- - - -[ANNO
XXXI.II ,
FASC.
---------~-
26]
SEZIONE
2) Choc proteico ·di.gestivo di prima ingestio~
n e, o choc primario, con- sin tomatologia meno ~tccentt1ata e ad evoluzione ipiù breve. rr ale choc è n ella s u a essenza identico al precedente, dif!f erenziandosenA. solo per il fatto che nel primo caso Ja sensibilità è naturale, nel secondo ac1quisita. Anafilassi digestiva c.r onic a , 1per ch oics in serie, realizzata somministran-do ogni 15 .g iorni uno stesso pasto ·di prova. Si assiste allora alla manifestazion e di chocs 1d'intensità sempre minore, fino a cl1e, dopo 3 mesi circa, l'animale si mostra refrattario all'eccitazione ·digestiva, e ciò è dovuto tanto all'immunità locale della mucosa }ntestinnle, quanto all'immunità in .genere. Seguitanùo a nutrire la -cavja -coi soliti pasti sensibilizzanti, dopo qual1che settimana riap·par1~ scono gli chocs digestivi. T ale nuova fas e .è d'or.se dovuta all'affievolimento delle ·difese antitossiche • organiche per lesioni della mucosa ,dell'intestino e del par en chima epatico. 4) .i\.nafilassi ·di.gestiva passiva, 1per trasmissione tra ·due specie ·d i animali differenti . Le ricerche in tal sen so sono state tutte negative. P er quanto ri.g.u arda le condizion i patogenetiche generali ·dell'anafilassi digestiva, sono da con siderarsi vari fattori . ·Cioè, in primo luogo, l'azione della bile eterogenea, la quale provoca probabilmente ·delle lesioni istologiche passeg.gere, o per lo meno una perturbazione delle funzioni di assorbimento e di elaborazione intestinale, aumentando così la ipermeabilità della mu cosa. Uno st11dio istologi-co minuziois o dell'intestino g racile durante l'anafilas,si idi-gestiv a ·b a permesso aglt .!\.A. ·d i confermare questa veduta. Sorpassata in tal mo, . d o la 'b arriera intestinale, la .so.stanza .1p rote i ca i n con tra il f egato, al ,quale è classico attribt1ire una funzi on e proteop-e ssica, per -cui le albumine et erogenee verrebbero arrestate. Ora acca,de che, in seguito alle in.g estioni ripetute di sostanze p roteiche, il fegato per·d e tale funzione, perchè le cellule epatiche si alterano vacuolizzandosi. Nell'anafilassi 1digestiva cronica il lobulo viene addirittura leso in maniera diffusa. Gli AA., varian•d o in più di 70 maniere le con. dizioni. siperim entali, e realizzando stati ·d i anafilas.si diretta e cro·c) ata, hanno potuto constatar e che n-ella pro1d uzione 1dei i en om'eni anafilattici di or1gi n e ·digestiva non esiste una· s1pecificità ri.gorosa, e tali constatazion i hann o il loro riscontro n ei fenoméni di antianafilassi e di disen si-b ilizzazione. D' altro canto, realizzata la sen sibilizzazione, l'inten5ità ·dello choc •è regolata dalla qualità della sostanza scatenante. Il saggio d ella sensibilizzazione per mezzo di ct1tireazioni non 1è riuscito, forse a ·causa della ·specie anin1ale sulla quale si esperìmen tò.
3ì
1
1
0
- -
PR~TICA
Gli l\ A. hanno voluto poi stu1diare anche l'anti. anrufilassi digestiva sperimentale , dividendo i re. sultati in d ue gruppi. Il primo .grupipo ·comprende g·li esperimenti d1 odisen sibilìzzazione 1p er mezzo di una dose minima di antigene, somministrata in una volta (p·e r es., una .g occia di soluzion e idi p eptone al 10 %. o a do·si frazionate somministrate per via gastri•ca, sottocutanea, transcutanea o p eritoneale. Tale ·disensibilizzazione n on ha .·carattere spect~ fico, m a è r esultato ·c·he le sostanze omolog·h e proteggono me.g lia -delle eterologhe. La sua durata è breve, e dopo circa una settin1ana scomparisce. Si tr atta perciò piuttosto •di una 1preservazione temporanea, cui si ad1dice la denominazione dt cc 5'chepto1ilassi ». Il secon·do gruppo comprenid e esperimenti dt disensibilizzazione per m ezzo di .somministrazi0ne prolungata ,d 'antigene. Si pro.duce -così uno st ato r efrattario per un pro 0esso duplice; l'immt1nizza.zione 'Progressiva del sistema sensibile alle eccitazioni 1proteiche (.si-sterna n ervoso d ella vita di nutrizione) e la realizzazione di un atto di. difesa locale a carico 1della parete intestinale e ·del fegato . .i\.n·c he in tal mo1do non si staibilisce però 11n vero e proprio ritorno allo stato normale, sì che si può parlare piuttosto di immu~ ntzzazione, ·di d urata più o meno lunga. Come conclusion e del ioro lavoro, r iportan·do i fatti sperimentali all'osservazion e clinica, gli A.iA. si dichiarano parti-giani di un con cetto unitario·, romrpren1dente l 'i-diosincrasia, l'intolleranza e l'a, nafilas.si, eSipressioni diverse di u no stesso statù ò ' ipersen sibilità. f
1
1
1
M.
F ABERI .
Milza, sistema reticolo-endoteliale e disintossicazione. (~1ARCEL
H AEUDEL
e
ENRI QUE R OSENZNAIG. IJeutSche
med. 1-l' oc.h., 19 febbraio 1926).
F. nota già da lungo l'azione del fegato quale
organo di 1disintossi1c azione dell'org·ani.smo e sipe• cialmente dagli autori francesi lfu so1stenuto , che un danno del fegato 1dava luogo, a nu,m erosi sinto·m i e icomp1essi sintomati-ci. I ,releni sia organici , ch e c·himiiei, attra·vensan~do la barriera d el f 8gato vi sono trat tenuti o indeboliti. Num ero·se esp erie~ze e osservazioni con1 d ussero a con siiderare il fegato co·m e l'organo che gio ca la parte più importante nei pro1cessi di disin tossicazione, rbe sono in parte fenomeni fisico-chimici e chimici, e potrebbe trattarsi rd i assorbimento dei ,·eleni nelle cellule eipaticl1e, 1di combinazioni chimiche, distruzion e o trasformçtzione in sostanze innocl1e; •di questi 1p rocessi i m eglio conosciuti sono la form azion e delle urine, e le ·combinazioni 1
1
1
1
--
~-------· -
910
IL POLICLINICO
degli actdi 1solforico e glucuronico. Handel in una precedente comuntcazione su 1questi a:cidi venne alla conclt1sione che ·soltanto in malati di atrofia a:cuta o su·baicuta del feig ato si aveva una note''ole .diminuzione 1della combinazione idell'aici1do solfori·co, mentre 1questa era quaJSi normale in ci; rd a ciò l'A. concluse itter~ci catarrali o cirroti1 che oltre al fegato ·devono essere colpiti in manj era ac11ta anche a-ltri organi. Delle &sperienze condotte an1c·h e col •chinino, portarono agli stessi ristiltati. Allora biisognò rpe11.sare a:d un sistema di organi che potessie ro aissumere .l a funzione del fegato e come Moto·h asi trovò ch·e nella splen·ect1mja, fegato e m:iidollo o·ss~o assumevano la produzione di anti'co·r pi, in ,questo ·caso fo·sse la milza e·d i•l si·stema retiicolo-en:doneliale, ·cl1e assumevano la funzjone del fegato. In base a queste premesse gli autori intrapl'lesero delle esrp.erienz.e in topi in ·cui il si-sterna reti•co lo-enid.o teli.ale era ridotto c on la splenectomia o col ·blo.c caggio con metarlli colloi1d ali o contemporaneamente con ambedue .questi sistemi e :si pro·ce·de alle intos:si:cazioni con Stri-cnina, chi. nino e cocaina. I ri's·u1tati con la ·stri cnina ed il chinino furono presso1C1l11è nulli; ·i11ve:ce da quelli con la co·caina si e.bb·e una n etta ·diflferenza fra gli ani·m ali s ani e quelli .smilzati o b1o·ccati. Qu·este esperienze inìd i1cano la partec.i'p·~zione del si~ sterna retico1o-eDJdoteliale alla ·disi.n tois sicazione de:g~Ji a1'caloi1 di 1dell'·orig·anis·m o e che la . parte del feg·ato ·Ch·e ·è preposta a qt1esta funzione, so·n o le I cellule di Kupfer. 1
1
1
1
VIDULICH.
NEUROLOGIA. Etiologia e patogenesi della sciatica. •
Munchener A1ed.i.zinische Woch.enschrift, 1925, Il. 39).
(KLE1N.
Lindis tedt di Stoccolma i11 qt1esti ultimi anni ha S'vil11ppato in numero.si lavori una nuova teoria sulla patogen esi 1della sciatica, secondo la .quale nella grande m aggioranza dei ·casi si tratterebbe di u na n evralgia •r iflessa ossia di un fenomeno d'irradiazione. La scia tj ca i·diopati·ca o primaria che 1dipen1d e da alterazio11i n euriti-che dello sciatico lè relativamente rara in confronto della ,scia. tica secorrdaria o sintomatica. Quest'11ltima finora era riferita all'azio•n e . m eccan i.ca esercitata s ul tronco nervoso da parte di processi morbosi lo. calizzati in vicinanza del tronco stesso. T11mori, processi infiammatori, Yarici ed altri fatti morbosi comprimendo il tronco o le radici del n ervo :produrreb·b ero i f enorneni dolorosi, che per altro sarebbero iprodotti anche da ·diffusione dei processi infiammatori al nerYo. Le ricerche di Lind1
[ANNO XXXIII, FASC. 26 j
stedt attribuire!b·b ero a questo gruppo di sciatiche un'altra patogenesi. L 'A. 11a stu·d iato nella Clinic3i Medica di Praga 105 casi di s·ciatiea. Di questi 19 presentavano sin. tomi di neurite dello sciatico consistenti in indeboli_m~nto del riflesso patellare ed achilleo, atrofia, debolezza motoria, disturbi ~ensitivi . In quasi t11tti i ca.si si trovò che la neurite •s opravvenne in se.g uito wd in·f ezioni (influenza, tifo, :d issenteria, tonsillite); in un -caso fu consecutiva ad un trauma. Gli altri 86 casi non rpresentavano sintomi neu. ri.ti.ci. E tra questi, si n otarono alterazioni che -rl:ivano ragione •d ella sin·d rome sciatica, come carie vertebrale, poliartrite reumatica, artrite de formante, coxite, anomalie della statica, ·cifosi abnorme, s·colios~, lordosi, piede .Piatto, e m,eno frequentemente .v arici, ernie, af.fezioni ginecologicl1e, emorroidi gravi, ptosi addominale. Solo i11 due èasi di questo gr111ppo si c°'nstatarono succesente sintomi neuritici. Negli altri casi ma11·sivam , cava og·11i segno ·di lesione del tronco nervoso; il dolore .era l'unicò .sintoma. ·L e osservazioni su accennate costituirebbero fino a:d un ·c erto punto la conrf erma 1delle vedute •di Linds~edt sul mo,do ·di produzione della sciati·ca. In tutti i easi di i.sciatica ·con alterazioni morbose .secondarie ·dell'estremità inferiori o d ,el bacino, queste erano localizzate allo stesso lato del ·dolore. Una pressione ·d iretta idel tronco nervoso, éome causa meocani.ca di lesione del nervo, deve essere esclusa 1per la maggior parte delle accennate affezioni (r eumatismo articolare, ernie, piede piatto, ec·c.) . Niè è a·ccettabile la ipotesi che altre a,f fezioni se.co·o oarie 1come le varici ed i tumori degli annessi possa.no provocare una lesior1e meccanica del nervo. D'.altra parte , per tali casi 5i potrebbe accettare la patoge11esi m·e ccani1ca ·della sciatica solo se fo ssero presenti altri .si·n tomi .della n evrite traumatica come atrofia e debolezza mu.s colare, distur.bi dei rirflessi e della .sensibilità. . Bisogna infin·e ri.cor·dare che autori americani ... ed inglesi, che ·hanno praticato esami istologi.ci in numerosì ca;si di 'Sciatica, non .hanno mai con statato alcuna lesione •del tronco nervoso . .\.!l'opinione ·d i Lindstedt 1corris1pon·d e anche il fatto che la m a:ggior parte delle sciatiche con le co.sì 1dette .alterazioni secondarie. sono da considerare dipen·d enti 1da processi morbosi localizzati nel ·c ampo di 1distribuzione dello sciatico, analogamente a .quanto avviene n elle neuralgie riflesse n el senso di Mackenzie. Tali processi morbosi in relazione con un'ipersensibilità centrale dirpendente 1da costituzion e neuropatica producono le form e iP iù caratteristiche di sciatica. Deve essere anche notato cl1e questa ipersensibilità .centrale o dispo1
1
I
.
,
,
•
[ANNO
XXXIII, FASC. 26]
911
SEZIONE PRATICA
sizione neuralgica può essere causata da sforzi 1nuscolare prolungata. Questa stano istanchezza , chezza cronica può essere ·determinata da tutte quelle anomalie ·delle ossa, ·dei legamenti e delle articòlazioni (poliartrite, ·p iede piatto, coxite, scoliosi) che ·p rovocano aJ>.norme iperfunzione di determinati gruppi muscolari (fissazione perma11ente nelle affezioni articolari dolorose, correzione· nella scoliosi e nel piede piatto, ecc.) . E si comprende facilmente come tale contrazione per. manente pro\'Ochi .stanchezza e notevole irritabilità anche nelle sfer e sensitive dei segmenti cor rispon·denti. Occorre aggiungere che con lo stesso criterio patogenetico .si può spiegare la sciatica che si verifica in in•divi·d ui obesi, in .quanto l'alterazione della distribuzione del grasso ed il conseguente spostan1ento dell'equilibrio corporeo determina l'iperfunzionalità e la stan chezza di alcuni grt1ppi muscolari. A·dunque nella maggioranza dei casi di sciatica si tratta di una neuralgia ri.flessa, analogamente a 1quanto avviene n ella neuralgia del trigemino, che "opravviene in seguito ad affezioni di os.sa e parti molli che si trovano nel campo di 1distri1buzione ctel detto nervo (lesioni dentar~ e. affezioni nasali. ec.c.). Bisogna tuttavia tener presente certe differenze della specie di :fenomeni dolo.r osi tra • sciatica e neuralgia del trigemino. Mentre in questa il doìore iè n ettamente accessionale, nella sciatica il dolore è continuo pur aven·do di tanto in tanto esacerbazioni. ·L'analogia tra le due neural$'ie consiste essenzialmente n ella irradiazione del •dolore e nel fatto che il ·d olore >è localizzato dallo stesso lato delle alterazioni morbose. Comunque vi sono casi, nel materiale .studiato dall'at1tore 18 casi, nei ,qualj 1a sciatica non è accompagnata .da lesioni neuritiche, n è da alterazioni morbose secondarie, e n ei ·quali pertanto la 1patoge·oesi rimane d el tutto oscura. 1
DR.
Il cordoma. (COE.NEN. Britns' Beitr. zur Klin. Chir. Bd. 133, H. l. }
Il cordoma ·è un neop1a$ma da resti cellulari rtella corda dorsale embrionale. Essa come è noto st e~tende dallie prime vertebre al ·Coccige e scompare .con lo sviluppo della colonna vertebrale rimanen·do qualch-e r.esiiduo in •corr~spondenza del dente dell'ep·i strofeo insieme col ligamentum apir.i s dentis. Qltre questi resti fisiologici &i ipossono riscontrare altri patologici nella 1p arte craniale o caudale della colonna, sotto e sopra la base, intorno all' epistrofeo, al coocige. Qu esti residui sono .stati studi ati nei feti e neo11ati da Mull.er, Llnek e V\7 arstat. Da questi resti .si possono svilu·ppare tlrmori, cordami, cl1e a seconda della po·si-
zione possono ·distinguersi in: cor.do1ni craniali (del clivus, dell'ipoftsi, nasofaring.ei, del dente); Col'do.m i vertebrali (rari); còrdomi caudali o sacrococcig.ei (antinsacrali, retrosacrali, centrali). I cordami del clivus sono distinti in benigni e maligni: i cordami benigni della letteratura sono 21. Il primo ,fl1 de.scritto da Vir·chow (1846) sotto forma ·d i t11more con cellu,le ve.scicolari impiantato nel clivt1s di Blumen.b ach e che si estendeva verso !::t sincondrosi sfeno-occipitale. Ad esso 5eguirono i casi di Luscb.ka, Haisse, Zenker, San.g alli. Questi tumori pr.esentavano 4 caratteristi·che: la sede ' ' erso la base, l'as1p etto gelatinoso come bile, l'impianto in una pi·c·c ola esostosi, la presenza di cellul e. vesci·c olari ·dette da Virchow fisalifore. Ad essi Virchow dièd1e il nome di: Ecchondrosi.s physaliphora sf eno-o·c.oipitalis interpretando le cellule fisaliformi come cellule cartilaginee. Con gli studi di !\1'l1ller (1858) sui resti 1della corda dorsale venn e a.ssodato che il tessuto non era cartilagineo ma di cellule della corda, onde il Muller .denominò tali tumori ·cprdoidi o cordami. Ma con gll .~tulii di I<Iebs si tornò a far prevalere l'.i·dea di ' rirchow finchlè Ribbert e .steiner (1894) non di-mostrarono la idea di ìVIuller con l'assodare ·che : i tumori ·del clivus si svolgevan.o esattamente me1diani, nel posto della corda dorsale, mentre le esostosi da resti cartilaginei potevano giacere lateralmente, in ne.ssuno .p oterono .dimostrare 1 a provenienza ·dalla cartilagine, le celll1le fisaliiore somigliavano istologica.mente a quelle dei residui della corda .descritti ·da Kolliker. Ribbert abbandonata la via delle statiis ti-che anatomiche, fece degli esperim·enti nei conig1'i ·sui quali stacc'ò il ·cos1detto nucle'Us ipulpo1sus, noto come resi-duo della corda, ·dal coocige e dal tessuto così distac.. cato ebbe segni ·di proli.f erazione con la formazione di noduli neoplastici fino alla grandezza di ciliegie ·che avevano dei punti di contatto con i tumori del clivo. Secondo Ribbert le cellule fi.salifore 11on contenevano aria o g.as, ma vacuoli con prodotti di secrezione cellulare che da Nebelthau furono d·efiniti come glicogene. · Dai 21 casi di co:rdomi benigni tratti dalla letteratura .si 'PUÒ desumere che: ·da resti non assorbiti della corda dorsale, spesso in vicinanza di esostosi, nella parte basilare ·del clivus si svilup. pano corpi d'a una ciliegia 8Jd una noc.e ch·e pren·do110 rapporto con l'aracnoide o con l'a. basilare; alcune volte hanno sede sottodurale, qualche volta i)e1iorano la dura. Oltre che esostosi 5i possono rin,renire framm enti di tessuto cartilagineo in ieo.n nes1si1one con ne 1Cellule fisalifor.e, 'Ciò ·Che spiega rantica interpretazion.e di Virchow. Juesti tumori, pur avendo perforato la dura, non rpresenta110 caratteri de.struenti. La perf orazion.e è apparente poichè tali tumori accoppia11dosi con eso1
-
912
... .
-
-_
-...,.....---
-
II POLICI.lNICO
stosi che circondano ad anello possono svilup. parsi sia endo che estraduralmente. Istologicamente i cordomi benigni sono caratterizzati dalle cellt1le fi salifere poste in una sostanza intercellulare omogenea o stratificata creduta da Virchow com.e mucina. Secon.do Nebelthau si possono trovar.e ancora cellule poligonali senza vacuoli, che si trovano più spesso nelle mo·dificazioni maligne. Come fen omeni regressivi si possono riscontrare delle cisti, ·ohe furono trovate in tutti i suoi tre casi d·a Nebe1thau. Il cordoma maligno del clivo si distingue dal benigno principalmente per la sua grossezza, per ]'invasione nel cervello e per il suo aiccrescimento destruente. In sito dà i segni dei tumori della base con compressione mi·dollare e qui,n·di paresi dei vari nervi, .qualche volta esoftalmo, emianopsie a 5econ·d a l'estensione più o meno grande del tumore. I casi studiati in vita come tumori mali·g ni sono stati diagnosti·cati per .c ordomi soltanto alla sezione. N·ella letteratura ne .esisto·n o 14 casi. Questi tumori si :Svilup1p ano lentamente. 1L a maggior parte dei pazienti colpiti aveva l'età S·o pra i 30 annj, Il numero ,è uguale nei due sessi. Dall'inizio dei sintomi alla · fine si hanno diversi p·erio·di: in alcuni il decorso è di un anno, in altri da 4 a ~ anni ed an•cora più fino a 12 anni. La forma è varia e quan·do si estoode molto il tumore rag.. giunge Ja sella turcica, la cavità orbitale, la nasale, la massa ·Cerebrale. Dove giun.gono di~strug gono j tessuti sia O·SSO, sia sostanza nervos'l... Con la di·struzione dell'osso basilare possono far sporgenza nel retrofaringe. 1Dap1p rima i cordomi del clivt1s si accresco.no esipan.s ivamente, senza distru gger.e e solo negli ultimi stadi acquistano· ~c. cresci.mento a.g gressivo. Con predilez•i one come i sarcomi delle o·ssa, p-enetrano· nei vasi sanguigni per es. nelle vene •della pia, ,n el seno cavernoso. I. sintomi cl'inic·i di .qu.e.sti tumori sono: dolori nell'interno del cranio, alla nuca , alla fronte. ll1ngo il trigemino, vomito, ni&tagmo, delirio, aumento d ei riflessi te·n dinei, papilla da stasi. Per paralisi ·dell'abducente si può avere strabismo e visio.n e doppia, 1Per quella del IIJ, IV, VI olftalmop legia, in·eguaglianza e rigidità ·delle pupille, da un solo lato o da tutte e •due gli occhi se il tumore in,rece che a sede laterale è mediano. Si possono avere do-lori, ipoestesia, nel territorio del tri gemino, anestesia 1della ieorniea e della congiuntiva quando il tumore ha rag.g iunto il ganglio d1 Gasser e le sue raidici. Si possono riscontrare alterazioni nel territorio del faicciale, ·dell'a·custico, del nervo accessorio e d-ell'ipoglosso con indebolimento del m. trapezio ed emiatrofia della lingua. Spesso si hanno alterazioni tonico-cloniche degli arti, emiplegie ed emipar esi spa&tiche, emianestesie. P er compressione del chiasma e del tratto 1
1
.
[ ..\NNO
XXXIII,
FASC.
2-6j
ottico si ha emianopsia, e per reazione del cervel. letto dallo sviluppo del tumor.e verso tale organo l'atassia cerebellare (andatura barcollante, caduta ad occhi chiusi, adiadococinesia). La protrusione del bulbo e la chemosi si ha quando il tumore in~ vaide la cavità orbitaria, le -emorragie e le alterazioni dell'olfaitto qua-ndo . raggiunge la cavità nasale. L'anosmia centrale iè rara, e così quella per compresstone ·diretta del bulbo olfattorio. Ne. gli u·l timi te·m pi i pazienti possono 1Presentare son- · nolenza, apatia, ·sintomi bu'lbari oltre che disartria ed alterazioni del polso. La morte avviene per lo più in coma. I iSegni ;più precoci sono quelli della sfera visiva. La diagnosi di cordoma ·deJ.la base è stata finora fatta solo· .due volte in v'ita mediante l'escissione di un frammento. Senza la ricer.ca istologica la diagnosi di cordoma ·del clivio si p·uò appena porre. La diagnosi è sempre di un tumore della base e solo come possibilità .si può aimm·ettere il cordoma. L'esame radiologico che è stato fatto due volte ci può mostrare ero sioni ossee e del cl1vio, ·della sella turcica. L'unico ca;so finora operato e guarito è un co!'doma del clivio deJ.la grandezza di llna mandorla, .dovuto ad Argaud e con il miglioramento della conoscenza su questi tumori si possono aum•e ntare i casi. Per la terapia si deve dtstinguere il comportamento della dura e del cliv.io. I cordomi del •Clivio intradurali si devono op.e rare come i tumori del cervelletto e dei peduncoli cerebellari con ablazione di una parte .della squama occipitale ed ape!'tura della dura, una via 1descritta da Argau·d. I cordomi del clivio ~u·bdurali vengono a.g grediti ed estirpati senza .aip ertura della dura dopo l'ablaz·i one della m-età ·della squama occipitale 1sotto il seno trasverso. In a·l tri casi si può utilizzare la via occipitale. I cordomi ipofisari rpossono essere propagati da, ~livio ma l'interes•se maggiore è di qu.elli primiti\.Ti di cui esiste un .caso operato da Spies·s . Si trattava di un paziente di 28 anni iehe da tre mesi soffriva di cefalea e diminuizione della vi~ta, senza papilla da stasi ma con emianoipsia bitemporale. La malattia si localizzava intorno. al c·h iasma, ma per la mancanza dei sintomi ipofisari ·s i poteva anche ,e scludere un pro.cesso delle vie cerebrali. Con l'esame radiologico si notava svasamento ·della iSeJ.la tul'cica ed irregolarità dei process·i clinoi·dei. Spiess seguì la via nasale ab. battendo il setto, la parete sfenoidale ed aprendo l::t ieavità s1f.enoidale. Asportata la parete ante. riore vide una membrana bianca. In un secondo , tempo, fatto un taglio nella mambrana, trovò una cisti che asiportò tamponando il cavo con garza iodoformica. La cisti aveva la grandezza di una noce avellana. Subito dopo cessarono i dolori di testa ed il vis us n1igliorò. L'esame istologjco ri1
--
: ..\X'.\O
XXXIII,
FASC.
26)
SEZIONE PRATICA
\'Clò trattars1 di un tu1nore co.11 cellule della cord'1
dorsale. T cordo1ni i1)ofisari sono caratterizzati per la cornpressione ·del chiasma da emianopsia inonoo bitemporale come i tumori dell'ipofisi, di cui rnancano però le alterazioni endocrine, acromegalia e distrofia adiposo-ge11itale. La cefalea c;i l1a fi11 dall'inizio. Sono interessanti le alterazioni r~ dialogiche della sella turcica. La natura del tumore non si può diagnosticare cl1e con l 'esame anatomico . .Jl rordoma naso-faringeo ,p uò essere secondari1 a quello del clivio che attraversato l'osso basilare Yiene a fare s1p orgenza tra la mucosa e la faccia ,·entral~ del clivia ·come nel caso descritto da T.i nel< dia·g nosticato dopo l'esame di u.n frammen. t.n escisso. Il tun1ore si estendeva sotto e sopra il clivio e quindi oltre la prominenza del retroifa. ringe dava i segni di u11 tumore della base con pare~i e paTali si di nervi cranici. Può essere prlrni tivo con formazione d'una tumefazione nella cavità nasale ch·e ostacola la respirazione e c·h e si . ,-iluppa da relitti ipobasat_li, retrofaringei di corda. Ne sono riportati 4 casi nei quali la diagnosi fu fatta con l'esame istologico. Tutti furono operati e furono seguiti da reci·diva. In uno fu ap1p l iiC·.ato il radj o senza successo. Il col'don1a del dente dell'epjstrof eo è stato finora osservato una sola volta da Fi.scher in un giovane di 16 anni che aveva presentato: paresi c!P.1 braccio sinistro, clono del ptede con dolori alla nuca. Creden·do trattar.si di una spondilite tubercolare fu fatta una fasciatura estensiva. Più tardi s.egl1irono paresi di tutte e du.e le braccia e clono di ambo le .g ambe, ten·d enza ·del·1a testa a cadere a .sinistra, deviazione dell'occhio sinistro e .c:lella lingua verso destra. ·doppia papilla da stasi e poi m orte i1nprovvisa . .A.lla sezione ;praticata da . tei.ner si trovò un tumore che si estendeva dal1'.epistrofeo al clivio ed al forarne occipitale comprimendo il bulbo ed il midollo ed in.globan·do J'abduoens sin. e l'i·p oglosso. Il tumore s.tu·diato istologi camente da Fischer fu interpretato come nn cor·do-sarcoma. La sede primitiva sull' epistrofeo è convalidata oltre che dal reperto anatomico clal décorso dei sintomi coi caratteri dap:prima cii n11a .spo.n·dilite, cui segujrono poi i segni cerebrali coi disturbi ·dell'ipoglosso. vago, oculomo1ore e abctu.ce11te. ·rale possib·i lità è anche in ar· mania ·con gli studi idi Muller che trovava frequenti i resti ùi corda sul dente dell'epi&trofeo. In un seco.n do tempo i co!'ldomi del dente si confondono con quelli d el clivio ma in iprincipiu wno di·s tingnibi1i; quelli del clivus iniziano · coi segni oc11lari e •d.ei n ervi della base, q:t1elli del dente coi segni degli artL 1
91i
Il cordorna vertebrale è una rarità. Due osser,·azioni apparten gono a Luscl1ka con sede nella colon.no. lombare; venivano fuori ·dal riucleus puìposus e sotto il l igam~ntum longitudinale posterius spuntavano di fronte al . canale vertebrale. Heine (Praga) ·estinpò dalla parete anteriore d.ella colonna cervicale u.n tumore peduncolato della grandezza di un fiico e che mostrò le caratteristiche cellule vesci·colari e che da l{lebs fu descritto col nome cli. condroma cor1dale. Morpurgo •h a ·descritto u11 voluminoso cordo1m a della colonna lombare in un topo osteomalaci.co. Il cordoma caudale -è di co noscenza più recente <ti qn ello craniale e si annoda ad llna pubblicazione di Fel1dmann del. 1910 seguita da casi op erati , :·aggiun1gen.ido una ca;sistica ieli 26 ·co1npl-ec:.. ·sivi di antesaierali, retrosacrali e centrali. I cardo.mi antesa•crali sono 13. Essi hanno seae tra il retto ed il co.cicige nello stesso punto o più in alto di dove ·si sogliono trovare i teratomi coccige-i che, come riferi·sce Henn1g, possono conten·ere tessuto cardale. S-i p ossono estrinsecare nella punta del cooci.g e o verso la parete del retto o 1del si.g ma. Sul loro 1svil~po· hanno influenza 1 trau·m i, come le ca:dute. Co,m e sintomi possono dare idolori lan·cinanti, alterazioni della minzioin e e della defecazione fino alla incontinenza quando aYYiene l'infiltrazione n eoplastica, e finalmente i segn i di un carcinoma del retto. ·Le r ecidive sono ' sPguite in 6 ·su 13. ed al massimo dopo due annt co11 proprietà maligne infiltrative locali e qualche volta metaistasi a ·distanza nel peritoneo viscerale e sulle gh1 andole cervicali, n egli organi (reni, pancreas, ecc.) nel tes&uto sottocutaneo. I cordomi retrosacrali sono in nnmero di 8 e 7.ono altrettanto maligni ·di quelli anteriori. Anche per quest1 il sesso maschile è più colpito. Posso . n o raggiu11gere dell-e dimensioni enormi al di sopra di una testa di feto. In qualcuno si rintraccia il trau.m a; la rectdiva si ha facilm ente, quando sono grossi po·ssono ·dare alterazioni sui nervi ~acrRli. Degli 01 p erati ·due morirono in collaS"O, ur1 altro con r ecidiva locale e metastasi con 1pol1nonite. Cordami sacrali centrali n e esistono 4 casl in uomini adulti per lo più veriso il 60° anno clie presentav·ano disturbi nervosi. 1 risultati operativi di questo gru·p po sono cattiv.i : nel migliore del ca.si operato da Poel iSi e·bbe la recid iva in mezzo anno ·e in quelli operati da Pertl1es e <ia Boit non si potè evitare una infee;ione della tf erita. Nella etiologia di questi gruppi di tumori rientrano i forti traumi n·el coccige. ·I disturbi n.ervosi sono sensitivi e 1notori; nevralgie nella regione d el1'e nat-i ch.e con acc es si intermittenti e ciò forse in rapporto con flus sioni 1periodiche nel territorio <Jella Y·ena e arteria jpoga·stri ca r coll a ripienezza 1
1
1
~-- -- ~,--- -
91~
- ---
~-----.,- ~
II. POLlCLINICO
rlella vescica e del gros50 intestino. Si può avere L:incontinentia alvi et urinae. Anche le alterazioni motorie sono a cari.co della vescica e del grosso intestino, co.n dis uria, pollaohiuria, contrazioni ve"cir.ali e coJ.iche. Anatomia patologica. tLa caratteristica istologi.ca des·critta da Virchow è quella ·delle cellule fisa~ li.fere costituite da una m·e mbrana con •un nuc1eo spinto per lo più da una parte e vario di aspetto: alc11ne volte presentano una grossa ve~cicola, altre \ 7 0lte tante piccole, oppure una grossa centrale e tante ipiccole perifericl1e. Esse provengono da cellule roton·de più piccole con contenuto granuloso e nu,c leo ovale. Un tessuto tibroso costitui.sce l'imp alcatura del tumore. ~on le reaz-i oni microchimich€ si è stabilito eh.e nei vacuoli è contenuto gli·cogeno. Nella parte pri.nci.p alc dei piccoli tumori si trovano le cellule della corda che sono di ·d·11e .categorie; 1con forma poligonale e nucleo gros8o, ovale, con vacuoli più o ..m.e no gran.di fino all'aspetto ·d i \re&cicole. Si possono trovare in mezzo anche cellule ossee, che si c onfondono con le cellule ·del cordoma. Per Io più il corooma m ali·g no è circo11datò d·a una capsula connettivale ch e manda n ell'interno dei .sepimenti divi·dendolo. ' Il tessuto è grigiastro ·e legg·erm·ente bru.n o, di aspetto traspar ent~, gelatinoso, non raramente rontiene d ell e cisti o è tutto trasfor.mato in u.n a r,i•St.i. O!tre le ·cellule fisalifer e sono state trovate cellule stellate con vacuoli che si possono con. . si·derare come aspetti ameboidi dell e cellule .cordali. Spesso si trovano c·ellule in sincizio ed altr~ volte cellule fusate con ~aratteri .sarcomatosi. Il carattere blastomatos o è ·dato dal polimorfi·s mo , dal!'atipia, dall e numerose mitosi con conformazione atipica o plur~polare. La sostanza intercell11l are amorfa è alle volte tanto ricca da fo1·mar.e d·elle isole. Essa è secondo alcuni formata da mucina, per altri di .g li•coge·n o essendo formata dalle ·Cellule che si rom'Pono. L'accrescimen. to de5truente ·dei cordami mali.g ni viene dimostrato con la penetrazione osservata dai vari autori n e!le ' 'en e e n elle vie lintatiche, nella pia, nei !asci muscolari, nelle ossa o colla formazio · ne di metastasi. La differenziazione istologica fra il col'doma maligno ed il benigno è molto di!fi cile e non bastano i dati dell 'accrescimento invadente, delle mitosi, ecc. . F. sorprendente 1a rarità della formazione di metastasi pur essendo stati osser vati zaffi di cordomi invaidenti le vene e i lirufatici . La malignità clei cordomi n1aligni non ,s ta nella m etastasia, ma nella possibilità di reci·d iva l ocale. Nel mezzo del tessuto d€1 cordoma sono stati trovati spesso ele.inenti ossei che per alcuni sono r esi·dui di o"so inva~o. per altri fa5i di trasformazione di r n tessuto osteogPno. R. BRANCATI. I
•
.
-
---~-
[ ANNO
XXXIII,
FASC.
26]
ORGANI DIGERENTI. Diagnosi del ca1·cinoma gast1·ico. Die Kreb skrankheit, na 1925). ,
(GLAESSNER.
nota la gran.de if requenza del carrcinoma dello stomaco che vicino a qu~llo del retto rappresenta iper l'uomo qu ello che nella donna si ha nella mam·m ella e nell'utero. E in discussione se vi intuisca l'ereditarietà. Boas ed altri autori antichi ne du·b itavano; è certo però che il caI".cinoma gastrico si verifica sp e~ so nei discen denti. I .'età p11r avendosi dei casi a 14, 19, 23 anni è d'ordinario quella dai 40 ai 50 anni. Il modo idi vita ha certamente una influenza nella insorgenza. È falsa l'opinione che l'alimentazione carnea fa\1 orisca il carcinoma gastrico poichè si sviluppa anche nei vegetariani. L'insorgenza può e~ sere ·s ubdola o brusca. L'appetito ha pure com1portamento vario p otendo in alcuni casi essere con &ervato fino negli ultimi stadi. I segni clinici generali compren.dono: sintomi subiettivi come debolezza generale, dolori n ella regione gastrica, mancan za di appetito, stimolo al vomito; sintomi obiettivi come il vomito ch·e però è un segno tardivo, alle volte con sangue, feci scure, cacl1essia, abbassamento di peso e della temperatura, l'anemia con carattere di anemia secon·daria distlnguibi le ·da una anemia perniciosa o secondaria ad emorragia da ulcera p er la mancanza di uro·b ilinogeno. I segni locali sono tardivi; la ;ptresenza di un tumore, la grandezza, la posizione, la spostabilità, la ·àolorabilità, la forma , la consistenza sono caratteristiche 1per un carci.noma. Riguardo alla grandezza vi sono tumori voluminosi operabili, m entr e altri pie.coli, come ciliegie, sono già m etastatizzati. Spesso si hanno metastast linfatiche , specialmente sopraclavicolari. Segni cl1imico-biologici ci vengono dati dall' esame del succo gastrico n el quale istologicamente si possono notare mitosi cellulari , corpl1scoli del sangue e · col pasto mancanza d'acido cloridrico (90 %) , presen za ·di acido lattico (da m ettere in evidenza col metodo di Hopkins). La presenza dell'acido lattico 1Però n on ·è un segno assoluto potendosi trovare in altri ca si di ritenzion e. La pre~en za costante dell'acido cloridrico parla per nn'ulcera , la mancanza o la diminuzione p er un carcin oma . In cir ca il 25 % dei carcinomatosi si trova acido cloridrico libero e molte volte ciò fa pensare all'ulcera che si trasforma in car cinoma. Gruber in uno stesso individuo trovò un'ulcera perforata, un a con emorragia ed una degenerata i 11 carcinoma. Una difficoltà è la differenziazione d'una achilia da can cro da una achilia ordinaxia dello tomaco per cui sen•e la reazione di Sa1oÈ
•
Springer, Vien-
1
•
[.A~N~O
XXXIII ,
FASC.
26]
SEZIONE
con la quale si nota l'aumento ·dell'albumina nel contenuto gastrico del carcinomatoso. Anche l'albumina dializzabile è aumentata. ~el succo gastrico del carcinomatoso si può trovare della lecitina. ·B acilli come .quelli di Boas possono esere trovati nella proporzione di 80-90 %, le sarcine n el 20 %. Recentemente Luger .h a tro' 'ato nel succo gastrico dei can cerosi delle sipiro.-chete che secondo Lauda provengono dalla bocca -ed alle quali si devono le alterazioni del succo. Fra le prove dei fermenti è quella del glicil-triptofano secondo Neubauer e Fischer che iSe è ne·g attva di·ce che non esiste un tumore ulcerato; quella dell' amidasi secondo H.alpern, dell'ernoli$ina secon.do Kelling. Vi sono ancora segni generali nell'urina, san·g ue, feci. Saxl trovava nell't1rina aumento dell'ammoniaca, degli acidi os'Siproteici , secrezione di polipeptidi, Salkowski ·u n at1mento delle sostanze colloidali. Fra le ricerch·e nel sangue sono : quella ·del potere antitriptico -che normalmente è ·d i 1: 4 mentre nel carcinoma è 1 :20; quella della tension e supel':ficiale del siero ·secondo Ascoli, la reazion.e di Freund e Kaminer colla preci pitazione o la lisi del~ tessuto canceroso. Recentemente Kahn ha dimostrato nel sangue dei carcinomatosi le cosi·dette albumine idrofile messe in evidenza da un intorbidamento con l'ag. giunta al sangue di una soluzione di .solfato d'ammonio. Di grande , -alore è la ricerca del sangue nelle f eci che può ess er fatta ·con la prova della fenolft aleina, della benzidina, del guaiacolo. In generale si p11ò dire ch e 1a comparsa persistente ·di Pn1orragie occt1lte senza vomito parla per il car. -c inoma; l'emorragia discontinua parla peT l'ul· t11011
1
<'era. L'esame raçiiologico può dare un complemento oip pure il primo punto diagnosti~o. ma spesso i se~ gni precoci non si percepiscono anche con l'esame r ontgenico. Delle tre forme di tumore dello stomaco, papilloma, ca'rcinoma midollare, scirro la prjma è la l)it1 facile a essere riconosciuta. Per 1a localizzazione si possono distinguere 3 gruppi: i cancri del car.dias o ·del fundus, quelli del cor. p us ventriculi e quelli dell'antrum i)iloricum che jpossono dare segni radiologici diversi come il mancato riempimento ·d ello stoma·co, i di·f etti di riempimento, lo stomaco a cle~si·dra (da ·dis,t in. g11ersi da quello ·da ulcere che comprendendo la grande curvatura assume la forma di ·u n manubrio). I tumori per quanto pie.coli mostrano una i ;.,ola chiara, o dei zaffi. Secondo Assmann i punti ·per la diagnosi precoce sono : difetti di .riempimento, contorni abnormi, irregolari, alterazioni di forma, pertuTbazione nella ·p eristalsi, alterazio11i di motilità, tumore, punto avvallatto, mobilità ·p as!S1va. !.'ideale per la diagnosi ·p reoooe sarebbe dat::i.
PRATICA flall 'esame endoscopico .dello stomaco, come per la 'vescica. La gastroscopia possiede due .sistemi uno flessibilé l'altro rigi.do che ·h anno pregi e difetti. Possono essere viste parti ·dello stomaco come il cardias, la pi•c cola curvatura, il princi·p io dell'antro, ma questo esame .sarà :più dtffuso quand) ~Jr1 1presenterà alcun pericolo. . Jacobeus ha sperimentato la laparoscopia p·er mezzo di un cistoscopio introdotto nel ventre da un piccolo occhiello mentre la cavità viene diste3a con aria o gas. 1Ma il metodo non è ·da :pireferirsl ad 11na lap arotomia esplorativa che può ·dare la esatta diagnosj. R. BRANCATI.
Contributo alla conoscenza dell'nlce1·a duodenale profonda. (LOSSEN e SCHNEIDER. Archiv . f. Klin. Chir., vol. 13i, f. II, p. 446). Nel caso osservato dagli AA. si trattava di una donna di 23 anni che era .s tata sempre bene. Improvvisamente fu colta da intenso .dolore nella metà destra dell'Ml·d ome, icontinuo, con esacerba. z~oni . . Per due volte aveva avuto v omito , d efecazione e orinazione normale. Nel nono giorno di n1alattia viene osservata dagli AA. La metà d estra (lell'addome era molto dolorosa alla pressione con punti di massima intensità sotto l' arcata costale e nella fossa iliaca. Non ·difesa. Nell'orina albumina, molti leucociti, poche emazie, cilindri ialini. T emper atura .a 38,5, a ti.p o continuo. Si pensò a un ascesso paranefritico. 1Nei giorni seguenti la temperatura si mantenne alta , 1dopo 15 giorni le . orin e erano normali. La radiografia d ei reni diede esito negativo. L'esame radiografico del tubo digerente diede un reperto insospettato. Il bulbo mostra una livellazione 1superiore, la porzione discendente del duodeno ha contorno irregolare; all'angolo inferior e 1Si osserva un difetto di riempi·m ento. Il quadro ra-diologico :parlava 1p er una nlcera duodenale ·della porzion·e discendente e ·dell'angolo inferiore, di veochia ·data. Il doJore per.sistette im·m utato, si ripresentò a intervalli il vomito; 20 giorni dopo l'ingresso si notò notevole difesa. Venne deciso l'intervento con la ·diagnosi di ascesso per itiflitico da appendicite perforata. Laparotomia parar ettale destra. L'ap1p endice, molto lunga, è di aspetto .n ormale, in posizione . retrocecale. Nei movimenti di spostamento del ceco compare pus .senza odore che esce da una cavità ascessuale che si prolunga verso il fegato. Si aggiunge una laparoto1mia sopraombelicale m ediana. Lo stomaco è normale. La cistifellea ha le ' 1pareti fortemente ispessite, infiltrate, con molte a·derenze, unita al colon trasverso. Do:po a'rer liberate le aderenze s i arriva su un ascesso ch e prende origine da una piccola perfora zione, già
----916
-----------------~--
[A.N~O
TL POl.lCI.lNlCO
l:l1iusa, d~ un'ulcera duodenale. Questa è situata nel punto di passaggio tra la porzione discendente e l'orizzontale inferiore. L'ascesso, intraperitoneale, si era sviluppato tra colon discendente e peritoneo· 1p arietale. Affondamento dell,ulcera, gastroenterostomia posteriore transmesocolica, sutura d~lla parete sopra il 'ombeltco, drenaggio dalla incisione pararettale. Il caso 1è interes•sante perchè n on è stata descritta ancora un'ulcera duodenale dell'angolo inferiore. La sintomatologia clinica giustificava la .diagnosi ,di a'Ppendi-ci:te, forse ..si • poteva pensare a tina colecistite, non ad una ulcera duodenale per l'assenza di dolori iPregressi. Gli AA. pensano di poter ascrivere la genesi a un corpo estraneo e la atipicità del ·decorso al contenuto alcalino del duodeno sottopapillare. P er quanto riguaroa l'ascesso, dato il quadro cl]nico, si può pensare a una peritonite da perforazione, con pus sterile, avvenuta secondo il meccanismo indicato da Moynihans. Tre sono i modl di formazion e di una peritonite localizzata nella t1lcera duodenale 1perforata: Secondo Melchior preesistono vecchie aderenze periduodenali che impediscono l'invasione addominale. Secondo Moyni.hans si avrebbe una perforazione molto sottile, per cui la '<Piantità di succo ·duodenale che n e esce è piocoli•s sima e la reazione i'rnmediata del peritoneo determina un precoce incistamento. ·Infine può determinarsi una peritonite generalizzata, ·Che decorre ·rapidamente e finisce ~er limitarsi alla peritonite circoscritta. , VALDONI.
CENNI BIBLIOGRAFICI. ' ' · J-J t;T TNET.. L e terralri héré<to-.syphilit1que. Aperç11
ri e p(tlhologie gé11érale et de cliniqi1e in{antiie. 'Jas-son et C.ie éd. Par1s 199.13, P'P· 455, 30 fr.
flntinel ci presenta in questo ,·olume un v·ero trattato di patologia generale d ella 1Sifilide ereclitaria per quanto egli •stesso confessi che il dominio di questa è 1così esteso che non gli è 1possibile di esiplorarlo 1comrpl.etamente n el suo lavoro. L'opera i cornipone, dopo una breve introduzione riassuntiva, idi tre parti. Nella pri·ma s-0no ~tucliate le mànifestazioni cliniche iniziali ed il terreno eredo-sifilitico vero e proprio. Nella parte seconda l' A. e~pon e le localizzazioni pii1 tardive clell'el'edo-sifilide n ei ·divensi apparecchi: circolatorio , iocomotore, sistffilla nervoso , aipparecchio r espiratorio. appareochio urinario, apparato dige. c:tivo con speciale rignrurdo al fegato , 1pelle e n1ucose. I.a terza parte infine è dedicata alle conseguenZf\ indirette d ell' ere{io-sifilJ.d e. alle distrofie pro
XXXIII, FASC. 26}
priamente dette e con 1srpeciale riguardo alle distrofie per lesioni delle ghiandole endocrine e pluriglandolari, a quel1le ilmputabili a lesioni visc·erali (diaibete infantile), alle diatesi in ra:pporto all'eredo-lue, ecc. Gli ultimi due capitoli trattano infine delle stigmate .e 1s egni della sifilide ereditari a e d:ella cura. L'opera è imp·r ontata aille più ·mo1derne \•edute di patologia e isotio questo .p unto di vista sono particola:rmente notevoli i capitoli sulle distroifie glandolari (en docrine) e pluriglandolari; ma è fiaci·l e al lettore di comprendere c ome essa ré11plpresenti il fr utto di una larga esperienza clinica che 11a ·p ermesso all'A. ·di esporre in forma limpida e sn ella, che ricorda in qualc he modo le incomparabili e magiistrali opere di A. Fournier, uno dei più importanti oaipitoli di 1silfilo•logia, il più importante forse per i suoi intimi rrupporti con tutti i rami deltl a ·patologia un1ana. L'e-sp-0sizione semplice e chiara no.n è a danno :della procisione de·l linguaig·g io nè della l]_)rofon. djtà dello studio, se anche in qualche capitolo alquanto schematica, il che del resto, quan·dO non si esageri, ha pure la 1sua utilità ai fini didattici. Boco dunque un libro c·h e tutti i medici leg.geranno con sommo iprocfitto e che volentieri segnaliamo ai nostri lettori. V. ·MoNTESANO. 1
1
1
1
' ' · CHIRIVINO. Atlalattie della Pelle. l\1anuale pratir.o. Napoli, T ip.· ·Ricciardi. L. 60. L'opera postuma •è pubblicata a cura del dott. Ra-pisar.di i! quale in tende co·s i di onorare il nom·e e Ja memoria del maestro: E una raocolta delle lezioni semplici e lucide, brevi, adatte per l'insegnamento a medici pratici e · a studenti. Lo sco-· po è mantenuf.o in una sobri a trattazione che va dall' a1fabeto della branca (lesioni elementari) alle malattie più complesse, raccolte per ordine alfabetico. P. L. BROCQ. Cliniques dermatoiogiques. Masson , éd. Fr. 60. ~el volume I'A. raccoglie una serie di lezioni impartite in diveris i ospedali, in anni successivL Sono consi·derati due gruppi di ·dermatosi: ad etiologia nota e ad etiologia ignota (reazioni cutanee) . Jn ogni malattia cutan ea nota o in ogni reazione cutan·ea a .causa ignorata, l' A. studifl l'importanza del ter.r eno individuale, analizzandolo negli elementi di predisposizione, l'ancestrale, le predisipo5izioni acquisite, le intossicazioni acc1. dentali o abituali, le disfunzioni endocrine. ecc. J.... ' ..\. , che è polemista, lascia l'impronta in ogni capitolo: qualcuno di essi è però invecchiato e forse l' ..\. avrebbe con note opportune potuto mPtterlo al corrente.
P.
'
[ANNO
XXX·1 II,
FASC.
26)
SEZIONE PRATICA
Dott. ERWIN PULAY. Ekz e1n U1Ul Urti karia. Urba11 e Schwarzenberg ed., 1~25. Ml\. 7.50; geb. 9.30. I .' _.t\ ., già noto per i suoi studi sul ricambio in dermatologia, espone in questo nuovo libro i' rtsultati delle sue ricerche 5ulla clinica, la patogenesi e la terapia dell'eczema e dell'urticaria. Og11uno &a quanto ancora controverse e dibat, tute siano le 1questioni riguardanti l'etiopatogene·si di tali dermatosi e ·q uanto difficile ne riesca talvolta la terapia. In .questo campo la nuova p11bbli~azione del Pulay, frutto di minuto ed accurato lavoro di analisi, può dirsi ap·p orti realmente un notevole contributo. Nella prima e più diffusa parte del volume viene studiato l'argomento della patogenesi dell'eczema analizzando dapprima l'essenza della dermatosi quale rprocesso infiamrnatorio, descrivendo poi, sia i rapporti intercorrenti tra si·stema nervoso, alterazioni del ricambio e cute, sia tutti quegli speciali momenti che adempiono l'ufficio di veri sensibilizzatori della pelle. Circa una metà del libro è dedicata all'importante capitolo della terapia sia esterna che interna ed in fine è raccolta un'assai ricca bibliografia. M. AGOSTINI . Die meaikamentose Behand.iwng der Harnrohrengonorrnoe des Mannes unà de• ren pharmakologischen Grundlagen. Urban e Schwarzenberg ed., 1925. Mlk. 9; geb. 10. ..<\LFRED
PERUTZ.
Ottimo manuale qu.esta nuova p.ubb'li cazione del P erutz. Nelle sue 250 e più pagine l'argomento è S\'olto ·su basi strettamente sci-entifiche e in modo oltre ogni 1dire esauriente. • La pr1m!:l parte è ·dedicata all'esposizione dej fondamenti teorici 1della .cura m edicamentosa, vale a dire ai risultati delle ricerdhe farmacolo.giche sulle singole parti dei genitali maschili, ·s pecie in raprporto alla loro innervazione. Viene 'POi esposta la cura generale con le varie misure igienico-dietetiche, qu-e.lla interna per mezzo dei balsamici e idei disinfettanti urinarii e quella locale. A proposito di quest'ultima ven·g ono passati jn rassegna, può dirsi, quasi tutti i rimedl che oggi si conoscono: e s.ì che il loro numero, d al INeisser in poi, è an1dato davvero m<?lti:plicandost di giorno. in giorno~ Speciale menzione merita il c~ito'lo sulla tera.. pia spe.r,ifica e aspeciifi.ca nel guale sono svolti e vagliati i varii metodi , fino ai più recenti, di più comune applicazione. L'ultimo capitolo riguarda la cura speciale ·della gonorrea ll!etrale e d ei suoi annessi , i metodi di provocazione. L'.I\. ha av.uto rper scopo 1di creare col n.uovo st10 libro una specie di Vademecum per il medico e lo specialista, una guiid a, ain1c·h e prati·ca, una raccolta di consigli cui poter al bisogno att1n. gere: io credo che a ciò sia pienamente riuscito . 1
...
1
M. AGOSTINI.
ACCADEMIE~
917 ~
SOGIETn MEDICHE, CON6HESSI.
IV Cong1·esso dell'Associazione Italiana per l'Igiene. (10-20 giugno 1926). Alla l)•r eseuza di S. A. R. il P .r incipe Ereditariio·, si è ina.ugurato in Torino questo Congresso a cui .accorsero nume1-:osi i cultori dell'igiene, insegna11ti universitari, ufficiali sanitari, medici •provinciali, enc. Nel discorso inaugurale, il prof. ScLAvo mise in rilie-v·o le beneim erenze di Torino nel campo della pubblica igie11e, esempio ed incitamento a tutte le altre città italiane . Un giusto compiacimento h:a poi espres1So 1' 0. 1per i prO'g.ressi ohe ·l 'igiene è \renuta facendo in Italia, progressi che si rivelano nella coscienza del p101polo e negli atti del Governo. E cita ad esempio: la legge di alto valore mor.ale che. mira a proteggere la maternità e l'infanzia, il a:·igoglioso svilu.p.p della educazio11e fisica , il grande ilD1pulso dato all' igiene sooil astica, i perfezionamenti degni di 1plauso dell.a igiene nelle Fer r.ovie di Stato, 1'01pera altamente educatrice i1ei riguardi dell'igiene compjuta dal Touring Club Italiano e la grande azione dell a Batta glia del Grano che, certamente, porterà i 1p iù fieri colpi al flagello della malaria. L ' O. delinea piaci. in breve il progr.a mma del Congresso, i·n n1assima parte ' edicato alla t ubercolosi, .soffermandosi con ·p.a rticolare simpat ia sulla F esta del fiore che, istituita per prima dalla città di Torino, è stata poi dal Go,~erno definitivamente fissata per tutta Italia nella ricorrenza dello Statuto . . Ed. 111neggia da ultimo a due Auguste figure di donne, la Princ~pessa Clotilde di Savoia e la figJia, Principessa La€t~tia, sen1pTe prime n elle opere di ~p ietà e di soccorso alle sventure. Dopo .altri discorsi. del prof. ProoARor, per i venereologi, del B.. Prefetto e del prof. A. MAGGIORA, vennero distribuiti i di·pJomi di onore e di benemerenza, i premi della Fondazione Pagliani e due merla.g lie d ' oro •ai p.ro1ff. B. Gosio e S . Ba1p. 1
SulLo stato clella lotta antituberc0La re in, Italia, ha riferito il prof. ABBA, es~one.ndo le gravi difficoltà incontrate all'inizio <ii tale lotta, la scarsezza dei Jnezzi addirittura rudimentali che si avevano a.llora - un i11ezzo seoolo addietro - e l' .altissima imp1ortanza del fine da raggiungere. Accennato qui11di al mutamento di opil'_lioni che si è venuto formando da par te del pubblico nei rrguarai della tubercolosi e menzi.onata la legge del 1923 che attrib11isce alle Provincie l'onere della 1ortta, 1'0. passa in rassegna le varie opere già funzionanti, mettendo in prima linea i ·dis{?ensari che sono .attualmente circa. 200. Purtroppo ancora 18 p r oivi11cie 11e so110 sprovviste, i11entre degna di a1nmirazione .a tale proposito è la puo/\1 incia di Sassari che ha creato 9 dispensari. 1
918
IL POLICLINI CO
Altamente neoessario è l'aumento del numero dei letti ()Spedalie·r i per i tubercolos i (sia come sanatori che co1ne tuberco1osar1) di cui l'Italia possiede per i suoi 250,000 tubercolosi soltanto 8000, mentre la D.animarca ne co11ta uno per 980 abitanti. · Oonforta.n te è invece il numero delle Colonie (mari11e, montane, ecc.) che assommano a . circa 600 ed assistono 110,000 r a gazzi; questa utile istituzione preventiva va sempre pii1 svilu1p pata per assicm\are .ai bambini deboli il largo godimento dell'aria 9 .u ra, de1 sole e del niare . Analizza poi il funzio·n amento delle va.rie oip ere profilattiche ed assistenziali, molte delle qu.ali che svo,Jgiono provvide azioni locali non sono conosciute; p.arla della benefica azione del.l a Croce Rossa e delle· scuole Hll' !lf.·erto e saluta con simpatia le legioni ·di medici condotti che s0010 scese anch'esse in lotta cootit.ue1tdo l'Associazione nazionale antitt1bercola re. Afferma la necessità che l a prop.aga.nd.a venga estesa ed intensificata, accenna al1.a Qpportunità che tutti i cittadini vengano obbligati a co11correre ,alla gr.a11diosa opera di profilassi sociale, auspicando all'unione di tutte le energie. Fra i consen si ed i commenti alla relazione è , ' da cita.r s i l 'es1Josizi.one fatta dal dott. DE PASCALIS di Roma della istituzione di un.a colonia lavorativa iper tt1bercolotici che a questi offrirà ricoveno e lavoro. 1
In riguardo all' istititziorie di case di cura, il pro·f. A. CAMlllASO rileva il pers istere di fobie e pregiudizi che rendono as pra la lotta e conclude chiedendo l'intervento del Governo iper fissare le località. i11arine -0 1nn11ta11e .adatte per l'ereziione di case di cura. 1
Il prof. E . RoNZANI, trattando la spedalizzazione dei titb~':·culosi si soiffern1a in · m:odo rparticolaJ·e sullo ~carso numero dei letti disponibili in Italia ed e&p10111e un lJiano di 1provvedimenti atti a rimedi.are a t ale deficienza, fra cui l' a~ione da p,a rte del Gover110 diretta .a favorire lo svilutppo' di case cli cura private sotto il controllo dell'Autorità e l 'asse1gnazione di personale specializzato per l'assistenza e la our.a dei tuberoo·l otici. Con il più vivo interesse da parte del Congresso è stata accolta la Telazio11e del prof. D. OTTOLENGHI s ullo stato attuale della vaccina>zi1one antit1tbercolare. La possibilità di questa è stata ridonosci11ta ed ormai .anche sperimentata .abbastanza 11arga.111e11te; si t ra.tta soltanto di determi11are qua.le sia il sistema 9iù efficace. L ' O. si, addentra quindi nell'esame dei vari T".accini, di cui esamina partita1nent€ i due ti·p i pri11cipali, quello dei vaccini morti e quello dei vivi. Tipo del primo è quello -:l i Maragliano a cui spetta la priorità nel1' aver asserito e sperimentato l'efficacia del va-0cino contro lia tubercolo. 1. Si intrattiene \p!OÌ sul vacci110 Calmette e Gt1éri n , co11 il quale risulta che si sarebbe potuto salvar e il 90 % dei neonati inoct1lati.
!ANNO
XXXIII, FASC. 26]
Difficile però è farsi un'idea esatta dell'efficacia o meno dell~ vaccinazione, poichè non soccorrono le re.aziorni immunitarie e l'unica prova. positiva può .attendersi dalla statistioa che deve essere oltremodo amipia e circostanziata, altrimenti riesce illusoria. Dalle ricerche fin qui fatte sembra che ta.nto il vaccino di Maragli.ano quanto quello di C.almette siano risultati innocui, ciò che porterebbe é\d una certa fiducia nel loro uso. Si deve poi tener rpresente che, in . qu.a lunque modo, la vaccinazione non potrà mai dare che un'immunità relativa, ciò che è insito nella stessa natura dell'infezione. Quindi non si dovrà mai rallentare la lotta antitubercolare che gli igienisti italiani hanno fin qui condotto con ~on di&prezzabile successo. •
Fra gli oratori che hanno preoo parte alla discussione, citiamo il prof. CASAGRANDI, che ha menzionato alcune sue ri,cerche tuttora inedite a proposito della asserita filtrahilità del virus tubercòlare e dei virus in genere. Risulta da esse che i pori del1e candele filtranti, anche ottime, sono assai a.m pii, tanto che i pi.ù piccoli raggiungono i cinque micron e possono quindi lascia.r passare degli elementi corpuscolati. Pure ·di alto i11teresse è stata la relazione del prof. A. CoRSINI sulla 1ig ie'Tl.e stradale e tubercolosi, c.he ha m~o in evidenza il grave pericolo r.aippreseutato dalla polvere \:;:>er la diffusione della tubercolos i . Or.a tutti i materiali usati per il ri1restimento strad.aJe dànno polvere; particolarmente :perjcolosa è poi quella data dai materiali nella cui costituzione entra la silice e specialmente le .a.r ena.r ie !?er la loro più facile usura. E dunque necessario che le città adottino dei sistemi di rivestin1ento .adatti, da cui devono e&Sere esclusi quelli a. b1ase di l)ietre silicee. Assai utili sono le spalma~ure con olio minerale, ma specialmente consigliabili i rivestimenti monolitici .artificiali.
Le tristi condiziou.i delle abitazioni n1alsane in l'a.p])Orto con la tubercolosi son.o state messe in luce dal dott. B OTTI nello svolgimento del tema sulla Casa e tubercol..osi. L'O. ha basato I.a sua relazione soprattutto sulle ornndizioni dei così detti e< bassi » di N aipoli, di cui ha fatto una viva pittura, i11vocando poi una politica edilizia attiva e i).ropo11endo oh0 l' A.ssociazi,one per l'Igiene si faccia promiotrice di un' aoourata rioognizione dello stato attuale per la questiof!e in tutta Italia ed indichi i rin1edi .adatti in modo da 'Portare ad una soluzi.on~ che sia tale da garanti1·e le fortune del Paese e della r.azza nostra. Vi,raci e lunghe discussio11i ebbe a sl1scitare la J.' elazione della prof. a. B10Nn1 sulla '.J.f a estra vi.gilcitrice scolastica e la. .'ìua opera di profilassi contro la tubercolosi. La relatrice ha a1ppunto messo in evidenza l<& differenza della maestra dalla semplice ,rigilatrice IO dall'assistente sanitaria per l' .ascendente che la prirna e ·plica /Proprio ,per la su.a qualifica di i11segnnnte. e proponeva all' aipprov.a•
•
--
- -
,_.
(
[ANNO
XXXIII, FASC. 26]
919
SEZIONE PRATICA
zione del Con~resso che l'istituzione tentata, e sembr.a co11 SllCCesso, 'n elle s.cuole di Roma, diventasse nazionale in modo che nelle scuole di ogni comune potesse funzionare la maestra vigilatrice. Le obbiezio11i ed i pa.reri discordanti furono tali e tanti che , non si po tè ad di venire a vota1~e un.o qualsiasi degli ordini de] g~o1rno ~roposti, sicchè la di~cussione .ve11ne rinviata... a tempi migliori, forse a qua11do l'esperimento di Roma, dap,o u11 congrue numero di anni, avrà dimostrato o men10 la bontà dell'istituzione .
1
Sul tema P revirienza e tubt:,rrcnlo.~i ha rife1rito il dott. GIANNINI, faoendo una val11tazione delle . deva.stazioni eco.nomiche 'della tubercolosi, che possono, in via rup prossim.ativ.a, calcolarsi per l' It.a lia ad un miliardo circa 1all'a11no. La lotta antit11bercolare raipiprese11ta quindi anche un altissimi() interesse nazionale. Fra i j'l1ezzi ipeir lottare contTo il flagello è di grande Ìilllportanza l' a.ss.icurazion~ contro la. ma1.attia, di cui i contributi p1ossono essere largame11te utilizzati per opere profilattiche. L 'O. s i .au~ura poi che, oltre alle opere di p!'lolfilassi inclivicl11ale e sociale, si a possibile creare presto dei centri tli 'Vita e di 1avoro per i g rup'.Pi di colpiti, togliendo · così dai centri urbani numerooi foco1ai d'infezi1one. Le conclusioni vengono unainimamente a;peprovate . 1
I
Un'importaJlte conferen:ùa è stata poi tenu~a d.al prof. SANGIOR&r .s11l1.a Profilassi delle malattie 7:eneree, d opo la qu.tJe il Congresso si è chiuso . Numerose furono le visite alle belle istituzioni antitubercolari della città, nonohè all'acquedotto di Val Sangone, di Pia11 della Mussa, .a..g1i stabiliinenti dell' Ete.rnit a Casale Monferrato, .allo· stabilimento del Chi11}no di Stato, eoc. fi~.
La te rapia dP,lla psoriasi con inieziani di tart1·0 òis·1nut ato di sodio e . rpotassioj 1
-
Dott. ...ilTTILIO V ERSARI. L ' O. ha sottoposto 21 inf er1ni. affetti da psoriasi volgare ia inie.z ioni intramuscolari di tartro bismutato di sodio e po... tassio (Tre'(>ol). In 12 ha ottenuto la regressione delle efflorescenze. I11 9 ha .avuto una note·v ole diminuzio111e delle lesir001i di. psoriasi. Tutti gl'infermi so.t toposti a questa nuova terapi.a, tr.anne uno (ten·u to in osservazione da un anno e due m~i) ha~no .avuto recidive (come del resto avviene co·n gli. altri tTattamenti oggi in US 0I). 1
Nelle. recidive le efflorescenze sono state sempre in mi11or numero e 0011 minore quantità di • squ.ame ohe all'inizio del trattamento bismutico. In 3 infermi, dopo la regressione delJe lesio,n i , ha notato la co~parsa di un leucoderma psori. si.aoo. L' O. ha. eseguito un esame istologico di una chiazza leuooder1nica rilev.ando oome caratteristiche : 1) Nell'·e pidermide depigme11tazio11e ip·er scompa.rsa specialme11te dei cromotofoi-i epiteliali e i1 o:t-evolissima scarsezza,, dei oromatofori co11nettivali . 2) Persistenza dello strato granuloso. · 3) Lieve aumento degli strati surperfioiali senza pa.r acher.atosi. 4) Ipertrofia delle fibre collagene nella fporzione profo·n da d~ll~ parte reticolare d~l derma. Esso è indotto a .p ensare, seguendo il oonoetto esip.r·esso da Babour a.ud per .altri farmaci, che anche il tartro biSllllutato di soclio e potassio determi11i nell'orga,nismo o su.t ricambio unia cc scossa n, un cc impuls10, » oàJp·aoe tli far regredire la /psoriasi. 1
R. Accade1nia Medico-Chirurgica di Napoli. Sefluta d·e l 25 .aiprile 1926. Preside11za: Prof. R,. STANZIALE, Vice-Presidente. La, ins,uhiri,a nel trattarnento sintoniatico del'la e clarripsia .
1
,
. - Interessante
A.
CHISTONI.
pubblicazione ~
Dott. ANTONIO SEBASTIANI
Medico aiuto negli Ospedali di livma
1
G. MIRANDA e G. TESA1TRO. - Gli 00. , avendo stabilito sulla base 'd i ·p recedenti r ioor che personali e · su <lat.i della letteratura, l'esistenza di acid~osi, irper'glioomia e latt.acideirµi.a ·n ella eol.ampsia, si so110 p~oposti .di combattere l'acidosi oom l'insulina. . Presentano due ceasi, uno cori esito .i n gu,arigione: costanteÌnente, do.po le iniezioni di insulina si è ()tteniuto aumen:to stabile della riserva .a.Icalin.a con diminuzione o scomparsa delJ' aoidosi ,. e ' diminuzio· n e 1dell1a lattacidemia. Non si . è mai avuta, i poglicemia . Il trattamento con l'i nsulina è da considerarsi come sintomatico e deve essere a1SSociato ial trattamento p·atogen·e tico : svuotamento dell't1tero.
I d·isturbi del ritmo cardiaco Prefazione ctel prof. Giuseppe Bast:anelfl. Espone in modo chiaro e !3eIDjplice l'argomento in apparenza cosl com'Plesso delle aritmie. Il manu ale che è ded.icll;to es.s~n: zialmente a.l medico pratico, è corredato da numerosi e rut1d1 elettroca.Tdiogrammi (tutt i ca.si osseryati persona.lm~nt~ dal· l'A.), specialmente allo scopo di ~ar .intendere megl~o in eh~ cosa consiste il disturbo; vi sono r1fer1te le vedute più recent • riguardo alla patogenesi; ed ogni c.a.pitol~ è chiuso dai e dati clinici > che si riferiscono allo speciale disturbo trattato. Un volume in -8 (N. 7 delle nostre «Monografie l\Ied.ico-Ohi· rurgi0he d'attualità :i>), con 73 figure intercalate nel ~esto, ni tidamente stampato su carta senùpatinata. - Prezzo L. 1 8. - Per gli abbonati al < Policlinico > sole L. 1 6. 2 5 iii
porto franco.
Jnrviare V.aiglia Poeta.le all'Eddtore LUIGI POZZI Via Sistina, n. 14 - ROMA.
•
920
TL POLICLINICO
[.L\.NNO
XXXIII, FASC. 26].
APPUNTI PER IL MEDICO PRATICO. CASISTICA E TERAPIA.
•
L e I nfezionj colibacillari delle vie urinarle di origine intestinale.
Negli ammalati con aff.ezioni colibacillari delle vie urinarie di origine intesti·n ale, •s i osservano due fatti ·costanti, cioè una tendenza molto marcata alla stitic·hezz~ e la presenza di bacilli n elle urin.e. Il passag.gio ·d el b. Coli ·dall'intestino alle vie urinarie è specia:lmente dorvuto alla costi:pazione nel cieco e nel colon ascendente; minore im.. portanza ha la stasi n el colon 1diiscerudente e nel retto per il fatto ·C'he le feci hanno di già subito un certo prosciu,gamento e gran parte della flora intestinale si trova già ·distrutta. L'assorbi-mento del coli è particolarmente intenso durante le crisi diarroiche; è qui.n di bene ricordare al paziente il pericolo dei purganti violenti cJ;le, provocan1do un a irritazione -d ella mucosa intestinale, aprono il passaggio ai colibacilli. Questi, inve·ce, se arrivano ·p er la via sanguigna, possono attra~ersare le vie urinarie senza 1provocare il minimo 1disturbo e senza ·dar luo.go ad infezioni. La colibacilluria si caratterizza per la iprese.nza di colibacilli ne•l l'urina senza provocare alcun disturbo ·d ei reni, ·d ei bacinetti 'della v·e·s cica e de Il 'uretra. L'infezione ·colibacillare può assumere una forma a predominanza renale e provocare quindi una -pielonefrite acuta od una pielonefrite suppurata; si può avere anche una forma a pre1dominanza vescicale, che rè caratterizzata da cistite ed anche una forma uretrale. Per la diagnosi, E. Tan t (Bruxelles · méà'bcai. 1925 n. 48) ritiene necessaria l'esplorazione dell'~pparato urinario, ivi compreso il cateterismo degli ureteri, e !,.esame del tu·bo digerente, ohe deve comprenidere anche ·l ' esélJffie r aidiografico per ricercare la •dilatazione del cieco, la ptosi inte, stinale, ecc. Prima però di attri·b uire l'infezione colibacillare alla stasi intestinale, sarà necessario ricer·care ·se non possa invece dipendere da una stasi urinaria, da restringimento uretraùe, ipertrofia della prostata, litia·si renale, idrone~ frosi. Il trattamento deve tener conto di due fatti, quello causale, gastro-intestinale e quello urinario. Per il primo, si sottoporrà il malato al regime delle coliti acute, sopprimen1do le albumine animali ed istituendo il regime idrocarbonato, migliorando l·a funzione intestinale con lassativi blandi <olio di ricino - 1-2 cu ccl1iaini al giorno - decotto di semi di lino, olio di paraffina), 1
1
1
1
correggando la ptosi intestinale, ecc. Nelle pielonefriti subacute sono indicate le iniezioni di ni.. trato d'argento al 3 % o di collargolo al 20 %; 11elle forme croniche si istituirà il trattament(} con diureti·ci, antisettici, ecc., secon.do i sintomi • La vac1cinoterapia non Jia ancora fornito risultati apprezzabili; la sieroterapia ha dato successi nella pielonefrite suppurata cronica. 1
.,
f il.
Un nuovo trattamento dei ca.lcoli renali. l\la11cava finora un mezzo per facilitare l'espulsione dei calcoli ren ali eccitando la musculatura liscia del bacinetto e dell'uretere. H. Kalk e W. Schonduhe (Deutsche med. Wochens., 8 gennaio. 1926) hann o provato con successo l'ormon e dell'ipofisi; è noto, ·d i fatto, che l'estratto del lobo· posteriore dell'ipofisi ec·cita la muscolatura liscia degli organi cavi; a tale scopo esso è usato in ostetricia) e g.Ii AA. lo hanno applicato allo stomaco ed alle vie biliari. Di solito, 15-30 minuti dopo l'in iezione di 2 eme_ ·di ipofisina, si ha l'accesso di coli,ca che, in con• dizioni favorevoli, porta all'espulsjone ·d el calcolo. Quando si ·dà tale rimedio durante la colica spontanea, si ha una cessazione dei dolori (ancb e per mezz' ora) che poi riprendono più forti ed efficaci. Evidentemen te in tal caso l'ipofisin a agisce dapprima rilasciando il tono e poi attivando le contrazioni. P er quanto riguarda le indicazioni, è evidente che tale trattamento sarà assolutamente con troindicato quando il ·Calcolo -è tanto grosso da non poter passare per l'uretere e così pure se si sia in dubbjo sulla grossezza del calcolo stesso. Bisogna però ten er prese11te che le ,coliche più forti son o a1ppunto determinate dai calcoli più piccoli e che quindi in tali casi si può somministrare senza timore l'ipofisina. D'altra parte si deve tener presen te cl1e in qualche caso è stato possibile espellere per le ·vie naturali id ei calcoli grossi quanto 11na noce. Controindicato è il trattamento con l'ipofisina nei casi franca.mente infettivi. Gli .L\.t\. hanno usato nei diversi casi favorevoli che ripor tano l'iniezione di 2 cmc. di ipofisina; è consigliabile ,d i fare qualche iniezione di morfina la quale, pur sedando i dolori non 1p aralizza (come fa l'atropina) la musculatura liscia. L'uso di limonata alla glicerina (50 -eme. di glicerina in un litro d'acqua con succo di limone) <è consigliabile; nella febbre ureterale e comunque in presenza di infezioni urinarie, si darà l'urotropina, eventualmente per iniezioni endoYenose.
' [AN~O
XXXIIJ,
FASC.
26)
SEZIONE PRATICA
In u11 caso degli AA._ l'ipofisina ha anche ser-
vito a scopi diagnostici, provocando l'espulsione d i un calcolo in un paziente in cui i dolori per n ulla ti11>ici facevano pensare ad altre cause che non l'incuneamento del calcolo. F I LIPPINI.
Gli aspetti clinici, la prognosi e la cur a della
Gli aspetti clinici della nefrriite, dice H. Mc. Lean (Proceed of the R. S. of. Me d., febbTaio 1926), possono essere compresi tSolamente se si considera con attenzione la fisiologia del rene. Le fu nzioni prinici:pali d el rene sono le seguenti: 1) escrezione di acqua; 2) escirezione di sa:li; 3) escrezione di ip.ro1dotti ·di rifiuto rd el metabolismo; 4) mantenimento della reazione sanguigna nor. male. l\ella neifrite si stabilis-ce sempre una certa interferenza con l'una o l'altra di tali funzioni, ed è dal'la particolare nature di .questa interferenza che 1dii>en·de la manifestazion·e clintca. L.a diminuzione dell'esc.rezione rdell'acqua, come puTe 1quella ·dei :sali porta alla rformazione ·di ed·emi. N-el sec'ondo caiso ·l 'accumulo dell'acqua nei tessuti rappresenta il meocanismo ·d i dif.es.a contro i danni che produrrebbe l'accumulo dei sali L'escrezione dei pro dotti. azotati di irifiuto è la funzione renale più importante e può ~ssere da sola .m-0lto comipromessa, rpur restando .su·f ficienti le altre funzioni. I disturbi del moocanismo di .regolazione della • r eazione sangui•gna si riscontrano nelle lesioni renali più gtavi. Dal :punto di vista cliniico si devono cons~derare solamente tre varietà di nefrite: l'acuta, la sùbaieuta e la cr-0ni·ca. Nell'acuta tutta la parte attiva ·d ella massa ren ale è lesa, e tutte le 1unzi.oni sono di conseguenza alterate. Nella nefrite s·ubacuta ~dremica invece sono lesi solamente il potere ·di es·crezione dell'a.ic.qua e dei sali, e il sintoma morboso predominante è l'edema. Nella nefrite 1cronica questi d·u e poteTi sono abbastanza ben 'Conservati, mentr-e è fortemente leso quello di escrezione dei prodotti ·metabo1ici di rifiuto. In qu.este fol!'me quin1d i ,g li edemi sono in 1genere .p iutto·sto da riportare a disturbi cardiovascolari. Si può 1p·erciò parlare, per distinguere dalla forma precedente, di. nefTite azotemica. I mezzi m oderni di Ti·ceroa delle funzioni rena1i offrono maniera di formulare una p.r ognosi, e sipeciale valore ha il dosa:ggio 1dell '11rea sanguigna. Qualora i resultaiti siano f a'Vore,,oli, non bi1
•
n~frite.
1
921 .
sogna però emetterb prognosi fausta se un esame ripet11to ·dopo 3-6 mesi non coruferma 1del tutto tali resultati. I meto1di .di cura propois ti sono .quasi tutti privi di valo·re. I ·d iuretici vanno senz'altro prosoritti. . L'uso delle sostanze .protei-cthe del'la 1dieta va regolato secon1do i resrultati rdell-e ricer~he della f'Uilzione escreto.ria delle 1scorie azotate. La dieta deve esser sempre suffi!Ciente a manteneTe il peso norma'le del corj}o. La vecichi·a c-0nvinzione della no·ce·yolezza delle cosi1dette carni rosse va combattuta come falsa .. L'introduzione di liquidi va regolata esattamente 1p er non aumellttare gli edemi e non affaticare i1 cuore. 1
L,a dieta ra:ccoma.nid·ata da Epstein sulla base di un eccesso ·di pToteine 1è talora utile ne:tle nef•r iti idremi!che, ma l'urea ad alte dosi per via orale ha gli stessi effetti e ,f or.se è più indicata. La decarpsulaziope del rene sembra ,t rovar indicazione in un numero assai ristretto di casi. .M.
FABERI.
Azione della trasfusione sang ui gna s nll' azotemia • • cronica con anemia. I/osservazion e clinica dimostra che sovente nelle nefriti croniche l'azotemia elevata si accompagna con anemia. Ch. Flaudin e A. Tzanck (Btllletin et M émoires de la Société médicale de.s htJ.pitaux, Parigi, aprile 192.5), colpiti 1dall'aspetto
intensam ente anemi.co di alcuni nefritici cronici, studiarono in questi malati il comportamento del numero dei globuli rossi, .p ur non trascurando il dosaggio dell'urea nel sangue. Es1si constatarono seID:pre una netta 1diminuzione del numero delle emazie, e n·ei casi a decorso assai lun·go, anisocitosi, poicihilocitqsi, anomalie ancl1e a carico della •s erie ·b ianca. ·Questa anemia, ·è un reperto frequ ente nel morbo di Bright, e rientra dun que nel ·quadro clinico del medesimo. Rjguardo alla p.atogenesi, gli autori · distinguono 'ln'anemia. spontanea, da un'anemia per ·Così dire terapeutica. I.'an8mia spontanea si r iscontra in molti vecchi nefritici ipertesi, sia in •q uelli cl1e 1si alimentano scarsamente e male, che in quelli .che abusano di carne e di bevan·de alcooliche. Tale tipo di ane, mia può inoltre essere la conseguenza di frequenti emorragie (epistassi, emorroidi, metrorragie) . L'altro tipo d'anemia tè 1quello che si constata nei nefritici cronici, sottop·osti a un severo reg·ime dietetico, e r~pietutamente salassati. L'anemia, .s ia dell'una che ·d ell'altra origine, è sempre un sintoma di notevole gravità. Gli autori pensarono di combattere tale fenomeno p!'eoccu, 1
1
1
IL POLiCI.l NI CO
pante con la trasfusione sanguigna. Tale opera.. zione è del tutto inoffensiva e provoca un au. m ento leggero, ma ben marcato, dei globuli rossi. Oltre a ciò l'azotemia decresce e molti dei disturbi so·ggettivi etl obbiettivi ·dell'ammalato o diminuiscono, o scompaiono 1del tutto . Il tasso dell'azoto riel sangue, è solo indirettamente influenzato dalla tra5fusione, la qual·e è ·del tutto ineffjcace in casi di n efrite acuta. La trasfusione influenzando l'an emia , provoca un miglioramento nelle condizion~ generali del paziente. Tal.e benefica azione della trasfusione sanguigna, :p ermette anche di aumentare la quantità d1 un salasso, richiesto da preoccupanti fenomeni di ipertension e e di azotemia elevata.
M. /
La cistite amebica. Fran·chini (Pathologica, 15 ott. 1925) rifertsce su tre 1casi di cistite rumebi·ca· osservati tutti in donne giovani nell e ·q uali, dovo alcuni .m esi d i di·s turbi intestinali consistepti iprincivalmente in alternativ• e di stitichezza e diarrea, si erano sta. . biliti fatti di cistite; dolori spontanei e iprovocati · allai regione .sopr~pubica, minzione alquanto dolorosa e frequente, urine torbide con .p r esenza di qualch e goc·cia di san·g ue, negativo l'esame deg.li organi genitali. 1\ll'esame microscopico ·delle urine, tSi ri.scontrarono: corpuscoli rossi e bianieJli ed anche amebe istolitiche ·Caratteristitche conien1enti emazie; nessun elemento r enale, assenza di bacilli di Koch. Contemporaneamente formie identiche di amebe furono riscontrate ne1le feci, in un caso allo s tato id i .cisti. L'amebiasi in oerti caJSi è da ritenersi -0ome una malattia generalizzata .con !P;re-senza in circolo di giovani amebe. Tale concetto 1che si va fac.endo ora strad1a i>Uò meglio .s piegare i •c asi di bronchìte, nefrite ed altre localizzazioni amebiche. Nei ca:si dell 'A. esiJSteva iperò anche la 1dissenteria per cui la ipropagazione alla vescica può spiegar~i per altre vie. · Come cura l' A. ha usato l'emetina iper via iSot. tocutanea e per lavande vescicali con buoni risultati; egli fa però notare c he la cistite è molto più resistente che n on la dissenteri1a e che nella prima -può riuscire assai utile · lo stovarsolo. E necessario che l'attenzion e dei medici sia richiamata su questi fatti anche .p er intenti profilattici e che ·quindi si d•ebba brudare anche agli 51P'Uti ed alle urine e tener presente iche l'ameba fuori dell'organismo può resistere anche parecchi giorni. ftl.
[.t\..~NO
XXXIII,
FASC.
26]
IGIENE. Un metodo pratico di dlsanofelizzazione idrica. Il verde di Parigi. •
L'importanza del verde di P ar igi o verde di Schweinfurt come larvici·d a efficace e poco costoso, non è ancora nota a molti e viene m·es5a. jn pieno rilievo da .L. W. Hackett (Rivista di Malariologia, 1~, n. 1) che ha compiuto con tale 5o5tanza importanti esperimenti in Italia. Il verde di Parigi è un sale doppio di arsenito e di acetato di rame e ·deve contener e il 50-55 % di anidride arseniosa. E una polvere a piccolissimi cristalli, di colore verde smeraldo, insolubil, nPll'acqua e solubile nella ammoniaca e negli acj·di concentrati; deve essere in stato di finissima polverizzazione e pass.a re attrav.erso un setaccio da 6400 maglie per cmq. , ma non 1Più fino . Esso è sPe5so a·dulterato ed appunto questa circostanza spiega i risultati poco buoni ottenuti da alcuni ricercatori non escluso il Gr assi. Prima di sparger lo va m escolato alla polvere stradale -che deve essere perfettamente aisciutta; possono però servire in caso di -necessità anche la cenere di legna, la farina ·deteriorata, la calce jn polvere, la 5abbia finissima e la polvere dt sugh0ro . Molto importante •è anche l'accurata miscela con l~ecci1p iente che va fatta con un mezzo meccanico servendosi di una ca;ssettci a tenuta d'aria (11na latta da petrolio) che possa rotare intorno ad u11 asse di ferro che l 'attr aversi diagonalmente. Lo spargimento può essere fatto a mano, lancian·do la miscela in aria, in modo che il vent.o s'incarichi ·di portare una nuvola di polvere su11 a sup erficie aoquea; tale metodo si adotta per le grandi esten·s ioni aoquee. P er i piccoli SIP.ecchi, dà risu.ltati sod·di&facenti l'u·s.o del soffietto a mano, di cui gli a·gricolto"'i si servono per Jo spargimento dello zolfo per le viti. Il soffietto produce una nuvola compatta e dà una distribuzione uniform.e; la polvere può essere ·diretta in basso in modo da raggiungere l'acqua anche &otto un vento forte. Inoltre, il soffi etto costituisce una misurazione automatica della quantità di polvere adoperata, riducendo co<i.L il consumo fino · del 50 %. Quando si tratta di fossati con vegetazione esuberante, il soffietto p11ò ''enire inoSerito attraverso di essa e 5i può così lanciare la polvere direttamente sull'acqua, anziché sul fogliame. La ,quantità da usarsi iè di 1/10 di eme. pe.,. ogni mq. d i superficie acquea; ne consegue che un litro di verde di Parigi (1250 g. ) è sufficiente per 10,000 mq. di &uperficie o p er 10 km. di spon-
.(ANNO
XXXIII,
FASC.
26]
SEZIONE PRATICA
da. In tale quantità, esso provoca invariabilmente la morte del 100 % delle . larve anofeliche, indii1p endentemente dalla quantità ·della v·egetazione rivierasca o dall'essere l'acqua stagnante o corrente. Il prezzo del verde di Parigi è bassissimo: l' A. lo valt1ta di 20 lire al chilogra·m ma (1) ; la spesa totale 1p er p.reparare la miscela e per lo spargi- · mento non eccede un centesimo e mezzo per ogni mq. di superficie idrica. Gli intervalli fra le applicazioni vanno tenuti piil brevi d el periodo occorrente allo svilupparc;i delle ninfe di Anopheles, a second·a della stagione e della specie. Si deve tener conto che il prodotto non agisce sull·e ninf.e. I.r persone ch·e spargono il verde di Parigi non soffrono alcun disturbo se hanno l'avvertenza di tenersi sopra vento della nuvola di polvere, dl cambiarsi il vestito a lavoro terminato e di la, varsi le mani prima di mangiare. Uno dei pregi del verde di Parigi 'è l'a&soluta innocuità per ql1alsiasi sorta di pesce, co·m presa la Gambusia, come pure per gli animali domestici e per i vegetali; esso non r ende l'aoqua inservibile per gli usi domesti-ci. Tutto ciò iè di grande importanza, specialmente per i paesi meridionali dov.e l'acqua scarseggia ed è quindii necessario non renderla jnutilizzabile p er l'abbeveramento d·el bestiame o per la la,ratura dei panni. L'uso del verde di Parigi ·è stato inserito nelle Istn1zioni tecniche .p er combattere la malaria (·Decreto del Ministero dell'Interno, 28 febbraio 1926) (nella parte essenziale da noi già riportate).
9-23
ha ·Qecorso rrupidamiente favorevole. E · difficile -stabilire il tempo. esatto di durata; dipende anch·e d·a ll'entità dell'enfisema • P er evitare che l'enfisema si riproduca, nei rifornimenti successivi, non bisog.na oltrepassare 1 1imi1i imposti dalle r egole comuni nella quantità di gas di rifornimento. A tale uopo è sempre u tile ubbtdire alle indicazioni del manometro, che quali::nno tende a trascura~e dopo lunga pratica. '
P.
1
- fil. (1) Ci risulta che si è ancora ri·d otto : è adesso
intorno a 15 lire.
POSTA DEGLI ABBONATI. Cicatrici da condilomi acuminati. n. 6022:
All'abbonato
I conàilomi acuminati, i qu.ali dal punto di vista jstologico r ap1p resentano uno stato d'inten5a proliferazione dell' epitelio con allungamento delle papille del derma, i cui vasi sono ·d ilatati, e che sono infiltrate da numerose cellul·e connettivali e rotonde, in generale guariscono senza las:ciare cicatrici clinica.m·ente evidenti, a meno che queste non siano provocate ·dai m~zzi a·doperati per la ct1ra oppure, il che è ancora più raro, da comp1icazioni (cancr ena) del proces.so propriamente detto. V. MONTESANO. En•,~isema
sottocutaneo dopo rifornimento pneumotoracico. - Al dott. A. B. :
In generale il decorso . di un ~nfi&ema sottocutaneo, che segue a rifornimento pneu.m otoracico,
VARIAu Collaborazione tra medicina umana e veterinaria. Il prof. Barbier, nel lasciare la presid.e nza del1' .L\.ccademia ·di Medicina di Parigi, ove è stato so. stituito dal Bar, volle illustrare l'·importanza della \·eterinaria nella tutela della .salute pubbli-ca : « I veterinari, chiamati .a d assumere un compito sempre più pr eponderante nelle in.dustrie animali, insegnera nn o agli agricoltori a fornire all'alimentazion e umana dei 1p rodotti migliori, più san~, meglio controllati; a sopprimere i rischi di contami.. nazione , dell'uomo da parte degli animali; essi diverranno, allora, con i medici, la possente armatura dell'igiene e ·d ella salubrità pubbliche )>. .i\bbiamo voluto cogli-er e questo spunto per trarn e or,casione a rilevare e a deplorare la mancanza d'intesa e di collaborazione che in Italia si avYerte tra le due medi-cine, le quali si disconoscono, quasi sdegnose l'una dell'altr a. Nulla di simile avviene in Francia, ove esse 1si scambiano procedimenti tecnici, con.cezioni dottrinali e per sonale, e si prest~no un mutuo ruppoggio con vantaggio r eGipr.oco e della collettività; basti pensar e cl1e sono stati veterinari Arloing, Leuckart, Mous:$ U, Da\raine e Chauveau, i .quali tanta parte hanno avuto nei progressi della ·m edi.c ina umana. In Italia non mancano buoni nomi: Perroncito, Pala·ò)no, Er.c olani, ccc., vete·r inari benemeriti anche d·ella medicina umana. (.D agli Annali d'Igiene, apr. 1926). ..- Importantissima pubblicazione: Dott. FEDERICO BOCCHETTI
Ca Jt. m edieo -
Di r~tore
del Sanatorio milit
di Anzio.
Le Colonie sanitarie marine militari. Nozioni di terapia marina, solare e di educazione fisica. (Oon 21 ng!U.I'e intereaJate nel teeto). Prefazione
del
Prof.
ACHILLE
SCLAVO.
volume dn-8° di pagg. VI II-80 (N. 15 delle Monog.Mi.ftie Med1ioo-Ohirul'lgi,che d'attualità, oollezione del « 'Polie1Ji,n1oo n), (Ilitidamiente stampato su carta eem.i pa.tina. Prezzo L . 1 2. P er i nostr.rti abbonati sole L. 1 0,80. Inviare V.aig.l i,a Postale adl'Ediitore LUIGI POZZI Via Sistina, n. 14 - ROMA . 11•
•
IL POLICLINICO
[.t\NNO
XXXI II,
FASC.
26]
POLITICA SANITARIA E GIURISPRUDENZA* . CONTRO VE RSIE GIURIDICHE.
XL. - Il ·sindacato della pubblica amtnintstra. zione sul procedimen to seguito e s ui criter i applicati dalle Commissioni dei concorsi. .
Sp etta alla Commissione esaminatrice dei titoli dei concorrenti la determinazione dei criteri che essa deve osservare al fine della valutazione stessa, q·11alora, s'intende, non .siano stabiliti dalla leg·ge, dal regolamento o nell'avviso ·del concorso. La determinazi one dei criteri g~nerali e di massima è, entro certi limiti, discrezionale, ma non è insindacabile. Se i criteri stabiliti o l'applicazione che n e è stata fatta sono viziati ·d a illegittimità (violazione di legge o di' regolamenti ' contr.ad.di. 'Zione, illogicità, ecc.) , l'autorità che deve provvedere alla nomina non è obbfigata a delib'e rare senz'altro sulla graduatoria formata dalla Commis· sione, ma 1può e ·d eve esercitare un s indacato sul procedimento seguito e sui criteri · stabiliti ed ap·. plicati dalla ·c ommissio.ne. -Questo sin·dacato pero non può riferirsi alla . valutazione tecnica ' ma ha un contenuto ristretto: è sindacato di legittimità, diretto cio.è ad accertare 5e sia stata violata una disposizione di legge, di regolamento o dell'avviso ·del concorso o se la Commissione ha ecce, ùuto dai limiti del suo potere, inteso lo « eccesso » come cc deviazione da:l fine » per il quale il potere di valutazione è attribuito alla Commissione. Se per es. (come nel caso risoluto dalla IV Se.zione del Consiglio di Stato con decisione 19 febbraio 1926 n. 101) risulta che la Co.m missione ha sopravalutato ·determinati titoli « contro lo sco(po per cui il concorso era stato bandito » si verifica un ca so di ·d eviazione dal fine. In questa ipotesi il Comune, esercitando un sindacato di l egittimità s11l procedimento e sulle ·determinazioni della Commission.e, correttamente -n.e annulla il giudi·zio e rinvia gli atti alla medesima per nuovo esame.
•
braio 1926 n. 61, per un concorso che era stato revocato ~ercnè era sopravvenuta una riforma che aveva modificato essenzialmente l'ordinamento degli studi, con ripercussione sul posto che era oggetto del concorso. · Nello stesso sen so già segnalammo il caso decjso a proposito dell'annullamento del c-0ncorso p er la nomina di alquanti farmacisti militari : es. sendo sopravvenuto un nuovo ordinamento, il concor so fu revocato perchè potesse esserne in·d etto un altro in .conformità delle norme soprav'Tenute. Rimane però fermo il princi1pio che, indetto un concorso, specialmente se sono scaduti i termini per la presentazione delle domande, l'ente è obbligato a continuare e completare il procedimento allo effetto della nomina, salvo il caso di revoca per causa legitttma, ci01è concTeta, positiva, accertata e tale che renda necessario un nuovo con corso a condizioni diverse.
XLII. -
Dover1d~si
tener conto in un concorso delle ben emerenze di guerra si deve consid.etare più rilevante il titolo militare se questo sia relativo a servizio militare prestato con un grado superiore in c onfl'onto di quello di altri concorrenti? La questione si è preseptata innanzi alla V Sezione del , Consiglio di Stato, la quale, con decisione 27 febbraio 1926 n . 63, ha correttamente ·d ichiarato che cc il fatto di avere prestato servizio militare col grado di. ufficiale, non può essere considerato co. me benemeren za di guerra in confronto di chi p r estò servizio come soldato o c aporale, ecc., giacchè le benemerenze di guerra si riferiscono evidentement~ alle azioni di merito durante la guerra, le q1tali sono indipendenti dal grado che si riveste
».
XLIII. X L I. - Revoca di concorsi per esigenze di pubblico interesse. Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale ha costar1temente ritenuto che l'autorità o l'ente che ha bandito un concorso, possa: decretarne la revoca, prima che il concorso abbia raggiunto il suo r egolare esito finale, purch<è tale provvedim ento sia richiesto da esigenze di pubbli.co inte· r esse. Qt1e~to. massima è stata riconfermata dalla V Se-zione del Consiglio di Stato con decisione 27 feb-
Titolo militare di diverso grado.
Nozi~ne
del rapporto di impiego.
1Secondo la giurispru·denza del Consiglio di Stato le nozioni di cc rapporto di impiego » e di cc_impiegato », alle quali corrispon de la giurisdizione esclusiva della G. P. A. a norma dell'art. 4 del T . U. 26 giugno 1924 n. 1058, devono essere in~ tese in senso largo sì ·d a comprendere anche quei dipendenti degli enti locali che non sono stati ass unti per posti di ruolo (straordinari, avventizi e simili), e cioè anche se il rapporto d'impiego sia disciplinato da un capitolato s peciale (Consiglio di St1to, Sez. \', 29 gennaio 1926, n. 25). 1
(*) La presen~ rubrica è affidata all'avv. G IOVANNI SELVAGGI, esercente in Cassazione, consulente ~ega]e
del nostro periodioo •
[ ..\Nl\O
XXXIII , F ASC. 26]
SEZIO:\I:. PRATICA
925
·NELLA VI-T ~ PROFESSIONALE . •
I conco1·si a P1·ima1·io negli Ospedali. Gli O pedali s0no oggi I:tituti jr1torno ai quali si agita uu grar1 fe1',·ore ùi ,·jta inoderna: sono ·essi g1i an1bie11ti O\' e ad un ten11Jo tro\'an o , rasto r·an1po ùi attuazione le sagacie ,dei in edici, {lei ch irurghi , dei ch'imici, ·degli edili e jl senn o deali e> a mmi ni~ trai ori e il sentimen to degli u omini, il t11tto po$to a diuturna e ' 'iYace prova. Questo alto com plesso di cose cl1e d ura ·da secoli I1a rollocato cotali I stituti in una posizione 1Jrivilegiata al cospetto della società u111a11a. E il pr)vilegio è consistito nella protezione i i1, dulgente dalle leggi di tassazion e e nell'essere stati in ogni te n1po raccoglitori ed eredi della ben eficenza pri,·ata e ·della munificenza pubbJica. Il p ubb lico li l1a guardati con fiducia crescente ed essi han no se1np1 e più spalancate l e loro ])Orte all'j n g r edire dei tecnici pubblican1en te riconosci uti. mj gli ori . · Q11esto lode,Tolc tato di cose 11a dato agli Os1pe, dali t1na gran de jndipen denza e li ha posti (a differenza di altri gra n di serYizi })UlJblj ci, come la Giu stizia, le Ferro,·ie, e.cc. ) al di fuori dell'j nYaòente statizzazione. Ognj Ospedale infatti hé\ un ordi n amento pro_p rio, non ·clico n el ser\·izio intern o, clel che non sarebbe il ca.so di occuparci qui, ma in ciò che è assai pi-C1 importante, in tutto quello che si riferisce al ])ersonale effetti,,o o yirt uale, pre ente o futuro. Da ltna regione all'altra d' Ita lia Yi son o differenze assai 1profoncle n egli orù lnamenti e nel reclutamento del person ale ospedaliero, e tali ·differenze sono così ' ' a r ie e num erose che m eriter ebbero 11no studio ·d ett a. .gliato d a doversi trat tare di proposito a parte. Ma qu esto parti colarismo ·Che è frutto della tran quilla e in sindacata tradizione pietosa locale, ed è per sè Rn cora r ispettabiJe fino ad u n certo p u n to, no11 lo è J)iù in ,•ece qu ando lo guardiamo al lume d ei n n o,,i 1pi ù forti e più legitti1n i in teressi accumnla tisi col volg·ere dei secoli . È proprio da questo ]Jarticolarismo, da questa priYilegiata autonom ia locale cl1e deriYano in gran partP il disordine e l a irreg0Ja1·ità ·dei criteri che han no f in q_11i presjecl nto afl t1n o dei J)it1 imp ortanti momenti dell a v ita ospedaliera: l a norn.ina det l )r i'n? ari . -~nche pri 111a d el] a gt1er r a da· 11arte di coloro che per i loro studi si con si dera,ra n o atti a·d a'ranzare n ei posti più alti, si sentiYa e ~istere come u n a cerchia di insorm on tabilità. con1e una proi, bizion e a l p r oseg-uime11to di u n a saggia legitti!ll•1 via , proibizione e ch i u sura incon gru e con )1 co-
mune e lato sentin1ento, diffu. o n ell'età nostra: cioè essere lecjto ad ognuno di correre le oneste Yie del migliora1ne11to di po izio11e. ~l a ciò cl1e re11deYa cru.dele e stupefacen te la rosa era il fatto cl1e g·Ji stessi corpi ammjn istra1 ivi, i qu ali 11011e·vano i)er i concorsi i limiti ~assi di età, se interrogati di proposito sul m otivo di ciò, non ri . pondeva110 ~ e i1011 i11vocando la co11suet11dine r la tradizione; altl'a rag·ion c infattj non aYrebl:>ero potuto avanzare, ad eccezione di una e cioè ' la ragione economica, in quanto cl1e si ponevano bassi limiti ·di età, cioè 35, 40 annj, nel pensi ero cl1e ciò avrebbe J)er1n esso all'Amministrazion e di percorrere molti a n ni senza p eso di pen sion i. Q11esta ragione dal punto di ' ' ista della cura dei malati è evidentemen te IlOYera ed inerte. Jr, ta l modo 1Jerrj il ~ 1ore dell'e-~perien::;a clinica , che si iritegrçi ap7J11nto dai 4-0 ai 50 anni, viene del pari econn1n'i::.::;ato rri rrialati. E rned1ci ·di alto 1
1nerito 'rengon o J)er tutta la vita e ·elusi dai grossi con corsi , se il loro 4..1.0 a n no li ha Jasciatj P rimar-i nel capoluogo di circondario o di man·damento. Ciò è anche più gra,re, percl1è tt1tto questo 1per~onale cl1e può possedere eccellenti qualità r esta così silenziosn m e11t e invitato da q11ei re.g olan1enti :-t metters.i in C(U ieie di ·s tudi e i )1 stato .cti rinuncia percl1 è le vie al suo progre.dire so110 g·ià 1
1
1
(' l1i U SP.
IlPn altri concetti, secondo le mod 0rne esigen7,e, lle\·ono guidare le ...\mn1inistrazioni nella sc<;ltn. dci Primari! Lnngi dall'essere fuorviate da que;;te mescl1ine preocc11paz ioni econ on1i clle, esse devono al con trario togliere i] \'eto elci li n1iti di età ed a pr1re le porte dei coricorst a tu lti i medi ri italiani di qualunqite età e provenien:.a, che ab, . l)iano i requisiti sufficeriti di scien:a, di tecnica, snl11te e n1oralità. Così lo stimolo al progredir.:! ri,~oJto
a i P rirn ar i dei p iccoli centri e il p.remio clP.lle a1111ose faticl1e saran110 pitt razionalme11te stH1)i liti. e clistribniti; così. ' Terrà istituito l1no . inì, s tan1ento pit1 freqr1en te ed_ l tna piit fisiologica e razion ale e 1neritoria di tribuzion e ·di person ale: rosi verrà fornito il modo di funzionare cta ·caposecY1 zio a i meno a n ziani in cen tri buoni e se, con·d ari, -e invece n ei· gran di Os1)edali sara. forni to n.gli infer1ni u n person ale direttivo di gran,de e~perienza: qu alità questa cl1e al :p ari .d ell'abilità <li dare brillanti esam i e di scriYere buoni lavori P da ten ere in alto con to per i primariati. Perc·l1è mai l'esperien za è ten uta soltanto i11 gran cnnto r1ei i1ostri ma5simi Istituti cli lVIedicina , cioè nelle Un)versit~, o' 'e i :Ni aestri Me·dici per-
11 POLI CI.IN reo
92f.
1nangono in serv1z10 fino ai 75 anni? Tale limite per i prjmariati è da ritenersi troppo alto per l 'ttscita dal posto, ma 1p er le ragioni date sono da rite11ere troppo bassi i limiti ancora in uso per l'entrata in servizio. La guerra li 11a in parte rialzati, screditando 1' usato rigorisrr10 dei 40 anni. Ma pe·r chè cotali m ezze misure? Si lascino le porte aperte a tutte 1e età, aumentando in tal modo tante energie cl1e si ipotrofizzano n ei piccoli centri. Si secon•der~i così la moltipli,ca~ione ·di alte com1pete11z.e clin1ch e presso le minori agglomerazioni civili e il lieYito degli studi e ·delle ricercl1e con tinuerà a fermentare il pane intellettuale quotidiano di tutti quei medici che con la nostalgia delle Cliniche hanno dovuto ritirarsi in centri minori . . Tale ststerria della porta aperta non può dare che vari, togg1. A imp.edire poi i pericoli di assunzioni
errate rimangono pur sempre in atto dt1e 1p otenti filtri e cioiè: prima la Commiss.! on e Esaminatrice ' € poi la Commission,e Amministrativa, 1€ quali se -energicamente funzionanti, offrono completa garanzia di .scelta giusta e buona. Riassumendo : L'Os-pedale non àeve più consi-derarsi soltanto • un Pio Luogo, un'Opera Pia guidata da criteri -particolaristici frutto di tradizioni e di malintesa o{IConomia, bensì come l'organo principale del servizio sanitar1o civile, in cui la collettività esercita per eccellenza - attraverso ad una specie di Magistratura 1S anitaria - le sue funzioni d1 tutela della pubblica salute. Ed i criteri tecnico·amministrativi che ad essi .p resiedono deivono pertanto essere fissi ed il più possibile uniformi ed improntati alle esigenze diffuse dei tempi nuovi, di ct1i u na fra le più 1sentite ·ed importanti è -questa: che i Primari siano medici di età, dotati, oltrechè di requisiti scientifici, di gran corredo di esperienza clintca e di lungo tirocinio 1p ratico. La conosceriza dJelD'ammalato, z•eaucaziorie clinica e tecnica: ecco ciò che - secondo il l\luscatello (Riforma Medica, anno 37, n. 7) - e secondo il Rossi (Prolusione al corso di Clinica Chirurgica) costit1lisce il maggior merito dei Primari; ed è tempo che quPste voci, così alte Hd autore\'Oli, di maestri indiscussi per scienza e coscienza, sian o ascoltate ,dai Reggitori della cosa pubbli.ca e ;passino finalmente alla loro pratica applicazione in 1Jno. Riforma organica e generale ·degli Ordinamenti riguardanti il Personale Sanitario Ospitaliero. 1
1
Oall'O~pedale
Dott.
GAE'f Al~O CAIRO
Dott.
ZEFIRO l\lOLINARI.
Ci\ ile di Codogno, 10 gi ugno 19Ui. 1
[.\NNO
e
XXXIII,
FASC.
26]
o Ne o R s 1·.
POSTI VAOANTI.
ANCONA. Ospedale Civile Umberto I . - D irettore del Laboratorio di chimica e microsc01pia clinica e del Gabinetto di anatomia patologica. l.JiTe 8800 con aumento temporaneo del 10 %; indenn. c .-v. ; 50 % e &ami pri~ati. Scad. 5 luglio. P er informazioni rivolger si alla, Direzione Sanitaria. CAPRESE MICHELANGELO (Are zzo). - Al 4 · luglio ore 17; L. 10,000 per 1500 pov.; L. 3000 ca.vale.; c.-v.; L. 500 uff. sa11.; 4 qua<lrienni dee.; popola.z. legaJ1e 3100, iscritti oir~ 500; età lim. 40 .a. ; tassa L . 50.15; c1oroum. a 3 inesi dal 4 giu. CELLAMONTE (:1lessandria). Scad. 6 luglio; L. 7000 oltre L. 500 uff. san. e L. 2000 cavale. CHIUSAFORTE (Udine) . Scad . 10 lug.; 2° re·p arto di consor . ; L. 9000 oltre L. 500 serv. att ., L . 3000 trasp ., c.-v. di Stato, 6 quadrienni dee. GAVORRANO <_(,\r1Jss<>lo). Scad . 15 lug.~ per Scarli110; L. 9700 oltre asseg110 oorrup.Jement.are rivedibile di L;. 1200 e 5 quadrje11ni dee. LA)!:-\. MoGOGNO (131 odena) . 2a. eond. . Scad. 60 gg . dal l '' g iu. a ,ore 17. Ab . 866 .agg1omer. e 2943 sparsi; iscritti c . 400. Ii . 8500 e 10 bienni ventesimo; L. 2500 cavallo; età lim . 35 a . Tassa L . 50.15. MoGLIANO VENETO (Treviso) . Istituto Pio Costante Gris. - Direttore sanitario. A tutto il 15 lug. L. 14,000 lorde e 5 quinquenni dee., c.-v. di legge; alloggio a. muri vuoti, orto e illumin.az . gratuiti; esclusa ogni altra indennità. Competenza di tecnica manicomiale attestata da manicomio o clinica pedi.atr. 'fassa L. 50. Docum . .a 6 mesi dal 10 giu. Età . 30-45 a. Prova bienn. Chiedere annunzio. R~vo}g:ersi Segreterja. PORTACOMARO n' ASTI (Alessandria). - Medico residente con le funzioni di med. oond. supplente • • e di uff. san . ; L . 400 (sic) mens.; la nomina sarà fatta da] Podestà sE>nz.a regol are concorso, per il 1o 1.t1'g}io, data d.alla quale dovrà iniziarsi il servizio. Assicu rati r;:>roventi esercizio ·l ibero. " RocoAslEcc~ DEI VoLscr (Roma). Scad . 4 lug.; L. 10,500 e 5 quadrie11ni dee., oltre L. 3600 cavale., L. 4.00 uff. san., L. 600 arm . farm., L. 2000 c.-V· Tass-a L. 50.10.
Ro~r ' · Ministero della Marina (Dire~ione Oe'ntrole di. l3anità M. M .). - 16 tenenti medici in serv. a. p. nel Corpo Sainitario Militaire Marittimo . Sca.d. 2 ag. ore 10. Vedi fase. 19. S111ACUSA· R. Prefettura. Ufficiali san. per Florida, Ferla, S!Jaccaforno, Pa.cl1ino, PozMllo; stipendi I,. 6000 e 7000: divieto di e.sere. profess.; indenn. annu.a ' speciale da fissare; 4 quadrienni d ee. D1ocum. a 3 mesi dal 7 giu. Scad. 45 gg. dal 7 g iu. Età lim. 45 a. VENEZIA· - P~r Treporti (II Reparto fraz. di Burano); L. 10,500 e 4 quinq.; serv. att. L . 500; c.-v.; tra~. L. 1000; età lim. 4.0 a.; eserc. prof. trienniale, di cui 2 alni. in osped. impoi·t., o triennio di condotta e 1 di pratica ospcd. ; tassa L . 25.
(.~~NO
XXXII! , FASC. 26]
SEZIONE PRATICA
Il Comune si riserva di assumere informazioni sul -00 nto dei cpncorre11ti e di escludetli senza obbligo d'indicarne i motivi, rimborsando la tassa . Scad . .5 luglio. 1
NOMINE, PROMOZIONI ED ONORI F ICENZE..
Il prof. Giorgio Portman, aggreg.at10i di otorino-laringologia .alla F .acoltà Medioa di Bor·dea ux, è nominato titolare dell.a stessa cattedra. Il dott.. Sp iriò ione Oeconoms è nominato straordinario di urologia .all'Università di Atene. ORDINE DETJ,.:\_ CORONA D'ITALIA.
(Javaliere.:
<lott. l\1aroollo .Agosti11i di Roma. Rallemramenti .al 11ostro ottimo a111ico.
TTfficiale : lprof. Art11ro Ma11na di Urbin.o.
PROFILI . He1·mann Sahli. Il mo11do medico svizzero p.repara cordiaJi onoranze al pll'of. Hermann Sahli, che sta ora per compiere il suo 700 anni{) in pie11a attività e con .sorprendente freschezza delle sue alte facoltà iintellettive. Nato a Berna il 23 maggio 1856, il S.ahli ha trascorso ne.Ila città natale tutta la s11a vita scientifica e professio11ale, rinunziando .a lusinghiere prof_ ferte perve11utegli da ce11tTi scientifici importanti, -come V~enna e Str,asbu~go. Ha oontemper.ato 1a. direzione della Clinica inedica col primariato osipe<ialiero. Il SahJi è notissimo a tutti i medici per il suo trattato di semeiotica, il quale vanta la gloria di numerose edizioni e di parecchie traduzio11i. E sso romtparve la pr~m.a volta nel 1895; (lopo è -ve11uto , notev.olmente ingrandendosi, fi110 a triplicarsi, i11a ha co11servato il prin1~tivo carattere tli chiarezza e di praticità. Noi vogliamo q11i sovr atutto rilevare l 'originalità dei contributi al srupere recati dal Sahli. Egli ~ntrodusse in medicina la determi11azione <lel tasso emoglobinico 1per l1a diag11osi delle a11emie: per tal modo fu uno dei creato1·i della m oderna em.atolo.g ia. Oggi sembra qu.a si inconcepibile che prima di lu~ l'anemia si diagnosticasse solo dal pallore della cute e delle mucose! Dobbia.mo al Sahli anche la pratica odierna della tubercolinoterapia; difatti fu lui a stabilire 1a neooosit.à di evitare ogni reazione da rp·arte dell'organismo, v1alendosi di d'°si minimali cresoenti, criterio oggi universalmente seguito e che ha permesso di utilizzare questa preziosa risorsa. della te• rnp1a. Vogliamo anche ricordare ·gli studi del Sahli sulla coogulazione del sangue. Egli ha dimostrato l'o•rigine chimica di questo fen-0meno . Ha iaccertato che l'er11ofilia dipende da u;n'•anomali.a oostitu21ion.ale ereditaria del sa11gue, di cui la costituzione 1norfìologica e il tenore in fibri11a sono normali. Ha riconosci11ta l'azione anticoa.gulante dell'estrat-
\
to di sanguisuga ·e l' ha ap plioata alla cura delle trombosi recidiva11ti. La coiincidenoo, di un' epiden1i.a di vaiolo e di u11a di varicella in Svizzera l'h.a co·n dotto a forn1ulare la teoria dell' unitarismo delle due affezioni, la q·tt•ale può avere larghe ripercussioni nel campo igienico. Sua preoccupazione costante è stata quella di inettere a portata del medico i)ratico i n1etodi di la.boratorio, rendendoli aooessibili con tecniche semplificate, così da facilitare le 1n.v estigazioni e gli esami di lab!O•r atorio ~ letto del malato. Tutti i suoi lavori sul funzionamento degli or•gani della digestione h.an110 qu€sto scopo: ricordiamo la pratica delle c~:>~ul.e « desmoidi » -ner l'esame funzio~ . nale dello stio maco e delle capsule « glutoidi » per l' esa.me f.unzionale del p,a ncreas. L'emom.etro, oggi u11iversalmente utiliz~ato, lo sfigmomanometro a mercurio, d'impiego comodissimo e dai risultati esattissirni, riSip•o1ndono p11re a questa fi11alità. . . Il 8ahli è. un maestro ecc~llente e cosc1e11z1oso: .attraver so la sua clinica ò passata tutta una serie di generazio11i d~ inedioi, che hanno largamente profittato delle sue oa{Pa.cità didattiche e della sua esperienza. Egli ci ha offerto anche un beli' esempio di pro1b ità e di coocienza medica. R. D. 1
NOTIZIE DIVERSE . In onore del sen.
~larchiafava.
Il 17 corr., nella sede della R ea.le Società di )[edicina e d'Igiene Tropicale in Londra, si è s'?olta la cerim()nia della çoT1segna del pre111io 1\{a11sa11 .al sen . Ettore 1\1:.archiafava. ..t\.IJ.a cerimonia assistev·ano l' am1basciatore d ' Italià n1archese Della ToTretta e molte ill11stri per~0inalità della ·scien~a britannica. Il p·r esidente della Società, sir Andrew B.alfour, i1li1strò le be11en11erenze della scienza italiiallla e in particolare il Yalore dei co11tributi recati alle •nostre coo10scenze sulla malaria dal sen . }farchiafava, i1onchè cla altri i11vestigatori italiani, e rilevò che ne sono deriv,ati inoalcol,a bili benefizi . Conse gnò .p oi Ja 1neda.glia d' or:at e il reliativo ditploma .al festeggiato, che rispose ringraziando in nome pro prio e degli .altri st11diosi che si è inteso di 011orare. 'Il pre1nio Manson forse il più importante premiio. istituito in InghjlteTra nel campo della medicina - viene conferito ogni tre an11i a. quello scienzi.a to, di qualsiasi ,p iarte del mondo, che .aihbia compi.u to studi con-creti di maggiore im1p0irtanza, conoernenti la medicina, e l'igiene tropicali. Il .sen . Marohiaifaiv.a. raccoglie, così, U'll nuovo fn1tto del suo alto valore scientifico. A lui il plauso revere11te di t11tti i med.ici italiani. 1
1
Missione medica italiana in Argentì11a. SolllO ,partiti 1per l' Arg-entin·a i p1-.ofessori Vittorio A.scoli, direttore della R. Clinica Medioa, e Gi11lio Alessandrini direttore del Gabinetto di pa. ' rassitologia della nostra Università, accon1p·a'gnati
928
11. POl l CLT ~ l CO
'
[. \ ~~O
XXXI II , FASC. 26J
I
dal dott. ..\rnalclo Pozzi. ~.\coogliendo u11 i11vito ufficiale cli quel goyerno, € si si reca110 a rap].Jre""entare la cienza italiana al Co11gresso ~1edico ..\rgentino, cl1e si .aclunerà a Buenos Aires dall'8 al 1 luglio prossi1ni. I <lue illustri scienziati esporra11no i ri. ultati del la Joro esperienza e dei loro st11di ~lill a. n1alaria, la quale oggi costit11isce u.rno dei ip iù gra.v i ::;>roblemi igie11ico-sa11itari })er J.a ~ra11ùe repubblioa 11eo-]atina. Il p.r of. Ascoli terrà .a11che lll1 cliscors.o .a sezio11i riunite. U11 de11so ·gr11ppo cli collegl1i, stude11ti e amici, i è recato alla stazione ferroviaria a porgere t111 saluto a ugurale ai partenti e ad espri1nere loro sensi di Yivo co1111pia.cin1e11to ·per l'alto onore che è stato fatto, per l oro mezzo, .alla medici11a italia11a, Ja quale sa n1antenersi allJ .altezza dei tem·p i e gode all' estero di 1neritato credito. Tra gli inter,·e11uti era il 111inistro dell'Argentina presso il GoYeruo italia110 8. E. il prof. Fer11a11clo P érez, .attivo •nr ~nwtore degli ~·caro bi intellettuali tra l'Arge11;ti11a e l'Italia.
-
In onore d él prof. Valagussa. N elle s.ale clel Preventorio l\1aJ·ai11i in llom.a (via R11bico11e) si sono 1-.aòcolti t u tti i medici che han110 frequentato il cor~o d'igiene ed assiste11za i11fantile indetto dalla Croc'6 Ross.a e tenuto dai proff. De .anct.is, G11aldi ,. Il vento, lVIa.ggio1.,a, ){.ancioli Crai11z, Pi1per11:0 R.onchi, Sere11a, Simpa, Za11elli sotto la guida del direttore del cor so p.r of. Fra11cesco Valag11ssa. Intervennero la N. D. Carolina l\larai11i, i.I direttore generale della CroC'e Rossa Italia11a ge11. Baduel, tutti i docenti e nu1uer.0\Sissin1i medici. Parlarono il dott. nf. ~Io scarini a nome di tutti j colleghi, e il gen. Baduel, n cui .risp.ase il prof. Valaigussa, ringraziando. F111·0110 offerti fiori .a ·do11na Mar.a ini e fu servito lln ri11fresco.
L'ina ugurazione del monumento al prof. Gaetano Rumino . Il -~ luglio verrà inaugurato 11n mont1mento al c::>n1pi.a nto !Jrof. Gaeta110 R11n1Illl01 nella J1,ativa Beneve11to. L'Ordine dei inedici della .Provincia e 1a B a11ca Co111111erciale di Bene,enta, che fu f1o·n data dal prof. R u111n10 , hanno reclamato l'onore e<l il 1nerito della iniziativa con slancio e11tusiastico . L :1. eerin10111a as umerà u11.a importanza , cl1e esoTbita dai li1niti della città nativa sta nte la . elevatezza della perso·n a da oonunemorare e r1cord.are n lle generazioni f11tt1re . Il en. Edoardo l\faraglia110 l1a a<:cettato <li te11ere il discorso inaug11rale con11nemorativo di ol1i r e terà tra le glorie più f1ùgide del.l a inedici11a Jl U7.l011H le. La ceri1nonia s1len11e "arà i01J.1 orata dall'i11terv01nto idi . E. il ini11i t.r o dell'Istruzione Pubblica on. Fedele, di . E. il !Jresidente della Camera dei Deputati on.. Casertano, cli rap1presentanti delegati del Con. iglio Superiore della P. I. (il ;)l'Of. Rummo fete i)arte della Giunta del Consiglio). dellP cuole t1niYer ·itarie ufficiali di Clinica e Pat ologia )ledica e di Fnrmacologi.a, degl'insegnanti 11ni,·pr. . itari !JHreggi:1ti, àell.a Società Italiana di 111ed ÌC'ina i nter11a (il prof. Ru1nn10 ne era Yice-1Jresi-
dente), delle .Autorità co111unali e }Jl'oYinciali, delle I ·tituzioni osipe'Ìaliere e di pubblica be11efice11za,. cli As...~ciazioni operaie, <lella Stam9a. medica italiana. Han11°0 a11che prea11nu11ziato l'interYento 11u111erosi colleghi, alunni ed a1nici del com1pia11to 1\iiaestro. Oltre i1 sen . 1\iiar,aglia110, nella cerimo11ia inaugura\e, .parler.a.n110 i l cav. gr. cr. 011 . avv. Foschi11i, l'on. prof. Pietro1 Cast€ lli110, il i)ro.f. Luigi Fer1·.an11.i ni, il R. co1nmis~c.vrio co.m111. D o11isi. La oapjtaJe dell'antico Sa11nio sarà orgogliosa del plebiscito nazionale di on1aggio e di re\ere11te r ic.crdo al gran,d e suo figlio. 1
1
S ocietà Napoletana di CJ1lrnl'g ia. 11 12 giugno u. s. ebbe luo·go l'ulti111a sedt1ta dell'.anno sociale 1925-26 di questa Società. In tale occasione l ' (;fficio di Preside11za usce11te e ':t>er statuto per UJl .anno non rieleggibile, comunicò il testo di u n bando di com.corso che fra qualche giorno sarà annunziato . Fu eletto pure il nuovo Ufficio di Presidenz.a, che rjsultò così costituito : dott. A. P. Rioci, presiid~11te; prof. R. J .ann.i e pr.of. G. l\{arsiglia, consiglierci-vi oe-.p resi1denti. Con Ja J_)TossÌJ.11a seduta, che av1·à luogo in l~glio, J,a Sooiet.à N:a.p olet.an.a di Chirurgia, cl1e raccoglie il maggior numeto ·dei chirurgi della città, entrerà nel secondo a.uno di ''ita feconda. 1
1
Corso di perfezionamento. •
Dal 19 al 31 Luglio si terrà, presso l'Ospedale 1\ifarittimo cli Be rck Pla.g e, una serie• di lezioni sul le tubercolosi osteo-articolari e gangliionari e su al~u·ni eleme11ti d'ortoQedia pratica; il co1·so sarà diretto dal d-0tt. E . Sorel, coadiuvato dai dottori An·drie11, Bouquier, Delah.a ye, l\ifozer, Lange e Ducroquet. Tassa d ' iscrizio11e Fr. 200. P er og11i i11for1n.a zione rivolgersi al dott. Delal1aye, Hopital ~1aritime d,e Berck Pl1age (P.. d . C.) , Francia.
Conferenze igienico-s anitarie alla Milizia Nazionale. Oome ave1nn10 già ad a,nuunziare, il 12 giugno ebbe contemporarLea1ne.nte luogo i11 25 città d'Italia sedi t1niversitarie (Roma, 1\!IiJ.a110, Napoli, Tori110, Palermo, Genova., Bologna, Pad ~va, Pavia,. Firenze, Parma, ì\ifo<lena, Pisa, 'Perugia, Sassa,r i, Bari, Messina, Catania, Oaglia.r i, Oameri111{)·, Siena, FerraTa , )1.acerata, Portici, Urbino) u11a ceri111onia austera i1ella sua semc:>l icità. I Gruppi Aiuti ed Assistenti fasciBti ubbidendo oll'ordiné ricevuto dal Partito e dalla ~lilizia ,. han110 i11iziato un ciclo di conferenze e-:lucative,, igie11iche, sa11itarie, ai soldati della Rivo·luziQlle. In ciasc.u na l Tniversi.tà, il segretaJ'io di Gruippo, alle ore 18 precise, ha pro11uncjato le ~eguenti parole: « In questo stesso istante venticinque L-egioni della l\filizia i rit1niscono nelle .aule delle U11iversità d'Italia a compiere uno ste <;:o rito di amore e di fede. I n ostri gag]iardetti assumo110 oggi il nome di un caduto no3tro. Ed in nome dei caduti nostri, noi n0rtian10 la ::>arola rlella scienza ai soldati della ri\ol11zione. 1
-
l:~:'\NO
X.XXIII ,
FASC.
I
ZG]
SEZIONE PRATICA
Da oggi, i1011 ci sa.r à più un le111b10 di stoiffa, ma 11n'a11i~a viva. ln . . guerra, come in pace, noi - Aiuti ed Assisteuti delle Università ·d'Italia .siamo .nl i1ostro posto : di co111battenti e di costruttori i)er la più g rande Italia » . Indi ciascun segretario di Grup1po 11a pronu11ciat10 a ,·oce alta il i1ome del caduto .a.I quale è stato intitolat0 il Grup·p o. . Al nome l1a Tispo to l'eco p osse11te dei co11venuti: cc Prese11te! »; dopo -::li che hanno .avl1to inizio le oonferenze. L a ue rin1011ia, s i è ri1)etuta i1ella · identica guisa in tutte le U11iversità del Regno: a. dimostrarB il lJerfetto spir ito di disci·p lina Llegli Ait1ti ed As~istenti l1niversita.ri. Solo a Roma. la confe renza è st.ata tent1ta. da u11 J)rofessore titolare, dal sen. prof . Ci.ri11cio11e in on1aggio all a sua az1011e a fav·o re degli Ai11ti universitar i.
Conferenza sull'assistenza all'infanzia. '
Alla Sal a :~'fi11'erva c1i Ron:i:a, OYe si svolge l'<lttiva p r opaganda igie11ica promo&Sa dalla, Cineteca Co111un,a1e, il prof. L. Spolverini, direttore dell.t Clinica pediatrica di Pavia, h a t.en nto l1n' i11tere3"sante conferenza. sui progressi della scie11za J1ell '.ali1nentalJione infa11tile, che ha i1lustrato con -diagrammi e proiezioni. l1""ra l '.altro, j11 essa ha. dato notizia di jrnip.oir tanti stt1di com,p il1ti da lui e dai suoi ooll a.bora.to r i, che te11do110 a cljmostrru:e la diP-eribiljtà dei f ari11acei anche i1ell.a pTima. in. fanzia. Il i:>roblema è del massimo interesse .an ch e peT la "'Jratic~a e ci altg,uria1110 che be11 presto i Tes;oconti di tali studi ' redano la 111ce. Altri i1uovi 'Concetti di granfie interesse 11a esposto il conferenziere sull'azione dei r a.gg,-i u ltra,rioletti che provocano J1otevoli modificazioni negli a li1nenti e ùostituiscono un ottimo 111etodo di cl1ra del racl1i tismo. Alla co11ferenza ha seg11ì.to la proiezione dell,a pellicola edjta dal Gover11atorato di Roma e ch e illustra le 01pere romane di .assi5tenza .a]l' i11fa11zi.a. ~
Coordinamento delle attività delle Colonie 1'1arine in Roma. Fi11 dall'aprile scorso il G-0wernatore e1b be a stabilire alcu 11ie direttive di massima .per il coordinamento dell'o1per,a svolta dia Enti e d a 1p1riv·ati nel campo dell:assiste11za pro·f i1atti ca delli'infanzia. Il vioe o-overna.tor e \ 7 aselli che · p1~esiede a i servizi di assistenza sociale, ebbe già a co11vocar e i1el s uo ufficio t u tti i ratp presentanti degli E11ti che provvedono all o scopo suindicato e in seguito a-::1 accordi i11ter ven11ti, i11 li11ea di. esp erimento, è sta,t o stabilito un nuovo ordi11a,1ne11to di massima per le varie colon ie 111.arinP della città. Le col(onie Di Do11ato, ohe sor10 a consider arsi ~)Ollne collegate co:n la sct1ola, con.tin11eran110 ia<l accogliere escLiLsivan1,e'fl.te, b-ambiJ1i provenienti dalle scuol e e lementari del Gcwe.r1'1atorato, gracili e 'predisposti m a 11on infernli; l '.amm issione .avverrà solt1a nto nel perioido di età dai 6 !a.i 12 1aa1ni. L 'Os'Pizi.o M.ar~no di Ostia e la · Cotlon ia perman ·e nte di Formia aocoglieran110 l1g u.alme11te bambjni provenientj da Ile souole elem,e ntari e dentro t=:>
1
929
gli stessi li1niti tli età, pre(lisposti e gracili , u1a no11 i11fer1nj. La Colonia di Formia sarà desti11ata ai convalesce11ti cli . pleurite . Le Co10111ie della Croce Ro&Sa, se, coni· è aug11rabile, ai<leriran.110 .al saggio p l111to di vista delI' A1uministra.zione civic.a, potrebbero accogliere i bn.i11bi11i di età i11feriore ai 6 a uni, e ciò tenuto partioolaire conto dell',ordinamento e del101 speciale att rez2)ame11to di cui disoo11e la benemerita istituzion~ e cl1e la 1nettono iu grado di prestare opera efficacie ai ba1nbi11i . .?ii1 piccoli; e ciò indi1)endentein1e11te cl.alle }Jrestazio11i a favo1·e dei ba111bini n 01n apiparten e11ti alle scuole -elementa,r i. Le C~ lonie Guarcla.bass i e N enci, che potT.a,n110 essere co11siderate sussi1diarie delle alifìre Colonie, potrebb-ero accoglier e, i1el primo t ur110., i bambi11i 11011 a1J.:ftlarte11enti a lle scuole eleme11tari i11 età dai 6 ai .l.2 .a1111i, e i1e1gli altri tur11i i giovinetti dai 12 ai 15 anJ.1i, tenend101 prese11te ohe la Colo11ia Guarcla.b assi accetti solta11t::> i i11asdhi e la Co1011i.a N-e.nci, le fe111mine. Gli i11fermi saran110 ii1viati a.glj ÙS!J.)iz~ ~(ari11i di A11zio. 1'11tti i11distinta1nente i fanciulli, per essere .a1nn1essi alle Colonie lVIHri11e, sia dell' A111mi11istrazione o di E11ti , sia di carattere ,p rivato , dovra11110 Sl1bire un'a,ccuTata visita d,a part-e dell''Pfficio d'Igie·n e d el Gover11.a:boirato. È rjserv.ata all'lìfficio cl 'I giene la vigilanza di tutte l ~ C.olonie da 1 pl111to di 1"ista sanitario ed igienico. ~
\
1
1
Una visita al Preventorio della Croce Rossa « En1ilio Maraini ». Gli .stucle11ti del 5° Cnrso di Ped.iatria della Regia Univ.e rsità ha11110 visitato il P Tevèntorio della Croce R ossn, << E. l\tf,araini » cli cui è direttore il prof. Franeesoo· Va.lagrussa, t itola.r e della Cattedra di P€>diatria della R. U11iversità. Era a ricevere gli ospiti ]11sie1n1e a ll1i ,il 1dirett,rnre gen·e rale della Cr.oce Rossa p1rof. :Bwdl1el; i l .q u·a.l e diede l or o il ben.venuto Jl:eli Preventori10i cl1e costituisce il •1)ri1no a11el lo clell.a, lottia. antitubet"colare, ·p erchè sottraie il f a11ciullo rup·p en.a i1.ato ai pericoli del contagio della inadre tubercolosa, esaltò l' oper.a. del lor.01 n1aestro prof. V.al1agussa, il quale ha a.cquist.ato. tantè benemere-n ze 'n ,e i nuovi co1upiti che l' I talia s i è ass11nta per ]a, G) r otezione della nlaternità. e dell 'infanzi,a e che ha dato così ill1uni11ata colLaibora.zion e alla i1uoiva leg,~e ed .al 1'egola1nento dovuto alla rne11te e ·a.J. ot1ore di Luigi Federzoni. Ed e,s presse il conviniein1e-nto ch e nell'alta ca.rica di Vice~re sid.ente dell' 01)e.r.a egli porterà l1n_ contributo di scieinz.a e di pra.t ica r ileva.:nte e feicondo, peT la difesa del l)Ìtl prrezioso rpatrimonio u1nano: il fa11cit1llo. Gli stl1denti ,acc~lsero oon calorosi 1rup1plat1si le parolie del direttore della Cr oce R()Ssa, e tributaJ·ono ,al loro maiestro una connnove11te ma11ifestazione id i simpatia i11sie.1ne a D.dnna Caroli11a l\faraini che del Preventorio fu fondatrice e donatrice .alla Croce Rossa. I talia11a. Uno s.tl1de11te dis~e p13ìrole p iene di se.utime11to e provocò una cal orosa dimostraz~one de~ st1oi co111rpagni .all 'j11di• r izzo della. generosa sig11ora.
'
1
1
1
I medici del Corso di perfezionamento di assistenza all'i11fanzia, che test('> ebbe tern1ine !1el
I
' •
930
IL POJ .l CLINICO
. Preventorio della Croce. R ossa cc Emilio )laraini », i medici del Cor so di specializzazione in Pedi.a.tria della R. Università e. gli studenti del 60 anno di n1edici11a, tutti allievi dell'illustre .p r1oif. Francesco Valagu ssa, h a nno inviato .al . loro maestro in oma.g gio L1. 695, per l'acquisto di un .aippa.recchio scientifico, destinato a ·maggiore incremento degli st udi del Preventorio « Maraini », benefi c,o anche i1et can11po della lotta per i' assiste11za all' in fanzia.
La festa del fiore in Roma. '
La festa del fiore, che a OUT.a clel Comitato Rom ano co11tro la tuberco~osi, e sotto ·gli at1spici del Gover110 N azio11ale , si è svolta i1ella r eoente ricorrenza dello Statuto, ha dato risultati fin a nziari .abbastanza soddisfacenti. La somma COill!plessiva ·racro1lta ha superato quella degli anni scors i. Si sono infatti avute : dalla questua. p11bbl ica L. 38 .816,95 ; dalla ·qu~tua nelle chie-se L. 6000; l)er oblazioni priv·a te L. 2330.80. Totale L. 47 .l-l7,'75. Conf.rontando queste cifre co1n quelle otte11ute nell'anno docorso, risulta una differ,en Z1a assai notevole. Il m a1ggiore introito è dovuto1, senza du,b bio, non so]o .ad un'or ganizz-azione più perfetta e ad una prop.a.ganda più viva ed' intensa, ma a colliaiborazioni più fervide, ad iniziative più fec onde ·a d ' un.a p1.Ll' co 11sa1Jev.o~e partecipazione della cittadi11a.n ~a a ll'o per a del Comitato Romano .
[ ..\NNO
XXXIII,
FASC.
26 ,
Anniversario di laurea. I laureati in medicina e ohirura ia nella Università di Bologna negli anni 187B e 1877 che· intendono festeggiare il 50° anno d' insegn.a~ento de1 venerato ed amato lor-01 Maestro Augus to Murri, ed in pari te.mpo il compimento del 500 ann-0 di laurea !per i primi, e l'inizio per i secondi sono inv itati 1a mandare le loro adesioni in Ai1: co111a ·a l d:ortt. G·e Temia Fuà. La data della riunione, nonchè La · località ed il r elativo ])rogramn1a sara nno resi noti, doipo ottenute le adesioni . Il Comitato Promotore è composto dei dottori To1nmaso Casali di P ergola e Geremia Fuà di Ancona.
Medaglia d'oro ad una suora. Il Consiglio d ' An1ministrazione dell'Os1JedaleMaggiore di Milano ha decretato' un.a medaglia d 'ol"o a s uor Rosina. D ' Anna, che è a oapo del personale religioso femminile dell'Osp€dale. La consegna è stata fatta con s olenne cerimonia ne1la. ' Cappella dell'Ospedale, presenti v.arie autorit~ il' Oonsigli 01 q' Amministr.azione, medici e suore. lebrò Ja messa e (Pronun ziò un discorso l'arcivescovo card . Tosi.
Ce-
1
1
Invito ai medici italiani.
La SITMAR (Società I taliana Servizi M.arittimi) ha or ganizzato delle crociere alle quali possono p.r endere p·arte i medici e le loro famiglie a co11dizioni specja]i di favore. Le prossime cr10ciere nordiche a nnunziate avra!1DJ01 luogo d·a Amb11~·go e daJLa Norvegia all'Irlanda, I sole F a roer e Sp1tzberg e da i\..mbt1rgo ~ Genov·a. Per i11formazion1 rivolger si alla sede, in Ge.n ova, via. Balbi, 2.
I~dice
1
,
alfabetico per materie.
~i\n af i Lassi
e a11tia.11afilassi digestiva Pag . 908 .-i.zotemia cronica con anemia: azione ~lella trasfusione san guigna . )) 921 BibJiografia . )) 916 Calcoli renali: nuovo trattam ento )) 920 Carcinoma gastrico : di.a.gnosi . )) 914 Cistite amebica . )) 922 Concorsi a primario 'nf!gli (Jspedali . . )) 925 Concorsi · controllo esercitalo dalle a1rn m.inistrazioni pubbliche )) 924 (Joricorsi: revoca pe1· esiigeri ze di pubblico in tere.sse )) 924 • Gonto1·so : titolo n1ilita re di d·i1;erso (Jtado· . )) 924 Co11dilomi ac111ni11ati: cicatrici residue )) 923 Cordon1a )) 911 Di,·er tjcol ite .acuta . )) 905 Ecl an1.p ia: trattamento sintomatico con in:-.11lin a )) 919 . ' ... 1
Diritti di proprietà riservati. -
Si è ~pe..nto a N apoli il dott. GIACOMO OORSELIJ:, ca1p i0 d~ quell'Ufficio Provinciale Sanitario. ETa nato a P.a1ermo; era stat o medico proYi11ciale ad 1\.vellino, Par1na, Bari, Torino ed i'Ilfine .a N aipoli ove rimase per diciotto anni, dando opera prezros a ed .avveduta per il migliora.mento delle 00 ndizioni igienico-sanitarie locali, di cui aveva 1acqu~stato una conoscenza perretta. Sol011ni i funerali.
F ebbre l1u etica terziaria • • P ag . Igien e : cO!Ilgresso » l tnpiego: nozione d el rapporto di )) :Ylalaria : meto.do pratico di disanofelizzazione )) Milza., sistema r eticolo-endoteliale e disintossicazione . )) Nefrite : .a~etti cli11jci, prognosi e cur a )) 1)11eumot8race tera·peutico : enfisem a sottocutaneo )) • ' P soriasi : tera,pi.a bi::n11utica . )) )) SAH.LI H 'ciat1ca: etiologia e patogenesi )) Ulcer a, duodenale profonda . )) \"er samehti e sfregament.i pleurici: coe)) sistenza \i e urinarie : inf~zi o ni coli bacillari di )) origine intestinale
902 917 921 923
909 921
923 919 927
910 915 97 920
É vietata la riproàutimie di lavori pubblicati nel POLICLINICO e la pubblieaziMu• dei sunti d•
eaai. senza cita~ la f onU,• .li.oma. • Stai.I. 1'ip~Lit . .Arma.ni di M. Courrier.
V.
ASCOLI,
Red. roap.
, •
IL POLlCLINlCO
t PAGINA DELL'AMMINISTRAZIONE)
SEZ. PRA'l'ICA - FASO. 26
Ricordiamo agli abbona.t i l'indispeQsabile pubblicazione
•
,
ecntca era Medica e Chirurgica del Dott. Prof. BERNARDINO MASCI della R. Università e degli Ospedali Riuniti di Rom&.
eon prefazione deJ Prof. AGOSTINO CARDUCCI Medico-primario _e v. direttore sanitario del Pol1clinico Umberto 1, in Roma.
Opera espressamente preparata in seguito alle ripetute richieste dei no~tr' abbonati, elaborata secondo i più moderni concetti e con intendimenti di assoluta praticità. Riportiamo qui di seguito la significante Prefazione~ con la quale. il Chiar.mo prof. Carducci si è compiaciuto di presentare l'opera. <t Questo libro che per incarico dell'Editore del giornale «Il Policlinj co n il prof. ·M asci ha scritto. « sulla T ecnica Terapeu tica Ragionata M edioo -O hirurgioa, colma una. grande lacuna tra i nostri trattati
-« di l\1edicina e Chir·u rgfa. Giacchè se è vero che noi abbiamo ottimi trattati di · Farmacologia, di Medi« cina operatoria ,, di Assistenza, ecc,. manca un lib ro che riassuma tutte Je conoscenze più antiche e più « recenti su quanto si può praticare al letto del ma lato IJer opera del medico generico. È perciò che leg« genòo questo libro s i prova quel piacere e quella soddisfazione intellettuale che si ha quando si vede <t realizzata una cosa da lungo tempo desidera ta. (~uante volte. specialment:e nei primi anni del nostro « ese1·cizio professionale, da vanti a lle necessità di con1p iere al letto del malato le più modeste mansioni « di assistenzn, davanti alle minute ed insistenti doma nde dei nostri cJient1 in riguardo a l vitto dei , « pazienti, a lla scelta di un luogo clima tico, n 11a specificazione di una curn di açqne minerBli, o da vanti « all'urgente necessità di siringare un prostatico o di applicare un apparecchio di contenzione, avrem- , « mo preferito di essere meno ricchi di conoscenze sulle varie teorie sulla Patogenesi dei fenorueni « morbosi e più espe1ti di nozioni pratiche. ! E qua ute volte abbiamo perciò pensato alla necessità. di « u n Jib1·0 che riassumesse tutto il bagaglio terapeutico antico e moderno e che ci fosse compagno fe« dele ed a l quale potessimo sempre rivolg·erci nei dubbi che l'esercizio professionale tante volte puree troppo ci procura. « Orbene, ba sta trascorrere solamente l'indice dei capitoli del libro per convincersi che il Masel · « l;la raggiunto completa1nente questo scopo. lnfa tti il libro è diviso in ventisette capitoli ed essi ri- · « guardano: l'Assistenza del mala to : l'Igiene del malato: l'Alimentazione del malato; i l\1edicamenti; la « Crenoterapia; la Climoterapia: J'Eli oter::i pia: la T ermoterapia l'ldroternpia; il lVlassaggio e Ginna stica « Medica; l'Elettroterapia; la Ps icotera pia : la Tecnica Terapeutica 011tanea; la T ecnica Terapeutica «dell'Apparato sottocutaùeo; la T ecnica Terapeutica dell'Apparato circolatorio; la Tecnica Terapeutica « dell'Apparato respiratorio; la ·.recnica Terapeutica de ll'Apparato digerente; la Tecnica Terapeutica del« l'Apparatu genitale; la Tecnica Te ran~ 11ticu del si stema nervoso ; la T ecnica T erapeutica. dell'Appar::ito . «motore; la Tecnica '.rerapeut ica dell'Appara to visivo; la Tecnica Terapeutica dell'Apparato u<litiYo ; « la 'recnica Terapeutica pediatrica ; le Cure pre e post-operatorie; la T ecnica della l\1edica tura; la « T ecnica . delle Fascia ture. «Ma oltre che aver t ratta to ì' argooJento in modo completo, il Masci è stato accura to e minuto « anche nella trattazione dei singoli ("}l pitoli, ed il medico pratico potrà trovare facil1nente la risposta « a qualunque quesito gli si J)resenti al letto deJ ma lato nei rigua l'di della cura o in altre contingenze · « del suo esercizio professionale. « Altro grande merito del libro è che esso r.ou tiene non solo le applicazioni terapeutiche che l 'espe« rienza antica ha già sancite. ma anche le a pplicazioni più recenti nel campo della terapia fi sica, quindi « se è vero che il giovane medico pratico trova nel libro più materiale l)er le sue ricerche, anche il « medic-0 provetto può servirsi di esso con . utilità per mette1~si . a giorno ·d ei mezzi di cura più recenti. « Ma il Masci non è stato semplicemente un compilatore, giacchè egli ha trasfllSO nel suo lib1:0, « oltrechè la s ua estesa coltura . il frutto deJJa sua lunga esperienza sia in l\:ledicina, che in Chirurgia « a l!quistn t-'l. nei molti unni di e~ercizio ospec1a)iero e che non si rileva certamen,te nell'esposi7.ione di « novità personali, difficile per altro a verificarsi dato l'argoruen to trattato, ma nella disposi?:ione della « materia, nella chiarezza delle ·idee, nella ric-erca di dare una impronta di razionalità ·alle varie ap« pl1cazioni terapeutiche. « Ad un libro così ricco- di pregi non può a mi o parere che arridere un brillante successo, ed io me « lo auguro non solo per compensare il prof. l\1asci del 1SUO lungo e diljgente lavoro, ma per il bene« ficio dei medici pratici aj quali certa mente il libro risparmierà l'ince1·tezza e l'ansia della ricerca « in og11i momento dell'esercizio professionale. » Ro-nta, 20 D icen1.bre 1924. A. Carducci. 1
Un volume in 80 di pagg. ~111-845 ~iti~amente st~mpato su c~rta.s ~ mipa~inata, con 2.73 figure jnt.ercarlate nel testo ed artisticamente r1lecrato lD p1e11a tela in glese con 1scr1z1on e b1anca sul piano e sul d0rso. Prezzo L . 78 p ·ìi le spese di_ spediziorie postale. Agli ab bon a ti del "Policlinico,, l'opera ècedu ta p er sole L. 70 franca di v o1 lo . -. 4
...__ -Y
~ ~·
•
.Altre pubblicazioni non di nostra edizione che siamo in grado di offrire. con qualche agevolezza, ai nostri abbonati: '-
COLLE Z10 NE ATTUALITA SCIENTIFICHE - SERIE MEDICA
I
(diretta dal Prof. Sen. A. LUSTIQ)
"•
Prof. A. !LVENTO.
Prot. A. CoRSINl.
La difesa deJ la Salute e la se ti ola
Medici ciarlatani e ciarlatani medici
Volume in-8. di pa g. 87 L. 7 e 5 sole L . 6. 9 O franco di porto.
0. - Per
V~ume
i nostri abbonAti
in-8, di pag. 11!, con 8 tavole fuori telto L. Per i nostri abbonati eole L. 8. 2 5 franoo di porto.
9. -
Prof. G. MENDJCS.
Prof. G. Gn1xo1\J:.
Moderni mezzi diagnostici della Infezione tubercolare
La depurazione dell'acqua da bere
Volume in-8. di pae. 90, con 7 figure interc&late nel teato L. 7. 5 0. - Per i nostri abbonati sole L. 6. 9 0 franco m porto.
Prof. P.
Ro~oo ;x1 .
O. -
Prof. D.
Prof. L. VIGANÒ.
Vaccino e Vaccinazione contro il vaiuolo Volume in-8, di pag. 71, con 5 figure intercalate nel testo L . 7 • 5 O. - Per i oostri abbonati s°'6 L . 6. 9 O f ra.nco dl porto.
di porto.
Prof. A. lLVENTo .
Prof. A.
La tubercolosi malattia sociale
Voklme in-8, di pag. 48 L. &. L . 4. 2 5 franco di porto.
Per i D06tri abbooat.i
Fisiologia ed Aviazione Volume Sn-8, di pag. 160, con !4 figure intercalate nel teno L. 1 6. - Per i no1tri abbonati 8-0le L. 1 4. 5 O franoo "
Per i noatri abbooa~i
porlo.
Dott.ssa
Prof. G. LEVI.
M. DIEZ GASOA.
La scelta del mestiere
Vita autonoma di parti dell'organismo
•
Volume ia-1, di pag. 131, con a figure intercalate nel tille L. 1 5. - Per i nostri abbonetl IOie L. 1 3. 8 O franoo dt
.....
Volume in.8, con S5 figure intercalate nel testo L. 7. 5 O. - Per i nostri abbonati per sole L. 6. 9 O f-ra.nco di porto.
Prof. G.
C APONE
La dottrina psico-analitica di S. Freud Per i nostri abbonati
ALES SANDRINI
F1uHERA
La lotta contro il cancro Volu.ne in-8. di pag. 114, con num er ose grafich e intercala.te nel testo, L. 12.50. - Per i nos tri abbonati sole L. 11.60 franco di po • to.
I. Prof. G.
Per i nostri abbonati sole
Prof. A. HERLITZKA.
FRANOHETJ'I.
V ol um e to-R, di p ag. 62, L. 7.50. sole L. 6,90 f ranco di porto.
'rR.4'}.iBUSTI .
Luigi Pasteur
La difesa con.tro la tubercolosi e la sua legislazione
G.
..
di porto.
Volume in-8, di pag. 70, con 8 figure in Lercalate nel teeto -L. 7 • '5 O. - Per i nost ri abbonati sole L. 6. 9 O franco
O. -
CARBONI:.
i nostri a.bbona'1
Volume in-8, di pa.g. 90, con 12 figure intercalate nel teato L . 7 • 5 O. - Per i nostri abbona.ti sole L. 6. 9 O franco
La cura della tisi polmonare col pneumotorace artificiale
Volume in-8, di pag. 76 L. 7. 5 sole L. 6. 9 O franco di porto.
O. - Per
I microrganismi dell'industria
Prof. A. LURÀ.
Prof ... A.
i nostri abbonati
Sessualità e Ringiovanimento
Per i nottn abbonati
Volome in-8, di pag. 180 L. 1 5 .' aole L. 1 3 • 8 O franco di porto.
- Per
Prof. P. RONDONI. Volume in-8, di pag. 7' L. 7. 5 iole L. 6. 9 O franco di porto.
Immunità e Terapia specifica della tubercolosi Volume in-8. di pag. 70 L. 7. 5 sole L. 6. 9 O fran co di porto.
Volume in·8, di pi\g. 170 L . 1 5. sole L. 1 3. 8 ·0 franco di porto.
SPADOLINI
Insetti trasmettitori di malattie
Le funzioni nervose nel sistema della vita vegetativa
·vo lume in-8. di pag. 94, con 3l figu-re in tel'oalate nel t esto L. 12. - P e r i nos tri a bb ona.t i sole L. 11.30 f ra nco di porto.
volume in-8, di pag. 157 con 49 figure intercalate n~l testo, L 15. - P e t' i nostri a bbonat i s o1e L . 13.80 fran c o d1 porto.
~~~---~---~~~
Inoltre:
Per gen tile .con.cessl.one della Casa Editrice, sia mo in g r ado di offri•r e a.i nostri abbonati iil m agistJr.aJ.e Ja.voro del grande cliniico
Auous·ro
MURR1
Nosologia e Vsicologia
(10 volume in-8. di pag. XVI -208. -· ln com~e10io L . l D n oTt.(\ trane.Il
noncbè:
AUGUSTO MURRI
1 8, più le spese postali di spedizione. Per
••'Dei
I nost ri abbonati tJOle L .
e6, 7 b
~edici
Pressati da numerosissime ed incessanti insistenze, abbiamo fatta una nuova ristampa di questa magnifica monograda e •1 ~., bJamo potuto aggiungere un recente riuscitissimo ritratto dell'Illustre u~m~>, !n formato 16 xl~, su carta patinata a un'elegante brochure, di •7 pagine, della stessa ampleua del e Pohchnloo >. Costa L. 8 ma ai nostri abbonati • ,,.dtta ,.: IOie L. 8. 6 O• franca dl porto. .
AUGUSTO MURRI
• •
"Saggio di per1z1e medico legali ,,
per cura e con prefazione di ANTONIO GNUDI. Seconda edizione aumentata. Volume in-8, di pag. XVI-272. ~. 1 8. - Per I nost ri abbonati sole L.
AUGUSTO MURRI
Ma u_rizio
I 8. 7 &
in 'lorto franco.
Bu_falirii
nel Cinquantenario di sua morte
•
•
•
•
Itoma, 5 Luglio 1926
ANNO XXXIII
Fase. 27
•
fondato dai professori:
GUIDO BACCELLI
FRANCESCO DURANTE
SEZIONE PRATICA REDATTORE CAPO: PROF.
VITTORIO ASCOLI
'
SOMMARIO. Appunti per il medico pr~tico : CAS ISTICA .E TERAPIA: Malattia celi aca. Defi nizio ne e diagnosi. - S ui diverbicoli mnl ti r l i dell' i1ntestd no. - Diverti colo d ella cisti-
Lavori originali : O. Sciarra: Nuova sierodiag nosi della
eiftli de.
cliniche : L. Pan&ini: Sulla isterectomia precesar ca subtotale addominale. (OperaZJione dii Roger-Rolieri). - P. Polcenigo: Due casi di tUlDlore po-
Osservazioni
f ellea ste n o~a n te il pjloro. - La progn-0ei chiru rgi ca dol canoro dello etomaco. - I l can oro del oolo.n trasverso e dei s u oi angoli . - Purganti e lassativi . - La somministrazione dell)olio di r-i-c.ino. - L'acqua di mare per vda orale. - IGIE NE: Ricerea delle frodi negli ol!ii. -· NOTE DI MEDlCINA SCIENTIFICA,: Comportamento di germi eapTolìti nelForganjamo. - La flora microbica del n aeo e della gola in rappo.r to ai I'laffreddorj . STORIA DEI.LA MEDICINA: Sviluppo storico del le nostre conoscen ze sulla malari a . - VARIA. Politica sanitaria e giurisprudenza : G. Selvaggi: Controversie giuridich e. Nella vita professionale : ConcoTSii. - Nomine, promozioni e d onorifieenze. Nostre corrispondenze : Congr esso Naziona.le BufaLiiniano, a Cesena. - Il XVII Congresso dell'Ae.sooiazdone Nazional e di 1clirologia, clJimatologia e terapia fisioa a Salsom aggiore. Notizie diverse.
l icis tii co del mesentere. Note e contributi : E. Curtd: Cuxa pneu.motora,cioa e lavoro . N-0ta polemica : G. Caiponetto: Reeezicmi e 1 il.asti ch e del coledoco. Sunti e rassegne : FEGATO E VIE BILIARI : Sulla patoge.nesi d ella colica epatica. - O. Cantelli : Di una possibile confu&ione fra ecbinococoo epat.ico e cistifellea comunque ammala,ta. - D . Wilkie e W. 11.Iingworth: Colecistegrafia. 53 ca.si controll ati con l'operazione. STFJLOGR AFIA • K. Zieler: Diagnosi precoce e eq_ira rapdda della sifilide. - MFJDJCJ Nti SPERi l'tlENTALR : A. Vaudremer: Ricerche sullo svilU'PPO del bacillo tubercolare e vaccinazione antitttbel"Cola..re ò elle cavie. cenni bibliografici. Accademie, società mediche, Congf"essi : Società Medico-
Chirurgica di P a'Vlia. B er ga.roo.
Rassegna della stampa medica. Indice alfabetico per materie.
Società Medico-Chiru rgica di
ITAZIONE SOLLEC
I signori abbonati che non hanno pagato ancora la seconda rata seme· strale a compimento dell'importo del proprio abbonamento pel 1926, sonù vivamente pregati di farn e sollecita rimessa, mediante vaglia postale. L' EDITORJ~:
N. B. -
LUIGI POZZI. Del vaglia postale che si invia devesi conservare il no1izzino di Ticevuta . . _ono ess.i co5tituiti di antigeni lipoi-dei ed anti· corpi rragen ti nel sangue così come in vitro? .4\ggi ungendo al siero alcool etilico, assoluto OP· pnre a 95°, si disgreg::ino tutti rapidamente ed uniformemente; se ciò avvien e per scissione. di aggregati a11tigeno-a11ticorpo veri e ~ropri, anti. geni ed an ticorpi re5isi li.beri ·doVTebbero n uovam ertte reagire in presenza di altro complemento fissandolo: i11fatti d eviano il complem ento come si ri\ ela col noto si-ste111a emolitico. Di qui l'origine della sieroreazione fondata su princìpi scien tifJ ci nuo,ri e su elem enti .del siero l11etico finora sconosciuti e non me5si in evidenza nella ' '' asserma1111, 1\IIeinil<e, Sachs-Georgi, Y·ernes, ecc.
LAVORI ORIGINALI. Nuova siei·odiagnosi della sifilide (*) p.e r il Prof. OLINTO SCIARRA, docente idi patologia med. nella R . Univ. di Napoli I sieri luetici,
.
a ·differen za degli altri, si pre-
sentano all'ultramicroscopio abbondantemente ricchi di grani, liberi o agglutinati, in eguali p er gr~nd ezza e mobilità, e ·di flocculi, forse n on tutti s.p,e cifici, ma m olto caratteristicL
7
( · ) Comun icazio11e alla iR. Accademia Medico Chirurgica, 30 maggio 1926.
...µ,....• .,..... I
+>
~
..µ
cd ~
d
..... "-..,./ o ~
Alcool
o ...-.... oJ-4 .cd. . "'"' O
<D .......
~
I>
cc.
U)
.
0,20-0,30
· Soluz. fi s. 0,85 °/o
Complemento
cc.
cc.
'l'ermostato a 37° cc.
T ermosta- I to a 3? 0
Sistema emol ltico
.
cc.
{
E SI TO
1
Positivo (non emolisi)
Negativo (emolis i)
cc. I
I
I
0,10-0,15
1,5
I
•
D ose secondo il titolo
S/4-1 ora .
1
. 1
/.i.-2 or e
-
---
+++ +
I
11 Por.1c1 rNreo
934
[ ..\NNO
XXXIII, FASC. 27J •
Controlli necessari: del siero, dell'alcool e del sistema emolitico. E bene praticar·e due esami con eme. 0,20 e 0,30 ctj siero e rispettivam·ente eme. 0,1 e 0,15 ·d i alcool. P er evitare errori tecnici si fa notare: 1) Volendo, per esami comparativi, usare la
stessa dose di complemento necessaria n ella Wassermann, occorrono ·cmc. 0,20-0,30 di siero, p erchè la r eazione si avveri -ch iaramente, essendo i 1si.eri più ricchi ·di anticorpi che di antigeni lipoidei;
-·essenzialmente -
I
indispensabile addizion '\re l'alcool .direttamente al siero non ancora dil11ito in soluzione fisiologi<Ca, m escolare opportunamente ~ 1diluire 1subito, perchiè non si for mino precipitati; 3) Il dosaggio del complemento, piti ohe nella wassermann, deve essere rigoroso per rendere evidenti le più tenui modificazioni ·del siero; 2) E
4) E n ecessario aumentare la dose di alcool
iproporzionalmente a quella. di liquido c. r., di e~sudato e di trasu·dato in esam e, perchè sia certa. la scissione dell'aggregato antigeno-anticor.p o ; 5) Nessun altro solvente di lipoi·dt sostituisce
bene l'alcool. , Da alcune centinaia di esami comparativi con la Wasserm?nn su sieri luetici o :r;ion (1) pos~u per ora (riservandomi di riferirne am1p iamente in una prossima pubblicazione) bre,remente de·durre : 1) Col .siero inatti,ro la reazione è :
u) sensi bile più della Wassermann, pur con-
\
cor.dando quasi 1sem1pr e con le \\'lassermann n etta1nente positive; ù ) sp ecifica : nella lebbra e in altre malat. tie con \ì\' assermann positiva risulta negativa; e) sicura: molteplici prove s ul medesimo siero ·d anno cost::i11temente lo stesso esito; a ) iridice di irif ezione attiva: in casi speri· mentali con \Va ssermann fortemente positiva, d{).. vt1ta p erò ad itrun11nità a ttiva antilipoi·dea in seg11ito ad iniezione ·di antigeni luetici, si è sempre otten11to esito negativo, com e era preve.dibile !Per il meccanismo intimo della r.eazione· ' 2) Col siero att·lvo i! sensibili s.c;ima ma è dub. l)io se ed in ch e grado la maggi ore sensibilita sia ::i. scapito della specificità; 3) ~ella
sifilide si prod11c ono lipoidi, specifici forse in modo a5soluto, combinati n el sangue ad · a nticorpi cui danno luogo; tale lipoidemia specifica è la base dei caratteri su citati della nuova ' sier odiagnosi.
Forni timi in gra11 parte dalla R. Clinica Dern10 ifilopatica, per con senso dell'iJ lu·stre Direttore prof. tanziale, cni esprim o p ubblica riconoscen za. (1)
OSSERVAZIONI CLINICHE. Or\"IS. 'C HIRURGICA DELL'OSPEDALE MORGAGNI IN FORLÌ
diretta dal prof. ·SANTE SOLIERI.
Sulla isterectomia p1. ecesarea subtotale addominale. (Operazione di Roger-Solieri) p er il dott. LUIGI PANSINI, aiuto. Riv)sta « ll )1orgagni )) , perchiè fosse onorato i1 grande anatomico forlivese, al cui nome al lora si intitolava il bell'Osipe·d ale sorto nel centro (lella Romagna, jl olieri nel 1922 (1) p.u bblicò un a m emoria originale, sulla oper.azione da lui • pra ticata, iper la prin1a volta su donna vivente, e c!1e f11 chiamata is terectomia 'J)reces area subtotaleaàdomina,le : Su di essa riferirò brevemente. I .. 'i·dea della operazione sorse nel Solieri nella seguente circostanza : in una donna trasportata all' ospedale in so prapiparto, con S'Palla inouneata P procide11za dell'arto superiore ·destro. le varie manovre :per eSjp 1 etare il ri\'Olgimento r iu scite infruttu ose ·g ià prima clel suo ricovero, e ripetute in ospedale anch e preYia eterizzazio11e, .n on avevano clato risultato alcuno. ~011 stimando opportuno in sistere oltre nei tentativi di ,rersion e, per le condizioni de1r.u tero, che nel suo segmento inferior~ &ì era fatto so.ttilissimo, il Solierj, constatata la morte del feto , p ensò di asportare d' em bLée l'utero col suo. contenuto. Fu portato a questa decisione p er il fatto cl1e le m embran e rotte già da lungo teffi})O , e la procid enza del braccio avvenuta prima d el ricovero d ell'j nferma in ospedale, davano la certezza di inquinamento della cavità uter.ina( ~vrni enzn q.u esta cl1e certo poteva rì1olto decidere ciel.l'esito di un inter,rento conservativo. Previa amputazione, con una grossa forbice di Liston, dell'arto ;proci-dente rasente il rpiù possibile alla • rin1a vulvare, laparatomizzata la donna con taglio mediano is opra e sottoombelicale, si proced ette all'as portazione dell'utero pieno .con l"a tecnica che dirò 1dotpo. Considerato il decorso 'reramente ideale della donna o~erata in condizioni non certo incoraggia11ti, ·e dopo un traumatismo durato molte ore, sottaposta come era stata alle manovre di tre sa- · nitari , che tutti invano avev"'ano tentato il rivol~imento, il Solieri si credette a·utorizzat-0 a formulare le seguenti premesse rparticolarmente interessanti, se si consiidera cl1e da queste egli fu consjglj ato ad inter·venire di elezione con la sua oper a zione in altri casi in cui il taglio cesareo clas~ic o non era inni.ca to 1 p er :il timore di operare in campo non ·del tutto sterile: ~:ulla
1
SOLIERI S. Jsterecto1nia adaorri.inale subtotale precesarea. (tll l\1oiìgagni , parte II, n. 5, Milano, (1)
·1922) .
935
. . . EZTONE PRATICA
Il decorso post-operatorio di una operata di taglio ce areo demolitivo con penducolo aiffonda to e ventre chiu so in primo tempo, è più facile e semplice di qu ello di una operata di taglio ce$a reo consei-Yativo ». b) ,, Il decorso p o t-opern torio cl i u11a operata <li i ster~ctomia subtotale di utero puerpera le è piu facile e sem·p li ce d i quello di nna operata <li isterecton1ia subtotale di utero i1on gra ,·itlico ». Fll perciò possibile allo stesso uJla fine del 1921 escg-uire, come ho detto con sicura coscien za cli un brillante risltltato, l'isterecton1ia add omi11ale snbtotal c precesarea, che ebhe e i to felice per la nladre e per il feto. a) ((
* ** Il Roger aveYa pensato alla vossibilità che si pote ~(I e~eguire que::;ta operazion e. rondotto c1:11t ù fu ad escogitare un mezzo che pote,se dat •' 1111 1"ert• affida111ento di riu5rita . qnaudo l'jni'.•'Z i<'ll P ·l l'lr1 t<' ro o già si era manife tatn. dt\fl'Jt e 11oteYa pen, ~ l''i e ser~ cli facile e\·enienzn. i n rappvrto alla rottl1ra precoce del le m embrane. 11 quesito c:.i era presentato a lui nell'occasion e <li un parte. CP"areo praticato in una gioYane donna araba primip ara , già da tre giorni in travaglio, e nella impossibilità di partorire per t1na stenosi d i alto grado del bacjno. jn cui fu necessario l 'indoman; procedere all'ahlazione dell'utero per una lrfe1ione graYi -sima. intervento che però non rins"ì ~1 salvare l 'inferma. Il Roger proYò speri1nentalmente. allora. l'operazione sopra d i una capra gravida di due piccoli a termjne, e poj sul cada,rere di una donna: quantunque soddisfatt o dei risultati ottenuti , non ebb e occasione' di esegt1lrla sulla vivente. Il . olieri ebbe conoscenza cli tntto questo dopo Pseguita la sua prima 01Perazione. I .a te<'nirn seguita nPlln nostra scuola è la :.egn t=>ntc: ctiar1zi all'i ni zio della operazione è n1estieri prepaTarP un tavolo con len zuo li sterili . sul quale ipoggi::irL' l'utero pieno da apr1re per l'estrazione del feto. Taglio m ediano dall'appendice xi f oide al pube: una breccia cnsì am1pia è neces · snria per estrinsecare rapidamente la matrice. Dei T\ocher, snbito dopo, ravvicinnno le labbra della frrita d(lll'on1bt=>lico in su; S\11 piano così prep<1rato cp11ò poggiar e l'ut ero prima dell'inizio del!~ mnnovr r. atte a praticare l'isterecto1nj a. Due rchll· stu p]n7.P stringono i L peduncolo uter o-ovarico e ,l ll>gamento rotondo di ambo i lati , due Koch €· r fJi11 pj cc o1i pinzettano gli ostii tubarici. ~zionc· clei 'PC~dun·coli con forbi ci robus te. Con l'Llci.:;ione della sierosa intorno al collo, prima in a \'anti e poi indietro, la liberaziione della ' 'escica, e l 'al101ltanamento delle superficie di taglio del peri-
to11t>o si 111etto110 bene in evide11za i pedu11coli dellP. 11terin e, che rapidamente strette tra due robu~ te pin ze, permettono di 5ezio11are l'utero nel p111110 stabilito, e consegnarlo ad u11 aiuto. ~on })l'esentano diffi coltà di sorta l e inanovre atte a dar 111 ce al feto, ·che presto r espira normalmente. T utti quec;ti ten1pi yanno eseguiti con rapidità, preCi$iOnC? e sicur czzn. Chi U$O 11 rollo dell'.utero tra <lue pia11i di sutura :11 ca tgut, e allacciati i petlu11coli, si procede alla peritonrizzazion e co1npleta che riesce a;geyole pP 1· !a e. \lbera11za dci tes l1ti proYocata dallo staio graYidico. Cl1iusura ci el pcriton e:o a punti ' tac«nt i, avvicina1nento dei pia11i 1nt1scolari si·1 tr:i delle aponenro i e ,'1lfl11·a clella 110llc in agraplles. Dal 1921 ad oggi
state praticate !Il' l no-;tro ospedale al tre tre isterectomie precesarec, e tutte co11 e i to felicissimo, per la in ad r e e per il feto. I Je indirazioni bene stabilite fur ono sem;pre le tesse: necessità di un parto da espletare 1)er ' ia cesarea e probabi1 itf1 di inquinamento d ell~ l'UYi tà uterina. ~ ono
ccon<l u C:<.lSO i riferisce a<l una donna tr en1enne prin1ipara entra ta in ospedale il 31 dicem bre 192.2 con diagnosi di ·g ravi.da11 za a t ermine in haci no rachitico ed a-eque scola te già <la 12 ore. La clonna è stata diYerse volte esplorata..~ll'esa1ne obl>iettiYo C. \ '. uguale a 62 mm. Feto in posizione O ....\ . . Dopipjo battito normale, non vi -on o egni cli sofferenza if etale. La presentazior1e l: JiberR e non i ra.ggiunge col dito, collo dilatato cli <lue dita trasverse. Ister ectomia precesarea in narco i eterea. Si estrae clall'uteTo reciso un feto cli . esso fen11ninile, perfci tamente svilu opatd e ''l· tale. Il <lecorso post-operatorio f11 dei 111 igliori: un lie,'e rialzo termjco in terza., rinnovatosi alla q11inta giornata, n on im1pedisce all'infer1nR di .g ua r:ire nel giro di due settimane <:irca. RiYista da poco tempo, gode con l n sua pitL 1')erf etta sn ln t.e. Il
I l terzo ca o riguar.dn 1111a do11r1a Ycntinovenne
primipara, 1g ià sottoposta a domicilio a numerose C'<:iplorazioni P ad un tentntjyo di rivolgimento. f: a1nmc:;sa i11 ezione chirurgica in condi zioni di grave sofferenza . Utero for1e1 ncn te con tratto, d oglie frequenti ssim e e valid e. J3(1 cino totalment~ ri~tretto. Prese11tazione di testa, i1on impe.q11at n ~ 11H:'n1hran e aperte g i<'t da n1olte ore. Ist er ecton1i a prel'Psar ea. Feto v ivo. Tra.ttan1 C'nto so1 it o, guarip-ion e per prin101n. RifPrirò n~i cora la : toria d ell ' ultin1a operata cl1~ 110 potu to s0gujr{;' clél vicino i11 tt1tto il periodo
ultimo della sua gra vi·danza , assistere nell'interYPnto, e Yedere guarire n el giro cli p ocl1i giorni. R. Linda , a. 29, da Terra del olc (Forlì). Entra in n ~ peòale la sera del 26 a:gosto 1925 co11 diagnosi di stenosi del bacino in gravi danza al settin10 mese, ed acq.u e scolate. Donna senza prece· <lenti morbosi deg11i di nota , di costituzione un poco delicata e misera i1ello svilurppo del siistem a ~chel etri·co; è alla Slla terza gravidanza. Le altre <ìue. giltnte a termin e Tispetti,ramente tre e duf\ a11ni pr1n1n. fnrono PSiplctati a 111ezzo di i11terventi 1
'
IL POT. TCLINICO
9R6
crue11li 'Per via Yaginale (craniotomia a feto morto). La donna, resa conscia dalla 1d1ura esperienza del pericolo di non ·g odere mai delle 1gioie della maternità, era già d ecisa a ricoveravsi in ospedale per sottoporsi al parto cesareo, ma, colta la sera avanti improvvisamente dai dolori ,del parto, è stata da noi visitata questa mattina ad acque scolate già da 1~ ore. Il feto vivente è senza 1segni di sofrferenza, è in situazione e posizione normale. All'eSJPlorazione collo dilatato di 4 cm., 1bacino piatto rachitico, coniugata vera 50 mm. Data la stenosi !Pelvica ·di così alto grado, la esistenza della ,quale si temeva non permettesse il passaggio ,di un feto anche settimino, e per il fatto cl1e la borsa d elle acque si era rotta già prima del ri,covero della donna in ospedale, si decide di intervenire con isterectomia precesarea dell'utero gravido. Espletati i ipreiparativi sopra suggeriti, c;;i ;procede in narcosi eterea, con tecnica rapida e e n1eto<lica, all'ablazione della matrice , che , conseg11ata ad un assistente. ed aperta immediatamente dopo, orflfTe alla luce un feto di sesso femminile un poco asfittico , ma in condizioni di perf etta 'italità. Detersa la cavità peritoneale dal :.;a11.g ue in essa versato, si inizia la chiusura del ,·cntrc che viene rapidamente ultimata. La clonnn. l'er l'intera d.urata dell'atto o;p eratorio, si è rna11t01111ta jn ottime condizioni di polso e di respiro. Ncsbu11 in,ci de.n te ne disturba il decorso normale. .e in ql!lindicesima giornata può essere di111cssa clall'ospedale perfettamente ri.stabilita. Abbiamo avuto notizie che la bambina , nutrita dalla mamma, gode tuttora ottima salute. 1
\
Il fatto della più grand e importanza da mettere bene in eviòc11za , è che il decorso Yeramente idealr ·che presentano le donne isterectomizzate ad 1 1tero pieno, l)llÒ rendere l'operazione consigli l · l)il e n elle condizio11i indicate. Poichè se il traurn a arrecato alln clonna non è dei più lievi, l'espe rienza clin ira ed i risultati rinnovatisi così brillan1i in tntte e quattro le operate, rivelano in ,5j. mili casi 1111a co11.dizione tutt'affatto particolare n P-lln quale si trova la donna, che. già pre.porata . \ ·del parto, pare non risenta danno a l 1'- evenienza da atti operatori, an·c he gravissimi, iPraticati a rarico degli 01'gani genitali interni Riguardo al decorso, infatti, non si ebbero a <:onstatare i1otevoli differenze nelle varie do1111e trattate col parto p1·ecesareo: il polso nè il respiro ven11ero menomamente influenzati; la ten1pPr atura non si ele,·ò al di sopra di una lieve r~azio11 e febbrile: mai alcun risentimento del pe r1toneo a l)biamo 'Potuto notare, poicl1·è l'ad·d om ;) 11on presentò generalmente ,~enomeni di reazione. em!pre fisiologica si mantenne la minzione che si ripristinò come di norma, e cosi 11;1re il ·circolo i11tcsti11n.le. In ro nclusio11c il parto cesareo classico conserYati,·o ci è sembrato 1)rovocl1i nellr inferme disqu ~ libri pi'l1 profo11ùi, se il vomito, la rparesi ·in~ t est1nn~<' e ln difficoltà della minzione possono fnr.:;i cl 1p(>ndere clal fatt o che le superfi ci r rnentate
[ANNO
XXXIII,
FASC.
27)
dell'utero, funzionando come una sorgente di pro dotti tossici, sono caipaci di destare nell'organismo rialzi termici di reazione, mentre lo stimolo arrecato dalla sutura viscerale sul peritoneo puo essere la causa di diisturbi rilflessi (vomito, singhiozzo, ecc.) . Forse altri fattori dei quali ci sfu.g ge la natura ma a cui non può essere estraneo l'elemento endocrino, concedono alla donna gravida la possibilità ·d i suiperare in migliori condizioni l'ablazione dell'utero gravi do, anzich è una isterectomia 1semplice. Il Rogcr pensò alla isterectomia totale, il Salieri ha semp1'e praticata la sezione del collo • cioè la subtotale, più sbri·gativa e meno lesiva pe:r la madre. Infatti, aippena recisa la continuità d ella matrice al livello che si ·crede opportuno, oltre alla probabilità maggiore di cadere col taglio su tessuti meno inquinati, è !facile garantire gli orig ani vicini mediante due flanelle, delle quali l'l1na occluda l'utero n ell'atto in cui viene con5egnato all'assistente, l'altra si tiene bene adesa alla porzione, che d eve essere suturata. I11oltre l'utero pjeno 11na volta lib erato dai suoi peduncoli, ·Con opportÙne trazioni o'.ffre una grande facilità, di essere rapidamente sezionato, anche per il mancato impegno della 1p resentazione, n1entre vengono eli1ninati i pericoli derivanti dalla tecnica più complessa di una isterectomia totale. Già messa in luce dal Solieri la circostanza che l'asportazione di tutto l'rupparecc11io genitale interno non altera menomamente la funzione oO'alattogenetica, le ultime osservazioni han corufermato rhe la secrezione lattea, se dipende da stimoli fetiprivi e pla;centiiPrivi non è menomata dall'aiblazione dell'utero e delle ovaie. La facilità con cui queste donne isterectomizzate con taglio precesa. reo iniziano, già dai primi giorni ·dopo l'operazione, in comipleto stato !fisiologico, l'allattamento, ci conferma ancora che gli 1stimoli endocrini deputati a destare l a funzione della glan dola mammaria, sono più ·c he altro di origine ;fetale e placentare. Sorge da .quanto ho detto la più precisa indicazione per l'operazione trattata in questa memoria. 1Nei casi in cui la stenosi insormontabile del bacino non concede l'espleta.mento del parto per la via naturale, occorre che il sussi.dio chi· rur.g ico 1giunga precocemente. Qualora però a temipo oipiportuno non si riesca ad evitare la rottura intem1pestiva ~elle membrane e si voglia, con l a sicurezza ·di operare asetticamente, evitare lo sce111pio ·di ·u na embriotomia a feto vivo o l'alea di u11a infezione perito11eale col taglio conser''ati,ro , l 'isterectomia precesarea aiddominale ritengo possa essere considerata l'interYe11to di eleI
1
1
1
•
[Al'iNO
XXXIII,
FASC.
27J
SEZIONE PRATICA
zione, sempre ed in tutti i casi, beninteso, quando le condizioni di ambiente e di assistenza lo permettano.
* ** <)ccorso1r1i di leggere nel fascicolo quarante::-.a110 cl i questo giornale (5 ottobre 1925) una nota del prof. Zanetti a proposito del taglio cesareo per placenta previa centrale in cui si discute della co uve11ienza o meno <ii eseguire la isterectomia precesarea. rni è grato rilevare che al ·olieri si r1Ye11dica la priorità di qu esta operazior1e. l,a quale, se fu preconizzata ctal Roger r fciliee1nente per Cfllattro yolte eseguita su donna vivente nel nostro ospedale dal Salieri stesso, che per prin10 l'ha disciplinata e descritta, è ginsto sia chiamata operazione <li Roger-.. olieri.
inesocoliche così cl1e senza per.d ita di sangue è l)OSsibile ent1cleare completamente la massa polieistica dal suo letto mesocolico. L'appendice P. lunga, sottile, presenta la punta più grossa e qualcl1e membran ella fibrosa nel me·so retratto. Si asporta. Si applicano alc11ni punti sulla breccia m esocolica 1prodotta nella asportazione del tumore (lamina anter.) e si chiude com·p Jetamente il ,·entre. Il malato guarisce senza complicazioni e Yicne dimesso in 13a giornata. Gode anche oggi ottima salute. l:;-. Emma , a. 32, Piombino Dese, ent1·a in ospedale il 23 ·settembre 1925 per accoglimen to cl'ur-
genza. Nessuna malattia precedente, gentilizio immune. :\Iaritata con due figli e m arito viYenti e sani. Da qualche m ese sofferente ·di dolori gastrtci 1senza rapporto con l'ingestione dei cibi e per i quali mai fece ricorso al medico. Due giorni or sono in pie110 be11essere avvertì un dolore acuto alla 'fossa iliaca destra, che andò n elle ore su ccessive e fin o al giorno 1dopo aumentan•do di intensità. Fu costretta a letto, ebbe ' 'omito e febbre. Ohiamato il medico alla sera del 1° giorno, ' 'enne ordinata dieta assolu1a e gl1iaccio al ventre e ,p ersistendo il giorno dopo il dolore fortissimo, la febbre, il vomito, viene inviata in ospedale. Al suo ingresso, la •s era del 2° gio,r no di malattia presenta: temp. 38.5, polso 100, aspetto sofferente, respiro tranquillo a tipo costale. Ebbe una scarica a domi ci lio il giorno prima. Addome •sollevato, 1d'aspetto meteorico, un 1poco J)iù espan-so nei quadranti di destra. B squisitamente dolente alla pressione nella 'fossa iliaca d estra e nel punto di Mac ·B urney , meno ddlente n ei quadranti ·di sinistra, specie nell'inferiore ove con qualche accorgimento s.i rj escc aid approfondire un poco la mano. ~essun segno di rperistalsi. La 1 per cussione è timpanica in tu tti i quadranti meno 11ell'inferiore de5tro, ove è alquanto sn1 orzata ...\J rnattin o seguente la temp. è di 38.1. l•a1n.malata si lagna di forte dolore al q. inf. destro, non ebbe più vo1nito, il polso è a 95, la trattabiljtà del qnadr. jnt. sinistro è un poco più accentuata, però no11 è possib ile una esplorazione anche iparziale dell'addome. Posta la diagnosi di appendicite acuta con probab]le raccolta sieropl1r11lenta si interviene co.n taglio di Jalaguer. Aperta la regione appendico. lar e esce poco liqu1do sieroso limpido e si nota cbp ]l peritoneo e un'ansa intestinale che si affa ccia al taglio sono lisci e lucenti. Esplorato ca ntamente il fondo della ferita si scorge in profon dità una ·m assa di colorito vinoso. Pensan.clo aid t1na .cisti ovarica torta si aillunga in basso il taglio, ma è facil e stabilire che il tumor e ha ,·erso il basso il suo limi te inferiore. .J\ll ora il taglio vjene ampliato verso l'alto e si E' trae il colon trasverso con una massa ipolicistica di colorito ro&so vinoso del volume di una media placenta. Nell'estrazione qualche ci 1st.i si rompe lasci an.do colare siero limpido. Il tumore occupa tutto lo spazio del grande epiploon e aip.. pare compreso fra lo stomaco e il colon trasverso. E costituito da un assieme ·di cisti •di volume ineguale da una g rossa n oce ad lln'aYellana. La massa si lascia s taccare dal !foglietto posteriore dell'epiploon senza ·dare emorragja e si arriva poco per volta ad averlo tutto tra mano appeso al margin e dello stomaco ove le connessioni si son 1
1
OSPEDALE CIVILE DI
CASTELFRANCO VENETO·
l)ue casi di tu1~01·e polici tico del mesente1·e. Dott.
PIERO
POLCENIGO, chirurgo primario.
F. Luigi, da Castelfranco Veneto, anni 33, ferro\'iere, entra in ospedale il 3 sette1nbre 1921. Gentili zio immune, moglie e figli sani. Nessuna malattia precedente. La malattia attuale iniziò lentamente 4 anni or sono con dolore intermittente al quaclrante inf. destro dell'addome. Appetito e funzioni intestinali se1npre ben conser\'ati. Il dolore era specialm ente notevole dopo disordini dietetici o fatiche. Fin ,dai primi disturbi il -p. ricorse ad un medico che fece diagno::>i di appendicite. Intraprese qualche cura, senza risultato; poco per volta al dolore si aggiunse senso di peso e di molestia al basso ventre. Mai ·v omito. mai febbre, alvo sempre aperto. Esam e t1rine negativo. IndiviçlllO longilineo. piuttosto denutrito, pallido. v'"entrc ampio, linea xifo-pubica molto lunga. 1.. a palpazione dà sen so di molestia in t11tta la fossa iliaca destra che apipare leggermente e nnifor1nemcn tc solle,,ata. Il r esto dell'a,clidorne ·è indolente. Con la palpazione s i riesce a limitare nella fos c;a iliaca destra 11n tnmore rotondeggiante molle r 1nstir·o del volume <li una testa di ad11lto di~cretamente mobile specialmente lateralmente, molto m eno dal basso all'alto. !La p<'rcussione è otttusa su lla zona del tl1more. non si provoca fre1r1ito i.clatideo. .Con diagnosi generica di tumore •del m esentere si interviene il 15 settembre 1921. ·ra glio laparato·ffii1co paramediano sotfoombelicale. Aiperta la cavità peritoneale fii constata la presenza di un tumore del volume s ucldetto elissoide di colorito grigio roseo situato nel m esocolon ascendente a partire dal cieco verso l'alto, ipolicistico a cisti del volume ·di una avellana e meno pressochè uguali fra loro a ,con tenuto sieroso limpi·do. Non vi sono aid erenze -con le anse intestinali n è .con l'omento. La exeresi del tumore è facilissima , nes sun attarco speciale nnisce il tnm ore alle lamine
•
1
1
1
1
1
\
··- -
rI.
938
fatte intime e tenaci. Ora la via ottusa non serve più ed è n ecessario procede.re a piccoli •colpi ·di forbice che ben presto hanno ragione ancl1e d ell'ultimo attacco ed il tumore viene estratto nella sua totalità. Resta evi·dente allora il foglietto posteriore del grande e,p iploon 'fino al margine dello stomaco con i suoi grossi vas.i 1denudati dalla sierosa anteriore a :portata in parte col tumore. EmorTagia quasi i1ulla, uno o due legacci bastano all'e•m osta i completa. Qualc·l1e punto di avvicinamento a quell o che resta d el foglietto epiploico anteriore. chiusura del yentre. Guarigione in 12a giornata. . .t\\ruta tra maJ.10 la n1assa si nota che le cisti ili ~ tali i·is11rtto allo . to1naco, sono a contenuto -;iero o Iimpi do e ·Che nlano 1Jnano c•h e le .cisti si a\\ici11a110 a quello ·Cl1e era il mar.gine stomacale i~ conte11nto ·si fa clenso. fino aJd essere completa1nente coagulato. L 'esaine microscopico .cli un pezzetto di tumore dà il seguente rerperto: e< È una mesenterite in atto a rplaic·cl1ette, cl1e macroscop)·camente sembra\rano ·di neoplasma. r.ungo la tonaca va colare del connettivo mesenterico, come .sopra il peritoneo sonvi cumuli di cellt1le biancl1e del tipo dei leucociti neutrofili, in profon dità, allo intorno clei yasi, in su1p erfice rntro una trama con1posta idi reticolo fibrinoso. Il tes uto fn esamina I o ll sei ·di,rersi J)ia11i senza troYare u11 'Punto di ·p re a ad una diagnosi etiologica della irufiarnn1azio11e. Una ghiandoletta linf atira mesentertca colpita n ei tag·li, 11a .solo le note della 111erplasia semplice -con note\role neo formazione e desqna1nazione dello en1dotelio dei Yasi » . 1
'
i \ .'i:\O XXX III . fASC. ~';'J
l'OI. lC I ! '.'l I CO
1
1
Tn er1trnmbi i •ca·si d escritti Ja prima diagi1osi ·p osta 1dal medico curante f11 di ap11endicite, ma n1e11tre nel primo la sintomatologia era qt1ella di nna ap'Pendirite cro11ica e is olo con l'evolver i del t11more fu relati,ramente facile porre la diag11osi di risti mesenterica, nel :::iecon·do la sintomatologia a·cuti•s sjn1a e la manca11za della possibilità ·dl percepire il tumore, indl1ssero i1ell'errore di diagnosi. F •qtli torna a cco11cio chiedersi per quale ragio11e la ci1sti, fino allora inerte, abbia ass1111to i1nrn·oV\·isamente .caratteri infiammatori tali da costituire il cp.1a1dro clinico .sopra-detto. Condizioni n1erranirl1e ipreµararono cet'tame11te il terreno allo istituipqj del rprocesso iThfiamrnatorio. E rpro bA.bile e io() rhc i n10,rirnenti peristaltici dello ston1aco e 1del co1011 tra verso abbia110 bruscamente rtete}'ffii11at o 1111 rnllentamento ,della cir·colazione de11a cisti, la qunl 0 ave\"a 1già raggiunto l1no sviluppo tale in i·apporto ai uoi ''a.si nutritizi da rendere su'ffircente una causa minima, -qualunque per l'ic;titnirsi della stasi ' 'enosa e quindi la pos"ibilità ·tl1 facile attecchin1ento di germi. :ira quP. ti hanno raggiunto il tumore per Yia linfatica o iper \']a sangl1igna? E ·da esclu1der.si la via 1i11fntìca l)erchè la glandoletta cndl1ta sotto !t 1arrlio clel n1icroton10 non presentaYa caratte"·l infi ~ rnn1ntnri, lnn quelli rti n11a iperplasia scm-
pltce. F. più logico i11,·ece ritenere che l'infez.iont} sia av,renuta per via ·sanguigna, malgrado la don nu rsclu da di aver avuto in antecedenza alcun !atto suppurativo. La nostra ammalata era una contadina abituata al duro lavoro idei campi e non è ·da escludersi 1c•l1e una leggera tonsillite, o una piccola ferita, o un modesto pFocesso irrfiam. matorio ct1ta11eo l'abbiano ·colpita, senza recarle t nli J1oie da richian1are la s u a attenzione. :irn te111 1to .conto 1dell'inti·m o rapporto del tumore cistir.o con lo ·stomaico e del fatto che la coaigulazi one rtel content1to delle cisti, nullo nella parte 01Jposta all'attacco gastrico, andava man mano ~umentai1do verso l'alto, .si può anche pensare che l'infezjo11c sia avvenuta per contiguità dalla zona di iperigastrite alla ·massa !I)OJ~cistica. T\\·istingto11 Higgius et Eric Lloyd nel British lournat of Surgery ·del luglio 199..A 1dicono che le 'Principali complicazioni le quali J)ossono imporre l'inter,-ento d'urgenza i1elle cisti del mesentere sono: l'occlusione intest1na1c, l'emorragia e la rottura ·della cisti. ..\ queste cause bisogna evi1de11teu1ente aggiun.g'cre aut·ll e 1'infiarnn1azione della cisti come è aYvenu to i1el nost1·0 secondo caso. In rapporto alla sed~ H. II. . rb.!lnidt nell'Archiv :iir Gynackologie. fase. X, 1921, divicle i tumori mesenterici in tre gruppi: retroperito11eali, intermediari, n1esenterici. I nostri due casi appartengono nettamente a quest'ulti1no grul)po il quale tutta,ia 11a una etiologia no11 ancora be11 cl1iarita. ~rentre per i 1dt1e primi gruppi aippare molto logicn la )!Potesi prosp0ttata da J"\vjstington e Lloyd e cioè cl1e ql1esti tumori abbiano la loro origine o da resti w ·olfiani retroperi to11eali o dai ·diverticoli intestinali, :non altrettanto si 'PUÒ dire per i tumo1i cistici 1del I.II grUJppo. Bol1ffart ( « Contribution à l'étude des K~'stes ~érel1x de l'éptploon )), Bulletiri de l'Académie rnyal.e de .i\tléde cine de Belgique, 5° série, tome I\-, n. 11. 1924) premf;sso che la genesi di questi tu morj è ·m olto oscnra, emette l'ipotesi che essi non sin.no che il prodotto ·òi una ipertrofia considerevole della inedesima natnrn di quella di quei bottoni ped1tncola1i pluri.cellulari dell'epitelio che si o erYauo tal\·olta muoversi libera1nente nella CéJ,rità peritoneale. Tali hot1011i so110 ·c on siderati con1e il prodotto di una proliferazione epiteliale localizzata, legata ad u11a leggera infiam·m azione clella sierosa, cl1e n el caso delJ'.<\.. poteva beniSsirno essere in ral)porto con la presenza di un fibroma uterino e idi una appendicite cronica. Tale teo t·io .è inolto •sugg·estiva e trova riscontro anche nei i11iei due casi. ~el prjmo, malgrado l'appendi·ce non fosse seriament e compromessa. a,~cva però l carattC'ri clell'organo che ha sul>ìto 1
(A~NO
XXXIII,
FASC.
27j
leggere e ripetute inrfiarn.mazioni non solo, ma . il tumore dava l'impressione di aver cominciato il suo sviluppo ·dalla regione cecale ed il paziente nei primi tempi della malattia, presentava solo i segni idi una appendtcite. Anche 1Più chiaro è il nesso fra processo infiammatorio e tumore nel II .caso. Qui il tumore policisti·co era nettamente appeso ·a l margine dello stomaco attraverso una zona rli tessuto fibroso cl1e si 1deYe ritenere il risultato ili una perigastrite localizzata alla regione pre. pilorica del margine inferiore dello stomaco.
NOTE E CONTRIBUTI. CASA Ol CUUA
« FATE BENE FRATELLI
1>
-
BRESCIA
Cm·a pnenmoto1·acica e lavoro per il iprof.
939
SEZIONE PRATICA
EUGENIO CURTI.
Prima cli trattare del lavoro nei pneumotora-
·Cizzati, richiamo brevemente alcune nozioni sUlla necessità del riposo e sugli effetti del lavoro nei malati di petto in genere. · La cura di riposo ha lo scopo di ridurre al minimo il dispendio di energie dovuto al la"\·oro muscolare, di ridurre quanto più è possibile i movimenti respiratori, di eliminare perciò la dannosa azione meccanica dei movimenti del tessuto, polmonare malato, di eliminare e ridurre l'a5sorbimento delle tossine tubercolari, di diminuire la fatica cardiaca e favorire pe~iò la circolazione sanguigna polmonare e generale. P erò il riposo eccessivo, quando cioè supera un certo limite <li durata, lituite \'ariabile da malato a malato, può essere nocivo per l'azione de• presc; ivn che determina sulla psiche del ipaziente, per l'azione debilitante generale dovuta all'inerzia dei muscoli e alla mancata funzione dei vari ~istemi od apparati. La cura di riposo è indicata in genere nelle forrne gravi, 1diffuse, febbrili, con tossiemia, con denutri zione, con élJdinamia, nelle riacutizzazioni, nelle congestioni polmonari, nelle complicanze polmonari o extra polmonari, nelle adinamie cardiache e nei cambi amenti di ambiente, fin o a • raggiunta acclimatizzazione. F. invece contro indicato il riiposo nelle Jesioni torpi·d e, apiretti·che, n elle forme bisognose di riattivazio·n e e n ei sogigetti con tendenza all'ingrassamento. Il riposo si può definire una cura di risarcimento, di riparazi one, di accumulo dd -energie. La cura ·di lavoro si può clefinil'e una cura di !'iattivazion e, ed esercita 1a sua azione sul cir-
.
colo, s ul respiro, sul ricambio materiale e in parte ancl1e sulla auto immunizzazione attiva e passiva. La qualità e la quantità di lavoro da .concedere ai malati di petto è, naturalmente, varia a secorl(lo <!elle condizioni generali del paziente e della costituzion e anatomo ipatologica delle lesion i. Si concederanno brevi passeggiate nelle forme gra\'i tossiemiche con dispnea e tachicardia; si aumenterà la durata della passeggiata e si concederanno pi-ccoli esercizi muscolari n elle rforme 1neno gravi, ma pur sempre attive e in evoluzione. i sarà più larghi nel .c oncedere il lavoro, nelle forme torpi·de ma pur sempre attive, fino a con cedere il ritorno al lavoro abituale nelle forme inattive. f: logico che il paziente debba essere costante. n1 ente sorvegliato e guidato almeno nei primi terripi di ritorno al lavoro. I primi sintomi dai quali possiamo accorgerci che i l lavoro ri esce dannoso anzi·chè utile al paziente sono: • a' l'aumento di temperatura nei casi nei quali permaneva, o la ri comparsa n ei soggetti apirettici; b ) l'accentuarsi o la ricomparsa della tosse specialmente doipo il lavoro; c 1 Ja dispnea di origine respjratoria (da non confon.dere con) . d ) la dispnea di origine cardiocircolatoria per tachicardia e ipotensione; e) la ·diminuzione di peso del paziente, senza altre cause; f ) il peggioramento delle condizioni dei J'ocolni tuberco1ari.
* ** Quanto si è detto in genere per i malati di petto si deve analo·g amente applicare ai pazienti pneumotoracizzati. Per stabilire in questi malati gli effetti o i rlanni del lavoro rjchiamo gli effetti della cura pneumotoracica nei ·c asi di risultato favorevole. a ) scomparsa ·della febbre; b) scom1 parsa della tosse e ·dell'espettorato; e) scomparsa idei sudori e d~lla tassie.mia tubercolare; d) aumento di peso del corpo; e) scomparsa ·della d isp·n ea, per ciò cl1e riguarda la migliorata funzione circolatoria; f ) miglioramento della funzione emopoietica, della funzione digerente, ·del sistema nervoso; g) miglioramento dei fo colai tubercolari controlaterali, laringei, intestinali, renali, ecc. Un peggioramento di questi risultati, in assenza di altre cause, in un pneumotoracizzato che ha ripreso il lavoro, sta ad in1dicare la necessità di un ritorno al riposo.
'
\
.
l L POLICLINICO
In teoria quando si può concedere il lavoro ad nn pneumotoracizzato? Dumarest e I.. élong hanno dimostrato che l 'organismo ripren·de il ritmo respiratorio non c1uan do la capacità respiratoria rag.giunge il valore anteriore, ma solo quando raggiunge un -valore molto superiore. Ciò che è stato detto per il respiro, va detto analogamente per il circolo: n e viene perciò ·di logica conseguenza che il pneumotoracizzato, anche in buone .condizioni non può diventare un lavoratore appena stabilito il collasso, ma solo q1Lan· do si sarà ristabilito un adattamento funzionale com~leto,
e ciò avviene abitualmente entro un limite che può variare ·da 3-4 mesi a qualc·h e an.110, a seconcla dei casi.
* ** Riporto qui alcune osservazioni mie in !Pazienti in cura pnellmo.toracica erl attualmente tornati al lavoro. Li1nito le osservazioni ai pazienti clinicamente guariti e a quelli -cl1e pur continuando la cura, lavor ano senza risentire svantaggi. Quando parlo di p'neumotoracizzati che « lavorano » inten·do pazienti che hanno r ipreso le occupazioni abituali , o tali alm eno da costituir e un lavoro proficuo. Non intendo cioè quel lavoro in senso lato, costituito da IPDSseggjate e da lavorucci di camera che co"stituiscono uno svngo, u11 esercizio muscolare tonicizzante e nnll'altro. I GRUPPO. -
•
Ammalati clinica1nente g11ariti e che lavorano.
1) B. T. , da Borno, di anni 48. Iniziò la cura pneumotoraci·c a nel settembre 1918 e terminò nell'agosto 1920. Non ebbe complicanze, .g uarì bene, e sta bene. Al 5° mese di .cura rjprese il propr io lavoro di donna di ca.sa e attende tuttora a lavori anche faticosi . I
2) L. M., 1da Brescja, tJbc. di ,g nerra. i niziò la cnra nel 1917 e la terminò nel 19. Dopo un anno di cura i occupò come impiegato in una banca e attese senza interruzione e senza interrompere la cura pneumotoracica, al proprio lavoro, al quale tuttora si dedi·ca in ottime condizioni di sal ute. 3) B. B., da Brescia. Lesione cavitaTia a destra : inizio della cura nell'aprile 1919; termine nel maggio 1921; come com'Plicanza, un versamento pleurico saccato comparso dopo qual che mese di cura e svuotato. Dal gennaio 1921 è irnpiegato governativo, e attende aJ lavoro con regolarità e in ottime condizioni di salute. ·~)
F. A., da Brescia. In cura 1Per lesioni al poln1one destro per circa due anni dal luglio 1919; ebbe versamento (pleuri co non evaicuato. Già nel secondo ann o di c11ra era in grado d i fare lunghe 0
[ ..\~NO
XXXIII, FASC. 27]
passeggi ate per andare a caccia anche in co~lina, senza risentire danni. Prima ancora •di terminare la cura si occupò come magazziniere in uno stabilirnento dove tuttora lavora, senza <listurbi che gli rj cordino la pregressa malattia. P. , da Campoverde. Iniziò la cura nel1' inverno 1920-1921, per lesione a sinistra e la conti11uò per poco più di un anno ·senza complir.anze. Già al sesto mese di cura si oocupò in qualità di commesso in una drogheria di . Salò dove ·da allora lavora ininte-rrottamente e in ottime condizioni generali. 5)
.....
6) r\. G., da A5ola, ferroviere. Inizio della cur~ nel febbraio 1921, per lesione a destra. Ebbe versamento pleurico per tre volte svuotato, furono necessarie tre lavande pleuriche. Già all'iniz.io del primo anno ·d i cura )'icomin-ciò a lavorare attenendosi a lavori p·oco fati·cosi e, a cura ultimata, cioè nell'autunno 1923 dopo visita d iretta dell'Ispettorato di Sanità <ii Milano, delle ferrovie dello Stato, fu rirussunto in qualità di deviatore presso la stazicme ferroviaria di Brescia dove da allora ininterrottamente lavora conserva11dosi in ottime conclizi o.n i di salute. 7) f~. C., di Brescia, di anni 32. Contrasse la malattia in ..\.merica dopo il servizio militare. Era in cattive •COn1dizi oni genernli, presentava vaste lesioni distl'uttivc a sinistra, e focolai a destra. :\Ii indussi a tentare la cura, e me n e trovo ora conte11to, solo per il fatto che il paziente era stato dichiarato perduto, inguaribile, ed un eventuaJe ins"uccesso non sarebbe stato imputato nè a 1ne nè al rnetodo. Iniziai la cura nell'aprile 1922 e la c001t1nua1 fino al dicembre 1924, con compli·canza di pleurite. I,e conclizioni del paziente migliorarono al punto rl1e 11ell' ago.s10 dcl 1923 poteva già occ111parsi corr1c impiegato in u11 istituto ·di Brescia dove tuttora lavora sen za aver perduto un giorno di lavoro conservand osi in ottime ·condizioni. I
•
•
J
8} z. I., di anni 27, agricoltore,· da Borgosatollo a.ffetto <:la lesioni bilaterali più .g ravi a destra dove fu iniziata la .cura n ell'a'Prile del 1921 e -continuata fino al 1gennaio 1924 senza complicanza Guarirono anche le lesioni controlaterali. Le condizioni del p aziente sono ottime e attende a1 lavori aaricoli ininterrottamente • 1dall'estate del o 1922. 9) M. G., da Iseo, ferroviere. Iniziò Ja .cura pneu1notoracica a ·destra nel 1922 per tossiemia tubercolare e la continuò lfino al giugno 1924, senza compliranze. B attuaJmente in ottjme condizio·n i e J.avora da oltre un ann o come ferroviere. 10) P. B., di anni 28, operaio in etallurgico, di
l ,umezzane S.; iniziò la cura nel maggio 1922 in seguito a forti ri1petute emottisi provenienti dal polmone destro , continnò la cura fino alla primavera del 1924. Riprese il lavoro •n ella propria offi·cina, lavoro manuale dopo .circa 6 m esi di cura e da allora lo continua senza disturbi e in floride condjzioni. .
11) B. G.. da Cremona, brigadiere dei carabinjeri. Iniziò la cura nell'agosto 1922 e la continuò fino all'es tate 1925. Dal giugn o 1924 lavora in ' 'al Camonica addetto all'im1presa idi ricostruzione stra cl al e per il disastro del Gleno.
-
[.<\~NO
XXXIII,
FASC.
27)
SEZIONE PR'ATICA
9tl
•
12) P. l\il., di anni 22, da Pisogne, in cura pneu-
motoraci ca dal febbraio 1923 all'aprile 1925. Ricorninciò aù atte11dere ai JaYori di casa nell'estate 1924 e da allora vi attende con assiduità e regolarità clinicamente guarita. J3i
z.
N., da Brescia, affetta da broncoalveo-
litr al lobo superiore sinistro e in seguito da peritonite thr . Iniziò la ieura nel gennaio 1921 e la co11tiuuò fino a dicembre 1923. Fu poi per circa due anni impi cgata in un ufficio ed è da circa un anno sposai a e sta bc·n e. J 1'J 1\1. G., di a11ni 22, in cura per lesione al
lobo sUJperiore si•n istro e -coxite ·destra. Iniziò la cura pr1cumotoracica nel gennaio del 1920 e la co1ttinuò per un anno e mezzo. Dopo circa un anno, guarita della coxite, riprese i suoi laYori di casa; si sposò nel 1924 e continuét in ottime cono dizioni. 15) G. M., di anni 20, da Brescia, inaestra. Iniziò la cura per le ione al polmcme si11istro, nell'estate 1923 e Ja cessò nell'agosto 1925. Dall'autunno 1921 ha ripre.;o l'insegnamento .senza risentirn e dan11i ccl è in ottime condizioni.
* **
Come già dissi, non ho Yoluto comprendere in questo elen co ammalati pur clinicamente guariti, ma cl1e non si dedicarono a laYori faticosi o redditizi , cosi 1p ure 'llOn ho creduto di comprendere quelli che pur .avendo ripreso ·p er qualche tempo il Javoro, no11 poterono continuarlo per il ditffondersi della malattia; mi basta ora stabilire in base ad osservazioni di pazienti già da tempo cli ni~a mente guariti, la possibilità del ritorno al lavoro normale dopo t1na cura di pneumo. 1
•
II
Pazienti tuttora in cura e che ciononostante hanno ripreso il proprio lavoro ordinario e. ri..daitizio. GRUPPO. -
1) F. E., negoziante di Brescia: iniziò la cura nell'agosto 1923 per lesione al lobo superiore di sinistra; aveva tosse febbre, espettorato emorragi.co: rnigliorò subito' -Oopo le prime introduzioni. e, dopo tre mesi circa di cura, riprese il proprio lavoro i11 negozio senza alcun disturbo, non riaccensioni ùi focolai, non compliieanze, anzi migliorando in modo tale .da farmi ritenere prossima la sosper1sione della cura. F. C., moglie del precedente malato. Venne in .cura n1ia nell'autu•nno 1924 dopo i1na gravidanza e allattamento. Dato il ·deperimento in cui trovavasi la 1paziente, il mi.g lioramento fu lento e solo dopo sei mesi concessi il ritorno al lavoro. , i verificò in seguito un versamento pleurico ('5 vuotato), senza ·che per questo dovesse sospen .. dere il lavoro. f_,e ·condizioni •attuali sono buone, e le lesioni in via di ·g uarigio.ne cliniica. 2)
na di .ca1npagna. ~ei primi tempi ebbe dispnea, facile stanohezza, cose che scon1parvero in seguito; attualmente la donna sta bene, non h·a più tosse, .non febbre nè espettorato; ccmtinua la cura rego1 ar1uente senza complicanze. C. E., da 1L umezzane PieYe, di anni 2-0, i n cura p11eumotoracica .dal m·aggio 1924 per lesioni al pol1nonc sir1jstro. l\Jjgliorò ·dopo poco tempo 1dalla j niziata cura. Do1 po 4 mesi cil'ca ,<li 1cura per necessità di famiglia riprese il 'Proprio lavor-0 di opera1a n1etallurgic·a, lavoro al .quale attende con regolari tà pur continuanod o la ·cura e senza al<'un clisturbo. 4)
1
:Sì \I. F., di Provaglio <l 'Iseo, stradino proNtnrinJ e. I11 cura pneumotora•ci·ca odal 10 luglio 1924
per lesione al poJ•m one 1destro, lobo strperiore e rnedio, con febbrr rJevata ed emottisi. Do.p o tre rnesi di cura i intorni obiettivi ·del male erano scomparsi fl l'ammalato pote, a ri'Prendere il proprio lavoro •di traòino . enza interruzione e senza clanno per l'organismo. 1
•
6) .\f. .\I., orella dcl 11rcceclcnte malato. In ·c ura {}Dl ·di·cembre 19-24 per bronco-polmonite .caseo distruttiva al Jobo superiore di sinistra, con · tende·nza alla diflfusione. Risenti subito ben eficio della rura e do:p o 4 mesi ri'prese in casa la dir·ezione <lella famigli·a atten·dendo a lavori anche fatico.s i senza che la cura risentisse danni. 7) R. L. , di anni 20. da Brescia. Comin·ciò la cura il 9 maggio 1925 per lesione specifica al lobo medio di destra. Per necessità finanziaria dovette riprendere il suo lavoro di ufficio dopo solo tre mesi dalla 1niziata cura. Attualmente trovasi in ottime ccmdiz1oni sotto og.ni punto di vista e con. tinua regolarmente cura e lavoro. 8) L. G., da Brescia. Comi11ciò Ja cura nel marzo 19-24 per grave tossiemia tub. 1da lesione ·caseo distruttiva al polmone destro. Migliorò rapi·damente e per gravi ristrettezze finanziarie dov·ettf\ riprenidere il lavoro dO!Po soli dl1e m esi id i cura; ciò determinò un certo deperimento generale e un ritorno della 'febbre. Bastaro110 pochi giorni di r!• pot;o pcPclhiè il mi1g lioramento riprendesse. Ritornò aJ lavoro .nel lug1io com e toTnitore pre.s so ·uno stabilimento industriale çlove lavora continuan·do la cura e conservandosi in ottime condizioni. 9) . L., da Castiglion{\ liviere. Gentilizio tarato; in cura mia dal 1narzo 19-24 i11 seguito a forti ripetute emottj si. J\ f igliorò rapi darnente e lasciò la casa di cura dopo un mese· in ottime ·condizioni e dopo q11alche mese poteva riprerudere le prim itiYe occupazioni di campagnolo e di negoziante. Contrasse pleurite p11eumotoraciica decorsa benignamente senza che d ovesse jnterromprre la sua vita di lavoro . . pero rti potf'r presto sospendere la ·cura 1per raggiu.nta g11arigione clinica. 1
1
10)
B. A., ·da 1VI01npiano, conta<lino viticultore.
In cura dal .g ennaio 1925 per lesjone a sini.stra. Dopo due mesi di cura potè ri pre11dere i lavori di campag.na e attendervi senza danno Yenendo per i rifornimenti ogni 12-15 .g iorni. 1
3) C. ·C., ·da \ ·crolanuoYa, ruffetta da broncopolmonite specifi ca a sinistra. Cominciò la cura il 14 luglio 1925. Dopo un m ese ·dovfltte per necessità ·di famiglia cominciare ad ·atten•dere ai lavori ·di casa, e dopo due mesi ri'Prenid ere la ''ita normale di lavoro di don1
11) S. B., da Calvisano. In 1cura dal 15 agosto 1925 per lesione al polmo11e de&tro; dopo due mesi di Cl1ra dovette ritornare al lavoro per necessità
•
finanziarie. Attualmente è i·n ottime condizioni e pur continuando la cura attende al proprio lavoro provvedendo ai bisogni della 'Propria fam1glia. 12) C. D. , da Castelgoffredo. In cura dal 16 ottobre 1924 per lesione al 1p0Lmone sinistro. Dopo le prime pùnture scomparvero .feb·b re ed espettorato; dopo circa tre mesi potè ritornare alle proprie occt1·p azi oni. Attualmente sta bene ed attende alla .p ropria fa.miglia pur continuando la ·cura. 13) P. M. , da Brescia, frangiaia . .contrasse la malattia a Venezia, i.niziò la cura nel febbraio 1925, ebbe ·com e complican~a una pleurite. Riprese lavoro dopo sei m esi ·di cura e continua ottimam ente provvedendo col proprio lavoro al manteni· m ento e alla· ieura. 14) C. F. , da Bresc1a. In cura da l'aprile 1925 p er
lesioni al polmone destro. Ri1prese il lavoro dopo due mesi, .cJovette poi sospenderlo per l'insorgenza di una pleurite e lo riprese a ·di.stanza di due mesi. Continua ieuPa e lavoro ed è in buone condizioni generali. 15) M. G., da Bagnolo. Jn cura dal gen·naio 1925 p er tbc. al po1!1llone ·destro. Dopo tre m esi di cura riprese il lavoro; lavoro che .so.s1pese al sesto mese per otite e consegu ente mastoiidite (che dovette esseTe operata) e in seguito per J.a comparsa di versam ento pleuri·co. Riprese il lavoro ai primi di novembre e da allora attende regolarmente alle proprie occu~azioni senza interrompere la cura.
Dissi più sopra della utilità del lavoTo in determinati casi idi tubercolosi polmonare; dalla statistica riportata e che per brevità di spazio dovetti limitare nel numero d ei casi, risulta evidernte la possibilità di con ciliare la cura di pneumotorace col ritorno al lavoro r ed ditizio. Non è chi non veda il grande vantaggio sociale di qu esta ~ossibilità. I tubercolotici pol1nonari venivano prima o ammassati in reparti o&pitalieri o accolti in Sana tori e in speciali case di cura ad hoc. Negli ospedali i paziienti erano e son o r estii ad entrare perch1è ritenevano questi reparti l'anticam era del cimitero. I Sanatori in Italia sono insufficienti per numero e l)er letti e richiedono da parte del paziente, spese elevate e non sem'Pre con,ciliabili colle condizioni finanziarie .delle f•amiglie. Eoco dunque evidente il grande vantaggio di un a cura, la pneumotoracica, che permette al paziente di vivere a c asa, di eliminare ·s pese non solo, ma an·che ·atten.dere alle ·p roprie o·ccupazioni, 1di essere utile alla proa:>ria famiglia e tutto ciò escludendo il dolore e 10 scoraggiamento di un ·distaicco, di un allontanamento dalle person e car e, p er le quali (n el caso di esito felice, si capisce -) scomparso l'es.pettorato, ogni pericolo di contagio è eliminato. Brescia, gennaio 1926. 0
'
[.J\NNO
IL POLICI.INICO
942
XXXIII, FASC. 27]
NOTA POLEMICA. OSPEDALE S. MARTA - CATANIA diretto dal prof. G. CLEMENTI.
Resezioni e plastiche del pel prof. CAPONETTO
GAETANO,
coledof~o
primario.
A tutti 1è noto l'adagio « Promissio boni viri est bblicatio » , ed io, compreso ·d i questa verità, avrei dovuto, molto tempo prima, parlare delle plastiche del coled oco, avendo non solo promesso di insistere, ma consigliato di perseverare in tale ~ tudio sperimentale fin dal 1914, quando, trattando della << Cura chirurgica della calcolosi epa tica » n on trascurai di occuparmi dal lato speriò rnentale, delle anastomosi, resezioni e plastiche del coledoco. Un cumulo di .circostanze, d 'indo 1 e più o meno privata, mi ha vietato di fare onore al mio impegno, e fol'se neanche oggi mi sarei rteciso a pagare qu ello che dovevo, se, sfogliando il volume <e Archivio ed Atti della Società I taliana d1 Chirurgia n della trentl1nesima adunanza tenuta in Milano, nei giorni 26-29 ottobre 1924, n on avessi trovato l'importante lavoro del chiarissimo collega S. Latteri d ella Clinica Chirurg1ca di Pal ermo, dal titolo « Ricost ituzione sperimentale del coledoco », e non avessi letto a pag. 409 ciò che il Latteri scrive: e< P er quanto 1ni sia noto la tecnica ·da me eseguita e i risultati ottenuti non sono stati 111 ustrati d'alcl1n altro autore ». ~fai come oggi m1 son .sentito mordere dal rimorso ' d ella mia indolenza, non aven do sino ad oggi p ensato a far conoscer e quanto io scrissi n el 1914 a ·p roposito della cura chirurgica della calcolosi r.patir.a, ·e render n oto il mio lavoro che, pur es sendo, ,da parte la modestia di un cer~o valore !Sarebbe a n r;l1e oggi sconosciuto, se il chiarissimo prof. Dominici non ne avesse fatta una autor evole recen·s ione nel n. 32 del Policlinico, Sezione pratica, d ell'anno 1922 e che qui, insieme ad. un lusinghiero g iudizio dell'illustre prof. Tu sini, mi permetto ripor tare, senza tema di meritarmi richiamo alcuno e da part,e di nessuno. Il prof. Tu5ini, cui con devozione di discepolo dedicai una coip ia del mio lavoro, cosi mi scriveva da Genova n el 1922 : «
Egregio prof. Capo netto,
Ebbi a suo tempo il bel lavoro, Ch'Ella ba vo luto gentilmente favorirmi sulla « Cura Chirurgica della calcolosi epatica » e le dico subito che l'ho letto con molto interesse e con piacere. Ella ha avuto. il merito di trattare un argomento tanto interessante p el chirurgo, in modo •sintetieo ma corr1pl eto. Giu·s tamente rivendica al chirurgo la necessità di cognizioni cliniche, che un tempo erano, s1 può dire, esclusive del clinico interno, e che oggt
[ANNO XXXIII, FASC. 27]
SEZIONE PRATICA •
inveee si compenetrano sempre più fittamente oltre i confini della Medicina, per entrare nei carnpi della Chirurgia scientifica e pratica. L'esposizione anatomica, in rapporto alla Clinica ed alla tecnica chirurgica, è fatta con molto criterio, ed è giusta1nente posta in rilievo l'importanza dingnostica nelle molteplici manifestazioni clini"he .èfella calcolosi biliare. Con giusto discernirnpnto non ha voluto poi fare una semplice esposizione di tecnica operativa, quando ha tratt.ato della cura chirurgica, ma, mettendo jn rilievo i danni e i benefici, che si possono otten ere net vari casi, e nei diversi momenti d'intervento chirurgico, nelle <1ifferenti forme di calcolosi, ha portato un contributo semplice e chiaro, da potere es~<'re valorizzato così dallo studioso. che dall'onPr<ltore. Richiamando gli insegnamenti di l\1aestri italiani <li me<iirina e chirurgia, che si sono segnalati nella illustrazione di questo speciale argomento, Ella ha il pregio di 1porre in rilievo quan. to 0ra Rtélto co11sig-liato e si consiglia, fu fatto, e si fa tutt'ora da noi, indipendentemente da quanto si è pure tanto largam ente studioto e praticato in altri naesi, pure accennando con sobrietà di esnosi1ioni, ma in modo completo. a quanto cli contributo utile hanno portato gli strani eri. s11 questo campo di studi e di pratica a·p plicazione. Non ha trascurato .di portare un contribnto sperimentale originale sulla plastica del coledoco, e. rinortando con coscienza i risultati dei suoi esoerimenti, non si fa velo della possibilità di risnltati pratica1nent2 migliori, con una tecnica più pPrfezionata. Il Suo è un lavoro di studio, di 1pratica, di tentativi. sotto ogni aspetto molto lodevole, e tutto quello che Ella vuol significare esnone con una tale spigliatezza .cJa renderJo utile ed insieme piacevole a chi lo lef!ge. E un libro che i)uò e~c;erP consulta,to con profitto dai cultori della chirurgia; io mi compiaccio sinceramente con Lei e la ringrazio pel dono e per la deùica tanto cordiale e gentile. Mi abbia di Lei aff.mo Prof. TUSINI )) . Il prof. Domini ci poi, nella recensione su ac' <'ennata, cosi scriveva: «
"B un lavoro che riassume qua11to si conosce
intorno alla calcolosi epatica, con esattezza e con profondo senso di critica in modo da ben disting11ere tutto ciò che di erroneo <è stato detto e fatto sopra tale argo1nento, da ciò che è vero e so,prat11tto imnortante, sia per la cultura, sia pei. la nratira. Precene un canitolo, che ria·s sume la storia della calcolosi epatica corredata di cita· zioni e di fatti poco conoscinti. 1Jn successivi ca pitoli poi l'autore tratta dell'etiologia, patogenesi, sintomatologia e diagnosi della calcolosi biliare. Notevole è il canitolo della diagnosi, nella qual e sono po·sti in rilievo j vari mezzi, che possediamo ner diagno stic~re la colilitiasi, sia con l'esame clinico, sia, quando occorre, con ricerche speciali, r adiologi che, analitiche, ecc., e distingi1ere que. sta malattifl dall'nlcera f!astrica, dA11'appendicite, ecc., colle auali si potrebbe confondere. Sono descritte chiaramente e completamente le varie sindromi della calcolosi epat1ca, a seconda della sua sede, a seconda se oè complicata o no. Trat.
tata la prognosi della calcolosi biliare l'autore ' passa a parlare .della terapia la cui esposizione costituisce la parte più estesa del lavoro. Espone le varie cure e dopo aver ricordatn. l'opinione del Cardarelli, che (( solo la chirurgia può rimediare agli effetti prodotti dal calcolo epatico » ricorda e discute le opinioni emesse in propoc:;ito da .t\lessandri. D'Urso Marcrarucc1· :\Tayo Robson, Kocher, I<ehr, Naunyn, ecc., de. <lucen<lo le indi cazioni e le controindicazioni del1·jntervento operatorio nei vari casi, e ne de. scrive in un capitolo, molto esteso, la tecnica. uucsta .p arte di tecnica operatoria è la più importante di tutto il lavoro, e può essere consultata a scopo di cultura, ma sopratutto pratico. I/au tore si è anche occupato, fin dal 1914, di tentativi sperimentali di plastiche del coledoco, che descrive in un canitolo a parte di questo lavoro: tra questi tentativi sono specialmente note YOli quelli di 1p lastjche con lembi di omento av. \' O1tolati a punti di catgut passati da un moncone all'altro del coledoco reciso • L. D. >l . I
(::>
t
R!tornando in bottega, domando venia se me np ~ono momentaneamente allontanato, sento il bic:;ogno di riportare le con°c lusioni alle quali it• Yenni nel 1914. Dal lato 5perimenta1e, scrivevo allora, !a,rorando sui cani, per studi~re la fine alla quale è destinato il moncone del cistico nell'ectomie, mi sono voluto anche occupare delìa plastica del coledoco, solo per controllare i risultati da altri ottenuti, e con la speranza di apportare nuovo modesto contributo. Deluso sono rima. sto, m=t non molto, 1poichè l'animo vi era già predisposto. Non ho avuto il piacere, la soddisfazionP. che ad altri ha sorriso, di vedere sopravviV€1re un cane (ho sperimentato sempre su tall animali) più di 11no o due giorni: mi son servito èfj tutti i m ezzi, giovandomi ora di lembi epi· rloici liberi, di lembi decorticati dalla faccia interna ·delle pareti addominali, di tubicini di gomma che ricoprivo di epi1ploon, senza trovarne uno' rispondente allo scopo prefissami e desiderato. No11 ho tentato sostituire il coledoco resecato con trapianti liberi, di segmenti di al'terje, di vene, urPtere e di appendici vermiformi, perch•è processi di tecnica .aelicatis·sima e ri chiedenti altre opPraz1oni complementari di qualche importanza, indispensabili per preparare i tessuti vitali da trapiantare. A vendo potuto constatare (in altri esperimen""
per studiare e trovare nuovi mezzi emostatici nelle resezioni epatiche, Gazzetta degli Ospedali e delle Cliniche, n. 132, anno ·1913), come l' epiploon si attacchi bene alle parti s11lle quali si aidatta, pen~ai 11tilizzarlo, nella resezione del coledoco crea ndo un sostegno ben diverso del c;olito comune tubo di gomma (del quale preoccupa la possibile cactnta nell'epatico) un sostegno dico che potesse
-
944
IL POLICLINICO \
durare sino a che la parte trapiantata (epiploon) adercn.do , non avesse ristabilito la continuità del coledoco. Pensai 1pertanto al catgut, e mi son servito del numero O e del nu1nero 1, per dare dei punti fra i monconi del coledoco re5ecato. 1Ne ho dati sempre quattro (vedi fig. 1) in corrispondenza degli estremi ·dei due diametri perpendicolari del cercio virtuale raffigurante il lurne del dotto. Su queste anse così disposte, e lunghe quasi quanto la porzione di coledoco resecato, 110 adattato, avvolgen·dolo, un .ctoppio str ato .cti epiploon, che agli estremi, o meglio agli orli termtn~li, 110 assicurato, con punti al catgut sottilissimo, alle fs uperfici sierose dei monconi del canale, e in due casi al duodeno, dove vi sbocca il colPdoco. Così facendo, ho operato cinque cani, dei quali uno solo che avevo cistectomizzato sei mesi prima, ·ho visto morire la stessa 5era del· l'operazione; il quarto riuscì a vivere quasi tre giorni; gli altri tre perdetti entro le prime 36 ore. All'autopsia trovai sempre versamento ·d i bile nella cu vità addo1r1inale, e distaccato, spostato, il
[ANNO
XXXIII, FASC. 27]
mèta per la quale tanto da tutti si è lavorato, un proces·so di plastica così sen1plice (non tenuti) conto delle difficoltà peJ ritrovo, e tsolamento del coledoco), noi ovvieremmo ad inconvenienti non indifferenti, riusciremmo, fra le altre, a non far gra,rare sull'ammalato, abitualmente grave, il peso di u11a se.con.da operazione complementare e preparatoria, a meno che non si voglian o praticare innesti eterogeni. E quj, giunto all'ite missa est, rifacendo col pensiero la via battuta, l'accuratv studio prernesso, e le deduzion1 con clusionali, alle quali, passo passo ad ogni capitolo sono arrivato, ,posso, s1ntetizz.ando dire cl1e nell'ora presente, la chirurgia delle vie biliari, nata, o quasi, con e per la colelitiasi, si è spinta ai tentativi più ar . djti riducendo, grazie alla modificata tecnica ed alla abilità degli operatori, a zero le recidi\"'e vere ed al 3 % la mortalità; ha fatto suo, ciò che ' un ''entennio fa era di spettanza medica, dando prova incontestabile, d'essere una ·delle manife· stazioni artistiche più m eravigliose del genio umano. Potrei qui inetter punto, ma non posso nè
•
Fig. 1.
lembo plastico epiploico, tranne nel quarto caso, in cui s'era distac-cato solo dall'estremo periferico, duodenale del cole<iico. Le anse di sostegno solo tre volte, for se perchè tese, tagliarono le pareti det coledoco (due ·v olte a monte ed una a valle). Questi risultati, sebbene infausti, mi fanno sperare che migliorando la tecnica, delicata sugli animali in genere, si possa con tale processo, ovviare agli inconvenienti serii finora lamentati, e cl1e ancl1e n el caso (ci ritornerò sopra) ci si rtovPsse ruppigliare a segmenti liberi di tessuti sostenuti, e resistenti. più .ai quello, che non potrà mai essere l'epiploon, troveremo nelle anse dl catgut, disposte come sopra ho descritto, il surrogante fedele il tubo di gomma, la caduta del quale molto preoccupa gli operatori, a meno che non si voglia ricorrere agli artifizi di Brevver e Sullivan, o alla cannula a T del Kehr, per essere sicuri di veder caid.ere nell'intestino .qt1ello, o dt poter tirare fuori questa, quando si su1Ppone r istabilì ta la continuità del dotto. Insisterò e consigli o di perseverar~ in questo studio sperimentale, perchè, se con mezzi cosi semplici, e con una tecnica relativamente facile, quantunque delicata, si arrivasse ad ottenere lo scopo desiderato, la
clebbo, ·entendo il hisogno di domandare venia al collega Latteri di .q uesto ri·c ordo, che a volo di uccello, mi son permesso, e di congratularmi ron lui .dell'idea sua genialissima, che fu anche la mi a, e dei risultati delle sue esperien ze, che, . ,p ositivi, autorizzano a portare nel campo clinico, ciò, che ·da tempo e da molti si è vagheggiato. I nteressa.ntissima pubblic!.l.zione: Prof. Dott. CIOACCHINO
FUMAROLA
Docente e primo aiuoo nella Cl.inie& delle malattie nervoee e me!ltali della R. Università di Roma.
Diagnostica delle Malattie del Sistema nervoso Prefazione e due capitoli del Prof. CIOVANNI MINCAZZINI PARTE GENERALE: un volume in-8 idi pa.g. VIII~52, in earta di lUBso, nitidamente et.amJ)ato. -0on 175 figure
quasi tutte originali inte-rcalate nel teeto e 8 tavole. fuori testo, a oolori. Prazzo L. 4 2. Per i noetri aibbonati sole L 36, 7 5. . PARTE SPECIALE : 1) Sistema nervoso periferico. Un volume di pagine 242, eon 67 fi,g ure intercalate nel tE>-sto. Prezzo L. 2 8. Per i noetri a bbona.ti. eole L.
25, 7 5.
·
PARTE SPECIALE : 2) Sistema nervoso centrale : M1~0 L LO SPINALE. Un 'Volume di pag. 238, con 66 figure mtercalate nel testo. Prezzo L. 3 3. Per i nostri &bbonatJi, s_ole L. 3 O, 2 5 in porto f!'ain100. corso di etampa il voi. III d1e1la PARTE SPECIAI,E che tratta IL CERVELLO. li
'ÌJl
In'Viare V®glia Poetale all'Editore LUIGI POZZI - Via Sistina, 14 - ROMA.
[A.i.'l~O
XXXIII, FASC. 27J
SEZIONE PRATIC:\
SUNTI E RASSEGNE. FEOA TO E VIE BILIARI. Sulla patogenesi della colica epatica. (G. F. P ensiero 11J edlco, 1926, n . 7).
•
I.a classica teoria patogenetica della colica epatica che stabjlisce rapporti cli causa ad effetto fra la migrazione dcl calcolo e la manilfestazione dolorosa e che si appoggia sulla presenza di calcoli nellP feci ·dopo una crisi o s ulla presenza di essi n elle vie biliari riel caso di un intervento r t1irurgico, oggi no11 è l>iù accettata, e da ten1po è stato messo in evidenza il fatto che la colica può r ealjzzarsi all'inlfnori cli ogni migraz10n e calcolosa. Tripier e Payiot (1910) spiegaron o il fenom e110 come un'infezione local e del periton eo ; Chiray b Pavel propend ono prr una irritazione ·del sistem . ner,roso ' •egetativo. P er :\ choff s i tratta di lln<" irri ta zione delle fibre e cellule nervose che si Ti scontrano nel segmen to di stale del canale ci c;tico quando, essendo il canale ostruito da un calcolo la vescichetta si contrae. Hartmann ha formulato l'ipotesi che il dol ore ·sia unicamenta in rapporto con la contrazion e della cistifellea. 1 ' ' estphal in una ser ie di laYori sostiene la teoria rhe la colica epatica sia d a ritenersi una n e'Vr osl motoria delle vie biliari ma11ifestantesi con una contrazione 5pasmodi ca della ,·escichetta e dello ~fjntere d1 Odrti, e Lo\vy in una m e1noria sulla pseu<locolica deJle cirrosi e sulla a trofi a subacu ta del fegato crede che il sistema nerv,oso ''egetati,•o :tbbia un·a i mportanza di primo ordine n ella produzione delle cri si doJorosr determjnata dalla irritazion e tossica delle t er1ninn zioni n eryose vegetative idelle vie bi,l iari. Fra tante concezioni • costante1nen1 e si riscontra la n ozion·e d·i fatti spasmo·clici ed a conferma si adducono le osservazioni d ell'inizio e terminazione brusca dell'acces5o <loloroso sotto l'influen. za di fattori emotivi, la ·b re,rità del la evol•u ziono di alcune .crisi, i parossi·s111i dolor osi n el cor so d ella colica, la riproduzione ·del dolore vescica, lare nella colecistite croni ca quand o in seguito alla iniezione n el du odeno cli solfato di Mg si determina la contrazione della Yescichetta. <)neste osser,1azioni con cordano coi dati della m edicina •sperimentale che ha dimostrato av.er e la vescicola bili·are un importante poter e contraLtilr.; rhc tale contrazione sipasmo.cti ca poi possa diventare doloro,sa dev'esser e riferito a ciue elemflnti: !'irtfiammazione della parete e la presenza ù i aderenze pericolecisti che. 1
945
Qn:Jli condizioni ora posson o determinare lo spasn10 vescicolare? Nè la presenza o l'incastra· 1n ento ·di c alcoli, n è l'infiamn1azion e po.ssor10 es. ~ere ritenute più che C43JU·s e fa,·orenti. Occorr e un altro elemento che Chiray e Pavel credono risieda nPllo c;tato d el siste1na n euro-vegetativo la cui irritabilità n ei litiaisici ~ stata segnalata da num erosi A.A.. (Chauffard, Ramona , ecc.) e che e spesso dimostrata dalla s indrome concomitante clrlla diarrea postprandiale co me dal fatto ch e qt1alsiasi <:ausa capace di r.isv·egliare i rifl essi vegetati,ri è suscettibile di determinare la colica. Ammessa tale ~atogenesi sono ancora rta chiarire ~lc11ni punti nella cvol nz ione clinica della sindrome: 11 colica protratta oltre qualche ora è dovuta a.a acci·denti .s econdari, sia il trauma dPterminato dallo spas1no n el tessuto infiammato o <lal ralcolo mobilizzato. Il r eperto di cistifellee ~ p:iretP. ipertrolfich e fa p ensare aJCl una iperattività di essa, questa però n on sempre è stata dir etta contro i calcoli, può invece riten ersi coma l 'e~pre,c;ione di una jpereccitabilità a vuoto in rapporto con un sistema vegetativo anormalmente eccita.bile. In conc1usiione l'elemento fondamentale della colica risi erte in uno s1pas1no della colecisti per azione di u n sist-ema nervoso vegetatiYO anor. male ed il calcolo, il corpo estraneo, l'infiamma~ion ~ della parete sono da riten er si cause fa·vo~·rnti ma 11on determinanti. PALLADINI.
Di 1ma possibile confusione fra ecJ1inococco e1latico e cistifellea comunque a1n1nalata. (0.
(~ANTELLT.
R lf. 111edi ca, n. 32, 10 agosto 1925) .
Da a l~u ni casi personali e da altri TiCaYati dalla letteratura l'A. trae occasione per un articolo in cui ri chiama l'atten zio11e sulla po·ssj bil e f'on fusione fra echinococco epatico e cistifellea con1un·que nn11n alata e stabili sce ancl1e le con·dizi oni che })Ossono trarre all' errore. Dci Yari casi a1cu11i furon o risco11trati all'o'Perazione e altri all'a11topsia. Vi può essere co11fusion e per la 1sjn1ulaz.ione di cistifellea ·da 1parte di un echinococco sviluppatosi nel ipnrench ima epatico e cl1e man1da un diverti colo i11 corrispondenza della sede ·della cistifellea dopo aver assottigliato e atro,fizzat o il 'par e11rch irma c;tesso. QueJ di,~erti colo 11ella sua eYoluzio11e a11clrà sempre pit! aun1enta111do di volume e !favorendo la confusion e. L \ t\. cita u11 caso ca'Ciuto sotto la Sl1a osservazion e e jn ·CUi l'atto operativo dimostrò possibile qt1esta eYenie nza. 1
·
[ANNO
lL POLTCLINTCO
XXXIII,
FASC.
27)
Vi può essere simulazione vicendevole fra cistiColecistografìa. fell ea infiammata ed echinococco sorto dal mar53 casi controllati con l'operazione. O'ine antero-inferiore del fegato specialmente o (D. \VIIKIE e \ V. ILLINGWORTH. The Brit. Med. quando l'ecl1inococco ne assume la forma ed è l 01lrri.. 1925, n. 3388). situato in prossimità di essa. In questo caso è molto importante l'esame dei rapiporti interceGli ..\.i.\. l1anno eseguito 153 colecistografie, tutte denti fra tum·ore e parencl1ima epatico, poichè successivamente controllate con atto operativo, nel tumore cistifelico i l margj11e epatico si di- mediante l'in iezione endovenosa di tetra-jodio spone al ·davanti mentre nell'ec·h ino cocco ohe ne :fenol-ftaleinato di sodio (gr. 5,5 sciolti i11 40 eme. ha perforato il margine, il tumore è circondato di H.,0), iseguìta -da esami radiografici fa tti a ''arie da tessuto c he ap:p are al tatto il più spesso sfran- <tista~ze di tempo dall'iniezione, sopratutto dalla giato. 12a. alla 15a ora dopo l'iniezione. ' 'i può essere difficoltà di diagnosi fra cistife . •CTli A.i.\. hanno diviso le loro osservazioni i n J.ea ingrandita ed echinocooco rottosi in essa spe. fi gruppi . In un iprimo grup1p o comprendente 23 cialmente in assenza di evidenti 'fenomeni che casi, nei quali all'atto operativo furono trovate possono far pensare all'E. e quindi alla sua pro- normali le vie biliari (ulceri duodenali, aprpendi babile rottura nella cistifellea. citi, eoc.), la cistifellea diede un'ombra normale L' .I\. cita un caso di Boully (1872) riscontrato per dimensione e per .contorno, idi una densità all'autopsia e mette in rilie,·o per la diagno..;i simile a quella data dal pasto di bario. l'importanza 1della conoscenza di. u11 echinococco Il secondo grupipo comprende 14 casi in cui la precedente a sede ei1>atica. cistifellea non era funzi onante (per calcolo nel Vi può essere con fusione tra cistifellea enorme. cistico, per calcolosi d el coledoco co11 raggrinzamente ingrandita ed e·c hino·coc·co comuntoante con mento della cistifellea, ecc.); in questi casi non l e vie biliari e rotto nel :p eritonPo (·coleperitoneo si ebbe l'o,m bra d ella cistifellea. irlatigeno). .L\n·c he qui è molto importante la co. Il terzo gr,Uij)rpo compren de 7 -casi in cui esisteva noscenza di un E. a sede epatica. Quan·do si ha .colecistite; l'ombra della cisti.fellea era leggera, una r api·da .d iminuzione •di esso con un rapido indistinta. aumento d el volume della cistilfellea non ci sarà In un quarto gruppo comprend ente 3 casi, nei <lubbio per la diagnosi. Così pure rper la rottura quali si ottenne .u n'ombra della cistifellea gran n ell':iddome : 1se essa è preceduta da un trauma, de in cui si vedevano le ombre i1 cgative dei cal' da nno sforzo ed è ·seguìta 1da fenomeni 1perito- coli, nll "atto o·p erati \'O fu trovata 11na cisti.fellea niti ci ed anafilatti•ci, la diagnosi no11 si presenta funzionante. • molto ·difficile. .se poi nei giorni ,seguenti st Un quinto grup1po comprende 8 .casj di ittero notPrà aumento rapi1do del ' 'ersamento, si potrà da ostruzione (caJ.colosi del coledoco, carcinom a • allora pensare al cole'})eritoneo ed una puntura d ella testa del pan°creas). Contrarj arnente all'opi· esplorativa confermerà quando si estrarranno in·nione di Carman, q.u esto mezzo d i indagine non ~ieme bile ed· elementi echin ococcici. :S e poi la produsse in tali soggetti gravi distu rbi. Ma in rottura si fa lentamente, allora la dia1gnosi si nessun caso si ebbe un'ombra visibile. ren·dPrà ·d i una dii·ficoltà estrema. Il sesto gru1ppo coropTende un caso in cui la Vi pnò essere •di:ffi-coltà rd i diagnosi fra cisti. colecistografia diede un'ombra deforJnata a g uisa fellea ingranodita ed ecl1inococco sorto dall'inter- di clesstdra; all'o1Perazione si trovò una infiltrano e dalle pareti di essa. L'.1-\.. è del1a convin- zione circoscritta della parete cistica. zione che l'E. primitiYo della cistifellea esiste, Dai risultati ottenuti gli .I-\. .~. traggono le secontrariamente a quanto aflferma il De\ é che, guenti con-el usioni : cioè, l' ccl1inococco della cistifellea è sempre seLa colecistografia non è un importante sussicondario aid un E. del paren.o hima epati,co. Ri- dio nella ·d iagnosi d elle malattie della cistifellea. porta tre casi ·dalla letteratura. Vi può es.sere anI.'ombra della ·Cisti.fellea nor.male per densità e cora difficoltà per simulazione vicenidevole fra contorni p uò esclu1dere ·u n'affezior1e gr ave ma cistifellea ingrandita, mobile, ed .echinococco pe. non una lieve lesione ·della ciiS1.if elle a . dun colato; in ·questo caso sarà di .g1.·ande aiuto I calcoli biliari possono rendersi evidenti n elle l'anamn esi e il r eperto di peduncolo ;piatto pa- colecisto.grafie co.me omhre negative. renchimatoso-connetttva)e cl1e rappresenta un proI,'assenza dell'ombra della cistifellea, quando l a dotto specifico dell'E. che tende a liberarsi nel- tecnica è corretta indica una delle seguenti conra·ctdomc. dizioni: 1) ostruzione del ci.sti co; 2) cistifellea cosi G. :\:\XICCHI.\RJCO-PETRUZZELLT. piena di calcoli da non permettere l'ingresso alla 1
~
I
1
1
•
..
[ANNO
XXXIII,
FASC.
'
27]
SEZIONE PRATICA
bile; 3) cistiJ:ellea non funzionante per alterazione delle sue i)areti. Quando una ordinaria radiografia ha mostrato 01nbre che possano .:far pensare a calcoli biliari, o l'Psame clinico riveli una 1nassa n ell'~pocon dr1o d., la colecistogra.f ia può facilitare la diagnosi con la esatta localizzazione della cistifellea. FIORENTl~ I . I
SIFILOGRAFIA.
lliagno i p1·ecoce e cura rapida della sifilide. (I{. ZIELEH. Delllsc/1 e medi::. lV och.enschrift, 8 gennaio 1926). I progressi più importanti riguardanti la sifili-
de concernono i·l inodo di riconoscere e di trattare precocemente ·questa malattia e di ovviare cosi ai danni ct1c essa può portare. Tali progressi si sono potuti raggiu11ge.re in grazia d elle scoperte sul ger1ne della sifilide, sulla sierodiagnosi, sugli ar5en obenzoli e sull'utilità dell'esam e d el liquor a completame11to di quello sul siero. I.a diagnosi precoce d ella sifilide non può farsi che mediante il riconosci1nento della spirochete; solo r elativamente tardi si hanno le modificazioni del siero e del liquor, mentre con la ricerca della spirochete la presenza della sifilide può essere accertata g ia dopo 1-3 settimane dall'avvenuta infezion e. P er qu esto il medico anche n elle manifestazioni non chiare e che sembrano innocenti deve fare la ricerca; così nelle semplici ragadi, in foc olai che hanno l'apparenza dell'herpes geni talis, nell'ulcera rnolle tenuto conto d elle frequenti infezioni miste. La lesione sifilitica pri1naria a:ppare n ei suoi primi stadi del tutto innocente, in forma di erosione rotondeggiante, non indurita che, specialmente quando si ha in sedi extragenitali, viene facilmente •m isconosciuta. Nel sospetto di un'infezione recente il riconoscim ento d0lle spiroch ete ha un significato decisivo ed esse, particolarmente con il m etodo ta11to semplice d ell'e s~1n e in campo oscuro, vanno sempre ricercate quando si tratti di lesioni sospette d ella bocca e d ei genitali o delle loro vicinanze. Quando la ricerca riesce n egativa nella sierosità ottenuta spremendo il focolaio o pungendone la base, si 1potrà farne la ricerca nei noduli linfati ci prossimiori in cui, nei così detti ·Casi di sifilide al primo stadio, si ha un risultato positivo n el 70-90 % dei casi, talora an che se si son o avuti risultati negativi nella lesione primaria. Importanza del tutto particolare hanno le localizzazioni extragenitali che vengono con tanta facilità misconosciute; ciò accade anzitutto per le tonsille che spesso presentano lesioni che richia-
9~7
mano l'angina di Plaut-Vincent o la difterite fino a che la durata lunga e l'ostinatezza della mala~ tia danno dei so~etti. Analogarr1ente a ccade per certi <' paterecci indolori )> , per certe ragadi del seno in balie, per le lesioni primarie delle labbra, rlella lingua, della congiuntiva, ecc. .4\.cca<le però che talora non si trovino le spiro.. chete nè n ella lesione n è n ei nodi linfati ci eppnre l'apparenza della les ione stessa e l'adenopatia indolora d elle ghiandole ~rossimiori danno un quadro clinico di sifilide cl1e viene poi con . fermato da una \Vassermann. In tal modo però si perde un tempo prezi oso e n on si può più parlare di trattamento precoce. Il tratta m ento rapido d ella sifilide è stato reso possibile soltanto dopo l'introduzione d egli arsenohenzoli poichè con i preparati m ercuriali si doveva nece.ssaiiamente prolungare la cura a molti m esi e ad alcuni anni. Con gli arsenobenzoli in .. Yece, anche se non si può ottenere la « terapia ster ilisans magna ,, a uspjcata nei primi tempi, si può certamente guarire la sifilide in tempo relati,·amente breve , come dimostrano i casi ~i r einfezioni. Sulle modali tà della cura non si è ancora raggiunto l 'accordo anche 1perch·è l'introduzione degli arsenobenzoli è troppo r ecente e le relative appUcazioni non sono an.cora state stabilmente fissate. E anzitutto necessario definire ciò che c;i intende per cura precoce e p er cura abortiva. La . prima va considerata come la cura della inf ezione r ecente e dei primissimi segni della sifilide, la lesione prfmaria ed il primo esan tema non rupprna comparso ; cura abortiva è invece quella che tratta un'.infezion e recente con \Vassern1ann costantem ente negativa. La riusci ta di entrambe queste cure dipende dal1'ocl1lata scelta d ei casi. Esse possono eseguirsi soltanto nei casi di sifilide r ecente quando tutti gli organi sono completarnente sani. Le malattie cr oniche d e~li organi interni, specialmente le intossicazioni da alcool, tabacco, piombo, ecc., i disturbi d el ri rarnbio com e gotta, diabete, le ma· latti e infettive, come malaria e tubercol osi e cosl pnre l'aver sofferto anche da parecchi anni di tifo, scarlattina, dissenteria, ecc., controindi ca il tratta1nento rapido , il qnale, per necessità di cose deve essere energico. E inoltre n ecessaria una perfetta funzionalità renal e. In tutti questi casi si ricorrerà al « trattamento cronico intermittente » per evitare spiacevoli •complicazior1i che sarebbero inevitabili. Quando ·dall'esa111e dell'individuo risulti possibile il trattamento abortivo si dovranno tenere presenti di verse condizioni. 1) B anzitutto importante la nozione d el tempo decorso dall'infezione, durante il quale le spiro-
.
948
IL POLICLINICO
chete si sono venute diffondendo per l'organismo. Si ammette come ·massimo per intraprendere la cura un peri odo di tre, al più di quattro setsimane. 2) Se 1100 fosse noto il te1npo dell'infezione, si ricorrerà all'esame -delle ghiandole prossimiori, di cui l'ipertrofia i11co1nincia per lo più ·dopo 5-6 settimane; anche prima che sia trascor.so tal tempo però si possono ritrovare le spirochete nell e ghiandole non ancora ingrossate. Quando le ghiandole sono già ingorgate non si può pensare ad una cura abortiva e gran parte degli insuccessi che a questa si attri_b uiscono sono appunto dovuti al fatto che la si incomincia troppo tardi. 3) Di grande significato è la reazione di Wasserman11. Dal punto ·di vista di questa i casi si distinguono in sieronegativi (che rimangono tali anche durante il trattamento) ed in siero posi· tivi, in cui si ha una W . R. positiva transitoriamentr. Solo j pri1ni sono adatti per la cura abortiva, mentre i casi con oscillazione positiva cioè ']nelli in cui la W. R. è transitoriamente positiva nll'inizjo della cura, esigono nn tratta1nento più fort!3. Il mo1nento jn cui la ''' · R. dive11tu positiva può ancJ1e dipendere dalla sede della lesione primaria; così per l'ulcera del frenulo la W,. R. divp,ntu positiva 2-3 settimane prjma che per l'ulcera del glande jn cui la Vl. R. diventa ip osittva alla sesta-ottava settimana. Le stesse ·considerazioni fatte per la vV. R. valgono anche per le altre reazioni ·di flocculazi one e di intorbidamento. 4) Sono pure da considerarsi inadatti pen il trattamento a.b ortivo gli individui jn cni (ammessa t1na tecnica impeccabile) le iniezioni di salvarsan sono seguite da febbre e così pure, naturalmente, quelli in c11i già fin dalle prime setti1nane si hanno modificazioni ·del _liquor. . Per quanto riguarda l'associazione di altri rimedi antisifilitici, si deve ritenere .ormai come pro,rato (osserva f A. ) che nei ca.si di sifilide precoce è sufficiente il solo salvarsan, ma che n ei cast in cui 11 trattamento viene intrapreso . più tardj, la guarigione è consolidata ·d all'uso del mercurio e del bismuto. Per la cura abortiva a base unicamente di sal· varsan, si devono dare elevate dosi singole a brevi i11tervalli in modo da raggiungere r31pidamente una forte quantità. L'esecuzione del trattamento con dosi piccole lentamente p,rogressive oppure il disp erder e d elle piccole ·dosi in lunghi periodi di tempo costi tuisce un modo di trattamento non solo inefficace, mà anche dannoso. P er le dosi elevate molti medici hanno degli scrupoli . Si ten ga presente che la maggior parte dPlle reazioni (febbr e, cefalee, vomiti, ecc.) s1 1p ossono evitare seguendo il consiglio ·di Kolle •
[.i\NNO XXXIII, FASC. 2?)
di iniettare cioè, 2-* ore prima della prirna dose forte, una .quantità ch e sia il 1/5, il 1/10 di questa. Si fa quindi al prin10 giorno un'iniezione di mg. 50-75 ed il giorno seguente di cg. 45, poi 60 e cosi via. J'ali sono le dosi per il neosalvarsan, per il salvarsa11 argentico (1Silb ersal,1ar.san) si usano dosi di 30-45 cg. Come quantità totale si può calcolare: per g·li uomi11i 5-7 gra1nmi, per le donne 4-5 in 10-12 iniezioni di neosalvarsan; r.ispettivamente g·. 4-5 e g. 3-4 per il Neosilbersalvarsan. Le iniezioni s1 fanno due volte la settimana e, verso la fine della cura, ad inter,ralli maggiori. Più alte sono le singole dosi, ·m aggiori debbono essere gli intervalli. e il momento dell'infezione risale a !Più di tre Sfltti'ma11e, si fa seguire , dopo 2-4 settimane, una seconda cura di 8-10 iniezioni. Quando 1s ono decorse più ·di 4-5 ·settimane dall'infezione si farà Sflg11ire invece una cura di bismuto o di mercu'rio. Indubbiamente, ancl1e in tali condizioni si può ancl1e arri,rare ad una guaTigione con una sola c11ra, mn le probabilità sono solo del 50 %, m entre nel primo· caso raggiungono anche il 100 °,{,. P er la cura abortiva r1on pnò prendersi jn -con si,derazjone che il salvarsAn, mentre gli altri ri'medi (compresi .quelli recentemente proposti e cioè: Albert, 102, Stovarsol, Spiroztd) non dannd un sicuro affidamento. Questi preparati, di fatto, provocano una scomparsa d elle spirochete, ma i1on le uccidono ed accade che, cessata la cura, si abbia lo sviluppo ·di manifestazioni sifilitiche infettanti. Invece di una guarigione -precoce, si ha dunque con tali preparati lo sviluppo di uno ' stato latente della sifilid e .con i relativi pericoli 1per l'individuo affetto. Finita la cura abortiva, oppure dopo quella precoce si fa la reazione di vVassermann ad intervalli di un mese; passato il prirno semestre ad intervalli di 2-3 mesi continuando così. per tre anni. Le recidive cliniche e sierologi.che si hanno di solito entro il primo se1nestre, raramente entro il primo anno. Se è possibile si pratica la \'7asserman11 sul liquor 2-4 settimane dopo finita la r ura e la si ripete 4-6 m esi dopo: un r eperto positi vo va considerato come una rica·duta. Se poi tutte le ri·cerche ri1nangono i1egative si procede, non m eno di uno-due anni .do1po finita la cura, all'attivazione per mezzo del salvarsan e, se ancl1e q·u esta è negati \'a, il malato può considerarsi ·definitivamente guarito, specialm ente se 1·6 mesi dopo l'attivazione, è negativo anche l'esarne del liquor. Quando il trattamento abortivo non è più possihile (infezione datante do. 5-6 setti1nane, \V. R. rP.azione positiva, ipertrofia dei nodi ghiandolari} sono consigliabili le cure ntiste, iniziandole co n il salvar san alle dosi indi cate elevando con cau-
r.\ 1\Nn XXXIII , F ASè. 271
SEZ IONE PRAT ICA •
tela le dosi se co111paiono sintomi di i11tolleranza f> facendo fr a le singole serie intervalli <l i 3-4 setti mane (in segu ito fino di 6-8). Le pause fra le cu re mercuriali (specialn1ente se si usa il calornelano o l'olio grigio) debbono essere cli mesi 2 e 1/2 a 3, altrimenti si corre il peri colo di provocare delle n efrosi rnercuriali. I n caso ct i lesione primaria già sv iluppata da 11n po' di ten11po o della prima genernlizzn.zione (primo esan terna). bastano talora (I ue serìe di trattAmenti energici , erta se è posit.ivo l'esarnc del li q1 tor nE> occorr ono almrno tre. Il I ruttarncnf o p11ò cons iderarsi !inito quando vi 5iano W . R . negativa P<1 esame del liquor pure negativo . NE>l caso rti rnalati poco resistenti . Je cure dl salvarsan e di n1ercurio (rispettivarnentc di hismnto) vanno fatte non già contemporaneamente, n1a alternativamente. T.a ~uarigione può considerarsi definiti va quando le ricerche sopra acrennate rimangono negati ve per ~ - 4 anni. . I l surresso della cura diipende non solo dalJa scelta P <1:-tl modo di dare il medicarnento, ma anrhP rt::tl tenore cli vita del n1alato, di cui la vita va regolnta nel senso che egli deve prendersi il necessario riposo giornaliero, dormire a fi ufticien. 1a, regolare bene la nl1trizione e tutto il ricambio. Non ~ i può intraprendere Ja c11rn. energica. abor. ti va in inni vidl1i sovraffatirati ed tlsposti a cause <f Pbilitanti. Risnlta in complesso che ron il trattamento in<li cnto si può ottenere, pur n el rtPro r:;o essenzialrri PntP croni co d el la sifilide, un reale abbrevia nu~ nt o della cura. in confronto dei consueti modt di trattamento . Pnrtroppo però non tutti i casi ~o n o n d!ltti e non t ntti si presentano nl n1edico a tr!npo; troppo sip es~o la sifilide è riconosrinta un po' tardi per usufruire d cl trattamento abortivo. Gli insucressi clel trattamE>nto abortivo rornc di q11el1 0 precoce sono <io v 11ti a .difetto n ella scC'lta <lrl malato od a trattan1 t' nto in suffi cienf P. \ <1 en tra1nhP quPste ca nsP d i errore si pu ò ovv iare e noi dobbiamo considerare il trattamento precoce e la guarigione rapida come lf' più importanti conqui ste nel campo della lotta antisifilitica. I
FILIPPINI .
MEDICINA SPERIMENTAl.,E.
Ricerche sullo sviluppo del bacillo tube1·cola1·e e vaccinazione antituber coln.r e delle cavie. (A.. VAUDREMEJ\. Bull. Acad. d e ft-1ért., 1926, D. 18) .
Nella seduta del 4 maggio 1926, all'Accademia di Mecti cina di Parigi, l'A. ha esposto il risultato di lunghe ricerche sulle variazioni culturali ci el
buc1llo tubercolare. È lì.U f (ic1ente n1odificare l a coni po ·i zione d e l 1nezzo tl i cultura per ottenere r!Pll t:' forme ben diverse dal comune bacillo tuoerrolarc' e quasi semprp sprovviste di acido-resi, ~tl•n za.
e
int erP.ssan te 1l fatto ch e trapiantan do qocst1-1 for1ne atipiche di bacili i tubercolari nei ,..on111ni te rreni alla glicceina si ottengono di u uo,,o ha,ci 11 i ttiberco lari morfologicamente tipici, e pPr di 1più acido-rei:,isteuti. F'ra i terr eni .sintetici $er\za glicerina uno de i pi1ì adatti -è quello usato da Genard e cosi composto: isuccinnato d'ammonio gr. 0.50, fosfato bipotassico gr. 0,5, solfato di n1agnesia g r. 0.25, <·loruro di calc io gr. 0 ,13~, n.cql1a distillata gr. 100. In questo terreno i bacilli 1ubPrcolari crescono alla superficie e in profondità. .t\l la s11per1icie crescono formando un velo r.o~tituito da bacill 1 polimorfi, granulosi, n on arido-resistenti; in profondità le culture acquista. no l'aspetto di un fungo di colore giallastro composto . ct i un 1piede circolare liso.io sormontato da un capp ello irregolare dal quale partono delle fin e trabecole che si innalzano nel mezzo del terreno di cultura. I l polimorfismo del bacillo tu. bercolare è bene evidente ri.c orrendo anche ad altr·i mezzi di cultl1ra quali l'agar in brodo Martin F-enza glicerina, l'agar in brodo di p·a tate senza glicerina; dove e&so cresce sotto forma di bacilli !nnghi sottili, sinuosi, granulosi, assottigliati alle estrmnità, e mal colorabili rol bleu , bene C()l Gram. non acido-resistenti . l bacilli così coltivati non danno lu ogo a formazi one rii tubercolina; quando p erò sono trapiantati in mezzi ri ?chi di t;ostanze azotate e con glicerina, o lecitina, danno lnogo a forme tipich e ariclo-resi~tenti e capaci di produrre tubercolina. · Uc::ando il brodo di ipat,at.<' e seminando i.n profondità si osserva che dopo 48 ore di termostato o clopo 5, 6 giorn i a 150 si ha lo svil11ppo di forme ovoidali, granulose, polimorfe, colorabili col Gram, mn n on ncirto-rPsistenti, patogene per la cavia. Sr minando alla uperfi cie ln trasformazion e è più lPnta e m eno accentuata, 5i hanno cioè forme molto vicinp a quPll e bacillari cl.::1ssiche, ma quasi sp!'ovvi ste di a" i òo-resigtcn7.a. Con l'invecchìarnpn f o delle ·c t1lture in profondità, dopo un m ese non si disti nguono che forme mi celari , granulifer<', ramifi cate, e gr nnuli liberi dei quali alc·n ni n ppena visi bi 11, a1tri grandi rom e le cellule del lievito. Oneste forme si color ano anch e col hleu, affat.to col Grnm, non sono acido-resistenti. Qn este form e inocul Fttc n ella cavia sono pia torrenc sino al 120 passaggio; più oltre danno luogo 1lla formazion e rti un norl ulo nel punto della inor11lazion e senza t1Iteriori lesioni classiche ·di tnbercolosi cronica. P er assodare che il conservato pot<'ro patogeno non fo sse in rapporto con bacilli persistenti e derivati dalla cultura di partenza. 1
•
..
• IL POLICLINICO
950
l'A. provò la filtrazione delle culture, ricche dt
forme atipiche, attraverso candele L. 3. Le forme non filtrate in circa 10 mesi riprendevano, se tra. . piantate su patata glicerinata, l'aspetto tipico, rn-entre queile filtrate solo eccezionalmente e molto lentamente davano luogo a qualche raro bacillo acido-resistente. Le forme filtrate non crescevano che in brodo di patate ma presentavano ancor ;.. uri potere patogeno parti.colare consistente nel provocare, se inoculate sotto la ip elle n·e lle cavie, una poliadenite . tardiva che perdurava v~ri mesi senza ·uccidere l'animale. L'iniezion.e endovenosa invece era mortale fra 8 e 19 giorni, e dal sangl1e d·el cuore si coltivavano bacilli tubercola-i ..... ttpici, acido-resistenti. come conseguenza pratica di queste ricerche l' A. ha cercato di vaccinare le ' cavie con emulsione di germi coltivati in brodo di patate e uccisi col riscaldamento a 59° per mezz'ora. Egli ha ri:scontrato che gli ar1imali vac· cinati così nell'ottobre 1924, poi infettati nel gennaio 1925 e di nuovo nel luglio 1925 erano ancora vivi al marzo · 1926, m.entre i controlli delle du3 eE;perienze erano morti fra 8 e 21 giorni nella prjma jnfezion e, fra 28 e 66 nella tSeconda. E. T.
CENNI BIBLIOGRAFICI LEVY-VALENSJ. Précis ae Psychiatrie. J. B. Bailli.è re et Fils editori. ·Parigi, 'l.926, 504 pagine. QuP-sto manuale appartiene alle così dette collane della Bibliothèque àu Doctorat en Médecine che si pubblic~no sotto la direzione di A. Gilbert e L. Fournier. ~ella prima parte del lavoro sono schematicamente, ma chJaramente elencati i fattori etiologici più i1nportanti delle psicopatie e ancl1e adombrate le questioni che negli ulti~i anni hanno provoc~to numerose discussioni e studi profon·di {cogtituzione mentale, freudismo, e coi:ii via). Nella seconda parte, dedicata ai sintomi mentali, l'.t\. dopo aver descritto .con molta lucidità i disturbi elementari a carico delle varie .sfere della psiche, illu stra i sintomi ·di dissociazione psichica . (ossessionj, allucinazioni), enumerando gli atti morbosi degli aìienati, i quali suddivide secondo gli :i.stinti cl1e li provocano (sopratutto intrattenendosi :::;ugli istinti di conservazione e di generazione)_ In seg11ito, dopo una· descrizione dei si.n tomi fondamentali delle r.più importanti sindromi mentali, 1' A. c;omincia coll'illustrare le singole psicosi di origi11e involutiva, ricordando molto lodevol mente ~ questo proposito, e malgrado la piccola mole del libro, le nozioni anatomiche più impor•nnti e più modern e, n ecessarie per la esatta com-
[ANl'(O
XXXIII, FASC. 27)
prensione di que~Lo gruppo di IPSicopatie. Segu& nna succi11ta, ma esauriente descrizione delle freno5i ··dal tir.po espansi·v o-depressivo, della psicaste. nia, della neurastenia e del pitiati's~o, a proposito del quale ultimo l'-A. si rivela fedele apostolo del 1 eteorie di Babinski. •L ' A. quin·d i affronta il capi.. tolo del~a demenza r.precoce ed assolve brillante. mente il di·f ficile compito di illustrare brevemen.. t.P, e p11r tuttavia efficacemente, gli aspetti principali dell'arduo argomento. Fanno segu ito des-crizioni 5errate e .chiare delle varie forme di delirio. sistfM'latizzato, delle 1Più diverse psicopatie organiche (intossicazioni esogene ed endogene), dei disturbi m entali con secutivi alle infezioni acute, e in quelle croniche (lodevole il capitolo sulla dem enza p.a ralitica). Nell'ultimo capitolo sono ricordati i più importanti elementi ·di prati.ca psichiatrica. Il libro si chiude con un utilissimo ria5sunto di rSemeiologia mentale. Il testo è illu. strato da numerose figure e da frequenti schemi. Nel complesso il libro corrisponde pienamente. · alle intenzio~i espresse daJl 'A. nella r.prefazione. ~on si tratta cioè di un'opera destinata agli specialisti, ma ·di un lucido manuale, al quale studenti e medici pratici. potranno ricorrere con ve1·a. utilità, quante volte sarà loro necessario un primo.. orientamento, specialmente d,indole semiologica,. di front.e ad un malato di mente. G.
1
•
•
e MARBURG. Handbuch der Neurologiedes Ohres. 3° vol. Urban u. Schwarzenberg, }3erlino e Vi cnna, 19-26.
.i\LEXANOER
Glj argomenti svolti in qt1esta 111a parte dell'ammi rabile opera diretta dai due otoiatri Vien~ nesi, 5ono -di tale importanza e la loro trattazione così ampia ed esauriente che nessun neurologo, otoiatra o chirurgo, per poco che tenga: ad essere r.padrone della disciplina medica da lul colti,rata, potrà fare a meno di consultare il poderoso volume. Questo si inizia con lo svolgimento dell'argolltento dei tumori delJ'aipparato vestibolare e cocleare, trattato magistralmente - ab love principiitm - ·dal Marburg. Il difficiliss.i mo tema è affrontato nei minimi particolari. L 1 anatomia pato, logica è copiosamente illustrata, tenendo contoscru1polo50 dei più recenti metodi istochimici. La trattazione della sintomatologia ·è minuzrosa, chiara, convincente, basata su un n umero enorme dì casi dei quali molti sono personali. Esaurientissimi i paragrafi riguardanti i tumori del cervellE>tto e quelli dell'angolo ponto-cerebellare. Altrettanto lo è il capitolo del cl1irurgo Denk in cui la terapia chirurgica dei tumori cerebellari è svolta con ampiezza e con chiarezza ammi'
•
~1'.INGAZZINI.
•
[ANNO
•
XXXIII,
FASC.
27]
SEZIONE PRATICA
reYole, sia per le norme generali, 5ia per le operazioni riferentisi ai singoli lobuli. Segue lo gallizer, il quale discorre della Rontgflnterapia dell'orecchio, compresi i tumori della fossa cranica posteriore. Viene subito dOlpo, uno dei capitoli più originali di tutta l'opera, che dimostra come l'autore sia al corrente di tutti i recentissimi lavori rilerentisi ad una delle que&tioni forse più dibattute della neurologia mo·d erna. :E questo il capitolo seri tto dal Pollak per delucidare il meccanismo con cui i disturbi degli apparati cocleare e vestibolare concorron o alle distonie e alle discinesie. Qui, dopo una completa esposizione della parte fisiologica e fisiopatologica del problema concernente i r3pporti fra tono mu5colare e labirinto, fra tono muscolare e cervelletto, fra lesioni del sistPma. extrapiramidale e labirinto, viene partitamente ed esaurientemente esaminata tutta la patologia umana <lel tono e del movimento, dij}>endente da lP~ioni &ia cerebellari che extrapiramidali. Una parte considerevole, si può dire più della metà dell'opera, é dedicata esclusivamente a1le nPvrosi e alle psicosi determinate da malattie dell'apparato auriculo-vestibolare. Cosl Leidler 0 Loe"'Y discorrono della compartecipazione della coclea e del labirinto alle neuro~i: le pagine riflettenti le vertigini dal punto di vista delle loro varie cause. e le agorafobie. saranno lette con piacere da quanti hanno a che fare con i numerosi malati affetti da siffatte sindromi neuropatiche. Altri argomentj, come le neurosi riflesse di origjne otogena e&cono dalla penna dell'Urbantschitsch; d€lla compartecipazione degli orecchi alle psicosi. ragiona lo Stranski. Il tremore degli occhl (cosi caratteristico dei montanari) ed il mal di mare sono trattati a fondo . il primo dall'Ohm e i1 secondo dall' Abels, e da ogni punto di vista, compresa la terapia. L'3nalisi sperimentale delle azioni riflesse vegetative del labirinto e lo spasmus mutans è stata elaborata rispettivamente dallo Spiegel e dallo Zruppert. Cognizioni del tutto nuove scaturiscono dalla lettura di uno degli ultimi capitoli in cui si discute dal Palthe sui disturbi nervosi del -campo dell'octavus, insorgenti nell'uomo durante l'aviazione. L'opera si chiude con un capitolo magistrale à tout setgneur toute honneur - dedicato da G. Al exander alla neurologia dell'orecchio nel cretinismo e nel mixedema. Non io ~enderò tropipe parole per magnificare ancora di più il complesso dell'opera, la quale attende gl'idi di ottobre per essere integrata col suo 20 ed ultimo volume. Lo spirito di Meynert alegg'ia, glorioso ricordo della sempre illustre Universitas Vindobonensis, intorno alle 5alde mura di questo monumento di costanza e di sapere , al
951
quale hanno posto mano rappresentanti cosl insigni dell'otoiatria e della neuropatologia, quali Alexander e Marburg. Ed è questa - la neurologia dell,orecchio opera che dovrà essere 1Patrimonio indispensabil9 di qualsiasi biblioteca biologica, degli istituti tutti oto- e neuroiatrici, E; di quanti 5i dedicane seriamente all'una o all'altr a di queste due importantissime discipline mediche. G. MINGAZZINI.
Contribution à L'étUde des para,,.. pl.égies pottiques. Masson, Paris, 1926, pag. 40-2, fig, 97. Fr. 40.
SORREL-DEJERINE.
~1algrado
il numero assai importante di lavori . srritti, nel lungo volger d·e gli anni da Percival Pott ad oggi, sull'argomento, tuttavia non era stata ancora definitivamente stabilita la ragione per la quale una paraiplegia pottica guarisse in un cac;o e non nell'altro. L'autrice che è la figliél del grande Dejerine e la moglie del chirurgo Sorrel, ha potuto trarre alcune importanti concl usioni sull'evoluzione di tali sintomatologie, ba. sati non &olo sull'osservazione clinica di 40 ca.si, ma anche su alcune autopsie. Si sono così potute stabilire diverse forme cltniche: 1) una forma transitoria paraplegica, con esito in g11arigione in qualche settimana senza conseguenze ; 2) una forma curabile in 18 mesi2 anni; 3) una forma a evoluzione cronica. Nei riguardi delle prognosi si può• dire che 1 e paraplegie curabili sono proprio quelle che st sono stabilite precocemente, rapi·damente, in modo totale do,'ute talora ad ascessi intrarachidei, o consecutivi , tal'altra ad edemi di tutto il focolaio vertebrale. Invece le sindromi stabilitesi cronicamente, tardivamente e lentamente, talora in mod<> incompleto, dovute per lo più a pac'hi-meningite, a dei sequestri ossei o alterazioni vascolari, C> consecutivi ad una compressione midollare particolarmente intensa o prolungata durano anni e hanno prognosi assai 1Più riservate. :E; anche assat interPssante n otare che mentre l'età non ha, nei riguardi dell'evoluzione clinica che una importanza molto relativa, la. immobilità rigorosa è stata seguita se non costantemente quasi sempre da guarigione; malati con paraplegia tardiva, non erano stati mai sottoposti invece a tale benefic<> sistema di cura. E. M. E.
Ueber die sogenannten Unfallneurosen. VOI. in-160 di pag. 84. R. M. 3. Ed. Thieme, STIER.
• Lipsia. L' A. 1porta il contributo della sua esperienza di 25 anni sul problema delle neurosi da infortunio_ Discute l'argomento dal punto di vista teorico P pratico basandosi su un vasto materiale aggiornato, raccolto nella direzione delle poste di :ger-
'
. \
TT. POI. ICL rN reo
tino. Con nurneiose perizie riportate per esteso, din1ostra come cort una osservazione accurata, sia possibil e quasi sc1np.re ùi attribuire i fenom·eni classificati come neurosi da infortur1io a cause estranee al traurna o alla simulazione. VALDONT.
K. BO'fHOF.FFER e \V. HIS. Beurt ellung, Begutachturig und Re chtsµr echung ~ei den sogenannten 1Jn,'al/neitrosr>1i. Vol. in-8° di png. 28. R. l\11. 1.
1..:d. Thi eme, IJ1psia. Qli AA., il pri1no direttore ùella clinica psichiatrica e il secondo <l ella clinica medica rtell'universi tù cl i J~erli no, pn hblic~no le relRzioni sulle neurosi da infortunio tenute alla ocietà di psichiatria e n1edicina «ii Berlino. L'argo1r1ento è oggi og ~etto di st11dio accurato i n Germanio; con questa pubblicazione gli autori portano u11 contributo all'applicazione pratica d elle teorie moderne. VALDONT .
ACCADEMIE, SOCIETA MEDICHE, CONGRESSI. Società Medico·Cl1i1·u1·gica di Pttvia. Sed11ta del 17 marzo 1926. Presidente: E. Ar..FrERT.
L<> concrezioni della prostata e dell'otricolo prostatico. . R. BALLI. - .L '()., dopo .aver a{;cen 1wito ai particolari morfologici della prostata e dell'otricolo prostatico, n1et1.e in evidenza, nlla luoe del le più recenti ricerche istolro girhe, il valore che i deve dare ~?ecie .a.1 lobo 111 edio della prostata nei casi <li ipertrofia di esso. Gli stes i effetti che questa ipertrofia. determi11a, s i possono a ,~ereJ dal punto di vista clinico, nei casi in cui la •p r ostata e l'otricolo p,r osta.tioo si fanno sede delle cosirlette concrezioni prosta1
,'Sulla malattia ost eogenica exostosis cartilaainea multiplex. GittGN \1'1l:
R. -
1/0. riferisce due ca5i .affetti
da Psostooi ostèoge11etirhe multiple assai interessanti per la molteplicità delle localizza.zionj, per alcune sedi di svil uprpo eccezionali . e per .i l singo-lare e<:>ito di ~1.lcune delle esostosi. Ad uno de' suoi Tnalati venne estirpato un tumore ost.eogenetico sito all.a testa peroneale destra ehe i1npediva la stazione eretta e la deambulazio11e del paziente, e che era sede di vivissimi dolori, ottenendo ottimo ri ultato. Un interesse particolare ha questo. cnso percbè J1Pllo ~pn7.t0 Ò Ì Òne?> a,nn i sono SCOm•parse Slp'Ont..'l-
\: .' \\lii , FASC. 27J
nea1mente alcune esostosi .anche di discreto vol unte che stav.ano impi.antate sulle coste. 11 riassorbi1n ento era stato aiecompagnabo1 da feJJon1eni flogistici locnli .r11hbastanza intensi; e si 1può a~sistere ancora a.I fenomeno essendovene ancora un.a in via di ria orhimento a]Ja 4a costa di destra, dove oservasi l'esostosi ridotta dal volun1e di un uovo di picci011e a quello di un fagiolo, staccata oomple-ta1nente dall'osso, libera nelle parti molli oorne un corpo estraneo. Dal110 studio de' suoi casi l'O. c rede di non 1p oter tro,rar e argo n1e nto di ruppaggio nelle numerose teor ie ed i1potesi portate a spiegazione della malattia ; pensa piutto to ohe si debba ricercare 1a patogenesi dell'al fezionc in un distu rbo endOC'rino plurigland u1.are.
.-1 lc une co·nsiderazion i s ull' i n,f l1ten za.
L'O ., pl'emesso che la su.a comuni-
FERRA'l'.\. -
cazione ••uole ,a vere esclu..siivame nte carattere pratico, ~volge alcune con iderazioni sull'influenza, cereando di 1porre iu chiaro i caratteri peculiari della malattia. tipica in confronto con gli a ltri quadri reumatoidi , e n1inentemente dismorfi, ohe con l'influenza vengono s~sso oonfusi. I punti J)rincipa li ohe, seco.udo l'O., •p ossono individn nre l'influenza, sono l.a eontagi~ i tà, la relativa benignità dal punto di vista epi,le1miologioo, l'a~tenia che domina il quadro mo rboso e che si 1nanifesta. con ipotensione arteriosa co ·tante; il quadro ematic0i caratterizz.ato da leucopenia con Jinf0citosi relativa . D oipo aver accennato al significato delJe oo·m pl tcazioni polmonari che freq u enten1ente s i riscontrano nell'influenza, 1'0. trae dalle <.:on.siderazioni fatte la conclusione terapel1tioa che, €6Senc1o l'influenza dominata dall'ipotensione arterio «l e da 11 ' nd i n aJnia, siano da evitare i preparati ·n.licilici di cui il 1nedico pratico abusa e che . i clebbn invece subi to e soprattutto mirare a tenere valide le forze rlel C't1ore, alta la. pressione .arte ri osa e b uo no ]o "tato di nutrizi orn e del pa7iiente.
()s servazio11i istoloaich 0 sopro 11, n caso di adeno-carci'Tlo1na della mammella.
tiche . Di queste il BALI.I studia la genesi, le caratteristiche morfologiche, tocpografiche chimiche ed il Loro inodo di com1portc'tr i di fronte ai Ta.ggi Ront-gen . l ndica, in,fine, quale sia la tecnica r adiologica più adatta µe.r ln.e tterle in eviden:;,,a..
[ ..\NNO
E
VEttA'.ITJ.
-
In un adeno-carci11on1a della
n\a.n11nella, nel, qua le lo sviluppo del1 a n eoformazio n e 1nalign.a era all'inizio , si sono rilev.a ti fatti di n ecrosi dell' epitelio di rivestimento degli alveoli per i loro cn rattt:-ri interpretabili come primi· ti vi in con ne. s io ne con fatti di prolifeirazione .ati9ira dell'epitelio. R icl1i.an1a l' attPnzione "ul possibi le- raipporto ge nesioo fra i due fenomeni ricordando fatti simili o servati di ·recente nella istogenesi del cancro sperimentiale da catTame.
Seduta del 16 aip rile 1926. d.lc·u nr nsscrrazioni cliniche
su due casi d·i cancro-cirrosi epaticn. Doit. A. O '.\1oum-7'on1Nr. L'O . illustra due cn.si di camcro cirrosi epatica associata ad ialter.a?.ioni gastriche (nel 1° arl achi lia ed a in.sufficienza
'
[ANNO
XXXI II, F ASC. 27]
SEZIONE PRATIC.,
pilorica, nel 2° ad ulcera iuxta;pilorica). In entr.ambi i casi esisteva un qua.dro di cirrosi epatica a fega.t o reJiativamente picco1o ed a decorso sub aclrt~. L 'età avanzata dei soggetti, la scarsità del1' ascite, la. •p re~<·11za di ittero, la ma11canza dell\alcoolis1no e della lue nell'anamnesi, aveva:no fatto os9ettare ]a natura neopla tica della cirrosi. La <liag11osi clinica venne però ostaool,ata dalle alter.azioni gastri0l1e complicant i. erlnta del 00 a1lrile 1926.
T1·icofiticle con eniocoltura di Tr irhophyton Plicaiile. G.
F .<\LCm . .:_
In un caso di t rioofitide a tipo
paipulo-licbenoi'1e i11sorto in un ragazzo di 11 anlli affetto da che rion n1utipli di natura triooifitica al cuoio caipellnto l'O. ha potuto in due riprese a d istc'lnz.a di 5 giorni m1a dall'altra, coltiYare d.al sangue cir colante il Tric11ophyton Plicatile. J~pi<lidiniite
aonococcica suppurata.
G. 1',ALCHJ . - 111 indi,iduo di 47 a nni luetico curato iu modo irregolare ed insufficiente, affetto i·iipetutannente da uretrite gonoooccioa, 1'0. h a visto insor ger e una. epidi~limo-deferentite .acuta. In seguito a d iniezione en dovenosa di Gonovace:ino (5 milioni) si è a.nito propagazione del 1) 1'0 ce so infiairnmatorio all'altro epididimo e deferent-e. P ii1 tardi (4 giorni) dopo due iniezioni intramuscolari di Ca.sea.l calcico (2-3 cc.) si ebbe . ' 1iaccensione Yiolenta all'epididimo e defere11te destro con formazione di .ascesso .a]l'e1niscroto corTispondente e raccolta purulenta pro.fo11cla p erideferenz,ia]e ~onra - l'arcata crurale . Incisione della raccolta nella borsa scrotale ove si ebbe svuotan1ent:> per espr essione di quelLa pe ridefer enziale ; la raccolta dello soroto si er a form.ata escln siva,1ne11te a carico dell a ,.,agi11ale lasciando integri il didimo e l'ep·i didirno. Seguito operatoTio regolare -con gu.a.rig ion e r.a,p idissima. Dal pus d ell a r accolta 1'0. h.a ottenuto colture pure di gon-0cocco su lln terreno prreparato estemporaneam ente con agar glucosato e saingue dello stesso paziente. F. R1001 . 1
953
I casi di difterite sono stati 4 s u di un tota.le di 10,000 ammalati visti . 111 essi si sono avuti due successi oomplElti, un insuccesso dovuto alla flo1r:ma complicata ed al tardivo i11tervento. Il quarto caso non si è potut-0 se~ire . L a cura (2000 U.I.) ha salvato gli ocol1i ai piccoli affetta (ch'e una ,~oJta erano d(.'lstinati alla cecità) influend J benefica.mente anohe sulle localizzazioni laringo-faringee aibbrevia 11do in complesso la durata della malattia. N elle forn1e pseudo1nen1branose, tale terapia ha dato buon esito qt1ta.ndo è stata pratioata al pirinC'iipio clel1.a 111alattia, qu·a ndo n-011 v i è sfacelo d'el1a cor nea. In tali casi si è avuta un'azio11e .aspecifica. Nei e.asi d i congiunti vite ~zen1atosa, m olto' frequente nei ba1nbini linfatici, il sier o ha impedito il formarsi di lesioni corneali (così frequenti prima che tale ter~:;>ia. fosse ad1oper.ata,). Risultati quindi i11olto buoni e lusinghieri in forme ohe u11a volta dav.ano g1ian'di. simo contributo a lla oecità dei picco] i affetti .
•· opra
1tn
caso di so. rco1natosi generale
(con presenta0ioni di pezzi e di preparati). Dott. G. INVERNIZZI. - L' O. ill!llatra quale i11ter essa11te r~erto d'autopsia una sar comatosi ge11er ale d 'origine 1pleurica (sarcoma polimo,r fo) in 11n bambino di 8 anni venuto al tavo·lo anatomico c·on la diagnosi clinica d i tbc. polmo1n.are e gangli.are. I ntere sa nt i s()J>ratutto i noduli metastatici splenici per la relat iva frequei1za di neoplasie pri1nitive e secon'darie di tale organo. L a diffusione polmonare clell'aiffezitO!Ile e l' im·p onente parteoiij>l3.zione dell'appair.ato linfatico ha pot uto giustifica.re l'errore diagnostico. Cu 1·a cl ella osteon1ala eia.
-
Dott . G. l\1oamx·r. - L 'O. accen11a alle diverse te1ia1pie con partjcolare rigu a.rd-0 ,alle più reçenti. Ricorda i controversi effetti della già nota eur.a .idrenali11ica. N elJ.a maternità dell ' Ospedale l\fa.ggioo'€ di Be r gau10 in 30 annj ·SÌ son notati 16 c. che r atp:>resenta.no l'l ,.57 per inille delle ricoverate. Riferisce quindi gli esiti delle castrazioni eseguite: su 8 casi la guarigione è stata constatata, anche dapo anni, in 5 casi . In tre casi la malattia. s'è ripresentata forse perchè l'interviento è avve11uto dopo 'Pairecchi anni dall'inizio dei si11tomi e endo intP-rvennt-e frattante altre gravidanze. Co11clud~ per l' i11dioazione de11a castraZ,.Ì one coadiuvato o 111eno dalla cura adrenalinic.a c·he rimane sempr e u11a 0ura sinto1111atica . 1
1
Società Medico-Chi1·nrgica di Bergamo. Seduta del 10 gennaio 1926. PresÌ':ienza: prof. LuGIATO , presidente.
Il PRESIDFlNTE dà attro che la Società, doipo u11a lun ~.a. interruzione dell,a su1a .attività dipendente da cause non tutte volo1Dtarie, riprende a vivere e si a.1lgura che poosa continuare ad esser e fecon da palestra per l'incremento a~lla scien,Zla.
La s·ieroterapi.a nelle forni e ocuJari . Dott. A. B usACCA. - L'O. comunioa i risultati ottenuti a mezzo del sie110 antidifterico nelle oongi11ntiviti difteriche, pseudomembranose ed ec21em atose in 60 casi osservati in sei anni.
rr11
caso di ca1·cinoma trattato col radio e clinican1e·nte g'U.atrito. - Preentazio11e dell'n.nnna lata.. Do1)0 otto mesi la gua-Dott. M.
CA.llPJ1.\ NI. - ·
rigiiQme si mantiene.
Si p.assia qui11di alla no111i11a delle ca.ricl1e e a·isultano eletti a ll 'un animità: prof. L uGIATO, pire. idente; dott. LAND UCCI , vice-p.r esidente; dott. lN''iER~1zz1, segr'e ta rio-econo1no. I l ,) "(Jrctario: Dott. I NYERNrzzr.
[ANNO
IL POLICLINICO
954
XXXIII,
F ASC.
27]
APPUNTI PER IL MEDICO PRATICO CASISTICA
E
TERAPIA.
Ma l .. tt ia celiaca. Definizione e dia gnosi. La malattia oeliaca si può ·definire, secondo R. Miller (The Laneet, 13 febbraio 1926), come un
disordin e ·digestivo insorgente jn fanciu lli non affetti da altri 1disturbi addominali, e caratterizzato da un persistent e cattivo assorbimento dei ~assi, per cui si formano abbondanti feci grass0se, mentre l'ad1dome s'ingrossa e l'accr.escLmento somatico si arresta. Per la diagnosi differenziale valgono i seguenti caratteri: L'addome è ingrossato, ma non mostra nessun segno di malattia organica; spesso contrasta stranamente la piccolezza delle anche; la parete addorninale, salvo che n ei casi molto grav], non è 1rop1po alterata; con le stesse eccezioni il deperim1ento generale non è così accentuato co1ne l'arresto dello S\rilUP'PO; il peso in rapporto all'età è molto al disotto della norma, mentre il peso in rapporto all'altezza è quasi normale; l'eccesso dl grasso nelle feci supera ogni altra alterazione della digeribilità degli altri . alimenti, ed anche con una dieta scarsa di grassi la sua pro1p orzion .. resta alta, per lo più al disopra del 15 % del residuo fecale secco; il grasso fecale è sempre ben suddiviso. Due sono le varietà della malattia: 1) l 'ipo diarroico (classico). 11el qual e il pa~ zient(l elimina una forte 1quantità di feci scolorate, fetide, rtcche 1di grassi (40-80 %) , per lo più in forma di cristalli 1di acidi grassi. Di tanto in tanto nelle feci si ritrova anche del muco, come segno dell'irritazione inte-stinale. La diagnosi di tale tipo di malattia celiaca va però spesso ·dis.cu·s sa con quella di altri stati morbosi. \ "i è cos~ la diarrea catarrale dei rachitici, la quale si accompagna agli altri segni caratteristici de!la malattia. L'r11terite croni ca (infantilismo enterico) si distingue percl1è colpisce la digestione non id ei soli grassi, ma di. tutti gli elementi della d·i eta; iJJ essa inoltre il deperimento organico supera l' ar resto dell'accrescimento; nellè feci si i itrovan o muco e sangue; con una dieta povera di grassi • infine. la percentuale dei grassi delle feci si ab bassa 1nolto di più eh.e nella malattia celiaca. 'el gruppo delle enteriti croniche rientrano ancl1e le forme tubercolari, le dissenteriche, le to~ c;icl1e. ognuna caratterizzata da segni ~ropri e da precedenti etiologici patogenetici speciali. 1
1
•
Bisogna poi, eventualmente, differenziare dalla steatorrea pancreatica, in cui il grasso che si rl· trova in quantità eccessiva nelle feci ha un aspetto compatto, quasi di burro, al contrario di quant . n.v,rlene nella malattia celiaca, in cu i, come :>1 è detto, il grasso fecale è ben seiparato. In ogni modo a11cl1e tale disturbo può generare uno state, di infantilismo . Vi è jnfine da considerare la diarrea grasrosa cl1e si produce in seguit . all'ostruzione dei va~t cl1ilif rri , dovuta in genere ad azione meccanica di ghiandole mesenteriche tubercolari. La const1tazione di queste nell'addome rischiara la diagnosi. 2 ) Tipo non ·diarroico, in cui i sintomi se no g 1 1 stessi ma p1 ù m] ti che nel tipo classico. In tale forma le feci sono pure abbondanti più della norTPtt, ma appaiono colorate, formate, non troppe fetid·e, 8 contengono dal 30 al 50 % di graS'si, sipecie in forn1a di &apon.i. Pee la •di agnosi di ·q uesto tipo bisogna consi'de, rare i sinto1ni con molta attenzione e per lungo tempo, ~erchè la malattia può essere mentita tanto rla una superalimentazione grassa temporanea . q11anto da 11na digestione cronicamente indeboJita !lei rjguardi dei Yari componenti del cibo. M . FABERI . ~ ui
div ertico li mnlt lpll dell'Intes tino.
Difficile si presenta il tentativo di una classificaz!one dei diverticoli. multipli dell'intestino, SO· pra tutto se si voglia ten er conto del fattore patogenetico. La 1p atogenesi di essi infatti non è unica per tu tti e differenti e numero&e sono state le teorie emesse per spiegarla. Tutti gli .!\A. son d'accordo nel riferire a un'inc01npleta chi~sura ·del dotto onfalo-mesenterico l'origine del djverticolo di l\iieckel, quasi tutti nell'ammettere un disturbo 11ella canalizzazione, durante Io sviluppo embrionale, dell'intestino per spiegare l'origine dei diverticoli congeniti. Per 1 diverticoli acquisiti invece, moltissime 5ono le ipotesi emesse dai vari AA. e differenti anche, secondo la }oro varietà anatomo-patologica e dl localizzazione. .t\.lcuni pensano a uno stiramento del mesenterio, altri (Leube) ad ernda della mucosa intestinale attraverso le fibre muscolari della tunica media divaricate, altri ancora a &tasi venose, ecc. Il dott. IVI. Dalla Palma (Pathologica, febb. 1926) dopo a\rer dimostrato l'insufficienza delle classificazioni fino ad ora proposte, ne presenta una sua che tien conto insieme del fattore morfolo' gico, cronologico e patogenetico dei diverticoli.
I
{ANNO XXXIII , •
FASC.
27]
SEZIONE PRATICA
Egli distingue tre gruppi: 1) Diverticoli congeniti, dovuti o all'imperfetta chiusura del dotto onfalo-mesenterico o ad anomala canalizzazione del tubo intestinale; 2) Dive rticoli acquisiti veri, che 5ono costituiti da tutti e tre gli strati comuni della parete intestinale e sono determinati da cause varie, du. rante la vita extrauterina, pur potendo trovare la loro predisiposizione in malformazioni congenite; 3) Div1erticoli acquisiti falsi, che non sono costituiti da tutti e tre gli strati, e che originano nella vita extrauterina. Fa segt1ire l'A. lo studio di due ca5i clinici con reperto d'autopsja. Nel primo si tratta,ra di dive"'ticoli acquisiti falsi del duodeno e della prima porzione del tenue, nel secondo di diverticoli aoq11isiti vari del colon. Nel primo caso l'es.ame istologico dei diverticoli faoeva riconoscere la presenza della sola mucosa ~ il cor;;tante loro rapporto di ubicazione coincidente con quella dei vasi venosi del m esenterio. Nel 5econdo caso faceva riconoscere la ~arete dei di,rerticoli costituita da tutte e tre le tuniche intestinali e la loro distribuzione sui tre piani formati dal decorso delle tenie muscolari. Discutendo la patogenesi in questi due ca si, conclude, nel primo caso per un'ernia della muco~a attraverso le lacune connettivali perivasco. lari, abnormemente ampie, n el secondo caso per una distensione e divaricamento degli haustra già congenitamente più pronunciati. La causa deter. minante poi è in ambo i casi il meteori smo e la stasi fecale, specialmente il ~rimo, che disten. dendo progressivamente la parete intestinale n ei punti congenitamente meno resistenti, hanno pro. dotto la formazi on e dei diverticoli. M . CAJA .
Diverticolo della ci stifellea stenosante il piloro. Nel caso occorso si trattava di una donna di 67 anni, cachettica. Accusava dolori alla regione epiga .strica, insorti in pieno benessere sei mesi prima e che progressivamente erano andati aum entando e accompagnandosi a vomito. anoressia, deperimento. i\ll'esame obbi ettivo si riscontrò soltanto la presenza .di una tumefazione dura, indolente, poco spostabile, situata a destra della linea mediana, a quattro dita sotto l'arcata CO· stale. Radioscopicamente si vedeva uno stomaco allungato, ptosico .con un difetto di riempimento costante nell'antro pilorico, a limite netto. Peristalsi valida. Venne fatta diagnosi di tumore extra. gastrico ..~!l'intervento si tro,rò una grossa tumefazione che inglobava tutta la r egione prepilorica dello stomaco e che era aderente alla cistifellea provvista di pareti molto spesse. Il tumore era rivestito alla sup·erfice dalla muscolatura longitu-
955
dinale dello stomaco. Venne praticata una rese- • zion e gastrica a sportando assieme la cistifellea. All'esame della parte resecata, si trovò una cisti insinuatasi n ella parete d ello stomaco e comunl· cante con un orifizio con il fondo della cistifellea. Questa era dilatata, ripiena di li·quido chiaro e calcoli di bilirubina; il dotto ci5tico era chiuso ·da un calcolo. Il contenuto della cisti era eguale_ a quello che riempiva la vescicl1etta biliare. Ana. tomicamente era formata da uno strato .di tes.suto fibroso rivestito da uno strato cfi cellule epiteliali cilindriche. \V. Sebening e W. Scl1ondube (Archiv. f. Klin. Chir., vol. 137, f. 2) pensano cl1e si tratti di un diverticolo acquisito originatosi in corriS1pbn·denz.a di una alterazione congenita della parete della cistifellea, e cioè di un adenoma del fon,do. In un primo tempo si sar ebbe avuta una colecistite con aderenze infiammatorie allo stomaco, poi la chiu5ura calcolosa del cistico con conseguente iùrope della cistifellea e dilatazione delle sue pareti ispessite e cicatriziali. Però in corrispondenza dell'aden oma del fondo la parete, m eno robusta, si sarebbe sfiancata di più formando co'Sì la cisti che, per le aderenze infiamm atorie tra il fondo della cistifellea e lo stomaco, si è dovuta sviluppare n ello spessore della parete gastrica. Non credono, invece, di poter attribuire .la genesi della .cisti ad un ampliamento dei dotti di Luschl<a p er chè questi , pur dilatandosi, non possono raggiungere mai dimensioni cospicue. VALDONt.
La pr,1gnosi chirurgica del cancro dello sto1naco. ' '· P auchet e Hirchberg (Bulletin d e l'Académie d e médectne, n. 94, 19-25) hanno osservato negli ultimi quattro anni 100 cancri gastTici o-perabili e 30 inoperabili. Il cancro gastrico è più frequente nell'uomo che nella donna ed, isolatamente pre.so, più gra,,e nell'uomo che nella donna. Nel cancro operabile la presenza dell'HCl nel surco gastrico modifica la iprognosi in1mediata ed a distanza. In 21 cancri operati .co11 H1Cl persi. stente, gli AA. hamno avuto due morti e due !'ecidive rapide su 12 malati in osservazione. Su 50 cancri anaicl o1idric~, la mortalità operatoria è stata di 22: s u 13 malati in o servazion·e, sei r eci1di ve rapide. Il bilancio dunque nei cancri con acido clor1. drico libero mostra u1na mortalità QPeratoria moderata, recidi''€ tardi,re, favorevoli risultati lontanj. Gli elementi princip.a li della favorevole prognosi sono, p er quanto riguaPda la immediata prognosi operatoria, in rap'Porto co·n il cl1imismo; per quanto riguarda la 'Prognosi lootana sono da prendersi in co11siderazione la propagazione gan.
•
956
IL POLICI.INICO
glio11are, la .p ersistenza. o m eno dell' HCl. Ma anche ·n elle iorme anaclor1drich e la prognosi, mentre è riservata n1ell'e forme infiltr anti, può essere ancora favorevole n elle forn1e ,~egetanti. ~10NTELF.ONE.
Il cancro del colon trasverso e del suol angoli. -Xel 28 % dei casi di can cro del crasso (escluso il retto) si ha la localizzazi one al colo11 trasver5o od ai suoi angolj. La fr equenza è maggiore n ell' u omo ch e i1ella donna; l'età media in cui si tro·v a è fra i 40 ed i 60 anni. Le reazioni infiammatorie sono le stesse che per gli altri cancri colici: adere11ze, ascessi, ade110patie. La propagazione cancerosa 5i fa lungo i linfatici cl1e, per l'angolo destr0 ed il colon trasverso (meno il quarto di sinistra) finiscono a gangli situati sulla faccia anteriore della testa del pancreas e che per la r imanente porzione e l'angolo 5inistro finiscono al confluente portale comune di etro al corpo del pan.cr ea s. La forma anulare è la più frequente, quella encefaloid e si ossc:rva ~p e cialn1ente all'an golo destro. Le for1n e clinich e sono: 1) gastrica (disturbi di· spepticj, dolori epigastricj, vomiti); 2) 5te11os a n~c ; 3'1 co11 tumore; 4) biliare (crisi dolorose n ell'ipocondT}o destro; 5) occlusi,-a (più frequente nell'angolo sinistro). Il trattam ento è unican1ente chirurgico media nte colertomia con o senza deri\razione. I risultati it11~ m ediati so110: m ortalità J)er il colon tras,·er so 28,27 ~b ; per l'angolo si11istr o 26 ,4 %; per l'angolo rl estro 30,30 %. I risl1lt ati lontani non son o cattivi. aYendosi delle sopravviYenze di 6, 10, 17 fino a 19 anni. Nei ca11cri complicati, quando vi sia l 'ascesso P. Bertrand (Thèse de Lyon e Presse médicale. 28 aprile 1926) consiglia la semplice inGi~ior\·3 dell'ascesso a cui si p0trà aggiungere i11 certi casj una cecostomia; quando vi è occlusion .~ occ ol're anzitutto praticare l'ano ceca.le. La L'O lcet01nia. c011 fleri\•azjone è indi·cata nei casi in cui il tumore presenta aderen ze tali che non si può liberarlo senza far correre il pericolo di cellulite o di peritoni Il'. 11 I.
Purganti e lassativi. P er ottenere i resultati m igliori bisogna trattare l'irregolare funzionamento degli intestini con speciale rigi_1ardo alle peculiari condizioni di ogni singolo individuo. Ciò che infatti è normale per i ·11no p uò essere anormale p er l'altro, e questo ya inteso tanto per il numero che per la qualità delle deiez1oni. . ::trà util e intanto iniziare la r egolar e abitudine regoli intPstini fin dall'età più tenera, combattendo
[ ..\NNO
XXXIII, F ASC. 27)
la su:p eralimentazio11e, dannosa in special modod ura11te il peri odo della dentizione. Nei bambini più grandic.elli si 50rveglierà 11 naturale funzionamento giornaliero, spesso protratto o trascurato 1p er la smania di giuocare. · In questo periodo della vita avranno poi impor· tanza capitale sia l' alimentazione appropriata all'età, i·jcca di frutta e di vegetali freschi, sia la 1nasticazione cal1na e completa dei cibi. Il m edico dovrà sempre rammentare l't1tilità d elr eiser cizio del camminare. che facilita il cir· colo delta porta e la peristal5i dell'intestino. Negli adulti, sipecie dopo l 'età media, i disturbi intestina]i jn forma di costipazione o di diarrea possono essere in rapporto a neoplasmi malign1 dell'aipparato digerente, e sopratutto al cancro del r etto. In ca;so di dubbio non sarà quindi inutile praticare un'esplorazione rettale. I purganti agi5cono aumentan·d o la p eristalst dell'intestino e stimolando la formazione del muco; i lassativi l1a11no nz1011e simile, ma molto pil'l blanda. Tra i purganti C. ' '' · Chapman (The Practitioner, maggio 1926) cita i salini: s olfato di sodio e di magnesio, non indicati allorquando si cerca cl i allontanare scibale dure, per la loro azione pi11ttosto draistica che evacuativa; la 5cialappa, ntile nelle idropisie; l'olio di ricino e i ipetroli purificati. Com e il migliore d·ei lassativi vanta infine ~a senna , da sola o combinata con tartrato di sodio e carminativi. M. FABERl.
La. somministrazione dell'olio di ricino. I m etodi classici di somministrazione per maschPrare il sapore dell'olio di ri cino con5istono nel rr1escolarlo al caf:tìè, al latte caldo zuccherato ed aron1atizzato, sbattendo b ene come una ·rnayonnat~ se. ?vligliori sarebbero (Jou.r n. de 1nédecine rle Paris, 19~6 . n. 15) le seguenti formole: O'!.io di ricino g. 2-10. Un r osso d' u oYo. Battere \'ivarnP nte ed aggiungere poco a poco: acqua tie. pida em e. 80; açqua fli fiori d'aran cio eme. 20. Da prendere in 1-2 volte. Oppt1re: olio di ricino g_ .}-10; glicerina g. 10; nicqua di menta g. 5; essenza di menta gocce 2. Oppure: olio di ricin o g. 20; sciroppo di gomma. !Sciroppo di lamponi , ana g. 15; essenza di cedro gocce 1. Se ne somministra un cu cchiaino per ogni anno di età fino ai 5. Oppure : olio di ricin o, sciroppo d'orzo, aoqua di m enta, ana g. 20.
L' acqua di mare per via orale. F. Pull,è (Riv. di idrologia, cl i1natulogia e terapia f lSica, gennaio 1926) ha ottenuto buoni risultati con l' acqua cli mare prescritta a scopo di sem-
[ANNO
XXXI II, FASC. 27]
SEZIONE PRATICA
plice purgante, oppure in disturbi intestinali consistenti in catarro, atonia ed in individui con stipsi cronica e fenomeni emorroidarii concomitanti. Si somministra a digiuno a dosi di mezzo a due bicchieri; non esistono ·controindicazioni. La ra~ colta può essere fatta ancl1e a soli 25-30 metri dal battente delle onde. f il. I
IGIENE. Ricerca delle frodi negli olli. Per la ricorca dell'olio di sesamo in quello di olivJ esiste, conie è i1oto, là reazione di , .illa vcccl1ia e Fabris co11 il furfurolo. Tale reazio11e però, pnr essendo netta e 5ensibile (sco1)re il 5 %o rirca di olio di sesamo) 11a lo svantaggio che la soluzione di fnrfurolo va rinnovata spe5so, poichè si altera ed il furfurolo deve essere distillato •li re,.ente. P. nccarcli (TJoll. della ,<:;oc. Ei.lS1tachiana, 19-25, luglio-ottobre) pro.p one ora una nuoYa r eazione che usa, i11 luogo dell'al·deide furfnri ca, altre aldeidi, modifi cando altresì la tecnica della reazione. Egli cio·è aggiunge all'olio in esame una goccia di aldeide cinnamica (oppure aldeide anisica o sali cilica) e acido cloridrico concentrato in volume pari alla miscela. Si ha allora: 1) Per l'aldeide cinna.mica. Per dosi limiti di olio di se amo, colore roseo dell 'aciclo cloridrico sottostante, per quelle più forti rosso-amaranto ; la colo1·azione, dopo mezz'ora, passa al bTuno. 2) Per l'al<:leiàe ani.sica. J>er dosi-limiti, color.~ roseo, per quelle forti, rosso-cremisi; la colorazione, dopo un quarto d'ora, passa al bruno. 3) Per i'aldeid.e salicilica. Per dosi limiti, colore roseo, 1per quelle forti rosso. Passa al bruno dopo mezz'ora. 1Con l'aldeide cinnamica, per quantitit superio1~i al 18 %0, la reaiione è istantanea, meno rap1da con 1e altre due. Con gli olii vecchi si ha talora una colorazione aranciata dell'acido cloridrico, che pPrò dopo 15-30 minuti passa al verde anzichè al bruno. Un'nltra reazione proposta in questi ultirr1i tempi è pure assai importante 1p er la notevole estensione che va prendendo la raffinazione degli oli1 al solfuro. :e noto che, dopo la preparazione del. l'olio di ulivo, le sanse contengono ancora 11nn forte quantità di olio che viene estratto per mezzo del solfuro di carbonio e che serviva un te1npo per soli u.si indust.riali. I/industria 11a trovato modo ·di raffinare questo olio e di presentarlo al ipubb1ico come genuino olio di uliva di cui presenta, di fatto, le reazioni caratteristiche, senza presentare 1quelle degli o lii di semi. La riceica del solfuro di carbonio si faceva finora con un metodo u.n po' lungo e complicato. Lo stesso
957
P. Saccardo (Giornale di Chimica industriale ed applicata, 1926, n. 1) ha trovato una reazione che offre il ''antaggio di essere sensibile e di faci •e e rapida esec11zione. II reattiYo è costituito da una soluzione di empiastro diachilon (5 grarnmi) in 100 eme. di benzolo puro; si filtra (e la filtrazione è piuttosto lenta); il reattivo si conserva a lungo. A parte si prepara una soluzione di 30 g. di i•drato potassico in 100 eme. di alcool a 95°; si filtra e si mantien·e in bottiglia con tappo di ' 'e tro . • A. un eme. di oljo in esame, si aggiunge un eme. di potassa alcoolica e un eme. della soluzione ben zolica. Si porta ad ebollizione e in presenza di solfuro, si aYrà un forte annerimento con sue' cessiva precipitazione di solfuro di piombo. La reazione è ancora positiYa con una goccia di olio al solfuro in un eme. di olio di uliva, ciò che equivale ad una sensibi}jtà di 1 a 20; la senc:;jbilità ·è quindi pii1 che 5ufficiente per gli scopi bromatologici. Se invece si opera sul distillato dell'olio in esame, dopo averlo ·dibattuto con 25 % di alcool a 95°, la reazione •è ancora positiva con la miscela di 1 eme. di olio al solfuro in 100 eme. di olio di oliva. Anche il riscaldamento a 130<> o con vapore surriscaldato non fa perdere la rea~ zione. .t\. FILIPPINI.
,
•
NOTE DI MEDICINA SCIENTIFICA. Comportamento di germi saprofiti nell'organismo. G. Pergher (Annali d'I giene, ·f ebbraio 1926), dopo
iniezioni intratracheali ·di germi saprofiti (spor e e forme ''egetative di glicobatterio, megaterio, sottile), Ji ha ritrovati prontamente nel sangue: in u11 caso l e spore di gJicobatterio poterono essere repertate i.n ci,rcolo nn solo minuto dopo la iniezjone in traohea. Le $pore di glicoib atterio iniettate in trachea o nelle ,rene si accumulano negli organi, specialmente nel fegat o e nella milza, e si eliminano per l'intestino. .t\llo scopo •di evitare la possibilità che le spore, dopo essere state iniettate nelle Yie aeree od f>SserYisi scaricate e <lopo averle ri. alite, git1ngessero nell'intestino dalla reti:obocca, venendo deglutite, l'A. ha isolato, nei cani, 11n tratto d'jntestino, nel quale si sono elimina11 nf:rnalmente i germi. E questo l' e.2']Jeriment?.lm rrucis dell'enterotropismo di Sanarelli. Nell'attrnversaT1e l'organismo le spore di glicobatterio si affievoliscono, tanto da resistere meno al calore. Quest'azione ' 'iene esercitata dal siero , dal succo enterico e specialmente dai tfagocitj , come l'.t\. ha accertato con ricercl1e in vitro. Il la,roro contien e alt.ri dati interessanti. .F. G.
958
La flora microbica del naso e della gola in rapporLo ai raffreddori. G. s. Shirley, F. 1\1. Ranger e A. R. Dochez (Tourn. exper. M ed·l cine , 1° marzo 1926) hanno stu-
•
f.A.NNO XXXIII,
IL POLICLlNICO
diato la flora normale del naso e della gola dl 13 individui per un periodo di tempo da 5 a 9 mes i. La flora microbica normale com1prende lo stafilococco albo, .certi difteroidi ed in alcuni in. divjdui anche lo stafilococco aureo ed il citr eo. Qr,casion,almente si trovano dei batteri, dei cocchi gram-negativi e degli str eptococchi non emolitici. La flora normale della gola comprende: cocchi gr~m-nega tivi, 5treptococchi non emolitici e, pe1 alcuni individui, grossi coccl1i gram-negativi, bacillo dell'influenza, bacillo X e difteroidi. 1'ransitori amente si trovano stafilococco albo e citreo e pneumococchi. ~ essun batter io si trovò nei raffreddori a cui s1 potes:-e assegnare la parte di patogeno. Durante i raffreddori la ~olita flora na5ale era scarsa nei primi stacli; quella de~la g ola m ostrava una preminenza od un'alterazione nei rapip ol'ti normali della solita flora. Certi organismi sono predom1. nanti nei raffreddori come invasori tardivi o se, condari; fra questi lo stafilococco aureo, gli streptococchi emolitici ed il bacillo dell'influenza. Vi è un aumento notevole degli streptococchi emolitici nelle infezioni della gola.
FASC. 27)
rn omento della loro riproduzione, più o meno rapida secondo le specie » e a suo avviso a la durata d egli accessi di febbre equivale alla durat~ di vita dei parassiti »; Bignami, con un lavoro sottile dl critica, prevede che la trasmissione deve essere compiuta dalle zanzare per mezzo di punture . Le ricerche più recenti si collegano così alle intuizioni antiche. R. D.
VARIA . Dati demografici sull' Italia. I.a pop olazior1e d ella penisola è aumentata da 25 m ilioni n el 1862 a 42 milioni al 1926, ossia de 70 % in poco più di un cinquantennio, attraverso notevoli perdite cagionate dai terremoti .calabro. siculo e marsicano: 100,000; l'epidemja influenzale dPl 1918: 400,000; :a guerra: 560,000 morti e 1,500,000 n ati in meno. J~a mortalità che nel 1880 era ancora del 30 %o, n el 1921 era ridotta a 17. La vita m fl dia si è allungata considerevolmente : dei nati nel 1~0 il 50 % ha raggiunto aippena 35 anni, mentre il 50 ~~ dei nati nel 1919 può raggiungere 53 anni. (Pa un articolo di L. Manfredi :in R ivis ta Sanitaria Stciliaria, aprile 1926).
fil.
La mPtlicina coloniale fran('Pse.
STORIA DELLA MEDICINA. Sviluppo storico delle nostre conoscenze sulla malaria. Nel discorso inaugurale del sen. E. Marchiarava al Congresso sulla malaria ,a dunato.si a Roma durante lo scorso ottobre, venne tracciato lo sviluppo delle nostre conoscenze sulla malaria. Abbiamo sotto gli occhi il testo integrale de1 magnifico discorso, pubblicato dalla Rivista di !Il alariologia (n. 2) , e rileviamo con quale co pinso. d ocumentazione l'illustre scienziato ha c:;aputo compiere quésta ricostruzione .storica, atttn. gP.ndo laraa m.anu direttamente alle fonti. Note·v oli sono alcuni richiami: Varrone sospetta l'esistenza di esseri così minuti da sfuggire alla vi~ta, emanant.i dalle paludi e che nell'organismo gPnerano le febbri; Lancisi crede che i.e zanzare siano noci,re per la saliva e presume che la malaria sia dovuta a minutissimi animali che penetra110 n el sangue e vi si molti1p licano; Torti discr imin a la malaria in rapporto all'azione della chin ina. n e classifi ca le forme, disciplina l'imp iego del rimedio specifico; Bassi divina l'esistenza di parassiti u ch e rinnovano l'accesso al
Il ministro francese delle colonie, Léon Périer, ir1 11n disco,r so tenuto in seno all'Istituto di Me, dicina Coloniale, osservava .che il 1personale sanitari o delle colonie francesi comprende 637 medici, 448 farmaci1sti, 407 infermiere e levatrici, assistiti da oltre 4000 indigeni; ch·e le colonie francesi di- _ spongono di 192 ospedali, 653 dispensari, 178 maternità, 66 le'b broserie, 7 manicomi, ssnza contare gli stabilimenti m eno importanti; che i crediti stanziati per l'igiene pubblica e l'assiiStenza m edi ca n elle colonie, i quali er ano di 2,973,000 francihi nel 1910 nel 1924 erano saliti a oltre 70 milio111 di franchi. Tuttavia i quadri restano sempre scoperti. Difettano sovratutto i medici, tanto che si può parlare di una vera crisi della medicina coloniale. Ricl1j est e urgenti <li medici sono fatte da molte .colonie francesi. .t\J.cuni ri.m edi sono stati escogitati e in parte attuati, come l'autorizzazione agli studenti di medic'ina di .compi ere lo cc stage » nell'Africa francese occ~dentale ed equatoriale, e l'istituzione di borse di studio di medir.ina coloniale. \ 'orremmo suggerire ai nostri giovani medici di offrire la loro opera nelle colonie francesi. I
<Dagli Annaii d'Igiene).
•
[ANNO XXX!Tl,
FASC.
-
27]
\
SEZIONE PRATICA
959
•
POLITICA SANITARIA E GIURISPRUDENZA* CONTROVERS1E GIURIDICHE. I
XLIV. - Speciali benefici dipeudenti dal ser· vizio militare durante I~ g n .. rra. L'art. 3 del R. D. 24 settembre 1923 n . 2073, estende agli impiegati degli enti locali, in quanto 5iano applicabili, le disposizioni del Capo IV del R. D. 30 settembre 1922 n. 1990. Questa disposizione è importante ma poco conosciuta. R neces5ario tenerla presente. Ne segnaliamo ora uno ·degli effetti. L ·art. 43 del suddetto decreto 30 settembre 1922 - compreso nel Capo IV, e quindi applicabile agli enti locali - disipone che agli impiegati i quali abbiano prestato con buona con,d otta servizio in reparti combattenti durante la guerra, il tempo trascorso nei reparti anzidetti, deve essere computato per ·g li effetti del collocamento dei quadri di cla5Sificazione degli stipendi in aumento alJ>anzianità. Applicando questa norma, il Consiglio di Stato (Sez. V) con decisione 12 marzo 1926 n. 66, ha dichiarato che essa è efficace sia che la qualità dl impiegato dell'ente sia stata assunta prima della chiamata alle armi, sia che la nomina sia stata deliberata dopo, non più tardi, però, del 31 marzo 1922. Que5ta disposizione, essendo estesa agli. enti.locali in quanto sia applicabile, importa che gli impiegati già in servizio e poi chiamati alle armi e quelli assunti anteriormente al 31 marzo 1!122 hanno diritto alla valutazione, come anzianità, del servizio prestato durante la guerra. Ne deriva, per nostro criterio, che del tempo trascorso in ser. vizio militare presso reparti combattenti si deve tener conto agli effetti degli aumenti periodici dello stipendio. Altra dispo5izione compresa ne.I Capo IV è quella dell'art. 42; per essa « l'età massima stabilita dagli ordinamenti di ciascuna amministrazione per l' amrnissione ai concorsi di nomina al prifno grado di ogni carriera, ,è elevata di cinque anni per coloro che abbiano prestato servizio militare durante la guerra >). ~ opportuno ten·ere presente anche la di5posizione dell'art. 41 che 1è pure cqmpresa nel capo IV già ri,c ordato. << Nelle promozioni e nei concor si in cui si valutino, tra i coefficienti -di merito, la du~ rata ·e la qualità del servizio, i.I servizio militare prestato durante la guerra 1915-1918, da impiegati chiamati o richiamati alle armi, sarà con siderato servizio ci vile, tenuto conto ov~ possibile, delle (*) La preseni:iè rubrica è affidata all'avv.
legale del nostro periodioo
'
note informative compilate dalle autorità militari durante il servizio predetto. A parità di ogni altro requisito co5tituiranno titolo di merito il servizio militare prestato in reiparti combattenti durante la guerra predetta e le decorazioni al valore conseguite. Agli eff etti della applicazione .del presente decreto verrà considerato servizio in reparti cornbattenti quello prestato presso l'esercito operante. Non sarà però tenuto conto d el servizio nelle fortezze, fatta eccezione per quella di Venezia ct11rante il 1periodo dal 10 novernbre 1917 alla data, dell'armistizio ,, . Il· Co1.(siglio di Stato, con la deci5ione sopra ri~ cordata, ha dichiarato che il beneficio previsto dall'art. 41 deve applicarsi anche a coloro i quali, esser;ido ora impiegati, siano stati chiamati o richiama ti alle armi per la guerra, bench.è non avessero ancora a quell'epoca la qualità d i im1piegati civili. Sri noti, però, che questa norma e il titolo di preferenza da essa attribuito, riguardano soltanto le promozioni e i concor si in cui si ''alutino tra i coefficienti di merito , la -Ourata e la qualità del servizio : agli effetti delle 1promozioni e delle nomine in base a concorsi di questa natura ll servizio militare deve essere considerato come servizio civ i1 e. XLV. - Licf)nziamento sario prefettizio.
d~liberato
dal commis-
L'art. 102 del R. D. 30 dicembre 1923 n. 2939 di· sponP. rhe, quando sia necessario, il Prefetto o il Sottoprefetto, secondo le ri5pettive competenze, 1possono inviare appositi commissari per reggere provvisoriamente le amministrazioni ·provinciali, com nnali e ·Consorziali, salva la rispettiva ra· tifica dei provvedimenti adottati dai commissari con i -poteri dei Consigli, ecc. Ciò importa che i commi5sari hanno per legge le attribuzioni del Sindaco, della Giunta e del Consiglio, salve, per i pro,,vedimenti presi con i poteri del Consiglio, la ratifica del Prefetto e, ove sia necessario per la natura del provvedimento, l'approvazione tutoria. Applicando ·questi criteri la V ,s ezione del Consiglio di Stato con decisione 23 febbraio 19.26 n. 54, ha dichiarato che il 1Commissario prefettizio può procedere anche al licenzia1nento di un medico condotto in base a giudizio disciplinare.
G1ov ANNI SELVAGGI,
esercente in Cassazione, consulente
IL POLICLINICO
[,i\NNO
XXX III ,
FASC.
27]
NELLA VITA PROFESSIONALE. CONCO .RSI. \
POSTI V AOA NTI.
(Conio). - 2a. condotta; L. 9000 (1)er 400 poveri, oltre .a L. 5 per ogni povero in più); L. 700 indenn. bicicl.; L. 500 per ambulatorio; età mass. 40 .a. Soaid. 20 luglio. C.\PRESE M10HELANGELO (Arezzo). - Al 4 luglio ore 17; L. 10,000 per 1500 pov.; L. 3000 cavale. ; c.-v.; L. 500 uff. san . ; 4 quadrienni dee. ; popolaz. legale 3100, iscritti circa 500; età lim. 40 a.. ; taissa L. 50.15; cliooum. a 3 mooi dal 4 giu. CETONA (1Siena). - 2a condotta; L. 8500; indenn. tr.aspoi·to L. 3500 ; c.-v. di legge. Scad. 20 luglio. CoHREGGIO (Reaaio Ernilia). Ospedale C·i vile. Med. ch~r. aiu to; L . 5000, 5 quadrienni del 1/10, c.-v. di ].egge. ~i\.lloggio obbligatorio e gTatuito nell'Ospedale; v itto gratuito per i celibi. Età mass. 35 a. cad. ore 18 del 20 luglio . CnTRONE (Catanz01ro). - Condotta; L. 9000 oltre I,. 500 per j11denn. malaria; età n1ass. 45 a. Soad. 16 luglio. CruusAFORTE (Udine). - Scad. 10 lug.; 2° re1parto di consor.; L. 9000 oltre L. 500 serv. att., L. 3000 trasp., c.-v. di Stato, 6 quadrienni dee. FRASS[NORO fJi . oclena.). - Due ccmdotte med. chir. L. 8000 per ci·r ca 100 poveri; cavale. L. 2500. Al titolare della } a cond., L. 800 per U. S. e com..: !Penso per cure in.f ort11niati; c.-v. di legge. Territ-0rio in massima parte m1001tuoso. Sca,'1. 20 luglio. FRA OATt <lf onLn). Una condotta 1ned. L . 9000 per 1000 poveri, L. 4 per ogni pov. in più e, se oltre i 2000, L. 5. Scad. 20 luglio. I concorrenti det precedente concorso sono an1n1essi di diritto ia. quello attu.ale. Assunzione servizio entro un mese. G.\VOHHANO (rJrf)ssefo). Scad. 15 lug., per Scarlino; L. 9700 oltre assegno complementare rivedibile di L. 1200 e 5 quadrienni dee. LAMA MoGOGNO (J!odena). - 2a. cond.. Scad . 60 ~g. dal l '> giu. a -ore 17. Ab. 866 .agglomer. e 2943 sparsi; iscrjtti c. 400. IJ. 8500 e 10 bienni ven tesimo ; L. 2500 cava.Ilo; età lim. 35 a. Tassa L. 50.15. ~OGLIANO' VENETO (Xreviso). Istituto Pio Costante Gris. - Direttore sanitario. A tutto il 15 lug. L. 14,000 lorde e 5 quinquenni dee., c.-v. di legge; alloggio a muri vuoti, orto e illuminaz. gratuiti; esclusa ogni altra indennità. Competenoo. di tecnica manicomiale attestata da manicomio o clinica psicl1iatr. T assa L1. 50. Docun1 . .a 6 mesi dal 10 giu. Età 30-45 a. Prova bienn. Chieqere annunzio. Rivolgersi Segreteria. PADOYA. ().1i7Jeriale Civile. - l\fed. prim. dei ripart i 1::;> er tubercolosi . L . 4000, oltre al c.-v. ; età mass. +5 a. Di•plo1na di laurea da almeno 7 anni ; non m eno di 5 anni di servizio effettivo in riparti per tub di os peda.li o cliniche. Nomin.a per 15 a:, even t ualmente l'roro1g abile per quinquenni fino .ai 65 a. di età. Scad. 10 agosto. BELLAGIO
PIEDIMON'J~E
n' ALIFE (Caserta) . -
Co1ndotta re·
side.n. L. 7000 con 5 qt1adrienni dell'l/10; c.-v. di legge. Scad. ore 12 del 20 luglio. PooENZANA (n!assa-Oarrara). - L. 9000, con 5 quinquenni dell'l/10, doppi:o c.-v., L . 1500 per indenn. cavale., L. 500 (per U. S. Fra i certificati si esige l'abilitazione ad U. S. Scad. 31 luglio. RoM~.
11finistero della .1\farina (Dire~ione Centrale di Sanità M . M.). - 16 tenenti medici in serv. a. p . nel Co1·po Sainitario Militare Ma.r itti. mo. Scad. 2 ag. ore 10. Vedi fase. 19. SIRACUSA· R. P1'ef ettura. Ufficiali san. per Florida, Ferla, Spaccaforno, Pachino, Pozz.allo; stipendi 11. 6000 e 7000 · divieto di eserc. profess. ; inden11. annua speciale da fissare; 4 quadrienni dee. Docum. a 3 mesi dal 7 giu. Scad. 45 gg. dal 7 giu. Età lim. 45 a. · VENEZIA. Ospedale Civile. - Aiuto nella 2a Di,. medica. L. 4800; età mass. 35 a. ; laurea da almeno 6 a. (eccezi.one per gli assistenti effettivi dell'Ospedale). 'ritoli ~d esami. Scad. ore 17 del 20 luglio. VENEZIA· Ospedale Civile. Aiuto nella Div. Dermosifilopat.ica. Condizioni come sopra. CONCORSI
A
PllEMI.
Rrpi·gliundo u11a tradizione i·n terrotta dalla guerra l'Amministrazione dell' « Archivio di Antropologi a Cri1ninale e Medicina Legale» .arpre un concorso· per un la.voro su a rgomenti di antropologia criminale esclusivamente tra tutti i st1oi rubbcmati pel 1926. Il premio è di L. 1000. M.a QIVe il numero e Pin1portanza dei laYori presentati lo richiedano 1' Anuninist.razione è disposta .ad .aggiungere un secondo 1pr emio di L. 500. Il co11corso si chiuderà il 31 dice1nbre 1926 e sarà giudioato da.Ila D irezione dell' Archivio coadiuvata ove sia 11ecessa1rio, da ap.p osita commissione. I cancorrenti potra11no trattare qualsiasi .argomento di ant~Olpologi..a criminale e in qualsiasi forma: studi anatomici, fisiologici o psicologici, narrazione commentata di casi criminali, biogr.afie di criminali, elaborazione di dati statistici e simili. P er questo p1rimo conco.rso, data .anohe l.a brevità del1 ten1lpo, i lavori potranno 11on superare 3-4 fogli di stam1n1a fo r111ato cc Arohivio >>. Il lavoro o i l avoiri premjati saranno pubblicati 11ell'« Archivio» e restera11no di t:;>roprietà della Casa Bocca. I manosori tti saTanno iridi.rizzati alla Direzione dell' cc Archivio »; e :01ve non siano firmati verr.ainno contraddistinti da un motto 1'"Ìiportato su una busta chit1sa in cui sarà incluso il nome dell'.autore . •
NOMINE, PROMOZIONI ED ONORIFICENZE Il d·ott. Francesco Paulucci ha conseguito la libera docenza di Patologia chirurgioa presso l'Università di Roma, svolgendo la tesi sulla « Suppurazione »·
•
•
(ANNO XXXIII , FASC. 27]
SEZIONE PRATICA
96t
•
del BUFALINI, dacchè era evidente che la fama del grande Cesenate usciva dai limiti del ter ritorio della Medicina clinica ed invadeva quello· Congresso Nazionale Bnfaliniano. della Scienza in genere, tanto che .a.Ila· morte di Lui, G~ov.anni Battista Ercolani scrisse che .:il (Cesen,a, 20-21 dicembre 1925). n1ome di B UFALINI sar ebbe andato congiu nto nei secoli a quel lo di Galilei. Dopo Ja co1ume1nora.zione popolare cl1e ebbe luogo L 'O., che ha .avuto la fortuna di .appartenere a Cesena il 31 marzo dell'anno testè decorso, per 30 anni alla Clinica di AUGUSTO MuRRI, vu onuove austere e so]enni onoranze sono state trile qui ria.f fer111are che il suo grande Maestro, butate .al sommo medico-filosofo l\iIAURIZIO BuF.\pur a..,·endo una sol volta parlato con BUFALINI r,1Nc in occasio110 del cinquantenario della sua Yeccl1issimo, sia stato sempre il costa11te seguace morte. e glorificatore del grande Cesenate. Anche que~ta. volta i medici italia11i so110 co11I primi scritti medici del )! URRI sono tutti così Yent1ti a Ceisena, città natale del B u 1•'.\LIN1. e emplari pel metodo della ind.agine, per la inIl Con1itato per le onoranze ayeva per l'occaYestigazione dei fatti, :per la logica scientifica, sione pubblicato un i1obilissimo manifesto con le ch e gli niprirono ]e porte della Clinica di Rom.a, firme del seguente Comitato d 'Onore: A UGUS'IO su i11vito di Gurno BACCELLI e gli dettero l'estiMuRRI, Preside11t~; S. E. l'on. prof. PIETRO FE111.a 2ione i1n1nediata e carissima di BUFALINI. Anzi DEI.E, Mi11istro della P. I.; S. E . il Sen. 'roMMASO l' O. deve ricordare che per lunghi e lunghi anni TITTONI, Presidente del Senato del R-egno; enanon vi sono stati che due ì\f.aestri in Italia ohe tori DAYIDE G10RDANO e GcusEPPE DI B.\GNO ; Preabbiano ricordato BuFALlNI: ì\f URRI nel suo lunfetto di Forlì e 'ot toprefetto di Cesena; )lagnigo ii1segnainento clinico e BoTT.\ZZI in u n suo fici Rettori delle RR. Unive1·sità di B ologna e .b,irenze: proff. B\1~o uzz1, BILANCIO~I, C.\PEzzuo-. prezioso libretto . olo da poco te1np.o se ne ode parlare dagli altri. LI, CAlll>T, FRUGON!, GALLE~GA , GARIN, GNUDI, N on è forse facile spiegare ai non medici ÌI) MoNoOLFo, RrvAL1'A , S1LVAGNI, S'l'EFANELLI, TESTI, cl1e cosa consista la grandezza di B UFALINI dacVAcmo e di altre Autorità e personalità. chè Egli non fu i11ventore nè di rimedi nuovi, Il ~Iunicipio di Cesena offrì ai congressisti, venè di morbi nuovi. L ' O . .afferma che la grandezza 11uti da ogni parte d ' Italia, il tradizionale Verdi B i::FALI:S-l è già tutta in quel profiQ1Ddo atto mot1th d'onore, e alle autorità, r appresentanze e di 1neditazione che gli fece scrivere giovanissimo discendenti de11a Famiglia .BuF.\LINI un signorile il . aaaio sulla clottrina della vita. In questo banchetto. DiQipo di che si for1nò un imponente scritto è tutta la ribellione del pensiero del Bucorteo che, p ercorre11do le vie imbandierate, si F.\LINI .a, teorie e dottrine fantasiose e i11fondate; recò .a deporre corone ai piedi del monumento .a e vi è tutto il richiam10 alla ooserv:azione. scruMAURizro BUFALINI e poi prose~uì Yerso il Teapolosa dei fatti nell'uomo ammalato, similmente tro Comunale luogo del Congresso. i1ecessaria alla scrupolosa osservazione di tutti i Nella magnifica aula del Ridotto tro11eggia,.-a fenomeni in tutte le scienze. un artistico ritratto del Bl.'"F\'LI ~1. Si calcolarono , e si dovesse fare un paragone c onverrebbe ripresenti pitt di trecento medici, nè mancò una chian1are alla mente Leonard-0 Da Vinci che, rira.ppre.sentanz..a di letterati e filosofi. cevut o l'in carico dal Duca di Milano di r iproNel ip.alco IJ.resero p1osto autorità e raprpresendurre con }'.arte un cavallo, si rin chiuse per luntanze. Più di 250 adesioni di Università, Accaghi an11i nello studio delle forme interne ed esterde1nie, S ocietà scientifich e. cl ini ci illustri, (qualne dell'ani1nale con una minuzie di osservazioni cuna pervenuta anrhe dall'estero) furono lette dal ch e offrì materia cl~ scherno a ~1ichela.nge1o allora segretario dott. G1usF;PPE AR'f1.Ts~, promotore e giovinetto. orte non 1nolto diversa fu serbata al organizzatore tlelle Onoranze e del Congresso. B uF.\LI~ giaccl1è E gli fu u11 antisigna..no tenace Terminata la lettura delle adesioni il R. Come convinto di una verità indiscussa e indiso11timissario del Gomunt\ dott. TuLr,10 B usIG:NANI prebile la qual e viene seguita m olto meno spesso che se la parol a e r ivolse ai cougressi ~ti un cordial e J110n paia a osservatori swperficiali. L'O. si insaluto. cluq;ia a dimostrare appunto come tutta la granProf. SILY.\ONI . - Dop.o ]e nobili paro]e prodezza del B UFALINI sia nell' avere dettato Je renunciate da] signor Commissario, e per il poco gole <li un.a metodica osservazione dei fatti, 1111ico invidiabile privilegio dell'età, crede suo dovere fondan1ento di qualunque induzione scientifica. rispondere al Co1nmissario e i·ingraziarlo .a 11on1e L'O. cerca anche di dimostrare oome non convendei medici convenuti per il cortese saluto. ga confondere il progresso delle scienze mediche, L'O. ricorda di essere stato presente alla inau- la gra.nde congerie di sperimenti e ]e 11.umerose gurazione a Cesena del monume nto a i\1A URIZIO ricerche in tutte le scienze biologiche con quello B uFAL1NI, e quanta allora sia stata la sua meraC"he sia il 1netodo della indagine clinica. L a maviglia nell' udire in onore di B rrFALINI l a paro] a lattia. è un-0 speri1ne11to in atto, n on preparato nè guidato dalla Yolontà uma11a, 1na che sorge così di Quintino Sella che r.ap.p resentav.a l' ~ilccademia in natura come Je cause ]o provocano. dei L incei e ohe all'O. giovanissimo era più noto Riconoscerlo nei suoi segni, n ella sua genesi, allora p er la s u a feriocia fiscale che per la sua nel suo p1"0.gredire, nel suo evolvere e nella proaua1ità <li scienziato . Non dimeno la parola di gn osi è compito arditissimo come assai ar<l110 è QtLi ntino Sella. lo fece assai riflettere sulla gloria
NOSTRE CORRISPONDENZE.
1
•
•
..
(A:\!NO XXXIII, FASC. 27)
IL Pl lL ICl.1:\ICO
•
l 'altro di rico11oscer e le YirttL medicatrici dei rimedi e le loro indic.a~ioui. Nè bisog11a diment icar e come f.ondamento della osservazione dei fatti sia anche q11i la per fetta conoscenza de]],a lingua e del valor e delle p.arole. (~uesto fu altro pregio del B UFALINI e Yi so110 delle p agine s ue che possono reggere ial confronto d i quelle bellissime di Galileo, e ohe il ohia rissimo prof. BrLANCIONI, qui prese11te, ha fatto ri. viver e . Ricorda poi ai C~esen ati, che hanno sempre onorato nfAvRIZIO B UFALINI, coone sian o stati .a Lu i deùitor i di un grande privilegio loro toccato quando B UFALINI mandò medico a Cesena il suo allievo p.rediletto Jton CJS'l'O Mon1 che 00111 tanta, dottrina e con tanta saipienza esercitò lunghi a1111i in Cesena la medicina pr.aticn., e p10richè sQl110 presenti g li eredi di MATJRIZIO B UFALINI dei quali .cinque sono medici, due, pitL vecchi, condisoepoli dell' O., gli altri tre loro figliuoli, e u110 di questi, Emilio ha pubblicato in quest'occasione lettere scambiate tra MAURIZIO B UFALINI e A uGUS'IO MuRRI, l'O. è lieto di portare a questi Collegl1i verrhi e gi•ovani il suo cordiale saluto. AL'Elt1'U RA DEL
•
11 prof.
CONGRESSO.
i\[oNnOLFO, direttore e primario del locale Osp edale l\1. Bufalini, è chiamato ad assumere la presidenza del Congresso. Il prof. l\1:0NDOLFO porge al prof. S1LVAGNI u11 cor diale ringraziamento, e, ringraziati e salutati i medici convenuti, dichiara ruperto :il CongreSSIO. EMAN UELF.
Prim,a seduta: P residente E.
~·[oNoOLFO.
T ema unico: J/. Bufalin,i. Prof. dott. G10VANNI GARIN (Firenze). - Descrive breven1ente la vita e l'opera del BUFALINI degno continuatore del 111etodo del Galilei, r estauratore di quella lun·ga art.e per cui breve la vita, g loria e vanto della sc111ola medica fiorentina, del1' I talia, della Scie11za. Il B UFALINI costantemente bandì la cessazione di ogni dogntatismo e di qualsiYoglia assetto sisten1atico e d efi nit.ivo della medici11a, r igenerò l a clinica, additò que] sa no indirizzo di osservazione e di esperi1nento d ella patologia, che, nella più severa libertà, .a,ttrav.erso ardua, intelligente fatica, perfeziona, abbatte, rioostrt1isce, cr ea, ne alJarga progressivamente e. necessarian1e11te gli -Orizzonti, e fa sì ohe lo sguardo sempre più si approfondi in essi, illuminandoli colla splendida luce delle nuove verità acquistate definitivamente alla scie112a, osser\an,d o, .analiz~ando, pro~ando e riprovando . dott. GuGLIEL::\10 ' BILANCIO'NI (Pisa). L'O. si sofferma particol armente su lVf rcH EI,E Ros \, n1aestro di l\f . BUF.\LI~I e pre11dendo le mosse dnll'a nalisi d i i1umeroso c:trteggio inedito conservato nel.la Biblioteca Ga1nbalunaa di Rimini , esao mina la figura del R os.\ che fu il pr imo Maestro del l3 TF.\J.I~I e degli inse:g11ame11ti del quale ri1nangono traccie visibili eri eloquenti nella farina mentis del gran,de Cesena te. P1~f.
ltichia.ma quanto il B t:F.\LlNI ha .scritto del l\{aestro e tratta della s ua 10lpera didattica e sperimentale. Dott. 1\11.\SSIMO CurAnINI (F orlì). - L ' O. ricor(la il periodo più bu1T.ascoso della , -ita del BuF \LINI. Signorilmente Qaustico ed ironico il B. non trascende mai .alle volgarità verbali dei suoi avversari, i quali, fiorti del potere, diremo oosì, ac:catle1nico, sono intolleranti di ogni onesta critica. N elle O·icalate e nel Breve avv·i so di 1\1. B .
•
i11tot110 alle J>roprie 1pere ed ultzme parole ri~ petto alle att11.cil•i nie(liche controversie d'Italia. 1
il grande Cesenate serenan1ente combatte e vince le asserzioni, le acct1se 1 le pi·oposizioni, e le argon1e11tazio11 i degli avversari. Co11 B UFALINI trionfa quel inetodo clinico sperimen tale che è ora d i tutti i paesi. Prof. dott. DOMENICO BARDUZZI (Siei1a) . - H.a c::> n·osciuto persoualmente il ·B . _<\.ccenna ai grandissimi p regi della riforma che costituisce J.a base razi·o naìe integratrice, della ineclicina p ositiYa, fondata sui principji speri1nentali e sui f.atti realn1ente acquisiti nlla scienza, perch è il B . pror la1nò la n ecessità dell' esperime11 Lo .a con1plen1ento della s ua dottr ina onde p oter compi er e l'a11alisi del fatto 111edico. Prin10 f rn tutti jl B. potè veder e 1a possibilità di un a. 1ne'licjll.a scientifica e in augu rare la più gran·de rivoluzi•one che nella medicina. si fosse mai compi11ta e per la quale fu possibile SYelare in tutto o in parte i proc~s8i nosogenici, semiogenici e ternpe11tici pervenendo a I nlaggior positivismo possibile. Il B . n1ise spesso in '?;Uardia i medici italiani dell'eccessivo entusiasmo con cui spesso . i nccogli(\ quello che viene dall 'estero. Egli non f n certo oppositore, con1e fu iu colpato anche da alcuni discepoli, di u 21 razionale ... perimentalismo integrntore. Se E gli 11 0 n potè metterlo ad effetto com(' a\ rebbe d e i'Jerato e consigliato, e 11on la eia nel C<tm!)o del l' osservazione e dell'esperime11to quelle traccie lu1ninose che l' avevano reso celebre n el ca mipo della induzione, ciò nulla to.glie .alla sua glorja che, col passar del tempo, ci a.ppare sempre l)iù grande e più vera. 1
P rof. E. 1.VfoNnOLFO, Presidente . .i.\nnunzia che A ucius·r o MunRI, in occasione del cinqu antenario della morte di M. B ., ha pubblicato una pregevole 1nen1oria gentilmente inviata alla segreteria del Congresso per la distribuzi«me tra i congressi sti. OP-rto di r ender si inte1'pr et e dei sentimenti <li t utti, ringrazia a nome del Congresso il Yenerato 1\1.aestro. ( cconda seduta) . Prof. dott. ANTOXIO G~uo1 (Bologna). L 'O. aC'cen nato .alta ~l1o·riosa opera riformatrice e rinnovatrice di .JI. B., ne rievoca alcune pagine imn1ortnJi e palpitanti di attualità; prop.one al Congre so di ri pubblicarle e di distribuirle ngli st\1denti delle Università.
€'.
Prof. dott. GruSEPPF. C.\nr>1 (Rin1ini). - L ,O. an1ina il pensiero n1edico-filosofico di M. B . e
-
[A):NO
XXXIII,
FASC. ~7]
SEZJO);E PRAIICA
si sofferma particolar1uente sul metodo Bufaliniano, illustrando ruinutan1eute l'opera sui cri-
teri direttivi e sull 'orga nizzoz.io·ne <leuli studi scie·ntifici in ue11crc e elci 11tedici in ispecie. Dott. EMILIO BUFALINI (Fir~uze). - I/O. dà lettura di un i1nip0trtantissimo epist-01.ario,, inedito iir& BuFALlNI e ~1 l.- RRI (1873-187 4). Il gio,·ani.ssimo M URRI chiede consiglio sulla Yia e sul metodo .da seguire nei suoi tu di e a q nesto gio,·.a ne che con profonda fede e con1movente pass ione gli si rivolgeva, iJ lluF.\I.lNI, ineravigliosamente intue11done le ~minenti e rare doti di me11te, scrive una lunga lettera in cui riassume gli elen1e11ti che Egli reputa fondamentali del \'ero inetodo scie11tifico. Lettera qu~i-.la, c·h\.; scritta circa 1111 ianno pri.111a ·della 1SUa n1orte, raccl1iude e sintetizza i11 sentenze lapidarie le nuove basi s ulle quali <le\'ono !>Oggiare e sorgere Je moderne scienze 1nedicl1e. Può considerarsi giusta1uente il testamento scientifico del B u .F 'Ll~I racl!hi uclenrlo, per tic are le sue stesse parole, cc le ulti1ne conclusioni se.aturit€ non ~ià da meditazioni della inente, ma ibbeue <lall.a attenta con~ iclerazione dei fatti » che si so110 prese11tati al suo pe11siero nel corso della sua lu11ga vita. .. Dott. F.E.'LICE PuLLÈ (Riccione) . Tratteggia il gr.ande Cesenate dal lato morale e politico. Il B. fu un sentimentale, fu un buon patriotn e se la scienza lo manten11e in un superiore orizoonte umanitario, Egli ,·olle essere e f:u italiano, L'O. aooenna all'accanimento con cui il governo austriaco osteggiò il B. ; se la fPer~secuzione del1' Austria contro il grande Clinico non raggiunse l'imprigiona1nento a peggio, l.o si deve solo .all'essere stato il BuF.\LINI uno scienziato <li fama immensa presso l'intera Europa. Parteggiò pei moti del Risorgin1ento dal 1831 al '70. Terenzio Mamiani prima di partire per l'esilio nel '31 spedisce un segr eto e fi,J.o corriere al B UFALINI e a Lu~ raccomanda l'Italia nella tema di non più 1·ivederla. (lino Cappo11i, :\fassi1no D'Azeglio, Carlo Fa1ini, Bottazzi, Coppino, ed altri grandi uon1ini cl1e erano a capo dei destini d'Italia vollero il BuFAI,INl quale amico e consigliere. Lo Ste$SO Papa Cl1iar.amonti, Cesenate, fu gra11de estimatore clel BUFALINI e s'oppose alle richieste dei !Jreti modenesi cl1e ne voleYano poste al1'indioo le iorpere. - L'O. termina con un paragone tra BuF.\.LINI e M ussoLtNI che, entrambi figli della terra <li Romaia na sono ambedue sorti al inome11to oppo.r tuno o ' . per lib<>rare l'uno I.a cienza dagli errori del vitalic;mo e dell'u1norjsm·o; l'altro la Patria dal triste bolscevismo. Prof. <lott . ..t\ NTONro CAsJALrNI (Cesena). - Il B. non fu solo sommo medico e filosofo: Egli fu anche grande letterato e latinista insigi1e. L ' O. illustr a particolarmente alcune opere latine del B UFALINI . Dott. EGISTO CAPEcorrr (Cesenatico:). L'O., present.ata .e illustrata una ·r a.ra stindrome di edema di ,.Quincke, mette in rilievo l'opera del sommo me':lico di Cesena .a11che in rapporto alla
co11oscenza di questa forn1a n1orbooa che se dal 1882, egli dice, porta è Yero il battesimo di uno straniero, il genio di BuFALI!fI 70 anni prima, Ln mezzo al co11fusio11isn10 e all'oscurità che dominavano allora la medicina, 11e intravide in modo meraviglioso l 'essenza e la natura avvicinandosi in opposizione alle teorie stiniolistiche e oontrosti11101istich~ di quei te1npi, alle tradizioni deJla costituzio11e u1n1Qrale, sulla quale trovano oggi un Y.alido a1p1poggio l'eziologia e 1~ p.atoge11esi del 1norbo d ~ C2uincke. Riven'1icata la conoscenzn. che il BUFALINI aYeva, prima dell'autore tedesco, delle affezioni cutanee che oggi si riconducono .al t1po morboso ~11dividualizzato dal Ql: rNCKE, egli accenna alPorticaria, pri1na manifestazio11e cuta11ea app.arsa 11el malato, ben conosciuta anche qttesta d.al BuF.\J,INl e nella inter1>retazio11e Bufalinia11a della patogenesi di qt1esta e di altre malattie esantematiche egli trova ahhoz;~:lito fin d'allora tutto il concetto moderoo dell' .anafilassi. ConC'lude facendo un.a sintetica rive11dicazione torica della. €Cienza della costituzione umorale cr eata dal B uF..\LI~TI e risorta in Itali.a negli ultimi deoe11ni del secolo scorso per opera del D E GroY.\NNI ed oggi coi1dot.ta a vita rigogliosa ed intensa dalla scuola del VIOLA, il degno successore della Cattedra del MuRRI. Dott. GrusEPPE ARTUSI (Cesena). - L'O. illu'·tra bre,'emente la vita e l'opera del BUFALINI. \"..IRGIJS"IA BENF.nETTI (Cese11.a). L'O. illustra il BUFALINI dal lato fil1osofico e pedagogico. Nell'arringo filosofico Egli è positivista e sipiritualista insieme. È caldo fautore del metodo speri111entale che vuole applicato a tt1tte le scienze, perchè tutte le scienze sono formate di verità che caturisoono non dalle costruzioni « a priori )) della ragione, ma dalla realtà scrupolosamente osser,·ata e minutamente studiata. Co11 ciò il BuFALJNI non esclude però l'esistenza di pri11cipii universali e in'1i1nostrabil.i, ai quali però dà t1n.a i 111portanza « assai lin1itata >>. Il R1·F.\LJNI Ya inoltre a11110,·erato tra la gloriosa SC"biera dei pedagogisti del secoJ,o xix, non solo per il suo n1etodo scie11t.ifico e gene1·ale f.atto <li analisi e di c:intesi, cli attività di pensiero e di ,5entimento, ma ancl1e perchè Egli tratta dir etta1nente di questioni pedagogich~ ne 1 diversi « Discorsi » .
Lavori or1!1inoli, uiano.scriitti, .ecc. pubblicati in occasio~ie delle Unora.n .~e cin.qua11te11rrrie o pervenuti ,,lln Seur<>fv1 ia tlel Congresso: AliGUSTO ~·J u1<t{ l. Jlaurizio Bufalini nel Oinqitantenorio della sua morte. - Bologna., 1925. L. 5. .\ NTONTO GNuo1. Lei Cli1iica medica a Boloana.. Stab. Polic;;raf. Riu11iti, B ologna, 1924. GIOVANNI GARIN. Jlaurizif) Bufalini. - Sta.b . Tip. . Bernardino Siena , 1924FEr.lcF. P uLLÈ . .Biografia ed a utoarafi di lli. Buf ol•ini . - 'l'ip. Adriatica Iiiccione, 1925. :\I ..\~I Aoo TINO· Rara fotografia cli JI. B ufalini cnn firnia autografa (1, 63) inviata dal Bufalini 1
oll an1iro Cav. Pietro Jfanvi. 1
•
Il P OL ICLINICO
E i.: LJCE P uLLÈ . F ot. di una rice tta di nl. B. (Fot. Orlandini, Modena).
Uiter iore con,tributo clinico ail.a suturai del cuore . (Comunicazio11e). - Stab.
GIACOMO BUFALINI.
1
anguinetti, Carrara. CESARE FauGONI. La tradizione Bufali11,iana nello studio medico Fiore1iti1io. - (Rif. Me d. , n. 8, 1925). E}1ILIO B UFALINI . 31. B. ed ..-1. Jlurri in 'Un epistolario •i.nedi.to (1873-7J) . G. ANGELI. I l B. discepolo del Rosa. - Tip. Sigonio, Bologna, 1876. VIRGINIA B ENEDE'l'1'I. ]i. B. e il problenia dell'edlu-
.
tet7.l01Ll' .
G. BrLAKCIO~""I. Jli chele Rosu J!Clestro di JI. B.
ll ,')egretario: D ott.
GIUSEPPE
An.Tusr.
XVII Cong1'esso dell'Associazione Nazionale di id1'ologia, climatologia e terapia fisica. ::E tato tenu to a S~lsomaggiore dal 16 al 24 maggio ed in.a.ugm~ato con un vib1·ante d iscorso del sen . Quartieri, che mise in rilievo il grande a1ppoggio scie11tifico che i 111edici possonio d are all ' incr e n1ento d elle stazio11i t ermali. L a memori.a del inodesto inedico condotto, LorenZJOI B erzieri, che scopr ì n el 1839 le virtù terapeutiohe delle acque di Salsomaggiore, fu rie,·ocata dal R . Con1mis ario per ~nlsuinaggiore. Seguirono il 9rof. D e"·oto in qualità di presidente dell' .Associazione, il gr. uff. Reb,u cm ed il prof. Cattaneo ohe trattò del1'origine u ei b agni e paJ·lò dell'opera dei medici , l.ume,ggiain ù one la vi ta 4,u tta contesta di oscu. . . r1 cr01s1111. , I la,·ori del Congu·esso furono dedicati ad argomenti d ' indole pratica. Sulla fangoterapia 1parlarono il prof. PINALI , trattando della distribuzione e delle caratteristiche dei fanghi medicinali e passando in rivista tutte le stazi oni e UI·oipee che dànno oure di fanghi ) i11entre il :prof. DEVOTO ed il prof. VINAI si occup.a rono d elle aipplicazioni della fan1goterapia. I p1~01ff. GARDENGHI e GASPERINI svolsero l a loro relazione sui « P rovvedimenti igienici specialmente necessarii alle .stazioni di cura», mettendo in rilievo la. necessità che ogni stazione . d1 cura, oltre a quanto si riferisce .a i rpi·ocedime11ti curiativi ed assistenziali, i0ltr e .aJ. comfort che i malat i devo.n o tr~varvi, 1pi·ovved.a a.li' acqua potabile, alle fognature ed al p ia.n o r egolatore, elemento precipuo perch è il p aesaggio, n on deturpato , f ornisca un ambiente di soggiorno propizio ed a1nbito. ...\ tale sco1)0 ]e amntinistrazioni delle ~tazioni ter1nali ed idrologiche non debbo11~ tra~curare 1 opera del tecnico. l ' ufficiale sanitario , e lo a "secondi no invece in t utt i i provvedin1enti che egli. su,_ggerisce 1nei r iguardi della profilas~i. S i vol ero poi le onor anze a. Lorenzo B erzieri di cui i resti mortali vennero trasportati da Luc~ .ca (dove il BerziC'ri 1norì povero ~estendo un hottP.~hino del lotto\ a ~ alsomaggiore. T C'ongres~i.sti si r~c ~) r0no r>oi in !Jelle~rina~gio a Pellegrina, pntna del Be rzieri e visitaro11<>1 l a Casa di Cura di Ra in i ola. il 11r_i1no I stituto italja no esclusiva.... mente speci.alizz,ato per lo st11dio e la cur a delle 1nalnttie del ric·an1bio . 1
~
I
1
1
[.4iNNO
XXXIII,
FASC.
27J
NOTIZIE DIVERSE. Congresso internazionale di ' sessuologia. Avrà luogo a B t:?rlino dall'll al 15 ottobre or' ga11iz7.ato dalla Società Internazionale di Sessu<>logia. Saranno discussi i rapporti fra la vita ses-suale e l 'igien e, la \ it.a economica e la società. Si svo1gera~1110 numerose conferenze sulla eugenioa, u1la ps1oanalisi e sulla criminalità della donna in ra.pp0rto co11 la vita sessu ale. Del Con1itato· organizzatore 1per l,'Itali a, f anni0 parte i proff. B aglioni e Mieli di Roma, AchiJe di rr orino e Ceni di Cagliari . Per l1lteriori notizie ed informazio·11i, rivolge rsi tutzin; Kurfur-al doit. l\1oll, cri)pure al dott. stendam, Be rlin ,,, . 7
Scuola dl perfezionamento per Specialisti in Radiologia medica presso l' Univ~rsità di Bologua. Si è iniziato il 22 maggio ed ha ]a durata di due anni. Posso110 essere esentati da un anlllO di cor-.;o 1 canrlidati ohe dimostrera11110 di avere sufficientf' J)reparazione. I corsi teorici sono integrati da lezioni ed eser citazioni pratiche e da co11fercn~é su importa11ti argon1enti di radiologia e di 111aterie .affini. E obbligatorio nn i11teruato d i non meno di r1uattro inesj. T.a se: L. 1250 per il I .anno; L. 1325 per il II. P er gli esentati dal primo anno, L. 1625. Contri-bnto di laboratorio L. 500 ogni anno.
Jlunifica offerta agl i orfani dei medtci morti in guerra. l I <lott. . :\ . )Lari no, direttore del Servizio d i c:11irurgia e ginecologia dell' Ospedale Italiano di Buenos Aires, ]1a i11viato '";>er nostro mezzo la , on1111a di L . 1000 per !'.assistenza degli orfani dei 1ned ici i11or ti in g uer.i·a. Il presidente deJl'()pera di Assistenza, gen. med .. F. D ella Valle, nel ringraziare per la munifica offer ta, osserva che la voce dei 45 bimbi senza. il padre, pur attr aversando l 'oceano, è giunta suggestiva .al cuore d ell 'egr egio collega, ed aggiunge: « Possa il su o n obile ese1npio essere di mò11ito a qna11ti J1e1 tuJnuJito della vit.a professionale non an cora ha.n no sentito il dovere di contribujre ad un'opera di solida ri età uman.a e civile, ch e onor.a tutta la classe medica italiana ».
Il 11umero dt•i pazzi di Parigi. R.a.gcsiunge attualmente i 7600 ed i ]etti disponibili sono insufficienti, tanto che ultima mente 100 uo1uini ed 80 d onne dovettero essere inviati a1 ricoveri di nrovinci a. -.
Il primo ospeda Je 11onro-ps i cl1ia trico italiano . E stato ist it ui to nel Arezzo, anzitutto cambi.ando no111e a ll' attu.a l(? · :\InniC'o1nio ed isvituendo un padiglione a>er gli indivi•lui affetti da l esioni del sistem~ nervoso senza compromissione d elle faooiltà 1neutali. In questo padiglione troveranno gli adatti m ezzi di.agn ostici e curativi tutti quei lHalnti ner ·;osi che. finora, erano costretti a chie-
-
[ANNO XXXIII, FASC. 27 J
SEZIONE PRATICA
od ere ricovero in Cliniche ed Ospedali fuori deJJa Provincia, con dispendio e disagio. I l passo fatto dalla Deputazione provinciale are tina rappresenta u n r)asso dec~sivo su lla via della. trasformazione rlei l\il anicomi in I stituti a car attere, non già di semplice custodia, ma essenzialmente OS?0daliero. Si spezza così anche l'artificiosa barrie ra fra me11tali e nervosi, riunendo tutti i malati del sistema nervoso, in modo da elevar e ia. condizione elci 1nentali e da facilitare il loro tratta.mento.
Una. sc nola ortofrenica a }'irenze. ~
stata istituita una Scuola l\fagistrale Ortofrenica presso l'Istituto "(Tmberto I per fanciulli tardivi. ~ la . econda del genere in Italia, do po quella di Roma diretta dal prof. l\1ontesano . La scuola t iene dei corsi a nnua li ed alla fin e l'alunno po~rà, p1revio esame, conseguir e un diploma di licenza.
U 11 San atorio g alleggian te. C1rcola da qualche tempo nella baia di Ne"· York llna i1ave-~f.?edale, .arre-lata in nwdo da rispo11dere a tt1tte le es\genze di un anatorio antitt1bercolare, istit uito p er procurare una cura di aria marina, rli luce e di sole a fanciulli che p er la lorc gracilità palesan o qualche predisposizione alla ttibercolosi, nonchè ad adolescenti tubeTcolotici della città di New York delle classi meno agiate. Le madri, i fratelli e le sorelle dei malat i in età inferiore .a sei anni h a nno facoltà di recarsi a. bordo fi11 dalle p ri1ne ore del mattino e di tra.ttenervjsi fino a ser a, per tener oom9agnia .al loro piccolo ammalato, e per trarre giovamento essi pure clella ourai di aria marina. A bordo f1·uiscono di pasti gratuiti, ed assistono a lezioni d ' igiene e di puericoltura, aip positamente organizliate per loro. (Dall'« .4.vven. i an. ». 1
'
Donazioni a legati .
•
11 prof. l\!annino - di cui recentemente si <~ dEl(_)lorata la perdita - ha legato a lla R. Accad€-mia delle 8cienze Mediche di P nlèrmo L . 50 mila perchè cogli interessi si istituisca un premio triennale da conferirsi a l iniglior lavoro di derm o3ifilografia.
F als i medici. Due fatti congen eri si son o S'\·olti r ecente1nente .a l\f j]ano ed a Berlino . N ella metropoli J.ombaròa un signore si r ecaT"a n elle cas e di povera ~ente e visitava le donne, s pecialmento giovani, dicendosi inviato dalla Congre-gazione e.li Carità per l 'assegnazione di sussidi. Non è stato identific.a.to, ma, la Oo11gregazione di Ca.rità ha dira111ato un comunicato per mettere in guardia il pubblico. A Berlino u11 certo Fritz " 'einartlt, maestro di lingue, ri.usoiva .a visitare parecchie signore nel quartiere sud, dicendos i rr1edico distr ettuale incaricato da.111 autorità sanitaria. M entre visitava una • s ignor a ne sopr:a:ggiunse il 1narito, che lo de11un... zio: venne .arrestato e condannato a 10 mesi di . . pr1g1one. •
ttASSEGNA ll t.LLl STAMPA ll1EDIC.A. calpel, 5 di c. - VAN BoEcrc~L. Gli stati a llermici i.n generale e la febbre da fieno in particolare. Z>ren sa 11léd. 1l raent., 10 i1ov. - P . M. BAnnAno. L 'alcool come energetico. .4.nn . cli Ost . e f-'J.in ., 30 nov. - O. VEROF.SI. ReC'enti metodi Ji a l1arga.n1ento del bacino. B1·it. lllecl. J ourn., 12 dic. - H. R oLLES'ION. I l t umore spleni co nell' infanzia. J,ancet. 12 dic. H . RoLLESTON . Il linfoadenoma (linfogr anuloma di B odgkin ). JJost fJ n, lll. a. ,'). J ou,rn., 3 dic. - Numer() sul fegato. 1
1
J ou rnal T rop. lllecl . a . H yg. , 1 dic. - H. A. B.\ YLISS e P. E. B. SAM.BON. Il G·o·n gylon e1na J1elJ' Italia del Nord. JI iin ch. JI ed. 1Voch. , 11 dic. - ''r. STOEL'IZNER, J . P oPO"\V. P er Tarrunorbidire il tessuto cicat r iziale . - H. TEICIIELE. Fibradenomatosi. Deut. Jl ed. 1r·och. , 11 tlic. - P. FLEISOHMANN. f/i pertens. art. - R. STAHL. AzilQne dei rubef acenti . Jled. Klinik, 11 dic. - H. STRAUSS. Sifilide gastrira e li11ite plastica. pseudo cancerose. J)nEE~L\[ .\NN· )fetastasi di gozzo. B. RRA us e J. TAK.\KI. L 'encefalite 1post-vaccinale. ,lnnali d 1 Jg., n ov. - E . DI l\1ATTEI. Trip anosomias i e paste nei murini. G. ' TERCEIJ:·ANA. Animali in avitaminosi. - P. C. B ARDETJ,1. Linfangite criptococcica. - A· VINAJ. La ginn.astioa pedagogica profilattjca. e medica. TI' ien . J(.lin. 1r·och., 10 dic. - K. NATHER. Le n uove ricer che sul cancr·o. Paris 1\1 éd . , 5 dic. Nume r o sulla ter3Jpia . R ull . .l e. Jlécl. , 1 clic. - P. DELBET. Il met. Finikoff nelle tt1bercolosi chirurgiche. - L. IMnEL~T. Omo-~nn esti ossei. E. ·MAROHOUX. Plur alità dei bacilli 'clella lebbra. ]leiv Y ork i:"fl . J our11 . ]led., 1 dic. - L. F. BAnKER. Fattori psichici nella diagnosi medica . - "\V. w. e \RTF.Il. Correzioni di deformità nasali. J ournal :1. ')J! . .4. , 2 nov. J . V. KLAUDER. I .e n eurosi cu ~anee. - L. A. ERNGE. Trattam . ch ir. delle varici del la pelvi fen1min. - G. F. e G. H . DrcK. Trattam. de.Ila, scarlatt. con antitossina co11centrata. - H. A. CHRISTIAN. Olassificaz. clelle nefriti cr o11iche . - L. R . NE,VBURG e .al . 1.ia dieta. i1ell eziologia delle nefriti. J ourn. <le 1\Iéd. cle IJYon, 5 dic. - P . 0HA'IIN. l'rotfilassi de1la bron cop olm. 21~lle inaternità e nelle p o uponnières. for. d. H op., 27 i1ov. P. ' rALLERY-RAnoT e P . BLA~rO.N'T'i. l.!1n . Sindrome di vaso-di1ataz. emicef·alica (emicrania, e1ni-idrorrea n asale, emi-lacrimazione). - l\i. LABBÉ e .al. La l ambliasi ·yescicolare. - C. MAININI. Asma e malaria. Riv. di Cl. j}J ed., 30 .ag. - G. OollONEDI. AvYelena111ento stricninico. Giorn . Cl . ]1 ed., 10 dic. - .~ . BARLooco. Clinica rnedica e scienze biologiche. Pe11 ..,iero Jl! ecl., 10 dic. - C. SEcco. La reaz . di Bote1ho.
''T.
'
f \ ~NO X.\.\ lll .
11 POLICL I NICO
Riv. cli Cl. Jled ., 30 dicen1bre. - )1. TINTI. L a qu~tione della setticemia u1nana da b. di BaJ11g. Riforma nied., 7 dio. - D. GIORDANO. Oarciuoma in colecisti calcolose. C. l\1oIDERNA. Herpes zoster e varicella. Studios Olinicos. dic. - F . RARO y GARcÌA. E lecito l ' aiborto? -· · R - H olro ALooRTA. Le . perutoniti gonococéich e infantili. Paris ltf éd., 28 nov. - P.-L. V10LLR. L 'eliminazione deli'.acqua negli obesi: valor e diag nostico. -- 5 dic. Numero sulla terapia. /3pitalul, dic. G. MARINEsco. Ma.latti.a di Tay-Saohs (fo11na ~percinetica d ell' idiozia tardiva a tipo Bielcho,vsky) . J ourn. ftil éd. Ftr·anç. , i1-0v. - Numero sulle cure ll1ediohe in ch iru·rgia. Jfinc't va 1'.led., 20 dic. - ~i\ . Bus1Nco e P . For~Tz. Infezione Jn a larioa e cirrosi epatica. l lev. espofi . de Mecl. y Cir., dic. J . SuNOL ToRRA· Direttive fisiolo~iche della g inn.astica resJiratoria. Gazz. d. O.s1J. e d. C'l., 13 'clic. - F. PEOLA . Funzione emuntoria dell intest. crasso. IA-n.cet, 19 c1ic. - 1.,... HENDER~ON. L 'efficienza del cu or E:i e s11a misura.. - A . G. GrnsoN. N ecrosi i:::,chen1ica del cuore. Brit . Jied . ,Journ ., 19 dic. - J . BRIDE. L a e1norragia i11 <Jistetr. e ginec. Patholoqico. 1.5 nov. CESARIS DEMEL. Morte da lesione infiammatoria acuta d el fascio atrio-,·entricol. c. PATAXÈ. Flagellosi intesti11ale da Boclo caudat11s in C)renaica.
''T·
'r·
FASC.
2?}
z ul. f. Oh i I'., 19 dic. - 'V. KA lJ SCH. Luxatio t estis pen.alis. -- P . Es ..\ u. Caleificaz. de llia pleura. Pediatr., 15 dic. - r. N.\SSO. Immunizzaz . .a.ntidifter.
a11atoosri.na di Ramon . .-!rch. de Jl ecl., Cir. y Esp., 19 dic. - J . SANoHÌs BANÙS . Iie psicosi sifilitich e. Gaz. d. }1611., 19 dic. - A . RAYNA UD. Le localizzazioni cer ebrali. /3tudiuni, 20 dic. - A . CARDARELLI. Iperspleno111egalia d a i11alari.a .:;eguita da forma .anomala d i cirro i epat. cotn
'' IL POL·I CLINICO ,, SEZIONE MEDICA diretta dal Prof. VITTORIO ASCOLI Jl fascicolo 7 (1° lu g lio) contiene: LAVORI ORIGIN A LI : I. - F . M.olJERON: Contributo allo studio della degen e r at..i-0ne cistioa dei reni. 1I. - R. ~1ENASCI: Contributo a.llo studio della c-rear t i njnemia nelle nef1'iti. III. - B. HAPINEST : L'eliminazione d~l clorur o d·i eodio o dell '<l.'Z>Oto nel sano ed in nefro•patici .. dn .r a.nte la prova della clo1'1.1 ria alimentare. I \·. - )11. .A.R E ZZI : Sull'intossicazione da s olfuro di carbonio. Os.servazio111.i e ricerche sperim entali. PREZZO DI CIASCUN FASCICOLO L.
5.
I n o11 aibbo n ati .a. detta Se2Jione ~1:edica .po.tiranno riceverlo inv.ia·ndo il .rispettivo importo m edi.a ute vaglia postale, al Cav. LUIGI POZZI - ·via S•i1stina, 14 - Roma.
Indice alfabetico per materie. \
~.\.equa
d1 1n;1re _;>er ,·ia or ale
. l'et(/.
)) Bnfaliniano: Co11gre .. o nazionale )) Celiaca: malatti.a . Cenni bibliograf iri » Cistifellea : di,·erticol i » Cistifellea: malattie della - ed echino)) cocco epatico • Uolecistografia: controllo con l'opera. )) z1one . . . )) Coledoco: resezio111 e plastiche ' )) Col ica epatica: pa~ogen e. i · )) Colon t rasverso: cancro del -Congiuntiviti: sieroteraipia antidiftel'ioa » C'ongresso Ilufa]iniano . » Congresso di idrologia . ,, Di \·erticoli della cistifellea » Di verticnli dell'intestino . » l~chinococco epatico e malattie della cistifellea » Epididi1nite gono0occica suppu rata » Exostosis car t ilaginea n1ulti'Plex » Fegato: cancro-cirrosi . » l n fluenza: oons.iderazioni » l ntestino: diverticoli . »
956 960 95-1 950 955 945
9-!6 942
945 956 953
960 963 955 95-1
945 953 952 952 952 954
J . . terecto rnia p~·ec·0 a r ea snbt.otale . . Pag. 934 ii ce nzianiento delibera. lo dal Co nim issario prefettizio » 95~} :\!ala.ria: svilu'PPO storico del le con o)) cenze . . ' )} )'f an1n1ella : .a<leno-0ar cino1na )) ~lesP n tere: tu1nore policisticu )) Olii: r1 cer ca delle frodi )) Oli,o di l·icino: so1n1ninistrazione )) Osteomalacia: cura . )) Pn eu n1otor acica: cura e lavoro )) Prostata: concr ezio11i )) Purganti e l assatiYi . 1~ affr ed·d ore: flora n1icr obic.a d el n a o e della gola . n .. apro·fiti (gern1 i) e con1!1.ar ta n1ento dell'or ganisrno » ..:::errizio n1ilitare di guerra. » , ifilide: dia.gn os i precoce e cur a rapida » , ifil ide: nuova sierodiagnosi » . ton1aco: canoro dello - progn·o~i chirur» g1ca . 1'n be rcolo.si: sv ilu~)})') del bacillo e v.accin azio ne antitub. »
95 952 937
957 955 953 939
952 956
958 957 959 947 933' 955
949
O r•tu di proprietà riservati. - É vietata la riprodllzt.rme di lavori. pubblicati nel POLICLINICO e la pubblicazi01U' dei sunti ••· ....... ; .9enza mtarne la fonu. l:tom.a. • Sta.b. TiJ)<>-Lit. Arma.ni di M. Uourrier. V. ASCOLI. !ted . re8l> \
•
IL POLlCLJNlCO
· PAGINA DELL'AMMINISTRAZIONE)
SEZ. PRATICA - FASO. 27
Si è pubblicata la 2 a edizione del
•
Dott. Prof. PAOLO GAIFAMI Direttore della R. Clinica Ostetrico-Ginecologica dell'Università di Bari.
Prontuario di
stetrica •
Vadetnecutn per il tnedico pratico. Prefazione del Prof. ERNESTO PESTALOZZA I
DIRETTORE DELTA
•
n.
CLINICA OSTETRICO-GINECOLOGICA u .E'LI. 'UNIVERSiITÀ DI ltO l\'f ..\ .
SecoQda edizione, riveduta e ampliata. Premessa) alla II edizione. ?\1el cilrare questa
seconda
edi:.ione, che ha ia l' elllura cli es 'ere conten1,poranearnente tradotta in· spagnuvlo per opera aez clolt. RTC..\RT. coi tiipi della ('o-"a Ràitoriale R eits di .\lacLrid, mi sono sop·r atutto proposto di conserva.r e al Prontuario la fisionorhia di praticitcì e brevità, che già assicurò la fortuna della prima edizione. Per il t esto mi sono perciò lin?ilato ad nlcuni rito cchi ed a brevi aggiunte,. anche· per non. Cl.ccre.scere ln 1Hole del 1;ol1lmetto, che no11, 7Juò e non deve sos·tituire il trattato, ma vuole restare· un vade-mecum del ·m edirn pratico. H o invece provveduto ad un 7Jrofondo rimaneggiamento delle figure per aumentare la efficien:.a ttidattica; più della une là sono nito1 1e. tratte o da fotografie o da disegnt originali. Per le toto.grafie ringrazio 'il doti. :\I. B CETRONI; per i disegni devo pcurticolare gratitudine al dott. C. ScHIHAI.I.I , che ha in questa occasione rivelate pron1Pttenti altitndini. Sono anche grato all' egreg·i o · . editore f'o:::.::. i, che ha perntes. o tal e rinnovan1ento cl elle ill1l tra::ioni e rhe ha. ·curata con signorile· larghe::.;:,a la pre.c.ente edizione. l'agli o infine ringra;:;la,re i Jla estri e gli amici, che !tanno fallo buo11 vi o al 1mio lavoro, contribuendo nlla suri diffitsione, e spero che vo<rranrio ancora co ntinuargti il loro prezioso appoggio, non ostante· l e inel'litobil.i mende che ancora vi trov erarino. PAOLO GAiIFAMI.
INUI CE SISTEMATICO PREFAZIONE
-
P ROF. E. PE TALOZZA. dell' ute r o. R etroflession e dell'utero gra.vido . FibToPRE].IR~S:\ D"EJJL' ~.\. U'.lORE ..\LLA II EnrzJONE. i11i dell'utero. Tumori ovarici. Cancro dell'utero. NORl\lE GENERALI: D irettive deontoliogiche. Di· ll€o nello stato puerperale. Ap·p endicite e gl'lavir ettive tecniche. èl anz.a. ' Tulvo-va.giniti acute. Placenta previa. DiLE SINGOLE OPERAZIONI OSTETRICHE: P1~0. tacco di placenta norm. inserta. Rottura. dell'ute vocazio11e dell aiboTto. Provocazione del parto prero. Viziature pelviche. Rottura della si11fisi 1pubica. maturo. Il par ho for.z.at). P aTtlQi .accelerato. DilataDistoci e dal collo dell'ut~ro. Ipertrofia longitudizione del collo dell'utero. Forcipe. E strazione po11ale del collo. P oliamni1os. Proci~enza e prolasso del dalica. Spremitura. Rivolgime-11to. I.1e operazioni cordone. Norme gen erali !}{3r la estrazione del feto. e n1briortoniiche. Sinfisiotomia-911biotomia. Si11fisiec· Norme per l'assistenza al p1a rto gemellare. Assitomia :_:>arziale su periore. Taglio cesareo. Cura delle tenza al parto podalico. Presen tazione di fronte e·· lacerazioni del canale del pa1·to. Posizion e di W alfaccia. Prese 11tazi1orne di .go.a lla. Distocie varie fechel'. Rottura artificjale dcl sacco . Riduzione del tali. Rottura pren1 at11 r.~ del sacco . J nerzja uterin.a. funicolo . Riduzione tli piccole parti . Oper azi,oni del ' secondaniento . Metrorragie ipost-ipartunl. ScarificaFebbre i11 tra;v.a:gli.o. Asfissia fetale endouterina. zioni. Episiotomia. Dilat.azione de1la vulva e vagina. Rian.:imazione d.el feto asfitti co . Metrorragie 11el . etti vagi 11ali. Condilomi. P olipi ce1, rioali . Varici ·econd.an1ento. Metr o1rr agie post-p.a rtum. Cura. dell.a ed ematomi vagin,a ]j. Tampo11 amento uterino. T.amaJ1emia acuta. GC>verno del pue rperio nio1rmale . MeJ)OllaJiiento , ·agiuale. Ln.vailde vaginali. Irrigazione trorragie tardive del pu erperio. Escoriazioni e raendouterinn. Ce,fia.loeiuatome del neonato. D epres,g adi de~ capezzoli. Linfa:ngioite mammaJ:ia; m.astite. sioni ('.r aniche del neonato. I nfezione pt1erpera.le. P sicosi .puerperaJ;i . Assiste11za SCF.IEMI DI TERAPIA OSTETRICA : Tgiene dellia al 11 eon ato. gr avida . Cura de11' aborto. Gravidanza extrauterin a. ~.\.PPENDICE: EHROR.I TERAPEUTI CI OSTETHJOI. Errori I peremesi della gravi~la. Dermatosi e prurito delle ne lla co11c1o tta ge11erale . Errori nell'igiene della gnavide. Alibumi n11ria e gr.avida 11za. Eclampsia ·p uergravida e 11el parto .. Errori neJ second.ame11to. E1·perale . 'l'uber colosi polmonare e gravida.nza. Mar o,ri 11el p u enp erio. Errori nell'.a borto. Errori nel laria e gr avidanza. Sifilide e gravi.danza. Cardioparto i)ren1aturo e forzato. Erro:ri J1el forcipe. Ei·patie e gr avid.a11za . l\ii alattie ae:ute ~ stato puer pe· rori nella estra.zion ~ pod.al.ica. Errori 11el rivolgi-. rale. Oomipljcazioni vesc ica]j. P ielite della gr avi da . inento. ErTori nella embrioto111ia. Morte endouterina del feto. Antiflessio11e e~a.gerata l N DICE ~t\LFABETICO. Un volume i11 formato tascabile. di ?agg. xII-314, con 105 figure intercalate 11el testo, iiit1da1ne11te stampato su c~rta se1nipatinata et:l ele~ante1nente rilegiato in !Jie11a tela,, con inscriziQ11i su l piaI1o e sul dorso . Prezzo L. 28. P er i i1ostri abbonati so1e L. 25,50, i11 porto frane~ e rnccon1anrlato. DEL
1
Pubblicheren10 fra pochi giorni: BOMPIA~I
Dott. Prof. R.
Docen.te e flsslsfenfe
nella H. anntca Ostetrlca-Gtoecologlca di Roma.
L•e~à
pubere :1:1ella donr.i..a
B1·eve sa.ggio (li fisi ovatologja, costitt1zionale co,n t1n'appendice sulle anomalie della mesrtrua.z ione drrlla pt1bertà all'ini'zio della vita sessuale.
Un voliUlllle di oJtDa 100 pagine, niti,d :amente st.armpato S1l ca,rta sein1ipatinata, con una grafica e 6 figu!l.'e nel testo. · Prezzo L. 1 6. Per i i1ostri abbonati sole L . 14,5 O in porto fran<:o .
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
P P'I' ntt PnP't"P n ?111nfn
~n,,-,1·n. 1n1i1nr:;J '11n nlin nn.~ tnlP- n11.'Rr1'itorP LUIGI POZZI -
T'·la Sisti.n.a. 14 -
RONIA .
C PAGI~A
IL POLI CLI~ 1CO
DELL'AM:MINISTRAZIONE>
SEZ PRATICA FASC. 27 •
Monografia di attualità Dott. FEDERIG0 BOCCHETTI
Capitano medico Direttore del Sanatorio militare di A nzio
Le Colonie sanitarie marine m·ilitari Nozioni di terapia marina, solare edi educazione fisica (Con 21 figure i ~terca ~ ate nel testo) Prefazione del Prof. ACHILLE SCLAVO •
INUICE DEL TESTO:
•
PREF,\ZIONE del Prof. _i\cHtJ..LE SoLA\'O. - CAPITOLO I. UN'OPERA DI VITA "NEL TUMULTO TRAVOlr GENTE DELLA CREAZIONE DI SEMPRE N UOVI CONGEGNI DI G1JEI-tRA: Perchè sono state istituite. L'Eser oito e la Medicina sociale. Ecooomia? Le Colonie ed i Congressi scientifici . - CAPITor.o Il. J ..t\.. TI ;RAPIA MARINA. Consideria.zion~ generali . I 0limi 1narini. I bagni di mare. O..u>ITOLo II1. L'ELIOTERAPIA. L'elioterapia ed i popoli antichi. I lnoderni elioterapisti. Azione fisiologi.:a e wrapeutica della luce solare. Tecnica della cura &olare. l\1etodo per la cura sol.are. Inrouvf'n if>nti cl<~lla '!1tra solare. - CAPITOLO IV . L' EDUCA.ZIONE FISICA. Scopo a cui deve tendere. ~1etodo da sc~n trf> Ginnastica e respirazione. Una serie di esercizi. CAPrroLO V L'ORGANIZZAZIONE DELLE COLONINE l\{ARINE MILITARI. La scelta ~leL militari. Il personale .addetto alle Colonie. La Colonia nel SllO jnsieme. I servizi generali. Il fu11z.ionamento. Il vitto. Il bagn-0 di mare. I/addio a1la Colonia. - CAPITOLO VI . I RIS1JLT..A.TI TERAPEUTTCI. D~terminazione del peso. Perimetro toraciqo . Caipacità vitale pulmon.are. Dinaimometria. Ricerche sul sangue . Esame clinico dea diversi 31pp.arati . Conclusione. - CAPITOLO VII. RICOSTRUZIONE CON FEDE ANTICA E FERVORE NUOVO. - APPENOICE. Le Oircolari. Ministeriali. Le comunicazioni fatte d.al Cap. Bocchetti ai Congressii di Firenze, Roma, Venezi.a, Losanna, N.a.poli. La visita di S. E. il Presidente del Co.nsiglio, on. Mussolini, di S. E. il Gen. Cavallero. Elenco degli llftici.a,li medici che hanno prestai<> servizio nelle Colonie Marine Militari. 1
Un volume in-8°, di pagg. VIIT-80 (N. 15 delle Monografie Medico-Chirurgiche d'attualità, collezione del «Policlinico»), nitidamente òtampato su carta SP·minntinata, con 21 fignre intercalnte nel testo . Prezzo L. 1 2 . - Per gli abbonati al Policlinico L. 1 O . 8 O.
Altre interessanti MONOGRAFIE, non di nostra edizione, che siamo in Jrrado di offri r e, con qu a lche ag-evotezza, ai signori abbonati al « Policlinico ». L E D EBO L EZZE D I COSTITU Z IONE. Introduzio11e alla Patologia costituzinnale . (N. PENDE).
SU L L O STATO ATTUALE DELLA PATOLOGIA E TERAPIA DELLA SIFILIDE (J. KYRLE). Tra-
Parte I. Concetti aenerali. Volume in 16° di pagin€ 136. Prezzo L. 7 .50. Per i nostri abbonati sole L. 6.90 in porto franco. - Id . P arte II. A·no1nalie e debolezze costituzionali loralizzate . Volume in 16° di pag. 165. Prezz-0 I,, 9. Per i nostri abbonati sole L. 8 .30 in porto franco.
duzione di A. BU S.\CCA. 1Jn volume in 16° di pagine 126. Prezzo L. 8 .80. Per i nostri abbonati sole L . 7. 90 in porto franco.
'IL L INFAT IS MO . Ra.sseana di Patologia costitu-
zionale . (P. BENEDE'rTI). Volume in 160 di pag. 166. ]'rezzo L. 11 . Per i nostri abbo11ati sole L . 9.90 in porto franco. (G. l\ltNGAZZ.INI). Volume in 160 di pag. 128, con figure intercalate nel te-sto. Prezzo L. 11. Per i nostri abbonati sole L. 9.90 in porto franco. LE AFAS IE
•
LA TU BERC OLOSI CEN ITALE N E LLA DONNA
(E . PESTALOZZA) . Voll1me in 16° di pag. 145, con una tavola a colori e 20 figure nel testo. Prezzo L . 16.50. Per i i1~tri abbonati so]e L. 14.90 in porto franco. LE INDICAZIONI ATTUAL I ALL A PROVOCA· ZIONE DELL'ABORTO (P. G·\lFAMI). Volume in 16° di pag. 156. Prezzo L. 7 .50. Per i nostri ab-
bonati sole L. 6.90 in porto franco.
L E FORME PERIODICHE IN OTO -RINO- LAR I NCO I ATRI A (G. BILANCI01'TJ:). Un volume in 16°
di pag. 122. Prezzo L. 9.90. Per i nostri abbonati sole J;. 8.90 in porto framco. V EC ET AZIONI ADENOIDI . ADENOIDISMO. (U.
L. ToRRJ1'~). Volume in 16:) di pag. 92. Prezzo L . 6. Per i nostri abbo11ati sole L . 5.50 in porto franco. L' I MPORTANZA DELLE DIVERSE SPECIE DI RACCI PER LA DIACNOSI E PER LA CURA DELLA TUBERCOLOS I (R. GASSUL) . Traduzione
di M. BARBÀRA. Un volume in 16° di pag. 128 . Prezzo L. 8.80. P er i nostri abbonati sole L. 7.90 in p orto franco . DIAC NOSI DEI PROTOZOI E DEI VERMI PA· RASSITI D E L L' UO MO (R. W . HEGNER e G. W.
tra.duzione di F. RAFF \ELE. Volume in 16° di pag. 82, con numerose figure in otto tavole intercalate nel testo. Prezzo L. 5. Per i nostri abbon:.i ti sole L. ..t.50 in porto franco. OORT')
Per ottene1·e quanto sopra, inviare Va9lia Postale all'editore Lttigi Pùzz1 . Via Sistirta 14, Roma
Ro~a,
ANNO XXXIII
12 Luglio 1926
Fase. 28 •
fondato dai professori :
GUIDO BACCELLI
'I
FRANCESCO DURANTE
SEZIONg R.RA. TICA. •
REDATTORE CAPO: PROF. VITTORIO ASCOLI I
SOMMARIO. Osse rvazioni cliniche : B. )fasci: Contrib'Uto alla conos"Cenza del!e varrietà di frattura dell'epifisi proosimale della tibia. - P. Parà : Una varietà di frattuira com. plicata. Note e contributi : G. J.,uzza.tto·Fegiz: Contributlo al trattamento delle emottiei tubercolari. Sunti e ras ~egne : cuonr E CIRCOLAZIONE: Katze-nelbogen : L'ipci·teinsione e la medi\}azione iPotensiva. - A. 1.1ul. ler-Deha1m: Il tra.tt?.meuto igienico-.d~etetioo de1l'iperten6ione a.rteni.osa. ISTEMA NERVOSO: H. Royer: \ Ta. lore ~emeiologico del segno di Babinski. - ORGANI GE· NITALI MASCHILI : D. Cba-çigny : La sperma.torrea. W. Iadassohn: L'epidiclimite tubercolare acuta. Cenni bibliografici. Accademie, società mediche, congressi : Società Medico. Chirurgica di P?.via. - . o:-ietà )fedioo-Chirurgica di Padova. - • ocietà Me<lico-Ohirurgica Bellunese.
Appunti per il medico pratico : SEr.1E10TICA: Valore dia,. gincstico-pronootioo del sintoma di TroisieT. - Il ganglio di Trois.ier. - CAS I STI CA: Lomb1icosi del dotto di W i:r~n1ng; pan~reatite emorragica. Into·r no ad una ~servaziion3 di malattia celiaca <li origine pan<lrea· ti ca. - La pancrt)a,tJi te eronJ.ea con ittero. - TERAPIA : Il ~a.trame la.vato in t.erapia cmtanea. - Nell'eczema delle labbra. - ll trattam ento della psOil'iasi. - NOTE DI MEDICINA SCIENTTFIC.\ : La funziione endocrina dell'apiiendice. - MEDICINA soctALB : Le opere antitu.bercolari per i reduci di guerra. - POSTA DEGLI ABBONATI· - VARIA : Psicoterapia. Nella vita professionale : Crona.ca del movimento iprofessionale: XI Riunione dell'Aseociazione professionale dei Darmosi:filogra.fì. ita.lia.nii a Torin'D· - ConiCOrsi. Nomine, p.romozioni ed onorificenze. Notizie d•ver se. Rassegna della stampa medi ta. I n!lice alfabetico per materie.
SOLLECITAZIONE
I signori abbo.nati che no~ hanno pagato a17:cora la seconda rata semestrale a compimento dell'tmporto del proprio abbonamento pel 1926 sono vivamente pregati di farne sollecita rimessa, mediante vaglia postale. ' L'EDITORJ~:
LUIGI POZZI. Del vaglia postale che si invia devesi conservare il polizzino di ricevuta.
N. B. -
OSSERVAZIONI CLINICHE.• OSPEDALE DI
. SPIRITO IX SASSIA
Rcp:-i1·to cl1irurgico: Primario prof. T.
FERRETTI.
Contributo alla cono cenza delle varietà di frattu1·a dell'epifisi p1·ossimale della tibia per il dott. •
BERNARDINO i\1Ascr,
aiuto e docente.
Il Rie.ffel 11a diviso le fratture dell'estremità superiore della tibia (cioè le fratture situate al di sopra di un piano orizzontale ohe passa per l'estremo inferiore della tuberosità anteriore e che si accom pagnano ad integrità del fPerone) in: 1) fratture complete e 2) fratture parziali. ?\elle pri1ne l'epifisi tibiale superiore è completamente ·distaocata dalla diafisi: se si tratta di un i11dividuo molto giovane la rima di frattura pa sn ordinariamente in •corrispondenza della cartilagine di coniugazione e qujndi, 1p iù che di una vera e rpropria frattu1a, si tratta ,di un distacco epifisario. 1
-
•
Le fratture parziali comprendono : 1) la frattura del condilo esterno, sotto forma di una frattura obli qua, associata qualche volta con discontinuità anche ·del perone; 2) la frattura obliqua ·del icon. dilo interno, cihe, secondo le statisti.che, è molto meno frequente della prima; 3) lo strappamento della tuberosità anteriore, un vero distacco eipi.fisario, che si può avere in età giovanile rper trazione violenta del muscolo quadricipite. I.o strappamento del tubercolo ·del Gerdy da parte .del ten•d ine del m. tibiale anteriore; lo strappamento di un frammento osseo dalla superfici·e articolare della tibia nel 1p unto d'inserzione del legamento crociato anteriore o rposteriore; il distacco di piccoli frammenti ossei o cartilaginei da parte dei legamenti laterali, devono essere considerati più che come fratture parziali da strappamento, come varietà di distorsioni. Alle suddette varietà di fratture parziali dell'estremità superiore della tibia noi possiamo aggiungerne un'altra, cioè la frattura obli1qua 1del margine posteriore ·del ~ apitello tibiale, di c ui n on pare esistano finora osservazioni cliniche
\
970
II. POI.ICJ.TNlCO
Anche il Dittel, riferendo i ris·u ltati della •sue ri. cerche sul cadavere, quando all'arti.colazione del ginocchio s'imprimono delle posizioni anomale, non accenna affatto ad un tal gen ere di lesione. L'iperestensione violenta ·della gamba (fatta col sollevare 'e sostenere il calcagno del ·cadavere -che giace orizzontalmente, mentre .con le mani si preme violentemente .contro la superficie anteriore del ginocchio) produce, secondo Ditte!, tre specie • di lesioni: 1) negli individui giovani può staccarsi l'epifisi della tibia, in modo che la linea di frattura si apre posteriormente, mentre anteriormente rimangono ancora dei mezzi di 'Unione; 2) negli in1dividui vecchi, le •Cui ossa sono più cedevoli, i con•dili ·d el femore possono impiantarsi nella tibia; 3) s·e in ossa vecchie si sipinge la iperestension€ tanto che la gamba faccia con la coscia un angolo · r etto od acuto, allora il legamento cro·ciato ~nteriore si stacca completamente dalla sua inserzione femorale, il posteriore dalla sua inserzione tibiale. Pur riconoscendo che i risultati di tali esperimenti isul cadavere, per precj sare le lesioni anatomo-patologiCibe delle articolazioni indotte da movimenti anormali, debbano essere interpretate con molto senso critico, poichè in esse viene a mancare completamente la contrazione muscolare, sta di fatto che n è sperimentalmente n·è clinicamente è stata mai notata la frattura isolata del margine posteriore della tibia. Riferisco brevemente il caso clini.Co. 1
•
M. O., di anni 41, calzolaio, ricoverato nel1·ospedale dal 3 al 30 novembre 1925. •L a sera del 3 ·noveirnbre, nello scendere dall ' bici·c letta, invece ·d i poggiare bene al suolo la pianta ·d el piede sinistro, gravò tutto il peso del corpo sul calcagno, mentre l'arto corrispondente subì un violento movimento di i'Perestensione. Avverti .subito un ùolore vivissimo in corrisipondenza della regione postero-interna del ginocchio, senza però percepire alcun scricchiolio, ed irnme diatamente si manifestò un'impotenza funzionale assoluta dell'arto, che fece cadere a terra il paziente. Nei precedenti anamnesti.ci dell'infermo vi è di importante solo che nel 1914 si contagiò di lues, di cui rpare si sia sempre .s ufficientementé curato. All'esame obiettivo si riscontra ,che l'arto inferiore sinistro viene tenuto semiflesso in corrispon. denza del ginocchio e ruotato verso l' esterno. Il ginooohio -è tumefatto, rotondeggiante, per cui sono scomparse le normali depressioni 1delle parti molli perirotulee. La cute è integra e non presenta alterazioni di colorito: è ca1da al termotatto. Con la pal1pazione si riconosce la presenz~ di un versamento endoarticare: vi ··è senso di fluttuazione e ballottamento d ella rotula. Non si ris.contrano punti ossei dolenti sulla regione anteriore e su ·q uelle laterali: invece esiste dolorabilità inten sa e localizzata in corrispondenza del cavo popliteo , e più pr~cisame?~e sulla :porzione 'POStero-1nterna del crup1tello t1b1a1e. Assenza dj sporgenze anormali e di deformità locali; assenza <li crepitio osseo e di movimenti abnormi. I mo1
[ANNO XXXIII, FASC. 28)
vime11ti attivi sono quasi completa1nente aboliti, i passivi sono notevolmente ridotti di ampiezza. sia nella flessione <:be nell'esten.sione per contrattura rifl essa ·dei muscoli vi·cini in dotta dal dolore Il resto dell'esame obiettivo è completamente negativo. Non esistono trac~e della sofferta infezioné luetica: le linfoghiandole non si presentano ingrossate; nulla a carico del cuore e del1' aorta; nulla a carico del sistema nervoso (ArgyllRobertson, Westphall, Abadie, Romberg, Babinski, atassia, dolori folgoranti, disturbi urinari, disturbi della sensibilità, crisi dolorose, ecc., negativi). Nei giorni seguenti attorno all'articolazione traumatizzata com'Pare una diffusa ecchimosi, che 1
progressivamente e lentamente si avanza, estenden1dosi fino a metà altezza della gamba; si assiste inoltre alla rapida atrofia del muscolo quadricipite. . La rélJdiografia mette in evi·denza una frattura obliqua dell'epifisi tibiale in .corrispondenza della sezione :posteriore. Il decorso clinico è stato favorevolissimo, poiohè, senza aloun trattamento speciale, all'iniuorl dell'immobilizzazione tSempltce del primo tempo,. 1del massaggio dei muscoli e del~e appltcazioni calde locali, l'infermo in meno di un mese ba potuto riprendere l'uso quasi perfetto del suo arto per un ripristino ad integrum della funzionalità artiicolare 1de1 ginocchio. Conoscendo il meccanismo con cui si era prodotta la lesione del ginocchio ed utilizando i datl
{.t\.NNO
•
XXXIII ,
}4'ASC. ~]
971
SEZIONE PRATICA
clini<'.i riscontrati e quelli d'indole negativa, noi notevamo sicuramente escludere: 1) la contusio... ne, sia perch·è era mancata una· violenza esterna agente •diretta.m ente sull'arti colazione, sia percnè i tessuti molli circostanti non presentavano alcuna traiccia di lesione da agente contundente; 2) la lussazione, per 1·assenza di sporgenze anormali• e di deforrnità locali; 3) la rottura o la lussazione dei n1enischi, poichè tali Jesioni sono possibili .solo con un movimento forzato di rotazione della gamba o della coscia a ginocchio flesso; 4) la lacerazione dei legamenti laterali, sia perchè erano mancati movimenti abnormi di abduzione o di aidduzione della gamba, sia per l'assenza di mobilità anormale in senso laterale a ginocchio esteso, sia per l'assenza di dolorabilità nei !PUnti d'inserzione di detti legamenti sulle ossa; 5) lo strappamento dei legamenti crociati, sia per non riscontrata estensione superiore alla norma, c;ia per mancanza di abnorme mobilità laterale della gamba in avanti e in dietro; 6) la frattura dei condili !femorali, della rotula, della tuberosità e dei condili della tibia, per l'assenza assoluta di punti dolenti alla pressione in corrispondenza di essi. Due diagnosi rimanevano a contendersi il campo: la lacerazione dell'esile legamento posteriore e del tratto corrispondente •della ca-psula articolare oppure la frattura da strappamento del capitello tibiale in corrisponid enza del margine posteriore. Il vivo dolore provato dall'infermo, l'impotenza funzionale assoluta manifestatasi immediatan1ente, il precoce versamento ematico endoarticolare, la dolo:rabilità alla pressione sul capitello tibiale in corrispondenza ·d el punto d'inserzione del legamento posteriore, erano tutti sintomi che pote·vano deporre tanto per l'una che Jp er l'altra lesione. 1Infatti, 11 dolore >è vivissimo, qualche volta sincopale, tanto nella frattura che nella distorsione: vero è ohe in questa si veriifica spesso che il tra1rmatizzato si rimetta dopo breve tempo a camminare coraggiosame11te per qualche istante, per ipoi essere costretto, a causa della ricomiparsa del dolore per il versamento ematico endo- e periarticolare, ad arrestarsi, ma se l'emorragia endoarticolare •s i produce rapidamente, ogni tentativo di deambulazione riesce impossibile. Il gonfiore, prodotto dal versamento sanguigno, è rapido a s0ipraggiungere in entrambe le specie di lesioni: certo è più precoce e più abbondante nelle 'fratture intrartiic olari, data la ricca ' 'ascolarizzazione ·del tessuto epifisario. L'impotenza funzionale si ri'scontra egualmente tanto nelle fratture che nelle distorsioni: ma anche per essa si verifica spesso il fatto che è immediata ed assoluta nella ifrattura, ed invece può essere déllp prima poco notevole ed in seguito assoluta per
la distorsione. L"ecchimosi <è un sin toma tanto di distorsione che di frattura: certo un'ecchimosi intensa, che progressivamente e lentamente si avanz'n., e&tendendosi a di.istanza, è quasi sicuramente i11dice di frattura (Malgaigne). Nelle distor sioni i Pllnti ossei dolenti sono in corrispondenza delle zone d'inserzione dei legamenti, rena le fratture marginali delle ossa danno il dolore nello stes'SO punto. Per conseguenza, 5e dalla ·valutazione dei singoli sintomi, secondo il loro stretto significato, eravamo portati ipiù verso il concetto di frattura , d'altra parte il fatto che spesso i sintomi si possono perfettamente sovrapporre nelle due ad'fe. zioni, la conoscenza del me<X!anismo con cui la lesione si .era prodotta e della debole resistenza del legamento posteriore, l'assenza nella letteratura di fratture isolate del margine posteriore del capitello tibiale, ci sembravano dei dati ·egualmente probativi per amrnettere una semplice distorsione. Fedeli però al canone di chirurgia che la diagnosi di distorsione semplice si deve fa.re solo per esclusione, cioè non fidandosi dei datl positivi per una distorsione, ma ricercando aceuratamente se si ipossa negare l'esistenza di una frattura, poichè nel nostro caso non sopperiva. l'accurato e minuzioso esame clinico, abbiamo fatto praticare una radiografia, la quale, come sempre, ci ha dato la soluzione del dilemma diagnostico. Circa jl me<X!anismo di produzione della frattura, noi pensiamo c;he, nell'iperestensione vio · lenta, mentre la gamba formava con la coscia un · an~olo aperto in al\1anti, dev'essere avvenuta una contrazione rrupi·da, forte e .sinergica di tutti i rr1uscoli flessori della gamba (bicipite femorale, semitendinoso • semimembranoso), che ha impedito alla capsula di lacerarsi posteriormente, ma ha respinto i condili femorali dall'alto in basso e da11•avanti all'indietro .così vio~entemente ed eccentricamente rispetto al mortaio tibia,le da de· terminare Ja frattura di quella porzione della tibia su cui la pressione si è esercitata più forte. Noi crediamo altresì che -questo meccanismo, cioè la forte pressione dei con<lili femorali sulla su perficie articolare posteriore della tibia a gamba iperestesa, basti a spiegare il genere di frattura, senza invocare altri fattori, come, per esempio, nna sipeciale fragilità delle ossa per un processo rarefacente doYuto a•d osteite gommosa od a lesione del vaso (arterite obliterante) che irrora il territorio osseo in esame. La raidiografia non rivela questo processo di decalcificazione nè d'alira parte esistono n ell'infern10 sintomi a carico ael sistema nervoso (tabe), da far sospettare una • fragil1tà speciale 1delle ossa . Roma, gennaio 1926.
'
I
IL POLICI.TNICO
972 OSPEDALE ANGIOLON1 DI
. PI ERO IN BAGN01
Una varietà di frattu1·a complicata del 1dott.
P AOLO PARA,
dire·t tqre.
[ ANNO XXXIJ I , FASC. 28]
lento diretto ·d.al·l 'esterno e si ha frattiura dell'o·sso , con ferita prodottasi da fuori in dentro , si deve se1nipre 'PaJJ.'lare di !frattura a.perta? Bencl1è tale distinzione non trovi ,p osto n ei comuni trattati di 1cl1irurgia, non mi 'Pare uria sottigliezza tra 5ccurabile, .g iaochè •da queste ·distinzioni il m-ecli co, iparec.chie volte, ptuò trarre indirizzo per cuTare una frattura -con ferita ·delle parti molli, ro1r1e se si trova:sse di fronte •aid una frattura cl1iusa e giu stificare piename11te la condotta se-
Le vie .del.l a ·diagnosti•ca sono ·così irte ·d i dlifficoltà ,che lasciano anche a .chi, ben :fornito ·di dottrina e di iesperienza, ·diligentemente esalfilina e scruta un or.ganis·m o àmmalato, delle ingrate sorr1rese e .delle facili smentite. :E tali in fortuni della diaanostij c a si aiccresceranno a dis·m isura .p er quei gu) ta. l':i .!\11a ·doman·da formulata io rispondo n.egativa, ine.diri, cl1e 1con eccessiva fi·ducia in s.e stessi, mente, gia.oc·h-è l'osser vazione di iq ual1ch e caso del superf1cia1mente esaminano e .1eg.germente emetgenere mi ha indotto in tale 1convinzione. Nè tono il loro veridetto. E non di rado él!Ccade 1 ·&ped'altra parte esula dalla logica il 'Poter pensare ci almente a c·h i vuol 'Procedere •con trop!pa sic-uche 1p ossano coesistere, ad esem'PiO in un wrto rezza. e ielare ai presenti l':iropression e di essel'e inferiore, un.a frattura ossea -completa ed una feforniti di eccezionale ooc'hio 1clinico (veramente rita 1della pelle e di 1qrualche tessruto sottastante, eccezional·e e do·t e Idei ·grandi!) id i em ettere un senza che per essa ferita la .frattura comunichi gi•udizio rCLiiagnostico 1assolu to 1prima ancora di coll'esterno. E che, traducendo1&i -i n atto tale eve~'rer 1p1 r oceduto alla ·dili·gente disamina 1di tutti i nienza, si potrà allora paTlare di frattura complisegni che offrono gli ammalati. I .quali ·s egni non cata 1da ferita, ma n on di frattura aperta od solo si rende necessario rilevarli, ma occorre s pesso anche m ettere in opera un buon raziocìesiposta. E certo jper ò 1chre afifinchiè 1si 'Possa verificare nio per poter ·sceverrure il vero ·dall' aspparente ed tale eventualità, si r ichiede cl1e il trauma agisca emettere un .concetto diagnostico, ·Che, non solo in modo :p articolare. I casi che sono caduti sotto accontenti il profano, ma dia anche a noi la sodla mia osse-rvazione, .p er .quanto si riferiva al disfazione ·di avere coscientem ente esaminato e di trauma, presen ta·v ano tu.t ti la stes•sa modalità. Si avere em esso un giudizio d el quale il nostro satrattava idi infortunati motociclisti.ci con lesioni pere scientifico ce ne r e11de intimamente convinti. con secutive a •scontro in ourva fra ·due macchin e Que1lo 1che iat·f ermo in via -p uramente generiica, in corsa, motocicletta e automobile, in .cui ogni m.i 1pare ovvio Tilferirlo al ·caso specifi·co delle levolta il lesionato fu il motocicli·sta, jl quale, r1on sioni ·di cui terrò parola. La 1')atologia chirur.g i·ca insegna a ·deri11ire per riuscentdo a ischiv.are comipletamente l'automobile investitrice batteva violentemente la r egione tifratture ruperte od esposte quelle in cul il focolaio ' comunica, per .·un a soluzione ·di continuo de1le biale anteriore ·contiro il 'Parafango del.la vettsura, in modo da riportarne frattura .com'Pleta delle parti molli, 1coll'esterno; e distin.g'ue tali firatture <iue ossa •della gamba, rcon .ferita ·c·u:tan ea. Orbene in: a ) fratture aperte primitive, le quali risultano gene!ialmente dalla violenza e.sterna (ruota di ''et- allo"Dquanido questi infortunati vennero :portati al tura, 1proiettili) e n elle quali la ferita avvenne o mio o-s pedale, le lesioni che essi present avano, ·d.a fuori in •dentro , ovvero la 1penforazione si pro- ben'C'h è a iprrima vista paTeva dovessero essere ascritte a fratture a>perte, invece, per ,qiua.n to l'e&adusse ·da ·d·entro in rfuori, quando il tra·umatismo impresse al focolaio di [rattura un ·mo vi.mento 1ne praticato in essi fosse a:ccurato e paziente, dl icerniera, m·e r o~ il ~ale i 1'rammenti puntuti non riu scii a mettere in nessiuna diretta comuperforano ·le parti molli e la p elle; ed in b) tratnj cazione la frattura delle o&:sa colla ferita dei ttLre OJperte secon<Zarie, le 1quali Ticonoscono pel' 1egumenti superficiali; la quale ferita si arrecausa, movimenti disordinati de.I !ferito in una stava alle pareti mu•scolari ed il trattam·e nto usato crisi \di 1delirio, n ella fru&e •dell'-eccitazion·e della indiipen:d enteme.nte tfra l'·u na e l'él!ltra lesione (rianestesia, o 1ancora, nel giorno seguente, la caduzio-n e d ella frattura e a>piparecichio ipermittente duta di un'escasra -cutanea, ecc. la ·sOI"Veglj anza e 1a m edicatura del1a ferita) 1diede Interessan.doci iper il 1ca:so nostro &peciale, •p renp·er Tisulta.to, ogni volta, 1che la ferita gmart per do in cons.ilderazione le iprime e cioiè le rfratture prima intenzione od in un tem'Po ipiù breve della aperte primiti'Ve; precilsamente ·que1le ohe risulfratt11ra; m en tre ·l a trattura ri·entrò . nelia classe ta110 dalla violenza esterna e nelle quali la ferita delle fratture rhiu1se o sottocutan ee. avvenn e 1da fuoci in dentro. l.a mo1dalità qui.nidd d el trauma ·consiste nel !atto _l!,.. questo !P'Unto mi si con senta 1.lna 1 domanda: che anche la parte che ri1ceve l'urto violento sia Ogni qualv·olta 1che una '}_)arte del nostro origanimossa velocemente nella direzione dalla quale r iceve l'azione 1del corpo 1contun1dente, per cui smo e ·s pecialmente un arto, s·u bisce un urto vio1
1
~
1
1
1
'
•
-
f..\NNO XXXIII,
L
:FASC. 28]
nel tempo istesso cl1e ragente esterno ferisce la peJle, impr ime tale urto c ontro le parti ossee, cl1e si S'Pezzano. In tal ·m odo v-enendo a mancare im1n·ov'Vis.amente ogni. Tesi1stenza fTa pelle ed ossa, rirnane fra esse uno strato di tessuti contusi ma n on lacerati. La ferita della p el·l e •p oi è quasi srmrpre p1i-ccolissin1a. Data la violenza dell' urto, l'osso si !frattura n el 1punto in cui è stato colpito (frattura diretta ) ~d in modo completo (frattu1·a co·1nrpleta) is econ•do una line a trasversale lieYe111ente dentellata con spostamento trarsv·ersale, secondo lo spessore dell'osso (Malgaigne) . .~ttenendoci rpoi sempre al fatto della !ferita non v'è chi potrà asserire che essendo la causa deter. n1inante quella sud1detta, la rottura della pelle 11o·ssa essere 1d ata dai monconi dell'osso, giaccl1è cc:;si, per l'urto 1c he ri.cevono, vengono 1p roiettati nella direzione contraria a quella in oui hanno ricevu to il trauma e ci si potrebbe atten-dere quin di che la rperforazione, in,·ece, a'rvenisse in quella direzione, per il movimento di <:erniera impresso dal traumatismo al focolaio di frattura, obbligando i monconi puntuti a p erforare le partj molli e perfino la pe1le. Nè abbiamo elementi da 1poter asserire che tale ferita deve arrivare necessariam ente fino all'osso, poichè .questo si potrebbe sostenere se il coripo trauma1:izmnte !fosse fornito di margine tagliente; ma trattandosi di un corpo a •m argine smusso, a.llorehè ·la resi·s tenza delle ossa è ' rinta iIDJPTOV· visamente colla rottura, d tessuti jnteT1posti fTa esse e la J)elle saranno solamente contusi. ~oi ci t r oviamo qiuindi di front e ad una , rarietà di lesione che non sta cpiù fra le fratture sottocntanee, giacchè la ipelle è r otta sul punto istesso dPlla frattura e che 1d'altra ip~rte non si 'PUÒ ascr1. v0rP alla categoria delle d'ratture aperte, g.iacchè i~ focol aio di frattura n on comuni•c a c oll'estern o. F. ovvio qui ndi che questa varietà di frattura \'enga con s]·derata a parte anche perchè n on comporta il 1rattaimento specifiico di n essuna delle st1ddette lesioni (aperte o chiuse). La ferita cu ta n ea è solamente una complicazione della fra ttura. Per abuso di linguaggio da alicuni si ·continuano ançora a <:hiamare .fratture complicate quelle che 11oi abbiamo 1definito per ifI'atture esposte od aiperte. [ .a denominazione di complicate invece, second o .Jeandra•u , si deve riservar e a quelle fratture che si associano ad u n a lesione vascolare, ncr·vosa, viscerale. In questa •Classirfi,cazione m i pare possano essere messe anche .quelle f.r atture corniplicate da . ferita cutan ea che ho descritto . E rnodificando diremo che si chiamano complicat e quelle fratt11re che si associano ad nna lesione VHscolare, nervosa, viscer ale e cutanea (non comunicante co1 focolaio d i fratt ura ). 1
i I
•
l
•
,'
I I )
•
j
i )
r
:i.
e
) ~
e i
SEZ IONE PRAT ICA
973
P er qi1anto riguarda il trattamento di frattura roru·p licata io ritengo che ci si debba comportare rome se fossimo idi fron te ad una frattura chiusa in 1g enel'ale; quindi: 1) ridurre lo spostamento in modo ·da combaciare i fraJlllmenti fra loro ; 2) manten er e la coattazione 1per tutto il tempo della formazione d el callo, ·p er evitar e una con solidazione viziosa; 3) I''i>durre al minimo l'atro.fia muscolar~. le r.i gi·dità articola•r i e t endinee, i di sturbi circolatori e trofici che risultano dall'irmmobilizzazione ; 4) trattare la ferita ·della 'Pelle com e se fo ssimo cl i fronte ad una ferita qualsiasi. Quindi, dopo disinfezione della cute sana circostante c on iodio• • occlt1dere la ferita con della garza •sterile e, a ~<.>c onda ·del metodo che si u sa 'Per la frattura , se questa si immobilizza con 1degli aJptp·areccl1i gesr<;a ti, ·si lasci.a 'Una fenestratura ampia quan to è ·c:.11fficiente per dominare la ferita; a ltri1menti si fnscia e si m edi<:a asetticamente ad intervalli dì C) '> • • --·} g1orn1. Posta così la questione noi potremo ritenere P<'r giustificata p ienamente la condotta d el m edico che di fr onte alla varietà di frattura complicata e non eS'PO'Sta da noi ill111strata, userà il trattamento in1dicato. .\ila maggiore esp erienza ed all a possibilità che altri hanno di esamin rure un n umer o di casi d el g en er e di molto maggiori, affido la disamina, la critica e l'eventuale affermazione 1del mio concetto; conscio che l' aocett·azione ·di t-al e tesi ipotrà· eYitare al mediJco un' erron ea diagn osi ed ,u n trattamento sproporzionato alle lesioni appare11ti. .
•
r,uglio 1925.
Ricordiamo ohe Dreeso la n ostr a Amminiatr.a71ione s ono dispon ibili a.lcur1e copie del volumd det
Coogres~ della !O[ietà ltajiaoa di Medicina Interna e oioò: cong resso tenuto a Roma dal 24 al 27 Ottobre 19!3. Un volume cli pagg. XXIV 272. P rezzo L. 60. Per i nostri abbonati, fran.co di vorto, 'Per sole . . . . L· 4 5 Cong resso tenuto a Milano dal 28 al 31 Ottubro 1924. Un
volume di J)S!gg XX~342. Prezzo L. 60. Per i nostri al.J . boma.ti, franoo di porto, i:er sole . . . . L. 4 5 tenuto a Roma dal 26 a l 29 Ottobre 1925. Un volume cli pagg. XX-244. Prrezzo L . 60° P er i n-0stJri ab boniati, fraruco di IJ)Orto, per sole . . . . L. 4 5
Congr~ sso
N . B . Queste condizion i valgono per l e sped izioni da fa.rei in I talla. Per quelle da farsi a.ll'l!}etero. a~iun ger.e L. 5 se per un eolo vol1Ume ; L. 1O se per due v<r lumi; L. 15 se per tre volumi, a rimbot.l"Bo d elle maggiori spese poetaJO. occorrenti per la S1Pedizione.
Inviare Vaglia Postale .all'Editore LUIGI POZZI Via Sistina, n. 14 - ROMA.
.
.
•
IL POLlCLTNICO
974 '
NOTE E CONTRIBUTI. SANATORIO GUARDA\.AL IN DAVOS (SVIZZERA). Direttore medico: Dott. G. MA URER.
Contributo al trattamento delle emottisi tubercolari per i·l dott. GIUSTO LUZZATTO-FEGIZ, assistente. L'emottisi rappresenta, nella evoluzione di:i11a tu· b!>rcolosi polmonare, una cornplicazione della più alta importanza. Anz~tutto essa .:.egna spesso l'inizio dello stadio manifesto df una affezione fino a.l lora latente; altre volte e5$a l;ostituisce una €venienza che può rnodificai:e, più spesso sfavorevolmente, il decorso della. malattia c~all1 quale 11a avuto origine. In terzo luogo la comparsa di emorragie in tubercolo~i guarite (cosidette emottisi cicatriziali), :p uò co1npromettere seriamente il risultato ai :.1nglle cure. Infine, a11che quando l'incidente emottoi co pa;ssa senza lasciare peggioramenti o complicazioni spiace,·oli, esso può influ·i re in maniera ·deleterio. sulla p.siche trop'.lJO ·spesso co~i labile, del tubercoloso. Qu·este ed altre ragioni spiegano la tenacia colla quale il problema è stato studiato dal 1punto ·di vista patogenetico, profilattico e terapeutico, e giustificano l'enorme massa di medicinali e di interventi terapeutici pro~ostl per prevenire, curare ed arrestare al più presto l'emottisi. Ma che la continua preparazione di nuovi medicamenti per combattere una data ma nifes!nzionll m orbosa, sia la prova dell'insufficien. za terapeutica degli stessi, è cosa che non ha bisogno di essere ricor,d·ata. Quindi .g ià fin d' ora possj aini.o ·dire ·Che un medicamento .che riesca a prevenire sicu.r amente l'emotti·si, ·come pure uno che sia in graido .di arrestare subito ogni emorragia polmonare, non esiste. J\lla 1da questa considerazione, altr ettanto sconsolante quanto vera, voler trarre la conclusione dell'ineffi cacia di ogni rime. dio, rome pure dell'inutilità dell'intervento del medico in simili incidenti, sarebbe oltremodo el'· rato. I.a tubercolosi polmonare è certamente una fra le malattie che più si possono inf·luenzare n el loro decor.so con cure adatte; e ciò vale anche per l'emottisi che ne è una delle pii1 frequenti manifestazi oni. 1
Oltre che dalla gravità più ..sopra rjcordata, alla quaile spesso assurge l'incidente ernottoiico , l'interesse del medico per simile complicazion e, d ovrebbe essere giustificato .dalla frequenza della stessa. Se è forse esagerata l'affermazione di qualche au tore, che l'emoftoe, salvo alcune forme- abortiv-e, chiuse e circoscritte , non manca mai nella tubercolosi polmonare (.P iceni), tPUre bisogna riconoscere che essa è una complicazione molto frequente
[ANNO XXXIII, FASC. 28]
di questa affezionP. Seco11do la ·statisti~a di Sorgo troviamo i11fatti il 38 % dei tubercolosi con emoi. tisi; secondo Strand6aard il 50 %; dei pazienti del nostro Sanatorio, il 44.9 % presentò ad epoche di· verse, a casa o in Sanatorio, delle emoftoe: dalla sempli.c-e espettorazione sanguigna, all'emottisi propriam:ente detta, copiosa e grave. Dal 'PUr1to dj vista terapeutico potrebbe sembrare t1nportante i1 saper distinguere in pratica le ~ n1ortisi così dette parenchimatose ·d a quelle provenienti dall'erosione di un vaso. Ma pra.ticamen.. tf' ciò è qunsi impossibile. I.'etnott.isi parencbimatosa pt1ò essere cosi imponente aa minacciare .!..:t. vita dell'infermo (Sorgo), rp er cui dalla quantità di sangue emesso, non si può sempre dire se si tratta dell 'erosione di un vaso o meno. Le difficoltà .ai riconoscere in pratica il carattere dell' emottisi (parenchimatosa o vasale, arteriosa o venosa ), fa si che i diversi AA. consiglino , nel trattamento dell'·emotti si , dei medicamenti o.d azione addirittura antagoni·sta. P erchè teoricamente, nelle emorragie parenchimatose agirebbero favorevol1nente i vasocostrittori, nell'emorragia di un vaso più grande invece, i vasodilatatori. E così alcuni ,consigliano il trattamento con l'adrenalina, potente ipertensore e vasocostrittore, mentre altri ricorrono Yolentieri nelile emottisi, alla trinitrina od al nitrito d'ami.le, vasodilatatori di 'Pri1n'ordine . .~nalogamente all'adrenalina, ma in misura ridotta e senza infl11en zare la !Pressione sanguigna, agi'scono i preparati di 5egale cornuta, di Hydrastis canadensi. , di Han1amelis virgi.nica ecc. La r e-lativa innocuità di tali preparati, e la fama che essi godono in ginecologia, fanno si r.he essi siano adoperati su vasta scala nelle emovtisi. Ma che essi favori·scano ver.amente l'arreC)to dell'em·o ttisi, non è ancora dimo•strato. ,Lo stesso si dica per l'e5tratto di lobo po·steriore di ipofisi, proposto e caldeggiato da Rist nella cura del1'emoftoe. L'enorme confusione che regna nel trattamento delle emottisi, con medicamenti v·asocostritto.ri e vasodilatatori, trova forse la sua spiegazione (oltre che nella difficoltà summenzionata di riconoscere il .caratter e del'l 'emottisi), nel fatto che poco noi sa:ppiamo •Su1l m·eccanis1no che regola la pressione sanguigna del circolo polmonare. E. Sergent o·sserva giustamente ch·e l'ipotensione del grande circolo, facilmente misurabile coi comuni sfigmomanometri, non esclude affatto l'esistenza di una ipertensione del•l a circolazione polmonare e v ioevers·a. B per esempio ammissibile ohe, nonostante una ipotensione del grande circolo, dei fatti di infiltrazioni mae,sive, di sclerosi, dPi coltroni pleurici, rendano la circolazione polmonare difficile e siano causa di ipertensione in qi.1esto circolo. :via la difficoltà di mi.iurare in 1
1
1
,
•
{ANNO XXXIII . .FASC. 28]
r
l 1
I
I
' •
975
SEZIONE PRATICA
pratica tale pressione, non ci permette di andare più in là dell e semplici ipotesi e .congettuFe. ~trettamente legato a concetti che ispirano il trattamento dell'emottisi con vasodilatatori, è l'impiego degli emetici, da antico tempo in uso per arrestare le emorragie polmonari. Mantenendo il . paziente in uno stato nauseoso con piccole dosi di emetici (p. e. con ipecacuana), si otterrebbe una vasodilatazione e quindi una ipotensione nel piccolo circolo, favorevolmente all'arresto del gemizio sanguigno. Ma ripetiamo, la mancanza di dati sicuri che p ermettano di orientarsi in ogni singo1o caso sul genere dell'emottisi, (parenchimatosa, arteriosa o venosa), e sulla pressione del piccolo circolo, infirmano non J>OCÒ le basi di una tale terapia. P er tale ragione il medico 1pratico farà bene di non ricorrere a ·Simili rimedi i qua.ili del resto non sono tutti innocui. Sergent afferma ad es. di aver a\·uto coll'adrenalina ·dei rist1ltati disastrosi; ed un'altra volta ~erdette un suo paziente forte iperteso, per una riipresa fulminante dell'emottisi, immedi~tamente dopo la somministrazione di 4 gocce di trinit:Tina (1) . Più adoperati e sce'\Ti di pericolo, (per quanto spesso di azione per lo meno dubbia) sono i coa· gt1lanti ed i cardiocinetici, dei quali parleremo più oltre. Senza dilungarci ulteriormente sui medicamenti che agirebbero direttamente sulla circolazione e sulla coagulabilità del sangue, possiamo dire che in complesso tutti gli sforzi del medico sono di solito ed unicamente diretti ad arrestare al più presto l'emottisi. Ma rapJ>resenta questa veramente per se stessa, l•unico pericolo che minaccia i·l paziente, e sono giustificati certi metodi terapeutici, oggi tanto in uso, aventi come unico scopo l'arresto immediato dell'emottisi « ad ogni costo )) ? Infatti, accanto ai vasodilatatori ed ai vasocostrittori, a ccanto ai coag.ulanti ed ai cardiocinetici, vi son o dei medica:menti ad azione emo(1) In un lavoro pubblicato in questi giorni, il
dott. Cayrel .s•pezza una lancia in favore del trattamento ·d ell'emottisi col nitrito ·d'amile che egli dichiara il rin1edio d'urgenza ideale per la sua sicura ed immediata effiieacia e per la sua a:ssoluta innocuità (eccezion fatta per gli ipertesi). Il nitrito d'amile produrrebbe nello spazio di 2 o 3 minuti una vasodilatazione ed ipotensione nel grande circolo, ed un'ener.g ica vasocostrizione ed 1pertensione nel circolo polmonare. Per tale ragione il nitrito ·d'amile s arebbe indicato nelle emottisi congestizie {paren chimatose). L\A. riconosce che l'azione id i tale medicamento è di durata brevissima e che quindi il suo impiego è più ch·e altro riservato al malato stesso in attesa dell'arrivo del medic6. Ma l'A. non dimostra che l'effic.àcia del rimedio sia superiore, ad es., alla legatura ·delle estremità inferiori, che produce gli stessi .e ffetti, è altrettanto semplice e non ha alcuna controindicaz.ione. 1
statica indiretta, i quali sogliono trovare larga apip1icazione f.ra i rpratici. Vogliamo alludere alla morfina ed ai suoi ·derivati. L'azione di tali sos tanze è molteplice : anzitutto esse agiscono diminuendo o soffocando com;pletamente lo stimolo deJ.la tosse; in secondo luogo esse esp·l icano un'azione calmante su tutto il sistema nervoso del paziente e &Ul cuore; infin·e non è escluso clil.e la morfina eserciti anche un'azione ipotensiva sulla rircolazione polmonare. Teoricamente du·n que l'impiego di tali preparati sarebbe pienamente giustificato. Ma l'esiperienza dimostra che in pratica le cose vanno diveMamente. Che l'emorragia di un tessuto quale il polmone, ricchissi1no di vasi, in continuo movimento, e teso per così dire nella cassa toracica, sia a priori e teoreticamente parlando un fatto gravissimo pe.:r le ·difficoltà anatomiche e funzionali. di un arresto 5pontaneo dell'emottisi, è innegabile. Ma è in pratica il pericolo dell'emorragia ,p olmonare per se stessa cosi grande e non è invece più grarve quello, per solito imprevisto della broncopolmonite da a.spirazione di sangue? ·Cercheremo brevemente di chiarire questi punti per poi .dare uno schema di trattamento pratico d~ll'emottisi, quale è in uso da parecchio tempo n el nostro .S anatorio. In tutti gli stadi della tubercolosi polmonare possono comparire delle emottisi abbondanti, però è raro che nelle forme iniziali si abbiano delle emorragie così profuse da minacciare dil'ettamente Ja vita dell'infermo (a meno che non si tratti naturalmente di forme essudative rapidamente progredienti). Negli stadi più avanzati, tale pert~ colo è indubbiamente ptù granide. La morte in seguito ad emottisi può di~endere : 1) Da soffocazione. Questi casi sono per f ortuna rari; ma di solito in essi ogni intervento è inutile· l'inondazione sanguigna dell'albero bronchiale, consecutiJva di solito ad usurazione di un ramo dell'arter.ia polmonare di discreto calibro, non può esser·e arrestata o, comunque, inf1uenzata terapeuticamente. In genere il paziente muore prima che il medico abbia potuto accorrere; 2) Da generalizzazione acuta del processo (accompagnata o no da edema ;polmonare) e dall<t granulia; 3) Da embolia gassosa per penetrazione d•aria nel vaso beante. In una statistica di 574 emottisi, racoolta d l T r.-con e Sillig, solo 14 pazienti vennero a morte per causa diretta dell'·emottisi, nello spazio di alcuni giorni fino a 4 settimane (2,4 %) . I casi si s u·d dividono cosi : i a) Soffocazione: 2 casi; b) Generalizzazione ed edema polmonare: 12 casi. 1
• \
976
[ANNO
IL POLICI.INICO
Come si vede il pericolo di morte p er emottisi è ben lungi dall'essere grande. Tanto pi\J. poi, che dai 14 casi .dovremmo togliere quelli nei quali il decesso fu ·dovuto a broncopolmonite da a:spirazion e, compli·cazione questa che il più dell·e volte con una ter~pia :vazionale, può essere evitata. In genere tutti gli AA. sono d'accordo n el considerare la morte per emottisi un'evenienza piuttosto rara nel corso della tubercolosi polmonare. WintSCh su 200 emoftoe ebbe 2 morti per soffocazione, e S0rgo su 5800 ammalati di tubercolosi polmonare ebbe 14 decessi per emottisi, ciò che corrisponderebbe al 0,24 % dei tubercolosi ed al 2,16 % degli emottoici. Vediamo dunque confermato il principio della relativa rarità della morte ;per emottis1, e ripetiamo, di solito i caisi a decorso fulmin an1 l,, sfuggono ad ogni intervento m·edic·O. Restano tutte le altre emottisi iniziali o tardive, piccole o profuse, uniche o ripetute; è qui ch e l'opera del m edico viene richiesta, è qui che con un trattamento razionale si può ottenere la c0~1sa· zione dell'emottisi senza nello stesso tempo arrecare ,del danno all'·organo sanguinante con rimeclt incongrui. Il sangue che pro,riene di solito dai focolai tuber.colari in attività (salvo i casi di emot.tl si da rottura di ectasie ivenose in cicatrici massi ve d:i tubercolosi guarita), defluiisce seg·u endo la forza di gravità verso i grossi bronchi; da qui t1na paT1e può raggiungere ·l a biforcazione ed essere esp1.!lsa colla t osse; l'altra parte, sopratutto se il paz~ente fa delle inspirazioni iprofonde, vjene aspirata nelle parti ,declivi del polmone. Quanto più è ostacolata l'espettorazione (narcotici, morfina!), tanto ptù facilmente si rac,c oglie il sangue in queste parti di polmone più -0 meno sane; ivi coagula p"'oducendo ben p,~esto un'alterazione del ipar@.ncni1na che va col nome di broncopolmonite da a .3pira· zione. Questi fo colai sono talvolta aspecifici ,dato che il sangue emottoico suole conter1ere pochi bacilli di Kocl1, ma ben :presto per innesto di materiale infetto, dil\T'entano specifici. Solo le emottisi cicatriziali producono quasi senza eccezione delle bron·copolrmoniti da aJSpirazione non specifiche. !Altre ivolte la broncop olmonite può esser e specifica d 'em1blée 'Per il forte contenuto in bacilli del sangue aspirato. Si tratta allora p er lo più di emottisi provenienti da focolai recenti, essudativo-distruttivi; meno pericolose in questo senso sono le emorragie provenienti d,a ~a v~·rnE più o m eno antiche, con parete ben differenziata. In certe condizioni e non tropipo di rado, s~ con \lna terapia razionale n on si sia favorita i'espetto1'azione del sangue, questo viene ad essere aspirato n el polmone controlaterale. Le r·egi.>ni pred jlette per una tale « aspirazione controlaterai~ )) , sono quella periilare e le parti inferi ori d ~~ poJ1
1
1
1
XXXIII,
FASC.
28?
mone. Qui .si formano i nuovi focolai i quali ·p :•r delle ragioni che più aYanti illustreremo, r.0 ndono la prognosi ancora peggiore che i focolai p1'<1dottisi nel polmone omolaterale all'emoft.)e. Il Jìf.'ricolo ·dell'aspirazione controlaterale è sp~cinjrr~ €nte' grande quando il polmone s~o, per riduz :un.P delJa s uperfi cie respirante del polmone affetto (pneumotorac·e, toracoplastica, vaste infiltrazioni)', respira in maniera Yicariante. Per le maggiori escursioni r espiratorie, il sangue dai grossi bronchi può venir aspirato violentemente in questo polmone. I sintomi della broncopolmonite da asipirazion J non tardano a rendersi evi·d enti. L'ammalato lta febbre, è più o meno dispnoico e può presentare una cianosi abbastanza intensa; la febbre da principio può a;ssumere il tipo di una continua c011 remissioni mattutine, in segt1ito si può os;:;erYare la tipica ,currva della febbre c.: t ica colle g·r artdi ùi ffer enze fra tem~erature mattutine e ser0tine. Molto importanti so110 i dati 1dell'ascoltazione. (I .a percussione ·v a evitata nei primi giorni conser.l1tivi all"emoftoe). :Nella r egione ove si sospetta il nuovo fo colaio, si può sentire dapprincipio un notevoli~simo affievolimento del murmure, tanto ch e riesce difficile di riconoscere il carattere del respiro che può essere aspro, vesci.co-bronchiale o nettamente bronchiale. Spesso un lieve sfregaanento pleurico svela i nuovi focolai che sono in tal caso a sede sottoplet1rj ca . I rantoli che si sentono molto precocemente, l1a11no i comuni caratteri dell'infiltrazione bronco-alveolare. !Molto dimostrati. vo è anche il reperto radiografico. Nella zona di ac;pirazione si nota un'ombra abbastanza densa, a contorni ·sfumati, costitt1ita di solito da ·un ammasso di macchie opache, le quali procedendo yerso la periferia, diminuiscono di numero e di intens1tà. I/aspetto ra diologico dell'infiltrazione ricorda quello .di una maccl1ia .centrale con picco 1 e spruzzettature alla 1periferia (fig. 1) . Tale quadro è cos1 tipico, che basta in genere vederlo sulla ra. ·dJografia, p er riconoscerlo st1bito come un focolaio di aspirazion e da emottisi. Non m i fermerò suJ la prognosi della aspirazione; trattandosi dl processo essudati;vo acuto, essa 1è di solito molto seria. Ciononostante, con una energica cura sanatoriale, possibilmente in alta montagna, si può ottenere spesso una ripar.azione quasi totale delle lesioni. In alcuni casi non molto frequenti. la rl· soluzione dei focolai è così r~pida e così completa (an che radiologicamente) da giustificare l'inter· pretazione del processo com e una broncopolmonite da a spir.a zione banale, da materiale non sperifico. Da quanto finora abbiamo esposto, rjsulta che è nostro dovere di evitare tutte qu elle cause e di eli?ninare tutti quei fattori ch·e fa,roriscono l'insor1
[t\NNO
XXXIII, FASC. 28]
m
SEZIONE PRATICA
gere di questa grave complicazione dell>emottisi. Ed è ' a tali concetti .che è ispirato il metodo di terapia dell' emottisi in uso da parecchio tempo nel ' nostr o Sanatorio. ,
* **
•
Un trattamento schematico cl1e valga 1p er tutte le forme di emottisi, non esiste. Come la tuberco. losi polmonare, così anche l'emottisi, che ne è una d€>lle più importan ti maniifestazioni, vaTia da individuo ad ind:iJviduo. ~ell'emotti si lievissima che si arresta subito, n oi certo n on p rescriYeremo le medesime cure che sogliamo prescrivere nell'emot·
.1\ l paziente dobbiamo dire subito che non è nella
quantità di 1Sangue emesso che sta il pericolo, bensì nel sangue che non viene espettorato. Il malato in genere teme di dissanguarsi; lo si persuada subito dell'infondatezza di questo suo timore (eventualmente r en·den·dolo edotto isulla quantità totale rd·e l sa11gue e sulla possibilità che ha l'organismo di riparare a perdite anche ingenti di sa11gue); e lo si inviti ad espettorare il sangue non appena questo si. accumula nei bronchi. L'emotti· si, con tali procedimenti, tPUò durare un po' dt più che con gli :iltri metodi di cura, ma ciò 11a in fo ndo ben poca importanza di fronte alla gra. ve compli cazion e che cosi si evita. In ogni caso
•
•
I
I
Fig. 1.
tisi grave e profusa. l\Ia su due punti non faccia. mo eccezione in nessuna emorragia polmo11al'c: 1) Il ban do assoluto alla morfina ed ai s11oi d erivati, come pur e ai preparati bromici. ~on si abbia eccessivo tim·ore td ella tosse; noi n o11 sruppiamo con certezza se e come la tosse favorisca il ripetersi d ell'emottisi; tutti avranno ,-isto dei pazienti .n ei quali nonostante una tosse fortissima e senza alc'Una cura, l'emottisi si è prontame11te e . definitivamente arrestata. Quindi accontentiamoci di constatar·e che vi ·è nella patogenesi del f eno· meno emottoico, qualche cosa ch e ci sfugge e che noi ignoriamo; ma n on soffochiamo per dei pre· concetti basati più sulla teoria che sulla pratica, uno stimolo (la tosse) , che certo in moltissimi, se non nella maggioranza d ei casi, 1è utile e salutare. 2) P er evitare il per icolo dell' aspirazion e, è di somma importanza 1'a suggestione del malato. •
le conoscenz e ci1e abbiamo sull'emopoiesi e sulla rjg·e11erazion e del sangue, ci permettono di non considPrare l'emorragia come tale, con eccessivo pesgimismo. Come abbi~mo detto, tali principii valgono per t utte le emottisi, 1piccole o grandi, singole o ripeIute. Ma è n ostro dovere oltre a ciò di ricorr~r e a tutte quelle mis11re terapeutiche generali, locali e medicamentose, che possono o dovrebbero facili· tare la coagulazione del sangue e l'arr esto dell' e· mottisi. Crediamo superfluo di soffermarci sulle regole generali di cura d ell'emottoico: il riposo assoluto a l etto, la dieta leggera e ricca di gelatina, i lassatiYi ed i clisteri evacuanti onde &Vita.re gli sforzi n ella ·defecazione, la borsa di ghi.ac. cio sulla r egione precordiale, la l egatura delle e· stremità inferiori, ecc., sono delle misure troppo note per essere ripetute. Una grande importan za
• •
978
IL POLlCI.lNlCO
11a però la 1pos1z1011e del n1alato: evitare assolutamente il decubito supino completo (a;spirazione nelle parti dorsali del polmone, ·difficoltà dell'espettorazione). Il malato starà semi seduto, ciò che facilita di mol.to l' espettorazione del sangue. Se la afd'ezion e è unilaterale, o· ·p er lo meno si è certi che l'.emottisi proviene dal polmone 1più gravemente .colpito, si dovrà evitare assolutamente i l d ecubito sul lato s ano o meno affetto, e ciò perchiè in tale posizjone l 'aspirazione di sangue nel poìn1one controJaterale è molto facilitata. Si comprend3 dt leggieri l'importanza che può avere il poh11on~ controlaterale relativ.amente sano in un caso di emottisi grave p er un'eventuale collassoterapln: i segni di avvenuta aspirazione nel lato ·~ an11 controindicano infq..tti in mordo assoluto ogni tentativo di pneumoto~ace o di toracoplastica (1). P er tale ragi9ne è bene di spostare il letto ]r1 modo ·c he il pa4iente abbia il tavolino da n otte ~ quanto gli può occorrere, dal lato del polmone: ' sanguinante. P erchè, involontariamente, iì :1'a1 ato si. volta e decorribe dal lato ove si trovano il tavo, lino, la sputaicci1iera, il campanello, ecc.; ed in emottisi copiose 1 bastano talvolta pochi min11ti dt tale posizion e 1p er · prc, ocare un'aspirazione da. questa parte. Brevi parole ·dedicherem o al trattamento n1(ldl camentoso d ell'emottisi. Tra i car.diocinetici ed i tonici generali preferiamo l'olio canforato del quale facciamo sempre uso in ogni emoftoe; in casi di miocardio ·debole od insuffi.ciente, ri~orre. re subito alla digitale. Tra i coagulanti con sigli3.· mo il cloruro ·d i sodio in soluzione concentr:;itn. per via endovenosa (10 cm. cubici della soluzio11e al 10 ,p er cento, 1 o 2 volte al giorno), d'azion ! pronta ma poco duratura; ed il cloruro di calcio per ,,ia endoven osa nelle stesse dosi e nella stessa soluzione, ·d'azione più lenta ma più duratura. Sarà bene ·d i continuare la terapia calcica per alcuni giorni · dO'PO cessato ogni sputo sanguigno. Inoltre si potranno iniettare 10-20 cm. cubici di coaguleno al giorno. In casi graivissimi si può iniettare anche il coaguleno ~er via en·dovenosa. I/ azione è pronta; però abbia~o osservato manifestazioni spiacevoli, come cianosi, dispnea, breve arresto del r espiro, ecc., per cui consigliamo di ricorrere alla via endovenosa solo nei casi. gravissimi. Ricordiamo però che .a.a questi medicamenti che t
1
1
1
'
(1) Del pneumotor ace emostatico non intendiamo
occuparci qui; tale intervento ha oramai dei lin1iti e delle indicazioni così precise, da costituire 1111 capitolo a sè n ella terapia dell'emottisi. Ma crediarrno che di tale intervento non 1si. deve abu.;;are, percl1è porne l'indicazione è cosa tutt'altro che facile, soipratutto non disponen·do di un impia1tto radiologico; e d'altra parte solo un pneumotorace totale o per lo meno elettivo, ci dà la gara11zia dell'arresto dell'emottisi.
[ ANNO
XXXIII,
FASC.
28)
favorirebbero la coagulazione del sangue, nr;n bisogna attendere dei risultati irr1mediati e tanto ineno costanti; Ia loro jnnocuità giustifica pe!~) il loro impiego in tutti i casi.
Conclud en«io , è necessario che il mr·dico, neJ trattamento di ogni emoftoe, sappia 0dic:;ting~1 el'.'r: i perico1i reali cl1e minacciano la vita d el paziente, da quelli i nesisten ti. Ripetiamo ancora una volta che il pericolo ,reramente grande è la broncopoln1onite da aspirazione; l'altro, quello della morte per soffocazione, per di&sanguamento o per embolia, è in rapporto al primo, trop'PO raro per giustificare il trattamento coi narcotici. In ogni 'Caso ouesto è per •solito i·n e,ritabile, tperchè le emottisi f11lminanti sono per ora ribelli a qualsiasi terapia; men tre l'altr-0 peri<!olo, non solo è evitabile, ma dal m edico ch e cura il tubercoloso con criterii razion ali e con prudenza, il più ·delle volte rlfl,·e essere evitato. Dayos-Dorf, aiprile 1926. L.L\. VORJI CJT.ATJ.
\1) CAYREL :\I. TuberC()l.lOsi, "\'Ol. 18°, fase. 2, 1926. (2) Prc&~l E. In CARPI e RONZONI. La Tbc. palmo nare, ecc., cap. 8°, S. A. Ist. ·E d. Scientifico, rMilano, 1925. (3) RIST. Rif. da SERGENT. (4) '"' TRANDGAARD. Zeitschr. f. Tbk. , vol. 12, pag. 200. (5) SORGO. In Handbuch der Tbk. di BRAUER, SCHRODER et BLUl\IENFELD. I. A. Barth, Lipsia, 1919 (con bibliografia). (6) ERGENT E. 'EtUdes cliniques sur la tuberculosce. •Maloin e et Fils, 1Paris, 1920. (7) TECON e StLLIG. iRe,ru e méd. de la Suisse romande, 1911. (8) \V INSCH. Citato <la SORGO. Ricordiamo che presso la nost r a Amministr azione sono diaiponibili a lcune oopie dei volumd dei
Congressi della Società Italiana di Urologia . e oio~: I Congresso tenutosi a F irenze il 24 Ottobre 192.2. Un volume, di pagg. IV-140, con 6 figure e tre diagrammt nel testo ed una tavola a oolqri fuori testo. Prezzo L . 2 5. Per i nostri abbona..ti, fraDiCO di porto. pe.r sole . . . . . . . . . . . . · · · . . · L. 2 O 11 Cong resso t enutosi a Roma il 27 Ottobre 1923. Un' volume di pa~g. VI-278 con 6 d i agra..mm i e 2 figure .nel testo e 12 tavole fuori testo. Prezzo L. 6 O . Per i nostri a.bbonati, fran co di porto, per sole . . L. 4 O 11 1 Congresso tenutosi a Milano il 29-30 Ottobre 1924. Un volll.llD.e, di p.a.g~ . XVI-472, con 5 d"i•SigT<arnm i e 139 figure nel testo. Pre~7.o L. 7 5 . Per ,i nOE!ltri abbonStti, f ranoo d1 porto, per sole . . . . . . . . . L. 5 5 N. B . Queste oondrizioni va.lgono per il.e ~iz.ioni da farei tn Itali•a . Per quelle da farei all'EMiero, aggiungere L. 6 se per un solo volume, L. 10 se per due vo· lurnd, L. 16 se J)er. tutti e tre i volumi, a rimborso. maggiori arpese poeta.li occorrenti J)e.r la spedizione. Iniviare V.aiglia Poetale ,aiJl'Edò.tore LUIGI POZZI Via. Sistina. n. 14 - ROMA . .
•
[--\~NO
XXXIII,
FASC.
28]
~IONE
SUNTI E RASSEGNE. CUORE E CIRCOLAZIONE. L'ipertensione e la medicazione ipotensiva. (KATZE~ELBOGEN .
l ourn. de méd. de Paris , 19'M, n. 7).
I.o stt1dio dell'ipertensione comprende quello del. 1~ varietà cliniche seguenti: 1) L'l. t ransitoria. - Si 05serva in individui che, già allo stato fisiologico, !Presentano delle fluttuazionl fisiologiche della tensione. Tale ,,arietà può accompagnarsi a disturbi abbastanza seri che dominél n o la situ azion e, icoone p. es., in un malato di Mackenzie in cui gli attacchi ·di i'Pertensione a11. davano di pari pa&so con crisi anginoidi. La pression e sistolica, che normalmente era di 140-160 mm. di m ercurio, si elevava durante le crisi a 240-260 ed an che a 300 per discen·d er e alla n orma quando le inalazioni di nitrito d•amile face,·ano scomparire i dolori. E' logico, dice l'.~ .. attribuire questi attacchi ipertensivi all'eccitazione dei centri ,·asocostrittori provocata dal dolor e . . ! .~ip ertension e transitoria è anche un epifenome110 della grande crisi aiddominale di origine diY.eT.;a (saturnina, tabetica, arteriosclerosa) e doYuta alla intensa vaso-costrizione del territorio dello splancnico. An che in seguito a disturbi cerebrali si osservano I. tran sitorie do\1 ute &oprattutto a spasmi vascolari, nel saturnismo, n ell'uremia, n ell'eclampsia. L'I. tran sitoria si ha anche nel periodo ini· ziale della n efrite acuta ed anche in tal ca so è determinata ·dan•angiospasmo. 2) L'·I . permanente con Lesioni organiche dell'apparato cardio-vascolare. Si o5serYa nelle nefriti croniche uremiche e n elle arterioscler osi. 3)
L 'I. p·P1manente d etta primitiva od essenziale.
- Ha dato luogo a numerose controversie, tanto cl1e alcuni ne negano resistenza. \.i sono pertanto numerosi individui che hanno ipertensione torte e permanente e ch e all'autop&ia non presentano traccia di sclerosi renale o ,·ascolare; es·s i non avver · tono nessun ·disturbo e soltanto per caso il medico ' 'i scopre l'ipertensione. J'ale Yarietà presenta i 5eg11enti caratteri: a) si osserva spesso in parecchi membri della stessa famiglia; b) sopr aggi·u nge ai 40-60 anni, lPtlr non e5sen· do un fenomeno di sen escen za, tanto più che si ha talora in indivi dui di 20 anni. Nella donna questo ' stato si inizia spesso al periodo del climaterio e nell'uomo accompagna la diminuzione o la scomparsa del sen5o sessuale; e) le va1iazioni diurne sono notevoli, cop differenze anche di 100 mm. di mercurio; spesso al mattino, in letto, la pressione è normale; d) il solo riposo, anche senza agenti medica· 1
-
•
979
PRATICA
rr1entosi, può far discender e la p·ressione alla norrna; lo stesso effetto 1possono avere le affezioni febbrili. Questi abbassamenti possono durare per 10-15 giorni; e) i malati con ipertonia es5enziale presentano spesso i sin tomi della vagotonia: disturbi vasomotorii, irr egolarità cardiache, rigurgiti acidi, trasp1.. razione, neryosità, ecc.; .: ) l'I. essenziale è caratterizzata inoltre da certi disturbi del m etabolismo; abba5samento della tolleranza per gli idrati di car.bonio, valori elevati della colesterina e dell'acido uri~o n el sangue e bassi del calcio; g) questa varietà d'I. reagisce all'adrenalina (per iniezioni sottocute od intra venam) secondo il tipo del vago: elevazio11e primaria della pressione a cui succede un'elevazione &econdaria che non oltrepassa la pressione del punto di partenza. P er la prognosi n on ci si deve basare unicamen.. te sullo studio della pression e che non è che un si ntoma. ma fondarsi soprattutto sulla clinica. Vi sono individui cl1e sopportan o bene pressioni anche elevate, mentre invece altri hanno come con- · seguenze: emorragie o rammollimenti cerebrali e specialmente insufficienza cardiaca con la quale finisce il più spesso l'ipertension e. TRATIA~IENTO. .i\l primo ,p osto della medicazione d'urgenza si trova il salasso che ha le sue indicazioni particolarmente n elle complicazioni dell'I. ed anzitutto n ell'edema polmonare acuto. I sala ssi ripetuti possono dare buoni risultati anche nell'I. degli arteriosclerotici, mentre non sembran o raccomandabili n el trattamento corrente dell'I. essenziale. Il salasso è pure utile in diver i:;i stati (Pclampsia. crisi convulsive uremiche, accessi anginosi, crisi saturnine) quando 5i accompagnano . a forti attacchi ipertensivi. In luogo del salasso, si può aipplicare la flebostasi. mettendo 1dei lacci, m ediocremente serrati alla radice dei quattro arti e trattenendo cosi una certa quantità di sangue nelle vene periferiche. Comun·que i· azione del 5alasso non è che passeggera in quanto che il sangue evacuato non tar<la ad essere sostituito dal liquido proveniente dai 1essuti, quindi la pressione n on tarda a risalire. Oltre alla me·diieazione d'urgenza, il trattamento cle1l'I. comprende delle r egole igieniche e dieteticl1e che hanno la massima importanza. Si conc:.iglierà di evitare ogni sovraffaticamento ed il soggiorno a grandi altezze. L'iperteso dovrà essere molto sobrio; la carn e non gli sarà permessa che in piccola quantità; il iiègime sarà a preferenza ipoclorurato e latta-vegetariano. La stessa moder:tzione si dovrà a\rere per le bevande: 1 litro e mezzo n elle 24 ore, comprese le minestre 01d il latte. costituirà un massimo. 11 trattamento medicamentoso cOIIllprende: 1
1
•
•
IL POLICLtNlCO
l J' La niedicazlon. e depletli,a. Può esser e ottenu-
ta, oltre che con il salasso, co11 i lassativi ed i diuretici. Fra i primi sono raccomandati i sali alealini, 5olfato ·di sodio solo od unito con il bicarbonato di so·dio. Come diuretici sono consigliabilt la teobromina, la diuretina, alternate con la scilla. •
'
2) I vasodilatatori e gli antispasmodici . .Il vi-
·. schio si ·darà sotto forma di estratto flu~do a dosi di L-LXX gocce. al giorno. Il nitrito d i sodio in quantità id i cg. 20-30. al giorno in forma di :pozione e per un periodo di 10-15 giorni; il nitrito d'amile per inalazioni : I-II gocce la prima volta, J.II--IV in seguito. La n itroglicerina si dà come soluzione alcoolica a 1/100, in ragione ·di X-XV gocce al giotno. frazj on ata a II-IiII gocce la volta. La si dà an~he in granuli dosati al decimo di milligrammo (3-6 dmmg. ). Alcuni at1tori l1anno usato il nitrito di sodio an che jpeT iniezioni s.o ttocutanee (cg. 2-41 od endovenose (mmg. 5-10) e, sembra, con buoni risultati. Come antispasmodici ed antinervini sono da menzionare la belladonna, il giusquiamo, la valeriana, il benzoato ·di ben zile. 3) L e preparaziorii iodate (Io iodio n on è un ipotensore, ma più che altro un linfagogo) che sono talora utili n egli arteriosclerottci. La tintura d'aglio, di uso troppo recente perchè se ne possa parlare con co.g nizione di causa. Gli (l;rsenobenzoii sono utili nelle ipertensioni di origine sifilitiça. L'opoterapia ovarica rinfor za l'azion e dei medicamenti vasodilatatori n ell'ipertensione della menopausa. Fra i metodi ipotensivi introdotti ùltiroamente si deve citare la r aidioterapia delle capsule surre. nali. Si porta l'irradiazione sopra una zona para. vertebrale situata fra l'X·I vertebra dol'lsale e la . III lombare. Negli ipertesi non ateromatosi si nota un abbassamento di pressione; invece negli ai-. teriosclerotici albuminurici il trattamento è iner. fìcace. Non è però improbabile che i bt1oni risultati ottenuti .siano da attribuir5i ·al fatto che si tratta,ra ·di in·divi·d ui con ipertensione essenziale in cui si hanno spontanee variazioni della pressione, ed in cui il riposo ed il trattamento antispasmodico danno gli stes&i effetti con un procedimento meno costoso e meno complicato che la ra-Oioterapia. FILIPPINI.
Il trattamento igienico-dietetico
dell'ipertensione arte1·iosa. (A. 'MOLLER-DEHA~I . ll'iener klin. Woch ., 1926,
n.
6).
'Sull'ipert?nia essenziale come entità clinica sono stati 5ollevati dei dubbi in quanto che da taluno si vorrebbe ricondurla a disturbi renali; l'odierna tendenza però è di considerarla come
[ ANNO
XXXIII,
28 J
•
una malattia a sè. Comunque, anche se la si ri· tiene una manifestazione secondaria, il trattamen· to diretto contro l'ipertonia essenziale vale almeno come trattamento sintomatico. Causa ·del1'ipertonia è l'aumento del tono del piccolissimi vasi che attualmente si riconosce di n atura funzionale. E qui si presenta la prima questione se cioè il semplice aumento della pressione sanguigna &enza iSintomi e senza malattie di. organi, quale si osserva nel .quinto decennio della vita, debba essere oggetto di un trattamento. E 1questo tanto più in quanto che alcuni autori, anzi, ritengono ·Che l'organismo a tale età abbia bisogno di un elevamento di pression e. T·u tto sommato però appare ' 'antaggioso l'abbassare il tono .dei minimi vasi e di conseguenza la pressione sanguigna. ·Quand-o, con la più semplice misura terapeutica, il riposo in· letto, si riesce a jportare un reale abbassamento della pressione ed a far cessare i disturbi, si agisce senza dubbio vantaggiosamente per il malato. Di' fatto, a parte gli eventuali di· sturbi, non deve éSSere indifferente per il cuore i1 dover lottare .contro l'elevata pr.essione e d'al. tro can to è se1I11PTe opportuno impedire le modificazioni anatomo-patologiche dovute alle conc;eguenze m.e ccaniche che l' elevata pres5ione determina sulle pareti dei va:si. L'abbassamento è · poi tanto 1Più n ecessario e deside,rabiJ.e quando l'elevata pressione è accompagnata .(,ia disturbi, quali senso ·di p·r essione a 1 capo, ·vertigini, n er,rosismo, facile stanchezza e sintomi da parte del cuore. 1P urtroppo le possibilità terapeutiche sono limitate e poco sicure; sotto tale !Plinto -Oi vista si possono ·distinguere due modalità d ell'aumento di pressione, quello fi&sato P quello non fissato, includen~o nella prima quelle forme in -cui l'int~rventb terapeutico è efficace. E noto dalla fisiologia che la pressione aumen· ta con !' aff aticàmento e diminuisce nel riposo e nel .sonno. Il primo suggerimento terapeutico è quindi il riposo in tutte le forme . Al riposo in letto alcuni malati, ~;pooialmente n elle forme ini• ziali, r eagiscono ben e, altri no; n ei primi si IPUò, in casi eccezionali, arrivare anche ad un abbasc;am ento di 100 mm. d i m ercurio. In questi, inter-. calando opportunamente giorni o periodi di ri · poso con altri in cui l'individuo può attendere ai suoi affari, si possono ottenere ottimi effetti. I~ riposo in letto non è che il paradigma delle regole con sigliabili che !debbono e5tendersi a tutto il campo dell'attività n on solo fisi.ca ma anche psichica, n el sen so di eliminare tutte le cause di e·ccitazion e, economiche, familiari , personali, consigliando e,rentualmente il soggiorno in adatti luoghi di cura. •
•
FASC.
•
•
[Al."Wo XXXIII,
28]
FASC.
SEZIONE PRATICA
981
: f
Un altro punto da considerare è l 'alimentazio. Specialmen te nei. casi in cui non esistono dine. Si de\re, di fatto, tener presente che ogni in· sturbi, non &ono .consigliabili le diete estreme e traduzione di cibo, e specialmente i pa&ti abbon- continuate a lungo; si de, e tener presente .che la danti e ricchi in albumina, sono seguìti da aumen- maggior parte dei buoni risultati che si sono pub• to di pressione. Ne derivano quindi tre massime: bli cati come attribuibili a questo od a .quel me1) i pasti .dev-0no essere non abbondanti, non rict01do è passibile di critica perchrè si riferisce a chi di albumina e seguiti da un periodo di rimalati in cui altri elementi, specialrne11te il i·iposo; 2) è raccomandabile di fare cinque piccoli poso in letto, hanno avuto azione favorevole. Nei pasti nella giornata e limitare quello del mezzocasi adatti le diete estreme possono anche essere giorno e • della sera, abba~saTIJdo la quantità di consigliabili, purehè continuate per poco tempo . albuminoiùi e specialmente di carne; 3) il regime B bene fare talora cure di fame, giorni di frutta. va iperò regolato secondo le esigenze individuali. di dieta scarsa, di sete (in tali giorni si danno Importante è )'introduzione di periodi di dieta soltanto dei panini abbrustoliti), di riduzione delvegetariana, eventualmente di giornate completa. mente vegetariane. ll n ogni caso, specialmente se l'albumina, di dieta ~poclorurata. Si deve badare a combattere la stitichezza che iniziale, si potrà tentare la dieta !atto-vegetariaagisce anche di per sè, aumentando la pressione; na, ma non si dovrà insistere in essa in pazienti utili riescono le cure di :\1arienbad, specialmente in cui la &ottrazione di carne non ha dato l'ab· bassamente desiderato, perchè si corre il pericolo nei grassi col tipo della pletora addominale. e di dent1trire l'indi\ id110 e di fargli perdere l'ap- nota anche l 'azione del rigonfiamento dello stopetito. Analogl1e osservazioni si devono fare iper maco e dell'intestino che, spingendo in alto il la .ql1antità del cibo. ~egli obesi una cura di didiaframma può elevare la pressione. In tal caso, magrimento può essere utile, nei magri il ridurli il massaggio, la dieta opportuna, le ap1plicazion1 alla fame non dà nessun ·v antaggio. calde e le cure m edica111entose raggiungono lo Un altro problema che si pre&enta è la ridu. , sropo de&iderato. zione della quantità dei liquidi. L'.i\., con ''on I rislrltati ottenuti col salasso sono vari: talora ~oorden, ritiene che sia conYeniente una quantità si ha un durevole abbassamento della pressione; giornaliera di litri 1-11h. f: indubitato che, con alt!·e volte esso è del tutto inefficace. Raramente tale riduzione, si ha frequ entemente l 'abbassasi è rivolta l'attenzione al sistema nervoso come mento della pressione e la diminuzione dei difattore di elevamento di pressione; qualche volta sturbi subbietti'vi, mentre d'altra parte è pure si è dimostrata benefica l'influenza della puntura certo che la continuata ingestione di grandi quantità di liiqu1di ha importanza nella eziologia del- lombare. :\folti sono altresì i metodi di terapia fisi ca l'ipertonia, come lo dimostra il cuore dei bev1tori u=-ati che possono: 1) influenzare la cute n1erli birra di Monaco e quello dei bevitori di mosto diante bagni tiepidi, o di os:igeno o di anidride dj Tubing a. Si ''ed on o anche gli effetti del sogcarbor1ica; 2) avere scopo derivativo (bagni caldi gior110 nelle &tazioni dj cura, in cui gli ipertonici . e11a:pati e simili). Essi agiscono in verità sul bereagiscono male all'introduzione di molti liquidi; a mag!?ior ragio11e ciò \ a detto per le beYande 11essere g·enerale, ma non se ne può sperare un alcooliche in cui si ha anche l'azione sfavore,·ole ris111tato duraturo. Teorica1nente fondato è il tendell'alcool. t1tivo di ottenere, mediante un'ipere1nia cutanea, I ,a riduzione d el sale è generalmente utile e 1111a rip·artizione più fa\'Orevole ·del sangue e qt1in~ cons)gliabile in rasi di concomitante malattia redi la di1ninuzione clelle resistenze arteriose. A nale. Come in questa, in tutte le cure di riduzione tale scopo si consiglia110 irradiazioni be11 dosate sj deve ·stt1diare bene l'effetto in modo da ritorcol 50le artificiale. Anche in tal caso però i buoni nare alle condizioni di iprima se si vede che l'ef- risultati sono rari ed è an,c ora dubbio se l'efficafetto è nullo; ciò vale specialm ente per la ri'ducia dipenda dall'azione sulla pelle o per la introzìone del sale. duzione col respiro dei prodotti di reazione. Del Tutti questi metodi: cure di fame, dieta scars<l tntto inesplicata è l'influenza che is ulla pressione rli a1b1Jmina, cure di sete, dieta ipoclorurata (a sa.nguig11a esercitano l'alta frequenza e la d' Armeno di g, 1-2 al giorno di cloruro di sodio) sono sonvalizzazione. Certan;:iente l' elettricità agis·ce su state consigliate dai diversi autori e {!Ualche volta tutto l'organismo e quin1di anche sulla pressio11e; sono seguite da successo. Bisogna però abbandonare ogni sterile schematismo, t~nto più che spes- ma se e come debba utilizzarsi questa influe11za in terapia è tt1ttora soggetto di discussione. ·so l'abbassamento di pressione è ottenuto al caro FILIPP INI . -prez20 di disturbi del benessere gen erale. 1
t
1
1
1
'
•
[ANNO XXXIII,
lL Por !CLINICO .
982
SISTEMA NERVOSO.
Valore semeiologico del segno di Ba,binski. (H. ROYER.
Gazette des Hopitaitx, 1926, n. 37J.
Il segno di Babinski è findice capitale d'una lesione organica della via piramidale. All'infuori <lelle lesioni nettamente localizzate a questo 5istema, la constatazione del segno di Babinski nel rorso di altre affezioni nervose o di malattie generali ind11ce a sospettare l'associazione ·d 'un disturbo piramidale. L' A. 5tudia il segno di Babinski nelle malattie organiche del sistema nerYoso, nelle tossi-infezio. ni, nellr neurosi. Per quel che rig11arda le malattie organicl1e del sistema· nervoso passa in rassegna l e affezioni delJa vja piramidale, della via extrapiramidale, della via cerebellare, delle sindromi nervose periferiche, delle intezioni pi.t1 o meno localizzate ai centri nervosi. Il segno di Babinski è presente con noteYOlb frequenza nelle emiplegie orga11iche. Le statistirlle ·dei vari autori portano tale frequenza perfino al 92 %. La natura, la causa, la .sede della lesione cerebrale producente. l'emiplegia hanno scarsa influenza nel determinare o meno il 5inton1a. J.,'estensione dell!allt1ce si 11a ancl1e n elle forme poro stabili o affatto transitorie di perturbazione delle vie pirami dali, quali •quelle dipendenti dai disturbi circolatori ·dei cardiaci o degli arterio8rlerotici, degli ipertesi o degli azotemici. Il segno compare molto .precocemente. .L\lcuni hanno affermato che manca nel periodo flaccido e si presenta non appena s'inizia la contrattura. l\'Ia nt1merose osservazioni farebbero ritenere cl1e esso può ,comparire anche subito dopo• l'ictus . La durata del segno nell'emiplegia iè variabile. Di regola persiste molto tempo, quantunque sia !;empre più marcata nelle forme recenti. !1 Babinski può manifestarsi anche nel lato non paralizzato, sia percl11è negli arteriosclerotici ancl1e l'emisfero non leso ba una circolazione difettosa, sia percl11è essò può essere collegato alla parte del fa5·cio piramidale omolaterale. Nelle sindromi eccito-motrici corticali che si estrinsecano con l'epilessia si può avere l'esten· sione dell'alluce uni- o bilaterale. Il fenomeno può riscontrarsi al momento della crisi. o dopo tanto nell'eipilessia essenziale ol1e sinto1natica. Il segno ha un'importanza diagnostica notevole in qnanto serve a stabilire sr· si tratta di 11na forma morbosa organica o funzionale. ~ella menirigite cerebro-s-pi11ale epidetn ica il segno di ·B abin. ki è raro, a merto che non si tratt1 di forme i1elle quali si ha complicazione di emipl egia definitiva o tran. itoria. 1
FASC.
28]
Nella meningite tubercolare Bruzinski ha con. statato l'estensione dell'alluce nel 50 % dei casi : si ha spesso ,differenza ai due lati, specie nella forma emiplegica. Nella paralisi progressiva il 5egno è presente solo in una rp iccola proporzione di casi. Si trova però ql1asi sempre, transitoriamente, durante e èopo gli accessi apoplettiformi ed epilettiformi. Il segno di Babinski non si riscontra in alcuna malattia m entale che non sia legata a lesioni or• ganiche del sistema nervoso. Il segno di Babinski assume una diversa frequenza e modalità nelle Yarie affezioni midollari, . econdo cl1e si tratti di lesione midollare o perimidoJJare ed a seconda dell'altezza della lesione. Nella paraplegia spastica è presente nel 100 % dei casi. \
::.'\ella mielite trasversa e· so.p ratutto nella meningo,mielite sifilitica a tipo para.p legia di Erb , l'Clstensjone bilaterale degli alluci è costante. Nella claudicazione inter1rLittente il segno, come il clo110 del piede, può comparire o accentuarsi in seguito a stan cl1ezza dopo un 111ngo cammino. Nella siringomiel·i a manca di regola. ~ella sc lerosi a placche ~ presente nel 10-20 % dei casi. Déj erine e l11omas rile\Tano la variabilità del segno almeno al principio della malattia, vari:tbilità che può essere rapportata alla intermittenza degli altri sintomi della sclerosi a pla·c che. Nella sclero.~i laterale amiotro1/ica il segno di )3ahinsl{i man,c a ordinariamente. quantunque si tr~tti di una affezione eminentemente spastica. IJ fenomeno è 5tato attribuito a contemporanea lec;ione delle corna anteriori del V segmento. delle vie della sensibilità nociocettrice (talamo, na5tro di Reil,. sostanza reticolare del bulbo o cordoni anterolaterali). Il segno compare frequentemente nel corso delle ro1n,pressioni midollari da pachimeningite, da tumore radicolare, da neoplasma secondario del rarhtde, da P ott. E ciò 1perchè l'e5tensione dell'alluce non è l'espressione soltanto di lesione ma anc11e di semplice irritazione delle vie pira_m idali. Xelle lesioni traumatiche del midollo il segno di B~binski assume lln contegno variabile a seconda che si. tratti di le5inne completa o incorp.P1rta. Non vi sono elementi per dare alla modali.tà del fenomeno colore diagnostico differenziale $iC11ro, comunque sembra che la comparsa precoce del segno deporrebbe per la sezione inc.omI>leta. Secondo l\IJjnl\O\VSki le variazioni del segno nei varii tempi avrebbero un certo significato prognostico: un rifles5o in flessione che si tra~forma in capo a qualche giorno o qualche sett1n1ana in riflesso di estensione sarebbe l'indice di eYolnzione progressiYa del midollo. isolato. e sa1
1
•
(ANNO
XXXIII,
FASc. 28 '
SEZIONE PRATICA
rebbe di progno5i meno grave del passaggio dall'estensione alla flessione e poi all'areflessia lombare. Nella poliomielite cronica dell'adulto, nella sindrome di A ran-Duchenne il segno manca. Ma quando la sindro1ne costituisce la fase inizia1 e della sifilide midollare, della 5iringomielia, della sc1ero!=;i laterale amiotrofica, -cioè quando il pro. re5so non resta più localizzato alle coTna anteriori, si può a\rere la com1parsa del sintoma. ~~ella
98:t
del segno di Babinski deve far pensare ad una lesione mi·dollare. Nelle 1niopalie è stato talvolta ri.iscontrato Babinski positivo, che può mettersi in conto di leioni midollari o ·di di5tonie periferiche. Xel reumatismo cronico è stato riscontrato più Yolte il riflesso alluce-dorsale ciò che farebbe pensare ad un'etiologia nervosa dell'affezione, o più Yeri imilmente acl un'irritazione midollare d'origine spo11dilosica. Xell 'encefalite letargica è stato notato .qualcl1e raso di alluce-dorsale, e così nel teta110 e nella rabbia. Il segno di Babinski è stato n otato in varie infezioni, intossicazioni ed autointossicazioni, che possono avere, nei casi grav1, ripercussioni sul 11e,rrasse. Levi l'ha notato nel 50 % dei casi di tifo, specie nelle forme deliranti, durante l 'inf.ezione ed anche nella convalescenza. l{iroff l'ha trovato nella scarlattina n elle forme con ipertemia grave, forte eruzion e, d elirio, m eningismo. Lo stesso .!\.. 1'ha trovato nel 19 % ·dei casi di <lifterite sopratutto nelle forme graYi: avrebbe va1ore prognosti co ed anche diagnostico in quanto manca nelle altre angine. Il segno di Babinski è 5tato trovato in qualche caso d'intossicazione <la etere, cloroi,..ormio, ailcool,
poliomielite .ar1Lta si 11a sempre riflesso in
flessio11e; sono state tuttaYia registrate numerose P.0cpzjoni, la ·cui interpretazione è difficile. Serondo alcuni sembra trattarsi qi un falso Babinski dc,rnto alla disarmonia di motilità dei vari mt1scoli. In alcuni casi sembra che il fenomeno sia do,ynto a diffusione del processo morboso alle vie piramidali. ~ella tabe il riflesso plantare è irregolare, con5ervato, abolito, ma mai inYertito. La sPde in altezza delle lesioni piramidali nel midollo non ha importanza per la modalità del segno di Babin5ki. Tuttavia nelle sclerosi laterali amiotrofiche a tipo cervicale il segno è meno freqi1ente cl1e nelle forme inferi ori a ttpo di paraplegia spasmodica. Solo la lesione graYe del segmento lombare •L 4 L5 L 1 può impedire la produzione del riflesso in estensione. Nel morbo di Parkinsan il Babin ski manca, salvo qualcl1e eccezìone nella quale de\re ammettersi l'estensione del processo alle vie piramidali. Nell'atetosi pura, nel morbo di \Vilson è stato rilevato eccezionalmente e solo transitoriamente, a meno che non si tratti <ii forme impure con compromi5sione del sistema piramidale. Nella corea cronica, nel 'morbo di Hilnl ington manca ·di regola. Nella corea del Sydenham. infezione diffusa del centri. nervosi, che quantunque 1predomini nei corpi ~triati può -colpire anche le vie cerebellari ed il sistema piramidale, si può trovare in riflesso dell'alluce in esten5ione. Nelle sinaromi cerebellari pure il riflesso dell'alluce è n ormale. ilVIa si possono aver e form~ neop'l asti·che che, attraverso l'ipertensione endo· cranica o !per pressione diretta, irritano il fascio pirami·dale e })rovocano l'alluce dorsale. Nella polineurite è stato registrato qualcl1e caso di Babinski positivo, che può mettersi in conto, come nella poliomielite anteriore acuta , della di· .sarmonia della motilità e sopratt1tto dell'ipertonia degli estensori sui flessori. .i\.naloga distonia pt1ò riscontrarsi nella paralisi
stricnina, veronal, osSfido di carbonio.
Curschmann attribuisce un grande valore . al segno di Babinski come sintoma premunitorio d1 coma ~iremico. Altri l'hanno trovato nell'uremia nel cor 50 o in seguito alla crisi epilettica. Nelle affezioni gravi del fegato d'origine infettiva, tossica o neoplastica è stato tro,·ato presente il segno di Babinski n el periodo terminale del coma o del delirio. \Villcox l'ha riscontrato negll itteri inf ettivi gravi, Rolleston nell'atrofia gialla acuta.
E stato trovato presente ancl1e nella pellagra, n elle anemie pernictose progressive. Il segno di nabiniSki infine manca in tutte le forme isteriche, qualunque siano i fatti motori 1presenti. Questo costituisce un criterio differen ziale di notevole importanza, in quanto, come s1 . ' ·è detto, il segno è sempre l'espressione d'una lesione o perturbazione sia pur leggera e transitoria del sistema piramidale. . DR.
ORGANI GENITALI MASCHILI. La
spe19 mato1~rea.
(D. CHAVIGNY. Paris M éd.' n. 32, agosto 1925) . Gli spermatorroici, come gl'incontinenti d'uriQa, son0 stati considerati per lungo tempo alla' stre' gua di soggetti colpiti da lesione organica:.
del. nervo crurale. Nella sciatica il rifles5o .cutaneo-plantare è ge-
neralmente indebolito o abolito. La constatazione
"
•
984
(ANNO XXXIII, F ASC. 28]
1L POLICLINICO ,
Si tratta invece 1p iutt osto lii malati p sic)'1ici. I fisiologi insegnano elle la secrezione testicolare è continua, u1 entre l'escr ezi one è intern1ittente, costituendo in tal m odo 11na spec1e di • · ritmo simil e a quello della funzione urinaria. La fisiologia di ce inoltre che l'erezione e l'eiaculazione sono . determinate da stimoli p eriferici {tattili o sensoriali), o centrali , cioè psichici (let. ture, ricordi, associazione d' idee), e sono descritte con precisione le vie centripete, il centro rrddoJlare alla regione lombare, e le vie cen lrif ughe. Ma tutto ciò non è che il corollarjo di esperi enze di laboratorio o di osservazion e di casi patologici. Nell'individuo normale invece l'i 1nportanza d ell'eccitazione periferi ca non deve essere ruai qisgiunta da quella dell'eccitazion e cer ebrale, per• chè l'erezione e l'eiaculazione costit1:iiscono d egli atti <ii natura essenzialmente cer ebral e. A dimostrare questo basta il fatto .dell'i nibizione ·l·seroitata su tali atti da alcùne emozi oni , quali lo $pavento, la tirnidezza, la paura d ell' in1 p\ìtenza, e cosi ,ria. Esiste una spermatorren. fisiologica rflppresentata dalle polluzioni, che segnano l'inizio d ella vita sess11alfl ctel giovftne. Ma da qi 1 esta forma, cl1e potremo chiamare innocua, si passa alla forma patologica che si accompagna a · disturbi gen erali di im1portanza varia. • Anche qui bisogna p erò chiarire i termini: 1a spe:1natorrea n on è la causa ·di questj di.:;turb1; ess-a non n e rappresenta che l'effetto. Si tratta cioè di soggetti accessibili a preoccupa zi on i rnentali. .Anche un soggetto i1or1nn.l e · p uò qutncli !li• ven ta re sper1natorroico se la lettura di seri tti terr or izzanti o i falsi con sigli di rnora.lic;ti e di c iar~ lat?.ni riescono a creare nella sua m ente lu convinzion e che prima o poi egli possa giungere a] l'impotenza. Naturalmente tali processi avvengono più facilmente nei ;predi.sposti psicl1ici e nei d eg en t rat1. Lo spermatorroico è in genere « ipocondrin co n; n1a egli ·è spermatorroico appunto 1percl1 è la sua ipo"cndria ha creato a poco a poco un o s tato nettame11te patologico della sf era genital e. La spermatorrea chirurgica esiste n el senso che sopra una. nretrite o una infiammazione bana! e o una lesione chirurgi ca della zona genito . urinaria o r ettale può innestar si a un dato tn omento un disturbo n. carattere spermatorroico. La terapia presup1Pone p erciò un attent0 esan1e clinico del inalato, dal punto di vista cè1irurµico, me<i1:-;o e psichiatrico. Sarà intatti utile in taluni casi operar e una fimo si o un restringimento uretralP.; od anche intervenire sulle prime vie r espiratorie (polipi nasali, iper trofia dei cor11etti e dell e amigdale) per eliminare l'influsso eccitatore
che e.sercita taJlora. snll'erezione notturna uno stato di asfissia anche modica. L n cauterizzazione d el ver1t montarrum col nitrato d'argento ha dato qualche resultato, tna è 1:Jil procedimento empirico, che agisce forse solo per ~· uggestione. E lo stesso si dica per la. dilatazione forz a t~ ·dell'ano proposta da Trousseau. In altri casi bisogn er à eliminare una co-;tipa. zionE> abituale, un'elmintiasi, un intertrigo, un ecze111a, 1e ernorroidj, le r agadj all'ano. Ciò escluso s i adotterà prima d'ogni altra uria ternpia 1nentale, cercando di far co1nprendcre al mal ~ t o il s uo vero stato, e fa cendo opera di persuasion e, m er1tre n ello stesso teffilPO si ordinerà di .soppri1nere tutte le cause di ec0itazionP, rappresentate sopr n1 utto dalle letture eroti che e por• nografiche. P oi, ottenuta la confid enza d el rnalato, si potrà ricor rere a qnalche coad iu,rant c medicamentoso. escluden do il bromuro che depri1ne troppo. In qualche caso potrà riuscire utile llil ipnotico, in qualche altro la belladonna, associand o sempre ai ricostituenti generali, alla vita all'aria li. bera, e alle varie misure igienico-dietP.tiche indispe n~ahili ,p er la bl1ona riuscita della cura. L'Plettrizzazione galvanica o faradica lon1bare e uro-genitale, in quanto eserci ta un'azione rieducatrice dell'attenzione, può essere di buon ausilio. T::i.lora infine, n on riuscendo ad ottenP.re la g uari gione in altro rnodo, si potrà ricorrere alla M. FAllF.RI. suggestione ipnoti rn.
L'epididi1nite tubercolare acuta. V ie E.-ctrap ul1nonale Tuberlcuiose. f asc. VI, 1925).
( \\' .
TADASSOHN.
Giù Koch er,
ina sopratutto " ' i1'dbolz , Lejars, De Querva.in, banno m es-so ii1 evidenza com e spc::'o l'epidi·dimi te tubercolare si inizi acutamente con t11mefazione, d olor e, e febbre in modo da c;imulare una epi1didimite acuta. Lejars crede che :>i tratti del sopraggiunger e di una infezione do comuni gern1i i1el focolaio tubercolare latente. De :)uervai.n cred" cl1e in molti casi si tratti delr ap1=> l'tura di u n rp rocesso tubercolare n ella vaginale. iL'..<\. in 93 ca5i di epididimite tubercolare dell'JnseJspita1 di Berna ne 11a rinven11ti 23 che ' presentava110 s intomi ac11ti. R irporta p erò la stori" solo di 8 p er c·hiè completamente studiati e tipica m ente a decorso acuto. Furono tutti operati d.i epidi.dimectomia prima ·della s~o:rriparsa dei f enomeni acuti. In tutti i casi la quàntità di tu ber~01i dimostrabile istologicamente nel tessuto in~ fiamm atorio fu n1olto scarsa, anzi in 2 casi man. caYan o del tutto, tanto che la -diagnosi .fu fatta colla dimostrazi()ne d ei bacilli tubercolari. 1
·
[ANNO XXXIII, FASC. 28]
SEZIONE PRATlCA I
L' A. non crede che nei suoi malati si possa pensare a u11a infezione mista di un focolaio tub ercolare latente. Gougerot e dopo Liebermeister hanno stu•diato specialmente la questione del. la tubercolosi senza tW:>ercoli. Questi /\A. ne hanno distinto una forma acuta e una forma cronica che hanno attribuito alla diversa quantità e virulenza dei germi. Non parlano però nelle loro ricerche della tube:rcolosi dell'epididimo. L'A. crede che i suoi casi si deb·b an o cla1ssitficare fra quelle forme di passaggio, descritte da Gougerot, fra la tubercolosi senza tubercoli e la tu,b ercolosi tipica senza .segni di flogosi banale. Nei casi riferiti il decorso iclinico starebbe in aiccordo col quadro isto-patologico, mentre in altri casi esiste un rontrasto fra l'andamento acuto del processo e il reperto istologico di una :flogosi cronica. Sah1i ha attribuito il diverso modo di reagir e dei tessuti alla tubercolosi a u·n a ·diversa allergi'l Jocale e generale d ei singoli individui. L' A. formula l'ipotesi iche la tulbercolopirina che dà luogo alle a Iterazioni dei tessuti sia dovuta alla unione della t11bercolina all 'anticonpo I che si trova nel siero 1di tutti gli individui, ma in maggior quantità in quello di individui già colpiti da un processo tnbercolare. La tooercolopirina ·p oi sarebbe r esa inof·f ensiva dall'union e con un altro a:nti~ corpo II. Ora la produzione di tubercoli starebbe 1n ragion e diretta d1ella quantità d i tubercolopirina che si forma. Perciò il quadro istolo~-co dipende: 1) dalla quantità degli anticol)J>i I ohe trasformano la tubercolina in tubercolopirina; 2) dalla quantità degli anticorpi II; 3) dalla quantità della tubercolina. In quasi tutti i casi la localizzazione epi•didin1aria non è 'Primitiva, si 'PUÒ comprendere quiin·di rome dal variare drei 3 fattori soprMletti possa v:iriare il quadro clinico e istologico. L'A. accenna poi brevem ente a alcune riicerche sperimentali proprie nelle 1quali è riuscito a reinfettare nell'epididimo cavie già tubercolose con cultnl'e che non avevano attec·chito con una iniezione intra>Clermica. Attribuisce ·questo •diverso com-portamento a1la diversa produzione di anticorpi dc1 di vers~ tessuti. MANFREDO AsCOLI.
Pubblicazione importante: Pro f. ANTONIO DE CASTRO Docente di OliilJÌ<}a, e di Medicina Operatol"i&
Chirurgia del Carcinoma della Mammella •
Un lr!OE60 v.olume in-8°, di 366 prugine, in nitidissima Vieste. 1".ipogiraf-ioa, .<?00 XVIII Tavole fuori testo. In com. mercio L. 5 O p.1u le spese poetali di spedizione. P er i n<>etri abbonati, sole L. 4 6 fr.anoo di porto. Inviare Vaglia Postale all'Edtitore LUIGI POZZI Via. Sistina, n. 14 - ROMA.
CENNI BIBLIOGRAFICI. Congres, i della Società I taliana di Medicina Jn.. terna (Roma 26-29 ottobre 1925). Un vol. in-4o di pag. 241. Roma, 1926, Casa .Ed. Luigi Pozz.i. L. 60.
E con vivo compiacjmen to che vediamo anche quest'anno pubblicare, con encomiabile sollecitudine, dalla Casa Editrice P ozzi, il vol urne degli Atti del XXXI Congresso ·della .società di Medicina Interna. In esso iSono ri'Portate per intero le interesi;an,· 1issime relazioni sulle 11 Cjrrosi epatiche n e sulla « Terapia del m. di Basedow » , nonchè quella del prof. Boeri sull' cc Esame funzionale dell'aJpparato respir atorio )) . Ogni relazione è seguita dapprima dalle comunicazioni ad e5sa inerenti e poi da11 a òiscussione e dalle risposte dei Relatori. Il volume contiene inoltre, ordjnate per argomento, tutte le comuni cazioni fatte dagli aderenti al Congresso. Molto importanti sono sopratutte quelle sull'apparato cir colatorio, .su quello reS(piratorio e sulla malaria. Es5o quindi ripro.duc3 fedelmente lo stato attuale della medicina italiana, e tutti coloro che desiderano tenersi al cor, rente dei progressi che si vanno facendo nel campo medico, troveranno in esso un'utile mèsse di cognizioni mo.derne. Facile è la ri-cer.ca dei Yari argomenti trattati essendo il volume provvi5to di indici per materia, per autori, per seduta. Ampia lode va data al solerte 11>rof. Sabatini che, per incarico del Consiglio Direttivo ·della Società, cura ormai da par-ecchi anni tale pubblicazione. R. B. P rof. ·L.
FERRIO.
L a diagnosi cl·i nica delle malattie
interne. Torin o, Unione Tip.-Ed. Torinese, 192.').
L. 90.
La seconda edizione del bel trattato del Ferrio , già. noto a gran part~ dei medici, ci si presenta completamente rifatta, arricchita di tutte le nuove acquisizioni scientifiche e complete sotto ogni r1 guardo. Il primo volume sulle malattie da infezioni si apre con un bel capitolo sulla imm,unità e anafilassi. Vi si trovano le ·comuni nozioni 5ull'ar .. gomento, ma presentate con un'esposizione cosl chiara e brillante da rendere piacevole e facile a tutti la lettura di un ar.g omento che già per se stes o è !Pieno di difficoltà e incertezze. Nello SteS50 volume g1i itteri infettivi, Ci danno luce completa sulle n uove cognizioni per la spirochetosi e gli itteri da paratifo. Il secondo volume 1sull'ap11>arato ·circolatorio, re spiratorio e uropoietico è al corrente di ogni nuovo progresso scientifico in questo campo. Vl si trova tutta la semeiotica cardiaca e respiratoria diffusamente trattata. Belli i capitoli sull'ipertensione, arteriosclerosi 1
986
[ANNO
lL POLICLlNICO
e le affezioni ·d ell'aorta. Bellis5imo il capitolo
sulle cavità varie nell'interno del polmone e con~iderazioni diagnostiche relative. Per il rene l'A. adotta la classificazione francese e tratta diffusa mente la prova sulla funzionalità renale. E un libro essenzialmente .pratico, facile, acces&ibile a tutti. Essenzialmente pratico ma completo, percl11è l'A. non dimentica di intercalar1 nel testo opportunamente nozioni di anatomia, fisiologia, semeiotica e patogenesi, come pure non "tralascia ·di consi•derare e discutere per ogni ma. lattia anche i sintomi accessori e di minore importanza. Altro pregio fondamentale del libro è il tener conto di tutte le 0tpinioni degli ~utori italiani e stranieri su cia5cun argomento, corredandole colle relative citazioni bibliografiche pagina per pagina. Il trattato del Ferrio è destinato al più grande successo e al favore di tutti i medici. A. POZZI.
L a tubercolosi polmonare dal punto di vista clinico e sociale. Soc. An. Istituto Editoriale Scientifico. Milano, 2 vol., 19'26.
.i\l I volume comparso l'anno scorso e riguardante l'eziologia, la patogene!3i, l'an·atomia patologica e la clinica della tubercolosi polmonare, è seguìto quest'anno a ·suo completamento il I[ vo1tlme. Esso tratta della terapia, della dife&a sociale, della legislazione, ed è stato compilato con la collaborazione di Alleri, Arrigon.i, Bertare111, Bertolini, Carpi, Castiglioni, Gamma, Mangiagallt, 1\1ichPJi, Ron'doni, Ro11za11i, Salvini, Ziboni. Se il I volume racchiude tutte quelle nozioni che hanno grande interesse per lo studioso e per il pratico, ·q uesto l!I volume veramente contienb quanto può essere ricercato ~ontin•uamente dal medico pratico nella sua .continua opera; come curare il tubercolo::io, -come difendere la società dal contagio tubercolare. Questi problemi che involgono maggiori questioni di ordine sociale tro. vano qui quella so1uzione che oggi, in base alle ultime acquisizioni ·degli studi e ·d ei 1provvedirnenti contro la tuberçolosi, rappresenta la più r~cente tappa della tisiologia. E in questo, largo contribt1to hanno portato gli scienziati e i medici italiani. E così completata lque&ta pregevole e interessante opera di autori italiani, inspirata al 1Più alto spirito di praticità, •dedicata agli studiosi tutti, ma specialmente ai medici pratici 'che potranno in essa raccogliere i buoni frutti della scienza e della esperienza delle nostre scuole mediche. A. POZZI.
..
J. Fonr.srrER. Dtabète, goutte, obésité, oxalemie. rhéumatisrnes chroniques. G. Doin et C.ie, édi-
teurs, Paris. Piccclo m anuale della collezione
«
Les consu 1-
XXXI.II,
l<'ASC. iS]
tations j ournalières n curata dal Do in ad uso dei pratici. Esso è dedicato alle malattie della nutri. zione che « ad ogni piè sospinto » e&igono dal c11ran~e adeguati consigli, più che diagnostici, terapeutici. Manualetto aggiornato (a proposito del diabete vi leggiamo anche precetti di insulinot 'rapia), che a malgrado la vastità e la complessità della materia si sforza di essere completo e chiaro s.paziando 1dalla dietoterapia alla vaocinotera1pia del1a malattie della nutrizione. MONT. J. BoAS. Diatetik d8r Mag,en und Darmkrankheiten.
Berlin. G. KELLING. Dititetik und Nachbehandlung der Operatton,en am °A'lagen-DarOnkanal. Georg Thiem.e, Verlag, Leipzig, 19-26. E ' una pubblicazione unica, presentata ora nel-
la Slia seconda edizione, che tratta l'importantissimo capitolo della dietetica sotto il duplice punto di vista dell'interesse medico e dell'interesse chirurgico, con la duplice, separata c ompetenza del1'internista (Boas) e del chiru·r go (Kelling). !In essa i consigli per la pratica non sono :semplicem~nte elencati o più o meno razionalmente eSfposti, ma sono discussi e dimostrati nel loro fonda.mento teorico ed empirico. Per cui si deve dire che il volume di 342 pagine può essere tenuto utilmente fra i libri di consultazione da parte del prof es.sionista. a. E. S. LONDON. Experimentelle Physiologie und Pathologie der Verdatlung (Chymologie). Un volume in-So di 197 pag. con 18 fig. Urban e Schwarzenberg edd. Berlino, l925. Prezzo : Marchi 9.
Scopo del li.bro è quello di mostrare ·quali siano i problemi ·della ·d igestione che il metodo sperimentale operativo .h a ormai chiarito \e quali invece attendano ancora una soluzione. Sono tredici lezioni che I' A. ha tenuto &u tale argomento a Ler1ingrado; il libro quindi non fa una trattazione sistematica dei processi della di7e5tione ·come potrebbe fare un trattato di fisiologia, ma dà un vasto colpo d'occhio su di essi, metten·d o al 1corrente il lettore delle o·dierne a cquisizioni in materia che fanno capo a Pavlov ed alla sua scuola. Sono anc·h e riportati e descritti nelle loro linee generali i metodi per lo 5tu·dio e per l'esperimen· to sugli animali, inetoid i che hanno ap'Punto con, dotto alle moderne conquiste sull'argomento. Il libro sarà letto con interesse anche dai chirurghi che vi troveranno i risultati di numerose esperienze sull'asportazione dello stomaco, del duodeno, di parti dell'intestino, della traslocazione dell'ileo al posto del digiuno e così via. 1
fil.
•
•
(A~~O
X-XXIII, FASC. 28)
F. l{IRCHBERG. Manuale di massaggio e ginnastica medica.. Vol. in-8°, 1pag. 280. G. Thieme ed., l .ipsia , 1926.
In Germania stanno moltiplicandosi le pubbll· cazioni sull'argomento in rapporto all'importanza sempr.e maggiore che vengono acquistando le di·v erse branche della terapia fisica. L'A. descrive minuta1nente i dettagli della massoterapia e le diverse modalità a seconda della regione e della indicazione causale. E un trattato completo che s.cqui sta maggior valore per i numerosi disegni e l~ belle fotografie che lo corredano. VALOONI .
Prof.
~87
SEZIONE PRATICA
PIETRO CAPPARONI. Profili bio- bibliograf ici di
medici e naturalisti ce lebri italiani (dal sec. xv
al sec. XVIII) . \ 'ol. I. Istituto Nazionale MedicoFarmia cologi.co. Roma, 19-25. Il prof. Cesarr. Serono ha fatto raccogliere in un volume quei Profili di medici e naturalisti italiani che son compal'si isolatamente dal 1923 al primo semestre del 1925 n ella sua Rassegna di Clinica T erapia e Scienze affini, sotto la cura dell'Istituto Storico Italiano dell'Arte Sanitaria. 11 lavoro è stato egregiamente preparato dalla compPtenz·a e dall'amore del prof. Pietro Capparoni ed è apparso in una magnifica edizion e degna dell 'intento e dei Grandi di cui parla. E tracciata brevf\mente la vita di 30 n ostri maggiori medici e naturalisti dal sec. xv al xvrrr e n el riportare le opere , più importanti di ognuno, vien m esso in particolare rilievo il contributo originale, l'impl1lso dato alla medicina e le grandi vie aperte al pen sier o medico dal genio di questi immortali. I Profili sono corredati dei corrispondenti r1~ tratti ed ogni cura è stata posta perchè, con la scelta dei più art~stici e simigltanti dell'epoca, fossero riprodotte le vere sembianze di questi grandi medici del passato, sì che possano parlare al'.' animo di chi le veda. Il lavoro è dedicato a tutti i medici italiani « perch1 è ricordino coloro che hanno costituito le colonne miliari i1e1 progresso del pensiero scientifico della m edicina >J. I.a pubblicazione ha avuto nel plauso di S. M il Re e ·di S. E. il Primo Ministro Benito Mussolini la più alta e significativa ricompensa. Il giornale Il P o~iclinico che ha sempre in primissima linea entu &iasticamente incoraggiata e promossa dal canto suo ogni manifestazione ed ogni rivendicazion e di italianità n el campo della produzione e degli studi di medicina, ricordando questa pubblicazione ai medici d'ltqlia, esprime la sua sentita e soli·dale espressione di plauso all'opera del prof. Serono ed a quella del 1p rof. Capparoni. D. MASELLI.
RttBDEMIE, SOCIETA MEDICHE. CON6RESSI. Società Dledico-Chirnrgica di Pavia. Seduta del 21 maggio 1926. Presidente: EMILIO Ai.FIERI .
Nel cinqua11 tesinio della P'tima operazione cesarea Porro. ALFIERI e MONTI. Gli 00., oon elevate parole, ricordano che la iprima operazione cesarea 0011 amput.azione utero ovarica fu eseguita il 21 maggio 1876 da EDOARDO PORRO in questa aula. · L'ALF.iRr.r, servendosi spesso delle stesse ·p arole del PORRO, mette in luce l ' importanza dell'avvenimento dopo il quale tante vite furono salve, ricorda attraverso quale profondo ed .acuto studio il PORRO fosse giunto alla grande iunoviazione, ricorda le obbiezioni dalle qu·ali il PORRO doivette difende rsi e sintetizza l'alta figura di scienfil.ato e di filantropo di E. PoRRO. Il MONTI, ohe ebbe il PORRO tra gli amici di famiglia tratteggia l'ambiente scientifico di allora e rievoca brillantemente la figura del Poaao come uomo e come patriota. I due oratori sono a lungo aipplauditi. Il proif. ALFIERI legge un telegramma di oalorosa ade5ione del prof. sen . MANGIAGALLI.
Sulla natura e sulla patogenesi della malattia ossea di Paget. G . Mo&ONE. Dallo studio della letteratura e di 4 casi p ersonali di m.a lattia ossea di Paget in cui 1'0. ha potuto compiere ricerche istologiche e bio1ogiche, con particolare riguardo alle prO\'e e ndocrine e al ricambio basale - sono formulate le seguenti conclusioni: 1) L a inalattia ossea di Paget è un' affezion e, se non frequente, certamente non rara. 2) E ssa r aippresenta una sindrome anatomo.. clinica assai variabile per la sede e per il nu- · mero delle ossa colpite, per l'estensione e la profondità delle lesioni: si può distinguere una forma a focolaio circoscritto, una flo:rma mO'nosteitic.a, un.a poliosteitica ed una generalizzata. 3) Anatomicamente, il processo è in modo essenziale caratterizzato da una distruzione dell'osso - dovuta ad un du plice meooanismo, di riassorbimento lacun·are, in prevale nza, e di a.liste.resi - e da un processo tendenzialmente ricootruttivo, di e.arsa efficienza: la perdita di sostanza ossea è colmata da una neoproduzione di tess uto connettivo, !Più di spesso denso, scleroso, talvolta fibrillare, 1asso ( o~o 1°). 4) Contrariamente all'opinione dominante ohe le lesioni siano sempre di natura infiammatoiria, si deve .ammettere 1'esistenza di casi in cui le lesioni scmo l'esponente di un processo distrofico, non di natura flogistica. In questi casi il mid ollo o&Seo può partecipare al processo solo con modificazion i di indole funzionale (osserv. la). 1
988
\
-
[ANN-0 XXXIII, FASC. 28]
IL POLJCLlNlCO
5) L' o.steoipat.ia, di · Paget è una sindrome ohe può avere origini differenti: Sé si prescinde dall'esistenza di un peculiare .agente infettivo (dimostrato fino ad or.a, nel solo caso, di B1GNAM1), si deve verosimilmente ammettere nella genesi della malattia il concorso di due fattori, uno disponente - e . questo è forse il più costante ed uno detérm~na.nte. Tra i primi il fattore endocrino - inteso ooone distuxbo ormonico complesso, plurighiandolare, o meglio endocrino-8.lllllPatioo, è quello che aippare più meritevole di c<YDBiderazione per ].a sua frequenza (che potrà a;pparire m.aggiore qu1a nto più accurate saranno le ricerche in proposito) e perchè in accordlQ con le nostre conoscenze intorno al metabolismo delle ossa. Su di esso s i permette di richiam·are più particol.airmente l'attenzione, perohè i oasi dall'O. studiati aJp·p ortano· un interessante contril:>uto alla. questione. Un altro fattore dispoiDente degno di menzione, sopra.tutto per le forme localiwa.te, è oostituito da alterazioni neurodistrofiche. Per i secondi è giuocof()ll'z.a ,r iferirsi a , cause ~iche, probabilmente di origine metabolica o intestin.a1~1 (KNAGGS),, fOlfse le più frequenti mia fuori deUe nostre possibilità di una sicura dimostrazione, e .a cause infettive, che per ora irupparirebbero solo ecoezionali, ma per le quali sono necessarie ulteriori e più rigorose indagini. .Al traum~ non si può ~egnare ohe un posto di eooezi.one tra le oause efficienti e soltanto per le forme .svolge.n tisi in un unico focolaio nella sede del traiuma stesso. · L 'influenza de]Ja sifilide nel determinismio patogenetico dell'osteopatia di P.aget va ridotta a quella di un fattore secondari.o, ·D -On necessario, che può spieg.a re la sua azione come provocatore di disendoorinie (.AcliARD): le lesi0ni ossee non rappresentano mai un'osteopatia di natura sifilitica. 6) Per i rapport~ tra osteite deformante di Paget, osteite fib.r osa di Recl{linghausen, osteodistrofia cistica di Mikulicz va considerato che ~siste tra <li esse un'.a.ffinità anatomica, e, f-0rse megl~o un'identità se ci si riferisce solo ·alle alterazioni fondamentali dei vari 1processi morbosi - . la differenzi.azione è basata sol.o su caratteri .affatto secondaxi - ; e poiohè identica è l.a concezione patogenetica e il oompo.Ttamento clinico loro non offre possibilità di sicura differenziazione, nè in base all'estensione del processo nè ;>er i segme.nti scheletrici colpiti, 'Parrebbe oro>or~ tun10 di formare -0on esse un grlllPIPO unico, indicandolo preferibilmente col nome di osteosi fibrosa, come quello che sintetizza il ip1rocesso nel1a su.a essenza e non è pregiudizievole della natura della malattia. Dott. F. R1001.
Società Medico-Chirurgica di Padova. Seduta del 26 a:prile 1926.
Oisf;i brMtchiale epidermoide. A. FusA1t1. -
L'O. il1ustra brevemente un oaso di cisti branchi,ale del collo, .affermata in un individuo di 30 anni ed operata nella Clinica chi-
rurgica cli. Padova; cisti voluminosa e costituita da una sotti)e membrana, rivela~i istologicamente per un tra.liccio connettivo r~vestito da epitelio pavimentooo stratificato ainalogo a quello delJ.a cute, e contenente un liquido sieroso e masse di sostanza .seha.cea, senza produzioni cornee e quindi diagnost-icabile come cisti branchiale epidermica.
Eleme1iti per la diagnosi del g rarvu.-loma maligno. 1
G. SALVIOLI. lJo studio 4i qu.attro · casi di g.r.anuloma malignJOI confermati anohe dal reperto istologico e di cui uno si riferiva iad un lattante di 11 mesi, dimostra ohe per 1a diagnosi della forma deve darsi valore all'esame ematologico. Costante è neutr-0filia .rel.ativia, eosinofilia, · non costante l~ucooitosi, monocitosi. E possibile rinvenilTe elementi .immaturi della serie mieloide con ossidasi :presente. .Arneth: deviazione netta a sinistra. •
Sopra wn metodo sempbice per la diff erenziazione dei bac . dissenterici dai pseudo-dissente1rici. G. HAL.FER. -- Da alcune proprietà biioohimiche l'O. ha potuto dimostrare che: se siamo in presenza del b. t~co di Shiga-Kruse la soluz,ione allungata (10 %) di H 2 0 2 " restai inalterata; se invece si tratta d'un pseudo dissenterico, si ha la formazione di bollicine dovuta all'ia.zimie cata.. litica di questi germi. • .A. RoNCATO, segretario. \
Società Medico-Chirurgica Bellunese. Sedute del 7 ottpbre e del 2 dicembre 1925. Presidenza: Prof. G. PIERI, Presidente. Dott. M. LAPENNA. - La radioterapia della tubercolosi. - ·- Conferenza n-0n riassumibile in un resoconto . [T'n
caso di >9odoku. •
Dott. R . BOT'l'ESELLE. - Riferisce di un t:iipico oaso di Sodok.u ,: la reazione di W asse.rmiann si dimostrò positiva ( + + +) ; le culture eseguite col sangue e col materiale raccolto dall' eBca.ra riuscirono negative. Neg.ativa la ricerca de1lo spirocheta nel sangue ed orine. L 'inocu113.Zione in lllD.3 cavia neg.ativ.a. Forrmula leuoocitaria: polinuoloosi (80/100), eosinofilia (1/100). Furono eseguite oomplessiv.a.mente 7 iniezilOIIÙ di neosalvarsan (in tutto gr. 2,85 di medicamento} in .30 giorni. Dopo La seconda iniezione si notò la scolll/p.a.rsa della rose0la, dopo la terza la W asserm.ann era divenuta negativa.. Si ebbe rg uarigione ra1pida, oon un solo riail.zo febbrile .a 38,8 al1J 1 ottava giornata dall'inizio della oura.
J
[ANNO XXXIII , FASC. 28]
SEZIONE PRATICA
Tuniore. clell'anuolo pontocerebellare dest1·0 . Dott. A. PANIO. - LO. rife1·isce di una paziente di anni 31, con cefalea occipitale, nistagmo orizzontale nella direziooe dello sguardo ve1·so destra, tremore a tirpl() intenziònaJe del braccio destro, paresi dell'arto inferiore destro, andatura barcollamte con devi.azione costante .a destra. La puntura lombare (vseguita in posizione sdraiata) rilevò aumento di p.ression e, leggero 13/umento dell'album ina, legge1·a linfocitooi, eccesso di zt1cchero. . 7 ' enne fatta diagnosi di tumore cerebrale, l'intervento Q:;>erat.ivo non fu permesso. Nell' agosto 1925 1'0. rivide I.a paziente, che presentava la classica sintomatologia obbiettiva cerebellaJ·e, comrpleta per il late destro, appena abbozzata per il sinistro, e in più paresi del 5°, 6°, 70 o nervo cranico a destra. 'La diagnosi di tumore dell'angolo pontocerebellare destro è stata confermata dalla autopsia (settembre 1925), la quale ha dimostrato un tumore gliornatoso facilmente enucleabile che s i adagia sull'emisfer o cerebellare destro, seria1nente danneggiato, e il ponte, che a.p p.are integro•.
Dirennero evidenti i segni di una emoJ:ragia interna, per cui si inter\"en ne (prof . P1ERI) circa. sei ore dopo il tra uma. Alla splenecto1nia, seguì n'Orrma]e guarigione. La milz.a, presentata dall' O. non dimostra alterazioni di \olume e di forma: sulla sua faccia co11vessa si osser vano due profonde fessure trasversali, u11a delle quali attraver sa tutto l'organo a livello dell' ilo; sulla faccia ooncav.a, i1u1nerose piccole fes ure tras ver sali. L 'O. illustra il singolare n1eccanismo di rottura della milza in questo caso: dal re9erto anatomico sembrerebbe si fosse verificata una sorta di 1"186sione dell'organo per cui la facci.a oo·n cava sia di\·enuta. sotto l'azione dell'urto convessa, d on do le ·rotture a decorso tras,·ersale . La inaggior fessura, attraversa11te l ' organo a t utto spessore a livello dell' ilo, imp€-dì un tratta,. mento conserrativo (cui in questi oasi do\rehbe mirare il chirurgo): una sutura dell'organo :1\ rebbe prodotto lesione dei vasi de~l'ilo, con inevitabili e1norragie ed infa1·ti; d onde la in'dicazione alla , plenectomia. 1
I l +aglio
P ericardiotoniia e car1.viol.isi per pericardite tu[.err.olare . Prof. PrEnI. - Il 23 settembre in un ragazzo di 15 anni affetto clal luglio di pleuroç>erica.rdite essudativa tt1bercolare, in n arcosi eterea , attraverso incisione !Jar ast ernale sinistra cur"\rilinea, con sezione della V e VI cartilagine costale, si scop;r i e si incise il pericardio; questo er.a fortemente ispessito (oltre due milli1netri) contenente abbondante essudato ; il ventrico]o si11istro era aderente anterior1nente a l pericardio su breve estensione, e si distaccò facilmente da esBO; ooisteva i11vece una a~deren~ molto più vasta e salda a livello dell 'or ecchietta sinistra, che si dista.ccò, oon qua,lche diffi col ~a, 1p•~r n1ezzo de!l'in dic<> intro. dott.o attl'ave rso la inci-;ione pericardica. Sutura totale di tutti i pi ani. All'interve11to seguirono riipr oduzi~ne del liquido nel pericardio e tubercolizzazione dell'incisione .o peratoria, con form.azione di un tramite dal quale si v11otava in parte il liquido rpericardico. Si riaccese la pleurite destra, comparvero edemi agli arti jnferiori, poi piaghe da decubito, e il malato morl il 16 11ovembre con sintomi di ra~::>ida decadenza organica. In questo caso dunq11e la p ericardiotomia, proposta da JAcon per la cura del1ia perioar'dite tubercol f).re es()ndativa, è stata seguita da i nsucces.so .
989
•
cesrtten 1iella placenta previa cent 1·fl,lc.
Prof . A. PoNZIAN. - Qu.asi comp•l eto è l' acc·o rdo fra g1i ostetr ici sul inodo di trattare le diYerse ,-arietà di placenta 9revia. non cent1·ale 1nediante ouerazioni \a.g inali; 1' 0. ri.ferisoe .), \ ~.si del gene~e da lui con tale procedimento c 1rrati, con felice esito per la madre e per il neonato. Di\ers i sono invece i pareri a prO!posito del i;ratt am ento 'del1a placenta ·:;>r evia centrale. Due casi del genere occorsi all' (). lo hanno oe>nvinto che il taglio cesareo può in tali c ircostanze ra~·presen tare la soluzionP più brillante (e forse l'unica) per la sal,-ezza della n1adre e d€1 b.a.mbino. ,
1
ulla profiln.ssi clel
oo~.:zo
endeniico .
1
Int ervento r1er rott11,,-a tra1trn,.i tica d ella 11iilza. D ott. B1toGLIO·. - L ' O. pr ese11ta u.na do11na di 54 anni, che il giorno 27 settembre fu condotta di urgenza all' Osped ale per un vivo dolore oodominale looalizza.to a sinistra e i11sorto subito dopo una ca~lt1ta in n iedi dall'altezza di tre metri .
•
D ott. SP \GN UOJ,o. - L,O . a.f ferma il1a 11e~ità di i11t1·31Jrendere l a lotta· contro l'endemi a gozzo.. c retinio;. Mette i11 rilievo il ridestarsi di studi e rl esperieure in Italia e a ll' Estero. Accen·n a. alle ,~a1 ie teorie sul1à etiologia, ·r itenendo più verosimile quella di car e11za di iodio, che sarebbe in nrn1onia co11 l'effica<:iu preventiva e Cttrativa dello joclio contro il gozzo . Ricorda gl~ effetti talora sorpr ende11ti della tiroidina che r1duce o fa sp arire il o-ozzo e det ermina una profonda. . trasfuir111a2ione so1uatica. e psichica dell'organismo. I n se.guito .a. quc.~ta. co1nunicnzion e, viene a.pJprov.ato il seg11ente ordine r.lel gi orrno< « Ritenuta la n ec~sità d~ ingaggi.are la lotta cc c::n1tro il gozzo, i11 r.?ro,v incia di Belluno, la ~o « ci età Medie.a Bellrmese fa voti che ogni medico « faccia una statistica dei goz2'uti e dei creti~i, « specialn1ente nelle -,c uol~ sta~isti~. che servirà. « di base a pro,-ve<lin1ent1 prof1latt1c1 e tera.peu(( tioi )J. G. Loc.\TEJ.LI, seg1·etario. 1
~
1
•
990
[ANNO
IL· POLICLINI CO
•
XXXIII, FASC. 28]
\
APPUNTI PER IL MEDICO PRATICO. SEMEIOTICA.
CASISTICA.
Valore diagnostico-pronostico del sintoma di Troisier.
Lombricosi del dotto di Wirsung ; pancreatite emorragica.
La presenza del ganglio di Troisier (adenopatia ·della for,sa .sopraclavicolare sinistra) non è un reperto molto fre·qu e11te nelle affezioni .cancerose . dei visceri a:dJdominali ed in particolare -:iell ~ stomaco. Del resto, pu.r quando esi1ste, non r~1ppr e senta sempre un'adenopatia metastatica, ma può anche essere l'espressione di un'a:denite acuta o subacuta da germi infettivi provenienti dal tumore o da altra lesione gastrica (ulcera) o più specialmente di un'a denite speciJfica o banale coesistente con la neoplasia addominale . Tale diff erenziaziqne è possibile con la biopsia ed il successivo esame iisto1patologico. Nel caso di metastasi cancerosa, questa può dipendere o da una ·l infangite .n eoplastica progress:iva ·p er la via del dotto torac]co o da una metastasi embolica . ·I n pratica, come osserva .I\. Chauvenet (Gazette • des h6pitaux, 1925, n. 80) solo la natura nettamente neoplastica di detto ganglio può trattenere il chirurgo dall'. i ntervenire con l'exeresi de~ tu• more gastrico, mentre ciò gli iè p ermesso. ai fini dei buoni risultati post-operatori negli altri casi. Qualche successo ottenuto con la presenza del ganglio d] Troisi er cancero·so estirpando contem poraneamente tumore e ganglio <Cie,,e attribuirst al fatto ·che la m etastasi cancerosa era avvenuta probabilme11te per embolia e quindi senza altra disseminazione ·n eoplastica lun·go la via p ercorsa dalle cellule eterologhe fi l . 1
1
11 ganglio di TroJsier. L'adenopatia sottoclavicolaTe sini stra pnò e.sistere nel corso dei carcinomi addominali, particolarmente 1dello &tomaica; Troisier 11a richiamato su questo 1fatto l'att.enzione. Si è voluto fare del ganglio di Troisier un segno patognomonico del carcinoma gastrico. In realtà, come osservano G. Faroy e R. \Vorms (Progrè s médical, giugno 1925), questo segno è raro, tardi-· vo P. non è per nulla 1patognomonir.o, poichè può risco11trar,si nella tubercolosi, nella sifilide, in affezioni gastriche . non can-0ero se. Tali restrizioni, . che del resto erano' state notate aa11o stesso Troisier, rendono il valore diagnostico del segno assai di'SCUtibile. Scarso è pure il valore pronostico ecl il solo fatto della sua esistenza non può costituire una controindicazione operatoria in un malato che c;ja in ·grado di sopportare l 'interYento. f iL. 1
J. Sabrazés, .A... Pardelier e H. Bonnin (rif. in Presse méàicale, 17 ottobre 1925) r ipor tano la se·
guente osservazion•e. Un uomo di 31 anni, sifilitico ben curato , senza antecedenti ga strici, viene preso improvvisamente, 1-2 ore dopo iJ pasto della sera da violenti ·dolori all'ipocondrio simstro, accompagnati da vomiti alimentari e biliari e da singhiozzo. I dolori, pur rimanendo più forti all'~o cocRir'ifO !Sinistro, ,si gieneralizzano 'a ;tuìtto l'addome, che è disteso nella parte superiore, d ove si ha difesa muscolare. ~9n vi son o contrazioni intestinali visibili, manca ogni emissione di fecl e idi gas. L'intervento immediato mostra una serie di lesion i eh.e ind]cano una pancreatite em 9rragica; la ghiandola è tutta infiltr ata di san gue, di consistenza ,dura, con lesioni ·di steatonecrosl alla coda, infiltrazione sanguigna alla base d.el mesocolon tra;sv·er.so, cistifellea normale. Si ap· p lica un d:nenaggio in ·Contatto ·col 'Pancr eas. Dopo 20 oret morte in coma preceduto da violen to periodo ·dì agitazione con temperatura di 36u,4 ed un ~olso che non si poteva contare. All'autopsia, si trova il dotto .di Wirsung occupato per quasi tutta la sua estensione da un ascaride. Il meccanismo di questo dramma pancr.etico si spiega come segue. Il verme, bloccando il dotto di \V]rsung aveva suscitato un .d isord ine nello s tato anatomico e fisiologico ·del pancreas, in cui ~i sarebbero avuti .dei proces&i di autodigestione, con erosion e dei can ali, dei vasi, delle trombosi emorragiche ,e necrosanti con della steatonecrosi. Gli .!\.!\. hanno rarccolto ul).a ven tin a di .casi con ascari·d i nel pancreas, di età var iabile dai 2 ai 77 anni. La sintomatologia può essere nulla e l'ascaride rilmanere lln semplice reperto d' autopsia. In qualche caso la lombricosi pancr eatica suscita delle reazioni dell'organo (sclerosi, ascessi) che si tra ducono con sintomi di esaurimento, diarrea, I crisi dolorose, inappetenza , tosse, r.eazioni febbrili. Ma gli accidenti possono esser e iper acuti; cl olori atroci sopraom•b elicali -ehe talor a si irra. diano verso la fo&sa iliaca sinistrat .insorgenti 1-2 ore dopo i pasti, facies periton eale, polso freq11ente, t'emperatura raramente e}evata, addome tutt'al più un po' disteso nella parte .sopraombelicale, dove € sensibilissimo e •dove si ha la difesa muscolare. La conoscenza della presenza · di elmintiasi connessa con la d escritta sintomatologia de·ve fare pensare àlla 1possibilità di una pancreatite emor-•
•
1
1
1
-
{ANNO
XXXIII, FASC. 28]
SEZIONE PRATICA
ragiica e far supporre la causa. Le 1Conseguenze La pancreatite cronica con ittero. catastrofiche 1si svo}gono in breve tem'PO, al mas:\egli stadi iniziali alcuni segni possono mettere simo 2-3 giorni. sull'a,rviso. Il trattaµiento chirurgico è il più spesso impoSi hanno crisi dolorose, uno o parecchi anni tente. In un solo caso, Novis è riuscito, ope- prima della comparsa dell'ittero. Questi dolori sorando all'inizio ·degli aiccidenti, ad estrarre dal no senza rapporto co·n l'ingestione . alimentare, dotto di Wirsung un ascaride aidulto a cui faceva hanno sede al cavo epigastrico e si diffondono :$egt1ito 1Jn altro già desintegrato. Si tPraticò la sotto il margine costale sinistro, le spalle, la resutura . accurata del pancreas, drenan°do l'addome gione lombare. Il dolore mediano, epigastrico e iper 48 ore e si ebbe la guarigione. Durante la . lombare ad un temJ>o, con sensazione di trasfi,;convalescenza l'operato espulse altri ascaridi, sione, somiglia a quello dell 'rulcera della piccola dO'PO la sommirtistrazione di santonina. curvatura e, di fatto, alcuni malati ven·gono tratftt. tati come gastropazienti. La crisi dura 2-3 ore e può accompagnarsi ad attacco febbrile con briIntorno ad un'osservazione di malattia celiaoo 'ridi; ricompare ad intervalli irregolari e lascia di origine pancreatica. spesso dietro a sè un insieme di •segni ·digestivi e Si tratta di un'affezione infantile, che va an-0l1e generali progressivi : disgusto per il grasso e per sotto le denominazioni di: infantilismo intesti- la carne a·n oressia nau·see, ·dimagrimento, raranale, infantilismo pancreatico, atro·f ia plurighian. mente la diarrea pancreatica. dolare digestiva. L'ittero compare 5~ mesi dopo la prima coliGa; Tale malattia, rara nei paesi dell'Inghilterra e eccezionalmente esso precede i dolori; fa apparidell'America, è addirittura rarissima nelle nostre zio·n i fugaci prima di stabilirsi definitivamente • regioni, tanto che nella letteratura pediatrica ita. Al periodo di stato ha tutti i gradi 1possi1bili da liana non si trova citata. quello. bronzeo al subittero. 1ll fegato è grosso, la L. l\1agni ed E. Pirami (Riv. di Clini. Pediatr., v~scicoia d'istesa e facilmente percettibile. I dolori marzo 1926) ne descrivono un caso caduto sotto spontanei persistono ed ogni ·c risi allora 1è seguita la loro osservazione. da un aumento ·dell'ittero, oppure si vanno atteI sintotni sono i seguenti: in bambini ~randt nuando .. Il punto doloroso ·d el ·col~oco non può celli, senza causa apparente, si manifesta una essere nettamente determi.n ato; spes:so la zona dodiarrea tPoltacea, fetida, con feci ricche, anche lorosa all'epigastrio si accomJ)agna ad una conad occhio nudo, di grasso. L'addome si tumefà, .trattura localizzata della parete. di,riene timpanico e leggermente dolente e talora I.a . temperatura è normale, ma ogni 8-10 giorni si insorge modico vomito. Le condizioni generali ha un accesso febbrile; il dimagrimento si accen. vanno progressivarnentè ·d eperendo, e mentre si tua, l'aistenia è gr~nde, ·p ur permette·n do ad alstabilisce un'anemia sempre più grave, lo svi- cuni malati di continuare a lavorare per qua.1:che l1rppo somatico si arresta, con mancanza dello tempo. Come .c::.~gni accessorii sono da aggiungere sviluppo sessuale se i malati sono all'età pubere. ;l tumore che è riconosciuto eccezionalmente, la Talora vi è anoressia e talora aumento dell'apglicosuria che .è rara. L'evoluzione spontanea b petito. Lo ~viluppo psichico e l'intelligenza sono progressiva ma lenta ed il pe~icolo dell'insu1ffi. normali od ancl1e più vivi della norma. cienza epatica è sempre incom.bente. Il carattere dominante è poi dato dalla straorP. Mallet-Guy (lournal des praticieris, 13 marzo dinaria quantità di gr·asso che si ritrova nelle 1926) . fil. feci. , Patogeneticamente si è incolpata una insuffiTERAPIA. cienza intestinale o epatica o pancreatica, a se. ' . conda dei '~ari ricercatori. Gli AA. emettono l'ipo. Il catrame lavato In terapia cutanea. tesi .che si tratti essenzialmente di un'alterata Il catrame minerale (coaltar) derivante dalla dlsecrezione e.sterna del pancreas, da mettersi a riscontro delle sindromi diabetiche . da deficiente stillazione del ca!'bon fo ssile, esercita ui:i'azione notevole anti"pruriginosa, 1disseccante e cicatrizzanisecrezione interna della ghiandola. te. Esso si applica sia ·come spennellature, sia· in La prognosi, giudicata in genere benigna, fu, forma di vernici, di paste o di pomate. La spe.anel caso degli AA., piuttosto seria. nellatura si fa con uno stecco di legno che porta La terapia rispecchia l'incertezza ipatogenetica. In oani modo. sono da tentare i preparati opo- all'estremità del .cotone fissato soli·damente; s1 o terapici ·di pancreas, e si deve -studiare una dieta applica così il catrame in uno strato sottile $ulla appropriata, in cui siano ridotti al minimo i com. superficie da trattare. Dopo qualche minuto si :Spolvera ·del talco; in ponenti non digeriti. M. FABERI. '
I
1
•
1
•
II POLICLINICO
tal modo la superficie prende· un polor,e verdastro; allo scopo di proteggere i vestiti o la biancher ja del malato si potrà mettere al disopra della medicatura una -compressa di garza, ma non m al un tessuto impermeabile. ·Dopo 2--3 giorni si l·e va la garza e, di solito, non è necessario ripetere l'operazione più di 4-5 volte: Si deve poi ripulire la superficie trattata, ciò che si fa mediante vaselina o burro fresco, evitando l'etere o l'a:oetone che darebbero troppo dolore. Se la cute prende un colore rosso vivo, 1si sospenderà la medicazione al catrame e si applicherà una pasta all'ossido di zinco..i\ll'aipplicazione del .catrame succede spesso la soppressione del prurito; il malato risente pe:r meiz'ora una sensazione di bruciore, ma poi tutto passa; si deve evitare ad ogni modo il tentativo di togliere il catrame con alcool od etere, ciò eh.e provocherebbe un 'infiammazione· dolorosa dei tegumenti. In qu·a lche caso raro, all'applicazione di catrame succedono dei fatti infiammatori acuti od il sollevamento dell'epidermide in bolle; si deve allora sospendere l'applicazione. Meglio accette al paziente s ono le vernici, a lflO; 1/10; 1/5; in alcool, etere, benzolo, acetone. La loro azione è certamente minore soprattutto per la soppressione del prurito. 'S ul cuoio capelluto, il catrame si applica come « liquor ca~bonis detergens l> (20 g. ·di catrame per 80 g. ~ tintura di Quillaya) vecchia e buona ipreparazione che lascia sulla cute una fine pellicola senza incollare i capelli. Come -pomata iè ·co·n sigliabile la f ormola d] Dind : Catrame g. 10; Oissido di zinco, Acqua di calce, Lanolina, Vaselina ana g. 25. Secondo R. Gonin (Paris ..-y édical, 16 genn. 1926) Ie indicazioni terapeutiche del catrame sono le seguenti. L'eczema. vescicaloso volgare, specialmente nelle forme franche, secernPnti in cui, nonostante la contrari a apparenza, è benissimo sopportato. Nelle forme croniche pure secernenti ,degli arti inferiori nelle persone anziane e n egli eczemi complicati da ·p iodermit,e si applicherà il catrame soltanto quando la superficie s1a ben detersa: si dovranno dapprima rammollire le croste, vuotare le pustole, toccarle con acqua di Alibour diluita e fare per 2-3 giorni degli impacchi umidi con il liquido di Burro'\\r diluito in 5-10 volumi di acqua; nelle forme degli arti inferiori, la compressione metodica ed il riposo in letto complèteranno il trattamento. Utile · è il catrame anche negli eczemi pap11lo-,-eS<'icolosi ed in quielli nummulari primitivi. Nelle clermiti eczematose ip rofessionali il trattamento si ,f arà soltanto dopo che i fenomeni reazionali -:ano nella fase di declinazione. L'eczema I
[ANNO XXXIII; FASC. 28)
dei poppanti ne risentirà vantaggio dall'applicazione locale in strato sottile, preceduta da una minuziosa teletta della regione; beninteso in tale forma non si trascurerà di sorvegliare l'alimentazione. Nelle forme di eczema ipercheratosico plan tare o palmare, si dovrà dapprima allontanare l'ilJ>ercheratosi mediante applicazioni di soluzioni concentrate di a<::ido salicilico e, nei casi di intensità media, usare la pomata al 10% di catrame. Nel lichen se·m plice .cronico di Vidal (·nevrodermite) il prurito scompare per almeno 2-3 giorni dopo la ·spennellatura di catrame. J./aipplicazione si r innova ,quando il prurito si fa sentire; talvolta il catrame dà in questa ostinata malattia dei risul· ta ti che si erano attesi invano -con altri trattamenti. Il catrame inoltre, applicato con spennellature ·discrete od in pomata, fa talvolta scomparire il prurito anale per il suo marcato pot ere antipruriginoso. 1
fil.
Nell'ecz ema d elle labbra. Si n1anifesta all'inizio con rossore, tumefazione, poi con vescicole ripiene •di li1quido citrino ohe si aprono e, disseccandosi, si traSlformano in piccole cro.c;;te giallastr~. La malattia può du rara soltanto qualche giorno o passare allo stato cronico. All'inizio, si faranno delle unzioni con una po. ' mata inerte: Talco, Ossido di zinco, ana g. 20. in Vaselina, Lanolina, ana g. 10. Dopo qual.c he giorno. spennellamenti con un prodotto a base di catrame; si forma un indlllito che si tiene per qualche giorno e si leva poi con un tampone imbevuto ·di etere di petrolio. .~ppli.care in seguito: Glicerolato d'amido g. 10 Ossido ·gi.allo di mercurio cg. 10 Carmino q. b. per colorare. Oppure: C:alomelano • 1'annino ana og. 10 Burro di caicao g. 14 , • g. 1 . Olio di ricino Carmino q. b. per colorare. Oppure: Carmina gocce X Tannino cg. 30 Burro di cacao g. 15 Essenza ·di ba•diana gocce V Non trascurare il trattamento gener ale : regime vegetariano, lassativi salini quotidiani . • (101lrn. àe.s Praticiens, 27 lfebbraio 1926) . •
fil .
JANNO XXXIII,
FASC.
28]
SEZIONE PRATICA
993
•
· endocrine dell'ap·p.endice. Sono fra esse: cinque Il trattamento della psoriasi. casi di obesità postoperatoria in adulti di 20-30 Larapère e 1\1ontlaur (Journai des Praticienll, anni, con aume.n ti da 14 fino a 52 kg. di peso; 6 marzo 1926) consigliano : 1) Trattamento esterno. Baigni alcalini (200-250 g. tre casi di disttirbi di funzione ovarica (amenor· rea, dismenorrea, con ipertrofia tiroidea), altri di -carbonato di sodio per l>aig.no) ed applicazioni casi ·di arresto di sviluppo, di vera sindrome indi vaselin.a ·salicilica a 1/15: durante 8-10 giorni. fantile, in cui, escludendosi la tu·b ercolosi e la Quan·do le plaoche ·di psoriasi si sono distaceate, arpplicare dei cerati all'olio di cade (·da 1/10 neurastenia si doveva attribuire la sindrome a a 1/3) opp·ure delle pomate all'acido crisofanico disturpi endocrini o ad alterazioni ·complesse del all'l %, sorvegliando l'eventuale eritema crisofa- metabolismo. Di interpretazione più difficile è la nico. Fare inoltre due grandi bagni cadici, ogni comparsa ·della costipazione ostinatissima che è stata osser,rata dagli A.A... e che meriterebbe ultetre giorni, con olio di ·cade g. 50, un tuorlo d'uovo, • riori ricerche. 10 g. di estratto fluido di quillaia ed acqua q. b. Sembra quindi che una catena endocrina riuniper 250 eme.; da aggiungere all'acqua del bagno; sca l'appendice alla tiroide, all'ovaia e forse a1 qu~sto do,·rà durare un'ora. P er le psoriasi del .cuoio capelluto, pulire la pancreas, come del resto risulterebbe anche dai testa con saipone fluido e mettere per la notte lavori di Fenwicl<. I.e oss.ervazioni degli AA., caratteristiche ed abdelle pomate al catrame a 1/10 o <li calomelano a 1/20. u .n trattamento che non sporca si può bastanza numerose per essere delle semplici coinfare mediante il collodio all'olio di cade (-collodio cidenze. additan o a n che dei nuovi problemi teraall'acetone anidrato .g. 20; olio di cade g. 10) 1per ipeutici specialmente per ciò che riguarda l'ablaspennellature quotidiane; oppur.e l,e vernici cri· zione di appendici apparentemente san.e e la soraniche. (a;ci.do crisofanico g. 5, traumaticina possibilità di una dis5ociazione anatomo-fisiolo. g. 45) ; si applica una volta la settimana e la s1 gica. e .clinica delle differ enti sindromi appendi· colari. Comunque, anche ammettendo la funzione ~opprime alla comparsa del minimo rossore. 2) Tratta.mento interno. Sono preconizzate Je endocrina dell'app.e h·di ce, specialmente sul trofiiniezioni endom11scolari di .calomelano: calome- smo gen erale, si deve ritenere che es.5a possa nella l·ano cg. 10; guaiacolo, canrfora, ana cg. 5; olio di maggior 1parte dei .casi venir compensata da altri orga11i e che quindi la re5ezione dell'appendice uliva la, ato all'alcool e sterilizzato q. b. jper . sia, particolarmente n ei casi patologici, il più 1 eme. Si fa un'iniezione iper settimana, conti spesso prjva di notevoli -conseguenze. fil. nuando per 6-8. Hanno pure dato buoni risultati l'~nés o1 e gli arsenobenzoli. 1
MEDICINA SOCIALE.
3) Cura iàrominerale.
f il.
Le opere &!1titubercolari per i reduci di guerra
NOTE DI MEDICINA. SCIENTIFICA. La funzione endoerfna dell'appendice. L'appendice n on si ~resenta , dal punto di vista macroscopico, come una ghiandola endocrina· istologicamente, invece, oltre al sistema ghiando-' lare intestinale ed al tessuto linfoide, si riscon· trano anche degli elementi che ne indicherebbero 1a ft1nzione endccrjna, ·delle cellule, argentaffin1 che s ono un eventuale punto di partenza di carcinomi. l ,e osservazioni cliniche dimostrerebbero inoltra una certa funzione endocri·n a rd ell'appendice. $Ono da r,itarsi in proposito quelle di Cignozzi sull'1nfa~tilismo da aippendicite cronica e ·quelle di Hertoghe, •P ealcour e Morris che ammettono un T8lPporto fra la meiopragia appendicolare e l& disfunzioni tiroidee. F. l\1outiers e R. Fou.ch é (La Presse méaicale, '28 aprile 1926) riportano diver se osservazioni personali che starebbero in fa,1 ore delle funzioni I
t
~
..\ cura dell'Opera Nazionale per la protezione e l'assistenza degli invalidi di guerra, ìPresieduta dal senatore prof. .A... Lustig, è stato ipub·b licato un O'P11scolo dimostrativo, largamente illustrato, di quanto l'Opera stessa ha specialmente fatto per l'erezion e cLi sanatori , destinati ai co;nbattenti ritornati dai vari fronti con sintomi di infezione tubercolare. In un primo tempo, per provveder e urgente. mente a:i gloriosi in,•alidi ed assi ct1rarne il pronto riroYero, l'Opera stabili contratti ed accordi con gli enti cl1e già gesti,rano Sanatori ai1titt1bericolar1 esistenti in Italia, i quali in verità er an o ben ;pochi e non ·del tutto adatti allo scopo. .l\.lcuni di que5ti, quali l'Eremo d i Lanzo in uri • p rimo tempo e • subito dopo Birago di Viscl1e, Cuasso al Monte e Careggi, l'Oper a fece definiti. vamente ·c;ùoi, modificandoli e n1igliorandoli. Procedette qui·ndi ad impian tare nuo,·i Sanatori secondo i più recenti criteri scientifici, per fron. teggiare ai bisogni sempre cre&eenti degli in\·a. lidi. Per assolvere il gra,·e coonpito, l'Opera do-
•
•
•
994
IL
POLICLINJCO
[AN.NO XXXIII, FASC. ?8} •
Yette superare difficoltà non lie,,i, vinte &oltanto per l'ammirevole tenacia di propositi. Bisogna tuttavia dire che essa, nell'encomiabile attività sua, fu generosamente ed adeguatamente coadiuvata dalla Presidenza del Consiglio del Go. ,-erno ~azionale che impresse, anche in questo c2111po, u11 ritmo più celere e dinamico a:lle indispensabili pratiche burocratiche. ~la si de,re tosto 5oggiungere che, per . conse. guire le proprie finalità, l'Opera non ch1ese mezzi straordinari nè al Go, erno del suo Paese, n:è a E11ti, nè alla pubblica beneficenza (se si eccettui una piccola somma 1pe1 anatorio dj Ais promonte), ma 5i Yalse soltanto di elargizioni ,-o1ontarie che rimaneYano inoperose e dei propri mezzi di bi· lancio sanamente amministrati, e senza che ne ' Yenisse diminuita ' la disponibilità richiesta dalle esigenze assistenziali di tutta la restante massa degli invalidi, tra i quali i tubercolosi di guerra costituiscono una piccola parte che però 11a ne. CP5Sità continge-nti ed onerose per 1a stessa natura dell'infermità . Sono cosi sorti i Sanatori a Vittorio Emanue. lP III » in .<\reo e a Generale Petitti di 1R oreto in .-\.ncarano d'Istria; è in avviata costruzione quello delle Calabrie sull'·A spromonte, mentre fervono i lavori p er l'adattamento dell'ex-tubercolosario dl Porta Furba a Colonia-Scuola Javorativa ;per tu, bercolosi, primo e5empio organico in Italia della rieducazione lavorativa dei tubercolosi. ..\zione complessa, aspra e difficile, svolta senza tregua e con apprezzabile spirito di abnegazione da tutti i componenti l'Opera e che attesta la • soccorrevole sollecitudine e la doverosa riconoscenza nazionale ,~erso quanti contribuirono, con il sacrificio della propria fiorente giovinezza, alla maggior grandezza della · P atria. 1
•
)>
•
VARIA~ Psicoterapia. r .a
psicot~ra1pia
•
è la tarapia mentale intesa come
metodo di cura che adopera mezzi psichici e non come c11ra di disondini mentali. I princìpi atti\·i della psicoterapia sono la suggestione e l'educazione e perciò essa agisce attraverso lo stato emotiYo ed intellettivo del soggetto. Si tratta in verità di una distinzione puramente teorica in quanto i clue elementi psichici sono pratticamente ineparabili . ..\nticamente la psicotera1pia era la sola o per le, meno la più in1portante forma di terapia. Con lo s,·iluppo scientifico della medicina essa •p erdette terreno rimanendo patrimonio dei ciarlatani. Ora ritorna in onore assumendo carattere scientifico. La malattia ha influenza sulle emozioni ed è da qt1este inlfluenzata. Fox Riggs (New York State Journal iY.tedicirie, 1926, n. 1) enumera queste reazioni reci'p-rocb-e ed indica i mezzi atti a modilicarle a beneficio dell-0 sta to di salu1e dei malati. P er quel che riguarda gli effetti della malattia sulle emozioni occorre prendere in considerazione la reaziO'Ile istinti\·a allo stato morboso, gli Pffetti del dolore e del malessere, gli ef.fetti del confinamento e della incapacità fisica, noncbè le variazioni inidivtduali delle reazioni. Le reazioni emott,-e variano in ogni individuo i n relazione alla particolare costituzione psicorganica . Og11i uomo reagisce alla malattia in relazione alla prQpria emotività istintiva, al grado della propria intelligenza im quanto è capace d1 modificare ed inibire le reazioni emotive, nonchè al grado della sua suggestibilità. 'In altre parole ogni individuo reagisce alle ''arie malattie in rap porto alla propria timid~tà od aggressiv.ità, sen~j bilità o insensibilità, intelligenza o stupidità. In relazione alle varie tendenze individuali il clolore e il malessere 1producono dtfferenti efifettl. ~i avrà innanzi tutto un'accentuazione dell'irritabilità emotiva generale. :\1a in via definiti va st a'rrà sempre uno stato depressivo. Comunque il dolore ha influenze innegabili sullo stato emotivo, producendo eflfetti più o meno specifici in rapporto alla natura emotiva, alla suggestiona. bilit~ ed all'intelligenza del soggetto. · Il confinamento •dei malati è un altro element0 C3'pace d'influire sullo stato morboso. Il restringimento dell'orizzonte mentale, la co·n centrazione dell'attenzione sul dolore, sul malessere o sull~ alte-razioni funzionali producono una forte tendenza all'introspezione che ingrandisce o accentua le 5ensazioni patologiche con le conseguenti ripercussioni sullo stato emotivo generale . 1
POSTA DEGLI ABBONATI. ..\ ll' abb. n. 11695 : Consulti p er 1'a=otemia: RAI:\IOLDI: E same aella funzion e rertale. L. 30.' Ed. L. Pozzi , Roma. P er la glicemia: I Problemi della Nutrizione, anno I, fas e.I. i\1ARINO. .t\l dott. N. l\il. , da Formello, abb. n. 12560:
Consulti : S. GALBUSERA: L 'igiene delle carni alimentriri. La litotipo-editrice universitaria, Padova. Prezzo L. 20. • • f ll. .-\1 dott. F. l\I. , da Montegiorgio: Consulti: A. FI~ClANI: Convpendio di an.alisi deUe ·u rine, II ediz. Idelson, Napoli. L. 18. SILVESTRINI: 4 na l l.!\l dill e 1irine. F. Vallardi, Milano. fil . •
-
[.;\~NO
XXXIII , FASC. 28]
SEZIONE PRATICA
Gli e.ff etti emoti\·i di una malattia dipendono anche dalla capacità indivi·duale a comprender" ne la portata, dalla sua prognosi, nonchè dalle conseguenze che la malattia stessa può apportare in atto o come minaccia all'integrità fisica, so. ciale ed ecanomica. Gli è per questo che le rea. zioni e1notive del paziente variano notevolmente non solo in rapporto allo stato d'intelligenza e di cultura e al temperamento individuale, ma anche alla posizio11e so(' iale ed economica del soggetto. Come le malatti e influi scono sulle emozioni, in\rersamente le emozioni agiscon o sullo stato morboso. Dopo tutto non c'è modificazione emotiva senza concomitanti modificazioni -Oi. funzioni organiche, le quali non possono non avere influenza sulle condizioni organiche sia normall che patologiche. L'angoscia, la paura. il dolore • determinano alterazioni della frequenza del polso, . dell'attività vasomotoria, della crasi sanguigna. dell'attività endocrina, -d ell'azione gastro-intestinale, del tono muscolare. :E: evidente che queste alterazioni quando si verificano in presenza di una malattia o di un disturbo di organi e sistemi, devono riuscire \'antaggiose o svantaggiose. Da quanto si è esposto risulta che qualsiasi trattamento terapeutico agisce in gran parte per lP modificazioni emotive che provoca sul soggetto. Questo reagisce emotivamente non solo alla malattia, ma a'llche al trattamento. Lo stato emotivo è modificato non solo dalla conoscenza del risultato prognostico della malattia, ma anch e dalla conoscenza degli effetti della cura. Non poca importanza ha l'ambiente fisico. \ 'i sono luci, suoni, odori che possono riuscire graditi o sgraditi, accettabili o repellenti, favorevoli o sfavorevoli. D'altra p3.rte il medico d eve essere molto guardingo nel raccogliere l'anamnesi, nel procedere all'P.c;:ime, n el consigliare. la cura. Vi sono doman de, esami di certi organi, cure che fanno sospettare l'ec;istenza di gravi malattie e turbano quindl profonrlam ente lo stato emotivo. La psi·coteraipia deve pro:porsi di evitare emozior1i sfavorevoli e propiziare invece quelle favorevoli , incutere alcuni sentimenti con1e la spe. ranza ed il coraggio, adoperare la suggestione favorevole , evitare quella sfavorevole, ed in.fine guadagnare la intelligente cooperazione del paziente attraverso la sua confi.denza. Perchè un medico possa influire psichicamente sul paziente, occorre che questo sia dis1p osto a ricevere tale influenza, occorre cioè che egli abbia con.f1denza e simpatia, per il proprio medico. 'E, necessario quindi che il medico abbia prestigio, prestigio che può derivar.gli dal modo con il quale egli sa tTas!ondeoo in altri la convinzione di e~ sere colto, i·n telligente, buono.
995
D'a.lti-a parte percl1iè il medico 1possa trasfon. dere nel paziei:ite i sentimenti favorevoli, occorre che egli stesso abbia quei sentimenti. Per in:fon. dere la speranza, dobbiamo noi stessi spe~are, per incutere la fede dobbiamo inoi stessi essere 1iduciosi. Gli stati emoti\1i del medico sono assor. biti dai pazienti ·P iù p er i11tima ed inconscia ·im·i tazione, più ~ er suggestione indiretta che attra.· verso tutti gli ammonimenti ed inseginamenti. Al ri gi.1a rcClo è da osser,rare che in confronti dei ma lati più che quel che si fa agisce il mòdo con il qt1alc ·si fa, più che quel che si dice agisce il 1nodo con il quale si dice. L'uso della suggestione e l'eliminazione della suggestione sfavorevole è questio ne di senso co1nune e di tatto. Ci 5ono disturbi emotivi ed intellettivi legati a processi infettivi e tossici, come le allucina zioni, i deliri, glli stati di eccitamento e di depr es51one, che possono essere influenzati dalla psicoterapia. Tali disturbi sono molto frequenti nella poltnonite, nel ti!fo ed. in genere in tutte le infezioni accompagnate da dperpiressia. Il trattan1ento 1ne11tale di queste con1dizioni varia in ragione della loro natura ed intensità, nonché dal temperamento :del soggetto. In generale però ~ i adopera;no gli stessi mezzi costituenti la psico. terapda, ossia la suggestione e l'educazione. E inutile o anche 'Pericoloso sforzarsi di dimostrare la irrealtà di un'illusione o di un'allucinazione. Il contrariare il paziente vale alienarsene la sim·p atia ed aumentane la sua angustia. Per rassicu·r are un paziente occorre dargli la sicure.zza della sua realtà ed integrità. Se un mal::tto dice di vedere ragni sulla parete, più che negare il fatto è meglio infondergli la persua$ione che si tratta di ragni innocui. l ,e oscillazio·n i dell'umore devono essere trattate intelligentemente e tSempre con dolcezza. Il deri<lere un paziente per uno stato depressivo ina-iustificato, o lo sforzarsi di dimostrare la i•n fondatezza del cattivo umore non ha altro effetto che di accentuare la depressione o abbassare l'amor .p roprio .del soggetto. 0 ccorre invece infondere la convinzione che il dolore psichico è 11n elemento caratteristico ma tralllsitorio della malattia. argo. 1
1
1
Pubblicazione interessante: Prof.
ANTONIO
DE
CASTRO
Docen te di Clin.iiea e d i Medìcina Operatoria
Complicazioni Post-Operatorie e loro terapia Un grosso vol11me in-8°, di 468 pagine. in ottima veste t.ipog;ra.fiea. In oommeioo.io L. .6 O più le srpese i:osta.li dii spedizione. -Per i nootri abbonati , sole L. 5 5 1r'amco 1
di
llOTto.
Invia.re Vaglia Postale a.Jl'Eddtore LUIGI POZZI Via Sistina. n. 14 ROMA.
996
1I POLICLINICO
[ANNO XXXIII, FASC. 28]
NELLA VITA PROFESSIONALE. ed inviato un saluto ai presidenti che lo precedettero, i quali i11<tnl>f>11nero sempre .alto il decoro ·delXI Riunione dell'Associazione professionale 1' Associazione, fra i quali il oompiianto Vignolo Lutati immaturamente perduto tper la dermatodei Dermosifilografi Italiani. logia e ,p er l'Associ.azione, annunzia che, con l'wpprovai.ione quas i integrale dello statuto e del re(Torir.io,, 10-11 giugno 1926). golamento <lel « Llrcmio Locatelli » e l'erezione in ente n1orale da parte de] Ministero della P . I., la Contemporaneamente al IV Con:gresso N azim1ale vita dell'Associazione è assicurata, sotto l'egida d'Igiene i1 10 corr. con largo intervento di c011dell'autorità, senza che nulla veng.a mutato nel gressisti, giunti da ogni parte d'Itali.a, nell'Aula suo progra-m ma, siccl1è, anche senza avere scopi :\fagna dell'Università, alla presenza di S. A. R . sindacali veri tl prc1prj, può continuare a tutelare il Principe di Pi~ntont-e, delle autorità civili e mil'elevazione del dermosifilografo1, in .a.rmonia con la litari, si è inaugurata la XI Riunione dell' AS80ciacultura dermatologica, l'esercizio professionale e la zione Pr-Olfessionale dei Dermosifilogr.afi I ta1iani, salute, uubblioa. con un cliscorso del presidente p rof. Piooa.rdi, il quale accennò ai fini di ele\azione di questi spelh finanze sono restaur.ate mediauite il :paga~ialisti, agli so0tpi culturali e di •pr-0tfila8si delle mento volonteroso delle qllXlite arretrate di quasi 1nalattie sessunli, le quali trova.no modo di diffontutti i soci; e nuove reclute, ben 17, sono entrate dersi in g;r·an parte •per l'ignora112ta, \per l'incoa rafforzar e le file dell' Associazi.one ed a portarle scienza e per quell'ari.a. di mistert01 che avvolge le loro gi-0iv.ani energie. . questi flagelli sociali. Ma contro di essi ha ora In osserva.nza al deli·b erato del1a ipassata riula scienz.a 1armi poderose, ohe, se saranno bene nione, la re1azione « Sul coordinamento dei servizi usate, in un periodo più o meno breve dovranno celtici », cpu.b blicata su tre giorn-ali medici «Mitrionfare di, una delle m.aggiori cause di soifferenza nerv.a l\1edica », « Dermosifilografo » e il « Giorindividu.ale, di spopolamento e di degenerazione nale Italiano», ohe il presidente vivamente rindella razza. Il Governo Nazionale che ha emanato grazia , largamente diffusa fra specialisti e genesollecitamente un'ottima legge sanitaria, non porici, è stata presentata al Ministro dell'Interno ed trà inaaicare di fornire gratuitamente, come f.a alla Direzione della S.anità Pubblica, la quale stacol chini110 per la malaria, i rim&li 1più atti . a bilì ohe il prooidente dell' .Associazione si mettesse trionfare di questa vera calan1ità sociale, che da in relazione con i membri della Commissione per quattro secoli incombe sull' umanità. la revisione del J'egolamento: e specialmente col A.ll'inaug11r·azione seguì un ricevi111e11to al Muprof. Cappelli. nicipio, offerto, con 1a consueta so11tuosità da S. E. Termina il suo discorso augurando che i giovani, Etna , oom1nissario (p•r efettizio. · con serietà e fervore d'intenti mantengano questa L o SYolgimento del congresso, al quale convenvecchia Associazio11e che ormai ha conseguito gran nero, oltre il. Consiglio di pre8ide112a, Piccardi, parte delle sue aspirazioni, ma deve .ancor.a perGallia, Martino, Boquiochio e Vercellino, i soci: correre n10].to cammino, .a quell'1altezza di dignità Montesano di Roma, il prof. Caippelli di Torino, .a cui. l'elevarono e la mantennero i vecchi soci. quale ra,ppresentante della Commissione della reviIl iprof. Montesano ringrazia a nome degli antisione del regolamento di profilassi .a.ntivenerea, chi pre.sideuti ed ha parole di lode per l'opera Fontnn.a, Polli<>, l'oliano, Brunetti, Rasero, Ferattiva del pirof. Piccardi. rari, Scaglione, Lovera di 'l'orino, Porcelli di LiIl segretario dott. Boquicchio comunica le .adev.orno, Gaviati di Spezia, Sberna di Firenze, Casioni all'inaugurazione ed al congresso ed il caspellini di Bologna, Travagli di Genova, Pecori di Rom.a., Cortona di Aloosandria, Riva di Roma, siere-economo dott. V eroellino dà lettura del resoconto finanziario da cui r isultano le fl10iride conDivell~ d~ Ba.ri, Mazzolari di Cremona, Seg:re, dizioni dell' ~-'\.ssooiazio11e. Oattaneo di Milano, Pozzo di Udine, acoa di Il prof. Fontana svolge il 1° tema ufficiale: ReCagliari, ecc. ; ed aòerirono: P asini di Mila.no, quisiti necessari ad acquistare ·il titolo di specialiLon1bardo di PiRa, Serra di Cagliari, Freund e Lesta dermosifilografo e!d esercitare la specialità, vi di Trieste, Verrotti di Catania, Itamazzotti di posto dai Consiglio di presidenza per combattere Milano, Gal.imberti e Terzaghi di R-01na, Francel'antica 1pi.aga della creazione ~pontanea di speachi11i di Vicenza, Grava.gna di Catan.ia, seguì nelcialisti ; e dare ai malati l a garanzia eh~ i medici 1' aula deU' .A coMiemia di J\,fedicina, gentilmente che si dedicano a questo ramo d~lla medicina pOSconcessa dal presidente prof. Negro. sìedano veramente la com'Petenza necessaria. Al Inviò il suo saluto. augurale al Congresso, per mezzo del dott. Trava.gli l 'illustre tprof . MoTselJi. riguar~ è stata e1nanata una legge, e molte UniLa. stampa medica. era ra.ppr~entata dal « Giorna- versità fanno dei corsi di perfeziona111ento per gli le I tali ano di Dermatologia e Sifilografia », dal aspiranti a questo titolo, ma con vedute e pro« Dern1osifilog.r.aio » e dalla « i\Iinerva Medica.». grammi disparati; sicchè sarebbe d~iderabile un Il presidente d,01po a.Yer ringraziato i ·convenuti, criterio u11ico; e meglio un esa1ne di Stato, come
cronaca del movimento professionale.
1
'T
;
(.<\ NNO XXX'Ill , FASC. 28]
SEZIONE PRATICA
per l'esercizio delta p r.ofessio11e medica e della liber a docenza. Dopo iampia discussione, cui 1:;>rendo110 parte i p r off. Montes~o d i RomaJ Porcelli di L ivor110, Sber n-a di Fir enze, Boquicchio, Martino e Piccardj di Torino, Yicne .apiprovato il segue:nte f Jrdi ne de~
giorno:
« L 'Assemblea, udita la relazione Fo11ta11a e la
discussjone s0guìt·a , fa voti: 1) che Yenga sollecitame11te emanato il Decreto-legge definitivo per il coJiferimento del titolo di specialista e per !.'esercizio della specialità; 2) che la S'lnatoria di cui all'art. 60 del Decreto 25 setterubre 1925 ~ia prorogata sÌllo alla pron1ulgazione del Decreto-legge di cui sopra; 3) che i 1pre>gra.m mi delle cuole di i)erfezio11amento siano regolati da no.rme co1nu11i per tutte le Università, sedi delle Scuole ste e, })er ciò c11e rigl1arda I.a durata dei corsi e dell'internato. le tasse di iscrizione e di frequenza , nonohè le inaterie d'insegname11to, le quali 11ltin1e doVJ·anno essere strettamente attinenti alle singole specialità~ che l'esame per il conseguim€nto del Diplo1na di specialista sia sostituito da 1111 esa1ne di Stato co.n Commissione centrale unica, da rj11110Y-&-si periodicame11te e con dispo. izio11i an.aJoghe a quelle vigenti per il conferime11to deJ.la libera dooenz.a; 5) ohe nel traipassato dal vecchio al 11u0Yo regime, e soltanto in linea tra11sit0Tia, si 1po a confer iire il titolo di specialista a coloro i quali, t)11r non avendo i titoli e requisiti richiesti dal Decretolegge 31 dicembre 1923, ne siano dichiarati degni per oompetenM. e per decoro pr-Oifessionale dalle rispettive associazioni di specialisti e specialmente da. quelle aventi perscmalità giuridica e siano state erette in Ente morale . ~) Dà mandato ialla P residenza di presenta.re ed ill ustrare questi voti a S . E . il Ministro degli Interni ed .a quell o della P u bblica Istruzio11e » .
-i.r
L'i1niporta.ntc e v.asto tenia dell'A.pJJlica zione del Jfeoolamento di pirofilassi venerea trattato da l i)r of. Gallia , i 11 ba.se ad u11 Questiona1-io, al quale risposero oltre la n1età dei soci, no11 può e. sere riassunto in poohe righe. Egli , con l'esperienz.a acquistata 11ella sua lnng.a carriera, ~on la scrurpolosa disan1ina di tutti i n1ezzi statali per impedire la diffusione dei contagi venerei, toccò i:utti 1 punti deJJ '.arduo problen1a, pr endendo in considerazione l.a sorYeglianza del la prostit u zioa.1e ufficiale, mediante i inedici visitatori ; la sorveglianza delle \}rostit11te clande. ti11e cosl dotte cc tes8erate »; la cura gratuita dei n1ala.t i venerei, meéliante i dispe11sari celtici 1nuni·ci1pali, o la fu n~:io ne dell'ispettore, ch e deve co11tro llia.re e coordin a.re i diversi servizi rileva11 ~lo lacu ne ed irtconvenienti ed additando i mezzi per evita.rli alla D ir ezione della Sanità P ubblica ed .alla Co1n.\.nche missione .p er la r evisione del R egolan1ento. A questa r elazione, esauriente.m e.n te discussa, con emenda.menti di seoonda.ria importanza, .venne appr ovata .all'unanimità. 1
997
Il Congr~ ~o si c.:l1iu8e con 1111 voto d i pl.aus:o al presidente e~presso da M ontesano a nome dell' Assen1blea , ed un ringraziamento al prof. Negro iper l'ospitalità nell'Accade1nia di Medicina. R . PINAL! .
Per una cassa pensione dei medici liberi professionisti. Il Diirettorio del 'indacato 11azio11ale med ici liberi \p rofessionisti <li To rino ha recentemente votato un ordine del gio rno nel qu,aJe cc udita la r elazione del prof. dott. Cand io sul progetto per l'istituzione di u na Ca .. sa per le .pensioni per medici liberi p ro·fessio11isti e loro fam igl ie, mentre ne approva in inassjma i concetti fondamentali, fa. \oti che tutta la cl :t.SSfl n1ed1ca si unisca per lo i--tu-iio di un progetto definiti,·<>1 da presentare al GoYerno, aus?ica11·d o che questo s ia il priuci·p io per la formazione di un.a sola Cassa pe11s ione tra tutti i anitnr! Ò<'l Regno ». 1
Contro l'abuso di titoli accademici da parte del dentfsti non diplomati. Il Ministro della P. I. , in rispo:,ta ad un'interpellanza del Prefetto di Torino, l1a d ichiarato che i dentisti pratici :lutorizzati all'esercizio della odontoiatria e dell.a 1p rotesi dentar ia non possono fare uso nè della qualifioa di dottore, nè di quella di merlico-c11i1u1g() ~ solt~nto di inedico o di ch irurgo . Tale qualifica compete esclusivamente a coloro che ]1anno conseguito una laurea. Ai de11t isti .abilitati all'esercizio professionale è concesso solo di servir~i del titolo di « autorizzato all'esercizio della nrlontoiatri ~· P. della protesi de ntaria » o tutt'al più del titolo <li cc de11tista a utorizzato all'e ercizio della odontoiatria e della protesi dentaria » .
Scioglimento dell'A ssociazione medica torinese. L'assemblea gener ale straordinaria dei soci dell' ~..\ssoci<lzione medica torinese, udita la reJ,azione de l suo presidente prof. Vaccari, ha votato, all ' urianimità meno un vot0i, il se-guente ord. del g.: « Considerate JP. condizio•1i dell'Associ.azione medica do r.o l ' aip provazi·one della le-gge st1l ricono13<'1 rnento giuridico dei Sindacati; rievocate le brillanti lotte sostenute a vantaggio dei coll~hi; nnin1ata dal desiderio che no11 vadano disperse utili forze; conviuta che i11 un u11io01 Ente si debbano unire i liberi p r ofessionisti 1perchè sia possibile l'effic~ tutela degli interessi di categoria.; nella fiducia che il nuovo sistema instaurato '3al Governo naziona]e sappia resistere .al 1raglio della pratica a.pplicazione ; delibera lo scioglimento del1' Associazione, devolvendo i l fondo sociale, a n orma dell'a.rt. 23 dello Statuto, ,aJl1a Cassa per le Yedove ed orfani della Società mutua di socoocrso fra i medioi chi..rur ghi del Pien1o·nte, e, inspirandosi .a quei sentimenti .altamente patriottici cui si sono informati tantj anni di vita operosa e proficua, con fida che i soci v•O\rr anno iscriversi alla Sezione liberi professio11isti del Sinda<::ato medico fasci~ta , disponendosi a portare anche nell.a nuova istituzione il l.oro prezioro co11tributo di attività. e di lavor o a fa\TOire della classe ».
•
IL POLICI.TNICO
99S
28i
OLivl:~TT.\
CONCORSI . POSTI VAOANTI.
BAONE (Padova). - A t utto .iJl 25 lug.; ha. 2444; collina; ab. c. 4200; L. 10.000 e 5 quadr . dee.; trasp. L. 3000; uff. san. L. 600; età lim . 40 .a. ; tassa L. 50.15. BASSANO Vl!jNETO (t'ir.enza). Scaid. 31 lug.; pri1n.a1·io 111ed.; L . 8000 e 6 trienni ventes.; lettì 200. Cl1ietlere arinunz~o . •
BELLAGIO (Como). - 2a condotta; L. 9000 (per 400 poveri, oltre a L. 5 per ogni povero in più); L. 700 indenn. bicicl. ,: L. 500 per ambulatorio·' età mass. 40 a. Soad. 20 luglio.
C..\P1J RSO (Bari). - Scad. 18 lu·g . ; L. 9500 elevabi:li .a L. 15,100 dopo 8 quadrienni; tassa lire 50.10; età lim. 40 a. CARPI. f)on.gregaz. &i Carità. Med. chir. r.a,.. dialogo presso l',Osipedale B. Raania~ini ; soad . ore 18 d el 31 lug.; età mass. 40 a.; tassa L. 25.15; sti-p. L. 5000, 2 c.-v., indenn. BUlpplem. 10 %' percentnia.lo 40 <Yo incassi lordi; .anno di prova ; con ferme t l·ic11nali. Divieto d~ esercizio in a.Itri Osrpedalj e Case di Cura. Serv. entro 10 gg. CASTIGLIONE DEL GENOVESE (Saler no). Soad . 20 ag. ; L. 7000 e 4 quadr. dee.; addizion. L. 5 oltre 20 % popolaz. ; se liff. san. L. 500. Tassa L. :30.15. CETONA (Siena). - 2a condotta; L. 8500; indenn. trasporto L. 3500; c.-v. di legge. Scad. 20 luglio. CORREGGIO (Reggio Emilia). Ospedale Civile'. 1
Se.ad. 20 luglio. Vedi fase . 27. CoTRONE (Catanzaro) . - Condotta; L. 9000 oltre I,. 500 per indenn. mala.ria; età n1ass. 45 a. Scad. 16 luglio. FaaSCATI (Ro1na). -
[ANNO XXXIJI, FASC.
Sca.d. 20 1ug. Vedi fase. 27.
Due condotte med. chi~. L. 8000 per ci-rea 100 poveri ; cavaJie. L. 2500. Al titolare della 1 a cond., L . 800 per "{;. S. e oom;>enso per c:ure in.fortun.ati; .c.-v. di legge. Territorio in massima parte mocntuoso. Scad.. 20 luglio. FRASslINon.o (NJ oclena.) -
GAvottRANO ({JrtJssefo). Scad. 15 lug., per Searli110; L. 9700 oltre assegno collllplementare rivedibile di L. 1200 e . 5 quadrienni dee. GEROOARNE {Grosseto). -: Due cond.; L. 7500 pel 20 ~f> ,popo1az. ; addizion. L. 3; ip. oa.Jvalc. L. 30 pel 20 % popolaz.; aiddizàon. L. 3; per cavale. L. 3000; 5 quadrienni dee.; età J.im. 45 a.; tassa L. 50.15. Soad. 23 luglio. MoGOGNO (Ji!odena). - 2a · cond.. Scad. 60 gg. dal 1° giu. Ve-Ji f.asc. 27. · LAMA
M oGLIANO VENETO (Treviso). Istituto Pio Costante Gris. - Direttore sanitario. A tutto il 15 111glio. \ 7 ed~ fase. 27. NocERA. lNFElUORE (Salerno). - Al 19 13ig. ore 14 ; età lim. 35 a.; tassa L. 50.15; stip. L. 6000 {sic) e 4 quadrienni dee.; addizion. L. 5 oltre .i1l 20 della popolazione.
%
S. MrcHELE (lnipcria) . - Con AiTole; al 31 lug. ; L . 9000 e 10 bienni ventes. ; L. 1000 indenn. ostetr.; L. 500 mf. san.; L. 2000 trasp.; L. 1200 c.-v. T.assa L. 50.15. PADOVA. ()~pedale Civile. - Med. prim. dei riparti \Per twberoo1osi. 8-0ad. 10 ag. Assistente eff ett. di chiru1~ia; scad. 31 lug. Vedi f1aisc. 27 . PAMPARATO (Owneo) . Al 20 lug.; età lim. 35 a.; tassa L. 50.15; stilp . L. 10,000 e 4 quinquenni dee.; per uff. san. L . 500; servi22io entro 10 giorni. PIACENZA. R. Prefetturra. - A tutto il 31 ag. ; l1ff. san. m e dioo c31po del oa;poduogo; L . 17,000, 5 trienni ed un quinquennio di un decimo; iruien11ità carica L. 3000 ; riconoscimento un terzo dei se.r vizi p1rootati. Per schiarimenti rivolgersi all'Ufficio. d'I:g iene. · PIEnIMONTE n' À.LIFE (Case rta). - Condotta residen. L. 7000 oon 5 quadrienni dell'l /10; c.-T. di legge. Se.ad. ore 12 del 20 luglio. P onENZANA (Massa-Carrara) . - Sca<l. 31 iu.gilio. \ Tedi fase . 27. 1
Ministero della _7J.larina (Dire~ione Oentrale di Sanità M. M.). - 16 tenenti medici in RoMA .
serv. a. p. nel Corpo Sainitario Militrure Marittimo. Sca.d. 2 ag. ore 10. Vedi fase. 19. SAN PrER n' ARENA (Genova). - Prim.axio med.; L. 6000; nomina quinquennale, conferme triennali fino ia 65 anni; dooum. a 3 mesi. Scad. 31 lug. Rivolgersi segreteria (Corso Roma). SERRA S, Qurr.cco (Anoona). Soaà. 30 lug.; 2a. cond.; .aJb. 866 iaigglomer. e 2943 8'pa.r .si; .iscritti c. 400; L. 8500 e 10 bienni ventesi.; L. 2500 cavallo; età lim. 35 a.; tassa L. 50.15. SESSA A uRUN<'A (Case:rta). - Per Carano e tre borgate; ab. 3551; L. 6500 (sic) e 1 c.-v.; 5 quadrien!lJi. dee. Soaid. 30 gg. dal 25 giugno. Età lim. 40 a ..
URBINO. - IV condotta Turale; plìoroga al 20 lug.; L. 9000 e 4 sessenni dee. ; c.-v. ; ·addiz. L . 2 da 500 a lOOOpov. e L. 3 oltre; serv . .att. L. 1500; _per oa.va.Ic L . 3000. Tassa L. 50.15. VENEZIA. Ospedale Civile. - Aiuto nella 2a Div. medica. L . 4800; età mass. 35 a.; laure.a da al1neno 6 a. (eccezione per gli assistenti effettivi d ell'Ospedale). Titoli -3d esami. Scad. ore 17 del 20 luglio. VENEZIA· Ospedale Civile. - Aiuto nella Div. Dermooifilopatica. Condizioni come sopra. VERONA. Consiglio Ospitaliero. - Scad. 15 lug. ; primario medico della Pi.a Oas.a del Riccwero ; l)rim. chirurgo e ortopedico dell'Osroed. Infantile .Alessiandri; 'P!l'im. radiol. e ter. fis. Osped. Oiv. Magg.; prim. ioto-rino-laring. id. ; per i primi 3 posti L .. 4500 oltre L. 1500 serv . .att. ; 1per il quiarto L. 4000 e L, 1000 rispett.; percentuaili. Tassa L. 50.05. Esa.mi. Età Iim. 30-50 .a. , VILLAVALLELONGA (.4.q'Ulilaù. - . Ab~ 18d5; adtit. 1005 m . .al 15 rug. Età lim. 40 a. L. 9500 e 4 quinquenni deo., L . 500 uff. sam., L. 800 .arm. f.arm.; tariffa abbientiv.a.
-
i[ ~NNO XXX!II I, F ASC. 28) ~OMINE,
SEZIO.NE PRATICJ.
PROMOZIONI ED ONORIFICENZE
La 1nedaglia Ramaer, destinata a pr emiare lo .studioso olondese che abbia maggiormente contribuito ai progressi deJla neurologia e della psichiat ria durante gli t1ltinLi cinq·ùe anni è stata con.f erita al dott. _L\.. de Kleijn di Utrec'ht, per le sue ric~rcbe sulle otoliti, il senso statico. i riflessi t onici ecc.
L' « I stituto 1 n1peratore Guglielmo per la medi-cina sperin1entale » di Berlino ha invitato, per un periodo di tre anni, il dott. Fischer dell 'Istituto di Patologia di Copena~hen~ quale <; os~ite scientifioo » .
NOTIZIE DIVERSE. • •
Congresso italiano di c11lrurgia.
Il XXXIV Co11gres<Jo della Società Italia11a di Chirurgia sarà tenuto quest'anno a P.adova nei gior11i 25, 26, 27, 2 ottobre p . v . I temi di relazione sar.a1100 : 1) «La chirurgia de} sim•patico viscerale», relatore il prof. M. D o'1ati (Padova); J) « La cura chi rurgica della tubercolosi pol1nC1u ::t1•e », rela.te>re il 1pirof. Leotta (B ari). Questo secondo te1na sarà trattato i1alla riunione comune con la <>0ietà di Medicina inter11a che avrà luogo il [.tiorno 27, essendo con·e1.atore per la Società di Medicina il prof. F . Galdi (Bari). Si prega d'invi.are alla segreteria. non oltre il 10 ottobre il tjtolo delle comunicazioni che s'intendesse fare sui temi di. relazione o indipendentemente da questi. I soci riceveranno in tempo un elenoo per J.a 1>'renotazione degli alloggi. Tutti i sooi che non hanno rioovuto finor.a il dipk>rma della Società sono pregati di darne avviso 3Jl1a segreteria indicando la sede e l'anno del}' ammissione; il diploma potrà essere loro inviato sen7.'altro. 1
Congresso della Croce Rossa per l'igiene dei ma· • • r1na1. •
•
-
Si è ten uta ad Oslo, capitale della Norvegia , ltna conferenza della Cr oce R ossa per le misure di salubrità e d'igiene da prendersi in favore degli ~ppartenenti .alla m arina mercantile. Le nazioni marittime hanno dimostrato grande interesse ne i Lavori di organizzazione delle condiziooi igieniche della 'gente di mare ed hanno inviato numerosi ra.p presP.ntan ti :i Ila conferenza stessa. L a Società delle Nazioni è stata rapp.i·esentata ialla Conf€'renz.a dal prof. M adsen, presidente del Comitato perm;l.uente d'igiene della S<>0ietà delle Nazioni; l'Ufficio internazionaJle del lavoro daJ sut<l' vice-direttore dott. Butler ; 1a Lega delle Società defilia Croce Rossa dal direttore gener-ale sir Cl·a ude Hill. Partecip.arono inoltre alla Conferenza i delegati delle segu_enti nazioni: Italia Germania Cina, Costarica, Spagna, Francia, ' Finlandia, ' Inghilterra, Giappone, Paesi Bassi, Svezia, Venezuela
99d
La Delegazione it.a.liana era con1.posta del sig . ..\ndresen, delegato permanente della Croce Rossa Italiana ed inviato speciale .alla Confer enza di Oslo e del vice-console l\tfario Caprino, delegato della' Croce R ossa Italiana. L a seduta inaugu1·ale della Conferenza ebbe luogo il 28 giugno . Il presidente della Cr<>ee Rossa nor,·ege.<>e, ex ministro Torolf Prytz, dopo aver dato il benvenuto .ai delegati d e lle singoli nazioni . ' riassunse nelle linee generali il lavoro svol to nella Nor vegia : stazioni sanitarie per la gente di mare di tutte le nazionalità sono state istituite i 11 21 porti norvegesi; ha presentato ai delegati della ( 'onfercnza un volume sn11 e condizioni sanita r ie della gente di mare ed nncbe un progetto per l'equipaggiamento sanitario di ogni s ingola n a ,·e. Ha offerto a S. M . il Re la pri1na copia di un ,·oh1metto che porta il titolo cc Il Marinaio - Guida 1n ~dica della Sooietà norvegese della Croce R,oooa, ». La Confe1·enza ha discusso i r.a.pporti pr0$ntati dai singoli delegati sulle condizioni sa:nitarie n ella 1narina rnerca.nt.ile e sui provvedimenti adottati in Norvegia per migliorare le condizioni sanitarie della gente di mare.
Lega Nazionale contro il pericolo venereo. Il 23 giugno, nell' Istituto di Fisiologia della R. U . di Roma, si è riunito il Consiglio Direttivo della Lega N azianale contro il pericolo venereo, presenti: il presidente prof. Bosellini; i consiglieri: proff. B~glioni e Ca1;>.asso; il cassiere prof . :l\I ieli ; il segre1,ario pr-0f. M on tesano. ' Tenne affidata nuovamente al prof. Ettore Levi la oarioa di ,-ice-pre5idente del1'U nion.e InteT11.azi·on.aJe contro il pericolo venereo con s~de .a Par igi. Venne ipre30 atto della destinazi10111e a.i l' I tali.a, di 500 esen:iipl.ari del 2° numero del Bollettino di detta Unione perchè siano distribuiti alle persone e istituti cui possano inter essare. Fu deciso di .assegnare L . 1000 alla Società 1per lo studio delle q11estioni ses.suali, .a.1110 scapo di concorrere ialla stamp,a degli AiJti del Congresso della Società stessa tenutosi l'anno scorso a 'rorino. Ft1 anche deciso che la somma concessa dal Ministero dell' Interno alla Lega N az~onalle, venga adibita a. costituire due ~remi da assegnare in esito a concorsi : uno di indole pura.mente scientifica, con una somma m.a ggi.ore; un .altro di propaganda antivenerea. Si decise pur e di pregare tutti i membri della Lega di voJ Jer inviare aL più presto i temi e t utte le 1pro post-e che 0Tede5se1io apportune circa i due concorsi. 1
Per la difesa della famiglia. Abbiamo già dato notizia di una Commissione t110tD1inata dal ministro dell'Interno on. Federzoni iper si.,udi.ar~ e p·ropcrre i mezzi di ,o rdine amministrativo e di polizia soci.ala, atti ad assicurare l'ordine della. famiglia contro le molteplici insidie della propaganda neo-malthusiana, emipirica e pseudo scie11tifica. La Commissi001e è oosì composta: capo della Polizia grand'uff. Orispo Moncacla direttore gen. della Sanità Pubblica grand'uff. Me.ssea, on. prof. Enrico P estaloz2'a, sen . del Re-
1000
l L POL l CLINICO
g110, on. prof. Silvio Lon<?;hi, presidente di Sezione della Corte di Cassazione, rprof. gx. uff . Pio Pediconi, prof. comm. Romolo Benini, rprof. conun. Cesare Micheli, <lo1~t. cJmm. Lui·g i Mir.anda e dott. comm. Giuseip1pe Tedaldi; segretario il dott. Adolfo De Do1ninicis. Il :à1inistro, nell'in~ediare )1a Oommis.sio1i.e, ha o~r,ato ~he il complesse> fenome11.o della v•oJont.aria lin1itazione nelle nascite, non asstune nel nostro Paiese carattere molto ~nave. Ma il Governo fascista i1on pt0rteva trascurare di 'Predisporre f in d'ora i 111ezzi ai ti a difende!·e la fan1igli.a italiana dalle molteplici insidie di una ·prorpag.a nda che sfr utta per fini bottegai le 1Preoccurpaz\o·n i del1'egoismo individùalistico e materialistico. Noi dobbiamo 1·ep1~mere tutte le deviazioni che p1ossono ferire la sanità mora.le del noistro· •p opolo e, più ancora, quelle che mirano a infondergli 11n o stato d '.animo e u11a mentalità che si risolvono in una ooncezione veramente edonistica della vita, n1entre questa è- per j] fascis1no nlilizia, attività , sacrificjo, sot tt''lnissione costante degli interessi contingenti e individuali ?.i fini superiori della . nazione. Il Ministro ha. ·p recisato come i1 fenomeno di una notevole di1ni11uzione delle nascite si sia potuto accertare in .alcune p:zioivincie d'Itali a, dove sono più intensi e tradizionali il movimento dell'erlli gr~zione temroor.anea e l'influsso di costumi stranieri. Il ~Iinistro ha concluso dichiarando che il GoverniO_, nel pro1nuovere gli studi della, Commissione, si r]p,r omette di ooamina r e con ]a nece.s&aJria atten~io·ne ·l e conclusioni e le concrete pro ... 1poste. che essa crederà di formulare.
Per la lotta contro il cancro.
\
Il sen. Pescarolo, proseguendo la sua inirabi]e benemerita l·ott.a contr o il cancro, ha elargito nuova1uente un a somn1a di 10,000 J.ire, da attribuirsi per concorso .a 'luattro p.i·e1ni indivisibili di L. 2500 fra i medici del Piemonte, per lo studio clinicoambientale ·d el cancro e sul decorso clin ico dei tu• 111ori 1naligni e specialmente dei carcinomi. Questo. concorso h a lo scopo di p.r omuovere la pubblicazione di osserYazioni sulla distribuzione dei tu1nori maligni. Il C.Onsigljo d' An11ninistrazione <le1 1 ' 0~"Jedale San •• Giov.a11ni di Torino, c1,i è stata devoluta l 'elargizione, nel segnal.are l'atto n1u nifico, uni sce nella gratitudine il non1e dell'insigne sanitar io a quello della d.a.migella Ter esa :ò1[.a rchini che al ceu1tro antic1tnceroso del S . Giova.n ni ha dona·bo ].a ' l illa PoT1poratia in 1nemoria del c~mpi anto suo fratello comm. Francesco Marchini.
Convegno per le questioni eugenetiche e sessuali. 11 22 maggio si tenne a Palermo u11 convegno dei soci de11a S1ocietà di. Eugenetica, cui parteoip·.a.ro110 a nthe ~l pre"i.dente p-rof. Silvestro Baglioni ed il segretari0 rp r of. Aldo Mieli. Il convegno ebbe luogo nel R. Istituto di Medicin.a1le le.g ale.
•
[:\NNO
XXXIII, FASC. 28 1
Congresso di Fonoiatria e Logopedia. Il 11 Cortgresso deJla S<J{!ietà Internazionale di }i'onoiatria e Logopedia aYrà luogo a Vienu.a nel1 I stituto fisiologicv riell'li11iversità, IX . Schwar z~:;>·anieratr1assle 17, dal 15 al 17 luglio sO.tto il presidio dEd doee11te Frosche1s (\ Tiellil11a). I temi principali sono: «Disturbi d'origine centra.le in specia1e riguardo ai di!·,turbi della lingua» ~ « Nuovi rnetodi €lettriC'i per la gr~fica della J,ing ua ».
Esposizione internazionale in Budapest per la protezione dell'uomo. È stato di1~a1nato il segue11te comunicato: « ~p;resi in Budiapest e durerà fino a settem-
l>ro c. a. 111;.a -frc:po~ i r,ione Intern.a.zionale per la protezio11e dell'uomo posta sotto l' .Alto Patronato del Governo Reale Ungherese; ·1a quale comrpren·d e S.e zioni scientifiol1e, industri1ali, di commercio e si. interessa del1l'igiene sooiale degii Uffioi municiipali d'igiene, dei Sanatori, degli Ospedali , dell'igi~ne c1eglli ailime11ti e delle bevande e delle abitazioni. Si pregia. di avvertire gli interessati ohe per event11a.le p1ai'tec~·paz~a:ne ·potr.an110 direttamente rivolger si &l Comitato orgia.nizzatore dell'Ee)osizion in Budap e ~t, Piarista Utea, 6 ».
La Croce Rossa ltaJiana Giovanile. L n. Comnii,·s1on e Centralle della Crooe R oosa I talian a Giov.a nile ha .arpprovat-0 in questi giorni il Oousu11ti vo della gestio11e 1925 dell' istituzione parascol1astioa daJ, qu,aJe emerrre 1111 '.n otevole in-cre1nento1 della is·bituzione giova11ile dQ}la Croce Rossa I talia11a, nel[e sue 1·arie ma11ifestazioni, da una. parte igi€11ico sanitàirie come le Colonie e l'assistenza 1nedjco-scoJ.astica, e dall'altra, p er q'llanto· riguairda le. attività più propriamente educative, come l 'organizzazione morale e sociale svolta dalle singole unità looa1i ; e l' attivjtà di oorrispon.d enza. i11te1'Scolastica, per la quale, l'on. Piet1ioi Fedele, ministro <lèll'lstr11zione, ha comunica.t o il vivissi1no p1l.a1u so del Prin10 Ministro on. Mussolini, ,peT gli a,lti fimi. educativi ~ patri ottici con essa perseguiti. In.fine ]'j8truzi<>ne gi-0va11ile de~la C .R .I.G. ha stabilit.o di bandire ora un concorso, i ra t utti i docenti e gl'inseg11anti italiani per tre opuscoli illru5trati di carattere igienico-educativo, destin.ati a·gli alun,n i delle S cu ole Medie ed elementa1ri.
Il centenario di Laennec. L'Accademia di Parigi ha preso l'iniziativa di commemorare quest' a.uno il cente.simo anniversario della 1nor te di Laennec e la pubblicazi•oine della ~a edizion~ dell'opera lnagistrale « J~ Traité d'Auscultation » . E stato cr eato un Comitato })er l'org..anizzazio-ne di questa cerimonia che avrà luogo a P arigi dal 13 al lf> dicen1brP . L ' ufficio del co1nitato comprende: Chauffard presidente; Acha1·cl, CaJmette, Let ulle e Roger vice-presidenti; Roussy segretario 1
fANNO XXXIII,
FASC. 28]
SEZIONE PRATICA
generale; Laiguel-Lavastine segrétaJ"io generpJe ag_ g i unto; P, Masson tesoriere. Già molti scienziati stranieri hanno accettato di far parte del Comitato <l'on·ore e promesso d'.assistere alla commemorazione. L'omaggi.o che sarà reso .alla memoria di Laennec non •può la.sciare i11differente nessu11 medico e nessuna. t...'lersona che s'interes.5i a.1 progressi della. medicina. Il Comitato Ol"ganizzatotre riceverà con ric0110-scenza le offerte che gli fossero inviate, all'indirizzo del tesoriere (120 boulevard Saint-Germain, Parie 60) per celebrar e degna1nente questo anni. versar10. Per onorire la memoria di Laennec .a.Yra11110 nnohe luogo varie oerin1011ie 11ella Bretau11a il 12 .::> ' agosto, giorno an11iversario della n1orte a Ploare ' ' luogo O\ re egli è deceduto. 'i è costituito un ( 0111ita.to bret•one per regolare queste cerin1onie. 1
1
Onoranze al prof. Gtuffrè.
R.lSSEGNA.
1001
DELL~
STAMPA MEDICA. •
Presse l.I Jd., 12 dic. - P . P AGNIEZ e al. L a contrattilità della. milza. -. 16 dic. G. LEVEN. 'rrattam. dell'obesità. Encéphale, dic. S. 1"fESSING . Dissoci.azione dei rifle.ssi vestibolo-oculari. - l\l. NATHAN . I sterismo e diatesi emotivia. Juurn. Nerv. a. M ent. Dis., dic. - H. KLUVER. I tipi psicologici. - L . PO'ITER. Strapazzo fisioo e 1nentaJe e mal attie. Jou'Tn. A. 111. A. ., 5 dic. - H. S. MARTLAND e al. Pericoli delle sosta11ze radioattive. - "\V. M. BRIOKF.R- Infezioni oss~e att&nu.ate. - !T. A. I( UHN e al. Il tiosolfato sodico negli avvelena1n. da mere:urio e altri metalli. ' 31 ediz . J(linik, 18 dic. - L. A&T·EH. EJno•p oiesi e rj cambio del ferro. G. DoMAGK. Eziologia dei tumori. - Inchiesta sulla cura della sifil. lT'i,,1i. Klin. lT- och., 17 dic. - F. ~[ANDOL. L'ulcera gastr. « chirurgica niente inguaribile '" - S. PESCHIÉ. Terapia delle li11foade11osi. . lJ eut. nl ed. och., 18 dic. - A. WESTPHAL . I~a pupilla i1ell'encef. epiden1. S. l\loscHKOWSKI. IJ quadro leucooitario. Jliinch. J.\Jed. Woch ., 18 dic. - W. WEITZ e KissLING. Il sale nellia dieta degli lipercloridrici . - \\i. R1cHTER. Teoria e prassi delle emopatie . .4.cta JI ed. .'.'candin., 1-II. - F . LEIRÉ. L a sindrome « pallidale » . H. C. GR.\~t. Campionamento dell'emoglobinometro mediante il re·f r.atto~ metro. E. GJETZ e S. HELLERSTROM . Tumore del ganglio di Gasser. A nier. J 011,rn. j)J ed. Se ., dic- - A. R. R1cHARDs. I"'a funzione glomerulare. - G. DRAPER. L a costituzio11e e le tossiemia gravidiche. - W . PENFIF.r,,o. Il meccanismo dell' angin1& pectoris e cura chirurgica. - N. J . N O\'ELLO e a . La iputrefaz. in test. Riforrna M ed., 14: dic. - A. F ER(tANNINI. La praticità in medicina. - C. PAPPALARl>O. L ambliasi e colelitiasi. Analcs l 1'aculd. Jled . (Mo11tevideo), ag . - A . ,_ÀF.NZ. Spirochetosi intestin.ale pura . Presse Méd ., 9dic. -A. LAUDA U e al. Trattam. dell'.avvelenam. mercuriale. Olin. y Labor., nov. - J. ~I. BELLIDO. L e gland ale morfogene e la veoohiezza. Paris M éd ., 19 dic. N u111ero sulla fisiote. raip1a . .l rclt. JJa,l.. .4ppareil Digesti/, ecc., nov. - P. DuVAL e al. P e riduodenite. - CmRAY e I. PAvEL. L' insuffricienza col ecristica . F'olia j)f ed., 15 dic. - S. I-'.\ F1tANOA. Il problenia delle costituzioni. Brit. Med. J ourn., 26 dic. - H. R ussELL ANDREws. Lia lomba.ggine nella donna. J 0·11 rn. A. }f. .-l ., 12 dic. LEONARD e A. '\Tooo. L'exi1resorcinol co1ne disi11fettante intestin~le. J . W. SEvER. La 1;>aralisi ostetrica. Zeitsch . .f. Tuberk ., dio. -- K . BRUNECKE. La t er a pia dei sruponi nella tbc . 1
Il 12 giugno, pcl con1pi1ne11to del 30° a11no d'iusegna1uento, l u otferta a,l prof. Liborio Giuffrè, clinioo medico di Palermo, una n1edaglia com111emorativia. Al1a cerimonia parteciparono autorità, n1aestri , . -studenti che manifestarono in modo solenne e ta11gibile il loro affetto e la loro a1n1nirazione pel v•aloroso ed aperoso 111aesliro.
Una medaglia d'oro. ~
stata solenne111e11te co11segnata dall' an1ministrazione d el1a Congregazione di Carità di Stradella al prof. GioY.anni ~Iasnata, a riconoscimento de1Jl'01pera aJtamente umanitaria da 1rui svolta durante venticinque an11i qua.le direttore di quel <:1v1co ospedale.
F also sanit,irio. E stato arrcst:lto a Roma un avventuriero, a nome Attilio Misuraoa, da Napoli, che pur essendo sfornito di titoli accademici, vailendosi di falsi documenti e sotto ~ari nomi, aveva fatto iJl fa r macista. a Bugane ed a Fossa.lta di Piave, nel V eneto; dur.aaite I.a g uerra era riuscito .ad arruolarsi COO'Ile chimico e aveva conseguito la nomina a cau>itano; 11el 1925 prestò servizio quale medico condotto interi11ale a Strada Oasentina, e vi rimase per sei n1esi; ultimamente iavev.a in co1·so le lJratiohe per il posto di faì·miacista .a ~[ammol a (Geraoe Marina pl'OV. di Reggio Calabria) .
II 1° giugno è morto W . MERCK, il quale da 40 anni dirigeva la fabbrica di prodotti chimici che ne portava il i1ome. EgLi ha ayuto una parte 111olto attiva i1el considerevole sviluppo .assunto dalla pr.oduzione di ·m edicinali sintetici, speci.alruente verso la. fine del secolo 1paiSSato.
•
nr
"r·
1
'r.
1002
[ANNO XXXlll, FASC.
I L P OLICLJ:NlCO
Rev . ]Jéd. Swisse Rom., 25 di.e. - LoNG e MoZER. Me.raùgia parestesie.a.. Bull. Méd., 23-26 dic. - Numero sull'oto-rinolaringo]ogia. Giorn. d . Med. Prat., dic. - D . TADDEI. L'estrazione degli ia.ghri infissi nei tessuti. Boletin dell'Inst. de M éd. Experim., oott.-ott. - A. H. RoFFO e al. Studi sperimentali sul cancro. Pa'nis M.éd., 26 dic. - G. l\fouRIQUAND. II bambino malato e la biologia. - SAVIGNAO e SARLEs. Coliti e disturbi nervosi. Rass. l ·n terrwz. di Olin. e T er., sett. A. KNIPFER. Diagn . r.a.diolog. di aneurisma dell'aorta disoe,n d. New York St. Journ. of Jled ., dic. - T. F. DoNOVAN. Trattam. endocrino dei disturbi mestruali. Giorn. Olin. Med ., 31 dic. - I. SAOOHETTO. Il solfuro d' antim. colloidale nella terapia della malaria. - L.. PEZZOTTI. La « respiraz. diaframmatica posteriore » . ..9euchenbekampfun(J' 6. s. z. ZLATOGOROFF e :V,. REDLICH. Eziologia e profilassi della soar1a.ttina. - "·· H. HoFF~I.\NN. Eziologia della febbre gialla. - R. KrtAUS. Eziologia dei tumori maJigni. ~Ii11 erva M ed., 31 dic. L. LEVI. Nu10rva sindrome sensitiva (microe.stooia e macroestesia). Pra ctitioner, gen. - Numero sui moderni metoCli diagnostici. Edinb. Med . Journ., gen. - J . PuRvEs-STEw ART. CocmeT1aZione nella scienza. -. j}funch . Jted. Woch ., 1 gen. - H. CoENEN. De- . .liquio, col1asso e shoclr nei loTo rapporti com il
sist. nerv.
v~get.
-
~)
E. , ...OGT. Cure ingrassa.nti 1
~nsuliniche.
...~ . TaoELL. P ress_
Zbl .. f. ino.....lfed., 2 gen. -
del saJJgue nel m. ha.sedo\Yi. Deut. ~led. vVoch., 1 gen. - E . LAQUEUR e al. L'orm001e del:l'estro sessuaile. - E. PouLssoN. L a vita.mina liposolubile. H. CuRSCHMANN. Ricambio e neurosi. Gaz. d. Hop., 2 g€n. - L . LANGERON. I fenomeni di choo. ' Riv. Sa;n., ."iici ., 1 gen. - G. GIAJtRusso. L a; diagn. med.-leg. della sciatalgia. J ourn. òe ]féd. de liyon, 20 dic. - Numero. sulla ter~pia. Jlediz. KZinik, 2 gen. - R. ScHMID'l . L \.a.9JDa costitu25ion. - L. CASPER. L a I)ielite. Riv. di Olin. Med., 15 ott. - F . D'ARBELA. L 'equilibrio acido-base nelle maJ. del feg . R e.v . Méd . Latino-Americana, ott. - Numero sul cancro. • Ann. di Ost. e Gin., dio. - A. G1AOCONE. Coagulabilità del sangue in gravid. - G. ALBANO. Cistiti ginecol.Jg. •poot-oper.ative. 1 Quaderrui di Psichiatr., nov.-dic. - A . R1IELA GRECO. Il senso della forza nelle ma.lattie del sist. ner,-. - G. V 100N1. Prassiterwpia . Giorn. Ital. di Dermat. e Sif ilogr ., dio. - B. SPARAOIO. Chimismo del sangue in alcuin e dermopatie. - D. BARDUZZI. Sulla oura della scabbia. - S. F .\RINA. Tera.pia della sifil. per via gastr. con lo sto:vaù'SOlo. Gazz. d . Osp. e d. OZin., 3 gen. - G. ·VEDRANI e C. GAI,LERANI. Sa lasso e itpertensione .
Indice alfabetico per materie. Adenopatiia sottoclavioolaTe sin\stra di Troisier : valore . . . . . Pag. Appendice: fun2Aio1n e endocrina . . . » Bacilli dissenterici : differenziiazione dai pseudo . . . . . . » )) Bibliografia . . . . . . . )) Oatrame lavato in tera1pi.a cutanea )) Cisti branchiale epidermoide . . Cronaca del movimento professionale . )) Eczema delle labbra: trattamento . )) )) l~mottisi tuberco1an:i: trattamento . • )) Epididimite tuberrolare )) Frattuna complicata: una varietà ]'rattura dell'epifisi prossimale della ti)) bia: varietà . . . . . )) Gozzo ende1nieo: tprofilassi . . Granuloma maligno: elementi per la dil3r gnosi . . . . ~> Ipertensione airte!"Ì.osa e m<?dicazione ipotensiva . . . . » Ipertensione a.rterinsa: trattamento igienico-dietetico . » Diritti di proprietà riservati. -
990 993 988 985 991 988 996 992 974 984 972 969 989
•
Malattia celiaca di origine pancreatica Pag. 991 Malattia ossea di Paget : natura e pato)) 987 .gene.si . . . . . . · · · 989 Milza: rottur.a traumatica; inter vento . )) Operazione cesarea Porro: cinqu.anten a. , ~ . . . . . . . . )) 987 Pancreatite oronica con ittero . . . . )) 991 Pancreatite emorragica e lom):>ricosi del dotto di Wirsung . . . . . . )) 990 Pericardite tuberoola.r e: perica rdiotomia 989 e cardiolisi • • )) 994 Psicot.erapia • • )) 993 P so riasi: trattamento )) 982 Segno di Babinski : valore • )) 988 Sodoku . . 983 Spermato1~·ea Taglio ceoo.reo nella pla.oenta ;previa cen)) 989 traile. . . . . . 993 Tubercolotici di guerTa: assistenza Tumore del1l'angolo ponto-cerebellare de)) 989 stro . • • •
. .
1
))
~
))
988 979 980
))
É vietata la riproduzione di lavori. pubblicati nel POLICLINICO e la pubblicazione dei suntt '''
essi senza citarne la fonte.
1wm.a . ~tab. T1vo-L1t. Arma.n,i di M.. Courri~r.
'
'V.
AscoLl, lted. retJP
IL POLICLINICO
<PAGINA DELL'AMMINISTRAZIONE)
SE Z. P RATICA FASO. 28
Sommari di Fascicoli del periodici di nostra Edizione:
'' IL POLICLINICO ,, SEZIONE MEDICA diretta dal Prof. VITTORIO ASCOLI
Il f:l.B(}ioolo 7 (1° luglio) oontiene: LAVORI
ORICINALI :
I . - F . MAJERON: Oont..riibuto allo studio della degenera7'ione oiatioa dei reni II. - .i,. MENASCI: Ccmtributo a.ilo 'studio della oreatininemiia nelle nefriti. III. - B. RAPINE. I: L'eliminazione del cloruro dii sodio e dell'amato nel sano ed in nefropatici, durante la prova della olorur.ia alimenta.re. I T . - M. A H.EZZl : Sull'intossicazio ne da solfuro di carbonio. Osservazi001ti e ricerche sperimenta.li.
SEZIONE CHIRURGICA diretta dal prof. ROBERTO ALESSANDRI
Il fasoioolo 7 (15 Dugùio 1926) eonterrà : LAVORI ORICINALI :
I. · A.. BONA.DIES: Sul vaJore della 'Pll'Ova della fenols ulfonf talein a.. II. - E. FORTI : Con&ideraziorui. intorno iaid un caso J1 mola. veseioola.re a rapida evoluzione maligna. III. - L. M . MORICONI : Llpoma intramuscolare del mueoolo gran d01"8ale di destra nella sua pru-z.ione aecellare. IT. - P. SEU : La oolesterinemia nell'uomo dopo Ja splenem.-Omia. PREZZO DI CIASCUN FASCICOLO DELL' UNA O L ' ALTRA SEZIONE L . 5. I non abbonati a dette Semond Medi~a o Oh.iirurgica i.otr81nno riceverli inviaru::lo il r.ispettivo .importo medi.a.n\e vaglia poet81le, .all'Editore LUIGI POZZI, vil.a
Sistillla, 14 -
RO\llla.
IL VALSALVA Rl VI ST.A MENSI LE DI OTO..RINO-LARIN GOJA.T RIA diretta <id prof . CUCLIELMO BILANCIONI Il fa..~oiicolo 7 {Luglio 1926) oontiene: Esperi menti e saggi : B. C.!.SEI,I.A : Sulla fatica perife. rioa. dell'oreoohio. Nuovo metodo dii registrazione grafica dei movifu:nenti del timpano. Anat omi a: A . PIAZZA MISSORICI: Rwppoa-ti topografi.ci fra istmo della. g1andola tiroide e aneLl·i trachea.li. Ricet'che di aina.toonia umana normale con partJoolare riguai.rdo .alla .medicd.na operativa. Raccolta di fatti : I. - G. FERRERI: Tumore gigam1e dell'epiglottide. II. - M. FA.BRONI: Otite media purulenta. -cronica da carpi e8tJranei (frammenti di vetro) penetrati nella regi-one peri.a uricola.re ssinistra. Ricerche di la bora torio : 8. TRAINA: Vaooinazione antitiftca nell'uomo per v.i.a naeaàe. In biblioteca. Recen si oni : Tentati.rvi di im>mun.iz1'azione antidifteniioo,
oon l'a11atossina. di Ramon. - La ìI'<>entgenteTaipia. dell'epitel!i.oona .cutaneo secondo .il ·metodo l)l'OI>OBto daJ Ghila.rducci. - Epitelloma ma.lligno in mega.esofago. - Due oasi di &pa.Bllllo eeof,ageo. - I ipl.aismon.i tonsillari. - R-eperti ra.diogirafi.oi toraoi-0i in luetici poirtatori di affezionJ oron.i.che delle vie respilra.tor.ie. Caso pooo oom111J1e dii lesione luetiea dehl'oreccio {labyrinth.itie ayphylit.ioa). - Fistole br01Whlali e lo.ro cura. - Un .intereesainte oo.AS<> di lesione eiftloona.tosa del l.a.bbro inferio1·e, mell'CnTio-81rseno-resistente, guarita -ool bi.smuro. OontJributo alla ocmoscenza del lii.poma sottolinguale. - Un -ca60 di eisti •d el collo di origine branehiogen.a . - Lesi<>ni della mucoea boccale nel morbo di Darjer. - Tera.pia dell'infezione fusQsa:ù.rillaire d i P1a.ut-Vincent. - Studio della irinol6ti.a si. - La lepra nella Toscana ma.r.i·t tima. - La fun.zàone respiratoria negli ozenatosi. - Pa.rtii1C-Olaire s.eccheziz.a dell a ilingua in segudto ad ietillazion.i vescicaH. dJ. olio gomenolato. An•omaLia dcl dig-astrico imrpo!r'tam.rte per lia mediciJD.a oi:eratOT.i.a. La n ota s torica: L. PIETRA.NTONI: Di uno strumento per asiportaxe d ·poli·pi nasali ideato e illustrato da Girolamo Fabrizi d' Acquape1I1idente. Discu ssioni : A iJ>roposito di rpaira,lisii la.ringee ~iate. A b~am~nto per il 1926 : Italia L . 3 2 ; Estero L . 4 5 . Per _g1i aibbonaiti a.il 1c P oliclinico 1>: Italia L. 2 5 ; Estero L. 38. Un fa&eioolo separato L . 3,50 . N • B. - A.i nlllovJ abbona.ti del 1926 a « Il ValsaJva n si concede l'in"OO.ra priruu. a.nnata (1925) del 1periodioo stes~· p·e r sole L. 20 se ·n I t:11lia e ;per sole .L. 30 se al:1 :Estero, i.n por.to franco. I nviare V.aiglia Poetale .a.1.l'Editore LUIGI POZZI Vi a Sis tina. n. 14 - ROMA. 1
CUORE E CIRCOLAZIONE P eriodico mensile diretto dal pref. VITTORIO ASCOLI Il faiscicolo 5 (Maiggio 1926} contiene: Lavo~i originali : I. - G. GAT.AT.A': Ricerche eugJi ef·
fett1 cairdiova.sali degli oet3>Coli al oi.lroolo .addominale. - II. ~ C. NATALI: Un 1caso di .erudotelioma pri.mitlv'V ·del rperi>0aa.-dio. Rassegne, R ivi ste, Cong ressi : Clinica : Mian.ifesitazioni cerebrali nslla tachicaxdia pruroesisti«m. - Studio clin,i oo. sulla . dilaitazione .Prima.r.i.a del '°uore nella pl'li· ma 1ruf.anz.ia. - Egper.ien~e sul s·egno fisico d.el Minerbi per la dia.gnosi oggettiva della nevrosi eard!iiac~. Osservazioni s:t.erimentali eulla tensioine a.rter1~a. - Note sul n·uovo fenomeno di siDJCTonis.mo fra az1o~e l!'eepii!atoria e ca:vd.iaca nella proporzione 1/2. . tud10. s:penmentale. Blocco auirioolo-vent.rioolwre i.T1 termi1ttente. - Le bra.di~rdie nei bambini. - Sul Moroo di Ayerza. - Una causa deJ.l.a u tpoten.ssione ee. senzii.a.l~ 11 •• · - Le mod~lità di morte nei div0(l'si tipi dJ. card1opat.1e. - T erapi a : Le basi del compenso e scom-peneo nelle ca.rdii01patie. A bb~namento per il 1926: Italia L. 3 2 ; Estero L. 4 5 . Per gli abbonati aJ "Policlinico o: Italia L 2 5 · Estero L. 38· Un fa.ecioolo separato L. 3,50. ' N . B. A\ nuovi abbonati del 1926 a « Ouore e OircoJazione » si conc e don~ le intere anca.te 1920-1921-19~2-1923 1 del periodi co e Le !\{n.latt1e del cun ...., .. nonché 19it e 1;:125 di « Ouore e Oircola.zione » por sole L. 9'5 "e in Italia, e per sole L. ::i.e~ se all'Estero, jn porto franco. A ric hiesta s i inv ia n u m e ro d i s aggJo,
Inviare Vatglia Poetale aJl'Ed!itore LUIGI P OZZI Via gistina. n. 14 - ROMA.
LA CLINICA OSTETRICA P ERIODICO ME NSILE di o5tetricia, ginecologia e pediatria, per i medrcl pratici diretto da.! prof PAOLO CAIFAMI
Il f.a scicolo 6 (Giugno 1926) oontiene: Lavori originali : G . .A. BROSSA e s. ZOCCHI: Ricerche an•l lo stato ieoll.ohlale del si.ero nella ma1dre e nel neonato. - C. MERLETTI e A . VIGNALI: Genesi e sign.aifi.cato del brivido materno nella morte erud-O!Uteriin.a del feto. Fat t i e documenti : G. CUZZI: DiEllIIlenoc~ea intermestrua. - I . DI PACE : 'l're ea.csi di nev·rooi ìI'iflessa na· so-gesn.1itale. La rubrica degli errori : A . M.A.TERZANINI: Emorra.gii·a da .rottura dii trombo .g en.ito-pue.rpei-.aile ddia,gn<>&ticaJta come emorragia da plaeen ta pTeivja. Ri v iste generali · A. SANTONA.STASO: L'occhio nella fisiolog1ia e nella patol1~ia della gravidanza. Dalle r•viste : Ostetricia : OLiruiica. delle ir.ireeentaz.ioni a testa estesa. - Pa.rto spontaneo di feti a termine in presentazione dii fironte. - SuJ pericoli del seconda. mento iaArtificiale mamuale e sulla ·u ti1ità della (}()ID· pressione a.orti-0a. - N~osi del cil>ripo luteo e vtQmito incoeroibile. - Trattamento dei vomiti 9.ncoereibJli della g-raV1idainza. - Il tJratta.ment.o dell'ecl81mpa.ia col metodo Stroganoff. - Sul vaJ.ore di aigm06'ti-oo e te.rapeutioo delle i'Iliez.ioni en.dovenose dii pl1tugl.a.ndol. Gravidanza tripla diagnosticata. mediainte la raid.iogr.afia. - Cineoolog'ia : L'innesto ovarii.co e le sue a.al· ;plioaziow dn tera.pia. Sllll)e.riorità dell'oipel'azione consc>rvativa sull'()IJ)erazione radicale nei :fi.hromio.mi dell'utero. - Le ·i ndioazion.i dell'i&terectomia precoce doto l'~ulsione di una mola. - La reazione intraoutanea del Mairteue per la di.agno1S1i di eanoo-o. Sulla sedimentazione delle eanatie. - Per la diagnosi iè.elle irufezionO. u ·r inarie. - Ped i atria : In:iezione limtra. iCaJrdiaoa di adrenalina nell.a rianim.azi<>ne diL neonati profoo.daa:nente asfittici. - Il oonteniuto duodena.le del lattainte sano drurainte e dopo la dia.Trea. - Note d i b'i ologia : Irufluenza degli estratti di placenta euJla feirtilità. delJa donna. - Influeinza dell'o1V1Ulazione su1le ca:ps.ule surrenali. - Corpo luteo ed ormoni follicolari. - Il cale.io nel samgue delle ecl<Mlllpticbe. T ecnica : La disinfezione delle mani eeclusirvamente per ane2lzo dell'adeool. 0
0
! libri . V a ri et à: Le VIÌiCende .attuali della 11 Limitazione delle
nascite ".
prop-0&ito d·i errori diag.nostioi e della giustizia. - C. CASSIOLI : Un 'acefalociste dell'utero che siimula urna. g.ravidanza e ~r~s cdna hl ohlru·rgo al ban.co della giuetiziia.
Inter essi
professiona li : P. GAIFAMI: A
N ot1z1e.
Abbonamento p.er il 1926: Italia L. 32 ; Estero L. 45, Per gli abbooiati al ., Policlin.i co 1>: Italia L. 25, Estero L. 38. Un "fascicolo separato L . 3.50. Inviare Vaglia Poeta.le all'EdJitore LUIGI POZZI Via Sistina., n. 14 -;- ROMA.
Al NOSTRI SIGNORI ABBONATI· _... Interessante pubblicazione : '
L'IMPORTANZA DELLE PARATI~ ROIDI secondo le odierne vedute
Dott. VITTORIO GHIRON
'
Assistente nella R. Cli. nica Chirurgica di Roma
Eccone l'Indice Sistematico : cenni di Anatomia e fisiologia delle paratiroi<1i. Ernbriologia. - \ ?a .;1 . - Rnpporti. - I s.tolo gia . - Fisio,logia. - 'reta11ia pa.rat il'eopriva . - Alta razion i d·e-1 ri ca1mbio. - Rapporti 001t le altre g landol e a se0l'ezione interna. Patogenesi d ella 1sind rorne paratircopri,ra . Patologia chirurgica delle paratiroidi. Alterazioni circolatorie. Processi inferttivi . - Cisti . - Adi2nomi. - Parastruma. La sindrome da deficit paratiroideo negli operati di gozzo e suo trattamento curativo. tO'ria . - P atogenesi. - C-0ndizi'Oni ch e la fa\~oric;cono . - Tetania e gravidanza.. - Anatomia patologica. - Sintomi. - Diagnosi. - Pro:fila ss1 deJla tetania. - l~icerche :p ersonali s11]la cÌQ'colazione tiroidea. - Con c ll1sioni. - Terapi:a. - Trnn esti paratir<>idei. - Tecn:ca degli innesti. - Opot erapia . - Tabe1la ria,ssuiltirva delle statistiche pubblicate da vari chirurgi. - Le paratiroidi nelle malattie delle ossa E sperienze di EttDlIEI1rI, IsELIN, CANAL, ecc. - E sp e.rLen7,e di J.\lfAc 0ALr,u M sul ricambio del Ca. - Esipe1rienze personali s ulle fu~a.ti.n1re. - T<l . ~ul ricambio de:l calcio. -Id. 1sull'aoorescime.eto delle o.s:::a. - Conclusioni. - Tetania e ricambio del Ca n ell'11omo. - Alterazioni delle paratiro,i di n elle 1nalarttie delle oss a. - Note comuni dl~ni che ed .anatomorpatologiche <li alcun~ osteopatie. l\falattie d elle ··) ssa e •r icambio d,e l Ca. - Ipotesi s ulla patogenesi delle osteopatie. - .t\ zioni endocrine . - Timo. - Tiroid,e. - I pofisi. . Tesrapia parratiiroidea delle osteopatie: esperienze pe1~sonali. - Le paratiroidi nelle infezioni e nelle reazioni immunitarie. Ricerche sulla tiroide. [d .sulla parat i·roide. - I d . pier,sonali sulla resi<>tenza alle infezioni s.pe-rimentruli e sul potere opsonico n egl1 n.nimaJi &pairati·roidati . - ColÌllclusioni. - Para1tiro1di e anafilassi. - Esperienze pers0111ali sulla influenza delle pa.rati1X>idi nella anafila.ssi. - Conolusi-0ni. - Letteratura. 1
1
1
1
1
Un ,·olume in-8° di pagg. 8-125, con 25 figure intercalate n.el testo, 11itidamente stampato su carta semipat111a.t a . P rezzo L. 1 4. - P er i nostri abbonati solo L. 1 2, 2 5. l n virt r e l agli a Postale all' erl1tòre LUIGI POZ Zl ,
r lu
istina, 14 • ROl\I.4.
COMUNICATO Per una gentile concessione da noi potuta ottene1·e, siamo da oggi in g1·ado di cede1·e ai nostri abbonati franco di po1·to per sole L,
10,~o
(in commercio L. 2 0 più le spese postali di spedizione)
l'importante lavo1·0 del prof. G. L. SACCON A.GHI, medico p1·ima1·io negli ospedali civili di B1·escia :
LA CLINICA DELT_JA ADESJONE PERICARDICA (" FlBRECHIA DEL CUORE,,) l\lELL' ASPETTO SUO DIAGNOSTICO •
-
Opera premiata \·01u111e
~alla
R. Università di Roma con " Medaglia d'oro al merito clinico ,, (Premio Baccelli)
ill-8°, di oltre 200 pagine, niti·dame11te stampato su carta sernipatinata.
N.B. - Per godere di tale ECCEZIONALE facilitazione, è indispensabile farne richiesta esclusivamente alla nostra Ammin·istrazione (mediante Vaglia Postale da L. 1 0.50) e per essa all'Editore Luigi Pozzi Via Sistina, 14 • Roma . • •
I
A·NNO XXXIII
--
Roma, 19 Luglio 1926
Fase. 29
•
fondato dai professori :
,,
GUIDO BACCELLI
'
FRANCESCO DURANTE
SEZIONE PRATIOA.
,•
REDATTORE CAPO: PROF.
VITTORIO ASCOLI
SOMMARIO. 'Lavori originali : E. 'l'renti:
L'ultrafiltra~one come &tudio delle ~lobuline spe-
mezzo d'isola.mento e di cifiche per la reazione di Wassermamn. Osservazioni cliniche : Jrf. Bona.n.no: Un caso di linfogra.nulomwtoed wccompagnato da elev.ata eoeinofilia. Note e contributi : E. Oa.peoohi : Ancora sulla arura della tubercolosi ~wrtioolare ruperta alla, Bolieri. Commenti : s. Liccia.Tdi : La fototerapt.ia e la ohemioterapia nella sifildde. Sunti e rassegne : SEMEIOTICA: Ryle: Dolori vescicali e dolori riferiti. - SECREZIONI INTERNE : C. Riehet: Gli ormoni omo-orga.nioi. - TERAPIA : c. H~b : La tera.pia oon le iniemoni.
'Cenni bibliografici. Accademie, Società mediche, Congressi: Società Medd.oo_ Chirurgica di Paivia. Mantova.
·
Società.
~fedieo-Obiru·rgioa
di
Appunti per il medico pratico :
I tumori del lobo frontale. - Sindrome di viaso-dilataziOIIle emicefa1iea d'origine simpatica. Cefatlee endocrine. - Un faittore dell'e.miCT,ainia? - Oontributo alla conoscenza della sifilide dei n&rvi oorebrali e epina'1i. - Le pol1nev1'1ti alooo1tohe. - Un caso di neurite del muscolo-outaneo d~ortgine tuber-0ola.re. Zoster del paidiglione auriool.a.re oon pairialie.i del facciale e sindrome di Ramsay-Hu.nt. - 'I'ono mu&c-0lare e .innervazione tonica. - Il tratta.mento cl& mal di mare. - Nell'run.oe.m.i.a. - IGIENE: La lotta a.ntirn.a.larica nei piccoli <X>ililUni. - POSTA DEGLI ABBONATI. CASISTICA
E TBRAPIA :
VARIA·
Politica sanitaria e giurisprudenza: G. Selrv.aiggi: Oontroversie
giuridiche~
Nella vita professionale : Ammi;nietlrazione sanita.ria. Concorsi. -- N orndne, promozioni ed onorifioonze. Notizie diverse. Indice alfabetico per materie.
SOLLECITAZIONE
I signori abbonati che non hanno pagato ancora la seconda rata semestrale a compimento dell'importo del proprio abbonamento pel 1926, sono vivamente pregati di farne sollecita rimessa, mediante vaglia postale. N. B. -
L'EDITORE: LU I GI POZZI. De1 vaglia postale che si invia devesi conservare il poliz~ino di ricevuta.
LAVORI ORIGINALI. •
I STITUTO DI ,CLINICA MEDICA DELLA
iR. UNIV. DI ROMA
diretto dal 1p rof. VITTORIO ASCOLI.
L'ultrafiltrazione come mezzo d'isolamento e di studio delle globuline specifiche per la 1·eazione di Wassermann. <1> Prof. ENRICO
TRENTI,
aiuto e docente.
In una precedente comunicazione (2) riferii 1 .risultati di ricerche compiute sui sieri di sifilitici e per controllo su &ieri normali, utilizzando l'ultrafilt.razione come metodo di indagine. Dalle esperienze che allora ·riferii per esteso giunsi alla conclusione che gl1i anticorpi del siero di sifilitici, capaci di ,dare la reazione ·di ,deviazione del com1
(1) Comunicazione letta all'Accademia Medica. di Roma il 5 giugno 1926. (2) E . 'rRENTI. La reazione di Wassermann sui
.sieri f iltrati per sacchetti di collotlio. Bull. e Atti
della R. Alce. Med. di Roma, 1925.
plemento, sono strettamente legati alle globuline del si ero e che non sembrava accettabile il con·· cetto che il meocani.smo della reazione di Wa5sermann fosse di natura colloidale, ma iJ>iiuttosto di natura chimica. Infatti è possibile ugualmente ottenere reazioni ~ositive, sostituendo nei sieri di sifilitici ai sali ed a parte delle albu mi.ne; acqua distillata. Nella mia precedente comunicazione o~servai anche come agendo sul siero con solfato di ammonio p er precipitare le globuline non si poteva escludere che il precipitato trattenesse altre sostanze (lipoidi) che potevano pure avere qualche importanza nel determinismo della reazione. Ho p ensato quindi di estendere le rniie ricerch~ al liquido cefalo-rachidiano, che per la .sua comp osizione meglio appariva adatto a controllare l'importanza delle globuline per la reazione di \Vassermann . • Le esperienze sono state compiute sul liquido cefalo-rachidiano n ormale, su quello di tabetici e di paralitici progressivi, su quello di meningiti sia luetiche che d'altra natura (tubercolari e me 1
'
4
•
..
1006
[ANNO XXXIII, FASC. 29}
IL POLICI.INICO
di amm onio, lasciav·o la mescolanza a ·r iposo per 12 ore, in1di centrifugavo a lungo sino a 1raccogl"iere tutto il precipitato nel fon do della provettar .t\1lontanato il li·quido wvrastante, scioglievo il precipitato p er aggiunta di acqua distillata, . essendo suff'iciente la quantità di solfato di ammonio presente nel preci:pitato per aversi una soluzione completa di questo. Il liquido cosi ottenuto e che ra·cchiudeva globuline + soluzione di solfato di a.m·monio era introdotto in un sacchetto di collodio e sottoposto all'ultrafiltrazione. Termjnata la prima filtrazione, aggiungevo acqua distillata nell'interno del sacchetto di collodio e fìltravo di nuovo, e cosi via sino a che il liquido fjltrato non 1dava più la r eazion.e ·del solfato di ammonio. Dopo l'ultima filtrazione introducevo nel sacchetto di collodio un volu1m-e di iSoluzione iisiologica uguale al volume ·d i liqui do cefalorachidiano sul quale era stata eseguita la precipitazione ·delle globuline. Agitata a lung@ la so. luzione fi~iologica onde a.ssicurare una completa mescolanza ·d i essa con le 5ostanze · irimaste nel• l'interno d.el sacchetto di collodio, la ·prelevavo con l'a1uto di una ·P·i petta, e su di essa eseguivo la reazione d1 W·assermann a dosi varie da 0,10 a 0,50. Ho potuto così constatare che con le globuline di liquidi cefalo-rachidiani nei casi di tabe, di paralisi pi:ogressiva, di meningite luetica si av-eva sempre reazione ·di Wasser·m ann positiva compl-et& 2) L iquido cef alo ..rachidiano di tabetici e di così come usand·o il li quor in toto, ed alle stesse paralitici progressivi e di meningiti lUJetiche a do5i, e èhe con le globuline dei li·qui-di cetalolV. R. positiva completa. ·Reazione di w ;a ssermann negativa sul filtrato; positiva completa costante- rachidiani nei oasi di meningiti non luetich.e (tum ente sul residuo della filtrazione, impiegando bercolari e m enjngococciche) si aveva reazione costantem,ente negativa. questo alla ste~a do&e del liquor in toto. .Ciò porta ad ammettere che la positività del1a 3) Liquido cefaJOO-rachidiano· di meningiti acute reazione di Wasser·mann nel Ji1qui·do cefalo-rachinon sifilitiche. Reazione di Wassermann negativa diano è strettamente l.e gata alle loro particoÙJJTt tanto sul filtrato che sul residuo dell'ultrafiltraglob1lline, mentr.e nei liquidi cefalo-rachidiani, zione aJle dosi da 0,10 a 0,50. Da ciò .e merge la ,c onclusione che le so5tanze pure ricchi di globuline, ma a reazione di Wasdevianti il ,c omplemento nei liquidi cefalo-rachi- sermann negativa, queste sono incapaci di deterdiani a W. R. positiva si comportano di fronte minare la ,deviazione del com.p·l emento. Sembra quindi che esista una specificità delle alla membran~ di collodio, come ·quelle del siero ~lobuline dei li1 quidi cefalo-rachi1diani nei casi d•i di sifilitici, ci·aè non -l'attraversano. Una secorrda serie ·di ricer.che 1è stata diretta affezioni luetiche del sistema nervoso, specificità allo studio del comportamento delle globuline di che non si può ancora stabilire .se dovuta ad una quei liquidi cefalo-rachidiani nei quali dette glo- particolare -0ostituzione chimica delle globuline buline sono dimostrabili colla :preci[pitazione me- stes&e, o a sostanze nuove strettamente legate alle diante soluzione satura di solfato di ammonio. ' globuline ed aventi il significato di veri e propri Esse sono state quindi compiute soltan~o sul li- anticorpi. I ris11ltati di queste ricerch.e sono in pteno acquido cefalo-rachidiano di tabe, di parali.s i progressi,ra, ·d i meningiti luetiche e su quello dl cordo con qua.n to avevo già notato nelle espemenin giti non lu-etiche. La tecnica seguita è la rienze eseguite sui sieri, ma h·anno il vantaggio <;e.guente: di eliminare ogni ipotesi tendente a conferire ad Preci pitate le globuline p er. aggiunta al liquor a1tre sostanze, anzichiè alle globuline, la propri.età di uguale volume di soluzione satura di solfato di deviaTe il complemento. Infatti nel liiquido
ningococciche). Mi sono servito deil'ultrafiltrazio· ne attraverso membrana di collodi.o, utilizzanido i • sacchetti di collodio al ·5 .%, montati su un. tubo di vetro, -ed intr·o dotti in un gro~o provettone a tubatura lat-erale, sì ·da perimettere di e5eguire una vera e.. prÒpria ultrafiltrazione con aspira.. zione e non una semplici dialisi. L'aspirazione è stata fatta con aspiratore ad acqua o elettrico sì da ottenere sempr.e però una aspirazione corrittpondente a 60 cm. di mercurio. Una prima serie di ricerche è stata compiuta r.ottoponend-0 il liquiido cefa.10-r81Chidiano in toto all'ultrafiltraz'ione. Compiuta l'ultrafiltrazione introducevo nell'interno del sacchetto di collodfo soluzione fisiologica nella stessa quantità di quella del liquido cefalo-rachidiano posto a filtrare, onde ·m antenere la stessa concentrazione delle sostanze che· non avevan-0 attraversata la parete di collodio; indi eseguivo la reazione di Wassermann ' stessa tecnica delle ricerche precedenie con la mente comunicate, tanto sul liquido filtrato, tanto s11 quello che rappresentava la soluzione o la so~pensione in soluzione fisiologica del r.e5iiduo dell'ultrafiltrazione. I risultati ottenuti e costantem-ente concordanti si possono cosi riassumere : 1) L iquido cefalo-rachidiano normale. R.eaz1o ne di \Vassermann negativa tanto sul filtrato che sul residuo della ultrafiltrazione, alle dosi da 0,10 a 0,50.
1
1
1
1
1
1
, •
•
•
tANNO XXXIII, F ASC. 29]
1007
SEZIONE PRATICA
cefalo~rachidiano
le albumìue pi'ésènti non sono precipitabili col solfato di ammonio; inoltre mancano in esso tutte quelle sostanze che presenti nel siero rendono ine110 sicura l'affern1azione cl1e solo alle gloa uli11e sia dovuta la facoltà di dare -positiva la reazione di \\7assermann. Di più soltanto le globuline ·dovute a lesioni sifilitiche del sistema nervoso hanno tale facoltà, dimost·r andog€ne completamente spTovviste quelle la cui comparsa nel liquor è legata a proce&si infiammatori • on luetici. L'ultrafiltrazione esegt1ita con l'aiuto dei sacchetti di collodio permette .quindi di isolare que:Ple sostanze alle quali è legata la positività della reazione di Wassermann; sostanze che non è an.. cora possibile 5tabilire se siano le globuline stesse modificate; oppure un quid specifico legato inti·m amente alle globuline ed isolabile dal siero e dal liquor insieme con queste. • Pensando che o le globuline modificate in maniera specifica dall'infezione luetica, o un quid specilico leg'ato intimamente alle globuline stes5e siano la causa della deviazione del complemento nella reazione di Wassermann, 110 cer cato di agire 511lle globuline intaccandole nella loro costituzione mediante la d1gestione con tripsina. Senza entrare nei particolari delle esperienze e senza per ora riferire le ricerche compiute anche ~ui sieri e che formano l'oggetto di altra pubblicazione, acoennerò soltanto ai risultati ottenuti mediante la digestione delle globuline isolate dal liquido cefalo-rachidiano nel caso di lesioni Si(J lt1etiche che d'altra natura del sistema nervoso e delle m eningi. La digestione è stata eseguita con aggiunta di trip~ina, senza quindi rendere neces.. sario modificare la reazione del mezzo. Con1piutasi la digestione, distruggevo la trips1· na col riscaldamento a 40 gradi, indi eseguivo la reazione di Wassermann sia nel liquido in toto co5ì ottenuto, q\1anto n ei prodotti dell'ultrafiltrazione di esso (porzione filtrata e porzione r e&idua' . In ogni caso di globuline a reaziione di Wa5sermann positiva completa, 110 ottenuto dOIPO la djgestlone delle globuline con tripsina, rea. zione cli Wiassermann negativa e tanto col liquido tn toto quanto con i due prodotti dell'ultrafilt·r azione di esso. Si .p uò qtlindi affermare che il potere di dare la deviazione del complemento proprio di quelle globuline che si ii;olano ·dai li quidi cefalo-rachidiani a reazione di Wassermann positiva, è distrutto dalla digestion,e con tripsina, parallelamente alla trasformazione delle globuline stesse. Risultato identico ho ottenuto agendo diretta' mente sul liquido cefalo-rachidiano in toto, e 1
~o ttoponéndo
poi Io stesso liquido, dopo avvenuta la digestione, all'ultrafiltrazione. La negatività della reazione sul liquido cefalo-rachi·d iano dige. rito, e sul r esiduo dell'ultrafiltrazione fa quindi pensal'e, insieme con i risultati ottenuti dopo eseguita la digestione delle sole globuline, cke la tripsina provochi la scompa:rsa delle 5ostanze specifiche devianti il complemento e non filtrabili attraverso la membrana di collodio, tanto dal liquido cefalo-rachidiano in toto che dalltl glob• line isolate in esso. Dai fa1ti sues!J)osti emergono le conclusioni .seguenti: 1) Lrultrafiltrazione attraverso membrane di collodio può forni·r e utili indicazioni nello studk> del meccanismo della reazione di· Wassermann; 2) Ricerche compiute con tale mezzo sul liquido cefalo-rachidiano permettono di afferma? e che alle globuline è legata la proprietà di de'.·iare il complemento nella reazione di Wasser· mann, e che S'olo le globuline dei liquor prove.. nienti da malati di meningite luetica, di tabe ~ di paralisi progressiva si comportano in tale gut ... $él, mentre le globuline presenti nel liquor per processi infiammatori di altra natura non deter.. n1inano una r eazione di Wassermann positiva. . F...siste quindi una dimostrabile specificità del'M globuline del liquor nelle lesioni sifilitiche delle meningi e del si5tema nervoso; 3) La digestione con tripsina del liquor a r eaztone di Wassermann positiva, o delle sue globuline annulla completamente il potere di a.si di deviare il complemento. )llaggio 1926. ,
Al nostri abbonati rammentiamo J'lnteresa•n· te libro: Prof
Direttore del R
CIUSEPPE SANARELLI
Istituto d'Igiene dell'Un. di Roma
Nuove vedute sulle infezioni dell'Apparato digerente . Un volume in-8. di pa.gg. VIII-184 'N. 14 delle nostre Monografie Medico-Ohirurgiehe d'attualità.), nitida.mente eta.mpato su carta. SE1mipa.tinata, oon 28 figlare intercalate nel testo. - P.rezzo L. 2 5 più le spèBe postali dii epediizione. Per g li abbonati a.1 « Polielinioo • sole L. 2 2 •5 O in porto ftl'a.nco. •
In-Yiare Vaglia. Poetale aJl'Edlitore LUIGI POZZI Via. Sistina, n. 14 - ROM.A. I
• • •
•
1008
IL POI.ICLINICO
OSSERVAZIONI CLINICHE. OSPEDALE MAURIZIANO UMBERTO
I -
Labor. Rie. Clin. - Dir. Pro!.
)'ORINO.
BRUNO.
Un caso di linfogranulomatosi accompagnato da elevata eosinofilia per il dott.
MATTEO BONANNO.
. P. Ernesto, di anni 69. commerciante, ammogli'l.to, ebbe una figlia. Non ebbe a soffrir e malattie d'importanza fino a ·cinque anni fa, epoca in cui insorse un'angina accompagnata a mal d'orecchio destro. L'a11gina, b~nchè curata, recidivò diverse volte nello spazio di un anno. Circa 4 anni fa insorse un dolore alla regione inguinale destra, dolore persistente, di modica gravità e che talvolta andò incontro a qualche esacerbamento. Il dolore, dato un lieye sfiancamento dell'anello jnguinale destro, si attribuì a punta d'ernia, per cui venne applicato un cinto €rniario. Persistendo il dolore alla regione inguinale destra, ed essendo sopraggiunti dolori alla regione lombo-sacrale i quali difficoltavano la dearnbu1azione, un valente clinico della città diagnosticò una neurite delle branche posteriori, lom:bo-sacrale di probabile natt1ra luetica; per cui malgrado che la reaz. Wassermann praticata diverse volte sul siero di sangue .fosse stata negativa, pure il paziente venne sottoposto a cure energiche antiluetiche ma senza ricavarne alcun miglioramento nei dolori lombo-sacrali ed inguinali. Circa tre anni fa insorse improvvisamente singhiozzo e contemporaneamente comparve una tumefazione alla regione sopraclavicolare sinistra in corrispondenza del bordo interno dello sternocleidornastoi'deo, la quale tumefazione raggiunse il volume di una mezza arancia, divenne 'fluttuante, si accompagnò a febbre, 1p er cui il chirurgo chiamato a consulto giudicò trattarsi di un fatto suppurativo e quindi necessario praticare subito una incisione. Ebbero esito circa 300 eme. di pus con scomparsa dopo qualche giorno della febbre e del sin. ghiozzo. Dopo una ventina di giorni la ferita si cicatrizzò completamente. Tanto l'ammalato che il medico curante non ebbero mai a notare, prima dell')nsorgenza della tumefazione, alcuna ghiandola locale ingrossata. Persistendo i dolori alla regione sacro-lombare e inguinale, venne ·praticata una radiografia del tratto della colonna creduta interessata e il radiologo diagnosticò un'artrite della colonna vertebrale, con ossificazione dei legamenti trasversi, per cui si credette logico assegnare i dolori lombosacrali all'irritazione delle radici nervose durante il 1passaggio nei canali intervertebrali. Attualmente (marzo 1925) l'ammalato, che ha dovuto abbandonare le sue occupazioni fin dall'inizio della malattia, si nutre discretamente, n.on accusa disturbi agli organi digerenti; solo talvolta si presentano periodi di anoressia. Il deperimento costante e lievemente progressivo fin dall'inizio della malattia, a detta dei famigliari, in questi ultimi tempi si è accentuato. Il paziente riferisce che da circa due mesi è affetto da prurito in corrispondenza degli arti in.
[ANNO
XXXIII, FASC. 29}
feriori e del tronco e riesce a mitigarlo solo oo-n applicazione locale di polveri in·differenti. , Apiressia, un po' di tosse con scar.so escreato; alvo regolare. Nel mese di marzo il prof. Valobra chiamato ia consulenza nota fra l'altro, oltre a fatti di piodermite da grattamento, molti noduli, della grossezza varia da una lenticchia a un .fagiolo, localizzati nel sottocutaneo della pelle del tronco e noduli più ·grossi in corrispondenza delle regioni ingui11ali e ascellari. Per cui consiglia un esame di sangue . L'esame obiettivo in tale epoca fa rilevare: Individuo di regolare costituzione, molto d-epe. rito, con pannicolo adiposo ridotto e masse muscolari ipotrofiche; cute di colorito giallo paglierino con una certa nuance che tende al bronzino specialmente al collo e al tronco. Si notano ag1 i arti e al tronco leggere lesioni da grattamento. Si vedono e si 1palpano sotto la cute della pa.. rete anteriore del tronco piccoli noduli d~lla gros. sezza variabile da un chicco di grano a quella di un fagiolo, distribuiti irregolarmente e in quantità ~he supera la cinquantina, noduli spostaibili, indolenti, di consi·s tenza media ..~ll'inguine, e nei cav1 ascellari e alla regione cervicale anteriore si palpano noduli glandulari della grossezza di una nocciola, anche essi mobili indolenti, isolati fra di loro. Capo mobile in tutti i suoi movimenti; pupill~ reagenti alla luce e all'accomodamento. Ipoacusia. Si nota sulla cute che ricopre lo sternocleidomastoi.deo di sinistra una cicatrice a margini regolari, lunga quasi quattro cm. La tiroide non si riesce a palpare. Faringe lievemente arrossato. A1p par. respiratorio: respiri 28 al m'. Basi polmonari poco mobili. L'ascoltazione fa rilevare un respiro polmonare aspro su tutto l'ambito con si.b ili e rantoli in corrispondenza deile due basi . .Rari colpi di tosse con escreato prevalentemente mucoso. Appar. circolatorio; polso 90 al m', ritmico fa. cilmente compressibile. •La percussione sull,aia cardiaca dimostra un lieve debotdamento del ventri-colo ,destro. All'ascoltazione, aumento del 2° tono specialmente sul focolaio aortico. All'addome, tanto il fegato che la milza debordano ·due dita trasverse mentre il loro limite superiore -è normale. Alvo regolare. Si nota lieve dolenzia alla regione lombo-sacrale senza poter localizzare speciali punti dolorosi alla pressione. ·L'esame del sistema nervoso per quel che riguarda l'esplorazione dei riflessi non rileva nulla di anormale. Apiressia. L'a. in questo periodo sottostà ad un'alimenta· zione semiliqui·d a; passa solo 1p oche ore della giornata fuori del letto. r:esam.e ·chimi·co e microscopico delle orine è &tato negativo tranne la diazor.eazione leggermente positiva. ·L'esame dell'escreato negativo \Per i bacilli di Koch, per la presenza di ce1lule eosinofile e dei cristalli di Charcot-Leiden. Esame delle feci negativo per la ricerca del sangue e di parassiti intestinali. La reaz. \Vassermann sul siero ·di sangue negativa. Deviazione del complemento sul siero con antigene d'echinococco negativa. 1
[ANNO
XXXIII,
FASC.
29J
SEZIONE PRATICA
L'esame cromocitometrico di 5angue praticato in vari periodi di tempo ha dato: Data
Hb.
Gl. B.
o•
Gl. R.
•
p.
.
....•
-.J
::s lii
z
•
•
·.M
o ri1
CD
o:S ~
.,..
..:I
:a
1
6
3
63
1
6
3
68
1
8
3
2
10
CL
Q
Q
o
I I
20-3-25
46
17.380
3.200.000 0.7 22 , 68
1 -4-25
46
17.890
3. 235. 000
30-4-25
40
29.760
3. 180.0001 0.6 20
16-6-26
56
22. 920
2. 980. 000'
o. 7 o. 6
27
18
I
67
I
I
3
Sugli strisci di sangue colorati si nota leggera anisocitosi e tPOichilocitosi, ipocromia, qualche rara cellula cli Turk. Gli eosinofili presentano caratteri tipici: nucleo in quasi tutte le cellule bilobato a bisacci a, i11 poche a tre lobi e solo in 2 % cellule il nucleo quantunque accenni a strozzarsi pure si presenta ancora unito in modo da far giudicare trattarsi di metamielociti eosinofili. Le grant1lazioni tipicamente splendenti, volumi. nose, si presentano in molte cellule ·n on molto ab. bondanti come nei comuni eosinofili in modo da far credere la cellula ancora giovine (Naegeli). In altre cellule polinucleate si notano granulazioni un po' più piccole di quelle già descritte ma certamente 1p iù voluminose di quelle che sogliono comunemente infarcire i polinucleati neutro.fili. Tuttavia ho compreso tali cellule che arieggiano gli eosinofili tra i polinucleati n eutrofili per il nucleo molto più complesso e nettamente diverso da quello degli eosinofili. I noduletti diffusi per tutto il tronco e be11 evidenti verso la metà di marzo, si ridu cono progressivamente tanto che verso la metà di aprile, qu ando si persuade l'a. a farsi praticare la bio-ç.sia di uno dei noduli, si stenta quasi a trovarne uno !acilmene aSJportabil e dato che quasi t11tti sono scomparsi non lasciando alcun segno fleJìa loro anti~a presenza. Anche i noduli al cono, alla regione inguinale e ascellare sono lieveme11te -Oiminuiti di volume. [n questo periodo il paziente> non è stato sottoposto ad alcun trattamento tera· peutico, nè ha avuto alcun accesso febbril e; pzr n1nne tuttavia il prurito agli arti e al tronco. I noduletti con gli stessi caratteri e quasi lll':la medesima quantità sono ricomparsi in giugn0. Jl paziente deperisce gradualmente; si nutre poco; sensorio un po' attutito fin cl1è il 6 luglio compare un'enterorragia copiosa che diminuisce coi comu. ni emostatici; dopo qualche giorno le scariche sanguigne si ripetono e l'a. muore. Trattandosi di paziente in clientela privata non è stato possibile praticare l'autopsia. 1
Jn complesso si tratta di un paziente di 69 anni la cui malattia si ·è iniziata circa 5 anni fa con disturbi banali di faringite: compare in 5eguito una suppurazione alla tiroide di cui guarisce in 20 giorni, si stabiliscono dolori lombo-sacrali e alla regione inguinale, dolori · at.tribuiti ipoteticamente a fatti di neurite sifiliti'Ca e come tali curati con nessun giovamento; deperimento non marcato ma progressivo. Dopo quattro anni dall'inizio della malattia, comparsa di prurito, di noduli per tutto
1009
i 1 tronco che spariscono quasi completamente per
ricomparire senza che questi mutamenti di "\{Olume siano accompagnati d.a variazioni termiche P ig1nentazione della cute a tipo aiddisoniano; leggero grado di sipleno ed epatomegalia; enorme eosinofilia (63-68 %) con discreta leucocitosi (17,38029, 760). Morte in apiressia per enterorragia. Di fronte a una forma morbosa con una sintomatologia cosi scarsa in un primo tempo, e in seguito con il presentarsi di altri sintomi ma non tali da far scaturire una diagnosi precisa, lo studio di uno tra i sintomi più importanti, l'eosino~ filia, sembrò poter condurre a una rSoluzione dia gnostica. Escluso un aumento degli eosinofili pro. dotto dall'asma bronchiale, da presenza di parassiti intestinali, da echinococcosi sia perchè il tasso degli eosinofili in questi casi non raggiunge mai un grado sì alto come nel nostro paziente e anche perchè le rispettive ricerche di laboratorio e il decorso cli nico della malattia escludevano siffatte forme morbose; nè potendosi ·d'altra parte l'alta eosinofilia mettersi in conto delle lievi lesioni cutanee da grattamento data la loro esiguità; l,attenzione si posò, per una certa rassomiglianza sopra quei casi in .cui era presente una enorme eosinofilia e descritti da alcuni AA. tran. , cesi e americani. Aubertin e Giroux rtportano la storia di un loro· paziente che essi avevano potuto seguire per sei anni e nel quale la diagnosi clinica e il controllo dell'autopsia misero in luce una sclerosi primitiva dell'arteria polmonare. l globuli bianchi oscll.. lavano fra 6,900 e 26,000 con 65-70 % ·di eosinofilt tra cui pochi mielociti. Esisteva leggero aumento della milza ma non ipertrofia delle ghiandole linfatiche. I suddetti AA. riportano il caso descritto da Stillmann sotto il titolo di « caso di leucemia mieIoide con predominanza d egli eosinofili ». Si trattava di un uomo di 27 anni che presentava, ·dltre a pallore e a debolezza generale, anche risentimento clell' apparato linfatico superficiale specialmente a carico dei gangli cervicali e inguinali; c;i accompagnava anche un certo grado di epatosplenomegalia. Reaz. Wassermann positiva. I globuli bianchi oscillavano fra 118,000 e 165,000 con 60.8 % di eosinofili maturi, 19.4 di metamieloeitt eosin. e 1.8 % di mielociti eosin. L'A. non accenna a.cl alcun esame istologico dei gangli linfatici. Giffin della clinica di Mayo descrive un caso di un 1uomo di 31 anni che viene ricoverato con una sintomatologia d'insufficienza cardiaca, con epato! splenomegalia e aumento del volume dei gangli ascellarj. L'es::ime del sangue mise in evidenza 15,000 glob. bianchi e 66.3 % di eosinofili maturi: Praticati con esito negativo ulteriori esami per
'
I
•
1019
IL POLICL CNICO
l'eosinofilia, viene diagnosticata un'aneJllia di probabile origine splenica, per cui fu prati.. cata la splenectomia. tLa milza asportata pesava .kg. 2,100 con apparenza macroscopica simile a 'YU'edta della leucemia mieloide. A un mese di distanza dall'atto operativo i glo~.buli bianchi da 15,000 erano saliti a 97,!00 con '79 % di eosinofili. L'a. mori cinque anni do1 po ;J.'attl(i) operativo per polmonite e nel periodo del(}Qrrente tra l'atto operativo e la morte i globuli bianchi raggiunsero qualche volta i 208,000 con 90 % di eosino!ili. L'autopsia rilevò tra l'altro, aumento di volume delle ghiandole linfatiche; nel , midollo osseo presenza di eosinofili in rapporto di 3 mielociti su 10 polinucleari. L' A. come reperto d 'autopsia, descrive l'esame istologico della milza, quando invece l'ammalato era stato operato di splenectomia 5 anni avanti. Tale esame della milza avrebbe mostrato all'A. iperplasia cellulare con predominanza di polinucleati eosinofili e scarsi mielociti eosinofili e neutrofili. Aubertin e Giroux confrontando il caso da loro descritto e quelli descritti da Stillmann e da Glffin, escludendo che si possa trattare di leucemia ad eosinofili e ciò perchiè ~rincipalmente gli eosinofili in cii:colo erano maturi, tentano di abboz~ zare una nuova sindrome che avrebbe come esponente ematologico un'altissima eosinofilia con leucocitosi marcata, talvolta anche « letlcemica·» e presentantesi in individui con affezione cardiaca dispnoica e che dia luogo ad asistolia a ri.petizione ed avente come base anatomo-patologica una iperplasia splenica e gangliare eosinofila. Senza entrare in merito alle conclusioni tirate dai suddetti AA., Ja sintomatologia presentata dal nostro paziente non può inquadrarsi in quella dei casi surriferiti ampiamente sia perch~ il paziente, pure presentando un apparato cardio-vascolare a caratteri senili, non poteva senz'altro giudicarsi un cardiopatico. Questo dato eziologico è di grande importanza, come fanno notare Aubertin e Giroux i quali tentano S!J>iegare l'eosino!ilia della .sindrome da loro a.bbozzata con fatti di anossiemia cronica dipendente dalla cardiopatia; la quale eosinofilia avrebbe ricevuto la conferma s~eri mentale dalle esperienze di Borgomoletz e Hehn i quali hanno prodotto una ·n otevole eosinofilia. negli animali intossicati con ossido di carbonio. Come ~ausa di eosinofilia è stata , anche indicata la malattia di Recklinghausen, di origine costituzionale e frequentemente familiare che si accompagna a formazioni fibromatose dei nervi, a tumori cutanei a tipo di molluschi. Nel caso in questione, è da escludersi questo concetto diagnos1tco sia per l'età del paziente, per l'integrità del. l'apparato scheletrico, come per la natura dei noduli cutanei. ~piegare
[ANNO XXXIII, FASC. 29]
Un la,roro del Bastai sulla eosinofilia ~ostitll zionale ci indusse anche a porre in discussione l'ipotesi se per caso l'accentuata eo_sinofilia nel nostro paziente non dovesse porsi in tale categoria indipendentemente dalla forma morbosa in ·atto. Il suddetto A. descrivendo un caso di eosi~ n ofilia in una giovinetta di 17 anni affetta da iaf ezione setticemica di origine tonsillare (51.5 % eosin. n el!' aicme ·della malattia, 27 % a guarigione avvenuta) trovò che anche nella mamma come pure in un'altra sorella esisteva eosinofilia (33- . 32 %) mentre era assente nel padre, in un fra. tello , in altre due sorelle. L'A. accenna anche una osservazione personale del prof. Micheli: in un signore di 56 anni, affetto da un cer to grado di splen omegalia a cui si aggiunse u·n a sclerosi, car. dio-renale che ne determinò la morte, esisteva una enorme eosinofilia (80-82 %) con 20,000 globuli bianchi. La sintomatologia clinica e le varie r1. cerche praticate fecero escludere che l'eosinofilia fosse l'esponente secondario di una qualche forma morbosa: Il Bastai, con qualche riserva, crede che si tratti anche in questo caso di un'eosinofilia costituzionale. Ho potuto praticare l'esame del sangue nell'unica figlia del paziente ed ho avuto: emoglobina 64; glob. bianchi 6742; glob. rossi 4,158,000; valore glob. 0.7. Formula leucocitaria: polinucleati neutrofili 61 %; polinucleati eosinofili 5 %; polinucleati basofili 1 %; ·linfociti 30 %; monociti e forme di passaggio 3 %. Sebbene l'assenza di eosinofilia maroata nell'unica figlia non possa infirmare in modo assoluto il concetto che si trattasse nel nostro paziente di eosinofilia costituzionale (si ricordi i. Bizzozzero che per 10 anni esaminando il proprio sangue trovò il 9-19 % di eosinofili, mentre nell'unico discendente, il figlio prof. Enzo, dal Bastai fu trovata una formula ematologia normale); pure la splenomegalia di modico grado, i noduli sottocutanei, la discreta leucocitosi, il prurito e la pigmentazione della cute fan credere con maggior verosimiglianza che l'eosinofilia non sia qui un fatto primario costituzionale ma piuttosto un sintomo in t1n quadro morboso. ..\lcuni AA. hanno trovato in casi di tumori maligni, accanto a una leucocitosi talvolta notevole, anche un alto grado di eosinofilia. Il Naegeli riporta alr,l1ni casi ·d escritti da vari AA.: Strissover jn un carcinoma dell'utero con metastasi trovò 54 % di eosin. mentre Csaki in un tumore dell'intestino il 30 % su 31,000 glob. bianchi. Reinbach in un caso di linfosarcoma trovò 60,000 eosin.; Kap1Pis in un carcinoma del pol1none 19,430 eosin. mentre Dunger in un caso df carcinoma vi trovava 21,290 eosin. su 35,330 glob. bianchi. In al
'
lANNO XXXIII, FASC. 29]
•
S82§10NE PRATIC!
-cuni di questi casi vi era compressione del vago. Liebmann in un caso in cui all'autopsia fu diagnosticata una neurite del vago trovò il 50-55 % «Cli eosinofili. Nel nostro ammalato, i noduli sottocutanei, i • fatti cutanei, la cachessia, il lungo decor&0 della malattia potevano avvalorare ripotesi di una forma tumorale latente con manifestazioni seconda. Tie metastatiche sottocutanee oppure quale forma ad insorgenza primitiva sottocutanea. Si poteva escludere una compressione del vago da parte del presunto tumore con cui potere mettere in raipporto l'elevata eosinofilia come in alcuni casi descritti nella letteratura perchè non vl era alcun sintomo che rivelasse una sofferenza del vago lungo il suo decorso. Tra le forme tumorali (sensu lato) il linfogranuloma si suole accompagnare a un leggero gra do di eosinofilia; ho potuto anch'io constatare, in due casi di linfogranuloma maligno tipici per il decorso clinico e per l'esame istologico di una ghiandola asportata, l'~sistenza di un leggero au. mento di eosin. (8-10 %) . A vero dire la linfogranulomatosi non si accom.. pagna a un quadro ematologico caratteristico; p11re la maggior parte degli AJA. che si è occu. pata dell'argomento, attribuisce un certo valore a un particolare com1portia.mento del numero dei globuli bianchi e della formula leucocitaria. A part'e la forma addominale di linfogranulo .. matosi in cui spesso s'incontra leucopenia marc ata (Micheli, Satta, Cantieri, Isaak, Fabian) nel linfogranuloma maligno è frequentissima la leu-cocitosi che nella maggior parte dei casi oscilla fra i 10,000 e i 30,000 globuli bianchi. Naegeli rl$COntrò in 6 osservazioni personali il quantitativo dt globuli bianchi oscillare fra 41,000 e 55,400. Si possono avere inoltre modificazioni del tas.50 del globuli bianchi durante il decorso della malattia, tanto che a una leucocitosi imponente può seguire leucopenia negli ultimi stadi della malattia quando predominano l'anemia e la cachessia. La leu~ocitosi talvolta apipare ·quando il decorso della malattia diviene più rapido come anche può com. parire fin dall'inizio della malattia. La formula leucocitaria inve~ pare che presenti modificazioni più costanti; aumento assoluto e relativo dei polinucleati neutrofili a ·da~no dei lintociti per l'invasione e distruzione da parte del processo morboso dei tessuti linfopoietici. g stato notato talvolta un aumento dei monociti; più co~tante invero l'aumento degli eosinofili {casi fre-quentis.5imi fino al 10 %) . Pure sono riportati nella letteratura casi di linfogranuloma con aumento -eccezionale degli eosinofili. (Cantieri 40 %; Lin"Coln 68.20 %; Strissover 42.6 % sopra 28,900 leucociti; Wirz 49 % su 25,000 leucociti.
1011
Se il discreto grado di leucocitosi e l'eccezionale eosinofilia fanno pensare nel nostro paziente alla linfogranulomatosi, il quadro clinico autorizza a porre tale diagnosi? In favore della linfogranulomatosi parlano: 1l il modico aumento di volume della milza e del fegato. Nella linfogr. quasi nell'80 % dei casi st ha splenomegalia che &egue per lo più .alla comparsa del'adenopatia. Quest'aumento può essere più o meno spiccato ma non raggiunge mai quello che si suole riscontrare nelle leucemie e può anche variare nel decorso della malattia, in quanto si accentui durante le poussées febbrili e si riduca nei periodi di apiressia. Nel nostro paziente il debordamento della milza .non presentò modificazioni sensibili neppure in relazione al regredire dei noduli cutanei. Anche il fegato si comportò per il volu1ne come la milza. 2) i fenomeni cutanei, quali il prurito e la 1pigmentazione (trala'SCio per ora la presenza dei noduli cutanei). Nella linfogr. si suole osservare prurito intenso che tavolta compare come sintomo .. precoce tanto da spingere i pazienti ad andare dal dermatologo. Talvolta al prurito si unisco·n o eru.. zioni cutanee quali l'orticaria, l'eczema, il lichen, I' eruzione zosteriana, ecc. Inoltre compaiono 1pigmentazioni circoscritte in modo da formare delle macchie come cloasma; oppure diffuse tanto da dare alla pelle la tinta addisoniana. Kel nostro ammalato , il prurito che s'iniziò circa . otto mesi prima della morte, fu tale che il pa. ziente si produsse una lieve piodermite da grattamento. Inoltre la pelle presentav& una tinta leggermente addisoniana, mentre la 1pel~e del collo e della parte superiore del tronco si presentava molto più pigmentata; ' la leucocitosi e l'eosinofilia, come iià si è 3) detto; 4) il decadimento dello stato generale con anoressia, debolezza, ·d imagramento fino alla ea. chessia. Talvolta, come nel nostro caso, questi sintomi generali vengono notati e curati prima che compaia l'ingrossamento.. delle ghiandole; 5) la ·diazoreazione ·positiva nelle orine, cui da molti AJA. viene assegnata m·o lta importanza. Essa suole osservarsi per lo più nel periodo cachettico ed è indizio di particolare gravità; 6) il comportamento del volume delle ghiandole linfatiche e dei noduli diffusi sotto la pelle del corpo. Sono di rit&Contro comune nella linfogranulomatosi le variazioni del volume delle ghiandole tumefatte. L~aumento di esse per lo più coincide colla comparsa di ·elevazioa.i febbrili.
1012
•
[ANNO XXXIII, ìFASC. 29}
IL POLICLINICO
mentre nei periodi di aipiressia si nota talvolta una notevole riduzione . . ì\el nostro paziente le ghiandole tumefatte delle regioni cervicali, ascellari e inguinali nel periodo <ii tempo tra marzo e luglio presentarono per due volte un discreto aumento seguito a breve di· stanza da una netta regres5ione; durante una d1 tali regressioni avvenuta in aprile anche i noduli diffusi lungo il tronco regredirono . di volume tanto da non essere più percettibili alla palpazione ad esclusione di IPOChissimi noduli della grossezza di una lenticchia. L'ammalato durante queste variazioni di volume delle ghiandole e dei noduli LSottocutanei fu sempre apirettico. Di fronte a questi sintomi che parlavano in favore della linfogranulomatosi mancava la com parsa di periodi febbrili i quali caratterizzano il quadro ~linico ·d i tale affezione morbosa. E noto che la febbre insorge talvolta, sia pure di modico grado, prima della comparsa delle ghiandole tumefatte, accompagnandosi a tumore di milza. I.n seguito vario è il tipo che può assumere la tem· peratura: talvolta ..è a ti1po continuo .t anto da ri·cordare· il tifo, e scompare per lisi oppure è seguita ·dal tipo intermittente; oppure può essere a tipo intermittente r.emittente tanto che può assumere il tipo nettam~nte etico. Ebstein ha descritto come t~po speciale che !requentemente si presenta nella linfogranulomatoC)l, la così detta « febbre ricorrente cronica n (crontsnhes Rucl\fallfieber; 1caratterizzata da periodi di apiressia di vari giorni seguìti da periodi febbrili. Si è detto che alle varie alternative della febbre si suole accompagnare una modificazione del volume della ,splenoepatomegalia e delle ghiandole tumefatte. Pure il P el e il Gowers che particolarmente hanno studiato il comportamento della temperatura nella linfogranulomatosi, accanto alla maggioranza dei casi che si accompagna a periodi febbrili che IPO&sono assumer-e diversi tipi, descrivono dei casi, sebbene rari, in cui la .febbre fu assente per tutto il decorso della malattia. Anche il Trenti su 13 casi di linfogranulomatosi da lui studiati, 11a osservato in 3 pazienti un decor.so afebbrile, anche n el periodo in cui il processo si diffondeva ad altre stazioni ghiandolari. PPr cui un decorso apiTettico, ·quantunque non fre-quente nel quaiclro clinico della linfogranulo1natosi, non ·può far escludere la diagnosi di linfogranulomatosi. Quantunque molti sintomi parlino in favore d1 una forma di linfogranulomatosi, pure l'enorme eosinofilia., il decorso afebbrile, la lunga durata della malattia con intere!samento delle linfo·
ghiandole e comparsa di n oduli sottocutanei solo quattro anni ·dopo l'inizio dei primi distul'lbl, hanno fatto prendere in considerazione, nel formulare un giudizio diagnostico, altre affezioni morbose che presentano sintomatologicamente dei • tratti idi somiglianza. In iprimo luogo importanti le adenopatie di origine tubercolare e luetica che molte rassomiglianze, specialmente dal Iato istologico, presentano con il linfogranuloma maligno. Accennerò i caratteri differenziali più importanti che possano contrapporsi alla sintomatologia del nostro caso. Il granuloma tubercolare si localizza più frequentemente al collo ma anche può interessare il cavo ais cellare e la regione inguinale. I raipporti che assume specialmente colla cutet sono molto diversi che nella linfogranulomatoc;i in quanto le ghiandole ingrossate contraggono aderenze fra di loro e colla cute stesis a andando incontro frequentemente a suppurazione con formazione di fistole, nè subiscono oscillazioni n·el loro ,,olume se non sottomesse a cura appropria• ta. I.. 'esame del sangue dà ordinariamente una linfocitosi; raramente è stata osservata eostnofi!ia (8 °.{,) quando il granuloma tubercolare evolve verso la sclerosi; non aumento dei globuli bian. chi a meno che non vi siano fatti suppurativi in ct1i oltre alla leucocitosi può osservarsi neutrofilia e monocitosi. Può mancare la febbre mentre è abitualmente assente il tumore di milza e ognl manifestazione cutanea. Nel nostro paziente il comportarnento delle ghiandole linfatiche rispetto alla cute e alla variazione del volume, l'assenza di sup1purazione, la leucocitosi con linfope11ia ed eosinofilia, il leggero tumore di milza e la presenza di manifestazioni cutanee pruriginose e pigmentarie fanno escludere il granuloma tubercolare. Inoltre la negatività della reaz. Wassermann. l'assenza di ogni dato clinico e anamnestico che faccia sospettare la lue, l'inefficacia della cura specifica, la leucocitosi e gli altri sintomi fanno anche escludere l'ipotesi di gran.uloma sifilitico. Tra i granulo1ni ancora alcuni AA. includono 13 micosi fungoide che, sia per la struttura istologica che per Ja distribuzione dei focolari morbosi, Yien considel'ata quasi da tutti un'affezione sistematica ,dell'apparato linfo1p oietico. Suole iniziarsi (esoluse le forme co&i dette d'em blée) con il periodo premicosico caratterizzato da fatti cutanei (prurito, eruzioni pruriginose come l'orticaria, eritemi generalizzati) cui segue dopo un periodo vario che va da alcuni mesi a 10~20 anni, il cosi detto stadio micosico caratterizzato dalla comparsa di formazioni nodulari d ella grossezza variabile dl quella di un pisello a quella di un pugno. Accanto alle forme nodulari si possono 1
-
,
[ANNO
•
XXXIII,
FASC.
29)
SEZIONE PRATICA
3Vere infiltrati cutanei diffusi . I noduli sipontaneame11te possono riassorbirsi e sparire completamente lasciando atrofica la parte su cui s'impianta vano . Spesso si ha suppurazione e ulcerazione dei noduli. Il .quadro ematico, pur non essendo caratteristico, presenta spesso eosinofilia (Spttof, Pollano). L'affezione conduce all'esito le. tale 1per esaurimento progressivo in pochi mesi o anche dopo parecchi anni. Clinicamente la -sintomatologia e il decorso del nostro caso, molto dubbia rende la diagnosi di micosi pungoide per l'assenza del periodo premicosico, essendo comparsi contemporaneamente il prurito e i noduli sottocutanei. Nè per altro può ammettersi una forma d' emblée sia ·perch~ nel nostro caso la copl.parsa dei noduli e del pru.. rito non determinò quella tumultuarietà nella sintomatologia e nel decorso tutta propria della for-. ma d'emblée; nè d'altra parte verrebbero spiegatl i disturbi generali che per quattro anni precedettero ques~'ultimo stadio. L'assenza di cellule di Sternberg all'esame istologico dei noduli, presenti invece nella linfogranulomatosi, fa escludere ancora in modo categorico la micosi pungoide che- tn.Jvolta clinicamente è difficile differenziare dalla linfogranulomatosi e dalle leucemie. ~on mi fermerò sul gruppo dei sarcoidi, deno. minazione introdotta dal Weber e infelice a detta del T<a uffmann. A questo gruppo aippartengono il sarcoidc cutaneo di Boeck e il sarcoide sottocu. taneo di Darier Roussy. I caratteri macroscopici, la struttura istologica, la non compromissione dello stato general e da parte dei sarcoidi fanno escludere che si tratti nel nostro paziente di que. sta torma morbosa. Resta ancora il gruppo delle linfoadenosi leucemich e r. pseudoleucemiche. Se l'esame del sangue in unn forma leucemica fa scaturire la diagnosi esatta di fronte a un ,quadro clinico in molti punti comune aJle leucemie e alla linfogranulomatos1, cosl non avviene nelle forme pseudoleucemiche. Non sarà certamente il criterio quantitativo dei globuli bianchi che potrà assumersi quale guida diagnostica, ,poichè una lieve leucocitosi o anche t1na leucopenia, ma che si accompagnino a forme immature i'n circolo ·d ella serie bianca, faranno diagnosticare una .forma leucemica. Il concetto odierno della pseudoleucemia sia mieloide che linfo:idenoide stabilisce un substrato anatomo-patoloO'ico identico a quello della classica leucemia ,.. ma con .assenza .della sindrome leucemica del sangue. Per cui si comprenderà che la diagn osi in vita talvolta -è impossibile; a meno che non si pratichi lii "?:>~opsia delle linfoghiandole, della milza o del rr1i<lo llo osseo.
.
•
1013
Anche la diagnosi differenziale con la linfosar.. • comatosi presenta ·delle difficoltà. A parte la varietà ·dei quadri clinici di questa affezione, pure i) lungo decorso della malattia, l'assenza di febbre, il modico tumore di milza presentavano nel nostro paziente dei punti di contatto con la linfosarcomatosi. Solamente l'esame istologico poteva decisamente porre fine ai dubbi ·diagnostici. E infatti la biopsia di un nodulo praticata il 16 aprile dimostrò trattarsi di un caratteristico linfogranuloma maligno; previa fi·ssazione e colorazione delle sezioni, l'esame microscopico ta rilevare discreta produzione connettivale con presenza di fibroblasti, di cellule epitelioildi ricche di protoplasma, di cellule eosinofili a nucleo ipolimorfo per lo pii1 ammucchiate intorno ai vasi, di linfociti e di caratteristiche cellule giganti di Sternberg con nucleo grosso e ricco di cromatina. Ri capitolando sj tratta nel nostro caso di una forma di linfogranulomatosi a localizzazione varia. La malattia iniziatasi cinque anni prima, con o~ni probabilità interessò in un primo tempo le ghiandole retroperitoneali con irritazione del 1 e radici dei nervi lombari. Questo primo stadio si accompagnò, oltre ai fenomeni dolorosi locali, a.nche ad astenia, lieve deperimento generale, anemia, tanto che il paziente aJbbàndonò le proprie occupazioni. Il fatto acuto suppurativo interessante la tiroide non pnò metter.si in rapporto al processo granu.. lomatoso sia per Ja tumultuarietà e consecutiva a11che perchè non esisteva anteoeP.e11 oo-uariO'ione I:> temente alcuna ghiandola tumefatta. ·Dopo un pe. riodo di quattro anni in cui lo stato generale andò gradatamente decadendo, s 'inizia il secondo .stadio della malattia con comparsa di noduli 1p er tutto il tronco, tumefazione delle ghiandole del collo, dell'ascella, dell'inguine; modico grado di .splPno- ed epatomegalia, diazoreazione posi ti va nPllP ul'ine, prurito cutaneo, leucocitosi con elevata eosinofilia, regressione e ricomparsa dei noduli e delle ghiandole tumefatte, pigmentazione rutanea simulante il m orbo Addison. Decadimento generale fino a cache·s sia. Localizzazione linfogranulomatosa all'intestino ron con5ecutiva ulcerazione donde enterorragia (~d exitus. Tale è stata la natura e il decorso dell'affezione che produsse la morte del nostro paziente la quale mi parve particolarmente interessante e de. gna di studio. Ringrazio l'il:lustre 1prof. Valobra che mi ha permesso la pubblicazione e mi ha guidato nella soluzione del caso. \
•
[.~NNO
IL POLJCL1NTCO
1014 BIBLIOGRAFIA. .
et
AUBERTIN
NOTE E CONTRIBUTI .
GLROUX. Existe-t-il 'Une leucémie à éO·
sinophiles? BASTAI P. Della eosinofilia costituzionale. Haema .
tologica, fase. 1, 1923. CANTIERI. Su di un caso di linfogranulomatosi. Rif. Med. , 1919.
CIVICO OSPEDALE
éosinophili que prurigène.
Journ.
Dott. E.
E. Ematologia della malattia di Hodgkin.
Deuts. mediz. Wochenschr., 1910. Ft\VRE M . et COLRAT A. Adénie éosinOphilique pru· rig ène. P ar is médical, n. 8, 1925. Ueber das Vorkommern von eosin<YJ)hi-zen L eukocyten in malignen Tumores. Virch.
FELBAUSCH.
Arch., 1900, J3d. 161, $. 1. Ueber <:las Vorkommen von eosinopliilen Zell en in malignen L ymphom und bei eimigen and eren Lyniphdrusenerkrankungen. Zentralbl.
KAUTER .
f. all. P ath., Bd. , 7, 229.
KAPPIS. Miinch . m ed. Wochen schr. , 1907. Ueber H autveranaerungen bei Pseudo. leukarn~ie und I ,eukosarlcomatose. Arch. f . Derm
KREIBISCH.
u. Siph., 1908, Bd. 89, pag. 43. KREN OTTO. Ein Beitrag zur Lymphogarnulomatosis cutis. Arch. f . .Dermat. Syphilis, vol. 130, 1925. LINCOLN. H odgkin's disease with eosinofilia. Bo,
5ton med. and surg. Journ. 1908, 677. W. J. A study of the distri bution of the eosinophi lic leucocytes in a falal case of H odgkins's disease with general eosinofi ly . Bull. of
LONGEHOPE
the Ayer 'Clin. lab., 1906, vol. 3°, 86. · MILIAN .
Lymphadénose et eosinop1hilia. Bull. et
Mém. Soc . .anat., tome 74, ann. 6me. NANTA. Etudes d es lynfhodermies et des myelodermies manif estations cutanées des ètats leucém iques et aleucémiques. Ann. ·de .D erm. et Syph. A. Ili, 1912. NOESSKE. Eosinophile Zellen bei I n f ektionskrankeiten. Zeitsch. f. Chir., 1900, iBd. 55, 221. PEPPER O. H. P. Report of a case of Hoàgkins disease with generai EoSiophilia. Bull. of the Ayer.
Clin. Lab. or the Pennsyl. Ho51P., 1907, n. 4, p ag. 22. · ScBwAnz E. Die L ehre von der allgemeinen wnd orthichen eosinophilie sepat. aus Lubarscl1-0stertag. Ergebnisse d. Allgem. Pathol., 1914. H ochgradige Eosinophilie des Blu.. tes bei ei1iem malignem l\f eàiastinal Tumor.
STRAUSSMANN R .
Inaug. Diss. Bonn., 1909. R. B eitrèig zur K astistik f1,o.c hgradiger Bluleosino1J1hilie bei einer Karzinomatose und ei• nem Lymphogranulom. Wiener Klin. Wochenf>. ,
STRISO\VER
1913-16. TRENTI E.
CAPF.cCHI,
chirurgo-direttore.
de
Méd. ·de Lyon, 1922. CSAKI. Wien : Klin. Wochenscl1r., 1912. DUNGER. Miinch. m ed. W'()chenschr. FABIAN
DI CESENATICO (F ORLÌ ) .
A.nco1·a sulla cura della tubercolosi osteoa1·t icolare aper ta alla Solieri.
COLRAT. Considérations cliniques et etiologiques sur
l'adénie
XXX III, F ASC. 29)
Il granuloma maligno. Casa editricP
P ozzi, 1925. \Vrnor. et LE.5NÈ. Adénie avec eosinophilie. Soc. !\Jéd. d. hòpit. de Paris, 1899, 696.
:-\e1l 'u~timo
Con gr esso di Chirurgia, tenuto a Roma il 25· di ottobre 1925, il J)Tof. Pi.eri, con una comunicazione s ulla cura della tubercolosi osteo-articolare alla Solieri, oltre che riportare in sen o all'assemblea la questione sul metodo, già prospettata da quando il chir urgo di Forlì ne fece il primo accenno al Congresso di Napoli del 1921, ha sollevato anche una lunga ed animata discu ssione che altri argomenti non eran o riusciti a suscitare. Il P ieri portò alla cura della tubercolosi osteoarticolare col metodo d i >S olieri un contributo di 14 ~azienti con affezioni variamente localizzate e fistolizzate, di notevole gravità, ossel'Vati n el periodo di tre anni, limitandosi a dire semplice, mente d i avere ottenuto in 11 ·di essi, cosi trat. tati, la guarigione ieompleta .e il miglioramento negli altri; sen za entrare in merito al valore curativo di tale trattamento e alle ragioni che glie ne avevan o suggerita l'applicazion e. P er ben comprendere ·quanto andrò esponend o sarà bene che dica subito in breve in che con siste il trattamento in parola. Il Soli eri, in base al concetto f orm·u lato dal Magati fin dal 1916 ed alla 'Pro1pria per sonale esperienza, aoquistata in tempo ·di guerr a , e a quella di altri iAA. (Ruggi: Magni, Franchini, ecc.) pensò di estenid ere la rara me,d icatio alle lesioni osteo-articolari aperte. Il concetto fondamentale sul .quale si basò egli lo espresse così : se la immobilizzazione è il primo requisito nella cura di un pr ocesso infiammatorio acuto o cronico , tubercolare o no; se la ohiusura completa di un'articolazione supipurante in un a'Pparecchio e la s ua rara medicazione è efficace ad otten ere la guarigione del processo, com' è d imos trato d all' esper ienza, l'immobilizzazione con chiu sura in apparecchio di ·u n'articolazione tubercolizzata e fistolizzata con sovrapiposta iJ?.!ezione da piogeni dovrà egualmente esser e utile. Dettate alcune norme per la preparazione della regione da includere nel1'apparecchio gessato quali lo svuotamento degli ascessi periarticolari, la eliminazione dei sequestri impegnati nei tramiti fistolosi di scarico e il trattamento di essi col liqui do del Durante, egli consigliò id i tenere ~ plicato l'apparecchio gessato chiuso per un tempo 1
.
•
•
[ ..\NNO
I
XXXIII,
FASC.
29)
SEZIONE PRATICA
variabile da 5 a 6 mesi e più e di rimuoverlo all'incirca d:Jpo il primo mese e successivamente ogni due mesi .senza preocc~ar.si della comparsa delle macchie .d i pus sul gesso e dello scolo di pus dalle parti più decli,ri. Jl Solieri inoltre, a spiegazione dei successi terapeutici ottenuti, si limitò dapprinci1pio ad affermare di ritenere probabile che alla guarigione avessero cooperato la immobilizzazione assoluta e la occlusione la quale, favorendo •u n processo biologico complesso locale e generale tendente alla svirulentazione dei germi ed alla sterilizzazione del focolaio infetto, sottraeva questo nel contempo alle reinfeziohi che ritardano ed ostacolano la ditesa e la vittoria dell'organismo. Da allora fino alla discussione fattane aJ recente congresso non si è voluto invece tener sufficiente calcolo idella grande importanza c·ne nel metodo indicato dal Solieri jper la cura della tubercolosi osteo-articolare aperta può avere il fattore vaccinante. L'autore stesso, pur non aven do esclusa l'ipotesi di un'azione terapeutica esercitata dal pus lungamente ristagnante sulla pelle, non gli ha dato tuttavia quel valore che estio merita e al quale, a mio parere, devesi attribuire l'efficacia curativa nonchè la peculiarità del metodo stesso. Che se tale azione non fosse IPOSsibile, i soli vantaggi iehe simile metodo offre, a differenza dei più comunemente usati, quello cioè di tenere cois tantemente le piag'he e i seni fistolosi al riparo dagli agenti infettivi esterni e l'altro di consentire una facile comoda ed estesa applicazione nella pratica, poco in verità gi•ustificherPbbero l'awellativo di « metodo n che il trat. tamento consigliato dal Solieri certamente merita. Da .quando ho avuto occasione di siperimentare questo metodo (1)' io ho pensato che la sua efficacia non consrstesse nella protezione ·della parte ammalata ma bensi in un altro agente ben più importante, quello della autovaccinazione cui vien sottoposto naturalmente il p. con la chiusura dell'apparecchio entro il quale la presenza ·del pus deve determinare, macerando la pelle alllintorno de' tramiti fistolosi, una vera e propria vaccinazione integrale. E vaccinazione, intendiamoci, non steroterapia, come si ·è voluto da qualcuno prospettarne la possibilitàt Tale suipposizione sorse in me dal ri/iorire in questi ultimi tempi di tanta letteratura in favore del valore immunitario ·della pelle, soprattutto nel campo ·della tubeI'lcolosi, e delle moderne teorie sull'immunizzazione locale in rapporto alla im. munità generale. <1) E. CAPECCHI. Ueb er Behandlung offener Knochengeienkstuberkulose unter Abscniuss. Zeitsch-
rift fur orthop8idische Chirurgie, XLVI Band.
101~
La pelle ha secondo moderne ricerche (Bohme. Munch, Popelmann, Sahli, Maragliano, Petruschky, Ponil!dorf) run'alta importanza nei jprocessi morbosi: pare che le sue cellule fabbrichino anticorpi di fronte a germi vari; e che essa abbia non solo semplici lfunzioni protettiive meccariiohe e funzioni regolatrici della economia termica ma anche vere !unzioni difensive di alto valore bio. logico, reagendo a modifi1c azioni biochimielhe ge. nerali le più delicate dell'intero organismo e alcune di queste anzi producendo. Limitandosi al campo imm'llnitario la pelle sarebbe in grado di assumere una immunità generale, estesa a tutto l'aa>Parato cutaneo, per azioni immunizzanti in un punto di esso; e d'infJ.uenzare a •distanza focolai morbosi in altri organi. Se la pelle dunque, stimolata, si dimostra capace di fabbricare sostanze di·fensive, quel ma.. teriale di natura batterica e autotossica fluente dt continuo dai tramiti di iun processo osteo-articolare tubercolare, a contatto obbligato di una cute più o meno estesamente macerata, o almenointimamente alterata nella sua superficie per il depositarsi di un liqui·do irritativo, non si potrà logicamente supporre che venga lentamente as. sorbito e nel 1rattempo modificato ed elaborat<> in modo da divenire un materiale vaccinante dotato di proprietà altamente curatirve? Se la pelle opera una specie Idi vera dosatura autoregolantesi; se la pelle, per adoperare la definizione '<li alcuni AA., è come un filtro, un fiiltro vivo, biologilcamente calibrato che tiene lontane dal focolaio morboso le iparti propriamente tubercolari, cioè quelle tossiche e nocive noncheforse inutili di un vaccino, pereh1è non potrebbe dosare, filtrare e selezionare le quote 'Puramente vaccinali di un pus tubercolare, misto ·a nche a piogeni, che ·si soflferma sopra zone icutanee ritenute indiscutibilmente ipreparate all'assorbimento di un vaccino? A questo pro1posito vale ricordare che Petruschky, il quale de.finisce la pelle come una vera macina per batteri, usa da tempo l'applicazione per frizioni della tubericolina sulla pelle intatta vantandone buoni risultati; e che iBoh· me, fiducioso nel valore 1disintegrante, filtrante· e selezionante della pelle iper corpi batterici e tossici, propone tentativi ·di vaccinazione cutanea con bacilli addirittura vivi. Sappiamo inoltre tutti ohe il nostro Maragliano ha da anni, con fine intuito, prati1Cato vaiccinazioni intra-cutanee, seguendo il metodo Jenneriano, però con bacilli tubercolari ucci5i mediante il calore; ed in base ad un'esperienza di più chetrent'anni sia di cJinica che di laboratorio, egli af~ ferma che tutti gli antigeni tubercolari, qualunque ne sia la forma, sono c3lJ)aici di 1dar Iuog<> alla produzione di materiali difensivi.
1016
IL POLICLINI CO
[ ANNO
XXX I I I , FASC. 29]
A proposito di uno tde' più recenti tentati~i di · Tali interessanti appli-cazioni sono state in 1p ro.sieguo introdotte nella prati.ca ·dalla signorina cura della tubercolosi, il metodo del Ponndor r, l'autore stesso, in •u na nota dal titolo « La guaBàss, da Soupault e ·da Brouet nella Clinica Chl rigione ·della tubercolosi e delle sue inlfezioni mirurgi1ca del prof. Hartmann ed estese •da altri M . ste con una vaocinazione cutanea », spiega la sua e soprattutto dal Delater e dal Vaillant ad altri avversione al metodo sottocutaneo affermando che germi (tilfo, colera, febbre maltese, peste, carboncon quel mezzo la tubercolina viene portata di- chio, ecc.) 1con risultati che es.si vantano utili ed rettamente in ·ci~colo ed in tal modo, se talvolta mcoraggianti. d à dei vantaggi, può però produrre enormi danDa quanto è stato già detto è logico ritenere che ni . Invece , ·somministrando la 1stessa tubercolina la maggiore eff1cacia del trattamento del Solieri aJttraverso la (pelle, questa, e s<pecialrnente lo nelle osteo-artriti tubercolari aperte, ieome in quastrato delle cellule spinose (organo immunizza- lunque ·torma di tubercolosi fistolizzata ed ulce· tore della pelle), tratteITebbe buona ·p arte del ve- rata, non dev'essere attribuita alla chiusura comleno, dan·done poi volta a volta, all'organismo pleta d el ben1daggio e alla conseguente svirulenquel tanto di cui ha bi!Sogno. La cute pro.dur tazione .del jprocesso morboso - fattore andhe .. I rebbe per tal modo una specie di opportuno au- questo non trascura:bile - ma essenzialmente alla todosaggio e rf iltrazione dell'antigene. Quale anti- autovaccinazione determirìantesi per effetto del gene 11 Ponndorf impiega una tubercolina concen. lungo r istagno del pus sulla pelle macerata nei trata ed arricchita di componenti bacillari auto- contorni dei seni !fistolosi; la quale, unita alla lizzati e, per le in·f ezioni miste, la stessa tuhe:t. ftmmobilizzaz.i<>ne della parte colpi'ta - •a/ltru • colina c'Ui aggiun1ge antigeni antistrepto~o~cici, fattore importante universalmente ammesso - stistafilococcici, antipneumococ·cici ed antU11fl uen- mola i poteri difensivi 1dell'organismo cooperando zali. alla guarigione completa del iproces.so tubercolare. Resta poi di attualità Ja teoria della immunità ConclUldenido si può affermare: antimicrobica sostenuta dal Besr0dka nella quale 1) rehe il metodo consigliato dal Solieri per la. il metodo del Solieri potrebbe trovare sostrgno cura della tubercolosi osteo-articolare aperta è un alla tesi 1della azione curativa del pus stagnante trattamento !a:cile, a portata di qualunque medientro l'appareochio ohiuso. co prati-co, applicabile anche e soprattutto nelle Invece idi ammettere 0he la vaiccinaz,i one è p .:.· forme ·di note,vole gravità come tentativo scongiul'organismo il risultato della elaborazione di a:.tti- rante 51Pesso atti chirurgici demolitori, ed estencorpi, il Besredka .si è ·chiesto se certe i:nffezioni $ibile sp.ecie in 1quei malati che per condizioni d1 non fossero idei processi <puramente regionali pro- famiglia 11on possono beneficiare di cure sanatovocanti in sito 1disordini e reazioni i cui sintomi Tiali o .climati che; 2) che i buoni risultati che si ottengono da tale d'ordine generale non ne sarebbero che la eco. Con questo indirizzo sono state fatte ri1cerche trattamento sono 1dovuti, con ogni . verosimigliansulle infezioni ·da stafilococchi e da str eptococchi. za, all'influenza che il fattore vaccinante (pus) Partendo dal principio che nell' uomo, il successo l1a .sulla pelle resa da questo vaccinabile (maicedella vaccin·otera'Pia in queste infezioni sia do- razione); vuto alla immunità locale, il Besr edka ha intra3) che un trattamento del genere, considerata preso una serie di esperienze sugli animali di l'azione terapeutica presupposta, ipuò essere esteso laboratol'io, .s pecialmente sulle 1cavie. Iniettando utilmente, quando è possibile, a tutte le forme del vaocino anti.statilococcico o antistreptococ- secernenti della tubercolosi chir uTgica . . ci-co a delle ,cavie per differenti vi e e inoculando successivamente c·u lture vive di questi germi sotto SI è p ubblicata l a 2 & edizione del Oott. Prof. PAOLO CAIFAMI la pelle, l'A. ha notato dhe •è la via cutanea e non DirettoTe della R. CLinica Ositetrtloo-Ginecologica la sottocutanea .quella che permette ·di ottenere dell'Università. di Ba!l'li la maggiore e 1Più solida immunità . In base a queste esperienze egli ne ha dedotto Prontuario di Tera pia Ostetrica Vademecum per il medicQ pratico. il fatto che, agendo direttamente sulla pelle im Pre.f.azione del Prof. ERNESTO PESTALOZZA pregnandola di vaiccino, si deve arrivare aid iden'Ddrettore della R . Clirn.iea Oertetrioo-Gineoologiea tici risultati. Ed infatti cosi è avvenuto, secondo 1dell'Universdtà di Roma. Seconda ed izione, riveduta e ampliata. quanto afferma il B. ; il quale ha preso delle vO'l ume, in formato tascabile, di pag. xn-314, con cavie, le ha be11 rasate nella loro faccia ventrale 105UnfigUlre intercalate nel testo, nitidamente stampato sulla quale ha fatto agire per quattro ore delle su ca.rta semiJpa.tinata ed elegantemente nilegato iin pdenia tela, oon insorimonli sul pii.ano e sul doreo. Prezzo compresse imbevute di vaccino ren,dendo questi L. 2 8, Per i nostri a.bbon,aJti sole L. 25,50, in ~orto animali re1'rattari alle infezioni strufilo-streptococ- franco e iraiccomandato. I:nviare Va.glia Poetale all'Editor.e LUIGI POZZI, V'Ìa ciche. . i&tina, 14 - ROMA. 1
1
1
1
1
1
[ ..\NNO
XXXIII, FASC. 29 )
SEZIONE PRATICA
COMMENTI. La fotote1·apia e la ehemi otera pia nella sifilide pel prof. SALVATORE LICCIARDI ' della R. un.i vers ità di Catania.
•
Ho letto nel Policlinico (fase. 22, 1926), una be1la r ecensione fatta dal Furio rravagli di un articolo di Ravant, Ba5.ch, 1Lambling :pu·bblicato negli Annales de Dermatologie 192.5, in cui si riferiscono gli studi di tali autori intorno all'azione della fototerapia combinata con la ch em ioterapia nella sifilide. Essi autori parlano dell' elioterapia e delle radiazioni ultraviolette che sono uti'li n ella sifilide propinando contemporaneamente dei rimedi antisifilitici chemtoter~ici (mercurio, arsenico, bismuto). Vorrei ricordare a tal proposito una mia pubblicazione, che vide la luce nel 1907 sulla Gazzetta degli Ospedali e delle Cliniche col titolo I bagni I
· di luce elettrica in terapia.
Quivi dopo avere riportato la storia dei bagni di luce elettrica e com-e furono preconizzati dagli Itali ani Sciascia e De Renzi e posti in uso e lodati da Kellog, Kalinczuch, Below e l\!Iunster, Binder, Ro5emberg, ·B ucholz Hottord ed altri riferivo sul metodo dei bagni di luce elettrica generali e parziali e descrivevo alcuni casi pa tologici da m e cur ati e guariti con tale metodo fototeraipj co. In una seconda parte della suddetta pubblicazione scrivevo di un mio m etodo speciale, cioè di bagni di luce elettrica mercurializzati, mettendo in pratica allora ciò di cui adesso parlano i sullodati autori e cioè la combinazione della fototerapia con la chemioterapia. Il metodo da me applireàto era quello di strofin are a se·conda dell'infermo o delle le5ioni da lui m o~trate i1na maggiore o minore quantità di unguento mercuriale, nelle regioni .s ottoascellari ingt1tnali , plantari , volari ·dell'antibraccio dove la pelle è ipiù sottile sino a che la pomata veniva tutta a ssorbita. Ciò ch e veniva fatto o da un infermier e all'ammalato, o da questo s tesso con l e i:iue mani. Quindi costui si adagiava dentro la cassa deJ bagno di lu,ce, in cui restava con la testa dj fu ori e seduto sopra una sedia arptposita. Sull' apparecchj o si fa passare la corr ente elettrica e ·Contem'Poraneamente si accendono le lampade che sono attaccate alla parete interna coperta di s.pecchi riflettori -dello stesso. Si accendono tante lampade sino a che si arriva alla t emperatura di 380 a 39° segnata da un termometro, il cui b11lbo sta dentro l'apparecchio. 1
1
•
1017
Così si iperemizza la pelle, se ne dilatano i pari, si agevola la circolazione periferica e quindi l'assorbimento al mercurio strofinato sulla pelle. Ho curato parecchi infermi con tale m etodo ed in esi:ii sono spari te le manifestazioni secondarie come le placch e mucose, papule, ecc. Ne ri'cor.do uno con alopeoia ,sifilitica tale ~carlatta, nel quale in seguito alla cura chemiofototerapica non solo l'alopecia non si estese, ma, rivisitato dopo alcuni mesi l'alop ecia era scomparsa. Ciò che venne an che agevolato dall'azione 5timolante del rasoio suJ cuoio capelluto. Quando per ·Caso dopo parecchie -~trofin azionl sulla J)elle su ccedeva un eritema per cui queste &i dO\'evano sospen dere in allora 110 propinato il mercurio per la bocca o come tannato o come protoioduro, ecc. :\1a questi ca si 50no stati rarissimi, m entre nella massima parte degli infermi curati .con il metodo chemiofototerapico ho usato la pomata mercuriale. In alcuni di essi c'1è stato il controllo della s ierodiagnosi con la reamone del Wassermann , nel 5enso che questa daptprima positiva dopo la cura si preser1tava negativa. Qu esto metodo da me adoperato sin dal 1903 e di cui la prima volta svolsi n el 20 Congresso Medi-co S iciliano tenuto in Catania nell'aprile 1904 e la 2a volta nel 3° Congresso Medico Siciliano tenuto a Messina nel 1903 e ripeto pubblicato nel 1907 nella Gazzetta degli Ospedali e delle Clinich e, questo metodo, dico, ha molti vantaggi sulla cosidetta Botte di A1odica o sistema Campailla, in éui i pazienti oltr e che sipesso non possono r esistere ai vapori mercuriali, che li .p rivano d'aria, vanno soggetti alla 5tomatite m ercuriale assorbendo i vapori mercuriali per la bocca per cui debbono interrompere la cura. Laddove col mio metodo i pazienti: 1) usufrujscono ·dei grandi vantaggi della fototerapia (bagni di luce elettr ica) ; 2) n on vanno soggetti a stom atite m ercuriale; 3) possono restare nei bagni mercurializzati a pia cere respirando per la bocca l'aria ambiente; 4) fovse l'azione fototerapica è più completa e più uniforme ch e n on con le lampade a vapor e di mercurio che em ettono raggi ultravioletti. Infatti i bagni di luce elettrica agiscono su tutta la superficie ·del corpo e corroborano l'·orga~ nismo del pazien te. Di questo fu data 1p rova da Bosnj er e Dufour che facendo agire la luce elettrica nelle piante le trovarono più robuste e più ricche di clorofilla (Atti della Società di bi ologia di P arigi, marzo 1893). I raggi ultravioletti emessi dalle la'mpaide non hanno tali azioni trofica e corroborante, mà, per
1018
IL POLICLINICO
quanto si voglia non possono agire uniformemente su tutta la superficie del corpo e quindi &u tutto l 'organismo. Essi invece possono avere un'azione locale di cui non s1 nega l'importanza, e ;per cui sopra una data superficie ·del corpo si può permetter.e all'organismo come ben ·dice il Furio Travagli una utilizzazione di medicamenti riusciti !Prima ~neffi.. caci. GiacchJè non si può negare che la f.ototerapia agevola la cl1emioterapia e, ripeto ancoTa ·una volta, senza diminuire l'efficacia dei raggi. ultra.. violetti &i può ammettere che la chemioterapia combinata con la fototerapia dei bagni di luce elettrica è più efficace dell'altro sistema.
SUNTI E RASSEGNE. SEMEIOTICA. Dolori viscerali e dolori 1·ife1·iti. (RYLE. Lancet, 1926, 1o maggio). Il meccanismo del dolore viscerale 11a avuto una d01Ppia interpretazione. Secondo Mackenzie il dolore non è sentito dall'organo ma è riferito ai tessuti &ornatici innervati dallo stesso segmento midollare che innerva l'organo. Secondo invece Ross ed Hurst i visceri sono suscettibili di sensazioni dolorose in pre5enza di stimoli appropriati. RylP. assume che ci sono dolori viscerali sentitj dall'organo malato; che il dolore viscerale è dovuto ad abnorme tensione dell'elemento muscolare della parete del viscere, tensione determLllata o dalla contrazione delle fibre muscolari o dall'ecces5ivo contenuto del viscere; che il dolore viscerale quando è isolato può essere esattamente localizzato dal paziente; che il dolore somatico riferito, la ·dolenzia, i riflessi viscera-motori sono più frequentemente l'espres&ione di lesioni infiammatorie degli organi; che quan·do sono persi'5tenti tali disturbi rapipresentano sempre sintomi di malattie organiche di natura infiammatoria. Che gli organi abbiano una propria sensibilità diretta è provato dal fatto che in condizi'oni fisloJogiche sono sedi d1 sensazioni affatto particolari. Nello stomaco localizziamo la sensazione dell'ap, petito P della fame, di peso e di pienezza, che sono sensazioni specifiche e che non si localiz• zano mai in altri organi e tessuti. Esse sono state messe in relazione con le modificazioni del tono e della 1peristalsi .g astrica, o anche con lo stato di t ensione della parete muscolare dello stomaco. Se l 'appen1dice e la cistifellea sono insensibili nello stato di salute, se l'intestino è in grado di avvertire solo la distensione provocata dalla flatulen1
[ ..\.~NO
XXXIII , FASC. 29)
za, il retto invece apprezza decisamente lo stato di ripienezza ed il bisogn o di svuotamento è accompagnato da una sensazione quasi dolorosa affatto particolare, nettamente localizzata e che non può essere nep1pure lontanamente paragonata ad altre senis azioni. Così la sensazione di deside1·io della minzione è sentita nell'uretra e nella ,-escica quando sono iperdistese. I visceri ad·dominali allo scoperto non avver. tono dolore alla pressione, alla puntura, al taglio. a!la scottatura. Lo stesso è stato dimostrato recentemente per il cuore. B ovvio perciò che non avendo la mucosa gastrica ed intestinale sensibilità tattile ed avendo solo una scarsissima sensibilità termica, non si può aver e coscienza del pasc;aggìo ·degli alimenti e -delle bevande e de1 normali processi di digestione. Hurst ed i suot collaboratori dimostrarono la insensibilità della mucosa gaistrica e rettale a,gli stimoli tattili, termici e chimici. Da ciò s'inferisce che se i visceri 5ono sensibili, la sensibilità non ha sede nella sierosa o nella mucosa ma nella loro tunica mu. ~colare. Comunque gli organi hanno una sensibiljtà sipecifica, come gli occhi l'hanno per la luce, la pelle per il tatto, per il calo_re, ed i muscoli srheletrici hanno il senso di posizione, di tensione, di sforzo, quantunque siano insensibili alle punture, al taglio, al calore. Non c'1è alcuna necessità che i visceri avvertano gli stimoli tattili e termici, ma è vitalmente indispensabile che es51 avvertano lo 5tato di pienezza e di distensione, e di .questa sensibilità essi sono dotati. In effetti il senso viscerale 1è un senso muscolare. La sensazione di ripienezza e di .stiramento corrisponde alla sensazione di posiziG>ne e di tensione di un arto. Il dolore nell'uno e nell'altro caso è l'effetto de 11 'iperdistensione delle fibre muscolari lisci e o c;triate. Ed in realtà il dolore viscerale è sempre in rapporto ad aumento della pres&ione intraviscerale e della tensione della tunica muscolare. Che gli organi interni abbiano una sensibilità 'propria e diretta è provato dal fatto che il dolor e gastrico e le coliche intestinali sono sentite internamente, -che le :;afferenze viscerali d'origine meccanica, come le coliche renali e biliari, sono avvertite molto profondamente. La grande maggioranza di dolori vi&cerali non infiammatori sono raramente accompagnati da dolori superficiali riflessi, mentre questi ultimi e la relativa sensibilità ed iperestesia cutanea si hanno nelle lesioni infiammatorie. R interessante prendere in esame al riguardo il contegno dei 1pazienti nell'in·dicare la sede de 1 dolore, in quanto questa generalmente non corrisponde al segmento cutaneo ma alla superficie che ricopre l'organo. Cosi il paziente di angina pe.-·toris metterà la mano serrata sullo sterno per 1
. SEZIONE PRATICA
{ANNO XXXIII. FASC. 29]
indicare l' orig·ine aortica del dolore e forse con l'atteggiamento della mano indicherà il carattere co5trjttivo del dolore stesso. Il dolore cardiaco invece è indicato dall'applicazione del palmo della rr1ano sulla r egion e sottomammaria. Il dolore dell'ulcera gastrica è indicato dall'applicazione di due o tre 1p olpastr elli sul pu11to medio-epigastrico o un po' pii1 a sinistra, il dolore dell'ulcera duodenale su un punto a destra della linea mediana. Nella colica renale la mano indicherà la regione lombare con le ultime quattro dita indietro ed il pollice. in avanti. quasi ad indicare che il dolore è profondamente avvertito e proprio nella regione occupata dal rene. Cosi la localizzazione del do. lore nelle affezioni della cistifellea e dell'appendice, quando non coesistano fatti infiammatori o disturbi gastrici o intestinali, è ben precisa. La posizione di un calcolo i1ell'uretere può essere ben definita in base alla localizzazione del dolore. T dolori intestinali sono meno bene localizzabili, ma quando c'è occlusione in punti più o meno fissi come la curva epatica, splenica o sigmoide del colon il dolore ha una sede ben definita. Deve però essere concesso che i fenomeni riflessi di affezioni viscerali sono meglio definiti nelle forme gravissime di dolore viscerale o quando coec;istano malattie infiammatorie. Il dolore al braccio nell'angina, il dolore sottoscapolare nel~a colelitiasi, il dolore testicolare nella colica ureterica sono esempi classici del primo ·gruppo, men, tre del secondo sono esempi l'~peralgesia cutanea. e la contrazione muscolare nell'appendicite e nell'ulcera gastri·ca cronica. Questi fenomeni riflessi • di rado sono espressione di affezione viscerale dl natura funzi onale, quasi sempre accompagnano alterazioni organiche locali. Per modo che il dolore veramente viscerale ·è l'espressione d'una perturbazione della funzione dell'organo, che può o non può essere dovuta a malattia organica locale, mentre i fenomeni somatici riflessi sono generai, mente l'espone11te di una lesione materiale della parete deJ viscere. Il dolore dell'ulcera duodenale, di solito rodente o come senso di grande pressione, 5i verifica quando lo stomaco è quasi vuoto ed il 5UO mu, scolo per azione tonica riflessa è abnormemente teso. Il dolore si attenua quando lo stomaco modifica la sua posizione o si rilascia per l'introduzione di alimenti o di l~quidi, o quando la pres5ione intragastrica 1è ridotta dallo svuotamento completo. Il dolore dell'ulcera gastri ca si ha quando la tensione di certe fibre muscolari per contrazione riflessa o per retrazione cicatriziale dell'ulcera, è aumentata dall'introduzione di alimenti. I ' sofferenti di ulcera spesso dicono che quest1 1
•
1019
dolori sono accompagnati o seguìti da una certd sensibilità ed i1p eralgesia dell'epigastrio. Nella grande maggioranza dei casi si rileva dolenzia somattca. profonda e solo in pochi caisi si riscontra iperalgesia superficiale e profonda della pelle, tensione muscolare di uno o ambo i retti ed accentuazione del riflesso addominale di un lato. Questi segni sono più facilmente dimostrabili dur ante o poco dopo il ·dolore. l segni is tessi hanno senza dubbio un significato di protezione e sono dovuti agli stimoli che partendo ·d all'area ulcerata raggiungono il midollo, e quantunque IPOSsano essere destati o aggravati dalle contrazioni della parete gastrica che causano il dolore visce.. rale profondamente localizzato, non hanno alcun rapporto diretto con le contrazioni stesse. Il dolore del cancro, quantunque superi in gravità quello ~ell'ulcera, di rado è a:ccompagnato da sensazioni dolorose cutanee e da contrazione muscolar e. Ciò può spiegarsi con il fatto che l 'ulcera corrode e distrugge le fibre muscolari sulle qnali trovansi le terminazioni nervose, mentre il tumore s'insinua tra le fibre senza distrug.gerle. Quando la contrazione di difesa è presente nel cancro, essa è di solito bilaterale, mentre nell'ulcera gastrica è localizzata a sinistra e nell'ulcera duodenale a destra. Nell'ulcera gastrica posteriore il dolore riferito 1è localizzato al dorso in corrispondenza delle ultime costole. Nella gastrite semplice raramente vi sono segni somatici perchè la lesione non interessa lo strato muscolare. Il dolore della colica biliare è riferito alla regione della cistifellea in corrispondenza della nona cartilagine costale. Si tratta di un dolore, la cui inten5ità aumenta progressivamente, e spesso accompagnato da dolore gastrico. Quan·do c'è calcolosi biliare e .colecistite cronica spesso si ha dolore gastrico ricorrente, più intenso di notte, simile a quello dell'ulcera o dipendente da disturbi riflessi della motilità gastrica. I disturbi viscera-sensitivi della colecistite, con o senza calcolo, consistono in sensibilità al quadrante superiore destro dell'addome, in dolore alla regione sottoscapolare destra ed intrascapolare, e do1enzia alla regione .dorsale del rachide e lungo l'undecima costola destra. La difesa muscolare nei casi acuti può giungere fino alla rigidità, mentre nei casi subacuti si limita ad accentuazione del riflesso addominale destro. Il dolore alla sipalla ri· tenl1to come segno di calcolosi biliare è invece nresente nei casi d'infiammazione diffusa alla su,. perficie inferiore del diaframma e nella pleurite diaframmatica: si ha negli ascessi epatici e subfrenici e talora è il primo sintoma dell'ulcera perforante dello istomaco. Il dolore appendiçolare può assumere varie forme. Nell'appendicite acuta a tiipo infiammatoriot
1020
[ANNO XXXIII, FASC. 29]
IL POLICLINICO
nella quale in seguito ad i11fezione della mucosa e sottomucosa, si ha i.peremia generale dell'organo con o senza formazione di pus, oltre il dolore viscerale, si ha iperalgesia cutanea, difesa muscolare o rigidità e piressia. Nel tipo gangreno&o il dolore viscerale è generalmente più grave, mentre posso110 mancare i si!'ltomi somatici e le piTessie. In ambo i tipi, quando l'ruppendice si rompe, si può avere cessazione improvvi&a del dolore Yiscerale, il che proverebbe cl1e .questo dolore è determinato dall'eccessiva tensione cui è sottoposto l'organo. Nel tipo gangrenoso non solo i1 lume ma anche i vasi sanguigni dell'appendice sono ostrt1iti, e l'assenza o scarsezza dei disturbi somatici può mettersi tn conto dal fatto che in primo tempo il disordine è di natura meccanica e che successivamente interviene l'ischemia del· l'organo. . I ·dolori intestinali sono generalmente periodiic1, ma possono essere continui nelle lesioni occlusive dell'intestino grosso. A meno che non si tratti di fatti ulcerativi o infiammatori, mancano di solito i disordini sensitivi .cutanei e la difesa muscolare. :Questi sintomi possono trovar&i nelle 11lceri t11bercolari ileo-cecali e nelle diverticuliti del colon, ma sono rari nelle occlusioni meccaniche e nel cancro. Head li ha trovati presenti nel tifo, mancanti nelle coliche saturnine, il che confermerebbe che il ·dolore viscerale è dovuto alla tensione muscolare, mentre i dolori riferiti e l'iperàlgesia cutanea sarebbero dovuti al processo infiammatorio. Il dolore .r enale ed ureterico è nettamente localizzato alle corrispondenti regioni quando è do~ vuto ad un disordine puramente meccanico. Il dolore testicolare depone sempre ~er una lesione ulcerativa o infiammatoria dell'uretere. Nella dismenorrea e nel parto, come nelle affezioni organiche ·dell'utero, generalmente si ha dolore nella regione sacrale, il quale, quando si ha lesione tubaria, si diffonde lungo le co&cie al1e gino cchia, nelle zone innervate dell'rundec1mo, dodicesimo e primi tre segmenti lombari. Tenuto conto della . grande frequenza delle car, diopatie si deve concludere che il dolore cardiaco è piuttosto raro. Forse è più frequente nelle affezioni funzionali che nelle malatti,e organi·che. E localizzato alla regione sottomammaria ed è spesso accompagnato da .sensibilità dell'area precordiale. Non si hanno ancora dati positivi per precisare • !a sede di origine del dolore a,.nginoso. Gli argomenti che militano a faYore dell'origine aortica o coronaria sono : 1) la -localizzazione del dolore sull'aorta, alla base del cuore e non nell'area precordiale; 2) il fatto che spesso costituisce il 3) la sua sintoma iniziale dell'aortite sifilitica; • presenza n ell'aneurisma aortico e nei vizi valvo1
lari aortici; 4) la sua assenza nei vizi delle altrevalvole, nelle affezioni miocardiche e nelle in5Ufficienze cardiache; 5) il suo prolungamento quando agiscono fattori che aumentano la pressione endoarteriosa e la sua cessazione con la vaso. dilatazione; 6) la su.a frequenza nell'ipertensione~ 7) la cessazione spontanea quando l'energia car. diaca s'indebolisce; 8) i suoi riferimenti segmentari non corrispondono ai segmenti d'innervazione del cuore; 9) la sua. analogia con altre formedi dolore arterioso. L'angina pectoris ·è verisimilmente dO\'uta ad aun1ento di tensione della parete aortica o dellecoronarie, ·qipendente non da spasmo ma da insufficienza di rila5ciamento in rapporto all'aumento della pressione ed alle richieste dell'accresciuto sforzo del cuore. Recenti osserYazionl hanno dimostrato che lo .stato anginoso (o angina prolungata) è dovuto a trombosi o embolia • delle arterie coronarie. Si ha cosi u.n 'analogia con la trombo&i poplitea, nella quale il dolore è a carattere anginoso, e nella quale i \rasi sonoiprofo11.dan1ente lesi e le parti da essi irrorati cadon<> in n.ecrosi ischemica. Si ha a'n che 1 angina cruris, nella quale il dolore si calma con il riposo . I dolori riferiti sono più intensi e più persistenti nel'o stato anginoso che nell'an.g ina ordinaria, cosi co1ne lo sono nella ·Colecistite cl1e nella calcolosi biliare non complicata. Vi sono angine· a tipo funzionale, tabagiche o emotive, che sembrano dovute a disturbi dell'innervazione vasomotoria. L'area nella quale hanno e,:ede i dolori riferiti nell'angina e nello stato anginoso sono il' petto di sinistra, la superficie interna del braccio, del gomito, dell'avambraccio ed anche ìe dita, raramente il braccio destro o ambo le braccia. la nl1ca e la gola. I segmenti inter essati ·sono l'ultimo cervicale ed i primi due o tre dorsali. Le considerazioni su accennate han110 notevole irnportanza per la 1p ratica. La tendenza della m.;àjcina mo·d erna € di aggredire il Jnale al suo primo manifestarsi. Da ciò un maggiore rili.evo da darsi ai sintomi in confronto dei segni, in quanto i primi sogliono precedere i secondi. Il medico oltre che addestrato nel rilievo dei segni deve sapere ben e raccogliere ed analizzare i dist11rb] subiettivi. Deve pertanto essere ben precis01 nell'accertare l'inizio; il carattere, la localizzazione del dolore, la sua periodicità e investigare· le cause che Io mitigano o lo aggravano. Si de... vono ciotè pre11der.e in esame e ben vagliare le· seguenti quistioni in rap~orto ai dolori visce· ral i: situazione, diffusione, carattere, intensità. durata, frequenza, f~tto ri aggravant], fattori m1... t1ganti. Oltre a ciò si devono fare indagini in :nerito ai dolori riferiti, superficj ali e profondi. ~0n è 5enza importa11za tener conto anche delle1
1
• •
[.-\NNO
~~XIII, FASC.
29]
SEZIONE PRATICA
condizioni psichicì1e dei singoli soggetti, in quanto essi possono tendere inconsciamente a dare maggiore o minore importanza ai loro disturbi, e quindi a deviare l'attenzione dell'esaminatore sul fatto principale. DR.
SECREZIONI INTERNE. Gli ormoni omo-organici. !C. RICHET. Presse médicale. 1926, n. 31).
I prodotti dell'attività funzionale delle glandule endocrine si dividono in ormoni (da oQµo.&, eccitare) propriamente detti il cui tipo è la secre tina; in ormozoni od orrnorui. che agiscono sulla morfogenesi, come i prodotti tiroidei e genitali; in a1ltocoidi ( cla o.xoç, medicina) che sono f>Ostanze agenti su altri organi come un medicamento, quale, ad es., l'adrenalina; in paraormoni, che so!lo prodotti destinati ad essere espulsi e che hanno una funzione eccitatrice sussidiaria, come, ad es., l'anidride carbonica che eccita il rentro bulbare e l'urea che agisce da diureti-co. Schafer 1distingue gli ormoni in ormoni propriamente detti, che sarebbero gli eccitatori, ed in caloni (da xo.A.o.&. rallentare) che sarebbero i rallentatori della funzione d'un organo. ~1a oltre a quelli che rientrano nelle classifica zioni i::u dette vi sono altri ormoni, che hanno !a funzione ·di agire sull'organo stesso che li produce, e quindi omo-organici. Come esempi di questi ormoni omo-organici possono considerarsi l'ormone sottomascellare, l'ormone renale, gli · ormoni cardiaci. L'esistenza dell'ormone sottomascellare è stata dimostrata .da Demoor. Se, attraverso la sua arteria principale, s'ìrriga la glandula sottomascellare del cane con siero di Locke ossigenato ed allungato con siero di cane che ha in 5ospensione estratto acquoso della glandula sottomascellare d'tm altro cane (prelevata dopo eccitazione ·della corda del timpano e quindi in piena secrezjone) si ha un'abbondante secTezione della glandula irrigata. Si ha un flusso ·secretorio analogo a. q1Jello che si ottiene in 1seguito ad eccitazione della corda del timpano. La medesima proprietà Pccitatrice sulla glandula sottomascellare avrebbe la saliva non riscaldata e forse il sangue venoso <lella glandula. Le ricerche dello stesso Demoor avrebbero conclu,so per l'esistenza di du.e sostanze • stimolatrici, l'una termostabile e l'altra termola-· bile, prodotta, quest'ultima, dall'eccitazione della corda del timpano. Ambedue sarebbero per ~ è ste5se inattive e diventerebbero attive solo in seguito alla loro combinazione n ell'interno delle cellule. 1
Per dimostrare i·esistenza degli ormoni omoorganici cardiaci Loewi istituì il seguente esperimento. Isolò il cuore di una rana in circo~azione artificiale, ed eccitò il vago del cuore sinistr-0 1n modo da avere arresto quasi completo del battito. In caipo a 15-20 minuti si raccoglie il liquido cir. colatorio e lo si sostituisce con liquido di Locke fresco. Si ces5a dall'eccitare il vago ed il cuore ritorna. a battere. Dopo qualche minuto si toglie nuovamente il liquido di Locl{e e lo si. sostituisce con quello che aveva circolato nel cuore durante l'arresto ·di quest'ultimo per l'eccitazione del vago. Si ha allora un notevole rallentamento del battito. l'ale fenomeno non .s i rpuò spiegare se non ammettendo che nel cuore in arresto per ecci.tazione inibitoria 5i sono prodotte sostanze con la capacità di agire sulla funzione cardiaca iniben dola come fa la stimolazione del vago e quindi sostanze vagali. Loewi ha dimostrato altresì l'esistenza di sostanze specifiche acceleratrici del ritmo ·cardiaco, i cui effetti sono analoghi a quelli provocati dall'eccitazione del simpatico. Popip er e Russo hanno rilevato che la s·o stanza agale del coniglio determina notevole rallentamento del cuore della rana, il che ·dimostrerebbe che non v'è specifi~ità zoologica. D'altra parte questa sostanza vagale, che si produce nPl cuore in rSeguito ad eccitazione del vago , reagisce anche sulla musculatura gastro-intestinale provocando contrazioni analoghe a quelle elle \ri determinerebbe l'eocitazione del pneumogastrico. I.oewi e Hamburger pensano che questa sostanza ''agale possa essere analoga alla colina e che ~'rrebbe ·dei rapporti con le sostanze contenute nei nuclei di Keith e Flack. Demoor e Rylant hanno vic;to che il rprodotto della macerazione dell'orecchietta d estra del coniglio e particolarmente de! nucleo di Keith modificherebbe la contrazione dell'orecchietta sinistra. Questa, isolata. non ha il ritmo dell'orecchietta destra isolata, ma. dopo esser rimasta passiva un certo tempo, batttj 1rregolarmente e tumultuosamente. Aggiungendo al siero di Locke, ossigenato, tiepido e glucosato, qualche goccia ,della macerazione, idrica o alcoolica, del nodo di Keith, l'orecchietta sinistra si contrae ritmicamente come quella destra. Lo stesso fenomeno si ba 1se, invece di servirsi del nodo di Keith del coniglio, si adopera la macerazione fatta con quello di cavallo, ·di montone o di cane. Questi tre gruppi di sostanze, vagali, simpatiche e nodali, non sono identiche in quanto le prime rallentano, le. secon·de accelerano e le ultime regolarizzano il ritmo cardiaco. L'esistenza degli ormoni omo-organici renali è '
1
•
·
•
1022
IL POLICLINICO
dimostrata ·dai ·seguenti fatti. Irrorando il rene con una soluzione alcalina (a 3.6 %o di Na2 C0 3 ani•dro) si ottiene un liquido che, iniettato ad un cane per via endovenosa, dimostrò un notevole 1potere diuretico. La diuresi, con ecces.so di acqua, cloruri ed urea, sopravveniva generalm-ente dopo 20 minuti .dall'iniezione, persisteva 60-80 minuti, e poi si attenuava. Se (in seguito a riflesso uretero-ren ale) l'animale era anurico, ricom'Pariva l'urina almeno per qualche minuto. La diuresi non si otteneva mai se si faceva l'iniezione sottocutaneamente. Qne&ta sostanza diuretica è termostabile, in·dializzabile e precipitabile, -come i ferm.enti, con il fosfato di calcio; è insolubile nel cloroformio, nell'etere, ed in soluzione acida, poco solubile in soluzione neutra. La sostanza stessa non ha specificità zoologica: quella isolata dal r en e di vacca è ·d iuretica per il cane. Oltre gli ormoni omo-organici salivari, cardiaci e renali ve n e &ono ~robabilmente molti altri e forse ogni organo ha il proprio. I fatti su accennati p ossono avere una ripe1·cu5sione in t erapia. Forse consentiranno di stabi. lire t1n'opoterapia -cardiaca o renai.e su basi scientifiche 1più soli de di quelle attuali. 1
DR.
TERAPIA. La te1·apia con le iniezioni. (C.
JfrRSCH. Deut. med. Wo chenschr.,
vivirumo in un'epoca della terapia a base di iniezioni. L'introduzione dei rimedi nel corpo del paziente 'Per ·mezzo delle iniezioni sottocutaPee, endomuscolari e, negli ultimi tempi, di quelle endovenose sembra l'unico metodo « scientif•:Lco » , di fronte al quale, per il pubblico, la via orale ' è ormaj sorpassata. Il peggio si è che l 'industria si è me ssa largamente a produrre mezzi da introdurre per via endovenosa; ed i medici 5eguono docilmente la « r eclame ,, che si fa in tntte le riviste e le vene dei pazienti sono là p ronte per riceYere iniezioni in ogni sorta dt malattie. Anche la terapia purtrop,po è soggetta alla moda sebbene i maestri ·della medicina abbiano sempre r ecisamente sconsigliato -d i cedere all'a1l:dazzo di essa. Ed i medici continuano n ell'abuso delle inie. zioni endovenose, quantunque n on passi mese senza che si legga il r esoconto ·di qualche caso ron pericolo di vita od anche subitamente mor. 1ale in conseguenza ·di iniezioni endoven ose di <liverse c:ostanze e di sangue. Recentemente Lemke 11a riferito Sll due casi di morte con &ecutivi a ~oi
•
1 genn. 1926J
1
(ANNO
XXXIII,
FASC.
291
trasfusione sanguigna, nonostante che le prove sierologiche e di gruppi (in un caso si trattava ciel figlio del paziente) fossero state favorevoli. L'at1topsia 1dimo5trò la !Presenza id i estesi focolai emorragici e di n ecr osi del fegato. Gravi conseguenze possono aversi con l'iniezione en dovenosa di preparati a base di urea (nel parto), di piombo, nonchè di somnifen e di allion al. Casi di m,orte sono stati os&ervati con l'iniezione endovenosa di electrargol (g. 2,5), il quale è da ritenersi sconsigliabile (nella sepsi puerperale) tanto più che il suo effetto 1è per lo meno dubbio. Anch e la &trofantina, che pure è tanto Lltile negli stati di colla5so dei cardiopatici, può dare la morte se si oltrepassa anche id i poco la dose e cosi pure l'adrenalina, entrambe per iniezione endovenosa. Il pericolo sovrasta come è . ' noto, per il salvarsan, di c·u i non si può fare a . meno, ma e&iste anche perfino per la così detta soluzjone fisiologica che non è scevra ·di ~iace voli con seguenze. Si deve quindi tener presente che l'iniezione en dovenosa, anct1e delle cosi dette sostanze in~ noct1e, n on è un procedimento innocuo. Ed jn realtà chi consideri quale significato fisiologico, fi5ic-0, chimico-colloi·dale abbia un'iniezion e endovenosa comprende quali im'Portanti turbamenti l ocali essa induca nel sangue e quali conseguenze per l'intero organismo se ne possano avere. · Anche l e sostanze ritenute innocue (soluzion1 ipertoniche di &ale, gll1cosio, saccarosio, urea, gomma, urotropina, gelatina) provocano negli animali da esperimento delle modifirc azioni ana.. tnmiche e fisiologi che, fra cui l' aci dificazione del sangl1e (acido lattico) ed il cambiamento nella sua composizione; basta l'introduzione di minime quantità di elettroliti iper influenzare note,-olmente la colesterina sanguigna e per ·d are in certe condizioni abbassamento della pressione. ' Sono da citarsi a tale propo&ito glii esperimenti fatti da Hanzlik con 71 sostanze su 365 cavie. Oltre alle azioni elettive ·delle diverse sostanze, si trovarono : embolie e trombosi dei piccoli vasi polmonari, edema p eriarterioso e peribronchiale, rigonfiamento dei polmoni, tutti fatti che ricordano l'ictus anafiìattico. Nel sangue &i rilevarono modificazioni nella velocità di sedimentazione, del tempo •di coagulazione della cai.pacità di aggluti11azione . .A.ltre numerose ricerche in .q uesto campo di grande interesse teorico e pratico sono state compiute da Handovsky il quale fa notare l'importanza di fare l'iniezion e con grande lentezza in moclo che, anche localmente, non si abbia una concentrazione •della sostanza iniettata. Però &i de,·e far rilevare che anche l'iniezione molto lenta 1
•
1
1
•
{ANNO XXXIII, F.c\SC. 29]
1023
SEZIONE PRATICA
di piccole 1quantità di acqua provoca un'acidifi:\la è specialmente contro le iniezioni endove· cazione del sangue. Lo stesso autore ha dimostranose che l 'A. insiste citando anche casi di malesto, come conseguenza dell'iniezione endovenosa, sere ed ittero sopravvenuti dopo l'iniezione dl delle modificazioni degli endoteli dei capillari, tripaflavina nella sepsi. Sarà sempre preferibile ed ammette che alla SU.J>erticie di tali cellule nei casi adatti l'introduzione per via gastrica o aiderisca t1na quantità di colloidi del sangue a rettale che, appunto per il più lento assorbimento composizione fini&sima ed a funzioni determinasarà meno pericolosa -e più utile in molte continte; l'iniezione endovenosa provoca disturbi in quegenze. ste .cellule e da ciò i fenomeni che si -0sservan). Dal punto di ' 1 ista clinico ci si deve gi.1ardare Egli conclude che l'uso non pienamente giustifida una generaiizzazion e delle iniezioni en·d ovecato di medicame11ti per iniezione endovenosa è nose ed anche ,dall'abuso di quelle sottocutanee; irragj onevole, non .scientifico e pericoloso. non sono rari, p. e&., i casi di morte in seguito ~ quindi indubitato cl1e, a parte le eccezioni all'iniezion e sottocutanea di scopolamina, ver so Ja quale isi hanno notevoli differenze individuali; quali la strofantina, gli ar&enobenzoli ed altri si possono avere 1p aralisi del centro respiratorio pochi medicamenti, la terapia endovenosa va di specialmente in individui con stato timico-linfa. molto limi tata. tico. In ogni caso &i tenga presente che l'iniezione Ma non solo questa. Vi è anche la così detta può essere paragonata ad una freccia che, una .terapia eccitatrice aspecifica di cui a torto si volta scoccata, non può più essere nè trattenuta abusa. Essa d'eriva dalla terapia specifica a base di vaccini e sieri e &i fa con l'introduzione in nè guidata. FILIPPINI. circolo di ogni sorta di colloidi estranei, allo scopo dt provoca.re una febbre a .sc0ipo terapeuCENNI BIBLIOGRAFICI tico. Si usano a tale scopo anzitutto i corpi albuminoidi ed i loro derivati (proteinoterapia) e A. LAQUERRIÈRE. Rayons X et Corps R.adio-actifS. cioè i preparati di latte, le deuteroalbumose ed 1 l\1a.loine ed. « Les :petits précis », 1925. Fr. 8.50. preparati di albumine batteriche, ma anche i Racchiude.re in qualche centinaio di ·p·agine di metalli colloidali. formato tascabile tutta la radiodiagnosti~ca e la N11merosissimi sono i prodotti che si u&ano a radioterapia e la raidit1n1terapia è Io ,scopo 0he tale scopo e che si introducono per via cutanea si è voluto proporre l' ..\.. 1parten1do •dal concetto m·u scolare ed endovenosa. Si deve però anzitutto r.he in cias~una branca e in ci·a:s.cuna specialitq, mettere in rilievo che mediante l'iniezione endoesiste un minimum indispensabile al medi'co che venosa possono aversi ca&i fatali non prevedibili. si è dato all 'eser.cizio generale della medi~ina. R quindi necessario usare di tale terapia con Tuttavia I' .A... ammonisce che dopo la lettura del estrema prudenza e dopo una critica severa. Si libro il medico che non ha che questa istruzione inizi la cur a con dosi piccole e con iniezione raidiologica rjmanga estremamente riservato nel· molto lenta e si u.s i l'iniezione en·dovenosa non le sue diagnosi e 1difd'j 1dente nei su oi tentativi già in tutti i ca&i, ma soltanto per determinate . terrupeutiiei perchè non è ohe con lo studio prosostanze ·d i si curo ed elevato potere terapeutico fondo e la pr·atica assidua che si 'PTende fami· -cl1e non possono essere introdotte nell'organismo gliarità icoi ragigi e il radium. per altra via (arsenoben zoli) o per le quali l'inDopo alcune sommarie notizie di fisica, tutta troduzione nelle ve11e permette in casi di assoluta la radiodiagnostica è trattaita con uno stile naurgenza di sal,rare il malato (&trofantina, certi tt1ralmente telegrafico; quin di dopo alcune ge. preparati di canfora solubili in acqua) . neralità sulla radio e radiumterajpia sono pas· Del resto, anche la proteinotel'apia parenterale sate in rassegna le varie ~alattie che si gio€ stata troppo esaltata senza considerare a dovano dei raggi e l',A. ne dà brevemente la tecnivere tutte le reazioni .che essa può determinare ca di trattamento. nell'organismo e·d 1è certamente abbastanza strano l.' i\. ha .r isolto brillantemente lo scopo che s1. -e, p er lo meno jllogico, che in un malato il qual) era proposto. E. MILAN!. è già sotto una forte febbre 5i introdu cano delle sostanze allo scopo di aumentare la febbre stessa. LEooux-LEBARD. La radioLogie du médecin praticien. L'A. cita a tale proposito il parere di von Krehl, Radiodiagnostic des 1naladies de l 'appareil dt· secondo il quale fra una ventin a d'anni la pro. gestif. lVIasson et C.ie, editori. ·P arigi, 1925. Vor teinoterapia non sarà più usata, almeno nel1 a lume di 288 pagine con 101 figure e 12 tavole torma attuale, e ritiene che una vera utilità da . radiografiche fuori te&to. Prezzo 30 franchi. essa &i è avuta solamente in casi ·di reumatismo Ql1esto piccolo volume è dedicat~ non al radiocr onico e senza tralasciare i comuni mezzi teralogo ma al medico pratico affinchè sappia in peutici. 1
1
1
1
1
•
•
1024
\
IL POLICLINICO
quali casi richiedere l'esame ra:diolog:Lco, perchè ne possa seguire con cognizione le fasi ed affinchè ne possa interpretare le immagini ed i referti che gli saranno rimessi. Gli ·A·A. dopo aver accennato nel 1Primo capitolo alla raidiologia in genere abbordano la radiologia dell,aJ?parato digerente. Trattano della preparazione del malato, dell'orario da seguire nell'esame, di alcune delle diverse qu·a lità di mezzi di contrasto, dei dati cbe ci può fornire un esame ra·diologico dell,apparato digerente. Dopo di ciò trattano dei singoli segmenti allo stato normale e allo stato patologico. Un capitolo è dedicato alla bocca, faringe ed esofago. Due capitoli notevolmente lunghi (110 pagine) sono 1dedicati allo stomaco normale e patologico con numero&e figur e e tavole radiografiche. La descrizion.e è fatta accuratamente ed in modo chiaro come pure quella del duodeno. Poche pa role sono dedicate all'intestino tenue mentre ab· bastanza ampiamente è trattato del crasso. Termina con un rapido cenno sulle ghiandule sa1 1vari, fegato ·e vie biliari, ascessi subfrenici e ci3ti idatidee, pancrea&, milza accennando, nella tecnica da u&are, anche al pneumo peritoneo e alla colecistografia per iniezioni endovenose. L. 1 '
SFORZA.
ERGER. Traitement àes épithéliomas au maxillaire
supérieur par l'association chirurgie-curiethèrapie. Gaston Doin edit., rP arigi 1925.
F.: un libro che desta interesse tanto nel chirurgo pratico, ·come nello specialista. Vi è trattata sommariamente l'anatomia patòlogica dei tumori del ma:scellare su.periore ed amipiamente la tecnica e le modalità operatorie con l'ausilio della raidioterapia utilizzate in ;Francia e negli altri Stati, riunendo in breve i r~sulta..ti ottenuti coi vari procedimenti. Specialmente •d tffusa è la tecnica adaperata da Haiutant e Monod. R. BRANCATI. , Die Str(lhlentherapie in der i nneren medizin. Vol. III, 884 pag., 160 fig., 6 tavole co-
HANS-MEYER.
lorate, 49 marchi. Urban e Schwairzenberg, ed. Questo terzo volume fa parte della collezione pubblicata a cura di Meyer e che sarà composta di 5 volumi (Lehrbuch der Strahlentherapie). Dopo la parte tecnica e dopo il volume che tratta della radioterapia. nel campo chirurgico, questo volume non smentisce l'importanza del trattato: tutte le questioni più importanti sono perfettamente aggiornate e il libro non deve mancare nella biblioteca d~l radiologo. Pordes di Vienna ci parla dell'impiego in 5enso generico della radioterapia nella medicina interna e del meccanismo dell'azione
[ ANNO
XXXIII, FASC. 29]
dei raggi. Holthusen di :\n1burgo tratta dell'azione dei raggi X sul sistema emopoietico e sull'impiego dei raggi X nelle varie ·malattie del sangue; Bacmeister, di cui sono note le ricerche sulla radioterapia della tube-rcolosi, riferisce sui ri&ultati di queste cure, sia nella tubercolosi polmonare, sia nella tubercolosi laringea; Klewitz sulla irradiazione nella 1p eritonite tubercolare; Kiipfer e Rot.her sulla radioterapia dei tumori ipofisari e rispettivamente del Basedow; Kienboe·ck sulla radioterapia dei tumori del mediastino. Seguono i capitoli sulla radioterapia nelle malattie del sistema nervoso (Strauss), nelle malattie del canal diger ente, nell'asma, ecc. Gli ultimi capitoli riguardano l'impiego in medicina interna delle sostanze radioattive, della fototerapia e della diatermia. I radiologi che conoscono le difficoltà di trovare riunite e aggiornate le questioni più importanti che riguar,d ano la radioterapia non potranno che rall ~grar &i della pubblicazione di questo trattato di cui era riconosciuta la necessità e .con uguale interesse attenderanno la pubblicazione degli altri due volumi che concernono la ginecologia e la dermatologia dal punto di vista radioterapico. •
•
MILAN! E.
ACCADEMIE, SOCIETA MEDICHE, CONGRESSI. Società Medico-Chi1·urgica di Pavia Seduta dell'll giugno 1926.
.4.borto· e steri'Uzzaziorte tubarica temporanea in una sola sed11ta laparatornica . E. ALFIERI. - L ' O. espone e.d illustra. un suo procedimento personale di svuota1nento dell' utero n1ediante isterotomia addominale bassa, seguito da steriliz?klzione tubarica temporanea mediante affondamento dei padiglioni, allacciati e Tiuniti fra di loro al davanti dell'incisione uterina, sotto il lemb~, peritoneo-veBCicale previamente preparato, e ohe viene da, ultimo suturato alJa parete anteriore dell'utero. Il metodo riaipido ed elegante ven11e eseguito dall' O. in 4 casi di tubercolosi polmonare evolutiva complicante la gravidanza nei )primi mesi. Un quint101 oa.so analogo venne .pure operato con successo dl3.l dott. N AVA, . assistente nella Clinica. Analogamente ha !)rooeduto 1'0. in un caso di tubercolosi fibrosa ormai guarita, fuori di gravid·anza. in donna pluripara, .associando la sterilizzazio•n e uterina ia.lla ister-01pessi pelvioa alla Pestaloz7ia per retroversione uterina molesta ed incontenibile con pessari.
Sulla evol'Uzione di una form.a di lipodistrofia.
G.. Dr
L'O. illustra un caso di liipodistrofia. i)rogressiva, caratterizzato da uno stra110 C01Ill;>IQ1rtamento dell'adipe, che è noteYolGoGLrElLMO. -
•
[ANNO
XXXIII,
FASC.
29)
Su di un caso di ernia i nguinale strozzata a con~ tenuto tubo1..ovr.irico in una bambina di otto mesi.
mente ridotto .al1a faccia, agli arti suip eriori, alla parte alta. del tronco, mentre è accumulato in grande quantità .alla parte bassa dell'addome, alle natiche, alle cosce. Il metabolismo basale è normale; le prove dell'adrenalina danno risultato positivo (aumento della frequenza del .p olso, della pressione massima, v.asooostrizione periferica, palpitazione, diuresi .abbond.ante, glicosuria). L'ammalata presenta da molto1 tempo manifestazioni di disfunzione ovarica e di lieve iper~iroidismo (lieve tNmiore, insta,bilità del polso, facile emot;ività, incaipacità di corrugare la fronte). In seguito a trattamento con raggi ultravioletti, la circonferenza basiliaca si è ridotta di circa 13 cm., mentre è rimasta qltasi immodificata la bitrocanterica, conferendo a11a forma il tipo prevalente di obesità tr00M1terico-pelvica o «.a calzoni da cavallerizzo » . L'O. illustra iper ·la patogenesi Sot?ratutto i disturbi del simpatico e richiama l'attenzione sullEJ forme minori di Jiipodistrofia progressiva fino alle forme di confine con alou.ne condizioni fisi1<>1logiche della donna. •
1
Dott. MA:r.IP.RINI. - Ricocdato come sia raro il· caso di strozzamento erniario nelle ba.m bine e rarissi1na la presenza nel sacco di er11ie strozzate dell'ovaio e della tromba, dice di .aver d1orvuto· .asportare tal.i elementi erni.ali in una pa.m bina perchè in preda a necrosi doiVUta ali cingolo• strozzante. E sito in gua.rigiane. Il metodo Giorda·no nella cura del prrolasso rettale deg'{ti adulti.
Dott. STOCOAuA. - Il n1ctod0 Giord:-tno consiste· nella in vroduzione di un tubo .d i •g omma rigido, del di.ametro di un pollice circa, nell'orificio · anale· che si fa risalire rper circa 10 centimetri e si lascia in posto1 una settimana. In un suo p.azie11te, dopo avere esperite le cure mediche che si dimostr arono ine1ìcaci, tentò il ·111eto<lo Giordano; la guarigione persiste da 16 mesi e l'ammalato godeottima salute. Intorno ad una a:Lte,razio'Tle di struttura poco nota d ell'onientum minu-s (omentite sclerosante r etrattile) .
cc Cirrosi grasse » e « cirrosi tubercolari »
dei fegato.
Dott. STOCCAOA . - · Trattasi di un. uomo di 56 anni in oui, malgrado l'esame radiologico dello stomaco escl11desse Uil a lesione organica, clinicamente era invece molto sospetto. Alla 1ruparatomia. esplorativa si constata n .ulLa .a carico dello stomaico,. del duodeno, colecisti, ecc.; ed invece un .accorciamento dell'omentum minus che al tatto si presenta ispessito e oaùloso riv~tito unifonnemente da sierosa di asipetto nlOirmale. A stento la punta del dito indice entra .neL forarne epiploii.co . DopO' circa un mese ~ disturbi a carico dello· stomaoo consistenti in dolori in sede epigastric.a che d~rano anche 10 ore dopo l'ingestione del cibo ed il notevole deperimento scompaiono definitivamente. H.a seguit.o l'ammalato per 4 anJ1i ed ha i)10rtuto sempre riscontrair e l'ottimo stato di salute.
A. 01\t:ODEI Zo&INI. L'O. tratta la questione delle cosidette cc cirrosi ipertrofiche grasse» del fegato e quella delle « cirrosi tubercolari ». Egli h.a studiato dal lato anatomù-l>atologioo 59 cirrosi delle quali 1.8 presenta.via.no i caratteri delle cirrosi adipose. Egli ritiene, sul1ia base della sua casistica, che esista una vera forma di cirrosi ipertrofica gr.assa .ad eziologia alcoolica. In molti di questi e.a.si coesiste anche una tubercol:osi oronica sopratutto nel oampo addomin1ale (polisierositi croniche, tabe meseraica, tubercolosi dell'intestino), la quale avrebbe solo un'azione coadiuvante quella dell'alcool. L'O . no•n orede che la tubercolosi da sè sola possa dare una vera cirrosi atrofica di Laennec. F. RICCI.
-
, 'u lla patogene si delle poussées cicli eh e f ebbrili nella tisi.
Dott. M. LoorGIANI. - In alcuni soggetti affetti da tisi h.a risconti ato nel corso di periodi aifebbr1li o quasi accensioni di alte te~er.ature durevoli uno. o più giorni, intercaJ.ate da p eriodi afebbriJi talvolta di · durata. fissa. Questo fenomeno i11terpretato variamente da altri AA. è ascritto dal prof. Ghedini .a localizz,a.ziioni polmonari dei germi che a.bitualmonte si assooia110 .al b. tubercolare 11ella <leter1nin.azione della tisi e cioè ai diplo- e str eptococchi, i quaJi sogliono ingenerare cicli febbrili i11 rapporto a singole locaJizzaz.ioni infiammatorie da essi inge11erate (cicli di 7-8 gio1rni o di 4-5 nella p ol1nonite diplococcic:a o i1ella poliartrite streptococciica) . Non si esclude che alla genesi del 1particolare fe11omeno possa contribuire l'assorbimento periodico di proteine bac~riche o cellulari .a ttraverso ]e pareti ero.se. delle caverne, proteine che determinerebbero accensione febbrile ana,fila.ttioa. C. N1coum, segretario.
Società Medico-Chiru1·gica di l\lantova. Seduta dcl 15 m.aggio 19-26. Presidenza: prof. G.
GHEDINI ,
!presidente.
Sutura del cuore.
•
1025·
SEZIONE PRATICA
Dott. MAMBRINT . Presenta una operata di cardio1-rtafi.a per ferita d'arma da fuooo interessante la punta del cuore Doipo ciroa ottoi ore i1 ferimento -intervenne, praticando un lembo .a cerniera intern3, come in un suo caso rpJ"ecedente, e liber.a.ndo il peric3'rdio dal sangue e soorperto il foro d'in1gresso del piccolo proiettile, lo soturò. Non insistettP sulla ric<?1·ca del proiettile che la radi10gr.afia avev;a mostrato fisso nel miocardio. L ' -,. n:Jern.ta ' che pireoentò per alcuni giorni versamento pleiurico siero ematico, aspirato due volte, guarì e non ipresenta finora alcun disturbo.
.
I
•
•
.1026
(ANNO
IL PO LICLINICO
XXXIII,
FASC.
29)
APPUN'f I PER IL MEDICO PRATICO CASISTICA E TERAPIA. l tumori del lobo frontale. La difficoltà ·di una diagnosi esatta dei tumori a localizza?;ione frontale spinge P. Esr.uder Nunèz fL ' Enr:éphale, n. 1, 1926) a riferire su 11 casi di tumore del lobo frontale destro, su 6 casi d el lobo fro11tale sinistro e ~u di un caso interessante entrambi i lobi. La zon a frontaJie che comunemente si a5crive alle « zone mute », il più d elle volte invece è << poligotta » per sin tomi che insorgono da fenomeni ·di compr essione o d'invasione dt altri territorii cerebrali. Conviene .quindi per la • -diagnosi saper vagliare i sintomi di questa zona da quelli ag.giunti. Secondo l'A. i sintomi propri e più caratteristici d el tumore a sede frontale .sarebbero rappresentati da .sintomi sensitivi-.m otori e sintomi spichict. ira i sintomi .sensitivi-motori si deve tener pre. sente : 1) l' ano1s mia e la stasi papillare unilater ale; 2) la 1deviazione della testa e ·degli occh! (dal lato opposto alla sede del tumore). Tra i sintomi psichici si notano: 1) sintomi di eccitazione propri dell'inizio del p rocesso morboso; 2) sintomi •di inibizione, propri del 1Periodo avanzato. I primi sono rappresentati ·da turbe dell'equilibrio psi-chico e della condotta a:bituale del l)aziente (irritazione frontale); i secondi •da son·n olenza, stupore, abbattimento e coma di Milian (distinzione del 1obo). ìL'_t\.. deduce che una accurata ar1amnesi ed una ·diligente osservazione dei 1atti obbiettivi possono, il più delle volte, chiarire · Ja sede del turno.r e fr ontale. LEGA. Sindrome di vaso-dilatazione emicefalica d'origine simpatica. Vallery Radot, Blamoutier (Bulletin et mém. Société d. H 6p., n. 36, 1925) hanno avuto l'oc-casio!Ile •di osis ervare una malata, di 35 anni, presentante delle ·crisi 1quoiidiane di emi•crania a~· compagnate ·da i1drorrea nasale, da lagrimazione ·dallo stesso lato, con multipli disturbi vasomotori. La p. già dai quindici ai diciotto anni aveva sofferto di cefalee generalizzate che scomparse tre anni doipo l'inizio, si ripresentarono a 34 anni. La cefalea questa volta era tenace e presto divenne pre rmanente ieon esaicerbazioni quando la p. si trovava in piena :Luce, specie se con sole: .contemporaneamente coriza e lagrimazion e soVTatutto nel mattino. Nel 1925 la ceifalea era nettam ente a tipo emi, occupando la metà destra del cranio, con un massimo attorno all'occhio d estr o e nella nuca, a destra. La pressione iprovocava 1
1
•
esacerbazione all'emergenza del so~raorbitario e del nervo •d i Arnold ,destro: lagrimaZJione ed emissione di liqui·do ,chiaro, senza elementi citologici., dalla narice destra. Oltre a ciò si coinstatava congestione del vi•so, chiazze eritematose di rapida comparsa e scomiparsa sul viso, collo, torace anteriore ' con ,SUJdore abbonidante di tutta . la superfi cie cutanea. Il caPatter e era fortemente vruriabile. Nessuna lesione organica fu riJSicOtD.trata a carico dei vari apparati. Gli AiA. con la amena.. lina, con l 'applicazione del ·ghiaccio sulla fronte, constatarono um·a azione inibitrice della vasocostrizione sulla sin1d rome, viceversa con l'arppli.cazione di aria calda sulla fronte, ·c on il nitrito di amile 1s i aveva una esacerbazione della cefalJ.ea, della lacrimazione, dell'idrorrea. La sindrome di or igine .simpatica pr esentata •dun•que dalla p. era dovuta alla vasodilatazione. Data la felice azione dell'adrenalina, la p. fu sottoposta alla tel'laspia adrena1inica per lungo tempo: la sp.a rizione 1degli accessi avve~ne in modo comp:leto : importante è il fatto che, mentre in tal modo vieniva modificato il simpatico, avveniva un profondo turbamento delle '.funzioni mestruali.
•
1
MONTELIDNE. •
Cefalee
~ndocrine.
Le cefalee che più nettamente riconoscono l'origine endocrina so110 quelle 1dovute alla pituitaria ed all'ipofunzionalità della tiroide; non sembra invece ben definita la cefalea di origine ovarica che forse non esiste nemmeno. La cefalea ipotiroidea in.comincia di solito nella notte, a,ccompa;gnata da nausea e da sensazione di brivido; il dolore è talvolta così forte da costringere il paziente a letto; esso in-comincia nella regione occipitale e si diffonde gradatamente a tutta la testa. Dopo 24-36 ore incomincia a scomparire in direzione inveraa, permanendo più a lungo alla r egione 9ccipitale. Durante l'accesso il paziente può non tollerare nulla n ello stomaco, salvo che dell'acqua. Caratteri del tutto diversi ha la cefalea pituitaria. Secondo· ,quanto riferisce . C. H. Lawrence (Endocrine Survey, gennaio 1926) essa è -quasi sempre temporale o frontale, spesso estesa lfino al vertice; però raramente prende tutta la testa. Viene di solito descritta come un dolore sor.do, pulsante, ~p esso associato con leggere vertigini. Più che alla emicr ania, esso fa pensare a malattie dei seni nasali che devono essere accuratamente esaminati prima di ·diagnosticare l'origine pituitaria della cefalea. fil.
•
fA!\1NO XXXIII, FASC. 29 ]
SEZlONE
Un fattore dell'emicrania?
Morgan (rif. in Amer. Medie., settembre 1925) ha esaminato radiologicamente parecchi e1nicranici durante l'aocesso e trovato in tutti un arresto della peristalsi, per ·ì(>arecchie ore. R. }3.
Contributo alla co11oscenza della sifilide del nervi cerebrali e spinali.
W. lVlcstitz (~led. J(linik, n. 10, 1926) riferhsce l'autopsia di un uomo di 23 anni ammalatosi con sintomi cevebrali e particolarmente con disturbi a carico del nervo ottico, morto dopo due mesi e mezzo di malattia; essa dimostrò, oltre ad edema del ~ervello, del midollo cervicale e del midollo toracico superior e, un notevole ingrossamento de1 nervi ottici ed oculomotori nella loro porzione intracranica e nellie radici anteriori di alcunt nervi toracali inferiori e lombari. L'esame istologico dimostrò che questi nervi erano infiltrati da un tessuto di granulazione ricco di linfociti, plasmacellule e cellule epitelioidi. Scarse altierazion1 meningee a focolaio. La con°s tatazione di una gomma tipica in corrispondenza del midollo toracico faceva ammettere che anche il tessuto di granulazione ohe infiltrava i n ervi ottici ed oculomotori e le radici dei nervi spinali fosse espon ente di una infiammazione sifilitica: difatti esso ~ra ricco in 1 p lasmacellule. POLLITZER.
PRAIIC~
clomanda e dime1:itica la riSiposta. Spesso si ha la menzogna, o i11eglio la fabulazione; il malato raceonta avvenimenti immaginarii , dice di aver compiuto atti impossibili; ha spesso allucinazioni, da quella semplicemente visiva od uditiva (rispostn a domande cl1e crede di aver sentito, ·desiderio di afferrare un oggetto che .cr ede vedere) fino al delirium trepnens con la sua sintomatologia drammatica. La diagnosi riguarda specialmente la tabe; sono elementi importanti per essa, lo stato delle pupille (normale nella 'Polinevrite), la reazione di Wassermann nel sangue e nel liquor e l'esame chimico e citologico di questo. La prognosi per lo !Più è favorevole; la motilità può ritornare normale, ma può persistere un'im, potenza più o meno marcata e talora delle deformazioni dovute a cattive posizioni tenute. Come trattamento .l\.lexan1der (L e Scalpel, 3 aprile 1926) consiglia specialmente quello fisioterapico. Bagni prolungati (2 ore a 370) elettricità (corrente galvanica -con largo elettrodo negativo alla schiena, alle mani, ai 1piedi, immersi in una bagnarola di maiolica in cui si mette l'elettrodo positivo; 10-20 milliamp.ère per 10 minuti ogni giorno). Il massaggio, i bagni di luce, la diatermia, applicati da un competente possono essere molto utili. Fra i medicamenti l'unico è la stricnina in ·dosi forti, dopo aver saggiato la sensifil . bilità individuale.
Le polinevriti alcooliche.
-
Possono aver e una sintomatologia variata, tanto più che sono spesso accompagnate da disturbi psi.chici. L'inizio ·è talora rapido, ma è generalmente progressivo; si hanno •s ul [principio piccoli disturbi di is ensibilità subbiettiva, formicolio, sensazione di crampo imminente, di piede o di dito morto. I fenomeni sono generalmente più gr avt agli arti inferiori e, col progredire della malattia, si fanno assai intensi siochè la iperestesia può raggiungere un tal grado che il malato non sopporta nemmeno più il peso di un semplice len, zuolo. In molti casi i fenomeni sensitivi si limitano a sensazioni sgrrudevoli, mentre sono soprattutto i fenomeni motori -che attirano l'attenzione. Si vede diventare ·difficile, e poi quasi impossibil e, il movimento delle dita dei piedi, del -collo d el piede, del ginocchio. I rifles~i achillei e poi patellari sono aboliti dopo un breve periodo in -cui po1ssono essere esagerati. Il paziente è rid otto al letto, spesso in posizion e anormale. I fenomeni psichici sono caratterizzati da an· si età, 1da tlendenze ipocondriache ('di incurabl · lità, ·di impurezza, di peccato, di autoaccusa) . L'evocazione dei ricordi e la loro fissazione sono assai irregolari; il malato ripete spesso la stessa
102?
I~
Un caso di neurite del muscolo-cutaneo d'origine tubercolare. descritto da Levy-Valensi, Feil e P erono (Bul-
letins et Mémoires de la Société médicale des hapitau..7:, Par:Ls, 30 aprile 1925).
Anni 55, contabile, ricoverato all'ospedale per tllbercolosi polmonare bilaterale. ·c ondizioni ge. nerali discrete. Improvvisamente insorgono dolori al braccio destro, irradiantisi alla 1p arte esterna dell'avambraccio, maggiormente intensi nelle ore notturne . .Jl nervo .m us,colo-cutaneo , i muscoli b1 cipite e brachiale anteriore, 1sono dolenti alla pressione. Un 'ipoestesia osservata inizialmente lungo il bar.do esterno dell'avam.brac.cio, è stata in seguito sostituita ·da unà d.iisestesia (la pun. tura è avvertita dall'infermo .come una bruciatura). I riflessi sono normali, le articolazioni della spalla e ·del gomito sono integre. Sussiste una leggera atrofia d·el bicipite e del brachiale anteriore. E•siste un'ipereccitabilità faradica del • bicipite. Nel caso descritto, si possono escludere pollne11riti d'origine medicamentosa, alcoolica, sifilitica e 1d isturbi da compressione. Si ammette quindi r origine tubercolare dei fenomeni suddetti. M.
1028
[.t\NNO XXXIII, FASC. 29)
TL POLICLINICO
Zoster del padiglione auricolare con paralisi del facciale e sindrome di Ramsay-Hnnt. C. Ghislanzoni (L 'Osp. nl aggiore, gennaio 1926} riferisce di una donna d.i 29 anni che presentò 1
paralisi a tipo periferico del facciale sinistro, eruzione di vescicole di zoster sul pwdiglione rdelJ'orecchio corrispondente a ipoeccitabilità cocleo vestibolare sini·stra. L '.t\. ritiene •c he questo caso ·de bba spiegarisi come t1na localizzazione del virus zoste-riano al ganglio genicolato, n ella 1stessa maniera come av' 'iene per i gangli racl1idei, e per i gangli sen&i· tivi di altri nervi cranici. La zona innervata dal ganglio genicolato .comprenderebbe un'ar ea conica, avente per api1ce le membrane 1d el timpano, per pareti quelle del condotto u1ditivo esterno e per base il padiglione d·ell'oreochio stes,so. Jnoltre in questo caso l a R. ,V. era negativa, per cui non ~i pnò essere ·dell'opinione di Achard che parla di faciljtazione della infezione zosteriana da parte della sifilide. Non potendo venire stabilita una etiolo.g ia iSpecifira, si fece una "Cura ·sintomatica. 1
gr.
Tono mn soolare e innervazione tonica. J. PaJ (M ed. Klinik, n . 10, 1926) rileva che il tono dei muscoli è un a funzione della cellula 1
mu scolare ,sja liscia che striata. Un'inn ervazione sipecinle, td ifferente dall'innervaztone 'Cin etica , serve al mantenimento del tono in tutti gli organi. !\el tono muGcolare si possono tlilStinguere due componenti: una componente (substrato) è inerente alla cellula muscolare .stessa, mentre l'altro componente vien e r egolato dal sistema n ervoso (neu. rogeno ). Alcuni credono che questa componrente neuro gena sia soggetta al sistema nervoso simpatico, altri al sistema nervoso para~tmpatico. E pos5ihile eliminare la componente neurogena ·del tono musrolare, isolando. dei muscoli lisci da tutti i loro nervi afferenti; rimane allora la sola .seconda comiponente, il substrato. POLLITZER.
babilità di rimanere immobile. Se invece il viaggio è lungo, si dovrà cercare di abituarsi ai movimenti ·d ella nave. Come m·edicamenti, vengono consigliati i seguenti. Il bromuro (1-2 g. al giorno), da prendersi per 3-4 giorni prima di partire; l'arseniato di stricnina, a granuli ·da un mg. da prendere d'ora in ora non oltrepassando il nu·m ero di 4; se 1se ne hanno buoni ef.fetti si ·p otrà anche arrivar e a 6-8. Pren~ere ·u n leggero purgante salino la sera prima dj partire; evitare la costitPazione e bere poco ai pasti; fare uso della cintura di Glénard. Ogni tanto pren1dere •qualche sorso di acqua cloroformica; rimanere il ·p iù che sia possibile all'aria libera e :passeggiare rirsolutamente dal1' avanti all'in·dietro d ella nave. P er attenuare lo stato vertiginoso, si potrà dare ogni tre ore aigli adulti un cuccl1iaio da tavola della seguente pozione: solfato d i atroipina, mg. 1; mentolo, cg. 5; sciroppo •di fiori d'arancio, g. 30; a·cqua cloroformica, g. 90. La trinitrina (4-6 gocce al giorno d ella soluzione alcoolica a 1/100) può essere utile nella cefalea dolorosa, 1dovuta pr obabilmente all'ischemia cerebrale. Contro le crisi solari, -è consigliabile l'eserina (salicilato di eserina -cg. 1, ·g licerina eme. 4, acqua ·distillata eme. 5, alcool a 95° eme. 6, 20-30 gocce al giorno in 3-4 volte). lil valerianato di' mentolo (X-15 gocce, 3 volte al giorno su un pezzo di zu cchero) calma i dolori gastrici provocati dai vani sfor zi di vomito; pure contro i vomiti, tentare l'adrenalina (20-30 gocce, in 2-3 volte nelle 24 ore). Nei c asi gravi sono roo'C omandaJbili le inalazioni di ossigeno e, quan·dO è evident€ una deficienza ghiandolar e si farà l'opportuno trattamento opoteraipico. La stessa molteplicità dei rimedi sta aid indicare la loro scarsa efficacia. Fra quelli sintomatici, ma di buon effetto, ipure non menzionato dall'A., è consigliabile il cloreton e che iè la parte attiva di alcuni specifj ci contro il mal di mare. 1
fil.
Il trattamento del mal di ma1·e. ~elle
traversate brevi, F. Clair (Journ. des praticiens, 14 novembre 1925) consiglia di stendersi in posizione supina con il corpo leggermente inclinato verso sinistra, la testa immobilizzata in un largo cuscino. Quando si sta in caJbina, in caso di forte rullio, si potrà mettere ai rd ue lati della cuccetta due materassi in modo da stare come in fondo ad una ·d occia in cui si ha maggiore 1pro-
Nell'anosmia. Feld~tein
(Journ. des pratic., 14 novembre 1925)
consiglia: so1f ato di stricnina, cg. 10; polv.ere d'ireos, cg. 50; lattosio, g. 10. Insufflare nel naso o tabaccare. fil .
•
[ .~NNO
XXXIII, F ASC. 29]
SEZIONE PRATICA
IGIENE. La lotta antimalarica nei piccoli comuni. Un esempio dei buoni risultati che si possono ottenere anche con mezzi limitati, ma con tenacia di propositi e con quello spirito di abnegazione che anima il medico che si dedica ad una opera di igiene sociale, oi è offerto da F. Garo fali (Riv . di Malariologia, 1926, n. 2). Nel comune di Ama5eno (·L azio), con una popolazione di circa 3000 abitanti, la malaria si è venuta aggravan1do per 1diverse cause, fra cui precipuo il disboscamento sui monti. L'.~. ,.i ha organizzato il censimento dei malarici., rivolgendo particolarmente l'attenzione alle scuole ed ha trovato: indice splenico 69 %; indice parassitario 90 %; tasso Hb. 30-35. Alla mala ria l' .~. attribuisce anche l'·a lta mortalità da polmoniti (12.6 % su 87 casi). 'l ,a profilassi fu basata anzitutto sulla propaganda , sulla caccia alle zanzare, su qualche lavoro di piccola bonifica ed essenzialmente sulla chininizzazione. Nel corso di 10 mesi, l'indice malarico globale (di Leger) si -ridusse da 95 a 15.20. fil.
POST A DEGLI ABBONATI. Ai ·dottori A. Pol1tano cli Strada Co5entino e abb. n. 11,325-1: La teoria che la tube:r.colosii sia accom'Pagnata. tla acidosi e conseguente solubilizzazione del calcio {' decalcifi~azione, non è stata confermata da ricerche rigorosamente conùotte. Cfr. G. Ferretti, L a Cl in i ta Jl ed. l tal., marzo-aiprile 1926. Non risulta n eppure che la calci'ficazione progressi,ra delle lesioni tubercolari determtini il loro arresto; sembra che faccia séguito alla guarigione, ma che non la ~ondizioni. Cfr. Wells, De With a. Long, « f..J1~ n1istr ~r o! ·ruberculosis )) (Baltimora, Williams & '''.il1{in s Co. editori, 1923). E'perienze eseguite iniettando ad animali i uber<·olizzati, a>er via endovenosa, q'la11tità anche ri~e vantj di cloruro calcico, sono 5tate generalmente !l "g"::. ti,re 0 non conclu'::> i,·amente posit.: \'~'. Co5i, 1n -esperienze di Masini, conigli tubercolizzati che ricevevano, nelle vene, clue ''olte a settimana, un -eme. di soluzjone clorurocalcira a 1 °4,, vissero da 75 a 120 giorni, mentre i controlli vissero da 68 a 116 giorni: la differenza è trascurabile. Conviene notare c·h e la via orale di· sommi11i~trazio11e è poco efficien te, percl1è il calcio si assorbe male attraverso la mucosa gastro-enterica. Siccome, inoltre, si elim ina presto, occorrerebbe rinnoyare con frequenza le somministrazioni. Ecco qualche ·dato: Leuckart e collabor.. (Amer. Journ. Phy siol., 1923-25) nei cani dovevano propinare il lattato alla dose di almeno g. 1.5 per l<g., onde al~ qeviare i sintomi ·della tetania; nell'uomo Boothby T erapia, calcica <Lella tubercolosi. -
1
1029
( ~ndoc.rwiology, agosto 1924) dovette giungere a 4 g . ogni 4 ore per vincere e tenere in freno i
sinton1i ·della tetania (paratiroddeopriva); insorgevano disturbi gastro-enterici. Le ricerche dii cl1imi ca fi siolo·g ica avevano condotto, addirittura, a contestare che il calcio irt forma medicamentosa si assorba per la via oraJe (l\Ie1gs e collab. , Denis e Corley, ecc.) . Se non rJ1e, determina:ziioni biorarie eseguite da Hjort (Jo-urn. Bioch. Chem., ottobre 1925) hanno accertato sperimentalmente u11a ipercalcemia a1)prezzabile dopo sommini5trazioni ripetute ogni ora dt co1nposti vani di calcio. Nell'uomo Kahn, Roe e Finkelstein (Journ. Am. llled. Ass., 5 giugno 19~6) hanno eseguito varie ricercl1e, valendosi di determinazioni orarie; hanno ottenuto i miglior! risultati da 5 g. di lattato (sciolto in acqua) : si produceva sino all'88 % di aumento .dopo 6-7 ore e l'aumento era sensibile iper varie ore (dosi n1aggioli o minori dete1"minarono una ipercalcemia meno alta o meno durevole). Gli A.I\. suggeri!scono, appunto, quel quantitativo pro do.sis; ma e'ridentemente esso è alto e può provocare fatti d'i11tol1eranza ga5tro-enterica, che conv1iene di eYitare nei tubercolotici. Di fronte a queste difficoltà si è ricorso ad altre vie, come le inalazioni (ce ne siamo più volte occ11pati.), la ionoforesi (Curschmann imipiega una soluzione di cloruro calcico a 2-4 ~6. introdotta mediante lln multostato o una batteria g·alvanica : esegue 20-70 sedute, nelle tubercolo~i chirurgiche P cutanee) o le iniezioni endovenose. Queste ultime costituiscono la via di scelta. SI adopera il ·cloruro calcico chimicamente p11ro, dando la preferenza a quello secco granulare, che rontiene 2 molecole d'acqua (Cl 2 Ca+2 I-1 2 0); se ne 1p repara una soluzione ;perfettamente isterile a 1 20 %, della quale si pos5ono iniettare 10 eme. ripetendo le iniezrioni tutti i giorni. fi110 a giu11gere a·d una quarantin a. Si realizzano così le migliori condizi oni per lln'eventuale utilizzazione del calcio : l'orga11ismo viene ad esserne impregnato, in modo quasi continuativo, senza risentirn e disturbi. ' Alc11ni medici affermano ·di a·verne avuto risultati ottimi. A titolo di esempio, di recente Pifi erua (J1edi cina lb era1 23 gennaio 1926) informava di rpraticare .questa terapna·da una dozzina d'anni, in tutt e 1 e forme di tubercolosi, con pieno succes5o. I risultati favor e,roli però non sono conf errnati da altre parti e quin'di sono contestabil i. Il cloruro calcico per via endo,renosa gioYa sicuramente a frenare le emottisi dei tubercolotici; • in questo caso entra in gioco l'azione anti coa, g11lante del calcio, non già la sua azione rimineralizzatrice. Esso e5ercita anche altre azioni, per .e s. sui rent e sul CllOre. L. VERNEY. 1
1
1
1
1030
l L POL'CL l NICO
VARIA ~ Le idee attuali sull'onanismo. (R. HAMET. Progrès Médicai, 1925, n. 2). I prof ani qualificano la masturbazione una cattiva abitu·dine; secondo l' A. « .cattiva » è di troppo, ma abjtudi11e è il termine esatto. Si è obbligati ·a riconoscer e che non vi s·o no in proporzione più masturbatori fra gli individui affetti da -psicosi che tra i n ormali. La masturbazione praticata moderatamente è, secondo l'avviso della maggior parte degli AA., non nocevole o anche utile . .secondo Stekel l'onanismo non è la causa delle neurosi, ma .queste si svilupperebbero quando l'individuo cessa di masturbarsi. In molti individui la gioia di vivere cessa quando essi abbandonano la masturbazione. I danni fisici e jpsichici dell'onanismo non esistono che nell'immaginazione dei medici. L'A. ci fa sapere che la mastuTbazione è praticata da numerosi animali, tanto ·d omestici quar1to allo stato selvaggio; essa costituisce in quasi tutti i pesci la manifestazione normale dell'attività sessuale. Tra i detrattori della masturbazion~ l' A. cita il troppo famoso rissot, la cui opera rivela una inverosimile ingenuità; vi si legge difatti che fu visto un masturbatore il quale si disseccò talmente il cervello da sentirlo muovere nel cranio. Pare illogico l'ammettere che la masturbazione sia più nociva del coito; l'esperienza dimostra che non è assolutamente amm1ssibile. Se compaiono talora disturbi nevrastenici per effetto ·d'una masturbazione eccessiva, si deve ri, conoscere c.h e que.sti s'osservano pure in seguito all'abuso del coito o d'un sopraffaticamento d'origine muscolare, intellettuale od affettiva. La con seguenza più grave e più frequente della maisturbazione è di determinare sovente una forma d'impotenza alla quale Furbringer applicò l'epiteto di psichica e Pitres ha descritto come psicastenia genitale. La masturbazione determina quello stato che Forel denominò « onanismo essenziale », caratterizzato dal fatto che l'individuo preferisce la masturbazione al coito. Ma, con clude l'A., conviene ammettere che, se qu·e sta perversione è dannosa dal p unto di vista sociale, non 1p are che porti inconvenienti all'individuo. In questa specie di apologia d ella mastUl'bazione non è detto però che certi psicopatie! vanno incontro al più profondo marasma in conseguenza di una masturbazione continua e che il • pericolo della masturbazione consiste innanzitutto nella possibilità di avere a disposizion e continua il mezzo del soddisfacimento sessuale, e che infine indica un decadimento volitivo dell'individuo. A parte queste considerazioni è certo che sulle
[:\NNO
XXXIII, FASC. 29}
conseguenze dannose della masturbazione si è molto esag·erato. C. GORIA. (Da l\finervia M eàtca, 10 febbraio 1926).
Contro gli oltraggi al pudore infantile i n Inghilterra. Una Commissione governativa nO'Illinata nel 1924 per studiare questo problema sociale, composta di un presi·dente, un medico aggregato e sei merr1bri, ·di cui tre donne, ha redatto la sua r elazione. Risulta che le violenze carnali all'infanzia son o in diminuzione, ma aumentano gli attentati visivi al pudore, compiuti per mezz0 di figure porno~afi che pubblicamente eSjp o~t.fL di cinernatografie, n onchè con atteggiamenti ~~g~estiv! ai bagni, nei balli e sovratutto nei parc~ii pubblici, ove non è difficile sorprender~ tutte le manifestazioni fisiche dell'amore. Viene proposto : di eser(·~tare , ~a maggiore sorveglianza sui cinematografi, sui parchi e nelle adia:cenze delle scuole; di non dare pubblicità a processi e con.danne per violenze carnali e oltraggi al jpudore e non riport~ r1~ le fotografie dei protagonisti, salvo autorizzazione espressa del giudice; di affjdare, se possibile, a donne gli accertamenti polizieschi e gli esami medico-legali su r agazze, o di farvi assister·e una donna, affinchè non si risolvano in ulteriori oltraggi al pudore; di autorizzare i giudici a condannare i padri convinti d'incesto o di oltraggio grave, alla separazione dalla famiglia e alle spese di mantenimento, ecc.; di elevare da 16 a 17 anni il limite della minorità agli effetti d·ell'azione giudiziaria per violenze carnali anche se il partenario è consenziente. Le donne della Commissione si sono dichiarate contrarie a •quest'ultima proposta, 11>er chè la don na è sessualmente matura e responsabile prima di 17 anni e quindi .s i avrebbe per solo risultato di creare artificialmente dei delinquenti. In gen·ere le tre donne, di cui due nubili, si sono dimostrate molto 'Più indulgenti degli uomini verso i delitti sessuali. Dichiararono che è difficile tracciare il limite tra immoralità e delinquenza. Non sembrano preoccuparsi delle conseguenze sull'integrità fisica della razza. {Dagli Annaii d'Igiene, apr. 1926). Pubblicazione interessante: Prof. CARLO BAS I LE
Diiploma,to :in. med.~c.in.a. tr-0pi-0ale al Roy-a,l College ~f Phlisicia,ns .a. ·S urgeone (Loindra) - Libero dooente wn P arassitologia - R. Clriniioa Mediea di Roma.
Diagnostica delle malattie parassitarie Prefamone del Prof. VI TTORIO ASCOL I Direttore della R. Clinica Mectica di Roma.. Un volume nell'iaanpio formato della noetl'a Collaina Manuali del «Policlinico n, di paig. XII-262, stampato eu carta semipa tinata oon 18 tavole nel testo e 91 figure intercalate, più 2 tavole a. oolori fuori testo. Prezz<> L. 33. Per i noetri abbona.ti sole L. 2 9 , 5 O in porto franco. Inviare Vaglia Postale all'Editore LUIGI POZZI Via Sistina n, 14 - ROMA
I
•
[ANNO
XXXIII, FASC. 29] ·
SEZIONE P RATICA
1031'
POLITICA SANITARIA E GIURISPRUDENZA* CONTROVERSIE GIURIDICHE.
XLVI. - Licenziamento per effetto di costituzione e modificazione di consorzi e di eventi analoghi. Sono, purtroppo, frequenti i .casi di licenziamento per effetto di costituzione, ricostituzione o mod ifi1cazione di consorzi, di dtstacco di frazioni e di altri eventi analoghi. Si tratta di un argomento giuridi-camente delicato, il quale ha anche impoTtanza pratica notevolissima. Con viene esaminarlo con attenzione. Il rapporto di impiego si scioglie tutte le volte che si verifica una n ovazione o modificaz.ione oggettt~a o soggettiva? Posto cosi il quesito, in termini generali ed 0..3soluti, la risposta negativa non ipuò essere dubbla. Se l'obbietto della prestazione si accresce o si riduce, potranno eventualmente variare l e condtzioni del corrispettivo, ma il rapporto giuridico 1
permane, perchè ha ancora una causa utile eà un obbietto valido. Si con.sider ino alcune ipotesi di modifi~az io11~ soggettiva. Se a·d un Consorzio si aggrega. un Comune o se una frazione - alla q Jale corri.sp-0nde la circoscrizione di una condotta - è ~~ostitu]ta in Comune, si estingue senz'altro il diritt-0 del titola-re della condotta per chè sorge u1~ ente nu ovo {Comune, già frazione) o il Co11~orzio è modificato nella s ua entità soggettiva? Questo. to11s.eguenza sarebbe ~roporzionata, illogica. e in contrasto con la efficacia del raprp.)rto di impiego stabile. Già la V Sezione del Con--ìigl10 di Stato, con decisione 29 di.cembre 1925 n. 483, rie. ~1a, ronna contro Comune di S. Cesarea, ha riconosciuto che, in date cir.co~tanze, si verifica una vera e propria successione fra enti. Nel caso allora deciso si trattava pr·ecisamente di una frazione (.S. Cesarea) costituita in Comune, e la V Se. zione, dichiar ando che il rapporto di impiego stabile permaneva, disse fra altro : • « poichiè il Corr1unè di S. Cesarea era il su ccessore 1p arziale d·e l Comune di Minervino, gli obblighi di questo Comune verso gli impiegati della frazione distaccata si trasmettevano de iure nel Comune suc-
cessore
».
Non sempre si verifica un caso di successione; ma ho voluto esaminare questo esempio per dlmostrare subito e con evidenza che sarebbe posto male il quesito e sarebbe eccessiva e quindi errata la conclusione positiva o negativa, se si dicesse che la m odificazione oggettiva o sogge t~
tiva è se1npre causa legittima di risoluzione· del rapporto sul quale incide la modificazione. Si deve respingere anche l'eccesso op!Posto, che cioè il rapporto si trasmetta sempre all'ente successore. Bisogna qui difendersi dalla influenza indiretta dei prin cipi generali ·del diritto privato, e specialmente da quelli concernenti la novazione come causa estin tiva delle obbligazioni. Queste r egole · non sono utili n ero.meno per indiretta valutazione · analogica di un princiipio di diritto, ap·p unto perchè manca la base dell'analogia. La questione, invece, deve essere posta cosi:
si verifica concretamente una causa necessaria e' legittima di risoluzione del rapporto di i'rnpiego· stabile? Da questo punto di vista non si può formulare una massima astratta ed assoluta; ma, pur ammettendosi che la costituzione di un nuov~ · ente, in date cir costanze, possa essere caus a d1 risoluzione, si deve stabilire concretamente, caso per caso, .se questa causa si verifica e se è legit- ·
tima.
Una frazion e è costituita in Comun e; questo è · ente nuovo, diverso dal •Comune al quale la fra .. zion e apiparteneva; ma tale evento non ·è causa legittima e n ecessaria alla estinzione del diritto · del t]tolare della condotta della frazione; il nuovo ente su.ccede all'altro an che n egli obblighi. N1è si può obbiettare cbe i rappresentanti del nuovo · ente hanno diritto di scegliere un .m edico di loro fiducia: questa obbiezione .si risolve in una petizjone di principio, e, in · ogni m odo, prescinde dalla efficacia del rapporto di impiego stabile, la qliale limita le facoltà dell'ente che al r~porto è vincolato e, quindi, anche d·ell'ente successore. Altro caso: ad un Consorzio è aggregato un Comune. o da esso si distaccano alcuni Comuni: si verifica una m odificazione soggettiva ed oggettiva, ma, salve - per certi riflessi - le facoltà di riprdinam ento ·del servizio, il rapporto ·d i impiego· stabile permane. !ipotesi diversa: un Consorzio di più Comuni s1 scioglie; se la situazione degli impiegati non è regolata d'accordo, il rap,p orto si estingue. B questo il caso previsto dall'art. 30 ·del regolamento sanitario 19 luglio 1906 n. 446, il quale a;>erò attribui-sce al medico lìlcenziato una indennità pari ad un · a11no di stipendio. · Queste considerazioni ho avuto occasione ·d i fare per un caso concreto cl1e è utile segnalare per la sua singolarità.
(*) La presen~ rubrica è affidata ali' avv . Grov ANJ\TI
legale del .nostro periodi<'-<'.
•
SELVAGGI
esercente in Cassazione, consulente ·
1032
!Al lI. POL l f.1.1.NI CO
..\d un Comune di notevole importanz·a, nel quale prestava servizio un sanitario stabile, si era associato, in forma di Consorzio volontario, un com1mello di 400 abitanti, che non aveva personale sanitario proprio. Poichè formàlmente sorgeva u n .er1te nuovo · (Consor~io) fu licenziato, per questo solo motivo, iJ sanitario stabile. Ma in questo caso, e n egli altri analoghi, il licenziamento è illegit1imo, perchè manca una causa che ren da necessaria la risoluzione del raipporto di impiego. La questione di massima richiede certamente un esame più completo; qui ho voluto esporre piutto -to un punto di vista, p er utile orientamento d egli interessati nei casi pratici.
X LVII. - Criteri e limiti per il r isarcimento del danno deriv ato da licenziamento illegittimo. Dichiarato illegittimo il licenziamento di un impiegato, questi ha diritto al risarcimento ·dei danni. Ciò è ovvio. La misura del risarcimento varia, 5'intenrte, a seconda dei casi, anche in di1pendenza rtel comportamento suc~essivo dell'ente: rs e questo per es. riassume poi in servizio l'impiegato, il danno è costituito dalle sole conseguenze patrimoniali già verifi.c atesi; se D.nvece non avviene la reintegrazione diretta, il danno è maggiore e cor1isponde a tutte le conseguenze patrimonialt dE>lla perdita del posto. Come dPve essere considerata la situazione degli impiegati straordinari o avventizi? La Corte di Cassazione del Regno (1! Sez. Civile), con sentenza 18 gennaio 1926 (rie. Co1nune di Acireale c. Guarrera) 11a detto anzitutto che «· 1Per gli i.m piegati stabili la ri,ralsa del .danno cui l'amministra· zione è tenuta, a seguito di illegittimo licenziamento accertato ·dagli organi competenti, consiste nel rirnborso degli stipendi e altri emolumenti .per tutto il tempo in cui l'impiegato è stato privato dPll't1fficio. ~l a,
per gli impiegati avYentizi illegittimamente licenziati, la rivalsa consiste nel ri sarcim ento del danno effetti vamen te risentito; se pertanto l'avventizio, durante il licenziamento, trovò altra occupa zione retribuita, questa va detratta dagli 5tipendi a lui spettanti per l'illegittimo licenziamento come del pari, se egli rimase disoccupato per sua colpa, di ciò va tenuto il debito conto nella liquidazione del danno. Qnesta sentenza è importante perch1è dichiara, in inassima, che nel caso di licenziamento di un impi e~::i to stabile, l'ente è obbligato a pagare tutti gli stipendi e gli altri emolumenti arretrati, per tutto 11 ten1po in cui l'impiegato è stato privato dell'uffirio e dello stipendio, senza che si possa tener conto di eventuali lucri che frattanto la
. [ ..\.NNO
XXX III , FASC. 29j
stessa. persona abbia con seguito. Questa indagine invece è ammessa per gli impiegati avventizi o straordinari. ·
J
A
X LVIII. - Qualifiche per i dentisti pratici auto· rizzati. Il Ministro della P. I. S. E. Fedele lla risposto così ad analogo quesito del 1\ilinistro delJ 'Interno ! ,, Questo Ministero conviene pienamente con co. 1: desta Onorevole Amministrazione nel ritenere « cl1e i .denttsti pratici autorizzati allo esercizio « deJla odontoiatria e protesi ·d entaria, ai sensi cc delle disposizi9ni transitorie della legge 31 mar« zo 1912 n. 298, non IPOSSono fare uso nè della « <p1alifica di dottore nrè di quella di medico chi« rt1rgo o ~oltanto di medico o di chirurgo. u A termini delle disposizion i del vige~te ord1« namento scolastico 1:1niversitario, la qualifica « accademica di dottore compete soltanto a coloro « che hanno con5eguito una laurea e la qualifica « di. medico· .chirurgo è qualifica professionale che cc spetta e..'3clusivamente a coloro ·Che, avendo su« perato gli esami di Stato hanno ottenuto l'iscri« zione nell'albo (art. 39 del r egolamento generale (< uni,rers.itario approvato con R. D. 6 aprile 1924.
bi le pe !' (
cri •
ta
C1
ra '
\'I
•
ZI •
li
s· d r d r r
674). « I de:ntisti abilitati all'esercizio professionaLe ai « t er·mini delle <lispo,sizioni transitorie d ella legge « s1trricordata non possono far uso che del titolo « di autorizzato all'esercizio d.ell 'odontoiatria e
g p
della ~rotesi dentaria o al più del titolo di den<< tista autorizzato all'esercizio dell'odontoiatria e ((protesi dentaria >> .
I
I{
Il.
cc
I
N . B. - Ai quesiti deali abbonati si risponde direttamente pe·r lettera. I quesiti debbono esure invìafi, in lettera, accompagnati dal franicoboUo per 'la risposta. e sempre indirizzati impersonai. mente alla Redazione del << Policl.i ni co », via Sistina, 14 - Roma (6). Le risposte ai quesiti che non richiedono esame di atti o speciali indagini, sono gratuite.
Pubblicazione indispensabile: •
Dott. Cav. Ufl'. ALB ERTO VI GO (Dootor Juatltia>.
LA LEfilSLAZIONl SANITARIA :: in rapporto all'esercizio professionale :: (Manuale contenente Leggj, Decr eti, Regola menti, Oi-r. eolar; e tutto eiò che si riferisce a ll'eeer ci1Ji<> profeMi<>-nale, ad ueo dei Medici condotti. de.i libetii esercenti. degli uff.icialii eanitarii e del person a le a ddetto a.i !&bo. ratori di vigiilanza igienica). Prezzo L. 16. Per i nostri abbonati sole L. 13.75 hl porto franco.
Iniviare V.a-glia Poetale all'Edtitore LUIGI P OZZI Via Sistina, n. 14 - ROMA.
t e
I l :
f
•
[ANNO XXXIII ,
FA._~.
29]
SEZIONE PRATICA
1033'.
NELLA VITA PROFESSIONALE. AMMINISTRAZIONE SANITARIA. Assistenza sanitaria al personale dello Stato. Nel n. 63 della Gazzetta Uffiçiale è stato i>Ubblica to il R . decreto 4 marzo oorr. n. 415 recante le norme per l'a.ssisten21a sanitaria a favore dei perso11al.1 ci vili e militari dello Stato inscritti .all'Oper.a di previdenza, in .aip1plicazione del R. decreto-legge 3 gennaio 1926, n. 34. L 'istanza con la dichiarazione prescritta. dal citato .articolo 2 deve essere trasmessa. dai sianori b Cwpi d ' Ufficio direttan1ente alla Direzione general€' della Cassa depositi e prestiti (Opera di previdenza del _.)ersonale civile e militare dello tato).
Acque miner ali artificiali. Una circola.re del Ministero dell' I11terno (Direzione generale della Sa11ità Pubblica) .ai prefetti, i11 data 15 Jnarzo 1926, n. 20200.9 A.G. 7886, ilJustra. il R. decreto 14 gennaio 1926, n. 125, che modifica l'art. 31 de1 Regolamento 2 settembre 1926, n. 1924, sullf> a.eque mi nera.l i, nel senso di estendere ar1che a.il « nome » delle acque n1i11erali autorizzate il divieto già sancito nei riguardi dei caratteri essenziali delle etichette; di prescri,ere sugli involucri delle polveri, per la produzione estemporanea di acque minerali, la indicazione qua.ntitativa e qualitativa, escluse le formule chimiche, dei singoli componenti. Le norme dettate nei riguardi dei sali per Ja preparazione estemporanea cli a.cq11e mi11erali non si a~plicano . ai sali genuini ricavati dalle acque minerali a utorizzaw.
CONCORSI. P OSTI
VAOAN TI.
BAONE (Padova). - .A tutto il 25 lug.; vedi fase. 28. BASSANO VBNFlrO Cli.icenza). Scad. 31 lug.; prima1·io med.; L . 8000 e 6 trienni vent.es. ; letti 200. Chiedere annunzio. 0ARPI. (!ongregaz. mi Oarità. Me-:t. chir. rar diologo press~ l'Os pedale :S. Ramazzini; scad. 31 lug.; vedi fa.se. 28. CASTIGLIONE DEL GENOVESE (Saler1io) . Scad. 20 1ag. ; vedi fase. 28. GBROOARNE (Grosseto). Due cond.; L. 7500 pe1 20 % popol.~ . ; a.ddizcion. L. 3; per cavale. L. 3000; 5 quadrienni dee. ; età lim. 45 a.; tassa L. 50.15. Soad. 23 luglio . . · L AMA MoGOGNO (ll!odena) . - 2a oond.. Se.ad. 60 gg. dal 1° giu. V e<li f.asc. 27. NocERA INFERIORE (Salerno) . - Al 19 ag. "Vedi fa6c . 28. 0LIVl~TT.\ S. MICHELE (l1npcria). Coo .Airole; al 31 'l ug . ; L. 9000 e 10 bienni ventes.; L. 1000 indenn. ostetr . ; L. 500 uff. san.; L. 2000 trasp . ; L . 1200 c.-v. Tassa L. 50.15.
\
PADOVA. (J.\pcrlale Civile. - ~led. prim. dei ri-· parti ;per tuberco1osi. Scad. 10 ag. Assiste11te effett. di chirurgia; scad. 31 lug. Vedi f.n.sc. 27. PIACENZA. R . Prefettura. - A tutto il 31 a,g. ; uff. san. medico caipo del camoJuoao · L • 17' 000 ' .'J:' b ' 5 trienni ed un qui11quen11io di un decimo; inden11ità carica L. 3000; riconoscime11to un terzo dei s~rvizi p.r~tati. Per schi.arin1ent i rivolgersi all'Ufficio d ' Igiene . P vDENZ -tN.\ (]lassa-Carrara). - Scad. 31 luglio _ 7 \ edi fase. 27. RoMA. Ministero della Marina (Dire~ione Centrale ili Sanità Jl. M .). - 16 tenenti medici in serv. a. p. nel Corpo Sanitario Militare Marittimo. Scad. 2 ag. ore 10. Vedi fase. 19. S.-\)7 P1ER n' ARENA (6 enol:a) . - Primario med.; ca(l. 31 lug. ; vedi fase. 28. .ENostEocHIA (Vene?Jia Giulia). - A tutto 31 ag. ;. co115or. 5 com.; L. 11.000 e 4 quinquenni, olt1·e c. -v. statali, L. 3000 trasp . e L. 1000 utf. san. ; Kmq. 50 c.; ab. 4230; iscritti 400. Età lim. 35 a. Due .anni jn reparti di med. e chir. in ospedale di riconosciuta import. o in condotta. SEHRA S, Qu1n.cco (.4.noona). - Scad. 30 lug. ;. 2a oond. ; vedi fase. 28 . SESSA A URUN<'A (Caserta) . Per Cara.no e treborgate. Scad. 30 gg. tlal 25 giugno; vedi faso. 28 ... SIRACUSA. ll . Prefettura. - Uff. san. di Sortino. Scad. 45 gg. dal 2 luglio . Sti-p. L. 7000 e 4 qUia~ drienni dee. Se capo dell'uff. d' ig. indennità da ·fissarsi . Docu1n. a 3 1nesi dal 2· luglio. TaEviso. Opere Pie Riunite Ospedale Oivile, ed' Istituto E sposti con ]}Jaterrvità. - .A tutto 10 aig. Direttore medico anato1nico; L. 24.000 e 5 quadrienni 10 % ; caro-viveri; emolumenti per rioor-che di Gabinetto; p:r ofessione libera nella specialità compatibilmente colle esigenze di servizio. Chirurgo primario delJa II Divisione e Primari(}· otoTinolari11goiatra. dell'Ospedale Civile; L. 7.50(}· e 5 aumenti qu.adrienn. 10 %; caro-viveri; emolumenti per dozzinanti; professione libera con1patibilme11te colle esigenze di servizio . - Per infor-n1azioni rivolgersi alla Segreteria. VILLAVALL'ELONGA (.4.quila(). .Ab. 1805; '8.lltit .. 1005 m . .al 15 ag. Età lim. 40 a. L. 9500 e 4 quinquenni dee., L. 500 uff. sam., L. 800 arm. f.arm. ;. tariffa abbientiva. 1
NOMINE, PROMOZIONI ED ONORIFICENZE,
0011 rece11te disposizio11e il prof. Filippo Caccia, capo reparto di chirurgia nel·l 'Ospedale Militare di Ron1a, è stato promosso co1onnello medico e destinato alla direzione dell'Ospedale Militare di Bologna. Rallegra1nenti. Il dott. 1>rof. Saverio Pa.parozzi è stato nominato· consulente per le malattie d 1 oreccl1io, naso e gola nell' Ospedale « Bambiao Gesù ».
•
• Il POLICLINICO
"1034
di Strasburgo è il seguente: «La unificazione dei metodi dell'indagine vestibolare » . In tale occasione per onorare la memoria del prof. Gradenigo In Società Oto-neuro-oftalmologica. Il dott. l{.arl Sudhoff, professore emerito di sto- · e la Società di Otologia, Laringologia e Rinologia ria della medicinia .a Lipsia, è nominato membro terr.anno una seduta con1rnemorativ.a. onorario della Reale Società di Medicina di' LonIl termine utile per le adesioni, le domande di -Or.a. ammissione per i nuovi soci e la notifica delle comunicazioni scade il 25 settembire. ORDINE DEI~A CORONA D'ITALIA. Per informazioni rivolgersi al. segretario prof . . Giorgio Ferreri, via Goito, 39 - Roma. G'rcinde U fiziale: dott. Carlo Grotti, colonnello medico, console della M. V. S. N . Oomme·n datori : pr<>f. Edoardo Oala11dra, segre- XXXV Congresso dell'Associazione francese di -tario del1a Oolìporazione Sanitaria Fascista delJia chirurgia. provincia di PaJermo; dotti. Edoardo Pac1tto, viceAvrà luogo a Parigi, presso la Facoltà di Medipresidente della Fe1era.zjone Stomatologica Itaci-na) · da.1 4 al 9 ottobre, sotto 1a presidenza del liana; dott. Giusepip e Stauganelli, medico condotprof. J. -L. Faure. Sono all'ordine del giorno i to di Mineo (Catania). ... . temi: U fiziale: dott. Guido Mantovani, ufficiale sani1) « Patologia della. rotula n, relatori Monchet tario del consorzio medico di A rese (l\!Iilano) . (Parigi) e Tavernier (Lione); 2) « Operazioni conservative nelle lesioni infiammatorie degli ~nnessi », relatori Miche! (Nancy), Gervais de Rouville (l\f ontpellier), e Mocquot (Parilgi); 3) cc Trattamento delle artriti gonococciche in -Vll Riunione Neurologica Internazionale. evoluzioo e », rela.t ori Michel (Nancy), e M()\Ildor (Parigi). Organizzata. dalla Soc\età Neurologica di PaTigi, .a.i è tenuta nei giorni 1 e 2 giugno, ialJ.a SalpeSegreteria generale: rue de la Seine, 12, Pa-trière; venne discusso il tema: « I mezzi attuali ris 6-e. di esplorazione del sistema simpatico in clinica e roro vailore »; relatori André Thomas di Pari•g i e Congresso francese d'alienisti . e neurologi• .Soderbergh di Gotenborg. Quasi contemporaneamente ebbero luogo il ConIl 30° Congresso degli alienisti e neurologi della gresso francese di medicina. lega,le e varie sessioni Francia. e dei paesi di lingua fran~ è indetto a -della Società di Neurologia e della Società medicoGinevra e a Losann.a, per i iprin1i di agosto; coinpsico]ogica di Parigi. ciderà col centenario della morte di Pinel e sarà I piresieduto da, uno dei suoi discendenti, dott. René XVIII Congresso della Società FreniatrJcaltaliana. Semelaign.e, e dal prof. Lor11g. Temi: Psichiatria: cc Le schiwfrenie », proff. BleuJer Sarà tenuto a Trento, nell'autunno del 1927. di Zurigo e H. Ola.ude di Piarigi; Per tale l·iunione sono stati prescelti i seguenti ·temi: ·Neurologia: :e Il seguo di B abinski ; e.a.use, 1) « Tensi·one endocranica e suoi rapporti con mecoaarismo e significato», iprof. Claude di Pari ;::,, u1 ,· le neurosi e con le psicosi », relatori proff. G. Ay.ala e Boschi; _4.ssistenza : « La tera.p ia delle malattie men2) «Le .ailterazioni della citotettonica cortitaJi media.n te il Lworo », proff. C. Ladame di Gi·cale nelle malattie mentali», relatori IProff. Cernevr.a e M. Demav di CleTruont . .. Jetti e Bonfiglio; · Quota. 30 franchi al tesoriere dott. Répond, .ave3) << La cnpncità ci vile degli infermi ed aniornue de Neuil1y 44, Neuilly sur Seine (Francia). mali di mente nella legislazione attuale e possibili l·iforme di questa », relatori proff. Cappelletti e L'Associazione Francese per il progresso delle V. Bianchi. Scienze. Presidente del Comitato organizzatore del Congresso è il prof. Alberti, diretto.r e de]. ManicomiJO Terrà il suo pro!simo congresso a Lione daJ 26 di P ergine (Trento). · al 31 l uglio . La XII Sezione sarà consacrata alla medicina e presieduta dal prof. J ·. Teissier. SaII Congresso clella Società oto·neuro-oftalmoloranno in discussione: gica. 1) « Asistolie di origine riflesaa n, relatore Dum.as; Sarà tenuto a Ronta nei giorni 20-21-22 ottobre secondo il deliberato del preceden~ Congresso di 2) «Evoluzione dei oloruri nell'organismo n, Nrupoli. relatore Florenoe ; Il tem-n. della relazi~ne assegnato al prof. Barré 3) Argomenti vari.
IJ dott. J orge Francisco Tello è succeduto a Ramon y Caj.al nella eattedra di istologia e anatomia patologica della Facoltà l\Iedica di Madrid.
.!<
•
NOTIZIE DIVERSE.
I
[ANNO XXXIII, FASC. 29]
•
I
'(ANNO
XXXIII, FASC. 29]
1005
SEZIONE PRATICA
..Congressi medici nord-americani. La Società Americana per le Ricerche Oliniohe .& è ad11nata ad Atlantic Oity il 3 m.aggio; ha eletto presidente il prof. E. F. Du Bois, della Semola Medica delle Cornell University di New York. La Società Amerioa.1ta Gastro-Enterologica si è :aidunata a.d Atl.antic City il 3 e 4 maggio; ha eletto 1presidente il dott. F. W. White di Boston. L 'Associazione Psichiatrica Americana si è adun,a ta jJ 9 e 10 giu·g no a New York. Immediatamente prima ebbe luogo una riunione ·dell' A sooia.z.icme Nazionale per lo studio dell'epilessia.
XIV Assemblea della Società Oftalmologica Ispano-Americana. Si celebrerà a Salarnanca, dal 15 al 1 settembre. Temi ufficiali: cc Visione stereoscopica», dott. Diaz Caneja; « Dacriocistorinostooni.a », dottori Oas.adesu~ e Bacsterra ; presidente F. Marquez; segretar io F. Poys.les.
VII Congresso latino americano. Si terrà a Messico a partire dal 15 marzo 1927. Segretario de1 Comitato esecutivo è il dott. Angel Brioso Vasooneello.s.
XVIII Congresso russo di chirurgia. Si è .adunato a Mosca dal 27 al 30 m.aggio. Furonq trattati i temi: e< Operaz~oni radicali dell'e1:nia inguin.ale e crurale e loro risultati remoti », 1prof . Ma1·tynoff; cc Affezioni della milza, indica"' zioni della splenectomia e suoi risultati remoti », prof. Herzen di Mosca; cc Trattamento chirur..gico deg].i itteri da ritenzione ,,, prof. Fedoroff di Leningrado.
Per una Società Internazionale di Medici Pratici. Al 1recente Con1gresso dell'·...\ssci!azione Medica Britannica, ad iniziativa del dott. F. Deoourt, si sono gettate le basi di uua Società internazion.a.le dei medici pratici, .avente precipu.amente lo scopo di fornire informazioni per quanto concerne la p1~atioa medica (esercizio •p rofessionale, sua tutela, cieont~ogia, eoo.). Erano presenti i delegati di cinqlle altre nazioni.
Coordinazione delle biblf o teche scientlftche in Inghilterra. Si è costituita .a Londra l'Associ.azione delle Biblioteche speciaJ.iz2.1ate e degJ.i Uffici d'i.nformazione; essa ha lo s~o di esaminare, promuovere e ooordina1·e le attività delle biblioteche scientifiche, degli uffici d'informazione bibliografica e simili, e di agire come organo centrale in tutto il Regno Unito. La su.a opera verrà finanziata dalla Fondazione Oarnegie. Le spese preliminari per 1a prepa.razi<Yne di un catalogo importeranno 12500 "iterline (()ltre 250,000 lire it.). Si è proposto di ammettere membri ordinari e as.sociati, che corrisponderebbero quote annue di sterline 2 e 1 (equiTalenti a lire 250 e 125 incirca) .
Congresso di biblioteclle mediche. L' cc .Associazione delle biblioteche mediche » degli Stati Uniti ha teruuto la sua 29a. adunianza .annaa dal 7 al 9 giugno, a:d .Ann Arbor. Il discorso inaugurale fu pronunziato dal prof. H . Cabot, decaoo dell.a Souola Medica dell'Università di Michigan. Notevole una relazione di W . W. Bishot sul tema: « Lo stato attuiale del!la bibliograifia internazion·a le nelle scienze ». Nella cc 'V. L . Clemens Library » fu fatta un'eçosizi101ne di libri antichi e r.a ri di medicina ordinata dal prof. A. S. Warthin, diret' Laiboratorio di pato·l ogia dell'Università tore del di Michigan. Da.I 28 giugno al 3 luglio si è .adun.ato a Praga un Congresso internazionale di bibliotecari e amici del libro; vi era annessa una Esposizione.
Cooperazione tra biblf oteche mediche di Chicago. I ra.p presPntanti delle pri nei pali biblioteche mediche di Chicago hanno tenuto, 1'8 m.a ggio, un.a conferenza per Mdivenire a un'intesa in merito agli acquisti, così da evitare che uno stesso libro o pertodict> di scarsa oonsultazione venga acquistato da più biblioteche, provvederQ all'acquisto di ese.mrplari di ~ere rare e pre26iose, rendere .attuaibili gli scambi. Gl'intervenuti discrussero i b..enefizi che deriverebbero, da siffatta intesa. Fu costituito un Comitato per oonoretrure le norme de.hl.a cooperaz~one; a presiederlo fu chiamato il clinico medico della città, prof. WilliMn F. Petersen.
L'Università Johns Hopkins. Celebrerà. il cinquantenari.o della s11a fondazione il 22 e 23 ottobre. L'avvenimento più importante sarà l'inaugurazione dei nuovi locali della Scuola d' Igiene e Sanit,à Pubblica, che sono costati 1 milione di dioll.ari: sarà un.a solenne affermazione dell'incremento che negli Stati Uniti s'intende imprjmere .a,ll'igiene o medioin.a preventiva, .a complemento, non già in opposizione,· del1a medicina olinica. Terranno discorsi inaugurali il '1>rof. Andrew B.aliìour, direttore della Scu'Ola d'Igiene e Medicina tropicale di Londra, e il prof. F . N eufeld, direttore dell'Istituto per le Malattie infettive di Berlino. Tria gli .altri oratori sarà irl rlott. Ira Remsen, unico sopravvivente dei sette professori che costituivaDJO la Facoltà l\i!edica qu1ando venne fondata l' Università. Alla cerimonia interverranno altissime personalità della politica e della scienza. Sono stati diramati •gl'inviti a 12,000 antichi studenti dell'Università.
Nella Facoltà medica di Palermo. A suo tempo questa Facoltà aveva. deciso di istituire oome 18& cattedra di ruolo l'insegnamento ufficia.le della, Ohimica per i Medici, la qua.le deve. essere impartita in due an11i e cioè: agli studenti di primo anno verrà insegnata quella iparte di ohimioa general~ in9rganiç~ ~d grg~nica. che inte-
•
•
•
1036
IL POLICLINICO
ressa specialmente i medici; ed agli studenti di qua•r to .am10. ve1Tà insegnata la chimica applicata a.hle varie branche di medicina. Nella sua ultima seduta la Facoltà 11a stabilito di fondare un Istituto apposito il quale verrà costruito sorpra l'attuale I stituto di F.a.rmaoologia.
Clinica per malattie della vecchiaia. E stata ora istituita presso la F.acoltà Medica Czeoa di Pra~a ed affidata al prof. A. Eiselt; dispone di ~3 letti e di un ambulatorio; vi sono addetti due assistenti. La Clinica assu1ne speciale valore in quanto che col 1° luglio è entrata in vigore nella Re.p ubblica Czeco-Slovacca ]',a ssiourazione obbligatoria contro l' i11validità e la vecchiaia.
Istituti ortopedici in Argentina. Il dott. R. Finocchietto, di Buenos Aires, è stato
[ANNO
XXXIII, FASC. W]
p1·0,·vedimenti concernenti nuoy·e oonoossioni a. fa\1ore di alcune rat.egorie di minora.ti meritevoli di partico1ruri considerazioni (gra11di mutilati, invalidi <li prima categoria, tubercolotici, uffici.ali di carriera, ecc.), llonchè taluni ritocchi alle vigenti. norme intese «t precisare ed a perfezionare la legislazione sulle pensioni di guerra in relazione ai suggerimenti dell'esperienza, anohe per quanto at-. tiene alla materia procedurale. I11sìt>1ne alle nuove provvidenze, in .a rmoni.a a.i fini n1oralizzatori della riforma delùe pensiJOni di gue1Ta, è sa.ncita la indegi1ità aJ beneficio anche nei casi di aibbandono di posto avanti al nemico e di .altri gravi reati militari. 1
La Festa del Fiore a Cesena.
Era stata stan~i ata ].a somma di 50 1nilioni di dol1ari, pari ad uu iniliardo e inezzo di lire it., per accrescere l'e.fficie1iza degli ospedali di New York. • Il governatore della città sig. Sn1ith, con ordinan~a del 6 maggio u. s. ha stanziato un quarto di questa. somma per l'esercizio finanziario in corso. Uno stainziamento uguale era già stato fatto l'anno passato.
Fin dal 1920 1' Associ.azione Antitubercolare Cesenate nella. prima domenica di giugno, rioorren~ dello Statuto, hia. tatto la Festa del Fiore, festa; istituita e pTomoss:i fino da quell'epoca dalJa Croce Rossa I tal ian a. Anche qu~t 'anno, grup·pi di signore, signJOrine e cavalieri percorsero le vie della città per la distribuzione dei fiori e mazzi di fiori ai cittadini, fiori ohe er.ano stati in pTece-deD.2Ja raccolti e regalati. Il ricavato della Festa è stato di L. 2090, somma che SeJ'\Tirà all' Associaziro ne Antitubercolare Oesenate per far fronte alle numerose spese che inoontra peT Sl1ssidi alimentari da. distribuirsi ali tubercolosi e per l'in,io al mare dei bambini fpredisposti che frequentano il Dispensario Antitubercol.a1·e, gestito dalla C. R. I. s.
Nuovo Istituto Antirabbico a Milano.
Gli esami delle Infermiere della Croce Rossa.
B sor to lungo la via Francesco Sf·o rza, su di un .area di ·proprietà dell Ospedale l\{aggiore. Si deve alla munificenza del sig Luciano Bosisio, ohe per onorare la memoria di due caTe defunte aveva elargito all'Osipedalo l\Iaggiore L . 150,000, destinandole pri1na all'erezione di un Padiglione di Radiolo gi1a e· poi devolTendole al progettato Padiglione per la cura antirabbica .. Il Reparto sarà intitolato ad Annett.Ji, e Carolina Bosisio. Dopo 1'inaugur~ioue ufficiale l'on. Lanfr anconi consegnò al Bosisio una medag1ia d 'oro decretata.gli <lal Consigl io degli I stituti Ospitali eri.
La Scuola-Co11vitto della Oroce Rossa Italiana preSSIOt le Cliniche universitarie h<a ohiuso ora il suo anno di studio, presentando agli esami di diploma 13 1allieve, del~e qua.li 10 s'ono state .a;piprovate con ottimi voti. Si 'a ora compiendo il COil'SO superiore che dovrà dare l'abilitazione 1p er posti direttivi, cui le· allieve saranno ammesse. con criteri di grande rigidità. Presso il Comitato Centrale della. Croce Rossa, \Ìa Torino 12, RJOma, sono aiperte le iscrizi001i per il n·u ovo corso che avrà inizio il 1° ottobre.
Un padiglione per malattie nervose e per le core fisiche a Ferrara.
Scambi colturali.
delegato a studiare i centri dì ortopedia e rieducazione di .ai:Itri Paesi, iper fondare poi in Argentina tre istituti destinati a curare e educare gli storpi.
Per gli ospedali di New York.
1
' renne in.augurato alJa Poliambulanza il 27 giu. gno, presenti i.I sindaco e lUl pubblico e]ettissimo, tra cui i più en1inenti medie.i della città. Parlarono il 1pFesident~ della Po1iambu1anza sen. • Niccolini, il direttore orof. Alfredo Gatti e il prof. Gaetano Boschi, il quaÌe con un ma.gnifico discoTso illu trò il còmpito e le funzioni del noovo Padiglione.
Provvedimenti a favore dei minorati di Guerra. ~u
proposta del ~1inistro delle Finanze il Consiglio dei Ministri ha appro,ato uno schema di
Il prof. M. Conto, presidente delJ' Accademia Medica del Brasile, ha eseguito un viaggio in G&rma.n ia ed in Fr.ancia, tenendo V•arie conferenze innanzi a corpi scientifici. All' Accadem;n. l\fedica di Parigi egli ha parlia.t<> della cc sindro1ne di perforazione dell'aorta u; ha. poi consegnato al preside11te de1l' Accademia, prof. Bar, un inessaggio dell' ~.\coademia di Rio e un collare simbolico. Il prof. L. Morquio, di Montevideo (Uruguay), 11a tenuto .a Parigi una conferenza sulle «Cisti idatidi del polmone nei baJnbini u . •
[ .~NNO XXXIII, F ASC. 29]
I
SEZIONE PRATICA
' '
1007
:Nella stampa sanitaria.
Concorsi a premi in os tetricia.
D'Associazione Medica Britannica ha assunto la pubblioa.zione del « J ournal of Neurology and Psyehiatry », a periodicità trimestrale; ne è redattore caipo il dott. S. A . Kinnier Wilson; .abbonam. 30 -soelli11i da inviare a: Financial Secretary, British 1\1edieal A.Bsociat_. on, T avistock Squ.are, London w. c. 2.
L 'Associazione Medica .Britannica ha ricevuto la somn1,a di 1000 sterline (pari a,. 127,000 lire it.) dalla dott.sa !Uitherine Harman, vedova del teioriere dell' Assoéiazione, per stabilire un premio destinato allo studio dei p·roblen1i inerenti a]J'ostetricia. La donatrice suggerisce che il premio venga assegnato ogni due anni per i.l miglior Lavoro su a r gomenti designat\ dal Consiglio dell'Associazione oppure per 1premiiar e lavori già .avviati, che promettano buoni risultati.
Si annun.aia ]1a pubblicazi011e del primo numero della « Revue médico-chirurgicale des Maladies du Foie; du Pa.ncraas et de la Rate », sotto il patronato di Delezen'Ile, A. Gilbert. H. HaLrtm.a,nn e sotto 1.a direzione di Abrami Vill.a1ret e N . Fiessinger , oon un denso consiglio scientifico. Iniziano la pubblicazione gli « AnnaJ.es de l'In· stitut d ' Actinologie »; il oomitato di redazione è -composto dei dottori aidman, Dufestel, Colanéri .e Robine; il primo numero risulta di 150 ipagine e 14 tavole, cont~ene 17 .articoli e numerose reoen. . SlOill.
Lia
dire~ione
del « Pensiero Medico » di l\Iilano è stata assunta dal prof. Ernesto Bertarelli, direttore del R. Istituto d ' Igiene di P avi.a, un veterano del gÌl()ll'nalismo medi.co italiano.
Borse di studio americane. La Souo1a di Perfezionamento in me.':licin.a dell'Università di P ennsylvania, in cocyperazione con il « Commonwea1th Ft1nd. » di New York, h a costit uito quattro borse di studio in neuropsichiatri.a, .con speciale riguardo all'eduoazione inf.antile; ogni borsa· h a 1a durata di tre .anni ed importa da 2000 a 2600 dollari l'anno (equiv.alenti a 60,000-80,000 lire it. ci.rea); decorreranno dall'll ottobre if>r~i1no. Le richieste 1·an110 indi rizz.ate al deca.n o della Scuola, Dr. George H. H ecker , Dean, Graduata Sohool o.f Medioine, University of P ennsylvania, Philade1phia (S . ·u. d'A.. ).
Donazioni americane all'Europa. Il direttore generale dell'Assistenza pubblica in Ft·anoi.a ha ricevuto daJ sig . George Blumenthal di New York J,a son1ma di 60,000 dolla ri, pari a circa un milione e mezzo di lire it., destinate a costruire u11 IPadigl~one di otorinolarin gJoJo.g ia nell' cc Hospital des Enfants Malades » di P arigi. La Scuola Medica d el St. rrhon1as' Hospit..aJ di Londra h·a r~cevuto dalJa Rockefeller Foundation 75,000 doll ari, pari a circa 2 milioni di lire it., qu.alo con corso all a costru7.jone di nuovi laboratori destinati .all'insegnamento della medicina.
Premio Voronoff.
•
Il dott. Sergio Voronoff ha jstituito, presso la << Umfi,a » un premio di 10,000 franehj con un ·su pplemento di 5000 franchi, per il mig1io,r lavoro sul tema ; « Lper- ed ipofunzionamento delle glandole a secrezion e interna». I concorrenti devono appartenere ad una nazione 1atina: F nancia, Italia, Spagna, Belgio, P ortogallo, R omania, America me·r idiona]e e centrale .
Premi per materiale di pronto soccorso. Il Co1nitato Intern·azionale delJle Crooi Rosse ha stabilito, in con formi tà alle decisioni della XII Conferenza Internazion.ale deLle Croci Rosse, di sta111ziare 100,000 fr anchi .svizzeri i)er :Lstituire . premi per materiale di ;pr onto soocorso . Il ma.teriale verrà esposto a Ginevra nel prossimo autunno, ma deve raggiungere il Comitato (Promenade <lu P in 1, Genève) i1on oltre il 1° ,agosto. S·a rà esente da tassa do·g a n.ale. Il Comitato sol1lecita i • 1necenati a voler aumentare la somma stanziata. Sarà costituito un giurì internazionale.
Vittime dei raggi X. . I l dott. J. Sall Ed wards, m.aggiore medico, radiologo .a, Birmingham, ha a·vuto amputati l'.ava.mbraccio sinistro e quattro dita' delJa m a110 destra a causa di r a dio-dermatiti ; di recente è stato col1)ito da sintomi d' insufficie~za cardiiaca, ma continua a prendere pal'te attiva. alla vita pubblica, quale consigliere comunale. L' Associazione Medioa Britannioa gli ha con fer ito il titolo di membro onorario a vita. Il dot.t. Félix L obligeois, r adiologo dell' Ospedale Bretonneau di P arigi, aveva già subìto vari interventi; ulti1namente gl.i si è dovuto am·p·u tare un braccio.
:ffi marto
a N arbonne, a tJ8 .ainni, Leon Auge,
che aveva subìto var ie a1nputazioni a causa dei raggi X. L' .Accademia di scienze morali e politiche su proposta di Reballian ha confer ito .aJ dott. Massi1nc J\'l en.ci,rd il pre111i.o fondato nel 1894 dalla vedova Audifred per onorare i più belli ed i più grandi eroismi, di qualunque genere essi sia110 . · Il dott. Menard dirige il gabinetto di e]ettror adiologia dell'Ospedale Choohin ed è stato muti1a.to più volte in seguibo .a ]esioo.i ripor.t ate nella pratica radiologie.a. Il premio che gli è stato conferito è di 15,000 franchi .
Onoranze al Prof. Betcberew. stato festeggiato a Leningrado il prof. Wladimir Milrhiailovich Betcherew, illustre neurùpia-' to1logo e biologo, in occasione del suo 40° anno d'insegnamento. · ~ ]1
I
'
'
1038
I medici della Cecoslovacchfa. La Soc~età CentraJe dei Me.dici della Czecoslovacchia ha pubblicato un annuario d.a cui risulta che nella repubblica vi son~o circa 8000 medici di cui 7500 esercitano J,a rnedicin·a gene.r.ale; poiohè gli abitanti sono 13,~00,000, si viene a.d avere un medioo ogni 1800 abitanti.
Per le visite alle Stazioni balneari in Cecos}o.: vacchia. Clii i11te11de visita.re queste impK)rta11ti stazioni ba.Ineari godrà di un.a riduzione in ragione del 50 per cento sulle ferrovie statali czecoslovac'Che, purcliè il soggiorno di oura in quei luoghi ra~iunga J.a. durata di ailmeno 10 ·giorni. Inform.a zimii dettagl.iate forniscono i Consolati Czecosloviacchi in Itali.a.
Per la limitazione delle nascite negli Stati Vniti. '
[ANNO XXXIII, FASC. 29i?
IL POLICLINICO
Il dott. James F. Cooper, della e< American Birth Control Li•g ue », hia tenuto una serie di conferenze inn.anzi a. società mediche e ad a.ltre erganizzazion i, sul «dovere sociale ed umanitario del1a limitazione delle nascite».
La fine del premio Nobel.
be]. L'.a11110 scorSQ. la tassa superò l'entità del premio: un vero reoo1·d di fi.sca.] ismo. Di medo che ili premio può considerarsi finito!
Uno sciopero all'Ospedale di Canton~ .A.i prjmi d~ .ruprile l' «Unione Mista dei Lavoratori » di Oanton (Cin.a) ordinava lo sciopero nel~'OspedaJe, .impedendo così l'accettazione degli amm.aJ.ati e il rifornimento dei viveri; venivanoancbe taglia.te le con·i utture dell'~qua e dell'elettricità. Picchetti a'rmati di randelli hanno fatto. rispettare rigorosamente ·g li ordini impal'ti~i dai dirigenti. La Sezione meridionaJe dell' Associazione Medica Cinese ha votato, mentre lo scioperoera in piene> sylQJ.g imento, 1'8 ap1·ile, una protest~ vibr.atissima contro quest'a.z ione inumana . Ha ~1lustr.a.to· le benemerenze dell'Ospedale di Canton,. che da 90 .anni copie opera caritatevole, senM nulla chiedere in compenso; si deve ad esso l'intredu~i1001e in Cina della medeoina moderna..
e
qu
,n Si è spento sir W. B. Leishm.a.n , universa1ment& noto 1per 1a scopei:t.a del parassita del k.ala-az&i:y Leishrn<llnJia donovani. Ne daremo più ampia notiziia p1100Slimamente.
-ru i11orto a Londra, in età di 86 anni, il dottov
Il Parl1amento Svedese ha rigettato, una mozione ava.nzaiìa ·da un gruppo di deputati di tutti i pa.r titi perohè fosse aboljta l'imposta sul premio No-
Do
,n
lt ~
Se
Axham, •a .p prezzato chirurgo, le cui recenti vicende VenneJ'1Q da nOi trareiate nel n. 18T p. 646.
'
Indice alfabetico per materie. .
Aborto e sterilizza.zione t ubarica. in unica seduta laiparotomioa . . Pag. )) .~ mminist1·azi<»ne sanitaria . )) Anosmia ; 1p.re.sorizi-0ne • )) Bibliografi.a, . • )) Cefalee eDidocrine • • •• Cir1·osi cc grasse » e « tubercola.ri » del fegato . . . . . . )). )) Cuore; sut~rr-a . . . . Dent isti pratici autorizzati: qu.alifiche )) )) Dolori viscerali e dolori riferiti . . Emicrania. co'n sindrome di vaso-dilata)) zione d' orig. sim•p atica . )) E1nior.ania: un f.attore? . . . Ernia inguinale str ozzata a contenuto tubo-ovarico . . . . . . . )) Herpes zoste1· del padiglione auricolare )) Iniezioni in W.raipia . . . . )) Licenziame·n to illegittimo: criteri . e li·m i.ti del risarcimento di da.1ini . . .. )) Lice11ziame11.to per eff e.tto di costituzdo·n e di consorzi e di even.t i analoghi )) Linfogranulomatosi accompagn.ata d.a )) elevata eosino1fili a . )) Liipodistro&ia progressiva . 0
DlrlttJ di proprietà riservati. -
1024 1033 1028
1023 1026 1025
1025 1032 1018 1026 1027 1025 1008 1022 1032
1031
-
,
Mia.lari a: lotta contro la. - nei piccoli comuni . . . . . .' Pag. Mal di mare: trattamento . . » Nevrite del muscolo-cutaneo d' oo:i'gi.n e )) tuberco~are . . . • )) Nevrjti: poli- alcooliche . • • Omentite sclerosante !retrattile •dell' o)) mentwni minus • • • • )) Ormoni omo-organici . . Prolasso r ettale negli adulti: cura col metodo Giordano . . )) ReRzione di W asserm.ann : isolramento e studio dell~ globuline sipecifiohe per mezzo dell'.ultriafiltra.ziione ., . . . )) Sifilide dei nervi cerebrali e spina.li . )) Sifilide : fototer31pia e chemiotera.. p1 a . . . . . . . . . . . . )) Tisi: ipatogenesi delle poussées cicliche febbrili . . · · · · )) )) Tono · muscolare e inuervazi001e tonica Tubercolosi osteoarticolare a.perta : cura alla Solieri . . • TUibercolosi: tenapia oaloica Tumori del lobo frontale . • 1
)}
))
1008 1024
))
oa
pc
1029' 1028
1021 1021 1025
1021 1025
1005 1027
1017 1025
1028 1014 1029 1026
É vietata la riproctu.zime cti lavori pubblicati nel POLICLINICO e la pubblicazioni( dei suntt ctf
esst senza citarne la f m~.
Roma. . Sta.b. 'l'irpo-Lit. ArmMl·i di M. Oourrier.
V. ASCOLI,
Red. reep
•
(P..lGINA DELL'AlIMINISTR.AZIONE')
IL DOLIOLINICO
SEZ. PRATICA • FASO. 2S'
li_.- Nostre recentissime pubblicazioni : . I Dott. ROMOLO RIBOLLA Medico diplomato della Marina. Mercantile
,
•
tene
edicina Tropicale -------------------------------------=-------------· • &rtll&ra. Manuale teorico-pratico
secondo i nuovi programmi per gli esami di abilitazione a medico di marina mercantile· Ecco come si sono espressi AUGUSTO MURRI e ALDO CASTELLANI sul questo libro del dott Ribolla : "Caro Ribolla, chi è di noi, che chiudendo un libro già letto, non abbia rimpianto il tempo perduto net' '' leggerlo? Ella, caro amico, può vivere sicuro che non ci sarà uno, che dopo aver letto il suo manuale, '' non lo riapra per impararci meglio ciò che c'è dentro. . '' Noi che nascemmo e vivemmo sempre qui sul suolo, onde venimmo, non ci accorgiamo troppo delta " nostra ignoranza, ma ora che gl' Italiani sembrano voler ricercare le vie d'acqua che percorsero gloriosa" mente un tempo, il suo manuale sarà prezioso per tutti loro, e nessuno lo studierà senza mandare unr " grazie di cuore a chi lo ha lavorato per loro. '' lo Le mando le mie congratulazioni aff.mo collega Augusto Murri.
Tulane University of Louisiana the College of Medicine School of Medicine, New Orleans, La., 1551 Canal Street DEPARTMENT OF TROPICAL MEDICINE - OFFICE OF THE DIRECTOR
.
Caro Ribolla,
. . . . . . . . . . . . . .
.
.
. .
. .
. . . . . . . . . . . ...
Ho ricevuto il di Lei eccellente Manuale che sarà di grande utilità pratica per medici e studenti. Le auguro ogni successo e mi rallegro davvero con Lei. Aff.mo collega Aldo Castellani. New Orleans, La., 28 marzo 1926.
Un volume in-8°, di pagine XVI-491, nitidamente stampato su carta semipatinata, con 39 figure intercalate nel testo. Prbzzo L. 52 più le spese postali dì spedizione. Per i nòstri abbonati sole L. 4-8,75 in·l porto franco. · Per riceverlo subito, inviare Vaglia Postale all'editore Luigi Pozzi - Via Sistina 14 - Roma.
Prof. GUGLIELMO BILANCIONI
Direttore della R. Clinica Oto-rino-laringoiatrica di Pisa
Manuale di Oto-Rino-Laringoiatria V O L U ME I. Parte generale. Naso e oa. v-i1:à a.n:n.esse. INDICE SISTEMATICO DELL' OPERA. : Importanza, intenti e confini moderni deU'oto-rino-l.aringologia. - PARTE PRIMA: . NASO: S11ibuppo st1Jrico delle conoscenze di rinologia. · Anatomia e fi•iologia dei naso. - Sviluppo ) delle ca11ità nasali . . Preliminari di anatomia del naso. - Preliminari di fino-patologia generale cùl naso. - Esame del na.Yo. - Sitntomatologia generale: Ostruzione nasale. Secrezione nasale. Disturbi• della parola d'origine nasale. Disturbi ocula·r i. Disturbi olfattori e gustativi. Anestesia. Iperestesia. Parestesie. Disturbi sensoria.li. Epitassi. Riflessi na.sali. Turbe d'ordine endocrino. - Profila.Y&i. - Foftdamenti neZ'la terapia; deiie fosse nasali. - PARTE SECONDA: PATOLOGIA DEL NASO: D erma-tosi del naso. Anomalie e de/onnità del naso. - Traumi del naso. - Oorpi estranei nel naso. - Rini ti: Rinite acute. Riniti croniche. - Tumori del naso. - PARTE TERZA: SENI O CAVITA AOOESS6RIE DEL NASO: Seni frontali. • Seni maacellari. - Seni etmoidali. - Seni .!fenoidali. - PARTE: QUARTA: l .P OFISI CEREBRAJ,E E FARINGEA. - PARTE QUINTA.: L'OPERA DEL RINOLOGO NEIJ,A CURA DEJ,J,A DAORIOOISTITE PURULENTA CRONIOA.
INTRODUZIONE. -
Un vo1ume in-8° di pa.gg. XVI-524, nitida.m ente stampato su carta semipatinata, con 224 figure, in· gran parte originaJi, intercalate nel testo. - Prezzo L. 5 8. Per gli abbonati .al Policlinico sole L. 5 2, 7 & •
.
P er otten ere subito quant o sovra in11iare V aglia P ostale all' E ditofl'e LUIGI P OZZI,. Via Sistina 14,. ROMA
Th POLICLINICO
.PAGINA DELL,A..MM:INISTRAZIONE)
\COMUNICATO:
SEZ. P:i-A'NOA • FABC. 29 1
A tutti quei nostri abbonati che ci espressero il desiderio di acquistare l'interessante i Monografia del dott. G. DR.A.GOTTI
LA PSICANALISI -che noi non potemmo loro inviare causa esserne esaurita l'edizione, avvertiamo che abbiamo approntata accuratamente riveduta e ampliata, la SECONDA EDIZIONE, corredata del ritratte (in formato di mm
90X135)
di S. FREUD ed ornata di
•
Prefazione del Prof. Sante De Sanctis
. Direttore delrlstituto di Psicologia Sperimentale della R. Università di Roma. Un volume di pa.gg. VID.96 nitidamenrte etamrpa.to eru ca.rta. eern.i patinata.. P ·r ezzo L. 1 4, Per i nostri abbo· natd eole L. 1 2, 7 5 in porto frmnoo .
..- Altre nostre pubblicazioni
Dott. prof. ACHILLE CAPOGROSSI nocen·te di Paitolo;da Mediica nella R. UIIlii.versità d~ ~ - .Me~ioo Primairio e Direttore dell'Oeiped. Civile « !lazzon.f » .di Ascoli Piceno .
Concetto e Diagnostica della Tisi iniziale . . .SOMMARIO. _ 1. _ Infezione tubercolare prim~t~va infantile ~ esiti. - II. - Fenomeno di Koch • stato allerliaco • Tubercoline. _ III. . Dalla inf~~ione prim1t1va del bambJno alla_ tubercolosi pol~onar~ dell'adulto. _ IV .• Reaz•ono alla reinfezione • Tisi in1z1a1e. - ..v. · Forme acute e cr:on•~he • Tubercolosi de~l'1la. ·- VI.. Primi sintomi della tisi 'incipiente. - VII. - Anamnesi. - . VIII. - Esam~ ob1ett1vo generale _(esclusi gli organi respiratori). _ IX. . Esame polmonare • lspazio_ne • Palpazione -. ~ercu~s• on~· ·- X. - Ascoltazione del p~lmone. - XI. • Ricerche ·di laborato'!"'io • Reazioni _umoral.1. -- XII. • lndag1n1 ra~•O!Og1Che. - XIIT. - Esame dell 'alo. - XIV.• Valore dei dati. - xv.. Diagnosi d1fferenz1ah. - XVI. • Osservaz1en1.
-Un volume in-8 di pag. 1 V·83 nitidamem.te sitaimp9fb<> su oa.rta distinta, con el&g1antissima copertina., prezzo L. 1 O Per i noetr·i .a.b,b onati, sole L. 8, 7 5 • franoo di pOll'to.
======================
'
DocPnte di Patolotzii:.. ~Tedi ca nella R. Università di Roma.. Direttore de 1 Sana.torlo delta.i. C.R t. e Cesare Battisti >.
DoTT. PROF. GUIDO MENDES
TUBERCOLOSt E SANATORI (Trattallleoto ic;lenieo;-dietetieo) • •
•
•
•
Prefa~io'Yl.e
del Pro.f. Sen. 4 . LUSTIG
Un volume in-8, di circ& 100 pagine, con 15 figure intercalate nel testo, nitidamente stampato su 1tissima copertina. PrezzC\ L. 1 O. Per d nostri abbonati sole L. 8, 7 5.
Dire,tore deì
~a.
eemipatiBata e con '
e~gan+
Prof. ..ANGBLO SIONORBLLI
Dlspen~ario
" Reginl\ Elena di "Ban Gregorio• in Rama .........- n- e dell'Istituto . _ ,.,. ~
,Come si ammala di tubercolosi e come si guarisce È l'enunciazione del nuovo metodo di cura t_\asato sull'iperemia totale e la ventralizzazione.
Un volumetto di 44 pagine in nitidissima vest.e tipografica e con elegante copertina, prezzo L. &
Cài desidera ricevere la pubblicazione in piego postale sicuro da sma~rimenti, aggiunga cent.:.. 50 per la. raccomaii<rwon.et
•
Uott. ANTONIO SEBASTIANI ~ledico
aiuto negli Ospedali d1 Roma
I disturbi del ritmo cardiaco Prefazione del Prof. Glusep pe Basttanelli
Espone in modo chiaro e semplice l'argomento in apparenza così complesso delle ~ritmie. Il ma-r nuale, che è dedicato essenzialmente al medico pratico, è oorredato da numerosi e nitidi elettrocardio+grammi (tutti casi osser'\ ati personalmente dall' A.), specialmente allo scopo di far in.tendere meglio in:: c~e cosa CC?nsiste il disturbo ; vi sono riferite le vedute più recenti riguardo alla patogenesi; ed ogni e~ p1tolo è chiuso dai · « dati clinici » che si riferiscono allo speciale disturbo trattato· 1
Un volume in-8 di pag. VIIl·l42, con 73 fi~ure intercalate nel testo, nitidamente stampato su carta semi-patinata. - Pe.r ali abbonati al e Policlinico• sole L. 16,25 franco di porto.
PROF. DOTT. DARIO MAESTRINI
Docente di Fisiologia nella R. UnlYersità. di Roma.
Prezzo L. 1 8 • • .
'
Cardiografia ed Elettrocardiografia, An~i~g~afia
Prefazione del Prof. S. B&GLIONI Direttore dell'Istituto di Fisiologia Della. R. Un1ver~1tà di Roma.
U·n volum~ in 8, di pag. Vll·l68 nitidamente stampato su carta semipaiinata con 64 ~gure intercalate nel Prezzo L. 20. Per i nostri abbonati sole L. 17.&0 fraaco à1 porto.
Dott, Prof.
ALESSANDRO ROSSI
Lib. doc. dd FieiologJ.a e di Patologia Medica ne1la R. Università. di P.a.dov.
Morfologia Clinica e Fisiopatologia del Cuore P1·efazione del prof. LUIGI L UCATELLO
Clinico Medico d·i Paidova·
u n volume in-8, di pagg. Vill-122, .con 14 figure nel te6'to, inti.•tidamente ·s tampato Prezzo L. 1 5. Per i nostri a..bbonati sole L. 1 3, 7 5 fra.n<!<> di porto.
su -ca,:rta
~emipatina.ta.
Per ottenere quanto sopra iriviar.e. Vaglia Postale all'Editore LUIGI POZZI. Via Sistina 14, ROMA.
ANNO XXXIII
Roma, 26 Luglio 1926
Fase. 30
fondato dai professori:
GUIDO BACCELLI
FRANCESCO DURANTE
•
SEZIONg
PRATICA
REDATTORE CAPO: PROF. VITTORIO ASCOLI SOMMARIO. Lavori originali : c. Secco: L'ilildioe emotonioo e la re9istenza dei globuli .ross:i nella. tubercolosi polmonare. Note e contributi : F. MaJeron: Os&ervaz.ioni stati.stiehe sopra un decennio dli cure antitetanich e. Ossel"Vazioni cliniohe : o. Sandri: Contributo olinioo allo studio della, ,, oiirrosi atrofie.a. 11. sunti e rassegne: S I STEMA NERVOSO : c. Vogt: Epileeeia tra,uma,t.iea. - OuTE: Herxheimer · Neurodermite. ORGANI DIGERENTI : A. .Montanari : Le stenosi esofagee orga n.ieibe e frunzion.ali. - O. Teutsc.hlaiender e B. Va,.. lentin : Enterite flem.mollloea. - IGIENE : A. Vinaj : La ginnastica Ped~giica . profilaitti.ca e medica. cenni b•bliografici. Accademie, Società mediche . Congressi : A-cca.demia Pugliese di Scienze.
Appunti per il medico pratico : OASI STICA E TERAPIA: La scacrlattinia dal punto dli vJ.sta. profilaittioo, diagnostico e teratpeutico. - La <mira della scairlattina.. - I rieulta.iti della va.coinaizione antidii.fterlica. oon l'anatossina dii Ramon. - Sepsi poet&Angin.06a. - L 'runergia. t.uiberoolànica. nella. m e litoooccia. - Il tratta,mento della. peste. - Lo jodio nella. mala.ria. - NOTE DI MEDICINA SCIENTIFICA: L'etiologi.a, dell'osteomielite da. virus filtrabJ.1le ;r.iea'Vabile dalle culture di stafilooocchi. POSTA DEGLI ABBONATI· -
VAR'lA·
Nella vita professionale : L'ammiee:ione dei non indigenti nei 'Pillibbl!icl ospedald. - Concorsi. - Nomine, promoz.ioni ed onorificenze. Notiiie diverse. Indice alfabetico per materie.
I signori abbonati che non hanno pagato ancora la seconda rata semeSOLLECITAZIONE strale a compimento dell'importo del proprio abbonamento pel 1926, sono vivamente pregati di farne sollecita rimessa, mediante vaglia postale. L 'EDITORE:
e ae
N. B.
De1 vaglia postale che si invia devesi conser,·are il polizzino di ricevuta.
Crv ILE DI v' ERONA. Oi vis. Medica diretta dal prof. ANTONIO
FAGI't;OLl
llr •
.
in li-
1.
•
* **
LAVORI ORIGINALI. OSPI!.'DALE
10-
LUIGI POZZI.
L'indice emotonico e la resi tenza dei 0010buli 1·ossi nella tube1·colosi polmonare. Dott.
CARLO SECCO,
a5sistente.
In una nota precedente dimostrai come la 1Pressione arteriosa, la cutireazione e la reazione dl Moritz 'Veiss 'Possano spesso rappresentare un vali·d o tSUS5idio all'esame anatomo-clinico per sta· bilire la 'Prognosi in pazienti affetti da tuberco1osi polmonare. Riferisco ora i risultati di una serie di ri~erche istituite su circa 170 tubercolosi allo scopo di vagliare l'importan za !Prognostica dl altre due indagini: l'indice emotonico e la resis tenza globulare.
Nel 192.3 il P eclairfayt defini come indice emo-tonico il rapporto fra ta5so emoglobinico, i1umero dei globuli rossi e pressione arteriosa e gli asse. gnò un grande valor e prognostico. In condizioni normali con un sistema circolatorio indenne, esi' c;te secondo l' A. una relazione costante tra pressione arterjosa massima, numero degli eritrociti e tasso emoglobinico, relazione che egli espresse con la equazione: -
r
G
(1)
x Hb
= 3; dimostrò inoltre
che t1n in·dice emotonico osci'llant-e fra 3 e 4 è normale e ·qt1indi di ottimo 5ignifi cato progno. 1
(1) T, è la pres5ione massima data in mill~e
tri · G indica i globuli r-0ssi ed Hb, l'emoglobina; entra~bi espressi solamente dalla prima cifra dei valori trovati, non tenendo l 'A. conto, nei calcoli, dei decimali.
•
1042
stico, un indice di 5 è soddisfacente, di 6 è cifra li.mite in 1quanto valori superiori di 8, 9, ecc., esprimono iprognosi infausta. Il Declairfayt nel fissar e tale indice ..si inspirò ad un lavoro ·del Martinet sul rapporto costante fra viscosità del sangue ed ipertensione e sostitul al valore viscosità il valore emoglobina X globuli rossi; concetto questo già espresso anche dal Ludwig e dal Landois i quali trovarono un paralleli smo fra pressione ed elementi morfologici del sangue e dal Determann che dimostrò un intimo nec;so tra viscosità e contenuto emoglobinico. Il Goglia che prima di me studiò l'indi ce emotonico in pazienti affetti da tubercolosi polmonare concluse che: <<la ricerca non è ~pplicabile alla t11bercolosi polmonare perchiè i valori datl dall'.L\.. per poter dedurre una atten·dibile previsione, non .corrispondono a:ffatto nè ai risultati forniti dall'esame clinico nè al decorso dell 'affezione morbosa » • Io ho diviso i miei malati in due gruppi: una parte con tubercolosi polmonare attiva, febbri ci· tanti ed in cattivo stato generale, gli altri con forme polmonari non evolutive, ~irettici ed in buone condizioni di nutrizione; nello stesso pa. ziente eseguii inoltre parecchi esami seguendo per alcuni mesi il decorso ·della forma morbosa. I risultati ottenuti furono non soltanto discordi tra loro ma spesso diversi nello stesso soggetto anche in esami ripetuti a breve distanza. Infatti l"indice emotonico nella quasi totalità dei casi stl.1diati, indipendentemente dalla gravità della forma, oscillò fra tre e sette. Risultato del resto secondo me :più che logico in quanto se not consideriamo singolarmente i tre fattori che concorrono a formare l'indice emotonico vediamo come es,si varino non solo da indivi duo ad individuo, qualunque ·s ia il decorso della forma morbosa, ma anche nello stesso soggetto in esami diversi: variazioni queste eh€ naturalmente infll1iscono in modo sensibile sul 'P'r odotto finale espresso dalla formula emotonica. Nelle mie ricerche infatti ho trovato che il valore del tasso emoglobinico è assai incostante e prettamente indipendente dalla gravità della malattia, tanto che può essere alle volte notevolmente diminuito nelle forme iniziali e normale o quasi nelle forme avanzate. Anche per i globuli rossi valgono le stesse con siderazioni avendo rilevato una indipen·denza fra ' il loro numero e la gravità della malattia. Del resto è ben noto .che il numero degli eritrociti contenl1ti in un mmc. di 5angue oscilla non poco anche in .soggetti normali; senza considerare che l'oròinario conteggio che di essi suol farsi ci informa so1tanto c1rca il numero relati, 0 di essi, mentre nulla ci dice riguardo al loro numero 1
1
•
f .-\N:--JO XXXIII, FASC. 30J
:1 POLICLINICO
totale. .....e, ad esempio, per una maggiore intro· duzione di liqu1di nell'organismo penetra acqua nel sangt1e, il numero degli eritrociti per mmc può essere diminuito nel momento ,d ella ricerc'\~ senza che ci sia nel tempo stesso diminuzione di numero totale. Oltre a ciò gli eritrociti jpossono trovarsi in certe circostanze distribuiti in quantità di,rerse nei diversi distretti va5ali. La pressione arteriosa è forse il dato meno fallace in qtlanto, co.me io stesso in precedenti ricerche ho rilevato, essa si presenta normale ne} tubercolo5i iniziali ed in buone condizioni generali, bas sa invece nei gravi, febbricitanti, con le <>ioni tubercolari ·diffuse. Però se tali valori di pressione presi nelle loro medie possono illum1· narci approssimativamente nel concetto prognostico, ac1quistano invece ben scarsa importanza quando· vengono usufruiti per costituire un raipporto, in quanto su questo influiscono anche le minime oscillazioni. .La pressione infatti che è la risttltante dinamica di vari fattori, risente ad ogni istante delle variazioni funzionali di questi., c5sendo alle volte la pressione massima di 135-140 altre volte di 110-120 indipendentemente dalle condizioni di malattia; più bassa al mattino, si innalza nella giornata per riabbassarsi nel sonno sotto influenze vasodilatatrici diverse; senza notare che vi sono delle ipertensioni di origine vasale neurospastica e delle ipotonie va:sogene. Queste le considerazioni che secondo me destt. t11iscono di qualsiasi valore prognostico l'indice PJnotonico e che trovano conferma nei risultati dr.Ile mie riceTche. 1
***
1
1
Sulla resistenza globulare nella tubercolosi ipolmonare esi5te già una ricca letteratura, ma dlversi e rontradditori sono i risultati ottenuti. ~1entre alcuni osservatori trovarono cifre di emolisi normali nelle diverse forme di tubercolosi (Cade, Morel, Rou bier); altri misero in rilievo va, lori quasi normali soltanto nelle forme iniziali, ed una leggera diminuzione di resistenza nelle forme gravi, febbricitanti (Richard , Liebermann, Fi.llinger, Maragliano, Chkliarevitch); altri ancora 'Valenti) con5tatarono un aumento nelle forme gravi, febbricitanti, mentre nelle forme miti o a decorso cronico o con lesioni iniziali, i valori si af!:girerebbero in limiti pressochè normali. C'è infine taluno (Veyrassat) che è portato a concluòere, data la grande diversità dei reperti nelle dt,·erse forme di tubercolosi polmonare, che in tale malattia lo studio della resistenza globulare non può condurre a conclusioni preci5e. 1
•
[ANNO XXXIII , F ASC. 30]
SEZIONE
Nelle mie ricerche ho usato il metodo del \ 'aquez, Ribierre, Chauffard. In una serie di 22-24 provettine numerate ho m esso ·delle soluzioni d i NaCl di titolo successivamente decr escente (per ogni tubo di 0,02 %) , da un titolo massimo di O,70 f ino a quello di 0,28-0,26. P reparata una soluzione madre di NaCl al 0,70 % ho mes50 nel [ tubetto della serie settanta gocce della soluzione madr e, nel II sessantotto della soluzione stessa e due di aoqua distillata, nel III sessantasei e quattro di acqua di5tillata, diminuendo ·successivamen te per ogni tubo di due gocce la soluzione $alina ed aumentando di due l'acqua distillata. In ogni provettina cosi !Preparata facevo cadere una goccia di sangue r accolto dalla vena del paziente, agitavo per ottener e una miscela omogenea e dopo aver lasciato depo&itare per 10 m' centrifugavo. L'emolisi iniziale (Rmn) è data dalla provettina in cui si comincia a notare nel liquido sovrastante alle emazie sedimentate la comparsa di un leggero colorito giallastro; l'emolisi media (Rmd) dal tubo nel quale la soluzione salina assume una colorazione nettamente ro&ea; l'emolisi totale o massima (Rmx) dalla provetta che non presenta più al fondo al1c un sedimento di globuli rossi. Ho eseguito delle p rove ~reliminari sul sangue cli individui normali (cir ca trenta) per stabilire la media dei valor i della resistenza minima e massima, che oscillarono p er la minima fra 0,46 e 0,44 e per la massima fra 0,36 e 0,34. Lo stes~o Vaquez dà valori pressoch<è eguali e cioè di 0,44-0,48 per la resistenza minima e di 0.32-0,34 per la massima, mentre per Ribierre la prima oscillerebbe fra 0,42 e 0,44 e la seconda fra 0,34 e 0 ,36. Anche in que&te esperien ze ho diviso in due grup.p i gli ammalati cercando nel miglior modo possibile di tenerli n elle m edesime condizioni di esperimento, a riposo, con eguale sistema dieteti co, pri,rati di medicinali. Nelle forme gravi, con estese lesioni, febbricitanti (cir.ca quaranta), la media dei valor i della resistenza globulare oscillò fra 0,42-0,40-0,38 per la min ima e fra 0,32-0,30 1Per la massima; nel secondo gruppo invece, comprendente ·soggetti con forme iniziali, in / condizioni generali buone, apir ettici o con lievi rialzi termici (circa trenta), ho trovato dei valori normali o subnormali; mai ebbi a notare in questi casi aumento delle due resistenze. Tali miei dati collimano con quelli riferiti dal Valenti nelle sue osservazioni. Come spiegare l 'aumento di re&istenza da me trovato pressoch1è costante nelle forme ~iù gravi? Accettando l'ipotesi di Landouzy, Gougerot e Salin che sostengono l'esistenza di emolisine prodotte dal bacillo tuber·c olare (le quali fissandosi ai globttli .ros&i n e diminuirebbero la resistenza) si può pensare che esse distruggendo i globuli ro5si meno resistenti lascino intatti i più resl-
PRATICA
1043 ·
stenti; oppure che dette emolisine provocando una continua distruzione di globuli rossi vecchi, determi11ino da parte degli organi ematopoietici una vjcariante entrata in circolo di elementi giovani raipaci perciò di resi.stere più efficacemente ag 1 a genti emolitici. Prescindendo dalle considerazioni puramente ipotetiche per cercar di spiegare il fatto messo in rilievo, credo di dover concludere che l'au1ne11to della resistenza globulare nelle forme gr avi di tt1bercolo5i polmonare da me quasi costantemente rilevato non può venir utilizzato pratica1nente come sussidio nel giudizio prognostico in qnanto ~e le cifre ottenute in tali malati dim. ,. strano in realtà un aumento nella resistenza mac;sima e minima, purtuttavia le differenze dai valori normali appaiono così jpoco sensibili da non r nn ;;en tj re rteduzioni utili e &i cure. 1
B IBL·JO GR,.t\ FI ."1.
CADE-MOREL-ROUBIER. Province ìVIéd., 14, XI , 1908. CHKLIAREVJTCH. .~nnali dell .~ccad. Med . di Pj.etroburgo, 1901. 1
DECLAIRFAYT. Sca~el, 1923, Il . 52. GOSDSITSKI. Anr1ali dell'.~ccad. Med.
go, 1902. GOGLIA. Minerva Medica, 1925, n. 29. LIEBER:UANN e V. FILLINGER. Deut. Med. Woch., 1912, pag. 462. LI).IBECJ{. Rager Med. Wochenschr., n. 28-29, 1890. L USTtG-GALEOTTI.
Trattato
di patologia gerier ale.
S.E.L.. ' 1ilano. ~[ARAGLIA~o. Accad. !\led., 1885 -1886 -1887; Berlin. Klin. \Vochensch., n. 43, 1887; Zeitsch. f. Klin ~ :\led. Berlin, Bd. XXI, 415, 1892. RICHARD. Province Méd., 18, V, 1908. ~Ecco. Giornale di Clinica. Medica, 1925, fase. IV. TIGERSTEDT. Trattato di fisiologia. Casa E·d. Sapientia, Napoli. \.ALENTI. Clin. Med. !tal., 1909.
CUORE E CIR.COLAZIONE Periodico mensile diretto dal prof. VITTORIO ASCOL ~ Il fascicolo 6 (Giugno 1926) contiene: La vori originali : I. - A. LUISADA: I fattori attivi della aintomaitolog.ia iperi..fer.ica nella insutfficienza a.ortioo. e le moderne vedute sul regime idra.ulico dei valvolari. - Il. - V. CHINI : Alcune considerazio~d sopra un raro caEiO di a lterazione del l'itmo oa.rd1aco. III. - F. PEOLA: Contributo alla conoscenza delle embolie venoee retrograde. Sopra un caso riinteresaante di embolia retrograidia. della cava superiore Rasseg ne, Riviste, congressi : Cl inica: Ta~hicardia ~a. instabilità cwrdiaoa. - Aortalgia ed Antpna Pectol'1s. - Sull'endocardite. A.bbona.men to per il 1926 : Itailia L. 3 ~ ; Estero L . 4 ·5 . Per gli abbonati a.il <1 Pol i(}l,ini co 11 : Ita,l1a L 2 5; Estero L. 38· U n fa&Cioolo separato L . 3,50 . N . B. Ai nuovi abbonati del 19! 6 a « OuorA e Oircola~ion.e >> si concedono le intere annate 1920·1921-1922-192~, del penod1~0 · e Lo 1\{alattie del cunrP .. nonché 1 9~4. _e 1925 cli «Cuore e C1r~ colazion e>) pet' sole L. 9 8 ~e in Its.l1a, e per sole L . 124'S se all' Estero, in porto fra.neo. ~~ ·:. .'·! --===:A.:-<"';:..w:iw""-;ch iest ;,s:f iìivi a:·:Dumero d i s a ggi o . -- .
·-·
Inviare Vaiglia Poetale all'Ediitore LUIGI POZZI Via ~:astina, n. 14 - ROMA. •
'
dt Pietrobu r-
1044
IL
POLICLINIC.O
NOTE E CONTRIBUTL OSPEDALE CIVILE DC UDINE.
Di visione medi·ca femminile diretta dal prof. PAPINIO PENNATO e Divisione p~diatri:ca diretta dal prO!f. GUIDO BERGHINZ.
Osservazioni statistiche sop1·a nn decennio di cnre antitetaniche per jl 1dott. FERDINANDO
.
MAIERON,
assi.IStente.
I.a grande afìfinità -che la tossina tetanica dimostra per le cellule del siistema nervoso centrale mette in dubbio, com'è noto , l'efficacia della sier oterapia a malattia conclamata. E mentre tutti sono d'accordo nel ri.conoscere all'azione profilattica del siero i più brillanti risultati ~d il grand E> merito ·di aver ridotto di due terzi almeno i casi della teTribile malattia, quando, a tetano generalizzato, trattasi di provare l'azione curativa dell'antitossina, lo scetticismo di molti arriva anche oggidì aid ignorare tale mezzo terapeutico. Avendo avuto occasione di constatare i risultati della cura ·col sistema sieroter3'pico e quello <;oltanto sedativo mi è sembrato interessante vedere se dall'esame di due gruppi di tetanici, diversamente trattati, fosse possibile gi11ngere a qualche utile conclusione. Sono i casi di tetano capitati nei due r eparti e presi in cura dal 1915 ad oggi; non ho considerato tTe aidulti e tre bambini deceduti po·che ore dopo l'ingresso e ~er i quali non fu .p ossibile iniziare • alcuna cura. Per il primo gru1ppo, del prof. Pennato (adulte), la cura si limitò a combattere 1' aumentata eccitabilità riflessa, le -contrazioni, l'asfissia. Ft1 prescritta perciò l'assol11ta tranquillità e quiete dell'ambiente, le forti ,dosi di cloralio idrato iper lo più per via rettale; le iniezioni ipodermiche di acido fenico alla Baccelli. Si ricorse qualche volta, ma sempre con criterio esclusivamente sinto. matico, ad altri .pTesidi terapeutici come il solfato di magnesio, la morfina. l ' atrO'Pina; al bagno ca1do buon coadiuvante della cura 1s edativa e . risolvente delle contratture. Con tale metodo curativo. quel maximum di buoni risultati che è jpossibile sperare dal trattamento della grave malattia si dovrebbe ottenere. ·Per il secondo gruppo invece, del rprof. Berghinz (bambini), tutto questo venne considerato di secondaria importanza e di solo valore col:lidiuvante e complementare alla sieroterapia alla quale 1si concedette il .p rimo posto anche nelle forme ,di tetano grave, 11niversale. :)uindi iniezioni giornaliere per via endorachidea e sottocutanea contemporaneamente, ,di 20-25 1
1
[ANNO XXXIII,
FASC.
30]
mila unità di siero (I. S. M. ) ciasruna, ripetute per a1cuni giorni (3-4) fino ad ottenersi un inizio di miglioramento, qualche clisteTe di cloralio, precauzioni per la quiete e la tranquillità •dell'ambiente. Ma sopratutto dalla elevata 1quantità di siero iniettato, vera inondazione dell'organismo, come è stato detto, il prof. Berghinz ripete spesso ~ più brillanti risultati. Davanti a idei criteri cosi diveTsi di valutazione della sieroterapia antitetanica, ho voluto dunque vedere, tenendo conto naturalmente, per quanto possibile, ·di tutti i diversi irattori che possano contribuire ad un esito 1piuttosto che all'altro (gravità della forma , inizio,,pTecoce o tardivo del. la ·Cura, ecc. ), a quale dei due dessero ragione i risultati pratici ottenuti. Il problema è certo complesso, nè si pretende qui di risolverlo con questo sempli-ce raffronto tagliando senz'altro netto in pro o contro la sieroterapia. Credo solo di fare cosa non inutile es.ponendo da una parte, un grup1po di ca:st sieroter<Vpizzati e ;d all'altra un grwppo di casi non sieroterapizzati e confrontan done i risultati. Illustrerò infine s0paratamente du e casi atipici di tetano gravissimo che mi sembrano rivestirt:i particolare interesse. Raccolgo in tabelle distinte i casi dei due gruppi, riassumen1do iper ciascuno di essi i dati 1più , importanti circa la gravità ed il decorso e la cuTa complessiva. Dall'esame delle tabelle risulta adunque: Delle 21 tetaniche non sieroterapizzate, la guarigione fu ottenuta in 13 casi (62 %) . Fra le otto ammalate che soccombettero notiamo tre casi gravissimi che presentarono ;fin dall'insoTgere dello stato tetanico sintomi allarmanti a carico del cuore e del res~iro, disfagia insuperabile, ·f ebbre ele,rata; .g li altri casi ad esito infausto erano ipure di alta gravità e tutti febbrili. Le guarigioni si ebbero sette volte in casi zravi febbrili, ·quattro volte in casi .d i modica gravità, due in ca:si leggeri. La temperatura m~ ~ima ragigiunta nei guaTiti fu 38.3; nei casi ad • esito letale, si mantenne in genere el·evata 5Ui 39°, raggi11nse una volta, nel quadro finale, l'iperpiressia (41.60). Il periodo d'incubazione della malattia fu in mertia àai 10 15 giorni con un minimo di 7 ed un mac;simo di 18 giorni. Non noto •diff~renze notevoli, ;per quanto riguarda la durata dell'in011bazione·, tra i casi a 1decorso grave e quelli a decorso più mite: il mas5imo di 18 giorni è dato da un caso che ebbe decorso gravissimo e che fu preso in cura 2 giorni dopo l'inizio dei sintomi.
•
1
1
ai 1
•
-
•
,
[ANNO :\ '\XIII, FASC. 30]
1045
SEZIONE PRATICA
GRlJPPO
I.
o
.r Nome, Cognome, Età. p a Da..ta d'1in.gresso
Siln·t oma tologia nel eno a-Ollle
I
D ... Amalia anni t5 27-IV-1915 1
Accessi tetanici intensi.
Jd.
C... Serafina
praitica1ta
34
Cloralio
Gua.rigJ.one. •
Id.
Id.
~orni
35 g<i<Xrni
anni 36 7-V-1916
s
Eeiito
di W'aJVità
all'Ospeda,le
1
Cura
Tl'isma, opistotono; fres 01.isteni di clo. 18 2 Mo:rita. quenti. ed inite~si gli ~iorni ralio più voi- il 17-V-1916 grj.orn· giorni a.ccess1 generaù1; frete al giorquentissrl.m.i piccoli no.
T ... Emma nn1n i 34 12-V-1916
Oeeervazioni
Ferita
a.l
piede
Ferita aJ eiindstro.
piede
destll'O.
~glutJ.1Jione
accesei.
!impossibile. TempEII'atu.r.a. 39°.2; volso 120' aritmiieo.
C... CatEII'ina ~ni 46 18-V-1916
A ccessi di tr.isma e te· 4: giiorni giiorni tano dei muscoli del giiorni dorso molto intenso; cefalea intensa, ddspnea, cia.noei. Deglutiz..ione dlifftcile. Tempe· ratuTa. 38°.
S... Susa.nina anni 37 10-VIII-1916
Modico t risma; apre e 16 Ferita a.1J1a radice 8 8 Bagno caildo Guaa-ita. del naso. giorni gliorni chiude gli occhi e cor- giiorni g·ionalie(ro. ~l 19-VIII-1916 ruga la fronte con molta diffioo1tà. Vd'Vissime odontalgie.
7
G... Maria
V ... Rosa MJ.ni 50 20-V-1917
9
D ... B ... Adele
piede
6
~iorni
Olisteri di -010Morita ~.alio più vol- al 26-VII-1916
te aù giorno.
s
7
Accessi tetanici intf'nsissi· mi. Fenomeni bulbari. 7
10
13
N ... Sara a,nni 14 8-IV-1920
P... Paolina
-
anni 36 12-IV.1920
10
gi<Xrni
Id.
Morta 1'8-VI-1917
Id.
35 Clisteri dà cloR igid..i.tà de1tli arti infegtiorni riori, dei muscoli della gtiorni ..ralio. Illlli.e.zioni dd a-oL colonna veritebraJe e
Gua.rig.ione.
5
della
Accessi
nuca. di
Trtis.ma.
opi&totoo<>
molto frequenti e dolorosi. Sudori oopiosi. Teinp 37°,8.
do fend.co.
Ferita a.d un piede.
Guarigione. Ferirta poll.OOe mano sin·isUra.
32 Clisteri di oloCondizioni teta.niche mol· ralio.. Iin:ie.giorni to gravi; a;ccessi nu- griorni zioni dii a;o1. meToSi ed intensi, vod o f ell!iico. miti, mquJietJudine. Pol· so 110'; resip. 30. Temperatura. 38°. 2
I
12
Id.
Morta opistotono, a.o.- . 13 . Clisteri dà olor alio più vol- lil 14-VI-1917 eessi continua.. Tempe- giiorn1 te .ad giorno. ratura 39°.
2
?
..
'J'trisma..
:~o Lieve tl'li&ma, rigidità dei giiorni gtiorni muscoli d&l dorso; aie- giQXni cessi miti. Tellllp. 37°,5; 1po.l.6o 104' ; resp. 28'. Vomiti insistentii.
T... Elisa. a.mii 33 • 28-VII-1919
11
l
giiorni giorni
amni 22 2-VI-1917
\
Ferita al T.risma, opistotono. ac9 Clisteri dd cloMorta destro. g•iorni giiorni cessi molto intensi. A gio:rni ra.lio più vol- il 23-VTII-1916 te ,a,l g.iorno. volte iperde le onine, a volte ha bisogno dd. si.
~iorni
.A.ooeeai tetamici quasi -0ootinui, molto doloroSi. Deglutizione impoe. sibile. Polso 140'. Re61J>iro 40'. Telll.t°'· 419 ,6.
r.ingazion e. TeDlJP. 38°!9; polso aritmico. In ult imo il polso ca.de a 56' e l 'ammalata si aseopisce. 8
Morta il 20-V-1916
piede
2
gtiorni
L ... Ludgia anni 36 17-VIII-1916
Id.
Ferita al destro.
10
· .anni 12 24-VII-1916
7
2
Ferita ailluce einietro.
•
Fenita !Pianta. pi&de destro .
10..6
ta
J I POLICL I~ ICO
B. Cater.ina a.nni 33 28-IV-192.1
14
P...
12
giornd
Q.iud~tta
Lieve trisma., lieve nigi32 giornd. dità della nruoa e del ·&'io1"Illi tronco; iperriflessia, .clono 1del ipiede. DegJuti~one
15
M .•.
Tere~a
ainni 57 12-IV-1923
16
P ... Regina a.nini 19 25-IV-1923
8
7
giomd g.iorni
15
[ .i\NNO XXXIII, FASC. 30]
4 Lievi aioceesi di con·trat22 Clisteri dd ologiomd tu•r e gane!'ali. Polso 80' ; giornd iralio. llrui~resi;. 28'. Temp. 37•,9. zioni dd a.-OL. SudOO'li oopioa.i. do feniico. 1
runni 62 Z..X-1922
'
4
GUJ&rig.i.one.
Cloralio.
Id.
Ferita .aJ.l piede si.. nistro.
Ferita donK> <le deeitro.
p1~
stentata.
Trisma., aiccesei generali
~o
di oontr.attura; disfa- giomà gia .grave, l'igidità muscoilaire gene~ale; p&dii f,a delle orirue. Pol&o 10Ò'; l'e&Jl . 36'. Temperatura 38°,7.
Trtsm.a
molto pronUJil20 ·c.iiato. Tono musoola.re giONl·i
Clisteri dii
~lo
Gu3'1'ita 1ralio,. Iralie- il 25-IV-1923 zioni di acL do fenrlco.
Puntura c:-0n un if.e rro da calza
all'eminenza ten ·a re sinrlstra.
pii~
GuMig,ione.
Ferita piiainta de sin.i stro.
GtlM'tgione.
Escoriazione aJ .gi. nocchio destiro.
6 Aecolta oon grave aiccee. 2~ Clisteri dii oloMorta giornd eo tetan!.Lco generaJiz- giorn.i ralid. Iinlie- il 30-VII-1924 zato; trlisma intenso; zioni di a,.c1. tono musoolare molto do feruico. fort;e; metieoriemo dn-
Ferì ta al malleolo esterno de-
giol"Ild giol'IVi
mo~to
Id.
aumentato; iper-
rifleseia.;
·aicces&i
ifre-
quenti. Polso 120'; repi!ro 40'. Temp. 38°,3.
17
,. G. Elena
?
2
annti 13 3-VIII-1923
giom~
Lieve trisma. Tono .mu2:-. Clisteri dii closoolare molto· aumen- giorni .r.a1io più voltato; rigidità della pate .ail g.i orno. rete .antel'li.Olre dell'addome. Incesso rigido. Polso 108'; l'esJ>. 32'. Temp. 37°,6 . I
•
18
M ... Ro6a. a.imi 53 12-VII-1924
~5
gÌONlli
;;tro.
tenso ; eudoci profusi.
A1ccessi 1gl'WVi fll'equenti. Polso 1?.01. Tem.iperatur.a 39°,1. ·
19
L ... Zita ainni 28 5-XII-1924
Tmsma molto .i:rutenso e 33 Clisteri d ·i clogiol"Dli ·durat-0 a lungo. Aic- giorni il'alio ipiù volcesei di tetano genet"' ai\ ~·iorno. ·7
Guarigione
rale. Ri.giidiità l'ignea di tutti i 1musoo~i. Meteo-
rismo molto molesto; s till:13i Dibelle. Polso 106'. reep. 36'. Temp. 38•,2.
Piicoola escoriazione alla III fal~nge dito m~ diio mam.o destra. La paziente stessa ri-Olhiedeva i clisteri di clo. II'alio ognd volta ricompariva..
no pliù intensi e doJ.O!l'OS:i g.l i oos&i. • 20
B ... Giovanna a.nrnd 24 24-IV-1925
G... Jolanda •
a.nni 16 21-V-1925
15 giorni
11
1
22 Clisteri cli cloRigidità m uscola.re molInieto i.ntenrSa. Trif!!Ill a, o- giorni ralio. zioni di acipistotono, deglutizioine un po' .etentalta. Aooesdo fen1ico. ei molto dol-OiI'osi, quasi continui. Cefalea. intenea. Polso 80' ; reep. 32'. Tam.p. 38°.
30 Tono .muscolare malto giorni giorni aumientato; iair:ti linfe- aiorn . riori molto .rig.idi; trisma molto pronunciato; aiccess.i numerosi ed intensi di Ol)istoU>no. Polso 104'. Te.mp. 37°,6. 4.
Id.
8JC-
Ferita al tallone destro. • Il quadro di tetano
gener,ale fu preoeduto per 24 oiI'e da sintomi localà ma,njfeeti ( dol<>Ti. c!I'ampi, rigidità).
Jd.
Id. I·
Ferita aJluee s1n1e<tro. DurMlte la oon"l'aùescenza. ebbe un attacco d.i poliartlrite.
1
~.t\NNO
XXXI II, FASC. 30]
SEZIONE PRATICA
I>
·1
Nome, Cognome, Età
~p. .z•
Data. d '.ingresso all'Ospedale •
q)
~
o .... <'3 "O t'I ~ o ca .... .o a ~p
~g~
:..'"'~ ~4) "O
--"-
V... Rosina, anni 8 27-IX-1915
l
(l)a :a .s §+:>
·~ ·"'1
o
ca .... +)
f,<
j.~.~ § ~Il),~ Q
a·;:o .....F:! :::t
1047
II .
GRUPPO •
•
+)o td~+)
S1nrtoonaitdlogila nel SU-O a.eme dd gravità
+) ....
cl ;:l
~ P.~-8 o~ ·~ c'5 "O
~ a~ td~
Cura
A ~.i?
praticata
Oseervazioni
Eeito
~
4>
'O
I . Triama, opistotono, a,c3 20 mi1a u. Il. Morta giorni grj.ocni cessi glravi qua.si oon- giol'fl1Ji s. A. Olorar il 29-IX-1915 tinui; polso aIDitmioo, lio. voce nasale, diaf.a~ia ; rifiuta ogni oibo o ~ vaind.a. Temp. 38°,7. 7
1
Ferita a,d un p1ede.
•
J
7
F ... Inee giorni 8 1-11-1917
"2
~orni
B ... Ivo gqorni 12
B... Palmira aD.!Ili 8 16-II-1920
4
10 mila u. J . Stato tetanico graive. Morta 4 s. A . Clora- il 3-II-1917 giorna Oontinl!i aiocesai. Tem- giorni lio. pera.tura 36•. 1
-
30 mil& u. ii. AoceE!Si tetaniioi gravisManto 16 giorni giorni simi; fa.oies tieta.n.ica; giorni S. A. Clisteri il 26-XII-1925 giornalieri di te iam a; opistotono. cloralio. Temp. mae6. 36°.
SU1pp,uraz1ion·e del l'ombelico. R&. perto necros00p.ioo : broDJCOp-01. monite bilatera le a.b inigeetiti. Resta.n te eaia•m e negativo.
Fa.oies tetanica; trisma ; 15 2-5 mila u. l · 4 1 Guarito opistotono; aooessi grar giorni S. A. per v-ia il 1-III-1920 giorni gii.orni viesimi. Temp. massiendor.achid.; ma 38°-39°. 30 mila per via ipod. Clis t eri di clor a.lio .
Ferita dorso piede destro.
11
6-XTI-.1919
•
•
1
•
z...
Fra.nceeoo giiornli 15 2-VI-1921
12 2 Stato teta.nico grave. Ae20 30 mila u. i. Guarito giortlli giorni cessi firequenti, gra.v.i. giol"ILi S. A. Clora- il 20-VI-1921 lio. Siero antitet. Cloralio.
M... GiovaJnni
a.nn.i 7
Guarito
28-VIII-1921
S ... Emma anni 8 22-V-1922
1
Stato teta.nico g.rav.is6imo senza t.rlisana. Qo.. scienza. integra. Temperatura 40°.
'?
?
'
10 mila. u . i. 'hforta 2 giorver vi.a. en- nd doplO l'indora.eh. Oli- g.resso. steri tdJ. cloralio.
•
'\
,
9
10
Stato tetanico grave; gdorni trisma ; opistotono. Accessi f.requenti. TempeI'altiura 37°,4. 2
B ... Leonida a. ~. m. 6 31-VII-1922
8
I•
Q... Va.Iter 3.IIlni 6 22-XII-1922
26
~iorni
Senz.a. fer.ita nota.. 30 m1ila u. d. Guarito 1Per via en- il 26-Vill-1922 doraioh.; 40 .mila per vtia iip. Clor.aJlio.
7 2 Tetano gravissimo oon 8 30 m •i la u. 11.. Morto 9 ore Ferita d a ehiodo l' .iin- alla regione lomgiorni giorllJi. s iint<>mi bulba.r.i. A-oces- giiorni S. A. per via dopo &i g:~a'V'i. Temip. 39°. bare ein. endo.ra.1Chid.; g.reseo. 10 mila sotto oute. 1
D ... Fdran1i,nia, 3'nn:i 7 13-IX-1923
giiorni Tetano grave. Tempera20 31.500 u. i. rS. Guarito tura 37°,6. g.i orni A. per via il 2-X-1923 endorachid. ; ' 40 .milla. per Vla
11
S ... Romeo a.inni 5
19-IX-1924
12
Z... Iiriide a.nmrl. 3 18-ll-1925
'?
A ccolto in grruvissime condizioni oon accessi quasi continui.
i pod.
15 mila u. i. S. Morto A. Olorailio. il 21-IX-1924
Gua.rito 12 2 Tris.ma cii modli.c.a g.ra21 75 mtlola u. li. giorDJi giorni vità; opistotono. Tem- gd.ornii. endo ra.ohid.; il 19-III-1925 perat-w-a 37°. 40 mila ivoder. Clor!l.lio. ' •
Senza .fel'lit a nota.
•
Ferita. .a,,lluce sinistro. Durante la c<>DJValescenz·a si 1nota modifìc.amane del carattlea"e e de1l'espreesione.
1048
rL POLICLINICO
giorni trascorsi dalla co·m parsa dei primi sintomi all'inizj,o della cura andarono in genere dai 2 ai 5; furono 2-3 giorni ;per i casi gravissimi, 7 per un caiso grave deceduto ed altrettanti per uno grave guarito. C'è dun·que coincidenza di medesime condizioni in casi ad esito felice ed in casi ad esito letale e non è (possibile perciò trarne conseguenze per questo ri-guardo. La durata della malattia nei passati a guarigione fu in media dai 25 ai 35 giorni, minimo 20 giorni; nei casi infausti la malattia duTò variamente con un massimo di 23 giorni e.d un minimo di 4; nei casi gravissimi non superò mai i 10 giorni. In più di metà dei casi la porta d'ingresso d el virus furono ferite riJportate alle estremità intferiori: fra questi troviamo i più gravi e tutti i deceduti meno uno in cui si trattò d'una puntura con un ferro .da calza all'eminenza tenar.e sinistra. Un caso, in cui la porta d'ingresso fu una ferita alla radice del naso, ebbe decorso piuttosto mite ma fu caratterizzato da violenti odontalgie, fatto inatteso ipoichè, com'è noto, la tossina tetanica si diffonde ordinariamente solo lungo i nervi di moto e i disturbi a carico della sensibilità sono molto rari. Dall 'in dagine anamnestica di una delle nostre ammalate •(B ... ·Gio,ranna) 110 potuto rilevare, ir1 modo assai manifesto, ·sintomi locali •dell'infezione precedenti di 24 ore il tetano gen erale. Nel quadro ·Clinico del tetano traumatico, il trisma, il risus sardonicus, la rigidità nucale, come è risaputo, sono i primi sintomi a comparire o per lo meno come tali vengono ordi·n ariamente consi-derati. Negli ultimi tempi e specialmente dopo la larga esperienza di guerra, l'accurata indaigine e l'attenta osservazione riuscirono abbastanza spesso a mettere in evidenza prodromicamente dolori, crampi muscolari , senso di rigi1dità e di stiramento in corriSjpondenza delle regioni o dei segmenti del corpo portanti il punto d'ing.r esso del I
I
1
1
1
''iTUS.
[ANNO
stadio della subentrante sindrome tetanica ge. n eralizzata. Fra le particolarità notiamo infine un attaccn di poliartriite insorto nella G... Iolanda durante la convalescenza del tetano; la .stessa ammalata aveva sofferto di un primo attacco di poliartrite 6 anni prima ed ora ne veniva col(pita per la secon·da volta. \Tenendo al gruppo dei bambini notiamo : su dodici bambini tetanici sieroterapizzati, 6 soli riuscirono a su1)erare la malattia. Fra questi figurano dei tetani di modica e notevole gravità leggermente febbrili, un caso a:sis ai grave (.B ... Palm1ra) con febbre elevata (39°) ed t1n neonato. Dei deceduti tre si possono .considerare gravissimi per sintomatologia di lesioni bulbari, (·uno mo.rl 9 ore dopo l'ingresso, gli altri due dopo 48 ore); il quarto è lln tetano a decorso anomalo, iperpiretico (40o) senza trisma; i due restanti sono neonati ed -è nota l'estrema gravità del tetano dei neonati, avendosi in genere una mortalità dell'80 e 1più per cento. In tutti la sieroterapia fu iniziata al massimo entro ·due giorni dall'inizio dei primi sintomi. La durata dell'incubazione, ·n ei casi in cui si potè stabilire, fu di 7-10 giorni con un minimo di 4 ed un massimo di 12; fu dunque sensibilmente inferiore alla durata media del periodo d'incubazione che abbiamo osserva.to nelle adulte, a conferma in ciò dei dati clinici e 1sperimentali, secondo i ql1ali il periodo d'incubazione del tetano è tanto più breve quanto più piccolo è l'animale o xneglio quanto più brevi sono i tronchi nervosi che la tossina deve percorerre (per giu11gcre alle sedi idi sua elezione. ·In media la malattia nei guariti durò d&.i 1.5 ai 25 giorni, nei morti 1dai 3 ai 5 giorni; in un solo ·caso (neonato) la morte avven!).e, perduranùo lo stato tetanico, •dopo 16 ·giorni ed alla necroscopia fu riscontrata broncopolmonite bilaterale ab in•g estis. In alcuni bambini 1grandicelli è stato notato, durante la con, alescenza, come postumo della mnlattia, un mutamento nel carattere e nell'esp:ressione con ten denza a tristezza, a permalosità, a rnalinconia. Questo fatto fu rilevato specialmente evrdent.e nella z... I·r ide che, a de}ta dei parenti, era rpl'lima assai gioviale. Se vogliamo ora istituire dei 'Paralleli tra i ris ultati 0 ttenuti nel grui)po dei trattati col siero e quelli ottenuti nei non trattati, la ~rima im1Jressione che ne abbiamo attenuerebbe un po' l'entusiasmo per la sieroterapia antitetanica. A :parte ogni altra considerazione abbiamo nel gruppo dei sieroterapizzatj 11 50 % di morti , •di fronte al 38 % nel gruppo dei non trattati. Ma sappiamo bene che non è lecito considerare i casi icosì globalmente, nè d'altra parte possiamo ·Credere di poter 1
1
Questi sintomi regionali precedenti al trisma e persistenti poi con maggiore intensità, cost1tuiscono il cosidetto tetano locale ~he, se costantemente messo in evidenza, assul'gerebbe per ol\rvie ragioni al massimo interesse pratico. Secondo alcuni Autori, per tetano locale si dovrebbe inteilldere una forma cir coscritta, attenuata od abortiva del tetano traumati-co. Ma è noto invece che ~ssai spesso dalla itorma locale ·si passa r~idamente al tetano generale ed 1è meglio perciò, come osserva il De Toni, ed anche dal punto di rvjsta dell'interesse pratico, che peJ.• tetano locale o circonscritto s'intenda il primissimo 1
XXXIII, FASC. 30j
1
[
h te
b:
n d iJ Ci
1: C1
n
s b d ~
s e I
I I
(.i\~o
XXXIII,
FASC. 30)
SEZIONE PRATICA
fare deduzioni attendibili dall'esan1e di un materiale piuttosto esiguo. Tutta via, analizzando i singoli casi, noi dobbiamo ammettere l'estrema ,g ravità dei casi mo:rti nonostante la sieroterapia, dimostrata, oltre che dal qua:dro clinico, dalla durata della malattia in tutti sotto i cinque giorni, meno che in un caso co111plicato da broncopolmonite. In tre casi la morte si ebbe entro le 1prime 48 ore dall'ingresso in ospedale. All'incor1tro, dei benefici infl'Ussi della antitossina ci sembra constatare nella favorevole ed abbastanza pronta modificazione del decorso e nella durata della malattia, nei guariti, 1dai 15 ai 25 g1 tnni, quasi sempre iThferio:re alla durata della stessa r1ei non trattati, ammesso come pacifico che la sola dilfferenza d'età non apporti variazioni notevoli di decorso e di durata nella tossi-irufe. zione. E chiaro però che l'organismo infantile, per la sua Ininor iresistenza e 1)er la maggior eccitabilità riflessa di esso, trova.si in particolari condizioni di s.fa'Vore; nè ritengo si potrebbe ~ppli ~are in identiche condizioni il solo metodo sedatiYo nel bambino come nell'adulto. Ho pot'Uto constatare inoltre che la Clinica Pediatrica di Padova, pure diretta dal ipTof. Berghinz e nella quale fui assistente fino a poco temipo .fa ,-anta una statisti,c a id i sieroterapia antitetani'ca molto più brillante. Tuttavia non v'·è .dubbio che talvolta noi ci trovj amo di fronte a ·dei casi di tetano in C'Ui nulla c'è da sperare dalla sieroterapia e che meglio vale risparmi are ai ipoveri infermi delle pratiche dolorosissime e non approdanti ad altro che ad eccitarli ma.ggiorrnente scatenando in essi nuovi, ter ribili accessi. Sono i tetani gravissimi a lesioni bulbari ruaniif este con irrepaTabile comproml> sione idei centri del cuore e 1del respiro, sono certe forrne di tetano cefalico od idrofobico. P~r gentile concessione del mio i)rimario prof. P ennato, posso illustrare due casi, a Lui capitati, di tetano gravissimo atipico che non ho voluto corrJ.prendere nelle tavole su riportate appunto 'Per poterne parlare ora ipiù diffusamente. P ... Lujgia, d'anni 63, entra nel nostro Reparto il 22 genn aio 1922 ·con diagnosi di stenosi dell'eso:fago : nessuna malattia 1pregressa degna di nota; a1nmalata da cir ca 8 giòrni, -cominciò con rigi1dità dei mu·scoli del collo, trisma, dolori alla nuca ed al capo. T ali disturbi si sono man mano accentuati. Apireti,c a. Non sa di aver riportato ferite o lesioni cutanee all'infuori di un gelone alla ma110 sinistra. All'esame obbiettiYo si Tiscontra: nutrizione buona, trisma com,p leto, deglutizione impossibile, arti rila·ss:ati e mob~li come n ormalmente; non albuminuria. 23 gennaio : notte molto inquieta, accessi fre.
•
1049
quenti dolorosi, deglutizione impossibile; ipare che i tentativi di deglutir e la saliva provochino gravissimi accessi. Temp. 36.90, polso 120 aritmico, respiro 56. 24 gennaio : d eglutizione impossibile; nei tentativi di degluttre si provocano gravi e doloros:Lssi1ni accessi. T emp. 36.6, i>Olso 88' respiro 32. 25 gennaio : stesso stato, trisma ;permanente, notte completamente insonne. Temp. 37.6, polso 120. Nello stesso giorno decede. Durante ia breve degenza non ha potuto deglutire neanche una gocci.a. Nei tentativi di farlo prova sofferenze così gravi e delle quali ha cosi forte te.r:rore che alla vista del liqui·do, che le si vorrebbe dare, si eccita e .p rotesta vivamente di 11on voler ritentare la prova di bere : ricorda in questo l 'i·drofobo. La coscienza persiste integra, ·gli arti rilassati. Si ·praticano ripetutamente clisteri di acqua in piccola quantità che vengono trattenuti. Iniezioni ripetute di spasma1gina riescono ad assopirla un a>oco ma per nulla iThfluiscono S'lllla disfagia che persiiste as.sai in1pressionante. Il caso · è molto pietoso. In ultimo, avendo avuto due fortissimi accessi di costrizione alle fauci, con dispnea e cianosi, doloro5i·ssirr1i, si pratica una iniezione di moTfina -e circa due ore dopo muore. P oichè qualcuno aveva avuto l'impressione che qua1lche lesione stenosante dovesse esistere a spiegare la di&fagia, all'autopsia la faringe e l'esofago fino allo stomaco furono riscontrati perfettamente a>ervii e di aspetto normale, cosi pure le prime vie respiratorie, esplorate fino alla divisione dei bronchi; cuore un po' ipertrofico, non vizi valvolari, lieve ateroma ao.rtico, ipostasi polmonare. Cranio e specn vertebrale non esaminati. 1
N. N., d'anni operato •p oco prima di cisti con genita alla regione sopraorbitale destra; guarito si presenta con paralisi facciale destra, lieve trisma che diviene ben presto trisma-grave, qualche aceesso di opistotono, r ari accessi di rigidità agli arti, temperatura febbrile sui 38.3°, polso 100; deglutizione difficile. Il paziente è sopratutto tormentato da un senso molestissimo di imbarazzo nella ,fossa nasale destra, del quale egli, tenta 11berarsi con continui sforzi espiratori che .gli ottengono stentata emissione di muco sanguinolento. Nei !Primi 1giorni c'era di1s fagia ·dolorosa e si r1fiutava per que:.;to di alimentarsi, si eccitava al'la vista delle bevande offertegli ribellandosi ed allora insorgevano facilmente accessi tetanici. Gli rfu:rono praticate iniezioni di acido feniico e clisteri di cloralio e doipo sintomatologia ·g ravis sima il paziente guarì. Ecco dunque ·du e ·graviiss.imi tetani celf alici, di cui uno passato a guarigione, senza antitossina, •davanti ai quali si è quasi tentati dii pensare a delle identità tra tetano ed idrofobia. E c'è stato invero -chi 11a creduto di affermare che la rab bia non saTebbe altro che una forma di tetano. Si risponde però facilmente che ·del tetano è noto e reperibile l ' agente specifico e non delln. rabbia, che nel tetano manca.no le alterazioni psichiche, che nel tetano i sintomi non presen1
1050
[.<\NNO XXXIII, FASC. 30J
IL POI.ICLJNICO
tano mai, come nella rabbia, ·delle intermittenze complete (Eichhorst) . P er fortuna queste d'onne così gra,ri ed impressionanti non sono frequenti : nei trattati si parla di raccolte inferiori al centinaio. Per lo più in questi casi la porta d'ig.resso del virus, fuTono proprio, corne in uno d ei nostri, lesioni traumatiche i11 ,corrispondenza od in vicinanza del margine sopraorbitale. ·Al trisma segue spesso la rparallsi ·del facciale del lato Otf!feso. A questo p:ro, posito Moirond (Gaz. Hopit., 1920, n : gl-33), rdisting.ue due fo.r me .cli tetano cefalico: l 'una non paralitica, l'altra con parali1si facciale. 111 tetano cefalico non paralitico seg·u e ordinariamente a ;ferite della testa e presenta trisma, contrattura di alcuni muscoli facciali e talora spasmi faringei detern1inanti vere crisi di idrofobia ed accessi dispnoici intensi. Il tetano con paralisi segue soltanto a ferite della fa ccia, sia esterne che interne, è caratterizzato da contratture cervico-facciali uni o bila.teral1 interrotte da accessi spasmodici, paralis i del fac . ciale completa od incon1pleta e paralisi del III, IV, VI e talora XII con .sindrome labio-glossofaringea. · Le ricerche sperimentali ed anatomiche avrebbero dimo·s trato che la sede della lesione trovasi nei centri dei nervi paralizzati onde si deve parlare di lesi-011e nucleare n on di neurite da irufezione tetanica. Le paralisi dipendono dalla maggior virulenza della tossin.a tetanica. Come si vede il quadro clinico del tetano traumatico ·,raria notevolmente oltre che per s1peciale virulenza, predi.sposizioni, ecc., -anche a seconda delle sedi della porta d'ingresso della malattia. Con questa, varia (più o meno) la loC-alizzazione princi'Pale, varia la gravità, l'evol11ziùne ed il decorso. Infatti dalla regione d'ingr esso la tossina tetanica, percorrendo i nervi di ·moto, giunge alle cellule radi·c olari a cui quelli fanno capo; queste cellule ra<li colari motn"'Ci per 'Prime ne resterebbero offese e si ~pi e;gh1erebbe così l'insorgenza. precoce dei fatti locali cud sopra ho accennato. Senonchè noi sappiamo che nel tetano classico i sintomi locali .spesso mancano ù per lo meno sono di così fugge,vole indipendenza che per lo più non vengono notati, mentre rapidament.e si .stabilisce, -come d'atto -prepon·derante, il trisma, il risus caratteristico, eoc. Si dovrebbe dunque ammettere per la tossi·n a tetanica una predilezione maggiore per le cell~~ dci nuclei d'ori·g ine dei n ewi cranici motori chè non per le cellUle motrici spinali che pure sappiamo di identico signifcato o, per lo meno, una rE>azjone alla tossina più pronta e pi"ò intensa da 1
1parte delle prime. In tal modo, giunta all'ais..;e ~pinale la tossina progredirebbe preferibilmente fino agli llltimi nuclei centrali dei nervi cranici e, a seconda del grado di saturazione tossica, (eh.e fino a1d un certo punto si può ritenere puxamente ·casuale) ·di uno piutto'Sto che degli altri nuclei motori avremmo una sindrome predominante a carico d·el V (come di solito avviene) o del VII o del IX o degli altri cranien·si motori. Le gravi lesioni nucleari, fino alla parralisi, che son state riscontrate a carico del 70 paio, i gravi.c;simi sintomi a carico del V, IX e X paio che abbiamo !p otuto registrare nei nostri due casi di tetano cefali co con assenza in uno, completa, di alterazioni spinali, starebbero a confermare quesfa ipotesi. 'Ma altri fatti clinici e S'Perimentali ne restano insuffìcentemente spiegati per cui il prohlema, sotto alcuni · rilflessi, abbi1sogna ancora di studi e di osservazioni. 1
* ** Ring-razio sentitamen.te i chiarissimi prof. Pennato e pTof. ·B erghinz per avermi permesso questo :s tu.dio e 1p er aiver posto a mia di.sposizione il materiale occorrente. lJdine, 15 dicembre 1925.
OSSERVAZIONI CLINICHE. • 0SPEDAIE CIV. DI MANTOVA - I[ REPARTO DI MEDICINA • Direttore : dott. URTOLER GIUSEPPE. 1
• Contributo clinico allo studio della '' ci1·rosi atrofica ''·
Dott. SANDRI
OLIVIERO,
assistente.
I
Il 14 settembre 1924 veniva ricoverato in ospedale tale C. Gino di rMantova, d'anni 20, con diagnosi di « polisierosite » .. Eocone la storia : Genitori e due fratelli viventi e sani, nessuna particolare forma morbosa nei collaterali. Il p. ha 1sem1pre ·g oduto ,di ottima salute, di co. .stituzione robusta ha avuto uno sviluppo normale} all'età di 5 anni gli fu inciso ·u n asce.sso sulla fa~cia posteriore della coscia s. · A 15 anni incominciò a lavorare in una offi· cina 1d'impianti iùraulici. ESèlude nel modo ;più assoluto ·di . aver contratto malattie veneree o siofili·de. Bevitore e fumatore regolato, buon mangiatore. Nel mà.ggio del 1924, a ragione del suo mestiere, lavoran1d o ad una grondaia di un tetto, per rottura dell'impàl.Catura, cadde da una altezza di 10 metri, non ritportando alcuna lesione nè risentendo disturbi in 5eguito. Ai primi dì agosto venne arruolato nell'aviazione ed iììviato in un ieampo vicino a Milano • .Non ebbe ·a sopportare particolari disagi. 1
1
1
[ANNO
XXXIII, FASC. 30]
Dopo circa 20 giorni di servizio militare notb co.m e l'addome venisse tumefacendosi; ·gli unict di·sturbi che avvertì allora consistevano in un aum entato bisogno ·d i bevande, in una diminuzione della quantità id i urine (di colore rossastro) ed in un senso cli stanchezza anormale. \ iisitato, venne inviato all'ospedale militare <ti 1\!Iilano, donde fu dimesso, do,po un giorno, in licenza illimitata. Non ha mai avvertito 1dolori in n essuna rparte del corpo, non .diisturbi •dispe:ptici (anzi l'~ppetito si ·è .sempre mantenuto ottimo); non tosse nè affanno ·di respiro, non ha mai aoousato senso di f ebJJre, n è si ·è mai accorto ·Che in qualche momento la cute e le sclere acquistassero colorito giallognolo. Da .qualche giorno gli si è tumefatta l'artico1a. zione tibio-tarsica di sini·s tra, fatto che si è z-i· petuto altre volte e ·ohe iè sempre Stparito S'POntaneamente ,dopo ,qual che tempo. Al,ro rpiuttosto tendente al diarroico, scarsa la quantità di urine nelle 24 ore. Esame obbiettivo. - .A pirettic o-cosci ente, leggermente dispnoico, polso piuttosto fiacco, tiipo longilineo ,con .scheletro regolare, buono stato ·di nutrizione, colorito roseo, lingua n ormale, micrQlPOlia,denia in·g uinale, non edemi, mo dica tu.m efazione all'articolazione tibio-tarsi-ca di s .. la quale è indolente alla pressione e nei movimenti. Apparato respiratorio. - A. d.: emitorace più &s.panso, fr-v-t abolito dall'an1golo della scapola in giù, ivi ·si ha ottusità alla percussione e abolizione di respiro , mentre nella regione sopraspin osa si ha un suono tendente al tirr1panico e respiro bronchiale. ' _.\ s.: fr-v-t abolito nella regione della base con suon o ottuso, e abolizione di respiro; nei due terzi superiori il fr-v-t è conservato, suo110 smot zato, respiro bronchializzante con rantoli a p. e m. b. in-espiratori. rM obilità rd el margine polmonare iniferiore, abolita a 'd. diminuita a s . .4pparato circolatorio. Nessun rilievo di particolare importanza all'infuori di toni molto deboli. Fegato e mil~a. - PeI"cussoriamente l'area di detti organi è spostata in alto, impossibile la palpazi0ne. .4ddome. - Globoso, presenza di liquido libero, che oltrepaJSsa la ombelicale trasversa (fenomeno ·del fiotto), indolente la palpazione in ogni sua se~.: one , 1 soffio venoso assente. Esami speciali. - Il li-quido rpleurico e addominale sia chimicamente che microsco.picarnf!JJt.e ha sempre avuto i caratteri del trasudato, (dall'emitor-ace d. vennero estratti oltre 20 litri di ltqui,do e dall'addome oltre 60 litri in più riprese). Risultati negativi hanno dato la R. W. e le diverse prove iper rivelare una infezione tubercolare in atto. Negativo l 'esame morfologico del sangue, all'infuori di una eosinofilia (8.5 %) . Le prove •della funziona:lità epatica hanno rtve· lato una .alterazione nei processi biochimici svolti id·a questo organo. Durante la degenza il rp., 'è sempre stato apirettico arrdan·do inco·n tro a:d un progressi\ 0 dimagrimento, per quanto la nutrizione si compi<5se rego-
* **
1
1
1
1
1
•
1
~armente.
1051
SEZIONE PRAT1CA
La prin1a diagnosi cthe doveva essere vagliata, dato che con questa il p. veni va inviato in 01spedale, era quella di polisierosite. 1'Ia alcuni dati desunti sia dalla storia che dal decorso della maliattia e dai risultati degli esami s:peciali ·dovevano porre un dubbio nell'él!Ccogliere senz'a)tro 1q uesta diagnosi. La completa apir essia, l'assenza di qualunque dolore addominale sia spontaneo che 1p rovocato, la mancanza di una lesione peri1cardica pregressa o in atto, la natura del li1quido pleurico i~ addominale, con tutti i caratteri del trasudato (i ri>Spe.ttivi esami hanno semrpre fornito dati pressochè Pguali), la n egatività ·della reazion·e lo'c ale e generale alla tubercolina, furono elementi che dovevano contraddire la natura specifica della malattia. Indirizzatjci pertanto ad altre forme che potessero spiegare il coon'Plesso di .sintomi rilevati ed il risultato .dell'esame obbiettivo, si presero in considerazione quelle lesioni del fegato ·che 1poteYano rientrare nel qua:dro presentato ·dell'A. e prectsamente: la sifilide, le neoplasie, la cirrosi ai Laennec, dato che anche gli esami sulla fun. zionalità ·di questo viscere avevano dimostrato . esjster·vi una lesione. Contro la sifilide depone··çano il s ilen zio assolnto della storia ,s ia nei ri•g uardi 1del gentilizio ohe del p. che non ammette contagio di sorta; l'assenza al momento ,dell'esame di altre localizzazioni lu etiche; il volume del fegato, ·dato il quale bisogna\'a 'Pensare eventualmente ad una epatite interstiziale diffusa ·con cirrosi atrofica, come si ,-erifica talora negli a•dulti; la negatività d ella 1
1
R. \V.
\Tenendo alle neo'Plas.ie quella che colpisce con maggior fre·q uenza ·delle altre il fegato è il cancro, quasi sempre secondario a localizzazioni in altri organi. ~1a sia la sinto1natologia 1 pres entata dal p. che i dati# obbiettivi fac evano escludere senz'altro que. sta 1orma: vorume ·d el vi scere ridotto, a:pparente a11mento della n1ilza, assenza di dolori spontanei e provocati all'ipocondrio d., ·dimagrimento ma l10n cache5sia cancerigna, il carattere del liquiido ascitico ('m ai emati'co ), non disturbi di'sipept.i-ci. Rimanendo nel carn;po delle neoplasie e .con rpar. ticolare riguardo alle forme 1primitive, una speciale lesione del fegato idoveva im·porsi al nostro studio, e... precisamente quella cbe è conosci·uta sotto il nome di cirrosi carcinomatosa (Trhorel), o cancro con cirrosi (H·a not e Gi1bert) o carcinoma con cirrosi (il\I. B. Schmidt). 1
1
..
1032
I I. POLICLJNICO
~tcntre
alcuni autori ritengono tale forma come propria dell'età matura e dei Yecchi, altri descrivono casi riscontrati in giovani soggetti; tu? tavia vi è .concordanza sul periodo di evoluzionl. che si aggirerebbe ·dalla manifestazione dei prim! sintomi alla morte tra qualche settimana a 3-4 mesi (in un caso descritto tale iperio,do sarebbe stato ·di soli cinque giorni, Poujol e Lagrot). La presen za del versamento aid·dominale. che ~1 riscontra nel G0-70 % dei casi ,di. carcinoma p rimiti,ro, è 1quasi ais·soluta ed . in moido notevole nella forma cirr otica; l' 1drotorace destro, il tumore della milza (prodotti ,della 1s tasi nel territorio 1della porta) erano elementi che potevano suffragare l 'eventuale diagnosi del cancro epatico con cirrosi, poichè come ricorda il Sacconaghi, « dovrà essere nostro sforzo di rintraJcciare la eventuale alterai.io. ne neoplastica ogni qual volta si è 1d inanzi ad un fegato cirrotico. Data una neoplasia m·a ligna del fegato, potranno il ·vol11me del F. relativamente e&tguo del tumore ed i fenomeni sipiccati di stasi portale (e tra questi, sopratutto, una ascite molto svillllPpata, nonostan1e l'assenza di forte 1colemia e iipocolia intestinale, e la milza da stasi) portare alla diagnosi di .cancro-cirrosi n . In ultimo r imaneva da considerare la Cirrosi 1
[ANNO
Se in un in divid·u o anziano tale forma può avel'e il suffragio oltre che dei dati obbiettivi anche dei dati anamnestici, nel nostro .caso 1questi .sono completamente muti per la ricerca di un nesc;o etiologico. Non l'alcool, non la malaria, non intossicazioni professionali (saturnismo); si ri•cordano, è vero, ~irrosi successive a traumi (Alexan·der) ma questi <;ono casi raris simi e iper Io 1più la lesione è limitata a qualche zona non all'intiero organo: nella storia del nostro ip. troviamo una caduta avvenuta tre mesi .p rima dell'inizio dei suoi disturbi : n on ha riportato però che un mo·m entaneo stordimento, senza risentire particolari dolori all'addo. me. Quindi tale causa può essere esclusa senz'altro. E così nei ri1guardi delle tossine lueti·c he e tubercolari per le ragioni esposte parlando di queste ma1attie. La diagnosi di Pseudo-cirrosi epatica pericarditica ' F. Pick) .che avrebbe potuto imi)orsi qualora fossimo stati ·di fronte aJCl un ·ca;so di polisierosite, doveva venire scartata, mancando i dati necessari per la dimostrazione di tale forma, della quale la cirrosi epatica rappresenta una manifes tazione per altro non molto comune. Se la diagnosi di cirrosi YOlgare nel caso irt rti scussione non troyava ieonforto per la sua etio1
•
30]
* ** Nel chiudere .questa mia schematica nota ·clinica , sento il dovere di ringraziare il mio primario dott. Urtoler per i con sigli forni timi; il primario chirurgo dott. l\1ambrini per l'operazione eseguita sul p., il dott. Arrigoni •p er l'esame istolo·g ico.
* ** Il p. uscito s·p ontaneamente ai primi di febbraio 1925 veniva a morte doip o cioca un mese e mezzo. BIBLIOGRAFIA.
1
•
FASC.
logia nell'anamnesi, non bisogna dimenticare che come la si riscontra di massima negli adulti, cosi \'"engono ricordati casi nei quali i colJpiti erano bambini di ipochi mesi di vita: però in questi la malattia si può riportare il più delle volte a disturbi ·della nutrizione. Esposte così in breve le diverse ipotesi che po. tevano venire formulate dinanzi a 1simile caso , in verità non troppo sem'Pli·ce, q.u elle che si imiposero furono la cancro-cirros·i scartata in seguito sia per il carattere sia per il tempo di evoluzione e la cirrosi voigare per la quale stavano a con- . ferma i ·dati degli esami obbiettivi. E di tale diagnosi si ebbe la conrferma più convincente, se· mai ve n'.era di bisogno, quando ·d opo 4 mesi di d egenza fu proceduto ('Permettendolo le condizioni ·del p .) alla biopsia (19 gennaio 1925) e al successìvo esame istologico del pezzo asportato, che ri,~elarono i dati classiri della cirrosi-epatica atrofica nei suoi caratteri macro- e microsc0tpici.
1
epatica di Laennec.
XXXIII,
1
ALEXANDEH. Deut. M·ediz. Wooh., 1907, U. 45, S. 1858. BERGHINz. Cirrosi epatica post-dissenterica. •L a Pe·diatria, f. 13, 1905. GAGNONI." Studio clinico ed anatomo·patologico su un caso di cirrosi epatica (tossiemica) in un poppante. R . CL . P . n. 9, 1911. HANOT e GILBERT. Etudes sur les malaàies du foie.
Paris, 1888. LEUBE. Diagnosi differenziale delle malattie interne, vol. I. POUJOL e LAGROT Archiv. frnnç. de Pathologie, ecc., f a,src. 9, 1924. SACCONAGHI. I ndirizzo alla diagno,s i dei tumori addomiq1a.li. P avia, Marelli, 1908. Sopra un. caso di cirrosi epatica in un bambino di 18 mesi (da gastro-enterite) . Soc.
SALVJOLI.
Med. Chir., P adova, 1923. ~CHMIDT. Virchow's Arch. Bd. 148, 1897. THOREL.
Die Cirrhosis H epatis car.cinomatosa. Zie-
gler Beit., 18, 1895. F. U:\1BER in MOHR e STAEHELIN. Trattato di mediciria interna , vol. 1111, parte 1a.
•
[.<h~o
XXXIII,
FASC.
30]
•
SEZIONE PRATICA
SUNTI E RASSEGNE. SISTEMA NERVOSO. Epilessia t1·aumatica. (CL. VoGT. Gazette des H6pi taux, 29 maggio 1926)
La base di questa epilessia è una lesione diretta o indiretta del cervello, prodottasi o per trauma. tismo ostetflico durante il parto o per qualsiasi altro acc~dente durante la vita. I traumi dell'in· f:inzia son o quelli :che pro ducono più facilmente epilessia. Sede. Le lesioni craniche maggiormente epilet tog.en e sono quelle localizzate a ·s•inistra· e più di tutte le iparietali: meno l e frontali, le occipitali e le temporali. Tutte le l esioni cerebrali sono suscettibili dl d eterminare l' epilessia, specialmente quelle che interessan o i lobi parietali ed i lobi frontali. meno le occi'J)itali e temiporali, affatto le cere. bellari. P iù rhe la dimensione della breccia cranica, influi scono l'estensione e la profondità della 1erita cerebrale. Le lesioni e-stese sono quasi sempre epilettogene: se interessano la sola corteccia danno sopratutto crisi jacl<soniane: se fPToifonde, l' ep1. lessia che i>roducono è sempre generalizzata. La suppurazione deile ferite cra11,iche e cere brali, gli interventi chir urgici successivi al trauma sono cause aggravanti per Io sviluppo successivo dell'epilessia in quanto che favoriscono maggiormente le ulterior.i aiderenze e ·c icatrici nevrogliche. Clinicam ente bi-sogna distinguere la forma acuta o precoce, e la f orma tardiVia. La forma acuta è l'eSipressione sintomatica di un disagio locale per irritazion e prodotta da schegge, proiettili, ematomi extradurali: &oprav·viene S'Ubito dopo il trauma, e scomparisce coi\ l'intervento chirurgico iche n e r imuove la causa. La forma tar-di va è la vera epilessia trauma tic~ che si sviluppa dopo un pe1iodo di lat enza di • durata molto vaTiabile: da qual che settimana a molti anni, anche quindici. In gen erale però ìa esplosion e ·delle cri&i epilettiche si ha fra tre, cjnque mesi. Prodromi. In un terzo dei casi la crisi è preceduta (12-48 ore prima) da formicolio e prurito in vicinanza della ferita cranica, da dolore e tensione della cicatrice, e 1da un malessere generale, cefalea violenta, rumori e sof·fi auricolari, visjone di mosche volanti, o <la idee fisse e cambiamento d.i umore. A. ura. Esiste n el 20 % dei feriti, è più frequente nella forma jacksoniana, •dura qualche secondo e precede immediatamente l'accesso convulsivo. La -più comune è l'aura motrice: 'PUÒ essere anche 1
1
1
1053
sensitiva, sensoriale, vasomotrice, p sichica, vt. scerale. La sensazione dei .p rodromi e dell' aura possono
prevenire il malato e metterlo in condizione di evitare la caduta. Crisi con'l1ul siua. Le crisi g~neralizzate si otiservano con maggior e frequ enza nei due terzi dei casi. Può mancare l'aura ed il grido: non martcf>. mai il 'Pallore improvviso, il ma1ato perde la coscienza e caide. A•d un breve periodo di sc;oS.)<' fùntche, segue la fase clonica ed in fine la fa se stfrtorosa. P oi l'epilettico rinviene con completa amnesi a della crisi subita. Nell'epilessia traumatica le fasi poss':)n0 succed ersi meno metodicamente ; la perdita (Ìi orina, t morsi della lingua, la salivazione po:-:;souo mari, car e. A volte alla fase tonica può segui "E.' i mmediatamente la fase stertorosa (ictus apoplettictJ ), o può vedersi una forma stertorosa semp~ice, o alti-a con crisi molto lu11ga e violenta (furore epilettico ; . La crisi jacksoniana ha per caratter e essenziale la sua localizzazione in un gruppo muscolare beii determ1nato, che sarà ~em'Pre lo stesso pe·r ~no stesso malato. Si hanno così tre tipi princ1·pal1 · i.I faciale, il brachiale, che ·è il più frequente, ed il crurale. L'inizio è brusco, senza grido iniziale; alla fase toni ca m olto breve segue la fase clonira della 1durata va·r iabile da qualche secondo a qualche minuto primo. Durante l'ac·cesso in principio il mal~to n on perde la coscienza; solo nel tipo faciale si può avere una specie di obnu·bilazione più o meno com1p leta. L'incontinenza di orina è eccezion ale. Vicino alle forme classiche esistono numerosa altre forme cliniche. A seconda d el ti.po di reazione motrice possono aversi forme toniche, forme r,Joniche, form e con tremore, fo·r me mi.ocloniche, forme atetoidi forme coreiche~atetosiche. Questi ultimi tre tiJpi 11anno una durata molto lunga. A seconda delle localizzazioni convulsive ipossono a,rersi delle forme parcel'la·r i (per esempio il nistagmo 1nioclonico ·d i Len oble ed Aubineau), fo·rme emiplegiche, forme gen eralizzate, forme pa,... ziali 01nolaterali (nello stesso lato della ferita). .;\ seconda della dura.ta può aversi ip erfino il tipo c.0ntinuo di Koj ewniko\v nel quale le contrazioni di un -;egmento muscolare sono continue, anche durante il sonno. I
* ** Dopo la cr1s1 sono facili a vedersi una serie dl disturbi postparossistici, che v·ann o da un semrplice e breve periodo di abbattimento, fino ad i1n o stato di ' 'ero ebetismo e decaJdimento intel. lettuale (demenza epilettica traumatica) ; in gene,
'
I
1054
•
IL POLICLINIC.O
[ANNO
XXXIII,
FASC.
[I
30]
\
rale si ha qualcl1e pare5i o paralisi parziale e fugace, disartria o afasia transitoria, o qualche breve deficienza sen sitiva o sensoriale.
* **
\
.i\.lcuni epilettici hanno solo a ccessi : '?.ltri hanno un succedersi di accessi e di equivalenti; altri l1anno solo equival enti. Gli equivalenti n ello stesso soggetto si ritPetono sempre sotto la stessa forma, sono brevi, ra,p idi n el co1ri-pari·re e 5comparire, ma accompagnati anche essi da stato di incoscienza e seguìti da amnesia. Solo le f ughe epilettiche sono crisi deambulatorie di lunga ·durata. .t\nche gli eq11ivalenti possono essere generali (vertigini, a 5senze, fughe, crisi vaso-motrici, crisi di eccitazione o depressione psicl1·ica, crisi di cefa. lea, di ·v omito, di sonno) o parziali (a tipo 1paraliti·co, sensitjvo, sensoriale, disartrico o •disfasico). Evo luzione e prognosi. Sal,ro qualche caso raro di remissione e g uarigione, l'epilessia traumatica tende piuttosto aid agg·ra,rarsi e arriva spesso ad un vero stato epilettico . La 'Prognosi è benigna nelle persone che hanno 5010 qualcl1e accesso annuale, gra, e negli a ccessi m ensili, gravjssima nelle forme a ripetizione settimanali o giornaliere. Diagnosi. Nel diagnosticar e una epilessia tra11matica, r ecente o ta"VdiYa, ricordiamo la 1p os5ibilità di trovar·ci di fronte ad un simulatore (man ca· in q11esti la ri'Produzion e esatta id ella 'C risi, mancan l i segni postopilettici); ad un 'isterico (la crisi è :itjpica, il malato è agitato, fa cile al pianto, facile alla suggestione, manca la cia11osi del vi5o , la emorragia sottocongiunti,,ale, ecc.); a.id un tetanico tardivo, ad un malato con tumore cerebrale, con rn.eningi te sifi litica, co11 ascesso cerebrale restat) finora latente, ascesso ment.ngeo tardivo, emorragia, encefalite, ecc. La e5atta soluzione diagnostica -in molti di questi casi si impone anche per la cura, eventualmente chirurgica. Patoge·nesi. Probabilmen te l'accesso epilettico è dovuto aid una irritazione primitiva della corteccia, che secondariam ente può esser e trasmes5a al bulbo. Questa irritazi on e o è prodotta direttament e da un C'01ìPO estraneo, da una scheggia, da una callosità voluminosa, da un em atoma , .da un asces5o, ecc., o indirettamente per mezzo delle cicatrici nevroglich e r esiduate alla ferita cerebrale o alle emorragie prodotte dal t:r:auma. La crisi per se stessa è provocata dalla espansion e del cer,rello verso il COflPO irritante; espan5ione che a sua volta fu proYocata da aumento di pres.'\ione i.ntraventricolare. l\1a vi·cino a queste crisi legate ad iperten sion e e yasodilatazione cerebrale ·ve n e sono altre legate aid ipotensione del liq1Lido re f a1o-rach1.diano. nelle quali si 11a invece 1
1
retrazione delle circon·v oluzioni ed anemia corti ca le; in queste l'attacco è dovuto r1on ad unéi. sindrome di eccitazion e, ma ad una sindrome da inibizio11e corticale. Infine oggi 5i i11siste sull'imp ortanza del simpatico nella epilessia. Cura chirurgica. Kelle ferite non penetranti non intervenire. Nelle p en etranti fare della buona profilassi antiepilettica con la disin'fez1one più pron.. ta ed ace urata delle ferite craniche, rispettando sem'Pre la dura maidre,· che va aperta solo se esiste sotto di e5sa un 1proiettile o un ematoma. I.'intervento chirurgico si im'Pone n ella epilessia precoce, dovuta per lo 'Più ad un ematoma, una scheggia, un ascesso. Nell'epilessia taI'diva è bene intervenire solo <;e si tratta di asportare un proiettile superficiale o se si è di fronte a-O uno stato epilettico concia. mato. Non o5tante i buoni successi di alcuni interventi pro1ondi, geniali ed arditi, in genere inolti atti op erativi n on fann o altro che aumentare il volume <ielle cicatrici n evrogliche. Le operazioni cranio-'Plastiche sono p er concol'de parere ·da rigettare, com e quelle che da sole possono causare la e'Pilessia. In ogni modo prima di operare 'è bene di tentare l1na serie di punture lombari se vi è ipertensione ventricolare; di iniezioni di siero ipertoni-co o glucofalo 5e vi è 'itpotensione. Cura medica. È la stessa d ella comune epilessia, a base di bromo, luminal, ecc. Sono da segnalarsi al cuni brillanti successi ottenuti con la radio- e radiurriterapia in feriti aventi crisi frequenti, intense e ribe1le ai comuni trattamenti, ed in altri con stato di male.
~
u
o t 'l
e e ~
l ~
t I
ç I
I
1
PERSIA. \
CUTE. Neurodermite. ( HERXHEi iVIER. ]}J ed1.zlnische
Klinik, 26 febbr. 1926).
I.a n eurodermite fu dap'Prima descritta da \"i. dal, cl1e consideranid ola una varietà di lichene la ·denorr1inò Li cl1en simiplex. Fu Brocq che la chiamò n eurodermite, .quanturuque con questa denomin azione non volle pregiudicar e nulla circa la prob3bile etiologia dell'affezione, ma solo mettere in evi denza l'elemento essenziale che è il prurito. In effetti n el con cetto della sin.drome neurod.ermi.t:i:ca so110 compre5i ·dai vari autori tutti quei r.asi car atterizzati ·da ip·r urito e da eruzioni cuta. nee n aduliformi. La neurodermite può essere acuta e cronica. I.a neuro·dermite acuta non ha alcuna importanza. Si manifesta con prurito più o rneno forte, che scompare dopo qualche settimana ceden do alle comu11i pomate antiprurigi nose. 1
1
1
1
1
I ANNO
XXXIII, F ASC. 30]
SEZIONE PRATICA
•
la neurodermite cronica può colpire bambini ed adulti ed assumere una forma disse1ninata ed una forma circo5critta. La forma disseminata dei bambini rCOrrisponide al prur·igo di Hebra, quella circoscritta alla myicosis flexurarum dello stesso ;i.utore. l lna speciale importanza ha la neurodermite cronica dei bambini di un anno di età. Essa è caratteristjca per la sua localizzazione costante, perchè dura molti anni e perché generalmente è l' espres5ione di una diatesi rachitica o essudativa. Ha sede su11~1 superficie esternq degli arti e l'intensità dell'eruzione degrada dall'alto in basso. L'eruzione è costituita da noduli li'chenoidi , ai quali può aggiungersi un'efflorescenza secondaria, specialmente piodermica. Tale forma è su. sce>ttibile di miglioramento e sono registrati ca5i di guarigioni in seguito a bagni solforosi o all'aipplicazìone di ipomate naftolate e glicerinate. Anche il prurito, che di solito è molto intenso, può assumer€ gra'<ii di\rersi, migliorare e an che gnarire. ~ella neurodermite circo&critta dei bambini dl i1n anno idi vita la localizzazione è ancora più precisa: superficie 'flessorie del goi;nito e del ginocchio, qualche volta del polso e del collo, più raramente alla nuca o alle regioni latero-cervicali. Oltre ai noduli lichenoidi si notano inspes simento ed iper- o ipopigmentazione della cute. 11 prurito è intenso come nella forma disseminata, ed il con5eguente grattamento provoca la formazione di croste, pustole, follicoliti, impetigini e fun1ncoli. La malattia dura molto tempo e talora anche per tutta la vita. Circa l'etiologia di questa affezione nulla si sa ancora di preciso: si è pen. sato ad una forma infettiva ma gli ultimi studi la farebbero invece di'pen·dere da .cause interne. n trattamento deve essere indirizzato a calmare il pr11ri1.o, che 1è la causa talvolta di gra,1 i ma ~ nifestazioni cutanee. Per la cura radicale sono state suggerite pomate a base di catrame e la rontgenterapia. Per la n euro:dermite disseminata degli individui di età maggiore, non è stato ancora determinato se trattasi di una 'J)articolare affezione cutanea, opp\1rre debba essere ri·collegata ad altre forme di -prurito, al pruritu·s grav.i1darum , hiemali s, senili() o essentialis. Al riguardo è da n otare che spessu questa forma di neur~d ermite è scambiata con la scabbia, e ,g1j infermi sono inutilmente o !Pericolosamente sottoposti a irirpetute cure a base di zolfo. La net1roderrnite ,cronica disseminata può assumere anche un aspetto pianeggiante, perchè i singoli n oduli lichenoidi si fond on o in un'unic t su'Perficie d'inspessimento e di pigmentazione cutanea . 1
1
•
1055
La maggiore importanza per la pratica ha la neurodermite ·circoscritta degli adulti. Nell' anamnesi di alcuni pazienti si trova che essi hanno già sofferta un'altra dermatite, che per i disturbi su·b ietti\'Ì, la localiz~azione, l' aspetto, nonch1è per la residua pigmentazione si riconosce per una neurodermitis flexurarum del primo anno di vita. In altri casi l'anamnesi in·diviiduale è negativa, ma non è raro che altri membri della famiglia abbiano sofferta la ste5sa affezione. Anche in. questa forma il focolaio n eurodermitiico può es· sere la con seguenza del prurito, e si possono avere dermatiti secondarie, eczema, gravi alte"'azioni cutanee, accentuazione delle pliche cutanee, forte ispessimento della cute, formazione di cro~te e ragadi. Si può avere una neurodermitis c<i.pitis di difficile diagnosi, specie se i ipazienti hanno capelli lunghi, una neuroderrnitis occipitis nelle donne localizzata alla nu•c a all'impianto dei capelli e cl1e può essere scambiata con un neo telengettasico. tJn'altra sede di predilezione è la faccia, specie nelle ragazze. Può essere colpita anche la s uperfici e esterna dell'avambraccio, la super·ficie interna 1delle coscie specie negli uomini, la su'Per. fi cie esterna ·delle gambe specie nei vecchi. Talvolta si formano pla-oc'he idi neurodermite · J sulle varici delle gambe. l\iiolto !frequente è la forma speciale alla vulva, all'ano. Allo scroto. alla 'Piega genitofemorale la neurodermite suole ~egnire ad una epidermofisia o micosi ed eventualmente ad un eczema. Talvolta si manifesta perfino al palmo della mano ed alla pianta de1 piedi. Il re1perto anatomo-ipatologico ·della neuro1dermite è caratteristico. Le 5ingole fasi sono state segu1te e descritte da Ehrmann. Oltre l'edema e la dilatazione dei vaisi sanguigni e linfati.ci è da rilevare che l 'infiltraZJione linfocitaria ha sede principalmente intorno ai vasi ed alla base delle papille che pren1dono la forma di n 0iduli. Questi noduli sono spesso così distinti da rassomigliare a tubercoli miliari, senza però assumere l'aspetto caratteristico d ella tu'ber colosi. Tuttavia la generalità di questi noduli ha istologicamente l'aspetto òei nod11li del lupus vulgaris. La disposizione dei noduli linfocitari non ha al·cuna analogia con quella dei noduli superficiali della mycosis fungoides, con la ·q uale la neuro dermite ha clini1camente grande analogia. In quanto all'etiologia ed alla patogenesi bis:,. gna con$i derare le cause interne e qu elle esterne. I neurodermitici sono in'd ivi•dui predisposti alla loro malattia. L'·A. ha osservato un gran numero di persone di ambo i sessi e di tutte l e età che soffrono lungamente di prurito senza che si ma-
•
1
1
•
1056
(ANNO XXXIII , FASc. 30j
IL POLICLINICO
nifestino gli altri sintomi della neurodermite. Questi in·dividui sono senza dubbio predisposti alla malattia. E difficile precisare in che cosa consista questa predti&posizione. Si vuole che essa sia in rapip orto alla presenza nell'organismo di sostanze <lerivanti da alterata funzione del tubo gastro--enteri.co o delle glantd ule endocrine. D 'altra parte è stato osservato che la neurodermite si manifesta ·con frequenza nei bambini rachitici, ciò che ·Confermerebbe la sua origine discrasica. Co5i è stata notata la sua ma·g gior frequenza d11rante il periodo bellico e postbelli co quando l' alimentazione era scarsa, e sopratutto ·deficiente •dl:L sostanze contenenti vitamine A e B. La terapia deve essere in1dirizzata sopratutto a modirficare le cause interne. Localmente è 5tata tentata la rontgenteraipia che ha dato buoni risultati nei casi iniziali, ma essa n on può essere ripetuta nelle generalmente . frequenti recidive. Nelle forme avanzate sono da sper.imentarsi i preparati rdi catrame. P er calmaTe il prurito si conos·cono molti preparati e l 'in dustria ne va prepara.nido 5empre . di nuovi, tra i quali sembra molto effica:ce il calmitolo, un preparato a base di .canfora e io•dio con mentolo ed oleato di scopolamina. DR. 1
1
ORGANI DIGERENTI.
Le stenosi esofagee organiche e funzionali. (iA. MONTANARI . Riv . di Clinica medica, 15 apr. 1926) . Rico rdi anatoni ici . L' esofago nella sua lunghez. za ha tre stretture : superiore o crtcotdea, mediana o aortico-bronc·h iale, inferiore o sopradia!rammatica. La sua iJ)arete :si compone di uno strato e5terno a fìbre muscolari lo,ngitu·dinali, uno medio a fibre circolairi, ed un-0 mucoso interno . . Vago e simrpatico forniscono i nervli che fra i due rpiani muscolari formano un plesso con molte fibre mieliniche. Ricordi di fisiologia. I .centri nervosi che presiedono e coordinano i movimenti esofagei sono $ituati nella paJrte su'Periore ·del bulbo: i movimenti ·del •cardias e dello stomaco hanno centri situati nel solco crociato, nucleo caudato e lenticolare, eminenze quaidrigemine, olive bulbari e tratto mi'dollare superiore. Non è bene accertata la funzione ·dei gangli intraparietali ed il l()ro rapporto ·con le fibre provenienti ·d all'asse cerebr o• spinale. .i\llo stato ·d i riposo l'ingresso -e5of a geo è chi'USo dal tono d el muscolo crico-faringeo; nel segmento toracico le paireti sono divaricate iper effetto della ·'Pressione n egativa intratoracica ed il cardias è chiuso 'Per un m eccan ismo non conosciuto con ' precisi one. I
~ean c he
la meccani.ca della deglutizione è ben conosciuta: molti sostengono (Meltzer ) che il bolo progredisca per contrazione peristaltica e successi,,a id i tlre tratti distinti: altri (Kronecker) er e· dono che il bolo venga lanciato con un solo atto fino al cardias. Il car<Iias si apre secon·do alcuni per aumento della pressione a tergo, altri 1per un riflesso partente dalla mucosa.
* ** I sititomi generali che aiccomipagnano le lesioni rlell'esofago 5ono: la disfagia, il rigurg ·i to, il senso di peso e di dolore retrosternale ('che a volte si irradia verso la r egione epigastrica, la colonna ''ertebrale, la rad'ice degli arti superiori) e la mo. dificazione dei rumori che accompagnano la deglutizione fisiologica. Rilievi utilissimi danno il sondaggio, la radio. logia e la esofagoscopia, purchè fatti con strumentar io adatto e da mani esiperte: evitando tali manovre quando esiste un an eurisma dell'aorta, llna emorragja esofagea, o una cardiopatia che rpredispon·g a alle sincoipi. I.a diagno1si viene facilitata, oltr e che dal rilievo dei segni, anche ·dalla mani&a come questi si pre&entano: per esempio, una disfagia costante e progressiva fa pensare ad una stenosi meccanica . una ·dt5fagia intermittente, che compare e scomipare a ll'irn'Provviso, ipiù per i liqui·di che per 1 soltdi, è verosimilmente causata da uno spa5mo: se la 1disfagia si manifesta dopo una impressione psichica, o solo per uin dato alimento che maga l è di facilissima ingestione , s11bito si affaccia alla mente la natura isterica.
* ** In,d i l'A. passa in r a.pi·da r assegna le cause principali •di stenOlSi esorf agea. 1) Cause con,genite. E stato descritto un megae$ofago ccmgenito, con stenosi r elativa del cardias: congenitamente si possono avere anche stretture anulari ·Sipecie in col'rispondenza della biforcazione tracheale. ,J disturibi cominciano a comparire appena i bambini cominciano a pren. d ere cibi solidi ed aumentano idi anno in anno. 2) Cause meccaniche. Queste possono essere intrinseche (ostruzione iper parte di corpi estran ei) ed estrinseche. Fra . 1queste vanr10 ricol'Clate alcune lor.do.si eccessive d elle vertebre cervicali c'he possono ·dare E>tenosi alta dell'esofa.go , e la tubercolo·si ip olmonare a lenta evoluzione, che può r etrarre tanto un emitorace da deviare ed inculfvare trachea ed esofago. Fra i vari processi morbosi del mediastino cavaci di provoca.ir e una stenosi esofagea, vi è in 1
[ANNO
XXXIII,
30]
F ASC.
SEZIONE PRATICA
i})rim a linea l 'aneurisma dell 'aorta 5e questo ha sede in corri-spon•denza ·della biforcazione trachea. le: se è situato più in basso, l'aorta è più distante d all'esofago e lo comiprime più difficilmen te. Queste stenosi in genere non sono molto progressive ,perch•è l'esofago a poco a poco cer-ca d1 adattarsi o di sfuggire al nuovo stato di cose. Le cause meccaniche agiscono 5ia per comipressione diretta, sia fu11zionando quale stimolo che provoca uno spasmo riflesso della musculatura <:$ofagea a livello della lesione. 3) Cause circo latori e. ì\ei casi di stasi porta!& si p11ò avere una stenosi bassa dell'esofago 'Per v Rricoc:;ità delle sue vene, anastomotiche frJ. la porta e 1'azigos. Jn questi casi un 5ondaggio può dare ~morragie lnortali. 4) Cause in.,'iam n1atorie. Tutte le esofagiti an, che le più su1perficiali e lie·vi, possono dare ste.. nosi meccanj ca o spa stica dell'e5ofago. Le cause infiammatorie possono essere di natura chimica e ba ttelica. Fra le prime va ri•cordata la narcosi ccn etere, l'alcool, il tabacco, il piombo (intossicamento professionale). Il ,·omito frequente eà i)!eracido in alcune ga5tropatie, la .stasi circolatoria esofagea in certe malattie croniche delle vie rP.spiratorie e circolatorie ipossono jprovocare anche esse alterazjoni stenosanti della mucosa esofa.gea. I caustici ingeriti per errore o a scopo sutcida danno a preferenza esofagiti a liYello delle stret. ture fi.siologiche: nel 19-22 Lotheissen s criveva che il 26 °{, di questi pazienti muoiono per penetrazione del liquido caustico nelle vie respiratorie e per diffusione del iproces.so infiammatorio al meidiastino od alla pleuTa. Fra i sopravvissuti pochi sono gli illesi. In quasi tutti si stabilisce una stenosi che per il 12 % è causa di morte du. rante la cura e altr ettanti sono uccisi dalla tu~ bercolosi facil e a:d insorgere in questi soggetti. Morbillo, scarlattina, tifo, vaiolo, colera, difter jte, sepsi ·p ossono causar e <lelle esofagiti batteriche eventualmente stenosanti. 5) Tubercolosi. E rara la localizzazione eso. fagea ·del bacillo .d i Koch: sia rd i provenienza linfogena, sia. ematogena, essa è facilitata da pree5istenti lesioni della mucosa. 6) Sifilide. La .sifilide esofagea è rarissima: quando esiste dà in prevalenza stenosi cicatriziali ·della 1parte alta, e si trova accompagnata quasi costantemente da lesioni specificl1e dell'istmo delle fau cj, del faringe, del lar.i nge, della traichea e della lingua : e soil)ratutto notasi la curiosa coincidenza della psoriasi palmare. Con le cure antilueti•cl1e è ipossibile la guarigione nel solo periodo gon1moso, ma non nel periodo di steno5i cica triziale. 7) L 'actinomicoSi è rarissima. • 1
1
1
1
•
1057
8) Cause neoplastich·e. L'S0-90 % delle steno<;l esof<lJgee sono carcinomatose. Il car.cinoma p er lo più è 1primario, ad epitelio ipiatto : di rado è secon.qario a carcinoma del cardias, d el laringe, della tiroide: quasi mai è metastati·co. La sede preferita è nelle stretture fisiologicl1e, specie del segmento inif eriore. ·Comincia in un punto circoscritto, poi si ·diffonide ad anello, invade ed irrigi.di'sce la parete esofagea; poi 5i rammollisce ed ulcera: con l:ulcerazione può coin ci·dere un temporaneo miglioramento d ella stenosi se questa già si era stabilita. A monte della stenosi l'esofago st dilata ed in que5ta sacca ristagna del m ateriale di ingestione, o ·di secrezion e del tumore. che di tanto in tan to viene .r igurgitato. In questo liquido ricco .di saliva mancano l 'acido clori·drico ~d i fermenti gastri ci. .Dolore, rigurgito, salivazione sono i sintomi che accompagnano il male. ono frequenti le m etastasi verso i te5suti viciniori, le p erforazioni nella trachea o nell'aorta e ' le me-Oiastiniti su:pipurative. Il decol'so massimo è di ·due anni. 9) Ulcera peptica. La s ua patogenesi è oscura, come quella delle ulceri gastliche o duod·enali cui 5pesso si aJSso·c ia. Ha sede nella pross·imità del cardias e forse è dovuta o al frequente risalire di succo gastrico in quella porzione di zona esofagea, 0 alla presenza aberrante di isolotti di mucosa gastrica. Segr1i principali sono: iJ. ·dolore Epigastl'ico o alla base d·e llo sterno, la disfagia, i rigurgiti spesso emorr agici. 10) Spasmi. Oltre uno spasmo riiflesso che pu@ accompagnare l e piocole o grandi lesioni organiche dell'esofago, esiste uno spasmo puro, che non si sa ·ancora da 1cl1e dipenda. Secondo Kron e. cker ipuò dipen.deré da asinergia della funzione antagonistica delle fibre muscolari longitudinali che n ormalmente si contraggono, mentre quelle ci r colari .dei segmenti sottostanti si rilasciano fa,,orerrdo il progredire del bolo alimentare da• l'alto al basso. In termini più generali lo spasmo si ha quando è rotta l'armonia nel giusto succedersi di stimoli eccitatori e inibitori provenienti dai centri ner' 'OSi e ·dai gangli intramurali. Sl)asmi dell'esofago si hanno facilmente in soggetti nevropatici, isterici (bolo esofageo), epilettict (ansa epilettica e5ofagea) o n evrastenici (piros1i ~ crisi parossi5ticbe esofagee da surmenage) . Le tossine di certe malattie infettive (corea, te. . tano, rabbia) agiscono sul sistema nervoso centralP provocando lo spasmo esofa:geo. Qual che rara volta si hanno delle false stenost per paralisi dell'esofago. Altre volte invece si ha un vero e proprio spasmo associato a paralisi dell'P.sofago. Altre volte ancora, una sindrome spa. stica è originata in via riflessa da una lesione 1
1
1
•
1058
II POLICLINICO
[ANNO
XXXIII, FASC. 30J
.1
organica· dello · stomaco o di altri organi. Infatti sono frequenti i vomiti e5ofagei originati da uno spasmo del caDdias nella gastrite alcoolica, negli iperclor~drici, nello stadio iniziale del cancro del, l'esofago; e non è rara l'associazione d el caooioRpasmo con l'ulcera gastrica.
* ** L'autore fa 5eguire a questa rivista q\ialche cer1no generi.co sulla cura (avendo di mira la causa et! elogi ca) , eid un largo riassunto bibliografico. PERSIA.
Ente1·ite flemmonosa. (O. TEUISCHLAENDER e tB . VALENTIN. Mitt. a. d. Grenzgebieten der M ed. u. Chir., vol. 38, f. 4). 1'-: una affezio11e molto rara, quasi sem'pre mor-
L'aspetto anatomo-.p atologico è quello solito dei flemmoni. Per la patogenesi delle forme pri '.!1itive alcuni autori pensano a lesioni delle mucose ·determinate ·da parassiti o corp·i e5tranei, lesioui che permettono la penetrazione dei germi ne:la parete intestinale. Da altri autori si pensa a uTl.a genesi ematogena, specie in considerazione a.l ~rL qualità dei germi così ·diffusi nel mon·do esterno, mentre il colon è abitato !Prevalentemente dal colibacillo. Pelle tuniche costituenti la -parete intestinale, la più colpita è la sottomucosa. La sede di l)r edilezion.e è, 11clln quasi totalità dei casi, il tduodeno e lia parte surperiore del digiuno. Nei 4 casi trattati con succes.;o, la sinton1atologia aveva fatto pensare ad una apfJ011dicit~ e quindi ~ec·ise all'intervento. Gli AA. credono (?'!'Il. d. R .) cl1e si -v '.)ssa fare una diagnosi differenziale i~ rap1port0 n11a ··intomatologia. I pazienti presentano per 1 3 settima~1c prima dell'accesso a cuto disturbi gen'3rali, ro1ne cefalea , an oressia, febbre senza che si ·t l)Tef>cn te rlessun sintoma che indichi :Lcieco coroe ~ede dell'affezion e. Poi i1nprovvi samentè. anr·he in Jiiena !S:il ute, insorgono dolori nella r~ 1;ion c ceca!e e pr-r<lita rti forza. In 1 o 2 giorni s i palpa già una grossa tumefazione, il che starebbe contro l'ap1Pentdicite per l'impossibilità che si formi un ascesso in così ·b reve tempo. In più ci sarebbe semipre t1na defecazione regolare e presenza di sangu'-~ nelle feci. Quando .è colpita la parte alta del tenue la ·diagnosi 1è possibile solo quando è manifesta la peritonite. L'intervento ha probabilità di successo, solo quando è co~pita l''Ultima parte dell'ileo, il cieco e il colon; ·c onsiste nella resezione estesa del seg· rr1ento interes&ato in modo da eliminare completamente il focolaio morboso. •
tale, sia per il fatto clre non viene diagnosti-cat& se n on quando 11a dato luogo alla peritonite ge n eralizzata, sia percl"tè l'interYelltO chirurgico può a vere su ccesso 5010 quando il flemmone è localizzato n ella parte terminale dell'ileo e nel colon. I quattro casi di guarigion e finora comunicati, erano di questa sede. Il tenue, e specie il duodeno è la sede più frequente della affezione. Gli AA. hanno operat o con successo un caso loro occorso. Si trattava di una donna di 51 anni, che otto .g iorni prima dell'ingre5so in clini oa era sta' ta colpita da cefalea, febbre, spossatezza generale. Si decide a ricoverarsi perch,è colpita imp·r ovvisa niente da violenti dolori al 1quadrante inf. destro dell'addome. Non '.tomito, defecazione normal·e. Febbre a 37-38. ,Nel punto di Ma·cBurney e all'est. di esso, difesa dolorusa alla pressione in una zona d ella e5tensione di un palmo. Viene fatta diagnosi <ii « processo infiammatoriò nella re·g ione del cieVALDONl. co, probabilmente si può escludere l'aippen~icite » • .t\ll'intervento si rinviene una tumefazione roIOIENB. tondeggiante in .corrispondenza della .. valvola ileo• ci ecale, la ·p arete è edematosa, nel mesenterio si La ginnastica pedagogica, profilattica palpa qualche ghtan dola molle. Emicolectomia ·d estra. . Alla sezione della tume e medica . fazione si osr,erva che la mucosa del cieco, vicino (A. VINAJ. An1Lall di I giene, 1925, n. 10 e ll l. allo sbocco dell'ileo, ·è edematosa, arrossata, tutti In uno studio particolareggiato l'A. esamina il gli strati della parete sono ispessiti, di aspetto lardaceo ; qua e là si notano numero5e go.ace di moderno ori entame11to della ginnaisti-ca, quale ci fu apportato 1dallo svedese Ling. E noto il prinfPU S che in qualche punto confluiscono formando piccoli a5eessi. Il pus è fluido e giallo, contiene cipio su cui si basa questo sistema, secondo il quale ogni eccitamento prodotto .sopra una parte 5taffilo e streptococchi. L'affezione è ~iù frequente dopo i 30 anni e pre- . del corpo, 11a la sua ripercussione sulle altre })arti e 1sull 'intero o.rganismo. Caratteristi-ca di d 1lige il sesso mascl1ile. questo m etodo ~ la grande semplicità e Ja noNella maggior parte d ei ·Ca5i pubblicati si sono C' C\0 1 Yati streptococchi , tal,•olta s tafilo cocchi e teYolc varietà dci rno'\·imenti; esso tende in compneumococchi. ,Solo in 2 casi fu trovato il coliba- plesso ai rinvi.gorimento generale dell'organism() ed all'armonia d elle funzioni. oi llo. 1
•
1
•
1
•
•
-
. ..
.
I.A.NNO XXXIII-, FASC. 30)
1059
SEZIONE PRATICA
Tale n1etodo, che largamente usato in Scandi-
·na via, h·a contribuito alla rig.enerazione della razza, si € poi diffuso in tutto il mon do, formando ·1a b::>.se del l' ed u c.azdone fisica. Da noi la ginna·stica non si è an.cora estesa come sarebbe necessario per diverse ragioni; anzitutto per la mancanza di 'l.lna giusta valutaz,ione dei salutari eff etti da essa esercitati e 'Pe'f la deficienza del ·nostro insegnamento pedagogico ed inoltr.e anche p erc'hè, in consegt1enza dell'intensità della vita odierr1a, pochi ·h anno i:l coraiggio e l'energia di inicominciare e continuare regoilarmente e p untnalmente ~li esercizi, talora un po' monotoni che si impongono, sipecialmente agli inizi. L 'A. fa una particolareggiata elencazione dei princi'Pali movimenti delle varie articolaz.iioni e cìe'1 tron co e si sofferma a Il.ungo stilla ginnasti~a rPspiratoria che, ·di riverbero, assume notevolis-. $ima influenza siu:lla. circolazione e sul ricambio. I pregtj del metodo svedese consistono in ciò che f!'sso, -per la sua tecnica 'speciale ed il ritmo, raggiunge lo scopo di sviluppare in modo uni.f orme f!ld armonico tutti i muscoli, di r en·d ere più ampio il gi uoco arttcolar e .e ·sopratutto di favorire l'aum·e nto della ca;acità e l'amipiezza r espiratoria. Sulle basi tf0ndamentali create da Ling, si sono poi a11date svilup.pando d elile nuove scuole che, per }o più, hanno avuto di mira la diffusione e ·1a volgarizzazione del metodo, aidatta.ndolo alle ·.e.s.i.genze ·della vi t·a moderna. Fra qu€ste sono da cital'e specialmente que:lla ·<li ~10.ller che va ieonsiderato come uno fra i :più intelligenti e pratici volgarizzatori e valorizzatori della educazione :fii.sica moderna. Pur.e importan~ è il metodo di ginnastica da camera id i Glénard che riesce un'arma preziosa per lottare contro 1 ..disturbi dovuti a ra1lentato ricambio ed a solle"rare l'azione antitossica del fegato, .comibattendo ·gli effetti nocivi de l·l a vita sedentaria. I migliori m e-todi della ed'Ucazione fis ica p ero non possono esser e aNicaici che a.Ila coilldizione che essi siano appropriati all'individuo che li deve praticare. Quin1di la determinazione dello stato fisico individua:le 1dev.e precedere ogni ten. tativo ginnastico nel medesimo modo che il sus seguente ·contro1lo del progressivo svilU'PIPO del ·fanciullo deve essere il solo mezzo siouro rpe-r precisare il valore d~ metodo educativo appli·Cato. In ambe-due .qu.este mansioni l'opera deJ. m e·dico diventa indispensabile. Gl·i eser.cizi ch e ri·chiedono ur. a mani1festazion" di forza net1romuscoùare non de\·ono essere pTescritti che .dopo la pu.b ertà -e prima di avviare a.od C$Si i giovani è necessario sempre un p eriodo teducativo .di aidattamento. 1
1
1
L'tisercizio potrà essere continuato anche dopo i 35 anni , ma dovrà essere limitato ad un allenamento sportivo isenza esporre l'individuo a Sforzi che non sarebbero sopportati. N·e ]la scelta d e-Ilo ' sport l'intellettuaJe ha tendenza a preferire un eser cizio eh€ richieda tensione nervosa ed elasti ci tà di mente , mentre il ·m edico ·dovrà indl· rizzarlo piuttosto ad uno sport 1nUJScolare auto. mati co. Invece .p er ,l'operaio sarà 1da preferirsi nn esercizio cl1.e racc•h iuda in Sè le .qualità corretti ve de1la t ende11za profesisiona·le, esercizio da eseguirsi all'aperto per neutrailizzar.e gli ef·f-etti delle lun·g h e giornate trasconse nelle olflficine. . L'.\. co11clude .il suo ampio lavoro avanzando i
seguenti postuJati: 1' I .· educazione fisica dovrebbe essere com .. pi uta 11el1e scuole primari e e second·a rie fino al· l'e tà di 16 anni;
2 :)uesta dovrebbe essere praticata ogni gior110 all'aperto od in locale aerato sotto forma di g!11nastica svedese 1)er la dw'ata di un quarto (l'ora 1per ·volta a.l mattino ed a•lila sera e possibilme-nte verso la metà delle ore ·di studio; una volta la .settimana almeno, ipa&seggiat.e od esercizi o giuochi sul campo sportivo; 3) Dovrebbe essere istituita una cartella indiYiduaJe tenuta a giorno dai maestri e dai me. dici, rigual'dante le con•dizio·n i '!tisiche d el titolare. Qt1e-sta ·scheda dovrebbe seguire poi lo scolaro tanto presso le altr.e scuol€ che pr.esso le società sportive ove egli volesse inscriiver.si; 1
4' Il medico scoJ.a.stico, adeguatamente prepa.. rato con un insegnamento universitario •cli g·inna-
stica pedagogica e medica . dovrebbe sorvegJiare e dirjgere l'educazione fisiJCa del1la scolaresca; 5) Dovrebber o r iorga,nizzansi gli Istituti surp-erjori di educazione fisica , secondo i concetti della scienza medica e pedagogica moderna .con 'llna i~truzione teorica e \Pratica completa in modo da aV>ere una classe di insegn.anti di educazione fitSi· ca perfettamente rispondenti allo scopo. .Di fron·t e a tali giuste richieste .sta purtrO'ppo lo stato di fatto attuaJe per cui, in gran parte deble scuo'l e secondarie l'unico segno tangibile della educaz.ione !fii.si.ca è... il pagamento della relativa tassa; mentre la vera ed•u oazione fisica S·i risolve spesso in tre ,quarti d 'ora o poco piu ?.lla s.ettimana di eser ciz1 ·f atti alla meglio, magari in un -corridoio ~iù o me·n o buio e polver oso dt>lle stesse aule scolru.5tichel (N. d. R. ).
Iil
I
•
1060
GRElL.
CENNI BIBLIOGRAFICI. Prof. G. T ecnira
Contributi di Terapia e vol. Iii, parte 1a. Palermo,
PARLAVECCBIO.
chirurgica,
Cultura medica editrice, 1926. Con ammirabile isollecitudine il p ,a rlavecchio la seguire al primo volume uscito l'anno scorso questa prima parte del secon·do, ch e com:prende la chirurgia del tubo gastro-enteric?, un campo r.ioè ricco di rupplicazioni operatorie, e in cui il chirurgo palermitano porta .contribruti personali notevolissimi. Alcuni dei processi riportati nel libro sono già largam ente conosciuti per pubblicazioni precedenti e vagliati dall'esperienza, altri sono meno n oti; sia fra gli uni che fra gli altri v·e n e sono di quelli che sono accettati o da accettare con favore; tutti attestano la buona te.cnica e l'acuta versatilità dell'autore. 11 rapitolo sulla cura delle ptosi gastricl1e, ad es., se 1p uò lasciar dubbiosi s11ll'ntilità finale di molteplici processi, è però una p,r ova del suo sottile ingegno e della solida cul1ura ne,l la sistemat.izzazion,e dei criteri anato·m ici e fisiologi ci, !=iU cui le varie proposte vengono basate e rappresenta invero un'esposizione dottrinale com, pleta che fa onore alla mente di chi l'ha ideata ed esposta. Molti 1p rocessi sono dOvtiti ai discepoli del Parlavecchio; alcune operazioni sono state sperimènt=itc sugli animali, ma non usate sull'uomo ; non tutte a mio parere sono da accettare senz'altro, n1a denotano una ricchezza d'idee, da cui molto si può sperare nell'applicazione pratica, cl1e potrà modificare il giudizio o variare Ja tecnica, ma chf> da idee nuove ha sempre da guàdag11are. Anche gli strumenti nuovi che sono pro1p osti per l'uso, sono spes5o aissai ingegnosi e potranno rend er e utili servizi . R. ALESSANDRI. 1
1
et BENNtOT. Chirurgie du tonus musculai re. Masson, ed . .Fr. 22.
1 \\
[ ANNU XXXIII, F ASC. 30 f.
IL POLICLINICO
ERTHEil\IER
Das Krebsproblem.
Barth, Leipzig,
lS-~.
m1. s. ..\ccenna1e succintamente le ricerche fatte in questi" ultimi 25 anni e d i tentativi di cure con Yari mezzi ' si addentra n el Darvinismo in rela· zione con le ricerche s ul cancro parlando del-· l'onto- e ,della filogenesi portan•do così il problema in un ·campo filosofi co. E nello stesso livello rimane parlando ,della' teoria avvenire d el trattam·ento con la terapia steriLisans magna coml1inata e d ell'igiene del can cro. R. BRANCATt. Krebs·biichlel:n. Hans Rhaue, Zurigo, Hotzestras-
se
~5.
ciò che si di-ce « un fondo di bottega » che ritorna in luce. · Un librtcino is tampato nel 1823, ri.stam.p-ato qualche anno addietro. Vi sono contenuti in forma piaceYole e piana consigli ed avvertimenti per un giova11e m ed1·CO esor·diente. R. BRANCATI. È
S1 ~IONE LABORDE. La curithérapie des caricers. Mai;son, edit. Fr. 27. I
un libro che interessa non solo lo specialista ma anche il biologo ed il chirurgo. Alle noziont genf>rali sulla radioattività segue un breve cenno snlla etiologia e sull'anatomia patologica delle forme più comuni di tumori maligni e sui metodi diagnostici e quin•di viene svolta in modo più ampio razione d elle irra·diazioni con una classifi.razion e del comportam ento dei vaTi tipi di tre~ snti n eoplastici e le nozioni st1ll'azione dei raggt· per via diretta o per via in,diretta umorale. Sono quinrdi ri1portati gli ap'Parecchi ·d i misurazione r::tdioattiva e gli strumenti per l'aipplicazi-0ne del radio ed infine i diversi caisi clinici ·corredati da. nnm·erose figure d'infermi prima e dopo il trattamento. R . ·BRANCATI. È
•
JCTOH PAUCHET e S . .Ot"'PRET. L 'anatomie en poche. Riportata l'anatomia del simpatico n elle sue G. Doin et C.ie, editore, Paris. var]e porzioni secon·do le ricerche moderne e dei r ami co1nunicanti gli AA. si aJd1de11trano n ello stuÈ un volume formato cm. 11 x 18 contenente dio· dell'imrporianza del sistema sul tono musco 297 figure in nero e in colore sul tipo di atlante lare con le sue variazioni di ipertonia in diverse tapogra:fi co ·dimostrativo, con leggen•de, numeroaffezioni del mi'dollo i1111dicanrd o il mezzo di tratsissime, illustrative d.ei quaidri anatomtci. ta1nento. Inif ine trattano diffusamente ·la tecnic1 Gli A.t\. in questo pi1ccolo volume con figure flc11n resezione del ;simpatico n elle varie porzioni chiare nette scl1ematiche riassumono l'anatomia, ' ' illu tra11dola con numerose figure e riportando Offrendo in un piccolo formato e di poco costo al cuni casi clinici. Il volume •dli cir ca 135 pagine · un ~rontuario di anatomia utilissi1110 per i chiè :prC'scntato sotto un bello aspetto tipografico con rurgi con1e per gli studenti p er rip etere la ananit ~ de figure in n ero. tomia per sommi capi. • R. BRANCATJ. JURA. 1
\
1
[_L\NNO XXXI II, FASC. 30)
SEZIONE PRATICA
fttCADEMIE, SOGIETA MEDICHE, CON6RESSL Accademia Pugliese di Scienze. Seduta del 20 maggio 1926. Presidenza: .prof. N. LEOT'.IA, presidente. E necessarirt la f e11ita del tessuto per la produzione di tu1nnri da bacillus tumefaciens su vegetali?
Prof. RIVERA . - L'.O. riferi.-;ce che tutti i tentati vi fatti nell' intent-0 di far sviluppare un tun1ore Yegetalf' con la sen1plice aipplicazione di una cultura di bac. tumefacie11s sul fu.sto intatto delle piante hanno .avuto esito negativo chè è sempre stato necessario scalfire più o meno profondamente l'epidermide della pianta per far sYiluppare il tumore. Conclude che in ogni caso, per ]a. produzione del tumore vegetale occorre non solo la. .presenza del bac. tumefaciens, ma anche una lesione di continuo . Ciò è la migliore 1prova deJla tesi di Smith, Riker, Dufrenoy, seoondo i quali il tumore vegetale rappresenta una reazione cicat,,.,izzante eccessiva e mai raggiungente la cicatrizzazione completa. . yindrome clinica delle
p~riduod eni ti.
Prof. LEOTTA . - L 'essenza di questa affezione • che più che una tipica malattia, è una sindrome, consiste in un'alterata dinamica duodenale causata da membrane o aderenze che ostacol.ano la peristalsi duodenale. I sintomi sono: dolori dopo i pasti, a sede duodenale, ma non pre-eisamente circoscritti, dimagramento, decadimento generale delle forze, cefalea, nausee, talvolta diarrea intramezzata da stitichezza. Questo polimorfismo clinico ,può indurre l'osservatore non al corrente di questa .affezione a fare le di.a.gnosi più disparate come: uloera gastrica ie duodenale, coleoistite, aippendicite, ed indurre ~1 ch.irurgo ad eseguire le relative operazioni. La causa di questa svariata sintomatologia va ricercata nelle aderenze che possonq legare iJ duodeno al colon e alla cistifellea. L'O. affronta quindi il problema della diagnosi differenziale con l'ulcera d·uodenale e la colecistite, notando come essa sia talvolta vera.mente difficile e basata su l' ap1,?r•~z7..amento di piccoli segni. Diagnooi differenziale con l'ulcera duodenale: 1) il dolore è nella rperiduodenite più indeciso e localizzato in una zona più estesa. che nell'ulcera duodenale; 2) fissità e stabilità del dolo.re nella periduodenite, mentre nell'ulcera duodenale ha perio1i di migliora.m ento e peggioramento e persino di tregua; 3) .assenza nella periduodenite del dolore del1a f.ame; 4) assenza neU.a periduodenite del sangue nelle feci, mentre è frequente nell'11lcera duo :lenale in iatto. Diaignosi differenziale con la colecistit€: 1) nella periduodenite non esiste Ja dolenzia al punto ci1
11
1061
stico e a tutti gli altri punti dolorosi della colecistite; 2) dolore diffuso nella periduodenite in una zona ;:t>ii1 estes.a che non nella colecistite; 3) assenza nella periduodenite degli accessi di colica bilia.re e di tutti quei sintomi consecutivi all'ostruzionP. delle -v~e biliari. Qu alora si possano escludere l'ulcera duodenale e la colecistite è più facile orientare la diagnosi Yerso la periduodenite, ed allora. sarà di valido aiuto la radiologi.a, la quale se non può sempre dettare un quadro ra:liol~gico nettamente differenziato fra periduodenite e ulcera duoden,a le pure può far rileva.re piccole differenze nei due aspetti radiologici che, ove ieollin1ino con i segni · clinici sopra rilevati, ci permettono di fare la diagnosi. Es~e sono: 1) inaggiore fissità e costanza delle deformazioni nell'ulcera duodenale, mentre le deformazioni della periduodenite subiscono variazioni 11otevoli; 2) la deformazione nell' ulcera duodenale è limitata al punto ove ha sede l'ulcera, mentre. nell.a periduodenite esiste un tratto di ma.ssimai· deformazione ed .altro di deformità minore ma estesa a tutto il duodeno. Circa l'etiapatogenesi di questa affezione, il relatore, pur n on volendosi occupare a lungo di questo lato, ammette la pluralità delle cause (ulcere pregresse e guarite, colecistite, ,anomalie congenite) . L ' O. entra quindi nel problema cura-' tivo. l~itiene che la eura, data l'origine meccanica dei dist~bi, debba essere solamente chirurgica e reputa inutili tutti i rimedi interni . Circa il tipo di intervento ritiene si debba , provvedere sempre ad una deviazione del circolo duoden.ale, sconsigliando la liberazione delle .aderenze anche se seguìta da peritonealizzazione. L'O. ha praticato la gastro-enterostomia senza esclusione pilo·r ioa nei e.asi ove la stasi era sopra l' amtpolla di Vater e ]a duodeno-Oigiunostomia nei casi di stasi sotto l'ampolla di Vater. Con questi criteri 1'0. ha sempre ottenuto delle durature gua.rigioni nei numerosi casi trattati dei quali nove nell'anno accade. . m1co tn corso. Pre-senta infine numerosi radiogrammi. 1
Culture all' agar-tapioca.
Dott. MERLINI. Comunica sopra un nuovo mezzo di cultura all'agar-tapioca, pre,parato col metodo solito per l'agar (2 o/c,) con l'aggiu11ta del1'1 % di farina. di tapioca. l\1ostra. il terreno che non diversifica. per l'aspetto dall'agar comune e indica il met.odo di preparazione. Tutti i comuni germi facili a coltivarsi vi si sviluppano meglio e pit1 r at?idamente cl1e su]l'agar ordin.ario, ma esso si presta egualme11te ben~ per ]o sviluppo dei gern1i difficili e che richiedo110 speciali mezzi di cultura (b . di P feiffer, Bordet-Gengou, gonococco, b. difterico) e lo streptococco, solito a morire dopo pocl1i giol'ni nei comuni terreni, vi resta vivo e vitale e trapiantabile fino .a 20 giorni dopo la semina.. L'ag.ar-tac>ioca si presta. pure per la cultura degli anaerobi e dei funghi parassiti.
/
1062 Sulle ?nediastiniti.
•
[.i\.NNO XXXIII, FASC. 30]
lL POLlCI.INICO
Prof. GALDI. - Riferisce le sue impo1·ta11ti osservazioni oliniche su le nlediastiniti e sul loro valore pratico. Egli ha avuto occasione di osservare durante l'anno accademico 10 casi, dei quali uno fu potuto sottoporre ali' autopsia e degli altri ha potuto avere il controllo radiografico, che egli mostra con .altrettant~ radiogrammi. Egli mette in evidenza i seguenti punti essenziali: 1) Le mediastiniti non sono un'affezione rara; 2) le comu11~ mediastiniti no11 sono prese nella dovuta considerazione, perchè trOPfPO s1pesso, quando si varla di mediastinite, si pensa facilmente al tumoré nlediastinico; 3) le mediastiniti si devono diagnosticare prim.a <!he .arriT"ino a dare la così detta sindrome 1nediastinica, la quale soltanto si ha nei casi conclam.ati e per com·p ressione sugli organi mediastinici. Enuncia quindi i piccoli segni clinici dei quali ci si deve .avvialere almeno per sospettare questa diagnosi; essi sono : resistenza alla percussio11e sulla iparte alta del1lo sterno, ipofonesi che scende dallo sterno come due banderelle lungo le marginali dello sterno, spesso ottusità posteriorme11te lungo la colon11.a vertebra.le, dolorabilità alla pressione dello ste1·no. Spesso s~ associ.ano leggeri disturbi cardiaci (a.ffanno, cianosi) e polmonari (tosse stizzosa con poco espettorato), dorvuti a com·pre~ione; talvolta. si ·p ossono avere anche sintomi .a distanza come disturbi gastrici. Circa l.a etiologia si tratta o di pleuriti medias tiniche ex se anteri.ori o posteriori (pleurilie inter}obare, d~aframmatica) o ~leuriti mediasti11iche che fanno. uarte di una pleurite generalè con ispessimento . Spesso sono, c:o1ne ebbe a notare in un caso, di origine sifiJ.itica. Esor!ia i colleghi a ricordarsi più spesso di questa affezione. Per ]a terapia, tranne le forme luetiche, poco fPOSSiamo fare. Fa auguri che la chirurgia, che ta11to .arditamente interviene su~ tora-0e, possa avocare a sè la terapia di questa malattia.
ticato le vedute cli alcuni batteriologi nord-americani sulla possibilità di differe11ziare il colibacillo fecale da quello 11on fecale media11te la reazio11e. di V\roges-Proskauer ed il ca,mbiamento di reazione in seguito alla fermentazione del glucosio, espone le sue ricerche per controllare queste vedute e conclude che non è pos.sibile la differenziazione dei due colibacilli, nega.n do l'ubiquitarietà del colibacillo e ritenendo che la presenza di esso nell'acqua. deve esser ritenuta come l:ln indice di sicuro 'inquinamento. Prof. RI>7ERA. - Azione dei raaai l~o11tgen su meristen1i normale, di Ricinus coinmun1s. Prof. R1vEHA . - Dosi curabive ed eccitanti di ragai X per tumori vegetali da B . tumefaciens. Prof. RIVERA. raaai X?
Azione anticrittogamica dei
Dott. L. Qu ARANTA.
1
,
Su di un caso di oisti del pancreas.
Dott. Rossi. - L'O. riferisce un caso clinico di oisti del pancreas, la cui diagnosi era stata posta prima dell'intervento chirurgico e":l era stata controllata alla radiografia. La cisti apparteneva al gru•p po delle ·p seudocisti; ]a parete era costituita del semplice connettivo senza rivestimento epiteliale; la cavità era unica. Il pa.i1creas si presenta.va .all'aspetto esterno .alterato, ma non mostra,'a alcun seg110 di necrosi cerea. Il liquido era citrino limpido con numerosi leucociti, contenente il fermento proteo- e glicolitico. L'O. pensa che la causa di questa ra.r a affezio11e del 1pa11creas sia stata una i1ifiammazione subacuta debla e-hiandola.
-
.Sull,a dPfini ?Jione d el B. coli e .-. ulla sua di .~ t1·ib1tzion e Tle l rn ondo est erno.
Dott . Sr~IONET'l'I . - L' O. , dopo aYer esposte le .attuali co11oscenze sul colibacillo e dopo a,·er cri-
LA CLINICA OSTETRICA PERIODICO MENSILE di ostetricia, gi neoo1ogia e pediatria, per i meditol pratioi 1
diretto dad. prof
Il fascicolo 7 (Luglio
j
PAOLO CAIFAMI
926) contiene:
F. LORENZETTI: Contributo a.Ilo stJudio del •orumpo visivo e del senso CTomatiico della donna. d·u·r a,ute ii periodi icatameniale e puerperale. V. MARZETrI : Le ·a lteraziorui della vesc:iica nel cancro del collo dell'utero (.oon 1 ta,v. a .colori). Fatti e dooumenti : A. MARTINOLlJ!: Grave anom.a1ia del secon·dMnen1to in un -caso di •doUVlicità utefliTua associata .a ·f ibroma (con 3 .fig.). - P . TAGLI.A.FERRO: Un .caso di aiborto tsubarico trattato con spremituTa della tuba, -secondo Man.g.iiagalli. La rubrica degli errori : F. D'APRILE: Errore di tecnica. ad esito fortunato, od accorg-imento necessario? Note di terapia : G. PAOI: SuJ.la cura dell'eolam.psia. A ccademie: Società Pugliese di Ostetr.ilcia e G.Lnecologù.a. Dalle riviste: Ostetricia : Dia.ginosi differenzJ..ale if.ra rene ~ravidic-0 e ·n efrite ~roruiic:a in gr.aviid,an.z.a, e f.ra ecla.mpsiia e vena UiTemia. - DiffeTente svilU'PIJ>O dei feti nelle .grav.iodan7le gemella.ri e lo.ro -cause. - Pericoli rper la vitailità del feto in seguito atd ,i.n terventi intrautmni. - Prolasso della. placenta. - Sinergismo dei narcobtci somm.i njetr.ati per clistere nella J:ll'atica ostetrica. - Cinecologia : Invas·ione endometriale del1.a ·1>arete vesr1icale. - En1d()metriomi de1'1a vulv.a e del ;perineo. - I fib·romiomi dell'utero e il loro t-rattamento. - La. tromba interstiziale 1J1elle aff.eziioni utero.annes.s-iali. - Ricerche cliniche nella, diagnosi della blenorTagia della donna. - Oultura dello eipercma nella blenorr.a gi·a -crortiic a. - _A, nnesaiti amebriche. - Compdto patogen·o del « Trichomonas va,ginalie 11. Pediatria: Pieliti dei neonati. - Co1i nello stomaco del lattante. Ine11lin.a e secrezione lat-tea. - Esame batter:iolo.gioo del latte di doIJJna - F.att?~i . per . la p.rod1lZione del latte di don.n a. - Note da b•olog1a : La para.biosi nello studio delle ~use del part-0. Simbiosi serologiica tra m~re e ~e!-0. - A:cqua e .f~b bre nei neon.a.t ·i. - Note da m ed1c1na sociale: V1srta medica p·r ematrimoniale 1n. .Austrta. Variet à: I./eflmaifrodit'iemo esterno femmin-ile. Lavori originali :
Notizie.
Abbonamento per il 1926: Italia L. 32; Estero L. 45, Per gli abbonati al 11 Policlinico 11 : Italia L. 26, Estero L. 38. Un fascicolo separato L. 3.so. Inviare Va.glia Poetale all'Edlitore LUIGI POZZI Via. Sistina, n. 14 - ROMA.
-
"
f ANNO XXXIII, F ASC. 30]
SEZIONE PRATI CA
1063
APPUNTI PER IL MEDICO PRATICO. CASISTICA E TERAPIA. La s carlattina dal punto di vista profilattico, diagnostico e terapeutico. Applicando le recenti scoperte di Dick e di Dochez nella scarlattina, Li11dsay, Rice e Selinge1 (l ourn. A. A1. A., 17 aprile 1926) portano un ulteriore> contributo a varie questioni inerenti a tale malattia. Le conclusioni alle quali es5i giungono sono le seguenti: L' jniezione intracutanea di tossina scarlattinoc;i con,renientemente concentrata, secondo il metodo di Dick, controllata con applicazione a gruppi, costituisce un ottimo m ezzo per deterrninare la suscettibilità o l'immunità all'infezione. Tale metodo è sempre di aiuto dectsi''O per la diagn osi. P er m ezzo di inoculazione della tossina è possibil e immunizzare attivamente e per un periodo considerevole i soggetti recettivi. La dose per tale immunizzazione deve essere però accuratamente studiata, onde evitare serie reazioni n ei soggetti provvisti naturalmente di scar5a quantità di antitossina, come indica una Dick reazione vasta ed intensa. È poi provato che 11 siero di Dochez, usato per la cura della scarlattina, 1p ossiede delle reali e specifiche proprietà antitossiche, nelle dovute concentrazioni. L'u50 precoce di quantità sl1fficienti di antitosC3ina riduce le complicazioni gravi. Una dose singola abbondante di antitossina agi. sce m.eglio, da ogni punto di v·ista, di una dose piccola o moderata ripetuta. L'iniezione intramuscolare è praticamente sufficiente in tutti i casi; la via endovenosa trova indicazione solo nei casi critici. Secon·do gli A/\., infine, è prudente 5aggiare la -sens1bili tà di tutti i pazienti verso il siero, primR • di somministrare l'antitossina. !vi. FABERt .
La cura della scarlattina. P ..Ai.. Bly (N. Y. State Journ. of med., apr. 1926) ha trattato numerosi casi di scarlattina sia col san gt1e intero di convalescente, sia col siero di convalescente, sia infine .col siero di Dochez. Il sangl1e di convalescente era· estratto a1la fine della quarta settimana di malattia, dopo a''erlo sottoposto ~reventivamente alla reazione di '''assermann, e veniva aspirato dirett~mente in siringhe della capacità di 50-100 eme., contenenti della •
soluzione di citrato di sodio al 2-10 %. L'iniezione era fatta profondamente nella massa dei muscoli. ~Il si ero di sangue invece era conservato in .so- .. luzione di tricresolo al 3 % e se ne iniettavano circa 20 eme. >;"ei 12 malati trattati col primo metodo si ebbe mortalità del 25 %. Invece i 1-0 malati trattati col siero di sangue guarirono tutti, come pure i 12 che ricevettero il siero di Docl1ez. Quest'ultimo esplicò un'azione favorevole netta e rapida sui sintomi tossiemici e sull'esantema. I.. e cure sussidiarie non specifiche con sistettero nel ri1p oso assoluto in letto per 21 giorni dal primo di malattia, n elle 1frequ enti pennellature delle fauci con soluzioni di argirolo al 20 9~ e 11ell'introduzi one di abbondanti li·qui-di. Tale ultima prati ca fu naturalmPnte sospesa allorquan.do apparve complicazion e n efriti ca, essendo dannoso forzare un rene divenuto impermeabile. M. FABERI.
I risultati della vaccinazione antidifterica con l'anatossina di Ramon. In Francia si 5usseguono ininterrottamente le relazioni riguardanti i resultati della ' raccinazione antidifterica col metodo di Ramon (vedi Policlinico, Sez. pra t., 1925, n. 43) . • l .er eboullet, Boulanger-Pilet e Gournay (Bull. et Atern. de la Soc. ~led. des Hop. de Paris, n. 15, 1926) presentano una statistica di 2000 bambint, vaccinati profilatticamente in parte in ambiente ospitaliero, e in parte in collettività varie. Nella maggioranza dei casi la v.a ccinazione è stata praticata con 3 dosi di 1/2-1 eme., a diis tanza di qujndici giorni tr.a la prima e la seconda, e di 8 tra la seconda e la terza. Il controllo della reazione di Scl1icl< dimo5tro che dopo la seconda iniezione già il 95 % dei soggetti era immunizzato; dOI)O l a terza la percentuale salì al 100 %. Percentuali alquanto più basse si ebbero invece in casi in c11i, per lo stato del faringe dei barr1bini da immunizzare, s i dovette uis are contemporaneamente siero ed anatossina. Sembra infatti cl1e lo stato d'immunità pa.ssiva conf.erita dal siero noccia all'immunizzazione attiva per mezzo de1 l' ana to5sina. Dopo parecchi mesi, in m olti soggetti fu dato poter constatare la persistenza dello stato d'immunità. Le reazioni secondarie alla -vaccinazjone furono sempre lievi e r ar e, e compar,rero solo nei bam .. bini al disopra dei 5ei anni. N·e deriva quindi l'indicazione di ' 'accinare nei primi anni di ' 'ita,
\
1064
[ANNO
IL POLICLINICO
escludendo solo i primi mesi. L'età migliore sembra essere tra uno e due anni. Dal ipunto di vista delle reazioni locali, le regioni più adatte per l 'iniezione sono la spalla e la coscia. I.esnè (i bid.) esalta il siero antildirfterico puriificato dell'i-stituto Pasteur, col quale si diminu1., scono molto gli acci1denti serici, e riporta una statistica propria di .circa 1000 bambini trattati coll'anatossina di Ramon. ·e h. Flandin, infine (ibid.), descrive gli ottimi resultati ottenuti con la stessa anatossina, usat&. s11 larga scala durante periodi di epidemia.
XXXIII,
FASC.
30}
Dopo la ca·d u·t a della temperatur a, la cutireazione alla tubercolina ridivenne positiva. La febbre di Malta è quindi da ritenensi una malattia anergizzante durante la Silla evoluzione; l'~"lergia ipersiste fino a quan1 d o persistono i fenomeni generali e [unzionaJi: d'ebbre, sudori, asten ia, dimagrimento. La t'Ubercolosi è da ritenersi nna compUcazione possibiae 1d€fila febbre dà ~1.al t.a; l a.n ergia tubercolinica che si rileva in tale malattia n e fornitsce la di!mosrtrazione biologica. Da ciò la neces·sità di evitare al m elitoco.ccico O·gni causa di reinfezione tubercolare. 1
fil .
M. FABERI.
Il trattamento della peste.
Sepsi postanginosa. Affezioni apparentemente lievi del faringe possono dar luogo a seipsi mortale. In tali casi lo s'tato generale dei pazienti è molto grave, e questa gravità in contrasto con lo scarso reperto locale perm ette di fai·e la diagnosi di sepsi post-angino. sa. Al collo e specialmente in corri·spondenza dell'angolo della man,d ibola i te5suti sono tumefatti e dolenti alla pressione: la palpazione di solito non permette di di'stinguere se tumefazione e dolore siano dovuti ad adenite o a flebite. Il sinto. mo più caratteristi-co della sepsi post-anginosa sono i brividi: brividi che compaiono nel corso di una angina indicano sicuramente l'esistenza · di una sepsi. In tutti 1questi casi esiste una trombo· flebite della vena giugulare, come H. Lenhartz; ~funch. med. Wochenschr., n. 22, 1926, ha pot'Uto dimostrare in cinque casi mortali. ·r farmaci. sono inefficaci; la sola cura che applicata a tempo può forse salvare i pazienti è la legatura precoce della vena giugulare. Questo in· t ervento chirurgico dovrebbe essere tentato in tutti i ca:si non appena diagnosticata la sepsi post. anginosa; l'esisten za di metastasi nei polmoni (frequente) od in altri organi non controindica tale intervento. I casi in cui n on si procede alla legatura della vena giugulare hanno una prognosi assolutamente infausta. POLL. 1
1
IJ'anergia tubercollnica nella meJitococcia.
E. Ruberti Fiera (Annali d'Igiene, febbraio 1926) riferisce sui casi di peste osservati nell'epidemia di ·M ogadiscio .(,S omalia italiana) durante il 1924. La città di Mogaid.iscio è espois ta al pericolo della peste eh.e è ·endemi·c a lungo il m edio Uebi
Scebeli ed è anche importata daj po.rti dell'Arabia, dello Zanzibar, ecc. Durante l'epi1demia osservata l'A. ha avuto oc. casione ,di sperimentare l'efficacia terapeutica del siero antipestoso ed ha trovato che l'azione di questo è però incostante, in quanto che talora si vede una manifesta influenza sull'infezione, mentre altre volte .questa non risulta. :E: di grande importanza la somministrazione endovenosa e l'uso di un siero fresco. Si deve 1p erò stare attenti che gpesso pos5ono aversi delle crisi an afilattiche. Siccome poi l'infezione pestosa manifesta la ' sua azione tossi.ca specialmente ·sul cuore, è importante prevenire il collasso idi questo, sicchè l'A. · cons~dera come condizione essenziale per la riuscita della terapia col siero, l'iniezione preventiva di canfora (20 icg.), da ripetersi do1po 4·5 ore e da continuarsi per 5-6 giorni con ·d os.i giornaliere di 40 cg. P a&sato il periodo acuto dell'infezione, possono l1sarsi anche con successo le iniezioni di caffeina, strofanto, ecc. Per quanto riguarda i bubboni, essi vanno apertt non àppena si manifestino dei segni di rammollim ento, ma non prima p er non turbare le funzioni di. difesa delrorganismo. fil.
La febbre d·i Malta è una malattia anergizzan-
tc comP lo provano gli 8 casi riiferiti da Olmer e :\1a&sot (R eviue médicale de la France et de:> • colonies, giugno 192.5); in tali malati. la ·C'Utireazione a11a tuberc0ilina fatta in .p ieno periodo febbrile, fu negativa. Tale anergia non è semplicemente cutanea, poichè l'intradermoreazione alla tossina , delle brodocolture cli m eli tense era in tali casi posiiiva. 1
1
•
Lo jodio nella malaria. I medici r ussi con sigliano, contemporaneamente al chinino, la somministrazion e di 5-10 gocce di tintura di jodio mattina e •sera, op'Pure 25-30 gooce, sempre mattina e sera, della seguente s oluzione: jodio !net. g. 2; joduro di potassio g. 5; acqua disti1lata eme . .100.
'
[AN~O
XXXIII , FASC. 30]
SEZIONE PRATICA
NOTE DI MEDICINA SCIENTIFICA. L'etiologia dell'osteomielite da virus filtrabile ricavabile dalle culture di stafilococchi. V. Jura (Archivio Italiano di Chirurgia, vol. XV, fase. 2°, 1926) 1Pren1de anzitutto in esame tutti i la,rori che si sono occupati •dell'argomento e quindi riferisce la letteratura relativa ai diversi agenti etiologici •dell'infezione (stafilococ.chi, streptococchi, diplococco di Frankel, B. Eberth, ecc.) . Da questa ·disamdna risulta che l'orpinione più concord€ degli esperimentatori fa ritenere causa dell'infezione p er lo più gli stafilococchi, e secon1do alcuni an·che gli streptococchi. Nella seconda parte del lavoro prende anzitutto in esame i referti stafilococcici di 34 ca:si di osteomielite in atto, su 45 stu1diati, i solando i germi in colture aerobiche in brodo ed anaerob~che alla Tarozzi. Inocula nelle vene .questi germi in conigli giovani, scegliiendo tre st~piti di stafilococco aureo e-d uno ·di albo. · 1\.s&odata la possibilità di ottenere lesioni osteomielitiche con gli stessi, si •dà alla ricerca di proprietà litiche nelle coltt1re degli stafiloco·cchi isolati •da processi osteomielitioi. A tale scopo si serve di filtrati di brodoculture attraverso le Berl<ef Pld \V ed ~ e riscontra con adatta tecnica costantemente azione litica nei filtrati di ciascun ceppo })atteri co ora ·omologo, ora eterologo. I filtrati ·d i stafilococco aureo od albo furono inoc11lati per via endoYenosa a giovani coni•gli. I filtrati semplici od ottenuti <!alle colture plasmoIizzate •dimostrarono la presenza dii un virus dotato di azione litica 5Ugli staifilocoochi e capaci di determinare nei coni.gli evi•denti lesioni oste~ mielitiche, ottenute anche con virus trasmissibile in serie .aa animale ad animale, inoculando emultSione di mi·dollo infetto. Ogni e-sperimento è mi. nutamente descritto • nella tecnica e seguito dal reperti necroscopici e istoJogici delle ossa, corre.dati spesso da rr1ic.rofotografle, o da fotografie di •ossa sezionate, nelle quali .sono messe in evidenza le lesioni ottenute. . L' ..\. conclu1de che l'azione osteomielitica dei fil· tratj è intd ubb ia, 5iano essi ottenuti ·dalla sempli ce filtrazion·e delle colture stafilococctche in brodo, sìa da quelle in antecedenza plasmolizzate; che nelle lesioni provocate n egli animali con filtrati delle colture stafj lococciche non si trova alcur1 germe; .che si tratta ·d i lesioni trasmissibili in serie. P erciò egli ritiene che le lesioni o5teomielitiche ottenute negli animali siano provocate da un virus invisibile e filtra:bile, •dotato ·di proprietà staf1iloliti1che, al quale virus è ;presumibile sia legata la etiologia dell'osteomielite acuta. A. 1
1
,.
___
\~-
1065
POST A DEGLI ABBONATI. M alaria subterzana. -
Al dott. B. S., da P. A.:
Il nome di « subterzana >> è sinonimo di terzana estivo-autunnale, terzaina maligna o tropica, prodotta dal Pla smodium falciparum. Esso deriva dall'andamento termico, il ,q uale era stato già bene in·dividuato da Cel5o e IPOi fu p,rer.isato e defi11ito da Ma1 chiafava e Celli. L'an·damentu termico distingue, difatti, nettamente la subterzana dalla terzana primaverile o benigna, ·detta anche semplicemente terzana, proùotta dal P. vi<vax. Quest'ultima determina acces·s i febbrili ogni 3.> giorno, lasciando una giornata interamente libera da .febbre, in quanto gli accessi durano men o di 24 ore. Invece n ella subterzana gli ac.cesc;i febbrili si protraggono molto, di regola oltre le 24 ote, e quindi coprono anche una lParte del giorno con aipiressia; i·n altri ter.m ini, tra gli ac<.:essi non si fra>p'Pone 'Una giornata interamente apiretica, e la febbre tende ad eissere subcontinua. D'altra parte, i disturbi generali .n on desistono nella apiressia, in sipecie la c·efalea. P er questi. nioti\•i i pazienti, interrogati, non sanno precisare il tipo terzanalio. Manra il vero tipo terzianario, pure approssirnan·dovisi. Il nom-e di estivo-autunnale non è, oggi, molto usato n ella letteratura medica internazionale, perchè nei paesi caldi la malattia si presenta tutto l'anno. La 1designaz1one ·di tropica, intro·dotta dai tedeschi, è pur essa poco idonea, IJ)erch·è la malattia si. presenta con frequenza fuori dei tro'Picl . com e in Ita1ia. Anche .i l nome di terzana maligna risulta poco &od-disfacente, perchè si hanno forme n1iti della malattiç.. S'in1piega sempre più, invece, il termine <\i subterzana, tratto dal puro n osograf1smo; esso viene contrapposto a terzana. !Naturalmente queste due 1designazioni rispo11dono bene solo i1ei casi tipici, con unica generazione 'Para:ssitar.ia, a ritmo di 48 ore; altrimenti si hanno ritmi accelerati o ritardati, f ebb·r i quotidiane, f ebbri irr·egolari, a volte anche irregola:rissime; ma si riesce sempre a .discriminarle e individuarle mediante l'esame mi•croscopi·co del 5angue, cioè ·dalla natura dei para-ssiti. Una designazione rigorosa sarebbe dunque tratta •dal nom·e 1del parassita; ma anche su questo nome non v'·è accordo. Difatti il pa1ras&ita •della subterzana reca vari nomi: Plasmodium praecox, Plasmodiu:m falciparum, Laverania malariae, ecc. Il no·m e generico di Lavera'ft.ia deve scartarsi, senz'altro, perchè i protozoologi rjconoscono che il parassita della subterza11a è -cogenere dell e altre due specie di 1parassiti •della malaria umana, e a tutti spetta il nome generico di Plasmodium, stabilito da Marchiafa,·a e Celli n el 1885. 1
IL POLICLINICO
1066
Il i1om e più corrente in Italia per il parassita della subterza11a è Plasmodium praecox; ma dovrebbe essere abbandonato, p erch.è, in conformità alle norme dell a nomenclatura zoologica, esso spetta invece ad un parassita ·degli uccelli, detto an che Plasmodi um relictum, Prot eosoma praecox, P roteosoma labbei, ecc. .Si ri.cono,s ce difatti che questo parassita è ccgenere di PlMmodiurri; quanto al nome s1peci·f i·c o, Grassi e F eletti proposero prrzecox n el 1890 e relicl'um n el 1891: il primo deve pre·v alere per ragioni di preced·enza; .n e vien e che la designazione di Pla.srrwdium praecox va conferita al parassita degli uccelli. Gli a utori american i, i quali •sono forrnalisti, ormai la im·p iegano (.co5à L. G. Taliaferro , G. H. Boyd, ecc. ); invece i fratelli Sergent, che 11anno fatto m ol to pl!'ogredire le nostre cono·scenze su questo parassita, 1pre'feri, scono la design azio11e di Plasmodium relictum, rneno esatta, ma che evita ogni equivoco possibile rol parassita umano della subterzana. La sola designazion e specifica ineccepibile per questo 1par a~sita è • oggi qu ella di fa lcip arum, int1 odotta dal patologo americano \Velch n el 1897; cle,re ·dunque pa1r larsi di Plasmord ium f alciparu1n. Tutta.v ia, come abbiamo detto, si 1parla correntemente anche ·di P. praecox (chi scrive questa nota suole impiegare questo termine). .i\ggiungiam o ch e Si di scute da tempo sull'esistenza di d ue varietà: mitis e immitis. Il termine ·d i « plasmodio » d a Lei applicato agli agenti della 1nalaria, è ine1satto, sebbene essi r~ cl1ino il n ome sciPntifi co di Plasmodium. Allo stesso modo ipuò accader e che una persona porti il nome familiare di Bruno e n on sia bruno, ma bion<io. Quel n ome venne dato inavvertitamente da Marchiafava e Celli ed è rimasto, grazie alle • norme -della nomenclatura scientifica, iper quanto i parassiti malall'ici non sian o affatto d-ei plasmodi, jn n essuno staJdio della loro esistenza. Non ha nn o ·da far nulla n eppure con le amebe, per ql1anto presentino ,movimenti ameboidi. ~ esatto designarli com e ematozoi (od ematozoari). ma in tal caso è n ecessario aggiungere il qualificativo di mala riçi », perch1è esistono altrt ematozoi , com e l e filairi e san guicole. E·s5i appartengono alla classe d egli sipor ozoi {o sporozoaTi) , or. dine degli em osporidi . L. VERNEY. 1
1
(<
P er la libera docen::.a in patologia chirurgica. -
.i\l dott. F. Anglesio :
. Il Mdnistro d ella Pubbli ca Istruzione ogni anno nel Bo1lettino Ufficiale dà notizie del termine entro il quale gli aspiranti alla libera docenza debbono far pen•enire al itinistero le domande. Queste, r ed atte su carta bollata da L. 3, debbon o essere indirizzate al ~1inistero della P. I. e conte11ere l'indicazione d ella materia p er la quale sl chiede l'abilitazione, che può essere concessa per 1
•
[ANNO XXXIII, F ASC. 30}
qualsiasi disciplina , anche se non vi corrispon·d&. un insegnamento ufficiale nell'o:ridinam ento ·d idat. tico delle Università e d egli Istituti .superiori. La domanda deve essere c-0rredata di: a ) atto di nascita; b) ·certi1icato comprovante ch'eg1i è cittadino italiano o italiano non r egnicolo; e) cetti1ficato generale rilasciato dall'Ufficio del casellario giu·diziario ; d ) certificati di buona conidott::t. rilasciati dai Sindaci dei C.o muni n ei quali eglt h a avuto la sua residenza durante l'ultimo trien. nio; ·e) titoli ·di qualsiasi gener.e che il candidato intende sottoiporTe al giudizio d ella commissione 11 documenti di cui alle lettere a ) , b), e), d ) debbono essere legalizzati; quelli di cui alle lettere b), e), d ) debbono inoltre esser e ·d i id ata non an. teriore di 3 m esi a quelli d ella doman·da. I titoli sr.ientifici ·d ebbono essere 'J)Ubblicati per le stamipo e di ognuno o ccorrono 5 ~op1e . P er l'anno scolastico in corso il termine entro il quale gli asipiranti alla libera docenza in Patologia speoiale chirurgica, come in tutte le altre materie, potevano far pervenire al Ministero le domanrde è scél!duto il 31 maggio. J. 1
1
L a digitale in. graviaan.:a. -
.J\.l dott. G. G. ; abbo-
nato n. 2690: Nessuna con troindicazione all'uso della digitale n el corso della gravidanza : le necessità anzi in genere di una cura più aocurata e attenta jper e'ritare l'insorgere di fatti -di scompenso ai quali predispongono la gravidanza e il parto. p . g.
..\1 dott . A. B. da V. : Un ampio stu dio statistico sulla tubercolosi è quello di L. TELEKY in: Hanidbuch der gesaniten, T1lb erkillos e- Th erapie, edito da Urban e Schwarzenberg, Berlino. La Direzione Generale di Statistica italiana ha pubblic ato qual!oh e anno fa uno studio statistico sulla tubercolosi. Per la ter apia, oltre al trattato sopra citato, veda G. BRECCIA: La terapia della tub ercolosi polrnonare . Unione tirp-ed. Torin ese. fil. .1\1 dott . ..\. S., abb. n . 12581: Sui r apporti fra dentatura e malattie d ell'infc.>y11zia, veda l'ampia monografia di G. T U·GENDREIC~ e J . MISCH in L ehrbuch der Grenzgebiete der Jt e. dizin und ZahJnhetlkunde, edito da Vogel, Lipsia. !.'igiene odontoiatrica scolastica non si differenzia da .qu ella comune e, salvo quanto 1p uò esser" dominio dello specialista, si compendia in acqua, sapon e e spazzolino. Un opu~coletto di propaganda consigliabile e quPl!o ·di A. PIPERNO: Cura i tuoi denti, estratto dal volume Salute d-ello stesso autore ed edito a ct1ra dell'Istituto italiano di igiene, previdenza, P-ssistenza sociale, via Marco Mingh etti , Roma. fil.
•
I
f ANNO XXXIII,
FASC.
30]
SEZIONE PRATICA
VARIA., Sol p1·oblema del ringiovani1nento. I.uigi Castaldi (Rivista di Clinica Medica, anno XX\TI, n . 24), dopo aver fatto la critica ai vari metodi di trapianti testicolari ed ovari.ci fin qui esperimentati, da quello dello Steinach a quello del Voronoff, ed aver a ccennato alla questione ancora dibattuta, se sia il tessuto .seminifero del testicolo qt1ello ad attività endocrina o non piut· tosto l'interstiziale, investe in pieno il problema del ringiovanimento dal 1pu11to di vista teorico· scientifi co. I. . a qnestione va impostata sulla base di alcuni concetti, oramai di verità indiscussa, che già il Ri7.zozzero aveva enunciati e che cioè dl ogni organismo i tessuti più diff erenziati n on possono rigenerarsi se distrutti o alterati per consumo o al.tro. f: clas5ico a questo proposito distinguere gli elementi cellulari in tre categorie: i per enni, gli stabili e i labili . I primi, rappresentati sopra t.utto dalle cellule del tessuto ner\roso , sono gli orga11ismi ~iù altamente differenziati e come ta1i non hanno la possibilità di rigenerarsi. Gli stabili po5sono solo rigen erare in conrd izioni speciali, e cn.1esta proprietà ,.a spiegata n el senso che, anche nell'individuo adulto, fra es.si permangono cellule a carattere embrionale, capaci quindi di dif· ferenziarsi ulteriormente; i labili poi posson o sempre rigenerarsi, ·anzi, essendo 1poco differenziat1 e consP.rvando la struttura embrion ale, si rigenerano continuam ente. Teoricamen te dunque, se alcuni tessuti od organi, i meno evoluti, già \•ecchi o stanchi, potrebbero r igen erarsi in condizioni particolari, altri, il sistema n ervoso, non possono assolutamente presentare .que5ta proprietà nemmeno in condizioni specialissime. In pratica poi gli organismi o le singole loro parti non p ossono continuare a vivere potenzialmente immortali. La vecchiezza ,del tessuto o dei suoi co&tituenti è intimamente legata al processo di differenziazione, di evoluzione, di perfezionamento, che ogni sin golo el emento fin dalla nascita è costretto a s11bire. Esso perd e a poco a poco e in misura progressiva il suo potere fur1zionant e, tanto più esso si avvicin a alla sua differen ziazion e completa. E q11esto soipratutto per quei tessuti, i perenni. che già fin dalla nascita si trovano in una fase di avanzata differenziazione e quindi sono 50ggetti per primi a invecchiare e a m orire. N1è del r esto si può ammettere ch e il tessuto differenziato possa ritornare alla sua condizione primitiva e riassumer e le caratteristiche embrion ali. Concludendo dunqu e, non si p11ò in nes5un modo ammettere il ringiovanimento inteso sia n el
1067
senso di una rigenerazione del tessuto perduto, sia di una reversibilità del fenomeno di crescenza e di vecchiezza; si potr à ammettere solo, che con i mezzi opoterapici, m ono. o pluriendocrinici, anche 5e 1p er trapianti, si potrà influire sui tessuti meno differenziati, unicamente provocando un miglioramento funzionale di essi e temporaneo, riat· tivando le loro condizioni nutritive, cir colatorie, endocrin e. :\la i tessuti perenni non potranno in nessun modo essere ostacolati nel loro corso fatale verso la morte. M. CAJA.
I medici nella vita pubblica sud-americana. Arti~oli redattoriali del Jowrn(}Jl A. M. A. (13 feb .. braio e 8 maggio 1926) rilevano con quale pro·p orzione notevole i medici partecipino alla vita pubblica. Il recor,d sembra tenuto dall'Uruguay, nazione piccola ma attiYa e progredita; essa conta un milione e m ezzo di abitanti, con 125 deputati e circa 90 senatori, dei ,quali i m edi ci rappresen .. tano, rispettivamente, un quinto (alle ultime elezioni risultarono esattamente 25 medi·Ci) ed un poco meno di un quarto: n on può ammetter si che questa invasione di medici nella politica de'bba attribuirsi ad ambizione, 1p oichJè molti degli ul~ timi eletti hanno espresso l'intenzione decisa di rifiutare l a carica. In tutta l'.~merica latina i medici hanno spesso assunto compiti politici preminenti; il migliore esempio è forse dato da Unanua, lo statista peruYiano, la cui statua venn e er etta recentem,ente a \\,Ta shington; sono anche da ricordare de :Toledo p jza, che ebbe molta parte n el sostituire al Brasjle l'impero con la repubb1'ica; Damianowich e Sand0\ 31, che assun sero parti eminenti nelle ipri.. me guerre d'indipendenza argentine; ecc. ~I olti medici cccupano attualmente cari.che po .. litiche importanti n ei go\reTni, com e pure n ei ranghi ·rl~plomatici e consolari. Valga di esem'PiO l'Equador, ove sono mini'stri due medici: Isiid ro Ayora, clinico ostetrico dell'Univer sità di Quito, e ~. Hidalgo .Ne·y aras, fisiologo dell'Università di Gn a.)·a<:tuil. ' 7
PU 89LICAZION I PERVENUTECI ~,INIZIO
GAF.TA~o.
I stituto di ~iuto materno e dì a.ssi.C\tenza aì lattanti. di B ologna (Rel,azione Sa-. nitaria dell'ànno 1923 dell'). - Bologna, Coop. Tiip . Azzoguid1 1924. GALLI G1ovANNI . Paro.lisi motorie centrali e a.fa sie motorie di bre'li'i~~Ì->)ta d1vra ta; genesi e tratta... nien to. - Milano, 0$pedale l\1aggiore, 1924. ID . I l cu.ore. Profilas~i ~ocial e . - Torino, TilP. S ociale T orin ., 1924. In. B e it·ra g zur K enntn,'t,i; d~t- U e.rzsynchronischen Jluskelzut:kungen. - ~Iiinchen, Mtinch . Mediz .. Woch. , 1924. •
.. 1068
IL POLICLINICO
[ANNO
XXXIII,
FASC.
30]
NELLA V. ITA PROFESSIONALE . L'ammissione dei non indigenti nei pubblici ospedali. Fra i numerosi problemi che il dopoguerra ha fatto sorgere, l'utilizzazione degli ospedali ha preso per il corpo medico una notevole importanza. Teoricame11te queste · istituzioni sono sorte per i poveri, con doni e lasciti destinati ad essi. Pa qualche anno però, e specialmente nei 1Paesi dove vige l'assicurazione contro la malattia, essi vengono ad aprirsi anche ad altre categorie di cittadini, ciò che finisce con l'avere delle ripercussioni, particolarmente per quello che riguarda l'insegnamento universitario ed i rapporti fra la mutualità e l'assistenza pubblica con il corpo medico. Un fatto è innegabile, osserva a tale pro1posito H . l{oet.t litz (L e Scalpel, 27 febbraio 1926) ed è la diminuzione, osservata in tutti i paesi, n el numero dei poveri, cne si rileva nelle campagne come nelle gran di città dove si vede man mano diminuire l'affluenza alle consultazioni degli ospedali e l'au mento evidente del benessere degli individui 'Che vi si presentano. Entrano poi in scena le Società di assicurazioni che fanno ammettere i loro soci alle consultazioni gratuite e nelle sale comuni. In avvenire però, 'Per quanto risulta dai propositi dei dirigenti di tali Società, sembra che ~i dovranno riservare ai loro soci delle sale spe-cializzate. L'ospedale verrebbe allora a comprendere le due seziGni ·d ei poveri e dei paganti ... mutualisti, entrambe sostenute dalla collettività, poichè è evidente che le contribuzioni dei mutualistl sono ben lungi dal bastare al mantenimento d1 un ospedale. Per gli ospedali non universitarii sono possibili -due soluzion i: la sop1Pressione o la fusione con i comuni vicini senza ospedale, oppure la trasformazione di una parte dell'ospedale stesso in istituto a pagamento, che dà le sue c ure a prezzo -corrente. Una terza soluzione è possibile, cioè la cessione di una parte dell'ospedale ai mutualisti che ne 1potrebbero disporre a volontà. Il difetto di .quest'ultima consister ebbe nel rendere impossibile la seconda la quale sarebbe forse la più desiderabile, poichè si avrebbe con essa un istituto aperto a tutti i malati e quindi anche a quelli ' l>rov\risti di po.chi mezzi; un istituto qu1ndi intermedio fra le cliniche private, inaccessibili alle piccole borse e l'ospedale comune riservato ai po'reri. Invece, con l'osipedale dedicato alle mutualità, e meglio a quelle fra esse infeudate ad un potente partito politico, si \rerrebbe a forzare la 'Piccola borghesia, gli impiegati, i piccoli commer-
cianti ad inscriversi alle associazioni e si potrebbero ayere di conseguenza delle ripercussioni politiche. L'introduzione negli ospedali di malati che pagano non solo le ~ese ospedaliere, ma anche la prestazione medica, fa sorgere il problema della libera scelta del medico che è già stato risolto in senso favorevole ad essa per le società di assi~ -curazioni e che, 5econdo l'A., dovrebbe essere aipplicato anche negli obpedali, sia per le prestazioni rnedi·c he come per quelle chirurgiche. Per quanto riguarda le consultazioni ambulatorie, l' A. osserva che queste tendono ora a scomparire dagli ospedali ed a r~prendere la forma di policliniche libere, eventualmente affidate ad un gruppo di medici dell'ospedale, con i quali i Comitati potrebbero intendersi per le tariffe. Rimane poi la questione ben più complessa degli ospedali universitarii. E evidente che se il numero dei m alati diminuisce, ne soffre l'insegnarnento e si sono vedute delle città con Università, concludere accordi con le città vicine jper provve. dere alla formazione cnlrurgica dei propri allievi. P er molti studenti l'istruzione al letto del malato riman e limitata alle lezioni cliniche, od a pochi malati ospedalieri, mentre manca ad essi la formazio11e professionale sui malati ambulator.ii (cas1 iniziali e casi cronici) che è tanto importante. Pur ·di avere del materiale per l'istruzione degli allievi, gli ospedali universitari accettano quindi tutti i ·malati delle società di assicuraiioni a rette irrisorie che n on compensano nemmeno le spese materiali e sottraggono cosi un gran numero di malati ai medici privati che vengono in tal modo lesi nei loro interessi. Tutto questo influisce ·evidentemente sui raipporti collegiali e rompe la coesione del corpo medico, a vantaggio dPlle società ·d i assicui!'azioni che 1dalla divergenza di interessi traggono profitto. . Le proposte dell' A. per risolvere la questione sono l e seguenti: 1) istituzione ·di ·consultazioni ambulatorie a pagamento per i non poveri; 2) divisione dell'ospedale in due sezioni dei poveri e di quelli che 1pagano, ammettendo che questi p-0ssano farsi curare dal proprio medico (libera scelta), col sistema che d el resto si osserva anche in talune cliniche private; 3) diritto da parte degli ::tllievi di assistere alle visite del pratico e da parte degli insegnanti di usufruire per l'insegnamento dei casi interessanti anche se curati dai medicl pratici non addetti all'ospedale. I malati paganti, corrisponderebbero la retta ospedaliera ed, a parte, pagherebbero il medico, come se fo ssero a domicilio. ,
'
[ANNO
XXXIII,
FASC.
30]
SEZIONE PRATICA '
Per i medici dell"ospedale e da questo retribuiti, gli associati dovrebbero pagare secondo la tariffa minima stabilita fra le Unioni professionali mediche e le Società di assicurazioni ed analogamente per gli interventi chirurgici. Gli onorari cosi percepiti andrebbero divisi fra l'ospedale, i medici addetti e la cassa di mutuo soccorso della federazione medica. Questo isj.stema, secondo l'A., potrebbe al suo i11izio in·contrare delle ostilità, ma con un po' di buona volontà dovrebbe portare dei buoni effetti. ,
fil.
CONCO R S I . POSTI VAOANTI. B ASSANO , ... E::'l:ETO ~ l- irert .'.:a ). ca.d. 31 lug.; priro.a1·io med.; L. 8000 e 6 trienni ventes.; letti 200. Chiedere annunzi.o. BELLUNO. Ospedale r'ivile. Direttore Ga1binetti ,per esami microsc., batteriol. , chim. clinica e istol. patolog.; L. 8000 e .1, aum. decimo, oltre L. 1000 c.-v . e p~rcentuale incassi. Scad. ore 17 del 31 ag. Età lim. 35 a. Tassa L. 50.05. BoR111DA \Genova) . - Soa.d. 31 ag.; L. 8400 e 10 bienni ventes.; c .-v. in L. 1200. CARPI. ( !ongrt?,gaz. dti Ca1·ità. - Med. chir. ra· diologo pressq l'Ospedale B. Ramazzini; scad. 31 lug. ; vedi fa.se. 28. C..\STTGLJO)IB DEL GENOYESE (Salerno). cad. 20 ag. ; L. 6000 (~ir) e -! quadrienni ; L. 3 capita.rie oltre il. 20 % popolaz. CosENzA. Ospedale Civile. - Co11corso per titoli e per ~sami a tre posti di medico assistente pel biennio 1926. Scad. 31 .ag. Stip. L. 1800 .annue e percentuale sui compensi operativi. LAMA MoGOGNO (J!odena) . 2a cond.. Se.ad. 60 gg. daJ 1° gin. Vedi fase . 27. MIGNANEGO (Genova). - Scad. 31 ag.; L. 8400 e 10 bienni ventes.; indenn. trasp.; per uff. san. L. soo . MILANO.
Consialio degli Istituti ()spz'talieri. -
t! .a nerto il concor~o -ner titoli ed esami ad alcuni posti di n1edico cl1irurgo assistente con funzioni di inte1·no; L. 5600, oltre c.-,.. di Stato; orario 8-12 e 15-18 e guardie diurne e nottur11e con indennità di L. 8 per ogni notte. Dooum. all'Ufficio di Protocollo del Consiglio (via Osped.aJe 5) non tpiù tardi rlelle ore 16 del 9 ott. Tassa 11. 50 al cassiere. Età inas~ . 35 a. Docum. a u11 mese dal 9 lug. Pubblioazioni a stampa. Chiedere annunzio. l\1oNTEOAS'fRILLI (Per·ttgia). Per Avigliano Umbro; proroga alle 19 del 31 .a g. :ffi abolita la tassa di concorso . Stip. L. 8000 e 6 sessenni dee. , oltre L. 600 senr. att., L. 120 (sic) ambulat., lire 5400 celere mezzo trasp. Età lini. 35 aé al 26 mar. NocERA INFERIORE (Salerno) . ..\1 19 ag. vedi fase. 28. ' ()LIYET'l'A 8. MICHELE (I1nperia) . - Al 31 lug.; vedi f asc. 29.
1069
PADOVA. (J.'ipedale Civile. - ~led. prim. dei riparti .;>er tubercolosi. Scad. 10 ag. Assistente effett. di chirurgia; scad. 31 lug. Vedi fase. 27. PAR~!. Ospi~i rivili. 4 assistenti nell'Osped. "Maggiore : due per le divisioni med., due per le chir. Titoli ed esame (i!lustraz. di un case clinic0) . L. 1500 oltre c.-v. di L. 1800, L. 20 ogni guardia, quota parte tasse. Docum. all' Amn1jnistraz. entro ore 16 del 16 .ag. Età inass . 35 a. Tassa L. 50. Ohiedere annunzio. PIACENZA. R. Prefettura. - A tutto il 31 ag. ; 11ff. san. medico cwpo del oaipo~uogo; L . 17, 000, 5 trienni ed un quinquennio di un decimo; vedi fase. 29. PoDENZAN ~ Cl\Jassa-Car1·ara) . - Scad. 31 luglie. \ .,. edi f asc. 27.
Ministero della Jlarina (Dire,zione Centrale di 1Sanità M. M.). - 16 tenenti medici in RoMA.
serv. a. p. nel Corpo Sanitario Militare Marittimo. Scad. 2 ag. ore 10. \ Tedi fase. 19. Ro:lrA. Jliniste,ro della I'. f. - Con decreto rni11isteriale in data 23 giugno 1926, 1pubblicato nel1a « Gazz. Uff. » del 23 gi1rgno, n. 144, sono stati aperti i concor si per professore non stabile alle cattedre u1il,-ersitarie Reguenti: Anatomia patolo~ gica, a Sassari ; Clinica clelle Malattie inentali e nervose, .a Sassari; Clinica medica, a l\iodenia; Clinica oc11listica, a Saissari; Fisica sperimentale, .a Bari ; Fisiologia, a Cagliari ; l\1edicina legale, ia l\lessina; Patologia generale, a Sassari; Radiologia e Terap:i.a fisica, a P avia. SAN PIER D'ARENA (G enova). - Primario med.; Scad. 31 l;ug. ; vedi fase. 28. SENos'EccmA (Vene~ia Giulia). - A tutto 31 ag.; vedi f asc. 29. SERRA S, Qu1r.rco (Ancona). - Soad. 30 lug.; 2& cond. ; vedi fase. 28. SESSA A URUNC'A (Caserta). - Per Car.ano e tre borgate; vedi fase. 28. Scad. 30 gg. dal 25 giugno. SIRACUS ..\ . Il. Prefettura. - Uff. san. di Sortino. Scad. 45 gg. dal 2 luglio. \ Tedi fase. 29. 1
Ope1·e I'ie B iunite Ospedale Oimile e{f; Istituto Esposti con, ilfater ,n ità. - A tutto 10 ag. TRRvrso.
0
Direttore medico an.aton1ico; vedi fase. 29. VERONA. , C'uola di Ostetrici.a. Direttore. S cad. 31 .ag. RiYolgersi al i\linistero della P. I. VILL\\.ALLELONGA (.Jguiln ). Al 15 ·ag.; v. fase. 29. CONCOl<SI
\ PP.'EJ\11 .
Pre1nio OP-sare Lombroso. Ripigli.a11do una tradizione interrotta dalla guerr.a l' An1ministrazione d ell' «Archivio di A11tropologia Crimina.l e e Medicina Legale » a(pre u11 concorso per un lavoro su argomenti di .antropologia criminale esclusivamente tra tutti i suoi a,bbonati pel 1926. Il premio è di L . 1000. Ma ove il nun1 ero e l 'importanza dei lavori presentati lo richiedano. l'Amministrazione è disposta ad aggiungere un secondo premio di L. 500. Il concorso si chiuderà il 31 dicembre 1926. Si potrà trattaJ.·e qualsiasi argo1nento di antropologia cri1ninale e in qualsiasi forma : studi anatomici_ fisiologici o psicologici, narrazione commentata di
•
1070
IL POl ICLINICO
[ANNO
XXXIII, FA.Se.
30~
•
casi criminali, biografie d criminali, elaborazione di dati sta:istici e simili. Per questo primo concorso, data anche la brevità del tempo, i lavori potranno non superare 3-4 fogli di stampa formato « .Arohivio ». Il lavoro o i ]avori premiati saranno pubblicati nell' e< .Archivio » ~ Testeranno di proprietà della Casa Bocca. I manoocritti saranno indirizzati a11a Direzione de]l'« Archivio» e, ove non si.ano firmati, verr.anno contraddistinti da un motto riportato su una busta chiu'a in cui sarà incluso il nome del1' autore. POSTI DI PERFEZIONAMENTO .
1!'01idazi oni Jlangiagalli e
I
1
'i1;cardi.
Presso la R . Università di MiJ,ano so110 messi a concorso sei posti di perfezionamento della Fondazione Mangiia.galli .a favore di giovani medici laureati da no!l più <li tre ainni. I vincitori del concorso avramno funzioni di n1edici praticanti e dovranno pre.stare l' opera loro per un anno scolastico presso quella Clinica o quel1a Scuola speciale o di perfezionamento della R. Università di .i\1ilano cl1e avra11no prescelto all'inizio dell'anno scolastico e godranno ciascun o di u11 premio d'incoraggiamento di L. 1500 che ~otrà essere r,orrisiposto anche in rate mensili. Sono pure 1nessi a concorso tre posti di perfezionamento dell.a 'F'ondazione Siccardi .a fa.v ore di giovani medici laureati dopo il 1° luglio 1925. I vincitori del concorso, che avranno fu.nzioni di medico praticante, dovranno prestare l 'opera Imo nella Clinica delle malattie professionali, per la durata ·di un anno scol astico. Essi godranno di un premio di L. 1800 ohe potrà essere corrisr,>osto anche in rate mensili. Alla ... fine dell'anno i vincitori del concorso potranno ottenere anche il premio speciale di profitto consiste11te in un rliploma e una medaglia d'oro. Le do111ande dei concorrenti, scritte su carta bollata da due lire, dovranno pervenire alla Segreteria della Università (viale San Michele del Carso 25) non oltre il 15 .agosto, accompagnate dal oertificato di conseguita laurea coi punti di merito riportati nella carriera scolastica e da altri eventuali titoli e documenti. Nella domanda per la fondazio11e l\tiangiagalli deve essere indicato l ' Istituto o ·gl~ Istituti, rper .i ,quali il candidato intende conoorr€\re. I concorsi verranno giudicati entro il 31 ottobre. NOMINE, PROMOZIONI ED ONORIFICENZE, NET.I.E UNIVERSITÀ.
Sono i1omin.ati, in esito .a concorso; professori non stabili: Ohiò J\ifario di farmacologia a Bari ; Izar Guido di patologia medica a Messina; Mibelli Agostino ùi cl inica dermosifilopatie.a .a Sassari; Preti L11i gi ùi patologia medica a Sassari. Il prof. J ader Cappelli, di clinica dermosifilopatica. è trasferito d~, Torino .a l\fessina. Il dott. Giorgio Bloch è abilitato alla libera docenza in urologia .
Sono annullati gli atti dei concorsi per le cattedre d~ anatomia patologica a Pert1gia, olinica cl1irurgica a Modena, clinica oculistica a Sassari. .B revocata 1a nomina del prof. ~"'ontana Arturo alla cattedra di clinica dermosifilopatica di Mes. s1na. NEL CORPO SANIT·ARIO )lILIT ARE.
Santucci Stefano, Gualdi Carlo e Riva Umberto assumono il grado di maggiore generale medico. II colonnello Coda cav. Carlo è nominato direttore di Sanità del Corpo d' .Armata. di • Palermo . Palmieri ca.v . Raffaele, tenente c9lonnello, è 1promosso colonnello e nominato direttqre dell' Ospedale Militare di Palermo. Trovanelli colonnello medico è nominato direttore di Sanità del Corpo d' Armata <li Milano. Bugliiari Gil1seppe, capita.no medico, è destinato all' Ospeda.le second::trio ~Iessina. Paolillo Stanislao, tenente medico, è promosso capitano medico. I seguenti tenenti medici sono colJocati a disp osizione del Mi11istro delle Colonie: Valenzano Giu• sep9e, Sca.ffè Amedeo, Colombrita Filippo, !\fata.razzo Serafino. Il prof. sen . I,uigi Simonetta è, con R . Decreto, nominato commissario della R. Università di Bari. Il dott. Giovanni Carbone è no111inato direttore del Brefotrofio proT"inciale di Avellino.
NOTIZIE DIVERSE. XV Congresso Stomatologico Italiano. Avrà luogo a P erugia, nel settembre p. v., promosso d.alla Federazione Stomatologica Italiana. Potranno prendervi parte: i soci della F. S. I.; i medici e gli odontoiatri italiani che, avendo presentat.o domanda alla presidenza della F . S. I., sono stati accettati; i cultori delle scienze sanitarie ed affini d~ ogni paese che abbi ano avuto speciale invito dalla F. S. I. L e comunicazioni dovranno essere annunciate a.Ila presidenza della F . S. I ., via D' .Azeglio, 34, Bologna, entro il 1° agosto p. v. La quota d'iscrizione è d~ L. 30 per tutti i congressisti non invitati; per le 1persone di famiglia è fissata u na quota suppletiva di l..i. l5 per persona. Dette quote debbono essere inviate all'Amministrazione della F. '. I ., piazza S. Bernardo, 108-A, Roma (5) .
•
VII Congresso Nazio.nale di medicina del lavoro. 11 Consiglio Direttivo della Scuola Municipale d'Igiene Sociale, in funzione di comitato ordinatore del Congresso Nazionale di Medicina del Lavoro, da tenersi a Genov.a dal 12 al 15 ottobre p. v., s~ è occupato della opportunità di rinviare il Congresso stesso. E saminata l'organizzazione del Congresso, ipure co11st.atando che si è regolarmente svolta secondo le direttive prestabilite, il Comitato ha ritenuto opportuno di darle un indirizzo più pratico e più
-
[ANNO XXXIII, FASC. 30]
lOìl
SEZIONE PRATIGA
•
utile con 1'offrire .ai congressisti. dimostrazioni del lavoro quale si svolge negli stabilimenti della Grande Genova specialmente quando formi oggetto di speciali temi o di comunicazioni. E, co11sider.ato che si sta preparando .a Genova un.a esposizione marinara. pel 1927-28, ha ritenuto di -cogliere la favorevole oocasione per aggregarvi una sezione igienico-pratic.a del lav-0ro in relazione al Congresso, ~ di rinviarlo quindi .a quell'epoca.
Vf Congresso francese sulla tubercolosi. Si adunerà quest>anno .a Lione e discuterà i temi: cc Base sperimentale delle reazioni allergiche della infezione tubercolare l>, relat. Courmont; cc I fattori del terreno e dell' .allergia nella infezione tl1berco1are », re1. Em. Sergent; cc L a toracoplastica ne.I tratta.mento della tuber~olosi polmonare», relatori Bernard e D11marest; « Tubercolosi aperta ».
La Società Tedesca di Chirurgia. Ha celebrato con successo il 50° anniversario della sua fond.azione. la cerimonia. fu presieduta da Korte . Furono tenute conferenze da Eiselsberg di Vienna, Fodor Kr.ause di Berlino, E~ Rehn di Diisseldorf, Haberer di Graz, Kirschner di Konigsberg .e fatte n1olte comunicazioni individuali . La Società Svizzer3t di Chirurgia. mandò in omaggio una statua in bronzo di Haller. La Società Svedese di Ohirurgia mandò un>opera in latino. La « Deutsche Mediz. W oohenschrift >l e il « Zentralblatt ftir Chirurgie » hanno consa-c:rato all' avv-enimento numeri speciali.
Società Mediche Americane. . Si sono ten 1ti di recente i seguenti congressi 1
• annu~:
Associazione Laringologica Americana, 3-5 giugno; eletto presidente C. Q. J ackson; segret~rio George M. Coats (1271 Pine Street, Philade\phia). Società Otologica. Americana; presidente A. B. Duel · seO'retario-tesoriere David Harold Walker ' o (390 Comn1on\vealth Avenue, Boston). Associazione Urologica A1nericana.; 17-19 maggio; presidente R. O' N eil ; segretario Homer G. Hamer (Indianapolis). Associazione Neurologica Americana, 1-3 giugno; 'Presidente B. Bassoe ; segretario Henry Alsop Ri1ey (870 Madison Avenue, New York). Società Pediatrica Americana; presidente J. A. Abt; segretario How.ard C. Carpenter (1803 Spruce Street, Philadelphia,) . . . . Società A1n1Jric-.ana di Larjngolog1.a, R1nolog1a e Otologia, 31 mag.-2 giugno; segretario Robart L. Longhran (145 West Fifty Eighth Street, New York).
L'istituto internazionale del freddo. Ha avuto luogo in questi giorni a P arigi, \presso il Ministero francese del Commercio, la qui11ta sessione dell' I stituto Internazionale del Freddo.
La sessione è st..ai-a p1·eceduta d.a una :r.iunione delle presidenze delle Associazioni nazionali aderenti al·l'Lstituto. Per l'Italia hanno partecipato alla riunione l 'on. Negrini presidente dell'Associazione italiana del FNddo e presidente del Comitato organizzatore del quinto Congresso internazionale che si terrà a Roma mel settembre 1927, il comm. Ferr.etti, segi;etario generale, e a ltri. Il programma. del Congresso di Roma presentato dal Comitato .ai delegati delle Nazioni rappresent.ate è stato ap1Provato senza disC'Ussione. Lo stesso programma è stato poi approva,to dall'assemblea dei. rappresentanti nazionali.
Corso di perfezionamento in neuro-psichiatria. Dal J 2 giugno al 12. luglio ai è tenuto, presso la Clinica N europsiohiatrioo. di Parigi, diretta. dal prof. He11ri Claude, un corso di Jlerfezionamento sulle malatt~e mentali e sulle iaffezioni cerebrali. Vennero impartite spiegazioni complementari in inglese e spagnolo . 1
Corso di perfezionamento in balneologia. Avrà luogo a Carlsbad <Lal 12 .ali 18 settembre. Le conferenze sar anno tenute da clinici e smenziati dei seguenti Paesi: Austri.a, Bulgaria, Czecoslovaochia, Danimarca, Germania, Inghilterra, Italia, Norvegia, Svezia, Svizzera e Turchia. Ai. medici che interverranno s.arà. .rimesso un passa.p orto vistato senza spesa, e le ferrovie della Czecoslov.acchia concederanno una riduzione del 33 % sulle tariffe normali. Programmi e informazioni possono ottenersi rivolgendosi. al dott. Edgar Ganz, segretario d~i Corsi ~{edici di Perfeziona.mento, Carlsbad (Uzeooslovacchia).
Per un elenco dei periodici medici italiani . Riceviamo:
Si'} . Direttore, Ho a.ffermato ripetutamente che la stampa medioa italiana ha cc granclissime benemerenze » e · che essa ra.ppresenta degnamente !'.altezza intellettuale e morale della cla&e medie.a italjana. Mi riferivo, evidentemente, alla « Stampai. medica» in senso lato ; cioè tanto a quella che si occupa di medicina. interna, o che tratta interessi profe&sionali come .a.i numerosi- periodici delle singole discipline, p.articolannente avendo ~ià ricord~ti quelli di chirurgia, oBtetrici~, . g~nec?logia, ~ed1a. tria, neuropatolO'gia, de:cruoSif1]01atr1a, otor1nol~ ringoiatria, e avendo già predisposto quanto riguarda tutti gli altri .. E' da questo poderoso lavoro, costante e multiforme, e.~licantesi in peri.od~ci numer~si. e di carattere diverso, che deri.v.a 1'1mportant1ss1mo com1plesso della stam•p a medica italia1?-a, della qµale st~ per costituirsi la Associazione, V1va.mente da tutti au~pica.ta, con sede in Roma, e per 1a qu.ale. sta lavorando una Comm~ione, che gode ·l a piena fiducia di tutti . Come già notato in precedente ~i~ circ_olare (pubblicata in n . 1, .1926,. ~i mia R~v1sta ~i Terapia Jloderna e di Jledicina Pratica) m1 sono
•
1072
[ANNO X.\.XIII, FASC. 30]
lL POLICLINICO
semplicemente proposto di 1redigere u.11 elenco, possibilmente completo, della. stampa .medica italiana (scientifica, professionale, tpolispecialistica) corredato di notizie succinte; tale « elenco-rassegna », già in gran parte attuato e pubblicato, comprenderà i periodici di « tutte le singole .specialità ». Inoltre, già notai che non sarebbe nè giusto nè opportuno eso.J>idere quei periodici, i quali hanno· diretto raipporto con le industrie sanitarie itaJ~ane; jpoichè dicevo, e tuttora affermo, «non è d.a condannarsi il con:nubio, seriame·n te realizzato, fra scienza e industria ». Quanto ai periodici, pubblicati in Itali.a, i quali notoriamente sono in dipendenza, diretta o indiretta, di )ndustrie straniere, evidentemente non è possibile elencarli in una Tasse'gna di stampa medica italiana. Avendo ottenuto la cortese adesione di va.ri periodici della categoria di quelli « indubbiamente italiani » e mentre mi consta che personalità eminenti vogliono occuparsi a fondo della distinzione da far si fra periodici « italiani » e quelli che cc non possono ritenersi tali», così, senza dare carattere di nuov.a « Associazione » .alla cc Elencazione » che sta per attt1arsi Qpoichè una qu alsiasi nuova associiazione potrebbe assumro·e, anche co-ntro ogni intenzione, l'apry;>arenza di antagonismo a quella sopra auspicata) chiameremo « Italica » la « elencazione-rassegna », ..attuata secondo i criteri suaccennati, della Stampa Medica Italiana, e ci limiteremo a riassumere in un motto quanto è ind ubbiame.nte aspirazione di, ciascun periodico medico italiano : Jtalicus, Italica Volo . Il quale .motto già venn e consacrato dal 1° Congresso Nazionale per le Industrie Sanitarie (Milano 1921); esso esprime l'atteggiamento di difesa contro l'invar denza straniera, che si manifestò, in ipassato, tra noi, tanto nella cultura scientifica quanto nella produzione industriale. Sarà graditissima la di lei adesione .al suesposto concetto. Con distinti saluti, D ott. Prof. P. P1001NINI. Sian10 ben lieti di aderire .a.ll'ottima iniziativa del dott. Piocinini.
di i11aestri, medici e studenti, i quali hanno voluto, poi, la seria prim.a della partenza del sen . Maragliano, tenere un banchetto in suo onore, .affermando aneora una volta l'affetto che li lega all'illustre Ma.estro.
In difesa della maternità e dell'infanzia. Il ministro dell' Interno on. Federzoni ha dirarnato ai prefetti una circo1a1·e per l'.a.pplioazione della legge 10 dic. 1925 sulla protezione della maternità e dell'infanzia. Essa riieorda, tra. i:altro, il divieto d'impiego dei minori di 15 anni negli spettacoli di varietà ed esercizi acrobatici; il divieto della vendita di taba-cco ai fanciulli e adolescenti; il divieto d ' impiego dei minori di 18 anni negli eseroizi di rivendita. delle bevande alcooliche. 8. M. la regina Elena ha accettato la presidenza 011oraria dell' Opera Nazionale per la protezione della maternità e dell'infanzi.a
S. E. Mussolini ha elargito L. 10,000 .all'Opera suddetta ne11' intento di contribuire al raggiungime11to delle alte e benefiche finailità che essa c;i propone. •
Assicur azioni sociali nel Giappone. Un.a legge per le assicurazioni sociali •)bbliga.torie in Giappone venne promulg.a.ta nel marzo 1922 ;. ma, a causa del terremoto di Tokio, fu aospeBa; è entrata in vigore col mese di luglio corrente. E ssa COintprende le assicur.azi oini dei lavoratori contro le malattie, gl'infortuni , le moi-ti e le nascite. P er quanto concerne le malattie e gl'infortu ni, è consentita la libera scelta di qualsiasi medie.o, specialista, dentista e farmaci.sta da parte dell'assicurato; sani.tari ve11gono retribuiti dall'Istituto assicuratore per 180 giorni; L'assioorato riceve il 60 % dell.a su a ordinari.a. r,aga, finchè re~ta malato o i nvalido. P er le nascite, si provvede solo .alle spese di assistenza sanitaria a domicilio o in una maternità e al 60 % della paga per 28 giorni prima e. 42 giorni dopo il parto. Nei casi di morte, vengono solo cop erte le spese peì fu111erali; è prevista anche un.a indennità agli eredi, pari .a venti giorni di pag.a.
Nella stampa sanitaria. « The Cancer ReView » vuol essere unia revIB1one
di quanto si pubblica intorno al c.ancro in tutti i paesi. Risulta esclusivamente d~ recensioni, ripartite in gruppi. Si pubblica sotto gli auspici delle cc British Empire Cancer Campaign » a cura del segretario E. J. C. C~man; è edito dalla ditta J ohn "\Vri~t & Sons Ltd. di Bristol; iabbon.am.. ainnuo (10 numeri) 30 s.; nu1neri seipai,ati 3 s. 6 d., doppi 7 s.
Conferenze del sen. Maragliano. Il se11. prof. E. Ma.ragliano ha. rece11temente tenuto nell'aula di Clinica medica della R. Univer ità di N.apoli una serie di conferenze sulla tubercolo i !10 conferenze sono state affollatissime
La lotta contro la malaria in Italia. Per i11vito della Scuola. di Medic~na Tropicale di Londra il barone Quaranta. di Sa.nseverino ha tenuto, in quella Scuola di Medicina J\1ilitare, dinanzi a un pubblico composto di medici e di uomini politici, una conferenza su 1a lotta contro la mala.ria in Italia illustrando un interessante film gir a.to in I talia peir incarico della Direzione generale d~ sanità .al Mi·n istero ·d egli In·t erni. Il barone Quaranta 11a parlato del contributo di sir Donald ROISS e dei inedici ital'i.ani nello studio della malaria, hia tr.acciato r.apidamente la storia _ di questa malattia dai tempi antichi ai giorni nostri, ·ha trattato delle sue cause, ha descritto lo stabilimento di 'rorino per la produzione del chi-
n· w 1P· D
p
o
s a
e I
t
(.\:\~O
XXXIII, r"'ASC. 30]
' SEZIO~E
nino, ha tracciato la legislazione italiana antima1arioa, la più completa del mondo, e la legge testè tpassata .al Sen.ato per la prote~one della maternità e dell' infanzia. L a conferenza è stata molto applaudita. ~remi per gli studi venereologici.
PRATIC;.
tologia e CliniQa medica prof. Domenico Pace per i suoi 25 anni d'inseg11amento . Numerosi i professori, a.in.i ci e ' racchi e nuoYi scolari int-erve11u ti. ..\.1 festeggiato vennero offerte una ricoa medaglia d •oro con epigrafe dettata dal prof. P. Alberto Fa rese, 11n' a r tistica pergamena, un albun1 e fiori in abbondanza .
La «.Lega Francese contro il 1pericolo vener eo» offre i seguenti· pren1i . Uno di Fr. 5000 per il miglior lavoro sulle l)Sicopatie eredol ueti('he 11ei bambini e n egli adolescenti e s ulle 1oro conseguenze sulla delinquenza giovanile. lTno di Fr. 5000 per il miglior la,·oro sull'associazione della sifilide con la tubercolosi nelle affezioni osteo-articolari. Uno di Fr. 20,000 per l a migliore sco1)er ta ne1 campo delJa venereologia durante gli anni 1926-27. I,a IJega ha i suoi uffici a P arigi, rue Lisbonne, n . 44. Il concorso ritnarrà .aperto fino al 1° otto-
Onoranze al dott. A.. Bertarelli.
bre 1928.
Il prof. Eiselsberg.
Premio Mannino. Il dott . Lorenzo )[annino, libero Clinica dermosifilopatica a Palermo, morendo v.ari legati di beneficenza, di L. 50,000 a quell' Accademia delle diche · ~er un premio triennale .ad nn liano.
docente rli ha dispo to t r a cui uno Sci enze Memedico s1c1-
Premio Clementi. La cc Gazz. Uff. » ha p ubblicato il decreto, con il quale, su proposta del Ministro della P. I. vengono approvate le modifiche allo statuto di fondazione del premio Gesualdo Clementi, presso la R. Università di Catania.
Onoranze al prof. Albertotti. Il 15 gi ugno nell'aula della Clin ica Oculistica dell' Università di Padova il prof . Giuseppe Albertott i, decano degli oculisti d ' Ita:lia, tenne la sua ultima lezione dopo 40 anni d'insegnamento quale fprofessore ordinario . Trattò il tema: « L a discromatopsia negli artisti del pennello », lo stesso che quarant'anni p1·ima aveva formato oggetto della sua p r olusione al pri1no cor so quale professor e ordinario. Parlarono poi jl sen. Oirincione, della Clini c.a oct1listica di R oma, il quale co11.segnò al prof. Albertotti le insegne di grand'ufficiale della Coron.a d'Italia; il prof. abbatani .anche .a nome del Preside della Facoltà; il prof. Ovio d ella Clinica oculistica di Gen ova; uno studente a nome dei ~olleghi, il quale offer se al maestro dei fiori ed una per ga.mena con le firme di tutti gli ultimi nllievi ; jl magnifico r ettore g r. croce prof. Lucatello; il sen. 'I1amassia e altri . Il 1prof. Albertotti rispose ringraziando commosso.
OnoPanze al prof. Pace. All' Università di Nrupoli, nei locali della Scuola ()spedali-era presso l'Ospedale degli Incurabil i, sono state rese onoranze al 1libero docente di P a-
1073
Il -1 luglio nell'Ospedale DermosifilQ:patico di )Iilano (via Pace 9) ebbe luogo una solen11e ceri1nonia per le onora11ze decretate dal Co11siglio Ospitaliero al dott.. An1brogio Bertal'elli, primario emerito e munifico benefattore dell'Osped.ale l\iag. g1ore. Nell'oc:casione si procedette .ad una visita inaugurale de1 padiglione della Sezione Fotoradioterapica intitolata al di lui n ome e ad u11a visit.a della CliniC(\ Dermosifilopatica della R. l--:-11iversità, avente sede nello stesso Ospedale.
Si sono testè compiuti 25 an11i da qua11do il prof. ..\.. Eiselsberg assunse la direzio11e della prima Cli11ica Chirurgica di Vienna. L a ricorrenza è stata celebrata da l111a cerimonia, in cui ?arlar ono i pr off. Clair mo11t di Zurigo, 1\farburg di \Tien11a e Sau erbruch di Monaco; fu '-Offerto al festeggiato un volume di memorie scientifiC'l1e.
il prof. Freud. Il prof. Siegmund Freud, fondatore deJla psicanali i, ha compiuto i1 suo 70° corn1:;>lea11110 il 6 maggio; in tale occasione gli sono state rese cordiali 011oranze da allievi ed amici; il Mu11icipio di "\""ienna gli ha conferito la cittadinanz.a 0110. ra1·1a.
Il prof. E. Kraepelin. E sLato decretato un assegno all' illustre al ienista, perchè possa recarsi in India , per la dw·ata di cinqlte mesi, e compiervi uno studio sulla clen1enza paralitica.
Infortuni di sanitari. Il dotr, Giovanni \lodi, medico condotto di J e.sa (.,iena), rli 27 anni, percorreva in motociclett.a la \'in. Cavour qu a·ndo urtò contro un'alttomobile , riporta11do fratt ura com1pleta della ga1nba destra e altre gr aYe lesio1ri. Il dott. Galbuser.a, medico co11dotto di )l ezzanino P o (P avia), investiva con la propria inotociclett.a la bambina cinquenne Giuseppina Lanati, cl1e riportava fr attura del frontale. Il dott. Car1o D e A1nicis, veterinario provinciale di _.\.lessandria, mentre transitava in motocicletta per una strada prossima alla città, fu iu't'estito da un'automobile, riportando la fr attura del1.a claYicola destra.. •
Per una zona di silenzio in torno agli ospedali. I1a Prefettura di P olizia di Parigi ha fatto a pporre ]11 J) rossimità di ospedali, cli11i che e case di cura, delle tar'gh e con Ja scritta: « Silenzio! » .
•
10?4
[ ..\N~O
LL POLICLINICO
Con ciò si intende sovratutto di rammentare, ai conducenti di v.e~co1i, di rallentare l.a corsa e di ' porre i11 s ordina j mezzi di segnalazione.
Omicidio pietoso. Il tribunale di Klagenfurt ha condannato a due anni di carcere l ' infermiera Cristin.a N apol, di 34 anni, che aveva ucciso 1a figlia dodicenne Siglinda per liberarla dalle .atroci sofferenze di una malatfja .ereditaria.
XXXIII,
FASC.
30J
quell' Ospedale Civile, docente di patoJogia medica n Firenze.
E' morto a 74 anni
~ir
J A.l\IES C.ANTLIE, chesi era specializzato nello studio e nella divulga~ione del pronto soccorso e dell'.a.ssistenza sanitaria. Lasci.a tre manuali scritti per La Croce Rossa. ed altre pubblicazioni pregevoli.
Si è spento a Milano, in età di 59 anni, il dntt. ALFONSO WASSERM.ANN, notissimo i11dustriale. Era nato a Pola e &i era laureato in chimica farmaceutica a Innsbruck. Ha fondato a Milano E' morto .a Lione il prof. JOSEPH TEISSIER, uno stabilimento d1 prcsdotti farmaceutici che è che dal 1907 dirigeva quella clinica medica in cui uno dei migliori conosciuti. Italianissimo di senticontinuava. le tradizioni del padre, Benedict Teisme11ti, si è adope1·ato efficacemente per i progres. s1er. • si dell.a medicina italiana e durante la guerra Prima. di giungere alla clinica aveva insegnato compì ~pera attiva. di .assistenza sociale: a Lamper 20 anni patologia nella stessa Università. brate istituì, a sue spese, un nido per bambini dei R.a portato pregevoli contributi in molti oa~i richiamati, che fu i1 primo in Italia. Ha impresso della medicina; ricorderP.mo il significato delle .aun vigoroso impulso all'industria nazionale. nomalie funzionali del cuore, il valore semeiologiE' tragioamente scompa.r so il dott. ERì\lOGENE co delle tensioni locali, I.a dissociazione dell?influenCINGOLANI, \·1t.tima di un accidente stradale, za dalle false influenze, il significato delle diverse mentre in bici<·letta andava a compiere il suo doalbuminurie, ~ tentativi d'opoterapia renale, ecc. \rere professionale. Fu un clinico esperto, un insegnante efficace. Ebbe parte attiva nell'organizzazione dei medici Viaggiava molto: egli andava a sorprendere sul condotti e nella difesa degli interessi di categoria posto i pili importanti progressi che venivano reae fv. uno degli uomini più in vista della vecchia lizzati èùi,i vari studiosi e dalle varie scuole; parA. N . M. C. Polemista iinU>etuoso· ma sincero, contecipava anche volentieri .alla vita dei congressi. tribuì a dar vita attiva a molti congressi e perioE' morto a Bologna., il 18 giugno, il prof . .ATdici professionali e a mig1ior4're le sorti delle conTILIO CEVIDALLI, stabile di medicina legale a dotte. Padova. Era n.ato .a Re-ggio Emilia nel 1877; .aveContava •p iù di 60 .anni. va insegnato a Perugia ed a Cagliari 1prima di pasIl 4 luglio è morto il dott . .ANT.O NINO VERsare a Padova. Lascia un trattato largamente difMIGLIA che iper circa quarant'anni s·p ese la sua fuso come testo e molti pregevoli contributi. attività di medico colto ed onesto nella condotta. R. di Roooav.aldi.na (Messina). E' morto ad Imola il 28 git1gno il prof. CESARE CA.Pli~ZZUOLI , medico primario e direttore di
Indice alfabetico per materie. Pag. 1060 Bibliogr.afia . 1060 Cirrosi « atrofica » del fegato . . )) 1062 Colibacillo: definizio11e e significato . )) Culture batteriche all'agar-tapioca . )) 1061 Difterite: risultati· della vaccinazione 1063 con l'anatossina di Ramon . )) . )) 1058 Enterite fl~mmonos.a . . )) 1053 Eìpilessia traumatica . E sofago: stenosi organiche e funzio)) 1056 nali · · Ginnastica p edagogica, profilattica e )) 1058 medica . )) 1064 Malaria : lo jodio nella )) 1065 }..-!.al.a.ria subterzana . . • )) 1062 Mediastiniti . • )) 1064 Melitococ~i a : ~nergia ali.a tubercolina )) 1054 Neuroder n1it e . .
Uspedal~
pubblici: ammissione dei non indJigenti . . Pag . 1069 Osteomielite : etiologia » 1065 Panoreas: cisti . . . . . » 1062 Periduodeniti : sindrome clinica » 1061 P este: trattame11to . . . . » 1064 Ringiovanimento: sul 1problema del » 1067 Scar1attina: cur.a . » 1063 carla+tina d.a l punto di vista p rof ilat)) 1063 tico, diagnostico e medico . . 1064 epsi post-anginosa . • • Tetano : osservazioni statistiche sopi•a un dPceu11io di cure . . · · )) 1044Tubercolosi polmonare: indice emotoni1041 co e resistenza dei globuli rossi . 1061 Tt1mori vegetali da B. tumefaciens . 1
Diritti di proprietà riservati. - É vietata la rip·rocluzione d,i lavori. pubblicati nel POLICLINICO e la pu.bblicazUm. esst senza citame la fonte.
Roma - Sta.b. Tipo-Lit. Arma.ni di M. Oourrier.
))
)) ))
11
clei suntt cli
IRIJIUflèlllll:;:;1r11" fJUUUllliélLIUnl él
un;pu~ILIUnt=
UCI :s1yr1ur1 élUUUnélll Cli
•.
r"ULl\JLll~lvU
,, :
Prof. Dott. LUIGI FERRANNINI della R. Università di Napoli
La TERAPIA CLINICA nella Medicina pratica Indicazioni. · Prescrizioni igieniche, Usicbe dietetiche e farmaceutiche Un grosso volume di pagine v111-574 nell'ampio forn1ato della Collana Manuali del « Policlinico » nitidaments étampato s u carta dj l usso e rilegato artisticamente, dal r inomato St abilimen to Staderini di Roma, in t utta tela in~lese cou iscrizioni sul pia no e s ul dorso. Prezzo L. 5 8 più le spese di spedizione e di raccomandazione. Pei t Clstri abbonati, sole L. S2 con l'invio in porto franco. P er una speciale concessione da noi ottenuta, sia mo in grado di -0ffrire ai sigg. abbonati del nioo » per sole L . 4 6. 7 5, in porto franco, l' int~re.ssantE- pubblicazione del .
cc
Policli~
Prof. LUIGI FERRANNINI della B. Università di Napoli
Manuale di SEMEIOLOGIA MEDICA, fisica e funzionale ( 4 • ed.:lz:loxie)
Vol. in-8° di p agg. XII-689 oon 215 figuo:e intercalate 11el testo ed 1 tavola a oolori, ohe t rovasi in com1nercio a L. 50 più le spesepostal.i di spedizione.
lntorno a qu esto volume ecco come si è espreseo l'inaigne maestro Prof. ANTONIO CARDARELLI nella sua lezione clinica del 6 giugno 1923: ' . Questo precetto (a proposito dell'apice polmonare) che io -wl ho dato, In talune Semeiotiche non le troverete ben espresso. Ma In quel libro che io consulto spesso e ch e vorrei fra le mani di t utti i gin vani e •he aaz1 oani m edico dovre bbe ave re nella sua biblioteca,Jn quel libro di Semeiotica che ha scritto Lutsi •errannlni tro-werete tutto bene esposto ed espresso. ~ on libro di Semeiotica perfettissimo, che oc;nl ellnico do-wrebbe posssedere: Vi ~turo •ul mio onore elle è un libro monumentale. » e
J. B. HURRY.
I
ircoli Viziosi in Patolo
•
1a
Traduzion~
dalla 3a Edizione inglese riveduta ed accresciuta dal Dott. GIUSEPPE ORA.GOTTI Prefazione del Prof. VITTORIO ASCOLI U.n vi0lume di pagg . VIII-296, nitid.amen te stampato su carta semip atinata, con 23 tavole intercal1ate ed una a colori fuor i testo, ar t isticamente rilegato in ipiena tela ingleise, oon insorizionii in oro sul pi.ano e sul dor so . P rezzo L . 4 5 ; per i nostri abb onati ·sole L . 4 1 , 7 5. Prof. dott. CIOACCHINO FUMAROLA. Liber o docente e 1° Aiuto n ell a Clinica delle m a l wttie nervose e m entali della R. Università di Rom a
a
Diagnostica delle Malattie del sistema nervoso a
~
·Prefazione e due eapitoli de l Prof. CIOVA~NI MINCAZZINI. P ARTE GENERALE . - Un volume in-8° di pag. VIII-3.52) in carta di lusso, ncit1damente st ampato , con 175 figure quasi tutte o'l.·iginali intercalate nel testo, pi ù 8 tavole) ~u<»·i testo, a colori. Pll'ezzo L. 4 2. P er i nostr i abbon ati, firanco di porto, per sole . . . . L . 3 6, 7 5 Intorno al suddetto nostro volume, ecco come si è espresso AUCUSTO MU RRI:
benchè io non abbia avuto ancora il tempo di leggerlo tutto, n'ho viste nullameno tanta parte per aver il diritto di speraro ch'esso servirà ad elevare grandemento la colt11ra dei medici italiani in quella branca della 1'1edicina moderna, ch'è la Neurologia, ftnora molto trascurata . • . . . . . ». «
•
•
•
•
.
PARTE S PECIALE, in tTe volumi : 1.0 } Sistema nervoso petiferico. - U!D. volume di ipa.g. 242, oon 67 6gu-re inte:rcailate nel testo - Prezzo L . 2 8. P er i nostri abbonati, franco di porto, per sole L. 2 5, 7 5 id. - 2.o} Sistema nervoso centrale: Ml DOLLO SPINALE. - Un volume <li pag. 238, con 66 figurre intecrcalate n el testo . - P1rezzo L. 33. Per i nostri abbon1ti , fr~nco di porto, pel' sole . . .. . L. 30,25 19 E in oorS-O cli stampa il Vol!Ume 3. 0 della PARTE SP ECIALE che tratta IL CERVELLO e ohe completa l' opeira.
• • • E
·01STURBI. DEL eUR11
• • •
per Il Dott. Prof. A. ROMAGNA MANOIA Docente di Neuropatologia nella R. Università di Roma •
Prefazione del Prof. GIOV.AJOiI 'UNGAZZINI Direttore della R. Clinica delle malattie nervose e menta.li dell'UniTersità. di Roma
Un volume in 8° di pagin e VIll-1 96, nitidamen te stampato su car ta semipatinata, con 12 figure nel test o ed una riuscitissima illu strazione sulla coper t ina. In commj'r cio L. 18 più le s pese d i spedizione postale. Per i n ostr i abbonati sole L . .16,25 in porto franco.
Per ottenere qua·n to sop-ra inviare Vaglia Postale all'ed1tore LUIGI PUZZI -
T' ia EJistina 14 - Roma.
IL POLICLINICO
(PAGINA DELL'AMMINISTRAZIONE)
SEZ. PRATICA - FASC. 30
_.. Altre interessanti pubblicazioni : Dott. SILVE8TRO SILVESTRI Aiuto nella R. Clinica Medica cii Roma
__._______ LE NEFROPATIE •
seeondo le mode:rne vedute
tNDI CE SISTEMATICO: prefazione. - Cap. I. Ricordi anato. miei . Cap. II. Fisiologia renale • Cap. III. Classificazione delle nefropatie, · 01\p. IV. Semeiologia urinaria. - Cap. V. Esame delle funzioni renali. - Cap. VI. Segni clinici in rapporto alla insufficienza renale. · Cap. Vll. Nefrosi. · Cap. VIII. Glomerulonefriti. · Cap. IX. Glomerulon&fritf'
cronica diffusa. - Cap. X. Solero1i renale. - Cap. XI. a.e da stasi. - Bibliografia. Eleganti ssima brochure di pag. VI-168 (N. 3 delle nod.re e Monografie Medic<>-Chirurgiche d'attualità>), stampata JU carta distinta, in nitid issimi tipi tipograftel. - Prezzo L. 1 6. Per i nostri abbonati sole L . 14,2& in porto franco.
d i Patologia Medica n ella R. Università • Dott . Prof. GUSTAVO RAIMOLDI docente Chirurgo-aiuto n egli Ospedali riuniti di Roma
L'esame della funzione renale con i moderni metodi di indagine P refazione del Prof. ROBERTO ALESSANDRI, Direttore della R. Clinica Chiirurgioa di R-0ma. Un volume cli pagg. VIII-247 (N. 14 della <e Collana Manuali del cc P oliclinico») nitidamente stampato su ottima carta., oon 21 figure intercalate n el testo. P rezzo L. 30. P er i no3tri abbonati sole L . 2 7 .50, franco di po.rl-0.
Dott. FURIO TRA V AGLI Già a. v. del Reparto Dermosifilopatico degli Ospedali Riuniti di Oenov a
La hismutoterapia della sifilide ~e r.~portiamo
qui di seguito il Sommairio: Prefazione. - Cap. I. 11 bismuto e la sua storia. - Ca,p . II. Le proprietà tossiche del bismuto. - Caip. III. La proprietà specifica del bismuto nella sifiloterapia. - Cap. IV. Bismuto e reazione Wassermann. - Caip. V . La bismutoterapia e i suoi inconvenienti. - Caip. VI. Bismuto e arsenicali. Bismutoresistenza. - Caip. VII. I preparati bismutici. - Cap. VIII. Valore comparativo nei vari preparati bismutici. - Caip. IX. Metodi di somministrazione. - Cap. X. La posi· zione attuale del bismuto nella sifiloterapia. - Appendice. - Bibliografia.
Un volume in 8° (N. 11 delle Monografie Medico-Chirurgiche d'attualità, collezione del « Policlinico ») nitidamente stampato su carta semi patinata. Prezzo L. 12. Per i nostri abbonati sole L. 10,~~J franco di porto. Dott. FURIO TRA.VAGLI già a . v. del r eparto dermosifilopatico degli Ospedali civili di Genova. •
La moderna lotta contro le malattie sessuali. P refazione del Prof. A. MORSEL LI della R . Università di Ge11ova. Un Yolume nello stesso ampio lfoo'l!Ilato delle Monografie del « P oliclinico », di pagg. VIII-112 oon 15 figure interc!tlate n el testo, nitidam ente stampato su ,carta 1semi-1)atinata. P rezzo J,. 1 O. P er i nootri abbonati sole L. 8. 7 5 in pOlrto !franco. Prof. LORENZO MORINI, libero docente nella R. Universit à di Modena . •
La blenorragia e le sue dannose conseguenze per l'individuo, la famiglia e la società (lavoro premiato al concorso per il premio Locatelli bandito dalla Associazione professio'n ale dei dermosifilografi italiani per il 1924) SOMMARIO: - · CAP. I. - § 1. - 11 processo blenorragico in generale. - § 2. - Inizio, decorso e complicazioni della bleno:rragia n ell'uomo. - § 3. - Inizio 7 decorso e complicazioni della blenorragia del1a donna. O !.P. II. - § l. - Pericoli clell' infezione blenorragica per l'uomo. - § 2. - Pericoli dell'infezione blenorragica per la don na. - CAP. IlI. - Pericoli per la famiglia. - C ~P. IV. - P e ricoli per la società. CA.P. V. - § 1. - Conclusioni. - § 2. - Norme pratiche per l'uomo per evitare e clll'are la infezione blenorragica. - § 3. - Norme pratiche per la donna. Elegantissima brochure. in 16°, di pagine 35, in nitidissimi tipi elzevirt su ottima carta. Prezzo L. c;980 in porto franco.
Pe1· ottenere qua11to sopra intiare raglia Postale all1 edit ore LUIGI POZZI -
T'ia
I
i.stina 14.- Roma.
ANNO XXXIII
Roma, 2 Agosto ·1926
}' a8c. 31
•
fondato dai professori:
GUIDO BACCELLI
FRANCESCO DURANTE
SEZIONE PRATICA. R EDATTORE CAPO: PROF.
VITTORIO ASCOLI
SOMMARIO. Lavnri or'iginali : G. Ayala: La cura delle forme con-
vu·l sive g.raivi · delle epiilleseìe 1COn le j nìezìonì di luminal soddco nella cisterna magna.. Note e contributi : E. Tedeschi : L2 calcioproctoclisi nella tuberooloei polmonare. Osserva zioni clini che : R. Cinaglia: Linfoma dell'intestino cieoo. Commenti : E. Morselli: Per Ma.nrizio Bufalini. Sunti e rasseg ne : SEMEIOTICA : D. Za.cks : La riimportanza diaign<>Stica dei .va.ri sintomi della tubercolosi lill-a.re. - ENDOCRINOLOGIA: J . Niicaaae e J. Ga.té: Disturbi endocrini di origine eredo-luetica. - P . Trendelenhurg · La valutazione f.a:rmacologiica ed il significato a;iraJtico •dei preparati orga.notera.piei.
Acoadem ie, Società med'iche, Congressi : Accademia Pug>l·i~e
Appunti
per il
medico pratico :
CASISTICA
E
TERAPIA:
L'al'terioscleroei addominale. - L 'aeceseo eubfr€nico. - Le perriton•i ti gonooocciche nelle bambine. - Sulla iperitonite pneu.mooooc·i ca. - Trattamento della forma essuda.tiva della. tbc. peritoneale oon il rp·n eumopertitoneo. - U -trattamento del}a visceroiptosii.. - POSTA DEGLI
1
Cenni bi bliografici
d·i Scienze.
ABBi>N ·\TI.
-
VARIA.
Politica sanitaria e giurisprudenza : G. Selfva.ggri: Con-
t roversie giuridd.ohe. Nella
-
vita professionale : Ammindstrazione
Concorsi. -
sanò.ta-ria. Nomiine. promozioni ed onorJficenze.
Notizie diverse. Indice a lfabetico per materie·
SOLLECITAZIONE
I signori abbonati che non hanno pagato ancora la seconda rata semestrale a compimento dell'importo del proprio abbonamento pel 1926, sono vivamente pregati di farn e sollecita rimessa, mediante vag lia postale. L'EDITORE : LU I GI POZZI. N. B . -
Del vaglia postale che si invia
dev~i
conservare il polizzino di ricevuta.
I
LAVORI ORIGINALI. R. CLINICA NEUROPSICHIATRICA DI ROMA .
Direttore: ,prof. G.
MINGAZZIN1
La cu1~a delle fo1·me convulsive g1·avi delle epilessie con le iniezioni di luminal sodico nella cist erna magna. Dott.
GIUSEPPE ..l\YALA,
aiuto e libero docente.
'1entre nella cura dell'attacco di grande male epilettico iso'l ato l'opera del medico, quando è temp·estiva, generalmente si riduce a prendere le misl1re per imrpediTe che il paziente si fierisca o soffochi, ben diversa e molto più ardua si presenta quando le crisi convulsive, epilettiche o epilettiformi, si susseguono in serie con intervalli più o inen o brevi ·di calma e di ritorno parziale del l<:t coscienza e sopr atutto quando si contano a cen tinaia nella giornata subentr ano l'una all'altra
..
senza ritorno della .còscienza e Sii accompagnano a coma, elevazione termica, itt>ertermia, albuminuria, polso piccolo, respiro superficiale o ster- . toroso, cute aTida, lingua fuliginosa, ecc. E nota tutta la gravità di q:uestri quadri cl~nici e specialmente dello status epileptiicu& convulsivo propriamente detto; come è nota la incerta e scarsa efficacia dei vari rimedi E: mezzi curativi usua1 m·ente adopel'ati, che, molto spesso (4 volte su 7 secondo Delasiauve e nella metà dei casi da me os5ervati in questa clinica e nel manicomio di Roma), non riescono a scongiuraTe l'esito letale, o per.chiè a;>er la loro natura e per la via di somministrazion€ agiscono lentamente e insufficientemente, o perchè il presunto elemento etiogenetico delle crisi, che mirerebbero a combattere, non è in giuoco. .«\. prescindere dal fatto che a pazienti in com1 con spaismi della glottide e del diaframma e che vomitano, difficilmente si riesce a fare ingerire •
1078
1L POLlCI.INICO
un medicamento, r esta il fatto più iinportante che e~so, qualunque sia, non può agire prontamente con sufficiente attività come ricl1iede la gravità della sindrome e la imminenza del peri·colo. Di fatti i sedativi e gli ipnotici-antiepilettici (bròmu. i·o, cJoralio, luminal), runche quando si rie5ce a farli deglutire, raramente modificano il decorso della sindrome convulsiva, sia pure somministrati ad alte dosi, come consiglia Toulouse (1) per il bromuro (6-8 gr.) e Sicard per il cloralio (gr. 4 in unica voltaì, fin ·d al primo momento, e ;poi a dosi <J ecrescenti col diminuire del numero 1delle crisi. La som1ninistrazione per via rettale delle dette sostanze e dell'amilene, se non presenta inconve,nienti ne la ·difficoltà di messa in pratica come le 5omministrazioni pe.r os, per rq,gioni ovvie è di ~zione molto meno efficaice di quest'ul1ime e la · quantità dri medicinal·e che viene assorbita dalla mucosa r ettale è sempre piccola. T·u ttavia si puo ricorrere, come si usa abitualmente nei nostri manicomi, ai clis.teri di bromuro e cloTalio, senza, per altro, ifondarci troippe .speranze, specialmente se gli atta:cichi ten1dono a moltiplicarsi a centinaia nella stessa giorna:ta (IDod:ds ne contò 472 in 30 or.e, e Toulouse e Ma:vchand 64 in 24 or.e). ·Molto migliori sono gli effetti curativi quando il sedativo-ipnotico viene introdotto sotto cute e meglio ancora nelle vene. A questo scopo il lumina'natrium si presta assai bene, e da tre anni circa viene in questa clini•ca usato con vantaggio per iniezioni sottucutanee ed -endovenose non solo nel, le crisi epilettiche ripetute, ma anche negli stati di eccitamento e ·d i agitazione (I>Si'comotoria. Queste iniezioni evi"<ientemente non possono sostituire la sommjnistrazione del luminal per os nella cura della comune epilessia, dov-e si ri·chiede la contjnuazione peT mesi e mesi dell'uso .del medicamento. lna hanno la loro applicazione in periodi limitati, nei quali è doveroso intervenire prontamente e senza il consenso del paziente (incoscente o agitato). Le inalazioni di cloroformio o di nitrito di ami·le sembra abbiano dato in qualche caso buoni risultati (Op1penheim, Crichlou-Brow·n ). In un demen. te paralitico, durante lo st.ato epilettico, sono ricorso alla eterizzazione, ma senza alcun vantag~io ::lpprezzabile. I bagni tiepi'di, se po!ssono essere uUli contro l'ipertermia, non la prevengono e, sopratutto, non fanno diminuire il numero delle crt5i convulsi-ve, senza dire che sono di difficile esecuz,i one nella cor.rente pratiica neuropsichiatrica. Un rimedio id el quale anch'io [>iù volte rui sono servito, sono il s ala5so e le epi dermoclisi con soluzione fisiologi ca o di Ringer. Teoricamentè questi 1
1
et MARCHAND. De l'état de mal épileptique. Presse méd. , n. 53, 'P. 565, 5 juillet. 1922. (1) TOULOUSE
mezzi mil'erebbero a liberare l'organismo dalle eventuali,· ma finora non 1:>recisate, sostanze toss1cne epilettogen-e e a combattere l'ipertensione arteriosa (1quando esiste) e sopratutto la cange. stione inte·n sa di tutti .g li organi nervosi centrali e s-peciaJme11te del bulbo e del ponte, 5pesso risco11 trata all'autopsia di soggetti morti i11 stato di male. Ma la esperienza personale non mi (permette di affermare che la sottrazione di 300-400 cc. di san~ue in soggetti in grave stato di m3.lè convulsivo (essenziale) veramente produca l'e!fetto desi derato. PeTò non può di5conoscersi che · il salasso e l' epidermoclisi siano p·a rti.colarmente indicate nelle convuls1oni epilettiformi e nel vero stato epiletti co chtaramente dipendenti da una intossicazione en·d ogena od esogena (sopratutto nell'uremia e nel coma diabetico) . . Mag1giol'i speranzie fondano alcuni (Friedel, Picl1enot e Ca5tin. ..\lle11, Ti·ssot, Glous~off, Roubinovich, ecc.) sulla sottrazione di 20-30 cc. di liquor a mezzo ùella BL. (1); ma non mancano altr-1 autori (Tanzi e 1Lugaro) che la ritengono non soJo ineffica:ce, ma danno&a e aggravante la forma morbosa cl1e si cerca di combattere. Anch'io ho ,~.ectuto do1 po questo piccolo intervento stabilirsi lo status epilettico in uno dei miei pazienti (os'8. 3a), che aveva già frequeI_lti attacchi convulsi del tipo jacl<soniano. Tuttavia non posso condivi.dere l'opinione sfa vorevol.e manifesta:ta da questi ultimi autori verso la punt'llra lombare evacuativa, avendo osservato, iri seguito aid essa, non 5olo in moìti epiletttci .con a-cce5si convulsivi isolati una sotSpensio·n e per un certo tempo, a v·olte molto lungo, delle crisi, ma anche una remissione, sia pure temporanea, 1dell1e crisi e del coma in alcuni casi di status epilepti cus. .l \nche a questo proposito, come per molti altri mezzi terapeutici, non si può generalizzare. ~ possibile che la opinione in favore a .quella contro la rachicentesi come intervento curativo delle forme gravi delle epilessie siano entrambe giuste a secondo i casi. Se dovessi esprimere un'opinione in base alla mia esperienza direi che in una prima categoria di casi, costituita per lo più dalle epilessie sinto. matiche (tumori o ascessi cerebrali, idrocefalo, meningi:te si-erosa, trombosi dei seni, pachimeningite emorragica, ec.c.), nei quali si riscontra iperten·sione più o meno elevata del liquor, la sottraz1one di una quantità di esso sufficiente a ripor1
1
1
(1) ...\:nche Leriche (Gazette des H6p., sept. 192.1} ha ·sostenuto 1ch·e sia :pC>.ssi'b ile di far ce5sare ,o 5tato epilettico jacl<soniano con la PL., o con iniezioni intravenose di a.oqua distillata (cc. 40) ovvero di una soluzione ipertoni:ca (cc. 60 di una soluzione clorosadica al 30 %) a seconda se le crisi d~pendono da una iperten~ione ovvero da una ipotensione del liquido c. r. I .
[ ..\~KO
XXXIII ,
FASC.
31]
1m-
SEZIONE PRATICA
tare la sua pressione a-0. u11 li vello pressochè norn1ale, può riu5cire di utilità e di sollievo al paziente. Fra gli altri ricorderò il caso di una donna, già rrcoverata nella nostra Clinica, 3 anni fa, per tumore sellare e migliorata con applicazioni dt rndi11m, la quale ciTca 14 mesi fa presentò sintom1 che fecero suipporr.e si svolgesse una mastoidite. Fu perciò ricoverata n ella Clinica Otoiatrica, dove co111inciò a presentare attaccl1i epilettici, che si fec ero molto frequenti e si complicarono con feb))r e e coma. Quando la vidi, si trovava in uno st~to gravissimo poich è nella notte aveva avuto più di 70 crisi subentr.anti. Prati cai la puntura subot::cipitale, trovai una pressione di 65 cm. di H 2 0 ed estrassi cc. 8 di liquor limpido con dì, 5creta linfocitosi (pressione finale cm. 25; ~r. = 3). Dopo 3 lcune ore le crisi cominciarono a diminuire d 'intensità e di frequenza, lo stato generale a migliorare gradatamente, s icchè d e>ip o cir ca 15 giorni la malata potè tornare a casa. dove an~ora vive in discrete condizioni. In un secondo gru pip o di pazi enti affetti dall~ così detta epilessia essenziale \O idiopatica (e nei dementi paralitici), nei quali dt1rante gli intervalli fra le crisi convulsive la p r ession e rachidiana si presenta normale, o anche un po, più basc;a della norma, la puntura lombare riesce, almeno a giudicare dai miei casi, senza effetto apprezzabile. Tale fu il caso di una paziente condotta in Clinica per due volte, alla distanza di 13 mesi, in preda a ~onvulsioni iniziate5i a tipo j ackrsoniano e 1poi divenute generalizzate e frequentissime, accompagnate da febbre, a lieve albuminurja e coma. Or bene tutte e due le volte praticai il salasso e la puntura lombare (pression e e costituzione del liquor normali), ma lo s tato epilettico non migliorò. Solo con cardiocinetici, con m ezzi fisi ci, e con clisteri di cloralio la paziente potè uscire dal grave stato dopo 5 giorni ·dall'inizio della sindrome convulsiva. Ora, stccome in presenza di un paziente con crisi convulsive molto frequenti o in stato di male epilettico vero e proprio non è sempre p ossibile giudicare, specialmente in mancanza di notizie anamnestiche, se si tratti di una forma essenziale o sintomatica con o senza ipertensione endocranica, si può, a mio avviso, (senza trascurare l'esame del fondo dell'occhio) ricorrere alla P. L. ; però bisogna misurare accuratamente la 1pressione del liquor, e, solo se si trova iperteso, sottrarne una sufficiente quantità da ridurre la pressione ad un livello pressochè normale secondo i criteri da me svolti in precedenti lavori (1) . (1) AYALA G. Ueber d en diagnostischen Wert des
Liq11nràrukes. Ztschr. f . d. ges. Neur. u. Ps., )3d. ~. 1923; In. Die Phi.c ;toriathologie der Mechanik des Liquor. Monat. f. Psych. u. Neur., Bd. 58, 1925.
t\lla rachicentesi si può far seguire la iniezione 11el cavum subarachnoidale di una soluzione di sostanze sedative o ipnotiche-antiepilettiche. Sono <.;tati infatti preconizzati i sali di magnesio in sol11zione del 20 % alla dose di 3-5 cc.; ma hanno avu to. e hanno giusta1n en te, maggiore applica- zion e gli ipnotici derivati dalla malonilurea, (veronal, gardenal). I tentati vi di iniezioni subaracnoi·dali di lum.i 11al (Carniol) (1) n ell 'epilessia n on potevano condurre a risultati incoraggianti data la insolubilità del medicinale; inYece si dimostrò effica ce la introduzione per questa via del luminal-natrium (feniletilmolonylurea sodico), sale solubilissim '• rneno attivo, ma m eno tossico del luminal. Gmelin (2) lo u.sò alla dose di gr. 0.10 in soluzione acquosa in 12 bambini epilettici con attacchi conYulsivi, ottenendone la scomparsa per parecchio tempo. Dopo la iniezion e endorach1 diana del detto preparato egli n otò cefalea, febbre fino a 39,8, ehe cessarono entro 24-48 ore e, a volte, bradicar- dia, vomito, lieve rigidi tà nt1cale, vertigini, an· ch'esse di breve durata. Forse questi inoonveeienti •dipendevano ·o dalla sottrazione di una ~erta quantità di liquor o da una probabile poca tolleranza dei bambini an-che p er gli ipn-otici. Contemporaneamente, e indipen dentemente dallo Gmelin, in questa Clinica si cominciò ad usare lo stes. so medicamento per ' 'ia endovenosa ed endorachidiana n egli adulti, e i colleghi Fumarola ed En·der1e (3) comunic arono all'Accaidemia di Medicina· di Roma i buoni risultati ottenuti in due casi di status epilepticus, nei quali furono iniettati nella. cis terna terminal1s in uno gr. 0.30 e ne11•·a1tro fino · a gr. 0.80 di luminal-sodico in soluzione acquosa al 20 %. Ma n ei due d etti casi, come in altri due di eclampsia de1 Bompiani (citati da· .Fumarola ed' Enderle) la cessazione delle crisi fu ottenuta quanqo si raggiunse la dose massiva di 0.80 gr. Perciò i precitati autori furono indotti a consigliare · l ' uso di dosi elevate 1per essere sicuri di ottenel"a· l'effetto curativo (4). 1
1
1
1
L'injection intraraohidiénne dé' substan ces insolubles. Revue Neur., 1919, n . 9, p . 720; Presse m éd. , n. 10, 1919. (2) G l\IELIN .A•. L uminalth erapie unter besonàe-· rer B er uc ksi chtigung der Giftiglceit und' d'er endolumbalen Anwendung. l\1unchener M·. 'Vt.' ., 1923", n. 28, S. 911. (3) Ft-~J AROLA ed ENDERLE. T entativi di t-era.ptaà ello s tat ~ts epil epticus a mezzo di iniezioni dt. luminal 11atrium nel cavum subdurale spinale . Bollettin o e Atti della R. Aocademia Medica di: Roma. fa se . 8, p. 363. 1923-24. (4) F . c.~ZZAMALLI (Il Manicomi o, n: 3, 1924) in~ 4 epilettiche adulte, iniettan.do nel rachide gr. O,lO'J (1)
C ARNtOL A .
d j luminal sodico, pTevia sottrazione di cc. 12--15di liquor, non ha osservato gli effetti benetici suIl decor&o della malattia segnalati da Gmelin..
1080
Eff ettivame11te la dose medicamentosa (gr. 0.22) di luminal-natrium 1p er via endorachidiana non. riesce a fare ce&sare le ·Crisi e si mostra meno efficace di quando viene somministrata per via sottocutan ea e certamente meno pronta che per via endovenosa. D'altra parte le dosi massi''e di questo medicamento possono far cessare le convuls ioni, tanto sie vengono iniettate n el cavum subarachnoti.·dale spinale quanto se somministrate per ' 'ia E>ndovena&a, ed hanno nei due casi un effetto ipnotico consi derevolissimo e molto prolungato. Quindi non c'è alcuna convenienza pratica, a mio a\rviso, a ricorrere alla iniezione endorachlrliana, ,quando si debbono rag·g iunfere dosi cosi elevate, quasi tossiche, che, probabilmente, non -potrebbero essere tollerate da tutti i 1pazien ti in ~tato generale già gr ave. D'altronde, tenendo presenti le nozioni sulla circolazion e ·del liquor, si comprende facilmente perch1è !'·effetto di llna sostanza, che deve agire specialmente sulla corteccia cer ebrale, debba esser e di poco differente se introdotta sja nel sottocutaneo 5ia nella cisterna terminalis. R noto, infatti , che le soluzioni coloTanti iniettate sperimentalm ente nel sacco aracnoideo-durale spinale, e le soluzioni anestesiche iniettate a mezzo della P. L. dopo un certo tempo e solo in tracce minime giungono alla base dell'encefalo e mai nei ventricoli cerebrali o nella <:on,re5sità degli emi>Sferi cer ebrali. Si deve quindi -supporre ch,e il luminal sodico, iniettato nella cisi:erna terminn.lis, 1per giungere ai centri encefalici, in grande parte prima debba essere riassorbito insieme al liquor subarchnoi·dale spinale e 'Passare nella circolazione generale. Data questa lunga via da percorrere e la fortE> di1uizione che essa '5ostanza deve subire mesco lanctosi con l'intera m·a&sa sanguigna, si comprende pcrchè la sua azione sedativa-ipnotiiea ritardi <li qualche ora e si manifesti molto debolmente, se iniettata jn dosi modiche a mezzo ·della P. L. Del -pari è c·h iaro che, se la stes&a dose viene invece portata a più imm ediato contatto con i medesimi <'entri c0rtico-sottocorticali irritati rimanendo in una concentrazione maggiore, agirà più prontamente e più attivamente con g!andissimo vantaggio anche 1p er i centri ponto-bulbari e spinali. I.P. rjcerche sperimentali di Amantea (1), infatti, hanno dimostrato che l'applicazione diretta di una soluzione di luminal sui centri sensitivo-motori corticali dei cani diminuisce o sopprime la eccitabilità elettrica di essi centri. Si doveva dunque pen&are che lo stesso fatto dovesse verificarsi nell'uomo, ove si fosse riusciti a 1portare la sostanza I
I
( .l\~NO
IL POLICLINICO
I
(1) .i\MANTEA G. Il luminal n~ll'epiles'sia sperimen.trzle. Bollettino e Atti della R. Ace. Medica di
Roma, anno XLVII, adunanza 13 luglio 1921.
XX.Xlii I, F ASC. 31]
modificatrice della eccitabilità degli elementi nervosi a loro contatto immediato. Questo scopo in clinica si può solo rag.g iungere medicando il liquido subaracnoidale encefalico e for&e quello Yentricolare, che, come è noto, bagnano interamente tutta la superficie degli organi nervosi centra!] e periferici. Per far ciò il ,mezzo più adatto e relati vament~ più facile, che permette di penetrare negli spazi subaracnoidali encefalici, è rappresentato dalla puntura atlanto-occipitale. L'esperienza fatta in questi ultimi quattro annt n1i ha sempre più dimostrato la gr.ande utilità, a -scopo diagnostico profilattico e curativo, ·di questo piccolo intervento operativo e la Slla relativa benign ità, se praticato con prudenza e rigorosa tecnir.a. Quindi pensai di serYirmene an,c be nella cura ·dell::t epilessia e specialmente 'Ci·elle forme gravi e minacciose di questa sindrome, nelle quali dalla prontezza ed efficacia del mezzo curativo dipende la vita de~ pazienti. Mediante questa puntura &i può, occorrend·o, estrarre una 1certa quantità di liquor per abbassare convenientemente, se eventualmente esistesse, una ipertensione endocranica, e in secondo tempo iniettare una 1sostanza modificatrice dello stato irritativo dei centri encefalici. Naturalmente bisogna essere sicuri che questa sostanza venga tollerata perfettamente e non· rechi nocumento ai centri della vita vegetativa ponto-bulbari e ai nervi cranici r elativi, so1p ratutto al vago. .i\ me non ri5ultava, come ancora non consta. chP il luminal sodico sia stato da altri iniettato nella cisterna magna; però, in base alle nozioni farmacologiche generali sui derivati degli acidi barbiturici e sul luminal in particolare, e in bas~ alla grande tolleranza del cavum subarachnoidale spinale per gran·d i dosi di tale medicinale, potevo supporre che anche i nuclei e le radici dei nervi ponto-bulbari dovessero tollerarlo &enza inronY Pnienti. Tuttavia si imponeva una estrema pruder1za e una accuratissima sorveglianza del comportamento specialmente del 1polso e del respiro nelle prime iniezioni suboccipitali, prima di avere la sicurezza che l'ipnoti.co.Jsedativo iniettato non desse luogo a ne5st1na spiacevole conseguenza. I fatti rni hanno rassi,curato e persuaso della innocuità della introduzione negli spazi subaracnoi dali encefalici di una giusta dose del me.dicinale in parola. Riservandomi ·di tornare, dopo una più J u na-t t)Sser,razione dei miei pazienti, &ulla efficacia dellB iniezioni di luminal natrium nella cisterna magna nella cura anche della comune epilessia a crisj ·distanziate, qui riferirò brevemente le .storie cliniche di 5 pazienti guariti del loro stato dl male epilettico con questo proceidimento curativo, che, per quanto possa sem1b rare audace, è perfettamente razionale e giustificato dalla imminenza e gravità del pericolo. 1
1
1
[ANNO
XXXIII
F ASC. 31 ]
I
SEZIONE PRATICA
D. , 45 a11ni, sarto. Viene <;ondottc· i11 clinica il 28 dicembre 1925 in stato semi-con1atoso e in preda a convulsioni epilettiche sus::;eguentisi a brevi intervalli. I parenti narrano che il paziente da circa otto anni soffriva di idee deliranti di gelosia e allucinazioni uditiv e, che solo da qt1alche mese erano notevolmente miglio1~ate, tanto da ~ermettergli di riprendere il 5uo m estiere. Il mattino di due giorni prin1a dell 'ingresso in clinica è stato trovato sul letto in stato soporoso; nella stes·sa giornata cominciò a riprendere la coscenza e ad accusare cefalea. L'amne5ia di quanto gli era accaduto durante la notte era completa. Verso le ore 4 della notte di ieri fu ripreso da .crisi convulsi"ve, ch e nello spazio di circa 4 ore, cioe fino all'ingresso in clinica, si sono ripetute una cinquantina di volte. Si trattava di attacchi conV'Ulsivi pit1 o 1neno generalizzati più o meno completi, con qualcl1e bre,1 e mon1e11to di ritorno molto 1parziale della coscienza fta l' uno e l'altro e con tutti gli altri caratteTi del grande male epilettico. All'esame obbiettivo eseguito. per quanto è po<\ sibile, negli intervalli fra le crisi, ·s i constata tra t . tarsi di un soggetto di costituzione scheletrica regolare e condizioni generali piuttosto scadenti; polso di media ampiezza e frequenza, respiro piuttosto superficiale, temperatura 37,8. L'esame degli organi toracici e ad•dominale riesce negativo. Esame neurologico: emiparesi con esagerazione dei ri.f lessi tendinei e clono del piede dal lato sinistro, dal qual e ·duTante gli atta..c·c11i le scosse clonico-toniche son o ipii1 intense; pupille anisocoriche (S > D); riflesso corneale e congiuntj\rale appena accennato da ambo i lati; fundus oculi normale. Si pratica la P. L. (•decubito laterale) : pressione iniziale cm. 10 H ., O (cm. 30 durante gli attacchi); quantità cc. - 10, limpido. incolore, senza alterazione delle sostanze proteiche e degli elementi figurati, con reazioni colloidali negative. . Dopo la rachicentesi le crisi continuano a ripe. tersi con l'intervallo di cir ca 10 minuti nelle prime 4 ore e con sempre maggiore frequenza neile ore del pomeriggio del giorno 29. Si ipratica allora una iniezione endovenosa d1 gr. 0,20 di luminal natrium; ma le convulsion1 . continuano a ripetersi con frequenza pressochè invariata per tutta la n otte del 29 e la giornata del 30. Il mattino d el 31 le condizioni sono aggraYate; temperatura 38,9, polso piccolo, 100 al m', tracce di albumina n elle urine, ronchi e sibili in tutto l'ambito polmonare. Pra tico la puntura suboccipitale e riscontro li· quor a pre&sione e cosiituzione normale; ne estrag. go cc. 2 e inietto con estrema lentezza, sorve. gliando il comportamento del polso .e ·del respiro, gr. 0,10 di luminal natrium. Poco dopo si manifesta un miglioramento evidente, gli attacch1 cessano ; la coscienza dopo al· cune ore riprende parzialmente e il paziente puo alimentarsi con latte e uova. La notte però gli attacchi ricompaiono e si ripetono 9 volte e 4 volte nel mattino 1p rima della visita. Un clistere di bromuro-cloralio non dà che una breYissima tregua degli attaccl1i convul&i,'i; ma le condizioni generali rimangono gravi. la temperatt1ra sale a 38.9, polso molto freqnente ~ OS.SERYAZIONE I. -· R.
1
•
1081
piccolo, la cute della r egione sacrale co·m inciava a necrotizzarsi. Continuando qt1esto stato, !·indomani (3 gen11aio) pratico la seconda puntitra su boccipitale inietta ndo gr. 0,20 di lt1minal sodico. Poco dopo le crisi cessano; nel pomeriggio un solo attacco J)revissimo e molto incompleto. Da allora in po1 il 1paziente non 11a pjù crisi, le sue co11dizioni generali mi gliorano rapidamente, la cosccnza r1 torna, i rantoli e Tonchi scompaiono, il polso di,1 iene yalido e regolare. Il giorno 7, cioè dopo 4 giorni dalla seconda puntura suboccipita1e, jJ paziente può dirsi gl1orito dallo .status epileptl· cus, essendo anche scomparsa J'emiiparesi osser,·ata fin dai primi giorni dell a sindrome; egli rin1ane n el reparto ancora due mesi, 5enza più presentare crisi convulsive o altro disturbo neurologico degno di n ota. IT. - P. G., anni 28, possidente. Il giorno 19 aprile Yiene portato in clini ca in stato stuporoso. Le p erson e cl1e lo accompagna.no narrano di aYerlo tro,·ato n ella camera dell'albergo, doYe alloggia,1 a, a terra. davanti al letto , senza coscienza e con J)ic.cole ferite con,t use al mento e al labbro infeTiore. I parenti poi assicurarono eh e il paziente è senza ne suna tara neuropatica , no11 aYe,ra mai sofferto mali degni di nota e solo di tanto in ca11to acct1sava. senso leggero di vertigine di brevissima durata, senza mai perdere la coscienza. Non aveva mai fatto abu.so di alcool nè aveva avuto traumi fisici al capo o JJSichlci. La sE-ra precedPnte all'ingresso in -clinica era rjentrato all'albergo come al solito verso la mezzanotte in condizioni apparentemente normali. .i.\ll'ingresso in c1ini ca il paziente rirnane imn10bile sul letto, non risponde a nessuna ·domanda, non esegue alcun oràine; con l'occhio spento ~uarda qua e l à senzn. mostrare di comprenderE io sc0po e il significato delle domande , perde urine, non inghiotte neanche racqt1a postagli in bocca . .i.\l labbro inferiore e alla lingua si osser. Yano segni di rnor.si ,e nel mento unn piccola f Prita contusa. Temperatura 37,4, polso 80. Per qt1anto è possibile giudicare, dato lo stato psichico, non sembra esistano deficit motori dei muscoli mimici e degli arti. I riflessj t endinei ... ono presenti, mancano quelli addominali e cl"emasterici. Le punture su tutto il corpo provocano 1no,-imento di difesa e di espressione dolorosa della faccia. Fundus oiculi normale. Diagnosi: stato stuporoso 1postacccsS1Uale (epilettico). La sera dell'ingresso in clinica il paziente ~ preso da crisi con vu•lsive, cl1e rlurante la notte si ripetono 30 volte con gli stessi caratteri, ta temperatura sale a 38.2, il polso diviene frequente, la coscienza è abolita del tutto fra le crisi; perdita di urine. 20 aprile: le crisi convulsjve continuano; ne-g li intervalli si osserva: 1p olso ritmico e frequente , temperatura 38,3, r espiro stertoroso; Babi11sl<i bi, laterale più accentuato a sinistra; esagerazione dei rotulei, specialmente del sintstro; a n·i socoria, ri<Yidità iridea bilaterale; resistenza minore della nirma nei moYimenti pa5si,ri degli arti da ambo i lati. Si pratica la P. L. e si ri:scontra: pressione iniziale cm. 12. (decubito laterale); liquor (cc . 8) limpido; alb. 0,20 %o: Pandy, :\1onne e reazione del mastice n egative; linfociti 2 per rr . O SSERVAZIONE
•
1082
IL POLICLINICO
Si inietta.no nel rachide gr. 0,22 di luminal natrium. ~ el pomeriggio: 4 cri.si; temperatura 40,2; !Polso 124 al m', piccolo; res'Piro stertoroso; tracce di albumina n elle urine; coma profondo. 21 aprile: le crisi cessano, la temperatura &cen de a 39,4, la coscienza torna parzialn1ente e il pazjente può in gerire latte e uova. Ma nel pomerig. gio gli atta1ccl1i conv-ulsivi generalizzati ritorna· no, divengono più frequenti il giorno dopo e nella n otte seguente. Si 'Praticano clisteri di clorario e iniezioni di olio canforato senza al·cun effetto. 22 aprile: le cri.si continuano, le condtzioni generali sono gravi: coma, IPOlso piccolo, inegualt, 120 al m', temperat11ra 38,9, r espiro superficiale. Iniezioni endovenose di gr. 0,20 di gardenal e sottocutan ee di olio canforato. 23 aprile: condizioni invariate, crisi fr equenti (36 nelle 24 ore). e4 aprile: pitntura suboccipitale , pressione normale, li·quor limpi·do con notevole lin'fo·citosi; inietto gr. 0,22 di luminal natrium nella cisterna magna. In seguito a ql1esta iniezione ces'Sano del tutto gli attacchi convulsivi e dopo circa 4 ore di sopore profon:d.o, la coscier1za comincia a ritornare, il polso migliora, i'l respiro si fa prof0ndo e nell'insieme l 'as1Petto del paziente non dà pit1 l'impressione del malato grave. 25 aprile: la febbre è cessata, il polso e il r espiro sono normali; il paziente ri~onde a qualche doman.da, ingeri&ce uova e latte, continua a perdere le urine; non accusa. nè cefalea nè a1tro di sturbo. O•b biettivamente: ipotonia e astenia tfegli arti; debolezza ·di tutti i riflessi tendinei, anisocoria (S > n \ t.onnor-e delle pupille alla lur r Le condizioni generali migliorano e il giorno 29 aprile il paziente può alzarsi, aiccusando · solo lln lieve intontimento. 3 maggjo: dal pomeriggio del 24 u. s. non ba avuto più crisi , ora non accu sa nes&un distnrbo; l'esame n eurologico mostra solamente qualche sco&sa nistagmifor:me nei mo,rimenti ed estrema lateralità dei globi oculari e una vivacità dei rotulei e d egli achillei bilaterale. Dal lato psi·chico si nota solo una lacuna amnesica di tutto ciò che è accaduto al rpaziente dalla sera del 19 aprile fino all'indomani dell'iniezione ,di luminal nella -cisterna magna. Viene dimesso. Risulta che il paziente, tornato a casa, da circa due mesi non ha avuto crisi di nessun genere nè altri disturbi. OSSERVAZIONE III. - M. P. , anni 16, stu,dente. Precedenti ereditari negativi : nel 1917 cadèndo <1 a un albero riportò frattura d·ell'o&so occipitale. Subito dopo il detto trauma ebbe crisi convulsive a tipo jacksoniano che continuarono anche dopo 1'1ntervento chirurgico sulla ferita cranica. Dopo due mesi -cominciò a notare ·diminuzione del vi'5us, che rapidamente 1Perde del tutto. Gli attacchi con' 'utsivi invece cessano per un certo tempo per ricomparire poco dopo e ripresentarsi in seguito una volta .al mese od ogni due mesi. Nell'arto s11periore sinistro, che specialmente è colpito dalle scosse clonico-toniche duran.te le orisi, il 1paziente nota la perdita della stereoestesia e della batiestesia. Il 17 marzo u. s. viene portato in clinica. perchè dalla notte precedente aveva attacchi con·vulsivi ripetentisi con estrema frequenza e che continuano anche dopo il suo ingresso con la frequenza di uno ogni 15 mt circa, con i caratteri tipjci delle crisi jacksoniane (sinistre) accompa-
I ANNO
XX ~X.III, FASC.
31]
gnate da perdita di urin e e offuscamento della coscienza. Negli intervalli fra le crisi il polso e il respiro sono buoni, la coscienza .ritorna .qua~i del ti1tto: si con stata emiplegia spastica e clono del pie'de e Babinski a sinistra, ni&tagmo Qriz~ontale (sco:sse rapide verso D.) anisocoria (D>S), cecità completa; atrofia bianic a discendente dei nervi ottici, astereoestesia e anabcrtieste&ia nella mano sinistra. Clisteri di bromt1ro e cloralio. 18 marzo: duTante la notte le crisi sono dive. nt1te più frequenti (48 in 12 ore) e generalizzate, temperatur.a 38,3, polso 92 al m' , piccolo. Si pratica la P. L. (decubito lateraJ.e destro); pressione iniziale neg·li intervalli fra le cri&i cm. 3 di H 2 0 , durante le crisi cm. 27; li1qi.1or limptdo, ql1antità estratta ,cc. 4, nessuna alterazione delle proteine e degli elementi figt1rati, reazioni colloLdali e R. W. negative. P9co do1po la P. L. si stabili.sce un vero status epjlepticus ,i n fase comatosa. Temperatura 38.8, polso ptocolo, 108 al m' , respiro 1stertoro&o. lin. gua patinosa, perdita ·di feci e urine. ClisteJi di bromuro e cloralio, iniezioni di olio canforato. 19 marzo: stat-0 comatoso invariato, crisi meno frequenti (19 durante la notte). Pratico la punt1<ra suboccipitale : pressione normale; inietto gr. 0.22 di luminal natrium nel1a cisterna magna. Subito dopo le crisi cessano, il polso si fa meno fre. quente e meno piccolo, il respiro diviene ru1Ssante come dì chi dorme 'Profondamente. Nei giorni s11,ccessi,ri nessuna crisi, la coscienza ritorna r api·damente del tutto, le condizioni generali si ristabiliscono e dopo 4 giorni dalla P. S. O. il paziente può alzarsi. 24 marzo: il paziente ha avuto nella mattinatQ qualche sco:ssa clonica all'arto superiore sinistro. L'esame neurologiieo rivel a ni,stagmo bila tera 1e , lievissima emiparesi con aumento ·dei riflessi tendinei a sinistra, astereoeste&ia della mano sinistra (lesione 1po&traumatica ,de'.lla reg. pariet. D.) ed atrofia dej nervi ottici. 1
1
OSSERVAZTONE IV. - I. T., anni 30, meccanico. Ricoverato in clinica ,da qualche settimana 1Percl11è affetto da demenza paralitica in'Ci'Piente. Tl 9 mRrzo cominciò ad avere attacchi epilett1. formi da principio a tipo jacksoniano con J>Teva. lenza delle scosse cloniche e &pasmi toni-ci nella metà destra del corpo e o&·curamento della coscienza .senza perdita completa. Le &omministrazioni ·di luminal per os e di cloralio per clisma, non i1npediscono il ripetersi degli attacchi, nei giorni su·ccessivi. 14 maTzo: si pratica la P . L.; pre51Sione nor1naJe ; si iniettano nel ·cavum subarachnoidale spinale gr. 0,22 idi luminal sodico. Gli attacchi continuano colla stessa frequenza e intensità, anzi nella notte divengono subentranti; temperatura 38. Le crisi si. iniziano ·con un movimento spasmodico di estensione dell'avambraocio sinistro, abduzione e rotazione all'esterno dall'interno dell'arto omonimo, rotazione del ca-po, degli occhi verso destra e spasmi tonici di tutto l'arto inferiore &inistro, a volte anche ·del destro. Le crisi hanno la durata di un m ' circa; la coscienza tè parzial. mente conservata. )legli intervalli si constata: 1paresi con aumento dei riflessi tendinei, clono del piede e Babinski agli arti .di sinistra, fundu5 ocu 1l normale, urine normali, polso piccolo e frequente, temperatura 38,5. peI'dita delle urine. Qt1esto stato continuò per 4 giorni con freque11za varia delle crisi clonico-toniche; la somministrazione di luminal per via en·d ovenosa, le iniezioni 1
f ANNO XXXIII, F ASC. 31 J
SEZTONE
di erg-0ti11a e u11 clistere ·di cloralio e bromuro atten ua110 la inte11sità delle crisi, ma non modificano molto la loro frequenza, che è di cir c·a 8-10 all!-0ra. 19 marzo: pratico la puntura subocc'lpitaie e inietto nelJ.a cister11a magna gr. 0,22 di luminal natrinm. P oco dopo le convulsioni cessano e il paziente entra in uno stato di sonno jprofondo. clal quale p11ò essere destato con .stimoli piuttosto forti, e che dt1ra circa 6 ore . .Allora .si nota la ricomparsa di qual.che scossa clonica, ora ai muscoli d•ella metà sinistra della faccia, ora in uno, ora nell'altro arto. 20 mar10: sono cessate del tutto ancl1e le scosse cloniche notate ieri; la coscienza è del tutto tor11ata; è possibile l'alimentazione spontanea. Le condizioni generali migliorano rapidamente. Rimane in osser,razione ancora per circa due mesi senza presentare più crisi convulsive, nJa solo i disturbi n eu1·01ogici e mentali e serologic1 della demenza paralitica. OSSERVAZIONE ,-. - T. A. , anni 25, commerciante. Si tratta di un den1ente 1paralitico in uno staidio a,·anzato della malattia (che dura,ra da quattro anni) in cattive condizioni generali, il quale da cir ca un anno soffri,·a di tanto in tanto di attaccl1i epjlettiformi. Il mattjno del 6 maggio è preso da una crisì co11Yulsiva con tuttj i caratteTi dell'attacco comi· ziale con la preYalenza di scosse cloni co-toniche negli arti òi 5inistra. .i\ ·q u esta crisi ne su ssegue lln'altra dopo pocl1i minuti con gli stessi carat· teri e così seguono a ripetersi per tt1tta la giornata con brevi interYalli. Temperatura 37,4. polso 108, respiro 22, coma non molto 1profondo. In•i ezione sottocutanea di luminal sodico e di olio canfoTato. ~ei giorni 8 e 9 le 0risi continuano con qual· r-he sosta più o meno lunga; coscienza abolita an·c11e negli intervalli fra gli attacchi; temperatura 37,8; polso 120 al m ', piccolo; decubjti incipienti alla regione sacrale. Puntura S?.lboccipita l e, pressione normale, liquo1· l impjdo con le caratteristiche umorali de1la D. P inj etto gr. 0,20 di luminal sodico nella cisterna mag·na. Subito dopo questa iniezione le crisi con YUlsive cesls ano, il poJso diviene meno fr equente (108 al m' ) e meno 1p iccolo , il respiro si fa meno su;perficiale e nell'insieme il rpaziente assume l'aspetto rti chi ·dorme profondamente. Si praticano iniezioni di olio canforato ogni 3 ore. 10 maggio : le condizioni genera:li son o lieYe· mente mjgliorate, non ha avuto più n essu·n a crisi . 11 mag·gio: n ella mattina due cri'si convulsive, stato soporoso profondo; non ingerisce che qualche cuccl1iaio di latte; temper.atu.r a 37,5, polso buono . All'esame neurologi.c c si constata che gli arti ·di sinistra offrono una resistenza minore di quelli di destra ai movimenti paissivi e ricadono inerti sollevati, invece .quelli di destra compiono rnov'imenti spontanei e di ·di-fesa abbastanza ampi € non r~caidono se sollevati; riflessi ten·dinei aboliti da ambo i lati; plantare pronto a D., a:ocennato a S. Decubito superfi·ciale nella regione sa~ cra:le. ~ei giorni successi,,i le crisi non si ripetono più; ma lo stato •demenziiale divien.e sempre più grave e le con dizioni generali peggior ano giornalmente. (Continua). 1
P RATICA
NOTE E CONTRIBUTI. La ealciop1·octoclisi nella tube1·colosi pohnona1·e. ,
Pro.f. 1dott.
ETTORE
TEDESCHI (Genova). '
Circa due amni or sono Rosen di Mosca elevava a sistema 1 'iniezione en·dovenosa di cloruro di calcio nella cura della tubercolosi. E dico elevava . ?. sistema, poichiè già antecedentemente l'iniezion e endovenosa di cloruro di calcio era stata speri1nentata (e lo è tuttora) contro episodi sintomatjci della tl1berco 1osi (diarree, vomito, sudori profusi, emottisi, ecc.); il Rosen invece ha fatto del trattamento en·d ovenoso col cloruro di calcio un metodo sistematico. Mentre p er combattere gìi episodi accennati, le soluzioni di cloruro di cal~io adoperate sono più o meno •con centrate (dal 10 al 50 per cento), il clini·co russo si attiene a soll1zio11i più tenui (dall'uno all'uno e mezzo pel' cento) iniettando da 150 a 300 em e. • della soluzione. Il trattamento comprende di solito d ue serie di 15 iniezioni ciascuna con intervallo' fra nna e l'altra serje di circa 10 giorni. Ora i risultati riportati da Rosen non solo in forme tuber-colari torpide, ma ancora i!l1 fon ne molto attive, a mezzo della C8;-lcioterapia en1dove nosa attl1ata colle modalità , cui 110 accenn ato soltanto per sommi capi, mi hanno veramente impressionato : e volli cpsì anche io in qualche ammalato tentare il tratta·me11to endovenoso. Sip esso però ci si trovava praticamente di fronte a difrfi. coltà varie da vin·cer e (anche in ratpporto pura. mente coll'ambiente famigliare ); per quanto r aramente, si ebbero acci·denti, sia ,p ure an.che lievi, di choc successivamente alla i:niezione endovenosa, Renza però conseguenze gravi tangibili. Fu allor a, che mi chiesi, se non era possibile attuare la calcioterapia sistematica nella tubercolosi ;per altra via, che non fosse la intravenosa. •
* ** In questi ultimi amni la proctoclisi, il clistere 1< a goccia » alla Muvphy ha reso ·g randi servizi sia nel campo medico (specie nelle infezioni) sia nel camipo chirurg.ico , an·d an.do a sostituire bene spesso la ipodermoclisi e la fleboclisi: l'assorbimento del ILqu:ùdo immesso a goccia i1ell'intestirno si compie con una regolarità assoluta e talvolta con vantaggio 5orpr endente , purchè « l'a goocia » sia co.n 1p recisione eseguito in tutti i particolari.
•
•
1084
lL POLICLINICO
[ ..\N~O
XXXI.I l, FASC. 31)
Ritenni, che anche in questo campo la calciotecresce. Il polso si ta meno freq.u ente via via erapia r ettale potesse sostituire la calcioterapia enpiù pieno. Diminuiscono i sudori profusi, cosi pedovenosa, la quale in fin dei conti , almeno talnosi per il tubercoloso ed anche scompaiono. volta, non può non essere· avvertita come trauma F. interessante jl fatto cl1e la calcioterapia retin soggetti tanto sensibili come sono sovente i tutale, ha talora eYidente influenza favorevole sobercolosi. pra la tosse, ciò che coruf erma quanto ha osserE cosi attuai da poco più di un anno e mezzo vato Rosen per la calcioterapia endovenosa e mi la protoclisj calcica in vari casi ·di tubercolosi. sembra pure di poter confermare il rilievo fatto Mi valgo di una soluzione di cloruro di calda Rosen, che cioè è specialmente la tosse insicio cristallizzato chimi-camente puro, al 0.40 tper stente nelle forme specifiche chiuse, q·uella checento (1) . ·Inizio con una 'Proctoc1isi di 500 eme. al è più benefican1ente e più sollecitam ente influengiorno, elevata in pochi giorn.i ad un litro pro zata. die. Faccio praticare la proctoclisi quotidianaJ}espettorazione nelle form e aJpert~, è resa al mente per 10 giorni, poi a gior.n i alterni per 5-6 principio .del trattan1ento forse più abbondante, volte. Dopo un intervallo di 10-12 giorni, faccio ma molto più facile e pi'L1 fluida; poi i1ei ea si fa. esegiuire alltre 10 tproctoclisi a giorrui alternl. vorevoli, diminuisce via via. Jualche volta si ripete una serie di proctoclisi P er quanto concerne i bacilli di Koch nell'espet. solo dopo un lungo periodo di riposo, talvolta in- tarato, non posso per ora ipronunciarmi in modo vece è opportuna una 3a serie dopo un intervallo sicuro, come fa il Rosen il quale asse, era la di solo 15-20 giorni; e sempre, nelle riprese, con scomparsa d el bacillo nell'espettorato dopo q-u al1proctocli si solamente a giorni alterni. che mese di calcioterapia endovenosa: in qualche 1Iniziale effetto è un aiumento ·della diuresi, ma caso però realmente 110 assi.stito alla rarificaciò è spiccato il più spesso solo dopo le prime zione dei bacilli, che solo erano messi in ev1proctoclisi e poi rper lo più si attenua e cessa. d enza con :procedimenti di ricerca speciali. Forse le mie osservazioni al pro1Posito sono per I casi da m e cosi trattati ascendono a 25 soltanora di troppo breve durata e poco numerose, tanto; e debbo premettere che non ho· élll)pJicato il to più che la mia casuistica, pur rilferendosi a metodo curativo irn ammalati con modeste e torforme chiu·s e ed aperte, è più ricca di osservapide lesioni polmonari; ma quasi esclusivamente zioni nelle prime che n elle seconde. in infermi con tubercolosi polmonare attiva, ad E ·veniamo alle eventuali modificazioni del pro. andamento acuto, con febbre spesso elevata. cesso locale, come si 1poteva argu ire dalle in 1aOra è appunto in queste forme acute, in cui gini sem ejologiche e dal r eiperto radioscopico ripurtroppo si ·è 1Più che mai disarmati, che ho vepet.uto. duto la calcioterapia rettale apportare qualche ' ' i sono casi in cui 1a sinto1natologia obbiettivolta ri sultati insperati. In tre ammalati altava dell'apparato respiratorio non resta modificatat m ente febbrili, dopo da sette a dieci proctoclisi st come del resto immutata rimane come ho de~co, è avuto una remissione notevolissima della febtalor~ purtrop'PO la restante stnto·m atologia sub· bre: da 39°-390,5 e più, la temjperatura è scesa grabiettiva e obbiettiva. Vi sono però casi, in cuì d11almen1 e a 38° e 37°-5 giungendo sino all1apj . realmen te anche il ip rocesso locale va mitigan. ressia. E la ·m ia osservazione collima con quella dosi e chiaramente in rap.p orto col trattamenf:) : di Rosen: cioè la temperatura febbrile è più inla modificazione è lenta, ma evidente. flu enzata dalla calcioterapia, quando si ha il tipo Anzi :iin qualche caso che ebbi campo di secontinuo sia pure anche a temperature eleYate; guire più a lungo, la sintomatologia obbiet~:y:1 meno influenzata invece, se ' i è febbre etica, teprima esponente di processo ben attivo, a poco a stimoniante una infezione mista. poco si è ri·dotta fino a segni di processo n1ode Talvolta però, si assiste a un'evidente remisstissimo e sipento. sione della febbre ·dopo le prime proctoclisi, poi Ripeto però, è sopratutto sulle modificazioni del si ha una successiva rielevazione della temperad ecorso , che conviene insistere ancora, perchè tura che talvolta cede al trattamento continuato, talvolta esse sono veramente impressionanti: talvolta resta invece purtroppo invincibile, e ciò sotto l'azione prodotta dalla proctoclisi calcica si· specialmente negli ammalati gravi con infezione passa talora da un andamento acuto ad un demista. corso mite, cronicizza.nte, p er cui ci troviamo così Col cedere della temperatura, nei casi favoremeno disarmati di fronte alla malattia: potremo· voli, aumenta l'appetito; i1 peso del colìpO si acaiutar e quell'organismo, che ormai ;pareva sog. dal male, a troYare risorse ed ener.~ 1 i! giogato (1) Talvolta aJla solu~ ione aggit1ngo il 1 per atte a lottar e e forse a vincere. B be11 fisso n ella cento di glt1cosio . 1
1
1
•
•
•
•
[ANNO XXXIII, FASC. 31 )
SEZIONE
mia mente il ricordo del risultato ottenuto in un giovanetto di quindi·ci anni ed in una giovane di venti anni. Nel primo caso una tifo-bacillosi di accentuata gravità, sboccata in una localizzazione polmonare perilare a sinistra e pleurite a destra; nella secon1da, tifo-baciJlosi, che 1dopo due m e·si di localizzazioni fugaci ed incerte, aveva finito col dare una modesta localizzazione apicale destra, sernpre pel'durando alte temperature. Orbene in ambedue questi ammalati la ca1cioterapia rettale metodicamente attuata, ~ortò un progressivo abbas·· samento della temperatura ed un miglioramento via via accentuatosi, fino ad arrivare nel primo i·nfermo alla guarigione clin.ica, nella seconda Prl· ziente ad t1n decorso mite che perdura tuttora, mentre le condizioni generali e locali vanno facendosi gradualmente migliori.
I
*
** Riassu.m en·do, la calcioterapia rettale si dimostra forse meno raptdamente attiva ·della terapia en.clovenosa di Rosen; 1na ha il vantaggio di nol1 ~or tare traumi e 1cti non esporre il malato ad incidenti, ai q.uali ha accennato lo stesso clinico russo. Sicch•è, mentre talora, specie .n ei tubercolosi gravi, la calcioteraipia intravenosa è assai male sopportata, la calcioproctoclisi si è dimostrata sen1pre innocua ed ottimamente tollerata. Non posso dire che ~ risultati da me ottenuti sia110 stati cosi brillanti, come quelli segnalati dal Rosen, anzi talvolta la calcioterapia non è stata di nessun vantaggio oppure ha arrecato solo un passeggero miglioramento in primo teffill>O. Però da quanio posso giudicare dalle mi e osservazioni, il vantaggio riportato da parecchi degll amr11alati, è stato evi1dente ed .in rapporto indubbio col trattamento seguito. I Sarebbe stato utile forse di praticare indagini di laboratorio e sperimentali in via collaterale, atte a renderci conto in modo più sicuro dei fatti osservati: fin ora me ne ·è mancata l'opportunità. E, da poi che si tratta di una terapia innoct1a, 5eguìta talora da risultati realmente favorP-voli, non ho voluto ritardare a renderla di pubblica ragione, convinto che, ('f acendo astrazione da eventuali appunti più o meno teorici) la calcioterapia rettale debba essere tentata e soprattutto in quei -casi di tubercolosi, che si presentano a decorso acuto, in oui l'esito è assai spesso fatalmente irnfausto. Genova, 18 febbraio 1926.
PRATICA
1085
OSSERVAZIONI CLINICHE. •
OSPEDALE CIVILE DI SASSOFERRATO .
Linfoma dell'intestino cieco. Prof. dott. RANIERO CINAGLIA libero docente e chirurgo primario. Mi decido a pu1bbliicare questo ca,so clinico perchè credo cl1e ~er la sua rarità e iper il risultato otte11uto m eriti di esser conosciuto. Lo riferisco brevemente e semplicemente. 1
G. ìVI., di anni 28, nato a 1M ilano il 5 maggio 1895. Genitori viventi e sani. La mrudre fu o,p erata di lipoma nel 1922. Il paziente ha tre fratelli e tre
sorelle, che godono ottima salute; cinque fratelli sono morti in tenera età per malattie, C'he non sa 'Precisare. Egli non ·r icorda di aver sQlfferto i comuni esantemi dell'infanzia; ri.corda .solo di essere andato sog.getto da bambino a•d una grave enterite aicuta. Di poi è stato sem1pre bene lfino al1·età di 20 anni, epoca in cui , m entre prestava servizio militare n el magigio 1915, cominciò a soffrire di ,digestioni diffi-cili e moleste. In seguito aDJdò sog·getto an1ohe Mi accessi di forti ·dolori ad1dominali, accomipagnati a vomito, cihe da principio s i manifestava al mattino ed era com-posto di poco li1qui·do muicoso verdast·r o ed in seguito nelle prime ore ·della notte e composto di residui alimentari. Questi disturbi -compari vano ad intervalli piuttosto lunghi, duravano ·qualche ora e non lasciaYano conseguenze tanto c·h e il 1pazier1te ·h a potuto continuare a prestare il serviz.i o milita·r e sempre in zona di guerra fino al 1919 quando venne congedato. .Nel 1920 entrò in una casa •di religiosi. :lui ai suoi ·disturJ:>i si ag,g iunse la tStitichezza, che è andata facendosi sempr e più ostinata, mentre i idolori addominali, a .forma di coliche, .con a·r resto completo di feci e gas dall'ano sono diventati progressivamente più forti e più frequenti ed il vomito negli ultimi tempi è ·s tato nettamente f·ecaloi•de. Impressionato da ·questo continuo aggravarsi dei disturbi, il paziente ricorre al nostro ospedale. Egli è di sviluppo scheletrico regolare, con maSse muscolari poco svilup1pate, pannicolo adiposo scarso, cute e mucose visibili rosee. ·N ulla di anormale si rileva a carico del cuore, dei polmoni, dei reni, fegato. Temperatura nor· male. L'esame obbiettivo dell'ad•dome fa notare solo un modico m eteorismo e alla palpazione una certa resistenza nella fossa iliaca destra, dove il paziente dice che i dolori hanno il punto di massima intensità e dove gli sembra di avvertire l'esistenza ·di un ostaicolo al circolo intestinale. La storia clinica deipooeva dunque chiaramente per una stenosi intestinale con crj si di ooclu·sione com1pleta. Non era facile stabilirne la natura e la sede. Il notare una certa resistenza alla palpazione nella fossa 'iliaca destra ed il fatto che il paziente in questa r egione a:ccu·sava una sensazione di ostaco.Iò al passaggio del contenuto intestinale e localizzava il punto :più forte dei dolori mi fe1
•
•
•
1086
\
cero pensare c·h e la stenosi dovesse essere a carico del cieco o dell'ultimo tratto del tenue. Sarebbe stato utilissimo un esarne radiologico, ma la evidenza della diagnosi di stenosi intestinale con la conseguente precisa indicazione dell'intervento chirurgico me ne f eeero ritenere dispen sato, tanto più che per tale esame avrei dovuto inviare altrove !'in.fermo. E non mi indugiai molto a tentare di stabilir.e la diagnosi di natura della stenosi perchè, esclusa la sifilide e l'actinomicosi, che sole potevano legittimare un tentativo di cura medica, in ogni caso la cura non poteva essere che chirurgica. Decisa l'operazione, a questa procedo, in narcosi cloroformica, il 28 luglio 1923. Aperto l'addorne con taglio pararettale destro, trovai l'ultimo tratto 'd ell'ileo, per almeno 30 centimetri, dilatato, con le pareti ipertrofi-che, ed in co·r rispondenza del suo im·b occo nel cieco palpai attraverso le sue pareti una tumefazione, che indubbiamente doveva es5ere la causa della stenosi. Procedei qùindi alla resezione ileo-cecale e ad una enteroanastomosi ileo-coli·ca latero-laterale. Chiusura del ventre a strati. Decorso post-operatorio complicato da flebite della crurale. Il pezzo anatomico, asportato chirurgicamente, risulta costituito dell'ultimo tratto dell'ileo, per l'estensione di circa 10 centimetri, e della porzione cecale del colon ascendente. · Si ricono·sce l'appendice a sviluppo normale, normalmente inserita, di aspetto normale. Il mesenteriolo si mo.stra normale. L'ultima por·zione dell'ileo apipare notevolmente dilatata (almeno il doppio ·delle dimensioni normali) e ispessita nelle sue pareti. L'ispessimento è a carico della tonaca mus·coiare. La mu·c osa appare normale. Così pure la sierosa. Si riconoscono all'esame della superficie della ·mu cosa due placche di Peyer e qualche follicolo agminato ·di aspetto normale. L'intestino cieco si dimostra di volume normale; la sierosa al.Ppare liscia, lucente. Sezionandolo con un t&glio a tutto spessore, che risale dal suo cul di rs acco verso la valvola ileo-cecale , si ritrova pieno •di materie fecali liquide, di colorito marrone chiaro. Allontanatele con lava~gi abbondanti. si riconosce la mucosa di aspetto normale. Nel tratto di meso inserito al cieco e non asportato con il taglio chirurgico, non si riconosce presenza di glan.dole !in.f atiche. Neppure se ne ritrovano aderenti a tutta la s uperficie esterna del tratto d'intestino resecato. Aperto il lume, sia dell'ileo che del cieco, con tagli ido·nei, si riconosce l'esi,s tenza di una 1gravissima stenosi· in· corrispondenza della valvola ileo-cecale. La normale struttura della valvola stessa non è più ri<:onoscibile. Attraverso il tratto stenotico passa a pena una paglia. La stenosi è estesa per circa un centimetro. Essa è a forma conica, con l'apice rivolto verso l'ileo. I bordi della cir<:oruf erenza costituita dalla base del cono appaiono irregolari, frastagliati, ricoperti dalla mu cosa, che assume in corrispondenza di essi aspetto polipo.so. L"'ingresso cecale del tratto stenotico ap1p are ricco di piccoli polipi, che lo nascondono, della grandezza da una t~sta di spillo a quella di un pisello. I polipi si dimostrano quasi tutti forniti di un sottile peduncolo, c11e Ii unisce alla superfi·cie della mucosa; sono per lo più rotondeg,g ianti o a forma di pera lisci. ' 1
•
[ANNO xxx1·11, FASC. 31]
IL POLICLINICO
1
Nessuna alterazione si riconosce a carico della tonaca muscolare del cieco, lo ·~es.5ore della cui parete è tuttavia aumentato in toto, pur dimostrandosi la muicosa, la mu&eolare e la sierosa di aspetto e dimensioni normali. Si prelevano pezzi per lo studio microscopico; un pezzo, a distanza ·dalla stenosi, comprendente a tutto spessore un tratto dell'intestino ileo e un altro comprendente un tratto dell'intestino cieco. Si preleva, in corrispondenza del tratto stenotico. un pezzo a tutto spessore comprendente la stenosi e le due porzioni di intestino immediatamente sopra e sottostante. I p ezzi, fissati in alcool, successivamente inclusi in paraffina, furono sezionati al microtomo. Le sezioni, così ottenute, furono colorate con ematossilina e eosina e con il metodo di Von Gieson per le •fibre· connetti vali. Lo studio dei preparati microscopici fa riconoscere che le alterazioni colJpiscono esclusivamente la mucosa e la sottomucosa, lasciando integre la mu·s colare e la sierosa. E evidente l'ipertrofia della muscolare. Il tessuto proprio della sottomucosa .è totalmente costituito da un tessuto lin.fomatoso ri<:onoscibile dai follicoli solitari prossirnior1, i quali si dimostrano di aspetto normale e appaiono in comunicazione con la superficie della mucosa come nor1nalmente. Il tes.5uto linfomatoso è costitu)to esclusivamente di elementi cellulari del tipo linfocitoide, fittissimi, e di cellule plasmatiche. Non si rtconoscono in esso cellule epitelioidi nè cellule giganti. Il tessuto linfomatoso neruormato oocUtpa tutta la so.ttomu·cosa, si insinua nel tessuto jproprio della mucosa dissociando gli elementi glandolari. Si riconoscono infatti le sezioni trasverse delle glando1e mucipare •della mucosa del cieco dissociate e allontanate dal tes.5uto neoformato. In detto tessuto si riconoscono vasi san·g uigni propri neo, formati. · Le formazioni polirpose id ella mu·cosa, già descritte in corrispondenza dell'orificio cecale del tratto stenotico, irisultano istologicamente costituite da tessuto linfomatoso, che sporge nel lume cecale rivestito ·~ella mucosa iperplastica. Sì nota infatti una evidente proliferazione delle glandole mu citpare. •Il tratto stenotic-0 risulta all'esame microscopico di un anello di tessuto connettivo fibroso rivestito esternamente , dalla muscolare atrofica e dalla siero·sa, nel cui sipessore si riconoscono isole di tessuto linfomatoso con gli stessi caratteri istolO·gici di quello descritto nella sottomucosa e nella inucosa del cieco. Il tessuto linfomatoso non si estende al tratto di intestino soprastante alla valvola ileo-cecale. A carico di questo tratto di intestino si nota l'ipertrofia ·della muscolare e l'aspetto normale della mucosa e della sierosa. ·D unque per l'integrità della sierosa e della muscolare, per l'assenza di glandole linfatiche alterate in corrispondenza del tratto intestinale aspor. tato chirurgiieamente per l'integrità del me5enteriolo dell'appendice, per la a:>resenza di vasi neoforrnati nel tessuto linfomatoso, per i caratteri istologici di questo, si deve es·c ludere la possibilità di una stehosi da tubercolosi del cieco. Il .r eperto isto-'J)atologieo fa pensare invece a un « linfoma ·dell'intestino cieco ». 1
1
\
1
[ANNO XXXIII , FASC. 31]
1087
SEZIONE PRATICA
L'infermo, operato, ·come h o detto, il 28 lu_glio 1923, mi ha scritto recentemente, assicurandomi che alla disianza ·di 2 anni e 7 mesi •dall'opera' zione sta benissimo. Il decorso lento della malattia nel nostro caso e la riproduzione ·del tumore non ancora man if estatasi potr·ebbero far nascere il dubbio sulla esattezza e a ttendibilità della diagnosi istologica : dubbio che il reperto negativo di lesioni specifiche tubercolari da solo non varrebbe ad eliminare iperchè talora è molto difficile stabilire istologicamente la natura tubercolare di una stenosi ipertro.fi·ca del cie<:!o. Infatti se il più spesso ci è dato riscontrare le comuni caratteristiche tubercorari o -coesistenti o isolatamente, non è raro il caso, in cui non si riscontra Ja presenza nè di tubercoli, nè di cellule giganti, nè ·di bacilli. W1eichselbaum, Bartel, Courmont e Cade hanno dimostrato che la tubercolosi è c~pace di produrre lesioni jnfiammatorie senza caratteri specifici. In alcuni casi poi i vari elementi di specificità si possono ritrovare i-solati, modificati, per n ulla caratteristici e solo svelabili con lunghe ricerche minute e pazienti. Fiori ri-corda un suo caso per~ sonale, in cui l 'esame istologico e batteriologico r iuscì completamente negativo e solo la prova biologica confermò la diagnosi di tubereolosi, già del resto evi·dente per le alterazioni delle glandole n1esenteriche. Niosi rif,erisce un caso i·denti-co. Così neppure il fatto che le lesioni, riscontrate nel 11ostro infermo, erano limitate alla valvola ileo-cecale, ·è argomento sufficiente iper farcen e esclu·dere la natura tubercolare. Iaboulay infatti riferisce un caso in cui il tumore tubercolar e ipertrofico, mammellonato, in forma di cavolo fiore era impiantato sul labbro · superiore della valvola. Un caso simile rif eri1sce Soul:iigoux ed un altro Michon. P erò se è s.empre molto infido basare una dia, gnosi sopra ·dati rari ed eccezionali, an·c ora rpiù infido, anzi erroneo sarebbe nel caso nostro, nel quale, ·di fronte alla ne.g atività ed eccezionalità d·el reperto (assenza di lesioni speciifiche tubercolari ; lesioni limitate alla valvola ileo-cecale), l'esame istoloigico ci ha ·dimostrato la presenza di lesion i, c·h e depongono per un neoplasma (tessuto linfoma toso, neO'formazione vasale, ecc.). Il ·decorso lento della malattia ;p ossiamo spiegarlo ammettendo che originariamente si sia tr attato di un tumore benigno (papilloma, aden oma), il quale in seguito abbia subito la metamorfosi i11 linfoma. Così possiamo attribuire la guarigione, che si mantiene tuttora, all'intervento chirurgico gen eroso e precoce rispetto all'epoca della 1netamorfosi idel tumor·e stesso.
,
•
COMMENTI.
Pe1· Maurizio Bufalini.
I
1
Riceviamo e volentieri
pubbli~hiamo
:
Egregio sig. Direttore,
Leggo nel resoconto delle onoranze rese or ora in Cesena al grande nostro 1patologo e clinico Maurizio Bufalin•i, che nel suo 1discor50 inau·g urale l'esimio sig·. rprof. Silvagni di Bologna ha detto ·cbe « in Italia per lunghi e lunghi anni n on vi sono stati che ·due l\1aestri. che abbiano ri(( cordato il Bu·f alini >> e ha indicato, a titolo dli onore, il Murri, clinico ins.i gne, ed il Bottazzi, insigne fisiologo. Che questi due illustri nostri Colleghi abbian o reso il dovuto tributo della loro estimazione al Cesenate, massime d'e dicandogli due ottimi libretfii, è vero, ma io non 1posso accordarmi col Silvagni allorchè ad essi soli dà il merito di a'1 ere coi loro &critti e, certo, anche col loro insegnamento, mantenuta viva fra gli stu·diosi e 1 medici Italiani la memoria d.i Maurizio Bufalini. Io non sono un «'Maestro >> da pareggiare ai due dal Silvagni rico:r:dati e lodatli; ma se quaran tasei anni di insegnamento possono valermi di titolo, e se tanto nelle mie lezioni come nei miei scritti, ho sempre ipronunziato con venerazione ed ho rammentato con orgoglio di Italiano il n ome d el celebre scienziato e medico ·d i Cesena, ;desi·dero che questo si sappia, n on solo dal Silvagni, ma da quanti hanno a cuore le glorie nostrane, di cui Bufalini è tra le purissime. Più e più volte nelle mie oipere. ho mes·so . Mau... rizio Bufalini al l1ivello in cui i Fran ce5i mettono ancora oggi il loro grandissimo Clau,dio Bernard.' Tra i libri che ho avuto semrpre più cari e cho tengo, quasi come testi sa:cri, stanno 1'01per·a del Bufalini e quella del Bernard sul « Meto•do sperimentale »; anche nella mia recentissima opera su La Psicanalis·i , uscita nel gennaio di quest'anno ma elaiborata durante il 1924 e 199....5, no inscritto (e se lo avessi potuto, Io avrei fatto a Jettere d'oro) i no.m i ·di . Bernard e di Bufalini, l'uno accanto all'altro, mentre esprimo il dolore di vedere questo isommo Italiano dimenti·cato da.. gli Italiani. C1'~do 1 dd. e5sere tra i .sopravviventi uno dei p<r chissimi, che hanno avuto l'onore di avvicinare il B11falini negli ultimi g·iorni di sua vita. Ero per ' diventare in età giovanissima aiuto nella Clinica !v1edi·ca di Firenze, la quale era allora tenuta dal iProf. Carlo Ghinozzi e dal sen. prof. Cipriani, succeduti (con divisione dell'unica cattedra occuipata, ! )rima di essi, dal Burfalini), ed ebbi la fortuna <(
1
1
•
i
1088
IL
POLICLI~ICO
di essere presentato al Yenerando vegliaJ'ldo, pochi giorni prima che chiudesse gli occhi alla luce, in quella sua camera semibuia dove il suo elevatissimo spirito stava per 1dare l'estremo anelito e ci illuminava t'utti. Non dimenticherò mai la jmpressione profonda che mi fece quel viso scarno, affilato, in cui già si leggevano i segni della rnorte e in cui ancora brillavano due oochi lucidii ssimi, degni dello splendore del nobili·ssimo ingegno. Fui tra .coloro che aic•canto al mio Maestro Ghinozzi ne acompagnarono la salma al1a estrema dimora, P- ho sempre serbata viva nel p·i ù profondo dell'animo la .memoria di quel volto e l'eco delle flebili parole, con cui ebbe la bontà di inco• raggiarmi! E per quanto è stato in me ho sempre cercato d1 tenerne viva la memoria fra i miei allievi. Dal 1830, cioè da ·quando sono montato sulla cattedra, non è pas sato mai un anno senza che, ·discorrendo ai giovani sui progressi della Medicina scientifica, io non abbia fatto il nome glorioso di Bufalini, cbe merita di essere in Italia rammentato accanto a quelli di Redi, ·di Morgagni, id i SrpaJ. lanzani, di Rolando, di Renzi, di Chiarugi, Verga e Biffi , come dii ·coloro che hanno da noi contribuito a fare della Medicina una scienza positiva, sperimentale. Sia gloria ad essi tutti, che ben raptpresentano il genio immortale di nostra sti:ripel Con distinti saluti Prof. ENRICO MORSELLI.
"
1
1
•
SUNTI E RASSEGNE. SEMEIOTICA. La impo1·tanza diagnostica dei va1·i sintomi della tubercolosi ilare. •
(D. ZACl{S. Journal American M ed. Ass., 27 febbraio 1926). Fino al 1910-1911 era generalmente ammesso che la tubercolosi polmonare s'iniziasse agli api·ci, e che le alterazioni linfatiche f oss~o seconid arie a quelle de.i polmonari. Con i progressi dell'indagine diagnostica e sopra tutto con il sussidio fornito ·dalla radiologia si è JPOtuto invece constatare cl1e di solito l'infezione tubercolare s'inizia precocemente n ell'infanzia con !Processi localizzati alle glandule ilari. Il processo si dtf.fonde poi in senso .r etrogrado al parenchima pulmonare per dare il quaidro anatomo-patologico .e clinico '1ella t11bercolosi rpulmonare tale quale si presenta n egli adulti. I.,;\ tubercolosi delle glandule ilari dei bambini si prese1Lta con i seguenti sintomi e segni: Sin toni i locali: Ten denza ai raf1fred,dolI"i, tosse. r~uced ine; tali ·disturbi 1 possono mancare del tutto e quando sono presenti sono di solito transitori. 1
[ANNO
XXXI<II, F ASC. 31]
infani·i generali: ·facile sta1nchezza, astenia, ir-
Titabilità nervosa, anoressia, peso no1rmale ma più spes so• s ubnormale, ritardo di 5 vi:luppo, raram ente diminuzione :progressiva di peso, per&pirazione profusa senza cause él4)pairenti, brevi periodi è.'ipertermia inesplicabili, flaccidità muscola · e, cheratiti, congiuntiviti, scr ofuloderrna, lupus. .Segni fisi ci : Ottu sità para,rertebrale, res.piro nor. inale; rar a.ment.e si riscontrano rantoli, e quando sono prese11ti sono dovuti a .cause diverse dalla t11bercolosi. 1
1
R eperto radiologico: Tronchi bronchiali ben vi-
sibili e ·di'sseminati di noduli; noduli linfatici dt vario nt1mero e ·densiià circondati ·da tessuto in· spessito nell'ilo; ombra diffusa di varia densità in corrispondenza ·d ell'ilo, ed eventualmente masse a contorni irregolari nei tessuti adiacenti, dovute a diffusione del processo nel [)arenchima profo11do. .t\llo scopo di saggiare il valo.r e diagnostico di questi ''ari segni e sintomi l'A. ha esaminato 2285 ·b ambini, dei rq uali 1176 reattori, ossia con reazione di Pirquet positiva, e 1109 non reattori, 0ssia con r eazione di PiDquet negativa. Innanzi tutto egli ha rilevato che nei due gruppi di bambini, reattori e non reattori, la ,differenza nella frequenza di alcuni sintomi (tendenza ai raffreddori, poco appetito, facile stanchezza, nervosità) è minima, e che quindi questi sintomi presi isolatamente non hanno alcun valore diagnostir.o. C',è però una decisa differenza nella percent11ale dei bambini con peso subnormale, 64.3 % n ei reattori, 49.2 % nei non reattori. In tre gruppi di bambini, nei quali la diagnosi <:li tubercolosi ilare era sicuramente positiva, sospetta, e sicurame·n te negativa, le 1p·e r.c entuali del pesi subnor.1nali si mantengono ancora differenti: 76.5 % nei positivi, 71.8% nei sospetti, 58 % nel negativi. Ma gli altri sintomi assumono u·n valore 'Più ·deciso, in quanto le differenze nei casi positi \'i e negativi sono più accentuate per la frequenza ·della facile stanchezza, della nervosità, dei raffreddori, della sudorazione, d ei terrori nott11rni, delJa tosse e della raucedine. I/ottusità interiscaipolare fu trovata n el 41.9 % dei reattori e nel 35 % dei non reattori, mentre nei casi -di tubercolosi ilare sicuramente 1p ositivi ru trovata nel 74 %. nei sospetti nel 51 % e nei negativi nel 27.7 %. Ft1 a:nche studiato il valore diagnosti•co dei vari rilievi sem eiologici soli O'd aggru'Ppati n ei casi positivi, sospetti e negativi. I risultati di quec;te indagini sono stati tali da far ritenere che pe1 fare una ·d iagnosi sicura è nece·ssaria la presenza di parecchi fattori. Nel 57.3 % la diagnosi fu ba· sata sui sintomi, sui segni fisici e sul reperto
•
• •
[ .t\:\NO
XXXIII, F ASC. 31 ~
radiologico , nel 18 % su i segni fisici e sul reperto i·adiologico. Fu sopratutto [)recisato il valore del reperto radiologico ed infine fu determinata la frequenza di tale reperto positivo in bambini con reazione t11bercolinica po&itiva n elle ' 'arie età dai 6 ai 15 an11i. Le conclusioni che si traggono da questo stu. dio sono le seguenti: Sintomi : il sintoma 1più importante per la dia, gnosi della tubercolosi ilare è il peso subnor.m ale; seguono in ordine d 'im'Portanza la tendenza ai raffreddori, la &udorazione, il pavor n otturnus, l'l tossP., la raucedine. Segni fisi ci: il segno più im1portante è l' ottusità interscapolare, che fu trovata n el 70 % dei casi si-curi e sospetti ·di tubercolosi ilare. Quest'ottu5ità si rileva con una leggera percussione, ed oltre che con il fienomeno acu stico si apprezza con un serrso •di J'.'e5istenza avvertiio dal dito ch e fa da. • plessimetro. :Tale r esistenza è dovuta a spasmo muscolar e riflesso, che si verifica quando le glan dltle ilari 5ono attivamente malate. Lo spasm o è megl io aipprezzato da una leggera 1palpazione. I rantoli non hanno alcuna importanza diagnostica in. quanto si trovano ind<ifferentemente in bambini con glandule affette e sani. Reperto rax:liologico: il r eperto ra:diologico più frequente è ·dato •da un discreto inspessimento del. l'ilo ~ da om·b re consiid erate come glandule (bronchiali e m ediastiniche) sparse n ell'interno del detto insipessimento. Uno speciale significato hanno le linee a :rosario 1che si approfondano dall'ilo nel parenchima polmonare, che sono interpreti-li~ come tubercoli calcificati. La r eazione di Pirquet infine $i è dirnostrata un pregevole sussidio diagnostico sopratutto d i controllo. La diagno;si ·della tubercolosi ilare d ei barnbini si b~sa s1Jl peso corporeo in rapporto a ll' età ed all'altezza, su i segni fisici (ottusità interscaipolare r elativa), sull' escl u1sione di altre malattie, ed infine .sul reperto radiol ogico e sulla reazione tubercolinica. Con questo m etodo l' A. ha tro,,ato {;he su 10,648 bambini 459 er ano affetti da tubercolosi ilare ossia il 5 %, percentuale ch e è conforme a qu 'ella tr ovata da altri os5ervatori . DR.
-
0
ENDOCRII\OLOOIA. Distu1· bi endocrini di origine eredo-luetica. (J. NICOLAS
e J. GATÉ. Le Journal de l\t édeclne de
I .y on , 1926, n. 153).
Lo stu dio 'delle en docrinopatie di ori·gine eiredosifilitica è ·della più grande importanza clinica e sociale per la influenza che esercitano le secre1
1
1089
SEZIONE PRATICA
zioni interne, s ia sole che associate, sulle funz:i onl degli organi, sull'a:ccrescimento del conpo, sulla nutrizione, sui oearatteri sessuali dell'indivi du o e sullo sviluppo della razza . Tal e s tu·dio però ogg.i non ha nè il conforto d l larghe ricerche anatomo-patol ogi:c;h e (che per contrario o sono scar5e, o sono deficienti e poco probative per le alterazioni quasi costanti dei pa.. renchimi ghiandolari n elle condizioni legali nelle quali 5ono p etmeS'Se le autoipsie), nè quello di 1pre'cise indagini clinich e. Speriamo che in un avvenire più -0 meno lontano i m ezzi p er interrogare il vivente sull'esatto funzionamento delle R11e ghiandole vascolari &an guj·g ne siano men 1 incerti d egli attuali. Gli ./\A . n ella loro r ela zione al III Con,g resso dei Dermatologi e .Sifilografi d·i lingua francese (Bruxelles, 6-8 luglio 1926) 11anno riassunte e va gli ate le 11ostre iconoscenze anatomo-patolo1giche ' e clin iche sulle en•docrinopatie dovute alla sifilide ereditaria, n el1·e tre varietà in• cui questa 1pt1ò presen tarsi: Sif i li de ereditaria precoce, si f ilide 1
Predita ria tardiva, sifilide ereditari a della 2a e 3a. ge11erazione. Rifilide er editaria precoce. Questa varietà men-
tre da una pairte offre una ricca m·esse di constatazioni anatomich e del più alto interesse, dall'altra ha una scarsissima individualità clinica 11e!' la :p overtà dei sintomi, vaghi e di deli~ata interpretazione. 1) Dal prunto di vista generale n elle ghiandole a ~ ecrezione interna la lues ffi'editaria prima d etermina focolai di vascolarite e p·e riivascolarite : poi questl diventano il punto di partenza di infiltrazioni embrionarie con proliferazione di tesc..11to in ter stiziale e regressione degli elementi pa. rcnc~imatosi : infine, ·dop o succe·ssive truppe evol utiYe, si ha la sclerosi ghian.dolare. Il corpo tiroide è mo.lto raramente attaccato dall'eredo ...sifili•de. Demme, ·M. Garnier, P errando, Hubschmann ne hanno st·u diato le lesioni anatomiche ed hanno ri1scontJrato la presenza fr equente del trepon ema n ei capillari, n el te5suto connetti,ro e nelle cellule. J,e lesioni d elle paratiroidi son o poco con osci.ute. L 'ipo fisi invece ha ·dato luogo a constatazioni • interessanti (Paris et SaJbaréanu, Sabrazès et Dup.Srié). L'infezion e o le girun.g a per via emati ca diretta, o per via secondaTia a seguito di una leip tomeningite basilar e, aggredisce tutta Ia ghian~ dola, ma · con prefer en za il lobo anterior e, e può ginngere fino alla necrosi m assiva dell'organo. Sl111e lesioni dell'epifisi mancano ricerche pre. ci se. I.a s1Lrrenal e, dopo il fe·gato e la milza, è la gbiandola pil) elettivam ente to·ccata ed invasa dal treponema. Le lesioni v-anno da una surrenalite
•
1090
IL POLICLINICO
acuta e subacuta alle sifilosi diffuse con distru. zioni mas&i ve (Sézary). Il testicolo è rSpesso aumentato ·di v-0lume, levigato o bernoccoluto, duro al taglio e congestio. nato. Sono rare le gomme, frrequenti i fatti dl vascolar-ite, p·erirvascolarite e sclerosi 'Prima peri' 'ascolare, ~oi peritubolare. I treponemi .si veggono nelle pareti dei vasi, n el connettivo e nelle cel!ule (Sabraz.è& et DU'Périé, Hoffmann, Fouiquet). Le lesioni ovariche son o piuttosto rare, ma b·ene ·descritte da Hubchinson, Lancereaux, P. Laffont, Hoffmann, \V·alters, Doutrelepont, 1..evaditi et Sauvage. Il treponema può riscontrarsi nei diJVersi punti •delle ovaie. · L'erecto-sifili1de id ei pancreas fu anche essa bene . stu,diata da Birch-Hirchffelld, Mracek, Hecker, O. Gross, Faroy, Langdon-J3rown, Comm·a ndeur et Bouget. L'organo, duro, qrualiche volta lobulato, può presentare o lesioni gommo•s e o di infiltrazione e scl&osi, c·on invasione 1g ener·ale di tre~ ponemi. Nel timo il tr~orrema è in costante : in esso S\ riscontra con fr equenza la trasformazione e'Pite~ioide, la scom'Parsa dei corpuscoli di Hassal e le dilatazioni cistiche. · 2) Di fronte a questa ricchezza di documenti anatomo-patologici e parassitologi ci, i 1quaidri clini ci sono oltremodo 'POV'eri. Hutinel, la oui esperienza fa autorità in materia, dice che le sin<lromi en·docrine, all' età della &ifilide ereditari~ precoce, sono assenti. Il mixedema non ·s i manifesta .che verso il 5°, 6° mese ·ed anche più in là: l'eredo-sifili·de precoce delle surrenali non ha una vera storia cUnica e non è a·d essa che si possono r iferire le emorragie frequenti e spesso mortali dei n eonati. Alcune tetanie e spasmofi lie furono attribuite senza prove sicure a sifili-de d elle paratiroi·di. Il grosso timo, causa frequente di morte improrvvisa, si trova spesso n egli eredo' lu.etici : ma neanche qui si può parlare di sin~ 1drome endo crina . T11ttavia n ei lattanti esistono alouni disturrbi della nutrizione 1che .con maggiore o minore ra·g ione si sono attribuiti all'eredo-6ifiltde delle ghjandole vascolari sanguigne: l 'atrepsia, l'ipotrofia, l 'inatti tudine a vivere, il rachitismo precoce, alcuni stati Linfatici . Sifilide ered1.taria tardiva. Qui le cose vanno altrimenti. Le sindromi cliniche s ono frequenti e c.aratteristi·c·h e; i r eperti anatomi ci sono• scarsi, o discutibili; i trepon emi sono assenti. E per rendersi ic-0nto dei fatti clinici si sono oreate delle tpotesi. Fra queste la più attendibile è, secondo Ht1tinel, Barthélemy, Mariano Caistex, Nonohay, !\terklen, la concezione di una eredo-sifili de endocrtna distri;f'ica, in cui le lesioni ghiandolari sono leggiere, banali, compatibili con la vita: o, senza 1
1
'
•
[ANNO xxx1.11, FASC. 3lj
lesioni, si ha una semplice debolezza ghian·dolare rhe viene m essa in evi·d€nza da una infezione qualsiasi sopraggiunta, o da una criisi fisiologica, come la pube'ftà: ma non ostante la lieve entità delle alterazioni ghiandolari, queste si ripercuotono sinistramente sullo sviluppo &cheletrico, sulla formazione dei caratteri sessuali e rsui diversi metabolismi nutritivi. 1) Sono state descritte çilcune alterazioni ana~ tomiche dell'eTedo-sifili·de tard! va a carico del1e tiroidi, ipofi5i, surrenali, testicoli, pancreas: non s-0no senza interesse, ma sono osservazioni iso. late, e che non hanno sema;>re la paternità indiscutibile della sifilide. 2) Furono descritte invece molte sindromi uni. glandola.ri . a) È 'fre·quente il mixedema, l'infantilismo
tiroideo, l'idiozia mixedematosa, alC1Une sindromi basedou>iane e baSedowi formi, e l'instabilità tiroidea. .A.ccennammo già alla tetania e spasmofilia. Le sindromi ipofisiarie (acrom·egalia, giganti-
smo, nanismo, sindromi ad ~poso-genitali, diabete in·sipido) non sono molto rare: ma non semrpre se n e può a ccer tare la origine ro-edo-luetica: ed allo stato delle cose è rd overoso ri!cono·s cere che la patologia neuro-ipofisiaria è più S'Pesso tumorale che. sifilitica. .l\.1l'infuori ·di un caso pubblicato da Mouriquanld et 1\1anh·è s di sindrome a-diposa-ipergenitale nel quale si può sosp·e ttare sifilide id ell' epiJ,~iSi, tutte le altre osservazioni sono vecchie e soggette a revisione. D'altra 'Parte la tubercolosi rivendica la maggior parte delle sindromi surrenali. Hutinel tuttavia ha osservato un ca-so di M. di Addison dovuto a lues ereditaria. Nel femminilismo eunucoide, nell'infantilismo regressivo si 1p uò trovare una base eredo-liuetica: non si trova nell'agenitalismo vero degli eunucht. Nell'azoospermia poi non si può neanche parlare di .sindrome endocrina. P er ql~anto le si ndromi ovariche da eredo-lues $iano mo1.to inale delimitate, pure esistono dei casi •di amenorrea , di infantili·sm o apparentementf' ovarico, di sterilità completa o di aborti abitua.li in donne clinicamente e serologicamente san e, con mariti sani, ma con sifili·d-e nei parenti, specie n ella madre; in alcune di queste donne una energica cmra .antisifilitica ha permesso di portare .a termine dei bambini norrmali. Le di&'C us·sioni sull'esistenza o meno di un diabete infantile sifiliti co non sono chiuse: anzi recentemente Gougerot et Peyre hanno descritto una nuova sindrom e ipoepinefritica associata a disinfl1linismo in du e soggetti erede-luetici. b) La sifilide ereditaria tardiva è capace dt ipTovocar e parecchie sindromi pluri glandolari (na ·
•
[A:NNO XXXIII, FASC.
31]
SEZIONE PRATICA
nismo, giganti5mo, infantilismo, obesità, alcune astenie endocrine, ai.cune distrofie statura.li o ponderali degli adolescenti). e) Vi1cino a queste sin1dromi uni- e plurlglandolari bisogna dare un posto a delle sindromt meno nette ·dove la parte delle ghiandole endocrine resta contornata da incertezza (rachitismo tardivo, aconrdrorplasia, o5teomalacia, artriti croniche, cheratite 1Parenchimatosa, ipotensione, acrocianosi, albuminuria ortostatica, astenia dell'infanzia e ·d ell'adolescenza, adiposi dolorosa, wdenolipomatosi e via via fino al Raynat1 d, all'o"'tlcaria, all'asma, ecc.) . Mentre per molte di que.>te sin·dromi comple5se in alouni casi si potrebbero tr.ovare dist11rbi ft1nzionali o lesioni delle ghiandole en·d ocr ine 'Prodotte •dalla sifiltde ereditairia, per molte altre è evjdente che non si può andare a.l di là 1della •creazione di un terreno eredo-sifilitico , con s-peciale sensibilizzazione dell'organismo, del plasma isanguigno, degli altri umo:ri; del p'T'otopla&ma cellu11ar.e, sul quale terreno un bel giorno cause morbose le più varie possono sc.atenare uno choc umorale o provocare una diatesi. 1
* ** Pisc;ussione a parte, esiste una eredo-sifilide della 2a P. 31.1. generaz·iotne . Alcune volte si pre5enta come distrofia endocrina con manifestazioni caratterrist:iche e sen'Sibili al trattamento antiluetico, solo o .associato a cure opoteraJPiche. Altre volte si presenta come una distrofia ereditaria o come t1na debolezza ghiandolare, non su5eettibile di c11ra e trasmettentesi da una .generazione alI1altra.
* ** Quali impressioni si ricaivano da questo riassunto? La erede-sifilide ~recoce, ricca di elementi anatomici, povera •di elementi clinici, non porta che delle pro·b abilità e delle ipotesi alla questione dell'eredo-sifil~de endocrina. Manca la individua. liìà della &indrome endocrina, manca la sovraJ>posizione del quadro clinico al quadro anatomopato1ogico. Si può pairlare piuttosto idi una setti. e.ernia generale da treponema, che ha invaiso tutti gli organi, tutti i tessuti, ~pecialmente il fegato ed il p·ancreas, non risparmiando le ghiandole a secrezione inte.rna. NeJl'eredo-sifilide tardiva a:bbonda, è vero, il materiaJ e clinico, ma aid esso deve accordar&1 scarso valore, . sia per le incertezze -che regnano in endocrinologia data la 1complessità delle rela zioni funziona'li esistenti fra le varie ghiandolb, sta per la fretta che hanno molte manifestazioni cliniche di schierar si &'Otto la bandiera degli or{rani en1docrini, sia per la natura infi1da dei testi,
1091
sia per la difficile interpretazione sull'azione di certi estratti ghian·do·l ari --che forse non sono altro che dei sottQJprodotti non aventi che azione sintomati-ca. Ma anche aocertata la natUiI'a endocrina di una • 1determinata sindrome clini1ca si può con certezza attribuirla ad ere·do~5ifilide in man:canza di le' sioni caratteristiche, di reperto batteriologico IPOsiLivo, e di pro;ve sierologiche? ·R estano sempre ~li gli argomenti cliniici, anche essi non semprb dimostrativi. Però nella impossibilità e nella inopportunità ·di la&ciare a'bba111donato ed insoluto il grave problema· della eredo-sifili1de endocrina, si impone per ora una g;rande pl'udenza se non ci si vuole smarrire nell;azzardosa estensione id i un dominio alquanto mi.sterieso e di una delicata delimitazione. Tali riserve, i1D1Poste dal più elementare spirito crittco, niente tolgono all'intere&se dei fatti attualmente classificati e non potrebbero, se ad essi bene ci i'Spiriamo, che dare maggior valore alle conquiste che nuowe ricerche possono riservarci. Og1gi abbiamo una serie idi sindromi uni- e pluriglandolari e di mantf estazio0ni endoc;rine più o meno fal&é o larvate, eh-e sembrano perfettam·ente imputabili alla sifili•de ereditaria, la ciui importanza sullo svilurppo, sulla armonia della statura e peso, . sulla morfologia dell'in·diviiduo si afferma ogni giorno di 1più. Una c1"ra antisifilitioo ed opoterapica è la sanzione obbligatoria di queste nuove nozioni. PERSIA.
La valutazione farmacologica ed il signifi· cato pratico dei preparati organoterapici. (P. TRENDELENBURG. Deutsche med. Wo chens. , 1926, num. 1). Non si possono ancora ritenere esaurite le pos-
sibilità dell'applicazione terapeutica dei · &ecreti interni e questo, n on tanto perchè i medici non abbiano portato l'interesse necessario a tale branca della terapia, mà perchè sono tuttora manchevoli le ri.cerche in proposito e, per alcune ghian' ricche in ormoni non conosciamo dole -certamente ancora l'azione teraipeutica. La maggior rparte delle 15ostanze finora note per la loro azione come ormoni si &cinde con grande facilità nel tubo gastrointestinale ed arriva nel circolo in modo incompleto (a·d renalina, lobo ~osteriore dell'ipofisi, insulina, ecc.) . E quindi da ritenersi che la terapia ormonica potrà raggiungere un più ampio svilurppo quando si rpotrà dare a tutti i 1p rodotti deriva11ti dalle ghiandole endocrine una forma conveniente per l'iniezione in modo da escludere la via orale d'introduzione. •
~I.
1092
POLICLINICO
La necessità di un metodo preci50 per la valutazione farmacologi ca di questi prodotti è evidente poichè il n1ateriale proveniente dai mattatoi pTesenta grandi oscillazioni nel suo valore terapeutico. Per esempio, le tiroi•d i dei bovin~ della Germania settentrionale sono più rie.che in iodio e più attive contro l 'irpotireosi che non quelle delle regioni meridionali; il lobo posteriore dell'ipofisi, il pancreas, il midollo delle capsule surrenali perdono in poche ore gran parte della loro attività. In oltre durante la preparazione dei prodotti per iniezione si hanno nuo,1 e perdite di attività, variabili caso per caso, sicchè senza un'ulteriore misuré!. dell'attività non si può dare un preparato di azione sicura ed uniforme. Si deve quindi tentare, analogamente a quanto si fa con le droghe v-egetali, di misurare an.cne nei prodotti animali il contenuto in sostanza a ttiva. Finora pero noi non po&sediamo che un solo ormone 1n forma chi1m icamente pura, l'adrenalina, poich€ è tuttora dubbio se la tiroxina esista real mente ~reformata nella tiroi·de. Per tutti gli altri non possediaJrno nessuna reazione che valga a riconoscerli ed a dosarne i principi attivi. Si debbono dunque in questo carnpo abbandonare i metodi chimici e li·m itarsi a quelli farmacologici. Potrebhe sembrare superfluo il ·dete:vminare farmacologicamente il contenuto in a drenalina. dei surreni o delle soluzioni del comm er cio in quanto che noi possediamo il metodo chimico colorimetrico, semplice ed esatto. Ma questo met~do perde già della sua precisione quando si tratta di deter· minare l'adrenalina n egli estratti dei surreni in cui 5i tro,rano altre sostanze che rappresentano gli stRdi antecedenti dell'adrenalina 01p pure dei prodotti di sctssione. Nell'apprezzamento poi del1'adrenalina sintetica, non si possiede un metodo per differenziare quella -1- che è identica a quella naturale da quella -d- che non si t~ova nei 5 urren~ e che 'è ·f armacologicamente in'f eri ore alla prima. Sicchè è necessario talora. completare la rirerca eh i mica con quella farmacologica e si procede alla prova sulla pressione sanguigna del gatto scerebrato o ·d el cane naTcotizzato, metodo che offre non poche cause di errore e che è pre5CTitto nella farmacopea degli Stati Uniti. In German ia, afferma l'A. le soluzioni di adrenalina hanno generalmente il titolo esatto sicchè non vi è bisogno di lllteriori valutazioni farmacologiche, ma così non è per le tavolette in 1cui l'adrenalina è in parte ossidata e di minor valore e per le quali quindi si renderebbe necessaria la valutazione farmacologi-ca. Le 50stanze attive del lobo poste'I'iore dell'i1pofisi non sono ancora state isolate ed è tuttora dubbio se l'azione sull'utero, sui reni, sull'intestino, sulla
•
1
.
•
I
•
[ ..t\NNO
XXXI1II,
FASC.
31)
pressione sia dovuta ad una sola od a più sostanze. Quello che è certo si è che tali sostanze sono presenti soltanto in minima quantità e sono molto atti\re. J. Abel, nei suoi tentativi di preparare una so5tanza attiva chimicamente pura, puT non riu- . scendo allo scopo che si era .p refisso, ottenne una sostanza •di enorme azione sull'utero, sui reni e sulla pressione, di cui non si trovava che al massimo m g. 0.2 !Per ogni grammo di sostanza fresca. Un dosamento ,della sostanza co11 mezzi chimici aippare pertanto impossibile, mentre è relativamente facile e sicuro il metodo farmacologico 5Ul- · l'utero isolato di cavia. Sottoposti a tale prova 1 preparati (tedeschi) di lobo posteriore dell'ipofisi ' si mostrarono di gran lunga inferiori alle dichiarazioni d elle ditte produttrici. Così un ipreparato che si dicl1iarava corrispon•dente a 300 mg., 5i troYò invece -corrisponder.e a mg. 2.2-3.2, un altro da ~00 m•g. era inferi ore a 1 mg. ·e,d uno da 100 conteneva quantità indosabili. Voetglin aveva pro, posto di standardizzare la preparazipne, estraendo c on acetone e sottoponendo poi a idisseccamenio e polverizzazione in modo ·che 7 mg. di gl11an·dola fresca dovrebbero corri5pondere éi 1 m g. del 1preparato (una unità). Da prove fatte però ri'sulterebbe che tale unità corrisponde soltanto a mg. 3.5. Non è poi ancora ben sicuro se le azioni sull'11tero, sui reni e sulla pressione decorrono parallele; ad ogini modo, se anche esistono delle divergenze queste non sono molto elevate. Del resto, per l'azione sul parto, esplicantesi n ella fuoriuscita della testa fetale, non sono necessarie gran·di ,quantità, bastando 1quelle ca.rrispondenti ·a 5 mg. di ghiandola fresca, mentre quantità maggiori possono portare danni gravi, quali la rottura • • dell'l1tero o l'asfissia del feto. . Il trattamento tanto efficace delle ~potireosi con g1i estratti tiroidei ha una limitazione nel fatto che i ipreparati del commercio presentano notevolj ssimi differenze fra loro. Per il ·d osamento dell'attività soccorre in <Jl1esto caso il metodo chi' mico, con la ricerca della quantità ·di iodio contenuta, per ieui riesce inutile la ricerca farmacologica. Q11esta è invece necessaria per scoprire se dello iodio è stato aggiunto artificialmente e la si pratica nutrendo dei topi con l'estratto ,tiroideo e saggiando la loro sensibilità all'acetone nitrilico; la tiroide' aumenta in modo del tutto specifico la resistenza alla intossi-cazione da acetone nitrilico; il metodo è semplice e preciso. Sono noti i metodi iper la valutazione dell'ormone .pancreati·co , l'insulina la quale no~ è per nulla nota in stato di purezza, ma con·sta di una mi scela di sostanze inattive e forse anche antagoniste cl1e però i1ell'insieme hanno l'azione di
. I
[ANNO XXXIII, FASC. 31]
•
•
1093
SEZIONE PRATICA
abbas5are il contenuto in glucosio. Certamente sono necessarie riipetute ricerche su parecchi conigli per esclu1dere il fattore indiv~duale . Sono utllizzaibili anche i topi. Per tutti gli altri preparati organoterapici manca tuttora un metodo preciso di dosa-mento farmacologi·co. ·Per gli estratti paratii.roi·dei sarebbe forse op:portuno un metodo in cui l'azione si pote'Sse esprimere con l'aumento del contenuto in calcio del sangue. Forse anch€ è da prevedere la possibilità che la somministrazione del calcio venga a 1sostituire in mo'Clo . assai più economico quella 1dell'estratto paratiroirdeo. Risulta.ti ancor meno ·sod disfacenti ·danno le ricerche sui preparati ovarici per i quali ad ogni modo si ,dovrebbe asclu·d ere la via gastrica d'introduzione per utilizzare soltanto quella sottocutan·e a od endovenosa. La valutazione farmacologica !potrebbe farsi studiandone l'inflqenza sull'accrescimento dell'utero, Sllli movimenti di questo e sul seqreto vaginale ,fil animali opportunamente trattati. Gli ·studi" recenti sul lobo anteriore dell'ipofisi hanno m ostrato la sua azione ·di inibizione dell'evoluzione. Mancano però per esso dei metodi di valutazione farmacologica e così pure per la sosta11za corticale dei surreni e per i testicoli. Probabilmente una causa ·degli insuccessi che talora si hanno con l'organoterrupia è <la attribuirsi al fatto che non possediamo ancora d-ei metodi esatti rd i estrazione 1delle sostanze attive, rd i 'Preparazione tale che· ren·d a non illusoria l'introduzione e di dosamento della loro attività. Il problema è del più alto interesse per la pratica meidi·ca e sarebbe ·desi derabile che le organizzazioni mediche si unissero per uno studio completo e .razjonale, in mo·do da portare in questo campo dei ·reali .progre5si. F1L1PPINI. 1
1
1
1
1
CENNI BIBLIOGRAFICI C. M. BELLI. I giene delle navi mercantili e militnri. Un vol. in-4o di pagg. 645, con 196 fig. Società Editrice Lombal'da, 1926, lire 55.
Son o trascor5i venti anni dacch·è il prof. Belli. colonnello medi1co ·della R. Marina e già direttore della Scuola di Sanità l\1arittima, ci aveva dato ' una prima edizione ·di questo trattato, che allora era limitato alle navi militari. Nel frattempo l'igiene ha fatto grandi progressi, le ·costruzioni navali si sono enormemente rSViluppate anehe nel no~ strd paese, la marina mercantile ha gloriosan1ente preso parte alla guerra e si è rinnovata in Italia l1na co~cienza navale, che fa bene siperarc per l'avvenire. Giunge .quind.i opportuna e più che mai tempestiva la presente secon1d a e·dizione che
è una rielaborazione coo:nplet•a di tutto il vasto ar-
gomento. L'ambiente marinaresco è così speciale, tan ti e cosl diversi sono i tilpi di navi -Oa guerra e mercantili, ·Che ben si comprende la mole ragguardevole ·dell'opera, ·Che solo uno S'Pecialista d'in1discutibile competenza - e per di più chiaro, sobrio ed elegante nell'esposizione, qual'·è l'A. '.Poteva contenere nei .g iusti 1p resenti limiti. Non si tratta qui ·di un com:pen·dio o di una qualsiasi più o m eno abile compilazione su lavori prece .. denti, ma •di un libro originale e direi anzi di un libro vissuto, tale e tanto è il contributo personale che, in una lun·g a serie d'anni, il Belli lla dato all'Igiene Navale e che qui ritrovi·amo condensato insieme /a .quello : Più {mo desto di qualche altro collega della R. Marina. Mercè ·s ua, e fin dalla 1a ·edizione, l'Italia figura in pr1m1ssima linea in questo genere di studi, e, se mai, po·ssiamo essere oggetto d'invi·d ia. Analizzare qu est'opera 1pren1derebbe trop.po spazio; basti il ·dire che ·dalla storia ·s anitaria delle navi attraverso i secoli all'architettura navale, dalle caratteri.stiche igieniche dei più diversi tipi di navi fino ai sommergibili, dalla d escrizione ·dei vari lo{!ali ai risp ettivi ambienti di lavoro, dalle specialissirr1e esigenze :d i ventilazione agli altrettanto spe'Ciali mezzi -d i allontanamento dei rifiuti, ·dal clima mari·no in genere alle condizioni in cui le navi si trovano nelle campagne tropicali e '.PO lari, dall'alimentazione ai disp·arati lavori ·degli equi1paggi e degli emigranti, dall'assistenza sanitaria dei .n aviganti alle navi ospe·dale, dall'epi,demiologia alla profilassi .dei morbi infettiv'i a bor·do, alle affezioni speciali che postsono èon relrutiva :Brequenza incontrarsi ·sl]lle' navi (scorbuto, beri-beri, colpo di calore, mal di mare), e.cc., ecc., ogni questione trova qui una esauriente trattazione e ·discussione, illuminate da sana critica. Medici di bordo, ingegneri navali, ufficiali e ~c oman•danti, leggera-n no con interesse e sempre con profitto questo libro ·s critto con stile facile e scorrevole; e, .conoscendolo, lo consulteranno certo 'rolentieri in molte circostanze della loro vita .p rofessionale. 1
1
F. RHO. '.\IEN~F.
C. llandnuch der Tropenlcrankhe·i ten. I\.'.
Band. III. Auflage. Li1psia, A. Barth, 1926. Mk. 66. Continua alacremente la pubblicazione del trai. tato del lVlense, ed il IV volume comparso ora, raccoglie, accanto a malattie proprie dei paesi tropi~ali, ancl1e la trattazione di quelle forn1e rnorbose cl1 e si manifestano in ogni luogo, ma cl1e i1ei paest tropicali assumono andamento e caratteri particolari. Così trovano in esso parti•
•
•
1094
•
[ANNO XXXIrII, F ASC. 31]
IL POLICLINICO
colare svolgi1nento il tifo, i paratifi, il vaiuolo, la varicr.lla, mentre altre malattie che decorrono col quadro noto e loro caratteristico hanno una più breve trattazione così come si conviene in 11n'opera destinata alle malattie tropicali. Importante e diffusame11te svolto è il capito1t1 delle forme di dissenteria dei paesi caldi, la cui trattazione è ·stata affidata al R11ge e al Klotzsche. In esso oltre la dissenteria bacillare e rquella ~me. bica, trovano posto anche le altre forme di dissenteria dovuta a flagellati, a coccidi, a spirilli. Un altro capitolo è dedicato alle malattie nervose, siano esse ·dovute ad infezioni o ad intossicazioni, e tanto per alcune forme proprie det tropici, come di quelle che comuni anche in altri luoghi, hanno nei 1paesi tropicali sintomatologia particolare. S!;guorLe poi i capitoli che trattano della v.erruca 1p eruviana, di quelle forme febbrili dei paesi caldi caratterizzate da: un decorso ciclico da pochi giorni ffehbre di 1, di 3, di 5, di 6 giorni) ad un pPri ) dO pi1't lungo (dai 9 ai 40 giorni) della deng11e, della febbre da pappatacci, del morbo di \Veil. Estesa. trattazione in un crupitolo particolare at.. fidato al Justi id i Marburgo è stata ·data alle complicazioni insorgenti nel iegato e negli altri organi nella di·SSénteria amebi·Ca, quali l'ascesso epatico, poi monare, cerebrale, splenico, pleurico, renale, ecc., con particolare riguardo all'anatomia patologica, alla diagnosi, alla cura. r.ornp!eta q11esto volume il capitolo sul KalaAzar, dovuto al Upendra Nath Brahmacha:ri di Calcutta. Il testo è corredato da 149 illustrazioni, da 18 tavole in nero e- 11 a colori. TRENTl.
RUGE, MUHLENS, ZUR ·W ERTH.
Krankheiten und Hy.
giene de,r Wtirmenléinder. tI. Auflage. Lipsia, \Verner Klinkhardt, 1925. Mk. 30.
A 13 ~nni di distanza dalla prima, è comparsa alla fine del 1925 . questa seconda edizione de, breve trattato sulle malattie e sull'igiene dei paes1 caldi. L.e varie nozioni acquisite in questo non breve periodo di tempo, sia nel campo della patologia che in que lo della terapia, sono state dagli autori ampiamente svoJte aggiornando completa mente il loro trattato ai risultati delle ~iù mo~ derne investigazioni. Così ad una più completa trattazione del capitolo de.Ila malaria, si aggiungono i nuovi capitoli del m orbo di Wieil, del tifo esantematico, della febbre dei sette giorni, di quella de1 cin•q ue giorni, e·d è diiscuis sa l'appli· cazione .di nuovi rimedi alla cura della tripanosomiasi (Bayer 205) e della dissenteria amebica (Yatren 105). 1
1
1
La particolare competenza degli autori tanto neJ. campo della patologia tropicale, che in quello dell'igiene, conferisce notevole valore a quest opera che si presenta di speciale utilità per lo studio..;o •d i queste malattie. 1
TR.
Proyectos de Organizacion de la Lueha AntiJpaludica con aplicaci6n a ias con. diciones hidrograficas y agricolas de las disttin.. tas Regiones de Espana. Un vol. in-8° pi.cc. d1 1p . 105; Madrid 1925, Imprente de la Cin·daid Linea! (La1gasca, 6, Baj o).
C.
MATEnANA VARGAS.
Questo lavoro, premiato dalla Reale Acca'<lemta Nazionale di Medicina di Madriid, consta di due parti. La prima, ricca di dati, espone lo statq :della ma1aria nella Spagn·a in genere e n elle singole sue regioni. La seconda parte, condotta con molta avvsdutezza, esamina l'organizzazione della lotta, partenido da una f ormola endemiologica di Paz Sol•dan e descrivendo le misure dirette contro i singoli fattori della end·emia. L. V.
ACCADEMIE, SOCIETA MEDICHE, CONGRESSI. Accademia Pugliese di Scienze. Seduta ordinaria del 17 giu.g no 1926. Prooidenza: Protf. N.
LF.OTTA,
Presidente.
• Oorio1~epitelioma
a lunga latenza.
Prof. GAIFA1\fI. - L'O. presenta un caso di corionepitelioma malig110 a lunga latenza, con me.; tastasi polmonari ricono.sciute clinioa.mente e sottoposte .allo studio radiologico: allo SCCQO di poter stabilire se, .attraverso l'esame r.adiologico, tpossa riconoscervi 1a regressione dei focolai metastatioi, d-01p o l'ablazione del focolaio primario. Richiama l'attenzione dei medioi pratici sulla necessità di esaminare i tessuti asportati col raschiamento esame ohe fatto precocemente, può dare modo 'di iaipplicare sollecitamente l'intervento chiru.r gico, con vantaggio evidente delle inferme. Il caso in questione è stato sottoposte a r.adioterapia, ma 1'0. non può ancora trarne co.n.cl.usioni dennitive.
Stra/Ai addominali e scrotali. Dott . GIRONE. - L' O. dimostra che il connetti va sottocutaneo dell'addome si continua nello scroto .nel modo seguente: a) lo strato sUJperficiale si interrompe a circa due dita trasverse dalla radice dello scroto; b) lo fascia superficiale costituisce essa sola la tonia.ca da~tos;
(ANNO XXXIII> FASC. 31 ]
SEZIONE PRATICA 1
e) lo strato profondo dà luogo .alla formazione del connettivo sottodartoico. In. quanto alla fascia crema.sterica 1' 0. ha potuto rilevare come questa sia la continuazione diretta di u1~a esile fascia di tessuto connettivo che dopo .aver rivestito il inusco1o e l' apor1eurosi dell'obliquo esterno, passa a.I disopra dell'anello sottocutaneo addominale· e s~ continua nella fascia cremasterica. L'obliquo esterno invece si interrom-· pe in c-0rri9I)ondenza dell'anello sottocutaneo .addominale.
A.genesia totale del cervelletto. Prof. CERLE'l'TI. - L'O. 1p.r esenta l'encefalo di un soggetto che era ricoverato nell' Ospedale Psichiatrico di Milan-0, nel quale all' autopsia fu riscontrata l'assenza totale del cervellettd. Di quest'organo non si riscontrò che una sottile lamella ricoprente il terzo superiore della fossa romboidale e ai la.ti 2 foglietti appi.attiti, del. diametro di circa 15 mm., corrispondenti ai resti dei flocculi. l\i.ta.ncava il ponte, rap presentato da un velo ricoprente le piramidi dello ~essore di meno di 1 mm. ~1anoav.a totalmente la fossa posteriore del cranio. Il caso era comrplicato per il fatto che si sono riscont.rati rammollimenti nelle circonvoluzioni parietali e temporali a sinistra e un largo focolaio distruttivo nel centro .ovale di destra focolaio che interessava certa.mente le vie piramidali. Dal punto di vista clinico si avevano sintomi di lesioni piramidali al Lato sinistro e una grave frenastenia. Riguardo alla funzione cerebellare il ' ~ogge~to non p-0teva reggersi in piedi che Jp<>chi istanti, però, ai>1)oggi.a.Ildosi ai mobili ed alle mura, riusciva a muovere i passi· .attaccandosi alla . nnghiera, saliva. e scendeva ,a'bbastanza bene le soale. I movimenti degli arti superiori erano tutti p~ibili e validi. Solo si aveva qualche lieve tremore. 1
Sull,a biologiOJ del Bact eri11,m coli. Dott. MILEr.r.A. - L'O. dimostra la inooistenza della ubiguitarietà del b. coli voluta dal WmssENFEI·D e KausE e negata dal PETRUSKY PusoH ' e NE::.:. NERI ha dimostr;ito l'inquinamento dell'acqua ogni qualvolta trovasi minime tracce di b. coli e il poco potere filtrante del terreno allt0:z-quando si verifica nel sot.tJsuolo la ste.ssa condizione. L'O., in ,a.equa del Se!e steri.le in cui ha seminato b. coli fecali, ha trovato questo d-0ipo 379 giorni; nell~ ordinarie condizioni di vita nell'ambiente ' 179 giorni. esterno (terreno) lo ha ritrovato dopo La sua vitalità 1però va man malliOI decrescendo come lo dimootra 1a diminuzione del colititolo.
.N··1toti·i 1J'l'Oblemi di angiotetfonica cerebrale. Dott. CoNIGHJ. - L'O. pone i diversi paoblemi dell'.angiotettonica cerebrale ed espone i risultati da lui ottenuti circa la costituzione del reticolo va.sa.le sanguigno, e specialmente il raipporto interferente tra i vasi venosi ed arteriosi •
1095
Alcune considerazioni sulla c~ra dei diabete colla insulina. Prof. TRERO'l'OLI. - Riferisce i risultati ottenuti su oltre 50 casi di diabete mellito con 1a cura dell'illiçulin.a. Afferma che i risultati sono ottimi nel maggior numero dei casi ma che in ' due infermi si è potuto osservare l'aumento della glicemia e della glicosuria, dop-0 dosi anche piccolissime d'insulina. Dopo alcune considerazioni sul comportaml~nto del glucosio nell'organismo 1'0. conchiude .aiffer111ando che l'insulina è un~ potente arma acquistata dalla scienza medica rper la cura del diabete mellito, ma è un'arma che bisogn.a us are con prudenza e che non può darci in ogni oaso la vittoria.
La soroplasnio~i d el coniglio rispetto alle Puglie. Dott. RrrELA. - Dopo aver richiamata l'attenzione so1pra i laYori del BuONFIGLIO riguardante questa inalatti::i, sponta11ea del coniglio, 1'0. riferisce i risultati delle esperienw da lui eseguite su conigli di varie ooni:gliere di Puglia, d.a.lle quali risulta ohe tali coniglieri sono esenti da soroplasmosi. llfio cloni e ·n elle sùndr omi postencefaiitiche. Dott. RIVELA. - L'O. distingue le scosse miocloniche clie si osservano nello stadio acuto delle cefaliti, da quelle che si possono osservare nello stadio cronico. Dati i caratteri differenzi.ali tra le due v.arie forme, .attribuisce ad alterazi-0ni corticali i fatti da lui osservati. Dott. LUIGI Qu ARANTA . t
'~
IL POLICLINICO ,, SEZIONE MEDICA diretta dal Prof. VITTORIO ASCOLI
Il raeoicolo 8 (1" agosw 1926) oontiiene : LAVORI ORIGINALI :
I. - S. D' A~TONA: Sulla dii.strofia mioto.ni.oa. (Miotonia a.t rofica). Conrtributo olinioo ed iet:Jo.logioo. II. - E. MUS.ANTE: Contr.ilbuto allo studr: o -0lin·i oo del·l e a,crodietron e. RIVISTA SINTETICA :
Q.
MELDOLESI: Lo etuidio della eccitahilità neuromuscolare in fiei-0logia e in cloin·i-c·a per me7Jzo della .cronaissria.
SEZIONE CHIRURGICA diretta dal prof. ROBERTO ALESSANDRI
Il f.ascioolo 8 (15 agosto 1926) conterrà: LAVORI ORIGINALI : I. - C. ARRIGONI: Un caso di ul.cer·a aemi:li<:e dello
II.
III. IV. V.
VI.
intestino tenue. · A. BACHEOA.: Sulle ernie dell'aippend.J-ce veTIID.iiforme. - M. MARGOTTINI: Fibrom·i dei nerv·i media.no e .cubitale. - s. MARINAOCI : Pseudo lipoma arborescente dell 'iairtioolazione del ginocch·io. - B. MASO!: Oont:rWbu,t o -clinico al tra ttamento cb.irurgiico dell'angina pectoris con l 'estirpaz.iooi.e del simpatico cervic~-le . - p. VALDONI: Contributo s perimentale e clin.ioo .alla r.iooetruzione p1aet ica rotule a. con il ipr-0-cesso Dalla Vedova.
PREZZO DI CIASCUN FASCICOLO DELL'UNA O L>AL TRA SEZIONE L. 5. I non abbonati a dette Seziionri. Medica o Chirurgica
i..otra-nno riceverli inviando il r.iepettivo importo mediante vaglia p oatalle, &l'Editore LUIGI POZZI, vù.a Sistina, 14 - RQma.
1096
IL POLICLINICO
·
[ANNO XXXI1II , FASC. 31)
APPU NTI PER IL MEDICO PRATICO CASISTICA E TERAPIA. L'arterioscler osi addominal e. I quadri ·d ell'arteriosclerosi ad·dominale non sono ancora ben definiti sia p er l'esame incomp 1rto durante la vita , e la scarsità di materiale anatomo-patologico, sia per la var iabilit à ed incostanza delle sindromi morbose. I a celi-aca nasce •dall'aorta tra i pilastri del diaframma e dà origine al tripode di H aller (A. epati.ca, A. lienale, ~i\. . coronaria sinistra del ventricolo) i cui r ami irrorano la 1Parte inferiore dell'esofago, ·d ello stomaco, la prima metà del duodeno, _il fegato, la milza, il pancreas. Più in basso nasce la A. meseraica superiore -che con il ramo pancr eatico-duodenale irrora la seconda parte del d•t1odeno ed il pancreas. Qu este arterie sono frequentemente attaccate da arterioscl erosi e questa dà segno di sè o con sindromi addominali ìievi, vaghe e mi5conosciute, o con gr an di •sindromi da ulcerazioni, ,d a infarto o da trombosi. .Sintom,i dolorifici. Il dolore è certo uno del segni dominanti: è un dolore accessuale, crampiforme, analogo a quello dell'angina pectoris e che il Baccelli designò col nome di angina abdominis. Il dolore, variabile per la sua intensità nell'arteriosclerosi gastrica si risveglia con i pasti, con gli sforzi corporei, con i 1p atemi di an1 m o, e si accompagna a meteorismo, eruttazioni, rip.-urgiti alimentari e senso molesto di p11lsazion e addominale. E parimenti conosciuta una 1sindrome da arteriosclerosi intestinale, quella ch e l'Ortner definl ~ 1
1
1
Di ~pragia intermittens angiosclerotica intestinalis, che a volte precede la trombosi delle mese-
raiche e la' gangr ena intestin ale. È una specie dt claudicazione intermitten te ·dell'intestino, con crisi postprandiali di dolore più o m eno intenso, vomito, nau5ea, eruttazioni, atonia, meteorismo: complesso morbos·o che a volte raggiunge tale intensità da 1p ortare al collasso. Evidentemente il sintomo dolore è dovuto allo spasmo arteriale che si sovrappone e con segu e alla sclerosi, generando una ver a colica vasale. Ulcera gastrica di origine arteriosclero•tica. Molti ritengono che l'•ulcera gastrica sia di · origine sclerotica , nel sen so che la sclerosi con le sue lesioni \•asali o con Io $pasmo vasale, . alteran·dO la nutrizione di alcun e zone, vi produce uno squilibrio fra irrorazione sanguigna e succo gastrico, e determina cosi un iocu.s minoris· resistentiae per i1 facile impianto di fatti degenerativi e necrotici. ~rentre il Ron1berg ancora si mostra esitante
ad ammettere l'origin e 5Clerotica delle ulceri gastriche ed intestinali, l'Ott di Sassari descrive a l11n go un tipo di sclerosi gas-trorragica nel quale dopo un periodo più o m eno m anifesto di sofferenze stomacali si hanno emorragie sipesso gravissime per erosione di un'arteria sclerotica, per rottura di un piccolo aneur~sma o per usura appena p er cettibile dell1a mucosa. 1 Sclerosi meseraiche. La sclero5i delle meser ai- · che può condurre alla trombosi acuta con segnt gravissimi, t•u multuosi, e di regola mortali. ~ella chius·u ra per trombosi lenta si può stabilire un circolo collaterale per cui la nutrizione d ella !Parete non ne soffre. ~ifo ~ti casi di glico5uria e di veTo diabete fu!'ono messi in rapporto con la sclerosi delle arterie pan·creatiche. Dg.vanti ai grandi qua·dri d ell'embolia e della trombosi acuta, davanti all'imponenza del loro dolore si potrà restare per un momento perplessi e pen sare ad una colica renale, epatica, ipancreat i ca, a,d un' appendicite; ma i segni d ell'enterorragia toglieranno rapidamente l'incertezza ed imporranno la. ·d iagnosi giu5ta. Ma nella sclerosi intestinale e gastrica lenta e lieve più che una vera diagnosi è possibile solo un appr ezzamento, una SUJ)!p osizion e : e se non si aprono bene gli occhi per segni non spiegabili o ·di poca. importanza ci 5i può trovar e di sorpr esa davanti alla trombosi ed all'emorragia senza aver,ci peruato. (Da una lezione di Giovanni Galli. Gazzetta degli Ospedali, 16 maggio 1926). 1
1
PERSIA.
I,'ascesso subfrenico: La maggior parte degli ascessi subfrenici è conseguenza di leggere jperitoniti generali che gua risrono con la formazione di raccolte circoscritte le quali possono localizzar si nello spazio subfre, nico come in qualuntqUe altro punto dell'addome. La causa più frequente è l'appendicite; vengono in seguito anche altre malattie: infia,m mazioni delle vie biliari, pancreatiti, perforazioni di ulceri gastrich e, o duodenali, asce5si embolici, echino, cocchi suppurati del fegato o della milza. La migliore conoscenza che si 'h a ora delle cause di ·esso ed il trattamento 01peratorio delle condizioni che lo producono fanno sì ch e attualmente la . frequenza dell'ascesso subfrenico sia diminuita. La diagn osi presenta difficoltà talora insormon. tabili. Nei casi avanzati e tipici si riesce, come osserva F. Lotsch (Klin. Wochens, v . III, n._ 44) a determj n are il reperto classico messo in evidenza. da I ,e:yden e cioè: suono normale del polmone
[ANNO
XXXIII,
FASC.
31]
SEZIONE PRATICA
sano in alto; al disotto un'ottusità (essudato pleur ico sintomatico) a cui segue un a zona timpanica (bolla gazosa dell'ascesso) sotto la quale si ha l 'ottusità d ella raccolta che si continua con l'ottusità del fegato . Tale reperto però si ha soltanto n ei r ari casi in cui è considerevole l'accumulo di gas, ciò che al giorno d'oggi acc~de abbastanza di raro . Appunto per la rarità di queste su1ppurazioni sub·f reniche la possibilità che si tratti di un ascesso subifrenico ·&i affaccia rairamente alla mente del chirurgo. Invece quando, <lopo un'affezione infiammatoria dell'addome e, specialmente dopo un intervento ·eseguito per curarla, la febbre senza causa 1spiegabile si mantiene alta oppure torna a salire dopo che era scomparsa mentre esiste un:i dolorabilità al fianco, &i deve sempre !Pensare alla possibilità dell'ascesso subfrenico e non si deve attendere per confermare la diagnosi nè il quadro di I e)"'den so'Pra descritto, nè la comparsa della pleurite sintomatica. Un importante mezzo ·diagnostico è dato dall'esame radiologico (innalzamento del diaframma, bolla di gas, livello del li1quido) ma il metodo più certo consiste nella !Puntura esplorativa che per ò d eve essere praticata soltanto quan·do dopo di essa si possa subito operare. L'unica terapia razionale è rappresentata dall'intervento chirurgico, aprendo l'ascesso e drenando; nei casi non operati la mortalità è del 100 ~6 mentre negli operati essa si abbassa al 50 ed anche al 33 %. fil .
Le peritoniti gonococciche nelle bambine. E frequente nelle bambin e il corntatto fortuito dell 'orif~cio vulvare .co.n elementi contaminati cori p us blenorragico, tanto nelle famiglie quanto nelle scuole. Nella prima infanzia il contagio è facilitato dalla disposizione anatomica della vulva per la quale le grandi labbra, poco sviluppate, lasciano allo ~coperto le piccole onde e facile il libero accesso nella mu-co&a periuretrale: d'altra parte è nota la grande recettività dell'organi smo infantile 1pel gonococco. Su 136 casi esaminati da Rjccardo Horno Alcorta (Estudios médicos, 1925, dice1nbre), 32 presenta vano complicazioni peritoneali per i1n fezione ascendente delle vie genitali, cioè il 25 %. Ma la frequenza può darsi che sia. maggiore dato che non tutti i ca&i di vulvite go, nococcica sono osservati fin dall'inizio. La man tfestazione periton eale si man ifesta bruscamente. forte dolore a·ddominale senza localizzazione precisa, con intervalli di calma : invece di nausea e vo1nito si -0s&erva meteorismo addominale, con generalizzazione del timipanismo. Più tardi il do-
•
1097
•
lore si circoscrive nella regione pelvica; la minzione si fa difficile, la bimba resta immobile. In tutti i casi dell' A. la febbre è stata modica, il polso frequente. Nel secondo giorno ces&ano le nausee, scompaiono i vomiti, la minzione è !Più facile. Al terzo giorno la febbre cade bruscamente, il polso torna normale. E cessato il dolore. Per la diagnosi, che non è difficile, basta accer tarsi della presenza di una vulvite. La benig.nità del p-roces&o .esclude interventi operatori; la cura consisterà nel riposo, nel digiuno, nel ghiaccio locale, nei vaccini e autovaccini. MONT .
Sulla peritonite pneumococcica. La patogenesi delle forme primitive è di&cussa, ammettendo i più che preceda sempre una setticemia, magari attenuata, di origine tonsillare, e taluno che l'invasione del peritoneo avvenga, o almeno possa avvenire, per le tube fallopiane. La diagnosi non è sempre facile, perché la f orma è piuttosto rara: in genere i fatti locali son o poco accentuati in confronto dello stato gen erai.e; la progn·o si è piuttosto &favorevole, an{:he n ei casi a decorso protratto. Nella terapia prevale il con cetto di non intervenire subito, ed attendere la formazione di pus franco e di aderenze, come per gli empiemi. Di dubbio vantaggio è la trasfusione di sangue, da taluno proposta. (Lane et, 10 aiprile 1926). DORI A.
Trattamento della forma essudativa della tbc. peritoneale con il pneumoperitoneo. Fritz (i\I e::l . Kl'i,n'ik, 29 mag,gio 1925) riport-:i tre. casi òl tbc. peritonPa le, nei quali l'insuffla:l.i•Jl!e dl aria ha portato dei migliorame!'ti che ·d11ran 0 ~ia ria u11 ann c. L' A.. riserva il oneumo-peritoneo R lle for1nP asci. ti.che e costituiscono controindicazioni la preser1za di aderenze im'PortJanti, la tubel'colo s-i inte&tinal·e, l'alterazione grave d-e1lo st<Vto generale. L·intervento può farsi con il trequarti ordinariù se il 11qni do è molto, con quelflo di .S alomon se P scarso. In quest'ultimo caso i1 p. deve es~ere ·llosto in decubito laterale destro, con il bar.ino 45 opraelevato, e la puntura deve essere fatt;:l tra la spina iliaca sinistra e l'ombelico. .11 mano. metro 1deve segnare una presisione · negativa, ì'aria è il gas rr1eglio adoperabile: 1se ne inietterA. la met:\ del liquido estratto. 1
1
A. Pnzz1
Il trattamento delJa vfsceroptosi. J. J. Conybeare (Lancet, 3 ott. 1925) fa osservare
ch e la diagnosi di visceroptosi non deve essere fatta se non dopo elimitnazione di ogni altra con 1
1098
Il POLICLINICO
dizione patologica, perchè essa viene accettata con grande facilità ed è poi in seguito assai dif.ficile da sradicare. Una ·delle con·dizioni che simulano più facilmente la visceroptosi è l'ulcera jpeptica che IIlon va esclusa se non dopo un esame accurato che comprenda anche la radiografi.a. Molte volte pol la visceroptosi è ap-parente; così aocade che gli indivirtui con tora·ce stretto e angolo intercostale ristre.tto abbiano normalmente i visce:ri assai più in basso che quelli a costituzione oipjposta. Molto importante anche in questa malattia è la ·p revenzione c·h e è assai più facile e redditizia che la cura. Una delle condizioni ohe danno più spesso la visceroptosi è la gravidanza, per cui s1 prescriverà alle donne- con -pareti ad dominali deboli o con gravidanze frequenti di stare in letto, od almeno in 1p osizione sdraiata per ooa quindi, ci.Ila di gio·r ni o più dopo il parto. La cura comprende essenzialmente: 1
1) Ristabilimento del tono dei muséoli a<tàomi-
nal·l. Il massaggio è utile ma di gran lunga in-
feriore per efficacia ai movimenti attivi; si prescriverà quindi una serie •di movimenti ginnasti-cl che, specialmente nei casi gravi e che durano da tempo, dovranno essere sul princiipio assai leggeri e che aumenteranno in seguito idi durata e di intensità. Sono molto utili gli esercizi in gruppo poichè stimolano l'amor proprio e rendono pil) agevole la ·d isctplina. Fra i vari movimenti, sono cla prendersi in consi·derazione sp ecialmente quelli che mettono in funzione il diaframma ed i muscoli addominali. Fra i primi, sono importanti le respirazio1ni fatte in iposizione 1su1pina con le gambe rialzate ed il torace parzialmente fiSsato per mezzo delle braccia pieg(!-te sul ·p etto; i muscoli retti vengono messi in funzione, fwcendo alzare la testa ed il collo alla ipaziente in posizione supina e .facendo compiere flessioni ed estensioni della coscia nella stessa tposizione. 1
2) Costipazione. Dovuta a rilassatezza delle pareti addominali, che non sono capwci di dare una completa evacuaz~one, seconid.a riamente il retto diventa insen•s ibile all'accumulo del materiale fecale. Si ·deve quindi fare la riedu•c azione della defecazione consigliando per questa un'ora fissa e proibendo l'uso di purganti; sul princiipio, si potrà fare qualche enteroclisma con aoqua e saipone, che deve poi gradatamente essere ridotto per la .q uantità. Utile è anoehe il massaggio del colon. 3) Supporto addominale. Può essere di materiale elastico oppure di metallo e cuoio; quest'ultimo è ;più pesante ma più efficace. Non va mai portato m entre l'individuo è in letto; va applicato quando l'individuo è in !POsizione supina e con 1
•
[A1'1NO
la pelvi rialzata, tenendo presente che i visceri vanno ·diretti all'indietro ed in alto. Bi·s ogna poi tener presenie che 111ella vera vlsceroptosi tutti gli organi sono abbassati, per cui il volere rimediare all'abbassamento di uno solo pi;>rta a:d un insuooesso, sebbene in parecchi casi i sintomi !Siamo dominati eSiSenzi.almente dalla ptosi renale. La nefropessi ed, in generale, tutte le oip erazioni chirurgiche nell·a visceroptO'Si .;ono sconsigliabili ed aggravano anzi le condizioni. 4) La dieta •deve la solita usata contro la costipazione, cioè ri cca di resi·duo; è .consigliabile l'u.50 di ·Olio di vaselina due volte al giorno. Se la visceroptosi è aocentuata il paziente farà bene a iSitare ·d opo i pasti coricato sul fiamco destro. Nei casi gravi, si terrà il ipaziente in letto con i piedi di questo rialzati. Importante è anche il trattamento dello stato. menrtale, tanto . più che spesso l'attenzione del ipaziente si è polarizzata sopra un dato orgaino (specialmente il rene), talora per una cat1iva interpetra~ione dei giudizi del medi.Co da lI)arte del paziente stesso. 1
.
fil.
POSTA DEGLI ABBONATI. C'oloraziu11e col metodo di Schulte-Tigges per il bacillo t?tbercolare. - Al dott. A. A., abbonato n. 10227:
Il metodo ·d i .schu'lte-Tigges è una modificazione di quello di Konrioh, icon la sostituzione dell'acido picrico al verde malachite per la colorazione di contrasto. Esso si esegue cosi : 1) Fucsina carbolica calda (non bollente) pex 1/2-2 minuti; 2) Energica lavatura con acqua; 3) Trattamento con solfito di sodio al 10 % fino a compieta decolorazione (1da qualche secondo a qualche minuto, 5econdo la freschezza della soluzione, che deve avere al massimo 3-4 giorni); 4) Lavatura con acqua; 5) Colorazione con soluzi'one concentrata di aci·d o 1picr.1co per 5-10 secondi. (Nel metO'do l{on. rich , invece si fa la colorazione con verde malachite per 1/2-1 minuto; la soluzione si prepara diluendo la soluzione aioquosa satura a parti Uocruali con acqua). Il vantaggio del metodo 1di Schulte-Tigges sarebbe quello di ottenere una buona trasparenza del preparato; vi sono però degli svantaggi, quali quelli di non mettere in evidenza la struttura cel1nlare e di non dare buoni preparati quando vi sia stato il trattamento dello sputo con antiformina. A. FILIPPINI.
\ •
XXXIII, FASC. 31]
[ANNO XXXIII, FASC. 31 ] Cura medica dello xantelasma. -
SEZIONE
Al dott. }3onelli,
Iefreu (Tripolitania) :
•
Una cura medica dello xantelasma o xantoma può istituiJ'5i solo nel caso in cui coesistano alterazioni del fegato, con le quali si !)ossa presumere sia col'legata la neoifo:rn:n1azione cutanea, e dovrebbe essere diretta a guarire le alterazioni stesse. Non è però dimostrato che i disturbi epatici che qualche volta accompagnano lo xantcxma abbiano un'influenza di·r etta (provocatrice?) 5Ull'in sor gere di esso, o non rappresentino invece una complicazione casuale o tutt'al più siano dovute ad alteramoni, xantomatose esse puTe, del fegato e delle vie biliari . E discutibile poi se il così detto xantoma dei glicosiirici sia rdenti•co allo xantoma propriamente ·detto, da cui differisce per il decorso, la sede, il ~eperto istologico, g'li esiti, ecc. In ogni modo. è la cura del diabete quella che dev'e&sere istituita in questi casi . V. MONTESANO.
PRATICA Al ·dott. A. Z.:
Una buona ·r ateco1ta di conferenze di igiene è la <1 Collana di conferenze di igiene scolastica » edita da G. B. Paravia (Torino, Milano, ecc.). Presso lo stesso editore è 1pubblicato il libro di A. SCLAVO: Per la. propaganda igienica, da cui pure• 5i possono trarre sPUnti di conferenze. Veda anche le lez.ioni di igiene ·p opolare tenute a Torino; per l'acquisto di queste, s1 rivolga al dott. P. Alma.si o .presso l'Uffi-cio di .igiene di Torino.
\
fil.
.i\ll'abb. n . 9849: I.a questione se i medici italiani po&sooo eser. ci tare liberamente nel ·c anadà non è ancora del tutto risoluta. 1
c. VARIA~
I
All'abb. n. 3096:
1099
,
La guerra e l'engenica. Le consigliamo •di a:cqui5tare come manuale per le madri o l'Igiene del bambino del compianto Su questo argomento la rivista Scientia pubblica prof. CONCETII o Il bambino del prof. VALAGU8.5A. un articolo di F. Savorgnan di Modena. Può ~nche, se crede, rivolgersi al prof. FLAMINI, Per accertare l'influenza del conflitto europeo direttore del Brefotrofio di Roma, p er avere la 1914-1919 sulle qualità raziali dei figli nati durante raccolta delle lezioni di PuericultJura da lui te. . ~1 perio'do bellico l'A. ha preso in e5ame la nati.. nute annualmente alle allieve che frequentano la rnortalità, la mortalità infantile ed il p eso dei scuola di assistenza all •infanzia del Brefotrofio. neonati. FL. In Italia, in Francia, in Germania durante i primi anni della guerra non si ebbe aumento Al · dott. G. L., da C. s. B. : ·della natimortalità, anzi in Italia ed in Francia Il somnifen è una soluzione dei sali dietilami- si ebbe una lieve diminuzione, e l'aumento s'inini-ci dell'acido dietil- e d~propenilbarbiturico. Ha ziò in Francia nel 1916 ed in Italia nel 1919. Questo fatto, che sembra paradossale, può attribuirsi lLTl'azion~ prevalentemente ipnotica € scarsamente alla cir.costanza che durante la guerra, per · la antiepilettica iniferiore a ~qu ella ben nota del luscarsezza di nuovi matrimoni, il maggior contriminal e del gardenal. In neuropsichiatria il b11to delle nascite fu dato dalle donne anziane, somnifen trova le sue applicazioni n el delirium tremens, negli stati id i agitazione psicomotoria o che danno un coefficiente di natimortalità basso, C'd alla diminuzione delle na5-cite di primogeniti di eccitamento maniaco. la cui percentuale di natimorti è molto alta. G. A. D'altra parte n onostante gli strapazzi, le fatiche, i patemi cui furono soggette le d onne durante la .L\.l dott. N. M., da F., abb. n . .12560: guerra il coefficiente di natalità diminui per quaPer la reazione di Was&ermann, consulti: G. PI- si tutti i gruppi d'età d elle madri. Ciò, osserva il sroccHT. Preparazione e tecnica delle sieroreazioni Savorgnan, deve 1p revalentemente attribuirsi alper la ~ifilide. L. Catpipelli ed., Bolo·g na. Pr~izo l'aumento dell'intervallo tra due parti successivi, I.. &. Veda anche: \' IGANò. 1'ecnica sierologica. che deve esser5i verificato durante la guerra per Istituto sieroterapico milanese. la prolungata assenza dei mariti e per il mancato Per la ·des-crizione del microscopio e le indicaflu sso dei nuovi matrimoni più prolifici. Il suczioni sugli ingrandimenti, oltre ai comuni trat,. cedersi <lei parti con minore frequenza, conceden. tatj, consulti i cataloghi di qualche ditta fal'brldo maggior riposo all'organismo materno, favo. rante, per esem·p lo quelli di Koristka (Milano). risce, come ritengono i ginecologi, la vitalità del fil. feto. 1
I
I
I
1100
l L POLICLINICO
La mortalità infantile da O a 1 anno ebbe un andamento differente nei ''ari Stati. Jn Inghilterra la diminuzione della mortalità infantile iniziatasi nei primi anni di que&to secolo non subi alcuna interrl1zione, anzi toccò il minimo durante glt anni ·di guerra; in Germania non si ebbe alieun aumento della mortalità infantile, c·h e crebbe in Francia nel 1917 e 1918 e si mantenne normale in Ttalia. Questa differenza si può spi.egare :prendendo in consi-derazione i metodi di alimentazione dei bambinj n.ei vari Stati. L'e·sperienza storica mostra che in tempi difficili le madri allattano i propri figli con molta maggior frequenza che in tempi di pro5'perità, e questa diffusione ·dell'allattamento materno produce una diminuzione della mortalità infantile. Così avvenne nel Lancashire (1861-65) durante la così detta cotton famine e a Parigi durante l'assedio del 1870-71. Nei paesi anglo-sassoni, dov.e prima della guerra l'allattamento artificiale era molto diffuso, le ristrettezze economiche jprovocate dal conflitto indus&ero un maggior numero di madri ad allattare i propri fjgli, e ciò ebbe un'influenza benefica sulla mor• talità infantile. Nei paesi latini invece, e partico· larmente in Italia, l'attattàmento materno essendo ~ià consuetu dinario, la guerra non potè produrre alcun mutamento in questo senso, e le cause d'incremento della mortalità infantile non furono neu. tralizzate. Il peso dei n eonati durante gli anni di guerra fu studiata da Gini in ba&e ai dati raccolti nelle Cliniche di Roma, Padova, Bologna e Stoccarda. Il peso medio d.ei nati derivanti dai concepimenti avvenuti nei primi tempi della guerra risulta sup er iore a quello degli anni precedenti e mostra una. t0ndenza a cr.escere; il massimo è raggiunto nel 1917 e 1918. Il Gini attribuisce il fatto al prolungamento dell'intervallo tra due parti e -all'ordine di nascita più elevato, circostanz.e queste che 5j accompagnano sempre con un peso più elevato dei neonati. L'esame, adunque, dei risultati di questi tre indi ci (natimortalità, mortalità infantile e peso dei neonati) dimostrerebbe che la guerra non produce soltanto fattori disgenici, e che questi possono essere bilanciati e an~h.e soverchiati da altri fattori, che sono determinati dalle condizioni impo·ste dalla guerra 5tessa. Tra i fattori eugenici della guerra va 1p osta in pritna linea la minor frequenza delle gestazioni. Il prolungamento 'd ell'intervallo tra un parto e l'altro influisce favorevolmente sull'organis1no materno a tutto vantaggio della prole. La guerra avrebbe quindi dato una conferma al prin cipio eugenico che la quantità e la qualità dci figli &ono termini che sono tra loro in rela1
I
~
[ANNO
XXXI1II, FASC. 31]
zion e inversa: l'aumento della quantità si risolve tutta a scapito della qualità. Il Savorgnan conclude il suo arti.colo esprimendo la $pera·n za che, come la generazione nata du. rante la guerra ha st1perato felicemente i pericoli che .n e minacciarono l'integrità fisica, anche i con . ceipimenti postbelli.ci non sarann o più disgenici del normale, e che la mortalità infantile - eliminate le condizioni 5favorevoli cr.eate dalla guerra - seguirà quella tendenza alla diminuzione , che dal principio del secolo xx andava accentuan-Oosi in tutti i paesi civili. Sintomo del perseverar e di quella tendenza sono alcuni dati che già si conoscono intorno alla mortalità infantile nei primi anni della pace. DR.
Aumento della popolazione mondiale.
,
La Società delìe Nazioni, da statitStiche dei dI' 'ersi Stati del mon do, ha potuto constatare che la popolazione di tutto il globo terr aqueo è in aumento, e che se si .continuerà per altri cento anni, il nostro jpianeta avrà una popolazione di g.r an lunga superiore a quella che potrebbe alimentare. Secon·do queste statistiche la polJ)olazione è il rtoppio di quella che era allo inizio del secùlo decimonon o, ·ed infatti ·mentre nel 1800 la terra era abit.ata da circa 850 milioni di individui, attualmente detta cifra raggiunge 1 miliar.do e 700 milioni. Il Giappone è uno dei pae&i dove m·tggiore ~ l'aumento rd ella popolazione; fra le nazioni euro!Pee soltanto l'Olanda non presenta questo i!1Cl'€· mento di popolazione. E'ridentemente la diffusione delle norme igieniche e l'irnpedire del propagarsi delle malattie infettive ha ri1dotto di molto la ·m ortalità allun. gando la durata media della vita. (Dalla Gaz.z. d. Osped: e d. Clin.) . 1
RIVISTA di MALARIOLOGIA P eriodiico bim€6tl'lale diretto d.a.1. prof. sen. c. Sanarelli, oon la coopeNViioo.e d'.insigmti etiudiosi. RedattCTe-caJPO: Dott. L. Verney. Sommario del N. 3 (d'imminente pUJbblicazione):
CONTRIBUTI ORIGINALI: f, w. Edwards: Unia irevti· sione delle zanzare della regione paleo-artica (-con 3 fi.g ure). - c. Fe rmi : Note di anofelinologia. - O. Wese.lko : Comx;a.rea di SUJPpur.az.ion.:i dul".ap.te la m~ lari.a (-O<m. 1 1gr.a fìca). - V. Valle e P. Se51µJeri : Sull '.atttirvi1tà llhl'IVif.aga cLi un pesci<>li.no nostrano (scardo1e) . REOEN.S IONI : Mal.a.ria ieongenita - Azione larv.i~id~ di al.cune 1p iante acq.u atiohe - M·alairia e lot-ta aniti.ma1all'ioa in Riuseia. BIBLIOGRAFIA. - VARIETÀ. - NOTIZIJ!l, Abbomam.: Italia L. 25; :Eetero L . 50 ; per i noetri abbon>ati L. 20 e L. 40 rispettiva.mente. Per 1aseumere l'aJbbon.a.menito del 1926 imV'iaJre vag1ia poetaJ.e o bancario aJ Sig. Luigi Pozzi, Viai Sistina, 14 • Roma. (6 ).
'
[.L\.~NO
XX>.III.
F'ASC.
BlJ
11011
SEZIO:\E PRATICA
I
POLITICA SANITARIA E GIURJSPRUDENZA *· CONTROVERSIE GIURIDICHE. XLlX. - For1na del licenziamento per soppress ione di posto. Segnala;i, con altra nota, una questione cl1e era in corso idi esame in sede giurisdizionale al fine di ·stabilire se in quali casi sia legittimo il li cen. ziamento deljberato da un Comt1ne qt1alora sia costituito u11 Co11sorzio. 1~rattaii allora, con una certa ampiezza, questa controYersia cl1e nssu1ne importanza pratica s01npre più notevole. :Vii riferivo ad un ricorso del dott. Paolo Bimbi contro il Comune di Ittiri. La decisio11e 14 inaggio 1~26 è stata •p ubblicata 1'11 git1gno, ma i1on risolve la ql1estione sopra indicata, avendo il Con&iglio di "'tata accolto il ricorso del dott. Bimbi ed annt1llata la deliberai.ione di licenziamento per altro motivo: percl1·è, IJ)Ur essendo stata deliberata l'adesione al Consorzio, con l'effetto della soppressione ,del iposto di con1dotta comunale, jl licenziamento del titolare 1della condotta a·vrebbe dovuto e&sere !deliberato 1con re.g olare e fomale prov,1e-d1mento che, nel caso in esame, trattandosi di un Commissario 'Prefettizio, avrebbe dovuto essere ratificato dal Prefetto . .A.nche questa risoluzione è importante e crediamo utile 1p erciò idi farne •cenno, ri'Portando la mo. tiYazione •della decisione: « Considerato che merita accoglimento il primo mezzo ·dii impu1g nativa. Infatti anche ad ammettere che in seguito alla costituzione ·del Consorzio \·eterinario Ittiri-Romana ·debbasi J)er necessaria conseguenza ritenere soppresso il posto di yeter1. nario ~01nunale, il licenzi.amento del <lottar Bimbi avrebbe 1dovuto venire ·disposto con esplicita delib~Tazione dell'organo a ciò competente e nelle forme volute 1dalla legge. u Il J.i1 cenziamento ·di un impiegato stabile " 11n provvedimento di tale gravità c11e non può esspre nè supposto n è sottinteso, ma deve 'r~nir? et.plicitamen te adottato. ,, La nece&sità di tale es.plicito iprovvedi·m ento risulta non solo dai princtpi generali ma ·tncl1!3 dalle norme positi,·e che regolano i rapporti. di diritti ed obbli·g hi fra il Comune ed i suoi impiegati. Così l'ar1,i~ol o 41 del ·Regio Decreto legislati vo 30 ·dicembre 1923, n. 2&'39 disipone eh-=> gli ~ rnpi eg·ati del <:n1nune posson.o essere licenzia~i per sopip-resision e idi posto o ri1duzione di organic ì Dal che discen·de bensì la facoltà del Comu 11 > rrl1 licenziare t1n im1Jiegato il cui po. to è stato c:op. pres&o, ma ancl1P l'obl)ligo del Comune di lleli1
1
0
0
herare espre ... samente iì Jice11ziament 1, quando locreda i1ell'interesse publ1ico. E l'articolo 131 del • Testo Unico legge co111unale e pro,·inciale clc1 4 febbraio 19Z5 n. 148 prescriYe c·J1e il ·delibe~·a le il li cenziamento degli i111piegati ·comunali spetta,. se11za a1nmettere eccezioni, al Consiglj o co11YJ11ale. « ..\ questa norma di diritto obiettivo corri&poJ.1-· dP il diritto soggettivo •dell';impiegato ·di essere li-· cenziat0 dall'organo com'Petente nelle f()rme legali anche quando il licenzia1nento sia ·20 ll·Seft gnC?nza di un preesistente pro,rvedimento legittimo. « Xella specie 1n:inca inYece u·n a vali•da deliberazione di li·cenziamento, cioè, trattan dosi di Co-mune amministrato da Commis5ario ])!'efEr~izio. una deliberazione di esso Co1nmissario coi. 1pot.erf dcl Consiglio comunale ratificata ·dal Prefetto, come ordjna l'articolo 102 clel R. D. legislatiYo 30 dicembre 1923 n. 2839. « In man1canza id i tale atto, capace di poT fio& al raipporto di impiego, il Commissario prefettiz 1 1.Ynon poteYa per sem•p lice lettera e sen za previa· ratifica cdel Prefetto, di1c l1iarare il ·dottor Bi111bj 11 ce5sato • dal servizio 1çli veterinario comunale ». cc La G. P ...A.. ha quin·d i errato nel ritenere che-le lettere 19 e 3l dicembre 1924 del Commissar.io' prpfettizio costituissero un legittimo prov\redimertto di licenziamento e !Pertanto la decisione lIIl'J!U-· gnata de\ esi annullare. « Facendo poi quello che G. P . .A.. avrebbe do\·u to fare, si deve accogliere il ricorso atd es5a pro. posto e &i debbono anche annullare le lettere corr1 1nissariali dei 19 e 31 ·dicembre 1924, in quarLt o le tesse ·disipongono jl licenziamernto der 1·icorre11te dal posto di ' 'eterinari o comunale ». 1
1
Pubblicazione Indispensabile: Dott. Cav. Uff. ALBERTO VIGO CDootor J u1tltl11 ),
LA LEGISLAZIONE SANITARIA :: in rapporto all'esercizio professionale ::(Manuale contenente LeggJ., DeoretJi, :&egolamentl, Oir. oolari e tutto olò che si riferisce all'eeerciziio profeesio· nale, a.d ueo dei Medici condotti. dei liberi esercenti. deglii uffdciald eanita.rJ.i e del persona.le addetto a.i labo. r.atori di v-igtllanza igJ.enioa). Prezzo L. 16. Per i nowtri &1bbonati sole L. 13.75 in· porto franoo. Iniviare Vaglia Poetale all'Ed~tore LUIGI POZZI' Via Sistina. n. 14 - ROMA .
•
(*) La presen~ rubrica è affidata all'avv. lee:a] P del nostro perioòi('('\
GIOV ANNI SELVAGGI
esercente in Cassazione, oonsulente-
•
1102
[.-\~NO
IL POLICT.lNICO
XXX1'!1,
FASC.
31J
.
NELLA VITA PROFESSIONALE. AMMINISTRAZIONE SANITARIA. Vi g ilanza sul t racoma . Il :Ministero dell'Interno (Direzione Generale della Sanità Puhblioa)J in una circol,are ai Prefetti tratt;a della profilassi del traco1na: «Particolare vigila.n~a sanitaria raccom.andasi di esercitare SUJgli Stabilim.e11ti industriiali, in relazione alla immigraziQne di personale .affetto da tracoma., p.r ove11iente da località colpite da grave .oftalmia. « Gli Uffici d'Igiene rammentino ai signori Me.dici in gen ere ed a quelli particolar1nente addetti a1 Servizio Sanitario in stabilimenti industriali officine, laboratori, cantieri, Collegi, Asili, Scuole private, ecc., che assistono f.amiglie operaie, specie .se abitanti in case popolari, che prestano servizio prP~so An1bulatori ospitalieri e policlinici, che la denunzia dei oasi di tracoma è obbligatoria e che -essa deve es.sere soLlecita anche nei <!asi dubbi, affinchè gli Uflì.c i possano prentlere d'uJ:genza i prov_ vedimenti ,profilattici del c aso >L •
CONCORSI. :POSTI
VAOANTI .
!
I
(Potenza). -
Soad. 15 a.g. Ab. del capoluogo 13, 733. Per una fraz. del caipol. ; L. 000 e 4 quaK.lrienni dee. ; addiz. L. 5 oltre 1000 pov. BEr.r.uNo. Ospedale Civile. Direttore Gabinetti per esami microsc., batterio I., chim. clinica e istol. patolog. Scad. 31 ag. ' Tedi fase. 30. BERGAN'.lINO (Rovigo). - Sca·d. 15 1ag.; L. 8000 .e 4 quadrienni dee.; se uiff. san. L. 200 (sic); eventualm. i11denn. ambulat.; p . trasp . L. 1000-3000 ; c .-v. ; età. lim. 45 .a. ; tassa L. 50.10. BoR"MIDA (Genova) . - Soad. 31 ag. ; L. 8400 e 10 bienni ventes.; c.-v. in L. 1200. CASTIGLIONE DEL GEKOYESE (Saler,,io). Scad. 20 ag. ; L. 6000 (~e) e 4 quadrienni; L. 3 oaipita.rie oltre i1 20 % popolaz. C.\'IANZARO. Cong'regazi.one di Carità. - Medico .prim. dell' Osped. Civ.; I,. 6000; soad. 15 ag.; e-tà 1im. 45 a.; assistentato in clinica univorsita.ri,a od .ospedaliera; docum. a 3 mesi; età mass. 45 a. salvo i concorr. che provengano da11'0sped. di Catan.zaro o da cl iniche univerc:;itarie ; hiennio di prova~ ·servizio entro 15 gg. CosENZA. Ospedale Civile. - Concorso per titoli ·e per esami a tre posti di medico .assistente ~l òie nnio 1926. Se.ad. 31 ag. 1Stip. L . 1800 (si c) annue e percentuale sui compensi operativi. FORANO (Roma). - Scad. 31 ag.; L. 10.,500 per 1000 pov .; addizion. L. 4; 5 qu·adr. òec.; L. J800 cavale. per fraz. Gavigliano ; L. ·11)0 uff. s!ln. ~ c.-v. ; età lim. 39 a.; tassa L. 50.10. FROSINONE (Rorna). - Scad. 31 .a.g. · 3° quartiere ; L . 8500 e 5 quadr. dee. ; atldiz. L. 4 oltre 1000 .POV. e L. 5 oltre 2000. _.\VIGLIANO
IMO~.\.
Oongreyaz . di C<llrità. -
Scad. 31 ag. ore 17; med. prim. dirett. dell'Ospedale di S. Maria della Scaletta ; L. 10)800 e 6 trienni dee. , oltr e L. 1800 indenn. carica e due c.-v. aumentati del 30 %_ ; età lim. 40 a. ; tassa L. 50.10. Chiedere .annunzio. MIGNANEGO (Genova). - Scad. 31 ag.; L. 8400 e 10 bienni venteB.; indenn. trasp.. ; per uff. san .
L. 500_ MILANO. Consiglio degli istituti Ospìtalieri. Concorso .ad alcuni posti di n1edieo chirID·go as~i~tente con funzioni di interno. catl. 9 ottobre. \~edi fase . 30 . MONTECASTRILLI (Perllyia). Per Avigliano Umbro; proroga aJ ,31 ag. ' redi fase. 30. NACLE S. MAURIZIO (Tlenezia Giulia). Al 25 ag. ; oonsor. 6 com.; età lim. 35 .a. al 25 ag.; kmq. 163 ; collina; ab. 6651 ; pov. ~ioo e di passaggio; L. 12,000 oltre i c. -v. di Stato e L. 15003000 traisip.; 4 quinq. dee. ; L. 1400 se uff. san.; L. 1800 indenn. alloggio; serv. entro 15 gg. Chiedere annunzio. NocERA INFERIOHE (Salerno). - Al 19 a:g.; vedi fase. 28. PADOVA . (Jspedale Civile. - Med. prim. dei riparti per tubercolosi. Scad. 10 ag. Vedi fase. 27. PARMA. Ospi~i Civili. 4 assistenti nell'Osped. )fa.ggiore. Se.ad. 16 .ag. Vedi fase. 30. PIACENZA. R. Pref ettwra. - A tutto il 31 ag.; 11ff. san . medico caipo del orupoil.uogo; L. 17 ,000, 5 trienni ed un quinquennio di un decimo; vedi fase. 29. SENOSECCHIA (Tl e7ie?Jia Giulia). - A tutto 31 ag.; ,·edi fase. 29. INALUNGA (Siena) . cad. 31 ag. ; capo]. (parrocchia. di S. Martino) ; ab. 1300; età. lim. 35 a.; L. 8000 e 6 quadr. dee. , oltre c.-v. in L. 2600;
tassa L. 50.15. SIRACUSA. R. Pref ettura. - Uff . san . di Sorti no. Scad. 45 gg. dal 2 luglio. Vedi fase. 29. TARZO (Treviso) . - A tutto i l 20 a.g. P er schiarim. rivolgersi alla segreteria.
Opere Pie Riunite Ospedale Citvile e(l.. I stituto Esposti con il1aternità. - A tutto 10 ag. Direttore medico anatomico; vedi fase. 29 . VERONA. Scuola di Ostetricia. - Direttore. Sca d. 31 .ag. Rivolgersi al Ministero della P . I . VILLAVALLELONGA (Aquila). Al 15 ag.; V. fase. 29. TREVISO.
C0Ncorcs1
~
PRR.,\ II.
Concorso a 16 posti gratuiti d'alwnno di Fondazione Ohislicri. ~ ba11dito il concors o presso il R. Collegio Ghi-
slieri i11 Pavia, per il prossimo anno accademico 1926-27, a 16 posti gratuiti di alunno di Fonda-zione Ghislieri per studenti ammissibili o già isoritti ad un corso universitario nella R. U . di Pavia per il conseguimento di ltna laurea. Gli esami avr a nno luogo in Pa,·ia dopo il 15 ottobre p. v .
•
[ANNO XXXIII, FASC. 31]
SEZIONE PRATICA
in giorni da destinarsi e çonsisteranno in una prova scr~tta e in tre prove or.ali. La \prova scritta, è stabi,l ita., p~r tutti i concorrenti, nello svolgimento di un tema di composizione italiana; le tre prov·e orali, per i c-0ncorrenti già iscrit1ii -01 <Che abbi.ano dichiarato di volersi iscrivere al1a Facoltà di medicina e ohirur~a, consisteranno nei tre esam i di fisica, scienze natura.li (botanica, zoologia e fenomeni biologici p~ù notevo1i) e di storia generale (com.pr ese le 11-0zioni fondamentali di storia delle istitu zioni, del1la letteratura italiana e dell'arte~. <>on fac•.>ltà d1 optare fra quest' ultimo esa. me e quello di filosofia. ed eoonomia politica. Inoltre il candidato potrà es.sere sott<J{Posto ad u11a discussione orale sul tema da lui svolto come prova, soritta. · Per l' ammissione al oononrso gli .aspiranti dovra:nno inviare i rlocl1me nti necS\S'Sari aJl' Amministrazione del R. Collegio GhisJ.ieri in Pavia entro il 19 agosto p. v. 1
NOMINE, PROMOZIONI ED ONORIFICENZE Si è ohiUf>o i1 ·c oncorso per otto posti di aiuto chirurgo negli o~edali di Rom.a, col seguente risultato: 1) Stoppoloni Aurelio, .punti 71; 2) Bani Ugo, 66; 3) Petta Giorgio, 64; 4) Colucci Oarlo, 64; 5) V a.lentini Fabiano, 63; 6) Ming.azzini Ermanno, 63; 7) Scollo Giuseippe, 63 ; 8) Tirelli Severino,, 61. R·allegr?.menti cordiali .
E stata conf&ita al prof. comm. Libero B eTgesio di Torino, la medaglia d'.argento al Merito delil a Sanità Pubblica. Il . Berge.sio è il direttore sanitario dell'Ospedale Ma.ria. Vitt-0ria, che egli fondò, col prof. Berutti, nel 1881 ; è p,r esidente della Società P iemontese d'Igiene, vice-presidente dell' Aooademi.a di medicina di Torino, e copre alt r~ caricl1e illlportanti. Il Ministro il diploma ad. p rimo gnado Giuli31 Civita « Oaracciolo n
di Grazia e Giustizia ha .assegnato merito ·della Redenz~one Sociale di medaglia d'oro - .all.a signora Fraschi, direttrice della N.a.ve A.silo cli Napoli .
Il prof. avv . Silvio Lessona è stato chiamato a far par-te del C. S. S. fino .al 31 dicembre 1926. Il dott . Antonio Fanoni è stato insignito della commen da, della Co:i:ona d'Italia, per la sua opera a favore dell 1 0 spedale Italiano di New York e per i benefi zi recat i .al1a 11ativa Settefrati (Saler no) I l prof. J . A. 0 1.a .rk è stato chiamato a succedere al prof. Arth11r R. Cushny sull.a cattedra di materia medica e farmacologia dell'Università di Edimburgo . Il dott. T/icente Calvo Criado è nominato professore di p.atologia m~dioa pTesso l'Università di Cadige. •
1103
NOTIZIE DIVERSE. ,
Conferenza sanitaria internazionale. Lai Confer enza sanitaria. ·i11ternazionale indetta a Parig\ dal Governo francese, .Pe.T la riforma de11a Convenzione sanitaria del 1912, ha posto fine ai su-0i lavori,. Vi hanno pa-i·tecipia.to 72 Star ti, con 163 delegati . La nostra Dele~.zione era così composta: dott. Alberto Lutrario primo delegato; generale medico _Repetti; colonnello di Porto Huetter; primo segretari-0 d' Ambascia.t a dott. Rocco; viceiPil.'efett o Oance1liere e delegato sanii,a,rio a ll'estero comm. Druetti . I lavori si sono svolti con operosa iaiacrità. Ne daremo prossimiamente un resoconto. Alla -chiusur.a di un banchetto è stato i11viatc:, un messaggio .al Pr~mo Ministro d ' Italia 011. M·u ssolini, il qwale ha f.a tto telegraficamente ringil'azi.are della gentile manifestazione di omaggio al Governo da lui presieduto.
Il Congresso medico argentino. D.all' 8 al 18 1uglio si è svolto .a Buenos Aires il III Congr~o medico argentino, consacrato, prev.alentemente allo studio della malairia ; è stato presieduto daJi prof. C. Bonorino U daondo. L a delegazione italiana., co1nrposta del prof. Vittorio Ascoli, direttore del nostro giorn.aile, del 1prof. Giulio Alessandrini e del dott. Arnaldo P ozzi, è stata calOTosamente accolta e fatta segno di man ifestazioni cordiali di stima e di simpatia. Contempor.aneamente h.anno avuto luogo la quarta C-on.ferenza sud-americana d'igiene, microbiologia e patologia, presieduta dal direttore generale del!la Sanità pubblica pro f. G. Araoz Alfaro, e l1n 1 aduna.n za sull•1nsPgn.a.mento medico, presieduta dal prof. D. J. Cran,vell. Da.Tento prossimamente ampie noti~e del primo di questi convegni. 1
Le '' Journées Médicales ,, di Parigi si sono tenute, con gJrande entrain, dal 15 al 19 luglio ; ne daTe1no ·presto un resooon to.
Il VII Congresso Italiano di Radiologia :Medica. avrà luogo in N.apoli presso la R. Università deO'li Stu1d i (Cor.so Umberto I), durante i giorni , 15, 16 ottobre 1926. I temi delle relazioni . 1 sono: 1° •« Ap'Parecchi ad alti8Simo potenzi.a e e r.adiazioni », prof. Adinolfi dell'Istituto1 di Fisica della R. Università di Napoli; 2° {(Mezzi di con.trasto ne11a ltof·nt.g endiagnosi delle lesioni polmonari», prof. Rossi della R. Unii.versità .di Parma·, 30 «Direttive radiologiche (Roentgen-Radium) nella cura del canoro»: Roentgen: prof. Ep'i,fam.io della R: Università di Palermo ; . radium: pr-Olf. Lupo della R . Università di Torino. Una most,r.a di negativi, disipositivi, p ositive, ecc. completerà le dimostrazini scientifiche ed il-
l4
•
-
llU+
l 1. POLI CI.!NICO
lustrerà i progressi raggiunti dal11a Radiologia ltailiana. Ad essa potranno partecipare gratuita1nente tutti gli inscritti al Congresso . \ ri sarà inoltre un'esposizione delle principali case Italiane e d Estere produt rici di a·~pa.recchi ed accessori .p er 1a Radiologia medica . P er i nformazioni, schede d'iscrizi.-0ni, ecc. ri~ogersi alla Segreteria del Congresso (I stituto di El . e Radiologia della R. Università, S. L~ndrea delle Dame,, 2).
Cong r esso f rancese di Ur ologia. Il 26° Oongresso1 dell' Associazione francese di Urologia. è convocato a P.a.rigi, presso la Facoltà di )!edicin a, per il 15 ottobre, sotto la preside11za del dott. Ma.rio!l . Tema in discussio11e: « Il rif lesso ,-escico-u1·etarale », relatore Lepontre di L i•l la. Per infoo:n11azioni rivolgersi .al segretario generale O. P asteau , a.venue de Villar s 13, P.aris 7e.
Cong r esso f rancese di Otorinolarin gologia.
•
i terrà a Parigi, presso la Facoltà di Medicina, dal 13 .ab 17 ottob;i·e, sotto la presidenza del prof. Sebileau. Temi: 1) « Tecnica delle oorrezio11i cl1irurgiohe de1le deformità congenite e acquisite della piramide nasale», r elatoo·i Sebile.au e DufouTme1ìtel di P arigi; 2) « L a laringologia e il canto » . relatori l\ifoliné di Marsiglia e Moreaux di Nancy. Come negli anni precedeD:ti, sarà organizzata u11'esposizione di apparecchi stTumenti, libri e prodotti, farmaceutici. P er informazioni .rj volgersi iaJ se.g r etario generale, Georges Li~b ault, boulev. St. tiermain 21G, Paris 6e. 3
.
Cong resso britannico di Oftalmologia. Si è svolto a Oxford dal 15 al 17 111glio; sono stttti discussi i temi: « Oftal.mi.ar sj m patica », « Anatomia e fisiologia dell'.a.ccomodazione » .
Cong r esso spagnolo di Neuropsichia tria. Dal 21 al 23 giugno • si è tenuta a Barcellona la la. adunanza annua dell' Associ.azi-0ne Spagnola di Neuropsichiatri.a . Temi discussi: I( ( Progetto di creazione di una Lega spagnola d' igiene mentale » ; « N ecessità urgente di una revisione totale della. legisl.azione r el.a.t iva agli alienati »; « Piano moderno d' assi,stenza ·agli alienati »; « Creazione di l1n co11po di medioi alienisti»; « Insegnamento della psichiatria e neurologia ».
Congresso medico anstraliano-neozeJandese. Si adunerà a Dunedin (Nuova Zelanda) nel febbraio del 1917, sotto gli auspici dell'Associ azione ~1edi ca Britannica; sa.rà il secondo della serie.
L'Accademia amer icana di Oftal1nologia e Oto· lari11gologia terrà la s ua 35e. .adunanza annu a a Color ado "prings, dal 13 al 1 settemb.i·e. Os1)ite d'onore s arà Ba. il Graves di Lontlra, che terr~ il discorso inaugnrnle.
[ANNO XXXI1II,
FASC. 31j
Il giorno dell' inaugur.azione ve1·rà solennizzato da un torneo di golf; ~o ·Viene organizzato dal dott. Fra1ik L. Dennis (Fergusson Building 301, Colorado Springs, Co1.).
Una mos tra dell'assistenza all'infa1tzia. Dopo aver esposto il proprio materiale illust.1·.at.ivo alla m o&tr a anne.ssa al Oongresoo dell' A.ssociation lnternationale pour la protectio11 de 1' ì.nf a.nce, l'(~pera Nazionale 1per l'assistenz.a all'i11fanzia de1 Belgio e quella della Svizzer.a 11anno espo~ to lo stesso materiale, in1portantissi1110 per la ricchezza della documentazione dell ' opera ::;volta rispettiva.mer1Le dai. due pa~i, al Comitato Centrale della O. R. I . in Roma (via T osca11a). Questo m ate:a.·iatle er a costituito da uua serie di quaid1i fotografici, di albi e di diseg11i e raccoglieva quanto era stato fatto nel Belgio e nella Yizzera a. f.avore dell' infanzia. Belli&sime r•ella. raceolta del Belgio le fotogra&ie delle colonie di Oalruptbo·uts, di. Douge1be1·g, di Knocke s. mer, e quelle delle cr~ches, delle case di maternità ecc. \.folto importante una ricca collezione di fotografie cl i bimbi .aiffetti da lesioni oftal1niche e da disturbi per cattiva nutrizione. Lia Svizzer.a espone magnifici a.1bi dell' I stituto ortopedico Balgrist di Zurigo e del Dil:lpensario di S . Gal.lo, della scu ola infermiere per gesta.nti e nutrici pure di S. Gallo , . coloJ1ie agi·icole e tJrofessionali, istituti per epilettici, per sordomuti, per ciechi, crèch.es, colonie. Molto i11teressanti le raccolte di cartol ine illustra.te e di francobolli stampati a favore dell'Opera di assistenza all infanzia. La. most-ra è stata molte a1nmir ata . Commi~sione centrale
sanitaria per il Dopolavoro ..
La Commissione Centrale Sanitaria dell' Opera Nazionale D opo-lavoro ha: inauguTato i suoi lavori. Alla riunione erano pir esenti il prof. Arnald o Fioretti presidente dell.a Commissione e segretario generale della Corporazione nazionale sanitaria; il prof. Tito GuaJdi, membro-segretario; il comm. Al~andro Messea, dir ettore g€-nera1e della Sanità pubblica; il ~rof. Giovanni. Loriga; l'on. prof. Alessa.ndro Guaccer o ; il gr. uff. :\ilari o Giani, consigliere delegato dell'O. N. D. L a Commissione dopo .av.ere esan1inato. una cl1iara r el.ar zione presentata dal prof. Gualdi , n ella quale vengono i1lustrati i provvediu1enti di più urge11te attuazione per la assistenza igienica e sanitaria del 1a.voratore n ella sua vi.ta sociale e do1nestica, h a stabilito di nominare i11 ogni proYincia dei propri fiduciari i quali dovranno presentare subito un.a memoria sulle condizioni igieniche della ZO\l'La di loro giurisdizione e sui m -ezzi :più acconci per porre riparo alle eventuali deficien~. La Coonmissione ha deliberato di svolgere il suo lavoJ.·o . in collaborazione coll a. di1·ezione generale della Sanità . • u proposta del prof. Fioretti è stato infine approvato un ordine del giorno nel 'quale si chiede che n ella .preparazione di films p er la propaganda igienica e sanitaria venga sentito preven1
I•
( ..t\ì"NO X:'\Xlll, FASC.
31 j
SEZlO~E
tiva1neute i1 parere tecnico della Commissione stessa . Prima di sciogliere la seduta ve11nero spediti dei telegrammi di on1iaggio al Duca d'Aosta, presidente effettivo dell'O. N. D.; all'on. Mussolini • ecl ai lilinistri Federzoni e Belluzzo.
.Scuola assiste11tl sanitarie della Croce Rossa Italiana. I .a Scuola Assistenti Sanitarie della C. R. l. in Roma ha cl1iuso i l s uo ' TIII Corso. Le Allieve prese11tate 1agli esami sono state tutte appl'ovate con otti111a votaz~on e, allia rpresenza del Delegato della Direzione Generale del1a anità Pubblica prof. :.Vf ari o Collina e della Commissione Esaminatrice eomposta dei vari In ·egnanti delJ.a cuola. GJi e. a1ninatori si sono rallegrati con il Comitato e 0011 la Direttrice signorin·a Leonesi, per l 'i11dirizzo del Corso, .durante il qua le quest'anno è stato dato 1naggiore svilu~po alla .appJicazione pratica nel campo dell'assistenza sociale, preparando le allieve a S\olgere il loro co1npito nella preYenzione e nella profilassi delle malattie sociali, nel servizio ·r ionale a domicilio, e negli an1bulatori specializzati, nell'assistenza all'infanzia ed all'opera.i o, nelil a Souo1a e nell'officina.. Il Co1nitato A. S. nianda un vivo ringraziamento per l'opera t:t>reziosa e disinteressata, a -tutti gli Ins~gnanti dela Sruola, professori : Signorelli (Consulente tecnico del!~. Scuola); Cr.ainz Artoru , Ronchi, Ma.ggiora, Levi della Vida, Carlo de Sanctis, di ~farzio , Ilvento (che si è partioolarmente occupato dell'assistenza scolastica e della. 1n~icina sociale) dott. Giannini che ha svolto i11teressanti lezioni suJle _i.\ssicurazioni sociali e .sulle malattie del lavoro. Le iscrizioni per il nuovo corso si ricevono prooso il Comitato Centr~] e della C. R. I., Via Toscana 12 e presso la Scuo]a A. S . in Via Baglivi (.angolo ~iazza Sassari). Secondo i~ Deoreto Legge non sono ammesse al C orso e}1e le i11fer1niere provenienti da Scuole Convitto .
Propaganda contro il cancro. « Humanit.&8 ,, rli. Faenza, diretta dal dott. An-
gelo La1na, ? ubblica un numero di propaganda contr o il canoro; contiene d~oaloghi, notizie ut,li .. a.rti·co1i de~ ·p rof. A. Vernoni e del dott. L a1na, ecc. E posto in vendita al prezzo di 50 <·ent. ; l'incasso va a beneficio dell'Assistenza I nfer1ni Poveri .a Domicilio e del « Pronto Soccorso '> della Città.
Nella stampa sanitaria. E co1np&i·s~ la nuova rivista « Archives médicochirurgicales de l'.ap:p.areil r espiratoire », fondata ·da Emile Sergent e Th. Tu.ffier, con un denso coIDitato di redazione; redattori-ca.p i ne sono Pierre Pruvost e Jea,n (luénu; è edita da G. Doin & Cie di Parigi. Si propone di raccogliere gli studi e le i nvestigazioni compiute, pa,r.allelamente, da fisio-
PRATICA
l!OC)
logi, da inter nisti e da chirurgi, onde ·pr ecisare, estendere e rinnovare le nozioni già acquisite sugli or gani del1a respira.zione. Si pubblica in fascicoli bimestrali. La « Internation ale Radiotherapie », fonda.ta e pubblicata da J. W etterer di Ma.nnheim, esce in volumi an nual i che raccolgono quanto si pubblica in tutto il mondo sulla reentgen-, curie-, foto- ed ~lettroterapia. ; il primo volume, ora pubblicato, comprende pai·ecchie migliaia di reoe11sioni, 20 riviste sintetiche e u11'ap.pendice suJla cc roentge11terapia dei dermatolQgi ». :E edita dalla L. C. ·\Vi.ttioh'schen Hofbuchd.r uckerei di Darmstadt; prezzo 48 R. M. fino a1 15 sett. , dopo di ch e sarà portato a 64 R. 1\-I. « La Croce Rossa Itailiana » , pubblicazione me11-
sile del Con1itato Centrale (Roma, via Toscana 12), ha preYalenten1ente scopi di JJropa:ga1ida.: far conoscere l'Associazione, i)romuovere la lotta co11tro le malattie evita.bili e 1a tute]a dell'infanzia, det.tare norme e consigli che valgano a formare una coscienza igienica sociale. Abbon am. annuo L. 15 (sostenitore L. 50); ai soci L . 5; un fascicolo separato L. 1.50; estero il dowio. Auguri cordiali per la ipirOVvida iniziati'Va.
Dono all'U11iversità di Roma. Un anno fa il dott. Enrico Federioi, assistente del sen. Fano, prendendo un bagno nelle a.eque di Wimereu~, ove si trovava per compie·r e alcuni studi sci_entifici, miseramente annegava, spezzando 11na vita cara a qua:nti lo conobbero e preziosa per la scienza . La famiglia ha voluto che I.a su a memoriia ri1nanesse indelebile nell' I sti_tuto di Fisiologia Ge11erale dell'Università Romana, offrendo alla Hibliotecia di questo i libri del povero estinto, che sono t.angi_bile manifestazione dell' an1piezza e varietà. della sua coltura. Quei \olu1ni portano un « Ex-libris » eseguito ed offerto dalla ·ntano maestra ed ispirata di Aristide Sartorio, che aggiu ngono una nota d'arte a quelle pagine.
All'Istituto F orJanini di Pavia. L'll luglio ebbe luogo, all'Istituto Forlauini per la lotta .a11titubercola.re, l ' inaugu.r.azione òel DispeDBario « Ernesto Brugna.te1li » e dell'Inferme ria « Filippo Corri doni » I.a quale è destin.ata ad .ospitare i lavoratori di ogni categoria della provi11cia. Una folla di autorità e d'invitati assistette a.Ila cerimonia.. Parlarono il oav. Maiolii., presidente della. Congregazione di Carità, l'on. J3isi e il prof. Morelli, direttore dell'Istituto. ' Tennero tpoi inaugurate due lapidi, nell'atrio d'i11gresso, una de~.li cata alla me1noiri.a di Carlo Forl.anini, l'altra a ricordare una visita del Re.
Per l'Ospedale Civile di Genova. TI Rotary Club di Genova ha acquistato, mediante sottoscrizio11e 200 milligrammi di radio e li ha donati all'Ospedale Civile.
1106
[.\~~O
TL POLICLINICO
Per Il l\lanlcomio di Girgenti. Il presidente del1' Amministrazione provinciale di Girgenti ha pubblicato ~li .avvisi per l'asta pubblica per l'aggiud~cazione della costruzione d'un Ospedale psichiatrico in Girgenti. La. base dell'asta è di L . 8,365,097.38.
Ingrandimento di Uitiversità americane. TI 1° maggio si è chi uso il primo anno della sottoscrizione promossa dall•'Università di Pennsylvania .allo scotpo di n~.accogliere, entro lo spazio di un quinquennio, la somma di 45,650,000 dollari, pari a circa un miliardo e mezzo di lire it., destinata a ingrandire e rinnovare l'Università. Il primo anno ha fruttato 7,500,000 doll., pari a oltre 200 milio11i di lire it., versate da 10,868 sottoscrittori, di cui 10,467 ex allievi dell'Università.
I signori F. W. e H. S . V.anderbildt hanno elargito .500,000 dollari, pari .a circa 15 milioni di lire it., p er ricos truire l'ambulato1~io Vanderb,i ldt, che formerà parte del nuovo centro medico dell'Uni· versità Columbia di New York. Il detto ambuJa. torio venne stab~lito nel 1886 dai quat.tro fra.tellj C., W. K ., F. W. e G. W . V.anderbildt ed ha sem· pre formato parte integrante dell'Università. Questa ha. anche ricevuto, da un anonimo, la somma di 125,000 dollari, pari ad · oltre 3 milioni di 1.ire it., perchè venga spesa .a discrezione della Giunta dei Reggenti, a benefizio della Facoltà di Medicina.
Per un ministero di igiene, previdenza ed assistenza sanlta1·ia. L'8° CongressQ Medico Calabro-Siculo, tenutosi a Messina dal 29 aiprile .al 1° maggio ha .approvato all'unanimità~ su proposta del dott. Gioacchino Bartolone, un ordine del giorno con cui « considerando che ~ servizi sanitari dello Stato, ai quali ha dato nuovo impulso il Governo, Nazionale, si trovano solo in parte .accentrati nella Direzione generale di Sanità presso il Ministero dell'Interno, fa voti ohe gli Ordini dei medici ed i Sinda<>.ati facciano anohe e.ssi presente al Governo Nazionale l'opportunità, .anzi la necessità, che tutti i <letti servizi siano concentrati in u.n nuovo Ministero di sanità, di igiene e di . assistenza sooiale ».
Pel monumento a Guido Baccelli. In seguito a dimissioni presentate ciaJ Comitato che a suo t.empo si costituì in Roma per la er ezione di un Monumento a Guido BacQelli, il Governatore ha recentemente deliberato che il Mo.numento all'insig_ne cittadino dovrà so.r gere in prossimità clel Policlinico e della futura Oitta UniTersitaria da lui superhamente ideata ed attuata. Nel 1.emp<> stesso ha .affidato incarico ,aJ prof . .A.scoli, già presidente del Comitato predetto, al sen. Corrado Ricci e .al marchese Giorgio Guglielmi di promuovere la raccolta. dei fondi, in aggiunta a quelli g ià esistenti, di proporre definitiva.mente
XX.Xltll, FASC. 31}
la località precisa in cui dovrà sorgere il Monumento e di bandire il concorso o provYedere alla prep.arazio·11e dei bozzetti 11el 1nodo che il Comi. tato riterrà più opportuno. E così la questione del ~1011u111ento .a Baccelli sarà fin.almente risoluta.
In memoria del prof. W eill. P er onorare la memoria del prof. Eduard Weill,. si è inaugurato .all'Ospizi_o della Carità a Lione, nella. sala che il compianto, n1aestr o della medic1~a infantile dirigeva, un .med.a.glione di bronzo. PaJ:- larono Eduard Herriot, ricordando le doti dell'estinto, i l prof. Mouriquand, successore del \ \'ciJI · alla ~ttedra di medicina infantile, e Hugounenq, ex decano della F ,a ooltà di medicina , ohe parlò della Fondazione E. Weihl, i cui redditi servir-tnno a promuovere ricerche sulle ina.Iattie dell'i11fanzia, S!pecialmen~e sui disturbi di nutrizione. Hugounenq, poi, offri a.I decano attuale, prof. Lépine, un piccolo medaglione, fac:.Simile di quello inaugurato. 1
Vittima del dovere. E stata conferjta la Legion d'Onore alla ria di Santiago Loeb, interno dell'Ospizio cetre, morto di una scaJ:lattù1a contratta vizio. Il direttore dell' Assistenza pubbJ,i oa l'alta o,n orifi:eenza sulla bara, .alla stazione ne-Mediterraneo, d'onde la salma parti\a paese natale.
memodi Biin serdepose di Lioper il
Un perfezionamento dell'elettrocardiografo. · Il. « Journal A. M. A.», sempre ricco di notizie,. inforn1a che il dott.. Toyoya Y asuhatra, direttox·e del L1aboratorio clinico' di Osak.a , ha ideato un nuovo apparecchio il quale è così piccolo che può essere manipolato da u n'infermier.a e traccia <liretta.m ente le curve eliminando i f.ai.stidi e le difficoltà della fotografia.
Peste e colera in Russia. I gi ornali recano che l a peste fa stragi nella regione deg].i Ura]i; malgrado le misure adottate e l'invio di numerosi sanitari, ha varcato il confine montano e si av.anza verso la ,Russia centrale; per il p,r ossimo inverno si prevede una riolenta ripresa e diffusione dell'epidemia.; intanto il colera, pr oveniente dall'India, attr.ave1·so l"Asia minore, ha raggiunto il Caucaso e b.a tte alle porte. di Tiflis, Bakum e Erzerum.
Disciplinamento della vendita dei prodotti barbitnriel In Inghilterra. In seguito ia numerosi casi di 1a.vvelenamenro prodottisi negli ultimi tempi, sia. .a scopo suicida, sia per disattenzione, si è tenuta in Inghilterra un'adunanza di r.a.ppresentanti deL Ministero dell 'Interno, del l\finistero di Sanità, dei farmacisti e dell' Associaziong ~iedica Britannica, per discutere le misure da adottare sulla vendita dell'acido dietilbarbiturioo e dei derivati alchilici, aciclici 0-
•
f A_~:\O XXXIII,
FASC.
31 ]
SEZIONE PRATICA
1107'
met.allici, i10Li co1ne verona.l, proponal, medi11al, dial ecc. Si è deciso ohe questi prodotti verranno considerati come. velenosi; quindi non ne verrà consentita la vendita se non ~n seguito a prescrizione del medico, ovvero ai medici, od anche jn seguito ad autorizzazione speciale; le prescrizioni devono ~ortare la data, il domicilio del medico, il nome e il domicilio del paziente e la quantità totale di rimedio ohe potrà essere somministrata.
fecondo; ha. aTviato .a.nche I.a terapia endo-lombare_ Il Fordyce ha descritto l'affezione labiale · nota. co1n~ « malattia di Fordyce », e oon Fox una v.a-· rietà di prurigo. ..\.ntico .allievo delle u11iversità eui·opee, er.a ades-o reç>utato come la figura più preminente del Nord-America nell'àmbito della specialità.
Per lo studio delle calvizie.
i è spento il dott. R.•t\..MON TURRO', direttore del La.b oratorio l\1:icr-0biologico Mu11icipale di Barcellona. Pur senza .avere una posizione accademica,. ha co1npiuto studi. pregevolissimi nel campo della flisiologia. Il suo primo lavoro «Il meccani!lmo della. ci rcolaz.ione .a.rteriosa » sorprese per l'originalità. delle co11cezioni sul tono a.r terioso e sulla vasomotilità ; €Sso venne tradotto in francese da J. Robert. A molta distanza di tempo uno studio sull'origine della conoscenza venne tra.doto in fra11cese e in catalano. Tutta un.a serie, di sue f·Ubblicazi001i sollevarono vivo interesse e animate discu~io11i: «La base trofica dell'intelligenza», « I; fermenti difensivi nell'immunità naturale e .aoqui-sita », cc La genesi psicofisiologica del dolore e del piacere », cc L'unità funzionale»~ ecc. Fu .anche: ltn lett~rato di valore; dette alla luce poesie, legO'ende dialoghi d 'arte e di scienza, ecc. Prese parattiva nella redazione del periodico politico« El Progreso ». Ma la letteratura e la politica non menomarono la sua. vooazione di biologo. Jf ra laiureato in medicina veterinaria. ~ stato c.-0nsiderato. come uno dei più forti pensatori della Sp.agna. R. C .
Negli Sta.t i Uniti una don.azione iniziale, pari a circa. 25,000 lire italiane, d.arà <>rigine ad un « Istituto d'invest.igazio11i capillari » i11 oui verranno studiate scientifica1ne11te le cause della calviziie e altre .al.terazioni del ~oll o; il laboratorio sarà diretto da un membro della « Columbia t Tniversity », di Ne'v York.
Falsa mt-dichessa. E stata dichiarata in contra\venzione, in base all'art. 23 della legge sanitaria, e tradotta in carcere, cert.a Rotondi Ernesta fu Luigi, che a Reggio EmiJ.ia, ove si recava periodicamente, dava consultazioni sanitarie e prescriveva cure e somministrav.a ri1ned.i; aveva raccolto una fitta clientela.
, s.
te
:€ n1orto a 69 .anni il prof. JOHN ADDISON FORDYCE, che insegnava dermatologia e sifilografia all'Università di New York. Il Ford•vce ha orientato la medicina allo studio del liquido cefalo-rachidiano per la diagnosi della neurosifilide, studio che do.veva dimostr.arsi così
•
Indice aliabetico per materie. ' Arteriosclerosi addominaJe . . Pag. 1096 )) Ascesso subfrenico . . 1096 • )) Bacillo tuber~olare : colorazione 1098 )) Bar,terium coli: bj.ologi.a 1095 Bibliografia . )) 1093 )) BuF.\LINI 1\-I.: per . 1087 )) Cervelletto: agenesia totale 1095 )) Cervello: angiotettonica . 1095 )) Coniglio: soropla.smosi 1095 • Carion~itelioma ta lunga latenza 1094 )) Diabete : cura insulinica 1095 Epilessie: cura delle forme convulsive g1·~vi con iniezioni di luminal sodico )) nella cisterna magn.a 1074 )) Eugenica e guerra . 1098 )) Intestino cieco: linfoma 1085 Licenziame·nto per sopp·ress1 011.e di po))
sto: f<Jrma . o .,,
.
))
1103
Mioclo11ie i1elle sindromi p-0stencefali. Pag. tiche Organoterap~a: valutazi_one farmacok>g1ca e significato pratico dei ,,.art )) preparati . Peritonite pneumococcica )) Peritoniti gonocoociche nelle bambine )) Popolazione mondiale: aumento . )) Scroto : struttura Secrezion~ interne: disturbi d'origine » ere-lo-luetica )) Tracoma: vigilanz.a Tubercolosi ilare: importa11za di.agno)) stica dei sintomi Tubercolosi peritoneale: trattamento moperitoneo . Tubercolosi polmonare: calcioproct oclisi )) Visceroptosi: trattamento . Xantela.sma: cura medioa . ))
)) ))
))
1090. 1091 1097. 1097 1100 10941089 1101 1088· 1097 1083 1097 1099t
di proprietà rlaervatt. - É vi.ettita la riprodueione di lavori pubblicati nel POLICLINICO e la pubblietlZÌOfU' dei sunH dif ~ 4lPn zn M tar'n8 la fon~.
• na · Sta.b. TLpo-Lit. Arma.ni di M. Oourrier.
V. ASCOLI,
•
&ed. re&'I>·
I
\
IL PO.:...!CLINICO
(PAGINA DELL'A}.IMINISTRAZIONE >
.
SE Z. PRATICA - FASO. 31
:Pubblicazioni a disposizione dei nostri abbon ati : Uot t. p1·of. CARLO DE GREGORIO
Lib. doc. nella R . Università di Ro1na.
SINDROMJ IPOFISARIE
•
.Sommario. - Int1~uzione. - PARTE PRIM A : Premesse di morfologia, fisio-pato(ogia e diagnostica generale ipofisaria. Ca;p. I . Anatomia dell'31ppa.r.ato ipofis;ario. I quattro te.ssuit i ohe .lo compongono. Caip. II. Fisiopatologia sperimentaJe e clinica; le localizzazioni ftliniiionali dell'.aipparato ipofisario. Cap. III. SemioJogia e diagnostica generale dEill'ipofisi. .Alterazioni .della sella trurcica. Sinromi oou.I.ari. Sensibilità, agli estratti ipofisari. Cefalea pitmitaJ'lia. Adiposità i.po:fìsaria. Ipote1".Illia. Alterazioni nella tollera!ilza dei oa1rboidrati. Cachessia. Distu1rbi da.ll'appairato genitale. S intomi sohele-trici . Sintomi tegumentani. Sinrt-0ani n eurovegetativi . Poliuria. Sintomi psiohici. Sonnolenza e narcoli1ssia . Sintomi di s~uil~brio interglandolaTe a1ssociati atlle lesioni ipofisarie. - PARTE SECONDA : Le sindromi cliniche ipofisarie. Cap. I. Dj,visione clinica-patogenetica delle sindromi ~pofi1s•arie. - 1Cap . II . Sindromi ipofisarie: 1) Ca.chessia iporfi·s aria; 2) N runismo ipoosario ; 3) Infantilismo ipofisario; 4) Feminilism-0 ipofisal'io; 5) Distrofia adiposo-genitale; 6) Diabete jnsipido 1i•pofìsa1~0; 7) Acromegalia; 8) Gigantismo iipofisario ed aoromegalog iganti1S!Illo; 9) Temperamento ipopituita.rico, ciiperpi tJuitairico, dispituitarico. Un volume in-8°, di tpagg. 156, OOiD. 8 fig~u:re e 6 tavole fruori testo, nitida1nsnte strumipato su ottli.ma oa·rta. Prezzo L. 1 5. P er i nostri a1b1b onati isole L. 1 3.50 franco di porlo.
- --
Dot.t. Prof. GIOVANNI PETELLA - Generale Me1iico di Marina
eERE1\ LI e VIT1\M. I NE Studi Sintetici su alcuni problemi di alimentazione
•
[~DICE-S O~IMARJO: CAP.
coltura a ~1. e VI. -
I. - Frnmento e pnne quotidi:1 no, pag. 1 a 38. -· C'AP. II. - Il riso nella cer~all · e nell'a.lin1entazione, pag. 39 a 59 . - CAP . 11 1. · Di a lcuni a ltri cereali maggiori e di due minori, pag. 60 CAP. TV .. Di dl1e q11estioni a li n1~ntari: l'n nq patologica, l'A ltra norma 1~. pag. 82 a 109. CA 'P . V J.1a Qt1eqtione d~l l~ ' itAminP, PR.e:. 110 a 155. voh1me in-8, in nitidissima veste tipografica, preD') L. 1 6. Per i no:3tri abbonati sole L. 1 3 . 90 io
l!n oorto franco.
l)ott. prof. ARMANDO 1lR.A.GO Lib. doc. nella R. Univer sità di Roma.
.
L'ANAFILASSI ALIMENTARE NEL BAMBINO Un volume in-So, cli pagg. ,~I-269, in nitidissimi tipi e veste tipografica. .abbonat•i isole L . 2 7. 9 O in porto f ramoo.
·P rezzo L . 30. P er i nostri
=====================================
Dott. prof. GIOVANNI PETELLA. della R. Uni-v·el'.sità di Napoili.
secondo le vedute moderne * *
.E
ad uso dei medici pratici e degli studenti.
Ristampa 1924:, cQn lettera del prof. A. Cardarelli tT11 volume in-so, di pagg. VII-339, nitidaanente stampato s•u iearta . di lusso, con 29 figure ~ntercalate nel te~to. I n commercio L. 2 4 p1:ù le spese .p ostali di spedizione e di imballaggio. Pei nostri abbonati sole L. 2 2. 9 O f.ranco di parto .
I
•
====================================
:Oott. C. F. ZA.NELLI -
Docente di Clini ca delle malattie nervore
El e.m enti di Diatermoterapia IOMMARIO. - PREMESSA. - I . PARTE GENERALE. A) PARTF! TBORlCA : Correnti d'alta frequ enza. • Danonvalizzazione e d .;i. termia. • Leggi delle diatermia. • Direzione della corrente. • Aumento della temperatura nei tessuti. • Effetti fisiologici della cor· r ente diatermica. • Diat erm ia in confronto di altri mezzi ca1orificl. - B) PARTE PRATICA: Apparecchi per diatermia. • Elettrodi. . Applicazione, fissazione, collegamento degli elettrodi. - Dosaggio della corrente. • Diatermia generale. • Regolazione dell'apparec· Chio e poslzK>ne del paziente.• Modo di ovviare a possibili •nconvenienu. - II. PARTE SPECIALE. Applicazioni cliniche. • Ap. parato circolatorio • respiratorio • digerente. • Sistema nerrt>so. • Sistema muscolare. • Apparato osteoarticolare. • Apparato lenitourir•ario. • Orecchio, naao e gola, denti•• pelle. • Diatermia ChirUf'gica e sue applicazioni. • Controindicazioni, • Lesioni diat•· miche e loro cur~ •• Bibliografia.
Un vol11me, in-16 1 di .p ag. 183, con 80 figure intercalate nel te:sto. Prezzo L. 1 2. Pe-r i no.stri abbo. nati sol e L. 11,20 in porto franco. =====================================~
I M: e di e a m enti u su a I i
Prof. LUIGI FERRANNINI Prontuario di farmacoterapia corrente -
(3a
edizione).
Questo libro ohe non vuole avere alcuna pretensione scientifica o didattica, ba il pregio di essere il mtn~ore su~cinto dt:•._•. farmacoterapia corrente. Solo le sostanze che il medico realmente ed abitualmente adopera furono prese in c~~s1dera: iione, ma. unicamente per la parte che interessa il pratico e che riguarda la medicina interna. I n questa terza. edizione si :.ono aggiunti ancora altri nuovi capitoli che non sembrano doversi trascurare. Il libro è anche corredato di un esatto ioùice alfabetico. Un volu~ in-16" di pagine IV -214. • L. 6 più le spese poetali di spedizione e dt imballaggio. ~I' gli abbonati al POLICLINICO sole L. 6, 7 5 franco di porto •
-------
P er otten.e<re-qu-anto sopra inviare VagLia Postalealt'Edi tore LL.lGl POZZI -
----- -
l 'i a
istina, 14
-
ROMA.
ANNO XXXIII
Roma, 9 Agosto 1926
Fase. 32
fondato dai professori:
GUIDO BACCELLI
FRANCES,C O DURANTE
· SEZIONg PRATICA
REDATTORE CAPO: PROF. VITTORIO ASCOLI SOMMARIO. Riviste sintetiche: G. Urbino: Su1l'opoteraipia sanguigna.
Lavori originali : G. Ayrula: La. .cura delle forme oonvulsive giravi delle eyilessà.e IC-On le iniemonli di lumillla.l sodioo nella cisterna m agna. Osservazioni c11nicha : F. Graziaini: Volumin06a. cisti da echinococco de1la m •i·l za con 502 vesCiicole proligere ed nn1a gr06S3. oisti eso gen a della Ve!:>cica UT.inaria. S. Blivon.a: Cisti .idatidea del g.inoooblio', Sunti e rassegne : SEMEIOTICA : Byrne: Le ;pul)'ille nelle ,a,ffeztionli 6-0maUlohe e viisceral'Ì. - FARMACOLOGIA E TE· RAPIA : E. Burgi : Il &ignrifìcato .farmacologico delle m iscele medicamentose r 3d.nergiemo). - CHIRURGIA: A. Ludwig: This ultati lontadli deg1li <>11>erati di M. di Ba· sed-0w. - Gmel~n e Kowitz : M·i surazione, oon rioerohe del rrlicaanbio g3.l.S6-05<> resp!Ì.l'latoirio, de lle va riazioni fu·nzi-0nali della. rtiiroide a.rnim rulata.. ~determinate dailla tel'la{Pia oh!irnirgica. IGIENE : u. Deg.amello : Le condizioni igie1lli-co-€anit~tr1e delJ. 'Italia duTante la guerra (1915-1918) i!ll oonifironto codi iperiodi ante- e post-bellico. Cenni bibliografici.
Accademie, So~ietà mediche, congressi : Società Medioo-Ohir wrgica B ellunese. Appunti per ii medico Jlll"atico : CASISTICA E TERAPIA: La t03.ch01S6ia. ipofisa.rli.a. Lo stato iaittuaùe delle oonoscenze sulla P'l t 0-1?eLrei della 51Pa&mofilia infanitile. Paratiroidi ed osteite fibrosa. - Ooma d~abetico senza. a.cetonul'!ia. - P ericoli del!la ·t era.pia iodiioa rn.el Basedow e nell 'ipertiroid,i smo. - L'inifl uenza. d ella sommi niGtrazione di jod/o e del riiiposo nellia chirwrg.i:a del goz110 esofta.lrnioo. - Fattori JiitPoool UJbil:i : Vitrusterine; Exorimonì. - ~01 E DI MEDICINA SCIENTIFICA : Oomiportam enito d.ffile agglutinine tMìoehe a:iella gIDavii.•doamza e n el puenpel'fio. - V AIUA· Politi ca sanitaria e giurisprudenza: G. Selva,g,g d: Oon.troversie giUJridiche. Nella vita 9rotessionale : E . Ligorio : ,SU!l oonrtl'liibuto degli OS1Pedali .a.iLla istruzione cil!inioa degl'i stud.aniti di m edioima.. - Conoorr:,~. -- Nomine, Iìll'Omozioni ed onorificenze. Notizie diverse. Rassegna dell?. stampa medica. Indice alfabetico per materie,
SOLLECITAZIONE
I signori abbonati che non hanno pagato ancora la seconda rata seme· strale a compimento delf importo del proprio abbonamento pel 1926. sono vivamente pregati di farne sollecita rimessa, mediante vaglia postale. L 'EDITORE:
N. B. -
LUIGI POZZI.
Del vaglia postale ch e si invia devesi conser vare il polizzino di ricevuta.
RIVISTE SINTETICHE. Sull'opoterapia sanguigna. Prof. GIULIO URBINO docente nell'Univer sità di Fir enze. Poichè il sangue negli animali superiori, costitu isce una condizione as5oluta di vita, è stato usato in terapia fino dai primi anni dell'umanità, sia che si facesse bere del sangue ca1do sgorgante dal collo ,degli animali sgozzati, sia che, all'epoca r om ana, i vincitori sugges5ero il c;angue dei vinti per acquistarne la robustezza, la sal11te, il coraggio, le virtù .. Nel medio e\ro il sangue di toro, di lepre, di cervo in amore, ed anche il .sangue mestrualE:, erano usati come bevanda a fine di rinvigorire, r.endere ~iù agile il corpo, più salace in amore. Dalle bevande si passò ai bagni e le antiche r e-
gine 5i immergevano in vascl1e piene di sangue dei 10ro schiavi, per conservar e intatta la freschezza del carnato, la bellezza, la gioventù ed in epoca molto più tarda perfin o Luigi XI, che era lebbroso ed epilettico, usava bagni di sangue ani. male. Poi, in tempi più evoluti, si pensò alla trasfusion e del sangue e le cronacl1e narrano che a Papa Innocenzo VII, che era in stato comatoso, f11rono fatte tre tra5fusioni di sangue umano suc· cessive: tali 1pratiche p eraltro divulgan•dosi di· ·vpnnero 5iffattamente alla moda da d egenerare in abU$O, per modo che il Parlamento e la Corte di Roma dovettero formalmente proibirle. Caduta in completo oblìo Ja trasfusione sanguign a, ne fu tra1ta all'inizio del secolo xrx, per merito special· mente di Hufland, Groef, ~oer e Bl-0ndell, i quali avendo osservato che un animale dis5anguato fino a morte apparente, ritorna in vita se gli si trasfonde d el sangue in quantità molto inferior e a (fl1ella che gli venne sottratta, videro in questo •
1110
IL POLICLINICO
procedimeuto la possibilità di applicazioni terapeutiche e furono i primi a riconoscere il principio della tos5icità del sangue di una data specie animale per un'altra, e la necessità, per gli umani, di una trasfusione proc.edente da uomo ad nomo. Così per un certo tempo la trasfusione sanguigna ripre$e voga, ma allorch1è il Ponfick dimostrò che gli elementi morfologici del sangue trasfu$o, rapidamente si alterano e scompaiono. il metodo fu abbandonato e non fu riesumato che negli ultimi anni. Restava pertanto acquisita la n.ozione che il sangue contiene rprincìpi e sostanze tali da esercitare 11na speciale azione curativa in ·d eterminate affezioni, e, se la trasfusione fu abban<l.o .. nata, sor5e l 'opoterapia sanguigna nelle sue varie forme che andarono sempre più affermandosi e djvulgandosi, per costituire infine una delle più accreditate terapie. Polveri di sangue > emoglobina, sieri normali e specifici, si contendono il campo, iche peraltro, secondo le più moderne tendenze, sembra spettare a questi ultimi, che per il perf ezionar5i della tecnica, hanno assunto un'importanza ed un valore semrpre più •cons:iiderevoli. I
* **
•
A parte l'emoglo;b ina, nelle .sue diverse pxeparazioni, ben poco interesse hanno i preparati di sangue ·disseccato. L'emoglobina, ottenuta [per l'azione ·di agenti emolitici e quindi dopo precipitazione in cristalli, viene ·di&ciolta in sciroppi glicerinati, oppure in liqu~di iniettabili. Essa presenta lo svantaggio di essere alterata dai succhi digestivi prima di venire assorbita, trasformandosi per l'azione dei 5ucchi gastrici ed intestinali in ematina, emina e metemoglobina, completamente inutilizzabile dall'organismo (Carnot). Se tPOi si somministra per via ipodermica, essa viene eliminata con la bile, se data in piccole dosi, con le urine se in proporzioni più forti; se poi se ne iniettano quantità rilevanti, 5i deposita nei tess11ti sotto forma di pigmento di idrato ferrico (.i\u scher e tLapicque). In sostanza quello che viene assorbito dell'emoglobina, è così piccola cosa che poco c'1è da attP.nder5i dal punto di vista ter~peutico, dalla 5Ua 5omministrazione. Secondo poi le esperienze di Carnet e Baufle, nemmeno messa a contatto con gli eritrociti essa sarebbe assorbita. Nel campo della terapia il maggior interes5e è rappresentato dai sieri, e, fra questi, per ciò che concerne l'opoterapia sanguigna, dal siero emopoietico. JJa caratteristica di questo e la sua s.pe, ci~le azione, -consistono nel fatto che es50 viene prelevato da animali messi ad arte in crisi di g,ttiva rigenerazione ematica (Carnot e De.flandre). 1
[ANNO
XXXIII,
FASC.
32)
P oich è le perdite di sangue in genere si riparano <!on grande facilità, occorre sfruttare que, sta attività emopoietica che è provocata da un processo umorale, ed il meccanismo più 5emplice per determinare una intensa rigenerazione sanguigna, è costituito dal salasso. A seguito di una abbondante sottrazione di sangue, si produce im1nediatamente, ,p er afflu5so di liquido dai tessuti, t1na idratazione che riporta al normale il volume totale del sangue, mentre la proporzione degli eritrociti rimane notevolmente abbassata• In llna fase successiva, a secon,d a che vi è afflusso o deflusso di acqua dai tes5uti al sangue o viceversa, si produce una serie di oscillazioni nell'equilibrio innanzi raggiunto ed a questo sta<lio fa seguito una rapida asce5a 1della proporzione delle emazie: è il vero periodo della rigenerazione 1sanguigna, che, nello spazio di 5, 6 giorni, rtporta alla normale, negli animali da esperimento, il quantitativo dei globuli rossi. Nei preparati microscopici si osservano allora forme giovani e talora anche emazie nucleate: vi è dun·q ue ev~dente rigenerazione 1del sangue. Se durante qt1esta fa5e si fa un prelevamento di sangue e si inietta in un animale nuovo, si constat1 che cp.1esta iniezione provoca in esso un rapido, considerevole aumento del numero delle emazie. Su ·qt1esto prin cipio è fon·d ata la cura di tutte le deficienze sanguigne, a mezzo 1dell'opoterapia e della sieroterai'Pia sanguigna specifica. 1
* **
evidente difatti che l,indi·cazione fondamentale di que5to metodo di terapia è rapipresentato dalle · anemie in genere. I primi tentativi sono stati fatti soromini5trando, per via gastrica, il sangue fresco e l'emoglobina, ma tali sostanze subiscono siffatte modificazioni per opera del proces5o ·di digestione, che il loro effetto utu~ per l'organismo si riduce a ben poca cosa. D,altra parte ' risulta che i princì[pi attivi del sangue risiedono più specialmente nel siero: non è quindi più opportuno usare il sangue anzichè il solo siero. Anche l'impiego della via 5ottocutanea p·er quel che concerne l'emoglobina e l'emoplase, non hanno ·dato risultati molto consi1derevoli; si ha, è vero, un miglioramento dello stato anemico, ma non di alto grado. Più brillanti e più duraturi sono invece i risultati che si ottengono usando il siero emQPoietico, sia che esw venga somministrato 'Per la via ipodermica, che per l 'orale o la rettale. Le anemie postemorragi.che, specie laddove gli organi emopoietici sono sani e r eagiscono in modo energico, sono quelle che naturalmente offrono 1 risultati più rapidi e più felici, · ma anche negli statj anemici postinfettivi, in talune anemie to5È
I
I
[ ..\NNO XXXIII, _FASC. 32]
lltl
SEZIONE PRATICA
si che <saturnismo , alcoolismo) e nelle anemie crjptogenetiche delle quali ci sfugge la causa, la somministrazione dei sieri emoipoietici ha determinato miglioramenti pronti e persistenti. Nelle anemie tubercolari i ri5ultati sono meno costanti: accanto a casi favorevoli nei .quali pur ef:sendovi lesioni tubercolari cospicue il migliora1nento ottenuto in seguito alla somministrazione .cJel siero emopoieti·co si manifestò prontamente e s] mantenne, altri ne furono o5servati in cui il beneficio fu solamente effimero. ln linee generali si può dire che nelle anemie tubercolari, l'opoterapia siP.rica o sanguigna totale trova la sua indicazione razionale là dove l'emopoiesi non .è ostacolata da ur1'eccessiva emolisi (Carnot). Ma i 1 gangue prelevato da animali in emojpoiesi po5Siede tutte le proprietà emostatiche ·d i ogni siero orga. nico, che in questo ·caso speciale si trovano molto r1fforzate dall'aumento ,di lfibrinf ermento , che pre. senta il sangue di animali sottoposti a sala5si razionalmente ripetuti, sia per la loro frequenza sia l()er la loro 1quantità. La coesistenza in uno stesso siero organico di proprietà emOl()oietiche specifiche ed emostatiche particolarmente pronunziate, lo rentde più sipecialmente prezioso nella cura di tutte le discrasie sanguigne perchè combatte tanto i fenomeni ~morragici quanto la per.dita di sangue che ne risulta. Sahli .ed !E. Wiell hanno dimostrato che il sang11e -Oegli emofiliaci e idi ammalati af1etti da porpora, non ·coagula· affatto o sol o molto lentamente: se a questi soggetti si somministra del ~iero di sangue fresco la coagulazione si compie in un ·m odo pressochè normale (in un caso riferito dagli A.A. jl sangue che prima della sommt nistrazjone rdel 5iero impiegava nove ore a coa g11lare, 40 ore dopo la somministrazione del siero coaugulava in 20 minuti). Nella porpora Laumois e :vtorestin hanno del pari ottenuto risultati sorprendenti. Poichè dunque la somministrazione :iel siero ha per effetto ·di aumentare il -potere t1i coagulazione 1del sangue, n e è stata fatta utile applic.azione nella cura delle emorragie sia a sco. po curativo che a scopo 'Preventivo, prima di aiddjvenire ad interventi operatori che sogliono 'ii frPquente ·determinare fatti emorraigici, o innanzi i.l travaglio 1del parto; i risultati ottenuti in un numero considerevole di casi sono 5tati veramente soddisfacenti. Ar1cbe localmente il siero trova un'utile applica~ione, ·specialmente in ginecologia nelle emo1·. ragie da tnmori ulcerati, e nelle emorragie a ti~po di stillicidio sanguigno in seguito ad aborto. Durante il peri odo della vita sessuale ogni don~ na p('r le perdite ·d i sangue cui va ciclicamente soggetta diviene periodicamente anemica, ipoglo-
bulica : le o5servazioni di Deiflandre e <ii Dufour, ehe banno seguìto per molti mesi i loro soggetti, 11anno messo in chiara evidenza il fatto , che nelle donne vi è una spr oporzione nel senso di un deficit, tra la quantità del sangue perduto nel periodo mestruale e la quantità degli eritrociti dcl sangue, sì che ne consegue il ripeter5i di un periodo di anemia, che in taluni casi presenta un a durnta di 14-15 giorni al mese. In questi cast }3 somministrazione di siero emopoietico per via orale ha ·dato sempre risultati positivi, provocando un rapido aumento delle emazie ed abbreYiand o quindi la fase a nemica.
ll p!'i ncipio cui s'inforn1a la preparazione di un siero emopoietico, è costit11ito dalla jpossibilità di provocare in un animale, una pronta ed intensa rigenerazione sanguigna che mira a comipensare lo perùita di sangue consecuti,·a ad un salasso. .-\ nimale prod11ttore è il caYallo che viene accuratamente scelto, in stato di perfetta funzionalità r1egli organi interni e di sana dentatura. Si pratica subito un abbondante salasso, possibilmente in llna sola volta, sottraendo all'animale parecchi litri di 5angue, in modo da provocare una intensa anerr1ia. Lasciato in riposo assoluto, nutrito in abbonda11za specialmente di so5tanze azotate, l'anirnale entra rapidamente in stato di rigenerazione emati ca . Seguendo col conteggio globulare le fasi di q11e"to processo .si vede che per raggiungere il ta$SO primitivo normale, occorre in media qualche sf>ttimana. ...~lcuni giorni dopo il primo Ba~ lasso, vale a dire allorch·è l'animale si trova r ealmente in piena rigen erazione sanguigna, si prati ca una seconda sottrazione di sangue meno coStpicua della precedente: il siero di questo costituisce il siero emopoietico. I sala5si vengono ripetuti ad intervalli regolari. La somministrazione abituale del siero emopoietico è rappresentata da due vie: la buccal" fl la rettale, prefer endosi l'una all'altra a seconda delle irudi·cazioni .fornite caso 1p er caso òalla sintomatologia . morbo.sa, 1dalla natura e d alla sede della malattia, come si può ben facilmente intendere. La via sottocutanea è da riservarsi a casi gr avi, alle anemie acute per emorragie non dominabili chirurgicamente, laddove esiste una assoluta urgenza ad intervenire rapidamente ed intensamente. l\!Ia non si deve 1p er abitudine e sopratutto perchè il 5iero emopoietic-0 si presenta in tiale, usare alla leggiera la via sottocutanea. Ogni siero organico somministrato per via sot. tocutanea in casi di particolare suscettibilità può determinare una reazione a tipo orticaria di lieve intensità, che compare qualche temipo dopo una p~ima iniezione.
•
1
•
1112
l L POI.ICLINJCO
Queste reazioni offrono un quadro clinico caratteristico che ha val5o loro il no1ne di « malattie da siero »; ma in qu ei soggetti, 1che a di8tanza dl mesi -0 di qualche anno hanno subita un'iniezion e di siero, la nuova intro·duzione nella via san· guigna di una dose teraipeutica può prDvocare immediatamente dei fenomeni d'intensità variabile, talora molto grave: lo choc anafilattico è così universalmente noto che non ci sembra il caso di f.ermarci ad illustrarlo : dopo i lavori di Besretdka tanta luce •si è fq.tta in questo cam.p.) che insistervi iè addirittura suiperfluo. l!: peraltro ' 'ero che nel caso particolare d1 questo siero emopoietico di cavallo reazioni sieriche e fenomeni anafilattici sono meno a temere che laddave si us ino sieri antito5sici, ciò è dovuto a particolari procedimenti di inveochiamento e di riscalidamento del siero che hanno per risultato di abba&Sarne la tossicità naturale nella maggior misura possibile riducen dola cioè ad un quinto ·da quella iniziale. ' Ma ancorch è fortemente ridotta questa tossicità naturale persiste ed è n ecessario basare su que. sta nozione la :posologia pratica ·del siero emopoietico che deve dunque essere così con cepita: in tutti quei casi in cui la gravità del progno&tico consente di trascurare le possibili reazioni sieriche - emorragie -acute - il siero deve venir.) iniettato alla dose di 30 eme. In ogni altro stato ipoglobulare - anemie comuni - convalescenze, eoc. , il malato dovrà essere lasciato in condizioni di potere n ell'avvenire ricevere del si.ero per via sottocutanea senza rischio ,d'anafilassi; 'Per ottenere questo .r isultato baster à somministrare il siero per via orale o rettale: queste ' 'ie d'introduzione non 1sono difatti mai .seguite da reazioni sieriche od anafilattiche, mentre hanno il vantaggio di d are sempre risultati terapeutici largamente soddisfacenti l)oichè l'innocuità d el siero usato attraverso la via digesti,,a rpermette di compensare con dosi più elevate la lieve diminuzione di attività causata dall'attraversare esso il tratto dirigente. Infine in tutti· quei casi in cui occorre iniettarlo, il medico possiede il mezzo per mettersi al riparo da up.a sorpresa anafilattica, usando il metodo ·delle iniezioni a dosi subentranti proposto ·da Besredka: frazionando in un 'breve spazio di tempo la dose terapeutica, si determina una vera disensibilizzazione dell'ammalato e si evita ogni fenomeno d'anafilassi. 1
BIBLIOGRAF·IA. LUCATELLO.
Sul va.lore ematopoietico <Li specialt
emolisine. Gazzetta tdegli Ospedali e delle c 1iniche. - Trattamento dell'anemia essenziale con gli anticorpi. XI,. Congresso della Soc. An. Ita
f.-\NNO XXXIII,
FASC. ~lj
liana di Medicina Interna, Roma 24 e 27 ottobre 1904; Semaine il\>lédicale, 2 novembre 1904· WirchO\VS Archiv., t. LXXXIV, p. 207. , Coritrib-ution. à l'étude de la sérothérapie •antianémique. Thèse de Lille, 1908. CASTI GLIONE. Azione àel Siero emotlitico sull'apparGJto ematopoietico. 111 Morgagni, 1906. CARNOT P. Sur l' activité hémopoiétique <Lu sang et des orga.nes régénérés au cours des régénérations viscérales. Comp. Rend. Soc. de Biolo, gie, 1906. In. S11;r le mécanisme de l 'hyperglo bulie' provoque par l e sérum d'animaux en rénovation sanguine. Ibid., 1906. DEFLANDRE et CARNOT. Sur l' activité hémopoiétique des d.iff erents organes au cours de la régénérati on du sang. Comp. Rend. Académie des Scien1ces, 17 septembre 1906. In. In. S11r l'activit é ·hémopoiétique du sérum au cours de la r égériération du sang. Ibid. , 27 ao11t 1906. In. Io. Variation du nombre des hématies chez la f emme pendant la pério<te menstruelle. Comp. Rend. Soc. Biologie, j anvier 1909. DEFLANDRE. ur l 'ingestion de sérum hémopoiétique da.n.s ·C'ertairies anémies post-hémorroogiques. Progrès Médi.c al, 13 .fevrier 1909. Io. Les o:pplications du séru,m hémopoiétique. Thèse de Lille, 1910. .i.\LBANO. La mil::a e le enwpoietine. Giornale internazionale delle Scienze Mediche, 1907. RouSSEL. Le sérum hémotp,o iétique et l e sang d.es, ser:hé du chevaz en état d'hémopoièse dans le.·· régénérations sanguines. Société de Biologie. séan.ce du 12 juillet 1910. YIINET et SoNNEVILLE. Les· injections sous-cutanées de séru.m d.e lapin préala,blement saigné contre 1.a chlorro-anémie essentielle. Semaine 'Médicale, 24 avril 190?. DELEARDE et PAQUET. La sérothérapie de la chlorose et de certai.nes anémies symptomatiques. Echo Médical •du Nord 2 mai 1909. ' DEFOUR. Semaine Médicale, 8 dic. 1909, pag. 582. BRAGA A. Sull'azione terapeutica delle etmopoietine. CAPRON.
Bollettino della Società Medica di Parma, seduta 26 ma:rzo 1909. GIBELLI. Valore del Siero di animali anemizzatt
nella rigenerazione del sangue. Bollettino della
R. A·ccademia 1\IIedica ·di Gen-0va, anno XXVI, n. 2-3, 1911; Ueber den l iVert des Sérunns anlimisch gemachten T iere Bei der Rigeneration des Blutes. Arch. f. Esp. Path. u. Phar., Btl. 65, 1911. BEZANçON F. et LABBÉ 1\1. Traité d'hétynatolog1e. Pa .. ris, 1904. GILBERT. Traité de medicine. Malad.ies àu sang. IscovESco H. Physiologie des globules rouges, 11i.écanisme autorégulateur de L'hémopoièse. Semain e Médicale, 2.5 septembre 19'12. HIRSCHFEI.D. Det progressi nel campo delle malattie del sangue. Nel LEYDEN e l{LEPERER: La Clinica -contemporanea, vol. Xli, 1912. FERRATA. Morfologia del sangue normale e patologico, 1912. MONGOUR et FOUQUET. L e sérum de cheval normal, son utilisation en thérapeutique. Poinat, Par is, 1912. MASSALONGO e GASPERINI. Il valore emopoietico aei Siero di a.riimale anemizzato col salasso. Il Po-
liclinico, 1913, vol. XX..J\1. CARNOT. Opothérapie. Ballière, Paris, 1914.
: ..umo L\:XIII, l"ASC. 32]
SEZIONE PRATICA
LAVORI ORIGINALI.
1113
il periodo del male il tipo nettamente jacksoniano n el 3° e 40 caso, mentre furon o o divennero ben presto generalizzate negli altri pazienti. Anche i·n questi ultimi, durante gli intervalli fr·a le crisi e dopo la cessazion e di esse, era osserv~bile un ·deficit motorio e una modifi·cazione ·d ei riflessi tE>n din ei •degli arti del lato nel quale le sco.sse clonico-toniche erano più accentuate. Questo deficit ·costjtuiva la prova che erano interessati i centri corticali inotori prevalentemente dal lato opposto. Detto deficit, p erò, scomparve in tutti i casi, come avvi-en e ordinariamente, dopo. u n certo tempo ·dalle crisi epilettitc·h e, tranne n el 30 caso (epilessia traumatica), nel quale rimase una emiastenia degli arti di sinistra e una astereostesia e anabatie5tesia dell'arto superiore omonimo. In tutti i casi la tem1peratura si elevò più o meno e nel seoonrdo raggiunse 40.2, ìl polso era pie-colo e frequente, il respiro sup erficiale e stertoroso nei momenti di maggior gravità del male, la coscienza conservata parzialmente per un ce-rto tE>mpo nel 3° e 40 caso, perdt1ta •d el tutto fin dal ptimo giorno negli altri, le urine contenevano tracce di albumina al 2° o al 3° giorno dell'inizio delle crisi. Non ho riscontrato nessun parallelismo fra n umero delle crisi, il grado ·d ella temperatura, le qualità flP \ polso e la profondità del coma. Non sarà inutile rilevare. inoltre, che n ei miei pazi _,nt} negli intervalli fra le crisi, la pressio11e del li1q uor non era aumentata, anzi in uno era un po' minore cle1la media normale;· aumentava notevolmente nel momento dell'attacco e più precisamente n ella fase tonica di esso, per ridiscendere nella fase di riso. luzione muscolare completa. Era evidente che l'ipertensione del liquor 11on fosse la causa delle crisi; difatti la sqttrazione di una certa quantità cli esso non modificò la serie delle crisi, anzi nel 30 caso li rese più numerosi e più gravi. L'ipertensibne era l'effetto delle crisi e 1pi'L1 precisamente della stasi delle vene encefaliche, inerente alla meccanica dell'accesso (spasmo della glonide, contrazione spasmodica dei muscoli respiratori, ap. nea stasi venosa generalizzata, ecc.). Neanche la linfocito5i ·discreta, riscontrata in un caso nel liquido estratto dalla ci stern a magna prima ·di iniettarvi la soluzione di luminal, doveva mettersi in rapporto di causalità c0n le crisi; essa certamente era dovuta alla iniezione endorachidiana di luminal-natrium eseguita due giorni prima e dimostratasi insufficiente a ''incere la sindrome convulsiva. Di fatti negli altri casi, n~i quali la puntu. ra della cisterna magna non era stata precedutu. da u11a iniezione endoracl1idiana il liquor non presentava nè linfocitosi nè modificazione delle 1proteine, nè positiYità delle reazioni colloidali. E che il luminal sodico introdotto negli spazi sub-
•
1
R. CLINICA NEUROPSICHIATRICA DI ROMA. , Direttore : tPrOf. G. MINGAZZINJ
La cu1·a delle forme· convulsive g1·avi ·delle epilessie con le iniezioni di luminal sodico nella ciste1·na magna. Dott. GIUSEPPE AYALA, aiuto e libero docente. (Cont. e fine; veG.i fase . 31).
Le sin·d romi convu1sive acute e gravi presentn te dai miei pazienti n on differivano essenzialmente fra loro e non la:sciavano alcun dubbio 5ulla loro natura chiaramente epilettica nel sen·.o aJDjpiO della parola. Le caratteristiche dei singoli attacchi erano cosi tipiche che qualunque diagr1osi differenziale sarebbe 1stata oziosa. Rimaneva pe"ò a stabilire, almeno n ei primi due casi, se si ~rattava di epilessia idiopatica o sintomatica, ovveTo di crisi epilettiformi. È noto che questa maggiore precisione della d]agnosi -d egli attacchi dn serie più o meno ravvicinati e ipiù o meno completi o di uno s!atus eptlepticus n on è sempre ragg·iungibile quan do manchino le notizie anamnestiche; solo, a volte, si possono trarre criteri diflferenziali dai sintomi concomitanti, quando è 1possibile rilevarli. Cosi nei primi due casi riferiti la normalità delle urine da principio ·d ella sindrome, ·1· aJssenza (li edemi, la mancanza ·di alterazione ·del fondo dell'occl1io, rlella pression e e della costituzione del liquor, rendevano poco amm~ssibile l'ipotesi di una epilessia tossica da uremia o da acidosi diabetica, di epilessia sintomatica da tumore o ac.cesso cerebrale, e di una ·d emenza paralitica; ma non permettevano di affermare, senz'altro, che si trattasse di epiJessi a così detta essenzi·a le. Nel terzo caso, invece, era evidente, sia per la presenza degli esiti della frattura dell'osso occi• pitale, sia per il tipo nettamente j acksoniano delle crisi, che ·Ci trovavamo in presen za di epilessia ipost-traumatica; cosi pure nei due ultimi casi sapevamo trattarsi di attacchi così detti epilettiior. mj, rtp.etentisi fino a costituire un vero stato di male colle .sue due fasi tipiche, co11vulsiva e comatosa. Epilettica o epilettiforme , essenziale o sintoma. ti•ca in tutti i casi la sindrom e non si iniziò d'emblée, ma con attacchi isolati che, da princ1. pio, non ,p otevano far prevedere il loro ripetersi e il com1plicarsi con altri sintomi. La frequenza e i! nt1rnero delle ctisi fll differente, e variò nello stesso paziente n ei 'rari giorni, sia spontaneamente sia per l'azione di sedativi somministrati o per le cure fisich.e usate. Le crisi con ser,rarono quasi per tutto 1
1
I
'
I
•
1114
IL POLICLINICO
aracnoidali produca una modificazione del li~uor (linfocitosi, lieve iperalbuminosi, positività della reazione di Pandy) mi era già noto, aven·dola osservata in ·quei casi di epilessia o di corea net quali avevo praticato •Con qualche giorno d'intervallo più iniezioni endorachi diane del medicinale in parola. Ma non ho creduto, come non credo, che sia il caso di tener conto di queste modificazioni umorali, sia perchè es&e non si accompagnano a fenomeni subbiettivi e obbiettivi di meningismo, sia perchè &ono di breve durata e non lasciano alcun reliquato. Il timore di aggravare la con gestione già esistente delle pie meningi con la introduzione del medicinale nelle cisterne della base non .si mostrò molto fondato. I fatti mostrarono che il beneficio della ces&azione degli attacchi e quindi ·delle condizioni che determinavano la ·congestione era talmente supeliore da far trascurare la possibilità di un lieve aggra,ra1nento della congestione o dell'edemp. delle l eptome11ingi. Quanta sia la tolleranza dei tessuti aracnoidali, e degli organi encefalici in gen ere, di fronte al n1edicinale sedativo portato a loro più immediato contatto, lo dimo&tra sf>ecialmente l'ultimo caso (5°) particolarmente gra,,e, sia perchè la demenza paralitica era molto avanzata, sia perchè lo status epile1pticus entrò in poche ore nella fase comatosa accompagnandosi a febbre, a polso piccol0, e a decub1ti . Le con·dizioni gravissime di questo 'Paziente e la inefficacia degli altri rimedi tentati mi face,1ano dubitare molto della opportunità della iniezione di luminal n ella ci&terna magna. L'esito di qu esta iniezione dissipò i miei timori e mostrò che c'iè sempre da sperare, e poco da temere, cf a questo mezzo di cura, anche quando tutti gli ultri rime-di siano falliti e le condizioni gravissi1ne generali del paziente lasciano adito a pocbi'ssin1e speranze. Più che in questi casi gravi ·d i paralisi generiale 11 metodo curativo 1propoisto mi sembra particolarmente indicato nei dementi paralitici ancora curabil1, 5pecialmente ora cl1e la loro malattia . i1on rappresenta 1)i ù, r on1e era per lo innanzi, una fatale condizione senza scampo. Un demente paralitico, in via di miglioramento o di remissio. ne, può perdere, come 110 veduto in un caso, tutto il beneficio della .cura malarica (o specifica), in segnito ad una serie di crisi epilettiformi, ripetentesi per 1p iù giorni di seguito, anche se riesce a superarle. Quindi ritengo molto utile, anche in questi casi , inter,renire con u11 metodo di cura che quasi certamente riesce a troncare immediata, mente le crisi convulsi,,e cl1e potrebbero r iuscire dannose o fatali. Certo l'utilità di questo arre&to degli attaccl1i sarà maggiore nelle forme di epilessia criptogenetica (essenziale) e specialmente 1
1
[ ANNO
XXXIII, FASC. 32)
in quei soggetti che solo di tanto in tanto banno attacchi e che conservano integra la loro mentalità, la quale sar ebbe deteriorata certamente dal ripetersi degli attacchi. Del pari non sarà di poco vantaggio per la donna (e per il feto) troncare le crisi eclampsiche, contro le .quali neanche le inie. zioni subaracnoidali idi luminal natrium, a dosi rned~camentose, riescono sicuramente efficaci e di pronta azione come occorrerebbe. Colle iniezioni di luminal natrium nella cisterna cerebello-medullaris, è appena n ecessario avvertirlo, non si può 5perare di agire sulle cause etiologiche e sulle lesioni anatomo-patologiche da cui dipendono le crisi epilettiche o epilettiformi; esse sono una cura sintomatica :pronta e di quasi sicuro effetto della sin1drome acuta, grave e spesso fatale. I-fanno, insomma, tutto il valore di un soccorso di urgenza, che deve ·essere 1p reso senza indugio e di effetto utile tanto maggiore quanto più precocemente applicato. Nei miei. caisi, trattand05i delle prime app1iieazioni del metodo, ho cercato, prima di praticare la iniezione n ella cisterna magna. di ottenere un rist1ltato curativo con gli altri mezzi comprese le iniezioni endo,1 enose ed endorachidi.ane di luminal-natrium. Però l'e&perienz,a mi ha ammaestrato a non perdere tempo e ricorrere il più presto possibile alla iniezione del detto medicinale nella .cisterna magna. N1è ci sarà da pentirsene anche se in un determinato caso si sarebbe po. t11to vinic ere le crisi convulsive con cure diver5e. Però f'arà 01pport.uno fare qualche ora rprima una iniezione endovenosa o an·che sottocutanea di lu· minal sodico, la .quale, se non dominerà lo status epileptict1s, darà una certa calma e una tregua ·di qualche ora, in modo che riuscirà meno difficile trov.are il momento opportuno per praticare, con maggior sicurezza, la puntura suboccipitale. E evidente che questa tiesce di difficile ese. c11zione quando le crisi sono subentranti e gli I spasmi tonici dei muscoli della nuca iperestendano il capo o Io volgono da un lato. Bisogna cogliere il momento d 'intervallo fra due attaccht; momento che sarà più lungo se preventivamente un sedativo-ipnotico avrà agito in qualche modo sui centri cortico-sottocorttcali epilettogeni. Nei miei casi non mi è stato ·difficile cogliere questo momento senza bisogno di ricorrere alla clor onarcosi. D'altronde non credo ci sia grande pericolo se, mentre si pratica la puntura, insorge un a crisi, sia perohè colla deflession e del capo l'ago viene portato indietro dagli 5tessi muscoli della nuca contratti e quindi la punta automati· camente esce dalla cistern a magna, rimanen·d o nel ligamentum nuchae, sia perchè c'è il tempu di ritirarlo ~rontamente (senza per altro estrarlo del t11tto) appena si notano i primi spasmi tonici. 1
[ANNO
!
i
1·
XXXIII, .F ASC. 32]
SEZIONE PRATICA
Per prevenire anche la possibilità di rottura dell'ago preso fra l'osso occipitale e l'arco dell'atlante, preferjsco usare un ago di [platino ire, dato a punta cortissima. Due siringhe di vetro da 2 cc., ·Che innestino bene al ;paJdiglione dell'ago, completano l'armamentario nece&sario 1per questo piccolo intervento. Una siringa servirà sia per disostruire eventualmente il lume dell'·ago spingendovi dentro qualche goccia dii soluzione fisiologica sterile, che funziona da mandrino liquido, sia per aspirare del liquor quaTI!do esce molto lentamente. abbreviando così questo primo tempo dell'intervento. L'altra siringa si userà per praticare l'iniezione della soluzione di luminal-natrium. Questa deve essere preparata id i recente, ponendo 2 o 3 cc . .di acqua distil'l ata sterile e tepi1da (a 30°) nelle fialette fornite dalla casa e contenenti gr. 0.22 del medicinale. Dosi minori non bastano a troncare ·del tutto le ·c risi e quin·di bi&ognerebbe ripeterle, praticando un'altra puntura suboccipitale dopo breve tempo. La introduzione del medicamento nella cisterna magna, per quanto si desideri di far presto per non essere sor,p resi da una crisi, deve essere eseguita con lentezza e cautela, sorvegliando, o facendo sorvegliare da un collega, accuratamente il malato. J'erminata la iniezione uso lasciare il paziente per un paio di ore in posizione .supina (1) col capo più basso del tronco in modo da facilitare la diffusione della soluzione iniettata verso la convessità dell'encefalo e forse verso i ventriic oli cerebrali. Nel giorno della puntu11a e l'indomani è bene far fare iniezioni di olio canforato più o meno frequenti a secondo la graYi tà delle condizioni generali e specialme11te della q·ualità del polso. La iniezione di luminal-sodico per se stess'\, almeno a giudicare dai miei casi, non solo non peggiora, come si è detto, le funzioni cardiache e respiratorie, ma 1sembra che le migliori, forse indirettamente, perchè, facendo cessare le scariche motorie partenti dai .c entri corticali o sottocorticali, mette in riposo anche i nuclei bulbari del vago e in genere tutti 1quelli scaglionati nel tpa\'iment.o del IV ventricolo, regolato1~i della funzione respiratoria, ·del ritmo cardiaco e della termo•genesi. Infatti oltre, e più prontamente che il miglioramento •d ell'azione cardiaca, dopo l'iniezione ho osservato che il respiro si faceva meno superficiale e diveniva ru·ssante, come quello di chi dorma più o meno profondamente, mentre la temperatnl'a si abbassava al livello normale entro poche ore e l'albumina scompariva nelle urine. L'importanza dell'effetto benefico sul centro ter-
(1) La posizione prona non è necessaria come dopo la P. L. nè sarebbe possibile specie in ma. lati che respirano male, e che durante una crisi potrebbero rimanere soffocati. •
1115
rnoregolatore appare tanto più· evi.dente se si riflette al significato della ipertermia, che è sempre foriera ·di esito infausto, e che poco viene mo·d ifi. cata dai soliti mezzi fisici (bagno tiepido, vescica di ghiaccio sul capo, ecc). Ora, che io sappia, effetti ugualmente pronti sulle funzioni dei centri della vita vegetativa non sono stati notati in 1seguito alla somministrazione di antiepilettici e· sedativi fatta per altre i..·ie co11tro gli attacchi in serie e contro lo status epilepticus. E che così debba essere si comprende facilmente, poichiè, come si è più soa;>ra accennato, le sostanze introdotte per os, per via endovenosa, sottocutanea ed endorachidea giungono in forte diluizione e con notevole ritardo ai centri encefalici che si cerca moderare e calmare. Iniettate, invece, n ella cisterna magna vengono a contatto immediato della superficie esterna ed interna •dell'encefalo e a;>Ossono agire direttamente su i centri epilettogeni encefalici, qualunque essl siano, in qualunque modo stimolati o lasciati liberi dei freni inibitori, e, indirettamente, sui nu, rlri somatici e viscerali bulbo-pontini e delle corna anteriori •del midollo 1spinale. Certo il meocanismo, col quale si svolge l'azione sedativa-ipnotica del sale sodico dell'acido fe· niletilbarbiturico intro·d otto n ella cisterna magna, meriterebbe essere approfondito , perchè ne riu· scirebbe!o più chiare e precise le ·s ue indicazioni non solo nella epilessia, ma anche nella eclamp. sia, nelle manifestazioni epilettiformi di diverse malattie (nella teta-nia, nella spasmofilia, nei tremori, nelle coree, nelle mioclonie, ecc.) . Inoltre lo studio di questo meccanismo 1potrebbe aiutare a chiarire il problema generale, ancora non com· pletamente risoluto, della patogenesi delle epilessie. Ora, sia che si ammetta che le scariche neuro. muscolari epilettiche siano la espressione di una irritazione diretta o indiretta dei centri motori corticali, sia che si accetti l'opinione di coloro che pensano essere l e manifestazioni di questa natura la conseguenza di una ·deficiente azione inibitrice dei centri superiori e d ell'eccitazione dei centri sottopo'Sti, deve ammettersi in ultima analisi che l 'effetto delle sostanze antie1p ilettiche consista nel correggere la eccessiva irritabilità, o se si vuole la mancanza di disciplina e di misura dei centri corticali (e sottocorticali) motori. Si potrebbe però osservare che se le crisi convul· sive fossero l'effetto esclusivo di una diminuzione dei controlli psichici superiori, non riuscirebbe facile comprendere come la somministrazione di un ipnotico, cl1e paralizza ancor più questi centri e quindi mette i-n maggiore libertà i centri sottoposti, riesca a far cess are le scariche neuromu· 1 • sco.ar1.
I
•
'
1116
IL POLICLINICO
Comunque, e tralasciando di ap~rof ondire questa questione, i fatti e le considerazioni esposte mi autorizzano a •Concludere che le iniezioni di luminal natrium nella cisterna magna costitu1. scono un nuovo e prezioso mezzo curativo, col quale Si può riuscire, prontamente e in modo più sicuro che ·con gli altri metodi finora adoiperati, a troncare la serie delle crisi epilettiche {epi!ettiformi o eolampsiche) molto frequenti e a guarire lo status epilepticus, qualunque n e sia la etjologia e la patogene5i. In un recentissimo lavoro corr1parso ne1 numero di 1maggio de'l The Journ. o! ~lerv . and J..! ent. Disease (vol. 63, n. 5, pag. 446) Patterso11, Do1non e P. Levi, si occupano diffur,amente dei metodi di somministrazione del luminal, ma non accennano neanche alla possibilità di iniettarlo nella cisterna magna. Ciò mi fa supporre che anche in America, dove la puntura subocci, pitale è molto pitl usata che ·da n oi, non siano ancora ricorsi ad essa per la cura 1delle forme gravi de'lla epilessia. Detti autori ritengono di a vere usato per i primi le iniezioni endovenose ed endoracl1i d1 ane del detto m·edicinale; ma evidentem ente a loro sono sfuggiti i lavori in lingua tede·sca ed italiana (alcuni citati nel presente lavoro). Essi Ticorrono alle iniezioni sottocutanee di luminal nelle crisi epilettiche in serie, alle endovenose nello status epilepticuc; e alle iniezioni endorachidiane nei casi comuni di epilessia che si sono mo5trati refrattari al~e somministrazioni del m edicinale ,p er altra via. Essi però fanno precedere la iniezione endorachidiana, tanto nei casi comuni di epilessia cl1e n ella crisi in serie, •dalla sottrazione di ltquor fino a cc. 30; ma os5er,rano in seguito a questa sottrazione i so1iti disturbi post-puntori (febbre fino a 39,5, dolori e cr a1na;>i agli arti, cefal ea violenta, ecc.). Noi 11on abbiamo mai. osservato tali disturbi , sia eseguendo le iniezioni endorachidiane che quelle della cisterna magna, forse percn•è ci s)amo attenuti scrupolosamente alla n orma di cercare in ogni ca5o, per quanto è possibile, di no11 provocare, sottrae·n done una qu·antità superiore al nu1nero dei centimetri cubici di soluzione medicinale da iniettare e trascurando le precauzioni opportune per evitare lo sgocciolìo consecutivo d ella feri1a lasciata dall'ago nella parete del sacco men ingeo, tln di5turbo della m eccanica (statica e dinamica) del liquor. NOTA . -
1
Nuova Interessante Monografia:
Dott. Prof. R. BOMPI ANI Docente e Assistente ne1lia R. Olinica OEìtetrico- Gfunecolo·g i.ca dri. Roma.
L'età pubere nella donna Breve saggio di fisiopatologia costituzionale con un 1 aPpOndice su lle anomalie della mestruazione dalla pubertà all' inizio della vita sessuale. Prefazione del P rof. en. ERNESTO PESTALOZZA. Un volume di pagine Vlli-128, ndtidaanente stampato eu ca.rta eemi1 iatinata. con lu1a grafica e 6 fignre nel testo. - Prezzo I . 1 6 · P er i nostri abbona.ti L. 1 4 ,60 in port.o frninco. Inviar~ vn~lia postale all'Editore LUIGI POZZI _ 'T~a Shstina, 14 - ROMA.
[ ANNO
XXXIII,
FASC.
32t
OSSERVAZIONI CLINICHE. OSPEDALE PROVINCIALE DI ZARA • SEZIONE CHIRURGICA
Voluminosa cisti da echinococco della milza con 502 vescicole p1·olige1·e ed una grossa cis~i esogena della vescica· u1·inaria per il òott. F.
GRAZIANI,
primario.
Crooo doveroso registrare un caso di cisti da ecl1i11o·cocco splenovescicale ·Che iper la sua mole e per le sue complicanze, apparmi unico più che raro fra quelli esistenti nella letteratura. Donna 1cinquantaquattrenne, vedova con figli. Affetta •da vari anni di miocardite consecutiva ad enid ocardite acuta. Nel 1923 si fece visitare ·da un chirurgo, perch·è si era accorta ·di una tumefazione che an. dava sviluppandosi nell'addome, accompagnata da rapido deca:dimento ·delle forze e talora da febbre. Fu diagnosticato un carcinoma diffuso del peritoneo, e sia 'Per la natura del male, sia per le ·condizioni del cuore, fu respinta ogni 1dea d'intervento e furono consigliati i palliativi del caso. La tumefazione gradatamente ·crebbe a diiSmisura e le condizioni generali peggiorarono di pari passo. Fui chiamato dai familiari a visitare la pa, ziente solo 1p er attenuare le sue sofferenze; aifan. no, stanchezza subitanea in ogni mi11imo lavoco; febbre lieve continua con piccole esacerbazioni ves-pertine; inappetenza, pirosi, rigurgito, senso <:li oppressione toraco-gastroad·dominale, <:oliche intestinali, .stipisi ostinata, disturbi della minzione consis tenti in frequente bi·sogno di urinare ac, compagnato talora da tenesmo. E. O. 1Costituzione scheletrico-muscolare discreta, pann~colus adiposus poco conservato; cute e mucose 1p alli•de, cianosi ai pomelli. Torace 'Prei:>· sochè conico a base inferiore; respiro costale; dispnea ora lieve, ora mancata, specie in ogni inovimento e anche nel di·s correre; inversione quantitativa degli atti respiratori; in posizione eretta 24 al minuto primo, seduta 28, ·s upina 30; ma la paziente rifiuta di rimaner supina, perchè di ce di non 'Poter res.pirare. Alla ,p alpazione fre. 1nito vocale tattile rinforzato alle basi. .i\lla percussione digito-digitale, la baise di sinistra si espande incompletamente; spazio di Traube scomparso. All'ascoltazione r espiro aspro su tutto l'àm· bito, specie alle basi, maggiormente a sinistra. Rantoli a .grosse ·b olle a sinistra verso l'apice. Cuore: ventricolo sinistro ingrandito; soffio sisto1'ico alla punta. Polso: duro, taPdo con rare arii.imie. Lingua : impatjnata, ai:l ga;&tri+ea rimpicciolita. ..\d·dome: enormemente sporgente, irregolarrnen· te globoso , c1 catrice ombeli·ca1e appianata: smagliature nu111ero~e ; circonferenza massima, sulla linea ombelicale cm. 139. Consistenza duro-ela- stica; molto teso, lievi•ssi mo senso -O.i ballotta inento in toto: non fr emito idatideo. Scorrendo r.on la palpazione dall'alto in basso, si percepisce 1
.[ANNO
XXXIII,
32)
.F'ASC.
..
• •
SEZIONE PRATICA
•
1111
•
una massa -compatta, liscia che solleva tutto l'ipocon1drio ,sinistro, che si dilffolllde per l'epigarstrio, nell'ipocondrio destro ~er quindi scen·d ere uniformemente in basso occurpando tutto l'addome; tre ,drita al di sotto dell'ombelico, si avverte quasi come un graidino di pa.ssag·gio e quindi la tumefazione continua scen den1do fino al pube e nelle fosse inguinali. In tutto l'ad1dome suono ottuso che si continua senza limiti con quello del .fegato e .dei -ceni e che diminuisce legigermente d 'intensità a misura che si scende sulla linea oma:>elico-pubica. Co:Q la pressione, anche modica, si provoca do,lore profondo. Esame ginecologico negativo. ,Diagnosi : 1scarto Sll'b ito l 'itlea 1di tumpr mal1 moris per la durata ie la mole inco.m patibili con la vita; iper i icar.atteri di . consistenza, .di superfìci, 'J}er l'assenza di ingorghi \glandulari, ecc. Escl uid endo altre neoformazioni, mi fermo in ve1
Data l'accertata diagnosi, penso all'impossiìbilità di sapr.avvivenza prolungata della paziente con i ~intorni in atto e sopratutto al pericolo immanente di una rottura ·intraperitoneale con 'rapida conseg.uenza letale. Pochi mesi addietrò 1infatti a me era occorso •di operare d'urgenza un uomo in !fin di 'Vita per rottura di enorme ctc;ti çti echinocqcco del fegato non ,diagnostiaat.a tino allora. Alla laparatomia, si versò all'esterno ·un tium e vero e proprio di ii.qui1do 'Ci&tico torbido con innumerevoli capsule prolige.r e alJOune delle quali organizzate, altre calcificate, 1ecc. Propongo iperciò l'intervento con pro.gnosi riiservata per la miocardite in atto e le condizion1i ·organiche ,generali. 21 settem•bre 1925. 'Intervento. Morf'iocloroetero- . n·arcosi: dott. Fattovich. Assistente •Chirurgo : dottor Lubin. Laiparatomia totale mediana; 1si scolla sulla 11nea xifombeli cale. con molta ·diffiicoltà il perì-
•
FIGURA 1.
'
Le 1due cisti intere, la prima vuot.ata del conte· nuto li·cruido, ad essa sono aderenti frammenti di epiplon aS1porta.to e fran1IDenti di capsul . . splenica. 1L a più ipiiccola con qualcl1e frammento •di sierO'sa vescLcale. ce sul concetto idi una enorme cisti multipla da ecbinocooco, probabilmente spleni1co sia per i caratteri osservati, •Sia ;per la .frequenza dell'echinococco in Dalmazia e a Zara, come id.alle mie osservazioni personal.i e da !quelle id i coloro che mi precedettero, tra i quali il Pericic ·che :illustrò tale frequenza di morbo in ·U na sua rassegna sta~ tistica fin dal 1906. Propongo perciò il ricovero nel ·m io reparto per compl etare le indagini e concretare il giudizio sull'intervento. Prati•co in ospedale l'esame .ra dio, logico .e otteng-0: emi·dtaframma sinistro più alto; bolla gassosa 1dello stomaco in posizione mediale. Col pasto ·di bario si osserva il fon do sollevato, stirato, arcuato icon ·c on·c avità in basso, quasi a cle.ssidra orizzontale; ipocinesi peristaltica. .In tut. to il resto ·dell'aiddome, -0mbra dens~, ·compatta. Esame ,dell'urina: fosfati e carbonati ab1bondanti, presenza di alb.u mina non dosabile. · Esame tdel sangue: eosinorfilia 3 %. G. R. 4 milioni. G. B. 6,000,000. Potinucleati neutrofili 7 %. Mastzellen 2 ~b . Reazione Wa:ssermann neg.ativa. Reazione Bothelo negativa. Intradermoreazione del Casoni, iniettando un eme. •di li!qui·do di ·cis ti ·da echinO'COOco estratto da animale ·d a macello, tpositiva rdopo 24 ore. 1
1
toneo dalla .p arete cistica sia •anteriormente, sia sul lato destro. Finalmente si isola anteriormente e sui lati, una voluminosissima cisti di colorito grigio scuro, di forma ovalare, a ipareti spesse, molto tese. Con un sottile trequarti si vuotano gr. 1800 di liqu:Udo tottbido, brunaistro, ma la tensione della cisti diminuisce di 1poco. Si passa icon Ja mano sulla parete posteriore scollando le aderenze che is'incontrano, ma sul lobo postero-in;feriore, la mano viene arrestata ·da un osta:colo in:sormontabile dato 1da aderenze .fisse. Nlè si p·u ò di• versamente estrinsecare la oeisti la quale iè ancora mantenuta fissa in alto. Si risa-le allora 1subito all'origine; essa parte dalla capsula splenica alla quale è ·attac-cata per mezzo id i un brevissimo e lango pedùncolo, mentre la milza compressa e res.pinta in alto, non partec~pa alla formazione cistica. Si recide perciò la !Capsula ibadando di non ledere la parete cistica e si iprovvede con· fati ca all'emostasi mediante ipaiquelinizzazione,· sutuTa epiplon-splen'ica e tamponamento. ·Si ·cerca sollevare la ci1Sti, ma essa è anco...a lassamente ma vastamente aderente su tutto il fondo dello stomaoeo e sul lobo epatico sinistro fino alla ip rotuiberanza 1del lobulo di Spi·gello. Tali aderenze si s·collano cautamente col dito. Scollo ancora scendenido in ·b asso e ipOsteriormente, epi-
•
1118
IL
POLTCLI~!CO
plon e anse intestinali e vengo arrestato da due segmenti intestinali saldamente aderenti alla cisti, a tpareti atrofiche, san.guinanti ad ogni minimo tentativo di scollamento e di dissezione, con lume r1strettissimo; ciò mi costringe a ·due rapide resezioni intestinali e suture trasversali. E finalmente ottengo la cisti come in rf otografia (fig. 1) \'UOtata, come si ·è detto, del contenuto liquido. Ma ricoperta da epiplon e rivestita da tessuto connettivo la•sso e aderente sul fondo della vescica esiste una 1seconda cisti della grossezza della testa di un feto (fig. 1) a parete bianca, li.scia, lucente, quas.i trasparente. Essa v)ene ·dissecata dalla sierosa ve&cicale, .sulla quale si passa quai. che punto alla Lambert.
[.~NNO
XXXIII,
FASC.
32J
stratificato; l'interno sottile, molliccio, traspare11te, più chiaro, granuloso. Aperta la cisti con .un taglio a croce (fig. 2) si rinvenne un ammasso stragrande di vescicole proljgere, di colorito giallastro, di forma rotonda. di consistenza gelatinosa, di granldezza variaibilissima ·da que11a rdi un rpisello a quella di una grossa arancia, 1distribuito 1quasi a strati. Lo strato che •si vede in fotografia conta 70 V'escicole prolige.re che si possono quasi en;umerare nella fotografi.a stessa; in totale esse risultarono in numero di 502 oltre qualcuna perduta o disfatta nelle diver.se manipolazioni. Ciascuna ·di esse appariva formata all'esterno dallo strato parenchimale, gelatinoso, all'interno dallo strato cuticolare. Dalla 1
I •
, '
,
, •
•
•
FIGURA 2.
•
La ci·sti più grande a:perta con taglio a croce. All'interno si osservano cisti proligere numerose; lo strato visibile ne conta 70. Emostasi; sutura a strati dell'ad1dome, previa resezione idi lembi cute-sottocutanei esuberanti; tamponamento alla :\1ik.ulicz 1sulla capsula S!pleni ca e piccolo drenaggio di ·ga.r za sull' angolo inferi ore 1della ferita. 1L 'intervento è durato due ore e dieci minuti; il "polso ·si è mantenuto quasi semrpre aritmico; la donna alla fine dell'operazione è molto ;pallida, 1ciispnoica, depressa; polso piccolo, f.r equentissimo, aritmico. Tuttavia per il momPnto si riesce a combattere l'attacco cardiaco ohe invece in 1seg.ui to, dO!po varie alternative, porta all'esito letale. Dopo 48 ore si toglie il tampone e il drenaggio inferiore e in settima 1g iornata si tolgono i punti. Dati anatomo-patologici. P·r esentiamo le fotografie delle due cisti intere che ipoi, aperte, restano ancora conservate in Reparto. La prima pesava kg. 12 (vuotato )1 contenuto liquido); diametro massimo cm. 35 e minimo 30. Pareti spesse, di colorito grigio scuro, divise in due foglietti , l'esterno rpiù spesso, più resistente, •
.~
.stessa fotografia si rile,·a iq;u.a si nel centro di ciascuna vescicola, un addensamento biancastro lucente che in·d ica la gemmazione per la qu ale tSi è pro1dotta e si \'a 1producen do l'invaginazione degli scolici. Il liquido estratto si presentava brunastro, tor, bido, .f ilante, a xeaz.ione alcalina, peso specifico 1008, albumina tracce, presenza di cloruro sodico. All'esame inicroscopico del sedimento si riscon, trano uncini. La secon da 1cisti era di un peso di kg. 4, rotonda, con ·diametro d'i rem. 17. La capsula bianca9 lucente formata di due strati, l'esterno ipiù spesso, più .r esiste.nte, l'interno più sottile. Contenuto della cisti co·m pletamente li:qui·do, -chiaro come acqua di rocea, contenente cloruro .sodico; di reazione alcalina, di peso specifico 1005. All'esame microscopico 1del sedimento, presenza di uncini. In complesso le du e cisti apparivano .quali ' ' eri esemplari cla-ssici la pnma di echinococco fertile, a ~vilu•ppo straordiniario, con numero grandissimo 1
1
1
1
1
,
[ANNO
XXXIII,
FASC.
32]
SEZIONE PRATICA
dj vescicole proligere; la seconda di echinococco sterile a grande sviluppo; forma acefalocisti o idatirde acefalocisti. Per<:hè si è segQiìto il metodo operatorio della estirpazione raidicale? L'aispirazione del contenuto cistico <>eguìta da immissione di liquidi parassiticidi, modifi1c anti, sclerosanti venne subito scartata, perchè vuotata la cavità ,..d i gr. 1800 di liquido, la cisti si era di pochilssimo ridotta di volume, mentre era urgente lilberare 1g li organi con 1 quali essa era connessa, ·d alla granò e pres.. sinne all a quale soggiacevano con le relati ve conseguenze. Juesto metodo perciò se fu attuato e illustrato in casi consimili, dal Concetti, Alessandri, Piazza-Martini, Ceraulo, Cardarelli non po. teva essere utile per noi, senza contare i dan...'li e i 1Pericoli anafilattici e tossici per l'assorbimento del liquido irdatideo, nonchè le recidive; tutte cose da evitare nella nostra paziente. Tale terapia valevole per l'altra cisti meno voluminosa, venne rigettata · per la relativa facilità di enucleazione di essa. Marsurpializzazione di Lin demann-Landau anche essa inapplicabile per il p ericolo dell'invasiorie del liquido e ·delle cisti nel ;peritoneo e negli organi e anche perchè le aderenze con lo stomaco, col fegato e sovra tutto quelle con l'intestino e le alterazioni di esso reclamavano una sollecita rimozione. Me11tre con la mars upializzazione sarebbero rimaste indefinita.mente, aiggravandosi e aggravando lo stato generale, oltre che 1per i disturbi tossici, anche ·p er le lunghe colliquaziont, suppurazioni e fistolizzazioni che talora durano molto a lungo fino ad un anno e mezzo come fu registrato in un caso del Cignozzi, inentre ii Fichera parla di una d i tali fistole che fu perf1no ribelle ad ogni trattamento. Splenectomia. Il nostro era uno dei pochissimi ra,si (cisti juxta-splenic·a) in cui era doveroso rispettare l'organo. A.nche il metodo della riduzione senza drenag. gio usato largamente dal Billroth n elle cisti a semplice contenuto liqutdo, era inapplicabile nel nostro caso, 1Per le stesse ragioni, tanto più che il liquido anch e organoletticamente apparve anormale e l e pareti tutt'altro che flosce dopo l'evacuazione; condizioni sulle ·q uali insistono lo Stir ling, il Vincent, il Mabit e Lagos Garcias che applicarono il metodo taloxa anche in cisti fertili, ma c ondizioni ·Che u.g ualmente noi non avremmo ottenuto per le molteplici aderenze. Similmente non p ensammo neppure al capitonnage che nelle cisti della milza credo sia is tato mai usato. Perciò ci siamo subito aJPpigliati al metodo della estirpazione; metodo ideale e che nel nostro caso, diventava anche metodo necessitatis; ideale per, 1
1
1
•
1119
chè liberando l'addome definitivamente dalla cisti, si ltberavano contemporaneamente tutti gli organi con essa in relazione, riparando le lesioni prodotte; d 'altronde si rispettava l'organo, la cui funzione, certo lesa, non era però abolita com& dimostrava l'esame del 1sangue e l'osservazion& de visu . Tanto più che se la milza non 1è ·u n organo assolutamente in·dispenisabile come è stato dimostrato anche nell'uomo con molteplici spler1ectomie, tuttavia l'importanza 1della sua funzione <lal pu11to di vista fi siologi•co, m edico e anch& chin1rgico per la sua utilità e valore nella difesa dell'organ·i smo contro le infezioni chirurgiche, come ha dimostrato r ecentemente nel suo lavoro il dott. nornano, non giustifica la soppressione dell'organo se non quando è soppressa la funzion e stessa. E se è vero , come il Beresow pensa> che la milza possiede anche funzione ormonica inibitrice sul sistema nervoso autonomo e quin,di vagotonica , indubbiamente in una cardiopaziente, come nel nostro caso, era da evitarsi la splenectomia. E similmente in una cardiopaziente era da evitarsi ogni metodo iehe avrebbe iJ1dotto pro ... cessi m orbosi consecutivi più ·o meno lunghi; 1Perciò anche criterio necessitatiis. 1
* **
Ho voluto illustrare il caso, perchè, come di·cevo, ritengo che -sia unico n ella letteratura splenica per la mole e raro per la specie juxtasplenica. P er quanto mi risulta infatti, l'echinococcodella milza è rarissimo. Il ì\tladelun.g calcola il 0,7 ~{,; il Finsen 0,78 %; il Mai&ser 2,83 %; Donat1' 3 %; Vegas e Cranwel giungono al 3,10 %; Trinkler al 3,20 %; Putzu al 4,25 %; mentre W.arot salea1 6 % e Cignozzi al 9 %. In Italia, dalla letteratura più remota fino ad oggi, i casi di echinococco splenico, come scrisseil Cavina recentem ente in un S llO importantiissh mo studio al riguardo, ammontano s olamente a70 ai quali va aggiunto il mio (1) . Riguardo alle dirnensioni, tutti gli autori stranieri ed italiani parlano di grossezza pari alla testa ·d i un feto & talora a quella di un adulto. In Italia fra le dimensioni più notevoli, trovia-· mo in l\1orgagni: « Sulle sedi e sulle cause del' morbi », che egli all'autQpsi a del cadavere di unru giOl\'ane ventenne, trovò, tra le al tre, un a vescica della milza più voluminosa del naturale. Ed il Morgagni stesso cita un caso del Coiter.· che osservò sotto la milza di un •i mpiccato un 'idal tide ch 'era ,grossa due pugni, mentre G. Davide· Mauchart osservò un 'idatide della · milza n magnus tamen, ut qui basi d iapbragmati annexa; (1) In questi giorni ho letto altri tre casi citati dal Leotta nella seduta del 28 novembre 1925 alla R. Accademia Medica di Roma.
1120
fL
POLICLINICO
virile cai)ut non mediocre aeq uabat; ,p on dere quoque non superabat libras quattor >> ed apertala « aqu.a e enim erumperunt li·b rae ,quattor ». Tommasi 1descrive una cisti splenica riscontrata all'autopsia che dalla sesta costola giungeva alla cresta iliaca e in direzione trasversale al disopra deJ l'ombelico. Taru.ffi parla di una cisti della milza ·con dia. rnetro maggiore ·di cm. 18 e minore di 17. Durante, con una splenectomia, asportò un en'orme echinococco della milza migrato nel basso ventre. Pizzi descrive una splenectomia del .Novaro con la qt1ale venne asportata una cisti del diametro verticale cm. 23 (di ieui 9 spettanti alla milza) diametro trasverso 13, circonferenza 41. Tiicom1 con la splenectomia asportò una cisti splenica di Iun·g hezza cm. 32, ·di cui 12 ap1partenenti alla milza ipertrofica. . Spadaro mediante splenectomia, a,s.portò una cisti di peso 1370 gr., idi lunghezza massima ·cm. 36 e di larghezza 21 e circonferenza 55, ma è com. presa ·l a milza che presentava i segni della iipertrofia malarica. Il Biondi in un suo .caso, parla di 1dimensioni che su'Perano una grossa testa di adulto e il D1mer sulla Sezione ~rati ca ·del Policlinico , rif e. ri.sce un caso operato dal prof. Monzardo con splenectomia, di volume suveriore a quello di una testa di adulto. Riguardo alla specie juxtasplenica credo che oltre al caso presentato, ne esista solo un altro descritto dal .compianto ed illustre mio concittadino prof. Nicola Giannattasio nel 1905 e per il quale egli .srri,·e che la cisti era attaccata 1p er mezzo di un c;ottile peduncolo alla faccia interna della milza iipertro·f i-ca. Ma il nostro caso attrae ancor più la nostra attenzione, quando si. pensi che oltre alla enorme cic;ti j uxtasplenica, altra ne esisteva attaccata alla vesci~a forse indipendente dalla prima. più prob:-thiln1cnte cisti figlia esogena 1della :prirr1a. . . r-riveva l'attuale primario chiru.r go dell'Osped alP di Spalato dott. B . Pericic, nel 1906 quan<1o an rora era primario a .zara, nel suo libro « La n11lattia dell' echinococco )) che 1c è wppena una diecina d'anni che nella letteratura medi·c a risultn il prim(lto della Dalrnazja 1Sulle altre regioni d'ElJropa in questo rtguar.do )). Pt1rtroppo debbo ritenere ohe le sue osservazioni ancora oggi. sono per la Dalmazia identiche a q11el tempo e dalla mia statisti!ca .p ersonale con tasi che mi propongo d'illustrare in seguito, mi ri sulta nell'Ospedale di Zara, una percentuale di echinococco ·dell'1 % -circa, semplicemente fra i r icoverati <lella Sezione chirurgica. Zara . 2 marzo 1926. 1
1
•
(ANNO XXXIII, FASC. 32] BIBLIOGRAFI.~ .
1'RINKLER. Kyste hydatique solitaire de la rate. Revue de Chir., 1894. · Punzu,. L 'eChinococco i!'- Sardegna. Arohivio ital. Chiru.r1gia, 1925, XII, pag. 112. TRICOMI. CiSti idatillea .della milza. Splenectomia, guarigione • .Ri.f orma medica, 1902. SPADARO. Splenectomia per cisti da echinococco con. ipertrofia malarica. :Poliiclinico, Sez. chir., pag. 148. BtONDT. S1t di un caso di echinococco della milza. Riforma medica, 1911. DUNER. Un caso di cisti da echinococco <lella milza curato con la splenectomia. Poli·clinico, Sezione pratica, 1924, pag. 319. GIANNATTASIO. EChinococco primitivo swppurato in milza malarica. Splenectomia, guarigione. Riforma medica, 1905, :pag. 681. PERIGIC. Ekiriokokova, bolest. Prosto razlozenje o bicu i nacinu rasprostiranja ove bolesti, osobi· tim osvrrtanjem na ·prilike u. Dalmacije. Za dar, 1906. Roi\(CANO. L a milza <tal punto d.i vista chirurgico, 1926. (Pubblicazione del Poli.clinico). STIRLING e VINGENT. Menzionati da VAROT. Contri· bution à l'étUJde de kystes hydatiques de la rate. Th.èse 1de Lyon, 1905. 1VIA131T. Contribution à l'étUde du traitemente chtrurgica.l des kystes hydatiques de l'abàomen. R evue de chir.uDgie, 1905. FINSEN. Les éChinocoque en I slande. Arch. gén. de Méd., 1869. DONATI. Chirttrgia dell'ad<l-Ome. Unione tipografico torinese, 1914. CONCETTI. Echinococchi della milza. Giorn. intern scj enze mediche, 1Napoli 1880. .A.LESSANORI. Echinococco, llella milza e piotorace inf Prcorrenti ope.r ati e guariti. ·R accoglitore me1dico, 1878. PIAZZA-MARTIN! . 1Lgli echinococchi primitivi dell.a milza. Riv1sta Clini1ca, Milano, 1892. CERAtr r.o. La ciSti solitaria idatidea della milza. Il Mor·g agni, 1904. CARDANELLI. Contributo alle splenectomie chirurgiche. Policlinico, Sez. ichir., 1922. VEGAS et CRANWEL. L es kystes hydatiques et leur tra1.tement dans la Rétp~blique Argentine. Revue de ohir., 1901. CIGNOZZI. L'echinococco splenico. Archivio it. Chtrurgj a, 1922, X. CAVTNA. Splenectomia per cisti da echinococco con cen11.l statistici sull'echinococco in Italia. Aroh. ital. chir, vol. XIV, fase. I, 1925, 1p ag. 1. MORGAGNI. De sedibus et causis morborum per anatomen indagatis. Venetiiis, 1761, Lib. J1DI, Epjst. XXXVIII, par. 34-42 ed Epist. XXXVI. par. 18. TOM.i\tIASI. Storia di un caso di echinococco sviluppatosi nella mil=a . .Appendice alla traduzione. Vermi di co,b bold, 1873. TARUFFT. Compen<lio di anatomia patologirn ae· nerale, 1870. DURANTE. .4 l cuni tumori cistici dell'addome, del rene, della milza e dell'omento. Atti soc. ital. chir., 1888. PIRRI. Splenectomia per cisti da eChinococco della milza praticata dal prof. NOVARO nella clin. chirurgica di Bologna . .Bull. scenze mediche. 1892.
•
[ANNO
XXXIII_,
FASC. 32]
OSPEDALE CIVILE DI :Y1ENFI. •
Cisti idatidea del ginocchio. Pott.
SANTI BIVONA.
\
L. M., di anni 28, nato in Menfi , ma residente jn Brooklyn, ·dave emigrò all'età di 14 anni, esercitan1dovi il mestiere di calzolaio, nel 1916 fu col. pito da !febbre forte ·continua per circa un mese. ·C irca tre setti,m ane dopo la cessazion e 1della febbr e, :g'li comparve, alla parte sruiperiore d.el cavo popliteo 1destro, una tumefazione oCil'coscrttta, che alla palpazione era indolente. Ma ·d'allora in poi il Li·p etri 1Com'inoiò aid avvertire, nella deam. bulazione, una legigiera debolezza dell'arto infe riore destro. La tumefazione lentamente cresce,ra di volume. Nel 1920 rsi ammogliò e la sera in cui si festeggiava il suo matrimonio, durante il ballo, senti una fort e sensazione 1dolorosa al ginocchio de stro. Col riposo il dolore si attenuò alquanto, ma in seguito lentamente cominciò a crescere e comparve la clau,d i·cazione. Questi fatti man mano Progredirono al punto, c.h e, circa un anno dopo (nel 1001), resero la ,deambulazione impossibile. 1In 1utto quest,o ,p eriodo di tempo il 1g inocchio destro era n otevolmente aumentato ·di vol'Um e e divenuto sensibile alla pressione. In un pri·m o tempo un medico del luogo, che ebbe a visitare l'irufermo, consigliò e tentò, sen. za: succes·so, l'estirpazione della tumefazione poplitea. Ma l'infermo nessun beneficio ottenne, per-
Le cisti d'echinococco delle ossa
lungh e. Revue de Chirur.gie, juin 1924, P aris.
cl1è la tumefazione rimase e le sofiferenze conti11\.larono . Entrato in un ospedale fu tenuto a letto, col ginocchio ammalato in perfetto riposo. Ma da questa immo1bilità e da cure medi-camentose fatte nessun beneficio n e ottenne. Ricoverato in altro ospedale, dai san itàri gli furono praticate varie 1punture esploratrici al ginocchio ammalato e, col materiale estratto, vennero fatte inoculazioni alle cavie con risultato negativo, benchè la lesione ·fosse rite11uta di natura tubercolare. In un terzo ospedale, come trattamento cura tivo, gli furono praticate varie seidute coi raggi X, ma ne ebbe marcatissimo peggioramento, pe:rchè d'allora in poi, col maggiore i ngrossam ~n to del 1g inocchio e colle maggiori 1so1'ferenze, la deambulazione, che 'Prima era stata pos•sibile col!' aiuto del basto11e, non potè essere eseguita senza la gruccia. Durante la sua permanenza nell'ospedale, n el du·b bio di una infezione luetirea, gli furono praticate varie iniezioni di calomelano, senza effetto benefico di sorta. Dopo otto mesi di forzato riposo in casa, fece ritorno in Menfi...\55i•cura di non avere avuto ma. lattie veneree di sorta. Dal matrimonio ha avuto un figlio che sta bene in salute, come bene stanno tutti gli altri mernbr1 della sua famigJja, padre, madre, m oglie, ecc. 1
Le cisti d'echinocooco, che attaccano le ossa, sono relativamente rare e sono meno frequenti fra esse quelle, che hanno sede nelle ossa lunghe. 1Se il Ganfdolphe su· 52 casi di localizzazione ossea da lui sturdiati, ne trovò 26 aventi sede nelle ossa lunghe, il Robin . invece su 12i2 osservazioni ne costatò 53 ed il Frange N1heim su 113 casi ne trovò 42. Il Costantini (1) nel suo pregevole e completo lavoro ,sulle ctsti idati·dee delle ossa lunghe su una settantina di osservazioni sparse n ella letlera tura, .ne potè .consultare 53 delle quali 14 ave. vano sede nel femore e 14 nella tibia. La sede ma1ggiormente preferita dal parassita .è la 1parte epifisaria ,delle ossa. Ne trovò sei casi, in oeui la sede della ieisti era la estremità superiore della tibià e l'inferiore del femore, con intere5.5amenrto della cavità arti-colare 1del .ginooohio e, quasi eS-Olusivamente (5 1su 6), rilevati d'arutori inglesi. Data la rarità della localizzazione ·del parassita agli estremi inferiore del femore e .gurperiore della tibia, con interessamento dell'a:rticolazione del ginoochio. credo utile id i ·dare pubblicità a questa mia interessante osservazione, la quale verrebbe aid essere la settima n ella letteratura med]ca.
(1) COSTANTINI.
1121
SEZIONE PRATICA
•
* **
Visitai l'infermo nella prima qujndicjna di g1ugno del 19'M. Lo trovai emaciato, pallido, anemico, giacente i11 letto sul lato destro, con la gamba destra alquanto flessa sulla coscia. Il ginocchio corri.spondente era grandemente ingrossato e questa sua tumefazione era più accentuata nelle parti later.ali e si estenldeva alquanto, g.ra:datamente decre· scendo sull'estremità superiore della gamba, ma maggiormente sulla parte inferiore della coscia. Le masse muscolari della coscia, ma 'Più specialmente qu elle della gam·b a erano ridotte di volume. La cir.conferenza del .g inocdhio destro n ella narte ingrossata era di cm. 53, quella della garnba aJ poùpaccio 1di cm. 25 e quella d ella parte me.dia della coscia di cm. 34, mentre dal lato sinistro le circonferenze rispettive erano di cm. 28 al ginocchio , di cm. 30 alla gamba e di .cm. 38 alla coscia. Il ginocchio così ingrossato presentava una leggiera elasticità pastosa, tanto all'interno che all'esterno; la pressione era alquanto dolorosa. Durante le manovre non ebbi mai aid avere la sensazione di sfregamento, di crepitio, nè di fluttuazione. Credendo trattal'si 1di un tumore bianco aTticolare, data l 'epoca favore,role. consigliai i bagni di n1are e di sole con le ini ezioni 1odiche aJla Durante. L'infermo fino a tutt'agosto 1fece la cura balneare e di isole nella spiagigia del vicino Porto Palo. Ritornò notevolmente mi.gliorato in 1Salute, ingrassato, rifatt-0 nel colorito; ma Je condizioni del suo ginocchio ammalato 'Permanevano sempre le stesse. Continuò la cura delle iniezioni iodiche; ma, non ottenendosi vantaggi locali <ii sorta, con sigliai la cura chirurgica che. se possibile, avrebbe .ao,ruto limitarsi aJla resezion e articolare. 1
•
•
11:?:!
11. POLfCLINJCO
* ** L 'infermo venne ricoverato nell'O.spedale 'Civile di Menfi. Jl 13 1di0embre 1924, 1previa anestesia ·Cloroformi.ca, disinfezj.one abituale della r egione ed applicazione 1della fascia 1d'Esmarck, procedei all'operaiiione. Con taglio -cuI"Vilineo antero-laterale a concavità sucperiore, aprii l'articolazione. Dalla fatta incisione uscirono ~irea 2 litri di un liquido gial. lastro con una infinità di cisti d'echinocooco di grossezza variaibile da 1quella ·di ·u na noce a quella di un pi·ccolo ·c ece. La cavità ci1stica non solo oc· cupava l'art~colazione 1del gino1ochio, ma .sì e.'.)tendeva in basso nei due terzi interni dell'epilfisi tibiale ed in alto, maggiormente dal lato del femore, la 1oui estremità era grandemente dilatata e corrosa. L 'osso usurato era ·ri1ò.otto in sottilissimla a'oglia .p ergamenaceai. ·La cistJ:L ;riempiva tutta questa cav.ità osseo-articolare e si spingeva in alto n el canale 1del femore. Distaccai la cisti •dal tessuto os ~eo anohe nella cavità mi1dollare 1del ifemore, di ·cui oocUJpava quasi la m·età. L'osso usurato era ridotto a sottile foglia pergamenac ea nel terzo inferiore del femore, ma nella parte media cominciava ad ispessirsi graJdatamente e verso la met à ·del femore aYe,·a uno spessore di poco più di un m-i llimetro. Date 1queste ·COilld izioni del !femore, ·certamente pareva più indicata la disarti·co1azione drella scia, ma n ella speranza che, rimosisa la cisti, la rigenerazione .dell'osso avesse •colmato la cavità femorale, presi la determinazione di praticare l'am1p utazione d'e lla coscia, al terzo medio, che avreb.be lasciato un moncon.e .f avorevole , iper l' ap. plicazione di un apparecchio ortopedico. Furono fatti due gran·d i lembi muscolo-cutanei: uno anteriore e l'altro posteriore. 'L'o.sso fu tagliato circolarmente e con forbice id i .L iston fu regolarizzato il bordo del taglio. La ·cavità profonda circa 18 cm. nella ·quale si trovano a1quante piccole cisti, fu rascihiata con un lun1go cucchiaio di \\Tolkmann ed aibbon1dant~mente lavata -con a cqua sterile prima e fortemente iodata succeSsivamente. Praticata le }egatura dei vasi arteriosi, tolto il laccio d'Esmark, si ebbe una noiosa emorragia capillare, che fu arrestata con lo zaffamento della cavità formata delle superficie cruente e con pressione ese:vcitata sui lembi. La sera dello stesso giorno ·ci fu emorragia, che potei frenare con J'ruppli cazione di qualche pinza emo stati~a. Il 14 dicembre rimossi la me. dicatura ·e le pinze e procedei alla legatura di una arteria vicina al fascio arterioso. la cui legatura 1si era Timossa. per cui era av,..enuta l'emorraigia. Per una qu.i ndicina di giorni ·ci fu aib bondante secrezione per eliminazione d ei tessuti contusi. L a cavità ossea da,·a secrezione san·g uino1enta ed era lavata con acqua io·data e zaffata con striscia di garza iodoformica. La ferita si coprì dt granulazjoni di ottimo asipetto. La .secrezione andò man mano diminuendo. Dopo una ' 'entina di giorni , p er l'esubero di granulazioni d ei lembi. rinscendo difficile la m edi catura 1della cavità ossra. che era già molto ridotta e non secernen te. fn cessata. 1
.
[ANNO
Il processo di riparazione !Progredì regolarmen. te e la .guarigione •completa si ottenne il 15 f ebbraio 1925. Verso la fine di marzo fu .p ossibile applicare un apparecchio orto'Pedico, oehe permise al L... di IPOtere cam·m inare. Egli rifatto in salute, nell 'estate potè ritornare in Brooklyn, in s eno alla st1a tfamiglia.
* **
1
1
co-
1
\
1
1
•
•
XXXIII, FASC. 32]
r. . a ciisti era unilQculare, ripiena di numerosissime cisti figlie id i varia g rossezza. Occu·p ava tutta la cavità del ginocchio ed il terzo inferiore del femore~ con 1 due prolun·g amenti: •u·n o inferiore, che largamente si afd'.onrd ava nell'estremdtà superio·r e •d,ella tibia, specie nei suoi due terzi interni, l'altro !superiore, che si tSpingeva nella cavità ossea femorale, Taggiungendo poco più della TI!età della ste51sa. Il tessuto osseo era usurato, corroso e ridotto a sottile lamina p ergamenacea nella parte inferiore del femore. In parecohi punti questa corteccia ossea ipresentava pi'<Ycole interruzio,n i. La cisti aveva preso maiggiore sviluppo nella cavità articolare del ginocc•h io e si mostrava meno di·stesa nella ·p arte mediana anteriore, perchiè ostaicolata ·dal legamento 1del triicifpite femorale, dalla rotula P dal legamento rotuliico-tibiale. La rotula era mol, to usurata nella sua parte artioeolare. Erano distrt1 tti i legamenti intrarticolari e le cartilaigini d'incrostazione. 1
-
•
* **
L'evoluzione delle cisti idat~che delle ossa è gen eralmente lentissima. Nel caso clinico riferito pare che l'inizio della malatti~ abbia acvuto luogo prima dell'apparizione della tumefazione del cavo ,p opliteo. (1916). I 1disturbi ·da essa apportati nei pTimi anni furono lievi, tanto cne l'infermo, senza preoocupaztone alcuna della malattia, ch e l'in~idiava, nel 1920 prese mogl1e. L'invasione della cavità articolare provocò llna rapida cr escenza ~ l'impotenza funzional e ·dell'arto. Il tumore cistico comparve nella parte superiore del cavo pQ!Pliteo. Le più ·g randi lesioni osc;ee erano dal lato del femore . :B da credere fondatamente che il parassita si &ia fissato n ell'epifisi inferiore del femore, lato posteriore, donde, col lento suo accrescimento , aJbbia prodotto in un primo tempo la tumefazione pop1'itea e successivamente l'invasione della cavità articolare, lo svuotamento ·dell'estremità inferiore odel femore e di quella superiore della tibia. 1
f ANNO XXXITI ,
•
FASC.
32]
* ** La rarità 1delle cisti idatidee .delle ossa la man' canza di sintomi speciali .caratteri·stici fa sì che la .diagnosi di questo .g en er e idi malattie, quasi generalme11te, v.iene eseguita all'atto dell'intervento chirurgi·co, s ia ip er corregigere fratture non consoli!date, sia per aprire ra-ccolte asces.5uali, sia per estirpare tumori, in·filtramenti, ecc. In quest'ultimi tempi l'u so dei raggi X, la reazione di Wleiberg e l'eosinofilia son o 5tati aidope. rati per chiarire il sospetto ,dri.agnosti·co, ma con risultati molto incerti. P ertanto rimane quasi nella sua integrità l'opinion e dei clinici , che la diB.gnosi delle ci'sti O'SSee id~ti'che viene lf atta al tavolo c'h irurgiico ovvero a .quello anatomi·co. La mancanza di tlutt,u axione e di scricchiolio osseo, la granJde sensibilit~ alla pressione, la· gra. ve emaciazione .dell'infermo, l'ipotrofia •m uscolare dell' arto i1on mi fecero sargere dubbio sulla diaignosi di tumore bianco avanzati.ssimo d el ginocchio. Anzi jl m i.gli'oramento idello stato. gen e rale dell 'infermo, ottenuto coi baigni di mare e di sole e .c on le iniezioni iodiche; pareva C'he venisse a ·confermare j } con cettQ diagnostico già · fattomi. Da quanto po tè riferire l'infer:mo, per sona abbastanza intelligente, anche n e·g li ospedali . ame • ricani la ·d iagnosi 'Più prQlbabile fu ritenuta quella tubercolare per chiarire la 1quale furono praticate le inoculazioni alle ·cavie, ma con esito Jlegativo.
*
**
)
'
e
e
o
1
e ,.
.
I·
'
casi .diagn osti•cati precocemente, quando ·a cisti non ·h a preso .gran1de 1dimensione, la ·c ura i.dealmente op.p ortuna sarebbe l'apertura delll. . . stessa, il suo ·s vuotamento, rruschiamento, lavrug.. gio e possibjlmente con l'innesto nella cavità ossea di altri tessuti, potrebbe tentar si la guari1gione per prima intenzione. ·M a ,quando le 1di;mensioni della 1ci1sti hanno preso una certa esten sion e, quan1do l 'usura dell'osso ·è consi1d.erevole, non c'è nlfra risorsa curativa se non l'am·p;utazione o la disar ticolazione a monte della parte ammalata dell'osso. Nel caso clini•co 1descritto ancl1e se fosse .stata da me ipQlsata la .cliagnosJ di cisti d'e·ch inocooco del ginoochio, la cura sal':~bbe stata ·s empre la stessa: o amputaz1one della coscia o disartiieolazione •dell'anca. La sottigliezza ossea del femore, , la dilatazione imbuti.f orme assunta ·dalla sua cavità. ossea dal basso in alto, il 1dubbio fondato ehe i1 mi·dollo sopra•s tante alla propag.gine cistica fosse infetto, avrebbe consi·gliato. come 1curativamente ~ei
..
SEZIONE PRATICA
1123
più i·donea la ·disartiicolazion e ooxo-femorale. Ma la maggiore gravità •dell'atto operatorio, la rsperanza di lasciare un mon•cone ma:ggiormente i1d oneo per l'applicazione di un apparecchio ortopedico, mi ·decisero aid eseguire l'am·p utazione e l'esito favoxevolmente' ottenuto dall' eseguito atto operatorio venne certamente a sanzionare la mia condotta.
* **
•
Il ·Costantini, come avanti si è fatto cenno, nelle sue indagini biù:'>liografiche trovò .solo sei casi di lesioni i1dati-dee •che, atta1ccan1do un'estremità. d elle ossa vi·c ine, hanno interessato l'arti•c olazione del ginocchio. Il ·caso 1da me illustrato è ,quindi il settimo ·della 1serie e, .p er l'entità ·delle lesioni riscontrate al .ginocchio; .f emor e, tibia e cayità articoìare, è di $icuro uno dei più interessanti. 1
SUNTI E RASSEGNE. SEMEIOTICA. Le pupille nelle affezioni somatiche e viscerali. · {BYRNE. !Otlrnal Nervous and Mental D isease ,
feb-
braio 1926). L' _t\.. . ha dimostrato sperJmentalme.nte ohe dopo lesioni ·di nervi periferici si verifica costantemente una 1dilatazion e p araid0issa ,e pseudoparado~sa della pupilla, -che .è omolaterale nelle lesioni dei nervi al di .sopra ,dell'ombelico e controlaterale in quelle ~l di sotto. La ·dilatazione 1p aradossa vera si 1nette in evidenza mediante ini·e zioni sottocu-, tanee o .entdoven ose di 81drenalin·a e geneTalmente dopo u n iperiordo di 1do1dici .g iorni per le lesion.i n ervose a! di .sopra dell'ombeli.co e di cinque a:d otto per quelle al di i;otto. La dilata zione pseudor>ara:do·ssa invece a:ppare entro 24 o.r e ICialla le. sione, dura qualche settimana per scomparire qna1i.do è 'Possibile pr-0vo care .con i mezzi indicati la dila.t azion e paraidossa vera. Durante o immediatamente dopo . un leggero 5chiaociamento dello sciatico la pupilla controlaterale ·diventa più ampia per Titornare più piccola quando sono cessati gli effetti .dello stimQlo traumatico e l'animale trovasi in perfetta quiete; ma al più ,p iccolo eccitamento, al semplice toc•co, aù un urto, ad un movimento 1dell' animale, la pupilla controlaterale si dilata di nuovo. Questa dilatazione pset11dopara:doissa ha il seguente mec~ canismo: la dilatazio11e iniziale è dovuta a.id ec1
1
1
1
' •
1124
.
IL POLICLJNJC:O
citamento ·d ei neuroni affettivi primari, che secondariamente caidono in uno stato di deficienza funzionale, don1de la co5trizione pupillare, e diventano d'altra .p arte più facilmente e·eicitabili, don·d e la più facile ,p rovocazione di midriasi in seguito a lievi eocitarnenti dolorosi. Fenomeni pupillari analoghi l' A. l1a ottenuto sperimentalmente in seguito a lesioni viscerali. Le lesioni di un polmon·e, di u11 rene, di un ovaio, di un testi.colo e l e lesioni unilaterali di oflgani cavi come il cuore, i grandi vasi, ;i.l tubo ga~troenterico, 1in du-cono il fenomeno pseudoparado5so omolaterale quan'do l 'organo l eso è innervato prevalentemente dai segmenti mi•dollari al di sopra del decimo , e controlaterale per gli o~gani con innervazione segmentaria inferiore. Le esperienze fatte sugli animali tenderebbero a dimostr-are che il fenomeno ,pseu•doparadosso è in ·rapporto à lesioni dolorose 5omatiche e viscerali, e che insieme al ·dolore riflesso ed all'iperalgesia c9stituisce un mezzo di localizzazione ·delle affezioni viscera1 i. Il fenomeno p.seudaparadosso è omolaterale nelle lP.sioni provocate con schia0ciamento o agopur1tura delle seguenti :parti: c ute di m età della faccia, del ·capo e del tronco fino all'ombelico, corteccia renale, nefrectomia totale, parete anteriorij. dello stomaco, parete ipùsteriore dello stomaco, un polmone, ventriieolo destro del cuore, ventricolo sinistro, arco dell'aorta, mi'lza, jparte •destra del duodeno, metà •della tiroi de, un a surrenale, un testicolo, un ovaio. Il fenomeno è in vece >Controlaterale n elle lesioni del parenchima renale, della pelvi e ·dell'uretere, di un testi.colo, dell'epi1ditdimo, idella metà <lel l'utPro, della vagina e tdella vescica, di una sal. pinge, dell'appendice, della valvola ileo-cecale, tdella metà ·della super1'i'cie cutanea al di sotto d ell'ombelico. I.e lesio11i del fegato, d ella ·Cistifellea, d el pancreas, del peritoneo pari.etale hanno dato risultati contrastanti o negati vi. 1D opo .di .che l'A. riassume le seguenti o·s 5ervazioni cliniche n elle. quali si verifi.cò il fenomeno pseu·d opara:dosso : 1
1
1) Lacerazione del plesso btachiale sinistro:
il soggetto pre5enta"a disturbi della motilità , sen-
si'bilità e reflettività in rapporto a lesione della V, VI e ' ' II raJdice cervicale sinistra; durante le crisi dolorose al braccio ed alla mano le pupil1€ si dilatavano e la sinistra più della · destra. 2) ConttlSinne dei ples'so brachiale sinistro: 1\
soggetto in seguito a lussazione della spalla sinistra soffriva violenti dolori al palmo della mano, che persistettero anche tdopo la riduzione. Fu n eces5ario ricorrere all'iniezione d'alcool nei tronchi nervosi dell'avambraccio. Durante la malattia la 'PlJPilla sini. tra era più a1npia dPlla destrB e 1
(:\.NNO
XXXIII,
FASC.
32]
Ql1esta ·di su guaglianza persistette anche dopo la scomparsa del dolore, alla quale residuò insensibilità nell'area di distribuzione del radiale e d·ell'ulnare, jperò co11 persistenza della sensibilità protopatica. 3) Frattura dell'omero : in dùe ~asi di frattura ct~1 l 'omero sinistro · iconsoli1data con •callo regolare si presentarono disturbi rispettivamente a cari,co del mediano in uno .e dell'ulnare e radiale nel1' altro: in ambo i casi &i aveva dilatazione della p11pilla sinistra in seguito ad ogni m ovimento o eccjtazione ·del braccio. 4) "!\Tet1,rite dell'ulnare: una donna in seguito 3 trauma al gomito sinistro soffrì n eurite cui seguì paralisi com·p leta •dell'ulnaTe: la paziente presenta va il fenomeno pseu1do1parados5o nella fase negativa: la pupilla sinistra era più piccola della de.stra. 5) A s·cesso al dorso del piede sinistro: in seguito a proce5so osteomielitico dei m etatarsi si sviluppò aisicesso al •dorso del piede sinistro: quando il pie-de era dolente sipontaneamente la pupilla rtestra ·s i allargava, me11tre nello stato di ac~almia la stesf>a pupilla era più piccola: quando, in tali con·dizioni, sj esercitava una pre:;sione sulla parte malata in modo da provocare clolor e, la pupilla destra si dilatava. 7) -8) Frattura della tibia e del perone di sini-
stra: durante i perio·d i di calma era più piccola
la pupilla destra; il fatto inverso 5i ebbe in un caso di frattur~ d€lla gam.b a destra. Lo stesso fenomeno pseudopara:dosso-in fase negativa si ebbe in un'altra frattura della gamba. In un altro caso con dolori violenti 5i ebbe il fenomeno in fase positiva. 9) Lussazione deiTianca de stra: nello stato di ripo·so la ipupilla destra era più piccola, ma di"entava 5ubito più ampia .quan1do il paziente tenta,Ta ·ò] •stare in piedi o camminare. 10) L esione del nervo popliteo esterno sinis'tro :
a n che dopo la 5utura d el n ervo la funzione mo. toria e sensitiva erano quasi abolite e la pu1pilla destra era più piccola •del1la sinistra. 11) Ferita del nervo tibial.e destro: anche dopo l'estrazione del proiettile .si notava piede cascante ed inten sa iperalgesia (dis5ociazione protopatica) nell'area, idi •distribuzione del tibiale, la pupilla sinistra era più am·p ia della destra. Con ii miglioramento delle c ondizioni rnotorie e dell'iperalgesi a la pupilla sinistra ·d iventò p.iù piccola. 12) UlcPra della parete anteriore d ello stomaco : caratteristica zona d'iperalgesia al dor5o ed al-
1' epigastrio a cintura tra la r egione mammaria e l'ombelico: dilatazione della pupilla s inistra durante le crisi rtolorose. 13) Cisti ovarica siriistra: dolori premestrualt nl qu'adrante inferiore sinistro dell'addomr.. iperal1
-----,,--------------~---, · ---~-------------
[ANNO XXXIII , FASC. 32]
ge5ia ri-flessa a fascijl l'ombelico, dilatazione rante i ·dolori , pupi'lle l'operazione le pupille
a livello dei lombi e del·d ella -pupilla sinistra dueguali . nell'accalmia. Dorpo rimasero uguali.
14) Calcolo nella p<Yrzione inferiore de.U'uretere sinistro: i'Peralgesia n•ella zona cutanea dell'ure-
tere e della vescica (scroto, superficie inferi ore del glanrd e, perineo e parte i11terna 1delle regioni glt1tee), 1Più dilatazio11e della pupilla destra, c ui seguì restringimento della pupilla 5tessa quando il ·calcolo passò in vescica. 15) Impianto in alto dell'urete r e destro con idro• nefros'l, cateteri.'imo dell' U·r etere: durante le crisi
dolorose dilatazione 1della pupilla omolaterale, quando il catetere entrava n ell'uretere dilatazione -della pupilla controlaterale, 1quando penetTava nella pelvi dilatazione 1della puipi1la omolaterale. 1~) Epididimite traumatica destra: iperalgesia scroto, perineo, :suipe1'tficie inferiore del glande, dnrante i perio di d·i riposo pupille eguali, la pressione srtll'epi di'dimo provocava ·dilatazione ·della pupilla s.inistra. 17) Orc hi-epidldimite acuta destra: nella posizione eretta dilatazione della pupilla destra, l o stesso fenomeno alla pressione del testicolo, dilatazione della pupilla sinistra alla pressione del solo epidiJdimo, pupille eguali n ella posizione suipin a. 1
1
1
18) Affezioni cardio-aortiche con attacchi angt, noidi: 1durante gli accessi dolori, dilatazione -della
pu,p illa sinistra. La dilatazione pup.i llare, fase positiva del fenom eno p'Seu1doparaidosso, come il dolore e I 'iperalgesia, che ffi verilficano nelle lesioni somatiche e \'ÌScerali 'SODO l'e1fetto rd ell'iperfunzione dei neuroni affettivi !Primari innervanti Ja parte lesa o l' orga110 rrLalato. • Per utilizzare il fenomeno pseudoparadosso ci scapo ·diagnostico è nece&sario anzi tutto accertare se vi siano altre possibili cause di d1isuguaglianza pupillare, quali, aJd esempio, i vizi di retrazione, le malattie ocular i o nervose. Si .deve tener ieonto c'he 1dopo ogni lesione, somatica o vi·s.cerale, la pupilla relativa è di solit() più. 1picco1 a (fase n egativa) quanrdo il pazien te trovasi tranquillo o in .per1odo d'aiccalmia, € che la pu'Pilla stessa diventa · p·i ù gran1de duTante le cri5i dolorose spontanee o provocate. P erch è .si abbia il fenomeno è n ecessario che la l esione vi'scerale sia completamente o prevalent€mente unilaterale. ,così quando la polmonite colpisce 11n solo polmone .si ha dilatazione pupillare omolaterale, quanido colpi·s ce ambo i polmoni la dilatazione si avrà al lato d-el .p olmone maggiormente leso. Nelle lesioni dello stomaco e dell'intestino superiore il fenomeno è omolaterale quan· la !es.ione è del tutt.o o pre\"alentemente unt1aterale in ri.g uardo alle ad·erenze mesenteriche. Nelle lesioni del tratto inferior.e dell'intestino e 1
•
10
•
·l 1·"1'=-,"
SEZlONE PRATICA
dell'appendice il fenomeno è controlaterale in rappor to alla primitiva a·derenza mesenterica. Nelle cardio1p atie acq,u isite il '.fenomeno si avvera a sinistra e così nelle affezioni aorti c11e. Nelle carcliopatie congen ite, çhe per lo più col'Piscono il cuore destro, la dilatazione pupillare si ha a dest1·a. I r eni, i testicoli, gli annessi uterini hanno unn. doppia 1nnervazione afferente: la corteccia renale, il testicolo propriamente d etto, l 'ovaio (parti secretive) sono in réllpporto con i segmentt midollari ~l di sopra •del decimo, mentre l'ure, tere, la pelvj, l'utero, l'epi didimo, il dotto d efer ente (parti tu·b ular.i ) sono in rapporto con i $eçpneuti p1ù bassi. Perciò nell e lesion i di questi organi il fenom eno pupillare si avrà n ell'occhio omolaterale o •c ontrolaterale a seconda della prevalenza della lesione nella parte secretiva o tut.>ulare. Il comporta.m ento della purpilla nelle affeziont' somatiche e viscerali oltre che nella pratica ondjnaria può essere sfruttato a scopo medico-legale. DR . 1
1
1
'
FARMACOLOGIA E TER_APIA.
Il significato fa1·macologico delle miscele medicamentose. (Sinergismo). (E. BURGI. }J ed. Klinik, .28 maggio 1926). .. Quando si parla di combinazioni medicamentose, come pure del sinergismo, si intenid e oggi sultanto una parte del vasto campo che tale esipTe'.S· sione indi-ca. Se, p. es., in u n individu o con tu· bercolo5i polmonare, n oi diamo, oltre alla cura specifica, della cddeina per la tosse e rtelJ'arse· nico p er il miglioramento del ri1camt10, ' r.a.troduciamo nell'or·g anismo diversi medicamenti, pur senza pensare ad un :sinergi•smo. Il meditCO prescrive 51Pes50 )n sieme id ei medicamenti ai cl :VP"l s: gruppi, un espettorante con un narcotico, lL'l cardiocin etico con un diureti•co, un astringente inte. stin ale ·con ·degli oppiçbcei; ma queste combinazioni interes ano poco lo studioso, in quanto c h 2 si ammette che ogni medicamento rp1rov·tc~du allo sipeciale 5intomo e che le singole azio r.1.i non si influenzino reciprocamente. 'E cosi acci.ule di fatto, sebbene ·vi ·s iano ·delle ec-cezio·n i 1sulle quali però non si può certamente fonid are una regola generale. Quando jnvece si parla di azione delle combi. nazioni ·di medicamenti, di sinergismo, si pensa inYolontar"iamente a combinazioni, di cui i singoli elementi agiscono n ello s·t esso senso e ci inter essa soprattutto la ques tione ·se la contemporanea introduzione di parecchi di tali mooi-camenti porti ad un effetto che sia la somma delle singole azioni. Da tempo si indica l'aumento dell'effetto totale come un elevamento a potenza, ma l'espressione non è esatta, com·e è ingannevole }'espressione di rinforzo in quanto che anche la 1
I
•
•
11 26
sempli ce agg·i11nta della stessa sostanza costituisce un rjnforzo. arebbe m eglio parlare di un aumento dell'effetto totale oppure di un'azion e che oltrepa5sa 1a semplice addizion e. Non è sempre facile decidere se l'introduzione contemporan ea di due m edicamenti porti ad un aum ento dell'azione. Anzitutto si d eve riconoscere che ci man cano d ei meto·di precisi che ci permett ano di ri conoscere gli effetti quantitativi di molti gruppi medicamentosi. Ciò va detto specialmente per i narcotici : la n ar cosi consiste essenzialmente nella paralisi ,di tutto il 15istema n ervoso centrale con esclusion e 1del m~dollo allungato . Jl con cetto p erò comprende . un grande com'Plesso sintomatico : n on è ipossibile determinarne il primo inizio insjdioso, n'è .stabilire con siicurezza il momento in cui essa incomincia ad essere totale, nè quello in cui incomincia a svanire. Se si consj d era p. es., il il'iflesso omolaterale d ei flessori, si ha ·u n segno più precisQ, ma che h a un signifjcato non già generale, ma !Soltanto per qurl <lato rifl esso . Grande importanza ha anche la specie animale. Le rane si. prestano, per la determinazione d ella dose di narcosi, meglio ch e non i con iigli, poichè • l 'a ssunzione rd ella posizion e 1dorsale costituiisce un 5egno 1p reciso. 1U n'idea ancor più chiara si ha u sando organismi più in basso n ella scala zoologica, come p. es., i ;parameci, ma si rimane però in dubbio se in questi animali senza sistema n ervoso centrale, 5i [possa parlare di vera narcosi. Si pensi poi alle differenze individuali, assai notevoli negli animali 1superiori, per cui è necessario esperimentare 5opra un gran numero oppure paTecchie volte sopra uno stesso jndi vj duo e ci si fari nn concetto delle •dif1icoltà che si incontrano nel deter1r1innre l'azione 1c1 elle combi11azioni d i n arcotici. 1.a complessità ·dei processi biologici ne rende difficile la misura ecl è .~olo ·con lo sforzo costante di 1nolti 1~ice r catori elle si è arrivati a d avere una idea apiprossimativa sull'effetto dellc combinazioni di narcotici. L' A., fin dal 1909, 11a stabilito una legge che è stata considerata come prematura, ma che anche oggi può ritenersi. se non una ' 'era legge, almen o una r egola, 'PUr con delle eccezioni, fatto del resto. comune a tutti i processi biologici. Secondo tale r egola, l'unione di due medicamenti dello stesso gruppo principale, porta ad una add izione se essi arppartengono allo stes5o sottogruppo eèl invece ad un ele\'amento a ipotenza se appartengono a sottogruppi diversi. L'espressione è più prer.if)a se, ni gruppi e sottogruppi, si sosti tt1i --cc il concetto di punti cl'attacco farmacologiei ug11ali o differenti Qnesto è tnnto più n ecessario in qt1nnto che, p er scopi <lidatti c·i, Ri ro1nprcndono in t1n solo gruppo medicam enti ad azione così di ver"a. Si consi·dcri 11. e. . quello dci 1nelli1·an11•1lli 1
1
[ANNO XXXIII, FASC. 32]
IL POLICLINICO
cardiaci; e5so comprende i corpi digitalici che aumentano il volume e diminuiscono la frequenza del polso e·d, al tempo stesso, il gruppo della ca;f.. feina che ha azion i d el tutto opposte. Tali azioni tanto diverse finiscono p er icr eaire due correnti del tutto differenti, ·p er cui non si può certamente parlare nè di a•ddizione, n è di elevamento a p o1cnza. In .realtà la somministrazione contemporanea di d ue di tali sostan ze 5i compo•r ta come una miscela d i m edicam enti ad azioni diverse, come quando si somministra a d ·Un ipaziente d el chini.. no ed in siem e un m •ezzo contro la tosse . Con ciò non .si esclude che anche medicamenti a diverso p11nto •d' a t.tacco cfarmaicologi•c o po'Ssano sommar1si nelle loro azioni. L',A. ha fatto a tale :proposito la seguente tabella: 1
a) Me·di·camenti ad azione simile e con sim1le
punto di attacco farmaicologico : Serie
Azione
•
I n arcotici della seTie grassa 2 Metilxantina.
Nar cosi Paralisi del respiro » dei riflessi
E ffet to di combinazione Addi zione
J~ccitazione cardiaca
Diuresi Azion e sull'intestino » sul vago cardiaco Midriasi
S Tropeina.
»
•
4 S ali
Diuresi
»
5 Deriva ti
Purganti
))
•
•
antra.cen i ci
Medicamenti ad azione simile e differente punto di attacco farmacologico : b)
Azione
Seri e 1 narcotici della s erie grassa scopolamina
N arcosi
2 ~forfio a + sco· polo.min a
>
1
3 Morfina
+
narcotici della RCrie g r assa. 4 Veron a l + piram idone 5 Chinino
+ an-
tipirina
6 Atropina.
+
cocaina. 7 Fisostig rr.in a.
+
P ilocarpina
8 .\fet,ilxantinu
+
»
Aua.lgesia Analgesia Abbassamento della temperatura Parali s i dei pa.rameci
bol i c i
Addi zion e? Ele·1a1nonto a. potenza? g 1e\a.mento a potenza Elevn.1nento potenza
,
~f id riasi
&
))
-
Eccitazione peri sta l t i cn Aumento di salivnzione
-
Diuresi
•
Jl~c·ci lazionc
dell'uter o
ea11
9 Co1nhinnzione dì ri mert i cc. -
Elevamento a potenza
Narcosi paralis i del r espiro
.Miosi
Effe tto di combinazione
"
»
-
I
{ ..\~O XX.XIII ,
,FA~.
32J
SEZIONE PRATICA
Di parti·c olare interesse :è il gruppo 5 della se· conda 1serie, poich·è è notevole la ditf erenza di .azione del chi·n ino da quella degli altri anti!piretici. Così pure il gruppo 6, in 1cui l'atropina provoca la mildriaisi per paralisi parasimpatica, la cocaina invece per eccitazion e simpatica; l 'effetto elevato a poténza è stato an>ehe . misurato con adatti apparecchi. Cosi pure of,!re ·d ifferenti punti -di . atta e-e o farmacologici la combinazione del gruppo 7. Di parecchi altri m edicamenti non si può dire se abbiano o meno 1differenti .p unti di attacco .sebbene possano avertsi con essi delle combinaz.ioni di azione; le differenze chimiche hanno soltanto un'importanza indiretta. Per qu·anto riguarida le combinazioni degli alcaloidi dell'oppio, n on si p·uò ancor dire l'ultima parola. La .su1ddiviisione in derivati 1dell'i$OChin ina e del fenantrene non ha un sicuro f on1damento .chimico ed è priva di significato farmacologico . La morfin a e la tebaina sono entrambi derivati dal fenantrene ed hanno azioni del tutto di:v erse. Si è spesso asserito che con la combinazione dei ·d iver5i alcaloiidi si ha un elevamento a potenza, ma ne manca la prova. In realtà, se così f psse, non vi sarebbe bisogno di usare abitualmente 2 .cg. di !P antopòn, ·che ·contengono JJroprio un cg. -Oi mo:rifina che è la dose usuale. L'unico fatto positivo che si può citare a proposito 1del pantopòn e di ' preparati analogl1i è che es5i, in relazione al contenuto in morfina, mostrano un aumento di tossicità. An·c he n el campo dell'organoterapia, ,.i sono degli esempi .che dimostrano l'elevamento a potenza delle ·cornbinazioni ·di sostanze a differente punto d'atta·oco. Si 1pl1ò così ·citare l'azione della combinazione: aidrenalina + pituitrina negli spasmi dei muscoli bronchiali; i punti d 'attacco sono qui certamente diversi ed j risultati sono in oppugnabili. I,a le.g ge formu lata dall'iA. 11a ''alore soltanto entro certi limiti. Anzitutto l 'effetto dei m e'.dicinali non aumenta sempre in proporzio11e diretta con l'aumento della quantità; llna dose doppia non ha un effetto doppio. Inoltre, le prop•r ietà eccitanti di lln ·d·ato med~camento posso·n o diventare paralizzanti con l'aumento ldella dose ed il rilsultato final e è, in certe 1con1dizioni, la morte. Rap1Pre5entan1do graficamente i raJPporti fra le dosi del m edicamento e gli effetti, si ottengono delle c1rrve diverse che, n ell'insieme esprimono abbastaza bene il fenomeno. Qualcl1e a•u tore ritie11e che l'unione di 1due medi camenti a curve di,-erse possa alterare l'effetto nel senso di farlo sembrare più forte, mentre invece si tratterebbe di semplice ·a<ldizione. Tale effetto però n on reca alcuna 50rpresa a chi conosca quello delle dosi multiple e delle •dosi al ·disotto della 1soglia. 1
I
1
1
Ed è appunto lo studio dell'eccitamento provocato da do·si sotto la soglia che ha la massima importanza dal punto di vista pratico e teori.co. Con la 5omministrazion e ,di pi·ccole dosi ripetute, si ha un raftforzamento dell'azione, quasi >ehe la prima 1dose agisse nel senso di sen sibilizzare. •Que~ sto effetto in conseguenza d el frazionamento delle dosi si 05serva C<lln i · narcotici ed anche con altri medicamenti, come la l)ilocarpina. In complesse> si può riten ere cl1e si aumenta l'azione col s.om• ministrare una 1determinata dose in due parti a breve •distanza l'una dall'altra. L'eff etto della combinazione di piccole dosi di rimedi potrebbe spiegare l'azione 'Clelle acque m1, nerali naturali a composizione -complicata. Le molte ipote5i emesse per spiegare questi fatti sono sterili e poco utili. E inv·ece opiportuno -che i, m edico conosca bene l'azione delle combinazioni di m edi'camenti, tanto più che egli, avendo dovuto studiare delle ricette trQPpo complicate: 11a fin ito col preferire quelle tropjpo semplici, mentre nella pratica l e combinazioni Tazionali di medicamenti riescono indubbiamente utili. FILIPPINI.
CHIRURGIA.
Risultati lantani degli ope1·ati di M. di Baseclow. (A. IJlJD\VlG. A.rchiv. f. Klin. Chir., vol. 137, f . II).
Xella clintca di Payr (•Lipsia), vennero operati, dal 1912 al 1924, 190 individui affetti da 1\1. di
Basedow. Di solito venne 1praticata la r esezione cuneiforme bilaterale preceduta dalla le.g atura delle 4 art. tiroidee, o di 3, se la porzione rima. ·s ta non pareva sufficente alla funzione. Solo nel -casi gravi si pratica prima la legatura ·dei vasi . . e 2-3 mesi dopo, sopr agg·iunto un miglioramento, la r esezion e. Viene ·data sempre la pref eTenza all'intervento in u11 tempo solo o al massimo in .dnc tempi, eseguendo og11i volta una emirese. zio ne. Prima dell' operazio11e, il malato riceve per 8 giorni 2-3 volte al di, 0,25 gr. dj bromi drato ·ò.i chinino .che riduce le pul·sazioni di circa 20 bat, titi al min11to e migliora le ·condizioni •generali. La •digitale è invece, controindicata. Il cl1inino viene som1ninistrato ancl1e per 8 giorni dopo la operazione. Assieme al chinino si somministra un pr0I)arato ·di fosforo e ferro; ogni 1giorno 3 tav. di Prot)rlin. La sera prima dell'intervento 2 ta,r. da 0.5 gr. di .i\dalin, un'ora prima 1 •ctgr. di morfina e 1/2 mmgr. di scopolamina in ,d ue volte. L'operazione viene praticata con l'anestesia tronculare aggit1ngendo rinfiltrazione della 1pelle e dei mu, iScoli sulla linea d'incisione. La mortalità post1
•
1128
IL POLICLINICO
[:\NNO
XXXIII, FASC. 32} •
ope!·atoria è di 7.2 ~~ ; nei -ca si operati personalm ente da •Pa)'r 3, 7 °~. Vennero riesaminati 104 casi {ii Baisedow cla1ss1co. I risultati erano buon.i in 72 (69 o,~) , m edi in 18 (17 %) , cattivi in 14 (13 %) . In altri 35 casi di tireotossicosi si ebbero 24 risultati buoni (68 %) , 6 m edi (17 %), 5 cattivi (14 %) . 1 casi a inizio acuto si sono dimo,s trati i più pericol osi per la mortalità post-operatoria ma i piu f aYorevoli per i risultati lontani. I casi in cui prevale la « comrp onente » n europa1i ca, ·s ono quelli che risentono m eno b enefi1cio d alla terapia chirurgica. Per il comportarn enio d ei singoli sintomi trova che l'esoftaln10 era r ecidivato: nel 58 % del casi clas. if i ca ti come esito buono, nel 77 % del me.di e 11ell' 4 % d ei cattivi, il ·gozzo ri·comparve in 6 pazie11ti s.u 55 in c ui l'intervento era dirette alla su?. ri·duzione. L'.~. n on crede di ·dover dare e·c cessiva impor1anza al p olso e alla pressjon·e arteriosa; il quadro emati co (linfocitosi, eosinofilia e ,monocitosi) rimase in tutti immo,d ifieato. 1
1
1
tc111dcnza a ta-cl1icaDdia e perdita di peso, n o11 psisteva no altri :;intorni che !J)ermettessero con certezza la diagnosi di M. 1di Basedow. La ricerca d el l\J. B. ipermise questa diagnosi e diede l'ind ··cazione all' i11tervento, dopo il quale si notò no tevol e m].g lio1 amento. Il ·M. B. è riuscito a dimostrare l'inutilità di un'altra t erapia, p. es., la :doppia simpati-cecton1ia (a&portazion e ·dei gangli cervicali d el simpatico), la radioterapla. ContPmporan ea'!nente a queste ricerche vennero esaminati tutti i casi di gozzo, sia diffuso che parzial i~ . In questi, semip re, il ·J\tf . B. diede cifre normali tanto tp·r ima che dopo l'intervento. In ca~i dubbi fu possibile una diagnosi differenziale tra le tume1azioni d~lla tiroi,de che sì accompagn ar1 0 o no a iper tiroi·dismo, tra M. di Basedovv senza gozzo e neuropatie (stato neuro-patico, neu r osi ec.citative). . , .ALDONl.
IGIENE.
VALDONI.
Misurazione, con ricerche del ricambio gas· soso i·espi1~atorio, delle variazioni fun· zionali della tiroide ammalata, dete1·minate dalla te1·apia chi1·nrgica. (G i\IEI.IN
e
f. Klin. Chir., vol. 137,
KOWITZ . .4.rchiv .
1.e ricerche vennero eseguite con un apparecchio di Ben edict modifiicato , ISU 30 indivi'(}ui af fetti da :\1. di Basedow e 5 ipertireosi. In tutti i casi si trovò ·un aumento del metabolismo basale> generalmente del 50 %. In un caso era del 100 %; i casi gra.vi soripassano il 38 %, i leggeri si mantengono sul 20 %. Tutti i malati vennero 01perati di emistrumecto1nia bilaterale, talvolta eseguita in 2 tempi. Subito dopo l'operazione, si notò un aumento del m etabolismo basale, dovuto al seereto 1che vien e irnmèsso nel sangue durante la operazione. Quando la quantità di tiroi•de asportata è stata equivalente alla intensità dell'affezio11e, i.si notò un ritorno del rr1 etaibolismo basale a valori n ormali. in poche settimane. Talvolta .f u osservato u11 abbassamento ·dei valori normali in rapporto a una quantità troppo gran de di ghiandola a.sportat.a. ln u11 caso, dopo 1'011>eraZ'ione, l'aumen to del metabolismo era ·di1ninuito troppo poco e portò alJ 'indirazione di un secondo intervento dopo il quale ·divenn e norn1al e. Tutt) i casi furono controllati mi croscopicamente. I Ja n1isurazione del 1netabolismo basale può aYrrE> particol are inter esse in alcuni casi. Cosi in 5 l)azii;int i, oltre al gozzo, a leggera irritabilità, 1
1
•
Le condizioni igienico-sanitarie dell'Italia. durante la guerra (1915-1918) in confronto coi periodi ante- e post-bellico. (DEGANELLO
U. Annali OlJgiene, marzo 1926).
L 'A. ha studiato -le condizioni igienico-sanitar1e:de1 nostro paese prenden do in .con si derazione, oltre alla mortalità generale d el Regno, i quozienti di m ortalità per alcune determinate malattie, durante il .quadriennio 1915-18. A ,complemento .del suo stu.dio ha i5tituito opportuni confro11ti fra detti iquozie~ti e quelli rispettivi del .quinquennio antebellico 1910-14, nonchè d el ·<Itlinquennio post-bellico ,1919-23 esten,. dendo, così, le sue ricerche a•d un periodo di li.i anni. (1910-23). Le form e morbose (cause di morte) precelte so. i10 22> in massima iparte infettive diffusive e oa:IJ)aci ·di 5vilupparsi, in date circostanze, sotto forma epi•demica. Tutte ·h anno una particolare importanza nel cam'Po della m edicina sooiale e - sia singolarmente -consid erate, sia nel Joro insieme - servono a caratterizzare lo stato igienico-sanitario di un gruppo di ipopolazione. L'A . descrive, a.n aliticamente, per ogni singola forma morbosa il modo ·di comportarsi della mortalità Ii$pettiva, nei tre accennati periodi. sulla base ·di •diverse tabelle (ove sono ripor-tati •dati assoluti e relativi, medie, numeri-indi... ci, ecc. ) -e col corredo di parecchi diagrammi. Sorvolando sui dati analitici delle singol e cause ·di morte riassumeremo brevemente le con siderazioni relative a .qualcuna di esse cause: L,influen za - che, pure nella forma endemi1
f. 2) .
·
1
[.,\NNO
XXXIII,
FASC.
32]
1LZ9
SEZ IONE PRATICA
ca, mietè ogni a11no (dal 1910 al 1917) un discreto ne contarono ben 73,944: guerra ed influenza de11umero di vittime - esplose nel 1918 (3° trimecimarono i tubercolosi latenti. stre) in forma pandemica culminando in questo Negli anni ·di pace la· mortalità andò sempre stesso anno (41) trimestre). Si protrasse - a5sai 1più diminuendo fino a toccare, nel 1S22, il quomitigata, ma con ,c arattere epiidemico e relativa- .. ziente 1398, che è il rninimo ,dell'intero quattorn1ente grave - fino al 1920 e assunse nel 1921 la dicennio. sua solita forma en'Clemica più o meno oscillanl\1a ad onta di .questa '<ii·minuzione (la quale do, nel quoziente di n1ortalità, dura11te gli anni non fa che riportarci alle condizioni .cJi ante5uccessivi. guerra) la tubercolosi >Continua a fare strage deNel solo 1918 fece 274,041 vittime (in base alle gli umani, ucciidendone oltre .50,000 tutti gli anni. den11ncj e ufficiali); ma - per certe consideraI t1lmori maligni presentarono un lento ma zioni che qui, per brevità , si omettono - devesi continuo aumento di mortalità durante l'intero ritE>nere questa cifra di non poco inferiore alla qnattor·dicennio ·di osservazione. ·Essi, nel 1910, ferPaltà. Per ciò l' A. ha calcolato in via indiretta, cero 22,555 vittime, nel 1923 ne fecero 27,005. 1na ,certamente prossima alla realtà, che l'inRia .~sumendo si può dire: Tutte le malattie fluenza nel 1918 ha causato la morte a ben 400.000 (·difterite, tifo ad1dominale, febbre puer1perale, mapersone; mentre dal luglio 1918 al marzo 1919 laria, tubercolosi, ecc.; .f a eccezionp il cancro) · (periodo ·della pan,d emia) avrebbe ·fatto 430.000 che subirono idurante la guerra un aumento dl rnortalità relativa, in confronto al periodo previttime. Per questo flagello, in nove mesi, sarebbero cedente, presentarono nel successivo periodo di morti ben più individui che non per f erite dupace una •diminuzione ·del ri51Pettivo quoziente. rantr. la lunga (41 me5i) sanguinosa guerra! Pur Il q11ale tanto di·m inuì da aV"ricinarsi, sempre, riconoscendo l'esistenza di un rapporto fra guernotevolmente (in qualche caso egua·glian·dolo) a ra e pan'demia influenzale, l'A. co.n clude che quello rispettivo, più basso, ·del periodo. antenon si è autorizzati a constderare quella come bellico. rauiSa esclusiva, e nemmeno pre:p onderante, del E da aggiungere che una diminuzione della gravissimo, eccezionale andamento spiegato da Imortalità relativa durante il dopo-guerra si verificò anche per le malattie (1norbillo, .scarlatla pan·demia stessa. .t\t1mento più o meno notevole durante la guertina, perto5se, pellagra, sifili·de), le quali avevano presentato simile diminuzione 1pur durante ra, in confronto del periodo antebellico. si verificò nella mortalità relativa per le seguenti mail periodo bellico, in confronto del precedeI)te lattie: difterite, tifo addominale, febbre · pnerpe- periodo. Il vaiolo negli ultimi due anni (1922-23) è quasi rale , malaria, tubercolosi, tumori 1naligni. completamente scomparso. Le quali tutte presentarono il ma. simo quoLe altre malattie qui consi derate (poUomielite ziente nell'ultimo anno b ellico (1918' . in c11i troviamo abbinati gli e'ffetti deleteri della guerra e ant. ac., tid'o esantemati co, carbonchio, ec·c.) pre~entarono quozi enti di mortalitil cosi piccoli da della pandemia influenzale. rpn1derle trascurabili. Per ,quanto riguarda le tre u1timl'.) cause di Conclusioni: Le condizioni sa11itarie dell'Itamorte si fa notare quanto segue: ln mortalità lia, -p er quanto risulta da ,queste ricerche del De. l'P.r malaria, ·dopo un minimo toccato nel 19'14, gan ello, subirono durante il quélJdriennio bellico salì progres5ivamente negli anni di gnerra tanto c-he i 2045 mortj nel 1914 diventarono 11,477 nel - 5opra tutto a causa della pan1demia influenzale - un veggioramento gravissimo che, per le 1918; cosl che nP-1 5econdo quaJdriennio vi fu un aumento del 129 % in confronto del quaidriennio 22 malattie nel loro complesso .considerate, è rappresentato da un aumento assai forte della morprecedente. talità relativa (in ratgione del 62 9b) ri sp etto al La lotta antimalarica r i1p resa con maggiore inal1a1 driennio antebellico . tensità su,b ito 1dopo la guerra determinò una pro• Ma, se si prescinde dallo pand emia influengressiva ·diminuzione del quoziente di mortalità, zale (di fronte alla .quale , ùata la 5Ua diffusione che fu 87 (per un milione di abitanti) n el 1923 di ra'Pidissima, quasi ciclonica, qualsia si profilas si fronte a 324 nel 1918. I a mortalità per t.ube,rcolosi presen.ta n el suo pubblica è, si può dire. inerme) il veggioramento sanitario. per quanto accentuato in qualche foranrtamento, notevole analogia con quella della . ma morbosa, appare, complessivamente, tutt'almalaria: nello ste5so anno 1915 inizia il suo motro l"he grave. ·vimento ascenidente che si arresta. rag'giungendo Infatti la mortalità relativa per il con1plesso di il massimo, nel 1918. :"\el 191'~ si contaron o 51,959 morti; nel 1918 se tutte l~ dette malatti e (esclusa l'influenza) au1
1
•
1130
IL POLICLINICO
111entò durante il qua-driennio belli·co in lieve proporzione (del 7 %) rispetto al ·quadriennio antebellico. La l)rofilassi pubblica durante la guerra, ad -0nta di non poche ·difftcoltà, vatse a contener l 'azione funesta ·delle malattie infettive entro limi ti che si possono dire ristretti (non consideran do , per le note ragioni, la pandemia influenzale) ; ottenne poi i più lusin:ghieri ri1sultati nell 'imme-Oiato dopo-guerra. Bastarono, infatti , cinque anni di pace perchè f osse cancellata, si ~uò 'dire, ogni traccia (fatta. .eccezione per la malaria ed il cancro) ·del per-turbam·ento prodotto dalla guerra nel campo igienico-sanitario del nostro Paese. 'Sintesi ·di questo miglioramento è il quoziente -O.ella mortalità generale del Regno che, ·da una media di 22.99 per il quadriennio bellico (nel ·191s fu 32.95) discese a 17.81 per il quinquennio dopo. guerra in -confronto a 19.21 per il quinquen' ·nio antebelliico. ~el 1923 tale .quoziente discese a 16.56 (in pro-porzi on.e a 1000 a·b itanti), limite minimo mai raggiunto finora. ! .''Italia .d imo5tra un sensibile risveglio di energie in tutti i rami dell'attività umana ed è con-fortante rilevare che a questo si associa, come Tisnlta .da queste ricerche, un notevole progresso nPl campo igienico-sanitario. S. ·A. 1
•
I
I
CENNI BIBLIOGRAFICI.
iANNO XXXIII, FASc. 32]
condo ·di risultati nei riguardi ·della patologia e della terapia. Brugsch ~ Lewy, con la collaborazione di altri, iniziano un trattato che deve studiare, sotto .f orma di singole monografie, tutti i lati ·dei vari pr~ blemi riguardanti la personalità umana. Quello testè edito è il primo fascicolo del primo volume dell'opera, ·che consterà in complesso di qu.attro volumi. In .esso troviamo trattate le questioni fondamentali inerenti alla entità individuale; vi si espongono inoltre i valori normali e le basi numeriche c!he servono di guida per lo stu dio statistico; e vi si riportano infine le nozioni più r.e centi circa i problemi dell'ereditarietà in generale. Il libro non è certo fatto per il profano nè per lo studente; lo scienziato .e il medico potranno invece consultarlo con profitto, attingen,d o util~ cognizioni nel grande materiale accumulatovi con cura minuziosa. M. F. 1
AttnERHAf.DEN. Tiandbuch der biologischen Arbeits-
methoderi. •L fg. 183. Abt.
xrnr •Met11oden zur
Er-
, forschung der Leistungen von einzelligen Lebewesen. H. 4. Berlin, Urban e Schwarzenberg, 1925. Mk. 6.90.
Questa puntata dell'opera diretta dall'Abderhalden C'OID1Pr en·de 4 capitoli di alto interesse per lo studioso di parassitologia e di microbiologia, e la compilazione di essi è stata affidata ad autori di indiscussa competenza. Il Gi'3msa ·di Amburgo ha trattato l'argomento non ancora ben definito 'della cultura ded. 1parassit1 n1alari ci, e lo studioso troverà in esso ogni part.icolare indicazione che possa servire ad ulteriori .rtcer.che. _.\ questo caipitolo seguono iq uello dei metodi d1 st.l1dio sulle mosche quali trasmettitori di inf-'. zioni, compilato dal Martini di Amburgo, e quello s11i pidocchi trattato ampiamenté dal Rocha-Lima e 1da Hilda Sikara. Da . t1ltirr10 il problema dell'isolamento in cultura pura dei bacilli tubercolari, è stato ampiatnente 5volto dal Lo'"·enstein ·di Vienna. 1
P.
RONDONI. Elementi di Biochimica con applica-
=ioni alla Patologia ed alla Diagnostica: Unione Tip-0grafico-FJditrice Torinese, 1926.
E il primo esperimento in Italia ·d i t1n trattato dj .Bioc1hin1ica, di cui Ya data 10 de all'A. che ha ~olmato così una lacuna, maggiormente avvertita in questi ultimi anni, in cui la Patologia ri·conosce semp,r e 1Più ampie connessioni e rapporti tra malattia e concetto ·b iologico. Il libro è già stato a ccolto molto favorevolmenie si a dagli studios·i della materia, sia dagli studentj , che vi trovano raccolto e descritto chiaram e11te tutto ·Ciò c·h e è sparso in op1ere diverse di chimica fisiologica, di patologia e di semiologia. Contiene numerose indicazioni bibliografiche e -porta un'appendice con i micrometodi, già in uso per la maggior parte delle ricer.che ahche di naMARINO. 1ura scientifica. 1
e J. H. LEwY. Die Biologie der Person. Urban e Schwarzenberg, 1926, Bd. I, 1. M. 1~.
1'H . BRUGSCH
La medicina costituzionale rappresenta uno de!!li ar{!omenti scientifici di grande attualità, tratt:'l ndosi di un campo oltremodo interessante e fe-
1
• TR. R. LERICHE et .!\. POLICARO. Les prolJlemes de la physiologie normale et pathologique de l'os.
Masson et C.ie, editeurs, Paris. Da molti anni gli A.I\. di questo libro &i sono occupati' delle evoluzioni normali e patologiche dell'osso. Hanno cercato con modi diversi di proporre delle soluzioni ai problemi che esse po. -sano. Si sono serviti dell'istologia, della radio grafia, dell'esperimento e anche molto dell'os5erYazione clinica. •
•
XXXIII,
{ANNO
_l4'ASC.
32]
SEZIONE
f: sorta ~osi una concezione nuova una nuov'l
'
teoria sulla evoluzione, sulle malattie e sulla rigenerazione . del tessuto osseo. Una teoria con. • caratteri generali che si può applicare a tutte le modalità e a tutte le particolarità •dell'osteogenesi in r.ondizioni normali e !Patologiche. Ritenendo ·d i questo vasto materiale solo quello che è loro parso acquisito su basi sicure, gli AA. hanno riunito in questo libro, come in una sintesi, il loro lavoro. I.' esposizione brillante e la simpatica veste tipografica fanno del volume una lettura gra:devole e interessante per cl1i voglia tenersi a giorno di M. ASCOLI. queste questioni.
ACCftDEMIE, SOtIETA MEDICHE. CON6HESSI. Società Medico-Chirn1·gica Bellunese. Sedl1ta del 6 gennaio e del 3 febbraio 1926. Presidenza:
prof. PIERI, ·presidente.
Dott. P AGANI-CEsA. /3u.lla patologia renale dell'infanzia. - Conferenz_a non adatta ad essere riassu11ta in un resoconto. , Un caso di corea ritmica isterica.
Dott. SPANIO. - L 'O. ria~ume la sto!I'ia clinica .Ji una ragazza nella quale insorse dopo il morso di un cane (riconosciuto immune da· rabbiaj una strana agitazione composta di movimenti rapidamente alternati di flessione e di estensione del braccio e della gamba destra, dapprima intermittente poi ocxnt\nua, con la so]1& interruzione del sonno. Contemporaneamente ai disturbi moto1·i 1'0. ha risco11tra.t o turbe 1nsichiche di ca1·.attere isterico. La paziente è guarita in un.a sola seduta psicoteraipica.
La mortalità per tumori maliani in provincia di Belluno. Dott. PAGANI. - L ' O. ha tratto dalle statistiche delle cause di morte i dati relativi alla provincia di BeJluno. Ne risulta che le morti per tumori maligni dal 1887 aJ. 1923 soM salite da 65 a 159. Dalla statistica risulta come le localizzazioni più frequenti siano quelle allo stomaco e all'esofago; seguono decrescendo quelle al. fegato, intestini e pariton~a1, all'utero e ovaia, · alla bocca, fauoi, trachea, alle mammelle, agli org.a.ni genitourinari, ai rentri nervosj ed or~ani dei sensi, alle ossa e articolazioni. •
lnterv'3ntQ per embolia clell'arteria iliaca esterna . Prof. PIERI. - In una donna di 58 anni, miocarditica e arteriosclerotica, '°'Perata per una ernia
•
1131
~RATICA
ombe1icale strozzata insorsero i segni di en1bolia dell'iliiaoa sinistra. Si intervenne in rachianestesia scoprendo l'arteria femorale .al triangolo di Scarpa; essa era vuota, n!On pulsante; s.~ praticò una. breve incisione loogitudinale 11ella sua parete, e attraverso di essa l'esplorazione retrograda con una Nel.a.ton dimostrò un ostacolo un poco più in alto del legamento d~ F.allo,ppio. Si introdusse .alloJ'a nella incisione arteriosa \l becco oliv.a re della grossa siringa di J.anet, piena di sol.uzi-0111e fisio.l ogioa, e spingendo con foil·za un getto liquido verso la parte a>rossimale, si vide 1'arterja rigonfiarsi e quindi uscire ·repentinamente un grosso embolo (come un f.agiuolo) seguito dal pieno getto sa11guigno. Allora si strinse il vaso con una pii1za angiostatica e si praticò la sutura dell'incisi:<line arteriosa. ' Il sangue tornò a. circolare nell'arto, i dolori scomparvero e così i segni di ischemia, ma dopo due ore i sintoIDJ. ricomparvero come prima. 11 giorno dopo Ja malata morì col quadro clinico di una embolia cerebrale. L'autopsia dimostrò che nel punto della ostruzione si er.a p.r odotto un grosso e lungo trombo occludente. L' O. ritiene l'insuccesso sia dovuto al ritardo dell'intervento (1a embolia datava da circa 12 ore); ina la tecnica della disostruzione mediante il getto liquido retrog~ado, che. dilata l'arteria e permette il disimpegnarsi dell'embolo, senza trauma- ' tizzare le '!>a.reti a;rteri·ooo, gli sembra meriti di essere oonosc~uta e. adottata sistematicamente, perchè da var.i punti di vista superiore ai procedimenti finora usati.
Un caso di sviluppo extra coriale del feto. Dott. AGNOLI. - I casi di sviluippo extracoriale del feto SOllJO soarsi nella letteratura; L'O. ne illustra uno ohe è ·c aipitato sotto 1.a s~a osservazione. Il decorso del puerperato fu del tutto normale.
Dott. BROGLIO. ·- Una malata, già o01perata precedentemente di nefrectomia sinist1 a per tpielo11efrite atrofica dolorosa, venne colta in piena convalescenza, dopo ci.r ea un mese dall'intervento, da dolori sotto forma di colica al fianco destro, con febbre preceduta da brividi e vomito. Un esame immediato della orina dimostra piuria intensa, .assenza di cilindri renali, per cui si fa diagnosi di 1pielite. In base alla esperienza del caso 1'0. ritiene che la sonda uretrale :a permanen?A, le iniezioni endovenose di urot1101pina, e possibilmente l'autovacci110 siano sufficienti, e che convenga evitaJ'e il catetere ureterale a pern1anenza e le I.a va ture del bacinetto, non sempre esenti da pericolo. G.
LocATELL! .
1132
IL POLICLINICO
[.t\NNO
XXXIII, FASC. :t2j
APPUNTI PER IL MEDICO PRATICO. CASISTICA E TERAPIA. La cachessia ipofisaria. Se ne occupa M. Reale (La Riforma medica, 8 febbraio 1926). f: detta anche malattia di Simmonds, il quale nel 191~ ne fissò i caratteri clinici ed anatomo-patologici essenziali. Sintoma caratteristico è la cachessia progressiva. La malattia non pare abbia 1preferenze di età. Tuttavia compare- con inaggior lf,requenza nei giovani. ~elle donne si verirfica talvolta dopo un parto, torse per embolie puerperali. Si ammette da ta. luni llna disposizione costituzionale e forse familiare. Nel qua dro morboso, dominano le alterazioni del ricambio; il metabolismo basale, è quasi semwe abbassato, l'eliminazione di azoto è aumentata, la temperatura e la pressione sanguign l sono basse, il numero delle pulsazi'oni è diminuito . .i\ ccPntuata la debolezza muscolare. Tuttavia i segni clinici che accennino direttamente a una l~sionP ]jpofisaria sono scarsi. .t\.nche la radioscoip ia della 1sella tu!'ciica, non rivela alterazioni no. tevoli. Spesso la malattia si inizia con disturbi a caTi co dP-lle ghiandole sessuali : imrpotenza nel· l'uomo, menopa11sa e sterilità nella donna. la tiroi•de e le altre ghiandole endocrine, sono quasi sen1pre atrofiche e sclerotich,e. ·Anche gli organi viscerali sono spesso piccoli e atr ol!ic1 (~c;plancnomicria di Simmonds). Nel sangue è quac:i costante un'anemia secondaria. f: frequente pnre un'eosinofilia. La cute è ·spesso secca e squa. mo sa . Costanti sono le alterazioni re.g ressive a carico delle appendici eipidemiohe, alterazioni comuni del resto a molte distrofie endocrine. Sintomi ga'5tro-intestinali: anoressia, vomito, a.chilia ~astrica, diarree. A carico del sistema ner,roso, abbiamo turbe dei riflessi, talora attacchi convul sivi, ·disturbi psichici varia.b ili dall'ottusità all'eccitazione più elevata. Si descrivono tre rforme cliniche .della malattin di Simmonds: 1) quèlla descritta; 2) forma pi1'1 grave in ct1i si ha la sola cachessia; 3) forma i ri cui si hanno solo ·Convulsioni e coma. La morte però avviene sempre in con,rnlsioni e coma. l.'anatomia patologica dimostra sempre lesioni di natura varia a carico dell'ipofisi. Frequenti sono le embolie, rare le emorragie da trauma. I l Fahr ammette che causa della malattia sia spesso un'ipofisite, della quale egli riscontrò i segni in 11n caso di sepsi. La sifilide congenita colpisce spec:so l'ipofisi (infiammazione interstiziale diffnsa. gomma). RaJ'e sono le lesioni ipofisarie da nttribt1irsi alla sifilide acquisita, alla tnberco1os1, ai tumori. 1
La terapia p uò essere efficace, qualora sia possibile una cura della malattia causale. Scarsi sono i risultati dell'opoterapia. M.
Lo stato attuale delle conoscenze sulla patogenesi della spasmofilia infantile. In una riviis ta sintetica rE. De Micheli (Riv. di Clin. Ped., marzo 1926) raccoglie i vari dati pato. gpnetici sull'argomento. L'alimentazione incongrua, il cui valore fu esagerato in ~Itri tempi, specie dalla scuola d~J Finl<:Plstein va oggi considerata in senso ristretto, co1ne una delle eventuali cause della forma morbosa.
L'avitaminosi da carenza del fattore B può anche ''alere in quanto influi'5ce sullo stato generale del bambino, e quindi sulla sua suscettibilità nervo1;a. Così pure la dispepsia prolungata è spesso ritrovata negli spasmofili. La coincidenza col rachitismo, secon.do le moderne vedute, non è costante e deve essere interpretata come una conseguenza duplice ma distinta di deterrninate cause distrofizzanti. l.a carenza di luce, specie dei raggi ultra-violetti, ci sipiega bene il rapporto tra l'apparire delle manifestazioni convulsive e la cattiva stagione; a 1 q1Jal proposito si rammenterà che i raggi atti. nici non attraversano i vetri comuni delle case. I SllCcessi terapeuti.ci dell'elioterapia artificiale confermano tale v·eduta. Abbiamo poi le varie alterazioni organiche ri· scontrate nella malattia. Le paratiroidi, ad esempio, sono state trovate talora sede di emorragie, ma il reperto non è costante. Si potrebbe tuttavia penc;are a lesioni fini, non visibili al microscopio, che alterassero 51pecialmente le fu11zioni regolatrici del ricam.b io di alcuni elementi importantiss imi, tra cui il ·Calcio. l.'ipocalcemia, con·statata in modo certo nei na.rnbini spasmofili, aumenterebbe, modificando i rn.pporti osmotici, la permeabilità delle cellule intestinali verso le tossine digestive (guanidina e derivati). Ricerche più recenti dimostrerebbero invece che le paratiroidi regolano il tono muscolare. controllando il ·metabolismo della guanidina. J)a altri autori è stata emessa una teoria fonrl ata sullo squilibrio fra acidi e basi, nel senso di nn'alcalosi o di un'acidosi. Alcuni invece attrib111srono ~zion e tetanizzante ai fosfati, altri al sodio del plasma, in con centrazione superiore a un dato livello. PPr quanto riguarda i rap1p orti tra sisternR ner-
•
•
(ANNO
XXXIII,
FASC.
3-2]
SEZfO~
voso vegeta~ivo e spasmofilia, mentre alcuni h8(1no ronsillerato lo spasmofilo come un vagotonic\, sembra più probabile ·Che si tratti invece di soggetti ad equilibrio vago ...simpatico molto labile, con ipereccitabilità generale del sistema nervoso vegetativo, dovuta alla stessa ipocalcemia. M. FABERI.
Paratiroidi ed osteite fibrosa. L'importanza delle paratiroi di nel metabolismv d el calcio è ben nota; l'ipertrofia o l'i~erp1asia di queste ghiandole sono in rapporto con quelle condizioni dello scheletro per ·cui le ossa vanno iSoggette a rarefazione. A tale .proposito, A. Gooel (Wiener med. Wochens., 1925, n. 38) riferisce il caso di una 1donna di 42 anni morta per un sarcoma a cellule giganti della parte distale della . tibia destra. ·Le radiografie ave,rano mostrato a·l tre lesioni della natura dell'osteite fibrosa al gomito ed alla mandibola ed il sarcoma appariva come la conseguenza di una precedente osteite fibrosa. All'autopsia si ri•scontrò che erano presenti soltanto le paratiroidi inferiori, entramlbe 'formate da tumori ·di cui il ·destr-0 mis1Jra,ra mm. 50 x 40 eid il sinistro mm. 100 x 20; essi si estendevano in basso alla biforcazione 1della tracl1ea ed in contatto con i·arco aortico. [stologicamente si ave,·a a che fare con un'iperplasia diffusa in 1cui si trovaYano tutti glj ·e lementi 1della paratirojde normale, leggermente aumentati «ti Yolume. fil. 1
PRATICA
11 ~~3
L'influenza della somministrazione di jodio e del riposo nella chirurgia d.,l gozzo esoftalmfco. Dallo stu·dio fatto da H. M. Clute (Journai Amer. med. A ssociation, 9 gennaio 1926) soa:>ra 200 casi operati di gozzo esoftalmi co, risulta eh€ prima ·d ell'u5o dello iodio e del ri1p oso in letto solo il 38 % degli in·dividui poteva essere operato in una sola seduta. La pro'Porzione è invece salita a 63.7 % dopo l'uso di entrambi. In nessuno degli 85 casi operati nei primi 5 mesi del 1925 fu necessaria la 1-egatura prev·entiva di un lobo. Va però notato che n è la 5omministrazione dello iodio, nè jl riposo ebbero effetto sul metabolismo bwsale . e che solo la tiroidectomia può guarire il gozzo e5oftalmico. Il r~poso in letto deve essere ·di 7-10 giorn i pilima dell 'o'Perazione. 1
1
1
fil .
Fattori liposolubili· Vitasterine · Exormoni.
Il gruppo dei fattori livosolubili compr ende so .. ~.tanze che, a ·differenza -delle vitamine, resistono alle alte temperature, a·gli alcali ed al dissec.can1en to, e sono unicamente composte •di carbonio. idrogen-o ed ossigeno. Funk ha proposto di op. porle alle vitamine !Pr opriamente dette, sottò il nome di 'ritasterine. Fra le vitasterine, ben conosciuti sono il fattore A, di cre!s'Cenz8: ed antixeroftalmico, ed il fattore D, antirachiti,co; meno noto, perchiè ultimo venuto nella famiglia delle vitamine, è il fattore E, di riproid uzione. La preComa diabetico senza acetonuria. ' $enza, negli alimenti, del .f attore E è necessaria peTchè gli animali ·Si riproducano, eid il difetto o T. Oliva (Lane et, 10 aprile 1926) riferisce un l'assenza td i es::,o provocano tutta una serie di caso di coma diabetico tipi co, interessante per alt0razioni. funzionali nella sfera sessuale, che lP segi1enti circostanze: inizio con sindrome ad vanno fino alla sterilità . . dominale acuta pseudoperitonitica, as5enza quasi La ster.i lità ottenuta sperimenta1'mente con re-completa di aicetone n-elle urine , prirna, durante, gimi 1pri, i di fattore E non iè accom:pagnata da e dopo la guarigion·e del .coma, ]n assenza di alterazioni visibili delle ovaie e la ·sua patagenesi aipprezzabili lesioni renali , ch e possono in qualè an·c ora inesiplicabile. Il fattore di ripro1duzione cbe caso spiegare la man.cata a1cetonuria. esiste sopratutto nella lattuga, n ella carne e nelLa paziente prendeva circa 50 unità di insulina al giorno e carbotdrati a volontà: per soprag- 1'avena e non 'PUÒ essere immagazzinato a ll1ngo gi'unti distur.b i gastrointestinali era 5tata sospesa nell'animale. Poco ancora è noto sulla intima natura di que1'insnlina . • DORTA. sti .corpi. Il comples&o però dei loro caratteri, la Pericoli della terapia iodica 10ro azione a dose minima, infinitesimale, la loco nel Basedow e nell'ipertiroidi smo. influenza sul trofismo dei tessuti e sul m etaboRedl:Lch (Wie·n. Klin. Wochensch., ottobre 1925) lismo cellulare, il loro -carattere di necessità per è contrario all'opinione .di Mosser e seguaci, che il normale sviluppo dell'organi::,mo e la loro azio. i·m1pi egano 'Uila soluzione al 5 % di tintura di iodio ne eccitante sull'ovulazione la fecon(dità, ecc., ed ' n el Basedow, convinti di 1diminuime il metabolianche su tutte le ghian·dole a secrezione sia smo ba>Sale e il .dima·g rtmento. L'A. ritiene che lo esterna che interna; .giustifi-cano il nome di oriodio, non solo ag·g rava i sintomi del Basedow, moni iche Rdbert Clement (Presse médicale, 1926, n. 47) propone. Vitamine e vitasterine ·s arebbero ma sia. capaice di 'Per sè .solo di •dare una sir1gli exormoni, che si oontrappongono agli endor-. drome di iperti:roid~smo, •q.u alora se ne abusi. moni en'Clocrini. TOSCANO. M. CAJA. f
1
1
1
1
11~4
[ ANNO
l L POLICLINICO
al feto, e che il suo esaurimento sia legato alla vita autonoma .del feto, iniziataisi durante la permanenza nell'utero , e COID1Pletata nella vita extraCARUSI . uterina.
NOTE DI MEDICINA SCIENTIFICA. · Comportamento delle agglutinine tifiche nella gravidanza e nel puerperio. P er controllare il com'Portamento delle agglutinine tifiche ·durante e doipo la gravtdanza, N. Sette e D. Consoli (Annali d'Igiene, n. 5, 1006) si sono serYiti dei ·Conigli e di donne incinte; ma mentre nei ipr.i mi hanno potuto provocare l'infezione con l 'in oc-ulazione di bacilli tifici, nelle donne invece si son dovuti accontentare di praticare la vaccin azione antitifilca, la quale, come si sa, provoca la formazione di agiglutinine specilfich-e nel sangue. Da lle esperienze fatte su sette coniglie, di cui cinq11e fecondate e due di controllo, gli A.A . hanno notato che il potere agglutinante è presente prima del parto, e talora aumenta in mo·do notevole durante la gravildanza, per diminuire dnvece ra1pi·damente ·doipo il parto e nel p eriodo ,del puerp erio. ~ elle donne invece avviene il contrario. In queste furono fatte a distanza di otto. g.iorni due iniezioni rispettivamente di due e di quattro miliardi di germi. Dal comrple.c;so ·delle esperienze si può n otare come jJ potere agglutinante era negativo prima della vaccinazione; 1dopo la vaccinazione comparivano le aggl11tinine, che 1Si mantenevano fino al parto, ed erano 'Presenti anche tre, cinque, n ove giorni. ·do1po jl rparto. A spiegar e il diverso comp ortamento delle agglutinin e 11ei conjgli e n elle donne, gl.i .~li. si ri chiamano alla 1dif·fer ente costituzion e organica <legli erbivori rispetto agli onniveri. Inoltre gl: erbtvo1i sono 01·ganismi prevalentemente alcalini , mentre i secondi sono acidi o anfoteri; la gravi.danza mociifica11do questo stato organico, spo. sta a11che il comportamento della 'formazione delle agglutinine. Si p11ò quin1di pen sare che le agglutinine oltre ad essere legate allo stimolo della vaccinazione, risentano delle modif.i cazioni ch e subisce l'organismo durante la gravi1danza, o in seguito ad altre malattie. 1Ir1fatti i n un ca&o l'agiglutinaz·i one dapprima n egati,ra, si mo'dificò in (positiva in seguito a pielocistite gravidica da b. coli. Gli .!\A. hanno anche voluto ricericare il potere agglutinante nei neonati di donne va:ccinate in gravidanza. Dalle osservazioni risulta che tale potere nel feto è sempre presente, ma di grado inferiore a quello materno; questo potere si esaurisce però in breve completamente. Quei:,to fatto fa cr edere agli ./\A. che l'immunità fetale sia passiva. perchè derivata dalla madre 1
XXXIII, F ASC. 32 J
VARIAw
•
Le malattie mentali in Italia. Dal p.rimo cen5imento, eseguito dall'Uff icio dt Statistica àelle ma'lattie mentali, risulta 1che dura11te il 1924 furono ·ammessi nei 133 i&tituti pubblici e privati, che in Italia provvedono all'assistenza .d ei malati di mente, 24,097 infermi (13,922 uo!llini; 10,175 donne). Alla fine ·del 1925 nei m edesimi luoghi di 1cura si trovavano r1coverat1 59,393 pazienti. In confronto coi 54,311 cens1t~ nel 1914, d11nque si era verificato un aumell;.0 di 5082. malati id i mente.. La percentuale di t::i 1~ ii. 1lat1 però è rimaista invariata ( = 1.5 o/oo), in quanto l ~ !J>Opolazione italiana da 85,238,997 (1914) è salita a 39,988,5·28 (1921) abitanti . g. a.
Quanto costa la malaria all'umanità? ll prof. And~·e\v Balfour, direttore della Scuola d'Igiene e Medicin a Tropicale di Londra, stima rhe le perdite dirette attribuibili alla morbosità a alla m0rtaU tà da malaria, possano valutarsi in una somma annua corrispondente 6.25-7.5 miliardt di lire it. ; son o da aggiungervi le perdite indi,.. rettP, p. e. da riduzione -della capacità lavorativa. Il nn1 ncro totale delle morti da malaria si aggirerPhbe intorno a 2 milioni l'anno. (Riv. di Ma!n 1 iologi a ,
n.
1) . •
Il pericolo costa11te delle mosche. B notorio l'enorme numero di germi (fra i qualt possono esservi quelli del tifo, della dissente. ria, ecc.) che le mosche posandosi sulla carne,~ sulle ~atate , sul latte, sulla crema, possono portare. Non ·Ci ·deve pereiò parere strano che i me-· -dici ed i biologi mettano in uso tutti i metodi per· la loro distruzione: il più semplice consiste nello &palmare sostanze speciali; però molto prattco è l'uso di soluzioni di formolo all'l % da mettere s11llo zucchero, n el latte, ecc. Secon·do Krauss (Der Pratische Artz., 1925, n . 18), la lotta deve essere portata contro le larve e le uova : e bisogna incominciare dal mettere ben profondamente tn terra argillosa gli animali morti, dal distruggere bene urine, sputi, detriti, ecc., allo s,copo di non dar tempo e modo di sviluppo alle larve in esse esi1stenti. La moltiplicazione dei ditteri in questione, è favolosa: una mosca produce dal 15 aprile al 15 settembre, approssimativamente 5,598,720,000,000, di . discendenti, e ciascuna mosca porta con sè d&. 500 a 600,000 batteri. MoNT.
[ANNO XXXIII, FASC. 3ZJ
SEZIONE PRATICA
1135>-
•
POLITICA SANITARIA .E GIURISPRUDENZA* CONTROVERSIE GIDRIDICHE.
L. -
In quali casi è efficace la precedenza a
favore del mutilati e degli invalidi di guerra. Il titolo di preceàernza assoluta attribuito dalla legg e 21 agosto 1921 n . 1312 ai mutilati e agli inv1alidi di guerra, agli effetti della nomina nei con-
corsi in·detti ·dai Comuni i ·quali .n on abbiano raggiunto la proporzione voluta 1dall,art. 8 della legge mede5ima, per gli ultimi 'POsti di ruolo, cioè per quel'li ai quali sia dato di aiocedere senza speciale anzianità e senza particolari meriti di servizio, è efficace soltanto quando si tratti di un invalido che neni abbia già un' occupa:;ione della natura di quella che si riiferisce al posto al quale si aspira. Se, invece, una occupazione siffatta egli si è già
procurat;:i. e la eserciti tuttora all'atto del concorso, il trattamento di favore non ha più ragione di essere. La decisione 9 aprile 1926 n. 92 (ri.corrente dottor Saliani), dalla ·q uale è tratta questa m.assirn1., contiene altre consi·derazioni ·di contorno circa le precedenze e le tpreferenze nei concorsi. Pre1er1.: sco non esaminare ora le varie osservazioni che non atten•gono strettamente al punto deciso, perch•è non è •dato rprecisare con esattezza se e sino a qual punto si tratti di motivazione delresten• sore piuttosto C'he rdi vera e propr1ia risoluzione. E poichè le varie questioni •che si ipresentano tutte le volte che si tratta di applicare i decreti concer. nenti i mutilati e, in genere, i benemeriti della guerra, non ne avrebbero una risoluzione definitiva e conforme ai !Precedenti della questione, ri. manendo ancora quello stato di incertezza che tanto ~ stato lamentato, credo 1p iù opportuno rt ferire ora la parte sostanziale della motivazione, che ri·gua~da la vera ragione rdel deci1dere. La ri·soluz'ione ·è nuova ed è importante. In sostanza ha detto il ·Consi.g lio di Stato che se il mutilato od invalido ha già un collocamento , oc. cupa già un posto 1della natura di quello che è oggetto del concor5o non è più efficace la regola della precedenza assoluta agli effetti della nomina. Se, in tal caso, il mutilato o !,invalido vuole aspirare ad altro posto ·della stessa natlira, è giusto ·che sia in con1dizioni idi uguaglianza con tutti gli altli. concorrenti. Questo •è il 1p unto centrale della decisione. Per ma·g.giore esattezza, trattan. dosi di un oaso nuovo, cr~do CYP!POrtuno riteri·r~ la motivazione d·el[a decisione. « Ora la ragione delle varie disposizioni legislative di assistenza e rdi protezione dei minorati di 0
guerra è di sorreggere l'invali·do nella ricerea di lm'.occupazione remunerativa, renden•do obbligato1·1a la loro assunzione presso azien•de private 0 Pubbliche amministrazioni entro determinati .limiti (categorie ·dei po5ti ·conrferibili e precisa quota dei posti stessi) ed entro date condizioni (accertamenti ·di :iidoneità). L'invali·do lasciato in balia delle leggi economi·che non potrebbe che essere saorificato (Relazione Mi11~steriale alla Camera dei Deputati). E un f.i ne di aissistenza per· ri.cx>n05cenz·a nazionale, che si cdllega nel temipostesso anche ad un fine dl interesse sociale in quanto rende possibile la valorizzazio11e di molte forze parzialmente vali~de . cc E l'interesse del Paese (leggesi nella Relazione del Governo al di5egno di legge, sed. Cam. dei Dep., 20 giugno 1921), ohe tante energie lavorative colpite e .ctepres5&· rientrino nel ritmo del lavoro e tornino a rieducarsi, a perfezionarsi, a r endersi utili per s1è e per gli altri » . La legge tende, in sostanza, ad assicurare all'invalido un .collocamento, un'occUjpazione ·conforme alla 5ua caipacità, per la quale cioè dimostri idi p oss~dere sufficiente i·doneità fisica e professionale. All'uopo la legge stabilisce la formazione di un ruolo provinciale ·di « invalidi aspiranti al collocamento )) e di iscrizione nel ruolo stPsso (a. 6), ed ha numerosi accenni ispecifici allo stato di disoc cupazione ... Tali essendo lo spirito e la lettera delle norme vigenti, è ovvio che·· il privilegio da esse sancito a favore dei minorati di guerra e cioè la iprecedenza nel collocamento, ovverosia il tliTitto privilegiiato alla nomina, sia· invocabile soltanto quan.1do 5i tratta .di un invalido· che non ab'bia un' oc·curpazione •d ella natura di quella che si riferisce al p osto •cui aspira. Chè se·' invece una siffatta occupazione egli si sia già procurata e rivesta tuttora all'atto del concor so, il trattamento di favore non ha rpiù r agiQne di essere pel comune principio: u cessante ratione legis ces.<;at et ipsa l ex ,, . Allora è la legge nor·m ale com une, la legge 1d'uguaglianza che torna nuo,·amente a•d imperare ... Viene meno la ragione per i11vocare un beneficio concesso in vista di 11no scopo concreto e determinato, per sacnificare e non mantenere integro quel diritto rdi li•b era S·Celta ri-COilOSCiUtO da oltre un ventennio dai nostri ordinamenti alle amministrazioni locali per un alto, interesse pu·bblico, e rimasto invariato e, quindi, confermato dal R. D. 30 dicembre 1923, n. 2883, posteriore a tutte le Dipetute disposizioni. So'lo te-nendo 'Presenti siffatti criteri possono equamente· 1
1
1
(*) La pr-esen~ rubrica è affidata all'avv. GIOVANNI SELVAGGI , esercente in Cassazione oonsulent~
legale d el nostro periodioo
'
•
• •
1136
l J. POL ICLIN lCO
[ ..\NNO
XXXIII.
FASC.
321
•
contemiperarsi, in 'Caso ·di collisione, il diritto d i ficati, avrebbe doYuto fare opiportune indagini per privilegio giustamente r iconosciuto agli invalidi e tabilirne la efficacia sostanziale... cc Prima di rimutilati, e le esigenze, pure apprezzabili, della conoscere al dottor B. nove mesi e venticinque pubblica amministrazione. Ogni diversa conclugiorni di serYizio presso l'ospedale di Terni, la sione, mentre riuscirebbe lesiva •dei diritti d ei Commiss.jone a\'rebbe dO\'uto chiarire e motivare Comuni e perturbatrice del regolare funzionamenle ragioni per le quali essa riteneva esclusivato delle pubbli che amm-inistr.azioni, sarebbe almente attendibili i certifi•cati delle autorità di tresì offensiva della dignità stessa •dell'invalido, Terni , già per sè stessi non perfettamente coinciil quale « deve in s.è sentire i'or.goglio di emu- . denti , jn quanto parlano prima ·di un anno d.i serlare i comrpagni validi ancl1e n ella volontà di pervizio, p oi di circa dieci m esi , e da ultimo d i nove fezionarsi e di dare tutto il rendimento di lavoro mesi e quintdici giorni fino al 10 n ovembre 1924; che gli è po'Ssibile in ragione sia pure delle sue e avrebbe dovuto dichiarare i motiYi per i quali forz e menomate. (Relaz. Commissione S'Peciale ai non prese in consi'derazione le risultanze, maniSenato) )) , festa1nente contraddittori e coi certificati di Terni , dei certilficati di Roma, pure sottoposti al suo giuLI. - Nullità del giudizio della Commissione giu- dizio : i quali, se potevano esser e omessi e quindi dicatrice di un concorso per illegittfmità inn on ricor.dati ai fini ·della preferenza nella gratrinseca. duatoria, p otevano assumere - come assume·v ano nella specie - importanza decisiva per n ettamenT.'amministrazione degli Ospedali Riuniti d1 Rote determinare il perio do di +Servizio effettivo prema indisse un concorso p er l'ufficio rli assistento stato dal .B. come assistente ipresso l'Ospedale di Era valutabile, fra altri titoli, il servizio :pre~ta1o Ter11i >l . presso pitbbliche amministrazioni. Un con corrente Già rilevammo ch e il Consiglio di tato segue produceva un certi ficato dal quale risultava c~1e criteri rigorosi ed esercita un sinid acato molto a1negli aveva frequentato •Com e interno un ospedale • pio, pur contenendolo n ei li·m iti ·dell'eocesso d i pop r ima d el con segui·m ento d ella laurea ed una d1tere, sui concor5i a pubbli1ci impieghi ed anc'he chiarazione di 1prof esso r e t1fficiale la quale attesul procedimen to e sul giudizio d elle Commissioni stava il serviz,io prestato in qualità di a ssistent e esaminatrici dei titoli. Rimane fermo il iprincipio interno, non essendo disponibili posti di assistend ella insindacabilità del giu·dizio tecnico della te volontario. La Commisione non valutò nè .l'u no Commissione , in .quanto però il procedime11to e il n è l' altro titolo. giudizdo ste&so siano conformi alla legge e non La \ ' ezione del Con siglio di Stato, con deci1da illegittimità per siano intrinsecai;nente viziati sione 26 m arzo 1926 n . 90, ha dicl1iarato giurtdir0ntra.ddizione . irrazionalità di criteri . dil etto di camente corretto il giudizio della Commissione ' 'al11tazione, ·disparità òi trattamento, insuff~cien 'Percl1è il prjmo attestato riguardava una sempliC.! za o incertezza di criteri , ,ralutazioni eccessive o frequenza in epoca a nterior e al conseguimento del non aideguate ai fini del concorso. ti1 olo professionale - ed er a perciò non wpprezQuando si tratti di qu estioni concrete relative a zabile ai fi11i 1del concorso - e il secondo attecon corsi, è sempre necessario esaminare il verbale stato non era valiido in qua:nto , .essendo risultato della Commissione, dal punto ·di vista formal e e che non erano ·disponibili posti di assistente vosostanzial e. lontario, non era possibile la prestazione di un 1
1
1
1
1
1
servizio inerente ai fini dell'Istitu to 05pedaliero e del suo OI'diamento, cioè un servizio utilmente apprezzabile . . ello tesso con corso, però, il Consiglio di tato trovò giustamente un vizio di illegittimità che merita di essere segnalato. La Commissione ritenne ''ali•di servizi sanitari e ospedalieri prestati da un concorrente in una città e in u na dat a epoca, mentre il medesimo con corrente pro duceva altri certificati di frequenza di corsi di perifezionamcn lo e r elativi esami d ella stessa e1p oca e in altre città a molta di5tanza dalla Jllima. ETa possibile la con temporaneità della prestazio11e di serYizio in iuoghi così lontani? Il Con iglio cli tato correttamente l1a detto che Ja Commi ~ i o11 e . prima di dicl1iarare validi quei certi-
Pubblicazione Indispensabile: Dott. Ca.v. Uff. ALBERTO VIGO <Doctor Ju1tltia),
LA LE61SLAZIONE SANITARIA :: in 1·apporto all'esercizio professionale ::
1
(Manuale contenente Leggli, Decreti, Regola.menti, Oiroolari e tutto ciò ohe si riferi&ce a.ll'eeereiZJio iprofeutonale, ad neo dei Medici oon•dotti. dei libertl eeereeni,t. degli uffiioiaJd sanit~ii e del personale addetto •i la.bo. ratori di vigdla.nza igllenioa.). Prezzo L . 16. Per i nostri abbona.ti sole L. JJ.'75 Ln porto f r a.noo. In-viare Vaglia Poetale all'Editore LUIGI POZZI Via. Sistina., n . 14 - ROMA . •
[ANNO
XXXIII,
FASC.
32]
1137
SEZIONE PRATICA
NELLA VITA PROFESSIONALE . •
Sul contributo degli ospedali alla i~tru· zione clinica degli studenti di medicina.
cl1è gli allievi trovassero n ell'i1stituto un
mento completo, decoroso ed economico, ottenendo senza aggravio di non interrompere la frequenza in reparti clinici. ' 11 primo arino si erano dispo5ti 7 jposti ed in essi si avviicen•darono 10 stu denti, in ma&'gioranza ~trani eri, che studiavano in Italia, o aJàdirittura pro,1 enienti da Università estere. 11 1secon1d.o a11no i posti furono 1dovuti elevare a 21; es&i furono totalmente occupati durante tutto il periodo di apertura che va dal 15 luglio a tutto ottobre e gli italiani accorsero in gran1de prev·alenza. Questo anno le domande avevano di tanto superato la di•s ponrbilità di posti .anic or 1prima di aprir0 le iscrizioni, che n on isolo rsi dovette far.e a meno di aprirle pubblicamente, ma dovette venir r aid1doppiato il numero dì p osti nel con VÌtto chiamando a concorrervi un istituto che fa ora parte del grup1po ospedaliero. E .sri potè dare co&i agli iscritti di 6° anno la sicurezza •di stare tutti i 3 mesi e mezzo, mentre 1quelli di 5ò anno vl potranno stare per un perio•do idi 50 giorni facon•do due turni. Le •domande erano infatti olt!·c· SO. Questa mi pare la miglior prova cl1e l'istituzione riispande aid una necessità .che gli stuidenti sentono ed è a loro onore grandi1ssimo il sentirla. ' Qualche fautore della vecchia e limitata azione degli Ospedali, qualche amministratore che degli nspedali non vede che il bilanicio finanziario 1nentre non ne vetde il bilancio intellettuale, morale e sociale, potrà dire che tutto ciò costa. Si ·costa, jperchiè le modiche r ette· che ai giovani si fanno 1)agare non copron-0 esattamente tutta la spesa che l'Ospedale fa 1per loro; m a la società per t1n cosi l]e,re ,5acrifizio acquista dei medici ·che Pntrano nella professione più colti, più sicuri 1dell'opera loro. più agguerriti alle terribili diffi,coltà e resiponsabilità che la professione loro prep:ira E q11estc non è un mettere a prezioso ifrutlo qiJel tanto cl1e può ·costare all'Ospedale siffatta funzione? Questa è la 'na ·SU 1cui i grandi Ospedali si devono mettere. Dico i gran'di Ospedali perchè esi$i hanno m ateriale clinico, mezzi di studio e di insegi1amento e mezzi economiici per questa attività. E1d a tale propo5ito voglio accennare, ~ia pnre idi sfuggita, come in materia di assistenza o5pedaliera non convenga lasciarsi trascinare 'dalle tendenze al decentramento ec cessivo. Solo i gran di Ospedali possono avere tutti i mezzi oggi indispen"Sabili idi esame, •di studio e gli 1stituti di trattamento dei malati: moltiplicare • può ,~oler dire molt]plicare impianti e personale 1
1
Si è gjà detto e scritto 1da molti che l'ospedale moderno ·deve estendere l'azione sua nel camrpo sociale in modo da e5sere il centro di tutte quelle attività 1ct1lturali eld assistenziali a cui esso può dare impulso notevole o col materiale clinico di cui dispone o colle energie di uomini e di ordinamenti 1d1 cui abitualmente ha dovizia. Per ferma~ci oggi su una di queste attività nuo,1 e che agli Ospedali 1si aprono> vediamo come es5i 1poF-sano concorrere alla formazione dei giovani medici, rcome possano riuscire degli efficaci cooperatori delle Clini.che universitarie. A torto si è voluto vedere nell'opera di queste due gran·di e gloriose istituzioni un antagonismo che in alcuni luoghi fu cr eato più dagli uomini che dalle cose. Ognuna di esse ha compiti, sfere d'azione, mezzi ben diversi e nettam ente 1delineati. Compito dello Spedale è ·di rportare nella prattca razionale applicazione, i risultati çlei laboratori e d elle cliniche, ·così 1che i medici ~pren·dano a tra-durre in pratico esercizio quello che la clinica ed il laboratorio insegnarono loro e vengono quoti•dianamentc ·i nsegnanldo.. 1Ma inoltre lo Spedalé, ed un gxanide Ospedale in ispecie, deYe offrire agli stu1denti un materiale •clinico abbondante che e.ssi sotto la gui·cla idei sanitari ospedalieri imparino a stu1diare e trattare in quei lunghi perio·d i in cui le OJ'ldinarie vacanze unive~sitarie sospendono l'attività delle cliniche n ei rigual'di degli studenti. Nuo,re provvide leggi. hanno chiamato gli Ospedali a collaborare colle Università in questo campo : e che la dispo5izione riStpon>da ad un bisogno veramente sentit-0, da parte •dei fu turi medici e di quelli 1che sono alle porte del coronamento dei loro studi, lo vediamo dal •come i giovani cer. cano avidamente di rf.r equentare quelli Spedal1 che, consci del loro altis·simo dovere, aprirono l oro le porte e dettero loro m ateriale clinico , mezzi di stu1dio e maestri autorevoli. per utilizzarne tntti gli insegnamenti pratici. T.'O•sp,e dale Civil e .d i Venezia fu, credo, il primo aid aprire nelle va1canze estive del 1924 un inter11ato ·p er gli studenti degli ultimi 3 anni del corso di medicina. Siccome questi cor5i estivi di pratica cliniçei. d~vono volgersi in mo·do particolare a quei giovani che, avenldo le famiglie in Jocalità ove non vi ·$ono Ospedali importanti, non hanno modo di trequentare delle infermerie durante l'estate, fu appunto loro dato il carattere di internato, cosic1
tratta~
1
1
1
,
1138
con grave pregiutiizio economico o avere degli istituti in,c ompl eti con assai più grave pregiudizio tecnico. Invrce si impiantino Ospedali completi e oppottnnamente 1diislocati nelle regioni d'Italia (e pur. troppo non so110 poche) 1dove l'assistenza 0 1spedaliera è tanto scar&a favorendo tutte quelle provvidenze di rapido e sicuro trasporto dei malati che valgano ad aumentare praticamente la zona di azione degli Ospe dali centrali esistenti e dei nuovi istituiti o ingran diti. Dott. EDOARDO LIGORIO 1
1
meddlco direttore dell'Osped.ail.e 1cd-vile di Venezia.
CONCORSI. POSTI
[ANNO
IL POLICLINICO
V AOANTI.
-~VIGLIANO
(Potenza). - Soad. 15 aig. Ab. del capoluogo 13, 733. Per una fraz. del caipol. ; L. 8000 e 4 quadrienni dee. ; addiz. L. 5 oltre 1000 pov. BAs;sANO VENETO (T~icenza) . - Ab , 20,000. Prorogato co11c0Tso primario medico ,a, t utto 20 agosto 1926. L . 8000 e 6 trienni oltre caro vive.ri. Letti 200. Chiedere ·avviso. BEr.r.uNo. Ospedale Civile. Direttore Gabinetti per esami microsc., batteriol., chim . clinica e istol. patolog. Scad. 31 .ag. Vedi fa.se. 30. BERGANTINO (R oviao:J. - Sca;d. 15 ag.; T. fase. 31. B oR:\fIDA (Genova). - Scad. 31 ag. ; L. 8400 e 10 bienni ventes. ; c.-v. in L . 1200. CASTlGLIO:NE DEL GENOVESE (Salerno). Scad. 20 .ag. ; vedi fase. .31. CATANZARO. Congregazione di Oarità. - Medico pri.n1. dell'Osiped. Civ.; scad. 15 ag; vedi fase. 31. CosENZA. Ospedale Civile. - Concor so per titoli e per esami a tre posti di medico assistente pel biennio 1926. Scad. 31 ag. Stip . L. 1800 (sic) annue e percentuale sui compensi oper ativi. FER:llO (..-!scoli Piceno). Ospedale Civile e Jlilitare Urnberto I. Assistente chirurgo-medico municipale per il serv. chirurg. a domicilio e pr omisct10 - pre,rale11t. chi1·urgico - nell'Ospedale; L. 7000 ol~re alloggio e vitto; tassa L. 50; età im. 35 .a. Chiedere annunzio. Doc. a 3 mesi da.1 20 lug. Soad. 30 gg. ·dal 20 lug. FIRENZE. R. !l rcispedale di S. lll. rluova e tabilinienti Rituniti. - Aiuto medico; esami e titoli; L. 7050 ~ c.-v. ; età lim. 35 a. ; 4 a . di laurea. Nom. e conferma biennali. Chiedere annunzio. FORANO (Roma). - Scad. 31 ag.; L. 10_,500 per 1000 pov.; addizion. L. 4; 5 quadr. clec.; L. 1800 cavale. per fraz. Gavigliano; L. :11JO uff. san.; c.-v.; età lim. 39 a.; tassa L. 50.10. FROSINONE (Ronta) . - Scad. 31 .ag.; 3° quartier e; L . 8500 e 5 qua dr. dee. ; atldiz. L. 4 oltre 1000 pov. e L. 5 oltre 2000. IMor,,A. Congregaz . di Carità . - Scad. 31 ag. ore 17; med. prim. dirett. dell'Ospedale di S. Maria della caletta; \edi ft'.5C. 31.
XXXIII,
FASC. 32]
L uGNANO rN TEVERINA (Perugia). Ospedale Civile. - Medico chirurgo direttore cercasi per avviamento e svilt:Q po dell'Ospedale; L. 8000 oltre proventi visite, medicature, operazioni. N omin.a provvisor ia; in seguito a buona prov.a diverrà definit. Per informaz. .rivol·~ersi Congregaz. di Carità. MIGNANEGo (Genova). - Scad. 31 ag.; L. 8400 e 10 bienni ventes. ; indenn. trasp.; per uff. san. L. 500_ MILANO. Consiglio d egli Istituti Ospitalieri. Concorso .ad a.lcuni posti di medico chirurgo as~istente con funzioni di interno. Scatl. 9 ottobre. Vedi fase. 30. MONTECASTRILLI (Perugia). Per Avigliano Umbr-0; proroga a.I 81 ag. Vedi fase. 30. NAoLE S. MAURIZIO (Venezia Giulia). - Al 25 ag.; . vedi fase. 31 . N ocERA L"-7EH.IORE (Salerno). - Al 19 ag. ; vedi fase. 28. P ARMA . Ospi~i Civili. - 4 .assistenti nell'Osped . Maggiore. Se.ad. 16 iaig. Vedi fase. 30. PIACENZA. R . Prefett'lllTa. - A tutto il 31 ag. ; 11ff. san . medico c31po d el 031p0Juogo; L . 17,000, 5 trienni ed un qu inque nnio di un decimo; vedi fase. 29. RoccA Paro1tA (R oma) . - Al 31 .ag. ; L. 10,500 6 5 quaidr. dee., oltre L . 400 ·u ff . san. e L. 100 trasp . ; per gli abbienti L. 6000; o.-v.; età lim. 40 a . D ocum. a 3 mesi J.al 15 lugl.io. Servizio entro 15 gg. SENOSECCHIA (Vene~ia Gitulia). - A tutto 31 ag.; vedi fase. 29 . INALUNGA (Sie·ia). - Scad. 31 ag. ; V. fase. 31. S IRAC USA. ll. Pref ettura. - Uff. san. di Sortino . Scad. 45 gg. dal 2 luglio. Vedi fase. 29. TARZO (Treviso) . - A tutto il 20 a.g. P er schiarim. rivolgersi alla segreteria. '1\)LENTINO (Jfrr,cer.1ta) . AJ 21 .ag. ; chirurgo condotto; L. 7000 e 3 gu.adr. doo.; tariffa abbienti; indenn. suippletti,ve del decimo; c.-v . ; abitanti 13 500 iscritti c. 1000 ,· età lim. 24-40 a.; tassa ' L . ' 50.15; docum. a 3 mesi d al 21 l•u g. TREVIGLIO (Bergarno). - A tutto 22 sett., cond. esterna; L. 5500 resid., L . 5 capitariie iscritti sol.a assist. med., L. 2 iscritti do'Ppiio elenco, c .-v., L. &00 t r asp.; n.b. 6000 c.; età lim. 42 a . ; t riennio di e.sere. lodev. in con1uni od osped.; voti ultimi 4 a nni universitari; accettaz. entro 8 gg. VENEZIA. Ospedale Civ~le. - Aiuto nela Divis. Ohirurgica III ; L. 4800; titoli ed esami; nomJina biennale, conferma annuale; tassa L. 50 al ~o riere; età tna.s.5. 35 a. ; laurea da un sessennio; dooum . a 2 mesi dal 1° ag. Dooum. a l Protocollo non oltre le ore 17 del 30 .ag. VENTIMIGLIA (Imperia). - Scad. 20 ag.; terza zona (Latte); L . 7500, oltre L . 2000 tra.sp.; c.-v. VERONA. Scuola di Ostetricia. - Direttor e . Scad. 31 .ag. Rivolgersi al Minis~o della P . I. VILLAV.\LLELONGA (Aquila). Al 15 a~ .; v. fase. 29. 1
[ •.\NNO
XXXIII,
FASC.
32]
SEZIONE PRATICA
C0Nco1<s1 A PREMI.
Associazione dii I drologia, Olirtiatologia
e Terapia Fisica . A seguito delle co~icue donazio11i fatte durante le trattazioni sulla fangoterapia al Con·g resso nazionale di Idrologj.a e Climatologia di Salsomaggiore dal comm. Gra11elli pe1· le Terme di S. Pel1eg1'ino (L. 10,000) e dal comm. dott. F . Garbarino (L. 2000), la Associazione di Idrologia e Climatologia bandisce tre premi, uno di L. 7000, uno di L. 30ù0, ·u no di L. 2000 per le migliori monografie originali t:he saranno presentate su uno dei due temi : 1) La fangoter.apia: biologi~ dei fanghi, l'optimum di temperatur.a nelle applicazioni; intJicazioni e controindicazioni. 2) Sul ipotere radioatti \O nei fanghi ital.ia.ni ·dal punto di vista biologico e curativo. Il concorso sa.rà chiuso il 31 agosto 1927; le memorie in lingua italiana e da.ttilografate do-vranno es.sere pre5entate alla presidenza dell'Associa.zione di Idrologia e Climatologia (via S. Barnaba, n . 8). Il concorso s.arà giudicato da un'apposita commissione e i premi saranno assegnati in occa.sione del XVIII Cong1res·>o na2jio11ale di Idrologia e Olimatologia che si terrà a Milano. Norme solite.
NOTIZIE DIVERSE. La missione medica italiana in Argentina. La missione medica italiana, composta dei proff. Vittorio .Ascoli e Giu1io Ales.sandrini, assistiti dal -0.ott. Arnaldo Pozzi, · reoatasi in Argentina per prendere part.e .:ti la v.1ri del 3° Congresso nazionale di medici on. 0. tper tenere u11a serie di conferenze sulla malaria e sulla lotta antimalarica, è .stata oggetto di cordialissime accogl~en.ze e di sq,uisi te cortetS'ie. Già dura11te il viaggio ricevette numerosi messaggi radiografici di saluto. Allo sbarco <~rano ad attendere gli ospiti il direttore generale della Sanità pubblica prof. Araoz Alfaro, il lJr<·f.if!ente del Congresso prof. Bonorino Uù.aondo, il direttore dell'Istituto Biologico Argentino prof. Sjlvio Dessy e altre perso11alità nonohè molti medici italia11i . GJii. ospiti presero subito contatto con spicc.ate notabilità mediche e p()liti-che argentine, con gli enti e le organizzazioni sanitarie e filantrqpiche italiane, con la stampa. Vennero ricevuti dal presidente della repubblica, dott. Alvear. In loro onore fu dato un sontuoso ricevime11to dal prof. Castex (presenti iil ministro degli Esteri dott. G.allarçlo, il ministro della P. I., dott. S1agarr11a, il presidente del Senato dott. Melo, il presidente della Camera, il diretore della Sanità ipubblica prof. Araoz Alfaro ecc.). Fw·ono loro offerti anche pranzi e colazioni dall'Istituto Biologico _l\rge11tino, dal prof. Tidaondo, dal prof. Alfaro, dal prof. Cranwell, ecc., e fu fatta loro compiere una gita Sll di un yacht di proprietà del prof. Marino. Alle feste e ai trattenimenti dati
,
1139
in onore di tutti i congressisti, i delegati italiani furono oggetto di cordiale deferenza e di manifestazioni di vivissima simp.atia. Anche l'italiano prof. Pittailuga, delegato della Spaigpia, è stato .aooolto con straordinaria cordialità. Questo .avvenimento è destinato a stringere sempTe più i legami colturaJri. ohe uniscono il vecchio e glorioso popolo itali1ano alla gi-ande repubblica neo-latina.
Al V Congresso l\Iedico Argentino. L'in.a.ugurazione del Congp:esso ebbe luo·go con la massima .solennità 1'8 luglio . Nella mattinata si te11ne una ri unio11e preliminare per il ricevimento dei delegati proff. ,-. Ascoli e G. Alessandrini per l'Italia, Pittaluga 1per la Spa.g na, Delbet .p er la Friancia, Roche V.aga e Bon Orfila per l'Uruguay, D'Amare! per il Brasile, ecc. Per l'Italia p·arlò il prof. Alessandrini. Il segretario dott. Ii-ibarne dette lettura di una relazione: i 11 c11i riferì che erano .stati .annunziati oirca 800 lavori. La seduta inaugurale ebbe luogo durante il po1neriggio, nel teatro Cervantes; v'intervennero il presidente della repubblica dott . .Alv~ar, il ministro dell'interno dott. 1,amborini, i1 ministro dell'istruzione dott. Saga.r na e moltissime altre personalità della scienza e della politica. Tenne il discorso inaugurale il ministro Sa:g.a.rna, oui seguirono il presidente del congresso pTof. Bonorino Udaoooo, il prof. Araoz .A1faro, il iprof. Ba.Iina, il prof. ~coli, che parlò in nome dei de1e~ati st·ranicri e c:itE:· te11ne una brillante dissertazi1)ne Sl.tll' ·m;>ort.anza sociale della 1nalari.a, ·a pplal1ditiissima, i rappresentanti dei -vari Governi delle repubbliche sud-americane; da ultimo il do,t t. Alfaro pronunziò una. smagliante conferen2ja, su cc Lo stato att11ale della lotta contro la malaria nella Repubblica Argentina» . I lavori si sono svolti con animazione, intramezzati da trattenimenti e gite. Ne daremo in se<guito un r~ooonto completo. V Conferenza. dell'Unione Internazionale contro la Tubercolosi. E indetta dal ~9 svtten1bre al 2 ottobre in Washington ( l\l(ayflo'\ Pr Hotel) sotto la presidenza del dott. T. Smith. Temi: cc La 1parte assunta dal conta.gio tubercolare tra gli adulti», relatore G. Ronzoni di Milano; « Il progres.so e l'organizzazione dell'azione antitubercolare negli Stati Uniti», relatore L. R. '\Villiams di New York;« Struttura anatomica del tubercolo dall'istogenesi alla cavità», relatore A. K. Kr.ause di Baltimora; <' Tubercolosi ~ latte », relat. W. H. Park di Ne"· York. Ra:IYpresentanti italia.ni accreditati presso l'U11ione Internazio11ale sono per ora: il prof. G. Ronzoni, relatore del 1° tema, il dott. A. Stella, dell'Ospedale Italiano di New York, jl dott. Roatta, il prof. P. Pediconi. I nostri dele·g ati chiederanno che I.a 6a Conferenza si .a,d. uni a Roma. Per le iscrizioni e per informazio11i rivolgersi
•
1140
[ANNO XXXIII, FASC. 32]
IL POLICLINICO
alla ~"'ede1·~.z.i.one Nazionale delle Opere Antitubercolari, via Toscana 12, Roma. • Immediatamente dopo questo Convegno .avrà luogo Ja 223. aduna11za .annua. della cc N ational Tuberculosis Association » degli Stati Uniti, sotto la presiden~a di T. Smith; sarà r~partita in 4 sefiloni: patologia, clinica, sociologia, assistep.za. Assumerà uno svilui;>po imponente. Sono stati invitati, quali relatori, studiosi di tutti i Paesi: A. Oailmette, L. Bernard e E. Rist di Parigi, J. Parisot di Nancy, F. N. Neufeld e Lidia Rabinowitch-Kemperer di Berlino•, F. Sa.uerbruch e F . Miiller di l\fonaco, A. S. Griffith e F. J. H. Coutt di Londra, S . L. Oummins di Cardiff, V. Ascoli di Roma, G. Ronwni di }lilano, G. Il. Roatta di Firenze, A. Rollie:r o J\f J.acquerod di Leysin, J. A. Barany d~ Budape.st, H. C. Jacobaeus di Stoccolma, FJ. ArchibaJd di ~1ontréal, C. D. Parfitt e J. H. Elliott di Ontario e i più reputati tisiologi . . a.mer1can1. Una nota nuova e simpatica sarà data da parecchie relatrici, così nel campo della patologia con1e de.11'.assistenza sanitaria: è un indice della posizione cl1e la donna T"a acqwistan1do ne·l le p1·ofass~oni sanitarie.. •
Le "Jonrnées l\Iédicales ,, di Parigi. li 15 luglio ~i te1ìnP al Grand-Palais di Parigi la s eduta in•a.ugurale, presieduta dal presiidente della Repubblica, con u11 concorso imponente di autorità e di alte person.a.lità scientifiche, politiche, milita.ri, amministrative. La me-::licina st~ra niera a.veva inviato nun1erosi delegati, dei qu.ali si rese inten~1·ete , I prof. B01·det di Bruxeller. Le varie questio11i .all'ordine del gio:r no vennero trattate 111ag.i.stral111ente. In particolare Bensa.ude illustrò le risorse cl1e possono trarsi d.all' endoscollia intesti11ale e Graham, di Saint-Louis (Stati Uniti), prospettò con chiarezza il problema della coleeisto·gra.fia. Durante le cc journées » venne creata una cc Unione ii1ternazionale dei medici pratici », sotto gli auspici del dott. Decourt, presidente dell'Unione dei . indacati ~1edici di Francia, che ne a'reva gettate le basi n.1 recente congresso dell' Associazione :à1edica. Britannica. Nu1nerosi i tr.atte11imenti . . Nell'insieme le cc journées », presjedute dal prof. Widnl, che ne fu l'anin1atore, coadiu,rato dn,l prof. De ro1nps e da I dott. DuJa-t·ric de le Ri1riére, hanno otte11uto n n in1111e11so succe&so . A v re1no occasione di tornarvi sopra.
Convegno sull'igiene mentale. Il prof. Toulouse cli Parigi ha convocato una Confere11za eurQpf'a dei delegati delle Leghe d'igiene n1entale e dei membri del Comitato orCTa11izo zatore del . Co11gresso ii1te1·nazionale americano d 'igiene 111ontale per discutere l'cc ospedalizzazione senza certificnto dei psicopatici », l'« organizzazio11e clPgli an1bulatori nei manicomi » e la cc profil:is i 111ental0 nPi centri 11rbani ». Si tratterà inoltre la costituzione di una cc Unione latina delle
Leghe d'jgiene n1entale » (paesi latini d' Europa e d'America) e di una « Unione europea » da cui non sarebbero escluse 1a Germania e 1a Russia.
Corsi internazionali d'istruzione medica. Avranno luogo a Berlino dal 4 al 30 ottobre. Saranno p.reparatj comunemente. dalla Facoltà medica dell'Università di ~erlino, dalle organizzazioni della cc Kaiserin Friedrich-H.aus » e dalla Unione dei docenti dei corsi di vaca11ze per medici. Il programma prevede: 1) corso d 'istruzione sui progressi di tutta la medicin.a., çon speciale riguardo al1a terapia nuo.va (4-16 ottobr0); . 2) corso d'istruzione sull'urologia (18-30 ottobre); 3) corsi speciali d'istruzione in tutta la medicina, parte di 14 g:orni (dal 18 al 30 ottobre}, parte d'un mese (dal 4 al 30 ottobre) . Per informazioni rivolgersi alla. Kaiserin Friedrich-Haus, Luis,.11platz 2/4, Berlin NW 6 (German~a.).
Nella stampa sanitaria. Rivista rti Malariologia » unico periodico del genere elle veda La luce in tutti i Paesi viene assumendo un carattere e un'importanza internazio11ali, e ce ne COffi'9ÌacciJn.n10 cardja.lmente col ·prof. Sanarelli e col dott. Verney, ai quali si deve questa coraggiosa iniziativ.a che risponde a un bis9gno particolarme11t-e sentito in Italia, terra classica della inala ria. L'ulti1uo numero ·reca una revisione delle ~an zare de i vecchi C•)nl,ine11ti, dov11tia. a uno dei p:iù reputati entomolngi, l'i11glese Ed\Ya~rds; reca jnoltre una breve nota del dott . .W~lko, direttore della Stazione antin1alarica di Scardano, nella J ugoslav.ia, sulle suppurazioni nei ma1arici; ne fanno a.nche piarte prege,·oli studi di Fermi sugli anofeli e · di \ Talle e Sepulcri sopra un pesce larvifago nostrano. Il fascicolo è corredato di recensioni sistematiche, le qua.l i hanno il valore di rivi'Ste sintet.iche .a.1r(:t>ie e precise, ed un copioso notiziario.
La
cc
Repertori bibliogrAfici. La Libreria del1o Stato h~. dato alla luce il seguente 1rolu.m e: cc P11bbl icazio11i edite dallo Stato o col suo concorso. Spoglio dei periodici e delle opere collettive 191)1-1925. Parte I: Scritti biografici e cri tio.i o con1unque 1·iferentisi a singole persone e alle loro opere »; in-8, !JP. XXXII-414, L. 30. Quffit' 01pera costituisce un ricchissimo repertorio biografico e bibliografico, e nello stesso tempo è un formidabile indice onomastico di tutte le più imr:>ortanti -oubblicazioni neriodiche e opere collettive di ca ra.ttere scientifico .aipparse in Italia nel primo quarto del corrente secolo. Rotto cia.scu11 nome so110 raggruppati non solo gli articoli riguardanti Ja vita del soggetto, ma tutti quelli riguardanti gli scritti, l'attività scien~
[ANNO XXXIII, FASC. 32)
SEZIONE PRATICA
tifìica o letteraria, le invenz~oni, l'azione politica, militare, religiosa, ecc. Il volume contiene ciraa 10,500 citazioni, ricavate dallo spoglio di 215 pubblicazioni, in più di 3200 volumi. · Un',a ltra importantissima pubblicazione di indole bibliografica, edita a cura de} Provveditorato Generale dello Stato, è la seguente: « Pubblicazioni edite dallo Stato o col suo concorso (18611923). Catalogo gene r~ale », Roma, 1924, in-8, ipp . XIII-306, L. 20; merita· anch'essa di venire segn.alata.
1141
dano per la Società di Storia della Medicina, l'on. Foschini per la Camera dei Deputati, il prof. A. Ferrannini per la «Riforma Medica », il cornm. M. R. Doni8i, commi.ssario prefettizio. Da questi discorsi, tutti sobri ed effi.caioi, emersero le qualità di Maestro del Rummo, il suo valore di olinico esperto, i contributi originali eccelsi da lui recati al sapere, la sua attività nell'agone del giornalismo scientifico, le sue r are doti di uomo probo e di cuore. Furono poi tenuti un h·a nchetto amichevole, offerto dal Con11 t.a.to per le onoranze, e un ricevimento al P alazzo del Munioipio.
In memoria di Gaetano Rummo. Il 4 luglio fu solennemente inaugurato .a Benevento un busto 1na.rmoreo al compianto prof. Gaetano Rummo.
In memoria di Alberto Riva. Una targa raffi.gura11te il prof. Alberto Riva venne scoperta il 18 lugl~o nelù'atrio dell'Università di Parma: ricordo affettuoso di amici, diseepoli , ammirato1·i. Al1a cerimonia erano presenti person e della famiglia, il com.m issario prefettizio di Parma, il sindaco di Piacenza, patria del compianto clinico, il medico provinciale dott. Oliari, i proff. Zoia e Devoto di Milano, molti professori u11iversitari, .alcuni dei quali venuti cl.a altre Università, ecc. Parlarono il rettòre, l' 0n. •prof . Gatti , successore del Riva alla CJ4nica n1e.dioa e presidente del Comitato. eseoutivo delle onoranze, i proff. Varannini, s~gretario, P elagatti, Zoja e · Devoti, che lumeggiaTono la figura del grande Maestro. Numerose e sigi1ificative le .adesioni. I
Infortun i di san itari.
Alla cerimonia interve1111e.ro persone della famiglia, il prefetto comm. Sorge, l'arcivescovo mons . Lavitrano, i senatori Ma.ragliano e Giordano, i deputati Castellino, AlbeTti, Bianchi, i proff. A. Ferr.annini, L . Ferr.annini, La Franca e molte .altre •personalità e autorità locali. Nume1·osissime le atlesioni, tra cui quella del nostro periodico. Il commissar i o prefettizio e il 001nmissario per le onOT1anze a.ve.vano fatto affiggere due manifesti d'indirizz.o .al1a cittadinanza. Oratore ufficiale fu il sen. Maragliano. Tennero elevati discorsi anche il . dott. Cerza, presidente dell'Ordine dt.. i ]\{ediei di Benevento, il prof. L . Ferrannini per i1 Comitato· delle onoranze, ti.I prof. La Fnanoai per l'Un.i'Versità di Palermo, l'on. Oastellino per l'Univer~ità di Napoli, il sen. Gior-
Il dott. Jules Voncken, maggiore medico, chiru.rgo-ca;>o d ell'Ospedale Militare di Liegi , redattore-capo degli « Archives Médicales Belges », segretario del Comitato p ermanente dei Congressi di ?\Iedioina MiLitare, venne sbalzato dalla propria automobile, unitamente alla fig1ia, a causa della i·ottura di u ~1a ruota. posteriore, il 18 luglio, mentre si r ecava in congedo n elle vicin.anze di Crèvecour in Francia; riportava la frattura dei due polsi e la lussazione di un gomjto; anche la figlia venne graven1ente feritEL. Il prof. Picqué, della F.acoltà ~ledica di StraBburgo, il quale assisteva alle Giornate Mediche di Parigi, partì immediatamente in aeroplano sanitario per ·prestare soocorso .ai due feriti, che con.dus.se al campo d' avi.azione cli Bourget e di lì .al Val-de-Grace. Il dott. Achille Carone, veterinario condotto consortile di Valenzano (B.ari), nell'opera.re un mulo cadde per un falso movimento, fratturandosi una gamba.
Vittime d e i r aggi X. ~
morto, in seguito a radiodermite delle m'3.D.i e de] braccio destro e ad .altre lesioni da. r.aggi X, l'abate Taulei!?;nA, curato di P ontigny nella Yonne (Francia), che ha compiuto interessanti ricerche di fisica e di chimica, in particolare sui raggi X.
IL POLICLINICO
1142
RASSEGNA. D.ELLA STAMPA. MEDICA. Riv . I tal. di Ginecol., gen.-feb. -
F . OLA USER. JAt. esterasi placentare. C . PAMPANINI. Cura conservativa delle rotture .incomplete dell' utero. N. ~IASIERI. Patogenesi delle psicosi pue11perali. - F. PATTI. Lesioni renali nell'eclampsia. .-:l.1in. Osped . Psichiatr. Prov . in Perugia, I -III. - V . U. GICANELLI. Sindrome schizof.r~nica postoperatoria. - C ....A.GOSTINI. Palilalia nei parkinsoni.a.ni postencefalitici . Paris Jltl éd., 9 gen. GILBERT, Gu1'MANN e Tz.\NCK. La porcnssione. Revue Tunis. d . Se. '!'ltéd., dic . - E. Lu:Mnnoso. Polisi1111site con nevrite del n. ottico. BauN. Subocclusio11e intestinale. Quart . Jo urn. of .!l led., gen . - J. PARKINSON e A. E. CL.\RK-l{ENNEDY. Ins ufficienza cardiaca con ritmo norm.ale. - A. C. WmTE. I grassi del sangue nel diabete in raipporto al trattam . - G. A. HAnHISON. L'i.nsulina è in grado di guarire il di.abete, s1a ~? ure p.arziaJmente? .... Ne,w Y tJrlc l3t. Journ. of ][ecl., 1 gen . - C. MAoFIE 0A2'1PDF.LL. Igiene mentale e s uoi rav1porti con la medicina generale . Proc. R. /';oc. of ][ed., gen. - Discussioni sul1' anestesi.a n al.l'ir1fanzia., e sulle ferite 'Penetranti n ell'occhio. - Copio.sa statistioa. 1Sperimentale, VI. - F. À.LLODI. Elefantiasi del prepuzio. - S. e L. D ' ANTONA. :ì\'.feningite pseudo111enin·gococc:ica.. - G. F ..\VILI,,I. Morfologia del B. melitensis e del B. iabortus. - L . GIUFFRÈ e L. ~f i.~NINO. .Sulla temperat. del liq. oef .-rach. E. SEcHI. Resistenza globulare nelle avitaminosi. Soc . d. H op., 24 dic. - LAEDERlSCR e al. V a,o. cinoteraipia delle infez. da bac. di Ducrey. - E. R1sT e al. Pneumotor. ter3'p. bilater. J ourn. A. ~1 . .4.. ., 26 dic. - E. R. LE CouNT e C . C. GuY. Di.agn. differenz. dell'emorr. ~ntrace rebrale spontanea e uremia. - A . V. ST. GEORGE. Trattam. della sepsi con merct1rocromo 220 solub. - vV. H. RosENAU. Pericoli di certe ftaleine alogenate nei saggi funzionali . .4.1ner. Journ . Obst. a. G1Jn., dic. - H. J. STANDER e E. E. DuNCAN. L 'insulina nell'ecl,a mpsia. G. D. RoYsTON. Intossicaz. cloroforn1ica remota post partun1 . - R. S. SioDALL. Rottura spontanea del cordone ombell. .4.rch. de Oo,rdiol. y lle m., dic. - P. GAROIA BERASATEOUI . 11 sistema reticolo-endoteliale sulle produz. degli anticorpi agglutinanti . Jl ediz. Klinilc, 15 gen . -- E . BRUGSCR e H. HoRS1'EftS Glicolisi,insulina, colefermento. Inchiesta sulla terrupia. della sifilide. ]Jii.nch. nled. TVoch., 15 ge11. - V. E. MoRTENS. J. C. Ir11munizz.az. attiva contro i tumoTi. LEHl-fANN' e al. Tera.pia de11 1 ulc. gastr. T>eut. ]i/ed. 1Voch. , 15 gen . E. FRAENKEL. Pien1ia postanginosa. - J. SzÀNT6. Turbe 1Pluriglnndola.ri nei tumori dell'ipofisi. ne1. 'Jied. d. Tlruguay, a:g.-sett. - M. P. ABASCA L e J. l\f. CEnvmo. Epilessia cardiaca. .4.nn di Ottalmol. e Cl. Oc11l., gen. - Lo CAso10. Neltroretinite n e fritica. CATTANEO. Alterazioni •
[.i\NNO XXXIII, FASC. 32]
del n. ottico e della papilla nel glaucoma. - l\1AGGIOHE. V a.ri tipi di lenti <la occhiali. Pathologica, 1 dic. -- G . ~OLIM.ANO. Sistematica. oncologica. - F. G11ccIAN. Diagn. anat. differenz. tra meningite tbc. e s.ifilitica. Lanoet, 16 gen. - W. ~lILLI<MN. Corpi estranei nelle vie .a.e.ree e digerenti. - L. PRILLIPS. Insuoces3i nehle applicaz. di forcipe . - R . K. LAMBERT. Composti alifasici i1on volatili per l'anestesia generale. Gazz. 31 e<i. 1 i:-.-1 rgent., 31 dic. - A. AI.:FARO .. L 'enç€falite let. - G. C cM.INO. La congest. polmonare. Arch. ]![al. du Ooeur, ecc., dic. - C. PEZZI. Turbe della cond11cibil1tà intraventricol.are registrate s ull' elettrocardi.ogramma. Jour11,. Ne1·v . a. Ment. Dis., gen. - A. V . NEJ!lr.• Forme atipiche e larvate di encef. let. - M. H. \\"EI1'TBERG. Tumori del mid. spin . - W. C. MENNINGER. Pupilla rii A .-R. uruilaterale . R ev . kléd. de Barcelona, dic. - J. TRAGANT. D ermatite simmetrica clismenorreica, morbo di Poiland. - A . 'l'oRRA H u .BERTI. Dilataz. congenita d egli ureteri e della pelvi ren.ale. - M. ' ' ILLARET. Le ·Cirrosi venose. . J>rensa M éd . Argentina, 20 dic. - C. NICOL.LE e E. CoNS'ElL. Siero speriment. preve11tivo del tifo e.santem. P ediatria, 15 gen. - M . ARTOJ\r. Ipotiroidismo, livedo retiçu1aris, dermopatia ittiosiforme in eredoluetico. lliforma Med. , 18 gen. - D, TADDEI. Trattam. post-Q?er.at. nella prostatectomia SO'prapubica. G. PA usINI. Reaz. di W. neii. liquidi d.a versam. J o,u rn. de Jvléd. de Pa'nis, 16 gen. - Numero s ulla curieterapia. J ourn. !lf éd. Français, dic. - Numero sull'esplorazione delle vie urinarie Bull . •4.c. de liléd. , 12 ge11. - H. SuR:MONT . L'ipertensione porta.le . .Journ. A . ~I . _4.., 2 gen. - J. B. HERRICK. Il clinico dell' a·vvenire. - E . C . RosENOW. Precipitino-re~z . della sca.rlattina. Terapia Ooritempor., dic. - E. FREUND. Cancro e materiale specifico di <!rescita. - I. PAL. Natura della colioa e suo f,rattam . Zbl. f. inn. Afed., 28 gen. - E. KYLIN. Il calcio del sangue nel diabete. Presse ]J éd., 16 gen. - F . IlF.ZANQON e A. PmLIBERT. Olassificaz. delle n1al. infett. - L . BouC'HUT e P.-P. RAVAUT. Le nefriti croniche azotemiche senza iipertens. arteriosa. Rass. di Cl.i n., Ter. e Se . aff ., nov.-dic. - C. SERONO. Il metabolismo degli idrati di oa.rboorio. Radiol. l'rl ed., gen. - A. PACETTI. Radiologia della gotta. - V. UTILI. Perid·u -0denite stenosante. - G. AHN01'"E. L'appendice in soggetti normali. Brit. J ourr1. Ohi7.dren' s Dis., ott.-0.i c. M. c~rTC"lJ T..EY. Turn0ri cerebrali nell'i.n f.a.nzia. E. A. CocKAYNE. Ipertelorismo. - A. PANAYOTA'ION. Cistite da « Amaeba histolytioa » e « Schistosoma manson1• ». Arch. di Farmac., ecc., 1 dic. M. BuFANO . l .JO zucchero combinato nel sangue.
' [.i\NNO XXXIII~ FASC.
32]
SEZIONE PRATICA
.4.mer. Journ. Med . Se., gen. - W. B. CANNON. Influenze endocrine sul metaibolismo. - C. TRAL 'elettrocardiogramm.a nel · mixedema. - . J. A. MILLER. Tratta.m. dell'ascesso del polm. - I. S. BASKSDALE. Principio Ì'Poten.sivo dei semi di « Oucurbìt.a cilirullus ». OKER .
J our·n., 14 gen. - J. 0' HARE e .al. Nefrite cron. da raggi X. Lancet, 23 gen. - V. BoNNEY. Problemi sulla Boston M. a.
1S.
.
sepsi puerper. I
!Jil·ii.nch. llfed. liVoch ., 22 gen. -
K. ZIELER. Ma-
lattie del feg . nella sifilide. - S. BERGEL. Stati allergici nel decorso della sifilide. - K. VoGELEÌt. Status astenicu s a.diposus. - BRODNITZ. Guarigione perman. del carcin. gastr.
Deut. Med. Woch., 22 gen. - F. NEùFELD e al. La tera+pia sanocrisinica. ·- F. BRtiNING. Chirurgia de11a oarotide.
lt1ediz. Klinik, 22 gen.
O. NoRDMANN. Trat-
tamento dell'osteomieiite acuta. Derm.atite salvarsanica .
G. STtiMPKE.
St1(;d1/11 m, 20 gen. -
A. CARDARET.LI. Tumori linfatici r.oprao1avicolari diffusi ia1 inediastino. .4.rch. de Med., Oir. y Esp., 23 gen . - G. MARANON. L' i nsuli11 a n ell' insuffie. surrenale. - J. SANoms Y BANus. Anatomia e fisiol. clinica della con·tlucibi.lità sensitiva. Pari ..; 1\-l éd., 16 gen. - Numero sulla dermatologia. Riv. di Ol. Med ., 30 nov. - L. CASTALDI. L'eredità.
11~
Folia lll edica, 15 gen. -
P. CASTEIJ·INo. L'in-
dividualità.
lVrie'n . Klin,. Woch., 21 gen. - O. HIRSOH. Clinica dei tumoTi dell'i•p ofisi. - P . ERBACHER. L' anestesia nei piccoli bambini. - F . MRAS. Decorso delJ,a malari.a d ' inoculaz. Jou.r11. A. 1ll. A., 9 gen . - F, W1sE e J. J. Eir LER. ì\Iorbo di llecklinghaiusen incompleto. J. McEACHERN. Poliomielite bulba.re epidemica. R. S. SPRAG. Epidemia di .a,v velenam. da carne probabilm. da « virus ratticida» .
!{uova Riv. di Clin. ed Assist. Psichiatr., ecc., nov. - G. MONT.ESANO . I recenti lavori su le schi .. zofrenie e le demenze iprecoci. -- F. DEL GREoo. JntoTno alle i dee di cc sintomi.a,» e di cc schizoidis mo » . - L. GRil\!ALDI. Genesi senso-affettiva del delirio p.a,r.anoico. .. Scalpel:, 23 gen. - B1awooo. L'equilibrio acido... base del sangue .in clinica. - SoHUERMANS. Effetti del bicarb. di sodio nella polrglobulia. J ourn. de -WJ éd . ae Lyon, 20 gen. - Nume.r o sulla patologia del simpatico. Pr·ensa 'Prléd. Argent. , 30 <l.ic. - S. MAZZA e C. ~~NDE~SON. Filariasi; Acantooheilonema tatusi nel perit . e T~t11s hybridus nel .sangue. Paris -WI éd., 23 gen. - THIBIERGE e WmssIENBACH. ConoTezioni oa1cari sottocutanee. - SAVINI. I raggi ultra-viol. nelle flebiti. Riforma lt1ed ., 25 gen. - G. D'ABUNDo. Pro~ lusione. - O. N uzz1. Ca.rdiocentesi rianimante. Gaz . d. H 6p., 23 gen. - TuRRIÈs. La sed imen .... ta,zione delle emazie. 1
Indice alfabetico per materie. A·g glutinine tifiche: c.ompoTtamento nella gravida.n~a e nel parto . Pag. 1134 Arteria iliaca esterna: intervento per )) emboJ,ia . . 1131 )) 1130 Bibliog:r.a.fi.a . . )) Oachessj a ipofisaria . 1132 )) 1121 Oi8ti idatidea del ginocchio . . Oisti ida.t idea delJ.a milza e della vescica . )) 1115 ur1iniar1a . • )) 1133 Coma diaibetico senza acetont1ri.a .
Concorsi : pret~eclenze a favore dei mutilati; e degii invalidi d·i guerra . Concorso: 11,1ulli.t à per illeaittimità della Oommissi,one . Corea ritmica isterica . . Epile.."lsie: cnra ,felle fo11ne convulsive gravi con iniezioni di luminal sod.ico nella cisterna magna, . Fattori liposo1'ubili: vitasterine, exor. mon1 . . • Feto: svilupp0 extrae:ociale . 1
Diritti di proprietà riservati. -
))
1135
Gozzo esoftailmico e ~peTtiroidismo:
. . . Pag. 1133, Italia: maJattie mentali . .. » 1134 Italia : co·n diziocni i gienico-sanitarie » 1128. lVfialaria: quanto costa a,Jl'umanità . . » 1134 l\{i.scele medioame11tose: .sinergismo . » 1125. l\f orbo di B asedo'v: i'isultati Lontani del)) 1127 le onerazioni . • )) 1134 Mosohe: perico~o1 . • )) 1109 Opoterapia. sanguigna . . . rapia
1
Ospedali: contributo alla istruzione cVinica degli stude·n ti di medicina . P airatiroid~
)) ))
))
))
))
1136 1131 1113 1133 1131
te.
ed osteite fibrosa . . . Pielite in rene unic-0 . . . Pt~"Jille n elle affezioni somatiche e vrisce... r.ali . . • Spasmofilia. i1n.fantile: patogenesi . Tiroide amu1al:.1ta: va.riazioni funzionaJii detel'1ninate dalla terapia chirurgica . Tumori m.a.ligni : mortalità d.a - in provincia di Belluno .
))
)) ))
))
))
1137 1133 1131 1123 1132
))
1128.
))
113l
É vietata la riproduzione di lavori pubblicati nel POLICLINICO e la pubblieazion~ dei suntt cU
eas1 senza r,itarne la fonte. Bome. • Sta.b. 'l'ipo-Lit. Arm&alti di M. Oourrier.
V. ASCOLI. Red. re8'P·
IL POLIGLINIOO
(PAGINA DELL'AMMINISTRAZIONE)
SEZ. PRATICA - FASC. 32
·W Nuovissima ·opera di nostra edizione: •
Elaborato con indirizzo eminentemente pratico, abbiamo pubblicato il tanto richiestoci ,
•
1 ad uso dei ntedici pratici
•
e degli studenti
'
che il chiaro prof. G. De Vincentiis, docente· di Patologia e Clinica Oculistica nella R. Università di Napoli, si è compiaciuto redigere per la nostra Casa Editrice, con Prefazione dell'Illustre prof. Arnaldo Angelucci, direttore della Regia Clinica Oculistica di Napoli . .· · È uno splendido volllme di pagg. XVI-624, stampato su carta pesante semi-patinata, riccamente illustrato con 259 figure in nero ed a colori nel testo e con una Tabella e sette Tavole a colori fuori testo. I
Il prezzo del volume è di Lire 68 più Lire 3 per le spese post~li di spedizione e si può ottenere pagando le Lire 71 in due rate : la prima di Lire 37 subito e la seconda di Lire 34 dopo tre mesi dalla prima. 1c
Ai nostri abbonati disposti a pagarne il prezzo subito in una sola volta, il
Manuale è ceduto per sole Lire 63 franco di porto a domicilio.
'
Per riceverlo prontamente all'una o all'altra delle suddette condizioni, inviare Vaglia Postale all'Editore LUIGI POZZI, Via Sistina, N. 14 - Roma.
-
•
Fase. 33
Roma, 16 Agosto 1926
A.NNO XXXIII
fondato dai professori:
GUIDO BACCELLI
FRANCESCO DURANTE
SEZIONE PRA.TICA R EDATTORE CAPO: PROF.
VITTORIO ASCOLI
SOMMARIO. Riviste sin tet iche : L. Saiba.1t ini: Moderni ooneetti sulla cura. del rachitismo. Osser"Va zio ni cliniche : A. Bn1se>tti: Fistola cutanea cerviica.l e d 'origine dentari a. Note e contr ibuti: E. Foeeat.aro : Traumli e tubercolosi. Igiene : A. Filippini : Peri coli .e 1nsidie ·dell'.automobilismo. Sunti e ras.s eg ne : ARTICOLAZION I : w. -~lweM: E?Jiologi·a e tera.pia ·del'le malattie airtioo1ari croniche. - D. Maragliano: Stira.mento dello aciatico •come atw eomplementare in traJPianto o&seo J;edrunoolato iper pseudoartrosi oongenita delil.a .ga.mba. Guleke : Sulla oosidetJta spa1la a l:lC·a tto. - Faure: Nu01V1i ip.roced~ menti iper ],a riiduzione delle 1'ussazioni della spaJla. CUTE: M. Faiwe e J. Gaté: La desqua..maz1one prima,. veri1le ed estiVia delle mani e dei piedi. - Gavalowski : Oontmbuto allo st11dio dell'ang-iolupoide. Cenni bibl•ografici. Accaden1ie 1 Società mediche, Congressi : Società Sassa· rese di Scienze Mediohe e N atur9.li.
Appun ti per il medico praf ico : CASISTICA E DIAGNOSTICA: Le ustJioni oeiuilari. - Sindromi isteriche oc1ula,.ri. Le emoirrn.gi.e retin ich•e. ·- I ·s egni oftalmoeoopici della 5cle:rosi. a placche. - TERAPIA: L 'essenza idi itirementin.a, in terctpia. - Le sin1dromi 1pa.rkin1soniane trattate con 110 st1'a.1Illoruio. - l/?.drenal·ina è pericolosa nella anestesia regionale e locale? - L'uso tera. peu'tico ·dell'ossigeno. - L.?. somanindstrazione del.l'ar apiTina. L'azione antiflogistica del t,é di ieamomilla . - SEMEIOTICA : Che 00&a poss~.a.mo attenderci dalla :reazione -di sed1mentazione dei globuli .r ossi? Qurulche parola G.UJl.la reazione di Fahraeus nelle affezioni aiddomin•aili .acute. - POSTA DEGLI ABBONATI· Politica sanit~ria e giurisprudenza : G. Selviruggi : Leggi e decretii. - Con.t roversie giuridiche. Nella vita orofessiona.le : CronGVCa del mov.i menrto profe8$ion1aJe. - - Concorsi. - Nomine. promozioni ed ono. rifìcenze. Nostre corrispondenze : .A. Pozzi : Il Ill Congr,esso Medico Sllld-Americano. Indice alfabet ico per ma terie.
SOLLECITAZIONE
I signori abbonati che non hanno pagato ancora la seconda rata semestrale a compimento delf importo del proprio abbonamento pel 1926, sono vivamente pregati di farn e sollecita rimessa, mediante vaglia postale. L ' E DITORE :
N . B. -
LUIGI POZZI.
Del vaglia postale che si invia devesi conservare il polizzino di ricevuta.
RIVISTE SINTETICHE. R. CLINICA PEDIATRICA DI ROMA
Direttore incaricato: prof. F .
VALAGUSSA.
Mode1·ni concetti sulla cura del 1·achitismo ùel dott.
LUI GI SABATINI,
aiuto.
Dacch1è Glisson descrisse per la prima volta (1660), ·designan dole col nome di rachiti·s mo, quelle manifestazioni ossee multiiple - di cui si vuole abbia fatto cenno perfino I1p pocrate in D e articulis - che richiesero ben oltre due secoli di successi,1i studi per esser e suff.icie11temente differenziate da analoghe manifestazioni di altre malattie (scorbuto in:fantile, acondroplasia, displasia periostale ... ), l'Pssenza etioipatogenetica del rachitismo ha vacillato tra una a ccozzaglia di contradittorie teorie c·he in parte pur oggi si contendono il camrpo con mutevole fortuna. ~on è ;p erciò a meravigliarsi se, altrettante incertezze ripercuotendosi n el campo terapeutico, il 1
trattamento ,di 11na così comu11e m alattia 1dell'infanzia sia stato tanto a lungo costretto tra l e pastoie dell' empirismo e se, in ·conseguenza delle mutevoli vicende sul concetto etiopatogenetico, siansi Yia via affacciati altrettanti metodi di cura. · Così nel 1797 vediamo il 'Portal, e SllC'cessivamente (1881) il Parrot e jl Gibert, menare in cam po la cura mercuriale per 1a presu11ta .d erivazione d el rachitismo della sifilide ereditaria; il Tedes-chi, tra i fautori della teor.ia nervo&a, vantare la cura fisico-elettri ca; un'altra in11umerevole schiera di autori, dal P etit {1741) al ù\Iarfan, partendo essenzialmente dalla teoria autotossica di origine inte. stinale, dettare consigli di ordine igienico-alimentare; altri so111ministrare l'olio •di fegato di merluzzo già da tempo .immemorabile usato nelle co. ste del Baltico per OY\·iare all'indebolimento organico, causa del racl1itismo. Peraltro, nel concetto che il rachitismo fosse una malattia limitata al solo sistema scheletrico, la constatata demineralizzazione delle ossa e la dimostrata azione scle. rogena del fo&foro a ccreditarono l'impiego di più
•
1146
IL POLICLINICO
o meno solubili e assimilabili preparati fosfo-calcici, intesi, con criterio semplicistico, a sop'Perire l'eccesso ·di eliminazione o il difetto di assimilazione di questi sali, mentre frattanto gli studi di Stoeltzner sulla influenza del dissurrenalismo nella genesi della malattia aprivano la straida a tutta una nuova teoria derivante l 'alterato trofismo delle ossa rac11itiche dalla di sfunzione delle ghiandole endocrine, donde ·g li innumerevoli tentativi di o.r ganoteraipia con preiparati di timo, tiroide, ~aratiroide, capsul e surrenali , ecc. 1
1
•
* ** Tralasciando, per b1'evità, di dire dei riflessi che nel cam'PO tera'Pet.Lti co eser·citarono le teorie tossimicrobica (tMircoli, Bizzozero, Hag·ernb'ach, Strum'Pell, C·h.a umier, Smaniotto, Bellotti, Sanchin, Amantini. .. ), tubercolare (Pouchet e Leriche) e alimentare, è appena superfluo conchiudere che tuttt questi metodi di ·cura, basati su 'concetti più o meno empirici, subirono una graiduale revisione in armonia ai 'Progressi :realizzati nel campo clini,co e attraverso le osservazioni istolog~che e 51pe. rimentali. .S enza a·ddentrarci in una disamrina particolareg. giata ·degli elementi di fatto su cui 1poggia la moderna concezione 'Patogenetica che fa del rachitismo una sindrome determinata da 'c arenza ·di diversi fattori, 1diremo solo che le interessantissime ricerche bio·c himiche di quest'ultimo decennio dimostrano co·m e il tratto essenziale 1d el rachitismo consista in una anomalia d el ricambio, anomalia di cui le alterazioni ossee sono una ·delle tonseguenze. Cioè il tessuto osteoi de che si forma nel corso ·della malatti a ·è inca'Pace a11 fissare il calcio, benchè esso sia contenuto in quantità normale, o ·quasi, nel sangue. Questa incapacità è conseguenza della 1diminuzione del fo&foro ema tico che, potente attivatore del ricambio cellulare, è uno dei principali fissato.ri del calcio, nonchè dello stato di aci dosi consecutivo al rallentamento del ricambio, pr-imitivo (.cause costituzionali~ o isecon·dario a cause alimentari, tossinfettive, o I disturbi della digestione e della assimilazione, oppure a deficienza degli stimoli fisiologi•ci ormonici, luminosi, vitaminici, sali.ni. ' 'ediamo ora come il riconoscimento di ciascuno ·di .q uesti diversi fattori patogenetici del rachitismo, si rifletta sui moderni concetti terapeutici di esso . 1
1
1
1
1
CURA ){EDICAMENTOSA.
a) Cura ormonica. - Mentre alcuni autori in base ad osservazioni clinic,he (Variot e Pironneau, C1aude e Ruillar<l) oppure in base a studi sPeri-
[ANNO
XXXIII,
FASC.
33)
mentali (·B asch, Klose, Erdheim, Koremkewsky, Nu,roli), trovano alcuni rapp orti tra il rachitismo e la ft1nzione delle gl1iandole a ·secrezione interna, altri a11tori (Vollmer, Stoeltzner, Aschenheim, ecc.) attribuendo l 'anomalia del ricambio che caratterizza il raichitismo ad alterazioni endocrine costituzionali, fanno addirittura derivare la malattia da t1na abnorme funzione del timo, della tiroide. delle paratiroidi, •delle capsule surrenali. In segl1ito a tale con-cezione si è tentato di curare il rachitismo coll'introduzione esogena dei di,rersi ormoni, ottenendo risultati spesso contra•dittori. Così mentre in alct1ni casi Ausset e Concetti ottengono vantaggio dalla somministrazione di !J)r01dotti tiroidei, Heubner, Knòpfelmacher, Bozzolo, Meynier, 11uggia, Troia, non ne riscontrano alcun apprezzabile effetto curativo; egualmente. mentre Stoeltzner, Frièdman, Cattaneo rilevano un più o meno rapido e talora completo miglioramento coll'uso di tessuto od estratto surrenale, r1on ottengono invece alcun risultato ~eumann, J{inner, Ifonigsberger, Langstein, Benidi,x ed Holtz. il quale anzi giunge pe1iino a negare l'e5attezz<:t ·del r·eperto di Stoe1tzner nelle os.5a. Nel 1909 Iova. ne e Pace con iniezioni sottocutanee di adrenalina al 0/00, ottennero, solo per il rperiodo di cura, un miglioramento dello stato generale e un'ecdita_ mento ·del tono muscolare: analoghi risultati han. no avuto più recentemente Le'hnert e Wetuberg senza per altro rilevare alcuna modi'ficazione nelle ossa colpite. Leon Binet e Vagliano hanno dap1poco studiato l'azione preventiva e curativa della adrenalina, di cui l'iniezione pare11terale fornisce nei ratti sottoposti a regi·me rachitigeno degli effetti meno rapidi ma co1npara'b ili a quelli deri, vanti 1dal fosforo, dall'olio •di fegato di merluzzo e dalla luce. Sui raipporti tra il timo ·ed il rachitismo accurati ·studi clini·ci e sperimentali furono condotti da Frie'dlebens, Bearts, Mende5, Tarulli, Abelou-,, Bj1larid, Fiscl1l, Bracci, ecc.; i tentati vii di organoterapia ti1nica, proposti dal Mettheneimer, e da esiso e dal Men des vantati, ri1sulta.rono però alli'l rnaggioT parte dPgli autori (Cozzolino, Krantwig~ Stoeltzner, Lissau er ) affatto ineffi.caci. Più r ecentemente gli .estratti ipofisari, es'Perimentati 1sull'uomo e sull'animale sembrano invece avere dato buona prova a Klotz, 1\1alzahn, Trogele, Weiss; così pure gli estratti paratiroidei. coll'uso id ei quali Biling è riuscito a trasformare in rpositi,1 0 il bilancio negativo del calcio. Considerato come organo endo·c rino, il midoll ~ OSi:\eo, già vantaggiosamente impiegato da oltre un ventennio all'Amistani di .Padova contro l'anemia dei rachitici, ha attualmente riconfermato la sua buona azione terapeutica nelle mani del Bossanyi. 1
1
1
[ANNO
XXXIII,
FASC.
33 )
SEZIONE PRATICA
il quale, con riceric-he speri-mentali, avrebbe dimostrato ·che il midollo osseo elabora in condizioni normali una so5tanza stimolante il normale pro. cesso ·di ossificazione : tale sostanza mancherebbe invece nel midollo dell'osso rachiti·co. Colla somministrazione ipadermica I.Prolungata di ormoni catabolici, come ovoglandolo, pituglandolo e timoglandolo, Vollmer ·e Gyorgyi nel 192.\ affermano di aver ottenuto un aumento dei fosfati dPl sangue e la guarigione ~linica del rachiti&mo florido in poche settimane. W:ollmer, partigiano della teoria aci.dotica, attribuisce i vantag.gi terapeuttci all'aumento dell'eliminazione urinaria di acidi. Questo autore, in collaborazione con Langstein ' ba . inoltre applicato g1i stessi ormoni per via o.pi.dermica, in forma di pomate, ottenendo identici risultati idal lato clinico e un aumento dei fosfati ematici .fino al valore normale: per la buona <!onservazione delle ipomate egli consiglri.a di far uso ·di toluolo, evitando invece . l'aggiunta d1 ar)do 5alicilico. L'efficacia dell'ormoterapia perc11tanea e 1degli estratti ipofisari, ti·mici, ovarici, tiroi.dei fu n el 1925 .confermata rispettivamente da Buschmann -e da Hermann Flesch. Questi studi hanno notevole importanza perchè dimostrano l'esistenza di stretti r~p·porti tra le funzioni endocrine e il ricambio minerale; dimostrano inoltre come sia possibile nella pratica sfruttare tali rapporti, .m odificando con l'introduzione esogena di ormoni l'anomalia rachitica del ricambio minerale e i -conseguenti fenomeni c11. nici. b ) ch·e moterapia. - . Fira i farmacl ·di antica fama nella •c ura ·d el raichitismo s ta il fosforo ohe, in virtù del suo potere attivante sul ricambio cel111laré, esercita, come s'è detto, una notevole azio· ne sulla fis5azione del calcio. I primi a darne una 'Prova sperimentale furono l\lliwa e Stoeltzner, 1 qt1ali, sulla fine del secolo scorso, constatarono che la sua somministrazione a ·g iovani animali favorisce la formazione del tes5uto osseo compatto; pjù tardi Hi ss 1d imostrava •che iper oipera del fosforo si produce nel bambino osteomalacico un consolidamento delle ossa IPffi' ritenzione di calce nell'or.ganismo, mentre Rosemblaum, Evan5 ed altri portavano conferma clini.ca sulla utilità del trattamento a base id i tfosforo nel rachitismo. Un m etod-0 -comOldo e pratico di somministrare il fosforo è stato attuato in Italia, incorporando sia il solo fosforo che il fosforo associato al calcio con farina destTinizzata in forma di biscottini. CURA VITAMINICA.
Dacch1è l'ipotesi di un rapporto fra rac-hitismo e deficienza di ·determinati fattori accessori, emessa dal Funk nel 1911, .f u avvalorata dalle ricerche di
'
\
114'ì
autori anglo-americani (~lellamby, Mc. Collum, Davis ... ) - i quali assegnarono alla vitamina lipo5olubile la responsabilità di un « fattore antirachitico » - la teoria avitaminica del trachitismo ha 31P'passionato straol'dinariamente gli studiosi di ogni 'Paèse, n o.n senza I.Peraltro promuovere da parte di molti (IIess, Unger, •lVlaickay, Noggerath, J{lotz, Stoeltzner, Knopfelmacher, Mircoli, Yun· dPll, Cozzolino ... ) quella consi•derevole serie di obhiezioni che n1inaccia oggi di travolgere tutta l 'enorme icostruzione •Che si era edificata su un argomento così su.g gestivo. Infatti i primi autori concepivano la vitaminica antiracl1itica come lo stimolo fisiologico delle atti,ità cellulari, inteso a modificaJre lo stato fisico. chimico ·delle cellule in modo •da renderle atte arl assumere i .componenti necessari alla loro vita e alla funzione di es5e e dell'organo di cui fanno parte. Così, nei rapporti dello scheletro, la vitarni.na antirachitica favorirebbe l'assimilazione e la ritenzione dei sali minerali. Identità dunque fra la ·vitamina antirac•h itica e la-vitamina dell'accre~cimento (vitamina A) come afferma l\1ellamby; negano invece tale i:dentità Y.Ic. Collum, Simmonds, Becker. Ad ogn i modo la vitamina antirachitiica è contenuta in diverso grado in vari alimenti di origine anilnale e vegetale. Legata, come la vitamina A, ai grassi dell'organismo animale, essa è scarsa in quelli di riserva, abbonrd ante invece nei tessuti ghiandolari, fegato (1icchezza in vitam1na antirachitica dell'olio d i fegato di merluzzo), ovaie, testicolo... Tira le sostanze vegetali sono rie.che in vitamina antirachitica quelle ricche di 'Pigmenti, $!pecialmente di clorofilla; ne sono , invece I.Privi gli olii. La cura alimentare ·del rachitismo è basata in parte su questo diverso contenuto vitaminico d ei differenti alimenti. 1
•
CURA ALIMENTARE.
La teoria avitaminica del rachitismo venne confrrmata sperimentalmente da Mie. Collum, Simmonds, Parson Shippley e Park, i quali sarebbero riusciti a riprodurre la malattia con diete caren· zate 1e più varie. \Introdotto nella terapia del rachiti&mo l'uso di cibi a ricco contenuto vitam1. nico, venne da vari autori (Frei5e e Rupiprecht, 1920; J{orischek, 1923) confermata l'e~perienza clinica .dell'utilità dei vegetali nel bambino rachit]co, utilità che si attribuisce ad una !lenefiea. influenza esercitata sul ricambio del calcio dalla vitamina in essi contenuta. Senon·chè ben rpresto si I.Profilarono i contrasti a queste vedute. Già nel 1920 ricerche di Hes5 e
• •
1148
•
IL POLICLINICO
Unger su un gran numero di bambini sottoposti a tali tipi di alime11tazione, dirnostrarono una 11etta •difrferenza tra l'avitamino1si ./\ e il rachitismo; la vitamina A, contrariamente a quanto atferma Mellamby. n on a\rrebbe alcuna influenza sullo sviluppo del racl1itis.mo in quanto questo non insorgerebbe in bambini 60ttoposti ad una alimentazione completamente pri\ra di grassi, purchè l'alimento contenga il n l1mero necessario di calorje. ./\ con clusioni simili pervennero Klotz e Jun· òe]l nel 1921, l'uno arfferman1do ·che non si può 1mpe.d ire l'insorgere della malattia anche con una alimentazione ricca idi vitamine e l'altro dimostrando cr1e mentre questa alimentazione non attenua d 1sintomi rachitici quella contraria non ne determina la comrparsa nel bambino. Più taI'di Weimbeng ricon'feTma lo 5car5o val ore antirachitico dell'alimento aid·dimostratosi incapace ·di mo difi care 1dopo 4 mesi id i trattamento casi di rachiti s1no florido, e Blo ch e Faber, in studi recentissimi, didhdarrano a.iddirittura inesistenti le ipoteticl1e vitamine antirachitiche o, q uanto me110 (1Bloc11), che il rachitismo non è 1'.leterminato da mancanza nell'organismo o nell'alimentazione del fattore A. Ma an1cl1e in•dipen1dentemente dalla teoria avi. taminica 1del rachitismo, 5ono stati supposti intim1 raJ!)porti tra rachitismo ·e il genere di alimentazione. Così .Jundell afferma che il rachiti~mo sarebbe ·determinato dalla iperalimentazione e dimostra, anche in r ecenti osservazioni confermatP ,da Haverschmirdt, che l'ipoalimentazione riesce .i n molti casi a guarire clinicamente e ra. diologicamente i bambini ra c1hiti.ci. Questo concetto è avvalorato !dalle :rjcerche di Mc. Collum, ~immo.nds, Shipley e Park che 1 dimostrarono come pochi giorni di •dieta i•drica fanno migliorare il rachitismo sperimentale idei ratti; mentre Cawins riba•d1isce che il digiuno fa aumentare in essi il fosforo ematico e la ripresa dell'alimentazione lo fa diminuire. Come si vede s~amo ben lungi dalla dimostrazione d ell'efftcacia terapeutica ,d elle vitamine, non solo, ma anche dell'esistenza di un rapporto dt ca ttsalità tra stimoli alimentani e r achitismo. 1
1
1
1
1
* ** .<\. parte quella a base ·d i vitamine idel comm er•
ci o, .s ulla cui efficacia teirrupeutica sarà prudente attardare il giudizio in attesa di conoscere la reale composizione chimica idi esse e dli sasperne isolato, insierito ed efficiente il 1princirpio attivo, a raYallo tra la cura alimentare e medicamentosa
[ANNO XXXIII, FASC. 33]
c::ta quella baisata sull'uso dell'olio di fegato di m erluzzo, id i solito somministrato in unione al fosfo•ro 1che pos·siamo pertanto considerare l'unico veramente efficace agente medli,c amentoso nel lachitismo. Quest'olio, aidoperato lfin dall'ant:i:co daigli abitanti della 1Groenlandia, 1dagli Es,q uimesi, C!aì Lapponi e successivamente in Europa, era caduto in disuso sui primi del tSecolo scorso iper essere nuovamente rimesso in onore dal Beun eth di Edimbu:rgo nel 1841. Somminiistrato da solo o in unione al fosforo metal] ico, nella rproporzion e di un centigran1mn su 100 grammi di olio di f egato, seconct•) le •· Jassicbe formule di Kasso\vitz e di Concettj . il s1Jo uso è così universale e il icon cetto della sua efficacia - salvo qualche rara eccezion e ( Eie11bner) co·sì :con corde 1da sembrarci su'f}erfluo 1passare in ras·s egn a quanto si è scritto fino a quand0, p·Jchi anni fa , gli 5tudi sul rachitJi·smo sperimc11tale 11anno dato tutto un nuovo 01~ient:i1nent0 alla cura di qu{;sta affezione. 111 orrdine ai progressi così r ealizzati acquista j11vece mnggior valore il problema ri·guar-Oante le propriPtà e il meccanismo curativo dell'olio di fegato di merluzzo. Circa le sue proprietà, esso aumenta la ritenzione idei' sali di calcio negli allattati artificialmente (Birk, 1Schloss, Schabad) - mentre è noto che il gras5o ·del latte, che pure è antirachitico, non •ha questa azion e ma anzi peggiora il ricambio 1del -calcio - impedisce lo svil11 ppo del rachitjsmo sperimentale (Beumer, Rloch, Lesnè, De Gennes e Vagliano, Dorlencourt, Debray, Spanien) e svolge isu esso un'azione curativa (Lesnè, De Genne5, ' ragliano, Bloch) e, mentre non sembra capaice (Debruis e Mysemburg) a prevenire la malattia nel bambino al seno, associato al caloio e fosforo (Iscovesco, Papillard ) e a una dieta ridotta (Jun1dell) ·si mostra rapidamente efficace pure nel rachitismo umano, &pecie in ri·g uardo alla nutJrizione generale (1M arfan). i)er qua11to Marfan non ne rilevi a:pprezzabile influen za sulle deformità ossee. Molto complessa invece sembra la sua azione tera'Peutica: a 1di1'ferenza di quanto si credeva fino a pochi annj fa, l'azione dell'olio di fe.gato cli merluzzo non ,sembra basata sulla presenza deJ fattore liposolubile (Bloch, Faber) n on foss'altro perch•è il grasso di burro e altre sostanze che sono iicche della stessa vitamina non guariscono il ra~hiti smo mentre guariscono malattie (xeroftalmia) che ceol rachitismo non l1anno nulla a ohe fare. Bloch e Faber pertanto ipensano che e5so debba agire ;per altri materiali attivi in ISè contenuti ovvero per il fattore A ma in forma differe11te da •quella in cui si trova nei comuni ali1
1
1
[ .t\ ~~O XXXIII, F ASC. 33]
1ner1ti; Stoeltzner attribuisce l'azione al suo conten11to in ossiacidi e Beumer sostiene cl1e debba ft1nzjonare come mezzo di isostituzione rupipo1·tando sostanze in5a'Ponifi1cabili (colesterina) all'organismo, il quale peraltro sarebbe capace di formare la porzione insaponificabile per sintesi, ind:iipendentemente dalla presenza di queste sostanze nelrorga11ismo (espe.nimenti di Beumer, 5U cani neonati, nel 1924). Star1do alle considerazioni di questi ed altri antori (Dorlenco urt, De bray, 1Srpa.nien) non ci sembra tPertanto da rigettare l'irpotesi, d'altronide molto suggestiva, di Bloch e Faber i quali identifjcano l'azione stimolante dell'oltio di fegato di merluzzo con quella dei ra·g gi t1ltra·violetti. In questi ultimissi1ni anni, per opera degli ame1icani, è stato introdotto in teraJJ»ia e vantato l'uso dell'olio di fegato ·d i merluzzo ossi dato ~Mc. Collum, Wiagner, \"'\iimberger), già del r esto addìrnostratosi più attivo 1dell'olio di fegato semplice in esperimenti su rachitici eseguiti 13 anni fa da FrE>t1,d emberg e Klocmann. Da noi la Zappa l 'ha druppoco usato in racl1itici gravi di 1-3 anni: le prime osservazioni ·semb.rano avvaloifare il concetto che l'olio di fegato ·d i merluzzo, tenuto a 1200 C. 1p er 24 ore in corrente d'aria, esalti le s11e proprietà antirachitiche_ Esso ha inoltre fornito a , \1-agner e \Vimberger l'O'ccasione di fare un interessantissi1no rilievo che, se confermato, 1dimostrerebbe in modo indubb1o che il fattore antirachitico non è la vitamina A: trattando un gruppo di 4 bambini da 5 a 12 inesi. affetti da ra.chitismo florido, con olio di fegato ·d1 merluzzo ossi.dato e u11 altro grurppo con olio di fegato attivo non ossidato, gli auto!'i ottennero ir1 entrambi identici ri5ultati per cin ct1e si riferisce al processo ra:cl1itico (guarigione con trollata 1ra1diologicamente). Il 'Prodotto gen11ino e quello <YSSidato agiscono in,rece in modo hen diverso sull'accrescimento; infatti, in ricerche sperimentali su to1pi 1Sottopo5ti a reg·ime nor1nale rr1a privo idi vitamina A, I 'ultimo prodotto si rivelò venti volte meno attivo dell'olio di fegato di mewluzzo fresco. Naturalmente ne dedussero che l'olio di fe gato ·d i merluzzo contiene due 'Princirpi attivi: un fattore antirachitico che facilita la 1deposizione del calcio e un fattore che lttiva la crescenza e che guarisce la xeroftalmia (vitamina .I\.) ; quest'ultimo sarebbe il 'Più sen5ibile e ~comparirebbe 'coll' ossj dazione ad alta temperat11Ta. Recentemente Behren1dt in 11 &U 12 casi di rac'hitisn10 grave, curando •di evitare l'azione di qualunqt1e altro fattore curativo, ha ap1plicato un trattamento a base dell'estratto insaiponificabile di olio di fegato di merluzzo, constatandone il 5UC1
1
1149
SEZIONE PRATICA
cesso con esami clinico-ematologici e con quello radiologtiico delle ossa. Riassumendo, 1questi studi, mentre ci danno n11a dimostrazione della trascurabilis5ima i11fluenza indiretta della vitamina A nel processo di gua1·igione del rachitismo e dell'esistenza nell'olio di fegato di merluzzo di un fattore antirachitico nettarnente dti.stinto da essa, ci prospettano sotto t1n nuovo ;punto idi vi5ta il problema riguardante la efficacia dell'alimentazione n ella curn del rachitis1no. 1
1
1
1
1
CURA FISICA.
Alc11ni autori attribuiscono n ote,role importanza alla deficienza di movimento nella patogenesi del rachitismo avendo veduto insorgere la malattia jn animali tenuti al rinchiiuso, ma1grado una dieta antirachitica. Da ciò nel bambino l 'in.dicazione . curatiYa a base di massaggio, moto, bagni minerali , elettrizzazioni. ecc. (Findlay, Paton, ~oel. \\"atson , Frosch . ' Borrino). Queste cure fi si1cl1e probabilmente agiscono attivando le depresse funzio11i digestive, combattenido l 'aci1dosi (Freudemberg e Giyorgyi), . favor endo la valorizzazione dei grassi e del1e ' 'itamine alimentari (Pollitzer), accelerando in una 1parola il ralle11tato ri cambio che rappresenterebbe la 'Principale causa racl1itigena determinata dallo stato di inerzia. 1\1a quello che tJra gli stimoli f.isi•ci oltrepassa in efficacia e rapitdità tutti quelli messi fjnora in opera contro il rachiti5mo, •è il fattor e lt1minoso. Il sole, che fin dai tempi di Erodoto e Cel~o ~.ra utilizzato come un rimedio tonico, atto come dice .A.ntillo a rim'P1cciolire i tumori molli, a fortificare i n1uscoli e a fare scomparire il grasso (Re.gnault), rdeve certo a \'er reso segnalat1 servi·g1 anr.he nel rachitismo ai greci e Tomani C'l1e , pei ,pro'Pri ammalati, consacravano nelle Joro case nn ambiente speciale (5olario) ai bagni di luce, utilizzando così prima di con oscerli i raggi ultra, ,·ioletti. Dobbiamo però giu11gere al 1890 per trovare un ai1tore il Palm che richiamasse l'attenz)one sull'in'fl11enza antira.chitica rdella luce dopo .che il ' "ogel, il Kassowitz , il Fischl avevano segnalato una mag-giore frequenza della malattia n el periodo di passaggio tra l'in,rerno e la rprimaverra e dopo che la maggior parte degli autori ne U\'C\rano constatato la rarità in regio11i molto 5olatie. Da allora la luce solare non solo ,è utilizzati ·1i fjni terapeutici ma anche come mezzo d 'indagine negli studi etiopatogenetici del rachitismo. Per quanto ~Iarfan non tro'ii un rap})Orto di ca11salità tra raichiti smo e car enza solare, il d!)
'
I
1
1150
[ANNO XXXIII, FASC. 33]
IL POLICLINICO
f etto di 1questo stimolo luminoso è .stato invocato
cla molti autori (Hess e Unger, Chich, Dalyel, I-lume, Makay, Smith e Wlimberger, Degkwitz) per 5piegare l'insorgenza della malattia nella stagione invernale, in cui si sa che i raggi solari so110 meno inten·si e meno utilizzaibili. Peraltro, egperienze condotte su animali tenuti al buio • hanno rivelato in essi non solo la comparsa 4i lesioni istologi·che (·Doclencourt, Debray, Spanienì e una alterazione del ri•ca1nbio salino (Deghwitz) ma, secon do gli americani, qt1ella di un ver.o raicl1iti.smo a malgrado una rd ieta ricca in calcio e fosforo, mentre viceversa la esposizione al sole porta,ta a guarigione animali · tenuti a dieta rachitigena. Circa l'effica·cia dei raggi ultravioletti - di cui l'En·g eJ.mann n el 1883 miis e in e'ri1denza l'azione b~tte<rir.i·da e che il Finsen nel 1908 potè ottenere artificialmente c on la lampa;da di quarzo - è s1ato solo n el 1919 che un autore tedesco, l'Uldscl1inski, ne ha ·dimostrato la notevole azione sul ra.chitismo umano: sottoposti idei bambini rachitici alle raidiazioni emanate 1dalla lampaida di q11arzo a va'Pori ·di me1,curio, che non lascia pas'$are che i raggi ultravioletti, egli li vide guari-re molto ra·p jdamente. Da allolfa 'ia via gli americani (Chich, Balyell e collaboratori, Po\vers, Park n el 1922; Kramer, Casparis e Howlanid, Vleech e Smoth, fJorr , Holt, \\7ilkins, Boone nel ;t.923-24; Bloch, Faber nel 1925) non .solo confermairono che nPl bambino può constatar si rwdiologicam ente la guarigion e 50ttoponendolo per 25-30 ore (1-2 sedute al giorno ·di 30 secondi) all'azione ·d i questi ra;ggi, ma dimosttarono altresì (P owers, Park) che i ratti tenl1ti a dieta raichitigena (84 e 85 ·di Pap'Penhe1. mer) 1posson o essere ipreservati 1dalla. malattia se es'Pnsti per un minuto e mezzo al gio1no a que. $te ra:diazioni. ·Avendo peraltro 1constatato, durante l' esposizione, un graduale aumento nel tasso del fo9foro e calcio ematico si credono autorizzati a ritenere la carenza solar e (raggi ultravioletti) l::t causa 'Prin1ci!pale, se non unica, del disturbo ctel r.i·cambio che caratterizza il rachitismo. 1
1
1
1
.A. parte il vafoTe 'Clella interpretazione patogenetica, sulla ef·f icacia di questo trattamento è $tato ben presto un suis seguirsi ,d i conferme in tutti i paesi eur0ipei : in Germania per a.pera d1 F..rlacher, Stetter, Klotz , Riedel, Fiscl1; in Fir ancia di Lesnè e De Gennes, :Ylahar, Colaneri, l\!Iarfan, Dorlen court, Tourquety, Debray, Mouriquan·d, J3ernheim, Contamin, Tl1eobalt; in Ingl1ilterra da Jnndel, Evans; in Italia da F erri. Senza entrarr:, per brevità, in apprezzamenti si11goli, il complesso dei risultati finora ottenuti ci poo-ta ad affermare che i rag.gi ultravioletti isvolgon.o un'azione tonica ert eutrofi('a sull'organismo :rachitico, attivano glt
I
scambi e i processi ·di assimilazione e l'ematopoiesi, favoniscono le combinazioni chimiche regolarizzando raptdamente la calcificazione delle ossa specie nella oraniotabe (Marfan, Dorlenc ourt, T11rquety·, Pilling, 1F ishl) e facen do isparire i 1Punti di ossificazione ritardata, correggono la deficenza di fosforo aumentandone il contenuto del dopipio ed oltre (Lesnè, De •Gennes, •Mal1ar, Colaneri, Kramer, 1Caspari&, Howland, Kneschke, Orr) ; agiscono qujndi rimu.oven1do le princi.pali caratteristicl1e del racl1itismo . Non potendo diisporre ·della luce artificiale. si possono trovare le ir;ra1diazioni solarri più intense sulla spiaggia marina. 1Nella cura ·e liomarina, di cui si sono recentemente OCCUJpati a fondo i france51i in occasione dell'ultimo congresso di talassoterapia, interven:g ono airmonicamente associati alla. lu·~e solare, fattore princtpale, molteplici e complessi aigenti terapeutici quali l 'aria, l'aoqua ·d i mare, i quali tutti concorrono alla realizzaziione di .quei vantaggi cui abbiamo dianzi aiocennato. .A..nzi, l' elioterapia marina rappresenta il mezzo 'Più adatto per la profilaJssi antirachitica ed è stata, ac.canto all'applic azione artifi1CJiale d ei raggi ultravioletti, preconizzata dallo ste5so HuJ.idscinski, e rac·coman·data da Lesnè, De Gennes, :Ylahar, Colaneri, Armand ·Delille,· Jund•el, \Voringer e da altri• . Di sfuggita IicoPderemo che i raggi Rontgen non agiscono quasi affatto sul rachitismo mentre la lt1ce id i Wood, che pulfe aigtsce molto meno dei raggi ultravioletti, riiehie-de (rNogiier ) una esposi. ione 18 volte più lung·a idi essi. Con quale meccani5mo agiscono i rag.gi ultravioletti? Per .quanto siano note molte delle loro pro1prietà bi-0lo•giche, il prob'lema rimane arrcora osculfis:-;i mo. Le·sniè, De .Gennes e Vagliano, in una dotta relazione di congresso sulla cura del rachitismo, p8nsano 1che l'influenza preventiva e curativa dei !'aggi ultravioletti dilpenda tda un processo gene· ra~e che non può agiire che 5Ul sangue circolante nei ·capillari supel'lficiali o -sulle terminazioni ner. vose cutanee; infatti questi raggi di corta lungl1ezza non penetrano che poco. Pensano jpure cb(l questa azione si po1ssa trasm ettere alle ghiandole enidocrine che agire·b ber o a loro volta 5Ul sistema r egolare dell'equilibrio minerale del sangue. RiguaDdo alla tecnica per l'uso dei raggi artificiali Le.snè e collaboratoli sottopongono i bambini ad una es.posizione quotidiana diretta dei raggi di una lampada dri. quarzo a vaJp-Ori di mercurio di 3500 candele situata. a distanza di un metro, per la idurata di 10 a 20 minuti, constatando così in meno 'Cli 2 mesi la guari·gione radiologica di lesioni consiiderevoli, mentre che 1
1
[.~NNO
XXXIlI, FASC. 33]
SEZIONE PRATICA
l'ipofo s'fatem ia, stigIIlata umorale del rachitismo, scompare rapidamente. ' 'idal Gio.ndana (1924) utilizza una lampaida di 2500 can·dele, effettuando l 'irradiazione per 5 minuti a un metro di d1istanza; in ciascuna seduta 5uccessiva ri·duce idi 10 cm. la distanza mentre rad1doppia il tempo di radiazione. ,Gottlieb, Gyorgyi e Pilling fanno ingerire l'eosina per rinrforzare l 'azione dei ra;ggi della lampada a va'Pore di Hg. : qu-est'ultimo autore somministra 10 .ctgr. dfi eosina cri1sta1lizzata disciolta i n 10 eme. di aoqu·a , e ri'partita in 3 pasti, alla vigilia dell'ir radiazione. Il colorante non ha mai dato 1nanifestaz]oni tossiiche.
1151
fermati, avremo presto trovato, nell'u~o di alimenti irradiati, il mezzo più ·p ratico e più s iCU"'O ·di 1p revenire e di curare il rachitismo. BIBLIIOGRrAF·IA. Limitandoci a dare un saggio •di bii bliografi,a degli ultimi due anni, rim andiamo per quella precedente ai lavori di CozzoLINO (Carenza l iposolubile e rachitisrn,o. La P ediatria, n . 3, 1922), FF.RRI (r, 'azione <.te i raggi ultraUio letti nelle manif estazioni rachitiche. 1L a P ediatria, n. 2.2, 192.5), l\1IEDI (I .e sindromi da avitaminosi nell'infanzia. Ed. Tip. l\IIardhigia\la, Senigallia, 1925) . La Presse médiicale, n. 1, 4, 7, 11, 1925. DORLENCOURT e T URQUETY. Soc. de P éd. de Paris, 117 git1gno 1924; Le Nour.is5on, n. 1, 1925. L ESNÈ e V AGLIANO. c. R. Acrud. d. Se. de Paris, 7 giugno 1924; Soc. 1de Biol. de Paris, 21 giugno 199.A. · LESNÈ, DE GENNIB, ·l\1AHAR, COLANERI, La P l'esse n1édicale, n. 25, 1924. l ,ESNÈ, DE GENNES, VAGLIANO, WORINGER, ROHMER e KLEIN, DORLENCOURT, DEBRAY e $PANTEN, JORDANA. I1b i1d., 18 ottobre 1924. DR GENNES. Thèse de P aris, 19M; La Presse m édicale, n. 72, 1925; Le J ournal m éd. française, n. 9, 1925. ROGTER, BTNET e VAGLIANO. Soc. de Biol. ·de P a ri<;, 5 giugno 1924. SHTPLEY. lVl c. KINNEY e Mc. COLLU'l\II. Journ. Of biol. -chemistry, f ebbJ'aio 1924. BORRINO. Atti dell'XI Congr. P ed. Ital., Milano, 1924. A. DEI.ILLE. Soc. Méd. des, hòp. d e Pari5, 5 giU· gno 1925. ECKSTEIN. Ar.ch. f. kind. , n. 1, tom. LXXIX, 1924. V..TAGNER e W INBERGER. J'he Lanicet, 12 giu g no 1926. \VILTSCHKE. Arch. f. kind., v. 74, f. 1, 1924. GALLO. La P ediatria •. n. 2, 1925. POLLITZER. Atti del'l'XI Congr. P eid. Ital., Milano, 1924; Il P olictinj co, Sez. iprat., n. 19, 1925. ,, HESS. Zei.t.~C}}. f . kind. , n. 4, 1925. B11sr.1t~1ANN. Ibi d. BEHERENDT. lbid., n. 5, 199...5. FLF.SCH . l bi<i., n. 6, 1925. Isr.OVESCO e PAPILLARG. Arc11. oif P ed., n. 1, 1924. LANG<::TEIN e \'\10LL:\IER. Zeitsch. f . kin·d. , n. 2, 3, ~IARFAN.
1
* ** Mentre si andava afferma111do l'iil'discutibile efficacia dell'apip li•cazione diretta della irradiazione ultravioletta n ella cura 1del ra:ch.iti5mo , ricerche inglesi e americane misero in rilioeYo come l'azione luminois a si p oosa anche fare agire in1direttam ente per mezzo di COI'lpi organici .e di aljmenti vegetali, sottoposti all 'irra:diazione. 1
.1.\_r1zitutto Hume (1922) e poi Goldblatt e Soame dimostrarono .c he alcuni or.gani intern i di animali irradiati aicquistano nette pro'Prietà antir~ chi tiche. Pi1c coli pezzi ·di fegato di animali irradiati, aggiunti alla 1dieta carenzata di giovani animali, impediscon o in ·questi l'insorgenza del rachiti&1no. Stembo1ch, Nelson, Daniels, Hess dimostrarono poi che l'irradiazione ultra,1 io 1etta conferi1sce 1pro:prietà an tiraiClhitiche a sostan ze che originariamente ne sono prive (olio di cotone, oljo di lino) . I grassi irradiati acquistano, oltre alle proprietà antirachitiche, anche l'odore ed il sapore ·dell'olio di fegato di m erluzzo: perciò GyoTgyi diede a tale proices-so il nome di cc J ecoTizzazione )) . In seguito si è riu5citi a « jecor izzare >> l e i:»iù ·diverse so's tan ze alimentari: g raissi animal i, farine, rosso d'uovo, latte. La j ecorizzazione 1del latte ha particolarmente dnteressato per l'importanza pratica che avrebbe il 1poter distri·b uire largamente del latte che per mezzo dell'irra<iiazione ave-s5e acquistato n ette proprietà antirachitiche. Kramer, Gyorgyi, Freudemberg, Chich riuscirono effettivamente a dimostrare che l'u1so di latte irra:diato fa guarire clini~am ente, ra.id·i ologica1m ente ed ematologicamente, il rachitismo infantile; rist1ltati analoghi a quelli già otten uti in bambini rachitici da Steembocl~ e Daniels per mezzo d·i olii vegetali irradiati. Se questi risultati im1p ortantissimi saranno con1
•
•
1
6. 1925.
Br.ocH e FABER. Arner. Journ. of chil1dr., n. 4, 1925. BOSANJI. llbi•d. GYORGY. J aJhrb. f . kind., n. 5, 6, 1925. GYORGY e V..'OLL~J ER. Monatsch . f. kind., vol. 28, n. 5, 1924. GLA~Z~'.fANN e LIEFFERT. lbi1d., Il. 1, 6, 1924. DBBUI e l\lYSE~lBURG ...c\.mer. J ourn. of Dis. of child. 1 , • 28, f ~sc. 3, 1924. ZAPPA. ez. geno vese Soc. It. P ed., marzo 1925. BElL\'[ER. Zeitsch. f. l<ind., , •. 37, Il. 1, 3, 1924. JuNDEIL Acta P ed. , v. 4°, fase. 2, 1925. LACl:I e MIEMITZ. Jarb. f. lcin•d ., V. 109, Il. 3, 4, 192.5. SRIPLEY, l{RAMER, HO\VLAND. .~me r . J ourn. of d. or eh., v. 30, n. 1, 19"'.lO. I<RAi\TER. Ibid., fase. 20, 1925. DUBIN. l bid . ScI-IllLTZER. Com. ren1d. Soc. de Biol. de P aris, ~1 agosto 1925. REGNAULT. RiY. l'viod. di med. e chir .. 30 aprile 1926 .
1152
IL
POLICLINICO
OSSERVAZIONI CLINICHE. R. UNIVERSITÀ DI MILANO SCUOLA DI ODONTOIATRIA E PROTESI DENTARIA. D1 rettore: Prof. G. FASOLI.
Fistola cutanea ce1·vicale d'o1·igine·dentaria. Dott. A. BRUSOTTI.
[ANNO XXXIII, FASC. 33 1•
J'inlferma portava attorno al •collo e eh-e ·dietro
mia ricl1iesta fu giustificato dall'asserzione che essa 1ùov·eva 1costant.emente ten ere per una lesione cutanea cronica cervicale secernente e che durava da ci!ica sei anni! Tolta la fasciatura si osservano tre lesioni del tegumento al l ato sinistro del icollo e rpiù v r eci. $amente (v. fig. ) : Una cicatriice raggiata in •corrispondenza del1' ango1o .della marudi!b ola quasi immediatamente al di sotto ·del margine libero dell'osso, un poco ·depre.ss.a al centro, di aspetto non recente, non -d-0lorosa spontaneamente niè alla iPalpazione ese. guita per esaminare il ·graido di aderenza ai tes•Suti sottostanti . Essa ap'Pare infatti unita, nella .s ua zona median.a e per una estensione di 1 cm . cil'ca al ·m ar.gine inferior e della ma'l1idi1bola in cui si nota u11a depressione della m eidesima lunghezza, larga quanto lo spessore dell 'os.so e pro·f onda civca tre millimetri. P iù in basso della precedente, a quattro dita tras·v erse 1circa da essa e s ulla lin ea anteriore del 1
11 caso ~ne forma o·g getto della presente nota dimostra ancora una volta la necessità ·di stretti . rapporti tra il medico gen·eriico e lo .s pecialista. .t.\ tutti sono note le relazioni che esistono tra alc.une m alattie delle raidici dentali e la possibilità di una loro estrinsecazione all'interno• o alJ'ester110, in zone p·i ù o me110 lontane dal fo·colaio d'origine. . In 1pratica specialmente è c onosciuta la frequenza, per lo più nei soggetti .g iovani, con cui si stabjliscono .seni J'istolosi in corrispon•denza della ct1te della sin·f isi del mento, a·d andamento cronico e che in assenza di palesi manifestazioni dentali (che ;ne sono la cau,s a· 1dir etta) rpossono simular e le 'Più infauste lesioni. Poichè gen.eralmente si tratta di pazienti n el . quali alcuni fattori generi-ci, come l' età, il lungo -decorso del male, le condizioni organiche, sono presi in seria 1considerazion.e, così vediamo non di rado e-spresso il timore, n on rd el tutto ingiu5tificato, che si tratti di lesioni idi natura .Specifica. I.a relati.va facilità co·n c ui s i osserva la .fistola m e11toniera jper necrosi ·della 'Polpa degli in·c isivi .. mediani o laterali inferiori, ·d'-0rigin.e traumatica, sia questa intervenuta una sol volta in modo brusco ma non seguìta da fenomeni r eatti·v i acuti, sia, come n el caso più comune, .ao,ruta a una C9.usa mec·canica abnorme ·che si riipete spesso (l'abitudine, ad esein'Pio, delle giovani .cucitriici di spezzare il filo coi 1denti) ha già richiamato l'attenzione dei chirurgi, ed io ramm ento che a Roma, il prof. Bastia'l1elli, dediic ava quando se ne ·presentava. jl destro, una delle sue lezioni cliniche a .questo argomento. Ma ;più rari son o ,quei 1casi in cui il seno fisto loso, che ri'J)ete la )stessa causa morbosa, si 'Pre. .senta in zone lln jpO' più lontane rd al punto d'origine, e a'.P'Punto p er tale con si derazione, ma sopratutto per l'imrportanza pratitCa ·cl1e n e ·deriva, credo che sia interessante renrd.ere noto il caso occorsomi oltre due anni or so·n o. 1
1
1
\
\
1
i presentò nel 1922 u11a ·signorina di circa 20 an·ni , di aspetto r1orrnale, ohe richiamò la mia attenzio11c, nel rprocedere all'esame generale, su <.li nn hend::iggio artificiosamente mascl1erato, che
•
mus,colo .sterno-'cleido-mastoideo, si nota una secop1da c1Jcatrice di aspetto .semiltTnare, a convessità sua;>eriore, nel cui mezzo esiste l'apertura di un piccolo seno fistoloso, a m argini tondeggianti e lievemente .sporgenti; umid·o e ·circondato da qualc.h e cro.stiici'na. Ceficando ·di spremere col dito dall'alto ver.so il uass_o, e 1cioè in una direzione c.h e va dalla prima cicatrice al foro ·c utaneo non si riesce a far ge1nere ·Ch e una quantità appen.a api)rezza:bile di ]iqu11do ~ieroso -gia1lastro, 1del 1<;Euale J}On potei malauguratamente allestire un pre:parato per una indagine microscopiica. Tentando ·di sondare ,con uno specillo il decorso della fistola, non ic i si può a.p praf on·d ire oltre 3 c.m. cir·ca, ·d opo di che per probabile irregolarità 1del lume, l'istrumento si arresta e provoca una ·certa dolorabilità e la fuoruscita di qualche goccia idi sangue. . Le altre inanovre manuali non 1provocano sensazioni dolorifiche. Finalmente ancora più in basso delle due suddes1critte, o semipre t>ulla linea anteriore dello sterno-cleìdo, e più precisamente a circa la me. di età del collo è ben visi:b ile una terza cicatrice, più ·p iccola àfllle altre, anch'essa idi aspetto lie-
•
)
{ANNO XXXIII,
FASC.
33]
1153
Sl!.ZIONE PRATICA
una risoluzione spontanea, fu sottoposta all'esam~ del medico della famiglia . Il sanitario intel'lpretand-0 la lesione icome un baJilale ingorgo glandolare sottoc.utan.eo, si 1i.rmitò a prescrivere una cura topica esterna. Ma dopo quattro m esi di inutile trattamento, persisten:do ·la tumefazione del vol'UIIle press'a ·POCO di una nocciuola, fu con.sultato anche l'odontoiatra abituale 'Perch1è esaminasse ain·che lo stato dei molari corrispondenti all'arcata infer.iore sinistra. Senonch·è il collega 1constatando lo 1stato ~anti. perfetto di due otturazioni eseguite ·qualche anno Ma proce,den do cautamente nell' esame con la prima sul .secon•do e sul terzo molare inferi or e (il prirmo mancava), non riscontrò alcun sintoma sori.da, è ip ossibile rilevare nel punto in ·cui avrebche clinicame11te !Potesse essere messo in correlabe dovuto e~ere impiantato il ·molare del senno, zione •Con la nuova manifestazione morbosa. una netta ,seillsazione 1dura caratteri.stica, ben diversa d.a quella cl1e si ottiene dal t essuto osseo Non essendosi così risolta la questione della comune. persistente tumescenza, la rpaziente fu 'COnisigliata Con tLna ispezione più attenta, la mu·cosa sotto di ricorrere ad un chirurgo, il quale ·giudiicando J"azione della .s onda acuminata rende evi1dente trattarsi di una 1Semplice adenite in cui :parve 11na ip1c.coln .soluzione ·di 1continuo, idi aspetto liriconoscere una limitata zona di collirq.uazione, neare, della lunghezza di ieil'ca 3 mm., divariprocedette senz'altro aid incidere per via .cutanea. can:do la q11ale con Je bran1che ·di una sottile pin. A quanto 1cli ce l'inferma non si ebbe aJcu.n esito zetta pare di scorgere ben e che non ci si trova purulento immediato, tanto ohe per .p iù di u11 tn presenza dj tessuto osseo. mese furono eseguite mediicazioni ·quotiidiane della Anche pen:3~.i1:do a un piccolo .sequestro non e ferita mantenuta 3jperta con zaffi di garza e lapossib)le m ettere in evidenza alcuna n1obilità, nè vaggi idi antisettici. ·spremendo la mu1cosa all'i11torn0 pro,rocare al<eun Da questo tem:po però ebbe inizio un gemizio gemizio di un qualsiasi secreto. di materiale purulento, così che il chirurgo fu Giud i·canido trattarsi molto probaibilmente della indotto a decidere .u n intervento tpiù generoso. permanenza di una rporzione di radi.ce dentale, Pre1ia narcosi cloroformiiea fu aperta am'Piaeseguii subito una radiografia enidoorale, che momen te la breccia preesist_ente, ed eseguita una istrò con chiara eviidenza la presenza ·di un aipice completa toilette del .focolaio settico. -radicolare della lungihezza di ci~ca 4 mm. Senonchiè non cessan•do la formazione di 1p u.s Non poca fu la m era,riglia della paziente quanfu necessario durante il lun.g o periodo di Ulil do dinanzi al reperto ottenuto .credetti assicurarla anno ritpeiere frequenti svuotamenti .della raccolta <'lle il ,p iocolo resi•d uo, rimasto silente sotto la per mezzo di una .siringa e suocessive iniezioni mucosa, era la causa c~rta .della .sua infermità di preparati iodici, ma non si ottennero neanc.h e al collo. (La signorina assicurava che a molti qu·esta volta r tsultati con creti. Talora la ferita anni aiddietro risaliva l'estrazione del 1° molare, ipareva cl1iudersi, la formazione d€l pus arrestare a vari anni l'estrazione del 20 e del 3°). si, quando ad un 1dato momento si roocoglieva E non mir1ori le dif'fiicoltà .p er ottenere l'assenso ancora essudato, in misura però sempre limitata. per procedere all'estrazione di esso. tDinanzi ad una persistenza così ostinata i fa. Il :pi•ocolo intervento fu d el resto molto facile, miliari della giovane credettero alfine op;pore lo eseguii ra'Pidamente rprevia anestesia locale. tuno rivolgersi aid un altro chirurgo, e .questi L'a'Pice raidicolare estratto, di colorito bruno-ne .formulò la 1diagnosi di fungosità 1per le .quali conrastro, portava attaccato al suo estremo un picsigliò una -cura •Climatica :im paesi marini, ed ~olo granuloma della gram1 dezza di un grano di intanto essendo presente una modica quantità di riso all'incirca; ed esaminato in corrispondenza essu dato iprocedette aid un generoso curettage della del suo lume canalare n on presentava traccia dl cavità ascessuale, .che parYe finalmente guarire / alicuna otturazione raid.i:colare ~regressa. ed infatti si chiuse. Soltanto dopo cinque giorni dalla seduta, il ·P er circa 18 mesi la rpaziente non ebbe allora seno fistoloso .cerviic ale si ·c hiuse, per non :più alcuna ricaduta, cos:iicch1è la certezza della guari. . . ' r1 aipr1rs1. gione definitiva sembrava 1p ienamente giustif.icata. Ma poichè la storia d ella malattia 'Poteva giu Ald .u n tratto, spontaneamente •come la prima stificare anche in me, per quanto avessi intrav. volta, e in completa assenza di manifestazioni 'reduta come certa la fine delle sOlffer enze sop- dolorose, in un ipunto situato un 1poco ipiù in portate ·dall'inferma, .u na ·certa 1dif'f.i:denza, così ho basso della lesione pregressa un nuovo turgore credut-0 o:p portuno id i rendere noto soltanto ora, si presentò, ed il chirurgo che aveva eseguito dopo un periodo di più di 1due anni, il caso e la l'ultimo im·tervento , tenendo ·conto anche di un storia che è interessante riferire in breve: cer to grado di deperimento organico cui era an·Nell'anno 1916 la rp. si accorse di una lieve data incontro la paziente in quel tempo, formulò tumescenza, ieompa:rsa spontaneamente, in corri- decisamente la diagnosi di linfoadenite tuber~o spondenza del margine inferiore dell'angolo si- lar~ e perciò propose come programma ter~peuti~o nistro della mandibola, non doloroso al quale di prima un soggiorno climatico, e poi, qua.:rudo !IlOn 'fu attribuita alcuha importanza dalla malata, lt condizioni generali !fossero migliorate, un'~e finch1è trascorso un mese senza che si effettuasse razione radicale di aJSIPOrtazione di tutto il ·p acco vemente raggiato, chiusa, non dolorosa e non .aderente· ai tessuti sottostanti. Nel procedere poi all'esame generale della cavità orale e delle arcate dentali in particolare, oltre. chè alcune cavità cariose nei denti anteriori suiperiori per le quali era stata riichiesta l'opera mia , si nota la mancanza dei tre molari inferi-Ori di si»istra. JLa mucosa che ricopre il processo alveolare in tal punto aip·p are normale, e l'aspetto di retrazione ossea fa giudi·c are che a parecchio tempo risal·g a la rper.dita dei tre elementi man1
1
1
1
1
1
I
-
[ANNO XXXIII, FASC. 33j
lL POLICLINICO
ll5ià
scutere !:argomento dal ·p unto di vista diagnostico glan,dolare cervicale: intanto V'e!livano prescritti impacn·hi lo·c ali di aioqua vegeto-minerale, e .u na tra le varie forme morbose capaci di mamifestarsi terapia ricostituente intensiva per os e per via in modo analogo, ma poichè non iè .q ui il luogo ipodermica. · per una simile trattazione, che del r esto raipl)rcLa paziente non credette di aderire al consiglio s-enta il p erno 1sul quale si innesta il trattament() di ieamt>iare clima, e solo si limitò alla cura trrapeut.ico adèguato, non entrerò nel gineprai-0 medicamentosa 1dalla quale non t!asse alcun giovamento, almeno per quanto riguard'ava l'aiperdelle ,dia;gnosi dif:f ereinziali. t.ura 'fistolorsa d.el collo, -O.alla quale non ieessava l\1a !)Oichiè nella •pratica non ·è infrequente l'osdi gemere intermittentemente Io .s colo ·p·u rulento. servazione di ca;si ieoMimili ·cne hanno la carat Il m ·e di·co di famiglia che segiuiva tutt'ora la malata riuscì ad ottenere che un terzo chirurgo teristica di essere spi.ooatamem.te ri.b elli alla gua. esprime&se il pr01prio giudizio in rmer.i to ad -µna rigione, ·così vediamo come sp.e sso i pazienti siano • lesione così tibelle, e questa volta, il nuovo sasottoposti alle cure ipiù svariate, le .q uali, come nitari-0, p.u r •c ontinuando le me:dicaz.i oni solite, nel caso in parola, per non esser.e rivolt€ alla: riichiam6 la sua attenzione sui molari inferiori di causà ..del male, ·conducono il più spesso a de. sjnistra ed inviò la pazi.ente ad urn O·d ontoiatra di su.a fiducia. terminare la formazion e di 1cicatri:ci deùropanti. Questi tolrSe le otturazioni che esistevano e, in Il fatto che 1pi1ì •colrpi•sce im 1questa storia 1è ohQ, seguito all'esam.e ipTatica:to nelle cavità polparl, ai11che quando fs i è a:1'facciato al chirurgo il so. giudicò cl1e iper mancanza di una pregressa cura raldicolare sarebbe stato opportuno eseg.uire la ·Spetto di una periostite SllfPP·U rativa eh.e aveva estrazione ·del is econido molare, e procedette qui.11- determinato, com.e non 'è raro, un'apertura fistodi all'avuJJsione di es.50. losa cutanea, non si sia pensato che molto tarGiova p€rtanto ricorçlare però che ·m ai nessun diivamente ad 1.l!D.a causa dentale, e anche allora s intom1a subiettivo aveva Ttchiamato l'attenzione che non isia mai stata richiesta una radiografia. dell'inferma su.i denti Ln parola, indolori e 1Perf ettaimente funzionanti. Ora quando estste una manii.festa lesione dentale N·emm eno in 6eg.uito all'estrazione, il '.PUS cessò si capisce 1come non sia diflficile stabilire i r.apdi gemere ·dalla ferita chè anzi parv·e defluisse più denso di prima per 1quainto in moid iica quantità. . porti tra l'effetto e la icauisa, ma ;poi ch'è è ormai conosctuto eh.e sipecialmerrìte a · 1carico delle raidici /\. que&to 1n-0mento, che coincise col ipewiodo delle va:can 7.-e estive, il iprocesso, morboso ebbe un denta1i si .s volgono lesioni morbo.se che decorrono qi1alche ternpo ·di i--equie, ma ritornata :Ln città, e silenziose e subdole per lun·g o tempo, così l~inlda formatrus.i una nuova apertura cutaniea anrcora· più gine radiog'Tafiiea, SU1S&idio cui iè oggtdì fa;cile ribassa 1delle ip·r ecedenti, fu rtchiesta ed eseguita correre in ogni momento, tilO'Il dovrebbe essere l'estraziooe anche del terz-0 molare. mai trascurata pePchiè può rappre6entare la chiave Rirn.asta p·er 1qual•c•h e tempo in os·servazione del1' odontoiatra, questi .che n oo potè riscontrare la per ri1solvere il problema in mo1do 10he ~irei a·dd1 guarigion~ della ni1ova lesione 1cutanea, finì per ri ttura banale. convincere 1Se stesso e la paziente •che il suo N·el mio caso è evidente c·h e una lesione cronica comipito era finito e ohe soltanto .di 1qompetenza ' del chir,u r g·o fosse l'ocouparsi ulteriormente della dell'apice (granuloma) sta:b.ilitrusi lentamente o in lesione tanto ribelle. conis eguenza ·di una ignorata malatti.a della ipo~a Un quarto ed ultimo chirurgo vi1de la paziente, o in seguito ad una cura .irrazionale o inrudeguata e giudi·cando trattaooi di una lesione probabil1 mente sp·eciifi1ca rd.ella branica orizzontale della dei •Canali radicolar-i sia stata la so la caJusa d1 m:an·dibola, intervenne sbrìglian·d o la prima icica- cosi lun.g he sofferenze. trice .in immediate vicinanze d ell'osso, raschiando r,a !I)·e rmanenza rd ella !fistola stabilitasi quando questo generosamente. E .a complemento della ancora il dent-e malato estst·eva in bocca, non è cura cr1u1enta iniziò sedute •m ono,settimanali di di oscura interpretazione anche dopo l'estrazione Roentgenterapia, che id urarono qualche mese, mentre lo scolo del p·u s delle a.iperture eutanee del molare. Poich•è è evi•dente che ·dùrante l'avulebbe alfine 'Una tregua : ma non· lunga poi~hè sione id i esso, l'estrema porzi.o ne apicale di una ancora isi aperse sul collo la lesiO'Ile mediana. radice si ·s ia ·fratturata e sia perciò rimasta in In queste 1con1dizioni, e per la n.e cessità di far fondo all'alveolo: e giaccnè tale !rammento seteseguire una cura conservativa •di due denti fron· tiico p-er avere già come via f·aicile di sboooo il tali ·Suiperiori, eb,bi l'occasione di vedere per la tragitto fistoloso esitante sul 1collo, non dava seprima ·v olta la p~ziente 1che in ·questo suo lungo • gno alcuno rdi sè nella sede più logi•camente conperegrinare da un sanitario all'altro senza avere raggi'llnto un risultato dunaturo, aveva ormai ascepibile, e cioè l'arcata alveolaTe; .così si può sunto una rassegnazione che il persistere della anche spiegare iperchiè con le aderenze stabilitesi ~ua in.f ermità giustifiicava ip ienamente. dal gI'anuloma ~si sia molto lentamente portato a galla sulla suiper·f icie mU1Cosa del processo alLa storia r:Lferita 8d. il riassunto d ei fatti obiet. ' 'eolare, e messo forse sull'avviso da stessa pativi riscontrati ci offrirebbero l'occasione per diziente. 1
1
1
I
[ANNO
XXXIII,
FASC.
33]
SEZIONE PRATICA
Xel 1924, prendendo occasione da alcUJli
NOTiE E CONTRIBUTI. Traumi e tubercolosi per il prof. E . . FOSSATARO libero docente idi trau1na tologia. La relazione fra traumi e tubercolosi locale 11u formato argomento di ~no dei temi di5cussi r1el• l'ultimo Congresso di A1nstevda1n: il .quale è i~ sesto Congresso, p er numero idi ol'ldine, se non m~ sbaglio, in cui l'argomento ifu trattato. I resoconti di ciascun Congre so ci in1iicano quale era lo stato della 1dottrina della tubercolo5i locale, nelle rispe1tive epoche. Nel 1878, a Berlino, si era ancora sotto l'influenza delle idee di Verneuil, il quale aveva accettata la 1dottrina, ammessa, fino allora in modo ' empirico, ohe, cioè, il turr1ore bianco articolare fosse, esclusi'varnente, di origine traumatica. Gli esperimenti id i ~tfax chuler e di Krause (1880) confermarono la teoria di Ver.neuil. Si andò, .così, innanzi fino al 1888. In questu anno gli e51perimenti di Lannelongue ed Achar:d, seguiti ·da quelli di altri osservatori, scossero dalle basi, che sembravano così sal1de, la dottrina del tumore bianco articolare di origine traumatica. Nei ·c ongressi di Par:iJgi e Liegi .(1905) e Pa.. rigi (1907) la nuova ·dottrina, ,della n essuna relazione causale fra trauma e tubercolosi locale, fu consacrata. Villemin, al Congresso di Parigi, sin. tetiz.zo, con queste parole, il pensiero di allora dei Patologi : « la ·condizione necessaria allo svilupparsi ·di una lesione tubercolare in conseguenza 1di un trauma, che abbia agito a distanza più o meno grande dal focolaio bacillare primitivo, è che, nella 1Parte, esistano lesioni tubercolari latenti, anteriormente iniziatesi... Il trauma, dunque, non 1è che l'agente rivelatore di una lesione già e.sistente ed ignorata )) . Però, alcune delle classiche esperienze .che P e. trow aveva fatto tre anni prima, nel 1904, avevano iconfermato i r:iJsultati di Max Schuler e Krause; dimostrando che, qualche volta, il trauma può e5sere la causa della localizzazione della tubercolosi in un organo. Ciò non ostante le conclusioni id i Villemin << il trauma esclusivo rivelatore di una tuberrcolosi già in atto » continuarono ad aver credito. In seguito, però, la migliore osservazione clini~a ~ece mitigare l'esclusivismo 1della teoria di Villemin. Al Congresso Francese di Medicina Legale, del 1922, Robineau disse che, in rari casi, un in:f ortuni-0 può determinare, nel punto ·della xegione colpita, una localizzazione tubercolare, ossea od 1
art~colare •
I
1155 cas~
clinici, io ''olli rivedere tutta la parte sjperi1nenta le ·della aottrina della tubercolosi locale, sulla bas.-! delle conoscenze cl1e ora abbia1no sul 1nodo· di entrare e ·diffon°dersi nell'orgar1ism~ del ba, ctllo (1). Ebbene, io mi convinsj che la contra~ dizion e che sembra esistere fra i risultati dei di,v ersi sperimentatori, da Max Schuler a Frascella, è solamente apparénte. Gli esperimenti ~ono, invece, rivela~ri di un fatto, il quale apparisce chiaramente quando si con sideri che l'unica c-au;-;a della contaminazione delle articnlJzioni t ··u umatizzute, in tutti gli esperimenti descri tti, ft. P non poteva essere altro che la pre'" senza di hacilli nel ~a;1gue !Stravasato in €onsegue11za d cl trauma. Il fatto (· che nei citati esperimenti, si ehberi~ultato r1ositivo qu n11•do il sangue conteneva bacilli, e risnJtato nc~ativo quand·o non ne conteneva. I bacilli, anche iniettati nelle vene, restano in circolo ben poco, perchè vengono subito fissati negli organi. Nessun ricereatore ha mai trovato. bacilli della tubercolosi, circolanti 11el sangue. Frascella, con il sangue Idi animali tubercolinizzati, non riuscì mai a riprodurre la malattia nelle: cavie. Perciò, negli esperimenti, il sangue versato nei tessuti, in con&eguenza del trauma articola.re, non ·doveva, necessariamente, contenere bacilli\ n eppure quando il trauma seguì o precedette immediatamente l'inoculazione dei bacilli nel .sangue. Alcune volte (Friedreich), dopo avere iniettati bacilli nelle vene, si ebbero focolai tuberco1-ari nelle estremità ossee delle articolazioni JlOn traumatizzate, e r estarono · immuni, invece, quelle sottoposte a trauma. Vuol dire che i bacilli non si trovavano nel sangue di ,quella sezione di vasi, nel momento che furono scontinuati dal trauma, mentre se ne trovavano, invece, in altre ·sezioni; cosi si spiega anche percM negli ammalati gravi idi tubercolosi polmonare, di ·CUi parla: Frascella nel suo lavoro, gravi traumi (fratture, lussazioni) guarirono senza complicazioni . Che· io sia nel vero dicendo che, nei diversi esper imenti, si ebbe risultato positivo quando il san-· gue stravasato conteneva !bacilli, e risultato n egativo, .quando non ne conteneva, lo dimostra il fatto che nessun sperimentatore riusci ad otten er e la localizzazione della tubercolosi in un'articolazion e, adoperando traumi Ieggerj, che non producevano stravaso sanguigno nei tessuti (P e trow , Salvia). I
La relazione fra traumi e tubercolosi locale,. stu1diata sopra alcuni -casi clinici. Bollettino Sanitario dalle Tre Venezie, maggio 1924. (1)
•
.-
li56
IL POLICLINICO
Non si può escludere che, qualche volta, ad onta della presenza dei bacilli nel sangue stravasato , ' l'articolazione sia rimasta immune, !forse per l'azione fagocitica esercitata dai globuli bianchi sui bacilli: ma si deve ammettere che, per avere la contaminazione speri•m entale di un'acrti·colazione traumatizzata è neces::,ario che, il sangue \'ersato nei tessuti contenga bacilli. Alla luce degli esperimenti i fatti clini•ci diventano, a loro volta, dimostrativi, quando sono b.e ne '5tudiati. Io, n el mio Javoro venni alle seguenti concbiusioni : 1) .un trauma solo quan1do .è tale da produrre stravaso sanguigno in mezzo ai tessuti può essere la causa della localizzazione in essi della tubercolosi; 2) lo stesso si deve dire dell'aggravamento di una tubercolosi in atto; perchlè non si pnò ammettere che un trauma agiJsca iper azione catalitica., o per influsso misterioso :sop.ra un organo con focolai tuberrcolari, senza, cioè, produrr J effethl. materiali nella sua compagine: ciò sia che n processo morboso ·Si sia i·n iziato ldai germi tuhercolari, ·Ch·e erano, allo siato •latente, nei tessutt traumatizzati; sia che i germi .si trovino nel sangue strav·aisato in mezzo ad essi; sia che, in 1pros~jmità della. r egione colpita dal trau.m a, esist'lno focolai clan1destini, contenenti bacilli latenti, e che q11esti focolai abbiano connessione lin-fatica con il focolaio di contusione, in modo che l'infezione dell,ematoma possa verificarsi per via linfatica; 3} non può m ettersi in relazione con il trauma una tubercolosi che si origini dopo che gli effetti contu·s ivi da esso prO'dotti siano scomparsi; o, più chiaramente, dopo che il sangue .s travasato in mezzo ai tessuti, si sia coffitI>letamente riassorbito. Sicch1è lo spazio di due mesi, entro il quale si dovrebbe sviluppare un 'focolaio di tubercolosi, che fosse stato causato da un trauma, come ammette Astor, potrebbe essere troppo lungo o troppo hreve, secondo l'intensità del trauma e la regione colpita. Questo io scriveV'o, nel lavoro so1Pracitato, n el maggio del 1924. Nel settembre di questo anno, al Congress-0 ,a1 Amsterdam, dei tre relatori del tema, Diez ammise che il trauma può essere causa diretta di un focolaio tubercolare .solo quando, per effetto di esso. si abbia immissione dei bacilli nei tessuti. In tutti gli altri casi si tratterebbe eµ tubercolosi preesistenti, cihe il trauma rivela od aggr;ava. Così il 'Prof. Diez si conforma alla teoria esposta 1da \tillemin al Congresso di Parigi del 1907. Gli altri due relatori del tema, Liniger e Zol· 1inger, pur ammetteµdo che, nella gra.ndissima maggioranza dei casi, il trauma è solo l'agente rivelatore od una causa aggravante di una tuberI
•
'
I
[ANNO XXXIII, FASC. 33]
colosi in atto, rite11nero che vi può assere connessione causale diretta fra trauma e tubercolosi solo 1quando il tra:uma abbia prodotto notevoli lesioni anatomiche nei tessuti, e vi sia relazione topogra'fica e cronologica. Questa è la verità, 1quale rrsulta dari numerosi esperimenti fatti e dai dati clinici. Vi sono tubereolosi locali, causate direttamente dal tra;uma; percM, alcune volte, il .sangue versatosi in mezzo ai tessuti, per etffetto del trauma, contiene bacilli, che danno origine a tubercoli. Questi casi sono rarissimi, perch€ solo raramente si avrà coincidenza fra azione traumatica che causi rottura di vasi e versamento di sangue nei tess·uti colpiti, e presenza di bacilli in ·quel iJunto •della rete vasale. ·Ma si .deve amm.e ttere che tutte le volte che un trauma, grave o lieve, causa ver· samen to di sangue nei tessuti, vi è possibilità di sviluppo di una tubercolo.s i locale. Con ciò non si torna alle idee di Verneuil « il tumore bi·anco articolare esclusivamente di origine traumatica »: perché ora sa«>piamo che, nella grandissima maggioranza dei casi, la tubercolosi renale, articolaTe, ecc., è spontanea; essendo prodotta da em1>oli bacillari, che partono, in un dato n1omento 1de'lla vita dell'individuo, da un focolaio tubercolare preesistente, e vanno a fissarsi in un organo: ma si constata che la teoria di Villemin « il trauma esclusivamente rivelatore di una tubercolosi preesistente » non deve essere presa in modo asso1uto. Quan1do si verifichi·no le con1dizioni tla me innanzi specificate il trauma ipuò essere cauf>a dl nna tubercolosi locale. Venezia, 20 ottobre 1925. 1
CUORE E CIR.COL·AZIONE Periodico men sile diretto dal p rof. VITTORIO ASCOLI . Il faeoicolo 7 (Luglio 1926) ,c ontiene: Lavori ori g ina li : I . - G. MELDOLESI: Contrributo allo studio semeiologioo e cl!inli.co del t-0no mioeardioo. TI. - L. VJLLA. : 0 38ervazioni a prorpoeito di un arti· ·C01o esit ero sulla pesata dei c.a.ridtiaci quale metodo di inida.gine funz.ion.a le del ooore .. Rasseg n e, Rivi st e e Con g ressi: Clinica : Alcune iindicazioni sulra ter.a;pia d·igti..talica. - Altera.~oni dell'elett;rociwdiogrrumma nella eaJ:tdite ;reum.a.tiea. - I icarctia.ci neri e la. .m alattia di .4.yerza. - La eind.rome meccaruica dell'i!poteneione portale. - La stenosi mi· tra liea nei ba.mbini. - Aneu·riema dell'arteria epatica.. Notizie b ibl iog ra fiche : VAQUEZ R. e DONZELOT E.: Les trouibles du xyth.me eardia.que. Abbona.mento per il 1926: Italia L. 3 2 ; Estero L. 4 6. Per gli a,pbona.ti aJ • P oliclinJoo • : Ita,lia L 2 5 ; EeteTo L. 38· Un fascioolo separ ato L. 3,60. N. B • .Ai nuovi abbonati del 19!6 a 4< Cuore e Circolazione:• ei concedono le intere annate 1920·1921·1922-1928, del periodico e Le M:a.lattie del cuore• nonché 19~4. e llt26 di «Cuore e Oh·colazione ~ per sole L. 9 8 t1e in Italia, e per sole L. 1 8 5 se all'Estero, in porto franco. A. richiesta si i n via numero d i saggio'.
Inivia.re Vaiglta Poetale all'Editore LUIGI POZZI Via. Sistina., n. 14 - ROMA.
I
(ANNO XXXIII, FASC. 33]
SEZIONE PRATICA
IGIENE. Pericoli e insidie dell'automobilismo. Dott.
.L\zEGLIO Fi:LIPPIN1.
La grande clif1usior1e dell'al1tomobile (si calcola che nel monclo ne ciroolino una ventina di mi· lioni) J1a messo in evidenza alcuni dei pericolj che esso può presentare ed ai quali isi può e si deve .p orre t.. ivaro. solo di sfuggita alla questione dell'infortunio automobilistico, la quale del resto non è estranea all'igiene, sia perchè buon numero di infortuni potre'bbe essere prevenuto con una rigorosa visita ai conducenti, sia perché l'infortunio automobilistico viene gradatamente assumendo una importanza non lieve nella vita odierna e diven~a un elf::mento non tra1SCurabilE: 11ell 'andamento della 1nortalità generale. Agli Stati Uniti, dove il numero degli automobili è salito da 1,767,055 nel 1g15 ad oltre sei milioni nel 1920 e supera ora i 13 milioni, il numero delle morti da infortuni automobilistici è salito da 5.8 a 10.4 per 100,000 arriva11do a 14.9 nel 1923; il numero totale nel 1920 è stato ·di 9103 e nel 1923 di 16,452. ·U na mortalità, quindi, che non differ:Lsce di molto da quella media per la ·difterite in Italia, che supera agli Stati Uniti quella per febbre tif'0ide e che m erita seria consrder~zione da parte dei .p ubblici poteri. L'INFOHl'UNI~J AUTO~lOBILISTTCO. -
.~ ccenno
:e LE iMALATTIE MEDICHE. - Ma l'auto, anche per altre ragioni merita la .cons1deraeione del medico e dell'igienista. Anzitutto il suo uso non è consigliabile ad ogni sorta di individui. :e noto che le pei,sone con speciale tendenza vagotonica 11anno, nei viaggi in auto, le stesse soffereme che per il mal •di mare Seri danni può ;poi portare il viaggio in auto ad individui con affezioni del cieco e dell'appendice, del !egato (calcoli biliari) ed ancora più ai renaJ.i. Si ritiene infatti che l'auto possa !fare sco;p·p iare od accentuare degli accidenti uremici. G. ,Sar<iou (1) cita il caso di una gottosa, obesa, con 1Sclerosi renale, che andava soggetta a crisi di dispnea, le ·q·u ali . riapparivano regolarmente ad ~gni gita in auto ed erano a-ccompagnate da r1otevole oliguria. In un periodo in cui i suoi ~eni funzionavano discretamente essa fece un viaggio di un centinaio di chilometri in auto; la quantità di u.r ina si abbassò a .cm·c. 200 nelle 24 ore e la maJata 'socco1nbette ad una violenta crisi di uremia. Altre volte compaiono soltanto dolOife alla nuca, con disturbi della vista, stanchezza cerebrale od indolenzimento generale che indicano L'AUTO
1
(1) lourriai àe.s praticiens , 11 luglio 192.5.
'
1157
un certo grad·o di inibizione renale. In caso di lesioni leggere degli .o rgani pelvici (annessi, prosta\a, r etto) l'uso moderato e discontinuo può invece dare qualche giovamento, mentre le stesse malattie, ad un grado a-.anzato, ne sono ag·g ravate. Il fattore responsabile per tali disturbi è dato e'1 identemente dalle soosse ed è analogo a quello che agisce nelJe ferrovie, per le quali è stata osservata l'intolleranza degli uremici p.e r i lunghi viaggi. Anch·e i varicosi e certi cardiaci risentono l'influenza dannosa in cui entra c·ertamente l'azione della gravità; in tafi malati, di fatlo, gli effetti sfavorevoli delle tr.epidazioni sono meno sentiti quar1do l'individuo è trasportato in posizione orizzontale. I GAS DI SCAPPAMENTO. Altri danni può provocare l'auto, non ~lo per chi ne usa, ma anche peF gli altri. Segnaliamo anzitutto il pericolo che presentano i gas di scappamento. Nell'auto, come è noto, Si brucia la così detta essenza, che è un miscuglio di idrocarburi (eptano e nonano). Nella combustione completa si ha pro·duzione di vapor acqueo (da 15 a 17 %), e di anidri.de carbonica (C0 2 ) (da 6 a 13 %) ; il rimanente dei gas di ecappamento è costituito da azoto. Nella combustione incompleta invece si forma dell'ossido rdi ca:rbon1o ('0 0) , in quantità che arri-va fine all'lil ed an, che al 15 %; la quantità tende ad aum.e ntare cen , il diminuire di C02 • Oltre a ciò i gas di SCaD.pamento IPOS&ono contenere iidrogeno (fino a 2 %> e tracce di carburi f ormenici, etilenici ed adetfilenici, non.c hè dell'acroleina derivar1te dalla. oombustione delle sostanze usate per la lubrifleazione. ~el caso della combustione incompleta, si hanno, fra i gas di scappamento, anche part'icelle carboniose e parte della stessa .ssenza volatilizzata e non bruciata. Ora, è raro che la combustione sia comple!a, per cui dell'ossido di carbonio se ne trova sempre nei gas di scappamento; nella maggior parte d ei casi la quantità di CO ugualllia quella di C02 , circa 560 litri di entrambe p~r ogni litro di essenza consumata e, quando hl motore funziona male e, peggio, quando lavora in << folle », la pro~ duzione di CO diventa il doppio di quella di C0 2 • In tali condizioni, oltre all'aversi dei gas velenosi, si ha anch.e economicamente una perdita perchè gran parte dell'essenza non viene utilizzata a dovere. La q.u antità ài CO che oosi si produce e che s1 riversa ne11~atmosfern. delle grandi città è enorme. :e stato fatto il calcolo per Parigi che le 40,000 auto circolanti {sopra un totale di 60,000) spargano i~ media '0gni giorno 100 milioni di litri di CO, il ~he, rapportato alla superficie, la più di 5 litri al giorno per ogni metro quadrato. Ci-
I
1158 '
frP ch.J forse sono inferiori al vero, poichè per Roma. ca~colando che circolino la metà del numero totale di auto, quindi circa 10,000, con un consumo medio orario di tre litri di -essenza ed una produzione r:: ·:Jia di 560 litri di CO per litro di es5enza, si avr~bbe una P,roduzione oraria dt 16,800,000 litri d.i CO. Ed, ammesso che ogni auto circoli per u11 paio d'ore al giorno, si arriva già alla produzione giornaliera di oltre 33 milioni d1
·
litri ·d i CO. Per farsi un'idea del reale pericolo, si deve però tener. presente che il traffico auton1obilistico, rispettivau1ente. quindi la prod11zione di CO non son o unifor~mente diffusi nello : spazio e nel tempo, ma essenzialmente concentrati in determinati rioni ed in date ore. In essi, quindi, durante ·Certi ·p eriodi della giornata, Vi deve esser e un contenuto di CO assai elevato, tanto più nei punti di incrocio, dove la continua prodMzione da paxte de1le macchine con motore avviato compensa la dispersione ohe avviene nel1'atmosfera. La quantità che ·è stata trovata in strade di diverse città arriva a 0.4-0.5 per mille e fino a 0.66. A New York si è trovato, anche fuori dei punti di arresto una media di 0:1-0.2. La diluizione dell'CO nell'aria ambiente e la ventilazione in11Jediscono un accumulo eccessivo. -Occorre però tener present-e che l'C·O ha una densità non di molto differente da quella dell'aria (0.968) e ohe quindi il suo sollevamento non può essere molto rapido. La zona pericolosa può consider arsi fino al l'altezza di circa due metri dal li\•ello stradale. Sono quindi esposti all'intossica.zio11e da CO gli indtvidui che debbono stare più o meno fermi nella strada (selciatori, sorveglianti, vigili ttrbani~ e non è da esclndere che lo siano anC'he gli abitanti al piano terreno in stanze con finestre bas·s e; forse non pochi dei malesseri che si osservano i1elle grandi città riconoscono questa causa. · ·T alvolta i gas di scappamento, invece di trovare libera uscita all'esterno, possono penetrare nell'interno della carrozzeria per il pavi1nento eventualmente scpnnesso. In tali condizioni, se si tratta di carrozza chiusa,. si possono avere avvelenamenti mortali, che si sono verificati durante la guerra ed anche più recentemente (1). Consegtlenze meno tragiche, ma disturbi accentuati -dell'equilibrio sonG stati osservati da un medico sopra sè stesso, appunto in conseguenza di qualche fuga di gas di scappamento (2) . (1) RANWEz. l\tlort d' homme en automolliLe. Bull.
.l\caid. R. de méd. de Belgique, 1924, v. IV, p. 126. · (2) Koolmonoxide-vergifting en geslotten Fordv1gons. Nederlandsch l"ijdschmt voor Geneeskunde, 14
marzo 1925.
[ .l\NNO XXXll·I , F ASC. 33 J
IL POLICLINICO
·
•
E\ridentemente maggiore è il pericolo nei « ga. rage ». nei q:uali si inette in azione il n1otore per provarlo. In tali luoghi chiusi e - il più delle ' 'olte - insufficientemente ventilati, 5i possono accumulare grandi quantità di gas di scappamento. In un'inchie-3ta ·f atta a :New York (1), si è rilevato che nel 77.5 % l'aria dei « garage » conti·ene dell'CO, in proporzioni che arrivano anche al 2 per mille. Nella maggior parte di tali « garage • la ventilazione era assai scarsa; in molti mancaYa qualsiasi finestra. Non è a meravigliaTsi se jn tali condizioni, nel 69.5 ~{, degli indivi dui addetti al lavaro si trovi dell 11CO 11el sangue, se tt1tti accuisino cefalea e, 11el la grande maggioranza abbiano un pallore più o meno accentuato; questo però non sempre va messo in rapporto con la dirninuzi'Dne . delJ.a quantità d'emcglobina, eh-e è stata trovata quasi !5empre normaJe, 1na piuttosto con disturbi della circolazione sottocutanea di origine nervosa tos. sica. Ma si posso110 avere disturbi anche più gravi, quali ·Casi di nsfìssia di cui se ne osservarono 113 jJ1 due anni 1SU 5906 indivitdui esaminati (2) ed ai1che la morte, che si è avuta in sette del gruppo di individui di c ui sopra ed iI1 altri casi riportati da C. W. Hit ohocl{ (Journ. Amer. Med. Assoc., 1~19, n. 257). Per l'Italia ci mancano dati in proposito, sembra ch·e casi di morte non vi siano stati - o almeno non ~i risulta ~~he ~iano stati pubblicaiti. Certamente le condizioni dei nostri « garage » non devono essere molto diverse da quelle a cui si riferiscono le citate osservazioni, poichè manca nella maggior :parte di essi ·qualsiasi finer,tra eh€, facendo riscontro all'apertura della porta, vermetta una buona ventilazione. Forse la minore affluenza di macchin-e rende meno pericoloso il lavoro. I pubblici poteri dovrebbero quindi pensare alla tutela di questi lavoratori per impedire, non solo le conseguenze mortali, ma anche quelle derivan~t dall'intossicazione c;ronica per CO. Fra i provve·d imenti da prendere, oltre ad assi.c urare la buona ventilazione, è da citarsi il cambiamento di posizione del tubo di scappamento dei gas da mettersi verticale anzichè or1zzontale. Con questa modificazione, si è veduto che l'aria, all'altezza di m. 1.50, dopo il funzionamPr1to del motore per cinque minuti, conteneva soltanto 0.5/10,000 di CO, quantità quin,d i completamente tollerabile. 1
1
(1) E. CIAl\'IPOLINI. Carbo1l monoXide ha=ard in prublic garages. Journ. industr. hyg., luglio 19e4.
(2) Asphyxation in garages an.d· other automobiles accidents. N. Y. Dept. Labor, Special Bull., n. 101, ddic. 1920.
!ANNO
XXXIII,
FASC.
33J
1159
SEZIONE PRATICA.
Allo scopo di dare una tore, si aYrebbe uno spargimento per le ,strade di 28 qt1intali; cifra ad ogni modo • ri.~ettabile . che ~ombustione completa e come antidetonante, pe·' prevenire l' esplasione prematura, la quale altera deve indurre a serie considerazioni. .) il funzionamento utile del motore, è stato introAtppa-re ·quin•di necessario correre ai rirp,a ri e ciò dotto da qualche tempo un p:rodotto che va in r1on isolo per la difesa •d egli automobilisti, ma di co1nmer'cio sotto il nome di « ethylfluid » o tutta la pOJPolaZlione. Gli Stati Uniti avevano frat« ethylgasoline » e che è. costituito da piombo tetanto proibito l'uso del tetraetile piombico, in attraetile (Pb (C 2 H5 ) ,) , mescolato con dibromometitesa che una commissione di esperti decidesse se lene o con tetracloruro di carbonio, o con triclorealn1ente tale pro:dotto può consrderarsi tossico retilene. Se ne usano 5 eme. per ogni 5 litri di nell'industria rd ell'automobi]i.smo. benzina, con buoni effetti. Esso permette di utinra talP · con1missione ha presentato le sue conlizzare nei motori a scoppio anche il benzolo che, r.1 usio11i . Essa ' ha s tudiato l'intossicaziione piom. ·come sottoprodotto del gas, viene ad un prezzo bica negli · automobilisti che usavano il piombominore che non la benzina. Basta J.a presenza di tetraetile e quélli che non lo, usavano, ·d osando il una inolecola di piombo tetraetile in 200,000 molecontenuto in piorrtbo delle· feci e ricereando la cole di vapori di benzina ed aria per dare la sopbasofilia delle emazie, cbe, .come è noto, è ritenuta pressione degli scoppi. un segno iniziale la intossicazione saturnina. Si è Questo prodotto però presenta ·una notevole tosriscontrato cl1e 'Per i con1ducenti di auto non vi sicità, della quale si sono avute l e prime prove sono differenze; 'invece valori maggiori ~ hannu in paTecchi stabilimenti in cui esso è fabbricato. per gli operai che lavorano nei « garage » e più Molti operai sono caduti malati con gravi dielevati in quelli dove si usa la benzina al tetraesturbi mentali (tendenza alla fuga, delirium tretile, ma sempre inferiori ai valori che si hanno in mens) e ne sono n1orti. Questi deplorei.roli incioperai occui)ati in industrie in cui il ipericolo del denti hanno richiamata l'attenzione del pubblico saturnismo è notorio. il quale av:eva accolto con molto favore il proLe .conclusioni in xealtà, se pure accompagnate dotto e si tnoominciò a sospettare che, non solo da qualche riserva, ci sembrano molto ottimiste. nella preparazione, ma anche nell'uso da parte degli automobilisti, il tetraetile piombico presen- ~on ·dobbiamo dimenticare che sono in gioco fortissimi interessi delle società produttrici; si tenga tasse dei pericoli. L'azione tossica ·di tale .p rodotto si ha come con- presente che in un paio d'anni sono stati distriseguenza dell'inalazione (dose letale mg. 5,11 pe"" buiti nei soli Stati Uniti 1,300,000,000 litri di « ethylgasoline u e che •quindi un intraJcio ad un corr1litro di aria) e della rupplicazione sulla cute (dose mercio t.anto proficuo può 1costituire un fattore le.t ale eme. 0,6 per kg. di peso) (1) . Esso può quindi essere tossico per coloro che lo 'Producono e economico di notevole importanza che la detta 10 maneggiano, come per gli automobilisti ed an. commissione non può non avere considerato, evjtando di dare un parere nettamente sfavorevole. che per il pµbbl1co. . D'altra 'Parte il tempo da -cui si usa il piombo. Sta di fatto che, nella combustione, ai gas di scappamento del motore sono mescolati dei com- tetraetile è trop'Pb breve perchè si possa.no avere conclusioni definitive. 1Si può dire che, almeno posti di piombo (ossidi e, torse più probabilmennella industria automobilistica, il piombo-tetraete, bromuro o cloruro) che, evi·d entemente, non tile non d à intossi1cazioni drammatiche, come le subiscono alcuna diluizione nell'atmosfera, ma ha date nella sua fabbricazione. Ma a chi conosi depositano e possono poi venire inspirati con la polvere e comunque introdotti nell'organismo. sce l'azione insidiosamente deleteria del pion1bo Zangger avrebbe .calcolato che, per una città come · nell'organismo non ipuò sfu.g gire il pericolo che Zurigo, con 200,000 abitanti, la generalizzazione presenta l'accumulo lento nell'organismo. Vero si del piombo-tetraetile sparger ebbe in un anno cir-. è che, nella vita odierna, noi siamo {)ircondati da ca 100 q11intali di piombo 1p er le strade. Per Rom"\ veleni, ma aippunto per questo, al'lo stato attuale <con una popolazione quadrupla), calcolando su delle cose, non è consigliabile aggiungerne altri e bene hanno quin·di fatto i Ministeri dell'lnterno, 10,000 auto, con un consumo medio di tre litri all'ora e per d11e ore lavorative si arriverebbe ad delle Finanze e delle Comunicazioni ad impe•dire che in Italia venga introdotto il tetraetile piombiuna produzione annua di 74 quintali: tenuto conto ~he il 63 % 1 del Pb rimane nei meccanismi del mo· co ed a salvaguar·dare cosi la salute dei citta:dinl italiani. Soltanto dopo una più larg~ e prolungata esperienza che dimostri realmente l'innocuità, od (1) A. HAMILTON , P. R.EzNIKOFF e G. M. BURNHAM. almeno il pericolo non grave del prodotto, si poTetra-ethyl lead. Journ. Amer. Med. Assoc., v. 84, trebbe permetterne l'uso. . n. 20; 16 maggio 1925. :1L TETRAETILE PIOMBICO. -
1
•
-
1160
[ANNO XXXIII, FASC. 33}
II POLICLINICO •
SUNTI E RASSEGNE. ARTICOLAZIONI. Eziologia e terapia delle malattie articolari croniche. (\V.
n.
Ar.wENS. M iinch. med. Wochenschrift, 1926, 11-12).
L' A. esamina ·p articolarmente quali rapporti po&sano esistere fra le artriti croniche, de. un lato
e la tubercolosi e le osteOjpatie, specialmente la racl1it~de tardiva ·dall'altro. Il quadro clintco del reumatismo articolare tubercolare ·è stato descritto sistematicamente da Poncet e .dalla &ua scuola nel 1897, sebbene ip·r ima di lu·i, già Kussmaul e Grocco avessero pubblicato • osservazioni di artriti multiple nei tubercolosi. Le forme descTitte da Poncet sono: 1) A cu.ta, p.iù che altro una manifestazione parziale della tubercolosi miliare acuta in cui i feno-m eni articolari pos&ono essere in ' prima linea. La natura tubercolare è stata confer1nata dal reperto dei bacilli e di tubercoli nella sino,viale. 2) .s·u bacuta. Mostra una certa somiglianza con la poliartrite reu·m atica; l 'inizio però è meno acuto e la tem;p·eratuTa m eno elevata. Lo stato generale è piuttosto cattivo, i dolori articolari sono forti, il tratta·m ento sal1iciliieo inefficace. .si può avere la guarigione o, più spesso, l'an,chilo5i di una o più articolazioni, od anche lo sviluppo di un tumore bianco. IJa. idiaFio1 ~i può esser-e confemnata dal .r eperto di baicil!i nel liquido articolare o nel sangue circolante. oppure dalle modi1·i·cazioni istol.o giche nel~ l'articolazione. Tale reperto !Però è molto raro, tanto rhe Poncet ritiene che si tratti più che altro di lesioni tos&iche. Per la diagnosi soccorrono qo1ndi altri elementi, quali la linfocitosi dell'essudato artic-0lare, l'adenite prossimiore, la presenza di focolai tubevcolari i.n altri organi, la reazione di focolaio -con la tubercolina; si è anche osservata la frequente coincidenza di tubercolosi cutanea e la temperatura elevata della pelle al ·di soipra dell'articolazione, al contrario di quanto st osserva nella poliartrite reumatica. e gonorroica.. 3) Cronica, che viene da Poncet suddivisa in poliartrite cronica deformante, polisinovite cronica, artrite senile secca, reumatismo tuberco·l are anchilosante e che è molto discussa. L'A. ha osservato 8 casi di artrite cronica primar ia in -cui, fPUr senza controllo di autopsia, si può riconoscere, in 2 casi con certezza negli altri con probabilità, la natura tubercolaTe. Per la diagnosi di probabilità, valgono i seguenti concetti: l'accurata anamnesi familiare, la storia dell'am-
malato s tesso, la ricer ca d·i proce5Si tuber.cola:ri presenti o passati specialmente delle ghiandole e dei polmoni, l'esito .della reazione alla tubercolina e·d il .su1cicesso d ella terapia specilfica. NeSSIUD qua·dro caratteristico si R.a con Ia radiografia. Come decorso clinico, si ha talora q~llG della rperiartrìte progressiva destruente (Umber) o d.ella osteoartrite deformante; vi è una certa tendenza agli attacchi &uccessivi con transitorie tame!azioni delle articòlazioni. Anche qui, c·ome nelle tubercolosi ossee ·eèl articolari, si ha i.n una gran parte dei casi che la ricerca radiologica rivela net polmoni la :presenza di processi cirrotici ed inattivi. La patogenesi sare·b be da rilferire a.id una ne. ·erosi asettica ossea o condrale provocata dall 'improvvisa chiusura di un vaso, probabilmente per un embol-0. La interruzione di nutrizione dell'epifisi sarebbe una blanda .necrosi emboli·ca il) una infezÌone .che non progredisce op1pure già sl)perata. Riportiamo una delle osservazioni dell'A.: In divi·duo di 47 anni, di cui la maidre era morta per tuber.colo&i. Da bambino ebbe adeniti al collo seguite da estirpazione; non ebbe mai malattie ip olmonari. N1el 1913, i·n izio 1qua.si improvviso della malattia arti.colare con dolori al bTaccio ed alla spalla di destra e più tardi ,della ma.no, del ginocchio e del p.iede. Ogni tanto attacchi con tumefazioni arttcolari di breve durata. Cure tèrmali inefficaici; la terapia seguita fino al momento del1'osservazione era consistita irr mas&aggio, elettri1cità, arsenico. All'esame si rileva: cicatrice al lato destre de1 collo; sul lobo a:>olmt>nare superiorerdestro, lieve diminuzione della risonanza plessica e leggert ràntoli con diminuzione del muTmure. Sull'ar1'icolazion,e metacarpo-falanges del 40.pito della man(} d·estra, tumefazione della grossezza di u.n a noce, emisferi-ca, con fluttuazione netta. rutte le dita mostrano nella articolazione metacarpo-falangea una direzione divergente dalla normale veTso iJ lato 11lnare. Analoghe alterazioni, ma meno pronunciate si osservavano alle dita della mano sinistra. Ancl1e le dita dei piedi mo&travano modificazioni artritic·h e; afluce valg-o d'ambo i lati. Nulla si osservava nelle grandi arti·colazioni. Temrperatura afebbrile. All'esame radiologico del torace si v.edeva all'apice destro un fooolaio calcificato., nel lobo superiore un'ombra confluente. Ilo ,ingrossato e. destra. A sini&tra un'ombra ed un focolaio calcifi~to.,. ·L'e&ame radiologico del gomito mootrava, in~ spessimento della -capsula, .alla mano, rima articolare ristretta con leggera atrofia dei capi ossei. Do.po una prima iniezi-0ne di 1/100 di mg. di tubereolina, se ne fece un'altra di 3/10 di mg. Ad 1
1
[ANNO XXXIII, FASC. 33]
essa segui aumento dei 1dolori neli'articolaztone delle dita della mano destra e dell'articolazione del piede, con forti .d olori e sudori. Le tumefa. zioni all'indomani erano scon1parse. Si ottennero buoni successi terapeutici con la diatermia e la cura. di t·u bercolina. Nei casi dell' A. ebbero particolare significato per la diagnosi: la tara tubercolare familiare, l'anamnesi indivi·d uale, l'esito po5itivo della reazione tubereolinica, il successo terapeutico con la tubercolina ed anche l'insuc·cesso dei preparati salici1ici. Non si è mai avuta la coinci·denza di lesioni tubercolari attive, ma piuttosto di antiche mani!e&tazioni tubercolari. Si deve quindi ammettere un 'infezione tubercolare a decorso cronico e larvata. L'A. ritiene che all'eziologia tubercolare delle artriti .croniche si debba dare una notevole importanza, pur senza aderi·r e all'idea di Poncet secondo il quale ogni malattia articolare in un tu. bercoloso deve essere considerata come di natura tubercolare e •enza ammetter,e che il reumatismo artioolare tubercolare sia tanto frequente come vuol€ la scuola francese. Il riconoscere l'eziologia tubercolare ha u·n grande significato pratico appunto per il successo della terapia. specifica. Un'altra. categoTia di lesioni che possono dare le artriti croniche son o le osteopatie, specialmente della rachitilde tardiva. Di qua; te l' A. cita un esemtpio in una suora di 32 anni, che aveva sof· f erto di rachitismo da bambina, aveva incominciaio a camminaTe a 3 anni ed accusava da un paio d'ooni dolo1'li aid ambedu·e le ginaochia, spec.ialmerlte al destro. Arl'esame radiologico, si vetlevano nette cicatrici epifisarie specialmente alla tibia; al condilo medio del femore di ambo i lati, degli osteofiti e leggara atrofia a striscie dell'osso. I capi articolari della tibia n~n sono arrotondati, ma mostrano degli spigoli. Si fa quindi dia~nosi d1 roohittde tardiva ed artrite deformante ini1
•
1161
f:EZIONE PRATICA
ziale. Atlohe in questi casi è importante il ricono, scere la pTecisa -e ziologia perchè si possa iniziare una terapia utile, evitando anzitutto il lavoro pesante, mettendo l'in·d ividuo in buone condizioni igieniche, alimentandolo bene f acerrdogli fare dei bagni, l'elioterapia e somministrandogli l'olio di fegato di merluzzo fo&forato. Iffi1Portante è in questi casi anche la somministrazione di stronzio che può essere fatta perorale od endovenosa. L' A. consiglia il salicilato di stronzio per la sommini&trazione. t.n tra venam (10 eme. di una soluzione al 5 %) -0 quella orale del lattato; in caso di intensi ·dolori è consigliabile il bromuro di stronmo per via endovenosa. L1A. ritiene che la dipendenza delle artriti croni 0he con osteopatie, specialmente con la racht· 1
tide tardiva, &ia provata anche dalle osserva.ziioni statistiche; nel d01poguerra di fatto si è avuto un aumento tanto delle osteopatie quanto delle artriti eronicl1e. FILIPPINI.
Stiramento dello sciatico come- atto complementare in trapianto osseo pednnco\ato per pgeudoa1·trosi congenita della gamba. (DARIO ì\i!ARAGLIANO.
La chirurgia degli organi di
m.ovimento, vol. IX, fasci-colo IV-V).
L'autore riferisce un caso di .p seudoartrosi congeni.ta di una certa importanza. Si tratta di un ragazzo che attualm ente ha sette anni e mea:zo. La 1p seu1doartrosi era a .carico 1del terzo inferiore della tibia e del p erone di destra. All'età di venti mesi venne da un .chirurgo Ojperato di resezione ·del tratto aiplasico con esito inf()lice. Il ventisette maggio 1920, all'età di trentaquattro mesi l 'autore esegui un innesto libero autqplasttco tanto sulla tibia che sul perone, mediante d'Ue stecch e osteoperiostee prelevate dalla tibia del lato opposto. Insuccesso completo. Il 22 ottobre 1921 l'autore ripetè il trapianto libero autoplastico fa. cendo un mani.cotto di tessuto osteo.p eriosteo tutto attorno. An.che questa volta l'esito è stato in:felilCe. ·Il 20 aa>rile 1923 tentò un innesto osteoiperiosteo omoiplastico con stecca ossea iprelevata dalla cresta della tibia del fratello sedi-cenne. Insuccesso co1npleto. 11 22 maggio 1924 l'..i\utore mise a nudo lo sciati-co popliteo esterno ed interno nel cavo del poplite e ne esegui lo stiramento. Notò in esso nervo segni di sclerosi iperifascicolare. Il 25 mag.gio 1924 eseguì un trapianto peduncolato alla Reichel. Dopo 48 giorni tolse l'rupparecchio ges!ato. DQPo 51 .giorni sezionò alla base il ped'llncolo suturan,dolo al mar.g ine posteriore della ferita. Al settantacinquesimo giorno l 'Al:ltore notò la buona unione ossea !fra la stecca ed 1 monconi. Tre mesi dopo 1'intervento fece camminare il bambino munito di un awareochio gessato che dopo un mese tolse del tutto. Dall'ottobre 1924 l'operato cammina tutto jl giorno senza risentire alcuna molestia. L'Autore non iSa dire s i-curamente se l'atto complementare da lui eseguito s ullo sciatico iSia stato utile e in quale misura. Dà un grande valore al fatto di aV'er lasciato la stecca periostea in co11nessione col suo ip eduncolo n.u tritivo per 51 giorni. L'autore ·fini1sce ]'articolo col domandarsi se la sclerosità da lui osservata a carico dello sciatico interno ed esterno sia un reperto accidentale, o se i'n qual.che modo IJOSSa avere raworto causale con i disturbi trofici delle pseudoartrosi congenite. SCANDURRA. 1
'
1.162
[ANNO
IL POLICLINICO
Sulla cosidetta spalla a scatto. (Gur.EKE. Archiv.
f. Kiin. Chir., vol. 139, pag. 100,
anno 1926). L 'A. ha osservato un ragazzo cli 15 anni che da t 1n anno aveva notato che in determinati movimenti del braccio destro si 1produ·c eva un rumore nella spalla ·destra che si a ccompagnava alla sensazione ·di spostam ento dell'omero corrispondente. Un medi1co gli applicò un apipare·cchio gessato per tre m esi; tolto que5to, dopo un periodo di rigidità arti·colare, ricomparvero gli stessi distul'bi accompagnati •da dolori, tanto da impedirgli il lavoro . .4 ll'esame obbiettivo si notava 'C he bastava abdurre all'angolo retto e portare anteriormente l'omero perch1è si verificasse uno sposta·m ento all'indietro della te5ta omerale dalla cavità glenoid e. Eran o evi1denti già all'i'spezione, i segnd. di una sublussazione posteriore. Bastava innalzare di più l'omero e a·d·durlo perchè si ritornasse a condizioni normali. Il movimento di sublussazione era aooompa;gnato da un rumor e che l'A. giu1dica dl origine e5traarticolare in quanto s i produceva solo se il ·d eltod1de era contratto. \'enne fatta diagnosi di sublussazione abituale ricorrente •della spala. Kappis ha .sostenuto che in .questi casi si tratta:sse di uno spostamento del~ la scapola sotto il deltoi de; questo n on era certamente i~. caso perchè in ripetuti controlli si ·1potè assodare lesistenza di uno &postamento della testa omerale rispetto alla cavità glenoi1de. L'intervento c'hirurgi·co consistette n el crea.Te un arresto all'escul'sione d ella testa. Dalla 'fascia lata \•enne 1dissecato un lembo id i 30 cm. per 6. Con una incisione 1un.go il margine posteriore del d eltoi·de e una n ella fossetta sottoclavi-0olare fu possibile idi lilberare p er via ottusa il collo omerale. Il lembo ruponeurotico, intradotto a cingolo attorno alla testa , venne suturato coi due capi al1'apofisi cora·coi•de. Dopo 7 mesi il ri5ultato è ottimo. Nel caso d1 un a reciidiva l' A. s~ ripromette di creare un argine nel eontorno post. della cavità glenoide con un irap1anto osseo. 1
•
VALOONI •
Nuovi procedimenti per la riduzione delle lussazioni della spalla. lF 1\URE.
1011.rna l des pratlciens, 6 marzo 1926).
L'A. ha avuto un buon successo usanJdo il metodo 5eguente, in due casi che avevano resistito ~ l n1etodo di Kocher . :\1Pttersi in posizione iperpend~colar e al lato leso di fronte alla spalla. Con la mano destra, '
XXXIII,
FASC. 33]
impugnare il gom ito del ferito, sollevarlo dolcemente e farlo appoggiare sulla spall~ del ehirurgo. Continuare a sostenere il gomito, senza trazione, con le punte delle dita della mano destra, ed andare man mano fino al fondo dell'ascella aid afferrare la testa dell'omero. Riportarla quin. di verso di sè, risalendo; la testa rientra subito nella cavità glenoide senza alcuno sforzo, con una fa cilità che fa maravi·glia. Il malato non è prevenuto e non resiste, non si contrae, non soffre. Tale procedim ento è analogo a ·quello di .p orthes, 1della trazione in aJbduzione lenta, ma ne di!f eri:sce essenzialmente perchiè non necessita nè trazione, nè controestensione, nessuno sforzo, nessun aiuto. Esso merita di essere tentato. Shikkande (rif. in Ri forma medica, 1° gennaio 1926) consiglia quest'altro metodo. Il paziente resta di fronte al chirurgo il quale gli si tiene in piedi davanti e garbatamente pren1de l'arto lussato, se ne rupplica l'avaim braccio sulla spalla eh.e gli corrisponde, cioè sulla sinistra se la lussazione è a ,d estra e viceversa. Si invita poi il paziente a passar e l'altra mano sotto il .cavo ascellare del chirurgo, il quale rimane cosi circondato dalle braccia del paziente. Allora l'operator.e appltca i pollici nel cavo ascellar e sulla testa lufs sata, mentre le dita cireondano intorno intorno la Sjpalla. Il paziente è poi fnvitato a tentare di mettersi a se'd ere 0 ° ad appendersi al collo del chirurgo. In questo insieme di manovre, si esercita uno spostamento del capo lussato, .sotto la guida dei pollici d el chirurgo. A. F . 1
I
CUTE. La desquamazione primaverile ed estfTa , delle mani e dei piedi. . (M. FAVRE e J. GATÉ. L e Journal de Méd.e ctne de
Lyon, 20 maggio 19-26).
:E: un a malattia r ecidivante, della durata di parecchi-e settimane, fastidio5issima, ribelle finora a oualsia1Si cura che si presenta ciascun anno~ e p er più anni, alla stessa epoca, al ritorno idella bella staigione, nello stes5o in1dividuo . Il Bror..q così la 1descrive : « La desquamazione estiva a zone delle mani è essenzialmente costituita da isolotti di desquamazione a marcia eccentrica... Questi iwlotti di deSql.l:ilmazione incominciano eon un piccolisc;imo S{)llevamento fo1iaceo dell'epidermide che pren'de una tinta di un bianco opaco su di uno spazio gran1de quanto una pi'OCola, media, grossa testa rd i ,5pillo. L'aispetto iè quello di una vescicola vuota, ma e5sa non contenne mai del liquido.
-
'[ANNO XXXIII, F ASC. 33 J
Poi l'epidermide così sollevata si rompe al centro .e 'f1o sèotlaménto continua alla periferia, allar,g·a11dosi sempre più, di modo ·c he dopo un po' ·d·i tempo ci si trova in presenza di una zona .centrale già ·desquamata, circondata da un colla-retto ep]dermico, sollevato, 1sottile, lamello.so, a -sirorza di cipolla. Gli i50lotti di desquamazione {1anno dimensione variabile, in media 15 millimetri di diametro. Possono confluire dando una irregolare configurazione ·serpiginosa. Sono scarsi, o ~ddirittura coprono la palma della mano ed i lat.i delle dita. ·Qual che volta si ha desqua.. mazione a gr01sse lamine, ed allora prende l'aSipet-to di una cheratodermite palmare: ma più di sove11te la desquamà:zione è sottile e gli isolotti sono passeggeri e migrano 1da un punto all'altro. La malattia non off.re nes suna gravità, ma è di una tenacia e r eci'dività di1sperante » . Vicino a questa forma oridinaria vi è una if orma a fondo eritematoso, con rossore diffuso accompagnato ad una desquamazione fine, lamellosa, aderente, con 5ollevamento epidermi~o scarso, con pseudovescicole rare. I tentativi terapeuti.rei finora fatti sono riu1ooit1 vani, e l'oscurità complela re·g na sulla natura <tella desquamazione areata rprimaverile ed estiva delle mani e dei piedi. 1
1
*** 'B un'affezione che non si può fare a meno di ·r avvicinare alla disidrosi. L'una e l'altra tornano a stagioni, preferiscono la 5tagione ca]da, e reci<livano sullo stesso soggetto. La di'Lferenza più g rande è data dalla presenza di liquido nelle ve~icole della di!Sidrosi. Questa solo al periodo terminale può assumere l'aspetto secco, sul tipo <ii una 1desquamazione a piccole aree su di t1n fondo diffuso di eritema. Per queste somiglianze il Favre ha voluto ten~ are la cura della 'disidrosi ed ha avuto successi costanti con guarigione rrupiida. · Il trattamento consi5te in pennellature di tin· tura di iodio pura, largamente applicata e ripetute tutti i giorni. Al mattino, dopo 11n lavaggio di a~fflla calda, con le mani ancora um~de il paziente fa un massaggio prolungato con glicerina pura. La guarigione si ottiene rapida e completa. PERSIA.
Contributo allo studio
d ell'an~iolupoide.
Acta dermato-venereolog ica. Stock· holm, 1926, YOl. VII, fase. I).
(GA\ ALOWSKI.
una G.onna di 34 anni, operaia, si osservav'l sn1 na1s0 nell'angolo dell'occhio sinistro una pa!11
11sa
SEZIONE PRATICA
pula piana lunga 7 mm. per 4 di larghezza, a 1nargini ben delimitati, con cute circostante sana, di colorito bruno-rossa&tro che però variava di tinta •di quailldo in .quan do. Sulla super.fi·cie della paipula perfettan1ente liscia si distin·g uevano numerosi pic-eoLi vasi visibilm ente dilatati che scomparivano alla retro1pressione. Se questa era esercitata energicamente la tinta rossa scompariva 1del tutto e non restava che .una tinta monocroma br11no-gia1lastra as·s ai leggera. ,sotto la pr essione del ·dito la papula si avvertiva di consisten'za 1nolle, pastosa ed era spostabile in tutti i seno;i. Sul lato destro d el naso, a '<iue centi•m etri ci.rea dall'angolo dell'occhio, si osservava una piccola 1papula dP-lla grandezza di un grano di miglio, di un colorito rosso-bruno più chiaro che rammentava le p·apuJ e 1della copparosa. La lesione principale rimontava a quattro me.:>l Jnnanzi e si era iniziata con una cpiccola ma-cchia rossa, seguita ben presto da una lieve rilevatezza centrale che a poco a poco, senza causare alcun disturbo all'inferma, a'reva raggiunto il volume e l'a:51Petto attuali. L'esame toracico face,ra rivelare un'antica affezione apicale destra. Si trattava dunque di un proc~s o cronico, veri~imilmente di carattere infiammatorio, nel quale si poteva escludere la natura sifilitica: una gomma s11perfic.iale solitaria, oltre che estremamente rara, non sarebbe rimp sta 5tazionaria per 4 mesi. Fra le tubercolosi cutanee si poteva escludere il lupus, non essendovi traccia ·di piccoli tubercoli lup:Lci colore zucchero caramellato, ed il lUJpus eri~ tematoc;o per I ,assenza .di desquamazione e di atrofie cicatriciformi. La 1presenza invece dell'elemento angiomatoso faceva pensare, come segno clinico dominante, a quell'affezione di natura tubercolare essa pure, 1descritta nel 1912 da Brocq e Pautrier e da essi 1denominata angiolupoide. F!no ad ora sono •s tati descritti 14 casi di questa rara affezione, :fra cui uno del no5tro Breda. In. tutti i casi osservati salvo tre, l'affezione aveva sede sul naso: in due era col'Pito il labbro, in lino il piede. rre volte fu osservata la combinazione con altre malattie cutanee (con acne paipu. Iosa, con Iues papulasa e in un terzo caso con l!1pu& volgare e sarco.~de di Boeck') . Si è osservato, invece, più volte l'emottisi, la rpleurite, l'in~ filtrazione e la sclerosi dell'a'Pice, ecc. In otto casi tu praticata la reazi-011e della tuber. colina, ma con risultati incerti: due volte sole sl ebbe reazione generale e locale. Tn sei casi si tentò con esito negativo, la colo ' razione dei bacilli nelle sezioni e l'inoculazione nelle cavie. Anche l'A. tentò l'inoculazione nelle cavie, ma senza successo. 1
'
1
I
•
1164
IL POLICLINICO
L'esame istologico, invece, del nodulo ha fatto in complesso riconoscere all'A . un tessuto di na. tura tubercolare o almeno tulbercoloiide, assai vicino alle lesioni del sarooi1de idi Boeck, con qualche differenza in paragone ai reperti di altri osservatori, che però l'A. attribuisce al fatto che nel caso da lui studiato l' affezione, che datava solo da 4 mesi, era in uno -stato meno avanzato di eYoluzione. Alcuni autori consi derano il sarcoitle tdi Boeck c ome il ti-po dell'infezione tubercolare aller.g ica in cui la reattività del derma è modifi· cata dalle infezioni anteriori. E proba:bile che l'angiolupoide rapiprasenti un tipo analogo di alterazione tubercolare allergioa, ma con evoluzione diversa e con apparenza .clinica sui generis caratterizzata dall'elemento vascolare e telangectasico. 1
[ ANNO
XXXII.I,
.
FASC.
33)'
bozzo ·di una tisio-patologia dei singoli appa« rati nell'età pubere, in un capitolo che fornisce« oocasiooe ad uno sguM'do d'assi·eme a tante « forme mor'bose più o m eno note, che a>.ossono,, dirsi ~.roprie di tale momento critico ·d el.h vita « femminile . u La rd irffusa appen•dice sulle anomalie della ae'' struazione in que5to primo. periodo dell'età fe" conda, colla loro •sistematica classi1fi'Cazione, e « specialmente i'l capitolo dedi'cato all·a loro ·cura « secondo le pii1 moderne e accreditate vedute, « conferiscono alla monogratfia un carattere di «1 p raticità che la ;renlderà bene aocetta anche alc< l'infuori della stretta Cel'Chia degli spec ialisti~ 1< nel grande campo della medicina generale ». E. PESTALOZZA. «
' ' . ·MONTESANO.
J.
CE NNI BIBLIOGRAFICI Dott. prof. R. BOMPIANI. L ' età p u bere nella dOnna. Breve sag,gio di fi5iopatologia costituzionale con un'appendice sulle ·a nomali-e d ella m·estruazione ·dalla p·ubertà all'inizio della vita se5suale. Un volume ·d i pagg. v111-l~, con una graifica e 6 figure nel testo. E<:iit. Luigi P ozzi, Roma, Prez. zo L. 16. Ci teniamo onorati di riportare integralmente il ~ t1dizio espr esso dall'illustre prof. sen. Pestalozia s11 questa ~lonG>grafia edi1a dal solerte comm. Pozzi: « Tutti sanno quali i)rofon~ modiìficazioni por'< ti, specialmente nella donna, il passa1 g gio dalla cc !anciu·l lezza alla pubertà. Mddift-cazioni anato« mic'he, funzionali e nello stesso camipo psichico, « che non sembrano però informate ad una leggt « costante, ma improntate piuttosto aid una gr.a.n« de variaibilità. N-0n è esagerazione il diil'e che « qualche volta que5to periodo veramente crit:iJco « della vita ci pone davanti ad un enigma del 11 quale non >è sempre possibi~e prevedere la ri" sul tante. 1< I.e ragioni di questa gran>de variabilità sono • state messe in evidenza dai più recenti stu1di u sull'influenza reci·p roca fra costituzione somati« ca, umorale e fi5io-psichica da Ut;la 1 p arte ed ap« parato genitale dall'altra. « Il Bomipiani che di 1quiesti ~tudi si è partico« larmente occupato, ha avuto la felice i•dea di • « riaissumerli nelle loro conc'lu5ioni essenziali, docc tan'do così la letteratura medica di una succosd. " monografia che investe lo stu1d io di tutti questi « rapporti, non solo nel campo fisiologi co, m a an. « che in quello patologico. • pegno <li 'fissare in modo particolare l' atten· « zione del medico pratico mi pare il riu5cito ab·
Grossesse et accouchem.ents pathol.ogiques. Ed. Norbet Maloine 1926, Paris, Rue de LEMELAND.
!'~cole
de Med. , 27.
Il volumetto (115 1p ag. di piccolo formato) fa p.a rte della collezione idei 1< Petit Préeis '* ed ha di qt1esti t11tti i pregi e gli inconvenienti. Nell'insieme, con1e pro-memoria, può essere sur. ficiente, specialmente per certi capitoli. Altri .sono invece trof)po sacrificati con manilfesta... sperecp1azione. Così mentre alla pres. podalica sono date 8 pag_ine, la ipres. di spalla è svolta in meno di una f a ceiata. COsì pu.r e, come concentrare la grav·idanza ectopica in 20 ri1g he? Anche sarebbe stato utile un indice per materia. Comt1nque non crediamo di peccare di naziona.. lismo se concludiamo col ·dire che, se pw~e in fondo •questo manualetto ha qualch·e 'Pregio, non mancano in Italia prontuari anC'he migliorl e quindi . più consigliabili. P. G. G. CHI.\RlJ GJ. I gemelli. Unione tipogr. ed. Torinese, 1926. I,. 10. In forma. ser11Jplice e riassuntiva, sulla base delle mo·d erne ricerche di embriologia comparata espe.1i111en tale, sono esposte le varie modalità e le cause della gravidanza multipla, -con le caratteri stic'h e di essa e dei gemelli. Vi .è anche un capitolo sui mostri doppi e sulle aipplicazioni dell'} studio dei ige.melli al problema della origin-e de:t sessi. Il breve volume (pag. 100) inizia nel modo m1g·Jiore una nuova collezione « La Biiblio\eca dt Cultura medica,, che la U.T:E.T. sta lanciando. 5otto la direzione del prof. sen. Lustig. t .'attuale monografia interessa non solo gli specialisti ma anche i medici generici e i biologi, nonchè la .g ran massa del pu1b blico colto. Essa avrà quindi rapida fortuna. 1
1
P. G
,
SEZIONE PRATICA
:(ANllO XXXIII, FASC. 33]
Biologie ru. Pathologie de s Weibes. Ed. Urban e Sch'\rarzenberg 1926. Berlino-Vienna.
Sono usciti i fasci coli 21 e 22 della monumen. :t.aJe opera ·diretta da Halban e Seitz, che già in piì.1 occasio11i ebbimo modo di recensire con amn1irazione. An ch-e questi c aipitoli .sono illustrati ron larghezza (p. es., 14 tavole a colori bellissime arricchiscono la trattazionP d elle mammelle, fatti. .da Jascke). Nel fase. 21 .i\.. Meyer svolge la clinica dei tumori ovarici, e Futh parla delle lacerazioni e det corpi Pstranei; nel fase. 22 oltre alla monogra.fiil già citata di Jaschke, c'è una esauriente trattazione delle malattie del peritoneo fatta ·d a Baisch. . I ti-chiami bibliograsfici sono molto abbondanti; g li argoinenti sono sviscerati a fondo; l'edizione è, co1ne sempre, magnifica. Quest'-0pera seguila così ad essere degna di Jode per gli ideatori, per ~li a11tori e per la casa ed1 tri~e. 1
l' intervento (che può essere anche di uirgAAm) forse talvolta può essere conservativo; b) le splenomeg.alie malariohe fortemente dolorose; e) le splenomeg.a.lie malariche mtobilì od ectopiche ch Q COIT.'$primono gli organ~ digerenti o gli ureteri o la vescica o, nella don.n a, gli organi genitali dando luogo a disturbi notevoli qua.lì sono quelli che l' ù . ha. osserviato negli infermi da lui operati .
Il morbo di Paget. G. SECHI. - Riferisce di u n caso di m. di Paget, corredan<Jo l'esposizione di uno studio anatomo-patologi ~o cc.mpleto ~el 'tumore 1 asport.a.to . D~o la. dico.cn~ione del caso osservato, l' O., avvicinandosi alla interpretazione data daL Bonst, l'itiene che la le.sione primitiva avesse nel suo caso le caratteristiche di un pr-OtOeSso f logistico ulcer ativo della cute, nel quaJ,e era dimostraibile la presen?J.a di oellule discher atosiche; su questa looi<Yne, che avrebbe cootituito una specie d i sta.dio p1.recanceroso, si è sviLu'P'Pato l1lil. epitelioma ghiandolare che riproduce la struttura dell'epitelio secernente della ghiandola mammaria.
P. G.
ACCADEMIE, SOCIETA MEDICHE, CONGRESS,, -
Società Sassarese di Scienze Mediche e Naturali. Seduta del 16 marzo 1926. Presi<lenza: prof. L. DoMINICI, V . Presidente. I ndicaziioni della splenectomia nella nialotria cronica.
L . DOMINICI. - L 'O. presenta alcuni infermi c he ha operato di splenectomia, e le milze asportate. Dallo studio di questi oasi Olperati e di molti ~Itri osserv.ati, trae le seguenti deduzioni: 1) In genere non si devono operare di splenecto·n1i a i ma.1airici cronici perohè ve ne sono molti .ainche con splenon1emalie notevoli che noo .soffr on.o di rnessun disturbo nè generale i1è locale, tr,anne gli accessi febbrili e negli intervalli fra questi attendono n ormalmente alle loro IOccupazioni. In questi oasi deve esser e prescritta u11a cura medica rigorosa ed eventu almente, se il volume della milza. è notevole, l.a radiotera.pia dalla quale l'O. crede ohe non si possa aspettare ris ultati dur.aturi. 2) La .splenectomiia i1101n gua.risce la malaria nè i:rrupedisce nuove reinfezioni . 3) Ma vi sono dei oasi nei q Uiali i disturbi di -cui soffrono gli splenom~alici p ossono essere cu1'.ati con s p era.n za di successo soltanto c001 la splenectomia. Questi cé.I si sono : a) le. splenome~alie malaJ:iohe complicate da cisti d.a oohinoc0cco, da ascesso, da cisti em.ati-che, da torsione aouta deL peduncoro, da rotture 1:rau ma.tiche o spontanee, nei quali ultimi casi '
•
1165
,
La •
coleste1· itn~ia
negli splenectomizzati.
P. SE-cr. - L'O. che h.a IJ>Otuto comJ>iere accuTate ricercl1e sul tasso della colesterinemia in individui sani e a,ffetti da malaria oronioa sottoposti .alla splenectomia, peTviene alle seguentj deduzioni : 1) N el1a ma.la.ria oronica con notevole splenon1egalia si h a i1poo0Jesterinemia. 2) Dopo la splen ectomia il tasso della colesterina nel sangue totale aiumenta avvicin.andosi progressiva1nente al normale che r aggiunge dQpo cì rca quattro mesi. 3) N egli individui iai quali l'intervento h a portato notevole giovamento e per i quali l' intervento stesso non ha iassunto i oaratteri di u n trauma operat orio molto grave, il tasso1 colesterinemico è .aumentato in modo marcato e u>iù sollecito.
Oontrib1i,to allo studio dei fibromi tf f lln, pa'rct e addom•inale . G. P AcETTO . - Nel ca.BO particolare, in base a i d ati clinici ed anatomo-patologioi, ritiene ohe si tratti di un vero neoplasma a. struttuxa fibromatosa, sviluppatosi sul terrenQi di una. prewessa r ottura muscolare per una anomalia di evoluzione del processo cli cicatri:llzazione, e che l'istogenesi del neoplasma debba r iferirsi oltre che al tessuto coomettivot fondamentale della cicatrice .anche a proliferazione del oonnettivo periva.sale. . M .o\OIOTT•.
1166
IL POLICLINICO
[ANNO XXXIl1l , FASC. 33)
.
·APP UN TI PER IL MEDICO PRATICO mediante lo stiletto le aderenze che si !fossero di , già (prodotte. La 'Produzione ·di un simblefaron,. «ii una mortificazione estesa delle pal'J.)ebre, di un ectropiou. cic atriziale ·s ono di ip·ura -spettanza dello specialista.
CASISTICA E DIAGNOSTICA. Le ustioni ocula1·i.
J'.u.stione <è consecutiva ·alla penetrazione di un prodotto liqu·i do (ac ido so1forico, ammoniaca), lavatura ·m olto a!bbondante -con aoqua co.m une, in fil mancanza ·di a·c qua bollita. Tale lavatura va fatta quanto ptù presto è p ossibile ed è :p.er questo che Sind1•oml isteriche oculari. -è in.u tile o dannoso attendere una soluzione capa;ce di neutralizzare il caustico. L'associazione, in soggetto isterieo,. dell'amau:... Se l'ust·ione è pTodotta da un corpo iSOlildo (calrosi con pupilla rigida e mi·dr.i ati•ca e con angioe~) , si Toves.cieranno a fondo entrambe le jpal.pespasmo retinico è eventualità al·quanto rttra. In bre allo scopo di togliere tutta la sostanza che ha un ~ a;so, riscontrato da J . Zauli (Annali di Oftalpotuto penetrare nel saicco congiuntivale. mologia .e CLin. OC'l.ll,i stica, giugno 1926); per quanto Completare la pulizia meccani.ca con lavatur e fosse II?-ancato il trauma . p.si~hico, l'alterazione· abbondanti .con acqiua bollita o comune; come nel oculare era certa.1 nente ~i natura isterica e si ca so precedente, bisogna far presto. corresse con la -cura suggestiva. L'estrema ·variaCalmare i dolori 'd ell'inizio mediante compresse bilità del campo v.isivo e del visuis era caratteimmerse nell'·acqua bollita ifred1da, con saJe (un ris tica in un secon·do caso, nel quale fu pure eseou.cchiaino da caf!iè rper litro). g uita la cura suggestiva, con esit01 favorevole. Se il dolore rpersiste, rinunciare alla cocaina TOSCANO. oh e fa·vorisce la mortificazione d·ella cornea; ricorrere invece al collirio di acoina (.cg. 10) in 10 Le emorragie retiniche. ~- di olio di oliva trattato con l'alcool e sterilizll clini co è indotto a p orsi assai spesso Ja ~ue zato; due gocce, 3 volte al giorno. stione : una emorragia retinica è un disturbo pu . Per una us.t ione leggera, bastano le semplici laramente oculare, o la stigmate oftalmoscopic a di vature con soluzione salata isotoni1ca alle lagri1ne, un a aff ezio11e gener ale? bollita e tie(pida (2 cucchiaini di ·sale fino p.er C. O. Hawthorne (rif. in Paris Médical, 19il5.. litro); 3 lavature al .g iorno. Se la secrezione congiuntivale è trop·po abbon- 11. 7) esaminando la natura e il 1significato rlellesuffusioni emorragiche della retina, affern1a an· dante, si instilleranno, mattina e sera, tra le palzit11tto a ssiomatican1ente che Ja. c0nstatazione dì p ebre due goicce di ar girol (g. 0.50-1) i·n 10 g. di esse impone lln esame generale completo. aoqua distillata bollita e fredda. Vi sono casi in cui la emorragia ha un s1gu1Quando avvenga, come co.mp.Iicazione la cheraficato tutto locale, e costituisce 11n casuale retite, Villard (Journal des praticiens, 24 ottobre perto rti esa1ne, .come può av.venire in alcune1925) consiglia di introdll.lrre fra le palpebre, matmalattie infettive (polmonite, pionefrosi) o 11on tina e sera, una ,quantità quanto un chi·c,co di frumento di una delle se~enti pomate, la rprima nei infettive (anemie, clorosi). Ugualmente lo stesso1sjntomo P'Uò os·s ervarsi nei traumatismi cranici,. casi leggeri, la seconda in quelli grarvi. 1) JodOiformio finamente polverizzato cg. 30-40 n ei neonati sottoposti n.l forcipe, nei gio,1 ani sog. getti apparentemente sani in cui ha lo stesso siin 10 g. ·di vaselina. · gn ificato di certe emorragie nasali, gastriche, re2) Jodoformio finamente rpolverizzato cg. 40. nali a patogenesi ancora occulta. Blu di metilene og. 1. VaJSelina neutra g. 10. Le einorragie retiniche sono frequenti negli in~ 'In casi di irite, instillare 2-3 volte al giorno due · dividui ch e hanno superato i 50 anni, e son<>' gocce di solfato di atropina (cg. 3-5 in 10 g. di coLpiti ·da miocardite, da ateromasia, da ipertroaoqua distillata, i:>ollita). fia d el cuore sinistro, da nefrite con ipertensione. Non pres.crivere mai tale collirio se l'occhio è La consta.ione di questo segno ha la più granduro e sorvegliare -con la palrpazione la tensione de importanza negli ipertesi con piccolo rene intraoculare. Se questa si ;eleva usare il nitrato idi hia11co: la prognosi quoad vitam diviene genepilocarpina (cg. 10 in 10 ·g. di aoqua come ropra). ralmente cattiva. Al contrario, in assenza di le Se ''i è tendenza alle aderenze fra occhio e tpal· sioni r enali marcate negli adulti, nei diabetici, p ebre, ordinare 10 rvolte al giorno la mobilizza. l'emorragia retinica può essere compatibile con zi one delle palpebre sul globo oculare, diliacerare Se
1
1
1
t
•
1
•
•
'
[ANNO XXXIII, FA.Se. 33]
tico (contro la tenia) quando gli altri rimedi si sono mostrati inattivi. Nelle coli.che epatiche era. stata consigliata un tempo come dissolvente dei . calcoli, rna ora il suo uso è abbandonato. L'azione rubefacente iPUò essere utilizzata nelle· nevralgie e nel reumatismo croni-co per applica· zioni sulla cute. Da qualche anno essa è ritornata di moda pe:r-· la provocazione dei così detti ascessi di fissazione in svariate malattie infettive, fra cui specialmente la encefalite epidemica, in cui Netter avreb-· be ottenuto llna diminuzione di mortalità dal 30., al 10%. Il metodo però va rigorosamente sorvegliato dal medico; l'iniezione va praticata sotto la cute con tutte le cautele ·d i a·s epsi e con quest·~ va svuotato l'ascesso. Non si ricorr erà mai a questa cura nel caso di individui con diminuita resistenza organiica. Essa è stata app1ica.ta aOJChe nelle polmoniti, &etticemie, meningiti cerebro-spinali, febbri puerperali, tifoide.
11na lunga sopravvivenza. Infine tali emorragie
sono frequenti nelle !Setticemie e nelle anemie e son0 indizio di gravità; sono eccezionali nella emofilia, nella porpora emorragica, nella malat. tia id i Ho~gkin. L'emorragia ·è prodotta da rottura vasale, ma questa non iè dovuta ad anrnento della tensione, ma a modificazioni della parete va.•ale e ad alterazioni proprie del :sangue. )
A. PICCINELL'. '
I segni oftalmoscopici della scleros i a pJ acclle.
Possono esser.e d'o.udine motore, sia i·11teressant1 la motilità estrinseca che la intrinseca dell'occhio, o di natura sensoriale. Secondo La·g range e Mar . quezy (Bulletin médicaL, a·gosto 1925), pos&ono presentarsi sotto due forme .g enerali: talora i disturbi oculari confermano la diagnosi di sclerosi disseminata; e co1ne tali sono ·da considerar5i il nistagmo in primo luogo; sia che si tratti di nistagino vero o di •scosse nistagmiformi, esso va considerato quale efietto di un importante di&turbo tonico. Alle volte i ·disturbi oculari rivelano la malattia : le iprimitLve localizzazioni della sclerosi cioè sono a livello del tratto ottico. Si ha allora la sind-rome di una. nevrite assiale: questa può all'inizio non aver alcun sintoma oftalmoscopico od accorn'Pagnarsi .con una ;papillite: in seguito è frequente o5servare un aspetto atrofico localizzato od esteso della papilla. Il -Oisturbo visuale essenziale · è uno scotoma -centrale relativo con alterazione precoce del •senso c·r omatico.
1
,fii. •
Le s indromi parkinsoniane trattate con l o stramonio.
1
Aocanto .alla ioscina e suoi 1derivati, usata nellèforme parehinsoniane, Laignel-Lavastine e Valen ce (Bull. et Além. Société Médic des Hòp., n. 20, 1926) hanno s•p erimentato con buoni risul-· tati in tali malati la Datura stramoriium. •.!\ tale scopo si sono serviti della polvere di fogli.e di stramonio in pillole di 0.10 grammi, somministrandone 3 il primo giorno, ed aumenta11done una al giorno fino a raggiungere il numerÒdi 10, cioè gr. 1 di prodotto attivo : do1po aver dato per 3 giorni tale dose, so5pendono per sette giorni il medicamento, per ripren1derlo da capo drypo tale termine. · In taluni infermi s'1è dovuto mo·dificare questa somministrazione in raip-porto alla sensibilità ed ai disturbi che la droga ave,·a prodotto. La Datura stramonium dà fa:ciilmente fen·o meni 1d'intossi.cazione, con5istenti in difetto d•accomodaz·i one •con una midriasi, che scompare 2-3 giorni dopo la soppressione del me·d icinale; seccl1ezza 1della bocca con diminuzione della scialorrea: • questi sono i .sintomi più :frequenti che accu5ano gli infermi. Talora si può anche avere una diarrea tossica, la quale utilmente si o·p pone alla costi'Pazione parchinsoniana abituale. Con questo medicamento gli infermi hanno notato un raipido miglioramento soggettivo, a cui si aggiunge pre&to la siparizione o almeno Ja diminuzJione dei disturbi obbiettivi: cessa il tre more degli arti; ·è permessa l'andatura in fretta , e talora gli infermi possono scrivere correttamente. 0
MONTELEONE.
TERAPIA. L'essenza di trementina in terapia.
innegabile che l'e&Senza di treme11tina ha un'azione modificatrice delle secrezioni ghiandolari, specialmente nel senso della diminuzione della secrezione mucosa esagerata del ·Sisterpa polmonare e di quello uro-genitale. Essa, non essen.do modificata dal sangue e venendo eliminata da tutti gli emuntorii, esercita un'azione antisett1ca che la rende utile nella bronc·h ite cronica, in quella fetida, nella gangrena polmonare. Nella tuberr,olosi il suo uso non ·è .consigliabile perchè dà talora emottisi e n on vien ben tollerata dallo stomaco; Brèmond avrebbe però ottenuto dei buoni ri•sultati con bagni di vapore di trementina. Come os5orva Nicol (Gazette heb<tomadaire des sc'iences médicaie·s· de Bordeaux, 1926, n. 3) la cistite cronica, il catarro vescicale e la blenorragia sono state spesso favorevolmente influenzate dall'u·so di trementina, che però attualmente è stata abbandonata per altri rimedi più efftcaci. In qualche .caso essa può essere usata come antielmin-
1167-
•
SEZIONE PRATICA
~
~
1
'
1168
I
[ANNO XXXII.I , FA.Se. 33]
IL POLICLINICO
Tutti questi 1niglioramenti però cessano rapi1damente col 50S'Pendere delia cura, per cui è buona .regola continuarla a lungo, con brevi periodi di intervalli. Gli A.A.. hanno anche avuto degli insuccessi, ~pecie nei rparchinsoniani arteriosclerotici, e in quei '3oggetti in cui tale solana-cea ha prodotto ra1pi·di fenomeni tossi.ci; ma i buoni effetti ottenuti durante un anno, autorizzan o questo trattamento palliativo, tanto utile iper gli ste5si ammalati. CARUSI.
L'adrenalina è pericolosa nella anestesia reg ionale e locale? L'adrenalina fu applicata per la prima volta dal Mo11re nel 1901 nella pratica otorinolaringoiatrica. Di !POi Braun estese il suo uso all'anestesia regionale e locale "Cli ogni specie e fece n ote le ragioni .p er le quali debba preferirsi la soluzione cocain a a;drenaliniiea invece d-ella sola cocain'l. J,' a drenalina in presenza della cocaina è dotata di un sin ergismo anestesico, e che per la ·s ua azione so'{)ra le fiibre nervo1se dei vasi sangui.g11i e linfa· tici, pro,roca una -emostasi transitoria e fa ritardare l'assorb'i mento d·ell'alcaloi de. L'esperienza ha dimostrato che la novocaina è più tossica quando le si aggit1nge adrenalina anche in dosi minime. Buonomo La Rossa e R. Ri.ccio (Paris médical, 19-25, 24 ottobre), studiando gli accirdenti provocati dall'adrenalina nella pratica dell'anestesia chirurgica, hanno riunito 18 casi di necrosi limitata alla pelle e d ai tessuti sottocutanei. L'aidrenalina anche in dosi minime iproduce nei tessuti muscolari liJSci alterazioni tossi.che delle fi:bro cellule. Emorragie secondarie. Queste emorragie peir ar1estesia novocainica adrenalinica, sono pro'dotte dal1'adrenali11a. Gli M. hanno osservato 6 casi d\ iI>ertermia, con polso piccolo frequente, durante tre, quatro giorni •dopo l'anestesia, (per operazioni ·di ernie inguinali. L'aidrenalina è dunque un pro dotto molto tossico per l'organismo: a meno che non se ne voglia eliminare l'uso, bisqgnerà essere ben attenti al1' apparato cal'ldiovascolare del JP. ed alla funzione tiro~dea, se si tratta di un iperteso o di un ipertiroi·deo, si scarterà l'adrenalina. ·I n ogni caso è misura di buona prudenza esaminare la tolleranza del singolo p ., ricorrendo, se si tratta di un ipertiroiideo alla pro;va di Goetsch. Adoperando l'adrenalina per anestesia occorre aggiungerla al1' alcalo~de nel momento dell'uso nella 1nisura di ' 5-10 gocce per 100 eme. di soluzione. 1
1
1
1
MONTELEONE.
L'oso t erapeutico dell'ossigen o. L'anossiemia è uno stato che si riscontra spes~o nella patologia umana, come avviene nelle
•
anemie, negli ostacoli di varia natura alla libera entrata dell'aria nelle vie respirato.rie, e in special modo nella polmonite lobare. Ordinariamente l 'aria inspirata contiene il 21: 100 di ossigeno; per avere virtù teraipeutica bisogna che- tale rapporto salga al 40 : 100 circa. Per ottenere ciò non serve di certo il comune metodo di somministrazione per mezzo di tubi conne5si a bombole di gaz. Si è p,er ciò cercato di creare degli appareochi speciali più aidatti a tale SCOIPO, e sin dal 1917 · apparvero quello di Ha1dane e .quello di Meltz-er per l'insufflazione orale. Altri ne furono in seguit.o descritti dal J3ara:ch, Render.son e }larcro!t, e furono usati con risultati vari. l Tn sistema buono sembra essere rappresen. tato dal catetere nasale combinato con uno speciale a'P1Patecchio ap.plicabile al naso. ·Ma il migliore ·d i tutti si è dimostrato l'apparato a tenda, ildeato ·da Baraich e Biuger, ch·e assicura un'atmosfera rtcca di os&igeno, permettendo l'allontanamento del biossrdo di carbonio, dell'umidità e d el .calore. Elevando in tal modo a 40-60 : 100 il contenuto in ossigeno dell'aria respirata, si ottengono risultati sorprendenti nelle forme pneumoniche , con modificazione della cianosi, della di&pnea . e del polso, si da rappresentare un ausilio terapeutico di valore indubbio (Jour A. M. A.., 8 rnaggio 1926) . M. FABERI.
La somministrazione d ell'aspirina. L'aspirina provoca in alcuni pazienti dei dolori di stomaco dovuti all'azione irritante dell'acido acetil-salicilico. Per ovviare a tale inconveniente, si consiglia di somministrarla con della magnesia calcinata , con la formola seguente: asipirina cg. 50 • niagne5ia calcinata cg. 20. Le polveri cosi preparate sarebbero di conser''aZione i ntdefinita. 1
L'azione antiflog istica del té dl camomilla.
w . ..\rnold
(Munchn. med. Woch., n. 19, 1926) ha
provato l'azione antiflogistica del tè di camomilla su individui a cui aveva provocato delle infiammazioni cutamee per mezzo di olio di senaa>e, di raggi ·di alta montagna, di sostanze determinanti reazioni allergiche (tuber<:-0lina) . In tutti i casi il tè di camomilla in •forma di infuso, applicato lo.. calmente ilil forma di impacchi, attenuò n otevolmente la vJolenza dell'infiammazione sperimentale. La stessa azione antiflogistica si rivelò anche in casi di esantemi tossici. L'azione antiflogistica dell'infuso di camomilla è legata agli olii eterei in esso contenuti. POLLITZU.
[ANNO
XXXIII,
FASC.
33]
SEZIONE PRATICA
SEMEIOTICA. Che cosa possiamo attenderci dalla reazione di sedimentazione dei globuli rossi? Stemmler (A rch. f. ki. Ch., 137, 704) 11a stu diato la reazione sulla base idi .2000 e:sam.i, pratiic ati su 1000 pazienti con affezjoni 0birurigiche e ginecologiche, e su persone sane. Nei sani la reazione mostrò differenze di comportan1ento notevolissime. Negli uomini è in genere più lenta che nel'le donne. Sui malati fu applicata in casi ·di processi suppurativi (ascessi, flemmoni, foruncoli,· favi, appendiciti, annessiti)', in carcinomi e sarcomi, in tl1herco.lo&i chirurgi·che e in emorragie esterne ed interne, prima e dopo trasfusioni sanguigne e fleboclisi, e in seguito a so1n1ni11istrazione di ~lbumine per via parenterale. I.e con·clusioni dell'A. sono: l ') Si ha accelerazione nella sedime11tazione . dei globuli rossi in quelle malattie e in quegli stati che 1procedono con disfacimento albuminoideo e r1ei quali il corpo ha la possibilità di riassorbire i pro,d otti di disfa cimento; 2) Il grado dell'accelerazione dipende dalla gravità e dalla durata di questo riassorbimento ; 3) Come essenza ·della reazione si ammette un perturbamento nei rapporti ·di .sospensione fra $iero ~ componenti cellulari del sangue, causato -Oallo stimolo dei prodotti di disfacimento riassor. biti o .da 1quello dell'anemia in seguito a emorra· gie. Questo perturbamento coLpisce verosimilmer1.. te il siero più che i glol)Uli rossi , ma su ciò sarà • riferito jn seg·ui to; 4) La reazione di sedimentazione è un eccet· !ente mezzo diagnostico fra infezion e acuta suppurativa e n on supp·u rativa, fra infiammazione acuta e cronica; 5) In questi casi ci dà ragguagli sul decorsu della guatigion e e talvolta ancl1e sulla prognosi; 6) R tuttavia completamente inadatta a ris olv ere ·difficoltà di diagnosi differenziali. 1
B.
Qualche parola sulla reazione di Fahraeus nelle affezioni addominali acute. AtroelJ (A eta Ch·i r·u rgica Scan<liriavica, I, 1926), Slllla g-tti·da .di numerose osser\1 azioni con simili, praticate i11 molti campi della me.dicina e della chir11rgia, ha portato la sua attenzione sul comporta1nento della .stabilità della sospe~sione sanguigna nelle affezioni acute dell'addome ed l1a potuto notare., sulla s,corta di otto casi, come la velocità ·di seidi·mentazione sia note,1 olmente aumpntata in queste affezioni. Oltre a questo, l' A. 11a pot11to convin cersi come
1169
l'aume11to della V. S. vada di pari passo con la gravità .e l 'estensione del 1processo flogistico a·ddominale, e come questa ricerca sia più sensi'bile del rep·erto leu.c ocitario. Benché l'esiguità dei casi, sui quali si fondano le conclusioni, sia tale da non ammettere gran·de sjcurezza, 1pure è oltremodo utile richiamaTe l'attenzione degli studiosi su questa facile ed interessante ricerca per una sistematica applicazione, che può essere senza du·b bio di notevole ausilio alla diagnosi sia i1e1 campo delle affezioni acute dell'addome, sia per alt.re e più vaste ricerche. C. FILIPPA.
POSTA DEGLI ABBONATI. Persis tenza del foro di Botallo ai raggi X. J'abb. n . 11613-1 :
Al·
Al suo que$ito risponldo che uno dei vizi congeniti più caratteristici all'esame raJdiologico sarebbe apipu11to quello del ductus Botal li aperto: i f,rattati rwdio1ogici ·dan.n o come ·c·aratteristico è.el dotto .dj Botallo a'Perto lo s-largamento d,ell'airc"' corrispondente alla polmonare ch·e si ri,Tela in esame dorsoventrale con una sporgenza caratteristi'Ca del 20 arco sinistro e all'esame in OAiS con una ~porgenza che occuipa la cosi1detta f e11estra di Schwartz. Però le cose non sono così sempli•ci e f1 problema che il r aidiologo non sem:pl1cista si deve porre \la molto più .i n là : sta •dii fatto ch·e il dotto :di Botallo aperto è un vizio che raram.e nte é isolato: su 400 casi •di vizi congeniti Abbot solo 19 volte lo vide i c;;olato, 106 volte combinato. D ' altrJ. parte la spo.r genza dell'arco m edio può e5sere .data da moltissime cause di cui uria è l'apert'ura del dotto d! Botallo. Qt1in1di in base alle seziond di casi di vizi co11geniti lo 1slangamento dell'arco medio non equivale con1e si crede'Va alla 1diagnosi di dotto aip erto. Anzi l\IIo,z{eld su 40 casi di apertura del dotto di Botallo no11 tro\rò mai la sporgenza ·del~ larco m edio. Tra le varie cau se di s larganten to •dell'arco medio va r icondata la divisione in~ ·~uale del tronco com·u ne; la stenosi della polmon;:i.rf' ; il 1difetto del setto interventricolare; il dif ettc; delsetto ovale, la trasposizio:n e dei va:si più l'aperte· ra -O,el setto interventricolare, ecc. L'apertuTa del ·setto è spesso coml1i11.ftt:t con l'aipertura. 1del 1dotto: ,se ne conclude quin'di cl1e la diagnosi •di apertura del dotto è tutt'altro che facile e cl1e il ra.idiologo deve te11ere presenti ancìJ ~ lo stato del ventricolo sinistro e del ventri,colo de-. stro e cl1e fatta la ·diagnosi di vizio congenito la qualità del ' rizio stesso è di diagnosi tutt'altro ct1e semplice e cl1e non può e·ssere basata. ru un soìo E. ~1TLAN1. segno. 1
1
I
1170
[ANNO XXXII·! , FASC. 33]
JL POLICLINICO
POLITICA SANITARIA E GIURISPRUDENZA* LEGGI E DECRETI.
Contro l'alcoolismo. Con legge 3 giugno 1926, n . 937 (pu!b'b licata nella Gazzetta Ufficiale del 10 giugno 1926, n . 133) è convertito in legge il R. decreto-legge 7 ottobre 19'23, 11. 2208, che reca ·dtsposizioni intese a combattere l 'alcoolismo. I
•
Ordinamento d el servizio sanitario aeronautico. Con legge 13 giugno 1926, n. 1098 (pubblicata nella Gazzetta U{ficiaie del 3 lug1io 1926, n. 1b2) è 5tato convertito 1n legge il R. decreto 7 febbraio 1926, n. 211, che modifi•ca l'art. 12 del R. decreto 8 ottobre 1925, n. 1879, concernente l'ordinamento del servizio sanitario aeronautico . Uffici o del Radio. Una circola.r e del l\llinistero dell'[nterno i11 data 10 giugno 1926, n . 20400-71385 pre·cisa i .com;piti <iel Laboratorio fi1sico presso i 1L aboratori scientifici tiella anità pubblica, od Ufficio del Radio, istituito con Decr eto ìVIinisteria1:e 10 novemibre 1S25, quale tra&formazione dell'Ufficio per le sostanze raidio-attive istituito con R. •decreto 31 ottobre 1923 e pa~s1ato dalle ·d·i pendenze del Ministero dell'Economia Nia:zionale a 1que1le del Mini.stero de·l l'Interno (·Direzione Generale 1della Sanità Pubblica) in ,,irtù del R. decreto-le1g ge 16 luglio 1925. Tutela della maternità e dell 'infanzia. Una ci.rcolare del Ministero de1l' Interno 1n data 27 maggio 1926, n. 10089-F concern•e l 'a'P1P licazione • della legge 10 dtcembre 1925 s ulla protezione e assilstenza della maternità e dell'irufanzia. 0
CONTROVERSIE GIDRIDICHE.
LU. - Casi di licenziamento illegittimo per inabilità fisica. ·QualoTa un regolamento organico degli impiegati e salariati pre\reda il trattamento che deve esser fatto in ca5o dii iniermità (congedo con stipendio intero e poi aspettativa) non può l'ammini. straziane rifiutarsi di applicare tale trattamento per una malattia guaribile e licenziare l'impiegato per inabili1à fisica. Nè questo iprov,.radiroento può essere legittirr1ato dalla coDJsi1derazi.one che l'impiegato aveva già goduto di lunghi periodi di as5enza dall'ufficio, poichè il trattamento sostanzialmente più generoso del passato non autorizza la ino5servanza delle norme concernenti l'aspettativa, specialmente poi se non sia provato che le assenze precedenti furono detenni11ate dalla 5tessa infermità e che non furono giustifiicate. Il caso così risoluto dalla V Sezione del Consiglio di . tato, con decisione 29 gennaio 1926 n. 22, 0
riguardava una controversia tra un impiegato e la Provincia di Roma la quale aveva negato il congedo per malattia guaribile, in considerazione di a·ssenze e di altri congedi precedenti. Un'altra e più importante questione è stata risoluta dalla stessa Sezione con decisione 26 febbrario 1926 n . 56, su ricorso •del Comune di Genova contro Bastrieri. Era stata prediisposta una visita medica collegiale al fine di a·ccertare se le condlzioni dell'im}>iegato giustti.rficassero la concessione di un breve congedo. Visti i risultati della visita medica, il Comune del}berò •s enz'altro di collocare a ri'POSO l'impiegato per in~doneità fisica. Que5to provveidimento è stato dichiai:ato illegittimo !Per violazione del 1diritto di difesa, non potendo co, stituire base vali1da di giu dizio, al fine del collo, camento a rirposo, il verbale idi visita medica coll 8giale disposta ed eseguita per altr·e .f inalità. · Ha con5iderato la V Sezione : « Esistono principi di ·diritto rispondenti a n aturald. esigenze di giustizia, ma non semp1'e traidotti in nonne post1i,re; ciò però non toglde che debbano essere egualmente ri!sipettati dalle pub·b ltche amministrazioni e che la in osservanza si risolva in causa dri. illegittimità dei provvedimenti. ;Fra questi principi trova posto quello .del rispetto al diritto di difesa, che sarebbe violato quando l'amministrazione collocasse a ripo·so per inidoneità fisica un suo d1. '.Pen·de11te senza renderlo consape·vole, prima della ''isita sanitaria, cihe essa era preordinata a tale sco1po, poichè siftfata omission e gli precluderebbe la via all'esercizio di questo suo diritto )). Osservava il Comune ricorrente che non 's olo non è utile ma è dannoso cl1e l'imipriegato Si.a previamente avvertito ·d ello SCOipo della visita, dovenldo essa procedere secondo cri·t eri obbiettiv.i e indipendP-nti ·dai fini ai quali è preor·dinata. A questa obbiezione ha risposto il Con&iglio di Stato cl1e negli elementi che concorrono alla formazio11e del giuid izio san itario rientrano anche gli schiarimenti e le notizie cl1e ·O spontaneamente o a ricl1iesta forni&ce l'interessato. Ri COI'da infine la decisione che la inconsapevolezza da parte dell'interessato dello scQpo della visita sanitaria è stato altre volte consilderato motivo di nullità del provvedimento di allontanamento definitivo dal servizio: nello stesso senso, infatti, è la decisione della IV Sezione 25 settembre 1925 n . 780. La risoluzione è iIIllportante non soltanto per il caso specifico allora esaminato ma anche come 1ndice dell'ampiezza del diritt'O <ii difesa che il Consiglio di Stato consi·dera dover e5sere rispet1ato -c on rigore assoluto. 1
1
1
1
(*) La presen~ rubrica è affidata all'avv. GIOVANNI SELVAGGI , esercente in Ca.saazione, oonsulente
legale del
n~ro
periodioo
{ANNO XXXIII, FASC. 33]
1171
SEZIONE PRATICA
NELLA VITA PROFESSIONALE. Cronaca del movimento professionale. Progetto di legge per la Cassa Pensioni M. C. Il Ministro per le Finan7.te ha presentato alla Presidenza della Camera il seguente disegno legge: « Riforma della Cassa di previdenza dei sanitarj, rper il miglioran1001to del tr.attan1ento di quiesoonza e per lo aumento claJ. primo gennaio 1926 di tutte le pensioni dirette ed i111dirette già conoes~c ...
Al Collegio-Convitto di Perugia. Il 19 luglio ebbe luogo -.'l. Perugia, nei locali della Saipienza, l' ultima riunione del Consiglio Amministrativo in carica. Il 22 luglio si tennero Je elezio111 1·er rinnov1~re .11 Consiglio stesso, anche allo .5(;opo di oom1)1·ondere ne11' Amministr.azione i riaippresentasn.ti delle nuov~ province. Precedette le ele2rioni un'adunanza pTeliminare. Furono ascoltate oo,n vivo inter-esse le re1a.~ioni del ·pi-esidente sen. J ,uigi Simonetta e quelle dei revisori dei conti. L-e elezioni dettero i seguenti risultati : Residenti in P erugia : dott. :retrini Pietro, veter. , Persi Alfredo, farm. , rprof. Righetti Carlo, med. Residenti fuori: dottori Ancona Guido, med., Bi.santi Carlo, vet., Brunelli Umberto, med., Oh.i.ar i.a Costantino, farro., ~Iontano ~lauro , med., Peroacini Gio. Battista, me.d. , prof. Simonetta Luigi, med. , dottori Torti Ettore, vet., Vacino Achille, med., Villa Enrico, med., Zanetti CaTlo, med. Il nuovo Consiglio si insedierà in ottobre per la destinazione delle assistenze pel nuovo. anno scolastico e per 1a formazio11e del bilancio preventivo 19'>7.
Federazione Nazionale fra gli Istitntl privati di cura. Si è costit,11ita in R o:mn. una Federazio11e f ra gli Istit u t i Priv.ati di Cura, promossa dall' a.vv. Santo. Alla riunione, ohe ebbe luogo il 7 giugno, presso la Confedeeazione Generale Fascista dell'Industria. Italia.na, in Roma, interve11•n ero i ra•p presentanti deil1le 9rinoiip.ali Case di Salute d' Italia; in detta riunione venne no1uinato un Comitato rprovvisorio ial quale si è dato l ' incarico di rpredisporre il tooto defu1itiv-0 de.Ilo Statuto Federale, e di studiare i mezzi più adn.tti 'Per il sollecito inquoor.aanento nel1a Federazione, di tutti gli altri I stituti. Il Comitato provvisorio è .r isultato reosì formato: gr. uff. Rebucci, prof. Nicoletti, prof. Mendicini, prof. Spiu1elli , (prof. L obi.a.neo, •prof. Ferrarini, dott. Silvano, avv. Santo ed avv. Mandolari. Gli scopi che si propone la Federazione sono i seguenti: 1) Tutelare gl'interessi degli Istituti Federa.ti, 1promuoverne ed agevolarne lo sviluppo ed il per-
fezionamento tecnico, nonchè il miglioramento economico. 2) Promuovere ogni iniziativa tendente a. ourare l' assistenza, la istruzione, l'educazione morale e nazionale dei soci, e dei loro dipendenti, svilu'P9ando anche con ruppropriate istituzioni la p:reparazione tocnioa di questi ultimi. 3) Promuovere rapporti cordiali f1·a le aziende fedenate ed il loro perso11ale, studiando di prevenire ogni ragione di conflitto ed .adoperandosi con ogni mezzo per ·l a eo1nposizione delle verten~ ohe fossero i)er sorgere, ed assumendo tutte quelle funzioni di ra.ppresentan.za sindacaJe e di vigila.nz..a ohe siamo demandate in virtù di legge, di regola1nenti e dis:t>ooizioni dell'Autorità, alle Federazioni nazionali di datori di lavoro, al fine della stiprula,.. zione dei contr.atti collettivi di lavoro. 4) Raccogliere ed elaiborrure tutti i da.ti e le rilei;·azioni statistiche ohe ·p ossono occorrere per l~ migliore t ut€la degli itJ1teTessi degli Enti federati. 5) Assistere ]e .aziende federate in tutti i loro rapporti con le competenti a:utorità locali e centr.ali, nonchè con Je ind.u strie che hanno leg.ami necessari e conco:mitanti con la loro funzione, sta, bilendo .all'uopo anche ap1p ortuni collegamenti con ],e organizzazioni r.aip·p resen tant<i •aziende affini. Gli Istituti orivati di oura aderiscono alla F e• derazione mediante iscrizione al.l a competente organizzazione territoriale della Confe<lerazione Generale Fascista dell'Industria I talia.ma; qualora gli Istituti iscritti presso una organizzazione territori.a.l e r.a.ggiungessero un congruo numero, potranno essere costitwiti in sezione territor~aJe, previo accordo con l'orgainizzazione territoriiale stessa . 1
A Napoli è stata costituita una Sezione terTitoriale. La riunione ebbe luogo nel salone della Unione R egionale Indust•·iale Fascista, in via S. Brigida 51. Si rinviò la elezione delle cariche della Sezione N arpoletana, in attesa delle deliber.a~ioni che saranno prese a R.oma, n ella pr~ima •a ssemblea della Federazione Italiana, !t>er l'ap.p rovazione dello Statuto. Fu delegato, su designa.zione unanime dei colleghi, il prof. Mia.meli Sipinelli .a ra.ppresentare la Sezione di Napoli alla suddetta prossima -assemblea di Roma.
CONCORSI. POSTI VAOANTI.
(T..icenza) . - .Ab. 20,000. Prorogato concorso primario medico a tµtto 20 agosto 1926. L. 8000 e 6 trienni oltre caro viveri. ]~tti 200. Chieder e avviso. BEI.LUNO. Ospedale Civile. - Direttore Gabinetti per esami microsc., batteriol., chim. clinica e istol. patolog. Scad. 31 .a.g. Vedi fase. 30. BERGANTINO (Rovigo). - Scad. 31 ag.; L. 8000 e 4 quadrienni; per ambuJ.a t. L. 500; uff. san. BAs:s .\NO , ... ENETO
1172
lL POLICLINICO
•
L. 200 (~dc) ; c.-v; i11den11. t.r asp. a. sec:o11d a deJ mezzo. ("l\7ova1·a). Ospedale degli In/ e·rrni . A ssistente Sez. Medica; titoli ed eventualm. esa1ni; t ermine 25 ag. ; allogg·i o . Serv. entro 15 gg. Schi.arim. dall' Amministraz. BORMIDA (Genova). - Soad. 31 ag. ; L. 8400 e 10 bienni vent€s.; c.-v. in L . 1200. CA}fPO ELBA (Livorno). - A tutto 31 ag. , per 3 fraz . ; L. 12000 e 3 s~-enni . Ohia.r im. dalJa S€gret. co1nun.; domanda all' Asse111bl,e a Consorziale Sa nit. di Campo Elba . CASTIGLIONE DEL GENOVESE (Salerno). Scad. BIELLA
20 .ag. ; ved~ fase . 31. COSENZA. Ospedale Civile. - Concorso per titoli e per esami a tre posti di medico assistente pel biennio 1926. Scad. 31 ag. Stip. L . 1800 (sic) annue e percentuale sui compensi operativi . FER)fO (.!scoli Piceno) . Ospedale Civile e 1lfilitare U111,berto 1. ·- .Assistente chirurgo-medico mun.icipa]e per il serv. chirurg. a ·d omicilio e ·p romiscuo - prevalent. chiTurgico - nell'Ospedale ; L. 7000 oltre alloggio e vitto; tassa L. 50; età im. 35 a. Chiedere annunzio. Doc. a 3 mesi dal 20 lug. Soad . 30 gg. dal 20 lug. F1nENZE. R . Arc·ispedale di S. ]!J. Nuova e Stabilimenti Riuniti. - Aiuto medico; esami e titoli; L. 7050 e c.-v.; età lim. 35 a . ; 4 a. di laurea. Non. e conferma bienna.li. Scad. ore 16 del 28 ag. Ohiedere annun.z io. F1lJ i\CE. .t\.it1to a ll' ufficiale sa11ital'io del Con1u11e; sti·p . L. 13, 700 aumentab. a L. 15,000 dopo 6 a n11i ; L. 3700 serv. attivo; c ...:.,r. - Quattro condotte; stip. L. l 1;350 aumentab . .a 15,000 dopo 18 anni; L. 3300 serv. att. , aumetnta1b ili a 3700 <loi;>o 9 nnni; ?-1nbul. L. 2000; c.-v.; i 11.den.n . trasp. da. L. 2000 .a 50u0 ) aétdizion . L. 5 oltre 1500 pov. con mass. di L. 1500; p . s urp:pJ. L1. 700 ; riconoso. s-erv. antel'. - I! r Pgolamento e il ca~pitolato pos · sono ottenersi d all'Econo1no del Oo·mu11e (previo invio di L. 2 pel 1° posto, di L. 4 per gli &Itri quattro), richiedendolo al Commissario •p refettizio del Comune, cui vanno mandati .j documenti. A tutto 21 sette1nbre. FoRANO (Roma). - Scad. 31 ag.; :... 10.,500 per 1000 pov.; addizion. L. 4 ; 5 quadr. clec. ; .L. 1800 cavale. per fraz. Gavigliano; L. 1•)0 uff. s:tn . ; c> .-t:. ; età lim . .39 a. ; tassa L. 50.10. FnosINONE (Roma). - Scad. 31 ag.; 3° quartiere; L. 8500 e 5 quadr. dee. ; addiz. L. 4 oltre 1000 pov. e L. 5 oltre 2000. IMOLA. Congregaz. di Carità. - Scad. 31 a.g. ore 17; med . prim. dire.tt. dell' Ospedale di S. Maria della Scaletta; vedi f ,,~. 31. IVREA (Torino). Ospedal e Oi11i.le. Med. assist. ; età 1nass. 40 a.; t.a.ssa L. 50.10; scad. 31 ag.; stip. L. 3500 (sic). Ab. 11,500 c. Dispo.n ibilità 100 pooti. 1
•
1
LuGNANO IN
TEVERINA
(Perugia) . Ospedale Ci-
1\i!edico cl1~rurgo direttore. Vedi fase. 32. MIGNANEGO (Genova). Scad. 31 ag.; L. 8400 e 10 bienni ventecs.; indenn. trasp . ; per uff. san. L. 500.
·vile. -
[ •.\NNO XXXIl1l , FASC. 33]
MILANO. Consiglio degli Istituti Uspitalieri. Concorso ad alcuni posti di medi-00 chirurgo as~istente con funzioni di interno. · Scad. 9 ottobre. Vedi fase . 30. "' MONTECASTRILLI (Perugia). Per Avigliano Umbro; proroga al 81 ag. Vedi fase. 30. NAcLE S. MAURIZIO (Venezia Giulia) . - Al 25 ag. ; vedi fase. 31. NocERA INFERIORE (Salerno). - AI · 19 ag.; vedi fase. 28. PIACENZA. R. Prefettura. - A tutto il 31 ag.; llff. san. medico caipo del OOJpoluogo; L. 17,000, 5 trienni ed un quinquennio di un decimo ; vedi fase. 29. PRADLEVES (Cuneo). Consor. 4 com.; scad. 20 ag.; L. 10,000 0Jt1·e L. 1000 oav. e L. 250 uff. sa,n. Oarpitolato servizio in corso di revisione. RoccA PRIORA (Roma). - Al 31 ag.; L. 10,500 e 5 quadr. dee., oltre L. 400 uff. san . e L. 100 trasp.; i)er gli .abbienti e semi-· L . 6000; c.-v.; età lim. lO a . Dooom. a 3 mesi ~al 15 lug. Servizio entro 15 gg. SAN MARINO. -~egrete1ria 1Je1· gli Affari I n tern,i. - Al 31 ag. condotta di Serra,v:alllc; rirJ1ieclesi nazionalità italiall1a; p er antica norma statutaria sono esclusi ~ cittadi11i sa.m marine.gi; L. 8000 e 5 quadnien,ni d ooimo, oltre L. · 5000 pei no11 indigenti; L. 2500 cav. ; biennio di prova; giuramento di rjto. SENOSECCHIA (Venezsia Gi/11,lia). - A tutto 31 a.g . ; vedi f asc. 29. SINALUNGA (S·ie111a) . - Scad. 31 ag.; v. fase. 31. SIRACUSA . R. Prefettura. - Uff. san. di Sortino. Scad. 45 gg. dal 2 luglio. Vedi fase. 29. TARZO (Treviso). - A tutto il 20 ag. Per schiarim. rivolgersi alla segreteria. TICENGO ( Oremon~). - Con Cimignano sul N aviglio; soaid. 29 sett. ; L. 11,500 fino a 1000 p ov., inde11nità capita.r ia l 1. 2 j mezzo triasp. L. 1500; uff. sa.n. L. 500; c.-v. 'J'nLENTINO (Jfnce1..1ta) . AJ 21 ag. ; chirurgo condotto.. Ve<li fase. 32. TREVIGLIO (Berganio). - A tutto 22 sett. Vedi f asc. 32. VENEZIA. Ospedale Cùvile. - Aiuto nella Divis ~ Chir11r~ica III . Vedi fase. 32. Soa.d . 30 a.g . VENTIMIGLIA (lmp eru~\ . - Scad. 20 ag. ; terza zona (Latte): L. 7500, oltre L. 2000 11·as·p .; c.-v. VEilONA. Scuola di Ostetri ia. - Diretti)re. Scad. 31 ag. Rivolgersi al Minist"' ·:o della P. ·\. VICENZA. Ospizi Iri.fa·n ti Abbandonati. - ..<\.. tutto 31 ~1g . , direttoTe sanit.; L. 10000 e 5 quadrienni dee. oltre c.-v. in L. 1750. Rivolgersi Direzione. 1
CoNCORSI
A
PREMI.
.'Jocietà Napoleta1ia di Oh'tru rgia. 1
L a Sooi età N aipoletana d·i Chirurgia in occasione del 1primo anniversario della su.a fon dazione bandisce t1n ~onco'1'SO sul tema: cc Le aiwl.icazioni chirurgi ch e dell'insuJtina ». Possono concorrere tutti ri la.urea.t i in medicina e chirurgi a di JJ.azio111alità itali~na.
(A:\~O
XXXIII,
FASC.
33]
1173
SEZIONE PRATl CA •
I l premri.o è di L. 1000 ed è unico ed indi visibile. 'Esso sarà .aggiudicato all' iru\zio de.ll'an.n o sociale 1927-28 da una Commissione di tre membri nominata dal.la Società. Qu.alor.a esso non fosse assegnato, il concorso sarà bandito una seconda volta. I 1]1avori non dovt~a.nno swper.are le 24 •p•a.g ine di stamp.a in atta.v a, nelle quali dovra.n no essere comprese eventuali figure, tabelle e grafiche. I laivori dovranno essere inediti e nemmeno essere .sta.t i oggetto di comunicazioni in Accademie o Società. Il Laworo premiato diventerà p1·oprietà della. Società, che n e curerà I.a pubblicazione. I lavo1~i dattilogra.f ati ed in triplice copia, dovra11no perveni;re ailla Segreteria della Società (Napoli (4), via Chia1tamone, 27), in plico raccomai111da:to ed essere contra.ssegn.at i da un motto, ~che sarà ripetuto col nome, cognome e domicilio dell'a.u tore '.in b usta chiusa . Il co11corso si chiuderà il 30 giugno 1927. 1
1
NOMINE, PROMOZIONI ED ONORIFICENZE Co11 decreto del R ettore della R. Università di Roma !in data 18 giugno 1926 è stato .assegnato il Premio di fondazione Ettore Marchiiafa.va (di L. 7600) aili 1prof. Carlo Verdozzi 'Per il gru1ppo di ricerche : u Su i fattori dello svilruippo del corpo luteQ-gravjdico ». La Commissione esaminatrice era foo:mata dl3ii proff. Sanarelli, l~ir,nami, Dionisi, Zeri, Versari. Il bando di conc0rso stabiliv.a che il premio fosse confer ito al 1ni~)i01· lavoro di anatomia pat ologica e di patologia sperimentale pubblicato a stampa da medico italiano nel quinquennio rpreoede11te .al termine assegnato ·per la presentazione delle do.mande. I ooncol'renti erano sei di varie università italiane. La Commissione esamin.atrice lia così motivato .all'unanimità la sua proposta di assegnazione: cc per la. priorità indiscussa delle ricerche, per la precisa condotta di esse su numerosi animali bene. scelti, per l'awp,l ioazione di vari e appropria.t i metodi di indagine e per la Jiucida interpretazione dei ris ulta.t i, la Commissione ha accordato ad esse tutto il credito possibile, ricono ~cendo11e il carattere · ..di originalità ». 1
Il dott. comm. G·urrliel1no Crisafltlli, ispettore generale medico presso la Direzione Gener.a.le della Sanità Pu.h blica, è 1J1ominato comme11datore nell ' Ordine l\1aurtziano . Rallegramenti al solerte e integ.ro funzionario, il qt1ale ha esplicato ,una .ammii1·evole .attività neJLa vasta zonia affidatagli comprendente la Sicilia, la Sardegn.a e le Calabrie, in specie nel promuovere e secon da re l·a lotta antimaila.r ica. La. Fa.c oltà Medica. dell'Univers ità di Genova h~ affidato al prof. Ma.r io Barbara dell'Univer sità di Bari l ' incarico della metodol.ogia clinica. In seguito alle din1issioni del prof. Achi.l le Sclavo , è nomi~iato xettore dell'UllJÌversità di Siena per il biennio 1925-26 e 1926-~7 il prof. Gino Polla ci, ordinario di botanica.
NOSTRE CORRISPONDENZE. Il Ili Congresso Medico Sud•.lmericano. Dall'8 al 18 111glio si è tenuto in Buenos Ayres il III Congresso Sud-Americano di l\1edioin.a, con le Sezioni di Clinica Medica, di Pediatria, di Dermatologia, di 1'isiologia, di Radiologia. Vi hanno preso parte nume rosi medici airgentiini e molti italiani e francesi . Non ci fermeremo sui singoli congressi ma.Jgrado la pa.r te attiva esip1icatavi dai nostri delegati italiani prof. Vittorio Asco.Ii e prof . Giulio Alessandrini. Ci fermeremo invece a dare un sunto del Congr esso della Malaria, a,l quale a1otevole contributo hanno port.aito i delegati italiani ed il prof. Gustavo Pittaluga dell'Università di Miadrid, italiIDno di n ascita, e di coltura. II giorno 8 mattina, nel Salon·e degli Atti della Facoltà. di Scienze ~'[ecliche, s i affettuò una riunione pre.paratoria e il ricevimento dei delegati stranieri convenuti a.I Congresso dalle varie nazioni di Europa e d'America. T.rov aiv.asi .a capo de1le aiutorità mediche argentJine il pTesidente del Congresso dott. Oarlo Bonori·110 U d1aondo, che aveva alla sua destra il decano della Fl3icoltà di Medicina, dott. Oranwell, il •p rof. PittaJuga deJ1l'Università di !VIadrid, il .p.rof. Delbet di quella di Parigi e alla sua sini~tra il prof. Araoz Alfaro, presidente del Dipa~rtimento d'Igiene, i iproff. Ascoli e ..i\le.ssand1ini dell'Università di Ron1a e altri me111bri delle delegazioni uruguayana, 1p1aragu.aiiana, bc.livi1a,na 6 pertlvian.a. Il dott. Carlo Bonorino Udaondo, p r esirlente del Comitato esecutivo, a;prì la seduta IJreparatoria ringraziando tutti i congressisti ed àn particolar modo i tle]egati &tr.anieri, .r ivolgendo ·a nche espressioni di riconoscenza al Go1v erno Na..?Jionale ed ai poteri pubblici per l'awoggio accoo:d.ato al Congre so. A lui seguiro110 il prof. Alessandri11i dell'Università di Roma, il pa·of. Pittaluga dell'Università di J\1adrid, il Decalll.o della Facoltà di Medicin.a del P.aragnay, il dott. d'Amara! e il do,t t. Bon Orfila in nome della delegazione dell'Uruguay. L ' ina ugurazio11e uffici a.le del Congre o fu fatta nel 1pomeriggio con ~ra.nde solennità nel Teatro Cervantes, alla presenza del Presidente della R epubblica. Parlò il Mini tro della PubbJrioa I struzione, dott. Savarna, in 11ome del Potere Esecutivo N.azionale, dando i l benvenuto ai delegati stranieri e salutan. do tutti i men1bri del Congresso, facendo voti per i p,ra,tici ris·n l tati del Congre so. In aippresso prese la J>arol.a. il Presidente del Congre.. so dott. Bonorino .a cui seguì il prof. Ascoli cl1e a nome di tutti i delegati stranieri, 1}'.>TOn unciò una sua misurata e brilla.nte dissertazione salutando il Congresso e la Scienza. Medica argentin.a. L.a prima seduta del Co11gr esso fu tenuta il giorno 10, sotto ]a <lirezio11e del ·p rof. Bonorino .e la pì!·esidenza onoraria del prof. Ascoli. La prin1a com11nicazion e fu quella del prof. Alessan1
0
\
IL POLICLINICO
1174
[ANNO XXXIII, FASC. 33J
'
driini, ohe parlò su « L'anofelismo senza malia.ria» . NOTIZIE DIVERSE. In essa 1'0. espose i ir isultati degli studi fatti in Italia i qua.li tendono a dimostnare con dati Congressi di medicina legale in Francia. epidemiologici e biologici ohe l'anofelismo senm I l XII Congresso di Medicina Legale avrà luogo mataria è oonseguenza di uno stato di resistenza a Lione n€.l luglio 19~7 . Coinciderà con la inaugual p.ar~it~smo dell' ematozoo mal.arigen-0 che gli raizione del busto del iprof. L a Ca.st~ne, e sar à anOJteli acquis:t.ano per le migliora.t e condi.zai.oni alimentari e respiratòrie in seguit o alla trasfor- presieduto daJ pr of. E tienn e Ma,rtin di L ion e. I mazione dell'.ambiente in cui essi vivono allo stato temi in discussion e sono : 1) c< Il furto patologico »r larvrule. ,Queste trasformazioni sono conseguenoo. red. Ra.vi.art e N ayrac di Lilla; 2) cc Gli inf.ortuni causati dalle cor rent i elettriche ». rel . N avili.e di diretta de1 progresso dell'agricoltura e della scomGinevra; 3) e, Le ferttu da. 1proi ettili », rel. Piedeparsa della rpalude. Nel pome.riggio furono fatte alt1·e ·C omunicazioni lièvre di Parigi. IJ XI II Conmresso di Medicina Legale si ohiatutte interessantissime nei vari can1;pi del p·a lumerà Oona'resso di Medicina Sociale e degli info rdismo . , tuni sul lavoro. AVìrà luogo a P.arigi nell'ottobre Nella secon~ giornata parlarono molto applau1928, p.resieduto c1al prof. Broua.rdel. Fra le qu idi ti il dott. Castex sull' cc Ao1·tite malarioa » e il dott. Bonarino sui << Distilrbi gastro-intestinali stioni in cl jscussi0ne segn.ali1amo « Gli atti antinei malarici », ~ndi il rprof. Pitta.luga tenne una sociali nel cor so dell'encefalite let a,rgica n, re1ator e Fribou.rg- JJ] 3Jnc. conferenza sulla «-.Abitazione u.mia:na. nella e,pidemiologia della maLaria ». I l concetto fondamental e dell'O . è che il focol.a.io di endemia malarica VII Congresso tedesco di Urologia. • di ogni r01gione di malaria è raip~:resenta-to da.I Si a dunerà a V i<'nn.a dal 30 settembre al 2 otdomicilio uma.no. Egli studia le circostanze nelle tobre, nella Ca.sa di Billroth. Argomenti princ]paJi qua.li si determi1113, l'addomesticaz.ione degli ano- in diisoussione: « L',a,nuria : p1ato]ogia,, f,armacologia feli e ohe egli chiama fattori di do mesticità; es- e tei·.apia » ; « N eoforma.zioni maligne della vescise11zialmertte il oa.lore, la presen~a di .animali di ca». Al Congresso sarà 11nita un'~posizione. P er sangue cal:tlo, la m.aggiore facilità ai alimento, inf ormaizioni r ivolgersi alla segrete1·ia: Frai1 kgastanto per le femmine come per i maschi deg1à ano- se 8 (Bilh·othhaus), Wien IX (Austria). feli, pe1· g.u esti ultimi dovu ta .alla IPTossimità di orti e resti orga11ici in dipenden za della casa e Ente Nazionale per la organizzazione scientifica finalmente la pTesenza rd,i acqu e peridomestiche del lavoro in Italia. che .a gevolan o l.ai deposiz~one de}le uov;3. senz.a Il 12 ,aprile si è ri1:11nito per la prima volta il lunghi voli aJle femmine fecondate. D a numerose Consiglio direttivo dell'E11te Nazion.ale per l.a orosservazio ni ,aJ riguairdo 1'0. trae le conclusioni g.anizz;azione soientifica de.I l a.vioiro IJlresso la Cadi ordine .pi:r ofilattico che tendono a d accentrare mera di Commeroio di Milano, sotto 1a p residenza ne1l'abitazi0Jle urna.ria e nelle racque peridomestidell' ing. Francesco Mauro. che tutta l,a lotta .antimalarioa. Fu pr oposta la istituzione di corsi speciali pr esNella stessa {Porn.ata il prof . .AJessandrini, a lla so scuole sUiperio:ri, tecniche e scuole pr0fPSSionali, presenza di tutte Je .autorità mediche argentine e dei r·a(ppresentanti degli Enti pubblici it.aliani, .oltre ·aJ:l:a pub1b licazione di un bollettino che dia conto· agli industriali di qu,anto viene contin uaillustrò l'organizzazione antimalarica 'in I talia, proiettando u na meravigliosa film ohe la Dire- mente f.atto iall'Estaro ed in ItaJi.a in materia . Fu nomina.to segr etario generiale del n1u ovo Ente 1' on. zione Generale di Sanità volle che fosse fatta e che l'opera inst~ncabile e artistica del pro.f. Go- Olivetti, e pre31cJElnte onor.ari o i1 Ministr o della sio s09·p e or~anizzare. Essa ft1 str.aordinariamente Economia N aziionale. Fu anche stabil ito di formare ammirata ed i] prof. Alessandrini è stato invitato i.n Sèno .a} Consiglio direttivo u.n comitato èli poche a ripetere 1a proiezione in alcune rprovincie della persone per concretare il pia.no dri azione ed iniRepubblica e al rito1;no del suo viruggio ne~le Isti- . ziarne lo svolgimento. In questo Comitato m.anoano riappresentanti detuzioni Italiane dell' Argenti11:.·1.. gli studiosi di fisiologia del lavOO'O•. 11 giorno 13 il prof. Ascoli tenne una con ferenza sulla cc Chin.a e i suoi alcaloidi », nella quale, do!10 avere tracoiato la storia della ohina, distin- Ospeda·le Italiano dl La Plata. Una recente relazione della cc Società I talia.Ila guendola in quattro periodi: clinico, botan ico, chimico e biolopjc0, e fatto noto i l consumo. mon- di Beneficenza » dimostr a lo svùluppo poderoso asdiale di essa, suggerì di estendere nelle regioni sunto d.all'Osipedale Umberto I di L a PJat.a, dal . equatoriali 1a coltura delle cirnchon e. P rospettò 1903 ad oggi . N eil'11l t iIIll()I esercizi.o .amministrativo si sono iniziate e. compiute importanti opere: si quindi il iproblema economico e socia.l e per cui ogni nazione, con una politica sua propria, deve è introdotto il ser vizio di, calefazione r a.diale nei procurarsi 11el modo rpiù facile, piq sicur o e meno diversi corpi di faLbrir;n., si è ]pr ovveduto alla sala costoso u11a quantità di chinina Siuffi.ciente pe:r da raggi X, al labor atorio microbiiologico, all'.a:mpJiamento delle 5al~ operator ie e dei consultorii, tutti i suoi malarici. Oltre a queste conferenze i deleg.ati italiani si è costruito un dipartimento speciale pel personaJ.e sta,bile dello stabilimento. hanno fatto altre comunioa.zioni di i'lldoje clinica, (Dalla cc Semana Médica », 1 lug. 1926). igie11ioa e profilattica. A. Pozzi. 1
1
1
1
I
•
-
[ANNO XXXIII,
FASC.
33]
SEZIONE PRATICA
1175
.
Un Istituto per la cura dell'adenoidismo a Roma Il Governatorato di :&orna il quale sta attuando un vasto programma di pz:ovvidenze iper miglior.are le oondizioni fisiche dell' infanzia e per combattere l.a t ubercolosi, ha deciso la creazione di un 81pposito Istituto per la cur.a dell'adenoidismo. I l nuovo Istituto comprenderà una sala oper ator i.a, t1n.a sala di dege11za ed avrà un .apposito r eparto per la cura post-Qpera tari.a, che consiste nelle inalazioni oollettive ed individuali. La terapia inalatoria collettiva si pratiohe:rà in un'ampia sala ove potranno trovar posto circa 50 bambini per volta che con ~pposita ginna.stioa medica in.aleranno le nebbie secche delle acque salso-bromojodiohe di Sa.tsomaggiore se a.vra11no biso•g no di eccitatori del ricn.mbio opipure le nebbie di soluzioni calciche, ap1p ositamente prepara te, se bisognosi di rimineralizzare i loro organismi. In altra sa.la sarà impiantata una batteria di inalatori individuali, che permetterà di praticare caso per caso inalazioni di speoiali sosta11ze.
Scuola-Conv itto infermiere presso l'Ospedale britannico di R<>ma. Sono .aiperte le isorizioni pel prossimo anno scolastico nella Scuola Convitto Infermiere annessa all'Ospedale Britannico di Roma, in via Santo Stefano Rotondo 6. · Questa. Scuola, fondata nel 1908, ha diplomato fin ora 138 infermiere p~·o venienti da tutte le parti del regno. N1on si ammettono alunne esterne. L à Semola conferisce taluni posti a retta ridotta a signorine di ~ecchiata moralità, appartenenti a famiglie di u fficiali morti o feriti in guerra, od orfane del terremoto. P er pTogrammi ed informazioni rivolgersi alla direttrioo della Scuola, in via Santo Stefano Rotondo, n . 6 - Roma.
ed a tenere il caipo coperto da un berretto anche esso di tessuto bianco. Tanto il camice, quanto il berretto, dovraJJn o essere in stato di perfetta pulizia. Gli esereenti dei forni sono ten uti resr;>onsabili dell.a osser-vanza di questa disposizione.
Contro il pericolo dell'idrofobia. Il prefetto di Ro1na ha e.manato un'ordina.zwa in data 26 luglio 1926 allo scopo d i provvede.re Ml una pii1 efficace profilassi dell'idrofobia nella p.ro. . v1nc1a.
L'Accademia .Medica .A.asina. Si è .adun ata nell'Ospedale Civile di Jesi. il 21 giugno sotto la presidenza del prof. Gior gio Gio1·gi, e il 21 luglio sotto Jia pl'esidenza del prof. Edgardo Cardin.a li. Alla p.rima di queste ad una.n ze furono fatte comunicazioni dai soci Maurizi~ .A~ngele.lli, Medi, Co:r.,;>ari, Ovitabile e aJla seconda dai soci Giorgi, Rapisard.a, Ovitabile, Cop. pari.
Record di nn datore di sangue. Jl facchino Raimondo Briem di Parigi in poco più di un a n110 e n1ez.w ha offerto 87 volte il suo sangue per trasfusioni: fra tutto 22 litri. Egli detiene probabilmente un 'record.
La Scienzn. medica è stata colpita da un'aJtra d<JlOrosa peTdita. il 2 giugno U . S. moriva a Londra si.r \VILLIAM LEI S HMAN, tenente gener ale medico, direttore del Servizio sanitario dell'Eser-
(
Consultorio prematrimoniale a Milano. Il Comitato Milanese dellia Croce Rossa Italiana ha deci.so d'istituire un Consultorio igienico per aspiranti al matrimonio, .a somiglianza di un altro ohe già funziona a Vienn a. Un'ampi a relazione è stata estesa al riguardo d.al p,r of. Alfieri . 1
La pasteurizzazlone del latte obbligatoria a Verona. I l Consi glio ·comunale di Verona ha stabilito ch e t11tto il latte destinato a.1 pubblico consumo debha, prima di porlo in vendita, essere sottoposto alla pastet1rizzazione.
La divis • a dei tornai a Roma . I l Governatorato di Roma ha disposto che gli operai addetti alla oonfez.ione del rpane e della pasta sono obbligati .ad indossare du1·ante il lavoro un camice di tessuto bianco lungo sino al ginoochio
cito britannico, insigne c11ltore di medicina tro~ioa,le. Ern. n.ato nel 1865 a Glasgow, e nel 1887, cioè .a soli ventuno anni : era ufficiale medico del]' Arma.t a lngJ~e .
1176
lL POLICLINICO
}, u i11 quell ' evoca mandato nelle I11die dove tra i 1primi compì utili e ben note ricerche scientifiche nel oa111po delle 1nalattie tropicali. .N l>] 1900 !u as:;,i.... tente alla oattedra di Patologia nella Scuola di Medicina Militare: dur.ante questo tempo egli fece l'i1nportante scoiperta dell'agente etiologico del kala-az-ar indiano, che egli isolò dalla polpa SfPlenica di un soldato proven1iente da1le J1ndie che era morto di febbre dum-dun1. Il paa:assita del kala-azar, che era stato alouni an11i prima intraveduto ma 'JL011 bene identificato dal nostro Pia11ese, fu dal Leishma.n co;rrupiutamente stt1diato e classificato come un probabile stadio di Yita del tripa11osoma; i11 seguito il Rogers di Calcutta riuscì .a coltivarlo classificandolo un fLagell ato . E sso fu da Donovan isolato anche dal sangue cli un amn1ala.to per cui al parassita fu dato il no1ne di L eishmania donovami in se.g uito r iconosciuto causa di altre affezioni: Kala A.zar infantile (Pianese), bottone d' O.riente (Wright) Leish1naniosi delle inucose (Splendore), rper ·cui al gru•ppo di ta.li mal attie fu appunto dato il nome di leish111aniosi. Il L eishn1an fece delle lungl1e impartanti investigazio11i su1lle febbri ricorre11ti, stud:Uando con gra.nde diligenza le varie fasi di vita dello spirochete , dimostr,ando la sua tr.asinissione ereditaria sulle zecche, e la fase di agglutinazione di esso. Nel 1912 al Congresso Internazion·ale di medicina militare in L ondra illustrò i suoi lavori sul vaccino antitifico che egli da dieci anni avev.a studia.t-0 con Wright, aip1plicandone su v:asta scala gli
[ANNO
XXXIII, FASC. 33]
csperi1ne11ti sia nella gut:1rra del Sud Africa che nelle Indie, e dimostrandone il potere protettivo. Allo scoppio della guerra del 1914 sir Williia.m Leishma n ebbe di fronte il problema di proteggere le prime divisioni che si erano recate in Franoia. Non c'~ra tempo sufficiente per fa1-e le due t~adizionali iniezioni a tutte le tr~pe e il Quartiere Generale, temendo che gli uomini fossero incapaci di arrivare in efficienza rperfetta neUa zona di operazione, si oppose alla profilassi antitifica. Leishman convinse i Generali che i 100·0 timori non eralllo fondati e superò la difficoltà delle due inie.?ioni vacciniche, inoouLando una sola dose di mille milioni .alle truppe. Ir1 seguito fu tla lui proposto il vaccino ·polivalente co11tro il tifo e i paratifi che diade .r isu.J tati brillantissimi. Fece 1parte della Oommis&ione per lo studio della febbre gialla 11el W~t Africa e dell'D ffi.cio medico coloni.a.le per l' Afrioa tropicale. Dur.ante la guerra fu membro della, Commissione ·Sanitaria Interalleata, e ispetto·r e sanitario delle tru1p1pe americane in Francia.. Nel 1918 fu a ca.p o dell'ufficio per lo studio delle malattie tropicali e dei prohlemi di patologia inerenti a1Je vario wne della guera-.u.. Nel ou1to 1per que~to grande scomparso resta un'altra bene.inerenza; fu cioè un uomo di gran cuore, nobile, generoso, mod~to. Alla. Sua memoria il Policlinico manda un reve1·ente sa,luto.
R.
RIBOLLA.
Indice alfabetico per materie. Adren.a],i11a locale .
nel!' anestesia
Angi o lu·poid(~
.
r egion ale
e . Pag . 1168 • )> 1163 ter3'pia dE>lle
Articolazioni: ~z iologia t3 malattie oroniche Aspirina.: son1ministrazio11e Auto1nobilis1no: pericoli e i11siidie Bi~l1ogra.fia
•
)) )) ))
1157
))
1164
)) Ca.n10111illa: azione antif]ogistica Congre~<.;SO n1edico Sucl-An1eric~110 » Cru11uca del ·n1011i rn,P;nto pro fessiona le » Oute: desquamazione p1'Ìmaverile ed estiv.a. alle mani ed ai piedi . » E s enza di trementina in terarpia » Fibron1i della parete addominale » Fistola ct1tanea cervicale d'origine dentaria. . )) F oro dii Botallo: persistenza ai r.ag.gi X )) )) Lrqgi e decreti san,itari
LF.lSHMAN
fv1R(
1168 1173 1172
1162
Pa g . 1170 )) )) ))
))
» ))
))
» ))
1165 1166 1166 1168
1146 1169 1166 ] 167 1162
))
1162
»
1165
»
1165
»
1167
»
1161
))
115.3
É vi6tata la riproctunone di lavori pubblicati ml POLICLINICO e la pubblicazion~ <lei
sunti <ti
•
w.
Diritti di proprlet• ri••rv•tl. -
1160 1168
Licen ziamento illegittiuio per inabilità fi sica . . . . Morbo di Pa.get . • Occhio : sindromi isteiriohe Occhio : ustioni • Os.si·g eno: uso terapeutico Rachitismo : concetti moderni sulla cura Reazione di sedirnentazione dei globuli rossi (Fal'haeus) : sig11ificato . . Retina·: emon·agie . . . .,eleros.i a pla<:che: segni oftalmoscopici Spalla cosidetta « a scatto » . Spalla : nuovi ·p rocedimenti per la riduzione delle lu..c;sazioni . Splenect-0mia: indie.azioni nella malaria . crorucn. Splenectomizzati: colesterinemia . Stramonio (Ilelle sindromi p.arkinsoniane Trapianto osseo per pseudoartrosi co11genita della gamba . Trau111i e tubercolosi .
))
swnta mtarne la fonte.
tiom& · Stab. Ti.po-Lit. Armani di H . Oonrrler.
1167
1165 1152
1169 1170 1176
V. Aecor..1, Red. reap.
A.NNO XXXIII
Roma, 23 Agosto 1926
I
Fase. 34
...
fondato dai professori:
GUIDO BACCELLI
FRANCESCO DURANTE
SEZIONE PRATICA
REDATTORE CAPO: PROF. VITTORIO ASCOLI SOMMARIO. Rivi ste sintetiche . l~ . Moro e G. Biraini: Pleurite tu-
bercolad-e e immunità. istogena. .:OssP.rvazioni cliniche M . Fabeti: Oont:nibuto a,lla conoscen~ della sirìldde ipiigmenta;ria. Note e contributi : L. Urbani : Quando si deve opera.re .l'ruppendioite? Commenti : B Mduzzi : Per Maurizio Bufalini. Sunti e rassegne : SANGUE: E- Slutter: L'analisi caa>illa•l'!e del sangue. - H. Wa1degan s : La vitalità delle emazie neJJ.a. t1·asfu~ione diretta. - Lieht e HaTtmann : Sull~ quef!tione della. « .a.gu:anulocitosi n. TUMOPI: Neugebauer: Adenomi delle gh'i,a,n,. dole sudoripare niella ci-0atriiioi qperatorie. - Venger: Trattamento degli •® itelli.omi del m.ascell1arre S1Uperi-0re con l' aesoctai.z.ione oehirurgta-ru rd. teraipia. 1
'(len,n i· bibliografici. Servizi igienico-sanitari : Conferenza Saruitaria. Interna·
zionale.
•
Accademie, Società medi che
Ohirurgùea Bergamasca. ·
Congressi : Società Med.ico-
'
La roansa. del col.00e -chiaro .Jell'urina !Del rene sclerotioo. · Una S])ecial~ reazione dell'u.rina nell'•i ttero rinfettivo. - CASI STIC.\. La psoite. - Miioecleroei ~ri mitiva, e simmetrica dei muscoli posterioni degli arti daif eriori. Sulla sindromie d·i Volkm.ann. - TERAPIA : I Wa.ttamenti moderni oontro la scabbia. - Nella forfora grassa. Cura della pityriia.sie versioolor. - Nelle seborree cutanee. - Ant ipTUl'tg1inosi. - VARIA : Sudore sanguigno e stig.mate religiiose.
Appunti per il medico pratico :
1SEMEIOT1cA':
Nella vita professionale : MEDICINA SOCI ALE: SoClietà !Per g1li studi della m alaria.. - Con·c orei. - Nomine, promozioni ed onorii:ficenze. Notizie diverse. Indice alfabetico per materie.
·SOLLECITAZIONE
I signori abbonati che non hanno pagato ancora la seconda rata seme· strale a compimento dell'importo del proprio abbonamento pel 1926, sono vivamente pregati di farne sollecita rimessa, mediante vaglia postale. LUIGI POZZI.
L ' EDITORE:
N . B. -
Det vaglia postale che si invia devesi conservare il polizzino di ricevuta.
RIVISTE SINTETICHE. SANAT. POP.
<<
UMBERTO I » IN PRASOMASO (.SONDRIO)
Direttore: Dott. iM. BERTOLlNI.
1
Pleu1·ite tubercolare e immunità istogena. Dott. ROBERTO
MORO
e Dott.
GIANNI PIRANl,
1
assil:;t.
La tubercolosi -è la causa più comune della -pleurite sotto tutte le 5ue forme anatomiche; sierofibrinosa, emorragica, purulenta. (I. Strauss). La cosidetta pleurite a frigore iehe ~er tanto -tempo fu ·con si'derata come un tipo d'affezione infiammatoria franca trovò però anche per i'l passato molti A1A. che affermarono per essa la natura tubercolare ; oosì Benutz-Leudet.,Landouzy senza negare in mo1do as&oluto la pleurite a fri. gore, la ritennero come assolutamente eccezionale. Landouzy pensa che l'elemento etiologico vero, la ca11 a determinante &ia la tubercolosi. Keli.sch e Vaillard in un loro importante studio su 16 casi di pleurite i·n sorta in individui 1p recedentemente sani e vigorosi, -poterono in modo indubbio sta biljre per essi la natura tubercolare. 1
La natura tubercolare di molte pleuriti può passar e inosservata per la difficoltà . di poter mettere i n evildenza con i comuni mezzi oo1orainti, il bacillo di Kocb, dato la scarsità di esso nel liqui!do di essuùato, ma le inoc ulazioni in cavia del liquido stesso danno quasi sempre riiSultato positivo. Anche Eichorst, per .citare solo uno degli innumerevoli autori, nella sua Clintca di Zurigo afferma di avere ,p rovocato lo scoppio del'la tubercolosi in cavia con inoculazion e di liquido pleurico nel 50 % delle volte su 243 casi dii pleurite sierosa. Le &tatistiche degli AA. quantunque non concordino in modo assoluto, ammettono in massima che almeno il 70 % delle pleuriti siano tubercolari. Rtconosciuta dunque per la gran1de maggioranza dei casi, la natura tubercolare della pleurite, la nostra attenzione è stata richiamata su alcuni fatti che ci sembrano degni di nota. Essi corr.ispondono ai punti interrogativi che qui sotto formuliamo e che costituiscono lo scopo del presente lavoro : 1 ) Data la frequenza della ipleurite tubercolare, 1
1
•
1178
[.t\.NNO XXXIII, FASC. 34J
LL POLICLINICO
percl1è ·essa si n1anife::,ta quasi ~empre nella forma fibrjnosa, (pleurite secca) quan1do è concomitante una tbc. polmonare ·conclamata e invece russume la forma sierosa o siero-1'ibrino-;a (pleurite umi·d a) quando il reperto 'Polmonare è ancora 5ilente per manifestazioni tubercolari? 2) Perchè dopo una pleurite estesa o a decor~o grave le .condizioni generali di un in·divi'duo ammalato di tbc. polmonare tendono, almeno per un discreto 1periodo di tempo, a migliorare? 3~ Perchè nel pneumotorace terapeutico la pleurite sierosa è la complicanza quac;i normale men• tre 1q ui la tbc. •del polmone è sicuramente ad uno stadio avanzato? Questi tre gruppi di ·d<1mande che forse pos. sono sembrare slegati tra •di loro noi pensiamo possano invece tro,·ao.~e un a!dtdentellato. Noi li abbiamo consideraiti così staccati, unicamente per metterli in maggior rilieYo e tracciare 'CO!Sì lo scheletro del lavoro. :VIa l'idea informatrice che dovrà iservire alla risposta rdei quesiti iè unica e servirà a rproiettarli 50tto un unico punto di vista. La ple11ri1te umida ci si presenta quasi costantemente con i caratteri e con la gravità di un jprocesso ·i nfiammatorio acUtto primario. Essa colpi:sice principalmente i soggetti· che non hanno degli antecedenti tubercolari notori. :R .p recisamente questo fatto, che ha reso difficile per tanto tempo l'attribuire con certezza alla pleurite .sierosa, la natura tubercolare. Essa è es5enzialmente una malattia dei tSoggetti sani, dice Bezançon, e ·si osse.i·,1 a come eccezionale rarità nei comparti specializzati di tubercolosi. Che l'infezione •della ,p leura sia avvenuta per continuità ,da un piccolo focolaio tubercolare misconosciuto del polmone. o per via linfatica da qualche ·g anglio, -0 in altro modo; che insomma dal ipunto ·di vista patogenetico essa &-ia secondaria sta ·bene, ma il focolaio primario da cui ' ha avuto origine non assume im'Portanza clinica; quello che interssa allo scopo della malattia è propri-0 solamènte il processo infiammatorio pleuriti co .che può qualche rara volta diventare tanto grave ·da minacciare la vi1ta del malato. In simili ·condizioni è logico ammettere che la pleurite si con·si'deri sia pure solo dal punto di vista clinico, una malattia primaria. Prima e ·durante lo sviluppo del processo mor~ boso. il rilievo semeiologico del polmone non mette ql1asi mai in eYidenza lesioni tubeircola.Ii. Così 'Pure. all'infuol'i del ''ersamento. resame radiologico nulla riYela a carico dei polmoni che si presentano, qua5i costantemente, perfettamente integri. Bezançon in un -110 recente lavoro dice che all'esame radiologico. su 51 pleuritici, immuni 1
1
da ogni precede11te personale di tbc.; 36 1Presentava110 polmoni pel'fettamente sani e degli altri 15 nei quali si notava quarche anormalità non si tratta,1a che tdi una lieve a ccentuazione d·elle om bre bronchiali o di .qualche opacità apicale. Collaterali ricerche di labo1'atorio dallo stes50 Bezançon eseguite, confermano l'asserto che in presenza di pleurite sierosa, le condizioni del }Jolmone sono sempre so·ddisfacenti. Egli infatti dice: cc Dopo numerosi a1111i dacchè ricercl1iamo sistematicamente nel sangue dei nostri pleuritici la deviazione del com1)lemento ri1spetto agli antigeni tubercolar), siamo stati colpiti 1dal fatto che la loro a.ssenza è ·di regola in periodo prossimo all'inizio della malattia. Ora sembra ben ·dimo5trato ormai che questa reazione, per poter essere messa in· evidenza, ricl1ie:de lesioni tubel'Colari relativamente pirofon'Cle ed antiche. :Nei pleuritici a~pare soltanto ta:rtiivamente, durante ed anche alla fine dell'e, oluzione pleurica. Al contrario, appt1nto in tali ammalati, abbiamo osservato le rpiù forti e più precoci reazioni tubercolintche; ora simili violente reazioni i1on si vedono &e non nell'adenopatia tracheo-bronchiale o nelle scrofole dell'infanzia; esse fanno perciò sembrare la !Pleurite. parente piutto1sto delle manifestaz)oni e•s teriori della tlubercolosi, che non delle profonde distl'uzioni del parenchima polmonare ». Che rosa riscontriamo invece tutti i giorni in nn amm·alato idi tubercolosi polmonare? La frequentissima presenza di pleurite secca; talchè essa è si può 1dire. non una complicanza ma uno clei fatti morbosi che accompagnano di norma, in qualche momento, lo sv·olgersi del processo polmonare. :Non solo, ma mentre sono frequenti le pleuriti secche succedentesi anche a non lunghi inter\ralli ·di tempo n ello stesso in•diviiduo, è difficile •che qualche co&a di analogo avvenga per la pleurite umida. La differenza sostanziale 1dunque del comportamento della pleura nei •due diversi momenti (di quando cio è la tubercolosi polmonare Jion esiste come malia ttia e di 1quando invece è conclamata) risiede nella diY·ersa manife1stazione anatomo. patologica della reazione infiammatoria. Nel primo caso si ha una vascolarizzazione conge&tiva della 1p leura, l'eruzione alla sua superficie di una moltitu1dine di fini granulazioni e un essudato costituito da liqui•do sieroso mescolato a tenuissime false mambrane rossastre. L'epitelio pa,·imentoso .si desquama e lo strato sottostante .di tess11to connettivo s'infiltra di ce1lule embrionarie e di numerosi linfociti. Spesso il tessuto 1p olmonare viciniore è congestionato. in1
1
1
1
1
•
I
[ANNO XXXIII, FASC. 34]
SEZIONE PRATJCA
filtrato di fibrina e di leucociti. L'essudato può raggiungere i mille e i duemila eme. Nella !orma secca invece non si forma l'essudato, l'epitelio pavimentoso si intorbida e gli elementi cellulari si rigonfiano, ma il processo infiamn1atorio tende a ripararsi assai più prontamen.te. A questo punto prima di procedere oltre ci sembra op'Portuno ri chiamare alcuni fatti di or. dine ana1o·g o: la tbc. del peritoneo è sempre una localizzazione grave dell'infezione specifica; il peritoneo è i.nvaso da tubercoli grigi lungo gran parte 1d ella sua estensione e specialmente lungo il 1decorso delle vie 1infatiche. L'e5su·daziO'Ile della .sierosa ~ la regola e l'e'>su•dato può alcune volte raggiungere la quantità di qualche litro. Ma in questi casi in che condizi.oni si trova l'intestino? Ben raramente noi siamo in graJdo di constatare in esso delle lesioni tuber·colari. La tuber.colosi del peritoneo è una malattia d·ell'inf anzia e altre localizzaziO'Ili tubercolari sono ben difficilmente ri&eontrabili. D'altra parte quando siamo in presenza di una tbc. ·dell'intesti'n·o il iperitcmeo è sempre coinvolto, ma le reazioni peritonitiche assumono il ca~ ratte.re •della peritonite fibrosa. E frequentissimo trovare le .p eritoniti localizzate, 'Plastiche, specialmente 'in corri51Pondenza ai tratti lesi 1a,ell'intestim.o, alle ulceri tubercolari dove si formano aderenze, briglie, placche che cir.coscrivono il processo peritonitico tubercolare. Le es•s udazioni a:bbondanti generalizzate mancano quasi sempre. La tubercolosi intestinale è una malattia 1dell'adulto e sempre secondaria a'Cl altri focolai tubercolari. E co&i nell1e 'POlisierositi {processi infiammatori che 1sono di certa natura tubercolare. Cfr. Cardarelli) .quasi mai è po·ssibile ri'scontrare la tbc. degli organi dalla sierosa ammalata, rivestiti. Questi fatti •da noi brevemente ri~ordati non hanno certamente valore as&oluto. Pleuriti umide si hanno in col'so di tubercolosi polmonare come ipleuriti secche insorgono prima che si renda evidente ·un fatto polmonare, nella stessa guisa che i reciproci rapporti di reattività inifiammaioria tra intestirno e peritoneo non si comportano sem'Pre nel modo so'.Praccennato. Resta 1sempre vero però, per la grandissima ma·gigioranza dei casi, l'osservazio·n e generale SQpra 1detta. Ed ora pas5iamo a cercar.e di dare ai fenomeni sopra enunciati una S'.Piegazione che ci servirà per rispondere anche alle altre due domand·e proposteci all'inizio del lavoro così da dare a tutto il complesso una :sola unità di veduta. 1
1179-
* ** A tale sco~o è d 'uopo ricordare i seguenti fatti: 1) La clinicà 1della tubercolosi ci dimostra come lo stato di reatti\rità dell'individuo varii quando esso abbia subito una prima infezione. Cosi mentre come è noto la tubercolosi nei prin1i anni Idi vita d~conre a:bitualmente come forma gene;ralizzata ed ha sem·p re un anldamento· grave e frequentemente mortale, nell'adulto essa assume la forma ·cronica a lento decorso con spiccata tendenza alla localizzazione; e questo diverso comportamento noi sap'Piamo essere dovuto, come chiaramente confermano le reazioni alla tuibercolina che negative nei primissimi anni di vita si fanno positive nella grandissima maggioranza lde. gli individui adulti, a pregresse piccole infezioni che hanno con-ferito all'organismo una maggior~ resistenza alle successive infezioni. 2) La legge di Marfan da lui enunciata 1sin dal 1886 non è se non la "onferma clinica di quello che più tardi 5i doveva provare sperimentalmente; essa dice che l'uomo presenta una notevole refrattarietà all'insorgere di forme gravi di tuber· colosi se ha sofferto ·di scrofola 1durante l'infanzia. 3) Cosi è noto come isui luposi o in portatori di' focolai tuber.colari extrapolmonari, se &i ammala di tubercolosi il polmone, il processo tubercolare ha quasi 1sempre un andamento a lungo decorso. con ten denza alla fi'brosi diiflf-usa. . 4) E particolarmente iè nozione sicuramente acqui.sita, che un vecchio pleuritico non contrae quasi mai in &eguito una tubereolosi miliare acuta: €sso può divenire un tisico e accade di frequente che lo diventi se si esipone a contagi ripetuti e massivi, ma la malattia prende in lui una di quelle forme torpi1de compatibili col lavoro econ le apparenze di buona salute durante lunghi. anni (Calmette). 5) Fenomeno di Koch {1891). Liniezione sottocutanea di baicilli di Koch fatta su cavia sana, produce nel luogo l(!'inoculazione un'ulcera a tarda insorgenza, a decorso croni co. che accompa:gna l'animale sino alla morte. Se invece la stessa ino<:ulazione viene fatta nel sottocutaneo di cavia già. tubercolizzata, essa provoca una flogo si violenta,. una rapida necrosi nel punto di inoculazione,. colla eliminazione delle :parti necrotiche e deter5ione ·dell'ulcera che procede rapidamente verso la guarigione. Tale reazione si ottiene anche con germi uccisi col calore. 6) Calmette e Guerin nelle loro esperienze condotte f ino dal 1907 sui bovini mediante iniezioni endovenose di 1dosi sicuramente mortali di bacilli di Koch, per animali sani, poterono dimostra.ire che tali dosi iniettate in animali già tubercolotici 1
1
•
'\
1180
IL POLICtlXTCO
provocavano solo un hreve p eriO'do ·cli malessere e di ipertermj a, lasciandoli poi in co11dizioni apparentemente n ormali. donde concludevano cl1e gli animali già tubercolotici sono russai più resistenti di quelli sani all'inoculazion e con· bacilli di Kocti 7) Persino nella ·Cavia, tanto sensibile, una prima infezione tubercolare, e tanto più quanto piu ..essa è blanda (H. Selter) può creare un vero stato immunitario così da rendere l'animale resistente alla r einfezione con U'n a dose siicUJrarrnente mortale per i controlli, •di bacilli virulenti p er qualunque via inoculati (Micheli). 8) Nel 1909 Romer dimostrava cl1e nella cavia e nel montone la tbc. di reinfezione prendeva sem. :pre un an1damento cronico. 9) N·e gli animali vaccinati con bacilli di Koch dt scarsa virulenza, si riscontra res~stenza superiore alla norma alle inoculazioni di bacilli di Koch • virulenti, pe~durante fino a quando in essi si può mettere in evidenza ipersensibilità àlla tubercoli. na. Questa ipersensibilità a sua volta dura finchè restano presenti nei tessuti i bacilli inoculati com.e vaccino; ·dopo la loro 1scomparsa, la sensibilità e la resistenza ritornano alla norma (Zironi). Tali fatti , uni.t amente ad altri con1dotti con uguale rigore di tecnica ormai noti da tempo e -che noi tralasciamo •di ricordare per brevità, sono l 'espressione id i uno stato immunitario che .si stabilisce nell'organismo animale attrave:riso dosi succ~ssiv-e € sufficientemente blande di ba:cilli. Da che cosa sia provocato codesto stato immunitario, qUJale ne sia l'intimo mieccanismo d'azione, costituisce quell'oscuTo e quanto mai intricato ~ampo 1 dell 'immunità tubereolare ch10 tormenta da anni gli stu1diosi; :pur tuttavia sebbene ancora vaTiamente interpretato, oggi il fenomeno è, dalla maggioranza idegli AA. mo'derni attri'buito alla reazione istogena . .Noi non inlen1diamo di riportare qui tutte le osservazioni e le teorie dei vari AA. su tale airgomento, ma ci basterà di ricordare alcuni fenomeni che ne ·costituiscono 1per così dire i capi sal.di •dimostrativi : 1) L'immunità tu bercolare non è trasportabile paissivamente col s angue da t1omo o animale infetto , all'indivi'duo san o. (T.o stesso avviene per l'ipersensibilità). 2) La presenza di anticorpi umorali nel sangue di individui infetti, presenza non sempre costante, non è che la testimonianza di una reazione immunitaria che avviene in qualche punto dell'organismo, ma non è la reazione ste&sa (1Besredka) . 3) L'immunità è strettamente lègata .all'infezione e non dura che finch è dura l'infezione. (Lo stesso avviene ·p er ipersensibilità . 4) L'ipersensibilità come l'ilnmunità non sono t r asn1i&Sibili dalla maidre al fieto. Immunità e iper.se11sibilità sono ctunque lega•~ da uno stretto paralellic;m o. ~l a esse più. che rea1
1
1
XXXIII,
[ ANNO
FASC.
34]
zioni coo1,di11ate allo stesso f·enomeno, ma fondamentalmente indipendenti, si po8sono considerare espressioni 'diverse di uno ?f>esiso processo (•Nlicheli). E poicl1è lo stato allergi1co ·è un fatto di natura eminentemente istogeno, (come le affermazioni sopracitate lo ~·rovano ) l'avvi1cinarlo allo stato im~ munitario serve precisamente a illuminare la natura di quest'ultimo, il quale ha 'Per base l'associazione •di 2 fattori : una ipersensibilità verso il germe o i prodotti del suo ricambio, e una ca· pacità ·di r eazione maggiore che ·di norma {Zironi). Lo stato ·di immunità ver-so un notevole ·gru1p po di malattie infettive è infatti caratterizzato dalla ' capacità 1cte11·o(['gainismo immune di reagire più violentemente e più raJpidamente che di nonnat con fenomeni locali ie generalii, al contatto col mi1r.rorganiismo specifi1co o con certi suoi 'J)radott1 chimi.ci ·del ricambio (Ztroni). Ma la capacità ·di dare code&te reazioni abnO?"· memente intense, dipende esclusivamente da modificazioni dei tessuti tanto è vero che essa non è legata a caratteri umorali, non è traspcxrtabile passivamente col sangue. Essa ~ invece legata a mo·difi cazioni •dell'elemento cellulare, è cioè una •p roprietà istogena acquisita (Zironi). Nella tubercolosi poi questo carattere istogeno della immunità si rende manifesto anche nel corso della prima infezione, nella •quale, come dice Mich.eli, una buona paTte 1della difesa •è affi data allo speciale tipo ·di reazione infiammatoria cronica ·Che si svolge all'intorno dei bacilli penetrat1 n ei tessuti; alla proliferazione degli elementi fissi ·del tessuto connettivo vaS'colare e alla loro attj. vità ma:crofagica; all'infiltrazione linfocitaria e alla proliferazione del connettivo, intorno dei focolai morbosi. Ma 1dopo il superamento di una prim.a infezione gli elementi del tessuto connettivo-vaiscolare che fimita i focolai morbosi clini'Camente guariti mé' non spenti così come gli elementi del tessuto ·connettivo della pelle, ·dielle mucose e forse di tutto l'organismo, abituati allo .stimolo idei prodotti di secrezione o ·d i scissione del B. di Koch, ne sentono più sottilmente la presenza. La reattività dei tessuti viiene a.id esseTe straor·dinariamen·te .esaltata; ne fanno fede precisamente, il già ri'cordato fenomeno di Koch, e le r ea. zioni tubercolin!che, e le molteplici inda:gini istologiche e batteriologiche compiute sulla maggiore jprontezza e intensità delle reazioni macrofagiche e infiammatorie che si svolgono a livello delle relniezioni (Romer-Ronid oni, Selter, ecc. ), e le stesse reazioni tubercoliniche (Micheli). Ora noi dicevamo che la pleurite umida non è quasi mai concomitante a una tubercolosi conclamata del polmone mentre a questa corrisponde quasi ({i i1orma una 'pleurite secca. Ebbene. 11011 è for-..e questo un fenon1eno ana1
1
1
1
1
[ •.\NNO ~'X~III, FASC.
34]
'
.SEZIOKE
logo a quello che si ottiene sperime11talmente e che Koch 'Per il primo 110 osservato? L'essudazione fibrinosa id ella pleura, che rappre.. senta un prooesso più 1pronto e più rapido di ;reazione e di difesa al'infezione poichè ancl1e la 1SU3' seguente guarigione avviene più prontamente che nella forma umida con essudati sierosi sino a tre o quattro litri, non .è .forse l'espre5sione di un aumentato potere id i dirfesa 1del tessuto pleurico a quella stessa guisa che la icute della cavia pneventivamente tubercolizzata reagisce a·d una se. conda inoculazione dando esito rapidamente ad un processo di riparazione? La pleura già 1di 1p er sè terreno resi!stie nte al1'infezione tubercolare, per cui in esso l'infezione ha sempre un andamento benigno con esito in guaTigione, a:umenta i prropTi poteri idi difesa quando nell'organismo vi sia un altro focolaio i11 atto idi tuber,colosi. Nel caso particolare, la tubercolosi del polmone aiuta ;i poteri 1di·f ensivi 1del tessuto pleurico. E allora .n oi ·constatiamo, a livello del tessuto pleurico, un jprocesso in atto di immunità istogena, processo che si confon1de con quello infiammatorio e che id i ,esso ha il caratetre e il fine, cioè Ja tendenza alla ·g uarigione. • Gia•cchè noi rd obbiamo intendere per immunità ti1bercolare, non 1quella comunemente intesa ''enso altre malattie per 'Cui subita una prima infezione e da essa gu arito l'organismo risulta più resi,stente verso la prima infezione, bensì uno stato speciale di aumentata resi!stenza verso la super-infezione chè, come già dicemmo, ed eperienze innumerevoli condotte sugli animali 10 hanno chiaTamente 1dimostrato, l'immunità, non dura che sino a qu,an•do permangono nell'organismo bacilli virulenti. Dobbiamo jpensare che lo stato di super-eccitabi. lità difensiva creatasi dall'infezione nelle cellule dei vari tessuti, costituiJsca per l'organismo un succedersi .•di equilibri immunitari che vengono a stabilirsi fra i tessuti dei vari oJgani successivamente colpiti, per cui il processo ilnlfettivo sorto, sviluppatosi in una idi essi, ha creato un momento di eccitato potere difensivo in sè stesso e negli organi lontani. Forse questo concetto •degli equilibri e squilibri immunitari potrebbe 'dare una spiegazione logica •di quanto ·avviene nello stesso polmone ammalato, per cui a !Periodi evolutivi succedono ampie soste di riparazione. Codest9 po. tere, che un tessuto in istato di difesa infiamma, toria sembra avere, di ·eccitare cioè ad aumentata difesa cellule lontane di altri tessuti, elevando in altre parole il tasso di difesa dell'intero organismo, appare anche in altri campi all'infuori della tubercolosi.· Cosi i radiologi hanno visto che irradiando ad . esempio, a scopo terajpeutico, ancl1e una piccola 1
0
1181
RATICA
massa di tessuto an1111alato, come si fà nelle tumefazioni da ·morbo di Hodking, si poteva rilevare un miglioramento nelle co1-rdizioni generali e di crasi sanguigna, •dell'intero organismo malato. E d11nque questa idea che come abbiamo visto trova largo suffragio nelle esperienze sugli animali, nelle osservazioni cliniche sull'uomo (legge di l\1arf an, comportamento della tubercolosi :polmonare nei 111posi, andamento della tubercolosi n ei ,recchi pleuritici, nelle reazioni biologiche alla tubercoJ.ina, nel reciproco compo~tamento del 'f)eritoneo ver so l'intestino 1per cui è facile tro,rare ascite tu. bercolare con intestino sano e tubercolosi intestinale con semplice peritonite localizzata), que.sta idea cioè che ~n tessuto malato eccita i poteri difensivi dell'organismo in genere e idi un tessuto già naturalmente più resistente all'infezione in gra;do ancor maggiore, che giustifica la no$-tra ipotesi esplicativa sul diverso comportamento del· la rpleuTa in presenza di tubercolosi polmonare conclamata, o nella assenza ·di essa.
*** Col &econdo quesito enunciato all'inizio del lavoro, noi ci •domandavamo perchè dopo una pleurite essudativa le condizioni generali dell'ammalato subissero, sia pure per un periodo di tempo limitato, un .m tglioramento. L'osservazion·e clini:ca che a'P;punto a1'cune pleu, riti apportino nel idecorso di una tubercolosi IPOlmonare un notevole miglioramento, è di antica data e basterebbero i nomi di Huchard e Sa·bourin che appunto le chiama << pleuriti benefiche senza ricordare molti .altri autori che si sono occupati idell'aTgomento, per 1dare all'osservazione stessa tutta l'importanza che essa merita. A spiegazione del meccanismo d'azione ·di tali pleuriti, uno di noi ha recentemente pubblicato un lavoro r~portando statistica personale e a quello rimandiamo per le più am'Pie ispiegazioni. Qui noi abbiamo voluto solamente richiamare il fatto perchlè bene si ricollega logicam ente a quanto sopra abbiamo esposto. Infatti .senza entrare in troppi dettagli noi siamo d'avvi'so di poter collegare il fatto: pleurite benefica, con la serie dei fenomeni immunitari sui quali ci 5iamo 1più sopra intrattenuti. Ad un esaltato potere di difesa sorto nelle oellule dei vari tessuti ammalati ed 1n paa.1i'colrure del polmone per <>pera rd ell 'infezione 'Pleuri,c a in atto si deve attribuire lo stato di miglioramento generale nelle condizioni dell'organismo malato, non diversamente ida quello che abbiamo 'risto succedere, con reazione diremo così locale, tra pleura e polmone 1quallldo le cellule di codesti due tessuti siano rispettivamente infettate in modo da avere subito diversa alterazione anatomica. 1
)>
1
1
118'l
* ** Il terzo ed ultimo quesito diceva: co111e mai nel corso di un pneumo-torace tera'Peuti•co, quando cioè le condizioni del polmone ammalato 5ono sicuramente gravi, noi osserviamo tanto frequentemente la pleurite umida così 1da riteneTla complicanza normale nel decorso id i una pneumo-torace, mentre sino a d ora avevamo notato cl1e appu11to la pleurite umida è rara quando 5ia conco1nitante una tu'b ercolosi conclamata del polmone? Ci 1è 1sembrato logi1c o •di proporci una .s imile domanda appunto ~erchè questa obbiez.io11e sarebbe potuta nascere anche se si fosse considerato che il pneumo-torace altera completa~ente le condizioni della fisiopatologia polmonare. Ma è appunto alla grande variazione apportata arti.fj cialmente nei Taipporti anatomo-fisiolo·g ici della p1enTa e 'Ciel polmone collaissato , cl1e noi c1 dobbiamo rivolgere p er spiegare in questo -caso Ja f orma umi·da 1della pleurite. Forma umida che appunto assume la pleurite non già perchè la ple11ra reagisca in modo molto diverso che se il polmone ·s i trovasse in con·dizioni normali di ~spansior1e, ma perchè la comune essudazione fibrinosa che a polmone normalmente espanso dar ebbe luogo alla 'Pleurite .secca, trova nel fatto di -essere il rpolrr1onre collassato le cond;izioni pJ'ec~pue per un ulteriore sviluppo in abbondante essudazione 5ierosa. R ecentis1sime e molto importanti os5erv:azioni prati·cate ·dal :dott. Co,v a a mezzo della toraicosco~ia in ammalati rpneumotoracizzati e da lui molto -diligentemente descritte e illustrate in un prege''ole lavoro rd i imminente pubblicazione (ed al quale ,con ,suo 'Consenso attingiamo q·u esta affermazion·e) hanno messo i-n eviJdenza questo fatto: che l'essu·dazione fibrinosa comincia assai fre· quentemente in un punto qualunque della pleura (e quasi sempre 1della pleura viscerale) e di là e&sa si propaga per continuità e 5eguen1do le leggi della gravità, pr cui a'"riene 'Press'a po·co quello che si potrebbe vedere immaginando di lasciar cadere su una 'P arete levigata 1delle goociole di. cera liqui1da. .Jl 1dott. Cova ha cioè potuto osservare direttamente al toracoscopio, la formazione di codeste colonnine sierofibrinose, rilevate sulla superficie pleurica e ·Che stavano a dimostrare un proces.50 pleuritico in atto con tutte le modalità del suo svilurp. parsi per continuità su segmenti successivi di superficie pleurica. Ora questo fatto ci autorizza a 'Pensare appunto che la pleurite sie.r osa in pneumatorace non sia se non la comun e pleurite fibrinosa di un amm10.lato di tubercolo:si polmonare. la qlHlle trova nelle contdizioni rcli allontanamento •delle ct11e su'Perfici pleuriche la condizione necessaria e suffi ciente per di,·entare da pleurite Jocalizzata, 1plel1rite umida generalizzata. 1
•
(.l\NNO XXXIII, FASC. 34]
IL POLICLINICO
1
-
Come ancl1e dimostrano le osser,·azioni citate da Cova, molti&sime di quelle forme cl1e noi chia1niamo comunemente secche o fibTinose e cl1e co. ine tali almeno appaiono all'esame clinico, non sono solitamente ·che pleuriti siero-fibrinose, nelle quali l'essudazione sierosa è molto scarsa. Tale più o meno piccola quantità di li'quido quan-do non sia concomitante una raccolta gazzosa, ,·iene a,s. sorbita 111 loco mian mano che si va formando, dalla parte ancor sana •delle •due facce pleuriche a contatto le quali raiccoglienrdovi il liquiJdo in sottile is trato ne costituiscono una rnolto am1)ia su•p erficie di assorbimento. Allorchè in,·ece esiste un ·p11eumotorace. l'essudaio sieroso .non più tirattenµto in loco. ma sollecitato rd alla fo.rza tdi gravità sgocciola e si raccoglie nella parte più declive ctel cavo. Di più nel pneumotorace ·essendo i due foglietti pleurici allontanati e mancando quindi le condizioni di contatto sono fa,·orite le condizioni di ge. neralizzazione. Le goccioline ·di essudazio11e che scivolano sulla superficie pleurica, sotto'Poste comt=i sono alla •comune legge rdi gravità rapipre5en. tano il veicolo ·di seminagione dell'infezione su tt1tta la s uperficie pleurica loro accessibile. J movimenti poi ·dell'ammalato, che si trasmettono .a.d una '})Tima iniziale pi'ccola raccolta sierosa servono a continuare e a mantenere lo stato ' di infezion•e propagata e .g eneralizzata. Ma un altro fattore a nostro avvi5o molto importante e in accordo con l'ipotesi da noi emessa, i11terviene a ·spiegaTe la frequenza ·d ella 1pleurite sierosa in 1p neumotorace, in pall'ticolare quan'Clo essa sopravviene ·dopo pareccl1i mesi 1dalrinizio dell'intervento collassoterarpico. Il pnel11notorace cioè, ha migliorato le conidizioni del polmone malato; alcune volte ha indotto in e5so un ''ero e p·roprio aume11to ·del connettivo inter.stiziale, ha faYorito la fibrosi e l'incaipsulamento dei fo colai tt1bercolari; ha insomma guarito clinicamente le lesioni. ha messo in silenzio i fatti infiammatori. Ed ecco che allora la pleura, sicura·miente infetta, reagisce come di norma. come quando il polmone non è a ncora ammalato. e dà esito alla ,·asta. copiosa es511dazione sierosa. Si ·è in altre parole riprodotto il fatto di uno stato generale soddisfacente con lesioni 'Polmonari minime o nulle. ed ecco che la pleurite si è ripres·e ntata coi caratteri di violenza cl1e aYe,,a a polmone integro o quasi. Tre fattori adunque concon·ono a dare la pleurite umri.ida nel pneumotorarce : 1' Ja 1pii1 facile disseminazione dell'infezione: 2) la 'diminuita ~ uperficiP 1di asso rbin1~nto: 3) le migliorate co1l!dizioni ·d el 1101mone compres o. ..\ suffragare poi l'ipotesi cl1e le pleuriti u1nicte in pneumotorace non siano che la trasformazione 1
1
t ANNO XXXIII. F ASC. 34 )
SEZIO~E
meccanica, per cosl ·dire, di una comune pleurite fibrinosa, ·s tanno i piccoli versamenti afebbrili rc he accaide sovente di con statare 6-7 ore ·dopo la c )~tituzione 1di un 1 pneumotorace terapeutico. Non è logico ammettere che in cosi bre,re la&so di tempo e senza reazione termica si .sia potuto costituire un, sia ·p ur mo•dicissimo essuid ato sieroso, mentr·e 1è in 1questi ca5i assai facile ren1d~rsi co11to del feno1m 1en o pensando che quel poco liquido raccoltosi nel seno costo-diaframmatico nor1 sia cl1e il gocciolamento 1di una pleurite sierofibrinosa preesistente. secondo il meccanismo da llOi pit't sopra 1descritto. Certame11te anche le altre cause già state studiate ·da innumerevoli autori e cioè le punture per i ri'fornimenti ·gassosi lo stato di irritazione rupportato dal gas immesso, i raffred•daimenti. le eventuali piccole infezioni portate nel cavo pleurico ·dall'ago che att·r aversa i tegumenti, sono da tenersi n el •debito conto (quantunque più per &piegare l'idrotorace meccanico che la vera e propria pleurite) ma la ragione puramente meccan i-ca da noi po·r tata sulla guida 1delle belle osser,'azioni del ·d ott. Cova e che srpie·g a in un mo·do tanto logico la trasformazione per così 1dire •di quelle che è una bana'le e tanto frequente essudazion-. fibrinosa nella a:bbondante raccolta sierosa cosi difficile a ria&sorbirsi s'Pontaneamente e l'altra di natu·r a i·m munologica e che si ricollega con l'ipo. trsi generale da noi ammessa, ci sembrano do''er si tener e ben presenti nei rapporti da noi in questo lavoro stu diati e intercedenti cioè tra 1Stato di malattia 1d·e l po'l mone e reazione pleurica. L' apparente contraddizione tra pleurite sierosa e con. dizioni del 1polmone collassato trovano nella nostra spiegazione, una interpretazione del tutto logica e so'ddisfacente. Prasomaso, marzo 1926. .. 1
1
BIBLIOGR.i.\FLA. ~on
ci tj amo 1dettagliatamente la sconfinata letteratura sul tema tubercolosi-immunità-pleurite tubercolar e. A conforto di alcuni nostri asserti ci limitiamo perciò a 'rimanJdare ai trattati e all€ pubblicazioni 5eguenti: BoRnET. Traité d e l inimunité . .Masson, P aris, 19"2C. BESREDKA. Immun·isation locale . •Masson, Paris, 1925. 1
CAL~IETTE.
L'infection bacillaire et la tuberculose, ecc. Masson, .p aris, 1920. CENTANNI. Trattato di immitno logia. ,s oc. Ed. libr. ~ilano, 1921. CARRA I. Partecvpazione dell'immitnità tstogena alla immunità umorale. Riforma m edica, n. 39, 1923. KLINICERT D. Entzfind., Allergie, 1m1nun, 1tnd .4.naphylaxie. J{l. \\1., n. 14, 192.2. rvIARTINOTTI. Sulla JJrr esenza e sul i 1alore degli an.t1 corpi nella V{Icc. aP-,,titttb. Rivista critica di Cl.
Med., n . 33, 1921. ~1ICHELI
F. L 'ipersensibilità tub ercolare nei suoi
rapporti con l'anafilassi, coll'immitnità e co lla terapia sr-eclf ica àe!Ua tubercolosi. Anafila•ss1, Ist. Sieroter. ::\filan .. 19'23. (Qtti è riportata anche.
\
PRATICA
1183
(J;Ccuratamen,te, la pzu recente bibliografia su l'argomento e ad essa rimandiamo) . PIETRA P. Ricerche is t ologiche sulle cutireazioni t intradermorreazioni tuber . .specif. e a'specifich e. ~<\cc. •di Me·d. di Torino, 7 aprile 1922. RONDONI P. Sulla specif. delle reazioni alla cdlnsi. Rif. m edica , i1. 38, 1921 .
R.
tuber-
... ELTER. Tuberkulos'e I mrnitnitat. Tuberkulinempf~ndlichkeit, tulJerk1tl6 e A·ll ergie. M. M. Woch.,
n. 16, 1924. F enomeno parado. so e anafilassi 1ielle ma: la tt ie i1if ettive. Bollett. I&tituto ierot. Milan.ese,
ZIRONI.
a1prile 1920. Io. idiosincrasia e feriom.erw paradosso . .i.\nafi'lassi, Istit. Sierot. l\tlilanese. 1923. Io. ulla natura della immi1nità. Bollett. Istituto ierot. Milanese, n. 4. 1924.
OSSERVAZIONI CLINICHE. GIOYANNI TN ROMA (SALA MAGGJORANJ) . Primario: Prof. .i\. CATTAROZZl.
0 8PEOAT.E DI S.
Cont1·ib11to alla conoscenza delJa sifilide pigmenta1·ia. Dott. MARIO FABERI, aiuto medico. :\I. C., di anni 33; contadina, da Caserta. Gen-
tilizio immune. Maritata. Il marito ha goduto sempre di buona salute, ma è restato lungamente in America, da do,·e è tornato da pochi mesi. Durante la sua permanenza colà gli sono state praticate delle iniezioni di preparati mercuriali, a,·endo presentato disturbi di cui la malata non . a dare notizi.e precise. Ha avuto 5 gravidanze a termine ed un a sesta terminata 10 mesi fa con aborto di giorni 40. Dei figli 2 sono morti in tenera età, uno per enterite e 11no per af!fezio·n e bronic hiale. •L 'inferma asslr ura di aver goduto sempre di buona salute ed l1a sempre lavorato molto. Fu m estruata la prima volta a 16 anni, e in seguito sempre regolarmente. Non ha mai abusato di vino. Dopo l'aborto, a '"·enuto co·m e si è detto 10 mesi fa, non 5i è più intesa bene. Ha cominciato ad ac<"usare malesser e vago, e si è a ccorta che sul r:ollo andavano comparendo delle maicchie cutanee i:,rure. cl1e sono an1date sem'Pre più aiccentuando i. In breve tempo le macchie hanno confluito, e si è raggiunta un'inten sità -di colore che, sino ad oggi, n on si è pi1ì modificata. Ripetutame11te interrogata. e5cl11de che le maicchie fossero prPce·dnte Ida altre eruzioni cutanee di qual· . iasi natura. Da circa 3 et ti111ane si sente molte cle1J0 le, ha dolori alle r egioni lombari, cefalea r1ott11rna, e talora nausea e deliquio. L'ruppetito è scarso, l'alvo regolare. l\fai febbre. Per tali disturbi chiede rico\~l''f') all'ospedale, ove viene accolta li 7 febbraio 1926. E. O. tato generale di nutrizione scadc11te. P annicolo a di'poso scar5o e ma~se muscolari • piuttosto flaccide. Cute e mucose visibili palli· de..~Ila base del collo si notano due e ~riazze cutanee nastriformi. larg11e circa 2 dita, di col()ri1o bru110 scuro non uniforme. per 13. J1"esenza di qualcl1e isolotto un poco pii1 chiaro. Tali cl1iaz. ze si dipartono dalla regione del giu r~ ulo, o•,re 1
1184
•
TL POLICLINICO
[.<\.NNO
XXXIII, F ASC. 34J
conflujscono, e 5i estendono un poc0 obJiqnam ente vèrso le regioni latero cervicali e verso Ja nuca. A sinistra la chiazza è un poco più ampia e più int.en sa. (Vedi figura). A si·n istra si nota anche qualche altra piccola zona cutanea di colorito leggermente brunastro, a varia altezza. Nelle regioni laterocervicali, ascellari e inguinali si pa1pano numerosi piccoli gangli mobili, duri, indolenti. Polmoni: nulla di notevole alla percu&sione ed all'ascoltazione. · Cuore: nei limiti; 2° tono polmonare forte, a timbro mietallico. J Ad,dome e organi addominali sani. Nulla a carico dei genitali esterni. Esame delle urine: P. s . 10117. R ea z. acida. Assenza di ele·m enti patologici. Esan1e del sangue: G. R. 3,800,000; G. B. 4600; Hb. 57; ' ' . G. 0.75.
netvosi, si possono osservare delle pign1entazioni cutanee di colorito bruno più o 1neno scuro, ma non raggiungono mai l'intensità e l'estensione dei sifilodermi, e vanno unite a tanti altri sintomi della malatti·a fondamentale , che nella nostra inferma facei;ano assolutamente difetto. Nè si poteva ipensare ad un morbo di ..\.ddison per il decorso ,del male, per l,integrità delle mucose e per l,assenz·a di una ipotensione spiccata. Nella nostra mal-ata jnvece sussistevano tutti i dati che suffragano la diagnosi. Infezione del marito, non confessata ma deducibile dalla cura mercuriale praticatagli; aborto recente, seguito subito dalla comparsa ·della sintomatologia generale e locale dell'infezione. N•è può avere valore l'obiezione che la reazione di Wassermann fosse solo parzialmente po5itiva, quando si sa che tale reazione ipuò anche riuscire negativa del tutto in una sifilide in atto, allorc.hiè vien praticata durante una fase di aner.gia, in cui l'organismo non l1a avuto forza nè tempo di produrre gli speciali aggregati lipo-proteici in quantità suffiioiente a de,riare il complemento. Ciò si verifi'ca spes5o durante l'evoluzione del sifiloma, in periodi di cachessia, ecc. (Ma:rtinotti) . • Fu Hrurtly che ,per il primo nel 1854 deso1isse il « sifiloderma maculoso ,p igmentario ». La sua sede di elezione è il collo, probabilmente per la sua struttura ·anatomica speciale> e per l'essere più es.posto alla luce e alle intem. perie; ma può osservarsi anche sul torace. alle ascelle, alle coscie. E più frequente nelle donne che negli uomini> e costituisce, nella sede preferita, il cosidetto: u Collare di Venere >>. Fournier ne distinse un u tipo reticolare », a maglie · di ·colorito 1più scuro, racchiudenti zone più chiaTe, e un « ti.p o a lunule », con va.st.e zone Reazione di W&ssermann sul siero di sangue: di pigmentazione uniforme e piccole aree più notevoli5ismo rital'do dell'emolisi. chiare, come appunto presentaya la nostra maPressione sanguigna (oscillometro) : 120 Mx; lata. 75 Mn. Lo sviluppo avviene nel periodo secondario, in Si pone diagnosi di : sifili1d e 'S econdaria; sifiloderma pigmentario del icollo, e si inizia sugenere dal 40 al 120 mese dell'infezione. e la bito il trattamento specifico a base di iniezioni 1pigmentazione persiste a lungo; uno. due. o pil'.l endovenose di Neo I. C. I. anni. Terminata la serie completa del preparato, la F. anic ora discusso se questa sia primiti,~a o malata accusa miglioramento notevole delle ...ondizioni generali. Le forze e l'appetito sono torsecondaria a-cl altre eruzioni passate inav·y ertite. r1ati, e non si sono più :nanifestate r1a.usee i1è Il Fournier sost~ne che •si tratti di lesione deliquii. pigmentaria sin d·all'inizio. Brooq affern1a d.t La pigmentazione cutanea del collo non si è averla vista sviluppare ta:nto « d'emblée », senperò modificata in m·a niera apprezzabile, 1PUr non essendosi ulteriormente estesa. za eruzioni preliminari, quanto in maniera seIn tali condizioni la malata viene dimessa, condaria intorno a chiazze roseolicl1e. Ehrmann,. con l'esortazione di proseguire 7 a cura speci.fica Balzer, Hallopeau, 'fhibierge. Hullen, sostengono iniziata. cl1e il sifiloderma ipigmentario non è che il prodotto di un,evoluzione speciale degli element} Nessun dubbio può esistere che l'affezione deleruttivi del periodo secondario: roseole o papule. la nostra malata non fosse di origine luetica. Comunque, non si possono escludere dei rapNelle anemie, nella tubercolo5i, in certi stati
-
(.i\NNO
XXXIII,
FASC.
34]
1185
SEZIONr. PH \TlCA
porti con il sistema nervoso centrale. e la configurazione speciale ch e assume al collo rtcorda la ldistribuzione cuta:nea diei rizomeri e dei mielomeri. Per alcuni dei suoi caratteri si potrebbe so5tenel'e anche un'origine trofoneurotri.ca. L'Unna pone il sifilo derma pigmentario tra i sifilodermi 1dilpendenti da una lesione '<iei nervi vasali, e li battezza col nome di « neurosifil-0denni >>. Il valore diagnostico d1ei sifilodermi pigmenta:rt è pertanto indi:scutibile, in quanto perm·ettono Sjpesso di fare diagnosi di 5ifi1ide tardivamente, e di riconoscere delle sifilidi ignorate o dubbie. La terapia specifica influenza pochissimo tale sifiloderma, e bisogna in genere attendere, come si è detto, pareochi mesi ed anni prima che scomp.a risca. 1
1
NOTE E CONTRIBUTL S. SPIRITO IN SASSIA - ROMA. Direttore: Prof. T. FERRETTI.
OSPEDALE DI
Quando si deve operare l'appendicite 1 L. URBANI, rChirnrgo aiuto. In chirurgia il virtuosismo di tecni·ca assicura nella' ·m aggior parte dei casi il successo, ma noo è tutto : ocicorre eh~ il C·h irurgo saJ)pia esattamente valutare se un intervento è .necessario o no e quale è il momento per compierlo con un m.i.n imo di rischio. Questa esatta valutazione costituisce il così detto tatto chirurgico che 1può essere innato, ma che oertamente è aumEµitato da una buona osservazione del malato e da una lunga esperienza. In tema di appendicite il senso clini·co del chi· rurgo è spesso messo a dura prova: quando sl deve operare? In certi casi è lecito atten·dere oppure l'attesa è dannosa? In altri 1casi l'intervento può rischiare di essere mortale mentre la vis med·i,catrix· nat·u;rae avrebbe salvato il malato? Riguardo alla ·cura degli arpll)endicitici •ho interrogato alcuni chirurgi e ho trovato prevalenti due tesi estremiste: opeI'atori ad oltranza a qualunque costo e in .qualunque momento e seguaci . assoluti ·del raJfifredJd.amento sistematico. Dicono i primi: dperiamo in .qualun.que m-0mento e in qualunque stadio l'app.en di·cite per.chlè non vogljamo peritoniti o altre complicazioni dannose. Dicono i .secondi: 01p eriamo si·stematica, mente le nostre appendieiti a freddo perchè non yogliamo morti e des~deriamo un seguito operatorio sempli.ce. Cercherò di rtspon,dere agli uni e agli altri poichè pochi mi sono sembrati gli eclettici. In clinica non vi tè nulla ·di a:ssoluto specie riguardo all'~ppen1dicite malattia eminentemente proteifor.me. 1
1
Dunque il clini-co dovrebbe soltanto .p arlare di apipendi·citici, non attenersi ald alcuna regola fissa e prati·c are la chirurgia del caso per caso. PeT la cuTa dell'appendicite si può dare u.nia, sola regola assoluta: intervento precoce. Questa idea fu sostenuta dagli americani, segna. tamente da Reginal Fitz. Molti chirurgi sottoscrivo.no ormai questa opinione e se ne trovano contenti. Il raffred·damento d'una appendicite costituisce una eventualità, senza dubbio feliice, ma che sfugge alle nostre previsioni. Hanno mai osservato i chirurgi, refrigeratori sistematici, qua'llti malati sono morti nelle sale di medicina, con la 1c ura ·del .ghiaocio, .della dieta lìqui·d a, de11a rposizione di Fowler , quanti sono morti per un intervenio taroivo in piena perito. ·nite e quanti laJ)airo·celi si devamo itnputare ad ascessi della fossa iliaca d'origine all)pendico1~re? Una operazione precoce avrebbe certamente impe. ·dito tutte .queste spiacevoli evenienze. L'operazione nel 'Periodo del dolore, a caldo, è meglio accettata dal malato ·e 1dai suoi parenti; tec:nicamente è semp~ice, la parete ~uò essere chiusa di 1a. in più dei 2/3 dei, casi. La mortalità è quasi nulla. 'Ma vi sono casi che non ~abbia.mo operare subito (e qui mi permetto di contraidire i -cosi detti arditi •del colt.ello) , p.ercbiè operando subito si rischia di causare una peritonite diffusa in clii aveva una peritonite plastica cireoscritta. Questa osservazione giudiziosa l'aveva fatta R1c'hardson fin dal 1893. Egli diceva testualmente che vi sono casi in <'Ui il chinmgo giunge troippo tardi 'Per l'interV·ento precoce e troppo presto iper l~intervento . tardivo. Questi icasi sono quelli in cui l'appe:ndice nort potrebbe facilmente .essere tirata fuori mentre non esiste alcun ascesso la .etti evacuazione potesse e giu1 sti1'icare• l'.a tto opesod1disfare il chirurgo • • rativo . . Un atto o~erativo ris-chierebbe allora di rompere le 3lderenze protettrici e per l'effrazione di ' un focolaio i:nfettivQ .cioooscritto di contaminare • il peritoneo libero. E •qtli che la .cura medica riprende i .suoi diritti .Col ghiaccio, con la dieta liquid.a, col riposo a letto , nella posizione idi Fowle-r. . Il chirurgo in questi casi interverrà più tardi, quando saranno tra:scorse almeno 4 settimane da ·Che il malato è apirettico· e che la formula ematologi-ca sarà ritornata al normale. Coloro cl1e non si peritano di affonqare il loro bistury in questi ~iastroni aJddomtn.aJi per a'!ldare a sca,rare l'ap'Pendice fra le anse che 14 né\.tura provvida aveva conglutinato con gli essudati fibri !}osi difensivi, obiettano che alcuni malati non r
r
I
1186
IL POLTCLI:.llCO
FASC.
3-+]
possono attendere e aggiungono cih e non vogliono sf ematica: è la pratica 1 p iù giudiziosa e che vale debilitare i loro pazienti con una dieta rigorosa. a semplificare e a rendere sempre più fausta la prognosi dell'appendicite. Io rispondo che è meglio peroere tempo ch e perd ere la vita o aioquistare si·curamente un laparo: Tutti .g li operatori - credo - che abbiano troce1e, conseguenza del tamponamento semipre neYato, anch e con una sintomatologia modesta e cessario nelle appendicectomie fatte in queste tfin ldalle prime ore, le più gravi alterazioni con,dizioni. anatomo-patologi-che dell'ap·p endice. Il laparocele non è questione ·da tras'C urarsi: è Queste alterazioni per la rapidità con cui si cau·s a non piccola di minorazione fisi·c a e la sua producono fan110 sì ch·e il peritoneo non abbia cura n e·c essita una certa virtuo·s ità 1d·i tecniica e tempo ad erigere le sue difese con gli essudati comporta un certo rischio o.p eratorio. fibrinosi, con la conglutinazione delle anse, con Io credo che non esisterebbero 1chiru1'gi del pia. la immobilità della parete addominale e queste strone a dd,ominale se si cono·s1cesse di più la pa. ap:pendiciti necrotiooe sono l'ovi.g ine di molte petologia generale: il chirurgo inci1de forse l'infilritoniti aicute diiffuse ipersettiche. trazione flemmonosa del sottocutaneo? Esso atI medici dovrebbero essere ipiù allarmisti ri. tende la flui 1dificazione de11'in.filtrato flogistico o guardo ai dolori ad·dominali in genere e dovrebla sua regr.essione -con la cura 1degli impacchi bero ·Chiamare un po' più spesso il collega chicaJ.di . Or bene, il 1piastrone appendicolare che ha rurgo! per b·a:se ·anatomo-patologica la conglutinazione Una seconda even1enza 1clini<:a è quella -ohe passo delle anse per mezzo degli essudati fi.b rinosi è a des.crivere: il chirurgo viene chiamato 6 o 7 suscettibile 1d elle ste~e evoluzioni del flemmone giorni dopo l'attacco iniziale generalmente cond el .s ottocutaneo: esso può regredire o evolvere statato dal medico. L 'esame obbiettivo dimostra verso l' a:sce&so. c11e la fossa iliaca 1destra non è libera: essa è elianto in quest'ulttma evenie11za sarà util e occupata cla un piastrone ovalare dolente, il maJ'jntervento secondo l'antic a .f ormula: ubi pus ibi lato è febbrile, il polso frequente, .1a lmgua sa·evacua. burrale. La dinami·ca respiratoria ·è ridotta nella In clini·ca non ci può essere nulla di schema- regione sottombelicale sipecie a destra. Ma la 1p alti co, nulla di assoluto , tuttavia prospetterò alcune pazione negli altri qu·aidranti dell'addome (palpaevenienze clini-che e la loro terapia. zione d elicata) non riesce dolorosa e ;p ermette di constatare c•h e il peritoneo è libero. 11 chirurgo vede il malato n elle prime ore : la Questa peritonite plastica è la difesa valida che storia ra~i·dam ente raccolta parla di dolori addon1inA li intensi prima in sorti nei ·dintorni delromil peritoneo ha eretto attorno ad una ap1p endice flogosata, essa non vuole il ,ooltello, ma com~ il l1rlico e poi localizzati nella fossa ili a:ca destra: un esa.m e obbiettivo sommario rivela dolore siul '.f'lemmone del sottocutaneo vuole la .cura medioa e aspettante. Molti di questi piastroni sono supunto d·i 1\1. B., il ventre è leggern1ente ballonée, scettibili di r egredire e di permie ttere a distanza la dinamica respiratoria sottombe1icale specie a destra ri·dotta, i l viso è a cceso, il rpol:so aumen- •di tempo l'operazione a ·f reddo beilligna, effi·ca:ce e senza pericoli, alcuni evolvano verso l'ascesso tato di ·frequenza , la lingu.a leggermente patinos·a. f: la colirca appendi•colar·e n el suo semplici.sa:no · e allora la malattia ri.ctiventa idi dominio chisrhematico. Il chirurgo 1p ropone subito l'operazio rurgico. . Per la raccolta dell'ascesso parla il dolore pu:lne: essa è a·ccettata. ·L'appendice iperemica, tesa, sativo, la febbre a grandi oscillazioni e rimete, mi si passi l'espressione, eretta, viene incontro t ente con sudore, la leuc ocitosi. alla n1ano .del o~irurgo subito appena aperto il Una terza evenienza è la seguente: il chirurgo peritoneo che contiene un po' di sierosità torbida. è chia;mato dal medico qual.che giorno do,po l'iniLa 1parete viiene richiusa di prima e il malato zjo della colica appendicolare. I sintomi che si raT>idamente guarisce. Queste icondizioni ideali erano da principio emen.dati ha~no ripreso magsi prolungano alle volte al .di ·l à della 36a ora. gior violenza. L'addome è tumi,do e dolente, in Non è raro di trovare ·sin d·alle prime ore l'arp. pendice con chiazze di necrosi color foglia morta difesa, scomparsa la dinamica respiratoria addoe prossima a perforarsi: tali condizioni an·atomo- ·m inale. Lo stato generale -è grave: il viso affipatologiche indotte dagli anaerobi non potranno lato, il polso frequentissimo, le na1iCi fuli.ginose e alitanti, la lingua asciutta. B il quadro della che farci rallegrare con noi s tessi della rapida peritonite progressiva di Sonnemburg d'origine determinazione ipresa. ~ppen•dicolare. L'operazione in questi casi - se tecnicamente Il chirurgo opererà sistematiicamente, asciughe corretta - è semplice e ben'i·g na e al più potrà rà e n etterà il peritoneo, vi vierserà l'etere, se è losci arsi un piccolo drenaggio nel sottocutaneo un credente, ma purtroppo questi sono i casi pj ù facile a d infettarsi. gravi e la mortalità è elevatissima. ~ ppendi ci te all'inizio vuol dire operazione si. 1
1
•
[ ..\~~O ~'XXIII,
[ •.\NNO
XXXIII,
FASC.
34]
1187
SEZIONE PRATICA •
Dun.que il ohirurgo per .l 'appendiieite è chiamato per lo ipiù in questi oasi. Co.lica ~ppen.dicola1'e all'inizio, peritonite plastica periappeilld:Lcolare, ascesso della fossa iliaica d origine appendi.colare, peritonite aicuta progressiva d 'ori·g ine appendicolare. Lascio di l·ato tutte lE' altre evenienze do·, rute ad app endiciti nelle varie posizioni (iascess.i mesoceliaci, ascessi lO'ITlbari, ascessi pelvici) e tutte le com'Plicazioni a distanza (ascessi perirenali, ascessi sub!!reni1ci, ascessi epatici, pleuniti purulente). In questa esposizione sono stato foTzatamentb schematico ma non mi stanco mai di dire che non si trova un a:p.p en1diieiti co uguale all'altro e che la sintomatologia, riguardo alla gravità del singolo caso, è spesso •f allace. Circa la tecnica da impiegare io mi dilehiaro seguace conV1into d el taglio •di Mac Bourney amche per gli ascessi ...\lcuni sostengono che questo ta. glio dà poco ·srpazio e richiede incisioni del picrolo obli1quo e del tras·ver.so in alto e in basso. Io per conto mio no·n ho ricorso mai a questa incisione crociata e quan1do abbisognavo- di spazio ho aperto col coltello la guaina del retto snlla linea dello sfibramento del piiccolo obliquo e del trasverso e ·a llora .h o potuto mobilizzare all 'intern-0 il mu scolo r etto e ho goduto . dei vantaggi d'una laparotomia tra~ver.sale estesa da.1la spina ilia·ca anteriore superiore alla linea mediana. Con questo artilicio 110 potuto operare le appendiciti più ·diff'icili, pelvi•Che e r etrocecali. Un vantaggio incontestabile del taglio di Mao Bourney mi sembra il !atto che conduce diretta. mente sui ci,eco m entre col taglio 1p ararettale la prima ansa che si tira fuori è un' ansa del tenue. ~ ell e operazioni ·a ca1do che con sentono il minimo dei manegg.i e la massima rapidità, il ca. dere subito sul cieco senza manipol.are le altre anse è df .grande utilità. Io ho l'abitudine d'incider e il peritoneo subito a.Jl'interno del suo punto di riiflessione sul cieco: con questo artificio, poi·ohè sbarro s ubito con l11ngbette il resto della cavità aiddominale, io limito le mie m·a novre in un 1>i1cc-0lo recesso per1toneale, cosa molto utile nelle operazioni a icaldo specie quando l'a'Ppendice è gravemente alterata. Inoltre il taglio id i Male Bour•n ey è una inci1sione anatomica c'h e non lede vasi e nervi ed è dl facile ricostruzione. L'ernia post-laparotomica è l'eccezione e aniche quando è n ecessario un piccolo drenaggio le fibre muscolari divaricate tendono a r estringersi p er loro conto. Ma ora basta per Ja tecnica percb è ciascuno segue quella con cui si sente più sicuro e più famigliare. Non pretendo idi ·avere esaurito il problema della cura .del1'aippendicite: ho solo voluto esporre a1cune idee e alcuni canoni fondamentali anche
per dimo~trare cl1e in chiirur.gia non si può essere guidati da formule assiomatiche inderogabili, ma che la guida più sicura è il buon senso e un intelligente eclettismo.
1
1
1
1
COMMENTI. Pe1· Maurizio Bufalini. Caro J.Jor·etlt,
I-Io letto con viva sod1disfazione i tuoi commenti ~u :v1aurizio Buf1alini, che, da quan·do strin·g emmo n Firenze l'ami cizia, che immutata ci lega, impatammo a venerare sommo maestro, con•duieente in amara solitudine gli ultimi anni di sua vita. Il giudi~io erron eo d el Silvagni è condivi·so purtroppo dalla mag.giar1anza dei m etdici in Italia, rome ho deplorato amebe nella re<::ente di Lui Commemorazion e cinquantena·r ia Cesenate; i qua. 11 , infatt1ati 'dallo s.peTi1nentalismo innovatore terlesro subiettivo, riJpudiavano tutto il 'rasto patri1nonio cientifiico e clinico italiano secolare come ,.j eta ed inutile ico·sa. Era una .corsa 'S~enata per tutto ciò che sa'Peva di gern1rtnismo fino a preferirne il barbaro lin;guaggio, e a fa•r dire dia 'due ì\ila~stri 1dell'·Ateneo Roman o nel vedere la statua del B•u falini a c .e$ena , che era necessar.~o. scrivervi sotto cosa mai a,resse E·gli iatto per meritare tanto onore! ·Non rievO'cherò . gli eru1dit'i colloqui che n ella mia .p ermanenza all'Istit·u to superiore Egli con·ced·eva anche a m e benevolmente, n è 1dirò d ei giusti lam enti per la di srconoscenz.a d ella 01pera sua riformatrice contro tutte l e dottrine animiste de' gli 1.SùeSif>i suoi colleghi o segua.ci, ~erchè non era'Si mO'strato d ilscopritore dii. fatti nuovi, n è poteva esserlo per avverse conti.n genze do.po il cele.bre suo Saggio s14za Dottrina della ll ita, ricaociato n ella corldotta da'lla ClinilCa meid1.ca bolo. anese ove già ri.fulge·v a il suo intelletto. Non ostante co11 il · suo g·eniale intuito, 1na'Ugu · rando a 32 anni il suo insegnamento clj nico in anta :\;IaTia Nuova, eppe nella sua iprolusione e~porre rerudi1o :p rogramma, elevat'issimo suglii 1iffici pift essenzia l i del cliriico basan'<iosi sul f'On•·1amento ·dPl f atto n?orboso contro tutte le teori_che, che 1ancora qua e là •Si i.m pon€vano . .\ coloro, ch·e non SO'IlO pochi, i quali irridono al inerito gr andissimo ,del B11falini nella medicina n1oderna, dirò soltanto che conlfortino il tuo, come anche il 1nio mo'<lesto giuldizio su di L·ui, dagli ~Titti -cli d11e insigni clini.ci med1ci: P ietro Bu·r. resi 1t :\Iaurizio Buf•a.lini e la medicina contemporanea ,, e .~ugusto Murri cc .l\1aurizio Bufalini nel cinquantenario d ella sua morte ». TI stringe corddalme11te ·la mano il tuo \-eochio an1ico P rof. BARDUZzI. Bagno S. Giuliiano, 5 agosto 1926. 1
1
1
1
1
1188
11. POI.lCLINJCO
SUNTI E RASSEGNE. SANGUE. L'analisi capillare del sangue.
XXXIII, FASC. 34]
[ANNO
soluzione di citrato), essendo essa più elevata per il primo. Tale fatto si spiega arn1nettendo che il fibrinogeno contrae un legame ·d'adsorbimento con sostanze cl1e abbassano la tensione superficiale. fra le quali sono i lipoi di. Niella coagulazione le combi.nazioni ~i lipoiidi-albUIIµne ~rec~pitano se.pa. ratamente; il lipoide scinde il suo legame, sicchè 1può poi esercitare la sua influ en za di abbas5are la tensio11e superfi ciale. Per .ciò ·Chè riguaroa l'altezza di salita nell'analisi capillare, l'A. ha osservato quanto segue: 1) l'altezza non è uguale per tutte le specie animali, ma è costante negli animali della stessa speci,e; 2) l'altezza a cui sale il siero è più elevaca che non .quella de1 plasma; anche le emazie sospese nel siero salgono più in alto che quelle sospese nel plasma; 3) l'altezza ·di salita non decorre ,parallela con la velo·cità idi sedimentazione delle emazie; coc;i la diluizione del sangue con .cloruro di sodio al 3 % aumenta l'altezza di salita, mentre fa diminuire la velocità di sedimentazione. La gelatina ed il glucosio danno aumento di altezza e maggiore velocità di sedimentazione; 4) l'altezza va raramente di pari passo con la viscosità e la tensione superficiale, misu"'ata ir1ediante il numero ·di gocce (a maggior nume~o di gocce corrisponde minore tensione superfic;i: ·e) . Il sangue .con aggiunta di .s ali dell'acido colico ed il san gue emolitico danno minore altezza ed aumento de1 nume.ro d1 gocce e Idi vilSlcosità;' in· vece l'aggiunta di glucosio, gelatina o cloruro di sodio danno altezza maggiore ed aumento tlel numero di gocce e della vi$-Cosità. Anche la temperatura ha una certa influenza; se è bassa (sotto 10°) l'altezza è maggiore. Si notano inoltre delle differenze nell'aspetto che il ·Sangue assume sulla striscia di carta. '-~~si con il sangue normale defibrinato si ottiene un • colore rosso uniforme ed il margine superiore un -po' 1dentellato, co·n il sangue al .citr;ato, si os. ser,ra ·una divisione in zone di ,diversa intensità di colore: alla parte inferiore uniforme ne segue u11a più tScura con 1punte acute cl1e si spingono nella parte bassa; segue poi una zona talora più chiara in cui arrivano delle striscie scure dal margine superiore più scuro ...\nalogamente si comporta il 1sangu€ all'ossalato. Invece il sangue detibrinato, anche se vi si aggiunge il citrato non mostra la divisione in zone. Il sangue 1diluito ha un colore chiaro, variabile naturalmente se'Condo il grado di diluizione; l'aggiunta di diverse sostanze (cloruro di 'Sodio al 3 %. glu·cosio al 10 %, gelatina, sali dell'acido colico) non dà deviazione dall'a&petto normale, sebbene talora il margine appaia 11n po' più dentellB:-to. 1
(E. SLI:'ITER. Nederlandsch Tij'!Lschrift voor Geneeskunde, anno LX·IX, n . 23).
Quando ·si immerge in un liquido l'estremità di llna striscia di carta da filtro, il liquido, con le sostanze in esso ·disciolte, sale sulla carta da filtro fino ad una certa altezza, che è varia secondo i diversi liquidi. La misurazione di questa altezza e l'osservazione ·d ella figura che si forma sulla carta ·da filtro costituisce la cosi ·detta « analisi capillare », scoperta da Schoenbein nel 1861 che trovò mediante essa un metodo di ricerca 1Per le sostanze coloranti. Tale metodo fu riscontrato molto sensibile tanto che si possono scoprire mediante esso delle sostanze coloranti nelle minime quantità di milligrammi 0.000.000.005. Esso venne poi an·c he applicato all'analisi di prodotti farmaceutici, specialmente per la medicina omeopatica. I.' ..\. ha tentato di applicare il metodo alle ricerche sul sangue. La tecnica ne è assai semplice. In un bicchiere del diametro di 4 cm. e dell'altezza di 6, si fa pendere una striscia ·d i carta da filtro larga 2 cm. e lunga circa 20; essa deve arrtvare sino al fon.do. IE' opportuno la vor~re sempre nelle stesse condizio~, usando la s tessa carta <ia filtro e facendo l'esperienza sempre alla temperatura di 20°. Anche l'umidità atmosferica esèrcita una piccola influenza; è quin di raccoman·dabile ' indicarne il grado, oppure lavorare sempre nel termostato a 20° con lo stesso gra·do' di umidità. Si deve usare sempre la stessa quantità di liquido ~n modo che le striscfe rimangano sospesè sempre a;d una stessa profonldità che nelle es.p erienze del1' A. è stata ·di cm. 0.6, con una quantità totale di eme. 6. Tuttavia le differenze di altezze a cui arriva il li:quido per differenti profondità d'immersione non sono molto elevate; .cosi pure hanno po• ca influenza la larghezza della striscia ed il temIPO in cui •Si fa la lettura: l'accorciamento dell'altezza dopo che la striscia ~ disseccata, in confronto della lettura fatta subito è soltanto di 1/4. L'A. nelle sue ricer~he ha tenuto conto anche della tensione superficiale, la quale però non è quella che determina l'altezza di salita che è in• vece dipendente dall'adsorbimento. Difatti, con la tensione superficiale si l;llisurano le tensioni delle superfici-limite: liquido-vapore, mentre l'ad5orbimento dipende dalla tensione delle superfici-limite: solido-liquido. Le due grandezze quindi non I si coprono. Nella tensione superficiale si trovano differenze !ra il 1plasma ed il siero {entrambi uniti con la 1
I
1
1
1
1
1
I
I
•
\
•
'
.• .
...
,
•
~ANNO
XXXIII, FASC. 34)
1189
SEZIONE PRAilCA
L'esame microscopico fa vedere le emazie che scorrono lungo le fibr.e della carta, non diversamente da quanto .si osserva nei capillari della rana. Quando non si tratta di sangue emolizzato si deve quindi ammettere che le emazie si sono arrampicate fino a dove la. carta risulta colorata·' più &curo è il colore, maggiore è la quantità di emazie che si è ammucchiata. Tra i fattori che i,n fluiscono sull'altezza a cui giunge il sangue è anzitutto da menzionarsi l'adsor,b imento il q1Ja1e dipenide a sua volta da altri fattori. Ne consegue eh.e il fenomeno dell'analisi capillare in una sostanza come il sangue nella. compo15izione 1diel quale entrano collo~di, cTi sta1. loidi, liquidi e sostanze di rifiuto .(che agiscono tutti sull'a·d sorbimento e sulla tensione superficiale) non 1p otrà spiegarsi in modo univoco. Vi sono peraltro fattoli idi cui 1,1nfluenza immediata sull'altezza di &alita è evi·dente; fra essi prima di tutti il fibrinog-eno. Si osserva di fatto che: 1) il sangue intero citratato sale meno in alto di quello pure citratato, ma defibrinato; 2) il plrusma sale meno in alto che il siero; 3) le emazie lavate salgono meno in alto 1se 'Sospese nel plasma anzichè nel siero. Ma anche le altre albumine hanno influenza, poichè le emazie lavate e diluite con soluzione di Ringer fino al volume originale salgono più in alto che il sangue defibrinato. Le albumine hanno quindi un'influenza inibitrice sull'altezza di salita il che 1si accorlda col fatto che i colloi'di idrofili (a cui appartengono le albumine) abbas5ano la tensione superfi'ciale. Ma aniche altre sostanze [>OS5ono influire s.ul fenomeno. La maggior altezza di salita del san. gue + gelatina e del sangue + glucosio &i spiega ammettendo ,che entrambe tali sostanze aumentano l'agglutinazione; dopo mezz'ora (la durata dell'esperienza) solo una parte delle emazie è ag. glutinata, sicchè quelle rimanenti, tuttora libere, ostacolano me110 l'innalzamento del liquido e possono quindi venir trascinate più in alto. Si può in tal modo sipiegare c11e il sangue diluito con si ero o con Ringer, oppure diverse diluizioni di emazie lavate salgano più in alto con l'aumento della dil11izione che toglie di conseguenza un certo nt1mero di emazie. Il siero e il plasma che non contengono affatto emazie salgono più in alto che il sangtte da solo. :t anche pos5ibile che la diversa .grandezza delle emazie eserciti una qualche influenza; il sangue di ipecora, che ha una minore velocità di sedin1entazione che non quello di bovini e di cane, sale più in alto che questi; le emazie •della pecora hanno, di . fatto, il diametro di µ. 4,27, mentre quelle di cane l'hanno di 6,8. Si comprende anche che le emazie nelle solu1
1
1
zioni ipertoniche salgano più in alto in quanto che esse vi sono raggrinzite. tLa minore altezza di salita, con l'aggiunta di .sali .dell'acido colico e di bile può e5sere la conseguenza della dim1· nuzione di tensione superficiale causata dalla presenza degli a-ci·di biliari. L'influenza della temperatura può in parte venire ·spiegata con la ·diminuzione della tensione s11perficiale che si verifica con l'aumento di tem.. :peratura e con il rispettivo aumento di tensione superficiale e di capacità d'adsorbimento che si ha con la diminuzione ·della temperatura. Oltre a questi due fattori, si .deve tenere presente anche l'influenza che la carica elettrica delle diverse parti esercita sulla salita capillare. Per i colloidi inorganici, il fenomeno si spiega ammettendo che, per mezzo della corrente di sa. . lita 5i esercita una forza elettromotrice ~er cui le pareti dei capillari (carta, ·vetro) vengono caricate negativamente. I colloidi caricati positiva. mente vengono in tal modo scaricati e coagulano, mentre quelli a iearica negativa passano indistur· bati. Il fatto poi di essere o non un elettrolita ha grand·e importanza per l'a:d,s orbimento da partEl della ~ellulosa; questo è praticamente nullo per il non elettrolita o solo •si o&serva in tracce se il corpo è superficialmente attivo. .i nvece il po· tere di adsorbimento 1è molto più grande per glt elettroliti. ' "i sarebbe quindi un r eciproco adsorbimento fra gli elettroliti della soluzione e le parti minerali della carta da filtro. L'A. 5i ripromette di studiare se .questo metodo dell'analisi capillare possa avere delle applicazioni cliniche. FILIPPINI.
La vitalità delle emazie nella t1·asfusione di1·etta. f. Kl.i n. Chir., vol. 139, f. I ) r...a trasfusione .sanguigna è una acquisizione re· cente della terapia. Bergmann, ancora nel 1883 parlava di questa .come di un tentativo ·f antastico. Oggi ~ diventata di uso corrente nella nostra pratica ed ha chiare indicazioni e grazie a:d una tecnica 1p erf ezionata può essere eseguita senza alcun pericolo., L'.A. ricorda come non esiste nessun mezzo che la possa :so5tituire. Così la soluzione ftsiologica, il liquiido idi Ringer, ecc., a'bbandonano subito il sistema çircolato:rio e man-cano alla principale funzione delle emazie, ciorè il trasporto di ossigeno. Per questa ragione è 'da aobail!donare il sistema di tra&fondere sangue con l'aggiunta di so.stanze che ne impediscano la coagulazione, bisogna inYece trai...c:rt'o,nfdere sangue puro direttamente. Ciò riesce facile usanido l'apparecchio di Oehleeker o ·quello 'di P ercy. Prima della trasfufIJ. ''' rr.DEG .~'1S. .4 rchiv.
1190
IL POLICLINICO
sione ·è neces•5ario di praticare le iJrove di gruppo per poter escludere l'agglutinazione e l'emolisi. L'A. 11a praticato delle ri·cer cl1e p er studiare la vitalità ·clei glO!buli rossi così trasfusi. Nell'uomo norm~le la vita ·di un gloib ulo rosso è, secondo le ricerche m oderne, idi -circa 70-90 giorni. 'In ''itro, nel 5angue citratato, i globuli rois si conser,·ano la facoltà di assorbire l'O p er 8 giorni; iniettati non provocano nessun disturbo fino al terzo giorno. Si può 1dedurre quin·di che è pos&ibile di. inietta re sangue conservato 1per t re giorni e ancor a ·carpa.ce di funzionare. P er studiare la vitalità delle emazie nel sangue del ricevente si pos5ono usare tdi;versi metodi: ha iniettato così 1gl. r. di piccione (11ucleati) nel coniglio dove si vedono circolare an•cora dopo 48 ore; gl. r. colorati vitalmente e il'E;iniettati n ello stesso animale si vedono circolare per lo sties30 tempo. Nell'uomo la ricerca della vitalità dei globuli rossi 5i può eseguire con la misura d ell' erooglobinem-ia. Qu•eis ta inizia una settiman·a dopo la tra·sfusione e r aggiunge il m~s simo ldopo la seconda settimana. La quantità dell'emoglobinem1a corrispon.de solo a una :p er centuale •del 1sangue intro·dotto. ·L a di5truzion e dei 1globuli rossi trasfusi si accomipagna ard una c aduta ·del numero e del Yalore glo'b ulare. Ha osservato •ch e iniettando in t1n anemico il sangue di un poli~itemiico si osservano i globuli, rossi p olicitemici per 2 settimane. I a prova migliore cl1e i globuli r ossi trasfu51 sono capaci di funzion are è Jdata dall'aumento d ell'assorbimento di. ossigeno. Dalle sue ricerche l'autore conclu1de cl1e le emazifl trasfu se si .m antengono per pareccl1ie settimane e che 5on o ·capaci idi esercitar e, an cl1e n el1' osipite la loro ft1nzi on e ìn m odo ·completo. 1
1
1
VALDONJ.
Sulla questione della ''
ag1~anulocitosi
''·
e HARTùIANN. Dent.sche "Aferf. l l To ch., 11 sette1nbr e 1925). . Sotto il nome di « agranulocitosi ,, Schulz e Friedemann °de.s cris5ero <lue anni or sono uno speciale quadro morboso caratterizzato dia febbre ad inizio repentino a ccompagnata {la .. forte dolor di gola e da flogosi accentuata della rnu'Cosa orale e dell·e tonsille. Su queste e sulla mucosa palatina ·sipesso si osserva la comparsa di un e5Sl1dato grigio-giallastr o, difteroi de. All'esam e ·del sangue, mentre la quantità de 1l'rmoglobina e dei gl. r ossi è n ei lim i.ti n omnali , i rrl . bianchi sono invece traordinaTiamente diminuiti; fino al di.sotto tdi 1000 per mmc.: di essi In grande maggioranza sono linfociti; ma11cacano del tutto i granulociti. (1LICHT
1
1
-
[.l\.NNO
XXXI II ,
F.~.
3l ]
Secondo Sch uJ z e .Friedemann la malattia colpirebbe soltanto il sesso femminile, per lo più nell'età m edia; il suo esito sarebbe costantemente letale. Ciroa l 'etiologia es5i nulla poterono stabilire : le ~moculture ripetutamente praticate riu5cirono alle volte negative, altre diedero sviluppo a forme ·c occiche o bacillari. Il caso del genere illustrato dagli A./\ . riguardava un a donna di 49 anni, la quale, cinque gjorni prima del ricovero, si era ammalat'a con malessér e e mal di gola seguiti da febbre prece. duta da brivido. All'es,ame pres.entava i segni di una grave infiammazionP della mucosa orale e dell:e !fau•ci. Daill' e5ame ldel ,sangue risuJlta,ra: emoglobina 80 %. glob. rossi 4,800,000, glob. bia11chi 300 rappresentati esclusivamente da linfociti; assen~a completa di cellule granulose sia nel sangue ch e n el midollo osseo. Nes5un segno di diatesi emorragica. La p. peggiora e muore per debolezz a cardiaca al 60 giorno di malattia. .f\lla sezione s1 troYa : tonsillite, laringite, fari11gite n ecroti-ca. Edema polmonare, degenera. zione del miocardio , lie11 sept.icum, cystes renum. I stolog~camente, in ci.pi ente degenerazion e gr as5a del midollo rosso d elle ossa ov.e si nota man{;a11za totale delle cellule granulose, mielociti e leucooiti . m entre sono .presenti e nomiali 1per quantità e forma gli eritrociti, gli eritroblasti e i megacariociti. Cir·ca le cause della malattia anche le ricerche intraprese dagli A.f\. non poterono portare ad alcun risultato definitiv o. Possono essere colpiti n on solo le donne, ma , 5ebbene raramente. anch e i maschi: n on man cano casi con esito in guarigione in soggetti tra i 20 e i 30 anni. Le emocu lture praticate dagli A1A. n el caso s udde.scritto d·iedero 1Sviluppo a u110 << streptococcus haemo lyticus conglom eratus » e allo << 5taphylococcus albus n e « aur·eu.s » . Le iniezioni d el sangue dell'i. e delle culture furono letali p er conigli e topi; non yenne p erò osservata alterazione alcuna nel num ero delle cellule granulose. econdo l'opinione della maggior parte degli .l\.A... è da riten ere che i batteri o le tossine penetra ti forse attraYerso le ton5'1lle nel corpo siano capaci di svolgere un'azione elettiYa dannosa n el mi·dollo osseo sulle cellule m adri degli elementi granulo5i del sangue così da determinare i11 breve una completa scomparsa dal circolo delle cellule del si5tema mieloide. Jn tal modo, un::t volta l'organismo privato del suo m ezzo di difesa più importa11te, non sarebbe :p iù in gradv di lottar e e arginare l'invasione batterica. ~e 5eguirebbP la sepsi, la fusion e n ecrotica td elle tor.sille, deJJa n1ucosa delle fauci e an che di altre parti del corpo. L'esito infau5to sopraggiungerehbe qualora una remissione dei poteri tossici 1
1
0
1
[A.NNO XXX III, FASC. 34]
~EZIO~E
l1on app-0rtasse una ricostituzione del si.sterna delle cellule granulose e con ciò un ritorno dei poteri di diiesa organici. Quanto alla diagnosi differenziale occorre dl· &tinguere il quadro della agranulocitosi da quello della « aleukia •emorragi1ca ». !Dal lato .clinico mentre dell-a p ri'ma sono 1propri un inizi-0 per lo p iù acuto e un decorso rapido, nell'aleukia emorragica l'inizio · è invece più gra;duale; gli ii. avverton o disturbi vaghi già da alcune settimane Di rado poi mancano segni di diatesi emorragica (emorr.agie gengivali, ~m en·orragie) . 1Differenze sostanziali presenta inoltre il reperto ematico: néll'agranulocitosi esso dimostra i&olatamente un'azione nociva sulle cellule granulose, nell'aleul{ia emorragica invece non tardano él comparire alterazioni anche a carico del sistema dei globuli rossi e dei m egacariociti. Con la cc lin'foadenosi aleucemica ,, la diagnosi differenziale si ba&erà sulla presenza nel sangue di alterazioni delle cellule linfatiche e, istologicamente, sulla · presenza di proliferazioni linfocitarie nel midollo os•seo, n el fegato , nella milza e nelle ghiandole linfatiche. Potrà talvolta iprender:si in consiiderazione la cosi detta cc reazione linfatica di Tiirk » . Sotto tale denominazion e ,,a inte&a vce rosimilmente una speciale reazione di difesa dell'organismo di origine costituzionale, per cui, in seguito alla presenza di agenti infettivi, si determina un versamento oompensatorio in circolo di elemen ti linfocitari. Con l'attenuarsi della causa infettiva anche il qua:dro ematico torna al normale. Nella reazione linfatica di Turk però il numero complessivo dei leucociti non &u ole mai abbassarsi tanto quanto nell'agranulocitosi, inoltre Io stato generale è di nor.m a assai men-0 alterato e l'esito favorevole . 1
M. AGOSTINI .
TUMORI.
Adenomi delle ghiandole sudoripa1·e nelle . cicatrici operatorie. (NEUGEBAUER. Brtlns B eitrtige z. Klin. Chir., Bd. 134.
H. 3, 1925).
L' .I\. n e studia due casi. In un primo trattava si di una donna operata .ai annessectomia e fi ssa• zione dell'utero, la quale era s tata bene per 5 anni e ·poi av9va presentato una fistola nella 1p arte inferiore ·della ci·c atri·ce operatoria. In un nuovo intervento venne as.portata la cicatrice con la fi c:tola ed un tessuto s peciale giallO··Scuro attac rato all'aponevrosi d el retto, della grandezza di una noce, che all'esame istologico si mostrò costituito da tessuto di cicatrice con tubi ghiando lari a tipo sudoriiparo. 1
'
•
PHATLC~
1191
Anche il secon·d o caso apparteneva ad una donna cverata sugli annessi, guarita già da 4 anni. che presentava una ifistola nella cicatrice operatoria e che 'renne asportata insieme con un tessuto circostante che all'esame istologico diede oltre la presenza di infiltrati ·quella di t ubi ghian. dolari costituiti da epitelio cilindrico o cubico e piccole formazioni cisti·che. /Il tessu to era ricco di fibre elas tiche. Formazioni adenomatose n elle cicatrici sono state descritte da ,ginecologi: 10 casi sono raccolti d a La111cl1e ad altri 5 ·da . eelig e Dietri·ch ed in tutti 15 si tratta·va 'di don11e operate sui ge11itali con fissazion·e dell'rutero. •P er lo più l!a pelle sopra il tumore rimane i ntatta. Il tumore raggiunge la grandezza ·di una n oce e in un caso di ~IacCarty a ve va un .diametro di 8 cm. Istologiieamente si sono trovate in un tessuto di cicatrici -delle piccole cisti con un contenuto scuro come catrame e con parete aid epitelio cilindrico, piccole emorragie, cellule con pigmento. La 5omiglianza di qu este fo;rmazioni ghiando~ lari con le ghiandole ·della mucosa uterina viene sostenuta da tutti gli AA. per l'attività funzionale di questi adenomi n el tempo mestruale , per l'ingrossamento ed il reperto •di san gue nella ci·stii. Altri pensano a residui del cordone ombelicale. Secondo · Sampion proverrebbero da fram1nenti epiteliali che trasip ortati nella tube da flussi m estruali, si fisserebbero poi alla parete. Nei casi dell'A, si rinvengono tubi ghiandolari con epitelio cUbico o cilin•drico mentre gli adenomi delle ghimdole 'Uteri·n e 11anno epit.elio stratificato . .L\.ltre differenze sono 'date dalla rpresenza o meno di sangue nelle gl1iandole, dal tessuto elasti·co. I due casi dell' A. originano dalle ghiandole su,doripare della pelle. Nella lettei!'atura si tro.v ano scarse pubblicazioni c:ui tumori delle ghiandole is udoripar e. Konig descrive delle affezioni simili a lupus n ella facci a con formazione ·di piccoli nodi, a decorso lento e .denominati da Stilling adenomi infiammatori. Friedricl1 ha .studiato un caso idi cistoaldenoma sud or~paro 1cutaneo e I<lauber ne ha r aocolto 20 casi con queste caratteristiche : sono per lo più 5olitari, di grossezza varia ·da una capocchia di spillo ad una testa di feto potendo 1diversi tumori conf1t1ire insieme, si ulcerano facilmente ed allora il tumore prende l'aspetto di un ulcus rodens coi margini rsottominati. Si 1p uò a vere la co:rruparsa di cisti con forma zione, ·p er accrescimento I)apillaa:e, di un c:irstoadenoma papillilfero. Gli adenomi ven1gono distinti in siringo-aden omi, provenienti dal corpo della ghiandola e spiro-adenomi. Pick distingue l'idroadenoma tubulare proveniente dalle ghian •
I
1192
[ANNO XXXIII, F ASC. 34)
IL POLICLINICO
dole Sll·doripa1;e, l'adenoma i1dro-a;denoi1deo a car attere di ghiandola sudor~para ma che lascia distingl1ere se proviene direttamente dalla rpelle o da ghiandole sudoriJpare ru·dimentarie rimaste, e le forme combinate. Come sottogruppo dell'idroadenoma si ha il siringo-aidenoma tubula:r-e e l'idro-adenoma tubulare 1)apill:Lfero intrasiringeale. I ·due tumoifi descritti 1d.all'.A. si ·devono ascrivere fra gli idro-aidenomi cistici tubulari; non sono congeniti, ma sono legati nella loro origine al trauma operatorio.
ter~ico
è quello della swppurazione mostrando
gli elementi cancerosi una reststenza maggiore ed a1rm entando l'irradiazion.e la viru~enza <lei germi don·de la possibilità di una osteo-raàionecrosi, altro grave inconveni·e nte con sd'·acelo dt pelle, formazione di seni fistolosi e n ecrosi -del ma:scellare di cui la più grave è que·l la della lamina cribrosa per la vicinanza alle meningi. • La n·e crosi sarebbe dovuta alle irradiazioni secondarie del calcio sul periostio e la mucosa. :}uesta necrosi ha un aspetto speciade di necro. R. J3RANCATI . hio·si e l'osso si elimina con diffiicoltà peT · cui si impone la resezione preventiva ·dell'osso invaso Ti·attamento degli epiteliomi del mascel- da-I neorplasma faJcendo seguire la curiterapia del tess11ti molli. lare supe1·io1·e con l'associazione chirnrCosi hanno due infermi guariti da 21 e da 14 gia-curiterapia. mesi senza recidiva n•e i qualt con una protesi (VERGER. Gaston Doin, edit. Parigi 1925) . hanno sopperito ai dife·tti d.ella fon.azione. Op'Pllre è consig·ltabile di appli1ca.re focolai radioI..' .!\. distingue un tilpo id i can cro ·c on sviJup;po a t.ti vi c:;eparati a cirea un ·centimetro l'uno dalanteriore, uno ~ sviluppo inferiore ed uno che l'altro ..~ltri inconvenienti sono idati dalle nevralinvade le r egioni vicine, fosse nasali, etmoide, gie e ·dalla ·diistruzione dell'o·ochio .che sono in occhio. rapporto con le osteo-radio-necrosi. Gli epiteliomi sono i tumo!l'i più frequenti de 1 La tecnica operatoria da seg1uire secondo Haum.a scellare surperiore (su 56 tumori trattati daltant e Monod è la seguente: ·disinfezione con iodio l'Istituto idel raidio 14 erano .sarcom-i e 42 epitee if:rlicerina (2: 1) , anestesia regionale con inie. liomi). Questi sono epiteliomi pavimentosi epiz.i one di novocaina a.il 4 % a liv.allo del nervo ma.. dermoi.di (e1pit·elio pavimentoso stratificato), cilindro mi, linfo-epiteliomi (oellu·l e epiteliali con nu- scellare superiore nella fossa pterigo-mascellare introducendo l'ago •dietro il bordo posteriore della merosi linfociti), adamantinomi. volta del palato duro o a i:tivello del dente del Possono in genere provenire dalla mucosa del seno o gen·g ivale, dalJa muco.sa buccale. In molti giudiz1o. Altri pre1'eriscono la narcosi con la canula di casi e5iste una sinusite pr-egressa cronica. Que5ti tumori contrariamente a quanto si potrebbe Delbet. L'in-ctsione aidopeTata è quella medio-labiale e credere sono molto seTu&ibili alla radioterapia. Il trattamento operativo mentre ·dà buoni risultati para-latero-nasarle, cui s·egue la r·esezione del ma. scellare inferiore -che diilfferii&ee da quella di Fara. nei sarcomi del seno, li dà cattivi ·p er gli epite beuf perc.h è conserva il boI'do orbitario ed il paliomi. Sehileau ne ha visti ·i n 4 anni una trentina e di essi solo uno vive, che aveva un sarcoma . v)mento avendo tutti i rinologi condannata Ja reed in cui fece la r esezione del mascellare supe- sezione tipica. Si asporta il cornetto med·io e si fa lo scucchiaiamento dell.l'ietmoide, del seno sferiore. Si può >dir.e che i risultati o.p eratori sono j noi•d ale. I.a cavità ben detensa viene zaffata con ~egigiori, della chirurgia di tutti i tumori. Konig, garza imbeV11ta in olio gomenolato nella quale Ku·StPr e Martin ·hanno a·vuto una mortalità orpesaranno fissati i tubi di raidio. Quando si ha ratoria 1d·i circa il 30 % in generale per pneumoemorragia i tubi si mettono al 40, 50 giorno. Non n:ite ·da ingestione. Tutti gli operati di Kronlei11 si p·u ò usare la garza iodoformica rperchè l'iodohanno recidivato. formio dà luogo ad irraJdiazioni secon•d arie. La Con il trattamento radiologi·co siu 7 trattati con dose ottima è di 20-25 mi1lli·ourie in 4 giorni divisa aighi di radio 2 ebbero guari·g ione; su 4 con apin 11-12 tnbi. Essi .sono disposti sulla garza in plicazioni raidiologiche si è avuta una guarigione che malgrado l 'enorme estensione del tumore 1no·do da tappezzare uniformemente la cavità. Due tubi 5e1~ono per la pelle. 'l fili dei tubi fuoridura da 3 anni. 8$Cono dalla narice . .~ssociando la curi- e la rontgenterapia non hanOopo circa 2-6 mesi si può fare una protesi. no avuto alcun successo. Su 5 operati e poi tratCosi operando h anno ottenuto in 5 su 8 la guatati con dosi medie di radio, si ebbe un guarito rigione che è .di 4 anni nel più vecchio e di 22 che mori dopo 4 anni senza r eci'diva per mala tmesi nel più recente. fja cardiaca. Uno d egli inconvenienti gravi per l'uso radioQuando il tumore ha inYaso Je parti circonYl1
1
1
1
1
•
•
XX:XIII, FASC. 34)
[.ANNO
1193
SEZIONE PRATICA
cine, alla resezion-e atipi.ca si aggiunge qu·e lla del. l'etmoide, del bordo OI"bdtario infeiiore e del pavimento d·ell'orbita e de.ll'apafisi zigomati,ca del temporale. ' Facendo iseguire il trattam·e nto con radio in 8 malati ·di questo ti1)o, solo 3 l)on :presentavano r·eci·dive, gli altri morirono per r ecidive nella fossa temporale, nea palato molle, n ella pelle, net gangli. Raramente l'exeresi è seguita da emorra:gia tale ·da richi·e dere la legatura d ella ca.roti·de esterna. Si può avere una emorr.agia secon .. • daria ·della mruscelJ.are interna dopo 2-3 m esi ~he può dip e.n1dere 1d a.Na radio-necrosi o da r ecidiva. Non è ·consigli1a bil e la legatura preventiva deJ.Jla carotide perchè secondo Yolly e Ferroux l'azione viene a diminuire ·quando manca l'afflusso sanguign:o. Per quanto riguarida la cavità orbitaria ail-0un1 consigliano l'exanteratio, ma !'laramente il tumore reci diva nell"orbita ove invece è pitì frequ-ente l'.osteo-radio-necrosi. . Se il tumore non ·è molto esteso raramente .si hanno metastasi. Nei •casi molto ·estesi sono col. !pite le ghiantdol(l linf.atiich e oarotidee e 1dell'angO'lo d ella mascella. Sulle metaJStasi è preferibi'b l'ap.pli.cazione id ei raggi X ma la · esperienza de•l1' A. non è su tale ·lato sufificiente da .segnare una ljnea di condotta :precisa. IJn qualche caso si piuò i1tilizzar.e il radio ·p er la cavità resid111a daJ:la r esezione ed i raggi per i gangli .caroti dei. Dalla !etteratura francese è stato m esso i n ri·l i-evo il fatto icbe la radio-sen.s ibiJità va sempre diminuendo come se il neoplasma &i vaccinasse, donde hJ.sogna agire con intensità e r aJ)idità . L emait"'e cunsiglia la seguente condotta : rontgen terapi;'). preoperatoiia d el tumore, resezione del mascel lare superiore e curiterap1ia imm ediata intras.inusalle e a di stanza ·di qrualche giorno rontgenterapia profonda s11·l le regioni linfatich.e . 1
1
1
1
1
John.son 11a dei ris·u ltati sod1disfa-0enti con la se·guente t ecnica: irradiazione esterna a 6 on~. dal 1la pelle con 9 m ila m·illiour:Le o;pipure con rag. ·g i X, asportaz,i one 1de·i gangli .carotidei e se questi ~ono 1 sa.n i 1deposizion e td i tubi di radio n ella fierita, legatura della carotide esterna, linguale e facciale, asportazion e del 'Processo a1veolare qu·a ndo i.I tumore è in esso irnpiantato e riempimento della cavità con tubi di radio. Sono stati trattati così 24 e.asi <!On 4 guaiìigioni dopo 5 anni, 3 doipo 1, 3, 4 anni , 1 reci·divato d opo 6 anni. ·DaJle con clusioni s i 1d edu ce ch:e gli epitelio.ml del ma:scellare inlf·eri oire sono ino'Perabili se non po·ssono -essere tolti 1come in un vaiso chiuso; in gener.e sono tumori sens.ibili a.ill-e irraidiazioni; la rontgen e la curiterapia sole non hanno dato risiultati soddisfacenti. Nei casi limitati la chirur.. gia seguìta dalla ieuriterapia dà ne'1 60 % risu ltati nuonj. La curiterapia sembra superiore alla ront. genterapia. Nei casi d1ffusi la larga r esezione del mascel lare, l'e.xanteratio, la legatur·a ·della carotide ester. na, l' asportazion.e della pelle aderente saranno seguite dalJa ront.genteraipia ohe può abbracciare un campo 1d'azione più vasto. 1
1
1
R . BRANCATI. ·
CENNI BIBLIOGRAFICI.
1
1
Prof. G.
J\llanuale di Oculistica ad uso dei medici pratir.i e d egli studenti . Vol. in-So
1
' Dalù3. letterat·ura tedesca ed au,striaca si desum e che questi tumori vengono gen-eralmente trattati .ohirurgircamente. Nella Clin ioa di Hajel< viene praticata l 'exeresi accompagnata 1da Je·gatura siStf>rnatica d~lla carotide e'Sterna ed ablazion€ dei g-angli carotird·ei e sotto-m ascellari facendo seguire i1na protesi ed infine una irradi·azione di lunga durata con raidio. Invece Ke-ck consiglia il tratta~ m ento rhirurgLco e solo q1uando questo n on basta pratica l'irraidiaz.ionie con raggi X. An,c he in Inghilterra l' exeresi chirurgi-0a resta il trattamento fondam-entale. Vengono considerati inoperabi~i i ·sar comi nati dalla base d el cranio , e in vardenti il seno, queilli con in·v asione secondaria della fossa pterigo ma.scellare, i casti. con segni di irritazion1e meningea, quelli con invasione dell'orbita, del seno cavernoso.
D E VINCENTIIS.
1di pa.gg. xv r-624, ·con 259 !fi!gure in nero ed a ·colori n el t esto e una ta1bella e 7 tavo1e a colori fuori testo. Caisa Bd. L. Pozzi , Roma. Prezzo: lire 68. 1
A que<>ta magnif1c a ipubblicatione, che viene ad. a·r ri•cchtre la collezione rd ei Manuali Pozzi e che è all'altezza ·dei teocr)1p·i , il prof. Ang.el·ucci ha apposto la seguente signifiieatl.i.va presentazione: (( Il manuale di Oculistica che il .p rof. Giuseppe (( de Vincentii5 dà alla luce per i nitildi tip-i d·e'lla << Casa :Editrice Pozzi presenta tutti i requisiti e << pregi necessa1 rii ad un manuale di una branca :e me·dica speciale. D·e stinato allo stu1dente e d al u m eidico pratico, esso risulta veraIIl'~nte utile per « le molteplici e comtplesse qu•a lità ·di:datti c11e e (( scientifiche di cui è fornito: chiarezza della for << ma, giusto 5enso delle proporzioni, sagaiee cer. << nita di ciò che è indispenisabile s.aper e per l'erucc dizione scientifica, esatto rilievo ·d i quanto con· cc cerne la pratic·a del medico generico e tlel'l'ocu.. « lista, accorta scelta 1 delle illustrazioni integrati. n ·v-e d·e l testo. << Inquadrata la materia in uno schema razionale, l' .~., prima di trattare defle singole affe· 1
1
1
(<
1194
IL POLICLINICO
zioni dell'apparato vif>ivo, molto oppoTtunamente u esamina, nella pri·ma parte del libro, il mira" bile fenomeno della Yi-ione nei uoi ' ' ari coef·flcc cienti, ne'l la secon•da, le norme gen~rali di se1c mPiotiic a e terapeutica oculare. « Date così al lettore le necessarie . basi d'in'' dole scientifica diaignostica e curativa, pa&sa « nella terza e quarta parte del libro a t raccia>re « i vari quaJdri morbosi nella giusta estension e cc relativamente alla loro importanza i)ratica, co11« foil'me ai fini dell'esercizio medico quoti1diano. cc La scelta degli in'dirizzi tetapeutici, fatta con << sano criterio tra quelli c11e l'eStperienza clinica <1 ha sino ad oggi dimostrati di più sicuro sue,, ce5so, dispensa il lettore da una selezione cri<< tica tra le 1 diverse norme contenute nella lette« ratura per le varie malattie oculari, con·ferendo << così al libro il carattere di una gui1da agile e sin cura n ella ieura di .queste. cc Il libro, in'fi·n e, riesce anco.r ipiù lauldativo per. « chè nei punti prin1 c i1pali non trascura di •citare u i lavori e le coDJquiste scientifiche d ei pitì. emi« nenti oculisti italiani. cc Questi rilievi e questi pregi mi portano alla « convinzione che l'A. , figlio del mio illustre cc amico e predecessore prof. Carlo •de Vin centiis, cc abbia nel presente manuale egregiamente as~olti « i bisogni della Scuola e della pratica». .Prof. ARNALDO lt\.NGELliCCI. ,
cc
1
1
1
1
G. J.tTSENA. Trattalo di Tratlmatologia clinica. Torino, Utet. 1926. Un \'01. in-8°.
L'Unione Tipograrfico-FJditriiee Torinese pubblica un lavoro rdel ptrof. Gustavo Lu·sena (idi Genoya), che merita la atte11zione non .solo 'degli stude.n ti ma anche idei m ·edici, 1perch1è colma una deip1·ecata. lacu11a eisistente ·n ella nostra biblioteca. L'o1pera ·del Lusena è raccolta in un volume di 1150 pagine di nitida 5tampa, con intercalate ;,.)i) figure originali; e si prese11ta in veste tipografi":i assai propria e raccomandabile. Essa prospetta le principali cognizio11i che la cli nica traumatologica è \'enuta raccogliendo d :\lla esperienza dei secoli: e, 1per essere ordinata t~cl efficace, parte da una rapida di5amina dei cap1saldi di patologia generale e speciale d P. 11tl le~i (n11 violente per costituirne fondamento alla trn.1 tazione clinica. In questo poderoso volume non viene fatto 11essuno sfoggio di erudizione; al ipuntJ c°!"c 1'..\. l1a rin11nciato persino alla bibliografia: 1111.!ntre l' ~. si è preoccupato di ricordare non s0l '> le acqui&izioni cl1e ci vengono da oltr'Alpe, ma speoia lme11te di non trascurare le osservazioni fatte dagli studiosi nostri, l'eco delle cui parole mol~ù spe so non si estende al di là della prop r i!\ 5C IJ•>·
(ANNO
XXXIII, FASC. 34)
la, dato che fra i trattati formativi i ~i 1105tl'i studenti prevalgono ancora per numero le traduzioni di opere straniere. Ma il trattato di Traumatologia C~inica del Lusena merita, credo, un plauso anch~ iperchè sta a 1provare che l'_t\. - che .attualmente •divide la &ua attività fra l'esercizio d~lla chirurgia i)ratica e quello dell'i11segnamento, estendendola anche al campo dell'in1fortunisitca - è convinto che, dal p11nto .di vista rsociale, la medicina deg.Ji in'fortun1 debba prim·a ·d i tutto esser clini1ca, e in .questa soltanto pos sano trovare fon·d amento le sue applicazioni med~co-le·gali. Lo studioso cl1e nella cos·p icua m ìlP della pubblicazion-e ritenesse di 1poter attinge!"e tutte le notizie di patologia speciale traumatologica e ch·e, molti di questi que5iti trovando prospett:iti soltanto in succinto, volesse fare un rilievo alì' ..\. per - che tale brevità, trascurerebbe anzitutto il fatto il lavoro viene presentato quale lln tr:t tt:tto ùi traumatologia clini·ca e non id i patologia speciale delle lesi·o ni violente; e dimenticherebbe nel tempo stesso che il pratico suole ap1p rezzare jn un trattato, più che la clovizia ·di notizie di eru.d izione, la e5posizione chiara di quei capisaldi che merita110 ormai di essere accolti come aquisizioni scientificl1e a-0certate . • E al Lusena va tributato plauso di aver improntato il suo trattato a questa desi.derata caratteristica. • 1
R . DALLA VEDO\" A. OL01''.ION-i\1ASSON. Precis de radiothérapie protonde,
512 pag., 174 fig., 12 franchi svizzeri.
Più che un ,compendio il libro e un trattato di raidioterapia in cui si ·dà larga parte a cognizioni tec;1iche neces&arie a chiunque voglia impadronirsi dell'arduo campo della radioterapia e tanto più \rolentieri l' A. ci si sofferma perchè Solomon l1a portato un notevole contributo al problema della dosi'µietria e il suo ionoquantimetro e la sua nuova unità R (campionata su una quantità nota cli radio elemento' sono largamente introdotte in Fra ncia. Più della metà del libro comprende quindi cognizioni di tecnica; natura dei raggi X, leggi che· regolano la trasmi·ssione dei raggi, proprietà biologiche dei raggi; misure di qualità e .q uantità; tipi di ampolle e di appareocl1i, mezzi di prote. zione. Le ba&i ·della terapia profonda sono tl'attate ampiamente ma largrumente specialm ente dal punto ·di vista fisico: i fondamenti biologici sono apipen~ discussi; appena accennata la questione -delle dosi eccitanti per quanto in fondo come oggi si ammette 1·esti dubbia. accennata la questione della specificitù delle radiazioni (que5tione c he è
[ .t\NNO
XXXIII, F ASC. 34]
essenzialmente gloria italiana e che oggi ci ritorl'la dall'estero): discusse brevemente le dosi biologiche in tradotte dai tedeschi poichè l' A. è del parere che ogni nozione dosimetrica basata su reazioni biologi.che è da ri·g ettare. Le ulti1ne 200 pagine •sono dedicate alla tecnica e ai ri5ultati della radiolera'.Pia (sarcomi, carcinomi dei vari organi, forme tubercolari) : brevemente è trattata la parte delle affezioni emopoietiche e ·d elle ghian!do1e a 1secrezione interna. Il libro 'Per quanto essenzialmente tecnico in 'buona parte e ~er quanto in molti punti non si liberi dal tipo solito di trattazione tuttavia può essere utile anche ·al medico pratico che troverà , per qu.anto brevemente, accennate, quelle questioni biologiche cl1e formano argomento Yivo di discussione nel trattamento del cancro. 1
E.
MILAN!.
Ergebnisse der medi.:inischen Strahlenforschung. Edit. Georg T·l1ieme, Leilpzig, 1926. M. 52.50.
pubbli·cato di recente il secondo volume cl1e contiene ·diversi capitoli svolti da specialisti .e corredati da niumero,se fi.g.ure. Succintamente gli argomenti traittati sono i seguenti: te·cnica ·del-la ventri'col-0gra:f:ta con l'indicazione dei 1prunti per la punzione e Io strumentario adatt0 per il metodo diretto o per quello lombare (Jungling); mielografia con introduzione di aria, iodol. lipoio·dol, iodipina ed i punti d 'iniezione nella cisterna nella colonna lombare, ecc., corredata ' da numerose figure . per la diagnosi di tt1mori della .colonna o del mrdollo (1P eirper); quaidri ra·diologici delle pleuriti interlo1bar1 ·(Fleischner); sintomi raidiolagi1ci dell'ulcera del duo deno con i1umerose fi.gure di casi normali e paitologi1ci (1B erg); l'!n~lusso dei raggi sull'e-quilibrio aci·do-'basico nel corpo (Kroetz); il trattamento raidiologico ·dell'asma broncJ1iale con la tecnica, i risultati ed il modo di azione (Klewitz); le rtlterazioni 1deìle CYvaie dopo irradiazioni con l'influsso 'indiretto nell' organilSillO, nel·l a gra;vi·danza, la castrazi.one e la sterilizzazi·one i\a:diologica Geller); . l'elettroieo.agmlazione vesici•ca:Ie con la tecnica, lo strumentario 1Per i tumori della vescica, le ri. cerche per la dia:gnosi ·e le statistiche dei v·ar\ tl'attamenti (Scl1eele); il trattamento ra·dio- e ra•diumteraipico nei cancri della linglta (Schempp). R. J3RA~CATI. È
1
(
1
1195
SEZIONE PRATICA
SERVIZI IGIENICO-SANITARI. Conferenza Sanitaria Internazionale. La XI Conferenza Sanitaria interna.zionale per la revisione ·d ella convenzione del 1912 ha avuto luogo a Parigi negli scorsi mesi di maggio e giugno. Ad essa hanno \partecipato ben 72 Paesi con 163 deleg.ati. La Delegazione itaJiana era compos.ta del oa'V. di gr. croce AlbeTto Lutra.rio come .p rimo delegato, del generale medico Repetti, del doLt. Druetti e di qualche altro esperto; ed ha partecipato ai lawari . di tutte le commi'SSioni, sottocommission i e -comitati &peciali, anche ufficiosi. In più oooasioni è sta.t o fa.t to cenno con parole di plauso alla orga'l1izzazi001e sanitaria italiana; notevole sovra tutti il ricordo fatto 'dalla Delegazione degli S. U. d' A1nerica dell' a.zione così efficacemente 51·olta dal nostro Paese a tutela della emi·gramone diretta oltre mare nel 1910-11, qu.ando cic-è irn I tali a esisteva il colera. La nuova Convenzione segna un .notevole passo avanti nel campo della profilassi internamonale. L'orientamento :patrocinato per rpr~ma. dall'Italia consistente nel 1portare per quanto possi1bile lo sforzo sa.n itario ne1 porto di origine delle navi e durante la traversa.t a h.a fatto un deciso passo a.vanti. Altre 'due mal.a.ttie sono state aggiunte a quelle conteIDQlate : il tifo esantematico e il vaiolo. L'ammissione cli qu<>sta ultima ra.:pipresenta. una vittoria. conseguità dalla nostra Delegazione. 11; stata resa. obblig.a.toria nell'interno deg1i Stati partecipanti la denunzia. delle malattie infettive contemplate dalla Convenoione. All'attributo di cc contaminato » con cu,i si soleva bollare una località per la scoperta di qualche caso di ma1attia esotica , si è sostituita la parola convenzionale 1< atteint ». La sostituZ'ione voluta e difesa dal.la Dele~.azio11e )tali:ina 11a in pratica gra11de valore. :e stata a.b olita la ese·n zione delle navi da misure sanitarie qua.ndo avessero lasciato circoscri2.Ìoni infette cinquP giorni 1)ri111a .del caso, pO!iohè t.ale esen~ion~ ~ra co11tradetta. quasi costantemente dalla esperienza e.pidemiolo•g ica. Il crit~ rio Jella « deoontan1inazione » è stato modificato nel senso che il Gove1,110 che ha notificato la esiste11za della n1alattia è il solo in possesso di tutti gli elementi per dichiarare quando il pericolo di 11ua ulteriore esµansione è p-resumibilmente cP.,~ato. Nel caso di Governi reticenti o .non sufficentemente inforiua.ti vi è il rimedio della prosecuzione delle inisure. Si è arcentuatc n<3i riguardi delle 1nerci il criterio della. loro in11oouità, alme.po nella gran.de ma;ggior.a.nza dei casi , e nei riguardi dei passeggeri e degli equi.p aggi vie11e data fa coltà d·i av,,.alersi degli a.c certan1enti di laboratorio. Ai fini dell>a classificazione sanitaria delle 11avi non viene pib tenuto conto dei casi verificatisi a bordo prima della partenza. L'emigra~ione fe>rma og.getto di particolari rac•
1196
[ .t\NNO XXXIII, F ASC. 34 J
IL POLICLINICO
coma·n dazioni nel senso di a.ccordi speoia1i fra Paesi interessati, di un adeguato assetto igienicosanitario nei porti d'imbarco, di dotare· le nari dei me.zizi di pre,renzione contro le malattie infettive. ~ stata riconosciuta la impossibilità, .sostenuta dalla Delegazione italiana, di abolire fin 'da ora la patente di sa.nità e i visti conso1ari. Viene fatto obbligo agli Stati ~partecipanti di emanare istruzioni speciali per mettere i Caqlita11i di navi che non hanno medico a 'b ordo in grado di .ap1plicare le dù:q>osizioni contenute nella Convenzione. l'este. - Un rilievo spiooatissimo è stato dato alla parte concerneniìe la « peste Jnu.rina ». Oltre all'obib ligo delLa notificazione della prima a~pari zione dellt:t epizoozia, è p•r evisto anche l' OJbbligo dell'invio d'iniormazioni per.iodiohe .aJl'Uffi.cio internaziionale <l'igie11e pubblica. La derattizzazione è indlliizzata a criteri più razionali. Fra i requisiti cui debbono soùdisfa.r o i porti figurano .anche quelli suggeriti dalla Delegazione italiana e che rigu.a.rda110 la necessità di separare con adatti dispositivi la fognatura dei porti da quella cittai.ii•na, nonchè la costruzione di mag.az~ini « ra.t-iproof », pratica in attua~ione da noi. l'olera. - lt stat,a definita la gra.ve quootione dei « portatvri » di vibr?oni colerigeni, nel senso che essi sono soggetti alle disposizioni in vi.gore nel Paese in cui entrano. I vaccinati _contro il coleTa da 11on oltre sei mesi sono sotto.posti a semplice vigilanza sanitaria., secondo la iprorposta ·della Delega.zione .itaJ1iana. Infine la niu ova Convenzione fa ce11110 a taluni alimenti crudi, specie ari frutti di 111are, rprevedendo la ev,:i.ntuialità di un trattamento inteso a libera.rlì aaJ vi1b rione colerigeno. •<\.ltre ncrme speciali sono che le iparti QOntr.aenti debbono astenersi dall'eseg;uire visite sanitarie alle navi che attraversano le lo:ro acque territoriali senza fare scalo nei p or t i o sulle coste dei loro Pa.e.~ rispettivi . Non sono consi,d era.t e come acque territoriali i canali a.rtificiali e le vie naivig.abili interne. Il Consiglio SOlntta rio nznrittimo t quarantenario di Egitto è uscito rafforzato nelle a.t tribuzioni di istituto in quanto che gli è stata assegnata l'alta vigilanza sui luoghri sa.nti. La Confer enza ha adotta.to poi alcuni voti, come l'i.i1carico dato all'U:ffioio internazionale di igiene p11bblica di studi.a.re uno schema per un assetto uniforme dell'istituto del «medico di bor:do ». Il voto trae origine da. un memoriale dell'Associazione fra. i mP;dici della marina mer9antile italiana , proposto dalla nostra Delegazione. Fu ricordato nella circostanza il sistema cita.liiano di reclutaimento dei medici di boi·do che merita dii essere · imitato. Altro voto, prqposto dalla De1egazione italiana. riguarda. la emanazione da parte dei va.ri Governn di pro,~edimenti intesi .ad imi>edire l'imbarco dei malat.i pericnlo~i sotto 1'.aspetto sanitario. Le nostre di posizioni in materia contemJp]ano :!!ià il <:3.SO. M. c. 1
AEEADEMIE, SOGIETA MEDICHE, tONfiHESSL Società Medico-Chirurgica Bergamasca. Seduta del 18 a19 rile 1926. PTesidente: dott. LANDucc1.
La .sras-rn,ofilia nell'infCl!nzia. Prof. RAFFAm,rJ . L' O., doipo una minuta esposizione delJe cause e dei sintomi di tale forma morbosa, fra le indioaz.ioni ter~~)eutiche, ha a.t·uto agio d':intra.t tenersi sui brillanti risultati che si possono ottenere con quel nuovo valido sussidio terapeutico acquisito dalla. pratica medica che è l' irradi.azione ult ravioletta.
. Su di wn caso di calcolosi ureterale. Dott. ARRIGONI. - Caso molto interessamte per la pratioa ne1 quale · una brillante dìagnosi iagevolata dalJa radiografia e dal cateterismo degli ureteri, ha potuto indicare la precisa e ben riuscita teraipia chirurgica.
L'·w rotropina per via endovenosa nella terapia niedica. Dott.. ZANETTJ . - Basandosi su di una ricca ca,.. sistica personale; delinea le ind!i.cazioni ed i risultati delle iniezicxni endovenose di urotropiina oon speciale riguardo .a.d .alcuni casi di br.onohri.te oronioa ohe si erano dimostrati ribelli ia qu,aJsiasi altro rimedio. Seduta del 13 m,aggio 1926. Presidente : :pir of. LuGIATO . Dotti. INVER:NIZZI. - Commemora con commossa paro1a l'immat11ra perdita del collega Tarozzi, rimasto vittima di u.n pietoso in,oidente autociclistico.
E;ulla sifilide dell·' 01·ecchio interno. Dott. PIPI.\. - Prendendo argo.rnento da un ooso di lue iginorata La oui diagnosi fu possibile solamente in ba~e all'~ame f,u nzionaJe acustico, tratta della graJlde importanz.a che tale esame ha assunto anche nella p ra.tica medica. Ricorda rpoi Je indicazioni terapeutiche ohe l'esperienza ha consacrato e conclude augurando che ogni medico conosca quel tanto dell'esame del!' orecchio che basti a venirgli in aiuto nelle forme di ma.ggio(]:e g ravità ed imiporta11za. 1
Tl valore diagnostico della radiologia n ella tbc. polrrnona;re. Dott. LEIDI. - Mette in rilievo l'importanza di.a:gnostica della radiologia nella tbc. 1polmonare e le indie.azioni terapeutiche che ne deri'\".ano il• lustrando il suo dire con una numerooo. serie di interessa.nt.i e perfette radiogra.fie del torace.
s.
{ANNO XXXIII,
34]
FASC.
SEZIONE PRATICA
1197
APPUNTI PER IL MEDICO PRATICO. SEMEIOTICA.
CASISTICA.
La causa del colore chiaro dell'urina 1\el rene sclerotico. Una spiegazione convincente del colore pallido dell'urina nel r ene "SClerotico non è ancora stata • data, nè s i può .p ensare élld 'llna 1semplice Titenzione ·di sostanze coloranti in causa dell'insuffici enza renale. Dalle ricerche di E. Becher (Zblatt f. inn. M eàizin, 12 settembre, 1926) ri-s ulta che l'urina nella sclOO"osi renale contiene ~arecchl cromogeni, ma non si compie la trasformazione dell'urocromogeno nella sostanza colorante gialla. Quest'ultima non viene ritenuta nell'insufficienza r ènale; in questa, come nell'anuria, si ha invece una ritenzione del cromogeno nel siero e nei liquidi ,dei tessuti. Il .cìriomogeno cosi trattenuto ha gli stessi caratteri di quello che si può trovare n ell'urina del rene grinzo. · L'urocromo, al pari delle altre sostanze colorantj dell'urina, ha piI'obabilmente origine riell'intestino. ·L a mancata sua trasformazione in sostanza colorante può essere dovuta al fatto che la tra.sformazion·e •ha probabilmente luogo in condizioni normali nel rene ·sano, mentre sarebbe turbata nel rene grinzo. E anche possibile che la sostanza colorante arrivi ·dall'intestino n el sangue e, nell'insufficienza r enaie e nell'anuria, venga poi decolorata da una 1qualohe altra sostanza che in tali condizioni vien·e trattenuta. fil.
La .psoite.
1
Una speciale reazione dell'urina nell'Ittero infettivo. . Già nel 1917 P agniez (Bull. et Mém. Soc. Méd. à es H6p., n. 19, giugno 1926) insieme a Cayrel, Lé'vy e de Léobardy aveva fatto notare una reaz1 one 1speciale che si riscontra nelle urine degli ammalati .con sipitochetosi ittero-emorragica. La reazione ·consiste in una .coloTazione verde che assume l'urina, .a cui sia aggiunto dell'acitlo acetiico, e 1d-opo riscal d amento, come avviene per la ricerca dell'albumina. • Tale reazione, talora molto intensa, è presente ida1 primo al~'ottavo giorno dell'itterizia; nei giorni seguenti scoonpar.e, bench€ vi siano ancora abbondanti rpigmenti nell'urina. L'A. in seguito ha ri ce:rcato tale reazione in un gran numero ·d'itterici, ma non l'ha mai trovata 'Presente, nel mentre che essa è 'stata positirva in quei caisi in cui la sintomatologia clinica faceva s ospettar.e una &pirochetosi itterogena. Tale reazione c·h e .sembra legata rud una facilità speciale da parte del pigmento all'ossidazione, sembra all' A. d'un valore diagnostico d·i notevo'le importanza, nel dubbio d'una infezione spirocheCARUSI. tosica. 1 1
1
L'infjammazione e la suppurazione .del m. pso'lis possono trarre origine da cause diverse. -.Possono aversi infatti 1p soiti da propagazione al muscolo di infezioni primitivamente localizzate all'oStSo iliaco, a vertebre lombari ' o a focolai di peritonit1 st1ppurate, ·d i pionefr.iti, di aid·enolinfangite iliac.a tella pluralità dei casi però l'infiammazione e la suppurazione che colpiscono il m. psoas non sono che l'esipressione o di una infezione (tifo, vaiolo, po}monite, febbre puerperale) venutasi a localizzare per via ematica nel suo tessuto muscolare, ovvero .di un trauma sia diretto (contusione lom bare, addominale, per ferite da taglio o d'arma ·da fuo00) sia indir.etto (sforzo brusco, contrazione violenta, marce forzate). Possono infine verificarsi casi di psoite per propagazione di infezione per via linfatica ascendente. Jnfatti i linfatici del muscolo psoas si 1p ortano per mezzo dei linfatici cjrconfJessi iliaci al ganglio iliaco ester110: a questo ganglio giunge pel tramite del grup·po esterno dei linfatici efferenti dei gangli inguinali $Upe1'ficiali la linfa contenuta nei linfatici ·s uperfjciali dell'artn inferiore. 1Per simile di.sposizione bene si compr ende com e un'infezione localizzata, a.d esempio, in lin ::trto inferiore .e s11perfireiale possa raggiungere 1p er la via ·dei linfatici super~iciali dell'arto stesso il ganglio .iliaco esterno e da questo il muscolo psoas riproducendo nella s ua compagin e muscolare la primitiva infezione. Di solito le lesioni sono unilaterali: esse con·si, stono in una miosite interstiziale suppurata. L'inizio della psoite varia secondo la causa: ?. lento ed insidioso nei c~si ·di propagazione di un'infiammazione che abbia col'Pito gli organi vicini o .quando si sviluppa durante un'infezione. ed i sintomi locali possono essere rr1ascherati da fenomeni generali gravi (iperpiressia, meningismo, anuria od oliguria, dispnea intensa). Divel'.samente avviene nella psoite traumatica, nella quale i dolori alla fossa iliaca, insorti bruscamente, sono vivissimi. I sintomi più. caratteri-stici della psoite sono la flessione esagerata della coscia sul bacino con adtluzione e rotazione all'esterno d ella coscia, la immobilizzazione dell'articolazione dell'ainca e la st1a squi5ita dolorabilità, i do·l ori acuti nella ree-ione lombare con incurvamento in avanti del ;achide, la nat1sea, il vomito , la febbre alta, la <Jiarrea, i sudori, l'ipotrofia precoce del l'arto cor· rispondente. ·Bartolucci (R ilJ. Osp .~ marzo 1926) r~orta un caso di psoite in cui l'infezione avvenne, con 1
•
1198
IL POLICLINICO
n1olta probabilità, per la via linfatica. Trattasi di nn bambino di 4 ann1, nel quale l'anamnesi rernota e prossima era completamente negiativa e nulla degno di rilievo era negli ascendenti e colJaterali . Il bambino si era ferito con un pezzetto di. \retro alla -fac-cia plantare deJ piede destro; la ferita, superficiale e piccolissima, era stata trattata con aippìicazioni disinfettanti di tintura di jodio, ma il bambino poco tempo dopo aveva comi11ciato a zo·p picare, senza lamentarsi di alcun dolore, cercando sopratutto id i n on servirsi dei. l'arto inferiore destro ..Frattanto il bambino pre· feriva stare seduto, aveva brividi di freddo, era acceso in volto, non aveva appetito. Tra s.portato in ospedale, resame obbiettivo dava i segl1enti dati: aspetto sofferente, febbri.Je. immobilittt assoluta delrarto inferiore destro, cosci l. fle5sa sul bacino, addotta, ruotata alr·esterno, gamba lievemente flessa sulla coscia. Spiccata ipotrofia n1u·s colare e ipertricosi dell'arto inferiorP. ciestro. Diuresi ed alvo pressoch1è normali, lievi fatti congestizi polmonari, nulla agli altrl organi ed ap·p are.cchi. La fossa iliaca d. appare, in vicinanza dell'arcata in·guino-crru:rale, più rilevata e con marezzatuTe ~enose; al triangolo dello Scar.pa si rileva la presenza di una piccola tumefazione .della grandezza e forma di un uovo d1 ga11ina con cute 1eg.germente arrossata, lucente, molle, fluttuante alla palpazione. :\ 1 piede ed all:i. sua faccia plantare, piccola f·e1·ita lineare, non voluminosa, in via di cicatrtzza,.. zione; i gangli inguino-crurali so110 ingrossati e òol~nti. Posta la diagnosi di psoite, fu deciso di intervenire al pii1 presto. Raggiunta la guain t dello psoas, questa \'enne aperta dan.do esito a ropioso inateriale siero-ematico 1puru1·ento . Già subito dopo la fuoriuscita del liquido, si notò che la funzione passi·va dell'arto era as·sai più age. vole. Zaffata, ft1 eseguito un apparecchio gessato a cingolo addominale preYia regolarizzazione d~lla posizione dell'arto inferiore destro. I·l bimbo, apirettico ed in apparecchio gessato, ritorna in fa.. miglia do1po 20 giqrni dall'incisione. IJ'.i\. ritiene che in tale caso, come già accenn2.to, l'infezione abbia avuto origine dalla ferjta e. istente alla faccia plantare del piede d·estro e, risalita lentan1ente per la Yia dei linfatici, abbia raggiunto, attraverso il ganglio iliaco esterno, il m. psoas. Contro talee itPotesi starebbe l'ais·sooza di stri e di linfoangioite ehe nel caso in esame non ful'ono affatto riscontrate. Deve però n otarsi che tali strie non sono indispensabili niè, di regola, presenti in una infe.z ione che segua nella sua propagazione la Yia linfatica. L'Li\. d'altra parte non ritiene che l·infezione si sia 1p ropagata per vi A ematica perchè in tali ca i il trapasso nel tori ente anguigno delraaente infett.iYo e la sua
[ANNO
XXXIII, FASC. 34J
localizzazione a distanza si verificano in più bre~ ve tempo e contemporaneamente l'esplosione del quadro infettivo è piì1 tumultuoso. A. POZZI.
Miosclerosi primUiva e simmetrica_dei innscoli posteriori degli arti Inferiori.
.
E descritta da Flawier e Bariéty (Bulletins et Mémoires de la Société médicale des hopitaux de Paris, 30 aprile 1925).
U. U., di anni 54, ven·d itore ambulante. Viene
ricoverato all'ospedale per disturbi della locom°' zione. A 44 anni eirca, si accorse che i suoi due tallo11i non venivano più a contatto col suolo. Tale fenomeno si accentuò progressivamente senza recare alcun dolore e senza impedire in primo tempo la locomozione all'infermo. rln seguito per il continuo alzarsi àei talloni, questa si fec~ assai difficile. Dal 1923 poi, l'ammalato non può più u.scire cli casa. L'ammalato, in pi•edi, s'a,.ppoggia sulle articolazioni tarso metatarsiche e sulle dita del piede. I .a faccia anteriorie -Oelle gambe, assai dimagri .. te, si continua ,quasi verticalmente col dorso del piede. Jl cal-0agno dista dal suolo dodici centimetri a sinistra, undici a destra. Il tendine d'Achille è retratto e assai teso d 'ambo i lati. T.. .'amiotrofia riguarda tutti i muscoli degli arti inferiori, specie però quelli antere-esterni .e posteriori della gamba. Alla 1palpazione i gemelli (lanno l'impressione di muscoli in contrattura. I n1ovimenti delle articolazioni tiibio-tan5iohe, sono assai limitati, non per fenomeni di anchilosi, ma unican1,ente per la retrazione dei tendini d'Achille. E limitata pure l'estensione della gamba sulla coscia, per retrazione dei muscoli posteriori della coscia. I rifJ.essi sono normali, e così pure la sensibilità obbiettiva. L'ammalato accusa talora formicolii o crampi, specie alla coscia sinistra, che si dileguano nella posizione orizzontale. L'esame elettrico non rivela alcuna modificazione delle comuni reazioni . Per la localizzazione, 1per l'evoluzione non progressiva, per l'età àel soggetto, tale miosclerosi primitiva non riientra in alcuna delle forme di mjopatie, attualmente conosciute e classificate-. M.
Sulla sindrome di Volkmann. La sindrome di Volkmann può essere dovuta ad una necrosi muscolare ischemica ed in tai ca·s o il trattamento non può essere che ortopedico; le operazioni ui nervi, allora, non sono che accessorie e non possono modificare che dei sintomi di secondo ordine.
[ANNO
XX.XIII,
FASC.
34]
SEZIONE
Alt:i:e volte invece si tratta di una contrattura dei fle&sorj, come nell'osservazione di R. Leriche (Gazette d. H6pit.aux, 3 marzo 192-6) di un ragazzo di 14 an11i in cui, in :seguito ad una puntura dell'ava1nbraccio, si era realizzata una sindrome di . V0lkrnann. Pochi giorni dopo si potè mettere in rilievo dell'edema muscolare; mancava ogni se. gno di necrosi. Si ebbe infezione -e si formò un 1Pi.ccolo ascesso, guarito il quale, il disturbo funzionale caratteristico della sindrome persisteva e si aggravava. La simpatectomia omerale fece $C'Omparire quasi immediatamente il disturbo; la guarigione si mantiene perfetta dopo sei mesi. s: deve dunque ammettere la possibilità di Wla sinrlrorne ·di Volkmann per contrattura di origine simpatica o per ipertonia, ciò che non ci dev J sorp.rendere tenuto conto delPufficio del simpatico 11el mant.enere il tono. fil. I
TERAPIA. I trattamenti moderni contro la scabbia. .i\lle veccl1ie formole antipsoriche (pomate dl Helmerich, ·di Wilkinson, di K~posi, ecc.), alle sostanze resinose (balsamo del .Perù, stirace) ed ai bagni di anidride solforosa, si sono aggiunti oggi nuovi mezzi preconizzati specialmente allo scopo ·d i ottenere il massimo dell'efficacia curativa unita a rapidità di azione ed a comodità di uso. C. ·P istocchi (Archivio italiano di derma tologia, sifil . e venereol., dic. 1925) passa in rivista molti di tali mezzi che vanno in commercio come specialità; alcuni ·di ef?si sono veramente utili e possono liberare un paziente dalla sca1bbia in 2-3 giorni senza che esso debba essere distratto dalle sue occlipazioni e senza insudiciare. Fra tali mezzi sono particolarmente utili alcuni a base di solfo colloidale ed ossido di zinco, certi saponi allo stirace ed acido salicilico, altri in cui lo zolfo è unito al benzolo e la soluzione di 1peruscabina in olio di ricino al 25%. Un medicamento che costa poco e può usar51 per le famiglie povere e per gli o.spedali è la pomata Lilia11; fatta con: Vaselina, lanolina ana g. 250; Polisolfuro di potassio g. 90; _.\equa distillata g. i60; olio di Yaselina g. 240; ossido di zinco g. 10. •Ec:;sa agisce per l'azione dello zol:ro incorporato sotto forma di polisolfuro e può, per l'azione dell'idrogeno solforato, penetrare più fa, cilmflnte nei cunicoli, dilatarli. romperli ed uccidflre gli acari. La si applica per 2-3 sere, a se, con da dell'i·n tensità della scabbia, facendo praticare un massaggio per 5 minuti dal collo al piedi 1p er tutto il corpo; si consiglia di tenere durante la notte, la maglia, le mutande, le calze ed i guanti poich~ in tal modo il medicamento
1199
PilATlCA
riman.e pi11 aderente. La cura si completa poi con un bagno di pulizia e con il cambiamento della biancheria. Unico inconveniente è l'odore di sgustoso del polisolfuro. fil.
Nella forfora
gr~ssa.
abouraud consiglia: 1) .~ppli care ogni 8 giorni uno strato del liqui·do segu ente, riga ,p er riga, mediante dei batuffoletti di cotone e con frizioni ben appoggiate: Olio di cade deodorato g. 10 Olio di cedro )) 10 Acetone ani·dro » 30 Alcool a 96° q. b. per eme. 125 2) L'indomani praticare una saponatura, riga per riga, con uno spazzolino da denti semiduro ed un 5apone liqui do 1poco alcalino. Lavare poi bene ed asciugare. ~ e i casi benigni, rid·u rre le saponature a due al n1ese, ma fare ogni 2-3 giorni una lozione tonica con lo spazzolino semiduro, riga per riga (durata totale 20 minuti) con questo liquido: .~equa di·stillata g. 30 Nitrato di potassio cg. 50 )) 30 Formalina )) 50 Etere etilformi.co g. 20 Alcoolato di limone )) 20 Etere officinale .i\lcool a 960 q. b. per eme. 300 · 1
1
1
fil.
Cura della pltyriasis versieolor. ..\udry e Purand (Thérapeutique aes maùuiies cutanées, 199..A) dicono che questa affezione, pro, '"ocata ·da un iifomi·cete, il Mi'Crosporon rfuxfu'f, si presenta sulla cute sotto :forma di macchi·:J brunastre, color latte e caffè, variamente distribuite. Sulle macchie si possono fare delle medi· C3.ture iodate, ovvero si può applicare la seguente pomata (Besnier) : T~anolina, Vaselina, Sugna, anag. 25; Resorcina, ..\ci'do salicilico, anag. 2; Solfo precipitato, g. 10. i raccomandano pure le lavande con sapone l1lo zolfo, o lozioni con: Alcoolato di lavanda, g. 120; S11.b limato, g. 1; Olio di lavanda, g. 4; apone verde, g. 80. AJppJicare e lasciare i11 sito senza asciugare. M.
1
Nelle seborree cutanee. ' SabouraUld (Journal des praticiens, 23 genn. 1926) consiglia rdi fare dei massaggi seguiti da sgra.,.. samento mediante il liquore di Hoftmann e di ap. •
•
1200
IL POLICLINICO
plicare, la notte, la seguente pomata : solfo pre<'ipi tato, alcool canforato ana g. 10; glicerina g. 50; acqua dist. g. 200. Oppure: acido tartarico, a~ido salicilico, resorcina ana da 1 a 5 g.; alcool a 60<> grammi 50. Nella seborrea del c uoio capelluto, fare saponature frequenti seguite dall'.applicazione della pomata allo zolfo (1/ 40-1/10) . fil . Antipruriginosi. P ossono essere utili ·d elle lozioni ·cal!de con acqua (2 parti) ed aceto (·u na parte). Op·p ure, secondo Macap·ère e Montclaur ·delle paste, come la seguente : mentolo cg. 40; can.f ora g. 1. Ossido di zinco, talco ana g. 7. Vaselina, lanolina ana g . 12.
\.
VARIA~ Sudore sanguigno e stigmate religiose.
Il caso della « monaca santa » che, come narrarono a suo tempo le cronacl1e dei quotidiani, negli ultimi tr.e' anni in un piccolo p·a ese della Calabria presentò sorprendenti fenomeni di su'lorazione sanguigna e ·di lesioni a forma di stigmate alle estr emità, è 5tato stu·d iato dal prof. Vinc1?nzo Bianchi, che in un articolo pubblicato dalla Ri1;'ista di Psico logia espone le sue osser''azioni. e con siderazioni al riguardo. La cc monaca santa », al mondo Elena Aiello, e una donna di ?..8 anni, che già precedentemente aveva presentato manifestazioni schiettamente ì5teriche. All'età di 12 anni fu improvvisamente presa da un riso convulso, cui segui tosse spasmodica abbaiante, sostituente quasi l'atto resp1. ratorio, e che dopo 9 m esi cessò sen za n essuna cura. All'età di 22 anni, n el 1920, entrò in un mon astero, e do1po 1du·e m:ssi in 1seguito rud un dol ore alla spalla sinistra . cau sato da uno .sforzo. si d eterminò una paresi dell'arto s uperiore corrispondente. Nel cor&o d elle cure, riuscite tutte inefficaci, ebbe le prime visioni di Santa Rita, che le ordinò d'inizia·r e una sottoscrizion e per l'acqnisto d 'una sua immagine d a collocare in una nicchia della Chiesa del paese in sostituzione d'una statua di San Giuseppe ivi esi5tente. Riuscite vane le pratiche al riguardo, una notte Je ricomparve sdegnata Santa Rita, ch e la colpi con un pugno sullo stomaco. A questa visione segul im:possibilità Idi divaricar·e la rima dentaria, ''omito incoercibile, e formazione di numerose piccole piaghe intorno alla ferita re5idua di un int1tile intervento operatorio alla spalla sinistra, dovo il dolore intanto divenne 1p iù forte mentre la paralisi dell'arto si faceva co1npleta. Finalmente una notte le ricomparve anta Rita chP amorevolmen te l 'avvertì che le sue sofferenze .sarebhero presto cessate. In effetti l'indomani potè
[ANNO
XXXIII FASC. 34] I
muovere la bocca e il braccio, e le piaighe aruiarono r apidamente cicatrizzando5i. uccessivamente le visioni si ripetettero con contegno sempre ostile ed aggressivo. Nel novembre 1921 l' Aiello raccontò alle monache del paese che per istrada aveva in contrato Santa Rita, la <r.Jale le aveva tagliato i capelli, e ciò dicendo, disciolte le treccie n e faceva ca·dere a terra una di grosso volume. iDa allora fino al 1923 !'Aiello non ebbe a 5offrire altri ·disturbi. Nel primo venerdì di quaresima di detto anno accusò un forte dolore d1 testa e si mise a letto. Assorta n ella preghiera ebbe la vision e di Gesù. La corona di spine che .ne cingeva la testa se ne 5taccò e, proprio come era occorso a 1Santa Rita, si conficcò sulla sua fronte producendo un gemizio di . sangue. Il fenomeno che fu controllato dal dottor Turano s1 r ipetette negli altri ven-erdi fino a quello dell~ Settimana Santa. NP.i venerdì della quaresima del 1924 si ebbe la s tessa scena, con l'aggiunta di ulcerazioni alle gin occhia ed ai pi-edi. A quest'epoca rimontano le osservazioni del prof. Vincenzo Bianchi, il qt1aJe cosi riferisce : Sulla parte mediana della fronte quasi a livello dell'iffilpianto dei capelli e più in basso e lateralmente si v-erif.icano, ad intervalli di circa 5 minuti, tre gemizi di sangue, che ldiventano più abbondanti durante le estasi. Asportando il san· gue c-0n un batuffolo di ovatt a non si n ota sull 'l cute alcuna lesione di con tinuo. Il sangue fuoriesce s otto forma di goccioline che si ingros5ano gradatamente formando un flusso che solca il viso ed il collo. Nella parte centrale del dor.so e della pianta dei piedi ed in corr ispondenza delle ginocchia si osservan o piaghe della grandezza di un centesimo di v.ecchio conio, a margini dentati, a fondo rosso vivo, con scar sa secrezione. L'esame n eur ologico dà il seguente .risultato: anestesia tattile, dolorifica e termica su quasi tutta la cute; iperalgesia alla fronte, alla regione ca rdiaca, alle mani, ai 'Piedi, alle ginocchia; amaurosi completa; anosmia; disgeusia; riduzione dell'udito; dolori spontanei violenti alla fronte i;d alla regione cardiaca, tachicardia notevole durante le estasi. Il caso in quisti-0ne ha un grande interesse in quanto esso co5tituisce una. conferma sicura dell'atten·dibilità di analoghi fenomeni presentati nei tempi passati da individui invasi dalla fede religiosa e ch e poi furono p ortati agli on ori degll altari. San Francesco e Santa Caterina presentaron o fatti analoghi a quelli che ora offr e all'osservazione scientifica la monaca di :Ylontalto di U!fugo. I
I
1
[ ..\~~O
X.\.X.III, F ASC. 3-t J
SEZIQ.~E
Q11esta donna ha una n1entalità molto più me· ~chi11a, la sua personalità è ben lungi dal raggiu11gerc Ja com.rplessità e la fibra del Santo di Assisi e della Santa di ie11a, che influirono così potentemente sulla storia della chiesa cattolica, 1na anche essa è stata segnata dalle 5tigmate del Redentore ai jpiedi, alle ginocchia, anch'essa soi· fre violenti .d olori al costato sinistro, anch'essa ha visioni diurne, ef:itasi e svenimenti. Non è dubbio che !'Aiello rappresenti un caso clas9ico •d'isterismo. ·Nella sua storia si trovano fatti di sicuro significato diagnostico: il ri5o ed il pianto spasmodico durato ben nove mesi. il dolore alla spalla e la paralisi dell'arto corri.. spon.dente, il vomito incoercibile, disturbi tutti guariti con la suggestione religiosa, ed infine 1'attitud1ne alla 5imulazione documentata dal taglio dei capelli attribuito a Santa Rita. D'altra parte l'esame neurologico ha messo in evidenza disturbi d'indubbia natura isterica, quali l'anestesia . cutanea diffusa e l'iperalgesia di al. cun.e zone, l'amaurosi, ]'anosmia, la sordità, la disgeusia. Tutto ciò lascia legittimamente concludere che anche il gemizio di sangue, le stigmate siano fenomeni da attribuirsi alla stessa nevrosi. In questi ultimi tempi è stata mes5a in dubbio la 1p ossibilità che l'isterismo possa provocare sin. tomi che siano l'e.s pressione di lesioni organi·che, come le piaghe, o di perturbazioni funzionali profonde , straordinarie ed il cui meccanismo fisiopatologico è oscuro, come il sudore sanguigno. Babinski, per il quale l'isterismo è tutto suggestione, nega a questa la capacità di pro,rocare alterazioni organiche sostanziali. Egli ha affermato che il perfezionamento dell'indagine clinica, la maggiore serietà d'osservazione hanno annul~ lata la casistica del genere. Gli .edemi, le piaghe, le ematemesi, le emottisi, le anurie, le ipertermie di jpretesa natura isterica sarebbero effetto di trucco o di falsa interpretazione. Già nella pratica ordinaria que5ti fenomeni non si incontrano più, e durante la guerra, che pure ha determinato un abbondantissimo materiale di neurosi, non si è verificato neppure un ·caso di questi disturbi organici che hanno del miracoloso. La tes,i di Babinski è senza dubbio poco convincente. Se l'isterismo attraverso processi fisiopatologici, che ci sono completamente oscuri, è ca· pace di provocare paralisi, contratture, mutismi, atonie , anestesie, abolizioni di funzioni sensoriali, m·odificazioni del ritmo cardiaco e di altre funzioni viscerali, non de,· e sorprendere che possa produrre sempre attraverso meccanismi nervosi modificazioni del trofismo c-utaneo, che si estrinsecano con piaghe, Rlterazio11i della ,·ascolarizza-
PRATICA
zione delle glanàole sudoripare, cl1e si estrinse. cano con remorragia attraverso la glandole stesse. ~oi non sappiamo come e percl1è improvvisan1ente si ,p roduca e impro,·visamente scompaia negli isterici un disturbo motore come una contrattura, un disordine sensoriale come r ambliopia, ma non per questo negl1iamo il fatto. Tali disordini sorprendono meno perchè sono di più frequente osseryazio11e e perch1è si presentano· senza alct1na apparente modificazione della materi~li tà della parte colpita. Tuttavia 11oi sruppiamo che una contrattura quando duri n1olto può, provocare i1n'anchilosi, os5ia un fatto materiale .. ed un'ambliopia può dopo molto tempo })1·0,·ocare alterazioni retiniche ex non, usu. .t\nalogamente si può ammettere cl1e i11fluenze nervose, la cui essenza ci è ignota, co1ne detern1inano abolizione o pert1Jrbazione idell a funzione motoria o sensori·ale, possano provoca.r e attraYerso azioni vaso1notorie o trofiche alterazioni materiali della cute e rottura di capillari sa11guigni. Se l 'isteri5mo può dare la tachicardia parossistica, perchè non dovrebbe provocare l'ipertermia accéssionale; se l'isterismo è capace di dare la: cianosi e l'ischemia dell' estremità fino a simulare il n1orbo di Raynaud , perchè non dovrebbe provocare lesioni trofiche della cute? ~l a a parte queste pre5unzioni teoricl1e c'è da osservare che i casi di alterazioni somatiche d1 natura isterica sono stati contTollati da ip ersonalità scientifiche del rango di Bernheim e di Beau-· nis. E che la letteratura medica contemporanea va registrando continuamente casi, la cui attendibilità non può e55ere messa in dubbio l)erchè' possono essere facilmente verificati. Questo della donna di Montalto è t1n caso di grande interesse per la eccezionalità dei fenomeni riscontrati e perch€ smentisce le affermazioni di Babinski, le cui vedute hanno dominato •p er un certo tem'Po, ma 'Purtroppo es o 11on apporta alcun contributo chiarificatore dell'etiopatogenesi dell'isterismo e del meccanismo di pro ... duzione dei disturbi isterici somatici. DR. _..
Pubbllcazlone Indispensabile:
Dott. Oa.v. Uff. AI.BERTO VIGO (Dootor Juttltia),
LA LEfilSLAZIONE SANITARIA :: in rapporto all'esercizio professionale :: (Manuale contenente Leggd, Deoreti, Hiegolaimen~t. Olr. oola.ri e tutto olò ohe si r ilertsce all'eeeroizio iprofee1io· na.Ie, a.d ueo dei Medioi OOllidotti. dei liberi eaenentt. degld uff'1cia.Jii sanita.ril e del persona.le addetto aiJ la.bo.. ratori di vigila.nza. ig,fenioa.). Prezzo L. 16. Per i in.ostri a.bbona.ti sole L. 13.75 In. porto f ra.noo. In'Viare Va.glia. Poetale a.ll'Editore LUIGI POZZI Via. Sistina., n. 14 - ROMA.
1202
IL POLICLINICO
[ ..\NNO
XXXIII, FASC. 34)
NELLA VITA PROFESSIONALE. MEDICINA SOCIALE. Società
pe1~
gli studi della ]l alaria.
Dopo due ad unanze preliminari, il 5 agosto si è tenuta un'assemblea generale per 1a rricostituzione di questa Società, la quale, come è noto, ven·n e fondata dal compianto e benemerito ,prof. Angelo Celli e conta al suo attivo un lun~o i)eriodo di attività Qperosa, i11terrotta dalle vicende della guerra. La. riunione ebbe luogo, su invito del sen. Marchiaf.ava nei magnifici locali della Stazione sperime11tal~ per lo s~urf 10 della. malaria, \diretta dal prof. Alberto Missiroli (palazzetto del.l a Farnesina. al Corso '\' itt,, Emanuele 168). 11no partecipato molte elette personaJità, tra cui il sen. Marchiafava, che per designazione unanime la presiedette, i proff. Giuse·p pe e R.~f faele Bastianelli, Bignami, Dionisi, Ficacci, Gos io, Gualdi, l\if.issiroli, il comm. Vittorio De Sanctis ner la Casa Reale l 'on. Stri11gher ·p er la ' Banca d'Italia, il princi•p e Al1d obr.andini, il dott. J.andolo 1per jl Ministero dei Liavori Pubblici, il dott. Tognetti per le ferrovie dello Stato, l'ing. Penseri11i •n er l'Uffi cio S[?erimentale 1del Tevere e dell'Agro i:omano, il prof. Giacomo Rossi per la ocietà :YI accarese, il. dott. erney per la stampa sanitaria i. dottori l\iloretti, Raff.aele, G.arofoli, ' . . l ' i11g. Di Tucci, l~<:c . Erano state inviate ad~s10~1 e deleghe d·al s,e 11. SaJlarelli, dal prof. Pediconil, rettore per l'igiene d.,l Governatorato di Roma ~ dal prof. N aza.ri, da11'ing. Barbieri, dai dottori Bonnlberti , Mosna, Battista ed altri. . . . Il prof. l\1archiafa va, dopo .aver r1ngraz1ato i convenuti, ·<lisse che s' intendeva 'd'infondere nuo,. a ,-i ta ,a l la vecchia e glorio sa associazione. Do.po lln .ampia 'discussione, ohe valse a fissare le linee programmatiche, si portarono lievi modific~e allo tatuto. Su designazione del prof. March1afava. fu eletto presidente don Gelasio Caetani, nome alorio:o e caro rpel suo passato di guerr.a e di pa~e; su p r oposta del prof. Raffaele Basti.anelli, fui·ono <'letti vice-presiòen ti i proff. Bignami e Dio11i~i ,· furono noi chiamati a far paorte del Co11si. o·lio d 'amministrazjone ii sen. Marchiaf~va, il rprm~~pe Aldobrandini e i proff. Vitto1·io Ascoli , Giuseppe Bastianelli, l<. Gosio e A. Nazari; a.segr~ t.ario fu n ominato il prof. lfic~cci; a cassiere il dott. Raffaele ; per la reclnzione degli atti fu deleaato il dott. ,~erney. .::> Il Consiglio d' an1ministrazione l1a tenuto una prima adunanza il 9 agosto, per precisare le modalità dell'azione da sYolgere.
'ri ba
'r
'oopo della ocietà sarà quello di .animare l'ambiente in cui viene -volgendosi la lotta antimala'l'ica in I talia. e di itl'.llprimere im•p ulso agli studi
scientifici ed alle .rupplica~ioni pratiche in questo campo. Per .attuare tali intendimenti verranno indette rim1ioni sociali, che assumer.anno il carattere di congressi nazionali sulla maJ.aria, e se ne pubblicheranno gli .atti; si creeranno 1borse di studio decorose, affinchè poos-ano effettuarsi delle ricerche sulla malaria; verr.anno .~segnati premi, rif(pondenti a finalità scientifiche ed alle app1icazioni pratiche ; verrà favorita la proip aganda (volo-arizzazione nel popolo) e 1~ diffusione di cono.:. . . s~nze dottrinali e tecniche tra i competenti ; s1 svolgerà .anche un'.a.zione diretta, col promuovere, incoraggiare, predisporre le oam1pag11e antimalariche. Gli atti verran•n o inseriti nella « Rivista di Malaniologia », così da evitare duplicati d'1nizia.tive e .affinchè ]a rpubblicazione di essi acquisti maggiore snellezza in confrontq ai vecchi .atti, i qual~ uscivano solo una volta all'anno in un grosso volume. La 1rinnovata Società intende di avere larghissi. ma base tra i medici, gli igien.isti, gli agricolto' ri, gli economisti, i filantropi, tutti col o~o cui. sta a cuore il vitale problema dellia, redenzione delle nostre terre malsane e delle n ootre cl~si rurali dal secolaire flagello. Essa chiede loro un co11corso attivo di mezzi e di opere.
CONCORSI. POSTI VAOANTI. BELLUNO. Ospedale Civile. - Direttore Gabinetti per esami microsc., batteriol., chim . clinica e istol. patolog. Scad. 31 iag. Vedi fase. 30. BERGANTINO (Rovigo). - Scad. 31 ag. · L . 8000 e 4 quadrien1J.1i; per ambul.at. L . 500; uff. san. L. 200 (si c) ; c.-v; indenn . trasp. a seconda del mezzo. Bo&MIDA (Genova) . - Scad. 31 ag.; L. 8400 e 10 bienni ven~. ; c.-v. in L . 1200. CAMPO ELBA (lAvorno). - A tt1tto 31 ag., per 3 fraz. ; L. 12000 e 3 sessenni. Ohiarim. dalla. segret. comun.; domanda all' Assernblea Consorziale Sanit. di Campo Elba. CAVE (Ronta). - Scad. 30 ,a,g.; L. 9500 per 1000 pov., addiz. L. 4 fino a 2000 e L. 5 oltre; tas.s& L . 50. . CosENZA. ()spedale ~Civile. - Concorso per titoli e per esami a tre posti di medico assiste~te pel biennio 1926. Scad, 31 ag. Stip. L . 1800 (szc) annue e · percentuale sui compensi operativi. Cosl'A VoLPINO (Bergamo) . - Al 31 ag., ore ~2; ab. 4000; oo~. 400· collina; L. 10,000, oltre lire 2500 oa.valc-. , I .. 6.50 uff. an. , L. 300 amb., 1 c.-v., addizionale noveri L . : 00. FERMO ( ..J.s.coli Piceno). Ospedale ~ivile e 31~li tare Uniberto I. - Assistente ch1rurgo-med1co municipale per il serT". chirurg. a domicilio e pro-
•
-
I .\i\'NO XXXIII, F ASC. 34]
miscuo - prevalent. chirurgico nell'Ospedale; L. 7000 oltre ·a lloggio e vitto; tassa L. 50; età lim. 35 .a. Chiedere a11nunzio. Doc. a 3 meisi dal 20 lug. Soad. 30 gg. dal 20 lug. FIRENZE. R. Arcispedale di S. JJil. Nuo,,;a e Stabiilimenti Ri111niti. - Aiuto medico ; asami e titoli ; L. 7050 e c.-v. ; età lim. 35 a. ; 4 a. di laurea. Nom. ~ confer111a bien1tali. Scaa. ore 16 del 28 ag. Chiedere annunzio. Ft lJ~{E. Aiuto all'ufficiale sanita.rio del Comune; siJ~p . L. 13,700 aumentab. a L. 15,000 dopo 6 anni; L. 3700 serv. attivo; c.-v. - Quattro condotte; stip. L. l 1;350 aumentab. a 15,000 dopo 18 anni; L. 3300 serv. att., aumenta bili a 3700 dopo 9 anni; ambul. L. 2000; c .-v.; iindenn. trasp. da L. 2000 .a 50u0 . addizion . L. 5 oltre 1500 pov. ·con mass. di L. 1500; p. suip~l. L. 700; riconosc. serv. anter. - J: rC'golamento e il oaipitolato possono ottenersi dall' Economo ·d el Comune (1previo invio di L. 2 pel 1° posto, di L. 4 per gli .altri quattro), riohieclendoli al Commissario prefettizio del Comune, cui 'ranno mandati i documenti . A tutto 21 settembre. FORANO (Roma) . - Scad. 31 ag. ; L. 1e,soo per 1000 pov. ; addizion. L. 4; 5 qua dr. clec.; .L. 1800 <!avalc. per fraz. Gavigli.an-0; L. ·11)0 uff. san . ; c.-v. ; età lim . .39 a. ; tassa L. 50.10. FROSINONE (Rorna) . - Scad. 31 ag . ; 3° quartiel'e; L. 8500 e 5 q11adr. dee.; addiz. L. 4 oltre 1000 pov. e L. 5 oltre 2000. l?tIOLA. Congreg~. di Carità. Scad. 31 ag. <:>re 17; med. prim. dirett. dell'Ospedale di S. Maria del1a Scaletta; vedi f~-..sc. 31. IVREA (Torino). O.;;pedale Civile. Med. assist.; -età mass. 40 a.; t.a.ssa L. 50.10; scad. 31 ag. ; stip. L. 3500 (sic). Ab. 11,500 circa. Diaponibilità lOp posti. LuccA. - Medico scolastico; L. 11,000 e 5 quadrienni dee. , oltre L. 3000 serv. attivo, L. 1000 indenn. tr.asf. ; o.-v. Età mass. 35 a.. Titoli ed es.ami. Scad . 11 sett. Rivol·g ersi al Comune . MIGNANEGO (Genova). - Scad. 31 ag. ; L . 8400 e 10 bienni ventes.; indenn. trasp.; per uff. san. L. 500 MILANO.
1203
SEZIONE PRATICA
trasp. ; per gli .abbienti e semi- L. 6000; c. -v. ; età lim. 4.0 a. Dooum. a 3 mesi dal 15 lug. Servizio entro 15 gg. SAN M.utINO. ,'Jegreteria per gli Affari Interni. - Al 31 ag. condotta di Serra.va.ilo; richie1lesi nazionalità itali.ama ; per antica norma statutaria sono esclusi ~ cittadini sammarinesi; L. 8000 e 5 quadrienni decimo, oltre L. 5000 pei non indigenti; L. 2500 cav.; biennio di prova.; giura.mento di rito. S. ANGE>LO IN V .\DO (Pesatro). - Soad. 30 .ag.; campagna; L . 8000 e 1 c.-v.; ·p . cav. L. 3000; età lim. 40 a.; tassa L. 50.10. SENos'EocmA (Ve1ie2'ia Giulia). - A tutto 31 ag.; vedi fase . 29. SINALUNGA (Sie111a). - Scad. 31 ag.; v. fa..sc. 31. SIRAOUSA. R. Prefettura. - Uff. san. di Sortino. Scad. 45 gg. dal 2 luglio. Vedi fase. 29. TARZO (Treviso). - A tutto il 20 .ag. Per schiarim. rivolgersi alla segreteria. TICENGO ( Cremon~ . - Con Cimignano sul N av iglio; scad. 29 sett.; .L. 11,500 fino .a 1000 pov., indennità capitaria L. 2; mezzo trasp. L. 1500; uff. san. L. 500; o.-v. ToLFA (Roma) . - Scad. 15 sett.; L. 9500 per 1000 pov. ; quota su.p1plementare per le eccedenze; 5 quadrienni dee. ; e .-v., L. 2500 per servizio ospedaliero. Ta-ssa. L. 50.15. TRE\J.GLlO (Berganio). A tutto 22 sett. Vedi ' fase. 32. VENEZIA. Ospedale Civile. - Aiuto nella Divis. Chirurgica III. Vedi fase. 32. Soad. 30 ag. VERONA. Scuola di 0$tetri ia. - Dirett.ore. Scad. 31 ag. Rivolgersi al MinistR ·:o della P. ·\ . VICENZA. Ospizi Iri,fa·nti Abbandonati. - A tutto 31 rig., direttore sa.nit.; L. 10000 e 5 quadrienni dee. oltre c.-v. in L. 1750. Rivolgersi Direzione. VIGOLO (Bergamo). - Consor . con Parzaniga; al 21 sett. ; ab. 2000; iscritti 400; L. 10,000, oltre L. 500 uff. san ., c.-v., L. 1500 tras p. · aiprpa.rtam. gr.atuito in casa civile, con orto. V1uLA 0ELIERA (T eramo). - Soad. 31 ia.g.; L. 9000 e 4 quadriennri. 'd i L. 500; uff. san. L. 500; caval. L. 2.J.00; età lim. 40 a. ; taqs.a L. 50.
Consiglio degli Istituti Uspitalieri. -
Concorso .ad alcuni posti di medico chirurgo assistente con funzioni di interno. Scad . 9 ottobre. Vedi f asc. 30. MoNrALTO l\tIAROHE (Ascoli Pie .). - Scad. 31 .ag.; per Porchia; L 900(J e 5 quadrienni dee. ; indenn. l~urea L. 500; ind en n. forese L. 1000; ab. 1570 c.; poveri 25 o~ ; tassa L. 50.15. MoNTEOASTRILLI (Perugia). Per Avigliano Umbro; proroga al .31 ag. Vedi fase. 30. PIACENZA. R. Prefettura. - A tutto il 31 ag.; uff. sa11. medico caipo del orupoluogo; L. 17,000. 5 trienni ed un quinquennio di un decimo ; vedi fase. 29. l/ulLIANO (Geno1·rz). - Scad. 21 sei,t.; L. 8.!00 e 10 bienni ventes.; p. uff. san. L. 800; p. bicicl. L. 300; età lim. 35 a.; ~a L. 50.15. RoccA PRIORA (Roma). - Al 31 .ag.; L. 10,500 -e 5 quadr. dee. , oltre L. 400 uff. san. e L. 100
,Sc1iola di .9an,Ztà Militare. P er il prossimo .anno scolastico 1926-27 è aperto il concorso per l' n.m missione a.d un corso <li mesi ei, 'Presso la scuol•a 'di Sanità l\tli.Iitare di Firenze, di 100 subalterni medici ·di complemento in servizio o i11 congedo, aspir.a nti alla nomina a tenente medico in servizio permanente. Gli interessati , per inf0Tmazio11i e chiarimentj, possono rivolgersi al Comando del Distretto ~Iil1 tare. CONCORSI
A
PREMI.
Prenii per yli studi sul cancro. Pre o l'Ospedale D-Iaggiore di $. Gio\anni Batti ta. e della Città di Torino (Centro ospitaliero di tudio, dia.gnosi e ter.aipi.a dei tun1ori) sono stati
1204.
IL POLICLlNlCO
[ Ai~KO
XXXIII. FASC. 34]
istituiti quatLro pr~mi i11divisibili di L . 2500 cia&c;uno per lavori ititorno al 1problema clinico-ambientale del canc1·0. Sara.n110 assegnati ai medici chirurghi del I>ien1onte. Scopo di questa gara è 12° Congresso i nternazionale di fisiologia. di 1promuovt!re 1a JJUbblioazione di osservazioni Si è svolto a Stoccolma ·d al 3 a], 6 ago _to e si fatte da medici intorno alla distribuzione topo- è ohiuso a d Uipsala. grafica dei casi Ji tumoTi mali·gni, del cumulo dei L 'inaiugurazion e ebbe luogo nel magnifico 'to-medesimi in quartieri, case, allogg.i, in raipporto Lo:rget (salon e dei concertj), ailla 1,t>rese11za di più col clima e \;.)J l le condizioni igieniche dell'amdi mille i11tervenuti :ITa congressisti e inritati. Ai bie11te. P er sceverare questi fattori da .altri, ohe lavori scientifici hanno partecipato parecohi itap oosono oagi on~v:e lo svil uip•p o di tumor[ maligni, 1i.ani: Bottazzi, P olimanti, F oà, Lo l\Iouaco, ..\.r. dovrà essere tenuto conto dell'eredità, della pro- tom, Gorini, ecc. • fessione, delle abitudini di vita e di malattia geI l.avor~ sono stati alternati con Yisit€, escurs ionerali e locali, che p ossono creare una disposizione n i, ricevimenti, ecc. ind.ividu~le e locale .ai tu n1ori. Il futuro congresso si adu nerà negli Stati Uniti I lavori dovrainno essere present.ati, in quattro copie d.athlogr.a.fate, con storie cliniche documen- - probabilmente a Boston - nel 1929. tate, nel giugno 1927, al protocollo dell'Ospedale, 6° Congresso internazion al e di storia del la meche ne rilascerà 1ricevuta. dicina. I !Premi sar anno .assegnàti d.a un•a Commission e presieduta dail sen . .p.rof. Bellom P escarolo e comSi adunerà a L Pida e .ad A.msterdca.m dal 1:l al posta dei di1·ettori del << Centro ospitaliero di stu. 23 luglio 1927, siltto la presidenza del dott. De dio, diagnosi e terapi.3. dei tumori dell' Ospedale Liut; ne farà p.arte una sezione di quadri, libri Maggiore di S. Giovanni Battista e della Città e medaglie. di Torino » . P er informiazioni rivolgersi al segr etairio della Commissione, p rof. dott. Oarlo Gamna, Congresso it aliano di Ortopedia. aiuto della R. Clinica 1nedica generale (via Sa.n M assimo, 24, Torino). Il XVII Congresso d.ella Società Italiana di Ortopedi a si te.rrà quest'anno a Venezia, nella Biblioteca d~ll'(n;yed ;1lt:- Ci.v ile, d urante i giornii 23-24 NOMINE, PROMOZIONI ED ON.ORIFICENZE, ottobre sotto la presidenza del vrm. F. Delitala. Tema di relazione è: cc Trattamento delle fratture Sono nomin ati, in seguito a concorso, presso la R. Università di Perugia, i .proff. Ay~erri.ch Gia- a rticolari e dei Jorc, esiti », relatori F . Delitala e S. Marconi. como di clinica ostetrica e ginecologia, Bizzorero Enzo di olmi.ca 'dermooifilo.patica, Dorello Primo Si prega d'invi.are ~l titolo delle comunicazioni di an atomia normale e. N asso Ivo di clinica ipediache s' intendono svolgere n.l congresso entro il pritrica. mo ottobre. Si potrà us11fruire dehle riduzioni di viaggio ohe da tutte le staz,ioni del Regno venI l dott. Sforza Nicola è iabilitato alla libera do- gono concesse per la E sposizione Biennale di Belle cenza in patolof?Jia medica. &-ti:
NOTIZIE DIVERSE .
•
Il dott. Leonoc ~Iiohaelis, professoTe di chimica fisica aipplicata alla medicina in Berlino e che per molti anni ha insegnato nell'Università Naigoya del Giappone, è stato chiamato dall a U·n iversità Johns Hop k.ins di Baltimora (Stati Uniti). Il premio medico .di Tu11isi: dell'impor~ di 5000 franchi, è stato assegnato al dott. E. Burnet, vicedi·r ettore· dell'Istit uto P asteur di Tunrisi, .p er i suoi studi sulla infezione melitense. Al prof. dott. cornm. Massimi Adorno, ufficiale sanitario di Ana.gni, è stata conferita la medaglia di· argento al merito della sanità p.u bblica, a titolo di rico11oscimento dell'opera da lui Sfpiegata nel can1no dell'assistenza sanitaria.
Il dott. Amerigo Pietra.v.anti, direttore della ambulanza della C. R . I . a Ponte Maggiore (Pa111<li P ontine), è stato insignito della medaglia di bronzo al merit0 della Croce Rossa Italiana. ,
Congresso ibero-americano di oftalmologia. La Società Oftalmologica ispano-americana terrà la s u a 14& as.c:emblea a Salamanca dal 15 al 18 settembre. Temi: « Visione stereoscopica », 1·elatore ~ dott. Dia2' Caneja ; cc Dacriocistorinosto111ia », relatori dottori Casadesus e Basterra.
Congresso francese sulla natività. Dal 23 al 26 seitPmhre si celebrerà a P a r igi 1'8° Congresso na7..ionale sulla natività, sotto la pr~i denoo. di A. Isaac; vi sono annunziate 14 relazioni.
Congressi medici tedeschi. A Di.isseltlorf si aduneranno prossimamente i segueuti Congressi: di ~ediatria 15-19 settembre ; dei medici e naturalisti 19-26 settembre; di psichiat1·ia 23-24 sette1nbre ; d'igiene industri ale, da fissare.
(.'\:--~o
XXXIII,
FASC.
34)
SEZIONE PR!TIC'.\
L ' Associazione l\Iedica Britannica. Ha tenuto l a sua 94a. .adunanza annua a Nott .i11gham dal 20 al 22 luglio. Vi sono state fatte pregeYolissime relazioni e comunioa.zioni, di .alcu11e delle quali non mancheremo di oocUlpa.rci. L' adt111anza si è chiusa con un grandioso pranzo al « Palais de danse ». L' .Associa21ione conta or.a 31.117 membri, il ohe seg11a u11 incremento di oltre 2000 rispetto all'anno scorso e di ciroa 6000 risipetto al 1922. Essa ebbe le sue orig;ini nel 1832, da un convegno di una oi11qt1antina di medici, promosso da sir CharJes Hastings.
Il Dlspe11sarJo antituber colare di Salerno.
1205
•
dale, prof. comm. Galljn.a, il quale h.a già diretto ' gli Ospedali di Aosta e di Novara. L 'Ospedale oocupa una superfice di 1845 mq. ed è contornato di giardini; consta di un padiglione centrale a. due piani e due pa<li·g lioni laterali; è fornito di. tutti gl'impianti moderni; per ora è capace di 80 letti, ma è suscettibile di essere ra.pidamente ampliato, qualora l'affluenza dei n1a1ati lo esigesse. Il rinnovamento edilizio è stato compiuto su progetto dell'ing. Boccaliatte. Il servizio interno è affidato alle Su ore Missionarie d'Egri.tto. Presto si inizierà la costruzione di un r€4parto ostetrico-ginecologico con annessa scuola per levatrici, di un reparto oftalmico, di un reparto odontoiatrico; è in attuazione la costruzione di u11 brefotrofio; si penserà pure a.Ila costruzione di locaJi adatti per gli alienati e per i tubercolotici. Coronan1ento di questa opera sarà la fondazio11e di un Istituto Colturale in cui si terr anno corsi di perfezionamento. L'Ospedale Regio di Rodi aspira ad affermarsi in tutto il Levante. 1
.Auspice l'illustre senatore 1prof . .Alessandro Lustig, Presidente :dell'Opera Nazionale ~f utilati ed I nvalidi di Guerra, il 1° giugno venne inaugur ato a Salerno il Dispensario antitubercolare .annesso .alla Raip1presentanzn. Provinciale dell'Opera, eseguito sotto I.a con1!petente direzione tecnica del dott . Pepe, medico della Rappresentanza di Salerno. Numerosi gl'invitati alla cerimonia. Pairlarono l·'.avv. OaUo, il comm . Vigliarolo e il €en . Lustig, il quale tenne un elevatissimo discorso.
L'Ospedale Regio di Rodi.
'
stato inaugurato .a Rodi l'Ospedale Remi.o, -trasform.a.zione dell'antico Ospedale Civile. All' aiustera cer imonia assistettero S. E . il gover' natore Lago e la signora donna Ottavia, il ipresi<Iente dell'Associazi one Nazionale ·Mission ari ItaÈ
,f
..
Ospedale per bambini storpi a F iladelfia. Il 24 giugno venne inaugurato a Fil.adelfia un ospedale per bambini storipi, oaipiace di 100 letti. Sorge sul bouleV"ard Roosevelt. E' costato mezzo milione di dollari e importerà la sp'esa annuale di 150 mila dollarii.; vi sarà addetto un co1"po di 30 medici; accoglierà bambini di età non sU:per iore a 14 anni, i cui genitori non siano in g1~ado di pr ovveder e al· trattamento; si riohiederà inoltre che i ricoverati p1~esentino condizioni mentali norn1ali e che il t rattamento offra, probabilità di successo. Alt r i oopedali congeneri eran o ~à sorti negli Stati Uniti, a Chicago, St. Louis, San ]'ran.cisco, 1\t1ontroal, Shrevenpor t, Twin Cit ies e Portlana.
P er una Clinica urologica a New York.
li.ani sen. Schiaiparelli (si deve ad esso l'iniziativa di questo 1·ionovn.monio), molt~imi funzionari civili , ufficiali ifiel iprP.sidio, tutti i medici esercenti di Roù.i ecc. ; se~nalat.i i consoli dell'Inghilterra e della Turchia, i consiglieri comunali cav. Mahmuf Hogia e M iehele Men.a schè, 11egumeno del Monastero di P atmo, il comandante del Porto cav. uff. 1\{ontagnaro, il comandante di marina Spa.rzani. il co111andante del presitlio col. Gianni, il presidente della Comunità israelitica Franco Heskia, il mufti Hafis lVIustafà ecc. ecc. Tenne il discorso ina.11gu1·ale il chirurgo direttore dell'Ospe-
Il sig. Louis Sherry ha lasciato 700.000 dol., pari .a circa 20 milioni di lire it., alla. Clinica urologica del Centro Medico Columbia-Presbiteriano. Con questo lascito la Clinica viene a disporre di rirca 1.30 l.000 dol., parj a, circa 40 1nilioni di lire it. E ssa occ11perà ora tutto 1'8° piano del Nuovo Ospedale Presbiteriano. Origina.ria.mente doveva poter accogliere 64 pazienti; ma il lascito herry è destinato a far aumentare le disponibilità Jei lettt, con particolare riguardo ai sofferenti di cancro.
Nell'Univer sità di Tokio. Il Dipartimento di Urologia. e il Dipartimento di Tera1pia che iprima facevano ~arte di altri Istituti dell'Univesità Imperiale di Tokio, sono stati or.a. eretti in Istituti autonomi, la cui direzione è stata affidata rispettivamente ai proff. Negishi e Manabe; ogni Istituto avrà un corpo insegna11te costituito, oltre al direttore, di un aiuto 6professore assistente) e di due assistenti.
1206
'
IL POLICLINJCO
Biblioteca medica ci1·colante dell'Ist.ituto Terapeutico Romano. L'Istituto Terapeutico R.oma110, importante ditta italiana preparatrice cli prodotti opoteraipici e di note specialità medicinali, ohe si onor.a dei nomi degli illustri proff. San.arelli e Pende, ha preso in questi giorni un.a mag11ifica iniziativa di cultura che quanti hanno a cuore la sorte del libro medico italiano debbono aij>prezzare e incoraggiare. L'Istituto ha orea to unia biblioteca medioa circolante, ohe con mecca11ismo sen1plioissimo mette a disposizione gra.tuit.a di ogni medico, anohe del più piccolo -e lontano oomunello d' Italia, i libri di inedicina i~'1liani l)Ubblicati dalle ditte editrici. Il medico sceglie il libro e ne invia a.ll'Istituto l'importo a.ntic~p.ato ; alla fine dei due mesi, trattiene il libro o lo rispedisce all'Istituto, che gli restituisce il denaro versato. L a corag.g iosa ~ patriottica iniziiativa, che ha già i3Jv ato il favore e 1'31ppoggio delle ditte editrici librarie di medicina, è stata fPOrtat.a a conoscenza di tutti i medici itaJi.a.ni da una. ipuhblicamone di propaganda culturale medica « Argus », .che l'Istituto Teraipeutico Rom.a:no invia. gratuita.mente a tutti i medici d ' Italia. Questa sollecitudine encomiabile delle maggiori nostre ditte industri.ali farmaceutiche di destinare una parte dei loro, mezzi a propagare e intensificare la cultura medica niazionaJe, come hanno fatto e · fanno l'Istituto S~eroterapico Mila111ese: la ditta assermiann ed altre, va segnalato a titolo di en comio.
'V
[,l\NNO
XXXIII, FASC. 34]
D al 1887 egli è anc:he ca:po del Serrizio chirurgico dell'Ospedale eantonale della città.
Per il prof. Collip. stato conferito 0011 solenn ità il dotto.r ato in medicjna a J. B. Collip, professore dii biochimica pr&SSo la Facoltà ~Iedioa dell' Università Alberta · di Eclmonton (Can.adà). Il Coll.ip, laureato i,n scienze naturali ed in fisica, aYeva frequentato solo il primo biennio dii n1edicina, nell'Università di Toronto (1910-12). E gli ha COQperato con Banti'llg all'estrazione e al can1pionamento dell'insulin~. Di recente ha isolato l'ormone delle ·p aratiroidi, il quale si è dimost rato in g rado di mantene1·e, entro limiti 11ormali, il tenore del calcio nel sangue di anima!~ tiropar.a.tiroitlectomizzati e di preveruire la tetania p.a.ratiroideo1pr ivia. È
Vittime della scienza. morto, dopo .atroci sofferenze, il dott. Maxim )fenard, ca.po del servizio radiologico ali O~edale Cochin, eh~ a.vev.a subìto l'.amputamone ·delle due )11a.n i in quattro successive operazioni e u'l tima1nente a'rev·a. perduto anche un occhio; ciononostante era rintasto nel suo istituto .a trattare,. con coraggio e costa.n.7Aa eroica, i suoi ammalati. I i·agg,i X h1M1no f!Ìll!Ìto per aver riagione di questo eroico studioso. È
1
Intercambi colt urali . Abbiamo già annunziato che il dott. Miguel Couto, presiden le dell' Aooademia di Medicina di Rio de J.a.neiro, ha fatto u n giro scientifico ~n Europa, ove ha tenuto va.rie conferenze molto a.pprezzate. Al suo ritorno gli è stato offerto un sontuoso ricevimento dalle tre società mediche riunite di Rio . P er gli stipendi dei professori univer sitarì in America.
. L ' « Associazione Medica dello Stato della Virginia or~entale », in un'aldunanza tenuta a ~:Ior g.anto,vn dal 25 .al 27 1naggio, ha votato un ordine del giorno in cui si riileva ohe gli stipendi dei professori addetti .alla locale Scuola. cli Medicina non sono •proporzionati .ai servizi ohe questi 1rendono alla società e che i guadagni dei professo1·i stessi rima.n gono g~neralmente .infe1ùori a quelli dei l~beri professionisti ; si chiede perta.nto che gli stipendi sli'.idetti vengano elev:ati ad un minimo di 6000 dollari l'anno (1p axi a circa 180 .000 lire it.). 1
Rlti1·0 di Cesal'e Roux. Il prof. Ce are Roux, ohe dal 1890 dirige la Clinica chirurgica di Losanna., lascerà l'insegnamento il 15 di ottobre prossimo. In tale .oooa,.sione gli ,·erranno rese cordiali onoranze.
Un'altra eroica vittima della scienza radiologica è Gaston Da.mie, morto a 41 anni di 11n'a.nemia contratta· nella maniipolazione 'd ei corpi radio.atti 'ri. E stato .aJlievo di Curie; ha diretto il laboratorio di Gif (Seine-et-Oise) ; si è consacrato in specie all1a curieterapia del cancro. Lascia due figli in tenera età.
Per lo s tudio del sonno. P re.580 l' « Istituto Mellon per ricerche ind~ striaili » di Filadelfia. venne creata, nel 1924, una « borsa, tli studio Simmo11s » per p.r omuovere lo studio dei 1problemi concernenti la fisiologia e l'igiene del sonno; essa è stata affidata. ia.l dott_ Har•r y M. Johnson. Oria l'Istituto :·\ nnunzia ohe la borsa. è stata. scissa in. du<.>; la nu ova bo1'Sa è stata affidata. a.I dott. Thomas H. Swan, per lo studio dei materiali letter·~cci (dal punto di vista della fisiologia e dell'igiene).
Certificato medico prenuziale nel Messico. II Messico ha adottato un.a legge che ipone il matrimonio sotto la ngilanza 'd egli uffici d'jgie11e. L a cerimonia non -potrà celebrarsi se da certifi cati 111edioi non risulterà documentata. La buona .salute dei due coniug.andi. La delibe1·azione :;;ar ebbe stata resa. necessari& dall'alta mortalità infantile, cagionata da ma.la.ttie costituzionali dei genitori.
[.~i\NO
XXXIII, FASC. 34]
1207
SEZIOI\'E PB!TlCA •
A.Ila V Conferenza dell'Unione Internazionale contro la Tubercolosi. Nel1a. notizia con1parsa sotto questo titolo -sul fase. 32, t.ra i rrteml:ri della Delegazione italiana. va f.atto anche il nome del dott. Federico Bacchetti, direttore del Sanatorio di Anzio.
Vittima dell'ingestione di un d~nte. TJna. ,(ii.stinta signora di Milano è morta in segillito all'ingestione, ~vvenuta dur.a.nte il sonno, di un dente artificiale, i cui acuminati gancetti metallici le eagion31rono gravi ~esioni nell'intestino. •
Il 7 giugno ~ morto a 70 anni il dott. A~ BRECHT ERLENMAYER, uno dei più 3JP'prezzati psiohatri dei nostri tempi, figlio del dott. Adolf . .Albrecht Erlc~11mayer, che fu il pioniere de11.a moclerna psichiatria. Dopo avere .asffistit::> per quailohe tempo il padre nella reputata casa di sàlute Erlenmayer, .assunse precocemente la direzione dell'Istituto stesso e la tenne con onore, conservandone l' organiZ2Jazione (compresa la celebre << colonia»), aoorescendone la rinomanza, diffondendone i metodi assistenziali e CUl'ativi. Egli fu pe1· eccellenza « il medico dello spirito » . Si rese specialmente noto per i suoi studi sul morfinismo e SiUl cocainismo. Di questa seconda tossicomia consegnò la prima descrizione nota irn una memori.a pubblicata durante il 1886, basata su 13 oasi; poco la letteratura medioa ulteriore ha aggiunto a quella monografia. Dobbiamo a lui
l'introduzione dello jodio per la cura dell' arterio-sclerosi. Merita menzione anche il suo tentativ-<>, primo del genere, di fon'd are una g1,af0Jogia scri.entifica. Egli creò nel 1877 lo « Zentralbl att fiir Ner~ venheilkund: P sychiatrie und gerichtliohe Psychopathologie ». Lascia "..ln apprezzato \olume: « Erste Hilfe bei Geisteskranken ». Fino a questi ultimissimi tempi ha continu.ato a Jpubblicare dei lavori: ricordiamo una biograifia del padre, uei « Det1tschen Irrenarzten », e la storia della sua Casa di salute renana, nella u z~itschrift fiir Psychiatrie », ipubbl1cazioni che attest.ano un'.ammirevole lucidità e · fres.ohezM. di spirito malgrado gli an11i già ino.J• • trat1. rimastQ vittima di un'escursio11e alp~na. il ' dott. CARLO MEZZENA, assistente nell'Istituto di anatomia patologica dell'Università di Torino. Contava 28 anni. Era considerato una promeSBa nel campo scientifico. È
morto a Na.p_oli il prof. BARTOLOMEO BA- · CULO, direttore del Brefotrofio della SS. Annunziata, medico ~ rimario d~gli Ospeda·l i Riuniti, libero docente in cliD.JÌca pediatrica e in patologia generale, valente professionista e studioso. È
morto, pure a Naipoli, il prof. GENNARO F .A.BIANI, libero docente di anatomia patologica · e corso d'operazioni e di traumatologia; fu ohi- · rurgo del duca d'Aosta; godeva fama di ottimo· ;:>rof essiionista. È
Indice alfabetico per materie. Adenomi delle glandole sudoripare nelle cicatrici operatorie . . . Agranulocitosi:. nuova malattia . . Appendicite: qu.ando si deve operare? Bibliografia . . . . . Bufalini M. : per . . Calcolosi ureterale . . Conferenza sanitaria internazionale . Epiteli~mi del mascellare superiore: chir.urgia..ourieteraipia . . Forfol'a grassa : prescrizione . Malaria: Società rper gli Studi della Muscoli degli .arli inferiori: sclerosi primitiva, e simmetrica . . Pityriasis ve1·sicolor: cura . Pleurite tubercolare e immunità istogena • • . Prurigo: prescr1z1oru
Pag. 1191 » »
» » » » )) ))
» )) ))
))
))
1190 1185 1193 1187 1196 1195 1192 1199 1202 1198 1199 1177 1200
. Pag. 1197 P soite • • Sangue: analisi ca pillare )) 1188 )) Scabbia: trattamenti moderni . 1199 )) 1199 •I Seborrea cutanea: trattamento . . )) Sifilide 'dell'orecchio interno 1196 ' )) 1183 Sifilide pigmentaria . )) 1198 Sindrome di V olkmann . '· )) 1196 Spasmofilia nell'infanzia )) 1200 Sudore saD.oauigno e stigmate religiose Trasfusione diretta: YitaJità delle ema. )) 1189 zie . • • • 1196 Tubercolosi polmonare : radiodiagnosi . )) Urina: causa del colore chiaro nel rene sclerotico » 1197 Urina: speciale 1rea zi one nell' ittero infettivo . . » 1197 "{; rotropina nella. tera1pia medica . >> 1196
Diritti di proprietà riservati. - É vietsta la riproàulione di lQ/Vorl pubblicati nel POLICLINICO e la pubbli.:azione. dei sunti c:U essi stmza cltarM la f unu. '
Stab. Tipo-Litografico Armani. •
V . .AscoLI; Red . resp .
•
(P .A.<}l~.A
IL POLICLINICO
D.ELL'.A.MML.~IS'FRAZIONE )
dEZ. PRA.TICA. - FASO. 3'
Prontuario del l'Igienista del Dott• A • FILIPPINI '
dirigente il Reparto d ' Igiene applicata nello I stituto sperimentale delle F.F. S.S. in Roma
co1i prefazioine del Prof . Giuseppe Sanarelll.
Su questa nostra edizione abbiamo già pubblicato i giudizi espressi in « Annali di Igiene»; « ltaHa Sanitaria> «Rivista di Biologia» ; « Avvenire Sanitario». Riportiamo ora i seguenti, che dimostrano il favore con cui questo utile Prontuario è stato accolto dalla .atampa medica e da illustri cultori dell'ig·iene.
« :E un volume che non dovrebbe manca.re nella libreria del medico igienista, costretto
~
rioorrere a,g li ottimi, ma poco maneggevoli tratta.t i del Celli, del De Giaxa, del Pagliani, per ricorda.re so·l tanto i manna.l i di casa nostra, e a.I qua.l e non pnò non torna.r e utilissimo·. 11 la.vo1ro del Filippini, vuoi petrchè di c<J·n sulta.zi<)ne facile e pro·n ta, vuoi perché redatt<> in guisa da risparmia.rgli un tempo n<)'n indifferente. Le cognizioni necessarie per l'esercizio corrente dell~igiene ono complete otto ogni rapporto e c.ondensate in un numero di pagine relativa.me•n te ristretto. Il libro no1n è pesante ed ingombra.n te come certi ca.lepini tede.s chi e non è arido come un formulario; non cade nel riassunto schema,tico perché dà no·z ioni complete intorno a.g li a.rgomenti traittati, ma., dato il piano del la.vo•r o, è ovvio che l' A. n<J<n può correre dietro a tutte le nozioni 3Jstra,t te, le disquisizioni, discussioni, dottrine, do ttrinelle e deve contenere il suo dire a.l puro indispensabile, ricorda.u do fra le dottrine quelle soltanto diretta,m-ente necessairie a comprendere i procedimen· ti tecnici, dei quali il vol11me è ricchissimo». . « Oredo di non essere taccia.t o di esagera.zione aifferma.ndo , in tutta coscienza, che il libro d(ll Filippini è venuto in buon punto a colma.r e ne.1131 letteratura medica contemporaJiea una · lae~a che .era sentita da qua.nti fa.nno scopo dei loro studi le di cipline igieniche». (Da Lotte Sanitarie) 1° luglio 1923). COSTANZO EINAUDI. «:È un libro vera.m ente utile. È la miglior lode che di un libro si possa fa,r e. E questo del Dott. Filippini la. merita indisc.u tibilmente. , Il co·n tenuto corrisponde a.Ila' premessa che è nel titolo: un prontuario. Ma. un prontuario ricchissimo e a.ttuaJe, in cui tutti gli argomenti che lo possono interessare nell'esercizio delle sue funzioni, l'Igienista trova., non lo svolgimento lungo, minuto dottrinale, ohe mira ad es· ser completo e lascia dubbiosi e perplessi a.f fatica.ti e insoddisfatti, ma il sommario conciso delle notizie meglio acquisite. e più utili, la descrizione raipida dei metodi di esa.me più accreditati e va.nta.ggiosi, la guida sicura per lo studio dei vari a.s petti del p·r o1b lema che di volta. in volta si è presenta.t o. Per ra.ggiungere lo scopo propostosi, di ~iuscire cioè eminentemente pratico e condensare molto in poco, il Dott.' Filippini ha a.d ottato uno stile inusitato, una esposizione pressoché t~ !egra.fica, che può apparire un'a.u dacia· per un libro sta.mpa.t o, ma una auda,c ia che è stata aiu tata dalla fortuna,, co1ronata d·a l successo. Se tutto ciò è già molto, va pure aggiunto che lai materia trattata è pa.s sata attraverse il vaglio della coltura e dell'e·s perienza personale de11' A ., che la materia stessa, si può dire, vive quotidianamente nell'esercizio professionale, qua.le dirigente dei riparti di Igiene aipplicata, delle Ferrovie di Stato. Al libro è premessa una prefa.zi<l1n e del Sana.relli, che ha voluto presentacrlo al pubblico con le pa.r ole che merita.va. La malleveriai non poteva essere migliore. La. prontuario del Dott. Filippini dòvrà a.r ridere sicuro suceesso librario. No·i lo a.ugnria.. mo a.i lettori più che all' Auto·r e ». r. t. ( Giorna le di mediaina f errovi(J!f'i(}), dicembre 1923). ~ 1
1
« Ho preso in esa.m e il Prontuario, ritraendone lai migliore (è la· pura verità) delle impressioni. Ella ha fatto cosa utilissima e l'ha fatta bene, con amore, con giustai misura, oon mo· dernità. Tanto gli studenti che i medici ne trarranno indubbi vantaggi» . ' Prof. ODDO OASAGRANDI Direttore dell'Istituto di Igiene della B.. Università di PadeTa. «Il Prontuario dell'Igienista. è un'opera. di grande utilità pratica e condotta con profon· da. competenza,, che non fa meno onore all'Editore che a.Il' Autore». . . . . Prof. D. 0Tr<>LENGHI Direttore dell'Istituto di Igiene della R. Uni•ersltil d1 Sieea. «Data l'indole del Manuale che deve andare nelle mani degli studiosi di Igiene e dei pra.. ticanti di La.bora.torio, lo trovo molto al corrente dei vari a.rgomenti e molto utile per i medici e per gli ·u fficiali Sa.n itari·. Io l'ho consigliato ai miei iscritti al Corso di Igiene pratica'"· Prof. E. DI MATrEll Direttore delristitutio di Igiene della B. Unlversità di Catania. « ..... 110 motivo di giudical'e che esso debba avere larga diffusione con vantaggio grandP. degli tudio i e dei Funzionari d'Igiene». Prof. A. DI VESTIDA Direttore dell'Istituto di Igiene della R. Un.Jversità di Plaa. Un volum~ in 8°, di pag. xvr-562 (N. 10 della Collana Manuali del «Policlinico ») nitidamen~ stampato ed artisticamente rilegato in piena tela. Roma. Casa Editrice LUIGI Pozzi. Prezzo L. 5 2 , Per gli abbonati al « Policlinico » sole L. 4 7 • . l n 'n ifl'l'P
1lf//'J / 1n
nn<: JolP n ll 'r>rlil n 1•p r .1·1n1 Pn771 -
T' in s:.i~fi'n n,,., 11L -
Rn .111~ --~~-
ANNO XXXIII
Roma, 30 Agosto 1926
Fase. 35
fondato dai professori:
FRANCESCO DURANTE
GUIDO BACCELLI
SEZIONE PRATICA
•
REDATTORE CAPO: PROF. VITTORIO ASCOLI SOMMARIO. lavori ori g inali : G. Meldolesi: Sul meccanismo d ·i az.i().
ne della 1ohind.n.a e della ohinidi na nella fibrillazione e nella vibrazione delle orecchiette. Osservazioni cliniche : P. B-arioci: Sopra un c~ di. erruia ie.rul'lale tubo-vescicale strozzata. Note di tee n i ca : .A. ~\vani : L 'un•o ino di I<irm.iseon 'Per l'estrazione di mon1ete e corpi estranei &imili dall'es,o fago. Note polemiche : s. Latterti.: Resezdoni e plastiche del coledoco. Sunti e rassegne :
SEMEIOTICA :
R. Carden•al
S81IOOh1ez : SISTEMA SCilELETRICO: p,
segllJi dellJa, morte reale. W iiart: Fratture ' i&olaJte ·d elle a.pofi.si ti:DaiSverse delle V1ertebre Jombari. Biittner : Il morbo dii Perthes. INTOSSICAZIONI : H. Kionka : Il nioot inismo. I
Cenni bibli·ografic'i. Accademie • Società mediche, Congressi : R . Aooademia Medioo·OhdruTgica .di Na11>01i. Appunti !)er il med'ico pratico : CASISTICA E TERAPIA: Le
vert igini
dia
menopausa. -
Iscuria ipuel'!Pemle. -
Ciroa la oomipan..~ dd neot.laeie m aligne sui genital.d della donna dopo raidioteraJpia iprof<>nd.a.. - Poetum1i nocivi de1l'esti.rpaz.ione uterina, e dPlla cae.trazione ovamica operatori.a o radiologi-ca. Glucosio e .insulina nel trattélllllento del vomito gravidico. - Per arr.e stare medicalmente le emorra.gie del 1C3JIVor9 dell'uter<). - ~elle 'per-dite biamche 1• sine materia, 11 delle gùovanette. - Miomi e -ci~colazione. ·- Carain<>.ma e cisti 1d1el seno. - I falBt tumofli dello, ghiandola ·m ammar: a. NOTE DI MEDICINA SCIENTIFICA: Risultati di :filtrazione del V1irus d'un sa.rooim.P. di ·t opo. - Nuovi :reperti batteriologùt0i nella balanite .ga.ng.renosa. POSTA DEGLI
ABBONATI. -
VARlA.
Nella vita professionale : MEDICINA SOCIALE: Profiàaeei interniamonale allltivenerea. - La ooetituzione di impi•anti sanaitomiali intlel"p;l'ovinoia1li .a P1aDJ(llioo. - C001-
corsi .
No0ti1ie diverse. Rassegna della stampa medica. Indice alfabetico per mater'ie.
SOLLECITAZIONE
I signori abbonati che non hanno pagato ancora la seconda rata seme· strale a compimento delfimporto del proprio abbonamento pel 1926, sono vivamente pregati di farne sollecita rimessa, mediante vaglia postale. LUIGI POZZI. Del vaglia postale che si invia devesi conservare il polizzino di ricevuta. L ' EDITORE:
N. B. -
LAVORI ORIGINALI. I STITl7'l'O DI CLINICA MEDICA DELLA R. UNIV. DI ROMA.
Direttore: Prof.
VITTORIO AsCOLI.
Sul meccanismo di azione della chinina e della ehinidina nella fibrillazione e nella vibrazione delle orecchiette per i.l ·dott.
GINO MELDOLF.SI ,
aiuto.
Jt.,inora la cl1inina è stata consi,derata come un depressore delrattività cardiaca e 5opratutto de~ l'attività miocardica: controiD!dicata in un primo tem'PO in qualsiasi affezione dell'ap1parato circolatorio con1e un vero ·e prof on do veleno del mioèardio, · fu ·da WencJ{ebach intro•dotta in tera'Pia cardia:ca, appunto per quelle affezioni che, legate a stati id i ipercinesi, da un farmaco depressore potevano ve1rire co·n vantaggio moder.ate: ·vale a djre per le tachicar,die in genere e 51pecialmente per la fibrillazione e per la ·vibrazione delle oree;chiette, per l'extrasistolia e per la tachicavdia parossi5tica. S-Opratutto nelle prime due affezioni
1'impiego dei chinacei trovò larga applicazione P, largo con•senso; esso è entr.ato ormai nella comune tera~euti-ca.
In queste aritmie i chinacei, come l1anno dimoc;trato Le\ivis, Drury, Iliescu e We·dJd (1) nei ·c ani con orecchietta in fibrillazione, agireb·bero attraverso un duplice meccanismo, determitnanrdo un allungamento ·della fase refrattaria e un raillientamento della .conduzione: l'onida cir colare verrebbe co&ì ad essere ostacolata nel suo procedere 11ell'orecchietta, sarE.bbe ·spezzata e icosi gli stimoli ''err.ebbero aYYiati lungo le vie normali di cotnduzj one verso i centri inferiori. P erò (Jl1esta ipotesi, ,·era1nente seducente, non si dimostra, all'atto pratico , in a ccoroo con molti fatti che la clinica met.te in evi•denza. C11orj prof0011damente alterati nelle loro capacità funziona·li, come quelli in .cui, magari da anni, esiste un,aritmia completa da fibrillazione, tollerano quasi sempre la somm inistrazione di chinina. o di chinidina senza inconvenienti, e tanto meno senza dimostrare quei segni di depressione fUn(1) H eart,
9/5~.
1210
IL POLICLINICO
zionale cl1e un farmaco aid influenza depressiva Sl1l rr1iocardio dovrebbe richiamaI'e. Gli inconvenienti della terrupia cb:im.idinica sono, in genere, rari e si limitano di solito a1lla 5fera digiestiva. Gli incidenti a tipo bulbare (Frey (2), Haas (3) J o a tipo di asistolia acuta sono veramente ecce. zionali, e limjtati esclusivamente ai casi gravi od ai casi in scompenso, in cui la cura chini1dinica non 1dovvebbe venirr mai in.iziata, se prima un tentativo id i cura rdigitalica non ha riportato un com1p en 50 di circolo perfetto. Gli a ccidenti embolicl [Benjamin .e v. Kapf (4) ; El'lis, .clark e K·ennedy (5) ; Wilson e Hermann] o ad1dirittura i caisi di morte improvvisa ·descritti 1da Benj amin e v. Kapf, Groedel (6) e Shappin'g ton (7) e di cui un caso abbiamo avuto occasione di osservare no1 stessi in una mitralica di 52 anni, compensata mediante la digita'l.e, al 3° giorno di sooruministrazione di ch1ni1dina, V'amno spiegati, piuttosto che per un'azione ·diretta della chini'dina sul muscolo car.djaco, attraverso trombi parietali stabilitisi n ell'orecchietta 1durante il periodo ·d ella fibrillazion3 P che ven gono mobilizzati da~ ripri s·tino delle nor. mali contrazioni auncolari e provo cano così fatti di embolia nelle arterie del granrde circolo : n el caso nostro , l'embolia aveva ostruito '.I.a coronaria sini5tra, onde la morte improvvisa. Però anche altri fatti clinici male 1s i aiccordano con un'azione cardio-deipressiva delle comuni dosi terapeutiche •d i ch:iJD.'ina o di 1c hinirdina e cioè: a) la p erfetta tolleranza al me dicamento da parte di ma1ati di forme infettive gravi, che pur d eterminano lesioni costanti deiJ.la fibra miocardica; prototipo il tifo; b) la perfetta tolleranza che i malarici dimostrano in genere tanto alle 1dosi terapeutiche di chinina, qtlamtto, come ha recentemle nte dirr1ostrato il pro·[. Ascoli, alje ·dosi di chiniidina. La ·chinjdina non solo non è controindicata, come vorrebbe Jam'e&' (8) nei casi gravi di malaria, .m a anzi trovc la sua maggiore i!Il1dicazione propnio in quei malati ·dove le alterazioni funziona!li del miocardio sono ·conrclamate; e) in una serie di ricerche p1rbblicate nel1o scorso anno in Cuore e circol.a:;ione, potevo dimostrare che nell' iln'dividuo n ormale le piccole dosi ùi chinina somministrate per via endove110.ja esplicano sul cuore un'aziooe eccitante, sia attraver5o il :si sterna acceleratore cardiaco, in rapporto a!l' atti"vit.à idi formazione degli stimoli, alla ecci1
1
1
1
1
1
1
•
(2) B. kl. 1'V., 1918/417. (3) Ibid. , 1921/540. (1) D. m. lV. , 1921/1. (5) Th e Lancet, 1921/894. (6) Ther. d . Gegenwart , 1921. 17) Tour .. of a11t. m ed. Ass. , 1922/59. \ ) I Congr. int. malaria, 1925.
[ANNO
XXXIII, F ASC. 35]
tabilità e alla conducibilità; sia •direttamente sul temo i1liocardico. In successive ricerche giungevo a dimostrare che quest'azione eccitante va estesa anche alle dosi di chinina che vengono comune. mente 11sate in terapia. L'azione depressiva del chinino sul cuore e sopratutto sul tono e sulla contrattilità. del mioca!'ldio rappresenta sempre un fenomeno tossi"Co, il quale intervi-ene esclusivamente per le ·dosi al di 5opra dell'impiego tera. peutico e che io ho potuto con1statare solo negli av1relenamenti da chinino; d) ,quanto si è detto per la chinina, mentre non vale per la cinconina a·d azione tonica quasi nulla, va esteso invece 8illa chinidina, la quaìe poss.ie de élJilZi un'efficacia toni'ca n ettamente superiore alla chinina, di cui supera in genere anche le proip rietà antimalariche. Nel corso di ricerche sulla semeiologia e sulla. clinica del tono miocardico (9), potevo mettere in evi·d·enza in molte aritmie cardiache, e sopratutto 11ei caisi di fibrillazione e 1dti vibrazione auricolari, dei disturbi di alterata toni'cità di grado, caJSo per ·caso, diverso. Dall'esame di 37 malati dt aritmia completa risultava che in alcun.i casi il di8turbo di. tonicità sri ~imitava aid una SEmllplice ipotonia, mentre invece in altri malati, dove anche clini camente si poteva pensare a fatti di miocardite, si incontrava una ,nera ie propria alterazione della fuiilzione toni-ca, a cui si assoc.davano alterazioni più o meno gravi delfJ.a contrattilità. La dimostrazione 1di un costante disturbo di tonicità in queste aritmie, 1dove proprio con mag. giore frequenza la chinina o la chini·dina dimo. strano un'efficacia terapeutica spi ccata senza richiamare fatti dimostrabili di depressione funzionale, faceva pensare che fra azione toni1c a di que. sti farmaci e loro .azion e terapeutica in queste forme idi aritmia potesse esistere uno stretto legame. Ad investigare .questo problema sono dirette le presenti ricerche. 1
1
1
1
1
1
1
1
*** In 40 casi di aritmia completa, dove l'esame elettrocardiografico dimostrava la presenza di una fibrillazione delle orecchiette (molto spesso fibrillazione impura), 1dieterminavo, cal mezzo delle prove funzi onali •da me proposte, lo stato e le capacità funzionali id-ella tonicità miocardica. Sta'bilito questo prilm10 punto, tentavo la terapia chinidinica, sor,regliando sistematicamente i malati a periodi ravvicinati, possibilmente ogni giorno, tanto all'e'lettrocardiogramma quanto alle pro1
(9) Cuore e circola::.ione, 19"2fJ/7.
[ ..\NNO
XXXIII,
FASC.
35]
SEZIONE PRATICA
''e funzionali, li'Petendole fino all'eventuale ri1pristtno del ritmo normale. I casi in osservazione • a seconda della lesione organica da cui erano sostPnuii, si riferivano a les·i oni della mitrale da pregressa endocardite (16,
dei. qual~ 2 com·b inati anche aJd insufficienza delle ''alvole aortiche), a lesioni luetiche dell'aorta con insufficienza delle valvole semilunari (3), a n~fri tici eroriici (11), e 8id arteriosclerotici (10). Rigual'do a!ll' età, 5 awairtenevano a malati al di $Otto dei 30 anni; 7 fra i 30 e i 40; 8 1ra i 40 e i 50; 20 al di sopr& dei 50. Dei nostri cas1, 28 si trovavano in scompenso idi cil'fco~o; i 3 vizii di originie 111etjca pre~entavano uno scompenso a tipo ventricolare sinistro, 1con crisi di aisma candiaco, gli altri ca,si ·dimostra'V'ano i segni di insuffd·c ienza a tj'.PO ventricolare destro e fatti di stasi più o m eno grave nel pi'C'Jcolo e nel grande ci1:rcolo. Pratican·do l'esame funzionale della tonicità miocar. d~ca con i d1 i versi metadi, in tutti questi casi ir. . scomipenso si poteva mettere in evidenzia un'alterazione contemporanea sia del tono che lde1la contI'attilità, mentre negli altri 12 casi i d i·sturbi miocarrn.ci si limitavano aia· una sem'Pli ce i·p otonia. 11 grllP'.PO ·dei n1alati in sco1npenso era costituito da 1O ·vizi.i •della mitrale (fra i quali i due combinati ad insufficienza aortica), i tre vizii aortici di origitne luetica, 5 nefritici cronici e 10 arterioscleroti~i. dei quiali 7 con alterazioni della conduzione intraventricolare (due blocchii della branca ·de.stra di Tawara, 5 blocchi delle arborizzazioni}. In tutti questi casi in scoropenso, prima di iniziaJre la somminrstrazione di chinidina abbiamo cercato di ricompensare il oirrcolo, limitanrdo in un primo tem:p o cibi e ltquildi e mettendo il P. ir1 a~1soluto riposo, prussando solo in un secondo tem. po a1la somministrazione Jd i digitale. In ' 'erità, tanto al riposo .quanto alla digitale, la maggioranza di questi oeasi ha risposto poco. I ca!'ldiopatici valvolari erano qua&i tutti dei mioca!'lditici (jn 6 l'autopsia ha poi confermato la diagnosi clini<:a) : nei. caDdiosclerotici, i fatti clinrici deponevano 1per .ampie lesiollì1i nutritizie e degenerative ·dPlle fib-re. Controllan·do si5tematicamente a periodi regolori lo sta'to funzional e del circolo in ql1esti malati duTante il 1primo periodo di tera'Pia, in alcuni di essi non si vide modificare per nulla l 'as'Petto -d·ella reaziollìe fu·n zionale: erano i cast in cui l'elettrocardiogrannma •dimostrava la presenza di lesioni della conduzione intraventrico~ lare. In altri caisi le modalità della reazione venivano a ·diminuire . .Solo in 4 casi però (2 cartiiopatici valvolart e 2 cardioisclerotici) in seguito alla terapia 5i riusci,1 a a modi1i'caJre l'aJspetto della rea.. zione fino a far scompariTe le reazioni di alterata contrattilità, re&i1duando solo i segni di iipotonia del miocardio. In ogni caso, anche in quiesti casi 1
1211
non rSi passò mai alla terapia chinidica $e prima non si potè con•stiatare, se ,non 1'a scom':parsa, almeno una notevdle riduziione degli edemri e dei fatti di stasj epatica e polmon'a re. .L\.n che nei casi dove erano e'ridenti esclusiv'"l.mente d.i&tuTbi di ipotonia del miocardio fu fatta pre.cedere lma ·somministrazione di digitale, alla dose giornaliera di 30 ctgr. di polvere rjpietut·a 1per 5 giornj. Anche in questi casi si ebbe un mi~Uoramento notevole d~lla d)1 spn ea e del• sen5o di palpitazione che 'lo sforzo richiamava, !lnlen tre la prova funzior.ale dimostrava una rapi·da diminuzione d) durata del perio·do cli dilatazione car'diaca iniziale chie la esclusione del circolo femorale richia·m ava. Me$Si così ne1~ie migliori con1dizioni di e~erten. za, si passò alla chiniidina (solfato), cominciando col saggiare la tol[eranza in1divilduale a 1do si frazionate di 20 ctgr. ripetute il i)rimo giorno per due, il secondo per tre, il terzo per quattro volt~ . fino a raggiungere sommiinistrazioni giornaliere ·di un grammo e in certi casi di un grammo e mezzo pro die. Contemporaneamente i malati ventvaino segulti •attraverso du1e oridini di ricerche : a.) controllo -elettro·caTfdiografico dell'aritmia, usando la derivazione isternfal e con.s igliata da Straub praticata per mezzo di elettrodi rughi'f ormi :inlfi·s si sotto cute; b) esame del1a funzionalità caridiaca, per mezzo •deJ!la 'Prova dinamica (osservazione delle modificazioni radioscopiche -del cuore durante l 'esclusione del circolo femorale) e della prova ortostaii·c a (ccmitrollo oTto·diagrafico de'llle modificazioni di forma e di ·diametri del cuore nel passaggio dalla posizione supina al1la lPOSizione eretta) . Nei caJsi dub·b i si ricol"'~e ancl1e alla prova farmacologica (iniezione endovenosa di J2 ctgr. idi chinino e controllo raJdiqilogdco delle modificazioni del -cuore}, per ·quamto questa, date le condizioni dei pazienti e la sommini·strazion-e giornalier a di chinrucei, perdess·e alquanto del suo valore nel ca&o concreto. In generale, ·d urante la somministrazione della chiruidina si notò in tutti i caJsi una te11•denza a:l ral1entamento del ritmo di fibrrllazione, fatto questo che è descritto da tutti gli Autori: qUesta tenderrza si 1climostrò tanto .Più spiccata e tanto più peI1Sistente, quanto più raipiidamente i malati si avviavano venso la guarigione de'l ·praceisso. In nessun caso .si ebbe Ja trasformazione della fibTil !azione auTicolare in ,·ibrazione. ~·ei no·stri casi, la '.Percentuale di risultati favo· revo11i alla terapia chiJni•dinica non si dimostra in rapporto nè con la diversità di alterazione circolatoria, nè col tempo da cui l'aritmia si è stabilita, ma bensl esclusivarrnie nte con la diversa natura dell'alterazione miocardica dimostrata alla prova funzionale. 1
1
1
1
I .
1212
IL POLICLINICO
'
[ANNO
XXXIII,
FASC. 35)
.4 ) In generale i malati che alle prove funziosecon·do (il massimo della norma è rappresentato nali avevano dimostrato alterazioni isolate del to. da 4 centesimi di secondo). no cardiaco a tipo id i ipotonia hanno veagito tutti A qu·ef:>to punto si sospen·d e la chinidina : il giorfavorevo·l mente alla teraipia: non hanno corri·spo. . no •s eguente ·l e regolarità sinusali si sono già aicsto invece quei ca;Si che presentavano segni di al- i0entoote: s'incontrano già, di .q uando in quando, terazioni vere e proprie d el tono, associate a didiffeTenze .rria:sstmali anche di un decimo di sesturbi di contratti·l ità. <::ondo. Ciononosbante la reazione funzionale non mette ancora in ev1ildenza ·di!sturb-i di tono. Le irreSeguen1do regolarmente il comportamento dei malati •del iprimo gruppo sotto l'influenza della · golaTità 5inusali .si aocentuano ancor più in terza giornata: ir1 quarta ·g iornata si ha già i•l ritorno chini·dina. noi v·ediamo i siniomi id i ipotonia miodrella fibriltaziooe, men~ la prova funzioniale ri. cardica ·diminuire in modo progressivo, mentre ,,,ela nuovamente i •disturbi di tono, che si erano contemporaneamente diminuisce la frequenza di transitoriament-e sospesi. fibrill1azione. Nei casi .m olto favorevoli, questo efFatto costante: i·l ripri·stino del ritmo sirmisale fetto tonico 1de1'la chini dina (·modificazioni della coin,ciJde sempre con 'la l:lcomparsa dei segni di prova funzionale, rall€111iamenio de1la frequenza di fibrillaziorre) 1può essere 01sservato già dopo pi1cco. ipotonia, i quali 'Pe'fò ritornruno col ripreseniarsi deri.a fibril'lazione. le quantità di chinidina, di :poco, superiori a·l la do· B ) I casi ·d ove ·a lla prov·a funzionale, prtm•a se che nel cuore normale 'Suole 1ctimostrare azione dell'inizio dellra cura chinildinica, esistono s6boni di tonica (20 ·ctgr. ). Nel decor5o ultJeriore .di questi a:lterata contraJttilità rpersi·stenti an·che dopo la cumalati, il rallentamento della frequenza di fibrillazione proce1de di com.ser,ra col ragre'dire dei sin- ra digitalica, rappresentamo •sempre un insucces,so per 'la chini·dina. Anche in questi cas.i J)erò nei tomi di a'lterata tonicità alla prova funzionale. Il primi •giorni si vede la f.r equenza di fi!bri~lazione II'ipristino .del ritmo sinusale (cessazione d ella fiùiscend·ere lievemente, mèntre lo slargamento alla brillazione) ·coincide co1 ripresental'lsi di una rea. riapertu·r a ·del Ci!'colo tfemoTa·l e si f.a progressivàzìone normale di tonicità. mente meno marcato. Però questo miglioramento In nessuno id i ,questi casi 5i sono veri·fica1:i con è 5alo transitorio, in quanto ben presto si esaurila •chini1din·a peggioramenti de11a contrattilità di· sce. Se si insi!ste nel1la sommini•strazione cli chinimostrabili alla prova funzional~. Anche quando fu !'aggiunto il ritmo normale·, si dina, in ·q uesti casi non solo non si raggiunge mai nè 1a ·m odificazione d·e lla reazione di ipotono, nè continuò in 1gienere 1a sommilll.istrazione della ch'ila sco·m parsa . .della fibrillazione; ma &i arrischia n:iidina nella 1dooo 1che si iera dim·ostrata capace di sospendere l'aritmia. Il ritmo sinusale perrdeva di di provocare o •dirsturbi gaistr.ici oprpurre ad dirittura distuTbi id i .gravità senza confronto maggiore, giorno in giorno se!IlipTe 'Più quel caratteTe di ircome .quelli a noi capitati nei seguenti malati. regolarità ch1e è ~ostante nelle fibrillazi001'i guarite (WenckebaJch e Wjnterberg (10)) . Nel prim.o caso si trattava di un giovane dt ·Que5ta regolarizzazione pro•g.r essiva del ritmo st27 anni (S ... Ilario), cbe a 12 .a:nni aveva sofferto nusa~e che Si manifiestJa quan do st continua la di un attacco reumatico grave, durato ci~a tre somministrazione di ·chini dina, può servire come mesi e dal .quale era resi duarto un vizio organi·co criterio proginostico. In genere, il fibrillante rego- •della mitrale. La cardiopatia si era mantenuta muta· fino ai .15 anni, per poi dar luogo a qualche larizzato che ha ten•denza a ricaidere, non dimodisturbo digestivo e a ieggera tachi.cal'dia nello stra mai una regolartzzazione iperf etta della aiti- sforzo. A ,2.5 anni però, in seguito a un violento vi tà sinusale; la tendenza alla rioca,,duta è prece trauma psichico, abbiamo il primo scompenso, duta anzi da una aiocentuazione 1delle irregolarità 1per il qual e il P. ricorre alla no5tra .c linica, con da parte del ritmo nuovamente ri.sta:bil1to. Que5to qualche edema alle regioni declivi, segni di stasi epatica e polmonare, ·diuresi scarsa, crisi dispnoicomportamento è apparso evi dente sopra tutto in che al pi.ù piccolo movimento. Vtene constatata un malato di 54 a., arffetto oèii nefri·te oroni·ca, il elettrocardiograficamente una fibrillazione auriquale, dopo 4 grammi di cl1ini dina, aveva dimo- colare. Sottoposto a terapia digitaliica, i disturbi regre strato la scomparsa della fibrtl'lazione con lo stadiscono rarpi-damente; dopo 20 giorni il P. lac;cia la bilirsi •di un ritmo sinusalJ.e n otevolmente irrego. clinica in di5crete con'd izioni: p.e rsiste l'aritmi 1.. lare. Però, dopo .qualche mese, in 1seguito aid un errora dieteti'co, egli è costretto a rientrare, ieon segni di Le aritmie sinu sali 5i .r idussero rapi•damente in scompenso. altri 2 giorni di terapia chinidinica, fino a rag. Il cuore si presenta dilatato seconrdo tutti i diagiungere idelle differenze massimali, fra rivoluziometri; all'elettrocardiogramma sempre evi'dente la fibrillazione. i tiene il P. •digiuno 'Per un giorno, ne e rivoluzione, non superiori ai 7 centesimi di poi si somministra digital-e: gli edemi regredi scono, il fegato si riduce: la dispnea e la ciano~i si fanno menn inten•se. In qu este con1dizioni dopo (10) l1 "i"7L .•l rch. f. inn. Al ed. , 8/1. 1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
0
1
1
1
1
1
•
XXXIII,
( ..\NNO
'
FASC.
35]
4 giorni di di.g:iitale, &i ripete la prova funzionale: j disturbi di contrattilità, 1per quanto diminuiti, pensistono ancora: invariati i disturbi de1 tono. Dapo un gi.orno di riposo, si indzia la cura chini·dinioa, cominciando da 30 ctgr. pro die, pas.5antlo poi, il secondo giorno, a 60 ctgr. e il terzo ad un {lrammo. ì\ei primi giorni il P. non accusa ne9Sun disturbo: la frequenza di fi'brillaz1one djminuisce in mO'do lento m a pro·gi'es&ivo, mentre l'esame funzionaJ.e dimostra una lieve ri'duzione idei di~ sturbi di tonicità. Però, ·quando si raggiunge la dose di un grammo·, compare qualche disturbo da parte del P. : irrequi·etezza, senso di malessere a poca ·distanza da:lla cartina. La frequenza di fibrillazione appare Ti1salita lie,remente; jnvariata l·a ~rova funzionale. In 5a. giornata, mezz'ora do'Po ~resa la prima cartina ·di chinidina, il P. viene preso impro,·visamente da senso di oppressione precoroiale, e da palpitazione intensa. L'esa1ne elettrocardiografico dimo~tra uria frequenza di fibril~azione 510: più marr.ate le dilatazioni alla proYa funzionale. Si insiste nel~a chini'dina, iperò il so giorno, mez7.' ora dopo preso il primo · .mezzo grammo di chini dina, il P., colto improvvisamente .da senso di mancamento, ·da angoscia precordiale, da vertigin-e, si fa cianotico, dispnoi·c o: il pol5o è impercettibile. le estrem·ità fredtde, la .cute ricoperta da su·dore gelido. All'esame elettro·cwdiografico, la frequenza di fibrillazione ·è ancora ulteriorme1n te aumenitata e ·Cosi pure appare 'U~terior.mente aumentata Ja .d ilatazione del cuore alla prova funzionale. Si sospende la chinidina: il P. rimane in condizioni gravi tutta la giorn'a ta. Il giorno seguente si som. ministra nuovamente 1digita:le, in seguito alla quale si verifica un certo mi.g lioramento, fino ad attenuarSli , in qua}che giorno, i di·sturbi dii contrattilitò che n egli ultimi giorni della somministrazione dt chi1ni'dina si erano notevolmente a:ccentua:ti. Però lo st·ato d-eì. P. ·si manti ene sempre gra·ve; solo dopo due mesi egli è in grado ·di lasciare la clinica per poi tornarvi .dopo 'Clue m€si la terza volta in un peggioramento molto più grave, il quale lo con!duce a morte. L'e5am e anatomo-ipatologico, oltre alla conferma della ·~e·sione v.al,rol1are, dimo ;tr~ una mio·carditre cronica ·djffusa. 1
1
1
1
Questo caso, analJ.ogo 1per ·le modalità di insor genza -e 'Per la isua gravità ai ca,si di Frey (11) e di Bock (12), va con.s iderato insieme con un altro cruso di nostra osservazione, dove i di5turbi in· sorti ·durante la terapia chini•dinica sono stati for· se più gravi e sopratutto più persistenti. Si trattava di i11n a donna di 39 anni (F ...•.c\dele), la qt1ale a 18 anni aveva sofferto di un attacco reu·mati-co, d.a cu·i era resi1duato un vizio composto della mitrale. Il vizio era rimasto perfettamente comipensato fino ai 29 anni: lie. P. 5i era maritata .ed ave,ra con dotto regolarmente a ter· mi1ne tre gravidanze senza disturbi parti1c olari. .A.. 29 a11ni, un nuovo attacco reumatico, in s.-eguito a) quale compaiono dispnea e palpitazione nello a.forzo: dopo un terz·o atta:cico reu1I11atico, a 3!..i anni, inizia la serie ·degli scompensi : al guarto scompe11so, la P en tra in clinica con segni di 1
(11) L. r. (12) ll e<1. Kliriik, 1921.
1213
SEZIONE PRATICA
•
stasi i?patica e polmonare e presenza di edemi alle regjoni decli\i. 11 ~uore si :p resenta dilatato 5econdo tutti i diametri : all'esame elettrocardiografìco, fjbrillazione auricolare con fr.equ·enza di 450. Dopo 2 giorni idi digiuno, si somministra la digitale: gli edemi rapidamente scompaiono, la diuresi riprende, diminuisce la sta·si polmonare. Dopo 5 giorni si so5I>ende la digitale: la fibrillazione è invariata: alla prova 'funzionale si dimostramo ancora alterazioni di tono e di contrattilità. Si somministra chini·dina con 1-e consuete precauzioni e nelle dosi già riferite. F1no alla dose di un grammo, 1si assiste ad un progre&sivo e lento diminuire della fre quenza di fibrillazione, mentre i disturbi ·della prova funzionale se.in!brano lie·v emente diminuire. Al secon.. <lo giorno iperò, mezz'ora dopo l'ingestione del primo mezzo grammo di chi1n'i1dina, la P. è presa improv,·isamente da senso di palpitazionie, men. tre il polso si fa qu·asi imipe:rcettibile. All'elettracardiogramma s i 'Climostra un aumento <1ella frequenza di fibrillazione; alla prova funzionale un marcato peggioramento. Si insiste nella chinidina: il giorno seguente, alla prima dose segue un vero e 'Pro1p rio colla:sso, con polso impercettibile, aumento della cianosi, dispnea vivii:;sima, sen·so ·di oppre5sione precordiale. Si soccorre con eiccitanti: lo stato di ardinamia persiste per tutta la giornata, d·u rante la quale la prova funziona] e ·dimo'Stra •m arcati disturbi di contrattilità e di tono. I disturbi notev·o~i si continuano am1che nei giorni seguenti, e solo dopo tre giorni 1di eccitanti 1è p09Sibi'le riprendere la P ., tanto da poter somministrare nuovamente la digitale. L'anno segu1ente la P ., in un .nuovo scompenso, viene ricoverata in clinica dove viene a mortie. L'autopsia conferma il vizio valvolare, 0 m·ette in evi·denza i segni di una miocaroite cronica. 1
1
* ** Nei ma'lati 1da noi studtati, tutti affetti da fi'briliazion e aùricolare, la •t erapia chini·dinica ha portato al riipri&tino del ritmo sinu1sale nel 40 per cien. to idei casi: 1percantuale questa che oeorrispon de apprassimativa:m ente ·a que·llJ.a degli altri AA. L'interesse però dei nostii rjsultati sta nel fatto eh-e la regolarizzazione si è a'\·uta esclusivamente in quei casi 'dove la fibrullazione si accompaignava a disturbi jsolati del .t ono miocardico, mentre è mancata compl€tamente nei ca'5i dove erano presenti, oltre ai disturbi del tono, disturbi deil'la contrattilità. Questi risultati ci hanno me5so in grado, dopo le prime esperienze, di prevedere l'esito della terapia chin·i dinica; attualmente la limitiamo solo ai caisi di ~u·ro disturbo del tono, tralJ.a. sciairrdo quelli ·dove alle prove funzionali sono dimostrabili •disturbi di contrattilità resi5tenti anche all'uso della •digitale. Un altro fatto che a noi interessa rilevare è il ridursi progressi,1 0 dei disturbi ·d i tono nel progredire della terapia chinidinica verso un miglioramento, parallelamente al ridursi della frequenza di fibrillazione. ~ei ca&i di intol1
1
1
1214
[ANNO XXXIII, FASC. 35]
IL POLICLINICO
leranza alla cl1ini1clina nei giorni precedenti a:b. biamo potuto mettere in evidenza un aumento dell·a frequenza di fibrillazione e dei pegg·iorame11tti. nei rerperti 1delle 'PTove funzionali. Gli in1c i·denti della te:r.apia chin~dini'ca son o 1prevedibili, quando si segue i!J malato a c•curatamente mediante l'elet, trocardiogramma e gli esami funziona'li. Tn generale, i n tutti i ·c asi in cui il ritmo sinusale ft1 ristaibi·l ito, il miglioramento fu solo temipoTaueo: in qua1ch·e ·céUso il ritorno della :fiibril1lazione si ebbe dopo 'PO·c·l1i giorni. IJ caso di ma&sima du. rata ·diel ritmo normale fu di 7 mesi , in una ammalata 1di vizio idoppio della mitra1'e; durante questi 7 mesi gli .esami 'funzionali dimostrarono costantemente un.a reazione tonic1a norma~e, m·e ntre al ri!pren1d·e re 1dell'aritm1a ri·co·m'Prurvero i disturbi del tono. 1In tre casi, dopo la reci·diva, fu passibile richjamar·e nuovamente il ritmo sinusale m-ediante una nuova sommirnistrazione di clhin~dina: in due ·casi per tre volte di ·seguito. P erò anche qui il risultato fu solo transitor]o . Il ritorno d'el rjtmo ·si:i.nusa'l e s.i aocompagnò a notevole migl.ioramento •del ·ci!'colo. Vogliamo porre l 'attenzione sul fatto che aniche la rica1duta 1d•ella filbrillaziotn·e può esser prevista dall 'aumento delle iTrego'larità 'Sinu sali. Questi fatti sembrano confermare la il) otesi del P en·de, a cui noi abbian10 dato l'a coniferma speIi.mentaJ.ie, che l.a fi'brillazione auriicolare, a prescindere 1da~la car1diiopatia s ulJ.la 1quale e•ssa s'impianti, si·a mantenuta ,da uno stato di ipotonia del miocaTdio. Le esperienze di Gossruge dtrnostrano che le fibre cafldiaic·11e 1'Poto11iche 1pr esentano una ecicitabilità notev·olmente auméntata, e p·e rciò permettono con fa>cilità l'in·sorg·enza di extrasj15toli. In , una ore·cchietta ipotoni'ca, e perciò sovraeooitabile, è facile lo 'S tabilirsi di movimenti .circolari, cl1e sono il sostrato al~a fibrillazion e. Il ritorno della tonicità normale, diminuen•do la ec1citabilità delle fibTe, può 'f ar ·c essar e a fibrillazione. D.a ciò è possibile pensare cl1-e la cl1i ni dina .aJgisca sull'orecchietta ·f ibril1lante ripriistinan•do il tono normale per azione o diretta sulla mu·S1colat11ra, o indiretta attraverso il sf5tema nervoso: la normale tonicità riconid urrebbe la i1ormale e:cciitabilità e ql1inldi l'inte·r ruzione del mo·vime11to circolare. Lo aumento ·della fase ref·r attaria dimo·strato 1da. I~e \vis sarebbe solo un fenomeno secon1dario, che si produce atJtraveirso Ja normalizzazione de1 tono. Do,~e Ja fibra mu5colare è così 1PTOfon1dament-e al•eTata (mtO'cardite) da presentare una contrattil'ità anormale, Ja c11ini·dina non solo non ha nessun ' 'antaggio ina è addirittura -controin dicruta. In precedenti esperienze noi abbia.imo dimostrato cl1e nel c11ori miocarditici la tolleranza al chinino è diminuita: dosi che nel cuore n ormale 1dimoistrad10 una azione nettamente tonica. in cuori ad alterata 1
1
I
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
etruttura muscdlare possono richiamare azioni depre&·s ive, analoghe a .quelle d·elle 1doS·i tossì-che. La tossicità ·del ·chinino riispetto al cuore •è dive1'sa a seconda dello stato funzionale d ella fibra miocar. •dica : è minirrnia nei ·cuori normali, ma-ssima nel cuori m iocaTtditici. Nei due caBi di i:rutoJ1eranza grave 0 S'servati nel ·corso della terapia chinitdinica abbia:mo v-etduto queste intolleranze legate prof on·darnen1:e a fatti toS1Siici idi depressi0in-e del1a contriattili.tà nel miocal'dio in conseguenza alla cl1in i1dina. l~ 1da notare eh~ i fenomeni d'intolleranza 'Si sono pir esentati a>-ppunto ·qu•a n1 do si eran o raggiunte delle do.s i abbastanza elevate. La terapiia oehiniidini.ca è in1dicata solo nei cuori con alteria zioni funzionali 1d·e lla .t onicità: controindicata n ei ·cuori miocarditiici co11 alterazioni di contrattilità. La fibTil1azione auriicolare è un sintoma di a~te rata toni.cità ·del mio-cardio, .il quale &i può pTesentare .a nche nelle alterazioni p.i ù profonde della fibra a .c aratteT·e m'iocarditico . Anc·h e 1e irrego1a· rità sinuisali che perman1gono doipo sosp-esa la fibrillazione si possono 51Piega1"'e con i 1di!sturbi del tono: es&e sono 1diminuite dall'azii.on e toniica della chini.dina che rildurc e le di•fferenze massimali. Dalle no str e esperienZte sembra conrfermato .che la cl1ini·din.a aigi'S'Ce ·s ulla fibrillia zione per le sue proprietà· tonicbe, superiori a quelle del chinino, a cui p er questò è preferibile. Una ulteriore tProva a quanto noi affermiamo .ci è data da recenti$lSime esperien ze eseguite n,el labo·r atorio di Le'vis e pubbli'cate recentemente nelq'Heart (19-26/I). Per la ·cura della fibrillazione auri-colare fu tentat·a la veratrina, con surcces so, in pareoch,i Ca.J5i. Ora 1è ri•saputo che l'azione delle pi c-0oie dosi di veratrina si eseircita direttamente sul1a musculia~ tura, e tsrpecialmente &ulla so·s tanza sarco_plas.mati-ca, aumentando il tono idelJ:a fib.ra. e.on un meccani1smo analogo, cl1ini1dina e veratrina agiTebbero su1 .cuore fi•b rillante ri stabilen1do il ritmo sinusale attraveTso un,az'ione n onmalizzatric.e della tonieità • del miocaridio. 1
1
1
1
1
1
1
1
1
Interessantissima pubblicazione : Oott. AN TONIO SEBASTIANI
Medrlico rui'Uto negli Ospedali di Roma •
I disturbi del ritmo cardiaco Prefazione del prof. Giu seppe Bastia n el li. U.n. vol•u me im.-8 (N. 7 delle 111ootre e1 Monogxafìe Jt{ediooOhirurgiche d'attualità n} , con 73 figure intercala.te nel testo, nitidamente stampato su carta eemipatinata. Prezzo L. 18. - Per g1i abbonati al « Policlinico " sole L. · 16.25 in porto franco.
Inrvia.re V.aglia Postale all'Ed:itore LUIGI POZZI Via Sistina. n. 14 - ROMA.
{A.NNO XXXIII , FASC. 35]
SEZI ONE
PRATICA
1215
Il medico, che l'ha visitata solo da qualche ora, OSSERVAZIONI CLINICHE. ha ricoI}osciuto lo strozzamento ·d ell 'ernia ed ha inviato iSuibito l'ammalata in ospedale. Al momento del suo ing1~esso in corri51pond enza OSPEDALI RrGNITI DI MONTEPULCIANO della regione crurale di destra ap·p are una tuSezione C·h irurg. diretta dal prof. LUCA l~IORAVANTI. mefazione ovoidale della :g rossezza di un uovo, ricoperta da cute lievemente arrossata : ha superSopra un caso di ernia c1·urale tubo-ve ci- ficie liscia, consistenza elastica e la palpazione riesce dolorosissima, mentre la percus5ione rivela cale strozzata. ottusità assoluta. Dott. PELLEGRINO BARICCI , assistente . Previa anestesia lombare novocainica il primario prof. F ioravanti pratica sulla tumefazione, in corrispondenza dell'anello crurale, un'incisione Tra le ernie, che costi tuilscono un grande concurvilinea d ella cute e del cellulare sottocutaneo, tingente O'Peratorio, capita qualche volta di tro- ·lunga 9 centimetri. Aperto il sacco sottile tuorievare, specialmente in ra.p.p orto al loro conten·u to, sce una discreta ,quantità ·di liquido ~ierosan.gui delle varietà tanto rare da meritéllre di essere ri- nolento ed ruppare un organo tubolare a forma di ansa, grosso come un dito e di colorito rossoferite per considerazioni cliniche e 1patogenetiche. scuro. E d'altron de è opportuno non trascurarne l'ill11Incidendo la.r ga1nente il sacco si nota in corristrazione perchè la loro conoscenza serve ad evispondenza della sua parete vostero-interna una bozza tesa della grossezza ,d i •Un uovo di !Piccione, tare ulteriori errori diagnostici e ad indirizzare che 1si riconosce ~er un organo muscolare cavo e giustamente il nostro criterio prognostico e la precisamente per la 'Vescica. Ha sede extra-peritonostra opera chirurgica. rieale ed è accollato al sacco di cui rafforza la Negli anni molto remoti si consid erav.ano come parete interna. Dopo aver praticato uno sbrigliamento del colvarjetà rare le ernie degli annessi uterini; oggi letto si esercita una leggera rpressione i.Sul!' organo invece la ipratica ha ,dimostrato che, specialmente tuboliforme erniato e si riesce a tirare all'esterno nelle ernie inguinali della donna, dO'PO l'intestianche buon. tratto della sua rporzione endoaddo, no e l'omento, il conten,u to che più spesso capita 1ninale. E facile riconoscere che si tratta della salpinge di osservare nel sacco è proprio costituito daigli perch è ap1p ar e la ifimbria con le sue sma,gliature annessi uterini. e perchiè si accerta la sua continuazione con l'ute~ ]nvece veramente raro che si erni soltanto ro. In corrispondenza del cingolo strozzante i due • la tuba (ca·so di Vorgh-Berard-Brunner-Delbeaucapi dell'aniSa tubarica erniata 'Presentano un solco cir colare, ischemico assai mar,cato e la :parete Leyars-Walter-.Maccagno) la •q . uale in generale si si presenta notevolmente assottigliata. L'ansa er'Presenta insieme all'ovaio, a cui è legata da stretniata della tuba ap:pare arrossata, edematosa ed te connessioni anatomiche. in.grossata rispetto a ·quella endoad·dominale che Ed è anche più raro, veramente eccezionale, il appare normale. caso che 1è capitato alla nostra osservazione e Do:po avere as1portata la tuba, previa legatura e cauterizzazione del moncone uterino, dopo aver che è oggetto di questa nota ill•uis trativa nel quale ridotto la vescica ,distaccata dal contorno del'anel la tuba, da sola, senza l'ovaio, costituiva insieme 10 crurale, si allaccia e 1.Si asporta il sacco, se ne con la vescica il contenuto ·di un ernia crurale affonda il moncone insieme con la bozza vescidestra strozzata. cale e si ri·uniiscono con punti isolati di seta, il legamento del Poupart e quello ·di Cooper, completando così la cura radicale dell'ernia crurale La mattina del 18 maggio 1925 viene trasportata secondo il metodo adottato nella Clinica chirure ricoverata d'urgenza nella sezione chirurgica di gica di Firenze. questo Ospedale una donna, certa F. Caterina, di Allo scopo di stabilire le eventuali cause che anni 43, ,d i Nottola (lMonteipulciano) con diagnosi possono a'rer determinata o facilitata l'ernia della di ernia crurale ·destra strozzat(:f.. salpinge si eseguisce, ·d opo a1cuni .g iorni un esame Ri,ferisce che la madre sua è stata erniosa e che ' 'aginale il quale fa constatare la presenza di un lo è pure un suo f.r atello di 35 <lnni; è di cost1fibroma interstiziale del fondo dell'utero, della t11zi.one forte e .sana. l\/Iestruata a 16 anni, ha avuto grossezza di un'arancia. se1npre mestruazioni frequenti, abbondanti e dolorose. E maritata da 25 anni; ha avuto 4 graI/interesse di questo mio caso è dato: vidanze nonrnn.J.i e 2 aborti. Dn. tre anni si è ac1) dalla .p resenza di uno solo degli annes1:;i corta di un gonfiore alla radi,ce della coscia destra diagnosticato dal suo medico per un'ernia uterini, la tuba insieme con la vescica nello stescrurale. Questa 5i è accr esciuta gradatamente rens0 sacco erniario; dendosi parzialmante irriducibile e causando &pes2) dalla sede ·crurale di quest'ernia tubo-ve so diA'fi·co1tà ed ostacolo all'orinazione. scicale; Circa 20 ore fa, m entre curYa in avanti cerca,·a 3) dall'insorgenza dei fenomeni di strozzadi sollevare un 1peso, ha sentito un dolore acutissimo in corris'Pondenza (lell' ernia che si è fatta mento. più tesa e più voluminosa. Il dolore si è irradiato Xelle indagini bibliografiche che mi è stato posa tutto l'addome ed 1è comparso anche l'eccitasibile di fare non ho trovato che due soli casi mento al vomito; l'alYo non si è cl1i·uso completamente. d'Prnia nel cui sacco coesistesse con la vescica I
1
1
1216
IL POLICLINICO
13. $Ola salpinge. Uno di questi casi appartiene al Leyars ed è riferito n ella Rev. Chir. del 1893. L'altro appartiene al Dardanelli ed è descritto nella Riforma Medi ca .d el 1910. I .a rarità di questa compartecipazione erniaria dei due visceri, la 5alpinge e la vescica, è giustificata dai loro rapiporti anatomici tanto diversi. :E: logico 1Pensare che il meccanismo ed il mom ento per il quale e nel quale si erniano non sia uguale e neppure contemporaneo, ma di verso e su·ccessivo. Si può ritenere che nel mio carso si sia in un primo tempo costituito un cistocele parap eriton eale nel cui s acco la tuba è stata sospinta solo su cceSisivamente in virtù ·di diverse circostanze che hanno facilitato e resa possibile una simile evenienza. Non ·si deve trascurar e, sotto questo ravipor to, l'influenza degli sforzi ripetuti iSopportati dalla paziente per il suo . mestiere di contadina, la rilassatezza dei legamenti larghi per pregresse e ripetute gravidanze, ma soprattutto si deve tenei· conto -che sul !fondo dell'utero érasi svilup·p ato un fibroma interstiziale. Questo, producendo un allungam ento dei legamenti jnfundibulo-pelvici dl Henle, deve aver permesso l'inclinazione dell'utero e quindi l'avvicinam ento della, salpinge all'anello crurale e successivam ente; per un m ovimento di torBione provocato nell'utero deve a,rer permesso che la tuba, sotto l 'im;pressione di uno sforzo, si insinuasse nella ernia crurale. Vi ·è poi anche da tenere in considerazione l'azion e traente esercitata sul p eriton eo adiacente alla salpinge, dal cistocele nel suo graduale !Progressivo accresc1mento. .i\ccennavo più sopra che è anche interessante, nel mio caso, la sede crurale di quest'ernia tubovescicale. Infatti le ernie òegli annessi uterini sono quasi sempre inguinali. ~el caso poi di ernia tubo-cistocele, data la rarità del cistocele crurale, si comprende come a più forte ragione sede di preferenza debba essere la in gu inale, quale era infatti n el caso del Leyars, e di eccezione. la cr11rale, quale era n el caso da me ri·cordato. La realtà ·degli s~rozzamenti tubarici per opera dell'anello crurale e del colletto del sacco viene ammessa da tutti (caso di Brunner-"' alter-Abodie) e n el mio caso, al·l 'atto operatorio, per ottenere l'estrinsecazione della tuba fu n ecessario OJppunto lo sbrigliamento dell 'anello crurale s trozzante; evid ente e n etto risultò il contrasto tra la parte erniata strozzata flaccida e di colorito nerastr·o e la parte non erniata endoaddomin ale di colorito ed aspetto n ormale. Clinican1ente è degno di rilievo, n el m io caso, 1a ma11canza di 1un ostacolo assoluto alla can alizzazione intestinale e la preesistenza di disturbi nell'orinazione; per cui m entre si potè escludere la
[ANNO
XXXIII, FASC. 35]
partecipazione d ell'intestino dallo strozzamento si potè arnmettere l'esistenza di µn cistocele. La tuba rappresentò una sorpresa operatoria: la sua differ enziazione dalla ap1pen·d ioe vermiforme fu re5a possibile dallo sbrigliamento erniario, il quale permise di constatare la sua continuazione con l'utero.
NOTE DI TECNICA. L'uncino di Kirmisson per l'estrazione di monete e corpi estranei simili dall'eso1·ago. D0tt. ALDO AVONI, li·b ero •docente dj ;patologia chiru:vgi1ca .n ella IR. Univ·er sità ·di Bologna.
. Non mi oc.cupo del cap.i tolo rigual'dante la patologia ·dei corpi estranei dell'esofaigo ; vorrei solo richiamare alcune particolarità su quanto concer!11e l 'estrazione d elle monete e corpi simili per mezzo dell'uncino di Kirmi5son. Lo sipunto mi è dato da una breve nota del ·d ott. Pietrine Casta, gna, Direttore dell'Ospedale Civile Mandamentale di Valentano, comparsa nel Polic lini co, Sezione pratica, 19-26, fase. 5, dal titolo : Su due casi di estrazione di corpi ·estranei dall'esofago. Contrib1tto casistico-clinico.
Dµrant e. il mio servizio di aiuto nella za Sezione Chirurgi·ca idell'Ospedale Maggiore di Bologna diretta allora ·dal prof. U. Monari, ebbi occasione di es1Jrarre e vedere estrarre ·dall' esofago di ba:mbini monete e bottoni per mezzo d ell'uncino d t Kirmisson con rapidità mass.ima, con piena sicur ezza, con perfetta innocuità. I casi osservati e operati ,p er·sonalmente sommano a sette : tutti bambini da uno a quattro anni che avevano inghiottito monete v ecchie da 5 centestmi (4 volte), da 10 centesimi (2 volte) e bottoni della grandezza un p-0' magigiore di quella delle veochie monete da 10 cente5imi (una volta). Dico subito ch e sistematicamente i piccoli pazienti erano jnvtati al Ga'binetto Radiol ogico per controllare il :ra:cconto d ei famigliari ; per stabilire cioè l'effe ttiva pr esen za, l'altezza e la d isposizione nell'esofago del corpo estraneo . Le risposte idei Radiologi furono semipre i1dentich·e n el sen5o che i re:p erti mostrarono con uniformità costante le mon ete e corpi estranei simi1 i (•b ottoni) disposti trasver salmente col m arg.ine a ri1dosso della parete laterale eso.fagea, all'altezza del giugulo {seconda porzione rrstretta d ell' esofago nel punto di biforcazione traicheale). E questo reperto uniformemente costante era for11ito non solo dai casi da me inviati all'indagi· nP ra:diologica ogni qual\'Olta era chiamato per
•
[ANNO XXXIII, F ASC. 35}
SEZIONE PRATIC•.\
1217
libm-are i pazienti, ma anch€ da quanti erano os.tervati e inviati allo stesso contro1lo da colleghi di altre sezioni chirurgiche (senza contare ql!lelli operati dai primari}. In base •dunque al reperto ;positivo dei raggi, si {lisponeva il pi·ccolo paziente avvolto in un lenzuolo o in una coperta con l·e braccia penzoloni, ben fermo tra le gan1·b e tli u11 infermiere con la testa in estensione. Si int1·oduceva poscia 'l'indice della mano sinistra tra le M"Cate dentarie protetto da un ditale metallico snodato, oppure si inanteneva la bocca wperta con un aipri1b occa e, deprimendo con questo dito indice la base della lingua, si riconosceva l'epiglottide e più in·dietru l'apertura esofaJgea: con la mano destra si introduceva nella cavità orale. sulla guida dell'indice sinistro, l'uncino 'di Kirmisson in modo da raggiung€re con esso il fondo della faringe (mano'rra assai fa-cile per la grande flessibilità dello strumento il cui estremo libero si può piegare in avanti fin ch·e si vuole). Di qui l'uncino si face·va procedere in lbasso con grande dolcezza e con estrema facilità, poichè, -come ormai è sicuramente dimostrato, esso scivola
tranquillità, quasi come un semplice sondaggio dell'esofago e dello stomaco, è provato dai risultati ottenuti da me e da colleghi ancor giovani, tutti assistenti d'Ospedale, all'.i.nizio o quasi della carrie:ra e con ;prati1ca chirurgica non molto vasta. Per icui non crederei opportuno mettere in guardia con difficoltà inesiistenti o esagerate il pratico contro l'impiego tempestivo dell'uncino di t Kirmisson per l'estrazione di monete e corpi estra.. nei simili, facendogli perdere un tempo prezioso nella ricerca spesso vana o trQPpo lunga di un collega 5ipecializzato: mentre da solo, dopo una sempli'Ce in·dagine radiologi·c a quasi sempre a portata di mano, egli può essere in graido di arrecare piena tranquillità alle famiglie e vantaggio inestimabile ai piccoli paz.ienti.
·fJ1J.asi automaticamente lungo la faccia posteriorre dell'esofago e t1·a questa e il corpo estraneo che abtrepassa senza spostarlo.
Resezioni e plastiche del coledoco
Facendogli poi fare il cammino inrverso, cioè ritirandolo, sempre con dolcezza e pruàe:mza e.s.50 icarica e trattiene saldamente il cor.po estraneo che non si sposta affatto l)Oi'c hè il S1.lO margine laterale poggia -co11tro la parete esofagea; ra.ggi.unto e oltrepassato l'anelfo rd ella cricoide, questo corpo estraneo è ben visibile e Jacilmente afferrabile. Così fatto . inter,rento semplicissimo e innocuo (pare quasi incrediij)ile come 1Si sia potuto uncinare la cricotde) - almeno se praticato a di::>tanza non troipJ;>o grande dall'ingestione, alcuni gio1~i --:. risparmia al cl1irurgo e al malato l'esofagotomia esterna, atto operatorio ·di prognosi 1nolto seria forse in di-cato soltanto nei casi di antica data con lesioni più o 111en·o accentuate a cariro delle pareti esofagee. Per l'esiperienza mia e dei colleghi e sopratutto r>er i dati forniti dall' esame ra·diologico praticato sistematicamente prima cli procedere all'estrazio11e, credo si possa aff er111are cl1e le monete e i corpi estranei simili si diis pongono sempre in sen&o trasversale :rispetto all'asse dell'esofaigo e sl ·arrestano a livello del giugulo (seconda pori.ione ri•stretta dell' esorf ago}. Tale .costanza di reperti :i n armo11ia 1Pel"fett.a con quanto del resto trovasi pubblicato pe1mette, ere. rto, di affi1dare anche al pratico l'uso di questo strumento verame11te prezioso ed innocuo. Che la operazione poi possa essere eseguita con tutta 1
NOTE POLEMICHE. lSTITCTO DI CLINICA CH IRURGICA GENERiLE
DELLA R. UNIVERSITÀ DI PALERMO
diretto ·dal prof. E.
TRICOMI.
per il dott. S. LATTERI, aiuto ·d i Clinica e libero docente di Patologia Chirurgica, Clinica Chirurgi~ a P. Medicina Operatoria. Nel n. 27 !della Sezione Pratica del Policlinico, jn ·data 5 luglio 1926, ho letto una breve nota del prof. Caponetto, dal titolo cc Resezioni e plastiche del coledoco », e sono subito corso a rivedere gli atti della trentunesima adunanza della Società Italiana ·di Chirurgia, col timore che il tipograf "\ avesse trascurato di stampare alcune pagine del mjo contributo sulla cc Ricostituzione sperimentale del coledoco ». Ho trovato invece tutto in ordine. Da ciò ho dovuto arguire, con grande rincre&eimento, che il prof. Caponetto avesse letto rnolto superficialmente il mio lavoro; non altrimenti saprei spiegarmi le asserzioni del collega. Egli nella sua nota comincia col dolersi di avere trascurato « per un cumulo di circostanze, d'indole più o meno priYata ,, di continuare ad occuparsi di plastiche del -coledoco « avendo non solo promesso di insistere ma consigliato di perseverare jn tale studio sperimentale fin dal 1914, quando, trattando della cura chirurgica della calcolosi epatica, non trascurai di occuparmi dal lato sperimentale delle anastomosi resezioni e ip1astiche del coledoco ,, . E pare che non se ne sarebbe più voluto occupare se sfogliando gli atti della .Società It. di Ch. (ottobr e 1924) non avesse letto nel mio lavoro « Ricostituzione Sperimenta1 e del coledoco » quanto io scrivo a pag. 409: u Per
-
•
1218
quanto mi sia noto la tecnica da me eseguita ed i risultati ottenuti non sono stati illustrati da alcun altro autore ». « Mai come oggi, scrive il prof. Caponetto, mi son sentito m ordere ·dal rimorso ·d ella mia indolenza non aven1do sino a·d oggi pensato a far conoscere quanto io scri:ssi nel 1914 ... n . E qui sento il bi.sogno ·di domandar venia al Cb.mo Collega s'io, prima di entrar e in merito alla questione, gli ·dichiari francam en te cl1e quest'occasione non si rprestava affatto. Il prof: Caponetto do:p o avere sommariamente illustrato i suoi esperimenti, si congratula con m e e< dell'tdea .genia1is5ima ,, che fu anche la sua. Orbene, posso sin ·da ora assi·curare il .Collega, anch e percl1·è Egli non abbia a:a avere rimorsi della :sua in dolenza, che la 1
1
tecnica da me eseguita ed i r i sultati ottenuti non sorio stati illustrati n è da lui, n è da altri pr'ima di me.
E glielo ·dimostro subito riportando ciò che 11a fatto lui e ciò che h o eseguito io. Il prof. 1Caponetto n el suo lavoro si è pure occupato delle plasttch e 1del coledoco: << ...mi ison servito di tuttì i mezzi giovandomi ora -di lembi epiploici liberi, di l embi decorticati dalla faccia intrrna ·delle p.a reti a;ddominali, •di tubicini di gon1. ma cb e ricoprivo ·di epiploon , senza trovarne uno rispon·d ente allo scopo prefi-5somi e ·desiderato 1>. Ha eseguito qu este prime esperienze « solo per controllare i risultati da altri ottenuti » . In seguito «. avendo potuto con statare... come l' epj1p loon sj attaccl1i bene alle parti sulle quali si adatta, pen.5ai utilizzarlo, scrive il prof. Caponetto, nèlla r esezione del coledoco -cr eando un sostegno ben diver so •del s olito comune tubo Idi gomma ... un sostegno dico 1che potesse du.r are sino a che la 1parte trapiantata (epiploon ), aderendo, non avesse ristabilito la continuità del coledoco. Pensai pertanto al catgut e mi son servito del n. o e del n. 1 per dare dei ipunti . fra i monconi ·d el coledoco resecato. Ne ho dati sempre 4 in corrispo'na·enza degli estremi dei due diametri perpendicolari del cerchio virtuale raffigurante il lume del dotto . Su queste anse cosi disposte, e lunghe quasi quanto la porzione di coledoco resecato, ho adatta~o, av' 'olgendolo, un doppio strato di epi1ploon, che agli estremi, o meglio agli orli terminali , ho aissicurato co.n punti al ·catoaut sottilissimo, alle superfi'Ci sierose dei mon.coni :del canale, ed in due ·casi a1 -Ouo1d.eno , dove vi &bo~a il coledoco n.• I cinque cani operati in questo m,odo sono morti dalle 24 ore ai 4 giorni. F. questa in breve la tecnica illustrata dal prof. Caponetto. Con.frontiamola adesso con quella eh 'io ho eseguito nei miei esperimenti : n laparotomia ~opraomb elicale ; messa allo sc01perto la coleci&te I
1
·
[ANNO XXXIII, FASc. 35)
IL POLICLINICO
si attira all'esterno ed in alto per mezzo di una l\ocher sprovvista di denti. Si ricerca il duodeno e si porta anch'esso all'esterno, stirandolo ver.so iI basso. In tal modo, nello spazio compreso fra coleciste e ·duo·d eno, si rendono evidenti le grosse Yie biliari e:xtraepatiche, in ispecie il coledoco. Nella porzione alta di quest' ultimo si applica, a mezzo di un De&cham1p s, un filo di catgut n. 1 e si annoda ·con forza in modo da •determinare la n ecrosi del con1dot.to. Un 1cm . •circa al ·di sotto di questo punto di legatura si taglia parzialmente il col e·doco in modo da interessare soltanto la semicirconferenza anteriore (1° grupp,o di esperimentj ) o totalmente, in mordo da ·determinare un'interruzione comipleta (.20 gruppo di esperimenti), ov·vero s.e ne asporta un tra.tto di 1-2 cm. (terzo grup·p o ·di esperimenti). Nei casi di ferite parziali n on si aprpli ca alcun punto dì is·u tura, in quelli di ferite totali semplici o con perdita di sostanza i monconi r ecisi \ engono posti a contatto a m ezzo di un filo idi ·catgut 00 ·c.be attraversa a tutto spessore il capo distale e quello prossimale. In tutti e tre i gr·upipi di esperimenti aJ di sopra della sol11zione di continuità del coledoco vi si pone un lembo epi·ploico peduncolato, cl1e si fissa ai tessuti vicini per mezzo di un punto di sutura in catgut. Si rim.ette a posto il -duodeno e si pratica, con la .c omune tecnJ.ca, la colecistostomia... In tutti gli animali il decorso post-operativo fu ottimo. La fi· stola biliare, .stabilitasi con la coleci&tostomia, s~ chiuse ·d ai 28 ai 64 giorni » . Questa la tecn ica da m e eseguita ed i risultati ottenuti. Nelle considerazioni al lavoro scrivevo: • « I ri·s ultati conseguiti con Ja tecni·ca che ho avnto già occasione di enunciare, d enotano la completa ricostituzione della via biliare nei casi di ferite parziali o totali del coledoco, con o senza ,p erdita di sostan~a: se si ;pone un laccio al di oopTa ·della lesione e si mettono a contatto i due mor1· coni recisi con un semplice punto di sutura, praticando _la deviazione della bile all'esterno, si ottj ene il ripri.stino della corrente biliare. L'interpretazione genetica dei risultati ottenuti può cosi brevemente riassumersi: per il processo di necrosi ·c he si verifica in quel breve tratto delle 1parcti del coledoco compresse fortemente dal laccio circolare, quest'ultimo, cioè il laccio, fini-sce ben presto col -cadere nel lume del condotto, che, in tal modo, ritorna ad essere pervio. Contemporaneamente a ciò i due monconi recisi e messi a contatto, n on disturbati nel processo di guarigione dalla bile, stabiliscono fra di loro delle rapide ade. renze, capaci col ripristino della corrente ad incanalare la bile completamente verso il duodeno e non permettere l'infiltrazione della bi1e stessa nej tessuti vicini e tanto .m eno il suo versamentt> 1
1
1
1
1
(ANNO
XXXIII,
FASC.
35]
SEZIONE PRATICA
nella cavità peritoneale. Al determinismo di queste aderenze parteci1pa senza dubbio l'omento CO) suo grande potere plastico. Nel me11tre si verificano tali modificazioni nei coledoco, la coleci stostomia assicura la deviazio11e della bile verso l' esterno. ì\Içi. appena si avvera il ripristi110 ·del circolo biliare, la fistola, stabilitasi con la colecistostomia, tend e rapidamente verso la guarigione e finisce col chiuder5i ... Per la riuscita dell'atto operativo è condizione a:ssolutamente necessaria che il filo circolare venga fortemente annodato,... ,, . Orbene, dopo avere esposte le sue e le mie i·1cerche, non vedo quale nesso vi possa essere fra di loro. Che il Prof. Caiponetto voglia alludere ai quattro fili di catgut, interposti fra i due monconi « e lunghi quasi quanto la porzione di coledoco resecato >>, e ricoperti ·d i epiploon? Ma qu esta tecnica, oltre a non aver nulla a che fare col cri. terio informativo del mio lavoro, è da me implicitamente non consigliata, quando scrivo: (( ... Altro dato che bisogna tenere presente è quello di mettere bene a contatto i due monconi recisi, per evitare che delle barriere di connettivo neoformato, proveniente dai tessuti vicini e speciaJmen• te dall'omento, si interpongano fra i due monconi e deter.minino l'obliterazione 1p ermanente del coledoco » • Ciò è quello .cl1e mi ripromettevo di dirnostrare. Prima di porre termine deb·b o domandar venia al prof. Caponetto se non 110 riportato il suo lavoro nella bibliografia. Ciò ·è dovuto, in parte, al fatto ch'esso non è pubblicato nei giornali di medicina (una semplice r ecensione pubblicata in qualche giornale, dal titolo (( chirurgia della calcolosi epa. tira ,, , è facile che sfugga) ed in parte al dato che .quasi tutti i lavori che si occupano di plastiche del coledoco, almeno quelli ch'io sin'oggi ho consultato, non riportano le ricerche del rprof. Caponetto. Anche lavori recentissin1i ed assi pregevoli come .quelli del Lupi (Ricostruzione della ,,ia biliare principale. Annali Italiani di Chi1·urgia, a. III, fase. 7, 1924) e dell' Alessandri (Modo di ristabilire la .comunicazione col duodeno in casi di gravi ed e&tese distruzioni delle vie ·b iliari. A r-
SUNTI E RASSEGNE. SEMBIOTICA.
1
1;hiv~o ed Atti della trenta.diuesirn.a aduna1iza deUa
Sncietà Italiana di Ch.irurgla, Roma, ottobre 192.b,
pag. 472) non accennano .affatto ad es·se. Ed avrei così terminato, se infine non sentissi il dovere di ringraziare, dopotutto, il prof. Caponetto dell'occasione offertami di ritornare ancora una volta sui miei es1perimenti, che non hanno affatto la pretesa di costituire « un'idea geniali:,sima n, ma soltanto il pregio di non essere stati. prima di me, eseguiti da alcun altro.
1219
,
I segni della morte reale. (RICCARDO CARDENAL SANCHEZ. ft-ledicina Ib era, 5
giu-
gno 19'26). I
In seguito alla pu.b blicazione •di un articol-0 di un giornale cruoti-Oiano, che gettava l'allarmJe sulla frequenza di seppellimenti di persone in stato di morte apparente, fino a dicl1iarare -0011 nn medico inglese, che la terza rparte di e5si si effettuano in persone vive, l'A. richiama l'atten zione su qt1esto argomento, cl1e ha sempre 'destato grande interesse nei tecnici e nei profani. Fin ·ùall'antico questo al'gomento è stato discu·s so e oltre ad a,~er dato luo•go a tema di romanzi , di drammi e idi articoli sci entifici, ha prodotto disposizioni negli ospedali contro tale eventualità e a;d·dirittun'a assO'ciazio11i per la 1prevenzione d·e1 ra:so. I fatti narrati però non sem·p re sono stat.1.. accertati, tanto .c11e Balt.haza1id lha 1PO·t uto aiS5el"ire,, che nor1 esiste t1na sola osseTvazione acoertata di i11umazion e prematura, qualora il cadav·ere sia stato osservato da un medico. .. .A.Ilo stato attuale della madicina no11 è possf. bi1e confondere uno stato di morte apparente ·con uno stato dj morte reale, poichè esistono nun1erosi segni che ne permettono la ·diflferenziazione. Di essi segni alcuni sono in.certi e 1posson-0 aver valore solo se parecchi di essi si verificano nel mede:in10 caso. I ·p iù importanti sono: il pallore, la Tisoluzione muscolare, la per.d ita .ae:iJa sensiJ)i lità, •d·ella mobilità, ·dell a respirazione e del polso, il rilasc1a1nento degLi stfinteri, la coaguJazion8 del sangue, l'i:poten,s icfne dei globi oculari, velo corneale, ca>duta della mascella ·inferiore, .. . ' inancanza 'Cli sudore, .fetore, ecc . • E.sisto110 p-Oi i segni di certezza i quali però 11on . empre possono essere ricercati. ,L'A. li enumera. criticandoli volta rper volta. Rigidità ca1daverica, cf1e secondo alcrmi A.~. 11on· manca mai. Può apparire precocemente come nei! "'asi di a'"·elenam·ento per stri·cnina o di tetano,. • si a ·più tardi . B generalizzata a tutto il corpo dopo dodici ore ma non tutti .g li A..A.. son d'accordo he] dicl1iarare in qual i mus'Coli si verifica prima'. La .d1Jrata ·di essa su·bilsce l'infl'Uenza delle condizioni atmosferiche, quindi talora n·o n di caratteri pire~ 1
1
1
.
'
Cl~l .
:
Ipoc;taisi cadaverica. Si presenta tre a cinqu·e ore {\opo la morte, occupa sempre ·i piani dec 1iv1. Buon ·segno, ma si deve differenziare dalle ecehimosi fatte in vita.
'
•
122&
I L POLICLINICO
Perdita 1della contrattilità iJd1omu&cola.re e del l'eccitabilità elettrica. Sare'bbe un ottimo segno, se si p~entasse precocemente, mentre invece la compa1·sa 1del f eno1neno è in relazione colla scomparsa tlell·a rigtdità. Peso d~J. caidavere. Si basa ·sul fatto cl1e nel ''ivo. dopo aver iniettato una certa quantità dt liquido, il ipeso non aumenta, nel caidav-eire &ì. Questo se.gno non è ipratico, peDchè ha bisogno di bilan'Cie precise e bisogna aspettare ventiqua.1tro Ql'e ·dopo l'iniezione per effettuare l'osservazi~ae.
ES&me del cuore e della cir~o.lazione: tt a1scoltazion.re del ·cuore, prolung.ata per cinque minuti su -ciias-cun !focolaio; 2} Call'dio.pu ntura, perioolo&a se si sosipetta la mocte awarente; 3) arteriotomia, la sezione 'della r aJdiale o della tem,p orale r appresenta un seg110 d1 assoluta certezza; , , oscillometrJa, esaminata col Pa-chon no11 solo alla radi-ce degli arti, ma eventualmente an-Ohe con un mani•cotto tor aciico; 5\ la p"'ova della rfl'Uorescina: iniettando granòEl quantità della sostanza, si colorano in due ore t11tti i tes&uti e per primi •gli occhi. Non è una prova pratica; 6) segno 1della vento&a: applicata sulla regio11b ombel1cale, non prdd.uce sul caidavere l'ecchimosi -caratteristìca; 7) transilluminazione d el lobulo dell'orecchio, raocorn~n·data 1dall 'A., osservato in 1 camera osc:urra o att1'averso un tubo dli cartone, ch,e nel vivo fa osservare un colorito rosso intenso uni1'orme, nel cada vere maicchie oscure di rdiversa intensità. Prove tanatoftalmologiche. 1stillan1do nell'occbio qualche goccia idi etere o id i dionina manca nel ca<lavcre rg i.ialunque reazione congiun,t ivale, che si ha inveoo sempre nel vivo. L 'A. consiglia dl istillare una soluzione all'l % di mentolo in olio di vaselina, ·che è innocu,a e dà reazione rapidis5ima. Pe.rdita dell'ela;sticità della pelle (metodo della torcipressione di I card). Pinzando la pelle per cinque minuti permangono le impronte della 11>inza per cir1ca venti minuti nel vivo, nel caidavere definitivamente. Prova Id.ella puntura ipodermica. Si trafigge la i:>elle con un ago grosso, che si man·t iene in sitv per cinque minuti. In vicinanza della . regi one si infigge lln altro ago in modo ohe colla sua punta v·ada a corri51pondere al foro lasciato dal primo. It\iflttando a 1lora con forza un liqu~,do qual&ia3i, si vPrtrà nel cadaver e uscire a zamipillo dal primo foro. Segni di putrefazione. Danno la sit011iTezza asc;o Iuta <letta. ?norte. Si può ~velare la putrefazion<' 1
1
[ANNO
XXXIII, FA.Se. 35)
jatent.e con · striscie di carta imbevute in solu21ione di acetato di piombo, che si mettono nel naso e nella booca. L'annerirnento della carta dimoc:.t>ra la p11trefazione (reazione soLfi•drica di I card). A questo proposito però bisogna ricoDdare che la Pe?. zion e stenta a comrparire in inverno, o può e·ssere rpositiva per la presenza di un oancro. Si :può saggiare. infine l 'acidità del plasma ~ dei visiceri, che diventano acirdi solo dopo la morte (tranne il &ucco gastrtco, il sudore e l'uri.Jlla} e ritornanQ alcalini almeno tdodi,ci ore dop• la morte per la putrefazione ammoni~ale. \ ' ari sono i m-etodi atti a saigigiare l'acidità degli umol'i. Icarid aidopera un filo idi cotone che si -pas ~ a attraveir11so la pelle. Su·l filo impregnato dag·Ji l1mori dell'organismo; si saggia l'acidità colla comune r.arta idi tornasole. l~ una rprova qi grande .certezza. Co11cludenldo l'A. aJtferma che pur non esistendo alcun segno inrfallibile di morte reale, esistono molti $egni certi, che rice'f1Cati dal medieo danno l 'assoluta 1sicuTezza d~ evitare gli errori. 1
M. CA.TA·
SISTEMA SCHELETRICO. F1·attn1·e isolate delle apofisi trasverse delle vertebre lombari. (tP. \\.IART. Rev1te d' Orttiopédi.e, 1925, n. 6).
Le frattt1re isolate delle apofisi trasverse lombari so110 rimaste per lu11go te1npo sconosciute: la :p rima os.servaz.i one risale 1wla1nente al 1891, e Tanton neJ. 1910 ne aveva raccolti 17 ca&i. La radiografia ha notevolmente accresciuto il numero dei casi diagnosticati, cosiochè attualmente ne sono stati .p ubblicati 60. L'.~. a proposito '<ii un caso occorsogli nel suo reparto d ell ' Osp~ale Lariboisièr e si diffonde a parlare sull'argomento. La frattura limitata ad t1na sola aipofisi costituisce la regola; relativamente frequente è la lesione di ·due o tre apofisi; rarissima .quella 'di 4 o 5 apofisi rd ello stesso lato . La sede della li11ea di frattura è co5tante: l'apofisi si sp ezza i11 quel punto che potrebbe chiamarsi il suo collo. La linea di frattura quasi sempre uni ca, può essere talora ldoppia. La sua direzio11e è i11olto yaria: in un .buon numero dei casi è obliiqua dall·a1to al ba5so e dal ·d entro in fuori, ma può essere anche ver ticale od obliqua in basso ·e in dentro. Il frammento libero p11ò trovarsi in sede o più o meno lontano senza regola alcuna. Quan'do lo spostamento dei frammenti è ininimo, la consoli•dazione si verifica molto probabilmente i)er mezzo di un callo 05'Seo più o meno voluminoso ; quando inve-ce i frammenti l1anno perduto ogni contatto con la base dell'apo-
(ANNO XXXIII, FASC. 35]
SEZIO?\~
fisi non ·si sa co11 precisiione se sia sempre possibile la formazione di un callo os5eo o fibroso oppure se il frammen~ vada incontro al riassorbimento. Il m·eiccanismo (li pro•duzione di queste fratture è d·u plice: yj .sono fratture dirette prodotte da agenti traumatizzanti di super~icie limitata che colpiscono una super.ficie lim~tata l(}ella regione lom·b are latera·le, o provocate da .cadute 5111 dorso su pietre, ecc. Le frattur e in.rdirette si producono in due ordini di cjrcostanze: ora si tratta di cad11te o di sforzi violenti che si aocompagnano a brusche contrazioni dei muscoli della regione, ora c'è trauma diretto sulla r egion e lombare prodotto da un agente contundente voluminoso e largo causante una bru5ca >Contrazione muscolare. Il complesso sintomatico con siste in -dolori molto vivi nella regione lombare ·dal lato •delle apofisi trasverse frattura.te che im,m obilizzano la colonna vertebrale ed ~mpediscono ogni movimento; Yi è inoltre con trattura di difes·a dei muscoli spinali. Du e sinto1ni molto rari, m eritano d,i es5ere presi in con.si1derazione: la modificazione 1dei riflessi r ott1lei e l'esistenza di disturbi n ervosi localizzati. ~ell'in'<ii viduo studiato dall'A. si riscontrò diminuzione dei rifle~si rotulei ed una zona di anestesia cutanea tattile e ·dolori.f ica a livello ·della i{)arte superoesterna della natirca. I r apporti intimi fra nerTi loFOì>ari ed apofisi trasverse ci danno ancl1e la spiegazione dei 1dolori persistenti che costituiscono molto &pesso una seria compli·c azione delle fratture di queste apofisi. Tali dolori possono durare per molti mesi ·do1po il trauma ed asst1msre talora una tale 1ntensità da determinare impotenza ft1nzionale quasi comipleta. Essi son o la manife. 5tazìone ·di una nevrite causata da co1npressione od irritazione del tron~o nervoso sottostante da parte del teS6uto osseo -O.i un frammento o di un callo voluillinoso. Il trattamento ·di questi dolori consiste nel resecare le apofi5i fratturate: intervento di poca ·entità e di tecnica abbastanza se1nplice. Se si avrà cura •di eseguire q11esta operazione precocemente, 1prima che iSi stabiliscano lesioni dei nervi, 5i eviteranno nevralgie ribelli e le loro conseguenze. F.
VICENTINI.
Il mo1·bo di Perthe . (BtlTTNER. MediztnisChe Klinik,
maggio 1925).
Fino a 15-20 anni fa questa sindrome era con· fusa con l'artrite tubercolare, la coxa Yara e l'al'· trite deformante. Fu Perthes che nel 1910-1913 '5U11a b8JSe di referti radiologici ed anatomo-patologici individ11ò la malattia, che porta il 5uo nome.
PRATICA
1221
La sindrome si mani•festa in ,giovani individui di 4·15 anni. I ragazzi cominciano a:d avvertire i primi disturbi dopo una lunga marcia a piedi, un trauma o a ·distanza più o meno lunga da qualche infezione, il reumatismo in particolare. Talvolta è la maJdre che s'accorge dell'andatura zopip i·cante del ragazzo, che per altro spess© lamenta ·dolore all'ischio, al femore, alle ginocchia, ·dolore che però non lo costring-e a letto. L'esame rivela una più o meno forte dolorabilità ai movimenti pa5sivi, la quale però non raggiunge mai il graido che si ha nella coxite. La flessione e l'estensione passiva •è poco Jjmi tata., ma q11asi sempre si trova una .p ronunziata ri1duzione idell'a:bduzione. I movimenti atti•i 1sono poco val~di , ma nella grande maggioranza dei casi i ,p azienti possono aidoperare l,arto le5o senza molta difficoltà, an che quanido l'anldatura è zoppicante. Si ha un .r accorciamento della distanza spina. malleolare di 1-2 cm. e nei casi avanzati di 4 cm., 1m entre la distanza trocantere-malleolare rimane normale. Il trocantere sorpassa la linea Roser-Nelaton, .sintoma· che ri·corda la coxa vara e la frattura en1do·capsulare del collo del fem'Ore. L'esame raJdiologico <di·mostra che non 5i tratta di un processo morboso ;del collo del femore, ma della testa ·del detto osso. La testa del femo:re aippare appiattita come un fungo, talvolta incli· nata in basso in rapporto al collo. Nei casi ~v1 la calotta della testa può ridursi ad u~ le~o sottile e l'angolo mediale dell'epif15i è in que, sti casi ri1dotto al minimo. Nelle forme leggiere invece la •deformità .è ap;pana apprezzabile. La linea epi.fisaria in genere non è netta, appare diffusa eù attrav€rsata da ombre, mentre la linea -O ella cartilaigine arti•colare appare intatta. Oltre ~ ciò talvolta si trovano alterazioni s~cowa.rie dell'acetabolo e modificazioni di forma del collo 'Ìel femore. Q11esto reperto ra:diologico e le deformità clintche sono spiegate dal reperto anatomo..ipa.tologico, che dimo·stra focolai necrotici qell'epifi'Si, che intP.rrompendo la continuità della linea eJ)ifisa.ria e spostaJlldo le isole cartilaginee raggiungono il tessuto spongioso. In alcuni casi si riscontra110 ~nche alterazioni infiammatorie. Ma i tocolai necrotici per sè non sono in grado d.j provocare le deformità così gravi. Perchè 5i a1'bia ]a sindrome ·completa e caratteristjca oc. ro!'re una causa occasionale, per lo pitì un'azione traumatica anche lievissima, in seeuito ad uaa c~·duta, aid un urto anche di poco conto, una marcia, che provoca la frattura della testa dell'epifisi femorale già atrofica. La lesione su accennata può colpire le epifis~ di altre 055a, ma generalmente, se non es.elusiva· mente, è colpita la testa del femore. 0
1222
IL POLlCLINICO
In quanto all'etiopatogenesi dell'affezione sono state avanzate parecchie ipotesi . Si tè ritenuto che l'osteocondrite e l'artrite cle. formantP siano processi identici, ma nell'artrite deformante vi sono alterazioni tdella cartilagine articolare e dell'a~eta.bolo che riimangono intatti ne11 'osteocondrite, carattere progressivo e dolorahilità nell'artrite, tentdenza alla guarig1one e relativamente scarse sofiferenze nell'osteocondrite. Il morbo di 1P erthes è stato attribuito al r~hi tismo, ma senza alcun fondamento. B stato i•dentiificato con la coxa vara e la coxa vaJga, ma in ef·fetti si tratta di a'ffezioni diveri;e. Per analogia con altre distrofie os·see (acromegalia, nanismo, artropatia ova.ripriva) si è riLen uto che l'affezione sia in raa>porto a disenùocrinismo, ma una tale teoria non è stata suffragata da osservazioni sicure. Il trauma manca in molti casi e per-ciò non <>i pl1ò ammettere che esso sia la •cau sa, almeno unir.a, drl morbo idi P ertl1es. Quando il trauma. ec:iste non ha -eh~ un'importanza rivelatri~e. '''è infine la teoria irufiammatoria, ,p er la qu·ale il processo ·5arebbe in .rarpporto ad un'infezione cronica di naLura ignota. ilVIa ·ancl1e questa teoria non poggia .su fatti sicuri. La {{iagnosi anatomo-pa~olo·gica è resa difficile dal fatto che i casi iniziali non vengono operati e quelli avanzati :POsso110 essere già inquinati da alterazioni infiammatorie secondarie. La diagnosi cl ini ca di un'infezione cui po5sa attribuirsi il male non è possibile, perchè generalmente il paziente caide sotto l'osservazione tdel • medico parec·chi mesi dorpo l'inizio del-l'affezione articolare. L'ana1nnesi tuttavia fa intraveldere un pos5ibile rapporto causale con infezioni, qt1antunque i pa.zienti tendino ~iù aid attribuire la malattia a qi1alc'he trauma. L, .i\.. riporta la storia idi due casi nei rquali appare evidente la relazione tra un'infezione ton, E>illare ed il morbo idi Perthes, e di un terzo caso nel quale l'affezione stessa seguì immediatamente ad tln reumatismo articolare. te1le cartelle cliniche idi altri sette casi di morbo <li Pertl1es si trova notata in qllattro l'ipertrofia tonsillare. .A.nrl1e Freiberg attribt1isce la malattia ad an. gina. Caa11 en111nera le rSeguenti cause dell'af'fe· zione: re11matismo, scarlattina, difterite, pulmonite, influenza, varicella, ;foruncolosi. Sembra, 1comunqt1e, che quale che sia la malaitin. alla quale ~ egue l'osteocon.1drite, il punto di partenza ·dell'infezio11e risiede sem'Pre nelle tonc;ille. E la 1)ntogene i endocrina 11a ragione d'essere solo in quanto si• può ammettere cl1e i coesi~ t r.nti disordini endocrini sono l'<? pres ione d'1111 1
[ANNO
XXXIII, FASC. 35]
abito linfatico, che rende più vulnerabili le tonsille. La molteplrcità 1delle supposte cat1se della malattia rende incerta la terarpia causale. Il trattan1ento antirachiti'Co ed en dO'crino non si è mostrato vantaggioso. Fortunatamente la malattia ha generalmente un decorso favorevole, nel senso che guarisce in capo ad alcu11i ::inni. Perthes am1m ette ·Cl1e la fase pro1gre'5siva 1dura due anni e che 'POi ·S 'inizia il mi·g lioramento. Il trattamento deve essere in·dirizzato esclu1Siva, inente ~d evitare o .correggere le ·d eformità provocatr 1da.ll'alterazione necrotica ·dell'eipifisi. Si 'l.i evono .q uindi evitare le in·f razioni e:d insieme lasciare all'organismo il tempo di riassorbire l frammenti ossei e procedere alla rigeneraziont ·di nuovo te5suto osseo. Durante il periodo ~ei 1dolor1 , allo scoro ancl1e di ·co.rreggere le ano malie di posizione, si ri·correrà all'arpparecchio di disten!:ljone, più raramente alla fasciatura ge~. sata: q11i11·di per la corretta deambulazione si ap·· 1P licherà un ·a~pareoechio ortopedico, ·che si lascerà per anni 'firto a iehe il bam•bino non camminerà bene. 1
DR.
INTOSSICAZIONI.
Il nicotinismo. (H. KIONKA . Ergebnisse der gesamten Atled. v. VII).
Il nicotinismo od avvelenamento cronico da tabacco è so.prattutto consegu.enza tdel fumare il ta. bacco; i suoi fenomeni sono noti ·fin dal tempo in cui tale abitudine è stata introdotta in Europa, verso la metà del sacoJo xvr. Il ta1ba·aco è dato in maiS·s ima parte dalla Niicotiana taba·cum· e dalle ·sue icongeneri iN, rusti>ea e N. macrophylla; il contenuto ·delle foglie in nicotina varia da 1 a 3.8.% e sii può ammettere che sia in media del 2 %. P er i ·s i1gari è di 1.09 a 1.84; nelle sigarette da 1.13 a 2.24. I co~ì detti si·g ari decotinizzati ne contengono in media 0.6 %. B appunto la 11icotina la parte più importante delle foglie di taibacco; (>Ssn è un alcaloide liquido, privo ·di ossi1geno, che si forma nelle foglie a spese 1dell'aici,do malico. Questo alcaloi•de, dall'odore penetrante e ·dal sapore bruciante è, 1Per l'organismo animale, un veleno pote11te quaJ>i qtlanto l'aci•do ciani1d rico. Gli insetti vi wno sensjbiltssimi; le rane ed i conigli 1nuoiono per 1/4 di goocia, i cani per 1-2 goocje, i piccoli uocelli cadono •subito morti non appena si avvicina al loro becco un bastoncino di vetro bagnato di ni·c otina; -per l'uomo ba•s ta una goocia per 'Provooare grave avvelenamento. Le azioni fisioloaiche della nicotina sono molteplici. Oltre a quella locale, è importante quella 1
(ANNO
XXXIII, FASC. 35)
1223
SEZIONE PtlATICA
sul ,sistema nervoso, .consi1stente in un eccitamento motorio a cui segue lo stu1dio p aralitico d elle terminazioni nervose motolie. Importanti isono i fenomeni paralitici sui grandi gangli simpati1ci; cer vicale su·p eriore, s olare, gangli della corda timpa11ica e specialmente lo splanicn i1co . Non tutti t gangli del bacino 5on o ugualmente presi ; quelli intestinali sono di m olto eocitati sicch1è la peristalsi intestinale ne viene assai au·1nentata. Anch e la J)arali'Si delle terminazioni 1p ePilf erich e del vago e dello splancni1co è preceduta da una forte eccitazione che influisce notevolm en te sulla re·spirazione e ·sulla attività ·cartdia;ca. La nicotina aumenta la secrezion e salivare e le nazioni che fumano molto sono an ch e caratterizzate ·da un Co·n tinuo sputa,c·chiare; a forti dosi si ha invece una parali1si. La niteotina agi'sce sulla muscolatura liscia 1r, duplice via; per le anzi·dette azioni sulle terminazioni n ervose e per il fatto di una 5opraproduzione di adrenalina, in .con seguenza dell'azione sulle caip.sule surrenali. Sul cuore, i·solato ·d opo un tranisitorio rallentamento, si ha un aumento della frequenza ed, a <losi forti, un arresto in diaistole. .Sul cuore in posto , le azioni sono divel'&e a secon da che pr6' domin·ano l inibizione delle cellule d el vago o Pazione sui gangli ·ca~diaoi. I vaisi periferi·ci, dopì un transitorio stringimento, ne sono d ilatati; la ' pressione, dopo essersi brevem ente in alzata , tende ad abbas5arsi. Sulla muscolatura .striat a la nicotina 11a qua si 10 ste.sso effetto del 1curaro. L'eliminazione della n rcotina si fa ,p rincipal.. m ente per i reni , ma anch~ per la &altva e col sudore. Di grande iIIljportanza 1è l'assuefazione cl1e si ha per la ntcotina come p er altri al caloi di (mo:flfina , atropina). 1
1
1
* ** Come si è detto, il nicotinismo , è 5pecialmente conseguenza del f\lmare, m entre ·P'assan o in se, con,da linea il fiutare ed il m·a'Sti ca1~e . Ciò n on tog·lie ·Ch e si siano avuti crusi di avvele11amento n ei ma•sticatori in cui si ha una vera lisciviazion e d elle sostanze contenute nella foglia di tabacco; ca::,i ·di avvelenamento si son o avuti anche in con, tra'b b·a ndieri cl1e portavano le foglie sulla pelle n11·da e nei quali l'assOTbimen to si è d'atto per la cute •dopo soluzione ,delle sostan ze n el su1dor e. Nel fumare le con·dizioni .s.O'Ilo del tutto diverse. 11 .fumare -costituisce una ·drsiillazione f>ecca. Nella zona accesa , la ni1cotina viene a distruggersi: n ella zona vi·cin a essa viene trascinata dai va. pori e dall'aria ieal1da fin verso la bocca del .fu . 1
1
•
matore che aspira il fumo; non tutta 1p erò arriva nella boccq. poiich è una certa parte si con1densa n elle parti fredde ·del 1&igiaro. Si comprMde quindi ch e i processi 'di distillazione e di conden1sa.. zìone, r:hspeiti,ramente le quantità di nicotina che al'rivano al fumatore, ,siano ·diver si, a secon·da che si tratti di un sigaro lungo o corto, di uno nuO'Vo o di uno riaoceso. In quest'ultimo la quantità di nicotina è maggiore perchè se ne è venuta accu1nulando, durante l a prima fumata, n elle parti fred!de. La maggior qu antità di ntcotina che si assorbe con Je sigar ette è dovuta al fatto che l'involucro 1di c arta impedi sce la .dirsipersiorn e della nicotiina e quindi i prQldotti di ldistillazion e arrivano più direttamente i11 bocca; così n ello stesso modo agi'sce la paglia interna del sigaro « Virginia ». Si comprende quin·di cl1e il conten·u to in nicotina 1del fumo '<ii tabacco 11on .si1a sempre in stretta d ip endenza dal contenuto d el tabaicco stesso, m a diipenid a anche da altri fattori. Ma il fumo, una volta arrivato in bocca non viene tutto assorbito; si ca}cola .che lo ·s ia soltanto nella proporzione .a,el 10-20 %, ma tale ci!fra è ilfl!dubbiamente el1astica, t enuto conto delle diYerse abitudini in1divi1duali di .fumare, che inf}uiscono indubbiamente sulla qi_1antità assorbita, come ' ri influisce il fatto di sputare ipiù o meno spesso. Oltre alla nicotina, si trovano nel fum-0 di tabaoco altre sotsfJanze, quali prin·cipalm ente la pi ri. 1dina e la colli'dina che però hanno un' azione secondaria in confronto della prima. La composizione del it'umo i)roveniente da 100 grammi di tab&oco si può r iten ere la seguente: NiLCotina g. 1 .165 Basi piridiniche g. 0.146 Acitdo cianidrico g. 0.08 • Ammoniaca g. 0.36 Ossido di carbon io eme. 410. La quantità totale d i nicotin a ch e il fumato.. e as.pira varia da 400 m.g. nei sigari leggeri a 1000 mg. in quelli forti ed è di 300-400 m g. nei si.gari detti denicotinizzati, quindi in 1questi si trova a un ·dipresso n elle stesse .quantità ch e in qu elli co1nuni. Di grande im.p ortanza è la presenza n el fumo di tabaicco dell'aci•do cianitd rico e dell'ossido di carbonio a cui si possono attri•b uire i sintomi di intossicazion e che si osservano n ei non fumatori cl1e sono costretti a rimanere in ambienti con inolti f11matori. 1
1
1
* ** L'av·v elenamento da tabaoco -si può in comples.so ricondurre a quel'lo dia nicotina. Esso può essere
1224
IL POLICI.INICO
acuto o croaico. La forma aicuta si ha particolarroente in quelli che inicominciano a fumare: pal. lore del vi.so, senso di debolezza alle gambe, malessere, spes&o vomito; aumento di frequenza del polso, sensazione dei battiti -cardiaici. Talvolta si hanno tremori muscolari e vertigini, bruiciore alla booca. Dopo un certo tempo questi fenomeni cBdono; si sviluppa una senoo.zione di calore che va dallo stomaco alla testa e 'Si diffonde per tut~o il corpo. 1Nei casi gravi si hanno stati di eccit~ mento, ipersensibilità alla luce, senso di pressione al petto, respirazione dirffi-cile e frequente; il polso ·diventa raro e pilccolo e rnei ca1si più gravi si arresta; nei ·casi mortali, si ha anestesia gene1·a1e interrotta da convulsioni clon~che ed arresto de1 respiro. Le cose non sono sem.p re così tragic:ie e si limitano il .p iù delle volte a sintomi da parte del tubo gastro-enterico: malessere gastrico, vomito, scariche intestinali, •5alivazione. Più imi)ortante è l'intossi·cazione cronica. Per ben courpre!l'derne il mieccani·smo, si deve const. derare ·qua1i sono le azioni per cui il fu'mare viene ritenuto un atto .di un certo godimento. Viene anzitutto l'azione tattile sulla b,ooca, rispettivamente sulle labbra; lo ste~o fatto di tenere in bncca il sigaro, la sigaretta o la pipa costituisce t1n eccitamento piacevole; i movimenti masticatori che vengono ~osì eccitati portano aid un aumento nella secrezione di saliva, in seguito alla qu'\le si po5sono avere degli ~zemi agli angoli della bocca. Un altro erocitam ento piacevole è dato dall'ingresso 1del fumo nella bocca ed è provocato sia dalla •ensazione termica, sia dagli oli etere! e dalle pa:rti-celle di tcatrame che si con'd1en,s ano nella booca. Si hébnno, rd i conseguenza, anche sen<Sazi0ni gl1sta~i ve. Ma. le azioni più importanti 50no quelle tlo v-ute all'assorbimento della nicotina. Vengono anzitutt:> gli effetti sul si.mpatiico che, dalle piccole dosi di ni-cotina viene eccitato e che influoenza, com~ è noto, 11 tono vasale, la motilità e la secrezion·~ degli ongan:i interni, la regola.zione del c-uore, ec~. Si ha quinodi, analogamente che per l'alcool, una azione eccitante che · dà all'organ~smo stanieo no· velle energie. Come per l'alcool poi, le dosi alte invece agiscono da narcoti-che, da calmanti. Le Tarie a.ztoni del fumo di tabaicco si esplicano poi in vari mOldi negli inrdivi'dui che banno ipresa l'abitu'Cline di fumare. Si deve anzitutto menzionare il catarro farin.g eo cronico che passa poi al naso ed alla laringe. Si hanno presto ~in torni da parte d ello istomaco: pertlita di appetito , senso di pressione allo stomaco, malessere t\, più tardi, vomito e fenomeni di·&peptici. Più gravi !Sono i fenomeni da parte del circolo e del sistema nerYO'tO, che si manifestano Jopo
•
[ANNO XXXIII, FASC. 35}
l 'uso prolungato per parecchi anni. Gli indiv1<lnì· nervosi, id eboli, malati di •cuore ne sono più mi· nacciati e !Sono presi pi-i1 spesso e più .gravemente che quelli del tutto sani. Talora questi stntomi 31 hanno in individui cl1e passano da un consumo. m01derato idi qualità le-ggere a quello maiggio:re di qualità forti. -I ·disturbi cardiaci si o&servano più frequentemente fra i 40 ed i 50 anni, con aumento di frequenza, irregolarità del polso che possono andare fino ad un vero «delirium corois >), La forma più frequente •di irregolarità è costituita da 2-3 pulsazioni forti a cui segue una serie di pulsazioni frequenti e piccole. Questa taichica11dia si osserva, sul principio, ·specialmente di notte. Al1c une qualità,, -come p. es. le sigarette egiziane. dfminuiscono la fre quenza ·del poliso. Gravi disturbi cardiaci si osservano nei giovani che fumano prima Id i avervi pr~a l'a·b itudine; le altel'azioni si devono in que5ti casi a lesioni dei gangli del vago. Il ritmo di questo cuore da taba:c·co, a differenza del cuore giovanile, è come faticoso e stra:scicante ed è ac-com1pagnato da una •s ensazione idi mal·es sere specialmente nella regione caroiaca. Tali sensazioni m·ole!rte, eome quella anche ·di co5trizione al torace, più raramente degli atta·cchi tipici di angina pectoris, si hanno anche occasionalmente nei fumatori inveterati. Non ·$ i è ben sirc uri che si tratti sempre di alte.razioni anatomi-cbe del vago: nei vecchi fumatori vi sono anche alterazioni delle pareti va"Sali. Anche negli esperimenti sugli animali si sono o&Servatae dilatazioni aneurismatiche dell'aorta, depO'Siti dt calce nelle pareti ~ei vasi che si fanno fragili. Non raramente si hanno ipertrofia e dilatazione ·del cuore, che però scOJDpaiono con l'astensione dal vizio; negli in·dividui fortemente intossicati, permangono l'aumentata frequenza del poJso ed 1 disturbi del ritmo. ~ei casi gravi si hanno inoltre •sclerosi delle coronarie e distruzione della fi'bra miocardica. Dipendono in parte dalle lesioni card iache i di1sturbi a:smatiici che si osservano frequentemente; si ha spesso una trasformazione del tiipo di respiTo, con intercalate ogni tanto delle profon·de inspirazioni a forma di sospiro. Ne soffrono anche la nutrizione ed il ricambio: il ~aziente tdima.gra ed ha debolezza mu~olare specialmente 1degli sfinteri. Molteplici sono poi le manifestazioni nervose. Si incomincia già a veldere -che nelle scuole i ragazzi che non fumano fanno maggiori progre&St, quelli che incominciano a fumare sotto i 15 anni sono meno intelligenti e più pi1gri; si deve forse ammettere che in tali indivi1dui vi sia congenitamente un certo grado di debolezza psichica per cui non possono resistere alle tentazioni. Nei forti fumatoJi akJùlti, si ha·n no cefalea, ver1
•
[ A NNO XXXIII , FASC . . 35]
1225·
SEZIONE PRATICA
tigini, in1sonnia, scarsa volontà di lavorare con grande eccitabilità e con modificazioni del carattere. Obbiettiviamente si osservano nei casi gra~ tremori mu.&colari, d olori al dorso, neuralgie di varia specie, rigidità e mancanza di sicurezza dei movimenti, talora ane'he contrazioni e convulsioni epilettiform·i; sono r ari i disturbi a tipo di svenimento. La potenza sessuale può ·diminuire e scompa. rire; nelle donne si hanno spes50 disturbi m estru•a li. Particolarmente caratteritStici sono i fenomeni visivi. <luasi costante è la congiuntivite, dovuta all'azione irritante degli oli eterei e delle particelle di -catrame contenute nel fumo . Le pupille sono ordinariamente miotiche e p itgre a reagire; anche nei ·caisi gravi però la reazione alla lu~e è con servata. Più importanti ·sono i dii5turbi del campo visivo centrale; la cosi detta ambli opia ·da tabacco iè data d a neurite retrobulbare che porta a:d abbassamen· to ·dell'a-cutezza visiva ·con nictalop ia; caratteri~tica è la presenza di scotoma centrale, dappri· ma per il rosso ed il vel'de e poi per il turehino. · Esso ha una forma tipica, orizzontale, ellittilCa con esten sione verso l'esterno, con pic'Coli difetti assolt ti' 'Ciel campo centrale. All'esame oftalmoscopieo si riBcontra soltanto un Jeggero pallore della m età temporale della puJ>illa. L' acutezza visi'Ya icentrale è di molto diminuita, mentre quella p·e rifetica rimane immutata. Se lo sootoaa è aJSsoluto è da esclu·der•si la guarigione che, invece, n egli altri casi, -si b e. con la com~ pleta astinenza d al taibacco, ·dopo 1-e mesi. Viene anche pr~so l'organo dell'uldito, con rigonfiamento delle tube, congestione della cavità ti1npani'Ca, •sintomi di ron.llii ed anche ~ordità bilaterale che talvolta si è o.5servata. Si hanno talora anch e psicosi, con allucinazioni, deliri e p:Locoli a~cessi maniaci. Vi è soiprattutto . tendenza all'alternarsi di stati di depr essione m elanconica con quelli di eocitazione. Le ps~cosi però sono rare nei fumatori , m entre .5i hanno più spesso nei fiutatori e n ei mastircatori di tabac-co Che arrivaino fino a consumare 20-25 gramm'l al giorno. Bisogna però r iconoscere ch e la genesi di queste psi•cosi da ta.baoco non è p er an co chiarita e che probabilmente il ta·b acco n on vi entra che in ~arte. . 1
* ** Nel capitolo ·d ella patologia d el tabacco ha grande im·p ortanza la costituzione inidiviiduale. I giovani vi 5ono più sensibili che gli adulti; vi sono i'azze, e-0me gli arabi, ch e non lo sopportano; Co.51 pure hanno scarsa r esistenza ad esso gli individui nervosi, con affezioni candiae'he o vasali, gastri-
che od intestinali. E ipoi ovvio che n ell e malattie· delle vie respiratorie e n ella tuberoolosi, an.che non polmonare, il tabac;co è 'Parti·colarm ente dian. noso. Per alcune malattie poi, come rper le infezioni, f>pecialmente per la tu·b eroolosi, e p er l'a.rteI'iosclerosi, l'uso del tabaioco ·r end,e più sen·si·b ili .. Si deve anche menzionare 1'0tpinione di alcuni· autori, tSeconqo i quali il tabaioco ha an che influienza sulla !Prole nel se111so di Tenderla più debole P- meno xeststente. Nella terapia si deve anzitutto prescrivere l'asti· n enza, la quale, a ·ditfferenza •che 1p er altre intossicazioni non ·dà alcun disturbo; talvolta, in segi.1ito ad essa, ·5i ha un le~gero peggioramento, specialmente n ei disturbi visivi, seguito in breveda una comp~eta guarrgione. ! .' eliminazione del tossi·co e.sistente n ell'organ ismo si fa con le cure suidatorie e• balneari; è anche raccomandato lo ioduro di potassio. Della m assima im·p ortanza è la profilassi , S'Pecialmente nelle scuole; ai ragazzi al disotto d el' 15 anni, dovrebbero ven ir proibiti la vendita ed il consumo. I locali pubblici, dove si fuma , •dovrebbero venirmuniti di adatti mezzi di ven tilazion e. FILIPPINI.
CENNI BIBLIOGRAFICI ~OBÉCOlJR'l'.
Cliriique méd;icale àes enfan ts; T rou&les de la nutffition et dè la cr oissance. - Masson et C., Paris, 1926.
P.
Sono 20 lezioni in cui con in1dirizzo eminentem ente pratico vengono •di·scusse alcune tra le più importanti malattie costituzionali della prima e seconda infanzia: ipotiroiJdismo, d isturbi ldell'ac,cr escimento staturale e pon1d erale, ldiabet~ mellito, acetonemia, reumati'smo artiicolare cronic;o, osteopsatirosi. Come dice lo stesso autore, lo scoipo tprincipale •di queste lezioni è quello Idi p resentar edei malati, metten·d<> in evidenza i dati anamnesti-ci e i sintomi o'b biettivi 1Più importanti, discutendo in base aJd essi la diagnosi e trattanldo con particolare cura la terapia. Su tall.llili argomenti son o r aocolte lezioni tenute in anni ·diversi, così 'P· e~. sul diaibete abbiamo le. zioni del 1919 e lezioni d el 19!5; ciò aumenta il pregio d el libro, perchiè n e risulta più ampia la trattazione dei vari problen1i 'Cliagnostici e terapeutiiei, im'Postata .p rima senza e poi 1Con l'ausiliodelle più recenti acquisizioni. Pur non aiggi.ungendo nulla di nuovo dal lato. scientifico, il presente 1'olume espone in forma chiaTa, piana ed abbastanza COID/Pleta la clinica: delle più importanti aiffezioni <::ostit·u zionali dei' P OLLITZER. bambini. 1
1226
Un vol. i11-l6" dj 2'49 pag. con fig. 1Presso l'A., New York.
L-OUISE
[ANNO XXXIII, FASC. 35]
TL POLICLINICO
E.
HOGAN. H ow to /eed. chil.dren.
E a tutti nota la granide 1mportanza della nu trizione per la salute e fPeT il ben.esser e ldel bambino. E neoessario però tdi.ftfondere quanto più largamente è po5sibile le nozioni s·u tale argomento, tanto 1più che anieora alcuni medici hanno sull'argomento ·CO•g nizioni piuttosto vagh.e. La fortuna che l1a arri1so al Ji1bro d ell'A. giunto alla sua deci1ma edizione - è !dovuta certamente alla chiarezza ct1ella trattazione eJd ai nu1nerosi con.s igli di pratica utilità eh-e essa vi pTofonde. Basta leggere il ·capitolo: << Travelliln•g oufits and precautions ,, iper com·prenKiere la prati"Cità 1del libro, in ·c:ui tutto è preveidruto per aipportare le cure minruziose neces5ari·e a quell'età. Altri carpitoli inter.essan1i 1sono quelli riguaiJ'ldanTi le diete 1estiva eld invernale, q·u ella da seguinsi durante le malattie, quella Idei raigazzi rdell' età scolastica e quella dello scabroso periodo idi passag. gio 1ctalla pri·m a infanzia alla ,f an·ciullezza. Libro vivamente constglia1bile ai medri:ci ed alle mamme. f i l. H. e LORENTZ F. Die Tuberkulo se und ihre B ekampfung àu1·ch die Schuie. Un v. in-16° 1di 132 p aig .. 3a. edizione. J . Sprin·ger ed., Berlino, 1926. Ptl'ezzo M. 2.50.
BRAEUNING
I
Abbiamo già parlato favoI1evo1ment·e di · questo libro in occasione rd ella pubb1i·cazione della prjma edizi·one. La sua utilità risulta evi·dente qnan·do si ipensi -come può ri.uscire ip-roficuo l'insegnamen to fatto ai gioVlani. I.a pTima !parte dà nozioni generali sulla tuber. colosi , ·siri bacilli , S'Ulla loro diffu&ione e resistenza, s ullJa terapia in1divilduale e sociale. Nella -secon.da parte, chie si -0oc·u pa ·più specialmente dei rapporti fra tubel'colosi e scuola, sono indicati i provvedimenti da prenderf>i per il ra·g azzo tu beri:!Oloso e, is oprattutto, la lotta in:diretta per mezzo della scu olia, l'insegnamento e la propaganda. ll libro è .aedi·cato ai maestri ob·~. anche in questo campo, possono essere tdi prezioso airuto per la pro1pc..ganlda i·g ienica. fil. 1
1
G. Affrontiamo la tubercolosi! Un vol. in-160 id.i 211 pag. R. Quintieri ed., Milano, 19-26.
MANTOVANI
Libro di 1coltura popolare e •di propaganda per istruire sui pericoli e ·sul contagio ·della tlllbereolosi e convincer.e ·sulla sua g.uari•b ilità. La prima paxte è dedi•cata alla 1descrizionre degli organi 1del Tespiro ed ai loro rprimi e 'Più importanti malanni. Il titolo •della seconda: « Guardian10 in faccia la tubercolosi! ,, indica l'intonazione vivace e per. uasiva con cui -è svolto l'argomento, ron si1derato nel durplice aspetto individruale e so-
ciale. Da ultimo l'A. esamina le condizioni drell'a·si&istenza antitubercolare in Italia. fil. A. L a lotta antitubercolare iri Germanta. Un vol. in-8° •di 113 pa1g. - L. Cappelli ed., Bologna, 1926. Prezzo L. 15.
... EGA
Nel ca·m po d ella lotta antitu·b ercolare, speciaimente per il movimento dei sanatori, la Germania è stata antesignana ed è indubbiarnente inte. ressante stu1diar1e i iparticolari d ei m etodi che vi si seguono, allo scopo di tra.Tne utili esempi. I ,a mronoria 1dell' A. iei dà appunto il mezzo <li conoscere •b ene l'organizzazione della lotta, il funztona1nento ·d ei 'diversi organi, gli enti che la so.stengono. L '.J.\. espone altresì i mezzi diagnosti.ci riù frequentem ente usati nella pratica e le prin cipali linee •d·e'lla terapia, stu1di.ando minuziosamente anclie i jparti·co9.ar.i, •come l'arredamento delle sale, le tabelle dietetiche, ecc. ·In capitoli s,peciali tratta la lotta .contro il lt1pu!:, la lotta antitubereolare nell'infanzia, la Jegislazione antitubeDcolare e con c1u1de esaiminando le, stato 1d ella questione in Italia e ,p arlando d ei mezzi atti per m tgliorare ·sotto questo rapporto le nostre con1dizioni. fil. 1
1
1
Co·n corsi a premi per studi inerenti al.le assicura~ioni soot.aii. Cinque volumi iln-8° di pag. 317, 353, 449, 417, 322. - Arti grafi.c'h e, Sipoleto, 1925
Il MinistJero d el Lavoro e 1previidenza tSOCiale bandiva nel gennaio 1922 quatt:vo con corsi nazion a li a premi, allo scapo •di ilrustrare conveinienteme11te i problemi inerenti al lavoro n ei rapporti medi-ci igienici e gi·urtdici. I con correnti sono stati 25; all'uni1co di es&i che si era pr·esentato iper il 1° Coillcorso (Nuovi orizzonti ,dell'igiene e ·d ella profilassi nelle industrie 1pericolose) la Commissione non 11a dato alcun. premio . Fra i 5 del 20 Concorso (1Malattie da la, voro) è stato a ssegnato i l 1° 1premio al prof. Ranelletti , due secondi premi al pro·f. Prosperi ed al dott. Nasoimbeni, una menzjone al prooessor V. Zevi. Dci lavori rdel Ranelletti e .del Prosperi ci siamo già 0 1ccupati. Dei 14 -concorrenti per il tema rigt1ardante la cura aigli infort·u nati 1da lavoro è stato assegnato u 10 pr8mio al prof. l\ttori, i secondi ai proff. Tovo e Bellucci. Fra i 5 temi 1presentati al 4° CoilìCorso (La magistratura, le rapprese11tanze e la difesa ·della· con troversia fonldata sui rapporti aissicUTativi) venne ldato il 10 premio ai proff. L eonci1ni e Ci ampolin i ed il 2.0 al iprof. Diez. I cinql1e volumi pubblicati contengono oltre alla toria dei con corsi ed ai giu1dizi della Commi~ io ne tutte le memorie citate, e costituiscono una • • buona ra-ccolta delle attuali nostre r0Jrn1z1on1 ~u questi interessanti argo1nenti. ftl . •
f ..\NNO XXXIII,
FASC.
35 ]
ACCADEMIE, SOCIETA MEDICHE, .CONGRESSI. R. Accademia Medico-Chirurgica di Napoli. Seduta del 30 maggio 1926. Presidenza : prof. RODOLFO STANZIALE, vice-pres. •
1227
SEZIONE PRATICA
da Flos,vaz, come si pratica per Ja ricerca dell'HN02 nell'acq·u a ipotabile, dà risultato lJositivo .
Nuova sierodiagnosi d ella sifilide. Dott. SoIARRA OLINTO. - Espone un metodo da lui ideato per la sierodiagnosi della sifilide.
Su di u ·n caso non comune di afasia . Prof. BIANCHI LEONARDO. - Riferisce su di una fo rma di afasia 11011 ancora ben defi•nita nè per Jn, sUJa f1igura clinica n è per la sede della lesione ohe la. ~roduce. I si11tom i soil10, un certo grado di sordità verbale, possibilità di legger e, amnesia verbale, scrittura spontanea lenta o alterata, oal)aoità di CQpiare, incapacità di ripetere le propo.sizion1i pronunciate da a ltri. Questo complesso sintomatico può definirsi afasia sensorio-1notrice tr.anscorticale. L ' O. 'Pensa ohe si debba d.a.re importan~ a.d un faacio, la cui lesione h·a ·potuto c1i1nostrare in U·n caso, cl1e uscito dalle radia2Jioni della 1a. e 2a. tempor·a le, si getba n ell' .aintimuro, si innerva nell' angolo insulo-frontale e raggiunge la cor teccia dell'opercolo frontale. Questo fascio sembra essere una importa.11te via di associazione tem? Oro-frontale.
Seduta del 13 giugno 1926.
1
Il pensiero nosologico di G. B . l1ico e u1i t entativo d·i ricostruzione d el suo perduto libro vitali stico il cc de a.equilibrio corporis animantis Prof. Ro),!ANO ANACLE'IO. L ' O. espone u.no stt1dio dettagliato su tale argomento e dà g,r an<11i&sima importanza a l libro .p erduto dimostrando che in esso vii è l'abbozzo della gr.ande opera posteriore della dottrina ' Tichiana.
l 11 t orno alle caratteristiche principali della. delinquenza specifica epilettica Prof. Z ucCARELLI ANGELO. Da osservazioni proprie e da. al tre raccolte nella. letteratu1~a viene a.Il.a ooonclusione ohe L'assenza di coscienza durante l' atto e l' amnesia consecutiv.a non sono car a tteri nssoLuti costanti del delitto di n atura epilettica.
ll metodo di Albini per la t'ran,sfusione de l sangue. (Rivendicazion,e storica). Dott. TESA URO Gru SEPPE. - Dopo una rivista sinteti~a sull' :irg~ n1e11to , ::1ulle moder ne r"icerche, sugli attu.a li n1etoii1 ed indicazioni o.p erati : e, 1'0. -conclude col dire che, pure n on tro,rando piÌÙ oggi la cannuLa di Albini pratica aipplicazione (per 1'1150 della citratazio11e ohe faoilita moltis imo il procedimento) è nostr o do,-ere r endere omaggio all.a nlemoria d ell' illustre fisiologo n apoletano, rivendicando a.l suo no1ne queJlo ohe fu 1111 importante co11tribl1to .aJ1a teoria ed alla tecnica operativa dell'argomento con l'invenzione della cannula, che cambiò radicalmente i metoidi .allor a in uso. 1
Uria reazione delle cult11re di pest e. Dott. Fusco 'GENNARO. - In colture di peste in brodo di 24-48 ore la r eazione di Griess modificata
Presidenza: prof. R. STANZIALE, V. presidente. I fatt ori cost ituzional1i nella sin,drorne
del pretracom,a,. Dott. Rossi V. - L'O . dopo a,vere a<!cennato ai suoi lavori precedenti ciroa una tipica aJiterazione e;ongiuntiva.le - il pretracoma - che in certi individui può preludere al vero tracoma, esa1nima taln11i tipi d~ costituzione organica predisposti, per fattori genotipici, alla tipioa malattia oculare. Dopo avere esposte sistematicamente le debol~zze costituzionali e le meiopragie dei vari tes- · suti ed organi, l'O. sintetizza il concetto di pr& disposizione la quale è caratterizzata dalla laibiJità dell'ectoderma e dei s uoi derivati. Cotesta debolez~ idiotipica del foglietto ectoder1nico p orta ad una individualità Ol'ganica in cui prevalgono il coefficiente di massa su quello di differenziazione, le stimolazioni del - vago su quelle de1 simpatico, i processi .anabolici sui disintegrativi, le tumefazioni degli organi e le stasi. Per 1' 0. il pretra.comatoso è un labile dell'ecto<lPrma , la la.b ilità può esseré generale ma soprattutto essa è limitata ad un segmento dove il tegu1nento modificandosi diventa congiuntiva e mucosa rinofaringea. 1
E sist e un nodo sinusa(.e sdoppiato anche n,ell'uomo? Prof. PACE D. - L' O. ricorda ]e sue prime ricerche sul tessuto specifico del cuore, in cui per la pri1na volta descrive un secondo aggruppamento di tessuto noda le n ell'atrio destro, ch 'egli cl1iamò nod~ succentun-iato: r eperto che illu ·trò ancora una ''olta nel 1919 ~ che sboccò in ulti1no in nuove ricer rl1e sistematiche sul cuore di agnel1o f.a.t te neU ' inverno del 1922, co1nunicate n ell'ottobre dello ste so a.nno 1922 al 28° Co11gr esso di ~Iedici11a ai Firen~e, e poi ancl1e riferite nel 12 dicen1bre 1923 n1la nostra stessa ~~ccademia e infine pubbliooto in extenso nel 1° fascicolo del 1924 degli Archivi di Cl1i arugi, colle quali veniva a dimostrare eon ogni precisione non 111i, doppio nodo, ma uno sdoi>JJian1 en to caratteristiGo del nodo sinu ·<lle nel c11ore d i agnello. E solo nel 1924 che il prof. Bruni di l\Iilano pubblicava 1111 reperto analogo nel cuore ai elubrioni di bue e di p ecora, sì che ri ulta-va bene 1stabilita questa nuova con for111azione del nodo inusale nei ruminanti. L ' O. prende poi ad esaminare la nuovissima questione m essa avanti da ricerche più recenti di
•
1~
IL POLICLINICO
[ANNO XXXIII, FASC. 35 j
. Brw1i e ._ egre. e cioè esi~a un simile sdoppia1•ento <lel n odo sinusale anche nell'uomo, specie 11el cuore fetale. .4. parte i reperti negativi da lui ottenuti in due cuori fetali umani già pubblicati 11el 1919 da E. Zaigari, a parte che Bruni e Segre p.arlano di Ullla du.p licità e non di uno sdoppian1euto nodale e descrivono un vero e proprio nodo di sinistra (Segre), di cui 1a continuità con il nodo di de.stra è ~llppoota, ma non dimostrata, l'O. enumera le difficoltà che, allo stato attuale, esistono per ammettere un tale reperto, cioè: 1) difficoltà J: 1·iconosoere esattamente il toosuto specifico, se n on su tagli sottilissimi (5-7 micron, e non 30) ; 2) difficoltà cli distinguere dal miocardio atria.le il tessuto specifico umano, differente da quello degli .animal.i con cuori a fili di Purkinje ; 3) difficoltà di distinguere il tessuto nodale dal 1niocardio atri.aJe giovanile del feto ; 4) difficoltà di. distinguere o possibiJ.ità di confonclere il vero reticolo del tessuto nodale con intrecci od ondulazioni di fibre atriali ordinarie là do,'e nel setto vengono a contatto i due .atrii; o) difficoltà di conciliare la presenza di un altro 11odo nel setto o .a. dirittura nell'atrio sinistro (Segre.), quando ricerche S{Perimentali recent issime di Dernoor parlano recisam ente contro l' ipotesi c:J1e n ell' atrio sinistro esista una sostanza attiva ca.pace di rip1·od·urne un',a ttività ritma..ta del cuore eguale .a q nella che si spr.i giona dal n odo di Keith~-Flack , le quando .manca.n o J:locumenti clini ci o elett;r <.'grafici inconfutabili chie dimostrino 11na certa autonomia funzionale dell' atrio sinistro.
Seduta del 26 gi·u gno 1926. Pre.iidenz.a: prof . R . STANZIALE, vice-.presidente.
DiJ,cordanza apparen,t e fra i risultati delle analisi c.1t,·t'1J'l/tca ·e t.Jatteriotogica d{i 'atcume acque di Agnano.
•
Prof. DE BL.\SI D \N'rE. - L '.analisi chimica di tre acque 1nu1E>rrtli <lel bacino di Agna.no aveva rivelato presenza di non Lievi quantità di ammonia.oa in unione con sost..'tnze organiche, l'esame batteriologico le ave'ça dimostrate .assolutamen te prive di microorganismi. D.ato il signifioato che si .attrilJuisce con11tì1emente a.Ila presenza. di ammon.iaoa 11elle :1cque, era. neces.sa.rio, prima di yotere pa.rlare di potabilità, di assodare se l'am1noniaC'a ra.pipresentava o;pipl.1I'e non, la demolizione di sostanze organiche per opera. di m·i crorgan.ismi, o invec:e prove.nisse dalle zone eruttive del bacino stesso. La sicurezza sulla inte1ipretazione si ottien e esaminando contP-mporanean1ente i criteri , chi1nico, batterinlogicc., geologico, e oon l'aggill.illta di 11n crit~rìo i~ienico propria1nente detto, fondato ull ' e.'Ml.me dei rapporti quantitativi esistenti fra ammoniaca e sostanze or ganiche.
Tr111ttamenfo della paralisi progressiva con, l'inocula~ione della malaria.. Dott. P uoA ANNIBALE. - Insiste sulla necessità· di dia.gnosi precooe della forma marboaa, indi &spone il moòo tl?· const~rv8ùe il sangue malarico, del metodo di i noru lazione, del ipeciodo di inc• bazione e febbrile, dQL modo di int.errompere la feb-· b re e delle rf•in0cul~zioni . Rilev,a la importa.nza che ha l'esame ematolomi.co per evitare inooul.a.zioni miJSte ovvero scambi cli. forme m.a1ariche. Consiwiia il trattamento d'assaJto ~oot-maJarico con ir neo-sal'Via.rsan, ma n on con le piccole dosi, ohe sono dannose, producendo assuefazione e rendendo più resistPnti lo spiroch<!te; in seguito occorre if trattamento con il calomelano. Sui risultati ottenuti in 19 casi, conclu:de ohe non vi è caso in oui non si aibbia avuto vantaggio. À . 0mSTONI.
LA CLINICA OSTETRICA PERIODICO ME NSILE di 01tetrioia, gineoologia e pediatria, per i med;.01 pratiei diretto dail prof PAOLO CAIFAMI
II f ascioolo 8 (.Agoeto 1926) oontiene:
Lavori originali : F. D'APRII.E: Sullia. genesi e w.lla: •t enawiia del vomito grave delle gestanti. Fatti e doc ~tm e nti : A. FOR.NERO: Neoplaei.a die.rmooi5tica dell'ov.aio sinist ro a. :i.ungo itied:nnoolo torto .. mig;rata nell'ipocondrio destro. - o. VI.AN.A : De.generazione €aDcomato~a di fibroma uterino dopo radioteraipia. La rubriea deg li errori : V. MARZETTI: Pl~b prevj a: oontirale o laterale? T.a..glio cesareo. Note di t ecnica: A. D:E GRISOGONO: Nuova tectiea. nelil a steI'ilizzamone temporanea. e defuliti~a. è e11a 1
don•na.. Riv iste sin1tet1che : G. REVOLTELLA: La tera.pia. del canero d €1i genita,li f em·m indli nel 1925.
Resoconti : ~ietà Pugliese di Ostetricia e Ginece logia. Dalle riviste : Ostetricia : S1t la. pretesa a.sione a.borrtiva dei ea,1.di di ohin•i na. - Ileo in ~a,.Vlida.nza. Rtio eroh·e su donne gjà in p.receden~ a.ffette da. ecla.mpstia. - Esdti lontami del.ll'eolaIIIl.lpSiia iP~ la madre -e nei rig'Uamdi del1a vita;lità dei fif;li. - Per una rprotHiasei attiva. deLl'eclrumpsia. - Cinecologia : Puntul'a eS1Plorativa del Douglas nella gorruvidanza ex~ utiel'lin&. - T.rattiaimento delle emonra-gie di natura ovainLca media.rute traa>ianto ovarioo. - I tumori malrigind. dell'ovaio. - Interpretazioni gi..llBte ed errate nella via,lpa,zione va.ginale deeli ureteri. - Tratta,mento della oolliba.t tieriuria ne1le giov a,ni ragaa.ze. Aece6si~ ·paraiuretrali dell'uretra. fem·m iniJe. Petliatri a : La lobelrin.a. nei neon.a.ti asfittici. - Sulle lesioni d el .t esticolo f eta..lie nel parto podaili<>o. - 6-<nz<> in neonati. - Note di biologia: In.fluenza della placenta eull'orga n·ismo ma.terno - Oonten.uito Titaminioo d e l latte 12D8Jno. I
libri.
Varietà : La secrezione del -001061'..1'0 •Dlella. gNllVddatn~u~ e nelle affezioni ginecologiche. - .Aspetti moMli dell ' aboll't<> provooa..to e del oontrollo su1le nasoi•t e. Idientifteazione dei neonaJti.
Nofi zi•·
A bbona.ment<> per il 1926 : Italia L . 32; Estero L. ~
Per .gli abbonati aJ " Policl.inioo » : Italia. L. 25, Estero
L . 38. Un faeoioolo
separato L. 3.60.
Inviare Va·glia. Poetale a.ll'Eddtore LUIGI POZZI Via. Sistina, n. 14 - ROMA.
\
,[ ANNO XXXIII, F ASC. 35 J
SEZIONE PRATICA
1229
APPUNTI PER IL MEDICO PRATI CO I
CASISTICA E TERAPIA. Le v ertig ini da menopaus a.
·
A. SalmQn (Rivista oto-neuro-oftalmologica. 1926, fase . 1) è di avviso 1che le vertigini clima1.eriche siano generalmente l'eSlpressione di uno stato irri·tativo del labi:rinto, iprovocato dai diso!'dini viasomotori ipertensivi abituali ·d ella menopausa, associati nelle form.e 1più gravi ad una ipertensione parossistiica del liJqiu1Jdo cefalo rachidiano, di origine probabilmente ellldocrrna. Sono note le st!'ette relazioni funzionali tra 1 plessi corotdei regolatori ldella secrezion.e c~fa!l-0rachidiana, e le pTinicipali ghian:dole enid ocrine : capsule &u·r renali, ipofi1si, tiroide, la cui f·unzione si mod.i'firca prorfonldamente per effetto della dis!unzionie ovarica, durante il periO'do -climaterico. L'ipertensione airteTiosa e que'lla cefaloTa;chiidiana gpes&o intimamente associate fra di loro per 1 rapporti tra il circolo arterio.so ed il circolo cefalorachidiano, 1si rifleitte:rebbero entram'be sulla tensione d,eJ lifquido endolinfatiico, consi1d erato come .u na dipen·denza del liquor, e determinanùo un nrusco at1mento della 1pressione labirintica darebbero origine alla vertigine. Queste vedute patogenetiche non solo si ac-cordano con il dato che l'i·p ertensione arteTio&a e quella cefalorachi1diana sono giustamente ascritte tra le più frequenti cauise de1le vertigini, ma trovano anche una vali'da rcolllferma nella intima combinazione 1che spesso si osserva 1da un lato tra le vertigini climateri-che •etd i 1&intomi di i1pertensione rurterio&a (·fenom eni conge&tizi, pallpitazioni ·cardiache, suidore , insonnia, lieve .elevazione di temperatura, iecic.), e 1dall~aliro tra le vertigini ed i fenomeni di iperten sione cranica (nausea, vomito, 1cefa1ea, Tonzio a·uriieolare, abbagliamento di vtsta, rallentamen1o di po'lso, ecc.), fenomeni che raramente fanno difetto 1I1elle viertigini più intense, analogamenie a .quanto si osserva n elle cri,s i vertiginos,e ti'po Meni ère, le quali &ono no111 rara.mente l,egate all'aumento della 'Pressione arteriosa ed endoic-raniic a, e cedono spesso con la puntu~a lombare 1 provosta 1da Babin1ski o con la trapanazione ·cranica decompressiva (1.1\boulker). Il criterio terapeuti1co avvalora queste vedute, poicb~ le verti gini climateri-che migliorano sensibilmente con i miezzi che vallgono a dimint1ire la pressione arteriosa e 1quella cefalo-ra c'hi'diama, cioè <'on le appli~azioni f·redlde 1SUl capo, con l'uso dei lassativi intestinali, con la dieta latteo-vegetruriana, con la tiOSpensione degli alcoolici, con il ri11>oso muscolar e e, sopratutto, coo l'opoterapia ovarica, che mira a sopprimere gli effetti d€lla 1
disfunzione ovarica, causa fondamentale dei disordini climaterici. Le vertigini -climateriche peggiorano invece con i preparati surrenali (adrenalina) ed ipooisari, che, come è noto, a um€ntano la pressione arterio&a e cefalo-rachidiana. La puntura 101n~are e la trrupanazione cranica deco~ressiva sembrano solo indicate nelle forme più gravi, quando le vertigini, molto irnt1en1se e ribelli alle cuve m e-diicl1e, si accompag·nano a sintomi allarmanti di distensione ldel IV ventricolo (fenomeni vagotonici, rallentamento di 1polw, crisi epilettiformi) insieme ai più comuni segni di i.Ipertensione cranica. (1ce1'alea, vomito, di'Sordini visivi, ecc.).
1
1
PERSIA.
Is curia puerperale. Kirstein e Sc·h wieder (Mediz. Klinik. 192.5. n . 50:, rilevano ohe esiste un'iscuria pue1ìperale definita essenziale dallo Zangenmeister, che non si spiega nè con ostacoli meccanici, nrè con l'azione di mezzi ostetrici, eoc. Essendo nel puerperio aumentata la capacità vescicale, meno ,f requente è lo stimolo alla minz.ione perch.è meno frequente è il rilasciamento sfinterico. Intervengono anche altri fattori quali la giacitura dorsale d ella 1donna, il nou raro stato edematoso dello sfintere, la diminuita forza espressiva ad1dominale. forse anche la compressione del capo fetale sulle radi<:i sa. crali che innervano la vescica.
Circa la comp arsa di neoplasie maligne sui ge, n it ali della donna dopo radioterapia pr ofon da . I
Si era destato un allarme contro la radiotera . pia osservando che in numerose donne trattate ron radioterapia profonda per aiffezioni l)e11igne. i miomi o metriti emorragiche, si erano poi sviluppati can cri sia alla vulva che sul collo o sul corpo uterino. ' 'ogt 1dall'esame di numerose statistiche nega che la radioterapia possa ipredisporre al cancro. Infatti delle donne irradiate solo il 0,46 % di'Venne canceroso, mentre nelle non trattate la proporzione delle cancerose è del 5 %. Werner (Wiener Klinische Wo chenschrift, n. 15, apr1le 1925) giunge a conclusioni simili: su 2680 donne irradiate dal 1911 al 1924 alla clinica dl Kermal1ner a Vienna solo 10 sono state colpite da cancro. Sembra quindi che la radioterapia eserciti un'azione preservatrice anzich-è favorente sulla evoluzione rdel cancro. L. TONELLI.
1230
IL POLICLINICO
Postumi nocivi dell'estirpazione uterina e della castrazione ovarica operatoria o radiologica. .~ sc hne r ( \Vien. A rchiv f. Gynaekol og ie, ·vol. 12, n. 1, 1925) rileva che le soppressioni in parola possono, nelle donne ancora mestruanti, esser 'causa di disturbi vari, talora in grado tale da compromettere l'esistenza. Tali ·disturbi non sono soltanto .di natura endocrina, ma anc,he autotossic j, ·dovuti cjoiè alla sosipensione mestruale. Onde conviene cercare di fare interventi cosi economici da permettere una mestruazione, se 1pur modica. E errato il criterio di operazioni radicali. fra i 3S-40 anni, dato C'he, specie nell·e donne mjomatose, spesso il ·Climaterio si p resenta verso i 50 anni. Se possibile, è consigliabile di rinunziare a11che alla rontgencastrazione. Varie sono le conseg11enze ·della precoce sopi>resstion e mestruale: adiposità, pletora, discrasie uricemiche, diatesi flogistiche essudative e catarrali. La tossicosi da ritenzio11e, può manifestarsi anche con turbe cardiO-\'ascolari, disordini psichici, talora manifestazioni gottose o pseudo-gottose, mani.festazioni a cari co d ell'organo d ella vista e ·dell' udito, a carico del polmone, del r€ne, della vescica. Tali complicazioni impongono un trattamento oltrech·è locale, generale e dimostrano la neces~ità di operare in modo estrem·amente economico. 1
M.
Glucosio e insulina nel trattamento del vomito gravidico. L'introduzione di glucos1o per via endoveno sa nel trattamento ·dell'ii>ereme&i delle gravide fu pra ticata da Titus, Hoffmann e Givens nel 19"....0. Il metodo consiste nell'iniezione ogni 3 ore di 30-60 cent. cubici di una sol. d-i glucosio al 10: 100, addizionata a bicarbo11ato di sodio al 2: 100. I ri sultati fuTono qua.Si costantemente ottimi, e da questi gli A.A... furono autorizza:ti ad emettere una ipotesi ip atogenetica secondo la quale l 'ipereme&1 gra,ridi'ca sarebbe doV11ta ad una d·eficienza di carboi·drati da parte della madre, per sopperire al fabbisogno dell'embrione in via di sYiluppo, e, secondariamente, ad una tossiemia per cattivo funzionamento del fega:to. Thalhimer n·el 1m. modifi·cò il metodo aggiun, gendo al glucosio l'insulina. Egli usava 1000 cent. cubici di soluzione di gluco&io al 10: 100, somministrata per via endovenosa in dose di 200-300 cent. ct1bici all'ora, da ripetersi all'01ccorrenza, e iniettava pure ogni ora 10 t1nità d 'insulina, co11 un totale di 30 unità. E. L. Ring (JOllrn. A. )1. A., 8 maggio 19-26) 1porta un contributo di 7 casi, tutti gra,ri, trettati ih tale rnaniera. In quattro il benefi cio fu ottimo e rapido. In \1no date le condizioni gravissime in cui ver· 1
,
•
[ ..\NNO
XXXIII. FASC. 35]
sava all'ir1izio della cura, sopravvenn·e la 1norte. nonostante che in pari tempo si fos se praticato l'aborto . In un altro pure si ebbe esi·t o letale, essendo stato anche rifiutato dalla paziente l 'interYento abortivo. Nell'ultimo, infine, riuscito nullo il trattamento medicamentoso, si riuscì coll'aborto a salvare la malata . l\11. FABERI.
Per arrestare medicalmente le emorl'agie del cancro dell'utero. In generale nel cancro dell'utero (Tho1nas, Paris méd·i ca.l , 1926, n. 11) l'emorragia rappresenta il primo sintoma apprezzablie in ordine di tempo. Esse sono dovute non a superfici uléerate, ma alla metrite con comitante od al flusso provocato dalla presenza del can cr o quale spina irritativa. Ricorderemo che per arrestare tali emorragie furono proposte iniezioni calde con percloruro di ferro. di tannino, ·di permanganato, ·d i liquore del Labarraque, pennellazioni del collo con benzoino,. con soluzione di antipirina, ·di a·drenalina, tamponamenti con sostanze gelatinose, o con ferropirina. iniezioni nella n1assa del tumore di antipirina, di percloruro di ferro. Ed aggiungi la segala corn11ta, l'a:drenalina, il cloruro di caJcio, la digitale. Buoni risultàti offre il tartrato di ergotamina cristallizzato, alcaloide di recente estratto dalla segala cornuta, che in soluzione all'l 1per mille ha potuto ·arrestare emorragie anche gravi. Tale sostanza per via ipodermica in casi di emorragia: grave o per ingestione può portare all'arresto delM. l'emorragia.
Nelle perdite bianche « sfne materia • delle giovanette. Pren•d ere all'inizio dei •due princii>ali pasti ona delle seguenti pillole: Carbonato di manganese cg. 2 og. 5 Protossalato di ferro mg. 2 Quassina cristallizzata cg. 5 Polvere d'aloe del Capo q. b. Ec-cipiente Per una 1pillola. (Journ. de méd. de Paris ).
fil . •
Miomi e circolazione. Le relazioni tra i miomi e le ghiandole a secrezione interna S<>no conQsciute. Si sa infatti come con la menopausa e dO'PO la cas1lrazione essi regredis'Cono, e •si c0010StCono casi aS'SOciati con gozzo e con alterazioni ldella pigmentazione per lesioni delle surrenali.
•
[ANNO
,
XXX III,
35]
FASC.
SEZIONE PRATICA
E. Strassmann (rilf. in: The EndJocrine Survey, giugm·o 1926), 1dOilO aver osservato gran numero di casi, gi·uDJge alla ·conclusione ohe il mioma sia dovuto aid una dislfrunzione ovrurica che, da un lato, provoca l:a iproli'ferazione del tes-suto muscolare uterino, ·e, dall'altro lato, genera i1perten&io·n e vaisale e 1dilatazio1r1e cardia-ca. Il :disturbo funzionale 1dell' ovaio si svolgerebbe nel senso ·d i una iperfunzion€ ·dell'Mgano. La cura 1dovrebbe idi conseguenza .esse;re volta sopratutto alle ovai1a. La sommini-stTazioine co.n tinua di estraito di ghian1dola mam·m·aria rieSICe spesso di utilità sor~ prenid.ente, p.e r l'azione regolatrice eseir-citata sulla funzionalità ovar:i·ca. M . FABERI. 1
Cartinon1a e cisti del seno. Queste ,d ue affezioni del seno vengo1n<> ·d i solito dissociate in modo quasi antitetico, e non si ipensa che inviece po1s sono ipresentarsi insieme owure successivamente. In vi'cinanza di una semplice cisti, può svilup·p·a.I'si un carcinoma oppure questo può provo.cane lo svilUJP!pO di una .cisti o subire la degenerazione cistica. Come fa osservar-e D. Fitzwilliams (The Practitiorier, giugno 1925) la dia:gnosi di .regola non è diff]iei~e a meno ·che la ·ciisti sia molto tesa e dia quindi al dirto che palpa la sensazione di una massa soltda. E 'P,oi qu·a.si impossibile diaoonosticare il carcinoma in presenza. di una cisti, poichè .questa maschera la durezza della -p arete. La degenerazion·e oistica viene sosipettata q.u ando il carcinoma aumenta improvvisarrnente di volume; veduti per la prima vo·l ta, questi carcinomi degenerati possono venir pr esi per una cisti sempl]'Ce o per un ascesso comun•e o tubercolare, tanto più che sono iipertrofiche le g.hianidole as'Ciellari. Può anche ac·ca;dere l'inver·so e ·n on sono rari i casi ·di tubercoli o di goID!IDe ipresi 1per carcinomi. Del tutto da sconsigliarsi è la puntura a scopo diagnostico. Essa, di ifatto, non ap·p roda a nulla. Se si estrae del pu·s , ciò <::he ·dimostra trattarsi di un ascess0, si deve operare; lo stesso si dovrà fare quando si est!'lae del latte ciò ohe indri'ca l'·esistenza ·di un galattocele; la presenza di liquido 1sangui11olento è sosp·etta e si dovrà quindi con una biopsia aiocertare la diagnosi. L' estrazio. ne di un li'<IUi-0.o limpido non ·Siign·i fica nulla, non è una rprova assoll1ta di benignità e si dovrà pur sempre intervenire C'h irurgicamente per accertare le .r eali ·condizioni ed escludere la presenza del carcitDo:ma. f il. 1
1
1
I falsi tumori della ghiandola mammaria. A. Schwartz (Paris rmédical, 1926, n . 11) riporta il caso di una donna che, operata anni prima di un tumore cistico della mammella, &i reca presso
123!
l'A. per farsi esaminare una nuova tume.f azione a. carico ·della rna1nmella sinistra. L A. riscontra U· na tumefazione unica, voluminosa tanto da jpOteressere visibile sotto i tegumenti, sotto la cicatrice o_peratoria antecedente, granulosa -come una ghiandola durante l'allattamento, a contorni netti senza prolungamenti periferici, senza aderenze ne alla pelle nlè in profondità, senza dolore nè ader1opatie. La tumefazione n on si deve certo riportare 31d una .m·a;mmite nella ·quale la massa infiam-· inatoria ·è sempre un pochino sensibile alla pressione, è raro che rion vi sia una lieve aderenza alla pelle, id i consistenza soda e regolare. Non si tratta ·di tumore: cinque mesi do1po la tumefazione era sparita. Si trattava presumibilmente di ll!1 ingorgo ghiandolare limitato a·d un lobulo od a un lobo d ella ghiandola. La diagnosi (.chirurgi eminenti nel caso presente' avevano pensato a tumore), di casi analoghi è dunque ·difficile, ma si può fare senza ri·correr e· a biopsie o estirpazioni. Aggiungi che l'ablazione della sola tumefazione -con l'e·s ame istologico estemporaneo è nefasta in tumori anche parzial-· mente cancerosi, a m eno che non sia seguita nello stesso giorno dall'operazione raidicale. L'esam e· estemporaneo, anche il migliore, non permette sempre di svelare la natura cancerosa di un tumore quan•do si tratti di •u na lesione benigna cl1eabbia rd egenerato. E ' ·da riprovare anche l 'interve.n to immediato, largo di un tumore del seno di diagnosi ·difficile : questo fatto è la negazione pura e semplice della clinica che può risparmiare interventi gravi, mutilanti. In casi del genere il trattamento consigliato è la· compres&ione con ovatta e compr esse umi·de: ma quel che è importante è il segnare con la rr1assi-· ma esattezza sede e caratteri fisi·ci del tumore e rivedere la malata almeno una volta al mese bene· . attenti al miglioramento od alla minima modificazione della tumefazione. 1
M.
NOTE DI MEDICINA SCIENTIFICA. Risultati di ftltrazione del virus d'un sarcoma di topo. Sono noti i risultati positivi ottenuti da Gyecol filtrato del sancoma di topo che p!ro•duce un t11more dO'PO 7 giorni daliJ.'in·O'Culazione. La pre'!)arazionoe <lel filtrato viene fatta in brodo di Hartley al cloruro di ;potaJS&io ed in anaerobiOL$i. Con l 'illloculazione del filtrato alla candela di Cbam·b erland L. 1 Gye ·aVTebbe avuto 6 ri'&u·ltati positivi ISU 6 topi trattati. Hartle et Henri (Soc. de Biologie, n . 4, 1926) hanno ripetuto tali esperienze e su 43 animali ~
1232
[ANNO XXXIII, F ASC. ~ J
IL POLICLINICO
pe1imentati hanno aV'Uto 43 ri·s ultati negativi. Co1nunicazioni ulte1iori di Gye ridu•cono aJd 1 ~u 50 i risultati positivi. Gye .sostiene che !J.'e cellule del tumore non re:,istono al di là di 18 ore a:lla tempevatuTa di 370 in ana.erobtosi e .con la IDIQrie rdella cellula si ha <fllella del virus intracellulare m·entlre sopravvive quello extrac·ellulare. Seconido Gy,e il liquido superiore ' 1della cultura 11on filtrato dà ieome risulJtato ll>'OSitivo 1-2 su 6 mentre il fTammento di tumore che sta in fondo non dà mai risultato positivo. Invece gli AA. con il fTamm.ento del fondo hanno avruto 3 su 5 risultarti po&itivi con tumori che si trapiootano in serie. Il pezzo osservato isiologicamente si presentava uguale al tu·m ore iniziale. IniettanJdo in 6 topi il liqUÌ'do su·pierioTe della culh.1ra hann-0 avuto 6 su 6 risultati negativi. In f'u tte J.e esperienze non hanno mai osservato alcu11 mi crobo nè mi cTosco'Piicamente nè in culi ul'a. In con-elusione inoc•ulan:do 43 topi -con filtrato hanno avuto risultato negativo; l'a cellula sarcomatosa rimane vi v,ente e viru·lienta 1dopo 24 ore in anaerobiosi a 370. 1
1
R. BRANCATI.
POST A DEGLI ABBONATI. Terripia della piorrea aùveoUJ-dentale . -
All'abb.
n. 11~93-4: Con·dizione in•dispensabile pel' la cura delle malattie del paradenzio (para·d entiti e paradentoc;i è il risanamento igienico locale. Quindi ablazione completa del tartaro con peraetto raschiamento delle tasohe piorroi-che, sia dente per IClen·te, anohe <:on . gengivectomia, sia con asportazione simultan ea delle concrezioni con ver o intervento chirurgico radicale (Widmann, Neumann). Si e$trarranno i denti più mobili e non più passibili di mtglioramento, per 1quanto, 11>er i denti mobili an.teriori, ragioni esteti1che possono indurci 3.1 tentativo 1qi una legatura interdentaria con file:, metallico o con cof!doncino di 5eta -cerata. Si limeranno con ruota di carborundum i denti sopra.. el pvati, allo scopo di diminuire i l dannoso traumatismo durante il combaciamento con i ldentt opponen ti. Riusciranno utili i lavaiggi con liquidi astringenti delle tasche piorroiche : alcuni iniettano, con ·d ebjte precauzioni, l'acido i.sol.torico (piuro o al 10 %) , l'aci,do i1dro'fluo,ri>eo, l' acido lat~i-co, ecc. Gottlieb consiglia la terapia arsenicale interna col liquore ar&enicale di Fowler. Risulta.ti incerti han110 'dato i vaccini ed i raggi ultravio1
..1e+t' .. i.
Nuovi reperti batteriologici nella balanite gangrenosa. ·c11er.b er (W(ien. Klin. Woch., n. 28, 1926), ha dimostrato in sezioni 1c:J,el prepuzio prese da cn ' i di balani te gangrenosa e 1di ulcera fageùe11ica 1diver5e forme di microrganismi : cioè cocchi ~~ram-positivi (·streptococchi), aerobi e anaerobi. Le due qualità di cocchi si trovano in enorme cruantità alla sUJPerficie d el prepuzio e srulla cute delle regioni ammalate; essi penetrano nella proro11dità 1d el tessuto , .g li .a!laerobi fino al disotto della zona gangrenosa. In alcuni punti i cocchi !'> i trovano in simbiosi con &:pirilli e con bacilli t't1 ~iformi , analogamente a quanio si osserva nei J)l'OCe~~i gangrenosi della bocca e del polmone. In quasi tutti i casi il secreto superficiale e talYolta anche i tessuti profondi contenevano abbondanti bacilli fusiformi della necrosi. Anche questi .n·ermi possono indubbiamente determinare per se :;tessi la gangrena 1P erch~ in circa due terzi dei r a i in al1cuni punti ammalati si rinvennero soltnn to questi baci1li fu siformi, .n on associati ad altri microrganismi. Tutti i microrganismi trovati c:.ono patogeni; tra essi le spirochete hanno pero la 1r1a~gi oT capacità di penetrazione. G.
•
POLLITZER.
Si con siglierà ai pazienti una scrupolosa igiene giornaliera della booca: spazzolare i ùenti, matti.na e sera, con dentifricio di puro sapone, immergen·do ogni volta lo spazzolino nell'alcool subito dopo l'uso; la·vagigi astringenti con tintura di mirra o di ratani'a, con j Oidio (gengiviticon), ma1ssaggi gengivali con un panno a trama ruvida, in direzione dalla gengiva ai denti. Sorvegliare le llrine (1g licosuria) e il tubo digerente (stitichezza). ,· .combattere l'uriicemia; ricorrere allo sa>ecialista almeno due volte l'anno per la pulitura dentq,ria.
A. PIPERNO.
Sordornutisrmo e tue ereditaria. da T.:
All'abb. A. A.
Pnò darsi che n el suo caso il sor?omutiSmo dinenda 1da lue eredi tari a (3& generazione, oppure • àa parte della mardre, il -che è più probabile). P er la madre e per la bambina consiglier.•i per ora sali •di bismuto per iniez. end.omùs~o!n.ri. P er la maidre almeno tre anni •.li c11rr1, alternat1do preparati idi bismuto a quelli di arsenohfnzr.10 per via en'Clomuscolare e in ogni IC3JSO fino a R. W. costantemente positiva per almeno 18 me&i. Non è pos&ibile dare fin da ora uno schema di Cl1ra per la bambina, senza esaminare il soggetto e seguirlo nel suo ulteriore svilum>o, tanto pil'l che la R. \\1 • è negativa. In ogni modo è da temere che il sordomutismo non guarirà.
·
[ANNO XXXIII, FASC. 35]
SEZIONE PRAT"_CA
12.33
Un buon trattato sulla si·fili1de ereditaria è quello di Hutinel: Le terrain hérédo-syphilitique », Paris, rvtasson ed., 1926. V. l\10NTESANO.
ad un med•i:co cl1iamato moltissime volte durante la malattia di un cliente, bisognava calcolare • qu~sti onorari moltiiplican do il numero delle visite per l 'onorario di una visita: gli onorari in Uso protraito dei glicerofosfati. - Al dott. B. P ., tal caso debbono es5ere liq:ui·dati tenendo conto • da M . : 1 dell'insieme dei dati. Contemporaneamente il deI...'uso prol\Un·g ato e ininterrotto dei glicerofosfati creto stesso, ha deci·so che il malato non poteva di calcio o di sodio, per os, alla dGse di gr. 0.50, · giusti'ficare la sua domanda di ribasso degli onodeve ritener.si 1del tutto esente da azioni farmaicorari, con l 'amicizia che lo lega·ya al mediico « se il dinamtche spiacevoli. Si tratta id i combinazioni . tribunale ha il ·dovere di ri durre l'esagerazione sP.mplìcissime, « alimentari », del fosforo, e quandel medi·co così pure deve reprimere l'ingratitutità molto ·P iù notevoli ·di acido gli cerofosfori·co dine del clìente che rifiuta id i 50'ddisfare ». ,r.engono giornalmente i·n trodotte nell'o,r ·g anismo .t\lcuni medici hanno fin dall'inizio di una macon l'alimentazione ricca id i lecitine: uova, latlattia stabilito un prezzo a « forfait » : una conte, ccc. ' 'enzione di tal genere è perfettamente valevole in La lecitina icontenuta nel torlo ·di un uovo è di determinate condizioni. gr. 1.5-1. 7; essa nell'intestino viene scissa in co Per gli onorari •dei cl1tirurgi i tri1b~nali sono lina, aicildi grassi e aci<J,o glicero1/osfortco, il quale stati più idi frequente cl1iamati al giudizio: se in massima parte viene assorbito. u11'operazione 11a portato a cotniplicazioni aggraNella bibliografia non ri1sulta J.'·egistTato alcun vanti il lavoro del chirurgo, è stato 1deciso che caso di inconvenienti per l'uso d.ei gli·Ce'I'Ofosfat1 il chirurgo non può recla.m are un supplemento dì ·di cal~jo o ,di sO'dio. Il glicerofosfato di calcio, onorario se, prima ·dell'operazione egli ha fis'Sato sovente, è impuro per cloruro o solfat-0 di cal~io, a te forfait » una ici1ìra c·h e è ·stata accettata. Semfos.fato monocal1ci-co, glicerina, ma anche in qu·e · bra però che nel giu dizio in questione, il responsto raso non sono registrati, nè da pxevedersi, so sia stato motivato dal fatto che concorrevano 1P . DI l\ilATTEI. inconvenienti terapeutici. motivi 'di fatto me11tre 1sembra invece che il chirurgo abbia 1diritto aJd altri onorari se non si tratta di complicazioni immediate rendenti l'oiperazione più lunga e più difficile, ma di nuovi inter,renti che nessuno aveva potuto prevedere nel momento della convenzione. Gli onorari dei medici. Un altro quesito è stato posto : sul valore delle (PEYTEL. Le Paris médical, dicembre 1925). tariffe s tabilite dal sin·dacato: la giurispru·denza I tribunali · francesi hanno dovuto frequenteè stata espli1cita: queste tariffe non sono ob·blimente oc·cuparsi di re·c lami ·dei medici contro gatorie, esse possono ~ostituire una in·dicazione malati che n on !p agano o 'Contro eredi 'Cii ammalati pel giudice, ma non legano per niente il suo so. morti, e 5em1bra stabilito a quali norme debbono ' 'rano potere giudiziario. attenersi i 'giu'd ici per legittimare il reclamo. In MONTELEONE. genere i medi-ci te111gono conto ·della gravità del~a L'eccesso dei medici in Italia. malattia: le cure prestate dal medico e la conseguente remunerazione debbono. essere in dipenSecondo il s en. pTof. C'irincione in Italri.a vl denti dal risultato ottenuto. Secon,do elemento è ·sono 45,000 metdici, e di questi ben 13,000 eccedono la posizione soci·a le ed économica del malato, ~ il bisogno. D'altra 'Parte, le 19 Un)versità formano d'altro canto, la rinomanza 1ctel medico. Per quanog.ni anno ciTca 800 medici, mentre ne oocorrefl&b· to riguarda la .med1cina generale, il tribunale tiehe.ro appena 500 p er sostit·u ire quelli .che muoio,n o ne conto ·del numero delle vi·site, della per•dita d1 o 1si ritirano dalla prOO'es5ione. Ai 13 mila medici tempo, ·delle di·fficoltà incontrate dal medico, e inoperosi ' 'eTranno aggiunti annualmente 394 neo così pure della lontananza per apprezzare il prez- la11reat.i cl1e dovran.n o rivolgere la loro attività in altro cam-po, se n0t11 ,·ogliono ,·ive.re nell'i·ndizo di ciascuna visita. genza. Ora i mediici che si diano al commercio, Capita spes5o che il medi-co sia chiamato di all'industlia o all'agrico1tuTa o a,d altre ()ICCupanotte: un decreto della Corte id i Lyon id.eci de che zioni prO'ficue, sono ben rpochi, percbJè manca il prezzo ·delle visjte notturne, debbano a'·ere un ogni affinità fra queste materie e gli s tuldi da aumento. loro rompiuti e quindi si può aflfe.rmare che in A.l contrario un decreto di Bordeaux, :pur riconoscenido ,che il prezzo di una visita quale era media, rimangono p ermanentemente inoperosi o aua5i oltre 10 mila iilldi,·idui laureati nel solo reclamato dal medico, non era esagerato, ha crecam'Po della medicina. duto che per a,·ere il totale degli onorari do\·uti <(
1
1
•
1
•
1
1
1
1
1
VARIAw
1
1
1
.
I
• •
1234
IL POLICLINICO
[ ANNfl XXXIlI, F ASC. 35]
NELLA VITA PROFESSIONALE . •
MEDICINA SOCIALE. Profilassi internazionale antivenerea. P UJbblichia.mo l 'accordo sottoscritto recentemente in Bruxelles dai 1'.a1ppresentanti dell'Argentina, Belgio, Cuba, Danimarca, Finlandia, Francia, I nghilterra, Italia, l\Ionaco: Perù, Rumania, Svezia, e r igt1ardante l' .4.ssiste11za internazionale con-
tro le 1nalattie veneree dei rnarinai. Art. 1. - Le Alte Parti contraent i si impe-
• •
gnano ad istituire ed .a mantenere nei porti principali sottoposti all a propria giurisdizione, tanto marittimi che fluviali, .appositi servizi per la cura delle n1alattie veneree, per uso della marineria mercantile di ogni nazionalità. Tali ser vizi dovranno .avere un :personale sanitario specializzato e possed~re l1na organizzazione costantemente tenuta al corrent€ dei progressi della scienza. Dovranno aver e un'efficienza i·agguagliata alla intensità dei traffici dei singoli porti e disporre d'un quantitatirvo adatto di ]etti d'ospedale. Art. 2. -- Le cure mediche e la fornitura dei me_d icamenti saranno gratuite: come lo sarà il ric-0vero in ospedale, quando sia riconosciuto necessario dal medico di servizio. I malati r iceveranno inoltre gr.atu itamente i medicinali i1ecessari per la cura cui dovranno assoggettarsi dt1rante il corso della navigazie>ne., fi. no al su ccessivo scalo. Art. 3. - Ad ogni malato 1-errà rilasciato un libretto str ettame11te personale sul quale egli Yer1·à contraddistinto sem9lice1ne11te da un numero e su cui i sanitari delle diverse cliniche inscriveranno: a) la diagnosi, con un cenno somn1ario delle particolarità cliniche riscontrate .all'esame ; b) il trattamento subìto in clinica; e) le prescrizioni da osservare in navigazione; d,) il risultato degl i esami sierologici praticati nel caso di sifilide (\\ a.ssermann). I libretti. con for1ni al 1nodulo .a11nesso, potranno essere 11lt.er ior1nente modificati mediante prov' redimento a1nministrativo. Sa,rebbe opportu:qo, \per semplificare i confronti, c:he la ricerca della r eazio11e di ''' asserman11 venisse eseguita, per quanto possibile, con criteri tecnici uniformi. Art. 4. - I capitani e padroni sar.an110 tenuti ad informare i pr<Qri marinai dell'esistenza dei servizi disciplinati da questo :iccordo . All'atto della sua prima visita a bordo od al momento dell'.ammissione a pratica l'Ufficiale sanitario fornirà al ~rsonale di bordo notizie circa i luoghi e le ore stabilite per le consultazioni. Art. 5. - GJi tati che non ha11110 partecipato a.I ·pre ente accordo potran1lo aderirvi, a ricl1iesta. l .1a loro ad~ ione dovrà es er o n otificata, in Yia cliplon1ati~.a, al GoYerno Belga. e. per il tramite <li que to, agli altri ({o,"'erni firmatari dell'accordo .
_.t\rt. 6. - Il presente accordo avrà vigor e entro tre meai dallo scambio delle rat ifiche. Ove una delle parti contr aenti dovesse denunciarlo la denuncia .avrà effetto solamente nei suoi riguardi, a distanza di un anno dalla data in cui sarà stata notificata al Governo Belga. Art. 7. - Lasciando impregiudicata l' adofilone di un diverso cl'iterio da parte di taluna delle Potenze firmata.rie dell'accordo, r esta inteso che l'.aipplicazione delle disposizioni che esso contiene non si estenderà ai Dominii con Governi autonom i, alle Colonie, Possedimenti e Protettorati delle Alte P a rti contraenti e neppure ai territorii per i quali esse hanno accettato un mandato, in nome della Società delle Nazioni. Nondimeno le Alte P arti contraenti si riservano il diritto di aderire alla Convenzione per le modalità stabilite dal,. l'art. 5 in nome dei loro D ominii autonomi, Colonie, Possediment i, Protett,or ati e territori su cui sono investite di un mandato dalla Società dellP Nazioni. Si riservano altresì il diritto di denunciare separatament<1 i.n n ome degli ·stessi l'accordo con l'osservanza delle norme fissate 0all'art. 5. Art. 8. - Il presente a-0eordo dovrà easer e ratificato e le rati.fiche verranno de9ositate a Bruxelles, entro il più breve termine ·p ossibile.
La costituzione di impianti sanatoriali interprovinciali a Plancios. E nota la cura che il Governo Nazionale pone nell'opera di prev~nzion e a ntitubercolare , e che si esplioa nella ferrea organizzazion e dei Consorzi Antituber co1ari costituiti jn ogni provincia del Regno. P erchè tale opera di 1pr evenzione possa 111eglio ri'3pondere .alle esigenze nazionali. S. E. il l\iiinistro delle Finanze d'intesa con S . E. il Ministro delJ' Interno, h a disposto - secondo informazione del « C-orriere dei Comuni » - che il ter. rito rio di Plancios (Alto 'rrentino) già .appartenente alla Unione Tirolese; ed. oggi proprietà del dPma11io dello Stato, sia destinato ad .accogliere i1npi.anti sanatoriali inter provinciali per la preve11zione e cura della tubercolosi.. Per una esatta compren!:::1'>ne dell'alto valore nmano e sociale di una si ffatt.a volontà benefica ~tn.tale occorro tenere presente come il territorio di Plancios sia giudicato ottimo dal punto di vista cuTativo e profilattico. Plancios -- località di oltre mille ettari - è capace di ospitare i t uberc<>lotici di un grande numero di provincie, le quali all'uo}>o possoilo riunirsi in consorzio ai sensi ed effetti dell'articolo 75 del R . D . 30 dicembre 1923, n. 9839, per tro1"are nella reciprova solidarietà e cooperazione la possibilità fin anzi a ria di conseg ui re obbietti~i conclusivi. A questo proposito sappiamo che la Confedera~ione N.aziouale de2li Ei1ti Autarchici, volendo a . solYere ad un i;>reciso dovere di coordinamento ed integi·a.zione della attività degli Enti Confe-
XXXIII, F ASC. 35]
[ANNO
SEZIOl\1E PRATICA
derati, si è fatta iniziatrice della costituzione di un grande Consorzio interprovinciale LombardoVeneto in guisa da poter in breve volgere di tempo avere .a P1ancios i sanatori necessari. Tale opera assumerà il valore di una missione social~.
L'on. Maraviglia, Presidente della Co11federazio11e Nazionale degli Enti .Autarchici, ha diramato invito ai Consorzi Antitubercolari delle varie provincie d'Italia 1perchè, in confor1nità alle direttive del Governo N a.zionale, -vogliano aderire .alla inizjativia interprovinciale assunta dalla Confederazione. 1
CONCORSI. POSTI
VACANTI,
Scad. 10 sett. ; 2 co11dotte; L. 9000 (urbana) e L. 8500 (sl1bl1rbana), oltre L. 1500 c:. -v. e compenso supplementare l)ér i poveri in soprann u.inero; tassa L. 50. CASAI,Uf'E ((Juserta). -· L. 7000 e 5 quadr. dee. oltre L . 500 uff. san. Età lim. 40 a.. Scad. ore 12 del 15 sett. Ab. 3500. CmooGJA (T'' enezia). - Entro il 15 sett., condotta r 11ra.le di S. _.<\.nna e Cavan ella; eventualm. Gsami; età lim. 40 a.; ta.')sa L . 50.10; stip. L . 9000 con at1monti periodici; oltre L . 1000-4000 tr~sp., .alloggio gratu]to in palazzina. Serv. entro 15 gg. Ohiedere annunzio. FI1.TME. I~. Prefett·u1·a della Provincia del Carnaro . - Ufficiale sanit. del Capoluogo. Scad. 30 sett., ore 12. 8ti1>. L. 19,000 ; d11e trienni di L. 1000; ip~r serv. attivo L. 2400; c.-1'. L. 2500; età li.Jn. a.. 45 (50) . Tassa L. 50.10. Chiedere .an. nunzio. FruME. Oom1vne. Aiuto a.II'uffi.ciale sanitario; stip. L. 13; 700 aumentab . a L. 15,000 dopo 6 anni; L. 3700 serv. attivo; c.-v . Quattro condotte; stip. L . 11;350 aumentab . .a 15,000 dopo 18 anni; L . 3300 serv . att., aumentabili a 3700 dopo 9 anni; ambul. L . 2000; c.-v.; irndenn. trasp. da L. 2000 .a !)000; addizion . L .. 5 oltre 1500 pov. con mass. di L. 1000; p. sup.p l. L . 700; riconosc. serv. anter. - I ! r0gola.mento e il capitolato possono ottenersi dall'Economo del Comune (previo invio di L. 2 pel 1o posto, di L. 4 per gli altri quattro), richiedendoli al Commissario tprefettimo del Comune, cui vanno mandati i documenti. A tutto 21 settembre. IDRIA (fjdine) . Conso1·. 7 comuni; scad. 15 sett.; L. 9000 oltre L. 500 .serv. att.; L. 3000 obbl. mezzo tr.asp. LuooA. - Medico scolastico; L. 11,000 e 5 quadrienni dee. , oltre L. 3000 se.t'V. attivo, L. 1000 indenn. tr.asf.; c .-v. Età mass. 35 a. Titoli ed esami. S-caid. 11 sett. Rivolgersi al Comune. MILANO. Consiglio deg~ Istituti Uspìtalieri. Concorso ad alcuni posti di medico chirurgo assistente con funzioni di interno. Scad. 9 ottobre. Vedi fase. 30. J.\.RoEVIA
(.4.n,1·ona). -
1235
PALAZZAGO (Berqatno). -- Al 15 ott.; a.b. 2670; iscritti c. 250; Km. 20 di cui 10 in piano, 6 in collina, ·i in monte; L . ROOO oltre L. 2 per ogni ]gcritto, L. 1000 trasp., L. 500 uff. san ., L. 300 ambulat., 1 c.-v. T assa J.1 . 50.10. Serv. entro 15 gg. D ocum. a 3 mesi. Chiedere an11unzio. PRESENZANO (Caserta) . - Scad. 15 sett.; L. 8000. Rivolgersi .al Podestà. t"urLI.ANO (Genoi,a) . - Scad. 21 ~P Lt.; L. 8400 e 10 bienni ventes.; p . uff. san . L. 800; .p . bicicl. L. 300; età li,m. 35 a.; tassa L. 50.15. · S. ZENO nEOLI EzzELINJ (Treviso). - A 30 gg. dal 10 a~.; L. 8000 per 1000 isoritti, addizion. L. 5, per cavallo L. 3500, per uff. san. L. 600, c. -v. ; (lt& lirn. 40 a. ; tassa L. 50.15; due anni in osped. o conò. Chiedere ~'Ulnunzio. SASRARI. R. Univer~ità. - Profe.ssore non sta. bile di Clinica ostetrica. Don1anda al Ministero della P. I. in ~art.a boll. da L. 3 entro il 30 sett. Tassa di L. 100. Notizie sulla attività scientifica e carriera didattica in 10 esemplari. TICENGO (Cremonaj . - Con Ciroignano sul Naviglio; scad. 29 sett.; L . 11,500 fino a 1000 pov., indennità capitaria. L . 2; mezzo trasp. L. 1500; uff. san. L . 500; e.-v . ToLF.A (Roma) . - Scad. 15 sett.; L. 9500 per 1000 pov. ; quota su.piplementare per le eccedenze; 5 quadrienni dee.; c.-v. ; L. 2500 per servizio ospe'daliero. Tassa L. 50.1!5. TREVIGLIO (Bergamo). - A tutto 22 sett. Vedi fase. 32. VIGOLO (Bergamo). Consor. con Parzaniga; al 21 sett.; .ab. 2000; iscritti 400; L. 10,000, oltre L. 500 uff. san., c.-v. , L. 1500 trasp.; rup1partam. gratuito in casa civile, con orto . ,
Esa1ni per medir.i di bordo.
:B rinviata al mese di ottobre, in giorni da destinaTsi, la. se3sione di esami cli idoneità per 1a co11cessione dell'autorizzazione a viaggiare oome 1nedici di bordo, indetta con decreto 26 mar. 1926 pubblicato nella G. TJ. del 30 marzo 1926. BORSE DI STUDIO.
Fondazione ]!arco B esso .
.B indetto il concol'...,o ad 11 borse di studio di Fond.a.z ione l\1arco B esso : 3 per gioYani laureati nelle Università o di1plomati nelle scuole SUJPeriori, delle quali 1 per studi cli perfezionamento ~ coII11piersi :1ll'e~tf'ro, nellu. misura ohe- sarà stabilita nel mon1ento d(.)11' assegi1azione, n1a non inferio1·e a L. 12,000 annue. Le do1nande, C•)n i documenti relativi, dovranno essere presentate alla Segreteria della Fondazione, in Roma, non più ta1·di òel 30 settembre. I concorrenti dovranno indicare ?er le borse di studio all'estero un programma degli studi che desiderano compiere. (Gazz. Uff. , n. 169, 23 luglio 1926).
1236
I L POL ICLINICO
NOTIZIE .DIVERSE. Consig lio Superiore di Sanità. Si è a.:lltnato dal 10 al 12 agosto, sotto la. ~re si den2.a del sen. prof. ~farchiafava. Il direttor e generale della Sanità p11bblioa;; .dott. Messe.a, ha pra.~ntato una relazione intorno all'attività svolta dall' amministr~ione sanitaria durante quest' ultiJno perindo; segul un'ampia discussione. Sono st.ati poi t.rattati numerosi .affa.ri iscritti a ll'ordi11e del giorno . I l sen. Marchiafava ha presentato g]i ordini del giorno votati al sottosegretario per l 'in terno on. Teruzzi il quale ha assicurato il suo vivo interessamento al riguardo. D aremo ·; ?resto una relazione dei lavori.
Congresso italiano di Dermatologia· e Si:filogra:fia.
I
R icordiamo che l'annuale r i11nione della Società I taJia.na d~ Der matologia e Sifilo·grafi.a è convocata in Roma pel dicembre .d i quest'anno. I temi staib iliti d.alla Presidenza per Je rélazioni ufficiali sono i seguenti: 1) La ghian doLa tir oide in derm a tologi a; 2) Le prove biologiche nella infezione gonococc:i.ca..
Congresso italiano di Stomatologia. Ha. luog<) dal 30 a.g osto al 3 settembre in P erugia (pa.la..zw comunale) . R elazione del prof. A. Beretta, sul ~tema,: « I stogenesi, istol ogia e biochimica del dente in rapporto alla patogenesi dei processi oariosi » . Sono a nn unziate numer ose co111un.icazioni. Al co1n.gresso inter vengo110 alcuni stomatologi ungheres i. Il comitato ordinatore è presieduto d.aJ prof. A. P iperno.
Cong resso del pediatri di lingua francese. A richiesta di molti pediatriJ tenute prese11ti le condizion i sfavorevoli 'del cambio, questo Congresso, ch e dovev.a adunarsi a L osanna verso la fine di settembre, è stato r imesso .all'anno venturo, in data da destinarsi.
[ANNO
XXXIII, F ASC. 35)
dust1·iali, officine, laboratori, cantieri, collegi, asili, scuole ~private , ecc. c.he la denunzia del traooma è obbligatoriia e cha essa deve essere sollecita ancl1e nei casi dubbi .
Campagna antitracomatosa nelle scuole. I l Comune di Girgenti h a fatto distribuire un foglio d' istr~zioni per la. p rofilassi del tra.coma nelle scuole; è redatto dal dott. V. Bonfiglio.
Per la lotta contro la tubercolosi. Il .Con siglio dell'Ordine dei l\1:edici della Provincia di Genova.~ :r:> r eoCCUJp·ato del grave problema del diffondersi della t ubercolosi, ha formulato un voto perohè le Autor ità su•p eriori .p rendano in considerazÌ<>ne queste tre direttive stimate sufficienti a r isol ver e la questionè della lotta antitubercolare: 1) Obbligatorietà, per legge della der1l!.1tc.ia dell~ forme tubercolar i aipèrte; 2) I stituzione di t ube rcolosar i pe.i non abbienti e di case sanator iali pe r gli a.bbìenti, cer can do : a) di far entrrure ne1 dominio 1pubblico U concetto del tempe."tivo r icovero per facilitare con ciò il r.aggiungin1ento di 11na 1pos.<sibile guarigione clinica; b) d.i sfat,ar·~ J'erroneo con cetto di clanni eventuali procu·r.at:' dall'e~istenza di case di Cl1ra 1per la tubercolosi in centri abitati; 3) Lai proifilass.i diretta, attUiata mediant~ la vaccina.zione obbli,giatoria dei neonati e degli .adult i. 1
I
Provvedimenti per la panificazione. Con recente decreto la r esa della farina di grano è elevato a11'80-85 % ed è fatto divieto d'impiegare la farin.a di \grano per la fabbricazione di p,aste dolci e dolciumi.
Il Dopolavoro per l'impiego privato.
1
I Congresso rumeno d'oto-rino-laringologia.
I
Si terrà a Bucarest il 24 e il 25 ot.tobre, nel grande anfiteatro dell'O~edale Coltea, sotto la presidenza di Al. · Costinin. Temi: te Le vegetazioni adenoidi dal punto di vista endocrino », relatori I(oleszes, Vasiliu e Tatarsky; 1C < Il sordomutismo in Ruma11ia », relatore D.arahan. Segretario generale: l\il .-L. Mayershon, 81, Coltea Mosilor, Bucarest.
P er la vigilanza sul tracoma. Il ~1inistero dell'Interno (Direz.ione generale del1a Sanità ipubblica), con recente circolare, ha raccomandato agl i Uffici d ' igiene di esercitare una particolare vigil.anza sanitarlia su~i Stabilimenti industriali in relazione alla. immigrazione di ·p er sonale affetto da tracoma proveniente d.a loc:.alità rolpite da q11esta. u1alattia, e affinchè ricordino ?.i sa11itari addetti .agli stabilimenti in-
la nresidenza del . dott. comm. Aldo Lus ign oli s'è r iunita la Cv.mmissione Centrale del Dopolavoro per l'impiego p rivato . Si è deciso di di fferire a qu ando sarà in Roma l'augusto !>'residente. dell'O. N . D ., S. A . R . il D uca d'Aosta, l' insediamento ufficiale della Commissione stessa. I l segreta.rio Fenizi ha letto una relazione sul lavoxo che l a Commi~sione deve svolgere. Seguì un'ampia diScussjone. F u demandato al comm. Lusignoli l'incarico di nominare i fiductari provinciali e di trattare con la Confederazione dell'Industria e con la Confeder[-1zione del Comn1ercio iper l 'attuazione del Dopol avoro nell'impiego priviato. Si decise di usufruire della sede della Mutu.a Imp.iegati, gentilmente da qu€Sti offerta, quale ufficio provvisorio. . Sotto
Per le Terme di Sals omaggiore. Con R. D .. 17 giugno 1926 è app1ovato il con.tratto 26 maggio 1926, oon il quale ]a Cassa Na... zion ale ·per le Assic11J.·azioni sociali concede a mutuo al Regio Demanio la somma di 50 milioni di lire per l 'assetto delle Regie Terme di Salsomaggiore e per la costru.z.ione di uno stabilimento den1a.n iale per le cure degli aperaJ e delle operaie. •
{ANNO XXXIII,
FASC.
35]
SEZIONE PRATICA
Nell'Istituto italiano d'igiene, previdenza ed assistenza sociale. Ritenuta la necessità di provvedere a rilforme ne.li' ordina.m ento dell' Istituto italiano di ~giene, previdenza ed assistenza sociale di Rom.a, .allo di coordinarne l'azione a.g li interessi attu.ali scono • e durevoli della 9ubblica beneficenza, con D. M. 24 giugno 1926, pubblicato nella Gazzetta 'U fficiale, n.. 172, 27 luglio 1926, è stata sciolta l' Ammirustrazioin e di detto I stituto. Te.mporaneamente la "=' <Testione ne è affidata al gr. t1ff. prof. Paolo Medolaghi, con l'incarico di proporre, entro 6 mesi, tutte le riforme Qhe riterrà opportune nello statt1to e nell' ammin~trazione dell'Ente stesso.
1237
giiare il 35° del] a, I.aurea il ·1 novembre p. v. Si prega di invi.are l 'adesione a l prof. Mariano Carruècio, Piazza d~ Spagn·a, 35, Roma (6).
Incidente automobilistico. Un.' automobile s ulla quale viaggiavano il prof. Ric.caTdo D alla Ve'ic•va. e la sua Signoira, è slittata, 3ul1a str.ada che da Ohianci.ano IPOrta 19; Radicofani, .andando a oonficcu.rsi in 11n terrapjen()! e sfasciandovisi. La sjgnora veniva ianoiata fuori della ;rnacchina, ·r iportando per fortuna soltanto leggere cont u sioni e la distorsione di un p1iede ; il professore e lo oh.auffeur r:imanev,a no sulla. macchina incolumi. RaJdegramenti per lo scampato pericolo . 1
Istituto Nazionale Medico Farmacologico rono 11.
«
Se-
Con recente deliberazione questa importante Ditt.a .indust1~iale farmacologioa ha aggiunto alla pir opria testa.ta il noime del suo fondatore e direttore generale (prof. gl'. uff. Serono, in doveroso riconoscimento dell' ope.r.a solerte, intelligente, avveduta J>r~tata 'a vantaggio dell'Istituto stesso .
Ingrandimento di Università americana. L 'Università ài ~.'irgini:a ha promosso u na campagna pe.r ra.ccogliere 1.400.000 dol. (pari iad oltre 40 milioni di lire it.), destinati a ingr.andire e integrare gli eùifizi universitari . L a cail1JPagna ha .avuto p~eno s11ccesso . I priv.ati hanno concorso CQIIl 351.000 do:l.; lo staito di V.irgini1a con 250.000; la Fondazione Rockefeller con 800.000. Si è costituito un Comitato iper la costruzione; esso è rpresieduto dal pro.f. R. B. Bean; i nuovi edifizi si conformeranno a,,l ti·p o dii. quelli antichi, sui veoohri. rJrogetti dell'architetto Thomas Jeffer son .
Corsi di perfezionamento a Vienna. Un qorso interna27ion1ale sui principali prob1emi dell giorno della. medicina con particolare riguardo al.La ter~pia avrà luogo dal 27 settembre al 9 ottobre, segiuìto da una settimana seminaristica; on-0rario 40 doll. Chiedere il programma. Dal 29 novembre aJ 12 dicembre .avrà luogo un corso internamonaile sulle malattie deil cuore e dei via.si; il programraa non è ancora fissato. P er informazioni rivolgersi: Dr. A. Kronf.eld, Secretar der Intern·atio.n.alen Fortbildungskurse, Wien IX, Po;rzellan'g asse 22.
Oommemorazlone di Celso Pellizzai;i. Ad i11iz~ativa dell'Accademia medico-fisica, ha avuto luo,g o 11ell' Aula Magna dell'Università di Firenze una solenne QOmmemorazione del compianto prof. Celso Pellizzari. Pronunziò il discorso con1memorativo il prof. Jader Captpelli, direttore della Clinica dermosifilopatica di T orino.
Anniversario di laurea. I laureati in medicina nella R. Università di ltoma nell'anno 1891 hanno stabilito di f~teg-
Denominazione unica della febbre tifoide. Per di13posiz~o11e Minist~riale, d'ora innanzi per denunoie, ca.use di iµorte, statistiohe, pub1b licazion.i, eco. la malattia detta «tifo », « ileotifo », «tifo addomJ..nale », ecc., deve essere unioamente denominata « f ebbre tifoidea», .affi.nchè, fuori d' Ita1ia, non si confonda questa malattia col « tifo esantematico », dontle provvedimenti di ri·goire non giustifioati da parte delle .Autorità estere.
Cinematografie mediche di 'propaganda. La « lVIetropolita.n Life Insuranoo Company » di ~ew York· ha fatto allestire un.a nuova peil1icl)la. dal titoJo l< Vie .nuove verso l '.alltioo »; concerne la -cura dell·a diJterite, e viene. mandata gra.tis (eccettu1ate le spese di porto) agli ufficiali sanitari e alle .a&.<l()ciazioni sanitarie ohe ne facciano r.ich,i esta .aJla sede della compagnia (M1a dison A.venue). La « 1fravelers' Insurance Com•p any » lJure di New York, ha preparato un r omanzo in pellico1a, dal titolo cc Ne mette conto »~ che concer.rl:e un -0peraio il quale cura da sè .stesso una ferita aJlia mano; la pellicola viene ceduta in .a.f fìtto, nel1') Stato di :New York. Per eventuali !nformazioni rivolgersi a1 Supervisor of Exhibits, State Depa.rtment of Health, 4 Olinton Avenue, Albany, N. Y.
Divieto di nn epitaffio.
'
Un rjoco .simuoTe di l\f011'bpellier ha imputato al prof. P aolo Delmas, clinico ostetrico in quella Università., ]a, perdita dell•a moglie, che rnon sarebbe stata curata a doveTe; ed a . pe:npetuare il suo risentimento, ha fatto erigere una crup1pe lla mortuairia su cui h.a f.atto incidere ia oara tteri ' d'oro la dioit1rra: cc Vittima dei prof~ori n. Contro di lui hanno prorn~o u·n 'azione giudiziaria i.l Delmas e il Siruìa.cato medico dello Hér au]t. Il Tribunale ha condannato il vedovo a soip?.rimere le parole incriminate, entro un mese dalla sentenza; a corrispcmdere un'ia.mmend.a di 20 franchi per ogni giorno di ritardo; lo ha condannato inoltre aJle spese del giudizio ed iall'indennità di 1 franco al prof. Delmas e di 500 franohi al Sinda.oato. (Dia cc La 01 . Ostetr. », lug. 1926).
I
1238
[ANNO XXXIII, FASC. 35]
IL POLICLINICO
Japan Med. ll·orld, 15 no,., -
BA.SSEGNA DELLA ST!AMPA. MEDICA. Bul. J!ed., 27-30 gen . -
Numero sulla parassi-
tologia.
Jlinerva llled., 30 dic. -
Numero sulla diagn.
precoce del ca.nero. Arch. di Patol. e Ol. Med., dic. - N. PENDE. Le cinque incognite fondamentali del problema clinico. - I . SACCHETTO . .Assorbimento del ferro ridotto per via gastr. - A. GALLUPPI. Calcio e to110 ca.r diaco. Jl 0 1'gag-r1ti., 17 geu. - ..\. MARASSiNI. Propositi didiattici e scientifici. :l nn. wi Ottaltnol., ecc., feb. - Lo CASOIO. Neuro retinite nefritica .. -- FrLET'l. Pseudo-cisti corneali . - SoALINCI. Glaucoma emotivo . · 1'Vien. Kli·n . Woch., 4 feb. - HocHSINGER.. La scarlattinella. D eut. Jled. lroch., 5 feb . - KrRSCHNER e l\1ATTHJ!~S . Obliteraz. del 'Pericadio. ScHuIJrz. Psicoterapi a dell'insufficienza di sonno. - ScHNI7ZER. La chemoterapia. J ourn. d e M éd. de Lyon. - G. BARBIER. L'esploT.az,iolile dei riflessi sim1:.;>atici . Ann.. Inst . Pasteur., gen. - G. RAMON. Per accrescere I.a produz. delle a,ntitossine. - J. REENsTIERNE. Rip·r oduz. speriment. de1lla lebbra nellie . . sc1mm1e. Lancet, 6 feb. - J. BERRY . Il gozzo. - J. C. Da UMMOND. Le vitamine li'Posolubili. &Iorgagrii, 24 gen. - R. DE N UNNO . Azione del salicilato <li sodio sulla secrez . . bil. J1 inerva ]1 ed., 31 gen. - F . BEsSONE. Metodo fisico di tera.p ia delo scompenso car'diaco. - I. C1vALLEHI. Singhioz~o epid. ed encef. Brit . .~lel1. J ourn ., 6 feb. - A. H. BunGERS. Progr cs. i della chiJurgia .addomjnaJe. - H . Ror,.. LESTON. Mol'bo di Rodgkin dell' uom.o e degli animali. R evue N eurol., gen . - R.. CESTAN e al. Metab. basale degli a.cr~megalici. ...i.\.. Go1inoN. Il riflesso 1:?aradossale. - A. DR CASTRO. Riflesso cutaneo n1entoniero. 1llunch. ]fed. TI'oc h., 5 feb. - GAUTER . Tratta.mento dell'enfisema con pneumotorace parz. K .\PLAN. I gonococchi nei lochii puerpera.li. J ourna l .'1. M. A., 16 gen . - W. D. SANSUM e ~11. Dieta c·a1·boitlrata elevata nel diabete. E. Nov.\K. ul siei"o antistreptococcico. - J. D. CA~rP. Roentgenografia della sella turcica. 23 gen. - H. E. )foRK. Tra.u rna e cancro. - R . l\f. TANDONSKY . :Proteinuria. P. Sv:us. Prosta tootonùa perineale. •4.rch. Argent . .4.par. digert ., ecc., dic. - P. EscunERO e al. Tl1mori cistici dellia testa del pancreas . - E. L. LANARI. Studio raidiolog. de1l'ulc. gastr. - R . Sor~É . Indicazio11i e tecni~a.. d?lla gia,strertomia. - _\. .T. HEIDENUEJCR . Eziologia delle cirrosi (\';}at. R ev. lb ero-Am er. de Oienc. J[éd ., gen. HEnTAS BARRERO. Angine !di petto ed endocarditi t~ iche. i'a iis J.féd., 6 feb. Numero di radiofisiologia. e radiotera.pia. 1
!:
S. KERSANA. Ezio]. del tifo e.sant. e del morbillo. - 15 dic. K. TAKADA . L'altezza dell'apice polm. B1.1tll. Se. Med., nov.-dic. - N. Sa:MAJA. l\fobilità a.ppaTente del fegato nella paralisi diaframmatic.a destra. Riv. di Cl. Med ., 30 dic. - M . TL.~TI. Po~ora emorrag. fulminante in febbre mediterr. jStornatol., feb. - .i.\.. PERNA. Neoplasmi delle gengive clinicam. benjgni. A.me1-. Jou.r n.. Obst . a . .G'yn., gen. - V. HAR1 DIN(+ e H. B. VAN V\ YOK. Cuna dell'hyperemesis gravida.rum. - I. J{r.oss. Le cause del trav.a:glio. - D. L. Bm,oING. L i1npetigo contagiosa neon.a. iorum. A.rch. de ]}fe<l., Oir., ecc., 6 feb . - I. M. ALDAMA TRUCHUELO. A.fa.sia, «verbale » di Head. J ourn,. d . Pratitie1ts: 6 feb. - H . GouGEROT. Polisensibilizzazione alimentare eczematigena dopo intossicazione arsenobenzolica . .!}Jinerva .:.l!led., 10 feb. - E . GrANNI. Epilessia tossica Ida piombo. - A . OEcoNI. Linfogranuloma. B1·ain, dic. - ~I . CatTOHL'EY e C. S. K UBOK. Il meccanismo del linguaggio e della deglutiz. nelLa 1paral . bulbare progl'essiva. >')oc . d. Jiop., 4 fe b. - M. MAYER e C . TEsTu. Scoliosi alternante con r.acbide a molla. J. CoMBY. L 'ascesso d\ fisc;az. Gior·n. di Batteriol. e I nirnunol., gen. E. CENTANNI e M. TRINC.\.S. Meccalllismo di assuefaz. a.ii veleni come studio dei tipi immunitari. - A. A.zzr. CorptIBcoli bianchi e potere f.agoaitario nel1' aJlenamento. - .A. Azz1. Sa.noorysin. l>ensie,ro M ecl ., 31 gen. - A. BE"r'l'OLO. Idiosincrasie da medicamenti. Proc. R. Soc. J[ecl., feb. - Djscussioni: tumore splenico infantile; nefriti. Casistica. . Wieri . Klin. lt' och., 11 feb . - Bo.HNE. Progressi dell·a immunologia e ripercussioni sull' epidemiolO'gia e la profilassi . !Jlediz . .Kli nik,, 12 feh. - GOLDSCHEIDER e iaJ. La.. nia.tura della f.ame d'aria. - K. GuTZEIT. Di.a._ gnosi roentgenologica dell'addome su1per. Dei1,t. 111Ied . TVoch., 12 feb . - ARNOLDI e ScHEOH'.l'ER . Disturbi secret.ivi dello sotmaco. LoRANT. Coma diaibetico stenico. 111iinch. Med. Woch., 12 feb. - JAMIN. La scrof olosi. - 1'TIELOOH. Profilassi dell'eclampsia. G'azz. ]}1 ed. Italo-.4.rg ent., 15 gen. - N. RoJAS e E . A. Lo:l!BARDI. Sindron1e bulbo-pontino laterale. A.nn. de Jiéd. , dic. - Numero sulle sindromi tUJberi.a.ne . Presse M é.d., 6 feb. - C1,uzET e al. Emanazioni di thorium nella gotta. J ourn. de ];Jéd. de Paris, 8 feb. - PIERRE-RoBIN. Guarig. della piorrea al;veolare. Jowrn. NPr1;. a Ment. Dis., feb. - J. BYRNE. Le pUipille rnel dolore e nell'iperalgi1,. - G. H. PARKER. Demen1.a precoce in gemelli. - S. RoTTENB'ERG. Casi insoliti di compr~. del midollo sp. Pa;ris A1éd ., 13 feb. - CAYREL. Si deve smembrare 1a febbre di ~falta? 1
1
[.4.NNO XXXIII, FASC. 35]
SEZIONE PRATICA
Jou'rn. Méd . Français, gen . -
Nùmero sul!l'oc-
chio in ·patologia medica. Pre~se ·~4 éd., 10 feb . M. CmRAY e I. PAVEL. Patogenesi della colica epatica. - R. DuJARRIO DE LA RrvIÈRE. BatteriologilfL e ohimioa fisica. Folia Gy·naecol., 1. - G. GIAVOTTO. Glicul'ollJUr ia materna puerper. e glicuron. del neonato . M. 0Raù. Peptonuria puerper. · C. VERCESI. Isteropessi col met. Alfieri . Riv. San. Sicil., 15 feb. - G. BECCADELLI. Malario-ter.rupi.u. nel1a par al. progr. Scalpel, 13 feb. - SLuYs. Gammaterapia. Encéphale, feb. - SÉZARY e BARBÉ. Chimioterapia della paral. gen. - J. E. N100LLE e J. P. STEEL. l\ifala,ria-tera.p~a della p. g. Gazz . d. Osp. e d . Ol., 14 feb. - A. CLERICI. Il fermento re~iratorio . - P . GALLI. Avvele11a.m. da solfuro di oarb . Journai A. M . .4.., 30 gen. - P. H. DEsNOES . 1\ifal di mare. - J . H. BLACK e ~I. O. l\iiooRE. Teraipia pollinica con estratti privi di pollùne. l!Jlien. Arch. 'inn.. :Jtled., l. - S. WASSERMANN. Nuovi punti di vista cli11ici sulla dottrina dell'·asma cardi al e. JO'INrn. d. Prat., 13 feb. - E. TERRIEN. Sublussamoni del cristallino. Pediatr., 15 feb. L. SAnATINI. Diagn. di scarlattina. - C. GALLO. Il vomito nelJ'illianzia. Bull. M éd., 10-13 feb. A.-C. GuILLAUME. Le tossiemie e la pelle.
1239
'' IL POLICLINICO ,, SEZIONE MEDICA diretta dal Prof.' VITTORIO ASCOLI
Il f aeciool-0 9 (Settembre 1926) conterrà: .LAVORI ORICINALI :
I. - P. MARIN: Malatt.d·a di Banti e sindromi bam·
tian1e (co n 1 ~..vola a colori). II. - F. BIGNAMI: Tumore maligno da osteoblaeta. (Osteoblastoma di Lubarsch). ID. - P. Ottonello: Neoi.,ùasmi e icontenmto di potassio nel siero.
SEZIONE CHIRURGICA diretta dal prof. ROBERTO ALESSANDRI
Il fascioolo 8 (Agosto 1926)
~ontiene
:
L.A VORI OR I Cl NALI :
I. - C. ARRJGONI: Un c".so di ulcera eelil!Pliice dell'inte&tino tenue. II. - A. BACHECA : Sulle ernie dell'aprpendice vermiforme. IJI. - M. MARGOTTINI : Fibromi dei nervi mediiano e cubitale. IV. - S. MARINA CCI : Pseudo-lipoma a..r.borescente del1' articolazO.one del ,ginocchio. V. - B. MASO!: Contributo clinico al tr·atitaanen!OO ~hi rurgico rlell'angina pectoris con l'eetirtpaz.ionie del simpatico cervioale. VI. - P . V ALDONI: Contributo spenimentale e oliruioo alla ricostruzione pla.51>ica .rotUllea con il processo Dalla Vedova (c0<n 2 "tavole fuori testo) . • PREZZO DI CIASCUN FASCICOLO DELL ' UNA O L' ALTRA SEZIONE L.
5.
I non abbonati a dette Semonli. Medica o Chiirurgioa 1- otra•nno riceverli inviando il rispetti'Vo importo m-e. diante vaglia postaile, a,ll,Editore LUIGI POZZI. vii.a Sistina, 14 - Roma.
Indice alfabetico per materie. Acque di _\gnano: analisi . . . Pag. )> Afasia: caso i1on con1une . Balanite ga.n grenosa: ra,perti batterici . » )) Bibliografia . . )) Castr~zione ovarica contpleta: effetti )) Coledoco : resezioni e plastiche Ot1ore: meccanismo d' a.z ione della ohi11ina e della chinidina nella fibril.l azione e 11ella vihrazione delle orec)) chiette . . )) Cuore: struttura . Emorragie del canc,ro cleli'ute1·01: per arrestarle ni.edicalmente ")) Epilessia: de1inq uenza specifica • • )) Ernia cru·raJ.e tubo-vescicale strozzata Ghiand.ola ma111mru:ia : carcinoma e cisti n )) Ohiandol.a mammaria.: falsi tumori Olicero[o~fatì: U SQ r>rotratto . » ls<'uria puerperale . . . » Leucorrea: prescrizio11e . . » Malattie sessrun 11: 1pr ·)filassi int€1rnazionale . . »
Medici : eccesso in Italia 1.I edici: onorari
.
)) ))
•
)!enopausa: vertigini . . Miomi dell'utero e circolazione
•
))
•
))
1228 1227 1232 1225 1230 1217
1209 1227 1230 1227 1215 1231 1231 1233 1229 1230 1234 1233 1233 1229 1230
. Pag . 1221 l\Iorbo di Perthes . • )) 1219 Ì\lorte l e.ale: segni . . N e01plasie maligne nei genitali femminili dopo radioterapia profonda . )) 1229 )) 1222 Nicotinismo . Paralisi progressiva: trattamento con )) la malaria. . . . . . 1228 )) Pe t e : reazione delle colture . . 1227 • )) 1232 Piorrea al\eolo-dentale ~ terapia . )) 1234 Sanatori: impia11ti interprovinciali • )) 1232 Sordon1utismo e lue ereditaria . )) 1227 Storia della inedicina . • Traco111a: fattori co tituzionali IPredi)) 1227 sponenti • • Trasfusione del sangue : rivendicazione )) 1227 storica . • )) 1231 'l'u tnori : eZliologia. . . U neino di Kirmisc;on per l'estrazione di monete e corpi estranei simili dal)) 1216 l'esofaO'o · • • • o 1230 Utero: effetti dell'estirpazione completa )) ' Tertebre lombari: frattt1re isolate delle )) 122<> apofisi tras,erse . . ,~ omito gravidico: glt1cosio e insulina )) 1230 nel trattamento •
Diritti di proprlet• riservati. - É viet at a la riproduzione di. l avori pi1,bblicati nel POLICLINICO e la pubblieationli dei sunff ctf •881 aMUa r.it arne la f <>nte.
Stab. Tipo-Litografico Armani.
V. AscOLI, Red. resp.
IL POLICLINIOO
(PAGINA DELL'AMMINISTRAZIONE)
SEZ. PRATICA - FASO. 35.
~~~~~~-'---~~~~~~~~~-=-=-=-=---=--=::=-=-~
_.-. Monografie della nostra collezione: Prof. Dott. R. BOMPIANI Docente ed Assistente 01ella Clinica Ostetrico-Ginecologica della R . Univ. di Roma
'
•
L'ETA PUBERE
. . . LLA DONNA
Breve saggio di fisiopatologia costituzionale con un'appendice sulle anomalie della mestruazione dalla pubertà all'inizio·della vita sessuale. Prefazione del Prof. Sen. ERNESTO PESTALOZZA INDICE DEI CAPITOLI. C31p. I. Evoluzione puberale e maturità sessuale, pag. 1 a 6. - Ca1p. Il. Eredità e costituzione: loro In· fluenza sui fenomeni dello sviluppo e sulle manifestazioni dell 'età pubere, pag 7 a 13. - Cap. m. I fattori patogeni ereditari e acquisiti che modificano la costituzione del soggetto e si riflettono in spe. cial modo sul siste1na genitale, pag. 14 a 20. - Cap. I\.' . I fattori ormonici che partecipano al determinismo della mestruazione ed influenzano l' insorgere delle manifestazioni d'ell'età pubere, pag. 21 a 36. - Cap . V. Le distrofie dell 'età pubere dovute ad alterazioni delle ghiandole a secrezione in· terna, pag. 37 a 48. - Ca;p. VI. Le disarmonie dello sviluppo considerate come riflesso della costitu· zione, pag. 49 a 68. - Cap. V.LI. L'infantilismo, pag. 69 a 74. - Cap. VIII. La fisiopatologia dei vari apparati propria all'età pubere, ;pag. 75 a 92. - Appendice : Le anomalie della mestruazione dalla pubertà all' inizio della vita sessuale, pag.' 93 a 116. - Bibliografia. Un volume di pagg. \ 7 III-128, n ·i tidamente stampato su carta semiipatinata, con .u na grafica e 6 figure nel tes to. Prezzo L. 16. Per i Il()<Stri a•b bonati L. 14,60 in porto franco . •
Dott. Prof. O. VIANA Direttore della Mater11ità, Brefotrofio e Scuola di Ostetricia in Verona.
Ginecologia e Secrezioni interne Breve saggio ad uso dei Medici e degli Studenti Prefazione del prof. N. PENDE SOMMA RIO. PREFAZIONE . - ..i\. VVERTENZ.A.. - INTRODUZIONE. - CAP . I . Gli organi della secrezione interna gel1ital~ · la gl1in.ndola interstiziale. CAP. II. Il ocxrp o lu·t eo - Mestruazione e cr isi puberale. CAP. lII . Malattie genitali da alterata secrezione interna dell'ovaio - Metropatie emorragiche - An• ne.ssi·t i non infettive. - CAP . IV. Miomi ed ovaio. - CAP . V. lie ipoplasie e le insufficienze funzionali uteroovariche - Dismenorrea - Infantilismo - Clorosi · Disovarie. - CAP . VI. Tiroide ed organi genitali; stati ipotiroidei - Morbo di FLAIANI-BAsEnow. - CAP. VII. Lpofisi e genitali; sindromi ipofisarie - Acromegalia - Distrofia aidiposo-genitale. - (JAP . VIlI. Epifisi - Surreni - Timo, pancreas e genitali. - ('AP. IX. La mam1m.ella come ol'gano a secrezione inte rna. - CAP . X . EndoorinQlagia del climaterio. - CAP. XI. Costituzio11i e malattie ginecologi<'he. - CAP. XII. Opoterapia ginecologica. BIBLIOGRAFI A•• Un volume in 8° di pagg. VIII-176 (N. 12 delle nostre Monografie medico- chirurgiche d'attualità) nitidamente stampato in carta semipatinata. Prezzo L. 18. - Per i n ostri abbonati sole L . 16,50 in por to franco.
Dott. ENR1ça TRENTI Assistente nella R . Clinica Medica di Roma
IL GRANULOMA MALIGNO ( M OR BO
DI
HOD GK IN)
Prefazione del Prof. VITTORIO ASCOLI ·
SOMMA RI O.
flR,EF ..t\ZIONE. - INTRODUZIONE. - PARTE PRIMA. Ve.nno storico - I risultati clell'osservazione cli11ica: Età, sesso - Sintoma.to]oigia - Ghiandole linfatiche - Miwa e fegato - Temperatura. - Sangue - Manifestazioni cutanee - Reni - Sintooni eocezionaJi - .Aspparato re&piratorio - Apparato digerente - Sie~ose - Scheletro - Quadri clinici. - Il repe1..to anatomo-p<.1,tologico e le ricerche istologiche: Anatomia p atologica · I sto-patologia. - E ziologia: Rapporti de l granuloma maligno con la tubercolosi - Riproduzione sperimentale - Ge-rmi v.ari - Il Oorynebacterium di Bunting - Protozoi. - PAR.TE SECONDA (~ servazioni personali). - . 'f1tdio ~linico: Età, ~so, eredjtà - Inizio dei primi sintomi - Diffusione Meclia8tino - ~1ilza e fegato - Tem.peratura - l\ifanifesta..zioni cutanee - Sangue - Urine - Altre manif&stni'1ioni (pleurite, l~ioni ossee) - Ricerche biologiche (Cutireazione, reazione di Wassermann). - Rirtn'<. lt e i sf alogiche: Biopsie. Ricerche eziologiche : Colture ed inoculazioni negli animali. - Diagnosi. - Prognosi. - T e1-apia. - APPENDICE. Casi clinici (I a XIII) . - BIBLIOGRAFIA. U11 volume in So <N. 13 delle nostre :\!onografie 1nedico-ohirurgiche d'attualità) di 176 pagjne nitida.mente stampato con 18 figure e 9 tabelle termometriche in tavole fuori ~to. Prezzo L. 18. - Per i nostri abhonati sole I~. 16,50 fra.neo di porto
Per ottenere quanto sopra indirizza1'e Vaglia Postale al Oav. LUIGI POZZI, Via Sistina 14 - ROMA _
ANNO XXXIII
Roma, 6 Settemb1·e 1926
Fase. 36
fondato dai professori :
GUIDO BACCELLI
FRANCESCO DURANTE
SEZIONE P.RATICA REDA.fTORE CAPO: PROF.
VITTORIO ASCOLI
SOMMARIO. Problemi d'ibattuti : L. Pbilip.pson: I risultati della te. rapia 1atnrtiaiftlitiJc.a d.ell'Ebrliich, maturati nella collet.. tività. Osservazioni cliniche : R. Rebizz.i: Frattura diafisa.ria sottocutanea della clavicol a curata con il metodo di Ooi.1teaud.
Conferenze : V. Ascoli: La malaria cronica. sunti e r'assegne : CJRCOLAZIONE: J . Hay: Angina minore. - l 1aubry e Doumer: Patogenieei dell'irpertensione ·lllrteriooa. - B.riihdorn : Sulla diagno& clinica. della dilatazione primaria del cuore nellia.. infanzia. !IVIM UNOLOGfA. VACCINI E SIERI : c. Z<>elleT : Le anatossine. - M. Tinti : P aralisi aouta da vacoinazi<>ne antir.aibioa. - W. Misch: I metodi americani di d·i aignosi e ou,r a delle m a lattie allergiche. -- MEDICINA socIAL'E: L'orientam ento p.rofeesionale e la difesa dell'oi;era;io dai perioo.li d'iTuf ortmnio. Cenni bibliografici. Accademie, Società mediche, Congressi : XXXVIII Congreseo tJede.sco di Med ioina interna a Wiesbaden. -
,.
•
Riunione della Sezione Lombarda della Società Italia.na di PediatT1ia i·n Cremona. - Società iMed icoChirurgica di P.esaro. Appunti per il medico pratico : SEME IOTICA: Sulla natura del fenomeno dell'estinzione nella scarlattina. - un· n~1ovo segno per l a dia.gnosi dell'a«>pendioite in.ella donna. - Il 'Vero ed il falso segno di De GTaefe. OASISTICA E TERAPIA: La lobulite tuberoolare. L'uso della samocrisina da pa.rte dei (pratici. - La cura delle caverne po1mona.ri per mezzo di iniezioni. ~OTE DI MEDICINA SCI ENTIFICA: Contri~buti recenti. della chimica .a.lla ·medi~ina. - Sulla som minristrazione parenterale diei sali cal.cici. - POSTA DEGLI ABBONATI . 1
1
1
VARIA.
Politica sanitaria e giurisprudenza : G. Selivruggii: Controversie giuridiche. . Nella vita professionale : Crona.ca - del movimento p!l'ofeseionale. - Concorsi. - Nomine promoz.ioni ed onorificenze. · Notiz ie diverse. Indice alfabetico 9er materie. 1
I signori abbonati che non hanno pagato ancora la seconda rata semestrale a compimento dell'importo del proprio abbonamento pel 1926, sono vivamente pregati di farn e sollecita rimessa, mediante vaglia postale.
SOLLECITAZIONE - - - - - - -·__
L'EDITORE: LUIGI POZZI . N. H. -
Del vaglia postale ohe si invia devesi conservare il polizzino di ricevuta.
PROBLEMI DIBATTUTI. 1~1 l TI l'O Dl·'Hl\10S fFILOPATlCO DELLA T
R. UN. DI PALERI'YfO.
I 1·isnltati della terapia antisifilitica dell' Eh1·lich, maturati nella collettività dcl prof.
Ll"'IGI PHILJPPSON.
Già ·da civca 20 anni la sinton1atologia della 5ifiliide neg·li am1nalati che frequentano rambulatorio, annesso a questa clinica, e che s1 reclutano ta111 o dalla città ·d i Palermo, qua11to dalla pro · 'i11cia, è anldata man mano cam·biand01si, ed è divcn.tata vieppiù 1nite e scarsa, n1entre prima noi osservammo 1svolgersi la sifili·de r ece11te con t.utti l suoi sintomi tipici, di cui faceYano parte - oltre i pi'C1 svariati esantemi - deperimento, oligoemia, 1dolori osteoco,pi, cefalea, irite, pla-ccl1e m11cose e osservammo in a:bbon<ianza le affezioni terziarie del tegumento, delle ossa. del naso, del testicolo e della lingua. Il miglioramento non era da attribuirsi esclu~iYa1nente alla migliorata terapia, la quale nel 1
1
passato era a 'Preferenza orale e fu poi sostituita da11e iniezioni mercuriali. Ci •contribuirono pure altre circostanze. La conoooenza ·della sifilide era ;indata maggiormente d1f~ondendosi nel pubblico, jl q11~le p er ciò ricorreva più presto e più !re· quentemente al m ediico. La nutrizione della poipol azione era an1data migliorand-0 e cognizioni igieni che e1'a110 an·date introidu·cendovisi. Qu:1n1do poi nel 1910 ;eolla .scoperta di Ehrlic:1 la tera'Pia antisifilitica si arricchi tdel salvarsan, il quale, come è risaputo, non po·ssiede soltanto la proprietà di reprimere più 1sollecitamente i sintDmi che il mercl1rio, ma anche quella di impedire molto 1più e'1'ftcacemente le recildive cl1e questo rimedio, si poteva già prevedere che col tempo, allorquando la nuova terapia si !Sarebbe diffnsa nel ceto m~ dico , la .sifili'de avrebbe mutata la sua in1dole ancora di più. Di·fatti se già prima io ho dovuto moldificare ~'insegnamento della .sifilografia alla scuola a ca11sa della s carsezza del materiale di dimostra. zione ed ì10 ·do,·uto spiegar e alla E>ColareS<!a che alla de5crizione della sifilitde che si trova nei
1242
'
IL POLICLINICO
t.rattati i1on cori ispo11de cl1e in pi,ccola parte la ~ifilide che noi osserviamo n ella collettività; ora mai io debbo esporre una malattia, la quale giusto nel ~eri odo chiamato antiica1nente virulento e eruttivo no11 produce che manifestazioni scarse e rare fl il cui periooo terziario ·si limita a deìle affezioni altrettanto scarse e molto meno gravi che nel passato. Stan'do così le co5e da noi, ,m 'intPressaYa conoscere il mod o di comporta11si ·della sifilide nei p::t E'$i, in ,c ui gj à 1da .15 anni la terapia id i tEhr1 ic.h è s tata messa in opera su lar.g a 5.eala, come in GP.rmani 1, ..i.\ustria, Francia. Dalla letteratura n1 . . è stato dato di raccogliere alic11ni giudizii r.he ven.g ono a confermare e a completare le osservazioni, fatte qui a Palermo. 1Il prof. Finger, ii quale .Qa pareccl1i de~ennii diri.g e il reparto dei sifilitici nell .OSlpedale general e di Vienna si esprime così : « La sifilide ha peI'duto la sl1a in<lole di malattia cutanea, epperò non c'è più bisogno trattarla in una clinica dermatologi~a ».
,L 'importanza •d.i questa dic11iarazio11e si ricono~ sce senz'alt.ro, .quando ·Si pensi 1c'he nel passato n elle grandi città occorreva appunto la degenza o~edaliera per i sifilitici, perchè erano af:f etti d1 manifestazioni ieutanee aJSsai visi!bili e anche molto contagioc:.e. La tera.pia di E'11rlich le so1pprime rapi.damente, le evita e ostacola assai le loro recidive, ·dimo1doch,è la cura della sifilide può ·venire esegl1ita con grande successo anche amlbulatoriamente . •e\ Parigi il Got1gerot nel << Trajtement d·e la syphilis 1921 >> osserva in proposito : cc Se il trattamento della sifilide recente vien continuato ma1grado l'assenza di sintomi, la sifilide rimane pre5s'a poco sempre. latente , e bisogna ,51Perare cl1e presto la sifilid e secondaria reci, divante non avrà che esistenza storica ». In Germania il Iaidassol1n ha visto lo stesso
fatto: cc J,e r ecidive parulo5e delle mucose, della pelle, l'i,r ite e via 1di'cenrdo, le quali colla cura mercuriale tanto 1Sintomatica, .q uanto cronica-jntennittente erano. molto frequenti , colla terapia salvarsanica sono essen::ial.niente più rare e negli am1nalati, trattati coll a m eidesima ener.g icamente e ripetutamente ad.dirittura ecce:'ionali ». Egli cita an cora le statisti,che •di Scholtz e '';i llmer (Germania) e Pontoppi•dan (Vani.marca ), da cui risulta pure dimin11i:::ione indubbiamente :!orte delle reci1diYe •della sifili'de seconldaria, non solo nei .ca5i, curati ahortivamente, ma anche in quelli , prPJsi più tardi in cura . Tn quanto alle placche rnucose il LieYen fa i' segnente rilievo n el car>itolo ·di sifilide delle vie ~t'r(\e 1s\1rperiori nel trattato di sifili,de, redatto da. Meiro,vsky e Pinku ~ nel 192.3:
[.l\NNO
XXXIJI,
FA...~.
36J
Da cchè esiste 606 le placiche mucose sono di· Yentate rare nell'ambulatorio. Pertanto la cono-. scenza delle medesime da parte della giovane generazione di medici è diventata minore, eppero 0gni ca·so che capita ctovrebb.e venir sfruttato per l'insegnamento ». J,'of'talmologo Rosenberg dell'Università di Berljno nello ·stesso trattato non giudica diYersamente sulla sifilide dell'occhio: << I tempi, in • Cui fra le malattie dell 'oc~hio pre• domina,·a la sifilide, oramai sono fortunatamente passati .g razie alla m1gliore conoocenza della sifili1de e del suo germe, alla nostra diagnostica 1p iù perfezionata e al trattamento più precoce. Malgra·do l'enorme diffusione che ha preso la lue di1rante il tempo di guerra e nel dopoguerra, ogg1 iSi può constatare •che le malattie oculari sift«
litiche sono div entate spiccatamente più rare. E
accanto a questo regresso numerico è da osservarsi nelle varie forme morbose un-0 $postamento a favore delle più miti ». 11 chirurgo Liek di Danzi:g (nel trattato citato) dice nel capitolo sulla sifilide dell.e ossa:
1Già nel secoio passato l,e os5ervazioni di graV1 forme ,di sifilide ossea erano diventate vieppiù ra.re e og.g iqiorno anche nelle consultazioni dei più occupati sifilo!ogi Ie distruzioni e mutilazioni delle ossa, tanto note ai no5tri antenati mediic1, sono ,d i ventate ·e stremamente rarre » . Lo stesso vale an,che per la sifilitde dello sche1etro naso-palatino secondo il sopracitato laringologo Lieven. « Le statistiche anti-che sulla frequenza relativa della sifili1de terziaria delle vie aeree superiori oramai non hanno più valore. Già prima dell'introduzione di 606 e sotto l'inifluenza •del tratta.. mento cronico intermittente tali casi erano diven. tati molto men.o frequenti. O•g gi l'occasione dl vederli è d·i ventata ancora minore » . Il pedi:\tra Davidsohn di Berlino (nel trattato citato' osserva che « col trattamento moderno <l.ella sifilide congenita il n·u mero •delle recidive è scarso; spesso 1clopo il trattamento deJl e prime manifestazioni avviene se non guarigione, almeno completa latenza che dura per degli anni 'J . E ancora: « la triade di Hutchinson è patogno, rnonico ,p er la sifili1de congenita; la sua importanza vien però limitata dal fatto che - probabilmente sotto l'influenza della cura moderna della sifilide - è diventata estremarn.ente rara ». Sulla 1sifjlide dell'aorta Fraenkel (nel capitolo sulla sifili'de 1degli organi del _torace nello stes5o trattato) scrive: « Oggi la sifilide dell'aorta è un quadro morboso ben .caratterizzato anatomicamente e diagnosticabile coi mezzi d'indagine sperimentale e rap· presenta tin , -ero progresso della medi·cina tno1c
1
-
[:~o ~'\Xlll, FASC.
36)
SEZIO~E
<lerna. Si •d•eve al mede,s imo che malgrado l'a-umentio della sifilide una delle malattie più torn1ent01Se e pericolose, e cioè l'aneurisma, divent"t ·vieppiù 1·ara (aippunto perchè tempestivamente sottomessa alla cura salvarsanica) >> . A'Iil.che ne11J.a sifilide aei fe gato Huhert di Mo· naco (lo stesiso trattato) ha potuto iconstatare il miglioramento. « Più rara ch·e l'epatite interstiziale è l'epatite gommosa. Specialmente negli ultimi anni questa è di\'•entata di estrema :rarità. ~ ei tempi pass"tti era cli certe più rrequente. Ancora nel 1897 il Neurnann, il quale ha tanti m eriti nello studio della 11!le viscerale, la ritenne per più frequenti che l'epatite interstiziale ,, . CercandQ d'in\formarci sull'influ enza ch e la terapia mo·dierna della sifili'de r ecente ha avuto ~ulla frequenza ·d e.Ila sifili;de del sistema n ervoso, noi incontriamo n ella letterat ura 'frequentemente dei giu:òizii contraddittori in proposito. Mentre gli uni non trovano aumento, altri invece lo constatano. Però esaminando i fatti , su cui si baisano tali giu1dizii, si vede che in realtà sono d'ordine di'f ferente . Difatti oggirgiorno la sirfilide n erv()!Sa non comprenide soltanto la si'filiide cerebro-spinale, la tabe e la paralirsi, ma anohe la cosidetta sifiJi1d€ •del !i1quiido ra•ch)Jdian-0, la ·q uale, come si sa, consiste in reperti patologici ivi esistenti senza che vi sian o già indizii clinici di un processo morboso del sistema nervoiso. Chi li 1consirdera già q11ale processo inorboso a sè stante giurdich erà che la sifiliide nervosa è già assai .frequente nell'infezione r ec·ente e troverà che il salvansan v1 hél portato ~eg.gioramento , inquantochè i reperti pa1o1ogici del ltqui1do sono più intensi in ammalati, curati con questo rimedio, anzi·c hè col m ercurio. _A,. questo giu'dizio 'C ontribuisce ancora l'in~orgenza di n euroreci1 dive in .seguito a trattamento insufficiente, fatto con salvarsan, l e qu ali colla cura mercuriale non avvengono . ..\ltri invece non Attribuiscono tanta importanza all-0 stato patolol!jro del liqui·do nella 1sifilide r ecente, qualora lo s1P~"O non s ia a.ccom'Pagnato 1da segni clinici di nnn affezione d e]. si.sterna n ervoso, 'Perchè trovano che in questo staidio •d·e ll'infezione esso non è chP transitorio, non è cos ì pronunziato, come n elle affezioni sifilitiche del sistema nervO'so, 51parisce pure spontaneamente e cede .f acilmente alle solite rure ~ntisifiliti che . Per •questi studiosi la quistione <l e11a fr~ql1enza d ella sirfili·de nervosa si r iferisce quindi, come 1per lo innanzi, alla sifiliide cerebros-ri nale e alla metalue. Ora ri gua1'do alla prima io n on ho trovato che u11 cenno fatto dal Nonne in una discl1ssion e s u quPsto argomento, e cioè che secondo la sua o c;"ervazione le 1'01'1De 3JCUte id ella prima siano di· ''entate pi1ì frequenti di prima. In quanto alla m etalue il Lugaro e il Tanzl 1
I
1243
PRATI CA
nell'ultima edizione del loro trattato c:ti malattie 1nentali non parlano di maggiore frequ enza della medesima, come neppure il :V1ingazzini nella sua pubblicazione: cc Sulla cura moderna della lue e • della metalue nervosa » (Biologia i\-1 éaicale, 1925). Il ~onne già nel 1921 fece noto per m ezzo del Pette il risultato di una revilsione ·del suo mate1·iale di ammalati: cc Non è ancora possibile •dar giudizio si·curo s11lla mi&ura, in cui 606 im1pedisce m etaluc. Il num~ro totale id ei casi non è cresciuto alm eno . 11 tempo ·d i scaidenza della m etalue sembra sia più hreve di prima. I cas.i 01 serYati hanno avuto <5empre do&i insuffiicienti di 606 nel principio della sjfilide; nessun caso è stato curato sufficientemente $e'Contdo le nostre cO'gnizioni odierne » . • E nel 1925 (Deut.sch. 1\1eàiz. Wo ch.., 192.5) egli arriva alla isteis5a conclusione; il contfronto, fatto per il materjale di 6 anni dal 1908-19'1·4, di ammalati cioè precedentemente curati con Hg, e dal 1918-1924, in cui entravano ammalati, curati fino ·dal 1910 con 1salvarsan, non gli perm ette di dedurne un aumento della metalu e. Riguardo al rapporto fra terajpia della sifilide r l 'insorgenza della metal'lle c'è ancora da far una con siderazione generi'ca, e .cioè, se la terapia sia veramen te capace d 'impedirla. ·Kel passato vi erano molti neurologi e psiichiatri che ne dubita·vano; daGchè però molti n uovi fatti , acquisiti dallo stu1dio della m·etalue, l 'hanno collegata più in1irnamente alla iSi.filiid e, la terapia ai1ti1silfiìiti1c a viene in"1ece pi ù aip p r ezzata. Il Mingazzini r1ella pubbli-cazione sopracitata. dice in proposito : « •Il più irr1portante compito è d'impedire che !'i11fezione attacchi il sis tema nervoso centrale. !Idealmente noi dovremmo sottoporre ogni am1n a. lato di lue a cure specifiche energiche, finchè si sia ottenuta la completa sterilizzazione del corpo dagli spjrocheti; se a ciò si riu1scisse, si potrebbe 5perare di n on aver più tabe n è parali si. Ghe ciO non sia soltanto teori1co Jo dimost.ra il fatto del la reinfezione ». Importante pubblicazione:
Dott. FURIO TRAVAG·L I già a. "· ò.el re~rt o Dermosifilopatico degli Ospeclalj C:i1'ili di Gen ova
I_;a bis•I~ u t-ot:era pia della si:filide 1: 11 g: Un Yolume in-So, di pagg. I,--ì2 (N. 11 delle Monografie :\Iedico-Chirurgiche d 'attualità, Collezione del u Poli clini<:: o )) ) , nitida1nente stamp:i.to su car ta semipatinata . Prezzo J,. 12. Per i no.stri abbonati sole L. 10,75. Inrviare Vaglia Postale a ll'Edlit<>re LUIGI POZZI Via Sistina, n. 14 - ROMA .
1244
IL POLICLINICO
OSSERVAZIONI CLINICHE. OSPEDALE PACINI IN
S.
MARCELLO PISTOIFSE.
Frattu1·a diafisa1·ia sottocutanea della clavicola curata con il metodo di Couteaud. Dott. ROBERTO REBIZZI, chirurgo, direttore. I numerosi m etodi e pro·cessi proposti per la
cura esatta della frattura sottocutanea ·della clavi·c ola dimostrano la insufficienza di ciascuno di essi e gli sforzi dei chirurghi nell'escogi,tare il mod o più a·datto a .r aggiunger e il' miglior risultato p ossibile. :e noto, anche a -chi non ha una lunga 1pratica di Chirurgia, 1c he, nei fratturati di -clavicola, l'accavallamento dei monconi, l'ac-corciamento dell'os o e le con seguenti 1deforrnità, purchè non si abbia rigi1dità dell'articolazione .scapolo-omerale, non compromettono notevolmente la funzionabilità della spalla, ma ·è noto, 'Pure, che tali defor• mità offendono l' estetica e non tornano a decor o dell'arte medica. P er qu esto, giustamente, il prof. Domenico J'addei, direttore della Clinica ·Chi-rurgi·c a della R·egia Univer sità di P isa, in una sua pu"Q-blicazione (I l Policlinico, Sez. prat., n. 8, a. 1925) , richiama l'attenzion e :sulla c ura d elle lfratture sottocutanee della clavicola ed illustra il metodo di Couteaud il quale, secondo la sua esperienza, dà i migliori risultati anatomici e funzionali. Ho avuto occasione di 51perimentare tale metodo in un giovane operaio ed il risultato ottimo mi •spinge a pubblicare la mia osservazione:
[ANNO
XXXII I, F ASC. 36]
paziente venne, pereiò, -cori-cato supino n el suo letto reso più rigi•do da una tavola situata sotto la materassa e con la spalla lesa sporgente .dal margine di ,questa e con il braccio e l'avambraocio, a gomito leggermente ,flesso, appoggiati su un ipiccolo tavolo soffice e più basso, circa venti centimetri, dal piano ,del letto, cioè venne posto nella seconda 'POSizio.n e d el metodo di Couteau·d. 1Feci poi apiplicare u na borsa di ghiaccio sull'osso le·so. Dopo due gior·n i la r iduzione d ella frattur a era ·quasi totalmente avvenuta e non dovendo più, ragionevolme..nte, temere una emorragia, feci togli-ere la v escica ·d i ,ghiaccio e mi O'Ccupai idi 1completare la riduzione e di mantenerla ri dotta. A tale scopo, considerato che nella se·conda posizione d el metodo di Couteaud viene abolita, .quasi totalmente, l'azione del 'Peso dato dal braccio penzoloni, essendo ·questo aippoggiato Slll tavolo posto a fianco del letto, rico;rsi ad una striscia ·di cerotto ad ansa, previa imbottitura con ovatta del cavo ascellare, situata e fissata in modo che .p assa:sse in corrispondenza ·dell'articolazione acromio.>Clavicolare e che avesse lo scopo, a mezzo di un peso, >Cii aumentare l'azione traente in basso d el moncone idella spalla e del braccio senza però modiificar e la posizion.e d el frammento ,dista] e della clavicola. A .questa an sa soS(pesi, intatti, un sacch etto di rena, ·di circa g. 500, che scen deya verso il terreno nello spazio fra il marg.i ne del letto ed il bor1do del piano del pi-ccolo tavolo che sosteneva il braccio. Il ·giorno seguente la ridu zione della frattura fu comp1eta. Con questo artifizio mi fu facile constatare giornalmente la .p osizione dei frammenti e modificarla quan.do mi sembrava opportuno, variando il p eso del sacchetto di rena e mi fu possibile controllare il 'Progr essivo formarsi del callo osseo. Nel mio caso, do;p o quindici giorni, tolsi l'apparecchio e permisi all'ammalato di usare, moderatamente, dell'arto. La guarigione fu ottima rsotto ogni rapporto poich1è non residuò n è accor ciamento n è incurvam en to dell'osso ed il callo di frattura riusci di piccolissime proporzioni tanto che la differenza fra 1diametro massimo ·del ·callo ed osso normale era di appena un centimetro. Ora, a diistanza di sei ;mesi, le 1due clavicole 1sono per.fettamente uguali e la funzionalità dell'arto è completamente normale. 1I1
1
1
1
1
•
M. F ederigo, di anni 28, da Mammia no Pistoiese, opèraio, il giorno 21 aprile 1925, correndo velocemente in bicicletta per llna str ada in accentuata discesa, si è s-contrato con un motociclista che risaliva la stessa strada a n otevole velocità. Per l'urto è stato sbalzato a terra di dove, privo d i sensi, è stato raccolto e trasportato all'Ospedale. All'esame obiettivo constato: Frattura sottocutanea al 3° m edio della clavicola d estra; frattura eSjposta al 30 superiore della tibia sinistra; escoriazioni alla mano d estra e contusioni al 3° infeTiore della coscia sinistra. 1'ralasciando le altre lesioni, faccio notare che la frattura della clavicola, a becco di clarino , era localizzata un centimetr o all'infuori d el punto medio ·rlell'osso; che il !frammento acromiale era leg'germente tirato in basso e all'indietro e che il frammento sternale er a ·spostato in alto ed al1'aY a11ti per modo che l a punta, con ·cui terminava, nei più piiccoli movimenti del ferito, sporgen do sotto la cute, ten.de,ra a perforarla. La frattura esposta della tibia sin istra non permettendo u na cura ambulatoria ed essendo · granrte interesse ·Cbe il ferito, operaio in una ferriera, potesse conseguire u nn perfetta guarigione annton1ira e. specialmente. funzionale, cred etti oppnrt11no ricorrere al metodo cli Couteaud. 1
Ho la convinzione che l'ottimo risultato si debba esclusivamente al m etodo di Couteaud , metodo che r~duce penfettamente la frattura e c h e la mantiene ridotta fino a completo consolidamento. Anche se il malato, come è accaduto nel mio caso, specialmente n ei primi giorni, ·p er l 'irrequietezza ·data dal dolor e e dal dover stare supino ed immobile. tende a 1s ottrarsi all'azione dell'apparecchio, basta un po' 1d'interessamento da parte del personale di assistenza perché ritorni a posto e perchiè il peso, facendo di nuovo trazione sul moncon e d ella spalla, riporti immediatamente i due frammenti n ella posizione corr etta. Nel paziente in parola una iperf etta guarigion e d ella frattura della clavicola destra era necessaria sopr attutto per il suo mestiere, poichè, dovenòo
[ANNO
XXXIII,
FASC.
36]
1245
SEZIONE PRATICA
riprendere i faticosi lavori dell'o1'ficina, sarebbe stata menomata la sua c~pacìtà lavorativa da una lesione ossea mal r idotta e male consolidata. Il metodo di Couteaud pure presentando l'inconveniente di un periodo di sacrifizio a letto, <leve, .secondo il m io modesto parere, preferirst agli altri meto·di o processi quando il paziente, per le sue speciali occupazioni, h a assoluto bisogno di una perfetta guarigione e deve consigliarsi, anche, al sesso femminile il quale tiene, giu staim·ente, all' estetiic a e che considera come gr ave deturpazione una claivicola ad angolo, con callo deforme e notevolmente sporgen te sotto la cute. Riconosciuto, come dice il prof. Taddei e come ,, anche dimostrato dalla mia osservazion e, che il metodo di Couteau d è dl migliore per la riduzione e la contenzione della frattura sotto cutanea della clavicola, basta eliminarne gli inconvenienti p erchè diventi il m etodo di elezione. Ciò si ottiene renid endolo ambulatorio. el mio caso la grave lesione della gamba sini1s tra mi ha fatto dar e la preferenza al processo di Couteau,d modificato da Ouda.rd e Clement, ma il buon risu ltato ottenuto mi lascia creder e che un appareccl1io gessato che fissi la prima posizione di Couteaud non potrà dare che identiche ottime guarigioni. S. Marcello Pistoiese, novembre 1925.
ci1di'Ve, episodi acuti in cui si ha un abbassamento temporaneo dellla resistenza dell'organismo, e dalle r einfezioni. Diverso è però il comportamento di ciascun a varietà 1di parassita ri·spetto alla cronicizzazione. Con l'inoculazione del Plasmodium vivax (terza, na benigna) si hanno, 10-15 giorni dopo, le febbrl, c..:he s11bito, o dopo qualche accesso, assum ono il corso periodi.co a tipo 1di terzana. Per lo più la chinina trionfa, ·dopo una o 1parecchie J"eci1d ive. sen za che il soggetto sja molto ·deteriorato. Nei paesi temperati, com e p. es., in Italia, le reci1dive o.essano con la sopravvenienza dell'i nverno, m a tendon o a ripresentarsi n ella .p rimavera successiva. Restan o colipiti qua-si e&el1u sivamente gli organi emopoie,tici, ed in modo non g.rave. Dopo una lunga serie d1 febbri, il malato ha assunto i1n coilorito 1palli'do terreo, ha ·diminuzione d el tono muscolare, f a.cile s tan·c hezza , pigrizia d ella vo1ontà. Ai distu,~i funzionali corrisponde anemia di m edio grado con le·u copenia e con mononucleosi modica, splenomegalia, indurimento · appena sen5ibile 1deJl fegato. Gli accessi febbrili . si ripetono 'Per lo più miti e<d ir;regolari. Nella m alaria quartana, piuttosto rara in I talia> gli accessi 1febbrili sogliono ri1p eter1Si . con ostinazione anche maggiore che nella terzana benigna.. Il quadro clinico non è dissimile da quello de• ' scritto, sal,,o che, più spesso che non per la terzana benigna, interYengono edetni e di·sturbi della CON F E R.E N Z :funzione r enale. Alquanto diversamente vanno le cose per la terLa malaria cronica. zana maligna, data dal Plasmodium praecox. Gli (\ T. ASCOLI. Riv. dl M alariologia, 1926, n. 2). accessi febbrili si s'rolgono in m o1do meno brusco; In una ,confer,enza tenuta ai ·corsi di 1P erfeziona- spesso si uniscono a dt1e a due, dan·do le febbri a tipo subentrante; non di r ado si fondono, dando mento in Carlsbad, l'A. osserva che la malaria la febbre subcontinua; si accompagnano talora a cronica presenta, ai tempi nostri, particolare infenomeni gravi ed anche 1pericolosi (•febbre ner teresse biolo gico, clinico e soprattutto sociale, in 11iciosa). Il comportamento ad accessi non isolati, quanto i malarici cronici costituiscono appunto l'intensità della infezion e generale e la comparsa qnei :Serbatoi da cui gli anofeli attingono il virus che inn estan o ai soggetti indenni. 11 malarico cro- dj fenomeni pericolosi a carico dei singoli apparecchi , giustificano la denominazion e di terzana nico, pertanto, è l'esponente ·dell'intensità della maligna. mal aria di una data zona ed il 1p iù pericoloso Il parassita si sviluppa negli organi ematopoieagente dell'endemia. tici. ma :prende sede con ''aria 1piredominanza an· È intere&sante seguir e il pToceSJSo per cui la mache nei parenchimi dei sin•g oli organi (c€rvello. laTia, da acuta, si fa cronica. L'organismo si diintestino, surreni, cuore, ecc. ). Dall'intensità delfen1de con tro la malaria mediante un'immunizzal'anemia che ·con segu e ad ogni accesso febb·r ile e zione ·p arziale, che .è secondata dalla chinina e da1la gravità •dei disturbi generali è lecito indurre che tiene in freno la moltiplicazione d·el parassita. che questo prurassita è pit1 vin1lento; al pecuQiare A sua volta, questo si dtiende contro l'organismo e carattere di dare vo1ta per volta manifestazioni a contro la ch inina a.oquistanldo una resistenza magcarico di singoli wpparecchi, corrispondono anagiore. Si determina ·così un aJdattamento reciproco tomo-patologicamente l'ingorgo dei parassiti nel che rpuò prof.lrarsi per anni e che cost1tuisce la capillari d ell'organo e le lesioni degli eaement1 mala·r ia cronica. funzionanti specilfici. ..\l1e conseguenze dell'i nfeIl 1passaggio 1dalla forma a;cuta primiti va a zione genPrale, più intensa che nelle altre forme quella cronica è segnato dalle caraitteristiche re1
1
1
1
E·.
1
1
1
1
1
•
1246
,
•
IL POI.TCLIN lCO
di 1naJaria .. i aggiungo110 perta11to i disturbi causa f j dalle lesioni d ei paTcncl1imi organici. Dopo una :erie, anche non lunga, di accessi, l'individuo r>resenta facil e affanno scarsa energia, torpore ed irregolarità delle funzioni •digestirve; è riconoscibile l'anemia più o meno intensa senza i1perleucocitosi nè mononucleo&i; 1cuore piuttosto sfiancato. talora con soffio sistolico alla ;punta; fegato per Jo più aumentato idi volume e ·di consistenza; milza notevolmente ingrandita. (anche fin al di5o1to d·e11'om•belico dirigendosi a ·destra); talvolta • a lbuminuria. . congiurato il primo peri colo con un intervento pronto ed energi.co ·della chinina (senza di che la malaria diYerrebbe grave ed anche perniciosa) si può facilmente arrivare, in tem1p o relativame11te breve e dopo non molte recidi ve, al qua-dro della malaria cronica, molto più importante che per 1a terzana be11igna. Il nu·m cro e la qualità ·dei parassiti circolanti n el 5angue varia a seconda idei periodi della ma1a1 tia. Nelle rprime manilfestazioni febbrili gli ematozoi si trovano in scarsissimo numero; questo invece ()Umenta neglt accessi feb,b rili susseguenti e, 1dopo pa.recchi accessi e per un numero più o meno ri1levante di •reci•dive, ,5i osserva una certa pro•n orzione fra parassiti ed intensità dei fenomeni febbrili. Con il progredire della malaria e con lo .stabilirsi •della malania cronica, si verifica i 1 fenon1eno in·v erso e cioè si trovano parassiti p!\1 o meno abbondanti nel sangue cil'colante, 3nrhe se i sint0mi clinici sono miti e scarsi e. non cli r::tùo, an che ·se le ma.nifestazioni clini ch e sono fuga ci e di 1poca entjtà, rappresentate p. es. da un'evnne cente sensazione ·di 1fr.ed·do e di malessere, dH t1na temporanea sudorazione. da u .n a ecrezionnle frequenza ·di pulsazioni. Più tardi i ~arassiti ::;·carseg.g iano e .sono co5i rari in circolo -che non rappresentano più ·di una generazione; a <:iò corrisponde la fenom,e nologia ·della malaria, -c!'onica, che è vaga, mite ed ir.r egolare. Agli schizonti si aggiungono i gametociti. p èr i quali r)mane tuttora soggetto di discussione se quel li femn1 in ili possono moltlplicarsi per partenoqenesi nel rirèolo sanguig110 d·ell'uomo. iccome , poi. con il sangue dei malarici anche non recenti. s i può rirprodurre sperimentalmente la malaria nei sani, m entre nell'individuo affetto le manifes tazioni o1inich e si regolarizzano e si attenuano, ~ i deve inferirne cihe non l'ematozoo J>erdfi in vitalità e virul.enza, ma ch e l'orga11i&mo umano vada gradatamente immunizzandosi con tro cl1 esso . D' altra parte, come si è a;ccennato , anche il ir t· rasc;ita ''a acquistan·do una certa resi . lenza cotttro In chininn. I .. e:-,periPnzn c1inira . cl el re to. ci 0
'
[ANNO
XXXIII,. FASC. 36]
dimostra rhe la chinina esercita un diverc;o ~ra<lo di attività seconido i diver.si periodi <iella malattia. Agisce cioè in modo più pronto e durevol ~ contro le man1festazioni •della malaria prillll~iva c:he non J1er troncare la 'febbre ed evitare le recidive della malaria cronica. I parassiti, specialmente degli indivi·dui profilassati con piccole cosi, :,i vanno come adattando alla ·C hinina e la loro resistenza si ,dimostra più -comune e 1p iù spiiccata nei e,oggettl che hanno usato a lu11go ·doisi ipiccoJe e nei mala• 1·ici curati con ·dosi insufficienti. E' sif.f atta resistenza pnò giu.n gere a tar ·gra;do c·h e i paras&iti risentono 1p oco l'azione ·del !farmaco., anche se propinato a tempo debito ed a dosi ordinariamente efficaci. T.. a vera ·Chinino-resistenza però è a1quan. to rara e basta cambiare via di somministrazion~. accrescere un po' la dose Od usare un altro sale, 1per ottenere buoni risultati. E praprio questa duplice resistenza della limitata immunizzazione •dell'uomo contro la malaria e dei 'J)arassiti contro la chinina che costitui&ce l'e~senza della malaria cronica. ·E ssa rende conto ·d·el come i ·distnrbi siano miti, o·s cfllanti, ma facili a ripetersi. Parallelamente alle .modificazioni biologiche del l'organiismo, 5i svdlgono l'anemia di tipo particolare (senza leucocitosi e con mononu.cleosi), una certa tendenza aJpatica dell'individuo, la !fiacchezza muscolare e talora ca·vdiaca, i disturbi digestivi in rap1porto con le costanti lesioni spleniche ' era Apatiche. Il malarico cronico è anche un individuo diminuito nella psicl1e, nella nutrizione, nelle forze lavorative. 0
* ** NPlla realtà d ella vita dei malarici si tro:v·i poi un altro coeftf.iciente etiogen i1co della cronicità, ·di jmportanza anche suiperiore a quelli finora considerati ·dato ·dalle condizioni 1dell'ambiente in cui essi vivono, soggetti come 50no a nuove in~"'ezioni. Se il nuovo parassita innestato appartiene alla stessa specie del primo, si hanno disturbi meno jmponenti (iper la parziale immunizzazione dell'in. divi·dt10), ma soprattutto si accentua la tendenza alle recidive. Se si tratta invece tdi altra specie, es5a assume rigoglio vivaice ed espri·m e la sua attività con le manifestazioni comuni alla varietà innestata. Frattanto il parassita precedente entra in stato di latenza, ma 1p uò riprendere viigore alJorchè il secondo ha perduto in parte la sua attività, ricostituen1do generazioni febbrigene e determinando i suoi 1danni. Le due varietà di parassiti 1)ossono così coesistere e 5vilupparsi alternativa1nente, oppure evolver e simultanea.mante, dimostrarsi mediante la presenza contemporanea nel I
•
f ANNO XXXIII,
FASC.
36]
1247
SEZIONE PRATICA
sangue e promuovere acces.si febbrili di an damen, t0 irregolare e generaJlmente grave. Questa forma ·di rrialaria m<ista costitui,s ce uno stato più o meno girave ma 50prattutto dispone alla cronicizzazione, per Ja quale ·è · forse indispensabile nelle forme benigne ·di malaria la tpluralità degli innesti; nellla fol\ma maligna ne basta cert:amente uno solo. Dalla malaria cronica va separato il quadro clinico della cachessia malarica. In questa il malato è palli1do, proifondamente anemico, cascante nell'andatura, scarso 'di forze e voi.ontà, srpe&so ~on albuminuria e con edemi; non suole presentare ;para5siti nel sangue, nè febbre. La miseri.a di. lui è irreparaJbile a dif·f erenza ·del malari.Co cronico cl1e può Titornare valido e, ·solo se non è cu-rato a ·dovere, se non evita la reinoculazione, potrà ·diventare cachettico. Il m•alari.co croni'co è spesso vittima di malnttie intercorrenti, .specialmente delle infezioni settiche e di quelle 1delle vie restpiratorie; la 1polmonitP. e l'influenza mieton·o largamente nelle file d ej malari-ci cronici. 1
* ** Rime dio essenziale ed uni·co rper prevenire la malaria cronica 1è La chinina. B anzitutto necessario troncare la malaria acuta febbri.le co11 una dose sll!fficiente; che contenga g. 1-2 di alcaloi·de. E poi importante che avvenga Pimmissione nel san·g ue in forte con centrazione e nel momento in cui si produce la schizogenesi , ~ioè .quan·d o il p·a ras1 s ita è v ersato nel sangue e prima c·he penetri in un nuovo globulo r osso. In tal m·odo, entro 1-3-'5 giorni si tronca qualsia si malaria acuta febbri1'e. E però necessario ~roseguire il tratta·m ento 'Per sradicare i parassiti da1l'onganismo, somministrando le isoprain·dtcate dosi ·di chinina quoti1dianamente iper 15-20 giorni, ripeten·do le somministrazioni bi- o trisettimana 1i per 2-3 mesi e ripren1den dole n ella primavera ed estate succes,sive. Si ipt1ò cosi ottenere rra cura su!fficiente, cioè sradicare il parass.i ta ·d all'organismo, al quale scopo la sola chinina · basta; questa convinzione dovrP.bbe e.sisere assoll1ta nella m ente dei rnedici . Se la di.agnosi è precoce, cio1è fatta nella prima settimana dal.l'innesto, la guarigione può essere raipj da (in 1-2 mesi) e de.finitiva. .t.\nc11e nella curra ·della malaria .cronica, la chini11a esercita la .p arte predominante. L' A., nell:i sua esperienza non ha mai trovato nessun in'<iividno chinino-resistente in senso assoluto; cambiando sale di chinina, dose, via idi somministra. zione, attendendo qualche .g iorno di c:l1ininizzazio. ne p er tr.oncare le manifestazioni cliniche, 11a rilb vato che la chinina ha se1nipre ·dimo5trato la '3-11a 1
1
1
1
1
\
~fficacia.
E pertanto ha rir1unciato a tutte le formule tera1peutjlche in cui la chinina è associata alle sostanze dette co[f)diuvanti, .quali l'ars·enicl) ed il ferro. Un posto a ·p arte fra i rim~di coadiu,.a,nti merita l'arsenico e specialmente i 1preparati or·ganici drl gruppo degli arsenobenzoli, di cui I'azion·e va però s perimentata su più larga scala. ~on è da esclu·dersi che i rimedi coadiuvantt possano ~pplicarsi nel trattamento sociale della Jnalaria, ma sempre a·ccompagnati da una dose suffici8nte di cl1inina. l Ttili ri sultano le cure corn,p,l e1nentari , fra cui le rpjù ifl!dicate son o costituite dagli amari e dai lassativi blandi. Questi, s·p ecialmente sotto for1na di acque ininerali (Montecatini, Chianciano, Cairls])ad) , sono utili ·p·erch!è mo·dificano la .secrezione biliare ed atti'Vano l'eliminazione dei relitti del1'infezione (per la quale Testa110 alterati il fegato e la milza) e migliorano le funzioni digerenti ed as5imilative. Ma vi è un altro punto essenziale per evitare la mala.ria cronica ed è 1quello ·di evitare la reinoculazio·ne, il nemico più temibile per i malarici. P er la guarigione della malaria in·divtduale sarà qnindi consigliabile di se-g·uire il precetto d·eg1ì antichi maestri: /'uge coelum sub quo aegrotasti. Per coloro che sonc1 · ~ ostretti a rimaJ1erc n ei lllO· g-hi malarici ·si metteranno i.n opera tutti i mez'.1.1 ' di lotta antianofelica, ivi comprese le grandi e le •p iccole bonifiche. Se la guarigione della malaria in dividu~le J?Uò, ·con queste diretti'Ve, considerarsi questione dt buona volontà, la malaria nelle masse ·d ei lavoratori dellP. zone palustri è p1·oblema s'o ciale tutto da risolvere, .m a che appare 'Passi1bile di soluz·ione alm·en o teorica, poichrè, se riesce possibile g11arire l'in·dividuo, si ·d ovrà altresì poter guarire una massa. Per raggiungere tale scopo occorrono 1d11e co.n dizioni: 1) che i malarici si curino bene; 2) c·h e siano risparmiati dalle inoculazioni. I.'O. -cosi conclude: Le provvidenze necessarie ricl1iedono però gran·de ricchezza idi mezzi finanziari e potenza di organizzazione. Esse hanno raidice nella medicina clinica, ma devono ,svolgersi nel camtpo della me·d icina sociale; e .su questi gran di problemi, che in1portano la redenzione dai granrd i flaigelli umani, noi medici dobbiamo portare la no5tra atten· zione, iproipugnanidone la •soluzione con unità di intenti e di .lavoro e con fervore di apostoli. Il 1progresso scientifico e la preservazione della salute, cui noi intendiamo, ci sollevano in quell'at moc:ifera dell'ideale umanitario dove non esiste altro confine che l'ignoto da esplorare : tormentosa 5eduzione degli spiriti eletti. 0
1
1
fil.
1248
1I. POJ.ICLJNICO
SUNTI E RASSEGNE. CIR.COLAZIONE. .!ngina mino1·e. <J. l-IAY. British 1neaical Journai, 10 lugJio 1926). La mpdicina morderna ten•d e a dare maggiM \'alo.r e ai sinto.m i in confronto dei segni fisici. Questi sono rilevabili solo qu.a ndo le alterazioni dell 'or.g ano malato sono grossolane ed irrimediabili, mentre generaJmenie i •s intomi sono precobi e costituiscono il 1primo avviso delle lesioni che vanno staibilendosi. .E poichè la terrapia 11a maggiori probabilità di successo quantdo le modificazioni degli organi non sono molto progredite, ne consegue agli effetti pratici cl1e la importanza diagnostica ·dei sintomi deve iprevalere su quella dei segni fisici. E d1fficile cbe il male •di un · ongano s'inizia senza qualche s9f'ferenza su1b iettiva, ·dolore, malessere , dh5ordini ·della funzione, esaulfimento. astenia. Queste sen·sazioni 1devono essere coniSiderate come f.atti benefi-ci, indici id.ella difesa naturale, in quanto costituiscono l'avviso de1la perturbazione allo .stato iniziale e quinldi ancora rjparabiJ e. ' Cosi è men raro di ·quanto si crede che l'angina pectoris S-COIPPi imiprovvisamente con la terribile cri·s i; di solito e$sa è preceduta •da disturbi minori, da un complesso di sintomi che ricordano al1a lorttana i sintomi 1dell'accesso classico e che costi.tuiscono la così detta angina minore. l.'angina minore è stata chiamata anche il (( petit mal n ·dell'angina pectoris, la forma « larvata » o <t frazionata » ·della crisi classica, in quanto in essa compaiono solo in forma attenuata o solo alcuni .d ei sintomi ·del ·grande accesso stenocardi.co. Essa è spesso. il complesso si11tomatico premunitorio, ma può anche alternarsi alle crisi della vera an·g ina a;>ectoris. il sintoma essenziale e più comune dell'angina minore è un senso 1di pena o di dolore in seguito a sforzo o raiffreddamento. La sen5azione penosa è varia per grado e carattere: vien ·descritta dai pazienti come un senso di oppressione. di costrizione, di peso, o di pienezza. E locaJizzata per lo pi1) al terzo superiore e medio e m eno al terzo inferiore ·dello sterno, ma può anche avvertirsi all'Ppigastrio , alla bocca •dello stomaco )). In tali oa~i si suole attri'bui1~e la sen sazione ad indige stione, e tali pazienti sono per lo più trattati come <1is.pcpt)ri fino a quando un accesso di angin'\ major svela la vera natura del male. L'errore è tanto pitì facile in quanto la crisi di solito è ac~ompaignata .cta flatulenza e si calma con )a
•
l(
\
•
f ANNO XXXIII, F ASC. 36)
en1issione '<l'aria, e ohe spesso si verifica d0ipo i pasti presi subito dopo che iJ rpaziente ha ratto de] m oto. dell'angina, minore e maggiore , sono l dolori . continui e persistenti, hanno un crescendo e un diminuen·do, con terudenza ad accentuarsi con gli sforzi e ad alleviarsi con il riposo. È d·u bbio che il ·dolore anginoso sia provocato ·d a es.aurimento ·del miocardio, per.chè si IPUò avere ·grave i11suf.fi·cienza cartd.ia•ca senz·a .dolore, mentre d'alt.ra parte questa può scomparire quando l'insuffi.cienza stes5a diventa molto pronunziata. In effetti il primo segno dello scompenso cardiaco è la ·di·s pnea e non il 1dolore. Le cause, sforzo o raffreddamento, che provocano il ictolore anginoso h·anno di caratteristico il ·fatto che determinano una tensione improYvi5a l~ella circolazione arteriosa e specie del ventricolo sinistro. Nella grande maggioranza dei ca5i c'è una lesione delle coronarie o una ·;persistente iperpie.si : nel primo caso il sangue circolante nel miocardio diYenta insufficiie nte quan·do al cuore è )mposto un mag.gior lavoro; e nel secondo caJSo all'aorta ed a 1 yentricolo sinistro è improvv1 samer1te imposto un earico eccessivo. Gli sforzi, il raffreddamento e talYolta le emo. z)oni, provocano un'iperten•s ione improvvisa che a sua volta si estrinseca con il •dolore, che cessa con il r.iiposo, o iquando l'attività ·del miocar.dio 5i è ria.dattata all'alteralta .con dizione. Durante la crisi •di angina major oltre il terribile dolore sternale •si hanno sensazioni dolorose :più o meno inten5e alla regione interscapolare, alle spalle, alJe braiccia, al giugulo, ed anche alla facc1a Pd agli occhi. Tali sen sazioni si hanno anche nelle forme di angina .m ite e costituiscono un b·uon sussiidio per il riconoscimenito delJa natura del •dolore •sternale o epigastrico. L·a mancanza di questi sintomi acce·&sori rende di.fficile la diagnosi. Va a11che 11otato cl1e vi sono forme di angina minOil.', nelle quali i dolori irradiati prevalgono sul 1dolore sternale. Vi sono casi nei quali il fatto che più impressiona il paziente è un dolore ottuso aid una spalla o ad un braccio, dolore che è molto a;>iù jnten1so di quello al petto, quando ·C'è. L'accertamento della natura di tali dolori. ·Cbe oltre che alla ~alla ed al braccio, possono essere localizzati anche al polso ad alJa gola, può esser fatta 5010 in base ali.a circostanza che essi compaiono in seguito a sfwzi o a raffreddamento .e ces·sano col riposo e ·con il riscaldamento. L' « indj g.estione 11 ccl il '' reumatismo n guariscono con il riposo. Deve essere notato che questi eccessi di angina 1nin-0r sono accompaJgnati da uno stato di ansia, I
1
1
1
[ANNO XXXIII,
FASC.
36]
da una vaga paura, ·da un'apip rensione che persiistono anche •dOIPO la cessazione del dolore. Que. sta angoscia, pur non raggiungendo il gra:do dell'ango'I' animi, ·del senso di morte imminente ohe accom'Pagna l'angina pectoris -classica, è sproporzionata alle reali sod'ferenze •del paziente. I dolori an·g inosi 'Possono essere in raipporto o aid a.ffe.-iioni ongan~·che 1del sistema cardio-vascolare (angina primaria) o a 'fatto.r i -che abbassane la soglia idel ·dolore o alterano episo·d icamente 1'attività del miocardio (angina secon·da.ria). Le angine .p rimarie &o.no 1determinate da malattiP. del mioca:vdio con o senza partecipazione delle coronarie, 1dall'artertosclerosi ·con o s enza ipertensione, e •dal1e ruffezioni valvolari specie Idi quelle aortiche accompagnate spesso da aortite. I .e. angine secon·darie sono determinate da tossi. infezioni, intos5icazioni, stati di esaurimento 11>rovocati da accesso di lavoro o da emozioni. La distinzione 'diagnostica tra angina primari 'l. € secon·daria è .m olto impol!'tante dal iPUnto di vista pratico agli effetti terapeutici e prognostici. Occorre pertanto procedere a·d un attento esame dell'apparato cardio-v.a s colare (per mettere in evidenza le eventuali cause oc.ganiche delle crisi do lorose. E a notare che tra le cause organiche la più frequente ·è l'arterioscleJ:osi, e quindi occorre bene esan1inare lo stato ·delle arterie, ricorrendo eventualmente anche all'esame radiografico dell'aorta. L'i,pe.rt.en·sione ·si t:rova nella metà .circa dei 0asi. 'Nr.1 40 % l ' A. h·a trovato una tensione suiperiore a 180 mm. Si può ottenere un .qualche .m i·g lioramP-nto ridncendo l'ipertensione. E a rilevare però et1e 1a riduzione ottenuta. ·con 1drastici, an-che se intensa e manter.:.uta a lungo, non sempre è vantag·g.i osa per il 1paziente. Ra.rarnente si trovano alterazioni del ritmo card i aro. Q11ando non vi .sono apprezzabili alterazioni dell'ap;parato candio-vatScolare bisogna rintracciare le ca11 s~ che sogliono rubbassare la soglia del dolore: cause tossiche (a;ppenldicite ·cronica, sepsi orale, si.nu5iti, ·disordini pulimonari, renali o alimentari) o cat1se ·d'altro gen.eTe, come stati di inquietudjne , anO'oscia , eccesso •di lavoro, insonnia e simili. Talvolta è bene prendere l'elettrocardiogramma, che può 5,~eiar e un'insufficienza miocardica non rile,rabile con altri mezzi. I.'angina primaria iè rara in soggetti 1di età interiore ai. 45 anni , a .m eno che non siano shfiliticl o affetti ida vizi valvolari. .t\l riguaT·do bis ogn·a tener pre5ente che moltl giovani pazienti di lesioni valvolari lamentano s.pec:so dolore alJa regione cardiaca. Ma questo dolore non ha nulla a che fare con l'angina. 1
~
1249
SEZIONE PRATICA
Esso è lo~alizz·ato alla regione submamma.ri·a e spesso direttamente in corri&pondenza del la punta del cuore. Si tratta di una sensazione idi puntuTa, di una •dolenzia; la cute ed i muscoli della regione dolente sono •s pesso sensibili alla pressione, e l'~perestesia è più frequente che nell'angina. Benchè possa es&ere provocato o aggravato dal moto, il <io1lore .è indi1Penrdente dagli sforzi e spesso <'O.IDJPare quando il 'Paziente è a letto. Que c;to ·do lo re talvolta si 1diffonide, ma la sua distribuzione non è caratteristicamente segmentaria come quello d,ell'angina: talvolta 5i diffonde a tutto il li:ito sinistro, dalla testa al pielde. Quando il dolore è ·g rave scomparendo lascia un senso di PJ'O$trazione, mentre la cessazione della crisi di angina è accom:pagnata da un senso di sollievo e di ben e&sere. La p.rognosi ·dell'angina minor è incerta in quanto è ·difficile prevedere se i sintomi ·conse'"',,eranno il loro carattere mite oppure evolveranno verso l'angina pectoris vera. Certo quando esistono l esioni miocaI'dtche e airteriose o anche semplicemente ipertensione deve aspettarsi il peggio: !l'angina minor primaria è più grave della secon1dari a. Questa eliminate le cause che la producono, inrfezioni ·subacute o croniche, eccessi di lavo.ro mentale o fisico, emozioni , deficienza di .sonno, rpuò migliorare ed anche scom.p arire. In ogni caso il 'P.a ziente 1ai qualsiasi forma dl angina minoT deve .condurre una vita molto regolare; evitare gli eccessi di ogni .genere (mentali, cor1>orei, emoti,,i, sessuali, alimentari). Quando J1ell'anarp.nesi esiste sifilide bisogna sottoporre il ,p aziente a·d energico trattamento a haise dì arsenobenzoli e ioduri. Conviene fare in modo che il peso coI(poreo, ·quando sia eccessivo, sia tenuto rntro limiti ragionevo1i. Molto ef1fi cace è il trat-· tamento 1nteso ad abbassare l'alta te'l1lsione arterio5a. I,'irr.ritabilità e l'insonnia deve essere comhattuta a m ezzo di bromuri. 1
1
DR.
\
Patogenesi dell'ipe1·tensione arteriosa. presse méd., - 30 giu.g no 1926). L e teorie patogenetiche dell'i'Pertensione arteriosa sono tre : renale, surrenale, arteriosa. La teoria renale, secon•do la .quale il rene è il princi;pale agente regolatore della ten·s ione arterios~- è ancora la più a ccreditata. "lari. sono gli argomenti di fatto che rendono attendibile questa teoria: 1) l''iiperten·sione si roanife5ta frequentemente con la n efrite acuta e diviene staibi1e quando la lesione renale tende alla cronicità ; 2) nell'avvelenamento saturnino, nella gotta, nell'obesità l 'ipertensione arteriosa segue (IJ~UBRY
e
DOUì\fER.
•
1250
•
IL POLICLINICO
di parj pa1sso la sclerosi renale; 3) la ma:ggioranza ·degli ~pertesi che non muoiono per emorragia cerebrale o insuftficienza cal'diaoa finiscono nefritici; 4) all'autop$ia degùà. tpertesi si riscontrano quasi sen1J)J'e alterazioni macroscopi~he o istologiche idei reni, an1che quando in vita non erano presenti segni evidenti di lesioni degli or• gani .ste~si. Tt1tti questi argomenti ·rupp•a;rentemente molto solidj s.i prestano tuttavia alla criti ca. Innanzi tutto è da osserYare che non può esclrudersi che lP lesioni renali siano l'elflfetto e non la causa dell'ipertensione. D'altJ'a parte vi sono casi <i'i:pertPniSione senz'al-cuna lesione renale, e vi·ceversa lesioni renali che deco1ITono acutaimente o cronicamente senza mai e&sere accompagnate tla ipertension·e. Senza pertanto potere escludere l'origine renale di al~une ipertensioni, btsogna ammettere che molte volte la iipertens.ione spesso precede la sclerosi ren•ale e ne è la cauis a, m en tl"e a sua volta l'alterazione renale può ft s.sare o elevare l'a.lll· mento del•l a ipresr,ione. r, stato, in eiffetti, sperimentalmente dimostrato che l'ipertensione provoca la scle.rosi. Krilo\v ha 1determinato la sclerosi ne.g li animali mediante la so-spensione per gli arti posteriori ele\ran·do co·sì l a pressione intraaortica. Carred e Guth·r ie hanno prodotto meccanicamente l'arterio~lerosi m etten!do in comunicazione un'arteria con una rete venosa di ;piccolo caJibro che s'opponeva alla libera :Propagazione d ell'on·da sangt1igna. Josuè ·h a fatto rilevare che nell'insufficienza aorti-ca reumatica l e arterie s'induri•scono sotto i colpi d'run'onda sistolica pln scoccante e -più vigorosa. Or.a l'azione scler osante dell'ipert ensione de,,e colpire anche il rene, che è l'organo più vascolarizzato e·a i 1suoi vasi brevi e ''oJuminosi consentono all'onda sanguigna di giungere ai <!rupillari renaili senza essere sensibilm ente ammortita. Così •Si spiega perchè gli iperte5j finiscono nefritici. La teoria 1s urrenale dell'ipertensione poggia an ch'essa s11 constat<:izioni d'un certo valore. Si d eYe ri•conoscere · clì e oltre alle proprietà fondamentali (lell"élldrenalina, a1ll'ate.roma sperimentale da essa prodotto, vi sono amgomenti abbastanza validi per incol1parla come causa tlell'ipertensione. Ef->sa in ef·fetti può provocare forti oscillazioni 1dP!la tensione, crisi vascolari. Va anche i1otata l'iperplasia adenomatosa delle surrenali nel cor.so <lella nefrite interstiziale. 1\tla non mancano fatti cl1e depongono in senso contrario: l 'adrenalina determina solo un aumento transitorio della pres~i one; ogni aumento 1(\ella pre&sione modera l'atf iYità d elle slrrrenali e !a diminuire \la quantita cl i adrenalina n el sangue, per modo che essa sl •1ppone al prolungamento ed alla fis~ azione de) 1
,
1
'
(.t\NNO
XXXIII,
FASC.
36J
processo ipertensivo d'ori·gine surrenale; la maggior p·a rte ·degli ipertesi non presentano ipertrorla 5u.rrenale. La teoria arteriosa consi1dera l'iperteniSione ca:u . sata da le$io11i primitive ateromatose e da sclero'll va.scolare. Ma questa teoria è passibile delle medesime obbiezioni fatte a quella renale: incostanza ,delle lesioni ·d'arterio-caipiliarite; aissenza tra queste e l'ipertensione di relazioni mani.feste o di un .qualsia.si parallelismo, perchè l 'ip.ertensione può man·care o es·s ere moderata quan1do le lesioni sclerotiche sono al ma.,-ximum; comparsa tardiva di lesioni .quando l'ipertensione ha g1à /l'aggiunto -cifre .altissime. Così, lrun·g i dal provoc·are d'ipertensione, sembra che la ·sclerosi arteriosa le sia 1
·~econdaria.
L'ipertensione è una sin1d.rome di disortline o d'i1pereccitazione del tono va5cola:re. E lben diff1. ci] e 'Preci1sa.re in che cosa 1consi,sta e ,quali siano. le cause di quest'ipereocitabilità. ~on si può ammettere, almeno come esclusiva. una .cau sa organi·ca. Si 1è già accennato a che 1cosa si riducono le lesioni Tenali, 5urr.enali e arteriose; esse sono qrua1ohe volta provocatrici e .spesso più l'effetto che la icauisa dell'i.p ertensione. l ,e :relazioni del •Siis tema nerv·oso vegetativo e delle glandole en.docrìn.e, la lo.ro stretta e costante interdipendenza fanno supporre !'·azione di disturhi secretori ·su i centri Tegolatori del tono vasale. Nia il numero degli ipertesi con •disfunzione endocrina è relativamente basso. Un rapporto di • causalità .di tal genere 5i può a.m·m ettere ·s olo nell'iperten sione delle donne con virilismo (surrena1i), dei basedo,viani (tiroide), e delle donne all'epoca della menopausa (ovaio). _.c\lc1ur1e intossicazioni, ad esempio quella saturn ina, sempra possano provocare l'ipertensione a mezzo di un'irritazione 1p :rimitiva ·del 51stema simpatico. Alcune intossicazioni, di natura incerta, sono probabilmente alla ·b ase .ctelì'ipertensione degli individui ·che si avvicinano alla cinquantina. ·11 distnr•bo di solito compare quando le funzioni secretorie ed eliminatorie subiscono un'evoliuzione regres$iva. L'atìfaticamento intellettuale o emoti · vo l'ecces5o di alimentazione ne sono spesso la ' causa acceleratrice. E prolbabile •che veleni endo ~1;>ni <ii varia natura agiscano sui centri rego1la.tori della pressione. La sifilide fra tutte le infezioni è la più incriminabile: essa Yerisimilmente agisce provocandc» iesioni artc>oritiche. Negli individui ipertesi giovanl la sifilide ereditaria, in a8senza di altre cause., de,·e essere considerata l'origine unica 1del disturibo. L'ereditarietà è un carattere molto comune delJ'i•p ertPnsione. Sono state registrate per.fino tre generazioni d'individui tutti ipertesi in giovaneI
1
[.t\NNO
XXXIII,
FASC.
3B]
età, ·s en za alc un' altra malattia c·h e potesse essere j nvocata ·come cau5a. Fino ad ora rudunque non .si hanno spiegazioni complete e plausibili q ell'origine e del meocam, smo di '.Produzione dell'ipertension e. Le lesioni organiche, i •disturbi f·u nzionali, i di·f etti nutritivi le iJ~fluenze tossiche o infettive sòno all 1 base della sindrome, ma non sappiamo ·come provochino e manten·g ano l'~pereccitazione dei centri regolatori del tono vrusale. E probabil e che intervBngano mQldific.a zioni fi5:i!co~chimiche dell'ambiente 11morale. Govaerts ha con statato ch e n egli ipertesi la pressione osmotica ·delle proteine del siero è superiore al normale. 1 i tratta di un fe· nomeno in,rerso a ,quello ldell'edema . Esso può a:gire ·Sulla ,pre&sion e ostaicolando la fuoriuc;ctta ò.ell'aoqua attraverso i capillari, sia obbliganido l'organismo ad elevare la pressione del sangue per compensare l'aumento d ella forza osmoti·c a delle proteine, in moido rd a consentire ai fenomeni osmotici ed agli scam•b i nutriti\ri di •svolger5i come p er ,l'innanzi in buone con1dizioni. I
DR.
Sulla diagnosi clinica della dilatazione primaria del cuore nella infanzia. (BI UHDORN.
M onatsschri>t't fiir
1251
SEZIONE PRATICA
K.ind erheil kllnde,
vol. 29, fase. 3). I .a ·diagnosi delle affezioni cardiache nella in. fanzia presenta delle difficoltà e solamente l' aJ. tapsia può in molti ·casi iportaTe un po' di luce. ,\nche qui però si era costretti a formulare talvolta ipotesi speculative sulla dilatazione primarj a del cuore .con susseguente ipertrofia, e siccome non si conosceva nulla sulla etiologia, si parlava di i,diopatia iper-trofica cardiaca con di1o.tazjone. Riesenfeld trattò al·cuni anni fa di cinqu e casi di ipert1·ofia 1p1imaria del cuore. La malattia era ar,compagn a ta da uno stato timico-linfatico il quale spes!:io può p ortare ad un facile in gr ossa. rnento ·d el cu ore (Feer ). Qui n on sono presi in ronsidPrazi one i forti ingran dimen ti d el cuore che causan o ·dei sinton1i difficili e morte rapida. Rieder e Visober dubitano che l o stato timico, Jinfatico e affezioni del cuore stiano in rapporto. • I bambini osservati sono m orti in buone condizioni di nutrizione e non vi è da m eravigliarst se alla autopsia si riscontra uno stato timico-lin, fatico , n el mentre in bambini scarniti iper lunga malattin inancano segni ·di detto stato. Lo stato timico-linfatico non è adu nque qual· c:he cosa di speciale in bambini i quali sono inorti in buone condizioni di nutrizione. L'.I\. passa in r assegna tre casi :per dare un piccolo co11tributo al poco descritto quadro della malattia.
ll primo caso tratta di un bambino dell'età dl 16 mesi. A quattro mesi ebbe un eczema costituzionale e mori. in 15 giorni sotto il quadro di una insufficienza cardiaca. La autopsia ci mostrò una forte ·dilatazione ed ipertrofia del 1cuore e una miocardite interstiziale di Ceelens ed ancora si riscontrava uno stato timico-linfatico. Inoltr e la sezione ci presentò una tubercolosi primaria del polmone destro con ca~ seificazion e recente di ghiandole bronchiali. Gli infiltrati interstiziali ·del cuore non devono aggiudicarsi allo stato timico-linfatico, ma ipuò in $eguito alle opinioni di Bernh eim~Karrers ritenersi dovuti all'eczema ed anche l'infezione tubercolare. ' Il c;econdo caso tratta di un bambino di 9 mest ammalatosi improvvisamente. I s intomi principali • erano: dispnea, mancanza di appetito, vomiti, viso p allido, facilmente cianoti•co, debole e molto irrequieto. Il ·cuore .specialmente aumentato a destra e lln forte ingrandimento di fegato da stasi. F. da osserva1·e che il bambino ha superato più volte difficili attacchi di malattia ed ogni ' rolta si -è riusciti, meroè l'imipiego di iniezioni intramuscolari di strofantina, di eliminare in breve tempo i difficili sintomi .subbiettivi ed obbiettivi. Il terzo caso è un po' più semplice del precedente. Il bambino era di 18 mesi, ma anche q.u i si sono aYuti ripetuti attacchi ·della malattia, però si potette ottenere un allontanamento dei sintomi per mezzo di somministrazione di strofantina per iniezione intramuscolare e tintura di strofanto Titr ata p er via orale. ·I sintomi della malattia si presentano in generale quando il cuore incomincia a lavorare di più, per es., n ell'inizio dei tentativi a camminai-e, ma inoltre la malattia può essere ere·di1aria. I,a prognosi non è favorev ole. :Finkelstein dice che i bambini per lo più muoiono n el terzo anno di vjta, ma n onostante la difficoltà della malattia in seguito ai n ostr i rip etuti tentativi terapeutici, ci troviamo n ella possibilit:1 di aiutare gl i am·malati, spesso con esiti favorevoli. CORTESE.
IMMUNOLOGIA - VACCINI E SIERI. '
Le anatossine. n. 49-51, 1926).
<CHR . ZOELLER. Gaz. des H 6p.,
L'anatossina è un prodotto deriYato da una tossina, e caratterizzato: dalla sua innocuità per l'animale e rper l'uomo, dal suo valore antigen ico, dal suo potere <li noccu:lazione, e dalla sua 1
~tabi1ità.
1. a scoperta si deve a Ramon, dell'I1stituto P a~teur , il quale operò la trasformazione della toc;-
1252
IL POLICLlNICO
sina in a11atossina trattandola con aJldeide ,forn1ica, e facendola invecchiare al termostato a 4Qo. Con t<rli processi la tossina ~e!'de la 5ua tossici là speciftca, e la sua iniezione provoca solamente in rari so.ggetti delle reazioni locali e generali, per ·dei fatti di ipersensi1bilità alle proteine. Il ' ' alore ai1ti genico ·della tossina resta invece imm utato, vale a dire, iniettata nell'animale e nell'uomo, .è capace di provocare la comparaa di anticonpi 5pecificj. L'anatossina è poi una sostanza stabile., che non p ei·rt e le sne qualità fondamentali conservata in ghiacciaia o alla temperatura ordinaria, ed è più r esi~te nte ·della tossina da cui ,deriva agli agenti distruttori. Finalmente l'anatossina, me&Sa in presenza del1:antitos~ina del sieTo corrispondente, ha la propn età •di fissarla, ossia ·di saturarla, provocando ' una floc·c ulazione ,p iù o meno rapida. Tale fenomeno, essen•do funzione del potere antigene, permette ·di procedere con maggior !facilità alla titolazione 1dell'anti gene stesso e dei sieri. J.. e qualità delle anatossine ne !fanno degli antigeni di scelta, utilizzabili per applicazioni ·diverse. rJn primo luo~o l'iniezione n egli animali pro· voca l'ap1parizione dell'antitossina specifica, per ,cui può essere 11tilizzata per la p reiparazione dei sieri terape·uti cj. In secondo luogo può essere impiegata nell'uomo come vaccino ver5o certi agenti patogP,ni che nocciono 1più per la loro tossicità che p~r la loro virulenza, ·come avviene, ad esempio, nella difterite e n el tetano. Infine le anatossine autorizzano uno studio me todico, profondo, e inoffensivo dell'immunità antitossica. La prima e la più stu·diata ·è: L, A n.atossiria difterica (vedi Policlinico, Sezione -prati<' a, 19?.5, 11. 43; 1926, n. 30). I numerosi studt di laboratorio e le applicazioni nell'uomo (dal 1924 ~ono state esegouite in Francia molte migliaia ·di vacc inazioni in coJlettività di fanciulli e di adulti) hanno ormai sanzionato la sua effi~acia Sol3.mente in sog~etti ~persensibili alle proteine difterirhe si osservano delle reazioni locali in forma di infiltrati cutanei d,i colorito rosso più o meno intenso, e delle reazioni generali con febbre intorno a 38°,5-390. Dopo 48 ore, in genere, tutto rientra nella norma. P er riconoscere talt sogge>tti sen5ibili basta del resto praticare in precertcnza una intradermo-reazione ·c on diluizion~ di anatossina difterica all'l % (anatossi-reazione). Ventiquattro ore òopo l'iniezione di 2/10 tdi eme. nPl derma apparisce un'aureola rossa. _lei soggetti in cui l'anatossi-reazione positiva sorpa5sa l'e>st1•115ione di una moneta di 5 franchi, sarà prndentfl non ·p raticare Ja vaccinazione. 1
1
I
[ANNO
XXXIII. FASC. 36]
Nel lattante la vaccinazione è inefficace e non si ottiene la formazione di antitossine I.Specifiche. Egualmente negative sono stat.e le prove per proteggere il lattante, vaccinando la ma:dre durante la gravi·danza. L'anatos5ina, pur essendo un . filtrato di ~oltura ' non agisce direttamente sopra una lesione difterica, così come agisce un filtrato 5tafilococcicQ sopra una stafilococcia cutanea. Ed analogamente è sprovvista •d'azione n•ella 1cura dei ~ortatori ribelli di bacilli di.fterici. Più discussa è la 5Ua ef.fica·cia nelle polineuriti •difteriche, e le esperienze ·d ell' A. in proposito sarebbero state negative. N,e lla prati.ca comune la v.accinazione antidifte, rica p er mezzo dell'anatoSiSina comprende 3 iniezioni sottocutanee, nella regione addominale o sottoscapolare, in dose idi eme. 0,5-1-1,5, con intervallo .dj 3 settimane ·tra la 1a. e la 2a e di 8 giorni tra la 2a e la sa.. Nelle com·u nità ·di fanciulli non è indispensaibile esegnire preventivamente la reazione di Schick, es~en·do sempre aissai alto il numero ' dei soggetti recettj,ri. Negli adulti , invece, .sarà pru1dente saggiar.e tale recettività, saggian·do eventualmente, come già si è 'detto, l'iper5ensibilità per mezzo di una anatossi-reazione. Nei fanciulli dai 3 ai 10 anni la vaccinazione va praticala sistematicamente, e ciò deve costituire la base della prO!filassi sociale ·della difterite. Durante le epidemie è raccomandabile la vaccinazionP. occasio.nale, pur rammentan,do che non si tratta di 'Un metodo 1d'·u rgenza, richieden'<lo rimmnnità vaccinale qualche settimana per es5ere completa. Le c ontroindicazioni sono scarse, e rappresentate solo dagli stati febbrili, e dalle tare organi· cbe, gliali la tubercolosi, le candiopatie, le albu1ninurie. • Snlla durata d ell'immunità non è stata ancora clPtta J 'ultima parola. 1J_,'Anatossina tetanica è run'altra anatossina far.~ lmente 5eparabile per filtrazione d'una coltura di bacilli tetanici, e :fornita delle iproprietà !on· I ·damentali delle anatossine. Essa ha sostituito la tossina iodata come antigene nella preparazione ctel siero antitetanico all'Istituto Pasteur. Nell'uomo la sua applicazione è stata studiata da Ran1on e zoeller, i quali dimo5trarono l'innocuità dell'iniezione di 1-5 eme. d'anatossina antltet3.nica, la quale non provoca mai reazione proteinica, come può acca!d,ere con l'anatossina difterica.. La , ,accinazione antitetanica dovrà trovare le Slle applicazioni sistematicamente nei soggetti esposti all'infezione tetanica, e accidentalmente nei soggetti feriti, non vaccinati. 1
1
1
1
t ANNO XXXllI,
FASC.
3'6]
1253
SEZIOJ\1E PRATICA
l.:a sierot..erapta antìte'tani·ca resterà jndicat<:t. corr1e misura d'u·rgenz.a, 1;)er la 5Ua ~meacia immediata. L'Anal@·sSina dissent.eirica è un'altr.a. ·della serro, ·prepar~ da . ·c olture < d i bacillo dì Shiga in bro1do pepton[zzato, e pl'esenta caratteri :analoghi antigentci ·e im.m unitar'ì alla precedente. Non esistono però ·ancora esip·e rienze ·della ·sua utilità nel1'·u omo n ei confronti di epi1derriie di dissenteria. I .'.ilnatossina gangrenosa -è .stata rpreparata fo1·~ malj zzan·d o e la·scian1do in termostato le tossins de'l b. per.frìgens e del vibrione .settico. I resulfa1i ottenuti nel ·campo ,sperimentale sono meno n etti che ·c0n le anatossine pr.ecedenti. I sieri ottenuti ·d a cavalli iniettati con l'anatosf>ina antigangrenosa sono talora polivalenti, talora efficaci -.solo verso uno ·degli antigeni ·della mescolanza. Sono state IJ>Oi stu1diate altre anatossine, quali la botulini.ca e quella id ei veleni vegetali (abrina) e anirp.ali (veleno ·del cobra, ecc.). L'A. ha iniziato anche 1ctegli stu di sulla tossina streptococcica 1di 1Dtck, ottenendone 1nna attenuazione ·progressiva, e, per il ·concorso di altri ri~erc.atori, si può parlare anche ·di una antitossina anti5treptococcica, 1che potrà avere in futuro importanza per la 1p ro,f ilassi della scarlattina. Il cam;po ·di applicazione .delle anatossi.ne non è però limjtato all a 'PTO·duzione ·dei sieri terapeutici ·e di vaccini efficaci per l'uomo, ·r~ppresen· tan1do p11re, ·dal punto td i vi&ta biologico, dei ;reattivi preziosi per esplorare n ell'uomo e nel~'animale la !·unzione antitossi:ca e l'immunità antitossica. Si p1'iò cioè, per mezzo 1delle anatossine, stu, diare la reattività antitossjca naturale e aoquisita del soggetto. Tra le altre .n ozioni generali svelate dall'impiego delle anato&sine vi è IPOi l'importanza dells reazionj locaU nello sviluppo dell'immunità antitossica. I ca\~alJi produttori 1di siero, ohe presentano un as·cesso al punto di inoculazione 1d ell' antigene, forni1scono ·una proporzione ;di antitossina nettamente superiore alla media. Diguisa·chè si è cercato di jprovocare artificialmente questa reazione esagerata, unentlo 1delle sostanze estranee all'anatossina (pPr es., polvere ·di tapioca). P er avere effetti ana:loghi nell'uomo si è giunti, dopo var1 tentativi, a pro•durre una mescolanza di anatosisina e 'di un vaccino microbico, col nome di •e vaccini associati », ottenen·do e:tìfetti va·ccinali nettamente superiori a quelli •della &empl{ce iniezione di an::i.tossina. Sarà possibile in tal modo provor,are in un tem1p o l'immunità contro più di un'infezione. lTn ult.imo fa:tto degno di nota è la rapidità. ron la ·quale appaiono le antitossine dopo l'inie1
1
zione di anatossina. Fino aJd ora bisognava atten.rj ~re vari giorni 'Prima di poter ·constatare la comparsa di anticorpi nel vaccinato. DOIPO una prjma iniezione id i anatossina, invece, già in quaran tott'ore si possono dimostrar.e presenti nel &ang11e parecchie unità antitossiche. M.
FABER1.
Paralisi acute da vaccinazione anti1·abica. • •
(M. TINTI. Rivista C1linica Medica, 1926, n. 9) .
Diversi a·u tori hainno de•scritto una paraplegia acuta a tipo mielitico che, molto raramente, si 5uole p resentare n.eì corso .della cura antirabi-cfh (1: 5000, n.e i curati con il meto·do P·asteur 0;rt. ginale). La malattia si manifesta fra 1'80 e l'ultimo gio.rno della 'raccinazione, o anc'h e 7 .g iorni dopo il suo termine, con Jievi turbe .g enerali e stato febbrile, cui 5eguono 1p aralisi .degli arti inferiori, ·del' :r etto e della vescica: .qu:a1che volta ;prima i dolori, poi la parali•si o la rparesi si tfanno ascendenti interessando gli arti superiori, Ja faccia, o perfino i l bulbo. Se i l pazieilJte sopravvive alla gravità dei 1distl1rbi bulbari, i fenomeni paralitici si .dis&ipano in un '1)erioldo che varia da uno a venti giorni, la motilità torna a rpoco a poco ed, al ma&simo in alcune .settimane, la guarigione spontanea è completa. Per il decorso della malattia è in·difQerente interrompere, seguitare, o r inforzare (con iniezio.ni endo·venose) il trattamento antirabico. Nei pochi casi seguiti anche ·dopo· l'obitus si è tr-ovata una meningo mielite acuta emorragi•ca circoscrjtta, con infiltrazione parvicellular.e peri~ vascolare. L'encefalite può o no accompagnare questo proces5o mielitico ed assumere le stesse caratteristiiche anatomo epatologiche del segmento spinale. I.a 1più grande diisparità ·d i giu·d izi regna nel oampo dell'etioJogia e della patogenesi .di .que5ta sindrome paralitica. Dopo un esame mjnuzioso ·delle storie cliniche <lei malati, a ·cominciare •dai ·dati anamne&tici jper ciò che r~gual'lda predisposizione, ·costituzione, tare personali, fino ai reperti anatomo patologici; delle statii&tiche fatte Sll migliaia. di vacicinazioni con i vari metodi. ·da .quello antico di Pastem a quelli recenti di Hogyes; rigoro samente vagliati tutti ·g li argomento pro et contra le singole ipotesi emes&e; oggi non solo non ·è pro,rato, m~ non è neanche probabile che la parali si di pen<1a 1dal• l'azione del virus di. strada, nè come rabbia anomala, nè come manifestazione di rabbia guarita. Non esistono elementi probativi neanche per l'ipotesi che dipenda dal virus f1sso, o ilalla to ssina· 1
1
-rabica, o da fenomeni anafi.latti ci.
1254
[.t\NNO
lJ. POLICLTNIC:O
... cartata la 1dilpen•d enza dal virus di straida, dal viruc; fisso, 1da infezioni aiccidentali, da f enomeni anafilattici, da tossjna rabiiea, l' ipotesi che maggiormente so ~disferebbe è quella ·che lega i fat.ti paralitici a;d azione tossica ài eccessiva quantità di ·ostrznza ·n ervosa iniettata , ·capace di determinare gli stessi identici fenomeni ancl1e se anzi' chè rabica, è normale. J./.t\. ,p artendo ·daill'osservazio,n e ·di un caso di menin•go mielite a cuta (il secon•do 0 sservato in 25 ann•i n ell'Istituto Antirabico 1di Firenze), ferma l'attenzd.one in special modo s·ulla teo.ria anafil·alt.ica, non giusti:fica l'apriorism o •di un gran,d ist>i mo numero di .autori cl1e respin1gono senza argom entazioni una simile patogenesi, e ritiene invece cl1c secondo le m odern e 1dottrine, l'ipotesi che m eglio spiega i f enomeni morbosi osservati e la~cia un minor numero •di dubbi in.soluti, è quella che si t ratti di anafilassi da estratto di 1
or.qano.
XXXIII ,
FASC.
proteine epi·dermiche: penne, 1Peli, forfora, esa.. lazio11i ·di animali; e) proteine della polvere: ·d i ca-sa, di straida, di farine, ecc. 2) Vie •di·gerenti. Protein e alimentari: uova. farine , carni, frutta, eoc. 3) Via cutanea. Lane, vestiti, sostanze chimtcbe, ec.ic. 4) ·Grl1pipo baitterico. :B forse il grup~o più importante. Lo stato allergico è secondario all·i presen za ·di un focolaio microbico che trova 5i 1n altra parte del·l 'organiJsmo (bron•chi, naso , intestjno, tonsille, d enti). I.o stesso inldividuo pruò aver e contemporanea· mentte, o su·~es.5ivamente sen•sibilità per più protein e. _Può ·dairsi anche il •caso che la pelle non sia per suo conto 1sen sibile alla proteina patogena. ed allora le prove cutan ee sono id i conseguenz'\ negative. I.SA.. raccomanda anzitut to di ra>ecogliere una ri gorosa anamnesi familiare e persoriale fac endo in·dag jni sulla eventuale prE>senza nella storia dt una o pj ù mailatti e del gru1p po allffi'gi1co. Nel· l'anamnesi personale si ins~Slta nel · r ilievo dei rap,p or ti cihe vi sono f.ra l'asma, per esempio, e la stagione e la località fr equentata 1dal paziente, s ia pure ·di passa·g gio. I mesi n ei ·quali le piante im1Pollinano, la vita ·crumpestre, la vicinanza di 11.na stalla, il periodo della .giornata in cui l'asma insorge sono elementi p reziosi peir !farci sospettare un,asma da '1ieno, •da esaìazione o perspirazione animale, da contatto con un indumento 511eciale, con nna pelli ccia, con un cuscino di piume. Importante è an che la relazione dell'accesso ('On l'ambiente l ocale : la casa con le s ue varie 1polveri e i vari animali 1domes1Jici (canj , gatti, uccelli, p elliccerie, ecc. ); l•a stra;da, i veicoli, i caffè, i teatri (polveri strrudali, la polvere da toletta, il fu.m o ·di tabaicco, eoc.). La professione eseJ1citata 1d al paziente sta in prima linea nell' asma -prosfessionale, p er la ricerca di quell e sostanze chi mich e che anche non agendo corne proteine, d opo lun1g a sensibilizzazione finiscono con il riuscire n ocive a chi le mane.ggia: cocaina p er i dentisti, ursol nei con. r.iatori di pelli, antipirina nei farmacisti, farina nei mugnai , forfora ldj cavalli nei garzoni di stalla, ecc. L 'idiosincrasia alimentare ofifre una certa difficoltà di in•dagine se si presenta per cibi di uso giorna1iero. L, esame obl)iettivo deve ave.r per 1scopo anzitutito !'esclusjone •di lesioni organiche, la iricer ca di eventuali fo colai che possa.no dar luogo ad una all ergia batterica, ed il rilievo l(}ei sintomi allergici, che secondo il Duke, sono i seguenti : b)
1
1
Rjpor1ata la discussion e su questo terreno, sa. rebbe tttile che l'angorn ento .rosse oggetto di fiuturi studi, pc.r la importanza pratica che ne ·derive r ~bb e ; se 1di an·af i lassi si tratta, facile rpuò es5e re i! rime·dio. Intanto il metodo ·di Hogyes, che si 1ba.s a sul1'in·i ettare quantità mini.m e ·di sostanza n ervosa e notevole quantità ·di ·virus fresco sembra corri' spondere perfettamente alla teoria ed alla pratica , tantoch1è su 17,000 ,-accinati, solo t1n caso dt paralisi è ·stato osservato. PERSIA.
I metodi a1nericani di diagno i e cura delle malattie alle1·giche. {\°\7ALTER MISCH . Deut. l\1eaiz. W och. , 1926,
n. 19).
La fe1ìbre e l 'asma ·dia fieno, l,asma bronchial ·. C'erti eczem i, l'orticaria, l,eldema •di Quin•cke, alcune forme ·d i coogiuntivite, di •der.m atosi, di emi. crania, d'i turbe intestinali, ,di epil essia sono la espll'ession e varia id i uno 1Stato allengico, e pure presentando uguaglianze nelle manifestazioni clini cl1e, traggono origine da cause •diver se e pereiò necessitano idi cur e diver se. Da vari anni gli .i\.mericani u.san o ·dei m etodi !parti colari per la diagnosi id i queste all er gie; es.5t tendo no a scoprirre la so&tanza ver so la quale iJ paziente è ipersensibile, servendosi specialmente d ella -cu.t ireazione. Entro cer ti ilimiti si può ·dire che diagnosi così fatte ci per.mettono anche una buona cura cau sale, là dove prima non potevamo fare eh<' nn.a cura sintomatica . A 'ìecon1da ·della porta ·di en trata nell'ooganisn10, lP -protPlne sen sibilizzanti. infinite rper numero, po$c;o no •clivi•dersi in grandi gruppi : 1) \ 'ie respiraitorie: a ) .p roteine del polline: 1
1
36 j
1
{ANNO XXXl1ll, ncchio: ~mento,
FASC.
36]
SEZIONE PRATICA
edema ·congiunti vale, .gonfiore, arrosprorito delle palpebre, itpe.rsecrezione
. 1e. .agT1ma Naso: sternurto, pallore e tumefazione della mucosa, rinorrea muco-sier-0sa. Faringe: tosse, irritazione del palato molle e delle fauci. Bronchi: stato a:smatico~ spa5tico, con tosse e sr.creto bronchiale mucoso, limpi·do, rioco ·di cellu·l e eosinofili: nelle forme lievi, solo tosse con difficoltà n el respi-ro .p rofondo. Pelle· orticarja, eidema angioneurortico, eczema, .eritema, prurito. Ttlbo cligerente: ·d olori adidominali, diarrea. T1escica : pollachi'Ulfia ·dolorosa. Stato generale: cefalea, astenia, ipotensione. Fatta la diagno5i clinica •di stato aJlergico si pirocede alla ·diagnosi etiologica. Se l'anamn~si ci ha tfornito indicazioni precise si fa una prova grossolana faicendo ingerire al paziente gli alimenti ·sospetti o metten·dolo in contatto oon le polveri, co11 gli animali, con gli oggetti so·s petti e si osserva il sopravven ire di f>egni sospetti, il dhe 1p uò verificarsi in un mac;F-imo di 36 ore. Se l'anamnesi fu muta sulla tScoperta delle cause allergiche .si procede alla cutireazione, prima per Q'ruppi allergici, po~ per le sin·g ole sostanze dt quel gru:p1p o che ha 1dato reazio.ne locale. Il medi·co può 1da se stesso prepararsi i· vati estratti necessari. I •cereali, i pollini, 1e scaglie c·ntanee, i vegetali seec·h i, la carne si trat.tano con nna soluzione al 5 % idi clO'furo di sodio, alcali tlizzata con bicarbonato di sodio fino a che 10 cm.e. çlella .soluzione corrispon·dono a 3 eme. della soluzione alcalina neutra a1d 1/10, che si sterilizza aggiungen·do il 0.40 % di aci do 1'enico. Per le sostanze ricche di .acqua, l'estratto si prepara co11 una soluz·i one fel).i-cata al 2.5 % di clon1ro di so·d io ed 1.25 % ·di 1:>icarbonaito idi sodio. Le soluzioni si lasciano 2-3 giorni a temperatura aIIllbiente, con eventuale ag'giunta ·di toluolo: poi si diluiscono in mo·do che .contengano mezzo milligrammo di proteina per eme. (1determ~nazione secondo Rjel·dahl). Gli estratti secchi si preparano sciogliendo Je ~caglie in liscivia ·d i 'POta5sa neutra ad 1/10. Si filtra e nel filtrato si precipitano le proteine neiutralizzan1d.o con HC1 ad 1/10. GJi estratti di polveri si fanno sciog.lien1dole in una solnz1on·e di icloruro ·di sodio fenicata. I mi.gliori estratti sono .quelli secchi o in .p asta, e le f.a bbri·che americane li yendono in tubetti 1
1
1
da 25 ·50 mgr.
Le 1prove ma·ggiormente ll ate sono Je cutanee. fatte &Ul lato flAsisorio de1ravambraccio, lavato con acqua stel'ilc e non con alcool. i :fanne con
1255
un ago delle .scarificazioni super.fidali, lunghe ciréa 3 mm., di:stanti 2 cm. l'una dall'alftra. Sulla ~carifi<?azione si pone una goccia Idi ·liscivia di <:-oda neutra, soluzione aid 1/10, e poi si mette r.on l'estremità dello stesso ago una piocola quantità di e5tratto secco. Possono ;f·a rsi in una stess,. seduta fino a 20 scarificazioni. Se vi è reazione, si manifesta in un tempo cq1e va dai 6 ai 30 rr1in11ti, e consiste in un piccolo ponfo, largo almeno ~ mm. , a mairgini netti, se pure irregolarj. Le reazioni false sono più deboli delle vere. (S utile fa.re 11:n.a scarificazione di controllo, sulla quale non $i mette proteina alcuna). I .e rerr zioni sottocutanee sono meno rusate tPerch è possono dare un maggior numero Idi reazioni
falsamente positive: tuttavia il Duke le pretferisce in persone idi età av.anmta che in genere hanno scarsa sensibilità alla reazione cutanea. La prova sottocuta.nea si fa iniettan do sotto ·cute 0.01 c1nc. di soluz.ione di allergene (0.0-2 mgr. di estratto secco sciolto in 0.02 eme. di soluzione cloruro sodi·ra). Con qnesto meto•d o, oltre una facile reazjone !ocal.e si può scatenare una reazione generale; se questa è troppo violenta :può 1p erfino riuscire pericolosa rper la vita, con 5indrome asfittica. In questi catSi bisogna affrettarsi a:d asportiare cruentemente il focolaio di iniezione, e ad iniettare adrenalina al millesimo, anche a dosi 1
rip~tut e.
In d.at1 casi speciali si p111ò utilizzare la rtiazionc oftal.mica e nasale, provocantdo ·così delle con. .giuntiviti e riniti identi-che a quelle da !i-eno. Anche queste reazioni mucose, se troipipo violenti , re_g rediscono con la istillazione ·di adrenalina. Terapia. Se le ind1a gini ·cliniche e sperimentali furono positive per il ri·conoscirrnento di una o più proteine patogene, se è possibile si prevengono i futu.ri accessi invitando il malato ad evjta.re guei cibi, quelle esalazioni, quei contatti che gli riescono nocivi. Ma ise que5ta difesa non è praticamente .p ossibile, allora bisogna tentare l:t desensibilizzazione 1del malato. a) Nell' allergia alimentare per cibi di pri.ma necessità e di 11so comune mentre da una parte si Ti~duca il malato -con la somministrazione d1 piccole quantità, sempre cre5centi, del cibo inoctminato dall'altra si somministra per via orale, ' in <tose giornaliera non superiore a 5-10 mgr., l'allergene corrispondente. Si può anche .far prec edere il pa.gto dall'ingestione di una piccola quan. tità di alimento anafilattogeno, o jnfine desensibilizzare per via sot.t ocutanea. P e.r queste alJergie è molto in uso anche la d.esensibilt:;za:;ione as-pecifica con peptone per ''ia orale (0.80 prima d el 1pasto, per 5-8 giorni consecutivi. seguìti da altrettanto di riposo e poi riipetuti regolarmente). •
•
1256
IL POI.ICLINICO
•
b) Nel!' allergia batterica i mi.g li ori risultati si
hanno con le iniezioni sottocutanee di autovaccino (1 bilione ·di germi per eme.), rjpetute ogni 5-7 giorni, corninciando con 1/4 di crr1.c. e d a'Umentan·do idi 0.20 ogni ,,oltta, fino ad un totale di 7 iniezioni. e) Nell'allergia da polline si fanno iniezioni di alJergene ispecifico, appositamente allestite. La c11ra va iniziata moJto ~er tempo, a •dosi crescenti da 10 a 5000 unità in maniera ·di aver praticate alme110 10 iniezioni all'inizio deJla stagione dei polline, e fa,c.endone ancora 5ettimanalmente, ldurante la fioritura, altre 5-10 con la ·dose massima raggi11nta. Duke raccom~nda l'applicazione conte!llporanea al naso ed alla con1g iuntiva, ogni 3-4 giorni, ·di una pomata aJ polline. d) P ér ]'allergia ·determinata da altre sostan ze trasmesse dall'aria, si usa la de·s ensibilizzazione sottooutanea con dosi mini-me incapaci di dare re.azione g13nerale, e che vengono progressivamente aumentate (-da 1 :20,000 a:d 1: 5) e con intervallo di 2-4 giorni. PERSIA. 1
1
MEDICINA SOCIALE. L'orientamento professionale e la difesa dell'ope1·aio dai pericoli d'infortuni o. I
Fl prof. A. Peri ha comunicato al V1I Congresso ~azionale di Medicina del Lavoro le sue osservazioni sull'orientamento ~tofes5ionale con speciale rigua:rido alla difesa idella personalità fisio-psichica 1dell'operaio dai ipericoli d'infortunio. L'avviare un operaio ad un lavoro per il quale ha disposizioni naturali od acquisite oltre ad assicurare un maggiore e più perfetto ren·dimento, dovrebbe costituire un mezzo di salvaguardia dai pericoli ·d 'infortunio. In effetti l' ap~licazione ad un lavoro per il quale 5i ha inclinazione è causa d'intima sod disfazione ed anche se protratto a ltt1ngo provoca ·più difficilmente stanchezza. La minore stanchezza fa si che i poteri psichici si mantengono sempre pronti e vigili nell'assicurare l'automaticità ·a ei movimenti e la normalità del lavoro, e nell'eliminare ogni elemento pertur. batore costituente causa idi le5ioni. l\1a oltre quello della stanchezza vi sono altri fattori (meteorici, ambientali, indiviiduali) capa.cl -di rendere più o meno frequenti gli infortuni. 'l\lon basta orientare il giovine, che ha raggiunta l'età per dedicarsi al laivoro, verso una data mansione piuttosto che verso un'altra, stabilendo quali attitudini dimostri, e tenendo conto delle controindicazioni d'ordine fisiologico e patologico eh e &consigliano talora di ind.irizzarlo verso un lavoro che potrebbe essere òi suo gradimento Conviene ten ere presenti le cqndizioni particolan 1
[ANNO XXXIII, FASC. 36]
nelle quali si svolge il lavoro pel quale si niisurano le attitudini del can•di•dato per giudicare se tali con·d izioni colla coesister1za di -deficienze fisiolo.g~che o di fatti patolo1 g.i'ci, non rendano più grave il riscl1io ·determinato da quei fattori che 5ono stati considerati come elementi causali e conca'llsali ·d'infortunio. Cosi il giudizio dato 1prjma che il candidato \renga ad esercitare la sua att:Lvità nell'officina. non deve essere ritenuto assoluto. 'D'altra parte l'orientamento a.id un dato lavoro non può essere definitivo e4 immutabile per tutta la vita, l'operaio giunto ad una certa età, specialmente quando presenti una sene5cenza precoce, ·deve essere orientato verso un lavoro che presenti maggior facilità d'esecuzione e minor rischio profes·sionale. I gio1v ani pure po·ssono durante il lavoro, an·che se liberamente 5celto e ·1Pel quale fu riconosciuta l'esi·s tenza di tutte le attitl1 dini necessarie, divenire disadatti a compierlo, sia per una malattia che abbia lasciate con segiuenze in modo da modificare sensibilmente l'attività fisio-psichica di cui ·di.5poneva anteriormente l'operaio, sia in seg'Uito ad infortunio che abbia ridotto l'attitudine al lavoro. Dopo una malattia o dopo un infortunio che abbiano lasciate conseguenze di carattere permanente, l'esame per stabilire l'~doneità del soggett) a .continuare il lavoro che esercitava per il pas. sato 1è •doveroso rper chi si proponga di . proteggere la salute e !'·integrità deJl'operaio. Tanto più che dagli studi sul determini5mo degli infortuni, risulta evidente la maggior frequenza 1degli infol'. tuni nei soggetti che hanno subito una minora. zione della capacità laJVorativa indipendentemente 1dal r,ischio del lavoro ispeciiale ai quali sono a.id detti. La maggiore vulnerabilità dei s(>ggetti che han. no riportata offesa alla integrità anatomica o funzionale si può dedurre dallo stu-Oio della dtstribuzione topografica delle le5ioni da inf ortuni.o, che può essere schematizzata adottando la u figura umana inscritta nel cerchio di Leonardo da Vinci ». Dall'esame dei dati statistici riportati risulta che la frequenza delle lesioni va decrescendo in pr~orzione diretta dalla periferia procedendo verso il centro del corpo dell'aperaio. La maggiore vulnerabilità delle parti periferiche è ·dovuta, per gli arti superiori, al contatto che q11e5te vengono ad avere cogli strumenti, coi materiali e -con le energie tra:sformatrici dei materiali stessi, e per gli arti inferiori, alla rapidità e alle particolarità della deambulazione richiesta in alcune lavorazioni, alla frequenza degli ostacoli che ad essa si oppongono nell'ambiente del lavoro, alla caduta di oggetti o materiali pesanti, ecc., ecc. .. 1
1
[ANNO XXXIII , FASC. 36]
1257
SEZIONE PRATICA
.
-
Se la frequ enza delle lesioni da infortunio de· lo guidi a praticare le norme di vita che sono cre·sce pro ceide11do dalla perifer,i a al centro, la atte a mantenere in ieondizioni migliori di salute gravità di es5e aumenta, _inquantochrè la maJssima e a·bbandonando Je a;bitu dini che a questa tpospo.rte degli organi essenziali per la vita è conte- sono nuocere. nuta nelle cavità cerf ali·ca, toracica e addominale. •I /orientamento ·p rofessionale e l'esame ri'petuto L'integrità anatomiiea e f1u nzionale delle parti pe.. dell'individuo, quando le condizioni f:isio-psichiriferiche costitui·sce una condizione di protezione che dell'operaio hanno subito un notevole e un per le .cavità centrali e di difesa contro le lesioni rapido deterioramento, •debbono avere di mira non di rilevante importanza, 1determinate dall'azione solo la constatazione dell'avvenuto cambiamento dj materiali in movimento o 1proiettati a distanza, delle attitu1dini, 1d ella ri·duzrl.one della capa;cità lapcrc.h,è per la frequenza e complessità dei movivorativa e della nacessità id i dirigere il sogigetto menti delle ip·arti perifeii~che, que·ste vengono spes- verso un altJ.ro genere di laivoro , nel quale sia so ad interpor<Si fra la cat1sa violenta e le regioni possibile trarre .proifitto dalle attitudini superstiti, centrali, di cui le les·i oni sono d'ordinario, più ma hanno uno scopo ben più alto, quello, cioè, p-ra·vi per l'importanza degli 01~gani che racchiu- di consigliare all'o1p eraio menomato nella sua attidono. tudine al lavoro, quel mestiere, quella pTofesQuesta ·c onsird erazion e deve essere tenuta pre- sione, o .quel genere di man1sioni nei quali coma se11te per 5tabilire il genere 1del lavoro e le con. m inima alea di ri'Portare ulteriiori offese alla in<l izioni nelle qliali ·deve essere compiuto dai mitegrità della pernonalità fisi:o-,psi·c hica e di accrenorati deJla guerra, per l'aJPiplicazione della legge scere, pi'l1 o meno notevolmente, la minorazione 21 agosto 1921, n . 1312, con·cernente l'assunzione lavorativa. Tutte le considerazioni relative alla prodluzione obbligatoria degli ti.nvalidi di guerra nelle pubbli che amministrazioni e nelle aziende pri,rate. (qualità, quantità, dispendio mag·giore o minore E stato atto •doveroso ·da parte del Governo di ·di energia f·isica e ;psichi·ca, rendimento econo. provvedere aid una decorosa sistemazione dei mi- mico, eoc., ecc.) debbono essere subordinate al.la norati della giuera, ma non si è pE}nsato che una tutela dell'incolumità del lavoratore. ac:.sunzione effettuata senza norme rprecise e tas· Tutela che più intensamente deve essere effetsa tive, es:p-0neva coloro che hanno sacrificat-0 una t,uata su col9ro che, per malattia o per conse. parte idi se stessi alla Patria ad un ri&ehio note- guenze di lesioni da infortuniQ, trow·ansi in convolmente mwggiore di 1quello che .grava :sug1i ope. dizioni di minorata .crupaiciità lavorativa con poteri rai diStponenti dell'intera capa:cità lavoratiiva .ed difensivi ridotti di fronte alle insl!die e ai peri'coJ.i aJddetti allo stesso lavoro. .dell'ambiente del lavoro. Tiu tela, sempre doverosat Nei casi nei quali non esistano particolari atti- che assurge ad .opera preventiva inspirata a:na tu1dini rutilizzabili per una produzione quantita. più viiva e dolcissima gratitudine verso chi tro. tiv::imente e qualitativam·ente 'Pari a quella de1 vasi nellie condizioni di risentire più facilmente sani converrà impedire che l',invalido di guerra e più gravemente l'azione dannosa di quelle in· sja adibito a lavori da eseguirsi collettivamente sidie e di quei pericoli per mutilazioni o conseper e·v] tare: 1) .che que~ti corra un'alea ma,,ggiore guenze di lesioni riportate nel compimento del<l'infortunio; 2) che possa essere causa d'inf ortu- l'altissimo dovere. della difesa della Patria. DR. nio per i compagni idi lavoro; 3) che si verifichi l'inconveniente che a parità di guadagno non cor. ri sponda tparità d'impiego di energia lavorativa. CENNI BIBLIOGRAFICI. L~ medicina del lavoro ha og.gi esteso i propri domini fuori rdel campo della tera'Pia delle ma- FABRE PH. La mécanique des phénomènes sphygm omanométrique s. lattie professionali e 1delle lesioni da infortunio I.o studio della pressione sanguigna, nelle concd esercita una azione preventiva mettendo nelle condizioni più apportune dal punto di vi•s ta igie- rlizioni fi siologiche e patologiche ha ruppassionato nico i lavoratori incomincian•do dall'ind irizzarl1 i .cultori delle mediche discipline in modo invprso la 1p rofessione ed il mestiere per i quali tensissimo nel corso di questi ultimi anni. Si dimostrano aver e le n ecessarie attitudini, perchè contano a centinaia i la,Tori su questo argomento. il lavoTo riesca più gra:dito, venga com'Piuto col Ma esso coinvolge oltre ad un lato clinico e spe· minimo sforzo e d ia luogo ai massimi risultati. rimentale anche un lato puramente meccanico Traendo dal lavoro fa1cile, non faticoso e più red.. attorno al quale si è scritto poco. L'A. di questo ditizio le maggiori soddisfazioni, l'operaio può libro edito da Gaston Doin a Parigi, ha con l'aiuto con gioia curare la igiene personale e della casa, di apparecchi strumentali di precisione quali gli O$c;erYare le prescrizioni che per la tutela della poteva forniire il Laboratorio di Fisica d ella Fasalute sono consigliate, specialn1ente nell'ambiente coltà di Parigi, abbordato questo lato meccanico d cl la,1oro, formand osi una coscienza igienica che della questione. Ecco quindi un libro che rap,p re 1
1
1
1
1
1
1
•
1258
1 L POLICLIN!CO
' senta come una necessaria introduzione meccanica ~er chi si açcinge agli stu1di isulla pressione sanguigna in ciinica o in fisiologia. L. TONELLI.
R. Der gegenwiirtige Stand d es serologi.schen Luesnachweises · mittels Flockungsreaktionen. M arhosh C., Hall€, 19-26. Ml{. 3.
[ANNO XXXIII, FASc. 36}
BCCBDEMIE. SO~IETA MEDICHE, CON6HESSL XXXVIII Congresso tedesco di Medicina interna a Wiesbaden.
STE:l\IPEL
1
Que5to faisciicolo di 94 •p agine appartiene alld collezione di Dermatologia e ,Sifilol ogi.a edita sotto la 1direzione dell'Jaida:ssohn idi Breslavia e d el Pinl<lIS di Berlino. Elsso ·c ontiene •u na e·stec;a jparte .storica 1sulle r eazioni «li flocicu1azi-0ne con la esposizione di tutti i metodi proposti !I)er la sierodiagnosi (della si1i[i1de, cui segue un breve caipitolo 1circa la ,questione teorilca x!elle flocculazioni stesse cercando Idi interp·r etarne il mec~a n itsrno. Si 'Presenta cOlIIle •Un utile ;riassunto per quanti si interessano di questa parte della serologia, quantl1nque la ma·n cariza di qualsia&i in1di1caz1one bibliogratiica 1lon giovi .a rc hi vogl'ia più particolarmente confrontare i lavori originali brevemente e51Posti o citati dall'autore. TR. 1
B.andhuch der biologischen Arbeitsmethoden. Sezione IV. Angewandte chemische und physikalische Methoden . P aTte IX, fase. V. Un vol. in-8° di 200 1p ag., con fig. Urban e ·Sch~arzenherg-, editori. Vienna, 19-25. Prezzo M. 8,40.
In questa puntata del noto trattato, R. Berg svolge l'argomento delila metodica delle ricerche chimiche sul ricambio, occupandosi dapprima del· le analisi sugli alimenti, ipoi di quelle sulle feci e sulle urine. A C. Furù{ è stata a1'fiJd ata la tr.attazione dei m etodi jper le Ticerche sulle 'Vitamine; fra queste, oltre le vitamine B, e, D, l'A. includ~ anche le sostanze di azione analoga a 1quella dell'insulina ed una vitamina P. che sarebibe .quella anti;pellagrogena e dà anche le necessarie nozioni sulle vi tas terin e. Le analisi per lo studio ·d ei ricambio purinico (urine, feci, · sangue, tessuti) sono descritte ·da A. Schittenhelm e K. H arpuder. fil. 1
I
Le l'i tamine . Un ·vol. in-8°, 1d i rpag. 95. Milano, Jstit11to Biochimico Italiano. .. B una pregevole raccolta di 34 memorie e comunicai.ioni, tutte di autori italiani, di cui 'Uila . introduttiva del Centanni, le altre· estratte da p eriodici o resoconti ·varii; sono ordinate in tre gruppi: la dottrina d elle vitamine, le vitamine n el laboratorio 1e ''itamine nella clinica; molta ;parte è fatta alla terapia. La pubblicazione &arà bene ocr.1.?tta a tutti gli &tudiosi di questo cattivante arQ'OTn en to. R. B. I
-
,
Venne tenuto da.il 12 al 15 .aiprile 1926. La urima r·e lazione concerneva la
T erapia ·m oderna derla rie·u,,.olues. Secondo SPIELMEYER (Monaco) l' i·p otesi di un ageinte speci.aJ.e è reso pocù probabile dal f.atto che finora non è conosciuto per aJcun "·iru.s un i1e11rotropi.smo tardivo . WAGNER-JA u~EGG (Vienn.a) in ric€\tche fatte alla sua elinioa trova ohe l' associiazione della cura saJv.arsan.ioa (3-5 grammi) .alla cwra con la malaria (10-12 attacchi febbrili) dà risuil tati molto .m igliori che non quelli ohe si ottengono con la so1a. cura con la n1alari31. in casi di para;lisi proig ressiva iniziale : otiliene ·il 66,6 % di gu:aa:igioni anzi<;hè il 40,6 %> 1a cura associata dà però anche una mortail:i tà ·p iù ele\.-ata., 'di 18,7 %· di f.ronte a 12 %· Le reazioni suJ .siero o sul liqu-0r si modificano più lenta;mente che non i sintomi clinici. S.i devono scegliere ceppi di plasmodi privi di g.ametiJ ed inocularli direthamente perohè la malaria tr.asmessa dalla puntur.a dell'anofele è resistente al chiruino; non si devono mai inoouliare paJ:assiti derivanti d~ p·a zienti ohe già furono malarici. :B consigliabile di pra,t icare 1a cura. della maI.ar.i a .a soqpo prof1ilattico anohe senza. che esistano ancora i .sinto.m i di ·p aralisi progressiv.a, in sifilitici ohe dieci a111ti dopo l'infezione hanno ancora la W.assermann positivia. La cura è contro indicata nello scompenso cardi..aco e nella graVle oaiohessia.. Anche nella tabe l a cura della malaria dà risultati non inferiori a quelli delle cure s pecifi,c he; essa TiesQe parti·oola.Tmente efficace nello stadio preatassico. Nella diiscussione che seguì a queste due comunioa~ioni, NONNE (Amburgo) confermò la maggiore efficacia della cura .associ.ata mal.aria-salvarsa.n ; nella tabe la cura della malaria. darebbe risultati incerti. ' W1cHMANN (Colonia) trovò negli i nocttlati di m.alauia .alt~razioni nei ipr~teii.di dùl siero. SuEr,zER (Berlino) consiglia di co11trol1are Io statò ·del fega.to nei 'Paralitici inoculati di malaria (domp,a rs.a di .a.m inoacidi); consiglia infusioni di soluzione glucosata in ca.so di insufficienza epatica. TRoM:MEit (Amburgo) trova la cura della malaria t roppo pericolosa.: i11 16 su 50 caisi di paralisi pTog ressive fu costretto ad inter.i·oro·p ere la .cura per un'imp.r mrvisa 1potensione, mortaJe ih sei casi. In 12 casi di tabe non otten.ne 13.lcun risultato. JAGIC . (\ 7 i enna) è d'accordo che solo il gra\e scom :>e11so con t1·oind ichi l~ cura malarica, così pt1re B jTZENJlERGER (' rienna) che constatò in tutti i casi ltna. for te ipoterisione cl1e ci111·:tv.a per mesi. AoLEit (Salisburgo) guarì con l'inoc11lazione della. malaria un ca.so di demenza acuta da polineurite grip1p ale. DREYFUS (Francoforte) non ottenn e ri ultati de-
•
-
-
[ANNO XXXllll, FASC. 36]
finitivi con l'inoculazione delLa malaria nella tabe .e nella. lue cerebrospinale. Risultati buoni ottenine LENzMANN dall'inoculazione della malaria in 59 casi di blenorragia cronica: i gonococch~ scomparvero in 56 oasi. HA UPTMANN (FribW'go) consiglia nella tabe il Flogetan combinato ool Salv.arsan; cooì pure LAND.ORAF. ScHMID'I' (Dresda) c0nsiglia il nuoleinato di sodio nella tabe, nella sclerosi multipla e nell'encefalite gr]«>pale. Secondo STEINFELD 1a reazione di W;assermann positiva nel liq11~' r sarebbe d ovuta .alla presenza di prodotti di decomposizione cerebrale di natura lipoidea. H1LLER (Monaco) .dimostra nel liquor di par.alitici prodotti lipo,i dei di scissione. Secondo lARNEL (Monaco) il cervello paralitico sarebbe cawace di produrre c:;ostanze immuni .. STEINFELD dimo~tl'òl. con esperimenti su ratti, che durante il periodo im1nunitario riesce soltanto nel cervello un air.ricchimento di spirochete. Seguirono comunicazioni di GREVING (Erlangen), sul sistema mesencefalo iipofisario e sulla localizzazione delle funzioni vegetativ·e . (Importanza del nucleo sapraottjco per il ricambio . idrico, del nucleo pamventricol.are per il ricaimbio degli idrati ·di carbonio, del nucleus tuberis per la regolazione termica.) ; di H11J.ER (Monooo) sui crupilliari dél sistema nervoso centr-ale; di K1scH (Colonia) sull' irradiazione dei riflessi autonomi ; di BREME& (Monaco) sull'etiologia della si.ringomielia (speciali tipi costituzionali nel~a maggior .p arte dei casi).
L8~
.di
1259
SEZIONE PRATICA
*** seconda giornata si inizia con la relazione
ScmLLING:
Sui sangue co1n,e indice di processi somatici. L'apparato leucocitario viene particolarmente influenzato dai processi infiammatori. Esso reagisce con una ·p rima fase di combattimento neutrofilo, con una seconda fase di difesa leucocitaria e con una terza fase di guarigione linfocita ria. I casi di pro~nosi infausta non su.per.ano la prima, fase neutroilila. Il sangue indica in ·quale modo l'organismo attaccato si difende, l'esame de1 sangue può perciò tornire utili criterii terapeutici. Gli schemi di ScHILLING sono criticati da ARNETFI, ohe trova ohe I' emogr.amma è troppo semplice e dovrebbe \ani.re unito a.I suo sistema e che ritiene che altrettanta ÌID1Portanza dello spostan1e11to a sinistra si debba attribuire anche allo spostamento a destra, da N AEGELI (Zurigo) che consiglia di non dare eccessiva in1portl3.J1.Za all'e1nntogran1ma, perchè il quadro leucocitario reagisce a ·qualsiasi stimolo mesenchimale, poco invece alle affezioni ectodermiche; ritiene molto importante la patologia delle p~astrine e il comportan1ento dei proteidi del siero in casi di infezioni .e di tumori.
0ELLER (L~sia)
contrariamente alle sue prime aiffermazioni, riconosce in seguito ad esperienoo su animali (ohe SouuJJNG non ritiene però dimostrative) che i granulociti in caso di bisogno si possono sviluppare anche dalle cehlule dei tessuti, in cui esse poi si ritrasformano dopo .a.vere eseguita la ìoro funzione. S ·rAHL (Rostock) insiste sull'importanza delle ·pia_ strine /Pel' la diagnosi; CuasoHMANN sull'importanza della determinazione della resistenza del1' emoglobina di fronte alLa soda caustica. KA UFFMANN (Francoforte) si occupa della citologia delle vesciche provooate per mezzQl di cerotto cantaridato i•nl d~ verse .aJfezioni; PETTSOHA· CHER (Innsbruck) dell'effetto di ormoni sulla concentrazione e viscosità del san·g ue; BERGER (Innsbruok) della, dim~nuzione dei .p roteidli del siero in casi di infezi.on 1 ; AL \YENS delle alterazioni ematiche nel1a vecchiaia. Z ~DEK riferisce un caso di leucemia acuta linfoblastica post-endooarditica angiinooa; HASSEir MAr1iN un caso di notevole spostamento a sinistra. della formula leucocitaria nel corso di un pemfigo -volgare, e Mti1J,ER (Amburgo) non orede che il sangue periferico permetta delle deduzioni sullo stato del sa.ngne genera}(; tperchè la distribuzione del san:gue sarebbe in r.a pporto col sistema vegetatiyo. L ' ipotesi di questo A. è ·p erò contradetta come 1f a notar<· ScHILLING, dalle .ricerch~ di \VoLLHEI.M: molto più importanti di quelli nervosi sono gli stimoli chimici. . Seguono comuu.icazioni di SEYDERHELM ed 0EsTREICH s u ricerche sperimentali sul comportamento dei 1eucociti nell'organismo (leucociti vecchi iniettati nelle ven e a.I coniglio vengono tra.t tenuti e distrutti dal fegato~; di DENECKE sulle proprietà biolo·g icl1e dei leucocriti disemoig lobinizzati (do.po l'agginnta di soluzione cloruro-sodica e ipertonica essi 1·iprendono l'emoglobina e assumono di nuovo os.sige110); di NEU YANN sul modo di ottenere daj leucociti del midollo un estratto attivo; di SoHOTT e LrNDE1\rANN su tentativi di trasmissione dell'anemia perniciosa, con iniezioni endovenose o endoperitoneali di sangue ad animali sani (morte degli anim~ li per shock ac11to emorr.agico); di STALL e B .\CT[:\f ANN sui buoni effetti tera.peutici della trasfusio11e di sangue i1e]l'anemia perniciosa (riposo del midollo osseo); di DEU'.ISCH sulla patoge.. nesi delle malattie spinali dell'anemia perniciosa: di TRA UGOTT su]] a diminuzione del v.alore globulare ed a11mento degli eritrociti in anemici perniciosi t rattati con iniezioni endovenose di Atophan e remissioni di anni dopo uccessiva cura arsenicale; di l\1aRx, di 81EBECK, di GABBE, di B uTTXER, di 0HME, di )fooa, di SoHWEl"KF.XBEOHER, di HETEKYI e P oGANY, di l\IEYER-B1scn e di 'VIcH~·[ .\NX su \ari argomenti concernenti lo scambio di liquidi e di alcune osta11ze solide tra il sangue e i tessuti . 1
.. * .,.t,..
• ••
L a relazione del terzo giorno venne tenuta da Kr,E1t' TTZ sullo :
1260
Jl. POLlCLINICO
.
-
. .
.1snia bronchiale.
•
Gli elen1enti dell'attacco asmatico sono lo sta.to spastico .dei bronchi e l ' aumento della secrezione broncltiale. La tensione dell'acido carbonico nel polmone è norma.le, 11on esist;e qt1i11di dispnea p olmon are ; il contenuto in ossigeno del san·g ue p uò essere diminuito. In molti casi l'asma è di natura ia,J Jergica, deter1ninato da diverse sostanze ali mentari o di p rove11ienza. vegetale od a.mimale, oppure m edicamentose. La determinazione della sostanza anrafilattizante per mezzo delle outirea• zioni , spesso no11 riesce perchè l'individuo è ipersensibile .a. più di una ...o~tanza . Nei casi di .a.sma in cui no11 si r iesce a d·i mostraTe iperse11sibilità, si tratta di disturbi del siste1na ner,·oso vegetativo. La. oura de,~ esser e causale se possibil€ : tener lontana dal Ilaziente la sostanza cui egli è allergi<'o (cambiamento di p1·ofessione o di clima ecc.) e dissensibilizzazio11e quando si sia identificata la sostanza, incominciando con inie zioni di dosi minime. Buoni risultat i si ottengono ancl1e con vaccin,azioni asip.ec ifiche, co111 la cura. roentgenologica e con l'ipnosi e la p sicoter.a.pia; non è r.accomandabile la cura chirurg ica con operazioni sul simpatico o sul vago. TORM VAN LEEU,VEN ritiene che il 95 % degli as1natici siano allergici: l'allergia sarebbe in ra1p porto con prod otti vegetali ed animali. ScHAFER trovia la Teaziane de} sangue normale ianche nel1'accesso; PETOW trova una diminuzio'11e dell'aeido ca rbonico ~ della riserv.a. alcalina del san·g ue; VEIL constata uno spostamento di joni ; BERGER, che ottenne buoni risultati con la dissens~bilizzazio ne, non trovò specifiche le cutireazio11i; WIEGAND ottiene risultati ·positivi solt.anto nel 5 °k dell~ cutireazioni ; LEscmcE ritiea:ie che la maggigr parte degli asmatici sieno i1persensibili a miasmi del]'.aria e alla polvere ; K u nscRMANN attribuisce prinoi,pale importa.nza .al fattore psichico e costituzion.ale (buoni risultati dalla oura roentgenologioa e dal calcio) ; I ssERLIN ottiene buoni risultati dal cc Lumin.al » dato durante i .p r odromi in casi di .asma di natura 1psichica; LA UDENHEIMER, che ritiene ohe anche l'asma allergico spesso segua ia traumi i:>sichici, trattò con buoni risulta.t i 20 casi oon l 'iipnosi. eco11do STEHELIN anche nell'asina .allero-ico esisterebbe sempre una con1ponente nervosa.
[ANNO
oerche quiantitative intorno alla frazione degli ossi, acidi aromatici nelle malattie; L1TZNER sul potere di co11centrazione del rene nell'e-Lim~·1azio· ne delle sostanze aron1atiche: BuRGJi;R sull.a colesterinemia; NoTHMANN, KUHNAU sull'azione tlel1'ormone paratiroideo (neutralizzazione dei fe11.1meni da intossica.filone 'di meta.1-guianidinica); WE11z e OLLERT su alterazioni ritmiche del tono dei muscoli lisci (opinione contrastata da W uLPENA che Hstpone gli argomenti contrari, confermata invece da KATSCH). Seguono comunicazioni su vatri argomenti di STUBE1<. e LANG, D1EKLEN, LANGE e J AH:'ll, BBHG, GuTZE'IT, -,..ALK, GEnER, BoGENDORFER, BEcK, Po-
'r
SENER, F~AENKEL, SONNENSOilEIN.
PoLLITZEP..
Riunione della Sezione Lombarda della Società Italiana di Pediatria. .
1
.:!)
Il 30 maggio si è tenuta in Cremona la riunione della Sezione lombarda della Società Italiana di Pediatri.a; e1·a.n o p~esenti numerOSii sooi intervenuti dalle varie cjttà. Presiedette il Congresso il prof. C. 0ATTANE9, presidente della 'd etta Sezione. I te1ni delle oomunicazion i furono i seguenti:
Fornie ·1no rbose favor enti o contrastanti l'insor(Je?iza della tubercolosi polrnonare ne,ll'•infanzia. Prof. ALBERTARIO E. - Secondo 1'0. nelle forme scrofolose si verrebbe .a stabilire nell'orga.nismo una sufficiente difC'$a contro looa1izz.a.zioni secon-darie dei germi in altre parti dell'organismo. Tutte le maJattie infettive acute e le malattie ia carrico dell'apparato respir.a.to1·io .p redisporrebbero· l'organis1no alla infezione tubercolaire, sia per mezzo della. minorata resistenza, sia favorendo il risveglio di un processo tu}?eroolare già esistente . L ' iperfunzione della. tiroi·d e e del timo 181Umenterebbero le forze difensive, mentre per le caip· sule sapr.arenali 1'1ipofunzione agirebbe da frenO' sul p.roC€8So tubercolare. •
Su un caso rli a1·trite sifilitica. Dott. BARBARANI F . - L 'O. riferisce di un caisO' di a rLrite si fili iica accoIDIPagruata da una sintom.atologiia di artrite acuta, che ft1 messa in evidenza con la sieroreazione di W a.ssermann e che ' g uarì con la teraipi.a. specifica.
...• *...•
Dosaagio delle sostanze riclllcenti nel liqu·ido cefalo-rachidiano.
u operazioni sul \ago e simpatico riferiscono
B OE1TNEH e B u RGEn ol1e vi è cont1·ario. u a rgom enti conc-ernenti la patologia del cuore riferiscono ~fon1Tz ('volume del battito cardiaco) . RAuTMANN, ScHLIF.HHAKE (cessazione dell'aece. o di taohjc.ardi:i parossistica somn1inistrando idroclor.ato di colin a), ' FREY e T1EMA~~, DATID e G \URl'EL. Lfl. CHKE, LA L'TF.R , TON~E~Bll1.J CU, HEINEI~ riferì c.·ono Sll .alcuni 1p r oblen1i d el rican1bio; BEClIER con11111ica. s11l comportamento di alc11ni prodotti di p11trefazione nell'org.anismo; DéiNEOKE ~u ri·
'
XXXIII, FASC. 36]
Dott. B .IBnAR.\NT F - L 'O., usando il metodo del Bardisian, conclude ohe il potere riducente è ridotto notevolmente nelle meningiti tubercolari e cerebro-spinali: che è qualche volta aumentato n ella paralisi :progressiva e nella lues cerebri.
'
T~ ol11 m1;11 OSO
angioma
C011 genito.
Dott. BFIJI,0~1 G. - L'O. descrive un angioma ... in u11 ban1bino di un g iorno comprendente l'ar· ticolazione della spalla, il braccio, l'ava mbraccio
[ •.c\NNO
xxx1.11, F ASC. 36 J
e la mano sinistra, .a cute in certi punti liscia, tesa, in certi altn .abrasa e erosa. L'esame l'adiosoapico non aveva dimostrato la ·p resenza di elementi teratologici. I/ autopsia dimostrò trattarsi di un linfangioma. Seconlio l'O. le ca.use iinruediate di tale angiom-a sarebbero dovute ad un .aumento della pressione endovasale e ad un difetto dj costruzione vasale avvenuto assai precocemente nella vita intrauterina; a queste potrebbero aggiungersi l'influenza che avrebbero le ghiandole a secrezione interna du1·ante il periodo di differe11zia-Ziione 8ei vairii tessuti. Dott. BINDER R. - Tra>1rn1a al cupo e sindrotne meningea consecutiva. Dott. BOTTELLI UGO. rnalaria cronica.
Puntu,r a splenica nella
D.o tt. CA.aBOGNIN D. rnoco cco nell'infanzia.
Le meningiti da pneu-
Dii un ·nuovo segno della aderiopatia tracheo-bron,chiale · tube rcola.1·e. 1
Prof. dott. CATTANEO CESARE. Percuotendo con una certa forza sulle apofisi spinose delle vertebre dorsali, per ],a ricerca del segno di Kora.nyi (ipofonesi al tli sotto della terza) nel1a adenop1a tia tracheo-bronchiale, dopo pochi secondi (da 5'' ia 30" ) sj vedono ap1p arire in oorrispondenza delle apofisi stesse delle macchie rosse, che r.apidan1ente svaniscono, per ripresen tarsi .ad ogni • nt1ova percussione. Le macchie rosse aippaio-:10 solamente s ulla zon.a i pofonetiaa, pc ichè iuancano sulle ·v ertebre che danno risonanza normale, e aippaiono solo in bambini tubercolosi (cutireazjone, radiografi.a, reazione alla tt1bercolina positive) . Su 1pareochie centinaia di oasi sono ma.noate solo una volta su cento, in bambini affetti da. adenopatia tracheo-bronchiale tubercolare jn jstato di profonda anemia. Il segno che non ha trovato rioordato da altri AA., è con1odo sopratutto nei piccoli bambini, nei quali non sempre è facile stabilire il limite ~re ciso al quale arriva la risonanza, mentre dal numero delle macchie rosse si legge la estensione della ipofonesi (alla IV, V , VI, ecc.). Il segno va interpretato come una turba vasomotori.a loca]E\ in raip·p orto con l'aumentato volu1ne delle ghiandole sottostanti. In questo senso pairlano la assenza del segno anzidetto, in casi di eccezionale anemia, e l'esame crupillariscopico della cute della regione. Dott. (J F.IJ..:r F. fantili in Cremona.
1261
SEZIONE PRATICA
Le i.stit'ltzioni sanitarie
im.
Dott . CoARI A. - Sulla fr equenza dei va1iii sin tomi diaa,,iostici della meningite tubercolare. L'infezione da tetrageno.
Dott. DARDANI REMO. - L'O. riferisce di un caso di infezione da tetrageno in una bambina di tre anni. Tale diagnosi fu basata su esa.m i microscopici e oultura1i 'd el liquido pleurico, sulla emooultura e sulla. intradermoreazione con vaccino
.autogeno e sulla iauto-emoaggluti11azione. Il tetr.a:geno isolato er·a del trupo albus. La col~.ste1'inr!mia n.e.i bambini tifosi. •
Dott. DELLARIA A. - L' O. dai risultati ottenuti dalle sue i·icerche conclude dicendo che nelta prima e seconda settirriana di malattia si nota una notevole diminuzione della colesterina nel sangue. Tale tasso oolesterinico aUiillenta poi grar datamente avviandosi verso la guarigione. La ricerca del tasso colesterinico nel sangue dei tifosi, avrebbe poi a11r;he un v.alore per la prognosi, in quanto qt1esta è assai graive nei casi in oui il tasso colesteri.nico è bassissimo . I
Sulla cosidettCb bilirubinemia f isiologica nell'infanziia.
Dotti. DEMICHFU.I E. - L ' O., iil base a 50 ricerche s u bambini, conclude dicendo che anche nell'infanzia manca quasi costantemente .il fenomeno della colemia 1pigmentaria, presunto già come fisiologico'. IL dott. GAMBARA do111a.nda schiarimenti sull'esaime del sangue in un caso citato dall'O. di .ane1nia con ittero emolitico. I La vaccinodiagnosi nelle malattie infettive.
Dott . FERRARIO A. - Riferisce di duecento vaccinazioni eseg~ite su bambini aventi malattie diverse. Alla intradermoreazione furono accompagnate prove biologiche varie per oontrollo . Se.. con:do l'O . tale mezzo di indagine sarebbe positivo nel 9'ì-98 % dei casi; sarebbe negativo nei casi di g1-.avissima infezione in periodo .assai avanzato. Secondo l'O. tale mezzo di indagine sarebbe utilissimo anche per diagnostioare malattie da poco pregresse. La facile tecnica e la sua praticità lo 1·endono utilissimo al medico pratico. CATTANEO illustra la tprecocità e la praticità di tale mezzo diagnostico. Te1itativi di vaccino-profilassi anti-grippale.
Dott. GAMBARA L. e dott. PoRT·A. - Gli 00. rilevano I.a insufficienza dei mezzi profilattici tuttora adottati: 1propongono di usare, oltre le comuni regole profilattiche, la vaccinoterapia preventiva nraticata {'On una iniezione di 50 milioni di bacilli di Pfeiffer. Tali vaccinazioni eseguite oon il detto sc0tpo diedero come risultato nn.a notevole diminuzione della mortalità e della morbilità. ~
Jri.f i.lfrazior,,i pleu1'0-polmonari post-grippabi e attinoterapia.
Dott. GAMBAR.\ L. - I/O . rileva la gravità dei postumi grippali, che persistono a lungo, iportando a grave d~pe rimento il malato e riporta i buoni risultati ottenuti oon lia attino-terapia. Contributo alla terapia della corea minor.
Dott. G.\TTI-0.\SAZZ.\. - L 'O. riferisce di buoni· risultati ottenuti col Luminal, usato i.per la terapia sintomat ica jn t re gravi ca.si d~ corea nell'infanzia .
1~62
Infezioni (Jrippali con :sintoniatologia rara . Dott. INTINI G. - L 'O . riferisce s u alcune forme poco comuni di i11fluenza, la cui natu.r a è -00mprovata da prove biologiche e cultui·ali: 3 casi di croup influenzale, 2 di meningite sierosa, 2 di nefrite, 1 forma setticemica, 1 con ittero, ed una coxite. llichiama l'attenzione s u tali forme che possono indurre in false i nteiipretazioni circa la loro etiologia.
Cistiti inf luenzali . Dott. }l.\CJCJII A. L 'O. mette in r ilievo la esistenza di cistiti influenzali da bacillo di Pfeiffer. P. i card a 17 e.asi in cui fu 1JOSsi1bile con le ricerche batteriologiche culturali e bti.o~ogiche mettere \n evidenza tale !!erme e fa rilevar e come la sistem·a tica ricer ca dei germi determinanti la insor genza della. ·oistite siia utilissima, s pecie nei riguardi di l1n a teraipia vaccinica speoifica. Dott.
M .\CCHI _-\.. -
'u di un caso di artrite
post-inf luen~ale. M.\l~CONI
V.
1
l< icerche d(, l to..s.s1, di acido u11ico nel sangue . D ott. l\tlusu7'1Ec1 G. - L ' O. espone i risultat i ottenuti ricercando il t~o di .aicido urico nel sangue di bambini sani e ammalati delle variie forme. Usando per tali ricer che il metodo di Folin-Wu è a1~rivato ,alle conclusioni che il tasso no1·11iale si aggira n ei bambini sani di età da 2 a. 3 anni tra il 0,20-0,80 mgr. p er 100 di sangue; dai 3 a 8 arin !. tla 0,!10 a 1,50 ingr. Ne i ba1nbini .affetti da diatesi essudativa i1 tasso di acido urico arriv-aiva dall' l ,50 ial 2,10 1per 100 cc. di sangue. N ella ered'o-lue e nell a t uber colosi tale tasso e r a diminuito.
L' i nda(11i 1. ~
rrid~ol ngica
nella tubercolosi in fa1itile a cutireazione negativa. .
D ott. MAZA C. - L ' O. comunica di alcuni casi in cui clinicamente e r.adiolog:icannente s i potevano inettere in evidenza ]a n atura di infezione tubercolare in alto, mentre 1a outireazione pra'"" tioata. a.v eva dato risultato i1egativo. M ette inoltre in evide11?Ja per qu ali l'a'.gioni la cutireazione era r isultat.a discordante dagli altri r eperti.
r·accinazioni a1ititubercolar-i n ell'i,n fanzia a scopo proiilnttico con vaccino di Ponndorf. Dott. MoitANDI E. Dalle vaccinazioni eseguite per via outanea l'O. concluld~ ritenendo necessario l'estendersi di tale profilassi specie col vaccino del P onndorf che, oltre che ottimo, è an· che scevro• di ogni pericolo. C.\TT.\NEO esalta il 1-accino del :\i[aragliano e la vaccino-terapia pr ofilattica. r1 an io-tabe
tici dei primi due di vita~ suddividendoli per n1e.si ùi età. Seco11do tali ricerche 1a. oranio-tabe sarebbe presente 11el 100 % dei raohitici del primo semestre di vita, 11el 61 '}b nel secondo semestre. Conclude iritenendo tale &intorno costante nel r achit,i..-mio del primo semestre, mentre diventerebbe gr adatame nte più r.aro in seguito per il predominio di lesioni rachitiohe a carico delle ossa lung,he. CATTANEO r iferiSQe sul valore delJa cranio-tabe c::>111e segno di allarme nel rachitismo.
La reazione dei T accone 11 el liquor. D ott. PORTA G. - L'O. illustra. 1a tecnica a ella reazione e ne mette in evidenza i v.antaggi ris9etto alle molte a1tre. E ssa è assai utile nella reazione meningitica e encefalitica dal lato .biologico essendo quella ohe meglio serve ~ mettere in Luce le sottili modificazioni fisico ..chimiche del liquor ~n condizioni patologi-Ohe. La zona di sensibilità è però troppo am pia per una diagnosi differenzia.1e. 1
1
Ipertrofia ti mo-tiroidea J)Ost-infltUen,zale in i11na banibina di 5 anni . Dott .
, ulla
(ANNO XXXIII, FASC. 36]
il. POI.lCLINICO
nei suoi rapporti col rachitisn1 o.
Prof . dott. PF.';T\LOZZ.\ C. - L 'O. esipone i risultati delle ricer cl1e fatte s u 500 bambini rachi-
La vaccino-diagnos,i nei bam- • bini. tubercolosi e f e1101ne1ii cu,tanei allergici. Dott. P ORTA G. i~u
di un caso di morte i11tprovvisa.
Prof. dot't. R F.PACI G. - L'O. descrive un oaso di morte improvvisa di una bambina di 4 .anni con costituzione appare11temente sana. L'autopsia n ulla fa rilevare all' infuori di un grosso timo del peso di 20 gr. Si intrattiene a disoutere le varie ipotesi per spiegare tali morti imlhl·ovvise, concludendo che sebbene l'ipotesi di. una. intossicazio11e do"\ruta alla secrezione del tin10 (:ùpertìmizzazione del sa11gue) sembri m ol,t o probabile, allo stato delle n ostre oonoscenze è diffio~le pronunziarsi sul r eale meccanismo delle cosidette morti timiche. 111 en,ingite tu1Jercola 'l'e co1i l·i.qtLido torbido 1
'
e reaz•ione citologica polinucleare. Prof . dott . R EPaCI G. - L ' O. riferisce su un caso di m e11i11gite tubercolare in un bambino di 5 anni; oltre .ailla sindrome meningea co:n:u>leta il brumbin o ipTesentava splenomegalia, epatomegalia, e febb1·e continua con alte temperature. P ositiva la sierodiagnosi pel b~illo di Eberth, cutireazione negativa. L a puntura lombare diede esito a liquido torbido con quasi esclusiva reazion e citologica polinuclear e . La .r icerca batteriologica fa rileva·r e la presenza del bacillo di Koch. Alla a utopsia si Tilevarono le solite alterazioni della men ingite tubercolare. L ' O. conclude insistendo sulla necessità della ricerca del b acillo di Koch nei liquidi cefalo rachidei 0 0111 reazione citologica polinucleare, specialmente in quei oasi in cui, ma]gTado il più attento esame, .essi sembrano asettici . D ott. Rossx F. -
Un caso di adenopatia tracheo-bronchiale con rotturn. del bronco ed en fi setna sott ocutaneo. Dott. RovID.\ G. I/evolu::ione della e.!fostosi cartilagi 11Pa dol l'ltnto cli vista radiologico.
{ANNO XXXIII, FASC. 36]
1263
SEZIONE PRATICA •
l portatori di me ningococchi .attraverso gli esamii cultwrali e con la vaccino-diagnosi. 1
Dott. Sc!AINO C. -- L'O. riferisce di ricerche fatte su 13 tparenti di bambini affetti da meningite oerebro...spin.a le, in cui fece ricerche biatteriologiohe sul muco preso dal f ari11ge. In 7 oasi da tali culture si svilruppò il meningococco. La. vaocinodiagnosi fu in 10 sui 13 positiva 1p el me. n1ngooocco . Dott . SPAGNOLE'r'II . L. - I n flue nza complicata -con grave s?ndronie nervosa. Oot,t. TACCONE G. - 1 'opra alcune 71icerche esegu,ite durante i' epideniia inf"/:u enzale del 1926 . Dott. TACCONE G . - Nuovo metodo qualitativo pe't: l'ac,i dità del succo gastrico. Dott. Trcozzr E. - Oonti·ibuto alla conoscenza .clinica dell'ascesso del fegato nel bamibino. Dott. Jarizia.
·rr.1 \1ARf'F.JI
A . -- L'otite 'latente nella in-
Dott.. VER.GOMBNLLO C. - Per un caso di g1'ave setticemia tifosa i1i un barnbino. 1
I co1·pi di .4.mato ·n ella scarlcLttina e nelle alt1·e malattie ,i nfettive acute. Prof. dott. ZmortDI F . - L'O. ha potuto osservare 21 casi di, scarlattina, in varii momenti Ò1all' in.sorgenz,a dell'esantema' seguendone ra nohe al~uni nel decorso della ma.lattia. Di questi 3 erano già in 10a-13a giornata dall' insorgenza dell'esaa1tema. Nei rimanenti 18 .ammalati, osserviati più preooceruentù) 1.n 15 ha. 1potuto osservare in numero var\o, presenza di corpi di Amato, ohe .a.ndajr ono soomtp.arenldo con l'evolvere del male. Osservò noi - 7 oasi di difterite ned -neriodo inizia.le, ed eibbe in 2 &Sito po_sitivo nel1a rioerca dei corpi di Amato; 5 di mm·billo in 2a._3a giOI'nata con un solo esito positivo; 4 casi di tifo in prima settima.n a con, un eSito positivo . Scompa1rvero tutti 1però r.ap1i!damente. nel ·volgere di pochi giorni. Non c'è da attribuire quindi grande valore patogno1nonico nella scar1attin a 1a questi ele1nenti, potendoli piuttosto '.d efinire con1e il risultato d~ una lesione cellula.r e di natura non meccanica bensì patologioa ç:he ha colpito prevalenteme11te jl sistema gra.1111locito 11e11trofilo. · S.
Società Medico-Chi1"urgica di Pesa1·0 Seduta del 23 maggào 1926. Presidenza: Prof. FRA1INI. Un caso di volt'1minoso 1nervingoencefalo cele occipitale operato 48 ore do po la nascita: gua?·vgione . Prof. A. MANNA (Urbino). - Si tr.atta di un feto di sesso fen1minile di genitori giovani e sani. nato da parto normale, che p.r esentav.a l1na tumefazione grossa come t1n'iarancia in corrispondenza del1la regione ·OCcipci.tale. La tumef.azione ricoperta di pelle normale ccm peli era di consistenza molle fluttuante, con ped11ncolo di circa 3 cm. di dia-
•
metro e nan era riducibile. Il feto p.r esentava inoltre: f.ronte sfuggente, diametro biJ,ì;>arietaJe stretiriis.simo, collo corto; tronco ed .a rti normali. Sotto lieve narcosi eterea, si pratica un'inoisione circolare p;resso il pedurlcolo : a.p erta la dura e fatta iaoou.rata emostasi si Jegò il pecluncolo, con ca·figut e si sezionò .al di sopr.a il 1peduncolo di sosta1iza cerebraJe; indi sutUtr.a delle men·i ngi e del1.a pelle. Guarigione per prima . L'esame del 1pezzo anatomico ha f.atto notare che si tratta di 2 lobi oorebrali i cui giri sono a.p ·p ena .accennati e i solchi quasi mancanti. La, s.t rutt11ra della sostanza cortioaJ.e ri,•el.a un enorme arresto deg1i elementi cell'Ui1a1i nervosi dei quali taluni anche n1anoanti e sostituiti da cellule di glia. L a. bambina ohe or.a conta sei mesi, cresce re·gola.rmente, ha compJ.eta la motiJità e la seimibilità; non ha mai presentato fenomeni con;vulsivi d·a iruitazione coi-ticale ; rulla famiglia semb'.r a ohe veda e riconosoe gli oggetti . Il caso è ~nteressante oltre ohe dal 'Punto di vista chirurgico, poichè l·a .p rognosi di tali interventi è quasi sempre infausta, anche dal lato fisiologico e neur0pat1)logico. Il pezzo anatou1ico è in studio (presso il prof.
•
Min~imi.
Due · casi di T(i ttura spontanea dell'utero ·n el perioclo espulsivo. Prof. SBitozzr (Fano) . - L ' O. r,iporta un caso di rottura .spo11tanea del fondo dell'utero oon passa;ggio de11a p.Ja-ce11ta nel oavo iaiddominale, durante i l periodo espulsivo. La testa del feto1 er.a già fum·iuscita dai genitali ed il parto si era arrestato. L'O. intervenuto in questo momento, .p rovvide a.Lla ra-pi<l.a e.~ trazione del feto e fatta poi subito la diagnosi di rottura dell'utero, p-raticò immedi.atamente un'isterectomia subtotale. Guar1g1one per pri1.o:t.. Dott. Co~!ANDINI (Pesaro). - L'O. ri.porta pur.e un cas o dri. rottuTa spcmtanea dell'utero nella sua porzione 1aiteraJ·e destra inferio:re, 1a oui dia·g nosi venne fatta dopo praticata l'estr.azione del feto col forcipe, n1a -che ris ulta.v a, oorrne dimostrò il r eperto operatorio, essere .a.coaduta spontaneamente durante i1 travaglio. I sterectomia. Guari. . g1one per p·I'llma. Fenolterapia associata alla sieroterapia nei tetano tral.bm11tico. Dott. FATTORI (Urbim.o). L'O. riferisce un caso di tetano ~rave trattato colla cura mista siero e acido fenico, coo1 esito favoa:evole, concludendo per l 'effi.caoi·a di dett.o metodo. Alla discus• sione prendono rparte il dott. Grandi ohe riferisce ampiamente su di un caso di tetano trattato collo stesso sistema, il prof. Fratini , il dott. Mej. Oura della pertosse colle, iniezioni di et ere. Dott. A NDUEONI (Tavoleto). - Riferisce una statistica di casi di pertosse trattati coll'etere conclude11do per l'efficaciia del metodo. Dott. G1usEPPE BARBIERI. segr eta1·io .
•
1264
IL
POLlCLJ~ICO
[ANNO
XXXIII, F ASC. 36]
APPUNTI PER IL MEDICO PRATICO . . Un nuovo segno per la diagnosi dell'appendicite nella donna.
S EMEIOTICA. Sulla natura del fenomeno dell'estinzione nella s carlattina. Dai lavori di Schulz e Charlton si sa ohe l'iniezione intra.cutanea 'del siero di convalescente scarl::ittinoso provoca l'estinzione dell'esantema scal'· ìattinoso: questa 'Pro1prietà è 'Posse1duta anche dal siero ,normale , e dal siero di altre affezioni febbrjli come il morbillo. P aschen consigliò il siero di convalescente quale mezzo 1diagnostico: :se infattj si inoc11la il 5iero di t111 sospetto scarlattinoso in infermo scarlattinoso con esantema ampiamente sviluppato, se manca l'estinzione, ne'l primo C:3;SO si tratterà di scarlattina. Il risultato positivo ·d ella reazione dipende dal perio(do evolutivo dell'esantema. P er alcuni il fenomeno 5arebbe dovuto a 51peciali sostanze ·con azione sui vasomotori, per altri a:d anticorpi specifici che ne11tralizzerebbero in sito la tossina scarlattinosa. Zlatogoroff e Derkatsch (Klin. Wochen. , 1926, n . 11), hanno cercato di determinare la natura dell'antigene capace di dar luogo alla comparsa nel &iero •delle sconosciute sostanze estintrici dell'!?~ante1na, o sostanze di S'c hulz-ChaJrlton. Dalle numerose esperienze degli AA. si de du·ce ch e per otten ere 'Uil siero capace di provocar·e la e$tinzio11e è n ecessario immunizzare gli animali COi1 tossine stre(ptococcich e o con culture virulenti o vive di strepto·c occhi tossici, essendo su1ffi ci~nte una so la infezione con materiale scarlaitinoso viruJ.ento che contenga streptococchi emolitici. La formazione e l'accu1m ulo rdi so·s.tanze di S. C. nei siero 1degli animali da esperimento è ra.iggiiunta moJto pi11 lentamente che gli altri col!'pi immunizzanti: i sieri estintori hanno un titolo di agglutina7.ione molto alto rispetto agli streptococchi della scarlattina e &i comportano positivamente n elJe deviazioni del complemento realizzate con squame scarlattjnose quale antigene. I sieri di anjmali jmmunizzati con streptococchi morti o privi dell e loro tossine, non sono ca'Paci di dar 111ogo al fenom eno \dell'estinzione; la capacità dei si E>ri umani e degli animali da esperimento di estiniruere l' esantema 5carlaitinoso è 'Una reazione speC'ifica all a tossina ·dello streptococco. L'organismo immune verso la scarlattina, non sempre cont1ene le sostan z.e di S. C., niè si può determ1nnre attualmente se que5to 1di1pende dal fatto che fra la immunità verso la scarlattina e la presenza òi streptococchi emolitici mancl1i ogni paralleli. smo, ovvero che vi siano !diversi streptococchi emolitir.i .che in1er,·engflno nei singoli casi. MoNT. 1
1
•
E frequente nella donna il verificarsi di m a-
lattie pel,riche con siintomi che simulano altra infermità. Da notarsi nel lato destro l'anne&Site de $tr.a simt1lante un'aippendicite. L'esperienza di C. A.. Castax (La Prensa 'medica Argentina, 192.5, insegna c1he non si :deve mai porre diagnosi di appendicite nella donna senza aver proceduto prima all'esplorazione rettale e vaginale. In tal' modo ~i può mettere in evi·denza un sintoma .i m I)Ortante .che ha denominato « disrnenor.rea appendicolare ,, . Questa si presenta in forma di dolo-re act1to due o tre g·iorni prima delle mestruazioni e si riacu tizza quando queste incominciano. Il dolore è localizzato nel lato rd estro rdel basso ven. 1re, fossa iliaca e punti ov·a rici e appendicolari, f' $i irradia fino ai muscoli dello stesso lato. Si distingue da quello proprio delle dismenorree ova ricl1e ed uterine in quanto questo è bilateirale con irradizioni dorso sacrali e ipogastriche. Nella p. in discorso non si apprezzano alterazioni degli annessi : molte sono vergini, altre multipare o nullipare &enza passato genitale. Alla laparatomia non si riscontrano aiderenze dell'~pipendice con l 'ann esso ·di destra, nè alterazioni di questo. Non si tratta di appendico-annessiti, ma di fenomeni congestivi mestruali che esacerbano il p.rocesso appen·dicolare cronico. La 1djsmenorrea appendicolare è molto frequente r1ell'ruppendicite della donna e permette di differenziarla dall'annessite in una maniera precisa, recando cosi un ,p rezioso aiuto alla terapia. 1
1
MONT.
Il vero ed il fal so segno di De Graefe. .n e Graefe nel 1864 attirava l'attenzione della Socli.età di medicina di Berlino su rdi un nuovo segno della malattia ·di Basedo\v, al quale egli attrib11iva valore patognomonico per rendere più sicura la dia•g nosi delle forme fruste ed iniziali di gozzo .ec;oftalmico. Il segno consiste, è noto, nell'asinergia oculo-palpebrale, cioè nelrarresto o n el ritardo dell'abbassamento ·della palpebra nel momento dello &guardo in basso : questo segno non è la conseguenza dell'esoftalmo, poichè manca nei tumori dell'orbita, m entre si trova anche nelle più legge1~e forme di Basedow. Abbenchè accettato dai ~iù noti neurologi, nèssuno si è ·d omandato se ver:imcnte si tratti di t1n segno patognomonico o di un segno obiettivo propriamente detto; ora Rollet fLe lournai de méd. de Lyon , marzo 1926), afferma eh e l'asinergia orulo-palpebrale costituen1
{.l\..NNO
•
XXXLII, FASC. 36]
1265
SEZIONE PRATICA
te il segno ·di !De Graefe, può es.sere volontariamente realizzata: essa fa 'Parte di alcuni giuochi mjroici normali. Da una inchiesta compiuta su 200 allif'V~ della Scuola ·di .sanità militaTe, tutti giovani e perfettamente sani, l' A. ha tratto la -con· vinzio11e che il segno è legato, 1per così dire, alla mimir.a d·ello istupore o del terrore e può da chicchessia essere irnitato subito 1che s.i voglia, ovvero ,topo un certo allenamento. Tale asinergia volon. taria qua.si non si 'PUÒ distin•g uere dall'asinergia che costituisce il vero segno ·di Do Graeife ]n patologia. P er l'organicità cte1 segno parlano indubbiamente 1'11nilateralità dell'asinergia ovvero l 'asin1metria. Al di fuori del gozzo esotftalm·ico, si può ancora osservare, per quanto .eccezionalmente, il .segno di De Graefe nella paralisi verticale dello sguardo 1per l esione id ei tu·b ercoli 1qua1drigemini e nelle sin.aromi ,p arkinsoniane post-encefalitiche. Il segno non pnò ~ssere quindi consjderato quale sintoma -patrygnomontco del morbo di Basedow. MONT.
CASISTICA E · TERAPIA. La lobulite tubercolare.
volte l'imagine non -è così netta, ma s1 vedono questi piocoli spaz·i chiari, sovra'P:p osti e ravvicinati. Per darsi ragione della figura descritta, bisogna riicordare la fine anatomia dael polmone. Ogni lobulo è in rapporto con un bronco termin·a'le, che lo 'Percorre nel ,centro. Ma ciascun lobulo è .costituito 1da tanti lobuli primitivi a cui va un ramo del bron·co teTininale, clh•e da esso si distacca ad angolo retto. La figura ottenuta sulla -radiografia, rap'Preisenta la ~osizione della base ·del lobulo; .il contorn·o rotonido o rpoltedri1co della ruota .corrispon•dc agli spazi interlobulari, i raggi alle ramificazioni latexali .deiJ. bronco, e gli S1)azi chiari ai singoli lobuli primitivi. Se il processo tubercolare 'Progre·disce, l'irufil~ trazione im1pedisce all'aria di entrare nei lobu li, e alla figura ·di ruota subentrano le com11ni r·hiazze 01paiche, evientrualm-ente con l'imaigine a mo.lli·ca idi pane della .cavernula, reperto frequente ad avers.i sulla lastra radiografica. L 'im.agine a ruota rd ella loblJ.lite tuiber-colare no1n si riscontra mai nei 'Polmoni normali e naiscon·de e sostituisce il disegno noI'male •delle diramaziont dei bronchi e dei vasi, .s'intende d·e1 re'f>to che le lesioni massive .del polmone (polmonite ca:seosa, • broncqpolmonite confluente) o antiche, fibrose, non ipossono •dare il tdisegno 1descritto. L'im.agine raidiogralfica d·ella lobulite tubevcola..,.e si nuò ottenere isolamente nelile forme iniziali (' recenti ed ·è appunto in 1que&te che raippresent·:t nn importante mezzo diagnostico, perchiè il suo reperto può svelare l'esistenza di un focolaio tubercolare latente nei polmoni, laJddove l'esame fisico rimane muto. 1
1
1
1
Molto .s pesso avviene. ne'lla tubericolosi polmonare recente di ritr.o"U'are i segni di una impregnazion.e tubercoJ ape 1da parte idell' organismo o una iubercoftosi ganglionar e, senza che o l'esame fisico dei :polmoni o l'esame raidib·g raii co permettano dl <limostrare u11a lesione primitiva tu1bereolare nei polmoni, ~ome si era .sospettato. E so:prratutto nei bambini, convalescenti di pertos&e o .d 'inflru enza o af,f etti da segni ,evidenti d1 M. CAJA. adenoipatia tracheo-bronic hiale, che 'l'esame del L'uso della sanocrisina da parte dei pratici. polmone resta muto , mentre, come si ammette P. I..ot1ys (Journai de s Praticiens, 24 luglio 1926J tdalla maggior parte degli autori, è nell polmo·n e osserva eh·&, prima di mettersi in una ·determinata ·che il ba·cillo tnbercolare dapprima si localizza \'i.a terapeutica per la tubercolosi, si deve consi·donde 'Poi sl .liiffonde alle stazioni gang']i onari vi· . derare che spesso i miglioramenti che i.si osser<'inio'Ii. o si ,g eneralizza nel :po~mone sl0sso. vano s.ono 1dovuti a pura coinci denza, a miglioraIn que·sti ·casi Jaquerod (Annali di medicina, mento f;pontaneo ed a un fattore ~sichieo. Non 1926, f asc. 1) èon 'Slpeciali a:c:corgimenti ha potuto bisogna dimenticare che la sanocrisina ha anche mettere in evi·denza alla rwdiografia (delle lesioni al suo passivo molti inconv·enienti che possono primitjve tube:ricolari del IP01mone, la l obulite tuandare fino a fenomeni tossici gravi. Ora è bene bercolare. ·Il concetto di lobulite, pjccola lesione che nei ser,rizi ospedalieri si continui a studiare infiammatoria primaria •del paren•chima polmola sanocr~sina ed i suoi effetti. l\1a, neU'ora atnare, rappresenta .dunque la primissima lesione, tital.e , il pratico si de·ve guardare dal ricorrer,ri che sfugge al'l'esame 1c'linico comune, ma che esianche se i inalati ne fanno viva richiesta. 5te e costituisce il focolaio (cancri dei francesi) L' ..<\.. fa poi sue le con clusioni id i Rist che <eioè: da cui poi la tubercoloisi si .diffonde o genevalizza. può darsi che la s anocrisina abbia alcune indi.t\lla ra.idiogratfia l'imagine ca1·atteristica della lobulit•e, secon·do 1'A., è rappresentata da una cazioni, certamente molto limitate, e che il &uo n5o sia suscettibile qi perfezionamenti, ma .bisofigura, che ricorda que~la di una piccola ruota, gna rassegnarsi e riconoscere che gli ]nizi di di un diametro idi circa un oentimetro, composta •da un ipunto .c,~entrale, da cmi 'Partono quattro o questa chemioteraipia s'0110 ben lungi dal ricordare quelli degli arsenobenzoli. fil. cinque raggi, separanti degli spazi chiari. Alle ~
1
1
1
1
1
1
•
•
'
1266
TJ, POLICLJN1CO
La cura delle caverne polmonari per mezzo di iniezioni.
•
Da molti amni l{ . Tal\ata (Japan J1Lea. World, aprile 1926) tratta le foirme ca,riiaTie della tubercolosi polmonare per mezzo tdi iniezioni nel·l ' intei~· no 1della ·cavità stessa. Il liquido medicamentoso adottato, do.p o molte m odifiicazioni, è .costituito dalla seguente miscela: I odoforn1io ~mc. 1.5. 0 lio idi trementi.n.a ctnc. 2.5 ..\'Ciid o f eni co eme. 2.5 Canfora gr. 5 • Olio ,d i olive eme. 36. Le esperienze sono state fatte, per ora, sola m ente nelle farme aipi'cali. Il malato sarà posto ·seduto ad anche distieso sul letto Determinato .co·n la pePcus·sione e l' ascoltazione il •p unto ·p reciso corri1spondente ·alla •c a,rità , si dis]nfetta Ja ·c'Ute e s'infigge l'ago. Per accertarsi 1qì •essere penetrati n ella ica,,erna, sj aspira per mezzo della siringa vuota, · o5serV3.ndo se viene ritirata dell'aria. Si procede poi all'iniezione, agen1do con grande 1entezza per non provocare reazioni dolorose . Si i:?.1izi·erà con . eme. 0.5 id i 1iqu:iido , raggiungendo, con int·ervalli idi 3-7 ·giorni un massi mo di 5 eme. Secondo l' A. i risultati del suo metodo sarebbero rappresEJ.ntati: dall'impiocolimento della caverna; •cl.al miglioramento d1ello &tato g.enerale con sco111jparsa dell.a !febbre contjnua e d1trninuzione dei b a.cilli nello sputo ; dalla m odifi cazione dei i1Tocessi cM1gr·en osi del 'Polmone. Ev·entualmente si ipotrebbe ossiervare anche lln n ote,·ole efifetto emo tatico nelle emotti si. Ulteriori tu!cli .ctaranno. ma·g gior 1uce al , ,_alo1re del n1 eto·do, estendendolo anche al trattamento delle farme a carico dei lobi medi e jniferiori. 1
1
1
M. FABERI.
NOTE DI MEDICINA SCIENTIFICA. Contributi recenti della chimica alla medicina. I progr.essi ùe1la medicina .s ono legati p er buo11a parte ai progre5si 1della chimica. Ne dar~m o una docun1entazione sulla scorta idi .i\. Stie'g litz (rif. in Jourri.ul A.rn.er. Jl cà ..-t ssoc., 12 giu1gno 1926). ..\nzitutto è da co11 iderare che la cJ1imica ci ha fornito molti 11u0Yi prodotti utilizzati in terapia, per q11an10 spe so lo siano stati con ritardo. ..\d e <'mpi<', i co1ori d'anilina sono già noti da alcuni clPcenni ; 111a le loro proprietà antisettiche venn (•ro scoprrte 50lo nel 1912, da Churchman, 11 o.nale riconobbe cl1 e c~rti b~tteri gram-n egati,·t.
[ANNO X~XIII , FASc. 36}
dopo cs5ere stati a contatto con violetto di genziana, non si svil;up1)avano, e questa nozione è s Lata apiplicata largamente in medicina durante gli ultimi anni: si com1nciò a;d utilizzare il ''ÌO· letto ni genziana localmente, per lavaggi, so,rratutto nelle infezioni articolari; poi si è passatl all ~impiego di es50 per ' ria en!dovenosa, nelle iI1· fezio,n i generali; grad•a tamente il numero dei colori d'anilina impiegati è ''oouto aumentan-Oo· • oggi è special1nente in voga il m ercurocromo 220 s0lnbile, che dà buoni Tisultati nelle infezioni 1ocalizzat.e, si ·d imostra un ef.ficooe profilattico (a·s epsi chirurgica, 1p revenzione delle infezioni puerperali) e s'i1npiega anche, con qualche successo, in alcune infezioni gen erali. ..\Itri pro·d otti erano pur essi noti da lungo tClmpo, 1quall'do si è provveduto a>d applicarli; coc::l l· eti lene è as urto impr9vvisamente ad un'importa11z.a teraipeutica per la narcosi chirurgica. I l numero dei nuoYi rim•eid.i forniti dalla chimica in associazione alla lbiologia, va divenendo in1pon e11te. Ci bastj ri cordare gli arsenobenzoli e gli anti11Jetici più recenti, che per lo più n e sono dei ·derjvati, com e la tri,par.sam~de e la sul!far&fenamina. Pa&san.do a ù u11 altro campo , la cl1imica ha proceduto all'isolamento idi vari prodotti elaborati i11 mis11ra mi.n imale n el corpo umano e la cui defi cienza è causa di noti :tienomeni morbo&'i.: tl1tta una serie di o.rmoni rè stata isolata, o si è ottenuta allo stato di concentrazione: tirossina, ep irie.frina, estratti pi tu i tari, insulina, ecc. Restano ora da identificare e da isolare i principi attivi -clP.lle glanù ole sesisuali, j .quali p ermetteranno :di ottenere alcuni degli effetti del cosidetto ringio\1aniroento, ~Pnza ricorrere ad innesti. Va anche progredendo la chimica delle vitamine : J. C. Drummond nel 1926 è quasi giunto all'i sol~mento rd ella vitamina .~ (·da 10 l<g. di oll<> di fegato di merluzzo ha ottenuto 10-15 g. di sostanza attiva, co-n tenente solo C, H e O; 5 millesimi di mg. al giorno di questo ,p rod otto sono nercssari e 5ufficienti per lo sviluppo normale di un topo). Quanto alla vita.mina B, nel 1924 eidell otte11ne ·dai blastomj ceti un picrato cristallino e ne stabilì la formala l)ruta, che di recente V.l . H. Body 11a precisato (è relat1,1a moote e1nplice. C 5 Ht 1 0 3 NL La ,.itamina C •è più difficjle a maneggiare, pe~chè viene rapidamente distrutta dall'ossigeno, ma Zilva è riuscito a ottenerla in forte concentrazione (0.15 mg. pro die bastano per scimmie o cavie). Nei r].guardi d ella vitamina D o antirachitica. si è i:fatta la 5COperta sensaziona1 e (St<:'mJ)oel1 e altri ) che essa vièn e :prodotta dal1'azione dei raggi ultravioletti sugli steroli di certi grassi e sul cole&teroJo jecorizzazione di 1
1
1
[ANNO
XXXIII,
FASC.
36]
1267
SEZIONE PRATICA
Gyorgy), di modo c11.e non è necessario di estrar~a. ciò cl1e per altro, ·è stat o fatto da Zucker e coll:iboratori. Dunque 1e vitamine oggi non sono più .so&tanzie ipotetiche, la cui esistenza era desunta indirettamente •dalla fi.siopatologia; sono divenute entità C'himic.he. . In mo1do analogo, si sta procedendo all'identtfir.azione, con centrazione, purificazione, isolamento delle .sostanz1e immunizzanti, così da poterle fornire ::i.ll'orga11i•sm o, eliminando le azioni collaw t.er ali di sieri e vaccini. 1Non è detto che in un ai.''1 enire non lontano non si riuscirà addirittura ad ottenerle per via sintetica, come 1è accaiduto, ad e.sempio, per l'epinefrina (adrenalina) ... . La chir11ica ci forni sce an che 1delle .nozioni di fisiologia e id i patologia C·h e proiettano viva l:uce isu molti stati niorbosi .e che apprestano nuove risorse alla tGrapia. A. d esempio, le ricerche di J . Ho\\rland di1nostrano che la .deposizione di cal· cio nei tessu·t i è in rap1p orto con la concentrazione ~n rogeni oni ca (p H ) e che 1 questa è condizionat1. "dalla ten sion e 1d>ell'aci1do carbonico; n el}e cartilagini e in altri. tess.uti poco attivi, la tensione è bassa e la calce non precipita; nei bambini normalmente è di 50-60 mm. H1g.; se caJde a 30, v'è sem'pre rachitismo; fra 30 e 40 di solito v'è rachitismo. Ri&ulta, inoltre, che non è il calcio a difettare nel raohitismo , ma il fosforo, il cui impoverim:ento tr.ascina con sè quello del calcio; .no;rmaln1ente ve n e sono 5.5-6 mg. per 100 eme. di siero di san.gue; nel rac·h itismo eSiso scende a 3.5 e meno; invece il contenuto di calcio può essere normale. Si ·è accertato, infine, l'intervento di alcuni ormoni (adrenalina) nel r egolare la depos]zjone del ·Calcio e se ne sono tentate applicazi0ni tera[>euticbe. ' '·algano questi esemrpi a dimostrare la portata crescente che la ·chin1ica vie11e as umendo nella medicina. . L. VERNEY. 1
cernia: non si è tenuto conto della possibilità dell'i1dremia, che complica il fenomeno e mascher a l'eventuale ritenzion.e effettiva del calcio n ell'ol'ganismo. Il f os:f ato bi calcico non ha prodotto azioni mat· cate sulla calcemia. Dopo somministrazioni endovenose di cloruro calcico , ancl1e in quantjtà ingentiis sime, nei conigli e nèi cani, il ca1'cio scom1pariva dal sangue con rapi·dità impres.siona.n te. I l m eccanismo di <ruesto feno·m eno sfugge; il comportamento correlativo dell'azoto proteico non permette idi attr1~uirJo so1o a idremia. 1
L . V.
1
POST A DEGLI ABBONATI.
1
Sulla somministrazione parenterale dei sali calcici. L. Cond-0relli (.4rcli. di Farrnacol. speri1n. e Se. a.ff., 1926, .fase. V e , .I), dopo sommini>Strazione di clon1ro di calcio per Yia ipodermica nei conigli, ha osservato il fatto ir1atteso e ap'Parentcmie nte 1paradossale, cl1e il contenuto di calcio • n el sangue si riduce. Contemporaneamente si ab. ba. sa anche I 'azoto proteico; perciò l'A. interpreta il fatto ammettendo eh€ si determini idremia. per ricl1iamo di iero dai tessl1ti. Questa osse.rvazione vale ad inficiare la ricerche precedenti relattYe all'infll1enza che la '50mn1inistrazione id i sali di calcio e ercita sulla cal1
'
Terapia della tubercolo i polrnioriare. -
Al dotr.
G. G., da T .:
Allo stato attuale della scienza e ·dOIPO tTutte le delusioni terapeutiche antitubercolarri resta an cora la cura tgien'i1co-·dietetica sanatoriale. l 'uni1ca che può dare dei risultati sodldi.sf acenti, associata nei rasi indicati alla .colla:ssoterapia. In fJtali·a esi5tono al·c uni Sanatori per non ambi enti, ma sono molto pochi e quasf sempre pieni La retta in essi oscilla oggidì intorno alle L. 30 35 giornaliere. G. MEND&S. Per la diagnosi di neuro-lue. -
All'abb. n. 2137:
In tesi generale può eccezionalmente darsi il caso cl1e la R. W., 1dim.ostratasi leggermente po· 5itiva étll'inizjo ·della infezione, riman.ga poi per lungo tempo n egativa. Può darsi 1pure che, in. t'.lli condizion1 , la R. W. ·del liquor sia in,rece nositiva ed è perciò opportuno, quando si può, di praticarla. Se, nel caso rjferito dall'abbonato, la R. \V. del liq1tor do,resse risultare positiva sono consigliab!li cure energiche e se gli arseno·b enzoli non f o:: ero tollerati nè ancl1e per via endomus.colare, si darà la preferenza ai 1preparati indisciolti di bismuto. \ ' . nlONTESANO . •
-:\!Ptfici coloniali. -
All'abb. n . 7066:
l medici coloniali nelle nostre Colonie vengono a. sunti con contratti temporanei dai Governi di Bengasi o id i Tripoli, ai cui Segretariati generali c. occorre quindi avanzare istanza.
,
1268
lL POI.JCLJNICO
Al dott. V. G., Camerlata: Un ottimo manuale di Infortunistica è qu.ello del CIArvIPOLINI: La traumatologia. del Lavoro in rapporto alla legge, edito ·d•alla Ca5a Editrice
L. Pozzj, Roma. , DR.
Alf 'abb.
n.
11675-1:
Bi5og11crebbe conoscere l'entità p\I'ecisa del trau1na JlriILa di invocare J.'azione del simpatico ne.1l'etioJog1 a del varicocele, il quale€ affezione assai com11ne, talora ig11orata, e sulla quale l 'attenzione può esservi condotta in occasione di un fenom1eno qun1unque intercorrente. Numerosissimi sono gli articoli sparisi .su molte riviste che parlano dei rapporti tra simipatico e -chirurgia. La chir.u rgia qel 1s impatico ·p erivasale .fu oggetto -Oi relazi eme 1del 1924 (Atti della Soc. Jtal. di Clii rurgia ) · ivi potrà trovare probabilmente svo 1 to l'argomento di cui Ella si interessa. E. M.
All'abb. B. S.: Trapani: In italiano il Trattato italiano di Radiologia · ~dito per cura della Società Italiana di Raidiologia (T ADDEI, Ferrara). P er lo sviluppo idelle O$Sa. SESSA e ALBERI!, Atlante radiografico (·Cruppelli ed. ) . E. l\1.
VARIA . Consi derazioni di un artist a s ulla professione medica. H. To111ks (Practltioner, aprile 1926) ritornato nsl 1914 a 1contatto ·del ma-lato, tdO'PO es:serisene allontanato per 25 anni ~er fare 'il ;professore di anatomia artistica, è rima5to assai colpito diall'oocessiva con'fi·denza dei giovani n(e gli esami Idi laboratoTio, mentre generalmente non si .cuirano di addestrarsi 1surf ficientemente all'esame cliruco d1ei malato. Una •cosci&.nza e ·un'abitudine artistica rende assai più facile questo co1npito, favtorendo 'la mem oria visi''a di a5'Pet1i statici o dinamici dell'uomo normale, e l'osservazion·e pronta delle deviazioni an1che minime dalla norma. l ln artista dovrebbe tro,rarsi in -Ogni ospedale, per contribuire alla formazione •di quest'abito arti stico nei medici, e per 'fissare i tratti· esterni caratteristici delle varie iforme morbose meglio della lastra fotografi ca, -cl1e non può far distinzione tra l'accessorio e il principale. Un ariista può r endere interessante e più facil e
[ANNO
XXXJIII, F ASC. 36)
n ricoI1dare l'arida anatomia, e giovare col consiglio e con l'opera al'la ichirur.g ia pla:stica. DORI A.
La st ampa medica è in decadenza? Innanzi al recente Congresso tedesco di medi cina interna, il prof. F.riedrich Miiller di Monaco denunziava la sovraproduzione di memorie d.1 1nedicina, molte delle quali di nessun valore e ingombranti; l'incapacità della puova generazione di medici a redigere memorie in f onna chiara, organi.ca, adatte alla pubblicazione; la mancanza di una rigorosa discriminazione da parte delle r edazioni nella $Celta degli articoli. Il rischio delle ipotesi. Il desiderio innato di avere la spiegazione di ogni fenomeno è quello .stesso che spinge il selvaggio alle sue semplici speculazioni, e l'uomo di ·.cienza alle sue complesse ipote5i. L'uno e l'altro cercano IPOi la conferma nell'esperienza. E bensì vero che ogni nuova ipotesi è meglio di una semplice confessione di ignoranza, ma il pericolo è id i contentarsi di ogni parvenza di prova, e credere di sapere, arrestando cosi la ricerca e ' riposando in u11a falsa s~ienza più pericolosa. di una confessata ignoranza. Per questo motivo gravi errori hanno durato per secoli nella medl· cina, e le vestigia rimangpno ancora in alcune espres5ioni, come isterismo, me1anconia, ipocondria, esaurimento nervoso. Ed è oggi tuttora vivo il pericolo di riposare su ip.o,t esi ch·e ci consentono con poca fa ti ca mentale facili spiegazioni, anzichè tendere l'arco ctella mente alle ancoI'a. ignote cause di fenom eni ine$plicabili. (La.ne et, 10 aiprile 1926) . DORIA.
PUBBllCAZ IONI PERVENUTECI.
1
1
•
Il lattante di fr onte alla infezione morbi.llosa. Modena, Tip. Imm. Conoezione,
GALJ,I PAOLO.
1924. GEN'IILE N100LA.
Un nuovo riflesso diagnosti co e
ciirativo «il l?ifl. Sporidilo-splancnico » ai Rag-
gi. X. -
Roma, Atti Ace. Pontif. Nuovi Lincei,
1924.
Lo PRESTI SEMINERIO. Pneumotorace terapeutico nel ba;nibino. - Napoli, Stab. Tip. e< La Nuovissima», 1~24. Io. Io. Contributo allo stndio dell'aniebiasi in Sicilia. - Palermo, F . San210, 1924. ,V. H. HoFFMANN. El problema de l.a lepra baio los uspectos modcrnos. L ' A"\rana, 1926. W . H. HOFF:}CANN. D ie Leptospirillosen. ~fona,co, · 1926. ,~. L.\SA~. l1.naf1laksijtt. J\.au11as, 1926.
[At"~O ~.\.\111.
FASC. 36J
SEZIONE PRATICA
126S .
POLITICA SANITARIA E GIURISPRUDENZA* CONTROVERSIE GillRIDICHE. LIII. -
Poteri dei commissari regi.
Il Co1nm1ssario regio del Comune di ~Iargherita di Savoia aveva ·deliberato jJ collocamento a riposo di un impiegato quan•do già era scaduto il termine di sei .m ·eSii stabilito dall'art. 323 del T. U. della legge comunale e provinciaile per la durata dei poteri del Commisf>ario. Tale p.r o,rvedimento . era certa1ne11te n·ullo perchè emanato da chi non ne aveva più jl potere. Su rtcorso •dell'interessato, la G. P. A. in sCl:de gi u:risdizional e dichiarò nulìa la deliberazione e la V ;Sezione del Consiglio di Stato, con decisione 14 maggio 1926, n. 150, 11a ronfer.m ato il gjudizio ·di primo g.r ado soggiun· gendo che non si può considerare il prov:vedimento come at1o di Commissario prefettizio, mancan1do, fra altro, della ratifica del Prefetto. I·denti ca è la risoluzione per qualf>iasi altra deliberazione. E da avvertire, a 1questo 'Pl'O.p osito, che l'art. 103 del R. D. :lO 1dircemlbre 1923, n . 2839, ha aggiunto al1'art. 323 ·u na disposizione la quale strubilisce la possibilità della proroga dei poteri del Commissario 1$ino a;d un anno, se il Consiig lio è scioJto per la seconda volta nel pe.rio'do di ·d ue anni. 1
LIV. -
Revoca degli atti amministrativi.
AI'gomento importante, anche dal punto di vista ~ratico, è 1 qu ello della revoca degli atti amministrativi. Es0rbiterebbe ·dai limiti e dalla finailità di que. sta rubrica la trattazione giuridica di tale argo. mento. Ql1i si vuole tdare soltanto una indicazione che possa servire idi gui·da pratica aigli interessati. L::i questione è istata recentemente esaminata dalla I'' Sezione del Consiglio di Stato con una pregevole decisione 14 maggio 1926, n. 254. No esponiamo sinteti camente le risoluzioni, le quali scm·b rano a noi sostanzialmente corrette. E principio .fondamentale, ammef>so -con cordemP.nte in dottrina e giurisprudenza, che gli atti amministra ti vi possono essere sempre revocati, aven'do la 1p ubblica amministrazion e il potere di riesaminare ·quando c·n e sia i suoi atti, ispirati a fini di p11bblico interesse, salvo che la legge non disponga di'Versamente o che l'atto amministrativo abbia creato run ·diritto accruisito a favore dr::t terzi. Questa ampta facoltà di riesame, essenido !011data ~u · criteri di opportunità, utilità, e di"Terso apprezzamento dello i11teresse pl1bblico, ha 1
1
1p er effetto cl1e la revoca con5eguenziale opera e:r nitric, cioè dalla data in cui la revoca è deljberata. :Ma l'amrninjstrazione pubblica ha non soltanto iJ potere, bensl il dovere di revocare gli atti propri quando li riconosca invalidi, viziati da errori ·di ·d iritto (si può aggiungere anche 1da errori di !atto). In tal caso la .r evoca, equivalendo all'annuUamento, opera ex nunc, come se · l'atto revocato non .fosse stato mai emesso; nè in tale ipotesi può paT.1arsi di violazione ·di diritti quesiti -O_ai terzi, iperch1è l'atto illegittimo , illegale. nullo non è idoneo a prO'durli. Q1iesta è, in sintesi, la risoluzione ·del Consiglio di Stato. Bisogna quindi distinguere la prima dalla seconda ipotesi. Il potere ·di revoca degll atti amministrativi, per 1diversa valutazione della convenienza e della utilità dell'atto stesso in rapporto al fine putb bli·co cb.e l'amministrazione si prOiJ>one cli raiggiungere, trova un limite n el di- · ritto de.I terzo, qualora l'atto lo abbia generato. Così, per es., non potrebbe essere revocata una deliberazione di nomina divenuta esecutiva. Qua. lora l'atto sia revocato in forza -Oel potere sud1de.tto, gli effetti id ella revoca sono operativi dalla d·ata di essa. Ma sB l'atto è in·vali1do, se cioè è viziato da errori ·di !atto o di •diritto, che ne vulnerino la legittimità, si ammette ohe rl 'amministrazione po&-sa revocarlo. In tal 'Caso la revoca equi,rale all'annullamento, come se l'atto mai fosse esistito, salvi, si intende, i rimedi gi1Uridici contro la r-e' roca od.a parte degli interessati. Di regola l'atto amministrativo produce i suoi effetti •dalla data in cui la manifestazjon e di volontà dell'amministrazione è compiutamente manifestata. Eccezionalmente l'atto ipuò a'·ere effetto retroatti,ro: come nel caso in cui è dal.l a legge ~tabilito u11 limi.te di età per la ·c essazione del -;crvizio; ma in tal caso l'effetto deriYa dalla l~gge, non dall'o.tto amministrat)vo, il quale non fa che dichiarare uno stato di fatto e di diritto dalla legge prest·a:bilito. 1
1
1
N. B . - .4.i q1tesiti deali abhonati si risponde direttame11te per lettera. l quesiti debbono essere inviati, in lettera, accom]Xlgnati dal francoboU" per la risposta e ~empre indirizzati impersonalmente allo .Redazione del « Policliri.ico », via 8isti11a, 1/, - Roma (6). Le risposte ai quesiti che non richiedono esam? di atti o speciali indagini, sono gratuite.
(*) La presente, rubrica è affidata all'avv. GIOV ANNI
legale del nostro periodic;(\
SELVAGGI
esercente in Cassazione, consulente
IL POL!CLL\ ICO
Ir .
\ -'~'J - •
\ .\' "" f'..\::::C. .-,t> •.> .. 'J .'\ l I I •
NELLA VITA PROFESSIONALE. Cronaca del movimento professionale. Lo scioglimento della Fed~razione degli Ordini dei Medici. Il dott . .i.\rnaldo F'iorett1. Presidente della F ecderazione degli 01~dini dei l\1ed ici, ha diramato la seguente circolare: ,..\.i sigg. Presiclcnti degli Ordini d ei Medici, per -conoscenza ai sigg. egretari delle Co11porazioni anita rie Pro;vinr;iali, ai sjgg. Seg;retari d ei Sind.acati Provincia.l i Medici Fascisti. L 'art. 35 del regolamento del1a legge 2 aprile 1926 sui raspporti collet tivi di lavoJ.·o prescrive: cc Gli Ordini e Collegi fd i professionisti liberi .conservati a termine dell'articolo 2, 2° comma. delJa legge 2 aprile 1926~ non possono costituire nà F ederazione n è altra or ganizzazione di gr.ado . su per1ore » . In base. alle disposizioni di questo articolo la F edera7.ione <!egli Ordini d ei Medici deve essere .soiofta e rpertanto i n virtù delle deliberazioni del Congr,e sw federale dell'ap1rile· lcotrr. a. , con le quali 1ni si conferivano pieni ipoteri per la mod ificazione dello tat11to e della. Costituzione, ho disposto: 1) La F ederazione degli Ordini dei Medici è -sciolta. Di t ale scioglimento h o dato comunioaz ione a S. E. il CaJ!_JO del Gove.i.·no, ~Iinistro delle Corporazioni. . 2 ) Le attività e passività tiella F ederazion e -Oegli Ordini dei Medici vengono trasferite in pr~prietà del Si ndacato Nazion.a.le Medico F.ascista. Unisco per loro r1orma il bilan cio della Fed erazione al 31 luglio 1926. 0
La nuova legge p er la Cassa Pensioni dei Sanitari. Il ]\fjuistro \Tolpi di concer to con il Ministro Federzoni ha p.i·esentato alla Presidenz31 della -Oamer.a il testo della n11ova legge che riforma il tr~.tta111Elnto di quiese;enz:1 .aii sanitari. Con questo 'clisegno di legge si assicu.rano alla Cassa di Peevjden r..a a favo.r e dei sanitari nuove entrate di caratter e tran "itorio e si provvede a miglioramenti imn1ediati di notevole portata; si provvede .1 ll' impo izione di un contributo straor.dinario di L. 600 a nnue per ogni 1>osto di sanitario soggettc a iscriY-ione alla Cassa di Previde112a , ripartendone il carico fra enti e sanitari, in ragione di L . 400 per i primi e di L. 200 per i secondi, e lasciandone l' integrale oarico .all 'ente per i po ti Yacanti e per quelli coperti da sanitari non iscritti; con 1 i1n~egno tassativamente e pre o che il cont ributo i1uovo sarà ridotto secondo le risult.anze del bilancio tecnico. i stabilisce poi l'abolizione della riduzio11e del 40 per rento ulle '}note di pen ioni riflettenti er,,.1z1 re i anteriormente al 1° ge11naio 1926J àel limite 1
1
ininimo delle pensioni dirette a L.. 1500, e del limite n1assimo delle 9en sio11i stesse 'da L . 12.000 a 25.000. Si pro\'"vede inoltre all' aumento da Li;r e 2000 3' L. 5000 del limite mini1no delle pensioni ·privilegiate, sia di rette che indirette. Col disegno di legge tutte le p ensioni liquidate e da liquid.arsi ai sanitari iscritti e alle famiglie dei sa11itairi isoritti, cessati dal servizio anteriormente al 1° gennaio 1923 Yengono migliorate oon a ument i percentuali applicabili a quote ·graduali degli a~segni, con un minimo di L. 1000 per le pensioni dirette, e di L . 500 per le pensioni indirette : inoltre si provvede ia dare facoltà .ai sanitari di iscriversi alla Cassa durante i servizi interinali e pirovvisori . Il disegno di legge sarà discusse. nelle prime torn.ate del P arlamento. 0
CONCORSI. P OSTI VACANTI .
.i\ROEVIA (_.:.L ·nrona) . - Scad. 10 sett.; 2 condotte; L . 9000 (urbana) e L. 8500 (s11burbana), oltre L. 1500 c:. -v. e compenso supplementare per i p0veri ~n soprann tunero; tassa L . 50. BARI. R. Prefett ura. - Uff .. san . di Bariletta; al 30 sett. J or e 18; ab. 51J387; L. 15,000 e 2 quadrienni di L. 1000; divieto libero eser c. profess. t ranne consult'nze; obbligo eventuali funzioni med. cli porto e circond ariali . Titoli ed esami (prove critte e d orali ed esercizi pratici). Età lim. 45 a . ·ras.sa L. 50 ..20 n.lla Tesoreria comun. Certifio. a 3 1nesi do.1 5 ag. Chiedere annunzio. BRUGNATO (SpeziQl) . - A tutto 30 sett.; tassa L. 50.10; stip. L . 200 e 10 bienni ventes., oltre L. 500 uff. san ., L . 1200 c.-v .; serY·. en tro 20 gg. 0APAOI (Palermo). - Scad. 10 ~ett.; L. 9500 e 5 quinquenni. c~sAT,Uf'R ((Jaserta). -· L. 7000 e 5 quadr. dee. oltre L. 500 uff. san. Età lim. 40 a. Scad. ore 12 clel 15 sett. Ah. 3500. Cmoco1 A (T"en,e'?in). -· Entro il 15 sett., condotta rurale di S . Ann.a e Cavanella. V. fase. 35. Coss1GNANO (.4.-;t·oli Pice no). - Al 30 sett. or e 18; ia.b. 2090; L . 500 oltre L. 500 indenn. la urea e L . 1000 indenn. forese, L . 500 uff. san. Tassa L . 50. Età lim. 35 .a. F11r :ME. I~. Prefettttra della Provincia del Carnaro. - Ufficiale ::Eanit. del Capoluogo. Scad. 3G sett.. ore 12. Vedi fase. 35. FIUME. Co11i1tne . - Aiuto .all'ufficiale sanitario e qua.ttro medici condotti . A tutto 21 settembre. Vedi fase. 35. FosSALTA DI PIA\"E c1·e11e.2Jia). cad. 15 sett. ; L. 8500 e 5 decimi in 20 anni, oltre L . 500 uff. san ., L . 2000 t r.a p ., doppio c.-v.; tassa L . 50.10. IonI.\ (ff dine ). - Consor. 7 co1nuni; scad . 15 sett.; L. 9000 oltre I ,. 500 c;er,-. ntt.; L. 3000 obhl. mezzo trasp . •
[ANNO XXXIII, F ASC. 36]
SEZIONE PRATICA
LuocA. - Medico scolastico; L. 11,000 e 5 quadrienni dee., oltre L. 3000 serv. attivo, L. 1000 indenn. trasf. ; c.-v. Età mass. 35 a. Titoli ed esami &ad. 11 sett. Rivolgersi al Comune. MILANO. Consiglio deglti Istituti Uspìtalieri. Concorso .ad .alcuni postj di medico chirurgo assistente con funzioni di interno . Scad. 9 ottobre. Vedi fase. 30. MoNTECORSARO (:Alacerata) . Scad. 14 sett; L . 8000 e 3 qua.Jr dee., oltre L . 800 uff. san., ·dop·p io c .-v., trasporto; età lim. 27-39 a . ; tassa L. 50.10. PALAZZAGO (Beri;amo) . -- Al 15 ott.; .ab. 2670; iscritti c. 250; Km. 20 di cui 10 in piano, 6 in collina, .i in monte; L . 8000 oltre L. 2 per ogni iscritto, L. 1000 trasp., L. 500 uff. san., L. 300 ambulat., 1 c.-v. Tassa J.J. 50.10. Serv. entro 15 gg. Docum. a 3 mesi. Chiedere annunzio. PONTECAON ANO F AIANO (Salerno). - L. 6500 e 4 quadrienni. ~cad . 30 sett. PRESENZANO (Caserta). - Scad. 15 sett.; L . 8000. Rivolgersi .al Podestà. (./UILIANO (Geno1> a). - Scad. 21 sett.; L. 8t100 .e 10 bienni ventes.; p . uff. san. L . 800; p. bicicl. L . 300; età lim. 35 a . ; tassa L. 50.15. Ro~I A. R. Prefettura . Uff . .san. di Velletri; .al 20 nov.; L. 12,000 e 5 quadrienni dee., c.-v., ind€nn. ispezioni ; di vieto di liber o eserc. rprofess. Tassa l~. 50.20 alla R _ Prefett. (Div. IV) . Certific. .a 3 mesi dal 28 a1g. Età lim. 45 a. Titoli ed esami. S. ZENO DEGLI EzzELINI (Trevi8o) . - A 30 gg. dal 10 aci;. ; L . 8000 per 1000 isoritti, addizion . L . 5, per cavallo L. 3500, per uff. san. L. 600, c.-v.; età lim. 40 a . ; tassa L. 50.15; due anni in csped. o cond. Chiedere ruinunzio. SASSARI. R. Univer~ità. - Professore non si.abile di Clinica ostetrica. Domanda al Ministero della P. I . in ~art.a boll. da L. 3 entro il 30 sett. Tassa di L. 100. Notizie sulla attività scientifica e carriera didattica in 10 esemp1ari. SUTRI (Ronia) . ·- Proroga .aJ 30 sett., ore 12; per 1000 pov. L. 10,500, oltre L. 400 uff. san. , -c.-,r. Età lim . 40 a. Docum. a 6 mesi dal 17 ag. Serv. entro 15 gg. Chiedere annunzio. TICENGO (Cremonaj. - Con Cin1ignano sul Naviglio; scad. 29 sett. ; L. 11,500 fino a 1000 pov., indennità capitari.a L. 2; mezzo tr.asp. L. 1500; .uff. san. L. 500; c.-v. ToLFa (Roma). - Scad. 15 sett. ; L . 9500 per 1000 pov. ; quota supplementare per le eccedenze; 6 quadrienni dee. ; c.-v., L. 2500 per servizio ospedaliero. Tassa L. 50.15. TREVIGLIO (Bergamo). - A tutto 22 sett. Vedi fase. 32. Vico DEL GARGANO (F oggia). - A t utto 25 sett.; L . 9000 e 5 quadrienni dee ; età lim . 45 a. erv. entro 15 gg. Chieder> .annunzio. V1GOLO (Bergamo). Consor. con P.arzaniga; al 21 sett. ; .ab. 2000 ; iscritti 400; L . 10,000, oltre L. 500 uff. sa n ., c.-v. L. 1500 trasp.; a.p partam. gratuito in casa civile, con orto .
•
1271
VTLLAVALLELONGA (Aqui la). - Proroga al .15 sett. VOLTA MANTOVAN.\ (llia·n tova). - A1 21 sett. ore 18 ; la condotta e direz. Ospedale Oivico; poveri c. 500; L. 8000 e 5 quaidr. di L. 1000, oltre L. 1200 Ospedale, L. 2367.60 lorde c.-v., L. 2500 t r asp or to; età lim. 40 a. ZAGAHISE (Oatarizaro) . - Scad. 15 ott.; L. 12,000 e 5 quadr . dee.; per uff. san. L. 600 ; a lloggio gr atuito; età lim. 2..J:-40 a. Computo servizi prestati in a ltri Comuni. (Juando n on è indicato altrimenti i concors i s i riferiscono a co11dotte 1nediche. Avvertenza. -
CONCORSI
A
PREMI.
Prern1io Battista · G'rassi . Con R. Decreto 6 maggio 1926, n. 841, viene eretta in Ente .morale la Fondazione « Premio Battista Gr.assi » presso 1~ R eale Acca'd emia dei Lincei (Gazz . Uff. del 27 mag . 1926, n. 122 ; B oll. Uff. 1ll inistero P. I. I, 8 giu gn o 1926, n. 23) . Il premio è istitl1ito con la somma di L. 126.000 r accolta, per on'Orar e l'illustre scienziato ed P destinato .a pro1tnuo~~ere gli studi nel campo della parassitologia. P ossono concorrervi tutt i gli studiosi italiani ed è a nnualmente conferito dall' Acca.demia dei Lincei, ~u proposta di una Comrrtissione di tre soci delle Classi di Scienze fisiche, matematiche e natura li.
140MINE, PROMOZIONI ED ONORIFICENZE,
Commissioni d i f .. iber e Docenze per i l biennio 1926-28. (I pr1im.,i tre n o1ni sono al-i eff ettiv1, al1 ultimi due i su.pple,n ti) .
Anatomia umana n ormale: Chiarugi Giulio, Firen ~e; L evi Giuseppe, Torino ; F a·~aro Giuseppe, Bari ; 1 ala Luigi , Pl3.via; Terni Tullio, Padova. Anat omia e I stologia :patologica: lVIonti Achille, P avia ; Cagnetto Giov.anni, Padova; De Vecchi Bindo, Firenze; P ep ere Alberto, Mila no; Soli Ugo, Palermo. B atteriologia e lmrounolo~i~: (Co1n111issio ne già estistente di B atteriologia). Chin1ica fisiologica: (Commissione già esi tente di Chimica biologica). Clinica chirurgica - Clinica chirurg ica e Medicina. operatoria: Bu1:ci Enrico, Firenze· Mu. catello Giuseppe, Cata11ia; Ta11aini I gino, Pavia; D'Agata Giuseppe, 1'1essin a; Bolognesi Giuseppe, 1ena. Olinica delle )-!alattie n ervose: Frag nito Onofrio, Catania; D 1 •.\.bun:do GiuseplPe, Napoli ; D on aCYcrio Arturo1 ~f odena ,· Fumarola Gioacchino, ob llcim a ; i.: ala Guido, P avia.
•
127Z
•
•
IL POI. I CLI:'\ 1<)J
[ ANNO
XXXI II, FASC. 36)
Clinica. delle Malatti~ delle vie urinaa~ie: FasiaNOTIZIE DIVERSE. ni Giàn Mario, Pia.dova; Ferria Luigi, Torino; Bruni Carmelo, Napoli: Pavone Michele senior, Organizzazione d' Ig iene della Società delle Na· P.alermo; G.ardini Ulci.sse, Bologna. • • z1on1. Clinica dermosifilapatioea : M.antegazza Umberto, Il Consiglio della Società delle Nazioni ha preso P -aivia.; Stanziale Rodolfo, N.a.poli; Bizzozzero Enconoscenza, nehla sua seduta del 7 giugno, della zo, Torino; Truffi 1\ilario, Padova; Mari1a•11i Giurelazione d~l visconte I shii Slli . lavori della sesepipe, Ba.Ti. sta, sessione del Comitato d'I giene, .at?p.rovando Clinioa medica e semeiotica: Viola Giaointo, le risoluzio·n i adottate da questo Comitato. Bologna; Zagari GiusepPe, Niaipoli; Ferrata . '-ldol. Il visconte Ishii ha r ichiamato l'attenzione del f o, Pa.vi.a; Patell.a Vincenzo, S.i ena; Galdi Fra.n Consiglio sullo svilu•p po dell'attività della Orgacesco, Bari . nizzazione d' I giene nell'Estremo Oriente e speClinica oculistica : GaJlenga Camillo, Parmia; Ovio Git11S~ppe, Genova; Guglianetti Luigi, Ca- cialm·e nte sulla creazione dell'Ufficio 'di infoo:magliari; Contino .Antonino, Bari; Denti Fra.ncesco, zioni ~pidemiologiche di Sin·g apore e il colleg~ mento ooJ. Giappone; sull' jmportanza sempre creMilano. Clinica ostetrico-'giinecologioa : Guzzoni degli An_ scente del ser·vizio di informazioni ~idemiologi che e del sistema di scambio· del personale sanioaranj ~tlrturo, "Modena; •Capipellani ·S.alvator e, Messina; G.a ifami Paolo, Bari; Gentili Attilio, tario; .sull'0>pel'a della Commissione incaricata di st u diare i.n Africa 1a malatti.a del SO'nno e sui Pisa ; Decio, Cesare, Siena. 7 Clinioa oto-ri110-laringoiatrica: ' BiJ.a.ncioni Gu- lai'\ 0ri .di diverse Commissioni :d el Comitato di glieln10, f'isa; Rrunetti FE'derico, Padova; Caval- I giene. lo Giuseip·p e, Torino; De Ca.r li Deodato, Roma ; Cong resso internazionale di sessuolog ia. F1~atti Enrico, Pavia. Clinica pediatrica : Comba. Carlo, Firenze ; Longo Come .aibbiamo .annunziato) stu1diosi .autorevoli Anto11ci.no, Oatamia; Pincherle Maurizio, Siena; nel camip.o dei prolilemi sessuali s'incontreranno Fiore Gennaro, Pisà; Maggiore Salvatore, Bari. nel1'ottobr e di quest'anno a Berlino. Sono annunClinica psichi.atrica: Tanzi Eugenjo, Firenze; ziati discorsi intorno a : razze e nazionalità, ereDe Snnctis Sante, Roonai; Oerletti Ugo, Bar i; ditarietà, r ingiov.animent-0, psicologia. dei ses.si e Pelizzi G. B., Pi~a; Boschi G.aetano, Padov.a. delle età., consultazioni pr~nuzi.ali, selezione coFarmacologia e T ossicologia : M'airfori Pio, ·Na- niugale, impedimenti aJ matrimonio, questioni poli ; Bonanni Attilio, Roma; Sinìon italo, Pavia; d'illegittimità, sessualità nell.a religione e nell' arVa.lenti Adriano, Milano ; Vinci G.aeta11.o, · Messina . te, delitti ses.~uali, eu·genica, diminuzione delle Patologia generale: Trambusti Al·naJ.do, Geno- nascite ecc. Parlerann0> E. Stein ach di Vienna, va; SaJvioli I g11azio, Padova; Rondoni Piero, Mi- B . H.ai·1·y di Nuova York, e Marinesco di Bucarest lano ; Perronoito }\.}do, Pa.via,; Ma.rria1ssini Alberto, s ulla senesce.n za. e il ringiovanimento; N .. Roj.as Bari. e E. Gom,ez (Buenos .t\ires), ,V. Beohtere"' (LeP .atolog.i.a. Sipeciale chirurgica - Patologia speci'3- 11ingìl.·ado), ZaI1aklowsky (Londra), N. H a.ire (Wele cl1irurgica dimostrativa: Ronowli Den1etrio, N a- stermark), Slotopolsky (Zurigo), Car.Jotta Biihler, poli ; :b.,iori. Pa.olo . Modena; Uffreduz.zi Ottorino, A. Adl,er e Gleispach (Vienna,), A. Mieli, G. MinTorino;· Bolognesi Giuse1»pe, Siena,; Razzaib oni gazzini e S. Baglioni (Rom.a..) Almkvist e Bjerre (Stoccolma); R. Michels (Basilea-Tor ino) , O. RidGiovanni, Parma. Patologia speciale medica - Patologia StpooiaJe dle (Washington), K . ~and (Cp.pe~hagen), Szterenyi (Buda.pest). Oha~py· (P~rigi) , Bouin (Strasmedica dimostrativa: Lucatello Luigi, Pa:tlova; Frugoni Cesare, Firenze ; D'Amato Luiligi, Napoli; buTgo), F. A. E. Crew (Edi:r;tbull'go), Lagerborg Oe.&a. Bianchi Domenico, Mi lano; La Franca Se- (Elsingfors) presenteranno' i frutti del proprio la,~oro. Pregasi di dirigere tutte le domançle a.I bastiano-, Palermo . Ra.diologia medica: Sgobbo Francesco Paolo, dott. Albert MollJ Kurflirstend.a mm 45, Berlino Napoli; Ponzio Ma.rio, Torino; L a Rosa Michele, w 15. Palermo; Palmieri Giuseppe, Bologn,a ; Siciliano Congr esso delle st azioni di cura. Luigi, Firenze. Tera.pi.a fisica.: Cantone Michele, N aIPoli ; Balli .La Confederazione nazionale fascista degli Enti Ruggero, Pavia; Bortolotti Ma.r io, Torino ; Serena autarchici - Sezione Comuni di cura - partecipa 1'fario, Roma ; Vinaj Andi:ea, Milano. · che per ragioni di opportunità,, il Congresso nazionale dei Comuni di cura, g:ià fissato per il 12 settemb.r e .ad _.1\.lassio , a.vrà invece luogo a MonteIl prof. dott. Giovanni Piantoni, ohe :da vari catini il giorno 18 di settembre. .anni si oocupa del1a. chirurgia dei bambini, è ·stato Il Ministro delle Comunicazioni ha concesso per rece11te1nente nominato chirurgo .capo della Casa di Cura J olanda di Savoia in Santa Marinella, la circostanza specialissime .agevolazioni ferroviarie. I Oou1uni stazioni di cura potranno inviare dipendente dall'Ospedale del Bambin Gesù di Rom a, destinata .al trattamento de11a tubercolosi chi- sino da ora la loro adesione .a.Ile F ederazioni provinciailii degli Enti autarchici. 1·u1·g1ca. 1dell'i nfanz1a e delle deformità l'achitiohe. 0
( ..o\NNO
XXXIII, FASC. 36 ]
'
SEZIONE PRATICA
Congresso Internazionale di Washington contro la tubercolosi. La Federazione Nazionale I talian.a per la lotta contro la tubercolosi t:OIIIlunica che del1a delegazione italiana. è stato designato a f.a.r iparte a.nche il prof. Carlo Bene.detti, direttore del Servizio Antitubercoit are a. Roma.
La Società ànatomica di ParJgi. Ha deciso di oelebrair e il suo centenario con una riunione solenne oh e si terrà i·h 16 dicembre 1
nell' anfiteatro anatomico della, Facoltà di Medi~ ci11ia. La ricorrenza è stata scelta in modo che ooinoidesse con le feste pel oentenaa:io di Laennec (13-15 dicembre). 11: stato po.sto all'ordine del giorno d~ q11esta riunione il tema: « Concezioni anatomiche attua.li ldella tUJbercolosi polmonare n, relatori Letulle .di Parigi e i\ifeyenbourg di Zurigo; seguiranno . comunicazioni r elative al t ema stesso. Se~etario della 1S ocietà è il dott. Leroux, rl1e de l 'École de ~1édecine 11, P arigi.
Corso di specializzazione in medicina coloniale. N-el prossimo no.vembre si inizierà presso la Souola di P.ato1ogia di Bologna un corso per il di1ploma di ~ecialis~a in medicina coloni>31le per i laureati i.n medicina e chirurgia. Il programma comprendè l'insegnamento della clinica delle maJattie coloniali, dell'igiene coloniale, d~ll1a proto2loolog;i.a, elrntintologia:, entomologia, batteriologia e della ·s ierologi a. Alle lezioni teoTioh~ si ,alterneranno degli esercizi pratici e dimostrativi essendo la Scuola fornita di abbonrla.nte mater.iale scientifico e di labor.atorio. La Scuola resta aperta tutto l'anno. Le tasse in totale (tassa d'inscrizione, di laboratorio, di diplon1.a. ecc.) a1IDmontano a L. 2075 metà circa pja .gabili ali' atto dell'isorizione. Per schiari1nenti rivolg;er 3i .a lla direzione deL11a Semola in Bologna, Ospedale Sant'Or sola..
Le co1tdotte mediche di Roma. Sono state portate alcune m-0difica.zioni i1el numero e nella circoscrizione delle con.dotte mediche di Romia. D 'iora innanzi le condotte urbane sa.ranno in nwmero di 17, le urbane-suburbane di 6, le .suburbane di 8 e quelle dell'Agro Romano di 25. Si è inoltre stabilito di esigere che ogni medico condotto abbi.a il don1icil io entro la zona della rispettiva condotta e cl1e .al porton e dell'.abitazione sia iaipposta una targa indicati via., nonohè un cam:;>anello ~di chia1nata. A facilitare la reperibi.1ità degli alloggi l ' A1nminietrazione governatoriale farà appello agli Istituti edilizi ed ove si re11desse nere&>arin s i varrà delle apposite disposizioni di legge - tr.a cui la legge 30 dic. 1923 che consentono l'occupazione di proprietà pri,ate per esercizi sanitari . L 'onera di assistenza medica :al don1icilio dei pazienti --;errà resa più continua-
tiva e coo:npletata per mezzo delle assistenti r ionali: -che esercitano .anche funzione di propaganda sociale.
L 'Istituto di Santa Corona. E stat.a pubblioata la r elazione sul p.r imo anno di attività del griandioso Ospedale Marino di Pietra.ligure, fondato dall'Istituto di Santa Corona di Milano. Si tr.atta d~ un insieme di -edifizi, ohe costituiscon o un vero vi11a.ggio : esempio u.n ico in Italia., e forse nel mond o. E ssi sono destinati allia eliote1'apia, ohirurgia, ortoipedia e profilassi delle maJattie •o,rganiohe e costituzionali dell' inf anzin e dell'adolescenza, con speciale i·iguardo a lla tubercolosi. Il movimento di a.rn1n alati nel corso dell'.anno ha r.aggiunto l.a co~icu.a cifra di 3795, con una media dom·p lessiva di 50 giorni di presenza ciasouno (per 2954 profilattici estivi la mekliia è stata di 29 ·g iòrni; per 37 4 profilattici J~erm:inenti di 107 ; per 467 eliotera.pici chiru.rgici di 138). B.a stano questi dati di dare un'idea dell'importanza assunta dalla istit uzione della ben efioa Mil•a no.
Al Sanatorio Militare dl Anzio. Il 28 .agosto il caipo del Governo 'ha inaugurato la Veranda aerote rapie.a del San.a.torio militare di Anzio, la. quale sorge n~lla pineta annessa al S·a n.atori'o ed è stata costruita in otto mesi di lavoro dacgl~ ste8si ricoverati e dai militari addetti al servizio. L 'on . Mussolini era accom•p agn.ato dal gen . Cal, li{garjs, direttore generale della Sanità Mi]Ìtare, ~ da Italo Foschi, se·g retario federale dell'Urbe; fu ricevuto dal di.rettore del Sa.n:atorio oap . Bocchet.ti e 'd.a v.a.rìe autorità e invitati. Il dott. Bocchetti pronunziò un breve discorso d'occasion e; l.a veranda fu benedetta dal oruppehla.no del Sa.n atorio padre Cherubino. Eseguivano l a cura $Olare un centinaio di malati.
All'Ospedale Pasteur di Parigi. ~
stato solennemente inaugm·ato un busto alla si~o1·a Jules L ebaudy, alla cui i lluminata 1nunificenza si deve la fon'd-azione del magnifico o&pedaJe. Il pro.f. Louis l'rI.artin, direttore dell'Istituto, ricordò le diverse tappe per le quali questo è passato, rilevando ohe in 26 a nni vi sono stati curati quasi 30,000 pazienti. La contessa de Fels, figlia della. Lebaudy, ringr.a.ziò gl'intervenuti e particolarmente il personale oh e p1·~sta la sua opera nel.l 'Ospedale. 1
Il prof. R. Bastianelli. Il prof. Raffaele B astianelli, prin1a.rio chirurgo degli Ospedali di Roma e vice..ip residente della Lega italiana per la lotta contro il canoro, si reca a New York onde partecipare all'lnternational cancer syniposium stabilito dalla Società amerirana per il conti·ollo del cancr o.
.
1274
Il )}J·of. Basti anelli è delegato della Presidenza della Lega italiana contro il oa.ncro a rappresentarla a quel convegno e ai riferire sull'attività finora sa>iegata in Italia per la lotta contro questo flagello umano. e
[ ANNO XX·X!lll, F ASC. 36 J
IL POLICLlNlCO
lnt ernacia Medicina Revuo ».
Questo periodico in esperanto si oubblica con regolarità e conta numerosi corrispondenti e collaboratori; ha .p romosso inohieste internazionali su temi svari.a ti: <l1 recente sulla situazione economie.a dei medici nei diversi paesi, sull'.aborto e i metodi anticoncezionali, ecc. Ha contribuito a far conoscere 1airg.amente l' a>ppello del dott. Delcourt, a favore di un'Unione internazionale dei medici pratici. R.ed.attore-caipo ne è il prof. V.anoerts di Liegi. Numeri d~ saggio possono ottenersi rivolgendosi al dott. Briquet: rue de la Bassée 31, Lille (Francia.), oppure 13.l dott.. K emp eneers, r ue aux Laines 20, Bruxelles (Belgio) .
L e donne univer sitarie a congresso. i è tenut,o ad .Amsterdam il IV Congresso della
in,·a s o perchè accusata di aver favorito la fuga di soldati francesi prigionieri affidati alle sue cure pietose. Allo scaprimento della statua, opera dello. scultore I ·p polito Lefèbre, assistevano oltre alle autorità di Belfort aloune perso~alità inglesi colà recatesi :per partecipare all.a mesta cerimonia.
Regolamentazione dell'esportazione dell'oppio dall' I r.. d ia. Il Governo dell ' I n dia, oon la 1cooper azione del segretar. io di. Stato 1per l'India lord Biskenhead,. ha deciso di fissa.re in dieci anni iJi periodo entro il quale cesserà l'esportazione dell'oppio, eccettuando quello destina.t o .a scopi puramente medici. La riduzione sa:rà progressi-va, del 10 % ogni anno. Il Goyerno inglese sottometterà al P.arlamentoun progetto Ji. ]eg~e per attuare questo piano. Durante il detto periodo decenn ale la vendita verreb)le fatta direttamente ai Gover ni importatori. Il mercato pubblico dell'oppio ohe si teneva a Calcutt-a è stato sappresso fin dal 17 au>rile scorso.
Federazione Internazionale delle donne . universitarie.
Un monumento a miss Cavell. Il 7 agosto nella corte d'onore dell'Ospedale Civile di Belfort venne jnaugurata una statu a di mi~ Edith Oa;\rell, l'infermiera inglese fucilata dai tedeschi dm' ante l'ottobre del 1915 nel Belgio
Ci giunge notizia che l'avv. Gioivanni Selvaggi ha perduto a Vizzini l'a111atissima sOO"ella Maria Selv.a.ggi in Guzzardi. · All'illustre amico e compa.gno tli lavoro esprimi.a1mo 11 nostro rprofondo cordoglio.
Indice alfabetico per materie. Anatossi11e . Pao . )) A nginH, nlinort.· Appendicite n~lla donna: nuovo segno )) )) Asma bronohiale •
1251 1248 1264 1260
)[alaria cronica . . Pag. 1245 )falattie .illergiche: inetodi americani )) 1254 di diagnosi e cura .
Atti a1nm.inist1·ativi : re·voca .
126~
l\t1eningoencef alocele onerato Neurol11e: diagnosi . Neu1·olue: terapia moderna Orientamento professionale e difesa dell' opera.io dai pericoli d 'infortunio P edia.t1·ia: comunicazioni varie angue: indice di processi somatici anocrisina: uso da parte dei 1pratici Scarlattina: fenomeno dell'estinzione Sif ili•le · risultati della terapia dell'Ehrlich ma.turati nella collettività . TetQno: terapia . • Tubercolosi uolmonare: terania • . Utero : rottura spontanea . Vaccinazione antirabica: paralisi acute • consecutive .
•
Basedowismo : segno di De Graefe Bibliografia. . • Calcio: so1nmin1s~razione paraenterica Ca"ern ~ polmo11a1·i: cura per mezzo di . . in1ez1on1 . Chimica: con t rihu ti recenti .alla medi. c1na. •
Oe>rnniissa1·i reui: poteri . Cronaca del 1noviniento professionale Cuore: dia.gnosi della dilatazione 1primi· tiva nella infanzia . Frattura diafisa.ria. sottocutanea della cla"icol.a: n1etodo di Couteaud . . Ipertensione arteriosa: patogenesi . Lobu lite tn bercolare
))
)) )) ))
))
)) )) ))
))
)) ))
))
1264 1257 1267 1266 1266 1269 1270 1251 1244 1249 1265
j}IJ edici
coloniali
•
))
1267
))
1263
))
))
1267 1258
))
1256
))
1260
)) )) ))
)) ))
))
))
))
1259 1265 1264 1241 1263 1267 1263 1253
Diritti di proprietà rlaervetl. - É vietata la riproduzione di lavori pubblicati ml POLICLINICO e la pubblicazùm,. tùi sunti ~f f.<l,41'1 titmta f'tta~ la (Otite.
to.b. Tipo-Litografico Armani.
V. AsoOLI, Red. resp .
_,1pv1 '-IU.lllV
I
1111U1Vliii
Vl'U I liiilllft I IUU
Uvl
I
\J\JOlll.IOOllllV
YVIUlllC
UCl
llUI
vUllU ;
ad uso dei medici pratici: e degli studenti del prof. G. De Vincentiis, con prefazione del prof. Arnaldo Angelu cci, della R. Università di Napo Ii. 4 - § 51. Tra-ii,matismi . . . . 173"· P A RTE I. - La visione. 5 - § 52. A. nomalie congenite 176 ·
MANUALE DI OCULISTICA •
CAP.
I. -
Nozioni preliminari elementari di ottica fisica. Pag.
§ 1. Rifrazione § 2. L ent·i A)
·
. .
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
6 - § 53. Tum ori
11 13 15
§ 6. Accomodaz.ione . . . . § 7. A ooom oidaz-ione ;rela.trl.va § 8. Presbi()(J>lia . . . . . . . . .
1801 § 55. Asportazion e dei tumori retro bulbari 181 7 - § 56 . .lfalattie dei seni . . . . . . . . . . . . 182
0AP.
§ 59.
§ 60. ~ 61.
26 29 34 37 39 48 48
CA;p. III. Il meccanismo della visione. R etina
1 - § 19. § 20. 2 - § 21. 3 - § 22.
. . . . . . . . . . .
57 61 63
Funzioni retiniche . . . . . Vie ottiche~ e centri visivi . ProiGeione deLle immagini e
campo 68
2 3 4
5 6
CA.P. IX. A)
§ 74 . Anatomia
B)
§ 75. Fisiologia
7
88
Esame into?·no .
..
98
oou-
lari con l'oftaln1 osoopio § 32. I spezion e rlel fondo oculare . . . § 33. Fondo ooula~e n ormale . . . . . ~ 34. Misu ra obbiettiva de1la rifrazione
101 102 104 107
8
9 10 11
B) Esami funzionali.
§ 35. E sanle § 36.
'
CAP.
dell'acuità Yisi\a e della rifrazion e . . . . . . . . . . . . 112 Esame del oampo Yii5ivo . . . . 113 Esame della visione binoculare . 119 Esame del sen so iuminoso . 120 ~same del senso cromatico . . . 121
§ 37. ~ 38. § 39. § 40. Simtilazione
V. -
. . . . . . . . . . .
123 12 13
Generalità di terapia oculare medica e chirurgica.
Terapia medica. ~ 41. T e>rapiu rn. edicri l ocale . . § 42. T erapia m~dica generale B} § 43. Terapia chirurgica . . . .
~ §
249 D isturbi circolatort della cute 250 Processi infiammatori . . . 257 Processi uicP,rtiti1:i della. cute . Spandimenti sottocutanei d elle palpeò r e . . . . . .. . . . . . . . . . . . 258 - § 80. D istrofie . . . . . . . . . . . . . 259 ilf aluttie del~e glandole ]Jalpcbrali e della ciglia. 259 .§ 81. Mal attie rlelle glandole palpebrali 261 § 82. Malattie ùelle ciglia . . . . . . }falattie dei m 1iscol i palpe"Qraii. 261 § 83. Mal attie delJ 'orbjcolare . . . . § 84. Mal attie ùell'elevatore pal pebrale e 267 del muscolo di Milller . . . . . . . JJalattie rlel tar ~: o e deLle sue glando1e. 268 § 85. Malattie 1lell e g landole tarsal i . . . 271 § 86. Malattie rlal tarso . . . . . . . . . 272 - § 87. NeofoTmazioni delle palpebre . . . . 274 - § 88. L esioni traumatiche d elle palpebre A Iterazioni nella posizione e nei rappo?·ti delle palpebre. § 89. Alterazioni nella posizione delle palpebre . . . . . . . . . . . . . . . 276 § 90. Alterazioni ~1ei rapporti delle palpebre . . . . . . . . . . . . . . . . . 280 - § 91 . .4 nomalie congenite . . . . . . . . . 281 - § 92. lnt1•rventi chiruraici sulle paipebTe 282
CAP. X. -
.4)
PARTE CAP. VI. A) Anatomia.
B>
126 142 149
Orbita e cavità nasali accessorie.
§ 44. Orbita . . . . . . ~ 45. Cavità nc1sali acce.ssorig . . . . . . § 46. Fisiologia
155 159 160
C) Patologia. § 47. Generalità sulla sint om atologia e dia-
gn ostica delle affezioni dell'orbita . 160 1 - § 48. lnfi;imma.: il)ni . . . . . . . . . . 2 - § 49. E softalmi da anomalie -vascolari 3 - § 50. Es oftal1n1 da 1nalattie generali .
163 168
170
Congiuntiva.
§ 93. Anatomia § 94. Fisiologia
A)
B) C) Patologia.
298 300
Infiamniaziord (congiuntiviti).
1 -
III. - Annessi oculari.
. . . . . . . . . . . .
243 248
76. 2 - § 77 . 3 - § 78 . 4 - § 79.
5 6
§ 30 Teoria dell'oftalmoscopio § 31. I spezione dei mezzi trasparenti
Apparato palpebrale.
C} Patologia.
79
. . .
194 203
<~AP. Vlll. .!pparato lagrlmale. 224 ' A. ) § 69. Anatomia B ) § 70. Fisiologia ·. 226 C} Patologia. 227' 1 - § 71. M aiattie d ella ulandola lcigrimale 229 2 - § 72 . 'Dialattie d eLle vie lagrimal i . . . . 3 - § 73. Interver<li operativi sull'a.ppa'rato la239 . orimale . . . . . . . . . . . . . .
1
§ 29. Esame esterno
Generalità sulle paralisi dei muscoli oculari . . . . . . . . . . . . . . Paralisi rtissociate . . . . .... Determinazione del grado delle para. . . . . . . . . . . . . . 1i si Paralisi associate . . . . . . . . . . . Diagn osi !li sede ùella lesione . . . . .
208 208 ~ €2. 209 § 63, - § 64 . S1Jasmi . . . . . . . . . . . . . . . . . 210 1 - § 65. Strabismo concom itnnie o fu1izionalc 210 - § 66. st·rab ismo la~ente o etero! oria .• . . . 216 - § 67. Nistagmo . . . . . . . . . . . . . . . 220 - § 68. Int~rventi operativi sui muscoli ocu 222 · l ari . . . . . . . . . . . . . . . .
470 73 77
. . . . . . . . . . . .
186 1901
Paralisi.
1 -
Vizii di r ifrazione.
49 51 52
Apparato motore uculare.
C) Patologia.
18 23 26
§ 9. Mri.OIP!ia CM} . . . § 10. Mìqpia tipioo. . . . § 11. Ipenmetroprl.a (H } . § 12. Ipermetropia tiipica . . . . § 13. Aetigma.tlismo (AS} regolare § 14. Astigmaitism o Jr-regolare § 15 Anieom eti.ropìa · . . . . . 5 A. nomalie dell 'accomodazione. § 16. Spas m o . . . . . . • . . . . . § 17. Paralisi - Par:esi . . . . . . . . . . . . 6 - § 18. L enti correttrici e ioro appiicazione
VII. -
§ 57. Anatomia § 58. Fisiologia
.1 ) B)
B) Alterazioni dell' occhio, dal punto di vista ottico.
4-
176
§ 54. Diagnosi dei tumori orbitari . . . . .
3 5
0AP. II. - Diottrica oculare. § 3. Proprietà ottiche dell'occhio normale 1 - § 4. R i frazione oculare statica . 2 - § 5. A cuità visiva (V) . . . . . . 3 Rifrazione oculare dinamica.
. . . . . . .
§ 95. Generalità sulle co.ngiunti-çiti . . § 96. Iperemia della con giuntiva § 97. Olassi.fì cazione delle congiuntiviti
301 303 304
Congiu ntiviti sece rn enti. § § § § §
98. 99. 100. 101. 102.
Congiuntiviti catarrali semplici CongiuntiYiti purulente . . . . . CongilmtiYiti pseudomembranose
304 309 316 31 9
Congiuntiviti nodulo-iperplastich e . Conoiu.ntiv i ti da efflorescenze e da afjezioni sr utti1:e d ella pelle . . . . 338 § 103, Congiuntit'iti da infezioni specifi ch e a tipo g ra nuloutat o:;o . . . . . . . 342
•
IL POLICLINICO
(PAGINA DELL'AMMINISTRAZIONE)
2 - § 104. Degenerazione amilnide e xerosi d ella
3 - § 105.
4§ 106 § 107.
5 - § 108. 6 - § 109.
PARTE
IV. - Globo oculare e vie ottiche. XI.
. Sclera.
§ 110. Anatomia § 111. Fisiologia
.A)
B}
357
.- .
359
C) Patologia.
1 2 3 4
-
Infiammazioni (sclerite-episclerite) § 113. Ulcerazioni . . . . . . . . . . . § 114. Lesioni traumatiche della sclera § 116. Interventi chiru roici sulla sclera § 112.
l)A P.
.
§ § § §
2- § 3 - §
4§ §
5 - § 6 - § 7 - §
364
365
. . . . . . . .
368
. . .
369
Cheratiti ulcerative. 119. Generalità sulle ulceri corneal i 120. Forme ulc-erative primarie . . . 121. Forme nlcerarive secondarie . . . . . 122. Forme ulcerative concomitanti a manifestazioni congiu ntivali e cutanee 123. Cheratiti non ulce rative . . . . . . . 124. llfacchie corneali . . . . . . . . . . . 125. A iterazioni deaenerative della cornea E ctasie corneali. 126. Eotasie post-infiammatorie 127. Eotasie non inftamm atorie 128 . Tumori ............. . 129. L esioni trau1natichr. della cornea 130. Interventi chiruroici sulla cornea
CAP. XIII.
372 380 387 388 391 395 398 399
402 403 403 405
Uvea.
.A) Anatomia. § 131. § 132. § 133.
410 I ride . . . . 413 Corpo ciliare 415 Coroide . . § 134. Camera anteriore. A no olo irideo. Ca416 mera posteripTe . . . . . . . 418 § 135. Circolazione del olobo oculare . 421 ~ 136. Innervazione del olobo ocular e 421 9 137. Fi siologi.a . . . . . . . . . . 423 § 138. Nutrizione dcl olobo oculare .
.B)
•
C) Patolog ia <tcll' 1ride. 1 - § 139. Infiammazioni ('iTiti o iriditi) 2 -. § 140. Disturbi della motilità . . . 3 - § 141. Le sioni traumatiche dell'iride 4 - § 142. Tu.mori . . . . . . . . . . . . 5 - § 143. Vizii di conformazione . . . . 6 - § 144. Interventi operativi sull'iride Patologi a del corpo ciliare. 1 - § 145. Infiammazioni (cicliti) 2 - § 146. Tuniori . . Patologia della coroide, 1 - § 147. Tp eremia 2 Infiammazioni (coroiditi). § 148. § 149 § 150. § 151.
3 4 5 6 7 -
CAP.
Ooroiditi o corio-retiniti Irido-coroiditi . . . . . Sclero-coroidite anteriore Sclero-coroidite posteriore § 152. Coroiditi suppurative . . § 153. A iterazioni deaenerative roide . . . . . . . . . . ~ 154. Tli.mori della coroide . . 9 155. Tub ercolosi della coToide § 156. Lesioni traumatiche . . § 157. Vizii di conformazione
X tV. -
433
434 436 437
438 443 445
446 447 454 454 457 459
. .
della . .
co-
462 462 464 464 468
Oftalmite s impatica - Enucleazion e - Protesi ocoJare.
158. Oftal1n.ttP, simpat;ra . . . . . s 159. E 1iucleazion.3 ,tol olobo oculare . ~ 160. Protesi oculare . . . . . . . . . . §
424
469 . 472 473
Cristallino.
-
497
. . 499
congenite di posizione e forma della lente . 2 - § 172. A ltf;razioni acquisite dì. ~o.si~i~~e. ~ fo·rmu d ella lente . 3 - § 173. A ltcTaz_ioni di trasr•are~;a. de.i · c.ri: stallino (Cataratte) . . . . § 174. Cataratta molle e sue varietà § 175. Forme va rziali . . . § 176. Oatoratte senili § 177. Cataratta complicata § 178. Cataratta traumatica § 179 . Cataratta ~ecottdaria . § 180. AltrP, varietà dj oataratt~ . a'c~uistt~ § 181 . Anatomia patologica della cataratta § 182. Sintomatologia subbiettiva e funzionale della cataratta . . . . . § 183. Git1dizio snlla operabilità della cn.taratta. . . . . . . . . . . . . .. § 184. Our~ della cataratta . . . . . . . . . § 185. Preparazione dell'operando di cataratta - Cure da a.riprestarsi dopo l'operazione Accidenti post-operatori . . . . . . . . . . . . . . . . § 186. Norme rela-tiYe a ll'interYento nella cataratta . . . . . . . . . . . . . .
362
.. . . .. . .
0) Patologia. Infiammazioni (c heratiti). 1 s 11.8. Generalità sulle cheratiti §
359 362
CAP. XVI. A.) ~ 169. Anatomia B) § 170. Fisiologia O) Patologia. 1 - § 171. Alterazioni
xrr. - Cornea.
§ 116. Anatomia § 117. Fisiologia
A) B )
CAP. X V. - Glaucoma - Ipotonia del globo. l - § 161. Glau coma pri1n.ario . . . . . . . . . 475 § 162. GJaucon1:i irritativo . . . . . . . . . 476 ~ 163. Gla11coma non irritativo (o cronico semplioG 481 § 164. 1Jla1•ooma ir.afautile. Co. id·r~ttai~o) : 484 § 165. Etiologia e natogenesi del glaucoma 485 § 166. Terapia del gla.uoo1tJa 2 · § 167. Gla·ucomu. secondario . . :~~ § 168. Ipot<•1~ia del g!obo . . . . 495
conoiu.ntiva . . . . . 343 Simblefa:ron .. . . . . 345 Pseudotumori e tumori. Pseudotumori . . . 346 Tumori ........ . 348 Lesioni traumatiche . . 349 Interventi chirura ici sulla congiuntiva . . . . . . . . . . . . . . . . 351 C .~ P.
SEZ. PRATICA - FA.se. 31.
CAP. X\~JI.
* 187. Anaton1ia
A) B)
506
507 509 513 517 518
520 521
522 523
526 527
539 542
..
544 545
. . .
C) Patologia. 1 - § l 89. 2 - § 190. 3 - § 191, 4 - § 192. 5 - § 193. 6 - § 194.
Opacità dei corvo vitreo Jlammollimento (sinchisi) Raddensamento e distriCC(I A no malie congenite . . . Corpi estranei nel vitreo Cistirerco endoculare . . CAP. XVITT - Retina. A } Anatomia. (v. Oap. flT, § 19) B) Fisiologia, (v. Oap. iJr. § 20) C) Patologia. 1 - § 195. Disturbi circolatori della 2 Infiammazioni' (retiniti).
545
546
'
548 549 549 552
57 61
retina .
1:)6. Generalità i:,11lle retiniti § 197. Principali forrae di retiniti 3 - § 198. Distafco retinico . . 4 - § 199. Glioma dell<t retina 5 - § 200. Lesicni traumatic11e 6 - § 201. A n'>malie conoenite §
CAP.
502
Corpo vitreo.
-
§ 188. Fisiologia
500
Nervo ottico e vie ottiche. . . . .. . Anatomia ..... .
554 561 562 570 574 576 576
XIX. -
A) § 202 . B ) Patologia del n arvo ottico.
577
•
•
1 ~ 203.
§ 204. 2 - § 205. 3 - § 206.
Infiammazioni (neuriti). Neurite cttica perife:.·ica Neurite retrobulbare A trofi,e Tu.mori
..
579
sa.i 587 591
Patologia delle vie ottiche. §
207. Emianopsia
CAP.
XX. -
692
.
Ambliopie ed an1auro -1.
~ 208. A. mbliopie
ed amaurosi - A ltora:ioni del $Onso luminoso e cro111atico .. 596
APPENDICE. · § 209. Entbriolooia
dell'occhio
. . . . . . . 603
Il prezzo del volume è di li1·e 68 più lire S per le spese postali di spedizione e s i può otte!lere pagando le lire 71 in due 1·ate: la prima di lire 37 subito e la seconda di lire 34 dopo tre mesi dalla prima. Al nostri abbonati disposti a pagarne il prezzo subito i n una sola volta, il Manuale è ooduto per s ole L. 63 franco di porto a domlclllo.
·Per riceverlo prontamente all'una o all'altra delle suddette condizioni, lntlare Yaglla Postale all'Editore LUIGI POZZI - Via Sistina, 14 - ROllA.
1 A.NNO
Roma, 13 Settembre 1926
XXXIII
Fase. 37
fondato dai professori :
GUIDO BACCELLI
FRANCESCO DURANTE
SEZIONg PRATICA REDATTORE CAPO: PROF.
VITTORIO ASCOLI
SOMMARIO. I .a.avori origi nali : G. Peoori : Le .recidive della scar1a~ tina, l'eritema d1esquamaJtivo scarl·a tJtiniforme recidivante e la loro patogenesi. • ·Osservazioni cliniche : c. Ooru.zJZi: Su un -0aso di .ca.roinoma del ip ene. (Considerazioni cliniiche ed etiologiohe). I Strumenti e apparecchi nuovi : N. V. Bedarida: Bocchetton1e oontro la dispersione dei liquidi. I :Sunti e rassegne : DERl\tOSIFILOGRAFIA: J . Gaté: Insegnamenti ohe può il medico p.ratioo dedurre 1dalla conferenza. interna~i onale iSulla. sifilide ereditaria. - Woron-0.ff e Olessoff: Sulla etiologia del graniuloma anulare. - FEGATO F \' JE BILIARI: . F . Fuohs: Anatoonia, ohirurgica della i:orzione iux•to-duodenale del ooledooo. Kari Herma.nn : Colecist?grafia med iante il metodo orale. - Touss:'tint: .Sulla oolecietografia. - Villaret, H. Bern.a.rd e Bia.ncani : Contributo a llo studio degli edemi <ti origine epatica. - IGIENE : Modi eooezionali di tra.emissione dfAlla rabbia. t Cenni bibliografici. 1
LAVORI ORIGINALI . . UFFICIO D'IGIENE DEL GoVERNATORATO DI ROMA.
Le i·ecidive della sca1·Iattina, l'eritema desquamativo sca1·Iattiniforme recidivante e la 101·0 patogenesi. Prof. G.
PECORI,
direttore incaricato.
Si trovano riportate nella letteratura parecchie osservazioni di persone che avrebbero sofferto la scarlattina 1due, tre, dieci etd an che più volte. Non tutti gli autori, 1però, sono ,disposti a dar credito a queste osservazioni; anzi la maiggior parte rit~~ne che .colui il quale abbia superato un attacco di scarlattina ac-quisti una immunità definitiva verso ·questa iillfezione. Tutto al più si ammette la possibilità ·di una reci1diva, ma come fatto quasi eccezionale: la descrizione idi un numero più ~ranide di recidive viene dalla maggioranza coniderato come un errore di diagnosi (1) . 1
1
Gio·v a sin da ora chiarire che gli autori italiani, francesi, inglesi intendono per recidiva (1)
Accademie, Società mediche, Congressi : Società di Medicina LegaJ.ie ·di Rom:i. - Società Medico-Chirurgica Anconetana. - Società Med~co-ObJirurgica BergMrultsoa. Appunti per il medico pratico : SEMEIOTICA: La diagnosi del ~a.nero del retto. - I raggi X nella diagnosi di ulcera gac:;Lriea perforata. - L'esame del retto ·niella. p.ratira. g<>noraJe. - CAt>lSTIOA E TE~APIA : Setticemia da B. perf.rtngens. - Un easo di meningite da m ellt:Jenae. Le manifestazioni ieardio-va.scol.ari nella scarlattina. ·- C<,mparsa di sup'p ura.zioni durante la mala.ria.. - Le medicaz.ioni antiemorragiche nelle ma Jattie infettive. - li 'tratta.mento salva;rsanioo delila parotite epi-demica. - I.Je aippl-icazioni p.ratiehe dell'antagoni6Illo fr:a ~iocianeo e streptococco. - VARIA: La gue1Ta agli ruperitivi. Nella vita pr ofessionale : Ccmcorsi, Nomine, Promozioni e Ononiftcenze. - MEDICINA SOCIALE : G. Puglicesi : L'.assistenza protetica a.i mutilati di guerra. Notizie dive rse. Rassegna della stampa medica. Indice alfabetico !)er materie.
Così J'homas. che è tra gli autori più antichi che si siano .1dettagliatamente occupati delle recidive .ctella scarlattina, pur notando di essere a conoscenza, per la letteratura, ,di duecento ca&i di .persone colpite due v'Olte .dalla scar.l attina ed an· che d1 alcuni colpiti tre, quattro, sette e persino diciaissette volte, con sintomi caratteristici, dic~ •di i1on poter ammettere .una diagnosi esatta in tutti i casi riportatri. E poichè Troj anowsky aveva in precedenza affermato l'esistenza in Livonia di reci1dive nel 6 % dei casi, Tl1omas pensa che la scarlattina della Livonia debba essere considerata rome una forma speciale. Tl1omas inoltre non aIIL (e a questo concetto intendiamo riportarci) il ripresentarsi della sindrome scarlattinosa a distanza di mesi o anche di anni dal primo attacco, ovvero dagli attacchi precedenti. Ciò che corrisponde alla zu1einialige Erkrankung ·dei tedeschi. I tedeschi chiamano invece Recidiv le nostre rica!dute cioè una nuuva comparsa della sindr ame scarlaltinosa durante la convalescenza del primo attacco ed intendono p er pseudo-recidi,re (secondo noi pseudo-ricaidute) una riaccensione dell' esantema, con o senza altre manif e5tazioni, nel tPeriodo febbrile di t1na scarlattina. •
1278
IL POLICLINICO
mette come vere recidiYe che .quei casi nei quali i sintomi caratteristici della scarlattina riawari&cono tutti (1). Della stessa opinione è anche Jeanselme il quale ha riunito i casi di recidive di scarlattina sino al 1892. Sembra necessario pertanto, prima di procedere oltr€, intendersi sulla necessità o meno della presenza di un quadro sintomatico completo per ammettere o negare il verifjcarsi di una o più recidive. E ciò tanto più in quanto alcuni so&tengono anche che non si ip ossa parlare di recidive nella scarlattina se non quando si sia a'ruto, non so1tanto n,egli attacchi successivi al primo, ma nel primo attacco ·m edesimo, la presenza ICii que5to quadro completo. Che la ·scarlattina si possa estrinsecare, in un soggetto che non ne sia stato mai colpito, con una sintomatologia incompleta iè ·cosa che non ci sembra po·&sa essere messa in du'b bio, per lo meno dal punto rti vista epidemiologico, facendo astrazjone, 'Per ora, da qualsiasi consi1derazione patogen·e tica. Anzi, secooo il concetto dai più aicicettato sulla natura rdi questa infezione, quando in una fami:glia (.contemporaneamente o con intervallo tll pochi gjorni) si vedono ammalare .due o più del suoi componenti, uno con scarlattina tipi1c a e gli altri .con febbre ed angina senza esantema o esantema fugace, ovvero icon pochi'5Sima febbre e lievi fatti faringei, si è i.ntdotti a fare, ., necessariamente 1per tutti, la td iagnosi di scarlattina. Ora., ammessa la possibilità di avere una scarJattin a frusta in un primo attacco, ammessa secon·do i più la &pecificità dj questa infezione. n on si saprebbe per quale ragione negare la stessa nossjbi·ljtf! nella evenienza di recidive. Sarà p03· • s1·b jle .spiegare 'P'Oi (vedi appresso), perchè in · alcuni ~asi il ,5 econdo attacco poss·a essere più grave ' del primo. Contro ·coloro che sostengono l'a cqL1isizione di una immunità ass-0luta per la scarlattina, dapo un primo attac-eo, si leva lo Szontagl1. Questi si 1·itiene autotizzato a !dichiarare esplicitamente, dopo aver studìato 1p er trent'anni il problema della scarlattina, <;he l'a,rer s uperato una YOlta tale malattia, non dà affatto l 'immunità, e che è « arbitrario e falso sostenere il contrario ». l\1a lo Szcmta~h .n ega aJd.ldirittura la specificità della scarlattina, appoggiandosii a fatti che, pt1r a,rendo per sè in1disoutibi'lmente valore, debbono peraltro essere 1diver5amente interpretati. Jl riferire, e più ancora il ,dirScutere, le idee di questo Autore ipOrter ebbe !fuori d (lll'argon1ento che
Si 1de·ve notare <;he nelle di•ciott-0 recidive ve<lt1te da TnoJANO\VSKY su trecento 5'Carlattinosi, era ~t.ato osservato semrpre i.J quadro tipico della scarlattina. (1)
'
[ANNO
XXXIII,
FASC. 37)
n0i voglia.1no trattare. i può dire soltanto che, ser,ondo lo Szontagh, la scarlattina iè dovuta alla speciale reazione di in1divi1dui predisposti verso r occhi llbiqu1tari, ma è impossibile differenziare ·un'an·g ina streptococci·c a {\a ru n'angina ::,carlattinosa ed un esantema settico da u·n o scarso e.san. tema scarlattinoso. Sempre secondo questo Autore, se la scarlatt.tna f 05se una vera malattia inf etti•v a, non si compren1derebbe perchiè soltanto pochi a1m malino di essa, mentre da una malattia inf ettiva vera, come il morbillo e il vaiuolo, solo po. ·Chi di coloro che si esipongono al contagio sono risrparmiatj. Ma anche di .questi fatti si potrà dare in ap·p resso l'interpretazione. 11 Boschi, che ha con diligenza raccolte le osservazioni di recidive di scar.lattitne pubblicate dal 1900 al 1921 (38 casi, &econdo l'A.), pure a.m metten• ·do - eccezionalmente - la possibilità di una recidiva, esclude l'esistep.:ia Idi recidive multiple, affermando che non già alla soarlattina, ma al1'eritema scarlattiniforme reci,d ivante «sono certo 1da a'8Criversi i casi 1descritti di scarlattina ripetutasi sei, sette volte e anche ~iù » . Anzi il Boschi aggiunge di non essersi occupato nel suo lavoro idei casi ·di recidive di scarlattina pubblicati anteriormente al 1900, non solo perchè essi sono già riportati in altre pubblicazioni (Korner, J eanselme, Troj anow.sky) '1na perchè è solt<11nto .ctal principio del nostro secolo che .sono stati indi· vi1duati, -Oltre la co&i detta quarta malattia, anc11e 0
1
1' Pritema scarlattiniforme recidivante.
Egualmente, e in preced,renza, l'Jacobson, pure ammetten1do essere « possibile che molte recidi, e siano passate ino5servate, nei icasi n ei quali la 1prima o Ja seconda scarlattina &iiano state fruste n, aveva ritenuto che si dovessero riportare ad eriterni scar1attinirformi desquamativi recidivanti i casi di scarlattina 'V1erificatisi sullo stesso indtviduo un1dici ,,olte ùStetiren citato da Fischl) o ventiquattro volte (Balser e .Lang1dau) (1) . _.\ me pare ·Che l'a:ff ermare, sic et sempliciter, ch e tutti i casi pubblicati di recidive multiple di scarlattina siano da attribuirsi aid errore di diagnosi, sia un po' trotPpO. P·er 1o meno, essi meritano qualche discussione ·dalla quale potrebb • derivare anche una ·diversa interpretazione dei fatti osservati. Ciò che appunto co&tituisce lo scopo di questa nota. 1
* **
Innanzi tutto c;i deve rilevare come non sia del tutto esatto afferma-re che soltanto 'dal principio (1) Ma FISCHL, nel citare il caso di S~FEN, di-
chiara di poter co111fermare « per ~&per1enza pe.... sonale l> (.che si icleve ritenere autorevole) la pos;1bilità di avere nella scarlatti•n a due o anche plù reciiclivet
[ .i\NNO
XXXIII, FASC. 37]
di qnesto secolo sia stato indivi1duato l 'eritema scarlattiniforme reci1divante. Un pri·m o accenno di questa for1na morbosa acuta, pseudo-esantematica, si ritrova, invero, già in una tesi (18?5) .di Percheron, allie,,o di Vidal; ma è nell'anno suocessivo (1876), in segi1ito alla discuss1one avvenuta in seno .alla Società medica degli Os.pedali ·di Parigi, 1Sopra un malato presentato da Féréol (un giovane colpito già otto \ olte da attaochi febbrili, con eruzione scarlattiniforme, segujta da ·desquamazione lamellosa abbondante), che si dà alla malattia la denom inaz·i one di eritema desquamativo scarlattiniforme reci1divante, separandola dalle altre forme di dermatiti es.foliative. Brocq, in una preg·evole monograifia del 1884, ne rprecisa più esattamente il qua.idro clinico. E vero peraltro che nelle pubblicazioni poster iori non . sempre rsi ritrova quella chiarezza che è necessaria 1per l'esatta indivi1d·ualizzazione di una forma cliniica. Oltre il canfusioni'Smo tra dermatologi .di paesi ·diversi, si nota che tra gli stessi autori francesi l ' acco~do .non è comp1'eto. L'eriten1a scarlattiniforme ·d i Haridy non è la stessa cosa <li quello .descritto da Besnier e da 1Brocq; Hardy a11zi scrive ·che a torto Brocq considera la varietà gra. ''e ·di ,questo eritem,a sotto la denominazione di dermatite esfoliativa generalizzata. Viceversa altri parlano, oltre che dell'eritema scarlattiniforme, an che di eritemi s·carlattinoi1di, seconldari a malattie in:fettive o da intossicazioni, senza che la djagnosi di·f ferenziale tra le due forme sia sempre evi·d·ente. Comunque, sopratutto per le pubblicazioni di Brooq, già •da prima ldelJ.a fine ,del secolo scor5o, l'eritema ·desquamativo scarlattiniforme recirdiYan. te deve riteners1, clinicamente, bene j n1d i,1 dualizzato. Ma sulla etiologia e patogenesi le nostre conosoenze non vanno al idi là rdi quelle tramandateci dalla prima pubbli1cazion€ di Brocq, il qual e, d'accordo con Besnier, pensa che, nei soggetti predisposti « una con·dizione in.dividuale particolare, una intolleranza, non già per una causa o per un agente uni-00, ma 1p er una serie assai varia di ~a11se e ·di agenti morbosi di,rersi (medicamenti - sopratutto il m ereurio -, alimenti nocivi, to~ s1na microbica o tossina d'origine gastro intestinale, renale, irritazione locale dei tegL1menti da llna sostanza non tollerata, ecc. ) possa proYocare una pou.ssée n. Nessun altro ci di•ce di più, di guisa che ancora oggi questa forma miorbosa continua a faìI' parte ·di quel gruppo nosologico, '·asto ed eterogeneo, ·delle dermatiti e&!oliative ge11eralizzate, sul quale regna tuttora non poca confusione. Per ciò che si rilferisce alla diflferenziazi6'ne clinica delreritema desquamativo scarlattiniform~ recidivante con la searlattina, non pochi autori, 1
1
1
1
1
1279
SEZIONE PRATICA
si n dalle prime pubblicazioni, rilevano le diffi· coltà 1diagnostiche in molti casi. I caratteri ritenuti dal Besnier fonldamentali non sono sempre netti ..t\,nzi alcuni Autori (Kramsztyk) giunf;ono a dichiarare che non si hanno segni differenziali assoluti per di5tinguere in un primo atta.eco le • due forme morbose e che 5oltanto la frequenza I .delle :recidive nella prima e la rarità eccezionale nPlla seconda conducono alla 1diagnosi. In realtà, quando l'a namnesi non soccorra e ci sfu gga il momento etiogeni·co, si può restare assai dubbiosi dinanzi ad un malato che si presenti per la prima volta alla nostra 05'Servazione con eritema scarlattiniforme e febbre . Ma, secorulo me. la questione deve essere consi derata oggi, a11a luce dieJle mdderne conoscenze, sotto un aspetto diverso da quello sotto il quale fu sin qui esaminata . .4 tale ·modo di vedere mi ha inldotto lo 5tudio del caso che qui brevemente viene riassunto~
1
1
..
S. Emilio, Idi anni 20, studente~ idi condizione • agiata. Genitori sani. Nessuna malattja degna di nota nei primi dieci anni. 1) Nel 1916, cioè all'età di undici anni sOiffrl dt lina m;tlattia esantematica che, a dìre dei genitorir assai intelligenti e colti, fu definita per scarlattina tipica, a ·forma grave. Essa cfu complicata da nefrite con reperto urinario 1per un tempo assai J ungo e da elevazioni -di temperatura che si mantennero per par~cc.hie settimane. La malattia durò complessi,ramente quattro mesi. La famiglia ricorda, a comprovare la natura scarlattinosa vera ·della malattia, ·che poco dopo l'inizio di q11est i nel ragazzo, si contagiò una giovane .aornestica,. con un quadro ancl1e in es&a di tipica scarlattina. L'anno 5eguente (1917) il ragazzo fu colpito da ' '"aricella. In seguito •fu sottoip osto a cura arsenica.le, per consig1io del IJ\edico. Dopo breve temJ)o <lall'inizio :delJa cura ebbe a manifestarsi in Jur 11n eritema <liffuso accompagnato da forti ssi m<> pruTito. Tutto però d·u rò soltanto poch e ore. Nel •dubbio che il 'di sturbo tdipen1de&se dall'arsenico. la cura fu sospesa. 2) Nell'anno successivo (1918), in pieno be11esisere, il ragazzo fu ico1pito da febbre , 'forte nlaJe alla gola, epistassi (che aYeva avuto an-0he nell'attacco del 1916) , eruzione diffusa a tipo scarJattinoso, la quale scomparve dopo diversi giorni, dando luùgo a desquamazione a tipo lamellare,. più a:bbondante e a falde più larghe specialmentesugli arti. ~ess un risentimento renale. La n1alattia fu diagnosticata per « erite.m.a »; però un cugino del malato, sedicenne, coabitante, evidentemente da lui contagiato , si ammalò dopo pochi giorni dall'inizio della malattia stessa con una !orma definita per scarlattina lieYe. ma tipica.
,
\
1280
IL POLICLINICO
3) Nell'inverno del 1001, subito dopo una gita 1
in montagna, nuovo attaicco febbrile, epi5tassi, dolor di gola, eruzione scarliattiniforme, che durù per cinque..isei giorni, scomparsa la quale si ebbe dP.squamazione abbondante, con i 'caratteri della precedente. 4) Nel gennaio del 1924 (ieirca a 19 anni) si rll>etè la stessa forma morbosa, con febbre, dolor di gola, ' ecc. ·I..' esantema che riproduceva ugualmente i me.de.simi caratteri dei p•r ecedenti, fu accompagnato da prurito, che però jl malato attribuì a pomfi di orti caria comparsi in piena eruzione &earlattiniforme. (Eg.li dice di aver avuto an<Che altre volte orti-caria, indipendentemente ·dagli attacchi della malattia che ci occupa). 5) Nel dicembre dello stesso anno 1924, di nuovo febbre, dolor di gola, esantema. Assenza di prurito. Il medico curante m'invita a visitare il malato. Si raccoglie l'anamnesi su riferita. Il giovane è <la cinque giorni in letto; ha avuto all'inizio febbre, dolor di gola e, nel primo giorno .stesso de'lla malattia, un eritema diffuso, ma non tro1ppo intenso che è, al momento del mio intervento, ancora in parte vi5ibile, ed ha inJdubbiamente l'aspetto sca rlattinoso. L'esame della curva teTmometrica dimostra una elevazione a 390 il primo giorno; la temperatura si mantiene poco a1 1disotto nel secondo e terzo giorno per divenire più bassa e leggermente remittente al 1quarto e al quinto (37°.6-380.2) . L'esam e della bocca fa rilevare : lingua &enza ipatina, rossa, lucente, specialmente ai bo!'di; arro5samento delle arcate del palato e •delle ton1sille. Il colorito del viso è palli do. Praticando una trazione sulla cute 1della piega del .gomito, a'Ppare un arrossamento s~uro, vinoso, della cute id i questa regione (segno '<ii Pastia). Qua e là si inizia una leggera de5quamazione, in alcuni punti f ol"foracea, in altri a piccole lamelle. (Nei '-giorni successivi si ebbe alle estremità la formazione anche di lam-elle grandi come una moneta da cinque fran chi). All'infuori del doloTe alla gola e di un po' di stordimento al capo, il malato non a:ccusava nessun altro ·disturbo. L'esame delle urine era negativo (e si mantenne tale an-che in seguito). Con5iglio alla famiglia un trattamento con autovaccino 1che viene aocettato. ' Prelevato del muco faringeo, si isola, in cultura pura, uno streptococco emolitico. Con questo germe, ucciso a 650 iper 60' e con aggiunta di acido fenico al 1/2 %, si prepara un v;accino contenente 200 milioni di germi per eme. . i praticano le iniezioni sottocutanee del vaccino a tre giol'ni di distanza una dall'altra. {Il malato all'inizio della cura era già al termine della rte$quamazione, apiretico e in pieno benessere).
[ANNO
XXXIII,
FASC.
37)
Alla prima iniezione -compare - dopo sei ore - un eritema scarlattiniforme diffuso, accoma>agnato da turgore 1della pelle e da iperemia congi untivale. Durata circa 18 ore. Apiressia. Non prurito. Non desquamazione. Nulla nelle urine. Alla seconda iniezione, identi-che manifestazioni. .t\.lla terza intezione si ripetono gli stessi fatti, ma con minore intensità. AJla quarta iniezione si ha un'eruzione assai più mite. Durata 12 ore. Lieve iperemia congiuntivale. L'esame delle urine si mantiene sempre i1egativo. Il paziente 1pratica ancora altre due iniezioni, a 1distanza di quattro giorni, ma con vaccino pre1parato con b. piocianeo (nello stes~o modo del preceidente). N è il malato, nè la famig'lia sapevano .d i questa sostituzione. l\tlanca qualsiasi reazione .dopo entrambe le iniezioni. 6) Mi venne poi riferito 1dal medico di famiglia che, nel luglio 1925, 1dopo qualche ora di ma1essere, il giovane venne coLpito 1da un attaoco f ebbrile (temperatura 390) con cefalea. La febbre durò 12 ore. Col sopravvenire della. apiressia comparve t tna eruzione cutanea td iffusa, di colore roseo chiaro. Lo stato generale ottimo. Non più febbre. Al quarto giorno l'esame rd ell'urina rilevò tracce minime idi albumina, ,c he scomparve del tutto dopo pochi giorni. Al sesto giorno si iniziò modica desquamazione (1) . 1
Come .dev'essere interpretato questo caiso? Analizziam'O, innanzi tutto, i fatti 1'on1d amentali della storia dell'infermo. A unldici anni egli ha, 5enza dubbio , una scarlattina, con compli!cazione renale di lunga duv~ tu.; ·egli ·c ontagia una domestica che presenta, anch'essa, una scarlattina tipi ca. A tredi·ci anni, cioè due anni ~opo , il ragazzo presenta nuova•mente un ·qu·a dro morboso che, logicamente, 1dev'essere ntenuto per un secondo att3.cco d.i s.carlattina; tanto vero 1che un cugino, coabitante, ammala !dopo pochi giorni di scarlattina. Posterior111ente, il giovane riammala altre cinque volte (nello spazio idi poco più di cinque anni' , con una forma clinic a. presso a poco uguale in tutti gli attacchi, manifestantesi, icioè, con fatti febbrili, epistassi, angina, esantema scarlattini forme, al quale segue desquamazione, anch'essa a carattere sca-rlattini1'orme. Il dubl>io diagnostico non può su5sistere per i 1
1
(1) Il pre5ente lavoro era già p1·onto per la staro: pa quarudo ebbi n otizie che il giovane, trovandosi a Torfno, dopo essersi sottoposto a perfrigeraziooe fu n el febbraio u. s., colto nuovamente da un altro' attacco del tutto simile ai precedenti per sintomatologia, ma con stato febbrile più prolungato.
[.ANNO XXXIII, FASC. 37]
·primi due attéùCchi; potrebbe aversi per i successivi. Se noi sfogliamo l a letteratura, vediamo -con1e la storia 1del nostro ammalato rassomigli, in 1nodc• assai .evidente, a quelle lcli molti altri .casi pubbljcati tanto 5otto la denominazione di eritemn scar latti.niforme recild.ivante, 'quanto .come reci·di ve multiple id i ..scarlattina. Già il primissimo caso di eritema scarlatttniforme desquamativo recidivante. sopra ricofld1ato, di Féréol ha notevoli rassomigJianze .con il S., e eo·sì. molti degli altri ca~i pubblicati sotto la ste5'sa diagnosi. Ma rasso1niglianze ev.iJdenti 1Si trovano an1che con i malati di Pritchar:d (·con tre atta:cchi caratteristici verjficatisi nello spazio di venti m esi) e di Smith (con tr~ attacchi tipici - il secondo complicato a otite media - in nove mesi), pubrlicati come rec~di ve di ·scarlattina. 11 fabbro , riferito da Fielrding, ha cinque attacchi nello spazio td i d ddici anni: il primo tipi·co di scaTlattina, 1dur ante una epide·mia; i tre succes5ivi lasciano, i.n -chi ebbe aJd osservarli , qualche dubbio 1dia:gnostico, ma al quinto, osservato dall' A., si constata id olore Idi gol a intenso, lingua a lampone e. desquamazione caratteristica, prolungata. (L'A. tuttavia pensò trattar&i d i un lichen acuto; il ·Boschi r1:p.orta anche questo caso a11•eritema scarlattiniforme Tecidivante) . Nei d'11e .casi familiari di Everarld, Ja madre Jia avuto cinque attaochi e due la figlia decenne. (•L ' A. , rif erendoli co·m e attaiochi multipli di scarlattina, non mette neppure in discussione tale diaA'J10&i) . Il bambino di Yaisuy ha un primo attacco di scarlattina autentiica a due anni, il secon,do d 11rante. lo stesso anno, il terzo a quattro anni e nove me·si. (Tutte e tre le volte il bambino é os&ervato ,n ello stesso reparto ldi Ospedale e se1n. pre i sintomi ·sono ·stati quélli di una scarlattina vera). Ed alm casi ancora si 'Potrebbero citare tra quelli pubbliicati c ome reci·di,re di scarlattina e che si trovano analizzati n elle m emori e di I<oer. ner, di Trojanovvsky, idi Jeanselme, di Boschi . Ma sulle osservazioni Idi un autore, il I\rarniSztyk, ci .senlbra necessario soffermaTci un poco, perchlè ,questi , 'dopo avere esattam ente raccolto i fatti e bene impostata la qu,estion e, giunge a conclusioni di.fferenti 1Q,a qu elle degli altri autori. In 5ostanza il Krams ztyl< ragiona così : Un bambino è ·colpito da una malattia acuta che, per tutto l'insieme sintomatico, tipico (e per le icomplicanze), ·dev'essere ritenuta per scarlattina. Però, do1p o un certo tempo , una recidiva <lella malattia (o aniche più d'una) costringe a rambiare la primitiva ldiagnosi e a pensare pj uttosto al1'eritema desquamati'VO scarlattiniforme rccldi,rante. E&elusa, nelle circostanz.e di cui trat1
1
1281
SEZIONE PRATICA
tasi, una 1dipen1denza ICla cibi o da mediieamenti, si deve ritenere, di~e l'A., che, secoD.ldo quanttl a\ eva pensato anche lo Schwarz, nei casi in questione si abbia a tr,a ttare di « una infezione ge. nerale della classe degli esantemi infettivi », a etiologia sconosciuta. E pertanto, come non si può parlare 1di reci1dive di scarlattina, cosi non è appropriata neppure la denominazione di ~ritema scarlattiniforme recildivante, la quale va sostituì t a con quella di pseudos carlattina rico;rente. 1Non Ci d1ce però il Kramsztyk perch.è quec;to esantema infetti'VO, a differenza degli altri esa11temi noti, rpossa avere numerose reci dive. Nè la denominazione da lui scelta lumeggia ·di pi1ì .Ja que5tione da1 punto teli viista patogenetico. Ma, quel ch'è peggio, l'A. è in 1contradJdizione con se stesso perchiè, nel suo lavoro, non soltanto a pro· posito di un 1caso 1dello Schwarz, che egli cita, dice che un anno e mezzo prima si era avuta jn quel malato una << autentica » scarlattina, •ma a11reèe a proposito ·dei tre casi personali , dettagJiafa. mente riferiti (e di altri 1due a·ocennati), afferma Ja. diagnos i ·di &earlattina n el primo ·a ttacco, senza fermarsi a 1diiscuterla ulteriormente. 7
1
1
*** La questione va posta, reome si è ac~ennato, ·in modo differente per poter . giungere alla inte:npretazione diagnostica d·ei casi tde1 quaJi ci occuptamo. Non si vuol già mettere in dubbio l 'esistenza., come forma nosologica, ;dell'eritema scarJ.attiniforme clesquamativo r ecl!divante; ma s'intenJde d1 mastraTe com e la patogen esi di questa for1na morbosa possa essere E>ggi inter·p retata avendo presenti le acquisizioni sui fen omeni !della imm11nità e d ella ipersensibilità e come di tali fenomeni sia neoessario tener conto 1sopratutto n ella interpretazione ·dei caisi dei quali ci occu1pjamo. Il problema etiolo.g i-co •della scarlattina che, come ben ldice Szontagh, è stato sempre cc un tormento del cervello )) è oggi idi nuovo all'ordine del giorno e lo streptocooco ch e sembrava 5ino a poohi anni fa 1detronizzato in tale qu estione torna agli onori •della discussione e con argomenti di non troscurabile valore. Senza dubbio, la fision omia della scarlattina è di•p endente dallo streptococco. J\ila lo streptocooco, più particolarmente uno spe. ciale streptococco emoliti-co, è i1 vero agente causale della scarlattina, ovver o esso ha importanza soltanto come germe di associazione o icorne causa delle complicanze; ovver o, infine, la scarlattina d P.v'es&er e consi'<ierata, semplicemente, come una ·sindroma anafilattiiea per la sensibilizzazione dl un dato organismo pro-v~ooata da precooenti infezjoni str eiptocoociche di diverso genere (:più spe55o •
1282
(la. angine banali, ma anche da riniti, ferite, con-
tatti con scarlattinosi, ooc.) ? Senza entrare nel complesso 1di1battito, noi poc;.,. siamo oggi servir~i <li ·quanto questo dibattito ha messo i'Tl · e\·i·denza. I,a concezione anafilattica d,ella scarlattina, ('[Uale ce 11a rappresentai10 i due più tena:ci sostetl i tori, Meyer, tra i tedeschi, e Bristol, tra gli arr1eri·cani, è ba:sata, 5enza dubbio, s·u fatti bene osservati e la cui importanza non. può non essere presa in oon1si1derazione. ·L 'itd entità de1 qua.idro clinico della alleTgia da medicamenti e tiella malattia ,da si ero co11 la scarlattina 1è 'Posta da Bristol in evi1denza in ogni suo parti·colare. J\ta noi non dobbiamo dimenti.car.e come già il Francioni, in 1prec~denza, verso questa concezione 5' i11dirizzasse quanldo esprimeva il pensiero che i fatti di Ol'dine s perimentale, .che si osservano nelle malattie da siero, in1ducessero per analogia a spiegare il meccanismo c on il quale si producono gli osantemi infettivi, e come la possibilità di rapporti tra scarlattina e anafilassi fosse intraveduta da parecchi stu•diosi sin dalle prime osservazioni e ·dai primi stuid i dei irenomeni della ana:filassi. La teoria anafilattica <l,ella scarliattina non chiarisce però, almeno sino ad oggi, tutti i lati della question~. Me)rer stesso riconooce 1che non si :rag' giunge :suffiieientemente CO'Il essa la conoscenza completa del prO'cesso p'atogenetico e che .all' enigma dell'agente causale si sostitutsce un nuovo enigma, quello 1dell·a 1costituzion e individuale. Però, soggiunge eg'li, alla luce delle moderne cognizio1ti. la costituzione è aocessi'bile alle nostre osservazioni ·e r icer che clin1-che più di quello che sia stato .sinora alle ri-cerche (·e più ancora alle prove) batteriologiche l'agente causale. Certo, non • <;i può negare la verità contenuta nelle parole di Meyer che « la biologia non Ti-CO'Ilosce più soltanto 1'etgente lc ausale delle malattie infettive, con i suoi caratteri incostanti. 1com e il fattore più importante, ma pone, a par1 grrudo, vi'cino a.id esso 1'organismo col 1suo 'Potere di rd ifesa, oeon il suo s~to attuale di immunità, con .Ja sua disposizione ». Questa dispo·si;;ione è piccola, nella grande maagioranza degli individui, verso la scarlattina, al contrario di ciò che si osserva in riguaJido ad 3.ltre malattie infetti,-e, come il morbillo, il ' 'ai.uolo, ecc. Ecco il punto! (1). Ma la d•i·&po-sizione deve essere og-gi interpretata rome ls. esipTessione de'lla ,diversa sensibilità in1
1
Anche SzoNTAGH p ensava in fonldo che la ·carlattina non fosse che la reazione di individui predi5tposti. Ma egli negava ogni specificità, aro· mettenicto che qua.sta r eazione poteva avvenire vt~r so tutto un gruppo di germi. Oggi , anche tra co· loro che si oppongono alla concezione anarilatt ica della scarlattina ( ilvestri). la maggior ::>a~t" debbono ammettere per lo meno « la possibile natura ana1i1attica •di qualcheduno dei sintomi della carlattina » . (1)
[ANNO XXXIII, FASC. 37)
IL POI.ICLINICO
clividuale alle varie infezioni. Lasciando pertanto im·p regriudicata anche la questione se tutta la sca rlattina si riisol,ra in un fenomeno di ana.fila&si per ip'€rsensib~lità in1div~duale verso lo streptocooco o se soltanto alcuni ·dei suoi sintomi siano l'esprac;sione id i questa ipersensibilità, noi dobbiamo ritenere <!h-e 3ld essa e non alla variata viru-. lenza dell'agente causale filano dovuti i diiffel'enti quadTi della scarlattina, ri!coi:idando •come in una stessa famiglia si vedono -spesso contemporaneamente quadri di\rersiissimi per gravità in due o più dei suoi componenti ·co}jpiti. A questa &tessa ipersensibilità vanno, secondo me, -riferite le cosi dette rooitlive 1della scarlattina. In,rero, come le riicadute di questa sono riportate da molti non a nuove infezioni !dall'esterno, ma a i'PeTISensibilità dell'organismo di fronte all'azione dei ·g ermi •Causa dell'infezione (rimasti annidati in .qualiche orgiano e con attività non spenta, m·a ·assopita), co&ì i 'IlUOVi attaicchi o recidive. possono esseire interpretate c-o me le reazioni di un indivi duo ipersensibile aid una nuova aggressione de~lo istesso germe. Qu,esta ipotesi è, in fondo, una estensione del concetto di .Schick, che si vertfiohi cioè, nel1a stessa g.u isa che per altri processi morbo&i (malattie da siero, tifo), anche per 'la scar1'attina, dopo un brev.e tempo d'insensibilità speciftca, uno stato allergi'co, una ipersensibilità egualmente specifica. Se .si voglia obiettare 1che 'la ·f requenza tii qu~ s te ,cosi dette recidive 1è infinitamente scarsa, n oi potremo rispondere ·che anich e la ICli~osizione indi,r:i;duale alla scarlattina .è assai poca (1). Ma potremo anche dire (e ·in •c1ò mi 1contorta la mia non breve esperienza) chie ais~ai 'PTObabilmente, con una più esatta os5ervazdone e con una più esatta 1disamina dei f 1atti osservati, la frequenza apparirebb-e maggiore. Com11nC]ll1-e, con la i.ipotesi avanzata riiesce faicile interpretare quelle osservazioni nel'le quali. aid un pTimo attacco Kt·i scarlattina leggera o ancl1e frusta, è 1seguìto un secon1do, ovvero un &t1cces~iv-0 attacco settico gravissimo e persino mortale. Nell'organìsmo che ha .superato 10 choc anafilattico s11bentra Jo stato antianafilattico; ma quest,1 stato antianafilattico può essere temporaneo, inrnmpleto, specialmente quando la prima scarica ana'filattica non sia stat.a abbaistanza torte. E come una antianafilassi Tisolt1tiva (second:o l'espressione di Meyer) 1p11ò condurre alla im·m unità, una antianafilassi incomrpleta, parziale, prnò perm --ttere nuove reazioni 11iù gra·vi d1 tper.sensibilità. 1
1
1
1
1
1
citato da THOi\IA8, ri1'erisce che in una epil(l emia cti carlattina, comparsa dopo 13 anni di tregua, vi·de eccezionalmente ammalare più di una ;persona in una famrglia. l\iia è anche com11ne l'osservazione, durante ogni epidemia di scariat~i11a che mentre in alcune tfamiglie uno ~olo è c0Ìp1to, 'in altre ono parecchi gli attaccati dal male • bambini ed anc.he adulti. (1 ) HAUFF
{ANNO XX..Xl lI, FASC. 37]
SEZIONE
In ogni orga!nilsmo, senza o con insufficiente proteZJione, i germi possono penetraire liberamente nel cireolo san guign.o .e invader e i d'iversi organi. Dopo un secoDJd-0 attaoco 1p iù vio'lento, gli atta'Crehi succes.5ivi ·sono più leggeri, oom•e ia:ccaide n ella riproduzione S'Peri1nentale tlei fenomeni analfilattici (Friedbergex, Arthus). E la loro leggerezza può e~ere tale da passare inosservati o <la non r endere evidente ad una osservazione superficiale la toro vera natura. Co&i ~ ome n elle rivaccinazioni antivaiuoiose, le manìfestaz.ioni esterio.ri possono €sseire appena viisi1 b ili. Ma la r eazione 1può essere più leggera sino dal secondo attacco : la ragione è ovvia da ciò che p:rerede e h·a egualmente il conforto sperimentale. E si Slpiega ·anche ipet1chè le scarlattine più leg~ere hanno maggiore teniden~a alle recidive. De.l~'esame d elle osseTvazioni pu'bbltcate come eritemi scarl.a ttini·forIDli recidivanti noi dobbiamo ritenere alt.resi che un non piccolo numero di e.sse :p05Sa essere riportato a queste sin.d romi dl iper~nsibilità alla a>roteina streptococci.ca, oosì come alt ri casi idi eritem·a scarlattin:iforme desquamativo reci d'ivant€ sono da flif erirsi a ipersen~ibilità verso proteine idi altra natura, o verso dati ci!bi, o verso med.iicam enti. iE come è rara nella g~neralità degli individui la ipersensibilità tll<l alimenti o a fannaJChi , cosi .non d eve meravigli are 1a raTità id ei casi di irpersensibilità ald una protein·a batterica. F, vero che da .a1cun·i si parla an•coTa o.g gi di i1liosincrasia per spi·e gare •g li stati di i'persensibi1ftà a farmruchi, alimenti, eoc., negando la natura anafilattica di questa iipetsensibrlità. Però osservazioni ed esperienze assai Tecenti (icbe qui sarebbe trop'Po lungo riferire, ma 1ch e di·m ostrano anch·e l' esistenza di .sensibilizzazione istogena prodotta 1da so.stanze noo antigiene), vengono a rendere sempre 1)iù ldilflficile un•a difierenziaziooe tra l'diosincrasia e re~ttività anafilattica vera. Si può ritP.nere che qu•este sostan ze n on antigene pos. , ano, eterog.einizzando le rproteine dell'or.ganismo, p-rodurre una anafi1a'SISi e!lldogena, .cosi come dalle proteine eterogene~ introdotte dall'esterno si 11a tna anafi'lassi esogena. Si è sottilizzato da taluni sull'aspetto non carQ.tteristi·co \della lingua (tanto nelle osservazioni m,1bblicate come recidi,re di scaTlattina, quanto Jn quelle ritenute per eritemi sca:rlattinifonni re~1d ivanti), ma l'aJ9Petto caratteri'sti-co può an<'he noo a:ver.si nella scarlattina più genuina. Si è messa in evidenza la pT'esenza tli U'l1 prt.1rito in4'ÌSt~nte·, ma , se noi consideriamo tali r~idi'Ye eome sindron1i anafilattiiche, non ci rnera,i.glie-remo di "Ciò, sapendosi come un prurito anche intenso a'Ocom1p agni speiSISo lie manitfestazi.oni cutanee d.ell'anafllassi. E .que·s te si a ocompagnano anche, <'On fl"equenza, ad orticarie o ad artralgie, pro0
1
1283
PRATIC~
prio come si legge in diverse delle osservazioni pubblicate. Nè, in generale, le differenze d·i grado o d'intensità nei 1d iversi sintomi possono costituire ~rgomento ·di valore 1 ctiagnostico dir.ferenziale. Consi derar.e le manifestaz•i oni •di r eci1dive come fatti di ipersen•s'ibi'lità, noi non pos5iamo non rico~dare ehe le reazioni allrergiche che si hanno r.ei soggetti sel1lSLbilizzati differiscono (v. PJ.rquet) cronolog~camente, quantitativamente e qua~itativa mente, 1da1.1a r eazione primitiva che si o:SlServa in un individuo n on ·sensibilizzato; oome è stato dimostrato da numer-0sissim1e os'siervazioni ts.perimentali , specialmente con il vaccino, con la tubercolina, con gli ifomiceti, con le iniezioni rilPetute di sieri, eoc. ecc. E 'Perciò non deve far merav'iglia se la d esquamazion e può essere più pvecoce, ipiù abbondante ad anche peT altri !Caratteri urn po' diversa da quella .che com'Unemente si oss•erva nella scarlattina . • I sintomi ldiella ·scarlattina si ritrovano inequivocabilmente: nel nostro ca'So .eran o evidenti nella recidiva che ci f'll 1dato osservare, oltre i fatti faringei (che si ripeterono .n elle altre recidive), an che il .segno tdd 1PaJstia ·che, com'1è cmna:i a;ocertato, è, tra i mol~li1ci segni diagnostici d~lla $Carlattina, uno dei più si·<m·r i e icostanti (mentre i1 segno di .Rumpel e Leede man-ca spesso negli e5antemi scarlattinosi 'POCO sviluppati). Anche nei casi riportati aJd eritema •s carlattiniforme desquamativo, il quaidro clinico risulta di r~go'la arperto d a !enomeni 1g enerali, dolori arti!co'laTi o muscolari, febbre aniche elevata che s'inizia ta·l ora con brivido di freddo più o meno intenso, unico o ~-petuto. .La febbre ha presso a poco il decorso che nella scarlattina, cioè si spenge graidatamente con i1 sopravvenire ·della desquamazio·n e. Il dolor di gola, l'angina. eritem atosa sono n otati assai spesso all 'inizio; la ltngua 'Vlien e per lo più d escritta se non p roprio a !ani.pone, d'aspetto liscio, come ' rerniciato di eolore rosso vivo. L'e5antema e la desquamazione ('Salvo la pTecO'cità di questa che. per ciò che sii ·è detto, 'POlssiamo ora spiegare) ben difficilmente, per i loro caratteri, possono es- . ser e ò1fte-renziati. Lo st,esso Besnier, del resto, a c-0nclusione del suoi stu1di .sull'eritema 15carlattiniforme r ecidivante, •deve affermare che le difficoltà che presenta la diagnosi ditiferenzia1e con la scarlattina sono ac:sai spesso insormontabili e Brooq -deve ammonir e: « im pratica, dinamzi aid un caso tlubbio, si deve sempr e agire come se si avesse a cl1e fare ron una scarlattina » (1). Si deve infinie ricoroare come le reazioni <Il i.'Persen5ibilità colpiscano in modo differente i di0
1
(1) Dalla storta del nostro ~~ato r~sulta cbe una· eruzione eTitematosa, pruriginosa s1 ebbe a11che 1d-0po l'uso terapeutico di un pr-eparat<' arse.
[ANNO XXXIII, FA.Se. 37}
II. POLICLINICO
,,.·ersi organi a seconda del 1differente stato di allergia .di ognuno di questi: in alcuni individui lo streptococco produrrà un choch anafilattico r enale, 1dimQstrabile clinicamente, in altri swrà sulla ct1te o su altri organi che es..50 manirfesterà 1a sua azione. ~1a è oramai a:ocertato (_A.brami, C.esaris Demel, Widal, Rondoni) che assai spesso i fatti cutanei costituiscono i soli sintomi di una o.nafilassi leggera: nessuna meraviglia, quindi, ch·e nelle 0 ss€rvazioni ilD. discuS!Sione come recidiv1e di scarlattina 'Il.On 5iano stati notati che fatti cutan·ei e .che qllesti possano essere stati i ,sou ad a·p parire nei 0asi rileriti come eritemi scarlattini!ormri recidivanti. L'avere pel nostro malato osservato, dopo le iniezioni rd e1l'autovaccino strep. tococci-co 1.a compar.5a di eritem·a scarlattiniforme e gli altri .sintomi notati (mentre ogni reazione mancò .con le ultime due iniezioni praticate con vaocino di b. pioctaneo), convalildia la noc;tra tesi (1). È doveroso però aggiiungere che le iniezioni di vaccino non ,portarono alla desensibilizzazio.ne, giaocbJè, anche .p osteriormente ad esse, il S. ebbe altri att·acchi.
'Le Tecildive d·ella scarlattina, che noi preferi-
remmo fossero dette smd.romi di riJpetizione della srarlattina, non sono -OoV'Ute dUllJCfUe ad una nuova infezione resa possibile per '.La rperoita della imm·u nità data dalla infezione pr.ecedente (Jeansel me); esse sono da attribuir.si al !atto che dalla infezione pnecedente era residuato (in soggetti predisposti) uno stato •di ipersensibilità. Tale 1persensibilità, come al-cuni casi pubbli1c ati dimostrano, iJ>UÒ es.sere ,a nche eredita.ria. Questa interpretazione appare assai più logica di quella r1portata 1qi Kramsztyk e dell'altra analoga {non suf'.tragate nessuna da alcuna prorva) alla quale J1acobson ri corre, ·che cioè si tratti, nei casi id i sc.arlattine r eci1divanti, di un germe speciale, che egli chiama parascarlattilnoso, più raro a trovarsi che 10 scarl·attinoso vero. Il Boschi, nel lavoro citato, a proposito del caso di I{ramsztyk (1), scrive che cc una pregressa ooru-. lattina parve predisporre· allo sviluppo successiV'O dell'eritema 1scarlattini!orm1e recidivante ». Il Boi&chi ha idunqiue an·c h'egli intravisto i raipporti tra la p.r ima manifestazione e le S1UCCes5ive: noi ddctamo che non esi ste un semipliJce rap!Porto, ma un vero legame, perch·è 1'e sucoeSSive manifesta* ** zìoni ritenute di eritem1a scarlattiniforme recfd1L' interpretazione delle reci1dive ·di scar'lattina è vante non 6ono che manif eistazioni identiche, tutte dunque, secondo il mio mddo idi vedere, la se- le volte, •di ipersensibilità verso le proteine dello guente : stesso germe. Sar.ebbe, isenza 1dubbio, utile eseguire in ta1l Dopo un primo attacco Idi scarlattina, non seg-uendo l'immunità in tutti coloro che ne 5ono malati quelle ricerche dri laboratorio che servono colpiti, si stabilisce , in alcuni intlividui uno stato a comprovare lo squilibiio colloidale. Esse non di ipersens ibilità. In tali soggetti i germi esistenti f11rono potute e9eguire nel nostro malato; ma ~ nella go'la o provenienti, ;per nuove infezioni, dal· d'altra parte da co1llS:Lderare che se que5te riceTche sono taicili nelle ri:prroduzioni artificiali di 1' esterno d·eterminano la mani!eistazione (o la risindromi ana'filatti•c he non sempre è altretianto petizione) (2) dei renomeni aller:gici. fa:cile sorprendere tutti i segni probat1vi nei casl nicale. Questo :fatto che potl'ebbe d8,r·~ l'imip:ressio- clinici, essendo noto che J.a cl'!isi emocla>Si:ca è già ne ·di un argomento ·contrario alla nostra ipotesi, scomparsa al manifestarsi Idei sintomi anaitilatcostituisce i·n vece una ;prova id i più de .}a aatura anafilattiica dei fenomeni 0'8Servati, in quanto è tici (2). noto che spesso, in uno stesso indivi·duo, la iper(1) :P er l'esattezza si 1doveva dire i r.tlsi, perchè· sensibilità si può dimostrare di fronte ad anti~ ani diversi. Ed è anche un'altra 1Prova della identità il KRAMSZTYK riferiiSCe cinque casi simili. (2) L'eos1nofilia che pe.r molti A.A. costituisce di natura dei fatti che sono stati os~ervati dagli autori nella sindrome dell'eritema scarlattiniforme un !Segno a tf avor'e della scarlattina, si riscontra recMivante da icause· diverse. Dice BESNIER e BRcco :faiciJ.mente negli stati anafilattici. Es5a si oc;sPrva ;però anche in un assai notevole nuwero di derripete (per non citare che i 1due più compete11ti) che, se in linea gienera1e la causa determinante ma\osi, sicchè il suo reperto nei casi in discuesìone ncm potrebbe costituire arigomenf,) a ~oste gli attalOChi negli cc indi'Vi1dui predisposti » è sempre la stes'f>a (farmaci, speciali alimenti, tossina gno di una piuttosto che di un'altra tesi. Ma neppure a riguarti-0 della sca-rlnr.tina esi~te miierobica, ecc.), 1n alcuni la icausa può essere dtcomrpleto accoro.o tra gli AA. Second0 alr.;11nt l'eo. versa nei idiversi attacchi. sinofilia può mancare nelle forme fru ste , secondo (1) GABRITSCHEWSKY (~itato da BRISTOL) ha o~er altri essa può essere i'Il queste forme eìevatep vato oon iniezioni di vaccino streptococcico prodursi nel 10-15 ~<> dei casi una eruzione t1el punto mentre manca nelle forme gravi e complicate. Teissier ha tdi recente (Congresso france.~e di m~· della iniezione, spesso seguita da eruzione gene. dicina, ~ancy 19'>...S) concluso dalle &ue osservaziorale con febbre e talora anche con altri sintomi ni che nella scarlattina l'eosinofilia è assai inco<della' vera scarlattina. stante e sempre ;poco elevata, nè può costituire (2) e si accettino le idee di quegli .l\A. i quali elemento di diagno5i di1'ferenziale con • ~li eritesostengono che tutta la scarlattina non è che un mi scarlattiniformi ,, , giacchè anche in questi fenomeno di anafilassi, si dovrà parla.re, anche essa si ba egualmente. per jJ secondo atta.e.ca, di Tipet.l:;ione . 1
1
1
1
1
SEZIONE '
La interpretazione data ·d elle· sindiromi di ripeti-
zione costitui·sce un altro argomento a favore della concezione anafilattiica di questa ma1attia? N1on azzardo 1dirJ.o; io mi sono vol·u to limitare a
dim()strare -come tqu·e ste •Sinrdromi in altro modo non possano -esser.e consiiid,erate se non come vere reazioni .di iip·ersensibilità . E so:p.ratutt-0 ho inteso rilevare come sia illJ.ogi~co ritenere per eritemi scarlattiniformd. recidivanti d ette sindromi quando !Si osservino in indivildrui che hanno sofferto i'n 1precedenza, sicuramente, la scarlattina. Ma si deve . riten ere an-che che, con og:ni ·p robabilità, non pocl1i idei 'Casi consitd·erati sin dal iprimo attacco com~ mani.f estazioni di eritema scarlattinifoT'lD.e reci·di-vwte, debbano dnvieice essere co·n siiderati egualmente come .siilJdromi di ~per5en·sibi1ità ver~o una prot·eina batteri'C a (1str eptococcica?). 1
In1dipell1dentemente ;poi da queste forme, l'eritema scar'lattiniforme desquamativo r ecidivante, deve es&el'e, secondo me, .constderato, per se stesso, i·n ogni caso, 1come una manifestazione di anafilaissi, sia per riipetute introduzioni dallJ.'estern-0 di proteine eterogen·e e (analfi'laissi esogena), sia ipe.r etProgeneizzaziion-e, -prodotta da agenti diversi, delle pr-0teine 1d•e'll'organi&mo (anafilassi endogena) . R9ma, maggio 1926. •
BIIBILIOORAFIA. BESNIER et
DOYON.
Tra.id. franç. et annotations des
Leçons sur les maia1d'ies de la peau pa.r Kaposi Pari•$, 1891. ' BOSCHI. Rivista di clini•ca 1pediat;rica, 1924. BRISTOL. 1A mer. Journ. of the Med. Soience5, 1923.
Archives gen. ,de médecine, maggio, giugno. l·u glio, 1884; artiicolo Erythroàermies exfoliant.e') généralisées in Pratiq'Ue dermatologi1que, v. II, Pari•s • 1901. In. Pr'é cis atlas de àermato'logie, Paris, 1921. DEGKWirz. Munchen. Med. · Woohensch·rirft, 1922. EVERARD. British m 1ed. Journ., 19()'2. FÉRÉOL. Bull. soc. m é'd. hòpitaux d e P aris, 1876. FIELDING. British IDeld. Journ., 1903. FRANCIONI. Riforma medi!Ca, 1919. liARDY. T raité des mala'dies àe ia peau, Paris, 1886. JACOBSON. A:rchives ·de m éd. 1des enfants, 1914. JEANSELME. Arch. génér. de méd., 1892. KORNER. Jahrb. f. Kinderh. 1Bd. IX, 1876. LEINER. Meldiz. klinik, 1923, n. 49. MEYER. Deut. mediz. W;oich., 1923. PECORI. Sitlla ·Lrrvmunità nella trioofizia. Roma, 1914. PRITCHARD. Glasg. med. Journ., 1882. RONDONI. L ezioni $Ulla anGJfilassi. Milano, 1923. ScHWARz. Wiener m ed. Blatter, 1895, n . 29-30. SILVESTRI. Riforma m edica 19'24. ' 1915, 12 gennaio. SMITH. British- 1ne,d. Journ., SZONTA'1Ti. Jahrb. fOT Kinderheilkunde, Bd. LXXVI. BROCQ .
1
THOMAS. Trattato d·i pntoiogìa medica
di Ziems-
sen., traid. ital., Napoli 1876, vol. II. . TROJANQ"TSKY. Dor-p. med. Zeitschr., Btd . 1III. 1
1·ASNY. Prakt. vratsch. , 1904; riassu·n to nella Revue m€n5. des 1nal. de l 'en'fance, 1904.
PRATIC.~
.
OSSERVAZIONI CLINICHE. DIVISIONE CHIR. DELL'OSPEIJAI.E· MAGGIORE DI PARMA' Primario: IJ)r01'. EUGENIO GARBARINI.
Su un caso di carcinoma. del pene. (Considerazioni cliniche ed etlolog iche). Dott. CESAIJE CoRuzzr, aissistent.e volontario. Non ·credo di fare opera inutil1e a riportare il presente studio su di un caso di .carcinoma diel pene capitatomi sotto osservazione. Si tratta di .certo iD . 1G. 1C., d'anni 57, coniugato, ~ropri.etario, da Parma. L'·anamnesi tè muta iper 1quanto ll'iguarda gli avi ed i collaterali. 1Il 1p adre mori ad 80 aill1i idi lllla · paralisi e fu sempre sog.getto nervoso. ILa madrP moli. a 76 anni di ca1'!d.io:patia ·dopo essere stata 1'empre sana e d<Jpo aver .g enerato 5 figli tutti sani. ·N egativa l'anamnesi ataviic a per J.a car,cinomatosi. · 1Nulla Tisulta nell'anamnesi. personale remota se si esclude una uretrite blenorragiea a 22 anni iche in .breve ttem1po 1gua~} . ;sen~a l.a-sc~a.ire rel.i quati. N·o n sof.frl nessun"a:lttà 1orma m0rbosa ai genitali ed esctude . in modo assoluto 1'i1Jl).~i, ·rparaJfimosi, · ulceraZioni e ba.Ianopostiti. À 25 anni sposò una ·g iovane di 24 anni 1sana e robusta. auesta .ebbe 5 gravidanze tutte condotte a termine, se eccettuiamo la qu·a rta eh.e s'interruppe sipontaneamente al 4-0 mese, e nel 1916 fu operata (prof. Garbarini) di isterectomia per ~pi· telioma ulceratò -del collo deLl'Wtero idot>O poc.hi-<;simo tempo daicchè terano aipparsi i primi :sintomi clinici. · Presso a poco nella -s tessa epoca in cui rupparvero i sintomi de,ll'epitelioma 1della portio nella moglie, o 1per mieglio 1specificare subito ·dopo, ii nostro !paziente ha. inico.minciato a notare in cor. , r].spondenza ·:ciel solco <balano prepuziale la presenza di un n odulretto- che andò lentamente cre• scendo rfino rud invaidere tutto il glandJe. E da notare che immediataJillente prima dell'inizio del ma) e 1comparv~ . un ne.r.to grado di fimosi : Il tumoretto non diede per molto tempo distuI'bi, >Solo l'infermo accusava un po' di dolore locale, lieve brucior:e all'uretra e alle volte difficoltà di minzione. Il tumore era in·d olente; l'urinazione, quanturuq·ue -si eT.fettua·s se abbastanza lfa:cilmente, non . era normale 1p0Lch è manc ava il getto dell'urina e, come su -è 1dietto, era acicomipagnata da bruciori. ·Lo stimo.lo 1sessualfe persisteva e l'erezione era completa: basta dire iche il paziente ebbe rapporti sessuali fino 'quasi alla vigilia •di entrare nella divi·sione chiru:rgica. L' esam;e obbiettivo dà p er tutti v·ari organi e sist.emi risultato negativo. Osservando gli Ol'gani •g enitali si nota il glande tumefatto e i>e.rnoccoluto in modo da fare 1'im})Jlessione d'un ·cavol-:fiore. L'apertura del m eato è cir.condata da m·u cosa più liscia che nelle .altre parti del glande il quale iè cosparso di noduli carnosi, fungiformi, di color ro5a pallido d ella gros.5ezza di un grano di miglio. Dagli interstizi di queste escrescenze :ruoriesce talvolta qualche goccia .cli siero 1purulento. La palpazione del tu1
I
1286
... .
•
•
•
1nore fa rilevare una durezza notevole, qua;si li· ~nea: e non è affatto dolorosa. La iparte d el pene non interessata dal tumore si 'Presenta leggermente ed ·u niformemente ingroSsata, di .colorito un po' cianotict). Alle regioni inguino-scrotali di ambo i lati non si pa~ano ,gangli. Entrato nella divisione .chirurgica il 21 settembre 1925 fu Qperato lo stesso giorno di '3JID.putazione d1el pene al terzo medio (operatore: prof. Garbarini). Dopo 19 giorni dall' oiperazione uscì completamente guarito dopo che il decorso post-operatorio si era svolto più che normalmente. Quindici ·g iorni do1p o l'uscita 1dall'ospedale il paziente
."
[ ..\.NNO XXXIII, F ASC. 3ì)
IL POLICLINICO
•
1
rugoso. Interniamente la massa carnosa del glande 1è più tenace ed infiltrata. Per l'esame micro&eopi-co (1) i ipezzi venniero fi·ssati in lf ormolo e le sezioni colorate con ematossilina-eo.5ina e con \'an Gieson-ematosilina ipel connettivo. Fu stu diato iJ glande, ohe era la sede ·del tumore e,d i rapJ)orti fra .glanide e g·l i strati più interni ·del prepuzio. 1Per questi ultimi si ha un reperto normale. Nel .g lande si osserva una ati·p ica, rigogliosa tprolif·erazione dell'epitelio che riveste il gland·e ed il prrepuzio. E costituita da cordoni ramificati e da nidi di cellule [pavimentose sostenuti da una trama .connettiva delicata e ISCarsissima, con ·d.i segno alveolare. Nei nidi e nei cordoni le 1
1
Glande spaccato longitudinalmente. t.
FIG. 1.
1 = 'frenulo; 2-2.' = glande; 3-3' = solco balanopre-
puziale.
FIG. 2.
1-1' = glande; 2-2' = solco balanoprepuziale. N. B . ·LO sipecillo attraversa il canale uretrale.
ha la prima erezione del moncone che all'esame obiiettivo presenta· un meato urinario di media granid ezza, funzionalmente sUJfficiente, un po' nacosto fra Je i:>iegthe della ipelle dello scroto. Presentemente, dorpo 2. mesi dall'operazione, il paziente .gode ottima salute 1ed an1che moralmente i1on è abbattuto; .h a frequenti erezioni, ejaculazioni spontanee e lo stimolo sessuale non è cessato. Esame macro e miScroscopico del tumore. Esso si 1presenta come un .p iccolo arancio che abbia come ipeduncolo il rimanente del pene. La suiper~i cie è formata da piccoJi bernoccoli e rilevatezze ..-:;eparate da sol~hi rugosi che hanno 1decorso tortuoso. · zionando il tumore con un taglio dall'alto ·al basso 1(v-edi tfig. 1-2). Si nota che l'uretra è com'Pletan1ente pervia ed il 'Processo non l'ha colpita, il "'oleo si prec;enta i&pessito e lie,remente
cellule marginali sono prismatiche e basse, le intel'medie poligonali e le centrali lamellari con disiposizione a globi 'Perla,cei. Si no'ta inf.iltrazione parvicellulare abbondantiSsirrla. CoNSIOERAZIONI A.'lATO~l~PATOLOGICHE E CLINICHE.
Come ci è noto dallo studio dell'anatomia• patologica i tumori in genere ed i tumori maligni in ispecie che e-01lpiscono il glantde sono quasi sempre di natura epiteliale. -~s.5u~ generalmente due (1) 'Gli esami microscopici furono eseguiti nel1'Iistituto di Patologia speciale chirurgica diretto dal ipl'Of. Giovanni Razzaboni ohe ringrazio in uno
coll'aiuto dott. Pietro Sannazzaro per l'ospi1alità concessami e per i consigli e gli aiuti datimi.
[Af{NO XXXIl•I , FASC. 37)
SEZIONE
tipi : il ipapillomatoso é l'ulooroso inliltrato. A questi d·u e tipi Kuttner ne a:ggiunse un terzo che egli .ohiama cancro non epiteliale ma .questo terzo ti1po sembra 1essere una forma assai rara. Se viogliamo 1c1assifi•care il tumore da noi descritto lo rdobbiamo mettere tr:a q.u elli del :primo ti'PO: si tratta di un eipitelioma papillomatoso che ha un asipetto macroscopico a cavol-fiore. Sia all'.esame obbiettivo come a q·u ello mi.croscop~co non 1 s i è potuto cohstatare 1dif!f1U.s ione del tumore al prea>uz.io come non :si iè no·t ato ingrossamento dei .gangli linfatici . .Per ,questo n on si è a'Cldivenuto all'esportazione ,dei :gangli ~n·guinali sa. pendo anche chie ·u n ingrossamento ,g angliare è in lin·e a generale dov·u to ad 'l1D. processo infJarn.rnatorio. Erd in questo sen.so ri,feri.scono Pantaleoni, Barney, .charles e 1Gib1son, A•lexander, Kuttnoer il quale ultimo in iispecie arriva rfino ad asserire che nel 71.4 % dlegli ingrossamenti .ganig liari in ieaso di cancro ·del ipene, il rfatto è ·dovuto a iprocesso infiammatorio. Nessuna considerazione posisi'amo fare circa l'età in c·u i si ,è svil'll'Ppato il cancro : è tro1ppo noto come vari 1dai 50 ai 70 anni e come il Creite su &16 oasi di carcinomi 1del 'Pene r3Jocolti niella letter.a tura non trovò nessun caso d 1indivi1dui co.Ja>iti prima dei 20 anni. ·Quinrdi il no·stro caso rientra nell'ordin ario. Piuttosto a:ner.ita una .p arola di con.si·derazione l'etiolo1gia ·della forma. ·Come ca·u sa rprinci{pale viene pr.e·sa in considerazione la fimosi e a pro~osito della preceidenza di .questa malatti·a il IBarney la ri1Scontrò nel 42 % dei casi di cancro del pene ed il Demar.quay 42 volte 1su 62 casi mentre il Kuttner lo trovò solo in 6 casi su 60 .esaminati. Altre .causie 1co1mruni 1Sono riconosciute la cosl detta 'PSOriaisis rp•r ep·u tialis, le leucoplasie del glan. de (For.gue), la pr.esenza di ~i.ocole verruooe, i traumi, le malattie vener-ee (Consolin, ·c ranel', Cri1J>1s) per la 1'acilità 1colla 1q uale insor.g ono ·SU cicatrici ,di vecchie ul ceri, le strane -84ppltcazioni antieroti1che .come quella ;riferita da •Du!J)reytren di un anello metalli1co attraverso il ~repuzio. Per il iea:so in ~arola tutte 1qrueste ·oause etiologiche 1cascano : non 'PSOriaJSis 'Preputialis, non leucoplasie icte'l .glande, non verru cble, non morbi celtici, non rperv13rtimenti ·Sessuali, non infine traumi se, come ne è il caso, si vuol togliere il trauma del .coito poi.c hè ·se 1si volesse comprendere anche questo non si capiI'ebbe come una ipioco.lissima parte 1degli uomjni è co~ita da car·cinoma del pene quando tutti rsono sog.g.etti, oo in misura ipressoch1è .u guale, .aJ tra:uma fisiologi·c o del ieoito. Sarà piuttosto il caso di ricordare come per 1sostenere la teoria 'Parassitaria .della biologia del cancro sono 1Stati ieitati vari oasi nei ·quali il can1
1
1
PRATICA
1287
ero di una superficie 1si è trasmes·so ad un'altr:a supeflfic.ie colla quale veniva in contatto, sp·ecialmente i ieosì ·detti cancri a due -0 cancri coniugali •di cui sono ·s tati descritti diversi esempi tanto nel- .. l'uomo (.Ménétrier, Ficnera) che negli animali, ·Slpecie nei cani (Duplay 1e Cazin, .Sohmi·dt e Washburn), e che sarebbero dovuti ad un contagio nel coito. Demarquay, Bruce Clarcke, Czery, Calerf des-crivono casi accertati id i contagio da ·cancro dell'utero . Dalla storia del nostro rpaziente 1è detto 1chiararnente come la di lui con·s orte fo·s se is tata aVV1sata di un c·arcinoma ulcerato 1della 'POrtio da sintomi cile tCOII!llparvero 1quasi imjprovvisamente e ch1e fu O'Perata dopo 'POCO .p er tale forma morbosa. E d-etto anche che subito 1do!{>o la comff)ar.s). d ei sintomi .su a:ccennati il paziente ebbe ad accor.gersi ·della compa.r·s a del piccolo nodulo sul glande. Nella letteratura del canicro del pene, ·come già ho accennato, ho trovato altri 1casi ·des.critti in ~ui si dà come causa es<ClUJsiva dei loro insorgere il contagto per via .sessualle. Secondo alcuni queste osservazioni non sono molto dimo,s trative pierch è si obbietta ·c he data · 1a .g rande frequenza ·dei .c.ancri .d-ell' utero .m olti di più do·vrebbero e~ 1sere i contagiati dial tumore, tuttavia · il fatto sussiste e non può essere riten·u to 1come una coin cidenza .fortuita. A me sembra <Che nel noistro ca:so non vi sia dubbio -0.hle l'affezione 1carcinomatosa sia dovuta a .conta:gio dirietto dal car cino·m a uleerato ·d ella 1noglie. .Si può ritenere che l'impianto di iparti 1sia fa-c ilitato da lievi lesioni di con·n eoplastiche / tinuo preesistenti e icosì facili ·a trovarsi nel ·p ene sebbene nel nostro ca:so almeno n on cSi rp ossa aJfifermare nulla •di rpreciso in ipro'Posito. Elemento preziOtSo atto a conf-ermare il concetto del contagio ·diretto ci è dato 1dalla varietà della .neopJasia confermata istologicamente e che derponeva 'Per un epitelioma papillomatoso, cosic.chè · l'e'Pitelioma u1cerato della portio nella moglie trova,ra un .p reciso corrispettivo n ell'e:pitJelioma paipillomatoso del glande del marito. 1
1
1
1
1
I
BIBLI OGtR._J\if'JA. C.<\LEF. Rivista OS'Pedaliera, n. 18, 1925. CAGNETTO. Aipparato Geri. 'JiJas chìle. Trattato di An.
Patol. del FoÀ. Casa Editrice Libraria, il\IIilano, 3a. ediz. italiana su 6a francese. DAVID GILLIAM (COLU~BUS) . Citato in JournaI d 'Urologie, tome XIX, n. 2, 1925. LUNGHETTI. Tumori in generale. Trattato di .A.nat. Patol. de.I FoA. M~ÉTRIER. Cancro. Trattato di ~Ied. di BROUARDEL e GILBERT. U.T.E.T., 1910. STOPPATO. Clinica Chirurgi.ca, n. 11-12, 1917.
FORGUE. Compendio di Patologia Chirurgica.
·
IL POLICLINICO
APPARECCHI E STRUMENTI NUOVI. Bocchettone contro la dispersione dei liquidi. Dott. Bf.DARIDA NINO VITTORIO chirurgo dell'Osp. 1\ilagg. di San 1Giovanni - Torino
[.~NO
XXXIII, FASC. 37]
Questi inconvenienti, questi di&turbi sono rise11 titi in misura maggiore n.ei pazienti c.he sono obbligati al catetere e che sono in genere ammalati gravi di ipertrofia prostatica, di stenosi uretrale ' ammalati con fistole uretrali, con fistole vescicall,
E conosciuto che i .comuni recipienti, chiamati . nella pratica « pappagalli » raccoglitori di urine o l:iJquidi, non corrispondono perfettamente allo i:icopo, poich.è presentano difetti molto gravi, ed inconvenienti molto noiosi. Data la loro forma speciale di un'ampolla piatta da un lato , con collo ed apertura rivolti verso l'alto, essi non per·derebbero e verserebbero il proprio contenuto se r estassero in 1p osizione orizzontale continua e fi&sa. In·vece il peso stesso del corFIG. 1. po del malato, inclina questo recipiente in modo che la parte anteriore viene a trovarsi in un piano assai più basso della parte posteriore; ne viene che hanno avuto frattura dell'uretra, che hanno perciò che detto paippagallo riesce a contenere una &ubito operazioni renali ed anche donne che hanminima quantità ·di liquido, non più di 100 centtno sofferto operazioni di plastiche vaginali, isterectomie vaginali, ecc., ecc. - m etri cubi, dopo di che il .contenuto comincia a Per cercare di evitare il versamento del liquido gocciolare n el letto e poi a versarsi in quantità sui lenzuoli. da questi pappagalli, per ren,dere quin,di in quePer questo, l'ammalato che ·deve usare que&te ste Qd in altre ampolle cl1irurgiche simili, il conampolle ·chirurgiche, rimane di continuo nell'umi- tenuto completamente contenibile, i.ndisipersibile, irlità puzzo-lente, anche se si ha cura di vuotare ho ideato un tappo di gomma, a forma di imbuto, sovente il recipiente e di cambiare spesso la bianche si può applicare a chiusura ermetica all'iincheria. boccaturà del recipiente. Es&o ha la !forma (come
•
FIG. 2.
tutto ciò si aggiunga che se il malato ha un sensorio torpido o se è inco&ciamente agitato per febbre o 1p er uremia, il recipiente in parola viene scosso o capovolto e quindi anche, se il liquido contenuto è scarso, si vuota per completo nel letto. Io ho notato molto sovente che i malati i quali a·doperano questi recipienti non ripo&al).o, non dormono per la preoccupazione ·d i vuotarsi il proprio ~appagallo e sono sempre scontenti ed inquieti, perchè passano la loro degenza fra l'umidità ed il fetore delle tele cerate ed oleate, dei lenzuoli e dei materassi . .6,..
•
•
si può vedere nella fig. 1) di un cono imbutiforme munito alla sua circonferenza superiore di un bordo che ripiegandosi in basso si applica all'orlo del recipiente di vetro; verso l'estremità inferiore del bocchettone· c'tè una piccola valvola, detta d'aspirazione, .che serve per l'uscita dell'aria, permettendo co&i entrata rapida del liquido senza gorgoglio o rigurgito. ·Il foro interiore del bocchettone è abbastanza largo :Per permettere al catetere di non aderirvi e di rimanere libero; cosa molto importante, poiché coi movimenti del paziente, se iJ catetere facesse
, [ANNO
XXXIII, F.~sc . 37]
1289
SEZIONE PRATICA
corpo coll'apparecchio, uscirebbe o si sposterebbe dall'uretra. Nella fig. 2 si può vedere l'appar.ecchio aa>Plicato; a pawagallo inclinato, in modo che il collo sia sul piano orizzontale, -il liquido contenut-0 va a mettersi tra il vetro e la parete inferiore d-ell'im1b uto di gomma, senza uscire dal rec:Lpiente. Per ,questo, 1detto bocchettone fu da me chiamato e brevettato coJ titolo di « Acheteon »; derivando questo ,d al v,e rbo greco << xÉro = verso », on·de con l'alfa pri,rativa si ba il signi·ficato italiano (( non può essere versato ». Questo semplicis&imo éllpparecchio può essere costruito pure di vetro o di altre sostanze; io ho preferito la gomma e· di un tipo speciale che non sj corrode per le fermentazioni ammoniacali; e rosì facilmente si applica e facilmente si toglie, data Ja sua cedibilità si adatta a qualsiasi aipertura di pappagallo anche ·Se non costruito per esso; si può fare bollire e .sterilizzare agli autoclavi senza alterarsi, e senza romperei durante queste manovre come spes5o avviene per gJi apparecchi di v·etro. Questo bocchettone dunque che impedisce al liquido contenuto nei pappagalli di disperdersi o di versarsi, offr.e molti vantaggi J)er il malato e per la cura di esso; risparmia biancheria, as5i•s tenza continua, ed in particolar mo.do evita ai degenti malattie secondarie della pelle come eczemi e de· cubiti dovuti all'irritazione, prodotta dal contatto diretto dell 'ui:ina versata.
SUNTI E RASSEGNE. DERMOSIFILOORAFIA. Insegnamenti che può il medico pratico dedurre dalla confe1·enza inte1·nazionale sulla sifilide ereditaria. (J. GAIÉ. Le Journal de ??té<lecirie de Lyon, 1926, n. 150).
Sifilide ereditaria larvata: scl1ematizzan•do le cQnclusioni, si può dire che la sifilide ereditaria è considerata diversamente dagli AA.; Lemaire e David trovano il 19 % di eredo sifilitici in un consultorio per lattanti; Mar.f a.n il 30 ;per cent-0; Hutinel il 40 %; Lesné il 10 %. Le divergenze si spiegano perfettamente quando si ric ordi che vicino ai segni di certezza vi sono i segni di probabilità o di presunzione e che la sifilide ereditaria classi-ca, tipica, è ,duiplicata da una sifilide ereditaria larYata che per il suo aspett-0 caratteristico può prendere l'aspetto delle più diverse affezioni. La percentuale varierà quindi con il variare del va. lore attribuito all'uno od all'altro segno. In defi-
nitiva la questione si riassume nella delimitazione pr~isa del dominio dell' eredo 5i1ilide, e que. sto è il punto dilffi·cile. La ricerea dei precedenti personali e familiari spesso iè ben lungi dall'-Olf. frirci la desilderata ;precisione; l'esame del malato è insu.f ficiente specie quando si tratta di sifilide larvata nella quale sono in gioco i dubbi. Le reazio11i biologi-che sono di una incostanza rimarch evole nei neonati e nei bambini. Gli arg.omenti terapeutici conservano un certo valore se 1Si tiene conto delle manifestazioni resistenti. :B certo -che il medico di fronte a ciò Sii tro,rerà fortemente imbarazzato e dovrà ricorrere, per concludere, al buon senso 1della mti. sura, atla critica che in ogni ri·c erca scientirf:ica non deve mancare. La sifili1de ereditaria è la causa più importante della morte del feto: escluldiamo idramnios ed ipertro·fia plaicentaire che sono segni di certezza. Ma bi sogna tener in conto i piccoli eccessi di liqui·do, la spro:porzione fra il peso della p lacenta e quello del neonato . La silfilide ha importanza net parti p.r em.aturi e gemellari con nati dell'istesso sesso e morti alla nascita. Sono so·spetti di sifilide i neonati che muoiono nei primi minuti o nelle prime ore, c01Sì pure i lattanti pigri, dormienti, i distrofici, coloro che vomitano. Secondo Lesné poSiSono dirpeilldere anche dalla sifilitde ereditaria alcune anemie· .con ipoglobulia e monocitosi, alcune mi.crapoliaidenie, l'~perfJro!fia timica, alcune vegetazioni adenoidee precoci, alcune manifestazioni arti'Colari e sindromi entlocrine : così ipu~e certe reazioni meningee e manifestazioni nervose; la maggior parte delle scleroisi polmonari, delle malformazioni cardiac·h e, delle epatomegalie, alcune nefriti, sarcoceli, i1droceli unilaterali. All'opposto non bisogna subito attribuire alla sifil ide lo strabi'Smo convergente, l'erosione delle unghie del Milian, la glossite esfoliatrice marginale, il diabete mellito infantile e così I' atrep&ia e l'irpotrofia. Il rachitismo precoce ipuò essere sifilitico, così le convulsioni precoci prima del quarto mese. :I llogico sarebbe attribuire senz'altro il mongolismo o·vve:ro l'asma infantile e &imili. Nefriti e ''omiti abituali sono spesso indipendenti dal tre· ponema. Anche con tali esclusioni, il campo della sifilide ereditaria, resta vasto: ed occorrerà ricordarsi che oltre alla sifilide della prima genera· z1one esiste anche la sifilide della seconda generazione. Così è utile ricordarsi che nel lattante e nel bambino non ·do'b biamo fondarci sulla negati'ità delle reazioni o sulla inefficacia della terapia specifica. Cura della sifilide ereditaria del lattante e della prima infanzia: abba.n donato è lo ioduro di potas5io. Utile è l'arsenico: si iniettino i novarsenobenzoli in soluzione concentrata (da m ezzo 1
1
1
I
1290
IL POLICLfNICO
[ANNO
XXXIII, FA.Se. 37]
ctg. ad un ctg. e mezzo ,p er kgr.) nelle vene essere sottoposti a sorvegflianza rigorosa e prolungiugulari quando il bambino gri1da, o nelle vene gata. epicran:Lche, o nel grantde seno longitudinale nelDirfferenti sono stati i pareri dei congressisti l'angolo posteriore d ella grande if'ontanella. Otto s ulla profila5si della sifili de ereditaria. Anzitutto bisogna curare il futuro marito isufficiente.mente iniezioni, u.n a ogni otto giorni. Anche la via dei (condizioni ip.el matrimonio: siifiliide di data an.. muscoli ·è utile : quindici iniezioni, due per settimana. Non sorpassare 10 c tg. per k.gr. Il sulfarsetica; due anni di cura se questa è stata iniziata no e l'epM'seno in 5oluzione a cquosa si possono nel period-0 dell'ulcera, quattro se nel ~eriodo seconrdario ; CU!I'a energica e regolare; nessuna mainiettare 1s otto la pelle : il rprimo è il più usato; nifestazione clinica o &ierologica da un anno). La da un terzo ad un ctgr. e m ezzo !Per k:gr.; tre iniemoglie sarà sorvegliata e curata al primo s~ano : zioni la settimana; dodici in tutto. Raocomandabila moglie del sifiliti.co va curata durante la gra1e è l 'acetilarsan sottocutaneo : otto iniezioni, una vi·danza . alla settimana, al m assimo due ctgr. per kgr. R. ~10NTELF.ONE. Lo stovarsol (uno, uno e mezzo ctgr. per k!gr., 4 . vo1te alla settimana per tre settimane); il treSulla etiologia del g1·anuloma anulare. parso lo anche, possono ~arsi :per bocca nel biberon, o p·er ' 'ia rettale. Gli arsenicali somministrati 7 ( \ \ 0RONOFF e OLES..<::;oFF. A cta D errriato-venereologica. per via rettale o bu1ccale sono meno efrfi.ca:ci. Stocl{holm, vol. VII, ifas~ . I, marzo 199...6). il l:>ismuti!ci possono e5sere adoperati per via inLa malattia, d escritta per la prima volta da tTamuscolare da uno a uno e mezzo ctgr. di ,Bi una Colcott ·F ox nel 1895, venne designata nel 1902 da o 1dl1e volte rper settimana 1'ino a dodici iniezioni. R. Crocker col no.m e .ai gra11.uloma anulare, atIl mercuri·o resta il m·e di camento eccellente : aJb· tn.a lmente divenuto di uso comune. Il suo quadro ' ])an·donati sono i sali 5olu1b ili p erc·h iè dolorosi, ed clinico è oram•a i ib en definito; g.li A.I\.. danno ora il cianu'I'o di mercurio endovenoso. Gode il fala descriz ione di un caso, meritevole di e&Sere vore la via 1digestiv a: non il liquore di ,~an Swiesegnalato, verifiieatosi in una giovane di 21 anni, ten, irritante rper il tubo digestivo, ma utile il latnubile , ·con precedenti tubercolari nella famiglia, tato di m ercurio a l 'un o rper mille (7-12 gocce al e che presentava 'delle efflorescenze eritemato'e giorno per kgr. fino a t•r e mesi; 10 fino .a tre anulari localizzate agli arti surperiori ed in!eriori anni, in tre volte) e la po1,~ere grigia al 33 % (un (surperfi.cie e5tensoria d el braccio 1destro, superfirtgr., u.n ctgr. e m ezzo per trimestre di età). Hancie ·dorsale del rpiede sinistro e più tardi in corrino pairtigiani anche ]e frizioni e i suppositori spondenza dell'articolazione ti·b io-astragalica dem er curi ali. stra e terzo inferi ore •d. ella gamba sini&tra); in Gli arsenicali sono molto ben s()!)portati dai tutto otto, di cui la maggiior parte circoscritte da bambini: il bismuto n o.n d à ad essi gengivostou n cerc ine infiltrato e costituite ·da pie.coli nodi. matiti, ma può provocare al1b uminurie, enterocoNesisl1na alteraZJione nella sen 5iibilità e nella ipigliti ' ·v omiti, ittero , febbre, anemia, depressione. Il mentazione, tale da poter fare pensare alla lepra, mercurio può dare diarrea, raramente n efriti. il c ui bacihlo del re;sto non era dimostrabiJe ali' . t ol ogico. . Alcuni a cci1denti luetici con tali terapie, guari. esarcne 1s scono e pres.to (lesioni cutan ee ed osteO'condriti), Q11elle fra le efflorescenze in cui non si trova. altri sono arrestati (procoli :ildrocefali, alcune carrono nodi err ano ·da ritenersi carne « eritema anu·rliopatie, ·ecc.); altre manifestazioni infine sembra- lare ,, . Già il Darier n el 1916 aveva d escritto .forme . n o rrefrattarie: l'epatomegalia, la grossa milza, le analogh e. col nome di « eritema anulare centrin efriti con edemi, le &eler osi polmonari, le retifugo ,, o « eritema parpullo circinato migratorio e n iti, l e alterazioni d entarie, il rachitismo, ecc. cronico ,, che di solito evolve con u 11a certa rapidità e non è co5i tenace n è cos-l variabile nel In tesi generale, gli a r seni'C ali sono inidiicati n el5uo decorso: n ella letteratura 1poi troviamo dele sifilidi efflorescenti e n elle lesioni v.iscerali scrizioni di forme pertinaci di eritemi alle quali, gra, ,i dell'eredo sifilide. ~elle sifilidi e reditarie larvate potremo contentarci del Bi e dell'Hg al- ;più ·di ogni altro, aJpPartiene il cosi detto « erytherna elevatum d iutinum ,, di Crocker, che sa-. ternati. È consigliabile çominciare con le dosi der ebbe ,giò. una varietà id i granulloma anulare. boli e crescere col tem·po. I vari autori non sono :e probabile che la •differenza fra il vero granl•· d 'accordo sulla durata del trattamento: empirica. loma anulare ed alcune forme p ersistenti di eri· m~nte si -può dire do·v ersi continuare il t rattamentema anulare con si&ta non nella na tura della ma.. to 11er 4 anni, 3 se l'arsenico è stato usato. Sono lattia bensì n el grado di sviluppo 'dell'infiltrato questioni queste però (scelta del medicam ento, doed il ca5o riferito dagli AA. in cui si osservavano si, durata) che debbono dal pratico essere con5ideforme infiltrati'Ve insieme a forme eritematose rate caso -per caso. I bambini sospetti do,1anno 1
1
1
1
1
•
[ANNO XXXIII, FASc. 37]
ne .sarebbe una conferma, a cui darebbero appoggio anche i risultati id.e.ll'esame istologico. Se il qua:dro clinico del granuloma anulare è ormai a})baistanza bene definito, l'etiologia richie· de ancora nuove osservazioni. Si -conoscono casi in cui fuTono osservate forme idi 1)a5saggio fra il gr. an. e il lichen p1anus e Levandowski ha descritto un caso in cui coesi.stevano granuloma anulare e lichen p•lanus. Ornstein peraltro in un caso analogo in cui le efflorescenze di granuloma anulare ipresentavano una ~traondinaTia somi· glianza col lich.en rplanus, potè invece 1d imootrarne all'E>same i·stologico Ua struttu.ra tub erco~oide. Nella letteratura si trovano n1olti casi nei quall il granuloma anulare el'a combinato con tuber· colidi p aipulo-necrotiche, mentre il Darier invece 5ostiene la paTentela etiologica <Con i così dettt « sarcoidi ». Da questo punto di vista ~l caso degli A.I\. è assai interessante 1perchè la paziente apiparteneva a famiglia di tu.bercoloSli ed essa stessa era in preda ad un p.roces•so di tubercolosi polmonare attiva e presentava all'avambrai0cio 1destro t1n focolaio che , clintcamente, corrispon1deva al sarco:iid.e Darier--Roussy. In questo caso dun.q ue tanto il sarcoiide come 11 g·randloma anulare e l'eritema anulare sembrerebbero es5ere in diretto rap.p orto con l'infezione tuibercolare. 1
V. MONTESANO.
FEGATO E VIE BILIARI. Anatomia chirurgica della po1·zione inx ta-duodenale del coledoco. (F. F U'CHS. Archiv f. klin. Chir., vol. 139, 1p ag. 124, 9..
1926).
Un importante pro'b lema cl1irur.gi·co è quello di ·dominare la parte distale del coledoco, cioè quçlJ.la parte che viene ohiam1ata paTte pancreatica del coledoco. Tre sono le vie ·di accesso a questa porzione del coledoco. .11 primo metooo •c onsiste neJ.la liberazione del coledoco dalla 'Parte 1dorsale senza riguartdo per il iparenchima pancreatiico che spes50 lo ricopre. Lorenz ha in·diccato per primo questa via dopo l'uso della mobilizzazion e 1del duodeno secon1do l{ocher . Il secon1do metodo, proposto da Mac Burney e da l{ocher è ·l a ·coledacotomia transduO'denale, in' ci·dendo cioè la parete anteriore e posteriore de~ duooeno e a:rrivan1do ~osì sulla parete ant. d el coledoco. Infine il met<Ydo più anticeo, quello che ancora è seguito da molti chirurgi, consi&te nel girare l'o. sta·colo, lasciando intatto il coledoco pancreatico ~ praticando le manovre necessarie attraverso una coledocotomia soprapaincreatica laYorando solo nell'interno 1del condotto. , -on ,,-alzel, aiutando.;i 1
1291
SEZIONE PRATICA
del suo metodo di dilatazion e, propone la anastomosi 5opr3Jd uodena:le oeoledoco-duodenale. Verte tutt'ora .la. discussione quale sia il metddo migliore. E certo che la lesio.ne 1del pancreas può essere causa di lesioni gravi che talvolta hanno portato a morte, talvolta an1che con il quadro 1della necrosi pancreatica. Payr conE>iglia p er ciò, la sezione ·del :pan1cr eas con il -cauterio; Finsterer, inve'C e, 'Preferisce l'anastomosi duodeno-coledociqa sopraduodenale; Hachenegg .consi·dera come limit.e 111, .feriore id ella coledocotomia il margine suip. del pancreas. L'."-· si è prQiI>asto di stu1diare il comportamento del -coledoco pancreatico• per vedere a quale metodo era da dar&i la preferenza. Ha portato le sue riicerche su 50 cadaveri e ha potuto stabilire 4 d ivel'ISi modi di -c<nn'Portamento della parte terminale •del coledoco. In un primo gruppo di casi i·l coleàoL:o :::ii :pone in una doic<Cia tra il duodeno e il pan1crea'S; allora tanto .n ella via trans- che retro-duodenale è possibile di a:gg.rooirlo sen·za interessare il paren chima pan·c reatico. Nel 5ec0n·d-0 gruppo il tessuto pancreatico si insinua posteriormente al coledoco e in tal caso sarà leso nella coledocotomia retroduo·denale. Nel terzo gruppo di -casi un lembo del !Pancreas si insinua tra -coledoco e duodeno e allora la via transduodenale dovrà necessariamente intere'ssare il parenchima pancreatico. P er evitare questo, il Lorenz ha proposto di introdurre uno specillo attra ver.so il cc:iistiico o direttamente nel coledoco oon una incisione sopra.duodenale, e spostarlo co~i verso la parete duodenale. 1M a ciò può riuscire solo se il connettivo jpericoledoci•co 1è ~a:sso, e dlal· tronrde se .si mobilizza tanto i'l 1duoden-0 da pk.._ 'Parare anatom1icamente la regione, convien e piuttosto idi e5eguire la -coledocotomia retroduodenale. Infine n el quarto gruppo di casi non si rieSlCe ad aggredire il duodeno nè p er la via trans- n è retro-duodenale. Ciò avviene quan·do il coledoco Yiene a trovarsi in un vero canale scavato nello spessore del pancreas, anche se, come ,è il caso più frequente, tale canale 5ia inicompleto. Ha osservato poi che il coleldoco è unito lassaÌnente al canale; vi ·è qualche aderenza ip iù stretta in corrispondenza 'Ciel margine sup. d el pancrea.> dove esiste una ghiandola linfatica. L'A. in base aNe sue ricerche siabili&ee cosi il valore dei singoli metodi: nella -coledocotomia trarrsduOldenale, appena si passa la muiSColare, c'è pericolo di ledere il pancreas; nella ,~ia retroduodenale è più facile di non ledere il pancreas, ma il metOldo è molto difficile; 1
.•
\
rr.
1292
POLICLINICO
il metodo migliore è quello di praticare una incisione s0ipra'Ciuodenale quale via di aicce$.SO al coledoco iuxtaduodenale -0 adtdirittura di girare tutti .g li ostacoli praticando l'anastomosi duodenocoledooica sopra:duodenale. V ALDONI .
Colecistografta mediante il metodo orale. (·KARI. HERMANN.
I
I
Il.
24, 11
giugno l926). Le ricerche •di Graham e Cole ·h anno permesso di portare in 1a linea il pr-0blema della colecistografi·a: ma la possibilità di vedere radiograficamente la cistifellea mediante l'~niezione intravenosa ha uTtato praticamente talv-0lta nei limiti di tolleranza dell'organismo; sono state pertanto introdotte · varie modificazioni al metodo: quali la diluizione della 5ol11zione, l'iniezione di atropina prima ·della i.n iezione endovenosa (Pribram), ere. In America Menees e Robinson han . no esperjmentato il metodo orale e sono stati segujti da ,rairi ricer catori in Europa quali recentemente Eisler, Pribram e Hermann. Col metodo orale si impiegano iCalJ)sule gelatinose al ma5simo di 0.50 di tetraibromo o iodofenolftaleina. Grahan1 ha ottenuto il 75 % d·i risultati positivi : Herman dal 75 al 95 %. (P er quanto i metodi orali tendano oggi a passaTe in 2& linea risipetto ai meto•di endov-enosi semplificati e non 'Più, almeno per la grande pratica che oggi se ne .ha e per la sostituzione dello iodo al bromo, ecc., suscettibili di gravi inconvenienti è certo che i metodi orali no·n sono scevri ' anche essi di diffi-coltà: essi non dann-0, è vero, aJcun ·disturbo, sono semplici perieh1è evitano maini· polazioni, ma i risultati rispetto alla immagine che si ottiPne 5ono certo inferiori al metodo endovenoso. Però è bene riicordare che il rprimo tentativo di metodo orale risale a Sabatini e Milani p er mezzo d el bromuro di sodio in soluzione. Le difficoltà del m etodo dipendono e5senzialmente dalla tecnica e dal fatto che esso è trappo legato all'as50Tblme11to indivi'Cluale onde i casi bianchi - che non mancano con nessun altro metodo orale - sono presenti anche n el caso speciale. Che il metodo della sommini5trazione orale di bromuro sia interiore alla somrninistrazione orale - in11rodotta successivamente - di tetraiodo o bromo! enolftaleina è dubbio : Pribram che r ecentem ente ha sottoposto a una vasta critica tutti i m etodi orali portando le sue conclusion i al Congre5so di Radiologia, a proposito del metodo di Sabatini e ~1ilan1, non parla affatto di risultati negativi ma dice che il metodo dà appena l'ombra della cistifellea in confronto delle belle imn1agini che si ottengono col n1etodo endo,·enoso: ma rispetto agli altri me1
•
Deutsche :Wle1diz. Woch.,
•
[ANNO
XXXIII, FASC. 37]
todi orali e praprio a proposito del metodo riferito in questo articolo da Hermann dice che i risultati 5ono tali da non renderlo affatto contento. Tutto c1ò contrasta con i risultati che Eislèr e Hermann affermano di aver e ottenuto col metodo orale alla tetraiodo : da che si può concludere che il metodo orale nelle mani dei vari sperimentatori dà risultati differenti e tanto migliori quanto più la tecni-ca è p erfetta. La tecni.ca (sommi·n istrazione frazion.ata e non massiva id ella soluzione salina, ·ecc.) nei metodi orali giuoca buona ;parte del sue.cesso, m1a è tuttavia ·doveroso riconoscere che il m etodo endoveno5o dà risultati migliori ed è indi.p en0dente da tutti quei fattori ·di assorbimento, òt per istalsi, ecc. che nel metodo orale possono rendere nulla la ricPrca. Ma il tentativo .di cer care un metodo meno pericoloso, almeno ai suoi inizi, d·ell'endovenoso aippare più che giusti,ficato. - Nota 1
d el R.) . MILANI EUGENIO.
Sulla colecistografta. (TOUS.SAINT.
A r ch. méd. belges,
n. 5, 1926).
L '.!\. ha imrpiegato il metodo orale di Sabatini· Milani e il metodo €Jlldovenoso alla tetraiodoJenolftaleina. Nel metodo orale ·h a impiegato il bromuro a do5e massiva invece delle doS-i retratte som1ninistrando 20 gr. ·di brom'tlro in 100 di acqua tutto msi€me come non conviene più praticare perch1è oè logica l'eliminazione rapida per l'intestino di una .soluzione sali.n a .in paziente digiuno. Il confronto dei due m etodi dà necessariamente (per le cons:Lderazioni esposte a commento delle r icerche di Hermann) un vantaggio a favor.e d el metodo endovenoso rispetto al metodo orale il quale tuttavia - nono5tante la tec.nica rpoco precisa - non ha dato risultati negativi ma ombre che l 'A. afferma po<!o precise. 1
MILAN! E uGEN IO·
Contributo allo studio degli edemi di origine epatica. (V II.LARET,
H. BERNARD e
BIANCANI.
Paris )Jédical,
ottobre 1005). G1i AIA. osservano c-he la patogenesi delle idro·p isie verificabili in 1nodo duraturo (ascite dei cirroti ci), o tran·sitorio (edemi n ella crisi calcolos a) nelle malattie del fegato 5e € facile a disce1·nere in alcuni casi, in altri s fug.ge. L'ascite della cirrosi atrofi ca indiscutibilmente dipen·de da causa rneccanica, tuttavia questa spiegazione non 11a \'alore per quei rari casi nei quali l'ascite si sviluppa rapidarnente in volume enorme, al! 'infuori di qualsia i pilf'flebite. D'altra parte sperimentalrnente • i sa che l'obJ iterazione lenta
, [.~NNO
XXXIII,
FA...~.
37]
1293
SEZIONE PRATICA
della vena-porta non ·dà luogo a wrsamento per ifilia colloidale, cioè il potere ché hanno gli umori toneale. Senza. rinunzi·are alla spiegazione meccaed i tessuti di a5.5orbire e di ritenere l'acqua, altr a nica dell'ascite, bisogna ammettere vicino aid essa volta potere detto di iJmbibizione. L'aumento dell'intervento di altri fattori: vaso dilatazione neuro l'idrofilia colloi'<lale, tissurale ed umorale, interparalitica (Potain), irritazione od in'fezione periviene certamente nel meccaniismo di un buon nu. toneale (Ren•du-IDieulafoy), ·disturbi degli scambi n1ero di edemi epatici la cui patogenesi ancora o:miotici (.i\c.harò, Paisseau, Wj dal, Froin, Digue, oscura dovrà beneficiare delle acqusizioni recenti Labbé). nel dominio della fisi·co chimica colloidale. Gli edemi degli arti inferiori sono un fatto MONTEL'EONE. frequentie nel corso della cir.r rosi: si aocompagnano in genere ad asciti voluminose ed in rapporto IGIENE. evidente con il versamento: è un fatto dagli .L\.A . djmostrato che con·se~utivamente all'evacuazione Modi eccezionali di un'aiscite copiosa l'indi-ce rffi'rattometrico del di trasmissione della rabbia. sangue caide bruscamente: Que5ta caduta non è in (G. PERGHÈn. A n,nal;i ·d i 1lgiene, giugno 1926). rapporto aid una parallela .caduta dei globuli rossi, I ,a trasmissione d ella rabbia viene operata g6. nè ad un impoverimento ·del san·g ue in albumina neralmente da animali che si trovano nel periodo in seguito al riformarsi delle prime quantità del di stato '<!ella malattia, mediante la morsicatura lirqui·do ascitico. La -diluizione si spiega con il od il C'ontatto diretto della saliva su ferite o sulle fatto che subito dopo la puntura le condizioni cir, mucose. Tale trasmissione può farsi anche 8-10 colatorie si trovano moldificate in quanto gli edegiorni prima della compar&a dei sintomi classict mi affluiscono nella circolazione 5anguigna ed della rabbia. Prima di tale periodo, il virus rabico è a loro spese che si riicostituisce l'ascite. Ora qualocalizzato nel sistema nervoso non viene elimile 1può es·sere il 1m ecicanismo di produzione degli edemi degli arti inferioTi? iLa prima idea si .rivol- nato per la saliva (rabbia ohi usa), mentre negli ultimi 8-10 giorni e nel periodo.idi stato, si avrebbe ge alla meocaniica. Trousseau invocava l'ipertenla eliminazione salivare (rrubbia aiperta). $iOne del 1s istema venoso portale accessorio, MurI..e moderne osservazioni però dimostrano ch e chinson la compressione della vena cava in'feriore nel soJco posteriore del fegato. Lemierre e Leve- l a trasmis~ione può avvenire anch.e in altri pe sque i.nvacano di nuovo l 'influenza dell'iperten- riodi ed i11 altri modi, come risulta da questo pregevole s tu.dio sull'argomento. sione portale sulla cirèolazione ·cava. Ma si vedono aisciti enormi senza edemi delle gambe, ·Interessante oè anzitutto la rabbia congenita , la quale nella prati-ca si può osservare in 1diverse pi ccole asciti con edemi, edemi precedere aisciti, evenienze e cioè: 1) nei feti anc ora nell'utero od per $!piegare i quali si trovarono flebiti della vena cava inferiore secondarie alla infiammazione del- a bortivi tda madri morte per raibbia; 2) nei neo· la capsula di ·Glis-son, ovvero meteori smi aid1do- nati vitali, partoriti allorch1è la madre sta p€r minali osta'Colanti la circolazione. Ma vi è del- soccom1b ere alla malattia; 3) nei n eonati partoriti l'altro. da inadri che hanno la rabbia in incubazione. Edem1 indi1pen1denti d'clll'ascite, anasarchi in epa· In que~ti casi iè il virus circolante ch e vien 3 trasmesso; esso non si moltipliich·erebbe nel tortiici non sono .rari negli epatiici siano .cirrotici sia· r ente circolatorio , ma sarebbe sempli.cem ente trano aiscessi, 5iano l]tiasi. Simili edemi portano a Siportato, dando una micraboemia e può trovarsi prognosi ri'serva.ta per i sintomi di insuffiicienza epati·c a che essi presentano. E iper ch.è attribuire nel sangue non soltanto durante la m alattia od questi edemi al rene, al cuore, alla cachessia ter_ al t ermine del p er iod o d'inc ubazion e, ma altre&ì d'llrante .quegli accessi febbrili ricorrenti ich e poy minale, e non all'insufficienza epatica idi per sè? son o manifestarsi durante tutto il p eriodo d 'inDi già C-Onheim aveva p ensato a ' 'eleni che partiti idal fegato ledevano le pareti dei capillari che ·cu1b azione, noti c ol n ome di febbre premonitoria. venivano resi permeabili; Hanot diceva che vi è In tal mod o, la tra . mission e p1tò a-itvenir e anche sr.tt irnan e e m esi pr i n1a ch e la m.adre an1.m al i o un edema epati•co come vi è un edema renal~. lnuoia di rabbia. Queste sono ipotesi, ma le esperienze r ecenti del Rogflr vengono in appoggio: prodotti autolitici d-el Vi sono poi casi 'di r abbia cosi d etta spontan ea feg~to malato sono dotati di azione inibitrice sulche 11anno origine in un'infezione con tr atta nei l'escrezione dell'acqua dai :reni. La maniera di primi giorni ld,i ,,ita, per m ezzo d ella saliva o del agire sarebbe !differente : inibizione dell'escrezio- latte del1a madre. Tale modo dj trasmissione non ne acquosa, perturbazione dell'equilibrio acido è però sicl1ro n è costante, tanto ch e si cita il ca so di un a donna ohe allattò il proprio bambino fin o base e &alino, modificazione del coeffi ciente lipociti~o; questi differ enti fatt ori m odificano l'ildroal giorno in ~ ui essa morì di r abbia ed il bambi1
1
1
1294
. IL POLICLINICO
[ANNO
XXXIII, F ASC.
~]
no sopravvi5se, sebbene il latte materno inoculato nel cervello di animali Ida esperimento avesse prodotto la rabbia. Di .g ran1de importanza dal punto di vista 1pratico è an~he la rabbia ricorrente, che si mia.niifesta non solo nell'infezione sperimentale, ma anche in quella naturale. Gli animali , ieioè, sono colti da a·ccessi improvvisi di irri.tazione, durante i quali la morsicatura ~o.munica l'infezione e riprendono poi l'aspetto normale, salvo a riavere a1tri accessi ed a fi-nire ~oi per rabbia conclam ata. Si ieita cosi il caso di un cane il quale morsicò un vitello .e, dOjpo due settimane, 'lln fanciullo ed il prudre di questo; il suo aspetto ridi' 'enne norma!le, ma cinque settimane più tartli morsicò una donna e, 'due s~ttimane dorpo, un'altra. J're giorni dopo quest'rultimo episodio, il cane morì di rabbia e di rabbia morirono anche il vitello mor·sicato 70 giorni prima ed il bambino morsicato 55 ·g iorni prima. !}esistenza della rabbia ricorrente ''a sempre tenuta ,presente e, quando la si sospetti in seguito a 'Particolari atteggiamenti e cambiam enti di C'lrattere 1d.ell'animale morstcatore, le persone morsicate vanno sottoposte a · vaccin azioni, anche se il ~ane si ristaibilisce e non va soggetto al1 a rabbia con clamata nei 10-15 giorni 5uccessi, i. Da ciò quindi la ne~essità di raccogliere delle anamnesi moJto esatte in tutti i casi di morsicature e di esonerare d1alla vaccinazion.e soltanto quei <'asi in cui l'animale ri&ulti compl etamente normale anche nel carattere. Questi accessi td i rabbia ricorr.ente (osser\"att anche nell'uomo) ·debbono essere att1'1buiti a rabbia periferica. E noto, di fatto, che il virus raibico nel suo tragitto periferi'Co può 'determinare dei s intomi morbosi (lfebbre, dolori lancinanti, diminuzione della fo.r za muscolare, insonnia, di c;appetenza, males5ere) i quali rpossono dil,eguar". anche per non più ri-comparire. E 'Per questa forma idi rabbia che is i può parlare 1di .guaritgione, come 1è stato osservato anche per l'uomo; invece la rabbia umana cç>nclamata, giunta al periodo dell'aero- ad idrofobia, non guarisce. !...'esistenza di questi periodi ·di rabbia periferica va tenuta presente, &ia dal punto di ·vista prognostico, per la possibilità •di guarigione. sia perC"hè (come dimostrano i casi di rabbia ricorrente) l'eliminazione salivare del virus può avrve-
l'esistenza della r abbia congenita) e può dare gli accessi ricor.renti già citati, si deve ammet .. tere l'esistenza di portatori precoci ben al di là dei 14 giorni. Nella rabbia .sperimentale esi stono anche ·p ortatori tar.divi, in cui la saliva può rimanere virulenta, anche per diversi giorni dopo la &comipar<>a dei sintomi acuti in animali sopravvissuti alla malattia. · Non risulta invece .che esistano porrtat<Yri sani di • virus rabico. Le conclusioni che si possono trarre da tale stu·dio hanno grande importanza prati.ca, poi-eh€ sì 1dimostra anzitutto che non è suffiieiente, per le indicazioni della vaccinazione ant'irabica, di attenersi all'osservazione del grossolano stato di 1$alute del cane nei 10 giorni che seguono la morsicatura ed al ~riterio che il cane infettante è dest1nato1a morire di rabbia <i?PO un breve periodo. .i\.nche in tal ca5o, come sempre nei probl·emt biologici e cliniici, il criterio assiomatico deve cedere a .quello di avvedutezza personai.e. In tutti i cas~ .cli morsi-catura, si deve fare un'accurata :\namnesi dell'animale morsicatore, remota e recente che, unitamente all'o$Servazione !del cane eseguita con occhio esperto, iei potrà dare gli elementi per un coscienzioso giu.dizio .
rarsi anche prirrLa àell' esplosione àei sintomi cenr
La biblioteca del pratico « Comment guérir » sl arricchisce ·di un nuovo contributo. Le malattie della bocca non possono essere lasciate senz'oltro allo specialista: la bocca è via d'ingresso, è l.~ca lizzazione di malattie particolari, è la sede di segni importantissimi di malattie generali, cho so110 di competenza del medico generale, • h e devc110 essere riconosciute, esattamente apprezzate, cura.
1
1
tra l l . Connessa con questa os&ervazione è quella dei portatori del virus rabico. i ammette generalmente ohe l'eliminazione sali,,are del virus rabico possa avvenire .fino a 14 gior11i prima della. comparsa dei sintomi raibbio&i. Ma, dal mome11to che il ,·iru~ ·p uò circolare nel sangue par~cch i meBi prima della morte (come dimostra •
1
fil.
CENNI BIBLIOGRAFICI MAGNÉ.
l.\falaàies àe la bouche. ·B aillière et ftls.
Parjs, 1924. E il VII fascicolo di un trattato di stomatologia pubblicato sotto la direzione di Gaillard e Magné. In questo volume ·di 470 pagine è e~o sta dapprima la semeiologia della bocca, poi diffusamente sono trattate le varie malattiP delle labbra, della cavità boccale: gengivo.stornatiti, tubercolosi, sifilide boccale, leucoplasia, €CC., infine le malattie della lingua. Mancano soltanto i tumori, che forse verranno studjati in un volume successivo, dedicato alle malattie -chirurgiche della ·bocca e dei mascellar!. G. MATRONOLA. F . NIDERGANG • L es malaàies àe za bouche en citentèle. N. Maloine, éd. Frs. 12.
{ANNO XXXIII, FASC. 37]
SEZIONE PRATICA
te. Lo studio ·delle affezioni è diviso per regioni (labbra, g-engive, 1pa.1ato, annessi del.la bocca); alla €numerazione e a.id una brevissima 1SCh·e matica d·e· scrizione segue l'indi cazione curativa medica e chirurgica. Questa trattazione, senza divisioni medica e. chirurgica, adottata dai comuni testi cii "Patologia, ;è certo un vantaggio per il pratico. 1·. P . 1
•
1295
oassa, legno che, come &aippiamo, è molto .atto ad assorbire l'umidità ed a favorire quindi lo svilt11ppo delle muffe.
1
I
B.
Praktikum der ::ahnarztlichen Chirurgie. Vol. in-8°, pag. 198. Urb·an e Scl1warzenberg STEINER.
ed., BerJ.ino-Vienna, 1926. R . M. 9. Il libro, ri ccamente illiistrato, si occupa specialmente della terapia e ·d ei ·dettagli di tecnica. Con grande chiarezza troviamo espo1s ti i diversi metodi ·del.J'anestesia local€, le manualità per l'estrazione di 1denti e radici. Altri ·cap·i toli sono dedicati alle affezioni flogistiche e alle malfon,nazioni dei mascellari. L'·A. nel . suo lavoro rispecchia le idee del1 a scuola viennese. Il li.bro, che completa modernam·e nte i grandi trattati, ·sarà utile per chi incomincia -e per chi ha già 1stu·diato e vuole ricordare rapidamente. 1
\ ' ALOONI.
S'llllla 'valtutazione del cosidetto danno potenziale in infortunistica. l">:r of. S. ÙJEZ. - L'O. espone gli argomenti per 011i ritiene ·che il cosidetto danno potenziale in inf artunistioa debba e.ssere indennizzato finchè nella. legislazione è mantenuto il pri1101pio . de1l'indennizzo « à forfait» e del1a revisione limitata a. due • anni. Ritiene che la legge, sia nel suo significato letterale, che nello s'!)irito generale di p1·otezione dell'qperaio che la informa, non si oppone alla valutazione di un simile danno. Raigioni c]iniche poi, in contrastq a.I parere di .a.Itri autori, fra cui il Cai·1·aira, rendono indisipensabile 1che il perito, Idi fronte a stati morbosi che rpotenzia.lmeute hanno in loro la oapacità di produrre esiti che riducano la ca.p·acità lavorativa, pur non essendo essi manifesti al1'epooa del. giudizio, tenga conto, in base all'a.~erienza propria e dottrtinale, nonQhè alla personalità del soggetto, della qualità e gravità delle -complicazioni che possono derivarne, e del grado di probabilità della loro realizzazicxne, orrde pervenire ad un equo risarcimento in base a tali criteri.
1 caratteri sessuali seGO'Tldari ·n,el tipo cranico facciale di alc'l.J/11,e opere di Leonardo.
ACCADEMIE, SOCIETA MEDICHE, CONGRESSI. Società di Medicina Legale di Roma. Se~nta
del 23 luglio 1926.
Presidenza : rpro[. S.
0TTOLENGHI;
ipresidente.
Soci presenti: !prof. Diez, dottori Massari, Arbore, Jiannoni, avv. Toscano.
Contributo alla niicologia cadaverica. Dott. MASSARI. Ad a.vvaloriare l'importainza del reporto di n1uffe sul cadavere, specie per quanto riguarda la oronologia de1la morte, importanza m~a in. rilievo nell.a comunicazione sul medesimo argomento fatta in una precedente seduta delta Società dal ·p rof. S. Otitolenghi, J'O. riferisce il oaso d~ un oadaivere, alla cui esum.azione ha assistito, il quale era conservato in unia cassa di « castagno». L'esame praticato circa 14 giorni dopo la morte 3JVevia dimostrato la ,p resenza sulla faccia del cadavere e prooisa.mente intorno alle aperture nasali di una a.b bon,d ante massa biancastra, già macroscopicamente riconoscibile per amma.sso mioeliare, che l' esan1e microscopico confermò essere costituito da un.a muffa del genere « penic.illum >). Il caso farebbe intravedere come il limite minimo di oomiparsa, (lelle muffe ipotreb·b e ridursi a 12-15 giorni dalJ.a morte. Non esclude però l'O . che ta.le fatto •possa essere sta.t o influenzato da.I legno di castagno col qua.le era stata costruita la 1
Prof . S. \ )TTOLJ.'NG.Hl. - L ' O. dalle osservazioni cli due qua.lri. di Leonardo da V i nei: il S. Giovannino e l1a· M·adonna, S. Anna ed · il Bambino, ha osservato che. il S. Giavannino sia stato r.a.ppresentato con u.na testa con caratteri morfologici femmini1i ed espres.5ione sessuale, caratteri morfologici ohe si rijpeton.o quasi ide11tioi con altra espressione nella. ~ta con la qua.le, nell'altro qu.a.dro, è raippresentata S. Anna. Questa soJDJigliainza, quasi identità, di caratteri mette in evidenza due fatti abbastanza .i nteressanti, cioè ohe Leonardo ha r ,a ppresentato con caratteri femminili tl S. Giovannino e che in due opere riguardanti soggetti completamente diversi 8i è servito dell<> stesso tipo .artistico. Pertanto l'osservazione :può servire a penetrare nel subconscio de1l'artista. Prof. S. 0T'10LEN GHI. recenti scavi.
-
.4.lcuni crani an ornali di
1
G. S. I.
Società Medico-Chirurgica Anconetana. Seduta del 22 gennaio 1926. Presiede il prof.
GUSTAVO
MooENA.
Dott. GEREMIA Ful. - Illustra lo Stat uto generale della Sezione della Lega. Italiana. ,per l!a lotta contro il cancro. Si costituisce la Sezione e si nomina il Comitato.
'
J:?9G
[ANNO XXXIII, FASC. 37]
IL POLICLINICO
Di un, n-ttovo caso di actinomicosi pri1nitiva della pelle. Prof. GoFFREDO SoRRENllNO. - La lesione occupa 1a regione del ginocchio destro e della coscia terzo inferiore. L'infiltrazione massiva di tutti i tessuti molli, ricorda. l'aspetto del sarooide iipodermico massivo fibroso di Gangerat e Deseaux. Alla. perifecrLa. della lesione - verso il terzo medio e superiore .alla coscia, si pal·p ano varie infiltrazioni profonde ganglioidi, di durezza oa.rtila:ginea - sUJlle qua.li la cute è di colorito normaJe. Una di esse sta guadagnando l.a superf·icie, Ja pelle soprastante è infiltrata e violacea e presenta una vegetazione fra.mboesioide, in corrispon·d enza di 11·n ·piccolo sbocco fistoloso . Esame bacte1 joscop1co posit.ivo per oospera bovis. Outra : Elioterapia intensa. Rontgenter3':;:>:i.a. Iniezioni endofistolose di soluzione iodo-iodurata., seoondo Lugol. Per bocca, ioduro di potassio .ad alte dosi. Le lesioni tendono a migliorare mo]to lentamente.
Lin,fa n;g ite 'reticolare a tend ertza iperplastica-p.seu,. do-elefantiasica del prolabio superiJor~ e della m età i·n terna del vi.so, e varici lin.fatiche-secon dGtrie a rinite biogenica recidivante . Dott. G. SORRENTINO. - L 'O. riferisce su di un caso di linfangite reticolare diffusa, su.l>a~u~a a poussées successive, localizzata .al ~rolabio superiore e aJ.1a regione n.a so-geniena si11istra osservata in una bambina. linfatica di quattro ainni e mezzo, con pelle fine e marezzata, tonsille ]eggermente arrossate e tu!11iòe, micropoli-adenie, iridi celesti. Tutte q11este lesioni devono essere intenpreta.t e come espre~ioni di rea.ttività e •di fissazione smussate-Lasse, comandate dal terreno .adinamioo dei li111fo-strumosi. OUJra. - Disinfezione endo~nasale con soluzione di nitrato d'argento al 4 % e rup·pJ.icazioni di pon1ata al precipitato bia(ll(!o 5 %. Sulle zone pso11do-elefantiasiche impacchi caldi con soluzione acquosa di resorcina 1 %. Per bocca olio fegato merluzzo alternato con COilllposti iodotannici. Vita alla grande ari.a. Aliment.azione a.ssai .i~eoa di vitnn1ine. Guarigione.
Le pe1·forazioni pleuro-pol1nonari 11el pneumotorace artificiale. Dott. FR -\NCIJ R ussi. - Illnstr.a un caso personale di 'Pneumotorace spontaneo parziale con enfi em.a mediastinico e sottocutaneo d a perfora.zione del 9olmone per nlezzo dell' a.go in un primo vano tent.ativo di pneumotoraee terwpe11tico. Consiglia quindi di seguire tutti quegli .accorgimenti di tecnica che sen"ono a schiva.re le lacerazioni del pol1uone e di nnn inf1~gere mai l'ago in zone dove si abbia il sospetto che il sottostante parenchima. sia. preso da un processo infiltrativo o di sclerosi C'he ne di1nin11is('a la normale elasticità. 1
Una 1t11ova cura della pertosse. Dott. GENNARO SoIARRET'I'A. Douo di avere • sommariamente trattato delle cu~·e usate finora per combatt.ere ]a tosse convulsiva, ha messo in evtidenza · 1a importanza tera peutioa dei lipoidi biliari o speciailmente della colesterina. Sostenendo la tesi dell'.aJ!to valo.re antitossico della colesterina, ha trattato anche del probabile mecoanismo di azione di essa nell'organismo, ed ha illustr.ato alcuni casi di rapida guarigione, ottenuti con la colesterinotera1pia, nella pertosse, 1
Ricerche istologiche e istochimiche in un glioma dell'emisfero destro. Dott. SALVATORE MANTERO. - Il glioma, oggetto del presente studio, ,aveva determin.ato la morte in un uomo di 61 a.nni, che per oica due anni .aveva sofferto indebolimento visivo, emiparesi sinistr.a, convulsioni tonico-cloniche iaccessionali, atassia, torpore psichico: ne illustra i caratteri an~ tornici. Prof. MONTANARI, segretario.
Società Medico Chirurgica Be1·gamasca. Seduta del 20
giu~o
1926.
Presidente: -urof. LUGIATO.
Nuo'l'Ì orie:ntamenti della terapia della paralisi prog ressiva. I
1
Prof. LuGIATO. - Si sofferma in modo speciale su1lla curia della pariaJ.isi progressiva. mediante l' infezione malarica ed eS'_?one i i"isultati -00mplessivi ottenuti dai ricercatori di tutti i paesi ed anohe alcuni casi trattati con la m.adia:ria nell'Ospedale Psichiia.t rico di Bèrga.1no. , Conclude p-0i dicendo che questi risultati, anche se 11on possono eonclurre ad una sicura conclusione, sono :però ·taAl.i da irncoraggi.aa-e gli studiosi a persistere su que~to ordine di ricerehe; invita alla fine ~ me:lioi presenti a cercare di fare la diar gnosi della. malattia qua.nto viù precocemente è possibile, ç>er poter .a.:w>unto sottoporre i paralitici alla cur.a ma1a.rioa nel momento più 1prop1mo per i.sperare in un utile risultato.
l ·ndirizzi teorici e risu.ltati pratici dell'opoterapia ovarica. Dott. G. ~lortF.TTI. - L 'O. a11aliwa le forme morbose per le quali viene consigliata da AA. diversi la terapi:t ovarica; inette in rilie,~o, per aJoune forme gj11ecolog1che, J'ipotetieo meccanismo di azicme e passa p-0i ad un obiettivo esame critico sia dei vantati successi, come dei tanti dichiarati insucce~si ) irapntabili svesso ad incompleta ed imprecisa conoscenza oaso per ca.so, del quadro somatico e dello stato delle correJazioni in parti~are. .
~O'--•
V I
1297
j
APPUNTI · PER IL MEDICO PRATICO. SEMEIOTICA.
•
•
La diagnosi del cancro del retto. Numero$i sono •g li infermi che si lamentano di perdite sanguigne ·dall'ano e di !feci li1quide e ri' pet11te, e che, cu.r ati per mesi quali emonroidari od ~nterocoliti1ci, giungono al 1ch:iTurgo in perio'Cio idi malattia avanzato, mentre un semplice esamr; diretto avrebbe tfatto riconoscere un tumoce del retto. .\naJizziMl10 i sintomi di questo. L'emorragia (Henri Harmann, La Presse méàitale, n . 3, 1926), n·egli emorroi•da;ri ~n 1genere segue la .defiecazjone: il sangue rosso cola dalle e~co riazioni anali e per la contrazione dello sfintere ricopre le fieci. Al ·contr.ario nel .cancro il sanrg.ue fluisce nel iretto ie precede if·r equentemente le materie fecali, può alterair!si nel suo colore, può aocumularsi nel retto dan·do luogo a defecazione sanguinolenta senza materie fecali. Una ·diarrea cron.i.ca, ribelle, in infermo cinquantenne, ·deve far pensare al ~anC!I'o: spesso non vi è dian-ea, ma falsa diarrea con deposizione di materiale non fecale. Al ·cancro deve anche il medico pensare allol'!chlè rcoe5istano fasi di stiipsi alternate con fasi ·di diarrea: attenzione agli infermi i quaii con l'a1vo tìn-0 a d atlara regolare, si lagnano ·di stipsi. In tutti questi casi è doverosa l'e-splorazione .r ettale: è superflua la proctoscopia e molte volte anche la biopsia; è più .che sufficiente l'esplorazione digitale. La stessa radiosco.pia, utile nel cancro pelvico, non present1 aloun interesse nel canc-ro ìrettale. L'esplorazione digitale ha caipitale importanza: :permette· non solo ·di far la dirugnosi di c.,ancro, ma di apprezzare i limiti, la mobilità. Ed il chirurgo a qiuesta mobilità tiene molto, non ad altro: un cancro mobile, .qualunque sia l'estensione, si p11ò curar e, un cancro fisso no. •Per l'esplorazi9ne digitale, l'in·fermo v.a posto S'Ul ·dotlSo, son i pu·g ni collocati sotto le natiche per elevare la pelvi. Il medico si deve poroe a destra, introdurre l'in'diice, lubrificato, nel ~anale anale, ,e poi nel retto, dol · cemente: la mano sinistra nel medesimo tempo, applicata sopra la 1parete a:ddominale, permette .la csploraz.ionie totale del r etto. Non c'è .du•b bio se si riscontra una ul~erazione, con centro ir.r egolare, incavato, generalmente vegetante, con bordi induriti, facilmente sanguinanti. Talora la massa tè vegetante, in casi rari esiste una spe.cie rdi invaginazione che fa comparire ne 1 retto ltna specie di collo ruterino canceroso. La esistenza di parti indurite e lf!ria:bili permette la iàistinzione ·dalle ·stenosi infiammatorie. Si IPUò andare incontro ad errori se l'esplorazione si 1
1
compie con il dito ricoperto 1dal guanto. La r1gidità, la secohezza della mucosa, permette la diagnosi di rettite stenosante, specie se ·esistono ~on dilomi , perianali. ,P iù semplice è la diag~osi dei polipi, tumori peduncu1'ati, non .fria3:>ili. J
MONI.
I raggi X nella diagnosi di ulcera gastrica perforata. L'aria libera nella cavità peritoneal·e è stata con&iderata da tempo come un segno importante per la diagnosi delle 1penforazioni ·delle vie gastrointestinali, ma tale segno non viene comunem.eate utilizzato soprattutto per l'incertezza con cui la sua presenza poteva venire accertata per mezzo della percussione, specialmente se si trovava 11~ piccolo V'Ol'Ume. R. _T. Va:ug-h an e W. A. Brams (Amer. Jm1.r n. me<1. Assoc., vol. 85, n . 24) hanno ;potuto stabilire · che l'aria li·b era nella ·cavit~ peritoneale -è patognomonica di una perforazione gastrointestinale; essa è stata riscontrata all'esame fluoros-copico nell'86:2 .p er cento d.i una serie di 29 casi sioura. mente diagnosticati per pevforazione acuta di ulcera gastrica o duodenale. L'aria si scorge bene all'esa:me fluoroscopico .senza alcuna preparazione e senza uso di .paippa di .contrasto. Tale segno . appare nei primi 5tadi della perforazione; i·n uno .dei casi ·degli AA. era presente già dopo due ore ·dall'inizio. Essa si riconosce per l'esistenza di una zona a forn1a di falce che si m·uove liberamente fra i visceri e la parete addominale ol)lpure fra il diafraimma e la superfi-cie superiore del fegato. L'aria cambia posizione a .seconda dei movimenti del paziente. L'esame è agevole e non 'Provoca •disturbi n~ sensazioni penose al paziente; le in•f ormazioni che se ne possono avere meritano bene i 1p ochi minuti che sono necessari per !'.esame. Tale segno non ideve essere considerato come un sostituto dei procedimenti diagnostici abituali in questi caisi, in quanto che la diagnosi 5i fa dl solito .con l'anamnesi e l'esame fisico. l\1a esso può essere aggiunto all'armamentario diagnostico dell'ulcera gastrica o duodenale .p enforata, poichè va considerato come patognomonico. fil.
L'esame del retto nella pratica generale. Ch. Go Idman (A merican medicine, febbr. 1926) fa notare che se il medico 1pratico conoscesse con quanta facilità può farsi un esame rettale e con.. siderasse le importanti nozioni jper la diagnosi che da tale esame possono riea ,·arsi, ricorrer ebbe
1298
IL POLICLINICO
ad esso mQlto più spesso includendolo fra gli e$ami lf isici abituali. E consigliabile ·di non far prende·r e purganti. Il paziente deve &tare in (posizione genupettoral e, sebbene alcuni preferiscono la posizione di Sims; nella prim·a però si ha la dilatazione del retto per mezzo ·dell'aria, mentre iè abolita ogni pressione degli organi addominali sul Tetto. . Si esamineranno dapprima la regione anale e le circonvtcine; vi si pos&ono trovare: eczema, ragadi, scoloramenti, pelle corn ea, pigmentata o in spessita, scoli, fistole, protrusioni. Si introduce poi delicatamente il dito, ricoperto di guanto dr gomma e ben lubrificato con vaselina, nel retto, evitanido ogni manovra brusca che sarebbe assai doloro&a nel -caso ,di ragade. 1P assato lo sfintere, si palpa in alto ed in addietro verso il sacro; s1 può così apprezzare la r esist enza degli ·sfinteri, la pr esenza di feci, di corpi estranei, di tumori, di stenosi, ·di prolasso, di ulcerazioni profonde. Si p assa poi all'introduzione 1d ell'an o- o proctoscopio che talvona può anche essere super.fluo. Prima a;>erò si deve vuotare il r etto ed il sigma con un ·clistere •di a oqua calda, o consigliare di prendere up pur·g ante. Con il semiplice proctoscopio, uno specchio frontale ed una lampadina elettrica, si possono e&a.minare bene .i 10-12 .centimetri inferiori •del retto. Lo strumento deve essere riscaldato e lubriificato; lo si preme idelicatamente -,contro lo sfintere esterno e, passato l'ano, gli 1si dà una .direzione l eggermente all'avanti. Si introduce 1poi lo specchio, evitando ogni trauma ·della mruco&a specialmente per la pressione della parete r ettale contro il sacro. Introdotto cosi ~er tutta la !lunghezza (10-12 cm. ) Io si ritira adagio, ispezionando le par eti r ettali da tutti i lati. 1Non è necessario che il pratico generale faccia la diagnosi di tutte le lesioni che vede; basta c·h e possa conoscere .quelle più comuni , 1a&ciando la diagnosi ·d elle altre allo speciali sta . 0
1
0
1
fil.
CASIST·ICA E TERAPIA. Setticemia da B. perfringes. Fra i bacilli a11aerobi settici, il B. p erfringens era ritenuto il ~no viirulento; l'esperienza della guerra per ò gli iha dato l 'importamza ch e in reaJtà gli spetta dimostrandone la frequenza n ei focolai gangrenosi che suc~d.ono a griavi tr81U'Illatismt con schiacciamento dei tessuti che, con lo shock n ervo&o e le emorragie, è essenzi almente faV'OTevole alla rapida pullulazione del bacillo cbe, poche ore dopo la ferita ' i si tro·va s''"iluppato ab· bonctantemente. , 1
[ANNO XXXIII, FASC. 37J
In tempo di p ace l'iillfezione da B. perfringens si osserva particolarmente nelle infezioni uteri11e consecutive a tentativi di iaboirio 1Crim.inale. Il bacillo può ipoi invadere .il sangue, sebbene questo non sia un mezzo !favorevole per lo sviluppo di un germe anaerobio; anzi si può ldire che la ste5sa in\ a.sione del sangue da parte del B. penfrin.gens dimostra la disfatta organiica ed è il segno premonitor.i,o dell'esito :fatale. In ·qua~che CaJSO la porta 1d'entrata 'PUÒ essere un'altra; si 1c itano così ca&i di setticemie da perJring.ens consecutive a tifoitdi a colelitiasi a cancro dell' ~sofago e !Persino ard iniezioni di catifeina. I l perfringens poi pruò : 1) resta.re localizzato nel focolai o setti,co n ei casi di virulenza media; 2) fare ·delle semplici incursioni S'angiui•g ne tran&itorie (batteriemia); 3) provo.care una setti~emia ard evol11zion.e fulminea e ad esito mortale. Molti id ei sintomi cb.e si rilevano in tale maJattia dipenldono più dallo stato tossiemico che dalla settiic emia; tale è, p . es., la polia;>n•ea rapida e supe.nficiale o tipo respiratorio di Ku&&maul. Co.·r atteri stica d el1a setticemia ·da pe!"!ringens sa· rebbe inv-r.~e l 'ittero generalizzato più o m eno intenso ch'e si osserva n on tainto n elle settiJcemic c onsecutive a ferite qruanto n elle )d onne affette da sett:iicemia puerperale. :e tale ittero cbe dà a tale malattia la fisonomia caraotteri&tica. P. :reiissrer (Le Bu.lletin méàical, 31 luglio 1926) ;distingne ln ·essa tJr.e g.radi: 1) l'aJbono febbrile acuto, in cui le malate h·a nno ritenzione !Placentare pi11 o m eno completa; l'intervento fa cessare la f e-bbre e la batteriemia, dapprima positiva, diventa r1egn.tiva; 2) la febbre e la batteriemia persistono doipo l'intervento ed è aillc'he possibile la morte; i11 un caso di que&to ge.n ere è stato oSiSer vato l'ittero emolitico; 3) la setittcemia, pue!'lperale anaerobica iperarcuta ohe riv.e·s te un aspetto particolare per l'azione potentemente emolitica del pt:?rfringens, ·donde 1si ha una speciale colorazions della :pelle a cui segue l'ittero. I casi d ell'11ltima cate,g oria terminano quasi ,sempre oon la m otte. Tuttavia sono citate ldelle, gt1airigiorù in individ'lli affetti da setticemia da -perfringens, mediante il &iero spectfico. Sarà quin-Oi da tentare anche questa terapia, sia per ini.ezioni come per applicazioni locali. L' A. però è del parere che anzitutto si debba pensare all'intenento chiruTgico. Le setticemie da perfriingens sono notevolmento aumentate dopo la guerra probabilmente perche i1 germe ha subito un 'esaltazione nella sua Yirulenza. 1
1
1
1
.' •
1tl.
•
L
.~NNO
XXX III, FASC. 37]
1299
SEZIONE PRATICA
Un caso di meningite da meli tense. · Desage, Pellebin e Vinerta (1Soc. Méd. des H 6p., n. 19, giu1gno 1926) portano un nuovo contributo alla meningite di natura melitense. Tale forma è poco conosciuta, e di difficile dia.. gnosi, sQpratutto in raJPtporto alia meningite tubercolare. S'era descritta com e reaziO'lle s'Pecifica di ta1 e meningite una mononu'Cleosi con i'Pergliieorrachia. Gli NA. n egano la 'J>resenza dell'ipergli'Corra chia, nPl mentre che -si :fermano su lla mo.n onucleosi, sempTe pre5ente, e la presenza del melitense n ella cultuI'a del lirqu~do cerebro-spinale. La febbre di malta, dorpo un rperiodo di febbre oscillatoria, può localizzariSi in una [parte qualsiasi del coTpo, determinando algie, artralgie, e più raramente m enin1gite, con violenti cefa'lee. !,'andamento torpi1do di questa forma, senza 1ebbre, con fort e cefalea, talora con dri'Plop·i a, leggero Kernig e .qualche giorno .di vomito, la fanno di:tìfici1mente differenziare dalla forma tubercolare. L''llnica indagine p er accertarne la natura è, oltre la mononucleosi (70 %) , la cultura d el liq1u ido cefalo-ra:ch:iidiano. Nlè la sierodiagn osi per la meliten·se negiativa deve far scartare l'i'Potec,i djagno&ti'C a ·d i meningite 1da melitense. I segni caratteristici d·i tale affezione sono : una forte cefalea, la diplopia, la tachicardia. Le reazioni bio'logi1che sono i1dentiche a quelle d elfa meningite tubercolare (mononucleosi, iJperalbuminosi 1diminuzio11e ·dello zucchero e dei clorur:i). ' La .s ola differenza cons]Jste nella cultura, la quale m ette in evi1denza il meliten5e. Gli AA. riportano un ·caso in cui era stata fatta la diagnosi di meningite tubercolare, e che la cultura del liqui1do cefalo-rachidiano dette esito in un cocco da m e11tense. La cura con vaccino antimeliten.se e con aut0vaccino guarì del tutto l'inferma. CARUSI.
Le manifestazioni cardio-vascolari nella scal'lattlna. La scaTlattina è stata a lungo considerata come la n1alattia che, dopo Ja corea ed il r eumatii;m0, dava le più frequenti lesioni ca·r diache. In realtà però, come osserva P. Cochez (L e Bulletin 'TM'dt cal, 31 luglio 1926), se i 1disturbi rfunzionali (ta.chicaroia e soffi extraicardiaci) son-0 frequenti nel corso idi ta.le malattia, sono invece eocezionaJi le lesioni d elle sierose e ·del miocardio. Nello stJUdio delle lesioni viscerali della scarlattina si ha inoltre la 1Qifficoltà di deci1dere quale è la parte dovuta al virus scarlattinoso stesso e quale invece è dovuta ai. germi 1d'infezione secondaria, partico1armPnte allo stre'Ptococco.
lJis turbi fun:;ionali. Vi aippa r ten·gono : 1) La tG;,ch·lcar<J.ia, ohe raggiunge i 130-140 r1ell'·tdl11to ed i 160 n el ba1n·bino. È assai variabile
senza causa apprezzabile, diminrui&ce con l'ab· bassar sj della febbre e non 11a alcun v alore pron ostico. In qualch·e caso l'ac'cel'erazione diventa astre1na e si :iccompagna ad ipotensione arterto51., ·dispnea, ipeTtermia, nelle forme maligne ipertoSsiiche; 2} La bradicardia è ~tata trovata 17 volte su 270 -casi ; è più frequente n el 1p erJodo di eruzione, aJla fine di .quello lfebbrile; oscilla rf~a 56 e 60, ma può raggiungere 48-42. Si accompagna a pressione bassa ~d ·è transitol'ia ~d instabile. :e una bradicardia totale senza dissociazione auricolo-ventrl· I" Olare; 3) J l ritmo f etale è una -conseguenza della ta· ohicardia e n on ha genel'almente pro'g.no·si sever ·'\, sco.mpaTendo con la taiabiicardia. Si associa spesso a c;do1ppiamento del secondo ton-0; 4) 1,e aritmie, Idi cui la :più fr,e quente è quella respi·r atoria, mentre è ec:cezionale, specialment9 n el bambino, quella extrasistolica. :e quasi sem. pre isolata e 'PUÒ preesistere a lla scar1attin a. •Non ha nessun valore pronostico, n on in dicando n es-. s11na lesione mto.cal'diica. L'aritmia comipl,eta s1 osserva soltanto nel pel'iiddo a:goni1co; 5) I soffi extracardiaci. La girande frequenza. di questi s.o:ffi è funzi one 1dell'acceleTazi-0ne d el ritmo. Sono quasi sempre s.ii>toJici e solo eccezto-. nalmente diastolici; talvolta si sentono alla punta ed ancl1e all'orifi,cio 1delle polmonari. In certe con•dizjoni perdono la caratteristica di soffio e prendono lm tim·b ro secco· ch e dà l'impressione di nn r11more di galoppo. Possono dar .lu ogo ad e1Tori diagnostici. La pressione arteriosia. Subisce !Un abbassamento. che, di solito, è precoce e non ha valore 'Prono stico. L'abbassamento 5i accentua con la comparsa .di complicazionj, qu ali angin a, otite, allbuminfllria, Jeggera; invece n ella nefrite tardiva con albumt-· nuria abbonid ante, la p.ression e 'PUÒ salire di 2 3 cm. di Hg. Le II'i.1cerche di R. Doria mostrano. che le due curve Mx e IMn ri·m angono parallele durante tutta l'evolruzione; una ipotensione brusca deve far temere una complicazion e cardiaca. 1
Le l esioni cardiache: 1' 1La pericardite. Clinicamente è rara (0,1~ %)
di solito sec-ca e 1g uarisce ~enza iconseguenze. Tal' rolta però all'autopsia c;i trovano tracce di 1pericardite che era rimasta clinicam ente latente; 2) I ,'endocar<Lite. I pareri sulla sua frequenza sono discordi. Si ha, generalmente verso il 150. giorno, preced'll·t a ·da complicazioni d'infezione secondaria (angine. otite, adenite). }"ra J.. sintomi gr.a,1 d ella scttico-piemia streptococcica, la looalizzazione cardiaca pas5a il più spesso ina,rver,
1300
[.t\NNo XXXIII, FASC. 37]
IL POLICLINICO
tHa, in qt1anto che i segni cardiaci, salvo la tachicardia in.t en·sa, mancano del tutto. Si ha anohe un'endocardite non irufettante c·h e sarebbe dovu.t a al virus scair.lattinoso , ma l'esistenza di questa for!na se!nbra assai dubbia, tanto più che 1a diagnosi è stata 'fatta il più delle volte sulla sola presenza ·di un sofrfio ch·e ·è per lo priù extl"a· raroiaco; 3)• I a miocardite sembra abba·stanz.a rara e la maggi.or parte dei disturbi d ella isind·r ome miorarditica che si osserva nelle lforme gravi sar.ebbe invece .aa attribuirsi a lesioni S'Urrenali. ..\nche nelle n efriti scarlattino5e possono aver3i disturbi cardiacj, -con sisten ti generalmente nella dilatazione id elle cavità destre con rumore di ga. lo.ppo .destro; si osservano specialmente n egli individui con anasarca ed edema polmonare e cori il cuore in stato di meiopragia. In compless-0 dunque n·ella scairlattina, i distu!l"bi funzionali -caroia-ci sono quasi costanti all'inizio e n el de.cor so, m·a inv·ece sono eccezionali ie lesioni che posson-0 .gravare sull'avvenire dello scar• lattinoso. fil.
1nodo incerto; l 'opoterapia richied,e l'uso di prodotti freschi ea,. ·è di dubbia Tiuscita. Rieux e ZoPller (rhl'. 1n lourn. àes praticiens, 19 giugno 19261 hanno molta fiducia nei sali di calcio, in prec;c'"!· zioni quotidian.e di cloruro o di lattato (2-4 gram·mi); tSOspendere do.po 4-5 giorni, altrimenti sl avrebbe azione contraria. La gelatina. si può dare; per iniezioni, per clisteri ed in pozione (10 g. in 200 eme. di si.ero fi&iologi-co; un cucchiaio ogni ora). Si consi.glia. anche la chinina, ·da dare dopo il -cl·o r.uro ·di calcio: cloridrato di chinina -0g. 40; sciroppo di scorze <l'arancio ,amaro g. 40; acqua distillata •q. b. per g. 180; un cucchiaio ogni ora. Le iniezioni di siero di cavallo sostituiscono quelle di gelatina e cosi pure quelle di siero antidifterico ; 30-40 eme . .per via sottocutanea in malati vergini da ogni sieroterapia. Si -consiglia anche il pepton.e Witte (g. 5) con cloruro di 5odio (cg. 50), i11 ac.qua ·distillata portata: ad ebollizione (g. 100). F!ltrare, sterilizzare a 120°; iniezione sottocute di 10-20 c1r1c. Di solito gli accidenti emorragici si arr estano; non ,~ -consigliabile l'uso prolu.n gato. Nelle anemie p-0stemorragiche si ·daranno i ferComparsa di suppurazioni durante la mala~la. ruginosi, gli arsenicali (cacodilato di sodio, serie O. \\Teselko (Riv. ài l\1alario logia, 1926, n. 3) ' ·di iniezioni da 5-10 cg. al giorno; li·quore di Fow. rileva ch e, .n ei malarici, traumatismi li·evi ed inler). Le iniezioni &0ttòcutanee <li sangue (eme. 18 cruenti possono determ.i nare suppuraz.ioni graviscon 2 eme . .di citrato di sodio al 10 %) sono spesso sime. Ne--ri'POt ta ~ casi, -a:ccertaii dura nte 'Un anno fil sufficienti per eccitare J'.emo1poi~si. nelqa Stazione Antimalarica di Sc~dano (.Jug-Ot&lavia), •da lui 'diretta, e ne 1descrive uno ad esito leIl trattamento salvarsanico della parotite tale, in donna gestante eh-e preseniava ma1axia epidemica. snbterzana .e in cui v.enne colpita l'artitcolazione Kermogan ,è .convinto c•h e la causa della parotite d!èlla spia lla. In tutti i casi il ìP'U'S fu sterile. A'lP-pidemica sia una ·spirocheta: egli infatti ha iso1' esame iis tologi'co: rd egenerazione delle fibre mulato una spirocheta le cui -culture pure producono F. G. sco1ari e ostruzione di arteriole. 11·e lle scimmie parotite, orchite, infiammazione de.Ila gfiianidola sottomascellare, identiche a quelle Le medicazioni antiemorragiche provocate nello stesso animale ·oon la ino·o ula, nelle malattie Infettive. iione del liqui·do che ottiene 1da un lava:ggio della Nelle emorragie da cause locali (ulcerazione di bocca : la spirocheta in discorso è .agglutinata dal un'arteriola nélla titfaide) : riposo assoluto, so&pen<;!ero id i co11valescenti ·di 1parotite. L'origine treposione ·dei bagni, dieta idrica ghiacciata, clorur·> neomica fa rassomtgliare la parotite alla sifilide e di calcio 3..5 grammi al giorno. Da qualche au· tore è con5igliata anche la trasfusione sanguigna come nella si1ilide, anche n ella parotite si ritrova linforj tosi nel liquido cefalo-ra·ohidiano. Ciò ha (200-300 eme.) per la quale il malato non deve esgiustiifi·cato il tentativo nella parotite di 'Una terasere tro1ppo intossicato. Del resto esistono due 1 pia chemioterapica con gli arsenobenzoli e con 0 sorta di emorragie nella ti~oide; alcune si l1anno stovarsolo. con uno stato generale poco compromesso e ge· Pedro .Farreras (R evista espa1'L de médie. y cir·, n eralmente guariscono; le altre si ;producono ne19-26, n. 96), ha usato gli ar5enobenzoli n ella tera. gli organi&mi profondam ente iTl!f etti e contro di pia della parotite epidemi~a in numerosi malati esse ,.i è poco •da fare. rùcoverati negli ospedali di Barcellona: ha usato Si possono anch.e praticare le iniezioni di siero dosi id i 10 ctg., e nei ·Casi 1resistenti do'Si di gelo li nato al 2 %; 20 eme. Molto cauti si andrà con !!0-45 ctgr., le dosi medie o grandi non a\rendo i cli~teri isotonici da usarsi soltanto quando l'eldimostraio all; A. ''antaggi mag.giori delle dosi · morra~ia sia già cessata. pic<'ole. Le osservazioni riportate dallo scrittore NP.lle emorragie da caitsa ge11erale, i vasocostri~ · dimostrano che le iniezioni intravenose di saltori (emet.ina, ergotina, adrenalina) agiscono in 1
1
•
•
[ANNO XXXI II, F ASC. 37)
SEZIONE PRATICA
' 'arsan esercitano u n influsso benefico ed indubbio sopra la parotiite e le sue complicanze: immediatamente sono 1calmati i sintomi molesti, come il '(}olore, la di&fagia, il trisma, ed ac.celerano la giuarigione •che appare tanto più rapidamente quanto più preco·ce fu la cura. 1In aJ.cuni casi il salvarsan sembra far abortire l'infezione. L'mc·hiite comparsa poco 1dopo l'iniezione, guariS(e più rapi damente. Talora è stata notata una specie di reazione •di Herxheimer. L' ..\. ha volruto tentare anche i pTeparati di bismuto, però con du1b bia efficacia. MoNT. 1
Le applicazioni pr atiche dell'antagon ismo fra pioelaneo e streptococco. Il vaceino preconizzato da Dell>et contiene, ol tre a strepto- e stafilococchi, d ei baicilli piocianei. Ora è un !atto che tale vaiccino dà, nelle streptococcie, dei risultati migliori ohe non il solo vaccino streipto coicci·co. V. De I,avergrie e Carrot (l ourn. àes P raticiens , 31 111glio 1926) esaminan o le r agioni di tale effica· eia. ·D a una serie di ricerche sp·erimentali si deve escludere che 1e co}tUJ'e id i piocianeo pOtSsano e~ munque provocare un'immunizzazione attiva col)ater.ale nell'organismo stesso. Ri·m ane i·n vece l'·azione id i contatto che può dimostrarsi mescolando 1 filtrati di coltu·r a di piocianeo •con colture di streptococco 1Q.i .oui impedisce. lo sviluplJ)O ed attenua 1a virulenza. Anie·h e nelle lesioni d•eli'u-0mo si manifesta tale azione, la quale è unicamente di contatto, ;poichlè l e iniezioni del filtrato sono inartive nell'infezione istreptocoooica. In ieomplesso tale filtrato agiscie come un antisettico, che attenua per contatto la virulenza degli ·Streptococchi e n e imp,edisce lo sviluppo. La sua efficaicia si spiega senza toccare per nulla Ja spinosa questiooe dell'immtl.nità. fil.
VARIA w La guer ra agli aperitivi. In una seduta ·sull'alcoolism·o dell'Accademia francese di medicina, 1\1. Letu1'le ha dimostrato la necessità di condurre una campagna contro l'aperitivo che è diventato una v era malattia sociale t questo un male endemico che decima le popo, laz1oni. Purtrop·po, l'aperitivo, inten.dendo con questo nome tutte le bevand·e alcooliche deglutite a digiuno prima dei rpasti, è entrato nei costumi rpopolari. A1'l 'assenzio , ai vermut, ai porto, ai vini <li chinina 5i è poi aiggiunto, .funesto aggravamento, il • cocktail ,. americano. Con il contagio dell'esempio e con la tendenza naturale dello spirito umano ad esagerare nel bene come nel méde. e sQprattutto nel male. quando suona l'ora .dell'aperitivo, tre volte al gio.rno,
1301
ecco che migliaia di 'J)-Overi esseri si affollano negli spa~ci, poichè n on saprebber o alimentarsi senza aver ,p rima ingurgitato la droga infernale. Nelle città, come n ei villaggi, anche fra la brava gente modesta, l'aperitivo è il pMirone imperioso. La potenza degli ap.eritivi, nelle facili credenze del volgo, è straordinaria e solidamente stabilita. Anzitutto non si tratta di uno solo, ma di una vera folla; ogni anno, ogni me5e si '.PUÒ dire, ne nasce qualcuno. Ed i fabbricanti ·dei v·eleni aJperitivi han llO .un 'ingegnosità portentosa per lanciarli. Essi ·con oscono bene l'animai popolare, la sua sensibilità, Ja facilità con cui si lascia trascfnare dalla figura color.ata. Ed ecco un grande ·affisso artitico con la ' rerde bottiglia; sullo is tesso muro s i ' ede 'il « vino tonico » vicino ~ll'aperitivo amaro al lato di una donnina seducente che davanti ad un satiro viv.ace .fugge ver,so i salici. Altrove un'adorabile spagnola che abbrruccia, esta5iata, un orso bianco davanti alla celebre bottig-lia. Insomma ovunque tutti questi gesti a colori ''ivaci dicono: « Bevi!, tu troverai al !ondo d.el tuo bicchiere un po' -di gioia, un istante di sogno, forse l'obl jQ ». Anche 10 $l)Ort non è dimenticato, destinando degli aperitivi a « sostenere le forze degli efebi ~ ed il nazionalismo è solleticato dicendo che l' éllperitivo .è preparato con i migliori vini del paese. E necessario che tutti i medici, concoridemente~ si uniscano per combattere questa guierra agli aperitivi. Bisogna riconoscere che il mondo m edico h& oo po' -Oi colpa in questa diffusione degli éllPeritivi. Non sono trascorsi molti d·ecenni da quando .si dava ai malati l'abitu1dine di prendere prima idei pasti degli sciroppi tonici, antiscorbutici, di rafano iodato e persino dei vini medicamentosi, che del resto noo mancano anche attualmentie in alcuni formulari. Bi-sogna invece mostr·ar.e alle giovani genera· zioni tutto il pericolo d elle bevande alcooliche ed inSipirare il .disgusto degli aperitivi, augurando&i che venga 1presto il giorno in cui <' l 'alcoolismo da aperitivi » sarà scompairso. Certamente i rimedi non sono facili. E illusorio pensare a rincrudimenti di tasse; i guadagni r.ealizzati dai fabbricanti 5ono tali che pa·g ano larga.mente tutti i balzelli; e del r esto, l'aumento di 1.asse. sui tabacchi non ha f.a tto scemare di un ~ammo il consumo dell'erba di Nicot. o Un rimedio che forse potrebbe dare buoni risultati è quello adottato dal Belgio .sull'.esempio della ~orvegia, iproibendo la vendita al minuto negli c;pacci, di bevanrle alcooliche a titolo maggiore di 14 gradi e permettendone l'acquisto in quantità non minori di '(ÌUe litri. Sembra che con questo si· sterna sia.no d1minuiti i casi di delrri um tremens, di con<lanne per alcoolismo. fiL . 1
1
1302
IL POLJOLINIC.O
(ANNO XXXIII, FASC. 37)
NELLA VITA PROFESSIONALE . CONCORSI. POSTI V AOANTI. BARI. R. Prefettura. - Uff .. san. di Bar.l etta; al 30 sett., ore 18 ; ab. 51,387; L. 15,000 e 2 quadrienni di L. 1000; divieto libero eserc. profess. tranne consulenze; obbligo ev:entuali funzioni med. di iporr to e circondariale. Titoli ed esami (prove scritte ed ora.li ed ooercizi pra.t ici). Età lim. 45 a. ·rassa L. 50 ..20 alla. Toooreria comun . Certific. a .3 inesi d~ 5 ag. Chiedere annunzio. BASSANO DI S'UTR.I (Roma). - Ria.pertu.r.a,. al 30 ~ett.; L. 10,500 ,? er 1000 pov., oltre L. 400 uff. san. e c.-v.; 5 quadrienni dee.; età lim. 40 a. Sono v.alide le istanze già presentate. BRUGNATO (Speziai). - A tutto 30 sett.; tassa L. 50.10; sti-p . L. 8200 e 10 bienni ventes., oltre L. 500 uff. san., L. 1200 c.-v.; ser\r. entro 20 gg. CAGLI>\RI. R. U wiv ersità. - Professore non sta• bile di patologia spec. ohirurg. S cad. 15 o,t t. Tassa L. 100. Atti .aJ Ministero P. I. Direzione Generale per .] 'Istruzione Superiore. (Vedi G. U., n. 179, 4 a.g. 1926). CERVARA DI Roi.rA (Roma). - Proroga, .aJ 30 sett. CREMONA. Ospedali Maggiore ed U gol.ani Dati. - Al 15 ott., ore 16, anatomÒtpa.tologo; L. 16,800, Qltre c.-v. in L. 1200, 4 quinquenni, 50 % incassi cure e ricerche .a paga.mento; inibiti gabinetto proprio ed esercizio 1privato. Quiattro anni di aiuto o aasist. in Ist. am.-pat. univ. Età lim. 40 ia. Tassa L. 50.10. Rivolgersi segreteria del Consiglio amm. Coss10NANO (Ascoli Piceno). - Al 30 sett. ore 18; .aib. 2090; L. 8500 oltre L. 500 indenn . laurea e L. 1000 indenn . forese, L. 500 uff. san . Tassa L. 50. Età lim. 35 a . FIUME. R. Prefettura della Provincia del Oarnaro. Ufficiale sanit. del Capoluogo. Scad. 30 sett., ore 12. Vedi fase. 35. FiuME. Oom1vne. Aiuto all'ufficiale sanitario e quattro medici condotti. A tutto 21 settembre. Vedi fase. 35. FonLÌ. - Condotto supplente fisso ; al 30 sett. ; età lim. 39 a.; tassa L. 50; L. 9000, oltre L. 4000 tr.asp.; 10 bienni ventes.; 2 c.-v.; ecc. Serv. entro 15 gg. . MILANO. Oonsiglio deglti Istituti Uspìtalieri. Concorso .ad .alcuni posti di medico chirurgo assistente con funzioni di interno . Scad. 9 ottobre. Vedi fase. 30. PALAZZAGO (B '3 ryan1,o). - AI 15 ott . ; v. fase. 36. PIANDIOASTELO (Pe~airo-Urbino). Scad. 20 sett.; L. 8000 € 4 bienni ventes. ; rper oavailc. lire 3000 ; uff . san. L. 300; c .-v. L . 1200 ; età 25-40 a. salYo eccez. r . ; t.assa. L . 50. PoNTEOAllNANO FAIANO (Salerno). - L. 6500 e 4. quadrienni. ~cad. 30 sett. (Ju1LIANO (Geno·ua). - Scad. 21 sett.; L. 8400 e 10 bienni ventes.; p. nff. san. L . 800; p. bicicl . L . 300; età. lim. 35 a.; tassa L. 50.15. Ro:YA . R. Prefettura. - Uff. san. di Velletri; al 20 nov.; vedi fase. 38.
S. ANGE'LO IN VADO (Pescvro - Urbi:no). - Proroga 14 sett. SASSOFELTRIO (Pesaro). - Al 25 sett. , ore 18; L. 8000 per 500 pov., alidiz. L. 3 fino a. 1000 e L. 5 oltre; L . 300 uff. sa.n. ; L. 3000 tr.asp. · indenn. serv. attivo concordata; L. 300 &rm.. f~.; età lim. 24-40 a.; tassa L.. 50.15. S. POTITO SANNITICO (Caserta). - A tutto il 30 sett. ; L. 7000 .(sic) o 5 quadrienni dee. , oltre L. 500 se uff. san. l',tà lim. 40 .a.. Docum . .a 3 mesi da.I 15 ag. Acettaz. entro 5 gg . SASSARI. R . Università. - Professore non s~ bile di Clinica 03tetrica. Domanda al Ministero della P. I. in ?arta boll.- da L. 3 entro il 30 sett. Tassa di L. 100. Notizie sulla attività scientifica e carriera didattica in 10 e.sempLari. SUTRI (Ro·m a). ·- Proroga a.I 30 sett., ore 12; pe.r 1000 pov. L. 10,500, oltre L. 400 uff. san., c.-v-. Età lim. 40 a .. Docum: a 6 mesi dal 17 ag. Serv. entro 15 gg. Chiedere .annunzio. TICENGO ( Oremon~. - Con Cimignano sul N aviglio; scad. 29 sett.; L. 11,500 fino a 1000 pov .. indennità capita.ria. L. 2; mezzo trasp. L. 1500; uff. san. L. 500; o.-v. TREVIGLIO (Bergamo). - A tutto 22 sett. Vedi fase. 32. VERGATO (Bologna). - Scad. 25 sett.; L . 8800 per 800 :pov., un c.-v, in L. 1200, trasp. L. 3000 se cavale., L. 500 se bicicl. VIco DEL GARGANO (Foggia). - A tutto 25 sett.; L. 9000 e 5 quadrienni dee ; età lim. 45 a. Serv. entro 15 gg. Chieder~ .annunzio. VIGOLO (Bergamo). - Al 21 sett.; vedi fase. 36. VoLTA MANTOVANA (Mantova). - Al 21 sett.; vedi fase. :36. ZAGARISE (Catanzaro). - Scad. 15 ott. ; vedi faoo. 36.
Avvertenza. - Quando_n:on è indicato altrimenti i concorsi si riferiscono a condotte mediche.
Esa1ni per medir,i di bordo. ~
rinviat.a al mese di ottobre, in giorni da destinarsi, 1a sessione di esan1i di idoneità per la concessione dell'autorizzazione a viag1'iare come medici di bordo, indetta con deoreto 26 m.ar. 1926 pubblicato nella G. TI . del 30 marzo 1926. HOMINE, PROMOZIONI ED ONORIFICENZE.. ORDINE OETAl·A CORONA D'ITALIA. Nel personale della Sanità Pubblica sono no1nina ti commendatori: Collina uff. dott. M.ario, • ispettore generale medico ; Scalfati uff. dott. Francesco medico provinciale di 1a. classe; ufficiali: Abate cav. dott. Alberto, medico provinciale di 20. classe; Siaroi cav. dott. Ugo, id. ; oa.valieri: Tecce dott. Nicola, 10 medico provinciale aggiunto; Cantames!a dott. Ferdinando, id . R.allegramenti cordiali .al dott. Collina., nostro ottimo amico e valoroso collabonatore.
JANNO XXXIII, FASC. 37]
-.MEDICINA SOCIALE. L'assistenza protetica ai Mutilati di guerra. L' Ope ra N aziionaloe per l'Assistenza agZ' Invalidi 1
prosegue nel lodevole programma, di far conoscere .al gr~n i:»ubblicc le varie forme di .attività da essa svolte nel vasto e complesso camq>o oh' ebbe aiperto dinanzi fin dal primo suo sorgere nel 1917. Oggi .è la volta dell'Assistenza proteti<~a, una delle prime di oui · apparve 1Ja necessità e che una succinta ma accurata re1azione, corredata c1a tavole illustrative e da e]oquenti diagra,mmi, ci mostra nelle successive fasi dl, svilup•p o fino .al suo ,assetto presente ohe l a. fa .autorevolmente con.sider.a.re fra le 1PÌÙ provvi'de ~ complete istituzioni di assistenza per i 1nutilati della guerra. Purtroppo le mutilazioni della guerra rappir esentano il reliquato l)ÌÙ diretto., oltre .ad essere le s~se .in nl1mero veramente rilevante, poichè un censimento molto .a ttendibile fia salire i .bisognosi di a1p.p airecchi 1protetici ia ben 23 mila, pur non contando i circa. 7000 ciechi, i 1000 invalidi della b:occa, i 300 bisognosi di autooarrozzette. Chia~ramente :risulta dalla relazione quante furono le di.ffiooltà ohe l'Oper.a Nazionale ha dovuto "Super.a.re, con l'intelligente tenacia di propositi ohe è si10 gran vanto, per riuscire ali.a perfetta .organizzazione di un se.rvizio che ha per sco,,;>o di fornire a ciascun invalido l'appa.recchio che scientifica.mente è adatto al suo oaso e di provvedere alle necessarie modificazioni, ri•p ara,zio,n i, sostituzioni e ciò· con le maggiori garanzie di bontà ·della oostruzion~ e d i onesta. concorrenza nei prezzi ; oltre di che anche era neces&ai!'io. ridurre al minimo ['.aggravio derivante dalla necessità per l'invalido di .a ccedere .alle rare sparse officine di prot~ ;prima esistenti. Dimostra la relazione -come tutto questo bel ·p ia.no di iriorganizzazione abbia potuto gr.adu•a1mente .effettuairsi, in base ad aocura.ta inchiesta di esperti ispettori tecnici e alle proposte con~rete di .apposita commissione, col ridurre il numero delle officine, co] oenoretare in quelle idonee i lavori ex novo e di r~par.azione, incoraggia11dole alla creazione di suocUJrsali responsabili, e con I.a unificazione a .p ochi tipi di a,P'Pa.reoohi riconosciuti tecnicamente i migliori. Nel tempo stesso· l'Opera ~saiv.a dal·la gestione diretta o indiretta di qu.alsiasi offi.oin.a, mentre provvedeva aJl.a Qpportun.a ri.p artizione per regio11i con esolusività di lavoro in ciascuna zona e as• s1cu.ira.va. la ·regolarità del servizio con rigide ma eque norme fi~sate ecl accettate in 11n contratto tipo. Tutt.a l'assistenza p1·otetica si ST"olge metodicamente a m,1zzo d~.gli speciali Uffici protesi istituiti presso le rSJp·p resentanze Jprovinciali nel.l e sedi delle 40 officine convenzion.ate e gli uffici fanno oapo a quello esistente nella Sede centrale, ohe vigila con .assiduo cont.rollo, anche a mezzo di ispettori specializmti, perohè tutto il servizio> in Italia e all'Este1·0 si svolga secondo le di1:ettive prestabilite. Si hanno oggi 20 scelte officine or~iche, <!on 20 succursali e l' organizz:a.zione di controllo 1
1303
SEZIONE PRATICA
da parte dell' O. N. è tale da poter fare la neoeitsaria selezione dei fornitori in ragione del1'a m~ giore Q minore bontà e onestà di produzi001e. E una. prova eloqu~)nte di quanto sia stato efficace l'intervento 1noder.atore e riorganizzatore dell'Opera N.a.zionale ci_ è dato da uno specohietto d'a cui risulta ohe nei successivi esercizi 1923, 1924 e 1~, mentre anlrJ .avano in vigJore i nuovi contratti maJgrado il forte aumento della mano d'opera' e del costo di materie prime, malg1~do l.a. notevolmente maggiore fornitura. di aip(pa.recohi .ai mutilati (a.pp. di riserv.a, cassette di conservazionej coprimonconi eoo.), la spesa annua fu potuta mantenere ciroa negli stessi limiti, intorno cioè .ai 4:890.000 di lire; così ohe la spesa media annua per ogni muti1ato, meglio assistito che non fosse dapprima, si .n.ggira intorno alle 170 lire. Dott. G. PuGLIEsr.
·
NOTIZIE DIV.ERSE.
XV Congresso stomat ologico i t aliano. II 30 agosto nell' Au1a Magna dell'Ateneo di Perugia ebbe luo.g o l'inaugurazione del XV Congresso stom.a.tologico italiano. \Tra le nume.rose iautorità intervenute era.n o il sinda-00 !di Perugia oom,m . Uccelli, ~l comm. Marnganelli, l'on. Perna direttore della clinica odontoiatrica di Bari, il prof. Polim.anti pro-rettore dell'Università di Perugia, il comm. CentoIWe medioo. chirurgo 1provinciale in ra:ppresentanza pure del prefetto dell'Umbria, il direttore dell'ospedale militare col. Piaion, il prof. Silvestrini ed altri. Era.no intervenuti pure il prof. Sza.bò diratto1·e dell'Istituto stomatologico di Budapest, insieme a numerosi IPi·ofess()ri dell'Istituto stomatologico 11.Ilgherese. Vi enano inoltre professori delle varie Università ita~iia.ne, il ipresidente onorairio della Federazione stomatologica ed il prof. Pi'Perno p residente del comitato del Congresso stesso. Dqpo un ,applaudito discorso pronunciato dal prof. Piperno, ha ipreso }a ·parola il dott. Mento, pre.~ider1te dP.lla Federazione stom.aitollogicy. itaJian.a, e quindi il prof. Polimanti ed il pl'M. Morelli. ll prof. Sz~bò J1a porto il saluto .d ella Federazione ungherese. L'o11. Perna., direttore della, Clini.o& odontoiatrica di Bari, ha 1p.arlato della importa.nza della lotta contro1 l'abusivismo ed ha in'Via.to un caldo s.aJuto a Benito Mussolini che, oon 1a legge de11 ottobre 1924, ha affermato il princi·pio della necessità della laurea in 111edicina per l'esercizio t1ella odontoiatria. In.fine ha parlato jl oomm. Centonze, che in nome del Re ha aperto i lavori del Congresso. Su proposta :deJila iFederazio11e stomatologica jtaliana, è stato in1--iato un telegramma. all'on . !vf uc;solini. Proseguirono attivi i lavori nei giorni suocessivi. Ne daremo prossimamente un breve rac:;o.. conto. 1
1304
IL POLICLINICO
Socjetà per il pregresso delle Scienze. La 16& riunione, che era indetta a Bologna. dal 23-29 settembre, è stata rimandata ad etpoc.a da destinarsi.
Il prof. .llessandri in America. Il J>rof. Roberto Alessandri, tlirettore della. nostra Clinica. Ohirurgioa, inv~tato dall'« Amer1can College of Surgeùns » a intervenire ial Congresso che si ter.r à ia ~{ontréaJ dai1 25 al 29 del prossimo ottobre, per la sua nomina ia Membro ooiorario del Collegio stesso, partirà il 22 corr. col « Ro1na»> per New York. Dia New York visiterà aJJ.che Ohicag'>, Cle•reland, Roche.star prendendo parte a. riunioni e confe!·enze scientifiche, e intervenendo a Ol<~vel.ard alla riunione della « Inte.rstate Postgraduate Assembly » . ::ru .assai lusinghiero questo .rinnoivato desiderio ii scambi culturali d.a parte dell' America, specialmente dopo il successo dell'ultimo Congresso Internazionale di Chirurgia tenutosi a Roma in ap.rile e della riunione a Roma della stessa « Interstate Postgnadua.te Assembly », e dimostra la opinione s<'n1pre più alta, ohe in America va acquistaooo Jia scienza chiruxgica italiana. Rallegramenti e au~i di buon viaggio.
Per le nuove Clini.c he della Università di Palermo. Il problema delle Cliniche della Università di Palermo sembra avviarsi ia rapida soluzione, mercè i mezzi approntati dallo Stato (L. 23 milioni), il contributo annuo del BaRco di Sicilia (L. 50,000), e la buona volontà morale e materiale degli Enti che costituiscono il Consorzio Universitario (Comune di Palermo, Cassa di Risparmio, Comune di Trapani, Provinciia di Oaltanissetta, Comune di Caltanissetta, Oomune di Ma-rsala, Comune di Termini Imerese). Le Olinicihe e gli Istituti clinici dell.a, Università di Palermo sono ora disseminati in div€rsi /punti, non sempre comodi.) de1lia città, e precisamente: alJa Concezione le Cliniche medica.) chirurgioa, ostetrica e oculistica ,: a S. Saverio le P.atologie speciali medica e chirurgie.a; allo Spasimo la Clinica dermosifilopatica; la Clinica delle l\falattie nervo.se e mentali e la Olinica pediatrica sono anche lontane dal centra delLa città, e l'una dall'altra. Jnolt.re qua.si tutte, tranne le ultime due di moderna costruzione e non facilmente trasferibili, non :rispondono per u11 complesso di svariati motivi, a.I decoro della scienza e alle moderne ooigen2'0 dell'insegnamento. L ' unico modo di ovviare a questi inconvenienti ena quello di racoogliere le Cliniche e gJ.i Istituti clinici in uno stesso sit.o, in sedi moderne e degne, come si è fatto in tutti i gr.andi centri universita.rii. en1bra che l'Amministrazione dell' Ospedale voglia dare un serio e definitivo contributo alla soluzione del problema: essa cederebbe gratuitamente, per la costruzione di tutte Je Oliniche medicochin1rgiohe in unico sito: un terreno di sua pr~
[ANNO XXXIII, FASC. 37):
prietà posto nel rione Felicituzza, dell'estensione di circa 60,000 mq.; con la possibilità, data l'esistenza di adatti terreni vicini, e qualora quello ceduto dall'Ospedale non fosse sufficiente - il chesembra sia escluso - che 1 Amministrazione Universitaria possa acquistarne dell' .altro. Nei looali della Concezione, dove in atto funzionano le Cliniche, passerebbe, inveoe, l'attuale Ostpedale dello Spasimo. Sebbene il terreno· del rione F elliciuzza sia fuori centro, e le vie d'accesso mal tenute, e sebbene si verrebbe a turbare La tradizione cittrudin.a (gli attuali Ambulatorii delle Cliniche medica., chirurg ica ostetrica oculistica alla Ooncezione sono ' , frequentatissimi), in ma.ncanza di una soluzione 1nigliore, questa sembra .accettabile. Ed è da .augurarsi che venga presto attuata. 1
Dati statistici sull'Università di Milano. Dall' A nnl1ario 1925-26, uscito in eleg.antissima veste di pag. 512, con numerose figure, rileviamo che nell'anno 192-1 -25, secondo di vita, furono conseguite a Milano 10 lauree in giurisprudenza, 41 in lettere, 8 in filosofia, 20 in medicina. I diplomati 11ell'esame di Stato per la medicina furono 25. I~ diplomate nella Scuola di ostetriciia furono 31 . Tra i diplomi speoiali ne furono rilasciati: 33 in c-linica ostetrico-ginecologioa, 3 in medicina del laivoro, 12 jn pediatria, 1 in o.rto(pedi.a, 1 in traumatologi.a, 4 in dermosifilopatia, 13 in otorino!~ ringoiatTia, 31 in odontoiatria, 6 in radiologia ecc~ Il totale degli inscritti nell'anno accademic-0 19251926 è stato di 1837 .studenti, di cui 360 in medic:ina · ai corsi di perfezionamento in medicina 137 ; .alla 'scuola di ostetricia 53; al corso d'Igiene per ufficiali sanitari 33; al cor so d'Igie11e per ma~ stri 41. Dei 1837 studenti inscritti alla. R. Università di Mila.no, 1048 sono lombardi ; le altre regioni d'Italia hanno mandato ,a Milano 691 studenti c.osi divisi: Piemonte 120; Venezia 96; Emilia 76 ; Li!!1.lria 40 '· Toscana 33 ,· Marche 13; Umbria 5; I::> Abruzzi-Molise 14 ; Lazio 21; Campania 37; Puglia 47; Basilicata 6; Calabria 15 ; Sicilia 75; Sardegna 15 ; Da.lmazia 1; Fiume 1; Colonia Eritrea 2·, Dodecaneso 1. Dall'estero ne sono registrati 98. Il bilancio dell'anno 1925-26 reca per ]a p.a.rte ordinaria: entrata L. 4,323,150, s pese L . 4,313,648. Il preventivo :della pesa straordinaria è di lire 00,000, per .arr<.!d!lmenti d'Istituti. L'onere dell& 11uove costruzioni della Oittà de~i Studi, Jl>€lr circa. d11e milioni, fa parte .a. sè del bilancio.
Modificazioni agli esami di Stato. Da un comunicato del Ministe.ro di Istruzione Pubblica del 14 lug.1iio ripoirtiamo ciò ohe riguarda. la professione di ;nedico-ohirurgo: .
Tenuto conto dei risulta.ti deJJ.a prima applicai.ione degli esa.mi di tato :?er l'abilitazione all'esercizio delle profes ioni di medico-chirurgo, avvenuta nella se ione del novembre 1925, il )finistro della P . I ., sentito il Consiglio uperiore di J>. l. , ha predi posto alcune modificazioni a.I re-
IANNO XXXIII, FASC. 37]
SEZIONE PRATICA •
.golamento per i detti esami di Stato, wpprovato con R. D. 19 giugno 1924, n. 1318A Tal.i modificazioni, che saranno emanate con .aippositi provv~dimenti in corso di .approvazione, tendono a semplificare la procedura degli esami, senza togliere ad essi il loro carattere di prova seria, atta .ad accertare nei candidati la padronia.n.za delJe dottrine fo·n damentali e l'attitudine ad app~ica.rle. Le sedi di ooami di Stato sa.r anno in numero limitato, e permane il divieto ai candidati di sostenere l'esame presso quegli Istituti, nei quali &Utno stati inscritti nell'ultimo biennio del corso universitario o vi .abbia.no conseguito la laurea. 11 numero de~ co;mponent-i delle commjs.sioni è ridotto da sedici ad undici. E soppiressa la prova s,c ritta. . Sono infine .aipportate ia.Joune varianti alle norme che regola.no lo svolgimento dell.a prova orale -.e pratica. Più pa.rtico1a.ri notizie circa le nuove diS{!>osizioni sono state comunicate con circolare .ai rettori delle Università e ai direttori. degli Istituti superiori, cui potr.anno rivolgersi, per maggiori r.agguagli_, coloro che dovranno sostenere gli esami di Stato nella pirossima sessione del 1926.
Il Consiglio dei Ministri, su proposta del ministro della P. I.,, ha. app.i:ovato, il 31 agostq, lo schema del nuovo reigolamento 1per gli esami di Stato .per l'abilitazione .all'ese-roizio, professioniale, secondo le. norme SOIP.r.a tracciate per quanto con.cerne J.a professii)Ile medica.
.Modifica del €alendario scolastico. Viene annunzi.a.to l'ia.nticipo della ohiusura delle Souole d~ ogni grado nelle quali .att11.almente gli esa.mi si, protraggono per tutto il mese di luglio ·~ .anche per buona parte del mooe di agosto, oon danno evidente delle cure balneari marine, climatiche E. termali che noin dispongono di suffi.cien te e oon·ren1ente iperiodo di tempo, e con il da.nno degli scolari stes.si, costretti ad un maggior lavoro .p roprio nell'e1)ooa meno fav-0re.vole allo studio. Da quel che si sa del provvedimento, non .ancora comunicato, ma deciso·, pare che le scuole si .chiud~rebbero il 30 giugno, per Ti~rirsi il 1° ottobre. Va ricordata l'oiper.a spesa per sollecitare il provvedimento 'd a.ll'Associazione Medica Italiana d'Idrologia, Climatologia e Terapia fisica e dalla Sezione Comuni di Cura della Confeder.azione degli Ent~ Autarchici~
A.in ti e assistenti uni versi t.arl. In un'aula della R. Università di Bologna ha avuto luogo, il 1° luglio scorso, un'assemblea del grupipo Aiuti Assistenti della Università e degli Istituti Superiori. Il segretario prof. L. Vecchiotti espose i fini dell'organizza.zio ne. Dopo discussione, l'~emblea inviò al segretario nazionale prof. Diego D'Amico un ordine del gio!rno, iapprovato
1305
•
a11'una.nimità, oon cui cc confidano che il Governo fascista, sollecito de11,' alta coltura na.zionale e primo fra. tutti i Governi con vinto che la questione dell'assistentato non può d~giungersi dal iprogredire delle Università, voglia .accogliere i voti intensamente formulati, e primi fra ~utti: a) i1 ritornlQ integrale degli Aiuti Assistenti Universitari alle dipendenze dello Stato; b) il cambiamento di categoria con trattan1ento non inferiore a quello degli insegnanti dell~ Scuole Medie, ruolo A»
11 .Ministro della P. I. al Collegio degli Orfani a Perugia. DO!p-O avere inaugurato a Perugia il Carso degli stranieri in quella ·università, S. E. Fedele, ministro per la P. I., ha visitato nei locali della Sapienza il Collegio-Convitto degli Orf.a..ni 'd ei Sanitari, comp.i.acendosi colla Duezione tenut~ dal prof. oav. Simoncini, dell'andament0 didattico ed elogiando il funzionamento di questa benemerita Opera di assistenza.
Le opere di Bassi. Il Comitato na,zioniale per Ja ristampa delle opere di Agostino Bassi, precu.rsore di Luigi Pasteur, presieduto 'dal prof. Alfieri di Pavia, ha assolto il suo còmpito pubblicando un volume la cmi prima copia è stata offerta .al Re. Con la somma residua.le, su proposta del prooidente, verrà collocato un ricordo marmoreo al grande biologo nell'Università di Pavia.
Elargizioni. Il Consiglio dell'Ordine dei SS. Maurizio e I..a.zzaro e della, Corona d'Italia, su \Proposta del p.residente on. Bo.selli, ha stanziato 5 milioni di lire per amplia re ~on nuove costruzioni l'Ospedale Umberto I di Torino. Il nostro Sovrano ha donato all'Associazione delle i\{adri e Vedov·e dei Caduti di Guerra le due ville Margherita e Etebinda a San Remo.
La festa del fiore a Roma. La festa del fiore, che a cura del Comitato Romano aont ro la tubercolosi, e sotto gli auspici del Governo Nazionale, si è · svolta nella :ricorrenza dello Statuto, ha dato risultati finanziari abbasta.nz.a. soddisfacenti,, consideranJ.o da una parte che sono mancate le offerte provenienti dall.a questua nelle -carroz7.e tramviarie., che quest'anno non è stata concessa; dall'altra, per la coincidenza della festa del fiore con altre benefiche iniziar tive. La somma cotuple.ssiva raccolta ha superato quella degli anni scorsi. Si sono infatti avute: dalla questua pubblica L. 38,933.65, dalla questua nelle Chiese L . 6000, J.a oblazioni private L. 2330.80. Totale L. 47 ,264.45, contro L. 39,503.45 dell'anno scorso. Il maggiore introito deve ascriversi, non Rolo a.d un'organizzazione più perfetta e ad una propaganda più viv.a ed intensa, dovute al presidente e al segreta.rio del <Jomitato, prof. V. Ascoli
1306
IL POLI CL CNICO
e M. Maxiot.ti, ma anche a colla.bor.azioni piµ fervide, a d una più consapevole partecipazione della cittadinanza all'opera del Comitato stesso.
Corsi medici internazionali.
•
Avran110 luogo .a Berlino 'dal 4 al 30 ottobre. Saranno pirep.a.ra.ti in comune dalla Facoltà medica dell 'Università d~ Berlino, dalle organizzazioni del1a. << Kiaiserin Friedrich-Haus » e dalla Unione dei dooenti dei corsi di v.a canze per medici. Il p1rogram.ma .p revede; 1) corso sui. progressi in tutta 1a medicina con speciale riguardo della terapj a nuov.a (4-16 ott.) ; 2) corso di urologia (18-30 ottobre) ; 3) corsi speciali in tutta la medicina, parle di quattordici giorni (18-30 ottobre) e pe.rte d'un mese (4-30 ottobre). Info.rmazioni fornisce la « Kaiserin FriedrichHaus », Berli.n NW 6, Luisenplatz 2/4. I
XXXIII, FASC. 37}
[ANNO
par cu1 dovr.a.nuo essere risaJ.'cite le seguenti maLattie profes.sionali: intossicazione da solfuro di carbonio; ulcer.azione dovuta al cromo; intossicazione da be11zina o d.a iùtro o da amido-derivati·I . dermatiti tossiche; intossicazioni · da vapori nitrosi ; into~icazioni dovute ai 001Tçosti di cianogeno; oancro epiteliomatoso od ulcerazione della pelle o della cornea da. oli minel'ali, da pece, da catra.m e e da composti •di catrame; tubei·coJosi polmonare. .Asslst~nza
sanitaria dei poveri al Giappone.
L' Assooiazione ca.ritatevole « Saiseikai » de) &-baipipone , :fondata uel 1911, i11 ooniormità ai voleri della vedova dell'i111peratore Meiji, ha soJennizz.ato, il 31 maggio u. s., il suo 15° ann.iver. sar10. L' Assooia.zione ha fondato sei ospedali pei noveri a Tokio e 103 ambulato.r i gratuiti in tutto 11 Gi~pone.
Corsi per infermiere volontarie della C: R. I. L ' Ispettorato Infermiere Volontairie del Comitato Croce ~ di Roma ha .a1perto le iscri!Moni per i corsi di infermiere che si inizieran110 nel prossimo aut11nno. Questi corsi offrono alle signorine di civile condizione la facilità di istruirsi anche nel ramo del1'.assistenza, coltura questa tanto utile .ailla donna, si.a nell' àm.bito del suo r egno f.amiliare, sia per r ender,J,a pronta, a prestare :oip e ra intelligente e pietosa nelle pubbliche calamità. Rivolgersi per schiarimenti e per le iscrizioni .alla I spettrice delle Infe:rmiere olontarie, Comitato Croce Rossa, piazza <li Pietra 63.
'r
Medici russi in Francia. Le autorità giudizi.arie f1·a.ncesi hanno proceduto contro 20 medici russi rifugiatisi .a. Parigi, i q1u ali e.sercitavian 0 la medicina sen za e.ssere forniti del diploma f r.a11cPSE> d' abi1itaz.ione. Si è provveduto .ad agevolare il conseguimento d el diploma ia que.1li, tra '<li essi, ohe avevano prestato servizio CQn gli alleati o che comu11que si s iano resi uti1i durante la guerra.
Per modificazioni alla legge sulle malattie professionali in Francia. La Società di igiene !Pubblica, industriale e sociale di Francia. ..a, proposito della vigente legge ulle inailattje prof~sionali ha formulato un ordine del giorno in cui, consideran'do assolutamente neceQSario procedere a, delle r ettifiche e a delle aggiunte nelle rubriche sta4b ilite dalla legge 1919 sulle malattie professionali, fa voti di una estensione di detta legge ad altre malattie professionali, ed incarica il presidente di fa.r e presso il. Ministero del L avor o, della I giene, dell' Assistenza e del1a. Previdenza Sociale, tutti i passi ut ili affi nohè il voto si.a soddisfatto.
•
Risarcimento delle malattie professionali in Australia. ~
stato comunicato all't"fficio internazionale del la.,oro 110 disegno di legge elaborato al QueensJand,
Condanna di un farmacista. La XIII Sezione del 'fribunarle di MiLano ha condannato il farmacista Davide Marinoni a sei mesi di deteni.ione col bene1fizio del condono, ai danni dia liquidarsi in separata sede, aooorda.ndo alla parte lesa una p1·ovvisionale di L. 2000, ed alle s-pese, perchè neL rinnovrure una ticetta del dott. 1 Cazzani·g a aveva dato 7 gr.a.mmi di la.udano invece di 7 ·gocce. In seguit o .a questo errore la qu.attor"lioonne Ma.ria Fulgoni aveva. Q.Orso pericolo di vita e d er.a rintasta malata per due mesi. Lo strano è che la ma.dre della paziente, prima di soro.m inistr a.re la. medici.na, er a tornata dal farmacista per a~icurarsi che La ricetta fosse stata. bene eseguita e aveva. avuto risposta tranquillizzante.
Un'operazione di ringiovanimento. Un'operazione alla Voronoff è stata compiuta. dia uomo a uomo, iie11La J ugosJ.avia, dal ohirurgo russo IColesniko\v, a be11eficio di un medico 63enne~ i l quale ne è stato effettivamente ringiovanito. Si prestò iall'asp ortazione delle glandole sessuali l' assassino ventottenne J1i.11n Grajan, coindannato a morte Ilk't ohe è stato graziato dal Sovrano pel sacrificio comp iuto a vanta.g gio della. scienza.
Medici americani golfisti. L'Associazione dei medici golfisti di Ohica.go ha tenuto il sno 25° torneo annuo .ail'Evaston Golf Clrub, il 16 luglio; venner'o disputa.te la coppa Dicke rma.n , emblema del oampionato, ed altri trofei. L'Associazione è a>iresieduta dal dott . O. S. Orsusby; ne è segreta.mo il dott. L. H. May~rs. (North Michignn Avenue 307 - Chicago). U.n' ~ociazione di medici golfisti della Florida sii è costituita. recentemente a Gainesville, sotto I.a presidenza del dott. J. Ha.lton di Sarasole 7 segretario il dott. J . . :Nlanning di J aokBonvi.lle · terrà pr~rn.a.mente un torneo di tre giorni. •
(.t.\NNO XXXII1I, FASC. 37]
t
SEZIONE PRATICA
RASSEGNA. D.EI,LA STAMPA. MEDICA. Rev. Méd. de Barcel., gen. - M. CoaACHIN. Le operazioni di derivaz. interna della bile. Rev. espafi. de Med . y Oir., gQn. - O. BoNNOATI. La dlllalità microbica nell' eziologia delie mal. infettive. - T. M. CENDRA. Concetti basali sui disturbi di;gerenti del 1attante. Igiene Mod ., gen. - A. SATTA. Il nuovo Ospedale di Genova a San Martino d' Albaro. Annali d'lg., dio. - A. ALESSANDRINI. Reazione del meazo o attività del hatteriofa·g o. - F. P100ININN1. ll colibaoi.llo n.eilJ.'~u& potabile di piroscafi. - L. F ACClOLÀ. Anchilostomiasii nella provincia di Messina. . ._ G. LioNBTTI. La Jx>tta contro il cancro. 1Spritalul, gen. - BALTAOEANU. Lo zolfo nei reumati.su1i. --: G. GEORGESEN. R-esez. del n. presacrale 11el cancro uter. Brit. Med. Journ., 30 gen. - W. CRAMl"Jt. La nuova esplosione di cancro. Boston Med. a. Surg. Jowrn., 21 gen. - .J. B. HAwEs (iun.,) . Diagnosi clinica di tbc. ilia.re. Edirib : ~led . .Towrn., feb. - A. JoE e .al. La nefrite scarlattinosa. - W. Su:MAN. A·natomia e istologia p1atologiche della pellta.g;ra. Pra,ctitioner, f eh. - N·u mero sui moderni rr1etodi diagnostici. Lancet, 30 gen. - C. LEvADITI. Ohimioter. della sifil. Patholog·ica, 15 gen. ·- C. GmzE'.rTI. 'fumori multipli della milza ad elementi giganti. ·- G. SANGIORGI. Emana.z . del radiium ed ana.fi!a8Si. c. SEBASTIANI. EmoglobinuTÌifl. malarica. 1
Jlorgagni, 10 gen. lenta da proteus.
1307 G.
CLEMENTE.
Endoca..-dite.
Revue de M éd., n. 7. - G. PARTURIER. Gravidauoo., ch-0QS proteinici e colica epatica,. Lancet, 20 feb . - F . Buzz.!ARD. T·r attaim. delle· malattie del si,st. i1erv. - H. TYRRELL GRAY. Il. con1pito del m~entere nelle .a.ffez. viscerali. Presse M éd., 13 feb. - H . JA U SION e M. VAN-GEL. Ohimioterapia endoveD.osa dell.a. gonococoia. lVien. Kli n . Woch., 18 feb. - FAL'IA. Nuovi 1 problemi sul ricambio dell'a,cqua. Deut. Jled . W och ., 19 feb. - LoEwE e al. L'or- . mmie sessuale fenunin. - Relaz. suJ1a malattia di Haff. A.rch. ll!lal. appa;r. digesti/, ecc., gen. - Numero .sul compito dell'infez. sull'evoluz. dell~ ulcere croniche gastro-duoden. M ediz. Klinik, 19 feb. - C. BRUHNS. Quanti· sifilitici 8'mmala.no di aortite? T. BRUGSH e · H. R oTHMANN. Il "'7•alore dei lJreiparati di glandole sessuali in clinica. Rev. espaAi. de Med. y Oir., feb . - F. B3-. scoMPTE . I nuovi agenti della medicazione .a.me. i1orro1ca. Uult . 11led. ]iod., 15 feb. - C. BERTONE. Ne- . friti secondarie ad appendicite per contig uità. R i forrria Me cl., 22 feb. - B. SPARAoio. Diabete mellito sifili.t ico. .4.nnales de j}i éd ., nov. - M .-G. MARINEsco . .A::;sociaz. Parkinson-tabe. - P. RIBIERRE e \T. I>E .• LAVERGNO. Su.p p1urazione da bacilli T. A. B. - I\1:. LABBÉ e al. L a lambliosi intestin.
Indice alfabetico per materie. . P ag . Actino1nicosi primi t iv.a della. pelJe )) .Aperitivi: guerra ,agli - . )) Bibliograiia . • )) OMioro del retto : di.a.gnosi • )) Carcinoma del :pene . • • )) Coleoistografia . Ooledoco: a.na.t omia chi ru::rgioa !della por)) ZÌOID..e iuxtaduoden.ale . . )) Ede mi di origine epiatioa )) Gli-0ma del!' emisfero dest ro• . )) Gr.a nuloma. anulare: etiologia • )) JJinfaJ.llgite J.ocalizzata del viso: cura )) Ma.Ja.ria e sup purazioni . • Matattie infettive : 1nedioazioni antie. . . » mooTagiohe Medicina legale : oomunica.zioni va.rie » Meningite da melitense . . . » Mutilati di guerra,: assistenza protetioa. » Opot&"a.p'.Ì a ovarica . . . . » 1
1296 1241 1294 1237 1285
1292 1291 1292 1296
1290 1296 1240 1240 1295
1239 1243
1296
Pa.r alisi progressiva: 11uovi orienta. menti della terapia . • P ertosse : nuova cur.a. . P ar otite e!Pidemica.: trattamento salvarsa.nico . . . Pneumotorace artif. : p erforazioni pleu1·0-polmonari • . Il.abbia : modi eccezionali a i trasmissione Retto: semiot ica . . . Scarlattina : mainifestazioni ca:rdio-var scola.ri . . . . . Scarl attina : :recidive di - ed eritema desqt1amm.at i vo scarlattiniforme recidiviante . . . Setticemia da « B. perfrigens » . . Sifilide ereditaria: confere11za internazio,n ale . U lcera gastrica perforata: di.a.g:nosi radiologica . . Urina: per evita.rne la disp~rsione V aooino con piooianeo . .
}Jag . 1296
))
1296
»
1240
» »
»
1296 1293 1237
»
1239
>>
»
1277 1238
»
1289
»
1237 1288 1241
n
»
Diritti di proprietà rlaervatl. - É v!etata la riprodurione dt la1Jorl pubblicatt ml POLICLINICO e la pubbl~ d« sunff dt usi sen.a cttame la f<>nu.
Stab. Tipo-Litografico Armani.
V. AsooLI, Red. resp .
'
= IL =-:P:..:O ::.:L =..::: I CL =::.l.:..: N..=.: lC :::.,:O :::.__ _ __ _ _ _ __:C=.. P= A:..:::: G~I.:..: N= A:.._:: D~ E::::I::::'I'~ ' A~M :::.M ~ INI ~S~'I~ 'B~.A~Z~I:==:O:,=: NE ~)_ _ _ _ _ _~SEZ. PRATICA. - F ABC. Jr
:_.- Pubblicazioni interessantissime : · · · Prof. GUGLIELMO BILANCIONI . . ... ~ . ..
Dir~ttore .dell~ R: Clil?-io~
Oto-r1no-lar1ngo1atr1ca d1 Pisa
Manuale di. Oto-Rin·o -Laringoiatria V O L U ME I.· Parte generale. Naso e ca. "V"i1:à à.ri.riesse. INDICE SISTEMATICO DELL'OPERA.: •
Importanza, intenti e confini moderni dell'oto-rino-ùzringologia. PARTE PBIMA: NASO: Sviluppo storico delle conoscenzt di rinologia. - Anatomia e fi1iologia àei naso. - Sviluppo delle cavità na!ali. · Preliminari di anatomia dtl naso. - Preliminari di /ilio-patologia generale ckl naso. - Esame del n<Uo. - Sintomatologia generale: Ostruzione 11asale. Secrezione nasale. Disturbi della par.ola d'l>rigine nasale. Disturbi oculari. Dist.urbi olfattori a gustativi. Anestesia. Iperestesia. Parestesie. Disturbi sell80ria1i. Epitassi. Riflessi nasa.Ji. Tur~ d'ordine endocrino. - PTofila&n. - F014àamenti nella terapia deLie fosse nasali. - PARTE SECONDA: PATOLOGIA DEL NASO: Dermatosi del naso. Anomalie e deformità del naso. - Traumi del naso. - Corpi estranei nel naso. - Riniti: .Rinite aoute. Riniti croniche. - Twmori del naso. - PA.RTE TERZA: SENI O CAVITA AOOESSORIE DEL NASO: Seni frontali. - Seni m.a1cellari. - Seni etmoidali. . Seni . 1/enoidali. - PARTE .QUARTA: l .POFISI CEREBRALE E FARINGEA. - PARTE QUINTA: L'OPERA DEL RINOLOGO NELLA CURA DEJJ,A DACRIOCISTITE PURULENTA CRONIOA.
1NTRODUZIONE. -
tUn volume in-8° di pagg. XVI-524, nitidamente stampato su carta. semiipatinata, con 224 figure, in gran parte origin ~li, intercalate nel testo. - Prezzo I,. & 8. Per gli abbonati al Policlinico sole L. & 2, 7 & •
Prof. GUGLIELMO BILANCIONI, della R. Università di Roma.
'.L A VOCE PA.R LATA E CANTATA ,
NORMALE E PATOLOGICA
•• ••
•• •
Il
•• ••
Guida allo studio della fon etica biologica. (Con 194. figure originali) Prefazione del Prof. SANTE DE SANCTIS, della R. Università di Roma. Un vol11me in-80, di pagg. XII-512: nitidamente stal1llpato su oarta semip.a.t~t3:, con 194 figu.re .ori~nali nel testo e con riuscitissima. illustrazione " Da una formella della Cantoria d1 Luca della Robbia,, sulla copertina. Prezzo L . 35 più le spese postali di spedizione. Per ' i nostri abbonati sole L. 32,90 in porto franco.
Prof. SILVESTRO BAGLIONI Direttore dell'Istituto di Fisiologia Umana nella R. Università di Roma.
E
ELEMENTI FISlOLOGICI DELLA PAROLA E DELLA MUSICA \
Indice dei Capitoli ;
Prefazione. - PARTE PRIMA. UDITO. - Oa.p. I . Il prob!ema f.isi()IJ>6ioolo~. - <Jaa?. II . . Supposto storico dei ooncetti anatomiC'J e fisici - Oap. III. Ls. e.coperta dell organ? del Corti e l a .dott:Jr1rna. di Helmhotz. - Oap, IV. Le indagini peic<>logJcha di o. Stumpf. - Ca.p. V. Indagini estetiche ed etm?log1che. - Caa>. VI: Co~lusio~i e rtas• 1 -;sunto. - PARTE SECONDA. VOCE. - Oap. I. Notizie storiche e .anato~1ohe. - Oap. II. M?vunent1 z:e61>1ratorOa.. Oap. ICT. Movimenti l.a.ringei. - Oa,p. IV. Movimenti del tubo fonatorio. - Oalp. V. Proprnetà &ie~1~he: P1r tolo VI. Voce nasale. - Cap. Vll. Voce nasorS:-le. - .Cap: Vill. 081V·ità. oi:a.li. - Caip. IX. Va.riaz10Il.l d1 .alta~ intensità e durata. dei fenomeni del 1~11guagg10 ord1na.r10. - Oa.p. X. Ser1ttura. alfa?etJoa •. foneti~ e musical~. Cap. XI Ra.i; porti fra la. parola del linguaggio ])arla.to e del oanto. - Ca.p. XII. L avven1i;-e ~ell aLrte musica e~ del oa.nto. Il genere ena.TIDop.ico. -- Oap. XIII. Educazione della voce. - Oa.p. XIV. Conclus1oru. - Letteratura. Indice a nalitioo degli autori.
Un volume in-160, di pagg. XX-467,. con 7~ figure i~teroaJate ·nel .testo, rilegato in tela. Prezzo L . 50, più le spese postali di spedizione. Per i nostri abbonati sole L. 4 6 in porto fra.neo. · Per ottenere quanto sopra , inviare vaglia postale all'editore LUIGI POZZI - Via Sistina, 14 - ROMA
Roma, 20 Settembre 1926
ANNO XXXIII
Fase. 38
fondato dai professori :
GUIDO BACCELLI
FRANCESCO DURANTE •
SEZIONE P.RATICA
REDATTORE CAPO: PROF. VITTORIO ASCOLI . SOMMARIO. Problemi dibattuti : L. Spolver"ni: Nuovi <>nientamenti .a ~posito dell'alimentazione del latita.nteOsservazioni cliniche: A. Sebastiani: 'Dacbioamdùa pa.roseist-iicn curata ·COn la chin.idina per via endovenosa. E. Buzi: Un tC™3o di rian.ima7)ione del onore oolPiniezione intr.a-0air.d.taca di adrenalina. Note e contributi : F . Fa.rodi: Un nuovo segno per la eepJoraziooe de11a funzionalità del dà.aifra.mma. Appar-ecctri e strumenti nuovi : E. M. Poletti: La calotta protettiva •< 1'eg-0 ». Sunti e rassegne : SISTEMA NERVOSO : M. o. DevecSa : La pa.ra.plegia del morbo di Pott. - R. Cru.chet e H. Verger: Le forme basse .dell'e.DJcefal o-mielite ~:iidean .i.ca. VIE RESPIRATORIE: F. Besançon, P. B~a.un e R. Aziauloy: Inddcazion.i. e t.eoniea dell'ole<>thora.x. - MauTer: La fren icectomia nel•l e malattie polmonar.i. - Vaucher e Fath : Alcmni cenni sul meccanismo del ipneumotoraice elettivo.
Cenni bibliografici.
PROBLEMI DIBATTUTI. I STIT UTO DI CLI NICA PEDIATRTCA DELLA R . UN. DI PAVIA.
Nuovi 01·ientamenti a proposito dell'alimentazione del lattante per il prof. L.
SPOLVERINI,
direttore.
NOTA .I.
Tuttl i trattati di Pediatria in gene1~e, e quelli in s·pecie ,che 5i 1ri·fe1isicono all'igiene alimentare €cl alla fi.siologia del sistema digestivo del bambino durante il priimo anno di vita, sono concordi 11el procla1nare 1come regola fond·amentale che al ba1nbj110 prima di 6 mesi non debbano venire c:omm in1f>trati i comuni alimenti farinacei, per.cl1è l'arniùo non potrebbe essere nè digerito nè nssimilnto. E l 'os.5ervazione clinica 11a talora fatto 1·ilevarc che un 'alimentazione amilacea praticata nei prirni mesi Idi vita rappresenta 'Una causa d 1 affezione 1delle vie digestive e id i ·disturbi della nutrizione, che rpuò gi'Ungere fino all'atrepsia. La !i5iologia è inoltre intervenuta a darci 1a spiegaziorie u1 quanto ha sostenuto che l'amilasi (fer1nento che 1serve a trasformare l'a.mido in destrina e questa in maltosio) .sia della saliva e sia 1
Accademie, Società mediche, Congressi : Società Sa.se.a.rese di Scienze Medi.che e Naturali. Ohil'Ul'gi ca della Ro-ma.gna.
Appunti per il medico pratico :
Società Medico-
CASI STICA E TERAPIA: [.,o
stato ti~<>p lastioo o timolinfa.t:iroo. - La gangll'ena da arterite nei di1betici. - Le vie di eommdnistrazione d3ll'insulina. - L'inc>ulina nella cura di iiil>eralimentazione neli non diabetici. - Il ·t rattamento oon m~ suliniar.gluoosio nello u shock 11. Il trattamento del morbo di Addison. - SEMEJOTJCA : La reamon1e di .Bu6caino nelle urine. - POSTA DEGLI ABBONATI. - VARIA· Politica sanitaria e giurisprudenza: G. Sel.v.a.ggi: Controve1"8ie gi uridiohe. Nella vita professionale: La battag,l ia del fa.rmaico. Amministrazione sanitaria. : Riun·ione diel Consiglio Superiore di Sanità. - Cronaca. del movimento professionale. - Concorsi. - Nomd1De iprom<>zioni ed on<>rifice~. ·
Notizie diver$e· Rassegna della stamva tnedica. Indice alfabetioo fler materie.
del succo pancreatico, pure comparen1do &'lllbito dopo la nascita, verso il 30 e 40 mese di vita è ancora poco attiva .e soltanto verso il 6° mese acquista un evidente potere id i liquefare .e saiccaTiferare la zup~a di amido. A conferma poi di tale asserto si tSuole citare il fatto che la natura mentre ha me&so nel latte le sostanze al1buminoid1 ed i grassi sotto forma insolubile (cioè allo stesso n1odo ·di come li trova l'adulto nei ·vari alimenti) e da dovere perciò subire il pTocesso di digestione completa })rima di essere a5sorbiti, soltanto per le sostanze idrocarbonate ha fatto eccezione in quanto esse nel latte si trovano non solo sotto .forma solubile, ma già digerite (zucchero) e pronte per l'assorbimento. Orbene questo modo di vedere co5ì sem'Plicista e che a iprima vista appare logico e convincente, è sembrato a noi che dovesse invece venire accolto con molta rìserva: e ciò per molteplici ragionj. Avanti tutto il fatto che nel latte gli idrati dt carbonio si trovino 5otto forma speciale di disar caridi (lattosio) e non di polisaccaridi (amidoctcstrina), come abitualmente av,'iene in natura, non p11ò avere alcun valore pr.obatorio; giacchè, a parte il re5to, sarebbe pressochè impos'-ibile il concepire ~r quale via l'organismo animale
1310
IL POLICLINICO
[ANNO
~VTebbe
XXXIII, FASC.
~}
potuto immettere nel latte da esso pro~ a<! ora nessuno dimostrato o saggiato il limite ·dotto idrati di ·carbonio sotto forma di amidacei, fisiolo gico di tolleranza delle sostanze farinacee di cui l'organilsmo stesso è costantemente privo. nei vari periodi di vita del lattante. mentre che inviece iè abbondantemente dotato di Pel resto a prescindere dal fatto che troppo zucchero, di sostanze proteiche e di graSISO; &enza. numeroso è in r ealtà il numero di lattanti tolletenere conto dell'im'Possibiliià, non fosse altro che ranti gli amidacei per poterli considerare alla m~ccanilca, della !fuoriuscita attraYerso il carpez8tregua di un fatto d·i eccezione, osservazioni più 7.0lÒ 'Cli u11 latte ooe contenesse in •S05pensione o meno recenti -condotte specialmente in Germa.sostanze amidacee. nia ed in Italia sull'uso delle pappe burro..;farinose I noltre l'avere coI11Stataio che l'amilasi apparb ad olieo-farinose, meooolate a latte vaccino nel. nella saliva e nel pancreas ldeJ bambino subit~ l'alimentazione artificiaJe d-el bambino, avevant> dopo i primi giorni di vtta ed il sostenere poi, clinicamente confermato che tali bambini anche come dicono i trattati, che tale fermento si rende d11rante i tprim·i me&i di vita potevano per un cerk> attivo al ::J0 -4° mese, ed in maniera evidente solo tempo (1-2 mesi) bene tollerare e digerire le soal G0 mese per dedurne quin1di regole 'Pratiche pelstanze amidacee somministrate in quantità in via l'alimentazione, ci sembra una conclusione per ordinaria non ieerto a:ccentuata. lo meno azzardata. Giacchlè, ammesso pure per l\1a vi •h a di più: l'esperienza clinica ha lumr. sicuramente -O.imo strato ohe .t ale fermento amilonosamente provato che per tare scomparire talu~ litico, henchè presente, non sia attivo nei primi forme -di dispepsia, anche aooompagnate da scamiesi di vita, potrebbe que&to ritenersi piuttosto riiche frequenti, sia. negli .allattati al &e110 e molto q11ale conseguenza del fatto che esso non 'rie.ne 1Più in quelli allattati artifi-cialm€11te nonostante ' stimolato nè nella produzione nè nella utiJizLatutte le regole igieniche, e l'uso dei più svarlatt zione dell'alimento abituale in.tradotto (latte) data digestivi ed accol'gimenti <li tecnica alimentart-, ]'assenza in esso di sostanze amidacee; a ditreoc·coTre fare appello all'uso degli idrati di carborenza di quanto invece isi vel'i.rfica pel fermento nio sotto. forma 1di farinacei, giacchè le farine diastasate (che spesso giovamo a prevenire tali tripsinjco e liipolitico data la presenza in esso •delle disturbi ed a corregg.ere i più leggeri o quelli sosta11ze proteiche e dei gra:ssi. Ed in vero riesce a.1l'inizio) in q11esti ca5i non -corrispondono nella per lo meno inesiplica>bile il fatto che la ghianpratica ed anzi talora p.e ggiorano le funzioni dola pancreatica - c.h e nel suo compiesso funziogastro-inte.s.tinali, aumentantdo la peristalsi ed tl nante segrega normalmente i tre fermenti noti nt1mero delle scariche. (amiloliti-co, tr·ipsinico e 1ipo.litico) senza che nessuno abbia mai potuto sta·b ilire con pTecisione 1 P. noto difatti che molti ìbam1bini affetti da diat~si essu.dativa e ida form-e eczematose più o men<> quale parte della ghian·d ola segreghi in realtà estese, anche se ad allattamento naturale, Tiescociaiscuno di questi .fermenti, 1dovendo ritenersi la no a migliorare soltanto 1quan1do !anno uso dt triplice !funzione inerente alla ghiandola in toto farinacei jnsieme al latte; allo stesso modo chi? f.Per 11n certo periodo rctella vita Sii debba invece coloro che presentano intolleranza - sotto varie limitare a segregare solo •due dei suoi tre prodotti abitt1ali n1Ll'e .f unzionando normalmente nel suo torme - per latte vaiccino riescono a sopportar1u ~ digerirlo se mescolato con sostanze amidacee. comrplesso ghiandolare. Infine l'·u so di tali so5tanze nella diarrea 1T1 D,altra parte - senza entrare nel campo della specie dei bambini anche rpiocoli risale ai tempi patologia -di cui ci occurperemo appresso - l•eaperj enza popolare idi secoli aveva già molte ,,olte idi l'P1J)ocrate, e l'esperienza ulteriore non ha !atto altro che con.f ermarlo. Dai più si ritiene che dimostrato che taluni lattantj possono anche dil'azione benefiiea sia dovuta al fatto che gli amigerire le pappe (farinacei ) fin dai primi mesi di darc~i ostacolino lo sviluppo dei germi proteolitici vita e perfino tollerare l,e.llattamento artificiale o idells. putrefazione, in quanto che i germi acidoesegi.lito con le com·n ni rfarine lattee (e non con • fili o 5accarolitici, agendo sullo zucchero (derivato quelle maltizzate o diastasate) che contengono quantità ·di amido talora notevole. A giu&tificare 1è·eJl'ami. do), producono acido lattico, o quanto 1neno aci1d ificano l'ambiente e purificano l'intetale constatazione si ad·duceva il motivo che sistino. mili casi dovevano rientrare nell'eccezione, menTale spiegazione così 5emplicista, sebbene 11 tre che la r egola generale era rappresentata dal fatto dell'acidificazione sia vero, va accolto con !atto inverso, tanto è ' 'ero che ai clinici occorriserva. Difatti Vi sono diarree ove non vi è reva ogni tanto osservare lattanti affetti da dip•utrefazione, come in talune forme ~ispeptiche sturbi della nutrizione più o meno pronunciati in dei lattanti al seno, e che pure ritragg-0no van· conseguenza dell'uso precoce di farine. tagglo dai farinacei. come abbiamo potuto osserMa veramente a noi IJ)are sarebbe più logico il vare nelle nostre ricerche. pensare che tali affezioni più ·c he dall'uso, ~ossero Eppoi perchè somministrando lo zucchero noa !orse state provocate dall'abuso, non avendo finu 1
1
1
1
1
I
1
1
1
\
{AmlO XXXllI, F ASC. 38]
SEZIONE PRATICA
si dovrebbe allora ottenere lo ste&So eftfetto dal momento che i germi saccarolifici non atta.ccano l'amido ma lo zucchero da questo derivato, mentre che invece è noto -che il glucosio ed il lattosio aumentano la dianrea? ~ 1 difficjle dare una 51Piegazione esatta del fenoroeno, anche tenendo presente le ricerobe 0i questi n11imi anni tendenti a dimostrare l'influenza notevole ct1e gli idrati di carbonio esercitano sulla digestione e sulla utilizzazione tanto delle sostanze proteiche quanto •dei grassi. Comnn1q ue è ·c erto che i farinacei cotti sono so~tanze. di più facile digestione ed assimilazione a con11'onto dei grassi e degli albuminoidi: e&sa si inizia •già ieotla saliva, oon l'amido quindi si otti-E>ne ·u n riposo dell'intesti.no. Inoltre l'ami'<io e '1Jello tra i v;ari principi alimentari che dà Juogo a meno rprodotti tossici ed iITitanti, e quindi riesce calmane 1del1l'intestino, attenua i suoi movimenti peristaltici e diminui~'Ce le sue &eerezioni • esagerate. Oroen e non ostante tutti questi dati di fatto in1dtooutibi]i, a paTte anooe le ragioni ~ienti~icbe avanti aooennate e militanti in fa'Vore dell'uso dei farinacei anche nei 1p iccoli soggetti, resta ancora qi1ale canone indiscusso e quale regola genera~e il precetto di non somministrare sostanze amidacee ai 'bambini al 1disotto idi 6 mesi. )'anto è vero che lo stesso MaTifan, nel suo recente e così oom. pleto trattato su11•a1lattamento, dichiara esplicitamente che aflfinchè si possano f asre tollera.re le decozioni di amii·do ai. bambini al disotto di questa età nei casi i.n -cui è neces.5ario ricorrervi (malattie delle vie tdigestive, disturb~ della nutrizione, intolleranza per il latte, speci.e v.accino) occorre che tali decozioni: a) contengano ipochissimo amido; b) ·siano ·date sotto forma speciale (hrodo ·di legumi, zup1p e maltosa,te); e) per un bTeve periodo di tempo (15 giorni) . E c1ò non ostante, osserva Marfan, i bambini al disotto di 6 me51 talune vo'lte non le tollerano e la tdiarrea si ag. grava. Ma un simile tatto può occorrere di osservaxlo anche nei bam·b ini più grandi, giaicchtè noi dobbiamo pensare che in queste circostanze si tratta di sogg.etti malati proprio nel sistema digeTen te, il qua,le necessariamente deve presenta:nsi deficiente nel suo funzionamento , anche se non si 'rtiole tenere 1p resente il fatto che talora le farine somministrate potevano essere o in quantità ec-cessiva o aicci•dentalmente quelle meno indicate nel caso 15pecilfico. Orbene tutto ciò non avrebbe nulla a che fare coll'età del •b ambino. Difatti in base appunto a questo principio do . minante gli scienziati hanno dapprima consigliato e gli industriali hanno poi messo in commercio 1 più svariati tipi di farine, da quelle completamente diastasate alle innumerevoli amido diastasate, allo scopo di poterle impunemente isommini•
'
,
1311
sfrare ai bambini ai1c1e di tenera età. E nei casi di •diarrea nei bambini. anche dei primi mesi di vita non poten-Oo fa.re appello alle tarine compl~ tamente diaista$ate, pei motivi avanti detti, si e pensato di ricorrere alle zuppe maloosate e destrihizzate, aidoperando restratto di orzo contenente l'amilasi a.ttiva. Ma TeITien, di fronte ai riraultati a,ssai contraJdittori, ba potruto dimostrare che affinchè queste producano l 'ef1'etto d.esi derato di guarire i disturbi intestinaJ.i occorre che il pro· cesso di 1d igestione esercitato dall'amilais.i sulle fatin,e sia limitato al primo stadio cioè alla sem~ plice liquefazione dell'ami!do, rendendolo ~ieè rSOlubile, vale a ·dire al processo di preparazione. Giacchè se si StPinge a quello 'l'.11teriore .e cioè di vera digestione o trasformazione dell'amido in destrina eppoi in maltosio, l'azione invece di es$ere benefica ·diventa nociva in quanto i disturbi intestinali spesso si aggravano. Quinèi anche somministTando le cositdette zuppe maltosate col miraggio di dare al lattante llna farina che non contenga più amido ma questo già tra.sformato ed in parte dil;erito, in realtà, se si ·vuole ottenerb1'effetto benefi,co, occorre che la digesti<t>ne dell'amido non 5ia av,renuta, ma che essa Bi verifichi invece nell'organo digestivo del pi~eolo sog-.. getto. :B 1ogico pertanto .conclutlere ché il p1·incipio fisi olo.gico tuttora ·dominante ed indiscusso in fatto rcli digeri·b i!ità del.l'amido da parte de1 lattante meritava di essere accolto con ogni ri1s€rva, e di veni1'e i.nvece meglio 5tudiato per metterl• in rap,p orto con le molteplici osservazioni cliniche da esso discordanti e per cercare di illustrare le eccezioni a tale regola, ohe si riscontrano così ni1mexose. Una tale questione del resto è di tale importanza pei cultori della Pediatria dal punt<> • di vista sia 5cientifico e sia pratico, ohe veramente p11ò e deve recare meraviglia il fatto che ancora non sia stata delucidata, forse perchè si riteneva già risolta in considerazione 1del pTinci1pio assiomatico, accettato da tutti, della indigeribilità dei .farinacei <ia parte del tenero lattante. Abbiamo creduto pertanto opportuno approlfondire l'argomento tanto ipiù che per fortunata combinazione ci trovavamo in adatte condizioni di e51Perin1ento. aven do a disposizione O'ltre la clinica anche il Brefotrofio. Da qui la po51Sibilità di !are ricerche su 'l attanti sani, condizione questa indi• spensabile per risolvere il problema e per ottenere tisultati attendibili, trovandoci al riparo da una del'le cause di errore tra le più graYi. Gia~ chè le iricercbe che si eseguono nella clinica vertono sempre sopra soggetti più o meno gra,·~ mente malati e talora proprio a carico del t11bo dìgerente .e perciò solo portanti fi110 dall'origine una nota di grave incertezza per riguardo ai risultati finali. · 1
1
1312
IL POLICLINICO
r.e ricercl1e lunghe. pazienti e minuziose ese-
bilità e ùi assorbimento .Qell'amiodo per rapporto guite per circa due armi insieme al mio va:lente aill'età, al peso ed allo stato di salute del piccolo ainto dott. Bentivoglio su molti bamì>ini sani da lattante. 4 giorni di vita in ipoi - ivi compresi'ri anche Non posso in questa breve nota dilungarmi ad qualche soggetto prematuro - nonchè su soggetti e51porre e ad illustrare i vari dettagli di tecnica 3.tffetti da disturbi della nutrizione ed in ' 'ario tanto scientifici che pratici da noi atdoperati, nè modo allattati hanno avuto come campo di espe- ~escrivere minutamente le varie esperienze eserimento gli idrati di carbonio sotto vaTie forme. guite. Ciò sarà quanto prima fatto in pubblica..\bbiamo cioè studiato : zioni scientirfi.che aJd. opera specialmente del mio 1) in un prirrw tempo: aiuto dott. Bentivoglio. ·Mi limiterò ora ad accenLa di·g eribilità e 1'alS5orbimento ·degli zu·ocher1 nare solo altl e osservazioni più importanti in .5\I)e<lattosio, glucosio, levulosio, saccarosio, maltosio) cie dal punto di vista pratico. e delle farine .completamente diaistasate, ti'PO Mel!Innanzi tutto abbiamo potuto ottenere la dimol!n, confrontandolo con quel~o òelle ·varie i'arine strazione sia scientifica e &ia pratica del fatto sia am,i1do diastasate (Kutfeke, Alimento Antolin1 che i bambini sani anche a soli 4 giorni di vita n. 2, FaTi na lattea tipo .Erba) e sia naturali (fa- possono in via generale bene digerire ed utilizrina di· ri•so. grr-ano, granotureo). zare per un periodo di teffiJI>o indeterminato le A tale 5copo iè 1stato studiato nel lattante. sano, sostanze amidacee cotte (sotto foima di pappe) e •p er un lungo periodo di tempo (2-3 mesi), il insieme al latte sommini1strato, non solo senza ricom'Portamento : a) della curva glicemica nel san- ~"entirne 4'lcun 1diistuvbo apprezzabile clinicame.ate, g-ui:> eseguendo oltre cento ricercl1e, b ) 1dell'amido ma continuando invece ·a. svilupparsi regolarnelle feci con le reazioni maicro- e mi croscopiche. mente. Il fattore indispensabi·l e più importante perchè e) dello stato generale di nutrizione, Idi acccresciciò si verilfichi è dato più 1che dailla qualità (farine mento e ·dell'aspetto macroscopico delle feci; met. tendo •b eninteso a confronto tra loro tutte queste ami.dacee leg,gere) dall'elemento « quantità ,, ; in quanto l'e&perimento ci ha costantemente pro· ' 'arie ricerche 1sia perchè si completassero a VI cenda -e i:,ia per vedere 1se concorda''ano oppure vato che se si sorpassa un dato limite - variase :pr~sentavano fatti ~discordanti, al fine di poter bìle a seconda dell'età. •deil. peso e 1d-ello stato di trarre conclU1sioni veramente · atten·difbili. Giaochè salute del bambino - si riscontra nelle feci la ad alcune esperienze anteriori, ad es.,· quelle di pre.senz·a 1ai amido indigerito. Una tale constataHeubner e Cantus p-raticate su lattanti di 2-3 mesi zione lnngi dall'infiTmare il rprinCiipiO della dimO, <:!i vita, venne fatta la giusta obbiezione che esse strata digeriblità ed utilizzazione di sostanze aminon erano probatorie, pel'ohè limitate a soli 8-10 •dacee ·da parte 1del lattante '.fino dai primi giorni giorni ed alla rSola ricerca dell'ami1do nelle !feci, di vita, ne rappresenta invece una controprova, amido che poteva esser.e stato trasformato in eri- in quanto rientra nel campo delle eccezioni da, trode5trina e maltosio anche per azione dei batteri. . momento che era110 state ·sorpassate le norme, dici amo cosi. fisiologiche, •di tolleTanza. et) in i1.n secondo tempo: Del resto un simile if atto. occorre •dl osservare Identiche ricerche abbiamo praticate anche Sll lattanti di varia età ad allattamento sia naturale continuamente nella pratica pediatrica, anche durante l'allattamento naturale, 1per eccesso di gra5rhe artLficiale e presentanti disturbi della nutrizìone (di.sipepsia accentuata per latte igire,re, intol- ~o o di isostanze albuminoidee, allorchè il bambino lera. nza per latte vaocino) per studiare in qu esti presenta 1disturbi più o meno giravi in r elazione speciali ,sog.getti non solo il graido rdi digeribilità all'età €d al genere di allattamento. Orbene non e di a5similazione degli idrati di carbonio in r3>p- csta.nte questo inconveniente nessuno ha mai du11orto alle sue vane forme, ma anche per consta- bitato della pos&ibilità da parte del bambino di ta.rne i l probabile effetto curativo , ovvero anche òjgerire ed asffimilare tali sostanze nutritiYet Ed invero le nostre ricerche ci hanno ldimost rato 11n possibile 1danno. No.tl1ralmente oltre della qualità è stato tenuto che anche per le soi:;tanze amidacee, al pari degli altri componenti alin1entari, il limite 1nnssimo in grande conto anche il fattore (( quantità» di idrati di cavbonio somministrati, essendo questo. ·di tollPranza ,,aria iper molteplici cause: mi licome abbiamo potuto constatare, un elemento im- miterò pel momento a riferire che ad esempio in un bambino sano del peso medio di 3 chHi esso iportantisgimo ed anzi di grado preminente sull'altro cc qualità ,, per fare variare i ri5ultati, e oscilla, dltrante il primo mese di vita, inforno ai 10-12 gr. di 1polvere di amido pro die (2 gr. tale da •darci la spiegazione di alcuni fatti con.circa di farina per pasto colla quale si d eve trn·d ittorì Os.5ervati dai vari autori. Onde è che con moltdplici tentativi ci siamo confezionare la pappa ) : qua11tità tutt'altro che in' dovuti mettere alla ricerca, tutt'altro che facile e differente sia in . è ste~sa e sia in relazione agli altri componenti del latte. hreYe, dcl limite massimo di tolleranza di digert . 1
1
1
1
1
1
1
1
1
•
[ANNO XXXIII, F ASC. 38}
1
•
•
[A~NO
XXXILI, FASC. 38]
1311
SEZIONE PRATICA
Le indagini eseguite, e specialmente lo studio
del comrportamento del1a 1curva glicemica nel sangue dei bambini nutriti con le vrurie farine avant1 accennate, ci hanno dimostrato ·che 'daJ. punto di vista rdella ·digeribilità ed assorbimento dell'amid.:> introdotto non vi è ·ditferenza, almeno apprezza.. bile, tra le ·comuni farine amido-diastasate e le naturali farine a1niidaicee (.cioiè senza alcun pre'·entivo trattamento) ·del corrunercio. Un tale riisultato che a prima vista pruò arrecare meraviglia, trova invece ila sua spiegazione sia nel fatto icllre l'organi·s mo del ·b ambino è dotato del 1p otere id i di·g estione dell'ami do, e sia che que.. sto, ,,enendo rper r egola 5ommanistrato bene cotto, ha per ciò ·già 1subito in precedenza un pri.ncipio di diastasizzazione. Se ne dovrebbe quindi trarre la con1seguenza ultima che dal punto di vista scientifico (cioè 1del motivo per cui esse vengono preparate) e p·r atico (pr.esunta facilità di '<iigest) one da rparte del ·b ambino) ta:li preparazioni industTiali 1dovrebbero essere ritenute inutili; qt1anòo non riescano ·dannose, in quanto •dotate - a seconda dei vari autori - o di virtù terapeutich& imma:ginarie per sostanze aggiunte, o di proprietà Stpeisso fantastic·he, o di nocive correzioni organoJ.etttche per ren·derle più a:ccette (ad es. il cacao, ta.nto dannoso per la .sua riochezza in grasso, aicido ossalico e theo~romina), &enza contare ohe nella maggior parte dei caisi non coITisponldono nei cairatteri esseBziali a quanto viené con una certa ·leggerezza reclamisti'ca scritto suOle etichette. :\ proposito pertanto di sim.ili farine sarà sempre utile tenere presente che in linea generale naturalmente ogni regola ha la 5Ua eccezione quelle chte' nella pratica pediatrica corrispon'Clono n1e~l)o, e quindi da preferi1~si, sono le. più sem. plici e le più naturali, senza contare che sono anche le più economiche! D'altro canto stu'<iiarrdo e confrontando il com1p ortamento della cu.r va glicem.ica sia tra i vari zuccheri presi in esame e sia tra questi e le va·rie farin e (diasta5ate, amido . .dia tasate e naturali) abbiamo rpot11to :fare delle coniStatazioni di un certo interesse. Innanzi tutto a:bbiamo osservato che, come era del resto· prevedibile, l'a:ssorbimento deg·l i idirati di carbonio da parte dell'organismo del lattante sotto forma idi zuchero è assai più raipi·d<> di quello delle farine in genere. L'acme cioè della eurva glicemica 5i raggiunge con rapidità, n1a con altret. tanta rapidità essa decresce coll 't1so degli zuccheri; mentre che dopo la sommini "trazione dt fa·rine: a) se queste erano completamente diastasate (tipo ~1ellin) la .curva di asso1'-bimento tende a farsi quasi identica a quella degli zt1ccheri; 1
1
1
b) 5e invece erano o amido diwstaisate o na·
turrali semplici in entrambi i casi la curva glicemica dimostra ohe l'assorbimento dell'amiòo introdotto, pure verificandos.1 in mordo completo, raiggiunge però il culmine p,iù lentamente (sebbene in mado sempre abbastanza sollecito), ed allo stesso modo tPiù lentamente discende. Constatazione questa che oltre il trovare la s ua ra.zrionale spiegazione nei dati fisio·logici relativi alla digestione dell'ami!do, dimostra la grande utilità dal punto di vista pratico di somministrare, in specie in talune condizioni morbose, gli idrati di carbonio •sotto f or.m a di sostanze amidacee. Ed in vero osservando il comportamento della curva glicemica dei vari zuccheri somministJratl li.suita evidente il fatto che il lattosio tra tutti è quello che impiega rpiù te~'Po :per venire a;ssorbito; .ciò che <Umostra anche che è neces58Jrio pii1 tempo p er la sua digestione; quasi che anche la natura a•b bia ,,oluto provvedere in mo1do, che dovendo mettere gli idrati di carbonio nel latte sotto forma di zucchero , questo fosse almeno uno di quelli che richiede più temrpo per la digestione e CJllin·d i per l'assorbimento. Il secondo gìl'uppo di ricerche eseguito 5U bam" bini ad allattamento sia naturale che artificiale e presentanti disturbi in grado diverso ldella nutrizione , .ci ha confermato in via ·g enerale i risultati avanti descritti ed ottenuti sui bambini san1, salvo alcune variazioni sulla quantità di ami1do ·da somministrarsi; del resto necessarie ~d evitdenti dopo quanto so1p ra abbiamo esposto. l\fa quel che più interessa dal punto d'1 vista pratico si è dhe i lattanti ai quali veniva data . la giusta razione di sostan:re a;,mi1dacee insieme a1 latte sia materno e &ia di vacca non solo non risentivano alcun danno , ma guarivano dei d1st11rbi dtspeptici, talora anche abbastanza aocen .. tl1ati: là dove cioè avevano in precedenza !fallito tutti gli accor.gimenti di tecn.i.ca relativi all'igiene alimentaire ed i vari medicamenti, compresi i più 5,·ariati et1peptici. E tali confortanti ~isultati ci è stato possibile riscontrare in bambini ancl1e subito dopo le prime settimane di vtta, nutr)ti ad e5cm;pio con latte •di donna troppo ri~co in grasso od in sostanze albuminoildi; ciò che è facil e ,·erificarsi nelle madri-nutrici del Brefotrofio, forse a causa del 'ritto e della vita speciale a ct1i sono tenute. Oltre a ciò coll'aiuto oculato e razionale dt questi farinacei aibbiamo potuto procedere, be11e intPso nei casi di assoluta necessità, all'allattamento artificiale con maggiore tranq1Jillità e migliori ·g aranzie &ia aidoperanido latte .fresco (cl1e, q11ando è possibile averlo buono, è sempre preferibile) sia latte in polvere. Raramente, e comu11QL1e solo in via transitoria sia.mo ricorsi all'u:,o 1
•
1314
IL POLICI.INIGO
esclusivo delle comuni farine lattee (Erba, Paga. nini-Villani, Nestlée) giacchè, non ostante la réclan1e e l'etichetta di farine. amido-diastasate esse ' dl in realtà contengono una eccessiva quantità :amido, irrCa!paCe, secondo le nostre minuziose ri-Oerche, aJd essere digerito dai lattanti durante 1 ..:primi mesi di vita. Da ultin10 è utile riiehiamare l'attenzione sul fatto ohe tra le sostanze ami1dacee nauirali che ci hanno m eglio corrispo5to - in tSpecie nei lattanti con distu1~bi intestinali - i.sia daJ punto di vista di·g estivo che terapeutico va messa in prima linea la farina di riso. Ciò ~ giustifi'c ato dal fatto della sua composizione, in quanto chè es5a è assai povera in materie azotate (6.40 %) ed in gra;sso (O 43 %) mentre è ricca i.n ird rati idi carbonio (78.10 %) ; a di:fferenza della farina id i grano e di oTzo che conten·g ono 1/3 di più di sostanze azotate ed il •doppio od il triplo di .gTasso, e di quella di avena o .g ranturco con una 1perce·n tuaJe del 14 % di sostanze azotate e del 6 %-4 % di sostanze 1
[ .~N~O
XXX.II I, F ASC. 38]
OSSERVAZIONI CLINICHE. POLICLlNICO UMBERTO I . RtlMA IX PADIGLIONE 1(11retto dal prof. G. BASTIANELLI. OSPEDALE AL
Tachica1·dia parossistica curata con la chi· nidina per via endovenosa. Dott. _i\.NTONIO SEBASTIANI, aiuto e docente.
1
I
1
gra~e .
Da questa esposizione delle ricer.dhe eseguite nella noitra clinica è risu·ltato pertanto che l'aml· do può essere bene digerito 0d assonbi.t o Id.ai lattanti sani anche dopo le prime settimane di vita puTchè contenuto nei limiti prescritti; e per con~ 5-eguenza rimane dimostrata la _completa funzionalità della g.hiandola 1p ancreatica in toto fino dai primi te111pi della vita. Resta inoltre stabilito che le sostanze amidacee non solo non arrecano danno, '3empre se giustamente proporzionate, ma invece riescono utili e talora in·dispensabili 1Per guarire alcuni disturbi della nutrizione, che con 11na certa frequenza si sogliono presentare nei lattanti. Con ciò non si ha alcuna intenzione di proporre nella pratica la nutrizione dei lattanti a mezzo di farinacei o in modo prevalente, o peggio in modo ecees•s ivo, giaochè il danno sarebbe evidentissimo. Si •ratta solo Idi correggere o per meglio dire rettificare i concetti fondamentali, fino ad ora ritenutJi sicuri ed indiscutibili, relativi alla digeribilità ed assorbimento degli amidacèi da paa-te . dei lattanti ·durante i primi mesi di vita. Rettifica che, come wbiamo veduto ha importanza s.cientitJea, ma - in modo i)Teponderante - pratica ed in si>ec1e terapeutica. Tutto questo a noi pare che debba condurre ad un nuovo orientamento a proposito dell'alimentazione del lattante; tanto più se unito all'altra questione, ~he s&bbene recente è pure già assai intere~sante, della utilità ciOè della 5omministrazione di alimenti irradiati (raggi ultra violetti), e di cui Ancl1e cl stiamo occupando, e sui quali riferiremo in una. seconda nota. Pavia, luglio 19'UJ 1
•
La tacl1icardia cparos5istica non è un disturbo frequente, ma è specialmente importante p erchè molto spesso ci troviamo di tfronte a:d esso senza alcnn sussidio terapeutico. Si aggiunga che, se molte volte e5so idura poche ore o anche ~ochi minuti, in altri casi può persistere per più di un giorno; e ·Che se alcuni sog.g etti -lo sorp~ortano di~retamente bene, tanto da poter anche venire alla .consultazione al gabinetto •del medieo, in altri i disturl>i subiettivi e ·i segni nsici che 5i accompagnano alla enorme frequenza del cuore pos• sono raiggiungere un ·g rado impressionante. E vero che, talvolta il sog'getto stesso è riu&cito a trovare il modo di far cessare la crisi: per es. con l'ingestione di ·Un grosso bolo alimentare, con una forte inspirazione, col chinarsi in avanti, piceoli mezzi empirici a cui, a volta a volta, il malato ricolTe. Confesso che nei casi di tachicardja parossistica che sono venuti sotto la mia osservazione nes&uno ·di tali mezzi è riuscito efficace; come 'Pure non mi è mai riuscito di far ce~* sare un attacco tcon la c~ressione del vago al collo, manovra che è consigliata da molti autorevoli osservatori: è probabile che ciò dipenda dal fatto che i casi 5Uddetti si riferiscano a crisi brevi, e, diciamo così, estremamente labili, mentre in qt1el1i ·di l'unga durata, quando il nuovo ritmo si è stabilito, è difficile vincerlo. E vero inoltre, ciò che è molto più importante, eh-e nella grande maggioranza idei casi la criisi, breve o lunga che g]a, finisce col -cedere spontaneamente, e non lascia dietro sè che una spossatezza •g enerale e l'incubo delle ore vi~ute in quelle condizioni, e la paura .c he esse non abbiano a ripresentarsi. Ma non è men vero che, sebbene eccezionalmente, la crisi può terminare con la morte, e che in ogni caso il 'Problema teraspeutico, di fronte a soggetti in que&te condizioni, si iilllI>one. ·Non è qui 11 caso di esporre, anche in breve, la. patologia deJ.la tachicardia parossistica: ~sa può trovarsi facilmente nei numerosi trattati generali e speciali sulle malattie di cuore e sulle aritmie cardiache. Ma mi sembra valga la pena di ri1erire un caso che è ~orso alla nostra osservazione. 1perr h è es.50 ci fece sorgere l'idea e ci permi ~e l' applicazione di un metodo di cura -che credo non sia mai stato adoperato; e ciò specialmente dato quan-
•
JANNO XXXI11,
FA....~. ~]
SEZIONE PRAT1C!
t<> a;b biamo 50pra accennato rispetto al quasi generale insuccesso. della terapia. E vengo senz'altro alla descrizione del caso e alla indicazione della cura tentata. L. C., donna. di casa, 1
a. 38, maritata: due figli.
non a borti. Non reumatismo, nè corea, nè tonsillite; n-0n malattie veneree. 1Nel 1911, durante la prima gravidanza, è colta a digiuno da torti crampt allo stoma1co che cessano solo dopo una iniezione di morfina. Qu~sti 1dist·u rbi si ri()eteron.o varie volte con la ste&sa intensità. 1Non mai v;omito nè eruttazioni aicide. Nel 19'20, incinta a.1 secondo mese, 1compaiono iper la prima volta, senza caiusa app1rezzabile, palpitazioni molto forti e frequentis· sime, accom'Pagnate da dolore all'epigastrio, tale da togliere il re·spiro Il distul'bo durò 2-3 ore; poi bene. Ma si è r~petuto di tanto in tanto, &empre con iniiio e terminazione bruschi. Nel ~rimo semestre del 1925 gli atta'Cchi sono stati più frequenti (all'incirca ogni due mesi, quasi sempre in cotnctdenza co·l periodo mestruale) e più lunghi ('fino .a 96 ore); la la'sciano assai spossata. Spesso, drurante l'attacco, vomito. 12 luglio 1925. Nella notte si sveglia improvv'lsamente in rpreda a uno di questi attacchi : le palpitazioni. continuarono tutto il giorno successivo con wmito .freiquent:iJssimo, li1potimio, sudore freddo. In un elett>rocal'idi·o gramma e5eguito amb•u latoriamente ~otemmo ricono·scere un attacco di taehica~dia parossistica di tipo atrio-ventricolare. 14 luglio 1005: entra in Osrpedç.le in queste condizioni : stato grave, pal·lore pro1'ondo con lieve cianosi delle labbra, periodi di a;gitazione e tremore alternati a periodi di a>Stenia e depressione, di tanto in tanto vomito biliare. Respiro frequente e superficiale. Azione ~a~diaca frequentissima, regolare: f1requenza, mis·u rata · guJ!l'elettrocardiogramma, 240 a.I m'. Si somministrano ·due cartine •d i solfato di chi11idina, da cgm. 60 !'.u na alle 14.30 e .alle 17; e alle 19 si 1prati.ca una iniezione endovenosa di gm. 0.5t di chinino. Alle 21 l'attaoco tei:mina bruscamente. L'inferma &i sente assai spossata; i•l polso è a 88. Complessivamente l'aocesso è durato 42 ore. Nei giorni succes&ivi la paz. si va rimettendo Tap1damente. L'esame obiettivo non rivela nulla di anormale; anche l'elettrocardiogramma eseguito all'infuori dell'accesso è perfettamente normale. Esce da:l reparto in buone condizioni il 19 luglio. e prob~bile, ma non è certo, che la terminazione dell'attacco s]a dovuta alla chinidina: eviden1emente per .questa pl'ima prova nulla fa escludere ohe l'attacco sarebbe .cessato anche spontaneamente. Non crediamo invece che rpossa aver influito la iniezione di c·h inino perchlè il farmaco dato per via en'd ovenosa avrebbe dovuto produ•r re un effetto imme'diato, .come ha agito nelle mani di Singer e Winterberg (vedi appresso), e .come a not stessi }la risposto, come diremo, la chinidina. 1
1315
sinto1ni di malessere, affanno, nausea. Pre&i subito cgm. 40 di chini1dina ivennero vomitati; poco dopo ne prese runa secorrda dose. In tutta la giorqata stette discretamente bene, tanto che i parenti credettero cessato l'attacco; ma alle prime ore del mattino del 27 a:gosto riavvertiva di nuovo assai intensa la tachicardia e inoltre due o tre volte ca·deva in lipotimia. 1P rende altra dose di 0.4-0 di chinidina e alle 11 viene 1portata in Ospedale. Al· l'ingresso si presenta in condizioni abba&tanza gravi: dispn ea e cianosi modica; di tanto in tanto perde la coscienza per 15-20 m', poi risollevata da iniezioni eccitanti. Il ciuore però non è ingrandito e il polso, al'l 'infuori ·d ei periodi di lipotimia, di· scretamente valitd<>, per quanto frequentis&imo (vedi ~ppresso) . Nausea e conati di vomito. Non ingrandimen to del fegato; non edemi. Durante la 1
1
1
* ** In segt1ito l'inferma stette bene. Fece cure ricostituenti e prese tutti i giorni un infuso di ohina. 26 ago&to 1925. Alle ore 3 circa scoppia bruscamente (in coincidenza con :p eriodo mestruale) una nuova cri1Si di tachicardia iparossistica, con i soliti
• •
FIG.
1.
FIG. 2 Elettroca~diogrammi
in I Derivazione, Tempo in
1/5 e 1/25 di m".
Fig. 1: Immediatamente prima della iniezione: tachicardia pairossistica con frequenza 200 al m'. Fig. 2: Subito dO'PO l'iniezione: ritmo normale con frequenza di 107 al m'. giornata si prendono numerosi elettrocal'diogrammi: essi dimbstrano trattarsi di tachical'dia parossistica del solito tipo atrio-ventricolare: è da questi tracciati che vennero desunte le frequenze a'Ppresso segnate. Alle 9 chinidina per os cgm. 40; alle ore 10 frequenza cardiaca 241.3, e alle 11.15 frequenza 187.5 (non cambiamento del ritmo). Alle ore 12 si pratica una iniezione endovenosa di oua.baina, il./4 di mmg. Alle ore 13 chinidina per os 0.40. Le oon•dizoni della paz. si mantengono gravi, ma non gravissime; (),r edomina un senso di &possatezza e anche una lieve dispnea. Ma la crisi persiste; alle ore 17 la frequenza è di 187.5. Riuscita inetficace la chinidù ia per booca (tranne forse un lieve miglioramento subiettivo, probabilmente attribuibile alla minore frequenza [effetto della chinidina?] ), come anche la ouaibaina, alle ore 17.35 si pratica una iniezione endovenosa di 20 cg. di
1316
IL POLICLINICO
cl1inidina (1). L'effetto è nullo: alle 17.40 frequenza 181.8, alle 18.15 fre\j. 193.5, alle 18.30 freq. 199.5. 29 agosto. Ore 2: .c:hin~dina ~er bocca gm, 0.40. .t\lle 10, p ersi.s tendo 1' attaioco parossistico, (vedi fig. 1), si pratica una seconda iniezione endov~ nosa •di chini dina, ma a dose tloippia (cg. 40) che si introduce assai lentamente: l'effetto è immediato: l'inferma è colta da forti conati di vomito, si sente a ssai male, di,·iene pallida, perde quasi completamente la tCoscienza, ma tutto ciò non dura che pochi min,u tf; contemporaneamente l'attaicco cessa d'un tratto: pulsazioni 107 al m' (vedi fig. 2). 1Nelle ore successiiv e l'infenna si sente spossata; ma il giorno appresso ·è perfettamente ristabilita. Esce 1dall'ospediale i1l 2 settembre 1925. 1
* ** Il terzo attacco al quale aibbia1no assistito si presentava a circa due settimane e mezza dal :precedente, e ·c io è il 12 settembre 1925. Insorgeva alle ore 15; veniYa portata al r eparto ·alle ore 17.30 e veniva curata ambulatoriamente. Ptrevio ·u n elettrocand.io·g Pamma, •che ·dilll()strava la solita forma con frequenza a 230.7, alle ore 17.45 si praticaiva 'Una iniezione endovenosa Idi 0.40 di solfato di -cl' ni1dina in 10 eme. d 'acqua; si fa-ceva durare l'tn. troduzione .per circa 5 minuti. Durante l'iniezione l'inferma avverte malesser e a ccentuato, sen so di peso a:llo stomaco, nausea, senso di imminente lipotimia; subito d-0po ha ,,omito. Pochi minuti dopo il ipolso è ritornato normale, c ome dimostra anche l'elettrocal'd.iogramma, con una frequenza di 107. fXfelle tdue ore s1Uoce5si,1 e l'inferma si sente assai spossata, ha senso •di nausea, ·m a persiste un ritmo regolare a 90. 'D opo ·d ue o tre ore si sente p erfettamente bene, p er quanto stanca, e la:scia l' osipédale. Segue n el p eriodo di tempo successiYO, e precisamente dal 17 ottobre al 24 ,dicembre 1925, unn. altra •degenza in Ostpedale ma per altra cau 5a ch e qui non ci interessa, e cioè per colich e epatiche e i·drope della cistifellea. Prese di tanto in tanto della chini'dina per os e crìsi taçhical'diche non si ripeterono :più sino al 3 dicembre 1925. Nuovo attacco di tachi·cardia (quarto della nostra serie), a ~wca tre me&i dal precedente. Insorge verso le 3 del mattino; n ella mattinata è portata all' ospedale dove è c·l 1rata ambulatoriamente. . Previo. elettrocardiogramma, che dimostra il solito tipo di tachicardia, alle ore 10.55 si a:>ratica una iniezione endoveno·sa di chinidina nella ·d ose odi 40 cg. r nella solita formula. Mantenendo l'in1er1na collegata all'elettrocardiografo si segue l'an damento del Titmo cardiaco sia durante l'iniezione cl1e dopo (2) : tanto l'a nidamento clinico che quel lo 1
1
1
1
(1) Il solifato di chinidina da solo n on è solu-
bile in aciq·u a; abbiamo adoperato la combinazione indicata da Gaglio. cioè l'associazione con uretano, con la seguente formula: solrfato di chini<lina gm. 0.20, l1retano gm. 0.20, a cqua distillata eme. 5. Abbiamo sempre a d operato il solfato di chinildina di Howard. (2) Farem o pr9babilm c11te oggetto di una ulteriore e più idettagliata comunicazione il modo abba tanza singolare con cui n el tracciato è rupparso qu . to pa~ aggio da1 ritmo patologico a quell o normale. Ba ti solo accennare <'he tale pac:saggio n on f11 brusco ma grad ua le. 1
[ANNO XXXIII, FASC. 38}
elettrocal'diografico è perfettamente simile a quello d ella volta precedente, cioè pa5saggio al ritmo 11ormale in rpochi minuti, con quadro clinico impressioni(l,nte di perdita di cos•ci.enza, vomito, pallore, cianosi. 11 26 gennaio 1926 abbiamo ·u n quinto attacco: in·s orto anch'esso nella notte verso le 3 è fatto cessare ~e~5o. le 10 del mattino, col solito quadro, da una in1ez1one endoYenosa di 40 cgm. di e nidina. Il 6 f ebbraio, a soli 11 giorni dall'attacco precedente, si produce un sesto ·attacco; e anch'esso fu fatto cessare 1POche ore dopo l'insorgenza con lè' chinildina endovenosa. Però per evitare il grave shok immediato si tentò una 1dose dimezzata cioè ·di 20 cg., e si ottenne egualmente l'effetto.' Impressionati dalla sempre maggiore frequenza delle crisi, rpitir avendo trovato il mezzo per curarle, c ercammo di impeidi·r ne la ricompar5a, somministrando quotidianamente una ·dose di 40 ca. di c.hinidina per os. Ma in ciò non fummo e~ual mente rfortunati, perchè il 14 marzo 1926 insor°cre,,a un settimo attacco, verso le 6 del mattino. Alle .11 praticavamo una iniezione eilldovenosa di 20 cg.~ ,,isto che la volta 1p recedente ne 3'vevamo avuto egualmente il su ccesso: si ebbe vomito e agitazione, non ·g ravi, ma la straordinaria frequenza non si arrestava. 'Disgraziatamente in quel giorno per Jnancanza di fiale non potemmo ripetere la iniezione. Essa fu ripetuta, persi&tendo sempre l'attacco, i-1 ·g iorno successivo alle 14: ma, s empre im- • pressionati del quadro eliniico che accompagna l 'iniezione volemmo anche .questa volta limitaTla a 20 cg.: ed 31vemrno ancora un in&Uccesso. '!'\'è ottenne effetto .u na terza iniezione, pure di 20 cg., rpraticata 4 ore tlopo la precedente. Volemmo con .ciò tentare ·di prati'Care due iniezioni a breve distanza ieontenenti complessivamente . la stessa d ose : lo shok fu di fatto assai più ·l ie, e, ma il tif>ul. tato fu nullo. Il giorno sucicessivo, 16 marzo, l'attacco persisteva alla 9Ua terza giornata; tuttavia lt-condizioni della paziente n on erano ecce5sivamente gravi. Intanto andavam o incontro a una nuova diflficoltà: le poche ven e che nella paz. erano ,,;. sibili, e ·del resto assai pi·c cole, si erano trombi~ zate. Non arrestandoci p·e r 1questo, metteYamo allo scoperto una yena ed in essa i niettavamo 40 cg di c.hinidina alle ore 10, e ri1petevamo la iniezione alle ore 18, tutte e due le volte senza risultato. Il malessere fu meno accentuato d el solito; aggiungiamo che la seconda Yolta unimmo n ella siringa una fiala con cg. 0.25 di ouabaina: non ci sembrn ch e que&ta abbia i n nulla modi'ficato l'effetto della sola .chini·d ina. Il 17 m·a rzo siamo alla quartn giornata: non riu sciamo più a praticare infezioni en-O oveno5r per l e suddette difficoltà anatomiche, e ricorriam o allora alla iniezione intramuscolare della ' te ~ sa soluzion e. .t\. proposito di queste doti biamo dire ch e le prime, nel timore di produrr~ dolore, furon o fatte immediatamente precedere. n ella ste sa sede, da 1 eme. di novocaina al 2 ~~. lasci.aniclo poi l'ago in posto 1per l 'iniezione di chini·dina, ma che anche 5en za •questa precauzione esse riuscir on o indolori; che esse !furono praticate profonda mente nei muscoli della regione glutea; che non si ebbe alcun segno di infiltrazione; cl1e non si ebbe alcun males5ere immediato. ~ra tal1 iniezioni praticate due Yolte al giorno. e anche nella dose di 60 Ci;?. per volta, non riusci rono a far cessare l 'attarco. Ql1esto terminava pontanenmen•
1
1
1
!ANNO XXX III, FASC. 38]
SEZIONE PRATICA
te e bruscamente il 20 marzo alle ore 14, in .settima giornata, dopo 162 ore d·a l &uo inizio. Finalmente il 3 aprile 1926, a soli 14 giorni dalla fine del precedente, insor.g eva un ottavo attacco, l'ultimo 1del•l a serie .che 1qrui si registra. Cominciato alle ore 8 si praticava la iniezione endo:veno·sa alle ore 10.30, ma, ammaestJrati da quanto era avven.u to la volta precedente, introducevamo senz'altro la dose intiera di 40 cg.: col &olito quadro impressionante di senso di morte imminente, vomito, pallore, su dore fred·do, durante e subito dopo l'iniezione, l' atta<:.co cessava immediata. mente. 1
1
* ** Riassumendo &i tratta di otto attaochi di tachi<'ardia parossistica :rispetto al trattamento dei quali possiamo fare le seguenti osserv.azioni: 1) Dubbiamente ·effi·caice si è d imostrata la chini.dina per via orale, a cui forse è da attribuill'e la ce&sazione del primo attaioco; .certo nessun risultato ne abbiamo avuto in questo caso come trattamento profilattico. 2) Non ebbero eli'fetto la ouabain a endovenosa. il chinino en·dovenoso, la .chinidina per via intraimuscolare. 3) Quasi infalli'bile 1è invece Tiuscita la c.hini!dina iper via en•dovenosa: infatti, a cominciar e dal secondo attaoco in -cui fu iniziato qu·asto trattamento, il ris ultato non è mancato che una sola volta e cio1è nel settimo attaicco. Ma a q·u esto proposito ci sembra di poter rilevare da un lato che è stata necessaria una dose sufficientemente alta, e dal1' altro che è stato molto difficile, anche con questo mezzo, far cessare un attacco quando esso si eTa 5tabilito da un certo tempo, diciamo da più di 24 ore. 4) L'iniezione endovenosa di .chini1dina produsse sempre un effetto immediato grave e impressio .. nante sull e condizioni generali del paziente; effetto c·h e per altro è pr·esto superato e ci sembra largamente compenisato d al ris·u ltato della ressazione dell'attacco. 1
\
1
* ** •
Non è scopo di questa breve nota l'indagare il meccanismo d'azione di questo potente farmaco l!ardiaco: ricord erò solo esser noto che, come n ella fibrillazione auricolare, anche n ella taeihicardia p3.rossistica la tSomministrazione di chini·din a per os può riuscire e fficace mezzo curativo. Ci è quindi sembrato ovvio il ;pensare, dato l 'ins~ccesso, nel nostro caso ·dellfl via orale, alla somministr azion e ' per via endove11osa. Ma, per quanto mi ro"lst•. non è ancora stata 1pubblicata alcuna os&ervazione in c·ui la chinidina isia stata usata in questo mo. do. P er lo st~sso scopo, e cioè per la tachicardia paro ~ sistica (come anche pe-r altri di&turbi del
1317
r itmo). Si11ger e WJ.nterberg (1) hanno adoperato ir1i ezioni endovenose ·di chinino con ri1sultato favorevole, anche in più di un attacco, in quattro casi; con insuccesso in altri quattro. Ma si è visto che l'iniezione di !Chinino nella nastra ~aziente i1on riusci ad interrompere l'aoce&so; come, del r esto, sono riusciti infruttuosi tutti gli altri mezzi e farmaci che vengono abitualmente consi1gliati. Concludendo, ci sembra di poter indicare nella iniezione en•dovenosa di ohinidina, nei casi ribelli e prolungati di tachicardia parossistica, un m·eto1do degno di attenzione e da a1d0tp erarsi &u più largoa sca la. OSPEDALE CIVILE DI ASSISI.
Un caso di rianimazione del cuore coll'iniezione intraca1 diaca di adrenalina. 9
Dott. •BUZI EMILIO. I,a convinzion e che .ogni nuovo s ucce&so ottenuto con questo mezzo, molto pratico p er la sua semiplicità e prezioso per i suoi e:f•f etti, debba essere conosci:uto ·dai chiirurgi ai ·quali sopratutto 1può, da un momento all'.a.ltro, of,f rirsi l'occasione per esperimentarne l'efficacia e.d utilità, mi induce a p11bblicare quest o mio caso. di anni 72, colono, è ricov·erato F. Alessandro, ... n ell'Ospedale 'di Assisi il 5 aprile 199...6 colla diagnosi di ritenzione c ompleta d'urina per ipertrofia prostatica. È un vecchio ritenzionista parziale che 3 anni fa ebbe un primo accesso di ritenzione totale con conseguente cistite. Da 2 giorni urina molto stentatam•ente a gocce e con gran.di soff er enze; verso sera ha elevazione di temp eratu~a preceduta da brividi. All'esame obbiettivo si n ota : individuo in con·dizioni generali molto scaidenti con i segni d ella gra·ve intossicazion e urinosa; colorito pallido-terr eo, lingua seooa coriacea, •q ualche colpo di singhiozzo. P olso teso, duro intermittente; toni cardiaci deboli, 10 tono aortico velato, 2° accentuato metallico , catarro bronchiale diffu5o. Il globo vescicale è sporgente all'ipogastrio fino all'ombelico; il cateterismo, praticato con sonda metallica a gran.de curva Mer cier, dà esito a circa un litro di urina purulenta, fetida. L' esplorazione rettale rileva la sporgenza dei lobi prostatici aumentati di ·volume di consistenza fibrosa elastica. L'urina estratta è torbida, lievemente acida, peso specifico 1007, albumina presente, circa 1 %o, urea gr. 9,51 %0. L'esame del sedimento mostra moltissimi leu .. cociti isolati e a gruppi, cellule vescicali dei vari strati, emazie, cilindri ialini e granulosi, non elementi renali. Dato lo stato generale miserevole del paziente e le condizioni settiche della ve5cica, prima di opeI
(1) ! TNGER R. u. \\' 1:-rTERBERG H. Chinin als H erzttnd Gefassmittel. \\"iener Archiv. fur innere Me-
dizin. , III Band, 199..2, pag. 329.
1318
IL POLICLINICO
rarlo lo sottoposi a cura 1p repar.atoria con cateter' a permanenza, iniezioni endovenose di urotropina choring (fino a 4 gramrmi al giorno) e dieta prevalentemente lattea. Dopo una settimana la temperatura era tornata normale, le condizioni generali erano leggermente migliorate, l'u.r ina un po• più chiara. L'esame, ripetuto il 14 aprile, dava ipeso specifico 1012, urea aumentata tla 9,51 %o a. 11,23 %0, lievi tracce di al'bum~na. Però l'esame microscopico del sedim.ento id,imostrava sempre una ci5tite abbastanza intensa con persistente risentimento renale: Mi parve in,dicazione urgente di drenare e mettere a riposo la vescica con una epicistostoroia, salvo poi· a praticare in secondo tempo l'enucleazione ·dell'adenom·a prostati~o, se le condizioni generali del ipaziente lo permettessero. Op erazione (16 aprile 1926). - Rachianestesia con 8 ctgr. di novocaina Mei5ter Lucius. Poch1 · minuti .dopo la puntura lom.b arc, mentre stavo praticando la lavanda preliminare della vescica, mi avvidi, volgendo lo sguardo al paziente, che il suo volto si era fatto idi un pallore cadaverico: chiamato per nom•e. non dava segni •di coscienza. L'assistente trovò il polso filiforme, la resa>irazione superficiale. Furono praticate le 5olite iniezioni eccitanti, ma il polso invece di riaver5i scomparve complBtamente, la respirazione divenr:e più superficiale e rara. Altre iniezioni ~ocitantt, qualche colpo di re51pirazione artificiale, l'ossigeno, riuscirono senza effetto, il cuore aveva ~es, sato comp1etamente di battere. ,s i aveva 5com~ ·parsa ·dei riflessi Òculari, midriasi pupillare, occhi vitrei; an·c ora qualche raro respiro e poi arresto anche idi questo con ca:duta della man·di bola e facies cadaverica. Mi trovavo davanti ad un caso drammatico di sincope· bianca ,del cuore, e mentre, esauriti gli ordinari mezzi, vedevo svanire ogni &peranza .di richiamare in vita il paziente che consideravo ormai inesorabilmente iperduto, volli tentare l'iniezione intracardiaca di adrenalin:!, come estrema risorsa. Preso l'ago che mi aveva servito per la puntura lombare, lo infissi nel 4° spazio intercostale ad un centimetro circa id.al margine sini5tro dello sterno, lungo il !bar.do superiore de 11 a 5a cartilagine costale. Lo diressi d.a1)1prima un po' obliJquamente ''erso la linea mediana, e quando fui ,,dietro lo sterno ' lo raddrizzai e lo affondai per cir.c a 5 centimetri seguendo la linea mediana. Nell'attraversare la parete car·diaca ebbi una vaga sensazion~ di maggior resistenza, ma non ben netta: lago restò immobile e dal suo padiglione non u5c1 nessuna goccia di sangue. Solo basandomi sulla .direzione e sulla 1p rofondità a cui era giunto l'ago potei arguire di ess~re p~n e~rato nell~ cavità cardiaca. Dal momento in cui s1 era verifi cato l'arresto del cuore e del respiro erano trascorsi circa 5 minuti. Allora iniettai dolcemente circa 3 eme. di soluzione di adrenalina al %0, ossia 3 mgr. , e subito dopo ritirai l'.ago che per 3 cm. ver~o la ,punta era .m acchiato di sangue. Dopo 4-5 secondi tanto a me che agli assistenti ci parve di notare il ritorno di una lieve colorazione sanguigna, alle regioni zigomatiche, e mentre ci interrogavamo ansiosi sulla realtà del fat~o! ci accorae1nmo che tornava il polso alle carot11d1 dapprim~ leggero, poi sempre più forte in m.od~ da solleyare accentuatamente la cute delle regioni cnrotidee: 11ell'istes50 tempo tornò il polso a}.le rad i ali. 12~ batt11te, regolare e valido, e men re 1
0
[ANNO
XXX.III,
FASC.
38}
oss-0rvavo il sollevamento ritmico del ,polso aortico all'epigastrio, mi colpi il color rosso vivo sempre più aicceso che andava prendendo la cute. Dopo circa 3 minuti dalla iniezione, quando 1a ~ircolazione si era riattivata validamente, ricominciarono le reStpirazioni dapprima rare e 5uperficiali, ~oi sempre più ampie e .frequenti. Il ritorno dei riflessi oculari si ebbe contemporaneamente al respiro, la coscenza fu l'ultima a ristabilirsi. Dopo una ventina di minuti il paiientE: era del tutto coscente ed in •Condizioni tali che potei eseguire la cistotomia sop.raipubica. Quando il malato ifu riportato a letto il p-01$0 aveva 100 battute, era r egolare e forte, la respirazione affrettata: alla sera il polso tSCese a 90 conservan·dosi sempre buono. Nelle prime 24 ore il malato presentò il colore rosso vivo della pelle, un certo grado di confusione mentale ed agitazione che in seguito 5comparvero gradatamente. Il de· corso post-operatorio da principio fu normale; dopo una dozzina di giorni .cominciò a diminuire la quantità dell"urina emessa nelle 24 ore, si ebbe qualche conato di vomito con qual.ohe colpo d.i !:>i11ghiozzo, il polso 1divenne frequente ed interm·i ttente, si manifestò indebolimento generale progressivo, avv·ersione per qualunque cibo, poi aipatia, 5opore e al 2()o giorno dall'atto operativo av' renne la m.orte con i segni di un'insuf.ficienza cardio-renale ri belle a tutti i mezzi usati per combatterla, non esclusa un'iniezione di 2 mgr. di adrenalina nelle vene. 1
1
Dopo che il Winter nel 1905 ebbe siperimentato con esito favorevole sugli animali l'iniezione intracardiaca ·d i adrenalina, fu il Crile che per primo applicò il metodo all'uomo, ottenendo una $Opravvivenza di un'ora e 16 minuti in un ferito nperato in narcosi cloroformica di resezione di un lobo polmonare gangrenato. P erò Io Zuntz in Germania nel 1919 ottenne il primo successo definitivo jn un caso 1di sincope iper narcosi con miscela ·di Schleich. Dopo di lui le a'Pplicazioni nel campo chirurgico sono andate via via molti plicandosi ed attualm ente si possono citare una CJ'llar~ntina di casi nei quali si è avuto più del 50 % di succe$i con sopravvivenza definitiva: è questa una percentuale molto incoraggiante che diverrà ·s empre migliore qualora si ricorra al metodo &ollecitamente senza perdere 50verchio tempo in altri tentativi. L'iniezione rtec;ce ugualmente efficace sia che s1 pratic·h i nel ventricolo sinistro che nel destro, sia nelle cavità ' 'entricolari che nel muscolo cardiaco. L'a·drenalina, secondo le esperienze di Gottlieb, a gi'sce non sulle fibre muscolari del cuore, ma 5Ui centri nervosi autonomi di esso ai quali viene portato in gran parte dai vasi linfatici e su dl essj ha un'azione s.pecilfica. Secondo nuove vedute (Ba,glione) l'azione di essa non si esplicherebbe Slli centri autonomi cardiaci, ma iUi centri bulbari del cuore e del respiro ai quali la sostanza ''errebbe ~pinta dal cuore di cui la semplice puntl1ra dell'ago basterebbe a stimolare le prime con1
[ •..\NNO
XXXII1I, FASC. 38]
SEZIONE
trazioni. Nel mio caso ho praticato l'iniezione nel 4,, spazio rasentando il margine sinistro dello sterno che è il punto generalmiente preferito. Con es50 si punge sulla faccia anteriore del ventricolo destro e si evita la lesione dei vasi mammari, d~l polmone, dei vasi coronari e delle zone cardiache pericolose che sar ebbero il setto interventricolare e l'atrio-ventricolare. Altri invece preferirono portare il farmaco riel ventricolo sinistro pu ngendo pi1) all'esterno, a 2-3 cm. dal margine sternale e non ebbero inconvenienti. In genere &i consiglia .di iniettare 1-2 mgr. id i adrenalina; n el m~o caso ne iniettai 3 mgr. Alcuni, per r endere meno fu, g,a ce l'azjone di essa, hanno pensato di aggiungervi la pituitrina, altri anche la strofantina. La cosa essenziale davanti ad una morte istant.anea per sinco.pe operatoria, se si vuol ricor.rere a questo metodo prezio&o, è la 1pronta decisione seguita ida rapi1da azione, di modo che l'iniezione possa essere fatta non oltre S-10 m inuti dal mo m.ento dell'arresto del cuore e d ella r espirazione: n ei casi in c'Ui l'iniezione fu praticata oltre 1 10 minuti, si ebbe solo una riviviscenza transitoria ·di qt1alche minuto o di qu,a lche ora. Il metodo può e~sere anche associato al massaggio 1del cuore specialmente se la cavità aJddominale o toracica si trovino già aperte ;per l 'operazione c·h e si sta, a eseguendo. Rigu::irdo alle in·dicazioni credo utile r~portare la classifica .f attane da Henschen che le distingue in chirurgiohe e mediche. Le chirurgiohe sarebbero : asfis5ia nel corso delle narcosi, collasso operatorio, parali.si cardiaca post-operatoria o pe. rifonitica, indebolimento cardiaco nel corso di operazioni sul cuore stesso o sui .g.rossi vasi della ba&e (operazione di Trendeleniburg n ell'embolismo polmonare) shock traumatico, morte per fulmine o per corrente ~d alta tensione. Le mediche sarebbe.re : caso id i morte acuta ·del cuore, con p er· sistenza della respirazione, in cui le iniezioni medi cam entose p erilferiche restano senza effetto in seguito all'arresto della cir colazione sanguigna: cardiaci agonizzanti per ins.u·fficenza o stenosi mitralica scompensate; insufficenza cardiaca d Pi n e!.ritici, .debolezza del miocardio, colla~so ca.rdiaco d egli stati infettivi e delle intossicazioni (ossido di càrbonio, cloralio, ecc.). P erò è da notare che m entre nel campo chirurgico il metodo ha ,dato brillanti e .frequenti succes&i, in quello medico fino ad ora i risultati sono stati m olto -sconfortanti. /
1
fI E.NSCHEN. La rLl'iviscen:a d.el cuore sotto l'a::;ione
dell'i.nie:;icme peri- ed intracardiaca e della saignée cardiaca. Schweizerische ~Iediz . \\ ochen.,
PRATIC\
1319
· 1920, .fase. 1, n . 14. Rif. in Journ. de Chirurgie, t. XVII, n. 3, mars 1921. •..\RMSTRO~G (Leicester). Resurrezione dopo morte apparente. The Briti5ih Medical Journal, 1922, n. 3187, pag. 141. Rif. in Journal de Chirurgie, tome XX, n. 2, aout 199...2. BAU1.-IANN. I niezioni intracardiach e di adrenalina nella Siri.cop e cardtiaca. Schweizerische Mediz. \Vochensc1h., tom . 52, n. 8, febbraio 1923. Rilf'. in Journal ·de Chirurgie, tomie XXI, n. 5, mai 1923. P ETIT-DtJTAILLIS. La r eanimation du coeur par les injectinns intra cardfiaques d' mdrénaline oons les synr.opes opératoires. Journal de Chirurgie, tome XXII, n . 6, dicembre 1923 . BASTIANEI .I.! R. Rianimazione m .ediante iniezione di aidrenalina nel v!entricolo sinistro del cwre . R. Accademia Medica 1di 1R oma. Seduta d el 23 febbraio 1924. Policlinico, Sez. pratica, fase. 21, maggio 1924. CER\"INI. Iniezione intracardiaca di adrenaJ.i na in un caso di Shock da pneumotorace artificiale. P oliclinico, Sez. pratica, anno XXXI, fa$C. 26, giugno 19-24. RAESCHKE (LingenJE1ns. ). I nie=ione intracaràiac a di adrenalina in una Sincope nel corso della rachianestesia. Zentralblatt 'f. Chirurg ie, t. 51, n. 30, luglio 1924. Rirf. in Journal de Chirurgie, tome XXIJN, n. 4, ottobre 1924. MASOTTI. Rianimazione del cuore con iriie:;iorie · intracardi aca di adrenalina nel C(Yt so <Lella sincope per rachianestesia. Policlinico, Sez. pratica, anno XXXII , 1'asc. 1, 1924. Rif. in Jou.:rnal de Chi·r urgie, tome XX' ' · n. 5, mai 1925. E. CHAi\IBARD-PARTHENAY. Réarrifmiation par l'adrénaline intraca'T'àiaque. Archives mé'dico-chirurgicales de Province, anno XV, n. 4, avril 19-25. Rif. in Journa.l de Chir. , tome XXV, n. 5, mai 192.5. PLACINTIA?\TU (Jassy). Réanimation du coeur en cas rl.e syncope opératoire per injection intracardia· que d.ad-réna.l in.e: un cas personnel. Srpitatul, tome XTJV, n. 4, avril 1925. Rif. in Journal de •Chir., tom e ~'XVI , n. 6, juillet 199.....5. CH. LENORMANT, A. RICHARD et J. SENEQUE (Paris). Deux ca.s de réanimatioo du coeur, l'une tempo raire, l ' autre definitive par l'injec tion intracardiaque d/adrénaLine . .Presse m1éd., anno XXXII, · n. 22, 1924. Rif. in Journal de Ohir. , tome XXVI, n. 2, aout 1925. SPECIAIE. L'iniezione intracardiaca d'aJdrenalina p er si.ncnpe operatoria. P oliclinico, Sez. pratica, anno XXXII, .fase. 33, 17 agosto 1925. Rif. in Journal de Chir., t. XXVI, n. 5, novembre 1~. STROPENJ. L a rianima:;ione del cuore per mezzo dell'iniezione intracardiaca di adrenalina. Rivista l\itedica S'Uba1pina, anno XX, n. 9-10, septembre-octobre 1925. ScHAPIRO (Memel). Un cas de réanimation par l'injection intracardiaque d'a drénaline dans une syncnpe postopératoi r e. Zentralblatt fur Chirurgie, tom. :Ul·I, n . 15, a\rril 192.5. Rif. in Journal de Chirurgie, tome XXVJ, n. 1, juillet 1925. TAS...~ ASTERIADES (Salonique). Troi s cas de reviviscence du coeur après syncope anesthésique, l 'une déi!initiv'e, le s deux autres temporaires par injection intracardiaque d'ad:rénaline. La Pre~se médicale, anno XXXIIIJ, n. 38, 192.5. Rii!. in Journal de Chirurgie, tome XXVII, n. 2, février 1926. 1
18 giugno 19'25. I
1320
IL POLICLINICO
NOTE E CONTRIBUTL ISTITUTO ·MEDICO LEGALE PER L 1 .i\.ERONAUTICA ,
MONTECELIO (ROMA)
diretto dal ten. col. med. prO!f.
ALBERTO SA.NTAMARIA.
Un nuovo segno per la esplo1~azione della funzionalità del diaframma per il dott. FELICE PARODI , ten. medico incaricato del Rep. P5licorfisiologico. •
In url mio lavoro, « Le 1phénom'ène lde Kienboeck et le·s déplacements du Médiaistin », ohe sarò prossimamente pubblicato sugli cc A.rchives •
)
I
I
I
I I
'
[ •.i\..~o XXXIII, F ASC. 38]
p.lica oltrec~è sulla faccia interna dei 1Polrrtoni, f1ssan,d one il ·p erno di movimento rappresentato dall'ilo, anche ed in modo particolare su tutti gli organi che si trovano 5ulla ril&U.ltan~e del pa rallelogrammo 1delle forze -costruito sui diaframmi e sul suo prolungamento. Ne viene •d i conseguenza che i due emi1dia.ifram· mi esercitano, alla inspirazione, una tnazione sul centro della btforcaz.ione dei grossi ·b ronchi, sulla trachea e .quindi sulla car.t ilagine tiroitde. Questa azione ·di 5tiramento viene operata (per l 'intermedio 1del peso 1d·e.I cuore attraverso al quale passa la sopranominata risultante, iehe coincide, in condiizioni •fisiologiche, coll'asse ver.tiic ale del cuore stesso, ·determinandone l'a·bbaJss·a mento iin~irato· rio e la formazione .Q.i una ·depressione m·~diasti nica che equilibra la ·depressione enùopleurica. Ne ' iE>ne come con-segiuenza ch'e i movimenti del cuore, comunemente in·t eso come mediastino mobil·e, sono s'UJ:>orrdinati a1l'attività dinamica dei id.ue emiodiélJframmi per 1Cui l~asincroni-smo e l'ineguaiglianza dinamica nella loro azione, porta ald uno spostamento del mediastino 10he ha luogo nella •di·rezione ,della risultante -stabilita dalle nuove c0ndizioni sta.ticl1e e dinam~1che dei drue emiIdi 3,fr am m1. 1
Ogni alterazione ·del movimento fisiologico degli emi1diaJf·r ammi, s~condaria a lesi,o ni cardiaC'h-e o pleuropolmonari, sposta la ri5111ltante dal suo naturaJe centro che paissa per il centro meccaniico del 1diaframma ed è parallelo alla linea mediana tlel to.nac•e, oppure modiifiica il valor·e dinamico della attrazione inSiJ>iratoria del mediastino ritluce ndnr1e ii n1ov'irn ento verticale di una quantita proporzionale alla peI'd.ita della energia dinamica dei 'due em1diaframmi. La risultante deviata dalla linea mediana fi1siologica, i·n terseca .0 bliiquamente verso ~estra o verso sinistra l'a&se v·er.tioale della trachea e ·della cartilagine tiroide, per conseguenza lo spostamento in .basso di .qu est'ultima avviene di.sugualmente .e con maggior ampiezza dalla parte dove la trazione è maggiore, .generan.1do un movimen.to •di basculle nel quale l'a ;parte che meno si aibbassa corrisponde all'emidialframma meno mobil~. Su questa 1Constatazione di natura meccanica è basata l'esiplorazione dell'azione diaframmatica a mezzo ·della ricerca dell'ampiezza di spostamento rCtella car.tilagine tiroide. Per la riGerca di questo isegno è preferibile che il_ pazjente sia a giacere sul dorso in posizione orizzontale ed invitato a respi1rare il più po&sibiie profondamente colla base del torace; 1:J caipo deve essere leggermente fllesso in ad1d ietro in modo che la cartilagine tiroilde si renda sporgente, così da essere ben visi.bile senza es&ere stirata, cosa particolarmente facile negli uomini. 1
1
FIG .
1.
de n1édecine et chirurgie de5 malaidies respiratoires n del prof. Sergent, ho dato la dimostrazione tlei pr,inclpi meccani,c i che regolano la respi•raz1one toraci•ca. Ho dimo5trato, cioè, che quest'ul· tima è regolata automaticamente dal ritmico spo.. s1amento •del cuore in direzione ver~icale, movimento questo, su1b ordinato al valore dinami~o dellu. escuTsione inS1piratoria ed espiratoria dei due emi·dia.frammi. fio considerato .questi ultimi secondo i prtncip1 della •dinamica, come due forze uguali e cospiranti la cui azione si esereita nella direzione della • loro risultante come si può vedere n ella figura qi.ii unita. Da essa si comprende come la forza Idi aspirazione inspiratoria esercitata dal movimento sincrono del cuore e dei due em~diaframmi, si ap1
0
[ANNO XXXIII, FASC. 38]
L'osservatore, scelto co.me punto di repere l'apice della cartilrugine tiroide dispone a v l'indice ed il pollice faicen do scorrere la parte ventrale di queste due dita in mddo .che essa sia parallela ri5pettivamen.te al margine superiore destro e sinistro •della cartil agine stessa. 11 m~rg:ine inf-eriore d·i questo V aperto in a·ddiPtro tocch-erà ciulllque il margine sup.e riore della cartila~ine tiiroi!de, sfiorandolo, non esercitando ~u di es$o pressione alcuna, mentre il m·argin~ superiore ra5enterà il bordo inferiore dell'osso ioide; le pun.te del pollice e dell'.i ndice si trove.. ranno nell'angolo compreso tra l'osso ioide e la cartilaigine tiroide. Durante le 1p rofonde inspira zionj, se i 1du1e emi diaframmi sono u·g ualmente mobili, le dita poste 1su1 margine superior·e della cartilagine tiir oirde, per.c epiranno uno spostaimento uniforme verso il ba;sso ed in toto della cartilagine nominata, nel ca:s.o conf;rar·io la cartilagine si siposterà inegualmente ai due lati ed obliqu. im1ente, di più verso quella parte dalla quale i.t diaframma è più mo.b ile. L'abbassamento della cartilagine tiroJde si 1p ercepi1sce parti~olarrnente per la va!utaz·i one delle modilficazioni dei rapporti di di CJ.tanza tra la cartilagine tiroiide mobile e l'osso iotde punto quasi fisso. Il metOdo è esatto e ·di fac.i le va:lutazione sl)Pcie nei casi nei quali uno ·dei due emidiafram·m i è completamente immabile, negli altri casi nei quall c;i tratta di apprezzare una sola diminuizione ne11a di11amica di uno degli emi·diaframmi (cuore fiS$O o polmoni ri•gi<li) è necessario esercjtare la &en&ibi~ità delle dita che eSiplorano, cosa che riesr.e con poco esercizio. Questo segno può essere un rapido controllo det sistemi di d elimitazione plessica noti, inoltre in molti casi, ci dà , una conferma sulle condiiiion1 static·h e ·e dinamiche ·della parte mobile ·del mediasti·n o.. 1
1
1
Nostra pubblicazione di questi giorni: Prof.
c.
1321
SEZIONE P RATICA
DE V I NCENTI IS
docente di Patologia e C1iniea Oouli&tioa nella R. Università di Napoli
Mftr-tU~LI: di OCULISTICft ad uso dei Medici pra.tici e degli Studenti.
Prefca.zione de1 Prof. ARNALDO ANGELUCCI.
Un groeso volume di ipa.gg. XVI-622, n·i tida..mente stampato eu (}a.rta semipatinata, oo-n 259 !figure ò.n nero ed
a. «>lori nel testo e 8 taivole a -00lori fuori testo.
Il prezzo del volume è di L. 6 8 tpiù L. 3 tPeI" le spese P061tald di spedizione e si IPUÒ ottenere pagando le L . 7 1 in due l"ate : la pl'ima. di L. 3 7 subito e la, eeoonda <li L. 3 4 doipo tre mes.i dalla prima. . Ai .nostri abbonati disposti a pagarne i l prezzo subito •n una sola volta, il Manuale è ceduto per sole L. 6 3 franco di porto a domici lio· Per riceverlo pront.amiente all'una. o all'altra delle eLuddette condizioni, iruviaire V a.glia. Poatail.e all'Editore lllGl POZZI - Via Sistina, 14 - ROMA.
APPARECCWI E STRUMENTI NUOVI. La calotta protettiva '' Tego "· Cav. Dott. E. M.
POLE'ITI. •
Di grande utilità riuscirà la conoscenza al me• dico pratico della calotta protettiva plastica de· nominata « l'ego » dall'inventore dottor cav. Abate, medico 1provinciale di Bergamo. Detta calotta 5i compone di una piccola custodia circolare a form a id i bottoncino cavo, '<li gran. ·dezza variante da 1 a più centimetri quadrati, d1 sostanza celluloide a consistenza dura, con un lembogiro di ·cerotto adesivo. I preziosi servigi che detta calotta protettiva può rendere, nessuno meglio di me è in grrudo di aver constatato, sia dal lato obbiettivo -che .subbiettivo. Il mese 5corso ebbi a so.ffrire •di un doloroso fo1
-runcolo alla faccia. La posizione di per sè era tale, che mal s·e._d attava a una regolare faisciatura, e d'altra parte u!la compressione con cerotto o analoga fissazione aderente, mi sarebbe riuscita oltremodo ·dolente. dnvece, aptplicai la calotta pro. tettiva « Tego » n. 2, cioè idi media grandezza, in modo che tutto il bubboncino a cratere .p urulento ed estremamente sp.a5imoso, venisse accolto entro la cuistodia dura di celluloi·de, tenuta aderente per mezzo del lembogìro di cerotto: realizzando così praticità, eleganza ed economia. Perciò, nei piccoli fa,ri o ascessi, nelle ferite circoscritte od altre lesioni limitate d ella cute, e net foruncoli in genere, specie se situati al dorso o al ventre, in quei punti ciOè ove 5arebbe troppo costoso e ingombrante applicare una f aisciatura, la calotta protetti va plastica " te go » trova la sua ovvia applicazione, poichiè preserva dallo strofinio 1degli indumenti, dalla adesione della stessa fasciatura, eyitando iniezioni, confricazioni infiammatorie, e rendendo pos5ibile il permanere sulle dette lesioni, di pomate, polveri, tinture o sostanze
1322
JL POLICLINI CO
n1eùicamentose che altrimenti sarebbQl'o ·assorbite o asportate ·dalla ·b iancheria o dal •b endaggio. In pediatria, l'uso della calotta .è indicatissimo, a proteggere il monconcino del cordone ombelicale dei n eonati : LSi eviterà l'antiigienica e facilmente insuidiciabile f.asciatura, causa di compres. sione dell'addome e Idi. .. strilli della piccola vittima; mentrechè, se si vuole affrettare l'essiccamento del bottonci.no ombelicale, basterà con una forbice o spillo bucherellare la surperfi·cie d el celluloi·de per areare l'interno della calotta. Ma la magigiore e veramente importante applicazione che la calotta protettiva « tega » O!ffre, io 1'ho ri1scontrata nelle vaccinaziooi antivaiolose. Fino a d oggi, noi medici condotti dei gran<ii centri rurali c'eravamo trovati di fronte ad un non angoscioso ma certo non trascurabile - dilen1ma: lasc~are, secondo alcuni autori, la superficie del braccio vaccinato, senza bendaggio? e allora incorrere in fr equenti e preoccu;panti co1n-pl1 canze secondarie, con pustole settiche cancrenose fa.gedeniche. O proteggere il braccio vac. cinato con fasciatura asettica? col pericolo tutta,,ia immediato di aisportare il virus vaccinico e render vana l'inoculazione. Problema vittoriosamente risolto dalla calotta 'Protettiva <e tega » . Io ne ho avuto una prova molteplice inconfutabile recentissima: n elle vaccinazioni j enneriane fatte in ·questa mia vasta plaga consorziale. In un solo 1pomeriggio, nel ;paese di Sforz.atica, oltre 150 f uron i piccoli .da me vaccin·ati: per ognuno, 2 le zone ·di scarificazione .e 2 le calotte n. 1, n. 2 applicate. E bisog.n ava vedere la soddiisfazione ammirata e i commenti comrpiaciuti della popolazione cl1e, pur nella sua semipli·cità, intelligentemente costata,ra la raiptdità d'applicazione e la praticità ·d'uso delle calotte protettive. Le quali, e$Sendo tras,p arenti, permettono id i scorgere l'evoluzione della pustola vacci.nica. Così pure ho iniziato 1 uso delle calotte plaiStiche « tega » nell'Infermeria dei grandiosi Stabilimenti metallurgici idi ·Dalmine; con esse mi propongo di realizzare economia e praticità nella più sema>lice armonia: eYitando fasciature costose e ingombranti per quei foruncoli o piccole ferite al dorso, alle coscia, alle braccia, alla faccia, le cui ben1dature impedirebbero il libero uso dell'arto, t on spreco inutile di materiale sanitario. 1
1
Dalmine (Bergamo).
[ANNO
XXXI•l l, F ASC. 38]
SUNTI E RASSEGNE. SISTEMA NERVOSO. La paraplegia del morbo di Pott. (M . OLIVERAS DEVF.SA. Revis'ta espafi. de médic. y cir., 1926, n. 94).
Complicazione relativamente :frequente nel morbo idi Pott, sono i di&tu~bi nervosi di ambedue le e.stremità addominali, sotto forma di paresi o paraiplegie. L'A. fra 75 casi di morbo di Pott infantile osservati, ha contato 11. paraplegie cioè
. ,
---------- ---------~--- -- ~ --- ------------ = 3ct, --------~ ------------ - - 1 0~ ~ :::....; --- - - - ~---~
= 7%# ~-->----______ ______ __
~ :.::;
~v..:J
•
_______ ______ _
_) --------W ~~ ----------•
I
== 10% --30~
- - 40%
I
~ ---------- -!- - ·--2 5%
~------------
~~
--------~--
=100h =:,% =31'
---------------------
qllasi il 15 <;~. tLe statistiche ·d ell'italiano Valtan· coli su 1004 casi ne conta il 10 %. Più del 90 % delle' m:>araplegie si pre&enta nel .Pott dorsale, sono freq11enti però anche J.e paraplegie in lesioni pottiche cervicali o lombari. Di regola questi disturbi nervosi compaiono nel periodo di stato della malattia, cioè, nel secondo anno. !Esistono senza dubbio alcun.e paraiplegie che si iniziano precocemente nei primi mesi, e si caratterizzano iper la gravità e per oocompagnarsi molte volte con di· sturbi degli sfinteri. All'OfPposto nel terzo anno o dopo, è raro vederle. Un 65 %. con,1 enientemente trattati oguariscono senza la&ciare relitto alcuno. Generalmente la loro evoluzione è lenta, ed una volta istallatesi trascorrono mesi ed anni, senza not:irsi ,,ariazioni apprezzabili. Quattro soli de1 pazienti dell' ..\. morirono. I
f..\NNO XXXIII,
FASC. 38]
SEZIONE PRATICA
Quan to a lla ter~pia non ibiwgna far astrazione dai mezzi di cura contro la tubercolosi ossea, considerando a parte l'immobilizzazione assoluta: l'immobilizzazione regolar.e, è però tutto; l 'immobilizzazione fatta bene ed a tempo evita gli ascessi intrarachi·dei che sono la causa delle paraplegie, con10 li cura una volta formatisi: ·dobbiamo recisamente oppor.ci alla famiglia del p. od al p . ~tesso, destderosi di -cure ambulatorie, a !base di apparecchi meccanici: nè questi, nè l'O!perazione di Albee, nè qu.ella di Hibbs, sono di tanta efficacia quanto il decubito a:ppropriato; la terapeutica integrale del male di Pott paraplegico, è variabile in ciascun momento di malattia: in esso molta importanza va data anche alla ieura eliomarina, al regime, ai trattamenti, scienti'ficamente provati e sanzionati dalla 1p ratica, cosi'detti specifici : della sanocrisina nella tubercolosi o~ea fin da questo rno.m ento ·si può ·dire che i risultati non sono molto soddisf·acenti, abbe.n·chrè debba ogni conclusione considerarsi come prematura. MONTELEONE.
Le fo rn1e basse dell 'encefalò--m ieli te epidemica. (R. CRUCHET et H. VERGER.
Pres s~e
méd., 1926,
galoppante. Se ne differ.enzia 'Per l'assenza di alterazioni pupillari e di modi·ficazioni del liquido cefalo·rachidiano. Il 'decorso è •generalmente regressivo . Esistono poi, e più numerose, delle 'forme di mielite diffusa, che risultano dalla associazione dei tiipi jprecedenti. OsS'ervando per mesi ed anni gli ammalati, si assiste a delle tras!ormaziont 5orpren1denti, nelle quali tuttf i tipi 1descritti sono successivamente rappresentati. Qualche volta le l~sioni midollari &i estendono orizzontalmente, realizzando il tipo clinico della mielite trasversa. Le forme rwdicolari sono caratterizzate da do lori nevralgici folgoranti, persistenti, con riflec;si attenuati, raramenta abo1iti, liquido cefalo-rachidiano indenne, Wassermann negativa, pupille normali. La durata varia da qualche settimana a 1qualche mese, la guarigione è abituale. Sulle forme polinevritiche molto si di&cute. Nel maggior numero dei ca:si, n ei quali sono presenti s;ntomi 1polinevritici, un esame attento dimostra che si ha da fare con forme midollari. Si tratta i11 genere di paralisi flaccide, con abolizione dei riflessi, 'Senza vera aneste5ia, a distribuzio,ne non sistemati'ca, interessanti territori abitualmente risparmiati dalle polinevriti. Il dolore alla pres. sione dei muscoli paralizzati non è sufficiente per ammettere in tali ca&i una polinevrite. U·guali .considerazioni suggerisce la psicosi di Korsakofif, segnalata per la prima volta nell'encefalite epl·demica da Cruchet e Calmettes , che viene classifi cata fra le 1polinevriti, mentre in realtà la maggi or parte dei suoi sintomi parlano per un'affezione di ordine prevalentemente encefalico, con lesioni •di meningite rachidiana associata a lesioni mielitiche. Esistono poi delle forme di paralisi del tipo d elle paralisi difteriche, classi.cam€nte pnline\ ritiche, nelle 1quali non 'PUÒ essere invocata l'or.igine difterica e che, per il genio epidemico, possono essere riferite al virus encefaliti.co. In concl11sione, è dubbia l'esistenza di V'ere forme polinevritiche dell'encefalo-mielite. Carattere comune a tutte le forme descritte è l~ estrema <liffusibilità delle le~ioni, 'Per cui le forme sistomatizzate anteriori, laterali o posteriori sono rare rispetto alle 1orme in cui le lesioni midollari si diffondono in altezza od in largbezza. In as.. senza di un criterio biologico, ancora da trovare, la filiazione di queste forme bas&e con lencefalo. mielite legittima, si tleduce da tre ordini principali di dati : 1) il genio epi1diemico e la coin c1, rlenza di un gran numero di mielopatie con le epidemie <li encefalo-mielite; 2) l'esistenza fr~ cp1ente, all'inizio, Idi sintomi passeggeri encefalici ed infettivi (specie diplopia. sonnolenza, mioclonie); 3) la sin•g olarità del raggruppam ento sinto.. matico o del1'eyoluzione. 1
Il.
47) .
Nel 1917 R. Cru·chet, adottando il termine dl encefalo-mielite, volle in·dicare, nei casi i quali nel re&to sono compresi nel tquadro della encefalite epi-demica, l'esistenza di localizzazioni basse, oltre quelle propriamente .enceialiche. Nelle forme basse 1della encefalo-mielite epidemica s:i possono considerare ·delle forme mielitiche, radicolari e 'Polinevriti.che. La forma mielitì'Ca si presenta sotto diver&i ti'Pl. Il ti1po anteriore ricorida molto la ipoliomielite anteriore 1delr'adulto. Iniz-ia con febbre .e con fenomeni •dolorosi acuti , fra i quali spesso una vaga sensazione dolorosa all'altezza di qualcuna delle vertebre corrispoodenti alla localizzazione midollare, che può essere ·qualche volta preci&ata con la pressione sulle apofisi S1>inose. Tali fenomeni acuti sparic:;cono ìn 1qualche •g iorno, mentre inter.. ''iene la :paralisi flaccida, seguita rapi1damente da atrofia. Il li.quìdD cefalo-ra.chi·diano è abitualmente normale, la ·sen&ibilità conservata, gli sfinteri int~tti . I.a g-uarìgione della paralisi 1 può essere completa in qualche mese, ma spesso persistono delle atrofie limitate. Il tipo laterale o spasmodico ricoflda la sindrome d·e&critta sotto il nome di tabe doTsale spasmodica (para'Plegia spasmodica tipica, senza disturbi ~ella sensibilità e -degli sfinteri) . .in alcuni <!asi alla 1PRraplegia spasmodica segue un certo grado di atrofia muscolare. Il tipo posteriore 5i presenta come una tabe
1
IL POLlCLINJCO
Per l'evoluz1one capricciosa, il progno5tico è sempre incerto. Se in alcuni casi la morte interviene rapidamente, in altri si assiste alla guarigione completa o con reliquati di scarsa importanza. TOSCANO.
Indicazioni e tecnica dell'oleothorax. (F. BESANçON, P . BRAUN e R. AZAULOY. Paris Médt-
s.
XXXIII. FASC. 38}
Gli insuccessi d ella cura debbono e5.5enzialmente ·attribuirsi al fatto che le le&ioni siano molto. avanzate. Gli a:cci1denti sono molto rari e appaiono nei casi di pio-pneumotorace con fiistola. Co11sistono in crisi di sof.f ocazione e di tosse determinate dall'i-rritazione dei bronchi dovuta al gomenolo. Quanto alla tecnica, l'i'Strumentario consiste nell'a:pparecchio di Ku&s per misurare la ~ressione e di Potain, .di tubi sterili di caoutchou'C e degli accessori di un termooauterio (palla, eoo.). Gli .L\..L\.. si servono qel trequarti di Kuss o di un tubo a T con due pinze per evacuare il pus da. una parte e intro'durre l'olio dall'altra. U1sano l'olio di oliva lavato con alcool contenente il 2 % di gomenolo. B contenuto in ampolla di ~ eme. sterilizzato e tiepi'Clo. Prima di ~raticare l'oléotherax è opportuno sag;giare la suscettibilità pleurica con una iniezione di 10-20 eme. ·di olio-gomenolato. T. LA URENTI. 1
VIE RESPIRATORIE.
cal., n.
[ANNO
1m).
Gli AA. riassumono la storia sull'argomento e ricoy;dano come Wigner, Reklinghausen e Glimm. fin dal 1906, introdu5sero nelle sierose l'olio anttsettico. Pei'ser, Lériche e Armand lo atloperarono nelle peritoniti acute e oeonclusero che l'olio sem·b rava ostacolare la formazione di aderenze a livello della sierosa infiammatoria. Il Bernon '<lette a tale metodo il nmne di Oiéothorax e lo appli·cò nei versamenti purulenti sia sipontanei, 1sia secondari al pneumotoraoe curativo. Più tarfc\i, in collruborazione icon 1M aigneteaux l'uso per combattere la sin.f isi della pleura dopo la pleurite e aniche nella cura delle pleuriti puru.. lente tubercolari. A questi seguirono non pochi lavori sull'argomento (Tin, Woil, Kuss, ecc.). L'oleothorax trova la sua indicazione : 1) Nei versamenti purulenti tubercolari secon dari al pneumotora·ce artifrciale. • 2) Nei ~io-pneUJlllotoraoei spontanei. 3) Nelle pleuriti purulente miste da pneumotoTace (pio-pneumotoraice tubercolare o da germi &etti·c i associati). Oltre tali in·di•cazioni formali, . l'oléothorax trova la sua applicazione razionale nelle sinfi si pleurice secon•d arie a versamenti, siano siero-fi•b rinose o purulenti. Per quello che si riiferisce al mec{}anismo con cui agisce l'oléothorax occorre ri1cor1dare: 1) L'azione meccanica. iche ·è la più importante. L'olio, riassorbend-0&i, molto più lentamente dell'aria, agisce in modo continuo e 'Costante. La compressione del polmone è più regolare e più e!fiicace. Inoltre nel pneumotorace da ·f istola, obliterando la :fistola bronco-pleurica, impedisce il passaggio dell'aria e delle secrezioni bron chiali 1Più o meno ricche di germi. 2) Azione antisettica. B di&cussa l'azione antisettica del gomenolo intrapleurico. 3) Azione nutritiva. l'ale azione è dovuta all'assorbimento più o meno lento a seconda delle condizioni pleuriche, dell'olio stesso, il quale ha un alto valo1·e nutritivo. 1
La frenicectomia nelle malattie polmona1·i. (MAURER. Paris Méàical, n. 8, 1926) .
L'.L\.. fa delle considera?"iOni sull'argomento rileren1d osi a 32 caisi operati di cui 30 da lui stesso .e 2 da Merle J)' Aubigné. Questi 32 casi erano così 1divisi ri5petto alle ma· lattie: 22 casi di tubercolosi polmonare, 6 casi di bronchiettasia, 4 casi di gangrena polmonare. Tale metodo è interessante per dive~se ragioni, anzit11tto può rimpiazzare il pneumotorace quando non è indicato e quando è impos5ibile poterlo jpraticare oppure può associarsi ad un pneumotorace i cui ooifetti siano insufd'icienti. Inoltre i risultati sono più certi e costanti ohe con la .semplice trenicotomia, poiohè nei 3/4 qei caisi l'.emidia.f·r amma non resta immobilizzato (,Yochtze e Félix). Quanto alle indicazioni del1a frenicectomia es&e son<> state ben precisate tda Alexander e .cioè : 1) estension1. delle lesioni, è preferibile che si tratti di lesj oni unilaterali ma la regola non è assoluta come per il penumotorace. 2) Localizzazione delle Lesioni. Nelle lesioni della base che per la loro 5ede hanno tenid enza evolutiva molto più accentuata essendo qnesta pa-rte del ;polmone soggetta ad espansioni molto :più ampie. 3) Le forme anatomirhe: sono le forme cavitarie quelle che trovano l'in·di~azione più 11>recisa del metodo ma anche le forme con infiltrazione e retrazione cicatrizlale ne risentono grande vantaggio. 4) Forme evoiutive: sono 'forme ad evoluzione lenta con poca reazione febbrile. In que5te forme la toracoplastic~ ed il penumotorace non trovano la loro indicazione. 5) I1npossibil1td di praticare il pneumotorace o la toracoplastica a causa delle aderenze •
( ..\NNO
XXXIII, FABC. 38]
SEZIONE PRATICA
1325 •
pleuriche o a ca usa delle cattive condizioni genera li de1 paziente. 6) Rifiuto ·d_el malato di sotto-porc.i al trattamento del pneumotorace o di correre j rischi della toracoplastica. 7) Co1ne suipplemento del pneumotorace artificiale. 8) Come supplemento di l1na toracopla5tica extr~pleurica in quanto eh" migliorando con la frenicecton1ia lo stato generale mette il paziente in grado di sopportare bene più tardi la toracoplastica. Ternica: l'operazione de,·e essere fatta sempre sotto an estesia locale poi cl1è, come è facile compre11rlrre, l'anestesia generale nelle forme tubercolari gravi 1è molto 1pricolosa. L'A. prati.ca una infiltrazione con novocaina an ·11200 ad un centin1etro al disopra •d.ella cla\'icola determinando .aue zone infiltrate alla di stanza di 8-10 cm . circa fa cendo sì che 1a zona di )nfiltrazione interna corrisponda al capo steì·nale delle sternocleido-mastoidee. Da ciascuna di queste due zone si produrrà ~erso l'alto e verso il basso un ago lungo 8 cm. determinando così una zona anestetica d1 forma losangica. Si pTatica allora una incisione da 4 a 5 cm. ed un centimetrq circa al disopra della clavicola. Incisione orizzontale che oltrepassa di un centimetro la inserzione clavicolare dello sterno-cleido-mastoideo. Si seziona quindi leggermente il muscolo pellicciaio avendo cura <li non lP.dere la g.rossa vena giugulare esterna. La vena giugl1l are esterna 1è 19postata in fuori e sezionata se è necessaria. Si ricerca quindi il capo clavico. lare dello sterno-cl ei,do-mastoi•deo, si isola il suo margine esterno e si spo5ta in dentro. L'-.\. richiama l'attenzione sulla vicinanza immediata dell~ vena giugulare interna che si re11de manitfesta a qna1$iasi movimento respiratorio spostando dall'alto in basso il piano cellulare e ganglionare si mette in eYidenza il muscolo omo-ioideo eon direzione obltqua in baisso e jn ft1ori. Dissecando 1p iù indentro ·direttamente indietro al posto occupato dalla vena giugulare interna si mette in e,·ictenza lo scaleno ante1iore. In questa dissezione è opportuno non andare troppo al di dietro della clavi<:ola 1per non ledere la vena succlavia..~''endo scoperto la faccia anteriore dello scaleno anteriore si vede il nervo !frenico che ·discende in bas5o e in dentro. Spes&o il frenico llel suo lato interno è accompagnato dall'arteria cervicale ascendente. _i\lle volte il nervo frenico non è evidente nella faccia anteriore dello scaleno anteriore e si presenta un piccolo filamento nervoso e che può resecarsi che è il ne1·vo succlavio. Dissecando allora all'interno trova il ner,·o frenico che non ha seguito la via normale. Per ottenere ciò è opportuno di sp~ stnre dolcemente il capo clavicolare dello sternocleido mastoid eo e la grossa vena giugulare interna. Scoperto il nervo con un divaricatore di 1
Faral>euff si divarica più che po5sibile il labbro superiore dell'escissione e si seziona previa aneste.Ja il ner\'o frenico nel suo punto più alto. In genere il paziente non avverte la sezione. Si p'Uò preparare il nervo e dissecarlo 1più in ba&so. Se i ,-asi cer,·icali trasversi impacciano la manovra è opportuno tagliarli e legarli. L'.~. spesso ha ricorso alla seguente manovra preconizzata da Fe, lix. Dopo la sezione j prende il CalJ>o rperiferico del nervo ,f renico e si arrotola su di una pinza; face11do questa manoVTa lentamente e progressi'·amente si può tira·re il nervo per una lunghezza co11sjderevole (10-20 cm.) e resecarlo. Spe&so l'operato durante queste manovre accusa dolore n ella regione dorsale e al livello del ·diaJframma, dolore che certamente è dovuto alle anastomosi coi nervi intercostali. !Il dolore scompare aip1Pena praticata la resezione. L ' A. crede cihe non sia necessario praticare una re&ezione così estesa del nervo. Certamente praticanid ola estesa si >è sicuri di estirpare le tfibre provenienti dalle anastomosi con il n eryo sopra-clavicolare ed il nervo frenico accessorio se esiste. Siccome però tale ana5tomosi in genere avviene a livello della v·ena succlavia è più che sufficiente una resezione di 5-6 cm. :\lei 32 interventi praticati dall' A. nei quali il frenico fu resecato 1Per l'estension e di 4-5 cm. 11 controllo radiografico ha dimostrato una paralisi completa ed una elevazione ·di circa 10 cm. in media del diaframma. Per quello che si riJ'eri5ce ai risultati la radioscopia praticata subito· dopo l'in, ten·ento fa r ilevare paralisi del diaframma cou inversione respiratoria del lato opposto (!fenomeno di Kienbock). Nei giorni che seguono si ha una eley·azione progressiva del diaframma che do1po un periodo molto variabile da 10 giorni a 3-4 mesi, raggiunge nella ispirazione da 7 a 11 cm. Sperimentalmente Felik •h a trovato che la rid'Uzione del1 a capacità dell'emitorace operato è di un terzo, un sesto ed alle volte anche df più. ·L'elevazion& del diaiframma eccezionalmente è totale; essa non è che parziale se le aderenze fissano il polmone alla gabbia toracica. Si riscontrano inoltre modificazioni sulle caverne polmonari 1per quello rhe si riferisce alla forma ed alla estensione. Diminuendo il volume di e&se si favorisce la cicatriz, zazion e. Clinicamente non si rilevano disturbi respiratori poichè jl paziente 1può alzarsi il giorno dopo. Si ha respirazione a tipo costale superiore ne1 lato operato..~Ila base gli spazi intercostali non si di\·aricano più nella inspirazione come nel lato sano. L'espettorazione è molto aumentata. Il tù· bercoloso ''uota le sue caverne e sempre più di'"enta l'espettorazione meno abbondante e meno p11rulenta. Le conqizioni generali migliorano pro..
•
1326
ll
[ •.\~"NO
POLCCLI~ ICO
XXXIII, F ..\SC. 38)
•
gressi Yarnente. La temperatura diminuisce ed aumenta il p eso del corpo. Riassun1endo i risultati l ' A. conclude: 1) la frenicectomia è una operazione relativamente t:l.ni!!na poichè non \'i è 5tato alcun caso di mor te nei 240 casi riferiti d a Alexan der. n egli 8 'ricordati da . ergent e nei 3-2 ri.cor·dati dall 'A.); 2) i s11oi effetti benefici alle volte tardano a manifesta.rsi. La rapidità della sua azione dipende dal c;olJryamcrtto del diaframma, condizione indi·s:pensabile percl1è se ne manifesti l'efficacia. I risu~ tati varjano secondo la natur a e l'esten sione deile lesioni. T . LAURENTI.
.A.lc1111i cenni sul meccauismo del pneumo· to1·ace elettivo.
CENNI BIBLIOGRAFICI. ì\1ARI.E \V. Einfiihrung in die klinische A:ledi:.in.
\iol. II , in-8° idi 253 peg. con 219 figure. - UTban e Schwarzenberg eidld., Berlino. 1925. Prezzo ì\Iarchi 6. I l secondo volume di qu est'opera su cui ci sia-
mo già intrattenuti compr ende la medicina interna, la nuerologia {generale e speciale) e la psicl1iatr.La (generale e speciale) . _ Data la ' rastità degli argomenti svolti, la tratta zio n e Tiesoe evidentemente schematica ma è chiara ed efficace . rctanJdo nelle gran1di ' linee 1 tratti caratteristici di ogni malattia. Le numerose fotografie e gli schemi .sono di grande t1tilità per la comprensione del testo. fil.
{\ ..\rCHEH e FàTH. -.4.nnali di i\Jeaicina, I , 1926) .
P er })l1eurr1otorace eletti\ 0 s'intenicJ.e quello artificialnle11Le provocato che non comprime se non le parti m alate ·del polmone. Esso può essere otte. nulo i11 due modi: o d 'emblée o previa c ompr essione tota.le del ,p olmone. Nel primo caso basta iniettare solamente tanto gas da ·comprim ere solo la parte m alata. Qt1esto è possibile solo sotto controllo Tadiologico e in ogni modo è necessario che non ci si.an o aderenze pleuriche, che il proces5o si::i. localizzat o alle parti superiori del polmone (più facil e aid essere compresse), che la ~arte lesa abbia perduto buona parte della elasti•cità per di. struzione di fibre elastiche, e cl1e il processo 5ia diffuso 01n.ogeneamente a uno o più lo1bi. Nel sec ondo caso invece si provoca dapprima un collasso totale d el 1p olmone mantenen do p er un po' di tempo una pressione positiva nel cavo pleurico, r poi si &osp endono le insufflazioni. Si r> ~trà osservare a!llora che le parti sane, più elas1 iche e m eno dense si rie51p an dono, mentr e la zona malata resterà in collasso. In qt1esto caso, s'intende, bi5ognerà mantener e il vuoto a quel grado in cui r isulta radioscopicamente il pneumotorace elettivo. I ,·an taggi del pneumotorace eletti,,o sono no· tevoli, 'Per ch è data· la poca quantità di aria cb e si in ietta non si pro,·oca spostamento del m ediasti· no nè il versamento pleurico, molto spesso l(}ovuto all'irritazione che il gas sotto pression e iprovoca nE>lla pleura. Infi n e non si produce un aumento di l avuro nel polmon e sano. Alcuni autori hanno applicato i l pneumotorace elètti.v o ad ambedue i polmoni contemporaneam onte e con buon risultato. E' c11iaro in ogni modo che sia per la difficoltà di troYar e il caso che si ,p resta, sia per la strettis. si ma sorveglianza a cui d evono essere sottoposti i malati, il pneumotorace el ettivo n on può es~cre applicato che in rarissimi c a~i. ~I . CAJ.\. 7
1
1
1
1
1
E. l
BAJLA.
L 'ileotif o. Istituto biochimico italiano,
926. L . 15.
Il prof. Bajla, t1fficiale sanitario di ì\Iilano, 1·iunis.ce in un qna:dro clinico completo le attuali conoscenze s ull'ileotif o. Si sofferma poi sopratutto sul problema terapeutico, r accoglien.do al riguardo il contributo di l111a eletta 5Chiera cli medici ospedalieri alla ct1ra co11 la ston1osina , cl1e ri sulter ebbe• superiore a tutte le nltre proteinoterapie. ]J.
g.
R. KRt\US, F. GERL\CH ll. F. SCH'\\-EI~BURG . Lyssa bei Jl en .. ch und T ier. Un vol. di pag. 467 co11 69 figt1r e nel testo e 6 tavole a colori. Urban
e Sc·h \varzenberg, editori, 1926. Prezzo g. ,
~Ile
30.
Questo libro comp are alla distanza di 14 anni da quelJ.o di Babes. ultimo ·del genere in ordine cronolo,g ico sullo stesso argomento. Nei suoi 39 capitoli la rabbia è descritta ed esaminata in modo magistrale ed esauriente. Se la penuria dello spazio non Yi si opponesse, Yorrei poter docl1m entare con quanta perizia e con quale larghezza di ,·edute sia affrontato ogni sjn golo a rgomento: 11no spirito critico, profondo e avveduto; proprio di chi è padrone della maf Pria, compe11 et r~ tutta l'opera. \'ogliamo rile,·are anche lln dato significa tivo: nei libri tedeschi. in genere, è ])en raro eh-e sia dato ~erenan1rn f t> a.d ognuno il c:uo; qui. !'U di 11n argoroento attor110 a Clti molti italiani hanno la·voTato e gran dem ente 1prodotto , l'opera italiana è prospettata j11teg:rn . anzi è assai valorizzata. I.a -pubhlica1ione costi tuisce un ampio e })r e 7ioso trattaro 11er gli spccinli.lznti della mat eria; vanta an cllc il pregio di fornire lln ottimo inanua! e. r crlatto con -:.pirito cli praticità. ~on esitian10 a con5iderarlo come il mirrliore studio <l'inc;iemC' comparso a tntt'orrgi. G. PEnGHEn. I
•
[ •.\N!'<\O XXXIII , F ASC . 38]
SEZIONE PRATICA
l 1NITED FHUIT COMPANY, ~lEDICAL DEPART~lENT. Fourteenth Annual Ref)ort, 1925. Un vol. in-So gr., di
1~7
L)iosalpinae bilriterale a tenderi-za conf"l!uen.te in donna con diatesi eniorragica.
pag. 320, con illustrazioni. Questa relazione attesta J.a continuativa, intensa. attività della g randiosa impresa agricolo-iwdustr1~ le <legli Stati Uniti n el CaJIIl'.PO igienico-&anitario. Espone l'organizzazione rdei servizi, r eca dati statistici diliigenti, commen ti e con siderazioni ed è corredata di una trentina di memorie interessanti (alci.1ne delle quali ristampate) , non pocihe dovute a c;,f udiosi •d i valore. R . B. 1
ICCRDEMIE, SOCIETA MEDICHE, CONGRESSI. Societ à Sassar ese di Scienze Mediche e Natu1~ali. Seduta del 6 lugJLio 1926. Presidente :· prof.
LEoNARDO
Do:llrNICI.
Contribut o alla casistica dei twmori del lcyarriento ·rotondo . ÙRRÙ ~1 .
-
L ' O. illustra un oaso di fibromioma del leg.ameJ1to .r otondo di destra svilupp.ato nel tratto extrrupelvico e ne disoute l'interesse diagnostico nei contronti delle va.rie formazioni necplastiche, erniarie, infiammatorie della regione i n gu1nale, la derivazione istogenetica, la sintomatologia,.
-
Il t essuto connettivo dei plessi coroide..i nei vertebrati. G.\:NFINI C. -
Splenectomia in gravidanza. C. - L'O. dall'illustr.afilone di un caso di gravidanza in 4° mese compJ.:icato, con minaccia di i11tersezion~ .abortiv.aJ dalla presenza di una volun1i11osissima milza malaa:ica che comprimeva ed obliquava p1·ogressivan1ente l'utero gravido, SYolge una serie di co11Siderazioni sul problema della s plenectonl:Ìa in genere come cura della ma.l.ar1a cronica . e particolarmente sui rapporti intercorrenti fra milza e sfera genitale femminile in condizioni nor1nali e nello stato grav.i dico. ~Ientre, anche in considerazione del decorso del suo cn o dopo l'intervento, accede alla generale opinione cl1e l a çlenecton1ia non abbia ,·.alore assoluto nella cura dell'infezione malarica, ostiene la opportt1nità dell'i11tei·vento qu.ando sia diretto a snl,·nbri.1ardare la continu.azicme della gravidanza, nppogg.i andosi alle rece11ti numerose ricerche che di1nostra.no da t1n lato la 'Sicurezz.a di n on rec·n r rlan no .all' org.a11ismo con ]a c;plenectomia, dall'nltro l'a se11za di strette e in1portauti c.>rrelazion i Prn le ghiandole genitali e milza. la funzione della quale può essere con1piuta i11 forn1a vicaria dagli ele111enti del sisten1a reticolo-e11doteliale largn111cnte distrih11ito nell'organismo. \ ... ERCESI
\"'EROESI C. - L ' O, presenta un tipiico ooemplare di questa particolare forma infiamm.atoria tubar rica e ne dimostra le caratteristiche eziolo·g iche (i J)repariati istologici e la, prova biologica ne d0cumentan o la natura tubercolare), patogenetiche, oliniche, anatomo-patologiche, p er le quaM il caso è da .aggiungers i .a quelli, non :numerosi, illustrati pressochè esclusivamente da .autori italiani , e dei quali l' .Alfieri in 1)art~cola.re ha fatto uno studio monografico completo, lumeggiandone sQpratutto la costante origine specifica e il meccanismo patogenetico fondamentale. La coucomitante presenza di manifestazioni emorragiche periodiche nell' a. (nubile, indenne da p r ecedenti ereditari emofiliaci e da altre forme morbose .a cui si ipotE*!se riferire un.a po1"Pora sintomatica) induce l 'O. ver so l'ipotesi che la diatesi emorragica rpossa e.gsere in correlazione con l 'infezione tt1bercolare, certame11te stabilitasi n~i primi periodi della vita de1l'a. fissatasi sui genitali i nterni, ~potesi enunciata e validamente sostenuta dallo Schupfer sulla base di una larga oasistica di porpoa:e en1orTa,giche sia secondarie che pri1niti ve.
• Tercrpiu arsenobenzolica per 'll"ia endomuscolare nella sifilide. P ERANTOKI G. - L'O. riferisce sui risultati di un trien11io di cure neosal varsaniche e11domuscolari (NEO I .O.I. 11>riucipalmente) confrontat i con q11e1li dia lui stesso ottenuti con il t r attamento endovenoso . L a ,.a ta casistica personale permette di concludere che la via ·endovenosa è da preferirsi per la cura d'attacco della. s ifilide; che il trattamento endomu scolare serve qua11do per ragioni speciali non si possa pr.atica1·e la cura endo\enosa e sempre come complen1ento della terapia mercuria]e e bis1nntica. P . O.
Società :lledico-Chi1·n1·0'ica della Ron1agna. Seduta dell'll aprile 1926. Presidenza : Prof. C.
CaPEZZUOLI.
JI etodi recenti cli t era J>Ì a della paralisi p?'Ogressi1 a. 1
l~ARoxc1x1 L.-::\f1LANI
C. (Imola). - Gli 00. praticarono nel 1914 e poi nel 1919 la cura enclora-. cl1idea. usando sier o sal,·arsanizz.ato in 'f'itro secondo il inetodo di La fora. pecialn1ente nei casi di transitoria remissione, si o<:ser\Ò note,ole migli<.1ra1ne11to nelle varie rea.zio11i del liquor e del siero di sangue, compresa la ' 'as<::er1na?111. Forse p er ottenere risultati du-
1328
IL POLJCl..lN!CO
raturi, occorrerebbe r~petere il tratta.mento ad interv.a],li r egolari, cos::i difficile da far accettare ai 1pazienti p<?r i, distn rhi conseguenti alle 1n1e-
.
•
[ANNO
XXXIII, FASC. 38J
L'uso dei aas 111,edicati (atmo-te·r apia) nella cura della blenorragia.
.
ZlOnl .
N el novembre 1923 venne intrafPresa la cura W 2gner con inoculazioni di terzana benigna, segu ;ta ogni volta da cure arsenobenzoliche e bismutiche. Sino al gennaio 1926 furono trattati 15 .ammalati, in 7 dei quali le manifestazioni mentali datavano da due e più anni; negli altri 8 l' inizio era entro l ' anno. Per quanto riguarda il primo g rup•p o si ebber o i seguenti risultati: 4 rin1asero j11variati , 1 peggiorò; gii altr!i 2 migliorarono n el contegno, rEX)tando i11variato lo stato di <lebolezza psiohica. D egli ammalati del secondo gruppo, 4 ebbero r emis ione completa ottin1a, 2 remissione tincompleta buona : 1 rim asn i nv.a riato e morì due mesi d opo la oura per miocardite: 1 morì durante la cura in stato comatoso. N ei casi favorevoli il migliora1nento andò accentuandosi col decorrere dei mesi. In tutti i casi furono praticati sisw1natici esami del liquido cefalo-rachidiano a distanza varia di tempo dalla cura, nota.ndosi una pr ogr essiva scomparsa della pleiocitosi s ino a raggiunger e cifr e norn1ali, diminuzione del tasso di .albume, che però Tisultò sempr e superior~ alla norma, diroin uzione nella intensità delle reazioni delle globuline, inigliorameuto della W assermann specialmente a distanza di tempo dalJa c=u ra. Gli 00. concludono che la cura di Wagner '<là nella p. ·P· un.a percentuale di migliorame nti notevoli; che la eventual ità di risult.ati favorevoli è tanto m a:ggiore quanto più recente è la m alattia ; che la quan t ità e la entità dei migliora.m enti ottenuti superano di gran lunga quanto s i ottiene con .altri n1etodi terapeutici; che i pericoli d ella cura, quando i pazienti siano O.n buone condizioni gene1'ali e non presentino alterazioni Cflrdio-renali, non sono gravi: che l ' insorgere di gravi stati di erc1ta1ner1to psico-motorio dm·.ante gli accessi febbrili consiglia l'interruzione del1a cura: che l ' inoculazione della malaria n on sembra forse J>reser\tare p ericoli di diffus ione della malattia i\nche in luoghi ove esistono a nofeli. C1VALL.En1
1. (F aè oza). -
Ha ap1plicato la pla-
smodio-terapia ad un infermo di den1e nzn paralitica , attualmente in cor so di cura , nell 'Oc;pedale Civile di Faenza, e si riserva di riferire ulteriomente su.i risultati ottenuti. Il metodo è degno di con idernzione, e sembra aiffermars i attra,"erso il Tacrlio 'd i t1na abbastanza vasta esper ienza prao ticn. · Accenna ni recenti t~ntati'i di a~plicazione dell.1 pl.asmodio-terapia n11a cura di altre malatt iC' (tnbe, postun1i encefalitici, lencen1ia, ecc.), tentntivi che, nl pre~e nte, non autorizzano nncor:i a trarre delle conclusi on i def ini ti,e.
P1sTOCvIII C. (Forlì). - L'O. riporta una casi~tica personale, dalla quale risulta la grande eff ioacia della atmo-terapia negli stati suba.cuti e cronici della blenorragia. Dqpo. avere deacritto il meto'1o idea.to dal prof. MARTA, si 50fferma a desQri vere le modificazioni dall' O. rup1portate al metodo stesso, le quali si possono così riassumere: in una soluzione di canfora in cloroformio al 10 per cento, alJa quale aggiunge d e1 gomenolo nella proporzione cloll'l '}{J , fa gorgogliare dell'ossigeno puro: di 1p·i L1, allo scopo di aume11tare Ja superficie di evaporazione, include nella bottiglia di lav aggio dell.a lana di vetro. A far pervenire in contatto 'della mucosa uretrale l' ossigeno cbsì medicato si serve di canule uretrali, calibro 16 Oharrière, perforate alla estremità: per l ' uretra masohile anteriore serve una canula retta lunga 8 cm. ; per l ' uretra posteriore una canu]a curva lunga 25 cm.
L 'echinococco delle ossa pelviche. '
ANGEI,r
A. (Marradi). -
L'O. descrive un ca.so
da lui <()erato di echinococco 06teso a tutto il
segmento i nforiore <lell' osso iliaco di sinistra. In La.se .agli altri casi noti nella letteratura mette in e\ridenza la maggior gravità di questa localizzaxione rispetto a quella interessante l 'ala dell'osso iliaco. Aggiunge consideramoni personali di ordine tecnico ojp eratorio.
Il valore diagnostico della sedimentazione
dei
globu~i
rossi.
A. (F .aenza). - Ha ottenuto i tempi di sedimentazione più i·apidi nelle malattie pol1nonari i11 genere, e segnatamente nella tubercolosi. Non crede, tuttavia, che la prova della velocità di sedimentazione delle emazie, i>resa a sè, possa avere m1 valore diagnostico assoluto di fronte alla tubercolosi polmonare, ma solo un valore relativo ed indiziario da considerarsi assieme al con1p1esso degli altri dati clinici e sperin1cnta1 i . MONTANARI
Cisti ossea soli tari a dell'omero destro.
L F.sI A. (Fa~nza). - L ' O. riferisce di un gio' ' a ne paziente di anni 18 che presentò sintomi di frattura spontanea incompleta una iprima volta nel 1925. L'esan1e clinico e radiologico condussero alla diagnosi di cisti ossea solitaria dell'nmero destro. I/intervento operatorio, consistito nell'apertura. e ~nffamento della cavità cistica, valse nd ottenere una completa guarigione anche funzionale. Dott. P .\OL-O G\r,LJ, çearetario.
f ANNO XXXIII,
FASC.
38]
SEZIONE PRATICA
~~PPUNTI
1329
PER IL MEDICO PRATICO.
CASISTICA E TERAPIA. Lo stato ipoplastico o timolinfatf co. La costituzione ipoplastica è caratterizzata: 1) dalla diminuzione della attività di formazione dell'or-ganismo; 2) •dal mancato sviluppo tdi importanti apparecchi organici .che si presentano inaideguati aJla loro funzione fisiologica. Sono fra questi anzitutto il sistema cardio-vascolare e secondariaJnente certe ghiantdole endocrine ·(testicoli, tiroi·de, ipofi5i, surreni), mentre sono ipertrofie! gli organi <li tessuto linfoide (gangli, milza, timo, fegato, tonsille). Gli in·divi•dui atìfetti •da tale anomalda costitu. zionale non presentano, secondo Tim.rne (Endocrine Surv.ey, dicembre 19-25) marcati aspetti morbosi rilevabili a prima vista, ma un certo numero idi stimmate e ·di dtstu-:vbi che inlfluenzano profondamente la loro energia di resistenza alle malattie, il loro accrescimento, la loro capacità 'di :ria:>roduzione. Pre&entano disarmonie nei vari segmenti delle estremità in rapporto fra loro ed al tronco, artico !azioni rilasciate con ten•denza alla sublussazione ' pied·e piatto, airtralgie sacro-iliache. tll sangue presenta una notev·ole diminuzione dei polinucleati, ciò che porta a diminuzione di .r esistenza ai pro. cessi infettivi. Notevole è la diminuzione !dello zuoechero sanguigno, ciò che provoca raipilda e fa· cile a&tenia. Si ha allungamento del tempo di coagulazione del sangu·e e ten1denza alle emorragie ed alle porpore . . Tali individui vanno inoltre soggetti ad emorra:gie cerebrali ed hanno diminuzione dell'alcalinità sanguigna con tendenza all'acidosi, rapida caJduta de}.la temperatura e disturbi gastrointestinali. Molti degli in·dividui affetti da tale anomalia decedono in giovane età; in quelli che sopraV'V1vono si stabiliscono dei compensi da parte òi altre ghiandole endocrine. Il meccanismo di compensazione iperò può su•b ire delle gravi di·fficoltà siccl11è la ghiandola può farsi insufd'.iciente. Cosl accade p . es., per l'ipofisi ed il paziente, al sopravv·enire •della pubertà, si dimostra psichica· mente ottuso , con deficiente iniziativa ed attenzione mentale e tenodenza all'adiposi. Per la tiroi. de, si ha la gola gro&sa, l'inlfiltrazione colloiJde del sottocutaneo, l'aridità •della cute, il ritardo dl sviluppo mentale, ecc. Si può pure avere ipoadrenalismo, ma esso è più difficile da scoprire, salvo per i sintomi idi anoomale a stenia e di bassa pres5ione sangui·gna. Talvolta, il comipenso porta ad l1na iperplasia Ja quale, p. es., nel caso dell'ipofisi, ~orta a cefalee periodiche che sopra, 1
1
1
•
-
vengono quando il .soggetto subisce degli strapazzi sia fisici che mentali e, nelle donne anche ne! periodo me&truale. Il disturbo dura magari ·decenni e ipoi ·scompaire per rprogressivo allal'gamento della sella turcica. fil.
La gangrena da arterite nei diabetici. La gang.rena dei diaJbetici ha spesso per causa un'obliterazione delle arterie dell'arto iniferiore. La si <deve ri-cereare sfJU!dian•do -con cura i battiti della pedidia o, meglio, con l'oscillom·etro di Pachon. Nella cm·a sono da iprendersi in considerazione: 1) Il regime. Se non si rd à insulina, &arà privo dj carboidrati; si consiglia la ·dieta lattea, oippu·r e di legumi verdi e, se la glicosUiia resiste, il digi1Jno per 3 gior11i; 2) I medicamenti. Alcalinizza.a-e il malato con 50-100 grammi al giorno di bica.I'bonato di sodio, special1nente se vi sono sintomi precursori dl <'0ma (s-nnnolenza, dispnea). }3uoni risultati per i dolori $l hanno col citrato dii sodio a dosi di 12-20 g.ra·m.rni al giorno; si possono anche faTe inieziorli endovenose (250 icmc. di una soluzione a 2 %) ;
3) !L'insulina. E il trattamento necessemio; bt· sogna incominciare con dosi forti (20 unità mat• tina e sera) facendo prenrd ere dopo m ezz'ora un pasto con 100 grammi di patate. Seguire sempre la g1ice.mia e la glic-0siuria; 4) Il trattamento locale. Prima di qualsias1 intervento, atten'Clere la limitazione evcild·ente della gangrena. Frattanto immobilizzare l'arto n el cotone; mettervi una pomata con 50 % di baJ:samo de! Perù. Dieulaifoy ha corrsi1gliato le docce d'aria calda a 120<>, due volte al giorno, ricoprendo le parti sane con com;presse umid·e; 5) ffl trattamento -chirurgico. E da scon~igliar&i assolutamente la simpatectomia perifemorale. In ca!;O ·di gangrena umida, o quando la gangrena se-cca sem•b ra estendersi con gettate lirufatiohe, 0;ppure se la gangrena secca ha invaso un segmen· to considerevole, si deve procedere all'amputazione. Jl punto delicato consiste n el decidere il livello a cui si 1dovrà amputare, poic'hè, basando5i uni>r.amente sull'abolizione dalle oscillazioni si r iscl1ia di an1putare troppo alto. Sicard, de Gennes e? Cos1e (Soc. rrtéd. des H6pitaux e Journ. àes Praticiens, 31 luglio 1926) •determinano il 1punto di obliterazione dell'arteria con l'iniezione di 1 eme. di lipjodol; la radjografia, f.atta pochi minuti dopo mostra i.l lipjodol arrestatosi 5otto fol'ma di un disco allungato, opaco al di sopra del coagulo obliterante. Il proce-dimento però non dice nulla
1330
- l POL !CLINICO
·quando i vasi dell'estremità sono rimasti permeabili fino alle arteriole. L 'iammalato va convenientemente 1preparato prima dell'in.t en·ento. Dopo si ripeteranno le iniezioni biquotidiane di insulina !fino a cicatrizzazione co1npleta, mantenen1do il regime adatto.
fil. Le vie di somministrazione dell'insulina. I.apiccirella (Rivista di Clinica Medica, 15 mag, gio 1926) osserva che 1a naturale necessità di renderf., anche fuori dei gran!di centri, a;pplicabile 1'insulino-tera:pia, aveva spinto gli 5Copritori ste<;si .a tentare nuove vie diverse Ida quella attuailmente 5egui.ta, la isottocutanea. Non glà perchè la via 1S0ttoc11tanea non sia alla portata di .chi vive lontano 1d a una grande icittà; ma perchè sol,~ nei gran1d·i centri sono possibili quelle ricerehe d.I continuo dosaggio id i zu cchero nelle onne e nel sangue eh e rtevono accompagnare una oura in&ulinica fatta attraverso una via ·d i assorbimento rapildo. ... .~llo scopo 1di trovare una Via di assorbtmento siieuro e nelilo stesso tempo lento, si da evitare i pericoli idi una ipogliicemia, il tentativo fu fatto attrai1erso tutte le cavità naturali. L'aspirazione nasale ·di insulina in po1vere e la nebulizzazione per inalazioni hanno dato un ah hassa.m ento molto scarso 1del tasso g.J.ice.irnicG e glicosu.rico, non offrono 1possibil1tà di dosaggio, sono t11tt'altro eh.e ecop.omi.che, e disturbano i malati iper il sapore fenolico 1del fa11maco. J,a son1ministrazion·e intra.tracheale dà gli 1Stessi risultati 1de1la insuli.no-terapia sottocutanea, ma offre lo svantaggio del 1difficile do1samento. Ancihe SUlperata 1questa tdifficoltà, sono necessarie per a'\rere l'effetto desiderato, do si triiple di quelle che bastano per via ipodermica. La via c'utanea (frizioni) òffre difficoltà di do~aiggio, e ri.chiede per lo meno una quantità di insulina 40 volte superiore .aill'abituale. Forse è fl caso di riprendere in con siderazione l'uso topico de1l'ins•ulina nella cura 1del1e lesioni Idi continuo a tonpida riparazione che forse 5ono tali sulla basE> di un alterato ricam1bio degli idrati idi carbonio. La via perlinguale è di11ficile ·ad eMettuarsi ne·i f>ignificato rigoroso della parola, perchè non si p11ò evitare che parte della SO$tanza venga deglu.. tita. _1.\ d alcuni autori ha dato ri•s ultati scarsi o nulli: ad altri ha dato risu1tati buoni, ma con dose tripla di quella adoperat.a sottoc·ute. La via orale è quella che a tutti sembra la più pratica. E si è tentata .con tutti gli aocorgimenti capaci di limitare l'azione deleteria dei succhi gastrici e lduodenali sulla in.5ulina, usando soluzioni alcooliche, solruzioni alcaline, soluzioni oleo-
[ANNO XXXIII, FASC. 38)
iSe ; alcuni hanno fatto uso ·della sonida, altri ne hanno accompagnata la somministrazione con iniezion.i di atropina. I risultati sono finora con. fraidi1tori e poco buoni. Sembra però l'unica via che pos5a aspirare ad una app1icazione pratica, seguendo le onme di Salèn, che adopera insulina Leo in tavolette, ognuna delle quali corrisponde all'l1nità di Toronto, ed aissocia alla cura inie· zioni ·di atropina per 1d iminuire la secrezione del fermenti gastrici. ·1\1a anche qt1esto metodo richiede un corredo di in·dagini no.n minori di queLlo richiesto dalla terapia insulinica ;per via sottocutainea, la quale resta pertanto la via unica nella terapia antiJdiabetica U$uale, lasciando la via en·d ovenosa per i casi oocezionalmente gravi di aci·dosi e di coma.
1
1
1
1
1
PERSIA.
L'insnlina nella cura di iperalimentazione nei non diabetici. G. Ic·h ock (Presse Médicale, n . 42, 1006), os5erva che l'insulin a viene preconizzata, al dilfuori del ·d iabete, nella cura ictegli stati di iponutrizione . Sono stati già riportati molti casi di lattanti atrofici ed ~potrofici, in ·cui l'uso razionale dt piccole dosi ripetute d'insu1lina riusci a far au· m·entare in maniera sen$1bile il peso. :Sebbene non siano mancate critiche al metodo, che può talora fallire anche al ·suo ·sco·po, resta assodato che conviene sem'Pre sperimentarlo, in considerazione dell'inefficacia idi tutti gli altri mezzi terapeutici. Marfan infatti dichiara esplicitamente che, se il lattante ha meno di 3 me~i, e l'atreips1a si è stabilita da più di 12 giorni, la .situazione deve consfd.erarsi pressochlè disperata. Le ·dosi, a ·questa età, dovrebhero aggirar5i intorno a 4 unità clinicihe, 2 volte al giorno. Tra g li adulti Yi è poi una schiera numerosa di sogg·etti, debilitati e dimagriti, che autorizza aid applicare la cura insulinica. Tra •questi sono tutti i convalescenti di malattie gravi, gli arterioscle1'otici, quelli colpiti da senilità precoce, le donne nella menopausa, ecc. l~a dose iniziale, i1egli adulti, dovrebbe e&Sere di 10 unità, elevabili gradualmente a 20-30, accompagnate dalla somministrazion.e di abbondante ' ritto idrocarbonato. In genere, ·dopo 3-4 giorni, .si assiste ad un aumPnto del peso e dell'appetito. Se ciò non 5i verifica, bisogna continuare nella cura con grandi cautele. Nei casi favorevoli si potrà, nella seconda $ettimana, raggiungere 60 unità in 3 volte. In tre settimane circa il trattamento è completo. Secondo altri a11tori, si dovrebbero fare invece 2-3 iniezioni al giorno, cominciando con 5 unità, ed aumentando rapidamente tino a 60 nelle 2A ore. \' olendo controllare in maniera precisa l'evolu-
• [ANNO
XXXII.I, FA.Se. 38]
SEZIONE PRATICA
zione della cura, si determinerà in serie la glicemia a digiuno, il C-Ontenuto in aoqua del plasma sanguigno, il pH., e la riserva alcalina. Nelle fasi più avanzate della cura si inizierà un allenamento metodico del soggetto, sviluppando con esercizi di coltura fi5i-ca l'apparato muscolare. M . FABERI.
1331
che si presentino in cattive condizioni e specialmente nei ea5i 'di ulcera gastrica e di resezione ga:strica. fil.
Il trattamento del morbo di Addison. L. Ramond (rif. in Journ. <tes Pratieieris, 31 luglio 199.J>) consiglia: Trattamento igienico. Ripo5o assoluto in letto; evitare i contatti morbosi, i traumatismi, le op&razioni, le medicazioni tossiohe ·(stricnina, arsenico). Trattamento eziologiioo. 1Se vi è negli antece . denti la •Sifilide, madÌ'cazione speei!i'ioa, che talora ha dato delle .g uarigioni. tRegime tonico se si tratta di un tuberooloso e cosi nel cancro. Trattamento opoteraa>i>co. .polvere fresca di surrenali di5seccate (•di vitello o di montone) cg. 10, 2-3 volt.e al giorno (per iniezioni o per ingestione). E assolutamente necessario ohe la polV'er.e sia f:resca, poiichè dopo 2-4 mesi essa pende l'effica> eia. Si aumenta la do.se se non si ha miglioramento, 1a si diminuisce se -compaiono tremori, glicosuria, albuminuria e se si 'V·ede cedere la pigmentazion e ed aumentare le forze. I.'associazione dell'iiPo·fisi aumenta gli eflfetti; se ne danno pu·r e og. 10 per dose (2-3 volte al giorno). La cura si continua per periotdi di 10 giorni successivi, con so5pensioni idi 5-10 giorni fra le serie. Trattare i disturbi digestivi ieoneomitanti con una dieta severa; in caso di goll1fiore gastrico 'i dà: Creta preparata g. 95; Fosfato di sodio g. 5; un cuochiaino da caiffè in un po' di acqua alle 10 ed alle 16. Non bisogna dimenticare il trattamen:to morale.
Il trattamento dello "shock,, con insulina-glucosio. D. fr'ischer (Surgery, Gynec. a. Obst., agosto 1926) osserva che nello « shock >> ;Si ha a che !fare con un meta.boliismo p ervertito, con asfissia ed acidosi. Tutto l'organismo è in uno stato ,~i e~au rimento che ;può es&ere vinto soltanto con .cJelJe nuove energie che faicciano rivivere le cellQle; morenti. Il glucosio, da solo non è sufficiente n 1 ' abbastanza ra'Pi·do; è necessario aggiungervi l'insulina la quale, ossidando rapidamente il gluCJ · ~io, fornisce l'energia richiesta. Si u&a una soluzione sterile ·di glucosio a 10-15 %, di cui si iniettano ,da 500 a 2000 eme. nelle v:en:?, con gran de lentezza in mo1do da impiegar~· i non meno id.i un'ora e preferibilmente 2-4 ore. f; sopr attutto necessario evitare la dilatazione èel Cltnre .destro, che deriverebbe da una tro:prpo rapida introduzione e che aggraverebbe le condiztr ni. Si inietta quindi dell'insulina, in ragione di 11na unità di insulina a U/20 per ogni 3 grammi di glucosio . .La quantità totale si divi:de in 2 porzioni, òi cui l'una si introduce 15 minuti dopo l'inizio dell'iniezione di glucosio, l'altra alla fine. r a reazione del glucosio nell'urina ·dimostra che non vi è pericolo di reazione in5ulinica, essendovi più glucosio che insulina. Si darà del succo di arancio e si terrà pTonta l'adrenalina per un' eventua1e iniezione; ,si somministreranno inoltre ·d ei liquid! fil . per ~l retto allo scopo di 0tpporsi alla tenidenza. del glucosio alla deplezione dei liquidi del corpo. SEMEIOTICA. Tra i ca;si riportati ·dall'·A., citiamo quello di ~1rt tn·dividuo ·Con fratiura verteb1'ale in cui venne pr"lLa reazione di Bnscai110 nelle urine. ticata la laminectomria, durante la quq,1e il paziente venne risuscitato due volte. Fu rirnc5Sl> in Si esegue nel modo seguente. A 3 eme. di urina letto in stato di grave « shock n con ipolso che si aggi11nge della soluzione di nitrato d'argento al non si rp oteva contare e 48 respiri. Si introdus- 5 %; in una provetta eme. 0.5, in un' altra eme. 1. sero 2000 eme. di glucosio al 10 % •durante 3 ore Si agita e si fa bollire il liquido per 30-60 secondi. e 60 unità di insulina. Quattro ore dopo, il pol- Si ottengono precipitati bianchi, colorati o neri , so €ra a 116, i r.espiri a 28 e non si ebbero di- che sedimentano con una certa rapidità. Si la· sturbi di sorta. Cinque giorni dopo , si procedette sciano precipitare i sedimenti brunissimi o neri.; ad un nuovo intervento durante il quale ~i scosi versa il liquido sopra5tante e si lava il 11>reci prì il midollo in .stato 'd i grave 5chiacr.;iament0. pitato abbondantemente con a cqua distillata. P oi, Si ebbero nuovi sintomi di grave « shocl( »; nuova in piccole provette, si distribui scono, due gocce iniezione idi 1000 eme. di glucosio e di 40 unità per provetta, del sedimento, aggiungendo : alla d'insulina; cinque ore dopo il paziente era :fuori .p rima 15 gocce di ammoniaca pura, alla seconda pericolo. 15 gocce di soluzione a 1 % di acido cromico, alla L'A. raccoman·d a questo metodo anche nei vo- terza 15 gocce di soluzione al 5 % di bi cromato miti ince~5anti da peritonite acuta e come atto d'ammon io. Si agita e si l eggono i risultati dopo preparatorio e profilattico nei casi da op erarsi 20 ore. 1
1
1
1
•
•
'
1332
IL POLICLINICO
Secon·do iBuscaino, i prec~pitati neri inten5i o con sfu1nature prossime al nero svelerebbero nelle urine la presenza di composti di istam·m ina; quelli brl1ni la presenza di ammin~ affini, sempre con n11cleo imidazolico, mentre i precipitati bianchi escluderebbero la ;presenza di qualsiasi ammina. Tale autore ritiene che la .ciemenz.a precoce. !'amenza e le sindromi amiostatiche post- o no11 posten cefalitiche siano l'espressione •d ella intoss1. cazione dell'encefalo da parte di speciali amine abnormi c·h e compaiono nelle urine e sarebbero svelate con l'accennata reazione. Le ammine, cau sa di lesioni funzionali ed istolo,g iche del tSi5tema nervoso, si lfonnerebbero anzitutto nell'intestino tenu.e per processi batterici ben precisati. [.,,accennata r eazione poi varrebbe a svelare le suddette forme psicoipati,che. Da ricerche comparative •di F . Lo Presti~emt nario (Il M orgagni, 9 maggio 1926) risulta che la reazione nera ài Buscai no è positiva anche in malati comuni. Il precipitato nero contiene piccolissime e trascurabili ·quantità di azoto, non tali certo da poter.e giust:iificare la presenza di un composto or.ganico di argento. ·11 .preci1pitato nero rt sulta composto d·a un miscuglio ·di cloruro di ar gento con polvere .nera ·di argento ridotto. Esso s1 ottiene veri5imilmente in presenza di una o più sostanze ad azione catalitica, fra le tante r;o:itsnute nell'urina. Tali sostanz·) potrebbero avere oligine da particolari azioni biologiche, dovute alla flora intestinale. fil. 1
POSTA DEGLI ABBONATI. ;\ .i dott. C. Vella da Monteverde:
Alla rieducazione dei movi·m enti nei ipostumi di paraU·si cerebrali accenna a•n che il MASCI in Tecnica terapeutica ragionata (Pozzi, ·ed., Roma). Uno svi.I uppo discretamente ampio troverà nel manu al.e di l{inesiterapia della Biblioteca terapeutica diretta da GILBERT e CARNOT (Bailliière, ed., Parigi) di cui esiste anche una traduzione italiana pubblicata da F. Vallardi , Milano. ftl.
Al ct.')tt. M. R., Cannara: Di recente si è ultimato un concorso per ispet tori medici delle Ferrovie dello Stato. Non si può prevedere quamdo ne sarà bandito un altro. a. a. Al dott. ;F. M. da I .inguaglossa, abb. n. 633-3: PE>r !,anatomia patologica d·ella cirrosi epatica, consulti la relativa monogrrufia nel Trattato Italiane di A nata.mia patologica pubblicato sotto la direzione di FOÀ dall'Unione tipografico-editrice torinese. ~ l111a blenorragia cl ella ctonna è stato pubblicato
[ANNO
recentemente un trattato di
XXXll I, f.. ASC. 38)
J. JOHNSTON ABRABAM:
I.ectures on Gono17hoea in Women, Heinemann.
Lon·d ra. Prezzo 5eell. 7/6. fil.
A·l dott. G. Porrini, Genova: Per la preparazione di prodotti opoterapici cansu·l ti: LEMATTE. L,Opothérapie du 'J)Taticien. Maloine, ed., Parigi. Prezzo 5 frs. fil.
VARIA_ L'obesità della donna. E. Gra·ff in Terapia Contemporanea, gennaio 1926, dice che ammesso l'adi1p osità essere un ca.r attere· sessuale secondario nella ·donna con sede di predi.lezione per la region~ del 'Petto, 1delle anche e dei glutei, essa si accentua nell'età critica. Essa può ·diventare patologica sotto l'irufluenza det fattori abituali dell'obesità: ereditarietà, alimentazione eccessiva (l'obesità 4a iperalimentazione p,u ò .g enerare l' am~norrea) , gravi•danza, turbe endocr .i.;:1e l?c;j oni del pavimento del 30 ventricolo. Fra le ·Obesità di origine endocrina l,A. distingue l'obesità tiroiidea, l'obesità ipofisaria, l'obesità genitale e ne !discute il diagnostico differenziale. Per l'A. l'obesità ipofisaria non si accompagna sem'Pre a turbe genitali e contrariamente a ciò che avviene per l'obesità tiroidea o per quella ovarica si associa ad un attivo ricambio, così che ha una elevata tolleranza per l'adrenalina e pel glucosio ed insiste sulla difficoltà che si incontra in molti casi per stabilire la parte che f>petta ad ogni ghiandola. Il tipo morfologico dell'obesità non fu secondo l'Autore sufficientemente valutato. J. Bauer distingueva già 4 tiipi: il tipo Rubens che interessa specialmente le anche, i lombi, il basso ventre e la regione glutea; il tipo a calzont da cavallerizzo che si !oc.a.lizza alla regione tron~ante.rica; un 3° tipo che interessa braccia, collo e nuca; un 4° tipo con predilezione per gli arti inferiori. T.ucker attribuisce al primo tipo (addo.minoiliaco) un'origine infundibolo-ipofisaria ed al sewn!do un'origine ovarica. Pur riconoscendo l'inconveniente di esagerare l'importanza degli schemi in tal genere di classificazioni l' ..i\ . 1pensa che l'adiposità pelvi-troncanteri-ca ·deve essere mantenuta distinta dall'obesità addomino-ili~a. Mentre l'obesità addomino-iliaca è generalmente di origine endocrina, l'obesità. pelvi-troncanterica della donna è indipendente da ogni fattore ghiandolare e deve essere attribuita alla vita sedentaria, alla stitichezza, alla congestione endopelvica passiva provocata da un anor male funzionamento genitale.
[AKNO XXXIII, FASC. 38]
SEZIONE P RATICA
1333
POLITICA SANÌTARIA E .GIURISPRUDENZA. • CONTROVERSIE GIURIDICHE.
negativamente ritenendo che la legge nlQn attrib1lisca il diritto alla indennità pretesa, sorge una LV. - Questioni di competenza. quistione di diritto patrimoniale ohe è di coinJpeLa giurisprudenza ·delle Sezioni Unite dclla tenza dell''arutorità giudiziaria: la manifestazione Corte di Cassazione, c irca la competenza a cono- di volontà ·dell'amministrazione p·ull:>blica che nega scere delle controversie concernenti diritti sulbbiet- la pretesa dell'i·m pieigato non .è e non si può contivi patrimonia·li, si ·è or.m ai decisamente orien- siderare atto o provvedimento amministrativo agli E:'ffetti della competenza, sicch!è Idi esso si debba tata nel senso che noi sin 1dal primo momento indicammo. Crediamo utile pTecisare, riferendoci ·Chiedere. la d ichi·arazione 'di illegittimità al Consiglio di Stato. Questa precisazione è importante a recenti giu·dicati, le risoluzioni fondamentali. perc.hiè spesso si ca1de in equivoco e si ritiene che La esclusività della ·coma>etenza del Consi.g lio d1 Stato in sede ·giurisdizionale, anche in tema di costitui$1Ca provvedimento amministrativo il sem.. diritti subiettivi patrimoniali ·degli im'Piegati pub- plice rifiuto o l'atto che -0ontesta il diritto preteso. Se, invece, l'amministrazione pubblica con bli~i, si ha soltanto nel caso in cui sia imp.ugnata la legittimità di un atto amministrativo dal quale suo provvedimento modifica una 1qi.Sposizi one del derivino conseguenze patrimoniali in danno degli .capitolato che attrilbuisce, per es., una in·dennità impiegati. !Ma quan:do n·e 5sun atto amministrativo. (-caroviveri, trasporti e simili) allora si c'è un esiste o la legittimità dell'atto non è impugnata proV\r.edimento ammini'Strativo, c ontro il quale e si tratta di inter,p retare ·ed aPiplicare norm e di non si può agire innanzi all'autorità giu1d izraria leggi che con·fe·r iscono o negano agli impiegati il doven·do5i pro1porre ricorso in sede di giurisdidiritto patrimoniale invocato, rimane ferma la zione amministrativa per farlo 1dichiarare illegitcompetenza ·del giudice ordinario. Questo prin.ci- timo. In sostanza .come hanno detto benissi.m o ' le Sezio11i Unite, si deve intendere provvedimento pio è stato applicato dalle Sezioni Unite con sentenza 18 mag·gio 1926, ricorrente Rizzo, n el caso amministrativo .quello ohe irrci>de nel rapporto di impiego modirficandol(). di un impiagato (licenziato, poi riassunto c omie I ..e sentenze che abbiamo sopra in•dicate, conavventizio e poi ancora nuovamente liicenziato) il quale, senza contestare la legittimità del primo e farmi ad altre precedenti, riguardano la compedel secondo provvedimento, chiedeva in giu1dizio tenza d el Con'Siglio . di .S tato : i•dentica è la risoluzione agli effetti della competenza della G. P. A. la indennità di licienziamento attri·b uita dalla leg in sede giurisdizionale, per gli impiegati degli ge, .preten1den1do che agli effetti ·della in1dennità ste5sa dovesse tenersi conto anohe del servizio enti locali. strao~dinario prestato anteriormente al pri.mo liDa altro punto di vista, 5em·b ra a noi che il cenziamento. ·Criterio rd ebba essere :identico sia che l 'imtp,i egato Con altra sentenza 19 giugno 1926 le Sezioni pretenda un diritto che abbia fonte nella legige, Unite, ap.plican,do lo stesso principio al caso di sia che esso lfondi la sua rdom'an.ida su una dispoun impiegato .che agi va al fine di ottenere il s1 zione del capitolato. Co&i, per es., se un medi co pagamento di un'in1d-ennità di missione, ha spie- condotto fonda 5Ul regolamento organico una sua gato e preci sato che il fatto o l'atto dell,armmini- pretesa 1Per il pagamento rdi una data indennità, stra=ione che ccmtesta il <Liritto alle indennità non e il Comune neghi questa pretesa, ritenendo che può essere consi·derato atto amministrativo del il capitolato si debba invece inter.pretare diversaquale perciò si deibb·a -chiedere la 1dichiaxazione mente, io sono persuaso ohre in tal oaso l'aztone di illegittimità al Consiglio di Stato in sede giu, appartenga alla competenza dell'autorità giu•diziariooizionale, 1Perch!è, ai fini della competenza, si ria ordinaria. 1Ma se il Comune ha modificato il <Leve intend.ere per atto amministrativo « queLlo capitolato e l 'i·~iegato si dolga di questa modi· ficazione, sia pure as5umendo cl1e essa viola t1n che incide nel rapporto d'impiego modificandolo 'e apportando di conseguenza effetti patrimoniali suo -diritto patrimoniale, competente a conoscere in danno d.ell'lmpiegato ». In altri termini, se della controver sia è la G. P. A. •dovien•dosi giudtl'impiegato chieda, per esempio, il pagamento di care della legittimità o meno del proy·yedimento una indennità fondando la sua 1domanda su di- che, incidendo nel rapporto •d'impi ego, lo m o' &posizioni idi legge e l'amininistrazione ri ponda difica. 1
1
1
1
1
1
1
- -·- -
(*) La pr~en~ rubrica è affidata. all'avv.
GIOVANNI SELV ~GGI ,
esercente in Cassazione, oonsulente
legale del nostro periodico
•
•
1334
IL POLICLINICO
[A...~NO
XXXIII, FASC. 38]
NELLA Vl rI A PROFESSIONALE. La battaglia del farmaco. Il momento attuale è dominato dalla guerra economica. Alla guerra cruenta è succeduta una guerra finanziaria non meno aspra, ser.rata, angosciosa. ·L a lotta per il pre·dominio in·d!ustrial.e e commerciale, per la sopraJfazione delle nazioni meno favorite dalla natura si combatte spietata e senza rigl1ardi. L'Italia per le sue >deficienti risorise naturali trovasi in questa lotta in ·u no stato d'interiorità. Essa deve importare tutto ciò che è necessario per i bisogni elementari della vita: il grano, il carbone, il ferro, il petrolio. Le migliorate condizioni del tono della vita 1deg,li italiani han determinato negli ultimi anni un aum•e nto della importazione di altri generi, 1qu.ali il caffè e la carne. Ed a mantenere la bilancia commerciale son venute m eno le rimesse degli emigranti, per modo rhr. l'eccesso di popolazione è attualmente un elemento di perdita. D'altra parte il profitto 1dell'industria dei forestieri, data la condizione d'inferiorità della nostra moneta, non ·è vantaggioso come er'a per lo passato. Da ciò la necessità ·di serrare le file e stringersi intorno ad un programma di difesa strenua dell'econo.m ia nazionale. Questo 'PTOgrarnma è stato net.tame11te precisato dal Governo e ad es.so conviene adattarsi con ferma risoluzione. Ridurre i consumi, 51Pecie quelli voluttuari, specie .quelli dt materi e provenienti -Oall'estero o che si confezionano con materiali provenienti dall'estero, consumare sopra tutto i prodotti dell'industria nazionale. .i\l riguardo i medici hanno un vasto campo d'o.zione: essi hanno un 'azione decisiva nel valor izzare e far consumare prevalentemente, se non 0sclusiva.mente, farmaiei idi fattura nazionale. Puxtroppo il mercato farmaceutico italiano è stato sino a poc'anzi dominato dagli stranieri. Medici e ammalati preferivano farmaci e specialit:ì. farmaceutiche, di cui si vantava la superiorità ·della purezza o della precisione ·delle dosi. La 811gge5tione ·di un'abile propaganda. fatta senza risparmio e senza scrupoli, dell'eleganza lussuosa òPl!'impacchettamento, ci ha per lungo tempo sogf?iogati. ·Lo stesso alto costo, il !ascino dell'esoticità conferivano ai prodotti che venivan di fuori un maggiore ap,p rezzamento d ef!icacia. Qne5ta snggestione dapprima fu esercitata esclu· siY:lmente attraverso i medici con la propaganda ~n i giornali scientifici e con larga distribuzione di campioni e doni, poi si è esercitata diretta-
mente sul gran pubblico ,d ei pazienti o pseudopazienti con la costosa, vistosa, abilissima ,p ubblicità sui giornali quotidiani. E si paga contenti e soddisfatti tutto quest'enorme complesso di spese di réclame, di elegante scatolaggio, purchè il farmaco o la spooialità porti un nome esotico e la $Ua efficacia sia vantata in lingua francese, tedesca o inglese. ~ gran miracolo che l 'industria farmaceutica italiana non sia stata del tutto ~opralfatta da una concorrer1za esercitata con il vantaggio di mezzi coSd potenti. Essa, .che non poteva contare af.fatto sulla clientela straniera e di popolose colonie, doveva contendere lo stesso mercato interno a caise ester e che solo dallo smercio nelle ri-spettive nazioni potevano trarre i mezzi di una prospera vitalità. · Malgrado tutto ciò l'industria farmaceutica italiana ha resistito ed è a presumere che essa possa raggju11gere i dcsi·d·erabili perfezionamenti sol che l'aiuti il pubblico di medici e di malati. È ben noto che un'indl1stria dà prodotti migliori in relazione all'amrpiezza del mercato. I maggiori introiti 1p ossono in p·a rte essere devoluti a perfezionare gli impianti, a migliorare il rendimento. La prosperità di un'industria -provoca la concorrP-nza, e questa il miglioram·e nto ed il buon mercato del prodotto. ·M algrado l'assillo della soverchiante concorrenza 5traniera, ]'industria nazionale ha già raggiunto lln gra:d·o ·d i perfezionamento che le consente di poter sost en er e la lotta. E 1q uesta risulterà sicuramente vittoriosa solo ohe non manchino i mezzi, i quali non possono essere dati che dai consuI
1
1
~atori.
La più chiara consapevolezza degli interessi nazionali ha fatto sì che l'Italia si sia sottratta al giogo dell'estero per molti prodotti e per alcuni è diventata nettam.ente dominatrice concorrendo sul me-reato mon·diale con le più agguerrite in du5trie straniere. Non c'è xagione che ciò non possa avvenire per i farmaci, la cui mani.iattura tra l'altro richiede materie prime che solo in parte <Jevono importarsi. Per troppa roba noi siamo necer,sariamente tri· bi1tari all'estero, e non possiamo permetterci il lusso di de.prezzar-e ancora la nostra moneta com1pirando all'estero quanto si può produrre e si prod11ce in casa nostra. Con,riene che una buon~ , ,olta medici e malati si sottraggano alla danno&a su.g-aestione che le medicine estere siano più effi- n caci dì quelle prodotte in patria. E sarebbe consigliabile anche che si smetta 11nab'uona volta di consigliare farmaci stranieri al
XXXI II, FASC. 38]
[.ANNO
SEZIONE PRATICA
solo scopo di impre5sionare col nome esotico i clienti. Ciò è ciarlatanesco e non con,ferisce alla dignità pr0ifessi-0n.a le. L'interesse di tutti è di risparmiare la nostra lira, ·di far sì che essa non si 5valuti seID1Pre più emigrando all'estero. Proteggendo l'industria farmaceutica italiana 1 medici 1difendono la nazione e se stessi nell'aspra battaglia economica, che tutti dobbiamo combattere, e nella .quale tutti dobbiamo essere solldati. 1
•
PANGLOSS
AMMINISTRAZIONE SANITARIA. Riunione del Consiglio Superiore di Sanità. Durante i giorni 10, 11 e 12 agosto u. s. .al 1\-linistero dell' Tnterno (Direzione Generale della Sanità Pubblica) si sono svolti, sotto ·l a presidenz,a dell'illustre prof. sen. Marchiafava, i lavori del Oonsiglio S11periore di Sanità, riunito in sessione plenaria. In principio della seduta, il prof. Marohiafava, con alta e commossa parola, ha commemorato daipprima il ,prQf. sen. Camillo Golgi, che fu per lungo tempo presidente del Consi·g lio Superiore di Sanità, tratteggiandone la imperitura opera di scienziato e di maestro; e, poi, è passato a commemorare il sen. .avv. Calcedonio Inghilleri, giurista di sommo valore che ebbe 1Pa.rte preponderante nella legisl~ione sanitaria italiana ed appartenne al Consiglio Superiore di Sanità da.i primissimi anni della sua ricostit uzione. Ha ricordato, infine, il compianto comm. dott. Alberto Massone, capo 'divisione presso la Direzione ~ neraJe della Sanità, ohe fu per molti .anni diligentissimo e aQprezzatissimo segretario del Consiglio Superiore di Sanità. Ha preso quindi la parola il dott. M~ea, direttore generale della Sanità Pubblica, il quale, dopo esseTsi associato alle nobilissime pa.role del Presidente, si riferisce, per quanto concerne I.a esposizione dello stato sanitario in Italia e all'estero, ialla ampia e dettagliata r elazione •pr esentata preventivamente, in bozze di stampa, a tutti i con1ponenti del Consiglio. Tale relazione destinata ad essere presto pubblicata e diffusa riguarda gli .atti compiuti dalla Amministrazione della Sanità Pubblica dal 1° luglio 1925 a tutt'oggi, e comprende, in un a 1prima pa.rte, un.a ampia e partioolareggia.ta esposizione della multiforme attività svolta dalla Direzi one Generale della Sanità PubbJioa. Tale p.rima parte contiene, in capitoli densi di da ti interessanti e di documentazione vari a, not.izie: sul! »attività dei laboratori scientifici (chimico, batteriologico e fis ico, quest'ultimo 'di recentissima istituzione); sullo stato sanitario all'estero; sui provvedimenti speciali attuati per 1' Anno Sainto; sul servizio sanitario iai confini di terra e di mare. Inoltre, i caipitoli relativi 1
133&
all'andamento delle diverse malattie infettive nel Regno, e quelli riguardanti la lotta contro le m·a lattie sociali, e cioè la tubercolosi la malaria . ' > I e m al att1e veneree, il cancro (pel qniale er.a in corso di pubblicazione uno speciale decreto-legge) il tracoma, il gozzo endemico, l'anchilostomiaai: la lebbra, la pellagra, la profilassi delle malattie mentali. Seguono, poi, i c~pitoli riguardanti: il controllo dei sieri e vaccini; la vigilanza sugli ali" inenti e sulle bevande; l'esercizio professionale dei medici (al cui riguardo è da rilevare il recente accordo di assoluta reciprocità statuito fra. l' Italia e l'Inghilterra); il servizio farmaceutico (inchiesta. sul servizio farmaceutico; .as.sistenza. farmaceutica nei comuni minori, eco.); lo stato sanitario del bestia.me con 1particolari cenni alle varie ma,lattie infettive ed .ai provvedimenti profilattici contro le epizoozie. Segue la esposizione sull'attività svolta d.aJ.Ja Direzione Generale della Sanità Pubblica per la esecuzione di opere igieniche mediante i mutui c1,i favore largamente concessi per agevolare la costruzione di aoquedotti, fognature, cimiteri, locali di isolamento, ecc. In con1rplesso i mutui di fa\ore 1:;>er opere tli provvista di acqua potabile, autorizzati dal 1° luglio 1925 a tutt'oggi dal Ministero dell'Interno, ammontano .a circa L. 140 milioni, mentre per le altre opere igieniche (cimiteri, fognature, pavimentazioni stradali) i mutui di favore .autorizzati nello stesso periodo ammontano a circa L. 22,000,000. L a predetta rel.azione~ infine, riferisce l'attiYità della Direzione Generale della Sa.nità Pubblica per l'applicazione delle vigenti diSJposizìoni sulle aoque minerali ie sugli stabilimenti ter1nali, le qual.i mirano, essenzialmente, al1a tutel.a, ed al miglioramento delle nostre numerose acque minerali e degli stabilimenti di cura. Infine, viene fatto cenno .alle recenti norme relative al funzionamento dei Gabinetti radiologici.
La seconda parte della relazione riunisce in un awosito volume, i nurnerosi a·llegati ohe comprendono i vari prov,redimenti emanati, le relative circolari illustratiT'e, i dati concernenti i v:ari oa.. pitoli della relazio11e, l'elenco delle acque mineraJi natu·r ali italiane nei oui riguardi sono stati adottati i iprovvedimenti in vigore, l'elenco delle I stituzioni antitubercolari permanenti oggi esistenti , e d un.a memoria sulla « accinazione .anti tifica », contenente dati e notizie sulla sua applicazione nei vari Stati.
'r
Apertasi ]a discussione, il prof. V iv.ante richia,.. ma l'attenzione del Consiglio sul pregiudizio granssimo che a.ll'esercizio dell'igiene deriva dalla mancanza di medici che si dedichino alla carriera <lell' igienista pratico, e ciò •perchè ]a carriera dell'igienista non assicura oggi condizioni economiche s ufficienti. Dj fronte .a questo stato
1336
IL POLICLINICO
di cose gli uffici sanitari restano sprovvisti di personale teonioo adeguato all'importante compito. Esprime, pertanto, il voto che siano mi~io r.ate le condizioni economiche 'degli ufficiali sanitari. Il proi. Sclavo si .associ.a alle parole del prof. Viv.ante, e, considerando ohe la maggior parte dei medici condotti (oltre jl 70 9{,) deve adempiere .alle funzioni di ufficiale sanita,,rio, lamenta che nell'attuale Esame di. Stato per l'esercizio della medicina non sia data la voluta importanza all'igiene assegnandovi UILa prova speciale e fa voti che sia assicurato ad ogni medico quel minimo di cognizioni di igiene che è indispensabile all'esercizio della medicina e chirurgia. Vorrebbe, \Parimenti, che oltre a disciplinarsi convenientemente le mod..alità di concorsi, fosse istituito un e.sia.me speciale di. Stato pel conseguimento del titolo di « perito igienista» (medico~ Q chimico, o veterinario) che dovrebbe essere l 'indispensabile documento tli base per l'esercizio delle funzioni di igienista nel campo pratico. Riferbndosi, poj, all'a•pplicazione della recente Legge sulla protezione della maternità e dell'infanzia, prospetta l' utilità che può trarsi dall'opera delle levatrici, facendo voti che la istruzione di questo personale sia compJetata mediante ç eci.ali corsi di puericoltura e di igiene. Il p.rof. Di V estea si associa .ai precedenti or.ar tori e lamenta che l'insegnamento dell' igiene nelle Università abbia luogo per lo più al 4° o 5° anno di corso, e non al 6°, come sarebbe più proficuo. Il prof. Casa:gr.andi si associa al.le parole del .prof. Di V estea e tenuta presente l.a necessità che i laureati che si avviano ialla carriera sanitaria di.ano garanzie di essere forniti di una preparazione specifica nel campo igienico, fa voti che si.a istituito e reso obbli~torio, durante il sesto anno di medicina, anche l'internato nell'Istituto d'Igiene e che per adire a11a oarrier.a sanitaria si esiga l'attestazione da parte dei lauTeati di aver seguito corsi speciali di preparazione igienica negli Istituti U11iversitari, integrati con la frequenza negli Ospedali 'd i malattie infettive ed uffici sanitari comunali e provinciali, secondo le norme delle « Scuole di igiene universitarie » sorte ia seguito della nuova legislazione e conducenti a conseguire il diploma in igiene pubblica. L ' on. prof. Ernesto Belloni si assooia .ai pre-0edenti oratori ed esprirne il desiderio che sia migliorata la coltura dei 1nedici nel campo della farmacologia e della posologia, osservando che i giov·ani medici generalmente non conoocono oggi l'arte del « ricettare », e p1·eferiscono, per oomo-dità, prescrivere le specialità medicinali ; e ciò spiega, in parte, il grande smercio di queste ultin1e. Si augura che si istituisca nelle Università, al 60 anno di medicina, un corso $peciale di « Clinica terapeutica n. Il prof. alagussa constata la deficienza. di prepnrazione clinica nelle malattie infettive contagiose da parte degli s tudenti di ine,licina, e, oonsiderato che tale deficienza è in rapporto col
'r
[ANNO XXXIII, FASC. 38)
fatto che agli studenti non si offre il mezzo per l'esame di t.ali ma.Lati dimostrabili soltanto negli .a1ppositi ospedali per le malattie infettive o nelle Sezioni d'isolamento annesse agli Ospedali comuni, fa vot~ che sia f.atto obbligo alle Amministra. zioni ospedaliere 'Pubbliche e private di accogliere gli studenti del 5° e 6° anno di medicina. perchè, con le opportune cautele e suddivisi in squadre, p~no seguire la visita ed ~istere alle dimostrazioni cliniche f.at~ dai direttori e da.i primari dei reparti d'isolamento ste~i in modo che, durante l'anno accademico, sia dato loro il mezzo ·di osservare e di ~tudiare un gran numero di mia.Iati di malattie infettive contagiose e rendersi conto dei metodi teriapeutici .adoperati e dei risultati con essi ottenuti. Il dott. V acino illustra gli ottimi risultati che si ottengono nel .campo della propaganda igienica e, ~n specie, .antitubercolare mediante I.a cinematogr.afia, per la quale forma di propaganda edu.. cativa si augura maiggiori consensi ed .aiuti da parte dei Coonuni e dei Podestà. I consiglieri Ohiaria e · Quercia. svol:gono raocomandazioni circa il servi.zio farmaceutico, il oommeroio delle speoi.alità medicinali e le tariffe dei medicamenti. Il consigliere Torti raccomanda .alcuni punti relati vi al per sonale veterin.ario comuna.le ed al funzioDialllento dei pubblici ma.oelli. Il rprof. RiVV. Silvio Lesson.a, neo consigliere eletto in sostituzione del compianto sen. avv. Calcedonio Inghilleri. riferendosi a quanto hanno detto i consiglieri Chiarja e Quercia, ritiene che allo scopo <li combattere più efficacemente l'esercizio a,busivo della professione farmaceutica sia necessaria una formula di legge che J!On la.90i dubbi di interpretazione e consenta quindi un.a rigorosa e sicura interpretazione, e fa voti che l'espressione «medicinale a forma e dose di medicamento » contenuta nella. legge 22 maggio 1913, sia modifica t.a con .aJtra ohe v.alga più ohia.ramente ad es_t>rimere quali siano le attività vietate ai non farmacisti. Il prof. Di V estea, nei riguardi della recente legge 'Per l.a protezione e l'assistenza delLa maternità e dell'infanzia promossa da.I ministro Feder.wni, rileva che essa è giunta -a colmare una significante lacuna della legislazione ea.nita.ria, attuandosi appieno un desiderio degli studiosi di questioni igienico-sociali caldeggiato da più decenni. Propone, ipertanto, il voto, .al)provato all'unanimità dal Consiglio, che, sull'esempio dell'analogo c1assico atto legislativo della Francia a favore dell'infanzia, detto honoris causa, dal nome del pro1Ponente, ,, Logge RClussel n, anche l'atto legislativo italiano, tanto più completo ed organico, porti il nome di «Legge Federzoni ». Il gen. 1>rof. Baduel, direttore generale della C. R. J., riferendosi alta relazione del direttore genera.le della. Sanità, illustra l'attività molteplice che svolge La Orooe Rossa nel campo delle provvidenze sanitarie sociali e della propaganda. .. . igienica. Il prof. ~Iaggiora , nei riguRrdi di quanto è 1
[ANNO XXXlll, FASC. 38]
1337
SEZIONE PRATICA
stato detto .a. proposito dell'insegna1ne11to dell'igiene, si associa ai precedenti oratori e rile\a oon1e attualmente la coltura dei gioY.a11i medici l'"ada gradatamente migliorando.
Nelle s ucoessive sedute il Consiglio si è occupato di numerosi ed importanti affari sanitari, p,r endendo in esame ed esprimendo pareri su schemi di regolamento circa : la conoessione di borse di studio per l'adde~tramento nella lotta antituberoola.Te, di cui fu relatore il pTof. Sclavo; la fabbricazione di p-0p1p atoi e simili, sul quale riferì il prof. Valagussa; le norme per il commercio dei mezzi di cont.rasto e dei materia1i anti X, ed .altre relative agli I stituti per cure fisiche ed affini, delle quali fu re1atore l'on. prof. Belloni; sullo schema di regolamento per i Laboratori provinciali é comunali d'Igiene e di profilassi, che fu esaminato da una speciale Commissione composta dei proff. Maggiora, Lessona, \.,.ivante, di cui fu relatore il G>rof. L essona; lo sche111a di regolame11to relativo allia prdduzione e commercio delle specialità medicin.ali, che venne esaminato da una Con1n1issione formata dai consiglieri p11:of. Di V estea, on . BelJoni, dottori Quercia e Chi.aria della qua.le fu relatore il dott. Chiaria; le disposizioni per L'impiego dei sieri, vaccini ed iaffi.ni non prodotti per la vendita e 1per la, produzione degli a.utovacoini, sulle quali riferì il prof. Morpu1rgo ; ed il Regolamento sulla vigilanza sanitaria delle oa.r ni da macello, esaminato da una Commis.sione composta dai proff. Ca.sagrandi, Lanfranohi e dott. '!'orti, della quale fu -telatore il prof. Lanfra11chi. Inoltre ha espresso ipareri .anche sopra parecol1ie domande di autoriz.oo.zione alla vendit~ di aicque minerali; di apertura di Stabilimenti termali, di ooncessrione di •priV1ative industriali, ecc. L '-a.rgomento della v.accinazione .a,ntitifica, illustrato in una ampia e particolareggiata memoria allegata alla R elazione del direttore generale del1.a Sanità P11bbl]ca. ricca <li elementi e di osser\azioni, è stato diligentemente esaminato da una. Co1nmissione del Consiglio, della quale fu relatore il prof. B. Mol'\Purgo. Il Consiglio Superiore, udita tale relazione, ha fatto voti che l'interessante memoria sia al più presto pubblicata e largamente diffusa, perchè i medi.ci possano r~ndersi oonto dell.a efficaci.a della pratica della vaccinazione antitifica, la quale ~uò rendere preziosi servizi .a.i fini della i)r<>filassi del tifo addominale. Sull'interessante questione, il Consiglio ha. .a.prJ>rovato un ordine del giorno col quale si segna.. la.no i easi nei quali dovrebbe render-si obbligatoria. 1a vaccinazione a.n titifica. Esaurita ]a trattazione 'dell'ordine del gri.orno, il Consiglio, Sll proposta di vari oonsjglieri, ha approvato nume.rosi voti, ed ha espresso in un ordine del ·giorno, .aipprovato all'unanimità, la sua pie-na soddisfazione iper l'opera multiforme, alaçre. 1odeYolissin1a svolta dall'Amministrazione
san.itaria sotto la illuminata guida del suo direttore genera.le; ed ha rivolto, infine, il proprio pensiero riverente e grato al GoYerno N~onale e a S. E . ..b"e<lt•rzoni, animatore consapevole dei gra11d1 problemi igienici e sanitari della Na21ione. Il Co11siglio si è scio]to con u11 lllauso caldo ed u11anin1e all'indirjzz;> della p erson.a del suo gresi<lente, prof . }farcl1iafava., la cui n1irabile opera scientifica ha recentemente ottenuto un alto ricono ci111ento in I11ghilterra con ]a. conseg11a della ineda,glia, d 'or-0 ~1anson, trib11tatagli dalla R. Società di ~iedicina Tropicale e d ' Igiene di Lon~ra.
Cronaca del movimento professionale. Sanitaril e Comune In Consiglio di Stato.
.
I proff. }iolinari. e Reale, sanita.ri dell'Ospe- . da]e Cotugno di Napoli , erano stati sottoposti ia consiglio di disciplina e congedati. I colleghi, ritenendosi ingitl.Stamente colpiti, ricorsero alla Giunta Amm.inistrativ.a, chiedendo la prosecuzione della istruttoria .a loro carico, istruttoria che, lper il congeclam1:3nto dei sanitari, era rima.sta sospesa.. La Giu11ta A1n.ministrativ.a rigettò il ricorso. I due colleghi ra.èlirono il Consi·g lio di Stato il qu.ale con recente sentenza ha dato p.iena ragione ai giovani sanitari, con'danna.n do il Comune a. rimetterli tosto in servizio ed al risarcimento dei danni.
l medici della Cassa di Soccorso dell'Azienda tra)Jlviaria di Napolf. I dottori Enrico Vnrola, Giulio Belfiore, Pasquale Bai1·letta, Agostino Abate e Gaetano De· Rosa. adirono i tribunali per danni ricevuti in quanto, dopo una prova triennale, venivano licenziati dal Consiglio di amministrazione del1a Cassa di sorco1·so della azie11da tram.viaria. Il Tribunale di Napoli con senten~a del 19 ·g iugno 1925 davia ragione alla Cassa di soccorso. I oo1leghi colpiti appellarono· e recentemente la Corte di Appello <li Napoli, 1revooando la sentenza del Tribun.ale, ha condannato l'aziend.a tr.a..mviaria al risarcimento dei danni e interes,.,i a favoredegli nPIJ>ellanti ed a tutte le spese del giudizio.
CONCORSI. P OSTI Y ACANTI.
R. P1·ef et tura. - U ff, san. di Bar.l etta; al 30 sett., ore 18; ab. 51,387 ; L . 15,000 e 2 quadrienni di L. 1000; di vieto libero, eserc. profe.ss. tranne consulenze; obbligo eventuali funzioni med. di porto e circonclari.ale. Titoli ed esa.m i (prove scritte ed orali ed esercizi pratici). Età lim. 45 a. ·rassa. L. 50.20 alla. Tesoreria comun. Certific. a 3 mesi dal 5 ag. Chiedere annunzio. B.\ ...\~o n1 S-c-TRI (Roma). - Riapertura., aJ 30 ~ctt.; L. 10,500 per 1000 pov., oltre L. 400 uff. BARI.
1338
IL POLICLINICO
s an. e c.-v.; 5 quadrienni dee.; età lim. 40 a . Sono valide le istanze già presenta.te. Docum. a 6 mesi dal 17 ag. Serv. entro 15 gg. Ohiedere .annunzio. BRUGNATO (Spezi<l4). - A tutto 30 sett.; tassa L. 50.10; stip. L . 8200 e 10 bienni ventes., oltre L. 500 uff. san., L. 1200 c.-v.; serv. entro 20 gg, CAGLL<\.RI. R. U 'TlfiJJe:rsità . - Professore non stabile di patologia spec. chirurg. Scad. 15 ott. Tassa L. 100. Atti al Ministero P. I., Direzione Gener.ale per l'Istruzione Superiore. (Vedi G. U., n. 179, 4 ag. 1926). CERVARA
DI RoMA
(Roma). -
Proroga .al 30 sett.
CossIONANO (Ascoli Picerno). - Al 30 sett. ore 18; .aib. 2090; L. 8500 oltre L. 500 indenn. laurea e L . 1000 indenn. forese, L. 500 uff. san . Tassa L. 50. Età lim. 35 .a. CREMONA. Ospedali Maggiore ed U golaini Dati. - Al 15 ott., ore 16, anatomopatologo; L. 16,800, '>ltre c.-v. in L. 1200, 4 quinquenni, 50 % incassi ·cure e ricerche a pagamento ; inibiti gabinetto proprio ed esercizio ·privato. Quiattro anni di aiuto o assist. in Ist. ain.-pat. univ. Età lim. 40 .a. Tassa L. 50.10. Rivolgersi segreteria del Consiglio amm. FIUME. R. Prefettura della P'l'ovincia del Oarnaro. - Ufficiale sanit. del Capol1uogo. Scaò . 30 sett., 01·e 12. Vedi fase. 35. FOGGIA. R. Prefettwra. - Uff. san. nei Comuni -di Vieste, Lucera, Margherita di Savoia, S. Marco in Lamis, Pietra Montecorvjno, Volturino, Volturar.a, Appula, Alberona, Bicca,ri, Stornar.a., Poggimperiale. S. Pa-010 di Civitate. Scad. 25 ott. FonLÌ. - Condotto supplente fisso ; al 3'0 sett. ; età lim. 39 a.; tassa L. 50; L. 9000, oltre L. 4000 tr.asp.; 10 bienni ventes.; 2 c.-v.; ecc. Serv. entro 15 gg. MILANO. Co~siglio degl!i Istituti Uspitalieri. Concorso ad .alcuni post\ di medico chirurgo assistente con funzioni di interno . Scaxì. 9 ottobr e . Vedi fase. 30. PALAZZAGO (Bergamo). -
Al 15 ott.; v. fase. 36.
PoNIEOAGNANO FAIANO (Salerno). 4 quadrienni. 8oad. 30 sett. ROMA . R. Prefettura. al 20 nov. ; vedi fase. 36.
L. 6500 e
Uff. san . di Velletri;
S. PoTiro SANNITICO (Caserta). - A tutto il 30 sett.; L. 7000 (sic) o 5 quadrienni dee., oltre L. 500 se uff. san. l'Jtà lim. 40 a. Docum. a. 3 mesi da.I 1.5 .ag. Acettaz. entro 5 gg. SASSARI. R . Università. - Professore non sta.bile di Clinica ~tetrica. Domanda al Ministero -della P. I. in ?a.rta. boli. da L . 3 entro il 30 sett. Tassa di L. 100. Notizie sulla attività scientifica -e carriera didattica. in 10 esempLari. ASSOFELTRIO (P esaro) . - .Al 25 sett., ore 18; L. 000 per 500 pov., alidiz. L. 3 fino a 1000 e L. 5 oltre; L . 300 uff. sa.n.; L. 3000 tr.asp.; indenn.
[ANNO XXXIII, FASC. 38]
serv. attivo concordata; L. 300 a.rm. fa.rm. ; età lim. ~4-40 a . ; tassa L .. 5<l.15. SuT&I (Roma). - La proroga ail 30 settembre-. annunziata nel fascicolo scorso, deve riferirsi a Bassano di Sutri. TICENGO (Cremonaj. - Con Cimignano sul Naviglio; scad. 29 sett. ; L. 11,500 fino a 1000 pov., indennità ca.pitari.a L. 2; mezzo tr.asp . L . 1500; uff. san. L. 500; c.-v. VERGATO (Bologna). - Scad. 25 sett.; L. 8800 per 800 pov., un o.-v, in L. 1200, trasp. L. 3000 se cavailc., L. 500 se bicicl. Vico DEL GARGANO (Foggia). - A tutto 25 sett.; L . 9000 e 5 quadrienni deo ; età lim. 45 a. Serv. entro 15 gg. Chieder~ .annunzio. VILL11 DI TIRANO (Sondrio). - Al 15 ott., ore 12; centro; L. 8500 e 5 quinq. dee. a. partire dal termine ·del bi~nnio di prova; uff. san. L. 500 ; trasf. L. 850; mezzi trasp. L. 2000; c.-v. L . 1200 ; tassa L. 50.15. Docum. ia. 3 mesi dal 6 sett. ZAGARISE (Catanzaro). fase. 36.
~OMINE ,
Scad. 15 ott.; vedi
PROMOZIONI ED ONORIFICENZE,
Oa.nINE nmu.A CoRONA n'ITAI.tA. Il prof. C. '\Viliems di Liegi, che qua.le presidente della Società Internazionale di Ohirurgia, presiedette il Congresso adunatosi lo scorso aprile a Roma., è stato insignito della commenda. de~ l'Ordine della Corona d'Italia. Il do.tt. L. Ma.yer, segretario genera.le di detto Congresso, è stato no1n"inato ufiziale n~lo stesso Ordi,n e. ORDINE DEI
ss.
MAURIZIO E LAZZARO.
Su proposta del Ministro dell'Interno il prof. cornm. I>iomede Qhi.n i, ispettore sanitario pella.grologo, è insignito della croce di caiv.aliere nel1' 0rdine dei SS. Maurizio e Lazzaro, in considerazione di alte e speciali benemeren~ per le funzioni igieniche delicatissime ch'egli compie nel Veneto. Con decreto del Ministero della Guerra. in data 20 luglio 1926 sono chia.m ati a fair parte del Comitato centrale per gli studi sa.nita.ri aeronautici i seguenti membri: Herlistka rprof. ca.v. uif. Amedeo, direttore dell'Istituto di Fisiologia. della R . Università di Torino; Gabbi prof. gr. uff. Umberto, direttore de11.a. Clinica Medioa della R. Università di Parma; Solavo prof, gr. uff. Achille, direttore .d ell'Istituto d'Igiene della R. Università di Siena· Bil.ancioni prof. oomm . Guglielmo, di' R. G'linica. Oto-rino-laringoiatrica. delrettore della la R. Università di Pisa ; BMtia.nelli prof. comm. Gius91I>pe, libero docente in patologia e olinica. medic:a presso la It. Univereità di Roma .
'[ ANNO XXXIII, FASC. 38)
1339
SEZIONE PRATICA
•
NOTIZIE DIVERSE. 11 nuovo abominevole attentato alla persona del .D uce e alle fortune d'Italia è fortunatamente fallito. .Ne esprimiamo il nostro profondo compiacimento.
Le giornate mediche di Montpellier. Dopo il successo brillante delle giornate mediche ·di Brt1sselle, si sono seguite quelle di Tolosa, Tu10isi, Parigi, che hanno dimostrato il favore straordinario con cni la classe medica accoglie queste .org.auizza.zioni. Per evitare, però, che esse si moltiplichino t.ro1>po, con che se n~ perderebbero il ·carattere e la .~'bruttura iniziali, le Università .della Francia meridionale - Tolosa, Bordeaux, Marsiglia <! Mont·pellier - sono venute nell'intesa ohe, in esse, queste riunioni si iruvvicender.anno a turno. Quest'anno sarà la volta. di Montpellier, ove il r.onvegno resta indetto dal 4 .al 6 novembre. Con1e prologo il S novemb.r e - giorno che in altri te~i quel1a Università consacrava ad Ippocrate - verrà commemorato i.l centenario della creazione dei capi di clinica; esso ooinci.derà con 1a solenne aipertura dell'anno aooademico. Il 4 novembre sarà dedicato ai progressi scientifici; il 5 ai servizi sanitari militari; il 6 a.g l'interessi corporativi; il 7 verranno compiute escursioni artistiohe. Sono preprurati v.ari trattenimenti. Per informazioni rivolgersi al segretario aggiunto, Dr. Desfour, rue Emile Zola 8, Montpellier. Al convegno sarà annessa un'Espooizione; per informazioni .rivolgersi .al segretario tecnico, M. Mat1joint, rue de l':Ecole de Médeoine, Paris (V). 1
3° Congresso scientifico pan-Pacifico. Si adunerà a Tolrio d.al 30 ottobre all'll noYembre; lingua ufficia.le ne sarà .l'inglese. Gli Stati Uniti vi hanno delegato come ra.ppresentante il prof. Wilbur, dell'Università di Stanfo.rd. Nella Sezione Medica saranno 'discussi i seguenti temi: 1) distribuzione, profilassi e ter.rupi.a delle malattie endemiche sulle roste del Pacifico; 2) distribuzione, sintomi, profilassi e terapia della dissenteria, dell'anchiJ,ostomiasi e della schistosomiasi (giaipJPonese); 3) rapporto tra clima, alimento, vesti.a.rio e r~istenza degli abitanti nel vari punti della costa del Pacifico. Prima e dopo del Congresso awanno luogo gr.andj gite.
Società per lo studio delle questioni sessuali e di engentca. Il 20 luglio, nell'.aula del R. Istituto di Medii0ina Legale di Palermo, si riuilliva, per l.a .p rima volta., il Gruppo Palermitano. Il Consigljo direttivo per acclama~one è risultato così costituito: presidente: prof. Domenico Mirto, direttore del R. Istituto di Medicina. lega.le; viçe..ip1"0Sidenti: prof. Ercn]e Cova direttore della. R . Clinica Ostetrica e prof. Luigi Philipson, direttore della Clinica dermosifilopa.t~ca.; conaiglieri : ~rof . Luigi .Borrello, prof. Vincenzo Piazza ~fartini, avv.
Tommaso Leone :àiiarchesano; segretario-ca.ssiere: dott. Ferdinando Nic>oletti, a.iuto nel R. Istituto di Medicina legale.
Scuola Medica Ospedaliera di Napoli . Dal 1° ottobre ..a.I 5 novembre avrà luogo un corso di p.repara.zi_one a~li esami di Stato pei laureati in medicina e chirurgia. Per la Clinica medica insegneranno i .proff. ~{enotti Bucco, Giovanni Ca.. tront1ovo, Maurizio Crispino e Gabriele '1.,edeschi; per la Clinica chirurgica i proff. Raffaele Mi.nervini, Carlo Laccetti, Elia Savelli; per le Cliniche ooulistioa, de1'Illosifilopatioa e delle malattie genito-urinarie l'iscrizione è separata. Dal 1° al 30 novembre a.vrà luogo un coTso pratico d~ perfezionamento in Medicina e Chirw-gia. generale per i soli 1nedici condotti. Il oorso sarà tenuto per la Clinica medica dai proff. Menotti Bucco, 1\Iaurizio Crispino, Modesto de Vivo, Do1nenico P.ace, Vincenzo Patrioell.ì; per la Clinica Chirurgica 'dai proff. Gaetano Sorge, F. Iacobell, Carlo Laccetti e Pietro Oaipasso ; per le Cliniche oculistica, dermosifilopatica e delle malattie genito-urinarie l'iscrizione è seq>air.ata. Domande all'ispettore G. Renzi, che rilMcerà anaJog.a ricevuta. L' orario swrà stabilito d'a.cçordo con gl'iscritti.
Il concorso per l'internato a Parigi. Negli ultimi del luglio scorso ebbero luogo gli esami scritti pei: ,, interne des hopitaux de P.aris i>, esami che costituiscono l'avvenimento rpiù importante della vita inecijca parigina. Si tratta di un co11corso difficile per serietà dì p!rove e numero di candidati: 730 candida.ti, 80 p osti. Gli esaminandi hanno diritto, dopo 1a lettur.a del tema, a mezz'ora di riflessione e iad un'ora per scrivere e presentare iJ lavoro. I temi sono stati: 1) .4. natomia: Il oonale deferente; 2) Patologia medJica: Pneumotorace ~ontaneo nella tuberoolosi; 3) Patologia cl-,,irurgica : Diagnosi differenziale ed indicazioni terapeutiche nel cancro del collo dell'utero. Ai primi di ottobre sono fissate le prove ora.li, ed il 18 ottobre avirà luogo il grande cc Bal de l' lnternat » dove in una notte di vera follia parigina., in oui l'OO'gja. s.i decora d'ia.I'te, si dimenticano le .an1arezze del concorso e si inaugura il nuovo anno scolastico.
Lotta contro il cancro. La « Gaz.zetta. Ufficia.le » del 26 agosto, n. 198 ha pubblieato un decreto-legge in data. 23 luglio, n. 1427, con il qua.le, ritenuta la urgente ed .as-
soluta necessità di organizzare e sviluppare la lotta contro il canoro, v~ene stanziata, nei capitoli del hilancio del Ministero dell'interno e per ogni esercizio finan~iario, la somma di due milioni di lire, di cui 1, 00,000 da. erogarsi in sussidi ai Comuni. alle Pr ~>vince, alle istituzioni ,pubbliche, per l'impianto e il funzionamento di centri di ao. certa.mento diagnomico per i tumori maligni, e L. 200,000 per l'attuazione di corsi di preparazione scie11titica e di tirocini pratici.
•
1340
IL POLICLINICO
Il Governato1·ato di Roma cont ro il can cr o.
•
Il Governatore di Ron1a ha preso le seguenti decisioni: Iscrizione del Governatorato alla Lega ita1iana contro il oancro, sezione di Roma. Istituire nuovi locali nell'ambulatorio centrale, dove verrà modernizzato un .ambulatorio dia:gnostico e curativo specializzato contro il cancro, arredandolo di tutto quanto OCQOrra. Porre .al serviz,io dell'ambulatorio tutto il macchinario radiologo e l'organizzazione già €Sistente, nonchè le sezioni ~himica e microg1·afica dei laboratori del Governatorato, provvedendo ove occorr a ad acquisti di altro materiale necessairio, sia per le indagi11i diag11ostiche, che p~r le aipplicazioni curative. Delegare l'Ufficio d'igiene e sanità a designaTe un medico che curi l'organizzazione tecnica del1'.a.mbulatorio e n.e a.Lbia la responsabilità, alla dipenklen'z a del medico 'Primario per la terapia fisica, per la parte radiologica. Costituire un corpo n1edico specializzato con elementi trattj sin da doYe sia possibile, dai sa' nel G1lver11ator ato che dimostri. . nitari i11 servjzio no di essersi dedicati a ricerche sul ca,nc1·0, in modo che essi ·possano essere utilizzati nell'.ambulatorio e fuori di questo per la. lotta contro il cancro. S1rolgere <f:;>era attiva. di propag.a11da presso .la popolazione .a. mezzo di opt1scoli , con.fer~nze, proiezioni cinematografiche, ecc.
La lotta contro la malaria ne ll'Ag1·0 Romano. Recentemente il sen. Cremonesi, prendendo in esan1e le proposte dell'Ufficio d'I giene relative ad una einpre migliore organizzazione dei servizi per fronteggiare ]a malaria, ha deciso di adottare u~a deliber.azione di notevole importanza per fornire a.i inedici, sparsi nell' ~i\.gro Ron1aJ10, i m~zi migliori per svolgere la loro lotta. . E stato ordinato a. tutti i p1·oprjetari affittuari dell.' Agro Roma.no, di porre a disposizione. dei medici un n1odesto ambiente destinato ad infermeria e ambulatorio. Il provvedi1nento, in realtà, ::!oncorre a 1·endere assai più numerose le stazioni sanit:lrie perocchè anche co11 l'opera di un solo 1n&:lico ' ~he si re0hi in dive-rse località, si ha di. fatti l'esercizio di un maggior nun1ero cli osservatori sanitari . Quest.i piccoli centri che saranno organi di diffusio11e della civiltà per cver.a dei medioi, potranno })restarsi nnche all'esercizio della pr~pagan.da per la lotta contro la 1nal.ari.a, in quanto il medie~ l'otrà radttnare gli ndulti o i ragaEzi , verso i quali svolgere oper;t di educaLione ·per la conoscenza dell.€ condizio111 1 n c11i s i contrae il morbo e per le cure preventive.
La ma laria scomparsa da F iumicino. L'azione antin1.alarica intra1>re a. dal con1pianto prof. B. Ora::, i i1ell..t borgata cli Fiu1nicino - scelta coiue •na delle località pit1 n1alariche de11' ....\gro
[.~o XXXIII , F ASC. 38}
Romano - è stata ripre&a. da 11.a. Stazione sperimentalo antimalnr1ca, i«itituita col coneorso della Direzione generale della Sanità pubblica, del Governatorato di :&oma e della Fondazione Rockefeller. La stazione ha condotto una can~pagna contro le larve cli zanzare, per mezzo del -ç-erde di Parigi o di Schweinfurt, sopq:a t1na zona di tre chilometi~i intorno .all'a.bit.ato, col risultato che la maila.ria è praticamente scomp.a,r sa : difatti nel1' anno in corso si sono aivuti solo 4 primitivi in tut ta la popolazione (sta.bile, .avventizia e bagnante). Questo successo meritava di essere segn.alato. Abbiamo notizia che anohe in .altri C'entri rurali la Stazione sperin1entale - che lavora nel silenzio ma con eflìca.ci..a. - ha ottenuto buoni ' successi. Resta a Yedere e la slarvizzazione è generaliz?;abile alle oa1npagne in senso lato.
Per la terapia della malaria. Nella « Riv. di ) {alariologia », fase. 2, si dà notizia dei risultati che Giemsa ha ottenuto, per la tera.pia della. inala.r ia, d·a lla etil. e <lalla prQpil. cup r eina, clerivati della cupreina, che è un .alcaloide estratto dalla l?e1nijia c·uprea s. pedluncu.lata (pia11ta ruppairtenente .alla f.a1niglia ~elle rUJbiaooe~ di -0u\ fa !?arte anche la china). Quei due prodotti si sono dimostrati decisan1ente s u•p eriori alla chi11ina e ad altri cl1inacei. Abibiamo notizia che nelle officine della p1·i11cipa1e organizzazione tedesca p er la fabbricazione dei colori si è ottenuta una serie di prodotti sintetici con~tro la n1alaria.; a., b, e pirochin.a ; il secondo di tali prodotti, designato .anche come p]asmachina 1 si dimostrerebbe molto attivo contro ,,.li stadi sessuali d~i parassiti malarici estivo~utu11nali · converrebbe associarlo alla chini11a. . . E poco maneggevole. ~'1ttualme11te viene speri1nentato Sll la~ga sca.l.a, .anche in Italia. )
L'agente della rabbia.
'
Lo stu-:l ioso giap1ponese K. Sukeg.ama. annunzia di esserCl riucs.cito, dopo sette a.nni di rioerohe, a coltiv·a re l' aO'ente della rabbia, 0he non sarebbe costitu ito dai corpi di Negri. Nei suoi pr11n1 tentativi l ' i11cubazione ùel1a malattia nei conigli dura.va cjrca due ine~i ed i sintomi erano incompleti; a.Ila 12:i. generazione del virus, l' incubazione è tata ridotta a 12 gior11i e si determinava un quadro integrale della malattia. . . Ci a11guria1no c-he la coperta dello sc1en~ato giappone e possa e ere confermata e possa. trov·ar~ utili appliraz.ioni. Osse1'1·iamo che le conferme sono necessa rie prima di poter accettare l'autenticità di quest~ ricercheJ perchè già molte :olte fu annunziata la coltivabilità <lel virus rabico., mentre si tl'atta\a cli errori :;>erin1e.ntali. ((( ..A.nn. d ' Ig. », lug. 1926). b
•
•
Nuov o siero antis iftlltico? Con1t1nicano da Leningrado cl1e. il dott .. ~j~~~ ininf avrebbe sco~rto un nuoYo siero .ant1_ if1l1t1co, d i· così orprendente. e pro,·ata. .efficacia, 9- che u 100 jufern1i ~ ottovo~t1 alla ~--ua azione .. , sono guariti radicaln1ente (u El Siglo i\Iédico »).
!ANNO XXXIII, FASC. 38]
13~1
SEZIONE PRATICA
Dopo le gravi contestazioni ·di cui è stata oggetto la presunta scoperta di Lancellotti e Jaregui, relativa .alla produzione di un siero .antisifilitico, si legittima un senso di diffi.den~a intorno alla nuova. scoperta congenere. (« Ann. d'Ig. », lug. 1926). •
Per il prof. Morpurgo.
Si è costituito t111 com.ita:to per tributare onoranze al prof. Benedetto Morpurgo nel 350 anno della su.a attività <h stu dioso 'e di maestro. Il programma comp re11de la pubblicazione di un vo1ume ricordo, nel quale saranno raccolti lavori originali di allievi, .a1nici ed ammiratori. Coloro ohe intendessero nartecjpare 1a queste onoranze sono pregati di inviare la loro altlesione al pìrof. Azzo Azzi, corso Raffaello 30, Torine>. Per la semp1ioe a,desione l'offerta è libera. L"offerta superiore ialle 100 lire dà diritto a] volun 1e l'icore.lo. 1
Conferenza del sen. Marchiafava. Nell' Ospedale i11 lloma di_ Santa Sn.bina, ha avuto luogo l111a couferenza d~'l più grande ma.lario1ogo dei tempi nostri: Ettc:xre l\il~rchiafa v.a. La coufe.renza ha riassunto in una sintesi me1·avigliCAS-a i. {Punti fondamentali che il medico competente deve a.v;eir e bene presenti nella lotta oontro il morbo che già ~n ·tl0l!ni purtti della CamlPagna Romana. è stato. vittoriosamente debellato. Facevano corona al maestro il mediQO provinciale Sirleo, la direzione dell'Ufficio d'igiene al completo, tutti i medici dell' Ag;ro Rom.ano, che tributarono all'oratore una entusiastica ovazione. Verra.uno tenute altré conferenze sulla lotta antimalar~ca dai proff. P erori, De Rossi, Escalar, Peta.cci.
Pro assistentato medico universitario. Nella « Federazione Medica » il dott. Buonsanti porta all'attenzione del Governo il seguente suo ordine 'del giorno : cc L a Classe Medica d'Italia, 5piritualmente adunata, richian1a. n.ncor.t una volta l'.attenzione del Governo Nazionale sulla necessità inderogabile di •proteggere il crollante istituto dell'Assistentato Clinico Universitario con una sollecita legislazione sta.tale che n.o riconosca, l'altissimo valore per l'a.ffermazione della scienza 1nedica nazionale, e riconosce11do che la valorizzazione di una cosi iinportante fu11zione scientifica i1on possa, ai fini della grandezza. n.azionale, affidarsi alla autonomia .a.n.1n1inistrativ.a. delJe Università, che non ha possibilità as.$istenziali da g.arentire il prestigio e i diritti di vita della Categoria; fia voti 'Perchè il Governo Nazionale inquadri 11ei Tanghi sLnt~1li il personale Assistente ed Ai11ti Clinici discip1inandoue le .attività sul binario dei doveri c:he la resta w·azione nazio11ale inçone e tutelandone co11, dignitoso trattamento eco11omico l'a.uspioata espansionP culturale, ba e in oppri1ni· bile della riscossa italiana ».
Il calendario scolastico migliorato. Secondo l'abolito calendario l'anno scolastico si apriva, con gli esami di .ripara.zione, il 1° ottobre, e il giorno 16 a ve vano principio le lezioni, che terminavano tra il 22 e il 26 giugno. Gli esami estivi cominciavano, quindi, tra il 26 giugno e il 1° luglio, e il •più di essi si protraevano fino a.Ila seconda quindicina di luglio, mentre i più importanti e faticosi .andavano a finire ai primi di agosto. Or.a il min~stro della P. I ., come avevamo annunziato, ha disposto una riforma ohe, con opportuni accorgimenti, andrà in vigore -per l'anno in corso . Secondo il nuovo oalendario la sessione estiva avrà luogo nella, seconda quindicina di giugno, quella autunnale nelLa seconda metà di set. tembre e l'inizic1 delle lezioni al io ottobre. Non è chi non veda i vantaggi del nuovo calendario llei riguardi igienici, pojchè le fatiche t?iù improbe non verranno più imposte agli .~ col ari quando il caldo è più sfibrante.
Proiezioni educative. La Gazzetta Ufficiale ha pubblicato un decreto 1ninisteriale che dispone circa la 'Proiezione cinematogr.a.fica di :pellicole .a scopo di educazione ci vile, di propaganda nazionale,
e
di
cultura
In memoria del dott. E,nrico Marconi. L ' e< U ~bria Medica » , .periodico diretto dai professori C. Mich~li e. L. Mariani, ha dedicato il suo n. 68 .alla vita e agli scritti cli Enrico Marconi, appassionato oulto1·e delle discipline biologiche e mediche: in un piccolo centro, quale Terni, egli era riuscito a:d acquistare un.a coltura vasta e prof onda e a crearsi una fa.ma che varcava i confini.
Dati d emog1·afici negli Stati Uniti. Il Department of Oommerce pubblica i dati p.reliminari sulla natività e mortalità durante il 1925 nella « registration area» degli Stati Uniti. Si sono 1·egi~tr!tte 1,727,467 n ascite, ossia 21.2 pe r 1nille, contr0 22 .6 del 1924, il che segna una riduzione dol 7 %; 955,074 1norti, ossia 11.7 per 1nil1e, contro 11.8 del 1924; 123,512 morti &otto 1 anno .'cli ~tà, ossia 71.5 %, contro 71 del 1924. (« Pnblic Health Reports », 11 giu. 1926).
Vaccinazione obbligatoria dei cani contro la rabbia. Un'ordinanza del ~I11nicipio di San Diego in California stabilisce che tutti i oa,ni debbano essere ' paccinati contro la rabbia. (« Hygeia », giugno 1926).
Tragica applicazione del microfono. I n1edici della prigione di Carso11 City, nella Nevada ( tati Uniti), l1anno studiato per mezzo di 1nicrofoni il rit1no cardiaco di tre co11dannati a morte per :t .. f; c- ia , i quali jguorava110 la loro fine im1ninent~. (« .A.rch. de J\Ied ., Cir . » ecc. , 14 agosto 1926) .
•
•
1~42
[ .~NO
IL POLICLINICO
&ASSEGNA. DEI.LA ST•MPA. MEDIO.... Arch. de Med., Oir., ecc., 80 gen. - S. llECASJtNS. 'l 'rattam. della leucorre~. Uaz. d. Hop., 30 gen. - Tunn1Ès. La .::,e·l i1nentazione delle emazie. Miinch. Med. ~Vo ch ., 29 gen. - R. DEGK\Yl:tz. Si.ero antimorbilloso specifico dagli animali. · - E. HOFF:MANN. Infez. sifilitica ca.daverica. Deut. Med. Woch., 29 "en. - K. BoNHù:·:FFEU, W. H1s. Le cosidette neurosi da infortunio. -- f '. KLB:MPEltEH. Sa.nocrisinotera.pi1 della tbc. p. Encéphale, gen. - SizARY e BARBÉ. Chimiote1,aipia deLLa. par. ~n. - P. EscuoER NuNF.z. I tumori del lobo front. - H. OLA UDE e M. MoN"'IANUT. Delimitaz. della paranoia legittima. Re'Uista M édica Lat.-llmer., nov. - R. ARAY.\. I fibromiomi uter. - J. C. LANDABUR.U. I rec~uti progressi nella teenica. della. radiologi.a medica. Revue de la Tub ., dic. - E. LEuaET e J. CA usSIMON. Le febbri mestruail.i nella tbc. Presse Méd., 27 gen. - H. VIGNEs. La teoria ana.filattica della mestruaz. Flobia M ed., 15 feb. - ~'. GALDI. Linee programmatiche òi. clir1ica medica. Gaz. d . H6p., 17 feb. - R. BENARD. Mutabilità dei caratteri batteriologici. Acta M ed. Sca11d., Ill.. - C. l..1u:NDSGAARD. Esa1ne funzionia.le dei reni. - H. 0DQUIST • .Aneurismi i11tracr.a.n. - W. BrE. Trattam. della tbc. con la sanocrisina. B1Lll. M éd., 17-20 feb. - Numero sulla cardiolo~a.
Rass. 11iternaz. di Cl. e Ter., nov. - Numero suLle vie bilk'l.ri. Amer. 1Ved ., ·gen. - I. HARTSHOME. Trattam. della catairatta. E. Fil>LD. Radiumteraipia interna. Paris ltléd., 20 feb. - Numero sulle malattie respir.ato1·ie. • Soc. d. Hop., 12 feb. - G. GuILLAIN. Sifilide ner\rosa fa,yrtiliare. - ~1. R . CAsTEX e al. Esploraz. r~idiolog. della pilo-pne11moc~ste subfrenioa. ~· R. CASTEX f) al. Esploraz. radiologica del tper1cardio . Folia Gynaec., 2. - C. VERCESI. Osservazioni sfigmotonometriche sullo stato puerper.ale. •4.nn. lli Ottalm., ecc., mar. - ~1AGGIOR.E. Il dosaggio nella cura chirurg. dello strabismo. lloRRELLO. Particolare potere di difesa della muco~a congiuntivale. NrcoLETTI. Sintomatologia oculare del m. di Flajani-Basedo'v. Gazz. M ed. 1 talo-1l1·aent., 31 gen. - G. BosoH o A. Mò. Mia.la.rioterapia della p. g. P.f ilnch. Med. Woch., 26 feb. - KALK e SoHOENTUBE. La n1otilità \delle vie biliari. ~iAYER. La reaz. dei sessi al matrimonio . - HuGELMA~N. La posiz. orizzont. nel trasporto dei malati. De1Lt. ~fcd. TI'or.h., 26 feb. - BoAs. Pro~ocaz. artificiale n·~llc emorragie occulte. - R. EaoMANN. Filtrati e tumori. Wien KZin. TVo ch., 25 feb. - BA vER. La pinguedine. _ StHLE. L'a.ccentuaz. dei toni diastolioi.
J ourn. Amer
XXXIII , FASC. 38]
6 feb. - S. L. Z1Pr GLER . Ckirurgia del tracoma. - M. H. BAss. Le extrasistoli nell'infanzia. 11.if. Med., 1 n1ar. - A. BARLOcco. Clin. med. e scienze biologiche. - E. CENTAl'(NI e F. R:ezzes1. .Antagonismo tra tbc. e cancro. ]finerva Med., 28 feb. - C. SECco. Si•fo-en:di. mo-reazione. Patholog ., 15 feb. G. BILANCIONI. Innesti. sperimen t. di ~inoscleroma. - G. lf'RANOHlNl . Spirochctosi bronco-polmon. M. DAJ..LA PALllA. Diverticoli mu l t.ipl1 dell'intest. Lancet, 27 feb. - W. YoRKE. Tratta.in. della. p. g. - J. H. DouGLAS WE.B STER e I. P. THIER~Ns. Ourieterapia del cancro operabile del1a mamn1ella. Presse :b:léd., 24 feb. A. CALMETTE e al. Premoniz. di neonati con v.acoino B. C. G. Amer. Jour1i. Med. Se., fe.b . - J. GRAIG PoT-TER e F, C. :àiANN. Cambiamenti di preisione nellevie biliari. - P. V. G1LMAN e W. E. KAY. Tiroidectomi~ totale. - H .H. REESE e S. K. BEIGLElt. Degenera:t.. suhacu~a del midollo s.pinale e anemia pernic. - G .. E BROWN e H. Z~ GIFFIN. Alterazioni vascolari nella policiwmi.a. vera. Arch. Sch.- 'U. Tr.-Kr., 1 mar. - W. CoaoBs. Trattam. della mala.ria cerebrale. Edinb. 'ft!l ed. J ourn., mar. - N unlt)J'O su1la tbc. 1-tass. I ntern. Obin. e 1'er., dic. - A. D1 CoRB. Cefalee d'oria;. nasale. Arch. Se. Jled., 6. - A. Bus1Nco. &plenoma congenito (em.artroma splenicOt). - A. Azz1. Fagocitosi del tubercolo. M ediz. Klinik, 26 feb. - K. HERXHEIMER. Neurodermiti. - H . l\1 uoH. Disimmunità. lVien. Arch. inn. Jled., 10 feb . - H. PoLLITZER e E. STOLZ. Patologia <lel ricambio respiratorio. - F. DF.PISCH. Contenuto calcico del sangue e del liquor. - R. SINGER. Patogenesi dell'angina pectoris. - A. LEtlIDOHFER. Nuovo elemento sanguigno. - A. 'V !Ll.GR'EN. l\1ehin.giU: asettica .~uta epidemioa. F1t1TsOR. L'hab1tUB phth1s1cus. - J .. voN BoRos. - Grandezza e forma degli eritrociti. Igiene Mod., feb. - S. 0RAMARoss1\. L 'età matrimoniale. ,J ed . pra t ., g en . A. BARLOoco. I . d . ..t• Giorn. saggi di funzionalità (fenale . Riv. Ol. ltfed., 15 gen. - G. GARIN. La diagnostica. clinica in medicina. Pa1·is M éd. , 21 feb. - GILBERT e al. Studio del chimismo gastrico con l'istamina. BulZ. !Jf éd., 24--27 feb. - N uivero sulla cardiologia. Riv. d'lg. e, Jled. Soc., 1 gen. - L. MANFREDI. Lotta contro le malattie sociali. Jowrn. Am. !tfed. Ass., 13 feb . - P. W. BaowN. L'ento.amebiasi. - S. S. Bacon. Il forc. di Kielland nell' O. P. peri:;ist. - E. A. GRAHAM e al. La fenoltetraiodoftaleina sodica per l'esame simultaneo delle f11nzioni epatica e renale e per la colecistogra.fia. - F. C. W t.RNSUIS. La mortalità da appendicite. - E. 1'1. D .\LAND. Esiti remoti della radiumter8'Pia del cancro cutaneo. .)f td ..4.ssoc.,
'r.
[ANNO XXXIII, FASC. 38]
1343
SEZIONE PRATICA
Dijesa soc., feb. -
E. PEs'IALOZzA, R. PELLE· &RINI. A prQ,posito di aborto provocato. Jl.orgagni, 14 feb. - I. JACONO. Pseudo-difteriti. Studium, 20 feb. A. CARDAREt.1.i. Paralisi peeudo-ipertrafica familiare. Practitioner, mar. - Numero su alimentazione, dietetica, vitamine. Giorn. Ol. Med., 28 feb. - L. BARCHI. Prova dell'Hijmans van den Berglt. Pediatria, 1 mar. - l . NAsso. Lt tubercolosi nell'infanzia. P·resse Méd., 27 feb. R . LuTEM~ACHER. La ascoltaz. elettrica: multi e teleascoltazione. Arck. ltal. di Dermatol. ecc., dic. - U. GauNB• ux. Siringo.mielia e dermatite siringomielica. - P. LoNGO. S~rcoide sotiocutaneo. Jowrn. de Méd. de Paris, 1 mar. - A. GAILLOT. Sifili«e implacabile. Terapia Oonte1np., feb. - C. AcHARD. Avvelen..a.menti da acido picrico. G. BOERI. Esa.me funzionale deJl'app.arecchio respir. - C. PETR.ÉN. Prognosi del di.abete mel. - K. A. HEIBER, L. R. GaoLE. Cura del diabete. - F. BLUMENFELD. Cura della faringite cron. Ann. lnst. Pasteur, feb. - A. CALMETTE e .al. Premun~io1ne dei neonati con vaccino B. C. G. J. DuM \S e al. Anatossina dissenterica. Deut. Med. Woch., 5 mar. BLUMENTHA.L. Sull'orig. parassit. dei tumori maligni. - DaEYFU s e HANA u. Piretoteraipiia, apeci:a.lm. malariaterapia, della sclerosi multipla.
M ediz. Kli11,ik, 5 mar. - W. SToEL'lZNER. Spasmofilia. - j. l'AL. Tono muscoare e innervazione tonica. , Riforma Med., 8 mar. - D .. GIORDANO. Gastrop tosi con lacuna nell'erpi·p loon 2astrocolico. - L .. C1a10. Cosidetta eosinofilia costituzionale. - S. MoNGINI. e< Respiro versatile espiratorio ». Lance,t, 6 1na•:. -- W. W. C. ToPLEY. Epide-miologia speri1nentale. - F. BuzzARD. Tratta.m. delle malattie del sist. nerv. Jowrn. de M éd. de Lyon, 20 feb . - Numero· sulla medicina infantile. Pensiero ltled., 28 feb. - A. MoNSELISE. Le contusioni addominali. Miinch. Med. Woch., 5 mar. - KREOKE, PLAUT e J AHNEL . J.1a p.aral. progress. è conseguenza della. vaccinaz. jennariana.? - RIMPAN. La disi nfez. ter• minale. Wien. Kl'Ìln. Woch., 4 mar. - LIEBER. Azione· fisico-chim. dei raggi X sull'organismo. Gazz . d. o.~p. e d. Clin., 28 feb. - L. Gaosst e G. MARAOf,JANO. Il pallore degli arteriosclerotici. Revue N eurol., feb. - L. BARD. Trasmiss. delle· eccitaz. - R. RoaanoF e G. CoccHIARARO. Palilalia nelLa sindrome \parkinsoniana. post-encefalit. M orgaqni, 21 feb .. - N. SAN1'>.NGELI. Ricambio· i:espir.at. e metabolismo bas . nel pneumot. art. Riv. di Patol. nerv. e ment., 6 mar. - G. B. BELLONI. Doppia innervaz. autonoma dei musooli' volont. - G. E. MoasRLLI. Afasia totale traumatica guarita, recidivante per lesione nell'antica; sede. 0
•
Indice aHabetico per materie. •
Ali111entazio ne del l.a.ttante: nuovi orientamenti . . . . . Bibliografia . . . . . Blenorr.agia: cura con gas medicati Calotta protettiva . . . Cisti dell'omero . . . . . Oompete'Tliza: qu,)stioni di . . Consiglio Superiore di Sanità . Cronaca del movimento professionale Cuore: rianimM.ione 1nediante iniezio11e di adrenalina. . . . . . . Di.a.f1rrunJDa: nu'Ovo segno per l' esplor.az ione della fun ziona.li tà . . . Echinococco delle ossa pelviche . . Enoofa.lo-mielite epidemica: forme bas e Farmaco: la battaglia del - . . . Frenicotomia ;nelle malattie polmonari Gangrena da a1·terite nei diabetici . Insulina nella, cura di iperalimentazione di non diabetici . . . . . Insl1lina.: vie di somministrazione . 1
Pau. 1309 » » » » » » »
1325 1328 1321 1328 1333 1335 1337
»
1317
» » » »
1320 1328 1323 1334 1324 1329
'' >>
» .»
1330 IB30
. Pa.g . 1331 )!orbo di Addì.son: t r attamento . )) 1332. Obesità nella don11a . • )) 1324 Oleothorax: indicazioni e tecnica . P ar alisi prog1res.siva: n1etodi r ecenti di )) 132.7 t erapia . )) 1322. Paraplegia n el n1orbo di Pott . Piosalpinge b1laterale a t ende nza con)) 1327 fluente . . . Pneumotorace elettivo: mecca11ismo . . » 1325 Sedimentazione dei globuli rossi : valore 1328 diagnostico . . . . . · » hock: t r attamento con insulina e glu.
COSlO
•
•
• • Sifilide: tera pia . Splenectomia. in gravidanza. . • Stato ipoplastico e timolinfatico . 'r.a.chi~1ardia -parossistica curata con chinidina per via endovenosa . Tumori del 1egarnento rotondo Urine: reazione di Buscaino .
))
» ))
))
)) )) ))
1331 1327 1327 1329 1314 1327 1331
Diritti di proprietà rlaervatl. - É vktata la riprodurione d.I lavori yubblicatt nel POLICLINICO e la pubblieazion~ tùi sunff '88' serua cttarne la fonte.
Stab. Tipo-Litografico Armani .
•
V. AscoLI, Red. resp .
et•
IL POLICLINICO
(PAGINA DELL'AMMINISTRAZIONE >
SEZ. PRATICA - FASO.
Pubblicazioni della nostra Casa Editrice : · DoTT. PnoF. F RANCESCO V ALAGUSSA rt1f.ìlJCO DELLA FAMIGLIA REALE • DIRBTTORE E PRIMARIO DEL PREVEN'fOilO PFJt LATTANTI « E. MARAIN I ,. MEDICO PRIMARIO NELL'OSPEDALE INFANTILE et BAMBINO GESÙ » - DOCENTE DI CLINICA PEDIATRICA NELLA REG IA UNIVXRSIT1.
Dl
llllll
Consultazioni di CLINICA, DIETETICA E TERAPIA INFANTILE 'Terza edizione completamente rifatta e notevolmente ampliata, con prefazione
~i AUGUSTO
MURRE:
'Riportiamo il giudizio che su questo volume, il Chiar.mo Prof. cario Comba ha consacrato nella sua RIVISTA DI CLINICA PEDIATRICA : u Il libro del 1dii&tin·t o pediatra. J:'OOilla.D.O è -a,mivato in pooh i .a.run1 ru11-a sua 3• edti.z1one. Oome dioe .iJ. Murri nella. • bella prefaizJione, ba.eta già. questo peiOOJhè d mediei i-ta.liani Sii 1im.voglino di leggerlo. 11 • ~on è un 'I'ra~~ e ~eppuire llDJa 31r.ida. espo!fizio ne di fa.~ti già :noti. Il V ala.guesa p.Temd1e aTgo.menrto d1aii divera!
cap?toh s0<p.ra: ma~att1e i.ìllifettive, eoptl'la sindiro~. dell a.?p arato dd~ente, del sistema. nerv-OS<>, eoo., e sopra l'alimen" logia, della d1etei:li-0a e della. crnra delle ma.latt1e irufa.ntiil1i, forma e h Nura 71on eolo le questi-0ni più moderne della p&f.o.:.; • da.ndo alla sua esposizione e8ipore di 01\i.gin.alità. ma, e1'iand.i-O 1i risultatJi di urnia, lrurga eeperienza personale • tazione del bambino e soi:xa ila tel"rui>ia, per eewrre in ' 11 :.El certo che g1i studiosi delle mia.lattlie •dei bambini (non eoltiaruto i mediai, ma 13ln-che gli studenti coltri) Jec • geramno con piacere e -con p,ro.fitto il libro 1del p.;rof. Vala.gussa, aicqnietando utili aan.rn a-estramenti per la. lOl"O": • culturra e per l'esrecbJìo professionaJ.e. 11 Questa in~ressa.nte ipubbli-caz.icme è etaita prurticolarruentte cuxa'ta dalla. Casa EditTice, che }e h.a. dato un • bella veste tii;:o~rafica e l'hia ornata di 111rumerose figure intercala.te nel testo n.
1e
1
U n volume i n 8° di pag. v rrr-496, nitidamente stam pato s u carta distinta, con 42 figur e intercalai• nel testo e finis3i rna qu'ltr-i'!romia sulla coper tina L. 36. P er i n ostri abbonat i sole L. 32.50 in porto franco
DOTT.
M ARIO
J!LAM LN l
~ rovin ci& lP, l!tlt aSS\bt.ent~.tl l U:\
M .. a1co nel B ref'ntTnfi.n
R . Cli11u•a P.-<l1<iTr1 c a
ci el l'Università di Roma, Diretl.••rP della. AcuolA di As:-;i s t.enza all'Infanzia
Manuale di Vediatria f?ratica (Seconda
edizione)
.
. Volume i n 8°, di pag. VITJ-352, corredato di. una estes a POSOLOGIA T N~ANT I L~ e con 74 figu re e m tercalate nel testo. - In commercio L. 20, ma che agl i associati del "Poli(\l i n i co ,, v i ene ceduto franco di porto per sole .
..- L. D oTT. C~v.
1-~._GO
-.
,
. U FF. ALBE RTO VIOO (DOCTOR JUSTITIA)
LA LEGISLAZIONE SANITARIA • ·in rapporto all'esercizio professionale (Man ual e contenen te Leggi, Decreti , Re~olamen ti, Circolar i e tutto ciò ch e si r i ferisce &!Peser ci zio prof~ssionale, ad uso dei Medici condotti, dei li beri esercenti, degli ufficiali sanitari! e del perso nale addetto ai laborator i di vigilanza igi en ica). V0lume i n -8, di pagin e XVI-214, n i tidam en te stampato._ L. l.0. Pel nostri abbonati l!IOl1e L. l.3!t.e;'~ in por to franco. · · Prof. dott. CIOACCHINO FUMAROLA. Libero docente e 1• Aiuto nella Clinica delle malattie nervose e • menita.li della R . Università di Roma
ii·
ii
ii
Dia.gno~tica dell~
~~~--~~--~~----~--~~-=~--~~~----~~--~----·
Malattie del
~isten1a
nervos
Prefazione e due ~pitoli del Prof. CIOVANNI MINCAZZINI. PARTE GENERA.LE . - Un volume in-8° di pag. Vill-352, in carta di lusso, 11.titidamente stampato, con 175 figure quasi tutte originali iinte.rca.late nel testo, più 8 tavole, fuori testo, a colori. Prezzo L. 4 2. Per i nostri abbonati, fira.noo di porto, p01· sole . . . . . . . · · · L. 3 6, 7 & Intorno al suddetto nostro volume, ecco oome si è espresso AUCUSTO MURAI:
benchè io n on abbi a avuto ancora il t empo di leggerlo tutto, n ' ho vist n u lla meno tan ta pnr te per aver il d iri t to di sperar" ch ' esso ser virà ad elev~re grandeme~to la colt ura de i medici italia ni i n qu ella bra nca della Medi cina moderna, cl1'e la Neurologia, finora mol to trasc urata . • . . . . . •. e
•
•
•
•
.
· PARTE SPECCA f,E in tre volum~: 1.0 ) Sistema n ervoso per iferico. - Un volume di pag. 242, oon 67 figu-re intercalate nel ~sto - Prezzo L. 28. Per i nostri abbonati, franco ~i porto, per sole L. 2f! , 7 8 id. - 2.o) Si stema nervoso centrate: MIDOLLO SPINALE. - Un volumo ù1 pag. 288, con 66 figure mtercalate nel testo. - Prezzo L. 33. Per i nostri abbonati , franco di porto, per sole . . . . L. 30,25 _.. E in oorso cli stampa. il Volume 3. 0 della. PARTE SPECIALE che tratta. IL CERVELLO e che completa l'opera.
Jler
ttencr
quanto 'Ofra ·inviare ,·aglia-po ta!e all'cd;tore LUIGI POZZI - \ ' ia S i~tina, 14- R0~11\
Roma, 27 Settembre 1926
ANNO XXXIII
Fase. 39
fondato dai professori : I
GUIDO BACCELLI
FRANCESCO DURANTE . ~
SEZIONE PRATICA REDATTORE
CAPO:
PROF.
VITTORIO ASCOLI
SOMMARIO. c.
1.avori originali : A. Alessandrini e
Enrico: Soi:;Ta un .fooola.i.o epi deanico di febbr e m aJ.tese. Osservazioni cliniche : E. Sciaky: L 'ematuri-a nell'iappen<li-0ite. Dalla pratica corrente : M. Petrairolia.: Su di un caso letaJ.e di lupin·osi nell'<uomo. (Av.velenamen·t o il)er ingestione ·di semi .seceihi idi lT\llPino) Divagazioni : G. Rolle: Esiste una scienza fisionomica? sunti e rassegne : C 1ncoLAZION:a : Kiirsch·n er e Ma tthee : L'obliterazione ·d el perica.rdio. - Doumer e Patoir : Sulle arteriti diabetich e. Studio 1delle indi-oazdoni che fo~ce •l 'oscillometr-0. E. A-va.~ri.tsiotis: L'oeoil1o.metria in fruIWione di din.acr:nometria .ca.rdiaca. - Lemi~re e Berna-rd : Le ind-ica.z.ioni e l'az.ioa1e fisiologica d el saJa.eso. 1
1
cenni bibliografici. Accademie, società
mediche, Congressi : Assocjazione
Napoletania ilei Medici e N.a.tur alrlBti. - Società Meidioo.-OhirUirlgiica di P iacenza. - Società Med·ico-Cbù:m:rgi.ca An 1c001etaina.
LAVORI ORIGINALI. I STfT l" TO D' I GIENE DELLA R.
UNIVERSITÀ DI R O:YIA
·diretto dal 'PifOf. G.
SANARELLI .
Sopra un focolaio epidemico di febbre maltese (1). Dottor A . ALF.SSANDRINI , ai.u to e 1. d. p ottor C. ENRICO, assistente. Il J8 giug.n o del corrente anno il Podestà di .t\f, file (Ron1a) ci inviava un campione di latte di capra, pil'egandoci di eseguir e su di es&o le ricercl11e onde stabilire se detto latte provenisse da a11imale affetto ,da melitococcia; ci comunicava inoltre cl1e fra l e •capre residenti n el Comune si ci1·nno veri.ficati, alcuni mesi prima, .numerosissi1n1 c::lsi. di aborto. Nello stesso giorno ci veniva·n o inviati dal)'Ospedale di S. Spirito in Roma due campio11i di sangue prelevati a d.ue malati, provenienti da 1
Siamo \rivan1e11te grati al dott. Mastella Roberto, medico ahiruirgo in A:f.file, il quale col suo valido ai11to ha grandemente facilitato il nostro còmpito, 1permettendoci con la sua diligente e diuturna osservazione .dei pazienti di .contribuire allo studio epiden1iologico e clinico 1della malattia. 1
Appunti !>&r it medico pra tico : SEMEIOTICA: I fenomeni delle dita .an.aloghi l8li segni. id i B·a 'hlnsk i e Rossolino. ~ risposta del tfaociale aJJ,a oompreesion,e del nervo aunoolo.tei~ale negli en-0ef.aJ.it.ici !Iiarklilnsoniani. CASI STI CA E TERAPIA : Stato odierno della. oono&oonza
-
d~lla g.astr.i~
orondca. - La form·a esofagea del carmn~a . ~str100. Am~biasi oroni.ca. M.:ieosigmoi.idiJte. Pentorute. - La lai?D1bl1a&i .duodenale. - Aziorte patogenia e tra·t tamento delJa, .JaanbliasO. intestinale. Gli 1a.rsenicali nel .t rattamento dellia. laimbli9.si intesti. naile.. - La ~atenmila n elle sfìnteralgie .anali. - Un 6edat11vo ~trJoo. - NOTE DI MEDI CINA SCIENTIFICA: SpiirOoheti e gangr'6Ila polmon.aire. - POSTA DEGLI ABBONATI. -
VABIA.
Politica sanitaria
'
e giurisprudenza : G. Selviaggi: Con-
t rovers ie giuridiche.
Nella vita professionale : D. B ar.dtlZzi:
universitario aanmonitore, promqzionsi ed onorificenze.
Un oonoorso Concorsi. - Nomine '
Notizie diverse. Rassegna della stamoa medica. Indice alfabetico per· materie·
Affi1e, i quali da vario tempo erano affetti da febbre accomipagnata da dolori diffusi. La r eazione di Zammit, esegui..ta sul latte, ris'UJtò fortemente po.sitiva al titolo di 1 : 80 per due stipiti di NI. rrielitensis e due di B. abortus (Bang) . I due sieri di sang.ue agglutinarono al titolo di 1 :200 urto stipite idi melitense ·e uno di B. abortus. Questi risultati positiVi iper una probabile in!ezione da melitococco nei due pazienti e il fatto che nelle ·Caipre si erano verificati numerosi ca5i di aborto , ci indussero a investigare e a stabilire se in Affile vi fossero stati casi consimili negli abitanti. Avendo saputo dal medico e da persone d el J.uo~ go cl1e sicuramente nel paese molti casi di melitococcia si erano verificati e fra questi alcuni di eccezionale gravità, tanto cfhe i pazienti erano venuti a morte, pensammo, tanto ipiù, cl1e nessuno si era in special modo occupato di questo focolaio eipidemico, di recarci s ul posto, per studiare quale fO$Se stata la sorgente dell'infezione, quali le probabili vie di contagio, quale il decorso della ma· lattia nell'uomo. Alla descrizione della epidemia ed alla esposi· zione 1delle osservazioni e delle ricercl1e compiute, riteniamo utile far iprecedere alcuni cenni topografici ed etniei della località colpita.
1~4G
JL POLICLINICO
Affile giace sulla sinistra dell'Alto ..\.niene a 684 m. sul mare, in un avvallamento tra i monti Affilani e il monte Scala.m bra, presso la strada che da Subiaco conduce nel circondario di Fro sinone, in una regione fortemente accidentata, dove i paesi, simili a nidi di aquila, dall'aspetto selvaggio, sono situati sulle vette dei monti, come sperduti nel loro isolamento. Data la topografia di quesia zona, la maggior parte delle borgate sono collegate alle p1'incipali vie di comunicazione mediante 5trade secondarie, e quindi i contRtti r ecjproci tra le varie popolazioni non sono co5ì facili come usualmente avviene per 10 lOCalità sìtuate in pianura. AffilP- è costituito da un gruppo di case agglomerate sulla cima del m()nte, quasi tutte di V· G· chia costruzione, umide, poco curate dal 911J:?.:c di vista ·della edilizia e della nette zza. Le ·vi e son o ;;trettissime, tortuo5e, mal tenute e in taluni punti gli ·scoli, che 5ervono allo smaltimento delle acque luride delle case, sono allo scoperto, e ridotti H piccoli rjgagnoli che lasciano SlPerdere del liquame fetido. La popolazione di Afflle è di 1885 abitanti, dediti alla pastorizia, ma princi.p almente all'agricoltura.
* ** I.. e inchieste da noi prat.i ~ate sul posto ·turono tutt'altro .che facili. Trovammo una n otevole ditficoltà n el cl1iarire alcuni punti di grande interesse, perchè gli abitanti 5i mostravano restii a fornirci.. tutte quelle delucidazioni •sul come si fosse sviluppata l'epidemia, nel timore che dal ris11ltato ·dell'inchiesta i loro greggi fossero soggetti a 5equestro e i prodotti di essi deprezzati. ?\1a dal veterinario e dal medico potemmo sapere che .nei mesi di gennaio e di febbraio del corrente anno si erano veriiicati dei .casi -Oi aborto nelle capre e in molto minor numero nelle pecore, sebbene i proprietari dei greggi non avessero data n essuna importanza a ciò, pensando che :i-aborto fosse dovuto, come volgarmente ritengono, a qualche pa&colo cattivo. A convalida di questa loro supposjzione adducevano ohe era bensì vero che le capre avevano abortito, ma era anche vero che esse erano state 15empre bene e avevano 5empre dato latte abbondante. Dalle notizie avute dal veterinario risulta che: in un gregge appartenente a M. G. su 40 capre si sono avuti 38 aborti; in un gregge appartenente a S. A. su 20 capré si ono avuti 14 aborti e su 60 pecore 15 aborti: in un gre~ge appartenente a M. F. &u 17 capre 3 aborti. Tenendo presente il numero degli animali in-
[ANNO XXXIII, FASC.
39i
scritti nel 1920 nel ruolo del Comune e preci1a1nente: pecore = 743 capre = 106 bovini = 85 (di cui metà buoi e metà vacche) la percen!uale degli aborti nelle capre è stata elevatissima (·del 51.90 % circa); minima nelle pecore (1.97 % circa); nessun aborto fra i boviini. In ter essante era di cercare coone si fos&ero contagiati i greggi. Sebbene gli animali 1siano residenti nel Comune e il pascolo sia locale, risulta p erò in modo inoppugnabile che vengono abitualmente comperate e.apre e pecore per macello e per rivendita n elle !iE're che si svolgono a Valmontone, Paliano, .f\.rso!i, Cisterna di Roma, Terraictna, e pare anzi probabile che l'epizoozia che si è sviluppata in Affile fra le ca;pre, sia sorta precisamente dopo 1' acqu:Lsto di caprini e ovini a Cisterna di Roma, n el ·dicembre del 1925. Ora a noi consta che in Cisterna di Roma e in località limitrofe si sono verificati , tempo addietro, dei casi di melitococ. eia; non ci meraviglierebbe quindi che tra gli animali comperati non ve ne fosse qualcuno portatore ·di melitococco e ohe vivendo a <::ontatto con i greggi in·digeni li abbia contagiati. I primi casi di aborto in ·Affile si manifestarono nel mese di gennaio tra le capre aippartenenti a M. G.; nel mese di febbraio furono numerosissimi sicchè la quasi totalità d·el gregge fu colpito (38 5 U 40). Gli animali abortivano quasi 1mprovvisamente, in 1pier10 benessere, e anche dopo remis5ione del feto· non ·davano alcun 1segn o di sofferenza. Non si è verificato m.at alcun caso di morte tra ess1.
A breve distan za di tem'PO altri animali, appartenenti ad altri greggi haI).no abortito con le stesse caratteristiche, se pur possiamo chiamarle tali, -Oi cui abbiamo fatto or ora cenno. Il 19 marzo si ha in paese il primo ca5o umano di m elitococcia. Resta colpito il proprietario l\1. G. del 1p rimo gregge incriminato, e a distanza di 10 giorni anche la moglie. L'infezione decorre in ambedue rapidamente ed in maniera gravissima. Nella donna si ha febbre elevata, epistassi, ,,omito. m at1'orrag1a, diarrea, anuria completa per 10 giorni consecutivi e morte al 20<> giorno; nell'uom o febbre elevata e com·p licazioni renali che lo portano a morte dopo due mesi e mezzo. Contemporan·eamente un'altra donna è colpita dall'infezione. Anche in e5sa il processo morboso decorre in modo acutissimo; si ha febbre alta e compaiono petecchie diffuse per il corpo, accompagnate da Pmorragie in si stenti. .~nche in questa inferma la morte avviene dopo due mesi. L'infezione si è rapi{}amente diffusa tra gli abitanti del paese, tanto che dal marzo a tutto il
•
[ ANNO XXXIII, FM5C. 39]
SEZIONE PRATICA
rne&e di giugno sono stati accertati in Affile 40 ca5i sicuri di melitococcia di cui 20 uomini, 16 donne e 4 bambini. A questi n e dobbiamo certa. mente aggiungiere altri che per il loro d ecorso, 1per la loro lieve entità sono sf.u ggiti al controllo del .sanitario. !./andamento dell'epi.demia non ha però pit1 av·u to quella eccezionale violenza che si era ' 'er i'!icata nell·e prime tre ·p ersone colpite, tanto che n essun altro deces&o per melitococcia è staio segna lato. Sebbflne non si possa assiomaticamente asserire che in altro tempo in Affile non vi &ia stato qual-· che caso di febbre .maltese, anche 1Per jJ fatto che è so,l tanto dal 15 ottobre 1923 che è obbligatoria la denuncia ·d..i questa malattia, -our tuttavia ci risulta che gli abitanti ·d1el luogo non r icordano in qt1esti 11ltimi tempi una infezione simile; ed anello il medico attesta di non avere in questi tre anni e mezzo che risiede sul luogo accer tati mai ca.sj .di m elitococcia. A·fferma che dato questo stato di ro5e, allorchè quest'anno esplose l' epidemia, provò una certa difficoltà nel diagnosticare i primi casi, tanto più che l'andamento clinico del 'PTOcesso morboso presientò in primo tempo alcune caratteristich e non ·del" tutto corriispon·denti al quadro della malattia comunemente noto. Il processo morboso, fatta eccezione dei primi t.re casi, ha avuto ipresso a poco un andamento unjforme. I rpazienti hanno accusato una molesta cP Falea, nevralgie intercostali, mialgie specialmente agli arti inferiori, ed un senso di grande spossatezza.; qualcuno era anch e molestato da tosse stizzo5a. La febbre ha presentato carattere continuo con remittenze lievi al mattino e con un massimo ·di circa 390. E' stata accusata dai 1p azienti e ri scontrata dal medico, una sudorazione abbon<lantissima sp·ecialm ente durante Ja notte e nelle pr1 me or~ del mattino seguita da profon.da astenia. In alcuni di e5si si sono avute complicazioni renali, in altri faringiti , tonsilliti e stomatiti. All'esame obbiettivo si è notato in tutti una milza leggermente aumentata id i volume e dolente alla palpazione; nulla a carico del fegato . Essendosi il processo morboso per le ragioni suddette, e princtpalmente per il decorso continllo-remittente piutto5to che ondulante della feb• :hre, diagnosticato con un certo ritardo, è soltanto dopo circa due mesi e mezzo che si è potuta iniziare la cura specifica con eterovaccino polivalen· tP. preparato dal prQf. Levi della Vida e già da lui 11sato con successo fin dal 1914. Il vaccino ha dato ottimo risultato. Già fin dalla quarta iniezione la fehhre , che si mantene,ra alta con 1p unte a 38°-39<>. si è rapidamente abbassata per cedere alla sesta iniezion e. Anche i dolori agli arti e la cefalea so110 .;;.romparsi. 1
I convalescenti però, data la grande stanch-ez~a. ohe aumentava i)er la più piccola fatica ed era acrompagnata da 5udorazione, non erano in grado di attendere nel modo più assoluto al lavoro rude e fati coso dei c~mJ)ii. Allorohè abbiamo visitato nuovamente il 21 luglio u. s. que&ti pazienti, abbiamo effettivamente avuto l 'impression e di persone emaciate con colorito molto pallido, in alcuni terreo, quasi si trattasse di malar1ci. ,Fino a quel periodo non era stata segnalata alcuna ricaduta; erano solo rimasti alcuni ca&i, t1na ·di ecina cjrca, sotto cura.
* ** P er le ricerche di laboratorio abbia.mo prel e~ vato a un certo numero di ipazienti, in diversi stati della malattia d.el sangu e per saggiarne il potere agglutinante rispetto a -ceppi di M. m elitensis e di B. abortus (Bang) e cercare, se era possibile, di isolare l'agente etiologico . Abbiamo ug11almente iprelevato a .ca:pre appartenenti al greggi infetti, alcuni campioni di latte p er esegt1ire s 11 di essi la reazione di Zarnmi t e la sierolatto-reazione. .I sieri di sangue hanno agglutinato il M. melit.en~is e il B. abortus, presso a poco alla stessa diluizione, che non ha mai superato il titolo -Oi 1 :1200. I natt'iluando il siero a 65° per rri.ezz' ora, se-
•
con do il nietodo propost o da Alessandrini e Ficai .~? è avu.ta dis truzione totale delle agglutinine. P er qt1el eh e riguar·d,a la lattoreazione essa è sta-
ta fortem ente 1positiva fino al titolo ·di 1: 100, mentrP la reazione eseguita sul ,siero, ottenuto coagulando il latte con caglio animale, è risultata egualm ente evidente, p erò a un titolo molto più basso (1: 40) , e 1n un caso in cui 5i aveva latto-reazione r>ositiva fino a 1: 100, la siero-lattoreaz1one è tata nul!a. Dobbiamo inoltre notare che alcuni campioni di iatte, nell'uno e n ell'altro modo saggiati . non banno ·d·ato la ben chè m inima traccia di agglutlnaz1one, per quanto .fossero stati prelevati a capre che apparten evan o sicuramente ai brancl1i infetti. na una paziente G. Lavinia che aveva fatto uso di latte crudo di capra, e che da oltre dtle mes.1 era affetta da febbre continuo-remittente accompagnata da .aolori diffusi e tosse stizzosa, e il cui ~iero di sangue aveva agglutinato sin o al titolo di 1: 1200 il melitococco, isolammo dal sangue un germe, che con successi,re ricerche potemmo identifi care per il 1\1. melitensis. La tecnica usata è &tata la seguente. Il sangue prele,rato dalla vena qel braccio nella quantità di 5 eme., è stato raccolto entro una fiala contenente
•
1348
IL POJ.lCLlNICO
2 eme. di citrato <li sodio all'l 1/2 %, che venne chiusa su.bito dopo alla lampa·da, Metà del sangue fu seminato in un matraccio contenente 100 eme. di brodo ordinario, e l'altra rnetà in un proYettone contenente brodo al fegato per anaerobi. Dopo sei giorni di permanenza in termostato a 37°, si è notato tanto nell'una se' mina che nell'altra un leggero, uniforme intorbidamento. Da un prelevamento eseguito si sono allestiti dei pr~parati che ·abbiamo colorato col metodo di ·Gram. L'osservazione microscopica ha messo in evidenza dei ipiccolissimi, minutissim1 ' mic.rorganismi Gram negativi, ora isolati, ora accoppiati, rar.amente riuniti in cortissime catenelle di tre-quattro elementi. In questo primo isola1n.en l o la fornia del rnicrorganismo era di piccolisstm e sf y?'Ule con uno dei diametri à.i poco preval en.te sull'altro. Nei a;>Teparati a goocia pendente il microrganismo si è prese.ntato immobile. Più che sui caratteri biocl1im·i ci che non ·h anno alcuna particolare caraltteristi.c a non fermentan do il micrococco melitense alcuno zucchero, la identificazione di questo stipite è stata basata sulla prova dell'agglutinazione. Il germe saggiato tanto u 5iero antimelitense quanto su siero antibang, prP.parati vaocinan·do dei conigli, h·a dato agglutinazione evidentissima fino al titolo di 1 :2000; saggiato sul siero -Oella paziente l'agglutinazione è stata u·g ualmente· netta però a titolo più baiSso (1 :4-00), fatto questo che non deve recar meraviglia iperchè talvolta, come 1è ben noto, ceppi isolati di fr esco pos5ono ·essere ipoagglutinooili ripetto al siero di sangue del malato da cui proyrngono. 1
1
1
•
•
* **
, reniaino ora a discutere i vari fattori che hanno determi nata l'epidemia ·di Affile. IJa capra è .stata la causa prima della infezione e non ·deve stupirci se questo accertamento si è pott1to fare solamente dO!PO che si erano verifi. cati numerosi casi di melitococcia nell'uomo, quando si pensi che nella capra lo stato infettivo prodotto dal melitococco evolve in modo silenzioso, senza alc11na manifestazione morbosa. Questa dffficoltà di me ttere in evidenza l'infezione nella ca>pra ci spiega come nella storia della !e~ bre di :\1alta senza l'esistenza della melitococcia nell1uomo, l'infezione della capra molto probabil~ me11te non sarebbe mai stata supposta. Difatti 1·agente etiologico fu scoperto dal Bruce nel 1887 isolnndolo idalla milza di pazienti morti di febbre rnaltc~e; 'Vright nel 1 97 dimostrò che il &iero di nnguc <legli individui affetti da melitococ~ia aggluti nnva. il microbio e fu solo 18 anni più tardi,
[ANNO
XXXIII, FASC. 39]
nel 1905, che Zammit scoperse casualmente la presenza del melitococco n elle capre dell'isola di Malta e mise in chiara luce il contagio di questo animale all'uomo per mezzo del latte. Un dato sul quale riteni.amo OPfportuno insistere è che la l ebbre maltese nell"uomo e l'infezione ·da melitococco nella capra non si rassomigliano affatto. La melitococcia caprina dal punto di vista veterinaAlio puro non ha per cosi dire che un jnter~sse del tutto secondario, in quanto non esiste una febbre mediterranea animale. Infatti men· tre l'uomo presenta una y.era malattia febbrile, , reagisce alla 1neli tiria, può essere vaccinato sia preventivamente cl1e curativamente con succe&"o, guarisce clinicamente e la guarigione batteriologica se non è assoluta è per certo molto probabile; la capra infetta sia natura.l!lllente che per Yia sperimentale non presenta malattia, irregolaris· sime sono in essa le manifestazioni della infezioJ? e, dubbia la vaccinazione preventiva e curativa. Insomma la capra ·deve essere piuttosto considerata come una portatrice di virus, e diremmo q·u asi una portatrice c~ricciosa, in quanto, pur albergando il me1itococco in'de:finitamiente, Io emette nell'ambiente esterno soltanto irregolarmente, in special modo al momento del parto o dell'aborto. Nella epidemia idi ..l\.iffile ;un fatto di note\~01e importanza fu appunto il verificarsi di numerosissimi casi di aborto nelle capre. E questo un episodio dell'infezione non raro a riscontra-vs1. In Francia infatti è stato menzionato in moltissl· me epidemie di febbre .m editerraea. Così l'epidemia qi Saint~Martjal (Gard) nel febbraio 1909, che fu 11na delle prime notate in Francia, era stata pr.eceduta da aborto in 63 capre su 164, fatto questo che si è verificato anche nell'epidemia dt Franqt1evaux e in quella di Saintì.l\ffrique, descritte da Darbois e Vergnes, in cui su 500 peCOT·e si erano verificati 80 aborti. Lo stesso feno· meno si è avuto a Brue-Auriac nel 1911; a Ersa. Rogliano e Centuri in Corsica e nella r egione di Lussan (Gard), tra il 1920 e il 1924, nella epide· mia descritta da Jean e P. Sedallian. t, in alct1ni casi, tale il rapporto che passa tra !ebbre ondu1ante nell'uomo e aborto nell e caipre e nelle pecore che in uno studio accurato . eseguito da ,\ ublant, Dubois, Lafenètre e Lisbonne, la carta geografica della distribuzione d ella febbre di ~Ialta sviluppatasi dal 1920 al 199...5 in 14 dipartimenti a.ippartenenti alla regione della Linguadoca e della Provenza, pt1ò essere del tutto &ovrapposta a quella della distribuzione -della epizoozia di aborto nel!~ capre e nelle 1 pecore s'·iluppatasi nelle ste ~ se r egioni. A.mmesso nella capra diremmo quasi n ful cro <lell'epidemia di Affile, è importante ricercare 1
[ .t\.NNO
XXXIII, F ASC. 39]
quali &iano state le cause che hanno determinato il contagio da quest'animale all'uomo. Dalle nostre acQurate ricerche, eseguite sul posto, risulta che la maggior parte 1deg1i indivildui malati si sono infettati per aver bevuto del latte crudo o fatto uso di latticini di capra. E questa infatti la causa che viene comunem.ente amme&sa e che per molti anni rap11>resentò il fattore epidemiologico unico, dopo che Zammit lo mise in evi• denza a Malta. Che effettivamente ciò avvenga non deve rec&r 1neraviglia .quanido si .p ensi che l'ani.m ale infetto p11ò emettere un gran numero di melitococchi per questa via, e diciamo può emettere giacr;hè, come P stato accennato, la eliminazione del microrga11is1no per questa via non è continua, ma irregolarissima; tap.te che l'Eyre esegu endo delle ricerche quotidiane in latte di capre, trovò all' esame battffi'i610gico in un campione di 1atte 30,000 melitococchi per cmG. laddove il latte prelevato il giorno avanti .era r isultato peirfettamente sterile, e, infettando una ~apra nel 1904 l'Eyre vtde iniziarsi la elim1nazion·e ·del micrococco per la mammella soltanto due anni ·dopo, in seg.u ito a un park>. :\bbiamo inoltre anche delle conferme sperin1entali di questa via di contagio. Horrockis e Kennedy nel 1905 determinarono la febbre di l\tlalta nelle scimmie, facendo loro bere del latte di capre infette naturalmente, e l'anno dopo Eyre, Mac Nal1ght, K>e.nnedy e Zammit, mentre osser• yarono l'infezione in scimmie alimentate con latte crud-0, non riu'Scirono ad infettare delle scimmie con l'ingestione -di latte bollito. Senza del resto espoITe i numerosi casi riportati dai vari autori nei riguar.di della 1propag~ zione per mezzo · del latte, citeremo soltanto il clac;sico e5empio, d escritto ·da Clayton, della epi.clemia di febbre di ~1alta sviluppatasi a borrdo della nave a,mericana ,, Joshua..,~icholson ». Di dodici uomini, che erano sempre rimasti a contatto con delle capre infette imbarcate, otto ammn.laJ>ono di melitococcia, e, dall'inchiesta fatta. ris11ltò che que5ti otto 'tloonini facevano uso di latte di capra cru.1do, mentre degli altri quattro rimasti indenni , due non ne bevevano, e gli altri due lo beve, ano soltanto bollito. Messa la nave in quarantena si ammalò di febbre di Malta anol1e la do11na che era ad·d etta al reparto di isola· n1ento, e che be, ve latte crudo di queste capre. Tm·nando a discutere sull'eipidemia descritta -Oobbiamo accennare come in ..\ffile notammo però anche degli indiYidui infettati, i quali ripetutamente interrogati negarono di a'rer tatto uso di latte crudo e di latticini d i capra..4. quale via di contagio si doveYa in que ti casi riportare l'in· ff'zione? l\tolto problen1atico era il pensare ad una 1
1
1349
SEZIONE PRATICA
via idrica, come è avYenuto per l'epidemia di Brue-Au:riac, in quanto che l' acqua, se è pur vero che può veicolare seconldo Horrocks il M. melitensis 11>er un periodo da sei giorni a tre settimane, rappresenta certamente un m ezzo di contagio tutt'altro che comune. Non si poteva pensare alla trasm15sione da parte di insetti pungenti dato che l'epidemia di Affile è scoppiata nella primavera, eipoca in cui gli insetti sono straoridin.ariamente rari : di ipiù la maggior parte degli autori non si pronuncia o è decisamente ostile all'idea della trasmissione del melitococco per mezzo delle zanzare, le sole &ino ad oggi incriminate. Due casi d_i trasmissione stab11iti sperimentalmente nelle scimmie da Zammit (Acarto ... mya Zammiti) e da Horrocl<s (Cu lex pipiens ) non sono sUiffi.cienti per deluci1dare la questione cl1e per ora re5ta del tutto insoluta. Potremmo anche elimina.Te l'i~otesi che si sia trattato di un contagio interumano, via questa che per quanto indiscutibilmente constatata da alcu11i, come iaa Jorg.e in Portogallo e da Neri, Galini. Santoliquido in Italia, è consi derata come eccezionale e a noi d'altra rparte mancano dati per J>Oterla ammettere senz'altro nell'epidemia di A.f.f ile . Non rimane che discutere un ultima via di propagazione, quella dell'ambiente esterno. Il melitococco infatti è emesso dalle capre oltre che con il latte, anche con le urine, dove può e5sere conservato ·ino a sett.e settiman·e (Shaw), e, imbrattando l'ambi.ente esterno, può resistere a lungo alle cause natu.rali di 1distruzione. Infatti, mentre se direttamente esa>osto alla luce solare perisce in qualch e ora (Horrock&), il melitococco rimane vivente per 11na settimana alla luce .diffusa, e sopra, vive più di 15 giorni n ella oscurità, più di 20 giorni nel terreno ordina1·io e 69 giorni nel terreno secco . Dato che in ..c\iffile le stalle sono situate subi1o fuori del paese, ma in diretta· connes5ione con le ab1tazj oni, era facile ammettere che, anche in quei casi in cui non vi era stata ingestione òl latte di capra o di latticini. l'infezione poteva ~ sere dovuta alla penetrazione 1del germe o attraverso lesioni minutissime della pelle, o attravQrSO la ' ia digerente col trasporto di materiale intet.t o dall e mani alla bocca, o attraver&o la via re~i ratoria con la polvere delle stalle. A conferma della p-0sc;ibilità delle P'fin1e due ·v ie di contagio, or ora menzionate, citeremo il caso verificatosi in A!file in tre individui appartenenti alla stessa fa• miplia <marito, inoglie, suocera) i quali non a''e\1a110 n el modo più as~ oluto fatto uso n è di latte nF> cli latti cini e non erano proprietari di capre o di pP.core. E$Si a,·e,·ano 11erò ospitato p er tre o quattro notti, in una loro "talletta, situata fuori dell'abitato. le capre del p:t"tore ~I. G. , Yenuto a 1
1
1
•
1350
rnorte., e i.I cui gìl'egge, come si è detto, era stato colpito quasi totalmente da aborto. Orbene dopo la partenza .degli animali queste tre persone avevano accu,dito alla ripulitur a della stalla, raccogliendo con le mani il letame imbrattato dalle capre medesime. A 1distanza di qualche giorno si amrmala~ono ·di. melitococoia prim·a l'uomo e in &econdo tempo la moglie e la suocera. Per q.u ello che rigu.arda la vei·c olazione aierea del virus, ~ur non essen1d o capitati sotto la nostra <liTetta osservaz.ion.e CCl>Si in Affile eh.e potessero essere veramente a5critti a questa via di contagio, non possiamo d'altra iparte senz'altro escl'Uderla. Nrt1merose sono or.m ai le osservazioni di van aut.ori che confermano questa via di trasmissione e a .questo proposito ci sembra non privo di interesse citar·e il ca;so osservato da Levi della Vida .dJ 11n'B;pidemia d.i febbre maltese sviluippatasi a Grotte S. Stefano (tRoma) n.ella primavera ·del 1913, in c.u i su 20 persone che intervennero ad una festa da ballo, tenuta nella casa della propri·e taria di un g.regge infetto, 13 si ammalaro.i10 poco dopo di melitococcia. Dopo ·quanto siamo venuti esiponendo, d:ue ci 1
•
sembrano essere state l e principali siorgenti di contagio nell'uorn-0 nell'epiA-emia di Affile: in prim,o i·u ogo il latte crudo e i suoi derivati; in secondJo luogo il contatto diretto delL'uomo con i greggi i.n fett·i e co1ì i materiali contaminati dalle Loro escrezioni.
* ** Il decorso clinico dell'epi•demia da noi 5tudiata
•
•
[ANNO XXXIII, FASC. 39}
TI. POLICLINICO
pre&enta dei punti d egni 1di essere messi in rilievo. In primo luogo la straordinaria gravità dei primi casi, seguiti da morte d~i pazienti, esito questo pj11ttosto rar-0 nella .melitococcia. In secondo luogo il decorso della· febbre. Mai nei nostri infermi si è notato un vero tipo ondulante, nel senso di periodi febbrili interrotti da apirèssi-e; la febbre ha avuto tn tuttt i casi un decorso continuo-remittente. Se si v-0lesse quindi manteneTe la denominazion·e di ond1tlante si dovrebbe intenderla in un sen5o ~iù lato: a-0canto ad t1n tipo con ondulazioni periodiche, si dovrebbe porre un altro ti·p o con ondulazioni quotidiane, nel qruale 5i potrebbero far rien. trare i nostri casi. Anohe nella recente epiidemia di Cervia in Romagna descritta ·da Magnani e l\1oTandi in nessun caso si è notato il tipo a larg1he ondulazioni settimanali e anche in quelli a decorso -più mite i periodi di apiressia furono sempre ·di poct1e ore e in alcuni casi 5tudiati da ~angiorgi n ei pressi di Racco11igi la febbre ricorda,·a indistintamente in tutti i casi il tipo di febhre rQntinua. che subi,·a lievi remittenze matt11tine. arcon1pngnate rla s11dori ed e~acerbazioni po-
meridiane. Del resto •dalla maggior parte degli autori non viene messa una regola nella febbre, tant.o che lo Schoul con felice denominazione chiamò la febbre melitococcica <( fi èvrre /olle ,, e il Gi.uffré, prendendo l'espre5sione da Capozzi, disse che « per essa la regola è di non aver regola ». Un altro fatto degno idi -esser messo in e\1-denza è quello d.ena icom;paTsa di emorragie in due nostre pazienti, accompagnate, in una di esse, da un \rero esantema petecchiale. Emorragie nella rneli.tocoooia furono osservate .da Grocco, Hayat, Sicard e Lucas; id.a NeTi, Antico e Spigai nell'epi· ·demia di Stiava; da Gazeneuveri, Ranzier, Pasero. Casi accompagnati da ip orpora talvolta rectdivante o, più rara.m1ente, da un vero e proprio esantema p.etecchiale f.uTono messi in rilievo da Manquat e Pegull'ier, •da Carrieu -e Anglada e da Izar. Ma se si ·e ccettuano talune epi•demie di melitococcia co· me q;uella di Saint-Martial, in cui le em.orragie furono particolarmente frequenti, si deve af1ermare che in generale nella febbre mediter.r anea questo fenomeno •è pi'Uttosto raro. PeT quel che si ri.feri&ce alla cura non abbiam<> che a confermare ancora una volta l'opinione della maggior parte •degli autori nei riguardi idel1'.u so ·d,el vaccino sipecifico; giaoohè, mentr,e il medico curante non notò alcun vantaggio nei pazienti con la proteinoterapia e le cure aspecifiche, ottenne invece ottimi ri•sultati, come sopra è stato detto, dall'uso d·ell'etero\raccino polivalente anti· melitococcico. • 1
* **
•
Nei riguardi •delle capre poco si è potuto fare. Le disposizioni emanate, per quanto in ritardo, • per impedire ohe qµesti animali si 5offer.m assero o attraversassero il paese, la ·d enuncia di quelli che avevano abortito , l'obbligo della ·d isinfezione delle stalle irnfette • l'.u so del latte bollito tTovarono grand·e ostacolo da parte id ei pastori i quali in parte non credevano al pertcolo vedendo i loro greggi in buona salute e in parte non volevano ere.de.rei per non venire menomati nei loro interes5i. Accennando alla profilassi veterinaria diremo come essa va intesa sotto ·due punti di vista: 11no ha di mira le capre i·n quanto gli aborti che in esse ·p rovoca il melitococco arrecano una per· dita talvolta ingentissima di nuovi nati e quindi un danno econom1co non indifferente; un altro, come ammette il Cesari cc ne se pose qlte dan s la mesitre où celle-ci peut concourir à La 7Jrophyla."'Cie rte lti fièvre méditerrariéenne humaine ". Sta di
tatto che nell'un modo o nell'altro la profilassi veterinaria è di djfficile applicazione. Nei riguardi della capra verso l'uorno. in
]JR-"-
[MNO XXXIII, Fase. 39]
SEZIONE PRATIC! f
sato, quaJndo si pensava che unica via di diffusione fosse il 1atte, si ritenne relativamente facile, confortati dai pTimi risultati a.issai incoraggianti, di impeidire la propag·azion:e d·e lla melito.coccia proibendo la vendita del latte infetto. E veramente a Malta dopo che le Autorità navali 1p osero un veto rjgoroso sull'uso del latte crudo di capra e rimpiazzarono la ,distri.lYUzione 1del latte pToveniente dalle capre indigene con del latte condensato, le tr11p·p·e si trovarono quasi totalmente 5barazzate da una infezione alla .quale pagavano un tributo ann110 di quasi 80,000 giornate di ospedale. Ma è ormai accertato che anche all'infuori del latte esistono molte altre vie di pro1Pagazione della malattia si da stabiliTe tra animale e .uomo diremmo quasi un ciclo chi·uso. Infatti mentre la capra infetta l'uomo, l'infezion.e nella capra può aviere a sua volta origine umana e ciò può avvenire prin-cipalmente per due vie: colla minzione e colla mungitura. E ben risap.u ta la cattiva ·u sanza diffusa nelle campagne di urinaTe nelle stalle. Orbene I.e !Persone affette o convalescenti :da melitococcia rpossono costitui1re una fonte di contagio per gli animali, poichè nell'uomo il rene è l'emuntorio abituale del melitococco; e quando si i)ensi ohe sono statl segnalati idei casi nei quali dei pazienti possedevano ancora il melitococco nelle urine dopo 8 mesi •dalla malattia, e che Shaw alla Valletta ha riscontrato il micrococco di B:ruce nelle urine di nove~ •s cari·crutorri del porto, aiPparentemente sani, ·s11 525 soggetti esaminati da .questo punto d1 vista, ne risulta che .nella pTofila5si della febbre di ·M alta non può sfuggire ·ad alcuno tutta l'importanza di questo :fattore di contagio. Per quel ·eh-e rig.uarda la mungitura accenneremo soltanto ohe essa costituisce un modo frequente di contaminazione ·p er le capTe e le pecore lattifere, in quanto i mungitori debbono esser considerati gli agenti trasmettitori del melitococ. co, trasportando, -colle loro mani imbrattate di latte inquinato, i microbi direttamente dalle mammelle delle femmine infette a quelle delle femmine in·denni. Tornando a dire della profilassi veterinaTia e delle misure 1Più o meno coercitive che possono esser prese, non possiamo certo pensare a un mezzo estremo per debellare o per lo meno impedire la trasmi55ione· della malattia, all'abbattimento cioè ·degli animali portatori di melitococco . .A.. parte l'ingente spesa che apporterebbe la sua appltcazione pratica, noi, data la resistenza deJ micrococco di Bruce nell'ambiente esterno, non potremmo garant1re l'immunità dei nuo'i greggi impOTta.ti, e d'altra parte, per la sua applicazione, non avremm-0 in mano alcun mezzo sicuro per discernere le capre sane dalle malate. 1
0
1351
Il laboratorio purtroppo non può venirci in aiuto in quanto la ricerea d el microbio nel sangue, nel latte e nelle .urine non sempre dà e&.ito positivo; anche l'agglutinazione, che è forse il mezzo meno infido, non sempre ris.ponde allo scopo. Si sa infatti che il melitococco è stato isolato dal latte di capre il cui siero agglutinava a tassi minimi (1 :20) il microbo specifico (Sergent, Gillot, Lemaire); che Boy-coll e Damant hanno trovato a Londra su 22 carpTe e5enti da melitococco 3 capre il c11i siero agglutinava 1: 20 e due altr·e il cui siero agglutinava 1 :200: che Burnet infine esaminando a Tunisi 450 capre, ne trovò 25 eme reagirono positivamente alla seconda prova mentre non avevano reagito alla prima, e 20 che avevano :fornito llna reazione positiva dettero in secondo tempo una T·eazione negativa. Si 1potrebbe credere che l'intradermo-reazione alla melitina, scoperta e introdotta nella pratica da Burnet, così semplice e così 5icura per la diagnosi della febbre di Malta n.ell'uomo, 1POtrebbe esser applicata -con successo anche alla capra. Ma numerose osservazioni ha.n.n o già dimo5trato che non è cosi. Vi sono delle ~apre infette che danno la intraidermo-reazione positiva e ve ne 5ono di quelle che non la danno. Che le capr e reagiscano alla intradermo-reazione non v'ha dubbio, ma rreagiscono in modo irregolaTe: IQ.al punto di vista veterinario questa reazione è 1dunque inapplicabile. Le capre infette che reagiscono alla meiitina sono delle portatrici non soltanto di microbi, ma anche di lesioni cosi minime che pur dando uno stato immunitario non possono essere svelate rud lina accurata indagine anatomo-patologica? ..\Ilo stato attuale delle nostre conoscenze, come anche di r ecente ma dimostrato il Bur.net in un magi5trale lavoro sulla infezione •s perimentale da melitococco nelle capre, nulla possiamo dire di preciso e moltissimi sono i 1p unti oscuri che debbono essere chiariti al rigua.r.do. Senza alcun dubbio l'immunizzazione degli animali recettivi rappresenterebbe, se fosse r ealizT.abile, il mezzo profilattico ideale. Ma la maggior parte dei tentativi .f atti 5ino ad ora per vaccinare le capre disgraziatamente .non ha dato che risultflti molto incerti (Zammit, Eyre, Ch. Nicolle), per quanto Vincent e Collignon affermino idi avere ottenuti dei successi. • La chèvre - dice Ch. ~icolle - para'it à la 1
fois à peu près indi~~férent à l'inf ection et réfractaire à l'immunisation li .
lJn indice caipace di far supporre l'infezione da melitococco nelle capre potrebbe ricercairsi nel ripetersi degli aborti in un gregge. Come già abbiamo detto, molte volte delle epidemie di :febbre di 1\falta, ed anche quella svoltasi in .i\ffile, sono
1352
IL POLICLINICO
5tate prPcedute da aborti più o meno numerosi nei greggi. ~Ia se l'aborto costituisce un segno proctrom ico D.ell'infezione melitococcica bisogna anc11e tenere ben presente che esso non è affatto costante e che questo accidente non è stato quasi mai segnalato nè a )!alt~. nè in ·Algeria, nè in Tunisia, ;proprio in quelle re~ioni dove le capre sono infette in grandissima maggioranza. Forse si !PUÒ pensare eme l'aborto da m'e litococco non si produce che nelle caipre infette da poco tempo, che vivono in località ancOTa vergini dove la melitococcia fa per la prima volta la sua comparsa, sensibilissime quindi al micrococco di Bruce; mentre non si riscontra o assai di rado in quelle ch.e vivono nei paesi di origine della febbre di Malta, a causa della resistenza che un po• per volta hanno aoquistata di fronte al microbio, sicchè sono divenute dei semplici serbatoi o yet. tori idi ViTUS. Do1p o quanto siam10 'Tenuti esponen1do risulta purtroppo Che ci troviamo inermi per frenare un processo moil'boso che Ya se~re più idiffon·dendosi e che jn1piantatosi in una regione ha tutte l e probabiljtà di perpetuarsi a causa delle m •olt€!J)lici vie di contagio; per la facile disseminazione d ei geTmi nell'.ambi ente esterno; per la loro persistente ·vitalità al idi fuori dell'organismo e sopra· tutto per la estrema s u s{'ettibilità con cui i greggi contraggono l'infezione senza dar segni di malattia, per cui impossibile o quasi riesce distingu er l'ani male infetto da m elitococco da quello sano. Insomma allo stato attuale delle nostre conoscenze in mancanza di pro,•vedimenti più radicali e ·P iù sict1Ti atti a combattere u.n a infezione che arreca danni economici assai rilevanti in quanto !iarca l e energie di un numero non indifferente di lavo'!:atori, immobilizzandoli p er settimane e mesi, téllvolta per anni , si adottino almeno ai.cune di quell e misure profilattiche che sono ormai un acquisito per altre malattie infettive e ne sia se''eramente sorvegliata la loro esecuzione con istruzioni precise al corpo sanitario e con la educazione P la volgar_izzazione in pToposito fra le popolazioni del contado. 1
[ANNO
-:V. B. - T anto per l e iicercl1e epidemiologiche e cliniche compiute sul luogo, come per quelle di laboratoTio, gli autori hanno contribuito in egu al inisura, controllando a ,~i cenda il proprio operato.
FASC. 39j
nales de l'Institut Pasteur, XXI\', 1910, n. 5, pag. 376. .J EAN et P. SEOALLIAN. Notes étiolot]iques relevées à propos d'une endémie àe fi èvre de llalte obServée dans une région du Gard. çompt. Rend. de 1a Soc. de Biol., \ ·01. XC, 1924, pag. 1'435. :\UBLANT, Dl1 BOIS, LAFENÈTRE et LISBONNE. La fi evre ondulante en Fran.ce. Distribution géographique. Epittemiologie. Prophy"laxie. ReYue d 'Hygi ène, tome XLVIII, n. 12, 1925, 'Pag. 1090. HORROCKS and KENNEDY. Goats1 a.s a means of propagation of merliterranean fever. Repo rts of the 1
Royal Society for investigation of ~lediterranean rrever. Part. IV, 1906, 1Pag. 37. EVRE, MAC NAUGHT, KENNEDY and .ZA1'iMIT. Report upon the bacteriological and1 e:cperimental investigations during the summer of 1906. Ibidem. Part. VI, 190?, pag. 3. On the duration of life o/ the Jli crococcus melitensis outSide the human body. Ibidem,
HORROCKS.
Part. I , 1905, pag. 5. Io. Further studies on the saproph.ytic existence of the J\,Jicrococcu.s melitensis. Ibidem. Part. I, 1905, pag. 14. Io. On the durati on of lif e of the JliC?·oco cc1ts 1nef.i,tensis in unsteril ised soil. Ibid. Part. Iv', 1906,
pag. 27. BASSBT Si\IIITH. On tn e saproph.yt·i c lif e o/ the Mi-
rror.:occ11 .s rnelitensis. Ibid., Part. II, 1905, 63. SHAw. On the vitality of IYiicro coccus melitensis out.çide the body in diff erent enviroriments.
Ibi·d., Part. Ii!!, 1905, pag. ·43.
GIL~IOUR. Furth er n.otes on the isolatiori of th e Jli-
cro('occus meliterisis 1 rom pe1ipheral bl.ooà; and experiments on the duration of lif e of th is microbe in earth a11d u>ater. lbid ., Part. I\-. 1906, 1
pag. 3. l{ENNEDY.
0
.~gosto 1926.
XXXIII,
Furf,h er m.osquito
e.-cperim ents.
Ibid.,
Part. I\-, 1906, pag. 185. Rapport sur la f ièvre ondulante. Bulletjn de l'Office Internat. d'Hygi·ène pt1bliqt1e, tome , ·11 ,
JORGE.
1915, pag. 255. Note de l'A dmini .' itration Sanitaire ltaLienne sur la fi èv-re ori,dulante. Ibid., 1915,
SANTOLIQUTOO.
pag. 493.
~ERI, .~NTJCO
Studio ~pid emiologico sopra una ricorrenza di febbre mediterranea a Stiava in provincia di Lwcca. Annali delle Università
e
SPIGAI.
Toscane, vol. XX1IX, 1910, pag. 75. Alcune osservazioni sopra ·un-4 ep'idemta dt f ebbre medtterranea in un Co1nu.ne della Provincia di R omn. l\1alaria e ~Ia lattie dei Pae5i Caldi, anno V, !asc. II. 1914. pa!?. 105. ~1 .ltGNANI e MORA!\'DI. La febbre tli ~!alta in R omagna. Il Policlinico. Sez. prat., anno XXXI . 1924, pag. 182. SANGIORGI. J\-felitococcia in Pi e1nonte. Pathologica.
LEVI
DELLA VIDA.
''ol. , -, 1913, pag. 552.
RAl"~IER. Fi èvre rte :\!alte à forme d'anémte pernicieu.~~. La. Pires e :\Iéd., 1911 , pa§?. 161. CE.C::ARI. La prophyla:r.:ie vé térina ire de la fier re m~ rtlterra.n éenne. Bull. Soc. Cent. de ~léd . ' 'ét., •
t.om. XOIX , n. 16, 1923, pag. 327.
BIBLIOGRA.F·l ~i\.
FlC.\I
e .~r.ES
-i lJortu s ~
La setticemia da , Bacillus (Bang) 1iell'11omo. .~nnali 'Cl'1Jgierie, ANDRINI.
nnno XXX\-. n. 1, 19'>-5, pag. 1. • \t'REllT, CANTALOUBE, THIBAULT. Une épiàémte de ,6lP.· , 1e àP Jfalte flan .e; lP riépnrtement rlu Gnrd. :\n-
Observations sur rie chèrres infectées rte 1\-1. melitensis. (Tn.fertion e.rpéri111en.tale) . .-\ rchi ves l()e l'Institut e Pas1eur cle T1111is, tome X\' .
BuRNET.
1926. pag:. 13'2.
\ · rNGENT. ~ li,.
/a pro11f1yla.l'ie rlP. fa fi èl're nn1l11/11nlt
1 •
Bull. de l'~cad émie de ~féùecin~, tom. l .. XXX\"II . =>=> , I''' a 6'""1:)- · 1<'........... (le"'I· •
[:\N~O
XXXIII, FA.Se. 39]
SEZIONE PRATICA
OSSERVAZIONI CLINICHE. CIVICO OSPEDALE HIRSCH DI SALONICCO
L'ematuria nell'appendicite. Prof. dott. ENRICO SCIAKY, chirùrgo primario docente di cltirurgia nel1a R. Università di Roma. tina complicazione questa, relativamente rara d eJ l 'aippen dicite, visto ch e pochis5imi sono i casi fir1 qui annoYerati , non più di 37 in tutto; ed è pertanto una delle forme di complicanze appen<li colari che hanno maggiormente interessato gli studiosi. Sta11·do nd una statistica O})eratoria di appendiciti, su 600 opernzjonj IZummel ne ri'f erisce 3 casi; me11trc Stutzin ne cita altrettanti su 200 cast solamente, ed .l\lessandri su ben 1098 casi di app endiciti operate n el suo servizio chirurgico al Policlinico ·dal 1904 al 1924, avrebbe ris·contrato solo du e crusi ·d i ematuria, scomparsa dopo l 'appendicectomia. l ..a m edia fra i tre autori si aggira intorrlo ad 1.20 %o. Senza prendere in esiame in questo studio, tutti gli errori possibili di ·diagnosi, in cui sieno stati interpretati per apipen'dicite acuta o croni'ca, casi di colica da nefro 0 d ureterolitia si ·d estra, pielonefriti, emoglobinurie di ·v aria natura, ecc.; oppure $ieno passati in osservati, accanto ad un'append)cite preesistente, .ca5i di n efro ed ureterolitiasi, eC'c., concom itanti; mi affretterò a.id accennare solo èli sfuggita, la concomitanza frequente de 1l'ap:pen1dicite cronìca icol rene 1n~bile destro, altr L causa possi·b ile di ematuria, cihe ha fatto a molti C'l·drurgi impressione, al punto 4a consigliarli ài ricercare jl segn o di dolenzia appendicolare in ogni ca so di rene n1obile d·estro, per ricor.r ere all'a1)pendicectomia a traverso la breccia operatoria lombare, idurante l'inter,re11to stesso di nefropessia. 1'{è ci in'du1geremo a spiegarci l'ess,enza di queista concomitanza se dovuta ad una compressione rl el rene ptosico sulla vena mesenterica superiore, cl 'ond ~ stasi venosa, come 'rorrebbe Edebohl5; o 5ul colon , come ''orrebbe \~Tildbolz; o non dovuto più tosto ad una disposizione congenita sistematica, per cui, tnle anomalia accompagnan dosi anche con altre della sfera addominale, quali, nrre~ti di s'·i luippo del cieco, pto5i ' 'iscerale generale. ecc., preparerebbe il terreno propizio allo SYolgersi di nna flogosi appendicolare. Certo però che, nella inaggior p.arte dei casi di ematuria da eppen.dicite. no11 :,i anno,·era la <;oncomi tanza della pto i dcl rene, ~1 che questa anon1alia non è <la prendrrsi in serio e~n me quale fal1tore patogenf:ltico di e&sa. i::
1
1
1
1
I
1
•
1353
~è ci interessano quei casi di ematuria· o di
!lit1ria che provenissero dall'estendersi del proCPsso flogistico appen·dicolare alla vescica uri itaria, ·con eventuale perforazione in essa, di una formazione a5cessuale. ~1a ,p renderemo in esame solo quei casi in cui sia chiaro il nesso patologiro fra aippendice, uretere e rene. Può l'ematuria in Lali oasi provenire rd a entrambe i reni o, paradossalmente, anche dal sinistro solamente, per un processo di flogo&i n efritica, proYocato d alla filtr azione a traverso i reni, di nria tossemia di origine apperldicolare (V\'oodsen e Ashburst). P iù spes&o però, l'infiammazione dall'élippendt. ce si propaga all'uretere, specie quando si tratti di appen'd i ci retrrocecali, provocantdo aiderenze e, conseguentemente, flessioni e inginocchiamenti 1dell'uretere d estro, per trazioni su di esso e, tal,rolta oltre ai fenomeni meccanici di stasi, si sviluppano veri fo colai di ureterite con conseguente ematuria, che in tal caso sarà di origine ureterica. Tale ipatogenesi è possibile solo nei casi di appendicite cronica, a evoluzione l enta e, Gottlieb infatti cita 9 casi tdi ematuria ureterica su di una statistica di 36 casi pubblicati, in appen·di citici cronici operati, senza add·u r.r e consta~ tazioni anatomo-patologiche, vi5to che tutti questi malati, dell'età di 20 ai 25 anni, guarirono tutti indistintamente. Seelig cita un reperto cistoscopico molto interessante a questo proposito, di un caso di ematuria Id a appendicite, illf cui la cistoscopia non ri , 1 elava nt1lla in vescica, gli sbocchi ureterici f\r ano entrambi n ormali, il sangue yeni\'a da de5tra ed il catetere ureterico dopo una progressione di 1pochi centimetri era trattenuto nell'ruretere destro in un pun to in cui lln ulteriore intervento operatorio per appendicectomia riYelò un nodt1lo comprimente e inginocchiante l'uretere. Hammersley invece nota in una ci toscopia per analoga affezione, l 'orirficio ureterico •destro più sviluppato d el sinistro, con segni eviclcnii di stasi. Dall'uretere l'infiammazione può estendersi al rene per contiguità. specie nel caso di appendiciti croniche a reci1di,•e ostinate, in cui la produzione di aderenze ben organizzate può costituire delle briglie conne1ti\'ali cl1e. circondan do strettamente l'uretere e permnnendo eyentualmente anche dopo l'a1ppendicectornia, pos"ono iprovocare accièlenti t1rinari con~cguenti da comprec;~ione e coc::trlng-ere ad un inter\·ento :,econùario per li, berare tali aderenzr, come i11 un caso di Ri css r.itato da Bérard e , .imard n el loro Trattato s11Jl1appendicite, in cui un tale reinterYento esegui· to 15 ginrni d opo l 'appendicecton1iq guar1 rnmn1nlato. 1
1354
II. POI.JCLTNICO
Fort11natamente tali casi sono eccezionali e di ' regola, se-gue all'a1ppendi-cectomia la scomparsa progressiva delle a1derenze e, con essa, la guarigione dell'infermo. In altri casi l'ematuria d'origine renale si produce per infiammazioni del rene de5tro, che se~ guono a propagazioni flogistiche a traverso i vasi periureterici ed a quelli della parete addominale posteriore; o;p pure per il tramite dei vasi lin'fatici cl1e ricollegano l'appendice all'uretere e questo al rene. Tale evenienza è favorita specialme11te daJla posizione anomala dell'appendice. 'Così, ad • esempio, trattan•dosi ·di form e retrocecali, intra o sottoperitoneali, in cui l'appendice vi·e ne in contatto diretto con l'uretere anche senza l'intermezzo qel foglietto peritoneale parietale della fossa iliaca; l'infiammazione di es5a può provocare tanto una ureterite, come si è visto dare origine ad una psoite (Couraud, Roger, Vincent}, ad una flebite iliaca e perfino ad ulcemzione dell'iarteria . iliaca esterna (Powell, Lebon, Sourdille) . Negli arresti parziali di svilup•po nell'evoluzione del cieco, que.sto può rimanere in posizione alta, con 11n'appenldice in contatto diretto col tessiuto iperirenale, col rene e col bacinetto stesso, d'onda ematuria e piuria possono essere l'espressione di una vera rpielite 'Conseguente aid un'a;ppendicite (Gayet). L'infiammazione dell'appendice può raggiungere il rene anche a tra,rerso i vasi arterio--venosi peri-ureterici ed a quelli 1della parete adldominale 1posteriore, sebbene ~ovè Josserand mal comprenda come esse avvengano, data la di1fficoltà anatom~ca di comunicazione fra le due circolazioni dell ''UI'etere e d,ell' appen dice a traverso alle vene Inesenteriol1e, ureteriche, perirenali, renali ed al plesso pamptniforme; difficoltà circolatoria che è sorpassata facilmente nei processi flogistici, per le neoformazioni vascolari che si protendono direttamente 1dall'appendiiee all'uretere, e che noi abbiamo aigio di constatare tanto spesso all'occasione di interYenti -chirurgici nei processi flogistici in questione, datanti Ida tempo. Detto questo ~ntrerò nell'esposizione dei due ca i occorsimi: 1
B. Gius. di anni 18, viene all'ambulatorio del mio servizio chirurgico il 15 gennaio 1925 per ematurie 1Che si ripetono da qualche tempo. Ha genitori viventi e sani. Narra di aver sofferto i comuni esantemi dell'infanzia, non ha mai contratto blenorragia, nega lues. Da un anno ''a soggetto a dolori vaJghi in tutta la met.à destra dell'addome, con diffusione all'ipo condrio ed alla regione lombare destra, e talvolta esacerbazioni dolorose verso l'epigastrio, accoro, pagnate cla nausee . . on ha mai vomitato, nè ha mai ll\l.1to diffusioni dolorose al testicolo, nè ~ol-
-
[ANNO
XXXIII. FASC. 39)
lachiuria. Da. cinque mesi a questa parte ha ogni tanto ematuria, anche se :sta in riposo: le urine si colorano nettamente in rosso, senza che emetta coaguli con esse e, durante tali periodi ha tal1·01ta anche aumento d,ei soliti dolori. Durante i periodi dolorosi si è termometrizzato ed ha spesso notato qualche decimo più del normale. 1 Curato con blu di metilene e coi tonici chinacel non n e ha ,·isto alcun giovamento, sì che ricorre a noi. L'e5ame obiettivo rivela: In divi duo idi costituzione scheletrica e di sviluppo norm ale: masse musçolari un po' ipotoniche, qualche ghianldola lin'f atica appena percetti1b ile nelle regioni oearotid ee. · L'esame del cuoTe e dei polmoni non ri,·ela nulla di patologico. La milza ed il fegato sono normali; i reni si palpano normali nelle inspirazioni prof onde. La paìpazione della metà destTa dell'addome denota, in rarpporto a quella sinistra, una dolenzia netta, sipecje nei punti di Ma:c Burney e di Lynz. Si nota a questo livello una tumefazione allungata, diretta -dall'alto in basso e medialmente, fissa in profon'dità, del ''olume di una piccola banana che si riesce a palpare quando il paziente rilascia la parete, il cihe riesce difficile perchè si risveglia spes5o, nel comprimere, una contrattura di difesa in tutto il q.ua·drrante aid·dominale corris10ondente. La perC'Ussione n el triangolo destro di Briant è nettamente rildotta jn sonorità. Coll'esiplorazione digitale del retto, .si raggiunge l'estremo inferi ore di detta tumefazione e isi pro\ oca vivissimo dolore. La temperatura rettaJ.e del malato ·è di 37.6 C.; ed il polso batte 86 al m'. La diuresi è normale. L'esame delle u rine. di reazione aicida, ri,·ela la presenza di 0.80 0/00 di albumina e l'assenza di ~1ucosio e di pigmenti biliari. L'urea ed i cloruri si tro,rano nelle proporzioni normali. L'esame mirrosco-pico del centrifugato dà abbondantissime emazie, qualche leucocita, cristalli di acido urico ed urati amorfi; non cjli.n dri nè elementi renali. La rirerca in esse del bacillo ·d i Koch, col meto1do di EllE>rmann-Ellard sen riesce negativa. L'es:ame rardiografico dei due reni e della. vescica urinaria, riesce assolutamente n egativo. .La cistoscopia rivela una vesci~, normale per continenza e 1peT colore; non vi è traccia alcuna di infiammazione: gli oriifici ureterici sono entrambe normali; l'oriificio id.e5tro appare un po' più rilevato del sinistro; il cateterismo è facile a sinistra, doloroso a destra, dove il catetere non s1 spinge al di là di qualche centimetro. L'urina racrolta separatamente dai 1due cateteri dà urine netta·m ente ematuriche a destra, mentre a sinistra sono perfettamente limpi1de e normali, e l'esame microscopico non vi rivela in esse un'emazia. Con questo reperto si fa diagnosi di ematuria di probabile origine appendicolare e si decide l'intervento sull'a-ppeldice che eseguo il 3 febbraio 192.5 in clQlfeteronarcosi regolare. Previo taglio della parete alla Roux si entra nella cavità peritoneale icontenente scarso essu·dato sieroso torbido libero: si caide su di un blocco di aderenze fitte fra cieco e tenue che si scollano prudentemente e, distaiccando un groviglio legato •da essudati inrfiammatorii, si riesce a mobilizzare .parzialmente il cieco, 5otto il quale si 1
1
1
1
1
1
1
1
•
[,A...:\~O XXXIII, FASC. 39)
SEZIONE PRATIC.\
isola e prepara l 'appendice molto infiammata ed a tpareti molto profondamente alterate, in gran parte sottaperitoneale, ieh e va profondamente e medialmente n ella fossa iliaca ed è circondata da rnembr.ane purifo,r mi. AppeDJdicectomia, 1p eritonealizzazione e disinf ezione con etere: ricostituzione della parete in 3 piani a punti staccati in catgut e seta, senza drenaggio. I postumi OIJ)eratorii si sono svolti normalmente; l'ammalato ha continuato a febbricitare quattro giorni dopo l'intervento, e la temperatura è quindi caiduta per li5i rapi1da. ILa cicatrizzazione della ferita operatoria si 1è ottenuta per prima intenzione. Il dolore l ocale e quello irra1diato alla regione lomba·r e si è rapidamente attenuato per scomparire dieci giorni 1do1po l'intervento. Le urine esa1ninate a tale epoca si presentavano assolutamente normali e l'in1divi1duo da allora a tutt'oggi, più volte rie.sam·i nato, non ha più presen tato ematurie n1è e.risi 1d olorose, e si ritiene completamente guarito. 1
1
1
...\l,callay S., di anni 19, ·da Salonicco, impiegato, è colto d a due giorni da fi eri 1ctolori all'emiaiddome de5tro e 1da irradiazioni l(iiffuse a tutto l'addom.e, accompagnati 1da conati di Yomito, un po' di singhiozzo e da alvo stittico. In tali con. tingenti sono 'Cl1iamato a visitarlo a domicilio, dal medico curante 1dott. Bej a. Il paziente nal'ra che soffre da 4 anni di ematurie continue , che si aiccentuano con la fatica, ma che n on scompaiono neanche col riposo più asc;oluto. Ri'cordia idi .soffrire sempre di dolori epigastrici, con diffu5ione ai qua:dranti inferiori del1'aidid ome , specie a destra. Non ha mai presentato . una coli.ca n efritica tipi1ca. Ha fatto ripetutamente radiografie 1di tutto l'alibero urinario, senza che si fo sse localizzato in nessun punto il segno radiografico id i un calcolo urinario. L·a cistoscopia dimo5trò soltanto l'origine ·u reterica destra d ell'ema. turja, senza scppTire segni 1di specificità tubercolaire nè alèunchè •di anormale. B stato sempre curato per •diatesi urica ed ha fatto ab·b ondanti cur.e urolitiche, obbligan dosi alla dieta più severa, sen za risultato di sorta. iL'esame del 5angue non ha mai rivelato il parassita maltjrico 1ed il malato non ha mai fatto uso di chinino. Tale l'anamnesi che raccolgo al letto dell'in'fermo il 4 ,m arzo 1926. .i\ll'esame obiettivo si nota un individuo di complessione e ·sviluppo scheletrico normale; un po' smagrito ed anemico, con temperatura subfebbrile 37.8 C., polso a 120; nulla di patologico al cuore ed ai polmoni. L'addome meteorico e dolen tissimo, si 1d ifende particolarmente in tutta la m età •destra, e la !Presc;ione è pure particolarmente dolente nella parte pi\1 bassa della fossa lombare destra: si riescono n pal,pare i r eni senza ritrarne un 'impressione nnorn1ale: l'area epatica si rivela nei limiti p erc11ssori n ormali: l'esplorazione digitale del retto è dolentissima sipe·cie verso ·destra; la prostata è norn1ale. La vesci1c a urinaria non appare diste5a e le ltrine rosso-vino sono n ettamente ematuriche. ~ul la idi anorn1ale ai testicoli. ~on vi sono edemi in n essuna parte del corpo, nè si pa1pano ghian1lo1e linfatiche. 1
1
1
1
1355
Con tale reperto obiettivo si pone la diagnosi di aippenclicite acuta con segni di peritonite diffu5a e si dichiara 11rgente l'interYento. Si esterna !Pertanto alla fam iglia il dubbio cl1e le ematurie si,eno dovute all'appenldicite e ahe si 5'pera possano sparire con l'inter\·ento chirurgico che eseguo lo stesso .giorno in clor eteronarcosi regolar e, senza indugiarmi in ulteriori esami , visto l'urgenza 1del caso. Pre,·io taglio della 1parete alla Giordano, allungato un po' più del con sueto, apro il peritoneo par1etale ch e trovo forte·m ente iniettato a!l ,p ari di quello viscerale: vi è scarso essu dato siero-purulento libero. Il cieco è fisso : non potendolo attirare, n è rinvenen do l'app ellldice, allairgo la breccia operatoria e procedo alla mobilizzazione del cieco. oltanto allora si Tinviene un'appendice r etrocecale, in gran paxte a decor 5o sottosieroso che va profondamente e m edialmente nella fossa iliaca. Si r eseca l' appen1d ice all'jmpiantò cecale e se ne atffonda i'l monconcino con peritonealizzazione a borsa ·di tabacco, pToceden·do quin,d i all'appendicectomja r etrograida. L 1 appendice è l unga, ader ente e procede in un blocco di fitte a:derenze ben organizzate che circonda110 tutto il tratto per il quale passa l 'uretere. Scollando l'appendi~e da tali aderenze apro un ascesso che svuoto, diisinfettandone il cavo con tamponi impregnati di alcool jodato. Tamp onamento del cavo con garza i1drofila e 5utura parziale della ferita operatoria. I postumi operatori si son o sYolti normalmente; le urine che erano sempTe ematuriohe da più dt tre anni si rischiarano già -due giorni dopo l'inte-.rvento e, ripetuti esami chimici e microscopici eseguiti da allo;ra, non vi rivelano più traccia di sangue. Il paziente 1p ochi giorni ·dopo l'intervento incomincia a sentirsi finalmente bene e, liberato delle ematurie e delle 5offerenze aiddominali, lascia l'ospedale in perfetto stato di salute. 1
1
:\li è parsa degn a di interesse l 'esposizione di ielue casi tanto dimostrativi, di appendiciti aid andamento subacuto con intensa .r eazione infiamma_ toria circ.ostante, inglobante l1n tr atto di uret ere al quale, per compressione e per infezione probabile da propagazione, hanno procurato uno stato patologico tale, da provocare forse anche p er estensione parziale della flogosi al r ene stesso, o per semplici fenomeni da stasi, un'ematuria abbastanza rilevante , che non ave·v a certamente altra causa n ell'organismo e che è cessata radicalmente in entrambe i casi subito dopo l'intervento chirurgico di appendicectomia. Certo che la posizione retrocecale dell'appendice favorisce la ditffusione del processo infiammatorio all'uretere, con possibilità di influire anche sul rene o di estendersi al tess11to iperire11~1P . Ho ossen·ato spesso in questa varietà di appendiciti anche fr equenti crisi di cista1gi a con fenomeni disurici, facilm Pnte spiegabili del 1esto, accompagnanti le crisi acute e cessanti spe~so con l'i11terYento.
1356
[ A~NO
JI. POl 1CI.IXI CO
Quanto alla frecJuenza dell'ematuria nel decor&o dell'appen1dicite, stimo trattarsi di un 'eventualità non tanto rara, visto che su 900 casi circa di appendiciti da me operate a tutt'oggi, l'ho già riscontrata ,due vO'lte in modo in di1scusso e che, attirando l'attenzione dei colleghi su tale eventualità la si ipotrà forse anch·e depistare più spesso. I 1due ·ca si esposti dimostrano adunque la facilità di complicanze reno ureteric he di · origine meccanico infiammatorie che può dare l'appendici te e consigliano al clinico in presenza di una ematuria della quale non trovi una 1causa provocatrice eviid ente, di pensare anche all'a:ppen dicite e, nel caso ove essa possa &embrarne la causa, di ricorrere aia un'appendicectomia, aspettan done l'esito spesso favorevole, prima idi attaccarsi ad un'esplorazione eventual e del rene.
XXXIII, FASC. 39j
DALLA PRATICA CORRENTE. Su di
11n
caso letale di lupinosi nell'uomo.
1
1
1
1
(Avvelenamento per ingestione di semi secchi di lupino). Dott. ~lATTID PETRAROIA med. con·d. in S ...l\.rcangelo Tremonte (Avellino}. Non credo inutile riferire un caso di avvelenan1ento act1to nell'uomo per ingestione di semi di lupino, isia perchè i casi ricavati dalla letteratura al riguardo sono tutt'altro che frequenti, sia percl1è l'av\·. in parola, 5pesso 11a inizio subldolo, per le ragioni che più innanzi esporrò, e può con-<.!urre inesorabilmente alla morte. 1
1
LETTER ..\ TURA. ANSCHUTZ1. Ema/Juria e 11efrite ne'll' appenWici~e. :\11111c~1. M ed. \\Tocl1., .anno LXIX , n. 112, ott. 1922. Ascot.T. ·Sulla questione dell'ematuria nell'appendicite. Il P oliclinico, Sez. P ratica, anno XXXIJ, fascicolo 11, marzo 1925. BÉRARD et VIGNARD. Traité de l'Appendicite, 1914. FRANCJNI M. L' A·ppendicttc. Soc. Ed. Libr. Milano 1911. GotiLIEB J . Dell'ematuria n,ell'appenaicite. Zeitschr. fur Urol. Chir. T. XV. fase. 1 e 2, 199.A. MARION G. Traité d'Urologie. Masson, 1921. 1
1
PROUST. Rarporti fra appendicite ed affezioni del
rene. Comm. à la Société de Chir., Paris, 1914. THÉVE:NOT et ROCHET. A ptpend.iciti eri. aff e:,toni del rene destro. Comm. à la Société Frane. d'•Urologie, 18 mai 1925. TROR~·IEY TH. e A. En1aturia e appenaicite. Tl1e
Joum. of the Amer. l\!Ied. Ass. (Chi cago), vol11me LXXX, ·n. 7. tfebbrajo 1~23, pag. 4'ìi2-474. WOODSEN e ASHBURST. Emat1.Lria e appendicite. Ibid., vol. LXXIX , n. 26, dicembre 1922, pag. 2135-2138. 1
'
Per il concorso alla nomina di Medico di Bordo : Oott.
ROMOLO RIBOLLA Medlico diplomato della Marin.a Mercantile
Medicina Tropicale e Igiene Marinara . MANUALE TEORICO-PRATICO eeoondo i nuovJ programmi 'Per gli esa.rni dii aibilita-: mone a. medioo di ma.rina mercan'1:1ile, oon lettere d1 AUGUSTO MURRI e di ALDO CASTELLANI. Il Mrunuaile m ediante apposita Appendice, è aggiornato con le ~oTIIle e dieposizionrl. emairua.te daJ Mrinistecro dell'InteTno in data 25 marzo 1926. Un volu.me ìn-8 , di i;agg. XVI-491, nitida.mente st.a.m-
pato su cal'ta semipat.inata, con 39 figure in~ca.1.a~ nel tetlto. Prezzo L. 5 2 più le spese ])06tali cli spedizione. Per i noetri abbona.ti sole L. 48,60 in i:orto fra.noo. Invia.re Vaclin. Poetale all'Editore LUIGI POZZI, Via Sistina 14, ROMA.
Bambino di 17 nlesi. Sano e robustissimo fino allora. Figlio di ·v ali•di contadini. .N iente nell'anamnesi personale eid ereditaria. Vien presentato nel mattino del 25 luglio. Il bambino mi 5i mastra ·ai un pallore eccessivo, colle palpebre chiuse, come intontito, completa~ mente rilasciato negli arti, poco reagente agli stimoli. Non !Piange, n on mostra di reagire alla voce della mrudre. Il polso e la respirazione sono molto frequenti. Il 'rentre leggermente gonfio. La temperatura sub-normale, e tale si è mantenuta sino all'esito. Dalla mattina qualc11e conato di vomito. In uno di essi la ma!dre notò una ·diecina idi lupini. Fu logico pensare wd avvelen. acuto per lupini con prognosi riservata. Il bambino aveva ingerito semi secchi di lupino, interi, la sera precedente, trastullandosi sull'aia. 1Consigliai le cure del caso (emetico per iniez. purgl1e, irrigaz. intest. ·cardiocinetici, ipertensivi, stim.olanLi, ecc.) ma la s~ntomat. andò aggra,randosi. Alla completa rilasciatezza generale si aggiunse paralisi inte5tinale completa. poichè una irrig.azionP intest. di cir.ca un litro,- praticata dalla mamma fu interamente trattenuta. :\ella giornata ' si a•ccentuò un poco il gonfiore del ventre, lo stato ·di torpore !fisico e psiichico arrivò al massimo, la pressione arteriosa scese notevolmente finchè tra convulsioni il bambino morì nella notte. Sintomi più eclatanti in questo avYelenamento: torpore psichico e fisico del bambino; completa rilasciatezza muscola re, e l'impl'e$sione di una ipoestesia generale. Il lupino è una leguminosa molto nota nelle nostre campagne e se ne conoscono ben dodici &pecie. Da noi è comt1ne il L. lutens, i cui semi, debitamente trattati, vengono impunemente mangiati èt al ipopolo. Nel lupino pianta, e più, nei semi seccl1i, sonl> state ricavate e studiate, per quanto incompletam ente, le seguenti sostanze: 1) La lupinina (alcaloide), 2) ln lupinina (17 lucosid e), 3) la lupiniclin a (alcaloide), ·~) la Jupanjnn.
Que'-te <;Qc;tanze pn
~ano
completamente ncJl'ac.
[ •.\~NO
XXXIII, F ASC. 39]
SEZIO~'E
qua di ebollizione (decotto) e nelle acque di lavaggio, specie se acidulate. I contaodini, volgarmente, sottopongon o a cottura, per un dato tempo, i 111pini, e ~oi, chi'U•Si in un sa:cchetto, li depongono nel fon1do ·di un cor so d'a:cqua corren te ~ er p iù giorni. Così trattati i lupini vengono impunemente mangiati. F atti di avv. letale iSi verificano tra .g li animali e, specie in Germania. è stato .m olto ·s tuldiato l'avv. che si produce n ei montoni specialmente, ma anche n ella ·capra, n el bue, n el cavallo, nel can e. I casi di avv. nell'uo·mo - non sembrano altrettanto frequenti . Il 1Belli-ni osservò nel 1875 un avv. m or tale n ell'uomo provocato da una d ecozione di 1. B mancato a .m e il tempo e il m ezzo p er far e a:ccurata r i·cerca bilbliografica di altri casi even tualmente ·d escritti ma pare che in Italia (Ga utier) fuori delle ri·cer C'he chimi'che, s ui prjnci1pi attivi, non esi·stono stu·di di tossicologia in proposito. Si conoscon o inifatti, sia pure imparzialmente gli al~aloidi e i gl uc osi di ·del lupino, responsabili di tale avvelen. ·che pare 1dei più gra·vi, ma non si è ri.u·s cito a trovare l' anti doto. • La sintomatologia c he Inferrera e il p rof. :ijaimondi notarono, siperimentando su aniimali (ca vie, con igli, cani) ha molta analogia con quella che si osserva nell' uomo e che io 110 n otato Bel presente caso e •descritto sopra. Iniettan1do clori1ct: di lupinina (-cavie, conigli) Inferrera '1.otò: abbassam . .di t . rallent. polso e r esp., 1
1
dimin1L.z ion e della sensiòilità f in o all'aboli:;ione d el ào·lore. I cani sono più r ed'rattari ma anche in
essi c'è d iminuzione del ·sensorio, r allent. de1 polso , e cc. Il prof. Raimon1di sp erim entò, oltre il clori·d. di lupinina anche il decotto : ot tenne su per giù 1 • n1ecl c~i mi risultati (•depPessione dei centri ne.rvost, parali.si di moto, a.bbass. d ella ·t. ) e vide n el d ecotto una tossicità ben piì1 spiccata che nella s ola lupinin a . Reper ti anatomici sull'uo1110 non pare n e esistono nella letteratura . Si 5a invece (Gautier) che nei montoni la lupinosi produ·c e atrofia del 'fegato il qnale è senza sangue, giallo, rammollito. I reni sono infiammati, e n ell'urin a si tr ovan o cilin dri. Le ~ri1m e vi e dige•s tive sono infiamma te, con stravasi sanguigni n ell'intestino , 1p eritoneo, enidorardio. m ediastin o. Costantemente si n ota edema nel poln1one laringe, p ia madre. ~ elra,1v. cronico si n ota at.r ofia del fegato (fosforo~) deg. grassa nei r eni e gastro-en terite. Conclu dendo credo la lu pinosi uno degli a,,.. più gravi, meritevole di essere stltdi ato sia nelle sue cause, sia n ei SllOi eff etti tossici e n ella sua sintomatologia clinica. 1
1
1
PRATICA
1357
•
DIVAGAZIONI. Esiste una scienza fisionomica 1 Dott. G. ROLLE. Una scienza che si pro;ponga lo studio della 1jsionon1ia .dr ve astpetta rsi l'accus a che M efisto · fele fa alla logica. C:ioè, di volere insegn are le r egole ·d i un'arte c.he tutti gli uom1ni d1anno, come il mangiare ed il ·b ere, esercitato spontaneamente dai primi anni d ella infanzia. Si è fisionomici :sin dalla n ascita. Ancl1e il lattante !fa u11a .differenza tra due vi.si a. lui estran ei ed accoglie festo.samente uno, men· tre si. allontana Collo sguardo .corrucciato da un altr o. .t\llorchè viaggiamo in ferrovia e CwPitiamo in uno scon1partimento p ien o •di passeggeri, non app en a sono rasserenati i volti in.fa5tiditi con C!ui gli altri viaggiatori hanno accolto la nostra entrata, noi comincjamo a studiare le fi-?ionomie. In pari tempo ci accorgiam·o che viene egualmente st.11diata la nostra. Che cosa è ciò se n on della fisionomica? Si legge o sj t enta .d i leggere n elle fisionomie le attit11dini spiritu.ali, il temperamento, il ca r:ittere. I .a question e p erò è idi saper e se il giudizio u on sia spesso o quasi sempre un pregiudizio . P oichiè gli er.rori sono molto frequ,en ti e n eppure )'inùividuo più a cuto e navigato in .questa arte diagr1ostica ·p retenderà di essere infallibile. Un':iltra cosa è altr esì indi scutibile; cioè che gli errori sono frequ enti. ::VIa la statistica su que sto punto non insegna nulla e ben poco il calcolo d el le probabilità. Quan d 'anche fosse possibile s tabilire la p er centuale idei giudizi fi&ionomici rispondenti al vero, e questa rp ercentuale p otesse ele·v arsi al 75 % (come n elle moderne predizioni m etereologi·che) non sl a,rrebbe in pratica una d irettiva maggiore. Poichiè non si potrebbe a\rer e la sicurezza che i casi i quali maggiormente ir1ter essano, invece di · appa!!Pne1 e al 25 % ,d_j git1d1zi errati, apparten gano a! 75 ?-6 degli esatti. Ciò premesso, poic11è è jndi5cusso cll1e la fisto nomjca come arte prati<:a esiste ed è esercjtata 1dalln maggioranza degli uomini, riesce interes~anlP ~1 udiare se ha un ,-alore qualunque scientifico e se è possibjle darle una base teorica. Il tent::tti,-o non può dirsi preci amente r1u0Yo. Già in .~ristotile si trova es1)osto un principio fi~ionon1i c o. E gli infatti accenna alla somi glianza. "' che il Yiso di molti u on1ini ha col le fatt ezze di alcuni animali, e ,-or1:ebhe attribuire p er tale ra1
•
1358
JL POLICLINICO
gione agli uomini le qualità degli animali a cui i tratti del loro vi5o rassomigliano. Questa 'Però è l'infanzia della scienza tisiono .. mica. La ''era storia •della fisionomica incomincia con r.avater. !\1a anche nei quattro grossi volumi .di costui jnutilmente si cerca una pro\ta scientiiica che giustifichi il principio di tale arte e le conclusioni a cni giungono gli orosco1pi fisionomici. Al fanatico dilettantismo dei segu.aci di iLavater, i quali si Yantarono di promuovere la conoscenza degli uom·ini, si oppose Ltchtemberg col sentimento di ribellione •del naturalista di professione. La serietà dell!i sua polemica ebbe un effetto co5l decisivo che dalla sconfitta l'arte fi·sionomica non si rialzò più. Dopo ciò occorre ~oncludere che è morta, e ben morta? Si de,re alJbandonare la speranza di darle una costruzione scientifica, n ella speranza ·che la base gettata abbia a servire ad altri spiriti intr(llprendenti per trarne concluf>ioni pratiche, in un avvenire sia pure lontano?
* **
•
La storia naturale, anche .elementare, insegn t che la esistenza di una intelligenza normale implica nell'uomo un certo volume di cervello. Qualldo il ·cranio non raggiunge la capacità necessaria a contenere un .simile cervello, noi possiamo affermare sicuramente ln. debolezza di m ente di eh i la -possiede. Sr confro11tiamo la testa di un i 1cliota, la quale, col suo spjanamento, tradisce la insufficienza della parte anteriore .del cer,rello, col cranio di un genio che si •distingue ~er la sua fronte alta e con·vessa, nulla di :pi11 naturale 1C·h e siamo tentat1 a valutare la .intelligenza dal.la cavità cranica e dal profilo della front e. Un secondo !fatto sostiene in noi l'a fiducia in un risultato degli studi fi sionomici. Quando gli effetti delle pasf>ioni umane, della gioia, dell'amore, dell'ira, della paura si manifestano con segni esterni, essi 1sono cosi caratteristici, che un attore drammatico li può perfettamente riiprodurre. Dopo di ciò .non 5arebbe fors e lecito trarre la induzione che anche le commozioni più lievi da·nr.n 11 loro impronta ai tratti del Yiso? La patologia <lescriYe i sintomi dai quali si può arguire la disposizione permanente ad alcune ma. lattie, prin1a che si ,·erifichi l'accesso acuto delle m crl e-;in1c. Allo "te~so modo, si potrebbe credere
•
(ANNO
XXXIII,
FASC.
39j
che vi siano segni ?a cui argorn entare la di~po sizione individuale permanente a certi affetti, a talune passioni, ancora iprima di assistere allo sroppio par ossistico di questi. La architettura fu chiamata ida Henle una mu. sica solidificata. E se la scultura si potrebbe dire fisionomica solidi!ficata, a maggior ragione potremmo chiamare la fisionomia umana una mirrùca solidificata, che immobilizza i tratti del viso • nel~a posizione da essi presa quasi sempre in modo effimero. Queste considerazioni inducono a prendere nuo·v,a mente in esame i fondamenti della fisionomica ' con la speranza di poter con successo gettar11e il principio di una base .scientifica.
* ** Tutto il 1p roblema potrebbe enunciar5i esatta. mente così. Per quale via i fatti p sichici rnorli ficano per1nan entemente l a forma del corpo?
Tntte le modificazioni visibili del corpo generate dalla volontà e dagli affetti si fondano sulla • contrazione dei inuscoli. .Ne .consegue che :possono avere un significato fisionomico, solo quelle parti drl viso che 5i muovooo mediante muscoli. Se run'eccezione occorre fare a ,questa regola è per la stn1ttura ossea della fronte, dato che ce ne serviamo per valutare la ca:pacità intellettuale generale. .i\.ll'incontro il naso e le orecchie hanno un va lore minimo •dal lato !i·sionomico. La base del naso e specialmente l'osso na5ale formano un'armatura ossea che non ipuò mutare forma. r,a p11nta e le ali ·del naso sono sostenute da robuste piastre cartilaginee. B vero che la parte cartilaginea del naso è mobile attivamente e pa5 si..vamente, ma in mi&ura tanto limitata da dover r onclnd ere che, se il naso e le orecchie hanno una parte essenziale nella impressione estetica del volto , hanno un va.lare minimo per l'esame della fisionomia. Quin•rti con un sen5o di umorismo -possiamo lef!g-er~ I.avater che trova nel na50 di Goethe una espressione di poesia. Senza !are un'offesa a Goethe, si può osservare a Lavater che, studiando i nasi degli scrittori, forse Yi scopriva ben più di quanto il .mondo intellett11ale trovò nei loro scritti! Ed an che Goethe che ringrazia,,a in una lettera •datata 6 marzo 1775 la scrittrice Augusta Stolberg, soggil1ngendo: « quale nuova ccmferma rire,·e la mia cr•?dc11za fisionomica da questa dolcezza del naso, da qne"to mento risoluto ... n (la scrittrice 1
[ANNO XXXIII, FASC. 39]
SEZIONE PRATICA
g1i av.eva donato il suo ritratto) ha p-iù poesia rhe 5-cienza fisionomi·ca. Anche l 'orecchio, cosi poco flessjbile, si presta in misura assai ridotta ad indnzi oni fisionomiche, ed occorre una bella fantasia per vedere - comie fa Lavater - in ur1 orecchio, per ·di più coperto a metà da1la parrucca, ~< l'uomo dalle forti risoluzioni, coraggioso, atletico, ·r.he stritola gli i·g nobili adulatori » . Pal'imenti bisogna negare ,qu,alsiasi significato o qnasi al colore .degli occhi e .dei c~pelli. Io n0n so quanti fortunati possessori di occhi azzurri o ·di .c apelli biondi possano attribiu irsi il predicato ·della mansuetudine in un coscenzio,50 e&ame di ·se stessi. E dato che real·mente 1questa qualità si moc;trasse ipiù spesso in iin divìdui dagli occhi azzurri e ·dal colorito chiaro, noi dovremmo consi·derare ciò come una di queI.le massime di esperienza che nulla ha a vedere colla f:tsion omica, ma ch6 trova una più probabile e ver a spiegazione nella differenza ·d elle razze - filogenesi - o nella ere~ dità e nello sviluppo individuale - ontogenesi. I
1
* ** Esclt1se per tal mod.o· le parti imm'Obil i del viso, occorre mostrare ·p er ·quale via la infJ.uenza p.sichica plasmi, per così 1dire, le .p arti mobili, cui c;ole si può attribuire importanza fi·s ionomica. Ciò avviene per mezz.o .dei mru&coli e dei nervi, ne1 senso che i primi si contraggono o si rilasciano, s'ipertonizzano o s'ipotonizzano, sotto gi1 stimoli trasmessi dai nervi. Dopo ·di che è facile spiegare in qual mo,d o avvenga che la psiche eserciti una influenza sull'atteggiamento ·d·ei tratti del viso. In una ·PéUI'Ola, come succede che la espressione mimica .diventi fisionomica: cioè come i)er inf1nenza dell' ooima o, se meglio si vuole, della -psiche sui n ervi, dei nervi sui muscoli, dei muscoli sulla ipelJe, si sviluppino .p articolarità stabili della espressione del volto, idal.Ie quali si possono inferire particolarità stabili dell'anima. Noi .dobbiamo partire in ciò ·dal fatto che l' equi, librio esistente if'r'a i ·d iversi muscoli dell'organ1, smo, e specialmente della testa, come q•u ella che è più visibile e quin1di interessa maggiormente, v1ene rotto dall'esercizio più frequente di certi musco li a preferenza di altri. E il principio che ·l 'uso svilu!Ppa l'organo. Il risultato dell'eser cizio .si rivela anzitutto in un at1mento di volume del mu colo. Non occorre una prova di tale verità. Ba5ta confrontare fra di loro le due braccia dt
1359
ttin uomo, e si vede che il destro, il quale ha maggiore abitudine al lavoro, ·è più svilup!Pato del sinistro. In secondo 1uogo l'esercizio di certi muscoli ha per conseguenza che, anche durante lo stato ·di quiete, essi hanno tendenza a contrarsi più ener, gi.camente. Un esempio di espressione fisionomi>ea, realiz· zantesi per questa via, ci è dato dallo sguardo. Lo sgi1ardo è un fenomeno assai complesso. :e certo 1p erò cl1e chi si occupa molto a guardar~ oggetti vici-ni, col temrpo acquista anche al ·di fuori della sua occupazione uno sguardo diretto sem.. pre ad oggetti vicini, ed in coloro su cui esso si posa, produce la impressione di uno sguardo indagatore. In terzo luogo i muscoli più esercitati hanno 1 a prevalente disposizione a ;prendere 1p arte arbitrariamente a m-0vimenti volontari. In sostanza reagiscono per stimoli tanto più lievi, quanto più frequ entemente scmo eccitati. Chj ha frequenti occa&ioni di provare un senc;o -O.i meraviglia, alla fine giunge al punto da solle· 'Tare le sopracciglia .anche nell'ascoltare le notizie pi1ì iindifferenti. .Infine non bisogna omettere ohe le 1parti passive del volto, e cioè le ossa e la rpelle, subiscono 1delle modificazioni a ·Causa della attività prolungata, ossia special.n-iente intensa e spesso ripetuta dei singoli muscoli. La goccia, col tempo, scava il macigno. La continuata contrazione dei muscoli genera so;pr-a le ossa, nei punti ·di inserzione dei ten·dini, apofisi dalle quali si .p uò riconoscere se un dato scheletro abbip. ruppartenuto ad un in•dividuo robusto o gracile. Ma la pelle della faccia mostra, ancora con maggiore ev'iidenza, le traccie della azione dei muscoli. La nostra 'Pelle è certo elastica. Ma lento e si.curo si produce il rilasciamento della pelle; da cui l'increspatura e la rugosità. Allorchè idi un,a faccia rugosa 'Prima del tempo si dice che essa è solcata dai dolori, si parte dalla idea che il frequente ripetersi della espressione a·ddolorata abbia 1presto esaurito la elasticità <lella pelle. Così le rughe verticali della fronte, generate dai muscoli che avvicinano fra loro le sopracciglia, tradiscono travagli o dolori corporali o psichici continuati. ~on si può quindi negare · alla fisionomica una base fisiologica e scientifica. !\fa se ::ii. vuole che essa conquisti un giorno 11 posto fra le scienze sperimentali dobbiamo sin.
•
1360
[.\N.;.;O XXXIII. F.\SC. 39)
IL POLICI !NICO
·d 'ora stabilire un capitolo che t:siste anche in altre scienze, e cioè il capitolo delle fonti dell'errore. Esse sono soggetti,1e ed oggettive. Le 5oggettive risiedono nello· spirito dell'osser· vatore, le cui conclusioni vengono offuscate dal pregiudizio o da supposizioni errate. I poeti co1l'attribùire a tutti i loro eroi forme slanciate e nasi nobili, fanno si che 1dif.t'i~ilmente si creda nell'idealità di sentimento ·di person~ grosse, tarchiate, dal naso rincagnato. Ecco una fonte di errore che ·h a la 5ua origine nel pregiudizio. moda ·del vestire influenza facilmente Altresl la • il giudiz]o, per quanto abbia nel tempo stesso u:u particolare ·valore nel giu dicare il carattere, in quanto essa proviene dalla libera scelta dell'tn dividuo. TuttaYia non bisogna dimenticare che il taglio del ·v estito può essere in contrad dizione coll'indole dj chi lo porta sia ·p er r,travaganza, sia 1per mancanza di gusto, sia per stupidità della moda.. . lln esempio di conclusioni errate basate su presupposto falso è 1semrplici&&imo. La bocca aperta dell'uomo che ha evi•dente aipa. tia, si incontra anche presso gli indivtdui duri di orecchie. • I medesimi solchi che troviamo nelle lfisionom1e degli uomini oppressi da 1d_olori 5i producqno sul volto di persone costrette a sopportare i rigori della temperatura, all'aria .l ibera. Un falso aspetto di energia si ha quando la sottigliezza delle labbra fa sembrare la bocca tenacem.ente chiusa. Le sopracciglia elevate e molto arcuate danno al volto nna espressione ·di continua meraviglia. Un'espressione immeritata di profo.ndo sapere 5i ha quan1do la foltezza delle sopracciglia, op;pure l;.i forte convessità delle cavità frontali adombra l'occhio, come se le sopracciglia fossero aggrottate. 1
1
1
* ** Rinsst1mendo: La fir,ionomica allo stato attt1ale a.p pare come una scienza di valore assai prob 1ematico. Direi anzi che non si potrebbe onorare con q11esto nome, in quanto che non ne sono state ancora gettate nemmeno le basi. rvra poichè non si può negare alla stes5a un s11bstrato scienttfi~o e delle leggi precise che possono essere dettate dalla fisiologia, si può formularP il voto che in un av,renire, sia pure lontano, le yenga dato un contenuto positiYO.
I
SUNTI E RASSEGNE. ClRCOLAZlONE. L'obliterazione del pericardio. (l{IRSC~~ER
e n1ATTHFS. Deutsche med,. ivochenschr., 6 febbraio 1926).
.D opo le pubblicazioni di Volhal'dt e Schmieden il quadro ·della obliterazione del pericardio ha su·s citato largo interesse tra internisti e cl1irurgJ1i; ma il numero idei casi operati è ancora mo. desto (18 casi). Vo}hardt ha avuto il merito di scindere dal quadro della media5tino-pericardite callosa, quello della. obliterazione del pericardio, pur ammettendo tra le due malattie, punti di passaggio. Egli ha dimostrato come in quella, <:.ia la sistole quella più lesa, inquantochè il miocardio, nella sua contrazione, si trascina la parete tO· ra ci ca: in questa, in conseguenza della rigidità del pericardio, sia la diastole, quella maggiormente comproim essa. Nell'obliterazione del peri· cardio manca, a11chc nei casi di a,ranzata stanchezza del cuore, l'ingrandi·m en•t o del cuore verso ·dec:;tra ciò che costitui5ce un $intoma prezioso nei riguardi clella diagnosi differenziale con le insufficienze ·di alt.r a origine. Nello scomrpenso si stabilisce non solo una astenia cardiaca, una stast venosa, lln fegato da stasi, e ascite precoce, ma anche una stasi accentuata delle ,rene del collo, le quali presenta.no un dopp1o collasso sistolico e dia· $folico. La pressione Y enosa è fortement e numentata . .! to11i cardiaci sono lievi, ma puri. il polso piccolo, ma regolare. Gll ..i\A. hanno 05servato un caso .del genere jn cui, oltre i sintomi dati p er caratteristici, esistcv~ netto ingrandimento del cuore drstro. :\ella ·diagnosi differenziale era da ùisc11tersi una stenosi mitralica, sebbene mancasbe la posj ti v ità del polso ve11oso, la pseudo cirrosi pr.ri•carditica, tanto pi1ì cl1e la base del polmone di ·dPstra era poco mobile per una pregre5sa pleurite. Lo scompenso del paziente non cedette alle solite cure: per questo fu proposto l'interYento che consistette nella preparazione di 11n lembo a cprniera , con base esterna a sinistra, costituito ron dUE1 1ncisioni orizzontali parallele una a livello del 20 spazio intercostale sinistro, l·a1tra in basso alla Ga costa, riunite internamente sulla linea media11a. Furono resecate poi la ,+a. 5a, 63 , 7a. costa, e asportato con la pinza ossiYora una metà dello sterno corrispondente alla breccia. l.a mammaria interna fu legata. Fu scollato i1 cnl di sacco pleurico sinistro. Fu ri~rontrata una 0hlitrrazi one completo del sacco peri cardico e in ~lf o - fenorneno <;frano - una specie di cintura circolnre calcifi ca sulle parti superfi inli riel c uot
1
un
.. 1361
SEZIONE PllATIC!
re corrispondentemente alle zone intermedie tra ventricolo e atrio destro, per un'altezza di circa 4 cm. Questo strato di c alcio misurava in alcuni punti 3 mm. Praticata l'asportazione del tessuto cicatriziale e l'emostasi fu suturata la ferita, la~ciando per pochi giorni un drenaggio. L'amma• lato g11ari per prima e dOIPO ctrca due mesi era assai migliorato. I fenomeni che presentava persistf>vano diminuiti ma le condizioni sub.i.ettive si · presentavano assai migliorate. Il caso è assai istruttivo perchè dimostra come l'obliterazione del pericardio possa esistere anche malgrado l'ingran dimento del cuore verso destra, com e uno strato così spesso di c alcio. possa sfuggire non solo radioscopicamente, ma anche radiologi.camente e come si debba preferire alla cardiolisi di Brauer dimostratasi spesso in sufficiente il pro,cedimento attuale inaugurato da Rehn e Schmi.eden. Non occorre proteggere il miocardio con un trapianto libero idi fascia e grasso, come propose S chroieden, poichè in questo come nella r.ardiolisi alla Brauer l'aderenza d ei muscoli toracici alla superficie del cuore non .JPOrta alcun danno. E. M.
di casi la spiegazione .che ne dà M. Ravault ~ secondo il quale le lesioni arteriose responsabili della -cangrena· sono poste molto 1>iù in basso del punto ove si i)One il bre.cciale - è' plauisibile, essa è insufficiente nel caso dell'A., nel quale le lesioni arterio&e si trovavano molto più in alto del collo del piede .n el quale le ·oscillazioni· del Pachon erano ·ancora normali : si !PUÒ quindi trovare un indice oscillometrico sufficiente nel .punto stesso ove l'espansione sistolica dei grossi tronchi arteriosi dell'arto è ostacolata o quasi impedita. Il fatto è incomprensibile se si ammette, come af· fermano i .classici, che l'ampiezza delle oscillazioni è unicamente sotto la dipendenza dei fenomeni di decollasso e di dilatazione · arteriale che si producono nei grossi tronchi arteriosi de .. gli arti, sotto la spinta sistolica. . Il fatto iè viceversa facile a -comprendere se s 1 _a mmette, come 5ostengono gli AA., ch e le arteriole . intervengo.no coane parte attiva, cioè se si dà una notevole importanza alle parti molli: · delle arterie rigide, incaipaci di lasciarsi diistendere dal1'onda 5istolica, sono incapaci di trasmettere al bracciale lo choc •dell'on·d•a sanguigna, e p ossono così tr.ovarsi . sotto un indice oscillometrico viSulle arte1·iti diabetiche. Studio delle in· cino alla norma se il fattore periterico riesce a raggiungere un indice oscillometrico sufficiente. dicazioni che fo1·nisce l'oscillometro. Per ottenere ciò, è sufficiente -che le piccole arte(DOUMER e PATOIR. Paris Médical, 1926, n. 11). ri e sieno 5fuggite al processo di sclerosi e che 11 Letulle, Labbé, Heitz ed altri hanno messo in d e.corso del sangue n on sia completamente arrestato al di1sopra del punto ove· si fa la misura· evid enza la frequenza delle le5ioni di arterite crozione, la qual cosa avrebbe per risultato di impe- · nica nei diabetici, ed hanno mostrato che in un certo numero di casi l'oscillometro permette di. dire la replezione sistolica delle parti molli. MONTELEONE. mettere in evid enza una d iminuzion e d ella elasticità e della p ermeabilità arteriale, prima che questa abbia in alcuna maniera influenzato i tesL'oscillometria in funzione suti. Molti AA. sono insorti contro questa afferdi dinamometria ca1~diaca. mazi one, e Dou.m er e Patoir aggiungono una (·E . AVARITSIOTIS. Bulletin A-f édical., 1926, n. 25}. nl1ova osservazione sui cattivi servizi ch e può L'oscillometria, utilizzata 1per lo studio della render e l'oscillometro qualora ci basassimo sulla dinamica cardiaca, può dare in dicazioni preziose precedente affermazione. Si trattava di una diabetica cinquantaquattren- per la diagnosi e la prognosi de1le affezioni cardio-vascolari. L' A. propone un nuovo metodo d1 ne, diabetica da vari anni con l'aggiunta di una registrazion e dell'ampiezza delle oscillazJoni vatubercolo·si polmonare. Entra in Cli.n ica per una gangrena umi1d:a del piede sinistro. La misura scolari, provocate dallo choc mioca:rdico, nei vali m omenti di esso. Egli utilizza l'apparecchio del della pres5ione ar teriosa diede : Pacbon con bracciale unico. Servendosi di carta Braccio ·d estro: 15-6; polso d. : 13.5-6; polpaccio d.: 16-6; collo del piede d.: 13-6.5; polpaccio s. : quadrettata, dirvisa in ascisse ed ordinate, segna verso la destra, a partire da zero, 1e cifre r~ 16.5-6; collo del piede s. : 13.5-6.5. Fu eseguita 1'amputazion e al terzo infertore del- presentanti la tensione arteriosa in centimetri di mercurio; su di una linea verticale, a sinistra la coscia. Nell'arto amputato la tibiale anteriore e dello schema, segna, a partire dallo stesw zero, la tibiale posteriore presentavano importanti lesioni di arterite cronica, con lesioni di sclerosi ' rerso l'alto e verso i1 basso, Je cifre che corrispondono all'ampiezza delle oscillal..ioni. Popo arteriosa, infiltrata a chiazze di strati calcarei, ayer misurato queste ultime, traccia, in corrisponsenza gras i nè lipoidi nè colesterina. Dunque , lesi()ni di gangren a di un arto con indice oscillo- denza dei vari momenti della pre5sione, del1e linee verticali, che tagliano perpendicolarmente n1etrico soddiSfacente. Ma se in un certo numero 1
1
I
•
•
1302
II, POLICI.INICO
e nel loro .punto· medio ·la ,lin.ea: orizzoI;ltale del 1e !Pressioni. L' altezza di ciascuna di tali linèe ver· tica.li cor.risp.onde all'ampiezza .delle -Sing.o.le~ Iazioni~ Il valore di tale ampiezza viene segnato in cima alla rispettiva linea vertic·a1e. Le estren1i tà delle differenti Linee , riunite fra loro da . t1na linea curva, danno uno schema grafico dell' an1 pi~zza oscillatoria. Gli s-chemi ascil'lometrici cosi tracciati, tenendo anche .conto delle oscillazioni sopra-massimali ed jnfra-mini'mali, danno la traduzione · grafica chia. l'a, precisa, completa d.eli'.esa.me pi:atic.ato ed. aprono un CMDlJ>O nuovo al·lo studio de1 tipo individuale della circolazione e delle sue variiaz!o. ni, allo stato normale e patologico. Oltre a ciò, è 'possì·bile, e·seguendo esami S>uccessivi, paragonare gli s0hemi, sovrapponendoli, e dedurne conclusioni .i mportanti 'Circa la d~agnosi, l'evoluzione ed il prognostico dei di.f ferenti stati morbosi cal'd·i o-vascolari. TOSCANO. •
· ·Le indicazioni e l'azione fisiologica del salasso• . e
(LEMIERRE
BERNARD.
Presse Méd.icale, n. 45, giu-
gno 1926). Fin dal 1900 H~yem aveva detto che il sa.la.ISSO è un intervento d'urgenza, il quale s'impone ar. iorchè è in pericolo l'esi&tenza. Di tale opinione sono gli AA., i quali riconoscono ch,e il' salasso si ren·de necessario nel'e grandi dispnee parossistiche e nell"eclampsia, e come tale esso è di grande utilità nelle malattie òi cuore e dei reni, in oui si ottengono i migliori risultati. I segni di beness~re per l'infermo sono costitu·i ti dalla modificata ~i.rcolazione V·eJ?.OSa che il salasso 11>rodu·ce, in uno .con le modil!icazioni c'he subiscono le correnti ltqui1de negli spazi interstiziali, -t\1tti fatti che agiscono poi direttamente sul ~njocar.dio e sui reni. Il salasso è di grande utili·t à sopratutto nell'ast. stolta. e quando le alterazioni renali dipendono da uno stato di' debolezz.a del miocardio. QuPst'azione non agisce direttamente sul mio·ca.rdio, come la digitale, ma indirettamente, attraverso la circolazione periferica, la quale produce l'insuffi~ienza delle contrazioni cardiache. · Infatti basterebbe il riposo ed una cura adatta per riordinare il ritmo cardiaco, se non si op~ nesse a ciò la difficoltà della circolazione periferica, la quale iper contro si accentua per l'insufficienza. cardiaca. La difficoltà consiste pirincipalmente nella stasi venosa, che si presenta con un rallentamento della circolazione ed un aumento della pressione. ~
•
[ANNO XXXIII, FASC. 39)
Queste, tOOnditiom.J favbnsobno una"" .. trasudazione . s ierosa, la quare a sua volta comrprime i capillari~ ' ..Di qui .tUna.. di.minuiita funzionalità ren&l~, con scarsa diuresi, ritenzione id:ro~lorurata e presenza. di anasarca. Tutti' questi fenomeni d'asistolia sono efficacem e11te migliorati dal sala·sso. Quali modificazioni il salasso produce sull'organismo? tJn importante sintomo del'l'asistoliia è l'iperten~io1ie venosa. Su. tale disturbo, che non manca mai, il sala!sso ·agiisee -'faooRdo -diminuire la- pressione venosa; e la dimintuz.fone è in rapporto alla pressione iniziale. Questa diminuzione può presentarsi in due maniere: 1) persiste nei giorni seguenti; 2) riaumenta un giorno dapo il S3:la&50. N·eI primo .caso gli eftfetti . . sono favorevoli, perchè essi indicano èhe il miocar·dio ha avuto il tempo di potei!' reagire; niel ~econ·do caso i disturbi circolatori si" sono rapitlamente riprodotti, il che ·è di infél!Usta iprognosi . . Il salasso , con !a sottrazione di . . sangue che produ'Ce, diminuisce la quantità totale, la quale per e~ilib~arsi deve sottra.irre ai liquidi interstizia11 una parte di essi. Questa sottrazione si compie a sp·ese di tutti i liquidi disponibili: linfa, liquidl interstiziali fisiologi ci e ipatologici, liiqui·d i di compostz1one cellulare. Tutti questi liq;ui·d i producono una diluizione · del sangue. Col metodo refrattometrico gli AA . hanno miSlllrato tale diluizion~. ed hanno potuto stabilire che essa è legata a tre f·attori: alla q1tantità del sàlasso; alla sua durata; al tasso di concentrazione dell'albumina del plasma al 11>rin:cipio del salasso. Per la quantità, si è notato eh.e la 1curva di dil·uizione nel isalasso totale scende raipidamente, per di\'enire poi orizzontale. Il sintoma de1la di~inuita quantità di sangu~ è costitJuito dalla sete, che è pi·ù o meno intensa a seconda dei liquidi interstiziali che si trovano nell'organismo, capaci di sopperire alla sottrazione. La durata della diluizione >è in rapporto aglt ~demi ed alla rapidità del loro assorbimento. Tale durata varia da. 6 ore a 4 giorni. un rapporto i>iù netto esiste tra la diluizione e la diminuzione del rpeso del corpo, la qua.le è raipida ed immediata al salasso, e termina dopo ~-4 giorni, a misura che si modifica la concentrazione del sangue. ..\llorchiè al salasso non segue una immediata e propo-rzio11ale diluizione del sangue, e conseguentemente una diminuzione del peso del corpo, la prognosi dell'asistolia è infausta. In rapporto ai sintomi clinici il salasso produce una ,diminuzione dei battiti cardiaci, con rinforzo delle pulsazioni. Ciò è dovuto al rapid<> riassorbii
(AN~O
XXXIII,
:f~.
39]
,
SEZIONI P&U'ICl
136.'\
.
, 01ent0 degli' etdenti; e al diminuito . ostacolo per!· 'ferico per il miocardio.. • E spes:;o si assiste alJa modificazione dei segni -OP.ll'ins·ufl!icienza mtocardica: il riscaldamento degli arti, la sparizione della cianosi. Anche· sull'apparato respiratorio mostra la sua .efficac-ia, facendo sparire la di~pnea con ipolipnea. Que$ta dispnea è di natura meccanica; il salas30 r.on 1Jna facilitata cir-colazione, rimuove l'ostacolo polmon~re, e fa cessare la digpnea: il saliasso poi è d'importanza capitale nei cardiaci con congestione acuta polmonare, e basta sipesso da :;olo a modificare i gravi sintomi dell'affezione: il senso <li soffocazione, 1a cianosi, l'espettorato schiumoso spari1scono raa>idamente col salasso. In .g enere nei normali una sottrazione di san-gue produce una diminuita d~uresi, e talora la ·~opprime del t111tto. Nei cardiaci il salaisso produce l'efd'etto opposto, cioè prpvoca u;n'abbondante· diuresi: ciò è dovuto .al fatto che il salasso rimuove la stasi venosa del rene. stimolando la circolazione arterio&a. Sulla pressione arterios'a gli AA. non si pronun. cianq, -perchlè col salasso non si è avuto negli .a-sistolici una curva netta, n1è la jpres&ione differenziale tra Mx e M n rè stata costante. Importante però è l'O'SServazione del comportamento della -pressione arteriosa negli ipertesi dopo il sala&So. !'lell'ipe.rtensione, in cmi lo scopo prineipa:Ie è di diminuire la tensione, si ottiene questo a.ibbassamento . con abbondante &a.lasso, e gli AJA. rinortan-0 dei casi in cui è stata necessaria una sottrazione di circa 2 litri di sangue, per ottenere 11na netta diminuzione della pressione. Una piccola sottrazione qu·i ndi negli ipertesi non hà nessun valore, e gli AA. abitualment€ raggiungono i 400-1000 eme. ..\lc11ni AA. però sono contrari a d un rapido abbas-samento della pressione negli ipertesi, perchè tale squilibrio può provocare ·gra;vi aoci•denti, fra cui il rammollimento cerebrale. Gli ipertesi si 1possono dividere in due catego, Tie: quelli che non rri5entono alcun giovamento dal salasso, e quelli che riducono la loro tensione 1lrteriosa, col riposo, la dieta, i toni-candiaei ed i diuretici. Se quindi il salasso non è indicato come cura <I egli .. ipertesi, esso ha invece ·una netta indicazione nelle crisi parossistiche d'ipertensione. Abbiamo già accennato all'edema ipolmona'l'e; la P~f'udo-asma, l'ec~ampsia, gli acci'denti cerebrali .da inWS.Sicazione saturnina, .gli stati d'ipertensione da nefrite cronica, tutti legati a crisi ipertensive arteriose ricavano dal sala5so un beneficio immediato, e ta~ora vitale per l'infermo. Nella ritenzione clorurata in seguito a nefrite .ar.uta e subacuta, il salasso per te già espolSte 1
1
1
I
•
ca·n dizioni fa sparire tutto il corteo grave che accompagna queste form~ . ln que5ti ...casi si ott.eag-Gno gli -stes.5i &u-0ni -erfetti che .nelle f-0rme asistolic·h e. Sul la ritenzione azotata, e quindi sulla intossi:. cazione che ne consegue, il salasso non ha alcun effetto; infatti, se si trala5cia il concetto generale disintossicante del salasso, si può notare che Eb"bO 11on vroduce alcuna modificazione sul tasso ureico rlel .sangue, anche se riipet/Uto ed wbondante, e perciò i di1sturbi uremici non ritragigono dal salasso i buoni effetti che si hanno inivece nell'iperten~ione.
CARUSI. •
CENNI BIBLIOGRAFICI BoRsr MAx. Pathologische H istologie . II Edizione. Vogel, Lipsia, 19-26. Mk. 48.
Dopo 4 anni compare la LI. edizione del libro del }lorst, ideldicato all'istologia patologica. Come osservava l'A. nella prefazione alla I edizione, è stata ùi proposito omessa ..qual&iasi parte generale e .qualsiasi argomento di tecnica. L'A. si è jpreoccupato di dare agli ·sttl'denti ed ai medi·ci quelle cognizioni che fornisce allo rstudtoso l'os.5ervazione dei preparati istologici nelle varie malattie dei &ingoJi o.rgani ed apparati. Si rpresenta quin'di quest'opera come 'Un compl1emento utile di ogru studio di anatomia patologica ma;croscopica. La materia è svolta aa>punto trattando in ogni carpi· .; tolo le varie ma1attte dei singoli aJpparati (.circo-. latorio, respiratorio, ecc.) e l'e·sposizione dei reperti istologici dei vari Ol"gani è preceduta. da un brevissimo oenno &ulla istologia normale dello stesS-O organo o tessuto. Un capitolo particolare è dedicato· all'istologia dei tumori. In questa II edizione poi trova maggiore e più COID3:>leto svillllppo il capitolo concernentoe gli organi a secrezione interna. Il testo è · corredato da 275 illustrazioni iprovenienti tutte d-:i preparati originali di 0S1Servazione dell'autore. L'indirizzo tenuto nella esposizione della materia, e la ricchezza delle illustrazioni intercalat~ • ne~ testo rendono questo libro di alto interesi.:;e e di non poca utilità non soltanto per lo stukiioso di istopatologia, ma anche per i medici tutti. E. TRENTI . • •
H. H. MAYER e R . GoTTLIEB. Die e.'Cperimentelle Pharmakologie aLs Grundlage aer Arzneibehandlurig. VII edizione. Un vol. in-So di 792 pag.,
con 87 fig. in parte colorate e due tav. colorate. Urban e Schwarzenberg, editori. Berlino, 192.5. Prezzo marchi 27. Base della terapia moderna è indubbiamente lo studio scientifico dei medicamenti, che ha sosti-
•
1864
JL
-P6tICLIN1CO
tuito il vecchio cieco empirismo ed ha introdott•..l nuovi ed efficaci mezzi di cura. Il medi.co pe.tò è sempre un po' diffidente dei trattati di farmacologia sperimentale, perchè teme di trovarvi troppi esperimenti 5Ulle rane e sulle cavie che giustamente considera come ben differenti da11'11om.o Nulla di questo però si trova in questa ope1·~ dovuta alla collaborazione dei due autori; !n essa, le ricerche sperimentali sono citat9 per dimostrare e spiegare l'azione dei singoli medicamenti, ma la trattazione ha per scopo determi·n afu e preciso la terSIDia. Quindi, oltre che lo studioso - il qua !e tro. v-erà nella larga documentazione bibliografi.ca il materiale per ulteriori ... ice•:cne - la cc1nst ltazio. ne e lo studio di quest'opera sara.11110 utili a quei pratici c~e vogliano conoscere a fondo l'azione dei singoli medicamenti, rendersi ragione dei fenomeni eh-e essi provocano ed acquista ·e una sicura conoscenza delle indicazioni e controi·n dicazioni. La trattazione degli argomenti non è fatta per singoli grUJppi ·di medicamenti, !Ila tln un punto di ''ista fisiologico, studiando la !ara1acologia dt.i singoli sistemi ed organi (·digestione, circolo, organi genitali, rene, ricambio, ecc.) é quella sp~ cifica diretta contro le cause delle malattie. Ne!l'ultimo capitolo troviamo delle vedute generarl sull'essenza dell'azione dei medicamenti e sulle condizioni che la regolano. /il Handbuch der b·tologiS chen Arbeitsmethoden. Par~ t e IV. Angewandte chemi sche und physikalische M ethoden, fase. IV. Un vol. in-8° di 180 pag., con fig. Urban e ·Schwarzenberg. Berlino, 1925. •P rezzo: Ma·r chi 7,50.
La presente puntata del noto trattato si occuTia òi una parte delle analisi ·delle urine e cioè d elia determinazione -0.ell'azoto, e ·degli aminoacid:. (P. BRIGL); degli acidi ossiproteinici (O. Flì.RTH) ; delle albumine (P . .BRIGL) e delle sostanze coloranti (E . ScH~1rrz) ; M. BURGER poi tratta la determinazione d ella creatina e creatinina n ell ' urina, nel sangu e e n ei tessuti dell'organismo. fil.
PUBBLICAZIONI
PERVENUTECI
G. Caq·act ères d iffér entie.ls entre les vita.111i nes des al1 1nents et les vitamines isoLées. - Milan, Typ. Tnstitut Biochim. Ital., 1925. MARCONI S. Cont 1tib uto clinico alla rna lattia di. Kahler-B ozzolo. - Venezia, A. Vidotti,, 1925. l\i.o\HFORI Pro. L e ocqu e nti n erali italiane nella cura d elle, 1na lattie d el rica.mbio con sp eciale riyuardo alla. crenot errnot erapia della gotta e d el diab ete . - ~fil ano , oc. Ed . e< Unitas », 1925. l.\ ~ oTTI PtElto . L a R ach ian ula esia . - S. Vito al ·r~1 gli a 1nonto , T.uigi Primon, 1925.
LoRENZINI •
[ANNO XXXIII~ F~ 39J
ACCADEMIE, SOCIETl ~EDICHE, CON&RESSI. Associazione· ·Napoletana dei Medici e Naturalisti. Seduta del 14 giugno 19'26.
·P ·r esidénza: .prof. G. ·pnNESE, prèS:Ìd'e nte. Emicolectonvia per stasi cecocolica ·e pericolite me111,branosa di J ackson.
Dott. Uao GRIMALDI. - Presenta un individuo, che era stato \Precedentemente operato di gastroenterostomia "per stenosi pilorica da un altro chirurgo senza trairne aloun vantaggio. Ciò era aocad11to perchè il radiologo, aivendo notata la stenosi pilorica, che poteva spiegare le sofferenze a tipo gastrico del paziente, nol?- aveva esanµnatiO il resto dell'intestino, e cooì una stasi cooooolica di oltre 48 ore con .appendicite cronica e pericolite membranosa era sfuflgita. L'O. descrive l'intervento operativo, e Jie;e di essersi ·d~..ciso per lia emicolectomia e non per la semplice esolusione, perchè oon la esclusione non avreb.b e con sicurezza ovviato alla stasi cecocolica. Fia la distinzione fra membrana congenita ed infiammatoria di Jackson, e dice che, essendo quella del suo operato di origine infiammatoria, sarebbe. stata inutile l'asportazione pura e se~lice, perchè si sarebbe avuta I.a .ripr-Oduùone. P ·r esenta anche il tratto di intestino asportato, Disturbi vescicali e ses.suali e dis1no't /ie detta colonna vertebrate tombosacrate.
Dott. G. P1001NIN0. - L'O., dopo aver aooen... nato a.Ile pubblicaziòni precedenti che h.anno va .. ria.m ente interpretato la coincildenza di disturbi anuTetici con ~Iterazioni del rachide 1oonbo-sacrale, rileva come queste interpretazioni varie siano in parte in diu>endenza dellu mancanza di reperti autoptici, ma anche in parte conseguenza dello studio incompleto degli infermi. Inf.atti, osservando questi nelle varie età della vita, si nota ohe molte volte, scomparsa, o attenuata l'enuresi, compaiono altri disturbi, tra oui più importanti per la 101·0 frequenza e per la loro ostinatezza sono le algie e i disturbi sessuali, ohe cta.11' eiaculazione 1precoce possono .arrivare fino alla imp<XSSibilità assoluta a.11'.a,ccop;p iamento. Ricorda i rapporti fra .algie e malformazioni 'del rachide che risultano da numerose pubblicazioni. Tratteggia quindi la fi... gura di questi deboli s~u.ali, di cui molti hanno n ella loro storia l'enuresi, e soffrono contemporaneamente di algie, infermi che venivano prima oa.r talogati per la maggior parte nel capitolo della nevr.a.stenia sessuale. Studiando quindi il oo:ma:>lesso dei disturbi, bisogna ritenere che in questi casi alla maJforma.zione ossea si accompagni una malformazione più raramente del midollo, più spesso degli involucri, che con le alterazioni radicolari consecutive ra.ppresenti la base organic11 <lei disturbi in parola. 1
•
[.~~);O
XXXII I , F ASC. 39]
1365
SEZIONE PRATICA
Al negatoscopio espone una serie di importanti radiografie dimostrative.
Uont'ributo alla conoscenza delle fossette cos·ì dette peritoneali e delle erwie del Treitz .
. Dott. E . FoRLINI. - Illustra le fossette r etroper1toneaJi basandosi su osservazioni eseguite sopra lCO C<~r!HYeri d i f<!.!lciuili e di adulti. Passa. quindi .allo stl1dio delle ernie del Treitz e ne descrive Dott. V. ScARLA1'0 . - L'O. riferisce su di un 5 casi tratti d ai registri deLle autopsie dell' l sticaso di osteomalaci.a maschile da lui studiato che t ut') di Anatomi.a Patologica ·della R. Università ritiene di \Particolare interesse perchè, confortato . <li P arn1a. L'<). rouclt1de facendo osservare come i . . come è del reperto istoip.a tolo.g ico del tessuto ossuoi casi possono avere importamza dail lato morseo, costituisce 1-a. prova irl'efutabile della e&istenza fologico per la posizione ed i rapporti che il saoco di taJ.e forma clinica ohe da alcuni autori vjene dell'ernia contrae con jl colon t 1·asverso e discen.ancora oggi m essa in du1bbio. D alla storia clinica dente, per la varia resistenza ohe il tessuto retrorisi1lta ohe si tra.tta di un individuo di .a.nin i 44 peritoneu.l e oµpo11e atl progredire dell'ernia e il cli professio·n e sacerdote, il qu.ale presentava un~ con~egueute distendersi del sacco . Infine fa n otare sindrome osteomalacioa tipica, caratterizzata da come d€i 5 casi descritti in 3 (fra i qu•ali u n.a r.ammollimento e deformità di var ie n·arti dello do11na di 90 a.imi) non si er-a.no avute manifestascheletro (to·r ace, colonna vertebrale, ~ti inferiozioni a carico dell'n.p!parato diger ente e la morte ri), ·dolori spontanei, esacerb,antisi ad ogni piccolo era a,vven11ta per a.Itra 111·a 1attia, mentre in 2 1a movimento, ecc. n1orte si er a c:Lvut.a per occlusione intestin•al.e deNote vole il deficit del rioa.mbio del calcio. terminata in un oaso da una torsiooe endos1ccuLa malattia inso rta nell'ottobre del '22 fu rila.re, n€>11'.al ~ro da. un inva.gin amento dell'intestin·o belle ad ogni cura, ed ebbe esito letale doipo oltre cr asso aJ di fuori del saooo. In ambedue i casi p erò due a.nini. la ,-era sintomatologia. dell'occ.JUJSi o·11e intestinale L 'esame istologico eseguito s u di un frammento ac11 t.n, era venuta a. manoare, tanto che sri. erano di costola, fece rileva.r e le note di un tessuto osseo curati gli infermi per altr e n1aJ1attie. rarefatto-e sostituito d.a tessuto osteoide, con nessuna o scarsis.'3ima tendenza all a ossificazione. Tracheotomia e intubàzione 11 el croup difterico .
0o'1itributo allOJ conoscenza dell' osteornalacia maschile.
1
1
1
1
Alla. discussione sui tre argomenti presero rp.arte i soci p.roff . Pianese, Castronuovo, T edeschi e l\iloscati. Prof . D . ENEA.
Presidenza : 1prof. A. V Ecom, pr esidente.
Dot t. L. P icc;oN & . Riferisce sulla cur a del croUip difterico. mettando in rilievo i via.ntaggi della intubaziore s-ulla tracl1eotomia. In favore della sua tesi cita u11a statistica di gu·M·rgioni del ?'~tenute ~ll.'intuba~ione in casi t utti gi"aY1ssun1 in questi ultimi cinque -ann~. N on esclude la t racheotomia, alla quale si può ricorrere in secondo temipo~ quando l ' intubazione non abbia dato i risultati 3:>er.a ti• •
Di u ·n in t ere.ssa?1te caso d'infezione blenorragica.
nl astite iz?ertrofica adenomatosa bilaterale.
Dott. R. CoLLl. - Presenta un caso d 'infe1>ione blenorragica i11 una signora, di cui, dopo lunghe e inutili ricerche e riattivazioni sul n1arito, si scop1·ì la causa in una vescicolite blenorragica datante da 12 anni. Due sedute di diatermia ser virono a riattivare il p1·ocesso late11te.
Dott. F. F'ER~rr. - Illustra un caso di .affezione 1nam1na1•ia biJateraJe, ch e 11a n otevole interesse per l'enorme ,·olume raggiu nto cl.alle mammelle e p& jl r eperto istologico. Insieme con tessuto infiammatorio e di proliferazione s i t rovano commisti elementi adenomatosi, senza che si possa con cert~zza stabilire quale de i due tipi di alterazione (lleopl astica o infiammatoria) prev.a.lga e sia la prin1iti,·a. Presenta i pretparati istologici e una intere. a11te fotografia dell 'amma1ata. A. \"" .
7?%
Società Medico-Chi1·u1·gica di Piacenza. Seduta del 25 a,prile 1926.
Dott. R. COLLI. - L' O. presenta u110 specchio ria ssuntivo di ,\~ asserman11 pa·atica:te p er 5 a.u ni a marito, moglie e cinque figli, cercando di din10strare che un l1ter o pu ò rP8tar e fecondato da lln maschio luetico in periodo di l ateJ1za o di attività senza i11fettarsi e generando altuarj a111ente e~eri sani od ere~lo-ll1eticj. •
Società lledico-Chi1·urgica Anconetana. eduta del 23 ~rile 1926. Presidenza. del prof. BACCAR .\NI.
('asistica radioloaica .
Di u.n rari.).9imn caso di susseguenza di nw.ni/estaz ioni t11 brrcol.ari poli1n or/e viscerali e cutan ee.
Dott . \"". G10YETTI . - Dimostra interessanti casi di affe2ioni d ell'.a!)!)arato di!!erent€, controllati al taYolo q:._:>e1·atorio.
P rof. G. ORREXTrxo ( •.\.ncona). - Uomo di 42 anni. Durante ]a prigionia in .A.ustria, ha .a:\uto t.bc. polmn11are della q11ale nù11 re ;tano segni ste-
1
1366
II. POLICLINICO
toocopici e radioscopici; da oltre cinque anni non ha tosse 11è .sput; . D.a cinque anni sono comparse poussées di sinovite a.i due polsi, e di tendo-sinovite agli estensori della mamo sinistr.a - a lento decorso - che hanno lasciato una diminuzione nella funzione dei mu.scoli corri~pon • ie11ti . Jlcri co1D1parvero su tutto l'àmbito cutaneo chiazze di tbc. verrucosa cutis di Riehl e PaJtauf (lupus scleroso del Vidal), che guarirono spontane~mente. In se~uito apparvero alla tempia e gota sinistra, due grandi chi.azze di lup us vu]~aris elevatus non exedens, ohe attualmente presentano segni oerti di repressione spontanea cicatrizhale. Le condizioni del paziente, che da dieci anni è portatoTe di gravi lesioni tbc. visceraJ.i e cutanee, sono ùttime sotto og11i rapporto . 1
Di un caso di epitelio1na perlato ad evol!luione spontanea cicatriziale. Prof. G. So&RENTINO. - Si tratta di un uomo di 76 anni che, da oltre 25 .anni, porta alla patella un epitelioma perlato sorto sapT.a una rilevatezza ver.rnco-sa. Malgrado !'.a ssenza idi oure e di !Provvidenze igieniche, e mialgrado J,'infermo irriti spesso con l ' unghia la lesione, questa è completa.mente guarita nel1a sua parte centrale e del1a 'Parte periferica sono in via di evoluzione (rperle) limitatissimi segmenti ebe conservano il loro carattere di superficialità e di tendenza a1la. involuzione cicatr~ziale.
X te-rap·i a: guarigione. Il cornportaniento del diaf ramma riel pneumotorace artificiale,. 1
F. Russ1. -- Dopo avere ampi amente trattato del i1orm.ale abbassamento del diaf1amma e del bilanciamento del diafra.m ma o fenomeno di Kienbock - ·nel pneumotorace arrtifici.ale 1'0. 1pas a .a studiaTe le turbe gastro-enteriche insorgenti nei p•r imi tempi della cur.a ·p neumotoracica e cat1sate principal1n~-:1te rlall' abbassamento diafr.amn1atico: a sinistra mediante stiramento esofageo e compressione dello stomaco, .a destra secondo 1'0. sopratutto per fenomeni di stasi biliare secondari all'abbassamento del fegato . Qt1indi 1'0. riferisce sop:r:a un caso da lui osser,,.a to di « n1arcata sù1drome colecistitica » da vizio della posiZiione della vescichetta biliare, iper epatoptosi di llllto grado secondaria a pneumotorace artificiale destro: sindrome inizi.at.a con disturbi ga>Strici vaghi ai pri1ni rifornimenti , ed esplo ~ a i11 un attacco di « colica epatica » nell'ultimo intervento - oer caduta. totale del fegato sotto l'.arcata costale in presenza. di una modica prec:;!=\inne ipositiva. ( + 7). R.accomnnda infine di ~ guire sempre attentamente il comporta.mento del diafr~mma e degli organi sottosta.n ti nel C'Orso della cura pne111notoraC'ioa. special niente rli fronte a distu rhi di!!e~ti vi ncc.n"3ti nai 9azienti . •
[ANNO
XXXIII,
,FASC.
Prof. RrocAnno }"'u À. - Sintontatologiia di mia perniciosa in lattante eredoluetico.
39]
<1>1
e-
Di wn caso di ipos[JQ,(lia vulvare operato. Prof. A. CA ucc1. - L'O. presenta u.n ragazzo di 13 anni, già affetto da iposp.adia totale, con criptorchidia ed aspetto vulvare del perineo: risultato della iplastica (metodo DUJplay, teonica Marion, con derivazione ipogastrica preliminare delle urin~, in due sedute, perfetto; nel tr.atto penie110, · 'data una disunione tp.arziaJ.e dei lembi, si è applicato un lembo dorsale pr01Puziale ruotato Yentralmente . Dur.ante il decorso si 1nette in evidenza un volumi~oso diverticolo mediano dell'uretra. prostatioa, che corrisponde all'ut1·icolo del 1\Iorgagni: tale diverticolo, che suppurò e richiese lavaggi ·ripetuti, era del volume della stessa vescica e si estendev.a tra 1a vescica e il retto; in esso finiv.ano le sonde nel oat-eterismo uretrale, e solo con CQlPOrtuni .accorgimenti que~te si riuscivamo atl introdurre in vescica. A guarigione ottenuta .sco1p p.iò una crisi grave dii « pionefr<>Sii acuta » destra da inouneamento di un oalcolo nell'uretere.• fu •nratioata la nefrotomi.a; seguì una f.o..se prolun·g ata di setticemia da b acterit1m coli; quindi, scomparso ogni fatto settico, si estrasse il oalcolo mediante ureterolitoto. m1a. Il paziente è guarito r>erfettamente, la ne0uretra sbocca alla ha.se del glande, il membro può atteggiasrsi in erezione rettilinea senza incurvamento ventrale, grazie allo sbrigliamento trasversa.le, seguito da sutura longitudinale, della doccia uretrale, praticato r>revia.mente.
Di un caso di torsione epiploica. Prof. A. · CAucc1. - L'O. riferisce di un uomo cli 53 .anni, .a.f fetto da erni.a inguinale destra riducibile, ohe durante il 1avoro fu preso da dolori improvvisi all'ernia e al basso ventre, con fatti lievi di Uiipotimlia; tali dolori si ripeterono il giorno ooguente ·pure durante il lavoro, con int ensità crescente. L'ernia si tumefece, non fu più riducibile, e divenne dolente: i dolori si 'diffondevano .alJ.a fossa iliaca d . .all'epigastrio e a tutto l ' addome. Si ebbe vomito; l'alvo non divenne chiuso, nè alle materie, nè a,i gas; non febbre. Fu operato con diagnosi d'ernia epiploica strozzata, in terza giornata. Le condizioni generali e l'aspetto del pa~iente erano buoni, il polso rpieno, non frequente, l'ernia era voluminosa, dolente, irriducibile, ottusa; si notava •d olore nel quadrante inferiore destro dell'addome, cioè al disotto della ernia, con difesa muscolare , lieve tumefazione e subottusità in ou~ta regione. All'erniotomia si tro,•ò il sacco pieno di epiploon dall'aspetto delJ'infarto emorragico, con liquido siero-ematioo · il C'olletto dell'ernia non eser citava costrimone ed estraendo dell'epiploon
{AN;\O
XXXIII,
FASC.
39]
SEZIONE PRATICA
dall'.addome, questo era congesto ed ecchimotico come il tratto erniato; non congolo di costrizione; liquido ematico u1SCiva anche dal cavo addominale. s~ eseguì l'ernio-laparotomi~ e si estrasse una grossa massa eu:>iploi.oa, del volume della toota d'un f~to, lassamente aderente, ecchimotica, sop!I'a la quale esisteva un peduncolo costituito {la ci11q11e giri di torsione dell'epiploon, presso l'inserzione colica. Detorsione; resezione. Guarigi.one.
Contributo clinico allo studio delle pancreatiti croniche 'nel corso della bitiasi biliare. Dott. BARCAROJ1I. - - L'O. riferisce sovr~ un'inferma che prima dell'inter'Vento chirurgioo .aveva presE>intato una 5indrome da occlusione oalcolooa del coledoco : coliche rifpetute al f~anco destro con irradiazione al·l e spalle dello stesso liato, aocompagnate da telll/perature .alte precedute da brividi, ittero intenso, feci acoliche e urine rioche di pigmenti biliari e . urobilina. L'intervento operatorio dimostrò chiaramente ohe 1a olrussica sintomatologia di calcolosi biliare presentata dall'in.ferma non fosse dovuta unicamente .al fattore litiasioo e .al1a concomitante infezione delle vi~ biliari, poichè mentre si riscontrò la pr~senz.a di un grosso c.aloolo nell'epatico si potè stabilire an che con certezi;a come le oause che impediva il norm.ale def.l usso della bile fosse raippresentata sola;mente da una sclerosi panorea.tica, ste11osa.nt<~ jJ detto coledoco. La iperfetta gwarigione dell'in ferma si ottenne in seguito al drenaggio delle v.ie biliari infette. L'f} . si sofferma sulla patogenesi delle pancreatiti cro11icl1e chfl si r isco11trano nel corso della lit.i a,c;i bilia.re, sulle loro diagnosi djffi.cili sempre, talvolta imrpossi.bile la maggior parte delle volte a staibili.r si 1prim.a dell'intervento e conclude affermando che cir.c a la cura ohirurgioa di dette pancrea ti ti nel corso delle infezioni delle vie biliari il drenaggio dell'epatioo previa. colecistectomia, all'i·n fuori d~ qltalohe 1·.ar.a eccezione, è il metodo preferito che ha dato i migliori risultati alla m..aggior pa.rte degli OJperatori, poichè è q•u elle> su tutti g1i altri metodi ohe meglio ha la possibilità di combattere i due fattori essenziali del processo • morboso, dà cui si or1g1na la pancreatite: la stasi e l'infezione. Seduta del 19 maggio 1926. Presidenza del prof. G. MODENA.
Tre osservazioni di acroniegalia. Dott. L. Ba.LIETTI. - 1) Uomo di 61 anni: dodici anni fa cominciarono ad ingrossarsi il labbro ineriore e le ma11i. Ora disturbi subbietiivi va.g hi; obbiettivameut.e u1t aspetto caratteristico acromeg.alico; ingrossa.mento del labbro e degli arti delle corrispond9llti ossa; aifosi cervico dorsale ecc. 2) Donna di 62 .anni: aspetto açromegalico come il pre<'edente.
1367
3) Donna cl i 3C anni: sei anni fa cominciarono
dolor i .a;lla regione orbitaria S . Attualmente, ai sintomi acromega1ici tipici si aggiungono fenome11i da compressione e irritazione : lieve paresi faociiale S . ; p:t:fosn1ie, .anomia S . .atrofioa ottica più avanzata a S._, emianopsia bilaterale omoni· ma, esoftalmo S ., anisocUI·ia. Alla r.adiograif.ia: ingrandimento in tutti i di.a.metri della sella. W. R . negativa. )>.are non vi sia ormai dubbio sul r~orto patogenetico tra .acromegalia e disfunzione .iipof~aria e sul parallelismo etiolO'gico tra a<.a·omeg.alia e ~igantismo . ~V!ia la disfunzione si esplica in moc'1 differeuti. I dati clinici e anatomici fa11no ipe11sare che l'età abbia importanza nell'evoluzione dell'.acromegalia. Delle tre osservazioni sues,poste, le due prime rigua!l'dano veochie, la terza una giovane. Anche il Messeda;glia illel s uo lavoro esam.i nando i dodici casi clinici, ne f.a due ' uno ju cui il q1Ladro clinico si lii.mita alle grruppi: megalie segmentali e disturbi generali; l'altro in rui a questj si a.ggiungono fenomeni di compressione e irritaizione . Il primo gr11ppo interessa. a preferenza perso11e .av.anz.ate in età in cui l'evoluzione è lenta a de' . c-0rso uiù benigno, senz.a sintomi di tumore; il second~ riguaTda individui più giovani e l'evoluzione è 1più rwpidia, più grave, più ricca di sintomi con dimostrazione di tumore i•pofisario, a ' infausto. decorso PTof. R. FuÀ. - Un caso di rrw..lformazione 1nultipki del rachide. . Le cause deila pa;ralisi progressiva. Prof. GusiTA\O MODENA . La sierodia~osi W.assermann ha tolto agni dubbio sulla origine luetica della paralisi generale progressiva,. ~la il problema della sua origine continua .ad .irntere.ssrure sopratutto in seguito .alle osservazioni di Daras zkieV'Ìcz che ha posto la questione dei r.a,pporti fr.a p. p . e innesto del vaccino Ien·n eriano. L'O . .accenna poi ad un caso da lui osservato ne1 1905 di un individ110 con dia,gnosi di p. p. che com~ si rileva .ancora dalla fotografia, non era' esente da segni di pregresso vaiolo. P erò la osserva2iione può essere discussa manoando la sierodiagnosi che allora non era in uso . Prof. MONTANARI, .~egretario. . - Nuova I nter essante M o nogr afia:
Oott. Prof. R. BOMPIANf Docente e Assistente nella R. 01.inica. Oetetrioo-Gineoologica dd. Roma.
L'età pubere nella donna Breve saggio d i fisiopatol ogia costituzi o!lafe con un•ap.
pendice sulle anomalie della mestruazione dalla pubertà a lPinizio della vita sessuale. Prefauione del Prof. Sen. ERNESTO PESTALOZZA. Un volume di pagine VIIT-12S, nitidamente sta..mpa.to
eu cairta. semi~iatinata. oon una grafie.a. e 6 figure nel tESt<>. - Prezzo L . 1 6 · Per i nostri abbonati L. 1 4, 6 O in porto fraineo. InTiare vaglia postale all'Edit ore LUIGI POZZI . Via Sistlina. 14 • ROMA.
•
1368
[ •.\ N~O XXXIII , .FASC. 39)
Il POI.ICLINJCO
APPUNTI PER IL MEDICO PRATICO_ SEMEIOTICA. I fenomeni delle dita analoghi ai segni di Babinskl e Rossolimo. :\elle dita delle mani non .si manifestano quei segni n ervosi ·Che si osservano ai piedi, per il diverso adattamento negli umani degli arti superiori rispie tto a quelli infer]ori. ... i sa che l'eccitazione della pianta o del dorso òel pjede risponde con una reazione speciale nei casi di perturbamento del sistema 1p iramidale (sef,?no di Babinski, di Rossolimo, d'Oppenheim, di ~I endel ...Bekhtere\v) e del sistema extrapiramidale (segno cli Schrijver-Bernhardt). Sterling (R evue Neurol., t. 1, n. 1, luglio 1926) ha notato in molte afJezioni 1del sistema piramida1e òP.i fenomeni analoghi ai segni cl1e 5i pos. sono provocare alle dita dei piedi. Il seg.no 1che corrispondeTebbe a q.u ello di Ro&· sol]mo n elle dita d ella .m ano, si pr ovoca incll· nando 1a mano del malato ad angolo ottuso, e battendo rapidamente e nettamente con le dita della. mano destra sull'estremità della faccia 1p al, mare delle ultime falangette: allorchè il segno è presentf' si ottiene una flessione ondulante e rapida delle quattro dita in tutte le articolazioni, con f1e5sione ed adduzione del pollice. ~uesti mo\rim enti delle dita possono essere più o meno netti e profondi, a secondo dei soggetti, e talora si pos ono complicare ad un vero clon o delle dita. Questo segno è analogo al segno di Rossolim o, ed è presente in 83 % dei casi di lesioni certam ente pirami1d ali. Non così n etto appare l' analogo segno di Babjnski. Nella. malattia di T ay-Sàichs descritta nel 1906 l'A. aveva già notato come l'eccitazione palmare pro,·ocas5e l'estensione {li tutte le dita. In tale forma morbosa è stato trovato presente n ella mano questo f:.C?gno, mentre esso 'è presente anche in malattie' in cui non è solito verificarsi (idrocefalo congenito. malattia di Little, ~c. ) . In questi casi il ~e~no sarebbe analogo ai fenomeni clinici raccolti c;otto la sind·r ome della rigidità decerebrata (decerebrate rigidity) di .S herrjngton. CARUSI
La risposta del facciale alla compressione del nervo a.oricolo-temporale negli encefalitici parkinsoniani. J-I. Dufo11r, D11hamel e Iiurcz (Sor. rnédicale des ll6pita11x, 15 luglio 1926) ricordano che Foix ha <li 1110-.trnto cl1e. e i con1primono fortemente e sin1ult ancn1n ente dai rlne lati con !!li indici i colli
dei condili del 1na5cellare inferi ore, in addietro, sotto l'orecchio e a liYello del 1passaggio del nervo auricolo-temporale, si ottiene in certi emiplegici, anche nella fase comatosa, una contrazi-One nettissima dei muscoli innervati dal facciale del lato non paralizzato. Al contrario, nel lato par.alizzato non si ha risposta. Ne risulta un'a5immetria facciale, provocata dallo stesso medico che ' indica il lato paralizzato . L ' A. ha ricer cato questo segno negli encefalitici parkinsoniani ed ha osservato quanto segue. Negli encefalitici parkinsoniani a stadio avanzato la pressione sul condilo lascia la faccia immobile ·dai ·due lati o quasi immobile e ciò nel domri.nio d.el facciale 5U1p eriore come nell'inferiore. Se la malattia è poco -.pronunciata, si può ottenere u11a leggera contrazione ·.in corri&pond-enza del frontale oppure nei muscoli della commessura labiale. L 'interesse di questa ricerca si 11a specialmente all'inizio della malattia quando l a fisonomia non ha an cora raggiunto lo stato di maschera fi5sa, perchè allora, in caso di diagnosi esitante, l' asimmetria facciale provocata può orientarla nel senso del 1parkinsonismo. Gli .A..A. non ritengono che si tratti in que5to caso di azione diretta s ul facciale, ma p~uttosto di azione dolorosa e riflessa contemporaneamente sul n ervo auricolo-temporale, anastomizzato col faccial·e. T ale reazione va riavvi.cinata a quella di F oix; l a m·ancata risposta del facciale indicl1erebbe che sono affetti i centri o le v] e motrici ,·olo11tarie, cl1e esiste cioè un certo grado di pare5i. 1
fil.
CASISTICA E TERAPIA. Stato odierno della conoscenza. della gastrite cronica. F. Z"ç\reig (Wiener klin. l Voch., n. 18, 1926) osserva che le cause della malattia sono di 5olito er.r o ri dietetici continuati, o prolungato llSO dl sostanze tossiche o irritanti la mucosa gastrica, alcool, purganti, ecc. La gastrite cronica ha di solito inizio subdolo, e&sa non si sviluppa quasi mai da una gastrite acuta. Questa m alattia 51 aeve distinguere dalle gastriti secondarie ad ulcera o car cinoma gastrico, a colelitia i, diabete lues, clorosi, ecc. Istologicamente 5i possono distin guere tre forme di gastrite cronica: 11 la ga strite mucosa con tumr.f~zione ecl arrossan1 nto -Oella UluCo"a. lieve infiltrazione leucocitaria. ed abbondante forn1azione di mt1co; 2) la gastrite
{ANNO XXXIII,
FASC.
39]
1369
SEZI01'1L PRATICA
iperactda co11 forte jproliferazione delle cellule di rivestimento, irtfiltrazione leucocitaria, formazione di m uco; 3) la gastrite anaicìda o atrofica in ieui la mucosa è sottile come carta di sigar ette, i tubi glan·dolari sono atrofizzati da proliferazioni 1d'i connettiv.o,. le cellule mucose sono d egenerate. A .queste forme istologiche corrispondono speciali forme cliniche : nella ga5tri te m u. ~osa si ha forte produzione di muco e i·p oacidità, nella gastrite ijperacida si ha !discreto muco e ac~dità n ormale od eccessiva, n ella gastrite atrofi<ea si ha poco· o affatto muco e assenza completa di aci·do ·cloridrico e nei casi jpiù avan zati an che di fermenti. I &'intorni :soggettivi della gastrite cronica si distinguono poco da quelli delle dispepsie. Si ha inappetenza, senso di peso e d1 ripienezza alla region·e gastrica id opo il pasto; m ancano veri dolori, le feci non hanno n ulla di caratteristico, si hann o 1Spe5so nausea, ri·g urgito, salivazion e. Nelle forme di gastrite alcoolica an~h e vomito mia ttutino. I segni obbiettivi sono 1limitati allo stato ·d el su cco gastrico. Il reperto più caratteristtco è quello ·d i muco più o men o abbon·dante che si può dimostrare facilmente la. van·do lo &tomaco a digiuno. La presenza di mu.. co nel ·conten uto gastritCO differen zia la gastrite -cr onica dalla neurosi gastrica, in cui però i disturbi son o indiip en denti rd all'ingestione di cibo e i:a cui si alternano periodi di benessere con periodj di malessere. P OLLITZER. 1
La forma esofagea del carcinoma gastrico. Si osservano talora 1d_ei sintomi clinici di stenosi esofagea che, per i segni lo.c ali e generati, portano alla diagnosi id i canaro 1dell'esofago, mentre a1l'operazjone od all'autopsja, s1 trova soltanto un carcinoma dello stom aco. Que.&ti sintomi sono ·d a attri·buirsi sia ad una azion0 puramen,t e riflessa, 5ia ad un'azion e meccanica. Nel prirmo caso, com'Pare dap1prima una crisi di e·soféùgismo, caratterizzata da xiiSfagia, il più spesso intermittente e progressiva, accompag-nata da sensazione ·di arresto retrosternale ..L\llo spa smo ,s uccedono i vom]ti, .detti esofagei, cioè ,romiti :ilimentari imperiosi, senza sforzo, ql1a&i SP.n~'Pre dt1rante i pasti o poco dopo (5-15 min11ti) . Per la maggior pa,I"te i malati sono anoressi·ci, ma alc1111i pos5ono ·a nche avere una certa fame in causa della auantità insufficjente idi alimenti che arrivano a ri•manere nello stomaco. Si osser,·ano rigt1rgiti saliYaTi dovuti al ritflesso esofago-salivare. Raramente i malati accusano 1doloo:i Yi,-aci ~ generalmente si lamentano &oltanto di pesantezza dopo i pasti e di digestioni lunghe. Nella ,~arie1à inecca nica, sono i disturbi gastric1 ~
.. '
che aprono la scena, mentre quelli esofagei vengono in seguito e possono diventare intensi sia per l 'e5tensione 1del n eoplasma verso la parte inferiore del crurtdias, sia 1Per infiltrazione generalizzata delle pareti gastriche, con conseguente notevole ri1duzione della capacitc\. I segni fisici mancano genera1mente; quelli gen erali sono gli a:bituali delle :n.eorplasie. I,,a diagnosi, come osserva I-I. Jupin (Thèse àe P aris, 1926) la diagnosi si basa 1essenzia1mente sull'esame radiologico. Nella varietà riflessa si trova un arresto della papp a al candias e si vede una lacuna in un punto variabile delle pareti ga.. striche. Nella varietà meccanica si può notare (non sempre) steno.&i del car•dias, ma specialrnentP. grande riduzione della capacità gastrica . • La diagnosi differenziale non deve considJrare che il cancro 1dell'esofago, iper il quale la ra.dinscorpia è utile, ma l'esO'fagoscoipia dà le miglio:·i indicazioni. f il.
Amebiasi cronica · Mesosigmoidite - Peritonite. B . De Vecchi (Pathologica, 15 lu·g lio 19W) rife-
risce i risultati 1dell'autopsia eseguita &u di un individuo r.he era morto con sindrome 1peritonitica ac11ta, manifestataiSi nel decorso di una infezionr bronconolmoniti·ca. Il ù:'eperto addominale fu -. quello idi una peritonite dilffusa, di t1po p.u rolento. S11l rr1esocolon, all'angolo splenocolico, si troya·v ano aderenze e retTazioni connettivali antiche, ·p igmentate, circon1date ed infiltrate da es5u1dato purulento, ·così che il colon ·discendente e la p orzio11e Slliperior,e del sigma n e risulta vano deformate e retratte. La 5•11perfjcie interna del colon, normale fino all'angolo spl enico qui e per un tratto .ai 20-25 cm. si p.resentaya profondaanente alterata, con perdite di sostan ze irregoJarj, 1p1'ofondP., a. margini poco rile\·ati, in qualcl1e pun1 o alJprofondantisi nel t essuto del mesocolon , il quale er a ispes<;ito, infjltrato, indurito, e crua e là em1nato da zone n ecrotiche e pu;rulente. Qual che rara t11ccra pircola e solitaria ri corda·v a una for1na a r:ratere, con ~collamento della sottomucosa. Escluse la tubercolosi , la sifilide, tina infezione acuta, la copro5tasi, ecc .. come causa di quc to J)rocesso ulcerativo del colon e della mesosigmo1, ·dite, l'esame istologico con fermò il sospetto già ele,rato sulla natura amebica d ella lesione. Con la comunicazione di qiuef.to caso l'.L\. 5i propone di richiamare l 'attenzion e dei medici e degli anatomo-patologi sulla frequ enza dell'amebiasi intestinale in Italia. seconirlo il concetto clinico in ~ isten1 emente precisato in questi t1llimi anni da alruni studiosi, quali &ono il P ontano ed Izar. 1
0
PERSr .\.
1370
La lambliasi d uoden al e.
vata da diversi autori, pur con la mancanza di tale parassita nelle feci. Si è allora pensato che la Lam!hlia non abbia nel duodeno la sua sede principale od unica, ma che possa abitare nelle vie biliari e versarsi poi con la bile nel ,d uodeno. Tale supiposizione .si basa su due fatti: la presenza della Lamblia nella bile A ed i reperti anatomici ·della Lamblia nel liquido biliare ~ontenuto in cistifellee asportate chiru;rgicamente ed anche all'interno delle par.eti della cistifellea. Inoltre la fr equenza relativamente gran d_e delle alterazioni epatiche, canalicolari e vescicolari in individui aff P.tti da lambliasi appoggerebbe tale modo di vedere . Dalle osservazioni di 1\1. castex ·e di J. c. Galan (A.rchives des maladies de l'App. digesti! et de la Ntltrition, giugno 1926) risulta che può esistere, oltre alla lambliasi vescicolare, quella duodenale pura e che, per assodare che si tratta di lambliasi vescicolare, sia necessario il reperto della Lamblia nella bile B, mentre an.che il reperto abbondante nella bile A ed in 1quella e non autorizza che una diagnosi approssimativa. La Lam~lia , nella sua localizzazione duodenale provoca un'infiammazione della mucosa, una vera cluortenite che, p ersistendo, arriva ad ·u na concomitante peri·duodenite, con alterazioni morfologiche del duod eno, più o m eno visibili nelle radiografie in serie. Tale duodenite ap1porta al liquido duodenale ·degli elementi chimici e citologici che -devono essere considerati quando si procede all'analisi del liquido duodenale per non ritenerli come elementi di processi infiammatori e·v entualmente delle \'ie biliari, che hanno dei caratteri particolari bene stabiliti da Lyon. Per il trattamento , gli AiA. hanno trovato vantaggi dal treparsol e soprattutto dal neosalvarsan in iniezioni endovenose o per via rettale. Malage' role è il giudizio sulla guarigione, per il quale non basta fidarsi degli esami coprologici, anche se riJpetuti, ma occorre trovare negativi i ripetuti reperti del liq11ido duodenale. fil. 1
I
Azione patog ena e trattamento d ella lambliasi intestinale. I . farrere (Anales de la Fa cultad àJe )Jedicina, :\lontevideo, dicembre 1925) ri.f erisce due casi cli-
ni ci di lambliasi intestinale, entrambi "diagnosti<':1 U con r eperto abbondantissimo nel succo duode· nale, ottenuto con .sondaagio; nelle materie fecali inyece non erano presenti che cisti, pure numero~ic; ime, di flagellati. •
XXXIII, fASC. 39)
Assai differente la sintomatologia delle inferme. • l una accusa\ra da 8 anni, rperiadicamente, dolori diffusi e contin11i a tutto l'ad dome, stipsi, nausee; obbiettivamente meteorismo e 1dolorabilità di tutto il colon; all'esame rettoscopico una rettite ulcerosa spastica. La isecon•da ammalata da 4 mesi ogni 2-8 giorni, 1presentava crisi di dolore ipog~strico irradi~to alle fosse iliache, diarrea , melena; stipsi negl'intervalli. Da un me-se si era aggiunto torte dolore epigastritco 1dopo i pasti, e vomito abbon1dante schiumoso. L'esame radiologico dello stomaco e /dell'intestino dimostrava questi OI'gani del tutto normali, come rpure il fegato. C'Ur·ate ambedue 1'e intferme con stovarsolo per bocca alla 1dose di 4 tavolette e .cioè un arammo ' t::> ' pro die, nella prima la banale sintomatologia intestinale rimase pressochè' immutata, nella secon. •d·a invece l'imponente tquadTo d·olaroso iscomparve immadiataimente. Praticati, dopo pochi g"iOTni di cura, sondaggi druodena·l i ripetuti rpoi ad intervalli, tn entrambi i casi essi di·edero risultati negativi per la ipresenza ·di protozoi; .cosi pure l'esame 1delle lfeci per le cisti. A. CORRADI. •
Da quando è entrata nella pratica l'intubazione ùuodenale, la presenza .della Lamblia (Giardia) inteStinal·is nel liquido duodenale è stata osser-
•
[.!\~NO
II. P OLICL INICO
1
\
Gli arsenicali nel
tratta~ ento
della lambliasi
intestinale. G1Jtierrez-Arrese (Archivos de medicina. cirugia Y espec., 24 luglio 1926) ha trattato con gli arsenicali un individuo che da tre anni era affetto da diarree e da insuf.ficienza gastrica, in cui l'esame delle f·eci aveva dimostrata la presenza di nu• merose Lamblie (Giardia). Ha jncominciato col neosalvarsan per iniezioni endovenose: dose iniziale cg. 15; 4 giorni dopo, 30; 6 giorni dopo 30; 7 giorni ·dopo 45, ripetendo tale dose due volte ad una settimana d'intervallo. Alla fine idi tale periodo, il malato aveva evacuazioni rper lo più formate e solo acces5i di diarrea, scomparsi i parassiti e le cisti dalle feci , quadro coprologico ancora di insufficienza gastrica. Allora si iniziò la somministrazione di arsenicali per via orale; siccome non venne tollerato lo stovar.sol, si diede il treparsol che fu bene tolle. rato, con tre trattamenti di quattro giorni (cg. 50) ·divi~i 1 da tre giorni di riposo. Alla :fine le feci erano del tutto formate, cilindriche. con scarsiS· simo muco, assenza costante di para5siti cbe è continuata anche in seguito. Miglioramento notevole dell'aspetto ed aumento di peso {2 kg. J. Per stabilire la guarigione in un individuo con 1ambliasi, I' A. ritiene che vi debbano essere parecchi esami negativi ictelle feci e del sedimento biliare. Quanto alla diagno51, l'A. consiglia di osservare un fiocchetto del muco, al rpiù .p resto dopo l'emissione, in una goccia di siero fisiologico. r1roprire con il coprioggetti ed eventualmente colo1
I
[A.~NO
XXXIII,
FASC.
39]
SEZ IOr..TE PRATICA
rare con l'aggiunta di una goccia di liquido di Gi·emsa che dà ottimo risalto alle cisti. Con questo m etodo &i ren,de inutile l' arricchimento che è consi.gliabile per altri paras5iti intestinali. f il.
La diatermia nelle sfinteralgie anali. La t ecnica con sigliata da R. Bensaude e P. Meyer (J ournal des praticiens, 24 luglio 1926) varia
1371
ad·domi11ale e .Qorso-lom1bare. Si fanno serie di 15 applicazioni, eventualmente riipetute una o due volte, con inter valli idi almeno 15 gtiorni. In 114 casr, gli AA. hanno ottenuto la guan. gione rapida e costante nelle sfinteralgie aJCJUte; nelle forme su1b acute 19 guairigioni su 23 casi ed .aanno ottenuto buoni risultati in molti casi di sfinteralgie croniche ohe, come è noto, sono generalmente ri•b elli a tutti i trattamenti medici ed anche alle qilatazioni.
a seconda ·del grado di permeabilità anale prefil. sent ato dal p·az.iei1t'e. Nei casi acuti, si ·m ette il malato in posizione Un sedativo gastrico. di Sims, disteso &ul lato ·s inis tro, con la regione E dato da caolino g . 7.50, con s ottonitrato di bianale bene illuminata; egli stesso a lza la nati.ca smuto g. 2.50. ·P er una cart. Da 1prenderne una al destra i11 modo da svil~par e bene il solco intermattino. gl1Jteo. Si ap1p lica il polo in·di·f ferente sul fianco del paziente; quello attivo si m antiene extraanale quando -ei si trovi in pll'esenza con uno &fintere NOTE DI MEDICINA SCIENTIFICA. in stato di spasmo. Nei malati con crisi Slfinteralgica, si ricorre ad un « 1polo anale esterno » fatto Spiroehet.i e gangrena polmonare. eon run tampone di cotone idrofilo imbevuto di I.' irnp0rtanza degli sipirocheti nella patologia 8JCqua sal ata (al 10 %) e ·b ene spTemuto, che si della ga11grena polmonare resta an1co1Ta molto conmantiene in co,n tatto con l'orifi cio anale per mezzo trovPr sa : d apprima &i ·dette irn'Portanza nella E:.tiod ella pres&ione vi•g orosa esercitata con la punta logia ·della gan.g rena p.olmonare a degli anaerobi del cono m etallico .di poumeT. di un tipo speciale viventi nelle nostre cavità Si porta l'intensità a 700-800 a-m'Pèr e e si man!latu rali; in ·seguito venn ero in causa gli spirotiene })er 10 minuti, evitando ohe la pressione del r.heti ai quali ora, per colpa della g.rossolana tasrrupone ne faccia use.ire delle goccioline che, tc:cnica usata, si .p resta scarsa attenzione, diriscol a:11do sui tegumenti potre.bb·ero determinaT'e gendosi la ricerca ai grossi spirilli e ad aie.u ni una serL.s azjone di bruciore. &pirocheti del genere « vincenti » . Do1po 2-3 appli,cazion-i, ch e determinano un solP er i più 1a gangrena p o1monar e ·è dun,que idolievo immediato, si può introdurre senza dolore vuta, in un <eerto numero di casi, alla simbiosi l' elettrodo intraanale. fuso-Rpirillare di Vinicent. Se si scor:-e la letteraNei casi sui>acuti gli AA. consigliano d egli elettro•di coni ci ·ch·e, à 3 cm. ·dalla punta, presentan tura degli 11ltimi anni, sem·b ra p erò eh~ l'associazio11e fus o-spiril1are non è tanto ct'r e,q uente: lo una strozzatura la quale si modella sulla ghiera spiror,i1ete amrnesso in molte forme non 5arebbe an al e. In tal m,o·do si ·h a il vanta:ggio di aumenr.he lo spirochPte osservato da Vincent n elle fo1,me tare la super.f icie di contatto con la mucosa e d:i ulcprose dell 'ang·i na ulcero-1nembranosa. Ma Benon fare che una moderata dilatazione dello Slfintere. Il tratta1nento si ripete tutti i giorni; la. zançon ~ De Jong (B u ll etin dJe l'A cad. de m é<L., r agaide anale vera ·guarisce in 6-7 aip'Plicazioni; 1926, n. 6) banno tdimostrato ch e il ;probl ema è n elle ragadi r eci·d ivanti, se il ·dolore non cessa molto 1più con1plesso: n on è 1costante l 'jmportanza alla decim:t applicazione, è con 5iglirubile inter- d el fusi'.forme e lo spiroch eta agente della ganrompere il trattamento per 4-5 giorni; il più spesgrena non h a nie11te di comune con lo spirocheta so, qoyio altre 3-4 sedute si ha la guarigione; in dj ' ' incent. Ora ricercando lo spiroch ete n ell'espet3 ca si , gli A·A. h anno dovuto prolungare il trattatorato •dei gangrenosi con m etodi più perfetti demento fino a 20 sedute. gli t1st1ali, ci si può renldere conto che nell' espet~elle sfinteralgde çronich e, soltanto le correnti . forato dei gangren osi esj ste m olte volte uno di alta frequenza p·ermetton o -Oi agire attivamenspir och eta molt o differente dallo spirochet a << \inte. Sono allora n ecessari 2000-2500 m illiampère, ' 'enti u o ùagli spirocl1eti abituali della bocca, cioè, dallo &pirocheta « buccalis n o et dentium ». prolungan do la seduta per m ezz'ora. Si t1sera.'l1no elettrodi di grosso calibro, poichè Qu esto spjrocheta 1dagli .~A. è stato ritroyato ed . in tali casi lo sp asm o è p oco maiicato; gli ;\A. 1n grande qnant)tà, in -ette ca si su undici. Qu e· • utilizzano dei dlilatatori di Hégar ·del n . 18 a 26. sto sptroc11eta n on si ritrova n ella bocca n or male, In questi casi, si tien e il paziente disteso sul m a h a dei caratteri che lo fanno rassomigliare dorso, con l'elettrodo indifferente connesso mealla specie descritta dal Castellani nell a bron chite dian1e un filo biforcato a d u e larghe pia&tre, emorragic a, sotto il n om e di « ._pir ochaeta bron.. 1
1
1
1
1
1
0
1
1
1~72
IL POLJCLTNICO
cl1i a!ic; '' · Contem11oranea1nente a queste SIPirochete es:istc,,a un'abbondante flora microbica tipo Veillon. L'in1portanza dello spirocheta ·b ronchialis, risulta n on solo dagli studi anatomo-ipatologici ·d ella gangrena polmonare, •m a anch·e dal d'atto ohe il microbo non è un aigente abituale della booca. Lo spirocheta ·dagli AA. isolato si può identificar.e con lo -spirocheta i5olato da Nolf e Spehl in alcuni casi ·di bronchite \fetida. 1.'avvenire •dirà se gli spirocl1eti intervengono in tutte le forme od in alci1ne soltanto di gangren a : fin ·d'ora si può d1re che l'importanza d egli spiroch eti, in particolare dello Spirocheta bronchialis, è notevole, n on solo dail punto di v1sta batteTiologico, ma clinico, i n ·cruanto permette di ·comprende!' meglio l' evoluzione di alcune form e quasi croniche, a ricadute, nelle quali si può supp-0rre e5sere lo spirocheta l'aigente dell'in fe zjone croniica, persistente allo stato latente nelle l esioni, n ell 'intenriallo ·delle ricadute; infine avrebb e importanza p er darci ragione dell'utilità degìi arsenicali in run certo numero di osservazioni. 1
1
1
MONT.
POSTA DEGLI ABBO NATI. Ricerca nelle urine della morfin,a, dell'eroina. del v·eronal e del s1Llfonal. - AJ <lott. G. Giuliani,
P ontremoli: Eliminandosi la morfina prec~puamente attra,.. verso la mucosa i.ntestinale e quin•di con le feci, la quantità che si può rinv.enire nelle urine è assai S:carsa, 5ebbene costante e r iconoscibile -con sicurezza. J_,a morfina nell'urina si può anche trovare accoppiata con l'acido solfori·co e con l'acido glic11ro ni~o .
La ricerca è la seguente : si .fa .s,raporare a ba~o mRria l'urina fino a sciroppo e questo sci, roppo si estrae :ripetute yolte con alcool assoluto caldo. Questi estratti alcoolici si r i.u niscono e si e,·apora1.to. Il residuo si estr ae con poca acqua acidificata con acido aceti co concentrato e l a soluzion e ,·iene ripetutamente esauri ta con alcool amilico caldo (700 C. ) in lln sepaTator e, finchè il liquido acquoso appaia chiar o e senza colore. La soluzione acquosa, dopo questo trattamento, è p riva di urea e di acidi biliari che potrebbero ma. scherare con taluni reagenti le colorazioni d ella m orfina . .Si alcalinizza, ora, fortemente COJl ammon iaca la soluzione acauosa e si estrae 2-3 ·volte ron alcool nn1ili co boll ent e, il quale per eYaporazionP lnscin depo ~ it are la inorf ina. P er purificare l'alr nloide si di sci og-li ., con acido cloridric.:o diluito • e c..i r ~p ctc il trnttn1n ent o con alcool a1nilico. I...a 1
[ANNO XXXIII, .FASC. 39]
n10!'fina, così ottenuta, si s'1 ela con diYerse reazioni: 1) ·1 f a cadere sull'alcaloi·de, posto in una capsulina di p or cellana, qualche goccia di percloruro •di ferro molto diluito. Apparirà un 1Colore blu o verde-blu. Ques ta reazione è specifica sebbene non molto sensibile. 2) Sull'alcaloide, deposto su .una capsulina, si fa cader e u 11a goccia di Teattivo d el Frohde (si prepara al momento: in 50 .cm c. di aci1do so1forico ronc. ctg. 5 di molibdato di soda) . .~:pparirà una bella c olorazione lilla-violetta, -piuttosto fugace, che ·p assa al v erde, verde-bruno, giallo. Questa reazione è sensibil e fino a gr. 0,000005 ·d i morfina. I/ eroina (·diacetilmorfina) si può ricercare n ell'urina con proce5Si ohimici di poco differenti, te nendo p·r esente, cioè, che, a 1diff erenza della morfina, l'estrazione ·dell'alc aloide dalle soluzioni acquo5e alcaltnizzate si d eve fal'e con etere e cl1e gli acidi forti la d ecoJDlPongono -con produz. di aciido anetico. !L'eroina dà la reaz. del Frohd~ e non qi.1ella col pe~clor . di ferro indi·c ate per la morfina. Una sensibile e specifi ca veazione è questa: si tratta l'alcaloi·de su una caipsulina con a lcune gocce di acido nitrico, si scioglierà con color e giallo che passa raipidamente al verde-blu. TI sulforial nell'organismo viene scisso e ne1l'11rina si rinviene. quale prodotto id i decompi>Si· zione , l'aci·d o etilsolfonico allo stato di sale sodi·co. Una pircolissima parte si elimina immodificata. La sua ricer ca nell'urina è disageYole. St può, tuttavia, estrarre dibattendo l'urina, con centr::ita, con abbondante etere, che si lascia 'POi evapor.are. Si purifica evaporandolo con liscivia di S01d a e nuovo $POSSa.JIDento con .eter e. I cristalli, caratteristici, si po5Sono riconoscere al micr oscopio o fondendoli con idrato di potassa in polvere. Apparirà un colore giallo-verde, che col raffreddamento diventa rosso, e per l'aggiunta di acqua blu. Il verorial si elim1na in .gran 'Parte (80 %1 inalterato con le urine. Si con·c entra l'urina, i l residuo si spossa con petrolio e poi si estrae con etere ; l' et ere si fa evaiporare e si ottengono i c r istalli •di veronale. Qu esti 5i ricon oscono dal pre('ipitato grigio-n ero che producono trattandoli con . oluzione aoquosa di nitrato mercuroso o per 1a colorazione verde (che a caldo di\rien e blu chiara) che a ssumono col .reattivo di Mandelin (solfo,·an a:dato d'ammonio). L' eliminazione della morfina e dell'eroina è pronta, quella del ,·erona1 len ta e dura qualche gtorno. que11n del c;11lfonale lentissima e rn~!!111n ae il ina~~imo . dopo 4-5 ~iorni da lla so1nnlini~trn zione. P . 01
~l ~Til: I .
[ANNO XXXIII, FASC. 39]
4..cq1ta canforata. -
1373
SEZIONE PRATICA
All'abb. n . 1731:
Il n1etodo più semplice per preparare l'acqua canforata è il seguente: 'Spirjto canfor ato g.r . dite; .\equa ·distillata gr. cento. L~gitare energicamente. ..\1 mo1l1ento ,del bisogno, filtra. \i.
1:\lONTESA~O.
All'abb. n . 620-2: Fowl er 11a preconizzato per i peritonitici la posizione semiseduta sul letto, con le coscie sem·i flesse sul bacino '.I)er mezzo di un cuscino o di un rotolo. Il beneficio .che ne deriva sarebbe questo: che trovando$i la metà superiore d el corpo più elevata del bacino, i ver samenti e i secr eti del cavo peritoneale si raccolgono tutti nel piccolo bacino. Così il peritoneo diaframmatico che è la parte ·dell-: sierosa che assorbe con maggior copia e. facilità Yiene aid esser liberato e indenne llall' azione di tali li1qui1di; m entre è pure impecl ita in certo m1odo .la diffusione ai qua,a1·anti sup1eriori 1dell'aid.dome delle raccolte del piccolo bacino e 1delle fosse iliache. Un drenaggio me::,so dal Douglas dà esito al materiale raccolto nel pie.colo bacino. Nei carfl io1)atici P. nei pazienti che hanno tendenza alla ane1m ia cerebrale tale posizione è da sconsigliarla (Kennedy) . Rehn è stato uno dei primi ad u!'arP tale posizione 1per i suoi malati e a propugnarla. , .. GHIRO~.. Posizione ·d i Fowier. -
..\l dott. N. ~1 . da F. -
.i\bb. n. 1256-0: 11vve l enamento da chinino. - Lavanda gastrica, emeti1cj, infuso di caffè forte, oluzione jodo jodurata (Lugol). Se vi è eccitazjone. som.m inic;t,rar e calmanti (cloralio, bromuri); e ,.i è depressione dare degli eccitanti (caffeina. eiere, can.f ora, rivulsioni cutanee). Obbie ttivi ed oculari per micro.scopio. - P er Psnmr dei bacilli, è necessario un obbietti,·o ad i1nmersione; acromatico da 1/12 con oculare 4: ~emiapocromatico da 1/15 con ocular-e 4 ed 8; apo~romatico da 2 mm. con oculare compen ~ atore 4 e 8. Gli ingrandimenti ono nel primo ca!'o di diam€tri 970; nel second o .d,i 570-1140; nel terzo cli 500-1080. P er il se1nplice esame dei sedimenti urinari. hastano gli obbiettivi a secco. E' op1p ortuno un pri1no esame di orientamento con obbiettivo debole cd t1n s uccessivo esame .dei particolari con uno pilì !orte. E' quindi -Oa con5ig'liarsi: obb. S ron oc11larc 4 {diam. 105) ; obb. 6 con oculare 4 (diam. 420). Usando gli obbi-etti,·i apocromatict. sono consigliabili quello da 16 mm. <:on oculare ~ od 8 (diam. 62-124) e quello da• 4 mm. con oculari sempre compPnsatori ) 4 ed 8 ' diam. :!50-500 . fil.
VARIA. Statistica di libere docenze. Le libere docenze ,p er esame concesse dal 30 settembre 1923 ad oggi in medicina e chirurgia sono ~tate 168. In base alla nuova leg.g e poi si sono presentate, nella sessione 1925, 109 domande di libera docen za: di queste 77 can.di•dati ottennero l'abilitazione; 15 si sono ritirati e 4 sono stati riprovati. Appare evidente la diminuzione d elle docenze in m edicin a e chirurgia con le nuove disposizioni di legge. (Da L ' Univers'ità I taiiarLa, n • 5, 1926) , \
Le assicurazioni sulla vita negli Stati Uniti. Stati Uniti circa 55 milioni di persone - 0ssia approssimativamente la metà della popolazione - $Ono protette dall'assicurazione sulla Yita, mediante circa 100 milioni di polizze del valore medio di 1333 dollari, emesse da circa 170 <?ompag11ie, per un valore globale di 75 rniliM"di di dollari, che ' ra ora aumer1tando di circa 15 miliardi l'anno. (W. '.E. M·u n grave, in Journal Amer. 'jf ed. -4 ssoc., 22 ma·g gio 1926). ~:egli
Il caso Aschoff.
Ha destato chiasso or è qualche tempo nella stampa politica il caso del prof. Lodovico A$choff, \lirettore dell'Istituto di ..\natomi.a ipatologica d ell'Università di Friburgo i. B., nominato socio straniero dalla nostra Reale ..\ccademia diei Lincei, i1ella categoria , . della Classe di Scienze fisiche, rnatem·aticihe e naturali. Di fronte alle r estrizioni opposte dall' Aschoiff, non gli venne comunicato i! decreto di nom,i11a en1esso il 22 agosto 1925 e registrato •da.Ila Corte dei Conti il 3 settembre 1925. L'.t\:schof! vol.e va assict1razioni che l'.l\ccaid€mi1. non avesse partecipato alle deliberazioni adottate a Parigi nel noYembre 1918 e in Bruxelles dal 18 al ~ luglio 1919, con le quali gli scienziati della Germania e dell' ..\ustria-l r1gh eria. fu1ono escl usi dai conYegni scientifici internazionali.
Contro il selino inamidato. ... i è costituita in Francia -
e.rive l'E.-cce l ·ior una Lega contro il olino ina111idato e la craYatta. Essa ha diramato una circo] flr~ per la soppressione di questi due incon1odi accessori d ell'abbigliamento ma -chile. La circolare ::,i fa forte del parere esp.re o da medici e igienisti di tutti i paesi. Dà speciale peso all'intralcio frapposto dai colletti duri alla circolazione; si ~otrebbe aggim1gere che 1P ca11lice e le giacche accollate sono di 0StFt.colo ancl1e all'aerazi one e so\-ratutto all'azione benefica della luce 5ul torace. oltre di che riescono incomodi e inestetici; ma temiamo che ce n e Yorrà prima di ban·di1·e {fl1e-..1i {l.Ct e sori irrazionali~
(ANNO XXXIII, F.t.SC. 39]
IL POLlCLfNlCO
• POLITICA SANITARIA E GIURISPRUDENZ4t\. CONTROVERSIE GI URIDICHE. LVI. - Equipollenti della notificazione. _l\ccade di frequente che gli interessati ricorrano al Prefetto contro deli·b erazioni definitive di Consigli co1nunali. Già altre volte si è avvertito c•h e, trattan dosi di provvedtmenti no11 s01ggetti a:d approvazione tutoria, essi sono trasmessi al Prefetto soltanto per i·l visw, che importa un controllo di· legali.t à. In questi casi non c'è un ri•corsc gerarchico al Prefetto quindi il reclamo che l'interessato :p resenta ha valore di semplice denunzia, della quale i·l Prefetto può non tener contu. Ma il reclarno importa ed esprime la conoscenz<:.t. che l'inter~ssato ha del provvedimento e quac:;ta prova può costituire equipollente· ·della notificazione agli effetti della decorrenza del termine pe1 il ricorso in sede giurisdizionale. Bisogna baidart:. bene a ciò, per evitare poi la sorpres·a della dichiarazione di irricevibilità ·del ricorso in sede gerarcnica, per scadenza idel termine, qualora prima della notificazione del provvedimen.to ~'inte ressato reclami al Prefetto - sperando che la deliberazione non sia vistata e perciò non sia r esa esecutiva -- e poi produca il rtcor.so giuriSdizionale entro il termine sta·b ilito dalla legge ma con decorrenza dalla notid'icazione e non dalla data del reclamo al Prefetto, eventualmente e5ibito dall'altra parte come equ~pollente della notificazione. Per evitare queste conseguenze com.vien.e o far presentare la denunzia al Prefetto da altri o considerare come punto di par,t enza del termine 1a 1data del ricorso al Prefetto. E stata considerata equtpollente anche la richiesta di copia della decisione della G. P. A. In questo caso, però, ha detto la V Sezione del Consiglio di Stato con decisione 30 aprile 1926, n. 130: occorre c·h e le circostanz.e di fatto 5iano tali da escludere ogni dUlbbio sulla data precisa in cui l'interessato, ritirando copia della decisione richi esta, ha acquistato piena conoscenza di essa. 1
1
1
1
LVII. - Motivi aggiunti in sedo di ricorso gerarchico. In sede di ricorso g.erarchico ·devono e5ser -presi in consi derazione anche i motivi aggiun,t i presentati successivamente dall'intere.5sato, prima che si 5 ja formato il proV\ edimento sul ricorso ste&so 0 finchè non siano stati predisposti gli elementi rle.cE11ssa.ri (per es., pareri di rorpi cons11ltivi) per la emanazione di es5o . 1
1
Questa risoluzi one, adottata dall'adunanza gen0rale del Consiglio di Stato in data 19 aprile 19U e noi confermata da decisioni in sede giurisdizionale, è molto important.e. Spesso, data la brevità del termine di 15 giorni assegnato per il ricorso g·erarchiieo, l'intereSiSato non ha, quando ricorre, tutti gli elementi di fatto e dì diritto per un esame comipleto e non è in grado di dedurr.e tutti i .m otivi. Si ammette ora che, 1 p rodotto in termine lln ricorso, possa poi l'interessato presentare motivi aggi•11nti pt1rehè giun1g ano tempestivamente, cioè prima ,eh.e i corpi consultivi a:bbiano dato il loro parere - nei casi in cui il parere è richiesto - o prima che il provv~dimento sia formato. Que.sta risoluzione, giuridicamente fondata sulla natura del ieontrollo in 5ede gerarchica, tempera le conseguenze della brevità del termi.n e e di un procedim.ento ohe si svolge senza contrad dittorio per azione quasi idel tutto unilaterale dell'organo amministrativo competente. ~
1
LVIII. - Illegalità dell'adunanza del Consiglio Indetta dal Sindaco. Il Consiglio comunale di Caiipjneto Romano deliberò il licenziamento del mediieo condotto dottor .!\micone per fine del periodo di prova. RicorsP rinteressatò al consiglio di Stato e, fra altri mo. tivi, dedusse che il provvedimento era stato deliberato in adunanza straordinaria della quale il Sindaco e non la Giunta aveva stabilito la data. La v Sezione del Consiglio di Stato con decisione 8 luglio 1926 ha accolto il ricorso, per questo motivo, ed ha _annullato la deliberaz1one di licenziamento. cosi il dottor Amicone ha potuto evi tarP gli effetti di una deliberazione di licenziamento che ,d a altri punti di vista non era vulnerabile iperchè la legge non O'b bliga i comuni a motivare ed ha ac.quistato la stabilità dell'ufficio. •B isogna badare anche alla forma: a volte u~~ situazione di giu5tizia si salva non per, mot1v1 intrinseci e sostanziali, che non sempre sono sindacabili ma per un semplice vizio formale. '
Ai quesiti de.oli abbonati si mp<>nde di-rettamente per lettera. I quesiti debbono t&$ere invìati in lettera, accompagnati dal francobollo per la' risposta. e sempre inàiri~z~t~ imper.sona~ mente alla Redazione del « Policlifuco », 111a Si~ stina, 14 - Roma (6). . . Le risposte ai quesiti che non richie~ono esam• di atti 0 speciali indagini, sono gratuite.
N. B. -
· è affi'data all'a~. G IOVANNI SELVAGGI, esercente in Caasazione, consulente (*) La presente, ru b r1ca legale del nostro periodico
l[.t.\NNO XXXIII, FASC. 39]
SEZ IONE PRATICA
1371
NELLA VITA PROFESSIONALE. •
Un concorso universitario ammonitore. -Giudi·chia.n10 utile che non v.enga ignorato il ri· ·sultato più che .~confortante, severo ammonito1·e ·~e1 concorso testé svoltosi di Letterat·u ra italiana lPres$o la R. · Università di Catania. I.a Commissione giudicatri1oe dei titoli dei venti./l1te concorrenti con cir.ca 800 pubblicazioni, composta dei valentissimi professori: on. Cian, G. A. Cesareo, G. Curcio, M. •Barbi, I. Sanesi, n on è Q"iuscita a p oter formare la terna ;pres'critta, non ~vendo i1es&uno dei candtdati ottenuta la maggioTanza favorevole nec.essaria dei voti. In cor1seguen za la predetta Commissione si è Titrovata 11ella increscio.sa necessità di non potere com'Pie.re il pro.p rio m andato, e di rassegnare ql1indi le pro1p rie ·d imi&sioni al Ministro della P. I. Questi ha presentato il r esultato negativo del Concorso al Co·n siglio sup.eriore il quale gli ba Testitlrit.o i :d ocu.m·enti senza alcuna osservazione in inerito. In conseguenza il Ministro con Decr eto del 21 git1gno decorso ba dovuto app.rovare le deci5ioni negative per tutti i 22 concorrenti!! S·e è avvenuto non di rado in questi ultimi anni che siano stati ·d ichiarati irisufficient i alouni dei candidati anche con largl1e i·n du lgenz.e di Commissioni giudicatrici, ora fortunata.mente rifor1nate, non si era veri.ficato il fa:tto della insuf!ir.ienza aisso1ut.a di tutti i conco.r r enti numer-0sissimi, ma solamente p er scarsezza notev-0le di essi -si dovette p,o che volte fare qualcl1e riserva. Questo esito cotanto deplorevole è prova purtroippo non solo della ignor anza d ei candidati , ma .cieJla pres·u nzione della loro maturità per l'insegnamento ·universitario .m entre hann o ancora bt$o·g no di adeguata prepar.azione. ~ necessario che il Ministro della P. I . sor,1 egli e -pTovveda contro la decadenza dei concor 5i che sono il più sicur o fondam ento per elevare lo spirito scier1tifi,co dell'insegnam·en to superiore. Prof. D. BARDUZZT. 1
1
1
CONCORSI. POSTI VACANTI.
Ospedale C1irile1 « T.l niberto I ». - Cerca.si direttore del e ~ bora.t ori o di chimica, micro·s copia, batteriologia e anato1nia patologica. Inviare don1anda, in C'lc'trta semplice, con l'elenco dei titoli e posti occupati e pretese alla Direzione Sanitar.ia. fino .a tutto il 15 ottobre. B\RI. R. Prefe.tt'ura. Uff, san . di Barletta; aJ 30 sett ., <>re 18; ab 51.387; L. 15.000 e 2 qnàdr. -di L. 1000; divieto lib . e.sere. profess. tra11ne conANCONA.
sulenze ; tit. ed esami (prove scritte, orali ed esercizi prat.) . Età lim. 4-5 a . Tassa L. 50.20 alla Tesor. com. Certif. a 3 mesi dal 5 ag. BASSANO DI SuTR.1 (Roma)~ Riapertura, a.l 30 ~ett . ; L. 10,500 :per 1000 pov., oltre L . 400 uff. san. e c.-v.; 5 quadrienni dee. ; età lim. 40 a.. Sono valide le istanze già presentate. Docum. a 6 mesi dal 17 a·g . Serv. entro 15 gg. Chiedere .annunzio . BRUGNATO (Spezia). A tutto 30 sett. ; tassa L. 50.10 ; stip. L. 8200 e 10 bienni ventes. , oltre L . 500 uff. san ., L. 1200 c.-v. ; ser v. entro 20 gg. CAGLI \ RI. R. Uwiversità . Professore non stabile di )?atologiia s:pec. chirurg. Scad . 15 ott. Vedi fase. 39. CERVARA DI RoMA (Roma). Proroga .al 30 sett. Coss1GNANO (Ascoli Pice.n o) . Al 30 sett. ore 18; .ab, 2090; L. 8500 oltre L. 500 indenn. laurea e L. 1000 indenn . forese, L . 500 uff. san. Tassa L. 50. Età lim . 35 a. CREMONA. Ospedal·i Maggiore ed U galani Dat.,i. - Al 15 ott., anatomopatologo; vedi fase. 39. FIUME. R. Prefettura della Provincia del Carnaro. - Ufficiale ~an it. del Capoluogo. Scad. 30 sett., ore 12. Vedi fase. 35. FOGGIA . R. PrefettuT<JJ.. Uff. san. in 13 Comuni·, scad. 25 ott. Vedi f aso. 39. FORLÌ. Condotto supplente fisso ; al 30 sett. ; età lim. 39 a.; tassa L. 50; L. 9000, oltre L. 4000 trasp.; 10 bienni ventes.; 2 c. -v.; ecc. Serv. entro 15 gg. MILANO. Consiglio degli Isti tuti Uspitalieri. Concorso ad .alcuni posti di medico chirurgo as!)istente con funzioni di interno. Scad. 9 ottobre. , Vedi fase. 30. MONTOTTONE (A$coli Pi cerio). Scad. 30 sett. ; a b. 2148; pov. c. 25 %; .addizionale capitarie L. 5 eccedenza po-veri; L. 8500 e 5 quadr. , oltre L . 500 indenn. laurea, L. 500 uff. san ., L. 2700 trasp. P .i\LAZZAGO (B eraamo). Al 15 ott.; v. fase. 36. P oNTECAl}NA!'lO FAIANO (Salern o) . L . 6500 e 4 quadrienni . 8oa<l. 30 sett. Roit!A. R. Prefettura. Uff. san. di Velletri; al 20 nov.; vedi fase. 36. S. P o LO DI P1A vE (T1·eviso). - Al 30° ~iorno dal 20 sett.; L . 8000 e 5 quinq. deo., oltre c.-v.; aiddizion. L. 5 oltre 20 % popol.; L. 3500 trasp. ; L. 600 se uff. san.; garantito alloggio conven iente; età ìim. 45 a. ; tassa L . 50.15. S. P OTITO SANNITICO (Caserta). - A tutto il 30 sett. ; L. 7000 (sic) o 5 quadrienni dee., oltre L . 500 ~o uff. san. l'Jtà lin.. 40 a.. Docum. a 3 mesi dal 15 ag. Acettaz. entro 5 gg SASSARI. R. U11iver.çità. Professore non stabile di Clinica ost~h·ica. Scad. 30 sett. V. fase. 39. SUTRI (Roma). - Proroga ~11 30 sett. V. fase. 39. ' TILLA DJ TIRANO (Sond1·io). }\.1 15 ott. : ~-edi fase. 39. ZAGARISE (Catanzaro). Scad. 15 ott; \·edi fase. 36. D iff ide.
Grumello Cremonese (Oremona).
1376
IL POLICLINICO
Pe r -i medici di bordo.
L'l sessione cli esami di idoneità per i medici aspiranti ad imbarcare come medici di bordo anà principio 9er lo svolgimento della vrova. orale nel,1 a Jin~ua straniera d'obbligo, nei giorni come appresso indicati : p&r la sede di esami di Roma ()finistero) il 12 ottobre 1926; per l.a sede di esa,. mi di Genova. il 18 ott-0bre; per 1a sede di esami di Nap-0li il 18 ottobre; iper la sede di esami di Palermo il 201 ottobre; per 1a sede di esami di Trieste il 14 ottobre. La prova scritta di etiologia, patologia, diagnosi, epidemiologia e profilassi delle malattie infettive, di quelle parassitarie e di queJle di ·o rigine alimentare è stabilita per il 23 ottoibre, in tutte le sedi di · esame, restando stabilito per i giorni succe sivi lo svol:gimento delle prove di esame pratica ed orale, di cui alle lettere e) e <f) dei programmi di esame.
NOMINE, PROMOZIONI ED ONORIFICENZE
In seguito .alla ele'V'azione della Legazione .Argentina in Roma .al ra.ngo di Amb.asci.ata, l'attuale 111inistro, S. E. Fernando P erez, è nominat-0 rpri1110 ambasciatore. Notoria.me11te il prof. Perez è una delle maggiori ill.u strazioni della medicina: ·il su10 nome resta 13SSOCiato alla scoperta del bacillo dell'ozena e a pregevoli studi di oto-rino-lairingologia. Egli è riuscito, QOn opera assidua, a stringere sempre più i raworti intellettuaili 1dell'Italia con l'Argentina. ~.t\l v.aloroso .scienziato ed uomo politico vadano i più cordiali ra]Jegr.amenti della famiglia medica italia11a per l' altissima posizione che è stato chia111ato a coprire. Il prof. D omenico Oalz.ava.ra., già assistente alla Clinica chirurgica di Padova, è nominato, in ~s ~uito .a concorso, ~hirurgo primrurw dell'Ospedale OiYile di TreviS-O. S)l:RVIZTO DI SANI'IÀ MILITARJI.
r: p n.~ rali in
11ermanent•:
col. med. lfe1nn10 nob . patrizio veneto conte comm. Gio,·anni. P promosso maggiore generale med. e nominato ispettore della Sanità milita.re di N9(?oli. (Rallegramenti cordiali all'jnsigne studioso, no8tro ottimo amico). Generali in posizio11 e ausil ia 1~ia . I seguenti maggiori generali med. in P . A. sono promosii tenenti generali med. nella po!izione stessa: Testi prof. fon1n1. Francesco (rallegramenti sentiti al nostro antico collaboratore), Bernu<·ci dott. gr. uff. GioYanni. CaleQ;a.ri dott. cornm. G. Battista direttore generale della nnità militare. <:cnrrali in as1>ettativa 11r.r rid1Lzione di quodri: l"ulloni co1nm. clott. Adeodnto è promo so tenente genernle n1ecl. nell'~ettati,· n st a. .'Jer111z10
1
1
[ ..\1'NO
XXXIII,
FASC.
39J
NOTIZIE DIVERSE. Il prof. Vittorio Ascoli. Il nostro direttore è tornato ii1 Italia dopo tre mesi di assenza trascorsi nell'America latina. Per inv~to del Comitato promotore del terz() Congresso Medico Nazionale dell'Argentina., egli h.a preso parte .ai lavori di questo con\·egno detinato ~n prevalenza alla malaria, il quale ha assunto oar.attere e portata. intern,azionali grazie • alla p:axtecipazione di eminenti delegati: Ascoli, A.lessandrin~, Pittaluga, Georges trode, Em. 'er· gent, Pou y Orfila, ecc. La relazione del prof. .'\.scoli venne seguita c:ol più vivo interessamento e fu molto apiprezzata nel suo significato olinico e sociale. In seguito .a iuca.rico del « D~artamento Nacional de Hygiene », il prof. Ascoli ha tenuto dei corsi di clinica della malaria nelle provincie 'del1>Argentina più t::olpite dalla endemia; poi una. serie di conferenze su argomenti di clinica medica all'Università di Buenos •.\.yres, un corso di lezioni cliniohe s ul n1.aJato nella Università di Cordoba e u 111 cor o di conferenze in quella di Rosario. 111 seguit.o egli è passato nell'Uru·gu.ay, o,·e ha tenuto due conferen1..e cliniche a l\:lo11tevideo. Infine, officiato dalle Facoltà Mediche del Brasile, ha svolto dei oio1i di conferenze cliniche a Pa0lo e a Rio de Janeiro. Il via.g 6io del prof. Ascoli, che ha ivtuto esitofelicissimo, ha proiettato vivida luce srulla medicina oli11ica italiana. Come altre iniziati\e congeneri, esso è dPstinato ad a,·vicin.aire sempre più, nel campo intelletti,·o e culturale, l'Italia ai 11u0Yi popioli eredi di Roma.
Ili Congresso della Società Italiana di Medicina. Legale. ~
i11tletto a Fire11ze dal 16 nl 1 ottobre. ara11no svo lte le seguenti relazio11i uffi.cialii: 1) F errando prof. G. t}. , cc La medicina legale italiana nell'ulti1no decennio »; 9) Ottole11ghi prof. S., « La. n1Pdicina lf'gHle e I.a polizia scientifica»; 3) Biondi prof. O., « L ' imiportanza del fattore costituzionale i1el detern1inis1nu. nel ù ann o e 11ella liquidazione degli infortuni d el lavoro»; ..J) Rou1.a.ne.se prof. R. e Leoncini p1·of. F . « L 'intossicaz]one da OS1ide di c.a.rbon1 0 "· _i\l Congresso possono partecipa1-e tanto i . oci della Società Italiana di }Jedicina lega.le quanto i 11on soci e possono aderire anche Enti che si intere3sino ai 11ostri c;tudi. La quota di iru crizione È> di L. ,80 per i congressisti e di I.J. !50 per gli Enti. I partecipanti potranno e,~entualmente usufruire di un ribasso del 30 % sul pl'ezzo dei bigli~t ti ferroviari a tariffa ordinaria. Il Comitato ordinatore è pr~ieclnto da. Leoncini fi>rof. Francesco, direttore r]('l]'Tstit11to di ~iedicin.a. I.ieg.a.le di Firenze. . Le quote -per la in. c·1·izione cloYrnnno essere in,·iate al segrctario-ta~:,Ìere dott ..\ ugusto Ant-0nini presso 1' Istituto di )f e<licina Legale di Firenze, 1
[ANNO XXXI II, FA-C. 39]
1377
SEZ IONE PBATICA
via degli Alfaini 33. Per agni comunicazione o .sohiarimento rivolgersi .alla Segreteria del Congresso presso il predetto Istituto.
I Congresso Pan-Americano della tubercolosi. Ne1l'ottobre del 1927 si terrà a Cordoba (Argent ina) i.I I Co11gresso Pa11-.A..mericano s ulla tuber colosi, ohe coinciderà con la celebrazione del cinquantenario della fondazione dell'Università di -quella città. I l Comitato ordinatore, presieduto dal dott. .Juan F. Oafferata, si è messo intanto ntti,ra.mente all'opera per la buona riuscita del Congresso, curando l'int~rvento degli studiosi delle tre Americhe, nonchè di quelli stranieri. Le sedute scientifiche dureranno cinque gior11i; il sesto giorno saranno votati gli ordini del gio.rno, specie nei rruPt'porti delle provvidenze profilattiche da adottare; conte111poraineamente si svo1gerà un progranuua di visite .alle istituzioni .antitubercolari di Cordoba e dintorni . L a qu.o ta d'isorizione è di dieci pesos argentini. I' titoli delle comunicazioni debbono essere inviati alla S0greteria del Comitato ordinatore, calle 9 de Julio 443, local del Circolo me lico, in Cordoba <Repubblica Arge11tina), ent.ro il 30 agosto 1927. 1
All'Associazione professionale dei dermosifilograft italiani. S . A. R . il •principe di Piemonte si è degnato accordare il Suo alto ·patroniato all'Associazione e d·i .accettarne La Presidenza onoraria.
VIII Corso internazionale di perfezionamento medico a CarJsbad. Il prof. Boeri, d1rcùtore della III Clinica ì\iiedi oa cl ell' Università di N a;poli, è partito per C arlsb ad, in vitato a partecipare •co11 una confere1iza nl predetto corso ohe sarà tenuto a settembre. ' 7 i prenderan110 patrte illustri scienziati delle più importanti n.a.z ioni. Il prof. Boeri ~r 1.a sua conferenza ha scelto il tema : « La rieduoaz.ione clegli or~a.ni 'cl~! la "ita ,~egetativa » . 1
Corsi di perfezionamen to In de rmatolog ia e n er eolog ia a P arig i.
V6-
Presso la Clinica cli Der1natolagia e Sifilografia della. Facoltà. ME·dica di P.a.rigi, all'Ospedale di S. Lu·i gi, avranno luogo i seguenti corsi di perfezionamento, sotto la direzione del prof. Jeansel1ne: dermatol-0gia 4-30 ottobre; venereologia 3-27 11ovembre; teratpia dermato-vene uologica 29 nov. 22 dicembre ; teçnica di laboratorio: nello stesso periodo. T-assa d'iscrizione per ogni cor o: 250 franchi. Per progra.n1u1i e i11formazioni rivolgersi al dott. Bux11ier, Hopital t-Louis (Pa,illon Bazin), rue Biohat 40, Paris (Xe) . Le iscrizioni si ricevono dalla egreteria della Facoltà. di l\fedioina (rue de l'Ecole de ~fédeoine).
Cerimonia co1nmemorativa a San Giorgio di Nogaro. A S. Gi-0rgio di Nogaro in occasione della visita del 1nnrescinllo C'adorna 11ella regione del Friuli
è stata nella sala co11siliare del Municipio, già aula magna dell'Università Castrense, in.augurata, dopo nelle parole del medico locale dott. Luigi Barzan, una lapide che ricorda i medici ivi laureatisi e \Poscia caduti per la patri.a. L'e1>igrafe così dioe: « Qui - .alLe sogjlie della grande guerra tra il rombare dell'anni redentrici - l'Università 0astrense - accolse dai nostri .Atenei - a compiere studi e supre1nri doveri - gli allievi - di medicina e chiruTg:La - · delle fiorenti giovani schiere - centocinqua11ta - eroicamente cacfrlero in battaglia - e la morte confuse - - lauri di scienze e di glori.a» . S. E . (~adorna pro11u!lc1() brevi parole, elogiando l'opera dei mooioi - i11esausti militi dell.a Pietà - durante la guerra. L a signora FeiTandini, già infermiera volontairia, consegnò al maresciallo, che molto gra.dì il simbolico dono, una scheggia di pietra tolta .aille impervie pendici del Monte Sa11to . '
Beneficenza . Si er.a costituito a Torino un Comitato promotore per un Sanatorio popolare di montagna,, e grazie ad una tenace propagainda svo1ta dal rpirof. ~Ialan, .avev.a raccolto circa. mez.zo milione, somma 1pur sempre inadeguata. In buon punto è intervenuto il sen. Agnelli, il quale si è offerto di costruire e arre-lare a tutte sue spese un sanatorio di alta monta;gna capiare in primo te1npo di 120 letti. Il progetto è stato già .aipprontato dall 'architetto E. Deoker. Il an atorio funzione1·à come Casa di cura privata, con rette mi11ime. In seguit-0 .a. questa decisione la somma raccolta dal Comitato promotore del an.atorio è stata destin.ata ad altro scopo: servirà alla fo11dazione di u11 Ente morale per cc Borse di cure in in on tagne a tubercolotici iniziali ». La nuova Opera pagherà giorn.at,e di presenza agli ammalati che si troveranno in certe date condizioni, avrà spe e di am111inistr.amone 1ninime ed esplic}:ierà la sua be11eficenza in ragione del reddito disponibile ai1no per an110 . Il suo capita.le potrà accrescersi indefinita1nente per lasoiti ed oblazioni.
Stazioni sanitarie e edifizi scolastici nell'Agro Romano. Una Commissione composta dei rettori degli Uffici dell Istruzione e dell'Agro R.o mano e dei fun2'ionari degli Uffici d'Igiene e Tecnico del Gover11atorato di Roma hia portato .a compimento lo studio relativo al ipiano regolatore delle stazioni anitarie e de1le sct1ole 11el1' ~.\gro Ron1ano. 1
•
Nuovo Ospedale. . A. Lugnana in Teverina si è i11augurato un nuo\"O Ospedale consorziale a cura della locale Congregazione di Ca.rità. A dirigere il nuovo Ospedale , fornito d'og11i pii1 Jnoderno impianto, è staro chiamato il chirurgo dott. Umberto Nobili di Bologna.
• •
1378
{.WNO XXXIII, FASC. 39J
II. POLICLINICO
Una maternità a Mogadiseio. Per iniz~ativa del Duca degli Abr umi, si è ietituita una Jn.aternità a Mogadiscio, ca.pitale delk. Se>maliia italiana.
Nuova Rivista di Biolegia. L'cc ArchiY fiir experimentelle Zellforschung b&-
t-ensive di rad.io; ma queste produs;ero lesioni tali da re».dere necessaria. la reeezione della mandibola. Il Tr ibuna.le ha a.s&olto il primo medico; h& condannato il secondo a ci1'Qa mezzo milione di lire di ammenda, anche perchè è risultato che egli affida.va. la cura. ad un infermiere .
* **
sonders Ge\ver~ziichtung (Expla.ntation) » è dirett-0 dal prof . Rhoda Erdmann di Berlino ed è edito dalJ.a casa di Gustav Fischer di J en·a ; vanta tra i condirettori i più bei nomi della biologia speri• mentale di tutti i paesi. Il pri1no fascicolo contiene p·r egevoli oo.utributi di Giuseppe Levi (Torino), oondirettore italiano, Kronto\vski (Kiew) Thielmann (Riga), iven Kiaer e Abert Fischer (Copenaghen) e rli Rlroda Erdmann (Berlino). Riporta la bibliografia dal 1920 al 1924 sui la veri concernenti la colti vazioo1e dei tessnti.
Or è q ualch~ tempo il Tribunale di Milano con<l an na va. a se i mt>si rli dt?tenzione, danni e çese, con n na provvisionale di ]ire diecimila., un medico imputato di omicidio colposo, per imperizia e nQg1igenza, in seguito all'avvenuto decesso di un ammalato che era stato da lui curato con iniezioni di novarsenobenzolo. Su questa conda.n na, che ci sembra. oltremodo in.git1sta, avremo occasione di ritornare.
Per due medici condotti ben emeriti.
Per la legalizzazione dell'abort9 provocato iB Germania.
Il 30 luglio nella sede delr Ordine dei medici di Torino convennero in numero gra.n't lissimo i lnodici condotti della J>rovincia, per festeggiare il dott. Felioe Oalissano, medico CC>ndotto di Poirino, e il dott. Adolfo Flthir:i, segretario. della Se~ione Medici condotti di Torino, ed esprimere loro sensi di gratitudine per l'opera p·r oficua svolta a vantaggio della categorja. Erano presenti il dott. Va.cino, per il Sindacato ~r edici oondotti, il prof. Perciva1, per la Corporazione Sa.n itaria, il dott. Amati, per il Sindacato :\fedici liberi professionisti, il dott. Garosci, rappresentante dell'01idine, il comm . Oittadini, podestà di Poirino, oondotta del dott. Calissano. Parecchi i discorsi . Ai due festeggiati furono offerte due medaglie d'oro, quale segno tan·g ibile della ricoooscen:ia, dei colleghi .
La città universitaria di Parigi. Riunirà gli studenti delle varie nazioni alla porta di l\1ont Souris. Scrive il « Matin » che è oua.si compiuta. Ora si sta ultimando la oasa. belga, che potrà alloggiare 250 studenti, e s1 sta rapidament~ lavorando al ·p'arli!!lione dell' Argentina, che alloggerà 170 allievi. Anche gli tati Uniti Ja p.agna, la Svizzera , l'Olanda e Cuba sara.n~o rappresentate nella città universitaria . La più prossima inaugurazione sarà quella della casa. canadense, che .avrà luogo il 30 ottobTe rp. v. in presenza del 1principe di Galles e del presid ente della. Repubblica. Questa casa è dovuta alla generosità del sen. Wilson di Quebec.
In seno ia.d una Comn1issio.ne del Reichsta.g che si occupa della riforma dei Codici, venuta in discussione la questione dell'aborto u:>·r ovocato, fu proposto ohe questo n1on s~a più considerato con1e reato, quante volte sia eseguito cc per opera di un medico riconosciuto dallo Stato ». La proposta è oadut.a con 12 ,~ oti favorevoli contro 14.
Storia della medicina. Il dott. D. J. D.avis ha tenuto al Collegio l\.Iedico dell'Università dell' I llinois, a Chicago, una serie di conferenze sulla storia della medicina, di cui l'ultima sul tema : « C-ontributi che i ciaJrlatani hanno reoato alla medicina».
Al momento di andare in macchina ci giunge i11aspettata la notizia della morte repentina del prof. LUIGI LUCATELLO, direttore d ella Clinica Medica. della R . U ni<versità d·i Padova. Dell'illustre estinto diremo in uno dei prossimi . numer1.
...
•
Condanne dl medici • Si è svolto .al TTibuna le di Zurigo un pr~sso intentato contro un medico generico e contro un 1·ndioloao da parte di un paziente, il quale era o > • • • tato co11sigliato dal primo di essi a fars1 visrtare da un radiolo~o per un'ulcera alla bocca. :ù> speciali ta prescelto giudicò trattarsi di un'affezione 111aligna, contro la qu.ale eseguì aipplic.azioni in-
I
Il 6 settembre in Firenze, mentre, nel proprio studiio, attende,ra alle consultazioni, moriva, per aneuris.ma ao11,ioo, in età di a. 53 il .prof. dott. ~lARIO NENCIONI. La11reatosi nel. 1899 fu accolto fino da allora nella Clinica dermosifilopatica u nE>l 1911 , -i consegni la libera docenza. L ascian'do ne]Jo stesso anno la Cli11ica f11 dal. prof. Celso PellizzaTi che lo ebbe in gi·ande stima, nominato ' aiuto onorario: durante la guerra tornò a prestarvi continuato servizio. Fu per concorso nominato direttore del Dispensario Celtico Oomunale, carica. che tuttora oopriva. Indefesso lavoratore, crupoloso nel disiml)egno della. sua professione, sia come medico della Clinica che come 9ri"Vato professilQnista, la c1a !argo rimpianto presso quanti egli assis~ e confortò e presso gli a.1nici che ne conobbero l'animo buono. L. }f.
[A.~NO
XXXIII, FASC. 39]
1!79
SEZION! PRATICA
B..lSSEQNA. D.ELl,1 STAMPA JIEDICA.. Presse Méd., 3 rn.a.r. - EM. SERGENT Q P. OuRY. Lobite medi.a (tbc. del lobo medio del pelm. àestf.ro). -=- E. BERTIN. Sifil. latente e gravid. A.rch. de Jl.eà ., Oir., e.cc., 21 feb. - G. MAr.ANOl'( a a.1. Glicemia e colesterinemia nella pella:gra. Rev. Méd . lAt.-Amer., gen. - G. FxcHElitA. Onc:ote1·àpia. - J . J. GAz:&OLo. As6i>si e· antisepsi in chirl:lrgia urinaria. - J . V. JIHÉNU. Schemi ter.aipau.tici. Re,v. lbero-Amtr. de Oienc. M éd., feb . - E. F. SA:NZ. Neuropatie vasomotorie, trofiche e secretive. Terapia Oontemp., gen. - J . ALONQv1s1. Trattamento coRtinuato deila sifilide. - H. KrilNSOHlfIDT. Meningite e puntura lombare. (1.iorn.. I tal. di Dermatol. e Sifil., feb. - L. Tou:M:As1~ Cute e oostilinzione. M. ARTOM. Sist. nerv. vegetat. in alcune dermatosi. Journ. cl Prat., 6 inar. - HuoELO e al. V.accin'oter.a.pir. je1l ' ul cc-~ra molle. La·n cet., 19 mar. - W . BLAIR BEI.i:•. Trattam. dei tumori maligni col piombo. Journ. NerrJ. a. ]l!len.t . Dis., mar. - E. KRAEPELIN. I \:.;> roblemi della paralisi gener ..
Deut. Al.ed. Vl1 och., 12 mar. - Kot.r-E. Prova dei p.rep.arati salvar&anici. - LBwIN. Chemoterapia dei tumori mal. 1'Vien. Klin . Woch., 11 mar. - LoWBNST.BIN. La vaccinaz. alla ( lalmette. - FrNslrERER. Le ul~ cere « chirurgicam. inguaribili » dello stom. Presse M éd . , (J ntar. - H. RoG11&. Prolusione _di fisiologia. .4.nn. d'lg., feb . - G. PBRQHBR. Azione dell'organismo sulla vitalità dei germi espulsi attrav. le vie djger . - E. R t r IlHHTI-FIERA. Peste a Mogadiscio nel 1924. - A. So.\L.\. Carica e 5earica anafilattica. Gazz. d. Osp., 7 inar. - G. CATTANI. Fremito arterioso e n~vrosi. Quaderni di P3icli. , gen .-feb. - Reazioni .alla - paraffina e bico1or.ate sul liquor. - G. PmJ.ACANI. La terapia degli chocs nell'epilessia. Amtr. J. Obst. a. Gyn., feb. - A. E. HBRTZLF..ft., R. T. J\1oRRIS. N atura delL'aippendicite cronica. M. P. RuoKER. Prolasso del1a placenta. - P. W . To~tns . L ,occipite posteriore. A·rch. di A·ntrop. crimin. . ecc. nov.-dic. - R. . ' GALANIE. Parlo p-recipitoso. - l\II . PRATI. Tumori e tr.au1ni.
Indice alfabetico per materie. . Pag. 1373 Acqua canforata. . • • • . )) 1367 Acromegalia: casisti.ca . Amebiasi cro111c.a, moso-si·g moidite, pe)) 1369 ritonite . . . . . . • • Ano: cur.a. diatermiea delle sfinter.algie )) 1371 )) Arteriti diBJbetiohe . 1361 )) Biblio1g Tafia . 1363 Blenorragia: casistica 1365 )) Carcinoma ~ast,r~co: forma esofage..a 1369 Chinina: nell'avvelenam. da- . . )) 1373 Colonna vertebrale: dismorfie in raip.porto a disturbi vescicali e sessuali . )) 1364 Oo·ncorso 'lllniversitario amimonitore . . )) 1375 Consigli comwnali: equipollenti di notificazio'l'ie di d f:lib e-ra~ior11i . . . . )) 1374 Oonsi glio comwnale: illegalità di ad'lt.)) 1374 na nza . . . . )) 1353 Ematuria nell'a;p\I)endicite . . Encefalitici parkinsoniani: risposta del 1368 faooiale . . . · · • )) 1366 Epiploon: torsione . . . . . Epitelioma pe1·].at-0 acl evoluzione spon)) 1366 tainea cicatrizirale . . . Ernie del Treitz . . . . . . . . )) 1365 )) Febbre maltese: focolaio epidemico 1345 Fenomeni delle dita a.naloghi a! segni )) 1368 di Babinski e R o.ssolino . . ))
Fisionomia: esiste una scienza della - ? Gastrite cronica . . Ipospadia « vulva.re>) : intervento Lambliasi intestinale e suo trattamento . Lupinosi letale nell'uomo . Mastite ipertrofica adenomatosa bilaterale . . . . . ìVfiçroscopio: obbiettivi ed oculari . Oscillometria in funzione di 'dinamometria card ia.ca . . Osteomalacia maschile • • • Pancreatiti croniche nel corso di litiasi biljru·e . Pai:ralisi p1·ogr. : cause P ericardio: obliterazione Pneumot. artif.: comnortan1ento del diaframma . • Posizione di Fo\vler . • l~icorso · gerarchico: 111,otivi aggiun ti Salasso: indicazioni e a.zione fisiolo•g ica Sifilide eredita.ria . , Sp1rocheti nella gangrena poln1onare . Stasi c-ecooolica e pericolite: intervento Tracheotomia e intubazione . Tubercolosi: susseguenze polimorfe . Drine: ricerca di morfina, eroina, veron al e sulfon.al .
Pag . 1357 » 1368 )) ))
))
)) ))
)) ))
)) ))
))
))
>>
» » »
1366 1370 1356 1365 1373 1361 1365 1367 '1367 1360
1366 1373 1374 1362
» » »
1365 1371 1364 1365 1365
»
1372
Diritti di proprlet• ris ervati. - É 'VUttita la riproàvrion~ di lavori pubblicati ml POLICLINICO e la pubblieaziofi# tùi su.ntf c:tt Nsi sen.a citarM la fonte.
Sta.b. Tipo-Litografico Arma.ni.
V. AsoOLI, Red. resp.
•
"fil" Ricordiamo l'interessante pubblicazione : Prof. dott. LEONARDO DOMINICI Libero docente di Pa.tologia. Chi'l"'llrgiea., di Clinica
~a.
e Medicine, Operatoria nella. R. Univel'Sità di Roma
Compendi.o di Semeiotica Chirurgical Riportiamo qui di seguito la lucida prefazione che Il prof. ROBERTO ALESS!NDRI si è compiaciute scrivere per questo volume: Non abbondano in Italia testi di Chirur~ia per «studenti e laureati, e sono invece molt:o diffusi fra «la scolaresca e i giovani chirurgi manuali per lo <i più francesi e tedeschi. «Abbiamo pochi buoni trattati di patologia chirur• gica e di medicina operatoria. quasi nessuno di dia• gnostica e di semeiotica. «Per la diagnostica il Taddei ha cercato colmare e la lacuna, ma la sua pubblicazione non è ancota e completa. « Di Semeiotica Chirurgica, che io sappia, non vi è e trattato italiano e per gli studenti ed anche per chi cx sa, ma desidera ricordare, la mancanza è sentitA. e La semeiotica è la ehiave della clinica. Senza che «venga sist.ematizzata la ricerca dei sintomi, non si cr impara ad orientarsi fra le difficoltà della diagno« f: i e vi P. oggi una tendenza che purtroppo va esten« dèndosi, a trascurare la precision~ dell'esame obc biettivo, che è tanta parte dell'indagine clinica. «I pro~ressl della Radiologia, l'ausilio spesso dee clsivo che si può trarre da ricerche di laboratorio, e fanno sl che l'esamEl clinico vero e proprio è messo a spesso in seconda linea. ed il giudizio viene dato «su reperti forniti da altri, dai cui responsi, oome su « fornn1le matemutichE'. il chirurgo giura e si. decide 1 all'intervento. c0ndotto cosi a dare alla t.ecn1ca ope' ra toria importanza pr~vAh~nt,o. a
Saggio
Il
« Ho
. percib viva mente incoraggiato il Dominièi a·1 -.__ ,
« l'in1proba fatica
di una esposizione sistematica, «completa se pur ~oùria, dell'esame obbiettlYo nellf «malattie chirurgiche, per rimetterlo al posto d'ono« re che gli è dovuto nelle nostre indagini, restituir(!. gli l'importanza precipua per la diagnosi. «Come egli abbia nssolto il grave compito, gludt« chera uno gli studiosi ; a me pare lodevolissimo l'ln· «tento di porre in prima linea l'esame diretto meto-«dico del malato, ~ pur tenendo il massimo conto «delle ricerche di laboratorio e delle altre sn~~iòiarte, «fissar saldo che esse debbono essere praticate per «completare i risultati dell'esame obiettivo, non po&· «sono sostituirlo. «Bene perciò ha provveduto l'editore a pubblicare a questo compendio che viene ~a a~giungersi agli altri «già usciti dell'ottima «Collana del Policlinico >) cui «hanno collaborato parecchi fra i più valorosi dei «nostri giovani colleghi. e · a cui auguro e spero chil «non maneherà ancora l'au~ilio di altre forze vivacl «e ben preparate, di cu i fortunatament.e abbondia« mo, e che attestano In serietà e la complet.ezza dells «cultura della scuola di Roma. R OBERTO A.LESSA N ORI >l
aetle illu str azioni :
-
..
•
I
t I
,
'
•
T umore n1isto della par otide si11i ~ tra.
\ ·ar ici con il ro~idetto u guzzo della sa r ·na a si n istr a
»
U n volume di pag. VIJI-125 sta.n1pato su carta di lusso, in nit idissimi tipi tipografici, con 73 figu re molte delle quali originali, intercalate nel testo e 4 ta,·ole colorate, in carta america na, fuori testo. In commer cio L . 4 2. P e r i nostri abbonati solo L . 3 6, 7 5 in porto fra nco. Per oflensre subi to l 'opera, invi are l/ag/i.J postale a/f edi tore LUIGI POZZI - Via Sistina, 14 - ROMfl.
'
ANNO XXXIII
Roma, 4 Ottob1·e 1926
.Fase. 4:0
fondato dai profess9ri:
GUIDO BACCELLI
FRANCESCO DURANTE
SEZIONE REDATTORE CAPO: PROF.
PRATICA
•
VITTORIO ASCOLI
SOMMARIO. Problemi dibattuti : S. Trentini : Oonsiiderazioni -0.ritiche eulla p atogen.esi 1dell'aioromega1ia. Osservazioni cliniche: G. Zanni: Decol'60 anomalo di un oaroinoma 1dellia. .regione mastoidea, seconda.rio a i·a;dioale per otite m edia purulenta c.ronica, dn donna oontagiatit di lue. - c. Oolucci: Un caso di ea.rcoma a .mielQJ>1a.sei dell.'omero silllistro a decorso ·r apidissimo. Sunti e rassegne : ORGANI DIGERENTI : L. Hess: Le m.aJattie nervoee dello s tomaioo. - H. Diggle: Sul iea.rdiospasmo, o a.oalasia dell'esofa,go. - Sou-pault : Le periduodeiniti e la loro cn·r a. - H . Fdneterer: La et ipei oroniica e .Lai sua cura, obiruTgd.ca. Cenni bibliografici. Accademie, Società mediche, Congressi : Società Medi~ Obi.rurgiiea rde lla Romagna.
Appunti per il medico pratico : CASI STI CA E TERAPIA: L a diagnosi di grav1idanza nella pil'ima metà con la. radiografia •fetaJe. - I disturbi a.i piedi nell'epoca. del climaterio. Il trattai.mento dell'amenorrea nelle ,raiga,zze e nelle ~iovaini <:i.onne. - Il trattamento della dism enorrea. - Nella vulvùte. - Il dolore nel carcinoma ma.mmario. - La preparazione dei eapezzoli nella. gravidanza. - POSTA DEGLI ABBONATI· - VARIA : 11 combustibile cc m eta». Nella vita professionale : Per la battaglia del f a.rma,co. - E. Oioffi : Pensioni dei sanita.ri. - Amministra~ione sanitaria. C'.onco1'6i. Nomine promozioni ed onorificenze. Notizie diverse. Rassegna della stampa medica. Indice alfabetico per materie.
PROBLEMI DIBATTUTI.
A ) Teorie che alla funzione tpofisaria non at-
1
l STIT. DI CLIN. MEDICA 1GENER. DELLA
R. UNIV. DI PISA
·diretto ·dal prof. sen. G. B. QuEIROLO.
Conside1·azioni c1·iti che sulla patogenesi dell'acro1negalia. l)ott.
SILVIO
TRENTT.NT .
Sebbene l'a-cromegalia, dopo i primi casi d escTitti rdal , rerga, dal Lombroso e, successivamente, dal Marie, 1al .quale spetta il merito di averne stabilita una entità morbosa a sè e di av.erle attribuito i·l nome, sia stata oggetto di -co11tinu o stu1dio attraverso a numerosissime os..;rrvazioni, si può dire che questa malattia, per qn~nto riflette la st1a patogenesi, costituisce sem· 11rc ltno degli osc11ri capitoli della patologia. Ritengo supenfluo illustr~e qui, sia pur succin· tamente, il quadro clinico dell'acromegalia, qua<lro 01·mai be.n noto e che per le sue caratteristi-che r ende, nella maggioranza dei casi, facile e 'ìic11ra la diagnosi, e pa5so senz'altro a ricol'dare lfl principali delle molteplici ieorie emesse per tent~re di cl1iarire il momento patogenetico di qur~ta malattia. P er sem1)licità classificheremo queste varie teorie in:
tribuiscono nessuna importanza diretta nel determinismo del quadro morboso. Il) T·eorie l e quali invece .consi1derano 1come primo momento, nella patogenesi dell'acromegalia , una disfun zione endocrina ipofisaria. Fra ie prime le più n ote son o: 1) IJa teoria di Klebs. Quest autore considera l'acromegalia come iUlla angiomatosi ·dovuta alla p.ersistenza del timo: si avrebbe cioè, nel r~ti colo vasale dei follicoli 1della ghiandola, la produ zione di endoteli va5ali -che, trasportati dalla corr ente sanguigna, agiscono come angioblasti e de te-rminano u11a n eoprodt1zione vascolare in corri &pondenza della quale, là •dove il corso del san gue è più lento, cioè nelle estremità, ne deriveTebbe un au.m ento di volume. A tale concetto è stato tolto qualsiasi valore sia perchè l'ipertrofia del timo nell'acromegalia non è costante, 5ia. come :fa osservar e · 1assalongo, perchè, nello stesso tempo che non è provato che il timo sia il centro della formazione dei germi vascolari, Yl sono altre manifestazioni morbose (giganti5mo gc n erale e parziale) nelle quali si nota l'ipertroti·1 di questa glanidola endocrina senza concomitante acromegalia. 1
1382
II. POLICLINICO
Q) Teoria di Freu11d. L ' ..\. d:a deriYare l'acro-
n1egalia da una alterazio11e funzionale delle glanclO]p g eni tali nel periodo ·della pubertà; una iperfunzione di queste glandole darebbe il quadro del giga11tis1no e dell'acromegalia, un loro difetto dl f1111zio:n e i11vece, ~arebbe causa dell'infa11tilismo. Il Freun.d poi, richiamandosi alle dottrin e evoluzio11isti che di Darwin, riguarda l'acromegalia come u:: ritorno ata,ico e cred e ;di troYarne la rip rova nel prognati&mo e n elle defor1nazion i delle estremità che egli parago,n a con quello che si riscontra nello scheletro delle scim1ni e antropon1orfe. Anche questa teoria però, per quanto sòstenuta da Camipbell .e Viertraeten, if,u contradetta dalla maggior parte 1degli autori ed i n modo particolare da :\1assalongo il quale affermò che tale teoria non ha ragione di sussistere m ancando essa ad, dirittura di base, essendo chie l 'acromegalia comincia ordinariamente ,dopo la pubertà ed in soggetti n ei quali, fino allora, le !fun zion i genitali non avevano presentato alcun disturbo. 3) Teoria n eurotrofi ca. Con QiU·esta t-€oria si am, metteva da vari 1.. \ ..\. (Brissaud , Meige, Reklinghausj)n, Dreschfeld, Panas, Lanceraux, Dalle Magne, Pan zini) che l'·o rigin e de·ll'acromegal~a risicd0sse in alterazioni ce.n trali n ervose le quali , p er tramite di n erYi vasomotori, 1determinerebbero le alterazioni d elle estremità. Le alterazioni diel1'ipofisi, che a compendio del qua·dro acromegalico siamo soliti rj scontrare, non sarebbero che secondarie. Osseryazioni critiche relativam·ente a questa teoria furono fatte da vari A.bi. fra i quali il Cantani e F e:deli il quale fa osservare che se è ' ero eh~ in varie malattie i possono avere, per infliu en za di alterazioni a carico ·del sistema nervoc;o, d elle m odificazioni riflettenti il trO!fi5mo delle ossa, della ipelle, ecc. (alterazioni che si possono verificar.e anche in :dipen·denza idi lesioni a carico d ell'appareechio r espiratorio e circolatorio, nonch1è del chimismo del fegato), è altrettanto erroneo voler risalire ·da qu este con stata, zion i alla patogenesi dell'acromegalia senza tenere nel debito conto la speciale evoluzione ·cii questa rnalattin , del suo complesso sintomatico, e delle particolari e caratteristiche deformazioni cheletri che. 4) Teoria dell'alterato ricambio. l\1olti ...\ ...\. (GauthiPr, . trumpell. .~rnold, Vassale, Carbone. C..a gnetto, ecc.) con questa teoria considerano come momento patogenetico dell'acromegalia un'alterazione rde1 ricambio in seguito alla quale si manif esterPbbero i fenomen i d'i1p ertrofia del tessuto osseo e ct ei tess11ti connettivi in gene1·ale, come anche dell'ipofi si; din1odochè l'ipertrofia di questa ~1 nn rloin non "arebbe la ran~a ;clell'ncromegalia. 111n cn1 plirement e una manife~tazione speci1ica e ortlinarta 01 que-ta n1alattin. An che que...,ta tec1ria 1
1
[ ..\:\~O
XXXIII, FASC. 40)
però, per qua11to abbia a,· uto d ei Yalidissi1ni sostenitori, pare non abbia, di fronte alla critica~ 1r1olti argo1nenti a suo faYore sia, perchè non si .. a dove riporre la causa dell'alterato ricambio. sia, per.chè .<Jifficile resta lo stabilire come l'alterazi one d ell'ipofisi possa essere soltanto secondari a quando inYece, come fa osservare il can. tani, abbiamo tutti gli argomenti p€r ammettere secondaria l'alterazi one del ricambio, in analogia a quanto siamo soli ti osservare nel turbato meccanismo funzionale di altre ghiandole, 8Jd esen1pio dell e surrenali per )1 morbo di Addison e • della tirotd e per qu ello di Flaiani-Basedo\v. Si oppone poi a questa teoria il fatto che, in alcuni casi di a cromegalia, ai sintomi acromiegalici precedono i segni di tumore ipofisario. Delle teorie dalle quali invece, per la ;patogen esi d ell'acromegalia, viene presa in considerazion e l':iip ofisi, le prinCi'.Paili wno quelle di Marie,. :vra-ssalongo e Tamb;urini. ::\!!arie rfu il primo che mise in rapporto l 'acrom egalia ad una lesione dell'ipo!fisi e ritiene questo qua:dro morboso la risultante di una distrofic. sistematica analoga al mixoedema, la quale avrebbe colla glan·dola pituitaria idei raippo1·ti analoghi a quelli che il mixoedema e la cachessia &trumipriva hanno con alcune lesioni o -0olla scampar.sa della tiroide. Secondo il Ma.rie, quindi, l'acrom.egalia sarebbe dovuta a lesioni idell'ipofi:;i in seguito alle quali la normale funzione di questa gland.ola verrebbe ad essere abolita o notevolmente limi tata. Contro questa teoria che ebbe· molti seguaci, specie in Francia , stanno i casi d1 gra,1 e alterazione o di struzion e dell'ipofisi senza acrom.egalia, la quale non si sarebbe manifestata n epp.u1·e qt1ando queste lesioni della glandola nl'ano dovute ad un processo molto lento. Infirrnf'nO poi questa teoria dell'iipofunzion e ipofisaria i risultati così brillanti ottenuti, comie è noto, m€diante l' estirpazione chirurgica di tumori d ell'ipofisi seguita da arresti, miglioramenti e regressioni dei sintomi obiettivi e subiettivi acromegalicL :\In,-ssalo.n go, fatto rilevarf> come n ell'acromegalia ia costante l' ipertrolfia de11'ipofi5i e frequente que}la del timo, ritiene che le alterazioni acro1negaliche prendano origin e dalla persisten7.a, nella ,.ita extrauterina. di queste due glandole fetali ctept1tate allo S\iluppo del nostro organismo; !1no a che il n ostro corpo è in via di sviluppo e di rre. scita, le deformazioni non si r endono manifeste. co5a, in,~ece. che accade, più tardi, verso i 20 an ni, quando cioè, a 11' epoca in cui qllesto sviluppo par l'evoluzione ordinaria del n ostro organismo si arresta, queste due glnndole non vanno incontro ~· l·ordinària involuzione regre~, iva . .~nche questa ipotesi 11 rò, regge poco alla criti~ perchè. con1<> fa os er\'are giu5tamente F jcl1era, non si può ri-
[:\ ..~!\'O
XXXI II , 1'"' ..\SC. !1-0]
SEZIONE PRATICA
tenere il timo co1ne una glandola fetale dato che la sua jnvolnzio11e incomincia abbastanza ta~·d 1 e c11e ln sua scomparsa aYYiene soltr.1.nto a s\·in1ppo nvanzato o completo; tanto rneno poi si p111 riten ere come glandola fetale l'ipofisi, gia~· c 1tè, con numerose ricerche, si 1è potuto 5tab ilLrl' che questa glan1dola conserva la sua norr 1n 1c funi:one fino ad 11n 'fltù anche m1olto a\'anzatn . Tan1burini. contrariamente alla t ( •ti ~t d r·ll'jpo · pi tu i tarisn10 del l\IJari e. riporta l' ai::.r1Hr.,=>ga lia ad una iperfunzi on e d ell'ipofisi: quest' A. · ., <·l>he poi del nnrere -Oi .Q.over distinguerP nell'.1 ·!urr1P:.,!a]in clue periodi: un primo periodo. caratterizznt:> dall e iperplasie ossee, 5i ctov1·ebbe m ettere in rap . porto con una rnaggior attività •Ja parte d ell'ipo · fisi ipertrofica. un ·secondo periodo. quando ~o pravYengono i fenomeni cachettici , dovrebL . ti o. vare il suo riscontro in una 'Per,rertita, min or:i ~ a o abolita funzion e dell'ipofisi per degen° "az! oni cistiche o neoplastiche di essa . Que&ta teoria 1dell 'i.p erpituitaris1no, accettata da molti per il gran num ero di casi in cui all' 1utopsia di acromegalici è stato riscontrato u n aum en to di ''olume 1d.ell'ipofisi, è sostenuta. a n cor oggi, dalla maggior p arte d egli .~ i.,i.\. P er quanto però, anche a prescin1dere da quello chB l:l fi~io· logia ha tentato di sperimentare : ulia fo11zio!1c· dell'ipofisi .e d attenen.doci al solo 0c.RJ11e dei fat1i clinici ed anatomo-patologici, la Yerosi rn i:;l ianza di questa teoria sia abbastanza pale3.?, n on p0clle n è semplici furono l e critiche e ~e · biezior.i al sn o rig.u ardo. Convinto io, per la pr esen za 1frequente ne11·acron1cg-alia, di un'alteraz1one anaton1i.c a e funzi on ale d el l'ipofis i e per le r ecenti a cquisizioni i ntorno al n or1nale con1pito f11nzionale di <Jliesta gl::indol \, ctrl reRle fon1dam ento della teoria dell 'iper11ituitaric.mo, 110 creduto di ritornare sull'argomento cercn n'flo di ,·eclere se. e <Jìlia.nto, possano infirmar~ 11nn $imile con cezi one patogen eti ca 1dell'a cr omegnlia quelle che fra le cri tich e e le obiezioni n1os~rle, ~ono ritenute per inconfutabili. Dirò subito cl1Cl oggi no11 si 1p uò pi"tì, a parer mio, nella patngenec;i dell'acromegali3 , con ~ict erar e isolatan1en1P l'i pofisi ponendo la nostra attenzion e escl\1 ~i ,.nmc11te 811 di essa: esiste, fra i sintom i acromegaliri. un 'alterazione che i J)U Ò <tire costante a CHl'i rn d egli organi sessl1ali e questo fatto. 5ul quale par0cchi ..\i..\. hanno già r ichiamata l'attenzione. e cl1e io ritengo l'iella ma ssima importanzn. non rlc,-fl e&Ser e assolutamente trasct1rato. perche lo i1npongon o quelle sicure e strette correlazioni orn1oniche che l egano l'ipofisi alle glanrlolfl se-s uali. Ncm solo. a parer mio. n on si deYe t1nscurnre q11esto fatto ma da,-anti arl esso arA da por~i il quesito se l'alterazione ldelle glanòol · c~sna li non possa. taYolta, e non sempr e come 1
1383
, ·crrf'l>be ~ tu1r1111 e, ai1zichè una n1anifestazione clinica secondaria, esser e il fattor e determinante e la causa prima d ell'ipertrofia ipofi saria e d el conSPguente 1nanifestar~ i del quadro morbo5o a cr omeg::l lico. Q11 esta evenienza cr edo che n on si pos&a est·lndere, perchè c'induce ad ammettPrla quello che di più sic uro è stato acquisito n el campo dell 'enclor rinologia e })iù precisamente n ei riguardi rle! capitol o, ancora co ì con)plesso, delle correlazic,ni ormcuicl1e interglandolari . . ono n ote ormai le correlazioni o rmoniche cl1e e"istono fra ipofi 5i e glandole se uali: all'abl a zjon e di quest'ult i me corrisponde cioè un'ipertrofia dell' ipofisi, e da qui , la co11 egu en.za trattane , cl1e gli ormoni sp-;sual i servano a moderare l'attività fun zionale <lel tl'ssuto ipofi sario. Se <lnn,q u.e, in base a queste acq uisizi oni, che '-ono ritenute fra le pi"ù sicure ch e r esperime11to abbia dato, dobbiamo ammettere che l a soppression e clegli ormoni delle glandole sessuali , già completamente viluppat e, è causa di una ipertrofia ipofisaria, perchè non dobbiam o amm ettere eh.e, talvolta, in seguito a questa i.p ertrofia e conc;egu c11te probabile ip-eratti",ità n on s i svilu'Ppi il quadro dell' acrom egalia da i m p.u tarsi , c osi, ad una primitiva alterazione delle gla.ndol e sessuali la quale in,·ece si ,·1101 costantemente ritener.e con1e una ma11ifestazione secondaria? Questa suJ)tp o,.izion e, a p arer mio logica, non solo d im ostrerebbe ancora una Yolta il r eale fonda m ento 'd ella dottrina d ell'i1p er pit11itari-smo ma tornereb be. n el contempo, a ssai utile })er la di samina e la discussione di quei pochi c asi d.i acromegalia descritti, dai q11ali la teoria dell 'iperpituitarismo si vor1 ebbe infir1n ata. ~ è qur t.a, com e Yedremo, è llna n1era supposizione. perchè esistono c<:i si di acromegalia o dl gigél111ismo acromegalico n ei quali trova con tutta probabilità la Slra conferma n Pllo stes o tem·po che Yiene a togli er e, com e \Yedremo, agli oppositori della teoria del1'iperpituitarisn10 uno d ei loro nri n cipali argom enti. Se nella mag-gioran za rl ei casi cli acromegalia. &t obietta. si noti che p er rnaggioranza dei casi s t <leYe ri tenere in base all e ulti1ne statistiche, il 90 °0 ) . reperto fonda1nenta le. perrhè a.ppnnto più degli altri frequc>nte. furono alt erazioni anato mopatologicl1e di yaria natura più o meno gra Yi che interessaYano t.,1tta o parte ctel1la glandola ipofl~arin. ec:.iston o tuttaYia dei ca i di acromegalia o di giganti ·mo acromegalico O\'e non fu ri co11tra.ta l'ipertrofia d escritta n è una con comitante alte· razio11e dell'ipofisi. Premetto che per quanto fra acromegri lia e gigantismo acromegalico po~sano e~i s t ere. o meglio. come 11a sostenuto ~Ia,salongo, e ~istano ttei rapporti rli $Omiglianza e di parentela patogenetica. è utile. in rapporto specialmente al1
138'i
Il
[ANNO XXXIII, FA~C. 40]
POLICL INI CO
l'epoca nella quale sogliono manifestarsi, tenerli d istir1ti perché l'acromegalia è una manifestazione morbosa dello scheletro già svilu11>pato, mentrCl per gigantismo acromegalico si dev.e, più che altro, intendere .u n'alterazione !dello &vilu.p po delle ossa. Esistono dunque dei casi di acromegalia e di gigantismo acromegalico senza lesione alcuna dell'ipofisi : sono queste le osservazioni che &i vogliono ritenere come i.rrefutabili :dagli oppositori della teoria dell'ipe!'pituitarismo. Non dico soltanto, col Fedeli, che esistono casi di morbo di Flaiani-Basedow senza gozzo e che non è &trettam ente necessaria l'ipertrofia. in ;primo tempo, a dimostrare l'aumento della secrezione interna di una glandola, ma faccio rilevare anche che questi <::asi possono, credo, trovare ugualmente la Joro gi11sta interpretazione senza .cosi infirmare menomam.e nte la teoria dell'i:perpituitari&mo. Prend endo a considerare, in primo luogo, i casi di gigantismo aicromegalico che sogliono manifestar5i prima ancora ·dell'epoca della pubertà, ritengo, come clPl resto è dimostrato dai casi 1descritti che ho potuti con sultare, .che hen .ctilfficilmente si sia potuto rl&contrare organi sessll ali normalmente funzionanti ma sempre invece colla caratteristica delle note dell'infantilismo. Se noi ora pensiamo cne questi fenomeni dell'alta statura si possono ottenere anche artificialmente in seguito all'ablazione delle glandole sessuali, quando non per.dia mo di vi&ta i rapporti ormonici ,. ipofisi-glandole sessuali, e quello che è precipua funzione d el1 a ipofisi stessa sullo svilu1ppo 1dello .scheletro, possiamq logicamente ammettere che il fenomeno cc macrosomia n &ia venuto ad istituirsi o per una disfunzione ipofisaria vera e 'PrOipTia che ha impedito per stimolo magari 1quantitativamente ab· norme il normale differenziamento degli organi sessuali, o perchè in seguito aid una man.cata <iifferenzazione delle glandole sessuali, già prestabilita nell'embrione. è venuto a mancare il freno alla normale attività dell'ipofi5i la quale, in queste condizioni, ha 1POtuto provocare un più attivo ricambio, migliorando ed esagerando le condizioni di nutrizio,n e, •di sviluppo e idi aiccresciroento dei vari organi e tessuti. Nel primo caso quindi è ·da aspettarsi. con tutta probabilità, un'ipofisi ilpertrofi.ca o comunq.ue alterata nel &uo complesso architettonico con modificazioni magari nella struttura e nei rapporti dei singoli elementi in base alle quali, fin dalla nascita, si è stabilita una iperfunzione ed un eccesso di s timoli che portarono ad una inibizione trofica e funzionale delle glanrtole sessuali, mentre nel secondo, quando cioè le ~landole &essuali sono rimaste congenitamente inct i ffcrenziate, non ritengo che fosse stato ne. <'e!'c;nrio il reperto di una ipertrofia o di una alte1·11ione qualc;ia~i dell'ipofisi per sostenere la teo-
ria dell'ipPrpituitar1s1no: forbe, invece. non ci dovrebbe meraYigliare il fatto idi t.r oYare la glandola completamente integra; mancando, con l'al terazione congenita delle glandole se&suali, un freno • forse i·l maggiore, all'attività funzionale dell'i·pofisi, non occorreva più una sua ipertrofia perchè si determinasse una sua iperfunzione: quest'ult ima si era ''enuta, diremo così, fisiologicamente stabilendo e a que&ta maggior quantità di stimolo che ·doveva essere devol uta allo svilu.ppo delle gla.n1dole sessuali, ha corrisp 01sto ugualmente uno sviluppo scheletrico e somatico esagerato &enza chP si fosse resa necessaria o un'alterazione od anche una semplice iperplasia della glandola ipo~ fisaria, alla &tessa guisa che, questa ipertrofia dell'ipofisi non si stabilisce nepipure nell'animale castrato, quando l'ablazione ·delle .g landole ses. suali .sia stata ;praticata in assai tenera età. Ecco dunque che nei ca&i di gigantismo acromegalico sia che si rinvenga come no, un'ipertrofia o alterazione dell'ipofisi, la teoria òell'iperpituitarismo potrebbe trovare ugualmente la sua ragion d'essere .q;uan-Oo si voglia ammetter e l'importanza di una primiti\'a alterazione delle glandole sessuali nel >determinismo di questo quaidro morbo&o. E a questo proposito prendiamo a consi derare un caso illustrato da Sotti e Sarteschi: si tratta di un gigante acromegalico ·di 76 anni con iillfantilismo sessuale, 1senza n ote di evidente senilità psichica, nel quale l'abnorme sviluppo -somatico sarebbe incominciato in un'epoca anteriore al periodo della pubertà , venuto a morte, improvvisamente. senza cause apprezzabili. Nessuna alterazione macroscopica nè microscopica si è 1potuta rilevare a carico dell' ipo fi&i se si eccettui un'agenesia invece, del sistema ipofisario-accessorio. L'illustrazione di questo caso 5P in un primo tem·pO .sembra infirmare assai la dottrina dell'iperpituitarismo, mi pare torni utile invece per ammettere che simili quadri morbosi possono es&ere •determinati da una primitiva alterazione delle glandole ses&uali. Dovrebbe essere appunto uno ·di quei casi dove l'indifferenziamento congenito dell'ap·p arato sessuale avrebbe causato il quadro morboso illustrato dagli .1\./\. i quali invece, per spiegarne la patogenesi, tendono ad a\•vi.cin ar5i alla concezione del creator e del quadro morboso, il :Marie, che mette in rapporto l'acromegalia con 11na ·deficien~e fun· zione dell'i:pofisi. !\on so 1p erò con questa concezione, come si possano interpretare i casi di nanismo che si possono ottenere &perimentalmente. casi imputabili ad una defi~iente funzione ipofi· sa1•ia, nè mi so capacitare come si rpossano trarre le conclusioni alle quali sono gil1nti questi AA., quando 5i pensi che l'ipofisi presiede allo svil11ppo dello scheletro, sviluppo che quando è esagerate. co1ne nel caso che stiamo ora trattanrlo. tlovrehhe 0
1
0
1
[ANNO XXXlll, FASC. 40]
SEZIONE PRATICA
implicare, logicamente, non una ipolfunzione ma bensì una iperattività funzionale della glandola pituitaria. Ma, mi si potrebbe obiettare, se il giganti : n10 o l'acron1egalia sono dovuti ad una iperattività funzionale dell'ipofisi 1Perchè questi ·quadri 111orbost non si manifestano in seguito alla castrazione sia prepubere che nell'età adulta, castrazione alla quale si iammette consegua un 'l'pertrofia d ell' ipofisi? L'esperimento e le osservazioni a questo riguardo hanno sempre dato esito negativo: conseguenza della castrazione è, si potrebbe aggiungere, uno sviluppo esager ato in l1u nghezza dello scheletro, ma questa crescita non è mai gigantesca, senza. contare che molti giganti hanno il tronco e il CéllPO relativamente abbastanza sYiluppati rispetto agli arti, mentre la caratteristica dello &eheletro ·dei castrati è la grande prevalenza dello svilu:ppo degli arti su quello del tronco e del ·Ca'PO : per quanto poi riguarda l'acromegalia mi si potrebbe obiettare ancora, che le alterazioni sch eletriche che si riscontrano in questo stato rnorboso sono del tutto diverse ed anche in senso optposto rispetto a quelle 1del castrato. Sono obiezioni queste che .s e a tutta 1 prima sembrano togliere ogni probabilità alla ·dottrina dell'iperpituitar.ismo, a mio modo di vedere non hanno tutta l'importanza che sembrerebbe in quantochè è erroneo voler confrontare sia gli effetti che conseguono alla castrazione praticata 1prima 1della pubertà con quelli che conseguono alla castrazione praticata nell'età adulta (due ep oche dello svilu:ppo ~ell'organismo assolutamente diverse nelle quali rispettivamente ben 1diverso è e deve essere lo stato id i altre gl·andole a secrezione inter. na, come a,d esempio il timo, sia gli effetti della completa soppressione delle glandole genitali rprovocata artifi cialmen te, con quelli di una delficiente funzione idi queste glandole prodotta da rprocessi morbosi spontanei: in runa parola non si può n è si deve, credo, come fa osservare Pende, considerare unitamente la sindrome da castrazion~ completa e quella che può seguire ad una ipofunz1one del testicolo e 1dell'ovaio. Il dire poi che le alterazioni scheletriche dell'acromegalia sono del tutto diverse ed anche sviluppate in senso opposto rispetto a quelle del castrato non costitutsre di per sè un'obiezione: si tratta di due fenomeni completamente diversi dei quali il primo, l'acromegalia vera, sta a rappresentare un'alterazione dello scheletr o già svilupp-ato, mentre nel seronòo caso si tratta di un 'alterazione di. sYiluppo ·dello scheletro stesso. :e evidente che in un organismo .che ha raggiillnto il suo completo S''iluppo nel quale quelle modtlicazioni per&istenti ereditarie hanno raggiunto il loro carattere di fissi1à. il c;aldamento dell'epifisi inferiore del corpo
debba esser:e già avvenuto, quindi lo scheletro Il On è più suscettibile ,di aumento in 1unghezza : non altrettanto si può dire invece di alcun e ossa dei cranio nelle quali , esistendo sempre fino ad una certa età uno stato fibroso che funziona come la cartilagine ep1fisaria in un osso lungo, saranno suscettibili ancora di un'ulteriore ossificazione come del resto tutti quei punti delle ossa ove l'ossificazione è prevalentemente periostale. E veniamo ora a trattare .dell'acromegalia vera che si manifesta solo nell'età adulta, quando l'or. ganismo ha raggiunto il suo completo svjluppo : anche in questa, corr1e nel gigantismo acromegalico, gli Ojppositori della teoria dell'tperpituitarlsmo si richiamano ai casi di acromegalia nei q11ali non solo l'ipofisi può essere jntegra ma anche int~ressata da processi di sclerosi e di metamorfosi cistica che certamente, .dicono, non possono anatomicamente considerarsi come l'esponente di uno stato di iperft1nzione. Non intendo ri. dire qui, esclusivamente, come fa rilevare il Ca11tani, che i casi di acromegalia senza lesione del l'ipofisi siano molto dubbi per il fatto che d1 rnolti manca l'esame istologi.co dell'i.p ofisi e perchè alcuni casi di acromegalia sono stati confusi ron osteoartrotPatie di altra natura, o con sirin~ gomielie, o per l'altro fatto ancora che non fU tenuto conto alcuno dello stato del tessuto ipofisario ·acressorio col quale 'ra devoluta una fun· zione vicariante ed eventualmente compensatrice dell'ipofisi ceTebrale lesa: io ammetto anzi che qt1esta evenienza di acromegalia senza lesioni ipof1sarie sia possibile. Di questi casi ne sono stati illiustrati anche recentemente. casi i quali richiedono la loro giusta interprPtazione che credo possano trovare, avvalorando n ellp stesso tempo la teoria dell'irperipituitarismo , quando si voglia ammettere come causa determinante dell'acromegalia anche ·una printiti"va alterazione (\elle glandole 5essuali. Quando in un individuo adulto venga ad essere alterato o soppresso il normale funzionamento delle glan. dole essuali, a})biamo visto conseguire un'ipertrofia f11nzional e dell'ipofisi: a questa iperattività dPlla glandola. sempre in riferimento all'influenza dell'ipofi&i sull'oss:i!icazione, ipotrà, almeno in qualche caso. tener dietro il manifestarsi dell'acromegalia: ora, quando in ca~i come questi aneliamo a con statare, magari alla dic;tanza di pareccl1i anni -dalla comparsa della malattia . l o stato dell'ipofisi, non mi sembra c11e ci dovesse meravigliare il fatto di trovarla integra e magari atrofica o interessata da processi di metamorfosi cistica. L'ipertrofia e l'iperatti\'if à funzionale della glandola che in un primo tempo si è stabilita col cessare della normale funzione sessuale, può. in un periodo più tardivo. non solo pre~entare i
•
. 1386
r-al'atteri tn.acroscopici ed istologici di una glandola normale, ma anche fatti involutivi e di re~ g r e"sione. Supponiamo, mi si potrebbe obiettare « (111esto punt~, che questa ipotesi sia la ' rera, n1a allol'a ben raramente un'.a lterazione delle glar1dole sessuali potrebbe intervenire, in un primo tempo, a deterrnlnare il quadro acromegallco, percl1è questi casi ·di acron1egalia con ~pofisi norr11ale sor10 l'eccezione di fronte a quelli nei quali s] è riscontrato un tumore dell'ipofisi, la compar sa del quale non può essere messa certamente 111 rapporto aù una primitivu alterazione delle gland ole sessuali. Cl1e ad una primitjya cli funzione ipofi aria spetti u11a 111aggiore in1portanza .1i fro11te a quella delle glandole · sessuali nel determini smo dell'acromegalia è fuori ·d·ubbio, ma non si fPUÒ, credo, d'altra parte negare recis amente cl1e pos ano darsi 'dei casi in cui anche in seguito ad una 'Primitiva alte1~azione delle glandole ses. sualj, possa, l'ipofisi, dopo la fase ipertrofica ed iperplastca, subire, eventualmente, u11a trasform azione neoplastica dei suoi eleme11ti; questo t vcrosi1nile avvenga quando noj pensiamo che, ·data la frequ enza colla quale in individui oltre j 40 a.n11i siamo soliti ri.scontrare dei piccoli n?di adenomatosi n ella ghian,dola normale, sembra esistere, direi ·quasi, una p1~edisposizione dell'ipofisi , alle neoformazioni. ~on m.ancano casi del resto· molto suggesti\'i i quali oltre ·d.imostrare che con tutta probapilità l'acromegalia è talvolta in rapporto ad una prjm i ti ,-a alterazione delle glandole sess·uali, lasciano intrayedere che la possibilità ·della trasformazione neoplastica ciegli elementj ipofisari doip o un primo periodo ·di i·pertrofia ed iperplasia, susseguito al~ l'alterazion e delle ste se glandole sessuali , non è sempre da escludersi. Consideriamo ad esempio uno dei ca:si illustrati ·da Cagnetto, il caso Ponchia: si tratta di llna donna dell'età di 57 anni nella quale erano scOillfParse le mestruazioni all'età di 27 anni. Da quell'~oca, senza altri dist11rbi concomitanti, la faccia aveva cominciato a.a. alterarsi e soltanto 7 anni .dopo cominciò ad acc11sare cefalea la quale si fece sempre più i11tensa. Voler pens.àre che in ·questo caso si sia istituito primitivamente un processo neoplastico dell'ipofisi al qi1ale, per stimolo ormonico qualitativamente o quantitativ·amente abnorme, abbia tenuto dietro una distrofia funzionale degli organi sessuali, mi sembra ,p oco ·verosimile, in quanto che, se prima e assai precoce manifestazione· cli nica di un ingros~amento ipofisario è la cefalea, qi.1esta. molto verosimilmente, avrebbe doViUto pre cNJere la comparsa ·delle manifestazioni acrome~altcl1e e non comparire alla òistanza di 7 anni, tanto 'Più eh.e il manifestarsi i multan eo delle altera1ioni df)11o scheletro e la mAncata f11nzione 1
•
[ANNO X.~Xlll, FASC.
TL POLICLINICO
1
::;es~uale,
40J
do,-e ,·ano in1plicare, fin dall'i11izio, se a.d t1na primitiva alterazione neQplastica dell'ipofisi ci ' rogliamo riferire, un volume della glandola di t1na certa entità. Esistono in questo ca~o altri dati assai interessanti l)er farci ritenere, co11 Uì.1a certa attendiblità, che il quadro morbo-. 1 si deve riferire a.q una primitiva alterazione delle g·landole sess11ali: in questa donna all'età di .t6 anni ricow.parvero le mestruazioni cl1e duraro110 p er circa due anni con intercorre11ze regolal'i e n el co11tempo, con questo risveglio dell'attiviln sessnale, scon1par,·e con1pletamente ancl1e la cefalea. Et;identerne11te bisogna ammettere cl1e una relazione fra · la manifestazione clinica, lo stato de1 l'ipofisi ·e q.u ello delle glandole sessuali, doYeva esistere in questa donna. Do,re. e quale il primo movente del q11adro morboso? Supponiamo. i)er quanto le considerazion-i fatte antecedentemente nei rig·uar.di della cefalea ce l'abbiano fatto escludere, ch·e una 'J)rimiti,ra alterazione abbia interessata l'ipofi si, alterazione alla quale, per stimolo ormo11iro sia qualitatiYamentc o, più facile, quan· tit.n.ti,ramente abnorme. abbia tenuto dietro in un Sf\con do tem·p o. l'alterazione delle glandole ses. s1~ali: con questa sup,posizlon·3 i>erò noi veniamo, molto. p!'obabilmente, a sostenere un a surdo, per. cl1è se una maggiore quantità di stin101o ipofisario sj è stabilita fin dall 'inizio, quando inancaYa 0gni sintoma di aumentato· volume dell'ipofisi, a Jnagg·jor .ragione questo clO\'eva aYYenire jn uno. epoc a più avanzata qu~ndo, ai sinto1ni dell'i 11 gra11djn1ento ipofisario, dove,ra corrispon.dere t1no stjmolo ormonico di questa glandola di gran lunga maggiore e qui11di sem1pre meno adatto alla ft1nzione sessuale la q1uale i11 vece si è, in questo periodo, ristabilita. i sarebbe potuto pensare a.d • una regressione delle alterazioni ipofisarie con sensibile riduzione del suo stimolo ormonico e con seguente ripresa della funzione sessuale, ma Q1Uesto ce Io fa, co11 una certa attendibilità. escludere il progredire ·dei sintomi acromegalici e forse anche la ricomparsa della cefal ea dopo che erano cessate le mestruazioni, il che ci dimostra, per •quanto •a,11'.autopsia il ttrmore dell'ipofisi presen tasse assai SJcarsi elementi funzionanti, che non 11er modificazioni intrinsecl1e dell'ipofisi la funzio11P sessuale si er a ristabilita, ma cl1e e&sa, direttan1ente. col suo ricom'J)arire spontaneo, a,~e ''a ' es ere i tata Sllllo stato dell 'i1pofisi la . ua influenza. !\fa mi si dirà, se la funzione sessuale cl1e sl ' vuole abl)ia in secondo tempo determinate le altP.razioni fltnzionali e strutturali de11'ipofi i era ce 5ata fin dall'età di 27 anni, come e per quali ragioni ha potuto riprendere in un peri oli O CO!>I ta-rdivo quQndo l'an1malata a\~cy·a giù 46 anni? 1
1
•
'{ANNO XXXIII, F ASC. 40]
1387
SEZIONE PRATICA
0uesto si spiega facilmente quando si pensi che la funzione sessuale si venne a ristabilire all'età che, 11ella donna, corrisponde all'epoca del climat erio quando cioè l'ovaio presenta un'ultima ea ir~tensa poussée funzionale. \' erosimilmente quindi l'ovaio in questa ·donna avrà ritrovata la sua normale funzione in quest' ultimo eocitamento d ella sua attività funzionale, eccitamento che talora può essere così accentuato ·da 1portare, co me iè n oto, ad ·U na ipersensibilità dei genitali esterni, ad ·una tun1efazione ed ipersensibilità delle mammelle e acJ un aumento esagerato .del senso genitale (P en·dP). E stata dunque quest'ultima, intensa poussée f·u nzionale dell'ovaio che ha potuto esercitare la sua influenz.a sullo s.tato dell'ipofisi, alla stessa guisa ohe una sua primitiva disfunzione, o ipofunzione, ha caiUsato l'alterazione stessa dell'ipofi~i e la .consegiuente ·comparsa dell'acromegalia. Intel)pretati così i casi ·di acromegalia con ipofisi inalterata o interessata da processi che anatomicamente non possono essere considerati come l'esponente di uno stato tdi iperfunzione della ·g landola, rimangono .sempre 1da spiegarsi, direbbero gli oppositori ·della teoria dell'ipenpituitarìsn10, non solo quei ca &i di a cromegalia n ei 1qual1 il tumore dell'ipofisi non rivela, microscopicamente, a cari.co delle sue cellule, quei caratteri chimici e morfologici che sono propri delle cel1ule ipofisarie funzionanti , ma anche quei tumori ipofisari a tipo strumoso i quali, 1p er quanto ben. provvisti ·di cellule funzionanti crorr1ofile, non sono a ocomrpagnati dai sintomi classici dell'acromegalia. Ri~uardo all'esistenza .dell'a cromegalia con tu. more ·d ell'ipofisi privo di elementi che ricordino le cellule cromofile funzionanti è oltremodo diffi cile, credo, e questa ·difficoltà è prospettata anrl1e ·da Cagnetto, lo stabilire senz'altro cl1e gli el en1en ti che compongono il tumore son o da consiclcrnrsi come inattivi, giacchè il semplice fatto che a loro carico non si possano mettere in e\ri<lPnza quei caratteri che contraddistinguon o g i elen1E1nti funzionanti, non può senz'altro esclu de-re chr ad essi spetti ancora qualche compito funzio nale. Si aggiunga poi che, in questi casi, di altre rircostanze an·cora si ldO,'Tebbe ten er conto come quella importantissima dell'epoca n ella quale il qua.idro morboso si è determinato; in quantochè non possiamo noi escludere cl1e il tumore possa, in nn primo tempo, essere stato costituito da elementi ' 'eramente tipici i quali, in un 1p eriodo più inoltrato, sono andati perden.do quei caratteri sia chimici che morfologici che di solito presentano le cellule in piena attività funzionale. Che, infine, la teoria dell'iperpituitarismo possa ec:.sere infirmata da quei casi in cui l'esistenza <li una neo;plasia ipofisaria a tipo strt1moso. ben 0
1
1
provvista di cellule funzi onanti, non è accompa· gnata dalle cla ssiche manifestazioni a cromegaliche, non lo credo: in .quanto cl1e 1p uò essere benissimo che non in tutti gli organismi una esagerata funzione ·dell'ipofisi possa bastare ed essere s ufficiente a determinare l'acromegalia; e questo in virtù di quelle peculiarità individuali caratte"!'istich€ di ogn i organismo. ~ O''vio pot cl1e si debba tener conto, anche in questi ca5i, dell'eJ)OCa in cui v·enne a morte il paziente, morte cihe tante volte può essere dovuta a malattie intercorrenti o, come qualche volta è accaduto, a suicidio, eventualità queste ch e IPOSsono adombrare non poco la interpretazione di eventuali alterazioni ipofisarie senza acromegalia, altera, zioni che, in t1n periodo 1più tandivo , ·avrebbero potuto dar lu ogo al .m anifestarsi d el quadro morboso. Sono que5te circostanze ·di tempo che dovrebbero e~se re tenute in gran conto anche quando si \roglia asserire che esiston o casi di acromegalia con funzione sessuale integra mentre una sua ctistrofi a « ne è la regola ,, : ohe tale evenienza po&sa essere possibile per diStp osizione naturale organica è logico ammetterlo, ma non si .deve escludere, ch e, tante volte, se fatti intercorrenti non avessero causato il decesso, la funzione sessuale sarebbe venuta a man care in un periodo più taT·divo della malattia giacchè sono de&critti casi in c1li la funzione sessuale è venuta a mancare dopo n ove o dieci anni, ed anche più, dacchè era comparsa la cefalea e la sindrome acromegalica. Da quanto sono Yenuto dicendo mi pare si possano trarre le seguenti con clusioni: 1) ~el determini5mo ·del quadro sintomatico dell'acro.m egalia emerge in modo assai manifesto l'im 1portanza di una iperfunzione ipofisaria; 2) L'iperfunzione dell'ipofisi n ell'acromegalia SP, il più delle volte, ' 'iene ad istituirsi in seguito ad una intrinseca alterazione anatomica e ft1nzionale della glandola, può essere ancl1e la manifestazione di una primitiva alterazione della funzione sessuale, la quale, in q uesti casi, va consid erata com e causa prima della malatti a e n on come manifestazione clinica secondaria di essa. 1
BIBLTOGR.~FI..c\.
Della vasta letterat11ra dell'argomento cito, per brevità. solt:.lnto i la,·ori c11e n1i furono magErtorm e11te lltili per la redazione della presente noia. De11tsc11e l\:lediz. ' '"och.. 1901, e Deut~he Klin1k .. 1903. C.\G:\ETTO. ,-irc ho\\"~ ..\ rch. f. patolog. ..\natomie.
BL'\ll \ .
B d. 1i6-1Si. 190-*.
Io...\rch. per le Scienze )!e-0 .. 190ì.
1388
IL
POLICLINICO
CA~TA..~I.
La Cli11ica ~l edica Italiana, 1911. FEDELI. I l ·r on1masi, 1912. FICHERA. Il Policlinico, vol. XII-C., 1905. FRANCHLNI. Riv. perim. di Freniatria, 1907. MARIE P. Revue de Médecine, 1886. Io. Progrès Médical, 1889. MASSALONGO. Riforma ~I edica, 1891. MESSEDAGLTA. Studi sull'acromegalia. Padova , Pro5perini , 1908. PEPERE. Anatomia patologica delle ghiandole a se.. erezione interna. Un. Tip.-Editr. Torinese, 1922. QUEIROLO. L ezioni di Clinica Medica e Lavori Sperimentali. Pisa, 1901-1904. "'Anr&<::cHr. Riv. It. di Neuro1pat. , P sich. ed Elettroterapia, 1911. ' OTTI e SARTESCHI. Ar c11. per Je Scienze Med., 1911. STUMtvtE. Langenbeck's Arch., 1908. · ·r A:\rBURTNI. Rivista . perhn. di Freniatria, XX , 1894. In. La R1forma Medica, 1894. VASSALE. L'ipo{'isi n.el mixoedema e nell'acromegalia. Ti·P . Calderini , 1902, Reggio Emilia.
.
OSSERVAZIONI
~CLINICHE.
CLINICA OTO-RI.NO LARfNGOIATRICA IJELLA R. UNT\'ERSITÀ DJ PISA dtiretta d a l prof. GUGLIELMO BILANCIONJ
Decorso anomalo di un ca1~cinom a della 1~ egione mastoidea, secondario a radicale per otite media pm·ulenta c1·onica, in donna cont agiata di lue. Dott. GIUSEPPE ZANNI, assistente. • •
Ernma C. in B. , di Attilio, di a. 40. Genitori vi'~enti ~ sani: la madre è af.f etta da mal di cuore; il padre ha 72 anni e gode bu ona salute. Di sette fratelli della paziente, cinque stann o bene : u na .sor ella è morta di tubercolosi p olmo. nar·e ·e. pleurite essudativa a 24 anni; un .fratello è m orto a 36 anni per sarcoma (così riferiscono i parenti dtell'ammalata) della regione scapolare destra. L'inferma ha sempre goduto buona salute :fino a 16 anni, epoca n ella quale ammalò di otite media purulenta sinistra. La suppurazione auricolare, a intervalli cessava e ri compariva. Nel 1909 venne contagiata · di Jue, dal marito: si è curata a lungo e con in sistenza fino dai primi giorni d ell 'inf czion e, ma in modo irregolare. Ha avuto due gravid•an ze normali: le due figlie godono buona salute : ad esse n on vennero mai pr aticate cure antiluetiche, a ven do presentato la \Vassermann sempre negativa. Non ha avuto aborti. Nel 1918, durante l'epidemia influenzale, ammalò di polm onit e: le r esiduò tUn rvizio cardiaco. Abbiamo accennato alla suppurazione dell'orecchio sinisLro ed• ai s uoi caratteri, comuni del resto a gra11 parte delle otiti medie che per un vario periodo d1 t eu1po possono, pure mantenendosi attive. non dare disturbi gravi: infatti in quPsto caso la su ppurazione era scarsa e manca''a di soli to il dolore: non esistevano perciò i due ~i11tomJ, che d 'ordinario richiamano l'attenzior1e 1
1
[ AN~O
XXXIII, FASC. 40}
di coloro C·h e ne s ono affetti e che solo ner e~1 si preocoupano del 101·0 disturbo. ~el n ovembre 1924, d01po un acuto raffreddore. i di5turbi dell'or ecchio sin . con1Jnoeiarono a manifestarsi i11ter1~i. Lo scolo purnlento si acieentuò; esso era crernu so, ,d enso, fetid o, mi $1.o a squame colesteatomatose. La p a r et e poste1·0-superiore del condotto era abbassata. La m embrana timpanic a n ella parte tesa era distrutta e lasciava scorgere delle granu· lazioni che provenivano 1dal tegmen timpani e dalle pareLi della cassa. Non traccia di martello. La lìazie11tp era depressa nelle for ze. aveva ce!alèa a tipo emicr an ico sinistro, d olenzia. vivace ~ulla regione 1nastoidea, senso di confusio11e, rumori enrtotic i, sovente vertig ini. Fu deciso l 'interve11to dii Stacke, che venne eseguito nella Clinica ot0ia1.rica di Rorna (prof. Bilar1cioni). r\ll'operazione, e.seguita in n1assim a parte sottoanestesia l ocale e cornpieta.ta sotto anestesia generale m or fi-eterea, si constatarono com e ,fatti interessanti un colesteatoma d·ell 'attico con interessamento d elle pareti ossee·, dell'aditus ad antrum del muro della loggetta,' d ella parete labirintica . Fu praticata una radicale ampia, ch e mise allo scoperto tutti i tessuti malati e la cavi tà v enne regolarizzata in ogni suo rn eand-ro. Raggiunta la dura, essa apparve coperta da abbondan ti granulazioni e si vide c h e il sen o laterale aveva perse> la sua lucentezza normale. P er quanto il seno sia s tato l a rgamente messo allo scoperto, non si Yi·de pulsa.Te. Alle p r im e m edic azioni notammo il r egolare procedimento della ferita operatoria che presenta va buone gr a nulazioni. Come m ateriale di m edicazione non ad1operammo, com e d i solito, g·arza jodorrormica, alla quale la pazi·entè aveva r eagito con un forte eritema attorno alla ferita, ma si usò sem·p lice garza sterile. Dopo il secondo mese dall '1nterv.ento, la ferìta l'etro-au·r icolare t endeva a ·chiudersi rapidamente: per questo abbiamo zaffato con garza più serrata, ma poi·c hè n ean che in questo modo si riuscirono a fren are alcun e granulazioni esuberanti, le causticammo con n itrato d•'a rgento. In seguito l e medi1cazior1i fur on o . praticate giornalmente e spessosi ripeterono due volte nella stessa giornata, perchè la secr ezion e er~. abbonidante e piuttosto fetida. Esse riuscivan o assai fastidi ose per l'acuto ò olore c.he procuravano all'inferma; si notava saltuariamente d el sangue che usciva da un vasellino 1l ella cut e, i n corrispondenza d el1a par ete po. ~tero-superiore della ferita retro-auri colo.re. La fonte dell'emorragia er a cosi b en e individualizzabile. che un coll ega tentò p er s ino di chiudere il vaso mediante un :1 pinza a pressione. Intani<> comparve •re dolore, a tipo irregolare,. eh e si irradiava a tutta la metà s inistra del capo e che i)rocurava torti soffei'enze alla paziente. >iel m aggio (d opo 6 m esi dall 1 operazione 1 si presentò improv visamente la paralisi del facciale dello c;tnsso lato. La temperatura spesso era sui 37,5. Questo procedere assai poco r egolare della fe· rita operatoria, dato <.:he non poteva esser e attriibuito a in edicature mal fatte, pofchè erano amd:ite a mani esperte, cominciò a insospettire che si 1r attasse di un fatto .speciftco, specialmente do· po lo. paralisi del facciale, e poichè l'inferma era· 1