Il policlinico sezione pratica anno 1904 parte 1 ocr parte2

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SEZIONE PRATICA

Rubrica dell'Ufficiale sanitario cd Igiene

Il primo effetto avvertito è una specie di I ~ccitazione del sistema .muscolare .che porta a muoversi. Almeno ci si muove più volentieri e ' senza pena. Gli avvelenamenti di Ta1·anto. Il lélivoro muscolare, anche penoso, come la marcia in salita, la scherma, ecc., è reso facile. Sono noti i casfdi a'rvelenamento presentatisi Si dura pi1\ a lungo senza provar fatica . . a Taranto in diverse famiglie e attribuiti all'uso Con l'11So dell'acido formico, sparisce qt1el di paste adulterate. senso di stanchezza delle membra che molte Poichè non può escludersi che i sintomi d'av· persone provano la mattina al risveglio e che velenamento riscontrati si verificarono dopo la fa loro dire « di es:3er più stanche quando si pasta mangiata, oltre all'esame di essa, si è proceduto a quello dei tegami e dei vari condimenti svegliano che quando 'Tanno a letto. » Lo stesso dicasi di quel senso di stanchezza adoperati dalle famiglie nelle quali ciò avvenne. L'esame sopra luogo d 'una quantità di pasta generale, di accasciamento che tutti provano più o meno nelle giornate tempestose. trovata presso una delle famiglie colpite, ha escluso l'esistenza d'ogni materia colorante, od Tutto ciò dimostra l'azione dell'acido forrpico, altrimenti nociva e qualsiasi alterazione o soche a1i1fienta l'attività 1nuscolare in modo assai marcato. fisticazione. Il medicamento aigisce ancora accrescendo le Le analisi di 35 campioni di paste e semolini fo rze dei 1nuscoli. L ' A. conclude che l'acido for· pervenuti al Ministero hanno nell'insieme con· mico ha un'azione incontestabilmente favorevole fermato queste conclusioni. sul sistema muscolare; ne aumenta l'at.t ività e Le paste e semolini esaminati corrispondono la forza e ne ritarda la stanchezza. La st1a alle dichiarazioni fatte nei verbali di preleva· azione sulla tensione vasale .non è ancora ben mento relativi e sono tutti di buona qualità. dimostrata, ma pare piuttosto ipotensiva. Bisogna I pochi campioni riscontrati colorati con d11nque fare delle riserve su questo punto e materie coloranti artificiali, sono colorati con ' ricercare in quali condizioni la diminuisce. giallo Naftolo S il cui uso è permesso dai viFrequenza della tabe e matrimonio. ~ La genti regolamenti sanitari. Nelle paste e nei semolini non è pres~nte tabe atassièa, è molto pi1ì frequente nelle per· ,I

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alcuna sostanza ' relenosa minerale. La ricerca sone coniugate che nelle altre. Su 2±0 casi di tabe osservati da PITRES si · di alcaloidi velertosi e tli prodotti velenosi or· ganici in genere non fu possibile per il quanti· contano 209- poniugati e 31 celibi. tativo insufficiente dei campioni. Anche il BYRON·BRAMWELL nella sua statiL e due materie coloranti sono l'una « Giallo stica personale di 365 tabetici, rile,ra 1'85 °/ 0 di Naftolo S » il cui uso è permesso; l'altro « Giallo -0oniugati e il 15 °/ 0 ·di. çelibi. Martins » che non pt1ò essere impiegato per CO · lorare paste ali men tari. Ad una analisi microscopica scrupolosa i vari campioni risultarono tutti composti di solo La nofo;tra Amministrazione è in grado di amido di frumento. <>ffrire agli abbonati del POLICLINICO l'uti· L' esame col metodo Pratesi-Di Vestea e lissimo con la potassa al 10 °I 0 e la pro,ra del Cailletet 1 diedero sempre un reperto negativo riguardo alla presenza di elementi estranei al]rt pura fa rina di frumento. La prova biologica per la ri· del Dott. CARLO HEITZMANN cerca dell'arsenico, anch'essa negativH., esclude 2 Edizione italiana, eseguita sull' s·· Edizione tedesca la presenza di simile sostanza velenosa. Infine per cura del Prof. GIUSEPPE LAPPONI gli animali da esp~rimento ai quali fu fatto tle· glutire l'estratto etereo di una parte del camGrosso vol. di 600 pag. in-8° grande e in carta di lusso, contenente ben 790 figuTe colorate, L. 32, pione di pasta incriminata, rinvenuta presso la e per i nostri a.bbonati: famiglia Cicala, non manifestarono alcun sin· L. 20 f ranco di porto, pagabili in una sola tomo di avvelenamento o di sofferenza in ge volta e L. 25 franco di ]Jorto, pagabili a rate nel'e. Tale estratto si riferisce a circa 25 grammi mensili anticipate di L. o ciascuna.. di pasta ridotta in polvere. Maggiore quantità (Unire la prima rata alla richiesta). Inviare cartolilla vaglia esclu$ìvam ente alla nostra Amnon si potè utilizzare per ins ufficienza del matninistrazione: teriale posto a nostra disposizione. In ogni modo Roma - Corso Umberto I, N. 219 - Roma

Premio Semigratuito

ATLANrl E DI ANATO~llA UMANA Descrittiva e Tonografica

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questi risultati fanno ritenere che le paste ali· mentari esaminate non contengano sostanze no· cive alla salute. La fine scelta dei metodi e la .precisi~ne delle indagini fatte ai laboratori dello Stato esclude in modo assoluto che i campioni fossero inquinati. Invece i tegami di bolo, ossia argilla rossa, generalmente usati, sinora esaminati, al tratta· mento all'uopo impiegato e prescritto in tal ge· n er e di ricerche, hanno ceduto del piombo. I m6dici curanti interrogati se il quadro cli· nico verificato nei sofferenti potesse ritenersi dovuto ad a'Tvelenamento da piombo, hanno concordemente asserito che tal quadro può es· sere , dovuto ad assorbimento di piombo. Che dai tegami usati si sia estratto Pb e che i sinto.qii presentati dagli ammalati potessero essere a.ttribuiti ad avvelenamento da Pb, ciò non conduce necessariamente alla conclusione che proprio in quei giorni, e solo in quelle famiglie, si siano decisi i tegami a cedere del Pb e tanto da av\elenare parecchie persone. A noi non interessano le industrie delle farine o delle ar· gille; ma la 'rerità e le vite umane. Le ca.use potrebbero anche risiedere in altri condin1enti o vivande. Ad ogni n1odo non dispe· riamo che la ragione dei danni sarà trovata. Vorremmo solo ch e da questo caso, che pur troppo non è isolato, il governo fosse spinto ad organizzare, da sè o con l'a.ccordo dei comuni, llna sempre più rigorosa so1·veglianza sulle derrate ali men tari. I progressi dell'industria rendono più diffuso e più fino il grado delle so fisticazioni. Le autorità hanno il dovere di proteggere dagli avve· lenatori la, , ..ita d ei cittadini che pagano le tasse . Tra inchieste rigorose e anal isi scrupolose le Yittime di Taranto minacciano di rimanere inulte, e, quello che è peggio, di non rin1anere le ultime .

CENNI BIBLIOGRAFICI Naissance et mort. - .Étude de sociobiologie et de rnédecine légale. - Paris, 1904:.

)IORACHE.

Félix ..A.lcan, écliteur.

Il :JIORACHE contint1a con questo libro la serie tlei s uoi studi socio· biologici e di medicina legale. Il problema cl ella vita e ql1ello della morte I \ il più difficile rl ei problemi ch e si presentano allo spirito lt1nano. avido di sapere. In ogni età le scuole filosofiche o scientifiche si sono sforzate di precisare la condizioni del· l'attiYità biologica detor1ninanti la vita, ma (28)

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sempre si è presentato l'ostacolo sotto la forma. di questa interrogazione: che cosa è la vita•! Dai questo punto l'A. prende la mossa por spiegare tutti i fenomeni che presiedono alla vita e alla morte; peJ· parlare della famiglia, della costituzione di questa, dei suoi diritti e de' suoi do,reri; per trattare di molte questioni di indole pratica e sociale, fra le quali accen· niamo alla ricerca della pat~rnità, tutte impot·· tanti e di alto val<>re morale. Per la competenza in siffatti argomenti, il MORACHE è troppo conosGiuto perchè sia necessario fare gli elogi del libro che abbiamo sott'occhio. a. p. Prof. BERNHARD Ros1NSKI. Die Syphilis in der SchTI'&ngerscltaft. - Stuttgart. Verlag von Ferd. Enke, 1903. L'importanza della sifilide ereditaria non ha bisogno di essere neppure rilevata. Gli studi e le monografie, che sono stati pubblicati sui molteplici lati di questo ponderoso problema, sono ricchi di fatti e di osservazioni importanti. Osserva il RosINSKr, che questi lavori prove11· gono da sifilografi o da pediatri: si potrebbe aggiungere che ]argamente vi contribuirono anche i patologi interni e gli anatomo·patologi. Malgrado ciò, ]e basi fonda1nentali che affidino sulla condotta clinica da tenere sono tuttavia incerte.

L' A., servendosi opportunamente di quanto fi· nora è noto, studia in modo completo il pro· blema dal punto di vista ostetricò. Finora gli ostetrici avevano poco fissata l'attenzione su quest'argomento. Ma ad essi ormai si spalanca· rono le porte che portano nei più diversi campi della patologia. L' A. ha colmato questa lacuna. Studia il trapasso intrauterino dell,infezione, l'azione della gravidanza sulla, madre e sul feto, il quadro clinico e anatomo·patologico nella ma· dre, nel feto e nella placenta per \enire poi alla prognosi e alla terapia. Il volume interessa cosi i patologi come i cli· nici, in qualunque ramo abbiano circoscritto l'opera loro; riesce di grande t1tilità a tutti i pratici illuminati. V. A. 1IE1Tz. Les nerfs du ooeut· el1ez les tabétiqnes

(étude clinique et anatomo-patl1ologique). Paris, 1903. Steinheil, édite11r. L' A. è stato spinto a stt1diare l'apparecchio nervoso cardiaco e del cuore nei tabetici, dopo lo studio di Roux sltlle lesioni d ei cordoni sim· patici nello tesso genere d'infermi. Basandosi su 12 casi di tabe, seguiti in vita. e controllati all'al1topsia, l '.A. illustra i princi· •


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s11gli effetti dello scaps11lamento del rene o JJali fenomeni morbosi di ordine cardiaco rive· I nefrolisi. - FirenzE\, Estr. dalla Clinica }'fo· lantisi negli atassici: aortite, t~chicardia, palpi· derna, 1903. tazione, dolore cardiaco, ansia tabetica. COZZOLINO OLIMPIO. - Deformazioni dello sche· Basandosi sui ris11ltati delle autopsie e delle letro degli arti nei giovani conigli in seguito ricerche sperimentali, delucida la patogenesi di all'ablazione del timo. - Napoli, Estr. dal tali sintomi e arriva a dimostrare falsa l 'ipotesi periodico La Pediatria, 1903. ~he attribuisce a un'origine trofica l'insorgere 0.ELLI A. e D.m BLASI D . - Il virus rabbico dell'aortite nei tabici. è filtrabile'? - Firenze, Estr. dalla Ri,r. cri· 11 lavoro, fatto sotto la direzione di MERKLEN tica di Clinica Medica, 1903. e DEJERINE, è condotto a termine completa· mente in tutti i suoi particolari e riesce di sommo BERTARELLI E. - Contributo allo studio della separazione delle agglutinine dalle emolisine. interesse per i cultori di scienze neuropatolo- Torino Estr. dal Giorn. della R. Accad. giche. a. p. ·-- ... - -- ___..,._ ....di ~fed. di Torino, 1903. G10RGI MARIO e FALLERONI D01tlENICO. - Ri· BIBLIOGRAFIA ITALIANA oere;he intorno alla macilenza e flacciLlezza del baco da seta. - Roma, Tip. delle Man· Patologia gene.raie. tellate, 1904. DJ V ESTEA A. - De' piì1 recenti studii circa SPEZIA GIUSEPPE. - La reazione glicogenica la natt1ra del vir11s rabido. - Pisa, Giorn. <.lei globuli bianchi. - ~filano Gazz. med. i tal. delle Se. J\Iediche, 1903. Lombarda, 1904. FERRARINI GUIDO. - Sttlla gua.ribilità ft1nzio· l .- .. ,,,.. . - -·nale delle lesioni prodotte nel rene dall' isohe· AMMINISTRAZIONE SANITARIA mia temporanea. - Venezia, Riv-. Veneta delle Se. Med., 1904:. Cont·erenza sanitaI·ia internazionale ALFIERI EMILIO. - Di llna particolare al tera· zione del rene fetale nei suoi rapporti colla di Parigi (19 03). (legenerazione cisticn congenita. Parma, Sezione IV. - "Misure alle frontiere di terrè:l Ed. Raimondo Pellogrini, 1903. Viaggiatori - Ferrovia - Zone di frontiera FIGARI F. - L'emoantitossi1ta. - Palermo, La Vie fluviali. Riforma medica, 1904. }IARAGLJANO E. - La lotta e la imm11nizzazione Art. 37. Non ,.i sono pii1 quarantene terclell' organismo contro la tubercolosi. - l\'Iirestri. lano, La Clinica m edica italiana, 1903. Solamente le persone con sintomi di peste o t.li colera, possono essere arrestate alla fronti era. CIPOLLINA A. - Ricerche sulla identità della Questo principio non esclude il diritto cli ogni t11beroolosi aviaria ed umana. - Milano, La Stato di chiudere al bisogno, una parte delle Clinica. Medica italiana, 1903. sue fro11tiere . FIGARI F. - Sulla dinresi molecolare n el di....\rt. 38. Bisogna che i viaggiatori sia,no sot· gi11no. - Milano, La Clinica medica ital. 1903. toposti, dal punto di 'rista clelle loro condizioni FACCIOLÀ L UIGI. - I cocchi cap13u} ,. dell'in· sanitarie, a llna sorveglianza da parte del per· fazione malarica. - Napoli, Estr. dal per. sonale d elle ferrovie. Gl' Incurabili, 190!. rt. 39. L'intervento m edico si limita a una 0Ei\IELLI EDOARDO . - N uo"'\re ricerche Sllll' Anav1 ita ai viaggiatori e alle c ure da dare ai matomia e s11ll' Embriologia dell'Ipofisi. - Pavia, Estr. dal Bollettino della Società l\'Iedico-Chi· l · Se si fa questa visita, essa è co1nbfnata. b e è possibile, con quella doganale in modo rurgica di Pa·via, 1903. che i viaggiatori Rian tratten11ti il meno pos i· MACC(lNE LUIGI. - Flemmone sottocutaneo m e· bile. Solo le persone -visibilmente malate son tapne11monico in un bambino: contributo allo sottoposte a un profondo esame medico. at11dio delle infezioni pneumocoociche extraArt. 40. Dopo ch e i viaggiatori provenienti polmon~ri. :ài[ilano, Gazzetta deo-li Ospe· da un lt1ogo infetto saranno arrivati a destina· . dali 1903. zione~ sarà della più grande utilità sottometterli PADOA GcsTAVO. - Cont1·ibuto allo studio delle alterazioni del · sistema nervoso nel tetano a una. sorveglianza cho non dovr<1 sorpa "are 11mano e sperimentale. - Firenze, Estr. dalla i 5-10 O'iorni a cominciare dalla data di partenza a s&conda che si tratti ri pe ttivame nte cli R.iv. critica di Clin. ~Iedica, 1903. .A..NZILOTTI GIULIO. Ricerche sperimentali colera o di peste. (29)

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Art. 41. I Governi si riservano il diritto di prendere misure particolari verso certe cate· gorie di persone, specie i « bohemiens », i va· gabondi, gli emigranti e le persone che viag· giano o passano in massa la frontiera. Art. 42. Le 'rettt1re destinate al trasporto dei viaggiatori, della posta e dei bagagli non pos· sono essere trattenute alle frontiere . Se accade che una di queste vetture sia in· fetta o sia stata occupata da un malato colpito dalla peste o dal colera, essa sarà tolta dal tran· sito per essere a] più presto disinfettata. Lo stesso dicasi per i treni merci. Art. ±3. Le misure riguardanti il passaggio alle frontiere del personale delle ferrovie e della posta dipendono dalle amministrazioni interes· sate. Esse son combinate in modo da non intralciare il ser,izio. Art. 44. Il i·egolamento del traffico delle fron· tiere e delle questioni inerenti al detto traffico, come l'adozione delle misure eccezionali di sor· veglianza, devono essere lasciate ad accomoda· menti speciali fra gli Stati limitrofi. .Art. 45. Spetta ai Governi degli Stati rì:vie· raschi di regolare con leggi speciali il regime sanitario delle 'rie fluviali. a. p .

RISPOSTE A QUESITI E A DOMANDE (2861) Sig. dott. D. C. da l\'I. T. - Non vi è nessuna tariffa per le ·visite che si prestano agli agiati, perchè, come Ella comprenderà di leggieri, la. tal'sazione dipende da molteplici cir· costanze d'indole tt1tt'affatto s11bbiettiva, che sft1gge alla rigidezza delle norme legislative o regolamentari.Non possiamo, quindi, dirle quanto potrebbe riscuotere da quell'infermo cui fa le iniezioni nè per le visite notturne. Si regoli da sè, te11endo conto dell'importanza e durata della cura, della efficacia di essa, dell'agiatezza del paziente e, sopratutto, delle consuetudini locali. Nulla è dovuto per la ct1ra del morso del cane. (2864) Sig. dott. L. L. da B. - La iscriz ~ alla Cassa pensioni non ha effetto retroattivo. N è potrebbe farsi quanto Ella dice pe1·chè · m11ni ora consorziati pagarono dal 1899 ad gi non solo il contributo proprio, ma anche quello d el medico, per modo che Ella verrebbe ad usufruire di un vantaggio, che per legge spetta alla Cassa. (2866) Sig. dott. I. G. da ... n. 4687. - Nulla si oppone, allo stato attt1ale della legislazione, che l'ufficiale sanitario sia nominato medico condotto. Non è però al condottato permessp di farsi sostituire dal sindaco, il quale, o dietro compenso od anche gratuitamente, non p11ò eser· (30)

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citare alcun ufficio che dipenda dal Comune che egli rappresenta. (2867) Sig. dott. D. S. D. da R. ~I. - Sic· come Ella ha prestati parecchi anni di servizio prima dAlla iscrizione alla Cassa, questi saranno calcolati t11tti nell'atto della liq11idazione, rimanendo compresi nella quota straordinaria di lire 72 che si paga per un decennio. Deve però nella liquidazione stessa subire la riduzione del sesto. Non comprendiamo di quali arretrati in· tende parlare, se, come Ella dice, trovasi in· scritto alla Onssa fin dall'inizio. (2870) Sig. dott. L. }I. da S. - La levatrice ha diritto a compenso perchè ciò che ha fatto non rientra nelle sue ordinarie mansioni, ed, anzi, non avrebbe potuto farlo senza incorrero in contravvenzione. (2871) Sig. dott. I. P. da I. - Ella ha diritto a compenso da parte dell'autorità g iudiziaria, cui può fare analoga. istanza. (2872) Sig. dott. A . C. da P. - Riteniamo anche noi che Ella abbia acquistato la st.abilità per aver fatto un triennio di non interrotto ser· vizio. Le dimissioni rimasero ineffieaci per ef· fetto della sopravvenuta riconferma. . (2868) Sig. dott. E. D. da B. - 1° A vendo Ella l'obbligo per capitolato di rilasciare le fedi di morte, deve necessariamente recarsi nelle case ove è avvenuto ~I dece~so per constatarne la. causa ed è, pertanto, implicitamente obbligato ad eseguire il servizio necroscopico, che non in altro consiste che nel constatare i varii decessi e le cause nat(Lrali o delittuose che li determi· narono. 2° Ella deve pagare la ta.ssa di esercizii e rivendite .Pel dippiù che percepisce per la cura dei possidenti e commercianti che pagano oltre lire 4:0 di imposte dirette per ogni anno, perchè il regolamento esclude solo gli impiegati, non i professionisti. Nè scorgesi contraddizione pel fatto e · paga anche sullo stesso cespite di entrata la R. M. in quanto che quel che avviene a Lei succede anche a tutti gli altri professionisti, avvocati, ingegneri, notai, ecc. ecc., perchè anche costoro per i loro introiti profes· sionali pagano l'uno e l'altro bal~ello. 3° Non ò obbligato, se non in lt1ogo e sostituzione del medico sociale, alla cura dei casellanti ferroviaril. 4° Potrebbe far domanda alla Direzione generale delle ferrovie per ottenere quel posto, dimostrando l'impossibilità in cui trovasi il col· lega di compiere il proprio dovere con la voluta attività. 5° Se non trattasi di caso urgente e vi è nel Comune altro medico può rifiutarsi. ammenochè non riceva ordine tassativo dalla. autorità comunale o di pubblica sicurezza. Doctor J USTITJA. •


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NOTIZIE DIVERSE Nella seduta del 20 corrente il Senato approvava, a debole maggioranza, dopo una discussione durata due giorni; la legge sulle modificazioni all'ordinamento sanitario deUo Stato. Nessun cambiamento è stato intro· dotto alle disposizioni già votate dalla Camera dei deputati. Ui consta che il Consiglio federale degli Ordini dei medici italiani ha dovuto desistere dall'agitazione suscitata contro ·q uesta legge, eh~ è ben lungi dall'appagare le aspira· zioni della classe medica, perchè molti comuni stavano licenziando il loro medico condotto, che aveva già compiuto il biennio di prova e che all'effetto della legge ora votata, era dive· nuto stabile. Cosi per non avere il peggio si è dovuto accettare il male. Ritorneremo sull 'argomento. RoitIA. - Con recente decreto dei ministri Rava e Tedesco, in seguito agli accordi presi fra i vari Ministeri interessati, è stata istituita presso il l\ilini.stero di agricoltura, industria e commercio, una Commissione incaricata di pre· parare lo schema del testo unico delle due leggi 8 luglio 18&~ e 13 dicembre 1903, sul bonificamento dell'Agro romano, non che i progetti dei regolamenti per la sua esecuzione. La Commissione in discorso è composta del principe Borghese e del barone Casana, senatori: dei rleputati Baccelli Guido, Celli e Chimirri; del comm. De Cupis, consigliere di Stato; dei commendatori Pasqui, Magaldi e Desideri, delegati del Ministero di agricoltura; del com· mendatore Lutrario, delegato del Ministero del· l'interno; del comm. Bernasconi, delegaliu del Ministero delle finanze; del comm. Mortar~, delegato del Ministero del tesoro, e dei cavalieri Botto e Cheirasco, delegati del :J}Iinistero dei lavori pubblici. ROMA. -

VENEZIA. VII Co1igresso i1iter1iazionale di e1io-

logia, cti1riatologia, geologia e c1ire fisich e. Questo Congresso avrà luogo a Venezia il 20 settembre 1905 e ciò secondo deliberazione del presente Congresso di Grenoble e dell'Ufficio permanente dei Congressi idrologici di Parigi. Avrà per la prima volta una sezione speciale di cure fisiche. Il Comitato d'onore è presieduto dal }'Iinistro della pubblica istruzione prof. V. E. Orlando. Il Comitato organizzatore è pres.i eduto dal se. natore prof. De Giovanni dell'Università di Pa· dova. Le adesioni e le comunicazioni vanno indi· rizzate al segretario generale dott. Fausto Oref· fice. Venezia, Santo Stefano 2803. l\ilILANO. - Il sig. cav. Aldo N oseda e la si· gnora Lia Stucchi-Noseda hanno versato al· l'Istituto dei rachitici una oblazione di L. 5000 (cinquemila), perchè venga inscritto il nome del loro compianto fratello e cognato sopra un letto d~l~·Istit~to, rinunziando generosamente ad ogni d.1r.1tto d1 patronato, e lasciando la piena dispo. s1z1one del letto stesso al Consiglio dell'Istituto.

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Nomine, promozioni, onorlfloenze. Nell'Università di Cagliari, il dott. Luigi Roncoroni, professore straordinario di psichiatria, fu nominato direttore della relativa clinica e confermato nello stesso ufficio per l'anno scolastico 1903-904. Nell'Università di Napoli sono stati confer· mati, per l'anno scolastico 1903-904: Chinni dott. Luca e Vastarini-Cresi dottore Giovanni, a coadiutori nel gabinetto di anatomia umana. Anile dott. Antonio, a preparatore, e Leuzzi dott. Francesco, ad aiuto preparatore nel gabi · netto di anatomia umana. !appelli dott. Gustavo e Montuori dott. Adolfo, a coadiutori nel gabinetto di fisiologia. De Orecchio dott. Giuseppe, a coadiutore nel gabinetto di medicina legale. Cianci dott. Carmine, coadiutore nel gabinetto di materia medica. Gatti dott. Francesco, preparatore nel gabinetto di materia medica. Pianese dott. Giuseppe e D'Arrigo dott. Giu· seppe, a coadiutori nel gabinetto di anatomia patologica. Onofrio Salvatore, preparatore nel gabinetto di anatomia patologica. Milone dott. Ugo e Rossi dott. Giacomo a coadiutori nel gabinetto d'igiene. Baculo dott. Bartolomeo, coadiutore nel gabinetto di patologia generale. Il dott. Salvatore Levi-Catellani fu abilitato, per titoli, alla libera docenza di clinica chirur· gica e medicina operatoria n ella R. Università di Bologna. Il dott. Teodoro Stori, per esame, alla libera docenza di medicina operatoria, nel R. lsti tu to di studi superiori pratici e di perfezionamento di Firenze. Il dott. Pier Francesco Arullani, per titoli, alla libera docenza di neuropatologia nella R egia Università di Pavia. . Il dott. Francesco l\iiarimò, per esame, alla libera docenza. di clinica delle inalattie n ervose e mentali nella R. Università di Parma. Il dott. Ernesto Guarnaccio, per esame, alla libera docenza di oto-rin.o-laringoiatria nella R. Universi tà di Roma. Il dott. Guglielmo Mondio, per titoli, alla libera docenza di clinica delle malattie mentali e nervose nella R. Università di Napoli. Il dott. Carlo Tonarelli, p er esame, alla libera docenza di patologia speciale chirurgica nel ~ R. Istituto di studi superiori pratici e di p erfezionamento di Firenze. Il dott. Antonino Virdia, p er titoli, alla li· bera Aocenza di clinica chirurgica nella R. Uni· versità di Napoli. Il dott. Giuseppe Badaloni, per titoli, alla libera· docenza di igiene pedagogica nella R. Università di Torino. Il dott. Noè Scalingi, per titoli, alla libera docenza di patologia e clinica oculistica n ella R. Università di Napoli. Il dott . .A.ldobrandino Mochi per esame, alla libera docenza di antropologia del R. Istituto di studi superiori pratici e di p erfezionamento di Firenze.

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IL POLIICLINICO

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In Aquila, ove era direttore del Manicomio provinciale, si spegneva, pochi giorni or sono, a soli 37 a.nni, il nostro amico prof. dott. Benia• mino Vespa. Le doti squisite della. mente e del cuore gli av8vario conciliato l'affetto e la stima di tutti i colleghi: i meriti scientifici e professionali gli avevano fatto conquistare, di buon'ora, l'elevata posizione che occupava. Del nostro periodico, fin da' primi tempi, quando egli attendeva in Roma, dove si laureò, allo studio della psichiatria, fu collaboratore as· siduo, 'ralente ed apprezzato; e sebbene con minor frequenza, ha continuato a. collaborarvi sino agli ultimi tempi. All'amico, così presto perduto, porgiamo qui, commossi e reverenti, l'estremo addio.

Fondazio1ie Becco-Oomneno (pel 1907). - Una scoperta ben dimostrata sulla· nat1u-a del virns della rabbia. Scadenza, 1.0 aprile 1907. Premio. L. 864.

.Fondazione Za1tetti (pel 1905). - Premio di L. 1000 da conferirsi a quello fra i farmacisti italiani che rag~iungerf+ un intento qualunque che venga giudicato utile al progresso della far· macia e della chimica moderna.

Indice alfabetico analitico del vresente numero.

Acido formico sul sistema muscolare (Azione dell'). - Clément . . . . Pag. Artropatie sifilitiche. - Paton . . . • » Avve!enamenti di Taranto (Gli). . . • » Bibliografia italiana: Patologia generale . » Cenni bibliografici . . . . . . . • » Concorsi e condotte . . . . . . . » Conferenza sanitaria internazionale di PaConcorsi e oondotte. rigi. . . . • . . • • . . • . . » Digitale nelle affezioni degli organi circoFIU!\-IINATA (Prov. di Macerata, circo1td. di Ca· latorii (L'azione della). - Tscbyplajeff » 11teri1io). - Condotta medico-chirurgica per le Digitale nelle cardiopatie (Pericoli della). frazio1ti di Lav·erino e Poggio, con circa 1000 - Dauby . . . . . . . . . » abitanti. - Stipendio annuo L. 2000. - Sca· Disturbi mentali a forrr1a melanconica con denza 20 mar.zo p. v. - Per maggiori schiari · ansietà dovuti alla esistenza ignorata di menti rivolgersi alJ.a Segreteria comunale. polipi mucosi delle fosse nasali e guariti coll'ablazione di questi tumori. - Royet » MoNSAbIPIETRANGELI (Provi1tcia di Ascoli Piceno, Circo1idario di F ernio). - Concorso ad una Emorragie meningee sotto-aracnoidee (Fenomeni di localizzazione nel corso di). delle due condotte medico-chirurgiche, « preva· - Froin e Boidin. • • . . . • . » lentemente chir11rgica ». Stipendio anntlO L. 2400, con ritenuta. per R. M . e C. P. Scadenza 15 Flemmoni della guaina dei muscoli retti (1). - Le Dentu . . . . . . . . » n1arzo. lnie7ione di parafina nel naso seguita da LORETO (A11t11ii1tistrazione della 8. Casa di) . amaurosii immediata. -- Hurd . . . » Concorso al posto di medico-chirurgo direttore Laringectomia alla Durante. - Padula . » dell ospedale. Stipendio annuo lire 4000, a11me11· Miosite sifilitica. - Fordyce. . . . • » tabile ogni _sei anni del decimo, col beneficio Nomine, promozioni, onorificenze . . • » dell'intera pensione dopo 30 anni di continuato Notizie diverse . . . . . . . . • » servizio. Scadenza 31 marzo p. v. Per maggiori Osteomielite acuta primaria della colonna schiarimenti rivolgersi alla segreteria dell' am· vertebrale. - Weber . . . . . • » ministrazione stessa. Paralisi parziale di un arto superiore, dipendente da una lesione vascolare della }'IILANO. Dal R. Istituto Lombardo di ' colonna laterale e del corno anteriore scienze e lettere sono stati banditi i seguenti nel lato corrispondente del midollo • concorsi• a premi: spinale. - Spiller e Weisemburg • . » Fondazio1ie Cagn,ola (pel 1904). - La velocità Perforazioni intestinali nella febbre tifoide dei raggi catodici, storia critica dell'argomento (Il trattamento chirurgico delle). e nuove ricerche in proposito. Scadenza 1° aCasin . . . . . . . . . . . » prile 190!. Premio, L. 2500 ed una meda~lia Popolazione, le nascite, le morti a Roma d'oro del valore di L. 500. negli ultimi due secoli (La). - O. Casagran di. . . • • • • • • . . » Fo11dazio1te Fossati (pel 1905). - Stato attuale Risposte a quesiti e a domande . . • >J delle conoscenze sulla 1tevrologia nei riguardi ana· metomo-embriologici ed istogenetici, fisiologici e Sciatica (Sul trattamento della diante le iniezioni gassose). - Basso . » patologici. Scadenza, 1° aprile 1905. Premio~ Sincope (La). - Lumière e Chevrotier . » L. 2000. Fondazione Fossati (pel 1906). - illustrare Siringo-emorragia nel midollo spinale. Gowers . . . . • . . . . . . » qualche fatto di fina anatomia dei centri visivi Tabe e matrimonio (Frequenza deJla). d ei vertebrati Sllperiori. Scadenza 31 marzo 1906. Pitres . . . . • . . . . . . . » Pr~mio, L. 2000. Tachicardia (Nella). - Fernet . . . . » Tenia per1na11e11te (pel 1905). Una scoperta ben provata sulla cura della pellagra, o sulla natura Tartrato sodico- potassico sulla circolazione (Influenza del). - Klieberg . • » dei miasmi e contagio. Scadenza 31 dicembre Tumore cerebrale con abolizione dei ri190!. Premio, L . 2500 e una medaglia d'oro del flessi tendinei. - Raymond . . . . » ·valore di L . 500. Roma , 1904 - Tip. Nazionale di G. Bertero e C.

(32)

L.

TatMANI,

aegr. re61J.

282 279 283 285 284 288 285

281 282

274 269 280 27 4 257 280 287 287

279

270 271

2"'' 5 286 276

281 265

283 282 282 268


Roma, 5 marzo 1904.

Anno ZI.

DIRETTORI

GUIDO BACCELLI

PROF.

PROF.

REDATTORE CAPO: PROF.

Faso. 10.

/

FRANCESCO DURANTE

VITTORIO .A.SCOLI •

SOMMARIO. Lavori originali : - Cavazza : S ieroreazione tubercolare negativa nel feto di madre tubercolosa con sieroreu.zione positiva. - Riviste: - PATOLOGIA GENERALE: - Behring e Much. I bacilli del carbonchio e le cellule endoteliali dei topi e

delle cavie. - Hanna: Tripanoso1na negli uccelli in india. - CHIRURGIA: - Becker: .Sul trattamento operativo del prolcuso rettale. - Aiell9 : Adenoma cistico della prostata. - Kreps : Iniezione intraureterale di glicerina calda per facilitare il cateterismo nell'anuria calcolosa. - Pettazzi: la laparo-isterectomia e lo svuotamento del bacino nel cancro del collo dell'utero. - MEDIC.:I'NA: - Gilbert e Lereboullet.: L'origine del reumatismo articolare acuto dall'apparecchio digerente. - Brissaud : Artropatie siringo mielitiche. - ~1ori chau-Beaucha11t e Laudry: Una forma insolita di n odosità sottocutanee reumatiche. - Accademie , Società mediche, Congressi: - R. A CCADEllIIA DI n1eo1c 1NA. DI TORINO. - R. AcCADRiUIA PELORITANA I N M ESSI NA. Osservazioni cliniche : - Senni: Su due casi di ascesso cerebrale traumatico. - Va risco: Tetano e m etodo lJaccelli. - Note di medicina scientifica! - I metodi di esplorazione della permeabilità renale. - Ricerca dell'indacano nell'urina. - Ricerca clinica della urobiliti.a.

Pratica professionale : -

CASUI STI CA : - La paraplegia ereditaria. - APPUNTI DI TERAPIA : -

cerebrale infantile. - Patologia della poliomelite acuta. - Tabe giovanile e sifilide Azione dell'acido borico per irrigazioni intestinali. - Per evitare l'azione depressiva delta morfina. - Per cominciare una cura di ioduro. - Tintura di iodio : metodo di conservazione. Variabilità delle preparazioni di valeriana. - HI!.lI EDI l\'UOVI: - L'azione del < Tot > su alcuui microorganismi. Varia. - Cenni bibliografici - Bibliografia italiana: - Neuropatologia e Psichiatria.

Interessi professionali: - I rapporti fra i medici e le Società di mutuo soccorso. - Risposte a quesiti e a domande. Notizie diverse. - Nomine, promozioni, onorificenze. analitico del presente numero.

Concorsi e condotte. - Indièe alfabetico-

Ricordiamo ai Signo1·i Abbonati che per ricevere il volume di premio debbono spedire subito l'intero i111po1·to del 101·0 abbortamento. Chi non l'avrà spedito entro il mese co1·1·ente, non avrà più diritto al premio. Colo1·0 che hanno già spedito il soJo importo dell'abbona111ento, sono pregati di mandare i soliti oO centesinii se desiderano avere il' lib1·0 i·accomandato.

I pagamenti debbono essere esclusivamente indirizzati alt' Amministrazione, Corso Umberto I, 219, Roma, o personalmente al sottoscritto Prof. E. MORELLI. D i r i t t i di proprietà r i s e r v a t i

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LAVORI ORIGINALI ÙSPEOALE MAGGIORE DI B OL OGNA. •

111. Sezione Medica diretta dal dottor G. Melotti.

Sleroreazio11e tubercolare negati\'a nel feto di madre tubercolosa eon siero reazione posi ti va. Nota del dott.

ERNEST O

CAV AZZA, assistente.

Il fenomeno dell'agglutina.zione degli agenti -speC'ifici delle varie malattie infettive è ora di viva attualità, tantoch è esiste già sull'argomento un'estesa l etterat11ra, che va di giorno in giorno aumentando. Anche st1lla sierodiagnosi tuber· colare si è venuta formando una ricca serie di la,rori, dei q11ali i più r ecenti, eseguiti anche su l111 numero considerevole di casi tendono a di·

mostrare l 'i rnportanza diagnostica, e, fino ad un certo })Unto, prognostica del fenomeno dell'agglutinazion e. 1\ila mentre sono ormai numerosissime le ri· cerche sui malati e sugli individui sospetti di tubercolosi nelle su e varie localizzazioni, le ri· cer che eseguite sui feti nati da madre tuber colosa si ridt1cono a poche, ed in quattro soltanto di esse, a quanto mi risulta, è studiato in modo comparativo il fenomeno dell'agglutinazione nella madre e n el feto. Senza entrare per ora in alcuna considera· zione sull'importanza del potere agglutinante del siero, non parrà strano ch e, essendomisi presen · tata l'occasione di portare il mio modestissimo contributo alla conoscenza di una delle proprietà biologich e delle sostanze agglutinanti, quella cioè di passar e o meno dalla madre al prodotto

(1)

,


290

IL POLICLINICO

[ANNO

XI, F ASC. 10)

del concepimento, io abbia subito cercato di I sierodiagn0si riusci negativa, qt1antunque il siero materno avesse dimostrato un potere agglutitrarne profitto. nante a concentrazioni variabili da ± 1/5 a. + 1/10 e ± 1/15. *** Ricerche di questo genere sono state eseg11ite Sono questi, a quanto mi risulta, gli unici nel tifo per la sieroreazione di Widal da pa· precedenti della questione da me studiata : ri· recchi autori; i risultati però sono stati con- porto quindi in succinto la storia clinica dell'in· ferma sulla quale ho eseguite le mie ricerche, traddittorii. per poi passare all'esposizione di queste. G. B. .A.LLARIA (1) nella Cli1iica· 1neclica di To~ino ha pubblicato st1l finire dello scorso otP . .A.., di anni 27, sarta, da. Bologna. tobre un caso di mancata reazione di WidaL in Entra in ospedale il 19 luglio 1903. Eredità. - Padre morto quando l'inferma. un n eonato di madre tifosa. Egli riporta tutte aveva tre mesi, di malattia a lei sconosciuta. le ricerche consimili finora pubblicate e che Madre morta di meningite tubercolare. Ha una ammontano a 24. In 4 soli casi la sierodiagnosi sorella vivente e sana. Cinque fratelli sono morti di Widal riusci positiva nel feto ; in tutti gli da piccoli di malattie sconosciute all'inferma. Potas negativo. altri essa fu negativa, anche quando l'agglutiVenus negativa. nazione era manifesta a forte diluizione nel Abit1idi11,i di vita. - Ha avuto sempre neces· sangue materno, e quando nel feto stesso esiste- sità di lavorare per vivere, e si è quindi tal· vano alterazioni tifose e bacilli di Eberth. volta assai strapazzata. Non risulta la convi· Pare adunque che, per lo meno nella grande venza nè in casa nè in laboratorio con persone affette da tubercolosi. maggioranza dei casi, l'agglutinazione non si Malattie pregresse. - L'inferma asserisce di verifichi per l'infezione tifosa nel feto, quantun· non aver mai sofferto per il passato malattia que il potere agglutinante del siero sui bacilli alcuna degna di nota. Però la sua sal11te ebbe una forte scossa dopo il primo parto avvenuto di Eberth sia infinitamente maggiore che sui ba· circa un anno fa. Il bambino nacque a termine, cilli tubercolari. da parto fisiologico, e fu portato all'Ospizio Esposti, essendo l'inferma ancora nubile, e ne * manca q11indi ogni ulteriore notizia. ** Malattia prese1ite. - Dall'inverno scorso l'in· Ma anche sulla sieroreazione nei feti di madre ferma ha cominciato a deperire notevolmente e tubercolosa esistono alcune ricerche. ad essere molestata da un dolore cupo, continuo ROMBERG (2) in due serie di ricerche esaminò al torace sinistro. Ha avuto tosse con escreato 39 neonati, ed in nessuno di essi riscontrò il mi· biancastro, n11mmulare, talora variegato di sangue. Ha. sudori notturni moderati, talvolta af· nimo potere agglutinante nel siero. Egli estraeva fanno e febbre quotidiana più elevata verso il sangue dall'estremo placentare del cordone sera. Ha avuto due volte emottisi di media ombelicale. Fra i neonati su cui esegui le sue gravità dopo il primo parto. ricerche ve n'era uno nato da madre tuberco· Senza riportare qui per esteso l'esame obbiettivo fatto all'epoca dell'ingresso nell'ospedale, losa, e neanche in esso ROMBERG riscontrò ag· senza riferire il diario da cui risulta il progres· glutinazione neppure nel rapporto di 1/1. sivo peggioramento dell'inferma, dirò che fino La sua ricerca peraltro~ pur avendo il valore dalla sua entrata, fu fatta la diagnosi clinica di che egli le attribuisce di contributo alla qui- tubercolosi polmonare al 3° stadio. Lo stato ge· stione studiata allora dal N AEGELI (3) relativa nerale, aggravato dalla gravidanza, è andato al passaggio o meno dei bacilli di Koch dalla man mano peggiorando, tanto che l'inferma morì il 25 novembre u. s. fu seconda giornata dopo madre al feto, ed alla presenza di lesioni tuber· il parto, avvenuto nel settimo mese di gesta· • colari nei feti stessi, non può essere valida ad z1one. La gravidanza ebbe decorso normale, non escludere il passaggio delle sostanze aggluti· ostante lo stato continuamente aggravantesi del· nanti dalla madre al feto, poichè non fu con· l'inferma. Il 30 agosto essa ebbe un'abbondante fortata dalla constatazione del potere aggluti· epistassi, ed il 22 novembre lm'imponen te emot· nan te nel siero di sangue materno. tisi, la quale fu frenata con ghiaccio, morfina, iniezioni di ergotina e con adrenalina; ciò che DESCOS (4) in 20 neonati senza eredilià tuber· colare trovò sempre negativa la sierodiagnosi molto probabilmente ebbe per effetto di accele· rare il parto che avvenne il giorno seguente. a qualunque concentrazione, confermando cosi Il feto era morfologicamente regolare, ma de· nutrito e cachettico. ì\IisuravH. 40 centimetri i risultati analoghi ottenuti da DE NOBELE e BEYER in 19 neonati, e il reperto di ÀRLOING scarsi ùi lunghezza e pesava 1400 grammi circa. Nacque in presentazione e con travaglio nor· e CoURl\!ONT che trovarono privo di potere ag· mali e visse soltanto 6 oro. glutinante il siero di giovani animali. La madre versò• subito dopo in condizioni Il DEscos però estese le sue ricerche a 4 neo· estremamente gravi, tantochè la mattina nati di madre tt1bercolosa, ed in tutti ql1anti la 25 novembre si spense senz'agonia. •

(2)


[ANNO XI, FA.So. 10]

SEZIONE PRATICA.

***

I

291

Nel feto raccolsi altresi, colla maggior cautela possibile per ottenere l'asepsi, parecchi pezzi cli polmone, glandole linfatiche e sangue, ma non mi ft1 possibile rilevare nè all'esame culturale nè all'esame microscopico diretto la presenza di' bacilli di Koch. ~Iacroscopicamente non si notò alcuna lesione sospetta.

Il sangue del neonato venne raccolto dal cuore destro con una siringa di vetro steriliz· zata. Ne furono estratti 12 eme., che vennero lasciati per 16 ore a sedimentare in una pro· · vetta per raccoglierne il siero. Il sangue non mostrò alcuna tendenza alla coagulazione, tan. tochè fu trovato dopo questo tempo completamente fluido, e mostrò inoltre pochissima ten*** denza a scindersi, oosicchè fu necessaria una Il reperto da me riferito non p11ò avere che centrifugazione dì 20 minuti. il valore di lln piccolo contributo alla questione Il sangue della madre fu estratto colla stessa del passaggio delle sostanze agglutinanti dalla siringa sterilizzata e in ugual quantità, cinqi1e madre al prodotto del concepimento : certo però ore dopo il parto. l\lostrò grande tendenza alla il risultato da me ottenuto è confortato dalla coag11lazione, cosicchè ritenni opportuno defiricerca di ROMBERG e da q11elle di DEscos che brinarlo, e, per trattarlo nello stesso modo di giunsero alle stesse conclusioni, e da quelle della quello del feto, lo centrifugai per 20 minuti, maggior parte degli a11tori che si sono occupati clopo il qual tempo la quantità di siero separa· della stessa questione a proposito della sieror ea· tnsi era circa tripla della prima. zione di Widal. La cult11ra omogenea usata per la sierodia. Solo quando si ottengano con ulteriori espegnosi è ottenuta per mezzo di un trasport9 di rienze gli stessi risultati, sarà lecito trarre delle cinque goccie di cultura madre di un mese in attendibili conclusioni e formulare ipotesi sul 25 eme. di brodo glicerinato al 6 .0 / 0 • Essa venne significato e sull'importanza delle sostanze agutilizzata dopo 7 giorni di sviluppo in termoglutina~ti. Ciò appunto mi propongo di fare stato a 38° (1). La diluizione venne fatta per qualora nel riparto clei tubercolosi annesso al mezzo di una pipetta sterilizzata in tubetti di nostro ospedale, mi si presenti l'occasione favoY-etro sterili del diametro di circa 5 mm. Furono revole. Certamente però si p11ò fin da ora sofatte mescolanze per ambedue i sieri nelle se· stenere che come l e sostanze agglutinanti i baguenti proporzioni : cilli tubercolari mancano nei feti senza precedenti tubercolari ereditari, cosi esse non passano 1/1, 1/2, 1/3, 1/5, 1/10, 1/15, 1/20, 1/30, 1/40. I tubetti, disposti verticalmente, vennero os· nel feto neppur quando esistono nella madre ser,,.ati dopo 2, 6, 10 ore. Le osservazioni per lesioni tubercolari e sostanze agglutinanti. il siero materno, essendo evidente l'aggl11tina· Bologna, 11 dicembre 1903. zione in alcuni tubi, furono fatte solo macroscopicamente, ma per il siero del feto, non essenLETTERATURA. dosi osservata l'agglutinazione neppure nel rap· 1. G. B. ALLARIA. Mancata reazio1ie di Widal i1i porto di 1/1, si fece-anche l'esame microscopièo iT.n, 1ieo1iato di 1nadre t1fosa. Il Policlinico a goccia pendente, sempre con risultato negativo. · (sez. pratica), anno IX (1908), n. 52. Vennero fatte altresi ricerche di controllo col 2. Roru:BERG. Zur Serz:i11zcliagnose cler Tuberl1nlose. siero di cavallo campione, con esito positivo. Deuts. Med. W och., n. 18-19, 1901. I risultati ottenuti furono i seguenti: 3. NAEGELI. Ueber Hattftigkeit, Lokalisation u1id SANGUE FETALE: Ansltei!n11g der Tnberknlose 11aclz 500 8el,:h·one1i clopo 2 ore : negativa a qualunq11e dilui. dr.s Ztirclzerisclzen patltologisclzen lnstitntes. z1one; Virchow's Arch., 1900, B. CLX, n. 2, S. 426. dopo 6 ore: negativa a qualunque diluì• 4. DE cos. L e séro-diagnostic de la t11bercn!e11se z1one; cliez les e1ifan,ts. - Paris, Bailière, 1903. dopo 10 ore: negativa a qualunque di5. DE NOBELE e BAYER. Citati da DESCOS (1. c.). luizione. ~

SANGlJE ?.:fA TERNO :

dopo 2 ore: -+- 1/3; dopo 6 ore: 1/3, + 1/5, -+- 1/10; dopo 10 ore : t/10, ± 1/15.

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+

(1) La Clùtura omogenea mi fu cortesemente f~vorita dal dott. ~IARI~TJ, assistente nella Clinica medic<t di Bologna, e di ciò sentitamente lo ringrazio.

IL POLICLINICO Sezione Chirurgica, Anno XI, 1904 -o-

Som•r>.a..:ri.o d.e1 F'a..so1.oo1o

s.

l. Dott. E. Bozzi - Di un caso di niicosi (ungoide. II. Prof. R. AJessa ndri - Un ClUO di angioma caverno10 del 1nuecolo trapezio. - Ili. Prof. G. Perez - Sul trattamento chirurgico delle nefriti con speciale riguardo alle co1idette ne· fralgie e nefralgie ematuriche essen~iali.

( 3)


292 •

IL POLICLINICO

RIVISTE PATOLOGIA GENERALE

I bacilli del cat'bonchio e le cellule endoteliali dei topi e delle cavie. e MucH. Dentsclie Medizinisclie WoclienscltrZ:ft, I, 1904:).

(BEHRING

Il BEHRING, dopo a'rer ricordato che le ricerche di molti sperimentatori hanno fatto conoscere che non soltanto le cellule mo· bili dell'organismo sono portatrici degli anticorpi, ma che anche le cellule fisse dei tessuti possono funzionare da produttrici e portatrici dei medesimi; e, ricordato an· cora, che i diversi virus vanno in cerca del prop1~io anticorpo non in una specie di cellule a piacere, ma in una ben distinta classe per maraviglioso potere elettivo, ri· tiene che è necessario un tHrzo agente per· chè avvenga l'incorporazione del veleno : la via condutt1~ice. Tale terzo fattore egli ha già riscontrato nel veleno tetanico, il quale si unisce all'anticorpo, esistente nelle cellule gangliari del sistema nervoso, per mezzo di una sostanza disciolta nel cilindrasse e che egli ha chiamato Co1idzttto1~e. Ricerche in questo senso fatte col dottor MucH, sull'azione tossica dei bacilli del car· bonchio, hanno provato che l'anticorpo deve cercarsi nelle cellule endoteliali del sistema vasale, e che il contatto viene f a.tto da una soluzione colloidale dell'anticorpo, esistente anche normalme.nte, n ei liquidi intravascolari e nei succhi intracellulari dei tessuti. A queste conclusioni lo hanno condotto gli esperimenti così eseguiti. Essi hanno colorato con la soluzione di blu di metilene ed eosina alla EHRLICH l'en· docardio e l'endotelio , ..asale di topi e cavie sane, ed hanno trovato che il citoplasma diviene blu chiaro e il nucleo blu intenso ; talvolta si osserva qualche parte del cito· plasma leggermente colorato in rosa. Invece, negli animali morti per carbon· cl1io, dopo aver l asciato i pezzi 1 o 2 giorni in brodo a 37°, tI·ovarono il citoplasma di color rosa chiaro, e il nucleo blu intenso; n el mezzo clella cellula v'erano molti bacilli carbonchiosi colorati in blu, contornati da granuli rosa intenso. Dopo più giorni il nucleo scompa1·iva e tutta la cellula diveniva diffusamente rosa e in via di dist1·uzione : talo1·a non si rinvenivano bacilli. (4)

L.ÀNNO XI,

F _A.SC.

10]

Questa colorazione è stata chiamata o~t!J· filia e ritenuta una degenerazione cellulare dovuta all'azione del bacillo specifico, sia che questo consumi talune sostanze del citoplasma che prendono il blu, sia che esso segreghi sostanze che assumono oxgfilia. Gli AA. hanno riscontrato oxgfilia anche in altre infezioni ; e così in una cav~a morta per iniezione intraperitoneale di stafilo· cocchi, trovarono oxgfilta nel citoplasma del peritoneo e non nell'endocardio nè nell'en· dotelio vasale. Parimenti mescolando una certa quan· tità di siero di cavallo col doppio di col· tura in brodo di bacilli di tifo, osservarono agglutinazione dei bacilli e oxgfilia dei leucociti, maggiore che della sostanza in· terposta. Da queste e. da molte altre osservazioni su animali morti con iniezioni di ba,cilli carbonchiosi più o meno virulenti, riten· gono quindi possihile che nei processi in· fettivi i leucociti, gli endoteli e gli epiteli che vengono colpiti dell'oxgfilia, si disfac· ciano in una dissoluzione colloidale, la quale dà al Hiero sanguigno la proprietà di agglutinare quella determinata specie di bacilli che provocarono l' oxgfilia : questa proprietà può essere dat~ da una attrazione specifica e da un ricambio fermentativo tra il plasma batteri00 vegetale e quello cellulare ani· male. BR.

Tripanosoma negli uccelli in India. Plie q11,arterly jozzrrial o/ 1nicroscopical science, vol. 47, part. 3a, p. 433, nnova serie).

(HANNA.

L' A. dopo aver ricordato sommariamente tutte le specie di tripanosoma che fino ad ora sono state descritte negli animali, fa notare come da nessuno era stata notata la p1·esenza di questo flagellato nel sangue degli uccelli. Nel 1900, mentre egli esami· nava in India il sangue di piccioni dome· stici per ricercarvi l' Halteridizl11't Da1zilezv· skgi, scoprl che in un certo nnmero di questi animali il sangue conteneva anche uno speciale tripanosoma. I tripanosomi erano piuttosto scarsi, e l~ loro presenza nel sangue pareva non avesse alcuna azione patogena. Questo tripanosoma è piuttosto grande, lungo dai 45 ai 60 {J. e largo dai 6 agli 8 {J.• possiede un grosso nucleo centrale piit largo ch e lungo, il piccolo nucleo o cen· trosoma è eccentrico, piccolissi~o. e si co·


[AN~O

XI, F ASC. 1O]

101·a inten samente; ' ricino al centrosoma si osserva costantemente un vacuolo. Il protoplasma si colorisce irregolar· m ente ed in alcune forme mostra una striatura longitudinale, alle due estr emità ' ri sono granuli che si coloriscono in un violetto scuro. L'estremità anteriore è molto allungata, appuntita, ed allungan· closi si continua gradatamente nel flagello, in modo che è difficile distingere il punto preciso del flagello dove finisce il corpo clel triponosoma. L'altra estremità pure finisce a punta, m~ non è fornita di flagello. Il flagello origina dal centrosoma, e tutto il tripano· soma è avvolto ila una membrana dello spessore di 7 p. che ha un decorso ondu· lato. Siccome il carattere più importante per distinguere un tripa.nosoma dall'altro è per ora la diversa dimensione, così l' A. dà le seguenti mistrre; Lunghezza totale 45-60 p.. Larghezza a livello del nucleo 3-8 p.. Distanza dal centrosoma al centro del nucleo 4-6 '/ 9 p.. Distanza dal centrosoma all'estremità posteriore 19-22 p.• Distanza dal nucleo all'estremità anteriore 25-30 p.. Spessore della membrana 7 p..· Vista l'importanza che ha avuto p er lo studio della malaria nell'uomo, lo studio dei protozoi malarici negli uccelli, l' A. crede che lo studio del tripanosoma in questi animali possa essere di t1tilità per lo studio del tripanosoma n ell'uomo; studio, che in questi ultimi tempi ha acquistato sì grande importanza. Dott. PoLVERINI.

OHIRVRGIA

Sul tratta1neoto operativo del prolasso rettale (BECKER.

293

SEYZIONE PRATICA

Be;triige znr kt;11. O/tir. Bd. XLI, 1903).

Quasi tutti i metodi di cura del prolasso rettale consistono nella resezione della mucosa o anche dell intera parte prolassata e restringimento dell'orificio anale, ovvero nella fissazione del retto. Secondo l ' .A.. il punto fondamentale nella terapia del prolasso del retto, si è quello di rinfo1·za1'e lo sfintere in 6Uisa da potersi avere una salda chiusura dell'orificio anale. I metodi sino ad oggi proposti a . tale

I

scopo si p1·estano a parecchie critiche e non sono stati -seguìti sempre da successo. L' A. propone un metodo, il quale av1·ebbe sugli altri il vantaggio di rinforzare lo sfintere anale, piuttosto che con fili metallici o con la formazione di tessuto cicatri· ziale, con un anello di tessuto elastico, e precisamente di fib1·e muscolari. Il processo operativo consiste nel tirar fuori il tratto rettale prolassato, praticare un' incisione circolare attorno all'orificio anale, e precisamente nel limite fra la cute e la mucosa rettale, e tale da interessa1·e solamente c11te., La mucosa che riveste il tratto prolassato, viene accuratamente scollata dall'alto al basso dalla sottostante tunica muscolare. In principio è necBssario servirsi del coltello; ma }liù in là, lo scollamento della mucosa si può agevolmente praticare per via ottusa. Il cilindro formato dalla mucosa che man mano viene scollata, si rovescia in basso. Basta il semplice peso di qualche pinza applicat'a a.I bo1·do libero (quello cioè cir· coscritto con l 'incisione) della mucosa per mantenere tale cilindro stirato in basso. Lo scollamento (a meno che non esistano ulcc~razioni della mucosa, infiltrazione di essa per processi catarrali cronici e consecutive aderenze con gli strati sottostanti), riesce facile. Il gemizio di sangue si ar· r esta facilmente con qualche legatura. Da simile scollamento residua sulla parte prolassata una superfice cilindrica cruenta, lunga 5-10 centimetri, la quale è costit11ita essenzialmente dalla tunica muscolare. Tale strato muscolare può venire raccolto a mo' di cercine elastico attorno all'orificio anale me1·cè punti (di seta o di catgut), passati da una parte attra-v erso la detta pa1·ete rettale cruentata ; dall'altra attraverso la cute della regione anale, un centimetro circa dal punto in c1ti è stata praticata l' incisionf' circolare. Conviene passare i fili più volte attraverso la parete muscolare cruentata del retto , allo scopo di raccogliere più facil· mente, senza lacerarl e, le fibre muscolari. Nel suo ultimo tratto, attraverso la detta parete, il filo comprenderà pui·e nn breve tratto della mucosa. La parte in eccesso del cilindro mucoso viene escissa. Bastano 5 o 6 punti di sutnr~ ~ applicati nel modo suesposto e radialmente attorno all'o1·ificio anale p er c1·eare all~inte1·no dello sfintere anale ed a spese della parte r·et·

( r.)


294

IL POLICLINICO

tale prolassata, un anello muscolare, il I quale rinforzerà l'indebolita azione dello sfinte:re ~sterno. L' A., durante i primi 5 giorni dopo l'atto operativo, consiglia di somministrare dell'oppio per impedire l'emissione di feci. Il detto metodo, oltre che creare un nuovo sfintere, ha anche il vantaggio di resecare per un certo tratto la mucosa rettale della parte prolassata, sede frequente di ulcerazioni, di varici e di processi infiammatori, utilizzando tutto il rimanente della parete r ettale. · Evita inoltre il pericolo di una stenosi cicatriziale. Nei casi di prolasso molto esteso, non è necessario • scollare la mucosa dell'intero tratto prolassato; basta formare un cilindro mucoso di non più di 10 centimetri e procedere nel modo anzidetto. Il detto metodo è stato applicato in 11 casi (8ia in bambini da 2 a 4 anni, che in adulti dai 26 ai 59 anni). In nesst1no (pur essendo parecchi infermi operati da diversi anni), si è osservata recidiva. G. P.

Adenoma cistico della prostata. Memorie chirurgiche pubblicate in onore di Enrico Bottini per il XXV 0 anno del SllO insegnamento, 1903).

{AIELLO. -

L' A . comunica un interessante caso in cui fu fatta diagnosi di calcolo vescicale con ipertrofia totale della prostata, in un individuo di 60 anni. A causa della durezza del calcolo si fu costretti a' praticare la cistotomia perineale lateralizzata. Aperta la vescica viene estratta una massa carnosa della forma e del volume di una grossa castagna. Introdotto nuovamente l'indice si riscontra il calcolo, il quale viene alla sua volta estratto. Il decorso post-operativo fu normale e l'ammalato guarì. Il calcolo risultava costituito da acido urico ed urati. Il tumore aveva una consistenza molle ed un colorito i·osso-grigiastro. La superficie di sezione di esso i·ichiama alla mente ql1ella di un ovaio in degenerazione micro-cistica. È rivestito da una capsula fibr·osa, fortemente aclerente. Delle cavità esistenti nel parenchima del tt1more alr.une sono vuote, altre ripiene di ( 6)

' •

[ANNO

XI,

FA.SO.

1

sostanza liquida o gelatinosa, altre racchiudono dei granuli giallastri o brunastri. L'esame istologico del pezzo mostra una struttura glandolare, con formazione di cavità cistiche. Gli acini sono rivestiti da cellule cilindriche, le quali talvolta negli a cini dilatati si presentano cubiche ecl anche pa vimentose. La forma e la disposizione degli acini glandolari, la natura del contenuto di essi. i caratteri dell'epitelio di ri\estim.ento e più d'ogni altro la presenza nel lume glan· dolare di numerose concrezioni amiloidee o corpi amilacei hanno condotto l' A. acl ammette1·e che il tumore abbia avuto ori· gine dalla prostata e si sia estrinsecato e peduncolizzato in vescica. G. P .

Iniezione intraureterale di glicerina calda per facilitare il cateterismo nell' anuria calcolosa. (KREPS.

SeJJiaine médicale, n. 5, 190!).

In un caso di anuria calcolosa in una donna obesa che aveva mancanza conge· nita del rene destro, l' A. non riuscendo a togliere l'osta.colo (un calcolo situato a 2 centimetri al disopra dell'orificio vescicale dell' uretere), e temendo una operazione

cruenta ' in tale ammalata, pensò' di iniet· tare per il catetere ureterale una piccola quantità di glicerina calda. Bastò questo espediente per vincere la resistenza, impe· gnare la sonda e farla penetrare fino al bacinetto, spingendo avanti a sè il calcolo. Nel quarto d' ora seguente potè racco· gliere così 3/4 di litro d't1rina, e all' indo· mani l'ammalata ne emise spontaneamentf più di tre litri. Incoraggiato da un esito tanto favorevole il KREPS propone di usare il suddetto ar· tificio come trattamento sistematico della occlusione calcolosa dell'uretere. U. Rrv . .\ .

La laparo·isterectomia e lo svuotamento del bacino nel canc1·0 del collo del· l'utero. (Dott.

PETTAZZI).

L' A. si propone dimostrare nel suo studio clinico che l'iste1·ectomia addominale totale ' per cancro diffuso, complicato da larga de· molizione degli organi del bacino, è 11n intervento teoricamente razionale ma nella pratica coronato con frequenza da rapidi • • msuccess1.


295

SEZIONE PRATICA

Poichè vi sono due tendenze diametral· mente opposte sulla operabilità dei casi, nei quali il neoplasma ha varcato i \i· miti, oltre i quali non si può ragionevol· mente seguire ; e poichè non si può dalla discordanza rinti~acciabile nelle statistiche di ginecologi di alto valore tecnico e scien· tifico trarre conclusioni di sorta, l' A . ha fatto oggetto delle sue ricerche una serie di casi di epiteliomi diffusi del collo uterino, operati nell'ospedale Maria Vittoria di Torino. Sopra 13 donne, sottoposte alla laparo-istereotomia con vuotamento della pelvi, 8 ne sono perite per conseguenze immediate operatorie ; e, cioè: tre per set· ticoemia, due per peritonite, due per shock: una per m·emia ; delle altre cinque, in cui si ebbe risultato prossimo favorevole, t1·e morirono per recidiva dopo un tempo variabile fra 5.9 mesi, una sfuggì al controllo definitivo, ed un' altra era ancora senza recidiva 5 mesi dopo l'inte1~vento. L'A. spiega con quadruplice ordine di ragioni il perchè t1n atto operativo così gra\·e rie8ca nelle diffusioni neoplastiche })arametrali cosl disastroso : accenna che con la più labo1·iosa preparazione anatomica sul vivente, quale si riduce l'intervento, si abbia })OCO effetto anche nei casi di diffu· sione relativamente iniziale e poco limitata, giacchè anche quando macroscopicamente può sembrare che nessuna parte d'infiltra· zione sia sfuggita alla nostra indagine ed alle nostre estese demolizioni, l'infezione è oaià andata tanto oltre da salvare una parte di sè alle minuziose ricerche dell'operatore. La recidività aggrava i risultati del primo intervento quasi costantemente. I casi di guarigione riportati sono da riferirsi alla percentuale cli tumori colti nel loro periodo iniziale, poichè quelli dif· fusi e guariti vanno giudicati alla stregua cli TERRIER come probabili errori diagnostici. Conclude il suo studio critico opinando che se non si vuol rendere palliativa un'ope· razione che fra quelle del genere è la più grave, la più pericolosa e la meno sicura dal lato della sopravvi,renza è d'uopo non intervenire in ogni cancro in cui l' aspor· tazione sia tecnicamente fattibile, siccome • ,~t1ole la formula clel ~IAKENRODT, ma ri· serbare ai sol i epiteliomi iniziali del collo t1terino un iuter,rento che potrebbe i--iuscire raclicale. Dott. P. FRASOELLA.

MEDICINA

L'origine flel reumatismo articolare acuto dall'apparecchio digerente. (A.

GrLBERT e

P . LEREBOULLET. Presse 1rlédicale, 16 gennaio 1904).

Gli AA. ritengono, in base a molte os· servazioni etiologiche, cliniche, anatomiche e batteriologiche, che quando non si possa invocare un'angina come porta d'entrata ai germi del reumatismo articolare acuto, si debba rivolgere l'attenzione all'intestino, alle vie biliari e pancreatiche. Infatti in un gran numero di casi hanno riscontrato persone sofferenti di affezioni biliari, nelle quali il reumatismo è stato preceduto da coliche epatiche o ittero, o sintomi attestanti la colemia famigliare, o da pleurite destra di origine epatica. Parimenti all'esame dell'addome hanno no't ato il fegato e la milza aumentati di volt1me, soventi una tumefazione in corri· spondenza dell'appendice, bradicardia, or· tica1~ia, eri tema polimorfo, sintomi dispep· tici e intestinali. In ogni caso il trattamento salicilico ha dato buoni risultati. L'esame anatomico di un individuo malato con lesioni pleuro-polmonari e cardia· che classiche del reumatismo viscerale, ha

mostrato che il fegato, il pancreas e l'ap· pendice erano sede di lesioni fl~gistiche mostranti certamente la porta d'ingresso dell'infezione reumatica. Infine oltre il fatto che il bacillo di Achalm~ (identificato al bacil/11,s pe1fringe1zs) si trova spesso nelle affezioni del tubo gastro-ente1'ico e biliariche, n_el c~so s.eguit(> da necroscopia, nel sangue in vita s1 trovò un diplostreptococco più anaerobio che ae· robio~ l'enterococco e il p e1fringe1zs e dopo morte solo i primi dt1e. Dalla constatazione del grandissimo nu· mero di soggetti sofferenti cronicamentE' di malattie enteriche e degli annessi, gli AA. ritengono di dover 1·iportare questi casi di predisposizione a una diatesi di auto-infezione per il reumatismo articolare acuto. Br.

Artropatie siringomielitiche. (BRISSAUD .

Arch ives Générales de .iUédeci1ie, soc A nn ée, n. 52).

Allorquando si p1·esenta ai nostri o~ch~ nn caso coi caratteri così r ecisi e n etti d1 t1n'a1--tropatia taJ)etica l'unico dubbio che (7)


296

IL POLICLINICO

può sorgere si è quello di avere a fare inT"ece con un caso di artropatia siringomielitica. Questo dubbio però può ragionevolmente sorgere solo quando manchi ogni altra manifestazione morbosa e l'artropatia sia monosintomatica, perchè in caso con· trario siringomielia e tabe sono così essen· zialmente diverse e contradittorie nei loro sintomi che il problema diagnostico non ha più ragione di essere. In base a que ste premesse l' A. espone il caso di un u omo di 66 anni affetto da lues, il quale accusava vivissimi dolori urenti che si esacerbavano coi movimenti in cor· rispondenza del ginocchio sinistro, che ap· pariva perfettamente normale; e che pre· sentava due artropatie a rapida evoluzione con spostamento dei capi articolari, l'una in corrispondenza dell'anca sinistra, l'altra in corrispondenza del ginocchio destro ; artropatie ugualmente gravi dal punto di vista delle lesioni, benigne invece dal punto di vista della funzionalità, benigne al punto che la lesione dell'anca non era neppure sospettata dal malato e quella del ginocchio, che cadeva sotto il dominio della sua vista, era da lui gi.udicata come una deformazione fortuita e senza alcuna im· portanza. L'assenza di ogni reazione dolorosa e di ogni manifestazione flogistica risvegliava a prio1·i l'idea di un'artropatia midollare. Però rimaneva a risolvere il problema se l'individuo in parola fosse affetto da tabe o da siringomielia. In favore della diagnosi di tabe militavano due dati: la sifilide pre· cedentemente sofferta ed i dolori attuali, ma mancavano assolutamente tutti i sin· tomi classici della tabe, come il fenomeno di Argyll Robertson, di W estphal, di Rom· berg, i disturbi caratteristici della visione e della sensibilità generale e specifica. In favore della siringomielia non si ri· scontra,rano è vero i fenomeni più carat· teristici come le atrofie muscolari, la disas· sociazione termo-analgesica, le deformazioni della i·achide, però si osservavano dei sin· tomi che presi isolatamente avevano una importanza molto limitata, ma che nel loro compleAso assurge,Tano ad un alto valore patoO'nomonico. E tali sintomi consistevano in u~ clono intermittente e variabile degli arti inferi ori : in una iperidrosi localizzata . nell'an ca sinistra: in una poliuria insipida etl infine in una tumefazione dolorosa del testicolo sinistro senza p1~ecedenti cause 1 infettive o traumatiche. 1

( 8)

[ANNO

XI,

FASC.

La coesistenza di questi sintomi bastò all' A. per formulare una diagnosi di siringomielia e più precisamente di una forma frusta di siringomielia. In quanto ai dolori urenti non si poteva dare ad essi un valore qualunque rlal punto di vista della diagnosi differenziale fra tabe e siringo· mielia; ma, dato il loro carattere di d<;>lori di orgine centrale o radicolare, bisogna amrnettere che anche essi fossero dovuti alla lesione spinale. Dott. TRAMONTI. r

Una forma insolita di nodosità sottocutanee reumatiche. (MORICHAU- BEAUCHAUT e LAUDRY.

Arcliives Gé·

1térales de Médecine, 80° année, n. 52).

L'interessantissima osservazione clinica pubblicata dagli autori dimostra che possono riscontrarsi nodosità sottocutanee di origine reumatica diverse per aspetto da quelle tipiche oramai ben conosciute in patologia per i lavori di FRORIEP, ~ROISIER e BROCQ, HIRCHSPRUNG, BARLOW e WERNER. Si tratta di un giovane senza precedenti morbosi nè pe1·sonali, nè ereditari, che im· provvisamente venne colpito da intense manifestazioni dolorose sopratutto musco· lari ed in cui poco dopo si presentarono delle poussées di nodosità sottocutanee aventi la durata di circa due mesi ciascuna. Queste nodosità ricope1,te da pelle normale o leg· germente rossa si manifestarono dapprima alla radice degli arti e dopo aver raggiunto in 2-3 giorni il maggior numero ~migra· vano verso la periferia con velocità diversa per ciascuna di esse : erano accompagnate inoltre a livello degli arti superiori da contratture dei muscoli flessori e da impotenza funzionale. Gli arti inferiori erano meno attaccati. tanto che la stazione eretta era possibile, nel tronco si riscontrava una sola nodosità ed una del pari nel collo e Jtella faccia, anzi quest'ultima era accompagnata da una contrattura molto ostinata dei mascellari. Dall'inizio di q nesti fenomeni, vale a dire da nove mesi avanti il primo esam,e cli· nic.o, le nodosità compa1've1·0 ininterrotta· mente ora in un punto ora nell'altro, però la loro evoluzione fu sempre aIJirettica; dopo i primi giorni il malato presentò dei sudori profusi alternantisi con diarrea. .All'esame obbiettivo si riscontrò la pre· senza di nodosità molto dolo1·ose scaglio· nate sugli arti superiori e sull arto infe· •


riore destro, di contrattnre in corrispondenza degli arti superiori ed infine di una irite plastica doppia. Lo stato generale era considerevolmente deperito, nes~una complicazione a carico degli organi addominali e toracici. Il salicilato di soclio sontministrato ad alte dosi fece rapidamente scomparire la nodosità, i dolori e le contratture, lJerò la sospensione del trattamento salicilico fu seguìta a breve scadenza dalla ricomparsa dei clolori muscolari e dall'eruzione di una nuova nodos ità che presentava gli stessi caratteri delle precedenti. Come si rileva da questa breve esposi· zione, al cuni fenomeni tutt'affatto speciali come l 'inizio delle nodosità alla radice degli arti, la loro emigrazione verso la periferia, la concomitanza di contratture muscolari molto pronunziate ed a lungo decorso, !,impotenza funzionale quasi assoluta caratterizzano questo caso e lo rendono unico n r lla . letteratura. Pur tuttavia gli autori hanno ammessa l'orig ine reumatica delle nodosità e per l a precedenza di dolori in· tensi localizzati nel piano ml1scolo apone· vrotico della parete addominale , e per la presen~a dei st1dori profusi e dell'irite plastica avente tutti i caratte1·i dell 'irite reun1atica, e per la mobilità, l' evolt1zione a pOllssées ed il dolore che presentavano le nodosità ed infine per l'anemia m.o lto spiccata che presentava il malato (essendo nota l 'azione deglobt1lizzatrice del r eumatismo) e per il criterio importanti ssimo in questo caso jlivantibus et laedentib11,s: difatti il trattamento salicilico spinto alle alte dosi fece scomparire quasi istantaneamente l e mani· festazioni morbose. Per tutte queste ragioni gli autori concludono che in questo caso si sia trattato di una forma cronica di reumatismo localizzato nel sistem a muscolo aponevrotico e nel tessuto cellulare ·s otto· cutaneo. Dott. TRAMONTI.

IL POLICLl,_.ICO Sezione Medica, Anno Xl, 1904 -0-

S o m m a . r i o cJ..e1 F'a.scico1o

s.

1. Doll. A. Rossi - Contributo al rica1nbio, alla patogene&i ed all'uropoiesi del rii11bete tnsipido. - li. Dut t. G. Galli Intorno alla freq uenza det polso in posizione orizzontale e ver· ticale nei malati di cuore. - LII. L>otl. L. CaJ;da Li - Co11tr1buto allo &tudio della ipertrofia congenita. - IV. Dott. A. Nazari -

Alterazioni renali nella tetania g<tslrica.

*

I

Accademie, Società mediche, Congressi RESOCONTI

R.

PARTICOLARI

ACCADEMIA DI MEDICINA DI TORI NO.

Seduta del 19 febbraio 190±. Presidenza Gua1·eschi. Prof. Fusari. Su alcll,Jle particolarità della ntll-· cosa dP-lt intesti1to, eletto sto11zaco e dell'esofago dell'uonio. - L' O. presenta un buon nt1mero di microstereografie della mucosa del canale dige· r ente come continuazione d elle dimostrazioni fatte lo scorso anno all'Accademia stessa. In generale partendo dall'ultima porzione del1' ileo e risalendo verso lo stomaco si può assi· stere ad una g t·aduale modificazione n ella forma d ei villi intestinali. Filiformi o conici nella parte inferiore del tenlle, questi si fanno appiattitf o fogliformi nella parte media, per allargarsi in segl1ito anch e di più e trasformarsi in creste nella parte superiore. Ma n el segmento prossi· male d el tenue, e sp ecialmente nella prima porzione del duodeno, si l1a una grànde ''ariabilità n ella forma delle villosi1à. Trascurando le forme di passaggio e quelle miste l' O. potè stabilire quattro disposizioni tipiche diverse : 1° Duodeno a creste anas tomizzate fra di loro con margine libero rettilineo o solo legger· mente ondulato; 2° Duodeno a creste anastomizza,te ma con margine libero profondamente intaccato, oppure portante v illosità secondarie di varia forma~ 3° Duodeno a villi appiattiti fogliacei o triangolr1 ri ; -! 0 Duodeno a villi cilindrici. P er la frequenza, in prima linea viene il secondo tipo, segue il primo, il terzo è piuttosto r aro, rarissimo l' ul~imo . Quale delle forme tipiche dei ' ' illi è la pri· mordiale? L'..A.. per risolvere tale questionè ri· corda che al quarto mese della vita fetale i villi sono cilindrici in tutto l' intestino, ma che già all'ottavo mese questi n el d11odeno sono scom· parsi per es~ere sostituiti da creste. Se quosto è 11n fatto generale, tutte le forme presentate n ell'adulto non sono allora che mpdificazioni di queste creste, e la forma a creste andrebbe p erciò consi1lerata come la più primitiva . Passando dal duodeno allo stomaco, l' O., dopo avere ricordate le grandi incertezze e le dispa· rità di vedute degli a,utori, riferisce che nel canale pilorico la s11perficie della mucosa pt1ò presentarsi a seconda degli individtù in unn delle forme seguenti : ( 9)

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\

a) Provveduta di villi appiattiti, brevi, fitti, ma simili per la struttura ai villi intestinali; b) Provveduta di villi cilindrici brevi; e) Ricca di plicae villosae; d) Con creste irregolari e scarse in numero; e) Affatto sprovvista di villosità o di creste come la mucosa del .fondo. Nella porzione cardiaca dello stesso stomaco 1a mucosa del fondo di solito ha lo stesso aspetto che nel fondo, e le fossette però vi appaiono meno regolari. In tal11rii casi vi si possono os· servare delle creste a decorso irregolare. Da ultimo 1'0. passa a dire dell'esofago. L'epitelio pavim~ntoso stratificato che riveste la superficie interna di quest'organo nasconde ogni disuguaglianza della superficie della lamina. propria sottoposta, ma una volta. che l'epitelio è tolto, allora le particolarità d0lla lamina propria si possono studiare con grande facilità. Colpisce avanti tutto la presenza di creste longitudinali, lunghe, sottili, portanti sul margine libero lun· ghe papille filiformi, generalmente semplici, ma talora anche ramificate. Queste creste elegantis· sime, di lt1nghezza variabile, possono biforcarsi in vari punti del loro decorso ed anastomizzarsi fra di loro. Fra di esse trovansi papille della stessa forma di quelle portate dalle creste o di forma conica, in numero molto variabile, dispo· ste in ordine sparso, oppure in serie lineari longitudinali e quindi parallele alle creste pa.pillifere. Prevalgono in alct1ni casi le creste, in altri le papille sparse, in altri infine le papille in serie lineari.

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Dott. Donati Mario {Clinica operativa). Osteo· co1tdrosarco1na a cellule giganti priniitive dello ovaio; primo caso finora descritto . - -L'O. riferisce su un caso di osteocondrosarcoma dell'o· vaio. Del tumore che fu asportato mediante laparatomia dal prof. CARLE il 21 novembre 1903 presenta i preparati microscopici. Esso apparteneva ad una donna di 46 anni, che aveva avute cinque gravidanze con parto a termine e tre aborti ; i primi disturbi risalivano a cinq11e mesi prima dell'operazione, e da due mesi la paziente teneva il letto, in seguito ad aumento brusco di volume del tumore, che in seguito era poi andato man mano accentuandosi. Il neoplasma, appartenente all'ovaio destro, era a sviluppo in parte pelvico e in g;ran parte addomi· nale : questa, porzione, cistica, si ruppe durante l'atto operativo dando esito a circa tre litri di liquido siero-sanguinolento. L'ammalata mori in terza giornata, non essendo stato possibile vin· cere lo stato di collasso in cui già era caduta durante la non lunga operazione.

r

Il tumore, svuotato del· liquido che conteneva, pesava gr. 1580. La massa principale, solida, che in alto si continuava con la parete della porzione cistica, ripeteva press'a poco la forma, e il volume del grande bacino: era a superficie bernoccoluta, rossigna o grigiastra, qua e là anche bluastra. La parete della cisti era sparsa di nodosità dure, a superficie di sezione resi· sten.te al taglio, rosea o grigio-rossastra, con zone stridenti al taglio e dell'aspetto del tessuto osseo spugnoso. Anche la massa principale, a superficie di sezione grigio-rosea con punteggiature rossastre, presentava zone con lo stesso aspetto di tessuto osseo spugnoso. L'ovaio sinistro, pure asportato, non era che l eggermente aumentato di volume in causa di piccole cisti, per lo più. ematiche. Istologicamente, come si vede dai preparati, si ha a che fare in certe zone con un sarcoma a cellule fusiformj, con nucleo voltuninoso, spesso vescicoloso, sostanza intercelltùare più o meno abbondante, vasi piuttosto scarsi con pareti infiltrate di cellule polimorfe (pareti della cisti; qualche punto della massa principale). In altre zone si trovano pic0oli blocchi di cartilagine ialina, a sostanza fondamentale abbondante, con cellule voluminose ad ampia capsula, dalla quale in certi punti si passa gradatamente al tessuto sarcomatoso, per diminuzione e qtlindi scomparsa della sostanza fondamentale e modificazioni di forma delle cellule. Altre volte la cartilagine si infiltra parzialmente di sali di calce e si trasforma. in tessuto osseo. Sopratutto numerose sono le porzioni costituite da tessuto sarcoma. toso a cellule rotondeggianti od ovali, commiste a cellule giganti talora nt1merosissime, e sparso di trabecole di tessuto osteoide od osseo. Queste sono per lo più circondate da t1no strato regolare di cellule a gt1isa di osteoblasti: la sostanza fondamentale è piuttosto omogenea; i corpuscoli ossei voluminosi. Le cellule giganti sono talvolta di volume straordinario, con più di 200 nuclei, ugt1ali, disposti in modo uniforme nel protoplasma; altre volte sono più piccole, stellate od ovoidi; freque.nte1:11ente contraggono rapporti in· timi coi vasi, accidentalmente con trabecole ossee. Si tratta insomma di un osteocondrosarcoma cistico dell'ovaio a cellule polimorfe (fusate, ovoidi, giganti, ecc.): caso finora tmico nella letteratura. A spiegarne la patogenesi si addice la teoria dei germi embrionali aberranti: ipotesi confortata dalla presenza della cartilagine, da cui per una specie di metaplasia sarebbe derivato il tessuto osseo, e per trasformazione maligna parte a.Imeno del tessuto sarcomatoso.

(18) •


SEZIONE PRATICA

Forse però, dopo gli studi di SACERDOTI e di DONATI e MARTIN! sulla formazione eteroplastica di esso, potrebbe invocarsi anche un altro meccanismo patogenico, escludendo l'intervento cli germi embrionali. Alle cellule giganti crede si possa assegnare un'origine vasale. Dott. Mario Donati. Ricerclie sper;ntentali sulla

possibilità di produrre l'nlcera ,c;astrica median,te lesioni dei 1iervi estrinseci dello sto1naco. - L'O. premette che finora alle numerose teorie sulla I>atogenesi dell'ulcera gastrica è mancata la sanzione sperimentale; non possono in"'rero essere paragonate all'ulcera rotonda cronica del ventricolo, quelle che si sono ottenute sperimentalmente con vari mezzi, sia per la forma, come per il n11mero, l'evoluzione e le altre lesioni conco· minanti. Le ulceri ottenute con traumi (BITTER, V ANNI, J ACOBELLT, l'O. stesso, ecc.), o con l'azione di batteri (LETULLE, CHAN'l'El\IESSE e W1DAL, ecc.), o con embolismi, o legatura di rami arteriosi dello stomaco, 'infine con agenti chimici e termici, non avevano i caratteri patognomonici (cronicità, tendenza ad estendersi, carattere necrobiotico, per lo più unilaterale) del· l'ulcera rotonda. Solo recentemente alcuni autori (IGZEREJN nel coniglio, DALLA VEDOVA nei cani) avrebbero prodotte sperimentalmente delle ulceri gastriche croniche rispettivamente, con vagotomia bilaterale sottodiaframmatica, o con lesioni del plesso celiaco o dello splancnico. Sembrando all'O. questi risultati in contraddizione con quanto è noto dalla fisiologia Sl1Ua influenza del vago e del simpatico sui movimenti e le secrezioni gastriche, eseg11ì cna serie di ricerche in cani e conigli sugli effetti della resezione bilaterale dei vaghi e dell'estirpazione ùel plesso celiaco sulla costituzione anatomica del ventricolo. V onti esperienze rig11ardano resezioni sottodiafran1matiche bilaterali dei vaghi; altre sedici si riferiscono a estirpazioni complete del plesso celiaco; llna, in un cane, a questi d11e atti ope· rati,ri contemporaneamente; infine 1'0 . ha eseguito sei vagotomia bilaterali simultanee al collo, tre unilaterali, e una bilaterale in tempi diversi, pure al collo. Le esperienze d11rarono de;t un minimo di tr<.1 giorni fino a sei mesi nei cani; da 16 ore a 4 mesi nei conigli. Esse furono tutte negative, non solo in rap· porto alla possibilità di produrre un'ulcera gastrica, ma anche in rapporto ad altre alterazioni riferibili a.Ila lesione dell'apparecchio nervoso estrinseco clel ventricolo.Nel 'ren tricolo di q ualcl1e cane l'O. trovò bensì delle emorragie puntiformi dolla m11cosa, ma 1 esame istologico dimostrò che erano recentissime ed affatto superficiali, da attri-

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buirsi a resiclui di quei piccoli traumi della mucosa dovuti alle scheggia ossee, ecc., ingerite dai cani col cibo e che portano a lesioni molto lievi e presto riparate. Nei conigli l'esame delle orine, praticato prima e dopo l'atto operativo, non rilevò alterazioni quantitative, nè qualitative (nè zucchero, nè acetone, nè albumina). In alcuni casi 1'0. praticò una fistola gastrica ed esaminò poi sistematicamente il succo ga.strico prima e dopo l'operazion8: per quanto egli abbia cosi osservato oscillazioni non indifferenti nell'acidità totale e nel conte1111to in acido cloridrico libero, in complesso può affermare che la secrezione acida del ventricolo aumenta alquanto specialmente dopo l'estirpazione del plesso celiaco, pur non essendo costante l'acido cloridrico libero. Ne risulta che, se l'influenza pervertita del sistema nervoso periferico può essere causa di secrezione iperacida, neppure unita a questa è stata sufficiente, nelle esperienze dell'O., a produrre l'ulcera gastrica. L'O., da ql1este ricerche, del resto in accordo con molte altre, che non ebbero lo scopo diretto di studiare l' even iuale formazione di un'tùcera dopo lesione dei nervi del v entricolo, conclude che l'esperjmento permette di negare l'origine trofica nell'ulcera rotonda del ventricolo; certo la patogenesi di questa non può spiegarsi unicamente con un'alterazione del sistema nervoso estrinseco dello stomaco. Dott. L. Datta (Clinica medica generale). Sn l valore del tiplinsdiagnosticu11i Ficl:er. - L'O. ha esaminato comparativamente nella Clinica medica generale di Torino, su di una serie di sieri di tifosi, su una serie di sieri di affetti da altre malattj e infettive o non, e su alcuni li· quidi organici la r eazione di Widal-Griiber ese-. guita col m etodo classico e la r eazione proposta or non è molto dal dott. FICKEJR col st10 liq11ido chiamato tiplinsdiagnosticllnz, allo scopo di stabilire se quest'ultimo abbia di fronte al primo oltre al vantaggio di essere più accessibile al medico pratico, anche la stessa sensibilità e specificità. L'O. ha avuto dei risultati abbastanza con• vincenti nella loro concordanza. Per quanto riguarda lo. ricerca sul siero di sangue di tifosi in tutte le osserTazioru la rea· zione col tiplzusdiag1tosticllni e la reazione classica di "\Vjdal-Gri.lber decorsero sempre pa· rallele tanto riguardo alla sensibilità della reazione nelle varie diluzioni, quanto al momonto della malattia in cui appaiono. (11)


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rANNO

IL POLICLINICO

La seconda serie di ricerche ha pure dimo· strato che la reazione col tipltzlsdiagnosticzi1n è al pari di quella eseguita col metodo in uso, specifica, poichè nei vari casi esaminati alla mancata reazione di Widal corrispose sempre la mancanza della reazione col liquido di FICKER, eccettuato un caso, senza importanza secondo l'O., data la diluzione in cui la reazione col li· quido di FrCK:BJR positiva all'1 : 10 non fu ac· compagnata ,da quella di Widal alla stessa di· lt1zione. La reazione ,col metodo di FICKER era però negativa già all'1: 25. L'O. crede quindi che il metodo di F1CKER meriti l'attenzione dei pra· tici. Dott. MEYNIER.

R.

ACCADEMIA PELORITANA IN ~fESSINA .

Adunanza del 7 febbraio 190±. Presidenza : A.. Zincon e.

Sanzo {Istituto di zoologia ed anatomia com· parata). Di un 1iziovo 11ietodo per l' inipregnazione metallica del sistenia 1iervoso, estendibile all'im· pregnazione rnetallica dei tessuti in genere. L'O. parla d ella stragrande difficoltà ùa lui in· contrata in uu lavoro in corso szii ce,n tri 1tervosi dei crostacei, per ottenere la reazione nera di GOLGI; accenna aìla difficile riuscita di questo metodo n egli invertebrati in generale, ed in alcuni organi dei vertebrati stessi, p er giustificare l'interesse di un nuovo metodo per il quale il problema d ell'impregnazione in generale è gran· demente facilitato. Il nuovo metodo si propone di provocare la de'!omposizione sia delle sostanze impiegate ed estranee al tessuto stesso, sia di quelle nel tessuto medesimo contenute e che po· tre b bero pigliare parte alla reazione chimica, di modo che quei gruppi molecolari i quali daranno il nuovo corpo di impregnazione, si trovino in istato di pi1ì facile combinazione. Tale scopo viene raggiunto mediante l'impiego d ell'azione elettro· litica di una corrente elettrica molto debole. Pro· mette di mostrare in altra seduta i risultati delle • sue esperienze.

Cur1·eri G. {Istituto di zoologia ed anatomia comparata). Sulle cazise 110r1nali delle dif!ere1t~e tra f rate! li, i1tdipende1tte11iente dal sesso di essi. - !.J'O. comincia col richiamare l'attenzione sulle molteplici differenze che si possono osservare n ei fratelli. Mentre pe r quelli generati in epoche differ enti si è potuto dare una spiegazione plau· sibile n elle differenti condizioni che in tempi diffe· renti trovansi n ei genitori, per i fratelli generati al tempo stesso questa spiegazione non potrebbe valere. E poichè anche nei gemelli (esclusi ben s'intende i casi di fecondazione da padri diffe· (1~)

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renti, fenomeni dei quali ormai non è più lecito di dubitare) si possono notare delle tlifferenze così notevoli come quelle osservate in figli ge· nerati in tempi differenti, la superiore spiega· non può essere st1fficiente per tutti i casi. Egli ammette con DELAGE, che per la ricerca delle leggi dell'eredità bisogna rivolgersi a i meticci ed agli ibridi, sia animali che vegetali. E' noto che gli ibridi di prima generazione, in generale, presentano caratteri intermedi a queC.i dei geni· tori, e cJ1e incrociando questi ibridi fra loro, in· vece che i loro prodotti seguano la le~ge che il siJJzile genera il si1nile, essi fanno quasi costan· temente ritorno, quasi completamente o in un grado più o meno pronunziato, ai caratteri del· l't1no o dell'altro dei nonni. Ciò suggerì a N AUDIN che i caratteri negli i'1ricl.i siano generalmente giustaposti e si disgiungano nelle cellt1le sessuali mature. Più tardi WEISMANN ent1nciò l'ipotesi che le differenze di tal genere si debbano a.ila ricluzione dei jJlasmi atavici nelle cellule sessuali mature, riduzione che in fatto sarebbe rappresentata dalla rjduzione del nt1mero doi cromosomi come in queste si osserva. A differenza di W EISMANN, l'O. con RABL, STRASBURGER, ZOJA ed altri molti, ammette che i cromosomi non perdano mai la loro individualità, anche pel fatto della rapidità della riversione negli ibridi, e che essi rappre· sentino i fattori er editarii. Secondo l'O. la prova di tutto ciò consisterebbe nella dimostrazione, che non avvenendo la riduzione cromatica, non avvenga la riduzione dei caratteri negli ibridi. La prova esisterebbe di già, pel'chè se un ibrido vegetale riversibile per semi, viene riprodotto agamicamente, la riversione non si manifesta quasi• mai.• Chè la riprocluzione agamica in sostanza dif· ferisce da quella sessuale perchè in es~a in nes· suno stadio avviene una riduzione del numero dei cromosomi, mentre nella formazione dei gameti maschili e femminili la eletta riduzione avviene, quindi i singoli gameti possono differire, entrll certi limiti, l'uno dall'altro, di modo che quan· tunque il fatto della fecondazione ristabilisca il numero normale d ei cromosomi, può p erò unire insieme elementi sessuali simili o dissimili in vario grado, donde rispettivamente la riversione completa, o la non riversione coi differenti suoi g l'adi. L'O. nell'euunciar0 la prova della conserva· zione d ei caL·atteri per via agamica ha detto qnasi 1riai, perchè gli è nota l'obbiezione che BAILEY muove a WEIS!\IANN, e che da sola basterebbe a di... truggere il ' ralore della sua teoria, cioè che 1io11, vi sono dijfere1tze esse1iziali t:a le va· I


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SEZIONE PRATICA •

rietà delle .r1e1n111e e le varietà del se>ne; ma è da notare che le variazioni per gemme analoghe alle variazioni per semi, costituiscono una rara eccezione. e potrebbero del resto trovare una spiegazione n elle note eccezioni alla legge della costanza del numero dei cr omosomi nelle cellule somatich e delle specie animali e ' regetali. B.

USSEhVAZ!ONI CLI.Nll'HE Su due casi di ascesso cerebrale traumatico. Per il dott. Gu100 SE~NI cl1irurgo aiuto negli Ospedali <li Roma. Le raccolte purulente dell'encefalo traggono origino da di1rer se cause. Per quanto sia ne· gata l'esistenza di ascessi idiopatici d el cervèllo, l)ure se ne sono trovati alcuni all'autopsia la cui genesi è rimasta p erfettamente sconosciuta non potendo essere messi in rapporto con alcl1na le· sione sia lontana cl1e di vicinanza,. Questo fatto può essere interpretato in diverse maniere. .Anzit11tto sappiamo che, per fortuna molto raramente, piccole suppurazioni (come foruncoli, ferite infette, ecc.) possono dare ascessi metastatici i quali, se hanno sede nel cervello, decor· rono lentamente e sono scoperti ql1ando già l e \ infezioni primarie sono g t1arite e dimenticate. In secondo luogo si pu ò pensare ch e lln foco· laio tubercolo.re spento, risiedente nel cervello, abbia fornito il locns 11i;nor;s resistentiae in cui può a1rere trovato condizioni fa,rorevoli di v ita qualche germe in circolazione. Si sa infatti p er le esperienze di KOCH che i bacilli tubercolari 1norti sono potenti eccitatori di 11na suppt1razione tipica. E sono pure resi noti da FJlANKEL, V\TER· NICKE ed HAHN dei casi di avven11te fusioni s11p· purative di gomme sifilitich e e di t11ber coli, do· vute, come ft1 batteriologicamente dimostrato, all'intervento dei piogeni. Ma a parte questi rari casi di d11bbia inter· pretazione patogenetica, è noto che l'ascesso ce· rebralc trao le sue principali origini: 1° dai tra,umi del capo (ascesso t raumatico): 2° da suppurazioni delle ossa del cranio o delle s11e ca,rità (ascesso cerebr ale rinogono, oti· tico, occ.) · 3° da s11ppurazioni o lesioni lontane come endocarditi, osteomieliti, empiemi, foruncoli, ecc. (ascesso cerebrale-metastatico). Io mi occl1però solamente degli ascessi cere· brali traumatici prendendo argomento da duo rasi c11rati e guarit.i che in breT"e riferisco.

I

1. S ... Fernando, di anni 10, da Roma, entra il 30 agosto 1900 nell'ospedale di San Giacomo per essere curato di l1na fistola osteocutanea del cranio. Due mesi prima era caduto da una notevole altezza, ed aveva battuto la metà destra del frontale, che aveva ceduto assieme alle parti molli e si era fatto sede di lenta Sllppurazione. L 'infermo non si lamenta di alcun disturbo, gode buon appetito e le su e funzioni gastro -in· testinali sono normali. Ha una temperat11ra quotidiana che oscilla fra i 36° e i 36°,9 e una bradicardia accentuata. (51- 60 battiti al minuto). Non ha mai presentato alcun disordine nella motilità o nella sensibilità n è l1a mai accusato mal di eapo. Esa11ze obbiettivo eseguito il 9 sette1nbre. Il pie· colo infermo ha un discreto sviluppo somatico e buon aspetto. Presenta una n 0tevole deformità a carico del lato destro ed anteriore della volta cranica che, a differenza della regione corrispon· dente di sinistra, è appianata. D11e centimetri al davanti de1la sutura fronio -parietale destra esiste una zon a di avvallamento che ha forma scodol· lare e diametro di 4 centimetri. Il fondo è sprov· visto di peli ed è solcato in vario senso da 11na cicatrice stellata nel mezzo della quale si nota una piccola soluzione di continuo a margini non infossati cl1e geme poco pus. .Alla palpazione si avverte che la zona infossata. è delirnitata da un margine rotondeggiante, duro, irregolare tagliato a picco, che si continua tutto attorno insensibilmente coll'osso frontale . Il fondo è liscio, pianeggiante e cedevole sotto la pres· sione del dito. Lo specillo introdotto n ella soluzwne ili con· tinuo si dirige obliquamente all'indietro e allo indentro e conduce su di una superficie liscia e dura. La specillaz ione non provoca dolore n è gemizio di sangue. La purcussione per tutto il cranio è indolente e dà ov11nque suono ottl1so. Viene stabilita la diagnosi di necrosi circoscritta del frontale e viene disposto p er l'operazione. 10 settembre. Con due incisioni curve colle q11ali si comprende lo sbocco del seno fistoloso si deliatita un l embo cutaneo ovalare che viene asportato. S i mette con esse allo scopvrto il pe· rieranio lacero e retratto e llll disco osseo ne· erotico infossato e sol cato da una linea di frat· tura ad V che lo divide in 3 frammenti, che vengono allontanati. R eca sorpresa lo stato della dura maclr e che appare bluast.ra e tesa senza però tra.ccie di lesioni. Colla tenaglia (li ~ION­ TENOVE I viene r egolarizzato il bordo circolare della breccia ossea e vien e ta,mponato tutto il ca ' 'O con garza i odo formica. .Al terzo giorno dall'operazione il piccolo in· fermo 'riene trasportato in camera di medica· tura. e deposto sul letto senza cuscino. Fa s u· bito sforzi per rialzarsi e si mette a piangere portando le mani alla testa, come p er sollevarla. Crediamo che lo faccia, p er la pa.ura di sentir dolore e l o invitiamo a riadagiar i. ~la non appena ci ha ubbidito, ricomincia a urlare e cli· chiara che ~li è im possibile giacere a te ta ba sa perchè quella posizione gli provoca cefalea for · tissima. L'infermiere che l'accompagna ci informa che (13)

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da quando il bambino è entrato all'ospedale ha I È un bambino di ottima costituzione fisica e mostrato il bisogno di stare molto solle,rato col buon sviluppo scheletrico. Tiene gli occhi soc· capo e quasi sempre richiedeva due cusnini. Di chiusi come se soffri8se nell'affrontare la luce e più ci avvisa che l'ammalato aiccusava di avere si trova in uno stato soporoso. Risponde confuindebolita la vista dall'occhio de~tro. samente alle domande che gli si rivolgono adope· L'esame della parte fa rilevare una maggior rando un linguaggio interrotto e incomprensibile. tensione della dt1ra madre che sporge a cupola Presenta.', a, circa un centimetro e mezzo al di sul campo sprovvisto del sostegno osseo. Viene sopra dell'attacco del padiglione dell'orecchio fatta una m edicatura provvisoria ed è praticato sinistro una piccola soluzione di continuo ricol 'esame oftal1noscopico il quale rileva: a sinistra perta di una crosta nerastra aderente ai capelli. nulla di anormale; a destra pupilla tumefatta, La pressione attorno ad essa provoca dolore, edematosa, con notevole rilievo della r ete 'renosa. cosi pure una modica percussione. Il forte sospetto che esista una raccolta proDurante il rapido esame c]1e facéiamo all'am· fonda nella sede di frattt1ra ci spinge a fare malato, siamo colpiti da un acce$SO convulsivo una p11ntura aspirativa che al primo assaggio che si inizia con contrazioni tonico-cloniche al riesce probativa. piede . sinistro e si estende, però con minore Il giorno 13 settembro, m ediante incisione ero· intensità, anche al braccio dello stesso lato. La ciata della dura si mette a nudo il cervello, il madre del bambino ci assicura che a casa ciò quale fa ernia attraverso la breccia e non pulsa. non era mai accaduto. Il fatto pero andò ripe· È di colorito rosso scuro con una zona bluastra tendosi cogli stessi caratteri pareccl1ie volte nel m ezzo corrispondentf), per quanto ci fu dato prima dell'operazione. di giudicare, al l)unto di passaggio dell'ago. L'esame del fondo dell'occhio non si può fare In questa zona è ripetuta la puntura ed inperchè l'infermo vi si oppone recisamente. trodotto un piccolo tenotomo. Sgorga tosto dalla Comprendendo male o non comprendendo il breccia una blLona quantità di pus che appros· bambino le domande, non è possibile eseguire simativamente può valutarsi di circa un mezzo un minuzioso esame della sensibilità e della bicchiere ordinario. motilità. Nel punto in cui è eseguito il taglio la parete N elio stato di sopore, nel quale entra tosto è sottile, ma va ingrossandosi perifericame1lte che si sospendano per un momento i rumori e come si può bene appurare introducendo il dito i toccamenti, si osserva che tutti i muscoli ca· nella cavità che sembra molto piccola e sprodono in t1n rilasciamento completo, eccetto gli porzionata alla quantità del materiale uscito. estensori della coscia e della gamba sinistra che Questa manovra produce una piccola lacerazione rimangono modicament& contratti. nella parete ascessuale corticale che delimita un Temperatura 36. 9. Polso 58. Orine normali. piccolo lembo ~he si estroflette ritirando il dito Assenza di élminti nelle feci. e che si asporta. colle forbici. Si ordina un bagno generale e il sacrificio dei Si fa un piccolo lavaggio con soluzione cloru· capelli, e il mattino dopo si ripete e si completa rata sterile e si pone in permanenza un tubo di l'esame. drenaggio che è affondato per circa 3 centimetri. Disinfettata la regione temporale sinistra e I seguiti immediati e mediati furono eccellenti. allontanata la crosta, si trova una piccola solu· La suppurazione si ridusse in pochi giorni ad zione di continuo di forma irregolarmente circo· una quantità trascurabile. La cefalea non si lare, a bordi alquanto estrdflessi~ senza fungo· riprodusse più nemmeno ponendo l'infermo a sità e gemente scarsa quantità di pus. capo basso. L'esame del fondo dell'occhio ripe· Lo specillo penetra per pochi millimetri e si tuto dopo 21 giorni mostrava . che tutto era ri· arresta su una superficie dura evidentemente tornato al normale. data dalla squama del temporale. La cicatrizzazione fu lenta ma progredl senza. Saggiando col bottone dello specillo il fondo incidenti e il bambino riveduto molto tempo ripetutamente, si riesce in un punto, che corri· dopo godeva ottima salute. sponde presso a poco alla lesione delll3 parti L 'esame del frammento di. parete escisso lo molli, ad introdurlo in un canaletto osseo nel mostrò costituito da prolungamenti e cellule di quale però si ferma urtando contro una bar· nevroglia misti a detriti, addossati e stratificati. riera cedevole e molle. Nello spessore di esso erano du& piccole cavità Durante questa manovra si ri11nova una piccomunicanti fl'a loro ed una di esse comunicante cola con,rulsione analoga a quella già descritta colla raccolta ripiene di pt1s. e che dura pochi secondi. Ci vien detto che il bambino nella notte hci OSSERVAZIONE II. T ... L ... , di anni 7, da Roma, vomitato due volte. il giorno 9 git1gno 1902 mentre stava dormendo Messi tutti i sintomi generali e locali in rap· adagiato sull'erba di un prato, fu avvicinato da porto colla lesione ossea suppurativa ~ormulo la t1na gallina che gli diede un forte colpo col diagnosi di ascesso cerebra.le traumatico. becco n ella r egione temporale sinistra. Il dolore 21 giugno. Sotto narcosi clo.roformica pratico del primo momento si dileguò in breve e sangue t1na incisione a T rovesciato ch e ha la branca non ne uscì che in scarsa qua.ntità. Ragione per orizzontale tra la soluzione di continuo e l'at· cui i genitori non cercarono il soccorso medico tacco dell orecchio e la verticale diretta. in alto cr edendo trattarsi di cosa da nulla. e formante colla prima due angoli retti. Di Dopo però 7 giorni il bambino cominciò ad talchè vengono costitl1iti dl1e lembi tria~go~ar~ acct1sare mal di capo e a sonn ecchiare quasi comprendenti il pericra.nio, ch e . sono ro;es.c1at1 cli continuo. Trasportato all'O~pedale della Con· l'uno in alto e in avanti. l'altro 1n alto e ID;dietro solazione il 20 giugno durante il mio turno di e vengono fissati con due punti provvisori. g uardia, ne feci d'urgenza l' accettazione.

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Viene in tal modo messo allo scoperto il seno osseo, attorno al quale colla sgorbia e il martello delimito un disco della grandezza di una moneta da due centesimi. Sotto a questo si nota l'esistenza di una piccola raccolta purulenta. La dura madre è di color grigio-scuro ed ]1a un piccolo foro circo· lare a margini neri e frangiati e sotto di essa vi è una massa molle bluastra cl1e tende a fare ernia. In essa è introdotto l'ago di ·una Pravaz e l'aspirazione su di esso insinuato per pochi mil· limetri dà pus. Con un tenotomo apro una breccia, dalla quale sorte materiale purulento in buona qua1ttità. Piccolo lavaggio con acqua e sale e applica7.ione di un drenaggio di gomma. 22 giugno. Temperatura del ma.ttino 36. 4, polso 70. E rimossa la medicatura esterna perchè molto sporca di pus. L'infermo 11a riposato, non si è lamentato dol mal di capo, nè ha vo· mitato. Tiene aperti gli occhi senza sforzo e si mostra di buon umore. Comprende bene ciò che gli si dice, ma parla con molto stento. Tempe· ratura della sera 36. 8, polso 72. 23 giugno. Condizioni generali migliorate. Fa compre11dère ciò che vuole. l\'Iangia con buon appetito. È sempre apirettico. ~! giugno. Condizioni generali ottime, tanto che si permette all'infermo di essere trasportato in giardino, ove si mostra allegro e parla cor· rentemente con chi l'avvicina. .A:J medicato e il drenaggio viene rinnovato e ridotto di lunghezza. Nei giorni successi\ri tutto andò per il meglio. La secrezione s i r idusse a poche goccie. Non vi

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fu ernia del cervello e non disturbi di alcun genere, si che 1'8 luglio il drenaggio ft1 sospeso. IL giorno 9 i parenti reclamano il bamhino in fa.miglia, e non valsero i nostri consigli a farli recedere. Dopo però una sola settimana lo riaccompa· gnarono a noi con un ingorgo delle glandole linfatiche del lato sinh;tro del collo. Ft1 rimesso in letto e trattato con impaccl1i caldi antisettici locali. Notammo subito il piccolo infermo abbattuto e di nuovo invaso da sonnolenza. La sera del 15 luglio ebbe 37. 4 di temperatura e 5! di polso. 11 mattino dopo 36. 6 e 68. Questo contrasto fra polso e temperat11ra fu co· stante n ei giorni che precedettero la seconda opera~ione .

Ricominciarono a poco a poco uno dopo l'altro i disturbi ohe aveva manifestato la prima volta (vomito, cefalea, sopore, afasia, ecc.) si che il 5 agosto fu necessario operarlo nuovamente. E si ottenne, segt1endo la via già battuta, lo svuotamento di una raccolta purulenta molto maggiore della prima. Il decorso successivo fu dei più buoni. Il drenaggio fu lasciato in posto molto tempo ~fino alla n1età di settembre) e poi sostituito da llno stu vello di garza. Il 26 settembre, completamente cicatrizzato, il bambino lasciò l'ospedale. Fu degno di nota un fatto che non potemmo rilevare che soltanto dopo l'operazione, quando cioè l'inf8rmo fu in grado di comprendere il senso delle nostre parole. Lo invita1nmo a scrivere sulla scheda clinica il proprio nome cinque giorni dopo la seconda operazione ed avemmo questo risttltato:

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I I

Fig. I.

Dopo 20 giorni la prova fu ripett1ta:

u Fig. II.

L'infermo, rived11to recentemente, è in ottime condizioni.

Questi due casi presenta110 diverse particolarità degne di nota. Nel primo, l'assenza della febbre e di qualsiasi fatto di localizzazion e. la infl11enza di certe posizioni nella provocazione delle cefalea, il r ep erto microscopico della pa· r ete ascessuale. Nel secondo la presenza di f a.tti irrita.ti,·i della zona rolandica del lato oppo to a qt1e1lo occupato da.Il ascesso, i rapporti delle elevazioni termiche colla freq11enza del polso, i disturbi d el ling11aggio e della scrittura, la men· tita guarigione dopo il primo intervento. (15)


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IL POLICLINICO

Di tutti questi fatti parlerò man mano si presenterà l'occasione, riassumendo le idee che sono state emesse circa la patogen esi, le manifestazioni cliniche ed anatomiche e la terapia doll'as0esso cerebrale tral1matico. Un punto su cui tutti non sono d'accordo, anzi, meglio, s11 c11i pocl1i esprimono la propria opi· nione, è il modo di proclursi di certe suppura· zioni endocraniche derivanti da un trauma. È evidente che una ferita aperta che inte 1·essi il pericranio, jl tavolato osseo e le me· i1ingi possa lasciar libero il passo ad elementi patogeni. Lo vediamo con relativa frequenza nelle fratture aperte della volta ed anche in q11elle della base del cranio, nelle quali, per le intime connessioni della dura col pavimento osseo, difficilmente si ha la scontint1azione del· l'uno senza cl1e l'altra segua l a stessa sorte, onde le infezioni d4?rivanti dalle cavità naturali sottocraniche, albergo perenne di microrganismi pa· togeni. Ma come mai piccole ferite che non interes· sano che leggermente il cuoio capelluto e che presto cicatrizzano so.n o seguite, a più o meno breve scadenza, da un ascesso del cervello? La spiegazione di ql1esto fatto non si presenta cer· tan1ente chiara, specie se si considera che alle volte l'ascesso cer ebrale si stabilisce in punti lontani dal campo della lesione esterna e in n essun rapporto con essa. Anzitutto una prima domanda. Dato un tra· t1ma anche leggiero s11l capo, si può stabilire con certezza che oltre la lesione del pericranio non esista qualcJte scontinuità del tavolato osseo 'I È noto che le ossa della volta hanno un di· ,rerso spessore, una di'rersa compagine e quindi nna, di,rersa resistenza da soggetto a soggetto, si che si sono ved11ti inclivid11i caduti a capofitto da un qt1arto piano non presep.tare lesioni ossee, mentre altri che a'revano ricev11to piccoli colpi a.vevano fratture più o meno estese della scatola cranica. Le scontinuità coperte sì della base che della "olta senza spostamento e mobilità dei fram· menti, senza emorragie inte1·ne o esterne il più delle \Tolte passano inosservate o, tutt'al più, ono sospettate quando esista una commozione cerebrale o uno scholc notevole. Q11indi non sempre possono essere esattamec.te apprezzati gli effetti di un trau1na del capo. Il dubbio che occorra una via preternaturale di comt1nicazione coll'interno della scatola era· J1ica. per il passaggio dell'infezione mi è sugge· rito dal fatto che non trovo nè nella bibliografia consultata nè nell'esperienza mia e dei colleghi di questi grandi ospedali o-vo certo non fanno (16)

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difetto le osservazioni di tra.umatologia e di chi· rurgia generale, alcun caso di ascesso cerebrale c0nsec11tivo a ferite aperte del pericranio senza contusione sia dovute a crimine o disgrazia, sia dovute ad operazioni chirurgiche. Ma non è fuor di proposito una obiezione che potrebbe essere fatta a questa considerazione. E cioè che ne~ tra11mi del capo anche senza lesioni delle parti dure può esistere una condizione che può favorire l'innesto dei germi patogeni : la contusione dell'encefalo. Si sono veduti in· fatti degli ascessi n el punto dal cervello diame· tralmente opposto a quello s11 cui agì la vio· lenza., ove cioè si hanno le lesioni per contraccolpo. Ma se la contusione ~erébralo può essere una causa efficiente, rimane sempre oscl1ra la via batt11ta- dai microrganimi. Gli ascessi del cervello consecutivi a un trauma possono formarsi o manifestarsi rapidamente op· pure dopo un tempo molto lungo (fino 10 e 15 anni). Di qui la naturale divisione in ascesso cerebrale traltmatico acuto e ascesso cerebrale traumatico cronico. Il primo avviene per infezione diretta dall'e· sterno nei casi in cui un trauma ha prodotto la scontinuità del pericranio, delle parti dure e delle meningi complicata o no a ferita del cervello, e in questi casi l'ascesso è sempre corticale e molte volte unito a infezione più o meno circo· scritta delle meningi (encefalo-meningite suppu· rativa). L'ascesso traumatico cronico invece è sempre profondo ed è originato da cause diverse. · Può essere anzittutto la conseguenza di un ascesso acuto che, circoscritto da una precoce cicatrizzazione della pia si estende nella pro· fondità della massa encefalica prendendo u11 cronico decorso . Può essere dato ancora tla lln corpo estraneo infetto rimasto conficcato nel cer· · vello ; e infine da processi osteitici ed osteo· mielitici cronici i quali provocano una trombosi che si propaga dalle vene di Brechet per i seni n elle vene cerebrali (BERGi\IANN). Il prof. DURANTE a questo proposito dice: « È notevole il fatto che le lesioni più estese del capo che suppurano é:tpertamente generano con maggior frequenza ascessi meningei, mentr6 lievi lesioni in via di guarigione o già cicatriz· zate sono il movente di ascessi cerebrali pro· fondi. Ciò starebbe a dimostrare che un processo flogistico largamente e tumultuosamente suppu· rativo intercetta con maggior facilità le vie lin· fa ti che e sanguigne e procede per zone. eccentriche più regolari. Per contrario un processo suppurativo che va estinguendosi o per' l'atto· nuazione dei batteri piogeni o per la loro esi·


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SEZIONE PRATICA

guità, non provoca nei vasi linfatici e sanguigni quella pronta reazione che determina la trom· Lizzazione, sicchè i microorganisll\i p assano in circolo e, per i linfatici perivascolari, dalla pelle e dalle mucose del capo penetrano fin nella so· stanza cerebrale. In questo nuovo terreno di coltura soffermandosi tornano a vegetare e riac· quistano le loro normali proprietà virt1lente: da ciò l'encefalite circoscritta e l'ascesso ». Questa. ipot~si è confermata dal fatto ch e in molte at1topsie non fu rintracciata alcuna delle cause invocate dal BERGMANN : nè il corpo estra· neo, nè la. flogosi ossea, n è l a trombosi delle vene. ~fa non è nemmeno appoggiata dall'osser· vazio11e quotidiana dellé innumerevoli suppurazioni non traumatiche del capo (eczemi, ferite chirurgiche, ascessi) n elle quali sì può escludere sia la scontinuazione della scatola cranica, sia la contusione dell'encefalo e sulle quali non si ha mai come su ccessione l'ascesso cerebrale. I miei due infermi erano, come si è visto, af. fetti da ascesso traumatico cronico, il primo causato forse cla una trombosi ' renosa co11secu · tiva. all'osteite del frontale, il secondo dall'infe· zione ùella ferita aperta del cervello cl1e appt1nto aveva originato l'ascesso corti cale, che per la av,ren11ta cicatrizzazione meningea e q11indi per la barriera. formatasi alla periferia sì sviluppa·va nella profondità. I

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Gli autori dividono iu tre categorie i sintomi llell'ascesso encefalico. Alla prima assegnano i fatti ùipo11denti dalla st1ppurazione come tale, alla seconda quelli dipendenti a.all'aumento della pressione intra- cranica, alla terza i fatti dipen· denti dalla distruzione, rammollimento ed irri· tazione della sostanza, cerebralE- (sintomi di fo· colai o). a) I sintomi dovuti alla s11ppurazione non hanno molto valore. Il principale di essi è la febbre che, lo abbia.mo v eduto anche in uno dei nostri infermi, molte ,·olte manca ·affatto. Quando J>iù oltre studi eremo dal lato a11atomico in che modo sono conten11te e circoscritte le raccolte p11r11lente profonde tlel cervello ci persuaderemo che l'assorbimento dei prodotti della Sl1ppul'a· zio11e non avvenendo che in proporzione scar· sissi1na, la f~bbre non pltò da esso trarre la s ua ca.11sa, ma piuttosto dalle alterazioni delle diverse funzioni dell'economia e specialmente ùalle gastro·i11testinali; ql1indi, ql1ando esiste, presenta un decorso atipico, mai o q11asi mai somigliante all'andamento di una febbre suppurati,..a. Un fatto invece di molti sima importanza lo

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abbiamo .veduto nel nostro infermo L. e ne parleremo più oltre : i rapporti cioè delle elevazioni termiche colla frequenza del polso. b) I sintomi dovuti all'aumentata pressione endo·cranica sono la cefalea, il vomito, il rallentamento del polso, l'aumento della pressione circolatoria, le alterazioni del fondo dell'occl1io. Essi tutti sono dipendenti dall'adiemorri:::;i (GEI· GELY, dalla insufficiente cioè irrorazione cerebrale da parte del sangue ossigenato. Lo sviluppo lento degli ascessi encefaliC'i fa sì che molti di questi sintomi si manifestino sol· tanto quando la raccolta ha raggiunto g rande volume e mai si abbiano così n etti come nei tumori cerebrali. Ciò d eriva dal fatto che qtlesti t1ltimi pren· dono posto allontanando e comprimendo la so· stanza 11ervosa, men tr e negli ascessi questa. in gran parte è distrutta. BERGMANN annette molto valore al fatto del rapido alternarsi, nel decorso degli ascessi ce· rebrali, dei sintomi dovuti alla compressione. Li studieremo per ordine. La cefalea, pur essendo un segno di indisct1· tibile importanza, ha tra,tto molte volte in in· ganno il chirurgo che, dando ad essa troppo valore, è inutilmente intervenuto. La cefalea quando è fissa, localizzat<.t sempre ad una sola regione, è intermittente, l1a decorso irregolare, si esacerba alla sera, per la febbre, p~r l'uso del· l'alcool, per le emozioni e per ogni altra causa che favorisca l'afflusso di sangue al cervello, può essere un buon coefficiente per la clia.gnosi. Acquista molto interesse quando si pt1ò provocare artificialmente colla porct1ssione in un dato pt1nto o ponendo l'infermo in una posizione de· clive del capo. Ripeto a questo proposito come nella nostra prima osservazione il sospetto di ascesso cerebrale nacqt1e dalla impossibilità che l'infermo aveva di star e sul tavolo di medicatura senza il Cltscino, derivandone da qt1esta posizione una c~falea intensa che mai compariva tenendo il capo sollevato. In questo caso, como in molti altri osservati, il dolore occupava più specialmente quella provincia del cranio che era sede dell asce so. Il vo11iito non è infrequente. Per il st10 spe· ciale carattere fu anche chiamato vo1nito cerebrale. Non ha alcun rap1)orto coll' ingestione degli alime11ti, si compie senza sforzo e non lascia alcu11 disgusto. Si ha con maggior freq uenia nelle prod11zioni patologiche che occt1pano le fo sse cerebrali posteriori i che può e sere in· terpreta.to in favore di t1na compressione della midolla allungata. (17)


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IL POLICLINICO

L' aunien,to della pression,e sa1iguigna e il ral-

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XI, F ASC. 10]

dalla stimolazione del centro del pneumoga. strico. Degno di nota è stato in uno dei miei in· fermi un fatto che non può essere sfuggito a chi ne ha seguito la storia clinica. Ad ogni in· nalzamento di temperatura, contrariamente a quanto avviene sempre, il polso anzichè aumen· tare la sua frequenza la diminuiva.Nello schema che riproduco qui sotto, il fatto rist1lta evidente.

len,tanien,to del polso sono dovuti a stimolazione per adiemorrisi rispettivamente del centro vaso· motorio e del centro del vago. _In ordine crono· logico compare, almeno sperimentalmente, prima l'aumento della pressione sanguigna. Sia però per la più facile ·~onstatazione, sia per la relativa maggiore frequenza sono maggiormente importanti gli effetti derivanti

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La linea punteggiata. indica la frequenza del polso, e la. continua la curva termometrica.

Questo inverso rapporto tra la frequenza del Si inizia con una neurite ottica ed allora si polso e l e elevazioni termiche non trova facile vede la papilla solo congesta ma non tt1mefatta spiegazione. La febbre aumentando la pressione come nel secondo stadio in cui perde la sua vasale dovrebbe avere per effetto la eudiomor· escavazione fisiologica per la formazione del· risi anche là dove ordinariamente per la. com· l'edema e l'inturgidimento delle vene. Negli pressione cerebrale a stento circola il sangue ascessi cerebrali mai si è giunti fino alle gravi arterioso, onde, anzichè stimolare il centro del neuro-retiniti e all'atrofia della papilla, quindi, vago dovrebbe far cessare lo 's timolo se prima rimossa la raccolta marciosa, si è sempre avuto esisteva. Io credo nel caso speciale si debba la r estitutio ad i1itegru,11i anatomica e funzionale. pensare che la maggior r eplezione del sistema e) Sinto1ni di focolaio. L'ascesso cerebrale dà arterioso aumentasse la già esistente pressione le sue manifestazioni di localizzazione sia per endocranica fino a riperc11otersi sulle deboli pa· la distruzione della sostanza nervosa, sia per la reti delle grossé vene e provocare una stasi passtimolazione del tesst1to circostante al focolaio siva. E le esperienze di LANOOIS resero noto p er l'edema flogistico e per la compressione. • che le modificazioni nutritizie apportate dagli A. s9conda di questa o quella provincia in cui ostacoli della circolazione venosa sono ugun.li a ha sede, i sintomi variano e possono anche del quelle portate dagli ostacoli della circolazione tutto mancare. arteriosa e p~ovocano ugualmente effetti stimo· Raramente sono stati osservati fatti irritativi lanti sui centri. di centri lontani dall'ascesso. Nell'infermo L. Il sintoma capitale della compressione del cererano stimolati i centri cortico-motori di destra vello è dato dalla papilla da stas;. Questa par- ' mentre la raccolta era a sinistra. ticolare alterazione oftalmoscopica prodotta dalla Un fatto analogo fu trovato da LEDDERHOSE congestione delle vene retiniche, secondo ScHu. in un bambino di 7 a.nni che aveva ricevuto LTEN, sarebbe ca.usata anche dalle più lievi com· due anni prima un colpo di punta alla tempia pressioni incapaci di provocare sintomi funzio· sinistra. L'infermo aveva attacchi convulsivi che nali e disturbi circolatori sui capillari stessi debuttavano sempre a sinistra per poi localiz· della rE\gione compressa. zarsi alla metà destra della faccia. e della lingua. Di notevole nell'anamnesi vi era che subito dopo Negli ascessi cerebrali però molte volte manca, il trauma vi erano state con:vulsioni a sinistra qualche volta è stata trovata unilaterale e cor· rispondente all'emisfero sede della raccolta. Quedella faccia e della. lingua. Ft1 eseguita la tra· sto reperto al quale BERGMANN assegna molto panazione sulla cicatrice e fu esitato un ascesso , profondo del lobo temporale. valore fu n ettissimo in un mio infermo. I

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ANNO

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FASO.

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Questi fatti djmostrano che si possono anche avere dei falsi sintomi di localizzazione e che bisogna tener conto per la diagnosi di sede di molteplici fattori. Ma se la stimolazione di un centro è possi· bile anche a distanza, la paralisi sta sempro ad indicare la distruzione di esso o delle s11e vie cli conduzione. Onde i sintomi paralitici hanno molto maggior valore degli irritativi. Erroneamente da alcuni si dice che le sup· ptirazioni profonde, anche estese nella sostanza bianca che lascino illesa la corteccia •non danno i fatti paralitici. L'anatomia e la clinica hanno climostrato il contrario. La distruzione delle vie di conduzione ha t1guali effetti della distruzione del centro. Prima dell'insorgenza dei fatti paralitici esiste sempre uno stadio di eccitazione contrassegnato anatomicamente dall'invasione del processo in· fettivo con relativa iperemia, edema fl~gi· stico, ecc. Negli ascessi questa prima fase è di breve durata; ed è bene ricordarlo per la diagnosi differenziale coi tumori i quali atrofizzando e distruggendo molto lentamente il tessuto cerebrale danno sintomi irritativi molto tempo prima dei paralitici. Molte volte però, specie qua:Q.do l'ascesso oc· cupa certe provincie cerebrali, mancano segni di localizzazione. Il nostro primo infermo, che aveva una voluminosa raccolta nel lobo frontale, ne è un esempio. l\iia trattandosi di lln bambino ed es· sendo le circonvoluzioni frontali il centro prin· cipale delle funzioni psichiche, è evidente la difficoltà di rilevarne le alterazioni. Certo però mancava qualsiasi stimolo della regione psico· motoria finitima. Nel secondo infermo invece avemmo disturbi nella percezione delle parole e disordini della scrittura. È noto ohe il centro del linguaggio occupa il territorio corticale circostante alla cissura di Silvio in cui è compresa la prima circonvoluzione temporale. Le lesioni di questa appunto si manifestano colla forma percettiva tlell'afasia o sordità verbale. Oltre a questa nel i1ostro infermo notammo l a disgrafia che faceva supporre che la lesione si estendesse alla piega curT"a ove pare abbia.no sede i centri delle ima· gini ottiche delle lettere. .....

** * microscopico

307

SEZIONE PRATICA

L'esame del frammento di parete ascess11aJe, a portato da. uno dei miei infermi, mi porge occasione di ricordare come anatomicamente si c ircoscrivono le raccolte marciose encef alicl1e.

RosE afferma che gli ascessi cerel)rali no11 sono contenuti da alcuna parete o capsula, ma sono circoscritti da sostanza ner,,.osa invasa dal processo ùlstruttore che si diffonde eccen· tricamente anche se le raccolte ' rengono aperte. e quindi n ega la possibil ità della ]oro guari· gione. L'anatomia e la clinica p erò infirmano questa asserzione. La sostanza cerebrale, per la scarsità c.lel con· nettivo ordinario così sensibile all'azione dei microl'ganismi e per l'abbondanza del connet· tivo nevroglia cho è po,rero di vasi linfatici e spazi lacunari, offre ai germi condizioni poco faTorevoli di sviluppo e di emigrazione. Di più al processo fondente e distrutti"Yo che coinvolge gli elementi nervosi, i corpt1scoli se· moventi e gli endoteli, resistono i prolunga· menti delle cellule della nevroglia che sospinti alla periferia si dispongono a strati, si addensa.no e sclerotizzano formando tutt'attorno al focolaio una vera capsula. Ciò spiega la mancanza o la bassezza della febbre, l'assenza delle infiltrazioni del circ1un· ambiente e la lentezza del decorso. Il frammento di parete ascessuale da noi esa · minato ha appunto dimostrato la presenza di questa capsula connettivale ed ha anche fatto vedere uno dei modi di ingrandimento degli ascessi cerebrali, la formazione cioè e la fusione di piccoli focolai purulenti n ello spessore della capsula stessa. I

** * cerebrale, se si

L'ascesso eccettuano quei ra· rissimi esempi di raccolte nei lobi temporali svuotatesi spontaneamente attravesso il labi· rinto, la cassa ed il meato t1ditivo esterno, è una lesione, lasciata a sè, fatalmente mortale. A me non risulta che siano mai stati trovati all'autopsia focolai cerebrali marciosi spenti. Cadrebbe perciò una delle ipotesi che sono state emesse per spiegare certi lunghi decorsi di ascessi, quella cioè che vorrebbe ammettere la possibilità che una raccolta si incisti, i mi· crorganismi muoiano, e che poi il focolaio dopo mesi ed anni si ridesti per il nuovo soffermarsi di cocchi piogeni. La morte negli ascessi encefalici a\\iene sia per distruzione di centri vitali, sia per invasione dei "'rentricoli o delle meningi ''"erso c11i il pus si fa strada. È p erciò stretto do-vere i·in· ter''tenire non appena la diagnosi è stata, fatta . o anche solo fortemente sospettata. Non ho ragione di parlare q11i di t11tte le ino· dalità operatorie praticate e con igliate per n1et· tere a u11do il cer-vello ed esplorarne la profo11· (1Sl)


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IL POLICLINICO

[ANNO

XI,

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dità. Ricorderò solo che la siringa aspirativa in I Tetano e metodo Baccelli ambedt1e i miei casi riuscì a dimostrare la pre· per il dott. V ARISCO EUGENIO. senza del pus, onde io prima di ricorrere all'incisione esploratrice ripeterei sémpre la prova Il prof. BACCELLI esperimentò per primo, nel con una grossa Pravaz . 1888, l'acido fenico nella cura del tetano. Dopo i Di notevole importanza è il conoscere i sesuccessi ottenuti in quindici anni di esperimento, g uiti immediati e mediati dell'operazione, nonla grande efficacia del metodo non è più discuchè ~e speciali attenzioni che d ebbono usarsi tibile. nelle cure post-operatorie. Il tetanico sopporta forti dosi di acido fenico, Il nostro secondo infermo dcpo 10 giorni di e ciò è dimostrato anche dal caso clinico che io apparente guarigione ricominciò ad acct1sare gli stesso, in onore al grande maestro, mi permetto stessi disturbi che a noi l'avevano prima concl otto e non se11za sorpresa trovam1no che la di pubblicare. raccolta si era ampiamente riformata. G ... G. l3., di anni 32, di Fossalta di Pia,,e, Quando il pus cc;>ntenuto in un ascesso del di sa11a e robusta costituzione fisica, ammogliato, cervello è stato allontanato, sl1ccede istanta· con genitori vivi e sani, la sera del giorno 13 del p. p. dicembre, si presentò al mio ambulaneamente un fatto che comincia s11bito a turbare torio accusando un certo grado di tensione do· il regolare procedimento che deve esser tenuto lorifica nei muscoii masseteri ed impedimento nella cura. ad aprire completamente la bocca. Non presen· La capsula. incistante ha un debolissimo in· tava altri disturbi. Nell'esaminare io questo sintoma, m'accorsi dice di resistenza ch e è tosto vinto dalla pres· che il malato aveva una piccola ferita lacera al sione esercitata dalla massa cerebrale <?ompressa, mento, che datava da 6 giorni, coperta da una onde risulta che la cavità ascessuale tende a crosta, di colorito rosso-nerastro, prodotta da una frustata mentre guidava dei buoi. (Sono scomparire p er l'irregolar~ addossamento delle degne di nota le affermazioni di V ERHOOGEN e pareti che in certi punti collabiscono, in altri B.AERT di a'rer trovato il viru tetanigeno sul lasciano delle lacune in Clli il pus facilmente p elo del cavallo, dei buoi e di altri nnimali). ristagna. La ferita, complicata a leggero trisma, mi Ne consegue evidente)a difficoltà di provvedere fece subito balenare nella mente l'idea che si trattasse di un caso incipiente di tetano. Caute· con sicurezza al drenaggio il cui difetto si mani· rizzai Sl1bito la l t:sione di continuo col nitrato festa a più o 'meno breve scadenza colla recidiva. d'argento; consigliai l'ammalato di andare a casa, Da alcuni è consigliato lo zaffamento della {ii porsi a letto ed attendermi, che nel giorno seguente mi sarei r ecato p er ri,~is itarlo. Ciò cavità con garza iodoformica, come si fa negli fatto, ho notato nel paziente aumentato il trisma, ascessi di altre parti clel corpo. Data. p erò la fisonomia con espressione sardonica, forte tendelicatezza della tessit11·r a del cervello e la mansione dei muscoli retti addominali, leggiero mo· canza di una vera cavità, l'introduzione dello vimento febbrile, polso 82. Non c'era più dubbio sulla qualità della forma patologica.. Resa edotta zaffo riesce difficile e p11ò produrre dei malla famiglia d ella gravità del morbo al quale trattamenti ch o ò bene evitare. andava incontro l'ammalato, la pregai di vo· }folto più indicat~ invece è l'immissione di lermi informare ancora in ql1el giorno se fostubi cribrati di \etro o di argento che secondo sero sopravvenuti nuovi fenomeni. Prescrissi intanto un p11rgante oleoso ed una pozione con il consiglio di HORSLEt' si lascieranno in posto ana.gm. 4 tli cloralio idrato e brom t1ro potas· molto tempo. Attr~iverso ad essi si potranno p11re sico; suggerii di otturare al paziente i condotti praticare sotto debolé pressione dei lavaggi sia tiditivi esterni con cotone e di tenerlo comple· al tintolo (OnALENSJ( J), o all'acido fenico (MEYER), tamente isolato e lontano da ogni possibile ru· more. o al sublimato (MILES), sia semplicemente, come In quella sera appunto il paziente ebbe il u sammo noi, ccn acqua sterile, poichè si deve primo parossismo. Il giorno seguente, cioè il ricercare un beneficio soltanto dalla loro azione 15 di dicembre cominciai le iniezioni ipoder· meccanica e non dalla chimica. miche di soluzione feni1~ata al 3 per cento r ecandomi, clata la distanza, non più di 3 volte Gli esiti della cura sono dei più confortevoli. al giorno, e p erciò cominciai con 3 iniezioni Alla scomparsa dei fatti dovuti alla suppurauna alla mattina, una a mezzogiorno ed una zione e alla. compressione segue la scomparsa alla kera, iniettando complessivamente centigm. 9 dei sin tomi irritativi. di acido fenico. Cloralio, bromuro ana. gm. 6. Giorno 16. Ebbe un secondo parossismo. I fenomeui paralitici, causati come sappiamo, Polso ~O. Temperatura 38. Trisma marcato, ri: da. distruzione di sostanza, permangono. gidi i muscoli addominali, m eno gli estensori Raramente si sono avuti inconvenienti rife· del collo; nessun disturbo nella deglutizione e ribili alla cicatrice nervosa. nella r espirazione. Acido fenico centigm. 18. Giorno 17. Qualche leggiera contrazione teta· Roma, luglio 1903. (20) •


SEZIONE PRATICA

nica generale ma passeggiera. Polso 80. Tem· paratura 38. 1. Acido fenico centigm. 21. Giorno 18. Continuano gli stessi fenomeni. Acido fenico centigm. 24. I nietodi di esplorazione Giorno 19. L'ammalato ebbe un forte paros· d e 11 a p e r in e a b i l i t à r e n a l e . sismo con opistotono che durò mezzo minuto; nessun dist11rbo nella deglutizione. Te1nperaLa somministrazione di varie sostanze estranee tura 38. 5. Polso 96. Urine normali. Acido fenico o .no all'alimentazione corrente, come il cloruro iniettato centigm. 33. di sodio, lo ~oduro di potassio, il bleu cli meti· Giorno 20. L'ammalato ebbe un parossismo più lungo del giorno precedente con forte acce· lene, ecc., fatta in condizioni d eterminate od ac lerazio11e · del polso e della respirazione. Tem· ' compagnata dall'esame dell'elimiuazione di qt1este paratura; 38. 9. Polso 98. Acido fenico iniettato sostanze nelle urine, costituisce ciò che si è con· centigm. 39. Giorno 21. Trisma completo. Le arcate den· venuto di chiamare « l'esplorazione della per· tarie non si distanziano che per mezzo centi· meabilità renale » . metro. Ebbe molte crisi ma più leggiere. Tem· Il rene ba due porzioni Recretrici di attività paratura 38. 5 . Acido fenico centigm. 45. Urine diversa: la porzione glomert1lare e quella dei normali. tubt1li epiteliali. Secondo le più diffuse teorie, a Giorni 22, 23, 2±, 25, 26. 27. Continuano le stesse cond izioni. Ho iniettato rispettivamente livello del glomerulo filtrano l'acql1a ed i sali centigm. 54, 61, 6-1, 64, 64, 64. mentre a livello dei tubuli passano l e sostanze La notte d el 27 ebl)e diversi parossismi a azotate. Lo studio della permeabilità r enale com· breve distanza uno dall'altro con dolori forti prende dunque lo studio di due p ermeabilità clif · nei muscoli in contrazione tetanica. Deglutizione normale. ferenti: quella dei glomert1li e quella dei tt1buli. Giorno 28. Il paziente si presenta abbastanza In pratica per esplorare la prima si aclopera tranquillo. Polso 94. Temperatura 38. ~. Iniettai specialmente lo ioduro di potassio o il salicilato in 3 volte come al solito centigm. 70 di acido di soda, per esplorare la seconda si ricorre al fenico, così divisi centigm. 20 al mattino, cen· tigm. 20 al mezzogiorno e centigm. 30 alla sera, ble11 di metilene ed alla rosanilina. con una soluzione h.l 4 per cento. La pozione La crioscopia urinaria i cui dati completano di cloralio e bromuro di ana. gm. 6. 50 che som· sempre utilmente t1no studio di p ermeabilità, ministra"\'O ogni g iorno ad un cucchiaio all'ora, rivela così l'attività epiteliale come la glome· 110 pensato di somministrarla in 3 volte. Giorno 29. L'ammalato, eccettuato qualche rulare e ci dà nello stesso tempo un rapporto Sllssulto non presentò disturbi d'importanza. È assai preciso di qt1este attività. calmo, porsistono il trisma e le contratture ad· La clort1ria alimentare e la prova della fluo· domi1tali e de~li estensori del capo. Acido fe· rizina vanno considerate perfetta mento a parte· nico centigm. 70. Urine normali. Giorno ~O. Persiste il miglioramento. Acido Studiamo ora i vari metodi di esplorazione : fenico centigm. 60. a) Esplorazio1ie .fJlonterzilare. - Si sommini· Giorni 31, 1, 2, 3. Rispettivamente centistrano 4 centgm. di iocluro potassico per inie· gl'a,m mi 40, 24, 24, 20. zione o 50 per ingestione. La eliminazione, qua· Nella notte del 3 ebbe un leggierissimo pa· rossismo, tanto che nel giorno seguente ho iniet- lll;nque sia la qt1antità somministrata, si fa in tati eentigm. 25 e cosi il giorno 5 ed il 6~ seb· 30-40 ore normalmente e si inizia in capo ad una bene nessun fenomeno si fosse manifestato. mezz'ora od anche un q11arto d'ora . Si rileva L'ammalu.to migliora sensibilmente, comincia la presenza dello ioduro per mezzo dell'acido già ad aprire la bocca, il riso sardonico è quasi scomparso, i muscoli addominali sono m eno tesi, nitrico e del clorofortnio : colorazione rossa. dorme tranquillamente quasi. tutta la notte, però b) Esplorazione ep ite!ia le. - Iniezione ipo · ho continuato per altri 3 giorni l'iniezione matdermica di 5 centgm. di soluzione di blet1 di tutina di centigm. 20 di acido fenico. In 26 giorni di cura ho iniettato gm. 10. 03 di acido fenico · metilene. Eliminazione normale in capo ad una in sol nzione di a.cq ua· distillata e sterilizzata. mezz'ora, completa in 35-72 ore. Spesso il ble1t Ora il pazionte è entrato in piena convale· passa allo stato di cromogeno · allora s i riscalda cenza. con un po' di acido acetico per avere la tinta bleu. Fossalta di Pia,re, 12 gennaio 190±. c) Crioscopia. - L'abbassamento del grado di congelazione dell'L1rina, o ~, indica il numero di molecole totale disciolte nell'urina; se si do· Recentissime pubblicazioni: sano i cloruri orinarii, si pt1ò sa pere in qual questo abbassamento del punto cli congela· La Malaria secondo le nuove ricerche misura zione è d0Vl1to ai cloruri, perchè l'abbassamento del prof. A. CELLI (2• edizione), L . 5 d el punto di congelazione di una soluzione è proporzionale al p eso dei sali disciolti. ia ò l'ab· Indirizzare richieste con Cartolina-vaglia. alla Società bassamento di congelazione do1·uto ai cloruri: Editrice Dante Alighieri - Roma. (21)

NOTE DI MEDICINA SCIENTIFlOA


310

IL POLICLINICO

dunque .i - ò = l'abbassamento di congelazione dovuto a tutti gli altri elementi urinarti ali' infuori dei cloruri. Ora, siccome è al livello degli epitelii che si fa lo scambio delle molecole dei cloruri con~ro le molecole organiche {KORANYI) si ha dunque il rapporto

~o

che traduce l'atti-

vità epiteliale (CLAUDE e BALTHAZARD, ecc.). d) Prova della flaorizinet. - Questa prova più eh' la permeabilità rivela l'attività epiteliale. Consiste in questo : iniezione ipodermica di 5 milligm. di fluorizina. Dopo llna mezz'ora in un soggetto sano comincia l'eliminazione dello zucchero che dura 3-4 ore. e) Prova della cloruria alimentare. - Questa prova è importantissima, perchè dà indicazioni terapeutiche e prognostiche quasi immediate. Ecco in che cosa essa consiste. . Il malato è sottoposto per almeno 4-5 giorni ad un regime alimentare costante (regime latteo di preferenza) poi brrtscamente, senza canibiar 1tulta 1iel reginie, si aggi ungono sol tanto 15 gm. di E-ale marino, per 3 giorni di seguito. Si esamina quindi jl modo di eliminazione del sale, che nel soggetto sano aumenta e cessa brusctimente al principio ed alla fine dell'ingestione salina. 1

0011,siclerazion,i sull'utilità clell' esplorazio1ie della pe1·1neabilità Fenale. - I dati di questa esplorazione non sono n ecessarii ma soltanto utili per la diagnosi come complemento d ella medesima. Ma essi sono ancora incompleti. Con la sola esplorazione renale non si potre bbe fare una diagnosi. Una buona permeabilità renale allo ioduro od al ble11 di metilene non impedisce che il malato sia in uno stato di profonda asistolia o sotto il peso di una nefrite acuta. L 'esplorazione renale è di gràndissimo interesse invece p er esplicare il meccanismo della fisiopatologia del rene, che la clinica sola non ci avrebbe mai pott1to rivelare. È cosi che la glicosuria fluorizinica ci rivela l'alterazione della cellula renale perchè fintanto che qt1esta non è alterata, la glicosuria fl uorizinica non si trova. Così questa esplorazione è sen1pre positiva n elle nefriti, qualunque sia la loro forma; resta al contrario negativa n ell'oliguria per debolezza cardiaca;_ negativa altresì nell'albuminuria ortostatica, per la quale si è dunque indotti· a ritenere insignificante, s& pure esiste, la lesione renale. È così che la prova del bleu di metilene e dello iocluro ci insegna che se la permeabilità renale è normale od anche esagerata p er la n e frite act1ta, è diminuita p er la nefrite interstiziale. È così che essa ci dà questo inatteso insegnamento: che la permeabilità renale non cor(22)

[ANNO XI, F ASC. 10

risponde alla gravità dell'affezione organica, poichè si pt1ò osservare una permeabilità normale anche nel corso di un'uremia acuta con esito letale. l\iieglio ancora : l'esplorazione renale dà in certi casi llll fondamento quasi scientifico apratiche terapeutiche fin qui fondate sull'empirismo. La ritenzione dei cloruri in certe oligurie car· diache, in certe nefriti s11bacute (A.CHARD e LOEPER, WIDAL, l\iIERKLENJ spiega l'inconveniente del regime salato in certe affezioni e l'opportunità di un regime insipido, come il regime latteo. Si sa che WIDAL ha perfino potuto ripro· durre a volontà, grazie a questi dati, degli edemi .c linici in individui affetti di brigl1tismo. Finalmente, meglio ancora, è in buona parte alle informazioni teoriche dell'esplorazione della permeabilità renale c]1e è dovuto il ritorno alla moderazione per i l a' aggi del sangue e per le grandi iniezioni di siero, di cui si era abus to e che avevano prodotto accidenti restati non poco nell'ombra. Ciò era avvenuto perchè se n e parlava poco, non conoscendosene come ora la patogenesi, specialmente per m ezzo di questa esplorazione della permeabilità renale, che me· rita dunque anche p er questo la maggiore con· siderazione. . Journ,al des praticie1is, 26 dic. 1903).

Ricerca dell'indacano nell'urina. Si pongono in una provetta circa gr. O. 05 di perossido di bario, 2 a 3 eme. di cloroformio, 10 eme. d'acido cloridrico concentrato; indi si agita per 1 a 2 minuti. Il cloroformio che si separa al fondo assumerà lln colore azzurro tanto più intenso, quanto 1più indicano è oontenut'> nell'urina. (RYEGLER, Pii. C. H.).

.Ricerca clinica della urobilina. Il carattere dell'urobilina di dare fluorescenza per azione dei sali solubili di zinco viene da tempo utilizzato per la ricerca di essa nell'urina: già J AFFÈ, NEUBAURER e VoGEL 11anno consi· gliato il cloruro di zinco. Il dott. W. ScHWEIS· SrNGER ora ha constatato cl1e si ottiene la fluo· rescenza veramente magnifica e lo spettro di assorbimento evidente ancl1e nelle uri11e clte con· tengono poca urobilina e relativamente numerosi altri pigmenti, quando a queste si aggiunge uguale volume di soll1zione 10 °/0 di acetato di zinco in alcool assoluto e poi si filtra il liquido dal precipitato formatosi. Le soluzioni acquose di semplice urobilina manifestano qllesta r ea· zione anche nella diluzione di 2: 100,000. (Ap .. Ztg.).


Pl\ATICA PllOFESSIONA·LE La paraplegia cerebrale infantile.

I gine da una ca11sa infettiva che in primo tempo

ha dato un focolaio flogistico. }'!ARIE da quin· dici anni ha trovato ugualmente casi di epilessia dell'emiplegia cerebrale infantile e di epilessia. volgare, ch e nell'infanzia ebbero un primo at· tacco di convulsioni; ora, se si riesce a provare che l'epilessia volgare è do,ruta ad un fatto in· fettivo avvenuto dopo la nascita, verrà messa fuori causa la sua ereditarietà.

Il dott. MARIE P. ammette (Le Bnlletin nzé· dical, 12 luglio 1902) una certa associazione tra la paraplegia o emiplegia infantile, e la paralisi spinale infantile. Patologia della polio111ielite acuta. Per la prima la causa \Ta ricercata ~pecialmente tra le malattie infettive (11su28 RICHARDIÈRE), P. A.PREOBRAJENSKY (cloi1rrialKorsali·ou;a, 1903, e tra queste la scarlattina dà ordinariamente n. 3) conclude dallo studio della letteratura melrn'~miplegia a destra (18 su 21 FREUD). dica e dalle sue proprie ricerche: Uguale è l'etiologia per la paralisi spinale 1° Che la poliomielite acuta può dipendere infantile. da lesioni dell'arteria laterale anteriore come da In ambedue i casi l'inizio è eguale : lo stesso lesioni delle arterie solco-commessurali · malessere generale, le convulsioni, la febbre, 2° Che la mielite acuta e la poliomielite poi il quadro dell'una o dell'altra forma. Tra possono essere processi identici, dipendenti da quoste v'è dunque identità, già messa jn vista localizzazione accidentale in questo o quel di· da STRtJ~IPELL e da MARIE (188!-85). Partendo stretto arterioso; dall'idea. allora dominante - che cioè la para· 3° Che la stessa infezione può produrre di· lisi spinale inf~tile fosse un'affezione sistemasturbi così interstiziali come parenchimatosi di tica. in cui le cellule delle corna anterigri del varia intensità, donde una. classificazione irrea· midollo venissero colpite e d 'un tratto degenelizzabile della mielite, secondo le lesioni anatorassero - ritenne ugualmente l'emiplegia cere- miche; brale infantile come affezione sistematica, con 4:° Che la questione dell'esistenza di una lesione delle grandi cellule della sostanza grigia mielite parenchimatosa acuta devo rimanere delle circonvoluzioni cerebrali, e, per analogia aperta, non potendosi distinguere nettamente con la poliomielite, descrisse la poliencefalite, una degenera~ione acuta degli elementi nervosi affozioni ambedue d'origine infettiva. MARIE da una loro acuta infiammazione~ sostenne che la paralisi spinale infantile, solo 5° Che nella rabbia umana non vi sono aloccasionalmente è sistematica, ma più freq11en· terazioni specifiche del sistema nervoso, le quali temente conseguenza di una arterite infettiva; permettano una diagnosi post-1norteni. l'apparente sistematizzazione sarebbe solo clovuta ' (American, Medicine, 30 genn. 1904). alla regolare disposizione dei vasi del midollo. Le stesse lesioni dànno la paralisi cerebrale in· Tabe giovanile e sifilide e1·editaria. fan tile : un f ocòlaio che si forma e che si loca· lizza e che può interessare la sostanza bia.nca Nella Miincli. nted. Woclt. del 22 dee. 1903 il e la grigia. dott. HARTMANN descrive il caso di una ragazza di 20 anni che aveva sofferto di dolore facciale STRtJ~IPELL, in un lavoro consecutivo, riconobbe spasmodico dal suo tredicesimo anno. All età di cho le stie idee teoriche lo avevano portato un 17 anni aveva avuto una esacerbazione di questi po' fuori dal vero. dolori che l'avevano obbligata a letto p er 8 set· Ln. clinica deve dimostrare se veramente esiste timane e le avevano fatto p erdere durante q11el questa analogia tra le due forn1e morbose che tempo quasi completamente la vista. in taluni infermi potrebbero essere associate.Ne In seguito la vista aveva migliorato alquanto sono stati descritti infatti dei casi da LA:rtIY, REDLICII e NEURATH, BEYER, MARIE. tanto da, potere attendere al la\oro. All'età di 19 anni aveva avuto un parto pre· Nei colpiti da paralisi cerebrale infantile, possono tarc.livamente prodursi delle convulsioni maturo, a 7 mesi, e per nove mesi successiT'i epilottiche a tipo jacksoniano, che sarebbero, mancarono, dopo, le mestruazioni. Il dolore facsecondo l\IARIE e J ENDRASSIK, la conseg11enza ciale era divenuto cosi grave da richiedere l uso d'un processo flogistico che seguirebbe la ledella morfina. sione iniziale dell'emiplegia spasmodica. L'esame fisico era n egativo, salvo una marcata Anche l'epilessia essenziale spesso trova ori· flussione della faccia, che era sede di intensi (23)


..

dolori ne,Tralgici, ma non doleva alla pressione e la presenza dei segni, ben chiari, di W estphal e di Romberg. Il disco ottico er a atrofico da en tr ambi i lati. L' A. conclude esser questo uno dei casi inso· liti precoci di tabe, probabilmente da sifilide ereditaria, essendovi forte sospetto di infezione materna• Un fatto vera.mente raro è, in questo caso dell'HARTMANN, la lun ga durata del dolore lo· ca lizzato alla faccia, la quale d i rado è presa nella tabe, senza lo sviluppo di pa1~estesia o di atassia.

APPUN!J.'I DI TJlE1l_APIA Azione dell'acido bo1·ico per ir1·igazioni intestinali. Il dott. CLOETTA (Zentralblatt fttr Medizin) ha trattato con successo il catarro ribelle dell'intestino crasso coll'enteroclisi all'acido borico. Ha a' ru to tre casi di leggiera intossicazione. L e sol11zioni delle quali l' A . si serviva erano all'1. 5 ed al 2 per cento, alla temperatura del corpo. La quantità er a di un litro di liquido, che il paziente trattene,ra. per 5 min11ti. In 3 llei 7 malati curati così apparvero, dopo 2, 4, 5 iniezioni, d elle ver tig ini, della cefalea con lln certo malessere, che non cessa vano se non dopo l'evacua~io ne del liquido .e ricominciavano dopo nuove irrigazioni. Non esisteva nè ulcera, nè grande p erdita di ml1oosa; la quantità di acido borico assorbita non poteva essere consider evole perchè il liquido veniva q~asi del tutto e' racuato. D'altronde, non può trattarsi di un'azione reflessa~ perchè la maggior parte dei pazienti erano stati c11rati, in preceden za, con altre irr igazioni.

Per con1inciare una cm·a di ioduro.

I

In Inghilterra si comincia sempr e la cura iodurata somministrando una dose doppia di quella che sarà data in seguito. Cosl si evitano gli accidenti dello iodismo. (Méd. 1noderne).

Tintura di iodio: metodo di co.nse1·vazione. S i sa ch e per una lunga conservazione d ella tintura di iodio, l'alcool di questa è decomposto con formazione di iodoformio, di aldeide, di iod11ro di etile e p rincipalmente di acido iodi· drico. Benchè: secondo HAGER e FISCHER, questa alterazione, quando la tintura è stata preparata acc11ratamente, non interessi tutto al più che il 5 p er cento dello iodo adope rato, un tale preparato irrita fortemente la pelle. Per impedire questa trasformazione, si sono proposte diverse precauzioni da prendere du· rante la preparazione e la conservazione : così, le .nuove farmacopee fanno · preparare la tintura per agitazione a freddo in lln flacone chiuso a smeriglio ; HAGER e FrsCHEJR consigliano di conservarla in un flacone a tappo smerigliato e coperto di u11 cappu ccio; molti autori consig liano di adoper a r e bottiglie in vetro bianco, non chiuse a smeriglio perchè sotto l'azione della luce e dell'aria, una parte dello iodio combinato è rimessa in libertà. CARLET prepara la tintura d i iudio con addi· zione di borace nelle seguenti proporzioni: iodio 1 ; alcool a 90°, 12 ; borace offic. 2. Il bo• race, non essendo influenzato dallo iodio metal· lico, non esercita alcuna azione s11lla tintura esente di acido iodidrjco, mentre in pres6nza di questo acido è decomposto, con m essa in libertà di acido borico.

P er evitare l'azione depressiva della morfina.

Variabilità delle preparazioni . . .-di valeriana.

AUBERT, di Lione, per evitare la d epressione che segue all'u so della morfina, associa a q11esta, al cloridrato di morfina, dell'etere, secondo la formula seguente : Cloridrato di morfina . . centgm. 10 eme. 4 Acqua . . . . . . . . 4 Alcool a 90° . . . • • Fa sciogliere ed aggiungi : em e. 6 Etere solforico . . . . • ))

P er iniezioni ipodermiche nei tisici nell'ttl· timo p eriodo, con dis pnea ed angoscia, esse riescono utilissime. (Méd. 1nod.).

(24) •

I

Nella D euls clie 1ned. Woclt (7 gennaio 1904) il dott. KOCBMANN rammenta che l'essenza di vale· · riana, solo principio attivo della radice di va· leria n a, non si forma se non nella radice secca, sotto l'inflttenza di una ossidasi. Questa essenza è leggermente acida allo stato fresco; più tardi diventa bruno -scura e fortemente acida. Le ricerche dell' A ., eseguite su vari campioni di tintt1ra di valeriana e di prodotti analoghi, hanno djmostrato ch e nulla è più variabile del grado di acid ità dell'essenza di valeriana cho esse contengono e che non v'è quindi da me· ravigliarsi della variabilità d egli effetti ottenuti con tutti i preparati di questa categoria.


SEZIONE PRATICA

J.\IMEDI NUOVI L'azione del " Tot " su alcuni mic1·oorganis1ni. (Riasstmto della comunicazione fatta alla Società medico-chirurgica di Pavia, da V. GA· VINA).

Incaricato dal chiarissimo prof. GIUSEPPE SORJ.\.iANI, direttore del Laboratorio d'igiene di questa Università, di esperimentare l'azione del o: Tot » quale disinfettante del tubo gastro-intestinale e del suo potere bactericida sulla flora intestinale, secondo l'indirizzo suggeritomi in proposito, intrapresi una serie di osservazioni, sui seguenti microrganismi:

1. Bacillus 1tiese1itericns vulgatns; 2. Bacteriu1n coli co1n1rzune; 3. Bacillns tipliosus; 4. Spirilln11i Fi1ikleri; 5. 8pir;ttii1n cholerae asiaticae. ..... Dall'esame di questa serie di esperienze si deduce: I trapianti fatti, dopo l'introduzione di un cacliet di « Tot », rimasero sterili: 1. Per il bacteriu11i coli co11imu1ie; dopo 2 ore. 2. Per il bacillas tiplioszis, dopo ore 1. 25. 3. Per lo spirillu11i Fz)ilcleri, dopo 25 minuti. 4. Per lo spirill1i1n cliolerae asiaticae, dopo 25 minuti. Il niese1itericus vnlgatns (data la qualità di essere sporigeno) r esiste all'azione del « Tot » oltre le 24 ore. A. questi risultati mi sembra far riscontro l'esito delle esperienze fatte dal chiarissimo prof. G. SORMANI, pubblicati sugli A1i1iali Universali di 1nedicina fin dal febbrai.o 1885 ohe i naftoli A e B (quest'ultimo uno dei principali componenti che ritroviamo nel « Tot » ), possono essere classificati fra i principali n eutralizzanti del bacillo tllbercolare. ..... Da quanto si è esposto risulterebbe adunque che il « Tot » agisce con l'azione sua disin · fetta11te, abbastanza rapidamente, in modo da arrestarne lo sviluppo, su alcuni microrganismi, la cui azione patogena si manifesta specialmente e più frequentemente nel tubo gastro-enterico.

anno 1900 non si contano meno di 1774 casi di morte di questo genere . .A Liverpool, in un anno, t1n'inchiesta sopra sette, per decesso infantile, è richiesta da questa forma cli soffocazione. È poi probabile che la cifra data sia anche inferiore alla realtà, per la semplice ragione che in molti casi la diagnosi è impossibile, essendo sempre le madri e l e nutrici pronte ad affermare che il bambino ebbe cl elle convttlsioni o qualche altro sintomo prima di morjre. Se si tratta di bambini molto piccoli e di debole , costi tu zio ne, la prova della soffocazione non può esser data perchè molti di questi bambini, rimpinzati di latte da una madre ubbriaca, soccombono sotto la semplice pressione delle co perte o per affondamento della faccia nel cu· • scmo. Nei bambini più vigoroRi si possono constatare traccie di lotta ed in questi casi si sco prono traccie evidenti di soffocazione : la faccia è livida, le labbra sono violacee, le braccia e le gambe flesse, serrati i pugni· un muco sanguinolento scola dal naso e dalla bocca; la lingua è pendente e le unghie sono bluastre. In Prussia, un tempo, il Codice penale proi· biva alle nutrici ed alle madri, sotto pena di carcere, di dormire nel medesimo letto coi bambini sotto i due anni d'età. Il nuovo Codice non contiene più questo articolo, ma la giustizia può processare pér « 011ziciclio per 1iegligenza • i ge· nitori i cui bambini muoiono soffocati nel loro letto. Qt1esto genere di morte è d'altronde così raro in Germania ed in Italia come in Fra.noia. .A che cosa si deve attribuire la frequenza specialissima di questi accidenti in Inghilterra? La causa si trova in questo rilievo della relazione del giudice ingleso : « Uno stretto e di· retto rapporto sembra esistere fra questa causa di mortalità infP..ntile e la frequente ubbriachezza nella donna » •

CENNI BIBLIOGRAFICI Handbuch der Ernalu·nngstl1erapie und Diatetic h erausgegeben von E. ·voN LEYDEN. - Zweite

-V-A.RIA Bambini accidentalmente soffocati in Inghilterra. - Nei 10 ultimi anni l'Inghilterra ha perduto 15,000 bambini p er soffocamento nel loro letto dovuto alla negligenza della madre o della nutrice. Secondo una statistica di W ESTCOTT nel solo

.Auflage herausgegeben von G. KLEllPERER. Leipzig, Verlag von G. Thieme. Se in brevissimo volgere di tempo il m~nuale di terapia alimentare e di dietetica è arrivato alla. 2a edizione, gli è ch e non solo corrispose ad un bisogno sentito, ma che pure nell'orcli· namento e nell'esecuzione del piano fu vera· men te magistrale. Il LEYDE~ ebbe una buona (2j)


314

IL POLICLINICO

(ANNO XI, FASO.

idea e benissimo seppe svilupparla. Per la se· ' ispezione, palpazione, p ercussione, ascoltazione conda edi~ione cedette il suo ufficio al profes· del torace; all'esame dell'espettorato nella tosse: sore G . KLEMPERER, che s'è essenzialmente pre· alle punture esplorative; all'esame dell'apparec· fisso di mantenerla intatta nelle linee generali, chio cardio-vascolare; delle arterie; delle vene: ma di contenerla nei più stretti limiti della die· del sangue. Esame dell'apparecchio digerente, tetica, evitando di trattare di ogni sussidio te· dello stomaco, dell'addome e dell'intestino. La rapeutico collaterale e togliendo qualsiasi ripe· defecazione, le feci. Esame del fegato e della tizione. Oosi l a secon<ia edizione esce alquanto milza; dell'apparecchio llrinario. Ureteri e vetrasformata e molto ringiovanita. scica. Esame delle urine. Esame del sistema ' Limitandoci per ora al primo volume, notiamo nervoso. La r adioscopia. Esame del ricambio che vi sono molte modificazioni nei ca.p itoli con· organico. servati: ad esempio, è completamente rifatto quello sulla patologia generale della 1tzztrizio1ie di FR. MtJLLER. Invece sono eliminati i ca.pitoli BIBLIOGRAFIA ITALIANA sui 11iedicanze1iti clie sono utili nelle czire al;nzen· tari, i bagni, le cnre cli11iaticlte e la Ki1iesitera· Neuropatologia e Psichiatria. ]Jia, noncl1è la tecn,ica e il confort rlell' ali11ienta. z101ie. BRUNO A. - Un caso di paraplegia ataxo-spa· Già nella prefazione, G. KLEMPERER accenna smodica. - Palermo, L a Riforma l\lledica, 1904. ad altri ca.ngiamenti per il ~o volume, modifi· TESTI ARMANDO. - Tumori del cet>vello. - Pacazioni che per l'ar gomento e per gli autori lermo, La Riforma :Vledica, 1904. si può gi11dicar e riusciranno im1Jortantissime. ZoocALI E . - Un caso di epilessia dipendente A . V. da atrofia di un occhio. - Napoli, Giorn. int. d elle Se. Med ., 1904. Bibliografia scientifica. - In qt1esti giorni la LOLLIS OTTAVIO. - Sindrome di Brown-Sélibreria I. B. BAILLIÉRE (Paris, rue Haute· quard. - Milano, Gazz. degli Ospedali, 1904. feuile, 19) ha pubblicato lln Catalo.r;o ,qenerale ili D'ORMEA A. e MAGGIOTTO F . - Ricercl1e sul libri di scitinze, contenente· l'annunzio dettagliato, ricambio materiale nei dementi precoci. - Pa· per ordine alfabetico, dei nomi degli autori d i lermo, L a Riforma medica, 1904. circa. 5000 lavori di medicina, storia naturale, RIA G . - Terapia dell'emorragia e dell'embo· agricoltt1ra, veterinaria, fisica: chimica, tecno· lismo cerebrali. - Napoli, Gl'Incurabili, 190!. logia, industria; con la data di pubblicazione, GHEZZI A . - Un caso di paralisi puerperale di formato, il numero delle pagine, le figure e transitoria. - Milano, L'Arte Ostetrica, 1904. le tavole. l\lloNTAGNINI TEOFILO. - Contributo allo studio Un~ tavola metodica di 17 pagine dà inoltre dell'idrocefalia. Palermo, La Riforma mel'indi cazione dei principali autori intorno a più dica, 1904. di 1500 soggetti- ch e si riferiscono alle scienze. MARINI NICCOLÒ. Sopra un caso di tumore Q uesta biografia sarà inviata ,qratis, e feanco, cerebrale. - Milano, Gazz. degli Ospedali, 1904. a 1.utti i lettori del nostro g iornale che ne fa· r anno richiesta. agli editori J. B. BAILLIÈRE et MONTAGNINI TEOFILO. - L e iniezioni di bro muro di calcio nell'epilessia. - Milano, Gazz. fils, mediante cartolina p ostale con risposta pa· degli Ospedali, 1904. gata. 0RTALI CESARE. - Sugli equivalenti epilettici. SUPINO dott. B-AFFAELE. - Manuale di dia· - Milano, Gazz. degli Ospedali, 1904. gnostica n1edica. - Unione tipografico -edi- P ASOOLETTI SIGISMONDO. - Coma epilettico si· ' trice Torinese. mu1ante un attacco di apoplessia cerebrale· In questa seconda edizione l'al1tora ha am· - Milano, Gazz. degli Qspedali, 1904. pliato i singoli capitoli di numerose e non inu- 0BIOI GIULIO. - Influenza del lavoro intellet· tili aggiunte. Egli cercò di fare larga parte al tuale prolungato e della fatica mentale st1lla r espirazione. - Reggio Emilia, Riv . Sper. di co11tributo che alla diagnostica clinica hanno Freniatria, 1903. offerto le nostre scu ole universitarie, la cui ope· rositit e serietà scientifica, ai nostri giorni, in CENI CARLO e BESTA CARLO. - I penicilli nel· l'etiologia e patogenesi della pellagra. - Reg· n11llLt si mostrano inferiori a quelle delle altr e • • naz1on1. gio·Emilia, Riv. Sper. di F r eniatria, 190i.t Incominciando dall'esame genera!& dell'amma- _A)fABILINO R. - Sulle prime ' rie olfattive. R eggio-Emilia, Riv. Sper. di Freniatria 1903. lato egli procede gradatamente all'esame d ello stato febbrile, dell'apparecchio respiratorio alla DONAGGIO ARTURO. - Per il problema dei ra1l· (20) \


o XI,

F.A.SC.

10]

}lOrti tra vie di conduzione intercellulari e pe· riferia della cellula nervosa. - Reggio-Emi· lia, Riv. Sper. di Freniatria, 1903. CENI CARLO. - Effetti della tiroidectomia sul potere di procreazione e sui discendenti. Reggio-Emilia, Riv. Sper. di Freniatria, 1903. VIVIANI UGO. - Catalettica g11arita mercè l'ip· notismo (contributo allo studio della sugge· stione mentale). - .A.rezzo, tip. E. Sinatti, 1904· D'ORMEA .ANTONIO. - La pazzia nella provincia di Ferrara. Studio statistico e clinico sugl'in· fermi del Manicomio provinciale nel q11in· quennio 1897 -1901. - Ferrara, Gior11. di Psi· chiatria clinica e tecnica manicomiale, 1903. DE .A.NGELIS PASQUALE. - La cura psichica nel Manicomio. Osservazioni sopra alcuni infermi affetti da franosi sensoria, e ricoverati nella Casa di Salute Fleurent nel biennio 1902-1903. - Napoli, Estr. dal Boll. della Casa di Salute Fle11rent, 1903. Nrcoo-LAPLANCIIE ARTURO. - Di un ca.so inte· ressante di paralisi spinale spastica. - Bolo· gna, Bull. delle Scienze Mediche, 1903. ~fONGERI LUIGI. - Le psicosi epatiche. -- Milano, tip. M. Bellinzaghi, 1903. LEVI BIANCIIINI J\'IARCO. - Neologismi e scrit· tura nella demenza paranoide. Contributo cli· nico alla psicologia della demenza primi tiva o precoce. - Ferrara, Giornale di Psichi a tria clinica e tecnica manicomiale, 1903.

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SEZIONE PRATICA

Roma

INTERESSI PROFESSIONALI I rapporti fra i medici e le Società di mutuo soccorso. L'articolo sui rapporti fra i medici e le So· cietà di mutuo soccorso, ispirato da una vertenza intervenuta fra i medici del circondario di Biella e le principali .A.ssocia~ioni operaie locali, ci ha procurato una copiosa corrispon· denza tanto da parte dei medici che hanno ere· duto opportuno, contro il parere dell'Associa· zione medica biellese, di presentarsi al concorso indetto, a scopo di krumiraggio, dalla Società generale degli operai, quanto da parte della presi· denza della Società stessa, con invio di bilanci, resoconti, prospetti, ecc. Siccome questo epistolario non ha il pregio della brevità, noi siamo costretti a. riassumerlo, sforzandoci di essere quanto più è possibile esatti. Innanzi t11tto, i signori dottori Carlo Danioni e Carlo Boglietti, respingono «sdegnosamente» quanto fu scritto nel Policli1iico a loro riguardo, mentre in verità (a parte la denominazione di l~ru11iiri che è entrata nell'uso comune e che non ha nulla di personalmente offensivo) non ere· diamo che il nostro articolo potesse sdegnare e nessuno e tanto meno essi che non furono no· minati; i colleghi poi scrivono : « Noi abbiamo creduto di poter prender parte liberamente ad llll concorso liberamente bandito sopra i giornali ; ~ qopo aver presa. visione della con,renzione medica della Società generale di M. S. tra gli operai cli Biella, abbiamo creduto di poterla accettare perchè le condizioni ci par· 'rero eqt1e e per nulla offensive della nostra di· gnità professionale. « :Xoi non abbia.mo mai appartenuto nè apparteniamo alla Associazione ~Iedica Biellese, e quindi eravamo in pieno diritto di regolarci se· condo i dettami della nostra coscienza e dei no· stri interessi. « L accusa di l~r11miraggio non può salire sino a. noi poichè sappiamo di non meritarla~ ess~ non è altro che uno sfogo di malevolenza di pochi contro di noi. « Possiamo assicurarle che al pari di ogni altro medico abbiamo anche noi Ti,~o il sentimento di ciò che è dovuto all'altezza della nostra professione e che, per conseg11enza. abbiamo il diritto (27)


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IL POLICLINICO \

di essere rispettati. Noi altro non intendiamo che di esercitare quella libertà di lavoro che ci è consentita dalle leggi dello Stato ed a cui nessuno può attentare con la violenza o con un boioottaggio che costituisce una vera violazione di ogni. riguardo sociale oltre eh dovuto a noi, dovuto anche agli stessi infermi a cui prestiamo le nostre cure. I diritti dell't1manità debbono essere .assai superiori a le passioni agitate da interessi altrui insoddisfatti! » (f.

In una postilla alla loro lettera, i dottori Danioni e Boglietti accennano ad llna circolare diffusa dall'Associazione medica biellese contro di essi, e che è del tenore seguente:

XI, F ASC. 1

di essersi presentati ad t1n concorso libero per tutti e di aver accettato il servizio della Società generale di M. S. degli operai di Biella possa giustificare un attacco ed una minaccia che rappresenta per noi un vero attentato alla libertà del lavoro come sopra abbiamo detto ». E aggiungono « che medici, e fra i migliori della città, non ostante siffatte intimidazioni non ricuseranno mai di prestarsi, se richiesti, a consulti in :nostra compagnia )). Più lunga e circostanziata è la lettera del signor Giovanni ..Adrasto, presidente della Società generale degli operai di Biella, jl quale vuole chA sia sentita anche la sua campana. E l a campana del sig. Adrasto dice: Non è vero che le Società operaie del Biel· lese e specialmente la nostra, abbiano sfruttato crudelmente (1) i medici intesi al loro servizio: poichè vi erano convenzioni liberamente accettate, le quali, tra gli altri vantaggi, garantivano per un triennio la stabilità dell'impiego. « Non è vero che vi fossero pretese esose da parte Jei sodalizi operai, specialmente da quello da me presieduto. Potrei anche fare il nome di medici fra i migliori della città, che durante il . tempo in cui f~cero per noi il servizio medico, non ebbero ma.i a patire pretese esorbitanti da parte dei soci. Anzi quando lasciavano il ser· tizio per dimostrare la loro gratitudine si inscri· ve vano soci onorari, versando la loro quota .al fondo· di riserva. · «

ASSOCIAZIONE ~1EDICA BIELLESE

Sezione Regionale dell' Associazione Nazionale dei Medici Condotti

1

[ANNO

Biella, 30 gennaio 1904.

Egregio Signore, Ella avrà rilevato dai giornali, che i vecchi medici dell'Associazione generale degli operai di Biella non poterono accettare il servizio in detta Società., perchè le condizioni offerte erano lesive alla dignità ed agli interessi della nostra classe. · In seguito al non avvenuto accordo, la So· cietà operaia aprì un concorso contro cui la nostra Associazione protestò, pubblicando un avviso, perchè nessuno dei medici che hanno il senso della solidarietà professionale, concor· resse. Nonostante ciò, tre medici, i dottori Boglietti, Danioni, Ravelli, concorsero; però il dott. Ra.velli, appena conobbe quali erano l e cause del dissidio, con una nobile dichiarazione si ritirò. Rimangono quindi in servizio i dottori Boglietti e Dan,;011,i contro i quali noi siamo co· stretti a prendere quegli energici provvedimenti che la nostra dignità impone. Perciò le rendiamo noto che in applicazione alle disposizioni dei nostri r e gol amen ti l' .A rn mi· nistrazione nostra ha deliberato cli fare obbligo a tutti i medici associati ed invito a tutti gli altri colleghi, di troncare coi predetti dottori ogni relazione professionale, e di non prestarsi per supplenze o consulti. Portando a conoscenza questi fatti, noi spe· riamo che ella, ossequente alla solidarietà professionale ed alla dignità del nostro ufficio, si atterrà a q11esto invito.

L' A11t11zinistrazione. I dottori Danioni e Boglietti, in seguito a tale circolare domandano se « il semplice fa.tto (28)

La statistica poi che ella pubblica e che riflette specialmente la mia Società, non risponde al vero. Si andò proprio a scegliere l'a.nno ec· cezionale del 1899, in cui l'influenza fu gene· rale e per lungo tempo nel Biellese; mentre si sa da tutti coloro che spassionatamente cercano la verità, che le medie statistiche si devono de· sumera da lln quinquennio almeno, per trovare norme costanti da cui dedurre le cifre. Del resto anche la cifra delle visite da lei citata è com· pletamente sbagliata, poichè fu dedotta dalle bollette settimanali che i medici rilasciano a ciascun malato, calcolando che ciascuna bolletta rappresentasse il numero di 7 visite, mentre in vece la media delle visite per ciascuna bol· letta non è di 7 ma di 3. «

. (1) Nessuno è arrivato ad accusare di cru· deltà i capi delle Società mutue di Biella!


LANNO XI,

FASO.

10]

SEZIONE PRATICA

317

La persona che ebbe premura di infor· I compenso dei servizi che essi attendo110 dalla Società, fra cui la cur a medica gratuita. marla (1) le diede le seguenti cifre: « Inoltre si pretendeva che venic;;se dato all<:l Giorni di malattia a letto . 1868 Associazione medica l'elenco dei no tri soci, con Giorni di convalescenza . • 1664 facoltà alla medesima di escludere quelli che le Visi te senza sussidio • • • 423 fossero sembr ati abbienti; questa er a una vio· Totale visite • • . N. 3955 lazione dell'autonomia della nostra Società : ed è non già contro il principio di associazione che « Per cui gli otto medici retribuiti allora con noi siamo insorti, ma è contro la illecita pretesa 800 lire annue, non avrebbero p ercepito che accampata dalla Associazione medica biellese. lire O. 20 per ogni visita. « E scludo poi n el modo più assoluto che non « P er contro dalle cifre ricavate dalle nostre si siano tentate t11tte le vie di concilia~ione : e statistiche risulta che in media nei giorni di nia· fu solo n ei primi di dicembre u. s., quando si Jattia si può calcolare llna visita ogni 2 giorni; perdè ogni speranza di accomodamento, che la per i ,q;orni di co1ivalescens.J, invece una visita Società per guarentire i diritti alla cura me· ogni 7 giorni, cosicchè la media sarebbe di una dica gratuita di tutti i propri soci, mise a convisita ogni 3 giorni. In seguito alla quale stacorso il servizio, le cui condizioni non contentistica la media delle visite era n91 detto anno 1899 gono nulla che possa offendere la dignità dei di n. 1300 (anzichè 3955) che retribuite con 800 lire dottori, n è costituire ~n illecito sfruttamen to annue rappresentavano un compenso di lire O. 60 dell'opera loro. per ogni visita. Precisamente il triplo di quanto · « Qui correggo l'errore che di tre medici leggesi nel suo giornale ». concorrenti l1no solo abbia accettato, percbè in· Il presidente d ella Società generale operaia vece la Società ha l'onore di avere affidato a di Biella v11ole che si corregga anche che il capidue giovani distinti il servizio sanitario ; e que· tale sociale non è di oltre lire 200,000, ma di sti giovani sono animati dal solo p ensiero di sole lire 165,000; dalle qt1ali si debbono sotadempiere al loro servizio senza preoccuparsi trarre lire 120,000 vincolate alla Cassa di riserva. del rumore indecoroso ch e si fa intorno a loro ed intangibili, colle quali si deve p ensare a sus· da qualch e medico con la sper anza d'indurli a sidiare i soci vecchi ed inabili e fare anche il dare le loro dimissioni » . servizio della Cassa nazionale di previdenza a Veramente, sembra che i punti di disaccordo favore degli operai associati. . fra l' .A.. M. B. e la S . G . O. per quanto riguarda il « Pertanto il fo1ido sociale è di sole lire 45,000, Regolamento -tariffa siano assai più numerosi e~ che impiegate al 4 per cento annuo dànno importanti di questi ·accennati dall'egregio signor lire 1800 di r eddito con le quali si deve prov· presidente Adrasto, il quale assai opportunavedere a tutte le spese di amministrazione oltre mente ci ha inviato l1na copia della relazione che al servizio sanitario per il quale si preleva della Commissione incaricata dalle Società di attualmente la somma di lire 1200 » , mutuo soccorso di studiare il Regolamento-tariffa. Dopo queste r ettifiche di cui è doveroso Ora dalla r elazione emer ge che dell'art. 1° del tener conto, il signor Presidente polemizza Re()'olamento deve essere respinta la seconda o aspramente contro le pretese del Regolamento · parte, ch e l'art. 2° è inaccettabile, che il terzo e Tariffa approvato dalla Associazione m edica quarto articolo costituiscono una lesione del di· biellese: ritto del socio, ch e al quinto Ta fatta un'ag· « Ella vedrà tosto come le pretese fossero giunta, e così via : per farla brove, di 18 arti· inaccettabili e specialmente quella riguardante coli n e sono accettati quattro o cinque, perchè l'esclusio1te dalla cura dei cosidetti soci abbienti. san ciscono delle condizioni che sono già in vi· Costoro (sono assai pochi) entrarono nella So· gore n ella Società generale di Biella. cietà nel 1851-52 e seguenti; cosicchè molti da Dalla r elazione si rileva poi un altro dato cli oltre trent1anni pagano la loro quota mensile in fatto di grande importanza, ed è che s11 47 So· cietà di mutuo soccorso del circondario di Biella. (1) L e cifre incriminate furono rip~·odotte . da 40 vennero in lotta con i loro medici, e per sole alcuni articoli pubblicati ui giornali locali, e 7 i sanitari non denunziarono le convenzioni. non dn. priva.te informazioni. «

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318

IL POLICLINICO

[ANNO XI, F ASC. 1O]

E finalmente è prezzo dell'opera riprodurre I dustria ed a tutela dei qua]i non vi è per ora i motivi per i quali la suddetta Commissione alcun provvedimento nel Codice civile. riteneva opportuno di respingere l'istituzione di « Le ragioni sopradette conducono parimenti un Collegio di probiviri per il caso di contro· a far respingere l'art. 18, . perchè esso sanci~ce versie fra i medici o l' A. M. B. e le Società una nuova ingerenza dell'Associazione medica operaie e i loro soci, e di opporsi alla clausola nei diritti e negli interessi della Società operaia. che qualora per speciali circostanze non si potesse La quale ingerenza è respinta dallo stesso stasubito e strettamente applicare le disposizioni tuto fondamentale delle Società di mutuo soc· • del Regolamento-tariffa, ogni medico dovesse corso. Libero il medico di sottoporre all'appro· presentare la convenzione con l e Società operaie vazione dell' Associazione medica il suo conal Consiglio direttivo dell'Associazione medica tratto con una Società, di' accettarlo o di che deciderebbe in merito ed in via provvirespingerlo di poi. Ma non può essere permessa • " sor1a. all'Associazione medica una intromissione che Questi motivi delineano nettamente quali siano verrebbe a limitare d'assai nelle Società di le idee dei dirigenti delle Società mutue di fronte mutuo soccorso il diritto di disporre dei fondi al pericolo che presenta ai loro occhi l'organiz· sociali per la cura medica dei soci ed imporzazione di classe dei medici che sono ai loro rebbe alle Società di mutuo soccorso delle mo· servigi. dalità di contratto non consentanee all'indole • Nella relazione è detto: essenzialmente di beneficenza di esse. « L'Associazione medica non deve per nulla « Non crede la Commissione d'accettare il Proentrare nelle deliberazioni della Società operaia bivirato di cui nell'articolo 17.. Già si è detto intorno alla cura medica, perchè essa non ha della distinzione profonda che vi è fra contratto di lavoro e contratto di professione. Il da t11 telare ness11n diritto che non sia già tuteprimo ha in prevalenza carattere collettivo, il lato dal medico stesso contraente nell'accetta. zione del contratto con le Società interessate. secondo carattere in prevalenza individ1-iale. « Parimenti la Società operaia non deve me« Il Probivirato, quindi, è una istituzione a nomamente entrare nelle delibèrazioni dell' Asdifesa d'una classe che, rispetto alle classi diri· sociazione medica. genti è inferiore nella tutela dei suoi interessi. « Le due istituzioni hanno scopi affatto di· D eve, pertanto, intervenire lo Stato con il p1·0· bivirato, onde porre nello stesso grado di difesa versi, interessi diversi da tutelare; e sopratutto interessi non opposti fra di loro, come, per con· i lavoratori e gli industriali. Ma il professionista è in un caso diverso. Egli può tutelare il tro, per profonde ragioni economiche e sociali, accade nel contratto di lavoro collettivo inausuo diritto da sè stesso, senza necessità d'alcun intervento dello Stato. Onde l a Società operaia striale operaio. « Le due istituzioni, pertanto, devono essere nei suoi rapporti con il medico, non ha d'uopo perfettamente libere ed indipendenti e non pos· di scendere a concessioni con l'Associazione mesono avere rapporti .ed interessi com11ni che dica, perchè il medico può liberamente discutere possano menomarne la reciproca indipendenza il suo contratto e tutelarlo a norma delle vigenti ed autonomia. leggi. « E è ciò che precisamente fu dimenticato nel « Non si può quindi ammettere lln probiviregolamento proposto, ed è ciò appt1nto che, rato fra due associazioni, una delle quali acquisopratutto, la vostra Commissione ha voluto sterebbe ingerenza sull'altra, non necessaria alla far rilevare, distil1guendo e salvaguardando i tutela dei diritti dei suoi associati. diritti di ambedue le istituzioni. « Le contestazioni che possono insorgere in « Dopo tali considerazioni crede la vostra bnse al contratto, fra medico e Società, sono Commissione che possa aver luogo un ragione· d'indole puramente civile e non ec0Jtor1i;ca; cosi vole accordo fra società e medico, perchè la cessa la ragione del probivirato che, secondo lo convenzione medica, essendo liberamente accetspirito delle legislazioni moderne, ha significato tata dal medico, dispensa ogni intervento della essenzialmente di tutela dei diritti o meglio an- .Associazione medica, sia nella discussione, sia cora degli interessi economici della massa dei nell'esecuzione della pattuita convenzio:rie mela:voratori sviluppatisi in mezzo alla grande in· dica » . (30)


(ANNO

XI,

FA.SO.

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SEZIONE PRATICA

319

Tutto ciò è molto interessante; e poichè questo I zione del prof. Francesco Occhini e del dottor articolo è già abbastanza lungo noi avremo agio Leopoldo B&rtini, defunti. Uscenti: Ascoli prof. Vittorio - Ballori dott. di ritornare sull' ajfa;re di Biella, ma senza perdere Achille - Ballerini dott. Enrico - D11ran te prof. sen. Francesco - Rossoni prof. Eugenio. di vista che in tanto noi ci interessiamo dell'in· cidente biellese, in quanto da esso viene lumeg· Omaggio al prof. Bouchard. giata la questione generale di massima dei :rapporti fra i medici e le società di mutuo socIl 21 febbraio, nell'anfiteatro della Facnlté de ll'tédeci11e, si celebrò llna solenne cerimonia in corso. Doctor CAJUS. onore del prof. Bouchard ed in occasione clel suo cinquantenario scientifico. Vi assistevano numerose notabilità scientifiche RISPOSTE A QUESITI E A DOMANDE e politiche. Presiedeva il ministro d ella pubblica istruzione ed era rappresentato il presi· dente della repubblica. (2873) Sig. Dott. X. Y. Z. - Non è possibile Parlò prima il Landouz~" a nome dei discefare il passaggio di categoria, altrimenti si dan· poli, esponendo tutta l'opera del Bouchard, grande neggerebbe la Cassa Jier i mancati maggiori non solo per quello che l'illustre scienziato fece, versamenti durante gli anni decorsi. ma altresi per quello che inspirò. · A nome degli interni degli ospedali parlò (2875) Sig. dott. A. S. da C. - Nel caso da Lei esposto il preventivo parere del Consiglio quindi il Gaucher, poi il prof. Le Gendre in nome della Soc;été des Hopitanx de Paris ; quindi il provinciale sanitario è facoltativo non obbligaprof. l\'Iayet, di Lione, a nome di quella facoltà; torio e per conseguenza ove non fosse inteso il prof. Gley, a nome della Société de b;ologie; il prof. Troisier per l' Acadéni;e de 1nédeci1te ; il tal corpo consultivo, il provvedimento non sa· prof. Debove, decano della facoltà di medicina; rebbe impugnabile per legittimità. Ciò però non il prof. Gaudry in rappresentanza dell'Institnt, toglie che Ella avrebbe sempre il diritto di im· come presidente dell'Acadé1nie des Scie11,ces. pugnare la decisione della Giunta provinciale Poi prese la parola il ministro Chaumier a amministrativa per non aver creduto di appro· nome del Governo, e a tutti rispose, commosso, il prof. Bouchard, il quale fini il suo dire pro· v·are il proposto aumento di stipendio giustifi· clamando questa sua fede medica: cato dall'avvenuto accrescimento delle famiglie Cercare la verità; incluse nello elenco dei poveri. Lo stesso dicasi Scoprire le cause dei mali; Sapere come esso distt1rbano la vita e come pel caso che non fosse mantenuto nello stesso l'ordine si ristabilisce; ammontare, lo assegno dell'ufficiale sanitario. Il Con la scienza e con la persuasione preser· ricorso dovrebbe essere diretto al Ministero vare gli uomini ; dell'interno, ma redatto su earta da bollo da Con la scienza, la dolcezza e la fermezza com· battere la morte e ridurre il dolore; lira una ed indirizzato al Governo del Re. Guidare, incoraggiare, consolare con spirito (2874) Sig. dott. A. A. da G. F . - Ha diritto fraterno e tollerante. al compenso quale fu pattuito prima di assu· Ecco la medicina! inore servizio. Pei giorni di attesa del pagaAl prof. Bouchard fu consegnata una splen· dida medaglia commemorativa dovuta al cesello mento non ha diritto a nulla. Il sindaco è ob· forte e squisito del Chaplain: una vera opera bli~ato a rilasciare il certificato. Gli scriva o d'arte. Da un lato v'è il ritratto del Bouchard, ricorra ai superiori. Per la Cassa pensioni i dall'altro la ct;11,ica, una figura simbolica di eccezionale potenza: appoggiata al tavolo delle contribl1ti deTe pagarli Lei. Doctor J uSTITIA. esperienze, la bella figura femminile si racco· glie e medita, prima cli agire, i1iterpres nafnrae, sui malati che dai loro letti di dolore volgono NOTIZIE DIVERSE a lei lo sguardo. Al prof. Bouchard, alla scienza medica fran· Ordine dei Medici della provincia. di Roma. cese, in questa occasione va.da, fraterno, anche il nostro saluto riconoscente ed augurale. Rori.rA. - Il giorno 6 marzo, alle ore 20, è convocata in seduta annuale ordinaria, riella R. Università, l'assemblea generale dei soci Nomine, promozioni, onorUloenze. dell'Ordine dei medici della provincia di Roma. ROMA. Soc;età Lanc;sia1ia degli Ospedali di L'ordine del giorno è il seguente: 1° L ettura del processo verbale della seduta .Ronza. - Nella seduta del 27 febbraio la Società Lancisiana procedeva alla rinno-vazione precedente. 2° Resoeonto morale dell'a.n no 1903 (Presi- parziale del suo Ufficio di presidenza, eleggendo vice·presidente il prof. Gaetano }!azzoni; con· tlente del Consiglio: on. dott. F. Santini). siglieri il prof. Uberto ..Arcangeli, il dott. AJ3° Resoconto finanziario arutuale dell'eco· fredo Garofalo e il prof. Felice La Torre; e · nomo-cassiere (dott. E. Ballerini). gretario il dottor Guido Senni· Bt1ratti e ' Tice! 0 Elezione di numero 5 consiglieri, a forma segretario il dott. Oreste Sgambati. dell'articolo 9 dello Statuto e di 2 in surroga· (31)


320

IL POLICLINICO

Nel corrente anno accademico, la Società ha nominati soci ordinari i dottori Artom di San· t' Agnese Valerio, Biraghi Umberto, Corsi Fal1sto, De Blasi Vito, Marcotulli Dante, Noccioli Giu· seppe, Signorelli Angelo. MEss1N A. - La sezione biologica della R. Ac· cademia Peloritana elesse per il triennio 1904· 1906 a presidente il prof. Antonio Zincone, ed a segretario il prof. Agatino Barbèra. Nominò pure soci ordinari : Alessandro pro.f. Francesco, Calderone prof. Carmelo, Ponzio prof. Francesco, Tricomi-Allegra prof. Giuseppe e Vinci prof. Gaetano Stabili inoltre che la discussione sulle comu· nicazioni, oltre che nella stessa seduta, possa anche farsi in principio della seduta successiva.

NECROLOGIO. Il senatore prof. A . De :Niartino, nato a Palma Campania (Caserta) verso il 1820, morto a N a· poli il 29 febbraio, fu una illl1strazione della scienza medica. Insegnò per molti anni patolo· gia nell'Ateneo napoletano. Fu presidente dell'Accademia medico-chirur· gica di Napoli, dopo la morte del Tommasi; socio dell'Accademia medica di Torino, dell'Accademia Pontaniana, della regia Accademia di Scienze naturali, di cui divenne vice-presidente. Fu direttore del regio stabilimente veterinario di Napoli. Era socio anche di varie Accademie straniere, e fu medico consulente di Casa Savoia. Era decorato della medaglia d'oro conferitagli per servigi che prestò nella epidemia colerica del 188±. Fu uno dei perseguitati dal Borbone, e nella otta~ra legislatura il collegio di Palata lo mandò al Parlamento, ove egli appar-t enne alla maggio· • ranza cavour1ana.

Concorsi e condotte. (Prov;1icia di Ronia, circo1i· dar;o di Viterbo). - Concorso al posto di meclico primario di città. stipeltdio annuo lire 2900, soggetto a. ritenute per imposta di ricchezza mobile, Monte pensioni medici e Istituto degli orfani dei sanitari in Perugia; più 100 lire all'anno dalla Congregazione di carità. Età infe· riore a 40 anni. Scadenza 28 marzo corr. Per maggiori schiarimenti rivolgersi alla Segreteria comunale. PARl\lA (Osped,,tle civile). - Concorso per titoli ad un posto di medico primario straordinario per il servizio dell'Ospedale Maggiore. Per no· tizie in proposito rivolgersi alla Direzione me· dica degli Ospedali civili di Parma. MONTEFIAS00NE

Indice alfabetico analitico del Dresente numero. Acido borico per irrigazioni . intestinali (Azione dell'). - Cloetta. . . . . Pag. Adenon1a cistico della prostata. - .i\.iello » Artropatie sirinO'O mielitiche. - Brissaud » Ascesso cerebrale traumatico (Su due casi di). - Senni . . . . . . . . . )) Bacilli del carboncl1io e le cellule endoteliali dei topi e delle cavie (I). Behring e Much . . . . . • . . » ltoma, 1904 - Tip. Nazionale di G. Bertero e C.

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[ANNO XI, FASO. 10

Bambini accidentalmente soffocati in Inghilterra . . . . . • • . • . Bibliogr~fia italiana. • . . . . . . Cenni bibliografici . . . . . . . . Concorsi e condotte . . . . . . • Differenze tra fratelli (Sulle cause normali delle - - indipendentemente dal sesso di essi). - Curreri . . . . . . . Impregnazione metallica del sistema nervoso, estendibile all'impregnazione metallica dei tessuti in genere (Di un nuovo metodo per l'). - Sanzo . . . . • ' Indacano nell'urina (Ricerca dell'). Riegler . . . . • • . • . • . Iniezione intrauretrale di glicerina calda per facilitare il cateterismo nell' anuria calcolosa. - Kreps· . · . . . · • . Jodio (Tintura di): metodo di conservazione . • . . . • • • • . . . Joduro (Per cominciare una cura di). . Laparo-isterectomia e lo svuotamento del bacino nel cancro del collo dell' utero (La). - Pettazzi . . . . . . . . Medici e le Società di mutuo soccorso (1 rapporti fra i). - Cajus . . • . • Morfina (Per evitare l'azione depressiva della). - Aubert. • . . . . • . Mucosa delPintestino, dello ston1aco e dell'esofago dell'uomo (Su alcune particolarità della). - Fusari . . . . . . Nodosità sottocutanee reumatiche (Una forma insolita di). - Morichau-Beauchaut e Laudry. . . . . • . . . Nomine, promozioni, onorificenze . . . Notizie diverse . . . . . . . . . Osteocondrosarcoma a cellule giganti prin1itive dell'ovaio ; primo caso finora descritto. - Donati . . • . . . . Paraplegia cerebrale infantile (La). Marie . . . • . . . . . . . . Permeabilità renale (I metodi di esplorazione della) . . . . . • . . . • Poliomielite acuta (Patologia. della). Precbrajensky . . . . . . . . . Prolasso rettale (Sul trattamento operativo del ) . - Becker . . . . . . . Reumatismo articolare acuto (L'origine del - - - dall'apparecchio digerente). - Gilbert e Lereboullet . . . . . Risposte a quesiti e a domande . • . Sieroreazione tubercolare negativa nel feto di madre tubercolosa con sieroreazione positiva. Cavazza . . . . , . Tabe giovanile e sifilide ereditaria. . • Tetano e n1etodo Baccelli. - Varisco . Tiphusdiagnosticum Ficker (Sul valore del). - Da tta • . . . . . • . . « Tot >) (L'azione del - su alcuni microrganis1ni). - Gavina . . . . . Tripanosoma negli uccelli in India. Hanna. . . . . . . . . • . Ulcera gastrica (Ricerche sperin1entali sulla possibilità di produrre - - mediante lesioni dei nervi estrinseci dello stomaco). - Dona ti. . . . . . • Urobilina (Ricerca clinica). - SchweisSioger . . • . . . . • . . . Valeriana (Varia bili tà delle preparazioni di). - Kochmann. . . . . . • .

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L. TR.1M.un, 1egr. relJ).


•nno D.

Roma, 12 marzo 1904.

Fa•o. 11

•• DIRETTORI PROF.

GUIDO BACCELLI

PROF.

REDATTORE CAPO: PROF.

FRANCESCO DURANTE

VI'l,'l,ORIO A.SCOLI

SOMMARIO. Lezioni: - Prof. G. Baccelli : Endocardile fetale - Stenosi mitralica e pulmonare - Comunicazione abnorme inlerauricolare. - Rivisie: - CHIRUR GIA : - F or gue e Jeanbrau: Delle fe rite d'armi da fuoco dello 11omaco. - Hayem: Sul m al perforante esterno ~lto alomaco. - M EDI C..: I NA : - Masing : Della puntura lombare nei tumori cerebrali. - Escherich: La corea m olle. - De Buck : Noie sopru. un ca10 di tumore dell'apofisi. - OSTETRICI A : - Seydel : Teorie attuali riguardo all'eclamp1ia delle don ne incinte. - Accademie , Società mediche, Congressi: - Soci .ETA' MEDI CO- CHI RURGI CA DI B u LOGNA. - Osservazioni cliniche : - Mastri : Sopra un caso di noma in adulto.

Praiioa professionale : -

Patologia della vescica. - L'uretrtamo. - Iperacidità urinaria. - Piel ite acuta prim ititJa dei poppanti. - Em atoporfirinuria p arouiltica - A P P UNTI DI THRA PIA: - Cura della tosse faringea. - Coniro la tos1e emetizzante del tisici. - Varia. - Cenni bibliografici - Bibliografia iialiana: - Chirurgia. CASUI STI CA: -

Interessi professionali: - La nuova legge aanilaria. - Risposte a queaiti e a domande. Notizie diverse. - Nomine, promozioni, onorifloenze. analitico d el presente numer o .

Concorsi e condotte. - Indice alfabetico-

Di r itti di pro p r i età r i s erva t i

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LEZIONI Endocardite fetale - Stenosi mitralica e pulmonare Comunicazione abnorme interauricolare. Lezione del prof. G. BACCELLI raccolta. dal dott. P. G ALLl!!NGA, ass istente.

.A. A ., d'anni 20, òa Leprignano, contadino. Nulla di morboso nella ereditarietà. L'infermo è nato a ter mine dopo gravidanza. normale.Non ha avuto affezi6ni veneree, nè sifilitiche, nè reumatiche. Non bevitore. Ha abitato sempre ambienti salubri. Non ha avuto gli esantemi dell'infanzia. Racconta che fin dalla. più tenera età ha sof · ferto di facile a.ffanno e difficoltà di respiro, • come se il cuo1·e gli pulsasse in gola >, quando faceva qualche movimento e fatica. Diventava cianotico e doveva arrestarsi e riposare. I pasti e le emozioni ren<levano più facile la comparsa di ql1esti fatti. Dagli 8 ai 15 anni ebbe un pe· riodo di miglioramento, poi i disturbi ritornarono con maggiore intensità, tanto cl1e dovette so spendere qt1alsiasi occupazione campestre. Or sono 5 mesi ammalò di febbri malariche che dl1rarono fino a poco tempo fa : guarì coi sali cli chinino. Questo accidente morboso ha accentuato i disturbi cardiaci: l'affanno, la pa1pi· tazione, la cianosi compaiono da qualche tempo ttl più piccolo movimento. Per questo ha ricorso t\lla nostra clinica dove entra il 12 febbraio 1904. STORI A CLINICA. -

Infermo di costituzione robusta e ben sviluppata. Cianosi della faccia, labbra, orecchie, mani e piedi; la cianosi si accentua se il malato si muove nel letto; facendolo poi scendere e cam· m inare un poco nella stanza il volto si fa livido intensamente bl uastro, compare affanno e· cardiopalmo. Le falangette delle dita delle mani hanno la caratteristica forma di bacchetta di tamburo. Non vi è turgore del reticolo venoso su perficiale. I l malato può tenere qualunque decubito : quando è in riposo, il respiro ha la frequenza di 24 atti al minuto, il polso di 60 pulsazioni : il polso è piccolo, ari tn1ico, ineguale, talvolta bigemino e dicroto, facilme1Lte compressibile. L'esame del collo fa rilevare di notevole sol· tanto la presenza di lln rumore che accompagna la diastole arteriosa e che è seguito da un tono debole. Apparato respiratorio: Normale, soltanto la ri· . sonanza polmonare è leggermente esagerata. Apparato circolatorio: Regione cardiaca pro· minente. Papilla mammaria sinistra un poco più distante dalla linea mediana che la destra. Urto della punta sollevato, leggero, poco visibile in corrispondenza del 4:0 spazio intercostale sulla. linea emicla,reare. Facendo mettere l'infermo Slll fianco sinistro, la punta si abbassa di llno spazio e si sposta di quasi 2 centimetri verso l'est erno. Vi ibile una pulsazione al giugulo e all'epigastrio, ma poco accentuata. Con la palpazione l'impulso cardiaco si sente

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IL POLICLINICO

diffuso, debole, ineguale, aritmico, talvolta bige· mino •e sdoppiato, accompHgnato da un fremito che si avverte meglio nel 4° spazio intercostale. Il fremito è breve, d'intensità variabile. Un leg· gero impulso sotto il dito applicato a piatto si nota nel 2° spazio intercostale sinistro sulla linea parasternale, accompagnato da un fremito più intenso, più prolungato e più esteso. ' Il margine destro del cuore, deborda 2 centi· metri dallo sterno, il margine superiore dell'ottusità relativa sulla linea marginale dello sterno è al 2° spazio, sulla parasternale alla 3a. costola, sulla emiclaveare alla 4a costola. . La p1mta nel ! 0 spazio, poco all'esterno della linea emiclaveare. L 'ottusità assoluta sulla parasternale al 3° spazio intercostale. Su tutte le sedi di ascoltazione del cuore si sente un sofffo intenso, aspro, in chiave di r pro· lungato che comincia un poco prima del 1° suono, lo accompagna e lo segue. Questo soffio ha il suo massimo d'intensità nel centro del cuore e durante il 1° tempo. Il 1° suono è conservato e si sAnte bene in corrispondenza della punta car· diaca. Il rumore è pure intenso sulla polmonare dove si sente il 2° tono leggermente rinforzato e talQra i;;doppiato. Il rumore descritto si diffonde fuori dell'area cardiaca, specie verso sinistra, ma è poco accentuato nello spazio interscapolare. Ascoltando sul centro del cuore si nota un altro rumore che segue immediatamente quello de· scritto: questo rumore ha carattere musicale, -0ome di pigolio o scricchiolio, non è costante e sopratutto variabilissimo nella sua intensità; è circoscritto al centro del cuore e al manubrio dello sterno a livello del 3° spazio intercostale, non si diffonde in altre zone. All'ascoltazione si avverte talvolta il bigeminismo delle pulsazioni cardiache e la loro irregolarita: talora quando si sente una pulsazione debole del cuore manca la corrispondente pulsazione radiale. Addome. Fegato nei confini normali. Milza notevolmente ingrandita, palpabile . Stomaco nei confini normali. Sistema nervoso normale. 1

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Ho desiderato presentarvi questo caso, perchè .a noi medici come agli uomini d' arme accade di dover andare a fare i nostri esercizi per es· sere più destri e pronti quando si presenti l'oc· -0asione del caso difficile e raro. Nel nostro malato faremo un esame accurato e una sottile analisi dei sintomi senza poter avere però una solida e fondata speranza di raggiungere completamente e' sicuramente il fatto anatomico in tutti i suoi particolari. Possiamo però affermare che in questo caso vi sono comunicazioni abnormi tra le sue cavità. Il cuore è un muscolo impari, cavo, anzi quad.ricavo e dicotomo. Il c11ore ha tempi, movi· menti, suoni e toni. Il tempo comprende una rivoluzione sistolico-diastolica, il movimento è doppio (sistole e diastole), il suono è cavitario, il tono è valvolare.

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Questi i precetti fondamentali a cui la nostra scuola ha dato gli argomenti di prova: ed è su questa guida che noi dobbiamo procedere allo studio dell'infermo che vi presento. La storia f\ le linee cardiografiche che voi vedete tirate secondo il nostro metodo di esame, vi rivelano come la punta del cuore sia leggermente innalzata e non spostata all'esterno, la sezione destra notevolmente ringrandita propor· zionatamente alla sezione sinistra, l'orecchietta sinistra al suo posto e la destra invece dilatata in alto grado. I toni valvolari sono supplantati da rumori abnormi : un rumore lungo e aspro in chiave • di r, come di falcata che dall'alto del c11ore si propaga verso lu punta, occupa il 1° tempo cominciando alquanto prima di questo: un rumore di pigolio, a carattere musicale fa seguito im· mediatamente al de$critto rumore. Questo secondo rumore è incostante, si rende più evidente quando l'azione del cuore è rinforzata e si sente sul centro del cuore e sul corpo dello sterno. Qui ci sono certamente varie lesioni: una incontrastabile consiste nella comunicazione ab· norme tra le varie cavità. Consideriamo brevemente quali possono essere in genere le comunicazioni' abnormi tra le ca· vità del ct1ore. Una prima classificazione si può fare di queste comunicazioni considerando i ven· tricoli e le orecchiette: relativamente ad essi possono essere biventricolari, biauricolari e mul· tiple. Un altro g ruppo è costituito dalle comunica· zioni tra i grossi vasi e di queste lasceremo da parte tutte le più gravi alterazioni, le quali appartengono alla teratologia e non alla clinica e si vedono' descritte dai trattati di anatomia patologica ed anche in quelli di anatomia, spe· cialmente, a modo di esempio, dal MECKEL. At· teniamoci invece a quei casi, i quali hanno importanza clinica, poichè lo scopo del nostro studio è la clinica, l'osservazione esatta al letto dei malati. . Da molti si crede che il forarne del Botallo sia sempre e in ogni caso completamente chiuso: ma questo non è esatto poichè non è vero. Ricorderò i miei studi fatti qui con altri egregi colleghi ed amici, con i quali ab biamo spesso potuto dimostrare all'evidenza come special· mente nei tubercolosi ad andamento cronico con ispessimento polmonare, il forarne di Botallo non


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SEZIONE PRATICA

si ritrovi all'autopsia completamente chiuso. Si capisce bene che la causa di questo fatto debba risiedere in un aum.e nto grande della pressione nell'orecchietta destra e poichè quando vi sono fatti cronici polmonari si produce questo aumento cli pressione, n e viene l'associazione fre· quente della chiusura imperfetta del forarne di Botallo con la tubercolosi cronica sclerosante. Però questo è un fenomeno inavvertito, poco accentuato che si pro.duce lentamente e non turba qt1indi la funzione ca rdiaca, specialmente quando le cavità. cosi comunicanti sono propor· zionalmente costituite nel senso fisiologico della parola. Nel nostro caso notiamo talvolta uno sdop· piamento di suono. Ora quando un ventricolo grandeggia e l 'altro si ridu ce di volume, ridu· zione che talora è cosi pronunziata da far di· venire il ventricolo più picc~lo, quasi asoliforme, spesso vi si accompagna uno sdoppiamento di suono. Queste alterazioni r elative di voll1me d ei • ventricoli sono state da me illus trate e intorno agli sdoppiamenti un altro lavoro è stato ese· g11ito dal' dott. GALLI n ella mia clinica. Gli sdoppiamenti non sono sempre di origine meccanico-idraulica, ma possono anche essere di origine miocardico-nervosa: per ristringimento degli stomi cardiaci in un caso, per stanchezza cardiaca nell'altro. Questo fenomeno dello sdoppiamento, come vi ho detto, qui è accennato, p er ch è la capacità del \1'entricolo destro, anzi di tutta la sezione destra del cuore, è molto maggiore di quella del ventricolo sinistro. Come avete udito dalla storia, ascoltantlo q11esto malato, abbiamo t1n rumore aspro che snppla11ta il primo suono e trascorre dall'ori· fizio mitralico alla punta. Qt1esto rumore è di stenosi mitralica. Quindici anni fa quando dominavano senza contrasto le opinioni germaniche, un soffio di tale natura sarebbe stato interpretato come un segno cli insufficienza mitralica. Ricorderò a questo proposito ch e facendo una 'Tolta '°'eder e al prof. T U T CEK un infermo, feci di· na.nzi a lui la diagnosi di insufficien za della luitrale, ragionando a seconda della teoria germanica. Però, finito il discorso, voltai la tabella diagnostica e gli feci vedere come su essa fosse scrit to : stenosi 11iitralica. }Ii rispose : e Cela c'est impossible > . Passò qualche giorno e l am-

malato mori. Fu fatta l 'autopsia e si trovò una stenosi mitralica di tal grado che per il forarne valvolare passava appena uno sp ecillo. Allora il prof. TUTCEK disse: Ponr celte foi:-; ici vons .

avez razson.

Se avevo avuto ragione in quel caso, ragio· nando nello stesso modo dovrò a\ er ragione in tutti i casi simili. Qu esta teor ia, che noi abbiamo validamente sostenuta, e a cui ora si sono accordati e cli· nici e patologi, era già contenuta nelle opere dei nostri grandi maestri della medicina italiana. N on mancava che di farne la formola e di precisare i da~i, e questo è opera della nostra clinica. N el nostro caso la diagnosi di stenosi mitra· lica è confermata dalla accentuata irregolarità della funzione cardiaca, come risulta, oltre ch e dall'esame del cuore: da quello del polso che è piccolo e irregolare. Inoltre la cianosi, ch e al più piccolo mo-vi· mento si esagera al più alto g rado, le alterazioni a bacch etta di tamburo delle estremità d elle dita, la presenza spiccata del rumore in 1° tempo sulla sede cli ascoltazione dell'arteria polmonar e, devono fare ammettere anche la presenza di una stenosi dell'artel'ia polmonare. Q11esti fatti assieme alla comunicazione abnorme devono dipender e con grande probabi· lità da unu endocardite fetale, poich è non si trovano n ell'infermo altre deviazioni dallo sviluppo. Questo nostro caso si presta anche allo stuùio di due fenomeni importanti di c11i è n ecessario· che voi abbiate p erfetta contezza: a) la cianosi; b) l'ed ema. È importante sap er e in quali proporzioni e in quali contingenze questi due fen omeni de· vono esser e uniti e in quali no. Vi è ancora chi afferma ch e la cianosi dipenda dal miscuglio dei due sangui : ven oso e arterioso. Ma, q11esto è un errore antico, di cui gli studi ulteriori h anno fatto giustizia piena. In un caso da me os ervato in cui in seguito a ttn colpo di coltello si era formato un aneo· risma arterioso-venoso mettente in comunica · zione ampia il tronco venoso con quello arte· rioso del femore, l'arto inferiore era ed emuto o, non era affatto cianotico. La cianosi dipende dalla stasi dei capillari. ( 3)


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IL POLICLINICO

Ed è forse dalla stasi dei capillari che dipende l'edema, ossia è unica la causa dell'edema e della cianosi '? No. La pienezza anche massima dei capillari non costituisce, per sè, la causa dell'edema, ma invece determina sempre la cianosi. Nei casi come quello che qui osservia.mo, la . cianosi non è già conseguenza della miscela dei due sangui in segnito alla comunjcazione abnorme, ma è dovuta al restringimento del cono della polmonare. Questo porta natural· mente con sè una stasi generalizzata, e special· mente nel territorio del circolo capillare su cui l'azione è tanto più accentuata quanto più l'ostacolo è lontano. Anche in altri casi come in questo abbiamo cianosi, ma senza edema, come in molti casi abbiamo edema senza cianosi. Per quello che riguarda l'edema dobbiamo aver presenti le notizie anatomiche necessarie: l'anatomia deve costantemente accompagnare la clinica ed io lo ripeto sempre, poichè è chiaro ed evidente che il miglior clinico è quello che è -più anatomico . Intorno ad ogni vaso c'è una rete linfatica: questa rete è più ricca sulla vena, più scarsa sull'arteria : quando si giunge alle diramazioni più fine, ai capillari, cessa la rete linfatica perivasale. Se quindi c'è pressione grave sulle grosse· vene ci sarà edema; se solo nei capii· lari vi sarà cianosi ; se nei tronchi venosi e nei capillari insieme vi saranno edema e cianosi. La guaina linfatica che accompagna la vena ·o l'arteria quando giunge ai capillari abbandona il grosso vaso e non lo segue nel suo sfioccarsi in capillari. Allora i ' rasellini linfatici si isolano e corrono per conto loro e i capillari non hanno guaina linfa ti ca. D elle cianosi come forma principale ce n'è una sola, ma con molte varietà che sono dipendenti dalla disposizione dei capillari venosi: ve ne sono di quelli disposti a ventaglio con linfatici indi· pendenti fra ramuscolo e ramuscolo, di quelli a cauda equina, e in questo fascio sono i lin· fatici indipendenti, di quelli a foggia di scopa, fatta da rami più grossi riuniti da cui si stac· cano quelli più sottili. Questo fenomeno costante che la guaina lin· fatica non segua i capillari ha grande impor· tanza, poiohè il sistema linfatico nelle sue ul· time diramazioni deve essere autonomo e indi· ( 4: )

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pendente, dovendo costituire i rapporti più intimi tra vene e artt3rie, tra vasi ed elementi ghiandolari o grandeggiare nelle sierose, le quali altro non sono che grandi laghi linfatici, in cui si aprono gli stomi linfatici che anche prima di .RECKLINGHAUSEN la nostra clinica aveva studiato. Riducendo il corpo umano ad una grossa pla· centa con una parte ricoperta dalle mucose e dalla pelle e con l'altra ricoperta dalle sierose, si vedrebbe che la prima è tutta in rapporto con il mondo esterno mentre la seconda con gli organi interni della economia. I rapporti tra queste d11e faccia o superficie sono fatti dai vasi linfatici i quali insieme ai vasi sanguigni costituiscono l'apparecchio di difesa dell'organismo. Quei rapporti più intimi non sono raggiungibili così facilmente dal medico come le vene e le arterie. Queste considerazioni ci porterebbero ad os· ser,razioni importantissime di vario ordine, os· servazioni che oggi potrebbero essere meglio lumeggiate dagli studi moderni sulle malattie infettive. Riprendendo l'esame del nostro infermo con· sideriamo un poco più minutamente i caratteri del rumore musicale da noi già accennato. Il ragionamento che con cautela si può fare è questo: abbiamo un rumore che dall'alto qel cuore va alla punta, a carattere aspro, di falcata; è l'onda che discende attraverso l'orificio mitralico ristretto verso la punta. Ma quando accade il rumore musjcale, di serie· chiolio, con carattere così diverso dal primo 1 Alla fine della falcata, cioè quando finisce la sistole al1ricolare e l'orecchietta si trova nel suo massimo di contrazione, nel momento della CO· strizione estr~ma dei seni. È dunque probabile che il rumore musicale dipenda dal passaggio dell'onda sanguigna attraverso una comwrica· zione abnorme fra i due seni, poichè il rumore per i suoi caratteri cosi di,rersi non può attri· buirsi alla stessa causa che determina il rumore di falcata. Un altro argomento è dato dalla sede di ascoltazione di questo rumore e dalla sua man· canza di propagazione. Il rumore si ascolta in alto, presso il margine sinistro dello sterno a livello del 3° spazio intercostale e sul corpo sternale alla stessa altezza, vicino cioè alla sede anato· mica del setto interauricolare; il suo carattere


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di scricchiolio che a volta si ode, a volta no può I dipendere da un irrigidamento marginale dell'ori· ficio del Botallo, ed allora si sente quando è più OHIRVRGIA <lnergica l'azione auricolare, poichè data l'irrego· lare azione cardiaca, è facile che quando la contra· Delle ferite d'armi d~L f'uoeo zione dell'orecchietta è troppo debole il sangue dello stomaco. non riesca a passare per la comunicazione ab(FoRGUE e JEANBRAu - R evne de Clii rrirgie, norme in quella quantità e con quella energia settembre, ottobre e diC'embre 1903). sufficienti a produrre il rumore. Cosi pure mentre il rumore aspro in 1° tempo si propaga Il presente lavoro, che tratta largamente le · ferite da armi da fuoco dello stomaco alquanto lungo i vasi e fuori della regione car· dal punto di vista patogenetico, anatomo· diaca, il secondo rumore musicale rimane oir· ~onscritto nel suo punto di rormazione, e questo patologico e terapeutico, fu consigliato agli autori dalla seguente osservazione, che me· -è un carattere contrario a quanto è noto sui rita di essere riferita per esteso, a causa rumori di origine val volare. della sua rarità. Concludendo, qui abbiamo con molta probabi· Un giovane viene ferito da un colpo di lità una comunicaziòne interauricolare, ma non revolver di 7 millimetri all'epigastrio, poco sono tali e tanti gli argo men ti per escludere dopo di aver mangiato ; fu operato un'ora .assolutamente che ve ne possa anche coesistere e un quarto dopo l'accidente. Il proiettile era penetrato nello stomaco, e con facilità una nel tratto superiore del .setto interventrico· si rinvenne sulla faccia anteriore del vi· lare. In casi di q nesto genere bisogna essere scere il forarne d'entrata, che fu suturato. prudenti nelle affermazioni.

RIVISTE

"Cn altro fatto dobbiamo notare nel nostro infermo: abbiamo sollevamento della punta e dilatazione dell'orecchietta destra, ma non si vedono pulsazioni venose, nè esagerato sviluppo dei vasi venosi. Questo vuol dire che l'appa· recchio valvolare venoso è integro e le valvole sono sufficienti, e non vi è nepp11re pressione eccessiva nei vasi che sboccano nell'orecchietta destra. La diagnosi da forn1ulare è la seguente : endocardite fetale, stenosi del cono polmonare, eomunicazione abnorme probabilmente interauricolare. Cuore destro (seno e ventricolo) dilatato ed ipertrofico, cuore sinistro ristretto nelle sue cavità e stenosi della mitrale.

IL POLICLINICO Sezione Medica, Anno XI, 1904

SomxJa.a.:rio cl..e1 Fa.soioo1o 3 . 1. Dolt. A. Rossi - Contributo al ricambio, alla patogenesi ed all'uropoie•i del diabete imipido. - li. Dotl. G. GalJi [1ltorno alla f requen:.a del polso in posizione orizzontale e V8r· ticale nei malati di cuore. - lll. Dott. L. Cagiati - Contributo allo studio della ipertrofia congenita. - IV. Dott. A. Nazari Alteraliioni renali n~lla tetania ga1trica.

L'esplorazione della faccia posteriore dello stomaco attraverso una breccia fatta all'epiploon gastro·colico non lascia osservare nè ferita, nè ecchimosi, nè traccia qualsiasi di contusione, nonostante che il colpo fosse stato tirato a bruciapelo. Sutura completa delle pareti addominali. Nei primi due giorni il decorso post-ope1'atorio fu buono ; il terzo giorno l'operato ha vomiti sanguigni, abbondanti e ripetuti, diviene estremamente pallido, il suo polso si fa filiforme, e muore con i sintomi di emorragia interna. All'autopsia si riscontrano il peritoneo ed i visce1·i addominali integri; la sutura della ferita dello stomaco avea tenuto perfettamente, ma questo viscere conteneva un mezzo litro di sangue come pure ne conneva in grande quantità 1 intestino tenue. Il proiettile, non deformato, era rimasto nello stomaco che non era stato p erforato nella sua parete posteriore, perchè il pro· iettile avea certamente perduto della sua forza di penet1~azione nel passare attraverso le vesti e la camicia inamidata, ma avea ricevuto nel punto colpito una forte con· tusione e pestamento, che d eterminarono ~ con l'aiuto dell'azione digestiva del succo gastrico, un ulcera profonda della mt1cosa e di una parte della muscola1'e. Que t' ul· cera fu causa delle copiose ematemesi P· condarie, che apportarono la morte d e ll~in· fermo.


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IL POLICLINICO

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Questo caso, certamente eccezionale e che I to1·ace, all'ipocondrio sinistro e alla metà ' prova ancora una ~volta come molte even- sinistra dell'epigastrio. Il limite superiorfl' tualità possano darsi nella chirurgia addo- è t1na curva a concavità parallela al rlia· minale d'urgenza, che non sono ancora ben framma, e il cui punto più elevato, variante conosciute, · ha suggerito agli autori di com· di circa due centimetri. a seconda dell'inspi· pilare la pres~nte memoria di grande in- razione o dell'espir·azione, può raggiungere teresse per il chirurgo pratico. sulla linea mammillare la quinta costa. Il Essi hanno riunito 152 osse1·vazioni di limite inferiore corrisponde ad un.a linea ferite dello stomaco d'armi da fuoco, sulla trasversale, che passa per il punto d'unione base delle quali hanno cercato di illustrare della nona e decima costa di ciascun lato alcuni punti della storia di queste lesioni, cioè a dire a tre dita trasverse al disopra' trattate ancora in modo imperfetto nei nostri dell' o rn belico. libri classici e cioè : 1° l'aia di vulnerabi- · Sulla parete toraco-addominale posteriore, lità dello stomaco; 2° le principali eve- l'aia gastrica corrisponde ad una zona ovanienze che possono darsi allorchè un pro- lare, · a grossa estremità superiore e il ct1i iettile pe·n etra nella regione che corrisponc1e grande asse è leggermente inclinato in basso a quest'aia di vulnerabilità ; 3° la frequenza verso la rachide. Il suo limite superiore e la varietà delle lesioni viscerali, tora- raggiunge il bordo superiore dalla ottava ciche o addon1inali, che possono complicare costa sulla linea scapolare ; il suo limite la perforazione gastrica, mascherarne i sin- inferiore si trova a livello dell'apofisi spi' tomi, aggravarne il pronostico ed accre- nosa deJla seconda lombare. Sovrapponendo queste due zone così de· scere le difficoltà dell' intervento ; 4° la proporzione delle guarigioni operatori~ se- limitate sulla parete anteriore e posteriore condo l'assenza o l'esistenza di queste lesioni del tronco si ha l'aia di vz1,lne1·abilità dello concomitanti e la precocità della laparo· ·stomaco: in un punto qualunque di queste tomia; 5° le difficoltà che si possono in· due superficie, come pure nella regione contrare nella ricerca e nella sutura delle laterale intermediaria, un proiettile, peneperforazioni, la condotta da seguire quando trando quasi perpendicolarmente al piano non si trova che una sola ferita, le pre- del corpo, p erforerà lo stomaco. Ma l'aia di vuluerabilità dello stomac() cal1zioni da prendersi per evitare la necrosi degli orifici suturati, il trattamento delle è mascherata in gran parte dagli organi ernie dl aframmatiche dello stomaco ferito vicini che lo circondano in modo eh~ il proiettile deve attraversarli prima di ferire da un proiettile. lo stomaco; questi organi sono, innanzi e 1. ÀIA DI VULNERABILITÀ DELLO STOMACO. a destra il fegato, a sinistra la parete toLo stomaco, sebbene sia un organo ad· racica raddoppiata dalla pleura e dal diadominale, offre una zona di vulnerabilità framma, indietro il pancreas, il rene .sinitoracica. Un proiettile, penetrando nel lato stro a la milza, in alto la ' rolta diaframsinistro del torace, al disotto della volta matica, in basso il colon ed il mesocolon diaframmati ca, ferirà certamente le stomaco, · trasverso. Risulta da ciò che lo stomaco alla condizione, ben s'intendE-~, che la palla mediocremente disteso non prende contatto segna una direzione presso a poco perpen- con l'epigastrio che per ut1 piccolo spazio dicolare all'asse del corpo. In 126 osserva- triangolare, descritt.o da LABBÉ, e ehiamato zioni in cui la lesione fu verificata, 33 volte triangolo di Lcibbé, limitato a destra dal il proiettile avea ferito lo stomaco pene- bordo anteriore del fegato, a sinistra dalJe trando nel torace: 5 volte attrayerso il cartilagini costali ed in basso da una linea quinto spazio intercostale, 11 volte dal sesto, orizzontale passante a l'unione della nona 5 volte dal settimo, 8 volte dall'ottavo, una e decima costa di ciascun lato. È propriavolta dal decimo, tre volte dalla regione mente su questa zona che un proiettile penetra direttamente nello stomaco senza precordiale. Se si fa la proiezione dello stomaco me· ferire il fegato, nè qualsiasi altro organo, diocremente disteso sulla parete toraco-addo· Al di fuori di questa zona lo stomaco, minale anteriore, l'aia gastrica co1·risponde malgrado il suo volume, è difficilmente ad una zona ovalare, a grande asse quasi vulnerabile, senza che i visceri che lo cir· verticale, situata a sinistra della linea me- condano sieno lesi dal proiettile prima o diana, corrispondente alla base sinistra del dopo la perforazione gastrica. Dalle tabelle ~

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risulta. che st1 126 colpi di arma da fuoco con lesione gasti""ica, 32 volte soltanto lo stomaco era ferito da solo, mentre in tutti gli altri casi si ebbero lesioni concomitanti cl egli organi circumambienti. Le condizioni da cui dipendono l 'esistenza, il numero e la sede delle lesioni sono: 1° il punto d'entrata del p1·oiettile; 2° la direzione seguita da quest'ultimo; 3° la posizione del soggetto al momen.to del tiro. Dalle n11merose figure annesse al testo si possono comprendere tutte le varietà delle lesioni associate, relative agli organi che circondano lo stomaco. 2. AN A.TOMIA

E FISIOLOGIA P A.TOLOGIC.A.

Secondo la loro forza di penetrazione, il loro calibro e l'angolo d'incidenza secondo cui lo stomaco è ferito, i proiettili possono produrre tre specie di lesioni: perforazioni,

nbrasio1zi, co1ztztsiorti. a) Pe1fo1·azioni. - In regola generale sono rlue, una all'entrata e l'altra all'11scita del proiettile. Su L12 osservazioni seguite da intervento o· dall'autopsia, lo stomaco era stato attraversato da parte a parte 64 volte. Quando si ha una sola perforazione, tre ipotesi sono verosimili; o che la palla re8ti nello stomaco, o che il proiettile, avendo incontrato una curvatura, ha prodotto un corto tragitto perf01.. ante senza penetrare nella cavità gastrica., o che fuoriesca dal1' intestino, come una volta è stato osser'' ato. La sede~ delle perforazioni è variabilissima, di rado i due orifizi si cor1"'ispondono ~ può accadere che lo stomaco sia attraversato dal piloro .alla grossa tuberosità o che la stessa parete sia perforata in due punti. La perforazione ha abitualmente il tliametro del proiettile. I-'a pe1·forazione può uccidere il ferito o per emorragia, specialmente n elle ferite <.lella piccola e grande curvatura o p er infezione peritoneale, la quale è costante quando lo stomaco contiene degli alimenti al momento della lesione, nel qual caso, ad eccezione delle perforazioni molto piccole o di un tragitto obliquo attraverso la parete, il ' rersamento del contenuto gastrico nel peritoneo è un fatto costante. Un altro esito possibile delle perforazioni gastriche è la. guarigione spontanea. Le condizioni necessarie perchè questa avvenga sono le stes e che per le perforazioni del1 intestino, e cioè: 1° lo stato di vacuità dell'o1"'gano che

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impedisce, almeno nelle prime 01.. e che seguono l'accidenté, il · versamento del contenuto nel p~ritoneo; 2° la piccolezza della ferita che può da sè stessa obliterarsi grazie alla tonicità dei tessuti, e il difetto di parallelismo delle labbra della perdita di sostanza, che, ad· dossanclosi, ne occludono il ll1me; 3° la tendenza, pro1)ria delle sierose, a costituire delle rapide aderenze, come pure la mobilità difensiva dell,e1)iploon, che qualche volta occlude la perforazione o si fissa attorno ai bordi di questa. Infine le perforazioni possono guarire mediante un processo meno favorevole; lo stabilirsi cioè di una fistola gastro-cutanea. Quest'ultima si forma sia in primo tempo sia secondariamente con l'intermediario di 11n focolaio di peritonite circoscritta. La fistola secondaria è un fatto frequentissimo nelle ferite da armi bianche; nella statistica raccolta dagli autori non vi sono che tre casi di fistola consecutivi a ferite da armi da fuoco. b) Abrasioni. - Un proiettile, colpendo tangenzialmente lo stomaco, può asportare dalle sue pareti una zona più o meno spessa di tessuto, interessante la sierosa, la sierosa e la muscolare, e anche la parte più profonda della mucosa; se la cal"ità ga· strica non è stata aperta, la ferita non è completa, e si ha la semplice abrasione. Questo tipo di lesione non frequente (4 casi soli su 123 osser·v·azioni), si osserva a li· vello delle curvature del viscere, e per prodursi è necessa1·io che il proiettile segua un tragitto molto obliquo, tangente allo stomaco, e conseguentemente, ch'esso penetri o attraverso le coste o dalla r egione inferiore del ventre. Sono meno pericolose delle perforazioni ma a causa dell'obliquità del t1·agitto del proiettile, raramente sono isolate. Di più possono essere seguite da grave emorragia, sopratutto a li\ello della piccola cur,·atura, e da perforazione della parete per sfacelo <lel tessuto colpito, la quale è graYe se non si sono già formate delle aderenze. e) Contusioni. - Una palla animata da scarsa velocità terminale, può colpire lo stomaco senza p erforarlo e cadere nel ca \O peritoneale; ne i~isulta una contusione che. in questo caso, si è prodotta dalla sierosa verso la mucosa, da fuo1~i in dentro. Questa contusione può determinare un'emorragia mortale, come è pro-vato dal seguente caso, riferito da GuIN.A.RD :

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Colpo di revolver nella 1·egio1ze epigast1·tca i1z un uomo. Vo11zito abbonda1ztissi11io di sangue rutilante; Intervento. Alla laparo1011zia non si 1·iscont1·a alcuna fer·ita dello stomaco. Mo1·te in poclie 01·e. L' azttopsia dimostra che la palla era liber·a 1iella cavità pe1·itoneale e non avea perfo1·ato alczin viscere. Ma, aprendo lo stomaco, si t1·ova in ·vici1ianza del piloro iina ferita della 1nucosa, a livello della quale s 'e1·a fatta l' e1norragia. È l'unico esempio di una ferita della tunica interna dello stomaco senza perfo1·azione, causata da un p1·oiettile. Ma la contusione può prodursi da dentro in fuori, dalla mucosa verso la sierosa, allorquando il proiettile penetra nello stomaco e colpisce la parete opposta senza attraversarla. Si ha, cosi, una zona di con· tusione, o più esattamente una ferita con· tusa, poichè la mucosa molto facilmente viene ferita. Questo secondo tipo di con· tusione può anche dare l'emorragia secon· daria mortale ed essere il punto di partenza di un'ulcerazione della parete dello stomaco. La contusione, dunque, sia da dentro in fuori che da fuori in dentro può essere altrettanto pericolosa quanto la per· fora~ione e talvolta anche di più per il fatto che dessa pnò sfuggire all'esplorazione del viscere. · Queste lesioni dello stomaco possono essere accompagnate da lesioni dei visceri ci1·cumambienti, la cui varietà e frequenza è stata innanzi descritta. Un' altra complicazione può accadere nelle ferite toraco-addominali ed è l'ernia diaframmatica dello stomaco ferito, accidente gravissimo, ben conosciuto del resto nelle ferite toraco-addominali da armi bianche. 3.

PRONOSTICO.

Ecco quali sono i risultati f o1·niti dalla statistica, raccolta dagli autori, in cui tutti i casi sono stati divisi in due gruppi, il primo comprendente quelli seguiti dalla laparotomia, il secondo quelli trattati con semplici cure mediche.

Colpi di fz:eoco dello sto11zaco - Aspettazione. La fuoriuscita del contenuto gastrico in alcuni casi ed in alt1·i l'autopsia hanno permesso in tutte le osservazioni di veri· ficare l'esistenza della ferita dello sto· maco. ( 8)

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A) 8e1zza lesioni visceralt conco1nitanti: guarigioni 7; morti 6; mortalità del -16 per cento. Dei 7 individui guariti, 4 hanno avuto una fistola gastrica temporanea; B) Con lesio1zi viscerali concomita1iti: guarigioni ~ ; morti 30; mortalità del 93 per cento.

Colpi di fuoco della 1~egione gastrica. Aspettazione. Si tratta di quei casi in cui l'ematemesi e la sede del forarne d'entrata del proiet· tile permettono di pensare alla ferita dello stomaco, senza che sia possibile di con· trollarla. Qui si hanno guarigioni 24; morti 2; mortalità del 7. 61 per cento. Riassumendo i risultati dell'uno e l'altro gruppo di feriti, si ha una media di mor· talità dell'80 per cento con l' aspettazione.

Risultati della laparotomia. Ferite dello sfo. maco isolate. I. Intervento · nelle prime 6 ore: guari· gi~ni 9; morti 4; mortalità del 30 per cento. II. Intervento senza indicazione dell'ora: guarigioni 2; morti 4; mortalità del 66 per cento.

Ferite dello sto11zaco con lesioni visce1·ali concomitanti. III. Intervento nelle prime 6 ore: gua· · rigioni 13; morti 16; mortalità del 55 per cento. IV. Intervento tra la 6a ' e la 12a ora: guarigioni 2; morti 11 ; mortalità dell'85 per cento. V. Inter,rento dopo la 12a ora: guari· gioni ~; morti 11; mortalità 85 per cento. Vl. Intervento senza indicazione del· l'ora: guarigioni 3; morti 5; mortalità del 62 per cento . Da ciò risulta che la mortalità aumenta: 1° quando vi sono altre lesioni visce· rali ; 2° a misura che aumenta il tempo c11e passa tra l'accident~ e la laparotomia.

Risziltati comparativi clell'aspettazione e della lapar·otomia. Mortalità delle ferite dello stomaco senza I lesioni 'riscerali concomitanti trattate con l'aspettazione 46 per cento; con la laparo· tomia, 42 pe:r: cento. )lortalità delle ferite d'armi da fuoco dello stomaco con iesioni viscerali concomitanti con l'aspettazione.


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SEZIONE PRATICA

93 per cento; con la laparotomia, 68 per cento. / Secondo Sc1·IROTTER, il pronostico sarebbe favorevole quando: 1° ·10 stomaco è vuoto e sano; 2° la perforazione è piccola; 3° la ferita è lontana dalle curvature, dal piloro e dal cardia ; 4° il proiettile ha seguito un tragitto obliquo nella parete gastrica; 5° non esistono altre lesioni viscerali o vascolarj. 4.

TRATTAMENTO.

1° Indicazioni operatorie.

In presenza cli lln soggetto ferito da un proiettile nell'ipocondrio sinistro o n ell'epi· gastrio non ' r'è tempo da perdere, occorre praticare immediatamente la laparotomia. Questa non è ltna regola assoluta; in chi· rurgia d'estrema urgenza non è possibile fissare delle regole assolute. Da esempi autentici, benchè rari, è di· mostrata la possibilità della guarigione spontanea; ciò che è impossibile assolutamente è il poter prevedere quando essa avrà luogo. È il caso, quindi, di ricordare l'aforisma: « nel dubbio l'intervento è la regola » ; ed a ciò si deve aggiungere, che più precocemente si opera, e più favorevole sarà l'intervento e maggiori le possi· bilità di salvare il ferito. l\rla se si è innanzi ad un ferito, in cui l'accidente rimonta a 24 o a 48 ore, se l'aspetto generale è buono, se il ventre è ti~attabile ed indolente, se non v'è timpa· nismo, nè ematemesi, n è scariche sangui· gne' nè febbre, si ha ragione per credere che non v'è nè emorragia interna, nè peritonite; ed in tal caso l'intervento non è gil1stificato. Si disinfetta e si occlude la ferita parietale e si pone l'infermo a riposo assoluto, a dieta rigorosa ; qualche iniezione di morfina n elle due o tre ore Sl1cces i'Te per immobilizzare l' intestino completerà il trattamento. Vi ha un terzo caso\ in cui l'intervento i1nmediato è discutibile ed è quando il contenuto dello stomaco si versa al difuori, con o senza e1~nia del viscere attraverso la ferita parietale. Se la ferita è r ecente, è da prPferir i l' inter\ento immediato, a causa delle possibili lesioni viscerali concomitanti ; si potJ:à cosl n el tempo istesso chiudere la perfo1·azione gastrica legare

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un vaso, suturare una fe1·ita intestinale. Se la fistola gastrica data da alcuni giorni, manca og ni indicazione d'urgenza; il fe .. rito è scampato dal pericolo della peritonite graziie alla sua fistola e si ha q uincli tutto il tempo p er aspett_are che lo stato gene· rale dell'infermo sia migliorato, prima di passare alla cu1--a operativa della sua fi· stola gastrica. 2° L'intervento cliirzirgico. A) Regole gener·ali dell'interve;zto. L'intervento, in presenza di una ferita d'arma da fuoco dell'ipocondrio sinist1·0, dell'epigastrio o della base del torace com· prende i tempi segl1enti : 1° laparotomia mediana sopra-ombeli· cale; 2° esplorazione della faccia anteriore dello stomaco, del fegato, dell intestino che si trova in vicinanza, della milza e della porzione accessibile del diaframma ; 3° esplorazione della faccia posteriore dello stomaco ; 4° sutura delle perforazioni gastriche e delle lesioni viscerali coesistenti. 5° toletta del peritoneo, drenaggio e sutura della parete addominale. a) Incisione della parete addo11iinale: laparotomia mediana sop1·a-ombelicale. Utilità di un taglio late1·ale o della resezione del· l'a1·cata costale sinistra. - La laparotomia mediana è quella che dà il più facile accesso sullo stomaco ed il lobo sinistro del fegato. Qualunque sia la sede del fo1--o cli entrata, s'inciderà dunque sulla linea me· diana. P11rtuttavia nei casi in cui si hanno ragioni per credere che la ferita non è penetrante, si può incidere sul forarne d entrata e penetrare nel ventre seguendo il tragitto del proiettile, che sarà disinfettato a misura che si procede innanzi. In generale, salvo fo1·se i casi di soggetti molto magri, o quando lo stomaco è vuoto, questa incisione sopra-ombelicale non p er·· m ette d'esplorare completamente il lobo sinistro dcl fegato e lo stomaco, anche sti1·ando fortemente con due larghe valve le labbra dell'incisione e tenendo solle'Vato il fegato con una grande valva o con la mano ; è per questa i~agione che numero. i chirurghi si sono trov-ati n ella necessità cli praticare un'altra incisione trasver ale della parete addominale. Sopratutto nelle ferite dello spazio cli Tral1be, occor1·e farsi molto spazio ller non ( 9)


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IL POLICLINICO

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correre il rischio di non riconoscere una nei due terzi dei casi il proiettile ha pro· o più perforazioni e di non poter fare dotto varie e multiple lesioni viscerali. Non l'emostasi diretta in caso d'emorragia. bisogna quindi chiudere mai il ventre se Ora se la laparotomia mediana conviene non si sono esplorati tutti gli organi prospe1~ le operazioni che cadono direttamente simiori al tragitto della palla indicato dalla sul piloro, o sulla porzione inferiore dello . già riconosciuta lesione. stomaco, essa non è più sufficiente per In presenza di l1n'emorragia, che pro· l'esplorazione dell' ipocondrio sinistro. In viene dalla profondità e ingombra il campo tal caso è indicata la I'esezione dell'arcata d'operazione, le ricerche per fare l'emostasi costale per scoprir·e più agevolmente la re- diretta e le suture viscerali riescono pargione sotto-diaframmatica .. sinistra. Eseguita ticolarmente difficili. In tal caso si ricorla laparotomia mediana sopra-ombelicale, rerà con reale vantaggio alla posizione ele· si fa un'incisione parallela all'arco costale vata del tronco che RuEHL ha proposto sinistro fino & livello della 1oa costa, sulla li- nel febbraio 1902. È la posizione contraria nea ascellare anteriore. Si mettono a nudo le a quella di Trendelenbl1rg. Essa consiste cartilagini costali fino al disopra del punto nell'elevare il tronco 'a 45° al disopra del d'unione con le costole e con forbici ro- piano orizzontale. Scoperta la perforazione buste si tagliano la 7a, la sa, la 9a e la 1oa dello stomaco, la si de,re immediatamente cartilagine. Una lJrecauzione è necessaria suturare, o'rvero basta chiuderla provvisoper non aprire il cul di sacco pleurale: la riamente con una pinza per poi passare sezione deve esse1·e portata esclusiva1nel'tte alla esplorazione della faccia posteriore del s1ille cartilagini 11zai s1zlle coste. Si rovescia viscere'? Gli autori sono d'avviso di fare in bassp questo lembo condro-muscolare e la sutura appena riconosciuta la ferita, si distaccano dalla sua far.eia interna le primo per evitare la contusione ·dei marinserzioni del trasverso e del diaframma, gini della perforazione e dimin11ire così la loro vitalità; secondo perchè, durante le raschiando dall'alto in basso. Per pene-, trare largamente nel cavo addominale, non manovre necessarie per la ricerea del f oresta che ad incidere trasversalmente la rame di uscita, la pinza può lasciare la volta membranosa, costituita dal diaframma, presa e il contenuto gastrico versarsi nel raddoppiato dal }Jeritoneo parietale ; si apre peritoneo. Si sutureranno ugualmente le così lo spazio freno -gastro-splenico. Questo ferite dei visceri vicini, prima di esplorare processo ha dunque due vantaggi che non la retro-cavità degli epiploon. c) Esplorazione della faccia poste1·iore si ottengono con nessl1n' altra incisione : 1° esso permette, aprendo largamente dello stomaco. - Salvo il caso raro in cui la base sinistra del torace, d' esplorare il proiettile ha strisciato sullo stomaco o rapidamente lo stomaco, il lobo sinistro i due orifizi d'entrata e di uscita si vedono sulla faccia anteriore, è mestieri conside· del fegato, la milza ~ il diaframma ; 2° esso agevola molto le suture e par· rare sempre lo stomaco perforato da parte ticolarmente quando occorre chiudere una a parte, e cercare la ferita posteriore. A perforazione posteriore dello stomaco vicina tal uopo, si lacera con una pinza l'epiploon al cardia. gastro-colico e, attraverso la breccia, si fa b) Esplorazio1te della faccia ctnferiore passare la faccia posteriore del viscere. Se dello stomaco e degli 071Jarti vici1zi. - Dal- la perforazione risiede nei due terzi infe1'!.ncisione del lJeri ton e o si ha scolo di san· riori dello stomaco, la si trova e sutura gue e talvolta di materiali alimentari; con molta facilità. ~la se la ferita si trova pri11zrt di tocca1·e, bisog1za vedere, JJe1· evitare più in alto, la ricognizione riesce molto d1 disse1ni1za1·e l'i11fezione e per a1·r·estare la più difficile, massime se lo stomaco è di· e11io1·1·agia il piit p1·esto possibile. Con com- steso e pieno di alimenti. In tal caso, in presse sterili si netta il campo d'opera- luogo di fare una semplice fenditura nelzione, si dilatano le labb1·a della ferita e l'epiploon gastro-colico, è preferibile d'in· si passa all esplo1·azio11e della sorgente del· ciderlo trasversalmente quasi in totalità. l'emorragia, che può provenire dall' epi· Delle pinze applicate sui vasi dei margini ploon, cla un a1'te1·ia coronaria, dal fegato dell'epiploon serviranno in seguito ad age. o dalla milza, e alla ispezione della parete volare la sutura a sopragitto di questa larga anteriore dello stomaco. Se si trova una breccia. Questa larga incisione trasversale, ferita dello stomaco, ricordarsi sempre che che ' ' a dal piloro all'angolo colico sinistro, I

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SEZIONE PRATICA

ha molti vantaggi: esHa permette d'esplo- ' il d11odeno allo stomaco secondo il p1·oces o rare rapidamente tutta la parete posteriore di Koch er o quello di Billro th. dello stomaco, di i·iconoscere la benchè mi· Il clrenaggio della cavità pe1·itoneale e nima lesione è di sutura1·la con facilità e la sutura delle pareti addominali comple· con precisione. Permette inoltre una toletta teranno l'atto operativo. rigorosa della regione, quando vi è emor· B) Octsi particola1·i. ragia o versamento del contenuto gastrico. Tali sono le r egole generali rlell"interFatta l'emostasi dei vasi epiploici, è facile vento in 11n colpo d'arma da fuo co clel ricostituire la contint1ità dell'epiploon me· ventre con perforazione dello stomaco. ~Ia diante un sopra.gitto al catgut o alla seta. diverse e'\.,..entualità possono darsi che i·enIl timore di una necrosi epiploica o della dono incerto il chirurgo sulla conclotta da parete gastrica a livello della grande c11r- tenere e creano a questi delle difficoltà ''r atura o del possibile strangolamento del· nella tecnica da segt1ire. l'intestino attraverso la breccia ep·iploica Ecco i precetti indicati dagli autori non ha ragione di essere. quando il chirurgo trovasi in presenza d) Szitzira delle pe1fo1·azioni gastrzclie. delle tre circostanze seguenti: Tutti gli autori hanuo praticato una sutura 1° Allorchè, dopo l'esplorazione delle a due piani, a punti staccati, alla Lembert. due pareti dello stomaco, non si trova che Dt1e piani di sutura sono sufficienti. In una sola perforazione ; t11tti i casi raccolti dagli autori, le suture 2° Quando l'esplorazione della faccia l1a11no tenuto bene resistendo agli sforzi del posteriore dello stomaco è resa impossibile vomito; le autopsie dei feriti che soccom· da aderenze gastro-pancreatiche; bettero all'infezione o all'emorragia lo di· 3° Nelle ferite toraco-addominali. mostrano chiaramente. Nei casi in cui i a) All'esplo1·a,gione delle dzle pareti dello bordi della perforazione sono lacerati e sto11zaco 1zon si t1·ova clie zz1za sola pe1fo1·acontusi, si debbono regolarizzare, aspor· zione. - Quale sarà la condotta da t enere in una circostanza simile'? Se non si trova t~tn(lo i lembi destinati alla necrosi e i tessuti cont11si capaci di favorire in secondo che il solo orifizio d'entratR, basta sututempo, per l'azione del succo gastrico, la rarlo e chi11dere il ventre giustificanrlo la formazione di 11n'ulcera; in una parola, si propria ccndotta con le seguenti considecleve ingrandire alquanto la ferita e · tra· razioni, che cioè il ferito non avrebbe po· sformarla in una fe1·ita a bordi netti. Nel tuto sopportare 11n intervento più lungo, caso che la ferita d'entrata e quella di ovvero che il proiettile, per la presenza uAcita sie no molto vicine, in 1uogo di ta- degli alimenti, non abbia potuto colpire la gliare il ponte intermedio e fare una sola parete opposta, od anche che lo stesso proietsutura, come consiglia SoHROETTER, , agli tile sarà espulso senza accidenti di sorta'? autori sembra più indicato di suturarle se· Gli autori non sono di questo avviso ed paratamente, massime quando sieno molto aggiungono che lo scopo del presente lapiccole. voro è precisamente quello di dimostrare Quale condotta si cleve poi tenere quando che, in circostanze simili, non bisogna esil proiettile ha prodotto, a livello del pi· sere tanto ottimisti. Non trovando la ferita loro, una pe1--dita di sostanza tale che la d'uscita, è indicata l'apertura dello stomaco st1tt1ra deve portare f 01--zatamente ad t1na per esaminare la mucosa e rice1·care il fo· stenosi~? Se lo stato del ferito è tale da colaio di contusione che il proiettile può iinpor1·e la rapidità dell'atto operativo, è aver p1·odotto. Senza fare di questa esplo· miglior consiglio di suturare le labbra della razione intrastomacale un complemento co· ferita pilorica alla parete addominale, fare stante e necessario dell'intervento, non si insomma una pilo1.. ostomia temporanea e deve però esita1·e a tentarla, massime quando riserbarsi, a condizioni generali miglio1..ate, un'ecchimosi sotto-sieroda atteste1·à una condi fare l'operazione radicale. Se poi il fe- tusione parietale senza perfo1·azione. Di· rito non è molto indebolito dall'emo1"'ragia sgraziatamente questa ecchimosi non si e non ha peritonite si può p1·ocedere in forma che alcl1ne ore dopo 1 accidente .....\.1llnit maniera più moderna e più radicale : lorchè s'inte1--viene nelle prime ore no11 ,.i si pratica la pilorectomia pa1·ziale o totale, sarà alcun segno che permetterà di rico:1 seconda dell estensione e cl ella forma nosce1·e se Yi è stata un ~ero ione ocl ltna della perclita di sostanza, e poscia si sutn1·a contu sione clella parete opposta. È in tal {11)


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Th POLICLINICO

caso che l'esitazione sarà più che mai giu· stificata, ed in cui, se il ferito non è in condizioni gravi, la gastrotomia esplorativa trova la sua indicazione. b) L'esplorazione della faccia posteriore

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dello stomaco è resa i11zpossibile dalle ade· renze gastro-pancreatiche. - Eventualità ec·

cezionale, ma che bisogna ricordare. Nei feriti, che ebbe-1·0 un'ulcera rotonda, la facccia posteriore dello stomaco si trova assai di sovente aderente al pancreas. Queste aderenze hanno dal punto di vista del nostro tema, un interesse speciale; esse impediscono, in un intervento per ferita d'a1·ma da fuoco dello stomaco, la completa esplorazione della dietro cavità degli epi· ploon. Non si può tentare di distaccare lo stomaco dal pancreas senza rischio di la· cerarlo o di produrre delle i·otture vasco· lari. In tal caso devesi cercare di obliterare la seconda perforazione gastrica, aprendo lo stomaco ed esplorandolo dalla sua cavità, come nel caso precedente~ Gli autori pen· sano che, se il ferito ha avuto prima dell'inter,. . ento abbondante ematemesi e il suo stomaco era pieno nel momento dell'ac· cidente, si debba, prima di chiudere il ventre, assicurarsi dell'esistenza di una perfo1·azione posteriore e suturarla. Al contrario, in assenza di ematemesi abbon· dante e se lo stomaco è vt1oto, si deve stare alla sola occlt1sione della ferita di entrata. Le aderenze che fissano lo sto· maco al pancreas potranno proteggere la cavità peritoneale contro l'infezione sopra tutto se lo stomaco non era disteso dagli alimenti. c) Fer·ite toraco-addominali. - I proiettili, che feriscono il torace, durante l'espi· razione, al disotto della 5a costa sinistra, penetrano quasi costantemente nella cavità addominale. Ora lo ScHROTTER fa osservare che quasi tutti gl'individui che tentano di uccidersi compiono, nel momento in cui la canna della rivoltella viene applicata sul torace, una profonda inspirazione; il colpo parte nel momento dell'espirazione e ciò s1)iega la frequenza delle lesioni addomi· i1ali nei tentativi di suicidio con armi da fuoco dirette al cuo1·e. Oggidì sono tutti a accordo nel ritenere che il miglior trattamento delle ferite d arma da ft1oco del torace sia l'immobilizzazione immediata e rigorosa del ferito e la occlt1sione asettica della ferita; in 1·are circostanze, quando llna copiosa emorragia mette1·à in pericolo {1~)

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di vita l'infermo, si sarà autorizzati a ten· tare l'emostasi diretta della ferita pol· monare. Ma nelle ferite dello spazio di Tranbe ed in generale, tutte le volte che la sede del foro d'entrata o d't1scita, l'ematemesi, la tensione del ventre, il dolore permetteranno di pensare ad una .ferita dei 1'isceri addominali, bisogna immediatamente inter· venire. Seguendo qt1esta linea di condotta, si sarà esposti certamente a fare talvolta una laparotomia inutile. Ma il danno di una laparotomia, rapidamente ed asettica· mente ·eseguita, in un ferito, i cui visceri addominali sono intatti, non è affatto com· parabile a quello che ne deriverebbe dalla cura aspettante nel caso che lo stomaco e talvolta i visceri vicini sieno feriti e per· forati dal proiettile. Non si perderà dunque in tali casi un tempo prezioso a voler fare una diagnosi bene spesso impossibile nelle prime ore. La laparotomia mediana sopra ombelicale, associata alla. incisione parallela all'arcata costale o alla resezione di questa permetterà cli esplorare l'epigastrio e l'ipocondrio e di suturare successivamente le lesioni viscerali e la pe1·f orazione dia· frammatica. Roma, 13 gennaio 1904.

Dott. O. ScmFoNE.

Sul mal pe1"forante esterno dello stomaco. (HAYEl\f.

Académie de Médecine de Paris, 1903. Rev. de Cltir ., 10 dic. 1903).

Descrive sotto il detto nome una nuova forma di ulcera gastrica, caratterizzata dal fatto che il processo ulcerativo JJrocede a differenza che nell'ulcera gastrica classica. dalla superficie peritoneale yerso la mu· cosa. Ne descrive tre fasi: in un primo stadio si osserva solo una depressione circolare circoscritta sulla parete dello stomaco ; tale depressione a poco a poco per usura delle tuniche esterne si approfonda, in guisa che in uno stadio più avanzato si scorge la tunica mt1cosa, la quale fa ernia verso la cavità peritoneale. Tale stato è meno frequente. L HAYEM lo ha osservato solo in 3 casi. In un t1ltimo stadio il processo ulceroso interessa anche la mucosa e l'ulcera di· venta perforante.


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SEZIONE PRATICA.

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Tale forma di ulcera è stata osservata ' Un'altra etiologia a complicazioni mori11 individui sofferenti di ulcera gastrica tali fu trovata in una osservazione cli cronica, per cui è da ammettere che le KRoNIG nella rottura di un aneurisma delcondizioni, le quali predispongono all'ulcera l'arteria Silviana, avvenuta immediatamente classica clello stomaco favoriscano anche alla puntura lombare. l'insorgenza della detta ulcera esterna. L' A. comunica un caso di tumore (sar' L'J{AYEM giustamente c1~ede di trovare coma di origine gliale del lobo temporale in tale fatto un nuovo argomento per ne- sinistro) nel quale alla punzione lombare gare che l'ulcerazione dello stomat;o sia - che dette esito a eme. 30 di liqt1ido sempre dov11ta all'azione del succo gastrico. chiaro, quasi incolo1·0, leggermente opale· Egli crede che la cau sa del processo ulce- scente - seguì immediatamente cefalea 1·oso debba ricercarsi nei nerv-i intra-pa- nausea, vomiti sempre più insistenti, irrequietezza, accessi convulsivi, polso ""tia via rietali. G . P. più piccolo e raro. fino al coma, nel quale l'infermo spirò 15 ore dopo la punzione. MEDICINA All'autopsia si riscontrò una apoplessia di data recentissima nella massa neoplaDe Ila puntura lombare nei tumori stica; apoplessia la cui causa determinante ce1·e b1·ali. deve essere riconosciuta nella diminuita pressione laterale del liquido cefalo-rachi· (~lASI~G. St. Peter8b11rger 11ied. TJTocli. 1904, n. f). diano conseguente alla puntura. .. e teoreticame11te la puntura lombare alla Forse tale esito si sarebbe evitato se la Ql1inclre può trovare una indicazione sin- fuoruscita clel liquido si fosse sospesa prjma tomatica nei tumori cerebrali - in quanto che là pressione ne fosse discesa tanto bassa. che i disturbi da compressione dovrebbero ma in ogni modo il caso dimostra ancora temporaneamente cedere col diminui1~e della una volta il pericolo inerente alla pratica tJressione del liquido cefalo-rachidiano anor- della puntura lombare nei tumori ceretnalmente aumentata - in i·ealtà all'appli· brali: pericolo cui non siamo autorizzati di cazione pratica solo di rado essa fu seguita esporre l'infermo se si })ensa ai migliora<la fuggevole e lieve miglioria; per lo più menti insignificanti (e sempre transitori) o non ebbe effetto alcuno e non i·aramente nt1lli che da essa possiamo sperare anche pro,""ocò peggior·amento assai notevole e fi- nei casi meno sfavorevoli. na11ro la morte. R. DALLA VEDOVA. Tale contrasto fra le vedute aprioristiche e i rist1ltati pratici si può spiegare nel La corea mollr. maggior numero dei casi se si pensa che (EsCHERICH. Wieu. /t·li11 .. tltera1J. Woclz., n. 5, 190-1). la presenza di un tumore nella scatùla craL'esistenza di uno stato paretico nei nica può pr·ovocare condizioni anatomiche tali cla interrompere le comunicazioni fra muscoli affetti da movimenti coreiformi le cavità dell'encefalo da una parte e lo è fatto di osservazione giornaliera. Essa spazio sottoaracnoideo e il canale centrale però non appare evidente in un esame midollare clall altra, sia per compressione grossolano del malato ; occorre o che il {liretta sull'acquedotto di Silvio. sia ller medico la r·icerchi di proposito, o che il occlusione mediata delle vie di comunica- malato stesso la rilevi all'os ervatore. D el zione del liql1ido cefalo-rachidiano, e cioè resto stati paralitici e paresi non sono rare del f orame di Magendie e dell'adito late- manifestazioni della chorea ; questi sono 1·ale al IV ,~entricolo. In q neste circostanze stati per la prima volta descritti da at1tori la puntura del sacco sottoaracnoideo midol- inglesi, quali Tonn, 'VE T GowER i quali lare non può lJOrtare all equi]ib1--io fl.--a la si son serviti dei nomi di « Limp-Chorea » })ressione delle ca v-ità rereb1~ali e midollari; o di « Chorea paralytica » . In Francia ne •;) inentre la pressione encefalica non dimi· hanno parlato TROUSSEA."G, 0.ADET DE GAS· nt1isce) l'abbassarsi della pressione late1--ale s1couRT e BouoHA.RD. In Germania c·è sol o. ltl tronco pt1ò portare effetti deleteri spe- a questo proposito, un articolo di F1cialmente ul midollo allungato. Tale m ec- LA.TO\\-. L A. aumenta talP scarsa statistica con eanismo fu controllato da autopsie (FtJR· DRL~GER. GUlrPRECHT) . un caso p ersonale. (13)


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IL POLICLINICO

I ... di anni :I:. I genitori, 14 giorni prima di accompagnarlo in clinica, ave· -vano notato che nella deambulazione, il piede sinistro era trascinato ; dopo 4.5 giorni la paralisi si era così estesa a tutto l 'arto inferiore sinistro, che il cammino non era più possibile. Dopo fu presa anche l'altra metà del corpo; si aggiunse disturbo , del linguaggio in modo che il fanciullo non poteva pronunciare se non con diffi· coltà solo alcune parole. Del resto: stato generale buono, sensorio intatto, ness11n disturbo del retto o vescica. Esame obbiettivo. - Il bimbo giace a l etto in posizione supina ; è colpito da pa· ralisi flaccida di tutto il corpo ; il capo è piegato in avanti; braceia e gambe, in posizione di semiflessione, giacciono ab· bandonate 8Ul letto e cadono come prive di vita, ogni volta che si cerca di ·s ollevarle. Il tentativo di mettere il paziente in piedi o a sedere sul letto, produce una totale scoliosi e fa sì che il capo cada in avanti o dondoli penosame11te su sè stesso. N armali sono , gli occhi, i muscoli mimici e il respiro ; il polso è sensibilmente aritmico. Quando il paziente cerca di parlare o di metter fuori la lingua, compaiono movimenti ii;regolari a carico dei muscoli mi· miei e movimenti respiratorii involontari; esso pronuncia soltanto pochi suoni e pa· 1·ole incomprensibili e anche queste dopo molti tentativi. La lingua può stare poco tempo protrusa. Ordinando all'infermo di porgere le mani, q nesti a sinistra non ci riesce ; a destra in primo luogo insorgono movimenti di· sordinati delle dita, dopo qualche tempo la mano è stesa improvvisamente come per effetto di un movimento volontario risoluto e a volte è lanciata fulrrtineamente ,~erso la direzione voluta in modo atassico. A ciò si devono aggiungere movimenti concomitanti a carico degli altri muscoli. Di tanto in tanto appaiono movimenti irregolari, specialmente nelle dita o nei muscoli mimici, dipendenti, con molta pro· babilità, da deboli impulsi volontari. Tali mo-vimenti spariscono del tutto nel sonno. L 'l1more, abitualmente buono dell'infermo, è 8Ubito alterato da cause di nessuna imp orta i1za. Null'altro c'è di importante nell'esame obbietti-vo. (1!)

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XI, F .ASC. 11

Come terapia si dà arsenico a ~randi dosi. Dopo 15 giorni si nota nn miglioramento nel senso che i fenomeni paretici della metà sinistra del corpo sono notevol· mente diminuiti ed è aumentato lo stato generale delle forze. I movimenti della mano sinistra sono però più deboli e compiuti con più ritardo di quelli di destra. Il paziente dà la mano, alza le gambe, può anche mangiare, benchè con fatica. Permangono però al più alto grado le manifesta~ioni paretiche a carico dei muscoli del dorso e della nuca, cosicchè l'in· fermo è ancora fortemente incurvato e il capo si piega sempre in avanti. Invariata è pure la paralisi dei muscoli del cinto scapolare. Si deve interrompere la sommi· nistrazione per os dell' As. a causa del vomito e si somministra per via ipodermica l'atoxyl, nuovo preparato arsenicale. Il quadro della malattia è dt1nque carat· terizzato da un inizio speciale con accen· tuati fenomeni paràlitici, mancanza del tono muscolare normale o dell'esatta in· nervazione muscolare durante lo stato di riposo, cosicchè si ha l'immagine di una paralisi flaccida di tutto il corpo appunto come si ha dopo una grave difterite. È questa precisamente la forma descritta da CADET col nome di « chorea mollis » in opposizione alla forma prtralitica intesa nello stretto senso della parola, in cui si tratta di una paralisi crociata o di uno stato di debolezza di una o di ambo le estremità di un lato. Oltre a questo esi· stono però anche movimenti coreatici, sia nelle parti paralizzate i quali si manife· stano di tanto in tanto nei movimenti in· tenzionali, come nelle parti direttamente innervate anche in forma di movimenti concomitanti irradiantisi nelle altre parti del corpo. Questi movimenti possono o aprire il quadro della malattia e formare più tardi il quadro tipico della « chorea » o apparire improvvisamente nel punto cul· minante di una corea iniziatasi del tutto normale; sicchè- in pochi giorni l'agita· zione violenta dei muscoli si cambia in una pa1·alisi flaccida di tutto il corpo. Simili casi sono stati osservati ancl1e più volte dopo l'uso dell'eserina. O, infine, dopo il termine di una corea normale, ri· mane per delle settimane in continuo stato di debolezza negli arti a preferenza col· piti; è raro però vede1·e in tali casi la


[ANNO

XI,

FASO.

11]

335

SEZIONE PRATICA

paralisi estendersi alle funzioni importanti vitali, le quali si compiono normalmente, come nelle ordinarie manifestazioni, anche gravi, della corea. Non è semp1..e possibile differenzia1·e la corea paralitica dalle altre forme di corea per ciò che concerne l'etiologia e il de· corso. Si pllò osservare , che essa è stata notata nella giovane età fra i 3 e i 6 anni e che sono stati descritti dei casi con esito letale. Per alcuni di questi c'era nella anamnesi un reumatismo pregresso. Nella paralisi dunque non dobbiamo vedere una complicazione della corea, bensì solo l'indice delle alterazioni del sistema nervoso centrale dipendenti dalla corea. La diagnosi dei casi in cui la paralisi apre da principio la scena offre molte dif· coltà. Per tale stadio i movimenti coreici possono mancare o essere appena appena visibili. 0ADET ritiene che, in ogni monoplegia senza dolore manifestantesi nell'in· fanzia senza causa plausibile, si debba pensare a un principio di corea paralitica. Nell'ulteriore decorso al cont1·ario la dia· gnosi non presenta alcuna difficoltà. Per la terapia si deve fare uso di dosi generose di As. come le consiglia CoMBY, le quali non mancano mai di produrre ec· cellenti risultati. Dott. ANGELO PIAZZA.

Note sopra u1a caso di tumore dell'apofisi. {DE BucK. La Belgique Médicale, Ire année, n. 3).

L' A. riporta il caso di un bambino di 9 anni e mezzo senza precedenti morbosi nè personali, nè ereditari, che improvvisamente all'età di 6 anni e tre mesi venne colto da vomiti e da cefalee non accompag nati nè da convulsioni, nè da contratture o paralisi. In seguito pur mantenendosi lo stato generale abbastanza soddisfacente, la testa incominciò ad ingrossarsi progressivamente e si manifestarono con rapida progressione amam..osi, sordità abbastanza pronunziata e disturbi a ca1--ico dell'intelligenza e della deambulazione. .All'esame obbiettivo la prima coaa che colpiva era il volume enorme della testa (57 cm. di ci1·conferenza); inoltre si riscontravano i seguenti sintomi: capo legger· mente inclinato in avanti ed a sinistra lentezza dei movimenti negli arti superio1..i,

I

nistagmo cloppio orizzontale, parola lenta scandita, tremore intenzionale per alrl1ni movimenti~ ipe1--tonia sopratutto negli arti inferiori, cleambulazione a piedi allontanati. Ben conservate l e differenti specie di sensibilità cutanea, cosl anche il gusto; amaurosi completa, sordità pronunziata, anosmia. I riflessi cutanei erano aboliti, così p111·e i pupillari e le pupille si presentavano for· temente dilatate, i riflessi tendinei erano quasi completamente assenti specie a sini· stra e si provocava il fenomeno del BA· BINSKI da ambo i lati. A carico degli sfinteri si osservava un'incontinenza accidentale, a carico della psiche uno stato marcato d'i· diozia accompagnato da apatia e da son· nolenza, a carico infine del trofismo lo sviluppo notevole del pannicolo adiposo ed un certo grado di gigantismo. Fu fatta diagnosi d' idrocefalo cronico da ependimite con probabile tumore della base, e dopo a'rer fatta la puntura esplorativa, che diede esito ad un liquido giallognolo di cui l'esame citologico riuscì n egativo, si risolse di procede1·e alla trai>anazione del cranio seguita dalla puntura e dal drenaggio del ventricolo laterale. Così fu fatto ma l' ope· razione non portò alcun miglio1~amento nello stato del bambino e questi dopo un mese essendo sopravvenuta una complicazione settica della ferita operatoria morì. All'autopsia si riscontrò : idrocefalo interno con ectasia manifesta dei ventricoli laterali ed un tumore di natura fibro-sarcomatosa collocato in una larga escavazione della sella turcica. Dal lato del cervello il tumore aveva attaccato il chiasma dei ttervi ottici, l'ipofisi, i corpi mammillari, la lamjna te1..minale e la sostanza perforata ante• r1ore. L' .d. fa notare alcuni punti im1Jortanti di quest'osservazione di cui il primo è la lentezza di evol11zione del tumore e la scarsezza ed oscurità dei sintomi iniziali, tanto che la diagnosi rimase in sospeso per molto tempo. In seconde> luogo sono da notarsi l'assenza di convulsioni e di contratture e la persistenza della sensibilità e della mobilità sino alla fine, fatto che si è osservato spesso quando la compressione cere· brale si esercita in moclo lentamente progressivo dal di fuori T"erso l'indentro. Infine sono dal DE BccK mentovati gli elementi sintomatici più attendibili in que to caso per una diagnosi di tl1more clell'ipofisi quali l 'id1·ocefalo cronico e l 'e ame nega(15)


336

Th

POLICLINICO

tivo del liquido cefalo-rachidiano la simultaneità dell'amaurosi e della sordità, il nistagmo, lo stato deiriflessi tendinei, il feno· meno del BABINSKI, il tremore intenzionale, il to1·pore delle facoltà psichiche ed infine l'obesità ed il gigantismo. · Dott. E. TRAMONTI.

OSTETRICIA

Teorie attuali riguardo all'eclampsia delle donne incinte. (SEYDEL.

Deutsclie 11zed. Woclte1t., n. 4 e 3, 1904).

Secondo l'opinione odierna più universalmente accettata, n~ll'eclampsia clelle donne incinte si tratta di un'autointossicazione prodotta dalla gravidanza stessa. Durante la gravidanza e per la gravidanza si produce costantemente una sostanza tossica, sotto il cui influsso si originano i fenomeni fisiologici che sogliono accompagnare la gravidanza, non che le loro esacerbazioni patologiche: la nausea, il vomito, l'iperemesi, i distm·bi psichici, la corea, l'itterizia, la cirrosi acuta del fegato, l'emo· globinuria, l~albuminuria, la nefrite e finalmente l'eclampsia. Per la comparsa del· l'eclampsia si richiede un aumento rapido nella quantità della tossina, aumento dovuto vuoi ad un'acc1·esciuta produzione, vuoi ad una diminuita eliminazione. Donde si orig·ina questa sostanza tossina'/ Essa si 01·igina innanzi ttitto nel ricambio materiale della madre. È un fatto che du· rante la gravidanza i processi di ricambio materiale subiscono notevoli alterazioni. Però non è chiaro il rapporto che collega siffatte alterazioni con la produzione del veleno eclam ptico. Si crede che il veleno si formi durante il i·icambio dell'albumina. Gli autori francesi ammetton.o l'esistenza di una lesione primaria della funzione assimilatrice del fegato dovuta alla pres· sione dell't1tero ingrossato. Il NrcHOLSON osserva che nell'eclampsia manca l'iper· trofia d ella glandola tiroide che suole osservarsi durante la gravidanza in condi· zioni fisiologiche. Altri autori ammettono una lesione primaria · dei reni, in seguito alla quale ve1·rebbero trattenuti nell'orga· nismo i prodotti di meta.morfosi regressiva. Secondo un altra ipotesi 1 in~ossicazione dell eclampsia è dovuta ai prodotti di ri(16)

I

[ANNO XI, F ASC. 11J

fiuto del feto, i quali attraverso la pla· centa penetrano nel circolo sanguigno della madre (KoLLMANN, van der HOEVEN, FEH· LING e DIENST). La teoria fetale, si basa sopra molti dei fatti, che si osservano nel quadro clinico dell'eclampsia. Questa malattia solo in via eccezionale insorge dal principio del quinto mese di gravidanza in poi; si fa più fre· quente al parto, dopo del quale cessa ad un tratto. La sua frequenza adunque è in rapporto con lo sviluppo del feto, il quale appunto è più attivo nelle ultime settimane. L'allontamento del feto nel 75 per cento dei casi esercita una benefica influenza sul decorso della malattia, la quale si arresta anche dopo la morte clel feto. La teoria fetale, se ci spiega la maggior parte dei f e11omeni clinici ed anatomici propri dell'eclampsia, non ci spiega però le rare forme di eclampsia che si manifestano n flgli ultimi giorni del puerperio (14, 28 e persino 59 giorni dopo il parto). Secondo l' A. la teoria fetale manca di un solido appoggio: la placenta attraverso la quale sono probabilmente eliminati almeno in parte i prodotti di metamorfosi regressi va del feto, presenta talvolta alterazioni gravi, altre volte invece appare del tutto nor· male. L'A. riferisce altre ipote~i basate su alcuni fatti. Furono fatte altre ipotesi basate sopra· fatti che avvengono nel limite tra la pla· centa e l'organismo fetale. Così, secondo il Vi;;rT, dall'epitelio del corion si sviluppa una speeiale sostanza, l' « emolisina », e dagli eritrociti se ne forma un'altra, la « sinciziolisina ». L'emolisina avrebbe un ufficio importante nel trasporto di sostanze nutritive dalla madre al feto, mentre la sinciziolisina fisserebbe l'albumina dell'epitelio del corion, ed in tal modo p1~ovocherebbe il passaggio dei prodotti di rifiuto dal feto alla madre. In condizioni normali questi due processi. l'emÒlitico ed il sinciziolitico si mantengono presso a poco in equilibrio. ~la se nei grossi capillari della placenta ha luogo una invasione eccessiva di villi, allora si determina un eccesso di emoli· sina, donde emoglobinemia, albuminuria e da ultimo eclampsia. La sincizioljsina non basta a fissare le sostanze tossiche con· dotte per mezzo delle cellule epiteliali del • corion.


[ANNO XI~

F ASC. 11 J

SEZIONE PRATICA

Secondo il WEIOHA.RDT i villi sono decomposti dalla citolisina che tro,rasi co· stantemente nel sangue · inoltre si sTiluppa un veleno (sinciziotossina) la cui azione d·ordinario è paralizzata da un antitossina; aumentando eccessivamente i zaffi di corion nel sangue, ne 'riene di conseguenza che i·antitossina non basta più a neutralizzare tutta l'azione della si11ciziotossina, la quale perciò agisce come veleno sull'organismo materno. Riguardo alle con,..ulsioni, sintoma preci1Juo dell'eclam1Jsia. si cerca di spiegarle facendole dipendere dall'azione di una speciale tossina, coadiuTata da una predisposizione nev1~opatica dell'individuo. Il BL1r~r­ REICH e lo ZuNTZ constatarono sperimen· talmente che du1~ante la graTidanza la eccitabilità spasmodica del cervello è accresciuta : quindi basta una quantjtà relati,Tamente minima di veleno per provocare l'a,ccesso convulsivo. Anche il BUTTNER ripete la comparsa dell'accesso eclamptico da due fattor·i, cioè dall"aumentata eccitabilità s1Jasmodica del r.er,..ello durante la gravidanza, nonchè dall'aumentata produzione di sostanze tos· siche. La frequenza dell'eclampsia ,-aria a se· conda delle regioni come risulta dalle statistiche~ così nel 'viirtemberg si ebbe un caso di eclampKia sopra 3561.parti mentre nel ~1ecklemb11rgo Ti fu una frequenza di 1 : 446. .J.. S'ignorano le cause di tali cliff erenze. Dott. E. GuGLIELMETTI.

Accademie, Società mediche, C.ongressi RESOCONTI

PARTICOLARI

SOCIETÀ l\IEDICO· CHIRURGICA DI BOLOG~A. •

Seduta del 29 dicembre 1903. I

Il socio. presidente, prof. A.. Codi villa legge t1na st1a comunicHzione intitolata: Snlla c11ra

f1111ziouale nei casi di ,qrave contraltura del gi· nocl'hio. e presenta l'operato. L'operazione fu esegt1ita nel gennaio 1900, e presentemente si pt1ò dare un gi11dizio sic11ro s11gli effetti della cura. Il paziente èt Y0"\'"a allora 6± anni d'età: alPetà di 11n anno ammalò di gonilite. a cui eon egt1ì t1ua contrattura in flessione. X on ado· 11erò mai la ~amb•i per can1n1inare. fino a 1.J.: anni

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fece uso della stampella, il piede non poggiaYèl sul suolo, e da quel tempo in poi si serYi di un apparecchio per amputazione della gamba, sul quale appoggiava col ginocchio flesso. L'.A.. richiama 1 attenzione sulle clifferenze di forma e di sviluppo fra la gamba e il piede che non hanno funzionato e quelli del lato sano. La gamba sinistra è notevolmente denutrita e l)iù corta di cm. 3, ed il piede di cm. 2, lo sche· letro ne è pii1 sottile. Alla radiografia si mo· strano evidenti i segni di una notevolissima atrofia nelle ossa della gamba e del piede di sinistra · il quale a sua volta mostra un note· vole grado di cavismo, conseguenza rlella mancata pressione f11nzionale. Nel ginocchio esisteva contrattul'a in flessione e la gamba formava .c on la coscia circa un angolo retto, essendo capace di movimenti attivi di flessione, ma non di estensione. La rott1la era fissata al femore, e la tibia si trovavà in sublussazione éu di esso. Esistevano deformità notevoli nella superficie articolare della tibia e nei condili femorali. In questo caso una cura avrebbe portato ad un risultato ideale, se oltre a porre la gamba in estensione sulla coscia avesse reso possibili mo· vimenti attivi e forti nell'articolazione del gi· nocchio. La flessione del ginocchio si sarebbe pott1ta togliere con la resezione dell articolazione, ma con ciò sarebbesi accorciato l'arto perdendo la possibilità di movimenti nell'artico· lazione. Nonostante le difficoltà opposte dal caso, l'.A.. ''"olle guidare la cura sui principii dell'orto· pedia funzionale. Si trattava di togliere la deformità e di ripristinare il moTimento. Credette indicato non seguire ·in questo caso la legge generale della cura funzionale delle deformità paralitiche~ ed espone le ragioni perchè, con· trari;\mente a ciò che tale legge dispone, pra· ticasse prima i trapianti e gli allungamenti tendinei e distaccasse con l'artrotomia la rott1la aderente al femore, poi in secondo tempo si occupasse dell'allontanamento della deformità. Di q11este ragioni la principale è la seguente: la correzione della deformità nel suo caso non era possibile senza togliere le resistenze, che i muscoli flessori opponevano ali esten ione della gamba· t1n tentativo di correzione. senza ciò, avrebl)e portato nella migliore ipotesi ad un aumento dello stato di s11blussazione della tibia, cl1e già esisteva. La correzione invece sarebbe stata possi· bile dopo praticati gli allungamenti d ei mu· scoli posteriori ed i trapianti. Pra.ticò quincli dapprima l'atto operati\O cruento. Coi trapianti proVTide alla graTe d eficenza funzionale cl el quadl'icipite estensore. il qt1ale tro\a,·a i in (17) •


a3s

IL POLICLINICO

notevole g r ado di atrofia in conseguenza della gonilite e de11'inattività (fissazione d ella rotula), ed impiantò s ulla rotula i tendini del capo lungo cl el bicipite e del semi-membranoso. La correzione della. flessione fu poi fatta a tappe. P er toglier e la sublussazione della tibia usò efficacem ente !~apparecchio raddrizzatore Stille. Attl1almente l'individuo si serve molto bene dell'arto operato. Non ha bisogno di alcun ap· poggio, e pt1ò percorrere fino a l\:m. 20 sonza stancarai. Il ginoccl1io l) UÒ flettersi ed estendersi atti· vamente, e l'estensione è valida in grazia della ft1nzione d ei muscoli trapiantati, e delle miglio· rate condizioni trofiche del quadricipite. L'an· golo di flessione è piccolo, ma è sufficiente a rendere facile e corretta la deambulazione. Tale angolo potrebbe con una cura di esercizio aum entare lllteriormente. Le radiografi e mostrano che le ossa hanno aumentato di spessore, che la corticale si è in· grossata, che i fasci tubercolari si sono ingrossa ti e sono divenuti più. numerosi, che infine la forma clelle ossa si è modificata in rapporto con la nuova funzione. Dallo studio del caso si possono trarre le segl1enti conclusioni : Nelle con· tratture in flessione da artrite del ginocchio la cura deve mirare al ripristino della funzione normale. Si toglie ranno le aderenze fra. i capi articolari per mezzo dell'artrolisi, si trasporterà parte della forza dal gruppo dei muscoli flessori sul quadricipite estensore. Qliesta necessità è stata posta in e·videnza pure da HEUSNER e da BRUNS, ma il caso dell'A. è anteriore a quelli di questi ~l\.:A.. In secondo tempo si correggerà la deformità avendo cura di eliminare la ten:.. denza alla s11blussazione della tibia, servendosi in modo acconcio dell'apparecchio raddrizzatore di Stille o di qualche altro congenere. La cura fnnzionale può dare buon risultato pure nelle ' forme inveterate di contrattura (nel caso pre· sente persisteva da 33 anrli), nè la controindi· cheranno l'atrofia muscolare, e le alterazioni delle ossa, che sono conseguenza dell'inattività. Il socio prof. A. Gnudi legge una sua co1nunica2ione dal titolo l1itor1to ad zi1i caso di f ebbre rli .11alta, presentando una grafica termometrica ed t1na coltura in gelatina del germe da lui isolato dal sangue e dall'urina del paziente. Una signorina di Trieste, senza precedenti morbosi er editarì e personali degni di nota, nel marzo 1900 ammalò di febb.ce e disturbi intetinali (stipsi (lapprima e poi diarrea) senza cefalea, n è delirio, inalattia che fu diagnosticata p er febbre tifoide. P er tre settimane la temperatura rimase costantem ente alta, ma poco oltre

(18)

[ AN:NO

XI F ASC. 11]

i 39° C. ; dopo di che cedette, e per sei mesi non si elevò che di qualche linea oltre la nor1ua. verso le 4 pom. e soltanto rare volte raggiunse o sorpassò i 38° C. Con una cura arsenicale etl il soggiorno in campagna per oltre un mese, la paziente si riebbe nelle condizioni generali. o la febbre scomparve, ma non completamente, poichè durante l'inverno successivo si ripresentò due e tre volte durando circa una settimana. Nel marzo 1901, riprese le proprie occupazioni di studio, la signorina cominciò nuovamente a deperire, e nel maggio successivo i parenti di lei si accorsero che aveva febbre (38°. 6) e le fecero tenere il letto per un altro mese, dietro consiglio del medico. Poscia fu mandata in mon· tagna per un mese, ma la febbre continuava e con andamento molto irregolare. Per lo più q1totidiana, non era costaute nell'ora d'insorgenza, nè per la durata, nè per l'altezza della temperatura; altre volte si manifestava con due accessi nello stesso giorno ed altre volte si presentava a giorni alterni o a i)eriodi di giorni. Solitamente l'accesso febbrile insorgeva col bri· vido e cessava co] sudore. In queste condizioni entrò in Clinica il 21 ot· tobre 1901, e la tabella termometrica mostra la irregolarità del tipo febbrile. Obbiettivamente non si riscontrò a.lcunchè di anormale nei varì organi ed apparati; l'esame delle urine non diede alc1Lll risultato importante, quello citologico del sangue pure, all'infuori di u,n certo grado di oligocitoemia. La sieroreazione di Wiclal fu negativa; negativo fu pure il risultato della ricerca del parassita malarico. L'esame culturale del sangue ottenuto asetti· camente dalla vena del braccio, e qut3llo della urina dimostrò l'esistenza di un germe cl1e per caratt :.> ri morfologici e culturali l' A. crede molto simili a quello di Bruce. Tale germe era aggl1l· tinato nel rapporto di 1: 50 dal siero di sangue della malata, mentre il .M. nielitensis di Kra,hl lo era solo nel rapporto di 1: 30; valori questi che secondo P ATRICK ]{ANSON sarebbero suffi· cienti per stabilire la diagnosi di febbre di 1\'Ialta o mediterranea, mentre secondo WRIGHT sarebbero molto bassi. Caratteri pertinenti al germe isolato dall' A. sono pure la lentezza di sviluppo e Ja grande esauribilità nelle colture, e la com· pleta inattività sugli animali comuni da esperi· mento. • Il dott. R. Cecca, in unione allo studente di m edicina FI. Zappi, com11nica lln suo lavoro su:

L e gliia1idole a secrezio1te i1tterna rial pn1ito <li vista cliirnrgico. Oo1itribnto sperinieutale alla fisio· patologia di esse. - Rilevata l'importanza riella chirurgia pratica intorno alla correlazione dei


[ANNO

OCI, F .l\SC . 11 J

SEZIONE PRATICA

, . .arì organi fisiologicamente dissimili ma analoghi clal lato morfologico, l' A. presenta le conclusioni (li una prima serie di esperienze in numero di 18 eseguite sugli animali. Esistono ev"identi ed eg11ali fatti di correla· zione fra la tiroide, le capsule surrenali e le ghiandole genitali, sia maschili che femminili. Tanto l'orchiectomia qt1anto l'ovariectomia de· terminano una ipertrofia del corpo tiroide con· sistente in un maggiore accumulo o meglio in un ristagno della sostan za colloide n elle rispettive vescicole; llna ipertrofia della sostanza mi· dollare delle capsule surrenali data dall'aamen· tato volume dei singoli el ementi neuroepiteliali preesistenti con ipertrofia apparente della zona corticale, il cui spessore è ridotto di un terzo del normale, ma le cellule non offrono alterazioni sensibili n è p er il numero, n è per l'aspetto. N es· suna modificazione degna di notC:1. riscontrasi nelle paratiroidi, n ell'ipofisi e nel timo. Dott. L . BECCAR!.

OSSERVAZIONI CLINICHE OSPEDALE S . GIUSEPPE IN COPPARO diretto dal dott. A

Sopra un caso

GRBDINI

chirurgo primario.

di noma in

adulto

pel dott. CARLO 1VIASTRI medico-aiuto.

E' noto come i varì autori siano con· cordi nel riferire che il cancro acquatico colpisce quasi esclusivamente i bambini: dai 3 ai 5 . anni secondo il prof. DuRANTE (1), dai 2 ai 12 secondo il GIURIA (2), dai 2 ai 5 secondo BRoC~.\_ (3), dal 3° al 0 () anno di vita secondo FrscHER (!), ecc. Per altro, nella letteratura medica, non mancano casi per quanto i·ari, di noma in adulti. Il dott. OLIVER (5) ne ha osservato uno in una giovane di 17 anni; G .ALLIARD e FRAN· CILLON (6) pubblicano 1 osservazione di un DURANTE. Trattato di Patologia e Terapia ch.irugi< a, 'ro}. III pag. 38±. (2) G1URIA. 11.Ialattie della bocca. Trattato di inetlicina del CANT ANI e ~IARAGLIANO, vol. V, P. I. pag. 42. {3) B1iocA. 11.Ialattie della bocca. Trattato di Chirurgia DUPLAY e RECLUS, vol. V, pa· gina 24:1. (4). F1SCilER. Trattato di Chirurgia speciale, Tol. I, pag. 117. t5) 0LI\TER. 1Vo111a e clilatazione acuta del cuore. Eclinburgh ~Iedical Journal. Marzo 1898. (6) GALLTARD e FRA~CILLON. Uu caso di 110111a. Società lnedica degli Ospedali di Parigi. 25 111glio 1902 . ...... (1)

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caso di noma in una donna cli 20 anni ; il prof. D . B1o~nr (1) ne riferisce un caso osservato in un nomo di 41 anni Jlrofondamente anemico e denutrito p er malaria e per disturbi n ervosi prececlenti. BARTHEZ asserisce di averne osservato uno in un uomo di 72 anni, e BoECKEL in un alt1""0 a 78 anni. In questi ultimi giorni il dott. G. RE.A.LE (2) riporta un'osservazione di noma c1a lt1i fatta in una donna di 60 anni. Ho creduto di portare t1tile contributo alla scarsa casuistica del noma negli adulti, i·iferendo il seguente caso occorsomi nella pratica ospitaliera.

8to1·ia clinica. -

Enrico B., danni -!9. contadino. Nulla di interessante nel gentilizio. A quattro anni s11però felicemente il morbillo e a sei la pertosse. Ha sempre abitato luoghi màlarici · riferisce di ave1·e contratta due volte l'infezione palustre dalla q11ale guarì perfettamente mediante l'uso <li sali di chinina. Il nostl'o infe1--mo ha sempre goduta buona salute e non si ricorda di aver sofferto malattia che lo abbia obbligato al letto. Buo11 bevitore e fumatore. Non risulta ahbia contratta infezione venerea o sifilitica. Non ha mai compiuti strapazzi fisici e. per quanto l e sue condizioni economiche non siano floride, pure si è sempre nutrito bene . Accolto nel riparto medico di questo ospedale, al letto n . 10, il 12 febbraio 1902, racconta che da circa 15 giorni a"V· verte molesto bruciore entro la cavità orale, sputa spesso e abbondantemente~ ha inappetenza, qualche movimento febb1·ile e da tre giorni gli si è tumefatta la guanria sinistra. Esa111e obbiettivo. - Ii1di"Viduo robusto, di colorito roseo, di normale s"Vilupp o sch eletrico; masse muscolari ben svilup· pate, IJannicolo adiposo piuttosto abbondante. Egli giace sul letto in decubito dorsale, si lagna di senso di bruciore in bocca, dalla quale emana un alito fetidissimo. Tutta la guancia sinistra è fortemente edematosa le glanrlole sottomascellari dello stesso lato sono tt1mefatte e discretamente dolenti. (1) Prof. D. BIONDI. Qnadrie1111io chirurgico a Ca.qliari, pag. 3J, 1896. (2) G. REALE. 'Cn caso rli 110111a i11 allllllo . e Polic]j ni co • Sezione pratica. fHsc. *3. 1003. (10)


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IL POLICLINICO

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XI, F ASC.

Esaminata con diligenza la cavità orale, 1 cangrenosa, deformò notevolmente il '"iso si notano i segni di una stomatite ulce- del nostro paziente. rosa: sulla mucosa della guancia, presso Del labbro inferiore non era rimasto che la commessura labbiale di sinist1·a, si os- una piccola parte a destra, la quale aveva serva una macchia neci·otica·nerastra, della preso salda aderenza con la gengiva alla grandezza di una moneta da un centesimo, quale, verso sinistra, aderiva pure l'estre· attorniata . da un alone di mucosa forte· mi ~à sinistra del labbro superiore. La camente arrossata. vità orale rimaneva così ampiamente aperta, La temperatura ascellare è di 37° 9. e la saliva defluiva liberamente all'esterno. Nulla_ di notevole risulta dall'esame dei Per la mancanza dei numerosi denti caduti visceri toracici ed addominali. durante la malattia e per la deformazione Urine normali. della bocca, si aveva un certo impedimento Deco1·so. - Nei giorni seguenti al suo alla fonazione ed alla masticazione. ingresso, l'infermo peggiorò alquanto. La Il 8 marzo 1902 il B . lasciò l'ospedale in chiazza necrotica della guancia andò rapi· ottime condizioni di salute. damente estendendosi fino a guadagnare Ripresentatosi nel luglio di quest'anno, quasi tutto il labbro inferiore la mucosa decise di rientrare per sottomettersi acl della metà anteriore della gl1ancia sini· un atto operativo radicale che valesse a st1·a e due terzi circa del mascellare infe- correggere la marcata deformità residuata riore di sinistra. L'alito divenne talmente alla fa cci a. fetido da rendere penoso il soffermarsi a Il dì 4 luglio, sotto narcosi cloroformica, lungo nella stanza dell'infermo ; la sali· il chirurgo primario di questo ospedale, vazione abbondante e sanguinolenta, mista dott. GHEDINI, praticava la cheiloplastica a qualche brandelletto di sostanza necro· del labbro inferiore a lembo mèntoniero sata. Poco a poco caddero vari denti dalla mediano secondo il processo Trélat. Il ~isultato dell'atto operatorio fu ottimo mandibola. . Vista la spaventosa tendenza del male a sia dal lato estetico, che da quello funzionale. progredire, ricorremmo subito a misure L'importanza del caso di noma che ho energiche. Distruggemmo cioè il focolaio cangrenoso per mezzo del Paquelirt, appli· riferito, risiede, come ho già detto, nell'età ca.u do poi sulle parti crl1entate del cotone del paziente. Le osservazioni di cancro imbevuto in soluzione di cloruro di zinco acquatico nell'adulto sono assai rare e però al 50 °/ 0 • Già fin dai primi giorni di de· genza dell'infermo, avevamo fatto ricorso riesce di non poco interesse, alla scarsa casuistica, ogni osservazione al proposito alle iniezioni di siero di 1\1armorek. Non ostante l'intervento suaccenn ~to e le comunicata. continue, energiche disi'n fezioni: la cangrena Oltre a ciò, la malattia dell'infermo che no.!l. si arrestò, ma distrusse quasi tutto il labbro inferiore e la metà sinistra della fo1~ma oggetto di questa nota, presenta mandibola. Dopo quattro giorni dal primo qualche altro punto interessante. Invero il intervento passammo di bel nuovo all'aspor· nostro caso che fu di speciale gravità, come tazione generosa dei tessl1ti necrosati e alla lo prova l'enorme distruzione portata dalla sequestrotomia della metà circa del bordo cangrena e la comparsa di fatti setticoe· alveolare sinistro della mandibola. Facemmo uso poi di tamponi imbevuti di miei, dimostra fino a qual punto l'organismo sia capace di resistere ad infezioni pioctanina in soluzionA all'1 °/00 • Nei giorni che seguirono a questo se- di siffatta entità. condo intervento, fummo soddisfatti di noÈ risaputo che l 'esito del noma è quasi tare considerevole miglioramento; diminuito l'edema, arrestata la cangrena, le sempre infausto (75 °/0 di mortalità). La parti molli cruentate ricoperte di buone guarigione del nostro caso è dunque im· granulazioni. portante, ed io credo debba ascrive1·si a Lo stato generale si mantenne discreto ; varì fattori: e precisamente alle buone la temperatura oscillò fra i 37° e i 38° 5. condizioni di salute in cui trovavasi l'in· Cadde completamente, per non più ritornare, dopo che si furono spaccati due ascessi fermo al fatto dell'essere questi un adulto che s'erano andati formando l'uno sulla e, come tale, atto a presentare ad una in· spalla destra e l'altro sulla punta della sca· fezione i~esistenza assai maggiore di qt1ello pola sinistra. che non presenti il debole organismo di u11 Dopo 25 giorni dall'inizio della cura, il p1·ocesso era g uarito. Purtroppo 1 eno1·me bambino, alla cura energica fin da ll~in· perdita di sostanza portata dall'infezione 1 cipio messa in atto. (20)


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SEZIONE PRATICA

Riguardo all'etiologia dPl noma è detto ch'esso colpisce gli individui di salute cagionevole, affievoliti da gravi malattie, i quali soggiornano in case malsane, umide, oscure, con nutrizione deficiente. Il caso mio, come per l'esito, così per l'etiologia, fa llno strappo alle leggi della teorica me· dica. Il nostro infermo difatti è uomo di sana e i~obusta costituzione fisica, che ha vissuto in discrete condizioni igieniche e nel cui passato patologico non è dato di rintracciare itessuna malattia esauriente. In una osservazione del prof. TRAMBUSTI pure la malattia non era preceduta nè ac· compagnata da nessuna altra localizzazione morbosa, per il che egli giustamente os· serva come, per lo sviluppo del noma, non sia sempre necessario un grave stato di deperimento dell'organismo. Duolmi che il tempo e la d'eficienza dei mezzi non abbiano permesso di compier.e su questo caso delle indagini batteriologiche, che sarebbero potute riuscire inte· ressanti oggi in cui lo studio della patogenesi del cancro acquatico occupa valenti i·icercatori. Basti ch'io ricordi il BABES, il PETRUSCHY~ il FREYMUTH, i quali considerarono come causa del noma speciali bacilli da essi coltivati da materiale dei margini della cangrena. Il CoMBA (1), che nelle sue culture non ebbe a confermare questi bacilli, ma comuni piogeni ed alcune varietà di cocchi, che però non eh ber o azione patogena sugli animali da esperimento, concluse che la causa della malattia è da ricer carsi n ei microrganismi della bocca. Il dott. LONGO (2) che, da accurate sue ri cerche, affermò che in tutti o in quasi tutti i microrganismi suddetti manca un'azione necrotizzante specifica verso i com11ni ani· inali da esperimento e n elle ricerch e su di lln caso da lui studiato dal punto di v ista battPriologico isolò cinque varietà di mi· erorganismi ed in llno di questi trovò una ene1·gica e spiccata proprietà necrotizzante , . . erso gli animali da esperimento. Infine il

I

prof. TRAMBUSTI (1) che con diligenti ri· cerche istologiche compiute in sei casi di noma, confermò come la teoria v asale e quella nervosa del can cro acquatico non abbiano più fondamento e con ricer che bat. teriologiche interessanti che il noma non è dovuto ad un agente patogeno sper.ifico, ma può essere dato da micr organismi dotati di azione necrosant~ e viventi in associazione con altre specie microbicl1e co· m11ni nelle cavità del nostro organismo comunicanti con l'esterno. Riguardo alla terapia dirò che il miglior trattame11 to per conseguire buoni risultati consiste nell'intervento sollecito ed ener· gico. È inutile e dannoso perdere il tempo in semplici disinfezioni della bocca. Fa d' uopo distruggere completamente il focolaio cangrenato per mezzo del termocauterio impiegato a più riprese e fino a che la piaga diventi granulante. Contem· poraneamente devesi istituire una rigorosa antisepsi buccale e, a questo propo· sito, piacemi notare come la pioctanina, quale antisettico, riesca assai vantaggiosa e come essa, già da tempo abbandonata ' vada oggi ritornando in onore. Raccogliendo l'idea del MoNTINI (:d) di tentare nel noma la cura mediante il siero antistreptococcico di MARMOREK, volli su. bito intraprendere questa terapia. Ma non mi è dato certo trarre nesst1na con clusione positiva chè, se l'esito in questo caso fu buono, non è men vero eh 'esso fu sfavo· revole in altri tre casi di noma in bambini n ei quali tentai tal genere di cura. Ad ogni modo è da augurarsi che il siero antistreptococcico sia, in questa malattia, più largamente sperimentato. (1) .A.. TRAi'1BUSTI. Ricerclze batteriologiclze in, sei nuovi casi di nonia. Policlinico, sezione medica, n. 10, 1902. (2) A. MONTINI. Qriattro ca.·i di 110111a in seg1iito a niorb;tfo. Gazzetta degli osp. e delle clin., n. 153, 1900.

IL POLICLINICO Sezione Chirurgica, Anno XI, t904 -0-

(1) S1Jcrin1e11tale 11, 1891. (2) Ricerche batteriologiclie i1t 1111 caso di nonia . Egtratto dagli a.tti del I \ Congresso Pediatrico Italiano. Firenze, ottobre 1901.

,,

so•~">•r•a..::rio d.e1 Fa..soioo1o 3 · l. Oott. E. Bozzi - Di uri ca~o di 1nico1i (ungoitk. -

II. Pror. R. Alessandri - Un c<UO di angioma caoemoao del 111u1colo trapezio. - Ill. Prof. G. Pere z - Sul lra-llamento

chirurgico delle nefriti con 1peciale riguardo <Jlle co1idetle nefralgie e nefralgie ematuriche esaenziali.

(21)


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IL POLICLINICO

PllATICA Pl\OFESSIONALE Patologia della vescica. e BROOKS nei Meclica l Nezvs del 20 giugno hanno pubblicato, su questo argomento, un articolo le cui conclusioni sono le seguenti : 1. Le più frequenti. cal1se di malattia della • I vescica sono : a) lesioni del sistema nervoso centrale che producono dilatazione vescicale; 1 b) processi settici varii; e) ipertrofia della prostata. 2. In tt1tte le condizioni n elle quali il midollo spinale o il sistema nervoso centrale sono interessati, bisogna ricorrere presto a cateterismi frequenti per prevenire i cattivi effetti della sovradistensione o la possibilità di rottura della vescica. 3. Le condizioni della vescica modificano molto la prognosi dei processi operativi che si adoperano per togliere l'ostruzione del flusso llrinario; non si può quindi insistere mai ab ba· stanza sulla importanza dell'esame cistoscopico e di altri. 4. L ipertrofia ~elle pareti vescicali è do· vt1ta a quattro differenti processi, separati o combinati: a) infiltrazione flogistica; b) atlmdnto del tessuto connettivo fibroso; e) moderata iperplasia muscolare; (l) infiltrazione neoplastica. I sintomi clinici dell'ipertrofia della vescica dipendono da quello di questi fattori che pre· domina. GREENE

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L 'UI·etrismo. Nel n. 75 del Versa11z1nl. dezitscli. Naturforsclier 11. Aerzte zzi Kassel (giugno, 1903), il prof. ZIEl\I:rtf • SEN si occupa di questo argomento importantis· simo. La parola nretrisnio, formata in modo analogo alla parola vaginisJJto, designa pure una sin· drome analoga. Sebbene questa sindrome non sia stata mai descritta nella letteratura, essa è r elativamente frequente. E cioè in seguito ali introduzione d el catetere (anche se bene sterilizzato} sopravviene un brivido violento di freddo, talchè si pensa all'inizio èli un'infezione; ma esso scompare ben presto, senza lasciare alcun seguito spiacevole. Lo stesso .,.riolento brivido di freddo può aversi ancl1e negli i11dividui~ che a bella (22)

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posta prolungano molto lo stadio prodromico del coito : a un tratto compare il brivido, il membro diventa flaccido e un po' di umore fluido si presenta all'orificio uretrale esterno. Infine in qual· che caso uu brivido compare anche se viene • tr.attenuta molto a lungo l'urina: anch'esso passa subito appena viene svuotata la vescica. Secondo l'A. questa sindrome non fu finora abbastanza studiata. La sua patogenesi viene illustrata assai bene dal casu seguente. Uomo di 26 anni, dalle apparenze sane e ro· buste. 'S i lagna d'un senso oscuro di pressione nella reg!one ipogastrica. Inoltre ad ogni minima stimolazione è colto da erezioni moleste. Che se egli tenta di far cessare tali erezioni ricorrendo ai metodi suggeriti dalla natura, non accade eiaculazione di sperma, e si istituisce invece un senso di pressione all'epigastrio, che dura qualche volta parecchi giorni. I tentativi di cura fatti da diversi specialisti fallirono. Durante una cura balneare, allorchè il paziente faceT"a molto moto, e quindi il suo sonno era molto profondo, gli avvenne di avere delle perdite seminali (d'altr·onde senza che il sonno venisse inter;rotto). Si trattava rlunque di ciò, che, essendo normale la produzione dello sperma e accadendo normal· mente le erezioni, lo sperma però non venivtl. emesso, e quindi doveva refluire all'indietro, provocando un senso oscuro di pressione. All'e· same obiettivo generale nessun sintomo degno di nota; nessun accenno a sintomi tabetici. Ma, se il paziente è invitato a urinare, ha bisogno di fare, durante parecchi istanti, uno sforzo di pressione assai forte, dopo di che l'urina esce in un getto molto sottile. Il paziente racconta c'h e questo gli ~e cade fin da quando era un pie· colo ragazzo. La bugia 17 della filiera 0HARRIÈRE passa bene per la part.e membranosa, ma si arresta a livello della parte prostatica dell'uretra. L ·A. ricorse allora al metodo delle elisi uretrali, il quale fu primamente proposto da. lui n el 1870 circa e ch'è più comunemente noto sotto il nome di metodo di Janet (introduzione di acqua storilizzata sotto pressione, attraverso un boe· chino applicato all'orificio uretrale esterno). Dopo l'introduzione di 10 gr. di liquido, una quantità che corrisponde circa alla capacità dell'uretra distesa normalmente, l'acqua non entra più, è sopravvenuto uno spasmo, e il paziente si lagna di un dolore alla faccia interna della coscia (fr.o· quente a comparire in seguito alle manualità sulla pars prostatica). Il paziente assicura di non aver mai av-uto gonorrea. L' A. spiega il caso come un caso di uretrismo congenito, nel quale lo spasmo è provocato ~a ogni contatto con corpi stranieri : siano questi


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SEZIONE PRATICA

rappresentati dall'urina o dallo sperma che pro· vengono sul punto spasmogeno dal di dietro, o dalla sonda o dal liquido della lavatura, che vi provengono dal davanti. Così durante Ja minzione si ha nei primi istanti la disuria, fino a ch e lo spasmo non venga superato dall'aumenta r si della contrazione del detrusor e della vescica; e du· rante l'estro venereo lo sp erma per,iene b ensì nell't1retra, ma, mancandogli quella vis a te1:go, che all'urina è impressa dal muscolo vescicale, refl11isce pro,Tocando il senso di tensione. Invece nel sonno profondo il riflesso spasmoge1to non si istituisce, e quindi lo sperma può u scire libera· mente. In base a qu:Jsta diagnosi e p er · analogia col vaginismo l'A. 'ricors~ alle lavature sotto pres· sione con soluzioni di acido bo1·ico. In capo a sette settimane di cura r egolarP- si ebb~ la guarigione completa.

Iperacidità. 11rinaria. Nel Nezv· Yorlc med. Jorirnal d el 14 novem· ' bre 1903 il dott. BROWN attrae l'attenzione sopra uua serie di casi dovuti all'iperacidità urinaria ma coi sintomi ordinari della cistite : minzioni freq11enti e dolorose e talvolta persino sangue e pnR nell'urina. In clue anni 1' A. ha osservato 10 casi di qt1est a categoria, ma un attento esame dell't1rina ha mostrato che in tutti questi casi la vescica non era inter essata. L'A. trova che i easi più difficili a guarire sono quelli n ei quali esiste una considerevole irritazione del trigono vescica.le dovt1ta alla esi· stenza di sintomi marcati p er un certo tempo. La cura consiste nel mantenere chiara l'urina e nel prescrivere una igiene generale dolce ed, occorrendo, intervenire localmente prendendo precauzioni severissime di asepsi. Il pt1nto principale n ella diagnosi è di diffe· r enziare questo stato morboso dalla vera cistite.

Pielite acuta priu1itiva dei poppanti. In 3 casi il dott. HARTWIG (Berl. ltli11. n:rocli., 30 nov. 1903) ha osservato questa pielite. L•affezione rassomiglia ad una infezione tifoide. La diagnosi non è stata fatta se non dopo una o due ettimane. _\l principio si constata una febbre leggiera ch e i aggrava. sempre più e si rialza sempre tlopo l'azione degli antipiretici chinina o fena· cetiua.

1

È difficile di trovare la causa della febbre. La r eazione di Widal è negativa~ la milza è presso a poco normale, si suppone dapprima tma meningite. N11lla si trova al polmone. L'esame dell'urina oltanto dà la spiegazione dei fenomeni. Essa è torbida, piena di bacilli e di globuli di pus· non ha cilindri ; la quantità di albumina corrisponde alla presenza del p11s. La febbre sparisce soltanto in capo a 6 set· timane. Tutti i casi sono guariti, uno dopo for· mazione di un ascesso secondario. I parenti stavano ben e. L ' A., come cura e pì·ofilassi, racco· manda le cure minuziose di pulizia d elle r egioni genitali.

Eu1atoporflri n u1·ia parossistica. J. PAL nella Zeitschr. /'. iuu. Med. ha riferito un caso di ematoporfirinuria parossistica in llil uomo di 66 anni che aveva avuto la sifilide pa· recchi anni prima. Per 6 anni il paziente era andato soggetto a speciali attacchi. Quando si esponeva al freddo ègli avvertiva una specie di cramp·o e di strettura n ella r e· gione inferiore d ello sterno, seguit(} da dolori ai lombi ed emjssione di urina quasi n era. Esaminata durante uno di questi attacchi l 'u· rina del malato, mostrava la presenza di una grando quantità di ematoporfirina, un po' di albumina, e cilindri ialini e granulosi. L 'A. mette l'ematoporfirinuria in rapporto con l'antecedente infezione sifilitica.

APPUNWI DI fllEI\APIA . Cura della tosse fa:ringea. La tosse faringea è tma tosse secca, acl ac · cessi, talvolta simile alla convulsa, ch e ritorna in manier a monotona p er ore e giorni di se· guito. Il malato vuole sbarazzarsi di qualche cosa che lo disturba n ella gola. Toccando, con uno specillo, al fondo della gola, una amigdala, spesso si produce un a ccesso di tosse. L 'affe· zione si trova specialmente n elle vegetazioni adenoidi, n elle granulazioni faringee nell'amig· dalite lacunare criptica. n ell.ipertrofia delle amig · dale palatine, nell'ader enza delle amigdale ai pilastri. · Prima di tutto, in questi casi bisogna com· battere la causa. Se si tratta di ipertrofia delle tonsille bi ogna ricorrere all'amigdalotomia ~ se invece e istono T"egetazioni adenoidi, prima di ricorrer e alla cura chirurgica è bene ricorrere al trattamento me· dico . (23)


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IL POLICLINICO

Per uso interno: tintura di jodio, 10 gocce, I 2-3 volte al giorno, ed istillazioni di olio men· tolato (1 p. c.) nelle narici. Negli intervalli delle istillazioni, pomata al mentolo con · acido boricoJ sempre nelle narici. Le spennellature di glicerina iodata al 1/ 3 , ri· · petute una volta al giorno, sono pure raccomandabili. . In quanto alle granulazioni faringee, esse sa· ranno toccate per. mezzo di una punta del gal· vano-cauterio, e basterà qualche seduta per sbarazzare il malato da una tosse ostinata. Oltre all'antisepsi delle fosse nasali, si racco· manderann0 gargarismi caldi. I gargarismi fe· nicati e resorcinati sono prescritti dal dottor TEXIER nell'ipertrofia delle tonsille e nell'amigda· lite criptica, cosi : Acido fenico puro Resorcina . . . Alcool di menta . Glicerina pura . Acqua distillata .

. . . . .

. . . . . . . . . .

. . . . .

gm. »

1 8

20

))

30

450

))

Per gargarismi caldi, 3 volte al giorno. .Nel caso di faringite granulosa,, il gargarismo iodato è pift efficace:

J odio metallico. . . . . centgm. 40 » 80 J od uro di potassio . . . 50 Sciroppo di menta . . . gm. 250 A cqua distillata . . . . P er gargarismi. Diluire la soluzione con metà d'acqua, se irrita troppo la gola. In caso di tosse ad accessi forte, si può pre· scrivere i risi eme la pozione seguente : Bromoformio . . . . . . . gm. 1 2 Tintura di drosera . . . . . » 8 Alcool . . . . . . . . . 15 Sciroppo di belladonna · . . . 85 Acqua distillata . . . . . . XXX VII gocce di bromoformio pesano un grammo. Si può dare IV gocce di bromoformio p er anno e 5 gm. di sciroppo di b elladonna per ogni tre anni d'età. La tintura di drosera si dà in ragione di X gocce per anno. La pozione può esAere presa dunque in due o tre giorni da un bambino di 4.5 anni, cioè in m edia a 3 cucchi.ai da zuppa al giorno. (Jour1tal méd. de Brzixelles, 10 dic. 1903). ))

))

Co11tro la tosse emetizzante dei tisici. Si può prendere contro questa tosse dell'acqua cloroformata. Deve allora essere prescritta da 10 a 15 minuti prima del pasto. Oppure, come consiglia MATHIEU. si può adoperare una pozione conte· nente 5-15 centgm. di mentolo. (Méd. 1nod.). (24)

Simulazione delle

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1nalatti~

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genito-urinarJe.

- GALIENKOWSKI, incaricato del servizio delle malattie veneree all'ospedale militare di Brest Litowsk, ebbe occasione di osservare un gran numero di casi di simulazione di affezione degli organi genito-uri11ari, che meritano tanto più di essere segnalate in quanto che fra le ma· lattie simulate quelle dell'apparato genito-uri· nario sono, forse, le meno conoscil1te. L'.A. po tè scoprire tre casi di simulazione della blenorragia acuta provocata con l'intro· durre nell'uretra una candeletta di sapone or· dinario. Dal punto di vista diagnostico l' A. annette molta importanza alla mancanza di macchie di pus sulla biancheria dell'ammalato contrariamente a ciò che si osserva nella ble·' norragia vera. All'esame microscopico dello scolo uretrale si osserva che il preteso pus si fissa difficilmente e male sulla lamella di vetro e difficilmente lasciasi colorare dal bleu di meti· lene. In·f ine la ùompleta assenza dei globuli di pus e di elementi figurati verrà a togliere ogni dubbio. Nel caso in cui non si dispone di microscopio, l'A. consiglia, per scoprire la frode, di addizio· nare l'orina con poche goccie di soluzione di acido osmico al due per mille: allora si vedrà il liquido orinario saponoso diventare torbido e prendere rapidamente un colore nero che dopo pochi istanti passa al rosso-bruno. Invece le orine che non contengono sapone rimangono perfettamente limpide. GALIENKOWSKI ha eg11almente avuto l'occa· sione di osservare 18 casi di simulata cistite cronica pro,rocata allo scopo di ottenere l'esen· zione dal ser\izio militare . .A questo intento gli ammalati si erano serviti di orina e di succo di • limone addizionati con una piccola quantità di chinino. L ' iniezione di questa miscela nel canale uretrale basterebbe per determinare un quadro clinico che ricorda da Ticino la cistite cronica. L' A. potè renderBi conto che una miscela composta di gm. 10 di urina, una certa quan· tità di succo di limone e centigm. 12 di clori· drato di chinino non differisce in nulla dal· l'aspetto che presenta l'urina di un individuo affett.o da una v era cistite. I sim11latori mettono appunto a profitto questa rassomiglian!1'a, accen· tuandola con l'aggiunt". di muco nasale, come l' A. potè constatare in due casi in cui trovò nel sedimento orinario cellule epiteliali a ciglia vibratili. • Tra i segni suscettibili di rivelare la vera


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SEZIONE PRATIOA

natura dell'affezione conviene menzionare la costante ed uniforme torbidezza dell'orina, la poca tendenza che essa presenta a depositare ed infine la scarsezza degli elementi figura ti, specialmente i leucociti.

CENNI BIBLIOGRAFICI Prof. G. RuGGI (Clinica chirurgica di Modena).

Contributo alla patogenesi ed alla cura della nevrastenia osservata in alcuni ammalati di nefroptosi. - Bologna, tip. Zanichelli, gen· naio 1904.

L' A., premesso t1n dettagliato riassunto delle

1

opinioni emesse circa il meccanismo di produzione delle turbe ner,,. ose e di altri fenomeni (come l'oliguria e l 'anuria) soliti ad osservars~ nei nefro-pazienti, si è proposto di studiare se nella determinazione dei sintomi nevrastenici negli ammalati di ptosi renale, oltre le influenze esercitate dai rapporti nervo~i della ghiandola cogli altri organi dell'economia, rapporti che per trovarsi alterati nei reni spostati, furono da molti AA. considerati come cause dirette di certi disturbi, specialmente di quelli gastro-intestinali, altri fattori e tra questi, principalissimo, l'alterazione della secrezione interna del rene, non intervengano n el riprodurre la complessa sin· d.rome neuro-psichica. Accennato ~gli studi di BROWN-SEQUARD sulla socrezione renale interna e alle esperienze di V ANNI e MANZINI, di MEYER, di FIORI e di SIL· VESTRI dirette ad indagare .l 'influenza della se· crezione interna sopra l'uremia, riporta i ris11ltati di parecchi esperimentatori, concordi n el dimostrare il siero emulgente e la polpa renale dotati di proprietà vasocostrittrice (TIGERSTEDT, FIORI) e di altre ricerche comprovanti gli estratti e le emulsioni r enali dotati ora di proprietà no· frolitiche specifiche (CASTAIGNE e RATHERY, ASUOLI e FIGARI} o di proprietà litiche gene· rali (FIORI, ÀNZILOTTI) . L ' A., in base anche ad ~sperienze personali, si trova concorde nell'ammettere, con altri, che un r e ne, leso, manda in <'ircolo delle sostanze causa di disturbi ftmzionali generali e di alterazioni nel r en e opposto : su questo concetto quindi si basa per dedurre che un rene mobile, stimolato abnormemente dai continui movimenti di posizione, versa in circolo un<t quantità di prodotti abnormi capaci di influenzare sfavorevolmente il metabolismo generale. Egli crede che n ell'ammalato di nefroptosi esista 11n accrescimento della funzione interna,

I

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il quale turbi l'equilibrio delle varie secrezioni interne ad azione antagonista: riporta anche un caso di una donna dismenorroica, con nefroptosi, operata prima da altro chirurgo di castrazione unilaterale, in seguito alla quale operazione eransi venuti manifestando sintomi nevrastenici impo· nenti, che l'A. attribuisce ad una sottrazione, per mezzo dell'ablazione dell'ovaio, di una se<'rezione interna antago~sta a quella r e nale, già di per sè aumentata pel fatto della nefroptos i. Curata convenientemente questa col suo m e · todo, e regolarizzate le funzioni interne del rene, l'ammalata guarì completamente e dure· volmente. Sulla scorta di questi dati e di altri derivati da lunga esperienza clinica ed operatoria, il prof. RUGGI cosi conclude: 1° che la clinica trova argomenti d'osser· vazione e di studio sufficienti per ammettere evidente, di conserva colla prova sperimentale, una speciale secrezione interna renale; 2° che la predetta secrezione interna r enale, in unione alle altre secrezioni provenienti da organi e tessuti diversi, contribuisce a.stabilire quella normale armonia di influenze, che rap· presenta la salute; 3° che la scomparsa dell'accennato accordo o reciproca azione compensatrice fra le secre· zioni interne, costituisce la malattia, la quale, naturalm'ente, varia a seconda della prevalenza od insufficienza di una di esse; 4° che la prevalenza della secrezione interna renale dà origine a molteplici fenomeni n ervosi, fra i quali alla nevrastenia che fu osservata ta· lora n ei malati di ptosi renale; 5° che tale influenza renale, n ei malati di nefroptosi, può manifestarsi come fatto diretto, essendosi effettivamente accresciuta la secrezione renale; e, come fatto indiretto, essendosi atte· nuata od essendo scomparsa una secrezione di opposta natura, quale sarebbe, ad esempio, la ovarica dopo la castrazione, anche incompleta : 6° che l'interpretazione da me data alla ne· vrastenia da nefroptosi, rischiara anche il grave problema, tuttora oscuro, sebbene da tutti os· servato, r elativo alla n evraste nia, quale conseguenza imm ediata o tardiva di alcune castra zioni utero-ovariche o semplicemente o,·ariche e talora parziali· 7° che l' a.cconnata interpretazio11e riesce pure efficace e razionale per la spiegazione d e i fenom eni n ervosi e nevrastenici che precedono. accompagnano o seguono il p eriodo d ella meno· pausa; 8° che le isch~mie parziali, le n e~ralgie ischemich e, notate nei malati di nefroptosi, l'oli· (25)


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guria e l'anuria., osservate negli operati di ne· I nale da diverticolo di Meckel. -· · l\1Iìlano, fropessi o durante le · coliche nefritiche da cal· Gazz. degli Ospedali, 1904. coli, riten11te fenomer1i puramente riflessi, siano G ARBARINI E. - L' esclusione dell' intestino. da considerarsi talora l'effetto del trasporto cli Contributo sperimentale. - l\Iilano, Il Mor· materiali r enali per mezzo del circolo san· gagni, 1904. • gmgno; CAMPANELLA e GRASSI. - Un caso di ascesso 9° che i nevroni di senso, fungendo ancora del lobulo dello Spigelio. - j}Iilano. Gazz. de· da nervi trofici, ci dànno spiegazione della di· gli Ospedali, 1904. strofia che si associa spesso ai mala ti di ptosi DEBENEDETTI EMIL~O. - Un caso di angina renale~ essenao i nervi di senso anormalmente Ludovici. l\1Iilano, Gazz. degli Ospedali, stimolati; 1904. 10° che gli accennati stin1oli, colpendo sistema nervosi e centri nervosi congenitamente ~ preparati, possono dare origine a svariate forme nervose ed anche psichiche; La nuova legge sanitaria. 11° cl1e uno scompenso dello stesso genere Come i lettori del Policlinico hanno già appreso, cleve supporsi avvenire nelle nevrastenie tardive, il Senato approvava recentemente le « Modifi· da castrazione utero-ovarica, dove si ha lln co· stante e non bene definito dolore lombare; cazion,i ed aggiu1t!e alle disposi.zion,i vigenti in12° infine che, di fronte specialmente alle tor1io all'assiste1iza sa1iitaria, alla vigilan.za igienevrastenie consecutive a castrazione, riuscendo 1iica erl alla igiene degli abitati 1iei co1rtu1ii del per lo più inutile l'opoterapia, bisogna agire Regno »1 come erano state votate dalla Camera sulle secrezioni interne opposte a quella sot.. nel mese di maggio del decorso anno. e come tratta. Non potendosi questa ripristinare, bisogna furono da noi pubblicate (1). agire su quella o su quelle che in modo asso· Faremo brevi commenti intorno a queste nuove luto o r elati1ro si sono fatte eccessive; e, per i disposizioni legislative, da cui dipenderanno, d'ora casi su esposti, su quella renale. innanzi, le vicende sanitarie dei nost1·i Comuni. Con altre ricerche cliniche e sperimentali l' A. A questi vien data facoltà di costituirsi in si propone di tornare ulteriormente sull'interes· consorzio onde provvedere il servizio degli uffi· sante argomento. FIORI. ciali sanitarì, per l'impianto dei laboratori di vigilanza igienica, pel funzionamento delle disin· fezioni, l'esercizio delle farmacie; e si cerca di BIBLIOGRAFIA ITALIANA f~cilitare il funzionamento d egli ufficiali sanitarì. È fatto obbligo ai Comuni di som1ninistrare Chirurgia. ai po1reri gratuitamente anche i medicinali e T ANSINI I GINIO. - Progressi della Chirurgia ecl con questo, per gli schiarimenti invocati al Pre· azione clel clinico. - Gazzètta Medica Itasidente del Consiglio dal senatore Cavasola, resta liana, Torino, 1904. inteso cl1e per medicinali s' inte1idono i1idu,bbia· GANGITANO C. - Un caso di rottura intrape·

IN TE ES.SI PI\ OFESSION AL I

ritoneale della vescica. Laparotomia. Guarì· gione. - Napoli, Giorn. int. delle Se, Med., 1904. SANTUUCI A. - Sui res11ltati lontani dell'epa· topessia. praticata col mio processo. - Pisa, La Clinica j}Ioderna, 1904. DE FRANCESCO DONATO. - Di una nuova plastica della linea alba. - ~filano, Gazz. degli Ospedali, 1904:. )!ORI ANTONIO. - Un altro caso di cirrosi Apa· tica con ernia ombelicale curato chirurgica· mente. - ~filano, Gazz. d egli Ospedali, 190!. FABRIS FRANCESCO. - Contributo alla chirurgia dello stomaco. - l\Iilano, Gazz. degli Ospe· dali, 1904:. FERREN F. - Di u11 caso <li occlusione intesti(213)

1nente tutti i mezzi che debbo1to servire per la czira e qui1idi sieri curativi e preve1itivi, oggetti di medicazione, ecc. E speriamo che non si avveri il pronostico del Consiglio Federale degli Ordini dei Medici e cioè che molti Comuni non abbiano a procurarsi i fondi per questo loro nuovo còm· pito, decimando, alla prima occasione, il magro stipendio del medico condotto.

***

Le norme per la nomina dei medici comunali o consorziali, la quale si dovrà sempre fare per concorso, sono disciplinate dall'art. 4. •

(1) Policlinico, Sezione Pratica, fase. 29 del 20 maggio 1903, pa.g. 925 e seg.


SEZIONE PRATICA

Al Comune vien tolta la facoltà di scegliersi I narie, per cui fa bisogno il v·oto. non l'inter· vento, della maggioranza assoluta dei con· il medico, dovendo la scelta cadere sopra uno sigli eri. dei concorrenti designati da una Commissione A qt1esto modo noi ci prepariamo a vedere i giudicatrice scelta dal Consiglio provinciale di medici condotti andare vagando ogni clue anni sanità. E fin qt1i poco ci sarebbe da eccepire. Ma, questo Comune che è incapace di giudicare di comune in comune~ perchè non ci faccian10 illusioni e sappiamo che certe A1nministrazioni dei titoli scientifici dei concorrenti, a'rrà poi la non si fanno scrupolo di licenziare ancl1e acl possibilità di licenziare il medico prescelto, du· ogni biennio i loro sanitari purchè questi non rante il periodo di prova ( rnantenuto a due anni - art. 5) senza esporne le ragioni e senza di· acquistino la stfl bilità. E stiano pur certi quei ' grandi amiconi della classe medica che sono i ritto di ricorso per l'individuo colpito ! senatori .Astengo e Vitelleschi: i Comuni sa· Questa pro·va non riguarda l'adattabilità delpranno ben trovare il mHzzo di liberarsi dai me· l'eletto al nuovo ambiente, come ipocritamente dici, anche se divenuti stabili, e anche dopo che si vuol far credere ; ma è lln vero esperimento hanno servito per oltre 25 anni! che riguarda lct. capacità scientifica; tanto vero che al senatore Cavasola, il quale richiedeva, per la nomina dei medici, le stesse modalità *** Trascorso il periodo di prova, è detto che il seguite dai Comuni per la nomina dei maestri Comt1ne non potrà licenziare il medico se 11011 elementari, l'on. Giolitti rispondeva che i Con· per 11to#vi grau;. Ma questi motivi saranno;,,,. sigli rt1rali 1101i ha111io il dir;tto di am1nazzare putabit; al m_edico o dipenderanno dai capricci Ja gente (1). del Comune? Non sa dunque l'on. Presidente dei Ministri Qui, a nostro avviso, si nasconde l'insidia, .che se in un piccolo paese scoppia, puta caso, dE.lla quale profitteranno le .Amministrazioni per un'epidemia di polmonite, ed i malati, senza dichiararsi sciolte . dagli impegnì contratti verso colpa del medico, sono in maggioranza o in to· i loro medici, come lo specioso pretesto, già talità finiti male, il medico viene senz'altro uRato, della riforma dei servizi sanitari. Ed è ql1alifica.to per un asino e licenziato subito, ovvio notare che, col ricorso alla Giunta promentre può essere il medico più distinto che vinciale amministrativa, concesso al medico con· si possa imn1aginare "? tro il licenziamento, i medici sono a discrezione Noi persistiamo, malgrado tutto, a ritenere il del Prefetto, di ct1i le Giunte pro·v inciali sono periodo di prova come una vera enormità, una una emanazione. -0osa illogica ed imn1orale. Se lo Stato non si sente sicuro del diploma di laurea rilasciato ai *** Rilevate queste gravi mende della nuova medici, si garantisca come crede prima di conlegge, dobbiamo notare quelli che sono i ere· cederlo; aumenti gli esperimenti, crei, se lo ritiene opportuno, l'esame di Stato : i Comuni duti vantaggi e cioè: a) l'acquisto della stabilità dell'ufficio e esigano a lor volta, dai concorrenti alle condello stipendio pei medici delle istituzioni di be· dotte, il titolo d aver percorso, almeno per un paio di anni, la carriera d'ospedale ; ma non neficenza (art. 7) che disimpegnano il servizio di condotta medico-chirurgica per i poveri, diritto si espongano gli eletti, che si sono cimentati che sarà mantenuto anche se detto servizio sarà ad uu concorso fatto con tanta solennità.. ad avocato al Comune~ esser poi giudicati da contadini zotici, che, jJer b) la facoltà concessa (art. 8) alle Giunte legge non hanno la competenza di nominarli, provinciali amministrative di aumenta.re in con· ma. qt1ella di licenziarli (art. 6) coll.'in,ferve11fo grua misura la retribuzione dei medici condotti della maggioranza assoluta dei consiglieri del (sebbene noi non abbiamo fiducia nell'uso che Comun~. Il che significa che licenziare il vorranno fare le Giunte suddette di questa loro medico, che si tiene in prova, è cosa meno so· facoltà· lenne che il votare 100 lire di spese straordi· e) la possibilità che il medico condotto, li· cenziato durante il periodo di prova e poi rias· (1) .Atti parlamentari Senato del Regno, torsunto in servizio (art. 9) nello stesso Comune o nata del 18 febbraio 1904, pag. 3253. (97)


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IL POLICLINICO

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consorzio, ·con o senza interruzione, congiunga al I RISPOSTE A OUESITI E A DOMANDE nuovo il precedente servizio agli effetti del com· (2869) Sig. dott. F. B. da L. - La deliberapimento del periodo di prova; • zione del 28 febbraio 1903 non può ritenersi d) la stabilità acquistata in forza di questa legge (art. 11) dai colleghi che hanno compiuto tale da convalidare il licenziamento perchè essa contiene una semplice racco1na1idazione al sin· due anni di prova. daco di provvedere sull'obbietto. Nè efficiente ** di effetti utili può ritenersi la successiva deli· * Quando avremo aggiunto che sono lasciate al berazione di Giunta del 18 aprile perchè, come regolamento per l'esecuzione della legge, le queè noto, non spetta alla Giunta di procedere a) stioni che riguardano la costituzione, il funzio· licenziamento degli impiegati, se non in linea cli namento, le modificazioni e lo scioglimento dei urgenza a' termini dell'articolo 136 della legge consorzi, le norme cui dovranno uniformarsi i comunale, cosa che nel fatto non esiste. Avrebbe potuto solo il sindaco licenziarlo per virtù della , capitolati delle condotte mediche consorziali e facoltà concessagli dall'articola 149, n. 9, della 1 comunali, nonchè ·q uelle relative ai congedi ed alle supplenze nei casi malattia, avremo detto legge circa gli atti conservatorii, ma nella fat- . tispecie, trattandosi di licenziare un impiegato ciò che più interessava la classe dei medici conla cui nomina scadeva nell'anno successivo, non dotti. potevasi nemmeno giustificare il di lui diretto Inutile aggiungere che non possiamo che intervento. Per tali considerazioni noi riteniamo plaudire a~le disposizioni che riflettono l'igiene nulla la disdetta pronunziata e dichiariamo che e l'abitabilità delle case rurali. Ella, essendo, intanto, trascorso il termine staSiccome, è bene ripeterlo, non abbiamo fiducia bllito dall'articolo 18 del capitolato, ha diritto & rimanere in carica per tacita riconduzione per alcuna nei vantaggi che si sono tanto magnifiun altro anno. cati di questa nuova legge, desideriamo arden(2876) Sig. abbonato 2285. - Se nella deliba· temente che l'avvenire debba farci ricredere e razione con cui nel 1902 fu nominata si fa menche i1on abbiano a trascinarsi per tutti i tribu· zione dello stipendio di lire 600, Ella ora non nali, come per Io passato, le lunghe ed aspre può null'altro pretendere, giacchè delle promesse contestazioni cui la vecchia legge aveva dato a voce fatte dai componenti l'Amministrazione, luogo. nessun calcolo giuridico può fare il magistrato. Ed auguriamo che col r egolamento, ~a com· Non ha nessun diritto di ottenere che lo stipilazione del quale pare verrà chiamato anche pendio dal 1902 al 31 dicembre 1903 sia corri· qualche medico condotto, si vengano smorzando sposto nella stessa misura dell'altro collega. Es· sendosi dimessa nel 17 dicembre pp. non può le asprezze alle quali abbiamo accennato, perchè, dolersi che il sindaco l'abbia sostit11ita. a far per quanto lusinghiere, riteniamo non siano bastevoli per appagare la benemerita classe dei tempo dal 1° genna.io. (2877) Sig. dott. V. B . da C. - Se la cura ' medici condotti, le parole pronunciate in Senato che Ella fa, pel capitolato che regola la condotta, dal relatore della legge senatore I NGHILLERI, è gratuita, eziandio gratuito deve essere il rila· parole che ci piace di riportare~ » Bisogna dare scio del certificato. Il certificato del testimone anche .una parola di lode a questi soldati del· impedito per ragioni di salute a recarsi a de· l'esercito sanitario. Non dimentichiamo che co· porre, essendo unicamente e principalmente ristoro sono le sentinelle avanzate nell'ordinachiesto per scopo privato, deve essere pagato, come fosse una visita ordinaria. mento sanitario: spesso anche sentinelle per(2878) Sig. dott. F. G. da C. - Il Comune dute, perchè ho visto sempre i medici condotti, può sempre imporre il capitolato o modificare in casi di epidemia, stare al posto assegnato quello esistente anche di fronte a medi.ca dive· loro dal dovere, ed essi spesso pagano di per· nuto stabile, purchè trattisi di migliorare o di· sona " . Dott. E. BALLERINI. sciplinare altrimenti il servizio. Ond'è che il patto di non potersi allontanare senza permesso Recentissime pubblicazioni: del sin•laco si pt1ò permettere: non si potrebbe La Malaria secondo le nuove ricerche permettere senza congruo aumento di assegno, quello circa le visite delle case rurali. del prof. A. CELLI (2• edizione), L. & (2879) Sig. dott. abbonato S X s da C. - li lndiriuare richie11te con Cartolina-vaglia alla Società patto i1nposto alla !la farmacia è valido, perchè, Edltrloe Dante Allahlerl - Roma. (28)


l.ANNO XI, FASO. 11]

SEZIONE PRATICA

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quantunque abbastanza ristrettivo, fu libera· I dell'Ospedale Maggiore di Milano, occorrendo mente accettato dall'acquirente, il quale avrebbe sfollarlo. dovuto tener conto di esso nella determinazione MJLANO. - Il 1° marzo è morto il dottore del prezzo. Il patto imposto, in caso di trasgres· Ulisse Marini, d'anni 74, patriotta e filantropo. Egli era celibe e avendo parenti tutti assai do· sione, darebbe luogo al rifacimento dei danni viziosi, nominava erede universale del stto pa· ed interesPi a favore dei cedenti. Pel caso della trimonio, che tocca il milione, gli asili di carità seconda vendita : il farmaciste.. non obbligato per l'infanzia e la puerizia. somministra farmaci alla congrega; i cedenti Il Merini avrebbe lasciato la casa dove egli abitava in via Manzoni agli Asili infantili su· citano per risarcimento di danni, il farmacista burbani; all'Ospedale di Varese avrebbe lasciato attuale chiama in causa i suoi danti causa' per la villa e i beni che colà possedeva. rivalsa e conseguente rimborso di spese od anche LONDRA. - In questa grande metropoli, per magari per scioglimento del contratto. cura del Comune sono state di recente nominate Doctor J USTITIA. le Mun,icipal 1tiothers, le quali sono delle ispet· trici sanitarie con l'incarico di visitare le fa· miglia povere che hanno bambini. Queste be· nefiche signore insegnano alle madri povere a tener puliti i bambini, a dare aria agli ambienti, NOTI.Z IE a seguire i p recetti dell'igiene domestica, ed in· segnano loro come debbono comportarsi in caso FILADELFIA. - Presso l'Università di Fila- di malattie improvvise e come debbono usare delfia: per opera munifica di Henry Phipp, è i medicamenti più semplici ed usuali. stato creato un Istituto (H. Pkipp' s /11,stitzit) do· PARIGT. - Per disposi~ione testamentaria, il tato di larghi mezzi e indirizzato esclusivamente allo studio de)la tubercolosi. Il Pkipp' s Institiit sig. De Velancour lasciò una somma di un milione di franchi, affinchè la si impieghi nell'isti· intende al suo scopo, tra l'altro, invitando ogni tuire una Clinica annessa alla Facoltà di medianno 11no degli uomini eminenti che più si sono cina di Parigi. distinti in questo ramo di studi, a tenere con· ferenze sui progressi della iubercolosi. Per le conferenze del prossimo aprile è stato Nomine, promozlonl, onorl1loenze. invitato il prof. Maragliano. Egli ha volentieri ROMA. (Ordi1ie dei niedici della provincia). accolto l'onorifico invito, e parlerà della cura e Nella seduta del 6 corrente, dopo di avere vaccinazione 1iella tzibercolosi. approvato il resoconto finanziario dato dall'ecoConforme la consuetudine, che il conferenziere nomo dott. Ballerini, si procedette alla rinnovasi serve della propria lingua, il Maragliano par· zione delle cariche vacanti, rieleggendo a con· lerà in italiano, mentre gli uditori potranno se· sigJieri il professor Ascoli Vittorio, i dottori guirlo avendo avanti la traduzione inglese. Noi diamo la notizia, lieti che la nostra lingua Ballerini Enrico, Ballori Achille, i prof. Durante senatore Francesco e Rossoni Eugenio, e a suoni cosi lontano in onore del progresso scientifico. . nuovo consigliere il dott. Atanasi Filippo. In breve avrà luogo t1na seconda convocaMILANO. - All'adunanza generale della So· cietà di 1nutuo soccorso fra i medici e chirurghi zione per procedere all'elezione di un setti1no consigliere. della Lombardia, il presidente comm. dott. Rez· zonico lesse la J•elazione economica morale, dalla ** * quale risultò che, d11rante l'esercizio 1903, la So· Nell'Università di 1\!Iessina, il prof. Gaet~tno cietà potè sussidiare 16 medicj, 22 vedove ed Ricci, libero docente, è stato incaricato, per 8 orfani con somme che variarono dalle 300 alle l'anno scolastico 1903-90:1, dell'insegnamento di 600 lire. La somma totale erogata in questi sus- materia medica. sidi f11 di L. 14,600; ma, siccome il capitale so· Nell'Università di Palermo, il dott. Bernardo ciale andò sempre aumentando di anno in anno, al 31 dicembre 1903 sali alla rilevante somma Frisco venne confermato assistente nella clinica psichiatrica,, dal 1° novembre 1903 al 31 ottobre di L. 389,590. 21. ., 1904. MILANO. - La Commissione di beneficenza N all'Università di Pisa, il dott. Guido Fer· amministratrice della Cassa di risparmio deli- rarini fu nominato assistente nel gabinetto di berò testè di elevare da 5 a 9 milioni le eroga- patologia pecial~ dimostrati,~a e propedeutica zioni per il riordinamento degli Ospedali della clinica chirttrgica, dal 16 dicembre 1903 al 31 otLombardia, assegnando 730,000 lire a. fa,~ore di tobre 1904. ~6 ospedali della provincia di Bergamo 895,uOO Il dott. Luigi Fracassini venne confermato 11r~ pPr 35 di Bergamo, 810,000 per 10 di Como, n ell'ufficio di aiuto nel gabinetto di patolo~iH­ 620,000 per 14 di Cremona, 500,000 per 21 di specittle dimostrativa e propede utica clinica clii· Manto,?a, 2,245,000 per 25 di Milano, tra i quali rurgica, dal 1° noV"embre 1903 al 31 ottobre 190!. l'Ospedale Maggiorf\, al quale sono assegnate N all'Università di Sa snri il dott. Gio'\'"anni 1,200,000 lire; 450,000 per l'Ospedale di Pavia Fiori ft1 nominato assi~ tente n el gabinetto di e 290,000 per i della Valtellina. I re tanti 2 milioni e mezzo di lire saranno patologia. generale dal 1° gennaio al 31 ottobre erogati per conseguire accordi tra le provincie, 190!. Nella Scuola ostetrica pareggiata di }filano onde tacitare i diritti dei comuni nell'antico Ducato di }filano ali' assistenza mosocomiale è stato prorogato il comando del dott. Ersilio (29)

DIVERSE


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IL POLICLINICO

[ANNO

XI, FA.se. 11]

Ferroni a prestare servizio in qualità di assi· ' maggiori schiarimenti rivolgersi alla Segreteria stente, dal 1° novembre 1903 fino a compimento comunale. del concorso, e non oltre il 31 ottobre 1904-. PAR~IA ( Osped.1le civile). - Concorso per titoli Nell'Università di Siena all'ufficio di assistente ad un posto di medico primario straordinal'io nella Clinica oculistica fu nominato il dott. Er· p er il servizio dell'Ospedale Maggiore. Per 110nesto Roberti-Fiera, dal 1° genn~io al 31 ot· tizie in proposito rivolgersi alla Direzione n1etobre 1904. dica degli Ospedali civili di Parma. Nell'Uni 'rersità di Torino, il dott. Daniele FIUMINATA (Prov. di Macerata, circo1id. <li CnBaiardi, professore straordinario di patologia 11ierin,o). - Condotta 1nedico-chirurgica per le speciale chirurgica dimostrativa, fu nominato frazio1ti di La verino e Poggio, con circa 1000 professore or ~iinario della stessa disciplina dal abitanti. - Stipendio annt10 L. 2000. - Sca· 16 gennaio 1904:. . . , denza 20 marzo corr. - Per maggiori schiarì· menti rivol~ersi alla Segreteria comunale. N ell'Istitl1to di studi superiori pratici. e di 1 perfezionamento di Firenze, il dott·. Domenico LORETO (A11'iministrazione della 8. Casa di). Taddei fu nominato secondo assistente nella Concorso al pQsto di medico-chirurgo direttore Clinica ·pediatrica, dal 1° dicembre 1903 al 31 otdell'ospedale. Stipendio annuo lire 4000, aumentobre 1904. · tabile ogni sei anni del decimo. col beneficio dell'intera pensione dopo 30 anni di continuato Nella Scuola superiore di medicina veterinaria servizio. Scadenza 31 marzo corr. Per maggiori di Torino, il dott. Teresio ~Iongiardino, libero schiarimenti rivolgersi alla segreteria dell' am· docente, fu incaricato, per l'anno scolastico minist.razione stessa. 1903-904, dell'insegnamento di anatomia e fi· siolo~ia veterinaria e della direzione del ga· bi netto. II dott. Mario Gambarotta è stato nominato assistente nel Museo di anatomia e fisiologia, Bibliografia italiana . . . • . • . . Pag. 346 dal 1° gennaio al 31 ottobre 1904:. Cenni bibliografici • : • . • . • ,> 345 Concorsi e condotte. . . . . • . . » 350

Indice alfanetico analitico del oresente numero.

* * * proposta del Ministro della

S. M. il Re, s~lla pubblica istruzione, si compiacque di nominare, nell'Ordine dei Ss. Maurizio e La.zzaro, al grado di uff i ziale : Il dott. comm. Giuseppe Carle, l-{enatore del Re~no, professore ordinario nella R. Università di Torino. . Il dott. ca,r. Alessandro Lustig, professore ordinario nel R. Istituto di stt1di superiori di Firenze.

Concorsi e condotte. BRESCIA. - Concorso per titoli a due posti di medico-chirurgo condotto n ei suburbi. Età non maggiore di 35 anni. Cura d ei soli poveri. , Stipendio annuo L. 1800, nette da R. M., con aumento del 5 °/0 ogni quadriennio per 6 quadrienni, più L. 650 per vettura. - Scadenza 20 corrente marzo. - Per maggiori schiarimenti rivolgersi alla Segreteria comunale. CHIARI (Brescia). - Concorso ad una delle condotte medico-chirurgiche ostetriche per i po· veri. Stipendio annuo L. 24-00, gravato di R. M., ritenuta per C. P. e obbligo del cavallo. - Sca· denza 31 marzo. SERRA SAN QUIRICO (Ancona). - Condotta medico-chirurgica. Stipendio annuo L. 2600. Scadenza .:.:o aprile p. v. TERAMO. - Condotta medico-chirurgica. Sti· pendio annuo L. 1000. - Scadenza 20 corr. marzo. MONTEFIASCONE (Provi1icia di Ro1na, circo1iàario di Viterbo). - Concorso al posto di medico primario di città. Stipeltdio annuo lire 2900, soggetto a ritenute per imposta di ricchezza mobile, ~lonte pensioni medici e Istituto degli orfa11i dei sanitari in Perugia· più 100 lire all'anno dalla Congregazione di carità. Età infe· riore a 40 anni. Scadenza 28 marzo corr. Per Roma, 1904 - Tip. Nazionale di G. Bertero e C.

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Contrattura del ginoc;chio (Sulla cura funzionale nei casi di grave). - Codivilla Corea molle (La). - Escl1erich • . • Eclampsia delle donne incinte (Teorie attuali riguatdo all'). - Seydel . . . Ematoporfirinuria parossistica. Pal • Endocardite fetale - Stenosi mitralica e pulmonare - Comunicazione abnorme intrauricolare. - Lezione del professore G. Baccelli, raccolta dal dott. P. Gallenga • . • . • . . . . . • . Febbre di Malta (Intorno ad un caso <li). - Gnudi • . • . . • . . . . Ferite d'armi da fuoco dello stomaco (Delle). - Forgue e Jéanbrau . . • Ghiandole a secrezione interna dal punto di vista chirurgico (Le). Contributo speriment<ile alla fisiopatologia di esse. Cecca e Zappi. . . . . . • • . Iperacidità urinaria . . • . • • . • La nuova legge sanitaria. - Ballerini. • Mal perforante esterno dello stomaco (Sul). - Hayem . . • . . • . . Noma in ldulto (Sopra un caso di). --Mastri. • • . . . . . . . . • Non1ine, promozioni, onorificenze . . . Notizie diverse . • . . . . . • Pielite acuta primitiva dei poppanti. Hart\vig • . . . . . . • • • . Puntura lombare nei tumori cerebrali (Della). - Masing • . . . . . • Risposte a quesiti e a domande • • . Simulazione delle malattie genito·urinarie. - Galienl<owski . . • . . . . . Tosse emetizzante dei tisici (Contro la). Tosse faringea (Cura della) . • • . . Tumore dell'apofisi (Note sopra un caso di). - De Buck. . . • • • . • • Uretrismo (L'). - Ziemmsen . . • • Greene e Vescica (Patologia della). Brooks . • . • • • . . . • • L.

TR.JMAliU,

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1egr. rup.


Roma, 19 marzo 1904.

•nao ZI.

SEZIO~E

Fuo. 12.

FRA.TIC.A

DIRETTORI PROF.

GUIDO BACCELLI

PROF.

REDATTORE CAPO: PROF.

FRANCESCO DURANTE .

.

VITTORIO .A.SCOLI

SOMMARIO. A

Lavori originali: ~ Parlavecchio: la colonplicatio co1ne cura delle ectaaie essenziali del colon. - Riviste: - MEDICI I\ A: - Plehn : Etiologi,a e paloge11esi della febbre emoglobinurica. - Senator: Del potere emolitico del 1iero sanguigno nell'uremia. - CHIRURGIA : - Cri!!p English e Alessandri : Os&et'vazioni &u 50 rasi di ulcere ga,.ieriche e du-0denali perforate, traUale colla laparotomia. - Lejars: Sigmoidite e perisigmoidite. - Guinard: Errori di diagnosi cagionali da dolori di origine appendicolare. - PEUl,\TRlA: - Behring: Dell'alimentazione lattea nei bambini lattanti e della mortalità tra i 1uedt1imi. - Accademie, Società mediche, Congressi: - AtcADRJUA MEDI C.A 01 Ron1A. - Rimedi nuovi: Rossoni e Galli : Ricerche sulle proprieta dietetiche del < Pla&'11on >. Pratica professionale : -

Note 3U sintonii cardiaci Jel morbo di Basedow. - Tachicardia paro&ai1,ica. APPUNTI DI TERAPIA : - Jt reumatisrno blenorragico; sue varie forme e loro cura. - Tetano traumatico e fenolo. - Contro a dolori degli orecchioni. - Varia. - Cenni bibliograftci - Bibliografta italiana: - Chirurgia. CASUJSTICA: -

Interessi professionali: - La legge su.l ripo10 fe3tivo ed i medici - Ri3poate a quuiti e a doniande. Kotizie diverse. - Nomine, promozioni, onoriftcenze. analitico del presente numero.

Concorsi e condotte. - Indice alfabetico-

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Il PREMIO ai nostri cortesi abbonati La terapia tisica - Teoria e applicazioni si sta rilegando. Fra qualche giorno si comincerà la spedizione secondo il numero d'ordine degli abbonamenti pagati per intero. Chi non ha sp~dito l'importo dell'abbonamento, voglia affrettarne l'invio onde ricevere subito il premio. Coloro che hanno già spedito il solo importo dell'abbonamento, sono pregati di mandare i soliti 50 centesimi se desiderano avere il libro raccomandato.

I pagamenti debbono essere esclusivamente indirizzati all'Amministrazione, Corso Umberto I, 219, Roma, o personalmente al sottoscritto Prof. E. MORELLI. D i r i t t i . di p r o p r i e t a ritJervati

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LAVORI ORIGINALI La colonplicatio come cura delle. ectasie essenziali del colon. Stnllio tiperimentale del prof. G .

PARLAVECCHIO.

Un caso di stitichezza da notevole colonectasia essenziale, ribelle alle più energiche c11re dietetiche, medicamentose, elettriche e massali mi fece sorgere in men te l' idea di applicare ad essa un trattamento simile a quello che si llSa nella cura delle analoghe ectasie del ventricolo: la riduzione del lt1me del canale dilatato.

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In tale idea mi confortavano le note moltissime analogie anatomiche, f"unzionali e terapeutiche che esistono tra il ventricolo ed i 1 crasso. Già altre volte negli ultimi anni questa affezione era stata curata con interventi chirurgici molto più aggressivi d'un semplice affaldamento, e forse a causa di ciò non si è raggiunto ancora alcun accordo sulla opportunità o meno dell'intervento chirt1rgico e sulla. scelta di esso in tali infermità. Le cure chirurgiche sinora provate nei diversi casi di colonectasia essenziale sono la colosto1nia, la colopessia, la esclusione del (1J


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colori con ileosigmoidostomia e la colonec- I Guarigione buona. tomia. BASTIANELLI R. resecò, poco tempo fa, E' storia breve che merita d'essere rias- tutto il colon ascendente, con completo sunta, insieme coi risultati ottenuti. successo. A. La colostomia è stata fatta 5 volte: Accenniamo soltanto il caso di LENNAN· PoRRO nel 1871 la praticò in un bambino DER il quale nel 1900 fece laparotomia ma. di due giorni, nel quale però persistettero non agì chirurgicamente sul crasso, ottei disturbi, tanto. che ,. morì al quarto giorno. nendo la guarigione con successive pazienti OsLER operò negro di 10 anni, il quale cure incruente. • -dopo nove giorni sembrava guarito dei di*** . sturbi, ma di esso si ignorano i risultati Ma prima di discutere il valo-re curativo lontani. HALSTEAD nel 1895 la praticò in un ra- di questi diversi interventi mi sembra utile gazzo, i cui disturbi però peggiorarono, studiare in quali forme di colonectasie postanto da richied~re un secondo intervento, sano essere indicati. . Le dilatazioiii roliche, congenite o acqui·che riuscì letale. site, dei bimbi e degli adulti, si debbono TREVES nel 1897 in t1na bambina di cinque anni molto deperita fece laparoto- . anzi tutto distinguere in due grandi cavuotò con piccolo taglio il colon di- tegorie: le meccaniche (o secondarie, o sinmia, , latatissimo e si contentò di lasciare in esso tom~tiche o stenogene), e le essenziali (o colon un grosso tubo introdotto dall'ano. primarie o idiopatiche). I. Le seconda?·ie, dovute ad ano imperfoDopo pochi giorni però dovette fare l'ano artificiale, il 'quale ben presto mostrò la rato, a stenosi congenite o acquisite (cicasua insufficienza, tanto che si dovet_te pro· trici da dissenteria, ecc.); ad ingombro del cedere alla resezione del colon (vedi ap- lume intestinale (polipi, neoplasmi, varici voluminose a grappolo, corpi estranei, ampresso). LuNN nel 1899 perdette il suo infermo massi. di vermi); a compressioni esteriori (raccolte marciose vicine, gravidanza, de26 ore dopo praticato ]'ano artificiale. B. La colopessia è stata fatta due volte viazioni uterine, tumori addomino-pelvici, da WooLMER-SHIRLEY·LAWRANCE in un in- ipertrofia prostatica, peritoniti intorno alfermo di 28 ed in un altro di 42 anni, 1' intestino, ernie, ecc.) non entrano nel affetti en trambi da colonectasia da copro· nostro còmpito, richiedendo una cura distasi ostinata. Il colon ascendente fu in retta a sopprimere più specialmente la entrambi fissato nella ferita addominale, causa dell'atresia o della stenosi che non la dilatazione, che n'è l'effetto. e si ebbe guarigione della malattia. II. Le idiopatiche, congenite e acquisite, G. La esclusione del colori mediante i"leosigmoidostomia è stata fatta da G10RDANO sono state classificate in moltissime ma· niere. In tesi generale si può dire che la D. nel 1899 in un ragazzo di 10 anni. Egli praticò larga anastomosi tra l'ultima frequenza delle congenite degrada dalla ansa dell'ileo e la parte più alta del retto nascita in su, e che viceversa quella delle acquisite degrada dalla vecchiezza in giù. con successo curativo completo. Studiamo separatamente il gruppo delle D. La colonectomia è stata praticata due idiopatiche congenite e quello delle idiopavolte. tiche acquisite. TREVES nel 1897 nella bambina suddetta, dopo 9 mesi da che aveva f'atto l'ano ar1° Ectasie idiopatiche congenite: L'affezione caratterizzata da ectasia tificiale, estirpò tutto il colon dilatato, ana,.. . eori ipertrofia congenita del colon è da taluni atomizzando il gracile ali' ano.

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chiamata malattia di Hirschsprung dal nome I del pediatra che ne illustrò 4 casi nel 1888 e nel 1890, quantunque prima di lui ne avessero illustrati il FAVALLI nel 1846, il PoRRo nel 1871 e pooo dopo l'HENoc1-1. Il CoscET71 nel 1899, studiando dtte casi personali e 28 altri raccolti nella letteratura, pensò che tutte le malattie congenite del colon si dovessero classificare nei segt1enti tre gruppi, dei quali solo il 2'> ed in parte anche il 3° potrebbero essere og· getto delle cure di cui ci occupiamo. a) Macrocolia: semplice allungamento congenito del colon (cagione di costipazioni ostinate : non è gravissima). b) Megacolia: allargamento generale· del colon con ispessimento delle sue pareti (grave perchè uccide più o meno presto per colite ulcerosa o cachessia). e) Ectacolia : ectasia parziale, con o :aenza ipertrofia della parte vicina (mortale). GRIFFITH trovò nella letteratura 23 casi di ectasia idiopatica congenita e 27 altri in cui la congenitalità non è ben chiara. F1rz-REGINALD dice che nei bambini mentre le forme si11tomatiche congenite si fan riconoscere sin dalla nascita, quelle idiopatiche congenite si rendono manifeste dopo settimane o mesi ; e dice eh' è quasi certo che i cosidetti tumori-fantasma siano appunto casi di dilatazione colica idiopatica. RosER spiegò la patogenesi delle forme congenite colla esistenza d'una valvola che produrrebbe inginocchiamento del colon e conseguente dilatazione. Questa teoria fu ripresa nel 1900 da GoPPERT 7 che se ne fece fautore. Dallo studio delle memorie dei suddetti autori e di quelle di MYA, di RuMMO e di altri, sorge abbastanza chiaro il quadro di questa colonectasia congenita ipertrofica idiopatica. Si tratta in generale d'un colon nato più largo e più spesso del normale, predisposto perciò ali' accumolo di f'eci e di gas ohe ne aumentano la distensione, specie se acoade inginocchiamento.

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L'affezione è rara, e molto più frequente nelle donne che negli uomini (GRIFFITH 20: 4). Il crasso si mostra molto, e talora enormemente, disteso, tanto da riempir quasi tutto il cavo addominale: le sue pareti sono molto ispessite e talora la mucosa è ulcerata (specie nei casi con diarrea ter· minale). La sintomatologia si svolge precocemente ed è dominata dalla costipazione ostinata e dalla distensione addominale talora' marcatissima. Spesso attraverso le pareti ventrali si vedono i movimenti peri· staltici. Dolori e vomiti son rari come la diarrea, ohe però suole spesso preceder la morte. La stitichezza non tarda a produrre anemia e deperimento che giunge sino alla cachessia, quando incidenti intercorrenti non tronchino prima l' esistenza. In un caso di , LENNANDER il bambino quattrenne sin dalla nascita aveva avuto diarrea alternata con stitichezza e mostrava addome tumido: fu aperto il ventre su erronea diagnosi di peritonite tubercolare. Il pronostico è grave : dalle ricerche di GR1FFITH ne sarebbero morti 18 su 24, e ' dei rimanenti 6, solo 3 vissero sino all'età adulta. Il caso del FA v ALLI, dal CoNCETTI ritenuto come congenito, riguardava però un uomo robusto di 50 anni. 2° Ectasie idiopatiche acquisite : Molto più frequenti delle congenite, esse s'incontrano più facilmente nei vecchi e negli adulti, e meno spesso nei bambini, nei quali però giammai i sintomi comin· ciano sin dalla nascita. DuHAMEL a propo· sito d'una bimba seenne affetta da dilata· zione della :Bexura sigmoide riporta 57 casi analoghi sparsi nella letteratura, dei quali 8 erano idiopatici congeniti e si erano ma· nifestati dalla nascita; 14 idiopatici acquisiti sviluppatisi più tardi; e 5 secondari stenogeni. Di queste forme idiopatiche acquisite se ne conoscono due tipi: l'uno, comune, di sola colonectasia, l'altro, più raro, di dila· tazione gastro-colica. La gastro-colon-ectasia di T RASTOUR con· (3) '


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siste in una dilatazione primitiva, ed in principio silenziosa, di questi due organi aventi funzioni di serbatoi ed in cui si accumulano i gas. E' affezione frequente, quantunque si diagnostichi di rado pei pochi fastidi che dà. Si riscontra a preferenza nell'età media, nel sesso maschile, e specialmente in coloro che menan vita se· dentanea e son dediti alla crapula. Come , cagioni più dirette s'invocano la coprostasi, la dispepsia, i di~turbi nervosi e, secondo TH1R0Lo1x , anche la torsione incompleta del colon. La dilatazione totale è rara; più frequente è la parziale in quest'ordine di fre· quenza di sede : flessura iliaca, colon ascen· dente, colon trasverso. I sintomi, per lo più mitissimi, tanto da passare spesso inosservati, sono rappresentati da dolori addominali o epigastrici insorgenti regolarmente durante laJdigestione; da cardialgie e aritmie cardiache; da fatti pseudo.asmatici, nevrastenici, erpetif'ormi. Questa affezione, di rado grave, è quasi sempre vincibile colle cure mediche, le docce, i massaggi, l'apparecchi~ del SA· LAGHI, ecc., e perciò solo in casi eccezionali può offrire indicazione ad interventi chi. • • rurg1c1. La coloriectasia idiopatica acquisita pura si riscontra in tutti q t1ei casi in cui dura da lungo tempo la stitichezza, o c'è anormale e forte produzione di gas intestinali. SoMMERING richiamò per la prima volta l'attenzione sul fatto che, quar1do e' è aumento di produzione di gas intestinali o quando è favorito il loro accumulo, si ha distensione di tutto o di parte del colon e non del resto degli intestini. La ragione' ed il meccanismo di ciò furono spiegate da1 BERTIN, il quale mise in rapporto causale i due fatti noti, e cioè che mentre i gas intestinali da decomposizione si sviluppano in massima quantità nel colon, l'opercolo di V AROL1 0 impedisce ad essi di risalire nel tenue. In conseguenza di ciò s1• possono avere ( 4)

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LANNO XI, F .A.SO. 1

distensioni idiopatiche più o 1meno forti e più o meno durevoli di tutto il colon o di parte di esso, senza che tali ectasie siano legate a stenosi o ad altri ostacoli di sorta. L' a] tra cagione produttrice di colonectasie acquisite idiopatiche deve ricercarsi nelle molte f'orme di stipsi antica ed abituale. Dic.e mmo che essa si p11ò trovare in tutte le età, ma che la sua frequenza degrada. dalla vecchiaia all'infanzia. Più frequente nelle donne che negli uomini, essa è prodotta o favorita da una o più delle seguenti cagioni: ritenzione volontaria di fecci, vita seçlentaria, equitazione> ciclismo, ragadi, oppio e farmaci analoghi, ingestione di cibi che lascian poco residuo, astinenza o scarsezza dei pasti, pasti lon· tani e copiosi, ingestione di p9chi liquidi, sudore eccessivo, uso smodato di aromi e di eccitanti. Tra le tantissime classificazioni delle varie forme di stitichezza scegliamo e riprodu_ ciamo quella del V ANNI che ci sembra la più completa e la più esatta dal punto di vista. patogenetico: 0 l Per alterata sensibilità {jpoestesia della mucosa intestinale ~anestesia

2° Per deficienza di eccitazioni chimiche meccaniche della mucosa. , a) paresi. ' per a trofia della 3° Per almuscolare. terazione per disturbi cir. . colatori. della motili- / b) para11s1 , di b" . tà intestiper stur i nernale vosi centrali. per disturbi nervosi riflessi. e) spasmo. 4° Per perdita di contrattilità dei muscoli coadiuvanti (delle pareti addominali), o per enteroptosi. 5° Per processi morbosi generali. Abbiamo di proposito soppresso da questa classifica un altro gruppo dal V ANNI notato, quello degli ostacoli meccanici (in-


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SEZIONE PRATICA

trinseci od estrinseci) al circolo fecale perchè ' quale costituisce il primo tempo di tutte esso può produrre ectasie sintomatiche ste- le specie di interventi curativi praticati nogene, le quali non entrano nel campo dal cavo addominale, sarà quella che darà luce completa. nostro. La sintomatologia delle distensioni coLa questione della temporaneità o meno liche è troppo nota per doverci fermare su della ectasia si risolverà colla nozione della di essa. In rapporto alla diagnosi ricordiamo durata del male e della sua resistenza ai che se è facile costatare la stitichezza ed trattamenti curativi incruenti più energici: i suoi effetti autotossici generali, se è facile dieta opportuna, moto, ginnastica, evacuanti costatare quello che CANTANI chiamava leggeri ripetuti, tonici generali e intestinali pneumateria del colon ; se gli altri sposta- (t'e rro per viHi ipodermica, noce vomica, sementi viscerali e disturbi funzionali sono gala, chinino, ecc.), massaggio, doccia fredda pure f'acili a riconoscere; ci sono invece due sull'addome alternata con b agni caldi, entepunti che sono difficili e ~he bisogna asso- roclismi elettrici, elettricità applicata sul dare colla maggior possibile attenzione: e ventre, apparecchio Salaghi e simili, ecc. ecc. cioè che l'·ectasia non è dovuta ad ostacoli I casi refrattari alle cure lunghe e pa· meccanici; e ch'essa è permanente. zienti, o le recidive costanti persuaderanno In rapporto al primo di questi quesiti si il chirurgo della persistenza del male, se gli cercherà di scoprire se l'infermo ha ingoiato effetti gravi e minacciosi sulle condizioni corpi estranei o ne ha introçlotti dall'ano ; generali non lo conviceranno invece della se ha fatto uso smodato di bismuto; se opportunità di non prolungare le prove e ha sofferto di calcolosi biliare o di vermi ; della necessità di affrettare i soccorsi chi· se ha mangiato frutta con noccioli, ecc.; si rurgici attivi. ricercherà l'eventuale esistenza pregressa di catarri proctitici con emissione persistente ** di muco e sangue, per il che ci sia da sospetAssodata così l'esistenza di una colon· tare la presenza di polipi o di calcoli f'ecali; ci s'informerà se precedettero coliti o proctiti ectasia idiopatica, congenita o acquisita, od aniti ulcerose; pelviperitoniti o perito- ed avente il carattere di permanente e di niti in atto o guarite; si ~hiederà se esistet· ribelle alle cure incruente, e sta.bilita la taro anomalie congenite ; si costaterà se opportunità di un intervento chirurgico esistono ernie, ipertrofia prostatica volu- attivo, a quale di quelli sinora provati si minosa, tumori addominali o pelvi ci ; si deve dare la preferenza? La Colostomia, in qualunque sezione del esplorerà il retto col dito, colla sonda, collo speculo ; occorrendo si ricorrerà alla divu] .. colon praticata, ha dato, come vedemmo, sione anale, e solo in casi eccezionali si sarà risultati disastrosi: su 5 opera.ti 3 morti, di anche aut?rizzati a procedere, sotto l'ane· cui 2 dopo pochi giorni e l'altro più tardi, stesia generale profonda, alla esplorazione in conseguenza dei disturbi che l'ano artidel colon mediante introduzione della mano ficiale non migliorò punto. In uno (quello di TREVES ) i disturbi ridivennero gravi non e dell'avambraccio, alla Simon. Si potrà ripetere le prove prima e dopo appena l'ano artificiale cominciò a restrinl'uso di pltrganti, con o senza insufflazione gersi, segno che ess~ non ebbe azione cudi gas; si potrà far l'esame chimico, istolo- ra.tiva, e si dovette procedere alla colongico e batteriologico delle feci ; e si potrà ectomia. L' altro visse, ma non si sa cosa far uso di quegli altri presidii diagnostici sia successo di lui in seguito. E' certo che a.i giorni nostri la mor talità. che i singoli casi suggeriranno. La laparotomia esplora.ti va infine, la operatoria. potrà divenire minore se l'operav

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zione non sarà fatta su individui esauriti ; ma è anche certo che, malgrado ciò, l' ope· razione non dovrebbe esser caldeggiata, per molte e gravi ragioni. Essa infatti può forse salvare dalla • morte immediata, ma a patto di creare una schifosa infermità qual' è l'ano iliaco ; e la creazione di questo implica la necessità di esporre in 2° tempo l'infermo al perlcoJo d'un nuovo intervento non indi:ffetente, ed a quello più grave del conseguente probabile riprodursi della malattia per cura della quale era stato fatto. Ed infine i casi di TREVES e di HALSTEAD son là a dimostrare che la colostomia negl'inf'ermi che sopravvivono all'operazione non solo non riesce curativa, ma non vale neppure ad impedire il progresso del male. Si potrebbe obiettare che se la stomia si facesse, anzichè laterale, a canne di fucile, o se s'in~ nestasse il monc9ne superiore e si affondasse cucito l'inferiore, in modo da escludere tutta la parte ectasica d.el crasso, que· sto dovrebbe fatalmente impicciolirsi ed atrofizzarsi; ma, anche concedendo ciò, non si deve dimenticare che in tal caso si arreca all'infermo il doppio danno d'un ano artificiale permanente e della permanente perdita della importante funzione del crasso escluso. Oosicohè ci sembra non azzardato poter , affermare che la colostomia nella cura delle colonectasie debba essere scartata, sia per le cattive prove fatte, che per la maggior dignità dei risultati cui può e deve aspirare l'arte nostra ; e che si possa solo ricorrervi come operazione di necessità in casi di esaurimento tale, in cui l'infermo in 1° tempo non sarebbe in grado di ~op· portare un intervento più forte. La colopessia, due volte provata, ha dato due successi, ed ha al suo attivo anche la benignità grande dell'atto ope· rativo in sè stesso. Ma non bisogna però dimenticare che in entrambi i casi si tratta.va di dilatazione della sola flessura iliaca, che formava come una grande tasca ,

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piena di fecci, ed il cui orificio lasciava passare il contenuto solo per rigurgito, come è detto nella memoria. E, date queste condizioni, diviene evidente come la pessia, stirando e fissando in alto la tasca, ne riducesse il lume e ne favorisse la declività, e con tal meccanismo apportasse la guarigione. Ma è altrettanto evidente chese la ectasia sorpassasse in alto la :flessura. iliaca e si estendesse a tutto il colon, non si potrebbero colla pessia ottenere gli stessi risultati meccanici e per conseguenza gli stessi benefizi curativi. • Si può quindi concludere che questa misura terapeutica sia buona, ma solo pei casi di ectasia parziale, che non si estenda più su dell'angolo splenico. La colonectomia conta anch'essa due interventi e · due successi, ma, ciò malgrado, ha contro di sè la non com.u ne gravità dell'operazion~ in sè stessa (la quale perciònon· potrebbe mai esser tentata su individui molto malandati), ed il rimprovero di privare gl' infermi di un organo così importante come il colon, il quale potrebbe con altri mezzi esser conservato e restituito alla sua funzione. Si intende che l'asportazione parziale, meno grave e meno distruttiva, è passibile in minor grado degli appunti suddetti, ma. non può neppur essa aspirare ad esser l'operazione d'elezione, sa se 'ne trova un'altra più benigna, egualmente efficace e più conservatrice. Cosicchè, concludendo, quest'operazione per la sua gravità e per la importanza dell' organo che demolisce, non può aspirare ad esser quella di scelta. La. esclitsione del colon medianta ileosigmoidostomia, ideata e praticata dal G10R· . .' DANo, e assai meno grave e p1u conserva· trice della asportazione, e nel solo caso in cui f'u praticata dette un completo successo curativo. Ma questa operazione, ohe rappresenta una cura indiretta perchè gira l'ostacolo invece di affrontarlo, non può neanch'essa sottrarsi al rimprovero di metter fuori di funzione il colon. ~

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TirandQ le somme ci sembra dunque: che la colostomia sia il peggior mezzo curativo e perciò da scartare; che la resezione e più ancora l'estirpa· zione del colon sian troppo gravi e troppo distruttive; che la colopessia sia buona solo per le ectasie parziali basse ; che la esclusione del colon mediante ileo-sigmoidostomia sia buona, ma abbia il torto di sopprimer la funzione del colon. Dei detti interventi, insomma, nessuno affronta direttamente il problema della ri· pristinazione dell,ortomorfia del colon, in queste ectasie idiopatiche, in cui esso può e deve essere conservato. Ora la sola operazione che possa ris11ondere alle esigenze della conservazione e dell'ortomorfia del· l'organo clilatato, mi sembra che debba essere quella che io propongo e che potrebbe chiamarsi colonplica.tio o crassoplicatio. Ho detto in principio che l'idea di questa operazione me la fece sorgere in mente la gastroplicatio, le cui indicazioni nelle ectasie gastriche idiopatiche hanno tante analogie con quelle che dovrebbe avere la colonplicatio, da f'are presumere che i ri . sultati favorevoli ottenuti nell'una si possa spera.re di ottenerli nell'altra. Ma prima di applicare la nuova operazione sull'uomo, ho creduto mio dovere di provarla. sui bruti, proponendomi di studiare: 1° come si comportasse la funzione dell'organo rimpiccolito; 2° come si com· portassero le fibre muscolari nella cica· trice risulta.nte. • E inutile aggiungere che non mi potevo mettere, in questi esperimenti, in condizioni analoghe a quelle delle colonectasie idiopatiche, perohè al più e con molta pazienza avrei potuto produrne di stano· gene, per le qua.li non è proposta la pli· catio. Dovendo restringere, e moderatamente, dei colon normali, dovevo contentarmi di fare una sola plica e non due e più, come

potrebbe esser utile nel viYo. E, del resto, quanto a misura di restrizione, mi sembra che non occorrano esperimenti per asserire che nei casi patologici non bisogni restrin· gere il lume del colon al disotto del cali· bro normale. Mi era inoltre impossibile su colon normali tentare di combinare la plicatio, o stenoplastica che dir si voglia, colla pessia del colon, cosa che negli infermi potrebbe per avventura reputarsi utile in qualche caso. Mi è sembrato pure superfluo studiare sperimentalmente se si debba includere o no nelle pliche la mucosa, perchè questo quesito è esaurientemente risoluto per il ventricolo. ed ogni buona ragione induce a credere che anche nel colon la sutura debba comprendere solo sierosa e muscolare. Importante invece sembrommi studiare come si faccia la cicatrice delle fibre muscolari, per dedurre da cip se si deve contar solo sul fatto della restrizione del lume ectasico, o se si possa fare anche assegnamento sulla funzione dei muscoli la cui azione, com'è noto, non è ostacolata punto da una cicatrice che rappresenta quasi una inscrizione tendinea, e che in· vece potrebbe esser migliorata da processi di rigenerazione. Con tali intendimenti nel settembre 1903, coll'intelligente ed efficace aiuto dei colleghi Pirajno e Paratore, che mi è caro rin· graziare pubblicamente, ho sperimentato la colonplicatio sui cani e i conigli. L'operazione fu sempre eseguita con la tecnica seguente: aperto l'addome nella parte subombellicale della linea alba, cer· cavo il colon, e su di esso, dal principio del cieco all'estremo inferiore della. S iliaca, introflettevo una plica longitudinale di ampiezza moderata, mediante due piani di sutura continua sieroso-muscolare, alla. seta sottile. La plica era ubicata nella faccia inferjore dell'intestino ed aveva una altezza variabile da 5 a 12 mm. circa. L'operazione riuscì sempre facilissima, ( 7)


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potè essere espletata molto alla svelta, e gli animali la sopportarono tutti bene. Senza fermarmi su particolari di nessuna importanza., riferirò in succinto i fatti degni di notct costatati negli animali operati. Essi nei primi 3-4 giorni ebbero costan· temente diarrea moderata, e nei giorni ~uccessi vi f'ecci conformate, ma di calibro più piccolo del normale. Solo il cane che morì in 12n giornata ebbe rari vomiti, fecci non digerite, e coprostasi, che cominciò il

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quasi irriconoscibile dalla superfice peri· toneale, sporgeva nel lume intestinale, piatta nei primi giorni e rotondeggiante, cordoniforme, ad epoca più inoltrata. . La parte ricucita del colon non contrasse mai aderenze patologiche. Le pareti della parte ristretta si mostrarono leggermente ipertrofiche. Il calibro della parte operata dell' inte· stino conservò sempre la diminuzione del lume arrecatale.

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5° giorno, e che dall'8° in poi non si lasciò più vincere dai purganti (neppure dall'olio di croton). In questo cane, il primo operato, era stata introflessa una plica troppo larga, e la dieta liquida era stata guardata ~olo 2 giorni: l'autopsia mostrò assenza di peritonite, intestini tenui dilatati da gas, e colon ostruito quasi tutto da fecci dure incastrate in esso. Alle autopsie, fatte a di verse epoche, si è trovata ~a parte alta del cieco alquanto dilatata; la plica cucita, ( 8)

·Le figure rappresentano due pezzi di colon spaccati e fotografati dalla parte della mucosa. Entrambi erano conservati in alcool. Il pezzo della fig. l a è tolto dal colon di un cane operato da 12 giorni : in esso la plica x x è abbastanza sporgente. Il pezzo della fig. 2a è tolto dal crasso di un coniglio operato da 52 giorni : la plica x x x x vi è molto più impiccolita che nel pezzo precedente. .


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In o si vede l'orifizio d'ingresso dell'ap· pendice vermiforme colla valvola di Ger· lach. L'esame istologico dei preparati di colon di animali uccisi dopo 12-52 giorni ha dato i seguenti risultati. In tutti i casi son bene visibili e ben differenziati i 3 strati della plica. introflessa, ma i fatti d'infiltrazione, di reazione e di degenerazione variano col variare della sopravvivenza dell'animale all'operazione. L'infiltrazione parvicellulare è molto abbondante nei casi recenti ·e si estende dalla sottosierosa ~ila sottomucosa ; mentre è più rada nei casi men recenti, nei quali invece è più marcata l'attività proliferativa degli elementi connettivali fissi. Notevolissima l'infiltrazione che circonda i fili di seta e che si spinge tra le fibre di essi, dissociandoli. La degenerazione negli animali operati da poco si limita agli strati esterni _d ella muscolare della · plica, mentre nei casi men recenti si estende più profondamente nel detto strato muscolare, specie verso l'apice della plica. Nel rivestimento mucoso di questa invece nei casi recenti si vedon focolai degenerativi piccoli e sparsi, mentre non se ne trovan più nei meno recenti, nei quali invece la mucosa si colora beni8simo ed appare ricostituita e spianata. La progressiva degenerazione della muscolare della plica spiega la progressiva atrofia di questa. I due foglietti sierosi che foderano la concavità esterna della plica son saldamente aderiti tra loro e g]i elementi endoteliali sono riconoscibili sino all'apice della introflessione: nei casi meno recenti anche queste cellule accennano ad entrare in attività proliferativa. In conclusione la sie rosa introflessa per· mane e forse in seguito perderà i suoi caratteri per assumere quelli del comune connettivo, come ha osservato il TRrcol\11 nella gastroplicatio. La muscolare introflessa tende a degenerare progressivamente ed a scomparire per riassorbimento, mentre 1

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SEZIONE PRATICA

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la mucosa in conseguenza di leggeri e precoci fatti regressivi si raccorcia e si spiana. Le osservazioni che farò su casi operati da parecchi mesi diranno l'ultima parola sui risultati lontani e dimostreranno se è esatta la previsione che la continuità della tunica muscolare si ristabilirà mediante una cicatrice, che avrà il valore d,una inscrizione tendinea e rimarrà qual unico segno della plica destinata a sparire. Da ll' anzide~to mi sembra che si possano dedurre le seguenti CONCLUSIONI:

1° che se la colonplicatio è operazione compatibile colla vita degli animali sani, nei quali pur avrebbe ragione di riuscir pericolosa; a più forte motivo deve esser tale negli inf'erm i di colonectasia, in cui però il lume intestinale non venga ristretto al disotto del calibro normale ; 2° che, eseguita con sutura continua alla seta siero-muscolare, dal cieco al retto, riesce facile, svelta, non pericolosa e ben sopportata dagli animali d'esperimento; 3° che nei primi giorni produce diarrea, verosimilmente dovuta ad eccitazione della muscolare, cosa oh~ dovrebbe riuscire utilissima nella cura delle colon-ectasie; 4° che le funzioni intestinali ritornano normali dopo pochi giorni e non residuano disturbi di sorta; 5° che permane la voluta restrizione dell'intestino, tanto che le feci, anche dopo parecchie settimane, conservano un calibro più piccolo ; 6° che le pareti della parte operata dell'intestino s'ipertrofizzano un poco; cosa che, se accadesse anche negli operati per colonectasia, non potrebbe che riuscire utile; 7° che la plica introflessa s'impicco· lisce progressivamente, fatto che dovrebbe riuscir utilissimo in quei casi patologici in cui occorresse f'are delle pliche ben larghe; 8° che l'esame istologico mostra come \9)


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IL POLICLINICO

l'atrofia della plica sia dovuta alla lenta ma progressiva degenerazione della muscolare introflessa. BIBLIOGRAFIA. La più antica è bene raccolta nei la"'rori di CONCETTI (Bull. della R. .Ace. med. di Roma, xxv, 1898-99), di GIORDANO (Chir. operat. ital., p. 370- 373). di V ANNI (Malattie dell'intestino, pag. 512 e 524), ecc. La più recente si trova nelle annate dèl J ahresbericht d. Oh. dell'Hilde· brand e dell' .Année Ohir. di Depage.

RIVISTE MEDICINA

Etiologia e patogenesi della febbre emoglobiourica. . (PLEHN.

Virchow' s .Archiv).

L' A. riporta come, prima dei lavori di ToMASELLI, KARAMITSAS e di altri italiani, la febbre emoglobinurica nell' Europa del Sud fosse considerata come una nefrite emorragica propria dei malarici ; e come nelle regioni tropicali, ad onta della distinzione fattane da BERENGER-FERRAUD (1874), essa andasse ancora confusa con la febbre gialla. PLEHN comincia col commentare le tre obbiezioni che si fanno al concetto universalmente accettato in Ge1'mania, della con• nessione della febbre emoglobinurica con la malaria e che. sono : 1. Non essere lo stesso il ter·ritorio di diffusione della febbre emoglobinurica e della malaria. 2. Il frequente mancare dei parassiti della malaria nella febbre emoglobinurica. 3. Il fatto del rimanere per lo meno inattivo nella febbre emoglobinurica il rimedio specifico della malaria: il chinino. Circa la prima obiezione l' A. fa osser· vare che essa va ritenuta giusta solq in quanto la malattia in discorso è disugual· mente frequente nelle diverse zone mala-· riche, pur presentandosi in tutte; e che, T olendo stabilire una legge, si può dire che quanto più è intensa la malaria e ql1anto più ci si avvicina all'Equatore, tanto più sono f1'equ enti le forme emoglo· binuriche. Egli fa inoltre nota1·e che è di g1·ande importanza p er lo sviluppo della emoglo}Jinuria il fatto che il virus mala· rico agisce ininterrottamente sull'organismo

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[ANNO XI, F ASC. 12]

senza lasciargli il tempo di rimettersi, adducendo a prova di questo la rarità di tali forme in Italia, dove ad un breve pe· riodo di febbri (3 mesi circa) sussegue un lungo periodo, rappresentato dai mesi in· vernali in cui non v'è malaria; e nel· l'India, in cui è possibile ai malarici allontanarsi dalle regioni infette andando ad abitare sulle montagne e sul mare, ed all'opposto la frequenza delle febbri emo· globinuriche nell' Aft'ica, nella quale ai malarici manca qualsiasi occasione per ri· mettersi. Circa la seconda obbiezione l' A. fa ri· flettere che essa diviene insussistente solo c!ie si pensi all'essenza della febbre emo· globinurica ; al consistere cioè essa in una acuta distruzione dei corpuscoli rossi del sangue. È evidente che anche nel caso in c11i la distruzione non sia notevole, i primi a distruggersi saranno i corpuscoli rosHi infetti e quindi molto presto i parassiti si dissolveranno nel plasma sanguigno ; e si capisce altresì come di' solito nei casi gravi già dopo 12-20 ore non sia più possibile trov~re parassiti, e come talvolta essi manchino, quando il brivido e l'urina oolor rosso scuro annunciano il cominciare del distruggersi del sangue. L' A. lamenta come queste circostanze da lui esposte fin dal 1896 non sieno ancora tenut& in sufficiente considerazione. Riporta poi il fatto dell'aver egli osservato nel suo ultimo viaggio a Kamerun che nei preparati di sangue estratto da in· fermi sospetti di eventuale complicazione emoglobinurica, prima dell'uso del chinino, cioè prima della emocitolisi, i parassiti erano sempre presenti. Tenendo ora conto di questa spontanea scomparsa dei parassiti non deve meravi· gliare la mancanza di effetto della terapia a base di chinino. Fin dal 1870 ToMASELLI ed altri ave· vano dichiarato che al chinino spettava la parte principale nella produzione della emoglobinuria, ma la Scuola Romana non aveva dato valore generale a questo concetto. L' A. inoltre riporta il fatto nhe nell' A · frièa Orientale tedesca i rist1ltati della cura a base di forti dosi di chinino (6-8-10 gr. per molti giorni di seguito) non erano af· fatto cattivi, il che starebbe a dimostrare che di un vero avvelenamento da chinino è appena da parlarsi. 1\ia nell'Africa Occi-

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[ANNO XI, F ASC. 12] dental~

SEZIONE PRATICA

queste guarigioni con cura ripe· tuta di chinino non rappresentano ce1~ta­ mente la regola; anzi piuttosto di frequente ripetute somministrazioni di chinino determinano il rinnovarsi di accessi di emoci· tolisi con brivido, alta febbre, e tutto il so· lito accompagno sintomatico; fu quindi un progresso quando a Kamerun l' .A. e gli altri medici tralasciarono l'uso del chinino nella febbre emoglobinurica, partendo dal concetto che il chinino agiva nel sangue solamente sui plasmodi attivi e tenendo conto dei reperti ematologici negativi. Con la terapia non chinica la mortalità scese del ·10 °/0 e si è mantenuta sempre presso a poco tale. È però da osservare che spesso si ha emoglobinuria anche senza precedente som· ministrazione di chinino e l ' A . stesso ri· porta 2'1 casi, su 168, nei quali non può invocarsi come momento etiologico il chi· nino. Egli afferma quindi di essere autorizzato a ritenere l'infezione mala1·ica com e fondamento dell'emocitolisi acuta e questa come una complicazione che insorge in determinate circostanze. l\[omenti notevoli per l'insorgere dell'e· moglobinuria sarebbero : 1° Lo sviluppo clella disposizione; 2° La causa occasionale. La disposizione si avrebbe per il lungo e ininterrotto soggiorno in determinate re· gioni malariche (come specialmente Africa intertropicale e coste occidentali dell'Africa); l'A. anzi afferma che il termine più breve di permanenza dopo jl quale egli abbia veduto insorgere emoglobinuria fu di 3 mesi; i>iiL di frequente insorge dopo il 5° mese ecl è eccezion:ile ch e il colono superi il 3° anno. Altro fatto molto interessante su cui 1 ..d.. ricl1iama l 'attenzione è il non esiste1~e di una forma specifica di plasmodi capaci di cleterminare la febbre emoglobinurica; si è '"eduta infatti insorge1·e oltre ch e col reperto cli parassiti piccoli (predominanti in q11elle i·egioni) anche col 1·eperto di paras· siti grandi di terzana {PLEHN) e di quar· tana (OTTO). LA. osserva inoltre cl1e l,emocitolisi in· sorge tanto più facilmente quanto piì1 il parassita è v-icino alla spo1·ulazione, quanto minore cioe è la resistenza dei globuli i·ossi. Ton crede si possano chiamare responsa· bili della predisposizione le speciali condi· zioni climatiche. e crede qt1indi che la ca11sa

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predisponente all'emoglobinuria vada i·icercata nell'individuo stesso, e poichè 'allo svi· luppo di questa è circostanza indispensabile una preceduta infezione malarica, egli ne m ette l'insorgere in rapporto diretto con la malaria. L' A. afferma che la predisposizione al· l'emoglobin11ria dipende dall'attività e dalla quantità di quelle forme latenti del parassita malarico che mantengono l'infezione durante gli intervalli afebbrili, o che si t1·0· vano già nel sangue prima dell'insorgere flel primo attacco febbrile e che noi ancora non conosciamo a fon do. La predisposizione alla emoglobinuria sarebbe, secondo l ' A., data due fattori, dei quali il primo consisterebbe in u1za di11zi· nllita resistenza dei glcblzli 1·ossi, ma non intesa n el senso in cui la inteset'O B .A.STIA.· NELLI e MuRRI, E' tanto meno come la in· tese il ToMASELLI, ma solamente in q t1esto senso: che gli organi emopoietici per la loro attività funzionale lJrolungata deter· minata dalla infezione malarica latente, si siano temporaneamente ft1nzionalmente e· sausti e perciò non possano sopperire ai bisogni aumentati dell'organismo ch e con un materiale qualitativamente scaclente. Il secondo fatto1·e poi consiste1~ebbe nello stato .labile del sistema n er,roso, solito a riscontrarsi nei malarici dei tropici, il quale favorisce i disturbi nervosi della funzione renale. Quali cause occasionali sono, secondo l'autore, da invocarsi prima di tutto il chinino, ma quasi esclusivamente quando è somministrato a infezion e già manifesta· in qual· che caso poi raffreddamenti, ferite, fatiche eccessive e talv·olta anche graT"i t1·aumi psichici potrebbero avere una certa impor·· tanza. Passando a studiare la sintomatologia di un attacco isolato, l'A. afferma che tutti i sintomi di origine cerebrale e rispettivamente v-asomotoria quali il forte brivido, il vomito ripetuto\ le cardialgie, l'affanno, gli stati d'ansia, la cianosi, non corrisponclono sempre all'intensità dell'emocitolisi e non sono affatto indispensabili anche i:er gravi attacchi emoglobinurici. Il plasma sanguigno contiene olti·e al pigmento ematico anche pigmento biliare e altre sostanze derivanti forse dai plasmodi distrutti : si comprencle quincli come pa . . _ sando questi prodotti nell urina\ questa debba determl11are nel uo pa aggi :> attra· (11)


362

IL POLICLINICO

verso all'uretJ'a forte bruciore, e talora t spasmo dello sfinte1"'e e persino ritenzione. Durante l'attacco il peso specifico e il contenuto di pigmento della massa totale del sangue è relativamente alto in rapporto col diminuito numero di globuli rossi; il rapporto inverso si ha nella convalescenza. Questo fatto che si ha nell'attacco, oltre che alla ritenzione nel plasma dei componenti delle emazie distrutte, devesi pure all'azione linfagoga della bile sul sangue . Alla colemia debbonsi ancora il rallen· tamento del polso e l'ittero ; questo com· pare subito dopo il brivido e va aumen· tando sino al 2° giorno. Il colore della pelle è caratteristico, e non ha la solita tendenza al verdastro. Eccezionalmente v'è prurito. Il fegato talora è ingrandito e nelle feci v'è grande ipercolia. Questo si deve perciò ritenere secondo PLEHN come il prototipo degli itteri emo· citolitici. Questo ittero scompare i~apida· mente dopo 2-3 giorni. L'esame microscopico del sangue perife rico, anche nei casi più gravi, non mostra di regola alterazioni morfologiche dei glo· buli rossi. Con la convalescenza comincia la rige· nerazione del sangue con l'aumento del contenuto emoglobinico e con l'ancor più rapido aumento del nt1mero dei globuli rossi, i quali presentano forme speciali se· condo l'autore, proprie d elle cellule san· guigne neoformate. La comparsa di granuli carioc1·omatofili starebbe ad indicare la minaccia di una recidiva. Corpuscoli rossi nucleati sono rari. · L' at1tore non ha potuto stàbilire delle regole per il comportamento dei globuli biancl1i nell'emoglobinuria. Venendo a studiare come avvenga l'emocitolisi l'A. i·itiene possibile che il dissolvimento avvenga esclu· -sivamente nella milza e nel fegato, poichè infatti n el circolo periferico mancano affatto alterazio11i dei globuli i·ossi, e i risultati delle autopsie starebbero a convalidare la • • sua op1ruone. A questa conclusione si giunge anche o,.. e si consideri il contenuto in fer1·0 di· mostrabile negli organi, come misura della distruzione locale di emazie (QuINCKE). L' . .i.\.. però fa a questo riguardo delle ri· ser,Te, osservando che determinate cellule sono capaci di assorbire il pigmento ema· tico disciolto nel plasn1a e di trarne il f e1·ro. Fra queste cellule sono in prima (12)

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XI,

FASO.

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linea, come è noto, le epatiche, l~ quali nell'emocitolisi acuta si trovano ripiene di un pigmento finamente granuloso che dà t la reazione de1 ferro. Negli epiteli dei canalicoli t1riniferi l' A. ha trovato solo eccezionalmente tale pig· . mento e solo nei casi in cui alla morte aveva preceduto prolungata anuria; egli pensa perciò che sia dubbio il decidere se il ferro in tal caso provenga direttamente dall'emoglobina contenuta nel plasma o non piuttosto dall'emoglobina contenuta nell'urina. Oltre a questo pigmento ferrico fina- . mente granuloso, di colo1·ito nerastro, contenuto nelle cellale endoteliali dei capil· lari della milza e del fegato, l' A.. ricorda anche un altro pigmento, derivante indub- . biamen te dai parassiti, che non dà la reazione del ferro, che è a granuli grossolani, che è di color giallo-bruno e che è conte· nuto in cellule speciali fl1siformi, poligo· nali, di varia grandezza, con nucleo grande, le q11ali si osservano nel lume dei capil· lari epatici. Le cellule della polJ>a splenica so,no ge· · neralmente libere di pigmento ed assumono soltanto un colorito ~bluastro; nei follicoli linfatici il pigmento manca completamente. L' A. non ha trovato alterazi<•ne negli endotelli dei vasi degli altri organi, ed ha . tralasciato di studiare il pancreas. Circa il comportamento dei reni nella febbre emoglobinurica l'A. ritiene la forte emoglobinuria ed albuminuria, solo come un'espressione dell'alterazione funzionale dell'attività renale, affermando che contro una vera e propria infiammazione dei reni parla, tra l'altro, la mancanza assoluta di ogni sintoma di intossicazione uremica du· rante l 'anuria. L'arresto improvviso della secrezione urinaria va inteso molto probabilmente, se·• condo PLEHN, sul principio come un feno· · meno funzionale e solo secondariamente seguirebbe la chiusura meccanica dei ca. nalicoli urinari, per coagulazione del liquido stracarico di albumina. Parlando delle forme di emoglobinuria.a intermittente l' A. designa con questo nome una serie di attacchi più o meno gravi 1 tipici di emoglobinuria, che si presentano quotidianamente o più di una volta al giorno senza che sia possibile trovare pa· rassiti. Egli spiega un simile comportamento


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SEZIO~~

PRATICA

con la compa1·sa e scomparsa di sostanze t CHIRURGIA emolitiche, derivanti dalla emolisi primaria; ossia l' A. intende parla1~e di auto-emo- Osservazioni sn 50 casi di ulcere gastriche lisine e(l anticorpi. e duodenali perforate, trattate colla lapaDei fenomeni accessori meritano nota. rotomia. secondo PrJEHN, la gastrite (cl1e favorisce CRISP ENGLISH (Tlie La1zcet 19 dee. 1903) il vomito, di solito di origine cerebrale), l'enterite (assai rara) e le emorragie del ha raccolto tutti i casi operati nel ,t. Geo1·· canale dige1~ente che sono l'espressione di ge's Hospital a Londra di laparotomia pe1~ una transitoria diatesi emorragica, che tal· pe1·forazione di ulcere gastriche e duode· volta dà anche emorragie del sottocutaneo nali, che dal primo operato nel decemb1·e 1892 all'ultimo nel giugno 1903, sono 50. e cerebrali. Interessantissimo è il fatto che anche Da questo notevole numero di operati, nelle forme più gra\i di febbre albumi- in varie condizioni e da vari chirurghi, nurica, la convalescenza è rapidissima e trae deduzioni importanti, alct1ne delle mai restano conseguenze dannose durature. quali ricorderò semplicemente perchè con· Dott. BASCHIERI-8.A.Lv.A.DORI. fermano fatti ben noti, altre meritano di esser messe in luce e discusse. S'intende che i casi sono tutti di perfo· Del potere emolitieo razioni acute, avendo escluso quellis in cui del siero sanguigno nell'u1'emia. la lesione avvenne in modo subacuto o (SENATOR. B erl. klin. Wocliens., n. 8, 190!). cronico, per lo più allora con formazione Il NEISSER ed il DoRING hanno per i di ascessi limitati, quasi sempre subfrenici. primi osservato che il siero sanguigno inatFatti noti, che la statistica dell' A. contivo di un individuo uremico (reso inattivo ferma, sono: la maggior frequenza delle in seguito a riscaldamento a 56° p er lo ulcere gastriche perforate (42 casi) a pa· s1Jazio di mezz'ora) fa diminuire il potere ragone delle duodenali (8 casi): la maggio1· emolitico del siero originario (attivo); co· frequenza delle prime n elle donne che siochè aggiungendo eme. 1. O del primo siero negli uomini (33 casi contro 9), mentre il a eme. 1. O del secondo, cessa in questo com· contrario si ha nelle duodenali (6 llomini pletamente il fenomeno dell'emolisi. Altri autori ebbero risultati analoghi, e 2 donne); la minor gravità delle perfoonde si è inclinati a ritenere (HoKE) questa razioni gastriche (22 guarigioni su 42, mancata emolisi come un « fenomeno spe- cioè 52 °/0 ) a paragone delle duodenali (2 guarigioni su 8, cioè 25 °/0 ) ; ed infine il cifico dell ~uremia » . Ora non si deve dare a questo fenomeno miglioramento della percentuale di guaritanta importanza diagnostica. L' A., infatti, gione dai primi casi agli ultimi (nel 1894 si ebbe il primo successo: su 3 casi 1 guain due casi non lo vide affatto se l'osservò . . in un terzo caso, che riferisce minutamente. rito e 2 morti; mentre nel 1903 su 7 casi, Del resto, esaminando gli esperimenti 6 guarigioni) : e questo specialmente in finora noti nella letteratura si vede che rapporto a1l'inte1~vento più p1~eco ce . Sono importanti le osservazioni che fa nei casi descritti da NEISSER·DORING e L .A.QUEUR il sie1·0 uremico inalterato, e do· l'A.• sui sintomi premonitori della perfo· tnto del potere emolitico, perde questo po· J'az1one. La storia dei casi porta nel massimo t "-'re non appena si aggiunge siero inatti"lo; in,·ece nei casi 1·iferi ti dall'lIEDI:NGER e dal- numero sintomi n etti di disturbi gastrici 1 HoI\:E il siero inalterato è di per sè stesso pregressi spesso da tempo, ma per lo più senza ematemesi; e vi sono alcuni ca i. in antiemolitico. Inoltre in un caso riferito dall HoKE ed cui i disturbi gastrici mancavano del tutto. Immediatamente p1·ima della perforain un alt1·0 i·iferito dall HEDINGER l'ostacolo all'emoli.si scomparve con la scom- zione non si ha per lo pii1 alcun sintoma }larsa (lell'uremia mentre in un altro ca o speciale; pure in 10 dei 50 ca i i ebbP,ro rif rito dall'HEoINGER esso <>stacolo persi· fatti degni di nota, consi tenti in un accrescer i del dolore con \omito e talora en1a· ~t "-'fte ancora alcune settimane dacchè erclnsi teme i; e di ciò clunql1e converrà ten r dile 00 unti i sinton1i uremici. L·interpretazione del fenomeno cctmplesso gran conto. S llecialmente in tre casi che erano deè soltanto ipotetica. l>ott. E. G. (13)


364 •

IL POLICLINICO

genti all'ospedale, e in cui perciò si potettero avere dati precisi sulla storia precedente e sui sintomi prin;ia della perforazione, questi sono molto simili, essendo in tutti notato il progressivo aumento del malessere e del dolore all'ingestione di cibo di qualunque genere, la maggior fre· quenza del vomito, l'aumento della dolo· rabilità superficiale e profonda all' epigastrio. Malati dunque in queste condi· ~ioni dov1~anno esser tenuti in osservazione accurata, si eviterà di dar loro cibi di qualunque sorta, anche liquidi, saranno tenuti a letto tranquilli, e sopratutto non si darà loro morfina pel pericolo di mascherare .i sintomi di una perforazione, se accada. I sintomi della perforazione sono quasi sempre caratteristici, sopratutto per l'in· tensità del dolore improvviso. Spesso la rottura è determinata da ingestione soverchia di cibi, o da sforzi di vomito; ma talora (9 volte su 50) si ha mentre l'infermo era tranquillo in letto. Il carattere, l'intensità, l'insorgere im· provviso del dolore sono della massima importanza per là diagnosi. Invece la sede del dolore non è affatto caratttristica. Nelle perforazioni dello stomaco il dolore è spesso più intenso nelle parti basse dell'addome, ·f orse per la cli· scesa del contenuto verso la pelvi: così in molti casi di perforazioni duodenali si ha il dolore più netto nella fossa iliaca destra, e può mentire un'appendicite acuta.

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Io posso, insistendo su questo fatto, della massima importanza pe1~ noi chirurghi, per la diagnosi e per l'inte~vento, affermare come non sempre il dolore, pur con tutti i caratteri sopraindicati, sia patognomonico della perforazione, e come d'accordo coll' A. la localizzazione di esso possa ingannare sulla sede della lesione, dirigendo l'inter,~ento in una sede non adatta. Un malato, uomo robusto, di 45 anni, è portato all'ospedale di San Giacomo, nel mio reparto il gennaio scorso, con una sto1""ia molto netta. l\1alato da una ventina di giorni, dapprima con f eb b1·e e fatti bronchiali diagnosticati per influenza~ poi con diarrea e disturbi gastro-intestinali, accompagnati (14)

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pure da leggera febbre, che cessarono con una dietetica opportuna e con semplici medicamenti; da tre giorni era apirettico e le funzioni gastro-intestinali si compie· vano normalmente, quando nella notte all'improvviso è svegliato da un dolore subitaneo e vivissimo nella regione epigastrica, ambascia, , agitazione, polso piccolo e frequente, elevazione della temperatura. Le condizioni si andarono aggravando durante la giornata, aggiungendosi dolo· rabilità diffusa i.n tutto l'addome, sempre però prevalente nella regione epigastrica, meteorismo progrediente~ scomparsa del· l'ottusità ep~tica, febbre, polso sempre più piccolo e f1·eq uente, facies caratteristica, ambascia. La diagnosi di peritonite act1ta s'impo· neva e dato l'insorgere brusco, la storia del malato, il carattere e l'intensità del do· !ore, quasi sicuramente da perforazione. Tale fu la diagnosi del medico curante e del consulente, che lo inviarono d'ur· genza all'ospedale ; tale fu la mia diagnosi. quando lo vidi ·circa 16 ore dopo l'insor· gere improvviso dei sintomi. Data la localizzazione precisa del dolore sia spontaneo, sia alla palpazione, pensai ad una possibile perforazione dello stomaco ed int(~rvenni immediatamente con una lapa· rotomia sopraombellicale. All'apertura del ventre le anse intestinali fortemente arros· sate, colla sierosa d'aspetto opaco e forte· mente distese sporgono dalla ferita per l'au· mentata pressione endoaddominale. Non si ha gas libero ne.I peritoneo, non materie fecali. Sulla faccia anteriore dello stomaco e sulla posteriore, nessuna traccia di lesione. Le lesioni più accentuate su alct1ne anse del tenue portavano l'attenzione verso la fossa iliaca destra, e lì divaricando fortemente i margini della breccia, potei notare aderenze di alcune appendici epiploiche al fondo e una certa quantità raccolta di essudato torbido, non purulento, nè di aspetto o odore fecale. Nell'idea di un'appendicite con perfora· zione, non ria scendo a raggiungere il cieco dalla ferita sopraombellicale, praticai 11na seconda incisione nella regione cecale }la· rallela alla metà superiore del legamento di PouP ART sorpassando la spina iliaca anteriore superiore, e caddi sul cieco, che mi fu facile esplorare completamente. Non rinvenni perforazione di sorta ; l'appendice era i·ivo·lta in alto e aderente per il suo apice ; fu rapidamente aspo1""tata; non Y-i


[A.NNo XI, FAsc. 12]

SEZIONE

era però in essa alcuna perforazione, nè lesione grave. Esplorai dalle due incisioni tutto il tenue, il colon, sollevai il fegato seguendo il duo· deno, ma nessuna perforazione apparve. Praticato perciò un lavaggio abbondante delle anse e del cavo con soluzione fisio· logica calda, drenai la ferita inferiore, l"e· stringendola alquanto agli estremi ; chiusi la superiore, lasciando un grosso zaffo che pescava verso la fossa iliaca. L'infermo parve più sollevato nella mattina seguente, ma all'una pomeridiana cessò di vivere. L'autopsia non fu permessa, e non posso quindi affermare con sicurezza che perforazione non esistesse. L'esame sistematico e accurato di tutto il tratto gastro-intesti· nale, l'assenza di gas libero nel cavo, e di materie fecali, la nessuna fuoriuscita di gas e di feci nelle prolungate manovre sulle anse durante l'atto operativo, mi sembrano però argomenti molto validi per dubitarne. Pure la storia e la sintomatologia erano nette. Così la sede del dolore. Se dalla stati· stica dell'ENGLISH e dall'osservazione di altri appare come perforazioni dello stomaco e del duodeno diano dolore talora prevalente nella regione ipogastrica o n ella fossa iliaca, il mio caso insegna, come una lesione il cui punto d'inizio è nelle parti inferiori, può, mentendo una sindrome di peritonite da perforazione, dare il dolore , .. ivissi.m.o non solo spontaneamente, ma an· che alla pressione nella regione epigastrica, traendo così nell'inganno il chirurgo per ln, diagnosi e per l'incisione operatoria. L 'osservazione del resto è abbastanza freqt1ente nelle appendiciti ; ma pur esistendo allora il dolore all'epigastrio, il punto più doloroso alla pressione è sempre in corrispondenza ·o nei pressi di quello di Mc. Bru·ney.

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Un altro punto importante, su cui EN· GLISH insiste è la scomparsa o meno dell'ottusità epatica. i dà generalmente a questo fatto un 'Talo1·e patognomonico pµr la diagnosi di perforazione. Dai casi raccolti appare inYece che pur esistendo perforazione in 11 casi l~aia di ottusità del fegato era i·imasta normale e in 20 soltanto diminuita, mentre oltanto 12 volte era scomparsa.

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PRATICA ~

Viceversa, in casi, in cui la laparotomia ha provato che non esisteva perforazione, l'ottusità del fegato si è dimostrata scomparsa. Ricordo come tale era l'osservazione anche nel mio caso. L' A. cerca di dare una spiegazione di questo fatto ; comunque avvenga, l'espe· rienza dimostra che non ha praticamente un grande valore e che non ci si deve basare troppo per ammettere od escludere la perforazione.

** * Per la sede delle perforazioni la statistica raccolta mostr·a come essa sia di gran lunga più frequente verso la piccola curvatura, mentre è molto rara sulla grande ; relati· vamente più frequente verso l'estremo cardiaco dello stomaco che non verso il pilo· rico, e più sulla parete anteriore che sulla posteriore. Pel duodeno gli otto casi raccolti sono tutti della prima porzione, sei della parete anteriore e due della superiore e postt-• r1ore.

* ** Come ultimo accenno, sulle complicazioni più frequenti insorte dopo l'atto operativo, credo utile rilevare, che se la pleurite è la più comune e in genere a sinistra, e s'intende, è abbastanza frequente anche la parotite, spesso suppurativa e talora bilaterale ; e il rapporto qui rimane oscuro. Prof. ROBERTO ALESSANDRI.

Sigmoidite e perisigmoidite. {LEJARS.

Seniaine 11tédicale, 27 gennaio 1904).

Quanto sieno rari gli accidenti infiammatori che prendono origine nell'ansa sig· moide, non vi ha alcuno che lo metta in dubbio; ma parecchi casi clinici sono stati già segnalati, dai quali risulta essere il decorso anatomo·clinico di queste forme flogistiche simile a quello dell'appendicite e della tiflite. Da ciò l' importanza e l'in· teresse a ben conoscere queste forme cliniche. La causa abituale della malattia è data dalla costipazione, dal ristagno fecale nel· 1 ansa sigmoide, pe1' cui, al palpamento si toccano nella fossa iliaca sinistra quelle tumefazioni profonde allungate bozzute~ discretamente dolenti. cli volume talora sorprendente, che caratte1·izzano la i·iten(15)


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IL POLICLINICO

zione stercoracea semplice, e scompariscono con questa. La malattia clinicamente si manifesta sotto clue forme caratteristiche.

1. Sigmoidite acuta e colica sigmoidea. Un brusco accesso di febbre, il dolore iliooo, la nausBa, indicano d'o1·dinari0 l' inizio della malattia; la febbre persiste più o meno lungo tempo fra i 38° e i 39°; nella fossa iliaca sinistra si tocca, in prjn. , cipio meno nettamente a causa della contrattura dolorosa delle parete, più nettamente in seguito, quando l'intensità iniziale dei dolori si è attenuata una tumefazione bozzuta, cilindroide, spessa, tesa, allungata obliquamente dalla cresta iliaca alla escavazione pelvica; anche ~opo la scarica fecale questa tumefazione non si riduce che assai lentamente e gradatamente; l'intebtino disteso si è vuotato, l'infiltrazione infiammatoria si riassorbe lentamente e arriva un momento in cui nella fossa iliaca sinistra non si palpa che un indurimento profondo, che talvolta può anche persistere per molte settimane. Questa forma è dunque poco grave e di facile cura. Come per i dolo1~i di origine appendicolare, così per quelli di origine sigmoidea bisogna tener presenti i possibili errori diagnostici, specie nelle donne, in cui è facile, se non si è più che diligenti itell'esame obbiettivo, di pronunziare una diagnosi di lesione utero-ovarica. 2. Pe1,isigr;toidite suppur·ata. - Così come avviene nell'ascesso periappendicolare, si forma una raccolta purulenta, di origine intestinale, n ella fossa iliaca sinistra. Il parallelo con l'appendicite suppurata sussiste però fino ad un certo punto. LEIARS ne riporta un ·caso tipico. « Io ho aperto - egli dice - n el 1897, un ascesso iliaco sinistro di questo genere, in un giovane di 28 anni, che da circa un mese soffriva di dolori nella fossa iliaca slnistra; la temperatura a 39°; si sentiva nella fossa iliaca sinistra una tumefazione allungata, obliqua, manifestamente fluttuante ; l'incisione portò in una collezione purulenta, fetida, occupante la fossa iliaca, e situata al di dentro dell' S iliaca, ricoperta di false memb1·ane e chiusa da ogni parte. La gua1·igione ebbe ll1ogo senza inciclenti » . Egli è Ter·o ch e un ce1~to numero di questi ascessi iliaci sinistri sono in i,ealtà degli ascessi appendicolari ; ma vari fatti clinici, tra i quali quello citato, non la(16)

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[ANNO

XI,

FASO.

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sciano più alcun dubbio su questa forma clinica, che ha grande interesse pratico e non deve essere più disconosciuta. Dott. O. ScHll'ONE.

Errori di diagnosi cagionati dai dolori di origine appendicolare. (Gu1NARD.

Se1naine nied;cale, 27 gennaio 1904).

L'autore richiama l'attenzione dei pratici sopra una serie di errori diagnostici commessi in ammalati a.ffetti da appendicite cronica, senza crisi, a forma molto attenuata, e che non si manifestano che per un segno solo: il dolore appendicolare, il quale può non riscontrarsi precisamente nel punto di Mac Burney, ma spesso più in basso presso l'arcata crurale od anche più a sinistra. L'autore riunisce molti casi clinici di propria o d'altrui osservazione, coi quali viene a dimostrare che la diagnosi andò errata solo per il fatto che l'appendice non fu tenuta in giusto conto. Coliche epatiche, nefritiche, intestinali, ovariche e salpingitiche, fibromi uterini, nefroptosi, ernie inguinali e crurali, il più delle Tolte operate sen1fa alcun successo per il sintoma dolore, sono state confuse con l'appendicite. In molti casi si è dovuto ricorrere ad un secondo intervento ed asportare l'appendice. per ottenere la scomparsa dei dolori. Da tutti questi fatti l'autore conclude ~ 1° che vi h~ tutta un serie di affezioni dolorose del ventre, per le quali il clinico deve sempre pensare alla possibilità di una appendicite; 2° che, quando s · fa una laparotomia. prima di chiudere il ventre, occorre ispezionare sempre l'appendice. . Dott. O. Se.

PEDIATRIA

Dell"alimentazione lattea nei bambini lattanti e della 1nortalità tra i n1edesimi. (BEHRING. Die Plzerapie

der Gegenzvart, J an. 190!).

I corpi immunizzanti che secondo l' A. si trovano nel latte proveniente da vacche immunizzate contro la tubercolosi, scompaiono nel latte modificato, e quindi il latte modificato non lo si può più adop~..rare a scopo terape11tico.

-


LA.NNo XI, F Asc. 12]

367

SEZIONE PRATICA

Ciò ha indotto l' A. a studiare il p1·oblema I della conservazione del latte in rapporto alla conservazione degli anticorpi in esso contenuti. Egli insieme col RoESLER ha spe1·imen· tato i seguenti metodi : 1. Riscaldamento con o senza aggiunta cli sostanze chimiche antiputrefattive, con o senza l'influsso della pressione atmosferica; 2. Raffrecldamento; 3. Introduzione di gas di varie specie; 4. Trattamento elettrico ; 5. Sottrazione di acqua ; 6. Aggiunta di sostanze chimiche anti· putrefattive. Tra i vari metodi di conservazione del latte sono naturalmente da escludere tutti quelli che possono renderne l'ingestione nociva o sgradevole al ~usto. A questa categoria appartengono t1uasi tutti i metodi chimici. L'unica sostanza chi· mica riconosciuta dall' A. praticamente effi· ca ce è la formalina. Il latte, a cui si aggìunga formalina nel rapporto del 2 °/ 00 , è innocuo in qualsivo· glia forma venga introdotto nell'organismo: bocca, \ia ipodermica, endoperitoneale, en· do,renosa. I gatti prendono questo latte se sono affamati, altrimenti non lo toccano. Se in,rece il latte contiene sclo 1'1 : 4000 di formalina, allora anche gli animali dotati di organi di odorato e di gusto molto fini, l'inge1·iscono senza accorgersi affatto della presenza della formalina, come non l'avvertono neppure uomini dall'odo1·ato squisitissimo. L' A. per mezzo della formalina è i·iuscito a conser,.,.are il latte durante lo spazio di otto giorni in uno stato di assoluta inno· cuità e tale da potersi trasportare da un luogo all'altro, senza che poi fosse possi· bile distinguerlo dal latte fresco; anche il suo contenuto in corpi immunizzanti si mantenne invariato. Ecco come \ennero condotti gli esperi· menti. Furono presi sei assaggi di latte: tre di latte scremato e tre di latte non scremato. Per riascuna. delle due terne fu lasciato intatto t1n assaggio, e negli altri due si agrriunse form~tlinn. in uno n ella proporzione dell'1: 10.000 e nell altro nella pror zione dell '1 : 5000. I sei assaggi di latte vennero la ciati alla temperatura di 1 ° ; si sa che a questa temperatura il latte coa-

gula, dopo 48 ore, e già dopo 30 ore coagula del pari se lo si fa bollire. Si osservò quanto segue : 1. Senza aggiunta di formalina: il latte grasso si coagulò dopo 48 ore; il latte magro si coagulò dopo 24 ore. 2. Con l'aggiunta di formalina 1: 10,000: il latte grasso si mantenne del tutto nor· male per lo spazio di 4 giorni, e si coagulò al 5° giorno con l'ebollizione, al sesto giorno spontaneamente. Il latte scremato si coagulò dopo 2 giorni con l'ebollizione, ed al 5° giorno spontaneamente. 3. Con l'aggiunta di formalina 1: 5000: il latte grasso si coagulò al 6° giorno con l'ebollizione, ed all'8° giorno spontanea· mente: il latte scremato si coagulò al 7° giorno con l'ebollizione,ed all'8° spontaneamente. Adunque con l'aggiunta di formalina al1'1: 5000 il latte si conserva fresco 4-5 . giorni senza coagulare con la ebollizione. Altre ricerche sull'importanza della formalina nella conservazione del latte con· dussero a risultati analoghi, cioè: 1. Gli assaggi di latte senza formalina si coagularono dopo 60 ore spontaneamente; 2. Con l' aggiunta di formalina al· 1'1 : 10,000 il latte si coagulò dopo 7 giorni mediante l'ebollizione. e dopo 8 giorni spontaneamente; 3. Con l' aggiunta. di fo1·malina al1'1 : 5000 il latte si coagulò dopo 11 giorni mediante· l'ebollizione, e dopo 13 giorni spontaneamente. Adunq ue l'aggiunta) di formalina al latte nella proporzione dell'1 : 10,000 costituisce un mezzo assai efficace per conservare il latte e prese1'varlo dall' alte1·azione cui suole andare ix.contro. Per ciò che si riferisce all alimentazione di vitelli con latte contenente formalina nella dose dell 1 : 10.000 si ebbero i SP· guenti risultati: i vitelli così nutriti bbero in media un aumento di p eso di 10 chili per settimana (non meno di 7· ) e }Jr esen· tarono uno sviluppo strao1·clinariamente flo. rido. In una stalla vi era una mortalità spaventosa di vitelli, i·ibelle a qt1alsi'voglia prescrizione sanitaria. Appena int1·odotta l'alimentazione con latte alla formalina non si ebbe più alcuna vittima. Può clirsi che la formalina. rencla il l:ltte più dige1·ibile ; infatti i coagt1li del latte contenente formalina sono }liù n1inuti cli (17) •


368

IL POLICLINICO

quelli che si riscontrano nel latte senza formalina.

** * constatato

L ' A. avendo che il latte fre· sco possiede un · anticorpo fortemente attivo contro il bacterium coli, profitta di questo fatto per stabilire se gli anticorpi battericidi contenuti n el latte rimangono o no alterati in seguito alle manipolazioni a cui si sottopone il latte per meglio con· servarlo. L' A. in tal modo ha potuto constatare che il riscaldamento per lo spazio di un'ora a 60° rende inattivi gli anticorpi del latte; facendo evaporare il latte nel vuoto, basta il riscaldamento a 5()0 , perchè gli anticorpi ùivengano inattivi. Il riscaldamento a 100° p er lo spazio di un' ora fa diminuire la proprietà battericida della formalina rispetto al bacterium coli. L'azione degli anticorpi e quella della formalina si addizionano ; ciò è importante in quanto che vi sono altre sostanze chimiche battericide le quali si comportano • • 1n senso inverso.

** * i bambini grandicelli e per gli adulti

Per non impo1·ta se il latte che essi ingeriscono sia cotto o crudo, poichè in questi organi· smi le sostanze albuminose del latte ven· gono sempre denaturate prima dell'assor· bimento; anzi, secondo l' A., potrebbe darsi che il latte cotto sia digerito meglio di quello crudo. Ma secondo lo stesso A. per i bambini lattanti il latte cotto non costitt1isce un alimento naturale e sano; anzi egli si dice in grado di poter asserire con abbastanza ce1·tezza che la grande mo1·talità dei bam· bini, specie lattanti~. nelle gra1zdi città è nel

più intimo nesso con l'uso di latte cotto. Questi bambini muoiono in gran parte per disturbi dell'apparato digerente. Così, per citare un esempio, in Sassonia dal· l 'anno 1891 al 1895 morirono 208,807 bambini nel primo anno di età ; di essi per lo meno la metà, cioè 101,403, soccombettero per disturbi digestivi. ' tra i lattanti E che la gr~nde mortalità debba ripetersi dal genere della loro alimentazione, lo si prova dal fatto ahe nel b1·efotrofio di Stocolma, a mo' di esempio, ove ogni bambino ha la p1~opria balia, sopra 767 lattanti nel 1902 si ebbero solo 37 morti cioè una percentuale del 4. 82 °/0 • (18)

I

[ANNO

XI, F .A.SO. 12]

Tra i 767 ve ne furono 92 nati fuori del brefotrofio (tra essi la mortalità fu del 14. 13 °/0 ), e 675 nati dentro il brefotrofio (tra questi la mortalità fu solo del 3. 33 °/0 ). Secondo l'A. il punto essenziale nella questione dell'alimentazione lattea sta in questo: - che cioè i lattanti ingeriscano il latte allo stato genuino fornito dei suoi anticorpi. In più d'un paese ed in più d't1na ~ala d'allattamento si sono avuti buoni risultati dall'uso del latte di capra. Ora, dice l' A., ciò non dipende già dall'essere il latte cli capra una sostanza di per se stessa più adatta all'al~mentazione del bambino che non il latte di vacca, ma ciò dipende seni· plicemente dal fatto ohe il latte di capra si adopera allo stato fresco~ tale q1tale sgorga dalla mammella, mentre il latte di vacca nelle grandi città si somministra ordinariamente cotto. L ' A. termina augurandosi che nei casi in cui non si può fare a meno dell'allattamento artificiale, le famiglie, i medici, le autorità governative si persuadano che non già il latte cotto, bensì il latte crudo deve ritenersi quale un succedaneo in qual· che maniera sufficiente del latte materno (1). Dott: E. GuGLIELMETTI. ~1)

Nella sezione pratica del Policlinico, fascicolo 36, anno 1903, io già scriveva : « Cons11ltando i numerosi autori tanto antichi che mo· derni, i ·quali hanno trattato del latte animale e del modo di usarlo sia come alimento sia ?o~e me di camento, si vede che è generale' ed insistente la raccomandazione di somministrare, specie nei banibin;, latte fresco, non cotto, solo riscaldato leggermente, nel caso che contenga abbondante caseina » . ( ...\7. d. Tr.).

Accademie, Società mediche, Congressi RESOCONTI

PARTICOLARI

ACCADEMIA MEDICA DI ROMA.

Seduta ordinaria, 28 febbraio 1904. Presidenza prof. F. Durante, presidente. Il prof. Durante riferisce su un hi1nore SJJ01'· ge1ite a larga base {lalla plica glotto- ep(qlottica, a sinistra, asportato a mezzo di un'incisione, che, partendo dall'angolo della mascella andava fino all'osso ioide. Questa breccia amplissima, tenuto conto della regione, corrispondendo esattamente all'.adito fa· ringeo, gli per.mise di poter dominare nel modo


[ANNO XI, F ASC. 12]

369

SEZIONE PRATICA

pi1ì completo il neoplasmt\ ed asportarlo dalla sua base. Si trattava di un tumore ulcerato grande quanto un uovo di piccione, il quale al reperto microscopico, si rivelava di natura connettivale, di gonesi oscura probabilmente in rapporto cogli endoteli dei seni dell'amigdala linguale. Prof. Alessandri. 1. Nuovo processo operatorio autO]Jlastico pel serra1ne1ito cicatriziale delle irta· scelte. - L'O. presenta un giovane da lui ope· rato per serramento cicatriziale delle mascelle. Il paziente era stato in preeedenza operato di osteotomia della mandibola alla RIZZOLI, senza rist1ltato, non essendosi ottenuta la pseudartrosi. L'O., distaccate le aderenze e~tesissime e forti fra la guancia e i processi alveolari e di questi fra loro, ed escisse le parti cicatriziali, disegnò un lungo lembo dalla parte laterate del collo. a base superiore, in corrispondenza della faccia anteriore della mandibola. Dissecato il lembo fino alla base, apri in corrispondenza di questa il cavo orale, e infilò per la breccia il lembo ripiegandolo: lo riprese poi per la bocca, fissan·' done l'an~olo interno più in alto possibile e unendo il margine anteriore alla mucosa residua dell'angolo labiale rimasto intatto. Per fissare anche l'angolo esterno uella profondità della guancia e mantenere il lembo spiegato e adattato alla superficie cr11entata di essa. si valse di un punto sospensore, passato a tutto spessore attraverso la guancia. Ricopri poi la perdita di sostanza esterna con un secondo lembo per scorrimento. Decorso operatorio normalissimo. Al decimo giorno sezione del peduncolo, e chiust1ra completa della breccia. Il malato, presentato all'Accademia, può divaricare bene le mascelle, e presenta la faccia interna della guancia ricoperta dello spesso lembo cutaneo, e i cul di sacco gengivali ricostituiti, in modo che non è a temere una possibile reci· di~a del serramento.

Il mezzo consiste nell'iniettare per mezzo di una sonda elastica del liquido in vescica, e aspi· rarlo con forza subito dopo. È raro che in questa manovra, nel caso ripetuta, non si riesca a ottenere qualche cencio o brandello del tumore, che viene strappato dall'aspirazione, e che dà subito e precisamente la diagnosi del tt1more. Cosi avvenne nel suo caso, in cui t11tti gli altri mezzi avevano f:illito. L'epitelioma occupava la parete anteriore a destra della vescica e si estendeva in basso fi110 al collo. Per resecarlo (il pezzo asportato misura 10 cm. X 5), l' O. dovette all'ordinaria incisione mediana della regione soprapubica unire una trasversale destra ad L, che gli permise il di· stacco del muscolo retto, e la resezione di una metà dell'altezza del corpo del pube. Crede questo processo preferibile alle resezioni temporanee totali, dando sufficiente spazio, non ledendo la solidità della cintura pelvica, e permettendo poi di riunire il muscolo distnccato, per prima. Fa anche considerazioni sulla questione molto dibattuta della sutura completa della breccia vescicale o dello zaffamento e drenaggio sopra· pubico. Crede preferibile la su tura ; nel st10 caso gli riusci perfettamente la sutura. a due piani dell'ampia breccia, e la riuniono por prima d elle

pareti, lasciando un semplice stuello di garza nell'angolo inferiore, che fu ritirato al terzo giorno. Il successo fu completo.

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Descrittiva e Tooografica

U~IANA

del Dott. CARLO HEITZMANN

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Id. 2. Resezio1te della vescica JJer epitelionia. Pitì che per l'importanza del ca~o in sè stesso, essendo oggi molto numerose le resezioni e anche

le asportazioni totali della vescica, 1'0. lo comll· nicn per l'importanza che ha per la diagnosi tm mezzo semplicissimo, che spesso riesce, quando t11tti O'li altri criteri mancano o sono dubbì, compresa la cistoscopia, cui i trattatisti danno il n1assin10 ·valore e che riesce appunto difficile e spes~o vn.na nei tumori yescicali accon1pagnati tln cistito ed ematurie.

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370

IL POLICLINICO

[ANNO XI, F .A.SO. 12]

I\IME:OI NUOVI Istituto di Clinica Medica della R. Università di Roma diretto dal prof.

GUIDO BACCELLI.

RICERCHE SULLE PROPRIETÀ DIETETICHE DEL" PLASMON,, del prof.

EUGENIO ROSSONI professore ordinario di patologia speciale medica

e del dottor GIOVANNI GALLI assistente nella clinica medica.

Il Sindacato italiano per il Plasmon ci proponeva di fare delle ricerche sull' albumina del latte, preparata col metodo di Siebald, e messa in commercio col nome di Plasmon. E inutile dire che la proposta venne accettata a condizione che ci restasse completa libertà d'azione e di giudizio. Le ricerche vennero eseguite nell'Istituto di Clinica medica di Roma, durante la supplenza nell'insegnamento di clinica di uno di noi (prof. E. RossoNr), durante l'anno scolastico p. p . 1902-1903. L'indirizzo seguito per l'esperimento del· preparato in parola fu il seguente : a) osservare se il Plasmon è preso volentieri, e quale sia la t·orma migliore di somministrazione ; b) stabilire se coll' uso protratto del Plasmon insorgessero disturbi gastro-en· terici; e) determinare se il Plasmon, viene, o no, assorbito, facendo uso del a.osaggio dell'urea in periodi di dieta abitt1ale e di dieta senza carne, sostituita con gm. .90 di Plasmon per giorno. Il comma a) stabiliva t1na condizione ' sine qua non per le ulteriori ricerche. E chiaro che qualora si fosse constatato che il Plasmon viene riassorbito perfettamente, esso veniva a perdere ognj importanza cli· nica, se non fosse st.ato bene accetto tollerato dai malati. In fatto di preparati alimentari il sapore, la conservabilità, la tolleranzà nell'uso prolungato e la possibilità di amministrazione sotto diverse forme, costituiscono fatti capitali. Tali qualità indispensabili noi potemmo constatare nel P lasmon. Esso non ha odore o sapore spe· ciali ed è facilmente conservabile. E' costituito dalla caseina e nucleo-albumina del \

e

(20)

latte, vale a dire dalle sue parti le più ricche di azoto e perciò più nutrienti e nello stesso tempo più f'a cilmente assimilabili. In acqua tiepida si presenta facilmente solubile. Coll'ebollizione ed aggiungendo qualche goccia di acido acetico si vede l'albumina precipitare in fiocchi che si ridisciolgono in un eccesso di detto acido. Tale reazione corrisponde appunto a quella che dà la caseina del latte. Venne da noi amministrato spolverizzandolo sugli alimenti, cotto con uova in frittata e sotto forma di gelatina. La tolleranza fu perfetta anche in individui febbricitanti e non potemmo constatare fenomeni irritativi gastro-enterici. Con ciò le nostre esperienze combaciano nei risultati con quelli ottenuti già precedentemente da altri sperimenta· tori fra cui degni di nota sono BLocH (l)t STADELMANN (2), V 1Rc11ow in Germania (3), e GAUTIER in Francia (4). Quest'ultimo autore fa poi notare come l' usò del Plasmon non è seguìto, contrariamente a quanto avviene coll'uso della carne, dalla formazione di prodotti estrattivi eccitanti, che facilmente si accompagnano ad auto· intossicazioni se il fegato non interviene / colla sua azione neutralizzante. Noi abbiamo seguito per un tempo abbàstanza lungo, in modo speciale, quattro malati, ai quali si somministrò quotidianamente il Plasmo·n, fissando l'attenzione sul modo con cui le giornaliere amministrazioni di Plasmon venivano tollerate ed indagando se insorgessero avversione o ripugnanza per l'uso prolungato. CA SO I. - I ... G ... , di anni 45. S'ammalò d'influenza nel novero bre 1902. Durante la convalescenza incominciò ad impallidirsi, sorsero dolori alla regione epigastrica, perse l'appetito e diminuì fortemente di peso.Nelle feci si riscontrò sangue. Lavando lo stomaco. il liquido f'u oriesciva colorato in rossò; più volte sulla punta della sonda esofagea stavano aderenti brandelli di mucosa stomacale. Nel succo ga· strico v'era presenza di acido cloridrico. Fortschr. der Medi~in, 1899, Band. XVII. Deutsche .A.ertze Zeitt1ng, 1899, n. 13. Ther. ~Ionatshefte, 1900, n. 1. Rapporto ul Plas11zon del prof. A . GAu TIER membro dell Accademia di Parigi e }Jro· fesso're della Facoltà medica di Parigj. · (1) (2) (3) (-!)


{ AN~o XI, F..A.Sc. 12]

371

SEZJONE PRATICA

L'infermo aveva forte repulsione al oibo. Per 1 un mese si somministrò gm. 30 di Plasmon quotidianamente, che venne preso senza accenno di ripugnanza alcuna. L'infermo uscì dalla Clinica migliorato. CASO II. - F ... M..., di anni 65. Stette sempre bene sino al novembre 1902. In seguito a raffreddarnento si ammala di pleurite essudati va sinistra: i fatti acuti durano circa un mese. Diminuzione di peso, perdita d'appetito, ripugnanza al cibo. Si somministrano quotidianamente gm. 40 di Plasmon per tre settimane di seguito e non si notano distarbi gastroenterici Le def'e cazioni restano regolari di volume e di colorito normale. Il versamento scompare lentamente. CAso III. - R... G ... , di anni 16. Si ammalò di tifo il 1° marzo 1903. La ma-: lattia durò circa un mese, sviluppando il corteggio noto dei sintomi tifosi. In 15a giornata di malattia si cominciò a som· ministrare gm. 30 di Plasmori quotidianamente. Non si notarono disturbi di nessuna natura in seguito all'uso di tale pre· parato che fu continuo fino all'uscita dalla Clinica. L'infermo non si lagnò mai di intolleranza. N all'urina vi era presenza di albumina quando si incominciò la somministrazione del Plasrrion; poi l'albumina scompariva. L'infermo dopo un mese usciva gt1arito. CAso IV. - D ... E .. , di anni 18. S'am· malò di tifo nel settembre 1901. La malattia durò circa due mesi, essendosi com· plicata con trombosi venose. In novembre ricadde malato pet polisierosite, con prevalente attacco alla pleura sinistra. Ne guarì dopo parecchi mesi di cura ed esitò in aderenze multiple. In dicembre 19ll2 rientra in Clinica: è debole, ha cuore fiacco facilmente scompensantesi. Si somministra pe1· sei mesi r/,i seguito il Plas nion ad una dose di gm. 20, quotidiana· mente, senza che insorgano disturbi di intolleranza L'infermo lascia la Clinica iu giugno in condizioni assai soddisfacenti. Sgombrato così il terreno del comma a) e confortati anche dal f atto che in nesst1n caso era insorta albuminuria, anzi nel caso 3° l'albumina esistente prima dell'uso del Plas·niori n on 1.: olo non era aumentata ma scomparsa dall'urina, cosicchè si poteva escludere t1n'azione albt11ninogena sul rene del Plasmori, si passò all'uso di dosi pit\ forti di Plasmori e si pose speciale attenzione alla quantità delle feci emesse

nelle 24 ore, al relativo colorito, consistenza e frequenza delle scariche. Si ricercò anche l'indaco nelle urine, come indice della decomposizione intestinale. Per quanto riguarda questa serie di ricerche si constatò una sola volta diarrea modica (4 scariche nellé 24 ore) in un malato di cuore, il giorno dopo aver so1nministrato gm. 90 di Plasmon. La diarrea scomparì da sè senza medicamenti, pur continuando per altri due giorni la somministrazione quoti· diana di gm. 90 di Plasmon. Per gli altri malati non si notarono mai disturbi a carico del tubo digerente, in alcuni casi ~i è visto sparire l'indacano esistente nelle urine prima della somministra1.ione del Plrtsmdn e ciò confermerebbe le vedute di GAuTIER più sopra es1Joste. Una p arte importante delle ricerche f'u quella di stabilire se il Plasmon veniva in realtà assimilato dall' organismo e, in caso positivo, se potesse sostituire l'albumina della carne. A tale scopo si seguì il seguente metodo di ricerca. Si fissava la dieta dell'individ110 su cui si voleva fare l'esperimento e per qualche giorno sì ricercava nell'urina la quantità di urea nelle 24 ore. Inoltre si constatava anche s e vi era presenza d'albumina. Dopo questo pe· riodo preparatorio, mantenendosi l' individuo in condizioni di ambiente e di vita fisica eguali, veniva dalla dieta tolta la carne ed al posto di questa si somministravano gm. 90 di Plasmo1i in due volte; gm. 45 durante il pranzo e gm. 45 durante la cena. A tal modo, restando invariata la quantità dei grassi ed idrati di carbonio, si poteva, soppressa la carne, e quindi una fonte ragguardevole della formazione dell'urea\ vedere dalla ricerca quantitativa di questa se l'ammanco portato dalla sospensione della carne poteva venire sostituito dal Plasmon. CASO I. - M. B., anni 26. Insufficie1iza aortica e mitralica, allo stato di con1pe1iso, stando l'infermo in relativo riposo: 1° Periodo: 2U iuarzo 1903. Urea delle 2..J: ore .....gn1. 3~ »

'->·)

i_J-

2 . (j (21)


372

'

IL POLICLINICO

2° Periodo:

I

Somministrazione quotidiana di gm. 90 di Plasmon. Sospensione della carne.

29 marzo 1903. Urea delle 24: ore gm. 32 30 ~ » » » » 36.4 31 )) )) )) » » 40 3° Periodo: 1 aprile 1903. Urea delle 24 ore gm. 38 » 2 » » » 22 3 » » 31.6 » 4 » 31 » 5 » 27 ))

l)

))

))

))

))

))

))

))

l)

[ANNO

XI, F ASC. 12J

3° Periodo: •

6 giugno 1903. Urea delle 24 ore gm. 41 7 » )) )) » » 2!. 5 8 )) » )) » » 26.5 » 9 » )) 26.5 ))

))

CAso IV. - C. G., di anni 32. Stenosi mitralica, ben compensata. 1° Periodo. 2 giugno 1903. Urea delle 24 ore gm. 40 3 }) )) )) » )) 42 2° Periodo·

Non si notarono disturbi gastro-intestinali, le f'eci non presentarono modificazioni; e nell'urina, non traccia d'albumina, in nessuno dei tre periodi.

Plasmon gm. 90 quotidianamente. Sospesa la carne.

UAso II. - B. G., di anni 46. Neitraste· ·n ia viscerale. Soffre da circa tre mesi di disturbi neurastenici a yreferenza cardiovascolari, che durante i soggiorno in Clinica si attenuarono assai.

3° Periodo:

4 giugno 1903. Urea delle 24 ore gm. 52 5

»

))

»

»

))

50

6

»

»

»

»

»

45

7 giugno 1903. Urea delle 24 ore gm. 42 8 » )) » )) )) 40 9 » )) » )) » 37

Dalle cifre qui sopra esposte risulta chiaro come non solo l'urea non ebbe a 14 maggio 1~03. Urea delle 24 ore gm. 22 diminuire durante il 2° periodo, l;lel qu~le 15 )) » » » » 21 16 )) » )) » » 20. 4 fu sospeso l'uso della carne, con sostituzione del Plasmon, ma venne eliminata in 2° Periodo: quantità maggiore. Ohe la eliminazione gm. 90 Plasmon quotidianamente: abolizione della carne. maggiore dipendesse dal Plasmon assorbito 17 maggio 1903. Urea delle 24 ore gm. 22 risulta anche dal fatto che nel 1° giorno 18 » » » » » 29. 4 del periodo di sospensione della carne la » » » » » 45 19 quantità di urea non si presentava in modo 20 » » » » » 29 rilevante modificata in confronto degli altri » )) » » » 37 21 giorni:-mancando il tempo per la riduzione 3° Periodo: dell'albumina introdotta col Plasmon.Invece 22 maggio 1903. Urea delle 24: ore gm. 39 l'effetto della somministrazione del Pla» » » » » 26 23 smon si può osservare anche il giorno dopo 24: » » » » » 30 cessato l'esperimento, il che si spiega colla 26 )) » » » » 20 stessa ragione. 27 » » » » » 17 La ricerca dell'urea si fece due volte al Anche in questo caso non si notò alcun disturbo gastro·enterico: non presenza di giorno, e cioè, per le urine della notte e della giornata, separatamente, e ciò allo albumina. scopo di evitare errori. CAso III. - M. P., di anni 47. Pleurite Dalle qui sopra esposte ricerche noi ci essudativa destra in via di riassorbimento. siamo formate le seguenti convinzioni: 1° PeJ:iodo. 1° Che il Plasmon è un preparato co1 giugno 1903. Urea delle 24 ore gm. 29 stituito da albumina lattea, il cui uso anche )) 26 prolungato non produce disturbi gastro2° P eriodo: intestinali. Noi abbiamo visto una sola Plaa1non gm. 90 quolidianamente. Abolizione carne. eccezione a tale regola : essendo insorti 3 giugno 1903. Urea delle 2.J: ore gm. 28. 5 fatti diarroici in un malato, che durarono .J: » » » » » 50 un sol giorno, e scomparvero senza cura, • c.) ~ 37.5 e senza sospensione del Plasmon. 1° Periodo:

))

(22)


o XI, F ASC. 12]

SEZIONE PRATICA •

2° Che il Plasmon anche usato per più giorni non produce albuminuria. 3° Che il Plasmon viene assimilato. Dalle nostre ricerche risultano anche le seguenti indicazioni terapeutiche consone a quelle fissate da Gautier: che il Plasmon è indicato in quei casi nei quali è necessaria una nutrizione intensiva, in malati deperiti, specie con ripugnanza al cibo comune. L'uso del Plasmon trova poi la sua più opportuna applicazione nei malati di tifo addominale, nei quali, come è noto, è necessaria l'alimentazione, per limitare il deperimento organico, da cui sono minacciati tali infermi, per il lungo decorso della malattia. Per tali ragioni crediamo che il Plasmon meriti d'essere usato anche nella pratica medica italiana.

Pl\ATIGA PllOFESSIONALE Note su sinto1ni cardiaci del mo1·bo di Basedoll'. . . . olla Rivista Critica di Oli1tica Medica, fase. I, 1904:. il prof. GRocco pubblica queste interes· santissime note. Il gozzo esoftalmico, se le molte volte riesce di facile riconoscimento anche per chi è appena iniziato allo studio dei malati, in taluni casi pre· onta gravissime difficoltà diagnostiche, sia che vi facciano <lifetto i segni Ruoi caratteristici o che questi 'Ti appaiano scarsi, mal definiti, oscu· ra1ne11te intrecciati con complicazioni morbose. In base all'esame accurato di un numero di l'asi ragguardevole l'A. si sente autorizzato ad affermare che già nelle fasi prime del morbo di Ba edo \Y il Cl1ore sotto gli attacchi tachicardici nppnre dilnta.to. come ne è prova l'aumento del lliumetro clinico trasversale. Codesta dilatazio1te alle lloltc t lrg,gcrissi1na, ed è / 'ugace; 11ta 1to11 111a11cn 111ai. Ell a renderla più manifesta \ale il sottoporre i pazienti a qualche affaticamento x11n colare, come qltello di. salire scale, portare • • • }H~s1 ~ cosi \1a.. Però anche nei momenti o periodi, in c11i inan· ca.110 la froq11enza, del polso e qualsiasi sinto1ua , ubiotti,·o dol c11ore, essendo d•altronde in atto ultra feno1nenologia del morbo di Basedo'', la indicata llila tnzio11e, ia pur Iieve, n1olsi riscou · trar ogni ,,.oltn che i pro\ano affatic<unenti clel paziente.

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3i3

Dati questi tutt'altro e/te i1t11fili n conoscer ·i: l'A. ricorda una serie di malati, in cui potè giu· stamente differenziare tra cardiopalmo emplice in soggetto nevrotico e forma frusta di morbo di Flaiani, appunto e soprat11tto coll'n.vere pro· vocata e riscontrata la diléltazione cardiaca. Non corre un rapporto necessario tra il grado della tachicardia ed il qt1anto della dilatazione cardiaca. Ben più frequente, per quanto non costante, è il rapporto fra questa dilata,zione ed il grado dell'aste1tict' ge1ierale. Quando la dilatazione del cuore è lieve, si limita, per quello cl1e è del rilievo clinico, ai ventricoli; ma se a sstrme ragguardevoli proporzioni, allora appare, tosto

o ]Jrestissi11to, a1iclie alle oreccliiette. L' A. si è potuto convincere che, se in gene· ralc l'insufficienza relativa delle valvole auri· colo-ventricolari contribuisce all'ingrandimento delle orecchiette, siffatto i11,qra11di11ie11to si pziò

avere a1tclze i1idipericle1ttenie1tte e sproporzionata111ente a q1iell'i1is1ifftcienza valvolare. Sono talvolta veramente sorprendenti la rapi· dità insieme ed il grado con cui ventricoli ed orecchiette si dilatano p11re in forme recenti o recentissime del morbo di Basedo\.v, come alle volte sorprende la rapidità colla qt1ale il cuore riprende il suo normale volt1me. E come si dànno allora le rapide e transitorie modificazioni di diametri e di figura lineare del cuore, cosi si rilevano pronti, i1tte1tsi e fllgaci rumori cardiaci cosidetti funzionali o di insufficienza valvolare relativa. Bisogna però badare che, se n elle fasi prime del male il ricupero del volume normale del cuore è in generale completo, non cosi suole essere n elle s11ccessive, ed è appunto n ei casi di precoce e maggiore dilatazione del cuore che pi1ì presto e più accentuatamente questa può farsi stabile, come si possono ad essa addizionare laipertrofia del cuore, non che le aritmie, le asi· stolie, ecc. Nel maggior numero dei casi vanno in pro· porzione le accessionali dilatazioni delle cavità cardiache e quelle delle arterie. E quando l·an· giodilatazione è ragguardeTole torna facile il rilievo dell'ipofouesi sternale ln11go il pPrcor ·o dell'aorta asce11de11te, come più di una . volta l'.A.. ebbe allora a riscontrare la pulsazione tra· cheo-laringea per trasmissione alla, trachea 'lei battiti aortici. Quando pulsano fortemente le arterie porife· riohe, è possibile il rilievo del polso arterio8o, del /ègnto della nzilza, del capo, e sotto 1111.qneale d el Quincke. D'altronde, dilatato forte1nente il cuore ccl in· sufficienti le valvole tricu pidali po siamo a,·ere il polso 1Je11oso alle gi11gnlari. al fe!!ato. cd 'wco (23)


374

IL POLICLINICO

sotto zi1igueale (polso venoso capillare dall' .A.. de· scritto nel 1885 in contrapposizione a quello del Quinclre). Ed anche per questi fenomeni di relativa insufficienza valvolare è talvolta veramente sorprendente la rapidità del loro incorrere ed eventualmente del loro risolversi. Dei molti casi attentament1e indagati di morbo di Basedo\Y, solo in due l'A. rilevò un'insuffi. cienza delle valvole aortiche, che, ben analiz·. zata, potè essere interpretata come relativa. Conviene essere prudenti nell'affermare t1na perma1ie1tfe lesione anatomica def cuore per ef· fetto del morbo di Basedow. L'A. ricorda fra le altre un'ammalata, in cui per mesi durarono molto aumentati il diametro trasverso (di 3-4 cen· timetri) e il tratto orizzontale sulla 3a cartila· g ine costale sinistra, Ad in cui nondi~eno, ri· solutasi la fenomenologia clinica generale, tutto tornò al volume normale. È l'aumento del dia· metro obliquo, nel suo tratto inferiore, che più vale a guidare il nostro giudizio in proposito. D'altro lato ricorda quel caso · in cui scom· parsa tutta la fenomenologia del morbo di Basedo"r, permase ingrandito, ipertrofi71zato il cuore, e ciò indipendentemente da vizi cardiaci asso· luti. Beninteso che per quanto duri a lungo la cessazione di ogni sintoma del morbo di Ba· sedow, vi è sempre da essere riservati rispetto alla sua risoluzione definitiva, segnatamente nei casi in cui perdura il gozzo, od il cuore ha subìto alterazioni anatomiche considerevoli per· manenti. In generale è grave quel morbo di Basedow, in cui si hanno le rapide ed intense dilatazioni cardiache, come sogliono essere indizio di gra· vezza anco maggiore le definitive dilatazioni, non che l'ipertrofia di cuore che ne conseguano. In siffatti casi purtroppo tosto o t~rdi succedono il più delle volte i fenomeni dell'insufficienza del miocardio, ed i pazienti alla fine ne restano vittime. Per fortuna le alterazioni definitive del cuore, e propriamente quelle in raggt1ardevole grado, ossia di più sfavorevole prognostico, sono rare, almeno per quanto l'.A.. può affermare in base alla personale esperienza. Il morbo di Basedo\\T può d'altronde decorrere grave, e riuscire micidiale senza che vi avven· gano forti dilatazioni di cuore, e tanto meno de· finitive alterazioni ·volumetriche con ipertrofia o processi degenerativi. E sianvi o meno i detti sintomi cardiaci è un dato sfavorevole il bruit de galop, che vi si ascolti durevolmente, come in qualche raro caso avvien&. Il cardiopalmo più o meno intenso, ·doloroso, la dispnea, l'asma cardiaco, gli stessi fenomeni di a11,gina pectori.i.;, che verificansi nei base(24)

I

[ANNO

XI, ~.A.SO.

dowiani, Jian1to u1ta speciale i1npro1tfa cli1iicn e non tanto perchè sogliono essere associati a molto spiccata tachicardia (ciò che può darsi per altre condizioni morbose), quanto per la forto ansietà, agitazione e clepressione psichica che vi si collegano, per i sudori che sogliono essere profusissimi, per la danza delle arterie e delle vene rilevabile segnatamente al collo, e per la fisionomia dei pazienti, la quale, anche se fa difetto l'esoftalmo (e be1t rara1nente l'esoftaln10 manca del tutto d1lra1ite codest~ accessi), è con1e di chi fosse in preda li per lì a fo rtissi11io SJJrr· ve1ito. L' .A.. vide più di una volta nel morbo di Basedow accessi che tendono a ricordare l' an,gor pectoris, 11ia 1i1t atttacco decisa1ne11,te tall'

egli non l'ha mai constatato. Si dànno malati, per quanto rari, in cui la fenomenologia del morbo di Basedo"r si accentra pressochè tutta nell'apparato circolatorio. Ed allora può avvenire al medico di chiedersi se si tratta di siffatta malattia o non piuttosto di cardiopalmo 1tervoso, di tacliic0:rdia essen,ziale. Bisogna notare in proposito che l'attento ed in· sistonte studio dei malati porta spessissimo a rilevare ben più sintomi del morbo di Flaiaui che a tutta prima non appaia. Molto suol for· nire l'esame dell'occhio, anche indipendentemente dal grossolano rilievo dell'esoftalmo, e l' A. vi trovò in qualche caso persino il feno· meno del Graefe, pur mancando ogni sporgenza dei bulbi. L'analisi della psiche dei pazienti, il ragguardevole e rapido deperjmento, la forte miastenia, la molta diaforesi, le ricorrenti diarree. lo specialé tremore, l'insonnia smaniosa, ecc., ecc., possono essere altrettanti sintomi di orienta· mento. Ma, limita.ndosi a:ll'esame dell'apparato circolatorio, possono giovare e giovano per il b uon orientamento diagnostico, le so,rraccennate rapide, i1itense e iristabili modificazioni di volumu del cuore (provocabili anco con artifizì) e se· gnatamente se desse sono a carico dei ventricoli insieme e delle orecchiette. E giovano del pari il rilievo della ipofonesi sternale in segno <li ampliamento accessionale dell'aorta, e la perce· zione di rumori funzionali cardiaci intensi, tnl· volta aspri e disparenti completamente, o quasi, col finire degli accessi. Nè sono prive di i1n· portanza per il diagnostico differenziale le forti pulsazioni arteriose periferiche proporzionate llOl' i vari distretti del corpo od esagerate in taluni di essi (segnatamente al collo), non che la 1110· dificata pressione vasale, quale si dà nei base· dowiani. Bisogna ricordare un,altra, per q11anto cece· zionale evenienza, e cioè che, ingrandì to il cuore, ipertrofizzato ragguardevolmente il ve~tricolo


SEZIONE PRATICA

•3-IO

sinistro e ùeficionti d'altronde i1el momento del· l'esame altri sogni esp1·essiTi ùel morbo cli Ba· scdo\v, sorga il dubbio se gli accessi d i cardio· palmo, di tachicardia, d'asma cardiaco, d'asistolia..•. siano conseguenza di lesioni cardiache proprie del morbo di F laiani o 11on piuttosto di una 111iocardite cro1iica con secondarie ins uffi· cienze r elati,re ,,.al v·olari, asistolia, ecc. Anche p er si ffatta contingen za clinica, ]a storia d el precedente decor so della malattia suol r e· care s ufficiente luce risp etto al morbo di Ba· sedo,v, come un diligente e minuzioso esame d ello stato attuale suole fornire ben più che in gulle prime non seni bri per la diagnosi di detta malatti<-t. D'altron(le può valer molto per la dia· (J'nosi differenziale l'accurata ricerca eziologica o e lo svolgimento dei s intomi, avendo ben a mente quanto a tale proposito la patologia me· <lica ci ha appreso sulle miocarditi. BisoO"na inoltre ricordare ch e l'aritmia, la o . quale st1ol a·v-ere tanto predominio n ella m1ocar~ dite, non è n ecessaria e non st1ol esser e cosi spiccata nel morbo di Basedo,,·. E se anche ~er la miocardite si dànno l e insufficienze r elat1,re delle val,Tole auricolo·ventricolari, esse non sono p erò cosi frequenti, pronte e spiccate quanto n el morbo di Basedo,v, come i r elativi rumori si· stolici sono in questo ben più precoci e spie· cati, se non pi1ì rudi, ch e n ella miocardite. Pure in siffa,tto differenziamento diagnostico hanno molto , . .alore per il morbo di Basedo ,,. le ricor· r enti smorzatur6 di s11ono sullo sterno causate dagli accessionali ampliamenti n ell'apr ta, come lo hanno Je dilatazioni e forti p11lsazioni arteriose periferiche eh~ si ri scontra~o durante gli attac· chi. Anche p er la miocardite, data la relativa insufficienza delle valvole auricolo-ventricolari, possono ampliarsi le orecchiette e si possono Aver e i polsi venosi sistolici periferici, rua t11tto ciò i11 bo11 minore grado e non cosi prontamente come n ella cachessia esoftalmica. E se da t1n lato la ricerca dei sintomi con comitanti e proprii del morbo di Ba~edow può far luce per la diagnosi di questa malattia, e gio, a per la ste~sa diagnosi lo sp eciale decorso a ccessionale, ha d'altronde valore p er l 'opposto diagnostico il i:iscontro di quei sintomi arteriosi, r enali epa· tici, ecc. che cosi frequentemente associansi a quelli della miocardi te. L'A.. ha osservato pure casi non dubbii di ' rizi <!ardiaci assoluti n el morbo di Ba·s edo''" e non potè considerarli che quali complicazioni mor· bose. Non è per altro in,'"erosimile che il morbo di Flaiani favori sca lo svolgersi di endocarditi, in quanto es o impìica i noti turbamenti fun · zionali e nt1tritiYi del cuore. 1

1

Tachicardia paro ·si tica.

Col di nome 4 Her~jage11 •,il clott. A . HOFF~fANN (Deritsc/ies .Arclt. f . J.·/i11. Medici11 ., "'\"ol. 78, p. 39) ha descritto una forma cli tachicardia. paro , istica, caratterizzata da lln'estr ema rapidità clel· l'atti vità cardiaca, preceduta e seguìta da. irregolarità. 110 stesso autore riferisce ora nuove osserva zioni fatte in altri 6 casi. Nessun a malattia or· ga nica potè essere dimostrata in tutti questi casi. La causa ap1)arente dell'affezione risiede in 3 casi in uno strapazzo fisico, in 2 in emozioni psichiche ed in t1no in eccessi alcool iconicotinici. Gli attacchi si iniziava110 e spari,rano subita n eamente, rBstando regolare fra uno e l'altro attacco l'attività cardiaca. In un caso l' es,ime coi raggi di Rt>ntgen, 11a mostrato una notevole riduzione nell'escursione del ven tricolo, con incompleta diastole. A ll'ascoltazione, n ess11na anormalità fu notata. La pressione sang uigna rimase praticamente la stessa, così negli atta.echi come negli intervalli . L ' attacco era sposso accompagnato da poJiuria, senza albumina o zucch ero. Dopo gli attacchi, rimanevano assai lievi disturbi generali. La fre quenza del polso era quasi doppia d11rante l'att acco. La tachicardia è ascritta da]l'autore ad una alterazione del muscolo cardiaco, essendo a11men· tate d el pari la contrattilita e la conducibilità. Gli impulsi alla contrazione probabilmnnte nascono dalle radici d elle grandi ' '"ene correndo v er so il cuore. Normalmente, ogni secondo in1pulso trova il muscolo cardiaco in stato refrattario; ma in q11esta condizione la contrattilità è aumentata, e ad ogni impulso segue perciò una con trazione.

APPUN'l'I DI 'l'El.lAPIA Il reuntatismo blenorragico; sue varie torn1e

e loro cura. Nel B11lleti1i 11i(làicat (n. 79, pag. 829, 1903). il dott. RENAULT afferma che si può adoperare come medicamento interno il salicilato di soda alla dose di .J:-6 grammi al giorno. Il salofaite, l'asaprol, il blet1 di metilene sono pre so a poco inefficaci. Il trattamento mercuriale sarebbe utile quando il r eumatismo blenorragico colpisce tu1 sifilitico. Il trattamento locale con iste nella immobiliz· zazione e nella compressione o,~attata. Più tar<li. bagni generali., particolarmente i l>ugni o1foro i. (25)


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[ANNO XI~ FASC.

IL POLICLINICO •

..

presi quotidianamente. Bisogna segnalare i buoni effetti del bagno trementinato : Emulsione di sapone nero e di essenza di tre· mentina gm. 100, per un bagno intero. Più tardi si può portare la dose fino a 300 e 400 gm· Per un bagno locale bastano 50 gm. Il bagno trementinat~ renderà specialmente dei servigì nel reumatismo subacuto circoscritto. Anche in questi casi si potranno adoperare le punte di fuoco, le doccie a vapore e quelle sol· forose e finalmente i bagni d'aria calda, som· ministrati con l'apparecchio di Tallermann, dove la temperatura può esser portata fino a 130, 150 e perfino 200 gradi. Nella poliartrite deformante si adoperino gli stes.si mez7.ii: m,assaggio, bagni diversi, doccie, elettrizzazione dei muscoli atrofizrtati. Si possono adoperare le iniezioni sottocutanee di liquido di Gram, adopera te da LALLIER e da STEG. '

I

Iodio metallico . . . Ioduro di potassio. • .A.equa . . . . . •

I

.

. . gm.

>

1 2

~

100

Si fanno delle iniezioni quotidiane, cominciando da 1 eme. ed a11mentando progressivamente fino a 3-4: eme. Si può anche, d'altro canto, dare, per uso in· terno, della tintura di iodio alla dose di 10 a 20 go.cce al giorno, in due . volte, in una tazza di latte o di acqua inzuccherata; lo ioduro di potassio alla dose di 3.5 gm. al giorno. Si può raccomandare una stagione ad Aix, in Savoia, a Bagnères de Luchon o a Barèges, in Francia; a Salsomaggiore, a Salice, a Castro caro, ad .A.bano, in Italia. Le flemmasie delle guaine tendinee e delle borse sierose si curano anch'esse con l'immobi· lizzazione e colle medicature ovattate, almeno durante il periodo acuto. Più tardi, spennellatm·e di iodio, vescicanti, punte di fuoco, doccie e bagni d'aria calda. In certi casi il reumatismo al calcagno ha una tenacia disperante che obbliga talvolta all'inter· vento chirurgico, all'estirpazione della borsa sie· rosa sottocalcanea. In q11anto alla blenorragia concomitante, non bisogna esitare a trattarla coi mezzi adatti, sia essa allo stato acuto od al cronico. Finalmente si metterà in guardia l'ammalata contro una reinfezione blenorragica, perchè il reumatismo si riproduce ad ogni attacco nuovo; di più, il malato dovrà mettersi al riparo dalle cause predisponenti, fatiche, raffreddamenti, traumatismi "Varì. (26)

Tetano traumatico e fenolo. Il dott. E. BARBA, di Gallipoli, negli l11c1tra· bili (anno XVIII, fascicoli 21-22, 1903), pubblica questa nota clinico-terapeutica: Trattasi di un malato che un mese dopo la guarigione di una ferita casualrnE·nte riportata alla mano destra, a cui sussegui gonfiore della regione deltoidea,. ebbe dolori alla regione vertèbrale del dorso e della cervice, trisma e finalmente il quadro completo di un tetano, la cui origine fu posta in relazione d&l trauma subito. In questo caso, che l' A. segue molto diligen· temente in tutto il suo decorso, ha messa in opera per la cura il metodo Baccelli, cominciando con delle iniezioni d'acido fenico di 6 cgr. eia· scuna in olio <li vaselina e salendo gradatamente sempre a dosi maggiori' fino a 75 cgm. per giorno (cgm. 19 per iniezione), La tolleranza fu relativa percbè al 13° giorno, dopo aver impi~gato 655 cgm. di fenolo, si do· vette sospenderne l'uso per insorgenza di acnecarbolico; 7 giorni più tardi si dovettero però riprendere e con altri 24:0 cgm. di fenolo, l'am· malato andò ai guarigione. Come cura coadiuvante fu usato il bromuro, il cloralio, la paraldeide; ma sopratutto la morfina e, con poco effetto,. qualche iniezione di curaro.

..

Contro i

dolo~i

degli orecchioni.

Il dott. RAGAZZI consiglia le e sera, sulla regione p'a rotidea, pomata: Guaiacolo . • • • . . Vaselina. • • • • • • Lanolina. . • • . . .

unzioni mattina con la seguente. gm. 1 •

>

. •

10 10

V..8..RIA Per opporsi ai progressi della degenerazione fisica e morale. - Il dott. RENTOUL, di Liver· pool, propone mezzi assolutamente radicali. . In dieci anni egli dice più di 73,000 alienati, in Inghilterra e nel paese di Galles sono stati rilasciati come e guariti > • .A. Londra, in 8 anni, quasi 9000 malati internati negli asili sono sta~ considerati guariti e messi in libertà. Su questi 9000 alienati 2285 sono stati internati di nuovo e 1100 di questi meno di un anno dopo il loro licenziamento. e È buono è giusto, domanda il doti. REN· TOUL che un' nllfilero cosi grande di alienati. ' . pretesi guariti possano essere autorizzati a r1· prendere la vita ordinaria? È meno pericoloso per la società lasciare in libertà delle persone


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SEZIONE PRATICA

guarite dal vaiuolo o dalla peste Aenza aver di· I sudati; il reperto dei vari microrganismi negli sinfettato i loro vestiti che di rimandare a casa sputi· l'esame uroscopico, con un capitolo spe· degli alienati che si dicono guariti ~ non lo sono, ciale per lo svolgimento della pressione osmo· lhsciando loro riprendere le relazioni coniugali ». tica delle urine (misura del punto di congelaEd il rimedio che l'A. propone è quello della zione: crioscopia) e un altro per la presenza in sterilizzazione artificiale degli alienati e dei dequeste degli ultimi prodotti del ricambio con i generati in genere. relativi accenni alla loro importanza clinica. L'operazione consisterebbe nella escissione di Come dicevamo, il libro si raccomancla tante> • due pollici dei canali deferenti nell'uomo o delle già di per sè stesso ed è scritto da un autore trombe nella donna. di cosi chiara fama, che non occorre spencler Tale operazione sarebbe fatta sotto la sanzione parole per dimostrarne l'importanza. Le modi· cli una commissione composta di un medico, un ficazioni e le a·g giunte del KLEl\IPERER poi non magistrato, un consigliere municipale, un com· fanno che aumentarne il valore. a. JJ. missario degli asili per alienati ed un commist VERT A. - Hygiène des rnes. - PariR, sario delle prigioni. J. B. Baillière et fils, 1904, fr. 3. 50. Due chirurgi in ogni città sarebbero d'0signati La pulizia e la salubrità delle strade sono con· come operatori officiali ed una relazione genedizioni ,prime per la salubrità delle nostre alJi· rale delle operazioni fatte sarebbe presentata taztoni. Come queste possono essere sane se la ogni anno al Parlamento. la loro situazione e la larghezza della via non E nel suo zelo sterilizzatore il dott. RENTOUL permettono che vi penetri il sole e ohe l'aria eRtende questa misura di igiene sociale non sol· si rinnovi, se l'acqua non è abbondante per i tanto agli alienati de~i « gt1ariti » ma a tutti i lavaggi come per le bevande, se non è assicurato loprosi, cancerosi, epilettici, idioti, imbecilli, crel'immediato allontanamento delle immondizie ·~ ti11i, deboli di mente, ai soggetti colpiti da affe· La casa non può mantenersi sana se le immonzioni gravi del cuore, dei pulmoni, dei reni, ed dizie rientrano sotto forma di nugoli di polv-ere in fatto, ad ogni persona affetta da una malattia dalle finestre o col fango che si attacca alle specifica capace di essere trasmessa dai genitori nostre calzature e ai nostri vestiti. ai fig1i. Il libro del dott. y,~RT è destinato a volgariz· L' A. estende poi l'operazione alle prostitute zaro queste nozioni d'igiene applicata alle strade. ed ai degenerati sessuali d'ambo i sessi, colpeLa polvere proviene dalla cattiva seJciatura ,..oli di « delitti contro la morale :i> ai• criminali, delle strade, dal loro spazzamento a secco, dallo ai vagabondi ed anche, infine, alle vittime delle sbatacchiamento di tappeti sulla pt1bblica via~ ma1attie veneree. dal suo sollevamento provocato da1le vetture e A questa lista di persone che «in buona giu· specialmente dagli automobili a grande Yelostizia e nel pubblico interesse dovrebbero esser cità, ecc. rose incapaci di propagare la specie > il dottor Queste polveri provengono pure da aspetto· RENTOUL ha dimenticato di aggiungere, ci pare, l.'ati essiccati, non solamente di tubercolosi ma di una persona . . . . sè stesso. tutte le persone affette da malattie nelle quali gli sputi contengono germi contagiosi. CENNI BIBLIOGRAFICI Grandi progressi si sono ottenuti in questi PAUL GuTTMANN. - Lehrbuch der klinischen ultimi anni per mezzo di apparecchì pneumatici Untersuchungs· Methoden f'd.r die Brust· 11nd adoperati in alcune grandi città. I libri di volgarizzazione igienica sono i mezzi Unterleibs-Organe. - Herausgegeben von migliori per creare il progresso dell'opinione KLEMPERER, Berlin 1904 lCirschwald .A.. pubblica e stimolare i m11nicipì e i Consigli sa· Il trattato di semeiotica degli organi toracici ni tari a perfezionare i servizi inerenti ali'igiene. ed addoutinali di GUTTMANN in pochi anni ha Questo libro ha anche il merito di essere scritto raggiunto la nona edizione. Le edizioni non si in modo che la lettura ne riesce facile ed interes· ripeterono soltanto per la morte dell' A. I nostri sante. B. R. medici lo conoscono, non foss'altro che per la BoucHARDAT G. Nouveau Formnlaire magistral traduzione italiana ormai esaurita. de M. le professeur A.. Bouehardat. - Paris. L'edizione presente, di ben 518 pagine, è di Felix Alcan. Fr. 4. molto aumentata in confronto alle altre e ha ddlle notevoli modificazioni e degli importanti miglioQuesta 33a edizione è stata messa al corrente ramenti. Cosi, p. es., trattazione più ampia hanno dei progressi della terapeutica. Tuttavia G. Bouavuto i capitoli riguardanti: gli essudati e i tran· CHARDAT non ~segnala. che quei medicamenti (27)


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IL POLICLINICO

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nuovi i cui risultati sono incontestabilmente I BIBLIOGRAFIA ITALIANA acquisiti; e, malgrado questa scelta, più di 200 formule nuove hanno trovato posto in questa Chirurgia. -edizione. St3gnaliamo i nuovi sali di mercurio a i com· SP ANGARO SA VERI O. - Sulle 1nodificazioni istoposti arsenicali e dell'argento; gli estratti dei logiche del testicolo, dell'epididimo, del dotto corpi tiroidi e delle glandole surrenali, fra i deferente dalla nascita fino alla vecchiaia. quali principalmente l'adrenalina. con speciale riguardo all'atrofia del testicolo, Il libro contiene pure n11merose nozioni tera· allo sviluppo del tessuto elastico ed alla pre· peutiche e igieniche, le generalità sull' arte di senza di cristalli nel testicolo. - Venezia, formulare, una parte che riguarda le acque mi· Riv. Veneta delle Se. Med., 1904. nerali e artificiali, un memoriale terapeutico, GIANNETTASIO NICOLA. - Sulla sterilizzazione delle nozioni sull'impiego dei contro,releni, sopra del catgut col metodo di Claudius. - }'filano, i soccorsi da apprestare agli avvelenati e agli Gazz. degli Ospedali, 1904. asfissiati, la lista dei cibi permessi ai glicosuGIANNETTTASIO N. - Della gastroenterostomia • • r1c1, ecc. alla Rou:x. - Palermo, La Riforma ~iedica. È insomma un buon vade-niecu1n per i medici 1904. pratici. R. B. SuLLI G. - Sul comportamento del peritoneo verso gli agenti esterni in alcune lesioni vio· PoLLAccr. Diffnsion de l'acide sulfocyanique lente dell'addome. - Milano, Gazz. degli Ospe· dans les deux regnes organiques. - Son dali, 1904. action sur le calomel. - Torino, 1904. Fra· P ALLERONI GIOVANNI. - Semeiotica per le ma· telli Bocca, editori. lattie delle vie urinarie. Lezione. - Palermo. L' A., coll'opera presente, reca un contributo Gazz. Sicil. di Med. e Chir., 1904. prezioso e notevole a un capitolo della chimica lVlENONI CARLO. - Contributo clinico all'uso del biologica. catgut all'iodio in chirurgia. - Milano, Gazz. Il libro è diviso in due parti. Nella prima, degli Ospedali, 1904. clop o aver esposto le dottrine che ammettono e ~EGRONI GIOACCHINO. - Sopra un caso di osteo· che negano che il solfocianato di K sia un comsarcoma costale. - Torino, Gazz. med. ital., ponente normale della saliva; espone le ragioni 1904. per le quali egli è i11clinato ad ammetterlo come PozzAN TULLIO. - Amputazione interscapolo· un costituente normale della secrezione suddetta. toracica per ferita da strappamento dell'arto Riferisce in seguito tutti i metodi di indagine superiore. - ~Iilano, Gazz. degli Ospedali, per scoprire l'acido solfocianico allo stato di 1904. solfocianato di K nel succo gastrico, nella mu· MOTTA M . e NOTA A. - A proposito dello stato -cosa gastrica, nei muscoli, nei tendini, nel feattuale della cura della lussazione congenita gato, nel sangue, nel latte e infine in alcuni dell'anca. - Milano, Arch. di Ortopedia, 1904. prodotti vegetali, come le castagne, le rape, le MOTTA MARIO. - Nuovo contributo alla cura fave, i semi di frumento. della scoliosi. - Milano, Archivio di Orto· Nella seconda parte l' A. espone i cambiamenti pedia, 1904. chimici che subisce il calomelano dopo che è FERRARIS c. e GARAMPAZZI Sopra illl caso stato introdotto nell'organismo ; tratta l'impor· di peritonite per infortunio sul lavoro. - l\li· tante questione che si riferisce alla compatibilano, Gazz. degli Ospedali, 1904. lità del calomelano con gli alimenti salati e con MESSINA GASPARE. - Un caso di calcolo in· le alte dosi di KBr o di IBr, e conclude col dire castonato. - l\'Iilano, Gazz. degli Ospedali. se sia più o meno vantaggioso dare il calomelano 1904. ad al te o a piccole dosi. ANTONELLI ITALO. - Chirurgia dei diverticoli L'opera del POLLACCI è assolutamente origi· intestinali. - Venezia, Rivista Veneta di Se. nale e risolve importanti problemi di fisiologia, Med., 1904. farmacologia e terapia. a. p. TREVISAN NICOLÒ. - Contributo alla cura del· l'ulcera duodenale con la gastro-enterostomis. Recentissime pubblicazioni: - Venezia, Rivista Veneta di Soc. Med., 1904:. . La Malaria secondo le nuove ricerche GAROVI LUIGI. - Contributo alla chirurgia del· del prof. A. OELLI (2• edizione), L . & l'uretere nella cura della fistola uretero-valndiriuare riohiee~ con Cartolina-vaglia alla. Società . l e. - T ormo, · Ga"z g1na u • Med. Italiana, 1904. Editrice Dante Allghlert - Roma.

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Gu ALDRINI G. - Dell'emostasi nella chirurgia I le fabbriche, le imprese di costruzioni, gli inge · epatica e nuovo contributo col cloruro di adre· gneri e gli architetti avrebbero riposato an· nalina. - Milano, Gazz. degli Ospedali, 1904. cor essi.• ' GARA·v1N1 F. - Sopra un caso di lussazione Gli avvocati, i nostri bt1oni amici, già godono paralitica volontaria dell'anca. - Milano, Ardel m eritato riposo che è loro concesso per chivio di Ortopedia, 1904. ÀNZILOTTI G. - Sop.ra uno speciale metodo di il fatto che i gil1dici, per rinfrancarsi delle loro eccezionali fatiche, a paragone delle quali quelle tenoplastica. - Pisa, La Clinica Moderna, 1904. di Ercole di'rentan bazzecole, tengono chiuse le GIORDANO DAVIDE. - Morti post-operatorie. aule dei tribunali per tre giorni su sette. Venezia, Riv. Veneta di Se. Med., 1904. I notai sono già autorizzati dalla legge a non FERRARINI Gurno. Sulla gl1aribilità funzio· aprire i loro uffici nelle domeniche e nelle altre nale delle lesioni prodotte nel rene dall'ische. feste. mia temporanea. - Venezia, Riv. Veneta di Un'altra categoria di strenui lavoratori, qual'è Se. Med., 1904. quella degli impiegati delle pubbliche ammini· strazioni, già gode quasi completamente del ri· poso per tutte le domeniche. La nuova legge concedeva il riposo -a turno La legge sul riposo lesti vo ed i medici. finanche ai farmacisti. Non intendo di occuparmi della parte nobiMa dei medici nemmeno llna parola. lissima a'ruta da alcuni fra i principali uomini È facile immaginare che cosa si risponderà a parla.1nentari appartenenti alla classe medica questa osservazione. nella preparazione e nella discussione della legge I medici non possono riposarsi, p erchè non sul riposo festivo, cosi poco degnamente sepolta riposano i malati. nell'urna dalla Camera dei deputati. La risposta ha le apparenze di essere molto Il bisogno di un riposo periodico e sufficien· savia, e sembrerà strano che da parte nostra temente prolungato per chi logora nel lavoro i si sia voluta provocare. propri in uscoli o la propria sostanza cerebrale Si, è vero cho la classe dei medici non ha il è coRì consentaneo alle idee ed ai concetti del· diritto di riposare, ma deve rimanere pronta alle l'igiene moderna, che agli igienisti spettava na· armi, in tutte le ore, in vigilie diurne e not· turalmente un posto d'onore fra i sostenitori turne. Per il medico non esiste nè sorriso di della legge Cabrini. sole primaverile che possa allettarlo ad una gita La loro parola era quella che doveva essere campestre domenicale, n è alcuna dolce ricorrenza piit intesa in mezzo al vaniloquio· dei politifamiliare che valga a salvarlo dall'imperioso canti ed ai sofismi degli industriali timorosi appello di accorrere vicino ad lln quadro di della p erdita di un settimo del loro dividendo dolore e di miseria. di fi11 d'anno. Noi sapevamo tutto ciò quando ci dedican1mo Ed infatti, igierlisti autentici ed igienisti di· alla nostra professione, e il novellista inglese lattanti sostennero degnamente la legge sfor- non aveva bisogno di insegnarci che un m edico tunata. può esser tirato giù dal suo letto da una scampa· 1\1a io ho 'roluto ricordare in un giornale nellata indiscreta anche nella prima notte di modico la. legge sul riposo festivo per un altra matrimonio. considerazione. Ma se il diritto al riposo è n egato alla classe I medici non possono non aver osservato che, m edica, astrattamente considerata, vi sono tut· fra t11tte le classi di lavoratori dell' intelligenza, tavia delle categorie di m edici, fra le più affa· ticate e le più sfruttate, che potrebbero preten· essi oli, se fosse passato il progetto discusso <lalla. Camera, non avrebbero avuto il diritto di dere a qualche considerazioue. riposar mai. Perchè non potrebbe organizzarsi un riposo Gli altri professionisti o avrebbero benefi0iato a turno - quale la legge Ca.brini avrebbe con· llella legge stessa o già godevano, indipenden· cesso ai farmacisti ed agli impiegati degli staten1cnte dalla legge, di un riposo periodico. bilimenti di cure termali - per i medici degli Inf<ttti, essendo obbligate al riposo le officine, ospedali, delle al tre opere pie, delle congrega· (29)

INTERESSI PROFESSIONAL I


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IL P OLIOLINIOO -

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zioni di carità, per i medici comunali' addetti a I RISPOSTE A QUESITI E A DOMANDE servizi speciali, ed anche per i medici condotti (2902) Sig. dott. L. F. da S. S. M. - Le di· là dove ne esista più d'uno, almeno per le visite missioni, salvo patti in contrario contenuti nel di malati nuovi? Eppure nessuno vi ha pensato. Io credo tut· capitolato, possono essere presentate in qualunque tavi'1. che i medici siano uomini di carne ed ossa, ' tempo ed a far tempo da qualsiasi epoca. Per convenienza però, sarebbe opportuno presentarle e che per essi non ·esistano una fisiologia ed un paio di mesi prima, onde dar agio al Comune una igiene speciale, che neghino quelle leggi che di provvedersi di altro sanitario. Crediamo che si possa ottenere la ridurz;ione del contributo al . sono vere per t11tte le altre classi sociali. Lo scendere e il salire per le altrui scale è minimo: bisognerebbe avanzare analoga domanda veramente duro, e la legge non dovrebbe conalla Cassa dei depositi e prestiti. Cessando dalla cedere il diritto di fare delle piccole soste per condotta, si cessa dal far parte della Cassa, nè, riprender fiato, soltanto ai fattorini telegrafici, anche v~lendolo, si può rimanere iscritti, perchè ai portalettere che stancano i loro muscoli; ·per la Cassa è istituita solo pei medici condotti e non i medici il pericoloso esercizio lungo questo do· pei· i liberi esercenti. . loroso calle dantesco consuma muscoli ed in· (2903) Sig. dott. T. ·}II. da B. I. - Per effetto • dell'art. 13 della nuova legge, per divenire sta· telligenrz;a. bile l'ufficiale sanitario, occorre che non sola· Insomma, qualche formula dovrebbe pur tro· mente sia in carica da almeno 3 anni, ma che varsi per concedere un po' di tregua ogni tanto a il Consiglio provinciale sanitario, all'uopo espres· questo incessante logorio di noi stessi, che fa sì samente interpellato, lo ritenga meritevole di che ci sorprendiamo nella vecphiaia qu~.si non definitiva conferina. Ella potrà, quindi, fin da ancora 11sciti dalla giovinezza. ora r.~volg&re speciale ricorso al Consiglio pro· Un deputato propose, durante la discussione vin_ciale sanitario, che dovrà decidere in m,ateria. della legge Cabrini, che si stabilisse il diritto (2904) Sig. dott. L. T. da O. - Crediamo che la dicit11ra del comma 2° dell'art. 11 non sia ef· ad un riposo ·a nnuale per i nledici condotti, per fettivamente esatta, perchè nel caso in esso pre· almeno venti giorni; ma, nossignore, gli fu ri· visto il licenziamento deve essere pronunziato secondo il 20 comma e non 1 o dell'art. 6. La sposto vittoriosamente che del riposo dei me· dici condotti s'era parlato. nella discussione del· nuova legge è già andata in vigore, essendo l'ultima legge sanitaria, e la proposta fu respinta, stata pubblicata sulla Gazzetta ufficiale il giorno senza ricordarsi che il diritto alla licenza an· 7 marzo. Non si può cumulare per la pensione nuale fu scartato da quella legge e rimandato il servizio prestato contemporaneamente in più • comuni. al regolamento, e molto probabilmente dal re· ' (2906) Sig. dott. D. A. R. da C. - Se per il golamento sarà rimesso alla; magnanimità ed al . servizio ostet:rico si vuol intendere l'assistenza buon voJere dei signori sindaci. ordinaria dei parti, Ella non vi è obbligata, Io spero che la legge sul riposo festivo risu· come non vi è' obbligato nessun medico condotto, sciti come Lazzaro e sia presentata sotto veste essendo tale mansione esclusivamente riservata • migliore e più stringata in modo che possa . vin.· alle levatrici. Se poi si vuol intendere l'even· cere tutte le prevenzioni e tutti i sospetti, ed tuale intervento chirurgico, allora Ella vi è ob· assicuri ogni settimana poche ore di req1tie ai bligata, come tutti gli altri chirurgi condotti. (2907t Sig. dott. C. D. L. da M. - La sua os· la\oratori ; questa legge è stata caldeggiata ed servazione è riso]uta chiaramente dal tassati,ro è voluta dalla classe medica, che è giudice migliore di ogni altra dei danni delle. fatiche este- disposto dell'art. 11 della legge, il quale dispone nuanti delle officine e degli opificì industriali che per i medici condotti comunali e per quelli delle Opere pie, che fanno servizio dei poveri, moderni; ma sarebbe una grande ingiustizia se il biennio si computa dal giorno della assunzione la parte più affaticata e più utile della classe in servizio. Come Ella vede sono pienamente medica stessa si vedesse completamente esclusa, equiparate le due classi di sanitari. sotto qualunque forma, dai benefici della legge (2908) Sig. dott. P. M. da C. C. - L'interi· che concede riposo agli stanchi corpi umani. nato fatto senza nomina del Consiglio non vale Doctor 0AJ1JS. per lo acquisto della stabilità. Può però vi:tilere agli effetti della pensione iscrivendosi alla Cassa, appena assunto servizio. La nuova legge ~ani·

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SEZIONE PRATICA

Alla simpatica riunione parlarono per il Setaria è già in vigore. L'ufficiale sanitario non I può rimanere in servizio senza il parere favo- nato Frank-Chauveau e Léon Labbé; per i me· dici Bar, Brault, Legry. Cornillon, Blondel, 1·evole clel Consiglio provinciale sanitario. Do· Chantemesse e infine il rettore Debove. Rispose vrebbe però contare almeno 3 anni di carica. con il suo dire b(·nario, elevato, affascinante Cor· TI triennio di prova si compie calcolando dal nil, cercando di velare i meriti suoi con lo studio giorno in cui si è assunto effettivamente ser· analitico di quanti fattori cooperaroun a rendere efficace l'opera sua, consistente, in sostanza, • • VIZIO. nell'aver mirato sempre al progressivo e serio (2911) Sig. dott. S. S. da D. - La n11ova miglioramento altrui, così nella vita sociale come nella scientifica. legge sanitaria è già in vigore e quindi Ella è A vendo noi avuto più di una volta occasione già diven11ta stabile fino dall'11 . del mese voldi apprezzare la serena bontà che accompagna gente. il valore scientifico, da tutti riconosciuto, del (2912) Sig. dott. À. S. da C. - Noi crediamo prof. Cornil, con lieto animo gli inviamo da queste colonne l'augurio che 11na lunga esistenza .che Ella abbia ragione, giacchè il diritto alla sia serbata alla sua figura, modesta nelle aJ>paesenzione della tassa di ricchezza mobile, benchè renze quanto nobile nella sua essenza scienti· non sancito espressamente nell'ultima delibera· fica e morale. LA REDAZIONE. zione con cui la condotta era limitata ai soli poveri, scaturisce evidente ed incontrastato dalle Il Con,s~q lio dell'Ordine dei 11iedici della proprecedenti deliberazioni del 9 novembre 1894 e vincia di Ro1na si è adunato sotto la presidenza dell'on. Santini ed ha proceduto all'ammissione 23 gennaio 1899. Contro la decisione della Giunta provinciale di parecchi nuovi soci. Il Presidente on. Santini riferì sul col\oquio amministrativa il comune avrebbe potuto ricor· av11to, insieme al dott. Villa, Presidente della rere al Governo del Re e se non lo ha fatto Associazione nazionale dei medici condotti, colpuò farlo anche ora giacchè, nonostante qualche l'on. Giolitti, intorno alle modificazioni dell.a legge sanita.ria testè approvata anche dal Sesolitario parere del Consiglio di Stato, in con· nato e sulla promessa avuta di comprendere trarlo, pei ricorsi di cui all'articolo 199 della una rappresentanza di medici condotti nella legge comunale non vi è termine prestabilito. Commissione che formulerà il regolamento per Il Comune può sempre abbonare ai suoi stipen- l'applicazione delle modificazioni stesse. 11 Consiglio votò ad unanimità un salt1to al diati la tassa di ricchezza mobile, ma per far prof. D' .A.ntona per la splendida vittoria ripor· ciò occorre che non ecceda la sovraimposta e tata al Senato nel noto processo intentatogli. che la relativa delibera, ripetuta due volte ai Proceduto poi al disbrigo degli affari ordinari prese in esame la mozione di un membro sensi dell'articolo 162 della legge, riporti l'ap· del Consiglio relativa alla cointeressenza offèrta provazione dell'autorità tutoria, pel disposto del da un Istituto sanitario },rivato di Roma ai mesuccessivo articolo 194. dici privati sugli onorari pagati dai clienti da Si potrebbe contro la decisione della Ginnta essi indirizzati all'Istituto. Dopo lunga discusprovinciale amministrativa che senza sentire il sione, alla quale presero parte quasi tutti i consiglieri fu approvato il seguente ordine del parere del Consiglio provinciale sanitario ha ri· giorno: · dotto lo stipendio ricorrere, come pel caso -pre· « Il Consiglio dell'Ordine dei medici della provincia di Roma, prendendo occasione dalla cedente, al Governo del Re, anche appoggiancircolare spedita dall'Amministrazione di un Isti· dosi al disposto dell'articolo 8 della nuova legge, tuto sanitario privato di Roma, con la quale si che per caso analogo prescrive tassativamente offre una cointeressenza ai medici pratici sugli l'obbligo di sentire il detto Consiglio. onorari pagati dai clienti da essi indirizzati al· l'Istituto stesso, afferma il principio generale Doctor J1 JSTITIA. che qualunque accordo fatto fra medici e me· dici, o fra medici e istituti sanitari, allo scopo di procacciarsi clientela e di dividerne i pro· NOTIZIE DIVERSE venti è contrario alle buone norme della deon· tologia medica >. E, similmente, riunendosi per la prima volta In onore del prof. Cornil. dopo la sentenza emessa dai Tribunali nella Un recente numero (21) della Presse Médicale oausa per la morte del marinaio D ' Angelo e ci porta ampia relazione della festa che la Pa· dopo aver deplorato che il socio dott. Ponzi sia rigi intellettuale ha fatto, di questi giorni, in stato coinvolto nella causa suddetta, ha delibe<>nore del prof. Corltil. rato che la presidenza invii una lettera al ColMentre gli elettori lo lasciavano in asso alle lega per esprimergli le più vive congratulazioni elezioni senatoriali e l'età (65 anni) lo allontadella sentenza assolutoria con la quale merita· nava dagli ospedali, gli amici politici e gli am· mente gli n1 confermata la fama di medico illum~at?ri scientifici colsero l'occasione per ofminato e coscenzioso che sempre lo distinse. frirgli una medaglia, testimonianza di vivo afIl Consiglio ebbe poi notizia delle condizioni fetto e grata ri('onoscenza. di miglioramento in cui trovasi il dott. Giura (31J


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IL POLICLINICO

di Ariccia che ft1 v ittima di un attentato nel· l'esercizio delle sue funzioni di medico condotto di quel paese e diede quindi incarico alla presidenza ili esprimere i più vivi rallegramenti al Còllf!ga per la ricup~ra.ta salute. Il Consiglio prese in considerazione dt1e ri· corsi pervent1ti da parte di due colleghi della provincia, nominando due Commissioni apposite, perchè li esaminino e ne riferiscano.

Nomine, promozioni, onorifioenze. Cutore dott. Gaetano fu abilitato, per esame, alla libera docenza di anatomia umana nella R. Università di Catania. Volpe dott. Angelo fu abilitato, per titoli, alla libera docenza di terapia fisica, nella R. Uni· versità di Napoli. Bardelli dott. Lorenzo fu abilitato, per tit< ili. alla libera docenza di oftalmoiatria e clinica oculistica nel R. Istituto di studi superiori pra· tici e di perfezionamento di Firenze. Albenzio dott. Raffaele fu abilitato, per titoli, alla libera docenza di ostetricia e ginecologia e cliniche relative nella R. Università di Napoli.

* ** Cagliari

Nell'Università di all't1fficio di set· tore n '3l gabinetto cli anatomia patologica venne nominato il dott. Edmondo De Magistris, d:tl 1° gennaio al 31 ottobre 1904. Il dott. Alberico Benedicenti è stato non1inato, per l'anno scolastico 1903-904, professore straordinario di materia medica e farmacologia spe· rimentale. Nell'Università di Parma all'ufficio di assistente nella clinica oculistica, è stato nominato il dott. ~Iario Ghirardelli, dal 1° gennaio al 31 ottobre 190!. '

** * N 911' tùtima seduta

ROMA. di questa R. Ac· 0ademia medica si procedette all'elezione delle cariche e risultarono eletti: Prof. E. RossoNI, vice-presidente ; Prof. A. ZERI, vice-segretario ; Pro1. V. ASCOLI, consigliere delegato per la stampa· Prof. A. BIGNAMI, amministratore; Dott. L. TAUSSlG, economo.

** . * Rocco Santoliquido,

Il comm. prof. direttore generale della Sanità pubblica, è stato nominato grande ufficiale della corona d'Italia, st1 pro· posta del ministro degli affari esteri.

Concorsi e condotte. CAMPOSAMPIERO l Padova). - Condotta medica. Stipendio annuo lire 2000. Età non maggiore di 45 anni. Scatlenza 31 marzo corrente. Per schiarimenti rivolgersi alla Segreteria comt1nale. VENEZIA (Spedale ciziile). Concorso ad un posto di medico assistente di 1a classe. Assegno a.nn110 lire 900 oltre l'alloggio. Scadenza 31 marzo corrente. • BUCINE (Arezz o). - Concorso alla 3a condotta medico-chirurgica di Badia-Agnano. Stipendi.o Roma, 1904 - Tip. Na.zionale di G. Bertero e C.

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annuo lire 1600 soggetto a ritenuta per R. ~I. e C. P., più l'alloggio. Scadenza 9 aprile p. ''" FANO (Marclie). - Concorso per titoli alla condotta medico-chiru.rgica di città. Stipendio lire 2500 soggetto a ritenuta per R. M. e C. P. Nomina per un triennio. Scadenza 10 aprile p. ""· BERGAMO (Consi,qlio degl'lstitnti ospitalieri). Concorso per titoli a quattro posti di assistente biennale medico-chirurgo. Stipendio annuo lire 700, e al posto di 1° assistente quadriennale medico, stipendio annuo lire 900. Scadenza 31 marzo. Per schiarimenti rivolgersi al segretario del Consiglio. . TORINO. - Da qt1esta R. Accademia di medicina è stato bandito il concorso all'XI premio Riberi, della somma di 20,000 lire, da conferirsi alla migliore opera eh e, nel quinquennio 1902-906 sarà stata composta nel campo delle scienze me· diche; ma, a parità di merito, sarà data la pre· ferenza a quell'opera, che più concorra a mi· gliorare le condizioni igieniche dell'Italia. -

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Indice alfanetico analitico del presente numero. Alimenta.zione lattea nei bambini lattanti e della mortalità tra i n1edesimi (Dell'). - Behring . . • • • . . • • . . Pag. 366 Bibliografia italiana: Chirurgia . . . . » :17& Cenni bibliografici . . . . . . . . >> 371 Colonplicatio con1e cura delle ectasie essenziali del colon (La). - l.>arlavecchio » 351 ·Concorsi e condotte. • . . . • . . » 382 Degenerazione fisica e morale (Per opporsi ai progressi della). - Rentoul . » 376 Errori di diagnosi cagionati dai dolori di 366 orjgine appendicolare. - Guina rd . . » Febbre emoglobiourica (Etiologia e pato. genesi della). - Plehn . . . . . . » 360 Morbo di Basedow (Nota su sintotni cardiaci del). - Grocco . . . . • » 373. Nomine, promozioni, onorificenze . • • » 382 Notizie diverse • . . • . . . . . » 381 Oreccl~ioni (Contro i dolori degli). - Ragazzi . . . • . • . • . . . • » 37& « Plasmon » (Ricercl1e sulle proprietà die· tetiche del). - Rossoni e G. Galli • » 370 Potere emolitico del siero sanguigno nel· l'uremia (Del). - (Senator) • . . . » 363 Resezione della vescica per epitelioma. 369 Alessandri . . . . • . . • . » Reumatismo blenorragico (Il); sue varie forme e loro cura. - Renault . . • » 375 Riposo festivo ed i medici (La legge sul). -- Cajus. . • • . • . • . • • » 379 Risposte a quesiti e a domande . . • » 380 Serramento cicatriziale delle mascelle (Nuovo processo operatorio autoplastico pel). - Alessandri . . . • . . . » 369 Si~moidite e perisigmoidite. - Lejars • » 365 Tachicardia parossistica. - Hoffrnann. . » 375 Tetano traumatico e fenolo. - Barba . » 376 Tumore sporgente a larga base dalla plica aJotto·epiglottica. - Durante. . • . » 36S Ul~ere gastricl1e e duodenali perforate, trat· tate colla laparotomia (Osservazioni su 50 casi di). - Crisp English e Alessandri . . . • . . ~ . . • • • > 363 L. TR.lJd.uo, aeor. relfJ.


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a•o ZI.

Roma, 26

mar~o

1904.

l'uo. 18.

SEZIO•B PR.ATIO.A

DIRETTORI PROF.

GUIDO BACCELLI

PROF.

REDATTORE CAPO: PROF.

FRANCESCO DURANTE

Vl'l'TORIO ASCOLI

SOMMARIO. Lavori originali: - Garovi: Contributo atla trapanazione del cranio

nell'epile~ia

traumatica. - Riviste: - NEt.:ROl',\'fOLOGI..l: - Giudicea ndrea: Sull'esame citologico del liquido cerebro-spinale 11elle m<Lluttie nervose. - Brissaud: l dolori abituali. - Calabrese : Paralisi radicolare inferiore det plesso brachiale ed aneurisma artero-venoso succlavio. - F1s10P , _ 'l 'OLOGIA: - Bonniger: Sull'influenza del cloruro di sodio sulla digestione gastrica. - Hamburger e I-Iekma : Sul succo intestinale dell'uomo. - Hekma: S·u ll1 influenza degli acidi nello sviluppo della tripsina dat tripsinogeno. - Strasburger: Del aignificato dei batteri normali nell'inteateno umano. - CRillURGIA : - Ceccberelli . Comiderazioni cliniche e sperimentali sulla fiuazione del rene in ptosi. - N agano : Contributo aperimentale alla chirurgia della vescica. - \\Tassilietf: Dell'influenza della reiezione del canale deferente aul lo1io dello 8{intere ve11cicale . - Accademie, Società mediche, Oongressi: - Soc1ETA' JUE01co-c HIRURGI CA u1 MoDE~A. - Osservazioni cliniche: - Gallenga: Un caso di corea aei :iydenam grave guarito col metodo Baccelli. - Note di medicina scientifica: - ~ut corso della linfa nei (asci e nei cordoni spinati. - Fisiologia dei plessi coroidei cerebrali. Pratica professionale : - CAS L·ISTI CA : - Particolarità e forme della polmonite fibrinosa det bambino. - Osservazioni sull e ricadute nella polmonite crupale. - Contrìbuto alto studio delle iu/ezio14i pneumococciche ex trapolniona1·i - Il {enorneno diaframmatico di lieten. - APPUNTI Dl 'l'HRAPIA : - Sulla patogenesi e sulla cura della lombaggine e del reumatis1no muscolare. - Importanza llei sintomi iniziali delta coa;ite in relazione alla sua cura. - Nella sciatica. - Rimedi nuovi : Sull'uao del Sanatogen. - Amministrazione sanitaria: - Contro la pellagra. - Cenni bibliograftci : - I l Catalogo internazionale della letteratura scientifica e la letteratura medica. Interessi professionali: - Rispoate a queaiti e a domande.

Notizie diverse. - Nomine, promozioni, onorificenze. analitico del presente numero .

Il

Concorsi e condotte. - Indice alfabetico-

PREMIO ai nostri cortesi abbonati La terapia tisica• Teoria e applicazioni

si sta rilegando. Fra qualche giorno si comincerà la spedizione secondo il numero d'ordine degli abbonamenti pagati per intero. Chi non ha spedito l'importo dell'abbonamento, voglia affrettarne l'invio onde ricevere subito il premio. Coloro che hanno già spedito il solo importo dell'abbonamento, sono pregati di mandare i soliti 50 centesimi se desiderano avere il Ubro raccomandato.

I pagamenti debbono essere esclusivamente indirilzati all'Amministrazione, Corso Umberto I, 219, Roma, o personalmente al sottoscritto Prof. E. tv10REL1.1 . D i r i t t i di proprietà r i s e r v a t i

LAVORI ORIGINALI Cont1.. ibt1to alla trapa11aziclne del cranio nell'epilessia trn, umati<~a del dott. LUIGI G~i\ ROVI , chirt1rgo nell'ospedale ci vile cli Piacenza.

Nessuna operazione, così comincia l' AL· BERT la lezione VIII, ha una storia così grandiosa come la trapana2'ione. Infatti il BRocA ed il PRUNIÈREs, fanno risalire le sue origini fino ali' epoca preistorica, fosse allora tale operazione un mezzo terapeutico o piuttosto un rito religioso. Alla silice tagliente dapprima, all'acciaio poi si fece ricorso per perforare e resecare il

cranio, passando dallo scalpello di Paolo Egineta alle trefine a mano ed aj trapani più perfezionati. Fn nell'antichità classica che la, tra panazione ebbe un'applicazione vasta; ma nel medioevo essa venne più volte abbandonata, nel moderno giudicata varia· mente, nel nostro secolo adottata di rado, e perfino ripudiata affatto da operatori eminenti, fino a che col nascere dell'antisepsi essa risorse a vita novell&i, e in rapporto alle nuove indicazioni e alla tecnica modificata perdette l'antichissimo nome di trapanazione per venire ribattez· zata col moderno di craniotorn.ia. P er altro, ) come ben si esprime il G10RDA N0, « risorta tl

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essa in grazia di un entusiasmo troppo fidente nella antisepsi, si ripresentava coll'antica veste, sotto la quale la trasmisero i medici-sacerdoti dai tempi preistorici attraverso a più razze, fino a tribù barbare che continuano anche oggi a praticarla: A grandi speranze, vaghe e senza base scientifica, risposero, come dovevano, grandi disillusioni, che il BERGMANN spiega là ove esclama: « Non l'era antisettica, ma le nuove dire~ioni, che ne diede l'HoRSLEY, possono aprirci migliori prospettive sulla cura operativa di una f'ormida· bile malattia qual' è l'epilessia traumatica ». Vuole quindi che non per quantità, ma per qualità si scelgano i casi, nei quali potremo non solo, protetti dal metodo antisettico, avere probabilità di non nuocere, ma in cui piuttosto potremo, guidati dalla fisiologia, a vere fondata certezza di • giovare. » Pel grande impulso dunque dato alla chirurgia del cervello dai progressi affermatisi nella dottrina delle localizzazioni cerebrali, non che dai risultati della cura moderna delle ferite, la terapia chirurgica della epilessia ha acquistata maggiore e più solida base. Si ritenne per l'addietro come sufficiente indicazione per l'intervento chirurgico nella epilessia traumatica, il dedurre da alterazione esterna del cranio la presenza di una lesione cerebrale locale, senza conoscere bene la correlazione di esse. In tali casi si faceva la trapanazione, si elimina va l'esistente depressione, si estraeva un frammento di osso, si staccavano le aderenze della dura madre col1' osso, senza ottenerne per lo più alcun risultato positivo. La correlazione tra i traumi del capo e l'epilessia fu dimostrata dai risultati ottenuti dagli esperimenti negli animali. Già nel 1870 l'H1TZIG e il FR1TscH, sia col metodo di eccitamento elettrico, sia col metodo di estirpazione erano arrivati a scoprire alla superficie dei lobi cerebrali delle zo1ie corticali motrici. Le osservazioni cliniche e i reperti n ecroscopici rivaleggiarono cogli esperimenti, e fornirono allo (JHARCOT e al P1TRES la dimostrazione, che, come l'isola e la circonvoluzione frontale (2)

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inferiore, nell'emisfero sinistro, sono la zona corticale della favella, così le zone corticali motrici dell'uomo, pel lato opposto del corpo, trovansi nella regione delle circonvoluzioni centrali anteriore e posteriore, nel lobulo paracentrale e forse anche in corrispondenza dei punti vicini ad entrambe le circonvoluzioni. Dopo che l'esperimento sugli animali ebbe insegnato che stimolando con 4ebole corrente elettrica un centro corticale motorio si hanno fenomeni convulsivi ricordanti l'epilessia corticale traumatica dell'uomo, l'HoRSLE)" assorse al concetto che per arrestare l'epilessia traumatica nell'uomo, l'intervento chirurgico non debba sempre limitarsi alla semplice trapanazione, ad eliminare la depressione cranica, ecc, ma, aperta la dura madre, debba. anche spinger8i fino all'asportazione del territorio corticale che eventualmente si rivelasse alterato, e che a btton diritto si giudicasse causa e sede della malattia. Il paragone dell'HoFFMANN del valore della trapanazione nell'epilessia con quello dell'iridectomia nel glaucoma pochi ormai l'accettano, ma il concetto dell'HoRSLEY fu trovato razionalissimo, e la sua iniziativa ebbe fautori e imitatori n11merosi. ·P er altro il risultato lontano della escissione cerebrale rimane sempre alquante> incerto, non tanto per le paralisi conseguenti, che col tempo in generale si dile· guano, quanto per la recidiva a lunga. scadenzà dell'epilessia. E infatti come corollario dell'atto operativo, nuovo e grave trauma, possono in seguito formarsi delle escrescenze, o delle retrazioni cicatriziali del cervello o delle meningi, delle cicatrici cistoidi e simili alterazioni capaci di riprodurre l'epilessia. Anche l'infossamento dei tessuti esterni e le aderenze stabilitesi fra essi e la corteccia cerebrale sono- causa frequente di recidive. Ben è vero che per ovviare a . questi ultimi inconvenienti vi hanno numerosi metodi di plastica del cranio confortati di buona probabilità di riuscita, quali quelli del Macewen, del Caselli, del Sacchi, del Wagner, del Mosse e del Gnerix, del Richard, del Lesser, del Fraenkel, e sopratutto quello di Koenig.,

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forse migliore degli altri, col lembo osteoplastico preso dalle vicinanze della soluzione di continuo; come pure vero è che da un secondo intervento non è illecito talora ripromettersi, che, asportata qualche viziosa cicatrice cerebrale, ne segua una nuova cicatrice che per la estensione. e per i rapporti colle par~i vicine possa non essere causa di epilessia, come nei casi fortunati del TERRIER e del NAVRATIL. Ma di qualunque guisa sia stato l'intervento chirurgico nella epilessia corticale, per giudicare del suo valore terapico, si dovranno osservare per lungo tempo gli operati; ed è così difatti che il numero delle guarigioni definitive ottenute si è fatto sempre minore fra i tanti casi operati in questi ultimi anni. Bisogna ricordarsi che tregua, non pace, di epilessia fu osservata per un certo lasso di tempo perfino dopo traumi od operazioni chirurgiche eventuali in qualunque parte del corpo. . La diuturna e rigorosa osservazione degli operati ha provato troppo spesso che la guarigione era stata una illusione. Recidive f'urono registrate nella letteratura dall'HoFFMANN (dopo un mese e mezzo), dal FRAsc1-1 e dal CRuscH (dopo pochi mesi), dal REEVE e dal TERRIER (dopo quanto tempo, non è detto), dal T ANSINI (dopo un mese e mezzo a due), dal G1RARD (dopo 5 mesi), dal LARGER (dopo 4 mesi), dal T1ETZE (dopo due mesi), ecc. Allo stesso HoRSLEY non parve lecito pronunciarsi per la guarigione definitiva di operati in cui gli accessi non erano ricomparsi fino da due anni. Non si possono pertanto accettare senza beneficio di inventario, oltre ai tanti casi strombazzati con soverchia fretta e con facile entusiasmo da altri chirurghi minori, gli stessi casi pubblicati come gua· riti dopo alcune settimane o alcuni mesi di osservazione dal PEAN \dopo due mesi), dall'HANS 8clIMID (dopo 3 mesi), dal 0ANT (dopo 4 mesi), dal KoECliLER (dopo 4 mesi), dal W1LLIAl\I e dal J ONES (dopo 5 o 6 mesi), dal RENDA (dopo 50 giorni), ecc. Oggi non si può ancora dare un giudizio definitivo sull'argomento. Pare, per altro, che esito pit\ positivo ne può assicurare

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l'intervento chirurgico in quei casi di epi lessia corticale, nei quali il trauma non h a leso direttamente il cervello, ma indiretta mente, per es. per la presenza di un circoscritto infossamento cranico, di una esostosi, di una cisti f'ormatasi da versamento ematico in trameningeo o trf:ti i centri motori, o per lo stiramento esercitato da briglie stese dal cranio alla meninge corrispondente alle zone motrici, e tanto meglio se i postumi traumatici accennati o simili interesseranno le zone di irradiazione, piuttosto che i centri psicomotori propriamente detti - in quei casi insomm9i nei quali, eliminando tali postumi, si può in certo qual modo determinare la restitutio ad integr·um. Ma se all'avvenire resta ancora molto da dirci, intanto ogni chirurgo ben può trovarsi nella opportunità di recare un contributo di no·n lieve momento a una questione di sì alto interesse. Un caso fortunato di epilessia traumatica da me operato nello scorcio del 1894 non sarà immeritevole di venire qui comunicato. Nell'estate di ·detto anno - mentre ero Direttore dell'ospedale di Guastalla - mi veniva condotto all'ambulatorio di quell' ospedale certo U ... G ... , di anni 15, di Dosolo (provincia di Mantova). L'anamnesi del paziente, fattami dal ge. nitore, è la segt1ente: A due anni e otto giorni di età, il figliuolo cadde da una impalcatura dell'altezza di circa quattro metri, battendo a capo · fitto sul suolo. Non fu, neppure dal medico, trovata.i nessuna ferita esterna, ma soltanto fu notata una vasta echimosi con poca gonfiezza dalla parte sinistra della testa . si applicarono mignatte. Dopo mezz'ora, con doloroso lamento, il bambino emise un po' di sangue dall,orecchio sinistro, a getto; e questo si ripetè per tre volte alla distanza di pochi minuti. Lo stato generale era quello di un comatoso: muscolatura del collo rilassata da far sembrare la testa staccata dal tronco; occhi spalancati. Rimase poi per un anno senza parlare, nè camminare, presentando, pare, della contu· sione visibili traccie per circa tre mesi. Fu all'età di circa cinque anni, che il bambino rimessosi in salute, almeno apparentemente, frequentando l'asilo del suo paese fu colto da un primo accesso epilettoide, ed a pochi mesi cli distanza da un secondo accesso, pure all'asilo - con si( 3)


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stenti entrambi in perdita di coscienza, occhi spalancati, senza verun convellimento. La durata di quei due accessi fu breve ; ma dopo pochi altri mesi si mani· festò un accesso grave che dalla notte durò fino a mezzogiorno. Varcati i sette anni di età, il paziente andò soffrendo ancora di accessi, ma radi e non molto forti, fino a che all'età di anni dieci, assistendo ali' estrazione di dt1e cadaveri dal Po, ne ritrasse tale un patema d'animo da rimanere li per lì senza parola, e in appresso da ricadere sotto l'accesso ogni sette o quindici giorni. A undici anni, il ragazzo cadde da una pianta di alto f'usto, mentre era sott·1 l'accesso, in un f'osso f'angoso, da cui fu raccolto ancora incoscjente. Da allora gli insulti nervosi ebbero una pausa di due anni Ma un anno prima di presentarsi a me (ossia nell'età di 14 anni) fu ripreso da nuovi attacchi. 'rariabili ·d i intensità, di durata e di ricorrenza, con aggiunta pure di convulsioni, e schiuma alla bocca Pare che le convulsioni fossero prevalenti al lato destro dtjl corpo, ma nou già costantemente in ciascun aec e~so, mentre la forma iniziale si verificava la più parte delle volte. La durata degli accessi si mantenne di pochi minuti; il ritorno di essi avve · niva perfino cinque e sei volte nello stesso giorno, ora spontaneamente ora provocati da qualche stimolo fisico o psichico. Dileguato l' acce.: > so, il paziente mostravasi stordito, di malumore, colle membra deboli indolenzite, pare specialmente a destra. Siccome erano riescite inefficaci t11tt8 le solite cure mediche, il medico c.urante era ricordo all'ipnotismo, ma ottenendo solo transitoriamente qualche apparente vantaggio. Quando tutti i tentativi medici erano già stati esperiti senza frutto . nell'estate del 94, io ebbi l'occasione di visitare per la prima volta il G ... tiaccolta la storia del caso, e praticato l~esame grossolano del cranio, pensai che l'epilessia entrava nella sfera chirurgica, e consigliai il padre a fare accogliere nell' ospeaale il pa7'iente per istituire le opportune os· servazioui, e, se fosse del caso, assog gettar lo poi alla trapanazione del cranio. Debbo alla cortesia dell'egregio dott. VrLLANI, medico -chirurgo di Dosolo. se furono vinte le molte titubanze della famiglia, e se fu affidato finalmente alle mie cure l!importan te caso di chirurgia cerebrale Raso il cuoio capelluto completamente, non trovai nessuna cicatrice dei comuni tegumenti. ma rilevai chiaramente la disuguaglianza delle due metà del cranio, giacohè la regione parietale 8inistra, massjme alla sua parte superiore, era uniformemente l 4: )

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alquanto depressa in confronto della omologa. Durante il periodo di osservazione più volte al giorno si rinnovarono i soliti accessi. Per quanto supponessi che la stimolazione morbosa della corteccia cerebrale provocante gli attacchi f'osse legata all'an .. tico traumatismo, di cui restava testimone l'appianamento della superficie parietale, pure notai che qui non si era dinanzi ad una epilessia Ja~soniana, nel vero senso della parola, ma semplicemente a una epi· lessia traumatica. La differenza clinica che molti medici :ìimenticano. quando consigliano in ogni traumatismo divenuto epilettogeno la trapanazione, od altri atti operati vi consimili, è in vece di grande portata, lo ripeterò col MoRSELLI. L' epi· lessia Jaksoniana si presenta con una sintomatologia ben definita. Es~a ha tre tipi fondamentali : uno crurale, uno brachiale, uno facciale, e tipi misti, di cui il più fre· quente è il brachio-faciale o il faccialeorachiale ; ma comunemente assume il tipo diffuso, in cui però la convulsio11e si propaga in senso ascendente o discendente con gran regolarità. Il J aksoniano va soggetto a piccoli attacchi che occupano non gruppi parziali di muscoli come qua]cuno erroneamente afferma, ma dati segine11ti di un arto (il pollice, l'allt1ce, le dita, la mano. l'avambraccio, il piede, ecc.): no11 di rado il malato assiste consciamente a codesta convulsione seg1nentata ecc. 'l,utto ciò dipende dalla localizzazione del disturbo sulla zona corticale, detta psico· motoria, o meglio (per non comprometterci nel designarne l'indole ·funzionale) sulla zona centrale. Nel caso del G ..... l'epilessia non aveva q nesti caratteri, ma bensì quelli dell' attacco classico, o quasi : l'aura sensoriale non risiedeva nelle membra del lato opposto, ma partiva dal ba~so del tronco; la convulsione non era limitata nè Rrima, nè mai, isolatamente al braccio od alla gamba sinistra, nè alla metà sinistra della faccia; il malato perdeva sempre la co• scienza, ecc Si noti che nel caso concreto da me studiato le prime manifestazioni epiletti: f·ormi erano venute in scena dopo 3 anni dal tr .umatismo, e quando venne il pa· ziente sotto le mie osservazioni erano tra· scorsi ben altri 11 anni Orbene : il F1scuER e altri eminenti osservatori affermano che « i fenomeni che si. svi_luppano subito ~opo il trauma devons1 r1fenre alla les1one, quelli invece che si manifestano tardiva· mente devonsi considerare come conse· ~enze della lesione (alterazioni seconde.i:ie della sostanza cerebrale), e usare con c1r•


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:b..,~\SC.

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cospezione nella diagnosi di localizzazione cerebrale » ; e altresì soggiungono che '' determinati sintomi tra quelli di depres· sione ci permettono di stabilire diagnosi sicure di lesioni in date località cerebrali; quelli di sti111olazione all'incontro si convengono a lesioni di di verse provincie cerebrali · . Ma il potere negare a quella del G ..... il carattere della epilessia Hughighs-Jakson, e il dovere rinunciare alla diagnosi di localizzazione cer·ebrale non richiamavano con1e necessaria conseguenz t. che un chirurgo rimanesse colle mani in mano davanti a un morbo che già andava annientando un essere appena nella sua pri· mavera. La trapanazione del cranio, non foss'altiro a scopo esplorativo, era abbastanza giustificata dai fatti seguenti.: 1° dall'origine traumatica indubitabile della infermità, essendo esclusi l'eredita · rietà e l'alcoolismo ; 2° dal peggioramento progressivo che si verificava da qualche tempo; 3° dalla inutilità delle cure bromiche, che del resto è comunis~ima nella epilessia traumatica Coltivando pertanto l'idea di un intervento operatorio, cominciai ad orientarmi nella topografia cranio -cerebrale dell,ope· rando col metodo che mi era pit\ famigliare, quello dell' Anderson, pel q t1ale basta una semplice fettuccia. Secondo esso >-i unisce l'inion alla glabella, e si conduce dal punto medio di tale linea una seconda linea, che chiamasi froritale, a]la depressione preauricolare. Il punto tra il terzo interiore ed il terzo medio della linea, frontale, purito squamoso, unito all' apofisi angolare del1' orbita, segna il decorso della Sil viana, la quale comincia ai 5 l :? anteroposteriori di tald linea, si biforcèi. ai 7/ l 2 e finisce un 10 mm. sul suo prolungamento, oltre il punto squamoso. La scissura di Rolando decorrerebbe obliqua tra due punti posti : il superiore st1lla linea sagittale, 10 mm. dietro il suo pt1nto mediano, e l'inferiore sulla linea Silviana, 10 mm. in avanti del punto squamoso. Il giorno 19 novembre 189:1 procedetti all'operazione, assistito dai colleghi: ScARAV1'. LL1, supplente medico- chirurgo; BENAS~1. assistente interno dell'ospedale di Guastalla; VILLA Nt, medico condotto di Dos?lo; TA ssoNT, medico condotto di Gual. t1er1. Previa rigorosa asepsi e sotto cloronarcosi scolpii un ampio lembo semicircolare, a convessità superiore, il cui punto medio corrispondeva alla proiezione del centro del solco Rolandico, comprendendovi il pericranio. Denudato l'osso ne

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asportai nella parte mediana e interna un disco, mediante grossa corona di trapano. Trovai la faccia profonda intatta, non ispessita, non scabra, senza aderenze. Introdotto il mignolo {>er tastare tt1tto all'intorno nulla sentii di abnorme. Dopo questa prima infruttuosa e--plorazione, mi risolvetti a tentarne una seconda, tre dita circa più in basso, e per preparar1ni ineglio il campo estesi vieppiù la dissezione del lembo. Durante tale prepara i" ione rilevai che il pericranio, per un tratto di circa un centimetro, verso l'avanti e il basso era aderente all'osso tenacemente. Questo nuovo reperto - cui nessun indizio benchè minimo del cuoio capelluto a ve va tradito - f'u per me un raggio di luce che mi segnò la via da battere, con con probabile fortuna In corrispondenza del punto resosi sospetto per le incontrate aderenze pericraniche applicai una, corona di trapano: il disco re ~ecato era un po' ades0 alla dura madre, e volle esserne liberato con prt1denti col pi di forbici ; esso presentava sul tavolato profondo l'inizio di un raggruppamento di minimi osteofiti nLigliarifor1ni, ed era appunto sopra alcuni di essi che si j nnestavano delle brevi e resistenti briglie della dura. Constatai che come striscia moriforme, di poco superante la larghezza iniziale di 5-ti millimetri, l'osteoplasia si cont1nuava in avanti: quivi riapplicai il trapano. Visto poi che sulla lamina vitrea, la striscia .medesima. serpeggiando si et:tendeva ulteriormente a mo' di filone, con una craniectomia oblunga a scal11ello finii per abbattere il rimanente tratto di cranio, offrente scabrezze e aderenze, sbrigliando queste ultime a preferenza in via ottusa. L'emorragia a nappo f·u copiosa: la dominai con un grosso tainpone di garza sterilizzata. J ~ a dura madre era stata perf'ettamente sciolta dii ogni anormale connesEtione colla scatola cranica; la breccia ossea con direzione antero posteriore, lievemente obliquata in basso e all'innanzi, misurava circa 8 centimetri di lunghezza con un massimo posteriore di due di lar· ghezza, e con un minimo anteriore di uno . Ri misi a posto il lembo cutaneo-1)eriosteo, e lasciando sporgere dalla commessura lo zaffo, terminai -con qualche punto cli sutura. Il decorso postoperativo fu apiretico e dei più f'elici: la cessazione di ogni fenomeno nervoso fu immediata. Soltanto 48 ore dopo l'operazione, essendo alquanto imbrattata di sangue la medicatt1ra, la rinnovai, rimettendo il tampone, perchè scorsi ancora tendenza all'emorragia: nella sera, istessa sopravenne un breve e lieve (

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attacco epilettoide, che lì per lì ·d ubitai t·osse espressione postuma di nevrosi, ma che in appresso spiegai col secondo tamponamento emostatico, troppo compres· sivo. I nf'atti, rimessolo più piccolo e in più blando contatto, ottenni da allora in poi il silenzio di qualsiasi forma convulsiva. L'operato usciva dall'ospedale perfettamente ristabilito in salute. Ebbi di anno in anno notizie rassicuranti del suo b1-'nessere fi8io-psichico, e fino all'anno scorso (1903) il collega di Dosolo, dott. V 1 LLANJ, gentilmente mi scriveva per confermarmi che le condizioni del mio antico operato erfiin o immutate. Terminerò la presente comunicazione con qualche riflessione pratica ispiratami dal caso clinico per sè non troppo comune, e reso ancor più raro dall'esito sortito dalla cura. Prima per altro gioverà ritor· nare all'obbiettività svelata dalla craniectoroja, per meglia fissarla. Essa può riassumersi per la sua t'orma e pei suoi rapporti a pprossimativamente così: Nel tavolato superficiale, sotto i comuni tegumenti, integri, un'aderenza fibrosa del pericranio col temporale, lineare, anteroposteriore, di circa 2~J mm., in prossimità della porzione media della sutura squamo ~ t emporale. Corrispondentemente, sul tavolato profondo - sempre in senso anteroposteriore, discendente, un p o' ondulata in avanti e in basso - una serie di stipati osteofit i - .· della proporzione massima di un paio di millimetri - fra molti dei quali e la dura si era stabilita una orditura di fimbrie brevi e resistenti, attraenti all'osso la dura medesima - per un percorso di 5 -6 cm. e una irregolare larghezza, oscillante tra i dieci e i tre millimetri. Detto reperto, rispetto al cranio, corri~ pondeva alla squama temporale, nelìa ~ L1a porzione antero-superiore, alla sutura ::;quamo-temporale, e al parietale verso il suo margine esterno; rispetto al cervello, all'estremità anteriore del lobo temporosfenoidale) delle circonvoluzioni media, o seconda, e della superiore, o prima tempor ale, al disotto infine della zona motoria. Y~ d ora dal complesso dei rilievi anatomici e dal risultato della oraniectomia non sarà illecito far scaturire le seguenti considerazioni : (6 )

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1° L'area cerebrale ch'era maggior. mente in rapporto colla obbiettività patologica appartiene in massima parte alla così detta zona muta. A provocare l'epilessia, quella doveva diffondere i suoi effetti anche lontano, e senza aversi la localizzazione dello stimolo che caratterizza la vera epilessia J aksonian~, si aveva eccitazione morbosa del cervello su:f.ficiente a produrre la lesione di scarica. 2° Nel caso concreto, non potendosi dare valore etiologico, come coefficiente di pressione, al dislivello di un tratto della lamina vitrea incrostato di finissimi granuli ossei, si può concludere che un' epilessia traumatica può ripetere la sua origine da compressione indiretta sulla cor· teccia cerebrale, dovuta a trazione della dura madre imbrigliata nella scatola era· nica, sotto determinate condizioni. 3° Dopo 9 anni di pausa del male, non è temerario asserire che l'esito fortunato, immediato e definitivo, pu.ò coronare l'intervento operatorio anche tardivo, quando il cervello non è coinvolto nelle aderenze cranio.durali, e può risr ettarsi dal ferro chirurgico. 4° In casi singolari, un cervello può rimanere immune da intime alterazioni epilettogene, anche dopo essere soggiaciuto a stimoli anomali diuturni. 5° Nelle. operazioni sul cranio bisogna. pe11sare alla eventualità di trovarsi di f'ronte a tatti o a postumi di frattura indiretta, ossia avvenuta non vicino al punto o alla s11perficie di pressio11e, evocando l 'insegnamento dell' ALBERT <1 un cranio può rompersi in punti, in cui la potenza non abbia agito: esso da un urto può essere messo in. acute vibrazioni, e le onde che scuotono le sue ossa si possono rac · cogliere in dati punti come p otenza accumulata che è in grado di vincere la coesione ossea ». Nel caso del G . .. l' a1J· piattimento parietale visibile all' esterno rappresentava la conseguenza del for te urto patito nell'età infantile, sebbene non lesivo del cuoio capelluto ; mentre l'aderenza pericranica, le vegetazioni osteoplastiche della vitrea, le briglie della dura erano elementi cicatriziali rimasti lungo


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SEZIONE PRATICA

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l'antica linea di frattura indiretta a testim.oniarla. BIBLIOGRAFIA.

Cltirzirg ia dell' .A.LBERT. Riforma medica del 1895. Lezioni cliniche del 1\-fORSELLI.

Clinica chirurgica del 1894. Epilessia tra11nia ·

tica, BIONDI. Chirurgia del F1sCHER. Medici1ia operatoria del

GIORDANO.

RIVISTE NEUROPATOLOGIA

Sull'esame citologico del liquido cereb1·0-spinale nelle malattie nervose. Rivista sintetica.

Sono da segnalarsi alcuni recenti lavori intorno alla citodiagnosi del llq nido cerebros1Jinale. Una ricca serie di ricerche trovasi nei medesimi, e sono state compiute nelle più s' ariate affezioni del sistema nervoso. Queste ricerche sono tanto più attendibili in quanto che la tecnica si va sempre meglio perfezionando. Secondo HASTINGS, i diversi metodi usati per l'esame citodiagnostico del liquido cerebro·s pinale si possono riassumere nel modo seguente: Il detto liquido, :nei casi nei quali non si t1·atta cli una forma infiammatoria acuta, è d'ordinario limpido · non occorre defibrinarlo, e dopo la centrifugazione esso ri· mane chiaro anche al fondo del t t1bo. WJDA.L, SICARD e RAVAUT si servono della seguente tecnica: Il fluido spinale è i·accolto in tubi da ~entrifuga con un fondo molto stretto, e centrif t1gato per 10 mintiti a 3 000 giri; poi si rovescia il tubo versandone tutto il li· q t1ido che vi si contiene, ad eccezione di una piccola goccia la quale si riprende dal fondo del tubo con una pipetta capillare. Tutta la gocciolina viene poi accuratamente distesa su tre o quattro vetr·ini, dis· seccata a.ll'aria o in una stufa, fissata con alcool ed etere, e poi colorata con eosina· emateina. o bleu di Unna, o liquido triacido <li Eln·lich. Occorre esaminare tutti i vetrini pe1· evi·

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tare l'errore che potrebbe derivare da una inegu.ale distribuzione delle cellule. Il numero assoluto non viene determinato, ma si rileva approssimativamente la quantità delle diverse forme cellulari. La presenza di tre o quatt1~0 cellule in un campo mi· oroscopico potrebbe essere considerata come un segno di una affezione cronica meningea. LAIG~"'EL-LA.V ASTINE descrive la seguente tecnica per la determinazione della quantità asso tuta delle cellule. Se il liquido è torbido e le cellule in sospensione sono suf· ficieqtemente numerose, si procede come con un ematimetro di Havem o di Malassez . • Se il liquido è limpido si centrifuga, no· tando il numero di centimet1~i cubi adope· rati : con V si rappresenta il volume del detto liquido. Dopo la centrifugazione, movendo il tubo quanto meno è possibile, per mezzo di una pipetta capillare si decantano gli strati superiori del liquido, esaminando di tempo in tempo l'ultima goccia fluente dalla pipetta per assicurarsi che non con· tenga el ementi cellulari : V.D rappresenta la quantità di liquido decantata; D il liquido che rimane nel tubo. La quantità di liquido che rimane, viene agitata in modo da formare un'emulsione omogenea, e gli elementi cellulari vengono enumerati col· l'apparecchio di l\'Ialassez o di Thoma-Zeiss. Si rappresenta con N il numero degli elementi cellulari in D per mmc. Il liquido cerebro spinale contiene allora per mmc.

X cellule, e si ha: X

=

N ~ D, D e V es·

sendo espressi in mmc. . WIDAL non dà molta importanza a tale determinazione del numero assoluto delle cellule, sibbene a quella della forma cel· lulare predominante. A questo p1·oposito DEscos raccomanda la fissazione con alcool ed etere, e la colorazione coll'emateina-eosina. Egli ricorda anche l'uso della soluzione iodica per la determinazione della reazione glicogenica di Ehrlich. Molti metodi di colorazione sono stati usati per i preparati disseccati e tutte le forme cellulari del sangue normale. eccetto le mast-zelle1i, sono state rinvenute nel liquido cerebro-spinale (1). (1) Un metodo oltremodo rapido di colorazion e è il seguente: Si stende la gocciolina d el liquido cef~lo-: rachidiano, come di t1n altro liquido qualsia i (pleurico ecc.), su un copri-oggetti. e si lascia semplicemente disseccare all'aria, n on occorrendo ( 7)


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IL POLICLINICO

D_.\.NA raccomanda di servirsi di tubi sterilizzati per raccogliere colla puntura il liquido ce1·ebrr -spinale, e ciò perchè le cellule si possono meglio conservare. Per determinare le proporzioni di eia, scuna varietà di elementi cellulari esistenti nel preparato si proced~ come pel sangue, contando in molti campi microscopici le varie forme, e poi determinandone la percentuale.

** * ora alcune

Rj assumiamo ricerche più recentemente compit1te. Un gran nun1ero di osse1·vazioni devesi a DANA. In molti casi di psicosi alcoolica egli trovò nel liquido cerebro-spinale scarsissime cellule. In alcuni casi di tumori cerebellari e di idrocefalo congenito le cellt1le manca vano affatto. In un caso di grave traumatismo cranico con disordini cerebrali esistevano nel liquido cerebro-spinale molti globuli rossi e linfociti. In alcuni malati cli affezioni spinali sifilitiche si trovarono nel liquido numerosi elementi mononu· cleari; ma in altri, nei quali il processo infiammatorio specifico era attivo, preva· levano i polinucleari. In alcuni casi di psicosi di Korsakow e di gli osi spinale, le cellule erano scarse.

** * osservazioni sono

Altre state compiute cla FRAENKEL, e riportate in un lavoro dal titolo: « Linfocitosi del liquido cerebro· spinale » . In 7 casi di tabe, di lunga durata, un più o , meno notevole aumento di linforiti fu notato in tutti. Tra 4 malati di paralisi gen e1·ale solo in uno prevalevano i polin ucleari; negli altri era marcata linfoci· tosi. Questa si notava pure in alcuni malati di sclerosi multipla. alc1ma fissazio1te . Poi si m ette su un porta· oggetti una gocciolina del seguente liquido da llte proposto per la. colorazione is.tantanea delle piastl'ine del sangue (che si fa collo stesso n1etodo): Violetto di metile . . centigm. 15-20 Acido acetico . . . » 20 A.equa, distillata . . gm . 100 u detta gocciolina di liquido colorante si ro· ,~escia il primo copri-oggetti, si preme alquanto e si leva con carta bibula il dippiù del liquido fl 11en te dai margini del vetrino. Poi si esamina senz'altro, a secco o ad immersione. I nuclei dogli elementi cellulari si colorano ottimamo~te: 'intende che non si colorano le granulaz1on1 del protoplasma. G1uo1CEANDREA.

(8 )

1 J

[ANNO XI, FASO. 131

Di tre casi di affezioni ~ifilitiche del sistema nervoso centrale in due esisteva ma1·cata leucocitosi, ma con lieve preva· lenza dei polinucleari. In un caso di tumore cerebrale con precedenti sifilitici la leuco· citosi era evidente; ma in altri casi non si trovarono nel liquido cerebro-spinale elementi corpuscolari. In questo lavoro del FRAENKEL il contenuto non corrisponde davvero al titolo. Egli, riportate queste osservazioni non trae alcuna conclusione sull' importanza della linfocitosi del liquido cerebro-spinale. Solo nella discussione che, in seguito alla comunicazione di DANA, seguì nella Prac· titione1~s' 8ociety di New-York, il FRAE~TJrEL si dichiarò d'accordo cogli osservatori fran· cesi nel ritene1·e che esiste un aumento dei linfociti nel liquido cerebro-spir1ale in casi di malattie sifilitiche o metaslfilitiche 'del sistema nervoso centrale (il che è per<> contradetto da alcune delle sue stesse suddette osservazioni) ed in casi di sclerosi multipla. ·

*** Più minute notizie troviamo in· un lavoro di MEYER, il quale fece l'esame citologico del liq aido cerebro-spinale in 35 casi di affezioni nervose diverse. In tre casi cli .paralisi organiche egli vi trovò un buon numero di linfociti in prevalenza con piccolo nucleo rotondo, mentre in pochi altri casi queste forme linfocitiche erano pih grandi. Da tali osservazioni non potè trarre un criterio attendibile per distinguere quelle forme nelle quali ·esisteva la sifilide, da quelle in cui questa non era rile,.. abile. In qualche caso in cui esisteva la combinazione di un'affezione organica {paralisi o tabe) coll'isteria, il numero dei linfociti era note\ole. Scarso numero di linfociti si trovò in pii1 casi di alcoolismo cronico, con fenomeni nervosi di vario genere, e tra questi in un caso di polinevrite alcoolica con psicosi di Korsakow. Questo reperto combina con quello, già riferito, di DAN.A.. Pochi linfo· citi si trovarono in un caso di demenza se· nile, di idiozia, di idrocefalo e di epilessia. Un po' più numerosi, ma sempre in scar~:t proporzione, erano in un caso di paranOièt cronica. Molto scarsi erano in alcune forme di psicosi. Notevole aumento di leucoc~ti con nucleo piccolo ed unico si trovò in casi di sclerosi multipla.


[AN.&.""O XI, F ASC. 13 l

SEZIONE PRATICA

Dall'insieme d~lle osservazioni risulte· rebbe che in tutti i casi, in cui con maggiore o minore sicurezza si poteva ritenere l'esistenza di un' affezione organica dei centri nervosi con irritazione meningea cronica, esisteva la linfocitosi, la quale perciò può assumere una non piccola importanza diagnostica.

***

Le dianzi riferite osservazioni estendono le nostre conoscenze intorno al contenuto cellulare del liquido cerebro-spinale nelle diverse affezioni del sistema nervoso. -Cn g1·andissimo numero di fatti si è già raccolto, ma moltissime altre osservazioni sono necessarie prima di poter trarre una sicura norma diagnostica. Sarebbe già molto se si potesse distin· gue1·e con sicurezza, mercè l'esame citolo· gico del liquido cerebro-spinale, un'affe· zione org:tnica dei centri nervosi. Ma forse l'importanza diagnostica della linfocitosi clel eletto liquido non potrà a questo pro· posito andare molto più in là. Sarebbe sopratutto importante il poter distinguere, mercè il reperto citologico una affezione sifilitica da una non sifilitica dei centri nervosi. Ma, come si è visto innanzi, le riportate osservazioni sono, per questo riguardo, incerte ed in parte anche contradittorie. Questo problema era già stato posto da parecchi autori, e fra questi sono specialmente da ricordarsi SICARD e :WioNOD, MAILLARD, N A.GEOTTE, ecc. Esso sarebbe veramente df'gno di uno studio completo, fatto in tutti gli stadi e in tutte le manifestazioni della sifilide. Certamente altri criteri importanti po· trebbero dedursi da ricerche di altro genere compiute contemporaneamente sul liquido cerebro-spinale , ad esempio ri· guardo alle modificazioni chimiche del medesimo in condizioni patologiche. Ma da questo punto di vista le nostre cono· soenze sono finora abbastanza scarse. Esse potrebbero tuttavia completare degnamente e chiarire l'indagine citologica. Conosciute le possibili alterazioni nella composizione chimica del liquido in cui gli • elementi cellulari vengono a trovarsi, si potrebbero meglio spiegare alcune altera· zioni morfologiche dei medesimi. Ed in tal modo si eviterebbero più facilmente molte azzardate interpretazioni. Prof. ,,.. . GruDICEANDREA.

*

391

BIBLIOGRAFI.A.. DANA e HASTINGS. Medical Record, 190:1, n. 4. FRAENKEL. I vi. MEYER. Berliner klin. W och. 190:1, n. 5. In questi lavori sono riportate nt1merose citazioni bibliografiche.

I dolo1·i abituali. (BRISSAUD.

,

Le Progrès Jl:lédical, 33e année, n. 2).

L' A. richiama l'attenzione dei medici sul fatto che frequentemente si è consultati da alcuni soggetti per un dolore, di cui la na· tura, l'intensità, la stessa sede non hanno che una importanza secondaria, ma il cui carattere principale è quello di sopra,rve· nire o a data fissa senza alcuna influenza esteriore apprezzabile, oppu1--e ad un mo· mento qualunque, ma allora sotto l'apparente influenza di una circostanza invaria· bile e purtuttavia insignificante. Sia nell'un caso che nell'altro il dolore obbedisce ad una sola legge : quella dell'abitudine. Ad esempio, alcune crisi dolorose insor· gono di notte in pieno sonno ad ora fissa. L' A. analizza t1~e casi di questo genere ri· portati nel suo lavoro e fa notare un elemento importantissimo che si riscontra costantemente in questi casi ed è l'ango· scia del risveglio; questo carattere ango· scioso del dolore congiunto alla periodicità notturna sta ad indicarci che ci troviamo di n--onte ad una vera ossessione allucina· toria, di cui l'unica provocazione a pprez· zabile consiste nell'idea fissa di una determinata ora della notte. Altre volte l'idea fissa è rappresentata dall'idea del ritorno fatale, irresistibile dell'ora della crisi durante il giorno. Altre volte infine, come si è già accennato, il dolore abituale può sopravvenire in un momento qualunque sotto l'influenza apparente di una circostanza invariabile, ma insignificante. Particolar· mente interessante è un caso di questo genere riportato dall' A. di un contabile in cui si produceva l'accesso doloroso sotto l'influenza della lettura o della scrittura dei numeri lunghi. Anche queste forme hanno il carattere ossessivo, e pure fra le ossessioni vanno dall' A. annoverate le n e· vrastenie locali descritte dal BLOCQ col nome di topoalgie. In tutti questi casi il punto principale su cui bisogna insistere è quello del la pos· sibilità di una v-era ossessione allucina· toria dolorosa in soggetti completamente (9)


392

IL POLICLINICO

o quasi completamente normali. Per il fatto che si tratta di un fenomeno soggettivo, che sfugge a qualsiasi controllo, i medici sono propensi ad incriminare l'abit11dine di lamentarsi piuttosto che quella ~i sof· frire e da questo punto di vista nevrastenici ed isterici sono ugualmente sospetti. E siccome i dolori abituali possono essere sia n egli uni che negli altri l'unico indice di 11no stato morboso, la diagnosi differenziale fra le d11e nevrosi si trova di fronte a. difficoltà insormont·a bili, perchè nessuna ragione milita a favore della isteria piuttosto che della nevrastenia se i dati anam, nestici sono nulli od insignificanti. Un'altra difficoltà può sorgere quando quella or ora accennata sta per essere risoluta ed è che possono aversi anche dei fenomeni materiali dimostranti la realtà della crisi. Se le vertigini, i vomiti, gli spasmi, le congestioni viscerali rischiano di far sbagliare la diagnosi, si è perchè tutti questi fenomeni morbosi fanno mettere in seconda linea l'angoscia di cui essi non sono . che la conseguenza. E difatti quasi tutti coloro che sono affetti da dolori abituali attribuiscono alla loro crisi tale o tal'altra origine organica ed una terapeutica spesso troppo compiacente per queste indicazioni esaurisce in breve tutte le sue • risorse. . I soli narcotici sono efficaci se il male non è inveterato; in çaso contrario unico ausilio si deve ricercare nella psicoterapia essendo i dolori abituali affezione che rientra nel campo della patologia men tale. Dott. E. TRAMONTI. '

Paralisi 1·adicolare inferiore del plesso brachiale ed aneurisma a1~tero-venoso succlavio. Lezione clinica. Gazzetta i1itern,az. di Jttedicina, 1904:, n. 1). . (CALABRESE.

Un individuo, di 44. anni, riportò una ferita di coltello in corrispondenza della parte media della clavicola sinistra. Circa tln mese dopo cominciò ad avvertire bru· scamE>nte dolori laceranti alla spalla si· nistra ed a tutto l'arto superiore sinistro, che divenne completamente paralitico. In seguito i dolori andarono diminuendo, e la paralisi andò migliorando da poter muove1·e la spalla ed il braccio, flettere ed estendere l'antibraccio, eseguire i m ovi(10)

I

[ ÀNNO

XI, F ASC. 13]

menti di supinazione e pronazione, ma i movimenti della mano e s0prattutto quelli delle dita, anche ora, dopo due mesi dall'inizio della paralisi, sono del tutto impossibili. Vi ha anestesia al mignolo e bordo cubitale della mano ed antibraccio. Atrofia e reazione degenerativa nei muscoli del· l'eminenza tenare ed ipotenare. Presenta inoltre miosi a sinistra e re· stringimento della fenditura palpebrale. Ma la pupil~a sinistra, come la destra 1·eagisce benissimo. Con la mano si avverte un fremito e con l'orecchio un soffio nelle regioni sopra e sottoclavi colare sinistra: è un soffio dolce. continuo, come un ronzìo che presenta un notevole rinforzo sistolico, come un fischio: questo soffio si propaga fino al cavo ascellare e si diffonde pure s11i vasi del collo. I polsi delle carotidi sono sincroni ed egualmente forti. Il polso della radiale si· nistra è più picco] o di quello di destra, ma sincrono con esso. Si tratta di un aneurisma artero-venoso della succlavia, consecutivo alla ferita di coltello, che interessò i vasi succlavi alla uscita dagli scaleni. Ma il sacco aneurisma· tico o è piccolissimo o non esiste, perchè non si nota manifesta pulsazione, nè vi è ottusità di percussione, nè si vede alcuna ombra all'esame radioscopico e radiogra· fico. La paralisi che presenta l'infermo non può essere di origine cerebrale, nè spinale, deve essere periferica, anzi radicolare, appunto per la presenza dei fenomeni oculo-pupil .. lari, che indicano offesa dei rami comuni· ·canti del simpatico con la VIII radice cer· vicale e I radice dorsale. La paralisi fu totale dapprima, cioè per offesa di tutte le 5 radici del plesso bra· chiale, ed ora è divenuta a tipo inferiore I

o

paralisi di Klnmpke.

Non potendo mettere la paralisi in rap· porto della ferita di coltello, perchè si ve· rificò un mese dopo, nè potendola far derivare da compressione da parte dell'aneurisma artero-venoso, perchè invece di pro· gredire, la paralisi è migliorata, è da sup· por~e che, insieme alla comunicazione artero·venosa, dovette accadere un versa· mento sanguigno, che insieme all1a flogosi reattiva dà ragione dell:insorgere della ne· vrite e quindi della paralisi radicolare. Per il riassorbimento di parte del sangue versato e la regressione della flogosi .si


[ANNO XI, F ASC. 13]

SEZIONE PRATICA

spiega la migliorìa della paralisi, il pas· saggio, cioè, dalla forma cli paralisi radi· colare totale a quella di paralisi radicolare inferiore. A. V.

FISIOPATOLOGIA

Soli' influenza del cloruro di sodio sulla digestione gastrica. Clinica 11iedica di Giesse1i).

(BONNIGER.

È un fatto già noto da molto tempo che

il cloruro di sodio ha influenza sulla se· erezione del succo gastrico: e siccome in principio si credette che esso stimolasse tale sec1·ezione, molti autori ritennero che il sale di cucina producesse una notevole diminuzione dell'acidità. Sul modo di ve· rificarsi di tale dimint1zione furono emesse opinioni diverse. REICHM.ANN ritenne che ciò avvenisse principalmente per trasuda· zione ed in minima parte per aumento di secrezione di muco. ScHOLE credette che il cloruro di sodio avesse u.o.'influenza locale sulla mucosa ed attribuì poca importanza alla diluizione. Come si vede dunque l'azione del sale di cucina sullo stomaco non è ancora comple· tamente chiarita. BoNNIGER ha fatto delle ricerche in un cane operato di fistola gastrica alla Paw· low. Dopo un digiuno di 24 ore egli in· troduceva nello stomaco del cane per mezzo di una sonda, 500 eme. di latte mischiati a 500 eme. di una soluzione di cloruro di • sodio di concentrazione determinata. Come controllo servivano altri cani ai quali si davano 500 eme. di latte mescolati a 500 eme. di acqua, ovvero a 500 eme. di una solu· zione di zucchero d'uva la cui concentra· zione molecolare si avvicinava a quella della soluzione di cloruro di sodio. In tutte queste ricerche fu adoperata sempre la sonda affinchè i rapporti si conservassero quanto più era possibile sempre gli stessi e specialmente per escludere il succo gastrico segregato per effetto della fame. Da queste esperienze risultò che la secrezione del succo gastrico viene inibita dal cloruro di sodio in grado ancora maggiore di quello che faccia lo zucchero. Il sale esplica la sua azione per via ri· flessa irritando le terminazioni nervose sensitive della mucosa dello stomaco, ma non. come credeva ScHULE, per azione lo· I

1

393

cale sulla mucosa. Per quello che riguarda la qualità del succo gastrico, BoNNIGER non po tè confermare che l'acidità gastrica di· minuisca IJer effetto del cloruro di sodio, ed il potere digerente del succo gastrico non presentò alcuna modificazione no• tevole. Numerose oscillazioni, assolutamente in· dipendenti dalla concentrazione del latte introdotto o delle sostanze mescolate ad esso, si verificarono a carico della concen· trazione molecolare, determinata con l'ap· parecchio di Beckmann. Il punto di con· gelazione oscillò fra O. 57 e O. 66 A; ma più spesso si trovò il primo ' Talore. Non esi· steva alcun rapporto proporzionale con il contenuto di acido cloridrico. BoNNIGER crede che questi risultati si possano appli· care anche all'uomo. Egli ha fatto ailcune ricerche anche nell'11omo normale, dando delle colazioni di prova e vuotando poi lo stomaco dopo un'ora: talo1·a aggiungeva alla colezione anche un po' di sale. Ha trovato che l'aggiunta di 7 gm. di sale fa diminuire sensibilmente l'acidità gastrica, mentre 4 gm. non la modificano affatto: inoltre il cloruro di sodio non · fa aumentare la secrezione del succo gastrico. Se si dà invece per colezione di prova una soluzione di zucchero d'uva aumenta molto la secrezione di succo gastrico, anche con quantità relativamente piccole (15 gm.) di zucchero, mentre in questi casi l'acidità diminuisce di poco. Questa p:roprietà dello zucchero dipende dal fatto che essendo la sua soluzione ipertonica sottrae acqua dai tessuti e d'altro lato lo zucchero ha anche un'influenza diretta sulla motilità dello sto· maco, diminuendola. Ciò non accade per il cloruro di sodio. Come è noto, lo zucchero è stato intro· dotto da STRAUSS nella terapia dell'acidità, ma già egli richiamò l'attenzione sullo svantaggio che esso ha di produrre con· temporaneamente una diminuzione della motilità e ritiene quindi che il minimo di· sturbo della motilità dello stomaco debba costituire una controindicazione all'uso di esso. Nell'ipercloridria quindi il cloruro di sodio ha sullo zucchero il vantaggio di di· minuire fortemente la secrezione gastrica senza disturbare la motilità dello stomaco. È pure riconosciuto che il sale di cucina ha ancora un'altra azione sulla digestione gastrica, inibendo la scissione dell'alb11mina, (11)


394

IL

POLICLINICO

[ANNo XI, FAsc. 13]

come risulta dalle ricerche di A. SOHMIDT delle acque saline (il solfato di sodio inie da quelle fatte da numerosi altri autori bisce la digestione peptica molto di più dopo di lui {PFEIFFER, BIKFALVI, ecc.). Nr- che il cloruro di sodio), ma esse devono RENSTEIN e ScHIFF sono di parere che ap- essere prese a digiuno e sol tanto quando punto questo potere inibente del sale sia llna esse saranno passate nell'intestino, si po· causa speciale di errore nel metodo di l\1:ett : tranno introdurre dei cibi nello stomaco. d'altra parte a BoNNIGER sembra che l'iniDott. S. SERENI. bizione nella prova di Mett sia eccessivamente forte e crede che in questo caso Sul succo intestinale dell'uomo. abbiano un grande significato la concen- (HAlVIBURGER et HEKM~ Jozir1i. de Phgs. et Path. trazione e la diffusibilità della soluzione. gé1i. N . 1, 1904). Mettendo i tubetti di Mett in una soluzione Iq questo lavoro gli AA. studiano l'in· concentrata di cloruro di sodio si può vefluenza della dieta e dei medicamenti sulla dere che gli estremi del p ezzetto di albuquantità e l'attività del succo intestinale mina non sono lisci ·ma raggrinzati e ter· e l'azione del succo intestinale su alcune 1 minanti a cono e si ha l'impressione come sostanze. Dalle loro ricerche è risultato: se non avesse avuto luogo una digestione, 1. Il succo intestinale dell'uomo pa· ma che gli estremi del pezzetto di albumina reva avere la proprietà di invertire rapi· si fossero l'aggrinzati. Questo modo di comportarsi si verifica damente la zucchero di canna: questa anche con lo zucchero d'uva, ma soltanto proprietà si perdeva con l'ebollizione. Il quando si adoprano delle soluzioni molto glucosio e il lattosio restavano inalterati sotto l'influenza del succo intestinale. concentrate. 2. Come l'albumosa, la caseina, fu traBoNNIGER crede che il raggrinzamento sia dovuto all'alta pressione osmotica del sformata dal succo intestinale dell'uomo in prodotti di digestione che non presenliquido, che sottrae acq11a all'albl1mina e si comprende che con ciò venga impedita tavano pii1 la reazione del biurete. 3. Il succo intestinale non pareva l'azione del fermento. avere t1n'azione digestiva sulla cellulosa. La differenza fra i diversi sali e lo zuc· 4. Un'alimentazione fatta esclusivachero d'uva dipenderebbe per lo meno in mente con sostanze albuminoidi o con parte dalla loro diversa diffusibilità. Che idrati di carbonio, non sembrava ese·rcitare il fenomeno poi si verifichi in grado più alcuna azione nè sulla quantità della sealto nei tubi di Mett che non nell'albu- . erezione, nè sulla composizione, nè sull'atmina libera, non deve recare meraviglia, tività del st1cco intestinale. poichè quanto più fine è la divisione del5. La somministrazione di una solu· , l'albumina, tanto meno si esercita l' in- zione di solfato di soda non provocava fluenza nociva dei sali. BoNNIGER ha fatto alc11na alterazione nella quantità, nella le sue ricerche sull'azione inibitrice dei sali composizione e nell'attività del succo inte· e dello zucchero d'uva sulla digestione pep· stinale; lo stesso si verificava in seguito tica col succo gastrico di cane, al quale a clisteri di una soluzione di cloruro di erano state aggiunte parti l1guali di solu· sodio. L'estratto di quassina, però, dato zioni di di\ersa concentrazione: a questo per via orale, aumentava la secrezione del riguardo egli non può che confermare i succo intestinale. risultati ottenuti da NIRENSTEIN e SCHIFF. 6. Parallelamente a una maggiore se· Quest'azione doppiamente inibitrice del erezione di succo intestinale sotto l'in· cloruro di sodio sulla digestione dell'albu- fluenza di una più forte irritazione locale mina nello stomaco può avere un'applica- praticata da un tubo di caoutchou, la se· zione nella terapia. In base a questi risul· erezione di zimolisina aumentava anche tati si deve evitare l'uso di cibi troppo essa. La qualità della zimolisina del succo salati, poichè, anche ammettendo che l'inte- intestinale diviene allora abbastanza co· stino continui a digerire l'albumina pro· stante, tanto se l'irritazione locale è forte, veniente dallo stomaco in uno stato di tanto se è debole. Quindi un'irritazione incompleta digestione, non è indifferente locale non ha solo un'influenza manifesta per l'organismo che venga a mancare in sulla quantità del liquido secreto, ma an· parte la funzione dello stomaco. Ciò non che sulla secrezione della zimolisina. Dott. A. DEMARCHI. deve costituire una controindicazione all'11so (1~)


[ANNO XI, F ASC. 13]

Sull'inftuenza degli acidi nello svilt1ppo della tripsina dal tripsinogeno. (E.1IEI(l\1A.

Jour1i. de Pliys. et Patii. gén. N.1, 1904)

Le i·icerche di CAMUS e GLEY e poi DE· LEZENNE e FROUIN e POPIELSKI avevano stabilito che il fermento pancreatico si li· bera non nella glandola ma n ell'intestino. La messa in libertà della tripsina fu ri · tenuta dapprima come effetto dell'azione del succo gast1·ico sul tripsinogeno, ed era accettata l'opinione di HEIDENHAIN, che cioè gli acidi sarebbero capaci di favorire lo s,,.iluppo della tripsina dal tripsinogeno. 1\-Ia i lavori del laborato1·io di P AVLOV hanno in questi ultimi tempi dato un posto importante al succo intestinale rispetto al· l'azione che esso esercita sul tripsinogeno. L ' A. ha int1'apreso una serie di ricerche per controllare l'esattezza dell'affermazione di HEIDENHAIN éd è giunto alle seguenti conclusioni: 1° che l' opinione corrente, dopo REI· DENIIAIN, che gli acidi sarebbero capaci di provocare lo sviluppo della tripsina dal tripsinogeno, non è esatta; gli acidi piut· tosto ostacolano questo sviluppo; 2° un tale giudizio di HEIDENHAIN de,,. . essere attribuito alla circostanza fortuita che questo sperimentatore si è servito, nelle sue ricerche, di estratti glicerici del pancreas invece di prendere del succo spre· muto o l'estratto acquoso della glandola pancreatica. L 'influenza favorevole che esercitava nelle sue esperienze la presenza di acido acetico, è dovuta al fatto che l'a· cido acetico indebolisce l'azione nociva della glicerina sullo sviluppo della tripsina; 3° dimostrato che il succo gastrico non mette affatto in libertà la tripsina, e piuttosto è di ostacolo, si può conchiudere che t11tta l'importanza in questo sviluppo è dovuta al succo intestinale, fatto questo che si accorda con l'ipotesi che nella secrezione pancreatica non si trova tripsina libera, ma sotto forma di tripsinogeno. Dott. A. D.

Del significato dei batte1·i no1·n1ali nell'intestino umano. (STRASB U RGE R • .iJIUucli.

395

SEZIONE PRATICA

111ed. Wocli e11., n. 52, 1903).

L' A. si occupa di quei nnme1·osi batteri (100 bilioni al giorno) che l'intestino dell'uomo ospita e che sono cl otati di pro· prietà assai importanti per il normale funzionamento degli 01·gani digestivi.

Innanzitutto sorge la questione : Può l'uomo (e quel che si dice dell'l1omo v ale anche per i mammiferi superiori) vivere a lungo senza la cooperazione di batteri 'l In seguito agli esperimenti di P ASTEUR, D u · CLAu x , ScHOTTEL11rs , H oPPE·SEYLER, è certo che gli. animali superiori che si nutrono di sostanze ravvolte da m embrane di cellulosio non possono vivere a lung o senza l'intervento di determinati batteri intesti· nali, poichè siffatte sostanze alimentari vengono attaccate dai succhi digestivi, solo dopochè si sono liberate dalle membrane di cellulosio, ciò che avviene appt1nto }Jer opera di cotali batteri. Ora l'uomo può astenersi dall'ingerire tali sostanze e quindi fare a meno dell'opera dei batteri. In quanto alla digestione di altre sostanze alimentari lo ScHOTTELIUS osser,Ta che n egli esperim~nti che s i fanno in proposito non è stata mai esclusa l'azione dei batteri, dei loro cada veri o dei loro pro· dotti di ricambio. Inoltre, secondo l' A., i batteri intestinali non hanno proprietà peptonizzanti, nè sono in grado di decomporre l' albu· mina. Del resto contro una partecipa· zione essenziale dei batteri nel processo .digestivo sta il fatto che, nel luogo prin· cipale della digestione, nell'inte~tino t~nue , specie nella sua porzione superiore, i batteri si trovano in numero minimo. La questione se l'uomo possa o no vi· vere senza batteri intestinali è, secondo l' A., una questione più che altro accademica. Invece, dal punto di vista pratico, è importante l'altro quesito, se cioè l'org a· nismo umano sia o no danneggiato, qua· lora gli venisse a mancare l'attuale flora batterica. A questa domanda, dice l' A., va i·i· sposto negativamente per le segt1enti ra· gioni. Innanzitutto i batteri intestinali rappresentano un 11zezzo di protezio1ze per l 't1om o. Nell'uomo normale i processi di pnt1·e· fazione sono limitati all'intestino grasso ~ mentre nell'intestino tenue si svolgono i processi di fermentazione. Questa diversità normale di processi per i due tratti d'intestino la si potrebbe spie· gare ammettendo che nell'intestino tent1e si trovano batteri zimog eni, m entre nel· . l'intestino grasso prevalgono i sapro(13)


396

IL POLICLINICO

[ANNO

XI, F .A.SO. t3]

,

geni; e realmente i batteri isolati dal Macfayden, dal N encki e dal Sieber nel· l'intestino tenue sono in sostanza eccitatori della fermentazione e scindono poco o nulla la molecola dell'albumina. Però contro questa spiegazione sta il fatto che le specie principali della flora batterica intestinale, cioè il b. coli commune e il b. lacti~ aerogenes, si trovano tanto nell'intestino tent1e quanto in quello grasso : bisogna quindi ricorrere ad un'altra spie· •

gaz1~ne.

L'HrnsOHLER ha mostrato che gl'idrati di carbonio (latte e lattosio) preservano le sostanze albuminose dalla putrefazione; e recentemente il BIENSTOCKS ha scoperto che il latte crudo ha questa proprietà, mentre non la possiede affatto il latte ste·

rilizzato. Adunque la mancanza di processi pu· trefattivi nell'intestino tenue è dovuta a due momenti, cioè : 1. Alla presenza di batteri zimogeni, a.nzichè saprogeni. 2. Alla presenza di idrati di carbonio, specie zucchero, il cui contenuto deve ascen· dere per lo meno all'uno per cen~o. Inoltre i batteri concor1·ono a neutraliz!Zlare l'a.ZJione dei batteri patogeni nell'inte· stino, ad impedirne lo sviluppo. Essi, da ultimo, esercitano una azione favorevole sui movimenti peristaltici del· l'intestino. Infatti l' A. ha osservato che gl'individui affetti da costipazione abituale hanno spesso una quantità relativamente minima di batteri nel loro intestino. Se non che i batteri non patogeni, quando sono eccessivamente numerosi, pos· sono riuscire dannosi all'organismo ani· male che li ospita, e ciò in due modi: primieramente per la q11antità ecGessiva di sostanze alimentari, specie azotate, che consumano; secondariame1tte per i disturbi digestivi più o meno gravi a cui possono dare luogo in seguito a processi anormali di fermentazione e putrefazione, come è appunto il caso di bambini nutriti col latte di vacca. L'auto1·e conclude dicendo che il compito del medico pratico deve consistere non già nel rendere l'intestino libero da qualsi· voglia batterio, bensì nel mantenere la flo1·a batterica iutestinale in condizioni normali di numero e di attività. Dott. E. GuGLIELMETTI. (14)

CHIRURGIA

Considerazioni cliniche e speri mentali sulla fissazione del rene in ptosi. (OECCHERELLI.

Parma, Olin,ica cliirurgica, 189.J:).

L' A. parte dal concetto che nella fissazione del rene si debba aver di mira non solo la m~ggiore estensione e solidità da dare alle aderenze che debbono fissare il viscere, ma altres:ì alla modificazione delle condizioni del rene stesso dipendenti dalla sua anormale mobilità, come i fenomeni dolorifici, l'albuminuria, ecc., per fatti sem· plicemente congestivi, ovvero per lesioni più profonde cui l'ectopia del rene può con grande facilità disporre. L'isteropessia sem· plice quindi non sempre è sufficiente, ed i sintomi renali permangono nonostante l'in· tervento. Per questo egli dal 1884 associa con ot· timi risulta ti la decorticazione alla fissa· zione: incide le parti molli lungo il mar· gine esterno del quadrato dei lombi e p_er una lunghezza che va dal disopra della 12a costa alla cresta dell'ileo, ed arrivato allo strato adiposo che circonda il rene, ne escide quanto può, afferra indi la capsula adiposa con delle . pinze e la stira in fuo1~i, l'incide e giunto sul rene lo distacca dalla capsula stessa e esegue lo scapRulamento in modo da avere una superficie -ampia cruentata: fatto ciò con 4-6 punti di cui i due primi legati alla 11 a e 12a costa fissa il rene al quad1·ato dei lombi, annodando però i capi sulla superficie renale prima di passarli nelle masse muscolari. Lo scopo che si prefigge è di ridurre la capacità della sacca entro cui si muove il rene e produrre estese aderenze per guisa da modificare stabilmente le condizioni anormali del rene stesso. L'esperimento ha dato pienamente ragione di questo; in animali a rene decorticato i:>otè infatti a periodo vario constatare alla stregua di iniP· zioni colorate nei vasi sia venosi che ar· teriosi praticate per l'aorta e la cava, la presenza di vasi che dalla capsula arliposa attraverso la fibrosa neoformata si portano fin entro il parenchima, mutando cos\ l~ condizioni di irrorazione e di deflusso e conseguentemente le condizioni di nutri· zione e di ricambio. I risultati clinici che egli espone con· fermano la sua tesi. BIAGI.


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SEZIONE PRATICA

Contributo sperirnentale alla chirur{?ia <lella :vescica. (NAGANO. Beitrii.qe znr klin,isclze Cliirnrgie, vol. XXXVIII, fase. 3).

La prima parte si occupa del modo con cui si possono riparare djfetti della parete "'rescicale a mezzo di paretè intestinale. Per studiare il comportamento della ve· scioa e dell'intestino dopo tale atto opera· tivo l' A, ha operato 3 ca1_1i. Uno di es8i f ll ucciso 7 mesi dopo l'operazione, e ven· nero fatti dei p.reparati microscopici. Così l'A. riuscì a dimostrare che dal punto di unione tra vescica ed intestino ha luogo un accrescimento dell' epitelio vescicale che sempre di più estendesi sulla mueosa in· testinale ed t1n accrescimento più forte nei tubi glandulari. La capacità funzionale della mucosa intestinale non soffre tutt'al più che una lieve riduzione. I risultati della seconda parte, dell'ira· pianto dell'uretere o del trigono nel tenue non dettero alcun risultato utilizzabile. La terza parte studia la formazione di un'anastomosi tra vescica e intestino nel cane. Sebbene l'anastomosi venisse fatta in modo che l'ingresso del materiale stercoraceo dentro la vescic3i era impossibile, non era evitabile tuttavia l'infezione della ve· scica e più tardi del rene. Gli animali mo· rirono tutti. LEOTTA.

Dell'inttuenza della resezione del canale d.,ferente sul tono dello sfln· tere vescicale. (WASSILIEFF. Anu. des Mal. des organ. gé1i;to-nri11oires, 1903). •

L' A. clopo avere esposti tl1tti i p1·ocessi ope1·atori, p1·aticati fino ad oggi, p er guarire l'ipertrofia prostatica, ed avere accenna.to per quali fattori tante ope1~azioni di· sparate possono talora riuscire vantaggiose, inT"oca anco1·a un altro fattore, cioè l'inde· bolin1ento del tono dello sfintere della ve· scira per azione riflessa. Lo sfintere vescicale ..infatti possiede allo stato normale una certa tonicità, che può essere modificata da speciali condizioni di organi T"ici11i (operazione delle emorroidi ; ragndi anali) o lontani (come certe fratt11r ). N ell,ipertrofia prostatica l'aumento di T"Olt1me della prostata e la deviazione dell't1retra 11anno certo una influenza mecca-

t

nica ; ma è anche logico pensare che il tono dello sfintere vescicale debba spiegare la sua parte di azione e l' A. ne ha infatti dimostrato sperimentalmente il meccanismo. Fece in una serie di animali la vasectomia (resezione del canale deferente) e misurò la pressione neceHsaria, prima e dopo, per sormontare l'ostacolo dello sfintere. Potè concludere che le operazioni sui di versi elementi degli organi sessuali spie· gano la loro infl11enza rilasciando il tono dello sfintere vescicale per azione riflessa. Dott. ~I. T. •

Accademie, Società mediche, Congressi RESOCONTI

PARTICOLARI

SOCIETÀ MEDICO·CHIRURGICA DI MODENA. Seduta dell'8 marzo 1904.

.

Dott. A. CevidaJli. Sulle degenerazioni del uii·

dollo sp;nale negli avvele11,at1ie11,ti da fosforo e da stricnina. - Tra le cause capaci di produrre degenerazioni primarie del midollo spinale, che differiscono dalle secondarie per speciali carat· teri (VASSALE), meritano particolare considèra· zione varie sostanze tossiche, delle quali l' A. ha studiato sperimentalmente il fosforo e la stricnina. Rispetto al fosforo, concorda col GUERRIERI nell'ammettere che questo veleno provocbi una degenerazione primitiva dei cordoni di Goll e di Burdach e dei fasci piramidali incrociati. Di più, usando la tecnica r ecentissimamente con· sigliata dal DONAGGIO, l' A. ha riscontrato, anche al di fuori delle zone suddette, delle fibre ch e si colorano nel modo, secondo il DONAGG10, Cèl· ratteristico per le fibre lese. Per la stricnina, ha trovato che ql1esto alcaloide produce i1t nn tenzpo breviss;1110 delle de· generazioni delle fibre midollari, specialmente nella zona dei fasci piramidali, e, data la scar· sità dei reperti anatomo ·patologici in questo avvelenamento, fa notare l'importanza che può assumere tale fatto nella pratica medico-legale. Seduta de11'11 marzo 190!. Dott. U. Baccarani. La febbre fef'111ale. L'O., della Clinica Medica di )IoclPn~ fè\ la storia critica della febbre ter1nale · riporta alcuni casi personali: sviluppa qualche con iderazione di ordine teorico-pratico, e presenta le seguenti conclusioni : 1. Si deT"e an1mettere la esistenza della feb· (15)


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IL POLICLINICO

bre termale, di uno stato febbrile cioè legato alla cura termale e alle speciali affazioni che alle terme si soglione curare. 2. La febbre termale suole manifestarsi di regola alle prime sedute della cura, e s'accompagna quasi sempre a leggera riacutizzazione dei reliquati di poliartrite e più di rado a nuove localizzazioni. 3. Tale febbre ha una durata cli 3, 5, 7 giorni, ma può anche essere più breve. La feb· bre è leggermente remittente e qualc·he volta continua, piuttosto alta, e cade di consueto per crisi con abbondanti sudori. In qualche caso la febbre è preceduta da uno o più brividi o da malessere generale. 4. I soggetti che con maggiore probabilità possono febbricitare sono quelli che, essendo artritici, presentano postumi di fatti articolari. La complicanza della febbre termale è tanto più facile quanto più recenti e notevoli sono i reli· quati dell'affezione reumatica. 5. Un leggiero rialzo termico, che potrebbe denominarsi « piccola febbre termale, > si suole osser,rare molto frequentemente nelle persone che fanno cure termali, specie in quelli con po· stumi di poliartrito e negli artritici. • 6. Dul'ante la febbre termale è consigliabile di sospendere le fangature o i bagni, sebbene in qualche osservazione (osserv. di SOFFIANTINI) la continuazione della cura non pregiudichi il risultato finale. Negli infermi nei quali si osserva l&. piccola febbre termale si possono con· tinuare le sedute dei fanghi o dei bagni, avendo cura di limitare la estensione della fangatura o la durata dél bagno, Romministrando questi mezzi a temperatura non molto elevata. 7. Si può evitare in qualche · caso la com· parsa della febbre termale, limitando la temperatura del fango o del bagno, la loro d~rata, o facendo delle sedute a giorni alterni. Queste precauzioni sono sempre da mettersi in pratica n egli individui che si presentano agli stabilimenti con fatti ancora recenti di poliartrite o con stati subfebbrili. 8. La febbre termale si osserva presso a poco colla stessa frequenza così nelle stazioni termali solforose come in quelle salso-bromo· iodiche, essendo dovuta all' elemento termico piuttosto ch e alla composizione chimica dei mezzi tormali. 9. La febbre termale rappresenta un'accen· sione quasi sempre fugace del processo infet· ti vo reumatico. Il Segretario PIGNATTI. (16)

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OSSERVAZIONI CLINICHE Un caso di corea del Sydeoam grave guarito col metodo Baccelli. Per il dott. p. G ALLENGA assistente nella R. Clinica Medica di Roma.

Moric·oni Andrea, di anni 1O, contadino. Ereditarietà negativa: soltanto la nonna materna ha sofferto di eclampsia infantile. L'infermo nacqt1e a termine di parto normale. L, allattamento fu regolare. A 3 anni ebbe morbillo; a 4 anni broncopolmonite. Due mesi prima dell'ingresso in clinica, ,accusò per qualche giorno un dolore al ginocchio destro, senza febbre nè tumefazione. Non ha sofferto traumi di alcuna specie. L'intelligenza è poco sviluppata per l'età; carattere timido, facile alle emozioni. Disattento, svogliato allo studio. , Alla fine del dicembre 1903, si accorsero che lasciava facilmente cadersi gli oggetti dalle mani, e poco dopo i parenti notarono movimenti frequenti e involontari delle mani. Poi questi movimenti si fecero più frequenti e si estesero, prima agli arti superiori, poi alla faccia e agli arti inferiori. Fece qualche cura senza risultato. Non comparvero altri sintomi degni di nota, ma per l'aggravarsi dei movimenti involontari, l' infermo ricorse alla Clinica medica, dove fu ricoverato il 16 gennaio 1904. Al momento dell'ingresso in clinica, si notò che il piccolo infermo era agitato da frequentissimi movimenti coreici, quasi senza la più piccola pausa, rapidi, irregolari, estesi, che si compievano a scosse, senza scopo determinato. Questi movimenti invadevano tutti i muscoli della faccia, della lingua, del collo, del tronco e dei quattro arti, specialmente quelli delle braccia. Questi movimenti erano molto violenti e continui anche nello st.ato di riposo completo a letto, ma si esageravano quando il malato era osservato e specialmente quando tentava qualche movimento volontario. La parola un poco impacciata e poco distinta. In causa di questa continua agitazione, non •


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SEZIONE PRATICA

gli era assolutamente possibile di nutrirsi da I sè_, e non solo di camminare, ma di reggersi in piedi. La deglutizione era però ben conservata. Anche nel sonno i movimenti, sebbene in moJto minor grado, continuavano e gli impedivano di riposare. Riflessi, sensibilità e forza muscolare normali. Intelligenza conservata, mai perdita di coscienza. Non febbre. Urine normali. All'esame degli organi interni non si notò alcuna lesione. In questo caso era molto difficile, per la mancanza assoluta di dati anamnestici importanti, stabilire la etiologia della corea. Il bambino aveva fatto già varie cure senza risultati non solo, ma con progressivo aumento dei fenomeni nervo.si motori, giunti oramai al più alto grado e in tempo relativamente breve. (Nemmeno llD mese dall'inizio dei primi sintomi). È noto quanto sia oscuro l'argomento della corea e di tutte le sindromi affini, e come anche più incerti siano i risultati ottenuti da tutte le varie cure che di tempo in tempo si sono proposte_, specialmente dalla tanto vantata c11ra arsenicale ad alte dosi. Certamente la malattia in questione, nella grandissima maggioranza dei casi, ha un decorso prolungato, e quando si tratti di casi con la gravità di quello presentatosi alla nostra osservazione, non si protrae mai per meno di parecchi mesi. Nel nostro caso quindi era più che giustificata una prognosi molto riservata riguardo alla durata della malattia e neppure del tutto favorevole riguardo all'esito finale. Si sa come spesso i casi gravi di corea possano finire anche con la morte. Il prof. BACCELLI da molti anni usa il bromuro di canfora nella cura della corea e con btloni risultati. Egli crede però che questo medicamento si debba usare a dosi alte, maggiori di q11elle che comunemente si adoperano, per ottenerne l'effetto desiderato. Per ordine del prof. BACCELLI, anche in questo caso si iniziò il 18 gennaio la cura del bromuro di canfora, prima alla dose di gm. 1. 2O

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al giorno, in 6 carte, poi di gm. 1. 80, pure in 6 carte. Non si ebbe il più piccolo fenomeno di intolleranza nè di bromismo in tutto il tempo della cura. I fenomeni coreici per alcuni giorni si mantennero stazionari, poi dopo circa 1O giorni cominciò un len~o e graduale miglioramento. I movimenti durante il riposo si fecero meno intensi, il sonno più facile e tranquillo. Poi gradatamente i movimenti si fecero meno vio· lenti e diminuì di molto la facile eccitabilità del malato dinanzi all'osservatore o nei movimenti volontari, la parola si fece più chiara e netta. Meno di un mese dopo l'inizio della cura, il bambino divenne, prima con qualche stento poi con più sicurezza, capace di nutrirsi da sè, di tenere in mano i vari oggetti senza lasciarseli cadere e i movimenti coreici cessarono quasi del tutto durante il riposo a letto anche da sveglio. Dopo soli 35 giorni di cura riusciva non soltanto a reggersi in piedi da sè, ma anche a camminare, con qualche incertezza e qualche falso movimento, ma senza bisogno di alcun sostegno. Lo stato psichico anche è migliorato notevolmente: l'intelligenza è più sveglia, l'emotività minore. I11 40 giorni crebbe di kg. 4. 600 di peso. Presentemente (2 marzo) l'infermo può ritenersi guarì to, poiché i movimenti coreici sono ridotti a quasi nulla: qualche piccolo movimento del-le dita e dei muscoli della faccia. Continua ancora a prendere il brom1rro di canfora. . Abbiamo creduto utile far noto questo caso, trattandosi innanzi tutto di un argomento così discusso e incerto com'è la cura della corea e poi per il brillante successo terapeutico. Come dice il nostro maestro, ogni esatta osser\'azione clinica, ha il valore di uno sperimento ed ogni contributo sperimentale merita di essere considerato e studiato. Casi di questo genere e con tali risultati il nostro maestro ha a\·uto occasione di osservarne molti ed è quindi giustificato il desiderio che tale metodo di cura sia anch ·esso conosciuto e largamente applicato almeno fino a quando sarà conosciuta n1eglio (17)


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IL POLICLINICO

la natura e l'origine della corea e se ne possa fare non più soltanto l1na terapia sintomatica, ma anche una etiologica e patogenetica. Fino allora la clinica soltanto potrà dare un giudizio inappellabile nelle varie cure proposte e offrire al medico pratico quel mezzo che più efficacemente possa combattere la temibile malattia.

NOTE DI

M~~fJIUINA

SCIEN'flFlOA

Sul corso della linfa nei fasci e nei cordoni spinali. Nella Reviezv of Neurolo.qy artd P sycltiatry (n. 10, 1903), il dottor 0RR giunge allo scopo mediante l'illustrazione di un caso anatomoclinico. Una donna, in preda a una forma di psicosi acuta, soffrì di alcune manifestazioni s uppurative e giunse a morte per pioemia pro· vocata dallo stafilococco piogeno aureo. La pa· ziente era andata soggetta a notevole riduzione di tutte le masse muscolari e specialmente ad atrofia dei muscoli della cintura scapolare n~l lato sinistro. L' indagine istologica rivela, a sinistra, un processo infian1matorio con infiltrazione leuco· citaria, iperemia, stravasi, estese trombosi delle vene e accumulo di cocchi numerosissimi nel tessuto che sui gangli spinali, di cui vengono esaminati il quarto, quinto, sesto e settimo, con· tinua iì tessuto epidurale d ei fori in-vertebrali. La capsula propriamente detta del ganglio, assai m eno alterata, ha agito da barriera contro l'in· vasione dei microrganismi verso l'interno. L G ... cellule presentano tipi svariati di cromatolisi di indole r eattiva e degenerativa, necrosi da coa· gulazione, presumibilmente di natura tossica. Nei gangli di destra si hanno alcune delle medesime alterazioni, ma di grado lievissimo. , Nella regione cervicale del midollo spinale, a sinistra, si osserva, col metodo Marchi, notevole degenerazione nelle fibre della zona radicolare interna durante il loro percorso intramidollare fino al fascio di Burdach e notevole degenera· zion~ di esse, per brevissimo tratto, anche nel decorso extr amidollare. Il fa.scio di Burdach contiene molte fibre degenerate sparse, special· mente nella regione mediale. A destra si osser· va.no gli st~ssi fatti con assai minore intensità. Fibre sparse degenerate, cl1e si aggruppano al· quanto lungo il setto posteriore, si osservano anche in ambedue i cordoni di Goll. Nei setti si hanno file di gocciole nere di mielina alte· rata, che convergono alla sostanza grigia. Sotto la pia madre si hanno per tutto accumuli di (18)

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XI, F .A.SO. 13]

sostanza colorata in ner o. Da ambedue i lati si ha degenerazione notevole anche nelle fibre rn. dicolari anteriori. Gocciole di mielina alterata sono disposte lungo le fibre radicolari, altre lungo i setti e i vasi, che sono lievemente con. gesti e dànno rare emorragie.Nella comm essura anteriore e nei corni anteriori e posteriori, spe· cialmente a sinistra, il metodo Marchi rivela fenomeni degenerativi della mielina. Fibre sparso degenerate sono anche nei cordoni antero-laterali. Tali fatti, cosi d escritti per il sesto segmento cervicale, si modificano in modo vario verso l'alto e il basso, con la tendenza ad attenuarsi, finchè nella r egione alta del secondo segmento cervicale e, dall'altra parte, n el se· condo dorsale, scompaiono. Col metodo di Gram si ha un r eperto insignificante. Nulla di note· vole con la colorazione alla ematossilina. Un esame speciale delle radici nel decorso extra e intra-meningeo non rivela, col m etodo Marchi. che lievissima reazione, come pure l'esame dei tronchi principali del plesso brachiale. In que· sto, col metodo di Gram, si notano le stesse alterazioni de~li involucri che nei' gangli, però più lievi. ' E di capitale importanza i] fatto che i batteri fossero cortcentrati intorno ai gangli spi· nali, quasi esclusivamente di sinistra, senza es· sersi diffusi altrove. Le alterazioni delle fibre nelle radici e nel midollo furono prodotte dalle tossine batteriche, per il che anzitutto risulta che, per quanto i batteri abbiano poca tendenza a diffonder si lungo i nervi; le loro tossine pos· sono, trasportate dalla corrente linf:-itica, eser· citare la loro azione a distanza dalla sorgente. Il considerare la maniera di diffusione cli que· ste tossine, che si rivela dall'esame delle alte· r azioni prodotte, le quali vengono partitamente vagliate dall' A., porta, con l'aiuto dei risultati di precedenti studi sperimentali, alla conoscenza della modalità di circolazione linfatica nella re· gione presa in esame. Cioè la corrente linfatica delle radici spinali è diretta verso il midollo, ove in maggior parte passa, nei cordoni poste· riori, in piccola parte negli spazi linfatici della aracnoide che copre la regione posteriore e la· terale d el midollo. Dove le fibre radicolari, en· trando n el midollo, perdo1to la guaina e il nou· rilemma, ivi .sona magg iormente vulnerabili, la qual cosa sarebbe in favore dell'ipotesi emessa. che la tabe sia una affezione del sistema linfa· tico delle radici posteriori, della pia e del rui· dolio. Ris11lta inoltre che nel midollo il corso della linfa è ascendente e che il sistema linfatico dei cordoni posteriori non comunica con quello dei laterali. \


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SEZIONE PRATICA

Fisiologia dei plessi coroidei ce1·ebrali. N ell'Arcliivio di far11iacologia speri111en tale e scienze affi1ii, voi. II, fase. II, 1903, il dott. VE· NEZIANI porta un contributo alla fisiologia di questi plessi. L'opinione di QumCKE, di un'attività secre· trice ilei plessi t:oroidei, ha avuto, in questi ul· timi tempi, numerose conferme sperimentali. L' A. porta lln nuo,ro ~ontributo a queste interessanti ricerche. Il metodo seguito fu quello di portare, sui plessi coroidei cerebrali, uno stimolo capace di modificarne la struttura e la funzione. A tale scopo si iniettò nel circolo di alc11ni cani una soluzione all'1 per cento di violetto di metile, la cui azione elettiva, dimostrata da CAv AZZANI e da TONINI per il fegato e per la retina, è pure evidente per i plessi coroidei. In una prima serie di esperienze vennero studiate le altera· zioni istologiche dei plessi, e le modificazioni qualitative e quantitative del liquido cerebro· spinale durante l'iniezione o breve tempo dopo di essa; in una seconda vennero presi in con· siderazione gli stessi fatti, alla distanza di qual· che giorno. I r esultati della prima furono il diminuire, sino ad estinguersi, della produzione di liquido cerebro-spinale, ed una attenuazione iniziale del titolo alcalino continuantesi in un leggero au· mento. All'esame istologico si notava una ridup zione delle cellule, per scomparsa della parte distale, ed tma consecutiva alterazione di forma . ' di cilindrica divenuta conica; gli spazì intercel· lulari, resi più ampi, separavano nettamente i contorni delle cellule, prima appena differenzia· l)ili; il nucleo, ingrossato, rigonfio, presentava qua. e là areole acromatiche. Nella seconda serie è stata rilevata una quan· tità cli liquido più scarsa che d'ordinario, ed una alcalinità superiore a quella del liquido cefalo.rachidiano normale, contemporanea di un piccolo aumento del titolo alcalino del sanO'lle · . l o 1no tre presenza di glucosio e maggiore residuo solido. Per l iniezione successiva di curaro 'o O'l u. cos10, peptone, si accresceva il deflusso. Le le· sioni dell'epitelio erano profonde ed evidenti; ,·acnolizzazione di protoplasma, e perfino disfa· cimento della cellula.; scolorimento, riduzione, vacuolizza.zione, frammentazione del nucleo. 1

Rece1itissime pubblicaz;oni:

La Malaria secondo le nuove ricerche del prof. A. CELLI (3a edizione), L. 4 Indirizzare richieste con Cartolina-vaglia alla. Società

Edl trlce Dante Alighieri - Roma.

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PRATICA PROFESSIONALE Particolarità e forme della polmonite flbrinosa del l'ambino. Sono descritte dal dott. H. GtLLET nella Gaz. des liop., n. 74, 1903. Il polso ha spesso caratteri eguali a quelli del tifo: le aritmie che compaiono presto, tendono a sparire assai lentamente; quelle che compaiono tardi scompaiono presto; in prir1cipio è irrego· lare, poi si fa alloritmico. Nella convalescenza si fa raro, salvo che nei casi gravi. Questa bra· dicardia è di buon prognostico. Manca quasi sempre l'espansione della regione sottoclavicolare del lato malato, anche quando il processo è alla base (ciò è un ottimo segno diagnostico). L'erpete labiale è più frequente che negli adulti. Il dolore localizzato all'addome può condurre ad errori diagnostici, specialmente se si tratta di pneumonite centrale. La congestione od ingrossamento del fegato può essere la causa prima di una futura cir· rosi; esiste un rapporto tra questa epatomegalia e l' urobilinuria. Il riflesso patellare manca nel 28 °/0 dei casi, specialmente in quelli gravi e nei ragazzi al di sopra dei dieci anni. Il processo pneumonico non ha nulla di spe· ciale, però è meno delimitato che nell'adulto potendo migrare da un lobo all'altro o rimaner' limitato ad una parte d'un lobo. L'epatizzazione grigia è più rara nei fanci11lli che negli adulti. La pneumonite nell'infanzia è più benigna che nell'adulto (rare complicazioni, ct1ore sano e resistente); sono più gravi quelle del lato de· stro. Complicazioni sono peritonite, meningite, nefrite diplococciche. L' A. divide le forme di pneumonite in cinque gruppi : cioè forme anatomiche, sintomatiche. evolutive, protopatiche e cronologi<'he; ciasctma di queste può confondersi con una delle altre, non essendovi limiti netti tra le une e le altre forme. Nel 1° gruppo comprende l'.A. le pneumoniti dell'apice, le doppie, le centrali o centrifugl1e e le massiccia circoscritte, rudimentali o attenuate.• le abortive, le prolungate e le migranti. Nel 2° gruppo distingue la sintomatologia toracica, gastrica, tifosa, cerebrale, ner-vosa od astenica~ meningitica od eclamptica. X el 3° gruppo (sviluppo) comprende la forma (1fl)


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IL POLICLINICO

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latente, abortiva, fulminante, prolungata, inter· I Contributo allo studio delle infezioni mittente, recidivante e cronica. pneumococciche extrapolmonari. N el 4° gruppo (causa) riconosce una pneumo· Nella Gazzetta degli Ospedali e delle Cliniche nite infettiva, una epidemica, una da influenza, (n. 137, 1903), il dott. L. MACCONE, di Torino, da psittacosi, da malaria e una cachettica. porta il seguente contributo pratico: Nel 5° gruppo distingue le primarie e le se· In un bambino di 5 anni, che già a 3 e a condarie. 4 anni a"\reva avuta una grave affezione pol· Non tutte le forme hanno egual significato. monare destra, si sviluppò una pneumonite franca sinistra che fini pet crisi in 6a giornata. Tre-quattro giorni dopo si iniziò un flemone Osse1·vazioni alla regione deltoidea sinistra che fu inciso e snlle i·icadute nella polmonite crupale. guari in 3 settimane perfettamente. L'esame di· retto e le colture dimostrarono la esclusiva pre· ·Nella Gazzetta degli Ospedftli e delle ClinicJie senza del diplococco nel pus dell'ascesso flem· (n. 125, 1903), il dott. LOVERA, della Clinica me· monoso. dica di Torino, dopo aver ricordata la rarità L' A. ritiene dovuto l'ascesso a una localizza. della ricaduta nella polmonite crupale, riferisce zione del germe circolante nel sangue, senza di due casi osservati .da BOZZOLO : in uno stu· poter trovare la ragione di questa localizzazione. dente la ricaduta avvenne 8 giorni dopo la Crede che nei bambini la prognosi di queste crisi, nel secondo si ebbe la crisi in 7a gior· forme siit piuttosto favorevole. nata; poi 8 giorni di apiressia e nuova polmo· nite afebbrile durata. sette giorni. Nel primo di questi ca.si la pneumonite si ripetè per 3 anni Il feno1neno diaframmatico di Litten. non consecutivi, in cui il malato abitò la stessa S. PUGLIESE (Rivista cl;nica di clinica medica, camera; nel secondo si ripetè per 3 anni con· n. 18, 1903) richiama l'attenzione sulla costanza secutivi ad ..~lessandria; non si ripetè dopo di questo fenomeno nello stato di salute. Con· cambiamento di città. siste nel passaggio di un'ombra lineare sulla L' .A. aggiunge tre nuove osservazioni fatte parete toracica, che può essere in varie ma· su 300 polmonitici accolti in clinica in 5 anni : lattie modificata od assente; nell'emiplegia, da 1. Donna di 61 anni; la pneumonite lobare un lato, nelle malattie epatiche e polmonari, si11istra inferiore finisce per crisi in 12a gior· corrispondentemente. È possibile con esso una dia· nata. Dopo 4 giorni di apiressia, durante i gnosi differenziale tra un tumore subfrenico ed quali le condizioni obbiettiv& si eran fatte quasi una pleurite. Il segno, pensa l' .A., sarebbe monormali, riappare al lobo sinistro inferiore una gli o denominato fe1iome1io pnez:imofre1iico di L;tten. pneumonite che per lisi finisce in 5 giorni. (A11-ierica11, hfedicine). 2. Giovane di 19 anni. La pneumonite destra inferiore finisce per crisi la 7a giornata; dopo 5 giorni di apiressia insorge nuova pnell· APPUNTI'! DI Tl'ErtAPIA monite nella stessa sede, la quale cede per lisi in 5a giornata. Sulla patogenesi e sulla cura della lombaggine 3. Uomo di 38 anni. Pneumonite lobare si· e del reumatisn10 muscola1·e. nistra inferiore ; crisi in 12a giornata. In 7a gior· nata di apiressia, nuovo accesso di pneumonite Nella Rivista critica di Cli1iica niedica (n. 5, alla stessa sede, il quale finisce in 6a giornata 1904) il prof. GIGLIOLI espone le vedute del per lisi. prof. GOWERS su questo importante argomento. L' A. nota il carattere più remittente della Secondo GOWERS la lombaggine ed altre febbre, la durata minore, la minore gravità forme affini si devono considerare quali i)rodella recidiva. Per ciò che riguarda la infezione cessi infiammatori di natura reumatica, limitati pneumonica, l' A. rileva la labilità della immu· al connettivo che circonda fasci e fibre musconità acquisita contro la infezione pneumonica, lari o diffusi ai tendini e alle fasce tendinee: ' di cui sono indizio noto le recidive a mesi ed si tratterebbe cioè di ftbrositi reu1naticlte o 1n11· anni di distanza nella stessa persona (l' .A. la scolari o ten,di1tee. 1 osservò in un malato 8 volte), ed è nuova Volendo studiare la patogenesi di forme mor• prova la recidiva nella stessa convalescenza. bose delle quali è sintomo principale la dolora· bilità del muscolo in, frinzio1ie, è bene conoscere quanto attualmente si sa sulla innervaziono (20)

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SEZIONE PRATICA.

sensitiva dei muscoli, onde comprendere come la funzione di essi possa, per cause morbose, di· Tenire dolorosa, mentre ordinariamente non desta in noi che una vaga e indeterminata sen· sazione soggettiva. Se noi facciamo contrarre o estendiamo un muscolo, si avverte - ad un'attenta osservazione - solo una fugace sensazione, che ci è indice del modo e del grado della contrazione ed estensione : se invece la contrazione è rapida ed esagerata, vi si aggiunge un dolore spesso assai acuto (quale nel crampo 1nziscolare) che lascia in segttito, per qualche tempo, una certa dolorabilità ai movimenti di estensione. I movi· menti muscolari dunque possono in date circo· stanze diventare oltremodo dolorosi, mentre allo stato normale non si estrinseca in essi una ben definita sensitività. Gli studi recenti di GoLGI, RUFFINI, CATTA· NEO, BATTEN, ecc., tendono a dimostrare che le fibre muscolari sono fornite di vere e proprie terminazioni nervose, denominate già da K6L· LII{ER ge11tnie 11iuscolai·i e attualmente distinte col nome d i [11.si 1ieuro1nuscolari. Questi organi elementari, costituiti da filamenti nervosi, hanno una forma allungata fusiforme (donde il loro nome) e sono collocati lungo le fibre e i fasci di fibre muscolari col loro diametro maggiore posto in senso longitudinale. In questi fusi sono incluse solo alcune delle fibrille muscolari di lln fascio e intorno ad esse i filamenti nervosi formano una specie di reticolo e di arborizzazione, più o meno ramificata; non pare che questi filamenti nervosi si mettano in diretto contatto colla sostanza contrattile, mentre invece sono in diretto rapporto col tessuto counettivale che alle fibre muscolari serve di involucro e di sostegno. Tali organi si sono trovati in tutti i muscoli; pare che ne siano privi solo i muscoli oculari. In rapporto alla funzione dei fzisi 1ieuro11iz:iscolari l'ipotesi attualmente più accettata è che servano a darci la impressione soggettiva del grado di contrazione di un muscolo e che non diano luogo a fenomeni sensitivi spiccati che in circostanze speciali; sarebbero cioè gli organi del senso 1nziscolare. In base al fatto che alla formazione di essi partecipano alct1ne fibre muscolari, dobbiamo ammettere come la contrazione di queste ultime trasJnette sui filamenti nervosi t1n impulso affe· rente, proporzionato al grado e alla rapidità della contrazione: funzionerebbero qt1indi nel moclo identico di dina1110111etri applicati al mu· scolo per saggiare la ftmzione. Un'alterazione di questi organi può modifi-

403

carne la funzione e dar luogo a sensazione cli dolore ; come pure in ~ia indiretta uno stato infiammatorio del connettivo può rendere pii1 esagerato e doloroso lo stimolo che la contrazione esercita sui filamenti stessi, per il con· tatto più marcato che deriva fra fibre mu colari e filamenti nervosi. Volendo applicare queste conoscenze alla spie· gazione del modo co11 cui si produce nella lom· baggine la sensazione dolorosa, si possono fare due ipotesi : o si tratta di una alterazione dei fusi stessi e dei nervi, oppure, per llno stato infiammatorio del connetti,-o, viene ad aumentare la pressione che sui filamenti e sulle ter· minazioni nervose esercita la contrazione o la tensione muscolare e questa esagerazione di stimolo cambia in sensazione c.lolorosa una sen· sazione che normalmente ha un altro carattere. GOWERS scarta la prima ipotesi in base al decorso e alla sintomatologia di questa forma reu· matica, accettando invece quella di una infiam· mazione reumatica del tessuto fibroso che cir· conda e involge le fibre muscolari e che si trova in stretto rapporto con i fllSi neuromt1scolari: si tratterebbe, come fu detto, di una fibrosite 1nuscolare reu11iatica. Ammettendo questa altera· zione, si può comprendere allora come il dolore si estrinsechi solo durante la contrazione e la distensione di un muscolo, e divenga Rpontaneo e continuo solo nei casi più gravi e più a"Van· zati. GOWERS giustifica la sua ipotesi per le se· guenti considerazioni : 1. Il tessuto fibroso è fra i più suscettibili all'agente reumatico. 2. Il processo morboso si diffonde solita· mente lungo il connettivo; e il dolore, restando pur sempre legato alla distensione o alla con· trazione dei muscoli, può varcare la cerchia di questi ed estendersi ai tendini e alle inserzioni tendinee che hanno rapporto stretto di conti· nuità col tessuto fibroso limitante le fibre mu· scolari. 3. Spesso alla lombaggine succede l'infiammazione della guaina fibrosa dello ischiatico (peri1ienrite iscliiatica); processo infiammatorio dato - logicamente - dalla diffusione di un processo analogo del connettivo dei muscoli della regione lombare. 4. La lombaggine si manifesta con tutti i caratteri di lln processo infiammatorio : il dolore compare in modo rapido e brusco ma spesso qualche tempo dopo il raffreddamento ed è quasi sempre preceduto da uno speciale stato di torpore dei muscoli colpiti. 5. La mancanza dei segni tangibili di pro· (21)

..


40±

IL POLICLINICO

dotti infiammatorì, non è un dato di valore as· soluto contro l'ipotesi di una flogosi. Lo stesso fatto si verifica in certe artriti di non dubbia origine infiammatoria; in alcuni organi poi, per esempio la sclera, la flogosi del connettivo può essere rappresentata solo dal dolore e dalla inie· zione vasale, senza ispessimento visibile e pro· duzioni iperplastiche. Se si potessero osservare, nei casi di lombaggine, i vasi.dei muscoli, molto probabilmente presenterebbero le tipiche mani· festazioni flogistiche. Oltre la lombaggine, si devono considerare fibrositi mu~colari di origine reumatica la mialgia reumatica bracliiale, affezione che può assumere una gravità eccezionale e rendere impo· tenti gli indi,ridui colpiti per un tempo assai lungo. È caratterizzata da dolore acuto nei mu· scoli del braccio, dolore non spontaneo o solo in grado lieve, determinato e riacutizzato dalla rapida estensione e contrazione dell'arto. È tale in questi casi il dolore, sia spontaneo che de· terminato, da obbligare il paziente ad evitare ogni movimento; e l'arto mantenuto in posi· zione obbligata può ad un esame superficiale far pensare all'esistenza di una anchilosi arti· colare. La fibrosite brachiale si limita di prefe· renza ai muscoli della spalla, di uno o di tutti e due gli arti, localizzandosi elettivamente al deltoide, agli scapolari, al pettorale, al trapezio, al tricipite e bicipite. Qualche volta si estende a tutti .i muscoli dell'arto; rare volte determina una pf!rinevrite brachiale. La diagnosi di questa forma morbosa, specie all'inizio, è molto difficile: solo osservando at· tentamente la caratteristica dolorabilità dei mo· yimenti, il dolore suscitato dalla pressione della inserzione tendinea, si potrà evitare l'errore diagnostico e la confusione con forme d'artriti, neuriti, miositi. .Affezioni analoghe alle precedenti sono il tor· cicollo rea1natico, alcune /orine dolorose della faringe, alcune algìe in,tercostali e alcune non comuni forme dolorose del diafra1nma.

* * * reumatica è

La fibrosite più frequente ·nella età adulta e preferisce gli individui con eredità gottosa, sebbene non sembri che abbia un rap· porto diretto colla diatesi gottosa. La durata d43lle fibrositi è varia: di fronte a casi lievi si riscontrano casi con decorso molto grave, complicati da altre localizzazioni. Fra le più gravi e lunghe è senza dubbio quella a tipo bracltiale: sembra che l'intensità e la durata del· l'affezione sia in rapporto diretto col modo lento e subdolo di estrinsecarsi. (22)

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XI, F .A.Se. 13J

Dalle forme di fibrositi precedentemente ri· cordate deve essere, molto probabilmente, di- . stinta quella trau11iatica che si manifesta in seguito ad una violenta tensione tendinea o legamentosa e più di rado in seguito ad esage· rata tensione dei muscoli: questa alterazione preferisce le fasce tendinee sacrali e i legamenti vertebrali. La riserva dell'A. è determinata dal fatto che questa affezione da sforzo si manifesta con spiccata preferenza in individui a diatesi reumatica e presenta nel suo decorso molta analogia colla fibrosite reumatica, per cui nasce il dt1bbio se non si debba considerarla come una 1 flogosi secondaria a trauma.

** * cura sono

I capisaldi della il riposo e la diaforesi: le parti colpite vanno mantenute calde e assolutamente immobili. Si eviterà agli inizi l'elettricità e il JJiassaggio, applicandoli solo parcamente, se vuolsi ottenere benefici effetti, in uno stadio più avanzato: i migliori risultati si ottongono colla corrente faradica interrotta, molto debole, tale da dare un semplice senso di vibrazione e non dolore o contrazione. Utili pure, nel primo periodo, sono le applicazioni locali di :iria. soprariscaldata. I preparati salicilici, tanto efficaci nelle forme artieolari, nella fibrosite muscolare reumatica giovano molto poco: sono consigliabili il col· cliico, il citrato di litio uniti a piccole dosi di

percloruro di mercurio. Come cura sintomatica: le applicazioni seda· tive, i vescicatori e le iniezioni intramuscolari di cocaina e eucaina.

Importanza dei sintomi iniziali della coxite in relazione alla sua cura. Il dott. SALAGHI afferma che la diagnosi ini· ziale della co:x:ite tubercolare ha grande impor· tanza nell'interesse della cura; poichè, se que· sta viene subito cominciata e rigorosamente con dotta, porta nel più dei casi ad un esito soddi· sfacènte, vale a dire a un'anchilosi in buona posizione che permette di stare in piedi e di camminar bene. Invece non riconoscendo a tempo la malattia e perciò differendo la cura si deter· minano attitudini viziate dell'anca, che riesce poi impossibile o difficilissimo di correggere. Superiore per finezza ed eleganza a tutti gli altri sintomi iniziali della coxite è il seguente, la cui conoscenza l'A. deve al suo amico porso· nale prof. GIUSEPPE SACCHI, chirurgo primario dell'Ospedale di S. ~I. Nuova in Firenze. Egli non l'ha mai reso di pubblica ragione: ed è tanto


[ANNO XI, F ASC. 13]

SEZIONE PRATICA

405

I>iù in1portante, potendosi riscontrare, quando I i rimedì, ottenere un nuovo incitamento ; il motto inanca.no ancora gli altri segni della malattia. variatio delectat ha più valoro qui che in ogni li sintomo del Sacchi si dimostra come segue. altro caso. Il maln,to giace in decubito orizzontale, prono: N ella maggior parte dei casi in cui noi pre· cogli arti inferiori stesi, e le braccia stese ai scriviamo preparati nutritivi, il potere digesti,.. o lati del tronco. S'imprime allora dal lato sospetto per i nutrimenti natt1rali, è bensì depresso, ma 11n 1110,rimento di flessione della gamba sulla non del tutto mancante ; anzi spesso l'uno o coscia fino all'angolo retto o poco più: il malato l'altro tratto del canale gastrointestinale st1p· accl1sa dolore all'anca. La ragione del dolore è plisce fino ad un certo punto gli altri tratti. che colla flessione della gamba si produce lo Non è quindi affatto giusto il porre come stiramento passivo del muscolo retto anteriore ideale del preparato l'essere ql1esto già digerito, tlella coscia: questo a st1a volta stira il segmento ma è sufficiente che esso abbia bisogno di scarsa anteriore della capsula articolare dell'anca, di attività p er essere reso solubile ed assimilabile. cui si trova a ridosso, e cagiona dolore. Da tali argomenti si è fatta anche guidare in All'A. capitò appunto di servirsi del sintomo questi ultimi anni l'industria, ponendo sul merdel Sacchi come prezioso mezzo di diagnosi in cato una lista di preparati, il cui valore non t111 caso del tutto iniziale di coxite, nel quale i consisteva nel contenuto in prodotti della dige· • fatti articolari datavano da soli 10 giorni. stione, ma pillttosto nella loro facile solt1bilità (Il N1iovo Ract:o.qlitore nietlico, ottobre 1903). nei succhi digestivi e quindi nella più fa1}ile elaborazione per opera di q ueRti, e finalmente n ella preparazione poco costosa e nella corri· Nella sciatica. spondente mitezza del prezzo. Nella sciatica il bleu di metilene calma rapi· A questa categoria appartiene anche il Sana· damente i dolori nel 4./5 dei casi - 19 volte su togen, un preparato glicero-fosfatico di caseina 2i casi di KLEMPERER. sodica, che non solo è facilmente solubile, ma .Agisce bene nelle forme gravi di nevrite scia· tica. Sono da ricordarsi qui i buoni risultati di ha sugli altri preparati di caseina di latte il ~antaggio di un miglior odore e sapore. Sulla una esperienza ormai universale: le iniezioni sua facoltà di assorhimento in paragone di quella i i)odern1iche di acido fenico introdotte in terapia della carne pura hanno insistito Vis e TREUPEL, clal nostro BACCELLI. (Méd. 1nod.). con esperienze le quali hanno portato a rist1ltati assai soddisfacenti: • Fu sostituita a duecentocinquanta grammi di l)_IMBDI NUOVI carne una quantità equivalente di sanatogen ; l'eliminazione di azoto non assorbito si dimostrò Sull'uso del Sanatogen. presso a pooo uguale, cioè 1,392 e rispettiva· mente 1,475 gm. di azoto al giorno. In un uomo E\VALD scrive nella Berl. Kli1i. WocJiens. un sano dunque non vi è notevole differenza tra interessn.nte articolo che qui riassumiamo : Il numero dei cosi detti preparati nutritivi la facoltà di assorbimento della carne e del sa· artificiali va aumentando continuamente, ed è natogen. L' A. ha fatto uso d~l sanatogen in moltissimi qt1asi ttn dovere l'accompagnare ognuno di que· casi (dist11rbi nel ricambio materiale, special· ti preparati con la ricerca dell'effetto eh' esso mente di origine nervosa, nevrastenica) ed ha porta sul ricambio organico. ottenuti buoni risultati. E i1on è neppure un danno che appunto in· A prescrivere questo preparato, fu anche in· sorga in questo campo un enibarras de ricliesse. dotto dal contenuto in acido glicero-fosforico, a Come già da altri e dall' A. stesso è stato ripe· cui, come prodotto di decomposizione della letutn.1uente fatto notare, non ha, naturalmente citina, spetterebbe una spircata azione tonifi· fino nd un certo punto, tanta importanza nel preparato il contenuto più o meno grande in cante. I malati presero sotto varia forma e per 111ngo itlrn ti di carbonio solubili o in peptoni e in al· tempo il sa.natogen, e all' .A.. sembrò che esso bumosi, qt1anto piuttosto 11 buon sapore e il esercitasse un'influenza bene,·ola sttllo stato gL·adime11to con Clli viene ingerito. E siccome generale della nutrizione, così da aYersi aumenti L1 t1osto impressioni sogliono cambiarsi, affievodi peso molto magO'iori che durante i p criocli li l'si. esngerarsi nei ingoli individui o per i singoli preparati, così è di so1nma importanza di conf eonto senza sana togen. a'?ero possibilmente a propria disposizione molti Ha inoltre sperimentato il sanatogen in ca i in cui fosse da ricercare una grande facilità di di tali preparati nl1tritivi per potere, alternando (23)


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IL POLICLINICO

assorbimento ed una minima azione irritante del ' preparato; per es. ;nella tifoide, sembran· dogli razionale di cominciar presto, e molto prima di quello che si sia fatto finora, a tenere alto il contenuto nutritivo degli alimenti e di ar· ricchire il latte, usato già da lungo tempo, me· diante l'aggiunta di. 11n preparato albuminoide facilmente digeribile, in forma liquida o di poltiglia. .Al latte aggiunse zucchero, crema, piccole quantità di alcool e sanatogen. Studiò due casi e dal ricambio materiale si ricava: che l'assorbimento del sanatogen fu in ambedue i casi assai pronto. L'utilizzazione fu buona in un caso ; nell'altro meno completa, ma quale le condizioni gastrointestinali dcal paziente consentivano. L'assorbimento del grasso fu abbastanza sod· disfacente in ambedue. Secondo queste ricerche il sanatogen si può raccomandare, non solo, conclude il chiaro .A., in tutti i casi di debolezza cronica, ma anche nelle malattie febbrili e specialmente nel tifo, come nutrimento ausiliare nella dieta dei ma· lati, a causa della sua grande fa~ilità d 'assorbimento e della nessuna azione irritante che esso esercita. U. C.

[ANNO XI, F ASC. 181

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Non a tutti i prefetti, come ho accennato, incombono in questo campo gli stessi obblighi. Infatti, se in qualunque parte del Regno de,~esi far osservare il divieto di vendere o sommini· strare, sotto qualsiasi f.orma, a chicchessia, il granturco ed i suoi derivati e prodotti, che trovinsi nelle condizioni indicate all'articolo 1 della legge, nelle provincie marittime ed in quelle di frontiera, occorre per di più impedire l'introduzione per uso alimentare dell'uomo di quegli stessi generi cui si riferisce l'anzidetto divieto, ed infine nelle località dichiarate col· pite da endemia pellagrosa, ai termini dell'arti· colo 8 della legge, devono funzionare gli istituti di ordine preventivo e curativo che. nel loro insieme, costih1iscono il regime speciale stabi· lito (sulla scorta delle esperienze e degli stucU compiuti fin qui) per combattere il morbo nelle sue fasi progressive. P er cura di questo Ministero ed in confor· mità all'articolo 33 del regolamento, ~aranno di· ramate quanto prima istruzioni circa i modi pe1· accertare il grado e la intensità delle alterazioni del granturco da ritenersi nocivo; intanto giova far presente che il compito dei periti e di q11anti altri sono chiamati a pronunziarsi al riguardo è reso più facile e sicuro per l'amplis· AMMINISTRAZIONE SANITARIA - sima dizione degli articoli 1 e 2 della. legge, grazie alla quale devono in massima ritenersi Difesa contro la pellagra. eliminati molti dubbi e molte incertezze che · Sn questo grave argoµiento è stata spe· erano possibili per l'addietro. L'articolo 6 della legge e l'articolo 26 del re· dita ai prefetti la circolare che riprodugolamento, d'altro canto, forniscono una guida ciamo per la sua importanza: sicura intorno ai depositi commerciali ed agli Ai signori Prefetti del Reg1io. opifici industriali che occorre più particolar· , Dopo che, con la -legge del 21 luglio 1902, mente vigilare, non che intorno alle persone, etti n. 427, e col relativo regolamento approvato con la vigilanza stessa devesi affidare. Quanto alle regio decreto del 5 novembre ult.imo, n. 451, formalità da osservarsi in questi casi per le tutto un complesso di speciali statuizioni venne ispezioni, gli eventuali sequestri e le analisi, aggiunto alla nostra legislazione sanitaria nelcontinuano a valere le disposizioni contenute l'intento di assicurare, per quanto dallo Stato · negli articoli 73 a 75 del regolamento generale dipende, la prevenzione e ]a cura della pellagra, sanitario del 3 febbraio 1901, n. 45. nuove attribuzioni e nuovi importanti doveri Differente è invece la procedura da seguirsi sono sorti a questo riguardo per le varie auto· per lo esame delle partite d~ granturco provt-i· rità locali. Ed in particolare per i signori Prenienti dall'estero. Parecchi articoli del regola· mento la disciplinano con la maggiore precisione, fetti delle provincie, dove si verifica l'importazione di granturco estero, e più ancora per quelli indicando in qual guisa deve procedersi al pre· preposti alle provincie afflitte dal terribile levamento, alla distribuzione ed alla conserva· morbo. Da essi sopratutto dipende la sollecita e zione dei campioni, quali e quante sono le dif· completa ath1azione d elle dette disposizioni ed ferenti perizie ammesse (per ,.assicurare ad un io quindi li esorto ad occuparsene con la magtempo la più completa garanzia degli importa· giore alacrità, per modo che la lotta contro la tori e l'efficace tutela della salute pubblica} e pellagra sia condotta con quell'oculata iniziativa da ultimo quali sono i provvedimenti deferiti alle autorità locali a seconda che le merce sia e quella perseverante fermezza che sole possono o non sin riconosciuta buona e commestibile. addurre a soddisfacenti risultati. (24) \


l ANNO

XI, F ASC . . 131

.A. questo proposito rammento che, essendo en· trato in vigore il regolamE\nto del 5 novem· bre 1903, n. !51, devono considerarsi abrogate le disposizioni in precedenza emanate per disciplinare l'importazione del granturco. Non più adunque sono necessari i certificati consolari di origine introdotti con la circolare del 15 ottobre 1895, giacchè nessuna differenza si fa tra la merce avariata fin dall origine e quella ava· riatasi durante il viaggio di trasporto o nei ma· gazzini di deposito. Sì l'una che l'altra devono rigorosamente escludersi dall'alimentazione del· l'uomo e quindi non possono. importarsi per tale uso. D'altro canto però l'introduzione d el gran· tt1rco estero a'rariato è ammessa a scopo indu· striale o per l'alimentazione d el bestiame, n ei 'luali casi, in esplicazione ai criteri direttivi sanciti dal regolamento, spetta alle autorità locali cli prescrivere l'osservanza di tutte quelle norme e cautele, che ravvisansi necessarie per ovviare •• ad eventuali violazioni della legge. Oircn. alle perizie, è opportuno far presente che dai laboratorì della sanità pubblica, ai "termini dell'art. 14 del regolamento, possono effet· tt1arsi solo le r evisioni delle ·perizie eseguite n ei modi indicati al precedente art. 11, e quindi è da ev·itarsi l'invio ai laboratori stessi di cam· pioni per lo espl e tamento d elle perizie di primo grado. L'applicazione d elle mist1re preventive e curative ' ralevoli p er i soli Comuni afflitti da endemia. i)ellagrosa è s ubordinata all'emanazione di apposito decreto prefettizio. Anzitutto i s i· gno1·i Prefetti devono adunque accertare se ed i11 qt1ali parti d elle rispettive provincie sussista la endemia stessa, ed all'uopo converrà assegna.r e ai Comuni un breve perentorio termine per rac· coglif-'re (la,qli n//'iciali sanitari, dai niedici co11rlotti e dagli altri m edici eser centi le denuncie di tutti i casi di pellagra, anche incipienti, che ot·a si 11anno, osservando le prescrizioni conte · nute negli articoli 7 della legge e 22 del rego· lamonto. Effettuata in tal g11isa la statistica nominativa dei pellagrosi, s i sottoporranno con sollecit11dine le opportt1ue proposte a i Consig li pro\finciali sanitarì, ed a.,?uto il loro parere si emanerà sen· z'nltro il decreto, ct1rando poscia la pt1bblica.· zione d~l manifesto prescritto da11'~,rt. 2± del regolamento. Nel tt·a--1netter e alle Amministrazioni com11nali il decreto stesso (che si comunicherà pure alle Deputazioni provinciali e alle R. Intendenze lli finanza, agli effetti dell'art. 18 della legge), sarà bene cl1ia.rire ciò che esse devono fare pe r la compilazione delle norme provvisorie e degli 1

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SEZIONE PRATICA

speciali regolamenti (di cui agli articoli 9 della legge e 2± d el regolamento generale) p er gli elenchi dei pellagrosi poveri, per lo stanzia· mento dei fondi, per l'impianto ed il funziona· mento degli istituti preventi, i e eurativi, per i consorzi ed infine per la costituzione delle Commissioni pellagrologiche ch e il legislatore, memore delle benemerenze da esse acquistate, volle potessero ancora esplicare la loro illumi· nata azione di fianco alle legali rappresentanze delle provincie e dei comuni. Semplice è la procedura tracciata dall~arti· colo 14 della legge e dall'articolo 39 d el r ego · lamento p er assicurare l'ulteriore funzionamento degli attuali Comitati o la costituzione di nuove Commissioni pellagrologich e comunali e pro· vinci ali. Non si determinò, con norme fisse e gen e · rali, l a composizione di questi orga11i, ma si lasciò alle rappresentan:f.e locali (ove da esse parta l'iniziativa) , salva l'approvazione del ~Ii· nistero, di fissa1·e, secondo le diver se esigen ze dei luoghi, il numero d ei commissat ì e di farne la designazione, re ndendo solo obbligatoria la inclusione di alcune persone che per le loro speciali funzioni, possono r ecare un profic uo contributo ai lavori delle Commissioni mede· sime. Le attribuzioni di essA e quelle cl1e pos· sono deferirsi ai singoli co1amissarì son o speci· ficate dagli articoli !O, 41 e .J:5 del r egolamento . e sono coi:;i estese da consentire alle rappresen· tanze· provinciali e comunali di farsi in g r a n parte sostituire da questi speciali coll e~ì p er l'applicazione della legge e del r egolamento p er la pellagra. È p er ciò tanto più n ecessario che la scelta delle persone chiamate a comporre le Commissioni si faccia ser en amente badando solo alla loro effettiva capacità ed idoneità, senza ]asciarsi clistogliere da estranee con siderazionj. D ei provvedimenti ch e °'ria v ia v e rranno adottati p er tradurre in atto le surricordate di· sposizioni io desidero di essere informato dai signori Prefetti, e voglio sperare che le loro comunicazioni al riguardo varranno a provarmi che alla v i"f'a sollecitudin~ dimostrata dal le· gislatore verso i disgraziati colpiti dallti pel· lagra non sono impari la premt1ra e lo zelo cli quelle a11torità e di quelle rappresent.a.nze stille q11ali esso l1a fatto in proposito il maggioro a~ · segname11to. 1

I l 1ll i 11 i .-: I r o -rIOLITTI.

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. IL POLICLINICO

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CENNI BIBLIOGRAFICI. •

Il catalogo internazionale della Ietterat11ra scie11titica e la letteratura medica. •

Sono già comparsi da qualche tempo i primi frutti di quella grandiosa impresa scientifica -0l1e, promossa dalla Royal Society di Londra e resa possibile dalla cooperazione ufficiale di qt1asi t11tti gli Stati civili, si propone di racco· gliere e rendere accessibile a tutti gli studiosi il risultato del lavoro collettivo nel campo delle scienze pure ed in quèllo delle loro principali <:lpplicazioni pratiche. In poche altre imprese i Governi di venti nazioni si sono potuti trovare d'accordo, come in questa del Catalogo interna· zionale delle scienze; da due anni funziona in ogni Stato un Ufficio regionale, composto di specialisti delle singole materie, il quale ha l'in· carico di raccogliere e catalogare sistematicamente, con la maggior diligenza, i titoli di tutte le pubblicazioni scientifiche, d'indole g1-3nerale e speciale, che vengono stampate a parte, od in periodici, od in atti accademici; i titoli di tali opere, trascritti sopra apposite schede, o classificati nel modo c.h e accenneremo fra breve, vengono mandati all'Uf.ficio centrale di Londra, che riunisce le schede di tutte le nazioni e forma ogni anno un volumo per ogni singolo ramo delle scienze. Le scienze classificate sono diciassette, perciò il catalogo è composto annual· ·mente da altrettanti volumi, dei quali alcuni doppì. ' Noi desideriamo di segnalare ai medici la grande importanza che possiede a.n che per essi questa grandiosa organizzazione del catalogo internazionale delle scienze; questo comprende infatti anche le pubblicazioni riguardanti : la biologia generale, la batteriologia, la fisiologia animale (compresa la farmacologia e la pato· logia sperimentale), l'anatomia umana (compresa l'istologia e l'embriologia), l'antropologia, la zoologia, la. botanica e la biologia generale. Nei singoli volumi riguardanti queste materie i nostri colleghi troveranno anno per anno quanto si è pt1bblicato in tutto il mondo intorno ad un argomento anche il più ristretto. Infatti ogni ramo scientifico è diviso in tanti articoli prin· cipali ed in tante voci secondarie quante sono le suddivisioni di cui è capace quella data (26)

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XI,

FA.SO.

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scienza, e 11elle quali si trovano collocati regolarmente i lavori a seconda df\ll'argomento. Così servendosi di lln indice preposto ad ogni 'Tolume si può trovar subito quanto si è p11b blicato ogni anno sopra un dato soggetto, anche il più limitato. Così per esempio la fisiologia è divisa in nove grandi sezioni comprendenti ciascuna un apparato; ogni sezione risulta di mille voci od articoli che riuniti in vari gruppi servono di norma per la classificazione dei lavori; a questo modo è possibile per rin dato organo, così per esempio per il rene, trovar subito quelle pubblicazioni che interessano la struttura o lo sviluppo di esso o piuttosto la composizione chimica, o la secrezione, la cir· colazione, l'innervazione , i rapporti patologici, ecc. 0

Non è il caso di insistere sulla utilità che appare per lo studioso del laboratorio e per il medico pratico questa istituzione; al giorno d'oggi la produzione scientifica in genere, e quella medica in specie, è divenuta così ingombrante, che lo studio bibliografico di un argo· mento è una impresa da impensierire seria· mente ·c hiunque. Il catalogo internazionale ri· media a questo grave inconvèniente col fornire i mezzi di mettersi, anno per anno, al corrente di tutte le pubblicazioni riguardanti la parte scientifica della medicina. Il Comitato italiano, che ha sede in Roma o ne è direttore l'ing. E. ~IANCINI, segretario della R. .Accademia dei Lincei, è composto dei professori LORIA, F<>LGHEREITER, P1cc1N1, MILLO· SEVICH, PORTIS, LUPI, PIROTTA, FICALBI, CHIA· RUGI,

Mosso

u. e

DUCCESCHI.

L'Italia riceve, come compenso del contributo finanziario che esf?a porta all'organizzazione del Catalogo, 27 copie dell'opera (ogni copia risulta annualmente di oltre 17 volumi) che sono distribuite nelle principali biblioteche del regno. Però i singoli volumi riguardanti materie spe· ciali (così per esempio quelli della batteriologia della fisiologia, com prendente anche la patologia sperimentale e la farmacologia, dell'anatomia, della biologia generale. ecc.) si possono acqui· stare a.nche separatamente. Il Catalogo comincia con l'anno 1901, per il quale i rispettivi volumi sono già pubblicati· i lavori. catalogati nel 1901 furono per la sol3 Italia oltre quattromila. D.


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SEZIONE PRATICA

Atti della Clinica oto-rino·laringoiatrica della ' Dott. EuGEN D'OHREN. - Nene Forseliungen R. Università di Roma. .Anno I, 1903. neber den Marquis de Sade und seine Zeit. B erlin, 1904, Ver. von Max Harr\vitz. Roma, Tipografia del Campidoglio di G. D'An· tonis. L ' A. reca un contributo alla patologia sessuale, La presente pubblicazione è una nt1ova prova notevole per la nuova forma con cui esso è svolto. della attività scientifica. della Scuola romana. Il libro è diviso in due parti: nella prima Accennammo tempo fa agli Atti della Clinica l' A. fa la storia d ei costumi in Francia nel 18° psichiatrica diretta dal prof. Sc1AMANNA. Ora è secolo: trattando dell'amore, della prostituzione. la volta del prof. FERRERI, il quale, con una della degenerazione sessuale e del sentimento iniziativa privata veramente degna di encomio, inizia la serie degli atti della Clinica oto-rino- erotico nella letteratura e n ell'arte. Nella 2a parte è ampiamente trattata la psilaringoiatrica, di cui Egli è direttore titolare. Il copatia sessuale del marchese de Sade. L a filolibro, di 157 pagine, dedicato alla memoria del· sofia sessuale di q11esto st11ano tipo di degenel'illustre e compianto prof. DE Rossi, fondatore rato, è finamente lumeggiata dall' A. colla scorta in Italia della Scuola di oto-rirlo-laringologia, di manoscritti originali inediti della sua opera si presenta ricco di un materiale scientifico ve· « I 120 giorni di Sodoma » . La trascrizione di ramante notevole. parecchi brani di lettere, inerenti al soggetto, Oltre a importanti monografie del prof. FER· dei più celebri letterati, filosofi, scrittori e cor· RERI sui « Rapporti del s impatico con alcune tigiane del 18° secolo, rende ancora più interes· lesioni auricolari » ; dell'assistente dott. MANCIOLI sante la lettura del libro dell'HARRWITZ. sul « Contributo all'anatomia patologica della a. P· cassa timpanica nelle otiti medie p11rulente ero· niche », lavoro completo e interessante non solo dal p11nto di vista anatomo-patologico, bensì anche morfologico, istologico e clinico; d ell'assistente prof. GERONZJ « Su di una particolare modalità di tamponamento nasale anteriore postoperatorio ,, e « Su alcuni nuovi istrumenti >> climostranti nell'autore una eccezionale compe· tenza nell'esercizio della tecnica della specialità; son riportate n el volume le tesi d ei laureandi clottori DE LILLO, FRUTTERO, TEPPATI e VALENZI, consistenti in lavori sia clinici ch e spe· l'imentali, tutti completi e condotti a termine co11 criterì altamente scientifici. Chit1cle la pubblicazion~ il rendiconto clinico per l'a nno accademico 1902-1903 redatto dall'as· sist.ente dott. DE CARLI. Sebbene sia questo un semplice lavoro statistico, pure non riesce meno interessante di tutti gli altri. Lo spazio ristretto non permette di darne il largo sunto che noi de· s idereremmo ; pure vogliamo accennare al ricco movimento di malati avvenuto in Clinica: ben 1477; alla importanza tli molti di questi e alle brillanti cure sia mediche ch e chirurgi~11e ese· gt1ite in tt1tti i singoli rami della specialità. Dal complesso del libro c'è vera1uente da con· fortarsi nel ' reder e quanto si possa fare e con· chi11dere, specie con i mezzi limitati di etti pur troppo dispongono in Italia le cliniche, quando a lla loro direzione è preposta persona che, come il prof. FERRERI, abbia tma soda coltura sci en· tifica e pratica e amore e passione per la scuola ~ per chi la frequenta. Dott. A. P.

FROUSSARD. - L'entéro-colite filllCO-nteJltbrane11se. - Paris, A. ~Ialoine, fr. 2. In questa monografia le differenti discussioni teoriche sono relegate in seconda linea · vi si trova, invece, una definizione n etta dell'ente· ro-colite muco· m embranosa che permett~ di dif · ferenziare questa affezione dai differenti dati patologici con i quali essa può essere confusa. grazie alla somiglianza di alcuni sin tomi. Una definizione netta s' impone specialmente oggi, in cui lo stt1dio clinico dell'appendicite larvata può produrre una deplorevole oonfu· sione tra l'infezione primiti,ra e cronica dell'ap· péndicite e l'entero- colite muco-membranosa. L 'A. descri,re dettagliatamente i sintomi della malattia, precisando le modificazioni dello stato dinamico dell'intestino ch e la caratterizzano, e mostrandone gli aspetti clinici proteiformi. Inol· tre egli formt1la n ettamente le indicazioni tera· peutiche. Qu esto piccolo lavoro, emin entemente pratico~ p ermetterà al medico di trovare facilmente ttitte le indicazioni necessarie alla diagnosi nei casi difficili e instituire lma terapeutica b:t ata . tli dati patogenetici e quindi veramente efficace. R. B.

IL POLICLINICO Sezione Chirurgica, Anno XI, 1904 So•n•1C11a..:rio d..e1 Fa..soio<>.1<> 3 · I. Dott. E. Bozzi - Di un ca.so di micoai {ungoilk. II. Prof. R. Alessandri - Un ClUO di angioma catiemo•o del tnwcolo trapezio. - III. Prof. G. Perez - Sul tra.ttamento chirurgico delle ~(riti co~ 8peciale ~ig~ardo alle co11chtte FU · (ralgie e n~(ralgae ematur1che essenziali.

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IL POLICLINICO

RISPOSTE A OUESITI E A DOMANDE

(2916) Sig. dott. P . E. da N. - Più volte du-

rante il decorso anno abbiamo a Lei risposto s11ll'argomento indicato. Circa l'articolo lo faJ'emo appena lo spazio lo permetterà, essendovi ora una immensità di argomenti da trattare, e taluni d i grande importanza. (2913) Sig. dott. .A., .A. da T. - Se resta in servizio senza licenziamento ed oltrepasserà il biennio, diverrà stabile agli effetti dell'articolo 5 della nuova legge. Circa il termine della co11venzione in corso, mancando qualsiasi di· sposizione n el capitolato bisogna riportarsi alle norme comuni secondo cui, trattandosi di unn nomina a tempo determù1ato d;es i1tterpellat pro llo1nine e si d e,re, senza altro lasciare il servizio al termine prestabilito. (2909) Sig. dott. A. G. da B. - Per eserci· tare la professione dove Ella dice occorre un atto di riconoscimento da parte del Governo estero, atto che si consegt1e in seguito ad esame. Non sappiamo dirle se per effetto di maggiore o minore vigilanza possa essere eventt1è\ lmel.i. te frustrata tale disposizione. (2917) Sig. dott. F. P. da B. - L a sentenza della Corte d'appello è titolo esect1tivo non appena notificata alla parte. Il ricorso p er cassazione ha effetto de,~olutivo e non sospensivo e p erciò la sentenza della Corte di appello è eseg uibile non osta1tte sia stato interposto ricorso per cassazione. Certamente il Comune è in obbligo di notificarle, qualche tempo prima, il g iorno in cui dovrà la.sciare il servizio, perchè cessata la vertenza col precedente sanitario. Ri· teniamo che la. ·vertenza, allo stato attnale, debba ritenersi esa.urita n ei rig11ardi di L ei, altrimenti il Comune sarebbe obbligato a stipendiare dLte medici. Per l'onorario dell'at1topsia bisogna attenersi alla tariffa giudiziaria , che, in vista di i)eciali circostan ze di tempo e di luogo, si è anche qualche volta aumentata da parte dell autorità giudiziaria. (2918) Sig. dott. F. R. da V. - Circa l'ob b ligo della. c11ra agli operai della filanda, biognn. conoscere se la condotta è piena o è limitata ai soli po,,.ori e so il capitolato dica qualche cosa Et l rig11a,ròo. Noi riteniamo ch e nel silenzio del eapitolato se la c11ra è estesa a tt1tti, debbano sser,•i compresi anche detti operai. Per il rila scio dei certificati n1edici da inscriversi nei libretti di lavoro per le donne e per i fanci11lli 0011 co111pete alc11n speciale compenso all't1fficiale sanitario, così prescrivendo 1\-irt. 2 della legge 1!1 gi11g110 1902, n. 2!2. (2919) ~ig. dott. F. G. cla C. C. - Per l'uffi· (2. ) ~

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ciale sanitario che è in servizio da almeno llD triennio può prescindersi dal concorso prescritto dalla nuova legge previo parere favore\ole del Congresso ptovinciale di sanità. L'ufficiale sa. nitario non è eleggibile alla carica di consigliere comunale, può però cumulare anche l'ufficio cli medico condotto. (2920} S ig. dott. P. U . P . da C. - Essendo già andata in vigore la nuova legge sanitaria., Ella è già di diritto divenut~ stabile. (2921) Sig. A. G. da B. - Noi siamo di pa· rere che di fronte al chiaro e tassativo disposto dell'art. 11 della nuova legge sanitaria, n11llo debba considerarsi il licenziamento dato nell'ot· tobre ultimo e eh<=>, quindi, Ella debba ritenersi stabile, salvo, s'intende, la possibilità del licen· ziamento anche ora, osservate le norme e formalità stabilite dall'art. 6 parte 2a della stessa legge. (2922) Sig. dott. A. R. da C. - Il Comunet prima che Ella termini il biennio di prova può disdettarlo ·per fine di ferma. In tal caso Ella.. pur non acqt1istando la stabilità alla fine del biennio, ha diritto a rimanere in carica p el terzo anno, dovendosi in ogni caso rispettare i patti contrattuali interced11ti fra le parti. (2923) Sig. dott. S. A. da S. D. R.. - La nuova legge sani tari a è già anda. ta in vigore. ed èr quindi, pienamente applicabile. I due anni di prova decorrono dalla data della assunzione in servizio come tassativamente dispone l'art. 11 della legge precitata. (2925) Sig. dott. G. G. da S. F . - Pel caso che il condottato intende aun1entare i proprii contributi nella mis11ra permessa dalla legge sulla Cassa pensioni, il Con111ne non sostiene ag· gravil) di sorta, essendo obbligato a pagare sem· pre lire 60 di contributo ordinario e lire '12 di contributo straordinario. Non crediamo però in linea di massima possibile variare in più l'~ mmon· tare dei contributi iu corso d'iscrizione. Doctor JusTITJA.

L'fstitut.o cenf raie di terapia fisica. Or sono due anni è sorto a Roma questo stn· bilimento, p er iniziativa del prof. CARLO CoLOiVIBO, già direttore dell'Istituto Kinesiterapico di Piazza Tern1ini. Non teine il confronto di nessuno degli stabilimenti congeneri che esi · stono attualmente in Europa: anzi li Rupera. Nelle maggiori capitali e uropee esistono infatti Istituti rinomatissimi dirotti cla meclici illustri: ma essi sono limitati all'applicazione di t1n<> v


tANSO XI, FA.SO. 13]

SEZIONE PRATICA

(}i pochi agenti fisici. Sono cioè I stit1iti di 11iec· cauoterapia e 1nassaggio, o I stituti ortopedici, o /stitnti rli Pneunzatoterapia, o I stituti di Elettro· terapia e Rag,qi X, o, infine, S'tabili11ienti idro·

terrtpici e balneari. Orbene, questa limitazione d elle proprie ri· sorse, questa specializzazione troppo analitica clella t erapia fisica, porta con sè un grande inconveniente, difficilissimo ad evitare anche colla maggiore buona volontà e colla piì1 onesta co· scienza. Essa induce il medico specialista a cir· coscrivere la propria attenzione al solo elemento curativo che egli possiede, distraendolo dal pren· dere in considerazione tutti gli altri elementi di e tu· •a . Quantlo in,"ece, tz:itti gli agenti fis ici, che rappresentano tanti e così svariati mezzi di cura, s iano raccolti in un insieme armonico e s inte· tico sotto la direzione della stessa p ersona la ' qt1ale possa liberamente scegliere fra di essi qnelli che l)iù convengono ai singoli pazienti, l'inconv·eniente lamentato non è più a temere. È precisamente ciò che si è potuto r~alizzare nell'I stituto centrale di terapia fisica di Roma. In questo stabilimento hanno la loro razionale .applicazione tutti gli agenti fisici ora conosciuti, raggrt1ppa,ti in 9 riparti distinti e donominati: 1. Kinesiterapia. 2. Ortopedia meccanica. 3 . Elettroterapia. -l. Raggi R.ont~en. ;). Fototerapia. 6. Termoterapia. 7. Pne11matoterapia. 8. Iclroterapia. H. Balneoterapia. Il reparto l\..inesiterapico si suddivide i11 due sezioni: Jlfecra11otera1;ia o gi1tnastica 1nedica sve· 1/rse, e Jla~:-Jolera11ia. La sezione di ineccanoterapia possiede tutta la serie <legli appar ecchi Zander, di cui non pochi in doppio esemplare : ed a completa rlèl,, , concorre t1na git1diziosa selezione di apparecchi di altri siste1ui, soprat utto quelli di Herz e di ICnoclre-Dressler. Per tal modo, di tutti i possibili mo,l'imenti del corpo tlm<l.110 n essuno è dimenticato. La ezione di massoterapia compr ende sei gabinetti per il 111assa,qgio 111a11unle terapeutico, tutti arreclati ul mede imo tipo . .Altri due ga· binetti ~ono destinati alle applicazioni dell' Eso-

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cardio costruito colle più r ecenti modificazioni del Forlanini. Il massaggio manualt) terapeutico, le cui ope· razioni sono assai più complesse ed importanti di quanto comunemente si creda, viene a,ffidato esclusivamente a 1nedici specialisti, ch e sono in grado perciò di possedere anche una. perfet ta conoscenza dell'anatomia, fisiologia e patologia d el corpo umano. Il riparto di Ortopedia 11teccanica destinato alla cu;ra dellé scoliosi, delle cifosi e delle ::iltre difettose attitudini della colonna vertebrale , basterebbe esso solo a costituire un Istitt1to di non secondaria importanza. E sso possiede, oltre alla serie completa degli apparecchi ortopedici Zander , una collezione dei migliori apparecchi di Sa;yre, di Hoffa, di Beely e di Lorenz ; ed t1n'ampia e ben arredata palestra coperta per ginnastica ortopedica. Il riparto elettroterapico è largamente fornito di apparecchi per correnti galvaniche, faradiche, sint1soidali, trifasiche, ad applicazione diretta o in forma di bagni idroelettrici, parziali e generali. Apposite sale sono destinate p er le 111acchi1te e!ettrostaticlte ed altre per l'applicazione d elle corre1tli ad alta /'reqnenza e per gli a11 pn recclti elettro11iagnetici siste1na IConrad ~Iiiller. Degno di nota è il riparto Ra.r1.r1i Ro1i~qe11. munito di apparecchi di 11na potenzialità finora insuperata, coi q11ali il radiologo addetto all' I sti· tuto, ottiene radiografie e radioscopie di una rara p erfezione. D el rìparto di fotote ra11ict si può affermare ch e esso è completo; vi sono gli apparecchi ad arco p er curare il lzzp1is col metodo Finsen , lino ad elettrodi di carbone (Foveau de Courmelles) ed un altro ed elettrodi in ferro (Bang). Vi sono una camera colorata per cromatote· rapia. bagni di luce a lampade colorate, ecc. Il riparto ter11ioterapico dispone c.li tutti gli agenti termici ora in uso: qt1elli a ralore :>ecco come Bag110 Romano (riproduzione delle Tlzer111ae Stabianae dell'antica Pompei), bcigno di luce Kellogg, calore r adiante luminoso Do,,·sing, ter· mofori e fanghi elettrici bagni di sribbia: e quelli a calore uniido. come bagno russo o di vapore, doccia cli vapore, fanghi naturali. lJagni termominerali. Nuo,·issimo è il riparto di p11c11111atolerapin. Vi i fanno le inalazioni di so. Ul.nzo medica· mentose a getto di vapore: ,~i Rono la ~ ala di (29) .


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IL POLICLINICO

nebulizzazione ad aria compressa, le i11alazioni di ossigeno e di ozono con apparecchi per misurarne la quantità e la pressione. Degni di · nota sono pure gli apparecchi fissi per la respira.zione di aria compressa e rarefatta. Il riparto idroterapico ha due sale, una per uomini e una p•r donne, provviste degli appa· recchi più perfezionati per ogni sorta di doccie e per tutte le altre operazioni idriatiche. Il • criterio scientifico che presiede a queste cure si dest1me dalla consegna che hanno i docciatori, di non ese_g uire mai alcuna applicazione idroterapica, senza avere una preserizione del medico curante o della Direzione dell'Istituto, in cui siano notate la forma, la pressione, la temperatura e la durata dell'operazione. ., Il riparto balneoterapia comprende i bagni co1nuni cli p1i,lizia, la piscina natatoria ed i bagni 11Leclicanientosi e tern,ioniinerali di ogni genere. Sono da notarsi in questo riparto la perfetta costruzione, secondo le norme igieniche, dei camerini, e le bagnarole in bloeco di porcellana smaltata. Tutti q11esti riparti costituiscono lo Stabilimento di lusso; ma vi è anche uno Stabili1nento pOJJOlare, ove le stesse cure vengono fatte in locali meno eleganti e con tariffe pitì modeste. Non manca neppure un ambulatorio nel quale i po,reri di Roma o provincia, muniti del certificato di miserabilità, possono avere le cure fi. siche gratuite u1 determinati giorni della settimana. L'assistenza m eJicct nell'Istit11to è organizzata in modo che !,ammalato non viene mai perduto cli vista; esso anzi è sottoposto ad un severo e non interrotto controllo, dall inizio d ella cura fino al suo termine. Dott. PAOLO MAYOL.

NOTIZIE DIVERSE Consiglio federale degli Ordini dei sanitari del Regno. Presidenza: D11rante. Intervenuti: Ascarelli P. - Ballerini - Caccialupi - Crespi - Ferraresi - Garofalo La Torre - Marino Zuco - Rossoni - Sciamanna - Stagnitta - Torti - Villa. Scusati per l'assenza.: Bossi - Bruni - Caazza - Colosimo - Grocco - Lava - ~fa· rano. Letto il processo verbale dolla sed11ta precedente, è approvato.

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Viene ammesso a far parte d.e lla Federazione l'Ordine di ~iodena. Si dà lettura di una lettera clell' Ordine di Caserta che lamenta il distacco di soci da quell'Ordine p er partecipare ali' Associazione dci medici condotti di Milano. Questa è federata enon è incompatibile cogli Ordini e quindi si delibera di rispondere all'Ordine di Caserta di continuare a sussistere, avendo l' Ordine 11na. priorità s11ll'altra pel fatto che l'Ordine comprende tutta la classe medica. Si discute la questione dei pensionati agiati negli ospedali. Parlano Stagnitta, Rossoni, Villa, La ~orre, Durante. Si rileva l'angustia dei mezzi delle amministrazioni ospitaliere. che è il titolo col quale giustificano la necessità dei pensio· nati. Il fatto sta molto a cuore dell'Ordine cli T0rino perchè colà il fatto stesso ha radici ed estensione maggiori che altrove. Si delibera di appoggiare nuovamente lo schema di progetto di legge già presentato all'on. Giolitti dai pro· fessori Lava, Santini e Villa pt3rchè sia com· preso nella legge per la pubblica beneficenza. Il presiderrte comunica l~ proposta dei consiglieri Casazza e Marano, diretta allo scopo di fare includere un rappresentante del Consiglio federale nella Commissione incaricata della compilazione del regolamento di applicazione delle modifiche testè apportate alla legge sanitaria. Il presidente, il quale ha già fatto pratiche presso alcuni componenti la Commissione, pro· pone il da farsi affintt di raccogliere tutti i mi· gli ori elementi d'interesse dei medici condotti ed ass11me verso il Consiglio l'impegno di adoperarsi per ottenere quanto dai consiglieri pre· detti si è propo~to. L'economo dà lettura del bilancio preventivo 1903-1904. Entrata lire 2486. 36; eRito 1800. 00: differenza a pareggio lire 686. 36. È approvato. Si dà lettura dei vari ordini del giorno ap· provati nell'ultima assemblea generale dei rap· presentanti degli Ordini. Sull'ordine del giorno Bossi relativo al nuo,,..o indiriz?10 da darsi all'azione della Federazione e alla iscrizione o meno dei medici alle Camere del lavoro si delibera di invitare gli 0l'dini a convocare ed interrogare i soci in assemblea generale e riferire. Per l'ordine del giorno Bernabei-Brt1ni relativo al progetto di legge per la tutela e l'ordi· namento della professione sanitaria si nominano a commissari i consiglieri Ballerini, Garofalo e Pittarelli per ch è concretino una proposta definitiva da portare all'assemblea prossima. Si parla dell'esercizio dei medici stranieri in Italia e del rilascio delle lauree. Viene nominata una Commissione composta clei professori Dt1rante, Rossoni, Sciamanna p erchè si rechi dal ministro Orlando a presenta.re il voto emesso nell'assemblea ltltima. Di più s'incarica il dottore Oaccialupi di riferire alla prossima adt1· nanza tlel Consiglio circa l'iscrizione degli eser· centi la m edicina presso le Prefetture del Regno e dell'obbligo che si ritiene ora clel tutto trascu· rato di diramare gli elenchi degli esercenti ai farmacisti della provincia. Si discute poi sull'appli--azione clell'articolo 371 del Codice penale e su proposta del presidento si delibera di promuovere nn 'agitazione tende~te


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SEZIONE PRATICA.

ad ottenere che dal Go\rerno siano dettate le norme ai magistrati per giudicare sull'applicazione delle parole i1tiperizia e negligen,za com· prese nell'articolo stesso. Infine si delibera di rinviare ad altra seduta la deliberazione circa la proposta d ell'Associa· zione sanitaria Milanese di con,,. ocare l'assero· blea generale a Milano nell'occasione di quella esposizione nazionale, tenuto conto che questa è stata dal 1905 rinviata all'anno successi,ro. Caccialt1pi propone di portare all'ordine del giorno della prossima seduta lil. questione della interpretazione varia che i magistrati danno alla spedizione dei medicinali. La proposta è approvata e la seduta è tolta.

La Scuola-Laboratorio annessa a.l riparto sifiloiatrico dell'Ospedale Maggiore di Milano. È stata pubblicata la prima relazione sulla Scuola-Laboratorio, che il giorno 28 luglio del· l'anno scorso, dopo non poche titubanze e ritardi, f11 inaugurata nel riparto sifiloiatrico di via Lanzone dell'Ospedale Maggiore di l\ililano. Qual'è lo scopo di questa n11ova istituzione? La relazione lo delinea .nettamente. I lunghi soggiorni che spesso fanno gli am· malati nelle corsie dei riparti di malattie veneree, in causa del morbo speciale, che raramente obbliga l'infermo a letto, sono sembrati agli iniziatori un tempo prezioso da impiegare utilmente. Con la biblioteca, con la scuola·la· boru.torio per la sezione femminile, col prossimo impianto di una lega1.oria di libri nella sezione rnat:Jchile, gli iniziatori hanno sperato di ottenere qttnlche cosa di véramente pratico, facendo cesf1are, almeno, il fenomeno della disoccupazione forzata. I primi risultati furono davvero incoraggianti, specialmente nel riparto femminile. ...\.]cune signore milanesi non hanno esitato ad accettare l'incarico di tenere periodicamente 11ella sala bianca della scuola conversazioni familiari con le prostitute in cura nel riparto di via. Lanzone dicendo ad esse parole b11one e n1aterne, che forse da molti anni quelle infelici uon ave,·ano pi11 sentito. Questa nobile iniziativa che rifulge in me?:izo all'ipocrisia ed alla pr11<lrric dominante, ftt a Milano confortata daJ profuu10 della poesia di Ada Negri e rafforzata clalla fede grande che anima donne come Ersilia ~Iajno.

Fra le disgraziate allieve della scuola erano molte minorenni, e gli iniziatori fecero per parec· chie di eR e un'opera, di vera salvazione morale. L'iniziativa meritava di essere conoscit1ta ed aclditata come esempio. La dolorosa. esp~rienza dimostra che la r~den­ zione della donna caduta è un campo arido, i11 cui bi, ogna sen1inare p er cento per raccogliere per 11no. E la relazione ricorda molto opportt1· t1amente le parole di GiTardin: « Infanzia abl>andona ta. prostit tlZione. ignoranza. ab bruti111en to. depray·azione, tutto clipende dalla nzi. St'l'ia

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Tutta-vi<\ non è git1sto r estarsen e inattivi da,·a11ti ai piit fieri mali sociali, perchè non i l1anno i mezzi per rimediare alla loro causa o jlOrchè i risultati l1ella cura ono fallaci. •

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La scuola, la lettura, il lavoro e pil.t che altro il contatto di persone buone, come n ella sala bianca dell'Ospedale Maggiore di ~Iila110, possono avere molta efficacia sopra una povera anima in pena, che il dolore e la vergogna del male fisico r endono meno refrattaria a concetti di n1oralità così di,rersi da qt1elli del mondo in cui è viss11ta anche n el quale, tal~olta quasi inconsciamente, essa avea 7ie la JJnpilla opaca e tarda - la vergogna e il terror rie la sua t:ita (ADA NEGRI). I medici vedono co11 grancle simpatia q11este istituzioni, che li rendono alleati ad opere cli sana e vera redenzione sociale. Dott. A. GAROFALO. Ad onorare il prof. Angelo Scarenzio, in occasione del 40° anniversario della prima iniezione di calomelano gli verrà presentata il 7 aprile 190! una medaglia in oro e lln volume dedicato a lui per cura di un Comitato composto dei direttori delle nostre Cliniche der· mosifilopatiche: Presidente onorario prof. Camillo Golgi; presidente effettivo prof. Don1e· nico Majocchi; segretari : dott. Ambrogio B ertarelli, dott. Mario Trt1ffi. Le quote per prender parte a tale onoranza sono di lire 10 per chi intenda di partecipare semplicemente alle onoranze di lire 20 per chi vuole avere il fac-simile della medaglia in bronzo e copia del volume c1edicato all'illustre uomo che si intende onorare. Le adesioni colle quote si possono dirigere o al dott. Ambrogio B ertarelli, v·ia SanfOrsola, 1, ~filano. o al dott. Truffi, Tia Cardano, 3.3, Pavia. l\fILANO. -

Nomine, promozioni, onorUloenze. Con decreto del 12 corr ente S. E. il Ministro dell'interno l1a nominata la Commissi1)ne per la compilazione del regolamento per l'esecuzione della legge 25 febbraio 1V04, n. 37 r elativa al· l'assistenza sanitaria, alla vigilanza igienica ed alla igiene d6gli abitati n ei Comuni del Regno. La Commissione predetta si compone dei si· gnori: Inghilleri comm. av''" Calcedo11io, sena· tore del Regno, consigliere di tato, presidente - Bianchi comm. dott. L eo11ardo~ ùeputato al Parlamento - Seniso comm. prof. Tommaso. senatore del Regno - Lucca comm. in g. Piero, dep11tato al Parlamento - Cavagnari avv. Carlo, deputato al Parlamento - "\'"illa dott . .Enrico, medico -chirurgo, presidente dell'Associazione N azionale dei medici condotti - Pessina cav. dot· tore GiuseppP, membro del Consiglio superiore di sanità - Rchanzer comm. prof. Carlo, depu· tato al Parlrunento, consigliere di tato, diret· tore generale dell'Amministrazione civile - San· toliqtrido com1u. prof. Rocco, direttore generale della sanità pubblica. Le funzioni di segretario clella Commissione saranno compit1te dal cav. avv. conte Angelo D e B enecl etti, capo sezione nel Ministero del· l'interno. Di questa Commissione composta con larghi criteri va data lode al )Iini tro dell'interno : notian10 co11 speciale socldisfazione che vi è in· clt1so l~ t>x presidenta della Fellerazione degli (31)


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IL POLICLINICO

Ordini dei medici, l'illustre prof. L. Bianchi, e l'attivo presidente dell'Associazione nazionale dei medici condotti, Enrico Villa.

** * Il Governo russo ha conferito 1 ordine di se· conda classe di San Stanislao ed il Governo Ottomano l'ordine di seconda classe del l'ledidie all'illustre prof. comm. Rocco Santoliquido, di· rettore generale della sanità pubblica, in se· guito alla conferenza di Parigi.

** * recentemente

Sono stati nominati: . Cana~is prof. cav. uff. Pietro, medico provin· c1ale d1 Genova, commendatore nell'ordine della Corona d'Itaìia. Danesi ing. cav. Filippo, segretario ingegnere del Consiglio superiore di sanità, uffiziale n el· l'ordine della Corona d'Italia. Sandesl(j prof. Carlo. archivista disegnatore del Consiglio superiore di sanità, cavaliere n ell'ordine della Corona d'Italia.

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Nell'Università di Cagliari, il dott. Oddo Ca· sagrandi è stato nominato, per l'anno scolastico 1903-904, professore straordinario d'igiene, dal 16 febbraio 1904, cessando in pari data dall'uf. ficio di secondo ai11to nell'Istituto d'igiene del· l'Università di Roma. Nell'Università di Napoli sono stat.i nominati, dal 1° novembre 1903 al 31 ottobre 1904: I dottori Rocco Caminiti e Guiscardo Ventura, ad assistenti nella clinica cllirurgica.

NECROLOGIO. A S. Costantino Calabro, il 7 del corrente mese, si spense, dopo tre anni di p enosa malattia, il dott. Giuseppe De Luca. L e esimie doti della m ente e del cuore gli avevano procurato vivente l'affetto, morto il rimpianto di tutti quelli ch e lo conobbero.

Concorsi e condotte. APPIGNANO (IJJ acerata). - Concorso ad 1lna delle dt1e condotte medico-chirurgiche eguali. Scadenza 30 aprile p. v. Stipendio lire 2500 gravate di ·ritenuta per R . M. e C. P., più lire 100 come ufficiale sanitario, se eletto a tale llfficio. Per schiarimenti rivolgersi alla segreteria comunale. CAMPOSAMPIERO l Padova). - Condotta medica. Stipendio ann}lo lire 2000. Età non maggiore di 45 anni. Scadenza 31 marzo corrente. Per schiarimenti rivolgersi alla Segreteria comunale. VENEZIA (Spedale ciz ile). - Concor so ad un posto di medico assistente di 1a classe. Assegno ann110 lire 900 oltre l'alloggio. Scadenza 31 marzo corrente. BERGAMO (Consiglio rlegl'I stitiiti ospitalieri). Concorso per titoli a quattro posti di assistente biennale medico -chirurgo. Stipendio annuo lire 700, e al posto di 1° assistente quadriennale medico, stipendio annuo lire 900. Scadenza 31 marzo. Per schiarimenti rivolgersi al segr etario del Consiglio. 1

Roma, 1904 - Tip. Nazionale di G. Bertero e C.

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FASO.

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Indice alfabetico analitico del presente numero. Batteri norn1ali nell'intestino umano (Del significato dei). - Strasburger . • . Pag. Canale deferente (Dell'influenza della resezione del - - sul tono dello sfintere vescicale). - Wassilieff . . • • >> 397 Cenni bibliografici . . . • . • . . » 408 Concorsi e condotte. . . . . • . . » 414 Corea del Sydenam grave g uarita col metodo Baccelli (Un caso di). - Gallenga . • . . . . . • . . . • » 398 Coxite (Importanza dei sintomi iniziali della - in relazione alla sua cura). Salaghi . . . . • . . . . . • » 404 Digestione gastrica (Sull'influenza del cloruro di sodio sulla). - Bonniger • . » 393 Dolori abituali (I). - Brissaud . . . • » 391 Febbre termale (La) . - Baccarani . . » 397 Fenomeno diaframmat ico di Litten (Il). - Pugliese . . • . . . • . . • » Infezioni pneumococciche extrapolmonari (Contributo allo studio delle). - Maccone . . . . • . . • • . • . » 402 Linfa nei fasci e nei cordoni spinali (Sul corso della). -· 01 r. • . . • • • » 400 Liquido cerebro-spinale nelle n1alattie r:ervose {Sull'esarr:e cito1ogico del) . - Giu· diceandrea . . . . . . • . . . » Lombaggine e del reu1natismo muscolare (Sulla patogenesi e sulla cura della). Giglioli . . . . . . . . • . » 40 2 Midollo spinale (Sulle degenerazioni del - - negli avvelenamenti da fosforo e da stricnina). -. Cevidalli . . . . » 397 Nomine, pron1ozioni, onorificenze . . . » 413 Notizie diverse . . . • . . . . . » 412 Para!i si radicolare inferiore del plesso brachiale ed aneurisma arterovenoso succlavio. - Calabrese. . . . . . . )) 392 Pellagra (Difesa contro la). - Circolare ministeriale ai prefetti del Regno . . » 406 Plessi coroidei cerebrali (Fisiologia dei). - Veneziani • . . . . . • . . » Polmonite crupale (Osser vazioni sulle ricadute della). - Lovera . . • . » Polmonite fibrinosa del bambino (Particolarità e forme della). - Gillet . . >) Rene in ptosi (Considerazioni cliniche e sperimentali sulla fissazione del). Ceccherelli . . • • • . . . . . » Risposte a quesiti e a domande . . . » Terapia fisica (Istituto centrale di). Mayol. . • . . . . . . • • » Trapanazione del cranio nell'epilessia t raumatica (Contributo alla). - Garo vi . » Tripsina (Sull'influenza degli acidi . nello sviluppo della - dal tripsinogeno). Hekma . . • . . . . • • . >> 395 Sanatogen (Sull'uso del). - Ewald . . >> 405 Sciatica (Nella). - Klemperer . • . • » 405 Succo intestina le dell'uon10 (Sul). - Hamburger et Hekma . . . • . • • . » 3~4 Vescica (Contributo sperin1ent ale alla chi39i rurgia del1a). - Nagano . • . • . » L. TruMANl, iegr. r•lfl·


Roma, 2 aprile 1904.

Fa•o. 14

DIRETTORI PROF.

GUIDO BACCELLI

PROF.

REDATTORE CAPO: PROF.

FRANCESCO DURANTE

VITTORIO A.SCOLI

SOM;.MARIO. Lezioni: - Prof. Baccelli: Sulla subcontinua tifoidea. -

Riviste: -

MEDICINA: - Ortali: Sull'ammoniaca dell'urina. NEUROPATOLOGIA: - Bard: Sull'origine seMoriale della deviazione

- Schlesinger: Constatazione chim ica dell'urobilina. coniu11~ta deg~i o.cch~ con rotazi~ne. detla_ testa negli emiplegici. - Turner : Ricerche atati~tiche sulla 'P.roqnosi e sulla curabilità delt epilessia basate sui 1'lsultat& della cura. - CHIRURGIA : - Sauerbruch : Per evitare lo atabiltr&i del pneumotorace nelle operazioni intratoraciche. - Mintz: Pél drenaggio del pericardio. - Petersen : La cardioliai. - Accademie ,' Società mediche, Congressi: - XVII Co txGREss o DELLA -Soc lETA' ITALIANA n1 CeIRU l\GIA. - R. A ccADEJlIA l'ELORTTANA I N MF.SSI N.!.. - A CCA DBIUIA IUEDICO- CBIRURGICA. DI F'ERRARA Osservazioni cliniche : - Gaudiani: L'ascesso della milza.

Pratica professionale : -

Un nuovo segno premonitorio e rivelatore de.Il' endocardite nascente. - Soffio diastolico aortico senza le1ioni valvolari. - l di.<iturbi pupillari negl'infermi con dilatazione aortica . - Li un a1&eurisma vero dell'arteria llplenica. Elastoma della tun ica mecfia.. - ll tabacco nell'arteriosclerosi. - Studi sperimentali rulla dilatazione acuta del cuore. - Le dilatazioni del cuore nella pubertà. - APPU NTI 01 THRAPIA : - La pitiriasi delle sopracctglia, della barba, dei baffi. - l e tinture per capelli. - Nella seborrea del capillizio. - Prurito senile, cause e cura. - Nella prurigine. - Nelle screpolature delle mani. - Varia. - Cenni bibliograftci. - Bibliografia italiana: - Farmacologia e terapia. - Amministrazione sanitaria. CA8UI S TI CA : -

Interessi professionali: - Rispoate a quesiti e a dornande. Notizie diverse. - Nomine, promozioni, onorificenze. analitico del presente nutnero. ,

Concorsi e condotte. - Indice alfabetico-

AVVISO.

È cominciata la spedizione del Premio a coloro che hanno pagato I' intero abbonamento più i 50 Centesimi pe1'' le spese di raccomandazione, ed anche a coloro cui fu proposto l'invio g f•avato d'assegno e che non mandaI"Ono ordini in cont1"a1"iO. 1

L'AMMINISTRAZIONE. Diritti di proprietà riservati

LEZIONI Istituto di Clinica medica della R. Università di Roma

Sulla subcontinua tifoidea. Lezione del prof. G . BACCELLI raccolta dall'aiuto prof. F.

S cHUPFER.

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Signori! A me oggi è grato di poter richiamare la vostra attenzione sopra tre casi in· teressanti, i quali sono la più completa conferma di quanto io, or sono parecchi decenni, ebbi ad asserire intorno alle subcontinue tifoidee. I casi di tale specie sono piuttosto rari e l'opportunità di averne

osservati tre nello scorcio di quest'anno scolastico fa sì che io sospenda per un momento la trattazione degli aneurismi aortici per conversare un po' con voi di questa forma morbosa, troppo spesso misconosciuta anche da chi ha dedicato tempo e fatica allo studio della malaria. Nè vi nascondo che anche tra i valorosi aiuti che mi circondano ve n'era qualcuno che alla diagnosi di subcontinua tifoidea in tali casi non voleva appagarsi, e che chinò il capo solo quando le iniezioni di chinino ebbero in breve ora fatta giustizia di una febbre che durava da vari giorni, e che per verità era accompagnata da un tale corteo di sintomi da indurre facilmente (1)


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nella diagnosi erronea di vera febbre ti- 1 in guardia anche contro tale sintomo, foidea. perchè la reazione del Vidal permane per Or chi si appaga troppo leggermente -lungo tempo dopo finita. l'infezione Eberdei risultati del laboratorio, trascurando i thiana, e quindi, può avvenire, come nel minuti particolari dell'esame clinico, pur- nostro caso III, che una febbre tifoidea troppo andrà di frequente incontro a tali . venga seguita da parossismi malarici, e errori, i quali possono esser perniciosi agli che a torto questi vengano interpretati infermi più della malattia stessa che li comè il periodo anfibolico protratto del tifo. tormenta. Anche sulla possibilità della successione Rammentatevi sempre che il laboratorio di tali parossjsmi malarici alla febbre tideve essere l' al] eato della clinica, che si foidea, io ho insistito circa 30 anni or sono, deve uscire dalla clinica per entrare nel e solo da poco tempo, per opera di valolaboratorio: ma che da questo si deve poi ròsi scienziati italiani e stranieri, si sono ritornare alla clinica, la quale sola è il pubblicate osservazioni non dubbie di quetribunale supremo che vaglia i sintomi sta forma morbosa, e corredate di tutte le raccolti e che ad essi attribuisce il giusto più moderne ricerche di laboratorio. valore. Ma la malaria, oltre che presentarsi sul Le subcontinue tifoidee vengono spesso declinare della forma tifoidea, può pre· ' confuse colle febbri tifoidee, perchè il sentarsi anche quando tale forma è nel quadro fenomenologico è simile in am- suo svolgersi, costituendo una proporzio· bedue, e perchè si trascurano troppo spesso nata tifoidea, oppure può di per sè men·t quelle finezze dell'esame clinico, che, nel tire completamente i sintomi di una infebuio diagnostico, sono la più preziosa guida zione Eberthiana, i quali in tal caso non sa· ranno dovuti al bacillo del tifo; ma a quelle per il medico. Tempo fu in cui nel tifo si ritenne quasi proprietà emodiscrasiche e neuro-paralipatognomonica la diazoreazione delle orine: tiche del parassita malarico, sulle quali io, ebbene io ho potuto dimostrare allora che per primo, richiamai l' attepzione degli la diazoreazione non era un segno univoco scienziati. A quest'ultima forma io detti della ~febbre tifoidea; ma che tale rea- il nome di subcontinua tifoidea, e già altre zione si trovava di frequente nei tuber- volte dissi come essa sia una febbre malarica colosi, ed in altre malattie. Qggi credo perniciosa per la ragione del tipo. Di questa nessuno vorrebbe fon dare una diagnosi ultima voi avete un esempio nei primi due di tifoidea sopra questo solo sintomo. casi, e qi essa io desidero tracciarvi qui Un altro fenomeno di grande valore per i caratteri clinici differenziali colle forme la diagnosi del tifo sono, secondo alcuni, tifoidee. Tanto nella subcontinua tifoidea, quanto e specialmente secondo gli inglesi, le taches lenticulaires sparse sulla cute del tronco; nel tifo, la milza è evidentemente ingranorbene voi udiste dalle storie che in uno dita, e taluno pretese di trovare difft3di questi infermi è esistita fugacemente renze, fra le due forme, in ordine della anche tale eruzione di roseola, sebbene grandezza dell'organo ; mentre il maggior r anche in questo caso si trattasse di· una volume dell'organo splenico nella malaria forma malarica, la quale cadde in seguito si presenta solo quando questa sia già inve· all'iniezione di soli gm. 1 1 / 0 di chinino. terata nell'organismo, non quando l'infe· Sulla t..allacia di questo sjntomo io ri- zione sia recente, come nei casi nostri. Nella chiamai l'attenzione fin dal 1876, ed ora febbre tifoidea campeggiano i fenomeni mi compiaccio nel vedere che anche il mio addominali, e tutti quelli che dalle soffe· valoroso amico prof. MA RCHIAF A v A lo potè renze addominali rampollano, o diretta· · constatare in casi di subcontinua tifoide. mente, o per azione riflessa; invece nel· Nella diagnosi di febbre tifoidea si dette l'infezione malarica subcontinua tali sin· grande peso anche alla reazione aggluti- tomj generalmente mancano. Se però eccezionalment~ anche qui l'ad· nante del Vidal. Eppure io vi devo mettere (2)


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SEZIONE PRATICA

dome sarà a sua volta investito, abbuiando ancor più l'immagine clinica, allora gioverà ricorrere ad altre guide fedeli, che ci metterano sulla via di un giudizio differenziale e che io ora mi propongo di tracciarvi. Nella enorme maggioranza dei casi vi aiuteranno nella diagnosi di una subcontint1a la valutabile influenza della malaria, e la certezza dei pregressi parossismi, come accadde nel nostro caso I. Però non sempre le cose procedono in questo modo, chè talora ogni anamnesi è muta, non ha preceduto, come nel nostro caso II, alcun parossismo malarico, e la forma subcontinua insorge d'un tratto e perdura con crescente intensità. In tali casi occorre l'analisi severa di ogni me .. nomo sintomo: ed il raffronto di esso con qttelli del genuino tipo nosografico sotto le cui sembianze procede. E ritenete per certo che in tal modo anche qui scoprirete che la quantità, la catenazione, la successione ed il modo di comparire dei vari sintomi non corrispondono a quelli del tifo vero. Spesso scoprirete che il rincalzo del febbricitare nelle subcontinue non si fa per gradi, come nel tif·o, ma ad un tratto, con vampe di calore dai piedi alla testa, agitazione, delirio, per modo che manca quel carattere progressivamente esacerbantesi che si ha nel tifo ; e se studiate bene la tabella termoscopica, prendendo la tem· paratura ogni due ore, potrete trovare che le remissioni non hanno il carattere di quelle tifoidee, in cui l'esacerbazione della sera si ritrova come temperatura remit· tenta del mattino successivo; ma invece la febbre malarica, a tipo di subcontinua tifoidea, presenta delle remissioni più forti di quelle che si hanno nel vero tifo, e spesso accompagnate da sudore e da remissione di sintomi anche imponenti. Nell'inizio delle due f'o rme morbose vi 3ono differenze peculiari. Nella subcontinua la cefalea è rara, nella tifoide è quasi la regola., ed ha carattere permanente, e per lo più frontale e grava:ri vo. Nella subcontinua l'occhio non è così 3plendido e fisso come nella vera tif'oi ùea; ma la tinta dell'albuginea sarà piuttosto 3ubitterica, a causa della discrasia san-

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guigna, i tratti naso-labiali saranno meno stirati, i pomelli e gli zigomi meno arrossati, le mucose meno aride, mancheranno le cordicine gengivali ed il tremore della lingua, ed in primo tempo mancherà il vero stupore, le contrazioni fibrillari dei muscoli della faccia , la tosse, il catarro delle vie aeree superiori, ecc. Invece il delirio nell'inizio della malattia sarà più f'requente nella forma malarica, in cui inoltre è quasi costante una. certa iactitatio corpo1·is. Nella forma malarica per lo più non troverete nd il timpanismo addominale, nè il dolore ed il gorgoglio nella fossa ileo ce cale, nè la diarrea caratteristica; che se alcuni di tali sintomi compariranno, avranno di solito andamento parossistico, e non asst1meranno mai quella costanza che si ha nel tifo vero. La febbre tifoidea ha una sembianza sua, un andamento suo, una spiccata individualità nella forma. I sintomi nascono con un certo ordine ed ordinatamente progrediscono; l'esacerbazione caratteristica in terza giornata, ed il progresso nella sua severità non isfuggirono all'occhio sagace di IPPOCRATE, il quale disse: febres non, intermittentes terlia die exaeerbantes, difficile habent iudicium. Il primo settenario non

somiglia al secondo, il secondo non è uguale al terzo, la comparsa, la catenazione, la s11ccessione d~i sintomi è caratteristica. Cotesto fatto non si verifica mai nella s,ubcontinua tifoidea ; in questa i sintomi non ha11no legge nè costante, nè proporzionale nella evoluzione e nella catenazione loro; il delirio, il meteorismo, il singhiozzo, la carpologia ed altri sintomi possono presentarsi fin dai prirni giorni, o mancarne altri quasi patognomonici. Ma ciò che più monta è la specia.le con· traddizione di alcuni sintomi tra di loro. che raramente si incontra nella vera tifoide, ma che nella subcontinua tifoidea costituisce uno dei fatti culminanti ; e così pure la remissione e talora la scomparsa di alc11ni fenomeni anche imponenti, durante la remissione febbrile, e la fugacità di altri epifenomeni, che nella tifoide vera sogliono essere costanti. Mi si potrebbe obbietta.re che al giorno l :J }


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LANNO XI, F ASC. 14

IL POLICLINICO

d'oggi la possibilità di ricercare i germi specifici ha reso la diagnosi di queste forme morbose molto più facile; ed io certo non negherò l' t1tilità che a voi potrà derivare dalla ricerca del bacillo del tifo nelle feci, nel sangue e nella eventuale roseola, e q nella del parassita malarico nel sangue circolante. Queste ricerche devono sempre essere da voi praticate. Ma ricordatevi che se il reperto positivo del bacillo di Eberth vi dà la certezza di a vere innanzi a voi una infezione tifosa, non vi potrà escludere la possibilità di una proporzionata tifoidea. E per converso, se la presenza dell'emameba di Laveran vi sarà indizio sicuro di infezione mal'arica, e vi obbligherà alla terapia chinica, non potrà ancora darvi, la sicurezza che anche il bacillo di Eberth non si annidi nel corpo del vostro infer1no .. Che se poi la ricerca del sangue periferico vi riuscirà qualche volta negativa, ricordatevi sempre che, se tutta la fenomenologia clinica vi depone per una forma malarica, un re· perto negativo del sangue non ve la deve far senz'altro escludere; poichè noi per primi asserimmo, ed il GoLGI poi ha confermato, che in forme gravissime di malaria i parassiti possono temporaneamente annidarsi neg~i organi interni, e non ritrovarsi per conseguenza nel sangue periferico. Che se in tali casi voi esitaste nella terapia, vi potrebbe accadere di mettere a duro repentaglio la vita dei vostri infermi. Ed ora ad illustrazione di quanto si è detto esaminate le tabelle termoscopiche appartenenti ai tre infermi che avete in. . nanz1 a voi. Il primo è un ragazzo di 12 anni, il quale nel dicembre scorso soffrì di t•ebbri intermittenti malariche, e che ora è malato con febbre, che l'infermo dice non essere stata continua nei primi giorni; e che ora, pur essendo continua, presenta forti remissioni. Ebbene, nonostante che l'aspetto e molti dei sintomi deponessero per una forma tifosa, io, basandomi sui criteri sopra esposti, posi la diagnosi di sub·continua tifoidea, ed iniziai la cura colle iniezioni di chinino, in seguito alle quali, in due giorni, la febbre scomparve. Il secondo infermo è un ombrellaio di ( 4)

23 anni, il quale ammalò con febbre che i.n poche ore raggiunse un grado altissimo, accompagnata da cefalea intensa e vomito, e che, senza forti remissioni, continuò sino al suo ingresso in clinica. Anche in questo, come voi vedete, appena iniziata la cura chinica la febbre scomparve Il terzo malato è un pubblicista di 27 anni, abitante vicino a San Giovanni in Laterano, il quale il 1° dicem.bre fu preso da prolungato brivido di freddo, cui seguì un forte senso di calore, in seguito al quale si sviluppò il quadro classico del tifo addominale. Di questo fu curato nell'Os1ledale di Santo Spirito nel quartiere del prof. Rossoni, ed il 25 dicembre la febbr~ cessò e l'infermo entrò in convale· scenza. Ma 5 giorni. dopo, ossia il 31 dicembre, si iniziarono nuovi accessi febbrili, che io non potei interpretare come indizio di una recidiva del tifo, ma che per i loro caratteri ricordavano quelli ma~ larici. Anche qui essi in breve furono trionfalmente troncati dai sali di chinina. I due primi infermi vi presentano adunque un esempio di sub-cbntinua tifoidea, nel terzo si tratta di febbre malarica consecutiva ad un tifo, e dal loro esame spassionato risulta evidente che nella malaria il quadro clinico può mentire in quasi tutti i suoi particolari una febbre ti· foidea, e che il supremo presidio per la diagnosi di queste forme morbose sta special· mente nel criterio termoscopico, associato alla giusta e minuta valutazione di tutti gli altri sintomi.

IL POLICLINICO Sezione Medica, Anno XI, 1904 -0-

Somxxia..:rio d..e1 Fa..soico1o 4• I. Prof. A. Zeri - La infezione malarica perniciosa. li. Dott. A. Marina - Sul reatringimento pupillare, che 1i 01serva ai movimenti laterali dei bulbi, nell'occhio che V 'l all'iu teni.o. - Ill. Dott. A. Nazari - Sulla mielite cronica cermcalc nei vecchi. - IV. Dott. A. Signore I li - la ipo{onesi vertebrale nelle malattie d~l cuore e dell'aorta, tratta dalla perc11S11011r. delle vertebre cardiache e sopracardiache. -V. Dolt. A. Rossi · Contributo al ricambio, alla patogenesi ed all'uropoie1i del dia

bete insipido.


SEZIONE PRATICA

RIVISTE MEDICINA

Sull'ammoniaca dell'urina per il dottor

CESARE 0RTALI.

Ri·vista sintetica.

Nel processo di metamorfosi delle so· st~tnze azotate del nostro organismo si forma una lunga serie di prodotti, fra i qua.Ii uno dei più semplici è l'ammoniaca. Essa si trova infatti costantemente, quantunc1ue in iscarsa quantità, nell'interno del corpo umano ; è contenuta nel sangue, seconclo \VINTERBERG (1), nella quantità di un milligrammo per ogni eme. 100, ed anche uella linfa, come osservarono HENSEN e D.A.IINHARDT. Fa parte della saliva e del succo intestinale. Viene eliminata col sudore, colle feci, anche coll' aria espirata sebbene in piccolissima quantità (REGNAULT e REISET), circa gm. O. 020-1 in 24: ore (LosSEN); ma principalmente coll' urina. Nella q un.le non si trova allo stato libero, ma sotto fo1·ma di sali come l'urato d'ammonio e il fosfato ammonico magnesiaco. Qt1esti sali i1011 possono i ..imaner disciolti che in u11 an1biente acido. Q11indi precipitano nella fermentazione ammoniacale che è data da microrganismi, specialmente dal micrococcus t1re1te (PASTEUR, CoLr~s), dal bacterium t1reae (LEUBE) e da altri, i quali si trovano nell'aria e producono uno speciale fe1. mento Rol11 bile. Per opera di questi bacteri 1'1rrea 1tssorbe a~qua e si t1--asforma in carbonato rl'am1nonio, rendendo alcalina la reazione <lell'11rina. Q11esto sale può essere assorbito e cletermìnare gli effetti generali prop1·i clei, sali di ammoniaca, cioè una fo1·ma di tltttointossicazione detta a1Ji11101ze11iia. Il n1etodo di determinazione dell'ammoniaca più in uso è quello t{i ScHLOSL~G. E so si fonda sopra un principio che ha larga. applicazione anche nella pratica in· <llt trit1le: l,an1n1oniaca, essendo ltna ba e tlebole, pltò es ere spostata dai uoi sali meclin11te basi pii1 forti come ad e empio la calce vi,·a. Questo mezzo infatti serve per 1)reparar > l'ammoniac~1 clel commercio,

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estraendola dal cloruro cl' au1monio. La tecnica insegnata da ~ ,CHLUsrxo è la seguente: in un ambiente chiuso i libera l'ammoniaca contenuta n ell' urina per mezzo dell'acqua di calce. Nello stesso ambiente si trova una ben determinata quantità cli acido solforico che si impadronisce tota.1mente del gas messo in libertà. Dopo al· cuni giorni, quando cioè si ritiene che ia aV\enuta la fissazione dell'ammoniaca col· l'acido, s indaga la quantità di quest'ultimo scomparsa per mezzo di una soluzione titolata di soda o di potassa. Questp metodo per altro non va esente da censure. BERTHELOT e ANDRÉ hanno constatato che l'ammoniaca nei sali doppi si sposta con difficoltà, quindi non tutta in questo modo può essere valutata. ScHwARZ (2) ha proposto di raccogliere le urine in clo1~oformio, il quale impedisce la decomposizione bacterica e così evita la scissione dell'urea in ammoniaca ed anidride carbonica, il che nuoce naturalmente all'esattezza dei risultati. PFLUGER e BoHLAND per ot~enere dei clati più sicuri si sono serviti della separazione nel vuoto. Si è llUr constatato che la soda sola sposta tutta l'ammoniaca a 100° in presenza di sali magnesiaci. N E~CKI e ZALESKI (3) hanno proposto uno speciale apparecchio, che ha il van· taggio di impedire l' invasione dell'aria esterna nel recipiente. Con questi metodi si è potl1ta determinare la quantità di ammoniaca contenuta nell urina e le sue oscillazioni. Nell'u1·ina normale di lln adulto nelle 24: ore la quan· tità è va1·ia secondo i dive1· i autori: per NEUB.AUER grammi O. 70 · per K~ìERIE:\r gm. o. 62 ; per KERNER gm. o. 83. È cli grande inte1·esse lo tuclio clelle oscillazioni rhe es a Sl1bisce nello stato fisiologico e nello tato mo1·bo o. Ha infll1enza la specie di alimentazione oncle si riscontra at1m~nto nella clieta car· nea~ diminuzione nella dieta,.. getale; come pure l'inge tione di determinat o tanz )' ad esempio il clort1ro cl'ammonio che pro· cluce a11mento. l'acetato soclico cl1e pro<lu c climinuzione (~A..LKo,,-sKI e ì\I r _~K) .


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IL POLICLINICO

Ha pure influenza l'età; nei neonati l'ammoniaca si rinviene in maggior copia; infatti mentre nell'orina dell'adulto noi troviamo dal due al cinque per cento di azoto sotto forma di ammoniaca, questa cifra nell'urina del neonato sale all'otto e al nove per cento . Quanto agli stati patologici le nt1merose ricerche fatte hanno condotto ad importanti risultati. RuMPF (4) ha trovato aumento nello stato febbrile della polmonite crupale acuta, ileotifo, influenza, poliartrite reuma· tica, bronchite con artrite. e colera. Questo aumento nel maggior numero dei casi perdura anche nello stadio di convalescenza, scendendo lentamente alla media normale. Esso non è in rapporto costante col grado della febbre. Il massimo aumento si osserva nei casi in cui il processo morboso era ad altri complicato. Vi è pure un rapporto tra la quantità di ammoniaca e la natura del processo morboso, cosl, per esempio, è maggiore nella polmonite e nel tifo, minore nell'artrite. Nello stato algido del colera poi l'eliminazione diventa rilevante. L'autore ricercò se i microrganismi specifici di queste malattia fossero capaci di dar luogo a formazione di ammoniaca. Gli stafilococ· chi, gli streptococchi, i bacilli del colera dann.o nelle culture maggior copia di am· moniaca. Quindi anche questi germi concorrono ad elevarne la quantità. Un au· mento pure è stato riscontr·a to nella malaria e rtel cancro dello stomaco. Nella cirrosi epatica per alcuni cresce tanto assolutamente quanto relativamente alla quantità di urea, Sf3condo altri resta invariata. MICHAELIS (5) trovò aumento della quan· tità di ammoniaca in vari casi morbosi, così in uno di reumatismo articolare com· plicato da pleu1~ite essudativa, pericardite secca ed endocardite. In un altro di rene raggrinzato arteriosclerotico con disturbi di circolo la quantità, già aumentata, di· minuiva col migliorare delle condizioni del paziente. In altri casi ancora di vizi val· volari e di degenerazione del cuore trovò pure aumento di ammoniaca, che però di· minuiva collo sparire dei disturbi e ritornava colla loro rip1~oduzione . Così pure in un soggetto affetto da asma bronchiale e

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[ANNo XI, FA.SO.

in un altro che presentava un infarto polmonare esteso. Per CzERNY e KELLER (6) anche nelle malattie gastro-intestinali dei bambini vi è un aumento dell'eliminazione dell'ammoniaca. Ma è specialmente nel diabete che essa può altmentare a dismisura, tanto che se ne riscontrò perfino la dose di gm. 12 ogni giorno. ~er dare una spiegazione d~ questi ri· sultati . ottenuti dagli studi di fisiologia e cli clinica è mestieri indagare come si formi e quale uffizio compia l'ammoniaca nel nostro organismo. (). NASSE ammette che nella molecola proteica, ):Ilentre una parte dell'azoto è stabilmente legata sotto forma di acidi ammidati, un'altra parte invece abbia un legame assai labile e facilmente si distacchi in forma di ammoniaca. Onde a seconda delle differenti proporzioni del· l'azoto labilmente combinato nelle varie sostanze proteiche, varia la quantità che si libera; così, per esempio, l' ovialbumina ne dà il doppio della gelatina. Essa può essere un prodotto primario della scissione della molecola proteica e in tal caso probabilmente deriva da complessi atomici, in cui un OH del gruppo COOH si sostituiva da un NH1 , o da quelli in cui il gruppo NH 9 è legato direttamente al gruppo CO (come nell'urea). Ma può ap· parire anche come prodotto secondario, derivando dai NH1 legati direttamente al carbonio (come negli amido-acidi) , ma questa scissione ·è più lenta e più diffi· eile. L'opinione degli studiosi è concorde nel ritenere che ufficio dell'ammoniaca nel nostro organismo sia quello di neuttaliz· zare le so~tanze acide. Ne segue che la sua eliminazione dipende dal rapporto della quanità degli acidi formati nel me· tabolismo alla quantità di basi fornite dal· l'alimentazione. In altre parole quando la provvista di alcali non basta più per com· binare l'eccesso di acidi, allora dall' albu· mina e dai suoi prodotti di decomposizione si separa l'ammoniaca, che si combina cogli acidi e passa nell'urina sotto forma di sali. HALLERWORDEN (7) che ha studiato l'elimi· nazione dell ammoniaca in casi di nefrite cronica diffusa ha confermato .che essa è


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SEZIONE PRATICA

indice dell'aumento dell'eliminazione acida e l'ha definita I'i1idicatore acido. Il grado di reazione dell'u1·ina no1~male è fisiologicamente regolato da t1n meccanismo delicatissimo che lo fa oscillare in limiti assai ristretti e che è determinato dalla continua produzione dell ammoniaca che impedisce l'autointossicazione acida. Se la formazione di essa si acc1·esce di tanto <la ne11tralizzare tutti gli acidi l'u1·ina di· 'Tenta alcalina. Vari fatti di valore indiscutibile servono <li base a queste asserzioni. Così TADEL· MA~~ (8) 11a constatato che introducendo acidi n ell'organisn10 dei carni,rori si ha una corrispondente eliminazione df ammo· ni:lca, la quale si tro,Ta in combinazione con 1 acido somministrato, onde dall' au· mento <li an1moniaca n ell urina si deduce un aumento relativo degli acidi dell'u1·ina stessa. 1Jn' altra prova si può dest1mere dall'esa1nc delle urine diabetiche; infatti mentre nelle urine normali gli aeidi sono in }lroporzione maggiore clelle basi nelle dial>etiche invece pe1· la grande quantità di amn1oniaca che neutralizza gli acidi, questi sono in proporzione minore delle bat:ii. Inoltre, come sop1·a abbiamo esposto, essa climinuisce con la dieta vegetale (CoRANDA.) ed aumenta colla dieta carnea, in cui per la maggior quantità di sostanze protei ohe si ha maggior formazione di acidi. Così clicasi di molti processi morbosi come il diabete, di cui abbiamo fatto cenno. Ecco percl1è negli animali erbivo1·i che hanno a· loro clit?posizione un eccesso di basi, si è potuto constatare , la mancanza di ammoniaca nell'orina. Altro st10 ufficio importantissimo è quello di trasformarsi in urea. Anzi sembra ormai pro,Tato che esista un rapporto fra la quantità dell'urea e quella dell'ammoniaca del nostro organismo; che rioè quella si trovi in ragione inversa di questa. Secondo SCROEDER, SALO?t'ION ed altri avrebbe luogo un processo di sintesi per cui l'ammonia~a si combina coll'anidride carbonica, mediante l'eliminazione di acqua. Ciò è provato dal fatto che nell'ingestione di sali d'ammonio solo quelli stabili appariscono inalterati 1

n ell'urina; quelli s11scettibili di ossidazione come l'acetato e il carbonato producono aumento di urea, che però non è accom· pagnato da un corrispondente aumento di solfo nell'urina, il che prova che quest'urea non deriva dalle sostanze proteiche [SAL· KOWSKI (9)]. Questo avviene pure negli animali ; così PouLSSON (10) ha esperimentato su vari animali intettando nelle vene. sol11zioni di carbonato, lattato~ tartrato di ammonio. È però indecisa la questione in qual modo l'organismo possegga questa facoltà di trasformazione, senza che ne avvenga un in· tossicamento. Il potere di trasformare l'ammoniaca in urea è maggiore nei carnivori che n egli erbivori; i cani tollerano rispetto ai conigli la dose quasi doppia di questi sali. Da quanto ai è detto risulta un prin· cipio di grande . importanza per lo st11dio dell eliminazione dell'ammoniaca, che cioè quelle cause che ne impediscono la trasformazione producono necessariamente un aumento di essa, come infatti si verifica in molte affezioni epatiche dell'uomo e come lo prova l'estirpazione del fegato negli uccelli secondo i i·isultati ottenuti da lVIINKOWSKI (11). Il quale si credo auto. rizzato a concludere che l'ammoniaca sia un p1·odotto di passaggio all'acido urico, e che il cambiamento sintetico di quella in qu.esto nell'organismo degli uccelli si possa a'rere soltanto finchè la funzione del fegato sia inalterata. Egli ha trovato inoltre n ell'urina una grande quantità di acido lattico. Negli uccelli si può ritenere adunque che avvenga quello che avviene nel nostro ricambio, cioè che in seguito all'aumento della produzione degli acidi, aumenti l'eliminazione dell'ammoniaca. In· fatti egli somministrò del carbonato di sodio ad lln' oca normale, e potè ottenere di abbassare l' eliminazione dell' ammo• n1aca. Ma anche nell'atrofia ac11ta del fegato umano e nell'avvelenamento per fosfo1·0 si è osservata la comparsa di forti quantità di a cido lattico nell'urina e insieme l'au. mento dell'ammoniaca. A questo acido il 1\rirNKOWSKI attrib11isce grande impo1·tanza ; secondo lui l'acido urico negli uccelli si ( 7)


422

IL POLIOLINICO

formerebbe per sintesi dell'ammoniaca e dell'acino lattico. Altro fattore che fa crescere l'elimina· zione dell'ammoniaca è la diminuita intro· duzione di ossigeno; in tal modo MICHAE· LIS (12) ne ha interp-retato l'aumento in casi da lui studiati di asma bronchiale, di infarto polmonare esteso, di pneumonite fibrinosa. Per far ben comprendere il significato fisiologico dell'ammoniaca è mestieri con· siderare la grande analogia che corre tra i processi di scomposizione che si riscontrano nel ricambio materiale dell'uomo e i pro· cessi na.tnrali che avvengono fuori del nostro organismo, alla superficie della terra. I vi le sostanze albuminoidi per opera dei bacteri subiscono la putrefazione, per cui passando a traver·so prodotti di mano in mano più semplici, si convertono in anidride carbo· nica, acqua ed ammoniaca. Anche qui adunq ue, come nel nostro organismo, si forma ammoniaca dalle sostanze proteiche, senonchè in natura la trasformazione pro· cede oltre. L'ammoniaca si ossida e dà lt1ogo alla cosidetta nitrificazione ; onde tutta la materia organica, per via di successive metamorfosi, discende allo stato di sostanza minerale. BIBLIOGRAFIA. (1) Therap. W ochens., 1897. (2) Wiener med. W ochenschrift, n. 3, 1893. (3) Archives des sciences biologiques, Tome IV, 1895. (4) Archiv f. pathologische Anatomie und Physio· logie tmd klinische Medicin. Bd. 143, H. 1, 1895. (5) Deutsche medicinische Wochenschrift, apt'ile 1900. (6) Centr. inn. Med. 97, n. 31. (7) Archiv fiir experimentelle Pathologie, 22 otto· bre 1896. (8) V. Riforma }fedica, anno 1885, n. 126. (9) V. in BOTTAZZI. Chimica fisiologica, II, 437. (10) Arch. ftir experimentelle Pathologie u. Phar· maltologie, vol. 33, fase. I. (11) Arch. f. exper. Path. · u. Pharmalt., vol. 21, pag. 41, 1886. (12) V. la nota 5a.

( 8)

1

LANNo XI, FAsc.

Constatazione chimica dell'urobilina. (SQHLESINGER.DeutscJi. 11iedic. WocJie1i.,n.32, 1008)

L' A. ha trovato che l'orina, ancorchè contenga piccole qt1antità di urobilina in· sieme a numerose altre sostanze coloranti, dà subito una splendida fluorescenza non che uno spettro evipentissimo di assorbi· mento, se la si mescola a parti uguaii con una soluzione alcoolica (alcool assoluto) di acetato di zinco al 10 °/0 e poi si filtra ac· curatamente. La grande sensibilità di qt1esto metodo è dovuta al fatto che la soluzione alcoolica dell'acetato di zinco fa precipitare una gran parte di sostanze coloranti che distur· bano la comparsa della fluorescenza e delle strie d'assorbimento proprie dell'urobilina. L'orina filtrata appare sempre più chiara dell'orina originaria. Siffatto precipitato si ha pure con un& soluzione alcoolica di cloruro di zinco (prova dello J AFFÉ per la ur9bilina), ma è meno com· pleto; ed ha un grave inconveniente che è questo: perchè la prova riesca, è necessa· rio aggiungere, oltre il cloruro di zinco, an· che ammoniaca; ora l'ammoniaca in pre· senza del cloruro di zinco ha un'azione os· sidante, donde la formazione di prodotti colorati per parte di altre sostanze coloranti che si possono trovare nell'orina. Ora questa azione ossidante manca, quando si adopera la soluzione alcoolica di acetato di zinco da sola, cioè senza l' aggiunta di ammoniaca. La presenza di bilirubina nell'orina rende assai difficile, siccome è noto, la ricerca dell'urobilina. Or bene l' A. ha constatato che l~orina contenente insieme all'urobilina una quan· tità relativamente abbondante di bilirubin~, diviene senz'altro fluorescente, se trattata con una soluzione di acetato di zinco e fil· trata. Che se la quantità di bilirubina fosse molto abbondante, allora l' A. la fa precipitare servendosi della reazione del Boum~ cioè: aggiunta di 8 eme. di orina a 2 eme. d~ cloruro di calcio al 10 °/0 , e di un po' d1 ammoniaca fino a rendere l'orina di rea· zione neut;a. L',orina così trattata e filtrata prende, con l'aggiunta di una soluzione al· coolica di acetato di zinco, la fluorescenza e le strie d'assorbimente p1·oprie dell't1ro· bilina. L' A. con questo metodo ha potuto constatare la presenza di urobilina (O. 002 per cento), aggiunta artificialmente ~duna orina che era ricchissima in bilirubina.


A.NNO

XI.

FASO.

141

Per le feci la pro-va dell'urobilina si mo· <lifica come segue. Le feci che contengono molto grasso vengono clapprima trattate con etere, per allontanare il grasso : alla i)arte resid11ale, estratta con una sol11zione alcoolica di acide>, si aggiunge ammoniaca fino 11 far scomparil·e la reazione acida. Ciò fatto si aggiunge il reattivo a parti ug uali. L· .. \.. dice di a'Ter constatato che qt1esta })l'O,~a è pii1 sensibile di q nella dello .,

...: CH)IlDT.

Pt-r la ricerca de11 ·urobilina nei liquidi sierosi, si prende l1na miscela di liqt1ido e <li re~tttivo a pa.rti uguali, e la si agita: ql1inrli col filt1·0 si allontana l'albumina preci1Jitata. Il liquido così l'iltrato, se con· tiene ttrobilina.. presenta una bellissima fl11orescenza. In tal modo l' ..\... ha potuto consta,tare la presenza di urobilina in moltissimi liquidi ascitiri (cirrosi epatica, pe· ritonite tubercolare). Per la ricerca dell urobilin a nel sa11g11e poco si IJresta l'acetato di zinco. Così n el sangue clefibrinato (sangue di cane e sangue placentare fr·esco), a cui era stata aggiunta urobilina, l' ...\.. osservò che la fluo· rescenza si avfl,·a solo per 1 aggi11nta di gl'ancli quantità (O. 02 per cento). nè ap1)ariva in modo e'ridente. La cat1sa di que· ~to rP})erto, nullo -o difettoso, sta nella prespnza clei globuli rossi, che disturbano la • l'Pazione. Infatti, mescolando il sangue con u11a soluzione fisiologica di clort1ro (li sodio n parti ugua,li. e centrifugando la miscela, nel li(1uido raccoltosi al di sopra dei corpuscoli rossi, si osserva , mediante I 'aggiunta cli acetato di zinco, una bellissima fl11oresc~nza anche per quantità piccole di urobilina, come O. 005 per cento, e persino O. 003 per cento. Questo fatto suggeri il seguentfl metodo di rieerca: Si ' rersano in una l)iccola })rovetta gracluata eme. 1. 5 cli clo1·uro di sodio al O. 75 1)er cento; si aggiunge tanto ossalato di J)Otassio q11anto ne occor1·e per~hè dopo la aggiunta di una eguale quantità di sangue l'ossalato di potassio si tro,·i nella prol)Orzione de11'1 °/00 (O. 5 cli ossalato di po· tassio in 200 di cloruro di 8odio. Ciò fatto si !asciano gocciolare eme. 1. 5 cli sangue. L'ossalato di potassio impedisce la coagulazione del sangue n el cloruro di sodio. Si centrifuga il plasma sanguigno già t1·avasato }Jer mezzo di una pipetta in un'altra pro-vetta, mescolato con una soluzione alcoolica di acetato di zinco a parti eguali.

*

423

SEZIONE PRATICA

L' A. ha fatto con questo metodo 15 esami di sangue di diffe1·enti infermi che presen· tavano un'intensa urobilinuria: ha avuto sempre risultato negativo. Resta ora a 'redere, perchè la presenza delle emazie disturba la r eazione dell'acetato di zinco n ella ricerca dell'urobilina. L' ...\. no11 crede ch e ciò possa dipendere da una combinazione della urobilina con l e emazie, i)oichè 1'11robilina aggiunta artificialmente al sangue, ne può essere di nuovo separata per mezzo del clo1·uro di sodio; ritiene assai verosimile che l'acetato di zinco faccia precipitare l 'urobilina, la q11ale, del r e to, si troverebbe nel sang ue fresco solo in piccole quantità. Dott. E. GuGLIELMETTI.

NEUROPATO L OGIA

S11ll'o1·igine sensoriale <lella deviazione conit1gata degli occhi con rotazione della testa 11egli emiplegi<~i. (BARD. Se11iai1ie J1lédicale 24° année, n. 2).

Il fenomeno scoperto dal VuLPIAN e studiato dal PREVOST nel 1868, ossia la rotazione della testa con deviazione coniugata degli occl1i cliretti verso il lato sano, come si osserva in un gran numero di emiple· gioi nei primi giorni che seguono all'ictus apo1Jlettico è oramai ben noto agli studiosi. Nei casi di lesione dell'istmo dell encefalo, la deviazione degli occhi e la rotazione clella tf'sta possono aver luogo in senso in,,..erso. Per PRE\. . OST il fenomeno si po· teY-a mettere accanto ai feno1neni di rotazione o di maneggio osservati negli ani· mali nelle lesioni sperimentali 11nilaterali dei centri nervosi. Nel 1876 il LANDOUZY emise la teoria secondo la quale la deviazione conit1gata è l 'effetto di una lesione cli ttn centro psicomotore della corteccia e la élirezione della. deviazione è diversa a seconda che il centro in parola è paralizzato o stimolato. Tre anni dopo GR.ASSET e LANDOUZY confermarono que~ta teoria ed affermarono l'esistenza di un centro cor· ticale comune per i moT"imenti di lateralità della testa e degli occhi e conclusero che n elle lesioni emisfèriche la paralisi di que· sto centro porta la deviazione verso il lato sano ; la sua eccitazione la deviazione verso le membra paralizzate. • Da questo momento in poi l'esistenza di esso centr o fu quasi 11ni,,.ere,almente ammessa cori piccole varianti e tutte le (9)


424

IL POLICLINICO

discussioni furono fatte allo scopo soltanto di determinarne la sede anatomica. Difatti nel mentre LA.NDOUZY e GRASSET erano d'accordo nel localizzare il centro oculocefalo-motore nella regione della plica curva, 0HARCOT e PITRES nel 1895 so sten· nero invece che avesse sede nella parte inferiore delle circonvoluzioni rolandiche, e molti altri autol'i poi sul piede della seconda frontale. Intanto il GRASSET, pur mantenendosi fedele alla localizzazione pa1'ieto-occipitale, ammise come possibile l'esistenza di un centr<) accessorio d'azione più generale nella regione prerolandica ed in seguito per le ricerche fisiologiche tendenti a fare ammettere la molteplicità dei centri oculomotori, gli autori anche i più riservati ri· tennero che ne eHistessero almeno d11e, l'uno anteriore rolandico, l'altro posteriore parieto-occipitale. Tuttavia fin dal 1888 lo S cHAFER . ave:va emesso l'idea che questi due centri non fossero equiva.Ienti, perchè l'eccitazione del centro anteriore è seguita dai movimenti corrispondenti degli occhi nel mentre che quella del centro posteriore li provoca con t1n certo ritardo e ciò gli aveva fatto ritenere che questi ultimi movimenti non fossero come i prin1i un effetto diretto dell'eccitazione, ma un effetto l"i· flesso dovuto alla prodt1zione di immagini visive subbiettive provocate dalla eccita• z1one. Si può supporre infatti che l'eccitazione del centro visivo provochi delle vere allucinazioni che attirino l'attenzione più o meno cosciente dell'animale dal lato del campo visi,ro al quale si riportano. L'ipotesi dello ScHXFER segna un pro· gresso importante per questo studio perchè è il primo tentativo di attribuire ai centri sensoriali un'azione diretta nella produzione dei movimenti coniugati degli occhi e della testa. La pluralità dei centi·i oculo-moto1'i am· messa dagli esperimentatori, fece divenire i clinici sempre più eclettici. Il Roox so· stenne molto recentemente che tre localizzazioni dive1'se possono generare la devia· zione coniugata da cal1sa emisferica a tipo paralitico, ossia la lesione del centro anteriore sensitivo motore della zona rolan· dica, quella della faccia interna del lobo occipitale a livello del centro visivo sen· sori o motore ed infine quella della regione della plica cu1·va nella zona del linguaggio {10) •

I

[.ANNO XI, FASO. 14

visivo: queste tre localizzazioni sarebber() equi:valenti. Il MuRRI è stato il solo ad insorgere contro la teoria paralitica classica : egli affermò che la deviazione coniugata proviene dall'eccesso di attività del cervelletto o dei centri motor·i del lato sano e non da paralisi del centro cefalo--oculo--motore del lato malato: ed aggiunse che llna lesione acuta da una par·te qualunque dell'encefalo, potrebbe provocare l' ipereccitazione dei centri lontani. L'ipereccitazione dei centi corticali, agi· rebbe provocando delle contratture o delle contrazioni toniche o cloniehe e quella del cervelletto creando l'esagerazione del tono~ Il MURRI rigetta ogni influe1Lza della emianopsia sulla produzione del fenomeno e pensa che se la direzione ed i cairatteri della deviazione si diversificano nei diffe· renti casi, ciò è perchè questa eccitazionea distanza dei centri rimasti sani, fa risen· tire la sua azione qualche volta sulla re. gione rolandica, qualche altra sul cervel· letto: la deviazione conit1gata apoplettica sarebbe il più delle volte d'origine cerebellare. L'autore ritiene che la deviazione coniu· gata degli occhi, con rota2jione del\a testa, non abbia alcun rapporto patogenetico, nè colle attitudini paralitiche dovute alle les~oni dei nuclei motori bulbo-protuberan· ziali, né colle attitudini delle contratture tardive post-emiplegiche, nè colle crisi to· niche o cloniche prodotte o dalle eccita· zioni sperimentali o dalle lesioni epiletto· gene della zona motrice della corteccia, ce· rebrale. Essa è dovuta ai movimenti attivi dei gruppi muscolari del lato sano provo· cati automaticamente dal funzionamento unilaterale dei centri sensoriali in rapporto colla perdita unilaterale .delle pe1·cezioni centrali o semplicemente del potere riflesso dei centri senso-motorii. Il senso della vista eserciterebbe un'azione predominante ma non si può escludere la partecipazione più o meno grande degli altri ed in particolar modo di q nello dell'udito e di quello del· l'orientazione e dell'equilibrio. L'emianopsia omonima organica per lesioni centrali, oppure delle fibre di proie· zio ne della sfera visiva produce una de· viazione coniugata che si diversifica dalla forma paralitica per il suo decorso e per la sua evoluzione e specialmente poi pe1· la sua comparsa senza ictus, per la sua


[ANNO

XI,

FASO.

14]

SEZIONE PRATICA

indipend~nza

dal coma e per la sua lunga durata. Le lesioni che interessano gli altri centri o le altre fibre di proiezione della sfera sen oriale sono probabilmente capaci di prod11rre delle forme particolari della stessa sinclrome che sono ancora da de· scri,Tersi. La forma com11ne post-apoplettica fa parte dei fenomeni iniziali d'inibizione a distanza, poco influenzata dalla sede clella lesione essa è sopratutto in relazione colla sua estensione, coll'intensità dell'ictus e col gracl o clcl coma. La sua produzione è in rap1>orto con t1na diffe1·enza molto marcata d'attività fra i centri SPn oriali delle due metà clell'encefalo; per 0onseguenza indica l'inibizione estesa e profonda llell::t metà malata ecl un sufficiente fl1nzionamento del lato sano. La ua scomp:lrsa l)UÒ provenire sia clal ritorno clell'atti,~ità cl~ll emisfero malato, sia dall'estensio11e della paralisi all'emi . . fero san o e per 0iò, benchè la sua presenza e le stie variazioni messe in rapporto coi fenomeni concomitanti siano senza grande significato l)er la, diagnosi di natur~t e di s~de della lesione, pur tuttavia fornisrono alla prognosi degli elementi di irnportanza ca1)itale. Dott. E. TRA:\IONTI.

Ricerche statistiche sulla prognosi e sulla curabilità flell'epilessia basate sui risultati flella cura. (T

·1~NJ·;u.

Th r, Lance!. Vol. I, n. XXIV, 1903).

l Tn totale di 366 CélSi, presi clal National Hospital per i paralitici e p e1" gli epilettici. fu utilizzato pe1· le ricerche. Fra questi furono studiati soltanto i casi fli epilessia gen11ina idiopatica i quali furono potuti seguire costantemente n ella cura per un p erioclo di due anni; si eli· minarono per quanto fu possibile tutti i casi cli e1) ilessia sintomatica o i casi che presPntavano qualsiasi alt1·a complicazione. I malati furono divisi in tre serie a seconcla di come corrisposero alla cura : epi· lessia arrestata, migliorata, aggravata. L'età del paziente in cui si esperimenta la cura ha speciale importanza circa la pro· gnosi: i risultati meno soddisfacenti si hanno in quegli infermi nei quali la malattia principia al cli s·o tto dei 10 anni; essi diedero la più alta percentl1ale dei ricoverati e di quelli in cui la malattia subì

425

un aggravamento. Identici risultati possono aversi quando la malattia si sviluppa fra i 15-20 anni. • La maggior percentuale di casi confermati fu trovata fra coloro n ei q 11ali la malattia cominciò fra i 25-35 anni di età, dal qual tempo in poi essa comincia ad arrestarsi e diminuisce il numero di coloro in cui il male si arresta. La durata della malattia ha influenza ulla prognosi inquantoch è ne arresta il miglioramento e questo è molto più probabile durante i primi 5 anni ch e non durante i secondi 5 ; tuttavia vi son dei casi che possono arresta1~si anche dopo una dt1· rata di 20-30 anni. Così pl1re son più sucettibili di guarigione coloro che hanno 1-2 attacchi all'anno. di coloro che li hanno ogni g iorno od ogni settimana. Il matrimonio o non esercita o esercita scarsissima influenza sugli attacchi epi· l ettici· alcuni pazienti hanno migliorato, altri si son sentiti peggio. Così egualmente non esercita m olto vantaggio sugli attacchi la gravidanza; al più le inferme possono avere soltanto una temporanea interruzione; in altre sembra che il puerperio sia spe· cialmente favore,role per la riproduzione degli attacchi: pu1·e l'all;tttamento non è senza influenza nella meclesima causa. Caratte1~istica comune degli accessi epi· lettici è la loro irregolare periodicità; così ' ri sono dei tipi così detti « crescenti » o « decrescenti » a seconda che il nu· mero degli attacchi aumenta o diminuisce in t1n dato i:>eriodo di tempo o che esista un distanziamento o un avvicinamento nel manifestar si degli attacol1i. Però la cura pl1ò convertire un caso appa1.. tenente al tipo crescente in quello docrescente. Lunghi pe1~iodi di remissione, a volte anch e per parecchi anni, dati da una cura ripetuta o dal cessare spontaneo degli accessi, non sono infrequenti nell'epilessia; tali casi sono di prognosi favorevole, ma non devono esser e considerati casi guariti in seguito alla cura. N ei 366 casi studiati, l' A. ha stabilito a nove anni il periodo di remissione dato dalla cura dell'epilessia; con tale premessa egli ritiene che il 10. 2 p er cento dei casi di epilessia è ct1rabile. Infine vi sono alcuni casi ch e possono ritenersi apparten enti al tipo così eletto cu· rabile dell'epilessia; tali sono quelli che non presentano, o almeno presentano in grado lievissimo, <leperimento clelle fa(11)


426

IL

POLICLINICO

[ANNO

XI, FASO. 14

coltà mentali malgrado che gli attacchi di male persistano moltissimo tempo. La cura continuata seriamente e a lungo produce poi la scomparsa degli attacéhi nel 50 per cento degl'infermi. Dott. ANGELO PIAZZA.

rei drenaggio del pericardio. (1\'IINTZ. Zen;tralblatt fiir Cliir., 1904, n. 3).

Per consiglio ed iniziati,ra del v. Mr· KULICZ l' A. si è studiato di risolvere il quesito di evitare i pericolosi effetti conseguenti allo stabilirsi del pneumotorace nelle 01)erazioni intratoraciche. A questo scopo, dopo vari tentativi, ha fatto costruire una speciale camera ope· ratoria, a tenuta d'aria, con pareti parzial· mente di vetro, e munita di una apertura (con guarnitura di gomma elastica), che permette di mantenere la testa del paziente ft1ori della camera operatoria. Una serie di valvole permette lo scambio fra l'aria atmosferica e l'aria interna, senza influire

L' A. .r iferisce lln processo di pericardiotomia da 1ui ideato allo scopo di drenare questa sierosa nel plinto più declive, e che del i·esto segl1e la stessa via già raccoman· data da LARREY in principio dello scorso secolo, ma poi ingiustamente caduta in disuso. Egli cioè mette allo scoperto mediante una incisione lineare obliqua (cm. 7) il margine inferiore della 7a cartilagine co· stale sinistra, a cominciare dalla sua inserzione sternale: distacca i muscoli addo· minali dalla faccia p1·ofonda della cartilagine, che reseca temporaneamente in cor· rispondenza dei due estremi della ferita, per ribatterla in alto dopo aver da essa distaccate le inse1·zioni diaframmatiche. Nel connettivo lasso che occupa ·il fondo della ferita decorre un fascio vascolare vertical· mente (continuazione della a. n v. mam· maria in terna) · Se allora si respinge leggermente in basso il diaframma, nel fondo della ferita si ren· dono evidenti da sinistra verso destra l'e· stremo anteriore interno del sacco pleurale

sulla pressione interna, la quale mediante

sinistro (trasparente) e

OHIRVRGIA

Per evitare lo st.abltirsi del pneumotorace nelle operazioni intratoraciche. (SAUERBRUCH. Zent1'. f . OJiir., 1904, n. 6).

medialment~

l'estre·

appropriati apparecchi può essere portata mo inferiore del sacco pericardico (come mantenuta al di sotto di zero. L' A . ha patto). Un'apertura del pericardio in questa visto che una pressione negativa di 12-16 regione risponde al p11nto più declive e millimetri di mercurio permette all'ani- quindi più opportuno per il drenaggio. R. DALI"A VEDOVA. male di esperimento di so1)portare ogni inter,.. ento sugli organi intratoracici senza che si stabilisca il pneumotorace : e ha La cardiolisi. visto sopravvivere alla operazione lln ' (Dal XXXIII Congresso clella Società tedesco animale cui in una sola seduta praticava di cliiru,rg ia). successivamente un'ampia resezione polmonale bilaterale, l'esofagotomia (intratoraLa cardiolisi è un metodo operatorio de· cica), l'apertl1ra del mediastino e l'aper· stinato a combattere la mediastino·pericar· tura del pericardio. dite cronica adesiva. Gli ammalati che sono L'operatore tolle1·a senza disturbi la colpiti da questa affezione muoiono più o permanenza nella camera operatoria (nella meno rapidamente, perchè il cuore non può quale I '..d.. ha potuto stare fino a 2 ore e più contrarsi completamente per le ade· più senza interruzione); la temperatura si renze che uniscono il pericardio alla pa· · innalza in essa di pa1~ecchi gradi (fino a rete ossea sterno-costale. Perciò bisogna t 22°-23° centigradi ; una volta fino a 29° O): diminuire il lavoro del cuore, non distrug· anche la tensione del vapore d'acqua au· gendo le aderenze, ciò che è pericoloso, menta, ma a questi inconvenienti l'A. si ma dando al cuore un coperchio composto propone di pro,rvedere con app1·opriati unicamente di parti molli. Su tre malati • operati con tali principii rla SrnoN e PE· congegni. Fin' 01·a la camera operatoria proposta TERSEN, l'edema, la cianosi, la dispnea sono dall'A. ha avuto applicazione soltanto per spariti (BRAlJ ER di Heidelberg). La anestesia è pericolosa tanto se ot· e perimenti sull·animale .. tenuta col cloroformio quanto coll'etere. R. DALLA \ T"EDOVA. (1!)


14]

SEZIONE PRATICA

427

L'atto operatorio consiste secondo i nasi ' Si passa alla nomina del Comitato clirettivo in una sola resezione di coste, oppure del Congresso, con ' ""otazione per scheda segr eta. unita alla resezion e dello sterno. In que- Sono eletti: a presidente il prof. RuGGI · a vice· st'ultimo caso bisogna distruggere i lpe· presidenti, il prof. CECI ed il prof. DE PAOLI, riostio della parete posteriore dello sterno. dopochè il prof. CEUCHERELLI, rit1scito in bal· L'intervento po1·ta un sollievo immediato lottaggio col DE PAOLI, rinunzia. A segretari: i prof. BrAGI e GANGITANO. e not8volissimo (i. IMON di Heidelberg). PETERSEN di J{iel consiglia di levare su· 2a Seduta : 28 marzo. bito tre costole e poi decidere la resezione dello sterno. Anche lui ha ' risto, con sor· Presido11t e : prof . Ruggi. presa, la rapida diminuzione dell' ascite. L. De Gaetano (di Napoli). Ascesso {/fl lobo Dott. BAVIER...\.. fi·ontale sin;stro {/el cervPllo, conse,qnito a /'er;ta d'arnia da /'uoco (fucile): tre altre craniecto111ie per j'erite rl' arnta da /'1ioco. Gz:iarig ioni. - Espone

Accademie, Società mediche, Congressi RESOCONTI

PARTICOLARI

XVII Cong1·esso della Socie.tà Italiana di Chirurgi a. (Ro1J1a, 27-'J(J 111arzo 1.904.)

1iL

ecluta: 27 marzo.

Presidente: prof. Durante, del Comitato Esecutivo. AprP la Red11ta il senatore prof. DtJRAXTE, ricorclan(lo come q11esta sia la XVII ad11nanza della ~"ocietà italiana di chirurgia. Commemora i soci defunti: primi i professori BOTTINI ~IAF· 1''UCCI, Occ111N1, i qttali furono socì fonda.tori e dei })ii1 attivi durante la vita non bre,re della • ocietà o costantemente si a,doperarono al suo incremento: la Soci1·tà qt1indi, oltre che per i grancli meriti scientifici loro, p er la fede che ognora ebbero nel progresso continuo della scien· za, clev·e ricordarli e tener presenti i titoli di benemerenza cl1e li distinsero. Dei compian ti professori P ACI, C0Lz1, BER· TINI, dice che se non furono molto attivi nel partecipa.re ai lavori della Società, si adoperarono cla lontano al suo incremento, mandando nel suo seno una degna scl1iera di allievi, ch e contribuirono ad acrroscero il lustro della Societ.it stessa. l\[a11da in ultimo ltn saluto agl' intervenuti in nome del Comitato Esecutivo, dopo di che di · chiara aperto il Congresso. Si procede alla nomina di un ' ricepresidente in sostituzione del compianto prof. Occ111NI e di u11 consigliere in sostituzione del professore D' URso, ora a ~Iessina, en~rambi del Comitato Esecutivo che deve risiedere in Roma. Vengono nominati per acclamazione : a vice· presidente, il prof. .A.LESSANDRI; a consigliere, il prof. BASTIANELLI.

rapiclamente prima le storie cliniche clegli in· fermi operati. 1. L'ascesso del lobo frontal e si sviluppò in tm giov·anetto che a.veva ricevt1to tm colpo cli fucilo carico a pallini in corrisponden za. clell a bozza frontale sinistra, cleterminando frattura dell'osso. L'a cesso cer ebrale raggiunse il suo mas· simo di gravità, da me ttere in pericolo la vita dell'infermo, dopo più di tre mesi, e quando la ferita esterna era completamente cicatrizzata. La diagnosi fu fatta in l>ase ai sintomi gravi di compre sione cerebrale e ai sintomi a /'oco • laio, con~istonti principalmente in clepressione delle facoltà intellettive e paresi dell'arto su· p eriore destro con dolori; vi era anche diplopia. Di grande aiuto riusci nello stabilire la dia· gnosi il decorso della lesione e la radiografia che dimostrò in co t·rispondenza del lobo fro11 · tale sinistro parecchi piccoli pallini, e n ello stesso posto 11na macchia più chiara, evidente· mente di tessuti piiL attraversabili dai raggi Rontgen. _,u momento dell'atto operativo la febbre mancava del tutto. L'O. quindi riferisce i tempi clell'operazione: asportazione di tutto il tessuto ciccitriziale largo pitL di uno scudo, incisione della dura. madre ispessita dal processo flogistico. incisione del cervello per la spessezza di t1n mezzo centi· metro arrivando cosi in tma sacca ascessuale, con fuoriuscita di una grossa cucchiaiata di pus; asportazione di tma grande scheggia acu· minata e di molti pallini dall'interno dell'ascesso ; nessun lavaggio: asciuttamento C"n garza, ste· rile, e zaffo-drenaggio con garza all' iodof,ormio. Do1Jo l'operazior1e l'infermo migliorò sensibil· m ente; però dopo otto giorni insorsero n11ovi do· lori intensi e si ebbe l'apertura spontanea nella prima di un'altra raccolta purulenta sviluppata verso il lato interno dello stesso lobo frontale, che fu messa l argamente in comunicazione colla (13)


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IL POLICLINICO

[ANNO

Xl, F ASC.

completamente libero da ogni fenomeno di com· prima mercè una. pinza introdotta nel foro di pressione, epilessia jaclcsoniana, ecc. comunicazione e divaricata. La lesione procedette quindi regolarmente, con . De Gaetano. Ringrazia i professori DURANTE la scompar sa di tutti i fenomeni, residuando solo e PARLAVECCHIO, ed al prof. DURANTE risponde un po' di lentezza nella ideazione ; l 'infermo finì che la n ecessità di essere breve gli ha im. per guarire completamente. pedito di esporre maggiori dettagli sulle altera2. L'O. riferisce quindi il secondo caso in cui si zioni della intelligenza riscontrati nel caso cli trattava di ferita d'arma da fuoco (fucile) della ascesso cerebrale, come si potrà vedere n ella regione temporo-parietale sinistra C•>n frattura memoria completa. In primo tempo le alteradelle ossa sottostanti ed infossamento dei fram· zioni della ideazione erano cospicue: l'infermo • menti, che aveva dato paresi dell'arto superiore rispondeva a monosillabi ed era molto tardo destro. Operato di craniectomia, segui rapida gua· nella percezione ed esplicazione delle idee ; di • • r1g1one. poi questi disturbi andarono diminuendo, e 3. Nel terzo caso l'intervento fu praticato per quindi quanto egli disse n ella comunicazione si una ferita d'arma da fuoco (rivoltella) nel mezzo riferiva all'ultimo periodo, quando l'infermo era. della regione frontale con frattu ra dell'osso sot· guarito, e quindi i fenomeni di compressione a tostante, intropressione dei frammenti e ferita distanza, anche sul lato frontale destro, erano del seno longitudinale determinata da una scheg· scomparsi. Egli quindi è completamente d'ac· gia acuminata. cordo col prof. DURANTE, e col BIANCHI, FER· 4. Nel quarto caso 1'0. intervenne per un colpo RIER ed HITZIG nell'ammettere essere i lobi di pietruzza da scoppio di bomba-carta sulla frontali centri della ideazione. Anzi, a conferma, bozza frontale destra con frattura ed intropres· ricorda un altro caso, già pubblicato, nel quale sione dei frammenti. Dopo circa mezz'ora dal i disturbi della intelligenza furono notevoli, in feritnento l'inferma ebbe una forte convulsione seguito ad un colpo di rivoltella; il proiettile, epilettica i nizia.tasi con monos pasmo brachiale penetrando in corrispondenza della radice clel sinistro. naso, lese le vie associative del lobo frontale L'O. dopo parecchie considerazioni che scasinistro. turiscono dai casi operati conclude col ribadire Durante (Roma). Sopra nit caso 1ion co1nu1~e di a/'· sem11re più il con cetto di un pronto intervento in ngni frattura esposta del cranio, specie se fez;one cerebrale czirata cliirargican,iente. - Rife· risce di aver operato, sulla diagnosi di tumore con8eguente a ferita d'arma da fuoco corno quelle della zona motrice sinistra, un infermo che ave,ra che dànno le maggiori probabilità di infezioni, sia ester11e, s11perficiali, che profonde, cere· .sofferto un trauma n ell infanzia e che presentava epilessia jaksoniana, emiparesi destra e disturbi brali. Durante. L'esperienza clinica contraddice l'af· gravi a carico del linguaggio (sia n ella ideazione che nella articolazione della parola); l'ampia fermazione del DE GAETANO r elativa all'assenza breccia cranica mise allo. scoperto la zona mo· di disturbi funzionali nel suo primo caso. trice, appianata n ei suoi giri, e non pulsante: I lobi frontali sono certamente la sede della incisa la d11ra, non si trovò tumore. Escisse t1n ideazione : quando la lesione risiede in un solo dei lobi fronta.li, l'insorgere dei fenomeni di lesa . frammento delle circon"'\roluzioni scoperte e lasciò zaffato. funzione è dovuto alla compressione mediata In secondo tempo, dopo avere collo studio isto· che dall'un lobo si esplica sull'altro. logico stabilito che il tessuto escisso aveva strut· Come controprova valga il fatto della conservatura gliale, stabilitasi ernia cerebrale, l'O. escisse zione della funzione quando si pratica la demo· • 140 gm. della massa erniata, delimitandola dai lizione anche completa di un lobo_ frontale per centri psicomotori mediante la eccitazion e elet· tumore, quando nè la lesione primitiva nè l'atto trica diretta. L'infermo andò progressivamente operati,ro abbiano prodotto le citate alterazioni migliorando d ei fatti motori e guarì com pletn.a distanza sull'altro lobo. Parlavecchio. In rapporto agli esiti remoti mente delle alterazioni del linguaggio oltre elio della ferita chirurgica. Oggi, che è decorso più dico d'aver riveduto due dei parecchi suoi ope· di un anno dalla operazione, l e condizioni del· ràti di craniectomia immediata p er trauma: una l'infermo si mantengono così soddisfacenti, da ba.robina cui dovette asportare parte del fron· dover pensare che la asportazione debba aver tale e del temporale, tanto che rimase una distrutto completamente il focolaio morboso, che lnrgèl breccia ; guarì di prima intenzione e dopo 8 anni non presentava disturbi di sorta. Un quindi non poteva essere un glioma ma una gliosi traumatica. l1omo operato circa 3 anni fa, si trova pure (14)


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S E ZIONE PR.t\.TlC,A.

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Ceci. -

Con1e ipotesi n.ttn, a, spiegare il fatto ~he dopo una distruzione operatoria cosi in· gente dell'emisfero cerebrale sinistro si sia110 ristabilite le diverse importanti funzioni, o abo · lite, o notevolmente disturl)ate prima dell'opera· zione, affarcia la seguente: durante il ll1ngo pro· eesso morboso potrebbe essere avvenuta una lenta ql1a.nto completa sostituzione funzio11ale d ei centri corticali motori di tlestra a q uolli di sinistra cl1e an· darono (li~truggendosi p er la proliferazione della neuroglia. Questi centri di sostituzione furono poi alla lot· v·olta funzionalmente le, i dalla pres· ione nello vicinanze e in tutto l'interno del cra11io, pressione intlotta dal l'ulteriore acero cersi della nooformazio11e ne11roglica di sinistra.. L ·a · porturn (lel cranio e l a rit11ozione (lolla massa procider1te por1niso ai centri di sostitl1zio11e cli <lestra tli riprender e la loro funzione. Ciò mette inna.nr.i come ~emplice ipote. i, non facendo i illusioni sulla gra,re oblJiezione che ancho ad e sa pttò farsi. Ad ogni n1odo il caso fortunato clel prof'. D URANTE, nella c;ua ecce7.iO· nnle i1nportanza.. art·icchisco notc,,.0)111ente le i10· ~tro cogniY.ioni Rulla chirurgia cerebrale.

F. Iacol>elli (Napoli). 811ll'i11terrr11!0 cltirurqico nei lrall11ti SJJÌ11ali. - Oomu11ica, il rist1ltato di uu caso da lt1i operato. Si trattava cli un uo1no col1)ito da n11 proiettile di r e,,.olv-er al <.lorso: il forame ù'e11tratu ora n Ji,·ello dE:'lla 1a ' "ortclJra lomlJare a tre centimetri a cl estra (lelle:t Jinea n1ecliana. \""i era. }JaraliRi con1pleta. di n1oto <legli a1·ti inferiori : la pél ralisi <li son so n egli arti RtesRi era completa. fino allo ginocchia }larziale <lalle ginocchia i11 s u cioè sempre me110 co1npleta progreclen(lo rlal ba.sso in alto : ln, son. ihilità era norm11le al li,·e1lo d olle r.:; pine iliacl10 èt.nteriori inferiori. \ ,..'era IJaralisi vescicale o ro1 tale. L ' ....\.., Rospettantlo ltna compressiono spinal o ùa lan1i11a fr~ tt11rata o da sang ue, opp11re una f erita o contusione del midollo spi11ale, conside· rando l'intervento lltile 11ella pl'in1a iJJotosi o cc:n·tamQnto non dannoso n ella seconda, oporò immeùiatamcnte il ferito. Con un taglio longitudinale modiano ecl llno trasversale cl1e ùa] foran1e cl'enirata, cacleva perpendicolarmente sul punto medio del prjroo fece due lombi triangolari profondi fino alla gronda para.spinosa . Tr ovò un fora1ne d'ent.1·ata nello s1>essore della laminèl, laterale destra : asportò con lo scalp ello l'apofisi spinosa dHlla 1a lombare, nonchè tt1tta l a lamina laterale fratt11rata. Dalla teca aperta usci n101to sangue. Esplorando col dito, egli sentì il midollo resi· stente, infiltrato, sen~a lesione a1)parente di con· \

ti1111ità (ematomielia). Non trovò il proiettile. D ecompro so il midollo, non credè }Jrocedere oltre. L 'infermo migliorò gra:data1nente : la sensibi· lità c1opo 8 giorni era ritornata quasi totalmente : la motilità cominciò a comparire dopo 1'8° giorno e a11dò sempre miglioranJo. La pa.ralisi v escicale guari solo tardivamente, q11ella rettale n on ancora., p ersistondo insen sibilità d ello sfintere. La raùiogra,fia fatta dopo l'a,v,~ian1ento alla guarigione mostr ò il proiettile n el cor1)0 della 1a ·yertobra. L' .A. co11cl11de s ulla iltilità indisc utibile del· 1 interY,ento immediato, il q11ale, e plorati'o e c11ratiT'o, è sempre innocuo. N . B. - O. S.

R . . ..\.<.;UADEl\IIA P:mLORITANA

IN i\IESSINA.

.A.(l11nanza clel 15 marzo 1904. Presiden ~a : A. Zincone.

J". De Gaetani (Istit11to di anaton1ia normale). Corrla rlel ti11i1Jnno etl inter1tiPclirrrio rie/ TVri::;berg. - L'O. riferisce sulle intin1e connessioni tra il i1cr,·o di Wrisberg, In, core.la d el timpa.no ed il ganglio genicolato. Accenna rapiùan1ente alla Atoria del! 'argomento e dire di aver o istituite lo 8110 ricercl1e principalmente per controllare, ril1uendoli in i1n sol lavoro, r eperti ottenuti dn. singol i autori e possibilmente por chiarire q11alche argon1e11to abbisog11e,,.olo di ulteriori st11dì. Espone i c111 esiti ch o si è proposto di risolver e, come q"?-ello ùPll' essoro il gang lio ge11 i colato contro tro· fico tanto cl ella corcla del timpano, qt1anto del ner,·o cli Wrisberg o delle fibre sensitive d el facciale e l'a.ltro dell'origi11e d elle fibre secret rici ùella corcla. Dopo a'\rer e trattato so1umaria· ni.ente della struttura ùel gan glio genicolato .norn1ale e notato ch e 11elle SlLe coll11le 11a trovato i cannl ini del tro/os1Jo1t.f/io, descrive i r ep erti delle 3 serie di esp erienze che l1a, fatte, i111piegando UO anirnali (conigli, cavie, cani) e aclottando i pit't r ecenti metodi <.li tecn ica istologica p er il sistema i1orvoso. Fn,tte a.lc11ne considerazioni s L1llo s tato attuale delle conoscenze intorno alla ntote:tmeria dei n ervi cranici, secontlo le quali n on si p11ò ritenere il n ervo di Wrisber g como un 13° paio di n er"\ri cranici, viene allo seguenti conclusioni: 1. Che la corda del timpano contien e fibre se11sitive, vaso-motrici e secretrici. 2. Cho le sensitive originano d~i 3/4 o 4/fi dello cellu le del ganglio genicolato. 3. Che le vaso-motrici so110 cli i1a.t1tra sim· patica. (15)


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IL POLICLINICO

4. Che le secretrici originano forse da un nucleo encefalico. 5. Che le fibre sensitive che accompagnano la branca t!3mporo-facciale hanno origine dal ganglio genicolato. 6. Che quasi tutte le cellule del ganglio si alterano in seguito alla resezione combinata della corda e del nervo facciale: che le poche cellule che restano integre forse danno origine a fibre sensitive del nervo petroso superficiale grande. 7. Che le dette alterazioni si possono avere anche per corrente elettrica, che si propaga lungo il neurone per continuità e non per contiguità. 8. Che le grandi cellule chiare del ganglio, rimaste sempre integre in tutte le esperienze, non hanno relazione coi nervi di sopra n1enzionati. 9. Che le fibre del nervo di •W risberg sono costituite dai cilindrassi delle cellule del ganglio genicolato, i cui pFolungamenti protoplasmatici . vanno alla periferia. 10. Che il nervo di W risberg, la corda ed il ganglio genicolato, deputati alla sensibilità gustativa dei 2/ 3 anteriori della lingua, sono il risl1ltato di varì neuroni identici nella loro essenza e che il loro insieme può considerarsi com8 radice sensitiva del facciale, che è un nervo misto.

G. Tricomi-Allegra (Istituto di anatomia nor•

male). Peso del ceri·ello. - L' O. riferisce sul peso dell'encefalo di 16 cadaveri provenienti dal grande ospedale civico nell'anno scolastico 19011902. Nella pesatura ha seguìto il metodo pro· posto da CHIARUGI (Monit. zool., 1901). Gli en· cefali appartennero a 11 individui di sesso ma· schile e 5 di sesso femminile, dei quali 12 fu· rono di Messina (7 della città, 4 dei villaggi, 1 della provincia); e 4 di Reggio Calabria; di professione 4 cont~dini, 2 marinai, 1 con<'iatore di pelli, 1 spazzino, 1 lavandaio, 5 donne di casa, 2 '? Cansa · mortis: in 5 tubercolosi polmonare, 2 polmonite fibrinosa, 1 pleurite, 1 cirrosi epatica, 1 catarro intestinale, 2 emorragie cerebrale, 1 marasma senile, 1 enfisema ed in· sufficienza mitralica, 2 'J Dalle indicazioni gene· rali e dal peso dell' encefalo e delle sue varie parti si rileva che : 1. La statura media delle donne restò in· feriore a quella degli uomini. 2. Le oscillazioni dell'indice cefalico furono maggiori negli uomini che nelle donne. 3. Secondo le misure del CALORI, 6 encefali (3 maschi e 3 femmine) si possono classificare (16)

[ANNO

XI. F ASC.

per sottodolicocefali, e 10 (8 maschi e 2 femmine) per dolicocefali. 4. Il peso rlell'encefalo oscillò tra un 111a.ri11iii1n di gm. 1474. o in persona di uno spazzino da Reggio Calabria di 74 anni, ed un nii1iiulzr111 di gm. 1038. 4 in persona di una donna cli 50 annj da Messina. • 5. Il peso dell'encefalo di uomo fu in meclia superiore a quello di donna, così anche il peso delle va.rie parti dell'encfifalo fu maggiore nell'uomo, minore nella donna. 6. Il peso dell'emisfero sinistro fu maggiore del destro in 5 maschi e 2 femmine ; minore in 5 maschi e 1 femmina ; in un caso non vi fl1 differenza tra il lato destro ed il sinistro. 7. Il peso dol ponte fu in media tre volte quello del bulbo, il peso del cervelletto circa otto volte quello del ponte. B. ACCADE1\1IA MEDICO- CHIRURGICA DI FERRARA.

S eduta del 3 marzo 1904. · Presidenza prof. E. Cavazzani .

Turri. Sulla lonibricosi biliare. - L'O. espone dettagliatamente un caso occorsogli nelle sale di questo Ospedale. L'infermo era un robusto artigliere che presentò fenomeni molto allar· manti, e la diagnosi, incerta i primi giorni di decorso della malattia, si chiarì colla pre'senza di due ascaridi emessi per vomito o con la cura conforme che portò l'evacuazione per l'ano di 80 'rermi lombricoidi. L'itterizia molto in.tensa, la febbre alta., il delirio caotico, l'incoscienza piena, l'adinamia, il vomito continuato, la dila· tazione delle pupille, ecc., cessarono sotto l'azione degli antelmintici e il paziente si rimise, ma non completamente, chè dopo pochi giorni accusò un forte dolore alla milza, fattasi a un certo grado ipertrofica, e 1'0., sull'esempio di altri casi studiati da LEREBOUILLET e G1r.RERT, la giudicò un' ipermegalia meta-itterica dipendente da an· giocolite sclerotica e compressione passi,ra delle vene epatiche. L'ostruzione del dotto coledoco prodotta dagli ascaridi avrebbe data la sindrome imponente del primo periodo della malattia e quale succes· sione la spleno-megalia meta-itterica.

A.. Gatti. Sz:illa presenza e sul valore cli 11na ossidasi 1iella patoge1iesi della cataratta na/'tali1iica. L'O. ha istituite nei conigli numerose ricerche sulla patogenesi della cataratta naftalinica ed è giunto alle seguenti conclusioni: 1. Nel siero, nel vitreo, nella lente di conigli normali e di naftalinizzati esiste in generale ltnn ossidasi. •


SEZIONE PR...\.TICA.

1

2. Nel iero, nel ·vitreo e nella lente di co· nigli naftaliuizzati l'ossidasi ò content1ta in ma.g gior copia cli quello che negli stessi timori e tessuti dei conigli nor1nali. 3. Nel siero e nel vitreo la differenza è evidente e costante mentre nella lente è meno a,ccentuata, talora la rea~ione è negativa, tanto nella lente normale, qt1anto in quella dell'animale avY-olenato. Ciò i)robabilmente sta in rapporto colla c1ua11tità di sostanze riducenti in esse con· ten11te. 4. Le ~n ... tanze riducenti i rivelano in media così nelle lenti normali, come nelle naftaliniz· zat.e, in copia ug11alc. 5. Il vitreo e la lente dei conigli naftalinizzati, asRun1ono bene spesso 1ma speciale colora• zione, elio va dalla tinta d'ambra sino al rosso ruggine. o. I1'a11mento del fermento è indipendente clalla detta colorazione. 7. (~uosto s1)eciale coloro nella lento esposta all'aria tltlmonta tli tono. 8. Il fern1ento agisce fissando l'ossigeno dei tessuti o ùcl sangue sopra un corpo, il quale, con molta i>robabilità, proviene dalla sci sione clolla molecola, proteica. 9. Il ferro contcn11to nol vitreo o nella lente normali i'· in media uguale a quello content1to nel ,·itl'oo e nella lente naftalinizzati. Questo corpo è ' "orosimiln1ente I 'eccitator e dell'azione dol fern1er1to. I1'0. conclude tla ultimo che questo processo d'oss·~rvazione raggiungendo un certo grado di intensità, pub contribuire a togliere la norma.le trasparo11zn alla lente, e produrre consecutivament6 la cataratta. •

~.

Cayazzani. 1° Ricerche sul 1tucleone; 2° Di una sostanza fos/'orata 1tell'u,1nor acqneo e nel vi· treo ; 3° Contribnto alla cJii11tica della retina e rlrlla lente cristallina. - L'O. nella prima nota, espo~ti alcuni particolari di tecnica, comunica, che dagli eRtratti del cervello dei cani morfi· nizzati egli ha precipitato, col percloruro di ferro, un .nucleone. che sembra differire da quello che si rica,ra dal cervello dci cani violentemente eccitati coll'arsenico. Il precipitato (fel'ri1111cleone) contiene nel primo caso una quantità percentuale d'azoto superiore sensibilmente al secondo : l'O. si riserva ulteriori inda· gini sulla composizione di questi precipitati col· l'obbiettivo di studiare l'eventualità di una depolimerizzazione molecolare. Nella seconda nota l'O. fa conoscere di aver ricavato dagli estratti del vitreo e dell'11mor acqueo 11na sostanza l~ qualt3 ha parecchi dei

caratteri del nucleone, quale è stato estratto da SIEGFRJD e da altri dai muscoli, dal latte, dallo sporma, ecc., 1aa ite differisce p er un contenuto assai inferiore (percentnale) sia dall'azoto come dal fosforo. La terza nota riguarda ricerche simili alle precedenti fatte sulla retina e sul cristallino del bue. Da esso è risultato, ~he il cristallino con· tiene un corpo fosforato, che per contenuto di azoto e di fosforo n on differisce dal nucleone dei muscoli, e di a.Itri organi: invece la r etina contiene un altro corpo, che per compo:::;izione si a,r,ricina a quello cl10 l'O. ha isolato dal vitreo e dall'acqt1eo: solo, mentre in questi se ne tro''"ano quantità piccole, la retina ne possiede una quantità grandissima. In via preliminare l'O. accenna inoltre all'esistenza. (nel cristallino del btte) di un cromogeno.

A.. D'Or1nea e F. Maggi otto. Ricerche snl rica11ibio 111ateriale nei de1ne1iti precoci. - La eli111i11n :·ione df.l bleu tli ntefilene e del ,jocl11ro llf JJOtassio per eia renale. Gli autori hanno eseguite le loro ricerche su 30 infermi: 15 uomini ed altrettante donne, scelti in eguale porzione nelle tre forme di demenza precoce: ebefrenica, catatonica e par;:tnoide; e su dieci individui normali. tt1diando la eliminazion e pei reni del bleu di metilene somministrato per via intramuscolare alla, close di ctgm. 5 e la eliminazione pei r eni e per la saliva del ,joduro di potassio dato per via gastrica alla dose di ctgm. 20, hanno con&tatato: 1. Rispetto alla eliminazione del bleu di metilene: che nei dementi precoci vi è un notevole ritardo, in confronto ai normali, nell'inizi<> della eliminazione e nell'apparire del suo massimo d'intensità; ed un prolungamento n ella durata totale dell'eliminazione stessa, più accentuato nelle donne che negli uomini; il tipo della eliminazione è policiclico discontinuo, spesso anche dissociato. Negli ebefrenici la elimina· zione si accosta più al tipo normale, alla sa ora già presenta una reazione intensa e scompare fra le 100 e le 110 ore. Nei catatonici l'andamento è aRsai più lento, tanto nell'inizio chenella durata dell'eliminazione, cl1e è di circa 120 ore e raggiunge il suo massimo fra la 12a. e 14a ora. Nei paranoidi è più rapido l'inizio della eliminazione ch e nelle altre due forme, na il s110 massimo d'intensità alla 12a ora e dura in media 120 ore. 2. Rispetto alla eliminazione del joduro di potassio: c]1e n ei dementi precoci, si ha pure, tanto nell'orina che nella saliva, un notevole (17)


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IL POLICLINICO

ritardo in confronto ai normali, nell'inizio della ~liminazione, più accentuato n ei catatonici e nei paranoidi, .m eno n egli e b efrenici, e un ritardo pure notevole di oltre un'ora n ella comparsa della massima intensità di r eazione; la durata totaJe della eliminazione si prolunga per circa 50 ore, con tipo pressoch è normale.

OSSERVAZIONI CLINICHE DI S. SPlRITO I~ SASSIA Reparto chirurgico diretto dal prof. V. lVf o N T E N o V E s I

_,_'\.RClSPEDALE

L'ascesso della milza.

Contributo clinico pel dott. V. GAUDIANI A.. D'Ormea. U1ia fanziglia coreica. L' .A. chirurgo-aiuto degli ospedali. illustra la storia di una famiglia che già per 4 generazioni e in quasi tutti i suoi membri è E' noto che gli emboli settici, arrivando stata colpita dalla corea di N unti·g ton in forma si nella milza, possono dare origine ad ascessi, grave, anche per le turbe psichiche, che b en 5 di i quali, molte volte, formano una entità ~ssi già hanno compito il triste ciclo della loro anatorno-patologica più che una entità clivita. al manicomio. E fa notare come presenti uno nica. Però, l'ascesso della milza che rispeciale inter esse il fatto che l'unico membro chiama l'attenzione del clinico, è una ma· della 4a generazione rimasto fino ad ora immune, e che ha ormai 50 anni di età, non fu allattato lattia abbastanza rara, perchè io mi perdalla madre, morta di parto quando però già metta riferire un caso da me osservato. era coreica; e si chiede se tale fatto non possa Incomincio subito dal notare che l'ascesso suggerire una norma di profilassi individuale. della milza è quasi sempre secondario : rari Il dott. E. Tedeschi riferisce sopra alcune as· e molto discussi sono i così detti ascessi -sociazioni morbose poco frequenti, osservate n el primitivi, dei quali, non riuscendo a stabicorpo di una poliomielite anteriore acuta infa.n · lirsi l' etiologia, si attribuisce molto vatile. Si tratta di una paralisi spinale acuta in· gamente l' origine a raffreddamenti, cafantile, a tipo brachiale radicolare superiore, asdute, colpi sul basso ventre, strapazzi sociata ad enziatrofia fac ciale si1tistra e ad atrofia • del nervo ottico pure sinistro. L 'A. dopo avere corporei, ecc. Degli ascessi secondarii, tutti gli autori discusso la diagnosi dell'affezione p:i;incipale della s11a ammalata, richiama l'attenzione sugli · distinguono due gruppi; al primo dei tquali altri s intomi con comitanti (emiatrofia facciale ed si ascrivono tutti quei casi in cui il pus atrofia d el nervo ottico), sintomi non segnalati arriva nel] a milza dagli organi vicini. N ep· finora n ella letteratura: si ferma quindi a par· pure questo gruppo è stato sufficientemente lare della necessità di allargare sempre più il studiato, poichè è facile com prendere, concetto, sino a poco tempo fa assai ristretto, come alcune volte, anche alla sezione, sia della paralisi spinale infantile act1ta.

Veneziani. Effetti del radio sui protozoi del g enere Para 11ieci111n. - In una serie di ricerche fatte allo scopo di studiare l'azione dell'energia radioattiva sui protozoi, è stato osserv;:i.to che il Paran·zaeciuni azirelia esposto alle radiazioni dei sali di bromuro di radio, per uno spazio di tempo tra le 20 e le 24 ore, rallenta prima i moti delle sue ciglia, poi si ferma e si incistida con tutta l'apparenza d'essere morto. In alcuni casi ft1 visto anche emettere prima di inciRti· darsi, dei globuli ialini ch e si dissolvevano n el liqt1ido ambiente. Preparati di controllo, mantenuti nelle iden· t iche condizioni, ma sottratti all'azione del radio, presentavano Parameci con mo,rimenti normali Dott. U.r.rnERTO RAVENNA.

difficile stabilire l'origine vera dell'ascesso. Gli altri casi si riferiscono tutti ad una unica origine: essi provengono quasi sempre da infarti embolici. Lasciando da parte i casi in cui gli ascessi provengono da en· docardite del cuore sinistro, si nota subito, dai casi pubblicati, che quasi tutti si sviluppano durante alcune malattie da infe• z1one. . Devesi, prima di ogni altra, menzionare la f'e b bre ricorrente, a vendo questa ma· lattia molta tendenza alla formazione di infarti nella milza. Il L1TTEN fa a questo proposito notare che ogni epidemia ha una tendenza maggiore o minore alla formazione di simili ascessi, poichè, mentre egli nella epidemia di Ere· slau del 1872-73, non ne riscontrò nessun oaso su molte autopsie, PoNFICK e special· •

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SEZIONE PRATI CA

mente gli autori russi (KERNIG, PETRO\VSI(I) ne descrissero molti, in alcuni dei quali erasì avuta perforazione e peritonite ge nerale. Fra le altre malattie inf.ettive, va ricordata la pioemia e l'endocardite ulcer osa: più di rado i·ascesso della milza è stato osservato dopo l'ileo-tifo, il tifo esantematico, la febbre malarica e la febbre gialla. Ciò premesso, riferisco la seguente storia clinica: , M... M... di anni 18 fu accolto nell'os2edale di S. Spirito, sala Lancisi, il 20 aicembre 1902, dove gli si riscontrarono i sintomi di una inf'ezione tif'osa. L a durata della malattia f'u di circa tre settenari, e mentre incominciava il periodo della convalescenza, fu colto nuovamente da febbre a tipo intermittente, cl1e s'iniziava con un briviclo intenso di f·reddo. L'infermo riferiva che contemporaneamente cominciò ad avvertire un dolore alla punta della scapola, che s'irradiava all'ipocondrio dello ste ·so lato. Quando l'infermo si presentò alla nostra osservazione si notava quanto segue : La metà sinistra del torace mostravasi alla ispezione più sva~ata della corrispondente del lato op1)osto. Non notavasi però differenza nei movimenti respiratori. Colla pal1Jazione riscontravasi una straordinaria dolenzìa sulla sezione inferiore del torace di sinistra, che si esacerbava colla percussione Questa faceva notare una estesa zona. di ottusiLà assoluta, che cominciava, dalla })Unta della scapola e si perdeva in basso verso la· regione renale. ln alto era seguata da una linea curva a convessità su1)eriore che andava man mano degra· dando '\"'erso il davanti. Coll,ascoltazione notavasi un evidente sfregamento pleurico su tutta l'ottusità. 11 fremito vocale tattile erasi conservato. Per questi sintomi pensammo a tutta prima lJotersi trattare di una pleurite purulenta diaf'rammatica, n1a a.vendo estratto con una pu?-tura es1Jlorat1va un pus color fondo di vino, ed avendo inoltre rilevato che la milza era debordante di alcune dita dall'arcata costale e dolente alla pressione, ammettem1no potesse trattarsi di un ascesso della milza. Imponendosi un intervento chirurgico, l'ammalato fu accolto nel nostro riparto. Coll'anestesia cocainica, fu praticata una lunga incisione sulla 9·t costola, che fu resecata. Incisa per un piccolo tratto la

r

pleura parietale, la trovammo lassamente aderente alla viscerale, per cui rimandammo il ':2° atto operativo, dopo aver tamponata la ferita. Dopo due giorni, inciso più ampiamente il primo f'oglietto clella pleura, incidemmo egualrnente il secondo, indi il diaframma e ci trovammo in presenza della milza bene aderente. Praticata una nuova puntura esplorativa e riscontrato il pus, incidemmo la polpa splenica col Paquelin, evacuando così una voluminosa raccolta. Per una discreta emorragia, fu indi praticato un tamponamento colla garza iodoformica. 11 decorso post-operatorio f'u dei migliori, la febbre cedette in pochi giorni, talchè il paziente potè, dopo circa due mesi, lasciare l'ospedale in ottime condizioni di salute. Rice1·che batteriologiclie. - - Col pus estratto dalla milza con una siringa del Tursini, dopo esserci circondati di tutte le cautele, furono fatti degli innesti in brodi ed a!.!ar a becco di flauto . Nel brodo, dopo circa 24 ore, notavasi un intorbidamento uniforme ed una patina alla superficie ed era anohe evidente t1n odore di idrogeno solforato. N ell'agar notavasi una patina non troppo spessa, di colorito bianco grigiastro. Le colture per infissione fatte in gelatina da · vano una rapida fusione. Dopo alcuni giorni tutto il contenuto era perfettamente fluidificato ed alla superficie notavasi uno strato di color bianchiccio. Nelle piastre si sviluppavano rapidamente piccole colonie a contorni irregolari, che esaminati alla lente facevano vedere dei prolungamenti a mo' di radice. La gelatina si fluidificava piuttosto rapidamente. All'esame a goccia pendente si riconosceva un bacillo mobile di lunghezza varia bile : non era agglutinato da un siero di tifoso . I preparati colorati ricavati da tutti i terreni di coltura, fecero sempre riconoscere un bacillo, che nelle colture in'\1ece;hiate appariva molto spezzettato, tanto da simulare delle vere catene di streptococchi. Per tutti questi caratteri crediamo che que~to bacillo appartenga alla famiglia dei p_roteus, e più specialmente al p1~oteu.'J mi rabilis. Esame del sangue. -- Il sangue estratto prima dell' atto operativo dava quanto segue: Leucociti 12,5CO, e propriamente : •• Polinucleati 61 per cento circa; Linfociti 38 per cento circa; Polinucleati eosinofili O. 20 per cento • circa; Grossi ~ononucleati 1. 01 per cento • circa. 1

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IL POLICLINICO

** * meravigliare

Non è a se in un caso di ascesso della milza sviluppatosi dopo il tifo non sia stato riscontrato il bacillo di Eberth, poichè tutte le ricerche batteriologiche hanno dato i risultati più contra· dittori, e mai che io sappia, si è trovato nel pus dell'ascesso della milza il bacillo del tif'o. Anzi in alcuni casi ben descritti e stttdiati, come quelli riferiti da T.a. KoLLIKER e LA UENSTEIN, le prove colturali furono affatto negative. Degno di speciale menzione mi pare, a questo riguardo, essere il caso di OH. MoNoo, in cui, essendosi pensato alla tubercolosi., si ebbero risul tati negativi anche coll'innesto sugli animali.

** * ascesso della milza il più

La diagnosi di delle volte è di grande difficoltà. Un numero di casi in cui ascessi piccoli e nume· rosi si sviluppano in modo subdolo, possono passare assolutamente inosservati durante la vita. Avvi in vece casi in cui l' ascesso si sviluppa in modo . rapido, producendo più o meno presto la qua.si scomparsa della polpa splenica. Vanno"special· mente notati quei casi in cui, per essersi la raccolta sviluppata alla periferia, ne seguop.o aderenze cogli organi vicini, che sviano l'attenzione dell'osservatore, facendo disconoscere la sede primitiva dell'affezione. In questi casi l'ascesso può superare ' i limiti della milza e versarsi in una cavità vicina, come la pleura, il peritoneo o il tubo digerente.

***

Fra i sintomi dell'ascesso della milza va anzitutto ricordata la febbre, che pare non manchi mai nelle raccolte che ra.ggiun · gono un certo volume. Il carattere di questa febbre, a meno che non fosse mascherata dall'infezione generale (tifo, febbre ricorrente), è quello della febbre suppurativa. Gli accessi febbrili remittenti che compariscono nel corso della febbre tifoide, la persistenza del tumore di milza, la dolenzia dell'organo, possono far sorgere alla mente il sospetto dell'ascesso della milza. Oltre a ciò, merita di essere tenuta in spe· (20)

1

ciale considerazione l'endocardite del cuore sinistro. Fra le manifestazioni locali devesi in ispecial modo tener conto dell'esagerata sensibilità dell'organo. Forse però nei piccoli ascessi, centralmente situati, riuscirà, difficile, come molti autori hanno notato, riscontrare questo sintoma. Ma per poco che l'ascesso sia voluminoso, esso si manifesta sia per la distensione della capsulat sia per la partecipazione del peritoneo cir· cost'lnte. Nel caso da noi descritto, questo sintoma era così evidente da imporsi al· l'osservatore. La dolorabilità esisteva. spontanea verso l'arcata costale e per tutto l'ambito della milza e si esagerava talmente alla palpazione ed alla percussione, che l'esame dell'infermo diventava oltre· modo difficile e penoso. Questo sintoma è rilevato da tutti gli autori. ARcHER, in un caso osservato in una ricaduta di febbre enterica, notò un dolore lungo il decorso delle ultime costole di sinistra, che andò aumentando. Improvvisamente sopraggiunse vomito, tensione delle pareti addominali, peritonite :, l'ascesso si era rotto nella cavità peritoneale. CoATES in un ragazzo di anni 4 da lui operato, notò come sintomi principali: aumento dell'organo e dolenzì a al di sopra di esso e in corrispondenza delle ultime costole di sinistra~ CA TON e HARRISON riscontrarono dolore alla pressione della regione lombare, specialmente a sinistra. vV. G. BLACK in un caso di ascessor sviluppatosi dopo la febbre gialla, notò: dolore sotto l'arcata costale ed alla regione splenica. L AUENSTEIN notò la stessa dolenzia. A questa lunga serie fa solo eccezione il già. citato caso del MoNoo. Questi riscontrò casi"almente, in una donna ricoverata per altra malattia, un grosso tumore indolente e :fluttuante a carico della milza. Il semplice ingrandimento della milza va però tenuto in poco conto: come è noto, quasi sempre l'ascesso sopravviene in milza già ingrossata da infezione acuta. Crediamo di poter rilevare, riferendoci


[ANSO XI.

~, ..\SC.

1.J.]

in ciò al caso da noi osservato, che un grande aiuto alla diagnosi può esser fornito dall'esame del sangue. Nello svilupparsi un ascesso più o meno grosso, il parenchima della milza sarà parzialmente distrutto. Così nei grossi ascessi la funzione della milza sarà per intero o quasi sop · pressa, e nel sangue circolante potrà trovarsi notevolmente aumentato il numero dei linfociti. Ricordiamo che nel nostro ' caso questi erano nella 1)r oporzione del 38 per cento e i i)olinucleati erano ridotti al 61 per cento. . :?. ::!.

:~

La prognosi dell' asce 3so della milza, dipende essenzialmente dalla malattia che ne è stata la causa. Non sono rari i casi in cui l'ascesso si perforò nel peritoneo con esito letale, prima che se ne fosse diagnosticata la presenza. N è sono rari i casi, in cui la raccolta si perforò in una cavità \~icina . La guarigione non è possibile che con un intervento chirt1rgico. •!... '.•

435

SEZIONE PRATICA

*... -~

L' interven.to chirurgico nell'ascesso della milza pare non dati da molti anni. Le prime oomunicazioni in proposito sono di BAHBCERI (1876 ) e PARZ E\VS KI (1881 ). Trattavasi però in questi casi di raccolte già aderenti alle pareti addominali, con tutte le note della flogosi acuta. L'apertura del focolaio dimostrò che la suppurazione era a carico della milza. Come no· tizia storica riferisco che in una statistica di Adelmann sulla splenectomia, è riportato un caso di questa operazione eseguita per suppurazione nel 1711 da FERRER1us. Per ciò che riguarda la tecnica operatoria, mi pare che l'operazione che quasi sempre deve esser preferita sia la splenotomia: solo eccezionalmente si potrà praticare la splenectomia. Non credo di ·dover pigliare in considerazione la cura consistente nell'aspirazione e lavaggio, quantunque sia riferito un succes so nel caso di PARZE\vS1\:1 così trattato. La splenotomia è stata eseguita nel maggior numero dei casi. Come nell'ascesso del fegato, l'incisione si pra.tica al punto

1

dove la raccolta è più accessibile: molte v:olte è stata aperta per via addominale, altre volte per via lombare (MuRcH1soN e HARR1so;-.i ) : altre v ol te, come nel caso da me operato, può esser necessario di seguire la via trans-diafram1natica. Nel già citato caso del MoNon, la cui etiologia resta ab bastanza oscura, l'ascesso fu prima vuotato e poi fissato alla parete addominale. Non mi è dato poter riferire dati statistici completi di questa operazione, però nei numerosi lavori da me consultati trovo un sol caso di morte (TH. l~oLLIKER), mentre guarirono gli operati di 0ATON e HARRISON, RLACK, LAUENSTEIN, KRIEGER, MoNoo, 0H0\\ Dr100R ·r, L'oLLI ER, KRA1fER, Ho\\' E, N O L EN, REì:·ssET, S1LBERSTE1N, W AL· LANCE, tutti trattati colla splenotomia. In un numero molto limitato di casi è stata operata la splenectomia: ed in verità, in speciali circostanze (molteplicità di ascessi, milza quasi completamente distrutta), tornerebbe conto eseguire tale operazione. Ma dalla statistica di VANVERTS (1897), rilevo che solo quattro volte fu eseguita tale operazione per suppurazione, tutte e quattro le volte la diagnosi di ascesso della milza non era stata fatta prima del1' intervento. Di questi quattro casi uno solo fu seguìto da morte (R1 cHELOT) : in un caso di MURPHY la guarigione fu molto ritardata pel sopraggiungere di una p olmonite. La morte dell'ammalato di R1cHELOT fu pro· babilmente causata dall'infezione del peritoneo, per versamento avvenuto del sangue della milza al momento della sezione del peduncolo. Questo sangue, proveniente da una milza trasformata in una spugna purulenta, doveva possedere un potere settico considerevole. Un altro caso di splenectomia per suppurazione della milza è quello pubblicato dal D' AN TONA. Dalla polpa splenica si potè coltivare uno speciale bacillo, molto simile a quello del tifo (?). Nel già citato caso del MuRPE-IY, si trattava di una enorme milza mobile, del peso di 750 grammi, in cui si rinvenne un ascesso a carico del bordo anteriore. Dalla storia clinica pare però che la diagnosi dì 1

(21)


436

IL POLICLINICO

ascesso non fu fatta prima dell'operazione, e che l'intervento fu consigliato dalle condizioni generali dell'ammalato e dallo stato dell'organo. L'altro caso è quello di HATCHETT, in cui era stata dia~osticata una cisti ovarica. La milza asportata pesava sei libbre e presentava numerose e piccole cisti, ripiene di liquido siero·purt1ìento. Come si vede da questi pochi casi di splenectomia, la diagnosi n on fu mai esatta, e solo casualmente si praticò tale opera· zione. Sicchè l'asportazione dell'organo ammalato in toto, che sarebbe la cura ideale, :r:on è quasi mai possibile poter praticare. E chiaro, infatti, che quando la lesione è all'inizio, oltremodo difficile riesce poterla diagnosticare, e che quando è possibile diagnosticarla, le difficoltà tecniche, per le aderenze stabilitesi, sono pressochè insormontabili. Concludendo : L'ascesso della milza non è una entità morbosa molto frequente, e la diagnosi il più delle volte è irta di difficoltà. La ricerca dei sintomi clinici de scritti da. quasi tutti gli osservatori, gli antecede~ti del malato, possono però spesso, come dimostrano i casi riferiti, tar stabilire la diagnosi con una certa sicurezza. L' in.c isione della milza (splenotomia), eseguita attraverso le pareti addominali, oppure attraver~o la pleura ed il diaframma, l'evacuazione e il drenaggio della cavità ascessuale è il miglior trattamento per la cura degli ascessi della milza. ..,,

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Sento il dovere di ringraziare il mio illustre primario e maestro prof. MoNTENO· v ESI che mi ha perm~sso di pubblicare. e illustrare questo caso. Roma, gennaio 190!. LETTERATURA.

1. P. BARBJERI. Caso cli ascesso clella ntilea, ,c;nciri.r1io11,e. Oentrbl. f. Ohir., 1876. 2. PARLE''' CKI. Ein durclt Aspiratio1t gelteilt Fa/ l von Milzab::;cesse:s. Idem, 1884. 3. L .-\.UEXSTEIN. Ueber ei1ie1i Fall von Operativ gelteilten ;.l lilzabscess nebst Benierknnge1i. Det1tsche }Iediz. W ochenschrift, 1887, XII. (22)

1

4. LITTEX. Die Kra1tltlieite1t der Milz. Trattato di Patologia del N OTHNAGEL. 5. M ONOD CH. Volunii1tertx abcès stérile de fa

rate. 8plé1tofo1n ie. Gziérison. Bollettino della Società di Chirurgia, 1892, Paris. 6. CHOWDHOORY. Abscess of tlie spleen bnrsti11g i11,to tlie left lu1ig. Rritish J\fedical J om·nal

1887.

7. GRAND-l\1ouRSEL. Contribzition à l'étnàe des abcès de lct rate. Paris, 1885. 8 . .FASSINA. Des abcès (le la rate. 1889, Paris. 9. W . G. BLAOK. Abscess of splP.en czired b!J

i1icisio1i and drai1iage. British

~Iedical

Jour-

nal, 17 ott. 1896. 10. R. ARCHER. Abscess of t!te splee1t occurri11,r1 in e1tteric feve r. Lancet, 1886, I , pag. 1066. 11. COATES. Abscess of tlie spleen. Idem , luglio

1884. 12. CATON and R. HARRISON. A case zvliere a

snppurating spleen, zvas ope1tecl and draiued. Idem, 1888 II, pag. 586. 13. ÀDELMANN. Die Wa1idliing der Splenecton1ie seit 30 Jaliren . Arch. f. l\:linisch e Chirurgie 1887. 14. CRAMER. U1t caso di cltirur.rJia clella milza. Asce~so

15.

16. 17. 18.

19. 20.

splenico e JJerisple1tico. Deuts. Zeit~.

f. Chir., 1896. KRIEGER. Heilzzng eines Milzabscesses. D euts. l\ilediz. W ochs. N OLEN. Abcès de la rate, in Revt1e des sciences méd., t. XLIV, p. 657. V ANVERTS. De la 8plénecto1nie. Thèse, Paris7 1897. W ALLANOE. Abscess of tlie S]Jleen, i1icisio1i a11d clrainage. Indian Medical Gaz., 1882, XVII, p. 32 (Riportato in V ANVERTS, loco citato). HowE. Abscess of tlie splee11, (in V ANVERTS, loco citato). REYSSET. Des abcès de la rate d'origine i11-

fectiense, n1t cas de splé1tife da11s la vario /e • Thèse Bordeaux. 21. RICHELOT (inedita}. Splé1to11ié_qalie; rate trans-

fo r1née e1i éponge pzirule1ite. S]Jlé11,ecto1nie, JJtort (in V ANVERTS). 22. D'ANTONA. Sple1iectoniia in segu,z'to di una 1tuova iufezio1te dovuta ad 1111 bacillo speciale. 6° Congresso ita.liano di Chirurgia. 23. }!URPHY. Hypertropliir; and niovable spleen,

abscess o/' tlze spleen. 8ple11,ecto11ig. Recoverg. British l\iledical J ournal, 3 nov. 1894. 24. B. HATCHETT. Sple1io1ne.r;aly (abscess of spleen). Laparosple11ecto1ng. Recovery. Med. Record, t. 50 (in V ..\NVERTS, loco citato).


[ANNO XI,

FASO.

14]

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SEZIONE PRATICA

PRATICA PllOFESSIONALE CA~UI~Il'ICA Un nuovo segno pre111onitorio e rivelatore dell'endocardite nascente. (Bn llatin 111é<lical, n. 17, 1903) ha a,,.uto occasione di osser,THre u11 caso clinico presentante 1tna speciale sintomatologia, la quale avrebbe, secondo q11e, to at1tore 11n valore grandissi1no per la difficile diagnosi di un'endocardite al suo . insorgure. In t1na, giovane di 21 anni, affetta per la. se· conda '"oltu. cla leggiero reumatismo poliartico· lare acuto, benchè non si constatassero segni evidenti di una cardiopatia valvulare, si notò in corrL po11dcnza del secondo spazio intercostale Rini~tro a cinque ce11timetri dallo sterno, 11n urto carcliaco nettissimo, che poteva essere registrato clallo sfigmografo . .Alla I)ttnta si percepi,ra assai distintan1e11te un ÙO}Jpio impttlso. Per quanto all'nt;coltazione niente di notevole si rilev·asse, il fatto clell' impltlso anormale clall'orecchietta con sonsibiliA imo ritardo del polso radiale, portarono il TI'iI. 'sIEil alla. diagno i di endocardite nlitralica. Tale ritardo non era cho apparente, poichè q11ello che sembrava t1rto della ptmta non era TEIS8IER

cho nn in1pulso espansivo della. presistole · il

aocon<lo sollevnmento ora il vero ictus, coinci· dento col polHo radiale. Questo fatto ' iene dal· l'autoro spiegato con un ostacolo alla circolazione auricolo-ventricolare, per il quale l'orecchietta è ~bbligata a maggiormente lavorare per spingere 11 sa11gue attraverso ad un orifizio infiamm:ito, proclucondo così un'espansione del battito della punta, rapace di 1nascherare il vero urto sisto· lico. Il ~1'1~1SSIER potè posteriormente confermare ~· ei;;attez~a della sua ipotesi quando comparvero 1 classici sintomi di una endocardite. Il falso ritardo dtuiqt1e della pt1lsazione della radiale sul· l'irup11lso della punta, corrispondente ad un'esa· geratct contrazione auricolare, avrebbe 11na im· portanza altissima nella diagnosi precoce, tanto difficile, dell'endocardite. 1

Somo diastolico aortico senza lesioni valvolari. N ell' Edinburg 1ned. Jour1ial del 1° dicembre 1903 il dott. GmsoN afferma che il soffio, in questi casi, ha sede per lo più all'orificio pulmonare. È ben più raro osservare un soffio diastolico all'aorta senza lesione valvolare. L'orificio aortico è circondato da un anello di tale resistenza che la sua dilatazione non può essere se non il risultato di lesioni e di un au· mento grande della pressione sanguigna, mentre

l'origine dell'arteria pulmonare può essere molto più facilmente distesa. Pure l'insufficienza aortica senza lesione val· volare è stata abbastanza spesso osservata. Nei casi osservati dall'A. l'insufficienza era prodotta da un difettoso adattamento delle val· vole aortiche e secondo GIBSON l'inst1fficienza sarebbe pilì spesso dovuta a questo meccanismo di quello che ad t1na ''era dilatazione in corrispondenzn. dell'origine dell aorta.

I disturbi pupillari negl'infern1i con dilatazione aortica. Si ritiene generalmento che i disturbi pupil· lari negl'infermi con ectasia aortica sieno sotto la diretta dipendenza dell'aneurisma che comprime il simpatico. Se ciò fosse vero, si dovrebbero riscontrar& sempre i medesimi dist11rbi pupillari e spesso altri sintomi dovuti alla compressione, il che non si osserva. Questi 11lt.imi sintomi mancano quasi sen1pre ed i disturbi pupillari sono varii: talora miosi, altre volte midriasi, uni o bilaterale. Se a quest9 si aggiunga la facilità con la quale si vuole ammett€->re che la compressione del simpatico determina ora paralisi, ora eccitazione, non può accettarsi la ipotesi della immediata di· penclenza dei disturbi oculo-pupillari daJl'ectasia aortica. Il dott. CHAILLONS J. (Annales d'ocnlistiqrie"' luglio 1902) assume la responsabilità di affermare cho in tutte le o servazioni i disturbi oc11lo-pupillari sono stati studiati incompleta· mente. BABINSKI avea richiamata l'attenzione su questo argomento (Soc. méd. des hopitaux de Paris, 8 novembre 1901), dimostrando più lo· gico riforire i disturbi pupillari alla stessa causa che ha già prodotto l'a.neurisma. CEIAILLONS ri· ferisce due nuovi casi di dilatazione aorticar accompagnati nel primo infermo, sifilitico, ad oftalmoplegia interna incompleta., e nel secondo, · al sintoma di ROBERTSC•N, fenomeni che non si spiegano con una lesione del simpatico. Quindi per lo più i sintomi pupillari che coin· cidono con gli aneurismi dell'arco aortico di· pendono dalla stessa causa che ha prodotto l<> aneurisma; questa causa ordinariamente è la sifilide. ..

Di un aneurisma vero dell' arteria splenica. Elastoma della tunica media. All'autopsia di una donna di 45 anni, morta p er peritonite da perfora~ione in seguito a car· cinoma gastrico, il dottor G. TAROZZI, di Siena. (23) • •


438

IL POLICLINICO

(Rij'ornirt Medica, n. 49, 9 dicembi:e 1903), trovò nel percorso dell'arteria splenica un aneurisma vero, sacciforme, grande come una noce avel· lana, che stava incuneato nello spessore del tessuto pancreatico; a valle di esso l'arteria aveva carattori perfettamente normali; a monte presentava per qualche centimetro le caratteri· stiche tipiche dell'arterio-sclerosi. T11tto il si· sterna vascolare dell'inferma, minutamente esa· m.i nato, si mostrò perfettamente integro senza se· gni di arterie-sclerosi nepp11re incipiente. Escluso pei da~i anamnestici, e più ancora per il reperto necroscopico ed istologicoJ ogni rapporto eziolo· gico dell'aneurisma con l a sifilide, con l'arterio· sclerosi, o con localizzazione patologica di altra natura capace di dare insorgenza ad un aneu· risma, non rimane altra interpretazione causale che la presenza nella parete dell'arteria, nel punto opposto a. quello in cui trovasi l'orifizio del sacco aneurismatico, di un piccolo elastoma sviluppato nello spessore della tunica media del vaso ; esso era costituito da un accumulo di grandi cellule; per lo p iù stellate, che possedevano un forte potere elastogeno, in grazia del quale si erano venuti formaD:do convoluti di lamine elastiche e si era depositata tra il cumulo -0ellulare abbondante elastina in forma granu· lare. I rapporti tra questo elastoma e l'aneu· risma son<? dall' A.. in questa guisa interpretati, che cioè per un vizio di formazione le cellule elastogene che dovevano trovarsi uniformemente distribuite nell'intera sezione del vaso, si sono raccolte in un punto limitato, dove. hanno dato origine all'elastoma, mentre il resto della peri· feria vasale, rimasta p1~iva del suo sostegno ela· stico, sotto la pressione costante della corrente sanguigna, si è andata lentamente sfiancando per dare origine alla sacca aneurismatica. Le lesioni arterie-sclerotiche dell'arteria a monte d ell'aneurisma si lasciano facilmente interpre· tare come l'effetto dell'aumento costante della pressione in questo tratto d el vaso, determinato dalla presenza dell'anet1risma stesso.

I

[ANNO

XI, F ASC.

liari : dopo due mesi e mezzo il fegato era ii)ertrofico, per ricca vegetazione connettiva irrag· giantesi dai 'rasi portali; dopo quattro mesi più rilevante era questa connettivazione, senza però che aves3e raggiunte le porzioni centrali dei lobuli. Oltre a questi reperti epatici è di grande importanza il fatto che negli animali uccisi dopo quattro mesi di prova, era evidente un' infiltrazione di cellule connettive intorno alle fini roti vasali del cuore: e questi risultati permettono a.Il' A. di dare un'ampia conferma sperimentalo di quanto la clinica ha già da molto tempo sta(Klin. tlierap. Wocli., n. 34, 1903). bilito.

Stndi spe1·i mentali sulla dilatazione acuta del cuore. Nella Zeitschrift fiir lclin. Medizin (vol. 51, p. 1) il dott. DE LA CAMP in principio dà uno sguardo alla letteratura esistente, poi descrive le proprie ricerche, fatte con l'ortodiagrafia, con gli altri mezzi clinici ed eventualmente anche con i reperti necroscopici, per studiare le alterazioni del cuore dopo grandi sforzi, sia in individui sani, sia iil malati di varia specie (neurastenici, anùmici, cachettici, cardiopatici, ecc.). Comunica inoltre numerose ricerche fatte dopo grandi strapazzi su cani e conigli precedento· mente maltrattati in vario modo (perforazione delle valvole aortiche, embolie aeree, anémia, fame, avvelenamenti, ecc.) e conclude che si possono avere dilatazioni acute del cuore dopo fatiche grandi, solo quando esso è profonda· mente alterato. Perciò non si deve essere tratti in inganno dall'urto della punta rinforzato e diffuso, dalln pulsazione al lato del ·torace, dalle alterazioni del polso, perchè, al ~essare di queste cal1se dirette, la dilatazione del cuore scompare. Critica il metodo di BAZZI·BIANCHI che 11on può dare ris11ltati certi e anche l'ortodiagrafia, la q11ale però: non ostante varie difficoltà, con· duce a risultati pratici e di tma certa impor· tanza.

Il tabacco nell'arteriosclerosi.

Le dilatazioni del cuo1·e nella pubertà.

L ' importanza eziologica del tabacco nell'~rte · riosclerosi è stata studiata sperimentalmente dal dottor J. ADLER. Egli ha somministrato insieme con il pasto giornaliero 11n infuso di tabacco a dei conigli che sacrifica-ça poi ad intervalli di tempo diversi, mentre essi sembrava godessero di ottima salute. Dopo tre settimane di questo regime egli ha potuto osservare solo alterazioni microscopich~ del fegato, consistenti in 11na in· filtrazione dei vasi interloba.ri e delle vie bi(24)

Per le dilatazioni del cuore nella pubertà il dott. A. FRIEDLANDER (lnterstate 1necl. jonru., 1902, n. 11) dice che oltre alle cause nocive cli eredità, di diatesi, di malattie pregresse, di di· sturbi nutritivi, si deve aver riguardo alle fati· che d ella scuola con tutte le sue dipendenze. lo quali da sole possono dare la predisposizione a tale malattia: a tutto ciò debbono aggi11ngor i i molteplici esercizì sportivi, che spesso sono fatti oltre mis11ra.


o

XI~

F .A.SC. 141

I bambini si lagnano di affanno, debolezza dopo ogni modico movimento e forte palpitazione: sono pallidi, cianotici hanno poco appe· tito e sonni turbati. All'esame obbiettivo del cuore si riscontra un ictllS più diffuso in fuori della mammillare, aumento dell'aia di ottusità con dilatazione. Il primo tono alla punta è pro· lu11gato e spesso accompagnato da un rumoro sistolico non limitato alla punta. Il secondo sulla polmonale non è rinforzato; il secondo sulla aorta è p11ro ed aspro. Il polso è molle, affrettato ed un poco irre· gol are. L'.A.. termina tlando opportuni avvertimenti circa la prognosi e la cura · per la quale rac· comanda riposo in letto per alcune settimane, somministrare una dieta leggera e nutriente, e poca quantità di liquido. Nel principio della malattia, special.men te nelle grandi irregolarità, si ottengono buoni risultati con la digitale, ma il più importante è tli ab· bassare l'azione cardiaca, r-3golare le funzioni gastro-enteriche, e combattere l'anemia con to· nici. Occorre lungamente seguire le prescrizioni e specialmente eliminare le azioni muscolari.

APPUN11'1 DI 1l'El\APIA IJa pitiriasi delle sopracciglia, della barba, dei baffi. .Alle sopracciglia la pitiriasi si rivela per lo più con squame grasse e gialle, che si curano bene con lo zolfo. Le sopracciglia sopportano q uest.a cura assai meglio dei baffi. Il dott. SABOURA UD (Pitiriasi ed alopecie p el· licolari, ~fasson ed., 1004) consiglia le pomate solforate all' 1/10 od anche all' 1/5; eccellenti sono anche le paste solforate : •

Solfo precipitato . Olio di caùe . . .. Lanina . • • • • Vaselina . • • •

3

)

\ ana gm. 3

gm.

• •

gm. 20

Biossido rosso di mercurio Resorcina • • • • • • Acido salicilico • • • • Vaselina. • • • • • •

gm.

))

1>

))

2 2 2 30 •

Oppure: • Ittiolo. • • • • • • • • • gm. 2 1> 1 Acido salicilico . • • • • • )) 30 Vaselina. . . . • • • • • La guarigione si effettua, ma le squame ten· dono a riapparire. Lozioni quotidiane adatte combatteranno q esta tendenza : Resorcina . . . • • • ana gm. 3 Acido salicilico . • • • · Sublimato . . ' . • • • . cgm. 30 Alcool a 60° • • • • • . gm. 300

!

Ovvero, e specialmente nei casi ribelli : Benzina r ettificata . . . . gm. 50 Tintura di iodio . . . . . goccia XX Le pitiriasi veramente croniche del sopracciglio accompagnano la seborrea grassa, intensa d ol viso. Per la pitiriasi della barba si può usar e la lozione di Vidal: Polisolfuro di potassio . . . gm. 5 Tintura di benzoino . . . . )) 10 Acqua distillata . . . • . 250 Filtrare ed agitare. Oppure si può usare una soluzione meno forte (1 gm. su 100 di polisolf11ro). Le emulsioni cadiche convengono del pari: Olio di cade . . . . . . . gm. 1 Tintura di q uillaya . . . . » tO Acqua distillata . . . . . » 100 Insaponature con sapone di catrame sono utili; ma per lo più basta interromper e il loro uso, perchè i pruriti e le pellicole riappaiano. Nei casi semplici, delle lozioni alcooliche pos· sono bastare (bisogna che il grado di alcool sia debole): Alcool a 60° • • • • • . gm. 250 :P> 50 Coaltar saponinato • • • • >)

Oppure : .Alcool a 60° • • • • • • gm. 200 Etere officinale . • • • ) ana » 50 Acqua distillata. • • • \ » 1.50 Resorcina. • • • • • • • Le ]Jitiriasi clei baffi sopportano male le po· mate forti. SABOURAUD raccomanda specialmente le lozioni quotidiane : Alcool a 60° . . . . . . gm. 250 Sapone molle di potassa . . » 25 » 1 Resorcina.. . . . . . . . Acqt1a di lavandula . . . . » 25 \

Per unzione la sera. L'indomani mattina pu· lizia con acqua saponata. All'inizio i peli delle sopracciglia cadono, ma in generale ritornano bene. Se lo solfo non è sopportato, riusciranno invece le pomate se· guenti:

439

SEZIONE PRATICA

'

Oppure : Alcool a 60° • • Coaltar saponinato

.

gm. 9.-0 ~o )) 50

(23)

••


440

IL POLIOLINIOO

Ovvero: Alcool a 90° . • • • • ana gm. 100 Acqua distillata . . • • Olio di cade . . • • • • • 2 Emuls. con tintura di Panarna ,> 6

!

))

Le tinture per capelli. Il medico non è richiesto di consiglio solo nelle malattie, ma anche nelle piccole infermità fisiche ed anche Ponr r éparer des a1is l'irréparable ozztrage.

Molte signore non vogliono capelli bianchi; altre, se son brune, preferiscono capelli biondi. È al dottore che esse si rivolgono e questo spesso rimane imbarazzato perchè non si è oc· cupato mai di tinture e di cosmetici. Quale riconoscenza della malata se egli possiede nella memoria qualche ricetta infallibile e provata! Colorazione nera. - Il nitrato di argento è una delle migliori sostanze ; prima di adoperarla bisogna insaponare i capelli per toglierne il grasso, poi lasciarli asciugare per un'oretta. La pelle dopo l'applicazione del nitrato deve essere subito lavata con acqua salata per impedire che si colori anche essa in nero. La sol11zione da adoperare è la seguente :

'

Nitrato d'argento Acetato di piombo .A.equa di rose • Acqua di colonia

. gm.

))

))

1>

HEBRA.

5

1

100 1

e

Liquido n. 1: Nitrato d'argento crist . . gm. 5 Acq ùa distillata . . . . )) 50 Liquido n. ~: Acido pirogallico . . . . gm. 3 Acqua distillata . . . . . » 40 Spirito di vino rettificato . » 10 Per ottenere una colorazione bruna, ridurre la quantità di acido pirogallico ad 1 gm. Questa tintura è t1n po' irritante e non di rado produce eruzioni eczematòse del cuoio capelluto. Ecco una formula attiva che offre però l'in· conveniente di sviluppare ' rapori di idrogeno solforato.

(26)

. gm. 8 •

»

FASO.

Liquido n. 2: Fegato di zolfo .A.equa distillata

. gm. 8 • » 70

Oppure la seguente formula, attiva, ma tante per il cuoio capelluto:

ll'l'l •

Liquido n. 1: Solfuro d'ammonio . . . gm. 30 Soluto di potassio . . . )) 12 .A.equa distillata • • • • » 30 Il soluto di potassio è una soluzione al 1/20. ' Liquido n. 2. Nitrato d'argento . . . . gm. 4 Acqua distillata . • • • » 60 Insaponare per togliere il grasso, applicaro il n. 1 con una spazzola -per 15-20 minuti; poi applicare il n. 2 con un'altra spazzola. Colorazio1ti bion,de. - Citiamo al posto d'o· nore l'acqua ossigenata, che non offre altro in· éonveniente se non di rendere fragili i capelli. Bisogna adoperarla parecchi giorni di seguito e tener sempre la bottiglia ben turata. Il preparato segu8nte offre il vantaggio della semplicità :

Rabarbaro .

.

'

.

. gm. 150

Far bollire in 1/2 litro di vino bianco fino,a. ridurlo metà; filtrare, imbeverne i capelli, poi lasciar disseccare. (Journ,al des praticie1is) .

KAPOSI.

Per lo più le tinture sono a due liquidi, uno al nitrato d'argento e l'altro all'acido pirogallico o al fegato di zolfo.

Liquido n. 1: Nitrato d~argento crist.. .A.cq11a distillata . . .

XI,

[ANNO

70

Nella seborrea del capillizio. Nei casi di seborrea secca, con forfora, del c.uoio capelluto, il BROCQ consiglia di fare delle lozioni tutte le mattine col liquido seguente: Acqua calda un q11arto di bicchiere. Tintura di benzoino gocce XX. Polisolft1ro di potassio liq. gocce L.

Prurito senile, cause e cura. nel Jozzr1ial de Médeci1ie interne, espone il seguente metodo di cura per il pn1rito senile : Da principio, regime latteo assoluto, poi, in capo ad un oerto tempo, regime latteo vegetale. Per calmare i pruriti, applicazioni di pomata al mentolo o al guaiacolo o di polvere canfo· rata. Lozioni la mattina e la sera, su tutto il corpo, con un miscuglio di aceto (un terzo) e lli acq11a tiepida (due terzi). Applicare q11indi, dopo avere GAUCHER,


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XI,

FASO.

14]

441

SEZIONE PRATICA

asciugato le parti prt1rig inose, il seguente mi· ' il collo e l'Ompendogli le vertebre oon un colpo SCttglio : di masc~lla, sicchè non è dfficile che una scheg· gia d'osso possa inoculare al cane un po' del Guaiacolo puro sintetico . gm. 20 midollo rabico. 1\ofentolo cristallizzato puro 20 Cosi avverrebbe naturalmente la trasmissione Vaselina . . . . . . . 100 .A.l disopra di questa pomata spolverare con: della rabbia al cane : il contrario di ciò che accade nell'istituto Pasteur. In natura è « il Canfora polverizzata e tamizzata gm. 2 coniglio che comincia » Recondo il dott. Srl\fE. Talco pol"\"'orizznto e tamizzato . 100 Si obbietterà a ciò che la rabbia è sconoscil1ta U11 altl'o medicamento che calma bene il pru· in paesi dove il coniglio abbonda., per esempio rito è l'acqua ossige11ata : in Australia ? Questa obbiezione non metterà il Acqt1a. ossigena.ta (a 12 volumi) dott. SI!iIE nell'imbarazzo, 1)ercl1è egli risponmedici11ale pt1ra . . . . derà che i conigli in Australia banno trovato ana Lanolina pura anidra . . ) 90 un paradiso èli quieto l'iposo. · Ci vivono e si . \ gm. Vaselina bianca . . . . . moltiplicano in piena tranquillità · non vi sono Polvere di talco . . . . . I n è cacciati, 11è terrorizzati. E nel loro sistema • n ervoso calmato da questa ' rita pacifica il mi· Nella pr11rigine. crobo della rabbia non trova più un mezzo fa· vorov·ole al suo sviluppo. Nei dno terzi dei pruriginosi, secondo DA. >)

le lozioni calde riescono a calmare il prurito meg1io dolle fredùe e sp ecialmente efficaci si ùimostrano le abbonclanti doccie calde. pro} ungato, ller 2·4 minuti, senza percuRsiono. RIER,

Nelle screpolature delle mani. . centgm. 40

~

olfofonato di zinco. Glicerina . • • • Tragacanto . . . . A.cido borico . . . Olio cli roso q. lJ. per D. S. Per Rpalmarne le

. gm .

. . . .

15

:o

50

»

3

fare unguento.

mani.

-V- A :B. I ..A L'origine tlella rabbia nel i·eg·no anin1ale. DAvID Sil\fE ha scritto un libro interessante per dimostrare che la rabbia non è una malat.tia del cane, ma del coniglio. Se11za dubbio è nel cane che la rabbia predomina, ma essa non si svi· luppa spontaneétmonte in questo animale. Esso la prende da, q ualcho altro animale. Ora il coniglio è l'animale che l)ÌÙ di tutti esalta il viruA ral)bico. Questa esaltazione avviene tanto meglio, in quanto il conig,lio è lln animale nervosissimo ed eccitabilissimo, e l'eccitazione favorisce senza dubbio lo s''iluppo della mali:t ttia. Ammettete che un coniglio cacciato da un cane sia con incubazione di rabbia. Il su o mi · dollo è virulento. Questa virulenza au1uenta sotto l'influenza della caccia stessa, dell'inseguimento, del terrore del coniglio. Quando il cane raggiunge il coniglio, lo uccide afferrandolo per

CENNI BIBLIOGRAFICI O. P ARISOTTI. Istologia patologica dell'occhio. - Baillière e Fils, Parigi. Tutta l'opera è divisa in 15 capitoli, il primo dei quali, por be pagine, è dedicato alla tecnica istologica. Poche pagine, ho detto ma preziose, poichè in una forma concisa e chiara sono riunite l e nozioni più utili e })ratiche sulla difficile tecnica dei preparati microscopici dell'occhio mal ato. La fissazione dei pezzi patologici, le varie inclu sioni, la colorazione e chiusura d(l lle sezioni sono esposte con tal precisione da costituire t1n eccellente ricordo per chi ha già pratica in queste manovre ed una gl1ida sicura per quelli che ten· tano l e prime prove in tali ricerche. Ma la n1assima parte dell'opera è dedicata allo studio delle alterazioni patolo· giche dell'organo visivo. Seguendo la divisione naturale delle parti che compongono l'occhio ed i suoi annessi, l' A. ha riunito in 13 capitoli le alterazioni anatomo-patologiche delle palpebre, congiuntiva, apparecchio lacrimale, cornea, iride, corpo niliare, . coroide, retina, nervo ottico, sclera, v itreo, lente, riserbando il 15° al gla1tcoma. L'ordine, la chi arezza, la sincerità scien· tifica sono le doti che più schiettamente brillano in tutta l'opera, frutto di lunga ed assidua ricerca personale, senza ombra di plagio più o meno lar vato. Le cose (27)


442

I

IL POLICLINICO

esposte son cose vedute, diligentemente studiate, spassionatamente interpretate : ecco perchè da tutto il libro spira un'aura confortante di se.hiettezza e di verità. Con equa cernita è fatta larga parte alla produzione scientifica italiana, senza esclusione delle migliori cose venuteci d'ol· tralpe. Gli studi sullo pterigio, sui tumori eJ>ibulbari e sopratutto le classiche ricerche sulla retinite albuminurica, dimostrano quanta seria coltura e quanta genialità di intuito possegga l 'autore. Finalmente 20 bellissime tavole cromo· litografiche completano, quale splendida illustrazione, i principali argomenti trattati nel libro. In conclusione io ritengo che il profes· sore P ARISOTTI con l'ope.ra sua nuovissima abbia fatto un grande bene ai cultori dell'oculistica, poichè, astrazione fatta dai pregi ora enumerati, ha saputo cqncentrare in pochi quadri mirabilmente sintetici tutte l e · conoscenze che formano i capi· saldi della moderna ottalmologia scien· tifica. FoRTUNATI.

[ANNO

XI, F ASC.

Risponde appieno agli scopi di una patologia generale elementare messa ai primi gradini degli insegnamenti clinici. Felice sintesi di quanto riguarda le cause delle malattie, le al· terazioni relative, l'esame degli infermi, la pro· gnosi e la terapia. La chiarezza è la dote precipua di questo libro. Un vocabolarietto di ben 100 pagine, che ò posto in fine al libro, dà spiegazione esatta. delle più importanti parole tecniche. Se gli studenti avranno facilitato da questo libro il progresso nella medicina, i medici pra· tici vi possono trovare riassunte chiaram&nte le . più moderne vedute sui processi patologici ri11· nite in un corpo di dottrina e pertanto spoglie delle particolarità inutili e delle discussioni· pll· ramente scientifiche. L'edizione mantiene non solo la precisione, ma l'eleganza cui C. Naud ha abituato gli stuA. V. diosi di medicina. -

BIBLIOGRAFIA ITALIANA Farmacologia e terapia.

MAx R UBNER. Die Gesetze des Ene1·gie ver- SOLERI PIRRO. - Contributo alla cura dell'epi· brauchs ·bei der Ernahrung. - Franz D eutlilessia colle iniezioni di estratto oleoso di so· cke, Leipzig und Wien. stanza cerebrale (cefalopina). - Milano, Gajz. degli Ospedali, 1904. Fra gli igienisti tedeschi RUBNER tiene certo CARCANO L. e N AMIAS R. - Sulla determinauno dei primi posti. Al problema dell'alimenta· zione volumetrica del ferro allo stato ferrico. zione e della nutrizione ha dedicato il forte in· - l\1ilano, Boll. Chimico.farmaceutico, 1904. gegno e la strenua operosità, portandola a toc· LAMI P. - Comportamento dei saponi alcalini care le leggi meglio riconosciute della fisica e in soluzione acquo~a, loro compatibilità coi della chimica. Il presente volume specchia in medicamenti e loro azione. - }'lilano, Boll. una sintesi chiara. e luminosa lo stato attuale Chimico-farmaceutico, 1904. della scienza e il frut~o di studi personali bene condotti e rigorosamente interpretati. Le leggi ' CASTRONUOVO GIOVANNI. - Sulla natura ed azi<;>ne della tossina difterica. - Palermo, La della termogenesi e della termodinamic~ sono Riforma medica, 1904. raggiunte, clinicamente e ~perimentalmente, nelle più svariate condizioni. Cosi il magnifico libro BOCCHI ALFREDO. - ~l piramidone nella Cllrtt della sci:ttica. - Milano, Gazz. degli Ospe· del RUBNER sarà utile non solo agli igienisti e dali, 1904. ai medici tutti, ma anche ai fisiologi e a coloro VITALI DIOSCORIDE. - Ancora sulla reazione che s'occupano di scienze sociali. A. V. Van Deen. - Milano, Boli. Chimico·farma· G. H. RoGER. Introduction à l'étude de la mé· cel1tico, 190!. decine. n e édition. C. N aud. - Paris, 1904:. MONTAGNINI TEOFILO. - Sopra un caso d'epi· lessia trattato colla cerebrina. - Milano, Gazz. In formato più grande e con maggior numero degli Ospedali, 1904. di pagine si presenta la seconda edizione del FIGARI. · Contributo casuistico all'uso dello libro di ROGER: Introdzizione allo stzidio della emoantitossine Sofos nella cura della tuberco· 11tedici1ia. Questa edizione succede a breve inlosi polmonare. - Milano, Gazz. degli Ospe· tervallo alla prima, che ha avuto un successo dali, 1904. lusinghiero. È un manuale adattissimo per gli ScrALLERO MARCO. - La cefalopina e l'orga.· studenti che dalle branche puramente bidlonoterapia cerebrale. Palermo, La RiformiL giche, passano alla parte clinica degli studi medica, 1904. m edici. I (28)


lANNO XI,

FASO.

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Su di un caso di av· velenamento acuto p er acido acetico. - Pa· lermo, La R!forma medica, 1904. GIIEDINI G. Sull'azione tossica. di alcuni estratti organici. Osservazioni anatomiche e istologiche. - Palermo, La, Rtforma medica, 1904. RECCHI GINO. - Contributo alla sieroterapia an· ticarbonchiosa Sciavo. - Milano, Gazz. degli Ospedali, 1904. VITALI D. - Sull'azione antisettica e fisiolo · gica dei persolfati e della loro ricerca nei casi di veneficio. - Milano, Boll. Chimico-farma· ceutico, 190.J:. CESARIS P. - Euchinina ed acido salicilico. ~filano, Boll. Chimico -farmacet1tico, 190.J:. DE 1\1ARClIIS F. - Il tachiolo (fluoruro d'ar· gento) nella terapia dell'infezione puerperale. - Estr. dal Boli. della R. Accad. l\[edica di Roma, 190.J:. GIORDANO VINCENZO. -

AMMINISTRAZIONE SANITARIA CUPRAMONTANA.

443

SEZIONE PRATICA

Aperh1ra di una seco1ida fa r-

I

data 15 gennaio, u. s. il dott. Papale Costan tino è stato radiato dall'elenco dei medici autorizzati a prestare servizio a bordo delle navi, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento di emigra· . z1one. - Il Ministro dell'interno con suo decreto del 22 gennaio u. s., h a nominato guardie di sanità marittima : Costantini Vincenzo, Burzomati Con· solato, Longo Paolo, Pe11nacchiotti Virgilio, Ca· vano Giuseppe, Imparato Giovanni, .Arena Pasquale, destinando i primi tre al porto di Napoli e gli altri a quello di Genova. .Ai termini dell'articolo 49 del regolamento 3 maggio 1903, n. 181 sul personale tecnico di sanità marittima, tali nomine vengono fatte in via, di esperimento e per la durata di un anno. - .Allo scopo di determinare le province nelle quali devono essere compilati gli elenchi dei periti per la verifica dei carichi di granoturco, il Ministero delle fina11 ze è stato invitato da quello dell'interno a far conoscere separatamente per ciascuna dogana del Regno, la quan· tità di detto cereale importato durante l'anno decorso.

1J1acia. -

Il signor Ottorino Dottori ha ricorso al Go"Terno del Re contro il provvedimento del Prefetto di .Ancona.. che, uniformandosi al pa· rero 18 ngosto 1903 di quel Consiglio provinciale sanitario, respingeva la domanda del ricorrente, diretta ad ottenero l'autorizzazione all'apertura di una nuova farmacia. nel Comune di Cupra· montann.. Il Consiglio cli Stato avendo emesso avviso c]1e il ricorso non offre gil1ridico fondamento, con regio decreto del 22 gennaio u. s., il ricorso stesso è stato dichiarato irricevibile. Vò. A11ertura cli farnia cia . - Il signor Carlo Siniga.glia ed il sindaco del Comune di Vò hanno presentato al Governo del R e un nuovo ricorso contro il provvedimento 20 ottobre 1902 del Prefetto di Pado,.. a, ch e dichiarava non poter • tener conto delle proteste presentategli avverso la riapertura della farmacia in Vò, sotto la direzione del farmacista Scaroni Francesco. Il Consiglio di Stato avendo emesso avviso,.. che il ùotto ricorso non offre giuridico fonda · mento, con rogio decreto 21 gennaio u. s., si è provveduto pel rigetto del ricorso stesso. - Sono stati firmati i r egi decreti coi quali viene concesso il concorso dello Stato n ella mi· sura dell'uno e centesimi 50 per cento nel pa· gamento degli inter essi dei prestiti contratti per opere di acquedotto dai Comuni di Portolon· gone, Cosenza, Frascati, Fabro, Fiuminata, Viterbo, Penne, Torricella Peligna e Marianopoli. - Con d ecr eto del Ministro dell'interno in

RISPOSTE A QUESITI E A DOMANDE (~924:)

Sig. Dott. L. G. da }11. - Nei precedenti numeri abbiamo già risposto al quesito da Lei proposto. (2926) Sig. P. P . da O. - Non basta che il commerciante dichiari di accontentarsi della sem. plice distrt1zione della merce adulterata. L'uffi· ciale medico procedente ha l'obbligo di denun· ziarlo egualmente al potere giudiziario, p erch è le contravvenzioni in materia sanitaria sono di azione pubblica, ed ogni medico che ne ha, per ragion del suo ufficio, ricevuta conoscenza deve denunziarle al magistrato. Il n egoziante cui si allude n~lla. seconda parte del quesito non può pretendere alcuna rivalsa. di danni, p erchè la perizia ha dimostrato dopo, e con istrumenti e con metodi scentifici che il procedente non avea nò poteva usare nell'atto d ella verifica, che le sostanze erano buone. Vuol dire che sarà asso · luto dalla a11torità giudiziaria; ma l'assoluzione non porta per conseguenza la rivalsa dei danni contro i denunzianti, cosi come non la porta per gli imputati di r eati comuni che sono assoluti, contro gli ufficiali di polizia giudiziaria che li cl enunziarono. (2927) Sig. dott. G . B . da T. - Se Ella potrà accertarsi che il dottore esereita la professione senza essere provvisto di la.urea può b en de· nunziarlo ad un qualsiasi ufficiale di polizia giudiziaria, od anche all'arma dei RR. OC. che (29) I


[ANNO XI, F ASC. 1

IL POLICLINICO

potrebbe eseguire apposita inchiesta. Certamente poi è proibito a chi esercita la professione di medico-chirurgo vendere da sè i farmaci. Anche di questo fatto dovrebbe informare, esistendo, gli ufficiali di polizia giudi2iaria. (2928) Sig. dott. A . B. da O. D. S. - Stando alla parola d ella disposizione contenuta nell'ar· ticolo 9 della nuova legge ed allo spirito, o meno, che la informò, Ella non sarebbe divenuta sta. bile non potendo congiungere il vecchio al nuovo servizio perchè non fu durante il periodo di prova licenziato. Ella si dimise volontariamente. E la cosa, secondo noi, muta aspetto perchè non fu il Oomt1ne che con larvate disdette cercò di eludere la legge, ma fu Lei che volontariamente si dimise. Però non può negarsi che i due fatti abbiano molta analogia fra di loro e che molto proba· bilmente, portata la controversia innanzi all'au torità contenziosa amministrativa, possa Ella ot· tenere vittoria. Il periodo interinale di servizio, fatto in seguito a r egolare nomina consiliare, si computa nel p eriodo di prova. ll diritto alla stabilità si acquista senza speciale atto di rico· noscimento da parte del Prefetto. (2929) Sig. dott. G. G. da O. - La giurispru· denza non si è pronu11ziata sul quesito da Lei proposto. Agli effetti della medicina legale si ha per guarita la ferita quando il suo stato per· mette al soggetto di attendere alle sue ordinarie occl1pazioni senza pericolo di riapertura. In ta· luni casi, quindi, anche con la crosta umida si ritiene guarita, mentre nei casi normali si deve attendere che la crosta sia secca.• (2931) Sig. dott. P . T. R. da B. - Ella non può invocare la nuova legge perchè quando essa è andata in vigore non avea ancora compiuti due anni di servizio. Se col 16 aprile la ricon· fermeranno potrà diventare subito stabile. Secondo la legge comunale in vigore, per chè un Consiglio deliberi legalmente occorre almeno la presenza della metà dei suoi componenti. P erciò è legale l'intervento di soli 10 consiglieri su 20. Il biennio di prova comincia a decorrere dal g iorno in cui, dopo la nomina r egolare del Con· siglio, si è assunto di fatto il servizio. Non può invocare acquisto di stabilità. (2932) Sig. dott. F. Z. da P. - Se i detenuti sono poveri hanno diritto al rilascio del certificato gratuito : tutti gli altri hanno eguale di· ritto dal medico del carcer e, se è appositamente stipendiato per tale servizio o se la cura dei ri· coverati nel carcere forma uno degli obblighi del capitolato. Fuori di questi casi devesi il cer· tificato pagéire a cura dall autorità richiedente. Doctor J USTITJA.

I

NOTIZIE DIVERSE . Consiglio federale degli Ordini dei sanitari del Regno. La presidenza del Consiglio Federale degli Ordini ha diramato la seguente circolare:

Illnio sig. Preside1ite, L'assemblea dei delegati degli Ordini dei sani· tari nell'ultima ri11njone tenutasi lo scorso di· cembre, dopo lunga ed animat.a discussione, deliberava il seguente ordine del giorno proposto e sostenuto dal prof. Bossi: « I delegati del V II Congresso degli Ordini dei sanitari italiani, dopo ampia ed esauriente discussione sul nuovo indirizzo da d~rsi agli Ordini e alla Federazione degli Ordini deli· berano: 1. Ohe gli Ordini e la Federazione eserci· tino un'attiva sorveglianza perchè, com'è dovere sociale e come prescrive la legge, le amministrazioni competenti provvedano in modo s11fficiente e coi mezzi propri alla gratuita assistenza sanitaria d ei poveri; 2. Ohe i singoli Consigli degli Ordini ed il Consiglio Federale costituiscano altrettanti coll egi arbitrali così per la censura verso i colleghi, come se richi~sti, per l'intervento amichevole tra. colleghi e terzi nelle varie divergenze che pos• sono insorgere tra sanitari privati ed enti amministrativi ; 3° Ohe quando un Consiglio dell'ordine giudichi il caso di boicottaggio sanita.rio ne rifé· risca alla presidenza del Consiglio federale e qualora questo trovi eque le ragioni di tale deliberazione lo dichiari e al più presto r enda pub· blica la deliberazione stessa, qualunque sia l'ente amministrativo verso cui il boicottaggio è deliberato, sempre dopo di aver provveduto alla continua assistenza dei malati; 4:° Che l'assemblea iuviti i singoli Ordini a discutere se sia opportuno o m'3no la loro iscri· zione alle Camere del lavoro, dando incarico ai singoli Delegati di riferirne al Congresso pros· simo: 5° Ohe senza punto costituirsi in associa· zioni elettorali, amministrative e politiche gli Ordini dei sanitari ed il Consiglio federale ap· poggino, cosi nelle lotte amministrative che nelle politiche, qt1elli elementi che per il loro passato morale, amministrativo e politico, e per le loro opinioni personali, diano le maggiori garanzi.e di coadiuvare la classe sanitaria ne' suoi der1· derati, siano questi d'indole generale che di classe. 6° Ohe s'insista sull' agita.zione per ottenere che gli Ordini d ei sanitari vengano eretti in enti giuridici con iscrizione obbligatoria dei medici. fir1nato: BOS8I. Mentre richiamo l'att.enzione di codesta Pre· sidenza s u tutto quest'ordine del giorno, prego V. S. di sottoporlo all'esame e r elativa delibera~ zione di cotest'Ordine affinchè i delegati che s1 recheranno alla prossima assemblea federale ab·

(30) •


o XI,

FASO.

141

SEZIONE PRATICA

445

biano istruzioni per pronunciarsi su di esso in I stessa recossi a far visita al medico provin· ciale, cav. dott. Ravicini, dal quale apprese, con modo categorico. Prego V. S. accusare ricevuta della presente piacere, che è già in via di esecuzione qualche • provvedimento per meglio tutelare la pubblica per mia norma. salute. Il Pres;de1ite F. DURANTE. - I sanitari degli ospedali di Roma, rinni· tisi in assemblea per occuparsi della insuffi· Ordine dei medici della provincla di Roma. cienza dei locali assegnati loro al Policlinico, approvarono quest'ordine del giorno : Egregio collega, < L'Associazione tra i sanitari degli ospedali Il giorno 7 a1lrile, alle ore 17, è convocata, rli Roma, considerando che le esigenze ùel ser· in seduta straordinaria. nella sala della Società vizio e l'interesse della cura dei malati i:nal si conciliano con la non continua presenza dei Lancisiana, ospedale di S. Giacomo, r assem· sanitarì nell'ospedale, e che la retribuzione da blea generale dei soci dell'ordine. essi percepita è assolutamente irrisoria, deliOrdine del giorno dell' asse11tblea ,qe1ierale: bera di iniziare una intensa agitazione perchè 1° Lettura ùel processo verbale della sedt1ta sia provveduto sollecitamente e dignitosamente alla loro stabile dimora nel nuovo Istituto ospi· precedente. tallero. i> 2° Resoconto morale dell'anno 19013 (Presi· dente del Consiglio : On. dott. F. SANTINI). Ro~IA. Sabato scorso, presieduta dall'ono· -30 Di cus ione e deliberazione sul voto emesso re"""ole Celli, si è di nuovo riunita lit Sotto. nell'ultima assemblea generale dei rappresen· Commissione incaricata di comp~lare gli schemi tanti degli Ordini circa il nuovo indirizzo da dei vari regolamenti relativi alla bonifica idrau· (larsi alÌ'azione dogli Ordini e loro iscrizione lica, alla igiene ed alla polizia rurale dell'Agro allo Camere clel la,?oro. Romano. 4° Elezione di n. 1 consigliere in surroga· La Sotto-Commissione era al completo, e vi zione clel llott. LEOPOLDO BEBTlNI, defunto. si notavano il principe Don Felice Borghese, Tutti gl'iscritti i quali sino al momento pre· il cav. Botto, il cav. Cheirasco, il comm. L11· sente sono in regola coi pagamenti ricevono, trario ed il comm. Pasqui. Il segretario, avvocontempornneame11te alla presente, apposita tescato ~fainetto, assisteva all'adunanza, durante sera di rico11oscimento, senza la quale non si la quale la Sotto-Con1missione formulò la mas· potrà essoro an1n1cssi n ell'aula della riunione. sima parte delle sue proposte, di maniera che, Coloro c11e non sono in regola coi pagamenti fra breYe, avrà esaurito il suo compito. sono a "''"ertiti che potranno porsi in regola il giorno stosso della. riunione, presso l'aula, ove ROMA. - Per impiantarvi il nuovo manicomio, sari1 istituito un 11fficio di riscossione e ritirare l '.Amministrazione provinciale ha scelto la vasta la tes. ora di riconoscimento. e splenclida tenuta denominata Arco di TraverGli inscritti in regola coi pagamenti < por tino, posta tra la via Appia Nuova e la via Ca· go<lere llel loro diritto cli prender parte all ele· silina. a circa 9 chilometri fuori porta San Gio· ziono <.1,~l Consiglio senza intervenire all'assem· vanni. Quella tenuta, che è di circa un milione blea o senza farsi rappresentare, è necessario di metri quadrati, e che è proprietà del duca che faccia110 per"\"Onire alla presidenza clel Con· Lante di ~Iontefeltro e del principe Barberini, siglio, in Via Bor~ognona, 38, almeno 24 oro sarà acqt1istata per 300 m~la li.re, e vi si costruì· prima cloll'asRem1Jlea, Ja loro scheda i11 busta ranno s11bito dei padiglioni per accogliervi mille suggellata, portante all'esterno la fir1na, e in· pazzi. Poi, verrauno costruiti locali per altri elusa in una lettora nella qt1ale saranno indicate mille malati. le generalità e il domicilio del firmatario 1> . In quanto poi all'attuale manicomio di Santa (Art. ;3 cle1 regolamento). ~{aria della Pietà, rimarrà come ente moraJe .A. tal ttopo la S. V. è pregata di servirsi dei at1tonomo . n1oduli e delle buste a stampa che J..Je si rimettono qui 11niti o di riempirli completamente, av,~ertendo chf\ lo urno rimarrauno aperte dalle Nomine, promozioni, onorlfloenze. ore 17 alle 20 o che in caso di ballottaggio si procederà alla elezione definitiva, seduta stante. Nell'Università di Bologna il dott. Bartolo Nigrisoli fu nominato aiuto nella clinica chirurIl Presicl ente: F. SANTINI. gicéi., dal 1° dicembre 1~3 , al 31 ottob~'e 1904.. Il Segretario; T. SPAZIANI. Il ùott. Giuseppe Stasi e stato nominato assi· stenta nella clinica chirurgica, dal 16 febbraio Ro~rA. La Commissione de11' Associazione al 31 ottobre 1904. medica romana, composta dei dottori CacIl dott. Giuseppe Gogioli fu nominato assi· cialupi, presidente, Alessandrini, Fortini e Lozzi, stente nel gabinetto di anatomia normale micro· consiglieri, e del socio dott. Musanti, delegata scopica, dal 1° febbraio al 31 ottobre 1904. dall'Associazione a recarsi dal Prefetto della Nell'Università di Genova, il dott. Salvatore provincia. martedì scorso fu ricevuta dal sena· Calderaro è stato nominato ussistente nella cli· tore comm. Colmayer, ed avendogli esposte le nica oculistica, dal 16 gennaio al 31 ottobre 1904. condizioni dell'esercizio professionale, e letto e Nell'Università di Padova il dott. Amilcare consegnatogli il Me11iora1idur1i votato dall'assemblea, nb ricevette precise assicurazioni di Betti è stato nominato aiuto' nella clinica oculi· grande interessamento. Quindi, la Commissione stica, dal 1° gennaio al 31 ottobre 1904. (31)

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446

IL POLICLINICO

Nell'Università di Pavia, il dott. Emilio Al· fieri è stato nominato aiuto nella clinica oste· trica, dal 16 febbraio al 31 ottobre 1904, cessan do con la stessa data dall'11fficio di aiuto nell'Isti· tuto ostetrico -ginecologico dell'Università di Parma. . Il dott. Giovanni Memmo, tenente medico del· l'ospedale di Roma, che dal 29 aprile 1903 era a disposizione del Ministero J.egli affari esteri, dal 1° aprile 1904: cessa di essere a disposizione di quel Ministero.

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Il dott. cav. Pasquale V incenti, m edico di porto di 1a cl asse, in aspettativa per motivi di salute, in seguito a sua domanda fu richiamato in servizio e destinato a Bari. Il dott. cav. Fortunato Arduino, maggiore m8dico all' ospedale militare di Novara, fu trasferito all'ospedale militare di Bologna. Il dott. N unziato Tanturri, medico di 2a classe, in aspettativa per motivi di famiglia, in seguito a sua domanda, fu richiamato in servizio a de· correre dal 16 febbraio. Furono destinati ad imbarcarsi, in servizio di • • em1graz1on e:

Concorsi e condotte. I

APPIGNANO (fY acerata). - Concorso ad una delle due condotte medico-chirurgiche eguali. Scadenza 30 aprile corr. Stipendio lire 2500 gravate di ritenuta per R. M . e C. P ., più lire 100 come u fficiale sanitario, se eletto a tale ufficio. Per schiarimenti rivolgersi alla segre· teria comunale. r TORINO. - Da questa R. Accademia di medicina è stato bandito il concorso all'XI premio Riberi, d ella somma d i 20,000 lire, da cqnferirsi . alla migliore opera che nel quinquen-n io 1902-906 sarà stata composta nel campo delle scienze mediche~ ma, a parità di merito, sarà data la pre· ferenza a quell'opera che più concorra a mi· gliorare le condizioni igieniche dell'Italia. BUCINE (Arezzo). - Concorso alla 3a condotta medico-chirurgica di Badia-Agnano. Stipendio annuo lire 1600 soggetto a ritenuta per R. M. e C. P., più l'alloggio. Scadenza 9 aprile corr. FANO (Marclie) . - Qoncorso per titoli alla condotta medico.:..chirurgica di città. Stipendio lire 2500 soggetto a ritenuta per R . M . e C. P . Nomina per un triennio. Scadenza 10 aprile corr.

Indice alfabetico analitico del Dresente numero. Affezione cerebrale curata chirurgicamente (Sopra un caso non comune di). - Durante . . . . , . . • . • . Pag. 428 443 Amministrazione sanitaria. . . . . • » Ammoniaca dell'urina (Sull'). - Ortali . » ·419 Aneurisma vero dell'arteria splenica (Di · un). Elastoma della tunica media. 437 Tarozzi . . . . . . . • • . • » 432 Ascesso della milza (L'). - Gaudiani . » Ascesso del lobo frontale sinistro del cer• vello, conseguito a ferita d'arma da fuoco (fucile); tre altre craniectomie per ferite d'arma da fuoco. Guarigioni. 427 De Gaetano . . . . • . . » Roma, 1904 - Tip. Nazionale •

(32)

di~G.

Bertero e C.

[ANNO

XI, F ASC.

Bibliografia italiana·: Farmacologia e te• ra pia . • . • . . • . • . . • Pag. 142 Cardiolisi (L a). - Baviera . . . • . )) 426 Cenni bibliografici . . • • . . . . )) 441 Chimica della retina e della lente cristal~ina (Contributo alla). - E. Cavazzan1 . . . . . . . . . . . . )) 431 Concorsi e condotte. . . . . . . . )) 446 Congresso della Società italiana di Chirurgia (XVII) . • . • . • • . . )) 427 Corda del timpano ed intermediario del Wrisberg. - De Gaetani • . • • . )) 429 Deviazio ne coniugata degli occhi con rotazione della testa negli emiplegici (Sul1' origine sensoriale della). - Bar .i • . )) 423 Dilatazione acuta del cuore (Studi sperimentali sulla). - De La C amp • . )) 438 Dilatazioni del cuore nella pubertà (Le). - F riedlander • . . . . . . . • )) 438 Disturbi pupillari negli infermi con dilatazione aortica (I). - Chaillons. • • )) 437 Drenaggio del pericardio (P el). - Mintz . )) 426 Endocardite nascente (Un nuovo segno premonitorio e rivelatore dell'). Teissier . • • • • . • . . . • )) 437 Epilessia (Ricerche statistiche sulla prognosi e sulla curabilità dell'epilessia ba· sata sui risultati della cura). - Turner. )) 425 Famiglia coreica (Una). - D'Ormea. • )} 432 Lombricosi biliare (Sulla). - Turri • . )) 430 445 Nomine, promozioni, onorificenze • . • )) . No tizie di verse • • . • . . .. • . )) 444 431 N uclcone (Ricerche sul). - E. Cavazzani. )) Ossidasi nella patogenesi della cataratta naftaU nica (Sulla presenza e sul valore 430 di una). - Gatti. . • . . . • . )) 430 P eso del cervello. - Tricomi Allegra . )) Pitiriasi delle sopracciglia, della barba, dei 439 baffi (La). - Sabouraud . . . • • )) Pneumotorace (Per evitare lo stabilirsi del - nelle operazioni chirurgiche). 426 Sauerbruch • . . . . • . . • . )) 441 Prurigine (Nella) . • . • . . . . » 440 Prurito senile, cause e cura. - Gaucher )) Rabbia (L'origine della - nel regno ani441 n1ale). - Sin1e . . . • • • . • )) Radio (Effetti del - sui protozoi del ge432 nere Paramaecium). - Veneziani . • )} Ricambio materiale nei dementi precoci 431 (Ricercl1e sul). - D'Ormea e Maggiotto )) 443 Risposte a quesiti e a domande • . • )) 441 Screpolature delle mani (Nelle). . • • )) 440 Seborrea del capillizio (Nella). - Brocq. )) Soffio diastolico aortico senza lesioni val437 volari. - Girson . . . . . . . )) Sostanza fosforata oell' umor acqueo e nel 431 vitreo (Di una). - E. Cavarzani . . )) Subcontinua tifoidea (Sulla). - G. Bac415 celli . . . . . . . . . . . . )) 438 Tabac<:o nell'arteriosclerosi (Il). - Adler. )) 440 Tinture per capelli (Le) . • . • . . )) Traumi spinali (Sull'intervento chirur429 gico nei). - Jacobelli . • • • . . )) Urobilina (Constatazione chimica dell'). 422 Schlesinger . . . .. . • . . . . )) 1

-

L.

T1UMAN1,

1eor. relJJ.


•nno D.

Roma, 9 aprile 1904.

Faso. 1&. I

SSZI01'JS

PRA.TIOA.

DIRETTORI PROF.

GUIDO BACCELLI

PROF.

I

FRANCESCO DURANTE •

REDATTORE CAPO: PROF.

VITTORIO A.SCOLI

SOMMARIO. Riviste: -

Fltigge: Ubiquità dei bacilli tubercolari, prediapoaizione alla tisi, e profilasai della tubercolosi. Friedma.nn: Contributo all'irnmuniz:azion6 attiva contro la tubercolosi. - TERAPIA: - Chauffard : lndic az~oni terapeutiche 11ella colelitiaai infettiva. - Bruçsch : La terapia aaliciltca 6 i reni. - CHIRURGIA : - :t-ii ausell Moullin: Osservazioni 1opra un caao di luuazione indietro della teala delfomero, da azione muacolare. - Krogius: - Del trattame11to chirurgico della lu~aazione abituale della rotula. - Accademie , Società mediche, Congressi: - XVII Co ~GREs~ o DELLA MBUlCli\ \ : -

Soc11-;1•\

1

11' ALI \

,\. DI CHIRLRGIA.

Pratloa professionale : -

CA~U J S TICA: -

La forma entorragica delta febbre eifoide. - Sulle setticemie secondarie nell'ileott{o. - Meningite cerebro spinale per atafilococco in dtU tifosi (posaibile contagio). - APPUNTI 01 'I' RRAPIA: - la cura bromica dietetica dell'epile11ia. - L'ioacina come specifico nella paralisi agitante. - Varia. - Cenni bibliograftci. Interessi professionali: - Riapo1te a que1iti e a domande.

Notizie diverse. - Nomine, promozioni, onoritlcenze. analttico del presente numero.

Concorsi e condotte. - Indice alfabetico,

AVVISO. E' <1uasi ultimata la spedizione del Premio a coloro che hanno pagato l'intero abbonamento più i 50 Centesimi pe1• le spese di racco1nandazioiie, non che a quegli associati cui t·o proposto l'invio gravato d'assegno e che non mandarono ordini in contra1·io. Coloro che non hanno inviati i 50 centesimi sono pregati di affrettarne 'invio perchè l'Amministrazione possa eseguire subito la spedizione. L'AMMINISTRAZIONE. Diritti di proprietà riservati 1 4iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii•1iiiiiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii0iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii:iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii

RIVISTE MEDICINA

tJbiqultà dei bacilli I ubercolarl, predisposizione alla tisi, e profilassi della tube1·colosi. (FLUGGE. Dentscli. niediz . Wo clteu.,

n. 5, .1904).

Vbiqziità dei bacilli della tube1·colosi. - Il c ontagio della tubercolosi è assai diffuso ; dall'infermo tubercoloso si diffonde tutto all'intorno. Questa diffusione avviene in primo luogo per mezzo degli sputi, sia per il loro contatto, sia per l'inalazione di particelle cli sputi disseccate e polverizzate. Questi ultimi col loro diffondersi fanno sì che il loro contagio tubercolotico trovasi non solo

in vicinanza dell'infermo, ma dappertl1tto, nella strada, nelle vetture, ed in tale q uan· tità da dete1·minare pericoli gravissimi di infezione. Se non ch e q11esti pericoli non risulta110 nelle ricerche batte1·iologiche. Il GAFFKY ebbe risultati negativi nello esame degli spltti tanto freschi, quanto secchi e polverizzati. Infatti i tisici ambulanti emettono ra1·amente i bacilli tubercolari nei loro espettorati. Il GoTSCHLICH esaminò la polvere 'd i luoghi chiusi, di sale d~aspetto nelle stazioni ferrovia1·ie, di poli· clinici, di vasti uffici, ecc., ecc.; il reperto fu sempre negativo. Persino nelle stainze occupate da tisici, i bacilli tubercolari furono riscontrati relati· vamente di rado. { 1)


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IL POLICLINICO

[ANNO XI,

FASO.

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Lo HEYMANN fece numerose ricerche su- t sponde all'ambiente occupato dal tisico.• e gli strati di polvere situati all'altezza di che il colore va facendosi meno intenso .. un uomo nelle stanze occupate da tisici e mano mano che ci allontaniamo dall' introvò i bacilli tubercolari relativamente di fermo. rado. Il terzo modo di diffusione del contagio Riguardo alla polvere delle strade gli tubercolare è dato dal latte e dal burro prosperimenti hanno mostrato che essa è quasi venienti da vacche affette da tisi perlacea. sempre priva di bacilli tubercolari. 11 latte, specie quello ottenuto dalla mescoLa causa della mancanza o quasi di ba- lanza di latte di parecchie vacche, contiene cilli tubercolari nel pulviscolo dei luoghi bacilli tubercolari. In quanto al blu·ro il pubblici e della maggior parte delle abita- 10-13 per cento degli esami rivelarono la zioni dei tisici sta nel fatto che gli sputi presenza di bacilli. L' A. ricorda come, se· vengono quasi sempre raccolti nelle spu- condo il Kocn, l'infezione tubercolare del· tacchiere, e quindi non sono più in grado l'uomo da parte dell'intestino per · mezzo di disseccarsi e diffondersi nella polvere del latte e del burro sia assai :rara; ricorda sotto forma di piccole pa1·ticelle .. Dai fazzo- pure come BEHRING sost~nga che « nei bamletti e dagli abiti possono, è vero, distac· bini lattanti il latte è la sorgente princi· carsi delle fibre con particelle tenuissime pale onde s'origina la tisi polmonare ». di sputo. Però secondo le esperienze dell'A., Contro questa asserzione del BEHRIXG queste fibFe sono numerose solo in vici- l' A. obbietta : nanza del loro punto di origine; esse costi1. Il fatto che la frequenza della tuber· tuiscono un pericolo serio di contagio solo colosi polmonare cresce col crescere della in seguito ad t1na lunga coabitazione con età. Nel 1900 in Prussia sopra un totale di i tisici. Anche una breve permanenza presso 10. 000 individui dai 3-15 anni si ebbero. un tisico può bastare perchè la polvere in· 5-2 casi di morte per tubercolosi; invece fetta penetri nell'organismo sano per le vie per età comprese tra i 15-20 anni il nu· respira tori e, però non è verosimile che mero dei morti salì a 15 ; dai 20-25 sali a germi isolati e. rari ab bi ano a raggiungere 25 e quindi andò crescendo a·poco a poco, ogni volta gli atrii d'infezione. Solo la in· in modo che per età dai 50-60 anni fu di spirazione ripetuta, e la coabitazione pro- 37; e per età dai 60-70 fu di 47. 2. La maggiore mortalità per tubercolosi lungata presso un tisico valgono a 0ostituire un pericolo relativamente grande di nel sesso maschile che in quello femminilP infezione. A tal riguardo sono istruttivi gli dai 20 anni in poi; così, per esempio, in esperimenti del PREYSZ. Costui osservò che · Prussia nella popolazione urbana da i 40-50 nei porcellini d'India l'inalazione· di sputi anni si è avuto tra uomini e donne il rap· assai diluiti (circa 40 bacilli per inalazione) porto 76 : 43. 3. L'influenza che parecchi mestie1·i ecl non determinava l' infezione tubercolare mentre questa si svil11ppava con una quan- industrie esercitano sulla patogenesi e dif• tità tripla e · quadrupla di bacilli. Senza sione della tisi4. I numerosi casi di tisi acquisita in etit dubbio anche nell'uomo l'infezione avviene solo in seguito all'inalazione di una certa avanzata. 5. I casi di tisi sviluppatasi in individui quantità di bacilli. Il 'secondo mo(lo di diffusione del contagio che durante il periodo di allattamento non tubercolare è dato dalle particelle liquide ingerirono mai latte animale. 6. I dati statistici dai qt1ali risulta che che il tisico emette colla tosse. Queste rie· scono contagiose solo in vicinanza dell' in· nelle località ove i bambini sono nutriti fermo e soprattutto la notte e la mattina, con latte materno, la mortalità per tuber· quando appunto la tosse si fa più insistente. colosi non è affatto inferiore a quella che Disseccate possono essere trasportate dal- si riscontra nelle località ove domina i·at· 1 aria sotto forma di polvere : ma in questo lattamento con latte di vacca. 7. La frequenza della tubercolosi nei pae::si caso non rappresentano più un veicolo d'inove il latte animale non può essere utilizzato fezione degno di nota. Volendo rappresentare a colori l'intensità per l'alimentazione dei bambini lattanti del contagio tubercolare che emana da un dalle classi più numerose del popolo. Gli ultimi tre argomenti escludono an· tisico e si diffonde tutt all'intorno, abbiamo che il massimo d'intensità del colo1·e corri- che la possibilità, non fosse altro~ di una (2)


[.An'o XI, F ASc. 15J

449

SEZIONE PRATICA

azione predisponente da parte del latte nella genesi della tisi. L' A. ha raccolto in pro· posito dati statistici esatti cl1e pt1b blicherà in seguito. Secondo l' A., noi possediamo due mezzi per stabilire con qt1anta frequenza i bacilli tubercolari penetrino nell'organismo umano lungo gli accennati veicoli, cioè lo sputo, le goccioline spruzzate durante i col pi di tosse, ed il latte e il burro ; essi sono : 1° l'esame necroscopico dei focolai tu· bercolotici ~ 2° la prova della tube1""colina. ~ ervenclosi del primo mezzo lo ScHLEN· J\:ER, trovò affetti da tubercolosi il 66 pe1· cento dei cada.v eri da lui esperimentati; il NA.GELI il 93 per cento ed il BuRKirARDT il 91 per cento. In questi reperti positivi tratta,"a.si in parte di tubercolosi letale in parte di tubercolosi attiva latente~ il cui clecorso era stato arrestato da affezioni mortali inte1""cor1·enti di altra natu1·a; e fi· nalmente di un num~ro considerevole di casi cli tt1bercolosi latente inattiva, rap· presentata in sostanza da focolai calci· fica ti. In lJ uan to alla. prova dAlla tubercolina , il Fn,,\~Z la sperimentò su i soldati, ed ebbe · il 01 - 08 per cento di reazioni positi"'\re. In conclusione i tubercolotici sono ora riten11ti molto più numerosi che per lo innanzi. diagnosticandosi ora come tali molti e molti casi che prima passavano inosser,"'ati. Però quando si parla di Zlbiqziità del ba· cillo tubercolare non ·si deve intendere che esso si trovi sparso dappertutto indipenclentemente dalla vicinanza dei tisici, ma solo che in seguito alla presenza cli molti tisici il pericolo d·infezione in seguito alla coabitazione con i medesimi è straordinariamente comune: questo soltanto si ha il diritto di concludere dal fatto d~lla grande cliffusione del processo tubercolotico: e ciò a differenza dell'ubiquità di altri micror· ganismi patogeni : streptococchi, stafilo· cocchi, pneumococchi, bacilli del tetano, i quali in verità si trovano sparsi sulla pelle, sulla mucosa dell'uomo sano, nella bocca, nel faringe, ed infettano l'individuo indipendentemente dalla vicinanza o no di indiviclui già infetti. In quanto alle altre percentuali 91 per cento e 93 per cento avute dal NXGELI e dal BURKHARDT l' A. fa <>sservare che il materiale osservato dal ;N"XGELI proveniva

quasi esclusivamente da operai addetti alle industrie, soprattutto da filande: lo stesso si dica del materiale esaminato dal BuR· KHARDT. Ora in siffatti ambienti è difficile trovare individui che non abbiano trascorso un periodo di tempo più o meno lungo in compagnia di qualche tisico sia parente, sia compagno di lavoro. Così pure in altre classi è difficile trovare un individuo adulto che non abbia . avuto un lungo contatto con qualche tisico: quanti e quanti tossono per mesi e mesi senza che a quella tosse si dia il significato di tosse da tubercolosi che spesso ha in realtà! Adunque l'ubiquità del bacillo della tubercolosi non la si può ritenere dimo,.,trata; quantt1nque si abbiano numerosi casi d'infezione in cui non si può stabilire il nesso con individui affetti dalla stessa infezione: piuttostochè di nbiqziità deve parlarsi di quantità, cioè di ambienti in cui i bacilli sono quantitativamente più nl1merosi che in altri: e questi amllienti sono appunto quelli occupati e determinati dal tisico. •

* ** individziale.

Predisposizione - Per la genesi della tisi non basta il bacillo specifico, si richiede anche una speciale predi· sposizione dell'organismo, 3enza la quale riesce innocuo ogni rapporto con un tisico: solo i predisposti debbono evitare la vicinanza del tube1""coloso. Da una statistica di 1262 autopsie di adulti (dai 18-60 anni) praticate dal BuRI\:HARDT, si deduce che tra gli adulti il numero dei predisposti è rappresentato dal 60-70 °/0 ; e quello dei non predisposti · dal 30-40 °/0 • Stando a queste cifre~ la predisposizione alla tt1bercolosi è straordinariamente grande. In che consiste questa predispo sizione~? Secondo il BREHMER sono predisposti gl'individui con c11ore relativamente. piccolo, con torace lungo e polmoni voluminosi; secondo altri esercitano un'azione predisponente i catarri cronici delle ' rie respiratorie, il morbillo, la pertosse; seconclo alt1·i ancora la respirazione di certe polveri che si sviluppano negl~ stabilimenti industriali, il diabete, ecc., favoriscono ed accelerano il progresso della malattia. Il BEHRING ha asserito, senza averlo suf· ficientemente dimostrato, che le alterazioni del tubo intestinale predispongono in modo speciale alla tubercolosi. ( 3)


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IL POLICLINICO

LANNO XI, F ASC.

La predisposizione non solo varia da in· ' in luogo sepa1·ato ; durante il giorno de,~e dividuo ad individuo, ma si modifica nello evitarsi l'agglomeramento di persone in stesso individuo. vicinanza dell' infermo. Quando è impo8· Questa predisposizione, secondo le mo- sibile applicare queste norme profilattiche derne teorie, sarebbe favorita specialmente nella abitazione, bisogna mandare l' in· dalle condizioni sociali antigieniche, come fermo in un sanatorio, specie se si tratta abitazioni malsane, nutrizione cattiva, pa· di casi gravi. temi d'animo, ecc. ecc., e come prova di 4. Disinfezione delle case lasciate dai ciò s'adduce il fatto che la tubercolosi è tubercolosi. molto più frequente nel popolo che nelle * * * classi agiate. Ma secondo l' A ., questa magRiguardo all~ importanza, che il miglio· giore frequenza può spiegarsi col maggiore 1·amento delle condizioni igieniche delle numf'ro di contagi a cui si trovano esposti abitazioni ha nella lotta contro la tuber· gli operai; nè è facile decidere se qui si colosi, l' A. fa osservare che a torto la tisi tratti realmente di una maggiore predi· polmonare fu detta la « malattia dell'abitasposizione individuale. Persino il decorso zione » . La diffusione della tisi, il trasporto della tubercolosi in molti casi sembra che del contagio all' individuo sano non dipennon risenta influenza alcuna delle condi- dono di per sè stessi dalla igiene della zioni sfavorevoli di vita. abitazione, bensì dalla coabitazione di indi· vidui sani con tubercolosi: non l'abitazione, * ma la lonvivenza costituisce il momento * * P1·ofilassi clella tubercolosi. - La tuber· precipuo della diffusione della tubercolosi. . colosi va combattuta nel contagio, cosa Nella lotta contro la tubercolosi si ottiene tanto pii1 attuabile, in quanto che i bacilli molto più dall'isolamento del tubercolo~ico. della J;ubercolosi non si trovano sparsi e- il quale lasciato libe1'0 a sè stesso riesce gualmente dappertutto, ma predominano in pericoloso anche nelle sontuose abitazioni vicinanza dell'infermo dal quale p1·oven- dei ricchi. gono; quindi bisogna ricorrere a tt1tte Certo le norme profilattiche accennate quelle norme e disposizioni che valgano di sopra, si possono attuare più facilD?-ente ad impedire che i bacilli dell'infermo si nelle grandi abitazioni che non nei luridi diffondano altrove. Queste norme sono: e ristretti tuguri occupato dai poveri; però 1. Sputare sempre nelle sputacchiere: anche per le famiglie agiate l'isolamento ~ sono preferibili le sputacchiere di cartone ·preferibile ad ogni altra misura:profilattica. combustibile. Si sputi nei fazzoletti solo in Si dice che i tisici debbono abitare in caso eccezionale, in tal caso il fazzoletto ambienti assolati, poichè il sole è il mag· non deve servire più di un giorno, altri- gior~ nemico dei batteri; esso uccide tutti menti lo sputo disseccandosi può facil- i bacilli della tubercolosi. Ora, secondo l'A.! mente frantumarsi e disperdersi all'intor- questo è vero a condizione che gli spt1ti no. Sono preferibili i fazzoletti di carta, siano ridotti in strati sottili, e si trovino perchè una volta adoperati si bruciano esposti al sole; quindi il sole non può senz'altro. nulla contro tutti quei bacilli che sono con· Il tubercoloso deve spesso lavarsi le dita finati negli angoli delle stanze, e sono in delle mani con sapone. Gli abiti del tu- qualsivoglia modo l'icoperti dagli abiti, ecr. bercoloso vanno disinfettati accuratamente In media il pericolo della trasmissione dei una volta al mese con sublimato al 10 °/00 bacilli è lo stesso tanto per le abitazioni o con formaldeide. esposte al sole, quanto per quelle prive 2. Il tubercoloso ogni volta che tosse di sole. Questo agisce fisicamente sulle in presenza di altri deve voltare la testa condizioni organiche del tubercoloso, sulle e riparare la bocca con un fazzoletto, ciò quali esercita una benefica influenza. allo scopo d' impedire la diffusione delle· Quel che si dice per la luce solare vale goccioline che sogliono fuoriuscire dalla anche per l'aria. bocca nei colpi di tosse. Nelle officine, In quanto al latte ed al burro pro,~enegli uffici, ecc., tra una testa e l'altra nienti da animali t11bercolosi l' A. v11ole dei lavoratori deve decorrere la distanza l.'ebollizione per il primo e la pastenrizza.· di un metro almeno. zione per il secondo. Dott. E. GuGLIELMETTI. 3. Il letto del tubercoloso de,ye trovarsi

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[ANNO XI, FASC. 15]

Contributo all'i1nmunizzazione attiva contro la tubercolosi. (FRIED:?tL\NN.

Dentsclt. 111ecl. Wocltr'ns., n. i5, 1904).

L' A. riferisce alcuni esperimenti d'im· munizzazione contro la tubercolosi praticati nei po1·cellini d'India per mezzo di culture di bacilli tubercolari ottenuti dalla tartar11ga. Questi bacilli l1anno, secondo l".A.., le seg11enti proprietà: 1. Sviluppo a temperature s'rariate: uno sviluppo buono si ha già alla tempe· ratura ••rdi11aria delle abitazioni: il mas· simo s'"ilup1)0 è a 37°; 2. !./aspetto delle culture a 87° è completamente uguale a quello delle c11lture di hacilli t11bercolari p1·ovenienti da mammi· ferì (tubercolosi umana e tisi perlacea); B. La produzione nei porcellini d'India cli un focolaio specifico loralizzato e con · esito cli guarigione completa; 4. Innocuità assoluta, dimostrata in tutti i mammiferi in cui i detti bacilli 'Tennero s1)e1·in1entati: porcellino cl'India. coniglio. topo, cane, capra, asino, ' ritello. maiale. ca \'allo. Tutte queste va1'ie specie di . animali, sperimentate in grande numero, ' hanno tollerato dosi considerevoli cli rulture giovani di bacilli tubercolari provenienti rla tartart1ghe; n elle autopsie s11ccessive non si riscontrò all'esame mieroscopico la menoma traccia di bacilli o di relative alte1·azioni cli tessuti. Per Hiffatte ragioni l' .A.. crede che il bacillo t11bercolare isolato dalla tarta1·uga Hi IJresti per la preparazione di t1n ' raccinio tubercolare meglio che non tutti gli altri bacilli finora adoJJerati, compreso quello 'lell'orbettino, che si svilt1ppa a temperature più basse al pari di un saprofita, sic· c•ome ebbe ad osser,~ arP il ~iOELLER. L' A. parte da questo principio fondamentale: deve ronsiderarsi come vacci.qio ideale quello che è in tutto somigliantis· simo al ' irus contro il quale esso ha da agi1·e~ che è pochissimo attenuato, e che riesce assolutamente innoct10. Dott. E. G . 1

IL POLICLINICO Sezione Chirurgica, Anno XI, 1904 So12111r:1a.r:lo c1.e1 Fa.so:loo1o 4 . ' ~· ~ott. A Codivilla - La m ia e~erienza 1tei trapianti tend~nta - IL A. Isaia - Studio clinico-statistico sopra i sar~on11

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SEZIONE PRATICA

osseroati in diciotto anni di Clinica chiru-rgica dal profe11or Francesco Durante. - lll. Oolt O. Sc~ìfone - la 1iar~01i cloro-etilicn. - JV. Dott. A. L. Bonanome - Un caso di ,.ottura traumatica dell'intestino tenue per una violenza in'.liretla.

TERAPIA

Indicazioni terapeutiche nella colelitiasi inf'ettiva. (OHAUFFARD.

8e11taine niédicale, n. 3, 1904).

Lo 0H.A.UFFARD si occu1Ja, in questo lavoro, della colelitiasi infettiva. essendosi occupato della litiasi biliare in un altro lavoro pubblicato anche nella Semairte 1901, n. 1. La colelitiasi è infettiva quando durante le coliche o negli intervalli tra una e l'altra colira compaiono sintomi importanti, tra i quali importantissimi sono il b1·ivido e la febbre. L ·01·igine infettiva della febb1'e epatalgica di Charcot non è più da porsi in dubbio. La febbre può esser accompagnata da brivido, o sopravvenire isolatamente, o prendere un tipo periodico, od anche continuo oscillante tra i 39° e i 40°, e questi ultimi casi sono quelli che hanno tendenza ad evolversi in angiocolite uppurata o in flemmone bilia1·e sottoepatico. Durante gli accessi, l'esame ematologieo dimostra un iperleu cocitosi con polinucleosi. L'esame diretto della regione della cistif ellett e sottoepatica permette di distinguere due gruppi di casi : nel primo non si constata che una dolenzia della regione e un certo grado di difesa muscolare della parete; nel secondo, un aumc>nto di volume della vescichetta biliare ed una resistenza nella regione sottoepatica. L'ittero è abituale e costituisce un sintoma dell'infezione biliare, e p cJr lo }Jiù esiste anche moderata splenomegalia. Questi sono i sinto1ni clinici di cui si dispone e che bisogna esaminare prima di seguire una data condotta terapet1tica. Nei casi tipici s'impone l'intervento cl1i1·urgico, specie se lo stato generale comincia a deperire, la febbre comparsa da più giorni tende a divenir contint1a o remittente ed è elevata. Per i malati nei quali l' infezione tende a generalizzarsi ed è complicata da nefrite, congestione })Olmona1·e, endocardite, non si può affatto dettare una regola fissa, ma bisogna intervenire o no, secondo i singoli casi. Vi è poi un gruppo di malati, in cui l' intervento deve essere evitato, quando si tratti cioè di donne di 50, 60 anni, che soffrono di litiasi da molto tempo, obese, a 'rentre adiposo e flaccido, con miocardio ipotonico, che hanno nell'urina un po' di glucosio o d'albumina. In queste ma-

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IL

POLICLINICO

late è meglio ricorrere alla cura medica, senza correre il rischio di una difficile ope· i·azione in difficili condizioni. Resta quindi il numeroso g:r;uppo dei casi medi, in Clli l'infezione si esplica con nu· marosi accessi febbrili con dolore localiz· zato e subittero. In tali casi si istituisca una cura medica e se q11esta non giova, si i)roponga l'intervento . chirurgico. Concludendo, alcuni colelitiasici debbono esser operati d'u_rgenza, in altri l'operazione non deve esser che l't1ltima risorsa, in altri infine può esser tentato il trattamento me· dico, che potrà dare spesso buoni risultati. Dott. ATTILIO AscARELLI.

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Al contrario, si può impunemente som· ministrare la quantità di 3 gm. di aspirina o di salicilato di sodio per più giorni con· secutivamente senza ritrovare alcunchè di patologico nelle urine. Meno energica è l'azione di 5 gm. di sa· licilato di sodio per clistere; però, se si ri· pete nel giorno successivo, per lo più nel· l'urina ai riscontrano alterazioni. L'applicazione esterna del mesotano rie· sce affatto dannosa per 1 reni anche ripe· tendola per otto giorni: solo dopo la sfre· gagione di 50 gm. di mesotano puro si ebbe un leggero risentimento dei reni du· rato 3 giorni. Per il 11 gruppo non si possono stabilire dati esatti; ad ogni modo la resistenza dei La terapia salirilica e i reni. reni è molto ridotta e la durata delle al· terazioni è molto prolungata. Nei vecchi, ( BRUGSCH. n;e .Tlierapie der Gegenzvart. II 1904:). specialmente negli arterio-sclerotici, una L' A. ha compiuto delle ricerche per pro· dose giornaliera di 5 gm. di aspirina o sa· vare l' asserzione del LUTHJE che non solo licilato di sodio è capace di produrre al· le grandi dosi saliciliche riescono dannose terazioni di una certa entità. ai r·eni, ma anche quelle comunemente ado· Gruppo IJJ. I reni di donne sane possie· p 13rate, perchè inducono uno stato irri· dono minor resistenza di quelli di uomini tativo. sani. La dose gio.rnaliera di 3 gm. di aspiEgli si è servito dell'aspirina e del sa· rina ripetuta più volte produce t1no stato li citato di sodio per via interna e del me- irritativo che dura anche dopo la soppres· sotano esternamente, per lo più mescolato sione del medicamento. In genere bisogna a parti t1guali con olio di ulivo. Di que· abbassare di 1 o 2 gm. il li~ite di resi· st'ultin10 preparato l' A. afferma averne ot· stenza dei reni femminili. t enuti ottimi ris11ltati negli attacchi di reuPer stato irritativo l 'A. intende quelle mn.tismo articolare subacuto o cronico o alte1·azioni che Hi producono nei reni dopo nel reumatismo muscolare. la somministrazione di 8 gm. di aspirina L' A. distingue i soggetti delle sue ri- in una sol volta. E pr·ecisamente, mentre cerche in 3 gruppi: nell'urina della mattina successiva si ri· I. Uomini t1·a i 20-55 anni con reni· scontrano solamente cilindri jalini ; in sani e non febbricitanti (affezioni legge1·e quella del giorno seguente vi si tr·ovano o croniche reumatiche). a,nche oilindri granulosi, epiteli renali e II. Uomini febbricitanti (poliartrite delle vie urinarie su peri ori, leucociti ed ~cuta, ecc.) in cui, quelli oltre i 55 anni eritrociti. Questi elementi a poco a poro facilmente hanno reni alterati. scompaiono tutti. . Tale quadro l' A. è di opinione che non s1 III. Donne con reni integ~·i. P er il 1 grzppo la dose giornalie1--a per possa riferire ad un vero processo infiam· l> 0cca di 5 grammi di aspirina o di salici· matorio, ma piuttosto ad uno catarrale, tanto Ja.to di sodio, frazionata nelle 24 ore, nel più che albuminurie solo raramente si son~ maggior numero dei casi nòn è dannosa, osservate dopo forti dosi ; in tal caso s1 mentre sornministrata in una sol volta ar- può parlare di nefriti saliciliche. Riguardo alla ragione perchè una dos~ 1·eca un 'irritazione renale ch e dura 2·4 giorni. L e dosi uniche giornaliere sotto unica è più dannosa della stessa frazionata i 5 grammi non sono dannose, invece sop1·a nella giornata, l' A. pensa che il lavorio di pron ucono alterazioni per durata e inten- secrezione dell'epitelio renale nell'unità di tempo è maggjormente aumentato. sit~t proporzionalmente crescenti. In geneConclude quindi consigliando di non ol· rale l'azione di una forte dose unica è di g ran lunga più energica della medesima trepassare n ei casi di reumatismo artico· lare cronico o subacuto la dose giornaliera frazionata nelle 2-! ore. I

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SEZIONE PRATICA

di 3 gm. per uomini e di 2 gm. per le donne. Se compaiono esacerbazioni si può som· ministrare per un sol giorno 5 gm., ritor· nando al giorno successivo alle dosi ordì· • nar1e. Per il i·eumatismo articolare acuto nel tempo dell'accesso si pos~ono dare gm. -1. 6. 8 di aspirina o salicilato di sodio a.I giorno. i·ipartiti però ogni ora cgm. 50. Nel giorno successivo, in cui generalmente l'accesso è già caduto è meglio somministrarne -solo 3 gm. Contro i danni salicilici possediamo però un potente i·imedio, la diaforesi. Questa. che ~già eccitata <la.I medicamento, possiamo nel caso di forti dosi accrescerla col i·iscalda· mento ed ovviare alle conseguenze. Infatti in un })aziente furono dati 5 gm. di salicilato di sodio per bocca e si ebbe uno stato irritativo renale che durò 3 giorni. Cessato questo fn di nuovo somminiRtrata uguale dose, ma contemporaneamente fu procurata una diaforesi cli circa 3/-J. di litro di sudore, e non comparve alcuna altera-zione nelle urine. imili osservazioni fu· fono ripetute più volte sempre con esito costante. La ricerca della sostanza medicamen· tosa nel sudore è riuscita sempre negativa e forse i reni sono risparmiati, , ,.enendo loro sottratta un'altra specie di secrezione. BR.

GHIRVRGIA

Gsser\'aziool sopra un caso di lussazione indietro della testa dell'omero, da azione 1nuseolare. (O. \v'". MAUSELL ~IouLLIN. Tlie Lancet, 20 febbraio 190±).

La lussazione indietro della testa del· l'omero è rara, questa poi da azione mu· scolare è forse l'unica finora. Il paziente il quale andò incontro a questo trauma era ltomo di valida muscolatura, d'età media, il quale giuocava al tennis. Cercando egli di percuotere una palla all'altezza del suo petto con la mano rivolta indietro mancò il colpo ed all'istante il suo brarcio cadde rilasciato al fianco, incapace di moto, ed egli fu preso da violento dolore alla spalla. .. L' A. trova il paziente in posizione caratteristica cioè tenendosi il gomito del·

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l'arto leso con l'altra mano, flesso il braccio e portato leggermente in avanti. L'arto è un poco abdotto e rotato in dentro; da· vanti, sotto al deltoide esiste un grande incavo e si può sentire attra,rerso il mu· scolo la parete anteriore della fossa g le · noidea; dietro esiste una corrispondente • prominenza. Impossibilitati i movimenti attivi, ed ogni tentativo di movimento passivo desta grande dolore. Posto il pazient~ sotto la anestesia, non appena i muscoli si rila· sciano, il braccio viene leggermente abdotto, tirato in basso e rotato in fuori; la testa dell'omero scivola alla prima, e senza ul· teriori disturbi il paziente ricupera l'uso del proprio arto nel corso di poche setti· mane. Non è privo (1' interesse esaminare un po' il meccanismo di produzione del trauma. La testa; dell'omero rimase presa dietro il labbro posteriore della caviià glenoide e q11ivi mantenuta. La capsula probabil· mente non fu lacerata ù , almeno, no ti lo fu in modo sufficiente da permettere che la testa dell'omero protendesse attraverso di essa, evenienza possibile nelle comuni lussazioni della spalla. qt1antunque rara. La rapida e completa guarigione convalidano tale st1pposizione. Il subscapolare teso i·i· gidamente attraverso la fossa glenoidale, non a.ppena la testa dell'omero fu reintegrata al suo posto, riprese la sua normale posizione. Il paziente non cadde, nè battè della mano o del gomit J, cosicchè la lussazione della testa. dell'omero non può essere attrib11ita ad un meccanismo di leva nel comune significato del termine. Nè può essere spiegato dall'improvviso arresto del rapido movimento del braccio perchè questo avrebbe portato la testa dell' omero in avanti. Sola s ~ iegazione possibile si è, se· condo l' A. che accorgendosi d'un tratto il paziente di mancare il colpo e cercandò di non sbagliarlo, la coordinazione dei muscoli posti attorno l'articolazione non riuscì adeguata, dato il conflitto fra i varii or· dini partiti dal sistema nervoso, cosicchè la testa dell'omero fu trascinata indietro dalla violenta e non ostacolata contrazione dei corti rotatori esterni. Dott. V rvALDI.

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Del trattamento chirurgico della l11ssazione abituale della rotula. (KROGIUS .

Ze1ttralblatt jfnr Cltir., 1904, n. 9).

L' A. propone - ed ha eseguito 3 volte con successo - un processo operativo che è razionalmente da raccomandarsi, in quanto utilizza il lembo resecato del ligamento rotuleo interno per costituire una fionna muscolo-aponevrotica di sostegno alla rotula lussata. Pratica sulla faccia anteriore del ginocchio una incisione arcuata che interessa cute e sottocutaneo sul lato esterno della rotula (simile alla incisione di Kocher per la resezione del ginocchio) e disseca i due margini della incisione, così da porre allo scoperto tutta la faccia anteriore della regione ar·ticolare. Lungo il margine esterno della rotula, a qualche millimetro da essa, incide l'espansione tendineo-aponevrotica del vasto, e in· sieme il ligamento ileo-tibiale e la capsula aponevrotica; la incisione va da 3-4- dita trasverse sopra la rotula alla inserzione del ligamento rotuleo. La sinoviale viene rispettata e scollata per via smussa. Lungo il margine interno della rotula e il margine interno del ligamento rotuleo viene condotta una incisione che, dalla in· serzione di ql1esto, si porta in alto fino nel~e carni del vasto interno per 3-4 cm. seguendo }a direzione delle sue fibre: una seconda incisione parallela a questa e alquanto divergente in alto, due dita tra· sverse all'interno permette di scolpire un ponte fibro-muscolare (sen.za interessare la sinoviale) èonnesso, in alto col vasto in· terno, in basso coll'aponeurosi che riveste la testa della tibia. I margini della perdita di sostanza, che resta dalla preparazione di questo lembo, ' rengono st1turati. Il lembo viene stirato sul margine esterno della rotula e suturato ai ma1·gini della incisione precedentemente praticatavi. Runione per prima della cute e immobilizzazione: dopo 3-4 settimane si inizia il massaggio. Il processo ottiene il doppio scopo di accorciare l'aletta interna., anormalmente allungata e nel tempo stesso costituire lllla fionda mus colo-aponev1~otica che att1·ae la rotula ' rerso 1 interno nelle contrazioni del ll uadricipite.

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IL POLICLINICO

DALLA VEDO\'"A.

Accademie, Società mediche, Congressi RESOCONTI

PARTICOLARI

XVII Congresso della Società Italiana di Chirurgia. (Ronza, 27-30 1narzo 1904.) Roncali (Roma). Intorno agli accidenti terziari

consecutivi ai traunti cra1iici in, rapporto sin,golarnie1ite alla lora terapia colla craniorese.zione. - ·Considerazioni sopra 113 casi cli1iici. - L'A. prènde argomento per la sua esposizione da 10 casi di accidenti terziari, secondari ai traumi sul ca~o, osservati nella 01.i nica chirurgica di Roma e parla dell'epilessia bravais-iacksoniana, delle paresi, paralisi, anestesie, afasie motrici e sensoriali, neuro-psicosi, istero-nevrastenie, disturbi sensoriali e cefalalgie post-trat1matiche, discu· tendo sopTatutto d ei risultati che dalla cura chi· rurgica di processi siffatti furono conseguiti e ciò per stabilire in base a dati di fatto, a quale d~lle due linee di condotta i chirurgi sono nel dovere di attenersi, a quella cioè che propugna il pronto intervento in ogni lesione cranica accompagnata a soluzione di continuo delle parti molli, nonostante vi sia mancanza di fenomeni nervosi, ovvero a quella che proclama non do· versi intraprendere la craniectomia che sol<> -quando si siano manifestati i sintomi che la le· gittimano. Esposta minutamente l'anatomia patologica di ogni caso, passa allo studio dei sintomi e dopo doma1\datosi se lo spasmo localizzato o genera· lizzato e la perdita di coscienza durante l'accessobravais-iacksoniano avessero intimi rapporti con la natura delle lesioni riscontrate nella craniectomia ed all'esame microscopico e con la sede ed estensione che tali lesioni avevano avuto sul cervello, viene a concludere: che la generalizzazione dell'epilessia e la perdita di coscienza durante la stessa, m a più particolarmente quest'ultima sono frequentissimi allorquando la lesione anatomica d eterminata dal trauma si è estrinsecata sopra i lobi parietali e nella sostanza n ervosa degli emisferi. L'analisi d ei casi di n euro-psicosi e di i stero· n evrastenia gli p ermette di concludere : che l'in · sorgere dei fenomeni di lesa psiche più che dipendere dalla sede dove ha agito il trauma dipende dalla natura delle lesioni apportate dal trauma sulla ma~sa encefalica. Finalmente l' A. discute sui risultati prossimi e remoti degli interventi operatori e fondandosi sulle guarigioni e sui miglioramenti permanenti


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SEZIONE PRATICA

~onseguiti

dalla craniectomia nei 113 casi ana· fizzati, conclude: che si deve procedere alla era· niectomia immediata, tutte le volte che un trauma abbia cleterminato avvallamento della calotta cranica, sia. con solt1zione di continuo delle parti molli, sia senza ferita di queste e tutte le volte che abbia prodotto una frattura lineare con so· luzione di continuo delle parti molli, pur man· cando ogni sintoma di fo colaio ; perchè nel priu10 caso, non intervenenclo immediatame nte, oltre a lasciare gl,infermi esposti in lln tempo più o meno lontano agli ètccidenti terziari dei quali si è discorso, si p Brmotte che avvengano le degenerazioni nella sostanza nervosa del cer· ''"allo che nella gran maggioranza dei casi rie· scono irreparabili colla craniectomia in secondo tempo; mentre nel secondo caso, non intervenendo im1nediatamente, si lascia l,infermo esposto al pericolo della meningite, della flebite, dei seni e degli ascessi extra- o intra-encefalici, la cui gravitit tutti conosciamo, od al pericolo delle lepto· e pn•)hi-meningiti croniche che inducono costantemente degenerazioni nella sostanza corti· cale e midolla.re degli emisferi, contro le qua.li come vedo1nmo, il chirurgo in secondo tempo, si rivela c111asi sempre impotente.

Galeazzi ()Iilano). Comunica tlue ca ·i di lPsio11i clzirnrgirlte rli JtPl'l'Ì periferici: una lesione del meLliano secondaria ad una frattura g uarita con ~allo deforme, con fenomeni di paresi motoria e Rens:tiv·a e gravi dist11rbi trofici alle dita: un caso di lesione dell'ischiatico prematt1ramente cli,iso.

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Il male, dopo avere invaso tutta la faccia ed il collo dello stesso lato e la faccia dell'altro lato, si arrestò coll'edemizzazione. A misura che il male migliorava i preparati batterioscopici mostravano sempre minore il numero dei mi· • • crorgarusm1. Conchiude che in tutti i casi di edema che possono fare pensare alla pnstola 11talig11,a, bisogna procedere all'esame batteriologico, prima di pronunciare la diagnosi. Durante. Domanda dove il dott. Bernabeo abbia preso il materiale delle culture, poichè il raccoglierlo al disotto dell'escara non fornisce sufficiente garanzia per le ricerche. Biagi. Ricorda un caso occorsogli essendo chirurgo all'ospedale di San Giovanni. Si trat· tava di una inferma condotta in coma, in preda a sepsi gravissima con edema, diffuso dei pe tto cl1e si espandeva anche al dorso. Non si riuscì a trovare che una piccola soluzione di continuo di colorito bianco grigiastro. L'inferma v enne a morte il giorno seguente, furon fatte le cul· ture dalla lesione, dai tessuti circostanti a que· sta, e nelle parti distali sul perimetro dell'edema. L e prime diedero per risultato esclusivamente una forma di cocchi, grandi, aggruppati a due, a tre, a quattro: mentre clalle parti distanti si eb boro scarsissimi bacilli car bonchiosi. Bernabeo. Risponde al DURANTE col fare notare che i preparati e le Cl1lture sono state fa,tte a,nche dal siero clelle flittene oltre che dal tes uto sotto l'escar a, e quando il processo era nell'inizio di sviluppo, nel periodo di rapida ere· scenza, e ql1ando datava da ~4 ore, e qùando per altri due giorni è andato cr escendo e inva· dendo anche l'altro lato della faccia e tutto il collo, arrestandosi solo dopo dt1e giorni da che er ano state fatte l e cult11re. Al BIAGI risponclo ch e non ha potuto fare le culture post 11ior te11i, perchè l'infermo fortunatamente ò guarito, e le cultllre dal sangtle non diedero risultato.

Bernabeo (Napoli). U1t caso rli e(le111a i11vacle11te con necrosi clella 7·egio1te in/'raorbitale. - Si trat· tava 'li un individuo <li !O anni, negoziante cli pelli, cho presentava nella regione infraorbitale cli destra un punto necrotizzato, circondato da un edema che occupava la. palpebra, inferiore e superiore, con flittene. Trattato colla causticazione e coll' edemizzazione il male, in luogo di r egr edire, rapida1nente Rizzo (Napoli). Sll alcziui tu uiori del palato. progrediva : allora, prima di procedere alla cura specifica col siero Solavo, volle fare dei prepa· Riferisce due casi di tumore del palato duro rati, delle colture e delle iniezioni negli animali oper ati nella Clinica chirurgica di Napoli. Dopo aver brevemente esposta la storia clinica d ei per veder e se veramente si fosse trattato di pu· duo casi fa osservare che, se 1 esistenza cli questi stola maligna. I preparati e le culture fatte con materiale tumori, che presentano la caratteristica di cr epreso da sotto l'escara e profondamente, e dal scere assai lentamente, di rimanere sempre cir· siero d elle flittene, non fecero vedere punto il coscritti, e di non dare mai ripetizioni metastatiche, era conosciuta da molto tempo, la natura bacillo del carbonchio, ma solo, e quasi in col· tura pura lò pseu,do-difterico della xerosi: gli e la struttura di essi si è prestata e si presta tuttora ad interpretazioni diverse. animali non sono morti di carbonchio. Il micror· Espone brevemente la costituzione microsco· ganismo iniettato si è dimostrato patogeno nelle ... pica dei suoi casi e dice che da essa risulta in cavie e nei conigli. (9)

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modo evidente, concordemente a quello che è stato descritto da altri (ErSEN~IENGER, CATTERINA), che a questi tumori del palato, i quali presentano quella speciale fisonomia clinica, corri· sponde una speciale struttura anatomica, la quale permette di farli ritenere come una proliferazione degli elementi endo - o periteliali dei vasi sanguigni (endotelioma e peritelioma). Ceci. Fra i tumori di decorso benigno delle mucose del palato duro e molle ha osservato alcune volte dei veri epiteliomi a decorso assai lento. Discorda col Rizzo per quel che riguarda la sua asserzione sulla natura endoteliale dei tumori sottomucosi del palato a decorso lento: 1'0. spesso ne ha riscontrati, con gli stessi caratteri, ma appartenenti ad altre qualità di connettivomi. Parlavecchio. Dice che ha sezionato nel 1890 un tumore della raccolta del prof. D' .A.NTONA, ch'era stato asportato dal palato duro. Non ricorda come fosse stato classificato quel tumore, ma certo non per endotelioma, mentre invece era un angio-endotelioma purissimo. Farà vedere il preparato che conserva.

De Gaetano (Napoli). Sii di un caso raro di cysticercus cellrtlosae della lingzia. - Riferisce e presenta i preparati e le figure di un caso molto raro di cgsticercns cellzilosae della lingua da lui asportato in un pambino di dodici anni. Fa rilevar~, come risulta dalla letteratura dell'argo· mento, e da indagini da lui fatte presso chirurg~i ed anatomisti-patologi, la grande rarità della localizzazione d el cysticerczis nella lingua, pel fatto che, essendo esso la forma larvata della ten;a sol;zim, e dovendo quindi svilupparsi da un'oncospora, questa deve arrivare nello sto· maco, ove gli acidi del succo gastrico ne distruggono la capsula e l e permettono di penetrare ed attecchire nei tessuti. Il cysticerczis osservato aveva una doppia serie di 12 uncini grossi e 12 piccoli con le quattro ventose caratteristiche.

A.lessandri (Roma). Nuovo processo autoplastico p er il serrautento c;catriziale della nzascella. - In lln giovane, g ià operato di osteotomia della mandibola alla Rizzoli, senza aver ottenuto la pseu· d artrosi, l'O. ha messo in atto un suo processo che è stato seguito da completo successo. Ecco come procedette. Dopo a.v er liberato la mandibola dalle estese e fortissime aderenze che univano specialmente la, guancia ai processi alveolari e questi fra loro, ed escissa le parti cicatriziali, delimitò un ampio lembo s11lla r egione laterale del collo, con la •

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base in alto, in corrispondenza della faccia a11teriore della mascella. Presso la base del lembo dissecato aprì il cavo orale e per l'apertl1rn introdusse il lembo stesso, ripiegandolo di guisa. che, ripreso dalla via orale. po tè nel cavo orale stesso fissarne più in alto possibile l'apice e unire il margine anteriore del lembo alla mucosa residua dell'angolo labiale. Per fissare l'angolo esterno e il margine posteriore di detto lembo, in modo che non potesse ripiegarsi, passò un punto a tutto spessore attraverso la guancia e il lembo. Un secondo lembo per scorrimento ricostitul la perdita di sostanza all'esterno. L'infermo ha così la guancia malata ricoperta, dal lato interno, di uno spesso lembo cutaneo e i ct1l di sacco gengivali ricostituiti, ondenon è da temere una possibile recidiva del serramento. Presenta il malato perfettamente guarito. Ceci. Ha avuto in alcuni anni occasione di operare quattro pazienti cvn un processo simile a quello impiegato dall' ALESSANDRI, riparando grandi perdite di mucosa della guancia con lembi presi dal collo. Obbietta a questi metodi l' inconv eniente dei peli che crescono in bocca (nei ma· schiJ. l\Ia prendendo il lembo in basso, questo inconveniente si può evitare: in alcuni casi l '(). ha preso i lembi nella ·regione sopraclavicolare. Quindi il processo dell' ALESSANDRI non è nuovo. , L'O. ha comunicato al Congresso francese di chirurgia un suo metodo plastico per le estese lesioni delle guancie, anche bilaterali. Cita i processi di TRENDELENBURG, BAR. DENHEUER, ecc. Il suo consiste nel prender e i duo lembi dalle regioni temporali e rovesciarli in bocca insi· nuandoli per un'incisione trasversale obliqua su ciascuna guancia. Se la pelle delle guancie è totalmente distrutta, i lembi possono venir raddoppiati con lembi del collo. In questo modo si dispone di lembi amplissimi, ben nutriti dalle arterie temporali, lembi che tappezzano completamente le guancie e permettono al paziente non solo di aprire, ma di spalancare la bocca. In questi lembi non esistono peli. L 'O. ha adoperato otto a1mi fa il suo metodo in un caso estr emamente grave di serran1ento cicatriziale bilaterale in un giovane nel quale erano rimaste senza effetto molteplici operazioni plastiche eseguite da altri chirurgi. Quanto alla perdita di sostanza della, fronte, essa viene tappezzata da lembi epider· miei secondo THlERSCH, i. quali essendo sostenl1ti dallo scheletro sottostante, la cicatrice frontale r~siduale in definiti\a n on è deturpante. Codivilla. In un caso in cui l 'estirpazione di una estesa cicatrice d.a noma necessita-va una


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plastica della guancia, preoccupato dei vasti I rissimo dolore puntorio della regione alta an· lombi di cute che sarebbero stati necessari per teriore del torace sinistro: movimenti dolorosi dell'arto corris1)ondente. Dopo alcuni altri giorni ~hiudere dal lato interno e dal lato esterno la larga breccia, esegui un esteso lembo cutaneo espettorato p11rulento abbondante, puzzolente con pezzi necrotici. Inalazioni di terebentina. Emotùalla. regione laterale ed anteriore del collo, a pedu11colo sulla guancia. La superficie crt1enta tisi copiosissima durata 4 giorni; in seguito au· clel lembo cuta11eo fn ricoperta da lembetti alla mento straordinario della quantità di espettorato THIER ·crr ed in un secondo tempo, dopo l'attec· guasto e fetidissimo. In questo stato continuò per circa 18 m esi. chimento degli innesti epidermici, il lembo cu· t a neo fu portato sulla breccia già praticata nella 13 maggio 1903, prima operazione : r esezione di llll tratto della 3a. costola sulla emiclaveare, guancia e suturato. In tal modo fu risparmiato il lembo plastico che doveva chiudere la breccia apert11ra òi un grosso focolaio dal quale venne fuori una grande massa di sangue misto a pus l el lato della mucosa. Il movimento della man· iihola. è di,·enuto abbastanza ampio da permet- e liq11ido fetidissimo come di un aneurisma in i sfacelo. tere la masticazione. La produzione di peli dal Dal prodotto si coltiva una streptotri.x, che selato della bocca in tal modo ft1 evitata. A.lessandrl. Risponde a CECI che lembi dal condo le osservazioni di un batteriologo riusci· rebbe ' rirulentissima (uccidendo in 2! ore cavie collo Aono stati llresi da molti; egli non pote·va e conigli). Nel mio laboratorio la cultura riuscì in una breve comunicazione orale ricordare tutta difficilissima, le prove sperimentali non confer· la lotterat11ra; ma l'idea informativa del st10 marono la virulenza. processo 11on è stata eseguita da alc11no, almeno La ferita operativa del torace gnarl nel corso per quanto egli sappia. I casi del CECI non di poche settimane . .;ono stati pubblicati, e quindi egli lta ragione Pochi giorni dopo chiusura della ferita, li ritenere il s110 come un nuo,ro processo. l'infermo ritor11a nelle identiche condizioni e si Ammetto cl1e in casi cli erra.mento cicatri· ripetono le emorra.gie. ziale bilnterale e che richiedano un rivestimento 8 ottobre 1903, seconda operazionè: grande rnolto esteso, il processo frontal e del CECI possa difficoltà per raggiungere il focolaio non ostante riuscire. Insiste però, per l'esp erienza del suo caso, in la r osezione estesa della 3a. e 4a costola. ~liglioramento della tosse e dell'espettorato che r!Ui il serramonto era fortissimo ed esteso poste· continua ad emettersi per 18 giorni ancora: dopo riormente, sulla pos ibilità di un successo fu11 · questo periodo cessa completamente la tosse e 'iionalo ottimo col processo da lui proposto, che l'emissione del prodotto per bocca, eliminandosi ' molto semplice e non lascia cicatrici detur· tutto p er l'ampia ferita. Dopo questa seconda pan ti. Circa la possibilità c1te i peli crescano sul operazione sia nell'espettorato che nel prodotto ombo rovesciato ne] cavo orale, obbiet.ione che del focolaio si riscontrò p er un certo tempo la sfreptotrix, cl1e di poi scomparve del tutto. ha 'ralore solo per gli 11omini, crede si possa La streptotrix spesso si trovava foTmata di )VViare col fare il lembo più lungo in modo da numerosi articoli (sino a 40), altra volta si pre· far comprendore nel cavo la parte inferiore del sentava come osili filamenti simili a bacilli sotl~mbo priva ùi peli; crede inoltre che la pelle tili; mai si riscontrarono forme clavate. lella nuova posizione debba subire un adatta· 7 novembre : terzo intervento per allargare mento fm1zionale per cui si modifica nella struttura, idea con!ermata dalle ricerche sperimentali ed appianare un insaccamento inferiore, v erso l'estel'no. La cavità bronco-polmonare, ridotta lel dott. SuHIAVONI, fatte nella Clinica chirur· ora al volume di un piccolo mandarino, è rico· ~ica cli Roma. Il processo usato dal ConIVILLA è del tutto p erta di mucosa bronchiale nella quale si vedono li verso dal suo,. e simile a quello adoperato le bocch e di grossi e piccoli bronchi, di uno specialmente, in dentro, pel quale l'al'ia passa libe· la altri. ramante, sicchè l'infermo a ferita aperta non pnò assoluta.mente articolar parola; ciò è possibile D'Antona (Napoli). Ascesso pzil1nouare da Stre1J· 'otri."'C (?). - Uomo di 52 anni, sana e l'obusta appena si chiuda con un zaffo la ferita,. Si tocca con tintura di iodio la superficie della ·ostitnzione. Nel settembre 1901, forte e promucosa, provocando tosse stizzosa. Dopo cil'ca ungata perfrigerazione; febbre per 8 gior1ri, se· .::o giorni la cavità si ridusse al volume di una ~ruta da relativo benessere. Dopo 15 giorni noce r tt1tti i piccoli sbocchi b1·onchiali obliterati, ·itorno della febbre con espettorato fattosi pu· ·ulento dopo pochi giorni. Dopo 8 giorni fie- resta solo quello amplissimo interno ch e corre (11) •

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centralmente e per dove corre l'aria liberamente I nati, e nella morte per cloronarcosi ha trovati come già si è detto. a) nei conigli le iniezioni nel ventricolo sinist o nella gi11gulare col metodo di Locke-Abderh« Si tentò in seguito di chiudere l'apertura toracica ridotta a circa un centimetro, con turacden riuscire a far pulsare il cuore, che non R'e mosso pel massaggio; essere inutile l'uso dr ciolo di caoutchouc e si constatò che non si raccoglieva nulla e non si emetteva niente dalla l'adrenalina; b) nei cani invece riuscire coi pletamente, una volta dopo 25', il massag~ bocca. L'O. si propone adesso di far completare diaframmatico del cuore; mentre un'altra voi l'obliterazione che già tende a determinarsi spon· la iniezione endovenos~ della soluzione Locl\ tane amente. Abderhalden rianimò debolmente e fugacemen Salomoni (Messina). Srtlla revivescenza del cuore. il cuore. - Ricorda rapidamente quanto è stato già fatto Nella morte per dissanguamento si ritornaro1 sull'argomento, riportando a due tipi principali in vita due conigli coll'iniezione endovenosa del i vari processi prop.osti cioè : soluzione suddetta. 1° I processi mecca1iici (puntura seniplice o Si debbono proseguire le ricerche con ah elettrica, con1pressio1ie rit11iica o 1nassagg;o del liquidi iniettati nel cuore e nei vasi e colla co1 cnore 1nesso a 1iudo: TuFFIER, M1CHAU, PRUS: binazione del respiro artificiale o massagg MAAG, ecc.), messi in atto nell'uomo, in una mediato e altre manovre, coll'intento di agi! qui~clicina di casi, con esito favorevole ma presto ledendo il meno possibile, ed av·vicina1 temporaneo (3-27 ore di prolungamento delle il più possibile alle condizioni fisiologiche. pulsazioni); massaggio del cuore denudato apparve fi110 2° I processi per irrigazione (CZERM4-K, aggressivo e infido, di efficacia temporane .. LUDWIG, LANGENDORFF, LOCKE, ecc.). Ricorda :r;nentre per convers~, come moltissimi, anc· a questo proposito l'esperimento fatto al Còn· 1'0. è riuscito nella compressione ritmica p1 gresso fisiologico dj Torjno, dove si vide un lungata del torace a rianimare un cuore arresi cuore isolato, sospes-0 e irrigato con soluzione di tosi durante 20 minuti per cloronarcosi. destrosio, battere dalla mattina alla sera. KuZucca1·0 • .A. proposito dell'arresto del cuore p LIABKO e VELIO operarono anche sul cuore di dissanguamonto, cita un caso recentemente occc cadaveri, usando soluzioni isotoniche con desogli di ferita del cuore, nell'ospedale Consc strosio e ossigeno. Anche su cuori di indivfdui ziale di Bari. La ferita era stata inferta 13 morti da 24 ore, tolti dal cadavere, si ottennero 14 ore prima dell'intervento. pulsazioni ritmiche prima d egli atri, poi dei · A questo momento ·il dissanguamento era ta ventricoli. che, percependosi i tuoni cardiaci, erano co1 KùTTNER, nell'ultimo Congresso dei chirurghi pletamente scomparsi i pol~i agli arti. tedeschi, riferi su vari esperimenti esegu iti sul All'intertento fu trovata ferita l' orecchiet c11ore in posto, in animali col c11ore arrestato, e destra ed un vasto emotorace eon emopericard sostenne che· era indifferente usare soluzioni Terminata. la sutura cardiaca l'operato esala· salino -alcaline o con quella di Locke: però era gli ultimi respiri. Allora, siccome il ferito ave· necessario usare sempre l'ossigeno nelle solugià la cannula in una vena del gomito pron zioni, ed era indifferente allora iniettarle nel per la fleboclisi, fece eseguire questa insion cuore direttamente, o nei vasi periferici ; bisoalla respirazione artificiale e, attraverso lo spc gnav-a poi accompagnare l'irrigazione con la tello toracico, portata la mano sul cuore, J compressione ritmica del torace, o l'insufflazione esegui un lungo massaggio. Tt1tto ciò non 1 di ossigeno. chiamò in vita il ferito. Cosi si viene al 3° tipo, misto: irrigazionePascale (Napoli). Riferisce su 2 casi cli t iniezione e niassaggio 11tediato, seguito con buon niori pri1niti11i della scapola entrambi in indi' esito nel campo chirurgico da COLEl\IAN KEMP, dui giovani ; dall'esame anatomo -patològico con GARDNER, CRILE e SCHALL. L'O. da tempo si è occupato dell'argomento, dall'esame clinico, risultò trattarsi di condr • m1xoma. esperitnentando sugli animali. Nel primo caso il tumore occupava tutto Essendo il problema molto vasto e complesso, le ricerche furono limitate a risuscitare ClLOri margine interno, e quasi tutta la porzione s praspinosa lasciando integra la cavità ascella arrestati per le cause che più spesso occorrono Si pot~ ricorrere ad una cura conserva triu in chirurgia; avvelenamento cloroformico (7 ani· in cui, come si vede dalla radiografia. 110 mali) ·e anemia acuta (2 animali). Ha tentato a vicenda i tre metodi su m enzio- essere conservata perfettamente la cavità ar (1~)


SEZIONE PRATICA >lare, la porzione esterna. della fossa. sopraspi· I avrebbe trovato un tal mezzo nel salgemt1ia. Il osa e l'apofisi acromion con perfetta funzione cloruro di sodio no1l coagula il sangue, non altera le pareti e si scioglie prestamente entro l'arteria. sll'a.rto. Nel secondo caso era t1n enorme tumore, come Egli ha fatto costruire nelle miniere di Lungro alle fotografie, che oltre la regione scapolar e, (Cosenza) dei tubi canaliculati di salgemma, di ccupava anche la cavità aRcellare, e porzione svariate dimensioni, ch e presenta all·assemblea. Coi detti tubi ha fatto numerose esperienze su ella fossa sottoclavicolare. La funzione dell'arto era impedita. Anche in cani di grossa taglia e tutte le esperienze sono state felici. Egli sutura l e pa.reti arteriose a luesto secondo caso si potè fare t1na chirur· ia conservatrice mantenendo l'arto ed in gran tutto spessore a mm. 2-5 dal margine libero, .arte la funzione, p erchè si poterono conservare alla maniera del SALO~IONI. uolti attacchi muscolari, e molti furono suturati Generalizzò l'uso di detti tubi alle vene, agli intestini, agli ureteri, ed anche queste altre gli altri e riattaci•ati all'omero. esperienze hanno avuto rist1ltato felice. Ancl1e in questo secon(lo caso la radiografia, BUI·ci. Fa osservare elle il P AYR già da qual· n socondo tempo, mostrò la integrità dell'artiche tempo ha suggerito un processo di riu· ~olazione. nione, d elle ferite trasversali complete di arterie Bnrci (Firenze). Oontribnto alla patologia ed e vene, che non differisce sostanzialmente da 11/a cura dell'a11enris11ia cirsoideo. - L' O. ha quello del BERNABEO, se non in quanto il primo operuto, colla asportazione del tumore cirsoideo h~ adoperato i tubi di magnesio. Con questi si ) colla le~atura doppia ed intermedia incisione ha il vantaggio anche di evi tare la sutura : ba· ei '"asi periferici octasici, d ne casi, uno della sta una semplice legatura. mano e uno del capo. Presenta la fotografia di Cecc11erelli. Ricorcla il lavoro dello CHERIE· questo secondo caso prima e dopo la operazione. LIG·NIÈRE pubblicato nella « Clinica Chirur· Dallo studio anatomo-patologico risulta all'O. gica » e fatto in Parma : 1'0. provò i tubi di che le modificazioni che si rinvengono n el si· magnesio: personalmente cr ede che la sutura sterna vascolare sono analoghe a quelle dello sia sufficiente. aneurisma arterio- venoso. Parlavecchio. Crede che per la sutura delle Ritien e che lo stato anatomico delle due afvene .e delle arterie ·il processo consigliato da fezioni sia molto simile . Nel cosi detto aneu· BERNABEO sia p er lo meno superfluo : 1'0 . avendo risma cirsoideo la comunicaziono Ira il sistema dovuto fare sugli animalj la fistola di Ecl~ ha arterioso e ,:enoso avviene frequentemente col· trovato comodo e relativamente facilo far la sul'intermezzo di un' emangectasia capillare, ch e tura circolare a tutto spessore, sutura che riusci spesso è preesistente, talora favorita da stimoli perfettamente impermeabile. meccanici lievi e prolungati. De Gaetano. Si associa alle riserve del PAR· LAVECCIIIO e del BURCI sull'uso dei tubi n ella Bernabeo. Uu nuovo 11iezzo di sostegno nelle sntzzre per fe rite trasversali co1nplete delle arterie, sutura delle arterie e delle vene, poichè la pre· delle ve1te, degli intestin,i e degli ureter;. - Il senza, anche per poche ore, di un corpo estraneo nel lume dell'arteria, può d_e terminare la coagu· s uo studio riguardò dapprima Le sutzire per fe · rite trasversali co1nplete delle arterie. L' A .. ri· lazione del sangue. Ricorda il metodo di sutura per le ferite corda i molti lavori che la scienza possiede su trasverse di arterie da lui proposto, e comuni· questo importante argomento. cato già due anp.i fa alia stessa Società di chi· L'A. in base a numerose e svariate esperienze, rugia, consistente in tubetti di cristallo fusil'ipetendo q11elle di quasi tutti i detti autori, si formi, che servono di sostegn o temporaneo, e potè convincere che la tecnica più facile, più ch e prima di finire la sutura vengono portati comoda, più sicura per suturare le arterie è v ia attraverso una smaglia tura della sutura. quella di usare un m ezzo di sostegno da intro· La Torre. Trova che non è giusto attaccare durre nell'interno del lume dei due capi arte· a priori un nuovo m ezzo per suturare i .vasi riosi. Ma le arterie non permettono che si pesanguigni senza pericolo e con maggiore facilità, netri impunem ente con un mezzo di sostegno senza averlo prima sperimentato. nel loro lume e molto meno permettono che un Se è vero che i tubi di magnesio rispondono mezzo qualsiasi vi r esti dentro . senza compro· bene, se si può suturare senza bisogno di so mettere la permeabilità dell'arteria stessa. Tro· stegno, il nuovo espediente del Bernabeo può vare un m ezzo di sostegno che n el m entre fosse stato innocuo vi avesse potuto rimanere dentro . riuscire anehe .l1tile dove non vi sono i tubi di ma gn esio ed occorra un sostegno. e sciogliervisi sarebbe stato l'ideale. L'autore (13)


IL POLICLINICO

Questo del Bernabeo è un nuovo acquisto che I va esperimentato prima di combatterlo. Be1·nabeo. Risponde al BuRCI° facendogli notare che il metodo Payr consiste in tubi di magne~io, i quali si introducono come anelli al di fzio ri degli estremi dell'arteria recisa e non in tubi ch8 si introducono de1itro il lume arterioso. Perciò il metodo Payr non ha nulla da ve· dere col metodo proposto da lui, sia per la composizione del tubo, sia per la tecnica. La differenza quindi tra il metodo Payr e quello proprio dell'O. è sostanziale. Al PARLAVECCHIO ed al CECCHJ11RELLI fa OS· servare che la sutura semplice senza mezzo di sostegno nelle ferite trasversali complete delle arterie è più facile a dirsi che a farsi. Ma v'ha di più: i tubi di salgemma permettono l'anastomosi delle vene, la quale senza sostegno crede impossibile addirittura, sempre quando si voglia contare sopra un risultato felice. Al DE GAETANO risponde che gli esperi· menti già fatti sopra i cani distruggono tutte le, riserve che si possono fare, giacchè in nessun caso la presenza del tubo di salgemma produ· ceva la coagulazione del sangue. Quanto p oi al metodo proposto dal DE GAETANO (tubetti di vetro), BEJRNABEO fa osservare che esso me· todo può esporre a pericoli nel senso che, dopo tolto il tubetto di vetro, se per caso i punti di sutura dati non siano sufficienti, si può avere l'inconveniente di nuove emorragie, con tutte le conseguenze, sen~a poter ruintrodurre il tubetto per aggiungere altri punti di sutura. Perciò egli ritiene che il tubo di salgemma in tutti i casi di suture dei vasi, possa rendere la tecnica molto pift facile di quanto sia spe~ rabile cogli altri metodi.

De Paoli (Perugia). Casaistica di operazio1ii sulla cistifellea. - Comunica vari casi personali di interventi sulla cistefellea: 1. Donna di 53 anni; coliche e dolori addominali ad accessi da tre anni, notevole deperi· mento. N èll'ipocondrio destro, tumore globoso a supe1"'ficie bernoccoluta, in alcuni punti di resistenza lapid~a, molto mobile n el senso laterale, meno nel verticale, llnito al fegato da un grosso peduncolo, assai dolente alla pressione. Diagnosi. Colecistite calcolosa. Colecistotomia. Si estraggono 20 calcoli di varia forma e grandezza, alcuni friabilissimi, di odore putrido come gangrenoso. Drenaggio. Guarigione in 16 g iorni. 2. Donna di 64 anni : da un mese incirca viole11ti dolori addominali ad accessi. Grosso tI11nore (14)

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all'ipocondrio destro, di resistenza dura ola tica un po' dolente alla pressione, sensibile alla })itl pazione anche dalla regione lombare. Febbre vespertina. Non itterizia nè disturbi digesti\•i. Grave indebolimento generale. Edema degli art1 inferiori. Diagnosi. Colecistite calcol~sa. Operazione in due tempi. Fissata la sacca alla parete si incide dopo ùua. giorni col termocauterio e si evacua una grandP quantità di pus ed un grosso calcolo incuneato nel dotto cistico. La mucosa si scolla spontaneamente. Drenaggio. L'apertura si è chiusa spon· taneamente dopo 54 giorni. Guarigione per fett.a dell'inferma. 3. Donna di 44 anni : accessi di dolori alla r egione dello stomaco da un anno, vomito, pirosi, stipsi. Non si ebbero mai coliche n è itterizia. All'ipocondrio destro, tumore globoso, duro, dolente alla pressione, mobile nei movimenti respiratorii ed alla palpR.zione, aderente al mnr· gine inferiore del fegato, a superficie liscia e consistenrza elastica. Il tumore conserva la sua posizione anche distendendo lo stomaco con gas. Col pasto di prova si riconosce perfetta la ft1nzionalità dello stomaco, e si esclude la dia· gnosi fatta da altri in precedenza di tumore della regione pilorica. Diagnosi. Idrope della cistifellea. Colecistotomia. La cistefellea è distesa da liquido trasparente. Si estraggono due calcoli, uno libero nella sacca, l 'altro incuneato nel dotto cistico. Fissazione : drenaggio. Guarigione rapida. 4. Donna di anni 40. No ve mes~ prima accesso di violenti dolori addominali che durò un giorno, ma lasciò un senso di peso nell'ipocondrio destro. Un nuovo accesso un mese e mezzo prima ed un ultimo tre giorni fa. Tumore della grossezza di un'arancia, a su· perficie irregolare · e bernoccoluta, molto resi· stente, mobile nei movimenti respiratori, unito alla superficie inferiore del fegato, dolentissimo alla pressione. Diagnosi. Calcolosi della cistifellea. Si trova la cistifellea a pareti assai ispessite: essa contiene ltn liqnido denso filante incolore con piccoli fiocchi di pus. Fissazione. Drenaggio. Guarigione in 20 giorni. Dopo 9 mesi l'operata è presa da violenti do· lori a forma di.colica biliare con febbre intensa ed itterizia e ricompare il tumore duro e dolente sotto la cicatrice. Nuova laparotomia. Si apre la cistifellea o si evacua un liquido siero-ml1coso. Si tro\'"a con \


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difficoltà l'apertura del cistico, ma poi si riesce ad introdurre una sonda fino nel duodeno. Escissio11e della cistifellea a parete molto ispessita, con mucosa tomentosa: il peduncolo allacciato è fissato contro la ferita. Sut11ra del fe, gato che si è lacerato nel distaccare la cistifellea. Dopo 5 giorni deflusso abbondante di bile clAlla ferita, ma a.nche le feci sono colorate. Scompa.rsa gradual o dell'itterizia: diminuzione graduale della bile che fuoriesce dalla ferita. Guarigione in 25 g iorni ; miglioramento notevo· lissimo delle condizioni generali. In questa osservazione ha qualche interesse il fatto che per una semplice colecistite si avevano le coliche biliari e l'itterizia, cosicchè si potè giudicare si trattasse di calcolosi. La recidiva del processo rese necessaria la colecistectomia. 5. L'ultima osservazione è la più interess ante. Si tratta in questa di una donna di 45 anni, che da 6 mesi era affetta da itterizia ed in condi· zioni di estremo indebolin1ento, anzi di vera cachessia. Il processo si era iniziato coi sintomi di una colecistite infettiva. Esisteva un piccolo tumore duro, dolente in corrispo11denza dell'ipocondrio destro. L'esclusione della. bile dall'intestino era completa. Si praticò una laparotomia esplorativa e si scopri la cistifellea raggrinzata in un cordone fibroso in mezzo a fitte aderenze e fu escissa; non fu possibile rinvenire l'apertura del cistico, nè sco· prire il coledoco, ed a causa delle gravissime condizioni dell'inferma si giudicò opportuno di non insistere nelle ricerche, e di zaffare la cavità. l\rfa1grado l'estrema gravità del pronostico, l'in· ferma sopportò bene il lungo intervento: e dopo alcuni giorni cominciò ad emettere feci colo· rate. Guarigione perfetta. Questo su ccesso è rimasto inesplioa.bile. Si emiRe l'ipotesi che nella manovra si fosse mobi· lizzato un calcolo incuneato nel cistico o n el coledoco, ma n è l'esame fatto durante l'operazione, nè l'osservazione successiva dell'informa han fornito alcuna prova a suffragare questa ipotesi. In ogni modo anche qt1esta storia clinica di· mostra l'opportunità di intervenire in simili casi, e come la chirurgia possa dare risultati ottimi, alcune volte anche inespliuabili. Mattoli. Crede ch e nei casi di eolecistite cal· colosa, senza suppurazione, piuttosto che pra· ticare la colecistosto11iia, specie allorquando ci si possa assicurare col sondaggio dei dotti bi· liari che questi sono perfettamente pervii, sia più opportuno chiudere addirittura l a ferita cistica,

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ottenendo la prima intenzione. L'O. ha pubblicato, fin dal 189!, un processo di colecistorrafia associata a colecistopessia, processo che in tre casi clinici gli ha dato ottimo risttltato. Dopo svuotata la. cistifellea e tolti i calcoli, constatata la per,rietà dei dotti biliari, si sutura a soprag· gitto la ferita cistica, e si fissa il fondo della vescichetta alle pareti addominali, chiudendo il resto della ferita laparotomica : sulla porzione suturata della cistifellea si applica un piccolo zaffo di garza, zaffo che può essere tolto dopo 2 o 3 giorni, chiudendo completameate la breccia addominale. Si elimina così l'inconveniente di una cura lunga e noiosa. De Paoli. N ei miei casi lo stato flogistico della parete non permetteva di chiudere la cistifellea e di impiegare il metodo di fissazione del MATTOLI. Del resto il drenaggio della cistifellea aperta per calcolosi è impiegato nelle cliniche ove si praticano queste operazioni a centinaia, e l'apertura si chiude con somma prontezza spontaneamente, quando le ' Tie biliari sono pervie. Gli tudi che hanno dimostrato come la cistifellea contenga anche in condizioni normali una notevole q11antità di germi-patogeni, e che que· sta quantità aumenta enormemente in caso di calcolosi, e cl1e la calcolosi è spesso in rapporto con processi infiammatori cronici della cistifellea, non incoraggiano alla chiusura immediata della cistjfellea. Mattoli replica al DE PAOLI ch e il processo da lui proposto deve esser e riservato ai casi di colecistite calcolosa semplice, senza suppu· razione. Non ha poi asserito che ad ogni colecistostomia debba seguire una fistola biliare ; ma è fuori dubbio che la cura consecutiva alla colecistostomia è sempre lunga. e noiosa, e la uti· lità di t1na prima intenzione non può discutersi.

De Paoli (Perugia). Peniperaturri locale addo· 11ii1iale nella tzibercolosi perito1ieale. Co1niz1ticazione preve1itiva. - Esaminando gli infermi affetti da tuber colosi peritoneale 1'0 si è già da molti anni accorto di un fenomeno pressochè costante, cioè ch e al tatto si riceve n ella regione addominale tma sensazion e di tbmperatura più elevata di quel che nel torace e nelle estremità. Questa sen sazione lo ha spinto a studiare il fenomeno con qualche maggiore esattezza mediante i termometri per la temperatura cutanea locale, sia prima che dopo la laparotomia. Negli individui affetti da p eritonite tubercolare si riscontra spesso una differenza in più di 5·8-10-12 decimi di grado della temperatura c11tan ea della regione toracica, e spesso anche (jfi)


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IL POLICLINICO

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una differenza in più, ma in minor grado, della I Pe1·ez (Roma). Sz:ille co1tfnsio1ii addoniinali (ristessa temperatura ascellare. cerclie sperinien,tali). - L'A. ha intrapreso nuCercando di mettere in rapporto questo feno· merose ricerche sperimentali con lo scopo dianameno colle alterazioni riscontrate alla laparo· lizzare i 8ingoli elementi che concorrono a rentomia, ha constatato che questo si mostrava più dere variabilissimi gli effetti di un dato traun1n. manifesto. contundente sulle pareti addominali e di stabilire, 1- 0 Nei casi in cui la sierosa si mostra assai alla stregua dei fatti sperimentali e delle osRer· ispessita, riccamente vascolarizzata e con forte vazioni cliniche esistenti numerosissime nella. reazione infiammatoria; · letteratura, delle basi diagnostiche e terapeuticho. Prende successivamente in esame i fattori ine2° Nei casi con essudato siero-fibrinoso e r enti al trauma, cioè l'ubicazione, l'intensità, la con estese aderenze, ed anche con raccolta di superficie d'azione, la direzione e quelli inerenf i liquido non molto copiosa; all'organismo colpito, cioè la posizione del corpo 3° Nei casi con noduli molto voluminosi, nel momento in cui viene colpito dal trauma, lo con reazione infiammatoria piuttosto viva e senza stato delle pareti addominali, lo stato di pio· raccolta sensibile di liquido (forma secca). nezza o meno dell'intestino, la natl1ra del contoIl fenomeno si mostrò meno manifesto e mancò anche assolt1tamente in casi di raccolta sierosa n u to intestinale {solido, liquido, gassoso). . Per lo studio dell'intensità del trauma si ò assai copiosa, con tubercolosi diffusa e nodulini servito di lln apparecchio da lui appositamente miliari senza infiltrazione infiammatoria noteideato, un dinamometro, cioè, a martello, che cor· vole e in casi di grossi noduli caseosi senza rea· risponde· assai bene allo scopo. zione infiammatoria. Con opportuna tecnica ha realizzato le sopra Il fenomeno si osserva sia n el caso in cui la eAposte condizioni di esperimento. temperatura ascellare è nQrmale, sia nel caso L'A. si limita nella presente comunicazion«) in cui questa è superiore alla norma. Parrebbe alle lesioni della parete intestinale. Espone i che si avesse una specie di febbre locale, un fo· vari sintomi riscontrati, esamina. i differenti colaio pirogeno circoscritto. meccanismi con cui si producono le lesioni in· Per quanto riguarda la temperatura locale ad· testinali (lesioni per schiacciamento, per scoppio, dominale dopo la laparotomia, si osserva che in per strappamento), studia inoltre il meccanismo alcuni casi la differenza osservata si mantiene _ di occlusione che talvolta. si prolunga per 6-9-12 per qualche tempo, per poi attenuarsi. o sparire. ore. Si occupa anche del momento in cui insorE la scomparsa del fenomeno pare accennare gono le note anatomicha e cliniche di flogosi alla compl~ta guarigione del processo locale. peritoneale, ed infine si occupa d egli esiti tarSe la differenza si mantiene ostinata dopo divi. · 25-30 giorni, si ha ragione di pensare ad una Ogni singolo fatto sperimentale viene dall'A. persistenza d el processo. posto in raffronto con quanto si deduce dalla f3e nel frattempo si osserva una elevazione osservazione clinica confermando o negando maggiore della temperatura locale al torace si quanto dai diversi autori si sostiene su tale ca· · ha ragione di sospettare l'insorgere od il ride· pitolo della patologia. starsi di una pleurite. Discute in ultimo i diversi criteri diagnostici Se in operati non si osserva nessuna o scar· e crede che il numero dei casi d'incerta diagnosi sissima diffet enza in più fra la temperatura lo· possa diminuire se si studiano opportunamento cale addominale e ] a toracica si ha un segno di nei singoli casi i vari dati anamnestici ed i fatti scarsa r eazione e può aversi l'indicazione ad un obbiettivi dipendenti dalla lesione organica in nuovo intervento. sè stessa, piuttosto che quelli causati dalla com· Sono necessarie ulteriori osservazioni per stu- mozione viscerale prodotta dal trauma. diare il fenomeno più accuratamente, sia facendo Conclude riassumendo quanto, sia dall~esperi · paragoni con quanto si osserva in altri processi mento che dall'osservazione clinica, risulta in infiamm atorì o neoplastici dell'addome, sia esten· rapporto alla guarigione spontanea di taluno dendo la ricerca ad altre regioni. lesioni intestinali e dopo una minuta analisi delle Nella oscurità che .ancora r egna intorno al differenti statistiche si dichiara partigiano, nei casi in cui si ha il sospetto di una lesione in· processo di guarigione della tubercolosi perito· t estinale, dell'intervento precoce. neale, sia spontaneamente che dopo la laparo· Bastianelli. Riconosce l'importanza della co· tomia, lo studio della temperatlrra locale può darci un indice d olla reazione locale o di difesa mnnicazione del PEREZ. Si d eve o no intervc· nire? In casi di diagnosi dubbia PEREZ dic:e dell'organismo dalla infezione. (1ff)


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SEZIONE PRATICA

di intervenire. Quali sono i sintomi che ci possono dare il dubbio della lesione intestinale? Diffusa rigidità della parete addominale, dolore, vomito son sintomi incompleti. Riferisce di 11n individuo cui cadde addosso un cavallo ; presen. ta,..a dolore vivissimo all'epigastro, vomito con sangue: intervenuti si riscontrò lo stomaco sa· nissimo; non ostante la gravità dcl caso si ebbe gl1arigione. Nessun sintomo è attendibile tranne la rigidità totale cliffusa. La presenza dell'aria é indimostrabile, cosi la scomparsa dell'ottusità epatica. Occorre portare contrib11ti di casi studiati nel· fuomo. Nei casi dubbi, contrariamente al PEREZ, 1 A. 11a dovuto ricredersi. L'individuo sotto il tritu1na è in stato di ricettività, l 'intervonto è laborioso per il metoorismo. Riferisce un caso in clii si inter'lenne per sospetto di rottura di milza, io11tilmente in quanto la rottura non esisteva, e che morl per infezione proveniente dalla ferita. Perez. È lieto che il BASTIANELLI abbia por· tato il contributo della sua estesa esperionza nei casi di contusioni addominali. Come già ha pre· m'3sso nella comunicazione, lo scopo delle sue ricerche è stato quello cli vedere se ed in quanto i fatti sperimentali e le 0Ss~rvazioni cliniche pos· sano contribuire a chiarire i concetti diagno· stici e terapeutici in tali lesioni. Osserva che il BASTIANELLI conferma quanto egli ha detto e che i due soli criteri obbietti,ri più certi sono la contrattura adclominale e la persistente superficialità e frequenza del respiro. Crede però che bisogna dare allo studio dei dati anamnE::· stici una maggiore importanza di quello che ge· noralmente ad essi si dà. Sostiene in base a.Ile numerose statistiche la opportunità d'intervenire precocemente nei casi in cui si ha il sospetto di lesione viscerale. 1

Busaebi (Cremona). Risultati della resezione di stoniaco per cancro con ,qastroenterostoniifl col bottone oblun.c;o e con pin,ze speciali delt'au,tore. Da due anni l' A. opera col processo esposto nel· l'ultima adunanza: su 50 gastroenterostomia così fatte ebbe 4 morti e cioè 3 per polmonite ed 1 per emorragia cerebrale, in individui dei quali due avevano 59 anni~ gli altri due erano anche in maggiore età. Questi risultati lo ltanno incoraggiato a praticare lo stesso processo a complemento della resezione di stomaco per cancro: tanto I)iù ohe con questo processo la gastroenterostomia è molto rapida e si pratica bene anche con pie· colo moncone ~astrico, permettendo cosi un'am· pia resezione dello stomaco: fatto questo essenziale per ottenere risultati definitivi.

Gli ammalati cosi operati sono finora in numero di sei: uno di questi è morto perchè la sutura del moncone dello stomaco non venne fatta a tre piani e si ebbe emorragia. Invece gli altri cinque operai i in cui il processo fu eseg11ito con esattezza, sono tutti guariti ed in nessl1no si ebbe r ecidiva, eccetto in uno nel q11ale però la recidiva si manifestò ~el fegato. Risultati operativi cosi favore,roli, q1tantunque poco numerosi, avrebbero importanza in quanto è ancora alta, anche nelle statistiche più recenti, la mortalità per resezione di stomaco per cancro. Ruggi. Osserva che egli non usa il bottone perche con quello rotondo l'apertura è ristretta e si corre il pericolo che il bottone resti tutto o parte nello stomaco. Si rallegra con i s uccessi veramente brillanti avuti dal BUSACHI. Masnata. Non condivide gli entusiasmi di coloro cl1e usano i bottoni nella gastroentero· stomia: l'inconveniente abbastanza frequente della caduta del bottone nello stomaco non deve essere, dal punto di vista ideale chirur· gico considerato troppo alla leggera : non ritiene che il soffarmarsi di un corpo estraneo lungo il tubo gastroenterico sia tale da incorag· giare i chirurgi in tale pratica : se spesso in· convenienti non se ne verificano è pur vero però che in varie circostanze si è dovuto inter· venire coc. altra operazione. Per queste consi· derazioni chiede al BUSACHI che percentuale ha avuto di non eliminazione del bottone o di in· cidenti imputabili all'uso del bottone. Busaebi. RuGGI ha rilevato l' inconveniente dell'aprirsi del bottone : 1'0. di 128 gastroenterostomia ha osservato questo solo in un caso, ma senza averne inconveniente. Nei bottoni di buona costruzione non dovrebbe verificarsil'aper· tura spontanea. Al ~IASNATA che rileva gli inconvenienti del bottone può affermare che non ne ha verifi· cati: non ricorda precisamente in quanti casi abbia verificata l'espulsione di esso, nè ha por· tato oggi queste cifre perchè il suo argomento si limita alla resezione del piloro per cancro con successiva gastroenterostomia. Ad ogni modo ritiene di avere verificata l'espulsione nell'80 °/0 dei casi e certo nessuno dei suoi operati si lamentò di disturbi dal bottone.

Burci (Firenze). Riferisce sopra 35 casi di clii· rzirgia dello sto11iaco e dell' i1itestino. La statistica è la seguente : 13 gastroenterostomie con un morto per ema· temesi ripetute da ulceri; 1 divulsione pilorica in un caso di spasmo pilorico in soggetto isterico ; (17)


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IL POLICLINICO

1 pilorectomia per cancro ; 13 appendicectomie con un morto per pile· flebite supp11rativa · 1 s utura di ferite multiple del tenue e del mesenterio ; 4 operazioni diverse per occlusione intesti· nale con due guarigioni e due morti; 1 resezione intestinale per epitelioma dell'angolo destro del colon; 1 resezione di cieco per una neoformazione flogistica non tubercolare cl1e aveva determinato stenosi assai grave. A proposito di questo caso 1'0. dice di riten ere ohe la flogosi neoformativa della parete del cieco fosse da considerarsi come un processo di diffusione infiammatoria dall'appendice, avendo trovato che esisteva una appendicite calcolosa di vecchia data, e lo sbocco dell'appendice cor· rispondeva alla parte centrale della neoformazione. (L'O. presenta il pezzo anatomo-patologico e le fotografie). Nelle anastomosi gastro-intestinali ed entero· intestinali ha applicato sempre il bottone ·d el Murphy con una sutura di rinforzo, con ottimo risultato. Accenna ad una gastro-enterostomia prati· cata con pieno successo in una bambina di no,re anni. Ritiene che il risultato in questo (come negli altri casi) sia assai intimamente legato alla rapidità di esec\1zione dell'atto operatorio. Anche per questa ragione trova utile l'uso del bottone. A proposito dell'appendicite 1'0. dice che egli tiene il sistema (quando sia possibile e salvo che speciali indicazioni reclamino un intervento più precoce) di intervenire a freddo dopo un • secondo accesso. Egli crede di doversi rimpro· varare l'unico esito non buono avuto per pile· flebite suppurativa, ritenendo di essere interve· nuto troppo presto. L'.A.. spiega le ragioni per le quali ciò avvenne. Mattoli. Chi abbia seguito con interesse le molt.e discussioni che si sono svolte, in questi ultimi anni, nei Congressi, nelle.Accademie e nelle monografie che rigt1ardano le anastomosi gastro· intestinali, ha potuto persuadersi di un fatto, e cioè che molti chirurgi che t1sarono per del tempo e con un certo entusiasmo il bottone di Murphy, dopo uno o più insuccessi, dovuti a difetti intrin· seci al metodo, passarono a dichiararsi szitrtrist; convinti ; mai, che io mi sappia, un snt1irista passò nelle file dei botfonJsti. Questo significa, a suo modo di vedere, che la fedeltà dei più tra i chi· rurghi alla pratica della sutura, ha la sua ragione di essere nella costanza dei buoni successi che dessa proctu·a. Che l't1so del bottone anastomotico presenti

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alcuni inconvenienti è ormai dimostrato in modo inconfutabile, e 1'0. non trova necessario nè op· portuno ricordarli: dirà solo che lo stesso :àIUR· PHY ha rinunziato all'uso del suo bottone. D'accordo che l'abilità del chirurgo valga ad eliminare tutti o q11asi i pericoli i1nn-tediati dell'aJlplicazione del bottone; ma non p-qò dirsi altret· tanto dei pericoli postumi o a distanza, che sono indipendenti dall'operatore, e fra questi princi· palmente la mancata espulsione dell'apparecchio ed il restringimento secondario del neopiloro, fatto questo su cui insisteva testè anche il BcSACHI ed al quale non possono contraddire i risultati riferiti dal BuRCI, perchè riguardanti casi ,o perati recentemente. Quanto al vantaggio di tempo che si ottiene coll'usare il bottone, 1'0. crede che questo debba valutarsi al più in 5-10 minuti . al massimo, spe· cie quando si esegua un sopraggitto attorno al bottone stesso: ora questa differenza di tempo non è tale da doverci decidere a favore di un metodo che non è certamente altrettanto sicuro nei suoi effetti. Bnsachi. La sutura di rinforzo applicata in· torno al bottone è più dannosa che utile: quando, chiuso il bottone, siasi ottenuto l'affrontH.mento regolare delle superficie sierose, la sutura di rinforzo è superflua ed anzi potrebbe essere dan· nosa perchè disturba il circolo: Ja sutura di rinforzo è giustificata solo quando le sierose non sono bene affrontate. Per sua parte 1'0. in 128 gastro-enterostomie col bottone non ebbe mai a verificare alcun inconveniente dal non fare questa sutura che nei pochi casi in cui gli par,re ùefi· ciente l'affrontamento col bottone. L'uso del bottone rotondo è pericoloso per la recidiva: simili recidive sono state osservate da molti operatori, e di ciò si deve tenere conto ed abbandonare il bottone rotondo, per usare il bo t • tone oblungo. È certo giusto che n ell' appendicite sia meglio operare a freddo : ma bisogna agire con molta prudenza, perchè molte volte mentre si aspetta che il processo regredisca si ha invece un peg· gioramento. L'O. qualche volta ebbe appunto a pentirsi di aspettare, perchè dopo 3 o 4 giorni ha dovuto operare ammalati, che frattanto erano peggiorati. Bnrci. Risponde che i chirurghi divengono, senza accorgersene, schiavi dei proprii rist1ltnti buoni. Crede che certe modificazioni portate alla tecnica sieno aprioristiche e dovute al modo no11 sempre perfetto di interpretare le cause di alcuni insuccessi. Non. crede per ora di clovere modifi· care la sua condotta rispetto all'uso del bottone e'd all'u~o di bottoni diversi da qt1ollo del ~f ur·


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FASO.

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}lhJ?", avendo ètvuto sempre ottimi risultati. Lo I

stesso per l'intervento nell'appendicite. Mugnai (Arezzo). S futplijitazione al proprio 11te · lodo di .r1astroe11,terosto11zia. - Il metodo primitivo dell'O. già esposto, doriva dal concetto di KNIE e BASTIANELLI - incisione e cauterizzazione della parete stomacale ed intestinale fino alla sotto· inucosa - e dal concetto di PORTA e PODREZ applicazione iii un laccio. Ora lo ha semplificato. e mentre prima caute· rizzava stomaco ed intAstino, attualmente cauterizza solo lo stomaco : cosi stabili ce un equi· librio di spessore fra le pareti gastriche molto grosse, e le pareti intestinali, inolto sottili. Ho avuto inigliori rist1ltati dal processo po· steriore, tra11smesocolico e perciò ora è questo che eseguiscP normalmente. L'operazione viene eseguita cosi : sulla parete posteriore dello stomaco s i fissa nel pt1nto più basso. con sutura a sopraggitto di seta, l'ansa del tenue per circa cm. 8-10. Alla distanza di 1 /~ cm. da questa sutura, incide col coltello del termo-cauterio la sierosa e la muscolare dello stomaco }ler l estensione di cm. 5. Con un ago di Ha~edorn a ct1r,ratura semi· circolare provvisto di tin filo elastico a doppio (pel caso che se uno dei fili elastici s i rompe, resta l'azione dell'altro) entra dall'esterno allo interno nello e:itomaco, ri1tscendo dall'intorno allo esterno : l'ago poi penotra dall'esterno nell'in· terno del lume intestinale dell'ansa, già sut11rata allo stomaco, e1l esce dall'interno all'esterno. Stringe forten1ento questo doppio filo elastico, fa tre nodi e taglia i capi del Jilo a mezzo con· timetro dai nodi. Il laccio abbraccia tutto il tratto <.li parote gastrica precedente men te cauterizzata, cioè, un tratto di cm. 5, eù altrettanto di parete intestinale. Con un'altra sutura anteriore siero-sierosa, fra stomaco ed intestino, che chiuda, coll'altrn, po· steriore, il laccio elastico, che poi cadrà nello stomaco, è terminata l'operazione, che dt1ra pochi minuti. Questo metodo ha ùato all'O. ottimo risultato in sei casi, in ctti lo ha impiegato : due stenosi per cancro, tre stenosi semplici, una por compres· sione da can cro della cistifellea. Nei due casi di cancro, morti qualche settimana dopo la gastroenterostomia, 1'0. ha potuto vedere che la comunicazione fra stomaco ed in· testino si era b enissimo stabilita o che anzi in uno di questi aveva il difetto di essere troppo ampia. 1

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SEZIONE PRATICA

Busachi. Crede pericoloso voler pro,rocare l'apertura di una gastroenterestomia mediante un laccio, perchè, come si sa da esperimenti su animali, è possibile che avvenga un coalito dei margini di apertura man mano che il laccio taglia le pareti. Masnata (Stradella). Nuovo processo di gastroe1iterosto11iia. - La gastroenterostomia del \VtlLFLER ha dato una m ortalità piuttosto rile- . vante causa principalmente il circolo vizioso. La gastroenterostomia di HACKIUR ha dato ri· sultati migliori dappoichè le probabilità di cir· rolo vizioso sono minori. Tanto però nella WoL· FLER che nella HACKER è frequente la forma· zione dello sperone dovuto a piegatura ad an· golo dell' ansa intestinale anastomosata. Se l'an· golo si forma nella parte media dell'apertura gastrointestinale si ha il semplice rigurgito della bile nello sto maco : il circolo vizioso si ha solo quando lo sprone è occludente. La gastroenterostomia del Rotrx ad . Y evita sicuramente i pericoli dati dalla presenza dello s1lrone, però presenta l'inconveniente non tra· SCLtrabile cl1e l'apertura gastrica deve star e in rapporto col calibro intestinale il quale frequen· temente è ristretto. Ad evitare tali inco1tvenienti ha proposto 11n nuovo processo di gastroenterostomia il quale fn largamente sperimentato sugli animali (cani) con esito costantemente ottimo. L,O., fatta. la laparotomia, ricerca l'ansa del digiuno seguendo il comune t ecnicismo, lascian· dola più o meno lt1nga a norma che si voglia seguire il metodo antecolico o quello retrocolico. L'ansa ,·iene ripiegata a. canna da fucile e le pareti sierose dell'una suturate a quelle dell'altra con lJunto continuo p er la estensione di 8 a 10 centimetri. Tt1tto attorno a questa st1tura ed a clistanza di 1 centimetro circa si incidono ad U le pareti intestinali curando poi di suturarle ancora fra di loro, al davanti della prima s11tura. In tal modo si distrugge lo sprone e delle due anse ripiegate se n e forma una sola, il cui ca· libro è ltguale alla somma dei d11e primi. Si in· nesta questH, cloaca all'apertura gastrica sia colla suturn, sia coi bottoni. Q11esto processo di gastroenterostomia realizza tutti i vantaggi della Roux senza averne gli in· convenienti. L' O. si ripromette di presentare quei casi clinici che occorreranno nella sua pra· tica. Parlavecchio. Dice che lo stesso ris11ltato si può ottenere col noto e ~acile espediente di fis· sare per qualche centimetro al ventricolo l'ansa afferente in posizione declive. •

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Mattoli. Si compiace che il collega

IL POLICLThTICO ~IASNATA · 1

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nomeni di ostruzione. Fu fatta diagnosi di steabbia confermato quanto egli aveva cercato di nosi intestinale tubercolare con peritonite tu. dimostrare nel suo lavoro sull'argomento, in ri· bercolare cronica. All'operazione, di urgenza, si guardo alla etiologia del circolo vizioso, e cioè trovarono 6 restringimenti cicatriziali circolari che « i fatti gravi di circolo vizioso dipendono per un tratto di circa .u n metro dell'ultima por« sempre da mancata funzionalità dell'ansa ef· zione dell'ileo: esisteva liquido nell'addome. Per « ferente, mentre nè la bile n è il succo pancrea· i sintomi gravi di occlusione acuta l'O. praticò « tico, rifluendo nello stomaco, danno luogo a un ano iliaco destro oralmente al primo restrin· « seri inconvenienti, q11ando sia permeabile la . gimento : si trovò che in quel punto il lume in· « bocca afferente ». testinale ristretto era ostruito da un ammasso Ritiene che una lar·g a bocca di comunicazione di ascaridi. tra stomaco ed intestino, praticata col metodo ~Iigliorate le condizioni generali, e ristabilitasi VON HACKER e con la sutura; costitujsca la pilì l'eliminazione delle feci per le vie naturali, fu seria garanzia contro il pericolo del circolo vi· chiuso l'ano iliaco. Era intenzione dell'O. di zioso: ha pt1re 11na grande import~nza fissare procede:r;e, in un terzo tempo, alla resezione del l'ansa anastomiz7.ata alla breccia mesocolica, tratto d'intestino sede dei restringimenti; ma le come pratica il DURANTE, ciò che impedisce il condizioni dell'inferma si sono sempre mantepiegarsi a sprone dell'ansa stessa. In una serie nute ottime, e hanno sconsigliato un nuovo atto di 20 gastro-enterostomie che nbbe occasione di operàtivo. praticare negli ultimi dodici mesi, attenendosi I casi di stenosi intestinali tubercolari mt1ln. queste norme, egli ebbe sempre ottimo suc· tiple in bambini sono rarissimi: nella letteratura cesso funzionale del neopiloro. Non reputa perciò ne sono registrati soltanto tre ( ROTTER, DEPPE necessario ricorrere ad altri metodi più compii'· e BÉRARD). Anche un solo caso (SCHILLER) si ca ti per eliminare lln inconven iente che non ha trova nella letteratura di occlusione ac11tn: pro. più riscontrato. E, comunqu e, pur ammirando dotta da ascaridi in un caso ùi res~ringimenti l'ingegnoso processo operatorio esposto dal MA· multipli dell'intestino. SNATA, a parte la lunga durata dell'atto opera· Muscatello (Pavia). Retroposizio1te co1tgenita tivo, crede che questo abbia un difetto nella del colo1t e volvz:ilo del 'cieco. - Uomo di 39 anni, esistenza di uno sprone vero A proprio, che il con sintomi di ostruzione intestinale da 14 chirurgo stesso Yèrrebbe a creare n ella ·parte giorni: forte meteorismo, specialmente al qua· più bassa delle due anse che si fanno com11ni· drante inferiore destro, scomparsa della peri· care e che si addossano a canne di fucile, sprone stalsi, rumore di gl1azzamento; retto e colon che potrebbe applicarsi contro la bocca effe· discendente liberi; vomito fecaloide; peritonite rente occludendola. Ricorda il suo processo di ,qastro- e1iterosto1J1ia ad Y ad anastoniosi laterale, e nefrite incipienti. All'operazione si ' ride che l'occlusione aveva affermando che lo crede preferibile a quello di per base un vizio di posizione congenito del· Roux, quando si ritenga utile praticare la doppia l'intestino, precisamente una retroposizione del anastomosi. Masnata. Conosce il processo l'Iattoli e lo ap- colon,. L'ultima porzione del duodeno era mobile, il tenue sta'ra al davan ti, il colon trasverso, con prezza, ritiene però che esso non ev.i ti la possibile un brevissimo mesocolon el'a quasi aderente alla produzione dello sprone coi suoi inconvenienti. parete lombare e passava a traverso un'apertura Lo sprone che esiste nel suo processo, è uno formata da un'arcata alla radice del mesenterio, sprone fatto secondo arte, che non può deter· minare occl11sione come può determinarla lo in corrispondenza della 2a vertebra lombare. sprone che accidentalmente e anormalmente si Esisteva un mesenterio ileo-cecale comune lun· ghissimo ; per cui il cieco e il colon ascendente produce nella gastroenterostomia. Non crede che lo sprone sia causato dal peso della bile raccolta erano molto mobili ed avevano subìto una ro· tazione sul loro asse longitudinale e un leggero nell'ansa afferente : la bile si raccoglie solo quando esiste ostacolo al suo progredire, quando inginocchiamento in corrispondenza dell'apertura mesenteriale: da ciò i fenomeni di ostruzione. cioè lo sprone si è già formato. Il cieco e il colon ascendente, enormemente di· Mnscatello (Pavia). Stenos; cicatri,giali tnber· latati misuravano 35 cm. di lunghezza, e ave· colari 11tnltiple dell' i11test;110. Ostrllzio11e da asca- vano la circonferenza di una testa di adulto. ridi. - Una bambina di anni 5 1 / 2 ave·va sof· L'O. praticò lm'anastomosi laterale tra l'ultima porzione dell'ileo e il colon trasverso, e un ferto fin dall'età di 6 mesi di stitichezza, che è ampio ano iliaco per lasciar svuotare il cieco cli,·enuta sempre più ostinata: da. 5 giorni fe· (20)


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SEZIONE PRATICA

dilatato e paralitico. L'ano iliaco funzionò bene, e si ristabill anche la canalizzazione intestinale per le vie naturali: ma l'infermo, che al mo· mento dell operazione ave,ra già una nefrite acuta, mori, pel progredire di questa affezione, e completamente anurico, in 3a. giornata.. Presenta il pezzo anatomico di questo vizio di conform~izione estremamente raro di cui solo , 4 casi esistono nella letteratura.

Parlavecchio (Roma). Risultati sperr'nzen,tali delle a11asto111osi ter111i11ali asetticlze, praticate col JJroprio en teros!fJJJl o, ulterior1nente 11iodi fica I o. <Presentazione dei pezzi anatomici e dell' istru· mento). - Nella storia del perfezionamento delle <>perazioni intestinali, q11ando già tutte le altre <lifficoltà aveva.no trovato parecchie e lodevoli soluzioni, ,~enne posta ultima la q11istione di 4'011clerle a.setticl1e. Disct1tere l'importanza dell'asepsi in queste opera,zioni sarebbe come osare discutere il , ..a. ]ore della asepsi in genere ; e non è serio pa.r· lare di asepsi relativa, poichè quella. assoluta ìn questi come in tutti gli altri interY·enti è stata e resterà sempre t1n pio desiderio. Questi ~tudi meritano d'altra parte il maggior interesse percl1è, col problema dell,asepsi sono intimamente connesse altro importanti qt1estioni , come l'economia preziosa del tempo necessario a.i prov'redimonti per evitttre le inquinazioni del peri· toneo, e la comoùità con cui il chirurgo opera q_ uando è libero da quell' incubo che è , tra tutti, il maggiore. Accenna alla breve storia per ltna giusta rivendicazione di priorità. Alcuni scrittori, tra cui lo JEANNEL, per equivoco di date, fanno ri· salire al DoYEN i primi tentativi s11lle anastomosi terminali asettiche. Non ha che da opporre delle clate inconfutabili per dimostrare che il primo di tutti é Atato l'O., comunicando i s11oi studi e la sua prima operazione alla Società Lancisiana di Roma il 10 marzo 1897, mentre il Do·YEN comunicò il suo processo (che è affatto simile al primo dell'O.), il 22 ottobre 1897, al Con· grasso francese di chirurgia, proprio quando l'O. contemporaneamente pubblicava nel Congresso italiano il suo secondo processo. .Altro appunto inesatto, mosso dallo JEANNEL, è quello di dire che il metodo dell'O. risente del metodo di KocnER: questo infatti, è vero, collocai due lclemmer accostati fino a che taglia l'intestino, ma poi li rimuove e li fa sostituire dalle dita dell'assistente, messe a distanza, per cu<~ire nella antica maniera; mentre l'O. ve li lascia fino alla fine della sutura. Malgrado che i suoi processi avessero dato

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all'O. e ad altri degli splendidi risultati clinici, non 11a tralasrdato lo studio intorno al modo di · migliorarli, come ne è prova il processo dell'en· terostomo, al quale avendo già apportata una modificazione, oggi ne presenta al Congresso un'altra ben più importante. .Al procesBo dell'enterostomo è stato mosso da chi non l'ha adoperato, o lo ha solo provato sui cani, l'appunto di lasciare introflesso un co· spicuo cercine. L'O. potrebbe rispondere che tale cercine, del resto piccolf', non ha mai disturbato gl infermi operati in tal modo, e che non è lecito paragonare l' intestino dei cani a quello umano, perchè questo ha il lume molto più largo e le pareti molto più sottili. L'O. invece ha voluto ac· cettare l'appunto e studiare la maniera di' toglierlo via. In tale intento avevo due vie da battere: o assottigliare lo spessore delle 'ralvole, o diminuirne la lunghezza. Per assottigliar~ lo s1)essore ha provato a f:1 t· precedere la entero· clasia, per la quale è più che sufficiente una tenaglia a branche piatte. Un cane, cosi operato, con l'aiuto del dottor PERRELLI, guarì, ed il pezzo che oggi presenta, mostra davvero un cercine sottile. Però questa tecnica non sod· disfece completamente perchè l'anello intesq· nale schiacciato e ridotto solo alla trasparente tunica sierosa, si riempie ben presto per note· vole ematoma: fatto questo che ha tanto colpito l'O., che ora sta facendo, con l'aiuto del dottor TROZZI, d elle esperienze sugli effetti dello schiacciamento intestinale. Queste esperienze a tutt'oggi sono due sole, ed ancor nulla di positivo se ne può dedurre. Lasciata questa via l'O. si è messo sull'altra ed ba cercato di ridurré al minimo possibile il calibro dell'enterostomo. Quello che oggi fpresenta, costruito a Roma dal B entini, con la cerniera in punta, è di una sottigliezza ideale: e la prima prova fatta con esso, sempre con l'aiuto del dottor PERRELLI, ha risposto bene, come si '·ede dal pezzo ana· tomico che presenta. Questo nuovo entero· storno, adunque, risponde a tutti i requisiti e p·~rmette di condu1·re l'operazione con tutti i vantaggi dell'asetticità accoppiata a, quelli della rapidità, della contenzione dei monconi, del campo operatorio sgombro e della traquillità di non lasciar corpi estranei nel lume intestinale .

Parlavecchio (Roma). Risultati sperinie1itali di un nuovo processo jJer le onaston,iosi laterali asetticlie (Presentazione di pezzi anatomici). - L' O. fa rilevare come in questo campo molto sia stato fatto, sempre per il desiderio di trovare un processo capace di resistere a tutte le obiezioni. Son noti tutti i diversi processi che 1'0. stesso (21) •


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IL POLIOLINICO

ha introdotti e provati sugli animali e sull'uomo. Oggi propone un altro metodo che ha ideato e sperimentato l'anno scorso e del quale ha già pubblicato i primi buoni risultati, e di 0ui desi· dera far vedere i pezzi anatomici. Quest'anno, con l'aiuto del dott. 1.VIONTICELLI, ne ha ripreso lo studio sperimentale comparativo ed anche di questa nuova serie di prove present~ i primi pezzi anatomici. L'operazione consiste nell'esci· dere emostaticamente sul ventricolo una sottile losanga siero-muscolare e nel fare sull'intestino la sola incisione delle due tuniche esterne. Fatta l' emisu tura posteriore dei margini siero-muscolari corrispondenti, si trafiggono le due mucose già scoperte in tutta la loro 1unghezza con un'ansa di seta che dovrà poi tagliarle; e si fa l'emisutura siero·muscolare anteriore. Si lega ora ad uno dei capi dell'ansa una corda metallica che viene tirata ad occupare il post<' che prima occupava la seta; i capi dell'ansa metallica vengono introdotti e fissati in un serranodi, con pochi giri della vite del quale vengono tagliate emostaticamente le due ml1cose; il che completa l'anastomosi. L'opera· zione è facile, rapida, asettica, emostatica e le asole da essa aperte sono veramente belle per ampiezza e regolarità, sia nelle gastro·enteriche che nelle entero- enteriche. Per queste ultime non occorre escidere losanghe, basta solo incidere le dt1e tuniche esterne e fare le st1ture di· stanti mm. 3 o 4 dai 1:5ordi delle dette incisioni: queste servono ad agevolare e guidare la sezione della corda metallica. Nelle gastro-enteriche la escissione della losanga garentisce dai pericoli delle stenosi tardive. Per non essere disturbati dalla emorragia 1'0. ha fatto costruire dal Bentini il 1norsetto en,terostato che presenta, il quale ha il pregio di tener riunite le pliche def due visceri durante le suture e di lasciar graduare a piacere la -com· pressione: esso inoltre potrebbe servire come un eccellente coprostatico meccanico. Per corda metallica 1'0. adopera una corda 4a di chitarra, di quelle co1i l'asse a1tclie 1netallico e munita di anse agli estremi : essa è fortissima, mentre invece i comuni fili metallici si spezzano. Gli animali operati sopportano tutti bene l'ope· razione ed il processo è vera.m ente pratico, co· modo e raccomandabile. Gli appunti di asetticità r elativa sono troppo poco seri per essere presi in considerazione.

Parla1"eccbio (Roma). La colo11plicatio co11te cura delle ectasie essenziali rlel colon, (Studio sperimenta.le e presentazione di pezzi anatomici). - L'operazione che propone è destinata alla cura. delle sole ectasie essenziali, congenite o ac·

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ql1isite, mentre per le stenogene la cura è essen· zialmente causale. La colonplicatio, . suggerita dalla gastroplicatio, è operazione cosi benigna che si sarebbe potuto fare a meno di provarla sugli animali, tanto più che non poteva creare in essi quelle condizioni anatomiche che si incontrano in clinica. Gli animali di cui 1'0. presenta i pezzi, sopportarono tutti bene l'operazione e le pliche introflesse andarono progressivamente atrofiz· zandosi con processi mint1ti che istologicamente si presentano simili a quelli studiati nelle pliche gastriche. Sinora contro queste affezioni era.n o state tentate: 1. La colosto11iia con risultati disastrosi e insufficienti. 2. La resezione con risultati buoni malgrado la gravità dell'intervento. 3. La colo1tpessia con buon risultato nelle ectasie parziali basse. 4. La esctnsione del colon mediante ileosigmoidostomia. I ~etti interventi possono avere indicazione speciale nell'urgenza, nella estrema debolezza, nella dilatazione parziale o enorme, ma non devono essere le operazioni di scelta perchè o lasciano infermità disgl1stose (1), o sono insuf· ficienti nelle dilatazioni totali {3), o sono spro · porzionatamente gravi e demolitrici (2), o pri· vano l'organismo della funzione di un organo importante (4). E la plicatio per la sua beni· gnità, per il concetto conservatore da cui muove, e per lo scopo ortomorfico che si propone me· rita di essere l'operazione di scelta ed inco· raggiare i chirurghi ad intervenire nelle ectasie di media gravezza., anzichè lasciarle giungere alle più estreme conseguenze. . Bastianelli. A proposito della colonplicatio ha ragione di credere che non entrerà mai nella pratica chirurgica e riferisce di un caso di enorme ectasia del colon in cui procedè alla resezione : l'esame grossolano d~l pezzo e l'esame microscopico delle pareti son sufficienti a dimostrare l'inanità di qualsiasi tentativo di colonplicatio. Parlaveccbio. Risponde al BASTIANELLI che se avesse letta. la memoria già -pubblicata avr~bbe trovato il suo consenso sulla eventuale opportunità della resezione di ectasie parziali ; ma avrebbe anche trovato le ragioni per le quali l'O. credeva e crede eccessiva e grave la demolizione di un organo cosi importante, il quale invece dev'essere conservato, sempre che si possa co>t provvedimenti ortomorfici di nes· suna gravità. ~ggiunge che i casi d'ectasie sinora non sono

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SEZIONE PRATICA

mai stati operati prima che fossero giunti a complicazioni gravissime, appt1nto per la insuf· ficienza o la sproporzionale gravità dei mezzi sinora adottati ~ mentre che, in possesso di un mezzo be1dgno, si potrà ora intervenire nei casi in cui la malattia non è ancor giunta alle sue più estreme conseguenze.

Pascale (Napoli). 111 i.vo-1nÌofibro11ta JJrÌ1nitivo dell' appenclÌce. - Bambina cli 5 anni con tumore della fossa iliaca destra, regio1te soprapubica, sino alla regione mediana, senza arrivare alla fossa iliaca sinistra. Anse intestinali anteposte alla parte alta del tumore. Nossun disturbo generale, nessun disturbo della cann.lizzazione dell'intestino. Tumore t1niforme, liscio, leggermente spostabile, })robabilmente senza alcun rapporto cogli organi intestinali. All'atto operativo si vede che il tt1more non ave,..a alcun rapporto cogli organi della pie· cola pelvi, ma aderiva. coll intestino e propria· mente coll'ap1Je11,clice che, come un grosso cordone, cavalcava il tumore e s'infossava nello spe8sore del tumore stesso. Fu facile scollare l'appendice per tutta la sua lunghozza, poichè essa non aveva alc11n rapporto colla capsula del tumore, come si può vedero dal pezzo anatomico. L'estremo cecale dell'appendice esportata fu suturato e abbandonato nella cavità; l'altra porzione restante dell'appendice è servita per l'P.same istologico insieme al resto del tumore. La bambina guarì per prima intenzione, ed oggi, dopo un anno, non vi ha alcuna traccia di riproduzione. Alcune considerazioni : 1. Il tumore essendo libero da qualsiasi aclerenza e come appeso alla grossa e lunga appendice, non aveva alcun rapporto cogli altri organi, tranne che colla appendice. 2. Questo dato di fatto è dimostrato esatto dall'esame del pezzo, poichè il tumore era perfettamente incapsulato, senza aderenze e tra rastremo dell'appendice ed il tumore vi era in perfetta e diretta continuità. 3. L'esame istologico di questo pezzo d ell'ap· pendice, in sezione longitudinale, dimostra il diretto passaggio di tessuto, poichè il tessuto adenoide sottomucoso, ben sviluppato, si con· tinua direttamente con strati di fibre muscolari lisce, le quali però nella massa del tumore han perduto la disposizione caratteristica in doppio ordine essendo invece irregolarmente disposte. Nei punti più dii:;tanti il tessuto connettivo

ha acquistato i caratteri propri del mixoma puro. 4. L'appendice in tutta la sua lunghezza esaminata in tagli seriali si presenta integra ed uniforme. Questo è il primo caso operato e dimostrato istologicamente di tumore primitivo dell'appendice di questa natura, sorto dagli strati esterni d ell'appendice. Ciò almeno secondo le statistiche di STEI~"ER ed HERTEUX, riportate nel BERG?tfANN, che va sino a.I 1900 ed in cui è riferito solo un caso di tumore primitivo dell'appendice, ma che era un semplice miofibroma. Nòn è così dei tumori primitivi di natura epiteliale di cui sono riferiti ben 36 casi nella tesi di CLAUDE dell'anno scorso. L autore crede che preoccupati dei processi infiammato rii dell'appendice, siano stati poco stu· diati i processi neoplastici, anche perchè forse molti tumori dell'appendice sono stati confusi con quelli del cieco. (~Iodena).

Delle 1iefroptosi consociate ad altre lesio1ii f' spos fa1Jtenti viscerali. - L'O. in base Ruggì

alla sua pl1bblicazione r 0centissima: " Contributo alla patogenesi ed alla cura della nevrastenia osservata in alcuni malati di n efroptosi » le con· clusioni della quale egli conferma, ragiona ancora intorno all'influenza che la mutata circo· !azione vasale può a vere sulla crasi sanguigna dal di cui plasma dipende la nutrizione dei tessuti. Fa conoscer e dipoi il risultato ~ttenuto in 4 casi nei quali praticò prima e dopo la nefro· pessi l'inie~ione di 5 centigrammi di blell di metile e nei q11ali ottenne, dopo l'operazione ese· guita, ora più rapida la comparsa della colora· ziono iniziale ed or più sollecito il momento culminante dell'eliminazione. Venendo poi a parlare più direttamente dell'argomento propostosi, dice che il rene destro si sposta a preferenza, perchè è sospinto dal fegato che posto sovr'esso e sotto il diaframma rende pos· sibile su di esso l'azione di questo: inoltre egli ri· tiene che date alcune condizioni anatomiche più facili a riqcontrarsi nella donna che n ell'uomo la possibilità di spostamenti e la conseguenza di essi siano eguali dai due lati. L e forme conosciute più di frequente osservate nelle malate di nefroptosi sono le forme utero-ovariche quali metriti, ovariti, spostamenti, d eviazioni. Nella sua pratica privata curò contemporaneamente colla nefroptessia la l esione utero ·ovarica, ma nella Clinica volle tentare la cura separata delle accennate lesioni; ed ebbe a con· (23) •


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IL

POLICLINICO

-vincersi che mentre le nefroptosi hanno mag· giore influenza sulla psiche e quindi sulla neu· rastenia, le altre lo hanno maggiormente sui fenomeni riflessi e su quelli della sensibilità, specie locale. Si sofferma infine a parlare delle n efroptosi consociate a gastroptosi ed a gaRtro-enteroptosi (malattia di Glénard). Accenna in ispecie a d11e casi avuti nella Clinica, entrati colla diagnosi, l'uno di stenosi d el cardias e l'altro con quella di appendicite da calcolosi e nei quali il rene destro spostato colla sua sintomatologia simulava e mascherava quindi la fenomenologia della gastroenteroptosi. La nefropessia eseguita rischiarò in· parte le tenebre per guisa che non fu più possibile am· mettere nè la stenosi del cardias, nè la calcolosi appendicolare. Ad altro momento si riserba una più ampia trattazione dell'importante argomento.

Ceccherelli (Parma). Co1itributo alla' splenopessia. - Prende in esame i vari processi ope· ratori ideati sino dal 1895 dal RYDYGIER che

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metodizzò l'atto operativo e preventivamente. anche dal TUFFIER (1882) e dal ROOVER (1891) che avevano eseguito la splenopessia. Bene a ragione n el 1892 il QUENU scriveva: « In un organo sano saremo tentati di praticare una splenopessia ». Nè l'operazione di T UFFIER che incide dalla via lombare, nè di RoOVER che fissò la milza all'infuori del peritoneo· nè di RIDYGIER ~he crea una vasta sacca; nè la specie di gabbia in catgut creata da ZYKOw; nè lo scollamento del peritoneo alla BARDENKE~ER ; nè la modificazione di GIORDANO il quale pose la milza fra il peritoneo e l' apone1irosi d el trasverso; n è i processi di GREIFFENHAGEN che usa lo zaffo e la cauterizzazione con cloruro di zinco malgrado le esperienze del PITYORNO ; nè la sacca creata fra il trasverso e l' aponertrosi dal BURCI ed ANZILLOTTI gli persuadono, perchè creane scollamenti, traumi estesi, e perciò ha cr eduto conveniente sino dal 1899 creare un processo suo il quale avesse le basi su quello suo corrispondente p er la · nefrorrafia, e cioè fissare la milza con punti di sutura parenchimali alle coste. Con studi del suo aiuto dott. CoRDERO prova l'innocuità del passaggio dei fili attraverso il parenchima splenico, e con due casi clinici, uno dei quali perfettamente g uarito da 5 anni, di.mostra la bontà del metodo stesso.

Betagh (Messina). Patoçenesi dell arinria i1i ii11, caso di isterecton·iia va,qinale per cancro. (Con ri· carche sperimentali s1t1 cadavere). - Riferisce l'osservazione clinica di un caso di carcinoma del (24) •

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collo dell'utero occorso nella Clinica chirurgica cli Messina in cui immediatamente dopo l'isterectomia vaginale eseguita coll'applicazione delle pinze a permanenza si ebbe anuria, si può dire, completa, la quale scomparve solo in seguito alla rimozione delle pinze senza che si sia poi in secondo tempo verificata nessuna fistola uretero o vescico-vaginale. I legamenti larghi erano stati presi dalle pinze in maniera diversa in quanto che mentre nel destro furono a.pposte dal basso all'alto, pel sinistro furono dovute ap· plicare per necessità dell'atto operativo dall'alto al basso dopo il capitombolo anteriore dell'u· tero. Certamente gli ureteri furono rispettati dalla presa delle pinze, chè altrimenti sareb· bero bastate 30 ore di forte compressione eser· citata da una pinza Klemmer per determ:nare la necrosi della parete ureterica. Invece nel caso speciale si pensò a una compressione indiretta dell'uretere, per stiramento e torsione di esso, e si fece l'ipotesi che fosse 1'11retere sinistro che aveva dovuto subire questa modificazione nol decorso e nella direzione, mentre l'assenza si può dire completa di secrezione urinaria anche dal rene destro si dovesse ad un fatto di anuria riflessa. Esperienze sul cadavere istituite a]lo scopo di delucidare questa questione hanno dato ra· gione di questa ipotesi. Difatti fu eseguita in 8 cadaveri l'isterectomia secondo le modalità accenna.te, afferrando il legamento largo di de· stra con pinze dal basso all'alto 1 e il sinistro dall'alto al basso in modo da far subire a questo un movimento di torsione. Indi isolati dal cavo addominale in alto gli ureteri e aperta la vescica veniva iniettato liquido attra·v-erso un'apertura, praticata n egli ureteri e se ne sorvegliava la comparsa di essa in vescica. In queste esperienze fu rilevato sempre lo stiramento evidentemt)nte superiore subito dal legamento largo di sinistra rispetto al destro, ed inoltre il liquido iniettato attra,Terso l'ureter~ di sinistra incontrava quasi sempre una forte resistenza a penetrare in vescica, resistenza che aumentava qualora si esercitasse una maggiore trazione sulle pinze del legamento largo dello stesso ln.to, mentre qualunque manovra eser ci· tata sul legamento largo di destra non inJluiYa menomament~ sul getto del liquido iniettato at· traverso l'uretere destro. Sostituendo come li· quido d'iniezione una massa solidificabile fatta di sospensione di gesso e farina, si vide pri11· cipalmente in 3 esperienze come },ultima porzione dell'uretere sinistro per un tragitto Ya· riabile di 2-3 centimetri, non viene penetrntn. dalla massa iniettata. Cosicchè resta stabilito


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SEZIONE PRATICA

come l'applicazione delle pinze dall'alto al basso, può, in certi casi, esercitando una torsione della direzione della base del legamento largo, fare risentire tale effetto anche all'ultima. porzione dell'uretere, e aversi quindi una anuria senza ch'e l'uretere sia, preso tra le pinze. Ciò sarà possibile principalmente quando si avrà da fare con casi nei quali l utero è ingrossato e dove pro· cessi di sclerosi hanno diminuito quella lassità di rapporti normalmente esistente tra gli organi clecorrenti nel lega.mento largo.

Biagi (Roma,. 811 rli un anzo1t'o dello spazio retto· coccigeo. - Si tratta di una bambina da lui ope· rata per llll amorfo dello spazio retto-coccigeo. L'esame microscopico seriale rivela presenza di trachea polmoni, bronchi, gran numero di vasi di nerv·i, gran parte del tubo digerente, capst1le surrenali, residui di fegato, reni, gangli nerv·osi. Lo studio di questo amorfo oltre all'interesse che offre come fatto anatomico abbastanza raro, attesochè tutti gli organi delle sezioni intermeclie dell'embrione vi si trovano rappresentati, si preRta ad alcune considerazioni di ordine tera· tologico della più alta importanza, in qua11to corrispondono a fatti morfologici evidenti. Sulla genesi di queste formazioni molto si è discusso e non è qui il caso di parlarne in modo particolareggiato; l'O. rimanda alla lettura del bel libro del Duv AL, completo in q11esto genere di studi: parte dall'affermazione ultima del Roux quale conferma principale avttta dallo CHABRY nelle Ascidi~, affermazione c11i si acco· stano le conclusioni degli autori che descrissero questi amorfi, fra cui il TuSINI. Si penserebbe cioè ad un fatto patologico che si svolgerebbe nell'uovo diplogenetico (P AGNY) proprio nei primi mo1nenti della sua ·vita di fecondazione, p1·ima ancora che si possa parlare di un blastoderma, proprio nelle fasi iniziali di segmentazione. Alcune sfere per ragioni ignote rimarrebbero distrutte, ed altre rimarrebbero alte1·ate, però nella disposizione anatomica, per la incompleta fase di aegmen tazione, e svolgendosi darebbero quei tali mostri con q11egli speciali organi, alla cui formazione presiedono le sfere superstiti. Quindi l'individuo, cosidetto parassita, nasce· rebbe incompleto ed incompleto si svilupperebbe fino ai gradi di evo111zione pitì avanzata. Questa idea geniale e fina però è alquanto scossa dai fatti anatomici osserva.ti dall'O. Egli ha infatti osservato un ombrione incompleto in cui a lato di organi perfettamente vitali e con tipo funzio· nale fisiologico, ha trovato organi in involuzione che stanno per scomparire, di cui oramai non restano che frammenti alterati, e sono sostituiti da

connettivo, tali il fegato, i reni, le ossa, quindi l'ind11zione che la mancata presenza di un or· gano non rappresenti sempre un fatto che si svolge dal bel primo inizio della vita organica, ma possa anche rappresenta.re un fatto tardivo Clti contribuiscono molti fattori, n1a che certo trova la sua spiegazione più plausibile: nelle leggi di antagonismo e di affinità che regolano la vita, fin dalla sua fase celluJare. Il concetto qt1indi del parassitismo verrebbe per lo ·meno ad essere profondamente modificato, per il fatto ohe è il cosidetto parassita il quale i1ella lotta coll'autossita soggiace, e ne fa.nno testimonianza gli organi che di mano in mano scompaiono. E per questo fatto si arriva a concepire un tipo che esordito primitivamente completo, poi nell'antagonismo coll'autossita, tiiviene amorfo e in· completo secondariamente, nella 'rita stessa fetale. L'O si preoccupa di questo amorfo che pur ce· dendo, pur rimanendo colpito negli organi a struttura e funzione più alta, seguita a crescere, ed in cui l'organo che scompare è sostitl1ito da connettivo qt1a e l à col tipo ombrionale mucoso, in ogni modo sempre ricchissimo di vasi, e pensa cho a qt1esta progressività dei connettivi possa seguire nell'amorfo contemporanea nna distru· zione parimenti progressiva degli organi, fino al punto che ognuno di questi scompaia per venire ostituito completa,mente da connettivo gio· Yane, che segue nella sua fase di neoformazione. E tale ipotesi tutt'altro che strana, giacchè ap· poggiata dalla prova morfologica, conduce 1'0 . ad 11n'altra considerazione ed è che il limite fra queste forme embrionali complesse e certi tipi neoplastici più semplici si fa sempre più sfu· mato ed incerto. N . B. - O. S.

IL POLICLINICO Sezione Medica, Anno XI, 1904 -0-

Som:cxia..rio d.e1 Fa..soi.0010 :;a;.. I. Prof. A. Zeri - la infezione malarica perniciosa. -

li. Dotl. A. Marina - Sul restringi·niento pupillare, che si osserva ai movimenti late,,.ali dei bulbi, nell'occhio che v 11 all'interno. - lll. Dott. A. Nazari - Sulla mielite cronica cervicale

nei vecchi. - IV. Dott. A. Signore I li - la ipofonesi vertebrale nelle malattie del cuore e dell'aorta, tratta dalla percusaione delle vertebre cardiache e sopracardiache. -V. Dott. A. Rossi Contributo al ,·icambio, alla patogenesi ed all'uropoiesi del dia· bete insipido.

(25)

I


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IL POLICLINICO

PRATICA PROFESSIONALE cAiSuI~fl'ICA La forma emorragica della febbre tifoide. SAMOHRD (Sbornik Klinicky , tomo V, fase. I , 1903) descrive 5 casi di questa complicazione rara della febbre tifoide: le emorragie si deter· minano ordinariamente nella 3a o 4a settimana della malattia: nei càsi descritti dall' A. si ebbero nel 16°, 17°, 22°, 24°, 25°, 27° giorno : nel 1° caso si trattava di llna epistassi profusa, durata più o meno intensamente per circa sei giorni ed accompagnata da numerose emorragie cutanee; nel 2° caso, gravissimo, si ebbe un numero enorme • di emorragie, una vera sindrome emofilia.ca imponente, con perdite dalle orecchie, dal naso, dalle gengive, con ematemesi, emoptoe, enteror· ragie, ematuria, susseguentesi ed alternantesi nel periodo di sei giorni di cura. Nel 3° caso si manifestò dapprima epistassi e poi emorragia dell' uretra, con infiltrazione emorragica, visibile, d ella mucosa: negli altri tre casi si ebbero pure epistassi ed emorragie cutanee : in 11no poi di qt1esti si formò 11n'infiltra7'ione diffusa nel tessuto sottocutaneo addominale tale da assomigliare ad un vero ematoma. l Jno solo degli individui osservati,. e non certo uno di quelli .apparentemente più gravi, venne a morte : ed alla necroscopia si trovarono numerosissime, pie· cole emorragie intramuscolari, ed infiltrazione emorragica delle ghiandole mesenteriche, della -0istifellea, dei reni, della vescica : da. questi versamenti sanguigni fu potuto isolare il bacillo di EBERTH, ma non vi si rinvenne alcl1n altro mi· -0roorganismo. Perciò si è indotti a pensare che la forma emorragica della febbre tifoide non si d ebba riferire ad un'infezione seC<)ndaria, una ' setticemia enterogena · ma sia piuttosto provo· cata da una speciale ,~arietà del bacillo di HEBERTH, molto virulenta, le cui tossine sieno capaci di determinare, e massime n egli individui cachettici, un'estesa degenerazione grassa della parete dei piccoli vasi ; e producano in questo, o in a.ltro modo sconosciuto, numerose infiltra· zioni emorragiche. ( Ga.~z. lned. ital.).

Snlle setticeu1ie secondarie nell'ileo-tifo. È 11oto come spesso alcune forme tifiche si

prolunghino indefinitivamente, assumendo anda· menti irregolari, o presentino dopo qualche giorno di apiressia delle ricadute che specialmente nei bambini si attribuiscono facilmente ~ld errori dietetici, per cui si prolunga la dieta (26)

[A.N~o

Xl,

FASO.

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I liqt1ida e ristretta fino ad indebolire sov-erchia-

mente i piccoli organismi già malmenati dalla infezione precedente. Ora non sempre si tratta di vere ricad11te e se si praticassero sempre lo opportune ricerche batteriologiche, si e"\ritereb. bero tali errori diagnostici, e più razionalmente si potrebbe essere meno seYeri nelle prescrizioni dietetiche. Il FoRNACA ha riferito in proposito due oasi di tifoide ~ decorso regolare con roperto batteriologico positivo pel bacillo di Ebérth nel sangue, e con siero-reazione pure positiva. Dopo 5 e 12 giorni rispettivamente tornò la febbre, a tipo irregolare, con milza e fegato rimasti un po' a11mentati di volume, e che si protrasse per un mese ed un mese e mezzo. Ora durante tutto questo secondo periodo l'e· same batteriologico del sangue dette costante· mente uno stafilococco albo, non molto vin1lento, ed il potere agglutinante del siero si trovò molto diminuito (1, 20-30). In un terzo caso l'esame batteriologico in 15a giornata rilevò una infe· ~ione mista (Eberth e stafilococco), ed il potere agglutinante del siero pel primo era 1. 50. Dopo ùn mese di malattia la febbre assunse un tipo irregolare che si protrasse per 20 giorni. In questo secondo periodo non fu trovato più il bacillo di Eberth, ma solo lo stafilococco. Queste batteriemie sono poco st11diate e sono general· m8nte interpretate come ricadute o recidive di tifo . (.R. Accad. med. di Torin o. Seduta 30 aprile 1903).

:Meningite cerebro-spinale per stafilococco in due tifosi (possibile contagio). I dottori EMILE SERGENT ed HENRY LEMAIRE riferiscono q1:1esti due casi interessanti in Archi· ves générales de médecine (8 dic. 1903). Essi ere· dono che la meningite cerebro-spinale occorsa come complicazione in qt1esti due pazienti di febbre tifoide sia stata prodotta dallo stafilococco citreo. Si potrebbe obbiettare che questo microrganismo isolato dal liquido cerebro-spinale non fosse stato la causa della lesione meningea ma che si fosse sviluppato solo dopo la scomparsa di un altro microbo che fosse stato il vero agente patogeno, per esempio il diplococco di Weichsel· baum o il bacillo di Eberth. Ciò sarebbe certamente possibile, ma non è meno vero per questo che lo stafilococco citreo apparve in questi casi l'agente principale de~li accidenti terminali, essendo stato ottenuto in cultura pura non solo dal liquido cerebro-spi· nale, ma anche da un ascesso del polmone. Inoltre si notò !,infezione medesima in due


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SEZIONE PRATICA

individui che giacevano l'uno accanto all'altro . Ciò autorizza l'ipotesi del contagio. Tali osservazioni non sono isolate. Nella epidemia del 1898·99 si riferirono 4 casi di ineningite con stafilococchi in cultura pura nel liquido meningeo. Uno di questi casi si era sviluppato nel corso di una febbre tifoide.

APPUNfllI DI 1.l'lEI\APIA La eu1·a bromica dietetica dell'epilessia. 1i1c1IET e TOULOUSE nel 1889 proposero contro l'epilessia un metodo di cura dietetico, fondato sul principio di sottrarre all'organismo durante la somministrazione dei bromuri la massima quantità di clort1ro soclico, e ciò allo scopo di sostituire nei tessuti al cloruro sodico sottratto il sale di bromo, e rendere così piì1 efficace la terapia bromica. perchè maggiore q11antità di brom11ro sarebbe per tal modo e piit a lungo trattenuta. La dieta co11sigliata dai due autori consiste in: latte 1000 cc., carne di manzo 300 gr., patate !300 gr., farina 200 gr., i1ov·a 3, zucchero 200 gr., caffè 100 gr., bur1·0 40 gr. Le vivande devono essere preparate ~en7.a. sale e la quan· titit <li sale da concedersi in un giorno non deve esRere più di 2 gr. BALJNT modificò questa. dieta, eliminando la cnr11e per il suo elevato contenuto in cloruro soùico e somministrantlo pane confezionato con bromuro di sodio (1 gr. su 100 di pane) invece che con cloruro di sodio: questo pane - pane bron1ico, come egli lo chiama - è mangiato volentieri (mentre il pane insipido ò alquanto di· sgustoso) o nello stesso tempo servo cli ottimo veicolo all'introduzione di t1na quantità suffi· cient0 di llromo. La dietci di BALINT è la seguente: 1000-1500 cc. di latte, !0-50 gr. di burro, 3 uova (senza sale), 300-400 gr. di pane e frutta; iin tutto 2400 calorie, con circa il 2 per cento di cloruro di sodio (contenuto a priori negli ali· menti) e 3 gr. di bromuro di sodio. Tale metodo <lietetico - che essenzialmente concorda con il metodo di R1CHET e ·TouLOUFtE - è da BALINT raccomandato c·ome un metodo pregevole di cura in primo lt1ogo della epiiessia, ma anche di t11tte le malattie nervose in cui. si desidera trarre una sic11ra azione dai sali bromici. La questione essenziale a risolversi per poter dire che un simile metodo di cura è razionale, € se veramente nei tessuti avvenga o non la sostituzione al cloruro sodico sottratto di sale bromico. A tale riguardo è ancora vivace la contro· versia. LANDENHEIMER e HONDO dimostrano con

I

esperimenti sul ricambio che in realtà il bromo introdotto con la contemporanea ipoclorurazione dell'organismo è eliminato assai più lentamente che non quà.ndo la dieta è mista o l'ammalato ingerisce grandi quantità di sale. Nel campo clinico l'efficacia curativa della ipoclorurazione da alcuni viene ammessa, da altri negata. HELIYlSTADT ebbe sempre aumento degli ac· cessi durante la dieta priva di sale, e spiega i buoni risultati ottenuti da RICHET e TOULOUSE come effetto dellct cura rigorosa nell'istituto e della dieta lattea, la quale da sè sola può dare un miglioramento tanto più se associata al bromo. .All'opposto questo autore vanta gli effetti fa· vorevoli dell'introduzione di sale, che agisce come diuretico. HALMI e BAGARUS sono pure contrari alla cura ipoclorurata: il miglioramento sarebbe pa· seggero, la ripugnanza per la dieta sarebbe grande e massimo il pericolo per l'intossicazione bromica. Gli effetti favorevoli sarebbero, in gran parte, la conseguenza della suggestione dei me· dici e dei pazi.e nti. Altri autori vantano invece risultati favore · volissimi di cura. KRELL nel 57 per cento dei casi ottenne buonissimi risultati. GARBINI ha trovato già la semplice ipoclorurazione efficace, e con l'aggiunta di 1 grammo solo di bromuro di sodio ne ebbe effetti insperati. ScHAEFER ha curato tre epilettici gt~avi, nei ql1ali era riuscito vano qualunque mezzo di cura, con pane bro· mico; dopo alcl1ni giorni da che la cura era in· cominciata, finirono gli accessi nè più si ripre· sentarono. Buoni risultati ottennero pure CLARK, LION e JoLL\~. Un inconv·eniente però constatato e ricono· sciuto anche da BALINT, è la ripugnanza che gran parte degli infermi hanno in modo estremo per la dietetica cui sono sottoposti e la facile comparsa di fenomeni di intolleranza. Per queste ragioni BALIST stesso consiglia di non prescri· vere la clieta rigorosa,mente se non nel caso che • gli accessi siano \ iolenti e · frequenti. In conclusione, secondo l'opinione prevalente, è a credersi che la ipoclorurazione associata alla c11ra bromica sia un metodo veramente ef· ficace, da preferirsi alla ordinaria cura bromica nell'epilessia. Anche la ipoclorurazione nella maggior parte dei casi non assicura la guarigione, ma solo produce un miglioramento ed in molti casi poi fallisce addirittura come pur troppo fallisce ogni altro metodo curativo. (Berl. l~lin. Woclt., n . -!6, 1903). 1

(27)


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IL POLICLINICO

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L'ioscina come specifico nella paralisi agitante.

V ..A..RI.A

Secondo ROSE (Britislz 1nerl. .J onr1tal, 19 dicembre 1903), la paralisi agitante è generalme1Lte considerata come ona malatti.a contro la quale la terapia offre poche risorse. ROSE pretende che i sintomi possano essere molto at· tenuati e l'esistenza può essere prolungata. .A.vendo avuto da curare, per tre anni, un caso di morbo di Parkinson, crede il ROSE che l'iosèina possa essere considerata come.un adiu· vante utilissimo, se pur non pr00l1ra la guarì· • g1one. Il malato così curato da lui aveva 69 anni e la sua malattia datava da cinque. Come cura l' A. prescrisse dapprima il riposo fisico e psichico, poi dell'arsenico, della canna· bis indica ·e dei preparati fosforati, ma senza risultato: il tremolio aumentava, sopravvennero dolori ne,rralgici nelle braccia ed al torace ; il cuore presentava segni di astenia. Fu all<?ra che egli prescrisse una dose di O gm. 0004 di bro · ,midrato di ioscina da prendere in soluzione acquosa, mattina e sera. La prima dose ebbe un effetto notevolissimo. Il malato dormì per 10 ore e dichiarò di non essersi mai sentito così bene da tre anni a quella parte. Dopo la quarta dose, il tremolio diminuì d'intensità tanto da essere appena percettibile. Nel medesimo tempo il malato stava molto meglio: non sen· tiva più le vampe di calore, n è l'agitazione per· sistente di prima. I dolori n èvralg ici cedettero un po' per volta e nel medesimo tempo dimi· nuirono la dispnea e 1 edema. Sono 15 mesi che il malato ha cominciato 1'11so dell'ioscina, e questa non è stata mai data in dose s11periore a O gm. 0006 in una sola dose. l~'ioscina essendo un medicamento energico l'.A.. raccomanda di prescriverlo sciolto nell'ac· qua. Per esempio gm. O. 0075 di bromidrato di ioscina in 180 gm. di acq11a cloroformata. Si danno dapprima due oucchia.i medi di questa miscela la mattina, dopo colazione, e la sera, prima di andare a letto, e si può portare la dose fino a sei cucchiai al giorno, ma senza mai sorpassare, come si è detto, i gm. O. 0006 per dose.

La cm·a del riposo di Wei1· Mitchell. - N all'occasione del 20° anniversario della fonda·

Rece1itis s ime p ubb licazio ni:

La Malaria secondo le nuove ricerche del prof. A. OELLI (311 edizione), L. 4

,

Indirizzare richieste con Cartolina-vaglia alla Società

Editrice Dante Allghlerl - Roma. (28)

zione della Società neurologica di Filadelfia il WEIR M1TCHELL ha esposto per quale concate .. namento di fatt~ e di circostanze egli è giu11to a prescrivere la cura del riposo . L'origine ne risale alla guerra di secessione. WEIR MITCHELL osservò in quest'epoca ltn gran numero di casi di esaurimento acuto, verificatisi in soldati che avevano fatto marcie forzate. Questi malati restavano settimane e mesi in uno stato fisico e psichico che si q11a· lificherebbe oggi come stato neurastenico. Ùn riposo completo e la iperalimentazione giungevano però a rimetterli abbastanza bene in forze perchè potess~ro, spesso, raggiungere i ranghi. Poco tempo dopo la guerra, un uomo che WEIR MITCHELL curava per un'atassia locomotrice~ cadde e si ruppe una gamba. Questo incidente. . . . . fortunato lo obbligò a rimanere a letto. per tre mesi ; ma a.ppena aveva tentato levarsi dal letto si ruppe . . .. fortunatamente anchel'altra gamba che richiese anch'essa altri tre mesi di riposo forzato in letto. Dopo questi sei mesi di riposo l'atassia era cosi migliorata da parer quasi guarita. Nel 1874 WEIR 1VIIT0HELL fu consultato da una donna maritata, di 26 anni, indebolita grandemènte da gravidanze successive e da nu· merose occupazioni. Ricchissima, questa signora aveva tentato tutte le ciure note, ma senza sue· cesso, ed era giunta ad uno stato v-eramentepietoso di esaurimento. MITCHELL non fu da principio più fortunato degli altri nel curarequesta malata, ma non tardò però a rendersi conto del fatto che la malata aveva bisogno di riposo e di esercizio insieme. Prescrisse dunque l'isolamento con riposo as· soluto, combinato con sedute di inassaggio e di elettricità ed una sovralimentazione forzata. Il miglioramento fu rapidissimo e nel maggio 1874 la malata era guarita. Fu il primo caso. Altri seguirono e nel 1875 fu pubblicata la prima memoria per descrivere ' il nuovo metodo di cura. Esso fu naturalmente accolto con la maggiore incredulità. Le critiche furono violente in Ame· rica ed in Inghilterra un membro della Britislr 11ied. Association, dichiarò che egli avrebbe preferito veder morire i propri malati piuttosto che trattarli con simili metodi di cura. Oggi il metodo di W eir Mitchell ha trionfato dappertutto· e molti di quelli che lo mettono in pratica credono senza dubbio di averlo inventato.


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SEZIONE PRATICA

CENNI BIBLIOGRAFICI LEYDEN·KLEMPERER. Handbuel1 der Ernahrungs Therapie nud DJatetik. II Bd. - Leipzig, erlag von G . Thieme.

'T

....\_ llreve intervallo del I esce il II ed l1ltimo , . .olt1n1e della seconda edizione del J[a1iziale di tera11ia ali11ie11,tare e dietetica. La prima edizione fu pensata e diretta da LEYDEN; la seconda, si può afferroa,rlo con sict1rezza, viene perfezionata <la KLE?tIPERmR, che più direttamente ha mirato agli scopi clinici. Int1tile fermarsi st1l valore d'un libro del ge· nere: la rapidità con cui si è esa11rita la prima edizio11e tedesca e le numerose traduzioni al· l'estero (ttna anche in italiano) lo provano. È invecP forse opportuno insistere sulle differenze tra le due edizioni~ Bo,\S nella seconda ha det· ta.to la terapia delle malattie organiche e fun· zionnli clelfesofago e dello stomaco, laddove nella prima edizione aveva con RIEGEL divi o il compito; KRAUS invece di OERTEL s'è occu pato clolle malattie di cuore: KLEMPERER in luogo tli ZIEl\iSSE~ e ~'1ENDELSOHN delle ma· lattie i·enali: LASSAR invece di ~IOSLER delle malattie cutanee. ~ella seconda edizione è ag· giunta. la terapia alimentare della senilità per opera di R. RE~TVERS. Nel complesso la seconda. edizione rimaneg· giata e rinnovata i11 armonia a' progressi scien· tifici non è aumentata in volume, ma ha gua· da.gnato in t1nità d'indirizzo nello studio dei sin· goli ca1>itoli e meglio corrisponde ai bisogni clinici. GIORGIO KLE:\IPERER ha perfezionato t3 reso più a1·monico il magnifico piano di LIDYDEN : i suoi collaboratori, che portano i nomi più uni· verealmente stimati in questo genere di studi, hanno corrisposto in modo degno agli intendi· menti del direttore. Con la rapidità della pubblicazione e la cor· rettezza abituali in G. Thieme vengono comple· tati i pregi dell'opera. A.. V.

,r,

Prof. ABATE 0AR)IELO. La tubercolosi. Confe· renze popolari. Catania, 1903. Niccolò Giannotta, editore. Come lo indica il titolo, l'opera di cui ci oc· ~upiamo, non è opera scientifica, destinata agli scienziati; è opera dedicata al popolo, ai profani, a coloro che non sanno, o che sanno con· fusamente quanto micidiale e terribile sia la tubercolosi che miete ogni anno migliaia di vitti.me. Oon quest'unico intento parla e scrive l' A..: far conoscere i danni cl1e reca il bacillo di

' Koch, qt1anto qttesto sia diffuso, quali sono le classi operaie che più ne risentono la dannosa influenzai, in che rapporto esso sia con gli altri morbi, specie con la gravidanza; quali sono i mezzi per combatterlo e quali i più 11tili ed efficaci . Accennando ai rapporti di quella scienza che, il nostro BACCELLI, chiamò con frase felice « ~Iedicina politica con la Giusti~ia sociale e l'Igiene pubblica, l' A.. termina le sue conferenze veramente utili e pratiche e ispirate al grande affetto per il popolo e in ispecie per le classi lavoratrici. .a. p. CHO{~UET

F. Précis d'auatomie dentaire. - Pa· ris, F. R. de · Rudeval, 1903. Fr. 8.

Lo studente di chirurgia dentaria, per il quale questo libro è stato specialmente scritto, il den· tista e il medico stesso, potranno con questa pubblicazione rendersi conto di fenomeni finora incomprensibili perchè descritti schemati· camente. L'A. ha voluto illustrare il la,roro non già con incisioni tolte da altre pubblicazioni cono· sci11te ma con fotografie appositamente da lui eseg1tite. Quelle concernenti la morfologia del dente quelle concer11enti i rapporti fra i denti stessi, le fotomicrografia rappresentanti i diversi tessuti dentari e sopratutto quelle concernenti la genosi del dente, potrebbero esse sole rim· piazzare il testo. critto in uno stile sobrio, il libro del CHO· QUET possiede un cachet particolare ed è ricco d'idee per onali. R. B.

RISPOSTE A OUESITI E A DOMANDE

(2933) Sig. dott.

M.

T. da R . - A van.dosi la cura piena si ha l'obbligo di curare ogni sorta di malattia od infermità, sia essa stata natural· mente prodotta, sia essa stata colposamente o dolosamente prodotta. Se però, come ella dice, per consuetudine le c11re delle lesioni sono state sempre pagate, la consuetudine può tuttora essere rispettata perchè non contrasta ad alcuna td.ssativa disposizione di legge. (2934) Sig. dott. Petr11s. - La stabilità di stipendio e di carica si acquista solo per il servizio dei poveri, che è obbligatorio per i Co· muni e non per •quello degli agiati, che ha sempre costituita una spesa facoltativa. (2935) Sig. dott. F. M. da B. - Il Comune dovrà corrisponderle annue lire 1200 perchè la decisione del Consiglio pro,rinciale sanitario sarà stata indubbiamente omologata d;:i.l Prefetto e (29) •


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fatta propria. Per il servizio prestato senza no· ' tario consorzio pel servizio medico fra la frazione mina regolare bisognerà conveIJire col Comune ed il capoluogo; il servizio si avrebbe com non potendosi per quel periodo di tempo appli· ora, ed i due Comuni risparmierebbero danaro. care nè il nuovo nè il vecchio organico. (2943J Sig. dott. G. P. da G. - La paroln (2936) Sig. dott. R. R. da B . - L'ufficiale eventuale che adopera l'articolo 2 della legge sanitario non diventa stabile dopo un biennio di 19 giugno 1902, n. 242, si riferisce ai contratti servizio di pieno diritto. Vi occorre un decreto che l'ufficiale sanitario può avere col Comune. del Prefetto ed il voto favorevole del Consiglio Se nel contratto è detto che l'ufficiale sanitario provinciale di sanità. Gli ufficiali sanitari, che deve procedere a dette visite gratuitamento, si trovavano in servizio nel giorno della pub- nulla può pretendere; ma se nulla in proposito blicazione della nuova legge da almeno tre anni dice il capitolato, il compenso pl1ò essere ripossono essere dispensati dal concorso e dal pe· chiesto dal Comune. riodo gi prova su parere conforme d~l Consiglio I libretti degli operai non possono essere provinciale di sanità. compresi fra le relazioni e gli stati relativi alla (2937) Sig. dott. S . S. da P. - Per l'art. 6 salute pubblica, di c11i è cenno nell'articolo 'l della nuova legge, il licenziamento del medico del capitolato che Ella ha col Comune. condotto durante il periodo di prova deve essere (2946) Sig. dott. F. D. M. da V. - ,Ogni deliberato almeno tre mesi prima. Ella, quindi, nuova nomina di me.dico condotto deve essere dovrebbe ricevere la disdetta non oltre il giorno preced11ta da concorso; la legge però non parla 30 settembre 1904. Se non la riceverà per quel di conferma di coloro che erano in carica prima giorno diventerà ipso jure stabile, se la riceverà della promulgazione di essa. Noi crediamo che dovrà lasciare il servizio il 31 dicembre 1905, per costoro non sia applicabile la legge del non potendo il pronunziato licenziamento inficoncorso, perchè, secondo noi, non tratterebbesi ciare la validità del contratto legalmente con· di persona nuova, ma di un professionista che cluso. già esercita e con favore . .A.spettiamo, del resto, (2938) Il dott. R. S. da P. - La n11ova legge che su tale punto, alquanto oscuro, si pr~nnnzi non ha stabilito un minimo di compenso legale: presto la giurisprudenza. Nessuna incompatibi· ma però ha dato facoltà alla Giunta provinciale lità esiste per il concomitante esercizio della di elevare la misura degli assegni ne' casi in professione di medico e di notaro. cui questo provvedimento si ravvisasse indispen· (2947) Sig. dott. E. G. da S. A. - La nuova sabile per compensare adeguatamente l'opera del legge sanitaria è già in vigore. Per acq11istare professionista. Ella può, quindi, inoltrare ragio· la stabilità occorre che si pronunzi prima la. nato ricorso alla predetta autorità su carta da Giunta provinciale amministrativa sul ricorso bollo di centesimi 60. prodotto in seguito al licenziamento. Finora Ella (2939) Sig. dott. L. G. da S. S. T. - La 4a non può vantare alcun diritto q11esito. sezione non potrà che convalidare il Decreto (2948) Sig. dott. A. A. da B. - Agli ufficiali Reale perchè è tassativa disposizione di legge sanitari in carica è applicabile la nuova legge quella che impedisce ai Regi commissari di di· e segnatamente l'articolo 13. vincolare il Comune per più di un anno. Ella (294:9) Sig. dott. G. C. da C. - È necessai·io può rimanere tranquillamente in servizio e di· che il Consiglio deliberi nuovamente per rima· venterà stabile dopo il primo biennio di servizio, nere in carica per il terzo rtnno. Se non avverrà se non sarà disdettato 3 mesi prima. Agli effetti nuova conf~rma, Ella dovrebbe andar via, tranne dell'articolo 28 della legge sulle pe:nsioni creche non si trovi nelle condizioni richieste dalla diamo che Ella non abbia più diritto di iscriversi. nuova legge per l'acquisto della stabilità. (2950) Sig. dott. 2528. - Anche con la nuova (29±2) Sig. dott. M. D. V. da P . .A.. 5755. Col distacco della frazione che, come Ella stessa legge i Comuni si possono 11nire in consorzio. Però, non ostante ·il consorzio, se Ella ha pre· dice è pilì popolosa del capoll1ogo, non si può stato più di due anni di servizio, è già stabile. contrastare al Comune il diritto di ridurre lo (2951) Sig. dott. S. S. da S. G. I. - Non è stipendio in proporzione del diminuito lavoro. Se la quota che L e sarà assegnata fosse ritepossibile ottenere qualsiasi restit11~ione di somme nuta insufficiente, potrebbe Ella, avvalendosi dalla. Cassa pensioni di medici condotti nel caso che si abbandona la condotta, nè può rimaner· del disposto dell'articolo 8 della nuova legge, ('isi iscritti non essendo più in servizio. In se· promuovere dalla Giunta provinciale ammini· guito, rientrando in carica, si pot1·ebbero sempre strativa provvedimenti di ufficio. Secondo noi, far valere come utili per la pensione i contri· però, sarebbe somma.m ente utile che Ella cer· buti pagati. casse tutti i modi per far costituire un volon· (30)


[ANNo XI, F ASC. 15l

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SEZIONE PRATICA

(-2955) Sig. dott. V. G. da C. Ella ha ben ragione di ricorrere alla Giunta pro·vinciale aro· ministrativa, con carta da bollo da1 centesimi 60. (2956) Sig. dott. S. D. da M. - La nuova legge non era obbligatoria prima del dttcorso dei 15 giorni; quindi il Prefetto non può annul· lare la nomina fatta con la vecchia legge. Per la sostituzione durante il servizio militare, dovrà prendere accordi col Comune. Doctor JuSTITIA. •

NOTIZIE DIVERSE CAT.ANIA. Congresso 11iedico siciliano. - Nel Teatro Massimo Bellini sfarzosamente illumi· nato, alla presenza del sotto·segretario di Stato alle finanze, on. Majorana e di tutte le autorità civili e militari. del Corpo Accademico univer· sitario e di numerosissimi congressisti, è stato inaugurato il secondo Congresso medico sici· li ano. Il pro-sindaco, on. De Felice, porse il saluto ai congressisti, a nome della città; il presidente del Comitato ordiniitore del Congresso, professor Tomaselli, lesse un applaudito discorso. Infine l'on. Majorana porse ai convenuti il saluto a nome del Governo, pronunziò quindi un discorso e dichiarò, in nome del Re, aperto il Congresso. _i\.vEZZANO. Si è costituita nel circondario cli Avezzano una sezione dell'Associazio1ie 1ia· ziouale fra i nzedici conrlotti. Inter,~enne alla ce· rimonia il dott. Paride Fabi, di Roma, segre· tario dell'a sociazione medesima. Proced11tosi alla elezione delle cariche, risultarono eletti presi· dente il dott. Di Giaeoruo di Sct1rcola; segre· tario il dott. ~.ragnetti di Collarmele, cassiere il dott. Corbi di Luco. Furono poi nominati delegati : Formali per Piscina, Amadori per Celano, Polidori per Gioia, Uorbi por Trasacco, Bastianelli per Tagliacozzo, Ruggeri per Civitella Valle Roveto. Alla nascente Associazione, che tende a mi· gliorare le condizioni dei più benemeriti lavo· ratori dell'umanità, sentiti auguri. VENEZIA. Il 2 aprile nella pittoresca. fon· <lamenta di Ognissanti, si è posta la prima pietra del ricovero dei cronici. Alla solenne cerimonia intervennero il prefetto, il sindaco, il presidente ? il procuratore generale della Corte d'appello, il patriarca, monsignor Cavallari, tutte le auto· rità civili e militari, e una folla di signore e di invitati. Dopo un discorso del cav. Caronsini, presi· d?nte dell'Opera Pia Giustinian, fu calata la pietra, prima benedetta dal patriarca, che pro nunziò uno splendido discorso inneggiante alla concordia della religione e della scienza nello alleviare le miserie e i dolori dell'umanità. Rtl\-!INI. Il 31 u. s. a tre quarti dopo la mezzanotte il prof. Lodovico Vincini, chirurgo pri~ario di questo ospedale, veniva aggredito e ferito gravemente da un calzolaio di cui aveva

curato la moglie; malata di nefrite e morta ali' ospedale. Questi si era fitto in ca.po che i medici fossero la causa della morte e li aveva minacciati, anzi tempo addietro aveva aggredito anco l'assistente dott. Gaetano Bonini. Il prof. Vincini fu trasportato subito all'ospe· dale. S1tl suo corpo si riscontrarono cinque colpi di arma tagliente : il bolletti110 medico pubblicato escludeva pericolo di vita. 1\'IENTANA. - Dal Consiglio comunale è stato deliberato di contrarre un mutuo con la Cassa depositi e prestiti per sistemare alct1ne opere igieniche e dotare di acqua potabile la frazione di Castelchiodato. VITORCHIANO. - Il medico prov"inciale ha ispezionato i locali dell'erigenda ospedale e ha promesso di ottenere con sollecitudine dal Pre· fatto che siano approvati i lavori di adattamento e l'acquisto degli arredi necessari. BERLINO. - Il V Congresso internazionale di dermatologia si terrà in questa capitale, dal 12 al 17 settembre 1904, sotto la presidenza onoraria del dott. Besnier, professore della facoltà di medicina di Parigi. Il presidente effettivo del Congresso è il prof. Lesser, di Ber· lino, e ne è segretario generale il dott. Rosenthal, pt1ro di Berlino.

Nomine, promozioni, onorlfioenze. Il dott. Vito Capriati è stato abilitato. per titoli alla libera docenza di elettroterapia nella R. Università di Napoli. Il dott. Fabio Frassetto ft1 abilitato, per titoli, alla libera docenza di antropologia nella R. Università di Roma. Il dott. Enrico Gagnoni venne a11torizzato a trasferire, nella R. Università di Siena, la li· bera docenza di pediatria da lui conseguita, per esame, nel R . Istituto di st11di superiori pratici e di perfezionamento di Firenze. Il clott. Amedeo Herlitz)\:a ft1 abilitato, per titoli, alla libera docenza di fisiologia nella R. Uni· versità di Torino. Il dott. Bernardino l\lartino è stato abilitato, per titoli, alla liberr11 docenz(it. di clinica chirurgica nella R. Università di Napoli. Il dott. Nicola Ginseppe Zirolia fu abilitato, per titoli, alla libera docenza di igiene sperimentale nella R. Università di Siena. Il dott. Attilio Antonini v enne autorizzato a trasferire nella, R. Scuola sttperiore di medicina veterinaria· di Milano la libera docenza di zootomia da lui conseguita, per esame, nella regia Università di Pttrma.

** * Pisa

Nell'Università di il dott. Angiolo Cumeo è stato nomi11a.to assistente nella Clinica dermosifilopatica) dal 1° marzo al 31 ottobre 190!. Nell'Università di Sassari, il dott. Giovanni Battista Pellizzi è stato confermato, per l'anno scolastico 1903·904, nell'insegnamento della psichiatria e della direzione della Clinica psichiatrica. (31) I


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I signori dottori Carlo Tiraboschi, Alessa11dro Baiardi, Roma110 Maggiora, Mario Giorgi ed Antonino Paladino sono stati nominati, per un anno, assistenti presso il laboratorio di micro· grafia e bacteriologia, e presso la sezione an· nessa al laboratorio stesso, per la preparazione ed il controllo dei prodotti di cui all'articolo 1° della legge 21 dicembre 1899, n. 172.

** * di ostetricia

Nella scuola di l\'Iilano, il dottor Ersilio Ferroni, in seguito a concorso, fu nomi· nato medico primo assistente, per un biennio, dal 1° febbraio 1904, cessando con la stessa data, dall'ufficio di assistente nella clinica ostetrica dell'Università di Pavia. Il dott. Ferdinando Gangitano è stato autoriz· zato a trasferire, nella R. Università di Palermo, la libera docenza di patologia speciale chirur· gica da lui conseguita, per titoli, nella R. Uni· versità di Padova.

Concorsi e condotte. NAPOLI. - Concorso per titoli e per esame ad t1n posto di batteriologo municipale. Stipendio lire 3500. Età non minore di 25 e non maggiore di 45 anni. A parità di condizioni sarà preferito un cittadino napoletano. Domande in carta da 60 centesimi alla segreteria dell'Ufficio d'igiene entro il 12 maggio. PRETURO (A qz:iila). - Concorso alla condotta medico-chirurgica. Stipendio annuo L. 2300, più L. 100 quale llfficiale sanitario. - Scadenza il 30 aprile. APPIGNANO ( IJJ acerata). - Concorso ad una delle due condotte m edico-chirurgiche eguali. Scadenza 30 aprile corr. Stipendio lire 2500 gravate cli ritenuta per R. M. e C. P., pitl. lire 100 come ufficiale sanitario, se eletto a tale tlf'ficio. P er schiarimenti rivolgersi alla segre· teria comunale. '

Indice alfabetico analìtic·odel Dresente nnmer.o. An1orfo dello spazio retto-coccigeo (Su di un). - Biagi • • . . . • • . Pag. Anastomosi laterali asettiche (Risultati sperimentali di un nuovo processo per le). - Parlavecchio • ~ • . . . . » Anastomosi terminali asettiche, praticate col proprio enterostomo, ulteriormente modificato (Risultati sperimentali delle). - Parlavecchio . . • • . . . • » Aneurisma cirsoideo (Contributo alla patologia ed alla cura dell' ). - Burci . » Anemia in un caso di isterectomia vaginale per cancro (Patogenesi dell'). Betagh . • . . . • • • • . . » Ascesso pulmon~re da streptotrix. D' Antona . • • • • • . • . . » Cenni bibliografici . . . • . . . . » Chirurgia dello stomaco e dell'intestino (3 5 casi di). - Burci • • . • . . » Cistifellea (Casuistica di operazioni sulla) . . - De Paoli • . • . . . . . . » Colelitiasi infettiva (Indicazioni terapeutiche nella). - Chauffard • . . . » Roma, 1904- Tip. Nazionale dilG. Bertero e C.

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Colonplicatio come cura delle ectasie essenziali del colon (La). - Parlavecchio Contusioni addominali (Sulle). Perez Cuore (Sulla revivescenza del). -Salomoni Cura del riposo di Weir Mitcl1ell . . . Cysticercus cellulosae della lingua (Su di un caso raro di). - De Gaetano . . Edema invadente con necrosi della regione infraorbitale (Un caso di). - Bernabeo Epilessia (La cura bromica dietetica dell') . - Richet e Toulouse . . . . . • Febbre tifoide (La forma emorragica della). - Samohrd. • . . . . . . . . Gastroenterostomia (Nuovo processo di). - Masna t a. . • • . . . . • • Gastroenterostomia (Semplificazione al proprio metodo di). - Mugnai • . . Ileo-tifo (Sulle settice1nie secondarie nell'). - Fornaca. . . • . . . . . . Lussazione abituale della rotula (Del trattamento chirurgico della). - Krogius. Lussazione ind,letro della testa dell'omero, da azione muscolare (Osservazioni sopra un caso di). - Mausell Mollin . . • Lesioni chirurgiche di nervi periferici (Due casi di). - Galeazzi. • • . . • . Meningite cerebro-spinale per stafilococco in due tifosi (possibile contagio). Sergent e Lemaire . . . . . . . .Mixomiofibroma primitivo dell'appendice. - Pascale • . • . . . • . . . Nefroptosi consociate ad altre lesioni e spostamenti viscerali (Delle). - Ruggi . Notizie di verse . • . . . . • Paralisi agitante (L'ioscina come specifico nella). - Rose . . • • . . . . Processo autoplastico per il serran1ento cicatriziale della mascella (Nuovo). Alessandri . • • . . . . . . . Reni (La terapia salicilica e i). - Brugsch Resezione di stomaco per cancro con · gastroenterostomia col bottone oblungo e con pinze speci~li dell'autore. - Busachi Retroposizione congenita del colon e volvulo del cieco. - Muscatello . • . Risposte a quesiti e a domande . . . Splenopessia (Contributo alla). Ceccherelli . . . . . . . . . . . Stenosi cicatriziali tubercolari multiple dell'intestino. Ostruzione da ascaridi. - Muscatello . . • • . • . • . Suture per ferite trasversali complete delle arterie, delle vene, degli intestini e degli ureteri (Un nuovo mezzo di sostegno nelle). - Bernabeo . • . . Temperatura locale addominale nella tubercolosi peritoneale. - De Paoli . • Traumi cranici (Intorno agli. accidenti . . . . . .. . terz1ar1 consecut1v1 a1 traumi cran1c1, in rapporto singolarment~ alla loro terapia colla cranio-resezione). - Roncali. • Tubercolosi (Contributo ali' immunizzazione attiva contro la). - Friedmann Tubercolosi (Ubiquità dei bacilli tubercolari, predisposizione alla tisi e profilassi della). - Fliigge • • • . • . • Tun1ori del palato (Su alcuni). - Rizzo Tumori primitivi della scapola (Due casi di). - Pascale • • • . . . • .

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SEZIO~B

PR.A.TIOA.

DIRETTORI PROF.

GUIDO BACCELLI

PROF.

REDATTORE CAPO: PROF.

FRANCESCO DURANTE

VITTORIO ASCOLI

SOMMARIO. Rivisie:

DIAGNOSTICA CLl~ICA : -

Galloway: Sull' eritema come 1inlomo di .altre malattie. -MgoJ CI!\/A: - Habel e l-Iumbe1·t : Del valore del metodo di Sahli per l'esame clinico delle (unzioni dello stomaco. - Kemp: La fl,uorescina nella transillisminaziom dello stomaco. - Harla.nd Peako: Fallacia di alcuni sintomi per la diagno.t i di ulcei·a gastrica perforata. Max Wagner : tràttamento de:l'ulcera gast,.ica. - T1<;R \PIA: - MUller : Sull' ischemia artificiale (Studi 1perimentali iJltorno aZl' azione della 1oprareuina 1ui teMuti e wa applicazione nella pratica chirurgica. - Livon: Inefficacia delle vecchie soluzloni d'adrenalina. - Accademie , Società mediche, Congressi: - XVII Coi\"GRESSO DELLA SocIETA • ITALI \l\A DI CHIRlJHGIA . - Osservazioni cliniche: - Luzzatto : Sopra un cabo di tetano traumatico guarito col metodo Baccelli. 4

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Pratica professionale : -

Isteria infanlile. - Nevrite aacendente acuta colla sindrome della paralisi di Landry. - Il rifle110 pupillare nella sifì.lide - A PPU'1TI 01 TERAPIA: - La questione dell'intervento operutorio nel cancro dello atomaco. - Sulle putrefa=ioni ince1tinali e sull'a:ione dei vari medican1enti. - Nella cura della dispepsia iposten ica. - Uao dell'adrenalina contro le emorragie gcistro-intestinali. - Varia. CASUISTICA: -

Rubrica dell'Ufficiale sanitario ed Igiene : - Conservazione e pasteurizzazione del latte. - Cenni bibliografici. - Bibliografia italiana: - Jfedicina. . Interessi professionali: - Boicottaggio e krumiraggio aanitario. - Ril]'oate a queaiti e a domande. Notizie diverse. - Nomine, promozioni, onoriftoenze. - Concorsi e condotte. - Indice alfabetiooanalltico del presente numero. Diritti di proprietà riservati

RIVISTE DIAGNOSTICA CLINICA

Soli' eritema come sintomo di altre malattie. (GALLO\VAY.

Brit. Med. J ourn.., n. 2220, 1903).

Per studiare questo gruppo di eruzioni è forsP meglio clividerle in eritema semplice, risultato di iperemia, ordinariamente di carattere passeggero, che non apporta permanenti aJterazioni n ella struttura della pelle, e in eritema essudativo, in cui la trasudazione, l'essudazione e l'infiammazione proveniente dall'iperemia causano, nella struttura della ,pelle, cambiamenti di qualche durata e, in alcuni casi, permanenti.

Eritema semplice - Difficoltà di , defi1zirlo. Il sintomo più caratteristico dell'eritema semplice è forse il rossore ordinario. Pare che in questo caso i centri nervosi esercitino il loro potere inibitorio sulle arteriole cutanee e conseguentemente i capillari, non provvisti di fibre muscolari, si dilatano.

Tali condizioni anormali possono portare gravi conseguenze. Così l' inibizione temporanea e la costrizione dei vasi, durante emozioni, cagionano disturbi nelle persone che soff1~ono di debolezza di circolazione e nelle quali si riscontrano frequentemente estremità fredde, viscose e con stasi. Questi sintomi non destano generalmente inquietudini negli infermi, ma in seguito si mani· festano disturbi più serii, probabilmente di carattere funzional e, che interessano l' intero meccanismo vascolare.

Importa1iti associazio1zi dell'e1·ite11za se11plice. Distzerbi vasco!a1~i. Il sintomo più comune è forse, come si può prevedere quando si nota una consider evole (1iminuzione nella tensione vascolare periferica, un certo grado di tachi cardia. Per tale effetto sembra essere ne· cessaria la dilatazione su di una vasta area delle arteriole della pelle e si osserva spesso che l' individuo il quale presenta estremità affette da stasi, ha anche i battiti del. cuore meno frequenti del normale. Quando si riscontra la stasi i tessuti debbono essere I

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mal nutriti e adatti a diventare edematosi. In queste condizioni l'organismo è suscettibile ad ogni lieve influenza esterna e la resistenza dei tessuti ai parassiti patogeni diminuisce. Tali individui soffrono per solito gra· vem~nte di geloni, risultato non di dilatazione vascolare di origine nervosa centrale, ma di vaso-dilatazione paralitica prodotta da offesa locale del freddo sui nervi che a.g isc '.)nO sui muscoli delle arteriole. È stata anche osservata frequentemente una le· sione somigliante per parecchi riguardi ai geloni, ma dovuta ad altre cause probabil. mente fisiche, che termina con la distruzione delle influenze regolatrici della dilatazione e della contrazione delle arteriole. L ' A. è sicuro che parecchi di questi casi siano stati descritti sotto il nome di e1·itema

inrJ.uratum. G1·avi disturbi di nutrizione. L' A. ha avuto, poco tempo fa, occasione di osservare il caso più grave di eritema da lt1i finora riscontrato. L' inferma, una giovane donna , soffrì durante dodici o quindici anni, di congestione generale e q11asi costante dell'intera superficie cutanea: nel tempo stesso, di numerosi disturbi trofici per la formazione di un acc11 mulo straordinario di grasso nel corpo e di tachicardia in grado elevato. La minima in. fluenza esterna produceva sulla pelle noduli simili a eritema induratum, ohe poi si necrosavano e ulceravano. Nello stadio susseguente della malattia le lesioni sembravano formarsi spontaneamente. Il caso era cosl raro che l' A. ne approfittò per farne una descrizione particolareggiata. D.opo parecchi anni di i11validità quasi completa, la donna morì con straordinarie manifestazioni morbose. Il J 7 marzo fu presa nel lato sinistro del petto da un forte dolore che continuò nella notte: il 18 dopo me?Jzogiorno il dolore scomparve, ma l'intero petto si mostrò can crenoso e insensibile al tocco: il 19 la cancr ena si estese attorno al petto, im· plicando quasi tutta la parte sinistra del tronco. La donna morì il 20. Dopo molte difficoltà l'A. ottenne di fare l'autopsia. Il corpo era di un colore rosso cupo, dovuto alla grande congestione della pelle. Questa particolarità era CQSÌ marcata che il pallore post-mortem sul resto del corpo non era più forte della cianosi (2)

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della parte anteriore del tronco, delle estre· mità e del volto. Straordinari accumuli di grasso esistevano nel tessuto sottocutaneo, nei setti intermuscolari, nell'omento, nel tessuto sottoperitoneale, attorno al cuore e dovunque aveva potuto depositarsi. I mtt· scoli erano molto atrofizzati e gli organi del corpo mal nutriti, ma in nessuno dei visceri si riscontravano indizi cli grave malattia 01·ganica. Una porzione della pelle, pro· fondamente congestionata, un poco sollevata e che confinava con una delle antiche cicatrici prodotte da lesioni somiglianti a eritema induratum, fu esaminata dal dottor MAx LEOD. Egli riscontrò atrofia e edema intracellulare e intercellulare dell'e· pidermide, assenza dello strato granuloso e corneificazione imperfetta. Si notava qua e là paracheratosi e fra le cellule umide e indurite si vedevano strati di leucociti. Lo strato fondamentale dell'epidermide e1'a intero, ma i sollevamenti bassi interpapillari erano appianati 'e la linea fra l'epidermide e il corion era quasi piana. Il corion si mostrava notevolmente edematoso: gli spazii linfatici fra i fasci fibrosi erano allargati, le fibre diventate morbide e in alcuni posti aperte e gonfie, in altri com!Jletamente disfatte. Le fibre elastiche erano affette in minor grado. Nel corion era degno di nota lo stato dei capillari sanguigni: essi erano dilatati tanto da formare in alcuni punti larghe cavità t~ppezzate da parecchi strati 1 di endotelio. La dilatazione era pronunciata egualmente bene, tanto verso l'epidermide, quanto nello strato subpapillare. Assieme ai capillari dilatati si osservava 11na in- · filtrazione infiammatoria cellulare, consi· · stente in leucociti, in tesst1to connettivo e in poche cellule rotonde. Si riscontrava in· filtrazione infiammatoria anche intorno alle glandole sudorifere. Il tessuto e.ottocutaneo era più spesso e meno vascolarizzato che di consueto. Questo caso prova che il semplice eritema può sviluppare lesioni a forma di noduli, i quali possono necrosarsi, e che tali noduli possono sorgere indipertdentemente · da cause tubercolari. L 'A. comprese la gra- vità del caso fin dalla prima volta che visitò questa giovane, non solo per il riHultato dell'esame. ma anche perchè ricordava un , altro ammalato di tal genere che per lungo tempo e1'a stato curato dal suo amico e an· · tico maestro STEPHEN MACKENZIE. Si trattava di un giovane straordinaria· ·

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mente grasso e affetto da congestione per· manente nella circolazione cutanea. Nel corso di tre o quattro anni, dal principio della malattia. dimagrò, diventò emaciato, si sviluppò una tfermatite subact1ta esfolia· · tiva e il giovane morì fra gran•ii dolori. L' A. riscont1·ò qualche cosa della stessa natura nel caso della sua paziente, ma la morte fu diversa. È perciò evidente che questi' gravi casi, che noi potremmo chian1are eritemi sem· plici. dev-ono essere considerati com e sin· tomi di serio disturbo t1~ofico ed hanno spesso il più grave significato prognostico.

Erite11ia esszidativo. La pii1 semplice tra le forme di eritema può trasformarsi in seguito in lesioni essuùativ·e permanenti e nel caso di eritema sintomatico di malattie contagiose diventa molto clifficile lo stabilire se si debba clas· sificarle come appartenenti alla forma semplice o a qllella essuclativa. J.Ja pigmentazione e la desquamazione, eia esse cagionate, provano che c'è stata una certa essudazione.

l11/ezio1zi da p1·otozoi. Tripa1zoso11ziasi. È interessante notare che le infezioni da

protozoi sono caratterizzate dall'aggiungersi dei cli sordini gene1·ali alle eruzioni eri tematose. Sono state spesso osservate eru~ioni nei più vari tipi di febbre malarica, forse le più comuni fra queste forme irregolari di eritema. Sebbene siano spesso riscontrati erpete, orticaria, eruzioni petecchiali e possa anche aver luogo cancrena multipla, nessuna forma caratteristica di eritema è stata ide11tificata come indice di infezione malarica. IJ' A. crede che solo pochi dubitino che la causa dell'eritema, in questi casi, consista direttamente o indirettamente nella presenza di emamebe nel sangue e nei tessuti. Rf3centemente vi è stata richiamata l'attenzione sopra da un'altra malattia dovuta a in· fezione da protozoi, ossia dalle gravi condi· zioni morbose per infezione da tripanosoma. Varie specie di tripanosoma sono state riconosciute da LEvrs, Ev ANS, LINGARD, B:aucE ed altri come cause di malattie fa tali fra gli animali; ma solo da poco è stato ammesso che l'organismo protozoidario di questo gruppo possa affettare soggetti umani. Finora sono stati constatati pochi casi di tripanosomiasi. I

L' A. ha potuto osservare con Sir P. MANSON e i st1oi colleghi, nella Scuola di medicina tropicale, due di questi casi, di uno dei quali hanno parlato il dott. MANSON e M. rs DANIEL nel Brit. Med. Jozirn. del 30 marzo scorso. In ambedue i casi un sintomo molto impressionante era l'affezione della pelle· gli ammalati presentavano un'identica eruzione. Sembra che questa sia più pronun· ziata durante il periodo d>invasione, ma che JLOD clt1ri a lungo. Si nota un leggero edema generale della pelle, in parte sottocutaneo, ma che implica chiaramente anche la cute. in modo che il paziente ha un aspetto goffo ancl1e quando è molto dimagrato. Sulla pelle ed~matosa si riscontra un eritema polici· clico e i diametri dei segmenti di circoli misurano da 1/2 a parecchi pollici. In nes· suno dei casi osservati dall' A. l'eritema era luciclo, ma presentava un aspetto affatto dis· simile da quello che ha in altre malattie ede· matose, giacchè 1 eritema circinnato singolarmente languido e vastamente sparso sulla pelle edematosa, lasciava una certa quantità di pigmentazione. L'eruzione è ge· nerale ma pare colpisca in modo pii.1 marcato il dorso e il volto. In questi due casi di tripanosomiasi l'eruzione è così diversa dai soliti tipi di eritema multiforme da dover essere considerata come un chiaro sintomo di malattia. In vista delle recenti osservazioni fatte dal colonnello BRUCE e dal dott. CASTELLANI sulla malattia del sonno nell'Africa tropicale, le quali indicano la presenza dei tri· panosomi nel liquido cereb1~0 -spinale e nel sistema nervoso centrale come causa del male, acquista maggiore importanza l'eruzione papulo--vescicolare singolarmente irritabile che fu notata nei negri del Congo morti di questo male nell'Ospedale di Cha· ring Cross. Questa eruzione potrebbe es.serestata un residuo di precedente eritema e sebbene sia difficile riscontraro nei negri deboli eruzioni eritematose, la possibilità del loro sopraggiungere, dUl·ante la malattia del sonno, non dovrebbe essere di· menticata da coloro che esercitano la me·· dicina nei paesi tropicali.

Evidenza di

diso1~dini

viscer·ali.

Le tossine prodotte da cattivo cibo e da imperfetta digestione o elaborazionenei tessuti, sono forse la causa più comune delle forme di avvelenamento del sangue che provocano lesioni ess ttdative del tipo, (3)


IL POLICLINICO

di eritema multiforme. Le attuali osser· vazioni cliniche assolutamente indipendenti dall'analogia coll'orticaria, bastano a ri· chiamare una particolare attenzione sui disturbi di digestione e sul metabolismo come cause di eritemi essudativi. L' A. ricorda il caso di una fanciulla da lui curata per parecchi anni, che soffriva di tma estesa eruzione di eritema essudativo con lesioni a tipo di porpora. Durante ogni attacco era colpita da grave enterocolite e da ematuria che duravano qualche settimana. Era interessante osservare, assieme al tipo di porpora delle lesioni essudative, tracce di sangue nelle scariche alvine che indicavano quanto avveniva negli intestini. La fanciulla si recava nell'autunno in campagna e i gravi disturbi erano causati dalle more di rovo e dalle noci che ella mangiava. Il dottor OsLER, fra gli altri, sostiene la stretta relazione fra gli eritemi e le serie affezioni \riscerali; cita casi di gravi di· sturbi ~astro-intestinali, accompagnati da dolore e dilatazione dello stomaco, in cui si manifestavano eruzioni del tipo di cui ci occupiamo e si spinge ad associare la nefrite, gli attacchi di emiplegia, l'infiammazione e altre complicazioni nei polmoni e le artriti di varie forme al gruppo degli eritemi essudativi. Quando si hanno sintomi quasi certi di disturbi intestinali, sembra evidente che il veleno possa essere stato assorbito direttamente dagli intestini per cattivo cibo o deficiente elaborazione durante una digestione disordinata. Però ert1zioni di tipo esattamente simile possono essere causate anche da inst1fficiente assorbim~nto di sostanze non tossiche da parte degli intestini, e d in q uest'ultim.o caso non ci sono sintomi di disturbi gastro-intestinali. L e lesioni prodotte in tutti questi casi sono forse le più caratteristiche del tipo essudativo; esse sono circinnate, qualche volta esattamente circolari, con effusione di siero, di leucociti o di eritrociti. Possono essere vescicolari, bollose o emorragiche, ma solo di rado si riscontra un' infiltrazione simile a quella del tipo granulomatoso e difficilmente si ha formazione di cicatrici. Nei casi in cui si hanno cicatrici, le lesioni devono esset'e state invase da • • • • • m1crorgan1sm1 p1ogen1. Le indicazioni fornite dagli attacchi di e1·itema essudativo in varie forme di av( 4)

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velenamento prodotte dall'uso di droghe, dalla somministrazione dei varii sieri immunizza uti o antitossici, non dovrebbero essere trascurate.

Nefriti. Sono stati ricordati pochi casi di eritema multiforme grave e molto esteso in connessione con il morbo di Bright e in un caso recente la combinazione delle due malattie produsse rapidamente risultati fa. tali. Si dovrebbe tener conto della p1·obabilità di stretti rapporti fra la nefrite e una tossicemia che produca lesioni cutanee. Se le funzioni escretorie dei. reni diventano insufficenti e vi sono gravi affezioni cl1e inibiscono le funzioni escretorie della pelle. è quasi certo che le conseguenze saranno gravi per l'ammalato. In tali casi l'eritema è acuto, simme· trico, esteso, tende a essere vescicoloso, diventa emorragico e invade le mucose visibili. . Inoltre le lesioni sono molto disposte a di,renta:re purulente e vi è grande possibilità di una pioemia finale.

Relazione del lupus eritematodes. Già da lungo tempo è stata riconosciuta la esistenza di una speciale forma di eri· tema che produce atrofia della pelle e per·· fino formazione di cicatrici senza ulcerazione e senza ~nfezione, cioè la malattiru nota sotto il nome di lupus eritematodes. Lo studio di questa malattia offre gravi difficoltà per superficiale posizione del gra· nuloma; la distribuzione simmetrica delle lesioni in alcune forme di tubercolosi si· mula strettamente le varietà localizzate e più croniche del lupus eritematodes. L' A. crede poter spiega1·e tutto ciò. 1° L'esame istologico del lupus eritema· todes non offre alcun appoggio alla teo1·ia della sua origine tubercolare. Nelle cellule della essudazione neoformata, non si ri· scontrano segni caratteristici della tuber· colosi, mentre anche nella più superficial lesione tubercolare è possibile determinare la struttura del granuloma specifico. 2° Non sono stati mni osservati bacilli tu· b~rcolari nel vero lupus eritematodes, i1è i prodotti di questa malattia inoculati in animali hanno mai riprodotta la tubercolosj; sperimentale, mentre nelle forme superfi· ciali o eritematose di tubercolosi si pos


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SEZIONE PRATICA

sono trovare bacilli tubercolari e si può anni, ..11nito a cirrosi del fegato e ad alcooottenere tubercolosi sperimentale. lismo cagionò la mo1·te dopo tre o quattro L'uso della tubercolina distingue esatta- anni.• mente il lupus e1·itematodes dalla tuberPttò dunque il lupus eritematodes essere colosi. Nel lupus eritematodes la reazione riguardato come sintomo di malattie '? Può manca o avviene apparentemente solo n ei esserne rintracciata la causa '? casi in cui vi è anche tubercolosi. Diventa sempre più evidente che nei casi 3° Un elemento importante per la dia- di eritema essudativo si debba ricercare la gnosi, dal punto di v ista clinico, è l'insor- causa in un avvelenamento generale del gere delle forme più acute del lupus eri- sangue. Bisogna ricordare che quando l'e· iematodes. In questi casi si ha spesso un same istologico e sperimentale provavano eritema generale esteso, di un tipo che può che il lupus eritematodes non era di natura essere distinto con difficoltà dall'eritema tubercolare, si sosteneva con qualche suc· multiforme, e l'atrofia della pelle, che è il cesso l'ipotesi che la malattia, benchè non sP.gno caratteristico del lupus eritematodes, prodotta dal bacillo di Koch localizzato, era avviene solo in piccoli tratti, sebbene l'e- molto probabilmente in relazione .con altra ritema si sia manifestato su una superficie infezione tubercolare. L' A. pure ammetmolto vasta. Le p11stole che lasciano cica- tendo la possibilità di questi casi, li ritiene tL-ici, sono quelle che conservano una forma p erò rari e sostiene ch e il lupus eritema· cronica e in cui la circolazione è osta- todes è una forma speciale di eritema es· sudativo ca.r atterizzato da lesioni speciali colata. 4° Dall'esame istologico delle lesioni nel della stessa natura dell'eùema cronico e lupus eritematodes risulta dilatazione va- da presenza nell'essudato di cellule che scolare, essudazione di siero e corpuscoli hanno un più lungo pe1·iodo di vita e funclel sangue, come nei casi di eritema mul- zioni diverse dei soliti leucociti. Larghe tiforme. Ma vi si aggiunge un ingrossa- manifestazioni eritematose in casi acuti mento particolare e cronico, veramente ca· possono sparire senza lasciare tracce. Nelle ratteristico, dei piccoli vasi o spazii linfatici affezioni croniche in ct1i si riscontrano e~ quello che è ancor più importante, avspecialmente queste cellule, il processo della 'riene un'infiltrazione di nuove cellule, al- guarigione è com1)iuto dalla formazione di cune delle quali sono senza dubbio Jeucociti; un nuovo tessuto fib1·oso. altre, cellule connettivali ; altre, cellule cuL' A. considera come causa del lupus eri· boidali. Questa infiltrazione nello strato su· tematodes una tossiemia derivante, come periore della c11te e il particolare ingros- nell'e1·itema multiforme, da varie fonti. Co· samento di vasi, formano due importanti munque, oltre al disturbo vascolare prodotto differenze fra il 111pus eritematodes e l'eri· dalle tossine, nel lupus eritematodes vi è tema multiforme. Ne risulta distruzione del l'indicazione di un secondo fattore, ossia la tessuto connettivo e atrofia della p e1le o tendenza alla facile paralisi dei centri va· formazione di numerose cicatrici. La na· somotori. L'origine cli queste tossine ritura del processo infiammato1·io deve essere chiede investigazione e si può sperare buon perciò differente da quella dell'eritema es- successo rinunziando interamente alla teoria sudativo ed è anche possibile che vi sia che la tubercolosi abbia qualche relazione una differenza dovuta alla virulenza del speciale con la malattia. Si è ora molto veleno e allo stato particolare dei tessuti propensi ad associare il lupus eritematodes affetti, ossia una differ enza di qualità, piut- alla tossiemia nefritica cronica e l' A. pensa tosto che di quantità nel veleno. che sia necessario tener conto di ciò, f:lpe· Esaminando attentamente una diffusa af· cialmente nelle donne di mezza età, in fezione di lupus eritematodes e un grave cui questo male si sviluppa frequentemente. e diffuso eritema multiforme, i caratteri che La preseuza di albuminuria nelle forme si osservano sono tanto simili che in alcuni più acute di lupus eritematodes è stata casi non si riesce a scoprire la diffe· recentemente sostenuta dai dottori SEQUEIRA renza. e BALEAN, ma essa non ne è la causa come L' A. ha potuto far ciò recent~mente. In il dottor WILFRED W ARD vorrebbe dimo· un giovane l'eritema multiforme unito a strare. nefrite fu fatale in tre o quattro mesi; il Il corso fatale della malattia dipende p1·0lupus eritematodes, in una donna di 30 babilmente da diverse forme di avvelena-

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IL POLICLINICO

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mento del sangue in soggetti suscettibili e l'assorbimento dei veleni prodotti da mi· croorganismi piogeni non è forse la forma meno comune. Dott. N. LEuzzr.

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3° Pe1"mette di calcolare l'acidità del succo gastrico puro e non solamente quella del succo diluito da una quantità indeter1ni· nata clel pasto di prova; 4° Tutti questi risultati si ottengono mediante un solo ed unic.o sondaggio. Dott. A. DEMARCHI.

MEDICINA

Del valore del metodo di Sahli per l'esame clinico delle funzioni dello stomaco. · (HABEL e Hu~rBERT. Presse 111édicale, 1903, n. 79).

Il metodo di SAHLI essendo uno di quelli

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che permette di calrolare, nel contenuto stomacale estratto dopo la somministra· zione di un pasto di prova, quanto spetti al pasto di prova stesso e quanto al succo gastrico se<~reto, gli AA. hanno studiato in una serie di 23 casi il valore di questo procedimento diagnostico comparandolo ai risultati ottenuti col pasto di prova di EwALD modificato, ed esaminando contE:'m· poraneamente la mobilità gastrica mediante l'ingestione di capsule di gl1tcoide (contenenti ciascuna gm. O. 15 di iodoformio) le quali si sciolgono solo nell'intestino i11 contatto del succo pancreativo: si può in tal modo conoscere la motilità gastrica tenendo conto del momento in cui appare il iodo nella saliva. Il pasto di prova di SAHLI consiste in una zuppa al grasso e al burro, ed ha if ' rantaggio di permettere, mediante il procedimento di GERBER, una rapida e facile i·icerca della quantità di grasso esistente nel contenuto stomacale estratto. Conosciuta qu~sta, si può calcolare qual'è la quantità del pasto di prova i·imasta nello stomaco al momento dell'estrazione, e quindi quanta parte della massa totale ritirata sia dovuta al succo gastrico. Dalle loro i·ice1·che comparative coi tre suddetti metodi, gli AA. concludono che essi hanno risultati generalmente concordi, ma che il metodo di SAHLI presenta i se· guenti vantaggi: 1° :à1aggiore facilità di ritirare il pasto di p1·0,ra dallo stomaco; 2° Esso indica la quantità di zuppa che ha oltrepassato il piloro in un tempo determinato. e permette di calcolare · 1a quantità di succo gastrico secreto che è nello ston1aco al momento del sondaggio · ( () )

La fluorescina nella transilluminazione dello stomaco. (KE1'1P. Ne1v· Yorlc

11ied.jorir11. n. 1315, 13 feb.190!),

Tra le sostanze fluorescenti, che i11tro· dotte nello stomaco, dànno un'illuminazione sufficiente per l'esame di quest'organo. il KEMP annovera il bisolfato di clzini·na nelln dose di centgm. 65 di sale in gm. 230 di acqt1a distillata, l'esculina, che è un principio che si ricava dall'aescz1lzls Jigppocasta1i1l111. e la fluo1~escina. La fluorescina è una polve1·e rossa, . o· lubile in alcool ed in alcali ; è anche facil· mente solubile e fluorescente in acqua cli reazione neutra. La fluorescenza però diminuisce conH aumenta la quantità di fluorescina disciolta. Il KEMP ha trovato che il massimo di fluorescenza si ha con mezzo lit1·0 d'acqua in cui si sieno disciolti 1 1/2 a a g1·ammi di bicarbonato sodico e un centigrammo cli fluorescina; la fluorescenza aumenta se si aggiunge la glicerina nella proporzione di 3 1/2 a 7 grammi. È anche necessario sapere che l'acidri cloridrico fa diminuire la fluorescenza, pe1 cui bisogna neut1"alizzarlo nello stomaco. Ecco la tecnica che bisogna seguire : Si tiene l'infermo a stomaco digiuno; gl si dà a bere un bicchiere d'acqua alcalL nizzata con 1-1 1/2 grammo di bicarbonah di sodio e poi un altro bicchiere d'acqua con la stessa dose di bicarbonato, gm. di glicerina ed 1 centigrammo di fluor scina. Lo stomaco in tal modo è preparati per l'esperimento. \ Si conduce nella camera oseura l'inferm e lo si sottopone ai raggi X. Le immagin che così si ottengono sono superiori a quell ottenute con qualsiasi altro mezzo. Si pu così osse~vare la forma, la grandezza e I situazione dello stomaco e gli eventuali t1 mori della parete anteriore, che, q11and la luce è buona, si distinguono da q11ell dell'intestino e del fegato. Dott. O. ScHTFo.ra. j


LANNO XI, F ASC. 16]

Fallacia di alcuni sintomi per la diagnosi di 11lcera gastrica pert·o1·ata. . (HARl.iAND PEAKE.

Brit. 11zerl. jour., 21 n<lV. 1903).

I sintomi pei quali si suole riconoscere l'esistenza di una perforazione di un ulcera gastrica possono in parte mancare o essere modificati. Questo può avvenire anche per quei sintomi che si ritengono più sicuri e comuni.• Lo stato di collasso può mancare mantenersi regola1~e il polso e normale la temperatura, sebbene la perforazione sia a'rvenuta. Di questa possibilità si hanno 01·mai molti esempi. In un caso in cui la perforazione era avven11ta da due ore e mezza, la temperatura era normale, il polso a 80, e l'ottusità epatica non scomparsa. In un altro caso il polso era normale e mancav-a la febbre , quattro ore e mezza dopo. Da alcuni è stato chiamato periodo di riposo questa calma fallace che può aversi dopo la perforazione di un'ulcera gastrica. Anche la persistenza o la scomparsa dell'ot~usità epatica non ha sicura importanza, potendo essa persistere per molteplici conclizioni (aderenze, ecc.). Il dolore ·può assumere forme diverse ; può essere continuo, ma anche parossistico, come una grave colica. Questi dolori a carattere parossistico potrebbero far pensare ad altre forme morbose. Intorno all'importanza del vomito gli autori sono discordi. Alcuni lo ritengono un sintoma precoce e predominante; secondo altri è incostante; secondo altri general' mente manca. Nell'apprezzare tutti questi sintomi biso· gna tener conto della natura dell'ulcera, della se(ie; a fatti precedenti o concomitanti. V. G.

11 trattamento dell'uleera gastrica. (MAX WAGNER.

485

SEZIONE PRATICA

Mttnche1i. Mediz. 1Voclienscltrift, n. 1, 1904).

Nel trattamento dell'ulcera gastrica il punto più importante è, secondo FLEINER, il riposo più assoluto del corpo e più spe· cialmente dello stomaco, che si ottiene con

il digiuno. All'alimentazione per bocca, si supplisce, specie dopo ematemesi, con clisteri nutritivi, e per bocca non si dovrebbero , concedere che pezzettini di ghiaccio e alte dosi di sottonitrato cli bismuto. Il LENHARTZ si è sollevato contro questa cura di riposo gastrico con alimentazione insufficiente, e fondandosi sop1""a numerose osservazioni ed esperimenti, 1·accomanda fin dall'inizio della cura una dieta ricca di albuminoidi . Egli iniziò le sue esperienze nelle ragazze clorotiche, sofferenti di quelli stati morbosi gastrici che per lo più vengono d"iagnosti cati come ulceri gastriche, e nei quali non giova affatto o molto poco la cura lattea. Il LENHARTZ assicura che tali malate trattate fin dal primo giorno con una dieta 1·icca di albumina e preparati ferruginosi, guarirono inolto prima di <;1.uelle tenute a dieta lattea assoluta. Questi ottimi risultati ottenuti n elle clorotiche con .disturbi ga· st1·ici o con ulceri senza ematemesi, per· suasero il LENHARTZ ad estendere il suo metodo te1~apeutico anche agli ulcerosi con· clamati e con ematemesi, partendo da queste conside1·azioni. Si sa che la clorosi e tutti gli stati anemici predispongono alla formazione di ulceri, e sono insieme con la ipercloridria uno dei momenti patogenetici più importanti. Ora se un malato di ulce1·a gastrica vien sottoposto anche dopo un'ematemesi ad un i·egime latteo, il suo stato di denutrizione e di debolezza aumenterà e tale stato iponutritivo non faciliterà certo la guarigione dell'ulcera. I clisteri nutritivi che per solito in tali occasioni si praticano, eccitano la peristalsi intestinale aumentando la pressione del sangue. Inoltre, la quantità di latte da somministrarsi, per essere sufficiente, bisogna che sia di tre litri, e tal quantità iperstendendo lo stomaco può p1·ovocare di nuovo ematemesi. Premesso ciò, il LENHARTZ, già da 7 anni somministra una dieta ricca di albumina specie a coloro che per ematemesi od altro si trovano in uno stato di debolezza e di anemia. Egli non ha mai osservato incon-. venienti di sorta, anzi rapidamente gli ammalati sono stati sollevati dai loro do· lori conseguendo rapida guarigione. Il trattamento usato in 60 malati con ulcera gastrica ed ematemesi è stato il se· guente: assoluto I"'iposo psichico e del corpo per 4 settimane almeno, vescica di ghiaccio sullo stomaco per impedire il meteorismo (7) •


486

IL POLICLINICO

e le contrazioni gastriche e quindi diminuire il dolore. Il giorno dell'ematemesi, , somministra nelle 24 ore successive, da eme. 200 a 300 di latte ghiacciato e da 1-3 uova sbattute ed inoltre gm. 2 di bismuto, come raccomanda il TROUSSEAU, sospeso nell'acqua. Nei giorni seguenti au· · , menta il nl1mero delle uova, in media uno al giorno fino a raggiungere il numero di 8 pr·o die, e a queste aggiungendo progres· sivamente sia per la quantità che per la qualità delle sostanze, latte, zucchero, burro, biscotti, prosciutto, carne cruda, ecc. L' A. dà di questi alimenti una speciale tabella e n e indica il modo di somministrazione. Precocemente poi aggiunge ferro ed ar· • sen1co. Tra i 60 ammalati esaminati, 52 furono dimessi dall'ospedale nei primi due mesi di cura, clinicamente guariti, gli altri ri· masero in cura un tempo più lungo. L' A. riporta infine le storie cliniche dei malati curati con tal metodo, dalle quali risulta come il suddescritto trattamento dell'ulcera gastrica sia da preferirsi a quello finora in uso, della dieta lattea.

LANNò XI, F.A.Sc. 161

mie, tiroidectomie, nefrotomie, nef1·ectomie resezioni del fegato, estirpazione della cistifellea, ecc. L' A. ba in tal modo dimostrato : 1. Che la soprarenina esercita una energica azione vaso-costrittiva. 2. Che essa in soluzione all' t : 1000 e all' 1 : 2000 determina istantaneamente ischemia di tutti i tessuti . • Per ottenere l'ischemia degli organi pa· renchlmatosi, specialmente del fegato e dei reni, conviene usare soluzioni all'1 : 1000 o all'1 : 2000. L'ischemia si ottiene al più tardi in 30 secondi. L' A. consiglia p.e r gli organi parenchi· matosi una dose così concentrata perchè l'organo, essendo molto ricco di sangue, diluisce subito la soluzione iniettata, la quale infatti agisce su di un esteso territorio, Viceve1·sa ricorrendo a soluzioni più deboli (1 : 10000) l'ischemia si ha dopo 1-2 e più minuti e talvolta può mancare. Per ottenere l'ischemia di organi meno ricchi di sangue, come ad esempio, la pelle, il cellulare adiposo, i muscoli, con· siglia adoperare soluzioni all'1: 5000 ed ATTILIO ASCARELLI. all'1: 10000. L 'ischemia si ba subito o al più dopo 1-2 minuti primi. 3. .Di una soluzione all'1: 1000 si posTERAPIA sono in un adulto iniettare sino a 10 eme. Sull'ischemia artificiale (Studi sperimentali senza timore alcuno di avvelenamento. 4. La soprarenina nelle dette concen· Intorno ali' azione della soprarenina sui tes- trazioni non ha azione nociva sulla vita· suti e sua a.pplicazione nella pratica chi- lità delle cellule dei tessuti. rurgica). 5. La soprarenina si può sterilizzare per mezzo dell'ebollizione. Dopo un certo (J\iiùLLER. Mit1iclie11,er Medizin. Wocliensclirift, · tempo, specialmente nelle soluzioni più n. 5, 2 febbr. 1904 e n. 6, 9 febbr. 1904). diluite dell'1 : 2000, la soprarenina sotto L' A. si propone uno studio comparativo l'influenza dell'aria si altera. La tinta sull'azione delle tre principali sostanze iso· rosea che talvolta assumono le soluzioni late dall'estratto delle capsule surrenali, non ne modifica punto l'azione : tali solu· cioè la sop1~arenina, l'ad1~enalina e l'epine- zioni agiscono identicamente che le solt1· frina , sostanze che hanno tutte proprietà zioni incolore. Una tinta brunastra o un ischemiche. intorbidamento indicano una decomposiNel preHente lavoro egli si occupa sola- zione della soluzione, la quale 4n tal caso mente della soprarenina. non è più adoperabile. È quindi consiglia· Tali ricerche sono state fatte special- bile di adopera1·e soluzioni preparate <la mente sugli animali, e sono di natu1·a sva- poco tempo. riatissima: ischemizzazione dei vari tessuti 6. La soprarenina in soluzione al· ed osservazione istologica delle parti ische· 1'1 : 10000 o all '1 : 20000 possiede una spie· mizzate, semplice applicazione della sopra· cata azione eccitante sul cuore. Si può renina sulle ferite sanguinanti, iniezione senza alcun danno iniettare nel miocardio di essa nei più svariati tessuti ed in di- 1 eme. di tale soluzione. 7. La soprarenina è specialmente con· versi atti ope1·ativi, come, ad esempio, laparotomie, operazioni sul collo, laringecto- sigliabile in quelle operazioni in cui si 1

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SEZIONE PRATICA

v11ole e'pitare la lJiù piccola i)erdita di I Con es1Jerienze più recenti lo stesso au· sangt1e. come ad esempio nelle operazioni tore ha dimostrato che una soluzione di che si praticano sopra individui molto de- adrenalina pura, vecchia di un anno ed boli. anemiei ed anche nei cardiaci. a''"ente il colore del v;ino di Malaga, è inef· H. È sopratutto preziosa nelle ope1·a- ficace. poichè produce appena una leggera zioni sul fegato e sui reni. poichè impe- ele,razione della pressione di breve durata disce l'emorragia parenchimatosa. e nessl1n cambiamento nel ritmo cardiaco. embra cl.unque che l e , ,..ecchie soluzioni H. La soprarenina deve essere ado11erata 1Je1· iniezione nei tessuti. d'adrenalina sieno inattive e nello stesso 10. Essa agisce determina11do in qual- tem1Jo dannose, pe1· cui è buon consiglio di siasi tessuto un 'or.elusione di tutti i capil- non acloperarle nella llratica medica quando lari e delle piccole arterie e vene. '--~ ui non se ne conosce con precisione la data gro si ,-asi determina solo t1na restrizione di pre1Jarazione. del lu1ne. econdo il Lrv-oN, sarebbe possibile di 11. L 'azione della soprarenina si rico· co11sPrvare all'adrenalina tt1tte l e sue pronosce dalla tinta giallastra che assume il prietà fisiologiche anche per lungo tempo, mediante l' addizione di acido cloridrico pu· tesst1to. 1:2. L 'azione clella soprarenina dura a rissimo nella proporzione del 6 per mille. lungo. tal,-olta anche parecchie ore. In tal modo anche dopo un anno le so1:3. X on sono state mai osser,.. ate emor· 1uzioni di adrenalina si conserverebbero 'l'agie econdarie nei tes uti i sc11emizzati a11 cora atti'le. con le iniezioni di soprarenina. Bisogna Dott. O. ScHIFONE. però aver cura. quando si opera su organi parenchimatosi (fegato. r ene). di isch emiz· zare ller una certa esten sione il t essuto. in guisa che dall 'uua parte e dall'altra clella Accad~mie, incisione r esti un tratto di 11 12.. 2 centi· metri ischemizzato. RESOCONTI PARTICOLARI 14. È }Jreferibile usare p er le diluizioni ])iuttosto che 1 a cqua distillata una soluzione di cloruro sodico e precisamente una so· XVII Cong1·esso della Società Italiana lt1zio11e al O. 6 per cento. Le soluzioni non di Chirurgia. l1anno un costo elevato. (Ronza, 27-30 111ar.i o 1904.) 13. Le iniezioni i·iescono p erfettamente R. Bastianellf (Roma). 8ull'i11terve1ito nell'aJJ· indolenti. L'i&chemia si può associare alla anestesia locale aggiungendo alla soluzione 11endicite e sue co111plicazioni. - Con argomenti di soprarenina dell'eucaina o della cocaina e con fatti tratti da t1na statistica di 55 casi nelle }Jroporzioni del 1/2 o dell '1 per personali e di 39 dovuti a più chirurghi degli ospedali di Roma, studiati e raccolti dal SI· cento. 1<>. Per le iniezioni con,..iene usare GNORJ.;LLI, difende il principio dell'intervento una siringa della capacità di 5 eme. con precoce nell'appendicite, sia o no l'appendice perforata, sia o no la peritonite circoscritta, si· ago sottile e lungo. Per il fegato è consigliabile fare uso di cul'o cl1e solo con questo principio si potranno un ago sottile, ad est1·emo però ottuso e eviti:tre funesti errori e sopratutto le gravi e munito di due aperture laterali. G. P. f11r1este complicazioni d ell'appendicite. • Critica i concetti coi quali sono state fatte le statistiche, dalle qt1ali non si potranno mai Inefficacia delle vecchie sol11zioni trarre conclusioni attendibili finchè si seguite· d'adrenalina. ranno a porre di fronte morti e g11ariti quali soli termini della questione. (LrvoN. 8e1nai1ie lllédicale. 3 febbraio 1904:). L' O.. fondandosi specialmente sullo studio Il LrvoN ha dimostrato che quando la delle complicazioni, {peritoniti diffuse, ascessi soluzione d'adrenalina ha preso dopo al· sottodiafra1nmatici, empiemi~ nefriti tossiche), che cune settimane una colorazione brunastra sopra,·vengono talora rapidamente, sostiene che è dannosa per il cuore, di cui ptlò deter- il solo modo sicuro di pre,renirle è l'inter'"ento nelle prime 48 ore, il qnale è pi1ì facile e pii1 minare l'arresto brusco. (9)

Società mediche, Congressi

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IL POLICLINICO

sicuro che non quello cui talora si deve ricorrere più tardi per necessità impellente, tanto più che coll'intervento p~ecoce si pl1ò sempre rimuovere l'appendice, e più tardi le difficoltà tecniche crescono. La statistica d ell'O. porta nientemeno che 2() peritoniti diffuse, 6 ascessi sottodiaframmatici, di cui 5 con empiema, 1 empiema, 1 delirio tos· sico quasi mortale, 1 nefrite tossica; tutti questi tra i soli casi operati a caldo e osservati nell'attacco. Ripartendo i vari casi a seconda della giornata dell'intervento, si hanno 12 operati nelle prime 4.8 ore con 12 guariti e 12 appendiC'i asportate; 8 operati in 3a giornata con 2 morti, e 33 operati dalla 3a giornata in poi con 9 morti, e più volte senza che sia stato possibile aspor· tare la parte malata. Questi fatti sono tali che non possono essere documenti di valore, osservando che forse la metà di tutti i malati di appendicite supera l'at· tacco senza l'intervento chirurgico. I chirurghi devono sforzarsi di far entrare nella coscienza dei medici ql1esto principio, senza curarsi dell'accl1sa che loro si fa di OEerare macchinalmente secondo u.n o schema, sicuri che questo schema è più certo e più semplice del· l'altro concetto, del resto pure schematico, ma infido, di operare solo dopo aver iniziato sempre

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una cura aspettante. Difende questo principio con fatti clinici e con argoment.i e conclude che si deve attendere solo qua11do, chiamati dopo il 4° o 5° g iorno, vediamo dall'insieme dei sintomi che l'attacco volge al bene, perchè a quest'epoca l'intervento è più grave e meno sicuro per la solidità della cicatrice residuale; ma se chiamati nell'inizio, dovremo sempre proporre un intervento, certi della stia innoc11ità. Non tarderà molto che que· st'operàzione diverrà di pratica corrente tanto quanto quella dell'ernia strozzata, della tracheo· tomia, dell'operazione cesarea, tecnicamente più difficili. Riguardo alla tecnica, r espinge il concetto che si debba operare sempre con un'incisione tipica: 1'0. opera con un taglio lungo la spina e la cresta iliaca, scollando il peritoneo come fa SON· NENBUP.G, quando è persuaso che l'ascesso è posteriòre; se no, preferisce lln lungo taglio an· teriore od obliquo laterale, o longitudinale at· traverso' il mt1scolo retto, a seconda della SHde della tumefazione; quando non c'è peritonite, colloca l'infermo col bacino sollevato. Per ; casi che opera a freddo preferisce il taglio attraTerso il muscolo retto, e se si tratta di casi i1ei qt1ali la storia del malato non fa pre,~edere (10)

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[ANNO XI, F ASC.

difficoltà ne11·estrarre l'appendice, opera con la infiltrazione alla Schleich, incidendo la ct1te lungo una delle pliche trasversali che decorrono fra le due spine iliache anterior superiori e aprendo pure in senso trasversale od obliquo la guaina del retto, scostandone o divariC'andone le fibre muscolari in senso longitudinale: basta una piccolissima apertura del peritoneo per estrarre il C(tpzit coli e l'appendice. Si ottiene. così una cicatrice sicura contro le ernie ed esteticamente migliore di quelle longitudinali. Dato che si incontrino difficoltà per atle· r enze, ecc., è facile, scollando e retraendo in alto il bordo superiore dell'incisione trasversale., scoprire maggiore estensione della guaina del retto e aggiungere al taglio trasversale già fatto su di essa ltn'incisione longitudinale in alto e in basso che permetta mag~iore divaricamento delle sue fibre e più largo adito in cavità. Ceccherelll. Ricorda che propugnò queste idee di pronto intervento nella penultima adunanza della Società di chirurgia: aggiunge che non bisogna ,,credere che sia sempre ottima la statistica operando presto. Anche allora vi sono dei pericoli sia immediati, sia consecutivi. Non bisogna sistematizzare, perchè ci sono casi nei quali si ha la gua· rigione senza drenaggio, ma ve ne sono di quelli in cui bisogna usarlo : lo stesso si dica a proposito dell'ernia; segna i casi in cui ~ i è usato-

drenaggio e tamponamento e conclude sostenendo la necessità di individualizzare questi casi onde premunirsi da soverchia responsabilità negli esiti. Bonanome. Dalla mia esperienza risulta eh~ si può dopo 5 o 6 giorni, quantunque esista una raccolta purulenta, asportare l'appendice senza che sopra·vvenga alcun accidente sfavorevole. Il distacco di tutte le aderenze permette il v uotamento di altre piccole raccolte che sarebbero . rimaste fra le ctnse. Naturalmente l'asportazione dell'appendice in queste condizioni necessita lo zaffamento della cavità peritoneale nel punto ove esiste l'ascesso.

Biondi (Siena). Co11trib1:ito all' et;ologia, a1tafo111ia patologica, dia,q1iosi e e-ara dell' appendic;te. Presenta t1na statistica personale di \81 casi di appendicite, classificati secondo le varietà ana· tomo-patologiche, nei quali intervenne sia a caldo che a freddo. Si diffonde sulla etiologia e' la pato· genesi, nonchè sulle varie complicanze. Conclude dichiarandosi fautore dell'intervento precoce. Circa la tecnica sostiene quanto segue : 11 taglio pararettale ipogastrico destro che egli esegt1e sempre è preferibile a quello del ONNE~ BURG e cl el BASTIA~ELLI perchè:

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SEZIONE PRATICA

1° lascin. dominare bene l'appendice, la sor . gente cioè del male, che si deve sempre cercare di estirpare, senza limitarsi a trattare il solo ascesso che è una con seguenza del male · 2° perchè lo stesso taglio si può fare breve o lungo tanto quanto occorre e lascia estirpare agevolmente tanto un'appendice con semplice in· fiammazione cata rrale, come dominare le varie complicazioni del male · 3° perchè il muscolo retto, restando inguai· nato fra la Slttura apone,rrotica anteriore e poRteriore, impedisce la for1nazione dell'ernia trau· matica: 4° perchè si ha guarigione in pochi giorni quanclo non si lascia il drenaggio ~ questo vien e usato dall'O. solo quando vi è p eritonite: in quest•ultimo caso, rimosso il drenaggio si deb· bono ripreparare i diversi strati e suturarli allo scopo di prevenire l'ernia, p er qttanto è possibile.

.ilessandJ.·i (Roma.). Contributo alla rlin.r;nosi e alla cnra rlei !u1nori vescicali. - Presenta i p ezzi di H tumori vescicali da lui operati, t1no appar· tenente ad t1n epitelioma infiltrato estirpato colla reseziùne di un buon tratto di parete vescicale, 11110 ad un mio-angio·fibroma largamente peduncolato del basso fon do vescicale ed uno ad un carcinoma ùella regione posteriore. Per la. diagnosi, oltre t.utti i mezzi noti, fra. cu i specialmente la cisto copia. che, ad esempio, fu preziosa nel suo 3° caso, richiama l'attenzione su una manovra semplicic:;sima consistente nell'iniettare liquido in vescicft a traverso una si· l'inga consistente, e aspirarlo subito con forza; se si tratta di tumore villoso, facilmente coll'acqua aspirata si ottiene qt1alche piccolo fram1uento cho all'esame nlicroscopico clà la sicurezza della diagnosi o anche precisa la natura del tu1ncre. (~uesto mezzo è importantissimo, ap · punto perchè nei tumori villosi la cistoscopia spesso non dà risultato, per la facile sanguina· zione e lo stato catarrale delle urine. In quanto alla tecnica operatoria, egli ha sempre praticato la soprapubica coll'incisione mediana delle pareti e della vescica elle fu suf· ficie11te nel 3° caso, mentre nel 2° dovette aggiungere un'incisione trasversale inferiore uni· laterale ad L, distaccando l~inserzione pubica del retto, e nel 1° caso r esecando inoltre defi· nitivamente una porzione del p11be per circa metà della sua altezza, non indebolendo cosl la resistenza della cintura p elvica e potendo poi ricostruire normalmen te la parete. Quanc.lo è possibile, cr ede bene suturare p er prima anche la breccia vescicale.

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Il successo nei suoi 3 casi fu completo e l'affida p er la correttezza della tecnica. Ceci. Trova molto utile il mezzo di provocare con l'introduzione di liqttido nella vescica e la Sl1ccessiva aspirazione il ~istacco dei ·v illi quando lo stato del contenuto 'Tescicale rende difficile la cistoscopia. ~Ia possono esser'i tumori vescicali colossali cl1e decorrono senza sintomi ed in cui la cistoscopia. 11on ha valore. L ' O. tre a11ni fa ebbe occasione di estirpare un enorme tumore dalla vescica del peso di oltre 2 chilogrammi decorso senza. sintomi e non diagnosticato (la lui che alla fine cl , ll'operazione. Si trattava di un tumore fisRo nella parte anteriore del cingolo pelvico, segnalato da oltre !. anni, in un uomo adt1lto e occupante tutto il v entre fino a. 2 dita tras,. .erse sopra l'ombelico. Salvo 11na discreta frequenza nell'urinare, in· terpretata dall'O. come effetto della compressione ~ulla vescica del tumore p elv·ico, non esi. steva altro feno.::ceno vescicale . All'operazione si tro,rò assente il peritoneo nella r egione mediana: lateralmente si entrava clalle dt1e parti n el cavo peritoneale~ distaccato il tumore per via ott11sa nel cingolo pelvico, previa legatura (lell'iliaca primitiva di destra, g iunse a peduncolarla v·erso la pelvi e n el cercare di isolarla con1pletamente penetrò in una cavità contenente urina. ..-\Jlora si accorse che il tt1more insorgeva dalla parete anteriore e dalla cupoln, vescicaìe 0he venne r esecata ulteriormente facentlo la revi· sione del campo operatorio. Stttura della ' '"escica. All'esame anatomico si rivelò un fibromioma con zone puramente sarcomatose e il pezzo fu illustrato minutamente clal dott. CASSANELLO assistente clell'O .. Qttesto caso dimostra ch e un tumore enorme della vescica può clecorrere senza si11tomi. A ' rendolo sospettato pote,ra constatarsi rallargameuto fortissimo della cavit~ vescicale. Qui pt1re si è avuto la conferma cli quanto l·o. ha visto costantemente n ei tumori vescicali. Il decorso lentissimo non dà salvaguardia di una su ccessiva degenerazione maligna. Difatti il decorso segnalato fin qui era cli oltre !. anni e po· trebbe supporsi del doppio, dato il punto nascosto di origine. Va completamente esclusa l'ipotesi che il tumore si originasse nell'uraco perchè E1sisteva un ingrossamento gradt1ale che passav·a da tutto il segmento sttperiore della ' Tescica nel tt1more. 6

R. Bastiauelli (Roma). Osserz:a~:io11,i "'7ll cisfo· cele e sulle ferite della ve. cica netta cnra radicale clell'ernia. - Su 5:16 ernie inguinali e crt1· raJi, stro~zate o no, operate <lal 1° gennaio 1899 (11)


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POLICLL.~ICO

al 1° gennaio 1904 nell'Ospedale della Consola· I zione dai suoi assistenti e da lui stesso, fu in· contrata 37 volte la vescica e cioè 10 volte in forma di vero cistocele, 27 volte per il fatto delle manovre operatorie in quella forma che è detta da alcuni cistocele per trazione od operatorio quantu11que non si tratti veramente di un'ernia ' "escicale. Il cistocele vero era 2 volte intraperitoneale, assai ·voluminoso in un caso, nell'altro piccolissimo e in ambedue non esistevano aderenze coll'omento. L'O. discute sulla patogenesi del cistocele vero nelle sue varie forme, st1ll'impor· tanza di fatti congeniti vescicali e di malfor· mazioni delle pareti e specialmente sull'assenza parziale della fascia trasversa e poi passa a studiare il cistocele per trazio1ie che gli sembra degno di molta attenzione poichè è spesso in simili circostanze più che in casi di vero cisto· cele che si verificano lesioni della vescica. Esamina. le condizioni in cui la vescica ap· pare durante la cura radicale, e stabilisce che non tanto la trazione quanto l'incision~ della fascia trasversale e l'estesa dissezione del sacco, specialmente nelle ei~nie dirette e in quelle cru· rali operate dalla via inguinale, hanno impor· tanza nel produrre il cistocele, e forse anche disposizioni speciali della vescica. Dato l'accidentè di una ferita vescicale, pro pone un ripiego usato da lui 3 volte con suc· cesso; suturare cioè la vescica a tre piani, chiudere il canale erniario radicalmente e poi tra· sportare la porzione di vescica ferita, tirando sui capi dei fili di sutura, mediante un picco· lissimo taglio mediano soprapubico, extraperi· tonealmente, e cucirla con due punti ai margini di detto taglio, in modo che se la sutura vesci· cale fallisse, la fistola risulti mediana ed extra· peritoneale, si da garantirsi contro un' infiltra· zione d'urina, pure assicurando la cura radicale dell'ernia. Fra i 37 casi nei quali s'inçontrò la vescica, ci furono 5 ferite; · 2 di questi 5 casi morirono, uno per infiltrazione 1rrinosa, l'altro nelle prime 24: ore per fatti di collasso : in ambedue l'ernia era strozzata. Negli altri 3 casi la vescica fu tirata e:!:tra·peritonealmente nella incisione della linea mediana: che dopo 8 giorni fu richiuAa. Ceci. Non sa dire in modo preciso quante ernie siano state operate da lui e dai suoi assistenti nella clinica di Pisa in 11 anni. Certo non meno di un migliaio e mezzo. Ora non poche volte è accad11to di trovare la vescica o di portarla nel campo operatorio per trazioni sul sacco. Del resto. anche nell' ernia obliqua esterna si taglia la fascia trasT"ersale. e la ve.....

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scica, collo stirare il sacco erniario, può es8 ere tratta in basso. L'O. suole aprire il sacco tutte le volte eh(• esiste grasso nella parte interna della sua ba.,,e; scolla il peritoneo dal grasso ed eventualmento dalla vescica ed applica la lega.tura sul .colletto esa:tamente preparato. Così. non è possibile di ferire la vescica erniata per trazione. Poj, sic· come 1'0. non suole cloroformizzare gli operanrli di ernia, nei q11ali invece usa l'anestesia morfio· cocainica, così tt1tte le volte che le manovro operatorie cadono o immediatamente o mediata· mente sulla vescica, gli ammalati ne lo avvertono accusando spontamente lln molesto stimolo (li urinare. Per le ragioni enumerate mai è accad11to al· 1'0. o ai suoi assistenti di ledere menomamente la, vescica. Quanto alla pratica adottata dal BASTIAl\"'ELLI di trasportare la sutura della vescica nel mezzo della regione ipogastrica facendo passare i fili attraverso una piccola incisione ed ivi fissarla, 1'0. ritiene che ciò potrà esser l1tile quando 1'11rina non è pur-a: ma se il contenuto vescicale è nol'male, sembra all'O. che la seconda incisione rap· presenti llna complicazione superflua. In regola generale 1'0. si dichiara contrario alle incisioni superflt1e delle pareti del -ventre. potendo iniziarsi delle eventrazioni anche dopo alcuni anni di perfetta guarigione. Parla vecchio. Ha incontrato anche lui pa· recchie volte la vescica nelle operazioni di ernia ed una volta ha sutt1rata una ferita che era stata molto maltrattata da altri. Dovette rego· larizzare la ferita e la cucì con tre strati di su· tura; i fili di questi ed un piccolo st11ello fece uscire dall'angolo interno della ferita, la quale guari perfettamente senza che ne fosse punto danneggiata la cura radicale dell'ernia. R. Bastianelli (Roma). A1itoa11iputazione sopra· vagi1iale dell'ntero. - Una signora di 55 an11i che da 20 anni aveva sofferto molti attacchi do· lorosi nel ventre, di cui l'ultimo più gra\e nel 1902, caratterizzati per peritonite, fu operata dall'O. di laparotomia perchè riconobbe nel ven· tre la presenza di un tumore grande quanto una testa di feto, situato nell'ipogastrio e un po • a sinistra, Jt1ro, quasi immobile, e senza chiari rapporti ool collo dell'utero. L'esplorazione faceva sentire una porzio11e vaginale normale che non si muoveva col tu· more. Questo, all'operazione, si trovò bene aderente alle pareti addominali. e liberate le aderenze. si vide che aT"e\a t1n largo peduncolo impiantato r

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a destra nel bacino. Sezionato e legato il pedt1n- I ,·t1ta la. successiva frequénte formazione del colo, si potè senz'altro asportare il t11n1ore. rettocele. Il }Jezzo è formato da un fibroma, dal corpo L'O. già dal 1898 ideò e comunicò alla Sodell'utero, dai d11e annessi torti -!·5 volte su loro cietà Lancisiana di Ron1a un st10 processo, stessi e da parte del legamento largo sinistro. presentando due casi di cura. Ora n e presenta La cavità t1terina impiccolita. termina 'rerso altri 5, i11 tt1tto 7 donne perfettameute guarite, l'istn10 chiusa, e il tumore s'i1npianta st1lla pa· con rjcostituzione completa del pavimento mu· rete anteriore dell'utero in basso. scolare del perineo. Il suo processo consiste nell'escidere tm lembo L'11t.ero d11nque si era amputato già sponta11eame11te ed il corpo aveva perduta og11i condi vagina e di perineo cutaneo a forma di nessione col collo, per i:;uccessive torsioni. mitra ''"escovile, la cui punta si tro,Ta piCt o meno in alto sulla parete ' "aginale posteriore, i La Torre (Roma). L' a111pzitazione del collo nte- lati scendono sino alla origine delle piccole ri110 rol proprio proces ·o. - Le accuse fatte allabbra in basso, la base, alquanto arcuata, con· l'amputazione del collo dell'utero, in riguardo torna l 'apertura anale a pochi millimetri di di· stanza. ai danni che ne derivano sia per la gra·v idanza Escissa la mttcosa , raginale e la pelle del sia dttrrtnte il periodo del parto, sono da ripor· perineo, secondo qt1esta incisione, va alla ri· tarsi piuttosto ai processi usati che all'atto ope· rati,To per sè stesso. cerca tlelle masse mt1scolo-aponevrotiche del· Tanto il processo di SCHROEDER qt1anto quello l'elevatore dell'ano e dell'aponevrosi profonda, lacerate e retratta. e le avvicina con una sutt1ra <li S1~tON·~IARCKWALD riescono indaginosi, spesso, in massa. Passa poi alla st1t11ra clella pelle e e difficilmente danno g11arigioni p t?l' pri11ia111. L'O. ha opportunamente modificato il secondo della m11cosa vaginale. dei processi citati, procedendo come segue: Durante l'esecuzio11e clei ta.gli si serve cl el pallone a cassa di violino tlel Bomer introdotto Incide a tutto spessore le dt1e commessure del mu8o cli tinca, formando due labbra. Passa quindi nel retto. Quando passa alla s11tura, toglie il 4 o :5 anse di filo, pit1ttosto in dietro, a tutto pallone e introduce nel r etto l'indice rivestito di un dito di g11anto in cao11tchonc per sorvPgliare spessore, sul labbro anteriore, e incide a cuneo detto labbro, tenendosi a sufficiente distanza il passaggio dell'ago. <lai p11nti. Quindi stringQ e annoda tutti i punti. A. D'A.ntona. Operazione co1t::;ervatrice i1t 11.n Risulta cosi una esatta coalizione della sucaso (/i sarco11ta niielogene rlell'rpifisi .·n11eriore perficie cruenta, senza dire che il passaggio dei fili prima de1l'incisione è molto più facile ed della tibia. - Presenta le racliografie, il pezzo anatomico, le fotografie prima 8 dopo l'opera· esatto. zione di un sarcoma dell'estremo superiore della Con questo processo ct1rò 7 donne, delle quali tibia sinistra, ove praticò la resezione clel quarto B erano nullipare, e furono fecondate dopo l'ope· superiore dell'osso, con avvicinamento della tibia razione. Anche nelle altre 4, che avevano avuto residuale all'epifisi crue11tata clel femore, piaz· già gravidanze, q11este si ripetettero. In tutt'3 la guarigione a''venne perfettamente, zando come ferula dietro il condile esterno l'e· per J>ri1na11i, e le gravidanze, nonchè i parti, s i stremo s11periore del perone. Il risultato è stato molto soddisfacente. prod11ssero normalmente. L,O. presenta anche n11merose radiografie e La Torre (Roma). Peri1ieorrafia col 11rocesso fotografie di lesioni ossee - calli deformi, pseu11roprio. - Tanto il processo di LA'VSON -TAIT clartrosi, lussazioni inveterate - dimostrando i buoni rist1lta,ti che si hanno in tali casi con (modificato dal SXNGER),, quanto quello per sci· l'intervento attivo servenclosi della racliografia. v-olamento del DOLERIS, se possono esser suffi· cienti nei casi di lacerazioni perineali ordinarie, Codivilla (Bologna). Sulla trazio1te rlell'arto in· interessanti solo la commess11ra vaginale e la pelle, non danno felici risultati nelle lacerazioni f eriore applicata ctirettarnente alto sclteletro. I metodi comuni di applicazione clella trazione dette interstiziali, quando cioè lo strato muscoloall'arto inferiore non permettono cli ottenere dalla aponevrotico, il pavimento del perineo, sia stato trazione tutto ciò che essa· potrebbe dare. Il limite lacerato e le parti allontanate una dall'altra. Allora nella ricostituzione del solo perineo. massimo nel grado di forza da applicarsi è deter· minato non dal limite ultimo di resistenza. d ei cutaneo si viene ad avere uno strato sottilis· tessuti alla distensione, limite al di là clel quale simo fra retto e vagina, il solo setto retto-vaginale, avvengono alterazioni che tolgono ad essi la che non offre alcuna resistenza. A qt1esto è do· (13)


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capacità della fL1nzione normale, ma da altre circostanze fortuite, quali a.d es. la resistenza della cute alla pressione, la sua sensibilità, ecc. Queste circostanze permettono di applicare sol· tanto forze traenti di intensità relati,ramente molto debole. Queste forze inoltre perdono molto del loro rendimento e per l'attrito col piano sul quale l'arto appoggia, e perchè la loro azione giunge alle ossa per la via mediata delle parti molli. Per tali ragioni riesce difficile, talvolta impossibile, distendere ad es. le parti · molli della coscia subito dopo avvenuta u11a frattura del femore: qt1ando la forza distensiva non deve lottare che coll'elasticità dei tessuti. Ora in molti casi in chirurgia tornerebbe utile trarre partito dall'azi~ne di una forza traente della massima intensità che è compatibile colla tollerabilità dei tessuti molli alla distensione, come ad es. nelle fratture guarite con deformità o in generale nel più dei casi di accorciamento di un arto. È stato in casi di fratture in'reterate del fe· more saldate con accorciamento che OODIVILLA. l1a posto alla prova forze distensi,-e di intensità non mai raggiunta, da 25 a 70 Kgm. Per il me· todo di applicazione della forza si è fissato al seguente. Ha tolto l'incon\eniente della trasmis· sione della trazione allo scheletro per, mezzo delle parti molli, e con ciò la possibilità di decubiti della cute sulle sporgenrze ossee del piede, ap· plicando là forza traente direttnmente allo sche· letro per mezzo di un chiodo passato attrav·erso la porzione posteriore del calcagno. Il malato è posto sul letto di . SchedeEschba um, dopo eseguita la dist1nione dei fram· menti o l'osteotomia obliqua, e mentre l'arto è sottoposto a trazione, la forza è fissata in 11n apparecchio gessato che, da due ferule in rap· porto col chiodo, sale alla radice dell'arto ed abbraccia il bacino. A distanza di qualche giorno dall'atto operativo l'apparecchio gessato è diviso circolarmente in corrispondenza della disl1nione ossea, e trazione e oontrotrazione sono nuova1nente applicate, la pri1na al segmento distale dell'apparecchio, la seconda al segmento prossi1nale. Lo spazio che si ottiene fra le due parti dell'apparecchio, così distratte, è chiuso completando l'ingessatura; ed in tal modo la nuo,ra forza applicata resta essa pt1re fissata nell'apparecchio. Lo stesso fatto p11ò ripetersi da d11e a più ,-olte usa.ndo forze più o meno alte secondo la neceHsità del ·caso. Il chioclo è tolto da 10 a 30 giorni dalla Slta infissione e l'arto è affidato alla estensione per· manent<' com11ne o ad 1111 apparecchio gessc.1to fatto n el 111odo solito.

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Il metodo della trazione applicato diretta. mente allo scheletro, è stato dall'O. utiliz~ato in 16 casi, e cioè in 6 deformità da fratture del f O· more guarite con grave spostamento dei frani· menti, in 3 deformità da fratture della gamba, in 1 coxa vara, in 1 accorciamento dell'arto per co- . xite tifica, in 1 accorciamento per arresto di sYi· luppo del femore, coi migliori risultati, fino a produrre allungamenti degli arti da 3 ad 8 con· timetri. Il chiodo è stato sempre ben tollerato e la tra~ione soltanto in 2 casi, a due o tre giorni di distanza dall'applicazione dell'apparecc11io, ha prodotto disturbi del sistema ner"\roso cen· trale (con,rulsioni) che hanno obbligato a dimi· nuirne il grado. Di questi casi 1'0. presenta radiografie e fo· tografie, a cui aggiunge pure le radiografie di alcuni casi di fratture con deformità del femore in adulti, operati con successo collo stesso mP· todo dal dottor BALDO Rossi di Milano. Galeazzi. Sulla base della propria esperienza è in grado di confermare pienamente l'efficacia del metodo di trarliione diretta sullo scheletro. Egli lo applicò in due casi di accorciamenti del femore di alto grado, l'uno per incurva· mento rachitico ed arresto di sviluppo, l'altro per callo deforme, ottenendo degli all11ngame11ti di 4:-5 centimetri, ed in due C'asi <li coxa ' 'aru, l'unà di origine traumatica, l'altra di origine rachiti?a, C'on una guarigione ideale della deformità. Crede C'he il metodo razionale di CoDIVILLA di trazione diretta sullo scheletro è chiamato a. rendere utili servizi nella cura di molte lesioni chirurgiche ed ortopediche e segna un grande miglioramento nei nostri mezzi ·di trazione continua. D A.ntona. Fa plauso alla proposta ingegnosa. ma vuole domandare se il Oon1,·1LLA ha esperi· mentato la trazione fatta su cuoio modellato intorno al collo del piede dai ma.Ileoli al cal· cagno e se ha constatato differenza nei risultati dei due metodi. Osserva ancora ohe la trazione fatta sul chiodo che attraversa il calcagno non è sulrasse scheletrico della gamba, ma de\ermina un movimento di bascule che do,rreb be nuocere alln • correttezza della trazione. Padula. Domanda: 1° su qual punto dello scheletro il CooI· ''ILLA applica la contro-estensione, specialmente nella riduzione della coxa-vara: 20 quanto tempo dura l'applicazione della trazione e se il calcagno non subisca decubito }J01' effetto della pressione co11tint1ativa del r.Jtiodo. 1


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Codivilla. Ringrazia il GALEAZZI per l'ottimo eontributo portato a sostegno della. bontà del metodo. e per averne esteso il campo delle indi· • • caz1on1. Risponde a.I D'A.NTONA che egli ha posto <ÙlH prova tutti i mezzi con sigliati dagli ortopedici e dai chirurgi ller rendere tollerabili le forti trazioni ch e applica, ma che ha dov11to desistere da essi poichè non erano sopportati dai malati e producevano costantemente de-0ubiti. Il chiodo invece non è nepp11re a''''ertito, la pelle non è sottoposta a pressione alcl1na ed il malato è libero di eseguire, come esegue, senza risentire dolore, movimenti di flessione ed esten.sione nell'articolazione tibio-tarsea. È poi vero che il chiodo, attraversando la porzione posteriore del calcagno, non fa cadere la linea della forza sull'asse longitudinale della tibia, ma posteriormente ad essa · ma ciò non è ch e di vantaggio, poichè tale linea cade in tal modo fra la tibia e il tricipite surale, rendendo possibile cosi llequilibrio fra le forze di flessione e di estensione del piede ed impedendo l'equinismo così facile a prodt1rsi in tali casi. Al PADULA dà delucidazioni sul modo come € formato l'apparecchio g~ssato alla radice del· l'arto e sul bacino, quella parte dell'apparecchio cioè che esercita la controtrazione, Bd assicura ehe il chiodo non produce, durante il periodo cl1e re.·ta 11el calcagno, lesioni degne di nota nel tessuto osseo. Allorchè a fine cli cura il ehiodo viene estratto si t.ro,·a qualche volta meno fisso che al primo momento, ma il tramite non è 1nai molto allargato. Del resto le stesse oblJiozioni sono state rivo]te al noto appar ecchio di J}Ialgaigne, e la esperienza le ha mostrate infondate. Ringrazia l'egregio Presidente p er il gentile e favorevole commento fatto alla sua • • <!omun1caz1one.

Dalla Vedova 1Roma). P P-r la ,qe11esi rlelt'eso·'>fosi borsata. - Presenta i pezzi anatomici e ]e radiografie di 4 casi di esostosi ca.rtiJaginee so· litarie borsate operati nella Clinica chirurgica di Roma. Dallo studio istologico assoda due fatti: a) la esistenza di un denso strato di connettiYo fibroso ch e separa la cartilagine j alina che ri,·este l'esostosi dalla cavità della borsa; b) la esistenza (caso III) di un cordoncino che pesca\a a ponte nel lume della cavità, cor· doncino nel quale si riconosce~a la primitiva natt1ra muscolare (muscolo striato), fatti anatomici che non tro,·erebbero spiegazione, n ella interpretazione genetica del RINDFLEISCH che

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ritiene la borsa come una estroflessione della sierosa articolare viciniore, ma provano che la borsa che riveste l'esostosi è secondaria, acci· dentale. Codivilla. Si rallegra che il collega abbia tro· vato fatti anatomici ed istologici in appoggio dell'antica teoria della origine funzionale delle esostosi borsate, teoria che l' O. sente di dovere egli p11re soAtenere. Egli ha trovato esostosi bor· sate là dove non era possibile spiegarle come una migrazione dall'articolazione, ad es., all'estre· mità posteriore del calcagno sotto il tendine di Achille, o sulla superficie interna della tibia in rapporto coi tendini d ella zampa d 'oca. Tali esostosi se Ri fossero originate dall'articolazione sarebbero passate al di là della cartila· gine epifisaria, fatto che 1'0. non ritiene possibile. D el resto non deve fare meraviglia alcuna che se esiste scivolamento e pressione sopra l'estre mità di un osso si possa avere la formazion e di condizioni anatomiche cl1e molto si avvicinino a quelle di un' articolazione, conoscendosi gli stretti rapporti che esistono fra forma e funzione. Ricordando che Roux ha stabilito che si forma cartilagine jalina quando esistono ten· sioni di scivolamento insieme a tensioni di pres· sione, non potrà meravigliare che qu~sto tessuto si formi sulle esostosi quando si trovino n elle condizioni funzionali accennate.

Leotta (Roma). Le alterazioni prodotte dalle estese scottature e la patogenesi della relativa 11iorte. - Riferisce i risultati di una numerosa serie di esperimenti. sugli animali scottati. Nel sangue, oltre alla diminuita alcalinità, ha riscontrato fortissima riduzione della massa totale, gravi alterazioni dei corpuscoli e del pla· sma, aumento notevole del fibrinogeno e tutti i dati di 11na anidroemia iiltensa con forte concontrazione a carico sia delle molecole disciolte, sia degli elementi sospesi (corpuscoli). La funzionalità r en ale, studiata con tutti i metodi più r ecenti basati sulla crioscopia. e sulla eliminazione provocata oltre che con i vecchi metodi di analisi chimica, ecc., non è stata mai tro,·afa insufficiente o in modo trascurabile. Il sangue degli scottati non è stato mai tro' 'ato tossico. La tossicità dell'urina è stata studiata con quelle speciali modificazioni di tecnica, recen· temente ideate, atte ad evitare gli errori dati dalla forte concentrazione molecolare e dalla osmotossicità dipendente dal notevole difetto di isotonia. Cosi saggiato il coefficente urotossi co non è stato riscontrato affatto aumentato. {15)


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In tutti gli organi interni (cervello, midollo, cuore, polmone, fegato, milza, rene, intestino, ecc.), l O. ha riscontrato gravi alterazioni d'ori· gine trombo-embolica, alcune delle quali conducenti al quadro classico dell'infarto, dipen· denti dalle alterazioni sanguigne. In conclttsione dice che le gravi alterazioni primarie del sangue, e le gravi alterazioni più o meno estese di organi importanti e vitali, secondarie a quelle del sangt1e, sono capaci di spiegare la morte rapida e la morte tardiva, alla quale potranno anche contribuire le possibili' complicazioni. Non nega la possibilità cli uno sito/i· rapido, per quanto la morte, che ad esso si attribuisce, possa riferirsi alle lesioni trombo· emboliche dell'asse cerebro-spinale, ma nega la possibilità di 11no sho!.: lento, come vorrebbe lo STOKIS, e non si crede autorizzato dalle s11e ri· cwrche ad ammettere alcun veleno circolante nell'organismo degli scottati. Betagh. È lieto di esser d'accordo col collega sulla importanza che bisogna dare alle altera· zioni del sangue nella patogenesi della morte da scottatura. Egli ha fatto contemporaneamente delle ricerche sul sangue di animali sottoposti a scottature ed ha trovato sempre forte dimi· nuzione dei globuli rossi e dei globuli bianchi, diminuzione della alcalinità, dimint1zione della r esistenza delle emazie alle varie soluzioni ipo· toniche di cloruro di sodio. Quanto al siero di sangue di questi animali, le inoculazioni di que· sto negli animali non n e hanno mai prodotto la morte; in vitro l1a potuto però notare fenomeni di agglutinazione e di lieve emolisi sui globuli rossi di un animale normale.

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Bonon10 (Firenze). L ' a.z io1te vnl1tera1tte rlel proiettile di piccolo calibro itatia1to. - Da una serie tl.i esperimenti giunge a queste conclu• • s1on1: L e ferite degli attuali proiettili da guerra delle armi portatili, rispetto a quelle dei proiettili di maggior calibro, hanno caratteri di beni· gnità e di gravità a seconda della strutttrra dei tessl1ti organici e della distan~a di tiro. Sui tesst1ti molli, cute, muscoli, aponevrosi, organi ca.vi vt1oti, sul pulmone, sulle apofisi e sulle ossa n1inori, sulle articolazioni, si hanno ferite a canale stretto e perforazioni più pic· colo del diametro del proiettile, assenza di corpi estranei, abituale decorso asettico. Sul cranio e s1tl cer,-,.ello, sulle grandi diafisi, sugli organi cavi pieni, stomaco -vescica, cuore, sul fegato ferite ch e eguagliano e talvolta anche superano in gra,·ezza quella dei proiettili antichi. Le ferite dei vasi sanguigni a stampo, n mar·

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gini netti, beanti, n11mericamente più frequenti con i nuoYi proiettili cilindro-ogivali, fanno pre .. vedere llna più elev·ata mortalità immediata per maggiore frequenza delle emorragie primarie. I colpi sul cranio e sulle grandi diafisi ci rappresentano nel massimo grado l'azione vulnerante .del piccolo calibro; sugli altri tess11ti ed organi nei quali è minore la resistenza e l'u midità, maggiore l'elasticità, i disordini ana· tornici sono assai pi1\ limitati e le ferite pi1ì curabili. Hanno uno speciale carattere di benignità le ferite del pulmone e q11elle semplicemente pe· netranti nelle articolazioni e le ferite del canale digerente, esclusa in queste t1ltime l'azione esplosiva, per la ristrettezza del tl'agitto e per la piccolezza delle perforazioni. Le ferite gravi stanno alle ferite leggiere nel rapporto di 1 : -! col piccolo calibro, e di 1 : 3 col calibro antico. Q11esto carattere depone per una più alta le· ·talità immediata di queste ultime rispetto a]le prime . . La letalità generale, immediata e consecutiva, sarà ancora più bassa con gli attuali proiettili per la minore probabilità delle infezioni, e per le maggiori indicazioni della cura conservativa. In quanto al nt1mero de.Ile ferite l'azione vulnerante del piccolo calibro è a ritenersi u11111 erican-iente accresciuta per la radenza della traiettoria, la celerità e maggiore precisione del tiro e per l'elevato potere di penetrazione; lo stesso proiettile potendo colpire successivamente 2 o 3 individui, quando non incontri resistenza di arresto nel primo colpito. Il tiro a ripetizione e la lunga gettata mette il soldato nelle condizioni di lanciare l1na gran quantità ·di proiettili e colpire un maggior ntl· mero d'individui. Sui tessuti umidi, sugli organi cavi pieni ~ sulle parti più resistenti dello scheletro i proiet• tili attuali spiegano lln'azione vulnerante in· tensa non inferiore ai proiettili di calibro maggiore, animati da v elocità minore. L'enormi brecce che il piccolo proiettile di mm. 6. 5 scava in un blocco di argilla, fino a 70 od 80 volte il suo diametro, ~ppresentano l'effetto sorprendente della elevatissima velocità, ma non della sola velocità di traslazione. La velocità elevata dei nuovi proiettili, 710 metri e 3500 giri nel primo minuto secondo. coruponsa la diminuzione del calibro e del peso, ma non fino al punto da sorpassare l'azione dei proiettili di calibro maggiore, come quelli del Wetterli incamiciati e con carica a balistite. La velocità di rotazione contrariamente allo


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SEZIONE PRATICA

a,·viso dcllH, maggioranza degli scrittori di chi· rurgia di guerra, sembra all'O. che abbia t1na parte importante 11ell' azione v1tlnerante dei nuovi proiettili. e particolarmente sui tessuti molli un1idi e di scar a coesione molecolare. L'accresciuta forza di penetrazione dei n11o·vi llroiettili è a ritenersi 11n fattore di benignità, in c1uanto si deformano meno, e perchè non si produce in loro il brusco arresto contro resi· ste11ze ele,..ate dello scheletro che importa la trasformazione cli tutta la forza viva resid11a in azione '-r1t1n01·a.n te. Dalle esperienze dell O. sulle sostanzo umide e sulle sosta.nze plastiche, riportate alla densità ed t1midità dei tessuti umani, risulta dimostrato l'intenso effetto dinamico del velocissimo movimP.nto di rotazione stille mobili molecole del corpo, che venj:!;ono lancia te in t11tti i sensi; in senso perpendicolare al movimento di traslazione ecl ancl10 in senso retrogrado. Riportando l'azione del piccolo calibro italiano a. quella del proiettile del W etterli incamiciRto e con carica a balistite, si constata nel prin10, in com penso della sua maggiore forza di penetrazione, un atten11azione dell'azione vulnerante ed una maggiore curabilità delle ferite, ed un più favorevole decorso asettico. Lo ferite del cranio, delle grandi ossa e dei 'Tasi anguigni rappresentano l'azione piit intensa dei nuovi proiettili. q nelle dei tessuti molli, delle epifisi, delle articolazioni, del pulmone e degli orga,ni addominali, le più benigne.

..lunzento 1i1111ierico clei feriti e niinore letalità sono le previsioni ch e possiamo desumere dagli studi sperimentali e dalle ultime guerre combattute col nuovo armamento. f.ltteste previsioni ci rappresentano i cresciuti bisogni clel servizio di primo soccorso e la necessità di migliorare l'ordinamento del servizio chirurgico di guerra. In l1na grande guerra nella quale siano im· pegnati due grandi eserciti (300,000 o 400,000 combattenti da una parte e dall'altra), calcolando col nuo,~o armamento il 20 per cento di perdite . complessive, si avrebbero da 60,000 ad 80,000 f~· riti d'ambo le parti. Se gli u ccisi stanno ai feriti come 1: 4, pro· porziono desunta clall e statistiche delle guerre passate, combattute col vecchio e col nuovo ar· n1amento, dal rapporto delle ferite letali con quelle curabili e dai dati sperimentali, avremmo in questa guerra circa 12,000 a 14,000 uccisi e 50 a 60,000 feriti. Se la mortalità consecutiva sarà ridotta al 5 per cento, la mortalità complessiva sar à di 15 a 16,000 uomini da una parte e clall'altra. I

In complesso 11na g11erra combattuta colle nuo,re armi e colla tattica moderna n ella quale siano impegnati da 300,000 a 400,000 uomini, non costerà all'umanità meno cli 30 o 35 mila vite. Possiamo noi chiamare 11ma1titarie le nuove armi di piccolo calibro portatili se hanno un così alto potere vulnerante~ È difficile rispondere. Umanitarie sarebbero le nuove se non fosse accresciuta la massa di proiettili che esse pos· sono lanciare in breve spazio di tempo e se il fuoco della fanteria non fosse rafforzato da potenti bocche da fuoco dell'artiglieria. Le guerre moderne saranno più sanguinose delle anticl1e, e più micidiali ancora sarebbero senza la riduzione del calibro. Dipenderà molto dall'azione chirurgica e dallo slancio della carità di rendere meno funeste le guerre, col pronto soccorso, e coi migliorati servizi di sgombero, .e con la precoce ospitalizzazione dei feriti più gra,ri .

Binaghi (Cagliari). S1ilt' azione protettiva del JJ11s contro le infezioni cltir11rgiclte 11iortali. Scopo delle mie ricerche f11 di veclere se il pus, tanto iii vitro \!Ome in vivo, esercita o no azione battericida su germi molto virt1lenti; se, cioè, prodotto sperimentalmente un asce so negli ani· mali e inoculando in esso germi virulentissin1i, si ha infezione generale. In secondo luogo se gli stessi germi, coltivati nel pus e inoculati dopo vario tempo, conservano o no la loro v irulenza. Gli animali scelti per le esperienze furono i conigli e le cavie. Gli ascessi furono in essi provocati mediante inoculazioni di polveri di amido, sospese in acqµa sterilizzata. I germi inoculati furono il bacillo del carbonchio, il bacillo del tetano e il bacillo dell'edema maligno. Formatosi l'ascesso, il che d'ordinario avveniva dopo un tempo 'rariabile da 3 a 5 giorni, s'inocula,rano direttamente nella cavità asces· suale, e nel punto più fl11ttuante di essa, le brodo· culture di 2± ore dei germi; mentre contemporaneament e si inoculava la stessa quantità di cul· tura in altrettanti animali di controllo. I rist1ltati dei 13 esperimenti così praticati furono tutti positivi; vale a dire tutti e tretlici gli aniniali sopravvissero alt' infezione; mentre gli animali di controllo morirono tt1tti nello spazio di 24-36 ore. Se dopo 15-20 ore dall'inoc11lazione del germe, si aspira una goccia di pus dall'aacesso e si osserva al microscopio, si trovano ntrmerose forme batteriche tutte libere, che conservano la pro· prietà di colorar si intensamente. Gi~L dopo il 2° giorn o però esse tendono a (17) I


496

IL

POLICLTh~CO

diminuire di numero, e alcune anzi sembrano <.iver subito una certa alterazione di struttura: si presentano a contorni irregolari o frammen· iate. Si colorano debolmente e in modo ineguale col bleu di metilene. Frattanto, mentre dopo le prime ore l'aspetto microscopico del pus dell'ascesso è presso a poco identico a quello precedente all'inoculazione del germe, dopo il primo giorno e più ancora nei giorni successivi, è facile osservare, assieme ai let1cociti alterati che costituiscono la massa prin· cipale del pus, la presenza di un certo numero di leucociti a struttura perfettamente normale, ,con nuclei ben coloriti, con protoplasma omo· .geneo e in buon numero rappresentati da mo· nonucleari. La loro comparsa, evidentemente recente, non p11ò essere interpretata se non come avvenuta in seguito nlla presenza, nel pus, di un nuovo -elemento, il microrganismo. Questi nuovi leucociti, accorsi nel focolaio con tutti i caratteri di elementi giovani e dotati q11indi di potere aggressi,ro, sembrano destinati a esercitare un'azione, dirò quasi, decisiva sul destino ultimo dei microrganismi, arrestandone non solo lo sviluppo, ma diminuendo anche il numero ,di quelli già esiste11ti. La loro presenza è infatti numericamente in rapporto in"'rerso coi batteri : a mist1ra che cresce il numero dei leucociti nuovi di.minuisce quello dei batterì. Finalmente, in media alla fine del 4° o 5° giorno, il numero dei batteri è no.t evolmente diminuito. D ei pochi che si possono osservare nei preparati, alcuni sembrano ancora normali per colorazione, altri invece si presentano fram· me11tati o trasformati in granuli entro il corpo dei mononucleari, di recente accorsi. A questo punto si arresta la migrazion·e dei leucoc~ti, e molti tendono già a trasformarsi in cellule di pus, vale a dire in cellule che non hanno piiL la proprietà di migrare e q t1indi in· capaci a rientrare yer le vie linfatiche nella corrente sanguigna. Se di questo p11s si fanno delle culture in agar, si ha sempre sviluppo positivo fino al 4° o 5° giorno· in seguito però le semine non danno pii1 sviluppo di colonie e i tubi o le piastre rimangono perfettamente sterili. Se si inoc11la a un animale nuovo una certa quantità di pus dall'ascesso, l' anJniale sopravvive indefinita1n e11te. La distruzione o per lo meno l'attenuazione dei batteri è dunque completa nell' ascesso. Risultati del tutto contrarì si hanno invecé inoculando in aniinali nuoTi le c11lt11re ot.ten11te dal p11s. (18)

r

[ANNO

XI. F ASC. 1

Gli animali così trattati 1nuoiono d'infezione~ solo qualcuno presenta lln ritardo di 2 o B · giorni. Evidentemente il germe, sottratto all'azionu del pus e messo nelle contlizi0ni migliori di vogetazione e di sviluppo, ha ripreso l'antica ,.i. rulenza e inoculato nell'animale recettivo ha dato luogo alla infezione tipica. Esperienze « .in, vitro » . - Il pus per queste esperienze fu raccolto da grossi ascessi, pro,·o· cati nei conigli con iniezioni di notevoli q11antitù di polveri d'amido. Diluito in soluzione fisiolo· gica, veniva centrifugato e diviso in provette, nelle quali si seminava la brodocultura virulenta. Dopo 5 -8-10 giorni si praticavano le inoculazioni negli animali e contemporaneamente si facevano culture in agar. Le inoc11lazioni furono innoc11e. Nessri1io de,qti

animali 1nor1 d'i1ifezione; tzitti sopravvissero ;,,. defi1iitanie1tte. Le inoculazioni invece delle cul· ture, anche di quelle ottenute con materiale prelevato 8 -10 giorni dopo la semina del germo, riuscirono tutte 11tortali; solo qt1alche animalo presentò un certo ritardo nella morte. Evidentemente o tutti i germi, sottratti all'a· zione del pus e messi st1 terreni nutritivi, in condizioni di svilupparsi, hanno ripreso la loro antica virulenza ; oppure soltanto qualcuno, sfug· gito all'azi.one del pus e rimasto quindi virt1· lento, nel successivo passaggio ha dato luogo all'infezione. Nelle inoct1lazioni, invece, praticate col pus, i germi non solo non hanno subito nessuna modi· ficazione nelle condizioni del loro liabitat, ma nel passaggio attraverso l'organismo animale si sono creati - per la nuova leucocitosi provocata condizioni ancora più sfavorevoli al loro svi· luppo e alla produzione delle tossine. Considerato come definitivamente salvato l'a· nimale, dopo 12-15 giorni dall'inoculazione nel· l'ascesso della coltura virule1tta,hovoluto stabiliro se esso a'Tesse acquistato una vera immunità, ovvero se il pus avesse perduto ogni suo potere protettivo, di fronte a una nuova infezione. · A tal uopo nei conigli, dopo 12-15 giorni dalla prima inoculazione, iniettavo nell'ascesso una n.u ova brodocultura alla stessa dose e dello stesso grado di virulenza. Le esperienze furono fatto col bacillo d el carbonchio. Ecco i risultati.

P11,tti gli a1ii1Jtali 1norirono d'infezione carbon· cltiosa. Estratto il pus dall'ascesso, immediatamente dopo l'autopsia, e inoculato a un animale nuovo. qziesto nioriva di carbo11cllio. Le inoculazioni invece fatte dopo il 4°-5° e:iorno e n ei successivi fatte collo stesso pu8: .._


[ANSO XI. F .ASC. lt>]

SEZIONE

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PR~i\..TICA

rimas~ro

senza effetto : gli ani1nali SOJJravcissero: I citerebbe traendo sui capi del filo direttamente mentre JJ1orii·a 110 quelli in(}cula ti co11 le cl1l ture con le mani in prossimità del nodo stesso. otten11te dallo stesso pus. ln un altro modello che 1 O. presenta, il filo Si ripetè cioè la stessa serie di fatti osser· invece di passare direttamente da una punta 'rati nelle esperienze in vitro. all'nltra delle branche, segue il V descritto dall e Da questi t1lti1ni esperimenti risultano dl1e bra11che stesse sino al f11lcro dell'istrumento. fatti. secondo ine, importantissimi : Con q t1esto niodello si possono f Ar prese com: 1° Cl1P il p11s non preserva il coniglio da una pletamente di punta. reinfezione, e che quindi esso non conferisce cl1e ** un'immunità relativa transitoria · * ~!esso in discussione l'articolo 371 del Codice 2° Che la s11a a,zione protettiva contro una p enale rig11ardante la responsabilità professioprima infezione mortale non è dovuta all'impe· nale, è votato il seguente ordine del giorno dito a. sorbimento del materiale vir1ùento inoCll· proposto da.I prof. FABRIZIO PADULA di Roma: lato e quindi alla mancata penetrazione del « La Socie1à italiana di chirurO'ia, pttr ' ro. germe i1el circolo - perocchè nella reinfezione questi presunti ostacoli, se non sono aumentati. lendo rispettati gli articoli 371 e 375 del Codice penale: sono atl ogni n1odo rimasti in\ariati - ; ma ad <• a eliminare i gravi danni che sono deri,rati una \Cra e propria azione specifica delle RO · e potranno deriT"are dall'applicazione rigida di stanze contenute in esso. essi articoli basata su perizie incompetenti, fa Quale la spiegazio11e da darsi a questa rein· fezione ·? Quali le cause cl1e hanno arrestato voti che sia concretata in 11na dis1)osizione di l'ulteriore sv·olgersi di quest'azione specifictt del legge questa proposta: ~ Data la denunzia all'autorità giudiziaria di pus·? Vi è Rtata saturazione delle atessi11e pree· una s11pposta trascuranza, negligenza o impe· 8istenti e contemporaneamente mancata prod11· rizia di un medico n ell'esercizio della Slta pro· zione di nuove, per ostacolata o impedita lett· fessione, non si proceda alla istruzione del pro· cocitosi ·? cesso senza cl1e prima una Commissio11e di Tali sono i problen1i che mi propongo risol· autorità mediche abbia riferito s11l fatto den1m· \ere e che formeranno oggetto di nltOT"e ricer· ziato. ,. che. alcune già iniziate. Frattanto ùa tutte le esperienze q11i riferite ** * si ptlò ,·enire a.Ilo seguenti conclusioni: Il prof. R uGGI chiudendo il Congresso, mette 1° Chr il pns fan fo < in vi\O • che < in vitro • Hi ' 'oti la scelta della sede per la futurfl Adtl· esercita 1111n calirla azione }Jl'otettiva contro le i11· nanza (XVIII). Viene scelta ad 11nanimi.tà Pisa, jezioni 111ortrrli (b. del carbonchio 1J. dell'edema r estando per ora indeterntinata l'epoca . • maligno. b . del tetano). Si elegge quindi il nuovo Comitato esect1tivo, 2° Olle esso 11011 co11/'rri::;ce perb 1111a vera che risulta cosi costituito: e }Jl'OJJl'ia i111u11111ità, in quan,fo 11011 jJl'eserca ria

Presidente: prof. CECI. T''ic; presidenti: prof.i BURCI e

i111a l'Pin/'r.~ionf'.

SgamJ)ati (Roma). Pinze Jler allacciature i11 L'istrumento presentato dall'O. ha lo scopo di passare il filo al di là delle p11nte delle pinze n elle prese molto profonde. Il filo è tenuto fisso da clue piccoli dischetti giranti, u110 all'esterno della punta di ogni bra11ca, e teso da una inolla. in qualunque grado di apertura delle pinze. Fatta ]a pl'esa, basta spingere un tasto si· tuato presso gli anelli delle pinze p erchè il filo scavalchi le punte e sia mantenuto al di là con sic11rezza. sino al momento in Clli si fa scorrer e il noclo dal di sotto. Per far scorrere il i1odo, O\e non si arri,asse con le dita. si fa uso di 11n piccolo porta-nodo a T che assicura l'allacciatura a qualunque grado di tensione si voglia, pote11do con esso trasmettere al nodo la tessa forza ch e si e .. er·

.

Se,qrr~tari:

BIONDI.

prof.i CASSANELLO eVIGNOLO.

N- B. -

proj'o11dità. -

O. S.

~~~~~·,~~·,~~~·~~~~~~~~··9'"~~

IL POLICLINICO Sezione Medica, Anno XI, i904 sommea.rio d.e1 F'ea.soioo1o 4. I. Prof. A. Zeri - la infezione malarica perniciosa. li. Dott. A. Marina - Sul reatringimeneo pupillare, che si os-

1erva ai mot1imenti laterali de& bulbi, nell'occhio che t111 all'interno. - lll. Dott. A. Nazari - Sulla mielite cronica cervicale nei t1ecchi. - IV. Dott. A. Signorelli - la ipofonesi vertebrale nellt m alattie del cuore e dell'aorta, tratta dalla percus1ione delle t1ertebre cardiache e •opracardiache. - V. Dolt. A . Rossi ContribuCo al ricambio, alla patogenesi ed all'uropoieai del dia· bete imipido.

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-!98

IL POLICLTh"'ICO

OSSERVAZIONI CLINICHE R.

OSPEDALE DELLA

l\Ii. ERICORDIA

DI GROSSETO.

Sop1·a un caso di tetano t1. aumatico guarito col metodo Baccelli. Nota clinica del dott. l\iI1cHELANGELO LuzzATTO, libero docente di patologia speciale medica nella R. Università di Roma, medico primario e direttore dell'ospedale di Grosseto.

I lettori del Policlinico conoscono esattamente tutta la ormai ricca casuistica dei casi di tetan0 curati col metodo Baccelli, e quindi io mi limiterei ad un brevissimo resoconto del caso venuto quest'anno sotto la mia osservazione, se alcune ricerche da me f'atte e la lunga osservazione non rendessero necessaria una relazione un poco dettagliata. Vengo ora alla storia clinica. •

R. V., di anni 27, di Castel San Nicolò, domiciliato a Grosseto, entra in questo ospedale il 23 gennaio del presente anno. Padre morto a 45 anni di polmonite; la madre pure morì a 36 anni di malattia di petto; aveva emottisi; e 8tette malata un mese. Ha due fratelli viventi ; uno stette malato in questo ospedale con pleurite siero-fibrinosa sinistra; l'altro gode buona salute. Un fratello morì, a q11anto pare, per occlusione intestinale. Non ebbe mai malattie veneree, nè sifilide. Fu ed è strenuo bevitore. Nella prima infanzia fino all'età di 8 anni venne in Maremma; dopo la morte dei genitori rimase nel Uasentino fino all'età di 18 anni ~ nella quale età cominciò di nuovo a bazzicare la Maremma, dove da ~ ei anni a questa parte rimase sta bile. A 10 anni di età softerse di poliartrite, che lo tenne malato per 47 giorni. Da bambino sofferse di febbri di malaria che durarono per un paio d'anni. Dopo che tornò in Maremma riebbe le febbri di malaria, e le portò per 47 mesi. Due anni fa riportò una contusione alla regione lombare. Sei anni fa circa f'u ope · rato di ernia inguinal~ destra, la quale non più recidivò. Or fa un anno fu operato di trapanazione della mastoide. Dopo quest' operazione stette bene; sol tanto nel mese cli ottobre stette in questo ospedale, avendo febbre che gli durò un solo giorno; dovuta ad una tonsillite follicolare acuta. All'en· (20)

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I

[ .ÀX~O

XI, F ASC. 1

trata in questo ospedale nega di avere riportato traumi; ·narra di avere bevuto cinque giorni addietro ad una fonte a corpo sudante, dopo cioè di avere vuotato molti ~ acchi di sale e che la sera stessa cominciò ad a vere senso di freddo e di bastonatura al tronco Il giorno dopo sarebbero continuate queste sensazioni, alle quali si aggiunse O.olore al la mascella nei movimenti di masticazione. Però, dopo insistenti domande, si viene a sapere che 12 giorni prima avrebbe riportata una graffiatura infertagli da un gatto alla mano destra; e dieci addietro una scottatura al piede sinistro, di cui porta tuttora le traccie e che viene medicata. La mattina del 24 gennaio, sottoposto ad esame durante la visita, si constata quanto segue: Il volto ha la ben nota espressione sardonica. Masseteri contratti, in modo che la bocca viene aperta appena c1uel tanto da lasciar passare un dito tra le arcate dentarie Muscoli addominali fortemente contratti, in modo da trasformare la parete addominale in u11 rigido tavolato; contratti fortemente i muscoli delle coscie e delle sure. Riflessi rotulei vivacissimi Clono del piede presente ad ambedue i lati e persistente a lungo. Nel mettere allo scor erto gli arti inferiori, si ottengono delle scot"se cloniche ai muscoli delle coscie. Esse vanno aumentando in intensità e rapidità mano a mano che si continua a tenere scoperto il paziente, tanto che alla fine tutto l'arto inferiore è animato da llna scossa 11nica. Non vi è netto opistotono; pe'.rò l'ammalato accusa un dolore alla regione lombare, che gli impedisce di estendere completamente e rapidamente il corpo Accusa senso di sbarra all'epigastrio. Premeva di assicurare la diagnosi, tanto più che l'ammalato continuava a negare di avere riportato traumi, e perciò non potendo a\·ere una cavia, si iniettano 2 centimetri cubici di sangue tolti dalla vena mediana cefalica dell'ammalato nel sottocutaneo dell'addome di un coniglio. La esperienza però, per ragioni estranee alla nostra volontà, non riesce. Allora non si frappone altro indugio, e ~l giorno 2~ si cominciano le iniezioni di soluzione d1 acido f'enico al 2 °/0 ogni 3 ore ; si isola l'ammalato in u.na stanza il più .P'?ssibile buia, dando ordine che non entri m essa altro che un infermiere addetto alla sua assistenza; e per farlo dor~~e alg.ua.nto .si aggiunge pure una prescnz1one d1 cloralio, 2 gm. al giorno e 2 alla notte. 11 giorno arpresso vedendosi insuffi· ciente la dose d1 acido fenico somministrata


499

SEZIONE PRATIC ...\.

per iniezione, della ~t~ssa so~uzione al 2 °/,~ se ne inietta una s1r1nga d1 Pravaz ogni 2 ore, in modo da raggi.ungere quindi la dose di 24 cgm. nelle ~4 ore. E' sorprendente la modificazione che si nota allora nello stato del paziente No~ più guell' iJ?ereccitabilità agli stimoli esterni, quasi scomparso il dol~re . alla ~e­ gione lom.bare,. e la ~barra a:Il ep1gas,trio. Diminuita l'insonnia, persiste pero la rjgidità ai muscoli addominali e alle co• scie. . Il giorno 28 si adop.era una solu~1<?ne d'acido fenico al 3 ° 0 , 1n modo da iniettare nelle 24 ore, dal 28 al 20, 29 cgm. di acido tenico. Il giorno 29 si continua ad iniettar~ una siringa della soluzione al 3 ° u ogni 2 ore. . , '1>.Tel diario del 31 è segnato: continuo ~ fare iniezioni di acido fenico al 3 ° 0 ogm due ore· quindi in tutto furo110 inietta.ti 3o cgm.' e per di più a ~prendere cloralio (2 gm. ) nel giorno e nella notte. Passa le notti discretamente; però tratto tratto è destato di soprassalto da un senso di tensione agli arti, che l'obbliga a sti•

1·a1·si.

Lo stato di rigidità alle mass~ musco; lari degli arti è diminuito; per~1ste .pero immutato in corrispond~nza ai retti addominali. Apre semp~e incomp~etam~nte la bocca. Continua il senso d1 tensione dolorosa ai muscoli masseteri. Persiste spiccato il clono del piede. Mettendo allo scoperto gli arti i.nferiori, riappaiono in essi le scosse clon1che eh~ erano ~asi scomparse. ~ntegr.e le sensibilità. Visto così riacutizzarsi lo stat~ morboso si decide di aumentare la dose d1 acido fe~ico. In detto giorno 31 gennaio, dalle 9 ant. alle 17, si fa un'iniezione al1' ora della soluzione di acido f'enico al 3 °.0 . Dalle 17 alla mattina appresso ~i. fanno ogni 3 ore. Quindi .si v~nnero .ad iniettare in tutto 42 cgm. d1 acido. fei:i-100. . Nel diario del 1° febbraio e segnato: riposò nella notte. La masticazio.ne e deglutizione si compiono .bene. Pe~s1s~e la con; trattura dei muscoli addom1nal1; un po diminuita in que~li degli a!ti. inferiori. Talora dei gruppi muscola~i s1 contrag.gono ist&intaneamente. Persiste sempre il clono del piede. Notisi che dal primo giorno fu ~em:pre ricercata l'orina per la. presenz~ di acido fenico e. sempre co?- esito. negativo; e sol: tanto in questo giorno il rer.cloruro . di ferro svela il passaggio dell acido fenico nell'orina, e ciò, benchè l'orina sia a·~spetto e quantità normale e non presenti come sempre alcun r lemento patologico.

1

Dal 2 febbraio in poi ecco la quantità di acido fenico che fu iniettata : 2 febbraio: 24 cgm. 3 4

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2-l )) • 13, 14, 15 ,, 24 )) 16 » 12 (4 cgm. al mattino, 4 alle 12, ~ alla sera) . Nel diario di questo giorno è segnato : apre completamente la bocca. Persiste! molto pero .di~inuita:, la contrattu~a dei retti addom1nal1. Il riflesso rotuleo e sempre esagerato, più a ~inistra che a ~~str~ a sinistra ha pure un altra forma, cioe alla prima scossa di scatto segu.ono. ~ltre secondarie. Persiste d ambedue i lati il clono. Titillando il piede alla pianta, invece eh.e aversi il riflesso plantare n.ormale o · il Babinski si ha un tremore diffuso lungo tutto l'arto inferiore. La contrattura delle masse muscolari delle coscie è quasi scomparsa. Si hanno ancora ~elle scosse fibrillari ai muscoli delle cosc1e. 17, 18, 19, ctgm. 12, come sopr~ . Diario del 21 fe bbrai 1. - L'ammalato da 5 giorni venne rjportato nella sa:la comu:r:ie. Cammina speditamente. Mastica ed inghiotte benissimo. Scomp~rsa l~ contrat~ tura dei retti addominali e dei muscoli delle coscie. La percussione della. rotula co~tinua a suscitare un riflesso in forma di scossa diffusa a tutto l'arto. Persiste il fenomeno del piede. Si intraprende la c~ra bro~ica . (poli bromuri ana gm. 1); e si tralascia la cura di acido f'enico. Dal 2R febbraio viene sottoposto a un bagno caldo a 40° a giorni alterni, si ?Ontinua così fino all'uscita.. Il clono del piede va diminuendo fino alla scompar~a. Il riflesso rotuleo va pure diminuendo fino a ridursi al normale. . L'ammalato il 20 marzo esce guarito. L'ammalato in tutto il tempo Cli nostra osservazione non ebbe mai la minima elevazione febbrile. . 11 • polso fu sempre normale, e così il respiro. ,j

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Si iniettarono dunque durante il periodo morboso gm. 6. 15 di acido fenico; e precisamente in un tempo che va dal 26 gennaio al 21 febbraio. Stimo inutile riportare qtti altro quadro riassttntivo dei casi di tetano curati col (21)


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POLICLI~J:CO

metodo Baccelli, dopo i quadri riassuntivi dello ZERI, dell' AscoL1, del BF:NVENUTI e del CuRTr. Soltanto osservo che nel quadro riassuntivo del BENVENUTI della Clinica di Pisa, ~evono mancare i 34 casi che W ooos nel 1899 ( The British Phisician, 1899) riferiva, Clei quali 33 guariti. Ed . ora poche considerazioni sul mio caso. ' Esso non deve considerarsi tra i pili gravi, perchè l'incubazione fu superiore ai 10 giorni, perchè l'ammala.t o fu sempre apiretico, e perchè la fenomenologia non fu tanto diffusa. Ad ogni modo l'efficacia del rimedio del BACCELLI resulta va dal fatto, già constatato dall' A scoL1 e da tanti altri dipoi, che, non appena si scemava nella quantità della dose, aumentavano i f'enomeni di eccitazione motrice; i quali si frenavano in\·ece appena quella aumentava. Le iniezioni, eseguite per lo più alla coscia, f'urono benissimo tollerate. Il ritardo di comparsa dell'acido f'enico nell'orina sarebbe una conferma dell'alta tolleranza per l'acido fenico, comune ai tetanici, messa in luce specialmente dal prof. Asco LI. Per la ricerca dell'acido fenico adoperai la soluzione di percloruro di ferro, e non già il metodo di alcalinizzare l'orina coll'ammoniaca, riscaldarla, e aggi11ngere poche goccie di una soluzione di nitrato d'argento 1 : 20 con che si do· vrebbe avere (PERRICONE e SAPUPPo) un precipitato nero. Infine la lunga durata dell'esagerazione ~ei riflessi profondi e del clono del 'piede dimostra la tenacia colla quale il veleno tetanico si fissa agli elementi nervosi del midollo spinale.

IL POLICLINICO Sezione Chirurgica, Anno XI, i904

So•ri••-,,a.:rio d.e1 Fa.soiool.o 4. I. Oott. A. Codivilla - La niia esperienza nei trapianti tendi1iei. - II. A. Isaia - Studio clinico-atatiatico aopra i sarcorni 011eroati in diciotto anni di Clinica chirurgica dal pro(e11or Franceaco Du1·ante. - Ili. Oott. O. Schìrone - la nar-

co1i cloro-etilica. - IV. Dott. A. L. Bonanome - Un caao di rottura traumatica cùll'inte1eino tenue per U1'a violenza indiretta.

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XI,

FASC.

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PRATICA PROFESSIONALE CA~UI~ll'ICA Isteria infanti le. Il dott. THIE:\IICH (.lalirbnclt ftir Kinderlteilk1i1tcle, dee. 1903) si è occupato testè di c1ueste> importante argomento. Se l'isteria infa~tile presenta sintomi analoghi a quella dell'adulto, ha nondimeno qualche ca· rattere particolare che giustifica una descrizione speciale: cosi l'età esercita lm'influenza che merita di essere segnalata: nei ragazzi vicini alla pubertà si constatano di Tegola l1na o più stimmate ed allora la diagnosi è facile, come è fa· vorevole la prognosi; nei bambini più giovani predomina la forma mono-sintomatica, che non si trova negli adulti se non raramente. In assenza di stimmate la dia.gnosi è più ilif· ficile e si deve farla per ogni caso particolare; ma bisogna mettersi bene d'accordo su ciò che si intende per isteria. Se si ammette con MOE· BIUS di considerare isteriche tutte le modifica· zioni morbose del corpo prodotte da sensazioni immaginative, sia d'ordine intellettuale, sia d·ordine affettivo, la diagnosi differen~iale sarà ba· sata sullè circostanze che hanno accompagnato la comparsa del sintoma morboso. Se si intendono per isteriche tutte le affezioni che sono guaribili con la suggestione, la definizione sarà troppo stretta. Riconosceremo dunque l'isteria infantile per l'ef3istenza di una forma monosintomatica e q11esta forma di manifestazione si spiega bene per lo stato semp]ice dell'anima dei bambini e per· la facilità con la quale essi fanno dell'auto-intl· tazione. D'altro canto, come ha fatto notareCHAUMIER, si possono, in piccolissimi bambini, constatare degli stati di eccitazione, delle sincopi, delle convulsioni che sono probabilmente fe1tomeni cli isteria alternata, specialmente quando si osservano in soggetti con nervosismo eredi· tario; è anche possibile che talvolta la causa determinante di questi sintomi risieda in fatti di autointossicazione. In altre circostanze l'iste· ria si sviluppa in seguito a malattia ed allora l'autoimitazione potrebbe essere invocata: cosi una dissenteria, una costipazione, un prolasso del retto, la tosse, la pollakit1ria, l'enuresi pos· sono essere manifestazioni isteriche ecl essere • mantenute dall'at1toimitazione. Un'altra causa .frequente cli questa forma monosintomatica dell .isteria infantile può essere attribuita all'influenza dell'ambiente. I bambini si lasciano facilmente inflt1enzare da. questo ..


SEZIONE PRATICA

Non è frequente 'edere un piccolo bimbo di1nenticare il suo dolore e sorridere quando è distratto dalla sua sofferenza con un giuocattolo o da qualche persona che lo diverte ? Di pii1, molti di questi bimbi isterici sono malaticci: negli uni si tratta di scrofola, di debolezza, generale ; negli altri di una v era nevra· stenia. I primi sono pallidi, magri, presentano frequenti accessi di febbre, fenomeni indicanti una debolezza del sistema nervoso; altri 11anno dei disturbi nervosi, esagerazione dei riflessi, fenomeni di Rossbach., '"'asomotorietà facile, stan· chezza rapida, snervamenti notturni, pal1ra del· l 'oscuritfi ecc., sintomi dipendenti da debolezra del sistema nervoso. In op1)osizione a questi ultimi, si tro,rt-t no bambini isterici che non presentano alcuna traccia di nevrastenia; essi sono in generale intel· ligentissimi e si può produrre in es ·i una crisi isterica o farla cessare con la sugge. tione. V'è disgraziatamente un gran numero di medici che disconoscono questi fenomeni nervosi n ei bambini e non consigli.ano abbastanza presto di sottrarli al mezzo n el q11ale vivono. Epp11re questa è la curn. che dà i risultati migliori e questa semplicità della terapia è il miglior segno della l>enignitft dell'isteria infantile.

Nevrite ascendente acuta colla sindrome della paralisi di Land1·y. Il dott. F.

cli Lodi, nella Gazzetta de,qli O. 'jJrdali e delle Gli1iiclte (n. 152, 1903), riferisce la r.:;toria clinica di un cuoco, d'anni 28, accolto noll'Ospitale }Iaggiore di Lodi, il quale, senza precedenti morbosi, presentò parestesie, algie, paresi iniziate a.gli arti inferiori con ra· pida llifi'usione al tronco, arti superiori e ad ambo i ner,ri facciali, e lieve febbre: vi fu pronto ric11pero delle motilità agli arti inferiori e tronco ; mentre persistette la paralisi ad ambo i doltoirli e facciali per circa quattro mesi. I caratteri della paralisi flaccida atrofica con reazione degenerativa, ]a dolorabilità dei mu· scoli e troncl1i n ervosi alla pressione, l'associa· zione della pa1·alisi facciale. bilaterale p eriferica, l'integrità degli sfinteri non lasciavano dubbio sulla nevrite; mentre il decorso assai rapido simmetrico e ascendente della paralisi con febbre, sudori e sudamina ricordava il quadro della paralisi di Landr;y·. L ' A.. fa una breve rassegna bibliografica di questa malattia; e benchè il caso descritto sia t1n contributo alla for1na polinevritica della paralisi di Landry, pure clissente dall'assolutismo di alcuni autori, specie di RoLLY, ch e ' rorrebSENNA,

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bero porre la paralisi di Landry nelle polinevriti acute; ricordando anche un precedenteoaso p ersonale in ct1i la fenomen0logia clinica deponeva per t1na lesione spinale.

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Il riflesso pupilla1·e nella sifilide.

Il dott. ALEXANDER afferma che la scomparsa del riflesso all'accomodazione in una sola pupilla è di natura sifilitica nel 76 p er cento. dei casi.

APPUN1J.ll DI 1l'El)_APIA

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La questione dell' interve11to operatorio nel cancro delto stomaco. L'esito felice dell'operazione radicale n ei casi di neopla mi clello stomaco sta n ella precocità. della cliagnosi: comunemente è ammesso dai chin1rgi che solo le difficoltà di una diagnosi precoce impediscono in questo campo effetti brillanti. Dallo studio dello stato attuale della questiont.'. MOYNJHAM arriva alle seguenti conclusioni: i casi operabili vanno distinti in due categorie: quelli n ei quali 1 operazione può essere solo palliativa e quelli nei quali può esser e tentata la operazione radicale!

Non dovrebbe mai esser e rifiutato l'intervento. per quanto palliati,ro, nel cancro gastrico, perchè mentre è noto che senza operazione esso ha una evolt1zione fatale e rapida, è invece oggidì pro· vato che la gastroenterostomia prolunga la ·vita dei pazienti per almeno tre mesi, la gastrectomia oltre l'anno, anche nel caso di recidiva. Anche le statistiche cli MIJ{l JLIC~ con cordano per qt1esto indirizzo, avendo l 'A. ottenuto, nell<t semplice incisura esplorativa dello stomaco una mortalità del 9 per cento~ nella gastroenterostomia del 33 per cento e un prolungamento medio del]a vita nei 4 decimi di 6 mesi circa, essendo intervenuto 14 mesi dopo l'inizio della malattia ; n ella rese~ione dello stomaco, una mortalità del 25 per cento, mentre 10 malati vivoJLO ancora dopo dlte anni dall'operazione, ! tre anni e mezzo dopo l'operazione: risultati questi brillanti e da stimarsi radicali, Sltp eriori ai risultati ottenuti n ell'operazione di n eoplasmi di altre parti del tt1bo digestivo p. e. ling ua e retto. P er ciò che riguarda le indicazioni terapeu· tiche, la gastro2nterostomia dà i migliori risultati ql1ando vi è stenosi pilorica e stasi del cibo; si ha p er essa a11mento del peso, risveglio del· l'appetito, cessazione immecliata del vomito. La (23)


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La cascara sagrada, data per bocca, fa climi· gastroenterostol).1ia trova pure la sua indicazione nei casi in c11i non è totalmente impedito il de· nuire le putrefazioni intestinali. Infatti, il rapflusso dello stomaco, perchè per essa la nutri· porto fra SO, preformato e accoppiato nelln zione si può compiere in migliori condizioni e dieta mista da 1: 9. 9 va ad 1: 12. 7 - 1: 1-J:.(j: può essere più intensa. La gastroenterostomia è e nella dieta prevalentemente albuminoidea da inefficace e non p11ò prolungare la vita se il 1 : 11. 2 a 1 : 16. 4. Detta sostanza non fa dimi· tumore è situato nella curvatura: in tali .casi nuir6 le putrefazioni intestinali perchè dotata del resto non esiste nè stenosi nè stasi. di proprietà antisettiche ed antiputride; ma solo La gastrectomia ha dato ai chirurghi un grado perchè, promuovendo la peristalsi intestinale, fa di mortalità inferiore della gastroenteroanastoespellere dal tubo gastro-enterico colle feci 11na mosi: _oltre c~ò, arreca maggior sollievo a1 ma· quantità molto grande di germi in esse contenuti. lato e ne prolunga la vita da 10-11 me~i. Per Anche il rabarbaro preso in infuso alla close quanto la recidiva sia quasi la norma, l'aroma· di 1.3 gm. fa leggermente diininuire i prodotti lato trova un vantaggio grandissimo dalla abladella putrefazione intestinale. zione del tumore, solitamente ulcerato, produ· . .I l rapporto tra S 0 3 combinato e preformato cendo un liquido sanioso determinante e1aate- c. colla dieta ordinaria va da 1 : 10. 5, sotto l'uso • mesi. Per cui, vagliando bene questi benefici di 15 centigm. d'estratto acq. d'aloe~ a 1: 14: effetti, MAYNIHAM propende a dar sempre ad - 1 : 14. 42; con dieta prevalentemente albllilli· essa la preferenza., anche. nei casi di intervento no idea, a 1; 15. 25. Usandone invece 5 oentigi11., palliativo, limitando la gas.troen teran a.stomosi con dieta albuminoidea, le putrefazioni da 1 : 14. ! solo quand? il neoplasma ha dato metastasi al vanno a 1 : 13. 8 e da 1 : 8. 7 a 1 : 13. 6. L'aloe agisce come purgante ·e non come disinfettante feg~to o in gangli linfatici inaccessibili. L'ope· razione d'elezione quindi dovrebbe essere la il canale diger~nte. L 'assunzione della 1nagnesia 1:tsta, pur non gastrectomia perchè dà minor mortalità, mag· avendo azione sulla quantità dell'acido solforico giori benefici e lascia la speranza della guari· eliminato, fa leggermente aumentare il prefor· gione radicale. mato e diminuire l'accoppiato per cui il rap- · Se, aperto l'addome, si vede che non Ri pos· porto tra l'uno e l'altro da una media di 9. 6 pono praticare le operazioni ricordate, si avrà giunge ad una media di 13. 2, con un maximum 1 qualche risultato dalla duodenostomia o digiu· di 15 (dieta ordinaria), e da una media di 15.1 nostomia, operazioni semplici, rapide, non peri· giunge ad una media di 17. 4 con un maximtlID colose per lo choc, possibili di essere compiute di 15 (dieta ordinaria), e da una media di 15.1 eolla cocainizzazi9ne. Questi atti però non hanno giunge ad una media di 17. 4 con un maximt1m 1 alcun valore pratico. di 24. 2 (dieta rlcca di azotati). La diminuzione (Revue de Pliérap., n. 2, 1904). del combinato e l'aumento del rapporto è do· vuto esclusivamente a.Ile scariehe diarroiche, Sulle put1·efazio11i intestinali e sull'azione poichè negli ultimi gior11i dell' esperienza, essen· dei vari 1nedica1llenti. dosi l'intestino abituato allo stimolo purgante, A questo argomento, già studiato da diversi. si ebbero scariche normali e contemporaneamente si vide l'acido solforico con1binato e il rapporto esperimentatori, il prof. ALBERTONI ha portato avvicinarsi alle cifre ottenute colla stessa dieta nella seduta del 29 novembre 1903 della Regia Accademia delle scienze dell'Istituto di Bologna senza ma,qnesia tista. 1111 nuovo contributo di ricerche eseguite da molti la11reandi per una serie successiva di Nella cu1·a della dispepsia ipostenica. anni. Il ' metodo usato è stato quello della deMARTINET come stimolante della secrezione terminazione del rapporto fra S0 3 preformato gastrica adopera l'acido fosforico invece dell'a· ed accoppiato. cido cloridrico, raccomandando la seguente f or· In condizioni ordinarie di vita e di alimentamo~: \ zione detto rapporto oscillava da 1 : 9. 5 a 1 : 9. 9, Acido fosforico . . . . . gm. 5-10 tutte medie date come normali. Nello stesso inFosfato acido di soda . . . ,. 20 di~riduo sottoposto a dieta prevalentemente albuAcqua distillata . . . . . eme. 200 minoidea (latte, carne, uo,·a), tale rapporto è di 1 : 11. 2. Qt1esta diminuzione i1elle putrefazioni d. p. un cu.cchiaio da caffè dopo i pasti del intestinali fu don1ta all'assunzione lln po' ab- mezzogiorno e della sera, con un bicchiere dl acqua o di altro liquido. bondante di latte, in modo che l'acido lattico, Se la dose è tollerata bene. non dà gastralgiél nell'intestino, ha agito come disinfettante. (24:)

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nè diarrea, si eleva rapidamente la dose a 2-3 I nale in emorragie gastro-intestinali di varia nacucchiai da caffè per volta. tura, sempre con successo. N all'emottisi, al con· Oltre la pepsina (da prendersi subito dopo il trario, l'adrenalina gli è parsa priva di effi,~acia. pasto) è di una grande utilità la pancreatina, I preparati surrenali somministrati per uso in· presa. in unione ad 11na polver e alcalina o in terno non avrebbero d 'altra parte, alcun effetto pillole cheratinizzate, 2-3 ore dopo il pasto. sulla pressione sanguigna. L' atonia intestinale è combattuta portando t1na cintura semplice di tessuto elastico; l'azione di q11esta può essere rinforzata dal massaggio -V- ARI.A , (effleura!!e e vibration). Per favorire l 'eliminazione dei detriti tossici Ricerche into1·no alla macilenza e flacci · si prende, due ore dopo il pasto, una infusione dezza del baco da seta (dottori G10RGI e FAL· calda: lo stesso effetto raggiunge l'enterolusi. LERONI. Laboratorio della sanità pubblica, diretto Quando esiste flatulenza marcata, sono da clal prof. Gos10). - La macilenza è malattia a raccomandarsi le seguenti formule : decorso lento. I bachi che ne sono colpiti si • fanno torpidi, hanno diarrea, dimagrano; assuEssenza d'anice • • • • . gocc1e 1 mono colore bianco sporco, e si presentano con Carbone Belloc • • • • • cgm . 60 pelle rugosa. I cadaveri si ristringono e mumBenzonaftolo • • • • • !O per un cacltel, una o due ore dopo il pasto. mificano. La flaccidezza ha cl ecorso rapido ; i bachi morti Oppure: per qt1esta malattia sono flosci e anneriti, e si Essenza di menta o badiana goccia 15 clisfanno rapidamente nei loro tessuti. Cremortartaro L e dt1e malattie sono state da molti confuse ~Iagnesia calcinata . . . ana gm. 30 o ritenute l'una come forma cronica, l'altra Lattosio . . . . . . . . . ') 40 acuta dello stesso processo morboso; la cui etio· una punta di coltello con acqua, 2 ore dopo i logia è molto oscura e controversa. pasti principali. Dopo una serie accuratissima e lunga di 40 (Revue de tliérapeutiqzze, n. 1, 1904). esperienze dei due autori, si viene alla conclusione, ch e due germi isolati dall'interno del seme e già descritti dal dott. GIORGI, uno Uso dell'adrenalina streptococco ed llll bacillo, sono specialmente contro le emo1·ragie gastro-intestinali. patogeni per il baco da se~a e per alcuni ani· Nella seduta dell'11 marzo 1904 della Società mali da esperimento, sono diffusissimi e si tro· dei 11teflici cli Vie1i1ia, il dott. H. ScHLESINGER ha vano abitualmente nella foglia del moro-gelso, presentato due malati n&i quali ha somministrato ed hanno caratteri speciali, propri, ben dist.:nti l'adrenalina per uso in terno, con successo, per e diversi da quelli di altri germi. delle emorragie d el tubo digerente. Infatti i bachi alimentati di foglia bagnata Il primo di questi casi concerne un emofiliaco, con la coltura in brodo dello streptococco sono che fu preso da una emorragia intestinale grave. presto colpiti da disturbi digestivi, mentre di· La somministrazione, ogni ora, di dieci gocce minuiscono di peso, si fanno sottili, divengono di una soluzione di adrenalina 1 per mille fece torpidi nei movimenti, e di colore bianco sporco cessa.re l'emorragia : in 48 ore il malato a ve va e rugosi nella pelle. preso 30 eme. della detta soluzione. Dopo una I bachi morti per azione di q t1esto strepto· nuova somministrazione di adrenalina associata cocco sono piccoli, emaciati ; assumono lentaa gelatina, il sangue di quest'uomo possedeva men te un colore nero s11 fondo rossastro; si riuna coagt1labilità tale, cl1e la goccia di sangue traggono e mummificano. ottenuta per puntura, si coagulava immediataL'azione dello streptococco è più nociva per mente. Questa constatazione potrebbe forse ri· via gastro-enterica : desso attacca ben presto cevere delle applicazioni chirurgiche. l'epitelio del tubo gastro-enterico, o poscia in· L'altro fatto si riferisce ad una donna affetta vada tutti i tessuti, comprese le glandole seri· da, porpora essenziale con emorragie delle varie gene. mucose e specialmente di quella gastrica. Questa Il bacillo ha un'azione patogena rapida e vio· ultima perdita sanguigna si arrestò subito sotto lenta; che peraltro è molto lie,re se il bacillo è l' influenza dell'adrenalina prescritta alla dose introdotto per la via gastro-enterica. precitata. L'alimentazione del baco infatti di foglia baL'O. dice di avere adoperato l'estratto surre· gnata con coltura in brodo del bacillo, come (25) '!)


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pure la somrnjnistrazione della coltura clel ba· I rimenteranno questo seme, per vedere se l'im· cillo in decotto di foglia, e la contemporanea munità si è trasmessa al seme medesimo, 0 si somministrazione di foglia cattiva, dt1ra, bagnata trasmetterà, come sarebbe desiderabile, ai nuoYi di brina, e la irregolarità dei pasti, la mancanza individui. ANGEI.,101. di nettezza nei letti, gli squilibri di tempera· Gli ospedali per malattie contagiose costitura, l'azione di acidi o di alcali, da soli o ag· tuiscono dei centri d'infezione per le vicigiunti alle colture, ed altre condizioni di predi· sposizione non valgono a determinare lo scop· nan:te i - Il dott. FORNASIER ha considerato (Semai1te m.édicale, n. 33, 1903), tra le malattie pio della forma epizootica della flaccidez~a. infetti,re specialmente, il morbillo, la scarlattina, Questa forma però, con la morte senza eccezione del baco, si ottiBne mercè l'i1ioczilazione la difterite e la pertosse, eseguendo le osser· vazioni sue sugli ospedali di Parigi, ed in modo del bacillo, ossia con la puntura dei bachi me· speciale sull'ospedale Trousseau e sull'ospedulo diante un ago infettato della sua coltt1ra in des e1tfan,ts-nialades. Frutto delle sue indagini brodo. è che non sia assolutamente necessario allontaI bachi così punti od inoculati perdono subito nare dai centri cittadini gli ospedali delle ma· la "'rivacità, e mt1oiono entro 18-24 ore assu' dif· lattie infettive, giacchè la influenza che essi mendo ben presto un colore nero intenso esplicano nei borghi finitimi è ben poca cosa fuso; il quale sar ebbe caratteristico della fine· per la difterite e scarlattina e nulla per la per· cidezza, e costituirebbe un carattere del bacillo ' tosse ed il morbillo: consiglia invece maggior e non già un effetto della putrefazione. adozione dei moderni precetti dell'igiene ospi· Infatti i bachi morti per azione dei germi 1 taliera, costruendo dei piccoli padiglioni isolati, della putrefazione non si fanno neri, ma asstt· circoscritti da alberi, muri e vasti terreni; Ra· mono un colore rosso-arancio. È dunque 11n ca· rebbe inoltre necessaria una maggiore sorve· rattere specifico del bacillo, che lo ha comt1ne glianza per impedire la diffusione del contagio con il bacillo megaterio e con il bacillo del per -mezzo degli infermieri e degli impiegati, P carbonchio; e corrisponderebbe all'annerimento · l'adozione rigorosa di tutti i mezzi ordinarì di specifico della pustola maligna e all'alterazione profilassi contro l e forme contagiose. del sangue nel · carbonchio, che nei cadaveri di· viene nero, piceo. Il reperto microscopico anatomo-patologico mostra come ~l bacillo invada di preferenza le fibre m11scolari. Il b~cillo è sporigeno, e nelle variazioni atmosferiche, pioggia, umidità, ecc., Conservazione aumenta la stia moltiplicazione e la sua rapida e pasteu1·izzazione del latte. sporificazione. I sullodati autori, raggiungendo genia.lmente Il RENARD trova che aggiungendo al latte queste condizioni sperimentali, cioè facendo re· munto 1-2 °/0 di acqua ossigenata a 12 volumi, spirare i bachi in atmosfera carica di spore, e lasciandolo in riposo per 8-10 ore si ottiene ottennero lo scoppio della epizoozia « flacci· un latte fresco, che si conserva tale per 2·3 dezza » con una mortalità dell'80 °/0 , e rinven· giorni e non contiene più la sostanza antisettica. nero il bacillo nel sangue; onde si può ritenere Questo latte è da consigliarsi specialmente per che la via ordinaria d'infezione per il bacillo è quella del respiro ; mentre per lo streptococco i bambini: è di facile digeribilità, ed ha un gu· sto normale. è quella intestinale. Circa la pasteuriz.zazio1te del latte, l'ulti1uo Le due malattie dunque: nlacilenza e flacci· congresso internazionale d'igi~ne a Bruxelles, dezza sono ben distinte clinicamente ed etiolo· gicamente, poichè l'una è dovuta allo strepto- dopo il rapporto e la discussione di HENSEVA , cocco, l'altra al bacillo. MULLIE, DE ROTHSCIDLD, RUSSEL et HASTINGS. Si presenta ora e s'impone lo studio della STORCK e TJADEN, pervenne a queste conclu· questione dell'imml1nità dei bachi contro questi • • SlOill: due flagelli, che tanto danneggiano gl'interessi Un latte di cui non si conosca l'origine, nè della bachicoltura. le condizioni di produzione: deve essere consi· I due a11tori preannunciano di averla già otderato come dannoso per l'alimentazione pub· tenuta nei bachi, specialmente contro il bacillo, blica, ed è necessario sottometterlo all'azione del ed hanno il seme di bachi immunizzati. Nella prossima campagna bacologica essi spe· calore prima che ne sia permesso il consumo.

Rnbrica dcll' UfIlcialc sanitario ed Igien~


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Il riscaldamento, operato in condizioni spe· ciali, può distruggere il potere patogeno del latte senza alterare notevolmente il suo valore alimentare. La semplice ebollizione distrugge anche i ba· eilli tubercola.ri, che sono i più i·esistenti fra i germi patogeni ordinarì del latte: conviene però lasciare raffreddare il latte nello stesso reci· piento di riscaldamento, ed asportarne la pel· licola che si forma alla superficie. Il moto(lo Soxl1let e la pasteurizzazions indu· striale del latte possono pur distruggere certamente i bacilli tubercolari che in esso i tro· '\"'ino> ma non riescono a sterilizzarlo. • La pasteurizzazione nelle grandi l at terie è tttile e indispensa.bile. Bt1one garanzie igi011iche per l'uso del latte sono inoltre rappresentate dalle condizioni tutte inerenti allo stato di sanità degli animali lattiferi, ed alla itatura della loro alimentazione. Diversi ap1)areccll.i p ermettono di uccider e i ger1ni patogeni del latte intero, o del latte ser e· mato, e della crema, mercè la pasteurizzazione a. 85°. Tuttavia questo trattamento per la crema. e per il latte cl1e deve servire alla fabbricazione del formaggio duro non ha dato fin"ora ris1lltati soddisfacenti. Sarebbe poi desiderabile che ulteriori espe~ rienze, mercè apparecchi utilizzati nelle latterie, ci portassero a conoscenza di , una tecnica atta a distruggere i germi patogeni del latte con una temperatura di circa 65°, cioè notevolmente :n· feriore a quella finora necessaria di 85°. A. ~~~~~~~~··~~~~~~~~~~~~~~~~

È uscita. l'interessante pubblicazione che co·

stituisce il pren1io di quest'anno ai nostri ab· bona.ti:

LA TERAPIA FISICA Teoria e applicazioni del

Dottor GIULIO MÒGLIE Direttore sanitario dell'Istituto idro-elettroterapico Bernini, Medico municipale, già Med. aiuto negli Ospedali di Roma

CENNI BIBLIOGRAFICI 0RTNER. Lezione s11lla terapia speciale delle 1nalattie interne. Traduz. italiana s1ùla 3a ediz. tedesca con aggiunte, note ed appendice sulla Terapia delle 1tialattie nervose per cura di B. SILVA. - Torino, Unione tipogr. edi· trice, 1902. Le lezioni dell'ORTNER furono per la prima volta pubblicate in Germania n el 1898; il fatto che in quattro anni raggiunsero la 3a edizione sta a dimostrare il valore e la simpatia con cui fu ac{!olto il libro dell'assistente n ella II Clinica dell Università di Vie11na. L'ORTNER, nelle suc· cessive edizioni del suo trattato, ha portato no· tevoli e nuovi miglioramenti; miglioramenti frutto di pratica giornaliera sempre più et:itesa o del lavorio continuo fatto nel campo scientifico di tal branca della medicina. Il lettore non trova nel testo una semplice e nuda esposizione di ricette : bensi una guida ra· gionata per la terapia cli ogni singola affezione morbosa e completata da tutte le norme proprie di cura a base dietetica e fisica (massag· gio, ginnastica, bagni, eco.). Fra i vari capitoli magistralmente trattati si devono specialmente rilevare quelli riguardanti la terapia ll elle malattie del sangue e del ricam· bio materiale; in quest•ultimo notevoli sono le regole da seguire nei ca i di magrezza e di « fosfaturia » ; casi di osservazione quasi gior· naliora e in cui la maggior partè dei medici si trova senza risposta per deficienza di cogni· . zioni. Chiude la prima parte dell'opera un'appendice del prof. SILv A da cui si rileva ohe "' l'Italia abbonda di una ricchezza la quale non viene sfruttata in parte per mancanza di capitali, ma più ancora perchè difettano l'audacia e l'inizia· ti' ra individuale. » Per ciò che riguarda la terapia delle malat· tie n ervose, siccome l'ORTNER rinvia ai trattati speciali di idroterapia ed elettroterapia, cosi la Casa editrice ha incaricato per la compila· zione il dott. SILVA, nome ben conosciuto fra i cultori di neuropatologia. Siamo certi che il trattato dell'ORTNER incon· trerà il più gran favore fra i medici italiani. a. p. Po~NER.

~ommario:

Terapia elettromagnetica - Terapia della luce - Radioterapia - Galvanocaustica. - IDROTERAPIA: Frigoterapia. - MAS S.lGGto. - GINNASTICA MBDlCA: Vibroterapia. - ABRBOTBRAPIA: Climatoterapia - 1'erapia dell'ossigeno.

ELBTTROTEBAPIA :

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SEZIONE PRATICA

Therapie der Ha1·nkrankheiten. - Ber·

lin, Verlag von A.ugust Hirschwald. Questo manuale pur non a'rendo le· pretese di un grosso libro, può dirsi completo dal lato della terapia d elle malattie degli organi urinari. Vi sono considerate separatamente le varie (27)


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IL

POLICLINICO

lesioni acute e croniche del rene: uretere, vescica, prostata e dettate delle nornte informate ai con· cetti più moderni di terapia medica e specialmente chirurgica. Per quanto non comprese nella intestazione del libro tuttavia vi sono trattate anche le ma· lattie degli organi genitali maschili. l . 1i. /

RÉGNAULT. P1·écis de dissection des Régions. - Paris, Baillière et Fils. Questo manualetto di dissezione è un'utile guida agli esercizi di anatomia poichè esso oltre ad esporre succinta,m ente gli organi contenuti nelle varie regioni, indica la tecnica da seguire onde riuscire ad una buona preparazione: dando le norme per le incisioni da fare, per gli strati da dissecare, gli organi da sollevare. Ne il' esposizione della preparazione di ciascuna regione sono intercalati dei quadri sinottici sulla disposizione dei vasi e dei nervi relativi. Il testo poi è arricchito di 50 figure, alcune delle quali sono prese dal vero, le altre sono schematiche. t. n.

BIBLIOGRAFIA ITALIANA Med .icina. TRISCHITTA VINCENZO. - Febbre gastro·intestinale della seconda infanzia. Milano, Gazz. degli Ospedali., 1904. G.A.LLICHI DARIO. - Trauma e tubercolosi. Pisa, Rivista di diritto e giurisprudenza, Pa· tologia .speciale e medicina forense sugli in· fortuni del lavoro, ecc., 190'4:. GALLI GIOVANNI. Contributo all'influenza dell'altitudine sui malati di cuore. - Palermo, • La Riforma Medica, 1904. FERRI A. - La percussione della colonna ver· tebrale come nuovo metodo d'indagine cli· nica. - Imola, Il Nuovo. Raccoglitore J\lledico, 190!. 0Al\IPANI A.. - Sulla maggiore dissociabilità dei composti ammoniacali e sulla maggiore eliminazione dei carbonati nella pseudofosfa. turia terrosa. - Palermo, La Riforma Me· dica, 1904. CULLÒ G. - Poliuria isterica. Palermo, Gazz. Siciliana di Med. e Ohir., 1904. ROSSI FlJLVIO. - Sul valore diagnostico della citologia del liquido del vescicante. - Fi· renze, R·iv. di Clinica Pediatrica, 1904. BINDI F. - Terzana primitiva tardiva a lungo periodo di incubazione. - ~filano, Gazz. degli Ospedali, 1904.

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[ANNO XI, FASO. 16]

SACCONAGHI G. L. - Sulla leucanemia. - To· rino, Gazz. Med. Italiana, 1904. }'!ASTRI 0ARLO. - Atropina ed occlusione in· testinale. - Palermo, La Riforma ~Iedicn, 1904. BRACCI COSIMO. - Azione dell'atropina sulla secrezione cloridrica in un caso di mericismo. - Pisa, La Clinica Moderna, 1904. BELLLIBONI E. e SoPRA~A F. - Alcune osser· vazioni sulla durata del tempo di tensione in individui cardiopatici. - Milano, Gazz. degli Ospedali, 1904. DALTA L. - Sul valore del « tiphus-diag>tosticum Ficker ». }filano, Gazz. degli Ospe· dali. 1904. DE BLASI A. - Dispepsie gastriche nei mala· rici. - Milano, Gazz. degli Ospedali, 1904.

INTERESSI PROFESSIONALI Boicottaggio e krumiraggio sanitario <1). Nell'ultima riunione dell'assemblea dei delegati degli Ordini dei sanitari, tenuta in Roma nel di<'embre scorso, fu approvato un lungo or· dine del giorno proposto dall'on. prof. L. M. BOSSI sopra l'indirizzo da darsi agli Ordini ed alla loro Federazione. Il terzo comma dell'or· dine del giorno stabiliva: « Ohe quando un Consiglio dell'Ordine giu· dichi il caso di boicottaggio sanitario, ne riferisca alla presidenza del Consiglio federale e qualora questo trovi eque le ragioni di tale deliberazione lo dichiari e al più presto renda pubblica la deliberazione stessa, qualunque sia l'ente am· ministrativo verso, cui il boicottaggio è delibe· rato, sempre dopo di aver provveduto alla con· tinua assistenza dei malati. » A loro volta, l'Ordine dei sanitari di Udine e l'Associazione friulana dei medici condotti approvavano la seguente mozione, lla sottoporsi al r efere1idn1n della classe: « 1. Ogni atto di krumiraggio porta con sè la espulsione immediata del colpevole dall'Ordine dei sa.nita.r ì e dalle Associazioni mediche locali. I « 2. Se il krumiro appartiene ad altra pro· vincia, ne sarà respinta l'iscrizione dall'Ordine e dall'Associazione della provincia nella quale fu commesso l'atto di krumiraggio. « 3. A mezzo della stampa medica e poli· (1) Concetti nuovi vo~liono .parole. .n~ove. Perciò è legittimo l'uso d1 questi ternnru intraducibili, il cui significato tutto il ~on~o co~· prende, per quanto il nostro orecchto sia ferito dal loro barbarismo.

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tica si renderà noto l'atto di l\:rumiraggio e se I prestano l 'opera loro. I diritti dell'umanità deb· ne darà partecipazione a tutte le Associazioni bono essere assai superiori alle passioni agitate clel Regno, che ne terranno apposito elenco. da interessi altrui insoddisfatti! • e J. Il krumiro arà lasciato nel maggiore Ora i diritti dell'umanità sono una gran bella isolan1ento possibile, individuale e professionale cosa,. ma molto spesso rappresentano un ban. dai colleghi a l 11i vicini : e ql1alora per ragioni dierone che si sventola per far passare della di umanità il loro aiuto non si potesse negare, merce avariata. l'onorario dell'opera sarà fatto secondo una ta.. Nessun medico in Italia è stato ancora così riffa maggiore di quella stabilita p ei casi nor- inumano e non lo sarà mai (sia detto a nostra mali. > gloria) da rifiutare l'opera sua in un comune Queste duo deliberazioni dimostrano C'he la boicottato. classe medica italiana ha ufficialmente sanzioAnohe prima che fossè scritto nella mozione nato il concetto di due provvedimenti assai dell'on. Bossr, come dimostrano gli esempi dei gravi quali sono il boicottaggio sanitario e la boicottaggi finora esperiti con varia fortuna dal· sql1alifica dei medici krtuniri. l'Associazione nazionale dei medici condotti, la Noi forse per primi n ella stam1)a sanitaria classe medica più che dei propri interessi initaliana, 'abbian10 propugnato l'organizzazione di soddis/'r1tti i è sempre preoccupata degli inteclasse come l'unico rimedio alla cri i professio· ressi d ell'umanità sofferente. Ora i medici con· nale presente. dotti viciniori, ora i liberi eser centi dimoranti E in occasione d el primo esperi1uento di boinel comune boicottato ~L sono prestati gratui· <!Ottaggio sanitario fatto ai danni del consorzio tamente per l'assistenza degli ammalati; il più di ~lontelJello e Zermegh edo noi dicemmo il delle volte lo stesso medico ingiustamente ponsiero nostro a proposito del l\:rumiraggio, licenziato, per il etti interesse erasi dichiarato tentato da u11 collega, ch e fu costretto di chie· il boicottaggio, è rimasto nel paese contesogli <loro il concorso dei carabinieri J)~r essere im· p er continuare il suo servizio anche senza veste ufficiale ~ ciò è aV'\"enuto nei piccoli comuni, nei mosso nelle sue funzioni, o il nostro breve ar· ticolo di allora (1) ebbe una larga eco di con· quali avrebbe potuto più gra,"emente manife· star si quella lesione dei diritti dell'umanità te· seuso e <.li sin1pa tia nella stam1)a sanitaria e muta dai colleghi di Biella. politica. ~ oi riteniamo che lo spirito di solidarietà pro· Non crudo che accadrebbe altrimenti qt1ando l'ente boicottato fosse un'Associazione operaia, fassionale iner ente alla salda e razionale orga· percl1ò i soci di essa saprebbero sostituire fa· nizzazione tlolla classe medica r enda imprescin· clillile il provvodime11to di lasciaro cleserto con cilmente l'opera del medico sociale giovandosi unanime accordo il posto di un collega ingiudi quella del sanitario condotto o di altri me· sta1nonte bistrattato dalla cattiveria, dalla indici locali. Ed essendo salvo l'intetesse degli ammalati, coscienza o dalla ignoranza delle Amministra che per i medici onesti rappresenta il fine nella zioni, o il posto che sia da qualcuna di questo loro vita professionale, quale altra considera· ultime offerto a condizioni troppo vili ch e si ri· zione potrebbe fermare la classe medica nella solverebbero in un indecoroso sfruttamento (lellotta contro le amministrazioni sfruttatrici, fatta l'op~ra sanitaria. con l 'arma di cui le altre organizzazioni di Non ci turbano in tale giudizio lé voci dei classe le hanno t1tilmente insegnato il ma· timidi. dei misoneisti e degli inter essati. I loro argomenti sono sempro gli stessi, ripetuti dalla n eggio? Gli interessi dei singoli cl1e eventua-lmente gente che non vuol fastidi ad ogni accenno di possono diventare dei . krumiri? idoe nuove, raffigurato da un linguaggio nl1ovo. È cieco chi non vede che appunto lo spirito I dottori CARLO DANIONI e CARLO BOGLIETTI individualistico gretto e meschino che ha fatto di Biella, a proposito della vertenza dell'Asso· sl che ognuno di noi ha visto nel Sllo vicino un ciazione sanitaria di quel circondario con le nemico, appunto l'egoismo insanabile cl1e ha Società di mutuo soccorso e della taccia di kru· miri ad essi toccata (2), ci scrivevano che <.: il messo sempre un medico di fronte all'altro come boicottaggio costituisce una vera violazione lupo a lupo, è stato la causa del marasma della <li ogni riguardo sociale, dovuto non solo ad nostra professione. Sarebbe µn illogico e mostrt1oso fenomeno so· essi (medici), ma anche agli stessi infermi a cui ciale che mentre tutte le altre classi della ~o ­ cietà moderna hanno sperato il proprio miglio(1) Policl;nico, p. · p., anno IX, pag. 1374. ramento, e qualcuna si è a·v vicinata ad otte· (2) Policlinico, p. p., anno corrente, pag. 315. (29)


nerlo, mediante la grande forza che proviene I NOTIZIE DIVERSE dalla unione di tutte le piccole forze, soltanto la classe medica dovesse rimanersene ferma ac· Ordine dei medici di Roma. canto al canapo a veder correre gli altri, come Assemblea generale straordinaria del 7aprile1904. un povero cavallo bolzo. Fortunatamente sembra nhe ciò non sia, e che Presidenza: onorevole F. Santini. la c~asse medica abbia compresa la necessità di Il presidente on. F. Santini legge il resoconto non restarseno indietro, ma di affrettarsi per morale sull'opera del Consiglio dell'Ordine dei arrivare di buon passo al traguardo. medici di Roma nel decorso anno 1903, portando E se ciò è vero, e se l'organizzazione razio- specialmente l'attenzione dei soci sull'agitazione a favore dei medici condotti in occasione della nale e sict1ra della classe medica deve autoriz· nuova legge sull'assistenza sanitaria, sull'agita· zare il doloroso esperimento del boicottaggio dezione contro l'esercizio dei medici stra.nieri, su gli enti amministrativi che vogliono sfruttare o diverse questioni di deontologia medica e sulle maltrattare dei colleghi, come è possibile passar vertenze risolte a benefici.o di colleghi della sopra alla squalifica dei krnmiri 'I Una necessità provincia. Ricorda con bello parole la memoria del compianto consigliere dott. Leopoldo Bertini, tira l'altra. e dei soci defunti nel decorso anno. Manda un I colleghi di Biella, ai quali io non è guarì ho saluto ai nuovi soci entrati nell'Ordine. Caccialnpi prende atto dell'opera compiuta accennato, ci scrivevano che si era1io cred1iti i1i dal Consiglio dell'Ordine, ma esprime la sua depie1io diritto di regolarsi secondo i dettanti della lusione per non aver sentito un accenno al pro· loro coscien,za e dei loro interess;. gramma che il Consiglio intende seguire nell'avE ben sia per essi. Ma la mozione del depu· venire. Ritiene che l'ope1"3. del presidente on.o· revole SANTINI si sia esplicata più come azione taio di Varese e quella dei sanitari friulani di· dell'uomo politico che del presidente dell'Ordine mostrano che nella classe medica italiana va dei medici. Deplora che l'Ordine non si sia pre· formandosi un'altra coscienza, una coscienza col· occupato abbastanza degli interessi della grande lettiva, i cui dettami andranno a beneficio non maggioranza dei medici esercenti, i quali, in • .Roma hanno sentito il bisogno di fondare una degli interessi dei singoli, ma di quelli di.tutti. Associazione sanitaria, con lo scopo di servire Doctor CAJUs. di sprone all'opera del \onsiglio dell'Ordine. Lamenta la mancanza di un Bollettino che dia modo a tt1tti i medici di controllare l'attività del Consiglio.

RISPOSTE A OUESITI E A DOMANDE (2957) Sig. dott. D. A. da C. -

.A.gli incon-

venienti cui Ella accenna, e che pur troppo si verificano in parecchi altri comuni, si può ov·viare anche con la· legislazione attuale facendo istanza al Consiglio proTinciale sanitario perchè determini il numero dei sanitari che debbono essere condottati dal Comune. Certamente per 5000 abitanti è scarso . il servizio con t1n sol medico.

(2958) Sig. dott. V . D. P. da P. - Noi ere· diamo che sia a Lei applicabile il disposto dell'articolo 13 della nuove legge sanitaria. Le parole: clte non s;e1io inedie.i condotti, erano ne· cessarie perchè, per gli ufficiali sa1i;tari 1ne· dici condotti, la condizione era fissata dalla pre\ralente posizione di co11dottato, cui la carica di ttfficiale sanitario serve di accessorio. Doctor JuSTITIA.

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Colombo a proposito dell'accenno fatto dal presidente ad una deliberazione del Consiglio riguardante l'Istituto kinesiterapico di Roma, dichiara che l'amministrazione di quell'Istituto, ossequiente al parere del Consiglio, ha tenuto il debito conto delle obbiezi<1ni mosse al sistema di cointeressenza per i medici pratici che era sta.to da essa adottato. Ballerini dà spiegazioni sulle difficoltà finanziarie che finora si sono opposte alla pubblicazione del Bollettino dell'Ordine dei medici di Roma. La Torre si associa al CACCIALUPI nel deplorare la mancanza, da parte del Consiglio, di un programma concreto per l'avvenire. Alessandrini insiste sulla nesst1na azione finora esplicata dal Consiglio a benefizio del proleta· riato della classe medica romana. Cremonesi è d'accordo con i precedenti ora· tori nel deplorare che il Consiglio si sia occu· pato di questioni troppo elevate, di interesse generale e non di interesse locale. Santini risponde alle obbiezion~ rivolte al suo resoconto morale. Il programma del Consiglio è lo statuto ; se in esso vi sono delle deficienze, l'assemblea può mettervi riparo; nega risolu· tamente che il Consiglio si sia disinteressato delle questioni che riguardano la grande classe dei medici pratici della. città, ed afferma che chiunqlte si è rivolto ad esso, lo trovò sempre pronto ad interessarsi di tutti. L'opera sua non fu personale, di uo1no politico, ma fu sostenuta dall'appoggio e dalla collaborazione di tutti i


consiglieri. Domanda ltn giudizio eq110 dell'as· semblea sull'azio11e esercitata dal Consiglio. Caccialupi insiste nelle osservazioni fatte al· l'opera. del Con iglio, e disapprova la mancanza di t1n programma e di un indirizzo più pratico per l'avvenire. La Torre ritiene che altra cosa sia lo stat11to ed altra cosa il programma del Consiglio· ricorda le molteplici ql1estioni che oggi agitano la classe medica e che il Consiglio non ha affrontate; do· manda che si ritor11i all'antica, disposizione ~elio statuto, che '"'ietava la continuità delle caricl1e. Rossi·DorJa afferma che il Consiglio dell~Or· dine lut trascnrate tt1tte le questioni più imp01'· tanti per la classe medica. Gli interessi collet· tivi (lei modici in ogni modo sfruttati, d:il mu· nicipio, dagli ospedali, dalle Società di mutuo Aoccorso, dalla Cong1·eaazione di carità, non tro· varono nol Cunsiglio if loro naturale difensore. Il Consiglio dimenticò completamente la sua ft1nzione sociale, e non fece sentire la sua pa· rola per l'assistenza san~taria dei poveri. Ri· tiene che il pensiero dell assemblea debba chia· ramante esprimersi per un mutamento nell'in· tlirizzo clell'Orcline clei medici. Ballerini osRorva che molte delle questioni a cui f11 accennato dai precedenti oratori non po· tettero essere trattate dal Consiglio perchè gli intere~sa ti fondarono altre associazioni speciali (dei medici municipali, dei medici ospitalieri, ecc.). Fa voti por l'unione di tutti i medici~ unica forza per potere estrinsecare l'opera del Consi· glio con llJl indirizzo piìt moderno. Ascoli osser1"a che finora la classe dei n1e· dici i1on nvA,Ta sentito il bisogno dell'unione per discutere le grandi questioni collettive. Le assemblee dell.Ordine si trascinarono in mezzo a 11'apatia, frequentate da pochi soci, c~nza che nessuno pensasse ad infondere vita nuova 11~ll'organismo rlell'Ordine. Oggi, piut· tosto che fare;) vane recriminazioni sul passato, i nuovi elementi debbono accordarsi con i vecchi per dare all'Ordine un migliore indirizzo sociale. Maiano afferma anch'esso che il Consiglio dell'Ordine non s'interessò abbastanza degli in· teressi locali di Roma. ScJamanna rileva una contraddizione nellH opinioni rlegli oppositori: egli vorrebbe maggiore sincerità e che si affermasse nettame'lte che non si ha nesst1na fiducia negli uomini che compongono in questo momento il Consiglio dell'Ordine o che si vogliono mutare. Garofalo non crede che l'opposizione sia ri· volta alle persone, ma al programma; consente che il Consiglio non abbia finora esplicata tutta la sua azione a beneficio della classe medica, ma la colpa fu dell'apatia di questa classe e della mancanza di orientamento di essa verso la sua vera e razionale organizzazione. Ricorda che l'assemblea deve discutere oggi stesso il nuovo indirizzo da darsi agli Ordini, secondo il p_rogramn1a del BOSSI approvato dalla Federa· z1one nella sua ultima assemblea, sul quale pr?gram.m.a (salvo la questione dell'iscrizion~ dei medici alle Camere del lavoroJ, tutti pos· s?no e~sere concordi. Fa voti perchè la discus· s1one sia portata serenamente sul programma Bossi, senza inutili recriminazioni e perso .. nalità.

Caccialupi conviene perfettamente sulla necessità di portare la discussione sul programma Bossi approvato dalla Federazione, e domanda se il Consiglio di Roma lo abbia accettato. Il presidente Santini si riserva di rispondere in merito quando si \errà alla discussione sulla inozione Bossi · ripete che il Consiglio f~ce del suo meglio per la tutela della classe medica romana: si augura che altri sappia fare meglio di lui. Dopo altre osservazioni dei soci Rossr·DORTA, l\lAI.ANo, LA TORRE, il presidente annuncia che fu presentata la seguente mozione:

L'assernblea, udito il resoconto morale del presidente, non si dichiara soddisfatta dell'opera del Consiglio dell'Ordine, e clep1orando soprat· tutto la mancanza cli un programma concreto ed ampio passa all'ordine del giorno. « Firmati: POLITI·FLA?tfINI, CALÒ, ~1 USANTI, MARCHI, Ros. 1-DoR1.A, ALESSAN· DRINI » , «

Il presidente SANTI~I dichiara che il Consiglio nell'11ltima sua adunanza ha approvata la mo· zione d~11·onor. Bossi, respingendo soltanto il comma 4° ch'3 si riferisce all'iscrizione degli Ordini alle Can1ere del lavoro. Garofalo, ancb e a nome dei dottori AscoLI e BALLERINI, dichiara che per coerenza alle idee da essi manifestate nella discussione, essi si asterranno nella votazione dell'ordine del giorno PoLITI·FLA~1INI. In mezzo a grande confusi one è posto ai voti per appello nominale l,ordine del giorno di fiducia nell'opera del Consiglio dell'Ordine, dopo aver deliberato che i soci presenti possano , ..otare anche in nome dei soci di ct1i abbiano regolare delegazione a norma dello stat1tto. Il presidente on. Santini ann11nzia che la mozione POLITI-FLAMINI fu approvata con 57 voti favorevoli, contro 19 voti contrari e 10 astenAioni, e dichiara che di fronte a tale voto egli rassegna le sue climissioni da. presidente e ed riserva di comunicare le deliberazioni in proposito dell'intero Consiglio. La seduta è tolta. PAVIA. - Il 7 corrente, alln. presen~a di tutte le autorità, dell on. deputato Montemartini, dei professori e degli studenti di questa R. Univer· sità, di molti medici e di non pochi invitati, fu. rono tributate solenni onoranze al prof. Angelo Scarenzio, direttore di questa clinica dermosifilopatica, nella ricorrenza del quarantesimo anno dell'applicazione del suo metodo cli cura mercè le iniezioni di calomelano. PARIGI. - Il Congresso inter1iazionale per la tubercolosi, il quale doveva aver luogo a Parigi nell'ottobre di quest'anno, a causa del Congresso che avrà luogo quest'anno a Saint Louis, è stato rimandato al 2-7 ottobre 1905. Il Congresso sarà presieduto dal prof. Bro11ar· del~ e presidente del Comitato Italiano fu nomi· nato il prof. Guido Baccelli. La. Segreteria del Comitato Italiano ha sede presso la Clinica Medica di Genova. (31)

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NECROLOGIO.

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A Palestrina, dopo più che nove mesi di atroci sofferenze, si spegneva serenamente, la notte dell'8 corr., il dott. Giulio Antonelli. Era un buono e modef4to cultore dell'arte medica: tutta la sua vita operosa spese ad alleviare le pene degli infermi, ch'egli assisteva con zelo ed affetto. Laureatosi in Roma circa 30 anni or sono, erasi poi recato in condotta a Genazzano, onde i suoi concittadini lo chiamarono in patria. Fu tra i primi a seguire i corsi per gli Ufficiali sanitari, e ottenutone il diploma diveniva Uffi· ciale sanitario della sua città natia. La malattia che lo rapì immaturamente, a 52 anni, non gli impeaì di prestare ancora l'opera sua per alcun tempo; non posò se non quando, stremato di forze, non potè più abbandonare il letto. Alla famiglia addolorata pervengano anche le 11ostre più sinceTe condoglianze.

Concorsi e condotte. NAPOLI. - Concorso per titoli e per esame ad un posto di batteriologo municipale. Stipendio lire 3500. Età non minore di 25 e non maggiore di 45 anni. A parità di condizioni sarà preferito un cittadino napoletano. Domande in carta da 60 centesimi alla segreteria dell'Ufficio d'igiene entro il 12 maggio. . PRETURO (Aqziila). - Concorso alla condotta medico-chirurgica. Stipendio annuo L. 2300, più L . 100 quale llfficiale sanitario. - Scadenza il 30 aprile. ÀPPIG.NANO (!11 acerata}. - Concorso ad una delle due condotte medico-chirurgiche eguali. Scadenza 30 aprile corr. Stipendio lire 2500 gravate di ritenuta pei' R. M. ~ C. P., più lire 100 come ufficiale sanitario, se eletto a tale ufficio. Per schiarimenti rivolgersi alla segre· teria comunale. TORINO. - Da questa R. Accademia di medicina è stato bandito il concorso all'XI premio Riberi, della somn1a di 20,000 lire, da conferirsi alla migliore opera che n el quinquennio 1902-906 sarà stata composta n el campo delle scienze me· diche ~ ma, a parità di merito, sarà data la pre· ferenza a quell'opera che più concorra a mi· gliorare le condizioni igieniche dell'Italia.

Indice alfabetico analitico del presente numero. Adrenalina contro le en1orragie gastrointestinali (Uso de11'). Schlesinger Pag. 503 Adrenalina (Inefficacia delle vecchie soluzioni d'). - Livon. . . . . . . » 487 Appendicite (Contributo all'etiologia, anatomia patologica, diagnosi e cura dell'). - Biondi . . . . . . . . . • » 4.88 Appendicite (Sull'intervento nel!' - e sue complicazioni). - R. Bastianelli. . . » 487 Azione vulnerante del proiettile di piccolo calibro italiano (L'). - · Bonomo » 494 Baco da seta (Ricerche intorno alla ma .. cilenza e flaccid ezza del). Giorgi e 503 F alleroni . . . . . . . • • . . » 506 Bibliografia ital iana: Medicina . . . • » Roma, 1904 - Tip. Nazionale di G. Bertero e C.

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Boicottaggio e krumiraggio. sanitario. - · Ca jus . . . • . . . . . . . . Pag. Cancro dello stomaco (La questione dell'intervento operatorio nel). - Moyniham . . • . . • . • • . . )) Cenni bibliografici • • . . . • . . )) Cistocele (Osservazioni sul e sulle ferite della vescica nella cura radicale dell'ernia). - R. Bastianelli . • • . )) Collo uterino (L'amputazione del - col proprio processo). - La Torre . )) Concorsi e condotte . . . . . . • )) Dispepsia ipostenica (Nella cura della). Martinet • • • • . • • . • . . )) Eritema come sintomo di altre malattie (Sull'). - Galloway • . • . • • . )) Esostosi borsata (Per la genesi dell'). Dalla Vedova . • . . . . • . . )) Fluorescina nella tr<lnsilluminazione dello stomaco (La). - Kemp . • • . . )) Ischemia artificiale (Sull'). (Studi sperimen . tali intorno all'azione della soprarenina sui tessuti e sua applicazione nella pratica chirurgica). - MiiUer. • • • . )) Isteria infantile. - Thiemich . . . . )) Latte (Conservazione e pasteurizzazione

del). .

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Nevrite ascendente acuta colla sindrome della paralisi di Landry. - Senna. . No tizi e di verse . . . . . . . . . Operazione conserva tric e in un caso di sarcoma mielogene dell'epifisi superiore della tibia. - D' Antona . • • . . . Ospedali pe;- malattie contagiose costituiscono dei centri d'infezione per le vicinanze (Gli). - Fornasier . . . . Perineorrafia col processo proprio. - La Torre . . . . . . • • • . . . Pinze per allacciature in profondità. Sgamba ti. . . . . • • . • • . Pus (Sull'azione protettiva del - contro le infezioni chirurgiche mortali). - Bi-

naghi . . . . . . . . . . . . Putrefazioni intestinali e sull'azione dei vari medicamenti (Sulle). - Albertoni Riflesso pupillare nella sifilide (Il). Alexander . . • . . . . • . . Risposte a quesiti e a domande. • • . Scottature (Le alterazioni prodotte dalle estese - e la patogenesi della relativa morte). - Leotta . . . . • . . Stomaco (Del valore del metodo di Sahli per l'esame clinico delle funzioni dello). - Habel e Humbert . . . . • . Tetano traumatico guarito col metodo Ba<::celli (Sopra un caso di). - M. Luz· za tto . . • . . . . • . . . Trazione dell'arto inferiore applicata direttamente allo scheletro (Sulla). Codivilla . . . • • . . • I . . . Tumori vescicali (Contributo alla aiagnosi e alla cura dei). - Alessandri . . . Ulcera gastrica perforata (Fallacia di alcuni sintomi per la diagnosi di). Harland Peake. . . . • . • . . Ulcera gastrica (Il trattamento dell'). Max Wagner . • . . . • . . . Utero (Autoan1putazione sopraYaginale dell'). - R. Bastianelli. . . . • •

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L. TRJMANr, 1egr. rerp.


..Roma, 23 aprile 1904.

SEZIO:NE

Faso. 17.

PRA.TIOA.

DIRETTORI PROF.

GUIDO BACCELLI

PROF.

REDATTORE CAPO: PROF.

FRANCESCO DURANTE

VITTORIO A.SCOLI

SOMMARIO. Lavori originali: - Gbilarducci : Contributo alla patogene1i della mielite infetlitJa •perimentale acuta. - Riviste: ..

Jules Beyne : Dei diaturbi trofici con1ecu1tvi alla sezione e reiezione del aimpatico cervicale. Krabemnnn : la paralili traumatica del nervo •J'inale conaecutiva alla frattura della base del cranio. - C-accia: L'analguia per la tJia rachidea lombare con l'idroclorato di tr<>,Pacocaina e la aua applicazion~ mlla chirurgia di guerra. - MEDICINA: - Stern e Korte : Della prova della reazione baUer1cida nel 1iero dei tifoai. - Kreissl: E sperienze cliniche sulla reazione Gruber- lVidal. - ~fUller : OaJervazioni sulla cura del tifo addominale. - MEDICINA LEGALE : - Hugs Marn: L'importanza (oren1e della ricerca balteriologica nella meningite acuta purulenta. - Borntrlger: La diagno1i della morte per emorragia dedotta dal reperto anatomo-patologico. - Lezioni: - Prof. Baccelli: Cancro primitivo della mil.za. - Osservazioni cliniche: - Solina.: Piotorac5 per versamento di conlenulo qaatrico in 1eguito a ferita da punta e taglio dello 1lomaco. - Note di medicina scientifica: - l'immunità acquisita contro i veleni può essere traameua dai genitori alla prole? Pratica professionale : - CASUJSTICA: - Cause Jello stomaco a clessidra. - Rapporto fra la litiasi biliare e l'iperacidità. - lnflan1mazione del diverticolo di Meckel con ostruzione del lume "''te1tinale. - Tenie inermi multiple nell'uomo. APPUNTI DI TRRAPIA : - Trattamento delle emotliai nei tubercolosi. - Cura dellu toaae nei casi avanzati di tubercoloai pulmonare. .:._ Rimedi nuovi ; - Trattamento della 1ifilide con le inie.zioni di olio grigio. - Varia. Jlubr1oa dell'Ufftclale sanitario ed Igiene : - L'evoluzion" dell'ufficiale sanitario. - Cenni bibliografici. Bibliografia italiana: - Medicina. Interessi professionali: - Riapo1te a qmaiti e a domande. NEUROPATOLOGIA : -

1'otizle diverse. - Nomine, promozioni, onoriftcenze. analitico del presente numero.

Concorsi e condotte. - Indice alfabetico-

Diritti di proprietà r i s e r v a t i • · iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii~

LAVORI ORIGINALI Cont,lb11to alla patogenesi della mielite in1ettiva sperimentale acuta. Nota preventiva del dott. F.

GHILARDUCCI.

Libero docente di neuropatologia nella R. Università. di Rom a.

Lu1sADA, PAcCHIONI, MARINEsco, 0LAUDE, L uzzATTo). Infine il LArv11 e l'Hoc1iE ebbero ricorso al] e iniezioni endoarteriose. Ciò che colpisce subito dando una scorsa alla letteratura è la relativa scarsità dei risultati osservati con alcune specie di microorganismi; per esempio jl V10AL e il BESANçoN ottennero, con l'iniezione dello streptococco, dei sintomi paralitici solo nel sei per cento dei casi. Ciò posto, a me parve che si potessero ottenere risultati più costanti creando nel midollo un locus minoris resistentim. Memore della legge patologica, la quale ha accertato come i microorganismi abbiano tendenza ad attaccare i tessuti nei quali la circolazione languisce o si rallenta, volli sperimentare se l'ischemia spinale ottenuta con la compressione temporanea dell'aorta e seguita dall'iniezione di germi patogeni potesse con maggiore facilità e costanza provocare lo sviluppo di una mielite infettiva. 1

Lo studio della mielite infetti va sperimentale ha formato oggetto, in questi 'Ul.tim.i anni, di moltissimi lavori. MANFREDI, TRAVERSA, VAILLARD, V1NCENT, RoGER, BouRGES, V10AL, BESANçoN, SABRAZEs, MoNGouR, REMLINGER, AussET, OLAuoE, MossÉ, MoREL, R1SPAL, ottennero risultati con le iniezioni endovenose di streptococchi; TH01NOT, MAs.sELIN col colibacillo; G1LBERT e LYoN con quello di Escherisch; Roux, Y ERSIN, ENRIQUEz e HALBION, CROCQ, CouRMONT, DoYo~ e P Av10N, MouRA VIEFF, CENI, DoNAGGio con la tossina difterica. Altri esperimentarono la iniezione di· .retta subdurale (S. DEuTscHMANN, DE RENZI, ..SCHMAUS, TEDESCHI, MARTINOTTJ, CONCETTI,

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IL

POLIOLINICO

Ispirato da questo concetto ho incominciato una serie di esperienze sui conigli, le quali, sebbene ancora poco numerose hanno dato qualche risultato che mi sembra meritevole di essere conosciuto. Tutti gli esperimenti furono condotti nel laboratorio di farmacologia sperimentale della R. Università, diretto dal professor GAGL10, il quale non solo volle insegnarmi la sua tecnica della compressione addominale dell'aorta, ma con rara cortesia mi assistè in tutti gli esperimenti· Il metodo del prof. GAGL 10 è di una grande semplicità e presenta il non pie colo vantaggio di non esporre l'animale a traumatismi. Coricato l'animale sul dorso si spostano i visceri addominali, si ricerca la doccia vertebrale, contro la quale si preme fortemente coi polpastrelli dei pollici tenuti uno appresso all'altro in direzione perpendicolare all'asse del corpo. Con questa manovra l 'aorta addominale non può sfuggire alla compressione, come lo dimostrano i fenomeni consecutivi perfettamente conformi a quelli descritti dagli autori che hanno compresso l'aorta con metodi cruenti. Si produce cioè una paraplegia degli arti posteriori, la quale dilegua più o meno rapidamente a seconda della durata della compressione. Con numerose esperienze preliminari mi accertai che anche dopo una compressione di 20 minuti (tempo massimo da me adottato) l'animale riacquista prontamente le funzioni di senso e di moto e nel giorno dopo non presenta alcun segno di disturbo. Anche questo è in perfetta armonia c9n quanto è riferito da tutti gli autori, i quali affermano che anche dopo la compressione di un'ora, ossia di una durata tripla di quella da me praticata, i disturbi di senso e di moto scompaiono in modo rapido e completo. Accertatomi adunque che la compressione di breve durata (5-20 minuti) genera solo disturbi fugacissimi, intrapresi la seconda serie di esperienze. Alla compressione feci seguire immediatamente la iniezione endovenosa di una emulsione in siero :fisiologico sterilizzato di cultura strepto(2)

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[ANNO XI,

FASC.

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coccica in agar. Le culture mi vennero cortesemente fornite dal prof. DE .BtASI dell'Istituto d'igiene. Nei conigli così trattati i disturbi paralitici furono assai più gravi di quelli osservati negli animali sottoposti alla semplice compressione. Ecco un breve riassunto delle espe• r1enze: ESPERIENZA I. - Compressione per 5 minuti (9 marzo). Iniezione endovenosa di streptococci. Paresi persistente degli arti posteriori. Morte l' 11 marzo. EsPERIENZA II. - 5 marzo. Compressione per 5 minuti. Iniezione c. s. Paralisi completa persistente dei muscoli della cintura pelvica (l'animale non può saltare). Dopo 8 giorni miglioramento pro.. gressivo. Il ~l l'animale appare completamente ristabilito. ESPERIENZA III. - 16 marzo. Compres· sione per 1/4 d'ora. Iniezione c. s. Paraplegia completa degli arti posteriori. Paralisi persistente dei muscoli estensori del piede, che si mantiene fino al giorno della morte, avvenuta il 26 marzo. EsPERIENZA IV. - 16 marzo. Compressione per 20 minuti. Iniezione c. s. Para· plegia flaccida completa degli arti poste· riori persistente fino alla morte, avvenuta il 21. EsPERIENZA. V~ - 18 marzo. Compressione per 20 minuti. Iniezione c. s. Paraplegia. completa, che si dilegua nello stesso giorno. Suppongo che la cultura degli streptococci si sia troppo attenuata. Infatti l'inoculazione in altro animale e i tentativi di cultura restano completamente sterili (pro· fessore DE BLAs1). Continuo le esperienze con altre culture di streptococci isolate da un ascesso det faringe e favoritemi anche queste dal professore De Blasi. EsPERIENZA VI. - 29 marzo. Compres-· sione per 20 minuti. Iniezione sottocutanea. Paraplegia che persjste in !fiOdo .com~let? e assoluto dopo 24 ore. 81 uccide l'animale per l'esame batterioscppico. EsPERIENZA VII. - 30 marzo. Compres· sione per 20 minuti. Iniezione endovenosa. L'animale muore nella notte.

Il midollo spinale degli animali fu fis· sato nei soliti liquidi (Mfiller, sublimato, alcool assoluto, liquido del Mann e del Ramon) per l'esame istologico. . Un'occhiata sommaria data ai vari m1-


[ANNO XI, FASO. 17J

SEZIONE PRATICA

dolli mi ha rivelato alterazioni interes· santi che descriverò a tempo opportuno. Mi limito pel momento a riferire con maggiore ampiezza il reperto istologico del coniglio IV, facendolo precedere da un breve cenno clinico.

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lombari e sa.orali fissati nel sublimato. Colorazione ool carminio borico e picrico e colla ematossilina di Ehrlich. Già ad un de bole ingrandimento si osservano lesioni gravissime che occupano pressoohè tutta la superficie del midollo. A malapena possono distin~ersi i contorni della sostanza grigia, che ha perduto L,a.nimale fu inoculato dopo una com- ogni traccia della sua costituzione forpressione di venti minuti nella mattina male; essa appare formata da una quan· del 16 marzo. tità enorme di nuclei i quali occupan< ~ Segui immediatamente, come è di regola, anche le limitrofe regioni della sostanza paraplegi:a comI?leta, la quale andò (pure bianca. Le trabecole di questa si mostrano secondo la regola) migliorando in modo enormemente dilatate in prossimità della che nel pomeriggio dello stesso giorno il sostanza grigia e vanno sempre più redisturbo funzionale era limitato agli esten- stringendosi verso la periferia del midollo. sori del piede; l'animale camminava sal- Le alterazioni della sostanza bianca sono tando, ma poggiava sul terreno il dorso più gravi nelle regioni antero-laterali; ma del piede. La mattina dopo, i disturbi fun- pure evidentissime anche nei cordoni pozionali si erano aggravati considerevol- steriori. L'alterazione è più grave nel mimente, l'anima.le camminava trascinando dollo lombare. A forte ingrandimento si · le gambe, nessuno accenno di salto. Te· osserva come i nuclei su accennati av.nendo l,animale per le zampe i tentativi pa.rtengono a cellule granulose, delle più che egli faceva per liberarsi erano nulli varie dimensioni, le quali formano un a destra, appena accennati sinistra. Clono mosaico interrotto solo da numerosi fodel piede da ambo le parti; sensibilità attu- colai emorragici, che occupano sia la petita sulla zampa destra (lato completamente rif'eria, sia il centro del tessuto malato. paralizzato); abolita a sinistra (sindrome I vasi sanguigni sono dilatati, con la tonaca avventizia infiltrata di leucociti. Nesdi Brown-Sequard). Giorno 17. Paraplegia completa con ane· suna traccia di cellule nervose. stesia p ur e completa. Contrattura scomQuesto reperto istologico è quello di una parsa; mancano i riflessi tendinei. 8cosse miellite emorragica acuta. Intorno alla sua fibrillari nei musco li della coscia. genesi non possono formularsi che due ipo· 18·19-20. Continuano gli stessi fenomeni; tesi: o si tratta di una miellite reattiva di più si osserva un'atrofia gravissima nei secondaria ad un focolaio di rammollimento muscoli delle natiche e della coscia. La provocato dalla compressione o il processo temperatura, che nel primo giorno della in questione è di natura tossi-infettiva e operazione era salita a 40t andò progressi- l'ischemia prodotta dalla compressione è solo stata la causa predisponente. Senza vamente calando fino a 3t> gra<l1. Giorno 21. L'animale muore alle 1 L e un osare pronunziarmi per il momento in modo <J.Uarto. Autopsia e::;eguita immediatamente assoluto, mi sembra che la seconda ipotesi dopo la morte. Vescica enormemente di· sia la più ragionevole: 1° perchè nel mio stesa con pareti forte men te iniettate ; rJa caso le alterazioni colpiscono non solo tutta quantità di orina estratta raggiunge 28) la sostanza grigia, ma anche la sostanza bianca compresa quella del midollo poste· eme. ; traccie di albumina. Leggiera echimosi nel connettivo della riore, mentre nelle alterazioni prodotte dal parete addominale in corrispondenza del rammollimento semplice per occlusione del· rene sinistro. , , l'aorta le alterazioni stesse si limitano alla Midollo spinale. - E fortemente rammol- sostanza antero laterale; 2° perchè dalle lito in tutta la r egione lombo-sacrale in mie esperienze preliminari ho accertato modo che si spappola con molta facilità. che una compressione da cinque a venti La sostanza grigia si presenta di un co- minuti produce paralisi che si dileguano lore ros8o mattone. Piccoli frammenti del completamente dopo poche ore e cioè in midollo vengono posti nella ~ oluzione con- armonia, come ripeto, con quanto viene centrata di sublimato, nell'alcool assoluto, riferito dagli autori che hanno studiato nel liguido di Mtiller ed alcune sezioni del gli effetti della compressione dell' aorta. midollo dorsale e cervicale nel liquido del D'altra parte le mielliti provocate oon la Ramon (soluzione di nitrato d'argento e semplice iniezione dello streptococco insorsuccessivamente d'idrochinone e formolo ). gon?, dopo 1:1n periodo d' incub~zio.n~ di u.n~ I f'rammenti convenientemente trattati o p1u settimane, mentre nei m1e1 casi i sono inclusi in paraffina. Ecco i risultati sintomi paralitici si sono manifestati nelle dell'esame microscopico dei frammenti prime 24 ore. Ciò dimostra, a mio credere, 1

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IL POLICLINICO

che la ischemia provocata con i miei espe· rimanti ha realmente favorita l'azione degli streptococci.

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Certamente da queste poche esperienze io non pretendo trarre deduzioni assolute. A queste potremo giungere solo col moltiplicare le esperienze, colla dimostrazione dei bacteri nelle parti lese e col variare la natura dell'agente patogeno. Anzi io penso che sarebbe interessante lo investigare collo steHso metodo anche l'azione di alcuni veleni animali ed inorganici (tubercolina, tiroidina, piombo, al-0001, arsenico, ecc., ecc.). Potrebbe forse da queste esperienze scaturire un po' di luce sulla patogenesi di .alcune miclopatie umane, la di cui origine vasale o tossi-infettiva è ancora discussa e controversa; ed è principalmente questa considerazione che mi sprona a continuare nelle ricerche intraprese. Termino questa breve nota coll'espri· mere la mia più profonda gratitudine ai professori GAGLio e TooARO. Ho già ac· ·c ennato allè infinite cortesie usatemi dal -prof. GAGLro: il prof. TooARO mi ha ospitato con liberalità nell'Istituto anatomico da lui diretto, dove ho iniziato le ricerche isto-patologiche con tutti i mezzi suggeriti dailla scienza. Roma, 8 aprile 1904:.

RIVISTE NEUROPATOLOGIA

Dei disturbi trofici consecutivi alla sezione e resezione del sln1patlco cerl'icale. (JULES BEYNE. •

Phèse de Lyon).

Nel primo capitolo l'autore riassume tutti i lavori e gli studi fatti anteriormente intorno a questo argomentcrsia in patologia sperimentale che in clinica. E una larga rassegna, dalla quale il lettore può farsi un'idea esatta dello stato attuale di questa importantissima questione, e le cui citazioni bibliografiche sono raccolte con molta diligenza in fine. Nel secondo capitolo si trova il resoconto di tutte le esperienze praticate su gatti, cavie e conigli dall'autore stesso.

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LANNO XI, F .A.SO. 17]

I fenomeni consecutivi all'operazione si possono dividere in immediati e tardi,ri. I fenomeni immediati sono dovuti a disturbi dell'innervazione vasale e perciò sono prevalentemente vasomotori: miosi, enoftalmo, paresi della terza . palpebrai, re· stringimento della rima palpebrale, vasodilatazione ed aumento della temperatura al lato corrispondente con arrossimento della congiuntiva, dilatazione dei vasi del padiglione dell'orecchio, aumento della tensione oculare. I fenomeni tardivi sarebbero, secondo molti autori, di origine trofica e consiste· rebbero in alterazioni trofiche di molti tessuti ed organi dell'econ'omia, ·che si manifestano in un'epoca più o meno lontana dall'operazione. Sull'esistenza di queste alterazioni tardive di natura trofica, deter· minate dalla sezione e resezione del simpatico cervicale, è lungi dal regnare l'aPcordo tra i ' rari autori, i quali, pur avendo cercato di mettersi nelle identiche condizioni di esperimento, sono arriv ati a risul· tati disparati e contraddittori. · Le alterazioni trofich e si possono così classificare : 1° Modificazioni dell'intero organisr1zo. Rapida crescenza negli animali che hanno subìto la resezione bilaterale del simpatico cervicale (secondo FLOREsco); ipertrofia di alcuni organi od apparecchi: tiroide, capsule surrenali, apparecchio di· gestivo, respiratorio, genitale ; e arresto di sviluppo di altri organi: pelle, muscoli, sistema nervoso centrale, occhio (secondo FLORESCO).

2° Alterazioni dello scheletro della fac· eia. - Arresto di sviluppo e deformazioni dentarie in un cane giovane (ANGELUCCI) ; Assottigliamento delle pareti del cranio in un gatto adulto (.ANGELucc1) ; Atrofia delle ossa della faccia e del era· nio nei cani adulti (Moussu); Emiatrofia facciale interessante proba· bilmente lo scheletro nell'uomo (DEJ:i.~RINE, SEELIGMULLER, Bou VEYRoN).

3° Alterazioni oculari. - Si possono dividere in due gruppi: nel primo infiam· mazione e degene1·azione rapida dei tes· suti e nel secondo fatti di atrofia lenta o di sclerosi: A) Ulcerazioni della cornea {BROWN·SÉ· QUARD, MoRAT e DoYoN,

FAGE);

Alterazioni del cristallino, cataratta (Mo· RAT e DoYoN};


ASC.

17)

SEZIONE

.Alterazioni della retina: degenerazione degli elementi nervosi (LODATO), scollamento retinico (BELLENOONTRE) ; ~Iodificazioni dell'umor acqueo : passeggera elevazione del tasso dell'albumina e dell'indice di rifrazione (LODATO) ; iperten· sione e glaucoma (LODATO, GALI,ENGA, AN· GELUCCI nell'uomo) ; Alterazioni del ganglio ciliare : degene· i·azione di talune cellule (LODATO); B) Atrofia gene1·ale del globo oculare f\TULPIAN, .ANGELUCOI, LABORDE, W EEOKS) ; Atrofia semplice e sclP-rosi della coroide e dell'iride con depigmentazione della co· roide (ANGELUCOI) ; Ispessimento delle pareti vasali e r e· stringimento del lume dei vasi dell'iride e della coroide (ANGELUOCI) ~ Appiattimento della cornea (BROWN· il~· QUARD, ANGELUCCI). 4° Alff'1·azio1ii del siste111a rlervoso ceJi·

tra/e. -

Consistono in atrofia semplice: Sia degli emisfe1·i cer ebrali {BROWN ·SÉ· QUARD e DUPUY); Sia clel tuber colo quadrigemello anteriore e della piramide bulbare corrispondente (V ULPIAN). 5° Dist11rbi trofici dei fegu111enti. - Alo· pecia della faccia e del cranio (ANGELUCCI) ; Ipercheratosi e disturbi della nutrizione dell'epidermide e del derma in corrispon· denza del muso (ARLOING) · Disturbi trofici dell' epidermide (BER· NARD) j

Ulcerazioni del labb1~0 inferiore {MORAT e DOYON); Ipertrofia del padiglione delle orecchie (DUPUY). 6° Alterazioni dei vasi e delle glandole.

- Ispessimento e sclerosi delle pareti della carotide (LEPINSKI) ; Atrofia della parotide (esperienza del· l 'autore); Ipertrofia della tiroide dal lato operato (esperienza dell'autore) ; Ipertrofia della tiroide nell'uomo: gozzo (ARNOZAN). Dai risultati delle esperienze altrui e da quelle proprie, l 'autore è tratto a fare due considerazioni importantissime, e cioè: 1° Che questi fenomeni· tardivi sono variabilissimi, sia riguardo alla sede ove le lesi on i si manifestano, che riguardo alla natura stessa delle lesioni ; 2° Che sono notevolmente incostanti. Numerosi esempi invero stanno ad atte-

PRATICA

515

stare la incostanza di queste alterazioni tardive. Così, p. es., mentre ANGELUCCI ha trovato nel gatto un assottigliamento ed atrofia delle ossa del cranio dal lato della resezione del ganglio cervioale superiore, l'autore in tre esperienze eseguite sullo stesso animale non ha mai riscontrato la minima traccia di atrofia ossea. Altro esempio : ANGELUOCI (due mesi dopo l'ope· razione) e VuLPIAN (due anni e mezzo dopo l'operazione) hanno trovato in due cavie una diminuzione di un sesto nel p eso dell'occhio corrispondente al simpatico sezio· nato ; l 'autore al contrario in tre cavie non. ha trovato che differenze insignificanti (un centigrammo) nel peso d~i due occhi. Altro esempio ancora: ANGELuocr non ha mai riscontrato alterazioni nella i~etina., mentre L ODATO ha descritto delle modificazioni costanti nel coniglio e nel cane. Quest'ultimo autore attribuisce questa differenza. di risultati al fatto che il ])rofessor ANGE· LUCCI non aveva potuto servirsi nel 1892 del metodo di NrssL per i suoi esami isto• logici. E gli esempi si potrebbero moltiplicare. Ora p er spiegare questo doppio carattere di varietà e di incostanza che presentano questi disturbi tardivi dopo le operazioni sul simpatico cervicale, non vi sono che due ipotesi alle quali si può ricorrere: 1a O alla influenza della soppressione del simpatico cervicale si aggiungono uno o più fattori il cui modo di agire è varia· bile ed incostante ; 2a O è la soppressione stessa del sim· patico ch e spiega la sua influenza in ma· niera variabile ed incostante. Gli elementi causali che possono inte1·v enire a rendere variabili ed incostanti le conseguenze della sezione o resezione del simpatico cervicale bono : la specie animale su cui si opera; l'età dell'animale nel momento dell'ope1·azione; il gen ere d'operazione praticata; la tecnica operatoria più o meno rigorosamente asettica; gli agenti chimici e meccanici esterni. L 'autore non dà alcun valore a tutti questi fattori come capaci di spiegare una ·seria influenza sulla frequenza e sulla natura dei disturbi trofici. Egli, ed in ciò d'accordo con la maggior parte di coloro che hanno scritto su questo argomento, ritiene che le operazioni praticate sul simpatico cervicale, allorquando determinano dei disturbi trofici più o meno

( r. }


010

IL POLICLTNIOO

tardivi, agiscono sopratutto per le alterazioni vasali e per le modifioazio1ti vasomotrici ch'esse cagionano. Questa interpretazione è quella che me· glio di tutte le altre ci rende ragione dell'incostanza e del polimorfismo dei disturbi · trofici osservati. Ed invero, la varietà dei disturbi si spiega: 1° Perohè i disturbi possono aver sede su tutto il territorio vascola1·e sottoposto all'influenza del simpatico ce1..vicale, cioè a dire sulla maggior parte degli organi ~ dei tessuti del capo; 2° Perchè i disturbi vaso-motori hanno • un'azione variabile sui differenti organi, p1·oducendo: Fenomeni di degenerazione rapida nei tessuti delicati come la retina o la corteccia cerebrale; Fenomeni d'atrofia semplice negli organi meno sensibili ai perturbamenti nutritivi, per esempio l'oc~hio; Fenomeni d'ipertrofia in alcuni tessuti (orecchio), che senza dubbio I""eagiscono più vivamente all'aumentat<' afflusso df:'i ma· teriali nutri tizi. In quanto all'incostanza dei disturbi tro· fici, può anch'essa derivare da variazioni individuali più o meno notevoli nell'inten· sità dei disturbi vaso-motori. Queste variazioni nell'intensità dei di· sturbi vaso-motori si possono spiegare: Sia per una specie di supplenza spiegata dalle fibre simpati.che contenute in altri nervi cranici; sia, forse, per una supplenza esercitata ~al simpatico del lato opposto : fatto che, del resto, si osserva talvolta nel campo d'innervazione del trigemino. Accade, infatti, di osservare talvolta, dopo la sezione del trigemino, che la sensibilità abolita si ristabilisce a grado a grado, almeno parzialmente, come se il trigemino rlel lato opposto si propagasse progressiva111ente a partire dalla linea mediana sul territorio del nervo sezionato. Da ultimo l'autore viene alle conclusioni, che sono le seguenti: / 1n. La sezione e la resezione del sim· patico cervicale sono capaci di determinare, in animali di diverse specie, disturbi tro· fici manifestanti.si più o meno tardivamente; 26 Questi disturbi trofici sono variabili ed incostanti: · Va1'iabili, p er chè : 1° essi colpiscono or· gani e tessuti differenti (occhio, encefalo, t essuto osseo, tegumenti, ecc.) ; 2° essi si ( 6)

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manifestano sotto forme diverse (degenerazione e necrosi degli elementi anatomici atrofia semplice, sclerosi, ipertrofia); ' Incostanti, perchè, in condizioni speri· mentali in apparenza identiche, la loro as. , senza è stata osservata molto più frequentemente della loro presenza: 3a Questi disturbi sembrano essere cagionati dai disturbi vaso-motori e dalle al- . terazioni delle pareti vasali prodotte dalla 1 soppressione del simpatico cervicale ; le mo· dificazioni individuali di questi disturbi vaso-motori possono spiegare il polimor· fismo e l'incostanza dei disturbi trofici; 4a Nell'uomo, le osservazioni non sono nè molto numerose, nè molto precise per permettere delle conclusioni. Dott. O. ScHIFONE.

paralisi tra11:matlca del nervo spinale consecutiva alla frattura della base del cranio. La

(KRXHEMANN.

Deutsche Zeitsckr. f. Ckir., 68-1·2).

Questa paralisi è solita ad aversi in certe fratture che interessano il forarne lacero posteriore; non ha quindi a considerat'si come di origine centrale. V ero è che gran parte delle fratture di questo tipo son coHl gravi e portano cosl rapidamente alla morte 1 che la paralisi spinale passa inosservata. Tuttavia in caso di sopravvivenza, nel dub· · bio diagnostico, nonostante la presenza di alcuno dei segni capitali di questa lesione, può essei· utile per assodare che veramente esiste una tale frattura, ricorrere all'esame del campo di innervazione dello spinale: ogni volta però, alla lesione di questo fii associa l'altra del glosso faringeo, pneu· · mogastrico e dell'ipoglosso. L'A. riferisce due suoi casi ; nella letteratura esistono altre tre osservazioni. In un caso si trattava di un muratore di 42 anni, caduto dall'altezza di 11 metri, battendo la testa: ebbe perdita di cono· scenza, che si protrasse per tre ore, emor· ragia dalla bocca e dal naso; fino dai primi giorni si notò una estrema difficoltà a de· glutire, senza alcuna altra complicanza. Dopo cinque settimane, al momento di la· · sciare l'ospedale, presentava una paralisi completa della metà sinistra del faringe, paralisi assoluta della corda vocale sinistra, anestesia assoluta della metà sinistra del palato, della mucosa del faringe e dell'epi· · glottide, abolizione dei riflessi, e paralisi


SEZIONE PRATICA.

.complicata dello sternocleido e del t1'ape· .zio : di qui impossibilità di una alimenta· .zione solida, difficoltà ad inghiottire liquidi, rigurgito dei medesimi dal naso, parola dif· ficile, limitatissima l'abduzione del braccio sinistro. Nell'altro caso, il soggetto era caduto da 4 metri, pure sul capo : di qui perdita della conoscenza, emorragia bucco-nasale. Fin dal principio si manifesta difficoltà a deglutire ·e nella parola si costatano, a distanza, gli stessi fatti notati in precedenza, in più abo· lizione del gusto alla base della lingua, a destra. Dall'osservazione di questi casi, e degli altri tre riferiti nella letteratura, i segni rilevati dall'autore sarebbero: 1. Paralisi dello sternocleido mastoideo e del trapezio, tranne il fascio mediano di -questo muscolo, che si inserisce all'acro· mion ed è innervato dal plesso cervicale. 2. Disturbi della deglutizione. 3. Disturbi della fonazione. 4. Anestesia del faringe e del laringe (questa però incostante). 5. Disturbi della sensibilità gustativa {incostante). Perciò l' A. in presenza di una difficoltà precoce alla deglutizione e fonazione, in

traumi del cranio, consiglia di esplorare la lingua ~ i muscoli del collo sopra citati. La loro paralisi, assodata di buon'ora, permette, unita agli altri segni, di fare diagnosi di lesione del forarne lacero, e quindi -di frattura della base. La prognosi di questa paralisi è però -favorevole: nell'un caso dopo 9 mesi, nel· l'altro dopo 5 anni e mezzo non si aveva più traccia di lesione. BrAGI.

L'analgesia per la via rachidea lombare con l'idroclorato di tropacocaina e la sua applicazione nella chirurgia di guerra. <CACCIA.

Gior1i. med. del R. esercito, genn. 1904).

Molti si sono occupati dell'analgesia ra· chi-midollare in Italia ed all'estero, ma quasi nessuno l'ha studiata sotto il punto di vista della sua applicazione nella chirurgia di guerra. Il dott. CACCIA, avendo avuto l'op· portunità di applicarla in 43 casi, in sva· riate regioni e nell'ospedale militare d'Ales· ·s andria, dimostra i vantaggi di tale sistema analgesico nelle formazioni sanitarie di

I

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campagna, specialmente adoperando la tropacocaina e viene alle seguenti conclu· • • s1om: 1° L'analgesia sotto-aracnoidea lombare eseguita con l'idroclorato di tropacocaina è completamente innocua, anche alla dose di gm. O. 06, quando si usino le opportune precauzioni tecniche. Due individui, operati da un lato di ernia inguinale con l'anestesia cloroformica, e operati nell'altra parte con la rachitropacocainizzazione, hanno af. fermato che, in caso di altri interventi, avrebbero preferito sempre la puntura sotto-aracnoidea alla cloro-narcosi. V'ha inoltre da notare che un operato già con il cloroformio, essendo stato poi sottoposto ad altri interventi con l'analgesia tropacocainica con esito incompleto, in un terzo intervento ha preferito di nuovo la tropacocainizzazione. 2° Essa in genere si estende fino alla regione ombelicale, qualche volta anche fino alle regioni ascellari, però è più intensa e duratura negli arti inferiori e spe· cialmente nella regione anale e nel retto. Si è potuto eseguire una resezione del retto e parecchie operazioni radicali di ernie in· gninali bilaterali senza alcun dolore. Quindi, considerato che ha una tossicità di parecchio infe1'iore alla cocaina, è da preferirsi ad essa, ottenendosi quasi i medesimi ef· f etti analgesici. 3° La posizione dell'operando alla Tren· delenburg (per 10') per ottenere una diffu· sione maggiore in alto dell'analgesia o a capo alto per ottenere analgesia più intensa in basso, non mi ha dato &risultati favore· voli. In una resezione di costole (10a), non ostante la posizione di Trendelenburg, dovetti ricorrere al cloroformio.~Facendo stare seduto l'ammalato sul tavolo operatorio solo per 5', si è verificata cefalalgia, mentre pro· lungando tale posizione per 12' ~non è comparsa. 4° La tecnica non è punto difficile, ma richiede una certa pratica. A me non è mai accaduto di non vedere la fuori uscita del liquido cefalo-rachidiano, però parecchie volte ho dovuto cambiare spazio e lato (da destra a sinistra). Lo spazio preferibile è l'ultimo lombare, o meglio ancora il lombo· sacrale. 5° La fuoriuscita di una quantità di liquido cefalo-rachidiano uguale a quello da iniettarsi, la diluzione della soluzione concentrata di tropacocaina con il liquido rachideo, secondo la teoria di Guina.rd e (7}


518

IL POLICLINICO

dei suoi assistenti, non evitano l'ipertermia e la cefalea. 6° La soluzione di t1~opacocaina è più attiva se nel momento dell'uso è portata a temperatura pi11ttosto ele,rata (40°-45°). 7° La tropacocaina si può conservare attiva per un mese circa, anche se sottoposta a ripetute ebollizioni (6-7), perde però la sua proprietà analgesica ed aumenta la tossica, se si oltrepassano i limiti detti. 8° L 'analgesia del retto, della regione anale e perianale, delle regioni glutee e delle regioni posteriori superiori delle coscie è più facile ad ottenersi, più rapida, più du· ratura e più intensa. 90 La fiducia dell'operando nel sistema analgesico ha un'influenza indiscutibile per la riuscita di esso. 10° L ' analgesia midollare per la chirurgia di guerra è una risorsa preziosa per l'economia di personale, di tempo e di spese, ed inoltre perchè più indicata di qualsiasi anestesia generale, dovendo spesso intervenire in individui esauriti, depressi ed in preda a shock, anche gravissimi.

:MEDICINA

Della prova della reazione battericida nel siero dei tifosi. (STERN

e

KoRTE.

B erl. lclin. Woclien., n. 9, 1904).

Gli esperimenti degli AA. relativi alla reazione battericida del siero dei tifosi pa1·· tono dal seguente principio: Ad una combinazione, di per se stessa inattiva, di siero normale fresco (contenente il complemento) e di bacilli tifosi si aggiungono varie quantità di siero da esaminare. Si ricercano fino a che diluizione di .;iero è possibile con· statare il potere battericida del medesimo siero. La tecnica adottata dagli AA. è la seguente: Si versano ent1'0 provette varie diluizioni del siero umanu da esamina1'e, e ad ognuna di esse diluizioni si aggiungono eme. O. 5 di cultura in brodo all'1: 5000, non più vecchia di 24 01·e, e eme. O. 5 di siero animale fresco (di coniglio) diluito a11'1 : 12 in una soluzione di cloruro di sodio al O. 85 °/ 0 • Si esaminano inoltre delle provette di controllo: il controllo n. 1 contiene eme. 1. 5 di cloruro di sodio al O. 85 °/0 e eme. O. 5 di t 8)

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LANNo XI, FAsc.

cultura di tifo; il controllo n. 2 contien~ eme. 1. 5 di cJoruro di sodio al O. 85 °/0 e eme. O. 5 di cultura; il controllo n. 3 con· tiene eme. 1 di cloruro di sodio e ·siero di coniglio diluito all'1: 12. Le provette di vetro contenenti siero 11mano, del pari che i tubetti di controllo vengono lasciati nellRstufa a 37° per lo spazio di 3-4 ore; quindi se ne versa il contenuto sopra piastre di agar, che a loro volta si lasciano entro la stufa ad una temperatura di 37° per lo spazio di 12 ore. Quella diluizione di siero umano, la quale mostra ancora una diver· sità net.ta con il controllo n. 3, indica il limite del potere battericida del siero tifoso. Invece di seminare le piastre di aga.r si possono lasciare i tubetti entro la stufa per un periodo di tempo più lungo, circa 8 ore : dalla presenza o meno di un intorbi.. damento si deciderà della reazione batte· ricida. · Questo modo di procedere è più rapido e semplice, però le impurezze del siero }JOS· sono condurre a risultati erronei. Gli AA. servendosi dell'anzidetto metodo di ricerca studiarono il siero sanguigno di 32 tifosi nonchè quello di 6 individui che, per quanto si potè stabilire, non avevano mai sofferto di tifo. Il siero dei tifosi durante il periodo febbrile o poco dopo cessata la febbre , pre· sentava un potere battericida evidente an~he con diluizioni superiori a 1 : 1000; nella. maggior parte dei casi il potere battericida era constatabile con diluizioni di 1 : 50,000; in alcuni persino con diluizioni di 1: 1,000,000; la diluizione massima fu di 1 : 4,000,000. Non si po tè precisare il giorr10 della ma· lattia, in cui sia dato di riscontrare un primo potere battericida, poichè i casi studiati dagli AA. appartengono tutti ad ospedali, ove gli infermi si recarono non mai p1'ima dell'inizio del secondo settenario. In 2 casi si poterono istituire le ricerche all'8° giorno della malattia: in uno di essi il siero era ancora attivo con la diluizione di 1: -10,000 ~ nell'altro lo era con una diluizione superiore a 1: 4000. Non si potè stabilire nessun rapporto tra l'intensità del potere battericida e l'inten· sità dell'infezione tifosa. Anche in un caso di tifo leggero, a decorso atipico, la rea· zione dette risultato positivo con una dilui· zione di 1 : 160,000. In un caso con esito letale, la reazione riuscì positiva al 6° giorno


[ AN~O

XI, F .A.SO. 171

prima della morte, e con t1na diluizione di 1 : 250,000. Questo fatto s'accorda con un altro già osservato dagli stessi AA. negli animali, che cioè il siero sanguigno di due individt1i morti per tifo si addimostrava in più piccola dose dotato dello stesso potere immunizzante che il siero di più indivirlui tifosi convalescenti. Per la questione della immunità e della sieroterapia nel tifo addominale sembra sia importante la segtJ.ente osservazione : In una donna tifosa, in cui l'esame del siero sanguigno praticato al primo giorno del periodo apirettico dette un risultato positivo con la massima diluizione finora osservata dagli autori, cioè 1 : 4,000,000, dopo 8 giorni si ebbe la i~ecidiva. Per tutti i sieri studiati dagli autori fu anche esaminato quantitativamente il potere agglutinante. In un caso~ all'ottavo giorno della malattia, una diluizione di 1 : 40 ri,relò al mi· croscopio la presenza cli piccoli gruppetti di bacilli; con una diluizione di 1: 80 la pro,.. a rit1scì completamente negativa ; in,~ecc il potere battericida era ancora constatabile con una diluizione di 1 : 40,000. Non si }JOtè stabilire rapporto alcuno tra l'intensità del potere agglutinante e la • intensità del potere battericida. Il siero di 5 individui, che avevano avuto il tifo parecchi anni addietro, non si "'dimostrò più battericida del siero di individui che non erano stati mai tifosi. Il siero di q11esti medesimi individui, riscaldato clurante una mezz 'ora alla temperatura di 55°, presentava poco o punto azione battericida in uno stato di concen· trazione di 1 : 20 ; e parecchi sieri anche con una diluizione di 1: 200-1: 1,000 risultarono battericidi in grado minimo. La morte totale dei bacilli non fu mai riscontrata dagli autori. Naturalmente occorrono ulteriori ri· cerche sul potere battericida del siero di individui non tifosi, prima di poter stabilire se per il siero umano esiste un limite di diluizione, oltre del quale il potere battericida che si riscontra si possa con certezza riferire ad una infezione tifosa. Gli autori stando ai i·isultati dei propri esperimenti credono che un tale limite esiste solo nel senso che più il potere battericida lo oltrepassa, e più è verosimile il suo si· gnificato diagnostico. La reazione battericida potrà essere ado-

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519

SEZIONE PRATICA

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perata per la diagnosi di tifo addominale nei casi in cui la prova dell'agglutinazione non riesce, o si manifesta tardi o solo in sieri molto conservati, cosicchè può nascere il dubbio che essa agglutinazione di· penda da una infezione tifosa. In tali casi la i·eazione battericida può essere superiore alla prova dell'aggl11tinamento, ma può darsi anche il contrario. Dott. E. GuGLIELMETTI.

Esperienze cliniche sulla reazione Gruber-\ì\Tidal. (KREISSL.

Wien. kli1t. TVoclte1ts., n. 5, 190!).

L' A. ha istituito 381 ricerche in 306 casi, attenendosi al seguente metodo: esame microscopico in goccia pendente di una dilui· zione di 1 : 30 ; in1piego di una emulsione in brodo~ e relativamente densa, di culture giovani in agar (non più di 24 ore) ; diluizione in brodo, del siero sanguigno da esaminare ; il JJreparato viene lasciato nella stufa durante lo spazio di due ore alla temperatura 37°.La reazione è considerata come positi va quando si hanno gruppi ispessiti di bacilli, mentre i bacilli isolati o sono immobili, o presentano solo qualche piccolo e tardo movimento ; la reazione è considerata negativa, quando i bacilli hanno an· cora movimenti vivaci ed i raggruppamenti dei bacilli sono piccoli e rari. Nei · 306 casi esamina ti dall' A. la rea· zione GRUBER·WID.A.L riuscì positiva in 166 e negativa in 140. Nei 306 casi con reperto positivo la siero· diagnostica fu in 37 confermata dall'autopsia, ed in 121 dal decorso clinico. Vi furono 8 casi in cui la reazione era positiva, mentre la diagnosi di tifo la si doveva escludere a motivo dei sintomi clinici, ed in 5 casi a motivo anche del reperto necroscopico. In quattro di questi casi si era avuta l'infezione tifoidea alcuni anni addietro. Da ciò si potrebbe concludere che il potere agglutinante impartito al sangue dall'infezione tifica persiste per molto tempo. Tra i 140 casi con i·eazione negativa, ve ne furono 132 in cu.i la sie1.. odiagnosi fu confermata dal decorso clinico della ma· lattia. Si trattava di processi morbosi sva· riatissimi: tubercolosi miliare (8 casi), endo· cardite (5 casi), setticoemia, (3 casi), colangite suppurata (1 caso), meningite tubercolare (7 casi), ittero catarrale, gastroenterite. Vi (9)


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IL POLICLINICO

[ANNO

XI, F .A.SC. 17]

furono inoltre 8 casi di tifo, diagnosticati I di 2796 casi di tifo accolti nell'ospedale come tali dal decorso clinico, di cui. llno civico di Basjlea dal 1878 al 1899, di cui confermato dal reperto necroscopico. 291 morti, cioè il 10. 4 per cento. Dal comp~esso delle ricerche cliniche ri· La cura seguita fu la seguente: calomeferite dall' A. si può dedurre quanto segue : lano al principio; dieta liquida e rigorosa 1. Il reperto positivo dell9' reazione del fino a tutto il periodo di convalescenzit; "'\Vidal sta ad indicare con grande vero- idroterapia. somigli~nza la presenza di tifo addominale, Nei 2796 casi si ebbe : nel caso che dall'anamnesi venga escluso Enterorragia in 257 casi = 9. 3 °/0 • che l'infermo ha , già sofferto di tifo, molti Peritonite da perforazione in 53 oasi anni addietro; 1. 9 o/o· 2. Il reperto negativo della reazione Polmonite in 188 casi = 6. 71 °/0 • non esclude in modo assoluto la presenza Pleurite in 77 casi = 2. 8 °/0 • del tifo; Tubercolosi in 43 casi = 1. 5 °/0 3. La i·eazione del Widal ha una speAlbuminuria e nefrite in 216 casi ciale importanza per la diagnosi dei casi . = 7. 8 O/o• leggeri, i quali non potrebbero essere dia· Diatesi emorragica in 28 casi = 7 °/0 • gnòsticati dal solo decorso clinico ; Decubito in 73 casi .= 2. 6 °/0 • 4. La reazione del vVidal, stando alle Foruncolosi in 69 casi = 2. 4 °/0 • ricerche dell' A., è di grande valore per la Flebite in 79 casi == 2. 8 °/0 • diagnosi precoce d.e l tifo ; Recidive in 376 casi = 13. 4 °/0 • 5. Dall'intensità del fenomeno di agglu· Nei 376 casi di recidiva si ebbero 12 ti:rramento non si puq dedurre nessuna con· morti, cioè il H. 19 °/0 : ciò prova che la seguenza circa il carattere del processo recidiva nel tifo è poco pericolosa. morboso; Riguardo alla causa precipua di morte, 6. L'intensità dell'agglutinamento cresce l' A. ricorda, oltre alla accennata statistica. in modo rapido, P~'r lo più raggiunge il di Basilea, anche le statistiche di Amburgo, maximum alla terza settimana, e cioè nello Lipsia e Tubinga. stadio di defervescenza, poi diminuisce assai • lentamente ; Basilea. Amburgo Lipsia Tubing:i. 7. Le culture del bacillo del tifo fatte O/o Ofo O/o O/o con materiale tolto dalla roseola dà risultati importanti per la diagnosi. Gravità. dell'infezione • 23 51 42 •• Dott. E. G.

Osservazioni sulla cura del tifo · addomina!e. (M'OLLER. Die Tlier. d. Gege1i., genn. e febb.1904).

Una ventina d'anni fa si sentiva dire in Germania da medici vecchi e sperimentati che le nuove generazioni non avrebbero più veduto casi gravi di tifo. Ora invece in vari punti della Germania sono riap· parse grandi e piccole epide~e, e più di una città che si vantava di essere immune dal tifo, lo ha veduto ricomparire e grave entro le proprie mura. Da qui l'importanza di rivolgere l'attenzione alla terapia del tifo. Per potere stabilire in modo chiaro l'indirizzo di questa terapia è di grande l1tilità i·endersi conto delle cause da cui di· pende principalmente l'esito letale del tifo. L'A. ricorda in proposito una statistica (10)

Perforazione intestinale.

17

14.l

19

25

Enterorragia.

• • • • •

10

6.6

9

8

Polmonite •

• • • •

10

15.5

11.4

16.l

5.5

0.3

0.9

16.l

• •

3.S

4.3

5.2

••

Embolo polmonare. N~frite . • • • • •

Da questa tabella risulta che il pericolo maggiore è dato dalla gravità dell'infe· zione, e dall'intossicazione. Contro il pericolo dell'intossicazione fu tentata durante la guerra Sud-Africa dai medi.ci inglesi la terapia antitossica: orbene i risultati furono nella massima parte assai poco soddisfacenti. Come mezzo antibatte· rico ed abortivo si suole attualmente som· ministrare da molti il calomelano; anzi molti medici ritengono doveroso dare qae· sto farmaco fin dal principio, del pari che un tempo si sarebbe accusato di negligenza colposa il medico che non avesse prescritto il salasso ad un polmonitico.


LANNO XI, F ASC. 17]

SEZIONE PRATICA

Riguardo ai casi compresi nella statistica li Basilea si è osservato che gl'infermi previamente h'attati con calomelano (ed 3rano molti) ebbero un decorso di malattia non migliore, ma neppure p eggiore di quello cl1e ebbero g1'infermi ai quali non era stato somministrato calomelano. Se si pensa che la diagnosi di tifo nella maggior parte dei casi è possibile soltanto alla fine del primo sottena1·io, e che in questo periodo i bacilli del tifo sono già constatabili nella milza e nella roseola e si sono disseminati per tutto il corpo, è ingenuo credere che la clisinfezione dell'intestino valga ad eliminare gli agenti patogeni dall'orga· nismo. Si ricordi ch e il calomelano, siccome ha mostrato il Fi:JRBRINGER, non è un vero disinfettante intestinale. L esito letale del tifo è da alcuni attri· buito all abbassamento della pressione sanguigna, cle l pari che per altre malattie infettive) come la polmonite, la difterite, ecc. Ora non è provato se questo abbassa.mento sia la causa della morte ovvero sia semplicemente 11n sintoma dell'avvelenamento dell'intero organismo. Ad ogni modo in tali casi vanno adoperati tutti quei rimedi che sono in grado di combattere l'abbassarsi dPlla pressione sanguigna. Qui la digitale non sembra corrisponder e in modo efficace, invece le iniezioni di caffeina praticate sistematicamente ogni due ore (1-2 gm. al giorno), sono, secondo l' A., di un'efficacia veramente salutare. Dalle ricerche del RoMBERG, del P XssLER e di altri si sa che probabilmente nell'abbassamento della pressione sangt1igna, quale si i·iscontra nelle malattie infettive, eser· cita una parte importantissima la vasodi· latazione paralitica della regione innervata dello splancnico. I momenti di pressione sanguigna minacciosa sono accompagnati da forte meteorismo, come del resto avviene anche nella polmonite. In tali casi è bene tentare di combattere il meteorismo e l'iperemia addominale mediante una grande vescica di ghiaccio: la quale spesse volte non solo fa diminuire il meteorismo, ma migliora anche il polso. Tra gli eccitanti del cuore è da ricor· dare l'alcool, il quale da numerosi medici moderni viene ritenuto come uno dei migliori tonici del muscolo cardiaco. Ora l'A. ritiene utile la somministrazione di piecole quantità di vino nei casi a lungo de1

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corso e con inappetenza con pericolo grave di morte da inanizione. Le grandi quantità di vini generosi e cognac non dovrebbero mai riuscire utili; la loro ingestione è accompagnata, secondo l'A., da una patina linguale ispessita e fe· tida e spesso da tendenza al vomito. Del l'esto anche nell'individuo sano il vino ed il cognac a stomaco vuoto dànno nausea. L'iclroterapia è uno dei mezzi più validi per la cura del tifo. L'influsso benefico esercitato dal bagno freddo dovrebbe con· sistere nella diminuzione dell'abbattimento e dell'inappetenza, e soprattutto nei pro· fondi movimenti respiratori provocati in via riflessa dallo stimolo delle abluzioni fredde sulla cute: da questo punto di vista il bagno freddo costituisce un ottimo m ezzo di profilassi contro le atelettasie e le broncopolmoniti. L'enterorragia e la perforazione intestinale costituiscono, siccome risulta dalle anzid ette statistiche, la causa di morte più p ericolosa dopo la gravità dell'infezione. Per prevenire tali disturbi si suole sotto· porre l'infe1'mo ad una dieta liquida rigorosissima. Ora l' A. si domanda se con un alimentazione più abbondante di quella che d'ordinario si usa d:i.re, viene accresciuto o non il pericolo della emorragia e perforaz ione intestinale, non che della recidiva; quest'ultima si suole sempre attribuire ad un errore dietetico. La quantità di cibo che è lecito somministrare ad un tifoso non può essere pre· cisata teoreticamente, ma praticamente al letto del malato. L' .A_. stando alla esperienza di 87 casi da lui osservati, ritiene che nei tifosi un'alimentazione abbondante di latte, carne tenera e sminuzzata (bue, vitello, pollo e selvaggina); purée di patate, riso, spinaci, mele; semmolino, pane bianco asciutto, biscotti, non porta seco nessun pericolo. Del resto, fa osservare l' A., è difficile intendere, perchè tutte queste sostanze debbano provocare l' enteror1·agia in grado maggio1·e di quello che non facciano il peptone, la gelatina ed il latte. Esse sostanze, purchè non contengano parti. dure e non digeribili, vengono disciolte ed as· sorbite nei due terzi superiori dell'intestino tenue. I biscotti sono presi volentieri d agl'infermi, perchè dànno loro modo di masticare: sono poi utili, in quanto che la masticazione serve a tenere puliti i denti e stimola la secrezione delle glandole sa(11)


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IL POLICLINICO

(ANNO

XI,

FASC.

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livari: non v'ha me~zo così efficace per ' nefriti che si sviluppano nella scarlattina pulire la borea e i denti, come il masticare e nell'angina. biscotti asciutti. Nei casi di tifo osservati dall' A. in Ba. È infondato il timore che le sostanze silea, si è avuto un esempio tipico del così amidacee abbiano a provocare una disten· detto ne/rotifo con i seguenti disturbi: sione forte dell'intestino ; ad ogni modo febbre alta, comparsa all'improvviso, con questa distensione non dovrebbe essere più sintomi di nefrite emorragica; la febbre intensa di quella provocata dal latte, il durò per settimane intere; meteorismo; tu. comune alimento dei tifosi. more di milza; leucopenia nel sangue; re· L' A. da quando permette ai suoi tifosi perto positivo della prova del Widal; gua· • • di alimentarsi il più che possono, ha notato r1g1one. una diminuzione conside1·evole di casi di In ql1anto al modo di trasmissione rlel inanizione e di· successioni morbose. tifo l' A. crede che i germi giungano all'in· Tra le cause di morte del tifo le com- dividuo sano o per mezzo dell'acqua (epi· plicazioni polmonari ·occupano il terzo po- demie di Elten e Liestal) del latte e di sto. Ed innanzitutto la polmonite, la quale altre sostanze alimentari, o per contagio p11ò insorgere a qualsivoglia periodo della diretto dall'individuo malato a quello sano: malattia; talvolta si hanno polmoniti cru· all'ospedale civico di Basilea durante lo 'pose iniziali, ma più frequ~nti sono le spazio di 3 anni si sono ammalate di tifo bronco-polmoniti del periodo tardo della 4 infermiere addette all'assistenza dei tifosi malattia, consecutive alle bronchiti che non e 3 inservienti di laboratorio, di cui uno mancano mai nel tifo. aveva maneggiato le feci di un tifoso, e Nella patogenesi di queste polmoniti in· gli altri due avevano lavato degli oggetti fluiscono le ipostasi e talvolta le sostanze (vetrini, pipette e provette) adoperati nel· putride che si formano nella bocca e che l'esame di culture pure di bacilli tifici. sono ingoiate dall'infermo. Non è necessario isolare il tifoso (nel· Contro le ipostasi si raccomanda di cam· l'ospedale civico di Basilea non sono isolati). biare spesso posizione all'infermo (ogni La nettezza basta ad impedire che la ma· mezz'ora), essendosi notato che le polmoniti lattia si trasmetta ad altri. Dott. E. G. ipostatiche si manifestano soprattutto in quei tifosi che rimangono a lungo nel de· ct1bito dorsale. Del resto questo cambia· MEDICINA LEGALE mento di posizione giova a prevenire oltre • la polmonite anche le piaghe ùa decubito. Per prevenire la polmonite si deve im· L'importanza forense della ricerca batteriologica 1tella meningite acuta pu· pedire che l'infermo respiri con la bocca, e quindi bisogna mantenere pervia la via rulenta. nasale, allontanando croste, ecc. La cor- (HUGS MARN. Viertel,falirschrift f. gericlit. Medit. rente d'aria attraversando la bocca ne fa· genn. 1904). vorisce l'essiccamento. Il tifoso dev'essere L'A. si propone di ricercare, mediante tenuto in un ambiente carico di vapore acqueo e di vapore di trementina, quest'ul- l'esame batteriologico, se sia possibile de· timo agirebbe come antisettico contro i germi cidere l'origine traumatica di una menin· patogeni della polmonite ; a tal'uopo si rac- gite. L 'A. confronta1tdo il reperto batteriolocomanda l'uso di uno speciale apparecchio gico, che si ottiene nei casi di meningit: B1·onchitiskessel. Riguardo alle complicazioni a carico del· acuta purulenta epidemica, e quello che s1 l'apparato 11ro-genitale l' A. fa osservare che ha nei casi di meningite da trat1ma o da le cistiti che si svolgono d11rante il tifo non altra malattia chirurgica del cranio o del sono sempre dovute a bacilli tifici, dipen· cuoio capelluto, conclude col dire, che nel dono in J>iù d'un caso dai coli-bacilli, pe· primo gruppo si ha prevalenza del diplo· netrati in vescica dall'esterno lungo l'uretra. cocco, nel secondo dello streptococco o sta· J;e nefriti da tifo o conducono alla morte filococco. ~fa ciò non basta per asserire l'origine o gua1·iscono completamente e rapidamente, di rado provocano edemi, e non degenerano tra11matica di una meningite, a meno che mai in nefriti croniche a differenza delle non si rinvengano in casi di meningite con (1~)


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SEZIONE PRATICA

fr:tttura della volta, gli stessi germi nel· L'essudato 11?-eningitico e nella ferita esterna. Il cl1oio capelluto, e specie la radice dei capelli, sono i--icchissimi di germi (in pre· v·alenza cocchi), e quando si sappia che i microrganismi possono attraversare le ossa del cranio illese (DREYFUS·ORTMA NN), non . è difficile ammettere che si possa avere ·meningite anche da un semplice ematoma clel cuoio capelluto, senza ferita esterna: tanto pii1 che i germi trovano nel sangue stravasato e nei tess11ti contusi. un ottimo terreno cli coltura. In una seconda parte del lavoro, l' A. esamina le difficoltà cl1e vi sono, per am· mettere una meningite diretta conseguenza cli un trauma, O}Jpure ammettere che il trauma, ha agito indirettamente od è stato clel tutto indipendente pE>r lo sviluppo del· l'infiammazione meningea. Infatti nelle cavità nasali, nell'antro cli Higmoro, nella retrobocca, nell' orecchio me<lio }JOssono esistere dei veri nidi di mi· croorganismi, e appunto di quei microorga· nismi cl1e si rinYengono nei reperti batteriologici di meningite. Perciò nei easi di meningite in cui si sospetta una genesi tra11matica, bisogna prenclere in somma considerazione e il rap· llorto cli sede tra trau1na ed infezione. e il tempo che co1·re tra il trauma e l' infiam· mazion~, e più di tutto escludere le sorgenti d'inf czione sopra ricorclate. È molto difficile quindi dal solo reperto batteriologico il clecidersi sull'o1--igine t1·au· matica cli t1na meningite, e tal re1)erto non può cl1e limitare (e solo in casi favore,roli) il compito e la sfera cl'azione del meclico ÀSCARELLI ATTILIO. legale.

La diagnosi della mo1·te per emorra,g ia, dedotta dal reperto anatomo-patologico. (BORNTRAGER. Viertel.jaltrssclirzft f. gericltt. i l:fe. dizi1t, gennaio 1904J.

L' A. eseguendo la se?iione di cinquanta cadaveri, in cui la morte era avvenl1ta per emorragia, ha osservato quanto segue: 1° Nelle morti per emorragia, è rara la totale assenza di macchie cadaveriche; 2° Le vene si trovano vuote di sangue, fanno eccezione le vene della Pia, che si trovano o piene o mezzo piene ;

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3° Le cavità del cuore si trovano vuote di sangue; 4° Il fegato e la milza mostrano un colorito anemico, mentre il colore dei reni e dei polmoni, sia alla superficie esterna, sia alla superficie cli taglio, può essere ' 'a· riabilissimo; 5° Nel peritoneo si i~invengono, in caso di emorragia interna, in media 800 eme. di sangue; 6° Nelle emorragie puerperali si riscon· tra, per lo più, un alto grailo di anemia, ma non si hanno segni locali speciali, di tale • anemia. Bisogna, })erciò, escludere, per po1·re la esatta cliagnosi di morte, l'eclampsia, l'apo· plessia, l'embolia polmonare, le embolie A. A . gassose.

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LEZIONI lsHtuto di Clinica Medica della R. Università di Roma diretto dal prof. G.

BACCELLI

Cancro prin1itivo della milza. L e zione clel prof. G. BACCELLI raccolta dal dott. S. DE ROSS I, assis tente.

Storia. - V ... V .. , di 51 anno, impiegato, celibe. Suo padre, strenuo bevitore, è morto di malattia acuta, era molto robusto e sano e non era stato prima mai malato. Sua madre è morta all' età di 51 anno per infezione tifosa. Prima n on era stat(:li mai malata, nè mai aveva avuto aborti : condusse a termine invece sette figli, e tranne una sorella del nostro infermo che è morta di parto, gli altri sono viventi e godono ottima salute. 11 V ... all'età di cinque anni ebbe un'infezione non grave di vaiuolo, dalla quale guarì senza residui di sorta. All'età di sette anni ebbe, un giorno, un calcio da un cavallo nella regione inguinale sinistra : l'inferrno non sa precisare quali disturbi lì per lì il trauma producesse; ma debbono essere stati certamente molto gravi perchè f·u sul pt1nto di morire. Guarì vertanto, ma nella parte lesa residuò un discreto tumoretto della forma e grandezza di un uovo di gallina e di consistenza molle elastica : era dolente spontaneamente ma non sempre, ed il dolore si esacerbava alla palpa· zione. Il tumore andò gradatamente scom· parendo ed all'età di 20 anni, quando l'infermo fu sottoposto alla visita militare era completamente scomparso; però ~ulla :parte rimase sempre un senso indefinito d1 mo· (13)

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IL POLICLINICO

lestia che scomparve poi totalmente dopo tre o quattro anni in seguito ad una cura di ioduro di potassio. Stette sempre bene fino a 37 anni, quando si infettò di blenorragia che guarì in breve tempo. l\on ha mai avuto abitudini viziose, non è f'umatore, è parco bevitore di vino. Non ha mai contratto infezione malarica, essendo stati sempre ottimi i luoghi di sua residenza. L'inizio della presente inf'ermità il paziente lo riferisce ai primi di luglio 1903. Essendosi esposto a cause reumatizzanti, cominciò ad avvertire un senso di molestia sotto forma di formicolìo e di puntura al fianco destro, che in pochi giorni andò aumentando di inte·nsità fino a procurargli dolore: l'infermo spontaneamente vi applicò un vescicante, ma mentre questo era ancora in posto avvertì come se il dolore sordo, compressivo si irradiasse profondamente a ±ascia da destra a sinistra verso la regione della milza Quivi asst1nse un carattere acutissimo trafittivo, che si esacerba va durante la respirazione e nei movimenti e che alle volte faceva mancare il respiro al povero infermo. Tale dolore cessò dopo pochi giorni, lasciando il paziente fiaccato, senza appetito, abbattuto nelle forze; palpahdoRi il ventre l'infermo avvertiva bensì una maggiore tensione del medesimo, ma non percepiva nessuna durezza circoscritta e ben definita. Da una visita medica subìta in quest'epoca non pare risultassero fatti notevoli, così che egli tornò al paese natio per cambiare aria. Poco o nessun giovamento notò nel cambiamento di vita. Fu in questa epoca che una notte palpandosi il ventre avvertì da sè la presenza di un tumore. Intanto le condizioni generali andavano peggiorando; il suo appetito era scomparso completamente, si stancava facilmente nel camminare e nell'agire; il pallore del volto si accentuava, dimagriva; a questi sintomi si aggiunse un forte dolore nella regione del fianco sinistro. Il 13 gennaio iniziò per consiglio di un sanitario delle iniezioni arsenicali che f'urono praticate prima nel tumore; ma aumentando questo di volume, e sopratutto aumentando il dolore, f'urono continuate sottocutanee. Da queste iniezioni non ritrasse alcun vantaggio; anzi, allo stato già grave, si aggiunse affanno e tosse stizzosa. Impres sionato dal suo stato, ricorse alla nostra Clinica. All' esame obbiettivo si nota quanto segue: Costituzione scheletrica regolare: nutrizione generale deficiente: masse muscolari flaccide. Cute di colorito pallido con leg· gero accenno a.Ila tinta paglierina. Esiste (14)

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FA.SO.

un leggero edema pretibiale. Agli inguini si palpano gang_li _linfatici tul!lefatti tanto a destra che a s1n1stra, sono dJ: consistenza duro-elastica indolenti. Le altre stazioni lin~atiche n_on mostrano. ga.ngli ingorgati. Non esistono esostos1 ne alle tibie nè allo sterno, nè sul cranio ; non vi Ò trac,~ia di sifi~ide nè in a tt~, nè pregressa. L infermo tiene nel letto il decubito supino, ogni altra posizione gli esagera il dolore all'ipocondrio sinistro. · La mucosa delle labbra e della bocca è pallida, la lingua patinosa e screpolata. Nulla di notevole all'esame del collo. L'ispezione del torac1:3 mostra la sezione inferiore dell'emitorace sinistro più svasata della corrispondente sezione destra e du· rante gli atti respiratori si nota che men· tre nella parte alta del torace sinistro le escursioni respiratorie sono più ampie che a destra, nella sezione inferi ore sono molto minori. A destra tanto la percussione che l'ascoltazione non rivela nulla di anormale: a sinistra invece la percussione fa ·notare in alto suono timpanitico ed in basso suono ottuso ad un li vello molto più alto che non a destra (s11lla paravertebrale è al1'8a costola), corrispondentemente l'ascolta· zione fa notare in alto murmure vescicolare aspro, in basso indebolimento del m ur· mure e poi apnea. Le indagini eseguite sul cuore e sui vasi li mostrano normali. L'addome ha forma alquanto asimmetrica in quanto che il quadrante superiore sinistro ed in minor grado anche il quadrante inferiore dello stesso lato sono sollevati. La linea alba e l' ombilico sono sposti verso destra. La cute è mediocremente tesa e non vi si scorge reticolo ve· noso sottocutaneo. Il sollevamento del quadrante superiore sinistro dell'addome è dato da una intumescenza che si insinua sotto l'arcata co· stale, la quale, come fu già accennato all'esame del torace è ampliata. Questa intumescenza si disegna sotto la cute in f'orma di sfera il cui punto più culminante sta circa 5 centimetri al disotto dell'arcata costal~ sul prolungament~ della paraster· nale. Una seconda prominenza a forma anch'essa globosa ma assai più piccola si scorge nel quadrante inferiore sinistr? imrnediatamente al disotto della ombelli· cale trasversa accanto alla linea mediana. Queste due prominenze sono separate da un leggero avvallamento. Durante le profonde ispirazioni le bozze discen~ono manifestamente in basso. La palp~zione con· ferma i dati della ispezione rilev~ndo l~ esistenza delle due bozze suddescr1tte e di più fa costatare un piano più profondo cli aumentata resistenza tra la bozza supe·


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SEZIONE PRATIOA

riore e l'inferiore. Con la palpazione bima- ' questa con una linea orizzontale che passi nuale si abbraccia fra le mani un t11more per l'ombelico, veniamo a dividere l'adche nel suo insieme offre la forma di una ovale, il cui polo superiore si insinua dome in quattro quadranti. Ora la ispe· come già si è detto, nell'emitorace sinistro zione e la palpazione ci dicono che il quaed il suo confine si può determinare con drante superiore sinistro è tutto occupato la percussione del torace la quale dà suono dal tumore, il quale però deborda da quecompletamente ottuso su tutta la zona sto quadrante per occupare gran parte del compresa fra la parasternale e la ascellare posteriore ed in alto arriva nell'ascellare quadrante inferiore sinistro e l'angolo sumedia al margine superiore della 7"· co· periore interno del quadra.nte inferiore stola. destro. · , Il limite interno del tumore oltrepassa La direttrice del tumore è quindi sedi poco la linea mediana: il limite infe- gnata da una linea obliqua che dall'iporiore gi11nge un dito trasverso dalla cresta iliaca sinistra e si approfonda perdendosi condrio sinistro discende e oltrepassa l' omnelle masse lombari. La superficie della belico; questa direttrice è quella seguita, intumescenza presenta notevoli in egua- come io ho dimostrato, dai tumori che na· glianze e la consistenza non è uniforme scono dal paren ahima splenico o dallo dal duro al duro elastico Sopra alcuni punti più sporgenti una pressione un :po' splene stesso quando sia ingrandito. Il tu'riva risveglia dolore. La percussione ael more del resto si insinua al disotto deltumore dà suono ottuso sopra ambedue le l'ipocondrio sinistro: ripete, sebbene grosbozze; suono timpanico, a perct1ssione leg· solanamente, la f"orma della milza e però gera sull'avvallamento che le divide. nessun dubbio che quest'organo sia la sede Il fegato trovasi nei confini normali, l'ala sinistra non è determinabile perchè della intumescenza che vediamo. Nella parte più bassa del tumore, però, si confonde col tumore testè descritto. Stomaco. Cercando di deyerminare come a ve te udito, esiste una piccola zona · l'area gastrica si trova che nella sede nor- di suono timpanico che lo traversa. È male s1 ha suono ottuso tanto alla per· cussione su_per:ficiale quanto a percussione un'ansa intestinale che si è cacciata tra il profonda. Il suono timpanico dello sto- tumore e la parete addominale. Voi samaco invece si riscontra in una zona sita pete che questo è uno dei caratteri che a destra della linea mediana. R onERb dà per distinguere i tumori del Il giorno 3 e il giorno 20 febbraio si r ene; non è però sempre così. Vi sono tusomministra il pasto di prova consistente in un po' di carne ar1·ostita, un piccolo mori del rene, e voi avete quest'anno ve})ezzo di pane e un bicchiere di acqua. duto un grosso echinococco del rene deEstratto dopo 4 ore il content1to gastrico stro, che non spingono avanti a loro il presentò caratteri identici in ambedue le colon, ma lo spostano di lato; come vi volte e cioè: assenza completa di acido sono altri tumori che non provengono dal idroclorico, discreta quantità di acido lat· tico: all'esame microscopico le fibre mu- rene e che pure si spingono innanzi un'ansa scolari conservano bene la loro striatura. intestinale. Il tumore che stiamo esami· L'esame del sangue dà globuli rossi nando si comporta precisamente così. 4,6 0,000, globuli bianchi 3000. Di che natura è il tumore ~ L'esame delle urine le mostra normali ' E una ipertrofia della milza? per quantità e qualità. È una milza amiloide? L'infermo che oggi presento a,lla vostra È una milza leucemica~ attenzione è affetto, come evidentemente E una cisti idatidea? risulta già dalla storia che avete t1dito, È un cancro della milza? da un enorme tumore situato nella cavità Per indagare la natura del tumore è del ventre; vediamo di determinarne la sede mestieri che voi teniate presenti le carate la natura per potere da queste cogni- teristiche della sua forma e del modo onde · zioni stabilire il quid age·n dum. si è sviluppato. È così che subito voi potrete escludere Se noi tracciamo sul ventre dell'infermo una linea retta che dalla apofisi ensiforme che qui si tratti di una ipertrofia splenica discenda fino al pube e intersechiamo da malaria. Oltre che manca qualunque 1

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IL POLICLINICO

dato anamnestico relativo a codesta infezione, che pure, nella ipotesi di una cachessia malarica, non dovrebbe far difetto; osservate che nel caso in esame la forma della milza non è così regolare come generalmente s'incontra nelle milze malariche e non è accompagnata da tumore epatico che in queste forme di cachessia malarica è così frequente come l'ingrandimento della ·milza. Con altrettanta facilità si esclude la possibilità di una milza amiloide: mancano anche per questa i momenti causali (rachitide, tubercolosi, sifilide, suppurazioni prolungate, ecc.) e mancano, le concomitanti lesioni del fegato, dei reni e dell'intestino. La leucemja suole dare un tumore di milza che per grandezza e per forma si rassomiglia a questo che è oggetto dello studio odierno. Ma in questo caso l'esame del sangue non rivela aumento dei corpuscoli bianchi; nè, all'esame obbiettivo del . soggetto, si rivelano altre alterazioni che possano alla leucemia riferi.rsi. Una cisti idatidea della milza si può pure facilmente escludere. Sia perchè questo genere di tumore raramente si rinviene nella milza e quando vi è, è secondario per lo più ad echinococchi del fegato o del mesentere; sia perchè una cisti idatidea di questo volume avrebbe impiegato anni a svilupparsi; non avrebbe dato i sintomi di cachessia ; non il dolore alla pressione del tumore e forse . avrebbe fatto sentire in qualche punto almeno il fremito caratteristico. Resta dunque a pensare al cancro pri· mitivo della milza Sebbene raramente questo tumore è stato già rinvenuto alcune volte primitivo di questo organo ed io molti anni or sono potei farne in un caso la diagnosi in vita; diagnosi che ad alcuni allora sembrò molto audace, ma che fu poi pienamente confermata dall'autopsia. Ed in questo caso: l'aumento rapido del tumore; la superficie irregolare con bozze più o meno sporgenti; il dolore che si risveglia alla palpazione di alcune di esse; lo stato di incipiente cachessia; gli ingorghi ghiandolari agli inguini; l'assenza di sintomi relativi ad altri organi sono (16)

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' tutti argomenti positivi che mi fanno senza alcun dubbio porre la diagnosi di: cancro primitivo della milza. L'esame istologico di questo tumore se ci verrà dato procedere all' extispiciuin vi darebbe sicuramente i caratteri del linfosarcoma : voi certo vi meraviglierete che io chiami tumore siffatto col nome di cancro. Gli è, o signori, che la parola cancro, di conio Ippocratico, significa tumore maljgno che si accresce in loco, si riproduce a clistanza, che infetta l'organismo e conduce alla cachessia; caratteri tutti che io ritrovo nel tumore oggetto del nostro studio: io credo pertanto che la parola cancro debba essere pronunziata solo dai clinici -e che sia stata male a proposito scelta. dagli istologi per classificare soltanto i tumori epiteliari. In questo senso io pubblicai una lettera diretta a Rindfleisch, lettera. nella quale osservavo che è pertinenza degli isto-pa· tologi, post visum et repertum, descrivere l'istoria naturale anatomo-patologica di siffatti tumori; ma riservare esclusivamente ai clinici il vocabolo coniato da Ippocrate, vocabolo che include necessariamente i caratteri suddescritti e dei quali è dato esclusivamente al clinico il diritto di constatazione lungo la vita. Ma il caso che abbiamo testè esaminato ' dà lt1ogo ad altre considerazioni impor· tanti. In primo luogo osservàte che ad onta. l'addome dell'inf'ermo sia così grandemente disteso non si scorge sulla sua superficie neppure una vena rampante, nè nella cavità peritoneàle esiste goccia di liquido. Trasportate con la immaginazione le lesioni che abbiamo veduto esistere in questa. milza, nella ghiandola epatica e voi avrete, q.uasi certamente, vene rampanti ed ascite. E il fegato ed in esso le diramazioni della vena porta, la chiave della circolazione venosa addominale. In un altro caso di carcinoma primitivo della milza che io diagnosticai anni or sono e del quale qui vedete il rendiconto., esistevano numerosissime vene ingorgate sulla parete addo· minale, così che potei stabilire che il tu-


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SEZIONE PRATICA

· more, in quel caso, comprimeva i tronchi venosi conspicui della porta, e l' extispicium mi dimostrò che l'analisi clinica non era stata errata. Qui come ho detto, :-)ebbene il tumore sia immane pure non esiste compressione su tronchi venosi conspicui. L'altro punto che merita tutta la vostra attenzione è il comportamento della funzione gastrica in quest'uomo. All'infuori di un evidente spostamento del ventricolo verso deHtra, non vi sono sintomi rif'eribili a malattia dello stomaco; eppure voi avete udito, le digestioni si compiono male e al pasto di prova si trova assenza di acido cloropeptico e presenza di acido lattico. Io ho messo in evidenza tutta l'importanza che ha la milza nella digestione degli albuminoidi. In altra occasione io vi parlai a lungo della meravigliosa circolazione addominale della quale dimostrai, molti anni or sono, tutta la enorme importanza fisiologica. Ragioni anatomiche facili a comprende1'si rendono inceppata, in questo caso, la circo• !azione nelle vene brevi oltre che il metabolismo delle cellule del parenchima splenico deve essere enormemente alterato, a queste due ragioni voi dovete ascrivere i disturbi funzionali del ventricolo. Quanto alla cura, voi sapete che la medicina è totalmente disarmata contro queste a:ffezioni ; nè io saprei mai non solo consigliare, ma neppure annuire a che si ten· tasse un atto operativo. L'immanità del tumore, le aderenze che certamente esso ha contratto con tutti gli organi dell'addome renderebbero il tentativo completamente inutile. Nota. - L'infermo di cui tratta la precedente lezione volle a tutti i costi sottoporsi ad un atto operativo nella speranza di migliorare le sue condizioni. Fu per· tanto·dimesso dalle nostra Clinica, e qualche giorno dopo assoggettato ad una laparotomia. Hi rinvenne un enorme tumore della milza con i caratteri del linfosarcoma e noduli di riproduzione nelle glandole meseraiche. L'organo affetto era così ade· rente al pacchetto intestinale ohe il chirurgo fu costretto, appena esplorata la cavità addominale, procedere a richiudere il ventre.

OSSERVAZIONI CLINICHE OSPEDALE

S.

ANTONIO DI TRAPANI.

Piotorace per versaTDento di contenuto gastrico in seguito a fe1·ita da punta

e taglio dello sto1naco. Contributo clinico per il dott. CARì\!ELO SoLINA, chirurgo primario. \

Il caso clinico che sono per esporre ha una certa importanza, e rappresenta una evenienza non comune sopratutto per il decorso e gli esiti della lesione. P. G. fu G. B., di anni 27, marinaio, da Pantelleria, viene ricoverato in quest'ospedale il giorno 23 marzo 1903. Le sue condizioni sono gravissime : temperatura elevata, polsi frequenti ed irre· golari, mediocre dispnea, cianosi della taccia. Egli può dire a stento che nella sera del 13 febbraio di quest'anno riportò in rissa tre f'erite da coltello al torace, delle quali due erano cicatrizzate in breve ed una era suppurata. Sin da quel giorno era stato colto da febbre, preceduta da brividi, con lievi remissioni. La nostra attenzione fu rivolta al torace sinistro, ove si notava in corrispondenza del 6 > spazio intercostale, a sei centimetri in fuori della linea ascellare posteriore, un seno fistoloso, dal quale veniva fuori del pus in poca quantità. Oltre a ciò eravi: immobilità toracica, spazi intercostali ampliati e sporgenti, sezione toracica sollevata, cuore deviato a destra, manuanza di fremito vocale, _p ercussione ottusa in quasi tutto l'ambito del torace . sinistro e respirazione debolissima, indeterminata. Il quadro clinico del pio torace era completo. Versando l'infermo in condizioni assai gravi, allargo con un bottonato per alcuni centimetri il seno fistoloso, dal q11ale viene fuori una grande quantità di pus. L'esplorazione digitale non riesce a toccare il polmone; ciò che indica una notevole atelettasia. Eseguo un lavaggio con soluzione calda e debole di sublimato corrrosivo (uno per cinquemila) e reca grande meraviglia la fuoriuscita, insieme al :RUS frammisto al liquido di lavaggio, di alcuni pezzetti di foglie di lattuga (6 o 7) di forma quasi quadrangolare e della grandezza ciascuna di tre centimetri quadrati. Si mettono due gro~si tubi a drenaggio a ca~na dì fucil.e e s1 copre con spessa medicatura antisettica. (17)


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IL POLICLINICO

Nel giorno successivo, ripetendo il lavaggio, escono altri pezzetti di foglie di lattuga; ciò che accadde ancora per altri 3 o 4 giorni. Le condizioni generali dell'infermo van· no frattando migliorando, la temperatura massima nelle 24 ore non raggiunge i 38° ed il pus diminuisce di quantità. Il cavo suppurante è sempre notevole ed il di.to tocca appena il polmone atelettasico. Rima· neva un empiema cronico, per cui la indi· cazione di una operazione di Estlander era precisa; ed il giorno 10 maggio, con l'assistenza dei dottori DE F1L1PPI, ZuPPINO ed AoRAGNA pratico una larga resezione (circa 10 cm. J della 4a 5a, 6a e 7a costola. L'infermo si ·'avviò ad un progressivo miglioramento, ma dopo alquanti giorni dall'intervento sopraggiunse una febbricula da infazione intestinale, che durò circa due settimane. Riavutosi, e rimanendo nel cavo residuale un piccolo infundibulo, il giorno 23 settembre reseco ancora per breve tratto la 6.,_ e 7a costola ; dopo di che il giorno 28 ottobre successivo veniva dimesso dal1'ospedale completamente guarito. Q11ale il momento etiologico del pio torace? L'intarmo, dopo alcuni giorni di degenza all'ospedale, po tè meglio rispondere alle nostre dimande; ed intatti egli ci disse che · poco prima d'essere ferito aveva mangiato un'abbondante insalata di lattuga cruda. Ora è facile spiegarsi che l'arma che inferse la ferita, dopo di avere leso la parete costale, ferì il diaframma e lo stomaco nella grossa tuberosità. Da qui lo spandimento di una piccolissima parte del suo contenuto nella cavità pleurica sinistra e lo sviluppo di un pro· cesso suppurativo, di un vero piotorace, senza che nulla fosse caduto nella caYità peritoneale. E che l'arma non ebbe ad interessare il polmone si potè anco desumere da un rapporto medico legale del chirurgo del luogo, che apprestò le prime cure, in cui non si accenna nè a pneumotorace, nè ad espettorati sanguigni seguiti alla ferita. La ferita della sola pleura costale, senza ledere la viscerale ed il polmone, è un fatto evidentemente dimostrato, anco per via sperimentale. Non appena la pleura costale è attraversata dallo strumento feritore, talvolta il polmone si retrae e collabisce in un lampo, dice il KoNIG, per la <18l •

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contemporanea azione dell'aria, di modo che il polmone sfugge alla punta dello strumento. Gli anatomici nel bene precisare i rap· porti dello stòmaco si sono principalmente occupati di quelli della ±'accia anteriore, considerandola come la sola accessibile e per una piccola parte della sua superficie. La grossa tuberosità dello stomaco corrisponde poi tutta alla regione ipocondriaca sinistra, verso il diaframma. Nel nostro infermo la ferita dello sto. maco avvenne nella grossa tuberosità, nel senso trasversale, anzichè nel longitudinale, e senza lesione di alcun vaso. E' noto che le ferite trasversali parziali del tubo gastro-enterico, inferte da arma da punta e taglio, fanno beante la ferita perchè le fibre muscolari longitudinali se· zionate la divaricano, mentre la mucosa si prolassa e nelle f'erite non molto ampie viene strozzata per l'azione dei muscoli circolari lisci, condizione capace di prevenire in tutto od in parte la fuoriuscita del contenuto intestinale (DuRANTE ) . È poi a considerare che le fibre longitudinali dello stomaco sono più sottili e deboìi di quelli dell'intestino, condizione ·probabilmente t·avorevole a che il contenuto gastrico nelle ferite parziali e tra· sverse non si versi con facilità. Questi i fatti anatomo-patologici che accompagnarono la ferita dello stomaco. Ora nel nostro caso dopo che una pie· colissima parte del contenuto gastrico si versò nella ca\Tità pleurica sinistra, ciò eh~ ebbe a verificarsi poco dopo il feri· mento e, come abbiamo detto, con per· fatto coalito tra lo stomaco ed il diaframma nel punto leso, la ferita dello stomaco ebbe a chiudersi per quella benefica azione ostruente della mucosa.

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Dicembre 1903.

IL POLICLINICO sezione Chirurgica, Anno XI, 1904 -0-

Somma..r:i<> cJ..e1 Fa..so:io<>1<> 4• I. Dott. A. Codivllla - I.a mia esperienza nei traJ!ianlt tendinei - II. A. lsaia - Studio clinico-slatialico aopra • sarcon1i osservati in diciotto anni di Cliuica chirurgica dal profes1or Fraacesco Duranti:. - lll. Uo1t O. Sch1fone - la uar: c;o&i cloro-etilici. - IV. Oott. A. L. Bonanome - ~n caso.d•

rottura traumatica dell'intestino tenue per u1•a violenza indiretta.


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NOTE DI MEDICINA SCIENTIFICA L'im1nunità acquisita contro i veleni i>nò essere tra~ 1uessa dai genitori alla prole? Il prof. A. Lu . TIG ha presentato alla R . .Ac· cademia clei Lincei (gennaio 1904), una comu· nica.zione interessante su q uesto argomento. OSKAR HERT,VIG affermando la possibilità della trasmissione ereditaria di caratteri acqui· siti, ricorda, fra gli altri, il fatto che la immu· nità verso alcune malattie infettive e tossiche può pa~sare dai genitori alla prole . A. sostegno (le1la sua te. i, che è in contraddizione con le idee clol WEI8Sl\1ANN, HERTWIG rammenta S})0· cialmente le note esperienze di EHRLICH con la ricina e con l·abrina eseguite alct1ni anni or ' sono sui topi. Questi animali, che sono 1nolto sensil>ili all'azione di piccole dosi di tali veleni, si al>it11ano ad essi e giungono a sopportare closi, cl1e in condizioni normali produrrebbero la morte, nllorcl1è v engono sottoposti ad un op· portuno trattamento con queste sostanze tossi· che. L'immunità cosi acqt1istata si può: secondo EHRLICH, trasmettere ai figli, che nascono e si conRervano immuni. HERTWIG, fondandosi su questi esperimenti, conclude che le cellule c1oi tessuti subiscono per opera dei \eleni certe modificazioni specificl1e, che queste modificazioni anrengono anche nei prodotti sessuali e per tal modo si trasmettono ai figli. "\VEISS~IANN in vece tenta di spiegare i feno · meni oAservnti ùal1o EIIRLJCII non nel senso cli t1na vora trasmissione ereditaria dell'im1nunità per la via germinale, ma ammettendo che dalla madre al feto passino le Hosta.nze immunizzanti per la via della placenta; e tale ipotesi è avvalorata da qttesto, che non è dimostrato cho il padre sia capace di trasmettere ai figli l'immu· nità lla lui acquisita. • Questo importa!lte problema della trasmis· sione clei caratteri acquisiti ha da molto tempo attratta l'attonzione dell'A. e fin dal 1897 egli fece conoscere i risultati d'una serie di ricerche destinate acl investigare se fosse possibile la trasmissione per ei~edità o per allattamento del· l'immunità acquisita dagli animali verso la pesto bubbonica, ricerch e intra1)r ese allora insieme al prof. GALEOTTI. In seguito ha voluto ancora vedere se i genitori possano trasmettere alla prole l'immunità acquisita verso certi veleni ed è appunto questo l'argo1nento della presente nota. Come EnRLICH, anche egli ha adoperato veleni di natura non bacteri ca, perchè più facile e sicura è la determinazione d el loro potere tossico e delle dosi precise da adoperarsi.

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Tali vantaggi presentano ltppunto la ricina e l'u.brina che del resto per la loro costituzione chimica e per il modo di agire sugli organismi non si discostano assai dalle tossine bactericl1e. Per toglier poi di mezzo l'obbiezione che il EISSl\IANN rivolse all'EBRLICH, }1 a l'.A.. credt1to opportuno il lasciar da parte i mammiferi e di adoperare gli uccelli, dopochè con r ipett1te prove, si ora potuto convincere che i polli non godono mai di una immunità naturale nè per l'abrina n è per la ricina. In generale bastano 4: mmgm. d'abrina su 1000 gm. di peso di animale, per pro\ocare col metodo delle iniezioni peritoneali, senza eccezione, la morte. L'abrina va sciolta in una sol11zione di N a Cl al O. 75 °/0 sterilizzata, in proporzione di 1 a

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10,000. Si noti che qt1esta soluzione dopo tre o qu attro giorni diviene inattiva o quasi, e quindi è n ecessario usare soluzioni di recente preparate altrimenti i risultati sono poco sicuri ed inco· stanti. Cosi probabilmente va11no spiegati i ri· sultati incerti di 0ALMETTE e DELARDE. I polli a ct1i vengono inoculate dosi mortali di abrina soccombono in un tempo che varia fra 36 ed 80 ore, con fenomeni morbosi n1olto caratteristici e con alterazioni particolari. S enza ricordare qui tutte le modalità seguite negli esperimenti e sonza riferirne più minuti particolari, basti sa· pere che l'.A.. ha prodotto l'immunità per 1 abrina in galli ed in galline valdarnesi dell'età di 18-24 mesi e del peso di 1250-3909 gm. ciascuno. L'immunizzazione si cominciava con iniezioni sottocutanee o intraperitoneali di gm. O. 0000066 di sostanza attiva, praticate ogni giorno od ogni due giorni o a più lun ghi intervalli e poi si crosceva la dose del veleno fino ad iniettarne 5 fino 6 milligm. su 1000 gm. di p eso d'animale . . . Dopo circa 70 giorni e mai prima i polli avevano acquistato una completa insensibilità a dosi mortali d'abrina. Durante il periodo di immttnizzazione i polli mostravano fenomeni morbosi consistenti specialmente in aumenti di temperatura, diarrea, prolasso della cloaca, di· magramento, perdita delle p enn e. Una volta immunizzati e rimessi in salute l'iniezione di forti dosi di abrina non provoca-va più alcun f enomeno morboso, aJ,lche s~ l'iniezione si fa· ceva un anno dopo conseguita l'immunità. Ogni esperimento fatto sugli animali immu· nizzati o che si reputa,rano tali era accompa· gnato da numsrose prove di riscontro con ani· mali perfettamente normali, che si sceglievano della stessa qualità e dello stesso p eso.

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Dul 1899 fino ad oggi l'A. ha immunizzato i seguenti animali : nel 1899-1900 due galli e quattro galline; nel 1901 due galli e cinque galline; nel 1902 cinque galline. Da queste galline si raccolsero uova in ab· bondanza e alcune di esse servirono per una ricerca preliminare, per vedere cioè se nei ma· teriali nutritizi dell'uovo .esistessero quelle so· stanze immunizzanti che certamente circolavano nel sangt1e delle galline. Come è facile com· prendere interessava rrschiarare questo punto affinchè, dato che si manifestasse poi l'immunità nei pulcini nati da queste uova, non si potesse supporre che questa provenisse dall'essersi l'em· brione nutrito con materiali già contenenti so· stanze capaci di conferire l'immunità. A tal fine l'A. trattò ripetutamente diversi polli normali adulti sia col bianco, sia col tuorlo di uo·va provenienti dalle galline validamente imm1tnizzate e poi iniettò a questi l'abrina, ma l'intossicazione decorse come negli animali di controllo. ' · Per vedere poi se i pulcini nascessero immuni pose ad incubare: 1° Uova di galline non immunizzate feconclate da 11n gallo immunizzato. 2° U o;va di galline immunizzate fecondate da gallo non immuninizzato. 3° Uova di galline immunizzate fecondate da gallo immunizzato. Si raccolsero anche uova (in numero di circa 60) che le galline d eposero durante il li1ngo periodo dell'immunizzazione, ma di queste uova. non si schiusero nè quelle fatte incubare artificialmente n è quelle affidate ad una chioccia per l·incu· bazione naturale. In queste uova si trovarono talvolta embrioni mostruosi e pulcini morti che presentavano fenomeni teratologici. Alquanto diversi sono i risultati che si ebbero con le uova raccolte dopo che le galline si erano completamente rimesse dagli effetti dell'immunizzazione, cioè dopo che erano trascorse pa· recchie settimane, sei mesi ed anche un anno clall'acquisto dell'immunità. Però anche in queste i1ova si trovarono pul· cini che presentavano evidenti e strani fenomeni teratologici. Questo ultimo fatto si è riscontrato anche nelle uova fecondate da un gallo immu· nizzato, ma deposte da galliné normali. Precisando: di 10 uova deposte da una fem· mina nel 3° mese dopo avvenuta la imm11nizzazione e fecondata da un gallo reso da oltre un anno immune, se ne schiusero solo 3 e da

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altri 3 nacquero pulcini cachettici che morirono dopo pochi giorni. Nel giugno 1900 si affidarono ad una chioccia 16 uova, deposte dopo il 5° mese da che i geni tori avevano raggiunto l'immunità, e da esse nacquero 3 soli pulcini, di cui due morirono poche ore dopo la nascita ed il terzo dopo -venti giorni. Nelle rimanenti 13 uova si trovarono embrioni deformi ed incompleti. Nel git1gno st8sso furono affidate ad un'altl'a chioccia altre 16 uova, raccolte da una galli1Hl robustissima immunizzata da oltre tre mesi e fecondata da un gallo pure immune. Di queste 16 uova se ne schiusero 7; un pulcino nacque malato ma poi guarì, . due pulcini che mostravano ventre gonfio e testa deforme morirono presto, gli altri quattro erano assai deboli, ma tenuti con grandi riguardi crebbero bene e di· vennero belli e robusti. Di questi cinque animali (tre femmine e d1to maschi) che chiameremo della 1 a serie, mi 'ralsi per i si1ccessivi esperimenti. Nelle uova non nate si trovarono al solito pulcini deformi. È da notarsi che le galline e il gallo da cui si ottennero tali pollastri si mostrarono forte· mente immuni anche tre anni dopo ed essi ser· virono per altre esperienze intraprese dal dot· tore G. ROSSI. Nel giugno 1902 si affidarono ad una chioccia 12 uova raccolte da 62-80 giorni dopo la com· pleta immunizzazione della femmina che le do· pose e del maschio che le fecondò. Da queste uova nacquero 5 pulcini di cui due morirono dopo pochi giorni e tre vissero e crebbero ab· bastanza robusti. Questi tre polli li chiameremo della 2a serie. Tutti questi animali vennero poi sottoposti alla prova delle iniezioni con dosi mortali di abrina, come ora brevemente si esporrà. Due pollastri della 1a serie (una femmina ed un maschio) ricevettero m \a. dose mortale di abrina nella cavità p~ritoneale, 7 settimane dopo la loro nascita, e morirono come gli animali di controllo della medesima età ed egualmento trattati. Un galletto della 1a. sorie a cui si iniettò l'abrina dopo un anno dalla nascita, mori in egual periodo (tra 24 e 26 ore) che i pollastri di riscontro. Dei 3 polli della 2a serie uno venne sottoposto alla prova dell'abrina dopo 3 mesi, un altro dopo 6, ed il 3° dopo 9 mesi dalla nascita, ma anche questi animali non solo non mostrarono alcuna resistenza al veleno, ma apparvero forse ancor più suscettivi dei polli normali.

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SEZIONE PRATICA •

Questi rist1ltati sperimentali si possono ~osì t riassumere: 1° Anzitutto è da notarsi che i polli nor· CA~Ul~!J.'ICA mali sono animali sensibili all'azione dell'abrina, ma si possonQ rendere i1nmuni artificia.lmente Cause dello stomaco a clessidra. ed allora conservano poi l'immunità acquisita Lo stomaco a clessidra può essere prodotto: per parecchi amii ; 1. Da aderenze perigastriche; 2° L'immunità acquisita dai genitori non si 2. Da un'ulcera perforata con fissazione dello trasmette ai figli. Questi nascono gracili od anche cacl1ettici e r esistono meno degli animali sani sto1naco alla parete addominale anteriore ; 3. D a un'ulcera cronica collocata verso il all'azione del veleno; · 3° Le uova, di galline immunizzate, fecon- mezzo dell'organo. MOYNIHAN, di Leed s, non crede dimostrata date da maschi normali o immunizza,ti., come l'origine congenita di questa deformazione gapure quelle deposte da galline uormali, ma strica. fecondate da maschi immunizzati, non si schiu· dono se non in piccolo numero: in molte si tro· Rapporto fra la litiasi biliare e l'i1>eracidità. Tano eml>rioni deformi o pulcini maturi ohe In Tlze A11zerica11, 1Wedicine del 14 noveru· presentano fenomeni teratologici. Da queste esperienze Bi può quindi concludere bre 1903, il dott. KAUFMANN parla di questo rap· che non ,~i ò 1ma trasmissione ereditaria della porto e crede che la sua conoscenza offra un interesse più che teorico. L 'iperacidità e l'iper· immunità clai genitori alla prole e che perciò i secrezione dello stomaco hanno n ei disturbi della risultati ottent1ti da EIIRLICII non si possono in· terpretare se non nel senso del WEISSl\IANN che litiasi biliare ttna parte più importante di quella passino cioè dalla madre al figlio, per la via che si ammette generalmente. Un contenuto ga· strico molto acido al momento di raggiungere il placentare le sostanze immunizzanti. N ~gli studi dell 'A. essendo stato eliminato duodeno può determinare uno spasmo del piloro. È naturale concludere che lo spasmo dell'ari· q11esto fattore della connessione tra la madre e l'embrione, i risultati sono stati più significativi ficio del coledoqo può essere determinato dalla medesima causa. e pift chiari. L'irritaziono costante della mucosa del duoQt1esta conclusione può avere una certa im· deno e gli spasmi frequenti dell'orificio del co· portanza, per la t eoria generale della eredità in ledoco possono condurre allo sviluppo dei calcoli rap1lorto col principio della trasmissione dei ca· biliari. Quando l'operazione non è indicata, la ratteri acquisiti, sebbene in tal riguardo debba cura interna tende a mettere i calcoli in riposo. l'A. pur riconoscere che un i·isultato negativo Tutti i disturbi di origine digestiva devono non ha valore di prova. Solo è lecito affermare essere combattuti per prevenire gli attacchi. che non è mediante l'immunità che si può dimostrare il sovraccennato principio. Infta1nn1azione del diverticolo di l\leckel (Il Morgag1ii, 5 marzo 1904).

PllATICA PROFESSIONALE

con ostruzione del lume intestinale.

(Are/i. f. kli1i. Cliir.1903, vol. LXX, fase. 4) afferma che di casi simili ne sono reO'i· ~ strati 11 nella letteratura. DENECKE ne ha rac· colti 9; uno ne riferisce ZI~IMERMANN. Tre degli undici casi furono controllati dall'autopsia; otto dall'operazione. In un caso potè farsi soltanto un ano contro natura; in un altro caso l'operazione po tè farsi solo dopo la formazione di un akcesso nella pa· rete addominale e ne segui una fistola. D ei r estanti 6 casi, almeno 3 vennero guariti e possibilmente anche un qt1arto. N el caso di REBENTISCH vi era em1)iema del diverticolo ed ostruzione del lume intestinale, che richiese l'asportazione di 28 cm. di ileo. L' .A. ~rede questa malattia analoga all'appen· dici te e la chiama « cliverticolite » . REBENTISCH

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Sezione Medica., Anno XI, 1904 -0-

Somxxia..rio d.e1 Fa..soioo1o 4 . I. Prof. A. Zeri - La infezione malarica perniciosa. li. Dott. A. Marina - Sul restringimento pupillare, che ai os-

serva ai movimenti laterali dei bulbi, nell'occhio che va all'interno. - 111. Dott. "A. Nazari - 8ulla mielite cronica cervicale nei vecchi.- IV. Dotl. A. Signorelli - la ipofonesi vertebrale

nelle malattie del cuore e dell'aorta, tratta dalla percussione delle vertebre cardiache e sopracardiache. - V. Dott. A. Rossi Contributo al ricarnbio, alla patogenesi ed all'uropoieai del diabete imipido.

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532

IL POLICLINICO

Tenie inermi "!JlUltiple nell'uomo. Nella Mu1icli. 1necl. W oc/i. del 29 dicembre, p. anno, il dott. RIEHL pubblica un caso inte· ressante di due tae1iiae saginatae in una stessa persona. Il caso è raro e perciò merita di essere ri· ferito. Trattavasi di una bambina nella quale l'esame delle feci rivelò la presenza di una tenia sa-

ginata.

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La somministrazione di estratto etereo di felce maschio ebbe per effetto di portare l'espulsione totale del verme, compresa la testa. L'indomani però la paziente dichiarò di avere ancora evacuato frammenti di tenia; l'A. pensò trattarsi di qualche anello isolato rimasto attac· cato alla mucosa dell'ampolla rettale. Ma sic· come l'espulsione di frammenti di tenia con· tinuò nei giorni seguenti, fu necessario riconoscere l'esistenza di un secondo parassita ed infatti, 8 giorni dopo il primo intervento, si fece pren· dere alla malata una nuova dose di estratto di felce maschio che portò all'espulsione di un'altra tenia inerme.

APPUNr.rtI DI 1l'El\APIA T1·attamento delle emottisi nei tubercolosi. Nel Jorir1ial de Médecin,e et de CJtirurgie, il dott. 0HAUFFARD si occupa di questo argomento. In molti tubercolosi l'emottisi è un sintomo iniziale ed anche premonitorio. Si può anzi dire che, in una certa misura, è un accidente bene· fico perchè richiama l 'attenzione sullo stato la· tente della malattia. Ma più comtmemente, l'emottisi sopraggiunge in un soggetto già cono· scinto come tt1bercoloso, e talora essa resta 11nica, e talora essa si ripete ed assume allora un pronostico grave. Infine, l'emottisi può presentarsi nell'ultimo periodo della tubercolosi, ed è allora un acci· dente gravissimo, sovente letale, dovuto allo stato aneurismatico dei vasi della cavità. In qt1este condizioni cosi differenti, la pro· gnosi varia quindi essenzialmente, tanto più che fa d'uopo tener conto della quantità del sangue emesso. L'emottisi d'altronde presenta un'evoluzione differente secondo la causa produttrice. In certi casi, essa è realmente d'origine traumatica e può ST'olgersi molto semplicemente. Ma le stesse emottisi traumatiche devono essere considerate come sospette, perchè pt1ò accadere che il trau· (~2)

[ANNO

XI, F .A.SO. 17J

matismo polmonare apra la via ad una inoculazione tubercolare. A queste emottisi possono accostarsi quello che si producono sotto l'influenza di un medi· camento che ha azione congestiva, come il ferro, gli ioduri o la medicazione solforosa, come pure il creosoto ad alta dose; ma queste ultime emot· tisi non si osservano c·h e nei casi di tubercolosi l.atente, per modo che alcuni hanno proposto di · usare gli ioduri come mezzo di diagnosi per ri· ' conoscere l'esistenza di piccoli focolai di tuber· colosi a cagione dei fenomeni di congestione che essi provocano. Ma se si prendono in esame le emottisi, si può dire che dal punto di vista della loro evoluzione esse sono tanto meno gravi quanto più si osservano in un'epoca più prècoce della malattia; le ultime, al contrario, non gua· riscono, perchè esse sono causate dalla rottura di piccoli aneurismi, mentre le prime sono do· vute ad effimere flussioni. In presenza di un'emottisi, è necessario in primo luogo istituire condizioni favorevoli al malato, rassicurarlo, tranquillizzare non solo il malato, ma anche i parenti; si deve mettere l'organo malato in riposo e quindi esigere il si· lenzio assoluto del malatu; dovrà tossire il meno possibile, ciò che si otterrà somministrandogli due o tre centigrammi di oppio ogni ora. Fa d'uopo in seguito ricercare se l'emottisi sia sotto la dipendenza di una causa occasio· nale che si possa sopprimere. In ogni caso de· vesi evitare di mettere il malato in un'atmo· sfera molto calda, essendo necessario che egli respiri un'aria fresca e non confinata. ' È utile l'ascoltare il malato, perchè si pos· sono rilevare localizzazioni che non si ritrova· ranno più tardi; ma l'esame deve essere fatto con le più grandi precauzioni. Per agire sull'emottisi, se essa è poco abbon· dante, si può utilizzare la derivazione sanguigna mediante i pediluvi caldi e senapizzati; ma se essa è considereT"ole, si può ricorrere alla lega· tura dei quattro arti alla loro radice. Si possono pUI~e utilizzare gli irritanti, come le ventose secche sul petto, i senapismi, ecc., ' ma si devono assolutamente proscrivere i vesci· canti e le punte di fuoco. Infine si può ricorrere ai medicamenti vaso· costrittori suscettibili di produrre la contrazione delle arteriuzze. Il più attivo è l'ergotina per iniezioni. In questi ultimi tempi si è ricorso all'adrenalina, di azione vaso-costrittrice potente; una a due iniezioni di un mezzo milligrammo con la solu· zione al millesimo. Nelle emottisi a ripetizione, CHAUFFARD dice


(ANNO XI,

FASO.

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SEZIONE PRATICA

La tosse notturna è spesso associata con la l'aver ottenuto buoni effetti dall'uso dell'hama· ' melis, che agisce sulla fibra muscolare. Mentr~ bronchite cronica e con l'enfisema. Il rimedio l'ergotina di segale non può essere usata per più sicuro consiste in pillole di ipeca o di scilla, lungo tempo, perchè determina intolleranza, si che si dànno al momento di coricarsi. La tosse eccessiva cl1e si produce nel mettersi llossono so1nministrare senza inconvenienti 20 a 30 goccie lli tintura di hamamelis per la durata a letto è per lo più dovuta al cambiamento di posizion~. Un bicchierP, di latte caldo, bevuto a cli 15-20 giorni ed anche più. Q11anllo l'emorragia è graYe, si può applicare piccoli sorsi, può provocare )'espettorazione, dopo di che la tosse cessa. Nella giornata può veri· ancl1e una Yescica di gl1iaccio sulla regione so· ~petta. Poscia si prescri,Tono astringenti come il ficarsi llna tosse penosa accompagnata da espettorazione scl1iumosa negli enfisematosj. tannino o meglio l'a,cido gallico alla dose di L 'A. preconizza in questo caso la mistura lli centigl'an1mi 75 ad 1 grammo nelle 24 ore. Q11anclo l'emorragia diviene minacciante. si ipeca e di scilla: pl1ò ancora ricorrere alle iniezioni di gelatina Citrato di potassa • . centgm. 90 sterilizzata all'at1toclave per la durata di 20 a 30 6 Acetato d'ammoniaca. gm. min11ti. Tintura di scilla . . gocce XII Infine Ai può dare ancl1e il cloruro di calcio X Aceto di ipeca . • • alla ùo e ùi tre a cinque grammi nella giornata. 30 Infuso di anaci . • . gm .

Cura della tosse nei casi avanzati di tuJ,ercol osi puln1ona1·e. Nello /)rottisli Merl. aurl 811r,q. Jonrnal del 1° marzo 1004, il dott. B ,\RTY K1NG si occupa clell'n.rgo1nento. Da quanclo è stato universalmente adottato il metoùo cli cura all'aria lil)era si crede di po· tere ed anche di do,.,er fare a mono di ogni farmnco, specialmente por ciò che concerne la tosRe. L' .i\.. c11e ò stato medico del Bronipton Hospital\ ha constatato cJ1e i casi più gravi di tosse nei malati in cura nei sanatori non hanno po· tuto ossoro alleviati se non da una cura farmaceutica. beno intesa. Non si deve d'altronde ri· correre ai medicamenti attivi se non in casi di necossità. Quando u11 malato è affetto da una tosse eccessi ,Ta nol corso di una tubercolosi polmon~re, tosse compromettente le forze del malato, bi· sogna llapprima cercarne le cause. Si distin· gueranno qui le cause esterne e le interne: cambiamenti repentini della temperatura, umidità doll'aria da 11n lato; faringite, laringite, tracheite, pleurite, irritazione dei gangli bronchiali, espet· torazione fitta, dispepsia acida. Fra le altre cause bisogna menzionare gli strapazzi. La tosse del mattino, anche nei casi avan· zati, è salutare e non ricl1iede cura. Pure, se la tosse spossa i mal~ti, l' A. pre ferisce ad ogni altro medicamento una tazza di latte caldo con l'aggiunta di un po' di cloruro di sodio, raccomandando al malato di berla a piccoli sorsi. Se il mezz0 non riesce, si ricorra al gargarismo con acqua fredda addizionata di bicarbonato sodico.

Le inalazioni di vapori di creosoto stimolano l'appetito nella bronchiettasia semplice, ma hanno 11n effetto opposto nella bronchiettasia tubercolare. Contro la tosse che sopraggiunge dopo i pasti si possono adoperare varì sedativi gastrici, ma l' A. raccomanda specialmente il gargarismo freddo con aggiunta di bicarbonato di soda. La tosse dovuta a lesioni tracheali sarà combattuta con iniezioni intratracheali di mentolo e di olio di ulive. L'associazione della morfina e dell'apomorfina ha dato talvolta buoni risul· tati nella tosse della tisi avanzata. L'apocodeina è stata efficace n~lla formala seguente : Apooodeina Tl'ementina. Mucilagine . Acqua canforata

. . . q.

. . . b.

. . . . . . fino

milligm. 6 gocce X gm. 12 a gm. 15.

L'idrato di terpina è un medicamento utile che agisce meglio ancora in certi casi quando lo si associa con l'eroina, specialmente nei tipi enfisematosi. Si dà in pillole di 30 centigm. di idrato di terpina e di 4 milligm. di eroina. Data sola, l'eroina è molto meno efficace nei casi avanzati. La stricnina sarebbe uno dei migliori espet· toranti e, somministrata a dose conveniente, può arrestare rapidamente degli accessi di tosse, specialmente quando il cuore è debole o quando la tosse è dovuta ad un certo grado di conge· stione polmonare. L'esercizio moderato può agire favorevolmente sulla tosse, ma non bisogna dimentica1·e che quando invece è eccessivo l'aggrava sempre. • •

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534

IL POLICLINICO

ItIMEDI NUOVI

Trattamento della siHlide con le iniezioni di olio g1·igio. • Per olio grigio in tendiamo una preparazione mercuriale nella quale il merc11rio è diviso in particelle minime e sospeso in 11n 1nezzo grasso liquido. La prima formula data dal LANG di Vienna nel 1887 è stata in seguito più volte modificata e quella che ora è in uso nella scuola di Pa· rigi, viene preparata da M. Vigier farmacista e contiene il 40 per cento di Hg. in sospensione ad un miscuglio di vaselina e olio di vaselina. La comune siringa di PRAVAZ di 1 eme., corrisponde a 50 cgm. di Hg. e ciascuna sua piccola divisione (essendo divisa in 10 parti) corrisponde a 5 egro. di Hg. l\'Ia per meglio assicurarsi della dose da iniet· tare il prof. BARTHÉLEMY ha costruita una speciale siringa, nella quale il pistone porta 15 pie· cole divisioni, corrispondenti ciascuna a 1 ogm. di Hg. Ora la dose media di Hg. da iniettare ogni 8 giorni, sotto questa forma di olio grigio è la seguente: per un uomo adulto 7 -8 cgm. di olio grigio. ossia 7 -8 divisioni della siringa. (In casi gravi p erò si può iniettare una intiera siringa = a 15 cgm. ; purchè si tratti di un uomo robusto con reni e fegato che funzionano bene). Per una donna 5-6 divisioni. Per un bambino fino ai 3 anni 1 divisione, e al di sopra di tale età 2-3 divisioni, avendo anche riguardo alle condizioni generali del bambino. Questa iniezioni saranno fatte per un periodo in media di sei settimane, dopo le quali è bene fare riposare il paziente per un uguale periodo di tempo in modo che la dose media del mercurio da iniettare non superi i 35-40 egro.; tranne che condizioni speciali non indichino al medico di diminuire la dose o di raccorciare la durata della cura. I primi d11e anni si faranno 4 di tali periodi di cura, il terzo anno due cicli di iniezioni di Hg. e due di cura di ioduro di potassio, alla dose giornaliera di 2-3 grammi: il quarto anno si farà la sola cura di IK. La sede di elezione per tali iniezioni è la regione glutea e appunto un quattro o cinque dita trasverse dal bordo posteriore del int1scolo gran trocantere. · Detto ciò entriamo a dire quale posto occupi l'olio grigio rispetto agli altri prepar;.iti mercu· ria.li e qt1ali ne siano i s11oi vantaggi. Rispetto al calomèlano, 1 olio grigio pure costit11endo un metodo intensivo di merc11ria]izza(24)

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lANNO

XI, F ASC. 1

zione, non ne ha la sua rapidità e intensità di azione : esso agisce in un modo più lento, ma anche più costante, il che possiamo desumere dalla maniera con la quale avviene la eliminuzione del mercurio. Sapendo, infatti, che il n1nsslmo di azione terapeutica del Hg. si ha nel momento in cui la eliminazione di esso per le urine si fa più attivamente ; troviamo che il calomelano raggiunge prestissimo un massimo di eliminazione : subito appresso viene l'olio grigio, in cui tale eliminazione è più tardiva 1na più duratura, e a lui fanno seguito le iniezioni quotidiane di sali solubili, quindi le frizioni e poi il metodo per ingestione. Altro vantaggio dell'olio grigio rispetto al calomelano si è che, mentre quest'ultimo quaRi sempre il giorno seguente alla iniezione od anche due giorni dopo, provoca una forte reazione infiammatoria con dolori spesso insopportabili, con l'olio grigio il dolore è nullo, minima la rea~ione infiammatoria e le indurazioni conse· c11tive ; tanto m8no dobbiamo q11indi pensare agli ascessi asettici che qualche volta fanno segt1ito al calomelano : in parte però dovuti alla tecnica errata di fare le iniezioni troppo super· ficiali. Mai fu pure osservata la reazione gene· rale come febbre, insonnia, dist11rbi gastrici, il che spesso accade in qualche soggetto dopo lo iniezioni di calomelano e le frizioni di unguento napolitano. Quanto agli altri preparati di sali solubili l'olio grigio dà il vantaggio massimo della sua in· tensità di azione, come già fu accennato, e ciò per· chè le dosi che vengono tollerate corrispondono n dosi che non potrebbero essere impiegate col metodo delle iniezioni quotidiane dei sali sol11- · bili e delle pillole. Altro vantaggio di questo metodo è quello di non obbligare il malato tutti i giorni alla visita del medico, e se qualcuno acconsente durante le • manifestazioni sifiliticl1e a tale cura quotidiana ; il giorno che esse sono scomparse e trovasi in istato di infezione latente non tarda ad impazientirsi e abbandonare il medico ed ogni' cura. Il tubo digerente è lasciato integro. Mai si ha stomatite quando non si passa la dose ordinaria da inietta.r o e si cura una igiene della bocca consigliando al malato, innanzi di cominciare il trattamento a recarsi dal don· tista per estrarre o ottura.re i denti malati e per togliere il tartaro prescrivendogli in seguito di disinfettare più volte al giorno la bocca con soluzioni di clorato di potassa e borato di soda. Altro inconveniente può essere la possibilità di una embolia polmonale quando si cada con la punta dell'ago della siringa nel lume di una venn e vi si inietti la soluzione.


SEZIONE PRATICA

Ciò potrà evitarsi assicurandosi in primo tempo, quando si è i•tfila to l'ago nei tessuti, che nes suna goccia di sangue fuoriesce dal lume della cannula, nel quale caso sarebbe necessario riti· rarla per introdurla in altro punto, ed in secondo tempo innestando la siringa piena della soluzione all'ago e procendo alla iniezione. L'olio grigio pertanto presso la Scuola fran· cese ha presa si larga applicazione da essere oggi riconosciuto da tutti quei sifilografi come l'agente più prezioso pel trattamento della sifi· lide : nel suo periodo primario è ottimo essendo di azione più energica e marcata delle altre pre· parazioni di Hg. negli accidenti secondari e ter· ziari dopo tre o quattro iniezioni fa soventi scom· parire anche le lesioni palmari e plantari per le quali con gli altri metodi sarebbero occorse più setti1nane: per la sua azione continua e preventiva ò infine ottimo nel periodo di sifilide latente. Tutti questi dati riguardanti l'uso dell'olio grigio nel trattamento della sifilide io ebbi occasione di raccogliere nella clinica dermosifilopatica dell'Università di Parigi diretta dal profes· sore GANOHER, all'ospedale St. Louis, dove per più mesi potei assistere personalmente alla cura di molti sifilitici trattati esclu~i,amente col detto rimedio e mi fu dato costatare i buoni risultati che ne seguivano senza che si verificassero gli inconvenienti che di frequeute accompagnano altri metodi di cur·a. Dott. A. GALil\fBERTI.

VA.RIA La bassa mortalità degli aste1ni. - Le sta· tistiche della Compagnia d'assicurazione sulla vita, 8ceptre l1fe Association, o/' Lon,do1i, corri· spondenti ad un esercizio di 18 anni, danno un risultato alla longevità degli astemi. Gli assicurati sono riuniti in diverse fincha a seconda dell'uso abituale di vino e Jiquori. Il tasso di mortalità degli astemi è del 52. 12 °/0 ; quello dei bevitori moderati di 79.38 °/0 • Per le Compagnie inglesi d'asRicurazione è ormai così assodato che l'uso dell'alcool abbrevia la vita, che molte di esse rifiutano di assicurare gli spacciatori di liquori; quelle Società che formulano con loro il contratto, esigono da essi un tasso di assic1irazione molto più elevato che per gli altri. Per evitare il contagio coi jibri. - All~. bi· blioteca di Boston tutte le mattine i direttori ricevono un rapporto dalla Camera di sanità che li informa della localizzazione esatta delle malattie infetti ve nel perimetro della città. Se

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un libro dato a prestito si trova presso qualche famiglia infetta, quando viene riportato è di· strutto o abbruciato. Per riparare al danno, la città ha votato un legato di mille dollari per settimana alla biblioteca. Per sterilizzare rapidamente l'acqua. - Il mezzo più semplice per sterilizzare rapidamente l'acqua potabile è quello di aggiungere qualche goccia di tintura di iodio. Bastano -1 goccie per una carafa d'acqua. Mescolata al vino qilest'acqua non ha cattivo sapore. È il ·processo raccoman· dato alle truppe in marcia da V AILLARD. (Méd. 1nod.).

Rubrica dell'Ufficiale sanitario ed Igiene L'evoluzione dell'ufficiale sanitario. Nella ' rita sociale come in q1lella individuale organo o funzione sono due termini correlativi, che si influenzano a vicenda e si modificano insieme. Qt1ando si tratta però della applica· zione delle leggi i legami fra l' una e l'altro sono tanto stretti da poter dire che anche una buona legge rimarrà senza risultati positivi se manca od è insufficiente l'organo che deve ap· plicarla. Si è detto molte ·volte che l'ufficiale sanitario è il fulcro sul quale si impernia la nostra legislazione sanitaria. In questa affermazione vi è una grande verità, ma non bisogna credere che ossa sia cosi esatta come parrebbe a primo. aspetto. Il concetto di BERTANI di affidare al medico condotto, oltre che l'assistenza sanitaria. anche la vigilan~a igienica, nominandolo ufficiale dello. Stato ed at1torità sanitaria del Comune, era certamente molto geniale, chiaro e logico, ed avrebbe dato col tempo i migliori risultati pratici, perchè concedere l'autorità a chi possiede. la competenza è il migliore e pitì sano princi· pio di governo. Ma quando fu compilata la legge 22 dicembre 1888 si ebbe paura di tt1r· bare il nostro ordinamento amministrativo, es· senzialmente accentratore, coll'introdur,ri ele· menti estranei muniti di poteri speciali. Per ciò il legislatore, pur riconoscendo la necessità di fare larga parte all'elemento tecnico per la applicazione della legge, volle che questo fosse del tutto subordinato all'elemento amministrativo esistente, ed avesse esclusivamente l'ufficio di segnalare a q1lest'ultimo tutto ciò che possa (25)


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IL POLICLINIOO

riguardare la salute e l'igiene delle popolazioni -e di eseguirne i provvedimenti. .Anche per quanto ha tratto al diritto di fare proposte ed ·a quello di dare il voto sulle ini· -ziative dell'Amministrazione com11nale la legge si esprime in modo vago ed indeterminato, cosl che mentre sono bene specificati i doveri del· l'ufficiale sanitario di vigilare, riferire, ecc., non è prescritto che esso debba assumere la iniziativa di indicare in ogni caso ciò che si ' deve fare e tanto meno 1!he il sindaco debba ·sentirne il parere prima di ordinare un prov · vedimento di azione preventiva o riparativa o .di presentare al Consiglio un prog~tto per mi· gliorare le condizioni igieniche del Comune. ' E qui non è tutto: perchè se da un lato il funzionamento della legge è sottratto all'elemento tecnico, in ciò che essa ha di più vitale, -Oa1l'altro la posizione stessa dell'ufficiale sani· tario era fino a poco· fa quasi insostenibile e punto corrispondente ai doveri che esso era ·chiamato a compiere. Infatti questo funzionario, nominato dal Prefetto, ma proposto e pagato -dal Comune, dipendente per certi rispetti dal medico provinciale, privo di autorità e senza libertà di iniziativa, non era n è vero ufficiale -dello Stato, nè impiegato comunale e si trovava nella condizione di chi è costretto a ser,rire a. molti padroni. Fortunatamente, questi difetti della legge, che ·chiamerò teorici, sono molto temperati nella pratica. In tutti i Comuni dove esiste un ufficio ·d'igiene l'ufficiale sanitario è de jure capo del· l'ufficio, ed ha quindi ingerenza amministrativa negli affari che si riferiscono alla sanità ed all'igiene. In questi casi la sua carica gli dà modo di seguire da vicino tutte le questioni, di indi· rizzarle fin da principio per una via sicura, di presentarle e di esporle agli amministratori sotto l'aspetto tecnico ed economico più favorevole, ·ed inoltre esso dispone dei mezzi preordinati dal Comune per la difesa igienica e sanitaria immediata e q11asi sempre gli è consentita quella libertà d'azione che è necessaria, non solo per assolvere i doveri positivi imposti a lui da.Ila legge, ma anche per esplicare quell'azione diret· iiva che dalla legge è supposta ma non speci· ficata,. Ben diversa però è tuttora la condizione dell'11fficiale sanitario nei piccoli Com11ni che non hanno ufficio d'igiene nè una qual1mque orga· (26)

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[ANNO Xl~

FA.SO.

nizzazione dei ser,rizi sanitari. Non solo esso è tenuto estraneo a tutti gli affari che si trattano dalla segreteria e non è consultato se non quando l'Amministrazione sente il bisogno di dividere con qualcuno le responsabilità che sono minac. ciate dalla Prefettura, ma non può molte volte accudire ai più semplici doveri del suo ufficio. Qua la mancanza di personale subalterno gli vieta di far eseguire le disinfezioni nelle case dei malati o di prelevare campioni di derrate alimentari, di acque, ecc., perchè 1'11nico inser· viente comunale deve rimanere ozioso in ufficio a disposizione del segretario ; là la mancanza di fondi in bilancio non gli permette di far eseguire analisi di sorta; altrove l'assenteismo del sindaco e degli assessori rende inutile la proposta di provvedimenti che arriverebbero con la velocitit della famosa vettura Negri, ecc., ecc. E non parlo dei casi più frequenti e più pe· ricolosi in cui l'ufficiale sanitario è condannato all'inerzia perchè così vogliono tacitamente le autorità comunali aliene dal crearsi imbarazzi e preoccupazioni, nè di quegli altri molto peg· giori n ei quali questo funzionario è conBiderato come un essere molesto e seccatore, come un nemico del quieto godimento del potere e dei benefizi morali e materiali che vi sono congiunti. Questi malanni sono riconosciuti da tutti ed essi hanno trovato finora un unico temperamento nell'energia e nel coraggio di qualche medico provinciale, il quale non si è stancato di sostenere l'ufficiale sanitario e di aiutarlo ad espli· care nel miglior modo possibile quella azione salutare, preventiva e riparativa che la legge gli affida. Però anche le autorità centrali se ne sono preocc11pate ed hanno tentato di rimediarvi al· meno in parte. In qual modo'/ Due vie si aprivano a èhi avesse avuto intenzione di ricondurre l'opera dell'ufficiale sanitario a quei sani concetti che devono g1ti.darla e che possono renderla efficace : a) modificarne la funzione in modo da in·vestire questo funzionario di qualche potere ese· cutivo, autorizzandolo a prendere pro"\" vedimenti di sua iniziativa almeno limitatamente a quegli argomenti che toccano più da vicino la profilassi immediata delle malattie e le cause transitorie di insal1 ..brità dip~ndenti da trasgressioni individuali ai regolamenti d'igiene; b) aumentarne l'indipendenza rispetto al Co·


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mune elevando la sua dignità di ufficiale dello I i doveri del suo ufficio. La sua nomina non sarà più dovuta ad una designazione più o meno Stato. • sarebbe stata certamentè la intelligente o partigiana del Consiglio comunale, La prima via ma egli conquisterà il suo posto mediante con· migliore, ma vi si opponevano le gravi diffi· corso; la stabilità nell'ufficio lo mette al coperto coltà già accennate, perchè avrebbe richiesto un dalle ire degli amministratori se egli sa fare il radicale mutamento nell'indirizzo del nostro or· dinamento amministrativo. Essa sarà resa pra- suo dovere, e la sua condotta sarà giudicata in ogni caso dalle autorità provinciali e centrali, ticabile soltanto quel giorno in cui il Governo~ .segt1endo le richieste ed i desideri degli statisti meno soggette di quelle locali agli accessi di partigianeria. più competenti ed illuminati, inizierà con intendimenti seri quel decentramento vero che non Come si vede, il quesito di dare all'ufficiale consiste già nello scaricare gli uffici centrali di sanitario la maggiore libertà d'azione, almeno in alcune attribuzioni per assegnarle ai Prefetti, quei Comuni dove, oltre ai medici condotti, vi sono medici liberi esercenti, è stato risoluto non :ma nel precisare e circoscrivere esattamente ~ solo in modo S'Jddisfacente, ma molto felice· còmpito di ogni funzionario, gravandolo delle mente. i·ispettive responsabilità e sottraendolo contem· Per ora la maggiore lacuna della legge sta poraneamente a q11elle influenze perturbatrici nella mancanza di norme relative alla indennità. dell'azione che esso deve esercitare entro i con· Forse il legislatore è stato trattenuto dall'occu· fini della legge. La seconda via non fu trovata di primo acchito, parsi con maggiore precisione del compenso dà .anzi pare che non si avesse un esatto concetto darsi all'ufficiale sanitario dal timore di im· della importanza della questione, poiohè invece porre nuovi oneri alle finanze comunali e per di elevare la dignità dell'ufficio si credette di ciò si è limitato a dichiarare che la Giunta proporre rimedio al male rendendo responsabile il vinciale amministrativa potrà aumentarlo in funzionario dei danni derivanti in gran parte congrua misura. Ma siamo certi che presto o dai difetti del sistema. tardi bisognerà risolvere anche questa questione, Infatti il regolamento generale sanitario del la quale ha una importanza maggiore di quanto 3 febbraio 1901 dedicava ben sette articoli ai si può credere a prima vista, e che si dovrà provvedimenti disciplinari da adottarsi contro arrivare a fissare non solo il 1ninimum della in· gli ufficiali sanitari per trascuranza dei doveri dennità ma anche una scala degli aumenti pro· di 11fficio, imitando cosi il pedagogo che puniva porzionali alla popolazione ed alla estensione nei compagni dei figli del principe le mancanze territoriale del Comune. Soltanto quando le meschine indennità attualda. questi commesse. mente concesse da.i Comuni avranno raggiunto Questo errore è stato riparato a,m piamente almeno la parvenza di uno stipendio, i medici con la legge 25 febbraio 1904, n. 57, che porta studiosi dell'igiene pubblica saranno attratti a modificazioni ed aggiunte alla legge sanitaria. cuoprire l'ufficio di ufficiale sanitario, e questo La detta legge stabilisce infatti ohe l'ufficia.le sanitario sarà scelto, ove sia possibile, fuori dei potrà diventare una palestra efficace per i mi· gliori che aspirano alla carriera sanitaria negli medici condotti, che la sua nomina sarà fatta impieghi più elevati .e meglio retrib11iti dello per titoli e per esami, e che esso potrà acqui· stare la stabilità nell'ufficio, come il medico Stato. Sotto tutti gli altri rispetti però questa legge condotto. È pure dichiarato esplicitamente che merita lode incondizionata. Al di là di quanto l'ufficiale sanitario è ufficiale governativo e, riguarda la sua indipendenza morale, un altro · come tale, dipende direttamente oltre che dal aiuto efficace all'opera dell'ufficiale sanitario è Sindaco, dall'Autorità sanitaria provinciale con dato dalle disposizioni dell' articolo 1° il q11ale la quale corrisponde e della quale eseguisce gli autorizza i Comuni ad unirsi in consorzio: -ordini. a) per provvedere al servizio dell' ufficiale Mediante queste disposizioni l'ufficiale sani· sanitario; iario conquista quella indipendenza dagli ele· b) per i laboratorii di vigilanza igienica; menti amministrativi locali che è la condiziòne e) per l'impianto e funzionamento delle di· prima ed indispensabile perchè possa compiere (27) .


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sinfezioni e dei locali d 'isolamento contro le ma· CENNI BIBLIOGRAFICI lattie infettive. La 1a disposizione accrescerà l'indipendenza BERNARD. J...es méthodes d' exploration de dell'ufficiale sanitario e gli procurerà quei van· . perméabilité rénale. Paris, }'lasson et C. taggi economici che difficilmente potrebbe ot· I più recenti metodi di esame per lo studio tenere in altro n1odo nei Comuni piccoli; la 28 della funzionalità renale sono riportati in modo ampio e chiaro. e la 3a gli r~nderanno più facile l'adempimento È nota l'importanza che tali metodi di esam& dei proprii doveri, poichè egli avrà a sua di· atti a rilevare lo stato della depurazione urina.· sposizione il materiale ed il personale necessarii. ria dell'organismo hanno assunto in questi ul· Forse sarebbe stato più opportuno che la legge timi tre o quattro anni, per c11i innumerevoli avesse reso non facoltativo ma obbligatorio il lavori si sono avt1ti sull'argomento specialment(} consorzio, almeno per raggiungere lo scopo della in Francia. vigilanza igienica che è il còmpito più difficile L' A. ha saputo riunire nel suo riccolo ma· nei piccoli Comuni, perchè, come acutamente ha nuale quanto di più utile è stato finora pub· notato il deputato relatore del bilancio del Mi· blicato. I. 11. nistero, i laboratorii circondariali o provinciali MELOCCHI FORTUNATO. - Le cm·e d'uva. - ~ possono essere creati e mantenuti con una spesa Sondrio, 1903. inferiore a quella che oggi sostiene ogni Comune L' A. i.n base anche a esperienze personali si è non consorziato per far eseguire quattro o cin· persuaso che la ct1ra dell'uva, ben fatta, puc> que analisi. essere molto utile in certe forme morbose. Il po· ~Ia è da sperare che i Comuni sappiano vatere salutare di questo frutto aggradevole sta in diretta relazioné col luogo, colle condizioni cli· lersi ampiamente della facoltà di consorziarsi matiche, coll'epoca, e col regime dietetico. concessa dalla legge e che i prefetti e le Giunte L'A. dice che la cura dell'uva deve entrare a provinciali amministrative vogliano costringer· far parte dei sistemi curativi, come le acque veli, almeno con i mezzi di coercizione indiretta minerali, le cure idroterapiche che, fatte sul di c11i dispongono, quando avranno acquistato luogo, danno un risultato favorevole e di gran essi stessi la piena convinzione clte si possono lunga superiore a quello di un uso fatto lungi migliorare i servizi sanitarii senza nuocere ai dal sito di origine dell'uva stessa.. bilanci. Infine l' A. si augura che presto sorgano anch& In caso contrario nei piccoli Comuni l'opera in Italia delle stazioni come quelle che da pa· recchi anni fioriscono all'estero ; in Francia, in dell'ufficiale sanitario sarà sempre monca e poco efficace, perchè vedere i mali e denunziarli senza Svizzera, ecc. avere i m ezzi nè l'autorità di ripararvi è còm· ' pito che fiacca le più forti energie e smorza BIBLIOGRAFIA ITALIANA ogni entt1siasmo di apostolato. , • Sarebbe anzi desiderabile che il nuovo rego· Medicina. lamento generale affidasse all'ufficiale sanitario qualche particella di potere esecutivo almeno SALOMONE G. - Su di un caso di fibro-adenia ' entro i confini della profilassi immediata delle splenica di Banti. MUGLIA N1CCO"LÒ. - Sulla febbre tifoide. - · malattie infettive e della vigilanza. igienica, poi· Milano, Gazz. degli Ospedali, 1904. chè ciò si può fare, a nostro avviso, senza ~u­ MA.RAGLIANO E. - Un caso di ernia pleurica. tare la fisionomia dèll' ufficio suo quale è stata Lezione raccolta da C. Trevisanello. - ~Ii· fissata dalla legge. Ma di questo argomento lano, Gazz. degli Ospedali, 1904. parleremo forse un altro giorno. FESTA Rocco. - Sulla malattia del Tomaselli .. Doctor v. .ERJTAS. - Milano, Gazz. degli Ospedali, 1904. CURLO GuGLIEL:ti'{O. - Sopra un caso di leu· Recentissime pubblicazioni: cemia subacuta. - Milano, Gazz. degli Ospe· dali, 1904. La Malaria sècondo le nuove ricerche Onn1 RUGGERO. - Sull'emoglobinuria nei paesi del prof. A . CELLI (3• edizione), L . 4 tropicali (Congo Belga). - Catania, Rassegna 1 Indirizzare richieste con Cartolina-vaglia alla. Società ' int. della Med. Moderna, 1904. Edltrloe Dante Allahlerl - Roma. ' •

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TESTI ~.\. -

Contribuzione allo studio dell'an· I RISPOSTE A QUESITI E A DOMANDE g11illl1losi intestinale. - Firenze, Riv. critica di Clinica Medica, 1904. (2960) Sig. dott. .A. C. da P . . - Se Ella ha ~!ARIANI F. Aneurismi latenti dell'aorta, obbligo di una cura gratuita generale, non può Geno,·a, Cronaca della Clinica medica, 1904. esimersi dal curare i detenuti ricoverati nella PENNATO PAPINlO. - Malattia. di Dercum con camera di sicurezza della caserma dei Reali osteomalacia. Palermo, La Riforn1a me· carabinieri. Per la visita degli alienati che per dica, 1904. recente disposizione di legge debbono dai pre· QUADRI GIOVANNI. Sul Ta]ore prognostico della tori 6ssere inviati in ospedale, noi crediamo che sfign1omanometria. - 1\ililano, Gazz. medica spetti compenso a carico dello Stato, ,~ome per · Lombarlla, 190!. ogni altra visita fatta nell'interesse della giu· BRAGAGNOLO GAETANO. - Contributo clinico stizia. alla pneumonite epidemica. - Venezia., Riv. (2961) Sig. dott. G. S. da R. - Per nessuna Veneta delle Se. Med., 1904. carriera in <'Ui è richiesta come titolo di am· SCHUPFER FERRUCCIO. Sopra un caso di lom· missione, la laurea in medicina, può essere tibricosi epatica. - ~filano, Gazz. degli Ospe· tolo di preferenza la laurea in legge, di cui sia dali, 1004. eventualmente fornito il candidato. L'esercizio DE RliNZI E. Su alcuni casi di aneurismi libero professionale della medicina e dell'avvo· dell'aorta (Lezione). - N apo1i, La N11ova Ri'"· catura non i:ono fra loro incompatibili. clinico-terapeutica, 1904. (2964) S ig . dott. M. N. da C. D. N. - Nella BRU!\f) ..d...oo. TIN<L - L'infantilismo. - llilano, l egge sulJa Cassa pensioni, non è previsto il Gai~. degli Ospedali. 1904. fatto della tardiva iscrizione alla Cassa di me· DE 1.JUC<'HI G. La , iero-diagno. i del tifo a dici in servizio nel giorno della pubblicazione mezzo dcl bacillo formalizzato. - Napoli, La della legge con riconoscimento di servizi prece· Pediatria 1904. dentemente prestati. Però crediamo che per ana· AP<>RTI F. Ricadute e recidive n el morbillo. logia possa essere loro applicato il disposto ùel- Napoli La Pediatria, 1904. J'articolo 29 della legge secondo cui potrebbero ulla cura dell'obesit;t. - Fi· GROl'('O. P. in qualunque tempo chiedere la iscrizione, pa· renzP, Ri,•. critica di Clinica }'Iedica, 1904. g undo, nel primo decennio, in tante rate annuali SCHT.PFER FERRUCCIO. - Sulla cosidetta pseudoanticipate i complessi, i contributi arretrati con cirro~i pericarditica del fegato. - Palermo, i relativi interessi composti e quote mutue. Oltre La Riforma Meùica, 190±. questa contribu?<ione dovrebbe poi pagare il con· ~ATTIGNANI D. C. Un caso di tifemia senza tributo ordinario di lire 60, 100, 140 o 180 e quello straordinario di lire 72, 120, 168 o 216 reazione di' Grtlber· Widal. - La Riforma Me· dica, 1904. per soli dieci anni . .Avanzi domanda al Consiglio provinciale sanitario. In base al contributo di lire 132 liquiderebbe annue lire 472. 50; al contributo di lire 220, La nostra .Amministrazione è in grado di lire 630; al contributo di lire 308, lire 787. 50 ed a quello di lire 396, lire 945. -offrire agli abbonati del POLICLINICO l,uti· lissimo (2965) Sig. dott. G. C. da L. - .Al terminB del triennio dovrà essere bandito il concorso 1 perchè Ella all'epoca della promulgazione della nuova legge non avea ancora compiuto il trien· TODOITTafica nio. Per l 'ufficiale sanitario, non è titolo di pre· del Dott. CABLO BEITZ:llANN • ferenza il periodo di prova: esso è ind.ispensa· 2 Edizione italiana, eseguita sull' 8 Edizione tedesca bile per ottenere la nomina definitiva. .A noi per cura del Prof. GIUSEPPE LAPPONI sembra esiguo il compenso di lire 300 per un Grosso vol. di 600 pag. in-8° grande e in carta Comune di 10 mila abitanti. di lusso, contenente ben 790 figure colorate, L. 82, (2966) Sig. dott. M. D. D. M. da K . - L'uf· ~ per i nostri abbonati: ficiale sanitario non è eleggibile a Consigliere L. 20 franco di porto, pagabili in una sola comunale, come h a pure ritenuto la Cassazione ~olta e L. 25 f ranco di porto, pagabili a rate di Roma con sentenza del1'8 novembre 1900. mensili anticipate di L. o ciascuna. .Anche eser citando gratuitamente la carica, esiste (Unire la prima rata alla richiesta). ~re cartolina vaglia e1clu1ivam ente alla nostra Amla incompatibilità. Le dimissioni debbono essere mtnt8tra.zione : date prima delle elezioni. Roma - Corso Umberto I, N. 219 - Roma 7

Premio Semigra·tuito

ATLAN1 E DI ANATOMIA UMANA Descrittiva e

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(2967) Sig. dott. S. N. da M. - I m edici sta· I bile dal giorno 7 marzo ultimo. Per le supbili con l'entrata in vigore della nuova legge plenze, non essendo stato ancora pubblicato il . hanno acquistata la stabilità anche per lo sti· regolaniento per l'applicazione della nuo,pa legge pendio, limitatamente, però, alla condotta pei po· sanitaria, bisogna aver riguardo alle disposizioni veri, essendo tale servizio obbligatorio per i contenute nel Capitolato. Comuni. (2981) Sig. dott. L. B. da L. - Essendo im· (2968) Sig. dott. G. M. Q. da C. - Se il con· posto dalla legge l'obbligo all'ufficiale sanitario corso fu bandito prima della pubblicazione della di supplire il veterinario nelle visite delle carni nuova legge deve essere espletato con le norme da macello, non vi è diritto a speciale com. percedentemente in vigore. Ben si può incln· penso. dere in un capitolato medico l'obbligo del sani· (2982) Sig. dott. A. D . .A.. da F . .A.. - Ella tario di rilasciare gratuitamente i certificati ai diventa stabile dopo soli due anni di servizio, componenti di lma Società operaia. essendo per L ei applicabile la nuova legge Ra· (2969) Sig. dott. P. C. da P. - .A. Lei spette· nitaria. Se alla pubblicazione della nuova legge rebbe la nomi11a ad ufficiale sanitario, perchè Ella era in carica da oltre due anni, era di di· libero esercente e fornito del titolo speciale ri- ritto divenuta stabile e non poteva essere licon· chiesto. Ne faccja domanda al prefetto, quan· ziata senza giustificati motivi. Per le vaccina. t11nque per le nuove· nomine noi crediamo debba zioni, tenuto anche conto di quel che Ella dice, attendersi la pubblicazione del regolamento. non ha diritto a compenso. La nuova legge sanitaria è già in vigore da (2983) Sig. dott. G. P. da M. - Ella si è ro· oltre un mese. golata bene. Però stando alle parole del Capi· (2970) Sig. dott . .A.. P. da L. - Ella è già di· tolato che va considerato come legge fra le venuta ipso jure stabile perchè all'epoca della parti, Ella avrebbe 'Solo diritto all'alloggio in pubblicazione della nuova legge avea già pre- natura. stato oltre un biennio di non interrotto ser· (2984) Sig. dott. V. M. da N. - Le norme per • • l'esame di ammissione nei laboratori chimici VlZlO. (2975) Sig. dott. R. G. da S. - Ella è stabile municipali sono riservate esclusivamente alla. perchè sinora ha già oltrepassato il biennio di Commissione esaminatrice, essendosi il decreto ministeriale del 5 gennaio 1902 limitato unica~ servizio prescritto dall'articolo 6° della legge, essendo stata nominata il 14 marzo 1902. mente a descrivere le materie dell'esame. È quindi insindacabile l'operato della OornmiR· (2976) Sig. dott. R . .A.. da G. - Ella non ha siono in quanto abbia stabilito di non ammet· diritto a percepire compenso di sorta perchè la tere compenso fra le varie prove. assistenza che presta all'apertura delle fosse (2986) Sig. dott. M. G. da O. - Credia.mo dif· carnarie è richiesta nell'interesse generale della ficile che possa ottenere l'iscrizione alla Cassa. salute pubblica, che come ufficiale sanitario è .A.d ogni modo veda quanto è detto rispondendc> tenuta a garantire, e non già in quello pri•-lato. al n. 2964. (2978) Sig. dott. E. R. da P. - Non occ9r· rono nè pareri di giurisprudenza, nè dottrina (2987) Sig. dott. E. G. da T. - Ella è diYc· per dimostrare che la levatrice autorizzata con nuta stabile col giorno 7 marzo .scorso ed ha diritto a percepire lo stipendio che avea in quel patentino non può esercitare dove esista leva· giorno, limitatamente alla cura dei poveri, cl10 trice laureata, basta leggere il patentino stesso di cui è fornita per convincersene. Infatti in è il solo servizio obbligatorio pei Comuni. Seesso è tassativament~ detto che può esercitare fosse licenziato, deve seguire la procedura sta· in quel Comune per cui fzi a1itorizzata od in bilita dall'articolo 6° della nuova legge. (2989) Sig. dott. P. L. D. da P. M. - Non altro ove non esist~ levatrice diplo11iata . .Aspotremmo consigliarla a produrre ora un ricorse> sistendo ai parti detta levatricè può essere di· chiarata in contravvenzione da ogni qualsiasi per legittimità contro il decreto prefettizio con cui il collega fu nominato ufficiale sanitario es· l1fficiale di polizia giudiziaria. sendo oramai passati oltre due anni ed essendo (2979) Sig. dott. A. G. da V. - Ce1·tamente la legge è obbligatoria ed entra in vigore non già p~ossima a scadere la nomina triennale. Non avendo il coJlega compiuti tre anni di servizi<> ostante la mancanza del regolamento. Si in· al momento della pubblicazione della legge non tende, però, che talune parti di essa, che richiedono l'applicazione di norme regolamentari, non può esimersi dal concorso prescritto dall'arti· ancora edite, non si possono attuare se prima colo 12 della nuova legge. (2990) Sig. dott. N. F. da P. abbonato 955. il regolamento non sarà approvato. Ella deve riferire il tutto alla Prefettura, che (2980) Sig. dott. G. B. da L. Ella è sta(30)


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LONDRA. - Il Ca1icer Hospita! annuncja di saprà trovar modo per far rispettare la legge, I aver dovuto rinunziare affatto all~ cura del non potendo più assolutamente il collega eser· cancro per mezzo del radium, perchè il pre· citare l'ufficio di ufficiale sanitario. zioso metallo si mostrò assolutamente inefficace (2991) Sig. dott. .A.. C. da M. - Se il condot· in tutti i metodi ·di cura che furono tentati. tato è principalmente nominato e pagato dal Gli esperimenti vennero reitera.tamente fatti Comune acquista diritti solo verso il Comune, con un pezzo di radiu1tt che pesa cinque grani inglesi, e che è il pezzo più grosso che oggi e non verso l'Opera Pia. L'Opera Pia gli af· possegga un ospedale di Europa. fida un semplice incarico, che non può essere Il resultato fu sempre lo stesso : la pelle del efficace a far sorgere eventuali dirotti. canceroso si infiammò, e Ti si formò sopra una crosta; ma, qua.ndo questa fu diventata secca Doctor J USTITIA. e si staccò, si vide che la piaga cancerosa non era punto diminuita, e, in alcuni casi la si trovò persino peggiorata. Ora, i chirurghi del Oa1tce1· Hospital stanno tentando su larga scala l'apNOTIZIE DIVERSE plicazion e dei raggi Roentgen e Finsen ai tu· mori cancerosi esterni ; e, per i casi di cancrointerno sono state inventate apposite lampadine NAPOLI. - L'Associazione nazionale dei me· che si potranno introdurre e far ft1nzionare nel dici condotti, dal 12 al 15 maggio prossimo ven· corpo dell'ammalato. turo terrà qt1i il s~condo Congresso dei medici condotti d'Italia. NEw·YORK. Propagazio1ie della tnbercolosi. Al prin10 Congr~sso, che ebbe luogo in Firenze Secondo t1n rapporto del dott. L ederle, com· nel m<tggio del 1903, presero parte circa 350 sa· missario municipale della salute p11b blica, a nitari ~ a, siccome ora il numero dei membri New-York vi sono da 30 a 40 mila t•1bercolodell'AsRociazione ò più che raddoppiato, è lo· tici. I dati ottenuti con la den11nzia obbliga· gico prevedere cl1e, quest'anno, sarà di gran toria hanno provato ultimamente la n ecessità di lunga maggioro il C"oncorso dei medici condotti creare dei sanatorii e di prendere altre misure di tutte le regioni d'Italia. per la cura dei tubercolotici. l'IILANO. - Il Consiglio direttivo del Monte CAIRO (Egitto). - Nel pt1nto più elevato di di Piotà l1n. votato la somma di lire 10,000 (die· questa capitale è sorto e f11 di recente inaugucimilaJ a fa,. . ore dell'Istituto Bassi11i p~r gli er· rato l'ospedale italiano dedicato alla memoria niosi poveri, il cui Comitato, visto che si trova del rimpianto Re Umberto. Qt1est'ospedale che, nella dolorosa necessità di respingere giornal- per ora, ha soltanto 46 letti, costa cil'ca 40,000 mente ' "arie persono che chiedono di essere ope· lire turche (un milione di fra,nchi) alla locale rate. l1a dociso, per ora, di raddoppiare il nu· Società italiana di beneficenza. moro <lei letti nell'Istituto provvisorio. - Si ha ùa Gallarate che i sindaci di quel circondario Ai riunirono per discutere la queNomine, promozioni, onorl1loenze. stiono ORpitaliera, ed approvarono un ordine del Nell'Università qi Bologna il dott. Antonio giorno nol quale dichiarano, che, in massima, i Grandi venne promosso ai11to n ella clinica-me· Comuni (la osAi amministrati sono disposti a stu· dica, dal 16 gennaio al 31 ottobre 1904:. diare lo stanziarnento, nei rispettivi bilanci, di Il dott. Erminio l\.t:asetti è stato promosso assi· una Romrna proporzionale al numero dei letti stante in quella clinica, dalla stessa data, ed il che saranno messi a loro disposizione nella ese· dott. Francesco Monetti fu nominato assistente cuzion~ clel piano decentrativo delib~rato dal nella clinica stessa, dal 1° febbraio al 31 ottoConf)iglio provineiale, e si riservano di concor· bre 1904:. dare poi un'aziono comune per ottenere dallo N ell'Università di Catania, il dott. Giovanni 0Apedale ~!aggiore di Milano il riconoscimento effettivo del diritto all'assistenza n ell'ospedale Miranda, professore straordinario di ginecologia teoretica n ella Università di Napoli, è stato costesso. mandato, per l'anno scolastico 1903-90±, ad im· COPENIIAGEN. Co1i,qresso contro la tzibercolosi. partire l'insegna.mento dell' o~tetr~cia, g.inecolo~ia - La conferenza annuale dell'Ufficio internae clinich e relative nell'Un1ver s1tà d1 Catan1a, zionale per la lotta contro la tubercolosi avrà conserva11do il grado di straordinario, lo sti · luogo a Copenhagen dal 27 al 29 maggio. pendio e l'assegno di cui fruisce per la direzione Il nuovo presidente dott. Bordam, deputato della. clinica. al Parlamento, si recò a Berlino per conferire Nell'Università di Palermo, il dott. Giuseppe colle Autorità competenti. Pagano, libero docente, è stato incaricato, per L'Ufficio centrale internazionale, di cui è pre· l'anno scolastico 1903-904, dell'insegnamento della ~idente il prof. Brottardel, e capo del Comitato chimica fisiologica. il prof. Athoff, direttore al Ministero dell'istru· Nell'Università di Sassari, il dott. Salvatore zione pubblica prussiano, è costituito da 17 Puggioni è stato nominato aiuto nella clinica Stati. medica, dal 1° novembre 1903 al 31 ottobre 1904. Il dott. Roberto Mag11animi, professore straor· La conferenza si occuperà, tra le altre questioni, della dichiarazione obbligatoria e della dinario di medicina legale, fu incaricato, per statistica uniforme dei tubercolosi, come pure l'anno scolastico 1903-904, d ell'insegnamento di delle nuove ricerche per la cura della mamedicina legale per gli studenti di giurispru· lattia. denza. (31)


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Nell'Università di Messina, il dott. Gaetano I À.PPIGNANO (!li acerata). - Concorso ad 11na Vinci, professore incaricato dell'insegnamento di delle due condotte medico-chirurgiche eguali. materia medica e di farma ologia sperimentale, Scadenza 30 aprile corr. Stipendio lire 2500 -è stato altresl incaricato della direzione del re· gravate di ritenuta per R. M. e C. P., più lativo gabinetto. lire 100 come ufficiale sanitario, se eletto a tale Nell'Università di Roma, nell'Istituto d'igiene, ufficio. Per schiarimenti rivolgeFsi alla segre· furono fatte le seguenti nomine e.promozioni, dal teria comunale. 16 marzo al 31ottobre1904: De Blasi dott. Dante, da primo assistente \ renne promosso secondo ai11to. Levi dott. Mario, da secondo assistente venne Analgesia per la via rachidea lombare promosso primo assistente. con l'idroclorato di tropacocaina e la La Branca dott. Antonio fu nominato se .. sua applicazione nella chirurgia di guerra -condo assistente. (L'). - Caccia . • . . . . . . Pag. 517 Bibliografia italiana . . . . . . • • » 538

Indice alfabetico analitico del Dresente numero.

Con.oorst e con.dotte. ANCONA. - Concorso per titoli al posto di Medico Direttore dell'Ospedale civile. Stipendio annuo lire 4000 lorde, aumentabile del decimo ogni sessennio fino al limite n\assimo di lire -6000, con l'obbligo di inscriversi a suo carico alla C. P. - Scadenza 15 maggio p. v. Per maggiori schiarimenti rivolgersi alla Amministra· zione dell'Ospedale civile di Ancona. CANZO (Oo1no). - Condotta medico-chirurgica. 'Stipendio annuo (complessivo, compresa l'inden· nità quale t1fficiale sanitario, lire 2310, netto di R. M., più lire 300 per indennità di alloggio. Scadenza 31 maggio p. v. SERRA S. QurRICO (Ancona) . - Concorso ad una delle due condotte medico-chirurgiche del capoluogo e di campagna. - Stipendio annuo lire 2600, gravate di R. M., più lire 100 se l'eletto verrà nominato ufficiale sanitario. - Scadenza prorogata fino al 20 maggio p. v. FIRENZE (Aocademia 1nedico ·ftsica fiorenti1ta). aperto il concorso al premio triennale di L. 500 istituito dal fu cav. dott. I sacco Galligo. 11 termine utile per la presentazione dei lavori scade col 31 marzo 1~05. Il premio sarà confe· rito secondo le norme del seguente regolamento (Estratto): Sono ctmmessi al concorso tutti quelli che fa· ranno qualche lavoro interessante di propria ini· ziativa o che illustreranno qualche importante parte di sifilografia o di malattie dei bambini; e non ne sono esclusi i componenti l'Accademia medico·fisica fiorentina. I concorrenti dovranno inviare i loro lavori senza farsi conoscere, sotto pena di essere esclusi, -ed a quest'oggetto dovranno contrassegnare i lavori con un motto ripetuto sopra una scheda sigillata che conterrà il loro nome, cognome e -domicilio. P.RETURO (Aqiiila). - Concorso alla condotta m edico-chirurgica. Stipendio annuo L. 2300, più L. 100 quale ufficiale sanitario. - Scadenza il 30 aprile. NAPOLI. - Concorso per titoli e per esame ad un posto di batteriologo municipale. Stipendio lire 3500. Età non minore di 25 e non maggiore di 45 anni. A parità di condizioni sarà preferito un cittadino napoletano. Domande in carta da ·60 centesimi alla segr·eteria dell'Ufficio d'igiene .entro il 12 maggio. -

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Roma, 1904 - Tip. Nazionale di_G. Beriero e C.

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Cancro primitivo della milza. - Lezione del prof. G. Baccelli . . . • . . Cenni bibliografici . • . . • • • . Concorsi e condotte • . . • . • . Contagio coi libri (Per evitare il) . . . Disturbi trofici consecutivi alla sezione e resezione del simpatico cervicale - Beyne . . . . . . . . • • Emottisi nei tubercolosi (Trattamento delle). - Chauffard . . . . . . . Immunità contro i veleni può essere trasmessa dai genitori alla prole (L'). Lustig. . . . . . . . • . . . Infiammazione del diverticolo di Meckel con ostruzione del lume intestinale. Rebentisch . . • . . . . . . . Litiasi biliare e l'iperacidità (Rapporto fra la). - Kaufmann . . . . • • . Mielite infettiva acuta sperimentale (Con· tributo alla patogenesi della). - Ghilarducci . . . . . . . • . . . Mort41.lità degli astemi (La bassa) . . . Morte per emorragia, dedotta dal reperto anatomo-patologico (La diagnosi della). - Borntrager • . . . . . • . . Nomine; promozioni, onorificenze . . . Natizie diverse • . • . . . . . . . Paralisi traumatica del nervo spinale consecutiva alla frattura della base del cranio (La). - Krahemann • . . . Piotorace per versarnento di contenuto gastrfco in seguito a ferita da punta e taglio dello stornaco. - Solina . . • Reazione battericida nel siero dei tifosi (Della prova della). - Stern e Korte . Reazione Gru ber-Widal (Esperienze cliniche sulla). ~ Kreissl . • . . . • Ricerca batteriologica nella meningite , acuta purulenta (L'importanza forense della). - Hugs Marn . . . . • . Risposte a quesiti e a domande . • . Sifilide (Trattamento della con le iniezioni di olio rgrigio). Galimberti . . . • . . . . . . • • Sterilizzare rapidamente l'acqua (Per) • Stomaco a clessidra (Cause deÌla). Moyowin • . • • . . • . • . Tifo addominale (Osservazioni sulla cura del). - Miiller . • • . . . . • Tosse nei casi avanzati di tubercolosi pulmonare (Cura della). Barty King . . . • . . . • . . . . Ufficiale sanitario (L'evoluzione dell'). Veritas . . . . • . . • . . • L.

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TRir.u1u, .egr. rerp.

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•ano ZI.

Roma, 30 aprile 1904.

S~ZI01'11JB

Faso. 18.

PRA.TIOA

DIRETTORI PROF.

GUIDO BACCELLI

PROF.

REDATTORE CAPO: PROF.

FRANCESCO DURANTE

Vl'l'TORIO .A.SCOLI

SOMMARIO. Lavori originali: - Pa.dula: Amputazione oateoplastica della gamba senza accorcia.m emo. GE~ERALE: - Verney:

Riviste:

~ PATOLOGI.\

I germi patogeni ultran1icro1copic1 - M t-; 1>1 c 1NA: - Renaut: Potere secretore e significato glanaolare dell'epilelio dei tubuli contorti del rene e valore terapeutico dei loro preprodoUi aolubili nell'acqua. - ~teinitz: lnfluensa del grauo sull'eliminazione dell'ammoniaca per i reni. - Edel: Sulla natura ed etiologia del rene raggrinzato e aulla cura tflicv.ce del mede1in10 - Brissa.ud e Brecy : Sulla formazione dei deP.ositi di urati, apecialmente nei reni gottosi. Derville: Nefrite latente rivelata da edema della glottide. - CHtRt.JtGIA : Gu1bè e Proust: Our'l radicale dell'ernia crurale. - Bakes: .Spoatamenlo meccanico <lell omento nella poai:.ione di T1endelenburg. - ~!ora.czewski : Il decorso della febbre in uno 1pleMcton1itzato. - Lezioni: - Baccelli: Aaceaao del fe yato. - Accademie, Società mediche, Congressi: R. At:CADE~HA DI 1'th!DICINA 01 TORI~o. - SocIP.TÀ LA1' CIS1A NA 01-: GLI Osr1tDALt tn HO.'llA. - Osservazioni cliniche: - Mastrosimone: Decorticazione del polmone per 1,11udato plc:urico calcificato. 'Pratloa professionale : - CASl ISTICA : - Noie batterio,ogirlle intorno acl alcuni casi di meningite. - ldroce/alo inter110 idiopalico cronaco. - Leaioni del aiatema riertJoso centrale nella loise clJnvulsa. - /Ht orno all'eziologia del cosiddetto tetano reumatico. - Tumori metastat•ci dell'encefalo . - A PPUi\'fI 01 T8JtA PIA : - Ricerche e osaervazioni circa l'ir1fluen.za delle opera6ioni sul decorao e l'ebito del diabete zuccherino. - Ricerche 1ulla cura del morbo di Baaedow col latte di capre tiroiàecloma:zate. - Sei ctui di operazione di Talma nella cirroai del fegato. - Varia. "Rubrtoa dell'Ufficiale sanitario ed Igiene : - Angelici : I frigoriferi e la conaervazione delle carni. - Cenni blbliogra1lct. - Bibliografia italiana: - Ostetricia e ninecologia. Interessi professionali: - Ri1J1o•le a queaiti ~ a domande.

Notizie diverse. - Nomine, promozioni, onoriftoenze. analittco del presente numero.

Ooncorsl e condotte. - Indice alfabetlco-

Coloro che non hanno inviato i 50 oentesimi per l'affrancazione del pre•

mio, sono pregati di affrettarne l'invio perchè l'Amministrazione possa eseguir subito la spedizione. D i r i t t i di p r o p r i e t à r i s e r v a t i • 4iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiìiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii

LAVORI ORIGINALI Amputazione osteoplastica della gamba senza accorciamento per il prof.

FABRIZIO PADULA.

Nella prima metà·del secolo scorso, per l' am · putazio11e sopramalleolare della gamba fu molto in uso il metodo del Syme, consistento nel cos tituire un lembo a cappuccio con la cute che involge la parte posteriore dol calcagno. Ma la grande difficoltii che s'incontrava nel preparare il lembo cavo, e la facilità con la quale veniva ritenuto il pus in seno alla ferita (dacchè allora era ordinaria la guarigione per snppurazio1ie), rendevano l'opera?Jione lunga e pericolosa. Per questa ragione il P1ROGOFF, nell'occasione di un grave trauma (1853), invece di sgusciare il. calcagno dalle parti molli, lo segò verticalmente dietro l'astragalo e ne appoggiò la superficie

allo scheletro della gamba, che amputò rasente la ' Tolta. articolare, e non già immediatamente sopra l'articolazione tibio·tatsica come ordinariamente si legge nei libri. Tale metodo d'ampt1tazione osteoplastica, giu stamente apprezzctto, fu assai spesso eseguito, ora col procedimento dell'autore, ora con modi. ficazioni più o meno buone, come quelle del Sfl}DJI,,LOT, del LEFORT e del TAUBER, che tutti utilizzarono una parte del calcagno trasferendola in alto ed appoggiandola contro lo scheletro amputato della gamba. Fu il 8ÉDILLOT (1854) che, per avere più solida la riunione del lembo osteo plastico, con· sigliò l'asportazione di una lamella ossea sottilissima al disopra della superficie articolare della tibia ; e fu egli stesso che, per ispostare il meno possibile la base di sostegno dell'art~ e per acco· stare più facilmente le superfici osseo di sezion&, dacchè allora non si praticava la tenotomia del ( 1)


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IL POLICLINICO

tendine di Achille, suggeri di segare il calcagno non verticalmente, ma con leggiera obbliquità in avanti e in basso. Cosi il moncone del cal· cagno veniva rotato meno che ad angolo retto. Altre modificazioni furono portate al metodo operatorio primitivo. Cosi il LEFORT, nell' in· tento di dare al moncone un più largo appoggio, lasciò nel lembo non la parte posteriore del cal· cagno ma la parte inferiore; e il TAUBER lasciò invece la parte interna. Ma questi due procedi· menti non sono preferibili al primitivo, essendo indifferente per l'arto amputato che l' appoggio del moncone sia più o meno ampio; e del resto '

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operati se l'arto amputato fosse lungo quanto il sano: questo vantaggio cercai di ottenere, ed ottenni, in persona d' lln tagliapietre, il qualecadendo dall'alto con un masso ch'egli la,"ora,·a a staccare dalla roccia ebbe amputato di netto il piede quasi a livello dell'articolazione tarsotarsica o di Chopart. Ed ecco il processo ope· ratorio: 1° te1npo. Incisione rettilinea verticale cho iniziata dietro il malleolo esterno a livello del' punto pi1ì alto dell'articolazione tibio·astragalica, discende fino dietro l'apice del malleolo. stesso, per volgere quindi direttamente in a vant

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Figura I.

nel processo T A UBER la larghezza del pezzo osseo non compensa la. estrema irregolarità della faacia interna del calcagno che è quella precisamente che si volgerebbe verso il suolo. Onde di tutti i processi opera torì il migliore è quello originario con la modificazione utile del SÉDILLOT di portar via uno strato d'osso al disopra della cartilagine articolare della tibia. La sezione obliqua del calcagno è stata del tutto abbandonata perchè utilmente sostituita dalla sezione del tendine di Achille. Il metodo del PIROGOFF però ha un difetto che non è attenuato ma è forse anche reso mag· giore nelle modificazioni apportate al processo operatorio primitivo; e il difetto sta nell' accor· ciamento di oltre due dita trasverse che l'arto amputato subisce e che rende per 1, ambulazione assolutamente necessario lln pezzo di protesi. Ora è manifesta la utilità che avrebbero gli

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fino all'articolazione calcaneo-cuboidea (articolazione determinabile per la presenza del tuber· colo del quinto metatarso, sensibile sotto la cutee distante un grosso dito trasverso dalla detta articolazione). Di qui l'incisione prosegue, discendendo verti· calmente fino al margine esterno del piede o poscia per la pianta a tutta spessezza delle parti molli, fino al margine interno, dietro il tubercolo dello scafoide, quindi sale, volgendo sul dorso, e per il collo del piede si porta all'esterno e in· dietro fino al punto primitivo di partenza. 2° tempo. Tenotomia del tendine di Achille, penetrando con un tenotomo bottonato fra la pelle e il tendine dall'esterno, ove i tessuti sono incisi (Premere senza strisciare mentre l'aiuto flette il piede sulla gamba). 3° te11ipo. Disarticolare l'astragalo dalla t.il>in e dal perone, incidendo capsula e legamenti ..


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FA.SO.

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SEZIONE PRATICA.

nentre si fa leva sul piede; poscia aprire l'aricolazione tarso-tarsica e asportare l'avampiede Restano pendenti dalle parti molli della gamba 1 calcagno con sopra l'astragalo). 4° /e111po. a) asportare l'astragalo distaccandolo dal •alcagno e rispettando i tesst1ti molli all'interno per non ledere l'arteria tibiale posteriore ; b) asportare la cartilagine d'incrostazione

non stirata; la vita del lembo assictuata per la. conservazione della tibiale posteriore. Nel mio caso ebbi guarigione per prima intenzione.

** * incontra

Una difficoltà si nel sollevamento del calcagno quando quest'osso, come suole avvenire negli individui con piede piatto, abbia. t1na lunghezza tale da sorpassare la distanza.

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Figura 2. Fig ura. 3. l.n. figuro. 3 mostra come si dispongono gli orli della incisione dopo il sollevamento del calcagno. Ne lla. figura. 2 è presentato l'arto dopo l'asportazione delPa.vampiede. Lo parti nere dello scheletro son quelle che debbono essere asportate. I

tlella faccia anteriore della grossa tuberosità del calcagno insieme con poca sostanza ossea; e) segare lo scheletro della gamba alcuni milliu1etri stilla volta articolare. 5° /e111po. Emostasia, e quindi sollevamento del f•alcagno con la st1perficie di sezione contro la s uperficie di Rezion& della tibia, sutura dei tes· s11ti parostal i, o inchiodamento del calcagno contro la tibia, e sutt1ra della cute. L'operazione è agevole e si compie in pochi minuti; l'accorciamanto dell'arto è nullo; la cute

RIVISTE PATOLOGIA GENERALE

I germi patogeni ultramicroscopici. Rivista sintetica del dott.

LORENZO VERNEY.

L'eziologia di molte malattie infettive è rima.sta oscura od ignota per una lunga ~erie di anni. Oggi però si è climostrato

che corre dalla pianta al son1mo della volta articolare tibio-astragalea; ma tale difficoltà si s1tpera resecando dalla grande tuberosità del calcagno una porzione maggiore di quella eh~ basterebbe in 11n individuo di piede normale. · Chi poi pratichi l'operazione sul cadavere quando la rigidezza dei tessuti non sia finita , troverà nella cute stessa e nei tessuti sottosta11ti, anche dopo la sezione del tendine di Achille, tma resistenza che non si osserva a rigidezza risoluta, come non si osserva nel vivo.

che molte di queste malattie sono dovute a germi i quali si sottraggono ai mezzi ordinari di ricerca perchè, almeno in alcuni periodi della loro vita, sono di una piccolezza estrema. Solo per vie indirette si è riusciti a riconoscerne l'esiRtenza : ad es. perchè i liquidi organici dove si pre· sume che esistano trasmettono la malattia; pe1~chè conservano la loro virulenza, e la f attitudine a produrre l'immunità, anche ( 3)


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POLICLINICO

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dopo essere stati filtrati attraverso mate- I menti, ma non si vedono nè a fresco nè llE" I'iali porosi che impediscono il passaggio preparati colorati. degli altri germi; perchè, innestandoli in Per rendere visibili i germi ultramicre terreni di coltura adatti, li alterano. scop ici si era pensato che bastasse os I germi di cui parliamo sarebbero causa servarli sotto forti ingrandimenti. Co, dell6 malattie seguenti : febbre gialla{REED, LENDL (1) sostituì alla lente frontale de C.A.RROLL, AGRAMONTE e LAZEAR ; DuRHAM; l'oculare di un microscopio composto ii. ·MAROHoux, SA.LIMBENI e SIMOND, ecc.); ~lecondo microscopio ed ottenne degli ir rabbia (REMLL'TGER. e RIFFAT-BEY; Dr VE- grandimenti di 10,000 e più diametri. Oc STE.A..; CELLI e DE BLASI; ScHUDER ; BER· gli apparecchi microfotografici e con quell TARELLI e VOLPINO); vaiolo dell'uomo (OA- a proiezione vengono raggiunti facilment SAGR.A.NDI) ; peripneumonite dei bovini degli ingrandimenti di 50~000 e più di}. (Roox, NocARo, BoRREL e SALI:MBENI; Du- metri. Infine GAVINO (2), TROUESSART .TARDIN·BEAUMETz); peste bovina {NICOLLE DUPLONICH (3) hanno aumentato il poter4 e ADIL·BEY) ; febbre aftosa od afta epizoo- d'ingrandimento dei microscopi compost tica (LoFFLER e FRoscH) ; horse-sickness o frapponendo una lente piano-concava tr: peste equina (l\1c. F ADYEA.N e N OOARD) ; l'oculare e l'obiettivo. Ma si vide che oltr clavelée o vaiolo delle pecore (BoRREL); ad lln certo limite l'ingrandimento cessavi mixedema dei conigli (SANARELLI) ; va1·ie di essere utile, perchè i particolari degl infezioni degli uccelli (CENTANNI; lVIAGGIORA oggetti in esame si riconoscevano sempr' e V .A.LENTI; MARX e STIOKER); rftalattia del meno nettamente ; ad es. APATHY distinR• mosaico del tabacoo-{BEIJERINCK) (1 ). meglio la struttura delle valve di diatome• Alcuni di questi germi sono del tutto cogli ingrandimenti di Zeiss compresi tr: in1risibili od ultra-visibili. Altri invece si 1000 e 2000 diametri anzichè coi 10,00t trovano al limite inferiore della visibilità: diametri di Lendl. In altri termini, il po tali sono, p. es. gli agenti della peripneu- tere risolutivo dei microscopi non aumenti: monite dei buoi, i quali coi più forti in- parallelamente al loro potere d' ingrand' grandimenti microscopici si mostrano come mento; anzi a partire da un certo limit< piccoli punti dotati di movimenti attivi diminuisce, perchè è più difficile con·eg. senza alcuna forma ben determinata. Ne gere le aberrazioni cromatica e di sfericità differiscono poco alcuni tra i più piccoli Il limite più alto dell'ingrandimento ziti/e i batteri ' risibili ; ad es. il micrococco degli compreso tra 2000 e 2250 diametri ; volen ascessi progressivi del coniglio, il quale ha dovi ricorrere è necessario far uso di luc una forma sferica, misura appena O. 15 p. ; artificiali potenti (zirconio incandescente. il Baciltus indigoferiis (Pseudomonas indigo- lampada ad ar·co, fiamma d'acetilene). Una ragione fisica spiegava l'insuocess~ fera) , trovato da VoGES nell' acq11a, raggiunge soltanto O. 18 p. ed è largo la metà; di cui abbiamo parlato. Infatti ABBE (J) il Micrococcus Melitensis, al quale BRUCE CzAPSKI (5), DrP~EL (6), STREHL (7) ed altri ha attribuito la f ebbr~ di Malta, ha un dia· basandosi sui fenomeni di diffrazione, hann metro di O. 3 p. ; ecc. (1) ZIM1\1ERMANN. B11,scalio11,i, Il 11iicroscopio Anche molti spi1'ocheti sono di una sot- Torino, 1896, p. 410. tigliezza tale che non possiamo valutarla ; (2) Bulletin de la Soc. de Biologie, 1893 inoltre ScnA UDINN (2) ha osservato che gli p. 989. (3) C. R. de la Soc. de Biologie, 1896, p. 1089 Sp. Ziemanni si dividono ripetutamente nel (4) Sitzun~sber. d. Jen. Ges. f. Medicin u sangue degli uccelli, ed alla fine divengono Naturw., 1878-79 e 86. '(5) Plieorie der opfisclten, Jn,stru.1ne1tte, Breslau così piccoli che si rivelano pei loro movi· 1893; Winkelmann's Handbuch d. Physik, 1894: (1) V. Roux. Bulletin de l'Inst. Pasteur, 1903; CASAGRANDI, in Manuale dell'Igienista, vol. 1°,

1904; DE BLASI. Co1itribnto alla co1iosce11za dei virus filtrabili, Roma, 1904. (2) Arbeiten a. d. kais. Gesundheitsamte, 1904:.

(4) •

a. a. (6) Das Mikroskop u. seine An \lendlung, 1898 (7) Cent.-Zeit. f. Opt. u. Mech., 1898. . V. anche : RHElNBERG, in Zei t. f. 1viss. ~11 kroskopie, 1902 ; STONEY, in Philosophical }la • gazine, 1903.


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[ANNO

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SEZIONE PRATIO.A.

limostrato che il limite più basso della per· ~ezione ottica è determinato dalla lunghezza lelle onde visi,.. e ; con le disposizioni adot~ate pei nostri microscopi questo limite è li O. 5 u. incirca. Facendo uso della luce )bliqua la teoria climostra che il potere di t•isoluzione si raddoppia, e quindi il limite iella percettibilità si abbassa di un mezzo; ma non Ri può andare oltre. Dunque, per iuanto ere. ca l'ingrandimento non dovrebbe ~Hser possibile di Yedere nessun oggetto o nessl1n particolare la cui grandezza sia in· feriore a O. 23 11. incirca. Lorcl R"\ yr,EI<•lI (1) è pa1·tito da principi alquanto di,,..ersi. Egli, perfezionando t1na teoria di Il EIJMlfOLTZ, ha considerato due punti lumi11osi (da sè stessi o perchè illu· minati) e<l 11a precisato il limite· entro cui si possono clifferenziare. I suoi riRultati si allontana110 poco dai precedenti. I

I

Per rendere ' '" isibili anche gli oggetti ltltra-1nicroscopici si è tJensato di ricorrere a, cl egli artif izi. 1. . no cli ensi conRiste nell'aumentarne il , .. olttme. ~Jsistono infatti alcuni metodi di fisRazione e colorazione i qriali fanno rigonfiare gli oggetti esaminati e li rendono meglio 'risibili. '1,alP è il procedimento cli TJ(}I<"'F'LI·~•~ }Jer la colorazione delle ciglia, e }Jii1 ancora quollo proposto recentemente da C~RRITO (2). Fin' oggi però questo metodo J1a av·tito delle applicazioni limitate. Un altro metodo, proposto da ,OHAU· l)INN (3) pei presunti pa1·assiti della febbre gialla, co11siAte nel provocare la loro ag· glutinazione, cioè la loro i~iunione in am· massi. ~[olte sostanze sono in grado di llrod urre questo fenomeno, e tra esse al· cune hanno un'azione specifica, cioè limi· tata ad un solo germe. La loro p1·oduzione può venil·e provocata artificialmente. Alle volte gli ammafisi di cui parliamo sono costituiti da migliaia d'individui; possono essere anche molto regolari, in forma di rosette, come accade per quelli di tripanosomi e di spirooheti. In questi casi non si (1) J ourn. of the R. microscop. Society, 1903. (2) Annali d'Igiene sperimentale, 1903. (3) L. c., 1904.

possono avere dei dubbi sulla loro natura. Sino ad oggi però il metodo proposto da OIIAUDINN non· è stato applicato. Un 3° metodo consiste nell' illuminare fortemente gli oggetti da esaminare, la· sciando oscuro il campo. Con l'esame mi· crosco1lico ordinario, quando un fascio di raggi investe degli oggetti ultra-microsco· pici ciaAcun oggetto intercetta una frazione più o meno piccola di onda luminosa :: quindi si produce i·ealmente una piccola. macchia. L'occhio però non i·iesce a vederla perchè rimane come annegata nel campo illuminato, sia pe1·chè le onde di diffrazione la coprono rendendola quasi altrettanto lnminos& come le parti circostanti; sia perchè gli oggetti tlltra-micro· scopici in causa del lor<) piccolo volume,. i·estano semi-trasparenti; sia per una pro· prietà fisiologica dell,occhio ~ il quale pre· senta t1n accomodamento imperfetto e non corregge mai bene l'aberrazione di sfericità dei suoi mezzi diottrici, in modo che ad ogni punto dell'oggetto corrisponde, sulla retina, un circolo il così detto circolo di dijftlsione, che è causa del fenomeno detto d' ir1~adzazio1ze. Grazie a questo fenomeno le parti oscure sembrano più piccole del vero, e possono anche scomparire, sopraffatte dal· l'irradiazione delle parti illuminate. Le condizio11i cambiano se il campo si lascia oscuro e si rendono luminosi gli og· getti, perchè in questo caso la diffrazione e l'irradiazione influiscono in senso contrario al precedente, e gli oggetti sembrano più grandi di come non comporti l'ingrandimento microscopico. In realtà non sono ingranditi, ma si rendono visibilissimi ; in altri termini, non è possibile distinguerne nè la forma nè la struttura, compaiono però come punti luminosi, o meglio come piccoli dischi {detti dischi di diffrazione) qualunque sia la forma dell'oggetto esami· nato. Allo stesso modo, nè ad occhio nudo nè coi telescopi si può riconoscere la forma delle stelle fisse, per quanto queste siano ben visibili. Volendo adottare questo metodo la tecnica da seguirsi è semplicissima: consiste nel far uso di una forte 111ce, la quale colpisca il preparato microscopico sotto un angol<>

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d'incidenza minimo o nullo, in modo che nessun raggio penetri direttamente nel1' obiettivo, e .molto meno nel tubo micoscopico. Si può anche far giungere i raggi sulla superficie inferiore del coprioggetto sotto un angolo superiore al limite di rifrazione del mezzo, in modo che nessuno di essi possa uscirne e giungere nel microscopio ; ciò è facile ad ottenere con un }Jarallelepipedo di Fresnel. In questo modo, se il materiale da esa· minare è perfettamente omogeneo, il campo resterà oscurissimo; ma se invece contiene dei corpuscoli anche piccolissimi, questi, colpiti dalle onde luminose, le rifletteranno ir1·egolarmente in tutte le direzioni, dando origine a numerosi fenomeni di diffrazione, ed una certa quantità andrà ad investire l obiettivo e produrrà l 'imagine microsco· pica. Allo stesso modo noi vediamo le particelle di pulviscolo colpite dalla luce so· lare, perchè la diffrangono in tutte le direzioni. L'imagine dell'oggetto sarà tanto più estesa e brillante quanto più numerosi sono i l'aggi che concorrono a formarla; quindi s.i ha interesse a far uso di una sorgente 111minosa potente (la.mpada ad arco, luce solare intensa, condensatori) e di sistemi ottici a grande apertura, atti a raccogliere molti raggi (1). La riflessione dei raggi nello spessore del vet1·0 dove è incluso il p reparato è pure vantaggiosa sotto questo riguardo, perchè i raggi percorrono una via più lunga ed hanno una direzione ·più prossima a quella dell'asse del microscopio. Infine, per non intralciare l'osservazione è bene eliminare qualunque sorgente lumi· nosa estranea; in questo modo sopra un fondo nerissimo si vedranno dei piccoli <lischi brillanti variamente colo1'ati od iri(lati. Abbassando il tubo in modo da ridurre la distanza focale, q nesti dischi si circon · dano di tanti anelli d'interferen~, che pos· sono cop1'ire l 'intero campo visivo anche se prodotti da una particella piccolissima del diametro di o. 10 r· (1~

Nella pratica non è bene utilizzare delle aperture troppo grandi, affinchè la distanza fo. cole p ermetta l'impiego dell'immersione omo· genea. (6)

[ANNo XI,

FASO.

Che un oggetto luminoso possa restare visibile anche se di dimensioni ultra-mi· croscopiche era stato dimostrato da DauDE (1), e FIZEAU e AMBRONN (~)ne avevano dato una prova, per quanto non molto evi· dente. Ma volendo applicare ql1esta nozione non si sapeva come rendere luminosi gli oggetti. Gouy (3) aveva anche osservato come un oggetto piccolissimo su cui cad;tno dei raggi paralleli li diffra.nga in -tutti i sensi, comportandosi così come un oggetto lumi· • no so. SIEDENTOPF e ZSIGMONDY (4) pensarono di combinare queste due nozioni e di ap· plicarle alla ricerca delle particelle ultra. visibili. Il loro procedimento è stato ulte. riormente perfezionato dal primo di essi {5) e da COTTON e MOUTON (6) all'Istituto Pasteur. RAEHLMANN (7) se n'è servito per stu· diare alcuni esseri creduti prima ultra-y·i· sibili. Adottando il metodo di cui parliamo, la grandezza degli oggetti osservati può de· dursi in modo indiretto: ad esempio, sa· pendo quanto oro in minute particelle è con· tenuto in una massa di vetro aurorubi11ico, e numerando le particelle contenute in un campo microscopico, si può aedurre il loro numero totale e quindi il peso e la grandezza di ciascuna. In questo modo si è potuto sta· 1 bilire come possano avere da 5 a 20 mil· lesimi di f'· (5-20 p.p.). Dal diverso splen· dore di due particelle vicine è possibile dedurre, in modo approssimativo, la gran· dezza relativa di ciascuna, sebbene questa sia tutt'altro che direttamente proporzionale alla 111minosità. Non si riscontra alcun rap· porto neanche tra la grandezza delle par· ticelle e la nuance dei loro dischi di dif· frazione. Siccome il diametro di questi dischi varia tra mm. O. 5 e t per particelle di O. 006 (1) Lehrb. d. Optik, 1900, p. 122. (2) Citati da SIEDENTOPF e ZsIGMONDY. (3) Ann. de Chimie et de Physique, 1880. (4) Drude's Annalen d. Physik, 1903. . (5) J ournal of the R. microsc. Society, 1903. (6) MouT01{. Bull. de l'Inst. Pasteur, 1903 i COTTON et MouTON, C. R. de l' Ac. des Sciences, 1903; Soc. fr. de Physique, 1903; Revue gén. des Sciences, 1903. (7) Mlinch. medizinische W ochensch., 1904:.


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SEZIONE PRATICA

(). 020 p., così l'ingra1\dimento si è detto di »0,000-150,000 diametri; abbiamo già fatto osservare però che non si tratta di un in· grandimento nel senso diottrico di questa parola. Nessun limite esiste nella piccolezza delle particelle che possono venire osservate~ aumentando l intensità della, sorgente e l'apertura dell'obiettivo dovrebb~ esser pos· :aibile di vederne anche di estremamente .piccole (1). Una condizione indispensabile però è che queste siano opache o di una rifrangibilità diversa da quella del mezzo ~he le contiene. Inoltre v'è un limite nella differe11ziazione: se due particelle sono lon· tane meno di O. 20 p. incirca non potranno apparire come distinte : daranno due imagini so,"rapposte. come di un oggetto solo Per l'e ame dei germi ultra-microscopici è necessario. quindi, diluire convenientemente il materiale, ciò che del resto è sem· pre possibile. Gli oggetti microscopici sogliono avere empre una rifrangenza dive1·sa da quella <lel mezzo circostante; inoltre contengono nell.interno dei corpuscoli o delle superficie di,'"ersamente rifrangenti od opache· infine, mediante la colorazione possiamo modifi· .carne o sopprimerne la trasparenza per ieerti raggi. Per tutte queste ragioni pos· sono produrre dei fenomeni di diffrazione svariati e dare 01~igine a molte imagini, il c11i insieme riproduce la figura dell'intero -oggetto, sebbene con minore e'\riaenza e regolarità di come non lo facciano i meiodi ordinari: cosl i contorni dei germi sem· Lrano sfumati, indecisi od anche iridati; i flagelli appaiono grossissimi, ec0. ~la se i corpuscoli o le parti di cui parai amo sono vicine oltre il limite di visibilità, la struttura e la forma dell'oggetto non si rivelano. Molto meno ciò sarà pos-sibile per esseri già di per sè stessi ultra· microscopici. Quindi non s'intende come (1) Persino con soluzioni di fl11orescina e con

sospensioni di sostanze colloidali S. e Z. (1. c.) hanno trovato una luminosità diffusa, che hanno .attribuito alla diffrazione prodotta dalle singole molecole. Scompariva diluendo il materiale. EJMER e SIEBERT (citati da BEHRJNG, in Bei· trage z. exper. Therapie, 1904), dicono di aver veduto ancl1e le molecole albuminoidi.

abbia potuto vedere e figurare questi esseri; riconoscerne non solo l'ag· gruppamento, ma anche la forma sferica od all11ngata, i movimenti peristaltici, ecc., nei liquidi in putrefazione e nel secreto delle congiuntive affette di ti·acoma o di altre mal_a ttie: probabilmente egli è stato tratto in inganno. Occorre appena aggiungere che in queste ricerche si deve usare la più scupolosa nettezza, perchè se insieme ai germi nel li· quido da esaminare sono sospese delle altre particelle potrà riusciré difficile od impos· sibile differenziarneli. Inoltre, se i germi o le particelle si muovono, possono yenire colpiti sotto angoli d'incidenza variabili, e dare l'illusione che si cambi la loro forma, mentre invece si modificano soltanto le loro imagini ottiche.

1 RAEHLMANN

***

Un ultimo metodo consiste nel diminuire la lunghezza delle onde. È certo questo il solo che avrà molto avvenire, perchè permetterà di riconoscere la forma e la struttura degli oggetti osservati. Per applicarlo si sono adottate molte disposizioni; noi crediamo che si potreb· be1·0 utilmente combinare tra loro . Anzitutto si è fatto uso dei più piccoli raggi visibili: quelli azzurri. Crediamo che siano stati proposti da CzAPSKI (1); ZEISS ha costruito un condensatore e degli obiettivi speciali, adatti per questi raggi. Il vantaggio che può ottenersene però non è grande; se invece della luce comune si fa uso di onde H Fraunhofer il limite della · visibilità si abbassa soltanto da O. 25 a O. 20 ed il volume degli oggetti osservati si ri· duce di circa la metà. D'altra parte l'occhio si affatica e la visione non è netta. V ari autori, e recentemente ERRERA (2), hanno proposto i raggi ultra-violetti, i quali non sono veduti dall'occhio ma impressionano le lastre fotografiche. Si può ottenerli adoperando ltna sorgente che ne sia molto ricca ed intercettando tutti gli altri raggi (3); si potrebbe1·0 adoperare anche delle lastre (1) Biol. Centralbl., 1891. (2) Rev. scientif., 1903. (3) W oon. .Astrophys. J ournal, 1901. ( 7)

I


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lL POLICLINICO

fotografiche che non siano sensibili pe1' le onde più lunghe (1). l\la è- molto preferibile l'uso di raggi i quali siano praticamente puri ed a.bbiano una brevissima lunghezza d'onda ; si possono ottenere mediante gli spettrometri od i reticoli di diffrazione. L'uso dei raggi monorifrangenti permetterebbe anche una semplificazione nella co· struzione delle lenti, perchè non sarebbe necessario correggere altro se non l'aberrazione di sfe1'icità. Daltra parte l'impiego • della fotografia consentirebbe l'utilizzazione di quantità anche minime di raggi. I fisici fanno un uso quasi corrente dell.e onde ultra-violette inferiori a O. 2 r1.. Nel 1893 SCHUMANN ne ha trovato di molto più piccole; dopo di lui poco di nuovo è stato fatto in questo campo (2). Impiegando delle · onde ili O. 095 fl· il limite della diffenzia· zione si abbasserebbe a O. 043; quindi si • potrebbero studiare dei · germi 200 volte meno voluminosi di quelli che possono ancora distinguersi con la ll1ce solare e con le disposizioni delle quali abbiamo parlato sino ad ora (3). L'impiego dei 1'aggi ultravioletti l'ichiede delle ca1ttele. speciali. Ad esempio i germi debbono essere trattati con colori o con sostanze che li · r endano opachi o che dimi· nuiscano la loro trasparenza per questi raggi (4), a meno che essi stessi non pos· seggano queste proprietà; inoltre. siccome i raggi di cui parliamo sono assorbiti fa. cilmente dall'aria, dal vetro e dalla gela· (1) La sensibilità dell ioduro d'argento è cir· coscritta quasi esclusivamente ai raggi C-T. (2) SCHUMANN. Sitzb. d. k. Akad. d. Wiss., Wien, 1893; Wìnl~elmann's Handb. d. Phy· sique, 2° v.~ 1 ::t p., 1894, p. 329; FousSEREAU, Phy · sique, 1° v., 1896, p. 240; MARTENS, Drude's An· nalen, 1901 . . (3) Si conoscono delle onde ancora più bre vi. Ad esempio quelle n si era creduto da Sagnac (J ourn. de Phys., 1903) che avessero O. 25 mm; invece .A.SCOLI ha dimostrato (Rev. gén. des Sciences, 1904) che sono lunghe O. 008-0. 017 P·· Però non impressionano le lastre fotografiche (si può studiarne gli effetti su lastre fosfore· scenti) e non sono rifratte dal vetro (BLONDLOT ha dovuto usare delle lenti di alluminio). I raggi X non a"\rrebbero che O. 65-6. 9 P·tJ· (HOLTSMARK, Drude's .Annalen, 1903); ma non sono rifratti in n1odo sensibile da tLessuna sostanza. (4) Anche nell'esame microscopico comune il colore azzw·ro differenzia meglio del rosso, per· chè trattiene le radiazioni pitì lunghe. ( 8)

1

LANNo XI, FA.Se. 1

tina, · si dovrebbe operare nel vuoto, fat"' uso di lastre ottenute precipitandovi il sale sensibile e di lenti e vetrini di quarzo od anche, per le onde più piccole, di spato fluore. Siccome la lunghezza delle onde sce111a colla rifrangenza del mezzo che attraversano, si è pensato, per renderle più piccole) di farle passare attraverso mezzi molto rifrangenti. A tal fine l' oggetto da esami· nare viene incluso in monobromonaftalina (il cui indice di rifrazione per la linea D è di 1. 66) oppure nelle soluzioni di alc11ni sali molto rifrangenti, anzichè in balsamo. In questo mùdo il limite d·e lla visibilità scende molto; ad esempio, per la bromonaftalina e con la luce azzurra si riduce a 0.12. Allo scopo di evitare delle· dispersioni dannose si è fatto anche uso di "'\retrini porta. e copri-oggetto molto densi, di flint · per l'immersione si è adoperato lo stess() materiale destinato all'inclusione; anche le lenti si sono costruite con vetro speciale~ Però sin oggi questi mezzi ·non si son(} adoperati che pei raggi visibili. Impiegando la luce ultra-violetta i limiti della differenziazione microscopica scenderebbero con un rapporto pi.ù elevato, perchè il suo indice di rifrazione suole essere maggiore. Tuttavia è necessario accertarsi prima che la sostanza adoperata sia trasparente per questa luce (il balsamo del Canadà l'as· sorbe). Se la bromonaftalina fosse priva di questo inconveniente il limite della differen· ziazione potrebbe ridursi molto al di là di 0.043 1. 66 = o. 026 r:. Si deve tener conto, infine, del potere risolutivo dell:occhio. Questo ha un limite (1) .. e due punti, a11che se distinti nell'imagine apparranno confusi quando impressionano degli elementi retinici molto vicini. Per questa ragione adoperando dei mezzi riso· lutivi molto forti è neces5ario ampliare la imagine, ciò che si ottiene facilmente rol metodo Lendl. Si potrebbe anche esaminare le lastre fotografiche con un forte ingran· dimento ; ma esse non riproducono mai (1) HELMHOLTZ. Optique ph~y·siologique, 1 76 p. 293 ss; LAND01s. Fisiologia, 1888, p. 874. •


(ANNO

XI,

FASO.

181

bene i dettagli dell'oggetto neanch e se si adoperano le migliori lenti e si attua la 11tessa a foco pii1 accUI·ata. Combinando l'impiego dei pii1 piccoli i:aggi t1ltra·"°isibili monocromatici con l t1so di mezzi a fortissima rifrangenza, facendo uso dell'illuminazione obliqua (1) ed a11· mentando di molto il pote1·s d'ingrandi· mento dei microscopi si può sperare di ottenere delle microfotografie ch e i·appresentino ancl1e nei dettagli gli esseri lliù minuti. Come si ' rede, è questo un r.apitolo della fisica tecnica ancora tutto da creare.

** * alcune

Aggi11ngeremo consiclerazioni. ~fA...\:"\VELL ecl ERRERA hanno cercato di }lrecisare il 11umero di molecole d'albun1ina che co1111)011gono il corpo di un batterio. • Il calcolo è facile. Dagli esami di NENOKI i·is11lta cl1e j batteri contengono il 1-1 °/ 0 di albumina. Ora, la molecola dell'albumina cristallizzata ha. secondo HoFMEISTER un peso di 10. 166 (rispetto all'atomo cli idrogeno); per le albumine non cristallizzate si avrebbero dei dati ancora più alti. Da altra llarte i fisici sono concordi nell'am· mettere che il peso minimo di una molecola d'idroge110 sia di 8. 6 X2X 10- 22mmg.; quindi una molecola d'albumina peserebbe 10.166 ' rolte di più. Ma un batterio g rande 2 come il micrococco di Koch pesa 1. 9 X 10 -12 mmg., come è facile calcolare in base alle sue dimensioni e tenendo conto della sua densità, che è quasi egual e a quella dell'acc1ua ; quindi non potrebbe contener e più di 26. 500 molecole d'albumina, tra cui 8500 atomi di zolfo. Se avesse delle dimensioni 10 volte minori il suo volume scemerebbe di 1000 volte, e quindi non dovrebbe pos· • seder e che 26 molecol e d'albumina. Sembra difficile che possa conservare l e sue com· plesse funzioni se si giunge ad un limite così basso. Quindi è certo che siamo prossimi a quel limite di grandezza oltre il quale un essere non può più esistere. Se ne (1) P er l'uso dell'illuminazione obliqua, vedi R OSTER. Fotomicrografia, 1892, p. 59 ss. ; DJPPEL, loc. cit.

*

551

SEZIONE PRATICA

I

deduce che non molto più lontano dobbiamo ancora spingere i nostri mezzi di • ricerca. e il diametro del nostro germe fosse 30 volte inft?riore alla lunghezza del mi· crococco di Koch (5 t1·r1.) si avrebbe una sol a molecola di albumina. Rigorosamente noi riusciamo ancora a concepire ch e possa manifestare delle atti· vità vitali; si avrebbe così una forma vi· vente senza struttura e senza limiti, costituita da molecole libere, paragonabile ad un vero fermento non figurato atto a riprodursi indf'finitamente. Le si adatte· .rebbe bene l'espr essione di co1ztagitT11z vivn11z flzlidzim usata da BEIJERINCK. Si può supporre che questa condizione di cose esista. in realtà, pe1· gli agenti di alcune malattie : ad esempio, la sifilide.

**~• •

Concludendo, noi crediamo v icinissimo il giorno il cui gli attuali esseri ultra-microscopici non potranno più dirsi tali.

MEDICINA

Pote1·e secretore e significato glandola1·e dell'epitelio dei tubuli contorti del i·ene e valore terapeutico dei loro preprodotti solubili nell'acqua. (RENAUT.

B1illeti1t de l' Acaclé1nie de Médecine).

I dottori REGNAUD e PoLIOABD hanno studiato la funzione renale su i reni degli ofidi, ch e sono fondamentalmente identici a quelli dei mammiferi e in cui il f unzio· namento si compie in stadi piuttosto l enti e qt1indi facilmente osservabili. Essi hanno veduto ch e l e cellule dei canalicoli contorti presentano la stessa struttura già descritta da HEIDENHAIN alla porzione basale, e di più dei vacuoli di segregazione, distinti in cristalloidi e lipoidi. Nella porzione sopra· nucleare inoltre hanno riscontrato i g1·anreli di segregazione, che sono i preprodotti del· l'attività secretoria cellul1tre, come si osser· vano n elle ghiandole sierose, e dotati di proprietà che sono state bene studiate. Tanto i granuli qt1anto i vacuoli sono stati osservati anche nei vertebrati. In seguito ad accurate ricerche ed espe· rimenti hanno concluso che il rene può (9)


552

IL

POLICLINICO

considerarsi come una ghiandola pluritubulare, di oui ciscuna è costituita da un tubulo contortò secernente e da un glome· rulo che fornisce il plasma urinario : che le cellulf3 hanno un periodo di attività e di riposo: che i vacuoli dei grani di segrt>ga· zione. rappresentano la trasmutazione delle sostanze est1·atte dal sangue, le quali devono essere eliminate, e da cui si originano i preprodotti solubili e dializzabili. Da questi fatti il RENAUT trae, 0he nelle nefriti l'attività secretoria non ha più luogo, onde l'idea di far agire sull'organismo malato questi granuli ohe sono particolar· mente atti vi per attirare, concentrare e trasmutare le sostanze tossiche non eli· minate. Allora, servendosi delle conclusioni degli studi del DUBors, il quale ha trovato che l'antitossina normale secreta dal rene non viene alterata passando per le vie idigestive, ha fatto un infuso di reni freschi di porco, con un procP-dimento che indica, e applicando su un gran numero di casi questo rimedio, ne ha ricavato risultati favorevolissimi e molto importanti. Cita sopratutto lln caso di nefrite cronica, con edemi, bronchite album.in.urica e accessi uremici, restia a tutti i rimedi e cure, il quale, sottoposto all'uso della macerazione di rene, ebbe presto scomparsi tutti i sin· tomi gravi e l'albuminuria. Così pure anche in par~cchi casi di albuminuria da al terazioni cardiache, con edemi, cianosi e di· spnea uremica, ha sempre constatato benefici effetti. Conclude che la soro ministrazione della macerazione del i·ene, data in dose deter· minata e in periodi non maggiori di 10 giorni è il più attivo e il più efficace ri· medio proposto finora, il quale ridl1ce e annulla l'albumi·nuria, restituendo la pri1nitiva attività renale. BR.

Influenza del grasso

sull'eliminazione flell'ammoniaca per i reni. (STEINITZ.

Zen.tralblatt f. 11i1iere Med. n. 3, 1904).

Dai lavori di HALLERVORDENS e CoRAN· D.A.S è noto che, in condizioni fisiologich e, la nutrizione carnivora dà un aumento della eliminazione di ammoniaca, mentre la dieta vegetariana dà una diminuzione della medesima in confronto a quella dell' alimentazione mista. (10)

[ANNO XI, FASC. 18]

Bisogna però stabilire se siano o le a] bumine o gli idrati di carbonio o i grass che danno luogo a questo aumento. Le ricerche di CzERNY e KEI~LER su lat tanti con disturbi intestinali, condussero a ammettere che era il grasso e non le altri sostanze, e ritennero questo fatto com( espressione di una acidosi. Questa acidosi però non è data da U l! accresciuto assorbimento di acidi abnormi ma dipende da un impoverimento di alcal dell'organismo, perchè i prodotti prove nienti dalla scissione dei grassi determi nano nell' in testino un a forte sottrazio1u di alcali. Fa osservare che spesso si mette in rap porto il valore dell' NH3 eliminata con I: espulsione delle sostanze azotate e che s riferisce il grado dell'acidosi al roefficientf di NH', mentre questi rapporti non hannc alcun legame. Dalle ricerche fatte dall' A. su bambin lattanti e su ragazzi sani da 11 a 13 ann· somministrando alimentazione di solo latte ovvero di burro e panna, conclude che coi le seconde sostanze si ha costantement< aumento rilevante di NH 3 nell'urina. La perdita di alcali con le feci causat, dall'abbondante grasso nei fanciulli sani è trascurabile o non esiste, e nei lattanti invece, ha una certa entità. Infine, ha osservato inoltre il compor tamento dell'alimentazione grassa sull'eli minazione del fosforo, e afferma che nej lattanti l'acido fosforico nelle urine cresc con l'aumentare del latte più o meno grasso invece non ha potuto constatare altrettant nei ragazzi. BR. I

Sulla natura ed etiologia del rene rag.. grinzato e sulla cn1·a efficace del me desimo. (EDEL. Munclz. n1edic. Wochen., n. 43, 1903).

L' A. dalle osservazioni e J•icerche prati cate sopra 8 infermi affetti da nefrite ero nica interstiziale di intensità varia, dallr forme iniziali a quelle p1·ogredite ed ae compagnate da insufficienza cardiaca, ede mi, ecc., ha potuto constatare quanto segun Col bagno, col riposo nel letto, con l'ascen sione delle montagne, diminuisce la }J1·es


l ANNO

XI, F .ASC. 18]

sione sanguigna e I albuminuria; lo stesso effetto si ha con l'inalazione di nitrito tli amile, di cui è nota l'azione culatatrice sul sistema vasale. 01.. a, considerato che in genere l'aumentar e continuo clella pressione sanguigna costit11isce nel nef1·itioo un sintoma sfavorevole, il q11ale nei casi gravi può condurre ad un esito serio ; considerato inoltre quel che c insegna la. fisiologia, che cioè un restri11gimento artificiale dell'arteria :1:enale. anche solo di breve durata, cleter1nina un 'alterazione i·enale, che si estrinseca con l'albtrminuria ; e mettendo in rapporto c1uesti due fatti, i til·a la conrlusione ch e la 11ot11ra del re11e raggri11zato è da, ricercare in un'anomalia clel sistema vasale il cui fattore })recipuo è un i·estringimento anor111ale <lei vasi (con }Jiù o meno compartecipazione di una relativa insufficienza carcliaca) restringimPnto che, da una parte ha per conscgt1enza llna n11trizione insufficiente clei reni, non che un t·aggrinzamento <l(li 1nedesimi siccome accade in altri listurbi circolatori, quali l'arte1·io-sclerosi la stasi, dall'altra parte sottopone il cuore riel un la,Toro anormale e pericoloso. ~ eco11do c1uesto modo di ' rederP, il rene ·aggri11zato sarebbe nella maggio1· p~trte lei c;1si la conseguenza cli una neu1·osi ~Atrin ·ecantesi con una contrazione anorale dei , .. asi. Oltre i noti inomenti etiologici, come ..,otta, aJcooliRmo, intossica,zione cronica da Jiombo, arteriosclerosi, ecc., ecc., l'A. acl(l1ta t.t ne11rastoni~t e l e }Jreoccupazioni e sov· raP<'citazioni clella vita, le quali agiscono, ·o:trliu·v·ate clalle a.nzidette anomttlie vasali. Qttincli. secondo l' A., nei casi di i·ene ·ngg1·inzato, il medico devo adoperarsi a ·inforzare il cuore ecl a diminuire la pres1ione clel sangue e q11indi a provocare la lilatazione dei , . . asi sangt1igni, ciò che, a h~conda d(-'i casi, si ottiene mercè i bagni, 'influsso benefico del clima ed lln oppor· t1no esercizio muscolare. Dott. E. 6 UGLIELl\IETTI.

; ulla formazione dei depositi di n1·ati, specialmente nei reni gottosi. {BRISSAUD

553

SEZIONE PRATICA

e BRÉOY. Presse 1n érl., n. 58, 1903).

Gli AA. hanno studiato clinicamente ed Lnatomicamente un soggetto di 65 a11ni, • Ipicamente gottoso, morto di polmonite. Jlinicamente fu 'importante la 1·epentina omparsa e la scomparsa in poche ore di

I

un tofo al padiglione dell orecchio. Si sa infatti che il tof o è, nella grandissima maggio1"anza dei casi, tenace e p ersistente. Alla at1topsia, oltre le l esioni a1"ticolari classiche della gotta, trovarono l e lesioni macro- e microscopiche caratteristiche di una nefrite cronica diffusa. Il microscopio mostrò inoltre cristalli di acido urico in forma di aghi sottili, di aghi pii1 grossi, di cumuli n erastri rotond eggianti (tre aspetti descritti dal RENDU). Si trattava di stabilire se tali depo..: iti uratici erano avven11ti nei tubi retti (O~\STELNAU, Tonn) o nel tessuto intert11bola1·e {GARROD). Le ricerche pare abbiano confermato l'opinione mista di 0HAR COT e CORNIL, che rioè i cristalli siano liberi al di fuori clei tubi retti, mentre questi sa1·ebbero alla lor volta pieni di un deposito u1·atico amo1·f o, che servirebbe talo1·a d'impianto agli aghi liberi. Gli AA. hanno visto infatti in qualche punto cristalli, liberi nel tessuto intertul>olare, perforare la parete di un tubo clilatato; ed in qualche altro lJunto hanno i·iscontrato dei cristalli prismatici intrat11bulari, di rado allo inizio deJl'ansa di Henle, di solito nei tubi del Bellini. Intorno ai depositi uratici il i·ivestimento epiteliale è ordinariamente distrutto. Le lesioni renali sono dunque di due specie : a) Le une dipendono dagli urati appo1·tati al rene clalla corrente sanguigna; e sono qt1indi comparabili ai comuni tofi; tali depositi si fanno a preferenza n elle zone a circolazione poco attiva, pe1· esempio, n el tessuto fibroso della papilla; b) Le altre lesioni sono in rapporto con gli urati contenuti nelle urine precipitanti quando at1menta l'acidità di queste (forse per fosfati acidi) ; tali depositi uratici sono int1·att1bolari ed aghiformi, ma gli aghi possono perforare le pareti dei tubi e farsi così extratubolari. Dott. LEuzz1.

t"ivel~1ta

Nef1·ite latente da edema della glottide.

(DERVJLLE. Pite Medical R eviezv, l11g lio 1903).

L' A. narra cli una clonna di 60 anni che era stata già di verse volte ammessa ali' o· spedale per dispnea e accessi di tosse: al· l'esame del torace p1·esentava una leggiera bronchito cronica e lieve grado d'enfisema . All'esame laringoscopico fu riscont1·ata tpe1·trofia delle pieghe ariteno- epiglottiche ed edema della glottide : e la ra~ione di (11)

I


554

IL

POLICLINICO

ciò fu trovata coll'esame delle urine che presentavano albumina. ~ottoposta ad adatta cura dietetica, col diminuire della quantità dell'albumina nelle urine, anche la dispnea andò scemando. Dott. T. MANCIOLI.

CHIRURGIA

Cura 1·adicale dell'ernia crurale. (GUIBÉl

e

PROUST.

Presse 1néd., 5 marzo 1904).

L'autore critica i processi del Ruggì e del Parlavecchio, sia per il tempo occorrente ad espletare ~'atto operativo, sia per la possibilità di creare le condizioni favorevoli alla produ~ione dell'ernia crurale~ sia per il fatto che si opera sotto e sopra l' a1~cata femorale, dichiarando in q nesto superiore il processo del Tuffier, che libera il sacco dalla via inguinale. Riporta il processo di Delagenière, che consiste in un taglio verticale cutaneo nel senso del canale crurale, nell'isolamento del sacco e nell'incisione in avanti dell'arcata: in tal guisa l'isolamento del sacco può proseguire molto in alto per modo che la legatura di esso può farsi al di là dell'in· fundibolo, avendo cura poi di fissare il punto legato alla parete; indi allo scopo di trasforma1·e l'anello primitivamente rigido e fisso in un orificio insignificante suscettibile di risentire gli effetti retrattivi delle cicatrici passa due o più an$e di catgut attraverso l'aponevrosi del pettineo, la bandelletta ileopettinea e il periostio, ed il capo posteriore attraverso l'arcata al punto di sezione sui due lati. Annodando allora. i capi l'arcata si abbassa verso la branca orizzontale del pube e si porta in· dietro trasformando in questo movimento di discesa l'incisione verticale in uno spazio triangolare a sommità superiore e anteriore molto ristretta e che a poco a poco deve riempirsi di tessuto cicatri· ziale. Nel suo processo l' A., come in quello di Delagenière si serve esclusivamente della via crura.le, ma aggiunge inoltre un piano muscolare di rinforzo coll'abbassamento della parete superio1·e del canale. Allo scopo pratica l'incisione ordinaria insopra dell'arcata, indi messa a nudo l'arcata femorale ne denuda il bordo inferiore, ricerca ed isola il sacco e seguendo (1!)

[ANNO XI,

FA.SO.

181

questo va sul legamento del Gimbernat che prepara e poscia seziona fino ad in teressare l'inserzione dell'arcata sulla spina del pube. Allora sollevando in alto l'arcata ha un grande spazio che permette di com· pletare l'isolamento del sacco e di prati carne l'escissione totale, nonchè di sutu. rare il trasverso e piccolo obliquo al lo· gamento del Cooper, calcolando il passaggio dell'ultimo filo, per guisa che la vena, eh è salvaguardata dal dito, non sia compressa. BIAGI.

Spostamento meccanico dell'o1nento nella posizione di Trendelenburg {BAKES.

Arcli. f . klin . CJiir., 72, III).

A proposito della comunicazione de] KRASKE all'ultimo Congresso chirurgico sui pericoli inerenti all'impiego della po sizione declive alla Trendelenburg, nella quale, secondo il KRASKE, può l'omento ricacciato verso il diaframma, rappresen tare col suo peso una minaccia alla vit:: dell'operando, l' A. comunica un caso d spostamento dell'omento (d'origine mecca nica '?) e sua fissazione fra la faccia concavudel fegato e la superficie anteriore delle.:. stomaco, da lui operato con esito favorevolt Si trattava di un equilibrista, che cla qualche anno accusava disturbi subbiettiv e funzionali, analoghi a quelli che si hann nell'ernia epigastrica : l'infermo era itte 1~ico e mostrav·a un tumore diffuso, mal<! delineato, situato profondamente nell'epi gastrio, spostabile n~i movimenti reSJ)Ì rato rii. Al letto operatorio, riscontrato l'omentt spostato e aderente alla faccia concava de fegato e che trascinava dietro a sè i colon trasverso al davanti dello stomaco l' A. distaccò le aderenze e riportò l'oment nella sua sede normale. L'A. pone in rilievo l'importanza d questa entità morbosa, della quale nor trova riscontro nella letteratura. R. DALLA VEDO,rA.

Il decorso della febbre in uno splenectomizzato. (MORACZEWSKI.

Berli1i. li·li1i. Woclz.., 1903, n. 44J

L'A. ha preso occasione, da un malatL precedentemente splenectomizzato, e chr era entrato nella clinica medica del pr< fessor GLUZINSKI in Lemberg, per dolor


(ANNO XI, F ASC. 18)

gottosi alle dita, e che nel frattempo si ammalò d1 polmonite, per studiare il de· corso della f eh bre e i cambiamenti che nel sangue del malato avvenivano durante la febbre. Il decorso della polmonite non fu tipico, il malato non ebbe crisi, e rimase per mol· tissimo tempo febbricitante. Durante il periodo febb1·ile, il numero llei leucociti cadde da 50,000 ad 8000 rapi· damcnte, per innalzarsi poi lentamente, tanto che quando l' A . terminò le sue ricerche, il n11mero primitivo non e1"'a ancora stato raggiunto. L' A. ha esaminato, anche in tutti i suoi proclotti, il ricambio materiale durante la febbre ed ha osservato che questo non si <liscostava molto dal normale, solo il con· tenuto dei fosfati e del calcio deY-iarono dalla norma, mantenen~ tosi }Jerò in stretto 1.·a1)porto colla diminuzione o coll'aumento (lei le11cociti. IJ' . }JODP alla fine c1el suo la,Toro la bi· bliografia dell'argomento. A. A.

LEZIONI Istituto di Clinica medica della R. Università di Roma diretto dal professor

555

SEZIONE PRATICA

Gu1 00 BACCELLt

Ascesso del fegato. Lczio11e cl e l r)rof. G . BACCELLI raccolta dal dott. G. 1\-JARI, assistente

Anamnesi. - F. M ., di anni 45, da Sora di Campagna. calzolaio. Non ha precedenti ereditari morbosi, non ha abitudini viziose, non è sifilitico, ed all'infuori di un'affezione blennorragica contratta in gioventù, ha goduto sempre buona salute fino al dicembre 1902. In quest'epoca egli ammalò abbastanza gravemente di bronchite diffusa, che durò quasi due mesi. Nel successivo febbraio 1903 f'u preso da dolore puntorio al lato destro del torace, con difficoltà di respiro, tosse insistente e modica f'e bbre, e fu dal 3UO medico giudicato affetto da pleurite. Dal racconto dell'infermo non è dato sta· bilire con esattezza quanto tempo duras3ero la febbre ed i fatti pleurici; certo è che mentre gli altri fenomeni successivamente si dileguarono, il dolore, con alternative di remissioni e peggioramenti, per3istè fin verso la stagione estiva. Frattanto nel maggio erano sopravvenuti gravi disturbi intestinali con fieri iolori all'addome e diarree profuse ricche •

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di muco, le quali si protrassero con intensità variabile fin circa alla metà di agosto. Trasferitosi il paziente in campagna, si ebbe una sosta nelle diarree e la nutrizione migliorò ; ma poco dopo il suo ri.. torno in Roma, alla metà del sattembre, i fenomeni intestinali riapparvero in tutta la loro intensità e insorse anche, in epoca non ben determinata, un dolore gravativo nell'ipocondrio destro, specialmente vivo in corrispondenza dell'ascellare posteriore. D elle diarree l'infermo guarì definitiva· mente nel novembre; ma il dolore ha sempre persistito ed esiste anche al presente; è continuo, sebbene ora più ora meno acuto, e sempre localizzato nella regione detta, senza irradiazioni nè alla spalla, nè altrove. Febbre se ne è avuta sopratutto in questi ultimi tempi, spesso . preceduta da brividi ed a tipo periodico da rassomigliare alla quotidiana malarica. Esame obiettivo. - L'infermo ha aspetto sofferente ed è molto deperito nella nutri- · zione generale; ha colorito giallo terreo con lieve tinta cianotica; polso piccolo, vuoto, molle, spesso aritmico ed affrettato. La temperatura presenta delle elevazioni serotine ed ha carattere nettamente intermittente. Il torace è svasato in basso ed è dilatato sopratutto l'ipocondrio destro. Posteriormente, all'altez7a della 9:i all' 11 a costola e fra la linea parasternale destra e l'ascellare posteriore, si nota una zona di cute edematosa su cui la palpazione provoca vivo dolore. Si ha leggera dispnea (BO re· spirazjoni al minuto) e le escursioni respi· ratorie della base del torace destro sono molto limita te; ma gli spazi intercostali in questa non sono cancellati, anzi anteriormente~ nel tratto che va dalla paraster· nale fin quasi all'ascellare posteriore, si può osservare un lieve avvallamento dei medesimi durante le inspirazioni profonde; questo avvallamento non è più visibile nel versante posteriore. Il fremito vocale tattile alla base del torace destro si attenua fin quasi a scomparire poco al disotto dell'angolo inferiore della scapola. Nel polmone sinistro nessuna alterazione; ìl suo margine inferi ore è nei limiti norma li e si espande negli atti respiratorii. Quello del polmone destro si può seguire in basso con una percussione asAai leggiera fino al 5° spazio lungo la parasternale; alla 6a costola lungo l'emiclaveare ed al margine inferiore della 6;Llungo l'ascellare media. Esso non subisce spostamenti nelle escursioni respiratorie. . Percuotendo nel versante posteriore a (13)


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IL POLICLINICO

cominciare dalla fossa sottospinosa, si ot- 1 tiene una lieve risonanza timpanica con riduzione del suono polmonare che si rende pjù manifesta mano mano che si procede verso il basso per raggiungere, anche a percussione lievissima, l'ottusità completa circa un dito trasverso al disotto dell'angolo scapolare; ma questo limite qui non resta costante e varia alquanto nelle diverse positure dell'infermo. qon una percussione poco più forte si ottiene alla base dell' emitorace destro una zona ottusa, il cui limite si eleva anteriormente e lateralmente oltre quello già descritto pel margine polmonare; esso è tracciato da una linea a decorso irregolare, che sulla parasternale giunge al margine superi ore della 4(t costola ; sull' emicla veare al 4° spazio intercostale; sull'ascellare an· teriore discende alla 6:i costola per risalire sull'ascellare media al margine inferiore della 5a; sull: ascellare posteriore raggiunge il massimo d' altazza e si trova qui alla 6a costola, poi ridiscende sotto l'angolo scapolare. L'ascoltazione alla base del torace destro fa percepire un murmure vescicolare affie· volito senza rumori accessori. · La broncofonia è attenuata ; la voce af'ona nel versante posteriore sulla zona d'ottusità è bene trasmessa· Il cuore ha la punta al 5° spazio sulla emiclaveare e a destra deborda appena dal margine sternale. Il suono alla punta è lievemente impuro; il 2° alla polmonare è accentuato e qt1asi sempre sdoppiato. L'addome è alquanto meteorico senza versamento ascitico; le vene epigastriche non sono dilatate. Fegato. - La regione ipocondriaca destra è ampliata; i muscoli addominali nella porzione più alta del quadrante.superiore de· stro sono fortemente tesi in contrazione di difesa. La pressione sulla regione epatica riesce poco dolente nella parte anteriore ; ma procedendo verso l'esterno la palpa· zione si rende via via più sensibile e rag~ giunge il massimo di dolorabilità in corrispondenza dell'ascellare posteriore: subito sotto l'arcata costale. 11 limite dell'ottusità relativa del fegato coincide col limite già descritto della zona ottusa rivelata dalla percussione profonda alla base dell' emitorace destro. Il margine inferiore del fegato è at•bassato: nel prolungamento dell'emiclaveare esso giunge 12 centimetri al disotto del1' arcata costale e nella linea mediana si palpa un dito trasverso sopra la cicatrice ombellicale. La superficie palpabile dell'epate è liscia (14)

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senza prominenze ; la consistenza è uniformemente aumentata e non v'ha accenno di fluttuazione ; il bordo è regolare, ma la palpazione riesce dolente sopratutto subito sotto l'arcatru costale sul prolungamento dell'ascellare posteriore. La milza non è apl?rezzabilmente ingrandita ; il suo polo inferiore non raggiunge l'arcata costale e perciò non è palpabile. L'esame del sangue fa constatare spio· cata leucocitosi. L'urina è normale per colorito, quantità e lJeso specifico e tanto all'esame chimico che al microscopico non presenta elementi patologici, all'inf'uori di leggiere quantità di urobilina.

** * dell'infermo qui presente attrae

L'istoria la nostra attenzione anzitutto sui fatti morbosi svoltisi nell'emitorace destro. Preceduta da una bronchite diffusa di lunga durata si stabili quivi nel febbraio del 1903 una pleurite. Questa la diagno!li del medico curante, che sta in armonia con i sintomi riferiti dall'infermo e cioè dolore puntorio, tosse secca molesta, dispnea e modica febbre. Se nell'ulteriore decorso detti fenomeni per la maggi or parte si attenuarono o si dileguarono, costante, quantunque variabile in inten~ità, è sempre persistito il dolore. Ippocrate dice che quando in una ma· lattia cade qgni sintomo e rimane il dolore come nota saliente caratteristica, si va ordendo una raccolta purulenta. Dall'esame obiettivo emerge l'esistenza di una zona ottusa che occupa i limiti del to· race destro ed i limiti della glandola biliare. È questa zona ottusa dovuta ad una raccolta purulenta, e nel caso affermativo appartiene essa alla pleura od al fegato ? Negli essudati della cavità pleurica destra di differente natura ed anche nei transudati, il gravame di questi liquidi tende a far uscire di linea l'arcata ipocondriaca ed a divaricare quindi le costole. Il fenomeno è sopra"ttutto evidente du· rante l'inspirazione, nella quale il tesst1to molle compreso fra le costole vedesi fuoriescire dai limiti normali. Nel caso nostro questo fatto non verificasi· ma ben osservando si scorge che nel ' gli spazi intercostali nella regtone . respiro anteriore e laterale del torace rientrano


LANNO XI, F ASC. 18]

SEZIONE PRATICA

inspiratoriamente. Ciò indica che ivi esistono delle aderenze nell'angolo costopleurico e che quindi l'angolo complementare pleurico è cancellato. Oltre l'ascellare posteriore, il rientramento degli spazi intercostali più non si constata e la percussione la più superficiale dà un suono ottuso, il cui limite superiore varia col variare della posizione dell'infermo. Dobbiamo indurne che nel versante posteriore del cavo toracico destro una quantità sia pure scarsa di versamento liquido esiste, e la trasmissione perfetta delle vibrazioni della voce afona attraverso quel cono liquido depone per la natura t enue, omogenea, non corpuscolare di esso. Questo versamento liquido non è che un tatto concomitante di un processo morboso ben più grave che si esplica con sintomi così imponenti, quale il tanto pronunciato decadimento della nutrizione e delle forze da ridurre l'infermo quasi in fin di vita ed in ispeciale modo la febbre intermittente con brividi intensi e sudori profusi. Una tal febbre, offre i caratteri di una quotidiana malarica; ma ragioni etiologiche, il mancato ingrandimento della milza e l'assenza dei parassiti malarici nel sangue, per quanto questo sintoma sia infido allor chè è n egativo, fanno escludere una tale infezione, così come è facile escludere qualaiasi altra malattia infetti va generale. Non rimane che il sospetto dell'esistenza di una raccolta di pus e nella investigazione della sede di essa la nostra attenzione è sempre attratta dall'emitorace e dall'ipocon· drio destro, là dove l'esame obiettivo rivela l'esistenza di una zona ottusa. È notevole l'andamento della linea che segna il limite superiore di detta zona; è una linea irregolare che si eleva descrivendo una curva la quale raggiunge la sua sommità nella ' re· gione ascellare per poi decli -nare verso la rachide. L'ottusità che la percussione dimostra al disotto di questo limite si continua col suono vuoto del fegato il cui margine libero è abbassato. Checchè taluni ne dicano, il fegato, bene osservato, trascende costantemente dall'ar-

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cata ipocondriaca in condizioni fisiologiehe; non però nel grado che qui osserviamo. Se vi fosse uno spostamento in basso del fegato per effetto di un abbondante versamento nel cavo toracico, dato il decorso della cava, vi dovrebbe essere una escursione del cuore ; ma qui il cuore sta nei limiti normali ; la punta non trascende la sua linea d'ordine anatomico. Il fegato nel nostro infermo è ingrandito. A questo proposito sarà bene che io vi ammonisca essere molto di là da venire il dottrinale completo delle forme morbose epatiche. Quelle che vanno in genere sotto l'improprio appellativo di cirrosi ipertrofiche, dànno luogo ad una serie di meditazioni cliniche, che lasciano l'animo disposto ad ammettere grandemente in tenebrata ancora la natura di certe ipertrofie ed i per· plasie epatiche, che si veggono trascinarsi a1ini domini senza cambiamenti, che attestino un progresso od un regresso nella forma d'ingrandimento. E intanto la bile discende liberamente nell'intestìno, il circolo endoepatico è libero, la prova della glicosuria alimentare non dà risultati costanti, e si direbbe che anche da questo lato la ricerca clinica è negativa. Non vi sono prove di passata infezione malarica, non di sifilide, non di abuso di liquori o anche semplicemente di vino. Quei medici che veggono le frotte degli epatici accorrere alle acque di Montecatini od a quelle di Chianciano, sarebbero al caso più d'ogni altro di riferire intorno a questi fatti tanto certi, quanto inesplicati. Il sospetto cade sempre su lente forme 11ricemiche e ve n'è ragione anche da ciò che fin dalle antiche osservazioni consta della successione intorno le calcolosi epatiche e renali, e che l'indurimento del margine epatico nel lobo destro fino alla sede della cistifellea mette in sospetto i più provetti osservatori di eventuali colecistiti da calcoli inclusi e non anco manifestantisi. Ma torniamo al nostro caso. • L'ammalato ha il fegato ingrandito ed ha altresì tutta la regione epatica dolente; ma un punto circoscritto è specialmente dolentissimo, chiodo epatico.


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IL POLICLINICO I

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Il dolore, quale indicatore di un pro- ' morbosa, nulla toglie nel caso attuale alla cesso piogenico, è ottima guida, massime diagnosi di ascesso epatico. quando dà il fenomeno del cosiddetto chiodo Accanto all'ascesso epatico abbiam visto epatico. esistere una pleurite reattiva con lieve La milza non essendo ingrandita si deve versamento liquido nel versante posteriore ritenere che il circolo portale non è gran- dell'emitorace destro, liquido che pel nodemente avversato e questa è la regola stro fenome·n o dobbiamo ritenere non corpuscolato. negli ascessi epatici. Ma donde !~origine di un processo pioInfiggendo pertanto l'ago di una siringa genico nel fegato ? in uno spazio intercostale nell'ambito delUn focolaio purulento nel fegato può l'ottusità suddescritta al lato posteriore insorgere da traumi, da calcolosi, da suppu- del torace destro, dovremo aspettarci rirazioni di cisti da echinococco. Qui nulla sultati diversi a seconda della prof'ondità; di tutto questo ; però l'anamnesi parla di in cui la punta dell'ago sarà spinta. disturbi intestinali gravi con diarree proUna puntura superficiale che cada nella f'use, che afflissero l'infermo per più mesi. cavità del torace darà fuoriuscita ad un II rapporto fra questa affezione enterica liquido tenue; una puntura più profonda, ed il processo morboso del fegato emerge od eseguita eventualmente in uno spazio dai rapporti anatomici fra questi due or- intercostale più basso, che penetri nel gani in ordine alla circolazione. cavo ascessuale, darà esito ad un liquido Il fegato ha due circoli: uno nutritivo, purulento (1). arteria epatica; l'altro funzionale, vena Il prognostico è riservato, anzi grave, porta. Germi piogeni possono giungere per non tanto pel processo morboso in sè. l'arteria epatica al fegato; ma assai più quanto, e più, per le condizioni generalli spesso ciò avviene per la vena porta. Per dell'infermo ed in ispecie del cuore, che quest'ultima via sono frequenti le forme è fiacco e funziona a stento, come dimotrombo-emboliche che han luogo come stra la debole onda che giunge alla radiale, schioppettate a pallini nel f'egato, special- la frequenza dell'azione cardiaca, l'aritmia mente per opera del bacterium coli, ed in e le intermittenze. seguito ad enteriti ulcerose. Quanto alla cura, non c'è che il coltello Nel nostro caso la superficie uniforme- chirurgico capace di dar esito al pus e mente liscia dell'epate, la mancanza di arrecare all'infermo quel giovamento, che prominenze multiple circoscritte, la lunga la suppellettile dei mezzi di cui dispon: durata della malattia, ci rende propensi il medico, sono impotenti a procurargli ... ad ammettere una cavità ascessuale unica derivante fors'anche dalla fusione di più *** L'infermo, trasferito al reparto chirur-' ascessetti. gico, fu senza indugio sottoposto all'atto M orbus est f unctio laesa; ma qui le funzioui della ghiandola biliare non appaiono (1) I r isultati della punt ura p r aticata nel frnt· alterat e. Manca il fenomeno dell,ittero e tempo dagli aiuti, furon o infatti qu~li erano.. manca pure l'irradiazione del dolore alla stati previsti. Pen etrati nel cavo toracico attrn· ver so 1'8° spazio intercostal e~~ l'asc~ll~re.post.- e spalla prodotta dalla irritazione del fre- lo scap olar e, si estrae una sir inga di liquido ~uu. nico, che dal diaframma risale al plesso pido, ch e all'esame presenta tutti i caratter1 d1 un essudato pleurico. cerv~ica.Le, ove il nervo si origina e distriInfisso una 2:i v olta l'ago pr ofondamente noi buisce ramuscoli anche alla spalla. Dob- 10° spazio in tercostale, si otti~ne del P.us den s~ biamo indurne che nella sintomatologia di aspetto marmorizzato e di colore in alcu111 p unti giallo- grigiastro, in al tri rossastro. . degli organi sofferenti alcuni fenomeni L 'esame microscopico di esso fa veder e .~~1· possono rimanere latenti e v'ha infatti tissimo detritu s, globicin i cli grasso, leuco~1t1 li~ di disfacimen to, qu alch e emazia e cr~stalh anche una pleurite latente quia indolens via aghiformi di acidi gr assi, ~ q ~ali trattati c.Q1~ (BAGL1v1) ; ma l'assenza di questi fenomeni, eter~ si dissol, #ono. Non si rinvennero unc1111 ' . . da echinococco, n è microorgan1sm1. del resto non sempre costanti in tale forma (16)


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SEZIONE PRATICA

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operativo. Fatta un'incisione della lunghezza cli 15 cm. deco.rre?te sull'1.1 a co~tola, si denuda questa, s1 libera dai suoi attacchi ant. e posteriori fino a livello della massa sacro-lombare. Dall'apertura del cavo pleurico si ha fuoriuscita di scarsa quantità di liquido • sieroso. Inciso successivamente il diaframma e :fissatolo ai marr{ini dell'apertura delle pareti, si apre da ultimo con il coltello, il fegato per un'ampiezza di tre dita e da quest'apert~a. f'uoriesc!3 una qua!1tità di pus caratter1st1co, per il colore dei comuni ascessi del fegato e la cui quantità ammonta presso a poco a 1500 centimetri cubi. Nei primi giorni che seguirono l' operazione, lJUr essendo cessati i fenomeni febbrili, le forze dell'infermo erano talmente i)rostrate e le condizioni del circolo così (lepresse <la far temere imminente l'esito letale; ma grado, grado il polso, le forze e la nutrizione si risollevarono e nel termine di circa 40 giorni l'infermo potè lasciare la Clinica completamente guarito ed in condizioni :floride di salute.

IAccademie, Società mediche, Congressi RESOCONTI

B ..

..t\.CCADE?tiIA DI

PARTICOLARI ~fEDICINA DI TORINO.

SedutH, dell' 8 aprile 1904.

PreRidenza: Guareschi. Prof. Gi·atlenigo. S1illa fn1tzione rlel pacliglione clell' oreccltio nell'1io1110. - L'O. ricorda come molto incerte aiono le nostre conoscenze s11lla funzjone clel padiglione dell'orecchio nell'uomo; gli AA. baf:;ano i loro giudizi di solito su pre· concetti toorici o lo loro opinioni sono poco con· cordi. ~Ientre da taluno si attribuisce al padi· glione la funzione ài aumentare in leggero grado il potere uùiti,ro e di facilitare la orien~aziono per i suoni, da altri il padiglione viene, per considerazioni di anatomia comparata, riguar· dato nell'11omo come un organo rudimentale, che nella sua involuzione ha perduto le fun· zioni uditive che esercita negli animali, sopra· tutto n egli animali pavidi, a p·adiglione molto sviluppato e mobile. I casi non rari cli man· canza congenita del padiglione nell'uomo non si prestano a studiare le sue funzioni, perchè la mala conformazione del padiglione si accompagna allora ad atresia o mala conformazione del con· dotto uditivo esterno e della cassa timpanica.

I/O. ha avuto l'occasione di osservare un caso n el quale fu asportato nettamente con un col· tello in una rissa l'intero padiglione di sinistra; si tratta di un giovane contadino che non ha mai sofferto di affezioni al1ricolari. Come si scorge dal modello in gesso che egli presenta, favoritogli dal dott. PALAZZO, del padiglione non sono rimasti che il trago e un piccolo tratto della porzione inferiore e superiore della conca. La cicatrizzazione avvenne senza r eazione in· iiammatoria : il meato quantunque un po' meno ampio che quello di destra non è affatto atresico; normali affatto si presentano il condotto e la membrana timpanica. Orbene, in questo malato le prove fatte col· l'orologio dimostrano una importanza funzionale del padiglione che non si sarebbe sospettata. Quando si scelga un orologio a battito debole, e di tonalità acuta e si proceda all'asame in una, gran.fa stanza a pareti bene riflettenti il suono e n el silenzio relativo del giorno, si può riconoscere che mentre il battito a sinistra (lato senza padiglione) è appena percepito alla di· stanza di 50 cm., a destra questo stesso battito ò p ercepito ad una distanza di oltre 4 metri, cioè ad una distanza ben otto volte superiore. Cho questa differenza non si debba attribuire a ùifetto funzionale dell'orecchio medio od in· torno di sinistra si può riconoscere applicando al meato di sinistra un comune speczilzi11t aziris a largo imbuto; in queste condiv.ioni la distanza cli percezione per l'orologio si accresce fino ad 1 1netro e mezzo. È naturale che la funzione col· lettrice dei suoni esercitata dallo speczilu1n sia assai meno perfetta che quella esercitata dal padiglione naturale. La direzione di migliore percezione dell'oro· logio clal la,to senza padiglione è sensibilmente q11ella del prol11ngamento dell'asse del condotto uditivo esterno. ~ali differenze n el grado di percezione che si possono facilmente riconoscere per il suono delicato di un orologio sfuggono alla dimostra· zione quando impieghiamo, sopratutto nei locali chiusi dove ordinariamente eseguiamo le ri· carche acumetriche, altre fonti sonore, come la voce, i differenti acumetri, ecc. Ho voluto ricercare anche se nel nostro caso si poteva dimostrare una différen~a nel grado di percezione tra i due lati per i toni bassi del diapason. Apparisce in effetto verosimile r" pr;ori che delle onde sonore emesse dalla larga estre· mità di una branca di un diapason basso tenuto in vicinanza al meato solo una parte e cioè quelle che corrispondono ad una superficie di emissione eguale all'area del meato collocata (17)


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IL POLICLINICO

subito in faccia a questo, possa venir utilizzata per la audizione. Io impiegai un diapason della serie Bezold, con 28 vibrazioni doppie; una delle branche è in vicinanza alla sua estremità cari~ata da un peso, la cui superficie esterna o di emissione delle onde sonore misura 15 centimetri quadrati. L'area del meato può calcolarsi nel nostro caso ad un centimetro e mezzo quadrato. Si poteva aspettarsi che la parte dellè onde sonore che non penetrano direttamente nel condotto fosse indirettamente utilizzata per la audizione dal padiglione, corpo elastico facil· mente vibrante, e che perciò potesse dimostrarsi una maggiore finezza di audizione dal lato dove esisteva il padiglione in confronto al lato dove questo organo mancava. Le prove ripetl1te con accuratezza, tenuto conto delle nt1merose cause di errore che si incontrano in tale genere di ricerche, non permisero però di rilevare diffe· renza apprezzabile nella audizione del tono basso in questione dai due lati. Invece ben manifesta è la parte cl.te prende il padiglione nel fenomeno complesso della orien· tazione monoauricolare. Mentre coll'orecchio de· stro, ad occh~ bendati, il paziente localizzava ab· bastanza esattamente l'orologio nelle varie posizioni in cui veniva collocato a destra del piano mediano a.utero-posteriore del corpo, a ,sinistra tale localizzazione non si compieva affatto. A questo proposito conviene pur tener conto della mancata abitudine di localizzazione da parte del paziente per il lato ~inistro, dove l'assenza del padiglione, che data solo da pochi mesi, deve creare condizioni funzionali nt10,re e molto dif· ferenti dalle condizioni abituali. In complesso da tali ricerche, in q11esto caso che si presta assai bene all'esame, risulta che il padiglione dell'orecchio nell'uomo ha una parte notevole, molto maggiore di quella che comune· mente si ritiene, per la fine percezione dei suoni deboli per i quali funziona egregia.mente come collettore, e contribuisce anche, almeno in parte, per far riconoscere la direzione da cui provengono i• suoni.• Prof. Neg1·0. - Comunica alcune osser,Tazioni sulla sinrlro11ie di Dejerine-Ktrin1plre, per lesioni del ramo simpatico derivante dalla prima ra· dice dorsale, che egli constatò specialmente negli epilettici. Dott. Stevani. - Comunica alcune suH ri· cerche su Il' altezza tonale clelle vocali 1tella lingua italiana, studiata col metodo fonografico. Dott. ~lEYNJER.

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SOCIETÀ LANCISIANA DEGLI OSPEDALI DI RO?tlA.

Seduta del 26 marzo 1904:. Presidenza del prof. Arcangeli.

Cimoroni riferisce nn caso di trombosi de/. l'aorta addo11ii11,ale osservato nell'ospedale di San Giovanni. L'inferma, affetta da endocardite cronica per reumatismo pregresso, con stenosi e insufficienza della mitrale, di un tratto fu colta da dolori folgoranti all'arto inferiore destro, con paralisi. anestesia, pallore e raffreddamento del mede· simo e abolizione del polso femorale, popliteo e pedidio. Il dì seguente questi stessi fatti si estesero all'arto omonimo dell'opposto lato e l'ane· stesia si estese anche al quadrante inferiore di sinistra dell'addome. Si notò 11n lie,re accenno a cangrena nei piedi. Non vi fu perdita di feci e di u1·ine. Si fece diagnosi di tro1nbosi dell'aorta discen· dente nella sua biforcazione, da embolo cavai· cante partito clal cuore. Dopo due giorni, la sindrome paraplegica CO"" minciò a risolvere e lentamente, nei due arti, tornarono la mo bili tà, la sensibilità, la temperatura e il polso f amorale. Entro 30 giorni, la paraplegia di Stenson era del tutto ~comparsa. L'inferma si spense dopo tre mesi circa per l' affezione cardiaca. L'autopsia confermò pienamente la diagnosi clinica : infatti si trovò . dilatazione ~ ipertrofia di tutto il cuore, specie del ventricolo e del· l'orecchietta destra; insufficienza mitralica e grave stenosi dell'ostio atrio-ventricolare di sinistra; di più, presenza di trombi globl1losi or· ganizzati presso la pt1nta del ventricolo sinistro e nell'appendice dell'aueicola corrispondente. L'ultimo tratto dell'aorta addominale era trom· bizzato: il trombo, completo e occludente, co· minciando dalla biforcazione aortica risaliva su in alto fino all'altezza della mesenterica supe· riore; da questo punto diventa.va semplicemente parietale, restando addossato alla superficie po· steriore della parete arteriosa fino all'altezza della 9a intercostale di t1estra. Le arterie soprarenali, le renali, le sperma· tiche interne, la mesenterica inferiore, occluse nel loro imbocco dal trombo, erano pervie nel loro tragitto, ma di calibro pi1ì ampio del solito. Le lombari, pl1re occluse, erano normali. La mammaria interna, la epigastrica inf., mo· stravansi più voluminose. Le due iliache primitiv-e, ristrette in sezione, . era110 pervie. Istologicamente, il trombo si trovò organizzato


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FASC.

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SEZIONE PRATICA

solo nella sua parte più bassa, comp1~esa tra la mesenterica inf. e lo sperone aortico · il tratto restante era costituito da un coagltlo fibrinocr11oroso: secondo l 'O ., il tess11to organizzato era l'evoluzione del trombo depositatosi su di un embolo che, proveniente dal cuor e si11istro, era stato spinto dalla corrente arteriosa a ridosso dello sperone aortico; il trombo fibrino-cruoroso era invece la espressione di un fatto preagonico, quando la coagulazione sanguigna · fu favorita dal rallentamento del circolo. Dunque, la trombosi che determinò la sin· drome di Stenson era rimasta limitata tra la mesenterica inf. e la biforcazione aortica· sicchè i vasi sovrastanti, dovendo snpplire alle vie in· tercettate, si dilatarono, aprendo nt10"'\ri sbocchi al sangue; onde il circolo collaterale fu princi· palment~ ricostruito per l'anastomosi della tubo· ovarica con la uterina, della mesenterica infe· riore con le emorroidarie media e inferiore, e della mammaria interna con la circonflessa iliaca e con la epigastrica inferiore. ll caso presente è sopratutto degno di nota. per l'esito in g11arigione della teombosi aortica· il pronto ritorno del sangue nei muscoli e nei rasa 1iervorn11i ricondusse la vita negli arti col· piti dalla paralisi ischemica e l'inferma visse bene per oitre tre mesi, fino a quando il miocardio non fu oltre in grado di compensare le gravi lesioni valvolari. In questo caso dunque, ed in oasi simili, Ja paraplegia si deve ritenere d'origine periferica.

Cimoroni riferisce ,,,,,,,, caso di si:itnra del cnore eseguita dal prof. CAPPELLO nell ospedale di S. Giacomo. L'infermo, giunto all'ospedale in vettura, ne discese da solo e, rifiutando ogni aiuto, si portò, barcollante ma senza sforzo, nella sala del pronto soccorso. .A.veva la coscienza attutita e rispondeva in· <~oerentemente alle domande; mentre un disgu· stoso odore di vino emanava dalla sua bocca. L e condizioni generali erano gravi: il volto pallido, bagnato da un freddo sudore ; le mucose visibili snbcianotiche; gli occhi vitrei ; il polso assai frequente, -piccolissimo e irregolare; il respiro affannoso e agitato ricordava la faine di ossi·

geno. Sulla linea marginale sinistra dello sterno, a livello della 7a cartilagine costale, si notava una piccola ferita da punta e taglio, lunga appena 1 cm. e mezzo, da cui gemeva un sottile rivo di sangue. Sbrigliata la ferita, si vide che essa interes· sava, mediante una ferita ossea lineare, la lamina sternale sottostante.

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Eccetto un lieve aumento della gra:p.de ottu· sità del cuore verso destra, sotto lo sterno l'esame fisico della regione cardiaca, rapidamente abbozzato a causa del grave stato dell'infermo, non mostrò alcun fatto che richiamasse l'atten· zione su un emopericardio. Dunque, mentre le condizioni generali parlavano per una emorragia cavitaria, l'esplorazione della ferita, era ineseguibile perchè interessante il mucrone e l'esame del torace dava un esito negativo rispetto al c11ore. Per questo il prof. CAPPELLO, convinto che il coltello, andando dall'alto al basso, leso il dia· framma, avesse interessato l'ala sinistra del fe· gato o qualche gt·osso vaso addominale, esegui la laparotomia mediana sopraombelicale; ma addome e dia,framma furono trovati integri. Allora, riportando l'osservazione sulla ferita sternale, asportò parte del mucrone e subito una notevole qu~intità di sangue ingombrò la breccia operatoria. Rapidamente, fu i;esecata un'altra parte del mucrone 1ino all'altezza della 4a costola, e furono rovesciate in fuori le cartilagini della 4a, 5a, 6a e 7a costola. Si vide allora che mentt:e il media· stino anteriore era pieno di sangue, in parte liquido e in p arte coagulato, nuovo sangue vi giungeva da una ferita del pericardio. Dilata~a questa, venne subito in evidenza, sulla parte media del ventricolo destro, una ferita angolare, da cui violenti ed alti zampilli di sangue venivano fuori ritmicamente ad ogni sistole cardiaca. Su questa ferita vennero apposti otto punti staccati e l'emorragia cessò. Suturato come di r egola l'addome, abbassato l'incompleto sportello toraco-plastico, si drenò la cavità del pericardio con un sottile stuello. L'operazione fu eseguita senza narcosi. L'in· fermo, che non vide mai nulla, senti benissimo quando fu suturato il cuore. · Decorso post- operatorio: nei primi giorni si notò: polso frequente, piccolo e un po' aritmico; respirazioni affanna te ma regolari ; del resto le condizioni generali e locali erano soddisfacenti. In 4a giornata, insorse una febbre a tipo sup· purativo e cominciò a svolgersi una pericardite purulenta; che venne curata lavando la cavità pericardica con la soluzione fisiol. di N a Cl tie· pida e rinnovando lo stuello. In 1oa giornata, la ferita addominale si riaprì e lo stomaco fece ernia per 3 cm.; si tamponò con garza bollita e si continuò a medicare come al solito il pericardio. ' In 15a giornata, il pus determinò l'elimina· zione dei fili d ella sutura cardiaca. Dopo un mese l'infermo a veva migliorato di ' (19)

,


562

IL POLICLINICO

molto ; divenne apirettico e fu in grado di scen· dere dal letto e camminare; tuttavia perdurava l'essl1dazione purulenta dal pericarclio. Trascorsi altri due mesi, l'infermo cominciò a c.leperire, rifiutò assolutamente ogni cibo e, sempre apirettico, si spense lentamente. Antops;a : vasto ascesso s11bfrenico ; degene· razione amiloide del fegato, della milza e dei reni : la ferita cttrdiaca era perfettamente cica· trizzata, qualche sinechia si era formata tra il cuore e il pericardio. .All'O. il presente caso parve degno di nota : 1° per la mancanza dei sintomi fisici dell'e· mopericardio - onde, data anche la impossibilità cli esplorare la ferita, J1on si fu in grado di fare diagnosi di ferita del cuore. 2° per la tecnica : giacchè la ferita cardiaca fu s11t11rata regolarmente quantunque fosse stato eseguito uno sportello proprio di occasione, senza tener presenti i diversi metodi intorno ai quali cliscutono ancora i cJlir11rgi. 3° rispetto al drenaggio del pericardio che - prudentemente apposto, percl1è non si potette esser sict1ri di 1-lna rigorosa asepsi (come del resto avviene in tutti gli atti operativi di simil genere) - risparmiò all'infermo una. pericarcliotomia in secondo tempo. Pasca. Fu llno dei periti chiamati dall'autorità gi11diziaria per eseguire l'autopsia, del ferito di c11i ha parlato il dott. Cil\IORONI. La ferita miocardica fu trovata completamente cicatriz· zata, e solo un esame accuratissimo fece scor· ger e la sottilissima linea cicntriziale dell'endo· cardio, conferma della penetrazione in cavità . Dice cl1e i periti richiesero la parete del ventricolo per fare sezioni microscopiche d8lla ci· catrice, ma non fu loro concesso. Senni. Si trovava all'ospedale ql1anclo il ferito arri,Tò ecl ebbe occasione di esaminarlo. Conferma pienamente il quadro clinico presentato clal malato prima dell'operazione. Non è d'accordo però col collega Cii)IORONI per quanto ri· guarda i fa,tti cli grave emorragia cavitaria di c11i mancavano i segni fisici. L'infermo ~i trovava in uno stato grave di shol\, aveva il volto palliclo, gli occhi infossati, i polsi irregolari e freq11entissimi. Le labbra però, anzicl1è essere a,nemiche, erano cianotiche, il che, unito anche alla grave dispnea, stava pi11ttosto ad indicare doi gl'avi fatti di mancata ematosi. E l'atto operatiYo confermò la mancanza di versamenti nelle gra11di cavità e la presenza di sangue soltanto nel pericardio, sangue appunto che evidenten1ente ostacolava il cuore nelle sue itmzioni e irupe(liva. il riempimento delle orecchiette e (20)

[ANNO XI, F ASC. 18]

qltindi lo scarico del sang11e venoso periferico e polmonare. L'O. ha già avuto occasione di ricordare questo caso di ferita del c11ore in lma sua recente nota, clinica su un altro caso da lui operato nell'ospe· dale della Consolazione. Trova il caso riferito dal C1MORONI inter essante perchè conforta parecchie idee in quella nota esposte e precisa· mente: 1° la sen&ibilità del cuore per il dolore; 2° la impossibilità di diagnosticare l'emope· ricardio mercè i segni fisici perchè il pericardio è fibroso e inestensibile e quindi il versamento acuto è sempre limitato e inapprezzabile; 3° la possibilità di avere il tempo di soc· correre anche infermi con gravi ferite del cuore, cosa che è negata da molti, come la nega il BERGltfANN nel suo rece1tte e prezioso trattato di chirurgia; 4° l'importanza che si deve dare alla frequenza e alla grave irregolarità del polso che secondo 1'0. è uno dei segni più sict1ri della lesione cardiaca. Ci1no1·oni. Risponde al dott. PASCA che l'au· torità giudiziaria vietò lo st11dio istologico del cuore anche a solo scopo di st11dio e che del resto anche la 2a perizia fatta dai professori MAR· CHIAFA v A e ~IAZZONI conformò pienamente che la ferita era stata penetrante. Al dott. SENNI dice che il quadro aella sin· tomatologia generale presentato dall'infermo era s~mile a quello dell'emorragia cavitaria grave in cui la cianosi delle mucose visibili sta a rap· presentare la debolezza. cardiaca ed il consecutivo i~ista.gno della corrente sang11igna alla pe· riferia per indebolimento della vis a tergo. È vero però che segni fisici di emorragia cavitaria mancavano completamente. . Cesare Micheli. Di n1t O]Jpareccliio cla ipocler11zoclisi per u1t più pronto soccorso. - Fa notare 1'0. che se nella pratica medica ed in q11ella chirurgica l'iniezione endovenosa od ipodermica di soluzione fisiologica di cloruro di sodio deve pressochè in ogni caso esser considerata come una terapia di pronto soccorso, nella pratica ostetrica essa rappresenta sempre, o q11asi sempre, una vera terapia d'urgenza. Eppure se nelle maternità e nelle cliniche un apparecchio qualunque da ipodermoclisi è sempre pronto e può quindi essere immediatamente adoperato, esso manca il più clelle volte nella pratica a domicilio nella quale 1 ostetrico deve per lo più rinunciare ad esso, perchè non può averlo ~otto mano, immediatamente, in ogni caso, già pronto e sterilizzato.


(.A.NNo XI, F ASC. 18]

SEZIONE PRATICA

563

Per proY-Yeder e alle pilì gravi ed improvvise I tico molte di queste fiale sterilizzate a :.t.20 gradi necessità della pratica, nelle quali la ipodermo· le quali per essere adoperate non debbono che elisi vien richiesta da nette indicazioni e rie· esser riscaldate alla piccola temperatura ri· chiesta per le soluzioni ipodermoclitiche o negli scirebbe utile solo se imruodiatamente pratica,ta, le coml1ni bottiglie da ipodermoclisi, ognt1no stessi recipienti, nei quali l'ostetrico fa bollire (leve riconoscerlo, non possono essere t1tilizzate i suoi strumenti con il tubo di gomma e l'ago per l'ipodermoclisi od anche sottoponendole per dall'ostetrico, perch~ non possono essere facil· mente trasportabili, e perchè richieggono molto poco tempo all azione diretta di una fiamma. La fiala ipodel'moclitica è così pronta in pochissimi tempo per la loro esatta e completa prepa· • minut.i e può esser subito adoperata solo che raz1one. venga aperta ai suoi estremi e venga ad essa L~O. 11a per ciò fn,tto costruire dello grosse fiale di vetro da ipodermoclisi, della capacità aggiunto il t ubo di gomma e l 'ago necessari. Cosi l 'ostetrico ed il chirurgo possono aver l'op· -varia da eme. 300 a 500, di S)'>Ocin.le forma al· lungata, si che poAsono esser trasportate con portunità di praticare in ogni momento una ipodermoclisi, solo che richieggano presso t1na grande facilità. Esso possono esser facilmente qualunque farmacia una di queste fiale steri· · riempiute con la soluzione da ipodermoclisi, chiuse lizzate, che sono fornite, in apposite cassettino. a fuoco, e, convenientemente sterilizzate, possono esser e nzaute1infe pronte ad ogni momento, anche dell'ago e del tubo da ipodermoclisi, o meglio ancora se con i loro strumen ti ne ter· , ad ogni occasione. ranno sempre pronta lllHl. L a sterilizzazione di queste fiale e del loro Dott. GUIDO SE~~I. contenuto, può essere ottenuta all'a utoclave o coll'ebollizione sottoponendole all'azione diretta di una fiamma, in questo caso però non chit1se prima, ma solo dopo la, steriJizzazione. Possono le fiale esser sterilizzate anche se poste in un OSPEDALE DEGL'!NCURABILI bag1io-niaria., come si pratica per le comuni bot· Reparto semigratuito. tiglie da ipodermoclisi, ma la sterilizzazione loro più facile, più pratica ed insieme più sic11ra è Decorticazione del pol1none pe1· esst1dato quella fatta dopo che le fiale sono già chiuse a pleurico calcificato fuoco. Una tale sterilizzazione non può esser pel dott. FRANCESCO 1\fASTROSirrIONE praticata se l e fiale sono fabbl'icate col vetro chirurgo degli Ospedali Riuniti e dei Pellegrini. comune, che è vetro sodico e che non resiste Le plet1riti essudative costituiscono delle af· alle forti pressioni. Per consiglio e per opera d el dott. GIOACCHINO DESA NCTIS, aRsistente nel fazioni piuttosto frequenti, ~ spesso per es~e è gabinetto di chimica farmaceutica <.l ell'Univer· richiesto l'intervento chirurgico. È noto altresì ' sità di Roma, le fiale furono invece fatte co· che l 'essudato può essere sieroso, fibrinoso, pu· struire con il vetro di J ena, che è vetro po· rnlento, ecc., con le diverse modalità; e le cause ta.ssico e resiste benissimo alle più forti pressioni, che l o producono risiedono ora n ei com1mi -come sanno tutti quelli che nei laboratori di coccl1i piogeni, ora nel dipl ococco di Fra.nlrel, chimica fanno di so,rente l e cosi dette reazioni • nel bacillo tt1bercolare, in quello cli Eberth, ecc . in tubo chiuso. Di tutti questi essudati il sieroso è quello che l~e fiale di vetro di J ena possono per questo ' più spesso si assorbe spontaneamente, viene in essere sterilizzate anche dopo che, riempiute con seconda linea il fibrinoso poscia il p11rulen to . la soluzione da ipodermoelisi, furono chiuse a Non m'intratterrò sul modo come possa assor· fuoco, mettendole in un ba[Jll0·1naria tutto cop erte dall'acqua di questo e possono cosi esser birsi ciascuna varietà di detti essudati, ess~ndo portate anche a temperature superiori ai 100 gradi, ciò n oto dalle comuni conoscen ze anatomo-pato· se nel bagno -1naria si tengano soluzioni saline ·logiche. L'assorbimento vien fatto dai linfatici, che abbiano il punto di ebollizione superiore a dai capillari sanguigni sotto pleurali, dai leuco· 100 gradi, come la soluzione al 70 per cento di citi immigrati ed in buona parte ancora dal· cloruro di calcio che bolle a 120 gradi e quella, l'endotelio della sierosa. che può aversi ad ogni momento, al 40 per P erò l'assorbimento ·può mancare e per vari cento di cloruro di sodio che bolle a 108 gradi. Il dott. DESANCTIS per consiglio dell'O. ha motivi, o perchè l'essudato prodotto è abbon· già preparato in quosto modo qui in Roma, nel dante e quindi s'ispessisce e non degenera, for· mando delle vere masse indurite, o perchè sotto suo grandioso stabilimento chimico farmaceu(21)

OSSERVAZIONI CLINICHE


564

IL POLICLINICO

[ANNO

XI, F ASC. 1

J

l'azione del processo infiammatorio l'endotelio, o I arriva alla quarta costola sulla linea ascellaro anteriore ed alla sesta sulla linea scapolare. In meglio l'epitelio pleurale, in una alla esilissima basso poi l'ottusità arriva alla settima costola membrana basale degenera e cade, ed il con· ~ avanti e a~la decima indietro, sulle predette nettivo sotto sieroso prolifera e forma uno spesso linee, le quali segnano rispettivamente i limiti anteriori e posteriori di questa zona di ottusità. strato fibroso che non permette più ai linfatici murmure vescicolare polmonare su tutta ed ai capillari di assorbire, perchè vengono da Il quest'aia è abolito. esso strozzati ed obliterati, nè ai leucociti di Introdotto lo specillo nel tragito fistoloso dopo un percorso di circa 2 cm. si tocca un fondo emigrare nell'essudato per compiere la fagocitosi, o ancora l'endotelio, dietro lo stimolo in-· duro, quasi osseo, che lascia dubbio sulla sua natura, potendosi trattare o di frammenti di fiammator~o, da mono diventa polistratificato e costola o di corpi estranei o di possibilità di depositi calcarei. Con i movimenti respiratorii e perde le proprietà assorbenti di cui è dotato. con i colpi di tosse dal tragitto fistoloso non si Per t11tte queste ragioni quindi l'essudato, pri· ha nè aumento della secrezione purulanta, nè vato o no della sua parte sierosa, non vieno entrata o uscita di aria dal cavo toracico. Ad ogni modo per i caratteri salienti predetti assorbito e resta o immoditicato nel cavo pleufaccio diagnosi di fistola toracica con ispessirico, o sotto forma di larghe lamine cotennose mento pleurico. Stabilisco l 'intervento operatorio aderenti più o meno alla pleura viscerale ed che si suole praticare in questi casi. Il 14 maggio, previa toilette della parte, procedo sotto la cloro· alla parietale. narcosi all'atto operativo; a circa 2 cm. in avanti Ristagnando quest'essudato, e circolando nel e 5 in alto dal tragitto fistoloso incomincio a tagliare un lembo ad U muscolo-cutaneo, cho sangue e nella linfa diversi sali calcarei, pos· discende in basso gradatamente dalla 5a alla 6a, sono questi dal torrente circolatorio passare in 7a, sa per raggiungere la 9a costola poco indietro esso dove si depositano infiltrandolo. È noto dell'ascellare posteriore, e risalire dritto in alto alla 6a costola. però che questi essudati pleurici calcificati, in Dissecato questo lembo muscolo-cutaneo, re· ispecie quelli estesi, sono rari a trovarsi al reseco le cinque costole predette per circa 9-10 cm. perto necroscopico, rarissimi poi all'intervento di lunghezza e fatta l'emostasi incido la pleura chirurgico, ed è per questo che io pubblico il parietale molto ispessita con un lembo simile ed uguale al muscolo-cutaneo. Metto a nudo caso occorsomi, mostrando la varietà e l'esten· quindi il cavo pleurico, il quale si mostra pieno sione dell'ess11dato, l'alterazione della pleura, e di una cotenna calcarea che è oltremodo diffi· cile distaccare dalla pleura viscerale. Pertanto l'intervento necessario. con la punta di forbici curve riesco in basso ad escidere una stretta striscia di questa massa C. S., da Chiaiano (Napoli), di anni 58, lavan· calcifica, la quale all'esame macroscopico ha daia, nubile, non ha fatti importanti nei genti· lizi: pel passato è stata sempre bene. Nel gen- tutto l'aspetto di un essudato fibrinoso calcifi· cato. Essendo l'inferma già depauperata di forze n~io del 1902 dice di aver sofferto qualche leg· sospendo l'atto operativo e lascio un piccolo g1era febbre serotina, che non le impediva di zaffo tra essudato e pleura parietale, la quale, attendere al proprio lavoro, e dopo una ventina a sua volta viene coperta dal lembo cutaneo di giorni notò una tumefazione nella parte inferiore sinistra del torace, che dopo altri 40 muscolare. giorni circa si apri spontaneamente dando esito Dopo sei giorni pratico un secondo intervento ad un liquido marcioso. Ne risultò poscia una sull'inferma; continuo ad escidere con la punta delle forbici l'essudato su tutto il suo limite in· piccola soluzione di continuo che non volgeva a guarigione e per cui l'inferma si ricovera il feriore, mettendo a nudo una stretta zona di pleura viscerale, la quale ha un aspetto quasi 5 maggio 1902 in questo ospedale, réparto semigratuiti. fibroso, e pensando che mi sarebbe stato ugual· mente difficile tanto il distaccare il solo essu· ]J 11na donna di costituzione scheletrica rego· dato dalla pleura viscerale, quanto il dissecare lare con pannicolo adiposo scarsissimo, masse questa dal polmone sottostante, stimo opportuno muscolari atrofiche, piuttosto pallida, è apiretdissecare la pleLira del polmone e liberare, con· tica. L 'esame del sangue, all' emometro del temporaneamente l'inferma sia dell'essudato che Fleischl dà in emoglobina 48 · l'esame dell'urina della spessa lamina fibrosa, in cui si è trasfor· è negativo in principii patologici. mata la ploura viscerale e che comprime nella Osservando l'inferma noto sul sesto spazio in· gronda costo-vertebrale i tre quarti inferiori del tercostale sinistro. lungo la linea asce.Ilare antepolmone ~inistro. rior~, una piccolissima soluzione di continut>, quanto una grossa testa di spillo, a margini Col bisturi taglio sulla parte scoverta per n etti e senza infiltrazione all'intorno : non è pos· circa 3 millimetri di spessore la pleura visce· sibile scorgerne il fondo, da cui scaturisce rale e poi con diverse manovre e di bisturi o qualche goccia di pus. La cute circostante è di forbici cerco di distaccare per tutta la zona normale e solle-vabile in pieghe. La metà sini· affetta la pleura dal polmone sottostante. A dire stra del torace all ispezione non ha caratteri il vero questa manovra mi riesce difficilissima, dii.ferenti dalla corrispondente destra. Con la giacchè uno spesso strato connettivale fissa la. percussione si nota un'aia di ottusità che in alto pleura al polmone, per cui solo con le forbici 1

(~2)


[ANNO

XI, F .ASC. 18]

SEZIONE PRATIO.A

curve ed a piccoli lembi posso, dopo circa un'ora, -vuotare il cavo plem~ico. Nell'asportare a pezzi la pleura viscerale non mi riesce affatto di osse1'"\rare il colorito grigio· ferro della superficie polmonare descritto da al· cuni autori e che agli stessi serviva di gltida nel clistaccare la pleura dal polmone, per cui io penso che simile atto operati\o sia piuttosto ltna escissione della pleura che una decortica· zione, la ql1ale forse ò possibile solo in casi in c11i la pleura a.derisca al polmone sottostante mediante lasche gittate fibrose, che delicata· mente ed in modo ottt1so , i possono lacerare; ma nel mjo caso ripeto il connettivo è cosi fitto e spesso che solo con le forbici può venire intaccato. Terminata l'operazione, zaffo il cavo pleurico con garza sterile per frenare anche la lieve emorragia in atto, ma e durante l'atto operativo e al . llO termine il polmo11e si mantiene accasciato nella doccia costo·'"ertebralo quantunque

565

Le sezioni di pleura mostrano qt1anto segue: Una proliferazione notevole dell'endotelio. tanto da divenire una spessa lamina polistratificata (fig. 1a, a -a). Il connettivo sotto-endoteliale si mostra enor· mement1~ proliferato ed in alcuni punti appare qt1ale connettivo adulto poverissimo di vasi e di elementi cellulari (fig. 1a, b · b). In altri plinti mostrasi in uno stato più gio· vane e quindi ricno di vasi tfig. 1a, d-d). A misura che si va in punti più lontani dallo strato endoteliale o perciò ci si avvicina alla superficie polmonal'e il connettivo diventa molto più giovane (fig. 1'\ c-c). Perciò, nell'insieme, la sottilissima lamina pleurale q11ale è allo stato fisiologico qui appare costituita da una spessa membrana fibrosa ri· coperta da più strati cellulari endoteliali. L'essudato, il cui spessor e raggiunge circa 2 centimetri, appare formato da una fitta rete fibrinosa (fig. 2a, a-a) in mezzo a cui sono nu·

Fig. 1.

io lo avessi liberato della sua corazza fibro· calcarea. Nei giorni seguenti l'ammalata viene medi· cata, mentre inetto lo zaffo solo nell'angolo in· feriore posteriore della ferita. Il cavo pleurico 'Ta mano mano scomparendo, in parte per ab· hassamento della parete toracica e<l in parte, specialmente in basso, per progressiva e lentis· sima distensione del polmone. Siccome i] lembo da me fatto sulla parete toracica per elasticità dei tossuti e r etrazione muscolare si ritira in buona parte, ne risulta una vasta perdita di sostanza che si ricopre di gra· n11lazioni, e solo dopo undici mesi l'ammalata si guarisce, con una notevole depressiono della metà del torace affetto. Esa1ne istologico. - Dei pezzetti di pleura sono fissati in formalina alcoolica, altri in liquido di l\iiuller, colorazione con ematossilina ed eosina. Pozzi di essudato, previa fissazione in Muller, vengono d ecalcificati in acjdo nitrico, poscia trattamenti consecutivi e colorazione sia con ematossilina, sia con eosina, sia con il liquido di Veigert p er la fibrina. •

merosi e larghi spazi ripieni di sostanza calcarea (fig. 2a, b·b; la quale trattata con l'acido clori· drico appare costitt1ita in gran parte da car· bonati. La ricer ca dei bacilli tubercolari sia nell'essudato, sia nelle sezioni di pleura fatta con diversi metodi, specie con quello di D'Arrigo e Stampacchia, è stata sempre negativa. A praticare la decorticazione del polmone per empiema cronico e per pleuriti tubercolari fu prima. il DELOR~rn, altri ]o imitarono con esiti ora buoni, ora infruttuosi (LA1\IBOTTE, LARDY, TAVEL, RECLUS). Fra noi, qui in Napoli, con sue· cessi, si è occupato della decorticazione del polmone per empiema cronico, il p1·of. P ASOALE, operazione che egli ha eseguita in parecchi casi (1). Non mi è noto se altri l'abbia eseguita. Però a praticarla per essudato pleurico calci· ficato credo unico il mio caso, e per quanto al P ASOALE sia sembr ato facile l o scollare la pleura '

(1) PASCALE. La decorticaz;ou e del polnione per e11ipie11-ia cronico. Gaz. Inter. lVIed. Prat., 1900. (23)


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L.ÀNNO XI, F ASC. 18]

IL POLICLINICO

del polmone, detta manovra a me è riuscita molto difficile, giacchè, non è stato un semplice di· stacco della lamina pleurale, ma t1na vera escis-

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pu1monare successiva al decorticamento nel mio caso è stata nulla appena terminato l'atto oporatorio, lenta e non molta estesa nei giorni sue-

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Fig. 2.

' sione a brandelli di questa dal polmone, al q11ale

aderiva e col quale s~ continuava per uno spesso strato connettivale neo- formato. In ultimo debbo aggiungere che la dilatazione

PllATICA PROFESSIONALE CAfoUI~J'llICA Note batteriologiche intorno ad alcuni casi di meningite.

cessivi, e ciò penso per pneumonite interstiziale cronica, che abbia prodotto una retrazione cica· triziale di detto organo. Napoli, 1903. In tutti gli altri casi di meningita cerebro· spinale studiati (39) dal 1898 in poi, ottenne il diplococco lanceolato in cultura pura, salvo in due casi, in cui il diplococco era associato allo stafilococco piogeno aureo. Il diplococco aveva i caratteri della varietà distinta dal FoÀ. A questo proposito riferisce tre casi di pneumo· nici, che al tavolo anatomico presentarono le meningi molto congeste, e dove isolò dei diplo· cocchi lanceolati, varietà edematogena del Foà.

Nel Bolletti1io della Società niedico-cJiirurgica di Pavia, il prof. A . MONTI riferisce un caso di meningite cerebrospinale in un bambino di 9 mesi, nel quale, all'a11topsia, dall'essudato meIdrocefalo interno idiopatico cronico. ningeo potè coltivare il diplococco intracellulare del W eichselbaum. È questa. la prima volta che Un caso assai notevole di questa affezione, è egli riesce a trovare simile microrganismo in stato notato testè dal dott. Fucas ( Wiener klin. questa malattia, tanto che egli credeva che Wocli., 1904:, n. 3), in una donna trentenne. q11esto diplococco mancasse assolutamente nella ( Da 3 anni questa soffriva di crescenti cefalee nostra regione. accessuali e di violenti ronzii d'orecchio. (24)


[ANNO XI,

FASO.

181

SEZIONE PRATICA

.All'esame della donna, si trovò esoftalmo bi· aterale, tachicardia, papilla da stasi da entrambi lati e in tutto il cranio, ma essenzialmente 1ella regione dell'oreccl1io destro, un rumore ~hiaramente udibile, che sostava. comprimundo la carotide destra. La diagnosi fu di aneurisma delle arterie della base. Invece l'autopsia non rivelò nè un tumore n è un'anomalia vascolare, bensi un idrocefalo in· terno. La, esistenza, obbiettiva di un r11more va~colare al capo sonza. prHsenza di un aneurisma non si era fin q1ti mai avuta. Sta in questo l'importanza grande del caso clinico riferito dal FUC'HS.

Le ioni del sistema nervoso centrale nella tosse convuJ sa. Nella Wiener !.·li11. 1}'"oc/J. del 14 nov. 1903 è pubblicato uno studio c:lel dott. NEUR.t\TII su questo argomento. Il fatto che la pertosse. è spesso accompagnata da complicazioni di natt1ra nervosa, fenomeni spasmodici e paralitici, convulsioni cerebrali paralisi spinali e periferiche, nevrosi, disturbi sensoriali, meningite, sclerosi a placche, atassia <li Friedreich, ha condotto l'A. ad esaminare il sistema nervoso centrale degli individui con

tosse conv11lsa morti in seguito a varie malattie nervose. La statistica si compone di 17 casi, nei quali si è constatato edema meningeo. iperemia me· ningea e cerebrale, iniezioni vascolari più o meno forti. In t1n gran numero di casi la pia madre e l'aracnoide erano ispessite, il loro tessuto di· Rteso, imbevuto di cellule abbondanti, i cui nuclei parevano appartenere da t1na parte ai leucociti, 'lall'altra alle cellule congiuntive in via di pro· liferazione. Inoltre esiste·vano versamenti san· guigni più o meno considerevoli nel tesst1to della pia madre e situati fra quest'ultimo e la Huperficie del cer,rello. Da parte della corteccia degli emisferi, gli spazì linfatici erano dilatati. In un caso v'era specialmente dell"edema me· ningeo; nell'altro dell'edema della massa encefalica.

Intorno

an~eziologia

del cosiddetto tetano

reun1atico~

Il caso riportato da H. RACINE e BRUNS nella Deu,t. med. WocJienscJiri/'t, n. 43, 1903, è molto istruttivo per spiegare la natura di taluni casi cli tetano reumatico. Si trattava di un operaio colpito da tetano (la diagnosi biologica della •

.

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tossina circolante to~lie ogni dubbio in merit9), senza lesione di sorta. L'ammalato curato colla sieroterapia guarì. ~la ciò che più interessa si è cl1e fu possibile trovare nel condotto uditivo dei frammenti di carbone e terriccio penetrati prima dell'apparire del tetano, e avvertiti per vero dal paziente, l'esame colturale dei quali materiali rilevò la presenza del bacillo di Ni· oolai.er. Giustamente gli .A.A.. dicono elle il te· tano reumatico dovrebbe quindi in ogni caso venir classificato come t1n tetano criptogenetico.

Tn1nori metastatici dell'encefalo. Il dott. GuTTl\IANN, nei Fortscltritte der Metlicin, (1° e 10 f~bbraio 190!), dà un contributo allo tud.io di questi tumori e riferisce dne casi che meritano una particolare menzione. In llna malata la metastasi cerebrale, sotto forma di tumore, sopraggit1nse otto anni dopo una laparotomia praticata per un tumore o'rarico. L'altro caso si fece notare p er ltna fortissima emorragia che mascherò la vera natura della. ma1attia. La malata che, eccetto un lieve J11al di testa, stava bene; ebbe un attacco repentino di apoplessia, seguìto da parecchi altri nei giorni successi• v1.• All'autopsia si trovò un t11more primitivo del polmone con metastasi. nei gangli bronchiali e nei nervi. All'infuori dell'emorragia cerebrale estesa non esisteva altro sintoma ch e permettesse di pensare ad una metastasi cerebrale. L~esame microscopico mostrò però trattarsi davvero di neoplasma cerebrale.

APPUNJ'J.'I DI ll'El\APIA Ricerche e osservazioni ci1·ca l 'i11tluenza delle operazioni sul decorso e l'esito del diabeteznccherino. Si debbono operare i diabetici 1 Si sa cl1e poco tempo fa la risposta era negati,ra, quasi senza eccezione; appena si toglie, ra l'interdi· zione per qualche intervento di estr ema urgenza, il cui prognostico pareva d'altronde quasi irrevocabilmente disperato. L 'azione chirurgica nel diabetico de,ye sempre esser tenuta per grave. Ma non bisogna, dice il KoRNER ,(Mittk. aus de1i Gre1tz.r;ebietert àer Med. rind Oltirurgie, XII, 5} generalizzare alla cieca ; bisogna far entrare in linea di conto la forma. e la gravità clel dia· bete, cioè il periodo al quale è pervenuto. Il diabete non è una controindicazione così frequente come si potrebbe credere. (25)


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IL POLICLINICO

Certi interventi, come quelli per fatti suppu· rativi, divengono per il fatto stesso del diabete, .ancora più urgenti. L'A.. prende ad esempio la mastoidite puru· lenta dei diabetici. Ne ha riunito 38 casi, 7 dei quali personali, n studia i resultati della trapa· nazione. Cinque casi devono essere eliminati, la morte essendo avvenuta per cause estranee al -diabete ; restano 33 operazioni, delle quali 29 .sono terminate con guarigione completa (88 p. 100) ; 4 con la morte (12 p. 100). Orbene, è interessante studiare questi casi un po' più da vicino, decomponendo le osservazioni secondo il tipo ili diabete: diabete le,qgero quando lo zuc-0hero scompare dopo qualche giorno di dieta .appropriata, oppure quando la glicosuria esiste da molti anni; diabete di med;a gravezza quando la cura non è efficace che dopo parecchie set· timane; dJabete grave se il reattivo di GERHARDT svela l'acetone, oppure se il regime rigoroso re· -sta senza o quasi senza effetto. Tredici malati ave,rano un diabete leggero e guarirono tutti, sebbene un po' più lentamente -che in condizioni normali: in nessuno di essi il diabete si aggravò durevolmente; cinque ma· lati avevano un diabete di media gravezza e .ancor qt1i non si ebbero complicazioni; di nove <>parati affetti da diabete grave quattro mori· rono e cioè: tre di coma diabetico, tino di in· debolimento generale. Cinque guarirono, dei quali d110 dopo un leggero attacco di coma. Nelle sei osservazioni restanti - in t11tte gua· rigione operatoria .:_ mancano i dati sul tipo di diabete. Bisognerà prender qualche precauzione prima -e dopo l'intervento; regime rigoroso, bicarbonato di soda a dosi elevate ; operare n elle prime ore del mattino nel periodo del <e digiuno fisiologico » ; narcosi il più breve possibile. Si può con l' A.. concludore che almeno nelle <>perazioni della durata e della gravità della trapanazione df'lla mastoide è a temersi il coma solo quando vi sia diabete gra,,.e ; che l'intervento non sembra aggravare le forme leggere; -che il diabete leggero non può essere tenuto -come contro -indicazione e che in presenza di diabeti medì e gravi si deve ugualmente ope· rare se esiste pericolo di vita. Queste affermazioni del KORNER meritano però qualche limitazione; da una parte, previo trattamento opportuno, sono possibili anche grandi <>perazioni, e dall'altra è spesso preferibile in talune forme suppurative (foruncolosi) una cura dietetica rigorosa ad una cura chirurgica.

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Ricerche sulla cura del 1norbo di Basedow col latte di capre tiroidectomizzate. Il dott. V. CHRISTENSEN ha adoperato in due casi di gozzo esoftalmico questo metodo di cura preconizzato qualche anno fa dal dott. O. LANZ. Il primo caso concerne una donna di. 30 anni con gozzo, esoftalmo, un po' di tremore ed una n•ltevole accelerazione del polso (140-160 pulsa· zioni). Essa a'reva inoltre delle crisi frequenti di angina di petto, benchè non si potesse sco- -. prire in lei alcuna affezione cardiaca. Le cure più svariate erano rimaste senza risultato, quando l' A. somministrò alla donna del latte di una capra tiroidectomizzata. Poco tempo dopo il polso era diminuito di frequenza, ed ora - dopo 4 mesi dal principio della cura - è caduto a 80-90 pul· sazioni al minuto. Al principio della cura la malata aveva a'Tuto anche un accesso di angina di petto, ma da allora non si è più riprodotto. Il tremore è scom· parso ed il peso del corpo è in via di aumento. L'e· softalmo ed il gozzo non sono stati, per contrario: modificati. Il secondo caso si riferisce ad una donna di 45 anni, che da parecchi anni soffriva di tre· mori e di palpitazioni. Il gozzo era stato notato solo da una diecina di mesi. In sette settimane: e mezzo, sotto l'influenza del latte di capra tiroidectomizzata, il polso che era prima a 140, è caduto ad uua media di 100·110. Il tremore è anch'esso diminuito; in tempo ordinario è per fino impercettibile. Finalmente la paziente si è ingrassata, mentre prima era dimagrata assai. e dal punto di vista dello stato generale, essa dichiara di stare benissimo.

Sei casi di operazione di Talma nella cirrosi del fegato. Questi 6 casi, descritti nel Boston 1necl. a11n surg. Jon1'lial (29 dicembre 1903) appartengono ad HARRIS. Cinque morirono in capo ad un mese o meno ed il malato che sopravvisse più a lungo non migliorò e mori anch'esso cinque m :?si dopo l'operazione. Trattavasi evidentemente di cirros alcoolica, ma il sesto caso pareva dipendere di sifilide. La malattia era avanzatissima, in lungc evoluzione. L' A. crede che le lesioni dei rami portal non siano l'unica causa dell'ascite, ma che lE lesioni del peritoneo, specialmente verso la fine contribuiscano al versamento. L'operazione deve essere fatta, per poterne trarre il maggior beneficio possibile, fin da.' momento della comparsa delle prime traccie di ascite. Nel medesimo tempo, se v'è ittero, devf" farsi la colecistostomia.


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-V- ARI.A Con1e si nasce nel :Madagascar. -

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SEZIONE PRATICA

Presso i popoli barbari l'atto del parto è generalmente circondato da un mistero impenetrabile. Il pu· dore e la superstizione di quei popoli non per· mettono che alct1n viaggiatore sia pur e'3so un medico ,,.i possa assistere. Il dott. JOLLY della marina francese, che si trattenne lungamente sulla. costa nord-ovest del Madagascar~ tentò in· vano cli poter assistere ad un parto e solo dalla bocca delle indigene potè raccogliere queste notizie. Fino al primo apparire dei dolori le donne contin11ano ad attendere alle loro faccende. Quando sono costrette a por~i a letto chiamano la le,ratrice e non mai il medico neppure nelle città. Le levatrici formano una classe a SP e si trasmettono tra di loro gli insegnamenti che la ipratica ha loro appreso. Il loro ufficio è bene Ticom1)ensato quando t11tto riesce bene: ma è .anche pieno di pericoli. Per tutto il tempo in ~ui la levatrice si trattiene nella casa della partoriente non le è concesso di mangiare ma solo di bere ed è scrupolosamente sorvegliata dai parenti. Se per disarazia la partoriente ' Te· nisse a morte tra le mani della levatrice questa p11re ci rimette la vita . .Anticamente essa veni,..a uccisa ipso facto : ora, per timore della giustizia europea, si preferisce ucciderla con l'azione lenta e micidiale di qualche ''" eleno. 'e invece i] parto è felice, allora la levatrice 'riene ricolmata di doni. Vi son delle famiglie che le danno come onorario persino 50 piastre e dei buoi : la tariffa minima consiste in 11na eesta di riso, un pollo e una lira. Dopo il parto la levatrice viene accompagnata aJla sua casa, dove le si appresta un bagno e le si imban· <lisce un pranzo. Durante il periodo del parto tntti gli uomini devono abbandonare la capanna della partoriente, dove si raccolgono solo le donne in at· tesa dell'avvenimento. La partoriente tiene di solito la posizione <>rizzontale e la levatrice procede alla esplora· zione addominale e vaginale. Per sedare i dolori si somministra di solito alla partoriente acqua di riso : quando i dolori si sospendono, si co· sparge l'addome con una polvere speciale cui si attril)uisce la capacità di favorire il parto. La placenta e le membrane estratte vengono ~onsegnate al marito con speciali cerimonie e si dà grande importanza all'estrazione completa, perchè si crede che altrimenti la donna possa diventar cieca, sorda, pazza e anche morire.

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Dopo il parto la puerpera ,,iene lavata, sa· lassata, coperta ; le si turano le orecchie e così deve rimanere per otto giorni, senza muoversi, sopratutto tenendo le gambe strette. Trascorsa una settimana, le si fa un bagno che si ripete dopo la seconda settimana, dopo la quale la puerpera può anche uscire di casa ; deve però astenersi dal coito per tre m~si se aveva partorito un feto femmina e per q11attro mesi se il feto era maschio. L'infezione puerperale e il tetano sono fre· quanti nelle donne, e frequenti p11re le setti· cernie e il tetano nei neonati. (Klin. tlter. Woclt., n. 47, 1903).

Rubrica dell'Ufficiale sanitario ed Igiene I t'rigoril'erl e la conservazione delle carni. Per il dott.

GAETANO ANGELICI.

È necessario che i medici i veterinari~ gli • igienisti e gli ufficiali sanitari in genere s'interessino con intendimenti pratici di questo impor· tantissimo e vitale argomento. sul qt1ale da ternpo viene da tutti gli scienziati richiamata • l'attenzione~ in Italia particola.r mente dal PER· RONCITO.

Il tribunale superiore amministrativo di Ber·

lino nel dicembre 1902 decise: « che, in confor· mità della legge sui macelli, gli impianti frigoriferi sono da considerarsi come parte interes· sante, necessaria di un pubblico ammazzatoio » (1,. E questa decisione illuminata merita ogni lode e considerazione; poichè tt1tti i sanitari ed igie· nisti sono d'accordo nel ritenere che le ca11zere frigorifere nei macelli non sono meno necessarie delle tripperie, dello sterilizzatore, del digestore e di altri apparecchi e strumenti già di uso ge · neralizzato nella ispezione degli animali e delle carni. Le comuni ghiacciaie nonchè i cassoni di ghiaccio naturale, che contro ogni buona regola igienica ed economica sussistono ancora, devono essere soppiantate al più presto dai frigoriferi. Lai natura dell'ambiente delle comuni ghiacciaie e la qt1alità del ghiaccio spesso impuro, ed il modo con cui vi si collocano le carni non sono certamente da raccomandare. Collocando la carne direttamente sul ghiaccio, dessa s'impregna dell'acqua di liquefazione che (1) Zeitschrift fiir Fleisch- und Milchhyg., pa· gina 218. (27\


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vi si produce, e quindi anche di diversi batteri, Vercelli ed altre città specialmente dell'Italia specialmente della putrefazione; alla quale per- settentrionale. ciò la carne medesima va maggiormente soggetta. Le città dell'Italia centrale e meridionale inN el tempo stesso una parte dei materiali nutri· vece, che ne avrebbero maggior bisogno, mantivi della carne si discioglie e va perduta nelcano finora generalmente di simili stabilimenti: l'acqua di liquefazione del ghiaccio ; onde la mentre all'estero, e particolarmente a Ginevra. carne si scolora e perde la sua qualità ed il suo Colonia, Berlino, Londra, a Liverpool, ad A.n1· valore nutriti,ro normale. ~urgo, e perfino in Russia, e fuori di Europa, D'altro canto le carni non possono essere con· funzionano già ottimamente .stabilimenti e maeumat~ fresche, come tutti sanno, per molteplici . gazzini frigoriferi della più. alta importanza igieragioni; e innanzi tutto perchè è necessaria la .nica ~ commerciale. conservazione di esse per un certo tempo, finchè Parecchi sono i metodi con i q11ali si ottiene il cioè subiscano la frollatzira; mediante la quale freddo nell'interno delle camere o celle frigoriavvengono modificazioni di tessitura n el connetfere: per esempio nello stabilimento di Milano tivo e nel sarcolemma delle fibre muscolari, e la si ottiene con l'ammoniaca che agisce raffredcarne da prima tigliosa, diviene più tenera, più dando una miscela liquida da - 14:° C. - a 20° C.. facilmente digeribile, e più appetitosa. e l'aria nell'interno delle celle è non solo fredda. Una buona frollatura. si ottiene più rapidama anche asciutta. In q11ello che funzionò benis· mente ad una temperatura fresca o quasi fredda; fino fino al 1897 nel mattatoio di GÌllevra il freddo si otteneva con le macchine Pictet mercè· mentre si ottiene male ad una temperatura calda, il raffreddamento prodotto dall'acido solforoso. estiva, sp~cialmente se umida. La temperatura che si può ottenere nell'in· A questo fatto si de,re appunto il deprezzamento e la poca bontà e tenerezza delle carni terno delle ·celle frigorifere varia (come nello 1 nei paesi caldi ~ a differenza dei paesi nordici stabilimento di Milano)' da un minimo di ad un massimo di 6° C., con una media pree specialmente dell'Inghilterra, del Belgio e della dominante di + 3° C. L'umidità relativa oscilla Germania, dove le carni sono più apprezzate e più squisite. fra 85 e 70°. Da esperienze fatte risulta che a questa tem· S'impone dunque come uua necessità igienica peratura le carni si conser,rano benissimo, a ed economic;a l'uso dei frigoriferi nell'estate~ nelquarti interi dell'animale, per un mese ed anl'autunno e nella primavera, specialmente nei paesi caldi. che più. La temperatura di 3, 4, 5° sopra lo zero ralFra i frigoriferi part;colari, cioè di proprietà lenta grandemente, se non arresta, i fenomeni degli esercenti macellai, sono ottimi quelli del sistema pri,rilegiato Teghillo; con i quali si della fermentazione e della putrefazione delle carni.; le quali an~i vi subiscono un processo può continuare presso i negozi un'ottima conserlento di frollatura, per modo che dopo 8-10 giorni vazione della carne. Consistono in camere a di permanenza nella cella frigorifera possono doppia parete, che si mantengono freddo-secche resistere anche al caldo dell'ambiente esterno con uno speciale sistema di raffreddamento e senza decomporsi per oltre 48 ore. depurazione dell'aria. Oltre la refrigerazione, si può ottenere anche Nei grandi centri però il sistema più razionale per la conser·vazione delle carni è quello degli la congelazion,e delle carni; mediante lln fredJo continuo, uniforme di - 10°; - 20°, cl1e si può stabilimenti frigoriferi· la cui utilità sostenuta produrre utilizzando le proprietà dell'acido car· fin dal 1895 da PERRONCITO, è dimostrata lu· bonico, o solfuro di ca.rbonio, o anidride solfo· roinosamente in una recentissima memoria pubrosa, o dell'ammoniaca o di altri corpi c·he hann<> blicata a Torino dallo stesso ptofessore (1). un potere di volatili~zazione molto grande (1). Annessa con lo stabilimento frigorifero può Le carni congela te possono conservarsi per essere la fabbrica di ghiaccio artificiale; come in quelli di Milano, Bergamo, Brescia, Torino (1) Per la esatta conoscenza della funzione degli apparecchi produttori di freddo, vedi il pregovole articolo pubblicato dall'ing. A. RADDI nel(1) PERRùNCITO. I /ì'Ì.f/Ol'1/'eri all'e. ·!ero erl i1i 1' In,qe,q11eria sa 11,ifaria. Italia, ecc., Torino, 190-1.

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SEZIONE PRATICA.

anni. e non perdono, come taluni hanno soste· ' gJiiaccio natzirale dell'ing. l\fa.x Knoblauch (1 ), nl1to, il loro v;ilore nutritivo ed il buon gusto; che sembra molto pratico ed economico ed adatto p11rch~ s'intende il congelamento sia reso con· ai piccoli comuni; nel tempo stesso che dal tinuo· e non alternato con lo sgelo delle carni. lato igienico offre molti vantaggi sul v-ecchio }J coRi che le carni congelate possono essere sistema delle ghiacciaie. trasportate dall'un capo all'altro del mondo: Infatti, mentre in queste la refrigerazione è dall'America, Australia, Oceania all Europa; e di solito sufficiente i~ principio (primavera e mediante l'impianto dei frigoriferi nei basti· prima metà d'estate) e diminuisce e cessa nei menti e nei vagoni ferroviari è stato possibile mesi successivi fino all'al1tl1nno; nei frigoriferi il commercio l&rghissin10 delle carni stesse fra M. K. invece è possibile mantenere costante le più lontane regioni. una temperatura di 3 a 4: gradi n elle celle L~utilità dei frigoriferi emerge poi incon cussa 6 a + 8 nell atrio, anche alla fine dele di e luminosa quando si consideri che non soltanto l'estate ed in autunno, con una atmosfera suf· le carni vi si possono conser·v are, ma molte ficientemente ascit1tta. .altre derrate alimentari; quali il pesce che più Nei frigoriferi coRtruiti secondo l'invenzione facilmente delle carni ordinarie putrefà, il latte, M. K., 1 aria da uno spazio refrigerato mediante il borro la margarina, i formaggi, le uova , le il ghiaccio è fatta circolare con processo spe· frutta fresche, i legumi, ecc. cialé, alternativamente, o contemporaneamente Inoltre è noto che si do·v rebbe ricorl'ere ai o successivamente a traverso più divisioni (ca· frigoriferi per l'allestimento razionale di certe mere) del deposito di ghiaccio. L'invenzione è ~antine, e delle birrerie, come banno fatto Pe· garantita, brevettata. l'Oni e .A.ragno a Roma, e delle distillerie, e di Riasi:;umendo, per molte ragioni inerenti almolte altre industrie. l'igiene [conservazione allo stato fresco e salubre della carne, tenerezza, frolla tura della mede· È noto eziandio ch e l'uso dei frigoriferi è in· -Oicato e preferibile senza confronto a t1ilti gli sima · con ser,,.azione delln selvaggina· del pesce ; altri apparecchi e 111etodi oggi iii uso per steri· d el ]atte; delle l1ova ; delle frutta; della birra e di molte altre derrate alimentari; distrtLzione Jizznre e i1n1111111izzar e le carni panicate, cioè in· dei cisticercl1i nelle carni panicate, e quindi vase dai cisticerchi cellnlosae e bovis [PERRON· profilassi contro le tenie dell'uomo (2)] e p er CITO. OsTERTAG, T o~110Lo (1), BoccALARI (2)]; altre ragioni puramente economiche o commer· -0nde i frigoriferi assl1mono la maggiore impor· tanza, dopo le ricerche di molti autori, n ella ciali s'impone l'uso generalizzato degli stabili· menti frigoriferi annessi ai mattatoi nei grandi profilassi contro le tenie \1mane. Bene a ragione dunque, anche in Francia, centri, o di frigoriferi meno costosi nei medi e dove peraltro questi apparecchi non sono ancora piccoli comuni, o di ghiacciaie particolari Teghillo, o di altri sistemi di refrigerazione che di uso generalizzato, esistono perfino numerosi corrispondano, meglio delle vecchie ghiacciaie, periodici di propaganda, fra i q11ali uno impor· alle suindicate esigenze dell'igiene ed a quelle tante dal titolo: Le /'roid, la glace et la réfridell'economia pubblica e privata. 9ératio1t !

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Nei medi e piccoli comuni dove il veterinario <> l'ufficiale sanitario non possono reclamare l'impianto di uno stabilimento frigorifero, come per i grandi centri, sono da raccomandarsi le ghiacciaie o frigoriferi particolari, sistema bre· vettato Teghillo ; che, come ho sovra ricordato, eorrispondono egregiamente allo scopo della con· servazione della carne. V'ha poi un nuovo sistema di frigoriferi a

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(1) Zeitschr. fiir Fleisch und Iviilchhygiene,

1904, p. 196. (2) Anche la fosforescenza delle carni si evita con la refrigerazione (PERRONCITO, loc. cit.); sebbene le carni fosforescenti potrebbero essere lo stesso adibite senza danno per uso alimentare.

IL POLICLINICO Sezione Chirurgica, Anno XI, t904 sox:xi~ia.rio

d.e1 Fa.soi.0010 4 . I . Dolt. A. CodivUla - La m ia esperienza nei trapianti tendinei - II. A. Isaia - Studio clinico-statistico 1opra i ~ar­ corn' ouervati in diciotto anni di Clinica chirurgica dal pro-

(u1or Fra11ce1co Durante. - lll. Doti. O. Schìfone - la nar-: (1) TOMIOLO. Rivista d'igiene e sanità pubco1i cloro-etilica. - JV. Dott. A. L. Bonanome - Un ca10 di blica, 1903, n. 1. rottura traumatica dell'inteatfno tenue per una violenza in(2) BoocALARI. Rev. génér. v étér., 1903, n. 1. · diretta.

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CENNI BIBLIOGRAFICI G. MòGLIE. La terapia fisica; teoria e appli· cazioni. - Roma, 1904. Ci sia consentito, per una ' rolta, di parlare della roba nostra. I nostri abbonati già cono· scono nel ~IòGLIE l'autore di parecchi dei Ma11uali che il Pol;cli1i;co fa comporre, ·uno per anno, con1e premio per i suoi abbonati. Dalla ottima accoglienza che i detti Manuali hanno. a'ruto l' .Amministrazione è stata condotta ad offrire anche quest'anno al M6GLIE l'incarico di un libro che, mentre tenesse eonto di tutti i progressi scientifici nella terapia fisica, fosse utile e pratica gttida ai medici nelle indicazioni pt~ecise e, ci si passi la parola, n el dosaggio dei singoli e ormai svariati a.genti di terapia fis;ca. La branca nuova ed importantissima dei sus· sidi terapeutici d' origine fisica, il Policlinico in· tese dovesse esser resa più famigliare a tutti i medici . .A. questo scopo il MòGLJE non poteva non corrispondere in modo egregio. Da anni egli , rien dedicando il s110 ingegno e la sua attività professionale alla terapia fisica; cosi condensa n el libro che i nostri abbonati ricevono il frutto de' suoi studi e della sua esperienza. Non si deve, nè si può, in t1n cenno bib/;ografico, esaminare o discutere la parte tecnica del· l'opera. In 600 pagine di piccolo formato tascabile, vi si tratta dell'elettroterapia, dell'idroterapia, della 11iassoterap;a, dell' aereoterapia, considerate sia nelle leggi fisiche e fisiologiche che le gover· na,n o, sia nelle indicazio;ni, nella tecnica e nei risultamenti praitici. :rutto ciò non può quindi che essere formulato in ·u na maniera sintetica e generale; ma in compenso è esposto con viva chiarezza e con la scelta sagace di quello che è accessibile, interessante e utile al pratico. Da queste colonne dobbiamo ringraziare il dott. ~IòGLIE della sua collaborazione intelli· gente, e con noi lo ringra~ieranno gli abbonati. .A..

BIBLIO.GRAFIA ITALIANA Ostetricia e ginecologia. FERRO~I

E. -

Le assimilazioni lombo-sacro· coccigee nella pelviologia ostetrica. - ~filano, Annali di Ostetricia e Ginecologia, 1904. ~!IRTO F. Su di alct1ne modificazioni della crasi sangt11gna dopo le operazioni ginecolo· •

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I

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[ A.NNo XI ,

FASO.

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SEZIONE PRATICA

RISPOSTE A QUESITI E A DOMANDE (2992) Sig. dott. G. G. B. da T. D. V. - Noi ri· teniamo che Ella diventi stabile col giorno 16 nttobre prossimo, perchè in quel giorno compirà il biennio di prova prescritto dRll'art. 5 della nuova legge sanitaria. Ciò sia perchè la nuova Legge non pare faccia distinzione fra nomina definitiva od interinale agli effetti della stabilità, sia perchè a Lei, tuttochè nominata prima del· l'entrata in vigore della legge, è tuttavia questa ultima applicabile. (2993) Sig. dott. B. D. da B. A. - La data cli cui parla l'art· 11 è data della legge non già della pubblicazione o promulgazion~ della me· desima. Pertanto Ella non poteva più essere disdettata se nel giorno 2.:> febbraio 1904: avea compiuto più di un biennio di servizio. (2994) Sig. dott. C. A. da 1\-I. - Noi crediamo che si possa elevare la contravvenzione alla drogheria cui Ella allude, perchè riteniamo, che la dicitura Articoli per far11iacia, bellamente equivalga all'altro di far111acia. Ne informi la Prefettura ed il medico provinciale. (2996) Sig. dott. P. C. da B. - Riteniamo ed abbiamo già altra volta espressa la nostra opi· nione, che ai concorsi per nomina di medico condotto, banditi prima della pubbllcazione della 1 nuova legge, si debba applicare la vecchia legge. Sul secondo quesito rispondiamo, che mentre da un lato la nuova legge è in vigore, non esiste ancora il regolamento e che quindi ogni nuova nomina di medico condotto debba essere sospesa fino alla pubblicazione del regolamento, che determinerà le modalità necessarie per lo espleta1nento del concorso. Se il medico è sta· bile non può subire diminuzioni nel st10 stipen· dio che percepisce pei poveri, quando anche trattisi di sdoppiamento di condotta. (2998) Sig. dott. P. A. da C. - In tesi gene· rale, il coadiutore del medico condotto acqt1ista la stabilità non altrimenti che il medico con· dotto titolare. Però pel caso speciale di Lei ere· diamo che ciò non avvenga, perchè Ella fu nomi· nata appunto colla espressa condizione di lasciare il servizio, non si tosto la cura si fosse dovuta restringere ai soli poveri. Non potrebbe ammettersi che il Comune, restringendo la condotta ai poveri, e non avendo perciò più bisogno del coadiutore, lo debba, non pertanto, seguitare a pagare. Non ostante J'eccedenza della sovrim· posta non rare volte le Giunte provinciali am· ministrati ve conaentono al mantenimento della cura piena. se vien dimostrato, come pare lo possa essere nel Comune di Lei, ohe non sia altrimenti possibile provvedere alla cura dei

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poveri. In quanto alla carica di ufficiale sanitario il Consiglio provinciale sanitario deve dichiarare se lo ritenga meritevole di definitiva conferma. (2899) Sig. dott. Tizio n. 1761. - Qt1alunqu& vizio di forma non potrebbe giustifica.re l annullamento di ufficio dalla deliberazione di nomina, avvenuta nove anni or sono, quando nel frattempo il medico ha prestato serviz!o ed ha acquistata la stabilità nella carica. Doctor JuSTlTIA. , 1

NOTIZIE DIVERSE Associazione nazionale dei medici condotti. L'Associazione nazionale dei medici' condotti afferma ora la sua organizzazione forte e disci· plinata indicando il suo II Congresso a Napoli nei giorni 12, 13, 14 e 16 maggio. Possono parteciparvi tt1tti i medici d'Italia pagando la tassa d'iscrizione di lire dieci. ridotta a lire cinque pei soci dell'Associazione. Le adesioni si fanno scrivendo al segretari<> dott. Grancini a Bernareggio (Milano) il qualespedirà tessere e recapito pei viaggi cl1e le fer· rovie concedono a prezzi molto ridotti. La Presidenza ha disposto per ottenere prezzi di favore da buoni alberghi, per fare una gita a Capri od a Pompei, e per a vere dal Ministere> della pubblica istruzione il libero accesso ai musei nazionali. Non v'ha dubbio che i medici condotti accor· reranno numerosi a questo solenne convegno.

*il**benemerito

Al dott. E. Villa, presidentegenerale dell'Associazione generale dei me<lici condotti, verrà offerta, per sottoscrizione, ad jniziativa della Sezione Friulana, una pergamena.. artistica nella prossima. circostanza solenne del Congresso di N ~poli. •

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Il 25 aprile i medici condotti del circondari<> di Barletta deliberarono di costituirsi in azione circondariale dell' Associazione nazional& dei medici condotti che ha sede in Milano. Il Consiglio direttivo della Sezione risultò composto dei signori: dott. T. Addario di Corato, presi· donte; dott. R. Giannone di Barlett~i, ·v ice-pre· sidente; dottori Meuunzi, se~retario e Casardi,. cassiere. ROMA. - N all'ottobre di quest'anno si terrà in Roma il qziinto Congresso pediatrico italiano. La presidenza della Società italiana di pediatria scelse i seguenti argomenti quali temi delle re· lazioni che dovranno essere svolte e disct1ss~ durante le tornate dol Congresso: 1° Sulla tt1bercolosi infantile; 2° Sulle anemie infantili. Il Comitato locale ordinatore del V Congresso italiano di pediatria è cosi composto: Preside1tte~ prof. L. Concetti; Segretario, prof. F. Valagussa; Cassiere, dott. F. Pagliari. Sicome al Congresso potranno prendere part& (31)

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IL POLICLINICO

anche i non soci, per questi è stata stabilita una I quota d'inscrizione di 10 lire. I titoli delle comunicazioni scientifiche do· vranno essere inviati al Comitato ordinatore non più tardi del 1° novembre. ROMA. La presidenza della Croc9 Rossa Italiana comunica che, al ser·vizio della campa· gn~ antimalarica che intende comi~ciare al pri~o luglio p. v. e che dovrebbe terramare alla fine del novembre 190!, potranno concorrere tutti i signori medici (tenenti e sottotenenti) arruolati nel personale della Croce Rossa, che al 15 giugno prossimo. abbiano compil1to almeno un anno di anzianità. È fatta eccezione per i signori medici provenienti dal Corpo sanitario militare iscritti nella Croce Rossa, i quali conservano la loro anzia· tità di ·nomina acqtiisita nell'esercito n per quei sanitari arruolati nella Croce Rossa Italiana che, pur non avendo un anno di ·anzianità, possedes· sero titoli specialissimi per studi fatti sulla ma· laria. In quest' anno, i sanitari prescelti dovranno · prestare servizio sia attivo che di riserva, per: un periodo di piesi due e mezzo. Il numero dei medici che verrà assunto in servizio attivo sarà di 14, e di 4 quello per il servizio di riserva. Le domande si dovranno rivolgere alla presi· denza della Croce Rossa Italiana, oorso Vittorio Emanuele, n. 51, non più tardi del 31 maggio prossimo.

Nomine, promoztont, onorlfloenze. Furono abilitati, per titoli, nella R. Università di Napoli, il .d ott. Carmelo ~afiero ~lla l~­ bera. docenza di patologia speciale medica di· mostrati va; e, il dott. Gaetano Finizio, alla libera docenza di patologia e clinica pediatrica. Nell'Università di Pado,ra all'ufficio di aiuto nel gabinetto ~ patolo~ia sp?ciale chi.rurgica dimostrativa, venne nominato il dott. Giuseppe Marchetti, dal 1° dicembre 1903 al 31 ottobre 1904.

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- Conooral

e oondotte .

ANCONA. - Concorso per titoli al posto di Medico Direttore dell' Ospedal è civile. Stipendio annuo lire 4000 .lorde, aumentabile del decimo ogni sessennio fino al limite ntassimo di lire 6000 con l'obbligo di inscriversi a suo carico alla 'c. P. - Scadenza 15 maggio p. v. Per mag· giori schiarimenti rivolgersi alla Amministra· zione dell'Ospedale civile di Ancona. SERRA S. QUIRICO (A1icona). - Concorso ad una delle due condotte medico-chirurgiche del capoluogo e di campagna. - Stipendio annuo lire 2600, gravate di R. M., più lire 100 se .l'eletto verrà nominato ufficiale sanitario. - Scadenza prorogata fino al 20 maggio p. v. NAPOLI. - Concorso per titoli e per esame ad un posto di batteriologo mu,!licipale. Stipe~dio lire 3500. Età non minore d1 25 e non maggiore di 45 anni. A parità di condizioni s~rà preferito un cittadino napoletano. J?oman~e 1!1. ca~~a. da 60 centesimi alla segreteria dell Ufficio d igiene entro il 12 maggio.

[ANNO

XI, F ASC. 1

Indice alfabetico analitico del Dresente numero. Ammoniaca (Influenza del grasso sull'eliminazione dell' - per i reni). - Steinitz Pag. Amputazione osteoplastica della gamba senza accorciamento. - Padula. • . » Ascesso del fegato. - Lezione clinica del prof. çi. Baccelli. . . . . . . » Bibliografia italiana : Ostetricia e ginecologia . • . . . . . . . . • » Cenni bibliografici . • . • . • . . » Decorticazione del polmone per essudato pleurico calcificato. Mastrosin1one. » Diabete zuccherino (Ricerche e osservazioni circa l'influenza delle operazioni sul decorso e l'esito del). - Korner . » Ernia crurale (Cura radicale dell'). ·Guibé e Proust. . . . . • . . . » Febbre in uno splenectomizzato (Il decorso della). - Moraczewski. • • . » Frigoriferi e la conservazione delle carni (I). - Angelici . . . . . . . • » Germi patogeni ultramicroscopici (I). Verney . . . . • . . • . . » Idrocefalo interno idiopatico cronico • . » I podermocli.si (Di un apparecchio d.a -:per un più pronto soccorso). - M1chel1 » Madagascar (Come si n.asce .nel).-:- Jolly » Meningite (Note batteriologiche intorno ad alcuni casi di). - Monti . • • . » Morbo di Basedow (Ricerca sulla cura del - - col latte di capre tiroidectomizzate). - Christensen . . • . . » Nefrite latente rivelata da edema della . glottide. - D~rvi_lle . .. • . . . . » Nomine, promoz1on1, onorificenze . . . » No tizie dì verse . . . . . . . • . » Omento (Spostamento meccanico dell' nella posizione di Trendelenburg). » Bakes . . • • . . . • • . . Operazione di !al.ma nella ci~rosi del fegato (Sei casi di). -:-- Ha rris • . . . » Padiglione dell'orecchio nel~'uomo (Sulla funzione del). - Graden1go . . . . » Rene raggrinzato (Sulla natura ed etio· logia del - - e sulla cura efficace del in ed esimo). - E del . . . • • » Risposte a quesiti e a domande. . . • » Sindrome di Dejerine-Klumpke (Sulla). - Negro . . . • . . . . . . » Sutura del cuore (Un caso di). - Cimoron1•

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Tetano reumatico (Intorno all'eziologia del cosiddetto). - Racine e Bruns • . Tosse convulsa (Lesioni del sistema nervoso centrale nella). - Neurath • . Trombosi dell'aorta addominale (Un caso di). - Cimoroni . . • . . . . . Tubuli contorti del rene (Potere secretore e significato glandolare dei- - e valore terapeutico dei loro preprodotti solubili nell'acqua). - Renaut. . Tumori metastatici dell'encefalo. - Guttmann . . . • . . • . . • • • Urati (Sulla form~zion~ dei de~ositi di-:-, specialmente nei reni gottosi). - Br1ssaud e Brécy . . . • . . . · · Vocali nella lingua italiana (Sull'altezza tonale delle). - Stevani . . • . . L. TRJJUJO,

Roma, \904 - Tip. Nuionale d.i _G. Bertero e C.

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