero rche nello stesso di.abetioo· lllila ~erta ·do•s e .di insu·l ina , fino ia1llora sufficiente a.d assicurarei l 'equilibrio nu·tritivo, può in un ·certo momento risultare insufficiente. Ma per rendersi conto del perchè ciò avvenga, bisogma ten·e r conto ·di due elementi. Uno· è che il diabete è m ,a lattia ·generalmente p~ù o meno progressiva e l'insulina , come ho già d·etto, se raddrizza l '1alterato ricambio ·d el diabetico, no n1cura il ·diabete. In secondo lu1o:g o, la ma lattia va soggetta, nei singoli casi, a 1);erio·di di mig lioiramenti e di pegg·ioramenti, rche talora hanno ·decorso stagionale o sono in· rapporto ooo altri fatto.rii morbosi contem.poraneamente presein~i o con episodi mo·r bosi intercor.renti. Si spiega qui·n.à.i a sufficienz1a1 la necessità che spesso· si presenta al m·eidico di ritoccar·e o la diie ta o la ·dose di insulin.a per ristabilire le turbate 100.n.dizio1~i di equilibrio,· senza che questo pois sa essere atitribuit9 a ipotetic,a e in. r ealtà inesistente a·s•s uefazio1n e al rimedio. Co n cludendo, l 'insulina è rimedio u til·e a tutti i diab etici, neoessario a molti; è rim€1dio di a zione sicuTa purchè sia usato in .d osi sufficienti co,n una dieta adatta; se usato razionalmente non, p1rovoaa1 m,a i ··disturbi peri1~olosi; non det errn.ina assuefazione. L 'ililterruzione d ella cura 1pruò· pr·o;voca:re il coma solo nei casi ·estre1namente gravi, n·ei quali la vita non -è possibile sen z,a i,n sulin~ oppure; neg li altri casi, solo se la brusca s opp,r ·ess.i0•n.e del · rimedio non è ac1

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cornpaginata da una razion:ale modificazione d ell:a ,dieta, che tenga conto di tutti gli elementi di e~.

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cernia, ma la scomparsa d,e J:l 'ipeTCheto·n emia. Se il m edico non a vrà la .possibilità di eseguire delle determinazio ni glioemiJche, hisogmerà che si regoli escluiSivamente sull ' esame delle urine. In questo caso, sarà preferibile ség uire il metodo delle piccole dosi di insulina più frequentemente ripetute. Ad una prima dose ·di 40 D. U., si potramrno far segUJire, ·p er es., dosi successive di 2·0 D. U. ripetute ogni 2 ore,. sorvegliando aocur.atamente le urine dell 'amimalato. Sui questo punto ·bisogina essere chiari. Il diab,etico in· ooma=generalmente non urina o perde le urin,e . Oocot"re du,n que caterterizzare l 'ammalato e cateterizzarlo in permanenza, vuotaindo la vescica di m ezz 'ora in m ezz'ora. Solo in que sto modo sarà possibile controllare l 'azione dell 'insulina 'Slllla g licosuria. Che se invece si esegruisse il cateterismo di tratto 1ri tratto, si ,potrebbe esser tratti in errore e giudicare glicosuri1co un ammialato che in realtà, n el momento in cui il cateterismo viene eseguito, glicosu·r ico più jn o·n è. L'urina vescicale di un. ma- • la.t o che non abbia urinato da alcune ore potrà infatti risultare glo·b ·a lmente riicca ancora di glu.cosio, a ca•U1Sa d ello zucchero contenuto nelle prime porzioni secrme dal rene , mentre le ultim·e porzioni possono essere prive di zucchero. Una volta ottenuta la scomparsa del ooma acidosico, la terapia successiva dovrà uniformarsi all e norme comru.ni a tutti i casi di di:ab ete da curare con insuli11a, norme alle quali a1ccennerò appresso. Debbo perrò, a pro1posito di coma dia b etico, accennare ad u1n a eventua lità oh e no n infrequentemente si presenta al g iudizio del medico. Se un malato, che fa cur.a1 inst1linica, cade in coma si tratterà di con1a ·diab·etico o di ' . co1na ipo·g licemi1co? Problema gra ve e d1 g·~a11 dc _r osp·o nsabilità per il rn1edico,, che pel dubbio se prescrivere o no l ' insuli1n .a può per·der~ del tempo prezioso. :È inutile fermarsi .a d~­ scut.ere i criteri differen ziali fra coma ac1dos11co e coma ipoglicemico. P.r aticamente il sospetto di coma i1p og licemi co impon e l 'intervenLo irn1nediato della te!fapia adatta e non consente I' attesai anch e la più breve. In questi casi hi"50,gtn1eJrà jsommiini~trar~ all 'inf.ermo al . p~ù presto u111a forte dose di g lucosio, prefer1.b1lmente p er via endovenosa, e aspettare circa m e zz'ora. Se si tratta di 1ooma ipoglicemico, la situazione mig lior.e rà rapidamente, in·dica~­ do al medico la vi.a <la seguire. Frattanto i l rr1,e dico avrà il tempo' di e·s eguire un esame di u·ri.nè ch e chiarirà ancor,a: di più le cose. Se si tratta <li coma acidosi100, la somtrninistrazion~ di zu cchero IIl·On ag~rav·erà la situazione , purchè non si tar·d i troppo nell'iniziare la tera pia insulinica. La ·s econda eventualità ch e può presen tarsi al m edi1co è quiella di un diabetico ch e, pur non presentando fenome11i <li intossicazione acidosica, presenta inten sa acetonuria . In qu e1

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Questa mi.a n-0ta, destinata al medico pratico, non raggilllilgerebbe lo scopo che vuol proporsi, se non fosse completata da alcu,n e norme p etr l'uso dell 'i.n ·sulina nella cura del diabete. Lungi ,d a me la pretesa ·di trattare a fondo la ter.a1pia del diabete. Mi limiterò ad indicare alcw1e norme essenziali che spero potra.n no essere utili in modo parti1colare a quelli fra i medici pratici ch e, dovendo esercitare la loro arte in ambienti lontani dai grandi centri di studio, vedono p er la scarsezza d ei m ezzi di indagine a loro disposizione, aumentare ogni giorno di più le difficoltà e le responsabilità della loro o per.a . Nella cura del diabete possono presentarsi al miedico diverse eventUJaJità. Le icon·si<lererò partitamente. Una prim.a eventualità, la 1p iù g rave, è cl1e si presenti al m edico WJ, diabetico in coma acidosico conclamato. Oggigiorno , per effetto della terapia insulinica, i casi ·di 1o oma diabetico sono nettamente diminuiti. Nonperta1nto casi di coma si osservano non infrequentemente in diabetici ncm cur.aiti con insulina e anch e, per quanto molto meno frequentem ente, in dia b eti1ci curati con insulina . Jn ·p resenza di un com a diab etico coin clamato è dovere del medico sommi.n istra r e l'insulina a dosi generose, iniziando la cura il più presto possibile. Così opera ndo il m edico a vrà la sod·disfazion e di salva.re m olti m alati. Non. tutti. Vi sono casi di coma 1ch e resistono al1ai più inten sa cura i·n sulinica, ma ·si tratta per lo più di casi n ei quali l 'inte,r vento terapeutico .n on è stato J)ronto. Co1m e curare praticamiente un diabeitico in coma? Appeina diaginosticat o il ~e.orna, bisog na subito iniettare almen o 40 D . U. di insu1lina sotto cute (solo in casi estrema m ente gravi potrà essere .n ecessaria la ·somministrazion e di una p airt e dell 'insulina endovena). Il co,m portamento successivo varietà a secornda ch e il m edi co avrà o n·o la possibilità di eseguire rapid~ mente de~J.e detterminazioni glicemich e. Nel primo caso si lasc,erà g uidare dalla glicemia , in sistendò sulle forti dosi dist a.n zia te di 3-4 ore l'una all 'attra, fi·no a che la g licemia si sarà abba1ssatJa, al di sotto· del 2 %o . COln.t emp·Oira'Ilieam entei si sorveglieranno le urine per constatare la progressiva· diminuzioin e dei corp1i cheton~c.~. Quan·do I.a glicem~a sia ·al <li sotto d e~ 2 '% o, b1sorn:a a1n1dar cauti nella so1m ministrazio ne di in~ulina, facen·do segui:re ad ·Dbomi ·dose ·di insu li1na l 'ingestione di gluco·s io o ·d i latte fortem,etnte zoocherato. Del resto sarà prudente ed .a n che utile fare i·ng erire, appooa possibi1:e, del g lUJcosio subito ·dopo l e prime iniezioni di i,n sulina , temendo presente ch e scopo principale d elJ.a cura del coma non è I 'abbassam ento d ella gli 1

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Lo caso, di fronte al p ericolo ch e l ' infermo -cada in co1na, oc.co,rre in primo tempo prescri' 'er e un.a dieta ricca di idrati di carr)onio in n1odo da pote re senza rischi prescrivere alme110 30-40 D. U. p ro die di insulina in due o tre iniezioni, fino a scomparsa dell 'acetonuria . In seicon.do tem po si provvederà a stabilire la dieta più ada.t ta a l caso e la dose ·di insulina inecessaria per una cura continuata. Più delicata sarà la situ.azione quando u1n diabetico, sia o noi aoertonu.rico·, presenti delle c.on1pli cazioni (g.a·n g r.ena d egli arti , a·s c,essi, fa·vi, ecc.) cl1e im·p ongono sopratutto la soppressione dell o sùato1 ip,e rglicemic·o. In questi casi è a solutamente necessario r egolare la t erapia insulinica sulla g li1cemia, in modo da p.otere, senza ri·s chi, portare quanto più è ;possib·ile alla n orma il tasso g licemico. R egolarsi sulla glico.s u ria in casi di questo, gen ere pulÒ portare a·d insucc·essi. Si tr.atta in gen eire di individui da lungo tempo affetti da ·diabete, ch e, per compli1c.azioni re nali, possono essere :a:glioosurici o dive!nirie tali facilm ente pur conservando una g licemia a lta . Il controllo g licemico è dunque indi pensabile. La s tessa regola vale peT i diabetici che va nno ]Jrep-arati 1p;er un intervento chiru.r g ico. All ' infuori ·dei casi che ho finor.a consider a ti , r esta da considerare la più parte dei casi: -diabeti gr.a.v i, per scarsa tolleranza iresidu.a a gli id·rat i di carbo nio, ma senza acidosi m anifesta ·diabeti .di media g ravità, diabeti lievi . Come -vanno trattati ? Impossibile dare delle r ego.Je 'terapeutich e ch e noni si1ano sch emlati1che. Ogni di.abetico ,ra curato in r ela zion.e a l suo diabete, ·a l 110 particola.re m odo di comportar i risp et1o :ai vari a limenti e all 'i,n sulin.a. Mi limiter ò a ricordare alcune norme generali in base alle quali non sarà difficile a l prati1c-0 adattare la t era1)ia al singolo caso. Ilo g ià ri1p ortato le pa1role con le qu.a li lo Zoia, nella sua r elazione al 3 7° Congresso di Medicina Interna sintetizz.a i criteri fondaim entali per la terapia ·del diab ete. Criteri senza dubbio razionalissimi, che però presu ppongono an11pia liheTtà al n1edico di prescriver~ la. dose <li insulina a1ecessaria per correggere il difetto <li asi imilazione d egli idrati di 1carbonio. Ed ho .già ricord,a t o ch·e ciò sp esso non è, perchè rao·ioni eco.n omich ei limi tano la libertà d 'azion e del medico. Che se impedimenti di natlllfa ec onomica non in cepipano l 'opera ·del m ed~co, la pratica .attu.a zione del p rincipio chiaran:ient? ~­ nu11ciato dallo Zoia non comporta serie diffic oltà. Parten1do da un fabbi sogno m edio di 30-35 calorie per Kg . di p eso, si aum1enterà o diminuirà tale 1cifra a secom.da che si tratti <li bambini o di vocchi , di lavoratori manuali . o sed entari. Stabilito il totale delle calane necessarie, s.a.r à agevole, ser,ren·dosi d elle tavol·e clieteticl1e, pr·e scrivere un1a1dieta ch e ten~a con: to della n ecessità di assegnare un massimo .di l g·r. J)er Kg·. di p eso ·di proteine. Sarà poi rutile 1

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limitare a gr. I, 5 O- 2, O per Kg. di peso i grassi, per ·q·uanto i grassi per la genesi ·dei chetoni nel diabete sembra abbiano minore importanza del1e proteine. Qua·n do l 'inf.ermoi ha eseguito p1er alcuni gior.n.i la dieta stabilita e g licemia e glico:su.ria csi sono stabilizzate, si inizia la terapia in sulin~ca 1a piccole d·osi, che vengono poi m.an m:ano aum1e ntate fi110 a portare la g licemia vi1cino ai limiti normali. Non è necessario, e può essere pericoloso, .portare la glicemia entro i limiti normali. Bisogna considerare ch e l 'organisrno umano non è una macchina niella quale entrate e u scite, a·ssoirbimento e processi del ricamlbio seguano un andamento matematico. Un diabet~co curato sempre co1n la stessa· ·dose di insuli,n .a e che segua rigidamente una determinata dieta (cosa del resto difficile ad otten ere) non presenta sempre gli stessi valori glioemici a digiuno (nel giu·dicare gli effetti della cura è buon.a norma rife rirsi sempre alla g licemia del matti:no a digiuno). Si avranno· delle ·oscillazioni in un. se:qso o nell 'altro ed è fa1c.ile co m·pre11<lere com1e, manten endo i valori g licemici intorno a ll 'uinità, si rischi di far ca dere l 'imfermo1 in ipo1g '1icemia. Qu,a ndo si sia ottenut:ai una g licemia a digiun o ·di 1,30-1,40 non è n eoeissario spingere oltre la cur.a , ma si ceircherà di stabilizzar e e consolidare i r isultati ottenuti. Una ' 'alta fissata la dose di insulina necessaria al si1ng olo caso per otten ere l 'abbassamento voluto della g licemi;a., non bisogna abba.n -. donare l ' infermo a sè stesso. Molte volte la ·dose di insulin.a sufficiente a mantenere la glicemia n ei limiti voluti è in.feriore alla dose di attacco, alla dose 1cioè n ecessaria ad ottenere i.n izialm1en te l 'abbassamento g lic·eirnico. .Bisog n erà d.runque seguire ancor.a per qualche tempo l 'infermo e diminuire la ·dose di quel tanto ch e risulterà superfluo e quindi p ericoloso. Seguendo le norm·e ch ei sinteticamente ho sopra riportate, si riuscirà a fissare una dose standard per il singolo caso. Si potrà allora lasciare che I 'infermo si curi ·da sè, salvo a sorvegliare di tanto in tanto il tasso glicemico e la g licosuri,a . Molto frequente è p1erò il caso che il n1edico si trovi a doveT limitare al minimo possibile . la dose di insu1lina da impiegare. No1n sono allora evidentemente appli1cabili i criteri dello Zoia. In casi di questo genere bisogna seguir e norm1e diverse : curare dieteticamente I 'ammalato prelScindendo dall'insuli11a, cercare ·di ottenere dalle norme dietetich e il m.a-ssimo risultato possibile ai fini dell ' ab·b assame·n to <lel tasso glicemico , senza ,espor.re l 'ammalato ai rischi dell 'aic~dosi, ie lasciaTe all'insulina il compito di com,pletare gli effetti della te~api~ . per quel tanto ch e con le sole no·r me d1etet1che non è po·ssibile ottenere. So no· questi i casi n·e i quali l 'o·pera ·del medi co divieine ardua e nei quali bisogna spesso contentarsi di risultati parziali. Sono i cas i 1

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SEZIONE PRATI CA

nei quali sarà necessa.r io sagg·iare la tolleranza residua de.l soggetto ·p er g li idrati di carbonio, saggiare lai tolleranza per i vari a lime nti idrocarbo.n ati (i diabetici, per es. , tollerano in genere il levulosio meglio che il g lucosio, il latte e le patate meglio che il pane), ricorrere eventualmente ai preparati di sorbite, come sionite e simili, che esperiemze recentissime dimostrano es ere b en tollerati ·dai diabeti1c.i Cl 'alto co·sto di questi prodotti però frustra lo scopo per il quale in questi casi dovrebbero essere prescritti). Si cer ch erà in questo modo di prescrivere una dieta ch e, contenendo la maggior quantità possibile di idrati di carbonio, no·n provoc.l1i glicosuria e non d etermini forte iperglicemia , c iò ch e in alcumi casi i1on sarà possibile otten ere . i con1pleterà poi il fabbisogno di calorie con un a ulteriore aggiuinta ·di idrati di icarbonio o parzialm1ente (quando occorra limitare al n1i11imo la d ose di insulina) di g.rassi, e sì 4prescriverà la dose di insulina necessaria alm .cno a contenere la g licemia permanentem ent e al ·di sotto di l ,8'0-2 % e ad evitare la tenden.za a ll 'acidosi. ~1i r esta da considerare un ultimo punlo. È })O ibile is tituire una cura insu lini1ca in un diabetico senza l 'ausilio d ella glicemia·, mira;n·do olo a sopprimere la g licosuria? È noto ch e fra tasso g licemico e glicosuria non es~ste sempre parallelismo. Si ·p uò aver-e glicosuria senza iper a licemia (Dia b ete r enale) e, più fr equentem ente, iperglic emia ·senza g licosuria. Ora, poich è scopo d ell:a tera.p ia del diabete d eve essere sopr a tutto di abbassar e la g licemia, alla quale sono leg.a ti la più parte dei distuirbi e delle complicazio·n i del diabete, e non. di sopprimere la glicosuria che, in sè considerata, rappresenta solo u.n a perdita ·di materiale energetico, peirdita che 1D.Jei casi di ·d iabete non sev·ero po111 è di grave entità, l 'abbassamento e la ~oppres.. .siooe della glicosuria hanno 1per noi valore essenzialmente qua.n ·do siano conseguenza di una contemporanea pa.r allela diminu.zione della g licemia. Poichè questo paralle lismo alcune volte m a nca del tutto e il più delle volte non è perfetto, è evidente ch e non si possa b en curare u.n diabeti1co senza il controllo glicemico. Cit\ però non v:uol ·d ire che si de bl;>a rinun ciare ~d i s tituire ooa c ura insulinica quando non sia po sibile al m edico determinare la g licemia. In casi di questo genere bisognerà solo rispettare alcu.n e norme alle quali brevemente accennerò. Innanzi tutto, manicarndo il co·n trollo diagno·stico ·della g licemia, bisognerà escludere il diabete renale , studi.ando il comp·o rtament.o d ella a licosuria rispetto alle variazioni del carico · d e~li idrati di carbo.nio alinwntari. È noto che l~ glicosuria diabetica si aoc;enL~a. o si. at: tenua aumentando o diminuendo gli idrati d1 carbonio ·d ell 'alim entazione, cosa che non avviene qu:amdo la g licosuria, come è il caso d el diabete renale, è l 'espressio.n ei di un abbassa1

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i11ento d ella ·soglia renale di eliminazione d ello zucchero. In secondo luogo è n ecessario che la g licosuria sia ridotta al minimo ma non soppressa. Un a volta soppressa stabilm·ente la g licosuria, il m edico n on avrebbe a lc un criterio per giu· ·di care se p er caso-1 ' infermo no,n . si avj i ver~o l ·ipoglicemia. Bisog n erà ·d unque cont~ntarsi di risultati p arziali, non essendo p1ossibile sping·ere le dosi di insuli1n a oltre ce-rti limiti, se1nza e sporre a pericolo la vita dell ' infer:rr10. 0

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RIASSUNTO.

L ' A. m e tte in

eviden~ i numerosi er.r ori cl1e

n ella cura in'S ulinica d el ·diabete frequentemeinte vengono commessi p er scar sa conoscenza d elle condizioni n eces arie p er ch è la tera1pia insulinica porti vantaggio a ll 'infermo senza dann eggiarlo, no.n ch è , la incon sistenza dei motiYi che vengono ad·dotti contro l 'uso largo della i:n sulino-terapia n ella cura d el diab·et ei. Dà infin e alcune norme pratiche sull '.u1so d ell 'insulina in· pratica privata. •

OSSERVAZIONI CLINICHE. Transito1·ia sindrome striata in donna con doppio vizio mitralico. DoTT.

MARIO

Go

F .<\.LONIERI.

Prim-a di passare alla d e·scrizioine d el caso, riteniamo 01pportuno dare uno sch emati;co rias ulilto delle moderne vedute sulla fisio patologia del co·r po striato. Bisogna anzitutto :p rem·e tter e che diverso è il valo.re del te rmine « cor.po striato » dal punto di vista anato·m ico ·e ·d.a qu ello clinico. In a1n1atomia normale sotto di .esso si comprendono i due nu.c lei basilari caudato e len·t~colaTe, a sua volta sud.diviso in due seigmenrti: uno esterno, ch e è il putame11; e due interni che, dal loro c·o lorito più t enue, prendooo !Il·o me di globus pallidus. Clinica·mrente si è invece teinuto conto di pec ulia ri differenze istologicl1e 1ch e intercorrono n ella archirtettura dei n ·u cl ei, tanto più che ad essa corri·spon:dono qu.a dri a.n .a tomo-patologici d e.il pari diveI·si . Così sotto la d enominazio·ne di str'iato si con1p1r ende il nucleo cauida.to ed ll!Ila !J)iarte d el lenti·c.olare: il .Putamen·; e sotto quella di pa!l lido ciò che ·di esso lentico·l arei rimane, 1cioè i dt1e segmenti d el glob. 1

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pallidu.s.

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Dal lato d ella fun zio1n e otten-iamo così (Vog t, 1F oerste r) tr,e si temi: striato, pallid.o e sotto-pallidale, reciprocamente i11fluen zant1si . Infatti il sist . striato infrena il pallido il


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quale, in mam.canza di questa in:ib·izione, sute·m poran·ea esclusione funziooale del 1corpo scita la inso·rgeinza di movim·e nti automatici striato, qual1ch e raro movimento atetosico nelpiù o meno inten•si, più o ·m eno evidenlti, che le dita della mano. vanno dal semplice tremore sino ai gravi di- · sordini coreici ed atetosici. Il presentarsi, I~ un altro caso da noi osservato di corea postquindi, di tali movim1e111ti è sintomo patogno- .emiplegica (vecchio iperteso di 87 a., con in Losm·o nico di una lesione dello striato (sindro- sicazione alcoolica) la discinesia iniziò appena in terza giornata dopo ] 'ictus, e, pressochè immodime striata pura: corea, atetosi, spasmo di tor- ficata, accompagnò il pazi~nte sino alla n1orte si-0ne, mioritmie). D'altro canto le lesion·i del avvenuta circa in 15a. giornata. L'anamnesi della nostra P. è 1nolto sen1plice: sist. pallidale, nel mentre hanno la oomsegu.enza di 1sopprim1ere detti movimenti, la- nqn esiste ereditarietà luetica nè tbc.; non ha sofferte malattie degne di nota si~o all'età di 30 a.; libelfa la via ali' azione del sist. sottosciando esclude in via categorica i traumi sul capo. Unico pallidale si appalesano col mmifesitarsi di u- d~sturbo periodico denunciato sono le mestrua' m~scolare, d'una ri~ioni dolorose, regolari per epoca di corr>:parsa, ma n·a esagerazione d·e l tOIIlo gidità muscolare generalizzata (sindrome pal- scarsissime E} di anormale clurata (24-30 ore). Cinqu~ anni J'a comincia ad accusare palpitazione di lidale). Una sindrome !Più complessa si 11a cuore, afian~o di respiro, ambascia precordiale; il allorquando tutti e tre i sistemi vengono coi1n·- sanitario interrogato riscontra doppio vizio mitralico in istato di :r:elat~vo compenso. In seguito te:r.eissati da u·n a lesione di qualsivoglia n·a tustrapazzo fisico si ma11ifesta iposistolia che rera : assisti:amo allora alla 1con temporanea pre- agredisce con cura di riposo. Una seconda volta senza di fatti ipercinetici ed ipertonici: sin- (1 anno fa) si instaura lo scompenso acuto: la drome strio-pallidale (ad es. morbo di Pardegenza a letto rigorosamente osservata lo vince ki1n1son, di Wilson, ·p seudo-sclerosi cerebrale). con facilità. Nello scorso settembre, alle 13,30 circa, a breve Conviene però dire che queste sin.d romi mandi~ta:hza dal pasto, viene colta da intensa verticano ancora di una sufficiente documentazio- g~ne ed è costretta ad appoggiarsi ad una sedia. ne anatom·o-1clinica; quiiÌ11di l'opinione più at- La coscienza rimar1e illesa; la favella è man-tenuta tendibile cc è quella che le forme nosologiche i~ modo perfetto; ~ancano disturbi della vista dell'udito. La vertigine dura invariata per una individualizza1te sino ad og,gi non siamo che ed ~cina di m~nuti, po~ diminuisce: nello stesso accidentalità di casistica dipendein. ti dalla lotempo la t11.adre tlella P. si accorge ch e l 'angolo calizzazione ·d i processi patologici vari in una sinistro della ho~cu è in preda a tremito viole~to regione cerie;bra1e capace di ;rivelare con. sin- ch e si trasforma ben: presto i~ uno stiramento tomi corris.pondenti i propri guasti (Ferrio) n. ritmico verso il bnsso, cui seguono contrazioni cianiche del pellicciaio." Subito dopo la P., contro Arriveremmo insomma ad una dia.gn10 si di sua volontà, comincia a ruotare il braccio S., di1

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sede.

!Basandoci su questi princìpi, riteniamo appunto di poter giungere, nel caso caduto sotto !Il1o·s tra o·sserv:aizione, ad una precisa diagnoisi di sed.e; non solo: ma vogliamo anche po rre in riJiev0 la fì1~·acità dei sintomi, il loro improvviso comparire in stato di completo ben·essere soggettivo, ed il fatto che essi non hanno lasciato dietro di sè C()(Ilseguenze clinicamente apprezzabili. Nel :caso in parola dobbiamo astrarre da quella sindrome, del resto ritenuta molto rar.a che prima si pres~,ta1 alla ·discussio.ne diagnostico differenziale : l '·e micorea od .emia tetosf !Pre- o .p ost-emiplegica (Weir-Mitch ell). Non esisteva e mon s.i manifestò, n.e.ppu.re a distanza di tempo, n·è emiplegia, nè emiparesi, n è nessu.n. altro disturbo di n1oto o di senso, per quanto leggero, i1nputabile .ad emorragia, embolia . o trombosi intra cran~che negli u.s uali pulll.ti di pr·edilezi<?ne. . La sindrome scoppiq in ·mlodo improvviso• e tumultuoso e·d andò attenuandosi sino a scomparire in seconda giornata lasciando (unico ;reliqu.a1t.o che durò tre g iorrn1i) come tr.arc cia della 1

sordi11atamentc, 1nenlre la mano compie sul polso i più svariati mqvimenti e le dita si estendono, si fletlono, si intrecciano tra loro. La stazione eretta diventa ora impossibile perchè anche l 'arto inferiore partecipa alle convulsioni. La gamba viene flessa sulla coscia sinQ a toccare col tallone la natica del lato opposto, indi bruscamente estesa, addotta sopra quella destra mentre la coscia si fl~tte sul bacirto. Il capo viene, portato nelle più diverse posizioni. Trasportata sul letto i movim:enti dive11tano così rapidi e violent~ che la madre decide di <'hiamare il medico. Troviamo -la do1111a n elle condizioni descritte. L'ipercinesia, a delta dei famigliari, è alqua11to di1ni11uita, n1a si mantiene pur sempre ad un grado insolito. L 'esàn1e oblJ iettiYo dà quanto segue: Donna di 35 a ., in soddisfacente g rado di i1utrizione, leggermente anemica. Tipo 1011gilineo, spiccata1nente eretistico ed emottivo. Polso 128, molto piccolo, con qualche· aritn1iaextrasistolica. Temperatura 38,2. ~ressione al R. -R. Mx 92, Mn 68. Volto modicamente congesto, non cianotico. Espressione angosciata. Favella rr1anle11uta anche durante le convulsioni. CÙore: doppio so.f.fio sulla mitrale. Al torace: sulle basi mqlti rantoli a piccole e medie bolle; respiro frequente a tipo asmatico. Espettorato emor· , ragico, schiumoso, aereato; tosse stizzosa, violenta. Addome: nulla degno di nota; il fegato è in sede norn1ale.


fANNO XXXIX.,

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Ul\I.

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SEZIONE PRATICA

Si. Le1na i1ervoso: se11 orio int egro; vis ta ed tidilo p1e11an1enle efficienti . Sen ibililà cula11ea fors< u 11 p oco au1ne11lata a S.; no11 p a restesie. Riflesso corneale presente. Reaz ione pupillar e alla luce pro11ta. No11 esi s te seg110 del facciale. Riflesso bicipilal e presente e nor111ale i11 a111bo i lali. Rifless i cula11ei addon1i11ali pre e nti. Riflesso p a lellare all!ltan to più vivace a S. lVIa1,car10: il clono d ella rotula ; il segn o di Oppe11l1ei111; il tibiale; il clo110 del piede; il Babi11 k y. Di frot1Le acl t111 sin1ile quadro er a logico pe11sar e anzitutto aù u11a e111icorea lJre- o post-e111i plegi ca; ad una iperci11esia, c ioè , lega ta a lesioni del Lala1no, della cap ula interna, dei 11uclei d ell a ba e: ~ i11to1110 co11co111ita n te o l)recursore di una parali i . Diag 11osticare l 'esiste11za dell 'e111iplegi11 inenlre durava110 i i11ovi1nenti coreici er a co111pito difficile. Si co11Yenne di a llendere , ri erva n do la prognosi, più cl1e ul lro per l 'ipo tesi c he la para i i i i pre e t1tas o i11 seguito ch e 11011 per i I dubbio cl1e e a fos e g ià in a lt o. Ripe li a1110 clic in u11 ? l Lro ca o (J ~ servalo l 'en1icorea esordì i11 t e rZét g 1ur11ala: que ~-O fallo e il i1011 essere i11 g r ado di trovare (in u11 pazie ntH a co110 cenza i11Legr a) seg11i g ros olan i rl 'e111iplegia ci fecero piutto lo prOJ)f 11dere i)er uu ·en1icorea prc-e1t1iplegica. I ..a l li a carico d ei l)Ol111on1 Curono r iferiti ad une• co111pe11 o ucuto d e lermi11a to dal r iJevan li sin . ..> forzo inu col are c ui , da quattro ore, er a a o~ge lla lo l 'orga 11i i110. L 'inevitabile fa lica respjraloria creò nei 1Joln1011i u11 l oc us m i1ioris resiste 11l iae e quiYi olla11 lo i11sor ero i prirni feno111eni di sco1111)e 1tso, 111e11lre l a -circolazio11e ep atica e quella d egli a rli i11feriori, a11ch e per la b reYC clurata ciel 1)e rioclo acuto, 11011 upirono

la r11alattia di A·da1n -Stokes, e cl1e si manifestano con attaicchi co·11 vul ·i,,i, n o11 trov iamo n ella P. gli 1e tremi n.eiceissari al loro verificarsi ·poicl1è la frequ enza del battito c.a.r di.aco 1n•o n era certo e agerala (128); e11za n o taTe cl1e l 'attacco con vt1l ivo è epileLtif.orn1e e n on va di g·iunto da ·profo1n d·e alteit azioni della coscienza. Con clu<lendo, ci crediamo a utorizznti a d em etler·c diag'n1o si ·di in·dro111e striata pura di Lipo e1n icorejco sube·ntrata a lesioni d'ordine circolatorio, pro·n tarn e11te riparate. Identificare la natur.a della ]e, i·o11e è in.d.agine ben più ardua ; rite11iamo però ·di avvici11arci al vero .so,.. -s1)etlando una embolia a· carico· dei rami della cerebrale anterio·rie o n1edia (art. ~ lriate anteriori e len ticolo- tria te) . • Mo lina di Ledro ('"fren lo). 1

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JlIAS 'UN1'0. L 'A. h a o . . erv.a,t o un caso di sindrome striata l) Ura i11 do11na con doppio vizio mitralico. inlon110 predo1111inante la corea unilaterale. La sindron1·e è reg·redita pronlan1ente; la P. l1a con seg uita u11a O'Uarig io n e perfetta. L 'o rigine è da a ttribui1""i ad una lesion e Ya ale (e1nbolia) ·dei ra111i de ll 'arl. cere.br . .a:n teriore o m edia . 1

RIVENDICAZIONI

da1111i .

~l a il r egredire a11cor (l in g iornata d elle convul io11i; il graduale pn. aggio clalla cor ea all 'a letosi, al la perfe l la cal1r1a 111 u cola re, il 11on poter i ri co11 lrar e 11 e1)p ure dopo più elti111ane, e no110sta11 te 111inuzio e i11clagio i cl in i ch e, seg11i di e111iplegia, clo,·eva110 portarci i11 u11 altro campo diag110 Li co ch e n on fo e quello cl i u11 iclu co111u · ne1ne11le inteso. l\e lava110 d a co11si<l erare l a i1 1drq1nc stria t a lJura e l 'epil essia jakso11ia1ta .

L 'e1>iles ia jak onia11a 11a una caral leri ti ca di ·ti11Liva a ai i111por'lan·te1: l 'i1nizio co n aura loc.a•Jizzata ad ur1 gru·p11Jo inu colare ed il per111anere, ·dopo l 'attaicco, di p1a rali i o pare i tr.a11itorie negli te i gru1)pi cl1e i)er prirn·i l1anno pa1ei ati i seg11i della i.r'ritaz ion e corticale. on è il ca·_o di ·}Jrendere in e a111e l 'e1p1ile sia gen ui11a IJer il cruadro tot.a1lm enLe diver .. o ch e e"'a dà. Contro I ' e1)ile ·.. ia jak ~ on i an.a de1)on e i)ur e 1'a· e11za nel og·getto dellet ue più note cause: Lrau1n.ati 1ni, t·uir11ori cerebrali , g·on1n1e ecc. Inolt·re, uina volta tabilitos i, l 'a ttaoco ma·n·t ien e caratteri di i11tern1i tten za e, quando è p re· a1 una m età del co;rpo, di regola segu e la i)erdita della coscienza. D.ato cl1e ci troviamo di fro11L e ad uni cardiop.a ti1co, anch e volendo .a1u 1n 1ettere ch e la tachicardia potesse portare a g·ravissim e turbe circolator ie cerebr.8.!li con1e si hanno nel· 1

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1989

ISTITUTO D' I GIENE DELLA l{. (J N IYERS! TÀ r1 } 1AVJA • La te1"a.pia ovarica dell'emofilia è una r1-

vendicazione italiana. Prof E. B ERTARELLI, direttore J,a terapia ovarica (in n e~ l o <li (ì"a iu, j nic1io ne di e· Lrat to o'rarico o follicolina) contro l 'e1n10fili a va facendo le ue buone i)rove .agli S. U ., ove g·ià i parla con1e di l1na conquista èefi1lila co11Lro que ta ·discra sia, indicando ]a cura di Carrol-Bir.c:h co111e la terapia SJ)ecifica od ~po­ SJ)eci fi c.a della e1nofilia. Il de.. iderio· di u1n.a leg·ittin1a rivendicazione di J)rioriLà, almeno n ell 'idea ·direttrice di questa terapia, e il pen'"' iero dell 'utilità cl1e ·deriva dal rendere n oto ·qua.nlo i va facendo in questo cam po, mi sp•ing·ono a Sic.rivere quesle linee, a costo di porre in di parte u•na doverosa m1odestia. S·e non erro, i 1 primo, ch e 11a ~on n ettezza parlato e :scritto di una possibile terapi.a ovarica dell 'emofili a è lo scrivente. Ben ii1te o non voglio e n on. po o e eludere cl1e .a ltri abbia avuto •conten1poraneamente o poi , eid indipendentemente, 11na idea econdo la m edesima looO'ica direttiva . 1


1990

« IL POLICLINICO »

Già nel 1923 lo scrive11te fa ceva presente a Pavia a l prof. E . Alfieri , allora Direittore d ella Clinica Ginecologica dell 'Università di Pavia, la lo1gica <;li un tentativo terap·e utico di innesto ovari,c.o o di iniezioni di estratto ovarico n ella emofilia, partendo dal rilievo ch e l 'emofilia è inesi:s.tente o rarissimia !Il.ella ·donna. E se ciò risponde a veTi tà (com.e tutto fa credere), bisogna riten er e come verosim1ile ch e nella donna uma probabiler secrezione interna entri in atto a favorire la co.a gulazione del san gue. Ed è ovvio il primo· sospetto sia portato sul1'ovario e sulla sua secrezione interna. Invitavo quindi n·el 1923 1ai compiere ricer .c he in questo senso, sia di vero e proprio tootativo terapeutico, sia di carattere biolog ico per stabilire le modificazioni e·s ercitatei dai d erivati ·o varici nel fenomeno (rapidità, ecc.) della coagulazione. Qual,c.h e an.no, di poi accidentalmente espon evo e ipubbli,c.avo questo pensiero n el « P ensiero m~edico· n da n1 e ·diretto e compilato: e più esattamente n el numero· del 31 maggio 1928 a pag. 322 in una recen sione siglata colla m1ia i1niziale scrivev·o a ·p roposito della terapia vitaminic1ai dell'emofilia, queste ·e satte parole: cc Terapia vitaminica dell 'emofilia. Da ql1alche tempo si parla di benefi1ci effetti dalla dieta vitaminica (specie sei ricca di Vitan1ina C) nei casi di emofilia·. In Ispagna pare anche si sia fatto una vera e prop1ria .p ropaganda i1n tale :senso. Per il ch e è interessante segnalare lo stu·d io di Zeigdroth (Miinch. mediz. Wochenischr., 3 1928) sull 'argomento. . Questo stu·d ioso ha avuto in cura d·ue casi appartenenti a due ceppi fan1igliari, nei quali varii maschi erano emofillici (le donne no). La dieta consig liata ( po·m 1odoro, limone, mele ecc.) ha veramente g iovato. Resta difficile d~re una spiegazione d el fenomeno. Noi siamo in ·realtà molto allo scu1ro sull 'intima gen esi d ell '.eimo.filia, anche se di solito ripetiamo ch e essa è data da u1n difetto di trombochinasi. Lo stesso fenio·m .e no della fr equenza nei ·m aschi in confronit o col'l' assen.za n elle donin .e, fa p eni.sare a1d azioni endo1crin.e .. Anzi. vien1e voglia di chiedersi perchè non ,sia mai sta~a tata la terapia ovariaa ne.ll uomo: poiche e cliiaro che la prim·a idea interpretativa del f enomeno, obbliga a pen,sare alla p?ssi.~ilità d~ azioni ormonic·he che. correggono il dbf et·to dt composizione d el san1gue. E n oni d eve parere illogico c.h iedere prove b. )) . :Ln questo senso. 1

:en:

fANNO

XXXIX, ~UM . 51J

Il con cetto quindi di un.a rpossibile terapia ovarica <lerll '.emofilia era n ettamente formulato ed espresso. I gno·r o se coloro i quali poi han1n.o fatto tentativi in questo senso erano a nozione di questo scritto : ma è ben certo che I 'idea di una teraipiia ovarica dell 'emofilia era da m e nettam ente formulata. Le primissime prove in questo seniso sono quelle di Paul Niehau1s (Schwezerische miediz. W 'ochens., 1-4 genn. 1930), il quale in Uil·O scritto (Vorlaufige 'A1itthe.ilung zur Behandlunrg d er H em .ophilie) pubblicava alcuni casi trattati. La comru1n.icazione riguardava due casi di fratelli emofillici (uno di 10 l 'altro di 25 anni). In uno fu innestato n·el muscolo obliquo del· l 'addome un ovario di vitello (ovario oon corpo luteo). In isei mesi l'ovario era i1n.teramente riassorbito : il sangue coagulava in due ore e m ezzo. Nell 'altro caso fu innestato un ovario di pecora (pur:e con corpor luteo). In 6 mesi si ebb e riassorbin1ento dell 'ov.ario innestato. Nessuna mo,d ificazione n ella 1coagulabilità del san1

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gue . Niehaus concluse ch e l'ovario seceJrn.e solo transitoriam·e nte un ormone ch e provvede alla coagulazione, e formulò 'u na sua ipotesi sulle varie fa si della coagulazione. . E seguì una ri!p rova : al primo giovane i1ncnestò un framm ento di ovario •con corpo luteo. Nessuna modificazione nel t empo di coagulazione. Al secondo innestò un frammento di ovario senza corpo luteo. Il tempo <li coagulazione da 5 oi:e scese a h. 1,30. Il 1primo tentativo eJ . la prirr_ia puhb!icazi~e a.m1ericana sulla terapia ovarica d·ell em·ofil1a è de} 1931. Carrol, La 1F leur e Bivc.h (Jou.r n. of Amer. med. Assoc. 25 luglio 1931) hanno condotto prove in qu. ~sto ·senso, che paiono defin~tiv_e. Per com.prendere b en e le prove amer1cai1e è utile rico·r d.a:r.e come nell'urina d ell 'uom-0 (maschio) s i riscontra sempre una c.erta quantità di follicolina. Nei maschi emofillici manca n ell 'ru.riina l'ormone ovarico. I 1prirni loir o tentativi .p ratici fur?no ~feriti in Proceedings of the Soc. exper. Biologie a1n1d Medie., XXVIII, 1931. Introd ucendo la follicolina negli emofillici o esBtoo-uen·do in ·essi lllil innesto ovarioo, si ha un aumento ·della coéiioo-ulab,i lità del sangue, rrtent~e la follicolina co·m pare nelle orine. Non p·a re nelle prove ameri can e si sia preso 1

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fA~No

XXXIX, Nu l\1 ..51)

SE ZIONE PRATI CA

1991

iin esame la .p o sibilità di una azione n egativa del corpo luteo'. Di r ecente Kimm e Va,n Allen (Jour. of _4 nieric. m ed . ~4. ssoc., 17 sett. 1932) ha nno cu rato in Cina un em ofilli co con est·r a tto ovarico, otte n endo l 'arresto delle sponta n ee em orrag ie emofilli1che .

. i lun.g o il margine sini tre del III-IV spazio inter cost ale o come p eso so ttomamma rio. on n1eno caratteristich e ·sono· le palpìtazion1i, ch e si presentan o spesso per crisi, si.a. dopo i pasti , sia di g iorno e di notte, con. risveg lio di sopr.assalto o ch e impedi&c.ono il dec ubi to laterale sinis tro. Qu.al che volta i battiti cardiaci sono così frequ.enti da simular e Ja tachicardia prarossi* ** La terapia oYari ca cleill 'em ofilia comincia sti ca, p.erò co·n .a ttacchi m eno bruschi ·e con inin or frequenza del polso. Viceversa, può do-quindi a d aver e un n etto diritto di citta,dinanmin.ar e la bra.d icardia (50-60 pulsazioni) iche za: e ag li S. U .. si parla g ià di una terapia Cascon1.par e con lo sfo·r zo e si presenta talora a. r oll-Birch, m entre sar ebbe g iustizia dire tecr i i C·On ve rtig ini od an che t endenz.a ·sin--. rapia Bertar elli-Carroll-Birch . copale. E sen za 1nuJla toglier e al valor e d ei rilievi aFra le aritmie , le extr-asistoli sono classi ... n1ericani , n1i par e equo rivendicare con m och e e da.n no sensazio·n i penose di ic tus. d e ta er enità la 1prima formula zion e di questa In1.portanti sono le reazioni vasomotrioi: la .po sibilita ter apeuti•ca, la quale !sp etta all1o veirti 0 ine, più accentuata al m attino al risveglio e specialn1ente n ell.ai stazion e er etta; le scri,·ente. vam p·e di calore legate gen er a lmente al .p eriod·o digestivo e, viceversa, le lipotimie, rar a m,ente scompagnate a sudori abbondanti, d.a a umento di fvequ en za e defi cienza del p olso. · CIRCOLAZIONE. Segni obbiettivi. I iprin cipali sono comnesDisturbi funzionali cardio-vascolari di ori· i con, la pn euma tosi g astri.ca (in ra:p porto, a sua volta, con. l 'aer ofagia); essai si rivela con gine gastrica. un rig onfia mento dell 'epigastrio, ch e dà un (A. CLERO. J ournal miédical fran çais, settemsu ono timpa·n ico a lla p er cu ssione e sposta albre 1932). l 'est erno la .p unta cardiaca. Alla palpazione I disturbi fun zion ali ca rdiaci provocati dal- pro fon da si p\IÒ risvegliare, talvolta,, un punle diver . . e indromi ga trich e b anno .p re o in to d oloroso al IV spazio inter costal e inistro ques ti g iorni un 'importanza tale ch e n essun (p unto ,p recordiale ·dei dispepti ci). Tali fenoinedico può discon oscer e la pa rte n·ot evole ch e 111eni so·n o m 1en o evidenti al m attino, a dig iu- · ad essi spetta n,ella pra tica g iornalier a . Ed apno, ch e dopo i pa ti. pu.nto dal p·11nto ·di vista rprati,co, l 'A. tra tta Altre volte, d omina all 'epigastrio il dolore qui il problema con.side randolo essen zialmen- sponta·n·eo o provoc.ato (punto sol.are), tanto te sotto l 'a spetto car diol ogi co. p iù sen sibile quanto più si accentua la ptosi gastrica, la qua:le permette di avvertire i bat1 FATTI CLINICI. titi d ell 'ao.rta addominale, ciò che fa p ensare I disturbi funziona1li subbiettivi 11a nno la a talu·n o ch e si tratta di an·eurisma. L ' esam1e delle arte rie periferich e rivela geneparte preponderante, in quanto che svia.n o la ralmente uno stato di ipo ten:si on.e ch e, n elle attenzion e d el n1.a lato dalla loro· vera origin e, crisi dispnoiche o dolorose, può simulare il face.n dog li riten er e che è soprattutto in cau.col I.asso . sa il s uo cuore. Alla radioscopia, ·si osserva il più sp esso una Si tratta talvolta di una di spnea penosa, acsacca1 d 'a.1 ia voiurrninosa, g.astrica o colica , centuat a d aO'li sfor zi , m a ·Ch e si esagera sempre in seguito ai pasti ; è più evide nte n ei capa.e.e di sollevare la c up10Ia diaframmatica inistra e di spostare il cuore in a lto ed a sigriain·di m 1an O'i.a lori a d epigastrio rigonfio o n ei b ambini tachifa.g ici. Gen.eralm·ente le e rutta- nistr a . zioni portan o un sollievo , m .a essa può esseP er qua·n to rig u.a rda il terren10 n el quale si svilup.p an o tali fatti , si tra tta gen eralmente re p erm1an en te1, co·n esagerazio ni notturne , qua l ch e vo lta con veri a ccessi, sete d'aria, rafdi individui g iova ni, p er lo p iù ·di ~esso fem 1freddam ento delle estremità, ·p olso piccolo,, m inile , O·d almeno im1pr.eissionabili, a n·siosi in tabili con squilibrio n .ervoso . min,a.ccia di asfi ssi.a . Num,erose sono le varietà clinich e: form e Altre volte, d omina il ~olore . costrittivo . con irr.a1diazioni n ette verso la parte su.periore di, pnoich e, anginose, bradicardich e, vasomotrici , eoc., divisioni p er ò spesso arbitrarie, de l tor ace ed anch e al braccio ·destro, in mopoich è tutti tali sin,to·m i pos on o combinar i -do da da r e l 'imp r essione di u11 attacco ang inoso. E ' per ò m eno accentuato, p ermette il e succeder si. Talvolta il p unto di p ar ten za non cammino ed i m ovimenti e tende a localizzar - è lo stomaco, ma il colon (aer ocolia), ch e ·dà 1

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SUNTI E RASSEGNE.

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1892

« IL J,>OLICLINIOO »

g li stes i risentin1enti sull 'appara Lo circolatorio. L 'evoluzione ·dei vari sintomi è ca1)ricciosa ed in stabile . GeJn eralmente a sen.ti al ri veglio, si esager:aillo quasi subito dopo che l 'in·dividuo si è alzato', -d opo i pasti, spre o la era e talvol ta n elle ·p rime ore della notte . I sinton1i si producono il più · pesso a form a di .a ccessi , ma talora sono c·ontinui e dura110 per lunghi anni; i.n qualch e caso, la situazion.e è an.gosc.iosa e l ' individuo vive in uno stato di p eretnne ansietà ; la ...ua ,-ita, p erò, non è aff.a.t to min.acciata .a ncl1e se le cri. . i sincopali si ri1)eto·n o spes o. Si è fatta I.a question e e il cu or e può ubi r e il contracco}po ·di tutte queste eocitazion i , n1ultiple e ripetute. Eccezion·e fatta dei disturbi d igesti vi os ~ eTvati econdariam·en te n eg li asistolici e dell 'in flu·enza nociva eser citata sopra u.r1 mio·cardio g ià in 'Stato· di m 1eiop·r ag·ia da u.n, faittore sopraggiunto (specialmente aerofagia) o da uno squilibrio n ervoso associato, i deve ricono cere cl1e n on basta rile' 'are l 'esister1za di disp·n -ea, ·di r affreddan1ento d·elle estrec11ità, di frequenz.a del p·o lso od a11cl1e di smorzam·e·n Lo dei toni per' con cludere ch e il cuore 11a ceduto. Estr.en1am ente rare sono le oss-ervazioni r ealmente pirobativei in tal en so, sicch è la questione delle asistolie rifle se appare m olto contestabile'. E' b en sì vero ch e , in· qu.alch e caso, 1a,ll 'ascol t.azione si t il1eyari.01 a\'acic.en.1ju1azio·n e ·del \Secon,jo tono l)Olmonare, ovvero un soffio sistolico trans itorio de1lla ·punta, od u11 rumore di galoppo, · mrentre la r.adio copia mostra un aumento r ela tivo dell 'ombra cardiaca . E si J) UÒ quindi .. u.pporr e ch e p end.a la m in.acci.a d ello staibilir . . i di un. circolo vizioso. Ma u1n esan1e sereno d ei fatti perm ette ·di essere scettici s u que ta origine d·ell 'asistolia, la quale, quando . . .' esiste, pu o' esser e spiegata con una cau sa p1l1 sen1plioei, come una sclerosi renale latente od una mO.ocardite gen eralmente ,e tilica . 1

ME CCAN ISMO

PATOGENETI CO .

I disturbi cardio-vascolari p·osso·no aver e una orig·ine m·eocanica, che risulta evidente quando si ' 'ede .alla r.adioscop,ia I.a pneum.a.tosi gastrica o l 'aerocolia e d il sollievo ai di turbi cl1e si 11a con le eruttazioni. Ma l 'aerofag ia ·Don spiega tutti i fenom eni ; anzitutto, essa può esister e senza ·detern1inare di turbi cardiaci e, d 'altra parte, si pu ò b en e inst1fflare dell 'ari.a n·ello stom1aco senza alcuna 1con seg uenza. Altri a genti debbono quind i e sere invocati, sp·ecialmente l 'irritazio.ne riflessa , partita dall a mucosa lesa e lo stiramento d el plesso n ervoso in c-a so di_ptosi. Più complessa è la question e d egli alim·enti, tanto più ch e ve ne ·sono di quelli ch e pur e appar endo i·n offen sivi, scatenano u g ualmente l 'ascesso, tanto ·ch e si pen sa ·persino a.d un ictus anafilattico. •

[ANNo XXXIX, NuM. 51]

Com.e fa tlori .a,u iliari, si possono citare le disfun zioni ·e ndocrine: oltre all ' influenza tiroidea, si p en i all '.accen tu.a rsi di tali disturbi alle epocl1e inestrua li. Ad ogni rr1odo, l 'esiste11z.a di questi disturbi fa pensare ad un arco riflesso ch e, partito dalla mucosa diger ente, si riflette sul sistem.a ·n euro-vegetativo il quale, a su a volta, .r eagisce come vag·otoniai (bra·dicardia) o simipaticotonia (tacl1icardia) o co m e a.nfotonia . La risp ost a del c uore si n1antien e n ei li1niti d etti funzionali. I rifle si co·n11)licati di vaso-1costrizione polmon.are portano la dilatazio·n ei d elle cavità d estre ed anch e i so ffi (funzionali) d 'in sufficienza degli ,orifizi; molti dei casi d·ella così ·d·e tta asi tolia gastrica con sistono in .r eazioni , talor:a1 violente, ma senza d eficienza circolatoria durevole, in .cui ma11cano i veri segni di insuffi cienza miooa1r dica. Lo scatenarsi dell 'arco riflesso , p erò, non si fa n ella egua l n1isur.a in tutti gli individui; da un lato, il te·rrenoj n e uropatico cr!ea l 'i•persensibilità alla n1i.nim1a eccitazione e, d a,11 'altro, deve essere \tenuto prese11te anch e il terreno c.ardio-vascolare, n el qu.ale n on i avrebbero ch e d ei di turbi in ig nificanti e esso n on· fo sse in st ato di min or·e resistenza. Così si spiega la .g·ravità di alcu·n e risposte org anicl1e a d un.a eccita.zion e puramente nervosa e la p ersistenza della rip·eLizion·e cl1-€1 caratteri zz.a alcun e di t ali n'lanifestazioni. 1

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• DIAGNOS I.

Si presenta . talora assa.i delicata. E lin1inata la semp1lice pre e'Ilza di disturbi g·a trici in un cardiac.o oonfern1.ato, numerose so·n o le circostanze per 1c ui il medico p uò essere tratto in errore; e que to protrehbe avere co.n eg·u,e nze disas tro .e. Si pen si alla differenziazion e fra semplici battiti epiga Lrici ed ecta ia. dell 'ao·r ta addon1ina\1e; fra i dolori puntori iuxtaxifoidei e lo lato di m.ale ,a nginoso conne~ so con la produzion·e di un infa.r to mtiocardioo; fra le eruttazion i di un .a erofagi·CO co·n · a·n goscia e la vera crisi di angina pectoris; fra il timpanismo della pneun1 atosi e lo stato ·di gonfiamento addon1inale di u.n p eiritonitico; fr.a u.n p·olso lento p ern1.an ente e la sen1p lice bradicardia sinusale co·n v·er tigini, do'ruta .alla serr1pli ce iperto·n ia del vago. Così :pure la confusione sarà po ssihil~ fra le m .anife tazioni veramente g astro-card1,a,cl1e e quelle di individui con altre affezioni add·omin.a li (colo-n·, fegato, cistifellea, apparecchio utero-ovarico), se·nza parlare degli an iosi dei bas·e·dowi.ani o degli individui ap pa1rt e~enti a quel g ruppo così vasto e ·confuso in c ui predomin.a l ' instabilità cardiaca. . A t utte tali qu·estioni, dà spesso una risposta soddisfaoente la terapia. L 'influenz a, b enefica dei sedativi generali del sistema i:ervos.o (specialn1ente de.I gardenal); d el v.ago--1mpa l11

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[ANNO

XXXIX,

NUì\1.

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1993

!SEZIONE PRATICA

co e quella de1ll 'io-ie11e generale l1a u11 grande valore . t\11aJoaam ente, si o·n o .a1Yuti buon i e ffetti con lo stabilire u11a d ieta adat ta con . ' delle buone r egole di n1a ti.e.azione, co11 l ' u"-ù adeg uato di alcalini , di 1polveri a orbenti , d t be llado11na, co11 l 'applicazion e di u11 a ci11 tura ipoga trica . E ' 1d ' uo1p o peirse,rerare r1<·11a i~re . . cri zio·Il(,1 di qu e ti ri111.e-di, ma bi ogna ten er 11re. . ente r l1 e il n1.anic.ato loro eiffe.Lto non e, elude ] 'ipotes i rlel] a natura f11nzi1}n:tl e, y oich è certe ]Jrcdi ~po .. izio11i rin1angono ii1 eterate; è raro 1però eh.e, aln1ieno un s ucce o parziale non .. i o ttenga. Que ... ti di . l t1rbi cardio-va"colari legati alla n1 eiopragia aa,trica co ... tituiscon o un g ru1)PO i11olto di~ f"l'n ra l o, a i)atoge·ne~ i no11 un i oca . Alla loro con11)lc.. ità, . i 011pon e però l 'unità e 1'effi cac ia dei l)rocedim enti terapeutic i. u111ero i .~ i111 i . 0110 i n1alat i o ~ e ~ . . ionati dal tin1 ore di una i11 a lattia cardiaca e di una m orte imn1in ent e; l 'a __ enza di fen omeni obbietti' i dcipone J>Ure ·pe r 1'a ._~ e nza d i di turbi ara, . j dell a r irrolazio11e. 111 tali individui , si pe11~i . 01)ra tlull o all o tomaco e, ebben e il .. ucre . . o n on ia . em1)rc .. ic uro, n ella n1aggior parte dei casi, co11 r1112zz i , e1l1pli ci , i ot teranno eccell enti ri. ultati. fil. 1

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Azione degli estratti di pancreas desinsnlinizzati sulla pressione arteriosa. • (EnG\Rno T . ...f M \ Z. La .Semana Jl l eclica , 23 g iugno 1932). L 'u . o di 1prodo lti an in1ali (bile, an crue) .a "copo Lcrapeu li ro è antichi1.. in10 , ma l 'u o di orga1ni an i1n ali ei di lJirodotti di or.ga.n i ,rasali clopo rice rch e sc ie11tifi cl1e è r ecentis imo'. el 1896 , cl1 afe:r e More os"er ara no abba . ~an·t ento de ]la 11r e. . sione artelio a con inie·zioni e11·do,re.n10. . e di e1_,tratti cer ebra] i e lo stesso ri ~u ltato el)bero O borne e V1n ce·n t con estratti di te f'1u,to n ervo o ~a,n cl1 e doJJ-O . ezior1e dei vaa l1 i o ini ezion e di atropjna . Negli an ni s ucces. iYi si vide ch e ]a pro1)rietà ÌJ)Oiten. iv.a nom er a e·~cl t1 . iva del te. uto, n ervo~o, ma è aniche dei gangli lin fati ci (1\1arfori), del fegat o (1\1ac Do11aJd), del rc.n1e. i 1)en ò ch e que t'azio ne i.po· t ensiYa fo e dovut a all ' i. tami;na, alla, colin a e a L• J)€1p1lO·n 1• • ~fa D.ale e J,a idl a' v idero che n ecrli a nim ali ane. lelizza ti l 'ini e1zione di istam1ina pr ovocava aun1en1Lo e n on dimimuzione della pre si,one, com e $i aveva in vece n egli ·st essi animali an e~ te Lizz'. a 1ti p1er .azion e d egli ·estr.atti di t essuti . Anch e per la 1colin a essi ne potero1no escludere }'.azione ip o tc n ~ iva. Gley e Kisthi.n1ios ha nno e. cl u. o l 'azione del peptone nell 'i1)ot e1nsione da e3tratto pancr eatico. Second o Freiv e l( rant la ostanza ipotensiva de) pan crea. è. f;e1p1ar ab·il e dal] 'in ulina e si h a 11ell 'or'ganif;n1 0 in form a attiva e·d in forma ina ttiv·a, si elimin.a 11er le urine ed è un or n1on e. 1

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Il m eccani sm·o con cui agisice provocando ipotensione I ' est:r:atto· pancr eatico· de ~n1suliniz ­ zato è secondo Giroux e Kisthi:niios la n eutralizzazione dell 'azionei dell 'adrenalina. Questa so· tanz.a accelera i battiti cardi.aie.i, melle estre1111ità provoca subito v.aso cos- ~rizione seguita d•a, vaisodilatazion e, dà dim1inuzio·n e del volum e del renie.. L ' A. h a studiato n egli a11im.ali l '.azione del1'€s.tratto. p,a n1creatico de insu]inizzato ,e d ha ,,e,d ulo c]1e l 'iniezio'l1e endovenosa rapida dà brusca caduta de1lla pressione, seguita da 11r e. ione più alta dell 'anteic edente com ri tor110 a lla 1p1re s.i one .p rimitiv.a dopo po·chi nlinuti (2 1 / 2 - 4) ; c.h e l 'iniezion e em dovenosa lenta i1on h·a, azion e ulla p1ression e. In·oltre egli l1a o er,rato ch e l 'iniezione e·n doveno a agisce a1ncl1e dopo ezione dei ,,agl1i o ini ezion e di atroJ)ina, ch e l 'abba am ento del] a pres io,n e n o111 è .accon1.p agnato da v.a1s1odilatazion e r enale n1a_ da dilatazione dei va i intestjnali (confern1aindo i ri sultati di altri autori) e non. è dovuto .ai va . . odilatazio,n e1 periferica (1co11 tra ria n1ente alleo ervazioni di .altri). L 'esan1e elettrocardiografico n,eil la rana ha. dim o trato· ch e l 'iniezio,n e1endovein 0,sa di estrat .. lo 1)an creati100· dà urn blocco seguito da .a rresto in di.a. Lole. E ...peri111enti u alti-i a·n im.ali h;at1111-0 dimo ... Lrait o din1.inuzione di am.p iezza delle conL trazioni cardiaoh e. La .tachi cardia ch e. l'iniezione endovena a produce è di ori gin e i nu"al e, non è acco111~acrnata da m odificazioni nella conduzion·e aurico]o, 1entri1colare, sen11pr e1si mod i fi ca la conduzione ventr icol1a1r e per t enden za cl ell '011da T a ·diventare po itiva . L 'iniezion e etndoveno a lenta .e qu1ell a endomuscolare, non 111odificano l 'elettro1c.ardiogr.a mma. Dal pu•n to di vi ta térapeuti co l 'A. n10n ebbe ri ~t1ltati ,a.prpìl"ezz·a1 b ili in 1nal.ati C·On iperten sione delle iniezioin i intra1nu co·lari di estratto pancreatico, m 1entrei ebbe risultati col ripo·so e la dieta. 1". LusENA. 1

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Contributo alla conoscenza ed alla patogenesi dell'arteriosclerosi polmonare. (G. CoRBINT. Rass . ln t. di Clin,. e T er-, 15 l ug·lio 1932). L ' A. p·re ·enta tre ca. i di arteriosclerosi pol111011are, con n1anifesia zio11 i clin ich e tipi.che, e in du.e dei quali la diagno i fu conlrollata al1'.au.top i.a. Cli.n icam en.Je i fe11'01m.en i più a1}})ariscenti eirano: i.p1ertrofia n ot evole del cuore destro, di p1n ea pie~ O· .acres ionale, i)oliglol)t1lia e ciano.si intensa . R icru.ardo all 'i.nterpr:etazione di que to u lti 1110 sintomlo, l 'A·, riferite le vari e ipotesi ch e ennero a que to prop·osito .avan z,ate, €Sprin1e l 'opinion e ch e grandis~ im o valore po so110 avere: l 'a uni.ent o della v·elocità della corrente . . angu i.g na n·el piccolo .c.irc~1lo ci la le ion~ stes~a dell 'endotelio dei capillari polmonari: fattori e.ntran1bi 1ch e, for se con il concorso di le.'.:)


1994

[A.!'<JNO XXXIX,

cc JL POLICLINICO »

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sioni dell 'epitelio alveolare, ostacolano l 'assun- · tersi, per lo più fino d.a lla loro comparsa, zione ·di 0 2 e la perdita di C0 2 da parte del quasi tutte le lesioni del sistemia nervoso. sa.n gue. Paragonando la precocità di comparsa di Qu.eJsta ~potesi spieghere bb·e anch e l 'inizio questi due ·or·dini di sintomi, risulta che nella precoce della cianosi stessa. n1·aggi0r parte dei casi i seg·n i biologici p(fecePure caratteristico, secondo l 'A., sarebbe il dono, e qualcl1e volta di un lungo periodo , i comportamento del res.p iro dura.n te e dopo la segni clinici . D 'altra .p~rte lo studio patogefatica : esso infatti, nei cas.i di arterioisclerosi netico della sifilide nervosa dimostra ch e l 'inpoln1.onar·e, si fa notevoln1ente frequent e, fino fezion e de l sistem a n ervoso si ha specialme11te a.d ave rsi vera dispn·e a. nei primi stadii della· malattia. La diag·no ·i Il qu.adro radiolog ico er:a cos tituito da aupr·ecoceJ della sifilide n ervosa deve essere dunm ento del II arco .c.ardiaco sinistro, ch e però, i que fatta fin dal suo periodo biologico e a i1on sembra. essere patognon1onico della m alatquesto scopo il liquido oefalo·- rachidiano deve tia, comi<:~ non lo è· affatto la così detta cc danessere esaminato sistematicamente. za dell 'ilo n. P er quanto riguarda lo studio del liquido. Not evole valore diag.n osti·co avrebbero invecefulo-rachi·dia110, bisogna considera re succesce il rinforzo del disegno pol1nonare e la pre- siva•m ,ente g li elementi componenti le reazioni sen za di r eticolo a fini maglie. e la loro origine, i diversi tipi di reazione, la Nei casi studi.a ti dall 'A., mai è stata osserevoluzione delle reazio ni ed il loro significato vata la danza dell 'ilo, ch e inveGe j }U Ò corr1pain r elazion·e c·on i segni clinici. rire qu.an·do vi sia ipertensione del piccolo cirLe reazioni cellulari sono in relazione sopracolo, qualunque ne sia la natura. Non c onsta tutto OO·n lesioni del sistema meningo-vascolare all 'A. .che sia stato d escritto· il reticolo a fini e con il numoco e la natura delle cellule indin1a o()'lie da lui osseJrVato n ei campi polmonari, cano il grado di acuzio del processo, cosa . . interprertabile , in accordo col r eperto autott1co ! ch e non pr·e giudica in nulla la sua gravità; com1e espr essione dell 'iperplasia .connettiva dei spesso il liqui·do è torbido, tanto il · numero setti del .p arenchim.a polmonare. delle cellule è grande, ma in pochi g iorni può Dal lato .etiologico, I' A. osserva che p·r esu- chiarificar si e ridiventare normale; a ltre volte mibilmente la m.alatti.a ha diverse ca.u se; pri- invece; le cellule sono poche ed esistono grama di ogni altra l ' iperten sione del piccolo cirvissinìe localizzazioni nervose: questo prova colo in con•corso oon altri fatto·r i m ecca.n ici e ch e in q·uesti casi !.'elemento· m enirigo-vasco' costituzionali, e forse anche infettivi. lare è passato in seconda linea. · Dal lato patogen·e tico ·discute l ' influe nza, che Le re.a zioni di fiss.azione o di flocculazione · la presenza di adere nze pleuriche può esercita- so·n o detennii nate ·da sostanze lipo idiche ch e, re sul sorgere e sul ·decorso della mala.t tia. secondo l 'A., ·derivano in gran •p arte da proIn conclusione, sarebbe difficile o forse im1.. cessi di distruzione e di disintegrazione del possibile il distinguer e l 'arteriosclerosi pri~i­ parenchima. tiva del t·erritorio polmonare dalla se1condar1a , La r·eazione delle albu•mii.ne ha spesso orip er ch è la med·e sima risultante i:iorbo.sa 1pu? org ine complessa; essa può esser dovuta alla dirsi, sem.pre attraver so un u.n1co mec.can1sm~ leu colisi de.gli elementi bianchi, a piccole patogen etico, sulla hase di compon.ent1 cau sali emorragie occulte, ma specialm·ente a disturvariabili. · bi di perme.abilità, in partic·o lar·e n elle m eninL'e·s istenza di u.n qu.a dro clini.ca di air terio- giti acute . Qua11·do, è forte, coincide quasi semsclerosi polmonare, b.oo definito .e tale ·da per- .p re oon reazioni colloida li positive e denota m etter e la diagnosi intra vitam, appare diretcosì l 'esistenza di lesio·n i del paren chi111a. tame nte ed efficacem .ente comprovata dalle osSovrapponendo così lesioni anatomiche a reaC"ervazioni dell 'au·tore, tan.to più sig nificative, zioni del liquido cefalo-rachidiano, p:o ssiamo in qua.nto ch e in due di esse fu .praticata. l'au~ capir n1eglio come a ll 'inizio della sifilide le topsia, . .c.h e confermò l.a, ·diagnosi e p~rm1se d1 reazio·n i p uramente cellulari corrisponda·n o a meglio d eterminare l 'aspetto anatomico della lesioni m ening.ee, in generale r.api·damente cu' M. CoPPO. m .alatti.a. rabili, mentre se sono accomp1agnate da forte iperalbuminosi con reazioni .c.olloidali positiSISTEMA NERVOSO. ve, si può dedurn.e la lesione del pare~chima, La diagnosi precoce della sifilide nervosa cosa ch e muta radicalmente la prognosi. Nello mediante analisi del liquido cefalo-ra- stesso modo, più tardi , durante la tabei ~ l~ P .P., se vediamo dapprima sparire le reaz10Tl1 chidiano. cellulari o spontaneam·e nte o sotto l'influen za (P . RAvAUT . Le Mond e Nlédical, sett. 1932). ·della cura, si è perchè agiamo dapprima sulle lesioni m·e:ningee, m entre la ip·ersistenza delle La dia()'nosi precoce della sifilide n ervosa può esser-o fatta :'ia co:i la clini~a, fin dall 'ap- r eazioni colloidali indica che le lesioni parenchimatose resistono ancora o non si cicatriz1parizion e del primo sintomo, ~1a. con le . pr·?ve z.ano se non più lenta·miente. biolocrich e studiando le reaz1on1 d el 11qu1do 5 , . fl Quap.to al tipo delle r eazioni esse possono cefalo-rachi·diano n el qu.a le ven~ono a r1 et1

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XXXIX,

[ANNO

~UM.

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SEZION E PRATICA

essere complete o parziali. Le .prime indican o l 'esistenza di lesioni meningo-paren chiima tose più o men o intense, second·o il predominio di questo o di quello d ei loro elementi. Le r eazioni parzia li o ·dissociate possono presentarsi sotto molteplici iaispe tti e sono indizio , com e si è d etto, di diverse forme lesionali o di lesioni osservate in diver se fasi della loro evoluzione. Circa: l 'evoluzione delle reazioni, negli a·m malati punti sistematicamente fin dall'inizio d·ella sifilide, si pos~no rilevare r eazioni .del liquido cefalo-rachidiano sen za 11es un segno clinico . Es e on·o per lo .più parziali, formate da reazioni cellulari tal,,olta n1olto intense, con ca rsa i1)era lbun1inosi, g uari"'con o per lo più in pochi mesi e spariscono de finitivamente senza la "cia r traccia di sè; esse coin cidono con il periodo setticen1ico della sifilide . Altre, più rare, sono più durev·oli , più inten se e presentano un 'evoluzion e diversi sima. Le une, empre latenti, seJ!za egni clinici, possono .p resentare tutti i possibili g radi di in ten sità, e er e a n ch e .com.p lete, e sparireJ co111pletam1ente dopo parecchi anni . Es se rappresen tano delle forn1e di sifilide nervo$a ch e arebbero rimaste i O'n ora te sen za l 'an ali i del liquor. Le a ltre, ch e si m .anifestano pure .ai primi stadii della sifilide, diventano reazioni complete solo progressivamente, o si ma nifestano tali fino dalla pri.mia .puntura, poi persi tono , e dopo una fase di latenza più o m eno lu·nga, sono seguite da segni clinici che rivelano una sifilide nervosa p iù o m eno g rave. In certi casi que to perio do latente, preclinico, può esser lungo. Si intuisce quanto si.a importante la conoscen za di que t o, periodo preclinico, rivela to d a ll 'ana lisi d el liquido cefalo-rachidiano, per la patogenesi, la diagnosi e la c ura precoce di queste form e latenti di sifilide n ervosa. Queste due forme latenti di sifilide n ervosa non si .p ossono distingu ere I 'una dall 'altra ; solo l' evoluzion e indica la loro n.atura. La r egola pratica è dunque di farle sparire il più rapidamente possibile con la cura, senza aspettare ch e la clinica ci ·diia 1Yrecise indi1c.az io,n i sul loro avvenire. Praticam ente, dunque, tre possibilità si po sono presentare : a) Se l 'amn1alato presenta un segno clinico di sifilide ::n.ervosa, è di rtegola rilevar e nel tempo stesso una r eazion,e più o mJein o i11tensa· d el liquido cefalo-rachidiano. La r eazione 1p uò in certi casi mancar e o percl1è si tratta di lesioni in via di cicatriz7.azione o r-111 ch e estinte e rimangoino i segni clinici come espres ion e di l esioni 1cicatriziali, o per cl1è si tratta di lesioni ben limitate, n ascoste nel parenchima nervoso, semza con tatti con le mening i e con il liquido cefalo-rachidiano (lesioni arteriose, gom1ne profonde, ecc.) () per · ch è esistono di:sposizioni a n atomicl1e parti,co1

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lari che 0 stacolano la circolazio n e d el liquido cefalo-rachi dian o. b) Se l 'amma lato prese·n ta dei segni clinici · dubbi di sifilide n ervosa o piuttosto di dubbia interpretazione, il s~ono biologico può assum,eDei valore decisivo. o) Se l 'ammal.a to n·on pr,e senta n essun egno clinico ·di sifilide ifie rvosa, la puntura lombare, praticata sistematicamente mostra pessissimo delle r eazioni del li·q uido oefalo-rachidiano che rappresentano lesioni assoluta111ente latenti d eil sistema nervo.so, ,che, come si è visto, hanno dive r o sig nificato e ·diverso comportamento. · In questi casi la superiorità del segn.o biologico si afferma in m od o innegabile, poich e è esso il solo ch e ci riveli queste forme fi·n or a ignote di sifilide n eTvosa latente. La puntura lombare deve dunque essere di r egola nei luetici. Prima d ella fine del terzo a nno, n·o n s'im.p one, a condizioni che l 'amn1alato continui o subisca una c ura intemsiva fino .a· questa sca denza ; alla fine del terzo anno d e.ve essere di r egola. C. ToscANo. 1

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Considerazioni su tre casi di cisticercosi cerebrale diagnosticati in vita. La sindrome demenziale nella cisticercosi cerebrale. (C. Rizzo. Riv. di Pat. n ervosa e m entGJle, magg io-g iugno 1932).

L 'A. iai proposito di tre .casi di cisticercosi cer ebrale ·da lui diag:nosticati in vita, richia;mia l 'a lte11zione su a lcuni punti di particolarei inter e e. La diagnosi clinica di cisticer cosi ·cerebrale può esserè semplicemente sospettata quando, assien1e a disturbi n euro,p atici, vi sia una dissemin.azion.e sottocutanea: di cisticer chi o quando il ma lato ·d ichiari ch ei i su oi disturbi ri111ontan.o a qUJalch e tempo d o po, da che si è accorto ·di avere la tenia. Ma se il so,s petto r appresenta u·n a •p ista da seguire, purtrop1p o la clinica n on ci offre i mezzi per l 'accertamento diagnostico. Tutto bisog·n ai chiedere .al laboratorio. Qu.an,do la cistioor cosi oer ebra le .n on è allo stato latente e n emm·eno a quello m10nosintom1atic·o, ma si impone com e m al,attia plurisin· tomatica, e con caratteri di indubbia organicità, le di.agnosi cliniche ch e sembran.o 1p iù accettabili :sono quelle di epilessia sintomatica, di tùmore e di ·neurolue. Un solo dato nega tivo può farè escludere la cisticercosi ceneibrale; 1'assenza ·di ipleioc iLosi n el liquido oefaloi-rachidiano. Un solo dato })Ositivo invece basta a con.feTmare tale dia~ g nosi : l'eosinofilia del liquido cefalo-rachidia110. La ricerca dell 'eosin·ofilia inel sangue è in·costanteJ n ella cisticer cosi generalizzata ed in ispecie n ella cistiic.er cosi cerebrale ed .anche n ei tre casi de ll 'A., pur essendo presente una 1

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cc JL POLICLINJCO »

in1.p one1rte eosinofilia ,dtel liqu,01r, g li eo si11ofil i d el sang u,ei erano in n .u mero n ormale. Se1nbra ch e g li stin1oli, provenienti d al parassita e capa,ci di provocar·e l 'eosinofilia, abbiano solo azio ne entro l 'amb·i to d ella cavità cranica . L 'esame de l ju11 du.s o·cu.li n ella ci sticer cosi cerebr.a1le rare volte h.a n1·esso in. eviden za egni d ' iperte1nsion e -e·n docranica. Dalla radiog ra fia nulla ·c'è da ,a ttend er . i e le ci ti i1on sono calc ificate . Le r eazioni coll oidali , es'se11do .a ~p1ecific h e, sono ca u _a di errori ,di.agn 6stici. Nel lun go d ecor o d ell a ci:_ ticer.cosi cerebrale '"'i h a·n no di turbi di tip·o n e1urol ogi co fin a.a ll 'in fezione; in seguito , e qua i semp·r e d opo' diversi anni , i di turbi n eu ro log·ici si ag·g .rav.a1no e comJ)ia iono n etti ·disturbi psichici cl1e p•er sistono, fino alla mort e. ' Dato cl1ei buo·n a p arte d egli indi~idui affetti da ci ticer cosi oer ebrale preisenta in vita convulsioni epiletti ch e, l 'A . p en sa ch e 1' esan1,e del liquor per la r icer ca d ella ,eo ino filia d ebba esser fatto in. t utti gli epil ettici ed in ger1er e in tutti i m a lati ch ei entrano in una clini ca n eu:ropatologi·c.a orl in un osp·edal e p sicl1i,atrico. Co·s ì facendo n,essun caso di cisticer cosi cer ebral e passerebbe i.n osserv.ait o . Paragonando la n1eni-ngite ba ~ilare d a ci ti, c erco e quell.a lu eti ca, ch e n1acroscopicamleinte i rassomiglian o , i p u ò dire cl1e è p·i ù facile trovare p1ar,alisi d ei ner,·i cranici n ella m ·e11ingite ]uetica ch e in quella da ci ticerico . Quianto .a i disturbi p ichici , mo1to frequenti ne lle c i ticer cosi .cere.b rali , sp ecie quando la localizzazi on e d elle ci ti avvi en e ne lle mrening·i, no.n . è fa cile spieg,are c·o·n qual e m eccani mo essi si produ cano. Sch em aticam .en te i ·può dire ch e i fattori capa ci di dare distu r bi psichici n ella ci ti cercosi cerebrale son o : la compron1issione an.ato·m ica d,eg li elem enti n eTvosi .dovu ta alla presenza stessa1 d ei cisticerchi , 1'aument ata pression e endocra·n ica e i p roda ! ti tossici d erivati d al par a , . iia. Nei tre ca i O!~ , er, 1a ti ·da]] ' A. era :1?r e ent e un.a sindr·on1e d eme11zi.a]e e poich è non esi t eva dissen1inazion e di cisticer chi alle ·m leni11 0-i o d alla c·o,n ve s ità della corteccia e le limitate di truzioni di t e u to ecto,d ermico in. vicin anz.a d ei c isticer chi n on spiega110 l a g r ave sindrome d en1enzia le , I'A . ritien e prob·a bile ch e i disturbi p· ichi.ci i presentino ·e si agO'ra,1ino, n el lungo d·ecor~ o d ella cisticer cosi cer ebrale, solo qu.ando la circolazion e d el liquid,o c. r. , ,ien e in c erto· qual mo·d o ostacolata e i ·prod,otti catabolici d el parassita posson o più :a lungo ri tag nare , p roduce,ndo u11 'intossicazion e cronica d el ·cervell o. Fra l e vari età d ell a cisticer cosi cer ebrale, il cisticerco r.acen10 .. o è qu ello cl1e, p er l a sua lo·c.alizzazione .n ell e cist eirn·e aracnoidee d ella base, può ostacolar e , enz.a anch e pro, 1e>car e u11 vero e proprio blocco, la norn1al e circolazione d el liquido c . r ., con tutte l e consegu en ze ch e n e derivan o .

[~.\.NNO

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C.

TO SCANO .

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NUJ\1.

TUMORI.

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XXXIX,

Produzione di tumori maligni da trapianto di tessuto embrionale. (E. KLEE-RAw1no,v1cz. Deiitsche Med

Wo1CJh.,

9 ..,ett embr e 1932). La t eoria di Coh11heim h a dato luogo a d una lung.a erie di la, 1ori tendenti a s tabilire la poss ibilità di ~Jirodurre tu.m ori m 1a ligni mediante inoculazion e di cellu1le embrionali. Quest e ricer ch e con·du,s sero quasi .g erneralrnente alla p•r oduzio·n e di embri oni. Il prim10 ch e vide , 2 arnni dopo l 'ino,c ulazion e di urllt e·m brio·m a artifici ale n el r.atto . svil upp:arsi un sarcom.a. fu A kanazy (1909). Ultimam e nte, adottando alcuni .p articolari esp edienti pr eventivi, la produzione di tum1ori n1align i da t essuto en1briona l e n el r.atto e n el pollo .è stait.a .a nnunc iata. ·d a vari·et parti. L ' A. espon e l e 1·icer r l1e da lei co111piu t e e ch e1 la h anno condotta alla J)roduzion e n el t opo· di tun1ori maligni da inocul.azio·n e di c€1lu1e embrion.ali. E ssa .tratta.,ra i to pi corn iniezi o·n i di ra tran1;e sciolto in olio di oli, 1 a: n1olti an.imal i n1 ori,;an·o ma auelli Tin1ia ti ri ceve, 1an0 una iniezione di p oltiglia di cell u le embrio11ali di t o 1.10. In ·urn anin1ale , in c.orrisp ornd en.za della ini ez ion e si ebbe d opo 4 settim.an e la forma.zion e di un tumore in form a di oliva :ch e a l micr oscopio si n1o trò come f:al'con1a a ceillule fu siformi . Il tumor e n ei passaggi u ccessivi aumentò di virt1l enza e possied·e ora una capacità rjpToduttiva ·dP.ll '80 ner cento. Si trova, 1 a, .a l n1 om ento d ella pubblicazion e d e] la,ror o , al 24 11 rpassaggio sui animali. G. LA CA v .I\. 1

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Sulle proprietà neurotrope dell'agente eausa di malignità dei tumori. (E. FRXNKET, . Deutsclie Med. TVcch., 9 settem 1bre 1932) .

l ,e cause esteriori di form1azione d·el can cr o 1

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n on sono, .a]m e11·0 a quanto in e sappian10 oggi , cli natura unila teral e: entrano in campo la auantità e qua lità dello . t imolo, egu.aln1ente imp0Tta1n.ti . rom e hanno• dimostrato .g li stu·di sui tumori •p1arassitari e sui tumori d a irritazi0n·e sper im entali. Con1 e nelle· m1alattie allerg ir l1 e .an ch e qui h a im11or t an za. oltre allo ~ ti­ molo irritatj,10, una ip1a rticolare di sposizion e organ ica, "'i n cru,al•ch·e c,a~·O ancl1e er editaria . Le ri ceir c h e di 'Ren'terw,a11 is u)l lia1 fo,r m.az ion e di ip·erch eratosi locali attra, er so ~tim oli irritati' 'l all erg ici rendo1n .o questa analogia molto ' rero imile. Anch e .n el can:cr o , il processo patolog ico , quando s ia iniziato. non si arresta più, n·e,an ch e co,n l 'allonta1n.amento d ello ~ti molo ir~ri tati,1 0. Bisogna amn1et'ter e ch e ~i an o a,-,·enute nell e cellule alter.azion i sost anziali . che 1onti1nuan o n ella lor o az ione. D eve e.~serfl lln . agente sp·ec ia]e, un cc ens nialign.i tatis >> ch e i 1


[ ANNO

XXXIX, NuM. 51)

lavori d e•l l 'A. sul sarco111a di Rous 11a11no p e·r1ne so di i solare e ch e è capace di riprodurre turnori in animali sani. Le d enominazioni di Agente, Viru , o Ens l'rl a.lignitatis hanno lo s tesso valor e d ella e p1ress i one di neoplasnwtasi creata da ll 'A. Si tratta di prodotti de l tessut o tumorale: essi verosimiln1e nte si formano ogni volta ch e ca use esteriori dan1n.o la .p ossibilità allo svilu·p rpo di un tumore. In questo essi si riform.a no e au·m ientaJl.o come in una nuova vita e con ieg·gi rCO tanti e CO tanti proprietà, SÌ ch e l ' iniezione di essi ·darà origine sempre allo .stesso tipo di tu1nore. Lo studio d ell 'A. è rivolto a m ig liorare lo ... tato d elle n·ostre conoscen ze ulle proprietà di questa neoplasmatasi. Egli , sperimentando su un tipo tra. ·portabile di arcoma d ei pol li , 11a visto ch e le n eo .. p la ·m.ata i o no ostan ze prive di cellule e (ore anche 1prive di all)un1ina , m entre n 1ostrano uno spiccato neurotropi mo. Questo parrebbe dimostrato ·dalla fa cilità 1con cui l 'A. ha provocato la form1azio.ne di sar comi. di Rous n el i)ollo in iettando cervello di polli g ià sarco• matosL. Lo stato ace•l Julare delle neoplasmatasi si potrebbe spiegare c·001.siderandole come uno tato biologico parti colare, anal ogo a quello d ei batteriofagi. E' uno stadio di vita superiore o inferiore? E' una forma biologica di pa .. saggio? Anch e se si trov.asse una risposta a quete .doma.n.de, non si farebbe che• allargare di rp iù il problema assillante dell 'essenza d ella vita , dove essa finisce e dove essa com~n.c ia. Qui la teoria evoluzi,onistica non ci a iuta più. 1

G.

LA CAVA .

Reticolo-endoteliomatosi maligna. (C. M.

1997

SEZI ONE PRATI CA

A. P. DE AzEvEno. Mem. do Inist. Os·waldo Criuz, a nno 1931, fase. 2). T 'o RRES e

All'autopsia ·di un mulatto di 17 a1n.n i gli AA . trovarono, orig inantesi apparentemente dalla dura madre, un sarcoma a cellule fusi for.m1i, ch e aveva invaso le ossa della c.al otta c ranica nelle r€gicmi parietali ed occipiftali di ambo i lati. Il tessuto n ervoso non era invaso dal tumore, il quale aveva ·p erò prodotto n el cervello un 'area di depressione corrispond ente a l pumto i:n cui esso spor geva all'interno. ·oduli m ·e tas tatici si trovarono nel fegato, n ei noduli linfatici 1eipatici , nella milza , n·e i corpi s urr.en.ali. In tutte queste differ enti localizzaziooi la s truttura era però quella di umi endotelioma tipico : le cellule eran o ·di g.r andezza moderata, di forma poliedrica, con nucleo vescicolare e citoplasm.a chi1a:ro . Esse :s.i disponevano attorno a d un lume centrale che rapp resentava un vaso rudimentale. Altre aree erano invece composte ·di cellule senza dispoizio n e concentrica. In picoole aree le colonne 1

di cellule epatich e erano lim itate da un lato da tipici sinusoidi , m •entre dall 'altro lato le cellule tumorali disposte intorno ad uno stretto lume simulavan o un sinusoide patologico (neoplastico). Gli AA. pensano si tratti di un. en dotelion1a multip lo diffu so: l'origine del tumore può an1mettersi n ell 'appar.aito :reticolo ·e n·doteliale del feg·a to, della milza, dei corpi ·su.r rooali e dei nodi linfatici , I.a struttura di questi organi essendo a lquanto unifo·r me. Nella dura l 'endotelio:i;na riprodu1ceva la struttura e presentava i car.atteri generali di un sarco,m .a fib ro·b lastico : in alcune sezioni però fu trovata .a.ncl1e la strutt ura di 1Jtil epiteliomia. Il caso corrisponderebb e alla malattia cl1e Puhr nella su,a recente clas sificazione ·aei processi patologici progres. ivi d ell 'apparato retic·olo-endotelio desig.na com e reticolo-endote liomatosi malig na. 1

G.

LA CAVA.

PROBLEMI CULTURALI La collaborazione scientifica. I lavo ri scientifici in collaborazione sono an dati in Italia in discr edito, a g iudioa1r e dal1'apprezzamento scarso e affatto negativo rche ne fa la scienza ufficiale. Capi ta n on di r.ado leggere n ei .bandi di co·n corso: cc esclusi i lavori in collabora• z1one n. Vi d eivcno essere buone ragioni cc amn1inistrative >) che spiegano. questa specie di ostracism o, ma è certo ch e ,t1ale tendenza non è tra qu·elle che inooraggiano· e favori sc on o il progresso della s cienza . Ciò mette brillantemente in rilievo il dottor L . Verney in un articol o pubblicat o 11eg·li Ann,ali d'Igiene (anno 1932, n. 9). Il campo d elle scie11ze biologi ch e è diventato oggi così vasto, si è diviso in tanti settori, che non 1pu ò essere più a bbracciato da ur1 solo sguardo. La cultura d ello scienziato n1oderno h a g ua dagnat·o in profondi tà, ma ha perduto in esten sione. Oggi è impossibile a,·ere con1petenze universali nelle mrterie biologi ch ei : si può essere ·m 1olto dotti in un.ai disciplin.a e solo orecchi n11 ti n cllè altre. TuttaYi.a ·d .a t a la corr1plessità dei fat.t.i .h iolog·ici , il loro· st u·dio richie d e conoscenze e tecni ch e varie c}1 e <li 80 li lo n0Jl son o possedute da un solo ricercato·r e. · La collabor.azione di varie con1petenze eli1nina l e difficoltà, ren.de il lavoro più spedito, p iù accurato e, per il controllo r eciproco, più . .' . sicuro e p1u seno. Dell!i 0pportunità d ell a cooperazione - scrivo il Verney - si r.ese l.·Onto la g l oriosi3! fa, lange di studiosi ch e seppe in pochi anni chia1

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1998

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cc lL POLICLIN I CO »

rire il secolare pro})lema epidemiologico della 111alaria. Giova ricordar e, al rig uardo, il trinomio Grassi -Bignami· Bastianelli. N è meno sig nificati,,a sullo steis so argom-e nto è l~ coop erazio·n e tra Ross ·e Miansoo, tra March1afava e Celli· La tra·di zione è continuata nel campo d ella m alariologia : basti :p ensare a lla scoperta de~ nuovissi1ni rin~edi anti1n a1arici. Anin1ator e d1 tali r icerche è stato Schule·m a nn , c he con Sch on h ofer e Wing ler ,a llestì la plasmochi11a; questa ' 'enne saggiata n eg·li u ccelli da l\oel1l, nei paralitici d a Sioli e nella mal.ar ia nat°:1ìale da Miihlens : si ·è co•s ì avuta una coop erazione complessa. Altretta.n to è avvenuto per l 'atebrina: sempr e p·er ispirazio·n e di Sc.hulemann, è s t.ata prodott1a d a Mietzsch e Mauss, saggiata sperimen talm €1J1te da Kikutl1 e n ell 'u omo da W eese e·d H echt: n e è d eriv-a ta un.a nuov.a conquista. An cora •n el ca1n po d ella m a lariologia, certe associazioni di 110Ill<i si sono imposte. Così il m 1io·lior lavar.o sulla istem1at.i ca d egli a n·ofelini si stima que ll o d ei coniugi s ,vellengrebel. I nomi d ei fratelli Serg~ent , n ello studio della 111alaria in Algeria e·d in ~Iace don ia, ono qu.a si indissolubili. vvellen greb el in colla borazio·n e di De Buc k e della Schoute. ha differ en ziato due razze di Anopheles macrilipei.nnis in Olanda ed h a compiuto a ltri ·rilievi preg·evoli. Mi ssiroli in collaborazion e di Hackett e di Martini ha a coe1tato la diffusione d elle razze di A 1iophel'es ·m a.culipennis n·e ll ' Europ a e ne ha fatto valere l ' im portanza p er l 'epid-en1iologia d ella m al aria . E .. COSI' via Qua.s i tutti i mag nifici lavori ·di Wida~ sul1'aller-gia sono stati fa tti in coll.aborazio·n e : egli , ain zi , si li~itava a dirig·er e ~d a s?rveg liare1. Di una: pigrizia senza esemrp1, era in ca~ pace perfino di imianeggiare una provetta o d~ g ua rda r e .al microscopio; ma col c oncorso d1 Abrami, Joltr ain , Past eur Valler y-Radot e altri h a potuto dischiude re tutto un campo nuovo e 0Jtrem-0do fecondo, alla m ·edicin.a. No1n· fu dovuta a intelligente collaborazione quella ricca serie di fondamentali scop erte cui per venne la cc C·ommission of Me~iterra.ne.~~ 1F ever », ·di cui fa oetvano, parte molti tra 1 p1u b ei nom~ del1a: medicina inglese : Bruoe, · Za·m~ mit, K en in edy, H orrocks, i3assett-Smith, Shaw? In .a:ppen.a due anni~ ·d.al 1904 a l 1906, questa commission·e scientifica b r illanten1ernte a sol se il suo com p ito: ch iarì numero si probl emi c.oncernen.ti le ezi ologia e la patogen esi a.ella febbre on dulante · dimostrò l 'infettività d el latte di capra e com e questo anima l e sia il temibi.l1e vettore d el virus; gettò le basi di un.a profila ssi razionale. Ulteriori ricer che , tra cui fondament ali queil l e in coll abo1razio~e ·di Ficai ~e .Ale sand rini, hann o po·r tato a riconoscer ei, 11 ron1pito ch e, .accanto a lle ca11r e, as lime l all ro be tiam e ·dom·e stico. 1

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E l 'insulina n on ft1 isolata da tre ricercatori cl1e collab oravano, il Banting, il Best e il .Collip di Toronto? E l1a epaLoLerapia d ell 'an e111ia perniciosa non è stata, in se·g uito a d es perie n ze pr.atic.a te &u g li a 11i111.a li d.a Whipple, applica la da due a utori ch e lavor a,-a110 insieme , J\linot e J\Iurp h) µ La scop·erta d ella ,s pirocl1eta pallida fu fatta d a ScJ1audinn m entre la,·orava e.on altri ·due. con1p elenti , H off111 an11 e Neufeld, i:n sien1ie a i cru.ali f1aceva par te di u11a con1111;issione di studio . E la scoperta de l tripa11osom.a quale agoo te d ella inalattia del sonno fu fatta d a Ca. tella11 i in Africa quale m e111bro di una co111111issione c lte con1pren<leva anc.l1e Lo'"' co me iJarassitologo e Christy con11e epidemi olog·o , m entre eg li n e.i er~!t. il n1,1cr•)biologo. N·e ssur1 comi)eten te ig nora il co11tr1buto portato da Voll1ard e ·F ar nella patologia r ena le; da i con iugi '/ ogt i1clla JJ>3 Lo,l og i.a e fisi ologia Jlervosa; d a Ilobst e Frolicl1, d.a Janse11 e Do·11ath n ella vitami11 ologia; da Celli e D~ BI.asi, da Mc Fadye·a n e loc.kn1ann nella l)atolog ia vet eri11aria . Le indagini reccntissi1111e sull.a dissoc iazio11e 111ic.robica sono in 111agg·ioranza doYute a lJÌÙ di u11 ,autore: H.udle)- e Jin1én ez, D och ez e f\.ver y, Sach e Scl1los.s bergoc, W eil e F elix (scop ri tori qu·e sti ulti111i a nche d ella r eazione cl1e ipe1mette la sierodi:=l gnosi del tifo es.ante111atico) ecc.; non ·di, er amente n elle ricer che s ull ' ulLravirus tuber colare si incontrano numerosi b·i no mli. , come quelli di C.almette e V1aJtis, Coopeir e Petroff, Sanarelli e Ale sandri ni ecc. La scoperta della l'eazion e di fi ssazione del c.om1Jle~ento si d eve a Borde t e Gen gou, i cui nomi son o ass-oci.ati ai1ch e per qua11to concerne la sco,p erta d el bac illo d ella pertosse; e .a.11cor.a : g li importanti studi u l comporta111en to b iochimico d elle Brucelle i ·devon o a Huddl e~o·n, Hasley e Torrey; que lli sulla profila ssi d ella scarlatti11a a i coniug i Dick. Chi .abbia n1od·o d i scorrer e molte riviste medich e, si .avvede che n egli Stati U11it i d 'America, in Ing hilterra, in Fran cia ed anch e altrove, specie in certi campi, non si produce orimJai quasi più nul la di 11otevole, se n?n d~ parte ·di .autori .as~o c ia ti ; e.~ iston? d.ei b1no~11tt cd anch e d ei trino111i i11olto noti, s1 può dire con sacrati. La larga esemplificazione su riport~ta dimostra com e la ·svalutazio 11e ch e s1 fa1 in Italia ai lavorri in 1co.Jlaborazi o·n·ei è ingius tifi cata , e certo tutt 'altro ch e utile alla scien za . Si tratta di un pre!ri udi zio ch ei ,.a corr etto, o .f di u na tenden za ch e ,r.a r1adicalmente r1 armata . Le p-e <lanterie burocratich e d ei C·On cor si no~ J)Ossor10 e n on d ebbono preva ler e su ll e e 1p;en ze ·dello sviluppo scie11tifico. 1

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argo.


[ ANNO

XXXIX, Nui\r. 51]

CENNl BIBLIOGRA F l CI. e•> A.

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P1nÈRA. Nuovo 1 raltato

1999

SEZIONE PRATICA

di medicina interna.

Vol. IV erd ul.ti1t10. Vol. ii1-8° ·di pp. 1140. Casa ed· V. Ide i 011 , Napoli , 1932, Prezzo opera completa L . 230. ( :on singolar e r a t>itlità, a j)Ocl1e etti111ian e di distanza d al ter zo , appare c1uesto ultimo volun1e d ell ' Opera dcl IJirera d elt.a qu.ale a111piamente dicemmo in occasione ·della p ubblicazione d el primo vo lun1e. L ·opera s upera le i>revisioni r aggiungendo comp l essive 3500 pag·ine, con 400 illu Lraz io11i , n el te to , e 5 tavole a colori , fuori te to . 11 volume attuale ci i11e tte al corrent e d elle a cqui izio ni -cla·ssich e e de lle più rece11 ti , 11e l can11Jo d ell e ·m a lattie d el sang u e, delle n1al atlie infettive, d elle m ala tti e d el sistema .n ervo o . An ch e qui preced o110 alle nozioni clinico-terapeuticl1e, note g era li sulla emopoie i, s ull 'in1n1u11ità, sulla fiiopa tologia n ervosa n ei ris pettivi ca1)itoli. La dizione procede chia r a, lin1pida, e se qualch e disquisizione t eorica i trova, il lettor e not.n come essa d ebba servire a rinsaldare la italianità d e l libro , a d avval orar e l ' una ·O l 'altra _l)l'tOrità nostra in a rgo111e11t i (,·edi .ad e empio l e malattie d e] :in '"ue) c h e in I tali a ebbero emtpre a ll 'ava11g uardia profondi cultori . t riusc ito un lii ro semplice , ideale p er lo · Lu1dente e per il 111edico pratico e, com e g ià dicemmo, uti,l e per ocrni studioso di ·s cienze 111edich e. La parte g rafico- ti})oo·rafica è a·nCOT J) ÌÙ n1in uziosamente curata : degne. d i a 1nm:iraz ion e l ei c inqu e t avole a colori c h e ornan o fu ori testo que to quarto volum e, tavol e riproduce11t i 1con fedeltà l e varie forn1e di J)arassiti rnalaric i , i r e1)erti i stologic i di 111olte m ala ttie (anemia p erniciosa, leu cen1i a , leucan e1nia, Hodg ki11 , . p len o-megalia trombo flebitica, Banti, ·ecc .) .alcune forme ·di batteri. sceilti fra i men o vi, ibili n ei comuni tr.a tlali , ecc. Il volume ci con fern1a a n cor di più la 1)r in1it iva impressione : è o ,)er a scritta da clinico perimentato, di eccelle11te scu ola , oonosciuto r ome sagace investio·ato,re. Ad essa n on manch er à la dif fu sio11 e e he. 11on sapre1n 1110 augurare abbastanza. MoNTELEONE.

Qu estions cliriiqcies d'actualité. III0

éri e. Un vol . in- 8° di 302 J)ag., co11 17 fig . Mas. on et C. ie, Paris, 1932 . Prezzo Frs. ±5 . Nel pr:esent e volu111e (ch e è il t erzo d ella serie) sono raccolte 20 cofil.f ere nz.e te111ute alla cc Ch arité », n el servizio di Ser gent. Ognuna ·di esse è stata tenuta 11el citato o p e1dale da un clinico noto, opra llll argomento .ch e g li è familiare e sul qual e h a u1n a co111pet.e11za ricono, ciuta . <~ ìascuna di tali lezio ni forni soe u•n a docu· fl ) Si prega rl 'inviare due copie dei l ibri di cui si desidera la recensione.

i11enttazio·n e iperfe L~a11le11te aggior.i;i.a~a s u ar·gq111enti di attualità. Citia•Il1!0, fra -0sse, le seg·uenLi: Influ,en·z.a e tu.b er colosi (F. Borde t); Il trattamento d el d iabe te con l 'insuli.na (R . Boulin); L 'iper te11sion e arteriosa ·di ·Origine ered e ifiliti.ca (J . Gein evrier); Su alc uni fatti rela Livi a ll 'appendicite cr onica (P. Jacquet); La pro filassi d ella difterite (H . Jan et ); L 'angi11a pectoris con1plic ante le n evra lgie t oraco-bra· chiali inistre (C. Lia.n); Calcoli r enali (Ed· Mig non ); diver si studi s ulla tubeDcolosi (Serg·e·n t, Dumarest ed altri); Le car en zei fru.ste n·el bambino (L. Ribadeau-Dumas); Le ipersensibilità specifi1cl1e in clinicai (Pa t eur Vallery-P-.adot) . Il g rand·e inter esse clte ,d estano tali conferen ze è ·dimostrat o .a n ch e dal fatto ch e il volume conten.e nte la prima serie è orn1ai esaurito . fil.

L. CoNDORELLI. Die Erntihrun1g des H erze11s u1id

,die Folge,n ihrer

S~orung,

Un vol. in-8• di 230 pag., co11 70 fig . in parte a colori. 'f l1. Steink·opff, Dresden , 1932 . Prezzo JlM. 18,80. 111 questa m o11ografia, il Prof. Condor.elli fa wn·' esposizion e i Len1.atica ed integrale delle n ostre conoscenz·e s ulla nutrizion e cardia.ca e sulle oonsegu·enze d ei disturbi di essa. È ovvia l 'opportu.n ità di studiare le modificazioni primarie e s econ·d.a ric della nutrizione d el miocardio m·elle ·diver se condizioni fi siologiche. e patol ogiche del 1circolo. I disturbi prim.a-ri d el circolo d elle coronarie possono rnodificar e la funzio·n e del miocardio m entre, d 'a ltra .paTte, Le modificazioni lan ch-e mi11irr1e ldell 'a ltività cardiaca posson·o i11fluir e sul ·circolo coronarico; sicch è, i ·d isturbi funziotllali d el n1 iocardio posso·n o esser e ca usa e con segu e11za di m odificazio·ni d·e l ci1icolo coronari co e viceversa . Vi si .aggiungon o p oi le azioni r ecip roche fr.a crue t ' ultimo· ed il circolo periferico. L 'A . si o ccupa dapprima d ell 'anatomia, d ella fi ioJ.o,gia e d ella patologi.a perimentale d el cir.colo coronarico. Più i1n ter essante per il pratico è l 'ampio capitolo d ell a •p ,a tolog ia un1.a na ch e studi.a i di sturbi di nutrizion e d el 111iocardio dipendent i d a vizi valvolari e malforn1 azioni d el c uor e. d.a s.tati funzionali d el r uore e ·d a disturbi d el circol o periferico. Passa poi alla ·patologia d elle ·C·Oronarie (cor onarite, ivi compr e a l 'ang ina pertori , ed occlusion e a cuta delle coron.a ri e) e d el sistema ve n oso .e capillare d el cu ore, ll'atta.ndo da ulLin1 0· le mo·dificazion i del ritn10, come •OOnsegu en za di distu·rbi c ircoscritti di nutrizione d el m :iocardio. Il con1plesso arg·omeinto è trattat o esaurien tem ente, ali.Il! luce delle attuali con oscen ze , .col . u ssidio anch e di un a vasta biblioarafia r h e, 1>er la sola pa1i.e d ella patoJ.o.g·ia ·u ma n a , comJJre nde 273 lavo ri . fil. 1

1

1

1


2000

cc

IL POLlCLINICO

Qu1e1lqUJes travaux compilémen.taires relati/s cì la propag(lltion de la tuberculose. Un vol. in-8° di 112 •p ag. L. Sézanne, Lyon, 1932 .

A.

LuMIÈRE.

L 'A., i11 u11 lib·r o reicentemente iprubblicato da Desvi.gne di Li-Otlle, ha sostenuto che la tuber colosi, salvo c ir.costan ze eccezionali, .non è contag·iosa p er l '.adu.lto e lo è solo per un p eriodo piuttosto breve per il piccolo bambino. Essa è invece - ·eg·li afferma ~ 1e1r editaria. Tali sue i<1ee 1 l 'A. le ha anch e1 diffuse in parecchi peri Òdici m1ed ici , rib.a d endo i s u·oi co1ncelti e dimostran do atTi ch e il pericolo 1ch e può derivare dalle teorie contagioniste. Ta li articoli 0110 qui riunit i e costituiscon o un utile con1pletarnento ed agg·iornan1ento de l1'Dpera •p recedente. fil. 1

Atti dell' l stitiito :Vazionale delle Assicurazioni. ·vol. II-IV. In-6'0 , di rispettive pag. 268, 256,

:tn

362. Editi a c ura d ello stessoi l sLituto, Ro111.a. P rezzo L. 50 c iascuno .

Ab,bia1110 r ecen ito a suo tempo il primo volu1ne di que .. ta eccellente raccolta d e}].e Co n..f erenze, di cultiira assicura,tiva ch e, 11er iniziativa del Presidente d ell 'I stituto, o n. avv. S. Ga tti e otto la ·direzione d el Prof. G. Castelnuovo, voo.g ono teon ute nella sed,e d ell 'I stituto tesso. !11 que_ti altri tre ,,olun1i troviamo, oltre all e 1confe:renze an ch e d elle mo·n ografie sugli a rg·o1nenti tr.a ttati , i quali non sono limitati alle scienze attuariali , ma invest ono vasti r>roblen11i d er11ografi ci , economici, soci.ali, ch e 1possono intere$Sar e ogni persona colta ei più specialm ente i 1n edic i ed i biolog i. Cito, p. es. , l 'esaur ien te st11dio ,d el Prof. Mortara sulla diminuzion e della n1ort.ali tà (C.ause e 1c.on segu·enze), quel li d el 1)rof. E . Enriques sull 'eredità h·i ol og ica, ,d el D ott . A. Lutrario sul cc Come prolu n,g a·r e la v ita umana »; d el Prof. G. Gini riguard ante l e indaO'ini sulle famig lie nu·m eros«~ i talian e, ecc. Le ste se indag-i.n i di natura assicurativa o- n o di g·r ande importalll~a per i medici, in quanto ch e solt anto in base ad esse potrà s tabilirsi la convelilienza e la possibilità di a dire o meno a l r egin1e .assicurativo per le m1alattie.

h

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[ANNO XXXIX, NuM. 51]

ACCADEMIE, SOCIETA' MEDICHE, CONfiRESSI III Congresso della Società Italiana Oto-Nenro-Oftalmologica. I Congresso della Società Radio-Neuro-Chirurgica. (Bologna, 11-12-13 otlobre 1932) . 1'-1artcdi 11 -0ttobtè 1932 (ore 9) .

Presied e il Sen . Prof. VroLA, Presidente OnG-r.-ario del Comitato Ordin.ator e.

Reazioni cerebro-psichiche e cerebro-viscerali nel coooetto vitalistico. J)rof. C. CENI. Il djsserer1te si propone di get tare un r apido sgu ardo sul concetto vitalis tico iI1tenso con1e so n1ma di reazio.ni cerebro-psichich e e cerebro-viscerali, con cetto per il quale tutte le tnanifest azioni della · vita psicl1ica ed organica risalgono a r eazioni cerebrali legate tra di loro in 1nodo indissolt1bile e provocate da stimoli esterni. 'fra quesli l1l tj11li i n11 ega])i] n 1ente i più importanti son o quelli provenienti p er il trami1 e -legli o r gani visivi ed udilivi. Tutta u11a serie di es1)erien ze co11dotte per c irca un q l1arantennio, rlall 'O. e d alla sua Scu ol a, s ugli :i11i111ali assorda ti ed accecati, stanD:o a dim os trare co1ne, i)er effe tto di tali traumi psicosen soriali, subentri n egli aJ1i1na1i uno· stato di i11aridin1ento psichico l)ar agonabile ad una vera e pro1)ria clem enza non dissi111ile da quella che consegu e alle mutil azioni cere})rali . Esp o11e u11a serie di importanli argome11ti i11 favore d ella teoria dell 'esis tenza dì centri cer ebral i ben dis tinti , sed e di energie con g·enite ecl acquisite; le prime r appresentanti gli impt1lsi e le a ttitudini peculiari di og11i singola sp ecie (is li11ti) e sempre loealizzn te n ei seg1n enti an teriori del cervello; l e seconde ch e, a ttraver so gli s timoli sen soriali provenienti d al! 'esterno, son o adibite al riconosci1nento ecl all a valt1tazione d f!lle immagini desti11ate a risvcg·liare gli impulsi e cl• e sono localizza te l1ei segmenti pos teriori.

1

fil. Echi del XXXVIII Congresso di

M~dicina

Interna.

A p ro1)0 i lo cl ella comunicazione del se n . Maragliano: cc 11 }) r O}) l e 1n<'- della immunità antituber colare », il proif. JìERRATA d esidera far noto ch e egli i es presse p r eci amente nel segu ent e rnodo: « Le ricercl1c sperimentali c he si fanno in Lo1nbarùia Sl1lla irttmunizzazione antituber col are r1elle vaccine so no ~ t ate eseguite si a con bacilli vivi ch e con bacilli J nor ti, e anche questi ultimi dimoslra110 i11 )):lrle alrr1eno potere an tigen e».

SEDUTA SCIENTIFICA (or e 11). Pre. iclen za : proff.

CENI,

DoNATI,

D1

MARZIO.

I . REL.\ZJONF..

Le stato attuale della chirurgia ipofisaria. C. CAVINA (r elatore) . Premessi alcuni breYi ce11ni sull 'an ato1nia, l a fisiulogia e la patologia della ipofisi diencefalica in relazione alla chirurgia di qu esta glandl1la, l 'O. rliscute le principali indicazioni ch e r ichieclono l 'asportazio11e del] 'organo malato , indicazioni c he 1:: i riassumono i1ei tumori ipofisarii (e11do e soprasellari) e in la] u11e sindromi chias111a tich e rJi prollabìle origi11e t ossira pituitaria per pri~ · m e descritte dall 'O. L 'O. passa in seguito in rassegna i inetodi chirurgici proposti p er raggiungere la ipofisi, e, d opo aver fatta l a critica di ciascuno ' di essj, si sofferma .1l discutere i pregi ed i difetti di quelli oggi più ~omuneme 11te adottali, illustrando con: ]1roiezioni il m et oclo ch e gli è proprio.

.-


XXXIX,

[ANNO

Nt.r ~r .

51]

P arte salier1te d ella relazione è l a e p osjzion c serena ed obiettiva d ei risultati raggiuJ?.li fi11ora in questo campo della n eurochirurgi a. Sull a g uida d ell e s lalistich e p i ù irnporta11.ti l 'O. non esita ad affermare ch e l a porla lilà operatoria e l e recidive in mano d ei più s11erimenta ti 11eu rocbirurghi sono oggi content1te in cifre assni b asse, e ch e gli esiti immedia ti e 1011tani dell 'operazione co11sist ono nel ri cu pero, in alta p erce11Luale co1npleto, in altis i1na percentuale spiccat o, i11 percenLu al e minin1a scar so o nullo della fun zione visiva e n ell a r egressione o nel migliorame nto d e i ferLon1eni. piccoli e g r andi dello alter at o trofis100. Da t1l li tno 1'0. parla d ella radioterapia cl ei t t11nori ipofi sarj i ii1ag·urata per l a p ri111a volta i11 Italia si.11 cl al 1908 per op era del Gram egna d i Torino e ll e m et te in luce lutto il valore l)er le for1lte parlicol armertte radjosen sibili e ad evoluzione . l enta e come co111pl cmento della cu ra cl1irurg1ca. L 'O. chiude 1a su a r elazione , mette11d o in r ia l lo tu lta l ' in111ort anza della chirurgia n el com battere i tun1ori ipofi arii , in qt1anto es. a è capace di ridonare salut e a inalati destinali ad un progressivo d cca<lin1enlo con stig mate eYiclenti di g r avi al tcrazio11i somatich e (acromegalia, adiposità e dis lurbj dell a . fera genitale) e di ripristi11are in part e o in.Leramente l a vis ta di ql1es ti malati altrimenti destinati alla cecità. Se(luta p o1n .er idiana.

Presid e nza : proff. Ov10, BAnnÈ, Di

MARZIO.

Co.nunlcazioni inerenti al 10 tema di relazione.

O.

Risultati rlel t rattamento endo11asal e dei tun1 ori ipofisari. - L 'O. Lra lta dell 'i11HtR SCH.

-

1

Lervet1lo operat ivo dei tumori ipofisari seco11clo il su o me tod o Lra11 e ttal e ed illustra con fotog r afi e Je di"erse forme dei tumori ipofisari . L "Hirsch ha o,p erato con questo suo 1netodo 233 ca i raggiungendo risul tafi brillan ti simi. Tra i p azie11ti da lui operali, 57 furon o egt1ili per un periodo da 4 a 13 anni e mezzo d opo ! 'operazione e, di gties ti, 41 di1nostrarono 1niglior am ento sen za recidiva. G. U. FASIAN I . - Considerazioni sopra alcu11e ipo/isiec lo1nie p er via tran sf en oldale.

P.

Interventi sull'·l pofisi. (No la di tecni la e risultati ) . - L'O. riferisce su tre ipofi CA1.1cr-:T1.

-

siectomic pra licate su arnmal ati adulti col m etodo Hirsch-Scgtlra. I11 tutti tre i casi i risultati ottenuti sia immedia ti quanto a dist anza, furono ~odd j sfacenti s imi essend o stato possibile otten er e un notevo lissimo migliorame11to d ella facoltà visi va ed anche dei disturbi generali. 1

A. Tonn1c1AN T. -

R adio cliir urgia dei seni para,

Nei se11i p ara11 asali predil i ge l ·op erazion e di Dembrer quand o il seno mascellar e è com1)ro.messo pP.rch è essa p ermette l e più Jarghe (le rnolizioni risp eltando l a cosmesi e d à modo di p erseg11ire coi radium ogni punto even tul am enle sosp etto d e]la cavità op eratoria. Nell e cavità più alte opera secondo Morire qua11do l 'in Lervent o dal! 'interno non appare sufficientemen le r adicale e fa di r egol a seguire all 'op erazione I 'applicaz ione di radium. . . . . P er i tumori ipofisari. endosellar1 pre?1l1ge il 1ne todo e11dosellare di H1rsch per rag1on1 cos1nctiche e per ch è con esso si rispettano gli orga11i endo11asali la cui abl azione p orta a 11on rare pen osissi1ne r initi cr ostose. Egli h a una m odesti 1iasali dell ' ip ofi si. -

2001

SEZIONE PRATI CA

sin1a statistica operatoria a11ch e per l a poca convinzione dei colleghi n1edici ecl oftalmologi locali per ques te ormai indiscu tibili p ossibilità cpirurgicl1e ed an ch e p er cb è <l a vari anni si è convinto ch e· alcuni di questi casi guariscono con raggi Roentgen e meglio. ancora col r adium. Nei casi a d ecor so l ento egli applica il radium n ella cavità sfenoidale ron i11tervento nasal e scevro da ogni pericolo e passa fac ilmente d a questo alla op erazione n ella sella q t1ando non si ottenga così un ulile r i sultato . Opera i11 uu sol o tempo {1uando i l caso ricltieda ~on sol o t1rgen za ma a11cl1e solo sollecitud in e. V. PALuNrno. -

Parti co lari d i tecnica r aclium/erapica 11,ei tumori dell'ipofisi e dei seni paranasal i. -- Avendo osservato lo sviluppo delln terapia

irr adia nte RadioaLtiva nel ca1npo dei tu111ori a ~ede sell ar e e cl ei seni, esp one al cuni p arlicolari cli tecnica Radium-terapi ca e critica i risultati d elle cure in rapporto ai vari m et odi di t erapia irradia11te r adio attiYa sia col Roe11tgen ch e col Uacl iu m. L a chiru rgia. ipofisaria e la rad i ote r apia ip ofi sOJria. - L 'O. i llustra i vari m etodi

Q.

\ "1scn1A.

chirurgici messi in i)ratica p er aggredire l 'ipofisi: con corda n ei r iten ere 1a via extracran ica il rt1e tod o ele ttivo. In base ad esperie11ze co11dotte su animali ritien e sia i1ecessario r icorrer e alla ipoiisiecto1nia s11btotale. Qu an lo all a radiot erapia fa p re _e11te ch e pochissjmi son o i tu1nori che si 1nos l rano r efra ttari al trattamento radioterapico e ch e neg li ad en omi ipofi sari l a radio ter api a b en condotta rappresenta l a 1nigliore arma ch e 11oi po~sed iarn o.

G.

e G.

Si ndrome del seno caver noso da tumore ipofisa.1 io. Dallo studio Boscnr

CAMPAILLA. -

del caso descritto gli 00. co11cludono ch e fra le sindrorui focali dei tumori ipofisari va annove · r a ta una sindrome del sen o cavernoso pura , senza alg ie d el trigemino, senza fa tti oftalmoplegi~i e, . egnataTt1ente, con una triad e oculare composta cli : esoftalmo , edema palpebra le, iper e1nia congiu11tiv1le.

'B.

e C.

Sul la rad ioter apia tu ber u- ip ofisar ia de l diabete mellito. - Gli B ALLERINI

V1NCENZETTO. -

0 0. riferiscono su 10 a1n1nala ti trattati con l a radio ter apia tubcro-ipofi . . . ari a. Di questi, . . 2 m ostra.' rono aspetto d i g u ar1g1one; una g u ar 1 g1 on~ p1u o ineno completa di tutti i disturbi, eccetto 11 t asso glicerrLico e glic·osu rico ; quasi tutti gli altri present arono u n miglior a1ne11to transitorio in p rin10 Lempo . Gli 00. si limit an o a .cons~atare ch e l a d elta t erapia si mostra profondamente e dl!-revolmente effica~e n ei casi ch e accanto alla glicosuria 1nostran o più sa1ien1i i segni lubero-iporisari. l~ogcn1 e Z ACCARIA . ·- 1~/odiji cazio rti rad'i-Ografiche cl ella stru ttu r a sellar e co n segiien.ti a.lla Ro entgentor apiCll degli ade n omi ipofisar i.

JJ. ~!f1~r.ANOWSKY.

Su lle [Jartico l aÌ·ità dell'atrofia d'ei ner vi otti ci n ei tu1nori ip·ofisari. -

·

Considerazioni sulla si 11cl r ome cl ini ca d ell 'aden oma basofil o cfell'ipofisi (« Pituitary basophilism di Cnshi n [} )> ) .

F.

ScHIA SSI.

F.

I\I ASCHERPA . -

-

S ulla I ecnica delle r adiografie

P er l 'esaine d ella ;5ella appare p articoJarn1e11te adatta l ' adozion e d ell a t ecnica proposta d all '0. per l a standardizzazio11e del! 'indagine ra-

sellar i. -


2002

<< JL

f.A.NNO XXXIX, NuM. 51 l

POL1CLIN1CO »

diologica negli esa111i del cra11io e della colo11na vertebrale . Din1ostrata la notevole sen1plificazio11e tìi esa n1e ed i va11taggi che si ottengono adottn11do questa Lec11ica, I 'O. propone eh~ s i segua sen1pre questo n1etodo, allo scopo di poter aver radiogra1nlni esattèlntenle sovrapponibili ovunque . MAsCHERPA. - Sul val ore diagnoslico dell 'immagi11e sellate sulla base di alcuni in,~eress'l.'(l.ii casi. - Ben nota è oggigiorno l'estrema in1portau za del I)ronto rilievo di una compartecip1z1one a n ch e lieve della s~lla p er l a diagnosi precoce di u11a alterazio11e endocranicd . La tecnic.1 d i esatne si è ~olto affin at a, per cui difficiln1c11te possono sft1ggire delle lesio11i , a11ch e n1inime, 1)11rchè il radiogra1nma sia eseguito }i' .

correltan~ente.

L 'O. non cr ed e invece cl1e sia le11uto n ella gius ta considerazio11e il comp ortamento opposto della sella , che i.q c asi talvolta molto gravi ed estesi risulta, contrq ogni aspe ttativa, assolutamente negativa . Comunica a questo riguardo alcuni casi p articolarmente istruttivi per con cludere che d'a ll 'esan1e d ella imr1'\agine sellare è estremamente in1prudente vol er trarre ir1duzioni, se non nel caso che esi s ta perfetta con cordanza con l a clinica. l\I. VERZELLA. - Comporlamenlo del canipo visivo dopo 4 a.nni dall'i rrarDiazione di un tumore ip ofisario . ..___ L'O. h a segt1ito, per 4 an~i , oftalmologicam~nte ~ col controllo radiografico un paziente affetlo da tumore ipofisario e trattato con l a Roentge11 Lerapi a. Il cam1Jo visivo presentava inizialmente i11 O. D. u11a eini anopsia temporale, sco1nparsa parziale del quadrante supero-esterno e scoton~a ce11trale per i colori ; in O. S. emianopsi a temporale senza scotoni.a centrale e diminuzjo11e del quadrante supero-i11terno . Durant~ la Roentgenterapia si ebbe un a g raduale ricomparsa i11 00. di un settore n ei quadranti i11fero-esterni ecl invariabilità negli altri. L 'O. rapporta questa i11odificazione del campo visivo all 'azione compressiva ch e le arterie cerebrali anteriori verrebbero .acl eser citare sull a s uperficie dorsal e anteriore d el <;hiasma qualora questo ven ga spostato verso l 'alto da una massa tumorale. G. CAJ\fPAILLA. - Ade1lo n1a ipofisario ad estesa sindrome fo cale senza emiariopsia - Descrive un caso di tumore ipofi sario a sede pro,b abilmente e11dosellare in qt1anto le turbe trofich e avevar10 preceduto e prevalso Sll quell e visive ; la sin.ton1a tologia clinica era raggrl1ppabile in una si11drom e globale d el trigemino associata a compromissione del VI paio. L 'O. fa presente che in que~ ti casi il diagnostico deve basarsi sulle cognizioni anato1110-fisio-patologiche piuttosto che sulle nozio ni di singole sindromi. A. FRANCESCHETTI. - La sin.drom e de ll'aneurisnia de lla carotide interna . - In ·un c aso di aneuri nla della carotide interna destra , a breve distanza drtll 'uscita cl ella comunicante posteriore, e di rottura dello stesso con en1orragia endocranica l 'O. 11a rilevato la segt1ente sintomatologia: ripetuti dolori di t es la ed improvvi si deliqui ; durante t1no ·li qu esti si ma11ifes tò t1na parali si unilaterale i nter11a ed esterna del III paio e durante un seco11do accesso si manifestò un 'emiplegia ed un au1nento della pressione endorachidea. L 'O. fa prese11te l a possibilità di llf1:a differenziazio11e cli11ir o-rl iagnoslica di questi casi e ritiene che quale fa i lor c ez iologico possa rico~oscersi una predispo-

sizio11e costituzio11ale (diatesi a11eurismalica degl j AA. fra11cesi) . CARAI\IAZZA F. - "' indron1e cliiasmaii ica da aleromasia arieur ism.ati:ca delle carolidi inlerne Rife:r:isce di una -ammalata l a qunl e all ;es~ ­ me oculare presentava e1nianopsia binasale ed oflalcnoscopicam ente atrofia pos t-pa1)illitica in un occhio e pa1Ji]]a da stasi ,~on emorragie n ell 'altro. L ' ind agi11e radiografica lasciava Yedere delle opacità perfettamente sovrapponibili alle arlerie carotidi interne i1el tratto in cui esse decorrono medialm ente alle apofisi clinoidee anteriori e lateralin:e11te ai 11ervi ottici. Deriva importanza al caso oltre ch e dalla rarità delle osservazioni di tal genere co11 diag 11osi fatta intra vitam, anche dal falto ch e è s tato p ossibile seguire, in un occhio, l'evolversi d elle alterazio11i camp i1netriche da quelle iniziali si110 al quadro finale di una 11etta emianopsia binasale. VINCENZETTO C. - Quattro casi di pres unto adP.noma ipofisario, trattati mediante radiot erapia oon esi to favorevole . Seduta de l 12 ottobre (ore 9).

Presiclenza: proff. WEILL, B1LANc10N1,

CENI.

Discussione sulla Relazione. Pre11dono la p arola i proff. : CENI, AYALA , Rossr V., VIOLA, BERTOLOTTI, .BESTA , BuscAINO, WEILL. SALOTTI, D1 MARZlO, PALl\llERl, DONATI , FASlANlGAMBERINJ, ENDERLE.

A tutti gli oratori risponde il r el atore prof. CAVINA. II RELAZIONE. •

Le neuriti ottiche di origine sinusale. Relatori : lJroff. Q. Dr MAnZIO e G. l•'EnnEn1. I due 00. hanno s tudiato la ques tione d elle neuriti ottiche sia a tipo edematoso, sia a t il)O i1eurite retrobulbare in rapporto causale con le n1al a.ttie dei se11i della faccia, sia come s i11usiti cor1cl a1nate, sia come sinusiti l ate11ti; h anno studiato ed operato 30 malati affe tli d a lesio11i varie del nervo ottico con forte atJbassa1nento della vista. La maggior parte di essi sono mjg Jiora ti con l 'apertura d ei seni e tmoidali e sfeno idali ed il 1• •ercc11 to più forte si è avuto quancl o n on esis teva 1.1.essu11a for1na di sinu sile riè clinica n è radiol ogica 11è riscontrabile all 'atto operativo; di poi vieue 11 percento dell e forme di sinu site co nclamate o 1Jte11ti. Il nliglioramento o la g uarigio11e dopo l 'i11lerveuto operativo avvenivano sia r apidà1nente, p erfiJlO d o.; po 24 ore, oppure dopo poch i g iorni . Al tre V(dte il miglioramento era più lent o, dopo qualche mese, ed i11 alcuni casi persino do·p o qualcl1e a11no. l ~~si n1i!!liorati attraversava110 degli s tadi di passaggio d eÌlo scoton1a centrale assolulo allo scotoma rel ativo e p oi alla scomparsa totale dello scotoma. La r elazione è s tata correcl at a da 11umerose. proiezioni di esami radiografici e di diagrammi del C. V. Seduta pomeridiana (ore 15). Presidenza: proff. BERTOLOTTI, SARGNON, BES1'A. Comunicazioni Inerenti' al Il tema di rela'Zione. WEILL G. - Saggio di una classificazione delf P. neuriti r elrobulbairi . - Distinte le neuri ti retrobul bari crorrich e di origine alcoolico-11icotinica e diabe-


[ ANNO

XXXIX, Nu M. 51]

2003

SEZIONE PRATICA

Lica da un lato e, d all 'altro, le n e uriti o tticl1c propria111e11te d elte, 1'0 . consid e ra le n e uriti re tr0 b111 1>ari i11tese secondo la classica defi11izio11e, cioè sen za reperlo oftalmoscopico . Di ~ lingl1 e di <1ueste, du e form e : l ·un a tipica, per lo più unilaterale, a decorso acuto e ch e si i11nnifest a ge iler almen le d ai 15 ai 35 a11ni . Ques ta farina di 11eurite re trobulb ar e è quasi sempre un segr10 e spe o il primo, d ella sclerosi multi1)la ; la seconda , a tipica, a YOl te bilaterale, a caratter e suJ;acuto e ch e oltre l o scoton1a ccnlrale presenta an ch e u11 re tringi111cnto i)eriferico e sp esso, te1nporH le del ca111 po Yisivo. Per quan lo rig uarda ~ concetli dirett ivi u eventuali i11lerve11ii chirurg ici l 'O. affern1a ch e le iorn1e tipich e. ncute, g uariscon o spo11t an ea111e11te e ~e n za j11tervenlo ; e ch e le for111e a ti1)ich e po 0110 essere, i11vece, benevol111e11 Le i11fluen za te d all 'a tto oper ativo. L 'O. f a pre e11te clic, p er altro, inolte i1eu riti re trobulJJari a tipich e n o11 sono d ovute a si11uiti , m a piuttosto ad affezioni della sella tur<'ica e particolarn1c11le ai tun1ori ch e circond an o il i1ervo ottico.

del r1erYo ottico in seguito ad ad egl1a la cura d elle inu si ti. L 'O. inette in evide11za ch e se facil e fu lo st abilire l 'orig ine d ella 11eurite i11 tre casi, così non fu negli altri tre sen za il prezioso ausilio d el ri11ologo . Con siglia di star i1~olto in g u ardia nel far l a sol~ta diagn osi di n el1rite r etrobulbare alcoolica11icotinica essenclo ques la entità m orbosa, se n on 1nollo problematica, almeno estrem a1nente rara. CA VIN A. C. - ~lu coce l e sf en oi dal e; 11,euri le o lti co. in O. S. , operazione, gu arigion e. - Riferisce di aver: operato sul se110, sfenoicl ale pareccl1i ammalali 11ei quali po tè così osser are si11usiti con gr anulazio11i. Com e su a i111pression e, l 'O. crede ch e i casi co11 gr anulazion e dan 110 poco 1nigliora1ne11 lo d ei sin tomi oculari . Passa a riferire un caso di inucocele sfenoidale e11orme, t anto r h1J la cliag11osi fu fatla so lo al t aYolo oper a torio, d ove fu p ra licat a la tecnica chirurg ica l)er aggredire un suppos to t u1nore jpofisario. 1'ale· caso presentava a11ch e u11a i1 eurite ottica ed ebbe: u~ felice d ecorso po t -operatorio. ~Iou gLr~1 E. - Sulla durata d ell 'an g i osp asnio de l ,SlLVAGN I 1\1. Turb e i p ofi sarie n elle siriu siti tJ. la A. (; . d ella r elin.a. (Riferimenti su l/ p. n eur;f i r e- · p erisinusiti croniche. - L 'O. ha studiato i r apl r obulburi. di or i gine n aso-si n,u sali). - Basa11closi porti fra la funzio11e ipo·fisaria ed i processi floginell 'osser vazione di 3 casi clinici, iiei qual1 h a stici cronici d ei seni. potuto seg uire le varie fa si d ella crisi ar1g iospas tiNegli n1n malati finora s tudiati è stata n1essa in ca, l 'O. os lj e11e ch e l 'ang iosp asmo i1011 può dl1-. eviden za, prevalentem ente, un 'ipofunzio11e della r are oltre 15 i11in u ti p~:imi sen za d nr Jl1og·o n r eliipofisi il c ui con1portan1e11 to 11on è st ato ancora quati irrever sibili . eguito dopo l 'inter vento ch e, data solo cla qualch e 111e e. ~IORlll.LI E. JVe urile alcoolico-tab agi ca e f alt·or e 1norjo l ogico 11aso-si nusal e. Pur fflccndo le F ORTUNATO V. Consider azioni su al cuni caRi più ampie ri serve u11 ·imporlan za ch e il rilievo d i si1tu site con complicanze orbit<lJri e. può aver e, l 'O. 110La com e in un certo numer o di GERIN C. Osser vazi on.i sull ' i mmag i ne d ello sfecasi di ue urile alcoolico-tabagica ' er1ut i all a ~ ua n oi de n ella proiezi on e a.ssi al e. os er vazion e, e .. istono alter azio11i inorfologirl1e clel NEuscRtiLER I. - Sinusiti co•n si11 l ornatologia 11 aso e d ei seni . prc:valen.t em ente r adio- ocula,re. - Riferisce gli esiti Ross1 V. - Neu ri te r elrobulbar e in un caso con. lontani di un caso di n eurite ottica r etrobulbare p artsinuslle a l ip o ossi/ i cante . ope rato già in fase atrofica d al prof. Ferreri e n el quale si trovò muco-pus nel sen o sfe11oidale. DE CORI E. - Su l l a neurite r elrobul ba,r e d'oriaiIn questo caso l 'atrofia dell 'otlico ed il visu s dene sinu sal e. - J_, 'O. d escrive 2 casi n ei quali una cresce11te subirono un arresto completo· controllato 11eurite relrob·ulbar e non riferibile acl alcuu 'altra a due anni d·a ll 'intervento. Circa la possibilità di cau sa seguiva le variazioni del decor so del l'affelesioni i)Culari da «Sinl1site sen za sinusite» espo11e zio~e n aso-sint1sale ; la g uarigione oper atoria pordue casi di cellulite orbitaria con opacità dei seni tò al ri~olver j d ella mn11i.festazio11e oculare. fro11tali r adiogr aficamente controllate e nei quali , operando , nulla si trovò n el sen o. L 'O. cr ed e ch e G1uss AN1 M. A sp etti clinici del l e sf en o-el1noia11ch e in questi casi avvien e ciò, ch e è ormai n oto, d iti ip erplas l ic l ie ---=- L 'O. m ett e in rilievo ch e ta loqu ando si apre il seno sfe11oidale pneumatizzanra 1,unica m anifestaz io11e clinic.a di una sinu ile cl olo. Di f~onte a queste evenien ze bisogn a. pen sasfeno-etmoidale iperplastica è la diminuzion e del re ad una speciale costituzion e morfolog ica ch e vi u s per un processo di n eurite retrobulbarc: pl1ò spiegar e un co1nporta1ne11to sinu-Ocl1lar e ap tal 'altra 0110 cefalee inten se accompagn ate d a feJJaren tem ente sorpre11dente. no meni n c nralgici e da disturbi simpatici vari . È jmporlante n o tare d al pu11Lo di Yist a rinoloD uvERGER e V ERGER. Neuri te r elr obulbare d 'og ico ch e talora si possono rilevar e n el i1aso alter igine nasale. Gli 00. descrivon o u n caso di r azioni abbast o11 za car a tteristich e; tal 'altra i11vece 11eurite re trol)1.1lbare nlonol aterale o erYa to i111 il r eperto rin ologico è co1npletnn1e11t e i1cgativo una donna affe tta da 1l1.ixo111a d ell a fossa i1asale pure in. prese nza cli u11 a sfe110-eln'loidite ipetpladell o stesso. lato. Asportn ta rl1irurg·icam e11 le la stica sic11ra. rnassa neopla t ic.a, si ebbe i11 iglioramento d el YiSALOTTI. - I segni r adi ol og ici exlrasin11sal i de l/,t>. stis pt1r rimanendo, jn varia to il. quqdro oitaln10copico (pallore accentuato della 111e tà t empor ale si1i u si ti. --=- Su 500 cr ani osservati in un trier1nio l 'O. h a raccolto circa 130 casi di sj11u siti cr o- d ella pap illa) . 11icb e n ella m aggior p ar te, d ei cruali è riuscito a Discussione. dimo~l r ar e quasi se1npre ir1ter essato il con1 plesso Prendono la p arola i p rofJ. B1LANc1ol'ir, BERTOLOTctmoido- fenoid ale. Tr , CAVINA, ~fO HELLI , \ V.EI LL , SALOTTI, MEDEA , S 1LVAGNI, CALICETr , Rossi V. !\YALA. ARGONO , NEuSEGU INI lt. Neu ri te i n lra- e r etr ob a l bar e da scHtiLER. si nusite ~ L 'O. riferisce 6 casi di n euriti r elrol\i po11c10110 i Rel a tori J)roff. Di ~'L"_nz10 e F ERbulbari ·da infiammazione dei seni profon di clelRERI . la faccia ; i11 lutli si ehbe la r estitu ti o all i11legru1l1

..

1


2004

« IL POLICLlNIOO

(Ferrara, giovedì 13 o ttobre, ore 9,30).

»

[A NNo

XXXIX, NuM. 51]

.

BALDUZZI A. -

Il 11.i staigmo e la. vertigi 11 e opto-

cirtelica.

Sala della Biblioteca dell'Ospedale p sichiatrico . Presidenza: proff. BoscHr, BASTIANELLI, F ASIANI . Comunicazioni.

SARGONO A. - L e cefalee d ' origine nasale. L 'O. ha studiato, con co1nplet.a indagine e con profondo sen so critico, le cefalee d 'orig ine nasale le quali. so!lo sop~a~utto dovute a lesioni per lo più ant~r1or1 acqu1srte: trau1na tich e, infiammatorie i1ervose o n eoplastich e. · · . ~ èli cute l 'etiop atogenesi e la sintomatologia cl1n1 ~a e tratta infine d ella terapia, m edica e chirurg·1ca, ch e viene volta a volta, indicata dalla di.ve.rs.ità delle cau se etiologich e e d egli aspetti .cl1n1c1. ,t . D31LANCJONI G. lìsi d el facciale.

Ascess·o cereb rale ottico e para-

M . - Dell'incrocio otti c.o-c hiasmatico . - L'O. sviluppando la teoria di Ramon y Cajal JSUll 'in crocio dei n er vi ottici nel. chiasm a , viene a dimostrare ch e nell'uomo il parziale incrocio chias1T1atico delle fibre ottich e è dovuto non solo al1'occhio lenticolare, ma anch e al fatto che i campi visuali hanno una zona periferica est erna indipend e11t e. L'O. d imostr a anche che l 'in crocio si fa soltant,1 nel senso laterale, mentre non avviene in quello verLicale. lVIARQUEz

•~ .

TurrlJori cerebrali, loro diagnosi e radiologia.; loro cu r a.

BESTA

-

PALLESTRINI E. -

Su ll'in.ibizi on e del nistagmo spontaneo mediante stimo·Lazione del labirinto in! eri orc. MEDEA

E. __,. ConsideréliZioni su alcu ni tumu1·i

cranio-facciali .

PAL.l\IIEllI G. G. -

Radiot er apia dei tumori del 1nassiccio maxillo faccial e.

TnArNA P.

~

DEL

Modificazi oni della pressiont3 arterios,a r etinica e onsecutiv~ agli inte1·venti endonasa1li .

1\.YALA G. -

CORTO.

--::

Su qualche ciriterio dit.agnostico dif-

ferenziale fra i tumori supra e subtentoriali.

MORELLI E. - Sulla sindrome del nervo nas(J)le . - L 'O. s i intrattiene sulla sindrome del nerv~ nasale di cui studia l 'eziologia e la patogenesi. confrontando quanto esisteva fin qui con quello che egli ha potuto rilevare n ell'osservazione di tre casi clinici.

M. - Sindrome del nervo nasale. - La sindrome nasale rilevata dagli 00. era caratterizzata da crisi dolorose int en se in sorgent~ subitamente, di durata varia, esacerbantisi più volte nella giornata, con localizzazione all 'occhio, alla regione naso-lobare e naso-frontale con edema palpebrale, lacrimazione copiosa, ostruzione nasale e rir1orrea. All 'esan1e oculare si rilevava una intensa iniezione cong iuntivale e ciliare con depositi di essudati puntiformi s ulla Desch e1net. All'esame rinologico si rilevava uno st ato di congestione intensa della n1ucosa dei turbinati con secrezione copiosa di liquido acquoso, filante. La semplice adreno-cocai nizzazione della mucosa n asale è bastata per far scomparire prontamente i sintomi oculari e nasali. DENTI

A. V.

e

GiussANI

SABBADINI D. -

Risultati a dista11zai della malario ter apia n.ell 'atrofia ottica tabetica. ·- Riferisce

sui risultati ottenuti mediante la malarioterapia in 3 casi di atrofia ottica tabetica, malarizzati i1el 1926. In un caso si è avuta guarigione, in u11 secondo stazionarietà e i1el terzo leggero peggioramento. L 'O. ritien e doversi affermare l 'efficacia della 1nalarioterapia nell 'atrofia t abetica dell'ottico e fa presente l'azione d annosa r h e esercita il mercurio di~~nuendo il benefico influsso della piretoterapia m alarica. PISANI V. -

La nialariotera.p ia nella tab e e nella

tabo-p(J)ralisi . Sindrome o,cu l ocefalogira irt soggetto neuro-lU:etico. (Mig lioram ento d opo la malarioterapia). L 'O. descrive un caso di

DE NIGRIS G. -

park~nsonismo·

con crisi gravi e quotidiane di torsione oculo-cefalica e con sintomi clinici ed u1norali di neuro-lue migliorato molto colla mal aria-terapia. Ne discute l 'eziologia in rapporto con l 'affezione neuro-luetica . . MoTTA R. -

L e modificazio ni della mucosa nasale n ella si1npaticeclomia ce rvicale. L 'O. ha

voluto osservare il comportamenlo delle cavità nasali dopo l'asportazione del simpatico cervicale nei conigli molto giovani (di 24 g iorni circa di età). Dalle su e esp erienze risulta ch e, in seguito alla simpaticectomia unilaterale, la mucosa nasale presenta in primo tempo (dopo 18 ore) vasodilatazione dal l ato operato, se si è asportato pure il ganglio superiore: su ccessivamenle si nota s'oltanto· un mi11ore sviluppo del complesso sinusale omolaterale. Dopo 28 giorni dalla conte1nporanea asportazione d el simpa tico cervicale d 'ar:Qbo i l ati, si osserva che la mucosa da un lato è to.m entosa, con vasi b eanti, mentre dall'altro è ischemica, conti;atta.

La radium terapi a n.ei fibromi naso-fair ingei . L 'O. descrive COD: dettaglio l a tecnica radiumterapica personale che gli ha dato la guarigione p ermanente (da 2 anni) in dl:le casi di recid~ve operatorie e le c ui condizioni locali e generali erano molto gravi. La tecnica personale consiste nella introduzione di tubi. di radio, contenute in sonda di gomma ame tallica, del tenore di 10 mTQ.Rae ciascuno, sotto filtro di 2 mm.Pt. 1 i1ell 'interno d ella fossa nasale corrispondente alla sede d el tumore, o se impossibile, in quella op posta . Il i1umero_ dei tubi varia a seco·n da della lunghezza della fossa nasale (1 o 2), o della possibilità di p enetrare in essa. La durata della irradiazione varia d.a 8 a 11 giorni, somministrando 20 a 30 i11.c. d. , fino al raggiungimento della dose eritema, ch e si. manifesta con la formazione di placche ))ianche sulla mucosa del palato e della lingua. DE-TONI G. - I movim~nli p endolari dei bulbi SANTono A. -

ocu lari nei bambini.

DEL DucA U. -

Patog en esi d elle emorragie r etiniche nell'anemia p erniciosa.

M. -

La r .eazione di Takara-A·ra s,ul liquido cefalo-rachidiano in otologia. - L 'O. metGANDINI

te in r ilievo la utilità della R. di 1'ak ara-Ara anchr nel campo d ell 'otologia: essa permette infatti di poter avere COil: una certa rapidità un elemento •


[ANNO , XXIX , NUl\I. 51]

prezioso per u1t rapido diagnostico di una for111a 111e11i11gea o di una m etaluetica :

G. -

Osser vazi oni inlo rrto alla d evia zio11e oc ulocef ali ca cos icl ella pa,.alitica da l esione d'i u 11 emisfe110 cer ebrale. - L 'O. nota che la d . o. c. d etermi11ata da l e io11e di u11 emisfero cerebrale, può esser e prodo tla d a mecca11i smi di ver i: 111a . o stie 11e c h e, i11 molti casi , se il mala t o g u arda il proprio focolaio cer ebrale, è prod ott a d al r cfles o se11 sorial e vi ivo d al l ato sano, 11on più co ntrobilanc iato da quello del l ato m alato, colto d a emia1lop ia on1onima laterale. La cl. o. c. d e ter1ninata da en1ianop si a avr ebbe, seco11do l 'O . al cuni c aratteri c h e servirebbero a o p c l tarla e fo r se d ecisamente a r icor1oscerl n . RAvÀ

1

A. -

L a sinlomato l ogia ocula r e, au rico lnre e ce r ebral e de l Z' iperle11sione essen.zial e. l ,trNF.:DF.I

PAGA ' 1 ~[. -

Papilla da stasi e m eni11gil e sier osa. - L 'O. i c1 01nanda e il clecor o d ell a })apill a cla La i 11e ll a menin g ite sier o a n})})ia car att e ri stich e s u e J)l'O})r ie l d a rend erl a JJa logn o111 011 ir a J>er lA d iag11 osi differenziale co n al lrc forn1 c <'er~J;ra 1i .

C. -

Di un segn.o oflaln1oscopico e <lei tu rb a1n en I o <Lella pressione arl eriOSQI r elin i ca n ei co m1n ozi onali ce r ebrali. 1 ' 1R ELL1

F. -

Pres si orie arl eri osa r el i ri,ica in rapport o all ' ip erl en sion e e11cl1ocr anica e su o co 1nJJC~.~ tam. e nl o in seguito a r ac hice ntesi. L 'O. nle tte in rilievo, con cord ando con m olli 1\ A . tra11 ieri , l 'i111porlanza d el valor e diag11ostico d ell a P . \ . R . n elle iperle11 ion i e ndocr anich e. H a i nol Lre }lO l t 1 to rjlevar e, co11 delle grafich e, il cliffere11tc ro 1npo r la111 cnto d ella P. A. R. pri111a e d op o la rachi rc n te i n ell ' i1)er Le11 ion e end ocr a nica ia da l11mori cer e]Jri ch e d a n1 eningile ier o a . "'p1 ET..L l

Coccur \ . - (~o rt i r ibulo cliri,ico allo sludi o rl ella ve rfigi11e n ei lrcliu1ni cr anici. - i ·o. riferi ce una ci11q1ta nlina di os er vazioni cli tra urni c rani ci ch i u i nell e c1ual i 1a ve rtigine voltaica ])ro' ocala con la corre nte galvani ca, qua11do è di ori g i1 1e centrale. ~ s t a la trovata p ersist ente a n ch e cl o1)0 3 o 4 nn11 i dal trauma. e dedu ce l 'im1)or la11 za n1edico-Jcgal e 11el1 n infortunis tica p er l 'a ccert n111 e n Lo cl e11 e l esi ori i a carattere p er1nane11 Le . DE ~1I E0

E. -

Co nlribufo clini co allo slu clio dei <lisi u rb i v i sivi n P, ll e sin d r omi commozionali tard i 11e. - L ·o. h a riscontrato disturbi -vi ivi clivf.r . i i11 18 casi cli i ndro111i commozionali tard i,·e , p e r lrau n1ali n1i ('hiu si ~ a1)erti d el cr an io. l cli lurhi so110 lucli:i li dall 'O. e valutati an ch e d al pt1nlo di vi la 111eclico-l egal e. I malati pre e11tava11 0 t t 1lLi a r1ch e Al Ler azio ni uditive, ves tibol ari , 11 et1r olog ich e e p ichich e ch e 1'0. d escrive.

TtTLJ..ro P. - Ecci tazione n euro-musco l ar e n1eclian l e campi el PI l ri ci variabili e sue applicazio ni. - L'O. riferisce Hl cune su e esp eri en ze ed osservazioni s u]] 'eccitazione n euro-m11scoJare m crliantc ca1np i ele t Lrjci vari abili, dalle quali scaturi co11 0 co11 cetli di r>r a Uca applicazione specie n ei ri g t1ardi cl ell 'e<i u cazion e acu stica d ei sordomuti.

e

Co1i lribulo all ' i n flue 11za delle irradiazion i su l sis tema n.ervoso veg etativo: ·Oss.ervazioni clini che di an omalie cli distribu zi on e d el pigmento ciztaneo a dis t anza.. PAr.MIERT

Pi\LTRINI ERI.

2005

SEZIONE PRATICA

-

P1sAN 1 \ ' . - Con sid erazioni su lla sindrom e del lobo fr ont al e (.~ casi co n rep erto completo e co n esam e analomi co).

DE

G. - ."ulla n eurile r elrobulbare di J(e 11n ecly nella diag11 osi dei lu1nori frontali. N TGRIS

G. R oentgen i e;rapia.

Gliomi r etinici trattati con

G 10 RDANO

L

1'L -

L 'esplor azio11e dell e fosse ce r ebrali p os l e1iori col l e proiezioni ve rtic o-occipitaili. PO

Bo1n1-TROTTI G. - . opra una m ocral i tà peculiare del pr1,eum oe11cefalo lraum,atic o. CARANDO Q. - Risiiltalo a d'i s1lanza otte nuto co lla Ra1diumlerapia irt u1i caso di 1nelastasi della f ossa m edia da ca r cin oma mammario. .. ~1o R SELLt

E. -

Su ri i una sindrome a focolaio

<lei n er vi clel la base. 1

V. - Co rtsider a::: i oni su di un caso d i tum or e pontino. PoRTA

BEnTOLOTT1 ~I . - ."ui lun1 01."i d el 11er vo acustico: r e1Je rli r adiologi ci a distanza dell'i ntervento ch irurg ico . ALESSA ORI R. Dimi11.uzio11e dell 'emorragia ve11osa clur(]Jnte l e operazi oni endocranich e coll 'ipopressi one e co ll ' inalu:io n e cli an.idrid'e carbo11ica . - L 'O. (le ·criYe l 'azio11e ch e l a respirazio11c di aria rare fal la h a nel d e tern1inare l 'emos Lasi ve11osa 1ndiretla 11elle ve n e del cra11io e d el cervello. Per alcu11i in co11ve11i enti osservati n ell 'appJ icazio11e pra ljca sp ecie per l 'abba am ento dell a pressione art erio a , l 'O. 11a dat o 1n preferenza alla i11alazion e cli aniòricl e carbo11ica p er l o stesso sco})O e con gl i Le i r i ul La li . BES'rA C. - L a r oentgentorapia n ell e mal'attic org anic l ic del sist ema n.er lioso.

G. ì\I. -

ullo. p osizio11e del m alato p er i11terve11li rtella fossa ce r eb ellar e. F\ '>I\!\I

F u~rAROLA

G. e E N DERLE C. - L a diagnosi dei lii m.ori extradu r ali del n1idollo spinale. - Gli 00. preci ano i c riteri clinici e rad iologici c h e pos, 0110 g iovare alla ò iagn osi d ei tumori. extr aduralj <l e l 1 nidollo spinale. Qu es ti criteri son o: cli11ica1n ente: viole11 za es tren1a ecl esten sione n ot evol e dei dolori radicol r1ri , scar sa e11tità d ei seg ni cli con11Jr ession e d el 1u.id ollo spinale, d olorabili tà alla lJression e delle apofisi s11inose corri. J)011denti alla ~ ed e dell a le ione ; · r adiologicam en te: asp etto d ell 'ombra d el Lipiodol a <' berretto frig io)> in un a proiezione, t r ian gol o r ovesc ia to (con base in alto~ n ella proiezio11e o rtogo11a le alla pri1na ; i11ol Lre, d ifferen za fra i di n1netri d ell 'on1bra 11 elle due proiezjoni. PAL~11 En1

G. G. e L Asc nr G. - Osservaziorii r ad i ol ogiclie su lle cleuia zi oni 11ielameri clie de l r achide di origine 11er vosa (riflessa) riell e affezio1i i vi sce.:·ali. - Gli 00. si soffer111an o su di un a particol ar e forma di d cYiaz ione rachidea, c h e si presenta di soli lo nella colecistite o nelle affezio11i djge 'tive cro11 ichc clell 'adclome cl es lro , e cl1e consi ste i n t111n legger a scoliosi 101nhare con cava dallo s tesso l ato, accompag11a la e.la rot~zi one d ei cor p i vertebrali n el sen so oppos to, t al e p er cui In l inea delle apofisi spinose può rimanere in asse e I 'al terazione sfu ggjr e quil1di all 'in clag ine cli11ica. Bo cm G. e BAnISON F. - T urn ar i della regione cr a.nio-faringea e sint omatologi a di fossa cra nica poster io r e. - Gli 00. il E' crivon o un caso di epitelion1a d el ri11ofaringe, rliagn osticato p er via 11eu r olog1ca e controllato is tologicam ente . Clinjran1ente si m anife t ò co11 turbe auricol ari e trismn.


2006

cc IL POJ,JCLINICO »

In un secondo caso tina iperplasia della mucosa faringea , diede spiegazioni delle turbe uuricolari equivoche fra apparato di trasmission e e apparato di recezione (W eber controlateralizzato e Rinne negativo: d 'altra parte paracusie a tonalità bassa). SALOTTI. -

Sulla diagnosi radiologica di mastoi-

L 'esame radiologico della mastoide, per il quale sono state proposte varie proiezioni, deve, secondo l 'O ., prendere i11 considerazion~ oltre le asimmetrie, le ma1for1nazioni con genite e la variabilità di aspe tto e opacità della apofisi m astoidea ed u11 altro ele1nen to che riguarda lo sp essore della mastoide e consegu entemente la necessità ,di proiezioni ortogo,n alL E ciò per eludere l 'eventuale errore di interpretazio·n e derivabile dalla sovrapposizione dell'ombra di due o più cellule mastoidee, o di due o più setti. No11 di rado infatti il sovrapporsi, specialmente alla base, di alcun e cellule mastoidee può farci sospettar e un 'alterata struttura , scheletrica o non rilevare qualch e cellula opacata. Per t ale fatto l 'O. u sa per le mastoidi tre proiezioni e cioè : quella obliqua di Rhese, quella di Crespellani, e la assiale , valendosi molto d el confronto con il lalo opposto. (Dimostrazione con radiogrammi). dite. -

V. -

Co nsiderazioni sulla semeiotica rad1'ologica della mastoide. L 'O . riferisce ch e B OLLI NI

1

nell'indagine radiolog ica della mastoide bisogna valutare fattori anatomici e strutturali ch e talora possono trarre in erro re sulla valutazione del r eperto r adiografico. Puc c 1NELLI V. Alc uni risu.ltali della collabor azione terapeutica radio-cli irurgi ca. - L 'O. riferisce alcuni casi di tt1mori maligni nei quali è stato p raticato contempor a11eamente, in vario modo, il trattamento chirurgico e quello radioterapico. Ha osservato una percentuale quasi nulla òi recidive locali e cr ede che J.a collaborazione ter apeutica radio-chirurgica è in grado di migliorare i risultati del trattamento di molti tumori maligni. 1

A. - C·onsiderazioni su 19 casi di lu1nore del midollo spinale (operati) . SERRA

G. B. del Brissaud. SALVATORI

Sopra un caso di emicraniosi

V. - Schizofren.ia a seguilo di antr oatticotom_ia destra in. individuo a costitu zio n e schiAPRILE

~oide.

M. - Contributo radiologico alle dilat(JJzioni congenite de ll 'esofago. ATELLA

BRONZINI l\. . -

Dimostrazion1i r adiografich e dello scarico clel cc liqu·or )) attr averso la mucosa nasale.

F. -

Ulte riori osser vazioni sui riscontri rivelabili con lo stu dio radìologico sistematico dei traumatismi cranici. MASCHERPA

BoscH1 G.,

GHEDL~I

A.,

F. -

Caratteri sintomatici della p aralisi p·r ogressiv·a trraumatica e.on complicanza cliirurgica. Caso di paralisi BAitISON

progressiYa i cui primi si ntomi cominciarono immedinta mente dopo un trauma. Gli 00. richiamano l 'ntte11zione sul fatto ch e il corto circuito diagnostico (trauma-turbe p sicl1iche) suggerì al chirurgo una cr aniectomia che i fatti clinici successivi dimostrarono non av~r avuto indicazione e che dati neurologici allora eifettivamente esistenti controindicavano. Gli 00. credono di poter attribuire alla paralisi progressiva traumatica una caratteristica si11tomatologia propria, consistente •

[ANNO

XXXIX, l\"ul\r. 51]

in accessi epilettifor mi jacksoniani co·n trolaterali, segni piramidali controlaterali, decorso tumultuario, co~ polinucleosi nel liquor all 'inizio d ella forma. P. G . ---:- Par(JJlisi lagio-glossolaririg ea con lesioni del l 'VIII p aiJo in due fratelli . CANTELE

Neurite dell'ulna:-e tardiva da schegge di vetr o ritenute 24 ann i, dimostrate rad iografi cam ente e guarita operatoriamente.

ENDERLE C. -

E. - Il valor e p.,.atico della radiologia in neurologia. - L 'O. ribadisce la indissolubilitlt MEDEA

clinico -diagnostica dell'esame anamnestico da quello r adiologico. Una valutazione unilaterale ecl assoluta dei repert~ radiografici - pur tanto utili - può talvolta condurre, facendo trascurare i dati anamnestici, ed obbiettivi, a gravi errori diagnostici . A tal proposito l 'O. riferisce due casi assai dimostrativi n ei quali si potè comprovar e all 'autopsia l 'errore diagnostico, emesso i11 base al reperto r adiografico. f

SEGUINI A. -

Lesioni dell ' ottico nella cr aniosinostosi patologica. Importanza dell' esam e radiografico e rinologico . - L 'O. riporla la storia cli-

nica, corredata d a r adiografie e fotografie di 5 pazienti affetti da craniosinostosi patologica con gr avi lesioni del nervo ottico. L 'O. meLte in evidenza la contempora11ea esistenza di vegetazioni adenoidee nel rino-faringe ed il rapido miglioramento dei soggetti in seguito all 'adeguato intervento chirurgico. VELtZEl.LA

rvI. -

Intorn o a un caso di a1n,au r osi

isterica. G. e FERREHO V. - L ocalizzazi one ventricolografica di un tumore del polo prontale s'inistro. F1LIPPI-GABARDJ. VERCELLI

IO

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{ANNO XXXIX, NuNr. 51]

2007

SEZIONE Pl\ATIC \

APPUNTI PER IL MEDICO PRATICO. DALLA PRATICA CORRENTE. Ospedale Civile Umberto I - Montecosaro (Macerata).

Su di un caso di sindrome entero-1·enale. Dott. MANLIO BrANCHEDI, direttore interin·o. •

11 caso che pre1s ento cr edo .possa interessare il n1e di1co pratico e p er ciò più ch e .ad un csan1e an a litico di e so', mi lin1iter ò ad una sem I)lice espo izion e d ei fa tti con1e alla mia o ~ e r­ vazione si son o pre entati .

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Chi,\111ato al l e tto di una pazie11 te q'1esl a mi i1 arr:\ <.l1P. clu circa tre g iorni J-J.a vago se11so di n1al es.scre gen erale , alvo diarroico, 111e ntre abitu al 1nente è 5titica. E ~ an1in n lal n, trovo l a lin g u a i111pania la , , porcH, l 'ali to di ca tti vo odore, l 'addon1e tra ttabiJ e , 1nodi<:a111e11Lc dole11te p er ò alla p ol1)azione profonò n dei quadr an li inferiori. La mi11zion e è 11or1nale. La lc111peratura è ·li circa 38°,5. Pen sando che 11el l a 111ia zo 11a si so110 verificati 11umeros i casi di i11fez ion e inte tinale, ord~nn co1ne ter apia m om en tanea una purga. Il nla ttino seg u.~nte trovo ch e la te111per a tura è c;al it't a 29 ' ..5, 111 c11 Lr e l ~· pat:icnte :-tccu sa dc,!cri in corri ponde11za d el colon trasver so, dolorosissimo an ch e ad una n1odica p a lpazione: i quéldr a11ti inferiori d ell 'addo1r1e rion sono più d olenti ; modico dolo re si risveglia invece, anch e alla pal p azio11c })rofonda, in corrisponde n za d ella zon a appe11di. colare, ma sen za é•lcuna difesa dPlle pareti. Il p olso è rilmjco cori una frequenza in r apporto alla temper atura. La purga h a sortito l 'effetto di tre scariche. Nel J)0111criggio d el.lo &tesso g ior110 ve11go chiam ato di urgenza: l a IJaziente è in preda ad in ten si~simi brividi di freddo con ternperatura salita a 41 '), 2 ch e dopo un p:rio di ore circa rim ette co11 profusa s udorazion e in segui to a son1n1inis tru zione di una cartina di chinino. È possibile allora fare un esame JJiù accurato d ell 'ammalata, d al quale si rileva 0h e alla palpazion e è dolente il re11e si11istro , ed in form a più modica, gli annessi s ia di n estra ch e di sinistra. In terrogata, l a pa · zie nte afferma di nor1 aver mai avuto sen so cli bruc iore durante e dopo l a minzione , di avver tire solo un vago senso di ten esmo: la quantità di urina è J)r e ·soch è 11ormale. L 'alvo si rr1antier1e legger111ente di arr oico, e la temper atura è salita 11u ovame11 te a circa ;39~. A ser a inoltrata insorg~ un senso di m olestia al 1'ipocondrio destro, e trovo che l 'addom e è trattabile in tutti i suoi quadranti, ch e è scompar so t otal11ten te il dolore in corrispondenza d el r e11e sinis tro, della zona appendicolare, del colon tra::i vcr~o e d egli annessi: dolente è soltanto 11n pu11to situato un po' più in b asso e più all 'estern o d el punto cistico e ch e giudico trovarsi s ull a proiez ione dell'uret ere di destra. Permane il se n so di tenesmo dopo la ininzione . Le urine so110 di a~pc ll o un po' torhido, ma 1a l1Jro ql1anti tò '' nor1nale. •

Gi à sin dal pritno g ior110 ho con s igliato l 'esa111e con1pleto d elle urine cl1e ha ci nto i l seg uente risultato: Colore paglierin·'), asp etto torl>iclo, deposito aJ)Lo11dante, reazione acjda. Pe~o specifico 1015, albumina 0,20 %J, pPpton e a~sente, urea 14,10 %0, acido urico 0;:32 %o, fos fati nor111ali, cloruri 4 %0, pigrrJenti biJiari asse11ti, indaca110 assente, urobilir1a asse11te, diazor e::lzione di Ehrlich negativa, 1n uco pus presen le. Esame micr osco1)ico del sedi111e11to: cellule pavimenlose, alcuni elementi d ei bacinetti, corpuscoli bianchi in •liscr eto nun~e ro , qualch e eritrocito, cil ilildri assenti. Ciò ch e i11teressa d i t ale reperto è il fatto della prese11za di « alcuni elem enti d ei b acinetti >> e del « 1nuco pus», ch e s tann o appunto a parlarci di u11 fatto r enale e di un proce. so infia1nn1atorio vescicale.

Data la vagh ezza, l 'in sorg·e11za e la in·stabilità dei dolo r i , non .eira po ssibile in un· pri1no ten1po stabilire una diagn·o si certa .ed un.ai ter apia specifica e si è rp erciò dovuto a cconten - · tarsi di una terapia sint-0n1.atica; quando p erò in seg·uito s i è stabilizza ta la sinto•matologia r en.aJe e ' rescicale, si è :c.h i.arito il caso che pt1ò inquadra r si fra le « sindromii entero-re nali ». Fu H eitz-Boyer 1c.he per primo n.eil 1919 dc... crivendo,n e un caiso, chi.ari tale sindrome, ch e appunto da lui fu denom ~nata ccentero-r enalen . P er ciò ch e rig u arda il i1ostro caso, la genesi è prettam ente intestinale, ed il p1assaggio d el colibacillo attraver so le pareti i11testinali è t.ato favorito da lla colite rch e h a potuto co --ì cagiooa~e un aumento de l microbis1no intestiin·a le provocando a n ch e un mo dico rj.sentin1ernto ap1>e11dic0Jare. Stabilita così la .ge11Psi e la di.agnosi . J?er la te1~apia rimando il lettor e all 'a rticolo d el Baradu.c comparso il 16 aprile 1932 in « Paris Médical » .e r eoen sito ain cl1e nel « P olic linico ,, , ezion e pratica. In siin tesi, tale tera.pia , prevalentem ente idrom in erale, va d eteirm inata dopo av·er ri.con o·sciuti , oltre la sindro·m e intestinale, quei (attori ch e posson.o favorirla, mante11erla, aggravar l.-l . Secondo Ba:raduc , tali fattori sono intestin ali, urinari , umorali : n el n ostr o caso il fattoire intes tinale è ra1p1presentato , come :::>i è visto, d ella colite; quin·di avremo di mira il •p rore so intestin.a J.e e conte1111)or a11eamente la Je, ion e d el b acinetto ·eid il pr oces o i·nfia1n1n11ator io d ella v.eiscica. P artendo da que ti pri11ciJ)ii, ·dopo tre g iorni di rcura ,si è potuto co11 tatare con1e le condizioni generali d ella paziente siano gra11deme111te mig liorate e la t.en1peTa tura scesa ad t1n 1

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2008

« TL PQI,JCLil'iICO ))

• n1ini1no di 36° ,5 co11 un. ll1a 11110 ser otin o ·di 37° a{"f1en a . RIASSUNTO.

L 'Autore riferi sc·~ un 1ca so di sindro·n11e entero-r~na le, .e co ~si cr lia di basar e!. la terapia su c ure idrom1111eral1 d o1p10 aveT ben e individuato qu ei fatto·ri ch e oltre a scatenare la sindron1e potrebbero m .antenerJ.a ed .a~aravarla wO •

[ANNO

XXXIX,

l~Ul\I.

511

la suppo_izione cl1e i princip ii attivi variarr1_~nte C?ntenuti n elle g l1ian dole endo~ri11e fe~ 11 , abbiano una ·notevole importanza n ell 'ins1eme complesso d ei fattori ch e su scitano e regolano la cinesi uterina durante la g estazione.

G. LA CAV..\ .

CASISTICA E TERAPIA. Discussione sul dolore riferito.

MEDICINA SCIENTIFICA Infiuenza di gl1iandole endocrine fetali sull'attività motoria dell'utero. l\r u1 nero~e osservazioni sperim er1ta li e cli11i-

cl1e hanno or n1ai dimo trato da tem1)o l 'attiv ità in_ vario modo espli c.ata dall·e g bia11d ole eri docr1nei a dulte s ui vari mom•er1ti ·d ella vita sess uale d el.1.a d onna, ·e d il di ffon cl er s i d ei m-0{l orni con ce tti d ella endocrin ologia sperimen t.al ~ rt'a esteso i1nfine una tale ricer c.a an c]1 e a lle lnodificazi oni d·ell 'attività co.n trattiJ e d el l11u scol·o uterino. È per.ciò che accanto a lle 1no!teplic i teorie cl1e t en·dono a dare una spie. g.az1one .ad un 1pr oblen1.a t anto suggestivo qu.al c1 è qu ello .·d el clet ern1ini mo ·del parto, è sori u u11.a t eor1.a t1n1or ale, •cl1e tend e ·a da r e sem J)r c inaggiore i·mpo.rtamza n el d eterminismo s tesso a tutte quelle m odificazioni ch e car att eri zzano 1' equili}}rio endocrin o d ella gestazio-. ii c. Se ·d a urn.a parte numeros-e sor1·0 ]e ri cerch e tc nd e~1ti a stabilire le profonde alterazioni a11 a tom_o-fu1nzion ali di qu asi tutte l e g l1iandole sar1gu1gn e d.ura11te la g ravidan za, poc11is imi so no i lavori intesi a chiarire quale s ia il ruolo CÌl e vien e a co·p rire l ' elettività s~r. reitiva di organ i e n·d ocrini fetali nel m ecc.a ni sm o n1eravig lioso e così complesso d ella ge;staz io1n e e tlel parto. È n ell 'intento di contribuire a lln soluzion e à i quest o appassio11ante pro.b l ema e ll e E. Crispolti (Riv. ilal. di gin.ecol., marzo 1932) ha studiato l 'influenza di g hiandole ·Cn·d o1crjn e fetali (u,m .am·e e v.acc in e) sulla cir1es.i 11 Lerina ·d e·l la cavia , u sando a tal e sco,1)0 il n1.e1.odo grafic·o co1n il cl1im·og ra fo di P entimalli. [)a Jl ' insien1e d elle s u e esperienze egli con clude ch e g·li estr.atti freschi di g hia n·dol e e ndoc rine fetali l1a111no un 'azione varia e b en dimos t1~u bil e sulla 1cinesi uterina ·deg li anim.ali d a e!-' perimento . () li estr.atti ipofisari ,e di ghi.a11dol e sessu,ali d clermina110 UIIla magg·iore attività contrattile co ri .aumenti motevoli di ton·o d el n1usoolo uteri 110 , se a ·p iccol e d osi ; a d osi più e levate h an110 i11vece .azione inibente. Gli estratti tiroidei e ·di m-i lza r egolarizzano il r itm o di contr a zione, me11tre è rr1olto accen tu.ata l 'azione inilli trice ed iperto nizzante ·d egli estratti pan~c rea1.ic i a n cl1,e con d·osi minin1e. Non è dim o~tra ­ ])ile un 'attività d e.g li estratti di surren a le e di I i mo. Questi da ti sp erim entali portano l 'A. a cornc"'lU·(ler e r l1e p u ò dichi·ararsi logica e fond ata 1

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Ques t:1 disc~ssi o~e fu fatta nel g iugno 193 2 ~ Ila Sezione d1 Laringolog ia e di Otolo.a ia d ella 0 R. Society of M'ed e1c.in-e (l)roceedings of th e R. Soc . of Nledec., ottobre 1932) . Secondo E. Wat on-Williams il d olor e all »oreccl1io, e acc.ompagi11,ato da otorrea, 11011 dà luogo a disc u ssion e~ m en.tre se quest o sin-. tomo non· l '1accompagna i può avere d olore all 'or·e·c chio n ell 'artrite t emp1oromandibolare , n egli oreccl1ioni, nell 'herpes oticus, a lla nevrit e auricolare. I •11. ogni ca so bisogna esa1ninare attentamente la b occa il n a o il farin ge il ' lari11ge . La carie d entaria spe 'o ·dà d olori ' riferiti a ll 'orecchio, C·om 1e pure i corpi e tran ei, la tub1e r col osi d~l l arin,giei, i .fibromi :nasofari11gei, i calcoli ton.~ illari, l e ulcere di Vince11t masc.h erate dai p ilastri d ell e fauci , il cancr o d ella lingu1a , d ella ton sil1 a, del faringe, d el laringe, la inus ite1 sfenoidale, la n1en i11g ite, l 'aneuri n1a d el circolo di Willis e de ll 'art eria ba il ar e. A. quest 'elen co di mala ttie L. Colledge h a a.gg1unto a ltri d olori riferiti: la supp1u razion o d ell 'amtro ch e d à dolor e .a l sen o frontale (g ià o _ervato da Hunte r) e riferisce le osservazio11i di A. Grey sul dolore alle gen give n e]] ' otite n1e-dia, .quella di Dunda -Grant sul d oloore al] 'orecchio da malatti13.- d ella g hiandola otton1.a cella re e 1parla ai1cl1e1 di d olore a 11 'or€cchio da n eurosi i st eri ca. Tutti que ti dolori si SJ.)Ìegan o an11nettendo c11e il camp 0 di quest e zone colpite è dom~­ ·na to dal gan glio genicolato, a cui g iunao, no 0 fibre: sen sitive d.a lla m u cosa d e•} p1a lato e d el na o attraver o il gan.g lio palatino ei il aran p etroso su perfic i.a l e, d1a l facciale attravers~ I.a branca a u1..i colare d e} vago . rella l aringite tub e1r colarei il dolore si tpT0 voch.erebbe attra,rer L·o il ramo laringeo s uper. d el v.a1go , n ella adenite . ottomasc.ell.are .attr.aver so· dall 'union e del ·D. lingual e alla corda d el timpano. Poicl1è il dolore è per cepito n el talan10 e analizzato dalla corteccia , ci si ·d eve d on1and are come n1.a i la cortecci1a1 com.1]1ett e que$t 'e1rro-r:e di riferim(ento d ell 'orig ine del dolor e. Probab1lmente questo su ccede, petch è , quando il do lo,r e p·r o,1ien e da una· zona che non è sede frequ ente ·di irn1ip ulsi a fferenti , qu·esti vengono p·i ù fac il1nent e riferiti dalla corte1cc.ia ad un ' ar ea p iù fa.mili.are per }'apprezzam ento di in1pre sioni e en sazioni d olorose. u qu est o « errore d ella corteccia n non è 1

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XXXIX,

[L\ NNO

NUì\L

51]

SEZIONE PRATICA

d ella n1ede . . in1a 01,inionei P. Wat~ o11-vVi llia1u e~o11~0 il qual e la co~teocia no11 e· e11tra, per~ cl1e 1 può atte11 ua1~e il dolore all 'o•r ecchio da ton illite a c uta o da a sce so i)erito,n sillare e1np licemeint e co1111primen<lo u l tra o-o 1111e11tre l 'opinione di \Vat"' on-v,Til lian1 a1>pro' ala da F. C. Or111e rod. C. d e Gibb l1a ricordat o tre ca i per on1aJ i di dolore ad u11 eno frontale nlentre e' era un.~ ?ppurazio n e d ell 'antr o d ell 'oppost o lato, qu1nd1 a volt e; Je cognizio,n i a 11a ton1ich e n on .. 1)iegano chiara111e11tc il ·dolore riferito . 1\ . LusENf\ . Dolori articola1·i r eumatoidi da terapia salvarsanica. l ìn a g iovane don11a di r ecente co lpita da i11fezione luetica vien e otto1)osta a trattarnento sa lvarsani,co. ·D opo un prirno perio,d o di so·n1n1ini.._ trazio11e d el rin1edio, pri o d i incon venienti, la eco11da iniez ion e di ·n eo alvar.._a11 d ella ripresa t erapeutica egna l ' insorgenza di dolori loca lizza li a due articolazioni, esacerbanli ... i n ella 11otlc', acco111pagn a li da lieYe febbre, .r~non1en i LUJtti cl1e 1ces an o oltanto qlk'\Il do i interrompe Ja cura .arse11obe.n zolica (l\oùin: l'l'ie11. l\.lin . JJ .oc71., 10 g·iug·n o 1932). I ar e cl1 e la p a togen esi ·di tale inc idente t erapeutico d ebba riferir i a d una vera i11to. icazione da sa l' ar ... an , ch e s i m ~nifesta 1con uri quadro a11a fila t ta ide (cioè n el en so ·di un « e antema d a tlL~cl i c i11a li a ... ed e eix tracutanea »). La so. Lilu zjo 11c di un pr eparato a n alog·o a 1p iù len to a. ·orhi1111ento (miosalvarsan) e' ita infatti i l ri pe ter ·i d el f en on1e110. on è privo di i11leresse 1u1n altro caso, ricordalo dall 'A., ri feren li i a d un uon10 in c ui })Oc l1e o r e d-0po ogni i11iezion e di eosalvarsan i·nso rge,·ano .d olo ri a ll 'artiicolaz ion e1 d ella spalla, empre ·d.a l lato in c ui era taLa pr.atica la I ' iniezion e. Ta le ca o è pro·h abil1n ente d a r iferire a un fen o n1 c110 di autosugg·e tione. Di contro a ta li casi di artra lg ie da salva r. . an , l 'A. riferisce un tipico e empio di polia r trite luetica seconda ria 1con tume fa zio n e1 ·d ell e articolazioni, d olori e febbre, la quale ced e ad una adatta terapia alvar sanica. Inter essante è infine un altro c.aso· d i un IJ.azie·n te a ffetto ·da u11 sifilo·n1a ini ziale (lel labbro, il quale preseintél , n el cor so di un.a t erapia bi1nulica, una viva eruzi·on e e anten11a tica e ... tesa a l vi: o, e la con1 pa r a di una paralisi m o11ula ler ale de l fa ccia le, contemporan eam iernt e ad ·u11a mialg i,a in ter c o tal e e d elle gambe. Tutti que ti fatti s co mpa ion o sotto l 'azione ·di u11a e rie ·di iniezioni di My.o salvarsan. La p ar es i J) UÒ interpretarsi com e dovuta ad una tun1 efazione periostitic.a d el canale o eo· d el facciale. P unnu. 1

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Diagnosi e terapia della sciatica. H . C ur~ chmann (l\tf unch. Jl.1 ed. Woch ensclir . 1932, n . 45) rileva ch e è n eceissario disting u e re la sciatica vera, ci oè la n ervrite d el ne r vo sciat ico, cl.a lla cc p seudosci.atica » : g rupp·o cl1e riuni ce in sè a ffezio ni svari a te , rappresentate

2009

l}rinc ipalmen le da s lati r eu m.atic i d ei ·Ill u scoli lo1nb·a ri o d elìa co e ia, 1n.a cl1e i1on raramel!lt e a no la consegu en za di os teoartropatie d elle ve~t.e~ re, di inalattie d ell 'anca, di tumori pri11t1l1 1 ·O secondari delle vertebr e del sacro o d.el bacino, di ver a sp ondilite·' di fratture n on . r1con osc1ute, ecc . Ancl1e le m alattie del ri~a11~bio, in prin10 luo·g o la gotta e più a n cor a ti d iabete, .po on o d·et erminare ia I.a ver.a sciatica cl1e la cc p eudo c iatica » : s.i tratta i n a lc u1ti e.asi di form,e di « predia bete »1 in c ui l ' u rin a n on .cont ien e zu cch ero n1.a . . i h .a una ipe ~g li cei:1ia .~ ~i a iu11 0 cl1e su pena i 150 mg % . I ·1ntom1 p1u 1n11)ortanti cl1e p ermettono di diffe r~z iare la "c ia tica d alla pseudosciatica ~0 110 .11 egno ~i La èg·ue e il co1npo rta m ento dc::l r iflesso acl11llco·. Se dal lato d ell 'ischial rria il rifle o 1a,chilleo inanca o d è d eci ament~ e durevoln1ente indeb·olito in éon fro11lo -d el lato ano, i tratta icuran1lente di una vera sciat ica .e non. di p eudo cia tica. I111portanti .p er la d1agnos1 so no anche i feno111ie•11i di d eficit ~- en ... i.Livo : predo111inano per frequenza le ipoe lesi e b·en e.le] in1ilate in co rri p·o11den za d el Lerrilorio ·del N. cu·ta11eus su.rae lateralis. La diag110 i di ciatica vie.n e talvolta facilitat a dall 'e i tenza d i fen o n1eni irrit ativi n1o t·ori , p ec ialn1ente pa i11i ... 1Jontan ei dei 1nu8coli d el i}olpaccio. In tutti i ca i d i e ia tic-a si deve 1~icorrere al la cura m edi ca, u sando g li antir1evralg ic i d el g ru.p1) 0 d ell 'anLi1)irina, ·dell 'ac ido salicilico, deJl '1a1tOfJ1f1an ; a · t e 11er ~ i dalla morfin.a in que"" ta i111alattia lun ga e ch e può r ecidivare . ~folto utile è la R ontgent er a11ia : i fenon1eni rea t tivi locali ch e e a d-etermiin a n ei ca. i favorevoli, provocan o u11a .t e1111Jor a n ea e acerbazione d ei fenom en i d olorosi. Quanto più è r ecente il easo, Lanlo p iù è tumultuosa la r eazio111c:r dolorosa, ma an ch e ta11 lo n1igliore la prognosi. È nece a!X·io .a vver tire il p·a ziente d el i)eggioran1ento ap1parente ch e eo-uirà alla irradiaz ione, i a ttenuer anno i d olor i esacerba ti con cn·crg ic i a n lin evralgi ci. La do ei è ·di 7080 % H. E.D ., ·O})r a e vicino al a cro e le vertebre lo mb1a ri inferiori : can11Jo· di irradiazione di 10 volte 15 cm. Con la s.tes a ·dose si irrad ian o j punti do lorosi , sp on tan ei o, alla p·r esf'ione: Lo st es o can11po i irra dier à di .n uovo , in ca o di n e·cessità, solo do po un i)eriodo di rÌJ)O o d i 4 settima 11e . Ri u l t:ati 1nùen o bl1oni dà la Rontgentera.1)ia n ei ca i g ià ottopo ti ~1 d iniezioni e·ndoneurali. PoLLITZER . 1

Formulario. Nella congiunti1'ite s11bncutn. Bo u ·-i (Journ .. de m éd. de Paris) consiglia: R esor cina cg. 5 Sol . di adrenalina all ' l %o g occe XV Novocaina cg. 15 Acqua di rose g . 1O Una goccia in ogn i occhio, mattina e se ra , per 10-15 g iorni. fil.


2010

« IL POLICLINICO »

NOTE DI TECNICA.

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car.e e .a caintare a lcune settima n e sulla terra 1latale ·c h e senza di ciò, molti ·d i essi non ' ' . conoscerebber o nlai. Aumentare la popolazione ~ortificare la razza CO!Il tutti i m ·ezzi fisici e 1nr~rali, costituisce dunque uno ·dei cardini della assistenz.a i g·ienico-sociale Fascista. Messo in evidenza 1'importanza che in Itali.a si dà all 'adenodismo, concepito come Ulila vera malattia sociale , a carattere costituzionale endocrinopatico, I ' A. si diffonde sulla illustrazio1n e d ella tera·p~a ii1alatoria col~ettiva ottenuta con la n·ebbi.a salso-bromo-jodica, così come viene praticata 1n grande stile n ell 'Istituto per il trattamento dell 'adenoidismo di Napoli. · Do·p o aver discu sso l'a~ione.della te:ap~a i~a­ latoria ed averne messo i.n evidenza l efficacia, l 'A. così conclude: « Sembra dunque che l 'iniziativa dello Stato, che nell 'Italia .attuale ha UJn potere inc·omp1arabile di s timolazione delle ·e nergie lei di esecuzione rapida, in favore della lotta contro 1'adenoidismo, malattia sociale, abbia già avuto ed avrà ancora buoni risultati. C. ToscANo.

Il miglior modo di mettere in evidenza il bacillo tubercolare. Col n1 etodo rruicroscopico si riesce a m e ttere in evid e11z.a i bacilli tubercolari solta·n to qua11'd o si trovano n ella p1roporzione di 10.000100. 000 per eme., m entre col metodo d1elle c ulture e d elle inoculazioni in animali vi ·. . i rie"Ce qu.ando vi si trovano da 1 a. 10 ·p er eme: D 'altra parte si deve però cons1der~re che . 1 ba.cilli rr1orti ri, elati con l 'esame m1croscop1co non lo sono con g li a ltri m etodi e ch e i m1~zzi usati per u ccid er e i gern1i estra·n ei (acido solforico antiformina) dann·e ggiano a ltresì anch e un c~rto .numero1 di bacilli tubeDcolari. Per la colorazione, è con sigliabile il fare ai:i,zitutto uno str iscio spesso e di usare ·n on gia lo Zie.h l-Nee]se n in cui il blu di m etilene può nasco.n dere i b.~cilli , n1a b en sì la color.a,zione di 1contrasto1 con a cido p icrico. P er le culture, il t erreno di P etrof n·o·n è il n1igliore; sono preferibili quelli di Dorset, Lowenstein Lubenau. P er 1'ino~ulazione in cavia, il m etodo più se11sib·i l·e è quello di inoculare il . ma te.ria l e senza alcun trattam·ento. Si corre 11 pericolo VARIA ~ ·di uccidere l 'animale a causa dei germi estr~­ nei. È 1co,n sigliabil e 1'inoculazione alla. coscia Possono i soggetti con in versione viscerale totale considerarsi funzionalmente normali ~ (.11on nel peritoneo) d.ai .farsi in du1 ~ cavie, preT. Gay (Rivista di Clinic·a Medica, 15 marze via .p rova a lla tubeircolina, :p er evitare la pos1932) rileva che la frequ.e nza della tr.a sposiziosibilità di infezione spontanea . ne laterale totale dei visceri ·oscilla fra 0,3-0. 7%o •. (E. d.e Carvalho. Zeit. f. T uberkulose, febbr. La g ran·de maggioranza deg·li AA . .la con:-5idera 1932). fil. come compatibile coin una vita llllilga ed opeMEDICINA SOCIALE. ·r osa e con l 'eser,cizio pieno ed assol.u to di tutte le funzioni, e .cOlsì è considerata l 'eterotassia La l~tta contro l'adenoidismo in Italia. nel Recy.olamento Militare per l'arruolamento, _t\.. M. Cayr el es.arrnJina, in un articolo pub~ che ·no~ l 'ammette fra le cause di inabilità, e b licato in Paris Médical (8 ottobre .1 932) i n ella m 1e1dicina legale, che l 'accetta come ~on: provvedimenti presi dal Governo 1F a1scista per causa solo se accom1pagm·a ta da malform.az1on1 la lotta contro 1'adenoidismo. ch e pregiudicano la salute. Soltanto Hoffrnann L 'A. premette ch·e il Gover:ic;> .Fascis~, doe Kalisco l e d.a nno un valore fra le concause po conquistato il ~oter~,. ha ini.z1ato un opera .a:natomiche. di ricostruzioin e, ·d i r ev1s1one, d1 adattam e11t~, Neiali eteroitassiici la morbilità è notevole rispetto all e · più importa·n ti ·esig en~e ~ el~a vi(62 5°%) ed è fo•rte so1p ra tutto la pe~c,entua:le ta modern.a . !F r:a qu1este .preoccuipiazion1 s1 può delÌe cardio patie congenite e acq~·site (43,8 °1°!. dire ch e l 'i a i.en e sociale e particolarmente quele 'è inoltre tffllJdenza a minore sviluppo somati1'insiem ie cl1e si desi.g.na sotto il nome di cc Poco e durata media della vita minore. Per queliti ca di assistenza d e;ll 'Italia Fascista », è stasto è g iu sto farsi la domanda che s'è posto il ta in primo piano ed ~.a ·d·ato im, ~)?·chi anni (;:1y. R. LusENA. una m ·esse di successi incomp1a rab1li. In quale ora si muore ~ L 'infanzia, più specialmente, è considerata, in questo vas to· prog ramma, i~. quanto mat~- . D.a una stu·dio di W. 1Fisch er (Miinch. m ed. ria più m .a lleabile sulla qua l e l impronta po~1,­ Jlf/ochens., 2 settembre 1932) su 3~69 e.asi d~ tico-soci.al e e l ' ig ien·e generale d eve essere PI? m1orte nelle cliniche m 1eàica e ch1rUTg i1c.a di p1rofon·dam ente marcata, per ottener~ al mass1Rostak, risulta che la massima frequenza .d el1mo nelle generazion~ future, la ~osc1enza nuole morti si ha fra le 3 e le 6 del 1natt1no, va eJ l 'impronta speciale de ll Italia moderna. verso il mezzogiorno e fra le 20 e le 23. Non si può che ammirare, dice l 'A. , la gr.anLe curve ·decorrono quasi uguali per ambo i sessi. Per entrambi, ·si ha un min~mo alle diosa organizzazione re.be fa rito1r~are, l'.e~ta!e, n elle colonie· di vacanza d ella penisola, m1gl1a24 e-d un ia1ltro a lle 11 ed alle 21. La differenza fra il massimo ed il m inin110 raggiu1J1ge il 4~ %. ia di piccoli Italiani, sparsi in tutto i~ mon~o, ch e passano monti ed oceani per venire a g10fil. 1

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SEZIONE PRATICA

POLITICA SANITARIA E GIURISPRUDENZA.e*) Dannose esagerazioni del formalismo nei • concorsi. A quest<. o·_ ervazioni ·d à occasione un ca so mo·l to s ig·nificativo, che mi è noto compiutan1ente per averlo esaminato nell ' esercizio della n1ia attività professio·n ale . Er:a1no ·dieci i concorrenti : un.o r inooziò alla partec ipazione al concorso,; sette furono esclusi dalla co mmissione per pre tese irregolarità for mali (difetti di leg alizzazione e altri motivi, alcuni d ei quali n11eno seri); il Com;une fu costretto a sceg'1iere uno dei due con·c orre nti sup er stiti e un commri sario nominò il g en ero del Podestà. on dico ch e questi eccessi siano frequ enti; ma il fatto d e•l le esclusioni, p er irregolarità formali d ella doc.umentazione, è, purtroppo, qu.asi normale. È anc he certo il ·d.ann·o che n e d eriva a.J concorrente escluso e alla pubblica amministrazione, p er ch è la elimin.azione non è effetto di selezione, e di scelta d ei più idonei, ma dipende dia. circostan ze formali. i ritien·e gen e ral·n11ente ch e sia questa una n ece ·. ità d ell 'ordinamento giuridico d ei concor si. Ma n on è così o, almeno, si esagera. Circoscrivo 1'esame alla nomina dei sa·n itari condotti e ·dei mediici-chirurghi de gli ospedali. copo d el rcon corso è, certam.ente, la scelta d el più idoneo tra i possibili aspiranti; stabilite certe condizioni n ecessarie, in ogni .ca so, per l 'ammis ione alla g ara, deve essere favorita la più larga partecipazione a l conc·orso. Questa, esigenza è ovvia . Ma ·è da considerarne un 'altra: gli atti d el procedime nto devono co·m piersi entro ,c,erti limiti di tem;po, con forme d eterminate e in condizioni uniformi .p er tutti. Se un docum e11to non è esibito nel termine stabilito, n on è ammissibile che sia prodotto più tardi; si violeirebbero la norma r egolatrice d el termin e e la c ondizione di u g uag lian za. E e que l doc ume nto è necessario per l 'ammissionte al concorso , la .con:segu·enza della esclusione è inevitabil e, purchè però il fatto o il r equisito ch e C·On qu ell 'atto si vuole a ccertare non risulti da atti equivalenti· All.a forma non si deve sacrificare la sostanza: in.t eressa l 'accertam·ento di un r equisito, ·di una c ondizio,n e ·ei se quello ei questa risultino, ne sono irrilevanti il modo €' la forma. La giurisprudenza ha ammesso la effica cia d egli atti equipollenti : si deve proced er e, si intend·e , conr caute la; ma sen za esag erJ1zioni form.a listicbe. 1

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Qualch e difficoltà poteva presentare la prova d el titolo profession.a le, per chè l 'a rt. 27 d el r eg. 19 luglio 1906 n. 466 richiede esp·r essamente che s~a esibito il diploma ·Originale o una copia n otarile; ima la difficoltà è stata ·da tem·Po su·p erata e anche recentemlel!lte la V sezioin e d el Consiglio di Stato· ha o·ss.e!fvato che la disp·osizion.e dell 'art. 27 non può :aver e effica.c,ia perentoria in senso .asso.Juto: p er g·iustificati m jo tivi l "obblig o imposto dal regolam.ento s i può considerare adempiuto anche sei manchi l 'orig ina l e o la copia, purch è ris ulti in modo certo che il ,c.on corrente ha cons€ioauito il diploma (d eci sion.e 22 n1aggio 1932 n. 271). I11 que l caso, il concorrente aveva esibito: a) certificato d ei voti ripo rtati n:egli esan1i di laurea; b) attestazione d el ·servizio di m edico .condotto prestat,o n el m ed esimo comune ch e provvedeva al concorso; e) certificato di ·n omina al posto di uffi cia le sanitario di a ltro comune; d) attestato di iscrizione n ell 'a lbo. Ce n ' era .ab·b astanz.a p·er a ccertare la condizion,e d ella laurea. 1

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Anin1esso il principi o d ella prova equivalente, con m ezzi diversi da qu.e:lli prescritti, le applicazioni con.cr ete non sono a strattamente lin1 itate : puDchè, si intende, l 'atto formalmente va lido sia fonte di prova certa . Da questo punto d! vista è da segnalare una risoluzione r ecente d ella IV sezione de l Consig lio di Stato: 24 g iug no 1932, n. 232 . Si trattava di un concorso per il ·quale ena· richiesta ·da ordin·anza ministeriale la prova' d ell a prestazio~ ne attuale di un d eterminato senrizio, risultant e d.a certificato di data conten1p-0r.a11ea a l concorso. U·no dei 0 0 n correnti pro·dusse il do·cum ento richiesto , ma non corrispo·n deva alla condizione d ell 'a ccertamento attuale. Il Mini: tero della Educazio1ne na zionale lo ritenne insufficiente. Il Con si a lio di tato h ai però osservato: « il g iudizio d el Minist ero, perr qu·a nto orretto da un.a precisa disp osizione l etteralm ernte applicata , n ella specie contra:sterebbe co·n lo spirito della disposizio ne stessa, la quale è dire tta unicam1ente ad otten'eir e la pro\1 a sicura di un fa tto, a ttraverso un:a• formalità ; il che non esclude; ch e, in qualch e 'Singolo caso eccezion.a l e, lo stesso· scopo rp:ossa essere r.ag .giu,n to iin mo,d o si.c.uirG>', :s.einza sacrifica:r:e la sostaniza alla form.a; e questo, secondo l 'avvi so d el Collegio, si è app unto verificato nella is pecie, in cui un documento, non form1almente perfetto, e n·on corrispondente alle esi gen ze, si 1

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e•) La presente rubrica è affidata all'avv. GIOVANNI SELVAGGI esercente in Vasaazione, cons. le~ale del nostro periodico.


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« I L P OLICLI N I CO »

è potuto sostituire co11 altre ris ultanze sca lnrienti d.a el en1enti inequivocabili » . Fi11 qui ho .c~)'nside rato la ipole i della n1anc.aLa pro1duzion•e, .alt.a qu.ale 11on si può su.p·p lire cl1e con m ezzi e1quivalenti. M.a un atto, e ibito nel t ern1i11e p·r e-. critto, può e sere formalm erite irregolare. P err e . : b ollo insuffic iente, ·dife tto di leg·alizzazione. L 'atto· no-n è g·iuridica1n.e 11te in e istente .n.è ·d eve essere so·stan zi1a.lmente modificato o con1p·l etato ; n1a è imp·erfetto p·e r irregolarità e trinseca. È p er.ciò i1Tepar.abiln1enl e in valido e, e è n ece1 sario all 'am1n11is~ ione a l co·n co r o, è cau a di esclusione P Non• vi sono di posiziòni cl1e tab ili:sco·n o la inevitabilità di qu·e ta con segu en za e vie tino la r eg·olarizzazione . Nei proic.edin1·ein:ti g·i urisdizional i l a quis.tione è s u.p·e rat,ai: il ricor so e in g·en er e l 'alto· irre1g olare per ·violazio11e d ella legg·e ch e ne r eg·ola il bo1lo 11on è in1p r o duttiv·o di e ffetti; il procedimento è :_ o .. pe o, sia ch e l 'atto non sia r egolarizzato con b ollo ... traor·dinario. Ques ta {~ r egola 11011 più discu a. 11 ricorso critto su c.arla n on bollata o ir1 uf fi.c.iente no11 è in.ammi ssibile. r.on si comprend ei perch è lo le ;5io crite·r io log·ico non d ebba g·uidarc i n e l i-1rocedime•n to d el '-'on cor so. È violata la •condizi o11e di ug uaglia11za i> n o, perchè la t e sa r egola Yale p er tutti. La Com .m i ·sione s tabilisce. un tern1ine p er entorio, ·Ontro· il quale g li interes.~ ati d evono r egolarizzare l 'atto. La V sezione de l Consig lio di Stato, con d eci io n e 12 ·dicembre 1931, i1um lero 651 , h.a a.pprovato que"' ta ri oluzion e. Si tratta,'a di un con corso per la nomina d el1'ufficiale ~anitario; un .c.oncorren te .a·, eva esibito la copia di un atto di nascita no·n confo.r111e alla l egge sul b ollo; la Commi sione n e richiese la r ego larizzazion e e p·oi a111n1i e1 il concorren te. Il Consiglio di Stato 11.a dicl1iar ato l egittin10 questo procedim ento. Se la C·o·1nn1ission e può, n or1 i d e e intend er·e .c.h ei que ta ia una facoltà da esercita r si quia1n ·do la Commi~ ione voglia: se c:o sì fosse sar ebbe violato, uno d ei princip ii fondamientali d e·i con corsi, c io.è la regol.a d ella u g u.ag·lianza . Am.me sa la p.o ssibilità, è dichiarata la n ecessità di ·richi edere in tutli i casi ide1n ti.c.i o analog hi la r e1g olarizzaz io n e, cioè è ricono ciuto l 'obblig·o di fare. La via è, dunque, aperta· a l b uon en· o e alla tutel a di esigen ze pratichn. (~ 0 111e per il b·oll-0 così è p er la legalizzazione e le altre irregolarità strettam·ente ·farro.ali . È :pr.eferibile ch e questa 1attività correttiva sia disciplin a.la con norme gen e•rali ; mia l 'ordinamento ora v ig·ente ·n on obbliga a sacrificar e la sostanza alla forma , l 'interes e d·ell 'ammini trazione e lo c·opo d el concorso a r istrette con cezioni aridja•m ·et!lte formali tich e. 1

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Risposte a quesiti per questioni di massima. 96° Dotlor F. V. ---. La giurisprudenza ormai co-

ta11te rjtie11e che il .3ervi7.io interin ale non sia ido11eo alla esenzione dal li1nite di elà, salve, s'intende, diverse disposizio11i del regolame11to locale. La d ura la dell 'inl~ri11ato è irrilevant e. Sarebbe i11vece sufficie11te il servizio, an che breve, prestato sia l)Ure in t empq remoto, per ufficio di titolare. La Jeg·ge 11on stabilisce lilniti di età: ques ti possono ri ' 11ltare dal reg·olamento locale o d al capitolato. Se i1011 so110 prescritti, nemme110 l 'avviso del concor so può richiederli; se i.nvece, un limite di età è s tabilito dal capitolato o dal regolame11to, la Comr11i io11e 11qn pt1ò prescind erne anch e se l 'avviso 11011 Jo i11dicl1i. Il giudizio della Co1n1nissione è a l Lo pre1)aratorio: contro d~ esso non si può, q ui11di, ricor r e.r e pri111a della nomina, cioè del provved imento clefi~ nilivo.. Notificato questo, l 'interessato può agire contro la 1101nina anche })er vizio della graduatoria, çioè clel procecli1ne·11to e del giudizio della Commissio11e. Se però la Com1nissio11e h a escluso un concorre11te e il Podestà o il Presidente della Congregazio11e, a seco11da dei casi, n,otifica al! 'escluso tale deliberazione, cli111ostrando così di farla propria, si può e si deve agire prima della nomiua defi11itiva co11Lro l 'atto di esclusione, n1edia11 te ricorso al Co11 . . iglio di SLat0: n el t ermine di g·ior11i 60. 97° Doltor A. G. - Dispo11~ l 'art. 29 del regola1nen to 19 luglio 1906 n . 446 ch e al inedico co11-

dotto sp~tl a un co11gedo annuale in uno o più periodi , della complessiva durata i11assima di . un 1nese, e ch e, 11el caso di malattia, 11011 dipendente da cau sa di servizio, l a clurata del con gedo potrà es te11det si sino a tre n1esi. È da ritenere ch e se il m edico cqndotto abbia goduto del congedo straorcli11ario per malat tia, n o11 abbia djritto al congedo orclin ario, ch E.; si con sidera assorbito, salve diverse disposizioni del reg0Ja1nento locale.

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98° Doi't. S. D. - Il Co1n,u11e ha obbligo di conclurre a ter1nine i] con cor so. Può revocare l 'avviso, qt1alora sopravvenga una causa legittima cl1e gj11tifichi tale provvedimento. I co11correnti hanno diritto cli ricorrere al Consiglio di Stato in sede giurisdizionale se la r evoca è deliberata senza giusta cattsa. Se l 'avviso del concor:so fosse revocato, al fi11e del trasferimento di un medico condotto d alla fr azione rurale al capoluogo, la legi ttimità del provvedimento sarebbe molto dubbia e discutibile. Se il capitolato non prevedesse il trasferimento da un 'altra condotta nello stesso Co1nune, la causa serebbe illegittima. N . B. - Ai quesiti degli abbonati si risporide, in ogni caso, diretta1nerite, per lettera. I qu_esiti devono essere invtati, in busta, acco mpagnati dal francobollo per la · risposta e sempre indirizzati im..nersonalmente alla R~dazione del « Policlinico », via Sistina 14, Roma. Le risposte. ai quesiti che no:n richiedono esame di Jlti o speciali . indagini, sono gratuite.


(ANNo XXXIX, NuM. 51)

SEZIONE PRATICA

2013

NELLA VITA PROFESSIONALE. CONCORSI. POSTI

VACANTI.

ACERENZA (Potenza) . Scad. 15 gen.; L. 5280 già ridotte d el 12 %, 6 quadrienni dodicesimo età lim. 40 a.; tassa L. 50. ' .i\REzzo. RR . .')pedali Riuniti di Santa Maria sopra .i Ponti. - A ore 18 del 28 feb.; medico primario; L. 12.000, 4: quadrieD:ni dee. , c. -v.; età lim . 40 a. al 1° dic.; doc. a 3 mesi; tassa L. 50,10. Chiedere ann. BRESCIA. Spedali Civili. - Scad. 15 gen.; aiuto Riparto chirurgia, id. Riparto oculistica, id. Istituto di anatomia e biologia patologica; L . 5500; 10 % onorari per i primi due posti; 20 % per il terzo posto, oltre L . 5000 indenn. c .-v.; età massi~a a. 35; tassa_L. 50; doc. non anter. al 30 g i_u. Chiedere annunzio. BusTo GAROLFO (Milano). - Scad. 31 dic. ; lire 9000, con 5 quadrienni dee. oltre L. 500 bicicletta; riduz. 12 %; L .. 1144 se uff. san. ; età lim. 35 a. ; doc. a 3 mesi; tassa L. 50. CAPUA (Naipoli). - Scad. 22 dic.; pel Capoluogo e per S. Angelo in Forrris; L. 9500 ciasc. e 5 quadrienni dee., c .-v.; riduz . 12 %; età lim. 40 a.; tassa L . 50. CAsTELI.'AzzARA (G rosseto) . - A tutto il 10 gen. , la. condotta; L. 10.500 oltre L. 1000 se uff. san ., L. 720 se c.-v . ; cavale . L. 1400; riduz . 12 %; et à lim. 40 a.; t assa L. 59,50. C.\STEL S . PIETRO (Bologna) . Scad. 31 dic.; p er Varignan a; rivolgersi Segret. com. P er. titoli. Stipendio lord o annue L. 7920, g ià decurtato del 12 %, oltre indennità di L . 3000 annuali per concorso nelle spese di mantenimento d ell 'auloveicolo, da provved~rsi a sp ese d el medico. Età massima anni 35, salve le eccezioni di legge. Lo s lipendio-base sar à aumentato di un verLtesimo p er ogni biennio , e per dieci bienni. Documenti di rito . Tassa di con corso L. 50, 10. Scadenza 31 gennaio 1933. P er maggiori info~azioni, rivolger si all a Segreteria d el Comune. FABRIANO (Ancona). Ospedale Civile « Umb erto I ». Posto di medico primario; stipendio iniziale L. 10.000, aumenlabile di 10 bienni di 1/2ù ciascuno; indennità p er con sulti a malati poveri fuori del Nosocon1io L . 2000; 70 % su gli onorari per c ura abbienti in ospedale ; 50 % provento ambulatorio medi~o; 40 % incassi l aboratorio chimico. Ritenute legge. Seguirà la nomina retribuita a direttore dell 'ospedale. Documenti di rito: libera docenza in clinica o patologia medica o certificato di essere stato aiuto o assistente effettivo per almen o quattro anni in Clinica medico-universitaria o di un reparto medico di osp edale di almeno 300 letti. Pratica di laboratorio e di radiologia. Scadenza del concorso 31 gennaio 1933. Informazioni presso la Segreteria d ella Congregazione di Carità. FrGl\fE. Amministrazione Provinciale . - Per titoli ed esami . Assistente della · Sezione Chimica del Laboratorio Provinciale di Igiene e Profilassi del Carnaro. Stipendio iniziale lordo annuo lire 14.000, soggette alla riduzione del 12 %. QuatCERVO

(ImperiOJ) . -

tro aumenti quadriennali d el d ecimo. Supplem~nto cli. servizio attivo L . 2000; caro-viveri ·come al personale dell 'Amminis trazione. Premi di operosità su 11nalisi di interesse privato. Età dai 21 ai 35 anni, salvo eccezioni di legge. Scadenza ore dodici del 31 gennaio 1933. Per chiarimenti rivolgersi alla Segreteria generale dell 'Amminis trazione provi11ciale. Lul\rELLOGNO. - (Vedi NovARA) . MARA (Sassa1i ). - Proroga a tutto 31 dic.; v. fase. 38. MASSA E CozzILF. (Pistoi(lJ). - Scad. 10 feb.; lire 7000 e- trienni ve11tesimo senza limitazioni, oltre L. 3000 trasp. , L. 700 uff. san.; età lim. 35 a.; tassa L. 50. NoALE ( Venezia). - ,Scad. 15 gen.; rivolgersi Segreteria. ' NovARA . Comune. - Al 28 febbraio, per Lumellogno; L. 8000, oltre c.-v., L. 3500 trasp., L. 150 ambulat.; assegno L. 1000 ogni ~00 poveri oltre il limite di 400; riduz. 12 %; casa d'abitazione nel con centrico del paese con affitto, ora, di L. 1125. Tassa L. 50 . PASSIGNANO SUL TRASIMENO (Perugia). Scad . 31 dic.; 2a. co~d.; L. 8000 e 5 quinquenni dee., oltre L. 600 serv. att., .L. 4000 cavale.; riduz. 12 %; c .-v.; elà Jim. 35 a.; tassa L. 50. PIGLIO (Frosinone). - Scad. 31 dic.; L. 10.000 oltre indenn . uff. san. e c .-v.; età lim . 40 a. ~ORDENONE (Udine). Al 10 genn.; 2° reparto; L . 13.182 complessive lorde e 6 auID:enti del decimo ; tassa L. 50. RoMA. Opera nazionale per la protezione ed assisten z(lJ degli invalidi dJ~lla guerra. Scad. 31 dic. ; direttore sani{ario amministrativo del Sanatorio Vittorio Emanuele III in Aspromonte; titoli ; s tip. L . 23.000, aumentabili di 5 decimi in 19 anr1~ fino a L. 34.500, oltre a L. 7.000 di servizi0 a Ltivo, aggiunta di fam1glia. Le retribuzioni sono d ecurtate del 12 %. Vitto e alloggio nel Sanatorio. Dom anda in carta da L. p indirizzata alle Sede Centrale (Roma, Piazza Adriana, Casa Madre del Mùtilato). Età massima 50 a. Scad . a 3 mesi d ~l 20 nov. Chiedere ann:unzio. S. GIULIANO DEL SANNIO (Campobasso). - Scad. 31 dic. ; L . 6000; e tà lim . 45 a. S. LoRF.Nzo IN PRESTERIA (Bolzano). - Scad. 31 dic. ; con sor zio; L. 7500 e 5 quadrienni dee., c. -v. L . 1200, L . 3600 caval e. o automob., L. 750 uff. san. , alloggio in natura o indenn . di L. 2200; riduz . 12 %; età l im . 40 a.; tassa L. 50,20. ConosceD;za lingua italiana. SAvuNA . .4.mministrazione Provinci al e. - Post o cli .coadiutore nella Sezione Micrografica del Labor.ator io Provinciale cli Igien e e Profilassi. Stipendio di L. 12.000 iniziali ; Indennità serv. att. lire 2000; irtdennità caro-viveri n ella misura e con le lin1ilazioni stabilite per gli altri dipendenti della Pro \ incia; il t-utto ridotto del 12 per cento a n orma di legge. Cinque at1menti triennali d el decin10; cornpartecipazione st1i proventi delle analisi per ~o nto di privati . 1'assa di concorso L. 50,10. Scadenza ilel concorso 4 febbraio 1933-XI. P er chiarimer1li rivolgersi all a Segreteria della Provincia di Savona. 1

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2Cl4

cc

JL POLICLINICO »

[A.NNo XXXIX, Nul\1. 51]

SunBo (T.Jecce). - Scad. 12 gen.; età lim. 45 a.; NOTIZIE DIVERSE. L. 8500 e 4 aumenti decimo. La Scuola medica ospitaliera di Roma celebra. i suoi Tou1No. Osp edale Psichiatrico. __,, Scad. 15 feb.; primi dieci anni di vita. · due m edici capi sezione 2a. classe; L. 9600 oltre Quest 'anno l'inaugurazione dei corsi della Scuoc.-:v. jn L . 3360 se celibi , L. 4094 se coniugati e la medica ospitaliera di Roma ha assunto una L. 2000 serv. att. speciale solennità per la ricorrenza del primo deTORRICELLA DEL Pizzo (Cr en1ona). - Scad. 20 dic.: cennale della fonda zione. L. 11.500 residenza, addizion. L. 2,50 per ogni poL'l dicer.obre l a sala dell 'Accademia medica al vero oltre il primo migljaio e fino a 2000, trasp. Policlinico Urnberto I era affollata delle maggiori L. 1500, u.ff. san. L. 1000; riduz. 12 %; età lim. persofl:alità del m:ondo medico e ospedaliero ro35 a. mano. TREVI (Perugia). - Al 15 gen., ore 19; 2a. conIl pr~sidente onorario della Società, prof. Rafdotta; L. 9000 e 5 sessenni dee., c .-v., L. 500-2000- faele Bastian elli, ricordò come nel 1922 l'Associa4000 trasp., L. 2100 serv. att.; età lim. 35 a.; doc. ziofl:e dei m edici ospedalieri di Roma, prima di dea 3 i:nesi d al 15 nov.; tassa L. 50,10. cretare spontanean-iente il proprio proscioglimento, quasi precorrendo i tempi, decidesse di dar vita UDINE. Arnministrazio.n e Provincial e. - Per tia una istituzione che ne continuasse le finalità toli ed esami. Posto di Coadiutore presso la Sezion e medico-micrografica del Laboratorio provin- · culturali e mantenesse accesa nei gloriosi Ospedali r01nani la ·face della ricerca e dello studio. Sorse ciale di igiene e profilassi . Stipendio L. 12.500. così la Scuola medica ospitaliera di Roma che, Inde:i11i~à serv. att : L. 3000 più il ·15 .% sui proin un decennio ·di esistenza, ha orm,ai dato prova venti d1 Laboratorio. Sei aumenti periodici del di essere una creatura viva e vitale, feconda di decimo. Riduzione 12 %. Divieto di libero eserciutilità per la scienza e per gli Ospedali di Roma, zio professionale. Tassa con cor so L. 50. Scadenza dei . quali concorre ad aumentare il progresso ed _ · or e diciotto del 115 gennaio 1933. il pres tigio. --=- Seguì una breve e chiara relazione VARIGN.\NA. - (Vedi CASTEL SA PIETRO). inorale e finanziaria del p·r of. Carducci, presidente effettivo della Scuola, il quale ha messo in eviA v-uerl enza. Quando non è altrimenti indide~za come oltre 3700 iscrizioni ai corsi tenuti in ~ ato i con co·r si si riferiscono a condotte medico10 anni dimostrino che la maggior p arte dei me.chirurgich e, i compensi allo stipendio b ase. dici laureati nel dec~nnio hanno coffi:pletato la propria cultura n ella Scuola s tessa. Ben 58 docenNOMINE, PROMOZIONI ED ONORIFICENZE. ti, che rappresentano la miglior parte dei medici ospitalieri dell 'Urbe, hanno tenuto corsi di mediAlla presidenza dell'Ufficio Internazionale d 'Igie11e ~ubblica, ch e ha sede in Parigi, è stato nomi- cina E'. chirurgia generale, corsi di specialità, corsi per medici condotti e per laureandi. ·centinaia e n ato Sir George Buch anan , in sostiluzio11e d el centinaia di strumenti di diagnostica e terapia .compianto Otto Velghe. sono andati ad aumentare il patrimonio dei paL'Accademia delle Scienze di Parigi ;ha assegnato cliglioni ospitalieri. E per non venire meno a queil pre1;iio Montyon di fisiologia al dott . Henry ta sua tradizione di opere e di fatti, la Scuola Freder1cq, professore di fisiologia alJ 'Università di n-iedica ospjtaliera, a festeggiare il suo primo deLiegi, per i suoi l avori sul vago e sul s impatico. cennale, ha deciso di creare, nei vari ospedali di Roma , comincian.d o dal Policlinico Umberto I, col Il dott. Julio Palacio è nominpto presidente della con corso d ell'Amministrazione di S. Spirito, un Società di 'fisiologia di Buenos Aires. gabinetto clinico centrale dotato dei più moderni mezzi d'indagin~ diagnostica. Infine il prof. Carducci ha letto il nome de~ docenti che hanno comNOSTRE CORRISPONDENZE. piuto il p,r imo decennio d 'insegnamento e di coDa Pavia: loro che hanno concorso alla prosperità della Il Duce inaugura il nuovo Policlinico Sln Matteo. Scuola o n,e hanno disinteressatamente guidate le sorti, ai quali tutti l a Presidenza, grata e riconoIl 30 ottobre S. E. il Capo del Governo è venuto scente, ha conferito, in, o~casione del decennale, ad inaugurare a Pavia il nuovo Policlinico, del una ~peciale medag'lja d 'arge11to. quale v~nne già data ampia notizia nel fase. 48. Il prof. G. Galli ha poi iniziato il .ciclo delle Alla J'ine della visita inaugurale, l 'amministrazione Ospitaliera offrì al Capo del Governo un al- conferen ze dell 'anno scolastico 1932-1933, dicendo <lella « valutazione della risposta del cuore ai mebu1n di fotografie del Policlinico e ne ricevè una dicinali ». fotografia. con firma autografa, che resterà a ricordo della visita. Al nuovo Ospedale Maggiore di ltlilano. Nella Clinica m edica, diretta dal prof. Ferrata, Il J)refetto di Milano, S. E. Fornaciari, accomgli venne fatto omaggio della prima copia della pag·nato da un folto gruppo di personalità, si è re11uova edizione del trattato « Le Emopatie » . . cato a visitare i l avori per la costruzione del nuovo S. E. Mussolini ha espresso il più vivo coID:piagrande Ospedale cittadino a Niguarda. cimento per il nuovo Policlinico, che giudica onoIl presidente del Consiglio direttivo degli istituti re dell 'TJniversit;\ pavese e dell 'intera nazione. ospedalieri, avv. Della Porta, gli ha espresso la Inaugurazione dell'anno accademico 1932~1933. gratitudine sua e del Consiglio per l'autorevole Il 28 novembre si è te11uto nell'Aula Magna , e cordiale appoggio sempre dato alla nuova costrul 'a11nuale apertura dell'anno accademico. Dopo la zione ed ha brevement~ descritto il progetto. L'opera in corso è veramente grandiosa. Infatti relazione del rettore prof. Rossi , tenne il discorso inaugurale il prof. Campetti, della Facoltà di fil'Am1ninistrazione ospedaliera ha disposto che il sica. p . INTROZZI nuovo Ospedale Maggiore abbia la stessa capacità


[ AN NO

XXXIX,

N Ui\I .

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SEZIONE PRATICA

tCl el vecchio nosoron1io , e cioè cl1e sia cap ace cli 1500 le lti , così suddiYi i : 500 i)er la m edicina, 500 11er la chirurgia e 500 p er le altre specialità; ch e : ia provvisto di a1nbula lori per ciascun a di qt1es te branche; ch e l 'edifi cio dell e cur e fisich e sia ·<li tale ampiezza da serYire, oltr e ch e p er i malati ·<legenli, anche per quelli a1nbulanti; infin e cl1e siano accentrali i11 c1ue to ospedale i servizi generali degli al tri o p edali dipenden li , quali la farm arifl centr ale, la l aYanderi a, la lazione di clisinfezione, ecc. • Le ca ralteris lich e ch e differc11zia110 il progetto <lugli a lt ri })rima all e titi co11 i tono speci alment e: 11el raggruppa1ncnto d elle infern1erie i11 u11 num er o ridotto di padiglioni a più piani del tipo a -corricloio ; n ell 'aver riclolto, p er dare maggiori comodità ai inal ati , r iasct1na infermeria acl un nu111ero cli l etti non uperiore a sei e nello tesso 1emvo, nell 'averle raggruppate in sezio11i ospedalier e, di circa 30 letti ; nc11 'aver proge ttato padiglio11i di 5 piani ciasru110, })er nleglio con centrare i servizi di a i tenza e cli cura al fine di ol lenere l e maggjori econon1ie di eser cizio; nell ' aver abolito i sollerr arLej e n ell 'aver progettato , in sostituzio11c, dei por lica li a ])ian o t erra cl1e so ten gon o tutte le ii1fer merie: porti ca li i quali, collegati co11 l e gallerie, potran110 ser' ire di via di comunicazione co1Jert,!l tra a li edifici , e con entire ai con·yaJ e ~ ce 1ll i cli s lare all 'aperto nei giorni piovosi , ~ infin e , rhiude11cl o alcune ar ca te, di costituire al µiarin terreno i seryjzi ind i ·pen. abili per ogni p adiglione, il quale per essere capace di c jr ca 200250 l e l ti , rappre e nta, cli p er se s tesso, un }Jiccol o -0 perlale . Il co to con1p1rssivo <l ell 'opera è preventivato in '65 n1ilioni di ]ire, in c u i sono compresi i servizi generali , non solo per il J1u ovo ospedale ma anch e per crli al lri i s ti tuti di cura dipendenti clall 'am111i 11 i~ lrazione o ped aliera; Yi è compreso anch e il <'Os lo <leg-li edifici des tin a t i agli alloggi de] person ale fen1 n1iniJ e di servi zio e quello della ScuolaconYi t lo professionale per le infermiere.

Il nuovo Ospedale 1'1ilitare di Palerino. Nel rlere.nnale d ella ~Iarci a su Roma è sta ta inaug urata a P alermo l a nuova sed e dell 'Ospedale Militar e. Esso sorge lungo la Yia CRlat afim i , ch e al laccia Palermo alla Yicina ~fonreale, su di un 'area di oltre 5 e ttari , con un fronte di 236 m. ; con sta di ll~ g r andioso fabbricato, gi à vill a dei principi di S. Elifl , ove hanno sed e gli uffici , i gabinetti e il reparto ufficiali; di due vasti fab])ricati a due piani, con ampi cortili interni, ove h anno sede i , -ari reparti ospedalieri ; di un corpo di fabbrica per 1·acce ltazione, il pronlo soccorso e l a farma~ ia; cli t1110 p er l 'alloggio d elle su ore; di o tto padiglioni per i vari servizi e gli alloggi della compag11ia di sanità; è in costruzione l a cappella . 11 complesso d ei r eparti consente la com oda ospedali zzazion e di !500 infermi . La cerimonia inaugural e si è svolta con l 'intervento del prefelto e d el gen. med. Franchi ; non furono pronu11ziati discorsi . La clirezione d ell 'osp edal e è affid ata al ten. col . m e<lico prof. Giordano. 1

L'Ospedale Psichiatrico Provinciale di SiI·acuso. Sta sorgendo ad occidente di Epipuli, .s u di un 'ubertosa t errazza, verso l 'angolo sud-ovest clel 1'antichiss ima città cli 'fica; dista cir ca 5 K1n . .dal l a vecchia Ortigia e Yi si accede nled iante un g·rand e vial e alberato l ungo 500 n1. , ch e si diparle

2015

dalla 11azicnale Siracu sa-Cata11ia. L 'I Lituto sarà capace di ricoverare 300 infermi. Co111prende tre zone inclipenclenU , separate d a n'turet ti e da solidi reti<'olati: una zo11a a l centro p er i servizi gen erali e due ai l ati p er il ricoYero clegli alienati : una p er gli u o111ini e u1t-1 per le donne. Compl essivan1ente l 'ospecl ale risulla di 18 f<lhbricati ch e occupano u11 'arPa coperta di circa 10.000 mq. È preventivata l111a spe a di circa 4 n1ili oni . ·

JJa fondazione Eastman di Roma. Il dol l. Harvey .T . Bourk l1art, già fiduciario d el compianto filan lropo am ericano Giorgio Eastman ed ora 1iducinrin ct c~l i esecutori lestamen tari del i11 u11ifico donatore di 20 i11ilioni di l ire i talia11e per l a costr uzione in Ro1na di un grandioso arnlJtLlatorio dentario 1Jer b ambini e giovanetti fino all 'et à di sedici anni, è st at o a Roma per visitarne i l avori cd osservarne l 'organizzazione. Gli è stato cl i g t1id a il prof. Amedeo Perna, al quale fu affida Lo 1'incarico di studi ar e il piano di esecu zione dell a YrJlont à del donatore. Lo scienziato ameri cano h a espre so l a sua a111ntirazione per quanto si è fatto a Roma. La Cl i nica EasLma11 cl i Ron1 a e11trerà in funzio11 amento 11el prossimo aprile.

L'assieurazione 1ualattie Jlelle nuo'fe provincie. L 'on. Cas tellino ha p re c11tato alla Ca1nera d ei De pu t:iti , 11er l a Con1n1i s ~ io11e no1ninata dagli Uff ici, l& rclazio11e su di t1n disegno cli legge concer11e11tc le Jno<iificazioni nl B. D. L. 29 n ov. 1925 s ull 'as ic urazione obblig·atoria contro le n1alattie i1elle nuove provin ce. Il di segn o cli legge mira al con·c en lrnn1en to cl elle a t l uali Casse cir co ndariali di 1nalaLtie i n Casse provin ciali, con sede nei capo] uoghi cli provi11cia.

.A.. sistenza snnitaria in 1nontagno. Pro eguendo nel po ten ziflllJ.enlo delle maggiori a t tjvità ch e sono affidate al Club Alpino Italian o, l 'on. l\.Janaresj h a app rova lo il r egolamento per 1'organizzazione clell 'assis tenza sanitari a in montagna. Il r ego 1an1en lo s Labili sce fra l 'altro che ogni J)ri11 cipale cen tro• alpinistico deve avere il su o ser' izio sa11ilario di inonlagna. Le sezioni d ovranno inlpiar1lare in ogni centro alpinistico i posti sa11itari ecl attender e al l oro fu11zionamento . Quest i posti sono co ntroll ati dalla Co1n 1n i ssio n e m edica e dal Comitato scie11tifico d el Club Alpino ItaJia110. 1

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Corso per medici dell'O. N. Balilla. Nell 'a nlR nlagna della R. Un iversi là di Milano 11a avuto i11izio il 1° Corso universitario di aggior11a mento per medici dell 'Opera Balilla. All 'inaugurazio ne erano presen ti autorità, m edici , sig n ore, ecc. Inter venne S. E. i l Prefetto gr. uff. Brun o Fornaciari . Presentato d al tlo tt. prof. Ragazzi, medico capo cl ell 'l Tfficio d 'I gie11e e ch e spiegò le fi;na lità d el Corso, il prof. Carlo Foà, preside d ell a Facoltà 1ne(lico-cbirurgica, tenne la prolu ione al Corso, 1)arlan do clei compit i professionali e morali ch e petta 110 ai In:eclici ch e saranno adde tti all 'O.N.B.

Scuola di perf~zionamento in medicina del lavoro della R. Università di Roma. La Scuol a h a riap erto i st1oi corsi il 12 corr. L 1011. f\/Ii11'i ster o cl elle Corporazion i h a di recente « nssicurato ch e, nel prossimo concorso ed i11


20]6

cc JL POLIGLI N ICO »

quelli sttccessivi p er Isp ettore medico corporativo, i quali saranno baniiiti dal Ministero stesso, i diplomi di specialista in 111edicina del lavoro saranno con siderati co1ne titoli di preferenza ». Si ritien e c he lo stesso riconoscin1ento si otterrà dalla Confederazione Generale Fasci sta d ell 'Industria, nelle nomine dei m~dici di fabbrica, e dai vari enti assistenziali e assicurativi pei rispettivi sanitari. L 'Unione Industriale Fascista del Lazio ha pel corrente anD:o scolastico istituito anche due borse di studio per gli allievi, di lire mille ciascuna: il numero delle borse sarà in seguito aumentato.

Giornate n1ediche d'Evian. La « Société m édicale d 'Evian » indice una second a riunione p er il settembre 1933; sarà presieduta daJ prof. Lemierre e destinata allo studio dell'insufficienza r enale . In tale occasione, la Società anonima d elle acque minerali di Evian-lesBains bHndisce un con cor so internazionale, al nome dell 'idrÒlogo Chiai'.s, per l 'importo di 10.000 franchi, sul tema: << Valore semeiologico delle p,r ove di diuresi provocata ». P er informazioni rivolgersi alla « Sociét é des Eaux d 'Evian », rue de Londres 21, Paris.

Congresso dell'Associazione dei medici tedeschi. La cc Hartmannbund » ha tenuto il congresso annuale ad · Hannover n ei giorni 23 e 24 settembre. Il cor1gresso si è. occl1pato preval entemente di quattro t emi: 1° assicurazioni-malattie, in rapporto al diritto, legalmente riconosciuto, di libera scelta; 2° pletora medica : si è invocato l 'intervento dello Stato p er ch.è la prodl1zione d ei medici non ecceda i bisogni; 3° prescrizio11e d ei 111edicinali : si è convenuto di doverla i11fren ar e in regime di assicurazioni-mal attie; 4° onorari: si è riconosciuto che la discesa no11 d eve sorpassar e certi limiti, senza compromettere il li vello professionale e le stesse condizioni d 'esistenza del corpo m edico. Venn e sollecitato il Governo ad attuare 1nisure idonee a ridurre la disoccupazioD:e e migliorare la situazion e economica. (e< Deutsch es Aerztblatt », 11 ottobre 1932).

40 Congresso brasiliano di neurologia.

La Società brasiliana di n eurologia, p sichiatria e medici11a l egale h a cel ebrato il su o 25° anniversario di fo11dazione indicendo un co11gresso sulle dette specialità, d al 25 settembre al 3 ottobre. La Commissio,n e or g·anizzatrice fu presieduta dal dott. Ulysses V1enna ; segr etario gener ale fu il dott. Heitor Carrilho. Temi uffici ali: cc Neuromieliti e altre infezioni acute non suppurative del si st ema nervoso »; << Paraplegia spinale spastica di Erb e parapleg ia spinale sifilitica di Erb »; « Malarioterapia »; cc Biotipi.elog ia e studio clinico d ei quadri parafrenici »; e< _i\.pplicazioni della p sicanalisi in m edicina legale n; « Contribuzioni dell ' anatomia p atolog ica nel campo medico-legal e ».

1° Congresso brasiliano di

p~diatria

e d' igiene

infantile. Si è svolto a Rio d e J aneiro dal 18 al 20 agosto, sotto la presidenza d el dott. Olinto de Oliveira; 'Seg·r et ario generale il dott . ~1ario Olinto. Temi: « Influe n za d ei progressi d ell a dietetica SlJlla mortalità in1'an tile »; cc Nati-n1ortalità, mortalità natale e n eo-1nortalit à »; cc Norme pratiGh e e se1npli-

[Al'\No XXXIX, ~U::\I . 51J

ficate da adottare n:ella alimentazione artificiale del l attante »; « Broncopolmonite del lattante e suo trattamento »; « Le deformazioni osteo-articolari nell 'età scolastica n; <e Mezzi di protezione e assistenza all 'infanzia contro la tubercolosi ».

1a Settimana medica di Bogota. Si <\ tenuta dal 25 settembr~ al 2 ottobre, sotto gli auspici dell 'Associazion~ Colombiana di Studi medici; vi furono invitati tutti i 1n:edici della Colombia. 'Prestarono il loro concorso la Facoltà medica, le autorità sanitarie, i direttori di ospedali ecc. Vennero con1piute varie visite: alla Direzione Nazio11ale d 'Igiene, al Laboratorio Nazionale d 'Igiene, agli ospedali . Venne organizzata una Mostra di prodotti medico-chiz:l1rgici e igienici.

Congresso nord-americano di odontoiatria scolastica. L'Associazione dentaria di Chicago organizza in questa città un congresso di · odontoiatria scolastica, dal 7 al 12 agosto 1933. Presidente· del Comitato o:rdinator~ è il dott. Arthur Blaik, direttore dell'Istituto dentario dell 'UD:iversità del Nord-Est di Cbjcago; per informazioni rivolgersi al segretario, Dr. Rudolf Kronfeld, College of Dental Surgery, Harriso·n .Str. 1747, Chicago Ill., S. U. d 'A.

Confederazione odontologica cubana. In u11 'adunan:za tenutasi ad Avana ed i11 cui er ario rappresentate l 'ccUnion Estomatol6gica» e la « Federaci 6n Dental » di Ct1ba, venne stabilito di addivenire alla fusione di tutte le organizzazioni dentistiche e stomatologiché del Paese. Venne nomir1 a l.~ l111a Con1missione per redigere un prog r am m a e un progetto di statuto e di regol&me11to, che sar anno sottoposti all'approvazione di una assemblea generale.

Congresso dei medici letterati ed amici delle lettere. È org·anizzato dalla « Société des médecin s lit-

t erateurs et amis des Lettres n a Lione, per il setlen1bre 1933, e comporta un programma vario. Verrà discu ssa la questione d ella necessità degli s tudi letterari e greco-latini per la formazione d e i medici . Si terrà u11 a rapprese11tazione dra1nmatica. La società è presieduta dal d ott. J. Giuliani, noto nel mondo letterario con lo p seudonimo di Germain 1'r ezel. L 'cc Académie Française » P.a conferito in questi giorni al Giuliani il pren1io. tr~en­ nale Caprari - destinato a co1npensare la m1g l1ore o p era dramma ti ca o lirica comp~rsa ~el triennio - . per il su o dramma <e La cam1c1a d1 Nesso »: Egl1 era g'ià titolare di un altro premio d ell'importante sodalizio . La Società predetta ha, di rec~nte, pubblicato una cc A11thologie d es Médecins-Poè tes contémpo• ra1ns ». Per qualsiasi informazione rivolgersi al dot t. J. Gìulia.ni, cours de la Liherté 73, Lyon.

Esuberanza della letteratura scientifica. L 'Associazione delle Biblio teche speciali e d eglj Uffici bibliografici d ell 'Ing hilterra ha tenuto a Oxford una conferenza, presiecluta da s ir - Charles Sherrington. Questi ha rilevato c~me la l etter atura scientifica diveng·a sempre più es11ber ante? così da farci correre il riscl;tio di essere somn1ers1 sotto un inare di carta. Ad esempio, le memo-

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2017

SEZT:J.\ E PllATI CA

rie (li fisiologia, cl1e furon o 3500 nel 1905, diven11er o 18.000 n el cor so d el 1927; poi l 'i11cr em ento d eve esser e co11l~nuato. La bibio teca dello « Scjen ce 1\Iuseum n a ,S outh Ken sington - la m aggior e del gen ere - riceve 8000 p eriodici scientifici ; ina di questi nel mondo se i1e pubblicano 26.000. La cc Royal Society n ha sp eso al1nen o 14 milio11i di lire it. p er compilare u11 catalogo aggiornat o di tutti i p eriodici scientifici : i11 a, infine, ha dovuto rinunziarvi. Scco11do l 'or at or e, sar ebbe ben e ch e i Governi ve11i ser o ad u11 'i11t esa, p er lo scambio d 'in formaz io11i tra le bibliotech e n azionali, in m odo che gli studiosi sian o sempre in gr ado di otten er e tutti i dati cl1e p osson o lor o occorrere.

Specialisti o tetrico-ginecologi negli Stati Uniti. L ·« Arn erican, Associ ation of Obs tetrician s, Gyn ecologist s and Abdominal Surgeon s » h a d eciso cl1e cl 'or a in p oi accoglier à soltanto , quali soci , i n1edici diplom ati dall 'cc American Board of Obst et rirs a nd Gyn ecology n, ch e è un or gano ufficiale di csan1i p er la p ecializzazione. Qu esta può aver Jt1ogo in oste tricia, in gi11ecolog ia od il'l: t utt 'e due le cli~ci pl ine. "\"ertan no eccettt1ati sol tanto q 11ei medici n on d i plon1ati 11ella specialità, che il Con siglio esecu tivo s timer à più en1inenti.

Anni rersario di laurea. Per la ricorren za d el 40° anniver sario di lau rea d e i inedici e c hirurghi t1sciti dall 'Univer si tà di Bologn a si prep ara ll n r a duno in de tta cit t à p er p re .. entar e al Magnifico Re ttor e una per gam en a colla fir1na d ei part ecipan ti alla cerimonia. Si invitano 11er lan lo j meclici l at1reati n el 1893 di far pervenire ]a loro adesion e e il lor o indirizzo al prof. Giovanni Pini, via S. Stefano 18, Bologn a.

Elargizioni e legati. La sig11ora Roy l\il ish op Canfield h a dona lo 300.0_00 dollari (olt re 6 n1ilioni di lire i t.) , alla Scu ola Med ica d ell 'Univer si tà di l\Iichigan, ad Ann Arbor, p er un a fondazion e di oto-rino-laringologia, in 111emoria d el m arito, ch e insegnò questa disciplina in de lta Scu ola ed è morto lo scor so m aggio; g l 'inter essi d ella som ma verranno destinati a cr eare delle b or se di studio. La Foncl azion e Rockefeller ha assegn ato 240.000 doJ lari, ossia circa 4 n1ilioni e m ezzo di lire it. , ali ' cc Universi ty College Hospital » di Londra, quale fondo p erman ente des tinato ad istituire un posto p er ricer ch e clinich e. L 'assegnatario dovrà d edicarsi alle ricer ch e cliniche sen za esserne dis tratto n è dall 'insegn am ento n è dalla pratica privat a. Il « Consiglio delle Ricer ch e Mediche » del] 'Inghilterra n el 1930· aveva già finan ziato, n ello stesso Collegio, un corpo di studiosi, con la stessa finalità, sott.o la d ir ezion e di Sir Thomas Lewis; or~t l a F ondazione Ro-ekefeller ha voluto contrib t1ire ad est endere t ale in ctodo di studio .

Il prof Capasso. Il . prof. Pietro Cap asso, direttor e d el vivace e co111battivo cc Pensiero Sa11itario » di Napoli, h a riportato n ei pressi di Battip.aglia un infortunio a uton1obilistico, con frattura m alleol ar e alla gamb a sinistra. At1g·urì cordialissimJ di r apida g u a.. . r 1g1one.

Contro l'aborto criminoso nel Giappone. L ·aborto pr ovocalo è illegale n el Giappon e, com e i11 quasi tutti i Paesi civili, salvo n ei casi in cui un inedico lo s tim i assoluta111ente n ecessario p er l a salute della m adre. Tuttavia vien e praticato seg re ta1ne11te, sovratutto quand o si teme di non poler allevar e bene la prole, per ch è numer osa. Un a c~rcolare d el Minis tero d ell 'In terno h a or a p rescr itto ai governi locali (prefetture) di eser cit are un 'efficace vig ilanza per r ep r imer e rigor osa111e11t e la pubblicità ai mezzi abor tivi . · Una Commission e di donne h a visitato il mi11istro d el! 'intern o, in n om e d ell 'cc Associazion e p er la rifor~a della legge sull 'aborlo », onde far v:1ler e l 'opportunità di l11odificar e la legge s tessa, vecchia cli ci11q uaQ.t 'a11ni, e di legalizzare l 'ab or to per r agion i i11or ali ·e soci ali (n ei casi di violen za car 11ale, i11ga11n o, lnnla lti e o d eficienza m entale dei geni I ori, i ndige11za, divorzio); m a le lor o r ich ieste 11or1 hanno la nien oma prob abilità di essere accolte.

Itadiodiffusioni medicl1e ciarlatenesr.he. Il Governo d egli Sta ti Uniti, su p ar er e d ella cc Feder a! Rad io Commission », aveva fa tto ch iudere una st azion e r adiofonica fondata a l{an sas City d al sig. J oh n R. Brinkley, il quale se n e valeva per far e del.I ~ prop aganda ciarlatanesca, relativa p er es. al! 'i nnesto di g landole di m ontone, a co11sultazioni m edich e epistolar i, al! 'invio di m edici n ali direttam en te ai m alati, ecc. Il Brinkley h a fon dat o, or a, un 'altra stazion e, inolto più p ot ente, n el Messico, ai confini de,l Kansas, e continua imperterrito l a propria attività. La }Jr i1na st azion e er a di 75, 000 wa t t; la seconda è di 500.000 w a tt, tanto ch e d isturba le al tre stazion i degli Stati Uniti su Qi u n r aggio di almen o 50 I\.111. L 'esempio sta per esser e imitato: la cc Camara Nacion al de Comerc io » di Nu evo Laredo, n el Messico , h a informato l 'Associazion e Medica A1nericana che sta p er sor ger e, colà, un 'altra st azion e llltr a-potente, fondata d al produttore di un rimedio p er la cura del car1cro, Norman Baker ; presu n1ibil1n ente ques t~ h a lo scopo di riprendere la i:>rop agar1da ch e prin1a egli faceva al su o r im edio attr;e\verso la st azion e di M11scatine, n ello Io,va, e ch e gli er a st at a viet at a. Il Governo m essican o si lascia allettar e d ai forti intr oiti , costit uiti d a1le t asse. Qu esti intr oiti provano, tra l 'altro, com e il ciarlat ani smo medico sia molto· redditizio . 1

Processo contro una casa di salute. Un a sig n ora op~ra ta per m astoid it~ 11ella cl Clinica Sweet )> di Lewis (Stato di W ashin g ton) risultò immediatamen te dopo, colpita da p aralisi facci~le; onde un processo p er dife ttoso inter vento. La cau sa è giunta, p e~ gradi, alla Corte .Suprema di W ashing ton . La difesa soster1eva ch e la p aralisi poteva essere d ovt1ta a cau se indipender1ti d all 'operazione; se n on ch e un nuovo inter vento, esegu i to da un esperto ch irurgo, di1nostrò che il ~er~o . fac~ial.€ er a s ta to sezion a to. Malg·r ado un pr1nc1p10 d1 rigen er azion e, ~ due m on coni de~ n er vo ~on si ~ra­ n o sald ati , e l 'op er a tore t e11 lò in van o d1 compiern e la sulura. La difesa, in secondo luogo.' s?stez:.ne ch e la Casa di sa]11 te predetta su ole 111n1tars1 a clare osp j talit [s ai chir u r ghi e n on è r esponsabile

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2018

« IL POLICLINICO »

dei loro errori ; ina è rist1l tato ch e il chirurgo inaldes tro era stato desig·11ato dal proprietario della Casa di salute, il quale è un n1edico. La Corte ha riconosciuto Ja responsabiljtà del proprietario e lo h a condan11at o.

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LAl\°NO

XXXIX, NuM. 511

Con J. BABINSKI è scomparso uno dei pii1 emi. i1 enti cultori della neurologia. Ha vissuto ·75 an11i, dei qt1ali oltre cinquanta ded icati alla scienza . In tema di onorari medici. . Il suo n ome, legato ad un· segno semeiologico tra i più significativi, è noto a tutti i m edici. Il Tribunale cli Napoli h a deciso, in merito ad J\tia anch e senza ciò la sua fama sarebbe rimasta una vert enza sorta tra il dott. Luca Carvisiglia e incroll abile per contributi non meno notevo]i per gli eredi di un infermo, ch e jl medico, pur essenil progresso della neur0logia. do an1jco di fa1niglia e freque1~tatore abituale della casa dell 'ir1fer ·mo, h a pie110 èlir itto a ricevere i Oriundo polacco viss~ sempre a Parigi, dove inicompensi delle su e prestazioni profession ali ; h a ziò la sua carriera come interno degli Ospedali. co·n dannato, gli eredi, co11 la convalida del sequeSi dedicò dapprima all'anatomia patologica sotstro, al pagamento delle somm e tutte dovute, in to la g11ida di Vulpia:Q e di Cornil. UD;a con le spese e i con1pen si di lite. · Nia la clinica 10 seduceva, e passò alle dipende11ze di Cl1ar cot , il mago della Salpetrière, la cui Corso di puericultura so~peso. influrnza sul suo orientam ento di studioso fu decisi va. Il corso di puericultura preannunziato ad Avellino (v. fase. 49) è st ato sospeso. Fu ricer catore tenace, scrupoloso, minuto. E gli studi che lo resero n oto al :rQOndo scientifico, porDi prossima pubblicazione: ta110 tutti spiccate le impro11te d~ queste su e qualità . Lavori origin,ali; Osse7'V'azioni cl i niche; Conf .... ibuti: Il ri co,.n oscimento dell'importanza del segno delBoTTALIGA l\!I ., Parotite epidemica a,d inizio me1'allu ce, le n ozioni su i riflessi di .d ifesa furono . i1ing i tico; il frutto di esami su migliaia di individui, di un BoTTALIGA M., Valore della colecistografia ra- .. lavoro p aziente. pid a; l~g·l i non fu· un clinico d'intuito, ma uil semeioBus1Nco A., Cisti da echi11ococco e~docranica a logo senza pari. Le sue diagno,si erano il prodotto . sede piale; DE VrncE.NT11s A., Cisti dermoide del legamento di u na logica serrat a, basate essenzialmente su i fatti ch e egli ric~rcava con precisione, con una rotondo. DoLFINr' G., Può la vaccinazione antirabbica n10minuzia cl1e poteva se:rQbrai:e p~danteri~, e non dificare uno stato di sen sibilizzazione allergica?; era, per ch è in tema di malattie organiche del siFERRI A. , Sopra alcuni casi di reu1natismo cerestema :Qervoso solo i fatti diligente1nente ricercati brale; ~ g iustamente vagliati h a11no· diritto alla parola. GRILLO l\!I., Di;) g11osi delle ulcere gastro-duodeGli stl1d1 sull 'asinergia e l 'adiadococìn~sia, sulle 11ali })erfora te; sindromi cerebellari, sui tumori cerebrali, sulle l MPIOI\-CBATO G., Tumori della prostata e della veartropatie tabetiche, s~lla dissociazione della tabe, scica e ]oro trattamento; LA.ZZARO G., Glomerulonecrosi nelle glo1nerulo- sulla localizzazione clinica dei tumori midollari, sulla sindrome adiposo-g·enita1e, so:Qo espressione nefriti; fedele di questo spirito analitico e costruttivo. LusENA M., Studi ecl esperienze sulle infezioni focali; La dottrina sull 'esse:Qza del! 'isterism o, che egli LoivrBARDr E., .i\nemia ag·astrica ~ su oi r apporti chia1nò pitiatisn10. diede ancora più rinon1anza a con l 'anemia perniciosa; Babinski. MORELLI A. e l\!IoRELLINI l\!I., Le meningiti acute Spettava a 1t1i ed a Pierre Marie, ai due assilinfocitarie benigne; st enti pr eferiti di Ch ar cot, de:rQolire le due dotNASTASI A., La fehbre esantematica mediterratrine del gr ande maestro, rispettivamente ·1e dotn ea a Tripoli; trirte dell'isteria ~ delle localizzazioni cerebrali. NAVACH E., Ascesso epidurale a livello della cau' Freddo, ·t aciturno, duro n ella clinica e i1el lada equina ; PuLLÈ F. e _.\cANI?ORA G.) Amebiasi intestinale boratorio, Babinski era t1n epjcureo nella vita. cronica; Soleva clire ch e innan zi tutto pisogna essere PERATONER U., Azione della tetrajodofenolftaleina « òon ma:Qgeur, bon cau seur, bon vi veur ». sulla curva gliremica; Quest'uomo ch e dedicava _ gra~ tempo della sua PERATONER U., L 'epatoterapia n ell 'an emia pernic. gior11<ita all o studio severo, sotto i cui occhi pasdelle gravide; savano quotidianamente le più grandi Il.'1:iserie, diR ENORTO, Fisio·p atologia della meccanica r espiravent ava di sera un siharita. toria dell 'apice polmonare; I~cl allora si accon1pagnava al fratello ingegnere, RosA MALLIA G. , L 'autopioterapia nell'empiema ch e rli l)OCO l 'hH preceduto n el] a t omba, noto nella dei piccoli bam})i11i; SILVESTRI T., A proposito di appendicite e tugraude metropoli p er I.e stie virtuosità gastronobercolosi; n1ich e. STIPA F., Idrop11et1matosi cistica postoperatoria, Nor1 pr~se mai parte alla vita politica; ma amava consecutiva a riduzione senza drenaggio delle cidi gran cu ore l a s11a p atria di origine e quella di sti di echinococco del fegato; elezione! e ù,urante la guerra prodigò I.a sua opera ToNno F. , Cancro mammario nell 't1omo; a faYore dei malati e dei f~riti del sistema nervoso. Le;- iorie Cli11ira: G. DRAGOTTI. J ONA G., Tum ore del lo])o te111porale destro.


{A~NO

XXXIX, NUl\1.. 51)

SEZIONE PRATICA

RASSEGNA DELLA. STA.lUPA. MEDICA.. Quarterly Joiirn. A'fed. , lug. -

W1LKINSON. La secrez gastrica nell'ane·m ia perniciosa. - PATON CuTanERTON. Effetto del massaggio nel metabolismo. --:- TRAIL ~ STOCKMAN. Esiti lontani d el pnt. Brilish M ed. Journ., 30 lug. - Num. dedicato al 100° Congresso rlell '_Associaz. Medica Britannica. 1\-Ial. du C·oeiir etc., !11g. - WEIL. Il fenomeno della lens~one dolorosa . Bull. Méd., 30 lug. - Nu~. ded~cato all 'omeopatia. Morgagni, 24 lug. - l\1ATTIOLI. Rare complicazioni della blenorragia. Acta A1ed. Scand., vol. 78, n. 2. - CRAFOORD e L UNDQUIST. Sepsi da viridans durata per anni. BERGl\fARK. I dolori tabetici sono di origine radicolare P Id., Suppl. 47°. NYMAN. Casi associati acl achilia o ad ipochilia. Arch. Sc1iiffs.- u. Trop Hyg., ag. - WARA SI . Biologia dei parassiti malarici. Aled. Welt, 30 lug. - STRAuss . Malattie reumatiche e pseudoreum. - FESER. I principi fisiologici del massaggio. RuHl\fANN. Le cc durezze » r eumalich e. lYied. Klinik, 29 lug. - KAISER. Difficoltà diagnostiche nella gravidanza extrat1terina. - HLNTZE. L 'alimentazione dei popoli nel COTSO del tempo. 1'1anch. Med. Woch., 29 lug. GuTzE1T. La gastroenterite e l e sue conseguenze. - SEHRT. La morte per annegamento e l a sua prevenzione. HIRSCH. La prova clinica dei sensi dell'odorato e dell 'udito. Gaz. TI6p., 30 I ug. _. CoT ed allri. Il pronto soccor o nelle é.ISfi ssie. Arch. Roum.aines Patli. Exp. e Microb., vol. IV. n . 3-4. - MARINEsco e STROEsco Studi sulla pa-

2019

to!ogia della rB:bbia. - PoPA e MARZA. Biologia deg li spermatozoi. - 0LARIN. La vaccinaz. antiscarl atlinosa con I 'anatossina strept. Arch. Belges Se. Méd., mag. - NÉLIS e PrcARD Influenza dell 'a~atossina dift. sul rene. - Inchieta sul problema <lella sifilide. Nederl. Tijd. v. Gen., 30 lug. - CAnP Delirio di negflzione. Ji-0sp. Arg., 31 g iu. - BERl\IIANN . La piretoterapia 11ella corea. __,, RAMON BELTRAN. La p sicoanalisi nella ps icologia co·n temporanea. - CAMAiiER. Le soluzio:Qi saline ipertoniche nel trattam. dell 'emottisi. Ann. lt. Chir., lug. - ZAFFAGNINI. Il trattam. chir. delle spleno1negalie. Studiu m , ag. - RAso e TRIGILIO. L 'assideramento acuto negli organi giovcini. Minerva Med. , 4 ag... - NANNINI e DAvoLro lVIARANI. Terapia epatica del diabete. - AMonEo. Il siero di cavallo endorachidiano nelle psicosi involutive . Radiologia Med., ag. -- B1sTOLPr. La roentgenterapia nelle sindromi emorragiche. - BIANCHINI. Le scoliosi n efroge11e. Prensa A1e.1.l Ara., 20 giu. - RAIMONnr e ALBERT.\L. Studio rarliologico della cavità pleurica. - BAnLARO. L 'app. cardirJvascolaTe e l'endocrinolog ia

Posta dell'amministrazione. Gli abbonali r.he tengono a p ossedere l 'annata del « Policlinico » senza lacune, sono pregati di verificar e se, a causa di disgui<J:i postali, manchi loro qualche fa scicolo del 1932. In tale ca.so è opportuno che ce ne venga fatta sollecita richiesta, perchè alcuni numeri stanno. ormai per esaurirsi. L'Editore. 1

Indice alfabetico per materie. Adenoidisr110: l olla contro l ' - in Italia Pag. 2010 Arterio clero si pol rr10 nare : patogenesi . )) 1993 Bacillo tubercolare: p er ~etterlo in evi)) 2010 dertza . . . . . . . . . . . . · . · · · )) 1999 Bil)liografia . . . . . . . . . . · · · · · )) 1991 Circolazione: disturbi di origine ga trica Cisticercosi cerebrale: casi diagnosticati i11

vita

. . . . . . . . . . . · · · · ·

Concorsi: dannose esagerazioni nel f ormalism o . . . . . . . . . . . . . . .

Cong·iuntivite acuta: prescrizione . . . Dolore riferito . . . . . . . . . . . . . . Dolori articol~ri reumatoidi rla t erapia salvarsanica . . . . . . . . . . . . . Emofilia: terapia ovarica (rivendicazione) . . . . . . . . . . . . . . · · ·

)) 1995 ))

2011

)) 2009 )}

2008

)) 2009 )) 1989

Giurisprudenza sanitaria: questioni di massima . . . . . . . . . . . . . . .

))

Insulinolerapia nella pratica

)) 1981

. . . ..

Inversione viscerale e nor1nalità funzior1ale . . . . . . . . . . . . . . . . Pag. 2010· Neurologia : congresso . . . . . . . . . )) 2000. Pressione arteriosa: azione degli estra tti di pancreas desinsulinizzati . . . )) 1993" I\etic11lo-endoteliomatosi maligna . . . )) 1997 )) 2009 Sciatica: diagnosi e terapia . . . . . . . Scier1ze : collaborazione nelle . . . . )) 1997 Sifilide nervosa: diagnosi mediante an a)) 1994 lisi del liquido cer . -sp. . . . . . . . . )) 2007 Sin.d rom e entero·-r e11ale . . . . . . . . . Sindrome striata transitoria in don11a )) 1987 con doppio vizio mitralico . . . . . . Tumori maligni: produzio·n e da trapian)) 1996 to (}i tessuto embrionale . . . . . . . Turnori: proprie-I à n eurotrope cal1sa di m :J1i crn i t à . . . . . . . . . . . . . . . )) 1996 Utero: influenza di ghianòole p,ndocrine )) 2008 fetali sull 'attività motoria . . . . . · · 1

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2012

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11 N. 52 contenente il frontespizio e l'Indice Cenerale sarà spedito nella prossima settimana. 11 N. 1 dell'annata XL uscirà il 2 gennaio 1933. Diritti di proprietà riservati. - . Non è consentita la ristampa di lavori pubblicati neL Policlinico se non in seguito ad autorit;:.atione scritta dalla 'redazione. E vietata .ia pubblicazione di sunti di essi senta citarne la fonte .

A. Pozzr, resp.

C. FRuGoNr, Red. capo. Roma - Stab. 'fipo-Lit. Armani di M. Courrier.

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