Il policlinico sezione pratica anno 1925 parte 1 ocr parte3

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[ANNO XXXI,!, FASC. 26]

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SEll~'iE

PRATICA

901

l'iniezione. Quando· le !Parestesie si presenta- anemici, obesi, a polso debole facilrn ente depresvano con questi caratteri, nella maggior parte sibil-e : maggiormente !P erò nei primi. dei casi ho rilevato degli a ccidenti immediati o ·I nsomma negli individui i p otesi e maggiormentardivi, manifestatisi durante l'iniezione che pra- te negli ipertesi si ha più f acilm.ente il tipo della ticavo o nell.e iniezioni successive, in modo d~ parestesia prolungata, accidente che deve mettere farle ritenere di già un segno di intolleranza ar- in guardia il pratico nella continuazione della senicale da parte del paziente. iniezione e della cura. Tale sensi·bilità ai ,p reparati P er brevità chiamerò le parestesie che si mani- ars entcali ir1 .questi soggetti, evidentemente è ,dofestano solo al p rinci1Pio delle iniezioni, par este- ~nta alle turbe vasomotorie ch·e dominano questB sie iniziali, m entre quelle .c he ne accornpagnano costituzioni speciali e che sono con seguenza di tuttèt la durata !Parestesie prolungate. lesioni del sistema sim.p atico o del sistema endo· Dalla mia osservazione ri-sulta quar1to segue: etino (tir oide, capsule surrenali ·in ispecie) perchè Sui 261 soggetti che hanno perceiPito le parestesie tali individui sono degli insufficienti tiroidei o gustatorio.olfattive, ho riscontrato 194 volte tpa- surrenali, turbe che vengono a ccentuate dal 914 restesie iniziali e 67 volte parestesie prolungate. cl1e, come si sa, è un veleno del simpatico e :!'rei 194 pazienti a parestesie iniziali, n on ho vaso-dilatatore per eccellenza. mai avuto a deplorare alcun altro accidente de5) Rapporto con le lesioni sifilitiche . - Per quangno di nota, mentre p er quanto concerne gli to -riguarda le lesioni sifilitiche che il paziente altri 67 infermi a !Parestesie prolungate, ho avuto presenta all'atto della cuya arsen ica.Je~ h0 trodegli accidenti immediati o tardivi in 56 di essi, vato ohe danno minor numero di parestesie i quindi nel1'83 % dei casi, cifra che ritengo sareb- soggetti af.fetti da sclerosi iniziale e meno .anbe salita al 100 % se non edotto dall'esperie11za cora quelli con lesioni terziarie cutanee, mucose e dalle co.nsiderazioni precedenti, avessi continua- ' od ossee. to nella cura senza alcuna precauzjone. Richiamo l'atte11zione sui 2 casi di jn.fermi con ' lesioni n asali (osteo-periostite con necrosi) rei 4) Rapporto al sesso, età e costituzione. - Tl rap1porto delle parestesie con il sesso e con l'età quali 110 constatato parestesie dì una jntensità dei ·p azienti si rileva dai due seguenti spec- str aordinaria e 1Prolungata per tutta la durata dell'iniezione ed an·c he qualche minuto dopo, in guichietti :

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Pazienti con parestesie

Numero dei

l

Sesso dei pazienti

pazienti curati

., a )

T otale dei pazienti

Totale dei pazienti

con parestesie

senza parestesie

.

prolu ngate

iniziali

Uomini

Donne

258

152

57

209

49

59

42

10

52

7

I

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Nume110 dei pazien-

Età. dei pazienti

ti CU)'ati

l.

J

Totale de i pazienti Tota.le dei paziAnti

Pn.zienii con parestesie

Parestesie inizia li !Pareste sie prolung.

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senza parestesie

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).

con pat'estt> sie

Da.i 10 a i 20 anni

. . . .

20

6

8

14

6

263

175

45

220

43

34

13

14

27

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Dai due specchietti risulta, come si vede : I in rapporto al sesso si ~o no osservate delle parestesie n ell '81 % degli uomini e n ell '88 % delle donne. E per quanto riguarda l'età dei pazienti: dai 10 ai 20 anni n el 70 %; dai 20 ai 40 anni nell'83 %; dai 40 ai 70 anni nel 79 %. P er ·q uahto riguarda la costituzione, ho notato che le parestesie si manifestano IJ)iù intensamente e prolungate n egli individui pletorici, con po1so pieno, forte ed in quelli a tipo linfatico,

~-

sa da farmi per pruden za sospendere la cura con gli arsenobenzoli pe.r continuarla col bismuto 1. mercurio. Tale osservazione è in raip1p orto con quanto ritiene Milian , il q uale ammonisce che gli indtvidui con lesioni ossee nasali bisogna ritenerli a priori come degli intolleranti e c:;orvegli ~)'li q,ttentamente ·d urante· l a cura arsenicale, che va ronllotta con 'molta prudenza; ciò, torse, i)er ratti di rneningo-tropismo dovuti alla vicinanza delle meningi col focolaio delle lesioni. '

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'I

6) R gpporto con malattie o l esioni preesistenti


II. POLfCLIN reo

902

1preceden te all'infezione. Questo soggetto ha a\·uto sin dalla prima iniezion e intense parestesie gustatorio-olfattive e vam·p e di calore al volto. •Per ciò che r iguarda l o stato speciale in cu i può trovarsi il 1p aziente al momento della• iniezione, ho notato · 1'inJ'luenza manifesta che hanno sulla intensità e la .durata delle parestesie le turbe gastro-intestinali e lo stato di affatic amento muscolare. I.,'azione arvversa delle turbe gastro-instinali ritengo che dijpenda dai prodotti ga5sosi ' o liquidi intestinali formatisi secondariam ente,

e con lo stato speciale attuale del paziente. Oltre gli ipert esi ed ipo tesi, •b isogna presu1nere co

m e intolleranti all'arseni.co e quindi atteudersi delle ·p arestesie intense, 1prolungate del guc:;to e dell'odorato, ancl1e do;po l'iniezion e : 1) gli affetti ·da morbo di B asedow ancl1e frusto. n ei quali è leso il sistema en docrino; 2) gli obesi, in cui sono comuni le turbe va• scolari; . 3) tutti gli indi ,.i dui con lesioni organiche nelle qua1i comunemente gli arsenobenzoli 5or.o Numero dei

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T otale d ei pazienti con

P ar estesie

L esioni sifilitiche del paziente casi curati

Sclerosi iniziale

. .

.

Manifest. second. cuta n ee

Manif. terz. eccet!o· ner vose e v nscol.

I11izi a li

I Proh1ng-a te

parestesie

Total e dei pazienti senza. parestes ' e

Percentuale delle parestesie

\

5'.l

f9

f>

4-1

15

74 %

68

42

12

5~

9

t5 %

29

12

o

~

17

12

3

3

2

59

%

3

100

%

2

2

100

%

\

. I

Lesioni cardiovascolari

(1)

Lesioni te r ziarie na s ali

.

Lesioni nervose precoci (2) Lesioni nervose tar<li ve (3) '

Latenza clinica o clin ica e sie.rolog ..

5

2

2

4

1

80

%

19

5

12

17

2

89

%

137

94

2G

120

17

87

%

(1) 1 cae-o di aneurisma ·aiortioo e 2 cli i nsuf:tì1oiem.za aortica. (2) 1 caso di m eningite acu ta, 2 di emd1plegia, 2 d i irite. (3) 4 cas·i di P. G., 7 di taJbe dorsa le, 4 di paraplegia spaatica., 2 di poo: nmi •

, di em ip legi a.. e 2 di meningo-

encefaJite.

controindicati, com e l esioni cardiovasco lari in periodo ·d i scompenso, lesioni epato-renali con grilve c on)Jpro~issione della funzionalità dell 'organ o, ecc. Infatti : di 4 pazj entj affetti da Basedow frusto, limitato in uno solo alla esoftalmia, tutti hanno avuto par estesie prolungate e subito dopo la IP·rima iniezione, con1inciata a dose non superio'f ! a 0.10 di Neosalvarsan , 11anno avt1to febbre , ce1alea, i1au see, «fen om eni cl1c si son o ripetuti nell ~ in iezioni successive con la stessa inten sità no110sta11te che si ripetesse sem1pre la stessa dose, ciò che ha indotto a non i11sistere negli arsenobenzoli. Dei 5 soggetti obesi che ho avuti in cura, tutti 11anno accusato parestesie intense e prolungate. Per quanto riguar.da i cardio-vascolari, i 3 pazienti lueti<:i, di cu i 2 con insufficienza aortica ed 1 con ectasia ae:>rtica, hanno presentato parestesie violenti che duraYano oltre l'iniezione, non ostante la somministrazione preventiva dell'adr<'nalina. Di renali, è capitato alla mi.a osser vazion e solo 1 soggetto affetto da sifiloscleTos i iniziale, con albt1rninuria e rari cilindri ialini , lesione renale

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il cui. assorbi.m ento può in'flµire in due modi: o sul sirnpatico e 1qui11di sulla vaso-dila tazione , oippure aumentan do l 'acidità rtegli un1ori dell'organismo, che, com e è noto, yaria _ 5econdo l'a1imento, la fatica , ecc., in modo da venir turbato il m etabolismo chimico che il ri1nedio subisce n egli lJmori del1'organismo, ,con formazione di prodotti secondari dell'arsenico, em inentem ente tossici, che danno i J'.enomeni d'intolleranza. Per ·quanto rig·uarda l 'afct:a.t icamen to muscolare, è evidente che ·questo influisca sfavorervolmente per iJ consumo della r iserva di adrenalina d ell'organismo, di modo che in quel m omento l'indivjduo si t rova in condizion i ·di m eiopragia s11rrenale, con scarsa• dose di adrenalina negli un1ori, di <:!Uesta sostanza che è l'antagonista del 914, essen<lo vaso-costrittrice. ' P erciò, .quando si pTesentano per subire ]'iniezion e endovenosa indj vui con affezioni dell'ap1p arato ·digerente, specie acute (enteriti, gastriti ed anche semplicem ente imbarazzo ga strico con stato saburrale della lingua), o che si siano affaticati nelle ore 1precedenti (sport, marce a piedi, lunghi viaggi in !ferrovia) rimando senz'altro l'iniezione, perchè tali soggetti potrebber o a vere degli accidenti serii, nonostante che avesseTo sempre soip1

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SEZIONE PRATIC \

portato bene le iniezioni precedenti, essendo per le condizioni jn cui $i trovano, degli intolleranti mo1nentanei. 7) Rapporti col prodotto arsenièale impiegato. _ \

La maggior paTte delle volte il paziente che ha delle parestesie inizi ali o 1prolungate con un determinato prodotto, ad es. col Neosalvarsan, generalmente le avverte sempre con gli stessi caratteri anche ca1nbiando rimedio (Neobiolo, ~o­ varsenobenzolo, Neojacol, Sulfarsenolo, -ecc.) variando solo la 51pecie della sen sazione percepita, che, come già . si è detto, di pende dalla varietà dell'arsenobenzolo impiegato. In 2 casi però !ho riscontrato che con la sostitu:ionP del preparato ars.e nicale, alle parestesie p1 olungate seguite da altri segni di intolleranza, ~i sono sostituite quelle iniziali, i11 1nodo da far spe~

rare che il ~aziente non fo~se jntollerante al nuovo prodotto, come il prosieguo della l!ura ha dimostrato . .Jn un caso si trattava di una basedowiana frusta (solo esoftalmo pronunziato), di anni 37, con lue latente clinicamente e W assermann positiva, nella quale 2 iniezioni endoYeno~e di :\lovarsenobenzolo da 0.15 furono a ccompagnate entrambe da intense 1parestesie gustatorjo olfatti' ' e prolungate e seguite da brividi, febbre elevata, cefalea intensa e vomito, accidenti durati per due giorni, dopo di che residuò per pareccJ1i giorni malessere e nausea. Si continuò allora la cura col Sulfarsenolo ~er via ipodermica, somministrando le dosi di 0.06-0.12-0.18-0.24 ed una di 0.30 senza incidenti e senza che l'inferrna percepisse alcuna parestesia. Altre 2 iniezioni successive di 0.30 però furo110 seguite da crisi nitritoidi addominali ca' ratterizzate da nausea, violenti ·d olori colici e diarrea. Per le vive insistenze dell'ammalata s::i cambiò ancora preparato arsenicale, adO'peraudo per via endovenosa il Neosalvarsan, del q11ale una prima dose di 0.10 fu tollerata bene; una dose successiva di 0.20 fu segu ita da nausea; un'altra di 0.20 fu sop1portata fbene, ma una seguente da 0.25 fu seguita .d a febbre, cefalea, conati di vomito e accentuazione dell'eso·f talmo. Tutte e quattro le iniezioni furono per tutta la loro durata aecompagnate da violenti parestesie gustatorio-olfattive. Dopo 8 giorni si fece un ultimo tentativo col Neojacol dell'Istituto Sieroterapico Milanese, e con meraviglia tale preiparato provocò solo parestesie iniziali e lievi e fu sopportato benissimo senza jl menomo ·disturbo in modo da poter iniettare per via endovenosa i.e dosi di 0.10-0.20-0.30-0.40 e 3 dosi da 0.45. Tutte le iniezioni sia en.doveno5e che i1p odermiche furono sempre precedute e seguite da una iniezione endomuscolare di 1 mmgr. di ~·dre­ naliua. :\lel 2v caso si trattava di un giovane di 20 a11ni

affetto da placche mucose orali e da condilornr 1p iani peri-anali nel quale tre iniezioni endovenose di 0.15 di Novarsenobenzolo furono seguiti da brividi, cefalea e febbre sin_o a 40°, mentre 7 iniezioni en-dovenose di Sulfarse'n olo da 0.12 a 0.48 dett ero parestesie solo iniziali e vennero sopportate benissimo. ·Che la patogenesi delle sensazioni .debba poi esser messa a ·carico de.l preparato arsenicale e no11 del paziente, cioè cl1e l'odore o gusto che q11esti percepisce è insito al pre1Parato stesso, è, direi, pref orrnato; che in altri termini l'insorgere di tali parestesie non deve esser e considerato come un accidente eccezionale \I)rovocato dallo stato umorale od 0 rganico del soggetto, ma invece come un accidente quasi sempre ineYitabile rperchè legato alla im1nissione del m e.dicamento nel torrente circolatorio, oltre alla estrema frequenza di tali sensazioni ed a .quanto precedentemente si è petto circa la loro maggiore o m inore intensità a seconda del prodotto impiegato, e talora delle diverse serie di u110 stesso 1prodotto, valgano le seguenti considerazion i: 1) acca,de 1frequenten1ente che mentre si .p repara la soluzione o mentre si esegue l'iniezio11e, 1'01p eratore istesso percepisce l'odore di aglio o di etere o di zolfo , a seconda del prodotto impiegato ; 2) talora la polvere arsenicale emana un odore caratteristico che viene ,p ercepito appena rotta la fiala, anche pri1na che venisse disciolta nel1' acqua bidistillata; 3) risciacquando la siringa usata per l 'ini t!~jc.­ ne, sulbito dopo di questa, quasi sempre si avverte l'odor.e caratteristico. . Fo notare però che per il Neosalvarsan basta poca acqua per portar via qualsiasi odore, me11tre per il Novarsenobenzolo ed il Sulfarsenolo J'odore di aglio o di zolfo resta cosi aderente al vetro istesso della siringa, ohe occorre una grancle quantitàt .di acqua correr1te per ,portarlo via. Quanto alla dil'llizione ed alla dose del !lledicamento impiegato; come no già in \I)receden za accennato, esse 11anno ben 1poca influenza sul~a int en sità •con cui vengono percepite le sen sazioni, 11e1 senso che n ell o stesso paziente ad una diluizione più concentrata od a una dose più elevata, 11on corrispondono cl1e raramente delle percezioni più marcate, ma -queste sono ·quasi sempre aYvertite con la stessa i11tensità e gli stessi '.:'aratteri con cui si erano manifestati durante le altre iniezioni a ·dosi più deboli o più .diluite. 8) Rapporto d.elle parestesi.e g1Lstatorio-olfattive

con. gli altri accidenti da A rseriobenzoli. -

Ho già

detto che quando le 1parestesie sono sernplicemente ì11iziali, cio·è si presentano solo all'inizio e non d11rano oltre la prima metà dell'iniezione. qualunq11e sia l 'intensità con la quale vengono perI

.

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cepite, non sono ·quasi mai da con siderarsi a priori come un segn ale d'allarme, come fenomeni . d 'intolleranza e forieTi ·di altri fenomeni 1p iù gravi. Infatti su 194 pazienti che hanno accusato solo· parestesie in'i:ziali, non 110 mai riscontrato un accidente immediato all'infuori d i 2 casi di crisi di stern7.1.ti manifestatisi apipena finita l'iniezione e d urati circa 2 m inuti e n essun accidente tardivo, non consideTando come a ccidente da riportarsi a carico della intolleranza, qualche caso di febbre da reazione di Herxheim er seguito alle ,p rime iniezior1i; non molto elevata n ~ seguita da altri si11tomi. Invepe, su 67 pazi<:,nti che .durante l'jniezione hanno avuto parestesie prol111igate, ho riscontrato:

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FASC.

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l ) 6 .casi di .e ritemi, di cui 5 orticariformi ed

1 morbilliforme, li-evemente pruriginosi, fugaci e della durata di qualche giorno; m) 2 casi di eritrodermia; n) 1 caso di urobilinuria; o) 2 casi di ittero interterap euti co, cioè mani-

festatisi durante la cura. Tali accidenti rfortunaiamente tutti ad esito favorevole, non sono però mai. intervenuti alla prima iniezione (eccetto i ca si di febbr e da intolleranza, m anifestatisi con violenza sin clalla prima dose) ma nelle successive, come se il paziente si fosse man ma110 andato sempre più sen sibilizza11·do, com e se si .fosse andato formando ur10 stato anafilattico per l'arsenico. P er tanto, si può dedurre cl1e sol.o l e sensazioni a) 3 casi di nausea, co1nparsa dopo qun lr.-.he minuto finita l' iniezione e durata per qualche ora di etere od aglio prolungate .debbon o invitare alla ·p rudenza e sono da considerasi di già come se-. o p er tutta la giornata; gnale d'allarme, come. fenomeni tossici, per quanb) 3 casi di nailsea seguila da vomito; to lievi. c) 2 casi di cefalea intensa, ricorre11te a d og11i Ha quindi ragion e il De BelJa quando a.Jfern1a ini ~z ion e; che le 1parestesie gustatorio-olfattive non esprim od ) .5 casi di senso di calore e di vampa al no affatto un caratter e di intolleranza, ma ha ravolto c~ 11 lieve congestione della faccia e d elle gione anche Stanziale, Pasini, Rava ut, Milia n e congiuntive sclerali; gli altri quando le consideran o come 1P-iccoli see ) 8 casi di f.ebbre da reaz'i:one di fl erxl? eirner gni di intolleranza; solo che bisogna mettere le elevata, toccante talora i 40° con cefalea intensa, asserzioni .del De Bella a carico del primo 11po seg~1ita da senso .di spossatezza 1 perdurante per d elle sensazioni, CÌO•è di quelle p ercepite solo al qu.alche giorn o e accornpagnata talora da vomito principio dell'iniezione, m entre le affermazioni deo da epistassi; gli AA. bisogna 1netterle in ra1pporto al secon_do tipo, cioè a qt1 ello delle ~arestesie rprolungate. f) 13 casi di febbre recidivante ad ogni j11ietratta infatti di un acctdente ·b azione, con cefalea e tem1peratura oscillanti da 38° Nel 1p rimo caso a 40,,, ri1petentisi con gli stessi caratteri, nonostante nale, di un fenom eno normale che accade fisioche non si elevasse la dose, in guisa da farla ri- logicamente, m entr e n el secondo caso di un fatto te11ere una '.feblbre da intolleranza e imped1re il .d i intolleranza patologico. 1proseguimen to della cura arsen icale ;

si

localizzata, di cui: 4 a forma addominale, caratterizzati da dolori addomi11ali enteralgici che il paziente a vver.; .ti·Ya subito dopo finita l' iniezione coh senso di barra epigastrica e diarrea; g ) 5 casi di crisi 11itritoide

ed 1 a forma brach iaie, caratterizzato da congestione ed edema del braccio ad og11i iniezion e, fe11omeni che duravano solo q11alche ora e che i1on eran o da attribuirsi afffatto ad errore di tecnica, perchè sopravvenienti il giorno do;p o ·dell'iniezione senza essere ·p receduti nè accompagnati da quelle sensazioni di bruciore o dolore locale, carntteristicl1e della fuoriuscita della soluzior1e arsenicale i1el tessuto perivenoso, e perchè erano accidenti fugaci che in qual~he ora finivano. h) 4 casi di crisi nitr itoide leggera di cui u11a i111111ediata alla iniezione e 3 manifestatesi fuori d el mio gabinetto, 1per istrada; i ) .2 casi di crisi nitritoide grave, scatenatisi subito dopo l'iniezione; •

CLINICA E PROFILASSI DELLE P ARESTESIE GUSTATORIO-OLFATTIVE .

Dalla mia osservazione [posso dedurre i seg11enti dati clinici : 1) quando il soggetto accusa la 1Parestesia solo al principio dell'iniezione, questo accidente non d eve destare alcuna preoccupazione nella continuazione della cura, essendo un fen omeno norm ale; 2) quando invece la sen sazione si estende a tutta la .aurata qell'iniezione od oltre, siamo già in presenza di un fen omeno tossico. Bisogna stare in r uar dia ed essere molto oculat}, perch·è anche restando alle dosi picéole 0 medie, .si fPUÒ manifestare un accidente serio; 3) i soggetti in cui si hanno tali parestesie prolungate sono i pazienti comunemente intolleranti ·ai preparati arsenicali; 4) quando in un soggetto si sono sempr e avute !Parestesie iniziali e poi ad un tratto compaiono 1


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SEZIONE PRATICA

nelle suc~essive iniezio~i, o serie, delle parestesi.P prolungate, mettersi in allarme perchè il soggetto è diventato l1n intollerante e comincia a rilev.are la sua intolleranza con questo primo segno. Il !Più delle volte in tali casi si tratterà di meiopragia epatica. o rena.le, O'Ppure di già nelle orine si riscontrerà la presenza di albumina o di urobilina, princi1pii che erano stati sempre assenti durante le iniezjoni precedenti. Il miglior iprocedimento in tali casi si è d! sopprimere addirittura j preparati arsenicali, sostituendoli col bismuto o mercurio, non ~ppena alle J10.restesie ,prolungate · si accompagnano altri piccoli segni di intolleranza (nausee, vomiti, crisi r1itritoi di localfzzate, ecc. ), o princiipi patologii::i nell'orina.

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dan11osa, perchè sQpprimerebbe un segnale d 'allarme prezioso che preavvisa della intolleranza arsenicale, la quale può andaTe da una seruplice cefalea o iiPertermia passeggera ad una crisi nitritoide, o 1peggio ad un ittero o eritrodermia esfoliante. RIASSUNTO.

I

1

alla profilassi della parestesia 1prolungata, essa non ha nulla di speciale e di importante perché oè subordinata e si confonde con la ·proifilassi comune degli accidenti tossici da arsenico, nel senso che si deve senz'altro prest1mere possibile tale acci1dente in tutti i soggetti su cui è controindicato l'arsenico. Vi sono dei casi però in cui il soggetto aJ>parentemente si presenta normale, senza alcuna lesione organica, endocrina a circolatoria apprezzabile clinicamente, in modo da far ~revedere una tolleranza perfetta agli arsenobenzoli, mentre poi si manifestano delle vere crisi gusto.t.orio-olfa.ttive intense e iprolungate; in tali casi questo sintomo • una intolleranza laè preziosissimo, 1perc'hè svela tente e insosrpettata e mette sull'avviso. Ho cercato di constatare quale influenza av·csse sulla frequenza, intensità e durata delle · parestesie la somministrazione preventiva di sostanze che vengono comunemente impiegate nella 1profìlassi degli accidenti da arsenobenzoli auale l'adrenalina, gli alcalini, ed i sali di calcio. • L'adrenalina per os e per uso ipodermico non PilOFILASSr. -

Quant~

ha alcuna azione sulla frequenza, nè s1J.lla durata di tali sen sazioni, ma solo sulla intensità, •

nel ~enso che queste vengono attenuate in rnoùo che i 1>azienti avvertono meno intensamente il gusto e l'odore s1peciali e non ne vengono soverchiamente disturbati. Il bicarbonato di sodio somministrato alla doc;e di gr. 5 al giorno per via gastrica durante la cura, non. ha alcuna influenza su nessuno ùei caratteri delle parestesie. Nessuna azione hanno del pari i sali di calcio, rper la somministrazione dei quali usavo come sol,·cnte del JProdotto arsenicale l'Afeni1 Knoll, che è una soluzione di cloruro di calcio-urea al 10 %. Ri.tengo d" altronde che una 'Profilassi· attiva, diretta contro. ·questo accidente sarebbe ·p iuttosto

DaJla mia csseryazione espletata su 317 ~azienti cllli vennero complessivamente praticate n. 2289 iniezioni endovenose di 914 (Neosalvarsan e prodotti pari), circa il modo di comportarsi delle parestesie gustatorio-olfattive (gusto od odore di etere o aglio) che possono manifestarsi mentre :::;i pratica una cura -endovenosa di .p reparati arse no. benzolici, risulta: 1) che il gusto d'etere od aglio è frequentissimo

n.d essere perceipito da tutti i pazienti e dipende 7.l nicamen.te dal preparato arsenicale e n on da lesioni organiche od umorali del soggetto; ~~ i cl1e tali parestesie clinicamen~e ·p ossono pvesentarsi sotto due forme: a ) tipo iniziale, cioè che le sen sazioni ven, gono solo percepite a principio dell'iniezione; b) tipo prolt1,ngato, se invece accompagnano tutta la durata dell'iniezione o sussistono do1p o ·di essa; 3) che il tipo iniziale delle parestesie gustatorio-olfattive deve consi derarsi come un accidente normale di nessuna imrportanza, non avendo mai visto sopravvenire altri a ccidenti immediati o tardivi im portanti ogni volta che queste sensazioni venivano percepite solo al principio dell'iniezione , endovenosa; 4) che invece il tipo prolungato è da considerarsi come segno di intolleranza per i !Preparati arsenioali, iperchè quando il -paziente avverte di fare una crisi n itritoide localizzata o generale, oppure avrà in 1Prosieguo altri acci•denti (d'ebbre da intolleranza, ittero, eritrodermia, ecc.) che vieteranno di continuare la cura; 5) sono maggiormente predisposti alle parestesie gustatorio-o lfattiv.e prolungate e quindi alla intolleranza arsenicale: a) gli individui · con tur be vascolari (iperte si, ipotesi, obesi); b) quelli .c on l~sioni dell.e glandol.e. endocrine (surrenali, tiroide); 6) nessuna delle sostanz§. più comunemente impiegate nella .P ro·f ilassi degli accidenti da arsenobenzoli influisce sulla parestesi.e gustatoi'io-oìt'a.ttive; solo l'adrenalina ne diminui.sce l'intensità, non avendo p~rò alcuna azione sulla loro frequenza o durata. 1

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1


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IL

POLICLINICO

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NOTE PREVENTIVE. •

R.

l S T.

DI

CLINICA CHIR. DELL ' U N I VERS ITÀ DI diretto da l prof. R. ALE&SANDRI.

R UMA.

Rice1·che su una nuova t ecnica di sntu1·a. Dott. VITTORIO GBIRON. Riferirò brevemente d ei miei esp ~rimenti alcuni già comp iuti altrj in corso, volti all'in t.e11to di rendfi3re 1più sicura la sutura di organ i e tessuti in cui p er con·d izioni insite o p er alterazioni patologiche la sutura viene r~on di ra·do a fallire. La sutura con fili delle varìe sostanze, per grandi che siano i ser vigi r esi alla chirurgia è metodo che ha in sè numerose lacune. Non è qui il lu ogo di enumerare tutte le cause di insuc·c essi, v oglio ricordare come la bu on a riuscita della sintesi con fili pre.s u~pp one, oltre che una sutura p erfetta, la buona vitalità, l 'irrorazione su1ficiente, la mancanza di focolai di sepsi n elle vicinanze; e altri numerosi fattori la ~ui deficienza se non è sempre cau sa necessaria d el cattiv o esito vi ha talvolta importanza grandi ssim a . Esempio : quello di evitare che 1.e superfici cr uentate vadano a contatto con liquidi organici a·l azione iproteolitica (succo gastri co, pancreatico), o buon terreno di germi (urina, contenuto gastro-intestinale). tCo~ a vvien e irOfppo .spesso n ella su t11ra della vescica per resezioni estese da tumori o diverticoli o per fistole inv eterate, in cui oltre ad un contenuto settico del cavo v e• scicale, ci si trova dava nti a ipareti alterate per l'infiltrazione n eoplastica o per fatti infiammatori; così per taluni tra tti dell'esofago o del duod eno spro,"visti in tutto o in parte del rivestimento peritoneale cl1e è così valido a iuto nelle suture, e a con te11uto altam ente settico; così la

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sutura di 1parte del pancreas nelle exeresi di tt1• .mori a motivo dell'azione d igestiva del fermento 1pancTeat1co. In gen ere nei punti è semp re da te~ m er e che essi vengano a costituire non 5010 un terreno e un v eicolo di germi ma anche altret• ta11ti cer1tri di n ecl'osi parziali circoscritte colr eff8tto che la sutura si venga a rilasciare ed i margini della ferita ad allontanarsi. Ho pen sato che in tali casi potrebbe essere utile il dis1porre di u n a sostanza che, sipalmata su lla sutura, la ricoprisse in modo completo col doppio scopo di r enderla impermeabil e ..ai liquidi che potessero :filtrare e di impedire l'allontan amento dei n1argi11i n ei casi in cui per i1ecrosi .p arziale d ei punti la sutura non valesse più al suo ufficio. ·C iò che si richiede a tale sostanza è di 0ssere

p r i va di tossicità, sterilizzabile in modo com:p leto, di a derir e ·a lle SUJperftci urnide ùei tess uti u gualme11te com e a quelle asciutte, di essere insolu·b ile e poco attaccabile. dai su cchi organici per rima11ere ina lterata un tempo sufficiente, di godere di una certa elasticità e ip iegl)e.volezza per adattarsi ai t essuti m olli, e infine cli 1111a qualch e r esistenza. Data la difficoltà di p otere riunire in u11a cornposizione tutte queste qualità, la ri cerca non è stata facile. Ho pensato che 1n tal caso i~ miglior laboratorio era il ca1npo sperimentale e p ertanto 110 adoperato la sostanza che mi parve 1p iù adatta, n egli animali. Ho comin ciato le mit: es1p erienze con la vescica che è uno degli organi la cui sutura d~ le maggiori noie al cl1irurgo. Mi ser vii di cani e di conigli in cui la vescica è quasi in totalità intraperitoneale e l'estirpazione estesa anche in condizioni normali ha dato sem1pre un' alta percentuale di insuccessi. I.a porzion e da m e estirpata comprendeva almeno la m età e spesso la quasi totalità del viscere. Nei cani, ·p osto un paio di punti di riavvicinamento, n e coprivo la ferita con la sostan za e chiudevo l'addome. Nei con1gli non ritenni n eiJ)1pure necessario dj m ettere questi punti e chiu devo la ferita spalmandola della sostanza. Sopra 16 esperienze ebbi 13 successi. Gli animali fino a che non furono sacrificati urinavano regolarmente senza inconvenienti benchè !Più spesso per la min or capacità vescicale. Li sacrificai in uno spazio d i tempo che va dal 10° al 450 giorn o. La vescica era libera di aderenz_e, in corris.p ondenza della ferita si n otava, in quantità tanto più cos1p icua quaoto ipiù breve era il tempo pas.3ato dall'operazione, jl residuo della sostanza ado1>erata...!\Ila sezion e d ella parete si poteva rilevare , cl1e la riunion e era avvenuta completamente con una solida superficie fibrosa (1·ep erto confermato


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XXXII, FASC. 26]

SEZIONE PRi\TlCA

da preparati listologici). Solo ·in diUe casi il .p unto cli catgu.t avendo cedu to tro~p o r8lpidamente, i margini della ferita si erano allontanati, ma la sostanza era rimasta integra e sufficjente ad assicurare la continuità della 1p arete vesci~ale, n1entre al disotto l'omento aveva costituito una· spessa barriera di connettivo che si inseriva sulla vescica stessa formando com e una nuova parete. Ho esteso queste esperienze: 1° all'intestino {ho espPrimentato finora soa>ra sei cani con buoni risultati; 110 fatto uso di un piano solo di sut11ra a pl1nti staccati); 2° alla -c ute (per ora ho limitato il 1nio campo ai conigli; non ho messo alcun ipunto di sutura ma ho tenuto riavvicinato con pinze i ma1·gini fino a · che la sostanza si era sufficie ntemente solidificata e ho ricoperto tutto con collodio). E mia intenzione di studiare il comportamento di questa sostanza nella sutura di tessuti infetti e di superfici suppuranti (esempio: la chiusura di fistole intestinali e vescicali, il piombaggio di ca,'ità osteomielitiche, ecc). Riferirò in altro articolo con più ampi .p articolari anche dal punto di yjsta istologico i risultati delle esperienze (precedenti e di quelle iniziate. I

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COMMENTI. ,

CLINlCA :\IEDICA GENERALE DELLA

R. Ur-.TJ\'.

diretta dal prof. F.

MICHELI.

DI TORINO

Nota a un commento sulla ''Aplasia delle vene ov1~aepatiche con persistenza della vena ombelicale ''· P.

BASTAI.

Nel fase. 22 (1925) di questo periodico è 3'ppa rsa una i1ota critica di T. Silvestri sopra una mia recente 1pubblicazione che .h a appunto per titof o: Apla sia d elle vene sovraepatiohe con pers:istenza della uena onibelicale (Pol., Sez. m ed., fase. I , 1925).

In questa io ho sostenuto, in base a due osservazi.oni personali e a .qualche altra che ho potuto raccoglier.a nella letteratura, che debbano essere riunit e in una sola unità anatomo-élinica due sindromi .g ià conosciute essenzialmente dal punto di vista anato1nico col nome di « aplasia delle vene sovra.e7Jatiche » e di « sindrome di Baumgarten » o cc di persistenza della vena ombelical e » finora constdor·ate come tra loro de1 tutto ind~pendenti. Secondo il mio modo di vedere inviece le due sindromi stanno tra loro in stretto rapporto di dipendenza, e precisamente: quando si verifichi quella anomalia di svilup1po. - ec.cezionalmente rara - . consistente nella mancanza di sviluppo delle vene emungenti del fegato, quale è stata da tempo segnala.ta 1

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907

particolarmente illustrata dal nostro Vanzetti si ' determina ·durante la vita fetale una stasi in corrispondenza dei vasi afferenti del fegato, e cioè nel campo portale e in quello molto più importante della vena ombelicale. Questa stasi persiste in parte anche dopo la n ascita, 1per quanto venga a diminuire bru.scamente la ·quantità di sangue che giun- · ge al fegato per il cessato afflusso del sangue placentare. Ne consegue che il sangue ormai unicamente venoso portale che refluisce dal fègato per 1nancanza di vie normali di deflusso n e1la cava inferiore si spinge anche nel lume della vena ombelicale impedendone l'afflosciamento e ostac0landone ql1indi il n ormale processo di obliterazione. Di qui l'origine della sindrome di Baumgarten, che consiste aùunque in una stasi' portale cronica con cir colo .collaterale di scarico 1p articolare, data l'e1p oca di sviluppo in cui la stasi. è venuta a determinarsi, e consistente ~punto nella utilizzazione della vena om·belicale ancora pervia per la deviazione del sangue portale attraverso le eipigastriche inferiori e superiori verso la circolazione generale. !La critica ·del Silvestri n on è rivolta contro il con cetto fon damentale -d a me sostenuto d€lla dipendenza della sindrome di Baumgarten dalla aplasia congenita o dalla obliterazione delle vene sovraepatiche, a condizione che questa si verifichi durante la vita fetale, ma benis i contro il concetto che in tali casi si 1possa parlare di vera persistenza ·della vena ombelicale, e non ~iuttosto di ·una vena paraombelicale molto d·i latata, come ·qualche volta è stato osservato anche in casi di stasi 1p ortale ~em­ plice degli adulti, tanto da aver tratto in errore anatomici esperti. E sulla 1p'Ossibilità di una tale evenienza non può esser dubbio, e io non ho mancato di farl o notare nella mia m emoria. Ma ne! caso attuale questa possibilità è stata ben vagliata , e autorevolmente esclusa, come possono farne fede le ricerche numerose e dettagliate del Baumgart.en ste~so, che, ~l dire di Eppinger, rappresentano lo svilupip o degli studi di Sap~:»ey e di Burow, che l'avevano preceduto. lVla seguiamo 1p,ure il nostro contraddittore nella sua critica. S. stenta a credere che la stasi nelle condizioni che stiamo • studiando possa farsi sentire, oltre che nel campo dell 'l porta, anche in .quello della ombelicale. Ma p erch·è? Nella parte intra-epatica il sangue port3:le venoso e quello arterioso proveniente dalla ombelicalP scorrono nello stesso letto vasale, e quivi 1perciò non .può esservi discussione alc11na so1pra ·d ifferenze di ristagno risentito ·d alla 1porta o dalla ombelicale. Nella loro ~arte sottoepatica lo 5teSiSo ristagno deve ugualmente verificarsi nei ·d ue distretti, poich1è all'ilo del fegato la porta e la ombelicale comunicano a pieno canale, formando un~ specie di sistema di vasi comunicanti in cui la pressione interna, per una ·1~gge d'idraulica ele..

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IL POLICLINICO

mentare, deve distribuir.si uniformemente. Non può ch'esso dovesse rimanere pervio. Io ho fatto la ipoquindi esservi ·dubbio sulla esistenza di una stasi tesi che il dotto ·di Aranzio, come serve di scarico che colpisca in grado uguale i distretti della 1porta durante la vita fetale, così anche dopo la nascita e della ombelicale fino alle loro radici. Do,po que- possa per un certo tempo r estare p.ervio, e 1p recista constatazione - non mi sembra di 1poterla chia sarr1ente fino a che tra la ombelicale e le vene epimare altrimenti - .cade n ecessariamente anch,e la gastriche i1on si siano formate anastomosi sufdeduzione che il S. ha creduto di trarre da u11a ficienti a stabilire un circolo collaterale compe11premessa errata, .e cio·è che al momento della na- satorio; do1po di che, non foss'altro obbedendo alle scita, con la legatura e taglio ·della vena ombeli- leggi dello svilll·PIPO naturale, andrà incontro alla obliterazione. Ma ciononostante ho anche espressaca1e, si deve verificare l'aspirazione del sangue in rne11te messo in rilievo la oscurità del problcrna. essa contenuto e quindi il suo afflosciamento, e da questo momento aversi la sua obliterazione. Con tutto ciò io non ,p enso neanche lontanamente ·D irei quindi 1piuttosto :· siccome permane la stasi, che da · questa mia i-gnoranza possano venire scossi a·v rà un ristagno nella vena omhelicale fi110 al se le leggi fon·damentali della biologia, e tanto • .. punto di legatura, e conseguentemen te ne sarà o- meno quella del minimo sforzo. S1pesso infatti stacolato il processo di obliterazione, che nei nati accade di trovarsi di fronte a fatti innegabili sen' normali si compie, a detta degli anatomj ci, in circa za sapersene spiegare la. ragion d'essere, la quale u n mese, ~ nelle condizioni anormali di cui ci oc- esiste sempre, anche se noi non riusciamo a vecupiamo dovrebbe anche essere per Io m eno ritar- derla B compito preci1puo delle scienze di indadato. Nel frattempo si formerà invece la cicatrice gare queste ragioni, ed è un com1p,i to il ·P iù delle ombelicale e in essa si svilupperanno quelle ve- volte molto difficile. A mio parere anche in quenuzze che altro non rap1presentano che la parte sto caso. più distale ·delle por te accessorie o vene del SapTorino , 3 giugno 1925. pey, ·che varranno a stabilire definitivamente quelle vie anastomotiche attraverso le quali, si compirà a ritroso il circolo collaterale. Ma di sistema vero e proprio delle porte accessorie non si potrà ancora parlare, poi-chè non esiste ancora o è ap1pena IMMUNOLOGIA - SIERI E VACCINI. in f ormazion€. E sarebbe davveto inverosimi1e pensare con1e 1sembra riten ere il S., che nel campo P atogenesi delle eruzioni da sier o. ' portale, e in 1quel che resta del sistema ombelicale, • (1DUYARDIN. Le Scalpei, n. 9, 1925) . si avesse una stasi così lieve da non essere in graLe eru zioni da siero, eritemi pruriginosi, u:rtido da mantenere la pervietà di un vaso ampio come la ombel:i.cale, e al tempo stesso cosi forte da carie , edemi ·di Quinke si p.r oducono in condiaprirsi nuov·e vie attraver so il sistema delle ve11e zioni svariate do1po l'iniezione di siero ·di cavallo. d o·p o la -rlrima inieporte accessorie, non .sen'za aver prima atteso che EssP. possono sopravvenire . stesso o il giorno seguente; queste si .formino nello spessore stesso del liga- zione: a) il giorno • mento rotondo, che dovrebbe costituirsi attorno b) dopo un intervallo di otto-dodici giorni. Possono sOJP·1·a vveni.re il .giorno stesso od il giorno sea11a vena ombelicale obliterata. Il S. ritiene cl1e il sangue refluo dovrebbe in- guente alla seconda iniezione: a) sia che tra le vece neces·sariamente venire scaricato attraverso due in iezioni sia decorso un JPerj odo di meno di il dotto d ' Aranzio. ·Che questo canale serva a sca- sette giorni; b) sia che sia ·decorso 11n periodo di ricare durante la vita fetale la 1più gran 1parte dal più di sette giorni. P ossono sopravvenire do.p o sangue arterioso e venoso refluo, mi pare indubi- una serie di più iniezioni. 'Coi. fenomeni della siero-anafìlassi di Arthus si taibil·e. Ma dopo la nascita evidentemen!te questo n on accade più poichè o attraverso la vena om1)è- possono spiegare l e reazioni dà siero che avvenlicale rimasta pervia, come io ritengo per certo, .> g·ono: 1) tra l'ottava e la dodicesima giornata attraverso le porte accessorie, çome vorrebbe il S , da11 a prima iniezione; 2) dopo la seconda i.nieun altro circolo collaterale si forma e dei 1più am- zione, praticata ad otto giorni almeno d'jnterpi. Il concetto di S. non risolve quindi la difficoltà vallo dalla pTima; 3) dopo una serie di iniezioni. Lo schocl< anafilattico ha Juogo n on perchè esiche si incontra n ell'j nterpretar e il dato di fatto, per m e incontroYertibile, per cui, m entre la ombe- stano n el sangue antigene e antiCOlìPO, ma ,per11calfl r esta 1pervia e per mezzo d1 essa si attua 1 a chè antigene e anticorpo vi si trovano 1n determicircolazione collaterale, il dotto di Aranzio invece nata proporzione. In altri termini la condizione necessaria e sufficiente (perchè .si produca lo va 111contro prima o poi alla obliterazione, là dove sarebbe da a51pettarsi cl1e risentendo al pari della . schock si riassume nel conflitto ira la quantità oml>f'licale e della porta gli effetti della stasi, an- di anticorpo e una quantjtà d'antigene su1peI'iore \

SUNTI E RASSEGNE.

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XXXII, F ASC. 26]

SEZIONE PRATICA

e bruscamente posta a contatto con essa. Se in un sangue carico di anticonpi iniettiamo .piccc~e quantità di antigene, questo ven'à neutraJizz:i.to senza schock, ma se l'ingresso dell'rr ~;tigene è brusco, si scatenerà la reazione an rl ~·.l attica. Ciò .preµiesso, l'autore afferma ~ome l'organismo tende a difendersi dalla irnrr1issione bru,s ca di antigene, sì da iilllPedirgli di arrivare nel sangue alla concentrazione ùi schock, mediante due meccanismi: 1) l'azione fissatrice del fegato e poi quella supple1nentare della pell.e; 2) tallergia dei te ssuti.

(action pexique) del fegato. - Tal e azione non è che una varietà della propri età che ha jl fegato di arrestare le sostanze to":; i r 11e e specialmente proteiche del sangue, di fissarle e di eliminarle IPOi lentamente. Orbene, on individuo sano con feg?-to integro fisserà una . certa quantità di siero di cavallo; ma un individuo malato, con insufficienza epatica non potrà fissarne che una quantità minore. A conferma di q11esto 'concetto l' A. cita due casi di individui luetici con sintomi chiari di insuffici~nza epatica in cui, dopo otto giorni dalla prima iniezione di siero di cavallo, si scatenarono violenti fenomeni di urticaria, edemi di Quinke, vertigin·i, senso di ob11ubilazione e depressione. EppurP. la q11antità di siero di cavallo iniettato era in uno di cinque, nell'altro di due eme. sottocutaneamentell Evidentemente l' azione ftssat:rice del fegato era stata insufficiente, l 'antigene aveva raggiunto nel sangue la con centrazione di schock e in ottava giornata, compar si gli anticorpi, s'era scatenato lo LSChock. Questo però non era stato cosi violento, inquantochè a riparare la deficienza della azione fissatrice del fegato era intervenuta quella della cute. La cute ha anche essa una azione :fissatrice (come del resto tutti gli altri tessuti) ma tale azione non entra in giuoco che ad una soglia di concentrazione di antigene superiore ·a quella epatica. .l\lla comparsa degli anticorpi circolanti, si scatf!na un confilitto lo cale tra questi e l'antigene fissato dalla cute, ossia compare l'urticaria e l' edema ,di Quinke. Ciò, del resto, è facilmente dimostrabile con iniezioni sottocutanee p iccole . . di 1 dosi di siero. In ottava giornata 5i ha una reazionr locale che è l'esponente non della comparsa di anticorpi locali, ma bensì dell'antigene fissato localmente cJhe reagisce cogli anticorpi generali circolanti. 2) Allergia dei tessuti. - Mano mano e.ho si vengono a :formare nel sangue quantità crescenti di anticorpi diviene sempre più pericolosa l'immissione nell'organismo di nuove dosi di. antigen e. L'organismo p erò ripara a ciò con l'allergia dei tessuti: nel punto di iniezione essa crea un conflitto tra l'antigene, gli anticorpi tPresenti nel 1) Azione fi,.ssatric.e

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tess11to, e gli anticorpi circolanti. I risultati del ' conflitto sono: la saturazione « in situ » delJ'antigene, e il le11to assorbimento di quelle quantità. di antigene che non furono sa.turate. A conferma di questo concetto, l' A. rifèrisce corp.e uno dei due casi citati in cui la difesa. allergica era grande ed una intradermoreazione col siero dava una reazione im1p onente, so1pportò \benissimo senza reazioni generali successive cospicue miezioni di siero. Le reazioni locali erano però sempre im- · ponenti. Nell'altro caso invece, in cui la difssa allergica era minima e l'intradermoreazione col siero dava una reazione scarsa, llna iniezione dt 2 eme. di siero bastò a scatenare uno sc'ho~k. Le reazioni che sopraggiungono durante una serie ·di iniezioni di siero si spiegano p.ensando che le iniezioni ravvicinate saturano l'azione fissatrice del 1fegato, e quindi con grande facilita l 'antjgene viene a raggiungere n el sangue la concentrazione di .schock. Le reazioni che sopraggiungono dopo una unica· iniezione di siero o dOlPO una seconda, quando ì'intervallo tra le due non fu sufficiente per losvil up1po degli antiC01'Pi (due-sei gioTni), si <;piegano ammettendo che l'individuo fosse già <;en-· sibilizzat0 verso un qualunque antigene. Si sa che un so.g getto sensibilizzato verso un antigene,. p. es. alimentare, presenta una esaltazione dit t11tte le sensibilità che ha in sè, e specialmente· ha esaltata quella verso il siero di cavallo. In unà. veccmia con urticaria cronica ed edemi acuti di Quinke tma iniezione di 2 eme. di siero fece e51Plodere il giorno stesso una violenta crisi anafilattica. ROCCHI ~.

La cutireazione in fo1·me mo1·bose a ca1·attere anafilattico : asma, co1·iza spasmodica, febb1·e da, fieno, emicrania, ortica-· • ria ed eczema. (PASTEUR VALLERY-RADOT

e 1P

. BLAìVIOUTTER.

La Presse

médicale, 25 marzo 1925).

La cutireazione ha assunto in questi tempi una grande impo.rtanza per la diagnosi come per la terapia degli accidenti anafilattici. L'argomento è stato studiato sipecialmente dagli AA. americani che ne hanno fatto un metodo generale di diagnosi delle affezioni anafilatticl1e per la ricerca della reazione dei tegumenti alle dive1se proteine animali, vegetali e microbiche. · Sulla fac cia anteriore dell'avambraccio, dapprima strofinata con alcool a 90°, si fa una serie di piccole scarificazioni lineari su1per ficiali, della 1unghezza di 2 mm., 1p er mezzo di un vaccinostilo, evitando l'uscita di sangue. Su ogn1:1'na, s1 applica una gocciolina di Roda decinor-

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TECNICA. -

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I L POLICLIN I CO

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male e poi una minima quantità della 1proteina cl1e si vuole studiare; la soluzion e e l'assorbimento sono facilitati dalla soda. Se invece, la proteina è g·ià in soluzione, la si aipplica direttamentE> sll lla scarificazione, senza la soda. Le sostanze così applicate si lasciano per mezz 'ora, dopo di che , si lava con un tampone imb evuto di acqua la serie delle scarificazioni e 5i confrontano con lina cl1e si sarà fatta con ia sola soda , sen za proteina. La r eazione si riterrà p ositiva quando ·si •è 1prodotta una placca orticata di almeno 5 mm. di larghezza. Essa è circondata d a una zona er itemato5a più o meno marcata ed è spesso prur1gi11osa. In c€rti casi, la reazione è assai intensa e la placca può oltr~assare il diam etro di uno scudo. Un semplice eritema lor a1e non va considerato com e reazione positiv a. •

XXXII,

FASC.

26]

di oca, di a11itra, .di piccione, lana, 1patata. Spesso gli individui sensi·b ilizzati ad una protei11a anin1ale reagiscono a tutta una serie di proteine che nulla hanno a che fare con la sensibiliz~a­ zione. Viceversa, in qualche caso di asma a causa nota. la cutireazione con la proteina incriminata rp uò essere negativa. Quindi, la cuti.r eazione positiva non è un se• gno certo di sensibilizzazione •dell'organismo; essa non costituisce che un'indicazione la quale ha bisogno della sanzione t erapeutica. E, soltanto qu ando la sop1pressione totale della .p roteina incrimin ata o la desensibilizzazione avr ann o fat to scomparire le crisi, si potrà affermare l'etiologia di un asma. Queste considerazioni si applicano . anche agli altri stati anafilattici, come orticaria, coriza s1pasmodica, ecc. La pratica p er$onale dell' A. su 46 casi di asma P!lEPARAZIONE DELLE PROTEI NE. P er le p.roteir1e lo ,porta ·a con cludere che i ri-sultati terapeutici alimentari, si fa anzitutto macerare l'alimento, favorevoli (sia per soppressione della .p roteina tagliuzzato minutamente, in un volume variache 1p er desensibilizzazione) si hanno soltanto in "' bile di aeiqua calda o fred da secondo la 11atura asmatici che reagiscono ad una sola proteina o dell'alimento stesso . Si passa il liquido attraverso a. proteine dello stesso grUJI>po. Le J.>eazioni -più garza e lo si lascia a S·è !p er ·qualche giorno, agfrequ enti si .h anno con prodotti di origine anigiungendovi del toluolo o del timolo p er la con. male: squame, crini di cavallo, piume, rana, serva.z1011e. Doa;>o decantazion e, filtrazione ed tutti prodotti che entrano nella composizione deevaporazione, si ottiene it1n residuo gommoso, gli effetti letter ecci, ciò ohe spiega la frequenza spesso che si ridiscioglie nella quantità di acdell'asma nottufna. P iù raramente l'individuo q ua necessaria; vi si aggiungono quattro vol11mi . reagisce alle .prot eine alimentari; talvolta esso, di alcool a 95° e si continua la disidratazion e con p. es., reagisce soltanto alle singole proteine delalcool a ssoluto, aceton e, etere. Si centrifuga e si la farina (•p roteosi, glutenina, gliadina, ecc.) e fa passare il prodotto così ottenuto in un essicnon a quella .globale. Non risultano ·sufficientecatore ad acido solforico; si ottien e una 1polvere m ente dim ostrati i casi di reazione a proteine friabile , facilmente solubile nell'acqua e negli microbiche. alcali diluiti. Dall'interrogatorio del malato, ·si avrà la guiP er l'estrazione delle 1p roteine dai peli di :i.nida per procedere alle reazioni; per le 1prote'i!1e mali, se ne fa un estratto alcalino ohe si n eutraalintcntari si u seranno la farina di grano, l'albulizza, ottenendo così un precipitato che si purime od il tuorlo d'uovo, l' albumina del latte, la fica ridisciogliendolo e p r ecipitandolo ·pareccl1ie patata, le diverse carni. volte e poi seccandolo con alcool ed etera. L'estrazione ,d al ipolline si ,compie facendo secL i\ CUTIREAZIONE NELLA CORIZA SPAS~IODICA. S0care i fiori non ancora sbocciati; si fanno p oi 1pra 17 casi, 1'A. ha trovato reazioni pqsiti"ve solmacerare nel tetracloruro di carbonio e si com- tanto in 3, di cui 1 con le piùme di pollo e 2 primono in una garza a traverso la quale .p assa !'On quelle ·di oca. In 2 casi si ebbe la guarigione il ·p olline che viene poi arrestato da un filtro di sopprimendo la proteina incriminata.- ' carta. Del 1polline che si r accoglie dopo qualche Le cutireazioni più accentuate e più frequenti ora, quando rè secco, si fa t1n estratto alcoolico. si trovano nella febbre da fieno; ·So1p ra 26 casi dell' A., ne reagiscono 2.5, di cui 24 al ,p olline delLA CUTlHEAZIONE NELL'ASl\IA. - In un asmatico che conosce la causa del suo asma, la cutireazione le graminacee. La ·desen sibilizzazione specifica non è cl1e una pTova cli controllo. Quando in- costituisce una controprova; anche in essa però vece esso ignora tale causa, si deve procedere si hanno delle reazioni di gruppo. Nell'emicrania, qualche autore ha ottenuto "'iper tentativi con le più s·v ariate proteine. Al contrario però degli autori americani, l'A. ritiene sultati 1positivi con sostanze alim entari (cioccoche la cutireazione non sia rigorosamente spe- lato, .sedano, albume d'uovo); l' A. ha troYato solo cifica; Yi sono, di fatto degli asmatici di lunga un caso positivo alla farina (clj grano e di segale) su 13. data cl1e reagiscono alle 1pit'l sYariate proteine. In Si::arse sono le reazioni positive n ell'orticaria un caso clell'.L\., si aYeYar10 reazioni positi,re con e nell'edema di Quin cl<e, in cui si deve tentare sqt1ame di ca,~allo, i)eli cli gatto. pit1me di ipollo 1

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Dr. med. E. Krl.111

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C. G U.s-tro w

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soprattutto con le sostanze alimentari. In 17 casi di orticaria, l' A. trovò 5 casi .p osi tivi, di cui uno al bianco ed al giallo d'uovo, due alla farina di grano, uno ad una proteina (leucosina) della stessa farina, uno a diverse proteine. La sop· 1p ressione dell' alimento 1P ortò la guarigione nei pri1ni 4 casi. Nessuna reazio11e positiva si ottenne in 5 casi di edema di Quincke. ~ell'eczema, specialmente infantile, ·Si trovan o talora reazioni positive e co.n troprova tera1p eutica specialmente con le proteine alimentari. Qualche volta si sono avute reazioni positive anche in altre sin·d romi che sono legate a disturbi digestivj (vomiti ciclici, coliti, intolleranza per il latte) ed altresì in certe manifestazioni oculari. Risulta in complesso che, sebbene in modo no11 del tutto costante, la cutireazione può orientare il clinico verso una terapia specifica. Questa p 11ò farsi sia ·sottraendo il malato all'azione della proteina, sia per mezzo della desensibilizzazione. Per questa, .si consiglia di solito la via sottocutanea: l'A., invece, ha trovato vantaggio a farla sempltcemente per mezzo di cutireazioni ripetl1te, rnetodo che è completamente esente da perico 1 i, che 1può essere applicato da chiunque e che risulta efficace. 1

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La c111·a precoce delle lesioni (la canstico dell'esofageo. (H.

SALZER.

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f. klin. chir., 133).

Le ca11sticazioni esofagee rappresentarono in tutti i tempi un ·nolii nie tangere, e molti autori ~i sono infatti occupati con la ricerca delle cure dei postumi di tali incidenti : purtroppo i risultati non 1sono troppo confortanti. Secondo llacl<er in più della metà dei pazienti che sopravvivono all'i11gestione di alcali, si stabiliscono dei restringimer1ti gravi. Nei rimanenti le stenosi sono lievi: di ru.do non si verificano affatto. Lotheissen nel 1922 scriveva ,che il 26 % dei pazienti in cui si verifi~ano delle causticazioni dell'esofago, n11Joic . • n o .p er la penetrazione ·del liquido nelle vie respiratorie e la diffusione dei proce!:isi infiammatori nel m ediastino o nella pleura. Di coloro che sopravvivono un piccolo numero rimane illeso: n el 74 % dei rimanenti si stabilisce una stenosi : il 12 % di ,questi, muoiono durante la cura e un altro ugual contingente per uno dei postumi 'P iù frequente : la tuber.col'Osi. Eippure si tratta di una lesione frequente, specie nei ·b ambini. Nella Clinica P ediatrica di .Bol<ay a Budapest si raggi unge una cifra del 6 0/00. Già nel ·1887 Gersuny aveva tentato in un caso una cura p1·ecoce delle 1

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tato morì. Risultati un po' migliori ebbero .con metodi ispirati allo stesso principio Roux, J ohannsen F'ranl<e1 e Bass, ma ciò nonostante le loro pro ~o­ ste non trovarono gran seguito. L' A. 11a rjpreso a studiare il quesito e dopo vari tentativi è venuto alla conclusione come nei casi di caustica~ zione dell'esofago ~i debba p rocedere nel seguente modo: appena cessate le manifestazioni più tumultuose, dal 2° al 60 giorno si .comin ciano a passare le sonde di Bass (di 1p iombo rjvestite di seta e para e r am1nollite per l'introdu ziortB n1e. ctiante l'immersione in aoqua calda). Questd sonde, calibro 28-30 per i bambini, vengono intro~ dotte dolcem ente, spinte quasi dal loro peso stesso e lasciate in sito per 5'-10' fino a mezz'ora. Per 4 settimane il 1passaggio ·delle sonde si effettua giornalmente, poi man mano si distanziano le . sedute fino a 1-2 la settimana, per eseguir8 i1 co11tr.ollo ogni 1-2 mesi, salvo a riprendere il sondaggio più ·di frequente 1quando si stabilisse evidente la tendenza alla recidiva. Il trattamento non dà eccessivo fastidio, poichè gli stessi bambini di 4 anni, do1)0 2 settimane di cura sono in grado di eseguirlo da loro·. Un altro vantaggio di questo metodo consiste nel ripristino precoce di una deglutizione perfetta, e nell'evitare il grave deperimento consecutivo a digiuni forzati. B opportun o non iniziare tro1p po .p resto il sondaggio nei casi .gravi, poichè facilmente si sta· biliscono dolori e febbre : ma non bisogna aspettare oltre il 60 giorn o, dopo il .quale è facile l'insorgenza di emorragie imponenti. Su 56 casi del1'.L\., trattati C0 l metodo 1precoce, si ebbero 49 risultati ottimi, 2 buoni. Un bambino mori di polmonjte durante la cura; 3 non trattati perchè troppo gravi morirono tutti: si ebbe un dec·esso infine per setticemia in seguito 1probabilmente ad una grave stomatite ulcerosa. Sic.come non si può escludere malgrado l 'assenza di qualsiasi perforazione che la stomatite possa esseré stata aggravata dal sondaggio, i risultati, in ùeenitivat si possono considerare come buoD;i nel 96 % dei casi. A risultati analoghi giunse Bol<ay n ei suoi J 32 "asi (in 4 anni) nei quali .p erò sono state 4 volte notate le perforazioni. Ciò n on ~stante si 11a l'impressione ohe il sondaggio precoce abbia diminuito il loro numero, in quanto che è noto come esse si presentino anche spontaneamente nella evoluzione delle causti.cazioni esofagee. A ragione Zoegien e v. Manteufel dicono che in tali. casi . la periforazione n on debba imputarsi alla sonda, bensì alla profondità dell'ulcerazione da caustico. Sommando ai precedenti, i casi di Erdelen, di cui 2 teTzi sono adulti, si giunge alla somma di 226 pazienti così trattati. Anche impu1

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esofagee, ma il bambino così trat-

c~1usticazioni

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IL POLlCLINIC.J

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tando tutti i casi di morte al metodo accennato creas; al disopra, si trova un altro cul di sacco si giunge ad una mortalità del 5.3 %, in contrasto fuso anch'esso col 1pancreas e che rap1presenta la formidabile con le percentuali preceden~i. Non porzione distale del duodeno; un · sottile cordone c'è bisogno di far risaltare gli inconvenienti del- di tessuto frbroso unisce i due segmenti. In un la sonda a permanenza proposta dal Gersuny terzo gruru>o, i due cul di sacco sono de 1 tutto (causa di decubiti e di grande incomodo .p er i isolati l'uno dall'altro. pazienti). L'atresia duodenale si fa risentire sullo stoBenc.hè li metodo sia stato ~pplic~-~o prevalen- maco che è dilatato; ad esso fa seguito, dopo temente nei b·ambini, nei quali l'esofago è fol'se un pilo~o normale, una porzione idi duodeno pure più distensibile e .h a una maggiore .capacità ri- dilatata, per cui si ha l'impressione di uno stogenerativa, non esiste alcuna seria ragione di maco biloculare. Al ·d i sotto della lesione, l'inno11 a1pplicarlo pure negli adulti, come del re ·. testino è ap1piattito e retratto. Talora si hanno sto è .già stato fatto, anche concedendo teorica- a11011e malformazioni delle vie biliari. mente in questi una minore forza di adattamento , Dal punto ·di vi.sta della rp atogenesi, la teoria come vorrebbe Lotl1eissen. E. M. che sembra più probabile è quella ernbriogenica di Tandl€r , 'Secondo cui negli embrioni• umani al 30'> giorno, si inizia una 1Proliferazione epiteliale nel Le at1·esie e le stenosi d11odenali duocleno dl1e ostruisce più o meno COffilPletamente nella p1·ima infanzia. il lume e poi viene gradatamente riassorbita; la (R . TURQUET e J. FJ.ORAND. Journ. de m.éd. de Paper sistenza idi 1questo t!l-PIPO' epiteliale ·spiegheris, 21 marzo 1925). rebbe l'atresia. Il ·d·UOdeno è un luogo di elezione per le atre~ S·i nto1ni e diagnosi. - Il segno che attira anz isie e le stenosi cong~nite, come lo sono tutti i tutto l'attenzione è l'assenza di espulsione del mesegmenti del tubo digerente cl1e han!1o sutjìto nel conio che ,è totale nelle atresie sottoampollari; in cor so de1Jo sviluppo un profç>ndo Timaneggi3.quelle al disopra ·delÌ'ampolla del Vater si ha 111ento: ampolla ·del Vater, angolo duodeno-diritenzione iparziale ed emissione di muco scar·so giunale, valvola ileo-cecale. Dal punto di vista grigiastro. Dall'esame del materiale emesso dal c1 inico ed anatomo~patologico, si possono distinl'ano, risulta l' assen za di 1peli di lanugo, di gocguere ·d ue ordini di fatti; quelli cl1e si ma11ife·ciolin e grasse di origine sebacea e ·di cellule stano n elle 1Prime ore di vita, con evoluzione cl\ epiteliali del tubo digerente. immediata gravità, 1e a_.tresie del duodeno; quelli; Ai primi tentativi di alimentazione, compaiono ; 11vece che· si rivelano più tardivamente, nellB i vomiti, generalmente violenti ~d esploc;ivi; la 1Prime ,s ettimane o nei primi mesi; si tratta al, 1presenza in essi della bile implica l'esistenza di lora ·di stenosi. una stenosi sottoampollare. Si sop.o oc;servate LE ATRESIE DEL DUODENO. - Senza essere eccezio~ ematemesi, ittero; di solito anuria completa. Alla nali, si preser1tano rararnente, specie in confronto esplorazione si rileva un meteorismo marcato della frequenza relativa con cui si osservano le della regione so,praombelicale; lo stato generale m alformazioni anorettali. La statistica più recer1- peggiora rapidamente, si ha ~potermia, algid i1à, t e riporta 392 casi di o·Cclusion e congenita ·f ra il sclerema, talora convulsioni e morte al 5°-6° (piloro e l'ano; si può calcolare che se ne trovi giorno. un caso sopra 20,000 nascite. Il pilì delle volte La diagnosi si basa sulla osservazione di voesistono condizioni che .p osis ono jprovocare ano- miti precoci incoercibili !biliari ed, in caso Ji malie, aboTti ripetuti, idramnios abbondante, p1e- atrec;ia sottoampollare, di mancanza di espulsiom aturità, debolezza congenita; talora si hanno n e del meconio. In presenza di occlusione in tenel bambino altre anomalie, come malformazior1i stinale nel neonato, si p·enserà anzitutto all'imd elle dita della mano o dei piedi, delle vie uri- !p erforazione anale e p,o i alle malformazioni delnarie, ·del cu ore. l'esofago. Lll comparsa subito dopo la nascita La sede più frequente d elle atresie è la regio11e .p erm ette di escludere la stenosi ~ertrofìca del prossima all'ampolla del v'ater; talora all'arnpol- piloro ed. il pilorospasmo essenziale. Possono la stessa, il pii'1 S(pesso sovraampollare. Viene 1poi, però esistere delle brjglie con genite che .danno la in ordine di frequenza l'angoJ.o duodeno-digiu- sindrome di occlusione e che sono -Oiagnosticanale, raramente l'atresia si estende 1per tutta la bili soltanto alla laiparatomia. L'esame radiololun6hezza del duoden o. gico potrà dare la conferma dell'ostacolo duoL'atresia può essere data: da una o più men1- denale. brane che formano un tramezzo n ell'interno del LE STENOSI DEL DUODENO. - Questa lesione è comcanale; piu spes.so il duodeno, nella Slia porzione prossimale è chiuso da un cul di sacco, patibile con una sopravvivenza 1p iù o meno luncome da un cieco aderente alla testa del pan- ga, per cui i sintomi si possono osservare anch~ 1

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SEZIONE PRATICA

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n ei grandicelli e n egli adulti. QuandJ si escl11- r urgo si assicurerà 1d3jpprima che n on esistono l~ dano le stenosi secondarie ad un'u lcera o ad un sioni multiple, ciò cJhe si verifica nel 15 % dei tumore, del tutto eccezionali nei bambini, le cau- ~a.si. Si potranno 1praticare la ·gastro-entero-anase della stenosi duodenale 1possono essere ~è se- stomosi con o sen za esclusione del piloro, o la guenti: 1) bri glie .p eritoneali congenite; 2) man- duodeno-entero-anastomosi; si è anche tentata Ja canza di unitura del mesocolon che p uò rin1a semplice enterostomia che con siste in un primo n ere libero n el bacino facendo trazione s1111a me- te1npo nel fissare alla .p arete i due cul di sacco senterica superiore che incrocia la terza tParte del intestinali, riserbando [per un secondo tempo la duodeno, o for mare una co:r.da che scl11 accia il riunione dei due segmenti intestinali. Nel neoduo.deno; ~) brevità del mesen~ere per cui ne l l- 11ato .qu esti interventi pres.e ntano difficoltà notevoli. sulta la compressione del duodeno o la flessione dell'angolo duodeno-digiunale; 4) mesocolon ecLe stenosi, derivando da ·Cause diverse, esigono • ci ssi' amentie lungo che finisce con lo schj acciare interventi diversi, sezione di. briglie 1p erito11eali, . l'angolo duodeno-digiunale. gastro-enterostomia, ecc. Sintom.i e diagnosi. - .spesso, fin dai primi giorL'essenziale, in entram·bi i casi è una diagnosi ni di vita si ha che i tentativi di alime11tazione precoce che pierrr1etta al chirurgo di intervenire quan do il bambino non è già in un o stato di desono seguiti da -romiti; talora però 1a lesione può essere ben tollerata per diversi m esi. Il sintonia nutrizione e di disi.dratazione che rende la prognosi fatalé . Questa, naturalmente, è assai meno princ~pale è l'esistenza del vomito bi liare, sempre connesso con la stenosi sottoampo1lare; il vo- grave n ella sten osi che nell'atresia. FILIPPINI. mito è giallastro o \erdastro, si ha subito dotpo la poppata o lPrima di quella seguente; nel liquido vomitato le reazioni di Gméljn e di Grimbert Il tratta1nento medico e chi1·u1·gico sono positive. I vomiti possono essere continui dell'ulce1·a gast1·0-duodenale. C·d intermittenti e, nell'ultimo caso, si han'1.o a CF. H. LAHEY e s. 1\1. JORDAN. B oston medical and crisi, separate da in tervalli ·di salute ap1parente. s1lrgical Journai, v. 191, n. 13). Le feci sono anormali per qualità e frequenza, E indubitato che, tanto col trattamento medico Ja costipazione può essere continua od intermitc;oinP cori qi.iello chirurgico, si .p ossono ottenere tPnte ..i\.ll'esame fisico, si rileva spesso il meteori- buoni risultati n ella ter~pia ·dell'ulcera gastrosmo localizzato alla r egione so1praombelicale e duorleiiale. Ma il decidersi rper l'uno 0 1per l'altro del peristaltismo gastrico. A.. questi segni, si agmetodo non è sempre agevole; vi sono chirtl!'ghi giungono l'ittero, la tetania, febbre, convulsioni; che vorrebbero operare tutte le ulceri, ed invece Francioni ha segnalato anche dei vomiti n eri anarnedici che vorr.e bbero prolungare il trattamento loghi a qt1ellj cl1e si osservano nella stenof:i. Lo ancllP quando il paziente si trova in condizioni stato generale ed il dimagrimento variano se- adatte per essere operato, sicchè il .p ratico ricondo jl grado ·di sten osi. mane incerto sulle direttive da 1prendere di fron· All'esame radiologico, si può anche precisare te arl un dato .p aziente. Questo stato di CO$ e viene la sede della stenosi e differenziare qu ella dovuta da.gli AA. attribuito , alla mancanza . di coopera, alla trazjone del mesentere (in cui l'immagine razione fra medico e chirurgo; allo scopo di poter dialogica nòn è influenzata nè dalla posizione dare delle direttive precise, e5si hanno quindi del malato, n è dalla pressione della mano) da studiato la .question e seguen do un piano prestaquella dovuta allo schiacciamento da parte di un bilito secondo il quale 1potevano risaltare i vanmesocolon mobile; in questa forma, le manovre ta.ggi di ciascuno dei metodi. In linea gen erale, essi a:minettono che si deve sopra accennate tendono a diminuire l'ostacolo e si vede c.h e la pappa di barite passa nel digiuno. ' anzitutto precisare esattamente la diagnosi e che La diagnosi non 1presenta difficoltà salvo nel iJ metodo desiderabile di trattamento deve essere caso di stenosi so1praam·p ollari in cui la presenquel lo medico, da tentarsi anche nei casi cronici. f: .p erò necessario, secondo gli AA., che esso za ù i YQmiti senza bi.le può offrire confusione con altre sindromj emetizzanti dell'infanzia, piloro, venga fatto in un ospedale direttamente sotto spasmo, stenosi i1p ertrofìca del piloro, ecc. Si ten- controllo. Diverse sono le ragioni che militano ga presente .p erò che l e stenosi d'uod en ali sono per questa tesi; anzitutto la [possibilità dj fare in quasi costantemente sottoampollari ed in tal ca50 tal modo ,uno studio accurato del ·p aziente, in la presenza di bile nel vomito (talora in quan- secondo luogo le difficoltà che si incontrano ·p er tità scarsa, 1per cui ·è necessario l'esame rbimico) far seguire alla maggior parte dei pazienti .la basta per assicurare la diagnosi. linea rigida di trattamento che si basa essenzialTRATTAMENTO. Nelle atresje, si deve decidere mente sul metodo di Siprp1y ; da ultimo la neces1' intervento n ei primi 2-3 giorni di vita. Il cliisità, in certi casi, di aver il paziente sotto con-

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si n1anifesta il dolore, si tentano i seguenti ri_medi: a.spirazione del contenuto gastrico, ingestione cli cibo con sufficiente quantità di albu1ni11a o di alcalini (·di solito 3 g. d] . carbonato di calcio e g. 1,80 di bicarbonato di sodio). Nel secondo giorno, c:; i dà alla mattina il pasto di Ewald e, dopo "Hn'ora, si fa l'aStpirazione del contenuto gastrico, determinando la quantità ·d i cibo .p resente, l' acido cloridrico libero, l'acidità total8 e la eventuale presenza di i:;angu e. Nella maggior parte delle ulceri, si ha che l'acido clo, ridr~ c.o libero è verso 50 e l'aci,d ità totale circa 70; il sangue può esservi ma può anche mancare. Suhito dopo, si dà un pasto p er provare la motilità e si svuota lo stomaco sette ore dopo; la pr ese;n za ·di oltre. 50 em e. di ·contenuto indica ostr11zione, a meno che non vi siano cause di ritenzione acuta. Questa 1prova è più importante SCHE~IA DA SEGUIRSI PER LA DIAGNOSI. che quella con i raggi X, in quanto che il bario abba11dona lo stomaco pi'l1 rapidamente che no1l È anzitutto n ecessario raccogliere un'accurata jl cibo. anamn esi che deve consider are quanto segue : Al terzo gior:qo, si 1p rocede all'esame fluoro1) data · d'injzio della malattia; 2) se la malattia · scopjco; difetti ·di riempimento, ipermotilità, doè in continuo progresso o se ha remissioni; ·3) se, durante il decotso, la malattia ha subìto m odifi- lorabilità alla palpazione sono segni evidentJ di ulcera; durante l 'osservazione si not::-ino talora cazioni e se la comparsa del · dolore sia i11 ra·pporto costante con l'alimentazione; 4) il carattere difetti di riempimento della parte posteriore del gen erale del •dolore: cioè, la localizzazione (se duodr.no. Si fanno poi delle lastre in serie per l'ulteriore studio. limitato o diffuso o irra:diante) se sia sempre , I punti pr incipali che vengono m essi in rilievo acuto o r emittente, se insorga gradatamente o r on qu esto m etodo sono i segu enti: 1) a stomaco non, se sia costante nella lo.calizzazjon e; 5) l 'effetto dei provvedim enti che si '.Prendono per cal- vuoto n on si ha malesser e; 2) durante il malessere, l'acidità. in acido cloridrico libero è mag, m are il dolore (ingestione di cibo, di soda, caldo, mo,ri1nenti intestin ali, eruttazioni, vomiti, ri;poso giore che un'ora dopo il pasto di Ewald; 3) il dolore è calmato da una sufficiente quantità dj od esercizio); 6) la 1p resenza di altri sintomi, -come a1caljni, o di cibo; 4) il malessere, n ello stesso scarich e inolli, nausea, ~omito, ittero, gorgoglii, febbre, sin tomi urinari; 7) la descrizione crono- individuo, si ha ad un intervallo costante <iopo I pasti. logjc:a di un giorno di malessere tiptco, con tl1tti • TRATTAMENTO MEDICO. i particolari; 8) la descrizion e delle funzj oni intestinali, numero e carattere delle scari~l1e , uso Con siste spec ialm ente n el n eutralizzare l'acidi 1p urganti. di tà gastrica .p er un periodo di mesi od anche I punti principali che indirizza110 la diagnosi un a11no. Si tiene il paziente in letto jper tre setverso l'ulcera sono: a ) la remission e dei sintomi timane con una dieta che va gradatamente dai in diversi petiodi, in quanto che 1'11lcera ha sempasti orarii di l atte e cr ema ad un'altra più pre qualche p erio·do di remissione, in qualch e estesa, ma Bempre })landa. Le polveri alcaline si suo stadio; b) il carattere generale del dolore danno ogni ora dalle 9,30 fino alla sera; <lurante che, quan do l'ulcera non è comrp1]cata, è n etta- la notte non si darà ·n è cibo n è bevanda. La mente local izzato dalla punta di un dito, talvolta magnesia si dà in quantità suffi-ciente per proirradiantasi alla schiena, di inizio gradua.le, che duTr c: ·giornalmente un a scartca formata; il resto aumenta fino ad un massimo e 1poi decresce e, degli alcalini si dà in forma di carbonato <il n ello stesso indi vl!duo , se l'ulcera n on è ,cornpli- calcio e di bicarbonato di sodio. [Le polveri alcata, si verifica sempre in uno stesso momento caline del metodo di Sippy. che è quello seguìto in relazione con i pasti; e) I 'in gestione ·d i c]bo o dall' .A.. sono le seguenti: 1) Magnesia calci11ata di al calini od il vomito portano sempre una cal- i)esante, Bicarbonato di sodio, ana g. 50; 2) Ca!'1na nel dolore dell'ulcera non com plicata. !'lon 1t.o di calcio, g. 0.50; Bicarbonato di sodio, Dopo l'esame ge11erale, il paziente ' 'iene m esso g. 1,50. Da prendersi alternati,·a111ente, ogni ora~ ad una dieta senza carne e si esaminano le feci n1 nn mezzo bicchiere cli acqua. ~'- del rPd.]. In per la ricerca del sangue. ~ el momento in rui giorr1i determinati, si svuota lo stomaco alle

tinua osservazione per un eventuale intervento chirul'gico d'urgen za. Quindi, fino a che il pazient0 può essere tenuto esente da sintomi e da indicazioni per l'intervento, si può continuare senza alcun timore il trattamento m edico, con una dieta rigida o mo·d ificata, secondo i casi. Le linee direttive seguìte ·dagli A·A. sono le segu en ti. Il paziente sospetto di ulcera viene inviato all'ospedale per la diagnosi e, se l'ulcera viene confermata, lo si tiene in letto, con dieta rigida per 3-4 settimane. Se, dopo tale periodo, esso non ha più sintomi e non ha segni di attività dell'ulcera che impon gano l'intervento chirurgico, può ritornare alla .p ro1p1ia casa con una dieta modificata e, se può continuarla in buone condizioni, può evitare l'intervento. In caso contrario si ·d eve ricorrere a questo.

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SEZJONE PRATICA

ere 16,30 e 21,30 ~er controllare se la ne11tralizzazinne è stata raggiunta; in qualchE> altro gio1no si fa lo svuotamento a mezzanotte per determinare la 1p resenza o l'assenza di secrezione continuata, ciò che annullerebbe l'effetto della neutralizzazione durante il giorno e renderebbe necessario continuare questa anche durante la notte. Se il paziente ha avuto emorragie, lo si metterà alla dieta di latte e -crema ogni ora curando esattamente la neutralizzazione delJ'a·c idità; il trattarnento rimane. il medesimo, soltanto che il passaggio ad una dieta più generosa -deve essere assai più lento. INDICAZIONI AL TRATTAMENTO CHIRURGICO.

Possono sorgere ad ogni stadio del trattamento medico e si deve quindi essere sempre pronti ad ' un eventuale intervento. Esse sono date da: 1 ) Perforazione, segnalata dai sintomi caratteristici; talvolta la perforazione ·può essere casualmente scoperta alla fluorosco.p ia; 2) Sintomi di carcinoma, consistenti principalmente nel fatto che i dolori continuano dopo due o tre giorni e la presenza di sangue occulto nelle feci, anche dopo due o tre c;ettimaae di accurata neutralizzazione. Il sospetto è avvalorato se la lesione è dal lato gastrico 'piuttosto che da quello duodenale del piloro, se il pazie~te non è giovane, se vi sono ·già segni di cacheSsia. L'assenza di acido cloridrico libero e la presenza di bacilli lunghi e di quelli dell'acido lattico avvalorano il sospetto; 3) Deformità dello stomaco, ·p rincipalmente 1' ostruzione cicatriziale del !Piloro e secondariamente lo stomaco a clessidra ed adesioni 1perigastric.he; 4) La secrezione contin.u a di aci do cloridrico anche durante la notte che non cede al trattamento medico; 5) L'insuccesso del trattamento medico; 6', Le condizioni economiche dell'infermo che non gli permettano di dedicare tanto tempo alla cura. ~' operazione di scelta deve essere la gastroenterostomia la quale, a•d ogni modo, rappresenta il primo passo per un'operazione più radicale; in qualche caso raro, segue ad essa J'ulcera gastro-digiunale o digiunale. La resezione radicale va riserbata ai casi in cui le indir.azioni giustificano il rischio di tale intervento. , La gastroenterostomia dà mortalità di 1-2 %, il 6-15 % di insuccessi e circa 3 % di ulcera gastrodiginnale ricorrente; la pilorectomia e la gastrectomia parziale danno una maggior percentuale di guarigioni, ma anche una mortalità più elevata, che arriva a 6-10 %. 1

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FJI IPP!NI.

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CENNI BIBLIOGRAFICI Trattato di medicina operatoria generale e speciale. Unione Ti·p . Edit. Torinese.

DURANTE-1LEOTTA.

Di questo Trattato di tecnica chirurgi.ca è uscito in questi giorni la 3a puntata del vol. 40. I ca1p itoli che sono comp·resi in questo fascicolo riguardano la c.hirurgia d.e.l polmone. e dei bronchi intrapol1nonari e precisamente : 1 •) Trattamento immediato e tardivo delle ferite pleuro-polmonari; 2) Trattamento delle affezioni polmonari su·ppurative e cangrenose (ascesso e ca~grena 1polmonare); 3) Trattamento -delle affezioni dei bronchi intrapolmonari ('.bronchiectasie e fistole bronchiali); 4' Trattamento chirurgico' della tubercolosi poln1onare (resezione dell'apice polmonare, IJ)neumotorace artificiale, toracoplastica eictrapleurica, pleuropneumolisi, frenico tomia, condrectomia!; 5) Trattamento chiru·r gico dell'enfisema polmor1are~

1·rattamento delle cisti del 1p olmone (echinococco e cisti dermoidi). Di ciascun argomento sono con ampiezza trattate le in·d icazioni , le controindicazioni all'atto chirurgico, e, ~er Je Q1Perazioni .che, come la maggio"!' .p arte di quelle che si eseguono nella _ tubercolosi 1polmonare, n on agiscono direttamente st1l focolaio morboso, è specificato il meccanisrno d'azione. La tecnica d.ei vari metodi- operatori, le cure preliminari, quelle consecutive, gli in.cidenti. le ~omplicanze e gli esiti sono svolti in tutti i loro particolari. In ogni capitolo è tenuto conto dei risultati dei più recenti studi pu·bblicati, come in quello delle ferite polmonari ha la sua iparte la grande esiperienza fatta durante la gue!fa. a. c. 6)

L. DUBHEUIL-CHAMBARDEL. Variazioni delle arterie della p elvi e dell'arto inferiore. Masson e C.ie, éd. , Paris, 1925. Fr. 35.

Lo studio del sistema vascolare mostra l'estrema variabilità di comportam.ento dei vasi arteriosi, tanto che talora rimane difficile defini.re quale n.e sia il tipo normale. L'.A. raccoglie in questo volume, che fa parte di un trattato sulle variazioni del sistema arterio<:>o, le o·sservazioni 1p roprie e quelle degli altri Autori in rapporto alle variazioni che possono presentare . le arterie della pelvi e dell'arto inferiore. Il lavoro è di particolare interesse per i cultori dell'anatomia, ma può anche essere di grande utilità ~er il chirurgo. G. MATRONOLA .


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II. POLICLINICO

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APPUNTI PER IL MEDICO PRATICO. CASISTICA.

La tubercolosi aviaria nell'uomo.

I casi osservati n ell'uomo sarebbero probabilmente da riferirsi ad ingestione di uova provenienti Ja polli infetti. 'fl,l.

E. Loewen stein (Z.e itschrift /. Tuberkulose, v. XLI, ·n. 1) ha pubblicato fin dal 1905 la prima osservazione di tubercolosi aviaria n ell'uomo a cui sono seguite n on numerose osservazioni .d i altri. In questa forma, sono scarse le lesioni macroscopiche, non essendovi evoluzione caseosa, ma piuttosto focolai di necrosi in grande numero. I bacilli sono assai abbondanti e formano nelle sezioni colorate, anche a 11>iccolo ingrandimento, dei piccoli ammassi rossi disseminati alla perif~ria. delle zone di n.ecrosi. Rare sono le cellule giganti; la localizzazione delle lesioni è 1Più frequente alla milza, al midollo osseo ed ai reni. Scarse indicazioni si ottengono dalla morfologia dei bacilli e dall'aspetto delle culture, che possono essere umide oppure secche. Di solito l'acidoresistenza dei bacilli è minore che per la forr11a umana o .b ovina. La virulenza è talvolta nulla 1p er l?L ca via, pur trattandosi di bacilli virulenti per l'uomo. La tubercolina della forma aviaria è del tutto differente da quella dei mammiferi,. sicchè a scopi diagnostici ·è necessario fare la prova alla tuberco. lina con ·quella aviaria. 1C linicamente, la tubercolosi aviaria ha una manifesta tendenza alla settjcemia; nella cavia aècada che da ogni goccia di sangue si 11>ossa otte,n er e una coltura. Nell'uomo, si ha frequentemente l'aspetto di tif obacillosi, di parati1l, di setticemie criJptogen etiche. Spesso gli accessi febbrili del la sera continuano per settimane o mesi, a ccom11>agnati da sudori: talvolta i 1periodi febbrili sono separ ati da altri di a[piressia che .durano anche fino ad un anno; al periodo terminale, la febbre di venta. continua. .L'assenza di segni polmonari e la 1p resenza abituale di splen omegalia fanno misconoscere sipesso tale forma. Le due localizzazioni .p iù frequ enti sono al midollo osseo ed ai reni. La prima si n1anif est a con eritremia febbrile (8-9 milioni di emazie per mmc.) o con leucemia entrambe mortali. I fo colai r enali non danno gran.de !Piuria; si osservano alcuni linfociti ed alcuni polinucleari, ma sopratutto masse considerevoli di bacilli, spesso endocellulari e non sempre patogeni per la cavia. La diagnosi 1precoce delle forme ren ali avrebbe grande importanza 1Perchè la tubercolinoterapia aviaria avrebbe dato 2 guarigioni su 3 casi. La tubercolosi aviaria si osserva spesso oltrechè negli uccelli anche nei porci, n ei ratti e nei topi.

Infezione da paratifo Il. E possibile dif.ferenziare, per la sindrome clinica e per il reperto anatomico-(patologico Je infezioni prodotte rispettivamente dal parati~o B e dal bacillo di Eberth, nettamente, in ogni caso? I vari Autori sono discordi in proposito. S. Trentini (Riforma medica, n. 2, 1925) ri~or­ da che mentre alcuni ritengono che il paratifo B determini una infezione 1del tutto simile alla tifosa, altri, e sono i .più, a.fferm·a no ch e costantemente si rinvengono nel paratifo B delle g,Jterazioni, sia macro- che microscopiche, che [per localizzazione, o per scaTsa manifestazione valgono a differenziarle da quelle che si rinvengono nel tifo. Tali sarebbero: il carattere difterico delle lesioni intestinali, le ulcerazioni scarse, la sede più estesa, la mancanza in .g enere di alterazioni dell'é\IPIParato linfatico intest~nale, delle ghiandole mesenteriche e .d ella milza. · L'A. illustra un caso di infezione mortale da .p arati fo B, da ascrivere a quei casi che anatomopatologicamente hanno talora l'identità, talaltra una grande somiglianza colla infezione tifosa, tanto da essere con .questa confusi facilmepte. Le lesioni 1Per sede, per aspetto macro- e microscopico, apparivano simili a quelle co·m uni del tifo; 1'0.1Ppendice 'Vermiforme partecipava al [processo morboso; esisteva un mani.festa tumore S[plenico ed una manifesta iperplasia glandolare: un quadro insomma sovrapponibile a quello del tipo addominale. Anche clinicamente non sareb be s tato troppo facile differenziare il caso tla un vero tifo: esordio con prqgressivo aumento della depressione generale, ascesa lenta della temp-e. ratura , condizioni del sensorio, ecc. Le ricerche batteriologiche (colture della milza in buono sta. to di conservazione) .h anno messo in· evidenza lo sviluppo di una sola S[pecie di colonie, eh.e tutte le prove di identificazione dimostrano formate da bacilli del a>aratifo B. La prova agglutinante del ceippo isolato con sieri agglutin anti (titolo 1 :10000) 1per il tifo, paratifo .l\., !Paratifo B, diede il seguente rist1ltato: agglutinazione negativa per tifo e paratifo A a qualunque diluizione; . agglutinazione positiva per il paratifo I} sino ad 1 : 832Q. L'infezione determinata dal paratifo B ,ha, d:un1que, in alcuni casi, un d ecor so clinico, e ip resenta delle alterazioni ch e ;permetton? di d.i~fe­ renziarla dalla infezione d etermin ata dal bacillo di Eberth: in altri casi si può confondere con

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SEZIONE PRATICA

questa per la sintomatologia_, e per la perfetta identità delle alterazioni. La diagnosi qui11di di infezione da \parat~fo B deve necessaria:uirnte fondarsi, data la insufficien·za dei soli dati clinici ed anatomo .p atologici, anche · sulla ricerca batteriologica e serologica, le quali sole permettono di concludere in modo certo. A.

PICCINELLI.

Sifilide e malaria. C. Rubino (Gazzetta degli Ospedali e delle Cliniche, n. 34, 1924) partendo dal fatto che queste

<lue malattie causate da microrganismi a:ppartenenti allo stesso ceP1Po parassitario (protozoi), j)tesentano tra loro rapporti nel campo delle reazioni umorali (R. W. P.ositiva nei malarici febbrili o ·d a poco afebbrili) e nel .cama:>o della terapia (efficacia curativa della febbre ~alarica provocata nella 1Paralisi 1Progressiva; e del trattamento della malaria c-0n gli arseno-benzoli) ha fatto due serie di ricerche, i cui risultati ha .presentato come nota preventiva data la scarsezza di malarici che a Genova ha potuto faTe oggetto di studio. Colla 1a serie di ricerche egli ha osservato che gli stroa1i dei globuli rossi di sange di recidivi malarici febbrili o da poco afebbrili deviano il complemento nella R. W., agiscono cioè da reattivo antigeno. Questa pro1Prietà è stata controllata servendosi come antigeno dell'estratto alcoolico di fegato eredo-luetico. In alcuni casi è stata provata la reazione precipitante di Porges, con risultati concordanti. L' A. continua le ricerche per vedere se lo stesso ~otere antigeno, e in che gra jo, l1anno gli stl'omi di globuli rossi in genere (.p er il loro contenuto in proteine ·e lipoidi) di sani e di ammalati, di uomini e di animali. CoJJa 2a serie di ricerche l'A. ha voluto ap1Plicare il trattamento dei nuovi preparati di bismuto nella cura della malaria, e ha fatto oggetto di esperjmento le forme di recidive malariche chinino-resistenti. Nelle limitate ricerche che egli ha potuto fare, servendosi 1p articolarmente dell'arseno-bismutato di so.dio, ha osservato che .questi 1p reparati dimostrano di possedere tal volta virtù terapeutiche dirette, tal'altra di agire come inobilizzatori del 1p lasmodio e di rendere allora efficace l'azione della chinina anche in dosi .Piccole.

TERAPIA. La psicaina: un nuovo anestetico locale. Si tratta di un tartrato acido di un isomero artificiale della cocaina, tprodotto dalla Casa Merck. È solubi1e in acqua, e la soluzione non si altera per una breve ebullizione. È necessario però ng-

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giungere lin poco di acido salicilico per im·ped.ire la formazione di muffe. · .I l valore anestetico .è press'a poco lo stes.so del. della cocaina naturale, ed anche la tossicità ' nuovo alcaloide è uguale a quella della cocaina; ma 1poichè sembra e.be esso produca più lentamente lo stato di eooitazione e di deliquio, il suo uso 'PUÒ essere indicato nelle persone sensi•bili. .L a psicaina rientra pertanto nel numero delle droghe (pericolose. Tali dati, ,desunti da esp'eTimenti di A. Copcland ed E. Watson-Williams (Th.e Brit. Med. lourn., gen11aio 19-25) dimostrerebbero .ohe tale anestPtico artificiale non .p resenta vantaggi pratici straordinari per essere 1Praferito alla cocaina. •M.

FABERI.

La morfina negli interventi chirurgici. Secondo Hare la morfina deprime il cervello ed eccita il midollo. Le forti dosi rallenterebbero il polso e aumenterebberd la !Pressione sangi1igna. Le dosi deboli non deprimerebbero il centro respiratorio. Ri·p etute 1Per vari giorni .p rovocherebbero facilP. vomito. L' A. ha proposto a 100 chjrurgi un questionario sull'uso della morfina, ottenen·do le seguenti risposte. . • • I I :più usano la morfina come coadiuvante d€l:t'anestesia, nella dose di ctgr . .1-1.5. Generalmente non l'usano nei bambini. Dopo l'intervento molti non usano morfina, 1p arecch j invece, per uno o due giorni, ne danno 1 ctgr. ogni 4 ore C'irca. Tale uso non sembra danneggiare i reni, nè i IPOlmoni, nè lo stomaco : talora però favorisce il vomito. Tutti sono d'accordo che -è innocuo per la funzione circolatoria. Un uso postotPeratorio cauto dells. morfina non provoca morfinismo. 1 perjcoli a temere dall'uso postoperatorio .della morfina sono il meteorismo, l'ileo paralitico. Taluno non l 'usa nei casi con ittero, temendo l'anuria. Fatti di idiosincrasia (debolezza, eccitamP.r1to) sono rari e non pericolosi. (IVI. Slocum. Journ. A . M. A., 25 aprile 19~5). t

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DORI A.

L'adrenalina negli accessi di A.dams-Stokes. I . Parl{inson e ·C. Curtis Bain (Lanc~e.t, 1924, p. 311), considerando che l'adrenalina è capace di accrescere indipendentemente la frequenza aurico lare e ventricolare, e di ridurre il blocco aur1colo-ventricolare, e che già era stata adoperata con ·successo per ridurre di frequenza e di gra'!:1it3 gli a cc essi sincopali del morbo ·di Adams-Stokes, l'hanno usata jn un uomo di 44 anni, nel quale Si era jmpro-Vvisamente presentata una Sindrome·


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IL P OLICLINICO

di .i\dams-Stokes con frequenti a ccessi sincopali. Nell'anamnesi non vi era sifilide n.è xeumatismo, nè altre infezioni. La malattia decorse in tre ,p eriodi: nel iprimo vi f11 blocco inco1lljpleto, con frequenti accessi • sincopali; nel secondo blocco completo, senza gravi accessi; nel t erzo blocco incompleto, con accessi sincoipali frequentissimi e gravi. Seguì la guarigione. Nel primo, e specialm.ente n el terzo periodo, dosi ripetute di mezzo milligrammo di adrenalina p.e r iniezi.one, aumentarono la frequenza ventricolare, ·diminuirono o abolirono transitoriamente il •blocco, e scongiurarono il grave p ericolo, coTso dall'infermo ~ specie nel terzo !p eri'odo della malattia. DoRIJ.

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citabilità cai:dia;ca e bradicardia notevole, sen7.a. !Perturbamenti della condu ci•b ilità della .f ibra ~ar­ diaica. L'uso della chinidina allungherebbe il periodo r efrattario del ni·u scolp cardiaico. ftl.

Fenomeni tossici per dosi minime di antfpirina. E' noto che l ' anti:pirina può dare in alcuni sog, getti d ei fenomeni tossici e sono noti i casi del Posadsky, Hayem , Rapin e Lewin. Tutti però parla.no di dosi piuttosto alte: 1-2 grammi (anche 0.20 in un !bambino malato di influenza). Il Menzani nel Boll.e ttino d.e.lle Scienzfe mediche (Serie X, vol. II, 1924) riferisce sulla grave sindrome tossi.ca svilu.p·p atasi in una donna, convalescente di iDJfluenza, .chie aveva fiutato una quantità ininima di farn1aco e ip oscia introdotto nel naso un ~amponcino intriso di polverina, per frenare una epistassi. L'epistassi si arrestò all'istante, ma dopo mez. z'ora la paziente ebbe brivido, vomito, su'd ore profuso, estremità fredde ~ cian otiche, per.dita di coscienza e qualche scossa cloni ca degli arti. Tolto subito il tampone localmente si notò una profonda e vasta ulceraziòne, indi sopravvenne eruzione penfigoide diffusa a tutto il coripo, con edema vasto e prolfondo all'i·p ocondrio destro. La paziente ne guariva dopo 2 giorni. Il Menzani volle saggiare a scopo sperimentale la tolleranza gastricà dell'antipirina al soggetto in parola:. gli stessi fenomeni di intolleranza si sono r ipetuti icon 5 centigram.m i: dopo 8 giorni con 3 centigrammi si ebbero più lievi. Nessun disturbo si provocò con 1 ctg. PERSIA. 1

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Sintomi d'intolleranza alla chinidina. Possono essere generali (vomito, cianosi, anoressia, ansietà , dispnea, dolori addominali e diarrea) !ed .anche locali .sul cuore (i>al1p itazione, aumento di frequenza del polso, fenomeni {ìi col. lasso e sincope). A. ·B ullrich (Sernana medica, 16 ottobre 1924) ne illustra un caso di un uomo di 64 anni, che soffriva di dolori a tipo anginoide e dispnea da sforzo. Medi ante l'elettrocardiogramma, si è potuto dimostrare ch e, in seguito alla somministrazion.e di ahinidina, si aveva diminuzione dell're-

Le cause della intossicazione da calomelano. Si ammette anco·r a 1d a molti che le intossicazioni •da calomelano so·m mini·strato a sco1po purgativo siano dai attribuirsi alla parziale trasformazione ohe esso subisce nello stomaco in sublimato corrosivo. Osserva invece R. Benigni( Boll, della So cietà Eustachiaria, 1924, n . 6) che per tra:sformare il caJ.omelano in mo,do da aversi del mercurio lilbero od un sale dissociabile di esso, sono necessarie soluzioni di acido cloridricr ben più forti di che si trovano nello s tomaco (aLllleno diel 5-10 %) e una temper atura assai più elPvata :di qs0 • Tenuto conto ohe il calomelano è faicilmente de: componibile da·g li alcalind., è più ovvio 1p ensare che esso trovi nel contenuto intestina1 e, a reazion e ::ilcalina, le condizioni necessarie per dare un sale dissociabile. Oltre la presenza di alcali, rhe p indispensabile, è necessario tener conto anc!le di un altro :fattore e cio1è della quantità di 50· ·stanze albuminoidi presenti nel miscuglio. ~uan,. do, in liquidi discretamente alcalini, si ha :p oca a}bumina, si avvera una maggior decomposizion e idel calomelano .che n on in li'quidi fortemente alcalini .con molta albumina. Anche le eS;perien ze fatte in vivo dimostrano -0l1e la presenza di dosi elevate di albumina i'mpedisce la formazion e di composti dissociabili di mercurio. I feno·m eni tossici che talvolta si o.sservano col calomelano sono dunque in raipporto con a11mentata alcalinità del succo .enterico o con la diminuzione in esso dei protei.ci e, comunque, con una r ottura di equilibrio fra alcali e proteici nell' intestin0, p er ,c ui viene a 1determinarsi tformazione di prodotti ·dissociaibili e quindi di mercurio-~on e, assorbi•bili: in quantità n otevole e con sufficiente velocità di asso~imento. 'ftl. 1

L'associazione del calcio con la digitale. Il calcio, medicamento simpaticotonico, è stato utilizzato fin dal 1916 da Loewy per rinforzare l'azione della digitale. Si è preconizzata qu esta associazione 1per il trattamento della miocardite cronica Inoltre il calcio agisce come gli estratti tiroid~i e sembra ch e aumenti la diuresi digitalica. Si può associare il calcio alla digitale in due modi: sia sotto forma di una soluzione di cloruro di calcio al 10 % in iniezioni endovenose da 5-10 eme. sia jn compresse contenenti ciascun~ 25 mg. di ip~lvere di digitale e 20 cg. di lattato di calcio.


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SEZIONE PRATICA

Questa for1na di somministrazione consigliata da Natl1orff ('Fh erapie d.er Gegen,1nart, ottobre 192.4), p ermette ag·evolmente di dare la digitai.e alle dosi fll. desiderate.

SEMEIOTICA. Stadi di ·svllnppo e processi sessl1ali in rapporto all'otosclerosi. P er C. tein (lViener klinische lV oche1lschr., n. 4, 192.5), l'otosclerosi è una malattia a carattere costituzionale. Essa è in rapporto con una ano1nalia costituzionale della capsula dell' orecchio interno e dell'oreccl1jo interno m embranoso. L'autor e studiò 125 pazienti affetti da otosclerosi riscontra11do tra essi con m aggior frequ en za il sess0 fe111minile (68 %J . La malattia si manifestò n el 27 % dei casi ,Prima d ei 20 anni. Sia l'inizio d ella malattia sia il decor so di essa sono in r8lp1porto evidente con processi d ello SYiluprpo sessuale. La m alattia si inizia molto spesso al!' epoca della pubertà n elle 1donne cl1e presenta110 anomalie mestruali; i11 queste donne la malattia assume anche un decorso più grave cl1e non• n elle donne a mestruazione regolare. pec:;so la m alat1 ia si jn i zia duran te una gravidanza; la gravi<lanza aggrava sempre la malattia quando essa già esist e. Talvolta una sola gravidanza può compromettere graYemente la funzione dell'orecchio, a1tre volte ogni su ccessiva gr avidanza aggrava le condizioni, m entre il termine ·della gravidanza è seguito da un mìgljoramento. Sono prognosticame11te sfavorevoli quei casi in cui le manifestazioni :norbose a ca1~ ico d ell 'orecc11io compaiono già all'inj zio d ell a gravidanza ed in cui Si manifestano precocemente sintomi obbiettivi a carico dell'oreccl1io interno L'otoscler osi r aramente si inizia, sipesso si aggra,,a n el clima terio. .t\nche per il sesso m aschile si IPOSsono din10strare rap.p orti tra otosclerosi e influ enz.e sessua lL Gli ammalati di otoscler osi, molto spesso presentano i caratteri d ella n evrasten ia sessuale; tanto gli uomjni quanto le donne ammalate di otosclerosj llPi réllpporti sessuali spesso han no l1Sato delle misure per in11p·edire la concezione POLL.

L'importanza <lello studio del nis tagmo. C. Beren s (New York State Journal of Al edi, cine, d icembre 1924) osserva che l'accurato 5tudio d el n istagmo e l'uso delle .p rove p er · la produzione del n istagmo artificiale ci forniscon o irnporta nti informazioni sulla diagnosi e sulla prog11osi ctel nistagmo e co11siglia quindi gli oftal1no1ogi, gli otologi, co1n.e i neurologi ed i chirurgl1 i ad i1npra.tichirsi n ell'esecuzione di tali prove.

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Le p ro,·e vestibolari per la .p rodt1zione d el nistagrno sono di n otevole valore per 1o studio delle paralisi oculari e del nistagmo spontan eo, che è appare11temente di origin e n on oculare. Lo stimolo d·el tratto vestibolo-oculare può essere di grande valore per il trattam ento della paralisi oculare. Le pro,,e vestibolari e lo studio del nistagmo ::;on o ~nche di grande sussidio p·er il ·n eurologo nella diagn osi delle lesioni cer ebello-pontin e, per la c1iffere11ziazion e delle lesioni d el Jabirinto da quelle cerebellari ed anche per la localizzazione delle lesioni n elle fosse anteriore, m edia e posteriore. Il nistagmo ·si osserva ancl1e i.n varie 1na1attie ner,rose €d il n eu rologo deve dunque saperlo riconoscere, identificando anche il tipo. P er l'otologo, il. nistagmo ha sjgnificato per la differenziazion e delle lesioni d elr orecchio medio da q11ello interno e p·er la diag·nosi di esten~ ion e delle lesioni labirinticl1e. Si possono, con esso. differenziare le lesioni 1abirinticl1e da qu-elle retrolabiri.ntiche e le affezioni organiche da quelle f u11zionali. fi,t

POSTA DEGLI ABBONATI. '

teriLizza.:ione e sta bilità della rriorfi,na. -

Al dot-

tor B. B. : Per sterilizzare le soluzioni di cloridrato o di solfato di m orfina s'impiega il riscaldamento a 100<> C., per la durata di 15'.;-20', in· vapore fluente, oppure i11 bag·no d'acqua bollente (si badi cl1e la soluzione da sterilizzar e sia completam ente im1nersa); nella pratica corrisponde 1bene ancl1e la semplice ebollizione. P er maggiore sicurezza il trattamento si ripete 2-3 volte, a distanza di un giorno. Il riscaldamento sopra 1000, in autorlave, è da prot;crivere, perch1è altera l'alcaloide. I recipienti (flaconi o fial ette) devo110 essere ip recedentemente asettizzati. Importa cl1e siano di vetro duro (.Jena o Burano)., percl1è altr imenti l'alcali del vetro 1p a·ssa in soluzione e sposta l'acido del sale della morfina, m ettendo in libertà l'alcaloide, che intorbida la soluzion e perchè in solubile. Questo intorbidamento n on ha nulla da fare con la produzi one di rupomorfina. Esso .p regiudica poco l' efficacia d el rimedio ; deve evitarsi più che altro per ragioni estetiche. Hamberg consiglia tutta una serie di priecauzioni: dissolvere i sali di morfina in acqua distillata bollente, affinchè l'acqua stessa si·a libera dell' am.rr1oniaca e degli acidi nitrico, nitroso e fosfòrico che assorbe lentam ente dall'aria (im:p orta sovratutto di elim inar e l'ammonjaca, la. quale, come tutti gli alcali, sposta e fa precipitare . l'alcaJoideì ; filtrare la solu zione attlaverso carta

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IL POLICLINICO

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bilula pura e lavata ma 1p receden temente non .in1beVl1ta; conservarla in recipienti di vetr o duro ed all'oscurità. Soluzioni esposte all'aria, a n che per breve tem p o, 1p osso110 essere invase da conferva·cee, ch e att accano la morfin a : indeboliscon o e intorbidano • da solu zion e. L. V.

VAR .IA_ La diagnosi di pleurite nell'antichità classica.

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se11tito l a i1ecessità di ascoltar e i rumor i del p et to, te11tando di differen ziare l'idrotorace da i versamenti p urulenti per m ezzo dell' alScoltazione che farebbe sentire n el primo caso come u n rumore di a 0eto bollente » . Asser zion e ·evidentem ente erronea, in quan to che si tratta p robabilm ente di r antoli cre1p itanti. Invece nettam ente descritto sembr a lo sfregarr1ento pleur i tico là dove dice ch e il malato affett.J d a pleurite r isente un peso al petto, dei dolori acuti e fa sentire un r umore « corne di cuoio » . Ad Ippocrate va a n co,ra attribu ito il r umore di succu ssion e che va ancora sotto il suo nome e che egli riteneva come t1n segno dei versamen ti 1pleurici, m entre oggi sappiamo che, p er la su a 1produzione, è necessaria la contemporanea presenza di gas.

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Fra le ·diverse affezioni dell'app a recchio r espi, r a torio, gli a ntichi distinguevano tre modi ficazioni principali, la ti.si del polmon e, la 1p leurite e l !ì Bisognava arrivare fino al secolo xvr1 r perchè i peripneumonite; an che l'ema:>iema era una c·on1pii• rn etodi di ascoltazione e di 1p ercussione permettescazion e frequente ben conosciuta. Per la diagn osi, sero diagnosi più 1precise. I criteri di cui si serviperò essi, mancan ti dell'arsenale moderno dovevano basarsi soltanto sopra le osservazioni ap1Pr ez- va110 gli antichi per fare le loro diagnosi ci semzahili dai sensi e sulla descrizione dei minimi sin-· brano oggi incerti e fragili, forse anche perchè tomi funzionali. E da questi hanno tratto tutto noi non li conosciamo cl1e attraverso docu menti il partito possibile senza però arrivare a stabilire scritti privi del calore e della lu ce cl1e emana van o dei limiti netti in malattie cl1e chiamavano co11 dall~ lol'o pratica e dal loro inseg11amento orale. nomi differenti. E, del resto, i segni fu11zionali, su Cll i essi fond aCome osser,·ano 1M. Pi ery e J. Rosl1em (Paris vano tutta la diagnosi, un tempo tropip o negletti, méd·ical, l'i gennaio 1925) la !Pleurite era ricon of'tl. tendono og·gi a ritornare in onore. sciuta dagli antichi per il grande sintoma obbiettivo che la domina, il dolore puntorio da un lato. PUBB~ICAZIONI PERVENuTECL E evidente cl1e, su talE> base, veni ssero quindi con. fus e la pleurite e la pneu monite sebbene l'esisten, li'.\NTELL.1 AN1'01'<-ro. Le stiamate professional-i e ali 'Za di due diversi nomi faccia coml{>re11dere che stati niorbosi propri dei lcivoratori cf.ei ,grati~c·i doveva esistere ·qualcl1e differenzi azione dei due e dri leyacci 11cr coi·oni. - ~1il.ano, A11to ni-0 processi. Sembra che il nome di pleurite fosse r iCardani, 1922. servato ad ogni specie di versamento; forse anche, FILARDI R occo. TI n alt 1·0 cC1so cli pustol.a rncibiona: i duE> non1i indicavano due gradi differen ti di trattata e guarita col solfato di ranie. - N acongestione 1p-0lmonare. La peripneumonite sarebpoli, E 11rico Muca, 1H22. • be inoltre caratterizzata, secor1do gli autori anti. E'ONT.\NA ARTURO. Sullo stato att·uale clelle nostre con,osce·r_ize l'YI. torn o n 17' eziologia clell' « H erz;es f echi, dalla pres-enza di .sputi Tugginosi, che iperò brilis e aenitalis )). - rorino, Sil"'estrelli e Caipsi trovano anc11e in una descrizione della iple upelletto, 1922. rite . .La scarsezza ·di cognizioni anatomiche degli F n ANCO ENn1co E . Etucl<!s sur les .lei~lt nian ·ioses. aritic11i rc11dr difficile p recisare lp. localizzazion e I.1isboa, I1npre11cia. N acional , 1921. anatomica n elle loro descrizioni Io. Contribu-zione a~.lci conoscenza dell'anato111ia paIppocrate dà una descrizione della ple11rite, in tologica della L eish n1a n io·si cutaneo-mucosa od "Cui compaiono il dolore puntorio da un lato , la americana . - Tori110. S. Lattes e C., 1922. febbre, la dispnea, l'espettorazione bianca, la picID. Leishmaniosi viscerale dell'adulto (K"la ::!zar). cola crisi delle pleuriti acute verso la quartaLisbo.a, Imprensa Nacional, 1922. ql1i n ta setti1no.n a . Ma è certam ente malagevole fonFRANCO E. e BoRGES J. ,~ur la. sa rcosporidiose bodare una diagnosi iprecisa soltanto su queste invine . - Lisboa, 1913. dicazioni. :-\ retro (medico greco vissuto veJ'.SO la FRANCO E. Le alterazioni spleniche ' nella Leishma. 1 fine del 2' secolo di Cristo) nel segnalare i sintoniosi irifantile. - Napoli, N. J ,o,ene, 1922. mi della plrurite, parla del vermiglio alle guance In. 11nato111 ia patolou ica de Ea L eishmaniosi infane degli sputi che possono essere rossi od assai santile. - Lisbona, Officina Grafica Bibl. Nacioguinolenti, siccl1è ancl1e la sua d escrizione si prenal, 1922. sta 'l confusion e con la pneumonite. La mancanza FRA:NK CASI)llRO. [./lteriori stucl? so11ra ; dtll'. · 'TlllOVÌ dei s.egni dati dall'ascoltazione non permette u na ·nuclei nel 1nesencefalo <.lell'llo1no. - Naipoli , F. ide11tiftcaz1one precisa. E1)pt1re Ippocrate aveva Giann ini e F ., 1921. 1

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SEZIONE PRATICA

POLITICA SANITARIA· E GIURISPRUDENZr\ * Nuove no1·me pe1· il trattamento di riposo. Il R. D. 27 maggio 1923, n. 1177 fece obb 1igo a lle am:rn.inistrazioni ,degli enti locali di riformare « le norme relative al trattamento di riposo per ridurre questo n ei limiti stabiliti per gli impiegati governativi, intendendosi annullati, anche per le istituzion i ·p ubbliche di beneficenza, i regola1r1en ti !poster iori all'entrata i11 vigore del R . D. 19 ·settembre 1899, n . 394, nella parte che contravvengono al divieto fatto dall'art. 65 l ett. d ) del decreto stesso (ora art. 91 lett. g ) del regolamento approvato con R. D. 12 febbraio 1911, n. 297). F11rono, quindi, dicl1iarate nulle le di51posizi.oni d i regolamenti organici, deliberazioni, ecc., concernenti indennità e pensioni più favorevo~1 di quellfl stabilite per i funzionari governativi, qualora fo ssero state a_a)proYate 1posteriorm ente al R . D 19 settembre 1899, n . 394. Ma il. R. D. 16 aprile 1925, n . 533, pubblicato nella Grizzetta Uffìciale del 6 maggio n. 105, ha t emperato gli effetti dell'art. 1° lett. b) del dP rreto 27 maggio ed ha disposto così: « Entro tre ·mesi dalla p11bblicazione del .p resente ,decreto, le ammjnistrazioni delle provincie, dei comuni e delle istituzioni 1pubbliche di b eneficenza potranno rivedere l e n orme relative al trattam ento cli riposo del p er sona le contemplate nell'ultima parte dell'art. 10 l ett. b) d el R . D . 27 maggio 1923, n. 1177, · al fine di ricJ?iamarle in vigore in tutto o in part e, csclusi'' amente a favore del 'Personale regol?. rmente nominato ai posti di organico 11on oltre l'entrata in vigore del èitato decreto 27 maggio 1923, n . 1177. « ·rali. deliberazioni sono soggette all'approvazione della ·G. P. A. , la cui decisione sarà .p ubblicata per otto giorni risp.ettivamente all 1 albo de1 ·Comun fl o della P rovincia, a seconda che trattasi di amrninistrazioni comunali o di istituzioni pubblich e di ben eficenza ov,Tero a'ell'ammini strazione 1provinciale e potrà essere iID(pugnata anche in via gerarchica da qualt1nque contribuente » . Sicch è, le a1nmi11istrazioni degli enti locali 11anno facoltà (non obbligo) di revocare l e deliberazioni ch e abbiano mo.dificato, riducendolo, il trattan1e11to di pensione già stabilito in misura più favorevole di quella fatta agli impiegati dello Stato e, con seguentemente, possono richiamare in vjgore in tutto o 1n parte le dis:p osizion i che l'art. 10 lett. b ) del decreto 27 maggio 1923 dichiarò senz' altro nulle.

Però, 1nentre la riduzione fu obbligatoria, la co rr~zione è facoltati,ra. Comunque, è opportu.n o che gli interessati ne facciano domanda per ottenere che i diritti quiesiti, lesi da proV'Vedim enti ap1provati in forza del ,decreto 27 maggio, agli effetti della pensione, siano r eintegrati. CONTROVERSIE GIURIDICHE. Xf.111. - Norme regolatrici del licenziamento nel caso di s oppression ~ di alrune fra più condotte di stinte. 11 Comune ~i Falconara Marittima so1ppresse una delle condotte· ostetriche e licenziò la levatrice titolare della condotta stessa, a norma dei dri;.reti 27 maggio 1923 n. 11?7 e 24 settembre 1923 n. 2073. · La inter essata ricorse al Consiglio di Stato in sede giurisdizionale ·'e d edu sse, fra altro, che non erano state osservate le norme stabilite dal decreti sudd.etti agli effetti della dispensa da! servizio, perch·è avrebbe dovl!lto essere , licenziata la levatrice titolare di un'altra condotta, la quale aveva raggiunto i limiti di età a;>revisti. dall'aTt. 4 de1 decreto 25 gennaio 1923 n. 87, rfchiamato n ell'art. 1° del 1decreto 24 settembre 1923. Si doveva .quindi deciderie se, essendo 1più le con dotte, dovesse essere dispen sata dal servizio la ~evatrice titolare della condotta soppressa o fosse invece n ecessario osservare le norme di prflferenza stabilite dall' art. 1° .del citato decreto, 24 settembr e 1923. La V Sezione de1 Consiglio di Stato, con decisione M aprile-22 maggio 192.5, ri.c Govoni, ha dichiarato 1p reliminarmente ammissibile il ricor so anche per la parte concernente la riforma ·dell'organico, confermando così la nuova gi.urisprnden za in contrasto con quella che era stata 1prima seguita dalla IV 1Sezione del Consiglio distato e che , in varie occasioni ' avevamo noi criticat0 perchè contraria all'art. 4 del R. D. 27 n1aggio 1S23. Si pt1ò, quindi, ormai considerar.e assodat.-1 la com1petenza del Consiglio di stato a conoscere dei rj cor si contro i)rovvedimenti di rifor1na e di dispensa dal servizio a norma dei famosi decreti straordinari per la revisione degli organici. Cir ca la questione .di m erito la V Sezione ha osservato che dal ca.p itolato per le condotte ostetricl1e del Comune di F alcon ara .Marittima risulta cb.>e « esi1stevano quattro condotte indipendenti fra loro; delimitate con 1precisione, le cui titolari venivano nominate per ogni singola condotta con 1

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(*) La presente rubriça è affidata. a ll' a vv. G1ov ANNI

legale del nostro periodico

SEL VAGGI,

esercente in Cassazione, consulente


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stipe11di in ll)arte diversi )>. Sicchè, soggiunge la decision e, « è ovvio come ogni condotta ostetrica rappresentasse un posto 1Per sè stante,_la cui esistenza non doveva nè 1poteva avere influenza '3ulla posjzione giurJdica .(lelle titolari delle altre condotte e la. cui soppressione, quindi, doveva riflet. tere unioamen te la persona della ostetrica che tale posto occurpava ». Ciò posto, essendo stata soppressa la condotta di Fi1.imesino, doveva essere licenziata la titolare di essa e non si doveva esaminare la condizione delle titoJ ari delle altre condotte. Questa risoluzione è importante IPerchè, da un punto ,di vista di mass.ima, riguarda tutti i casi in c11i l e condotte per l'assistenza sanitaria o, in gen.ere, gli uffici dello stesso gruppo q della ste<>sa • categoria siano considerati nel capitolato distinta.. mente gli uni dagli altri. In tal caso, secondo la decisione del Consiglio di Stato, d eve es~eT ::> disoensato l'im1piegato che oocu1Pa il posto :sop. presso indipendentemente .da qualsiasi Yalutazione d elle ·qualità e delle condizioni soggettive .ed oggettive inerenti agli altri impiegati d ello stesso gru1ppo o della stessa categoria, ai 1quali sia assegnata altra condotta o competa comunqui:i un p osto distinto 1

Ma la risoluzione a noi non se1nbra corretta p ercl11è l'ultimo comma dell'art. 1 d el R. D. 24· s.ettembrR 1923, regolando le dispen se per sop1pressio11e di posti e rtduzione di organici, non fa distinzione alcup.a e, invece, tassativamente dispone che 1< 1Per tali dispense si osserveranno, i11 quanto siano aJpplicabili, le norme stabilite JlPgli art. 1, 2. 3, 4, del R. D. 26 gennaio 1923, n. 87 € le 1p e1·~ one appartenenti alle categorie indicate nell'art. 3 del R. D. ~ gennaio 1923 saranno prefe. rite per il mantenimento in servizio, salve le ecce. zionj nell'articolo stesso previste ». Sono qujndi stabilite norme speciali per djsci.p linare la dj 3pensa ctegli impie.g ati dello stesso gruppo .e della stessa categor ia 1quando siano SOlPpressi soltanto alcuni dei posti.

XLIII. - Revoca dell'autorizzazione all'v.pertnrn di una casa di salute. Un decreto col quale il Pref.etto revochi l'autorizzazione già da lui concessa per l 'apertura di una casa di salute è provvedimento di natura emi• ne11t0men te discrezionale, quantunque impu gnabile in Yia gerarchica al l\:linistero dell' Intern o. Il d ecr eto ministeriale. emesso sul gravame gerarc·hi co contro il decreto 1prefettizio, può essere ll f nunziato al Consiglio di Stato in sede giurisdi: ziL)nale p er inotiYi di legittimità e qt1indi anche per ccces5o di 1potere, compreso in qn esto il tra-

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visamento di fatto, cioè l a discordanza assoluta tra i fatti addotti a base del provvedimento con l e r~sultanze degli atti della oausa ~Consiglio di Stato Sez. V. Decisione 1° gennaio 1925 n. 3).

XLIV. - Licenziamento mot iv ato ma senza carat tere disciplinare. ~on

Si pu ò riten.ere che contenga un licenzj a_ 1ne11to larvato, effettjvamente determinato da n1otivi djsciplinari senza l 'osservanza della procedura stabilita dalla l egge, la deliberazione di licenziamento per fine del 1periodo di ·p rova, la c.ni motivazione non contenga accuse specifiche e circostanziate, tali da poter· formare ogg.etto di ip rocedimento disci1p·l inare, ma un semplice accenno in terrnini generali alla trascuratezza d el disimpegno delle rnansioni di uffirio e alla inosservanza d ell'orario in rapporto alla constatazione che l'im. p iegato non abbia il favore della popolazione e particolarmente dell 'Amministrazione comun.::tJe. Consiglio di · Stato, Sez. V. Decione 16 gennaio 1925 n . 25.

XLV. -

Trattamento di 1>en sione comunale.

noto che l'art. 91 lettera Gi) del Regolamento 12 febbraio 1911 n. 297 vieta ai Comuni di fare ai propri impiegati un trattamento di 1pensione più favorevole di quello che è stabilito per gli im1p iegati del lo Stato. Anzi, l'art. 1° i ett. D) del R. O. 27 maggio 1923 n. 1177 dicl1iarò, senz'altro, nulle tutte le disposjzioni concernenti un trattamento oiù favorevole, stabilito posteriormente aJ R. D. 19 sPtte1nbre 1899 n. 394 che prescrisse a(ppuntq per la prima volta il divieto çiel trattamento pi1ì. favorevol e. È detto in altra nota pu·b blicata in questa rubrir a che il decreto 16 apriJ-e 1925 n. 533 hR dato facoltà alle amministrazioni degli enti l~ca1i di ricl1iamare in vigore in tutto ò in 1Parte le dispo sizioni annullate in forza dell'art. 1° del decreto 27 maggio 1923. Fare, disfare, e poi rjfare: gli i11teressati, però, ne risentono i danni talvolta irreparabili. Qni vogliamo segnalare la decisione 9 gennaio 1925 n. 2 della IV Sezione del Consiglio di C:.tat:) ~ la quale ha dichiarato che il divieto dell'art. 91 lett. G), è assoluto e inderogabile: eccettuato, si intende, il caso previsto dal d-ecreto 16 aprile 1925 n. 533; ma ba ammesso c11e, annullata la liquidazione della 1p en sione, perchè illegittima a nor. ma dell'art. 91 lett. G), si deve annullare anche il collocamento a r]poso, poj chè in tanto l'impiegato si indusse çi. fare domanda per la cessazione clel servizio in quanto erano stabilite condizioni più favorevoli per la liquidazione ·della penc;ione. È

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NELLA VITA PROFESSIONALEO NOSTRE CORRISPONDENZE. III Cong1·esso nazionale d'igiene. (Sardegna, 5-14 gi11gno .1925). Nelle due città soir elle della foTte e generosa isola, si è s\olto questo Con~esso che si è ocoupato particolarmente dei problemi sanitari più vitali della Sardegna. Numerosi i congressisti; l'appresenta11t.i ufficiali di Enti pubblici (Direzione generale di Sanità, Federazione degli Ordini dei Medici, Servizio sanitario delle Fe1Tovie, Cassa di ASsicurazioni sociali, ecc.), oapi di uffici di igiene, molti igie11isti e medici che hanno .approfittato dell'occasione pe.r visitare 0011 le famiglie la simpatica i~ola che trooni . italiani hanno il difetto di non co11oscere. Numerosi i ricevimenti, s·p ontanea ed indi1nentica.bile la cordialità deii colleghi e dei cittadini, ottjma l'impressione riportata dai congressisti, i quali hanno anche avuto oc.casione di a1nmirare la pulizia e l'ordine delle abitazioni persino delle più umili, aI1cbe dei così detti cc sòttani n, unica st~ nza .a pianterreno in cui vive tutta u1i.a fan1iglia. Pulite anche le stra<le dei quartieri popolari che in altre città si vedono in condizioni deplorevoli, pulite ed ordinate Je umili abitazioni dei piccoli paesi. L e vibranti ipairoJ-e con cui i proff. \Tjy ante e Sc1avo hanno rilevato questo stato di cose, sono state calda.mente applaudite perchè erano J ealmente nel cuore di tutti i presenti, che per la l)rin1a volta mettevano il piede in Sardegna.

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Le condizioni ·igienico-sanitarie d ella provincia di Cagliari. - La Sardegna, per il nu1nero di riformati alle leve militari, supera la media delle altre regioni d'Italia. Principali moti"'ç'i di riforma sono la deficienza di statura, la debolezza 1cli costituz·ionr, l'oligo.e.mia; ciò dimostra che la popolazione giunge ai 20 anni attraver8o durissime prove che . nuoccion10 gran~emente allo siviluppo fisico, specialmente per la triade morbosa che affligge la Sardegna: il tr.acoma, la tubercolosi, 1a malaria. Grande è la diffusione del tracoma, che trova maggiormente il suo sviluppo in causa del denso affollamento in case ristrette e malsane. A questa causa è legata anche la diffusione della tubercolosi, per la quale, al contrario di altre regioni d'Italia, si ha aumento di n1ortalità, specia1mente i1e-i bambini. Contribuisce a preparare il terreno alla t11bercolos.i anchè la malaria, assai diffusa . Urge pertanto pro'!vedere per la lotta contro que$te malattie, portando la propaganda igienica negli ambie11ti scol.astioi e provvede.o.d'o alle necesisiarie opere edilizie . Fra i diverai intee·l 9cutori sull' argo1nento, PrNNA mette in rilievo che i provvedimenti <li profilassi antima.J arica non corrispondono sufficientemente .in pratica se non sono associati , alla bonifioa umana; tanto È' vero ohe, in p.r ovincia di Cagliari, ad onta dell.e inisure :profil.atticl'1e, numerosi sono i fi0colai NERI.

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di malarici febbricitanti e cron1c1 ohe si osservano neJ p eriodo invernale, nei piccoli centri abitati. Prop·one inoltre che~ per le speciali condizioiti in cui si trov.ano gli abitanti dell'isola, si organizzino 111eg1io. i servizi di profilaiS&i, facen do co,n verg&e ad un unico Ente ·direttivo per l'intier.a isola tutte le istituzioni e le energie che si occup.ano .della profilàs.si . ·d elle tre :malattie ohe più l' affiig:gono : I.a tubercolosi) la malaria, il tracoma. 1

L'approvvigionamento idrico ne·i Comuni della /~ardegna . - Tri&ti sono le condizioni della Sardegnà per ql1anto riguarda. l'aprprovvigio11.amento di aicque potaibili ; ~ochi sono i co·m un.i provvisti <li acquedotti, non tutti neanche in buon e condizioni, taluni con quantità di acqua irrisori e (10-30 litri per .abita11te). Ciò è d·oivuto all.e particolari condizioni dell'isola,, mancante di riserve idricl1e, cio.n fiumi a carattere torrentizio, con piogge scarse· (400-600 mm.) ed in·e gualmente distribuite r1elle stagioni, con terreni per lo più del tutto iJTIJPe rmeabili (60 ~~) e solo in' piccola parte (8 %) bene permeabili. Scal'So affidamento si può dunque fare sulle sorgenti ed è meglio pensar e a costituire delle riserve idricl1e artificiali. Vi sono progetti per 40 laghi artificiali, di cui alcuni già costruiti ()id in corso (Tirso, Coghina,s) per una ca.p.acità <li un miliardo di mc. 0011 le odierne conoscenze. di tecnica igienica, si può in tal modo fornire un 'acqua irreprensibile . Urge coim pletare l'opera che rappresenta un problema igienico ed econ·o mico n1on solo sar do, ma anche italia110. P1R \S .

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R. BIN.\GHI . L'assistenza pubb~ca in Sardeana. - \ 7 i s.ono, in Sardeg na, venti forme di assisten7,e ospedaliere e sanatoriali, 19 dispensa.ri antitubercolari, 229 ambulatori antimalarici, 53 a ntitra.comat.osi, 10 colonie m.ari11e e 10 mo·n tane, 221 d C'legazioni della Croce rossa italiana, 2 èlssociazioni delJa Croce verde, 1 p.ro11to socoorso, 160 asili in fa11tili, 7 ricoveri di mendicità, 1 istituto per ciechi, 1 per sord1omuti, con un totale di 1486 istituti di assistenza. :E: soprattutto neoessario risolvere il problema della casa, per il quale il ~tonte di Pietà ha redatto un i11gegnoso progetto che port erà alla costruzione di un gran numero di case popolari igieniche . Sulla ·m obilitazione ·1.a·1,enica naz ion,.il e, lta n n.o rif erjto tre presidenti <li Sezioni.

(,Sicilia) . - Ha raccolto a fatica rnolte notizie sanitarie e de·m ogra'ficl1e sulla Sicilia, mettendo in rilievo Jie condizioni poco buone di molti comuni. Da segnalar si la grande attività pJ:1o~Ja­ g a.11.d istica dell'O. che, fra l'altro, pubblica a proprie spese un bollettino1 bi1mestrale i11 cui diffonde al .Popolo i principi fondamentali dell'igiene. PIAZZA

N ARDELLI (Lazio) . - Fa rilevare la notevole diffusione deJ \ i11ismo e della malaria nella provincia ·di Rorna. e l'insu:fficie.n za degli aoql1e.dotti i1ei si11-


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goli com uni ; scarse son o, al di fuori d ei grandi centri, le malattie veneree. Grande attività spiega il Comune di Rc11ma p~r la propaganda igienica nelle scuole. Sarebbe desiderabile ohe si intensificasse la lotta contro I.a tuberoolosi e la .m alaria.

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[ANNO XXXII,

IL POLICLINI CO

CAS:.\GR\NDI (P o,1ìov•t). - F ervida e notevole l'attività della Se,zione diretta da Ran.di e da:ll'O. In tutti i 0omuni si sta or.a cambiando I.a fognatura, si costru"isoono ·a cquedotti, si lavora per la lotta a ntitubercola,re, per la propa'ganda di igiene soci ale e del lavoro, per la protezione della maternità. Sono stati istituiti ambulatOTi" antimalarici II1J0del.lo, che h artn o anche p ortato un contributo al1o stn rlio del misantropism-0 d elle anofele, che esiste s, Verona, ma non .a P adova. · V~Lr..A . - Porta all' Ass-0cJazione per l'igiene le nuove forze dell'Associazione nazionale combattenti, chù intendo.no dare n ella vita civile il loro fervore di vita ch e ci h a portato alla v ittoria. L' Associazione, fin dal 1919, ha conQretato un prog r amma di politica sanitaria, ch e riguarda : 1) ]a creazione della coscienza igienica; 2) il controllo di quanto fanno le _t\.utorità comunali e governative; 3) la lotta a.nt~malarioa ed antitubercolare. Le 5000 sezioni e le 78 federazioni possono largam ente for nire individui e mezzi.

*** La seconda parte d el Congresso si è svolta a Sas. sar1 •

Lei malaria in Sardegna . Non venne letta la r elazione ufficiale, per la mancanza del relatore (FERMI). Sull'opera dell'Ufficio s anitario piroivinciale di Sassari, informa MARGINES u, soffermandosi sul fu nziona1nent.o d egli ambulatori e san atori anti1nalarici, per i quali la oostruzione è in buona parte sostenuta da un a generosa elargizione del Re. presenta un 3JI>parecchio semplioe ed ingegn oso, ideato dal .p rof. F-alleroni, per la cattura. delle za11z.a re; ·p er mezzo di esso, si possono catturare anc11e da ragazzi numerose centinaia di zanzare. 8C L \VO

SENIGAGLIA · rife.r isce sulle snese sostenute dalle • Ferr.ovio di Stato in Sardegn.a dal 1920 (anno di fl.SSUnzione) a l 1924, "per la provvista del ohinino (L. 429,274), per le protezioni antimalariche (lire 282,664) e per miglioramenti i·g ienici (L. 2,867,000) . Su propo~ta del prof. Sclavo, il Congr e.sso i11via un V10to di plau so al Ministro d elle Coon11nicazioni pe r gli impianti igienici e per i miglioramenti notati nello T"arie stazioni della Sardegna. 1

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La qu estione ospedaliera in Sardeg11a. -, Gli oSipedali sono scarsi in Sardegna, non avencloc;i letti o&ped~1lieri dispoo1ibili che nella p.r oporzion~ di 1 .11 %o , proporzione che è inferiore a quelln delle region i dell'Italia settentrionale, ma supPriore a quella della meridionale. E samina tecn}CAN \LI . -

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camente la questione se convenga l'istituzione di grandi o di piccoli ospedali e oonclude che, per l.& ·particolari condizioni della Sardegna, è bene aver& due gran.d i oopedali, dotati di tutti i moozi, nei due ca.poluoghi di provincia , in tegi:ati da numeroei piccoli ospedali n~i centri più piccoli. 0

F 1Lnzio·n amento delkz, Cassa nazionale delle .4..ssicurazioni sociali. - La Cassa diGI ANNINI . -

mostrà gr ande attività n el campo d ell' igie·n e, sv.olgendo un' azione igienico-sanitaria importante. Ha. ist it uito corsi di prepMazione igienica p er assistenti di fabbrica e per visitatr ici dell ' infanzia, si è occupata d ell1a .l otta a.ntitubieroolare, allestendo~ fra l'altro, delle case di convaJesoenza per tubercolosi p resso i principali centri industriali; si occu pa altr~ì delle bonifiche, delle costruzioni edilizie e dell'orien tamento professionale. SoTGIA. - Scuola e trar;oma. - Gr,ave e diffuso è il tracoma nella Sardegna; bas.t i pensare che 1'0. nel· 1920-21 riscontrò nelle scuole di Sassari 744 • tracomatosi su 3764 inscritti. L a lotta oontro tale grave· malattia deve esser e complessa e specialm ente rivolta al fattore analfabetismo, inteso nel senso largo e co mprensivo di preg iudizio, di ignoranza e di m iseria. N ella scl10Ja noi dobbiamo cercare l'ambiente più ad.atto per tale l•o,t ta, per mezzo della p.ropaganda e con l' istituzione di ambulatori scol~tici antitraco·m atosi , dei quali Sassar i v.anta, a giusto diritto, l a p-r iorità. 1

. - L' echinococcosi in Sarcleana. Ne.JJa esaùriente e lucida r elazione, l'O. ha fatto no·tare la grave diffu.s.io,n e dell'echinococcosi in Sard ~gna, che è anche maggiore di qua nto non atpp aia dalle statistiche, poichè in certi casi la diag nosi è difficile, · sopr att.utto perchè· si tratta di localizzazioni rare (intestino, pJ"epuzio, scroto, mammella, ecc.); il numero d ei casi, d i fatto, aumenta con l'affinarsi dei mezzi diagnostici ; spe-ci almen te utile fra questi è l'intraderm'O-r eazione. La g rande diffusione è dimostrata dalla grave infestione <le gli animali: essa per g li ovini , arriva ainche al 75-90 %, pe r i bovini anche 311 100 (Oristano), mentre p er i suini è <lel 2-20 %· P rincipale mezzo cli diffusione sono i cani , nuanerosis<:tirmi ne.Il' isr.l a. P er la profilassi, è necessario: 1) ridurre il num ero d ei cani e far oonoscere il periool'O che .si puè> .aver e vivendo in intimo contatto oon tali animali ; 2) regolare bene ]a mattazione, impedendo quella clandestina; 3) sotterrare gli animali morti per ma1attia. a nr ofon<lità non minore di un metro. Ma sopr attu tto è uecessa;r ia un'attiva opera di propaganda, in modo che si èonosca dal popolo quali sono i pericoli dell'echinococcosi e come si possono e ·si debbono evitare. Una speciale commissione do vrebbe procedere ad un'inchiesta di . ' carattere teorico · pratico, dilucidando anche alcurni punt i poco noti nell'eziologia e nella p·r ofilassi. l\!IARGINES u

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e NAZAHI. - L a scuola all'aperto. - Gli 00. ch iari8c:ono le fiJ1alità e la grande importanza VERATTI


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SEZIONE PRATICA

profilattica e ristoratrice di questa istituzione e propongono la graduale sostituzione delle scuole comunali con quelle all'aperto, n on solo nei g.randi centri, ma .anohe nei i>iccoli oom1fni . Jn tale senso, dopo vivace discussione, è stato votato un ordine del giorno. Motto interessa.nti ed istruttive sono state le gite e le visite, fra cui menzioneremo quelle alla bornifica di S a.nt.a Gilla, illustrata dal!l'in·g. Conti-Vecchi, a11e miniere <li Monteponi, alla gr.andiooia diga del Tirso ed .alla stazi001e sanita.ria internazionatle dell' Asina.ra. A. F1LIPPIN1.

X Congresso dell'Associazione P1·ofessionale dei lle1·mosifilog1"afi italiani. (Torino, 30-31 maggio 1925) . Il 30 maggio u. s., i1ella maggior sala del1' Acoaidemia 'd i 1\fedicina: in Torino, ha · avuto luogo l'inaugurazione òel X Congresso dell'Associazione Professionale dei Dermosirilografi ita1riani, pre<;iieduto dal prof. l\1011tesano Vincenzo di Roma, e del l[T Congresso de)Ja Società italiana per lo studiro delle questioni sessuali, p.resie duto da prof. Baglioni di R oma . Alla presenza delle .Autorità politiche, mediche, militari, dei due Consigli direttivi, e di numerosi soci delle d11e Società, il prof. Vioarelli porse ai conV'enuti il be11venuto, a n ome dell' Acoadronia di Medicina di Torino, il prof. Caippelli parrlò in ra.ppresenta.n za del r ettore- dell'Un·iversità, i1 prof. · Sacohi portò il saluto clella Provincia, il prof. Ca1p.asso quello del oon. L eonardo Bianchi e del Gruppo eugenetico di N aipoli. Risposiero ad essi applauditis jmi e pronunci.arano i discorsi inaugurali dei d ue Congressi, il prof. Baglioni e j~ pr()[. Montesano. N elle ore p omeridiane si tenne la prima seduta dell' A~oociazi-0ne . Erano presenti: Montesano, . Truffi, Vei-rotti, Terzaghi, del Consiglio cli rett1vo, e i soci Oappelli, Capellini, Chia;p1p ini, Fonta11Ja, Galli()·, L e.i.d i, M ar tino, Mazzala1·i, Piccardi, Ra.mognini, Rebaudi, Sberna, Segre, Stura.., Vittone. Han.n o invi ato la loro adesione Fiocco, Freund, P a.sini. Il presidente prof. Mont~ano, espone l'opera svolt a n ell'ultimo biennio, comunica le tpratiche eseguite ed annunzia tprossÌlllla la ele·vazi10Q1e deJl' Associazione ad Ente Morale . Corn1nemora con nobili ed elevate 1parole i soci defunti in tfnesto periodo: Gaetano1 Oiarrocchi di Roma, Floren7.io Jaia di B ari, Michele De .Aimicis · di .Nrupoli, e Mario Tro.ssarello di T ori no. ~.\.Ila fi11e <lel reso~onto morale, il Presidente chiede un voto ·d i fid11cia sull' 10Jpexa svolta e l ' Assamblea. a.p prova per acclaro.azione. In asse.n za ·del tesorie\·e, vengono presentati i bilanoi 1923-24 che l ' ASS€rnblea, dopo p resa.ne vision e, approva. -

La Presidenza presenta la relazione della Commis.sione composta dai proff . Carruccio, Galimberti e Sabella di Roma, per i1 p1remio G. B. Locateilli 1924. Fra i 17 Lavori presentati è stato giudicato vincitore que1lo ·d el prof. Lore1wo1 Morini di Mo<lenn.. La proposta di iscrizione dell'Associazione Professionale .alla Lega Nazionale c'o•n tro il pericolo vene.r eo (quota ?'iscrizione L. 1000) viene appa:ovata senza discussione. Il Presid€nte nomin1a la Commissione per l'esame dei tito.lti dei candidati a socio. :El composta dai soci Fontana, Piccardi, Segre. La Cornmissione c0mpie il . sruo incarico· e vengono accettati i dottori: Artom Mario di Alessandria, Buq11jcchìo Antonio, Brunetti Felioo, Catt•aneo Luigi, Guasone Giulio, Meineri Pierangelo, Pollano Francesco, Vercellino Luigi di Torino, Gavi.a.ti Antonio di Spezia, P ediconi Pio di Roma., P0iroolli R odolfo di LivorilJO, Tarchini Pietro di Bologna,, T.ravagli Furio di ·Gen-O!Va. Si inizia la discussione su .prop-0&te pratiche da farsi alla Lega per raggiunger e i suoi SOOlpi, spe-cialm€nte in rapport-0 alle funzioni ed al trattam ento mo.r ale e materiale de gli ispettori .medici dei di!Spensari celtici , d ei direttori dei . eomparti dermo~ltici o ·d elle sale ce·l tiche e dei medici visitatori. Sul progetto di legge par il titolo di specia1ista &i delibera l a presentazione di 11n me moriale alla D.i rezione Gf:ffierale di Sa.nità pubblica perchè si senta il parere degli Ordini dei medici e delle A&socia.zioni professionaJi. Nella disc :1ssriruie prendono parte Sberna di Fire11ze, e Segre di Milan·OI. Il dott. Buquioohio porta il saluto della nuova ~;\.ssoci aZiione Nazionale dei medici .v isiitatori, i sensi idi s impatia e gratitu,d ine per l 'azione che l'Associa,zione professionale · sta svolgendo e ne chiede l' aippoggi'O) in occasione del[a presentazione dei d esiderati della classe, che verranno tra.sim.ea.si allar Direzion e di Sanità pubblica. Piccardi p resenta un oriline del giorno a ciò che l'Assemblea sosten ga un miglior a.mento morale e materiailei · d ei medioi dei dispensa.Ii, n ei riguardi della stabilità e un trattamento unifo11me da parte dei Comuni. L'Assemblea aipiprova. • Sberna ;riferisce le sue osservazioni come medioo visitatore, un anno dopo l'applicazione del nuovo r egolamen to, notando che la noonina dei medici visitatori .speci alisti h a fatto :p.·otevolmente diminuire il numero d-elle donne .maJiate, fra le donne r icov&r ate nel~e case. Porcelli riferisce le sue osservazioni come ispettore n elJa provincia di Livorno . A11ch 'egli ha OSSìervato noteV1oli risultati do vu,t i a tali vis9.te rigorose, e a cure con arsen obenooli, g rat uite . Pr-01p on e una cura p.r eventiva con arsenobenzo•li endovenosi anc~e i11 prostitu te non sifilitiche. Piccardi me ntre conviene nell'efficacia delle cure endoven ose ·ai arsenobenzoli, e raccomanda al G<>-1

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vern-0 la <listrtbuzio11e gratuita di essi , si dichiar a co11trario alla tesi di sottoporre a cure preventive le no11 luetiche. Circa i ra;p,p orti fra m·edici visitatori e prostitute, per cure a pagamento, sostiene che sia so],o p ermessa qu.an1d·o1 la donna lascia la

-casa. Segre dice che in Francia per sottoporr e donne a cure profilattiche di arsenobenzoli, qua.n do nO'll Ti.sult ino infette, si richiede l' approv.azione di a lmeno due inedici specialisti. Sarebbe desiderabile a tale proposit0i in I tali a un voto dell'Associazion e . Il Presidente riassu1ne la discUSSlione e ,aichi.ara che l a Lega contro il pericolo venere-0 h a già fatto La proposta al Ministero di distribuire gratuitame11te gli arsenobenzoli e di dar e l'esenzione del da.zio d'importazione, molto eJev.ato,. a queati prodotti. La Lega si è anche occu1p ata deil le d~sposizioni, ch e si debbono acc-ettare in Ospedale solo i cosidetti casi co11tagiosi. Dopo 1.a seduta i congressisti sono stati riceviuti al l\1unicipio alle 17.30_ Con tale ricevimento l'Ammi11istr.azione straordinaria del Comune ha voluto porger~ il saluto l1fficiale ai vialenti srtudi osi rìuniti per le loù'O dicscussi oni mediohe_ Interven11ero num erosi eon gi-essisti e molti medici torinesi. Essi furono r]cevuti 11ella Sala de1 Consiglio . Il Municipio era ra!p1pr€1se_ntato dal prof. Abba, dal prof. oormm. Bocca e dal prof. P ircardi, direttore d el dispensario celtico_ Era110 presPnti anche il prof_ Cruppelli <lirettore della Clinica dermo.sci.ifilorpatica, il p1rof _ Fonta11a direttore ,dell'ospedale .d i S. Lazza-ro, il prof. Vica.relli direttore della Clinica ostetricia. Il prof. Quarelli a nome delli' Amministrazione comu11ale rivolse agli ospit i un caloroso saluto e . si intràttenne a lodare la loro opera, che ha già portato tangibili e notevoli benefici ·a lla società. Per i con gressisti rispose il prof_ Baglioni, ordinario di fisio1ogia presso la Università di Roma, il quale si rese inteù·prete dell'un anime e cordiale r iconosce nza dei collegl1i per le buone accoglienze avute dalla città ospitale. Un bretre discorso pro.nunciò anche il prof. Piccardi, che Yolle rievocaa:e la signorilità ed il patriottisn10 di Torino, esaltando nello, stesso te.n1po l'opera dei m edici ohe hanno scelto la città quale sede del loro congresso. Gli oratorr i furono cal-0r:osamente a1pplauditi. 1

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31 maggio, 2a. seduta. Nella. ~econda gioo·nata si è co11tinuata la discussione s11lJ>articolo 5° dell'ordine1d el giorno. Il prof. Gallio presenta lln ordine del giorno sul servizio d c-i 1nc·dici, proponendo miglion:arrne11ti nelle rE·trib1izioni, sulla durata clelle 110.mine e nella estensione della ginrisdizion-e loro nelle città secondarie {lella proYincia. Con un 2° ordine del gior110 propo11(."l. moclifioazio11i all'ultimo capoverso dell'art. 1 8 circa l'animi ione delle prootitute nei locali, in seguit-0 a ,.i ita n1edica, aggi1111gendo, cl1e nei ca i di p.areri di-::rordi fra 111eclico di dispensaJ·io e ine-

dico vis:itatore la decisio11e spetti al medico ispettore sifiJografo. I due 'CY.r•dini del giorno sono approvati, dopo discussione, cui prendono parte Porcelli, Cattaneo ed altri . T archini p1ro·p one: 1) cl1e con le debite cautele, e e.on tariffe n1ini me, sia !Jermesso ai medici visitatori di cu.rare le donne dei postriboli ; 2) che tali cure siano ,-ietate a.gli ispettori, avendo essi ufficio di controllo. 1\tiesse ai voti tali pro poste, v.e11gon p r&spinte. Alla clisc.ussio110 pren.d.on o parte Truffi, Catta11eo, Gallio, Sbe1rna. Ohiappini prop101ne l'istituzione, per }.(:' p-rostitute regola1n·e11tate, ·d i u n libretto sanitario, da cui ris1ùt i la data dell'infezione e le ct1,re eseguite. La pro1p osta è approvata. 1\fartino, dal p·11nto di vista igienico, r accomanda che sia oombatt11to nelle· case di tolleranza l 'uso degli stupefacenti. I l Presidente presenta all'Assemblea l'lQrp·us<x>Jo di propag.ànda di u n f1rate che, in R nn1a, 'es~.:gue cure de-nnosifilopa.tiche, opuBcolo oomu11icntcglj -da un distinto c{Jllega. Pr€senua pure numierose réclan1es di medici sp ecialisti e di specialità medici11ali segnalategli da un consocio. L'Assemblea delega la nuova ~re~ide11za ad occuiparsene. Esaurito l.'01rclinc1 {l el giorno, l' Asse,n1blea passa alla V·O•t azione del nuovo Consiglio direttivo. Sono nominati s~ru­ tatori i soci : B uquicchio1, Martino, Ra.n1ognini. Per le cariche di P residente-. SegTetario o Tesoriere 'eng-0·n o rieletti all' unanimità i proff. Montesano , ... incenzo, Terzaghi Roberto, Pecori Gi1U.se.ppe. A \T ice P r e&idente sono e.l etti a n1aggioranza i proff. PiccaTdi Gerola1?0 di Torino co1ne !'aiJprese11tante clei n1edici ·d isp€1n sari celtici, e Mao:tino Giuseppe come rap,presentante dei medici visitatori. 1

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T ERZAGBJ.

Importantissima pubblicazione:

Dott. FURIO TRAVAGLI già. a. v. del reparto dermosifH<;>P· degli Osp. Civ. di GellOTa.

La moderna lotta contro re malattie sessuati prefazione del Prof. A. MORSELLI della R. Università di Genova._ SOMMARIO. - Prefazione - Introduzione. - Parte I. Cap. I. Gli organi della riproduzione - La riproduzione umana. Parte 11. Cap. I. Alcune considerazioni su lle malattie seasualL - Cap. I1. Ulcera molle_ - Cap. III. La blenorragia. · Cup. IV. La sifilide. . Cap. V. L'evoluzione patologica deUa sifilide - Cap. ' ' I. Cura della. sifilide. - .Parte 11 1. Cap. I .

Difru'Sione dèlle malattie sessuali. - Cap. II. La prostituzione in rapporto alle malattie sessuali. - Cap. III . Educazione seasu;tle- - Cap_ IV. Igiene sessuale. · Cap. V. La profila!M!i delle malattie sess uali. _ Cap. VI. Il certificato prematr1· moniale. - Cap. VII. La profilassi in rapporto all'igiene individuale. - Cap. VIII- Protì_lassi della sifilide. · Cap_ IX. Il momento attuale per la profilassi celtica di Stato. Il nuovo regol~l men to per la profilassi della sifilide e dellt malattie veneree. Un volume cli pag. VIII-112, con 15 figure intercalate ne• testo, nitidamente sta!llpato su ca rta semipatinata. ·- Prezzo L. 1 O. Per i .1ostri abbonati, sole L. 8. 7 5 franco di porto. Inviare ' raglia postale al Ca\-. L"CIGI POZZI - Via Si· atina, n. 14 - Roma.


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SEZIONE PRA'l'ICA \

CONCORSI. POSTI VAOANTI. ANTICOLI UoRRADO (Roma). - Scad. 50 gg. dal 18 mag· Età lim. 40 a. Tassa, L . 50 all'Esattore Consorziale. C-0ndiz. capitolato sanit. approv. G. P. A. Per uff. san. L. 300; per arm. farro. L.200; per disag. resid. L. òOO. Pov. 1000. Serv. entro 20 gg. Ritrovo villeggiatura. BELLANO (Como). ()s pedale . - Cerca,si chirurgo generico; L. 701)0, e interessenze (75 % atti operativi; 60 % proventi radiologia; proventi laboratorio; L. 5 al giorno per ,ogni degente). Esercizio professionale lib(.l.co. Tre a.nni di prova. Ospe<lale di circolo, per 25 Oomuni, con 35 letti aumentabili. RivolgeTsi all' Amministraz. CHIRIGN~Go (Venezia). Sc.aid. 5 luglioi. L. 8000 fino a 1000 P'l''., addiz. L . 5 fino a 1500, L. 10 oltre; indenn. trasp. (L. 3000 se cavallo, L. ~500 se motoci•~l. , Jj. 1000 se bicicl.) ; L. 600 llff. san.; L. 100 trasferte; 5 quadrienni dee. ; c .-v. COLLESANO (Palermo). - Scad. ~31 lutz. Per Scillato. L. 8250, oltre L. 2000 cav. CREVAI..OORE (Bologna) . - Sca<l. 2 lug. Per Caselle e Sn.mma.r tini. r,. 7500 e 5 quadrienni dee. , oltre L. 1200 c. -v.; L. 3000 cav. Età lim. 35 a . T.aissa J,. 50.15. loRIA (Lecce). - Consorzio. A tutto 10 luglio. Trf' condotte : una per Idria città e direzio11e dell'osp edale; L. 11.000, piiì _L. 600 servizio attivo; due per i ron1uni consorziati: L. 9000, pitt L. 3000 · mezzo tra.sporto obbligat. e L. 500 st'1-vizio attivo . Rivolgersi Segreteria Coml111e di Idria. MANCIANO (Gro.~seto). la conclotta (capoluogo); L . 10,000 c:on dieci trienni ventesimo oltre L. 1500 assegno rivedibile; scad. 5 luglio. A domanda sarà inviat.o avviso integrale. 0RVIE'l'O (Peru(fia). - Soad . 10 lug. P er Cor1:nrn. L. SQOO oltre L. 600 serv. attivo; c.-v . ChiedeTe a.v-

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VISO.

PoRT·OcIVITANOVA (Macerata). - A tutto· il 5 lug., due cond. , di cui unia prevaJentesm. chirurgica; pav. cir ca 450 oom.p1essivam.; L. 7000 e 3 quadrie n11i dee., 2 c.-v., L. 1000 cav .; ricostruz. della carriera per serv. prestato in altri comuni. Età lim. 40 a. Tassa L. 50.10. Ql1a.l ora i concoìl·re,n ti fossero meno di tre per ogni eone., è in facoltà del Cons. Com. di di<:>hia.r.a rlo nullo. PoRTO.?tiAGGIOltF. (Ferrara). - Se.ad. J4 lug., 3a. oond. del Forese . L. 10,000 comp~eoo ogni asseg110 0 1 compenso (trasr1., amb·u lat., eoo.); 5 quadrienni decimo. Assegno complement. L. 3000, rj vedibil e. Età li·m . a5 ~· T assa L. 50.10. . R.oMA. ~finistero . degli Esteri. - C001001rso per titoli a crupo del Servizio sanitari-0 della Concessione italiana di Tien-Tsin (Cina) . Inden·11ità annua di taels 1400. Obbligatoria la laurea in medioin.a. Richiedesi la conosce11za della lingua ingl€se. 7 ' e<li Gazz . Uff. 19 rupr., n . 83. Scad. 15 luglio.

Ro::MA. 111-in.istero delle Comun.icazioni. - Concorso .a l) po5ti cli .Allievo Ispettore in prova nell~Amminisitrazione delle Ferrovie dello Stato. Vedi fase . 24. Scad . 6 luglio . SIENA . Sv cu f à lti Esecutori di Pie Disposizioni. - Medie<> di Sezione \ 7 iC€-Dir_e ttore del Manicomio di S. Nicolò; L . 14.000 e 5 quadrienni decimo; quartiere per famiglia.; c. -v . in L. 200 ruens . se con f am., L. 130 agli a.ltri . Docum . .a.Ila Segreteria (via R omana. 41) non oltre ore 18 del 10 lug. Età lim. 40 a. - M edico .di Sezion~ ; L . 12.000; alt1·e condiz. come sopra. L' Amministraz. si riserva di non conferire il posto qual.ora lo reputi opiportuno per qu.a1siasi motivo. 'foLvE (Basilicata) . - Scad. un m€$e dal 10 giu.; età 1. 30-50 a. fatte le solite· eccez.; tas.sa L. 50.15 al t esoriere oomun.; L . 9000 e sei quadrienni. Servizio entro 15 gg. THEVI (l'eru.rtia). ~ P1roroga al. 10 luglio. VILLALATINA (Caserta). - Vedi fase. 24. Se.ad . 12 luglio.

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Diffide e· boicottaggi. L'Ordine <lei Mediai ·di Torino, per tutela-re g 1'jntDre.ssi di un co1Jeg~ e la dignità di classe, :ha proclaimat.o )a diffirla - in attesa de·gli esiti di t111' i11chiP.sta - contro la Società di M. S . An.s.aldo--(;og11e, I.a quale ii 5 1naggio u. s. eso11erava improvvisa.mente e senza motivazione dal servizio sanitario il àott . .A. Fa.rin et 'di ..i\ost.a, che a.d €-SSa era legato da r egolare contratto . Tutte le prestazioni richieste dalla Soci~tà devono tassarsi sec011do la tariffa del1' Ordine. CoNcOR:SI

A

PREMIO .

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, Premi Gustavo Rag noli . Sono istiuiti presso la Reale Aooa<lemi.a N azionale d~i Lincei , per iniziativa ed a spese d ell' I stituto lt.aliano di Jgie-n·e, Pcreviidenza ed Assistenza sociaie (Roma) - posto sotto l'alto patronato di S. M. il Re e sotto gli auspici della Cassa Nazionale p e1: le _t\~ ic11raz1oni sociali - due premi « Gustavo R,a.gi1oli » r::vp.p!r€sentati da •1nedaglie d ' oro del valore di L. 5000 ciasçuna. Tali pren1i verranno assegnati a quei Comu11i, Enti scolastici o singole pe.r .sonalità, che abbiano oorrupiutoi il miglior e studio dei caratteri bio-antr opologici di un grUJppo di almeno 50 .alunni delle &cuole el~;rn e111tari o medie, per un pe riodo 11,011 inferiore arl UJ1 anno, a I fine di vagliare le attitudini . fi.siche e psichioi1e dei f anciu;iJ.i , come b ase di studio per l'orientamento professiomale. I lavori dei concorre·n ti dovranno pervenire alla R. Accrudermia n·n11 .più tardi del 30 settembr~ 1927.

P·remio Gagnola. Presso il R. I stituto J,ombardo di Scienze e Lett ere è aperto il concorso a u11 •premio dell.a Fondazi'Orne Ca.g11ola, dell' importo di L. 2500 e medaglia d ' aro di L. 500, per una scopierta ben p•r o;vata sul1a cura della pellagra o sulla 11atura dei miasmi e contagi. Scad. ore 15 d el 31 dic. 1925. Rivolgersi aìla s~greteria (palazzo Brera) .

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IL POLICLINICO

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'NOTIZIE DIVERSE. .

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NOMINE, PROMOZIONI ED ONORIFICENZE

Sono .stati nominati j seguenti prof.essori universitari: di clinica dermc;sifjlopatioa : Cappelli Iader a, Torino, Lom.b ardo Cosimo ia. Pisa e Serra A1berto a 'C agliari; di patologia ·g ene·r ale: Pe.ntimalli Francesco a Caglìaai e l\tlarrra.!sini Alberto .a Sassairi; di anatomia umana: l :11na 1~1n·e rico a PaJ.ermo, Beccari NelJ.o a Catania e Vitaili Giovanni a Cagliari; <l'istologia ed emhrioJ.ogia generale : Terni ·Tullio· a Paido·1ra; ·a, antr-01p·o logia: Mochi Aldobrandini a. Firenze.

Repressione della falsa attribuzione di lavori altrui.

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Il dott. M oricca •.\11t.011io ha conseguito, per esan1i, la libera docenza in patologia sp·. m.e dioa.

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Abbiamo già dato notizia (fase. 6, •p.ag. 229) di un disegno di 1egme ohe si pr.o poneva tale intento, su relazione del sen . Credairo. Le <lisp·osizioni ..in esso contenute sono ora pro• mu.lgate con R . D. 19 aprile 1925, n. 475 - Il. 739, iriserito· nella Gazz. Uff. del 29 aprile, n: 99. Ne riportiamo ii1tegralment-e il testo degli articoli : ' Art. 1. - Chiunque in esami o conèorsi, prescritti o riohiesti da autorità o pubbliohe amm inistrazioni p~r il conferimento .<li lauree o di ogni altro g.r.ad 0 o' titolo ooolastico Q aooa.demico, per l' abilitazione alL'insegn.am.ento ed all'eseo.·cizio di una professione., ped· iilJ rilascio di diplomi · o patenti, presenta, come proprii, d issertazioni, studi, pUJbblicazi-0ni, progetti tecnici e, in genere, lavori che sriano op,er:a di altri, è punito dorn la reclusione da tre mesi aid un a.n no. La p ena della reclusione non può essere inferiore a sei mesi qualora l'ìntento stia oonseguito. Art. 2. - Chiunque esegue o prooura dissertazioni , studi, puHblicaz.ioni, progetti tecnici, e in genere laivori per· gli scoipi di cui aJJ.' articl'JJo prece1dente, è punito .a. norma del~a prima parte del• l'.artioolo stesso . E punito a termine del cwpoveroo del detto articolo se l'aspirante consegua l'intento. In ogni oaso la1 pena è aume•n tata da un terzo a.Ila motà se concoir r a il fine di 1ucro; e se co11oorra • anche l.' abit·u alità,. la pena è della r eclusi-0ne da U·n o a tre .anni. • Art. 3. - Le di&p,osizioni dei precedenti articoli si ruprplicano anche nel oaso in cui tr:a ttisi doeJ. conferimento di pubblici uffici, impierghi, titoli, dignità, q11alità od insegne onorifiche, sia o non richiesto l'esame o ii ooncorso. Art. 4. - Ohiunque con qualsiasi mezU>, offre di · procurare od eseguire disoo:rtazioni, stu•di, pubb~i­ cazioni, progetti técnici, e. in genere, Lavori agli scopi di cui agli .articoli I e 3, è punito per il semplice fattJol deJd' offerta, con la reclusione fino ad un m.ese. Qualora l'offerta si a fatta a me·z zo d-ella sta1m:pa, ovvero sia fatta in modo abituale, la pena è della re.cl'llsione <la uno a sei mooi, e nella iprima ip<>tesi, il tipogirafo, se non abbia concorso nel reato, è punito oon La multa da lire 100 a J.ire 2000. Art. 5. - Nei procedi.menti r elativi ai reati previssti dalla le.g ge, qualora il fatto sia aiccertato, deve essere dichiarata nella sentenza la esistenza di esso, anche se, per qualsiasi ·motivo, non si debb.a procedere o non possa essere p•r onunciata condanna. La oontenza di condann,a o quella che dichiara che il fatto su&Siste, 'Ordina la canoelllazione del provvedianento che n e sia derivato. La cancellazio11e si effettua secondo le norme contenute nei capoversi secondo e seguenti dell'articolo 576 del Codice di procedu.r.a penale, in quanto sian'O aprplicabili. 1

I

Il d"Ott. D avid E. Hoag è no•m.inato pirofessore di clinica d.elle malattie. nervooe e mentali presso l'Università di Ne\\' York ed il Colle.g io m edico del ·B el.l evue Hosrr>ital . Il Consjglio della Facoltà di M edicina -di Parigi h a nominato profa.<:Sore di anatoim ia ipatologica il prof . .G usta.ve Roussy, in sostituzione del prof. Maurice I ,etulle, che ha lasciato il post·o per limiti dI. C' t- '....-·· . Alla catt€dra di sto•ri.a della medicina nell'Unive:rsità di Lipsi a, d.ive11uta vacante pe.l ritiro de1. prof. Sudhoff, determinato dai limiti .d'età, è stato cl1ian1.aito il prof . H. E. Sigerist, che ~neya lo s~o inseg_na.1 nento all'Università di Zurigo.

lAa d.ott.n Lina Stern, aiuto1 alla cattedra ·4i chi1nica fisiologica d('ll Uni'Versità di Ginevra, è stata chi amata a<l oooupru:e la cattedra de1l.a stessa di&eiiplin.a pi·e&so 1' Cfniversit.à di ì\iiosca. 1

Il Governo Czeloolovacco ha nomi11·a to propirio rappresentante permanente all'cc Office International d'Hygiène Publique » di Parigi il dott. Prochazka, capr0 del Servi~io di Sianità Pubblica.

lnteress.ante pubblicazione: Dott. AZEGLIO FILIPPINI

Dirigente Il Reparto di Igiene applioata oeR'Ietltuto sperimentale delle F.F. S.S. in Roma.

Prontuario

dell~

igienista

Prefazione del prof. GIUSEPPE SANARELLa i>trettore del R. Istituto d'Igiene dell'Università di Roma.

Manuale compilato con criteri eminentemente pratici ad ua4 dei medici condotti, d~gli ufficiali sanitari e di tutti i tunzio n&ri addetti alla vigilanza igienica. Un volume in-8, di pag. XVI-564, stampato su carta di lusso In nitidissimi tipi tipograftoi e rilegato artisticamente tutta tela, con iscrizioni sul piano e sul dorso. p.rezzo L. 5 2. Per ali abbonati al e Policlinico » sole L. 4 7 franco di p~~!>·

in

Inviare Va.glia Postale al Oà"V. LUIGI POZZI - Via Sietina. n. 14 • Roma. •


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[ANNO XXXII, FASC. 26]

SEZIONE PRATICA

La sentenza di condanna è affissa in tutte le Università del RegJilo, quando trattai.Sii di esami uruiversitari. Questo decreto merita approvazione senza riserve, ir1.. ·l'lttte le sue parti; Confidiamo che ne· sia fatta applicazione se·vera. .

2° Congresso Odontologico latino-americano. Il Ministro dell'Interno comunica che sotto gli ausp.ici del G01Verno argentino, nel mese di ottobre del corre11te anno, si terrà in Bu·enos Aires il secon.do Congresso odontologico latino-a;meiricano. In tale occg,sione avrà luogo una Esp'Osizione in· tern.azionale d~ odontologia, alla quale potranno partecipare- come espositori i professionisti, gli I stituti di in~g.nawento, le Scu'Oile di odontoiatr~, 11onchè i fabbricanti ed industriali di prodotti e prooidi che .abbiano r elazione diretta od indi1·etta con la odontologia. Per ra.ggua.gli maggiori gli interessati p.otrann o . rivolgersi direttamente alla Commissione organiz- · zatrice dà detto Congre8so, in Buenos Ai·r es, Ca.ile Junin n. 1063 (indirizzo t-eleg1:afico: Scolaro).

5° Congresso panrusso delle stazioni idro-climatiche. L'Ufficio d'organiz~azione per 1a convocazione del quinto Congresso Panrusoo URSS p er le questioni «Luoghi di oura », comunica ohe tale Congresso avrà luogo il 14 settembre a. c. al Caucaso. P er i congr.essisti saranno organizzate gr.atuitamente le eroursioni i.>er visitare le istituzioni balnoologic..h€'. Alloggio compreso il vitto, da 25 a 35 lire al giorno. Tutte le info,r mazioni pr~o la Rarprpresentanza del Commissariato del P-0pol 0 per la Salute Pubblica, Roana, via Gaeta 8 (presso l' Ambasoiata dell'URSS in Italia); segretaria: dott.a C. Stuftel.

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Società medico-chirurgica di Mantova. •

Il 1° giugno nella Biblioteca del Oivico OsP,edaJe di Mantova, presenti numerosi m·edici della città e della provincia, ebbe lu ogo la pi!'ima seduta della Società. medico-chirurgica. E,11 letto ecl .a.ppcovato lo statuto soci.aie. Si procedette alla nomina del Consiglio direttivo che risultò definitiva.mente così costituito: ·p rof. Ghedini, pre3idente: dott. Nicolini, segretario; dott. ·Mal iotti, tooo1riere. Il dott. D . Ma.m brini eSipose :poi la sua relazione sul1.a ~e Occlusione intestinale .acuta ». Interloquirono i proff. Maocabruni e Ghedini. 1

Società Italiana <li Oto-rino-larlngologia. A parziale Jnodifioa del preceden.t e ooonunicato (v. fase. 20, pag. 727) si rende noto ohe le comunicazioni scientifiche per il XXII Congressio1devono essere inviate entro il. 30 lu1glio p. v. al pTo[. Giuseppe Grade11igo, presiidente della Sòcietà e del Congresso, Olinica Ge.sù e Maria, R. U11iversità di Napoli.

Per le stazioni balneo-climatiche della Venezia Giulia. L'Associazione medica triestina, intesa la relazione del consigliere proviniciale di sanità dottor M.auTo Gioseffi. sul tema « Le spiagge istriane nel1a loro imp01rta11za climatologica e taJ.assoterrupica », do1po una discussione ogg·e ttiva e serena, ha pr<ortestato contro la m.enda.ce c.amrp agna de1la stampa d'oltre Alpe, che tende a svalutare le Stazioni climatiche e balneari della ~·egione, proopettando una recrude~wenza della malaria ohe non esiste; ha rilevalio la diminuita mortalità 1gen·erale e quella malaTica rispetto all'antegue·rra; constat.a la sanità ~ salubrità delle Stazioni balneari e clima.tiohe; deploT"a tutta la tendenzio8ità d el mavim,e nto che tende .a 6Viare dalle spiaggie nostràne la corrente metr01p-Olitana straniera. Corso di perfezionamento. Un corso eul trattamento della tubercolosi ooteoarticola.r e e ganglionare, con alcu11i ele•m enti d'-orrtopedia pratica, si terrà n-e1ll' Osip.e1éLaJ.e Marittimo di Berck Pla ge, sotto la direzione del dott. E. Sorre!, da.l 15 al 29 luglio. Peir le infor1nazioni scrivere al clott. Delahraye, Hopital. M aritime, Berck Plage (P. de C.), Francia. . 1

Lotta contro il ·cancro nel Barese. Si è costituito in Bari un Comitato prom-0.t ore per I.a formazione <li una sezione provinciale della Lega I taliana per l a Jotta contro il cancro. Il Rettore Magnifico de1la R. Univeusità di Bari, prof. Nicola Leotta, direttore della Cli11ica ChiruT1gica; Comitato i seguenti professori della stessa Università di Bari. Nella qualità di presidente, il pro[. Nicola. Leo~ta., direttore della Clinica Chirurgica; in qualità di vice-president·e, il pi1~of. Eduardo Germ.a no, di Pato1op:ia Esotica. In qualità dì memb~"i, i proff.: Gaifa.1ni. di r0ttore çlella Clinica Ostetrica; Soli, ·direttore del.l'Istituto <li Anatomia Patdogica; Amato, diretto1·e dell'Istituto di Patologia Generale; Pa•oJucci, incaricato di :patologi.a chirurgica. A qu~ti membri, è .aggiunto il medico .p1rovinciaLe. In qualità di cassiere del Comitato, è stato nominato il 1gr. uff. J_,uigi Azzone, e come segr etario il dott. Sturni. Ne.Ila su.a p·r ossima seduta il Comitato per la Lotta contro il oancro, com1pileTà lo statuto soci·ale della sezio11e. - L. Q. Associazione

Parmen~e

per la lotta contro il

cancro . Allo soopo di facilitare la diagnosi e la cura pre-ooci dei tUJmari maligni, l'Associazione suddetta si è assiCUtr.ata la collaborazione di un ingente gTuprp.o di sanita1·i della città, i quali, in giorni, ore e lu'O... ghi indicati da ap•p osito elenco, visitano· gratuitamente gli ammala.ti poverri della città e della pr~ vincia, sospetti o colpiti da tumoi'i maligni. I malati poveri devono presentarsi aJla. visita m~niti di una tessera, ·rilasciata dal medico curante. Sola-


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l L POI.lCLINICO

Per il Sanatorio antitubercolare interprovinciale nel la città-giardino " llussollnia ,,. Il Banco di Sicilia, per onorare la Maestà de1 Re nel XXV suo anno .di Regno ed in omaggi-0 a S. E. il Pres.iden.t e del Consiglio, che tanto inte~essamen­ to dimcstrn. a.Ilo· &vilu·ppo soci'ale del Mezzogiorno d ' Italiia, ha destinato L. 100,000 all'Istituto Italiano di I giooe, Previdenza ed Assistenza Sociale fond ato e diretto• dal prof. Ettore L evi, , ad incremento detl fondo di L. 250,000, destinato dal P iresirdente del' c,)nsigl,io per la cos.t ituzio11e del Sanatorio Antituberc~laTe Interprovinciale nella Città-Gi.ardino « Mu~.olini<.1 » in comun e di Oalta.girone . 1

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Il Commis.siari•o pref€ttizio d el comune di Caltagirone, con ufficiale de liberazione in data 6 giugno 1925, ha comunicato al. pi.rof. Ettore L evi, diretto•r e dell'Istituto Italjano di Igiene, Prervi<lie,n za ed Assistei1za Sociale, di ave.r stabilito la co111cessione gratuita dél terreno 'OIQCOlTente per il cootrue.n do SanR torio Antitubercolare Interprovinci.ale a cc M~ solinia », esprimendo la ferm.a fiducia che, grazie alla colla.bo1·azione • nell'Istituto, deigli Enti looali, ecc., sa_ran·n o ial più presto raccolti i fondi necessari per l'.esecuzio11e dell'toipera .

Elargizioni e

XXXII,

FASC.

26)

gico evento, ·di c\li abbiamo già dato l'.lJOrtizia nel fase. 23, l'ha interrotto subito dopo la visita della Palestin a: un'at1tomobile che riconduceva parte della Commissione <la Bet-Meri a Beyrut, il 21 ma1ggio, usciva fuori della strada cagio11andJQ1 la morte d-ei dotto,r j Darling e Loth·i an e· della sig.na Be-sson e. producendo ferite, fortuna.t rumente non gravi, al prof. SwellengrebeJ.. Restavano incolu·m i, perchè si trovavano jn t1n'alt.ra a.u to.mobile., gli altri <lt1e me1nbri della Co.m1nis&ion.e, dott. Anigstein • e prof. Ottolenghi, che fungeva da p-residente nell'assenza dreil p1re.r:adente effettivo dott. Lut:rario. Del <lott. Dairling .abbiamo già dato un cenno biog·r afico nel f asc. 25. Dopo varie vicende, egli aveva organizzato nel 1910 e diretto. l 'Istituto d'Igiene creato nel Brasie dalla Fon·dazion e1 Rockefeller. Ebbe .allora a soffrire d'un tumore del cervello, che venne òperato nel 1921, ina che tutta·ria lo t.enne a letto1, q.u .a si compJeta.m·e nte paralizzato, .p e•r circa tre anni . Fu solo do19 0 il 1923 che, avendo oominciato :i ri·p rendere 1e forze e l'uso delle gambe, potè tornai,e ai lavori favoriti, e fondare una Scuola idi l\1alariologia n eJlo Stato di Georgia (Stati Uniti) . N cxminato rece11temente membro corrispon-. <le11t~ della Commissio·n e d.eJla Malairia, a.v~a con questa intr.aipreso, pieno di le·t izia e di ~p,eranze, il viaggio che lo do·v eva condurre a m100-te. Era non solo scienziato di valore, ma uomo di rara bontà, di senso critioo non comu11e; amava l ' ItaJ,i a, che con,osceiva già bene. Il ,dott. Nor1nan V. J.Jothian di Aberdeen, in Scozia, contava solo 36 anni. ETa entrato nel Co1rpo. di Sanità. Militare, ra:ggiungend-0 il grado di maggiore; era stato non1inato pr10.fessore d'igiene 11e1lla Scuola medica militare di L o11J<ira. Dal 1923 apparten.eiv a alla Sezion·e ,d ' igiene. della Società delle Nazioni , in y_ualità di epidemiologo: aveva già accom·p~n:ito la Commissione della. malaria nel lu11go vin.ggio ·di st11di svol~i, l'anno scorso, dalil a Jugosi1avia alla Russia e a]l'Ita,l.ia, ed era stato spesS'o incaricato ·di mission·i deljcate e diflìoili, che egli aveva .adempiuto con zelo, con intelligenza e con un'instancabilità sorprendente . La sig.n a Ana:cstasia ~es.son, nativa di Lione, appa.rt€nevn., come segre,t aria> alla Sezio11e• d'igie11e suddetta ~d era assai stimata per la sua .avveduta e -valida coorperazione. A·ve.va accompa.gna· to la Commissione della malaria nel viaggio del 1924, soipportando le difficoltà e i disa.g i. I fune.r.ali di queste tre vittime della scienza e del ,dove~·e, svoltisi a B ~yrut il 24 maggio, riuscirono straa~·dinariamente soJenni e comm1oiv enti, anche per la parteci.p azione a.ffettuosa della pop-0lazione di quella grande città . Il G()IVerno dello Stato <lel Gran Libano decretò alla loro me:mo1ria la medagli a d ' oro al merito, e volle pure ~egnare analoga onorificenza al prof. S"'ellengrebel, o•rmai pie· nan1ente rime&'3o d.ai dolori fisici e morali di questo doloroso avvenimento . Il Policli·nicQ si associa con1mosso alle generali testimonianze di oordo:g lio peir i tre scomparsi e per le l-0ro famiglie, così Òt1ramente p·rovat-e dalla sveHtura .

mente le diagnosi e cure. radiolo,g iche non sono gratuite, ma sottoposte a tariffe minime. I medici sono vivamente pre.g.a ti di fare opera di propaganda presso le Amministr.azjoni comunali, aflìnohè in tutti i casi sosip.e;tti non venga ritardata l'ospitalizzazione degli indiigenti, anche .a solo scoip'01 di. accertamento di.agnostico; oppure venga ese~it.o s ubito l'invio a scopo di visita presso uno dei consule,nti della Ass·ociazione. Sono srtate anche pubblicate e diffuse tra i medici le « N oa:me per il preleva.mento e l ' invio dei tessuti sospetti di tumoi·e maligno p er l' esame istologico».

(_t\N~O

1a~ citi.

Il dott. Andrea Gaviali ha lasci ato la sua sostanza , a.m.m onta.nte a. cir ca 200,000 lire, a]Ja Oon1g;regazione. di C..arità di Modena, usufruttuaria la madre. Il sig. Giuse.p ]Je ~1ase11i l1a lasciato l'Ospedale Maggi1ore di Bologna erede universale della sua s-0sta11za, ch e consiste in va1ri imrmobili. S. ~1. la regina Elena ha jnviato a1la Congregazione di Carità di Pinerolo lire 25,000 perchè sia. . i11testato un letto alla memoria del niipotino Giorgio Calvi.

Vittime del dovere. La Conimissione della malaria della Società delle Nazioni, cof'ltinuando i su-0i studi sul ;problema malarico quale si presenta ed è affrontato in diverse regioni, nve,·a iniziato nel maggio di quest'anno u11 ,·iaggio che cloYe1'a SV"olgersi i1ella Palestina, nellri iria, 111 ~ icilia e nella pagna. l\Ia u11 tra1

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XXXII,

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SEZIONE PRATIC<\

Infortuni stradali <ll s anitari. I l <lott. • Am bl'1osetti, medico condotto di Oastag11eto, è mor to in segu ~to a l rib•a ltam-ento di u na. automobile nella qurule egli si trovava con tre sruoi amici, rimasti illesi; l'info~·tunio è avvenuto su1ila strada Torbole-RoncaideJ.lo, in p·r ovincia di B1resClia. Il dott. Giovanni Masini, veterinario comunale di Formigine (Modena), è morto in seguito a una caduta <la motociicletta avvenuta per uno sterzo i·m provviel()t, f.atto onde evitare un cane sbucato da ll·na siepe sulla straida provinciale . Il farmacista Giuljo Pretol assi di Pa.dowa h.a riportato gravissin1e le8ioni per essere stato, sbalzato dal.la mot-0cicletta, la quale urtava contro un paracarro in una. brusca svolta della strada. 0

Esten sione dell'assicurazione-malatt ie in lnghilt eera. 11 cancelliere dello scacchiere, on. Ohurchill, ha

d i marina degli Stati uniti, a partire d.al mese di luglio scorso . Recentemente gli osp edali stessi h an.n .o rioevuto 1' or.dine di distr11rggere tutte le roentgenografie di tipo i11fia.m1nabil·e e che n1on fossero neoessar ie quali documenti clinici. In un solo ospedale sono stati d.IBtrutti 2 quintali di pellicole del vecchio tipo. 1

Concerto medico berJinese. Un'orohe.s.tra ed un Òoro composti di m e•dici hanno dato u n ' audizi1one ·a Ber1ino, co11~·eguen·do u 11 grande successo; ne r]portiMDo il programma : per l' orohestra: Notte di W aLpurgi di Mendelsisoh~ e terzo concerto di Baoh; pe1r il coro : ca.nta ta di Bach e« Gott der H err ist 8011n' u11d Schi~·d » .

Selvaggia aggrrssione.

presentato lln disegn·o di legge cl1e eaten•d e il numero degli assicurati contro le malattie, portandolo rud oltre il 70 ~~ della popolazione. Il progetto non incontra 0ptposizi10.n i e diverrà oertaanente legge.

I l ten . col . .medi co cav. Beniamino Piazlra r esi' de11 te a PaI.er·mo, è stato \rilmente ag~redito e bar bn.ramente co1pito all:1 faccia coi1 un r t soio da uno sconosciuto giovinastro. :B stato ricoverato, e ou;i·ato all'O&pedale Militare . Pur tr-0p1po, non è stato possibile di scongiurare una grave deturpazione.

L 'Univer sità di Gerusalemme.

Condan ne p er mol'ti colpose.

Il 1° a;prile ven11e inau'g urata a Gerusalem.m e 1a grande univers ità e brea, presente lord Bal:four; vi inte1·ven11ero parecchi scienziati ebirei di fama mondiale, tra cui Ei11stein e Weismann. La Scuola di Dam·asco non partecipò alla cerimonia, a titolo di protesta dei sionisti, i quali non rummettiorno in Pa.les.tina. altre lingue &e non l'ebraica e non riconoscono il oristia11esjmo. l medici ehrei Òf'gli Stati Uniti costruì.ranno a. pr()lprie spese la Maternità della Scuola di medi. c1na. La biblioteca univer sitaria conta già 80,000 volumi. Si è oostituito a.n che in Italia un comitato per la raccolta di libri; ha sede in Roma (33), via Crescenzio 3.

. In seguito ad app•lica~ioni . ultra-inte11filve di J'~g­ g1 X, sarebbero m10.rte due ·p azienti nella Clinica ginecologica di Dresda. I n esito a un processo :::. O'iudiziario, l'assistente roentgenologo e T l'infermiera ~ono ~tati condannati a due mesi di prigione, per imper1ta negligenza; il direttore del·l.a clinica, oroif. Lah,m, a un'amm,e nda di 3000 marohi ro.ro, pe;. responsabilità morale. Oosì la cc Deut med. Woch. ».

P er la biblioteca univer sitaria di Tokio. L'Uniiversità I ·m peria1e di Tokio ha rioovuto una somm.a pari. a 10 milioni di lire it. da J . D. Ro'Ck.efelle1r junior e una pari a 2 milioni di lire it. dal governo del Giappone, :per ricostruire la biblioteca, andata di·s trutta n el settembre 1923. La nuova bi~lioteca avrà 1000 posti, contro 300 d e11a vecchia costruzione.

Dist ruzione di un Ospedale a Tok io. L'Ospe dale Internazionale di San Luca a Tokio già distrutto nel t erremoto d el settemb11~e 1923 ~ riedifioato per e.si.ge11ze di servizio, ~i è i11cendi~to nel genn.aio soonso, venendo raso al suol10. I danni si com.rputano in 250 mila y-en. Non vi fuil:ono· vittime un1ane. Si provvede ora a ricostruirlo per la seconda volta.

Un rog o di roentgenografi.e. L'imipiegio. di rpellicole incombuis tibili per le roe111t~ografie è stato reso obbligato,r io negli osip.edali

Ricor so respinto . Il Consiglio di Stato ha respi11to u11 ricorso del dott. Da.rio Valtorta contro il suo licenziamento dall.a direzilQn e del Ma11icomio di Oastiglion€ delle Stivieire ; il sanitario è stato condannato a t utte le S!)ese .

ll dott. Naldi r iabilitat o. Il <lott. Pio N~ldi., che .era stato condannato a 17 anni J1eL processo per l' ucci&i.one del conte B oa1martini e che ha avuto parte della ,p ena con·do11ata , ò stato dalla. Corte di AppelJo di Toil'ino riabilitato, onde può ora esercitare la ·p rofessione; si è stabilito a B en e-vento.

Ostetriche o levatrici ? Il coonune di Milano aveva in.timato la contravvenzione ad alcune levatrici perchè sulla ta.rghetta della loro abitazione figurava. la qualr.iifip.a di «ostetrioa » anzichè quella eµ e~ levatrice» . In seguito a parere del locr·o Consiglio dell'Ordine, esse rifiutarono il pagamento delle multe, anzi fece1·0 opposizione al precetto. Una Drima causa svoltasi ' i.n nanzi ad un·a P 1retura Urbana, co,n tro due levatrici, portò .ad assolverle, cc perchè il fatto non cost.ituisce reato»; una seoonda ca.u sa, svoltasi in questi giorni, contro una terza levatrice, ha .avuto 1o st ess0 esito . 1

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[.i\.NNO XXXII, FASC. 26)

IL POLieLINICO

A Siena - dove era nato l' 11 n·oY ~mb re 1858 muriv.a il 24 maggio u. s . il dott. ANTONIO PISANESCHI, vice-Direttore di quell'Ospedale Psichiatrico. N ell'esercizi-0 della sua professione, ch~Egli ele.vò a vera missione di bene, di.m ostrò sempre eccezionali doti, che particolarmente rifulsero quando, durante il .p eriodo <lella guerra, rimasto solo con pool1i medici anziani, tenne ]e redini èlell'Istituto con fe1rmezza ed abnegazione, p:ri01Vvedendo abilmente e saggiamente a su1p e1rare le difficoltà gravi$ime del terribiJ~ momento. Cittadino probo e stimatissimo l'iooprì nella sua Città i più importanti uffici, quali quello di ConsiglieTe comunale, di D eput.ato ·del Monte dei P aschi, di Presi·d ente della Pubblica Assistenza, e di Amministratoro di num-e•r0 os~ . Opere Pie. Fu studioso della sua Scienza ed .a mante della sua -p.rofessione, pur rim.aneindo volutamente nel1'oonbira per una grande m<;>destia . Alla desolata famiglia, inviamo le p;iù sentite condoglianze. a. d. o. Si è spento im provvisa·mente a Firenw il prò·f . NICOLA GI.ANNETTASIO, (')tperatore reputatissimo. Ne dareino prossimamente un cenno. biografico . 1

Si è spento a Praga il prof. VITEZSLAV JANOVSKY, in età di 78 anni; era un-0 dei più r eputati dermatologi <lei nostri tempi; dal 1882 dirigeva la clinica dermatolo gica di quella Università; fondò _la cc Ceska Dermat-Ologie l>.

IL POLICLINICO ,, •

SEZIONE CHIRURGICA.

Il fasciooio 6 (15 giugno) contiene : LAVORI ORICINALI : I. - l,VI. Ascoli: Le modifi.cazj-0ni del ohimismo gastrtco doipo la gastro-enrterostomia. II. - O. Cignozzi : La crisi emoclaai.c.a aut<>ematogena in <:hirurgia. Studio biologico e clinico. III. - A. Odasso: OO'ntributo cl.i.nico allo studio della torsione del funicolo epermatiiico. IV. - c. Petta : Pl~.stiiche e trapianti mli.scolari.

9G

PREZZO DI CIASCUN FASCICOLO L. 5.

I non a bhonati a detta Sez.jone Chirurgica potranno ri ceverlo i·n viando il r elat ivo 1importo, mediiante Vtaiglia postale, al Cav. LUIGI POZZI . Via Sistina 14 Roma.

SEZIONE MEDICA Il f·a.sici colo 7 (1° luglio) oonterrà : LAVORI ORIGINALI : I. - L. Condorelli : Sul meooan.i&mo dell'ipo.gli<!emia insulini1Ca. II. - C. Pighini : L'azione dei eucohi tiro idei Gul f<:to e sull'.u tero gravido. III. - 1; Meo.colombo : Le modiftcazii-0ni del sangue nella r.adiot.era<pia della tiroide e dell'ipofìs·i . IV. - v. M. Palmieri : Creatinwa ed acido Uil'ioo nell-e urine degli affaticati .

1

I non abbonati a detta Sezione Medica potranno ri~ verli inviand~ ·il relat ivo importo, mediante vaglia postale, al Ca;v. LUIGI POZZI . Viia SiEltina 14 - Roma. I

Indice alfabetico per materie. Adir enalina negli accessi di AdamsStokes Par;;. 917 • • )) 917 Anestetico locale nuovo: psricain a . A11tipirina: fenooneni tossici da dosi mi. n1me )) 918 )) 915 BibJiiografia • Calomelanio : cause della intossicazione )) 918 da . .

Casa cii sal u. te: revoca dell' ailtorizzazi<Jt. ·ne all'aper !u1ra . . 1

Chinidina: sintomi d'intolleranza alla Cutireazione in forme morbose a caratr tere anafilattico

Dermosi f iloarafi: cong'resso professionale Di gitale: assodiaZll01n e c011 calcio . Duodeno: atresie e s·t enosi nella ;prima i11fanzia . Eruzioni da siero: patoge11esi . Esofago : cura precoce delle lesi oni da caustico . . . . Roma • Stab.

Tip~Lit.

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Armani di M. Courrier.

922 918 909

925 918 912 908 911

1gieni.sti:

congresso

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Licen-ziani.en,to : controversie

., . giurid~che

M orfina negli interventi chiirurgici . . MorfiJ!la: sterilizzazione e stabilità . Nista.g mo: jmportanza d elJo studio d~l ()tooole.r osi: eziologia . . Paratifo B: inafeziooe da . . Par€stesie gustativo-oftattoo.ie nelle cure endoven-0se di neosalv.arsan .

Pensione comu.nal.e : liquidazione . l>ensioni: nùove nor·me d·i li.quidazione Pleuriw: diagnosi nell'antichità classica Sifilide e malaria . . . Sutura: nuova tecnica • Tubercolosi aviaria nell'u-0mo . U lce-ra gastro-duodenale : trattamento medico e chirurgico . . Ve ne sovraepatiche: aplasia con persi. stenza della ve11a ombelicale . .

923 921, 922 )) 917 )) 919 )) 919 )) 919 )) 916

Pag.

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V. ASCOLI, Red. :resp.


IL POLICLINICO

(PAGINA

DELL'AMMlNISTRA ZIO N·E~

SEZ. P R.A TICA - FASO. 26•

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DELLA . SOCIETÀ ITALIANA •

DI MEDICINA INTERNA xxx· CONGRESSO - MILANO

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28-31 OTTOBRE 1924

Pubblicazione fatta per mandato del Consiglio Direttivo dal Prof. GIUSEPPE SABATINI, Aiuto della R. Clinica Medica di Roma (Un J!r osso volume di pagg. XX-342; prezzo L. 60)

'

.. '

Interessante per tutti i nostri abbonati: Presso · la nastra amministrazione sono disponibili alcuni esemplari del sopraindicato interessantissimo volun1e di pagg. XX-342, che costa . L . 60 ma che al nostri abbonati è ceduto, franco di porto, per sole . . . . . L. 5.o ' •

** * Sono rimaste disponibili anche poche copie del volume dei LAVORI svolti al precedente XXIX CONGRESSO. Si compone di pagg. XXIV-272 e costa. L. 60 ma ai nostri abbonati è ceduto, franco di porto, per sole . . : . . . . L. 45 •

N. B. -- Queste con dizioni valgono per le spedizioni da farsi in Italia. P er quelle all'Estero debbono essere aggiu nte L. 5, se per un solo volume o L. 1 O se per ambedu e, a rimborso delle maggior L spese postali occorrenti per la spedizione. ' I

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Per ottenere quanto sopra inviare Vaglia Postale o Bancario all'Editore LUlfil POZZI · Via Sistina ·N. 14 · Roma.


IL POLICLINICO

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SEZIONE PRATICA· FASC. 2E.

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ITALIANA DI UROLOGIA. -

lii CONGRESS·O TENUTOSI IN MILANO · '

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IL 29-30 OTTOBRE 1924 I

(Grosso volume

illustr~to

con 5 diagrammi e 139 figure nel testo; prezzo L.

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Interessante per tutti i nostri abbonati:

Presso la nostra amministrazione sono disponibili alcuni esemplari del sopraindicato interessantissimo volume di pagl!. XVI-472, che costa. L. '15 ma che ai nostri abbonati è ceduto, franco di porto, per sole . . . . L. 60

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Sono rimaste disponibili anche poche svolti ai precedenti 1° e 11° CONGRESSO: 0 11 I si compone di pagg. I V-140, con 6 • ed una tavola a colori fuori testo. Costa. ma ai nostri abbona ti è ceduto, franco di

copie dei volumi del LAVORI figure e 3 diagrammi nel testo . . . . . . . . . . L. 25 porto, per sole . . . . . . L . 20

Il IL0 si compone di pagg. VJ-278, con 6 diagrammi t: 2 figure nel testo e 12 tavole fuori testo. Costa . . . . . . . . . . . . . . . L. 60 ma ai nostri abbonati è ceduto, franco di porto, per sole . . . . . . L. 4.5 •

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B. - Queste

. condizioni

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valgono per le spedizioni da far si in Italia. Per quel le all'Estero debbono essere aggiunte L . 5 , se per un solo volume, L . J.0 se per due volumi, L. 15 se per tutti e tre, a rimborso delle maggiori spese postali occorr€nti per la spedizione.

Per ottenere quanto sopra inviare Vaglia Postale o Bancario all'Editore LUIGI POUI - Via Sistina N. 14 - ROMA. ,

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ANNO XXXII

Roma, 6 Luglio 1925

Fase. 27

fondato dai professori :

GUIDO BACCELLI

FRANCESCO DURANTE

SEZIONg REDATTORE CAPO: PROF.

PRATICA

VITTORIO ASCOLI ...

SOMMARIO. Lezioni : D. Taiddei: Le nefropie1iti .acute e subaicute. · Osservazioni cliniche : R. La.mbri: Esanttemi da canfora. Note e contributi: V. Vanni: Sopra una sier-0di1aignos.i

della. infezione tifoide. Biografie : M. Sella: Giovanmi Battista Grassi. Sunti e rassegne : MEDICINA: Levent: Le crisi gastriche. - CHIRURGIA : R. Sievers: Trattamento de11 a fimosi nell'infanzia. Cenni bibliografici. Appunti per il medico

p~tico :

OASISTICA E TERAPIA: Ana. lisi clinica di 111 caei d.i rune.mia perni•oiosa. - Caso di mieloei acuta ool qu·adro clinico di intensa emorragia gastri.ca. - L'.am.€cll1iia nella nefrite az,otemica. Un ca.e:> di anemia perniciosa triattato OOll1 l'acido ar-

'

seni-0eo (gramuli d •i Di~coride). - Autovaooi;noterrupia del lirufogranulom'l.o. - NOTE DI MEDICINA SCIENTIFICA: Temperatura e m etabolismo. - Metodo empirico extrara;p:ido per •oalcola..re la S!UJ)erficie del OOI'IP-0 umaru>. POSTA DEGLI ABDONATI. V ARIA. Politica sanitaria e giurisprudenza: G. Selvaggii : RioonoGci m-en·to delle ca.anp·ag"Ile di guerra iPer le pensioni dei 6aJI11Ìtari. - Controversi1e girutidi.che. Nella vita professioflale : CronaJc.a del movimento iprof.essi-0n1a-le. - Con.oorai. - Nomine, proonozioini ed onoriff1cenze. Notizie diverse. Ra5segna della stampa medica. lndioe alfabetico per materie.

..

,

1>1ritti di proprietà riservati. - É vietata la riP'rod·uzione di la11ori pubblicati nel POLICLINICO e la pubbli1!azicm.P dei sunti di essi senza citarne la fonte.

Mem en tOe

Ai pochi abbonati che non hanno ancora inviato la 2a. rata semestrale dell'abbonamento in corso, rivolgiamo preghiera di farne sollecita rimessa. L'AMMINISTRAZIONE.

LEZIONI. CLINICA Cl:llRUltlJlCA

GENERALE

DELLA R. UNIVERSITÀ DI PISA

ùiretta dal prof. DOMENICO TADDEI

Le nefropieliti acute

e subac11te.

(Lezione clinica tenuta dal prof. TADDEI il giorno 2 maggio 1925 e raccolta dai ·dottori ONOFRIO .L\NGELELLI e •GIORGIO MILLUL). Colgo l'occasione dai due casi, · che vi presento stamane, per trattarvj di un'affezione renale non bene descritta nei Trattati, anche più recenti o 1pe.r lo m eno co11side1~ata in~;ieme a forme, che debbono secondo me essere a parte considerate. f\ questa forma a etiologia varia, di diagnosi non facile, la cu i terapia non è ancora ben definita io bo creduto di da.re il nome nuovo di Nefropielite, non per amore di novità, ma p€r neces.. sità nosologica e clinica, come .diTò dopo avervi, molto brevemente per ragioni di tern1po, riferite le storie cliniche dei miei casi. "

Furimma .N., di anni 31, ·da Cascina. Entrata in Cl1nica il 3 febbraio 1925. L'a. ·Ci dice che nell'anno 1922, nel n1ese di maggio, fu assalita jn pieno benessere da dolori

rron troppo vivi, localizzaLi in corrispondenza dei quadranti superiori dell'addome. Tali dolori si attenuarono spontaneamente dopo alcune ore per comparire nuovamente il gio1rno dopo con maggiore ·intensità. Non vi fu vomito; la temperatura raggiunse i 38-39° e l'alvo si mantenne chiu50 per 2--3 giorni. La minzione n on fu accompagnata da a.lcun disturbo, nè la paziente fu mai costret~ ta a·d alzaTsi durante la notte per urinare; solo durante l'acme dei dolorri la m inzione era più frequente e l'orina si è presentata di colorito giallo-·scuro. ·C hiamato un .sanitario, secondo quanto la malata riferisce, non fu formulato un giudizio diagnostico 1p ositivo; furono ordinati un purgante oleoso e delle cartine che meglio non precisa. Do.po circa 8 giorni i disturbi sopra riferì· ti sono andati scomparendo senza lasciare alcuna traccia. Tre anni fa la paziente ebbe un aborto al 60 mese di gravi·danza, rp.er il quale fu tratt~ nuta per circa 40 giorni in oStpedale. Dopo 5 mesi la paziente rimase nuovamente incinta, la gravidanza ebbe de.corso regolare e fu condotta a termine con parto eutocico nel mese di dicembre del 1924, nella Clinica Ostetrica di Pisa . .J_,a paziente ci racc onta che ,dopo 7 giorni dal parto fu colta da ·dolori localizz.ati in ·Corrispond enza della Tegione del flanco1 ·destro, irradiantisi verso la regio.n e lombare dello stesso lato. Vi fu 1pure febbTe, >pireceduta da brivido, che ·h a r1ggjunto anche 38 1/2-39°. La minzione durante la gravidanza si è sempre svolta r egolarmente e le urine emesse, secondo

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934

IL POLfCLINJCO

XXXII, FASC. 27]

quanto afferma la malata, i1on 11anno mai ipreticai una escissione cuneiforme del frammento ser1tato all'esame macroscopico alcuna alterazione. corrispondente al focolaio e riunii i margini · Do1p-0 4-5 giorni dall'.insorgenza .della febbre la della ferita con alcuni punti ad U ottenendo cosl minzjone si è fatta frequente, aiccompagnata da una .e mostasi perfetta. Lasciai un drenaggio in vivo tenesmo e le UTine em.esse, in scarsissima garza e suturai parzialmente il 1piano muscolare quantità ogni volta, presentavano un ·Colorito e la cute giallo-torbido. L'esame di esse, eseguito nella CliDopo 1' operazione, come 1p otete v.edere dalla nica Ostetrica, fece rilevare n on solo presenza di grafica, la temperatura è notevolmente dimin·u ita alburnina, ma anche num.erosi leu cociti nel se- e si è mantenuta per circa cin,que giorni tra il 370 dimento. e 38°,6 1p er poà. cadere al disotto d.i 370. Tale aa>iTali fatti sono andati a mano a mano aggra- r essia è durata per ·quattro giorni, .dopo i quali vandosi, n el 1sen.so .c he la q uan tità d~ urina nt1ovarnente la tiemperatrura 1si 1è poll'tata al di soernessa ari dava diminuendo, e la paziente accu- pra dei 38° ie S·i è m.a ntenuta cc.stante, benchè sava ripetu tamente .d olori a ssai vivi alla regione sian o state eseguite moltepl'ici ourre (e cio·è : inieipogastrica. La tempeTatura· è andata aumentanzioni di caseal calcico; iniezioni endovenose di do fino a manten ersi intorno ai 39°. sulf arsenol). Nell'anamnesi remota si rileva cl1°e fu ricoveP ersistendo la temperatura e poi.chè la malata rata in questa Clini·c a 13 anni fa (23 genn aio si lagnava di .dolori in cor.r ispondenza della re1912) , per disturbi allora diagnosticati com.e di- gione ·del fianco ·d·i sintstra a circa tria dita dalla pendenti da un probabile tumore addominale. r.egione ombelicale (sede corrispo·n dente al -ren e Fu pr~ticata 1dal ;prof. Ceci una laipaT0:tom'ia sinistr o), e poichè 1P1ure si risvegliava dolore in esiplorativa, la quale permise di stabilire che la un punto co,r .rispondente alla iJV e V vertebra tum efazione avvertita con la palpazione in cor- lombare, e pure era dolo:rosa la palpazione della rispon·denza della regione ombellicale era il r ene regione lombare, ove si poteva palpare un corpo sinistro ectopico. Nessun'altra alterazione a ca- rotondeggiante, .decisi di praticare nuovamente rico dei visceri addominali fu riscontrata. Nella t1na cistoscop ia ed un cateterismo a.egli ureteri. storia clini.ca di allora mancano particolari sulle Il r eperto .a.ella ·Cistosco1pia poco si ·differenzia ·orine, sul decoir so, ecc. dal 1precedente, lmentre l'esame delle urine racNe5sun'altra rnalattia degna di nota; le me- ·COlte fa rilevare : struazioni, iniziatesi a 13 anni , furono e si sono Urine totali. C.olorrito: giallo torbido. Reaziosempre prése11tate regolari in ogni loro carattere. n e acida. Densità 1013, albumina presente, glucoPure nell'an amnesi . familiare non si riloèva al- .sio assente; urea : 11.28 1per mille; nel rSedimento: cu.n fatto degno di nota. globuli ·b ianchi, ma n on troppo numerosi. Donna in condiz ioni generali deiperite. Nessun Urine del rene destro: colorito giallo lievemenparti colare notevole si rileva a carico dei vari te torbido; reazione acida; albumina presente; aippareccl1i, se si eccettua .che la palpazione biurea: 8.46 .p er mille; n el sedimento: scarsi glomanuale, in corrispondenza della regione lon1- buli bianchi, cellule UTeterali. bare destra, fa apprezzare un r ene aumentato Urine del r ene sinistro: colorito giallo quasi di volume e dolente. Pure si Tisveglia dolore pralimpid(1; reazione acida; albumina 1presente; urea: ticando la palpazione in corrispon denza del pun8. 46 1p er 1nille; n el sedimento: globuli bianchi in to ureter.ico medio dello ste·s so Iato. gruppi di 3 o 4, alcuni isolati di aspetto mori- · L'.esaime ·d elle urine (asetticamente estratte) fa · forme . Scarse emazie. rilevare: coi'orito giallo-torbido, reazione acida, L'esame radiografico fec,e rilevaTe come le so.n.densità 1012, albumina ipresente, glucosio assente, de ureterali bismutate n on seguissero lo stesso t1rea 14.10 per mille; nel sedimento numerosi glo- ·decorso, in q·u ant0 che la sonda ·destra si 1porbt1li lì i ancl1i. tava al ba;cinetto co:rrrispondente, mentre la sonIl 5 febbiraio pratico jl ·Cateter.isn10 degli ureteri da si11istra si poteva osservare solo fino ad un con il seguen te risultato : capacità ve·sciieale norpunto corri.spendente fra la III e la IV vertebra · male; mucosa iper emica; sbocchi ureterali imbulombare. tiformi, ch e si sondano con n on trop1pa facilità. Di fronte a tale reperto, credetti opportuno ·di Il catetere di sinistra n on si .i ntrodu.ce oltre 11 inter:ven ire nuova.mente, ed infatti il giorno & c·cn ti rn.e tri. aprile 1925 praticai t1na lombotomia sinistra. L'esa1ne delle urine raccolte dai due r.eni fa Non esisteva il rene i11 sede normale. Il corpo rileYare: che pareva il rene alla 1palpazione era la milza Rene destro: albumina 1presente; urea 7.05 per ingrandita, come potei assicurarmi facendo un mille. . occhiello nel p·eritoneo che poi sutuTai: vista la edi.m.e11to: numerosissimi globuli bianchi, iso- impossmilità di raggiungere il ren e 1p er questa lati ed a gruppi. via, ;r icl1iusi la ferita: prattcai un'incisione obli.Rene sinistro: albumina presente ; urea 14.10 qua che .d a due dita al disopra della spina iliaca per mille. anteriore superiore si portava verso il canale inedjn1ento: qualcl1e raro globulo bian co. guinale; trovai facilmen te il pian o di scollamento Con diagnosi di pielo·n efrite .p ostpuerperale il retro1p eritoneale ·Ch·e mi ipennise di raggiungere e gior110 6 febbraio 1925 praticai una lornbotomia ·di n1ettere allo scoperto jJ rene, il quale si trodestra e potei rilevare come il rene fo sse aumen~ vava davanti alla 3a. ed alla 4a. vertebra lombare. tato di volt1me e come 1presentasse in corrispon- Il rene era disposto con il 1SUO· mn.rgine esterno denza della sua faccia anteriore, all'tmione del in basso: i due poli si presencavano a'rv'tcinati suo terzo inferiore con il suo t.erzo medio, un tanto da formar e come ·lln O, in corriStpondenza f oc ola io grosso come un chicco di frumentone e del centro del qua1e si notaYano due bacinetti da cli rongistenza 11iuttosto dura, di colorito giallacui fuoriusciYano due ureteri, che dOIPO un perstro. :\'n11 riscontra11do altre alterazioni, nè precorso di 3-4 cm. si riunivano in uno solo grosso grntanrto~i alterato il bacinetto, nè l'uretere, l)raquasi cmne una penna di oca. I d ue tratti di ure1

[ANNO


f..\NNO XXXII,

FASC.

27]

SEZIONE PRATICA

tere, nel loro decorso prerenale avevano scavato stra, e trovai u11 re11e ·di volume pressochè noruna specie di solco diretto all'esterno ed in basso male, con fatti intensi .di perinefrite adesiva. Sosu lla faccia anteriore dell'organo. lamcntR in corrispondenza del margine con,resso, Il rene si presentava aurnentato lievemente nel sul punto di mezzo, avvertii una resister1za abbasuo volum.e e rilevai l'esistenza di alcune zone stanza dura, a limiti indecisi; a tale consistenza specialmente corticali di colorito giallastro, concorrispondeva una piccola rilevatezza giallastra fluenti o circoscritte ed isolate l'una dall'altra; sottocapsulare, grande come un fagiuolo, come la ;p n.lpazione di tali punti fece rilevar-e una magpotete vedere dal 1pezzo, , che vi presento. gior consistenza rispetto agli altr.i tratti del paNegativo fu l'esame del bacinetto e dell'UTetere renchima. is ia all'ispezione esterna sia alla 1palpazione. Di fronte a tale reperto credetti 01p portuno ipraPraticai una r esezione cuneiforme di un tratto · ticarc una nefrectomia. Do.p o quest'ultimo inter- ·di pare11chirna corrispondente a1 nodulo i.sòa;>ra deYento la te1nperatura è -caduta; l'esame ·delle uriscritto. Ottenni l 'emostasi con alcuni punti ad u ne 1~ac.colte asetticamente ha fatto rilevare: Cosu riascun rnargine della ferita. 1S uturai parzial lorito giallo lievem·ente torbido; reazione acida; mente i inuscoli e la cute lasr,iando uno zaffo di densità 1014; albumina assente; urea 10.14 1p er garza. mille. Nel sedimento si osservano scarsi globuli L'esame batte.r iologico ha climostrato il bactebianchi. L' esame batteriologico ha ·dimostrato lo rium coli. stafilococco e io streptococco in cultura pura. Il decorso postoperatorio, se ·si eccettua che duXaturalmente sono passati solo pocl1i giorni rante i primi otto giorni la temperatura si è per potere stabilir.e l'esito definitivo di questo sempre mantenuta al di sopra dei 380 p.er 1poi caso. cadere al <li sotto di 370, non ha presentato alL'esame macroscopico di quelle zone più concunchè di importante, tanto che la paziente potè sistenti e l'esame istologico, sia del 1pezzo rese- las.ciare la Clinica il 21 g·ennaio. cato a destra, sia del rene sinistro, che voi del \'i "è stato 1completo benessere 1p er circa un resto potete · vedere, essendo simile a quello di mese; dopo tale epoca la 1paziente nuovamente ha tutti gli altri casi, per amore di brevità e di cominciato ad avv.ertire durante la minzione brucl1iarezza, riassumerò, parlandovt dell'anatomia ciore e notò ·Come le urine nuovamente si 1prepatologica di questa forma morbosa. 1sentassero torbi.de. 1Si PTesentò ancora tempera. tura f ebbril.e e com1parvero pure dolori assai vivi L'altra donna, eh.e vi presento, è una ragazza sempre a carico della regione Io1m bare di destra. di 27 anni, operata già da me nel mese di no- Tali fatti hanno portato nuovamente la paziente vembre del 1924 di appendicectomia e coleciin Clinica; come potete vedere però da questa stectomia. Nel 1925 ha cominciato ad avvertire grafi.ca la temperatura non ha mai so~passato i bruciorP d·urante la minzione, frequenza di essa, 37°.3, come pure mai sono stati avvertiti dolori. temperatura febbrile 1ed un 1dolor.e iocaDizzato L'esame delle urine, r accolte asetticamente, ha in corrispondenza della regione lombare di defatto rilevare come n el sedimento esistano rastra. La tem1peratura qualche volta è stata pre- rissimi globuli bian.chi. Il cateterismo degli ureceduta da brivido e le urine di colorito giallo- teri ri1petuto ha dato questi risultati: ' torbido aualche volta hanno presentato anche Urine totali: colorito giallo-torbido, reazione una b evé colorazione rossa.stra. La donna va a cida, ·densità 1<>15, albumina assente, fosfati in soggetta fr.equentemente ad angina. grande quantità, glucosio assente, urea 15.51 per L'esame obbiettivo non ha fatto rilevare nulla mille; s.edimento: gran quantità di cristalli amordi interessante, se si eccettua che, anche in quefi , qualche globulo rosso. sto caso, la pa11pazione della regione lombare de.R ene di destra: .albumina assente; urea 9.87 1per stra ha fatto riconoscere il r ene aumentato di n1ille; se-dimento : negativo. volume e puTe si è ipotuto rilevare una spi cc ata Rene di sinistra: albumina assente; urea 5.64 nolorabilità in corrtspo·n denza del punto t1rete- per n1ille; sedim ento: negativo. rico inedj o. Non ho ritenuto conveniente alcun altro interPraticai la cistoscopia .ed il cateterismo degli vento chiTurgico ed ho prescritto una cura di riureteri con sonde bism·utate: nulla di speciale poso e dietetica. rileYai a carico della v·escica, come pure potei Questi due C8Jsi sar ebbero suffì.cienti rper le coneseguire con facilità il cateterismo degli ureteri. si·derazioni che oggi voglio fare, ma tuttavia de\'elle urine raccolte si è trovato: Urine totali: colorito giallo chiaro; r eazione sidero, sia pure molto brevemente, riassumere . le storie cliniche di altre tre pazienti (attualmente acida; densità 1016; albumina, glu.cosio e pigmenti guaTite, operate in ·questi ultimi mesi) che ritenbiliari assenti; urea 22.56 1per mille. Nel sedimento: globuli bianchi isolati ed a gruppi, scarse emazie. go assai dimostrative. Nella prima di queste 1si tratta d.i una donna Urina del rene destro: albumina assente; urea di 41 anno, la quale fu ricoverata in 1Clinica il 18.33 per mille; nel sedimento: qualche gruppo di 3 gennaio del 1925. globuli bianchi, qualche emazia. E5sa. . raccontò che il 9 dicembre 1924, mentre Urina del rene sinistro: albumina assente; urea el'a in ·p ieno benessere, .comin ciò ad acc·u sare 19.74· 1per mille; nel sedimento: .qualche raro glouna lieve dolorabilità localizzata in .coTrispon·bulo bianco. denza cl·ella rag.i one del fianco sinistro. Tale doCosta11te di Ambard: K =0.060. lorabilità si irradiava verso la ·r egione lombare T->'csarne radiografico ci dimostra come le due sonde seguano u11 decorso ·Tegolare per raggiun- dello stesso lato; non vi fu alcun ,disturbo a carico della minzione. gere entrambe i due bacinetti. Non fu data alcuna importanza a tali fatti, tanCo11 diagnosi di 1p ielonefrite unilaterale decisi to che la paziente accudiva alle sue occupazioni; di intervenire il giorno 29 novembre 1924 in luminal-eteronarcosi; praticai una lombotomia de- però durante la n otte tra il 31 dicembre ed il 1

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IL POLICLINICO

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XXXII, F ASC. 27 J

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1° gennaio

s. nuovamente si presentarono ·dolori assai vivi, i .quali rion solo si irradiavano verso la r egione lombare di sin.i stra, ma anche verso la radice dell'arto inferiore dello ste5so lato. Contemporaneamente fu avvertito stimolo ·viol ento della minzione; ma la quantità di urina emessa fu assai scarsa ed accompagnata da bru ciore. No·n è possibile precisare se vi sia ,s tata te1nperatura febbrile , dato che la paziente non ha mai fatto uso di t ermometro . Fu .chiamato subito un sanitario, il quale praticò un'.iniezione di morfina ,p er attenuare i dolori assai vivi e fece .p raticare un clistere. I disturbi a mano a mano si attenuarono .ao1po poco tempo ed a carico della minzione non fu notato alcun disturbo degn o di nota. Nell'anamnesi personale non si r il.eva alcuna malattia degna di nota, nè le mestruazioni presentarono alcuna anomalia. P·u re nessun particolaTe si IPUÒ rilevare n ell 'anamnesi familiare. L'esame obbiettivo n on ci fa rilevare nulla a carico dei vari organi ed apparecchi, se si eccettua che la palpazione d·ella regione lombare sinistra oltre a determinare dolore assai vivo, permetteva di avvertire un gros ~o rene. ,L 'esamie ·dell'urina raccolta asetticam ente <lalla vescica ·diede il seguente risultato: colorito ·giallo-cbiar o, reazione acida, den sità 1012, albumi11a : intorbidamento evidente, glucosio assente, urea 19. 7.'~ 1p er mille. Nel sedimento si rilevò la presenza di c.ellule vescicali; alcuni cilindri granulosi; globuli bianchi isolati ed in grup1pi ; .q ualche globulo rosso. La ·Cistoscopia dimostrò ch e la c~pacità vescicale er a ottima e permise ·d i rilevare solam~nte una modica iper emia nel trigono e specie in corris1Pondenza dello 1s·bo0co ureterale di sinistra. 1Gli sbocchi ureterali, situati molto lateralmente, si presentavano fe&suriformi e non provai alcuna difficoltà nell'eseguire il cateterismo degli uret eri. La raccolta delle urine 1separate fu fatta senza che la paziente avvertisse alcun disturbo. L' esame fece rilevare : a destra albumina assent e - urea 19,71 per mille - n el sedimento cristalli amorfi; a sj11istr a : albumina presente - urea 5,64 pe1· mille - nel se·dimento gruppi di globuli bian ch i, qualche frammento di cilindro granuloso e qualche globulo rosso. La costante di Ambard, diede una cifra molto bassa, cioè 0,021. La r adiografia ch e vi •p resento, ottenuta jprevia introduzion e negli ureteri di sonde bismutate, è negativa per cal.coli; dimostra come le sonde seguano jl regolare decorso dell'uretere per giun·g ere al bacinetto corrispondente. Durante la degenza in Clinica, nei giorni che preredettero 1'01p erazìon e, la paziente ebbe sempre do lor e e temperatura che si aggira,1a tra i 370 ,5 ed i 380 ,3. Il gior110 9 gennaio, in luminal-eteronarcosi, praticai una lombotoania 1sinistra e potei rilevare come il rene si pTesenta sse aumentato di volume e carne fosse ader entissimo .p er fatti di jperinefrite fibrosa. Trovai in corrispondenza dell'unione del 30 llp. con il 3° medio, sul margine ec:;terno, una superficie rotondeggiante grande come una moneta da .u na 1iTa, depressa, in corrispond en za dellu quaJ,e il 1parenchima a\reva una durezza notevole senza limiti netti. ~essuna alt.erazion e rileYni a carico del bacinetto e dell'uretere. Praticai 1111 'ampia resezione cuneiforme del tr atto corri·U .

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spondente ed ottenuta l'emostasi con alcuni punti ad U suturai paTzialmente il piano muscolare e la cute, lasciando uno zaffo di garza. Il decorso 1post01p eratorio fu ottimo, nè la malata. si lagnò mai di aJ.cun ·d isturbo degno di nota. La grafica vi dimostra come dopo l 'intervento la temperatura, rimasta per pochi giorni al di sopra di 37°, successivamente· cadde completamente. Il g.i orn o 24, .e .cio è ·dOIPO 15 giorni dall'intervento, la 1paziente lasciò la Clinica completamente guarita. Il 4° caso riguarda una donna di 48 anni, da Grosseto : P. Maria, entrata in Clinica il giorno 22 maggio 1924. rL a storia clinica ci fa rilevare com·e -i disturbi a carico ·d ella minzione, cioè bruciore assai vivo durante e dopo !'.e.missione delle urine, iniziassero dopo un periodo di febbri diagnosticate come influenzali. Successivamente vi fu temperatura febbrile , s pecie serotina, .che si aggirava intorno ai 38°-39°. Vi fu ·pure vivo tenesmo tanto che la malata è stata costretta ad urinare assai frequentemente, benchè la quantità di urina emessa ogni volta sia .stata sempre minima. .Non si è mai avuta notev.ole p ollacuria notturna. Le urine emesse hanno presentato un colorito giallo assai torbido e ·1asciavano nel recipiente una posatura bianco-giallastra. ,N ell'anamnesi personale, se si eccettua una probabile affezione malarica, non si rileva alcuna malattia degna di nota; come 1P1Ure nes·suna particolarità si riscontra in quanto riguarda il COffitPOrtarsi delle mestruazioni, l e quali sempre furono regolari in ogni loro .carattere. Menopausa a 45 anni. L' anamnesj f arniliare è povera di 1p articolari, se si eccettua ·Che una sorella dell'inferma fu .p ortata a morte, all'età di 18 anni, 1per una affezione di pro·b abile 'natura spectfica ·dell apparecchio respiratorio. L' esame obbiettivo in qu esto caso, completamente negativo 1per gli ~parecchi respiratorio, circolatorio, digerente, ecc., ci fece rilevare come esistesse una dolorabilità ass.ai viva in corri51Pondenza della r.egione lombare destra e come pure la .p alpazione del p unto ureterico medio risveglias,se vivo dOlo•re. Alla cistoscopia potei o&servare come la vescica, con buona capacità, pre sentasse uno staio ctstitico diffuso a tutta la inucosa e come esistesser o numerose piccole ulcerazioni diffuse in m odo irregolare. Gli sbocchi ureterali si tPresentavano arrossati e tumefatti. Gli ureteri si cateterizzarono rp erò con facilità. L' esam e delle urine r accolte fece rilevare i seguenti ·da ti : Urine totali: colorito giallo torbido, reazione acida, den sità 1008, albumina 1p resente, glucosio assente, urea 13.60 per mille. Nel ·sedimento molti globuli bianchi e qualche rosso. Rene des.tr o: albumina pres ente; urea 10.88 jper rnille; nel sedime11to molti globuli bianchi; scarse en1azie . Rene sinistro: albumina tracce; urea 16.32 per mille; nel sedi1nento rarissimi globuli bianchi. Radiografia n egativa 1per calcoli. Persistendo la temperatura al di sopra dei 38° decisi di intervenire; il 27 maggio 1924 in morfioeteronarcosi ipraticai 11na n efrectomia; asiportai ·un rene grosso che presentava numerosi indurimenti 1

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XXXII,

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SEZIONE PRATICA

disseminati in modo irregolare, come 1potete vedere dal pezzo, che vi presento. Il decorso postO!peratorio fu ottimo, la temperatura, rp ur .m antenendosi per qualche giorno intorno ai 37.3-37.5, cadde sotto 37 e si mantenne tale fino a guarigione. Esce di clinica il giorno 21 giugno 1924.

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mille; sedimento: qualche raro globulo bianco, alcune cellule di sfaldamento. La radiografia, che vi presento, dimostrò anche in questo caso il normale ·decorso delle sonde bismutate, 1previamente introdotte nell'uretere, fino al bacinetto. Accertatomi da tale esame che non solo la lesione era a carico del rene di destra, ma anche che il rene sinistro .era bene funzionante, decisi di intervenire. Infatti il giorno 8 febbraio del 19'24 in morfino-eteronarcois i 1praticai la nefrectomia data la diffusione ·d elle lesioni, ·Che voi stessi potete constatare sul pezzo, ·Che vi :presento, ritenendo non conveniente una cura conservativa. Il decorso postoperatorio f.u ottimo; la febbre· cadde completam-ente il 2° giorno. La paziente lasciò la ·Clinica guarita do1po poco più di un mese (26 marzo 1924).

Il seguente caso si riferjsce ad una 1donna di 31 anni, V. Augusta di Pisa, la quale fu ricoverata in questa Clinica il 6 febbraio ·d el 1924. Dall'ana1nnesi si :potè stabilire che 13 anni or sono, durante una gravidanza, si presentarono do . lori assa i vivi localizzati in corrispondenza del fianco destro, irradiantisi alla regione lo.mbare dello stesso lato. La minzione fu accompagnata da vivo dolore e le urine emesse si presentavano di colorito ematico, assai torbide. Questa sintomatologia durò per circa 3 mesi, per poi sparire senza alcuna cura; però è da notare Dall'esame operatorio ed anatomico dei pezz1 che la gravidanza non fu condotta a termine inr esecati. e dei reni, che tra 1p oco vi riassumerò e quantochè ebbe esito prematuramente al 7° mese. I dolori. comparvero di nuovo a1cuni mesi do1p o, che è lo stesso 1per tutti i 5 casi descritti, a parte però questa volta non solo si irradiavano ve·r so la il nttmero dei focolai patologici e dalle storie cli• regione lombare corrispondente, ma anche verso niche delle mie malate (tutte donne), risulta che la rcginne ]ip ogastrica e l'arto inferiore nello stesesiste una for1m a infiammatoria del rene con focorSO lato. Pure la minzione nuovamente fu accom1p agnata da bruciore, come pure le urine si pre- lai multipli 1prevalent.emente corticali, ora scarsi, sentarono qualche volta di colorito giallo-rossaora tali da .invadere gran parte dell'organo, con stro, talaltra giallo intensamente torbi.do. infiltrazione leu.cocitaria e degenerazione corriNon è stato possi1b ile stabilire se tali fatti fossero stati acom'Pagnati da temper atura f·ebbri- rispond.ente del parenchima, prevalentement~ cor-ticali, raramente unici, per lo 1Più con scarsa, ed le o no. Da tale e1poca 1sino al febbraio del 1924 la sinto- evidentemente successiva compartecipazione -Oella matologia, che brevemente vi ho accennato, si è pelvi, diell'uretere, della vesci·ca. Spesso la forma presentata di quando in quando tanto che l 'infer- è unilaterale. La bilateralità si fa tardivamente. 1na decise di ricorrere alla Clinica. Nell'anamnesi r.emota non si rileva alcuna ma- ~on si. ha formazione di 1pus. lattia degna di nota. Mestruazioni regolari. L'anatomia patologica .e la natura delle lesioni, Anamnesi familiare negativa. ·si.mile in tutti i casi, è bene definita dagli esami L'esame obbiettivo fece rilevare come le condi- dei 1p ezzi asporta.ti. 1Dei reni dei due ultimi casi zioni generali fossero assai scadenti e come si riaccenn ati non potete avere llna idea esatta per leva·sse .con la palpazione dell'ad·dome l'esistenza quanto si riferisce al volume ·dell'organo, poichè il di una massa voluminosa, liscia, con contorni in~ decisi, dolente, local]zzata in corrispondenza della liqui-do di .f issaggio ha alterato notevolmente queregione del ftanco d estro. sto dato. Il volume di tali organi era notevolmente 1L 'esame delle urin e, estratte asetticamente, fece rilevare : colorito giallo-scuro, reazio·n e acida, al- aumentato, al momento della nefrectomia, corne bumina 1p resente, glucosio e 1pigmenti biliari as- pure si ~oteva rilevare una evidente congestione senti, urea 16.32 per mille. Nel sedimento i1ume- diffusa a tutto il parencl1ima. Non mancava neprosi globuli biancl1i, isolati ed a gruppi; globuli pure un -certo grado di edema diffuso del grasso rossi e cellule vescicali. perirenale. In due ca:si esisteva 1perinefr1te fibrosa. Alla cistoscopia p otei riscontrare che la vescica, .R aramente l'inizio è acut.issimo o acuto con febla cui capacità era normale, presentava un'iperemia assai notevole e s1pecialn1ente spiccata in bre variamente alta e .con fe11omeni generali corcorrispondenza del trigono. risipondenti; spesso son o .p receduti o un interGli sbocchi ureterali si presentavano puntiformi, ' 1iento operatorio, o un 1Parto, o una malattia non situati su uno ·stesso piano, e specialmente in infettiva. vicinanza dello s'bocco ureterale destro potei rilevare una zona ·d'iperemia assai spiccata. Il cate•C linicamente si ha .da parte dell'albero urinario teri·smo degli ureteri non fu facile, p er ò la rac- dolore lombare con le consu ete irradiazioni, piucolta ct:elle urine n on provocò alcun disturbo. L'esame delle urine totali 11a confermato il re- ria non a:b·b ondante, ematl1ria microsco1pica e taperto ~recedentemente osservato; l'-esame delle uri- . lora macroscopi-ca, fenomeni vesci.cali pi"ù o meno accentuati. ne raccolto seJparatamente ha fatto rilevare : RP.ne destro: albumina presente; urea 5.44 per La forma non sembra avere tendenza a guarire mille; .sedin1ento : globuli .bianchi in notevole qu.antità, qualche globulo rosso e numerose cel- spontane,a mente. Si possono avere 1periodi di nliglioramento o di tregua e poussées anche a di1ule di sfaldamento . Rene sinistro: al·b umina a ssente; urea 13.60 1p er stanza di tern.po. 1

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I L POI.I CLINICO

Sull'inizio dell'affezione, e.b e secondo Broglio, ·si ~tabilirebJ:> e d'emblée, basta consid erare il decorso del male nelle due donne, che vi ho presentato. Dall'anamnesi si rileva come qualche anno fa vi siano stati dei disturbi, allora non bene difiniti; vi sia stata temperatura febbrile, ecc., e 1p ure si rileva come la sintomatologia attuale sia iniziata dopo una gravidanza. E f'_on è cosa tra:s~1rabile per sip iegare la succe5siva alterazione ·del , rene sin istro, il fatto, controllato dall'esame radi!'llogi·co ed operatorio, che tale organo n o.n si trovava in sede normale. Nel secondo caso che v i ho presentato 1PUre si rileva che il processo si è ·svolto in u na donna già affetta da .colecistite ed appendicite e che va facilrn ente soggetta ad angine. La capsula è 1beoo syolgibile; in corrispondenza della corteccia si rileva 1p oi l'es istenza di multipli focolai isolati o conflu enti ·di aspetto giallastro, rilevati, con depressioni irregolari qua 1à, a limiti non netti, di forma emisferica o cuneiforme non regolare, .con ·consistenza assai 51pJ.ccata. Nel1e due donne che vi ho presentato stamane e nel 30 caso, che vi ho riferito, tali focolai sembravano unici o scarsi. L'esame microsco1Pico ha dimostrato che q11este zone corticali erano zone infiltrate da eleme:nti leucocitarii senza colliquazione suppurativa, con di strnzione del tessuto proprio del rene, degenerazione epiteliale, lesioni glomerulari e vascolari. L'esame batteriologico ha dimostrato n ei ·casi in cn i fu 1praticato, i1 batterium coli, lo stafilococco, lo streptococco. Tali forme .devono Tientrar-e in ·quel quadro, .che Brog·lio 11a rece11ti•ssimamente ·descritto (1) con la d enominazione dì nefriti , apostematose. Tali forme vanno distinte dalle nefriti st1pipurative ad ascessi miliarici o ad ascessi maggiori unici o multipli, chiusi o ruperti sia n el .g ras50 p-erirenale sia nel bacinetto, dalle pielo1nefriti semplici o specifiche, tanto più dalle ·p ielonefriti calcolose e da quelle con distensione renale (idro1p i onefrosl., 1pionefrosi), ecc. Esse sono generalmente confuse nelle ·descrizioni dei Trattati colle pielonefriti discendenti. Git1stamente Burci fin dal 1902 notava che la pielonefrite suppurativa discendente o em~togena dovrebbe chiamarsi: nefrite suppurativa. QlJ·este fOr 1ne sono state del resto dal punto di vista anatomico ampiamente descritte da Albarran, Schmidt, Ascl1off, \'\7u mscl1ein, ecc. .\ lbarran ·distingueva u na forma sclerosa ed una 1

(1) BnoGLTO. Con.tributo alla conoscen=a della nefrite apo~tc nia tosa e del suo trattamento chirurgi-

r.o:

\rc11. It. di Chir., vol. X, F. 6.

[ANNO XXXII, FASC z7]

forma suppurativa e di questa 3 tipi: la nefrite rayonnante, la diffusa infiltrata e gli as~essi metastatici e da un altro !PUnto di vista distingi1eva: una forma iperacuta (cç>ngestione .ed ecchimosi), una forma acuta (focolai disseminati di diaped esi attorno ai glomel'uli), una fo.rma 1prolungata, nella qua1e « i foc olaj microbici sono u sciti dai vasi ed hanno provocato intorno dei piccoli ascessi o solamente .della sclerosi )) (Legueu ). E·v identemente la forma che sto considerando è compresa tra queste due ultime. Nel suo r ecente trattato Marion ·g iustam·e nte descrive ..questie forme dal 1p unto di vi1sta anatomopatologico come nefriti e distingue: una n efrite acuta congestiva , una nefrite suppurata corticale, una nefrite suppurata r ayonnante, l'ascesso del ren e, la nefrite sclerosa, la n efrite su1ppurata diffusa (associazione di tutte le forme preceder1ti 1. Evidentemente la forma, che sto illustran.do, è la seconda : n efrite sU1PPurata corticale, di cu i Marion distingt1e due varietà, una con ammassi di elem1en ti di infiltrazione periglomerulari, perivascolari, 1p eri·canalicolari ed una con ascessi da un grano di miglio ad un pisello. Dal punto di vista clini.co quest'u rologo .p erò non distingue p iù queste forme varie e cons;dAra solo le pielonefriti acute, le subacute e le croniche. Egli accenna però ad un 1periodo presupipurativo nelle forme acute, la cui sintomatol ogia corrisponde appunto a quello del] a forma da me cor1sidera ta. Il Broglio .u nisce vari casi ·Che diversificano da quelli, che io prendo in considerazione, perchè .) esistevan o ascessi veri e propri, o perchè esisteva dilàtazione d ella 1p·elvi, o perch1è coesistevano calcoli, ecc. Esse erano nefriti supipurati ve, pielone, fritj calcolose, ecc., forme cioè ben note e bene individualizzate. A·d ogni modo la denominazione di nefrite aposternatosa usata da questo autore non è accettabile; come pure n on è accettwbile, perchè .p uò deter.m inare confusione con altre forme, la denominazion.e di nefrite suppurati'va o di pielon efri te I

discendente.

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Io credo c.h e un nome esatto, che identifichi esattamente e distingua queste forme da altre simili sia necessal'iO: e credo che la migliore deno1ninazione sia quella ·d i N efropielit.e. In tali forme la lesione è eviden temiente ematogena e primitiva del 1parenchima renale, anzi pitl della cortirale e che solo sùccessivamente, e di solito non grave, si ha un'alterazione della pelvi per l'eliminazione di globuli bia.p.chi e di germi . Nei nostri casi sono m·ancate completamente non solo lesioni graYi della pelvi, dell'uretere, della \rescica (tranne in un caso), ma anche le cause capaci di determinare un ristagno (calcoli, ste-

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XXXII,

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SEZ1 ONE PRATICA

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nosi, ecc.) e ·quindi tali ·da favorire t1na lesione da prima a carico. della pelvi e successivamente del rene. E co:m e in patologia si definisce varo-oequino o equino-varo un piede, in cui predomina rispettivamente il varismo o l' equintsmo, cosi mentre è da riservare il nome di nefrite alla fiogo5i escl.usivamente .renale, di pielite a quella esclusivamente 1Pelvica, di pielo.n efrite alle infezioni con prevalente o !Primitiva lesione pielitica e secondaria lesione renale, così ·Chiamerei queste f o:rime in cui predomina la lesione renale: Nefro-pieliti. Ho detto che evidentemente in questi casi bisa, gna invocare come via seguita dai germi per fissarsi nel rene la via ematogena. La localizzazione corticale, la prevalente lesione rienale sulle lesioni delle vie di escrezione sono dati certi; viene facile l'escludere una diffusione per via linfogena e tanto più una ·d iffu1sione per via ascendente. La vescica infatti non presentava nei ca~i da me osservati lesioni che si potessero ritenere 1primitive. E evidente ancora .che .p er qu.a nto sia varia la qualità dei germi Céllpaci di determinare la lesione (b. coli, cocchi piogeni) il reiperto anatomoistologico di infiltrazioni leucocitarie a focolai non è qi1ello di veri ascessi (1) per.chè non 5i ha colliquazio11e purulenta dei focolai stessi, sebbene si abbia una piuria non grave. B appunto per definire .questa ·p articolarità anatorr10-1patologica che il Broglio ha diescritto queste forrne col termine di cc a postematose », termine dei vecchi chir11rghi, che ormai ha perduto ogni <:>ignificato nella moderna rpatolog1a, ma cl1e è stato evidentemente scelto .come un .m ezzo termine per 5ignificare flogosi a tirpo suppurativo infiltrativo leucocitario con distruzione del parenchima, senza colliquazione 1p urulenta. Io credo che il termine nefropielite, a cui si potrebbe aggiungere ematogena, sia più !Preciso e più accettabile. Con esso si distinguono queste forme dall e pielonefriti, dalle nefriti SU!Ppurative con asce~si e caverne suppurative, dalle rpielonefriti specifti0l1e. Ma come queste .u ltime, sebbene siano spesso ematogene ed a focolai più o meno numerosi, offrono caratteri ana.tomo-patologici e c1ini 0j, per cui non hanno bisogno dell'aggettivo ematogene, così dicasi di queste forme, tanto 1più che le pielonefriti ed anche lie nefriti sup1purative .p ossono essere rpure ematogene, mentre in quelle ascendenti ossia secondarie e lesioni basse del sistema urinario si hanno caratteri anatomo-patolo!;ici e clinici che le differenziano. E neppure aggiungerebbe un carattere differenziale la denominazione « a focolai multipli », sia ìPerrl1è in qualche caso il focolaio può essere uni.

co, sia 1pePchè anche le piielonefriti e le nefriti SU·P I'Urative possono. avere multipli focolai. I11 seguito allo studio clinico ed anatomo·istologico di alcuni reni da me operati io ho creduto (1) di dover descrivere alcune forme unilaterali a focolai flogistici 1p arcellari cronici primitivamente renali anzi corticali e con secondaria comparteci1pazione della pelvi, come: Pielonefriti do1orose od ematuriche unilaterali. In conseguenza di queste mie i1uove osservazioni crederei ·p iù opportuno chiamare queste forme: Nefropieli'li cronir;he dolorose od ematuriche unilaterali. Alle infiltrazioni rparvicellulari a focolai con degenerazione epiteliale e sclerosi parenchimale e glomerulari io ho dovuto attribuire i fenomeni dolo;re ed ematuria in quei casi, che fino alle mie osservazioni rientravano nel quadro indefintito ctelle cosidette Nefralgie od e?naturie essenziali'. Studiando i casi attuali e confrontandoli con quelli non è da esclu·dere che non si tratti delle stesse forme: in quelli con decorso cronico e cnn fenomeni prevalentemente doloTosi ied ematurici, in questi, che vi presento invece con decorso acuto e subacuto con febbre, fenomeni generali con dolore, con scarsa :p il1ria e talora anche con ematuria, microscopicamente. quasi costante in tutti. In questi si hanno focolai di infiltrazione 1euco. citaria e degenerazionie parencl1imale, glomerulare e ' 'ascolare.

(1) A queste con ascessi e con caverne suppurative andrebbe dato più propriamente il nome di: nefriti suppurative.

(1) TADDÉI . L e pielonefriti c,ronic1he ematuriche e

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La diagnosi della Nefropielite non è facil e. La diagnosi può essere posta in primo luogo con tutte le forme infettivie febbrili (tifo, colecistite, appendicite, ecc.). Solo un accurato esame .delle urinfl raccolte direttamente dalla vescica, il cateterismo ureterale, la dimostrazione che il dolore spontaneo e rpirovocabile è in rap1p orto coi rene, il · volume 1ievemente aumentato dell'organo, 1possono permettere questa diagnosi. La diag·nosi differenziale ·co,l la pielonefrite semplice ·è molto difficile: l'unilateralità, la scarsezza della 1piuria .e la scarsezza ·d ei sintomi vescicali, in contrasto coll'im.p ortanza dei fenomeni generali, possono avere valor e. ·D alla pielonefrite calcolosa varrà specialmente l'anamnesi e la radiografia. Dalla tubercolosi renale, se decorrente con fenomeni generali gravi, varrà l'esame batteriologico e biologico delle urine, la coesistenza di altre localizzazioni, il reperto tipico ·d i lesioni cistoscopiche specifiche. ·D :tlla •p ionefrosi semplice o calcolosa si diff erenzierà la nefro1Pìielite per lo scarso aumento di vo, ll1me dell'organo , 1per i dati anamnestici, poer i dati radiografici (rp ielografia). .

dolorose 'Unilaterali. Arch. It. di Chir., vol. II, n. 4, 1920.

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[ANNO

IL POLICLINICO

Credo che non Si avrà quasi mai l'occasione di istituire u na diagnosi differenziale coll'ascesso perirenale, la cui sintomatologia è ben diversa (edema superficiale, urine limpide, aumento di voluroe, fissità della tumefazion e, dolora•bilità viva).

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Quale è il trattamento più opportuno di tali !'orrne? E da consigliare l'attesa anche fino a 40 giorni <.;ome vuole Israel? tS e i fenomeni generali sono scarsi, cr edo ·Che una certa attesa possa essere consentita: non è esclu so che qualche caso possa arrivare a guar igione sipontanea. Ad ogni modo ness11n vantaggio ,è da attendersi dai cosidetti antisettici u rinari e forse ne1P1p ure da a.Itri trattamenti m edi·cL Nel 1primo ·Caso che vi ho mostrato la malata fu sotto1posta a cura intensa di caseal calcico, come ,p ure furono praticate iniezioni endovenose di sulfoar.senol, come consiglia A1essandri nelle -pielon efriti, ma senza alcun vantaggio. Il trattamento ,-accinico potrebbe essere tentato, se raccogliendo asetticamente le urine, si 1potc.gse raccogliere e coltivare con certezza il germe causale; ciò non è facile. Tenuto .conto d egli scarsi risultati che si hanno jn genere nelle suppurazioni. non credo che Ci sia molto da sper are. Il trattamento, che si impone n el m assimo numero dei ca5i di fronte a ·queste forme n1orbos-e, è il trattamento chirurgico. Il procedimento da seguire non può essere unico. Il cateterismo del! 'uretere a !Perman enza n on 11a indicazione in 1queste forn1e, 1perchè non esistono focolai settici aperti nel bacin etto e non esiste ristagn o. Le operazioni, che a prior i sembrerebbero più indicate sarebbero la nefrotomia o la nefrostomia· ma m olte consider azioni i.e fanno rigettnre: 1) l 'incisione n efrotomica a n c.he estesa non può con1pre11d ere cl1e alcuni focolai, non tutti; 2) la nefrostomia è pericolosa per le emorra. gie secondarie a cui espone. Irrazionale è drenare il bacinetto, che in queste forme è IPOCo o pUI1to leso e dove non esiste alcun ostacolo allo scarico o alcuna con dizione di ristagno, quindi n essuna indicazione logica ha tale drenaggio sia attraverso il rene, sia attraverso il bacinetto con pielotomia, come consiglia Broglio. Questo stesso autore propone la ·decorticazione del r ene (oltre alla pielotomia). Scopo di tale trattamento sarebbe l'ottenere non solo la decongestione del rene, ma ancl1e il dominio dei focolai infiltrativi corticali. Simile trattan1ento si può ritenere razionale? I o sono f erman1 e 11te conYinto di no. Ammesso cl1e la decorticazione dell'organo possa portare come conseguen.za la decongestione, non si so.p prime la causa 1

X~~II,

F!SC. 27]

d ella congestione del ren e che non deve essere attri·buita alla costrizione ·dovuta alla crupsula stessa, ma bensì al processo infiammatorio. D'altra parte n on si tratta di ascessi ' che si Cllnrono toIJ :' , glien do la capsula come non si drenano incidendoli . E noto infine che rapidamente la caps ul~ si riforma, com e hanno dimostrato le decapsulazioni renali sperimentali e gli esami anatomici a distanza .dei reni deca;psulati. Se si tratta di uno o di pochi focolai l' estirpa..'. zione ·di questi con resezioni cuneiformi od ellittiche mi sembra processo 1più accettabile : n-ei tre casi dove io l 'ho !Praticato, la guarigione è ·stata completa e raipida: n el 1° si è avuta successiva. l'ocalizzazion e .del processo all'altro r ene, il quale fu dovuto secondariamente essere estirpato presentando condizioni .p articolari non comuni (ectopia prevertebrale davanti alla 4a. lombare, deformazione, duplicità ureterale). Nel 2° son o con tinuati lievi disturbi dolorosi, mentre son o tornate normali le urine. Nel 30 caso si è avuta guarigione cornpleta. Se si tiene conto che è difficile estjrpare tutti i focolai ·di infiltrazione iparvicellulare non sempre b·ene apprezzabili alla vista e al tatto durante l'intervento (se anche ap1p are che esista uno solo o due o pochi focolai, n on è escluso che ne esistan o piccoli, .p oco o punto apprezzabili, che p ossono venire lascia.ti e possono evolvere su ccessivamente), si d eve riten er e che la r esezione r e11ale sia un processo da limitare ai casi nei quali esistono focolai unici o IPOChi, ricon osciuti ad un a ccuratissimo esame dell'organ o isolato. Negli altri casi è alla n efrectomia, se i focolai sono mult~pli ed il ~ocesso ·è unilaterale, che bisogna ricorrere, come si pratica n ella tubercolosi, colla quale, a 1Parte la qualità delle lesioni in rapporto coll'azione specifica determinata dal bacillo di Koch, queste forme possono paragonarsi: focolai limitati multipli, di origine ematogena ren ali con su ccessiva ·diffusione alle vie di es~re­ zione .con più o m en o gravi fenomeni genera li. M en tre nelle lesioni tubercolari la lestone evolve verso la caseificazione, l'ul cerazion e, la caverna qui la lesione infiltrativa decor re verso la distruzione del !parenchim a con .p ossibilità di trasformazione in forme dolorose ed ematuriche a decorso cronico. Nelle n efriti slllp1p urative unilaterali molti autori hanno sostenuto la con venienza délla nefrectomia (Curningham, Hartung, Sieben, Burci, P ousson ed altri). La nefrectomia è del resto riconosciuta come n ecessaria anche da chi preconizza trattamenti diversi più o meno conservativi e logici, e cioè 11 ei casi gravi a focolai molto n um erosi, quando, come è 01·vjo. l'altro rene sia sano e ben funzionante . 1


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[.ANNO

XXXll, FASC. 27)

SEZ IONE PRATlCA

OSSERVAZIONI CLINICHE. Esante1ni da canfora . per il dott.

RENATO LAl\fBRT.

La 1pubblicazione apparsa sul fascicolo 10 ùel Policlinico, Sezione jpratica, di quest'anno, .del prof Sabatini, su èerte proprietà tossiche della canfora, 11sata come m edicamento, mi fa ritenere non inutile 01p·era il portare altri tributi d.i osservazione circa lo stesso argomento, ma con riferimento a manifestazioni esantematir.he c·h e molte v0lte e da tempo vado notando, specie nella pratica pediatrica, in pazienti. sottopoi:;ti a medicazione canforata per via ~podermica. Anche n ell'adulto mi avvenne tuttavia una volta di riscontrare, in seguito ad uso di canfora sotto cute, una manifestazione cutanea, ma a t~p 0 d'orticafia, mentre nei bambini ebbi esantemi ec;clusivarnente a tipo scarlattiniforme, pur varia11donc i caratteri di intensità. ed estensione. Devo dire che l e mie osservazioni caddero tutte su casi medici, n on chirurgici, come 1p uò accadere a medici prati.ci, a cui oltre l'eserciz io della 1Piccola chirurgia, è quasi esclusivamente riservato quello della medicina interna. Cito qualcu110 dei casi occorsin1i e meglio studiati :Kel settembre u. s. un mio amico cinquantenne, professionista, amn1ala improvvisamente di bronchiolite a piccoli focolai sparsi e di natura proba·bilmente influenzale, con temperature febbrili eleva te, n otevole disipnea ed adinamia cardiaca. Viene sottoposto ad iniezioni ·quotidiane di ol io canforato, che si continuano, fin chè l 'ammalato, r1otevolmente migliorato, fa notare alcune moleste manifestazioni d'orticaria, intensamente pruriginose, apparse su tutto l'addome. Dubitando ciò poter essere cagionato dalla canfora, sostanza balsa1nica, .quantunque da n essuno mi fosse stato in preoodenza accennato ad una analoga osservazione n è n e avessi trovato parola nella letteratura medica a m e nota, se ne sospese subito la sornministrazjone, ed in breve tempo orticaria e prurito completamente scomparvero. Circa questo caso è utile r icor.dare che ]l malato aveva nei giorni di medicazione canforata sofferto anche di intensi vomiti ex-vacuo, .ribelli ad og11i trattamento, che prostravano 1 p rofondament1? il p., dei quali non si era riusciti a trovarr. una ragione plausibile, e che si dileguarono al comparire dell'esantema; poichè se, come appare ora pro·babile, i due fatti - vomito ed esantema - erano ambedue di natura tossica, vt:>rrebbero qui a dar conferma del fatto che , una determinata idiosincrasia, o manifestazione anafilattica, jpossa realmente esiprimer si tanto con l 'una eom€ con l'altra di queste due differenti estrin-

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secazioni, c1oe a carico ora del tubo gastroenterico, e ora del sistema cutaneo, giusta appunto le vedute correnti. Kel febbraio poi di quest'anno cade ammalato un bambino di quattro anni rp er broncopolmonite destra, col solito quadro sintomatico accessorio: , febbre alta, diStpnea, .p olso frequente, lieve cianosi. Pratico iniezioni canforate biquotidiane per tutto il periòdo acuto d ella malattia, e .quotidiane quando le condizioni locali ·del polmone e generali del a>·. appaiono sensi·bilmente migliorate, senza arrischiarmi a sospendere del tutto la medjcazione canforata, per certa pigrizia del miocardio a riprendere intera la sua effi cienza funzionale. Ma una sera vengo d'urgenza chiamato presso il 1pi ccolo malato, motivando i famigliari una nuo~'a ripresa febbrile. .Accorro e trovo ch e il !P·, oltre una temperatura di 40o C., di notevole 1p resenta pure il principio di una ti1Pica eruzione scarlattiniforme alle spalle• e alla front.e. Contrariato ·da questi fatti ai quali . al momento non trovavo neppure una spiegazione che convenisse, mi limitai ad una prescrizione indifferente, per rivedere il malato al , mattino seguente. E fu allora c·h e trovai l'esantema generalizzato a tutto il corpo del bambino, ri-manendone risparmiati soltanto gli arti infer.iori. All'olio canforato decisi di sostituire etere solfo- . rico semplice, e dopo m eno di due giorni il bambino entrava ,d efinitivamente in convalescenza, senza la minima traccia di eruzione cutanea, e con un rapido ritorno dell'intera attività car.diaca. :\ell'aprile 1poi di quest'ar1r10 una ban1bina treenne a1nmala di gastroenterite con diarrea, astenia grave · e adinamia -cardiaca. Oltre prescrivere le di.verse cure del caso, 1P·ratico una iniezione di etere canforato giornalmente, osservando accuratamP.nte di volta in volta il comportamento del sistema cutaneo d ella p . Ed ecco che circa in quinta giornata n oto una lieve efflorescenza pruriginosa scarlatt iniforme all'addome della bambina: sospendo anche qui l'uso della canfora sostituendola con caffeina e benzoato di sodio, e l'esantema regr edisce co1n1pletamente nella medesima giornata 1p.er n on apparire in tutto il rperiodo seguente della malattia e della convalescenza. Altri e numerosi sono i casi che .p otrei ~itq,re c;e ciò non fosse r eso su·p erfluo dalla monotona llnifcrmità di questi. Ma ho accennato ad alcuni premendo1ni sopratutto far notare il fatto per sè, potendo essere questo un n on inutile contributo allo studio delle controindicazioni della canfora in r elazione a determinate condizioni dell'organismo a cui. viene so1nministrata. Circa il primo caso su cui mi sono intrat.tenut0 trattavasi di soggetto fumatore e con fegato non 1p·erfettamente integro, avente caratteri tali da spiegare una diminuita capacità funzionai~, e quindi una insufficiente 1produziol}e in questo di ac~~o glicuronico, in di~ensabile all'eliminazione per le vie renali del medicamento in n,arola. I

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IL POLICLINICO Il secondo ed il terzo infine, come tutti gli altri osservati e non citati, si riferiscono . a bambini d ell a .p rima e seconda infanzia, i quali 1p er ta11ro , s~con do le n1ie osservazioni avrebb€ro in generale intolleran za a n cl1e per la canfora, così come l'hanno in maggior misura per altre sostanze 1nedicamentose (oppio, p. es.) . Quali le cause di questo fatto ? Varie sono secondo me le ~potesi che si possono addurre, come d.el r esto, per ogni forma di idio.. sincrasia, e che .così brevemente riassumo:

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NOTE E CONTRIBUTI. lSTITUTO DI PATOLOGIA SPECIALE MEDICA DELLA R. UNIVERSITÀ. DI ROMA diretto dal prof. A. ZERI.

Sopr a una sierodiagnosi della infezione tifoide. Dott. VITTORIO VANNI, assistente.

La reazione di \Vidal nella diagnO$i di in fezione tifoide è ormai entrata da lungo tempo nel1) Una 1particolare condizion e del fegato ir1- la pratica corr ente, e, data la sua semplicità, si fantile inca,p ace anche normalmente ·d i concorrere è resa alla .p ortata, si ~uò dire, di ogni medico. Ma perchè risponda in ogni caso allo scopo sono in !nodo valido a11 ·eliminazione della canfora, così come si .ha nell'adulto in dati momen ti, pa- n ecessarie agar colture r ecenti (di l<z-24 ore) . e, ad ogni m odo, è noto come alcuni stipiti di batologici; cillo tifico , diven gano, nei su ccessivi trapianti, ~.) Una esagerata sensibilità del sistema cutainagglutinabili, onde la necessità di rinnovare lo neo del bambin o verso stimoli solitamente inavstipite m edian te un nuovo isolamento del germe vertiti, così da aversi m a nifestazioni tossicl1e ed da ·p rodotti patologici di tifosL anafilattiche (febbre, esantema), p er cause destil~ n oto a n che com e la r eazionie di \~'i dal sia nate a rimanere senza effetto nell'a dulto; r elativamente tardiva, non cornparendo, quanùo 3) Una maggiore irritabilità a d.eter1ninati stiè precoce, che verso la fine d el 10 settenario di moli dei nervi vasomotori n ella ,p rima età. · malattia. La siero-reazione da m e studiata no11 Ma n on è ad ogni modo ciò che j nteressa al rappresenta che una modificazione aila reazione .m edico che cura, al quale, inteso solo a trarre di Widal, ma se ha, •di fronte ad essa, lo svandalla terapia il massim o vantaggio per l ' amma- taggio di essere un po' più complicata, presenta lato con esclusion e di ogni effetto secondario a però due vantaggi: 1° E, sia .p ure di poco tempo, questi dannoso, importa essen zial mente soltanto più precoce diella r eazione di Widal; 2° Si può agevolmen te praticare con colture divenute apla t'.on oscenza grossolana dei fenomeni e dPJJa parentemente inagglutinabili. loro dipendenza da causa ad .effetto, lasciando Tale sieroreazion e è inspirata alla prova di agli studiosi del laboratorio l'ard110 compito di scoprire l'intimo oscu ro meccanismo cl1e ha de- Bandi iper la identificazion e del vibrione coletermtnato quanto è caduto sotto l'osservazione rico nelle f eci, c ioè alla così detta « agglutinazi6ne allo stato nas.cente », p er cui, seminando empirica del medico 1p ratico. in una .p rovetta contenente acqua peptonata le S. Daniele Ripa Po. feci sospette, con aggiunta di siero antirolerico agglutinante di a nimale, si ha, in caso positivo, la agglutinazione d ei vibrioni colerici che sediRicordiamt1 mentan-0 al fondo della provetta contemporanea• & coloro cbe dell'opera del Prof. GIOACCHINO FUMAROLA rn ente al loro sviluppo n ell'acqua peptona ta. Tale m etodo è stato anche applicato dal Bandi, con appropriate modifich e, alla r icerca del baacquista rono la PARTE GENERALE che, in questi giorni, della PA RTE SPECIALE, si è pubblicato il cj llo del tifo nelle acque. La reazione studiata è, risp etto alla prova dl Bandi, una prova indiretta, in quanto che con essa non si ricercan o i bacilli del tifo per mezzo Un volume in-8, di pag. 242, con 67 figure intercalate nel testo. Prezzo L. 2 8 . Per i nostri abbonati sole L. 2 5. 7 5 del sier o agglutinante, ma le agglutinine nel siein porto franco. ro dei tifosi, rileva.bili sul bacillo del tifo ne.l la A chi non si è provvisto ancora della PARTE GENERALE, con prefazione e due capitoli del prof. Giovanni Mingazzini, sua fase di sviltlppo. Essa si prati<!~ nel seguente ricordiamo che essa consta di un volume di pag. VIII-352, con modo: si preleva il sangue n ei co111uni capillari 175 ft j?ure intercalate nel testo e 8 tavole, a colori, fuori testo. Prezzo L. 4 2. Per i nostri abbonati sole L. 3 6. 7 5 ir; di vetro previamente sterilizzati e chiusi alla porto franco. lampada alle due estremità, e si spezzano al momento della raccolta del sangue. P er la r eazione f> sufficiente una goccia di siero (ottenuto per Inviare Va.glia Poetale a.l Ca.v. LUIGI POZZI - Via Siseparazione spontan ea o per centrifugazione) che et.i11a, n. 14 - Roma. 1

''Diagnostica delle Malattie del sistema nerv.oso,,

Sistema Nervoso Periferico

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XXXII, F A....C.C. 27]

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SEZIONE PRATICA

viene aspirata con una pipetta sterile e versata i11 l1na provetta contenente due-tre eme. di brodo sterile, in cui viene contemporaneamente seminata una ansata di agar coltu ra, non importa se non r ecen te, di bacillo del tifo. S1 sem 1na un altro tubo con la stessa qu antità di brodo, senza aggiunta di sièro, com e controllo. Il tutto vien e posto in stufa a 37 gradi per 12 ore. In caso posit.~vo, il brodo non viene intorbidato che scar· samente e si trova depositato a l fon d o della provetta un abbondante serlimento, costjtuito da bacilli del tifo, agglutinati durante le 12 or e di per-manen za in stufa, 1per opera del siero d ell'ammalato, co11temporaneamente al loro svil11p1po n el brodo. In caso negativo, il g€rme segue il suo sviluppo normale, intorbidando un iformemente il brodo, cdrne avviene n el controllo. Da quanto si è d etto, si intende la n ecessità di raccogliere il sangue sterilmente, altrimenti germi inquinanti verrebbero ad alterare la lettura d ei risultati. Dall'osservazione di u n centinaio dj casi occorsi finora si può con cludere per il valore dia gnostico e pratico della r eazione, in qun.ntoche precede di due-tre giorni la reazione di vVidal (appare immediatamente dopo i risultati della emocoltura) ed è positiva an che usando stipiti di bacillo tifico divenuto inagglutinabile. E opportuno citare a questo proposito un caso occorso alla osservazione d el prof. Zeri, con reazione di \Vidal n egativa e la r eazione descritta positiva, jn cui insorse p oco dopo enterorragia m o1·talie.

I sensi d ella mia viva gratitudine al professor A. Zeri, direttore dell'Istituto, che mi ha guidato e con sigliato durante il presente lavoro.

I11teressante pubblicazione: Prof. PRANCEICO VALA!UllA

ldedioo della Famiglia Reale, Direttor e e Primario del Pre· Tentorio per lattanti e E . Maraini >. Medico primario nel· l'Ospeàale Infantile e Bambino Gesù >. Docente di Cltntca pediatrica nella -"· UniTersltà di Roma.

(ansultazloni di Clinica, Dietetica e Terapia lnfantlle Terza edizione completamente rifatta • notevolmente ampllata Pretulone di AUQUSTO MURAI Un Tolume in·S, di pag. VIII-488, nitidamente stampato 10 earta distinta, oon U ftgure !nt.ercalate nel testo e ftnhslma r111atrfcromia aulLa copertina. Prezzo L. 3 6. Per l nostri abbona.ti sole L. 3 2. 5 O in porto franco.

Inviare Vaglia postale al Oav. LUIGI POZZI - Vi a Si. etina, n. 14 • Roma.

BIOGRAFIE. Giovanni Battista G1·assi. Un grande biologo cl1e scom i1are p er il dott.

MA..t:;SIMO SELLA.

P er dare ai lettori d el Policlinico un.,idea della vastità d ell'opera scientifica di Batti sta Grassi (1) , basterebbe presentare, con pochi com1nenti, l'elen c0 bi·b liogratJ.co dei suoi lavori. Ci contentere1no dell 'eloqu.e11za delle cifre, col dire che le sue 1pubblicazioni sono oltre quattrocento e forse . raggiungono il mezzo miglia1o l

Da u n a ltro punto di vista, avremmo potuto limitarci, 1n qu esto giornale a ricordare di lui ' le r icerche e le sco1perte aventi ;più 5tretta a ttinenza con la medicina, se non ten1essimo di srni _ uuiré la c:;ua figura iii biolog·o nel sen so 1più lato della parola ; se anzi il 1più bell'insegnarne11 to rhe egli , rnedico e naturalista insiem e, lascia proprio ai cultori delle discipline m edich e, n on derivasse a ppunto dalla sua visione t1nitaria dcl regn o animale, e 1praticamente n on si esprirr1esse nell'amrnonirn ento ai medici di div€ntare pi ù nn· turali sti ed ai naturalisti di tener megUo .p re· sente. l'uoino n elle loro ricerche e com1p arazioni. Non per nulla i nessi ip iù i ntimi collegano fra di loro gli animali tutti e l'uomo: nessi che ronsistono nella derivazione, o.ss ia nella parc11t 1::!la, nell ' identità o analogia delle ~u n zioni, n elle i11 tPr f eren ze e quindi negli adattarnenti della loro Nato a Rov€llasca, i11 prov. di Como, il 27 rr1arzo 1854. Laureato in medicina a Pavia n el 1878. Nominato professore di Zoologia e Anato1nia 1C om1parata a Catani a nel 1883. Chiamato alla cattedra di Anatom ia Comparata dell' Università di Roma n el 1895. Nominato senatore del Reg110 nel 1908. l\llorto a Roma il 4 maggio 1925. (1)


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JL POLTCLINICO

vita jn comune. Fu questa chiara percezi one, in un periodo in cui era più difficile averla, che port~ jl Grassi a.gli avamposti di una nuova scienza, di cui egli fu uno, e forse il principale, dei fondatori, ed a cui diede an che il nome: la Parassitologia.

L'.t\natomia Comparata, vivificata dalla teoria cli Darwin, aveva operato, n ella iP rima m etf1 del secolo scorso, la riunion e dell'uorno ai suoi con·fratelli minori, dal ~unto di vista rnorfologico , illuminando ·di novella luce l'anatomia un1aria; ~ell'ultimo quar,to del secolo, i r apporti che gli esseri jnferiori hanno con l 'uomo, gli adattamenti specifici in ospiti alterni ed i cicli dei pa rassiti, le analogie fra rnalattie parassitarie degli · animali e dell'uomo, incominciarono a rivelarsi di gran de importan za per la ~»a.tologia. Di qu €l&to movimento di studi, cl1e a ssunse jn seg11ito J)roporzioni gran·diose, e su cui og~i sj fonda gra11 1p arte della m edicina tro.p icale, egli fu l:n ipioniere. Ec.co quanto scriveva, agl'inizi, il Grassi, r1 ella. prefazìone ad una sua memoria di parassitologia comparsa nei 1881: cc Ricordo che quando, studente ancora, frequ entavo il corso di patologia generale, venivo preso da una forte curiosità di sapere jper chè n on si cornpren·desse n ella patolo gia lo studio -delle malattie di tutti quanti gli animali. E, quando 110 veduto che il p atologo sperime11tale tentava di riprodurrP le malattie dell't1omo n ell e rane e n ei conigli, ho doma"1 dato perchè n on si studiassero anche le r ane ed i conigli , e r1on questj anirnali soli, quando ammala va1io natural1nente ...

Basta tentare una aipplicazione an cl1e limitata del Darvvinismo alla patologia, e si vede irnrned iatamente che restiamo illun1inati di l1na nuo\·a e feconda luce ... ». «

II Grassi

aveva intuito anche l'avvenire che era ris.erbato alla batteriologia, allora ai pri1ni passi: anzi si deve ritener e che solo le circostan ze g1 i imp edirono di diventare il Koch ita~ l iana. Egli mi raccontava un giorno co1ne sin dal 1879, cioè ap1pena laureato, avesse fiS!'ato la sua atteuzione sullo pneumococco, molto ternpo prima del Talamon e del Frankel, ma che poi ·d esistè da tale ricer ca, mi pare ;per lo scarso incoraggiamento r icevuto dal Bizzozzero; come, 1per desiderio paterno, rinunciò a r.ecar si nel laboratorio del botanico co11n, per apprendervl quanto allora dei batteri si conosceva. E ciò gli fece esclarnare in uno dei suoi ultimi discorsi, rivolgendosi ai giovani: cc seguite l'ispirazi one della vostra rnente, e non i consigli di coloro che ,ne sanno 1p iù di voi » . Con siglio no11 per tutti buono.

[ .t\p;No XXXII , F ASC ..... '>7 11

Ho l'impressione che negli ultimi anni il Grassi, il quale conservò sempre meraviglio s~ adattabilità e giovinezza di mente, pensasse cl1e una nu ova fase, foriera di grandi risultati p er l'uo1no. fosse da attendersi dallo sviluppo della fisiologia comparata, cio è dallo studio -delle fu nzioni degli animali, con l'aipplicazione della chimica e della fisica. Ed egli stesso si sforz ò di tener d ietro . a questi studi, che 1pure richiede vano una preparazione diversa -dalla sua. Questa sua giovinezza mentale si manifesta nell'impulso che egli cerca d'imprimere ai rami nuovi , germogliati dal tronco antico, di cui intuisce subito l 'i1nportanza. Egli che aveva nei suoi primi anni compiuto ricerche di anatornia comparata secondo l'indirizzo morfologico gegen·b aurj ano, pubblicando un lavoro s ullo svilup1p o della colonna vertebrale dei .p esci che è fra i fondamentali del tempo, incoraggia ora nel suo laboratorio l'indirizzo fisiologico ·d ell'anato. mia e la meccan ica dello 'sviluppo; egli che si era occupato di filogenia, com'er a di moda .., ai tempi di Haeckel, sostiene l'alta importanza della moder na genetica, cioè dello studio sperimentale dell'ereditari-età, della formazione dei nuovi car atteri e della selezione; esaltando 'l'oipera del prof. Strampelli m ette in evidenza il gr ande valor e p r atico di questi studi. Egli che per defi cien za di m ezzi aveva dovuto limitarsi, quando si trovava a Catania, a far e della biologia marinn. dalla riva dcl mare, seconda con entusia,mo il sorgere del Comitato Talassografico Italiano. E n on solo . difende strenuamente l 'Anatomia Com1parata, il cui in segnamento, con vera in sipienza, si sarebbe voluto abolire per i medici, ma sostiene che bisogna aiutare l'evoluzione degli studi con la creazione ·di cattedre spéciali (e in particolare 1p er la genetica) : forse ripen sava, ciò facendo, alla cattedra di parassitologia (cl1e avrebbe dovuto da tempo essere creata per 111i e non lo ·fu, •con grave danno). "E: vero ch'egli era anche dell'avviso che si dovessero i&tituire le cattedre quando c'erano gli · uomini, e non in attesa degli uomini (1) .

La sua attività scientifica si svolse impetuosa nei ca1npi piì1 diversi, ed è qu esto argo1nento di (1) Il Grassi n on elevava questo aforisma ad 1

assioma e ricon osceva che in certi casi è n ecessar io invertirlo: per e's empio, sosteneva l'opportunità di formare, iSpirandos~ dall'America, delle carrjere governative per sipecialisti della mal aria, p ersu aso che solo assicurando l'avvenire alle personP. disposte ad occuparsi di malaria, si sarebbe assicurata la continuità delle ricerche.


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SEZIONE PRATICA

\ sorpresa e di ammirazione per chi considera 1'0ipera sua. Egli percorse i domi11i della Parassitologia ani1nal e e veg€tale, della morfologia descrittiv'l e co1nparata, dell'embriologia e clell'istologja, della • sisternatica, della biologia e dell'ecologia. Nella maggior parte dei suoi lavori, che vanno dai Protozoi, ai Chetognati, ai Vermi, agli Artropodi, ai ' 'ertebrati, tratta gli argo1nenti in veste di n1orfologo, di sistematico e di biologo. E si cimentò anche brillantemente in un lavoro di critica storica, 1pubbU cando i1el 1911, sotto gli auStpici d el Governo e .p er incarico dell' Acr;ademia d.ei Lir1cei, una splendida 1nonografta <li oltre ~00 1pagine, in cui sono riassunti i progressi del cjnql1antenarjo nelle scienze biologjchE> e r1P.Jle loro applicazioni pratiche : zoologia, botan ica, fisiologia, m edicina e chirurgia e loro rami, igiene, antro~ologia , veterinaria e zootecnia, pesca, ecc. ; libro di coltura generale, 11nico da noi in tale matE>ria, che dovrebbe essere conosciuto dag·li italiani, ed è in·vece quasi obliato, anche perchè oggi introvabile. Si farebbe ·b ene a curarne la ristampa, co11 un'appendice che l'ag. giornasse. Un quadro organico rlel contributo che il Grassi :tp1p 1Jrtò alla scienza, non è facile presentare or3; per tracciarlo bisognerà con più agjo riprendere si ngolarmente in esame il numero stragr::tr1 <ie clel1e sue pubblicazioni, e quelle che ne deriva.no. 11 prof. F. Silves1l'i se ne ·è . già occupato in un saggi o molto 1pregevole, pubblicato pochi 1rtesi fa dalla cc F ondazione Grassi 1per gli studi zoologici delle malattie parassitarie », fra i clis<;orsi esaltanti 1'01pera del Maestro alle onoranze cl1e, presenti ' 1e maggiori Autorità politiche e scientifiche, gli furo110 solennemente tribut~ te alla Sapienza nel maggio dell'a11no scorso. Della sua ra:sc;egna n1i varrò in ~lcuni pun1 i della mia. espos izione.

Si può dire che la vita del Grassi fu spesa nella ricerca scientifica, 11oichè cominciò a dare frutti originali sin dagli anni universitari, quando egli studiava medicina a Pavia, avendo per maestri il •Golgi (da lui sempre venerato), il Crivelli , il Maggi. .~ncora studente scop erse le uova ·di Anchilostoma duo•d enale nelle feci, n e suggerì la ricerca come mezzo ·d i diag11osi, dimostrò, con. traria1nente all'opinione d'allora, che anche da noi questo verme succhja sempre sangue P. jproduce anernia. Più tardi riprese, con i fratelli Parona, 1.e ricerche sul nematode nell'ambi 1->n te estPrno, .p recisando le modalit à cli svilu1ppo dE>11e uov a, la pen etrazione delle larve ne1 corpo 11ma-

no per via orale (fu dimostrata poi anche quella per via cutanea), escludendo la 1possibilità d' i11festazione 1per mezzo d elle u ova; spianava così la via al P erron cito nelle su.e celebri ricerche sulla eipi1emia del Gottardo . Di un altro nematode quasi sconosciuto, l'Angu.illula

intestinalis

(Strongy loides

stercoral-i.s),

ir1dagò, anche con culture, il ciclo di svil1rppo, é ne fece conoscere l'eterogonia (confermat:i subito dopo dal Leu cl<art) ed il dimorfis1no (generazione rabditiforme alternante con generazio::;J strongiloide). L' el<?mento nuovo e geniale di queste scoperte sui nematodi umani era costituito dal fatto che egli vi giunse ,p rendendo i e mosse da forme affin i, parassite di ani1nal] , e cioè stu diando l'Anchi lostoma del gatto e l'Anguillula del C'or1iglio. Chiarì i rapporti che intercedono fra la riproduzione dell'O.iyurus e la stagione, fra la sua uscita dall'intestino e l'ora serotina. Dimostrò che l'Ascaris iumbricoides s i .sviluì{>pa direttamente, senza o spi te intermedio, ' nell' e omo, dall'uovo inghiottito. S11l ciclo e isul mo elo di infestazione delle Fi. larie, iniziò e poi f ece proseguire dal ~oè, osservazioni di n otevole interes&e. Inù icò la P eriplan r>l (1 orientalis come ospite inter111ed io de1la Spiroptera sangiLinolenta. . Le ricercl1e sui :\e111::.i.todi si accompagna11() e sono segu ite, fino al 1892. da altre su numerosi C€stodi ., altro ca1npo nel quale, da solo o associato al Rovelli, miete felicissima messe di "'i--:ul:. tati, ammirevoli anche nella tra ti azione :i!1ato~ 1nica, embriologica e comparativa. Riesce fra l'al' tro a segt1ire il completo sviluppo del cistic~r coide della ·1,ae1iia ell'i.pttca (Dipylid·i urri caninitm) e di1n ostr~ che la pulce del can e è l'ordin:i.rjo ospite intermedio di essa; so:nprende con la con· elusione che la. Taenta (H ymenolepis) nana non ha ospite intermedio: "1t1esto f~tto sembra ·a 1nol t i troppo strano ed eccezio11ale l)er essere accettabile ma viene in seguito con f er1na~ o. e ' ancora r ecentemente (1924) dal Woodla11d. Si occupa pu re dei Trematodi (Di~tonia hepa· t·i.cum, Bilharzia bovis ) ; 1passa11do agli Acanto· cefali, dimostra, in cooperazione con il Calandruc•:;io, che gli ospiti intermedi dell'Ecliinorhy1ichus (Gigantorhynchvs ì monilif orrruls, sono due coleotteri d el genere Blaps . lNlella determinazion e ·deg;li ospiti intermedi, per la quale il metodo non .basta senza l '.intuizion.e, nè questa senza quello, diede verarnr.rite la Tnisura della sua capacità di zoologo. Egli stes$c affermava che dalle 'r icerche sugli elminti a vcva .aeriv2to i con cetti fondamenta!\ che dovevano guidarlo più tardi nello studio della malaria: il sussidio del metodo nella determinazio-


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9't.6

~ 1.

POLICI.INICO

ne dell'ospite cl efìnitivù, dell.e analog·ie nella q11estione della specificità. In quel periodo si occupò anche de.Ila tra.;mi.->· sion:' 1neccanica o passiva d egli agenti infettivi, e prer isarnente fu il primo (1883) a dimostr~re sperim-entalmente cl1P. la mosca domestica .p uò ingh iotti r.e ed eliminare ancora vive, ' nelle feci, uova di svariati vermi. rpatogeni; giustan1ente pre.5ll1ppose (e fu poi dimostrato) che lo stesso avveni sse per i batteri, ed ebbe una chiara percezi0ne del grave danno che la mosca rappre. senta p er la salute. Approfitto ·dell'occasione per ricordar-e eh~ an. cl1e 1p er In malaria egli non esclud eva, recente1nentr, la ipossibilità di casi di infezione per trasporto diretto di merozoit~ da sangue a 5~ngue cli 11 01110, operato dall'anofele con p unture immertiatamente consecutiYe (no11 però dal Ctlfe·i; o da altri insetti ematofagi ) ; la signora Grassi, silenziosa e ·degna sua compagna e collaboratrice, si prestò anzi ad una prova, cl1e riuscì n egativa. Gli 1nancarono poi i m ezzi per giungere a con. c-lus ion i ce rte, con esperi.1ne11t.i estesi a molte persone. llipre ndendo )l discorso p1·ecedent e, altri ordini d ! ricer cl1e doYeYano co11trjbuire, an eh~ dal 1pu1Jto di vis ta tecnico, a pr.eparare in lni i l ~u tuto , indu.gatore del parassita malarico d egli u ccelli e poi della trasn1issione della ma1aria 11n1ana: alludo alle sue osserYazioni sui protozoi paras ., iti. o commensali d ell'uomo e di altri animali , rrl a lle s ue nu1n erose ricerche entorr1 olog·i~l1e . I suoi primi laYori sui protozoi ri salgo110 al 1879, anno successiYo alla laurea. D·escrisse allora diversi protozoi nuovi per l ' u omo, fra cui la Lani blia iritestirìali5 (1881 ), e s ostenr1e, per pri1110, no11 dovers i co ns iderare l'Arno eba coli una forrna 1JHl.rasc;itaria. Di\' eutato professor e a Catania, si diert e alle ri cerche sui fla gellati delle 1'e rmiti r1ostran :-> : rice rche elle vennero poi ri1P'1'.ese da lui stesso e, 1pcr suo consiglio, dalla Foà e dal Janicki, a Ro111a, ed estese a11cl1e ai flagellati delle T ermiti. nfricanc ~cl australiane, che il Silvestri gli av 0 • ,.a p ortato di ri tor110 dai suo i viaggi. P er nleri to $11 0. c h P. n e ri,· elò le rneravigliose ed impen sate forme e strutture, qu esti protozoi div ennero pre sto l'oggetto di amplissime ricer che ·da parte d1 s tranieri . Sr è ammirevole, n el suo studio sui prot0loi clell..i 1'ermiti, la trattazion e morfologica e s isten1atica, lo è ancl1e più l'intuizione d ei nessi b:c,logi ci che intercedono tra l 'ospite e il comm en ... a1l mise infatti in 1t1ce il rapporto che esiste fra la l or o scom1parsa dall'intes tino ed il can1bia?r1ento di nutrizione dell 'ospite, da legnosa a c;nlivn r e, e quindi con la n1 a tnrazion e d C'gli or1

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XXXII, FASC. 27J

gani genitali di questo, provocata da tale cambiarnen to di regime nutritizio; intuì l'import::i ~za (da altri poi pienamen te confer1nata) di questi protozoi per la nutrizione, avendo osservato che individui senza protozoi, separati dagli altri, difficilmente sopravvivono. .Per far coIIljprendere m eglio questi fatti, gioverà accornpagnarli con un cenno sullo c;tudio che, ,p arallelamente, egli corr11pì a Catania, in collaborazione con il Sandias, sulla formazione delle caste nella sor.ietà delle Ter1niti italiane (Caloter111es flavic olLis e Terrrtes iucifugu.s) ; il quale co nta fra i mjgliori suoi, tanto chr:! la Royal Society di L0ndra lo giudicò degno, con quello sni Murenoidi, del premio Darvvin. I I Grassi sostenne in esso che le forme co1H1POn enti la società, operai, soldati, sessuati alati e neotenici no11 sono predeterminati -Oall' novo, l! e11s1 si differenziano da larve eguali, in relazione:: al r egi me nutritizio, e ne fornì la rlin10s! raz~ 011e esauriente 1pcr ~ neotenici o sessuati ùi sostituzione. E per ritornare ai ,p rotozoj, oc:; servò dapprima che .questi, con la maturazioue clegl i organi genitali dell'ospite, scompaiono, indi passando ai r~P1porti che il fenomeno 11a con la nutri zio11e, precisò 1 influenza (che ha del m era v1glioso) della nutrizione salivare IPer la tra· sf ormazione in reali di sostituzione. Dal punto di vista pratico, mostrò così che per àistruggere i nidi delle T ermiti non .b asta sop. primere la regina, poichè Ja società p11ò allevate d ei reaìi con1plementarL l\on f' facile ricordare, noncl1è conde11sarP j n poche IJ)arole, i risultati delle sue numerosissir;ie osservazioni sugli Artr01podi. Nel 1883 puhbJi e:ò sull'embriologia dell'Ape un lavoro che Korsch el t e I-Ieider, nel loro 1'rattato di Embriologia Com:p arata, chiamarono « Wendepunkt in der Auffassung der Keimblatterbildung bei der Inserten » , e che recentemente il Nelson (1915) gi11dirò il più importante del tempo, anche perchè il pri1110, dopo quello m en o completo del Tjcbomiroff s ul t.aco da seta (1882), che abbracciasse tt1tto Jo svilu1ppo di un insetto, dall'uovo alla forrnazione degli organi. Dirnostrò fra altro l'origine de.ll'entoderrna da piastre IPOlari, contrariament-e alla op in ion e di chi riteneva si originasse da cP.Ilule vi te 11.ine. In lavori di carattere monografico rivelò, si può 'ben dire, date 1e scarsissime nozioni che prima se nP. avevano, l 'organizzazione dei 1'iban uri, indicandoli come gli insetti più primitivi; estese le ricerche anche alle Scolopendrelle, e ne dimostrò l 'afftnità con i primi. Durante le ricerche a cui la raccolta del rriater iale lo costringeva in campagna, ebbe la ven- tnra di rnettere la mano sopra t1n aracnide, a 1


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XXXII, FASC. 27]

SEZIONE PRATICA

cui diede il nome di Koenenia mirabilis, con un aggettivo che, m entre sottintendeva un ca 1ùo ornaggio alla propria consorte, era giusti ftrato dalle 1p eculiarità di .questo artro1podo; per esso infatti egli creò un nuovo ordine, mantenuto e ribattezzato in Palpigrada dal Thorell, ii quale ricordava questa scoperta come la 1più notcvo 1 e del 5ecolo in aracnologia. Più interessante per il lettore m edico, è lo studio che il Grassi pubblicò a Roma nel 1907 sopra i Pappataci (Phlebotomus papatasii), i piccoli ditteri della febbre dei tre giorni: con esplorazi cni lunghe e 1pazienti, coadiuvato ·dal fedele Ges1Jaldo, riuscì a trovare tutti gli stadi del Joro svilurppo, ed a determinare gli ambienti in cui le uova sono deposte (non nell'acqua , ma in luoghi umidi e scuri)! fornendo alla profila5si ùella febbre dei tre giorni l' uni ca arma che ora possegga. Ab·b andonò invece, ·d opo qualche tentativo, an. cora insoluto ai suoi più giovani succes5ori, com'egli amava dire, il problema d ello sviluppo delle ancor più minuscole serapiche (lvlycterotypus ), anch'esse forse co~pevoli di febbri p.asseggere. La tirannia dello spazio mi obbliga alla rnisura, e 1perciò, trasvolando su altri lavori, e accennanùo appena a quello molto importante sul gozzisrno, ed alla dimostrazione sp eri1nentale ch'egli diede ·della sua indipendenza dal r.ibo e dall'acqua, impiegherò lo spazio che mi rin1ane ad adombrare l'opera sua nel campo della biologia marina (Murenoidi), dei parassiti dell e pi :-inte (Fillossera) e della Malaria; ognuna delle quali basterebbe ,da sola ad assicurarne il nome ai posteri.

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Le ricercl1e sulla fillossera furono affldute al Grassi nel 1905 dal ·M inistero di Agricoltura. che avr.ra riconosciuto giusto il concetto da lu l 50stenuto, esser necessario, .p er la scelta dei metodi più appropriati di lotta, uno studio Psau. ri ente della biologia del parassita; egli volle este11derlo a tutti i fillo sserini italiani, e no11 bastando a ciò ~a sua ·p artecipazione persr11 al(l, seppE> organizzare un lavoro collettivo, di,Lr1buendolo fra u·n valoroso grUlJ)po di allievi, 11 Foà, il Grandori, il Topi, la Bonfigli. La n10110grafta sulla fillossera, u scita nel 1912, è stata &"iu.dicata, ancl1e dagli stranieri, 01p era mon t ~rnen­ tale r1on solo per rr1ole (450 pagine con 19 gr :tnùi bellissime tavole), ma anche per l'innurnerevole contenuto dei fatti e delle osservazioni, molti di interesse scientifico generale .

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I ciel i di sei s.pecie, delle dodici studiate ,

SO!lO

qui indicati per la prima volta, gli altri sono rr1eglio precisati. Il Grassi non riuscì a trovare nella ftllossera della vite il punto debole che .p ermettesse di distru~gerla (egli lamentava che questo ar1i!l1ale non avesse nernmen o ·dei parassiti interr1i). Ma correggendo e c@rnpletando le nozioni che del suo ciclo Rveva fatto conoscere il Balbiani, 1uise in lnce dei fatti sui quali è 1p,ossibile ba~ar; una azione preventiva, destinata non a impedire, n1a a rallentare di molto il processo ·di diffu sione, con incalcolabile vantaggio pratico. In mod:J spe ciale dirnostrò che, contrariamente all'o1pinione la Quale ren.deva le alate r esponsabili della d if fusione a distanza, il che avrebbe resa quasi impossibile la lotta, nei vitigni a vite europea o di quelle specie americane, in cui la ftllo3sera non riesce a •p rodurre galle, la diffusione ha J uogo per inezzo delle radicicole; e quindi JJUò essere evitato che l'uomo stesso diventi il 1prir1ci1pale disseminatore del proprio danno. ·I1 Grassi fondò una vera scuola italiana d ella fillossera, che continuò anche dopo il 1912 le ricerche e le pubblicazioni. 1

Il contributo d.eJ suo lavoro sui 1M urenoidi ,p uò essere riassunto così. : prima del 1887, anno i.n cui ne jntraprese lo stu.clio nello Stretto di Messina e nei suo Laboratorio a Catania, si con oc;ceva no, fra i pesci più strani del mare, delle f<Jrrne trasparenti e gelatinose con caratteri larvali, n1a distinte dalle altre larve per le grandi dimensioni, e, come ora sap1p-iamo , per la durata dello sviJ1:p1po larvale e per l'esagerazione di altri caratteri. Il ·Gunther, la più alta autorità dell'ittiologia, considerava i Le1ptocefali forme aberra11ti, òe5tinate a perire. Il primo spiraglio di luce fu aperto dn! Delage, che ebbe la ventura di assisterP alla trasfor1nazione, in acquario, di un Leptocefalo in Grongo (Conger vulgaris) e di mostrare così che una di queste larve si riallacciava sicura n12nte alla fa1niglia dei Murer1oidi o Anguil1iformi. La osservazione isolata del Delage non bastava però a risolvere il problema della vera nat11ra dei. nurnerosissimi Le1p·t ocefali; anzi l'ipotesi del Gunther continuò ad essere accettata da rnolti. Con quella :finitezza ed ampiezza di ric€r:che che gli furono ~roprie, il Grassi, aiutato dal Calandruccio, fece luce meridiana sull'argou1ento, ro rnpiendo il collegamento dei 1più importanti Leptocefali del Mediterraneo, e di gran nu1r1".\ro di 11ova a sipecie note di MurenoidL La somma n1aggiore di questo lavoro è compendiata nelìa

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IL POLICLINICO

bellissirna monografia pubblicata nel 1913 do.1 Co1nitato Talassografico. lVIPnzione speciale deve essere fatta dello svi1up po larvale dell 'Anguilla, da lui stabilito 1pri1na. i n base ai caratteri anatomici del L cptocc · pha l1ts brevirostris (1893) , poi sperimentalrnente con la trasformazione in ceca ed anguillina (1896). Se l' irn1portanza di una scoperta va g1ud icata anche dall'eredità ·di studi ch'essa lascia, qu'3sta fu certo tra le .p rivilegiate, ancor più che per l 'interesse suscitato in un gran numero dt persone che il mistero dell'anguilla, alir11entato anche dalle fole degli antich), appassionava ('ron Siebolcl era giunto a dire che gli rincresceva di n1ori re prima di sapere come l ' ungui lla si riprodt1cesse ... ). SerYì infatti di 1pu11to di partenza alle ricerche oceanografiche dello Schmidt, le quali portarono a. rivelazioni sensazionalj sull 'ec;tensione delle rnigrazioni che corn1pire·bbe.ro tn~te le angui llr europee nel lontano Atlantico, per raggiungere i luoghi di riproduzione, e le larve per cornpiere il viaggio in se11so inverso, fino agli llltimi fiumi della Russia. Il Grassi non conveniva però nella certezza che si dovesse escludere la riproduzione dell 'an gui li a nel ì\llediterraneo: tra le uova trov3.te a Mess ina egli ne riscontrò uno che sospP.ttava iorte1nente appartenere all'anguilla, e ,p ropri o recentemente il Sanzo glie ne aveva pescato 11n secondo, ancora 1più sospetto. :E: un'altra que3tio. ne ch'egli Jascia aperta ai naturalisti italiani. •

*** E veniamo ora alle su e scoperte sulla trn smissione della malaria, per le quali iJ suo nome prirr1eggia fra quanti contribuirono alla so luzione di questo problema, d'importanza pari alJa enorme ·diffusione e ai danni spaventevoli della malattia. Sono note le polemiche che Sl)rser o sullR priorità della scoperta; esse serviror19 a defraudare il Grassi del premio Nobel, e fu grande ingiustizia, ma gli diedero anche, .p rima di mo. rire, la soddisfazionP. di ·vedere alfi.ne ricono3ciuta in 1Pieno · l'opera sua e dei suoi. illustri t.;Ollaboratori, nei confronti ·del Ross, in rnolti p'lesi, e sorgere nella stessa Inghilterra . un movi1nento a lui favorevole, manifestatosi ne1 1920 con il conferimento della medaglia Mary Kingsley da parte della Scuola di. Medicina Tropicale di Liverpool , fondata proprio dal Ross. Chi nutrisse ancora qualche dubbio, legga il recente studio dell'Eckstein (1). (1) " Zur Entdeckungsg eschichte ·der Malaria ", Zool. .f n:eiger, Bel. 58, 1923. Si leggano anche le difese d el Grassi in " Docurnenti riguardanti la storia d ella scop erta del modo di trasmissione

[.'-\NNO XXXII, FASC. c>.:'l

Jui non è 1possibile scendere ai .a.et.tagli della questione, ma essa può riassumersi nel giudizio che già molti, dal Luhe all'Eckstein, hanno dato, e che parafraseremo da1 Silvestri: spetta al Ross il rr1erito grande di aver seguìto il ciclo della malaria degli uccelli e di averne sosp ettato uno simile per quella dell'uomo; sip etta al' Grassi e ai suoi collaboratori il merito non meno grande di avere, indipendenternente da lui, identificato negli anofeli e nei soli anofeli i trasmissori della malaria l1mana. Tanto il Ross elle il Grassi fecero tesoro dell'ipotesi deJle zanzare, la cui paternità risa1P al 1nej ico 1·ornuno Lancis i, e che era stata ripresa i11 tern1pi recenti da l,averan, lVlanpon, Koch, e in 1tal ia da 13 ig11an1i e Dioni si. In 1111 prirno periodo e cioè fino al febbraio 189B, il Ross, facendo 1pungere i rnalarici da zanzare, osservò in qu.este delle cellule che sospetto co rne stadi di parassi.ti rnalarici umani, ma egli non riuscì a ·dimostrare la fondatezza di questa attribuzione, nè a produrre nell'u omo infczio11i sperirn cntali , e tanto rneno a determinare quali Sip eci e di zanzare fossero incolpabili e quali no. Egli anzi non conosceva le specie e il nome delle zanzare, che indicò con termini quanto 11lai vaghi; osservò, si noti, le cellule so'3pette sia in << rnosquitos con ali rnacchiate ,, , sia, in un caso, in un << mosquito grigio »; questi mosquitos, per di più, n on erano stati. allevati tuttj da larve, e quindi lPOteva110 già essere infetti (nè allora, e forse neppur ora con sicurezza, si ipoteva dire di ,qualj parassi ti le zanzare, in India, potes"Pro essere 1nfettate), e quindi l'argomento che esc;e ave· vano punto dei malarici non poteva 1Più servire a dimostrare la natura idei parassiti stessi. Passato allora a investigare la rnalar!a degli uccelli e cioè il Proteo soma praecox, Jlara ssita di assai più facile sperimentazione, 1precedP· 1cern ente scoperto (sernbra fatto a posta) proprio dal Grassi, riusciva in quell'anno aù infettare il mosquito grigio (Culex /atigans ), e notava (21 maggio) la si1niglianza esistente fra qne~ti parassiti e le cellule pigmentate cl1e aveva trovalo sia i;el « rnosquito ad ali macchiate ,, sia in quello cc grigio »; e 1p iù tardi sco1p riva gli sp orozoiti nellG ghiandole salivari (ottobre 1898). .i\l 31 dicerr1bre 1898, il suo giudizio su11a q11e della l\ilalaria » ' Milano, 1903 ' e in « Twe11ty .ftve . Years after ,. , IJarasitoLogy, vol. XVI , n. 4, 12 dicembre 1924; ,, Tl1e 'fransmission of Human Malaria », Nature, n. 2835, vol. 113, 1, 8, 29 marzo 199...4; « Nach fiinfundzwanzig Jahren >i, Centralbl. f . Bak·ter., Or., Bd. 92, 1924; vedi un mio .art~col? in l' crs La Santé, vol. , ,. , n. 6, 1924, Par1s; 1 discorsi di Ca sagrandi e ilvestri nel Yolume delle on oranze; ecc.


f ANNO XXXII, F ASC. 27]

SEZIONE PRATICA

~tione

della trasmissione della malaria u1nana si r iassumeva (A nn. . Inst: Pasteur) ancora 1n queste su.e st~sse parole: « Je considère commP pro... bn.ble que la malaria est communiquée à l'homme uni.quement par l es morsures des mousti,q ues et, peut-.etre, d'autres in·sectes » . 11 I1 est bie11 probable que le parasite du paludis1ne n'a chez l'homme qu'un hOte accidente!. .. san ~ que son [)assage dans le sang humain soit indispensable » . ~la quando il Ross scriveva queste parole, che non si .tPossono cancellare, in Italia il Gra.&~i. solo d a:p1prima, poi associato a Bignami ed a Bastianelli, aveva già risolto fondnmentaln1cnt e il problema della tras1nission e d ella 1nalaria urnana ~ ciò senza conoscere (vedi Eckstein) i lavori del Ross. Il 29 settembre, dopo di ::i ver co1npiuto, nell 'estate, un esame con11pa:rativo tlelle zanzare esistenti in luoghi malarici e ind1... ~ni, seguendo un suo preciso e personale metod<> di elirr1inazione, egli dichiarava sospette tre S(l>ecie: Anopheles claviger, Culex penicillarVs ·e Culex malariae; il 10 ottobre (in questo giornale) an-

nunciava che il tProprio inserviente aveva contratto una estivo-autunnale, mentre non poteva essere stato punto che da queste tre specie. Poco dopo, egli e Bignami confermano sperimentalmente 'l'incriminazion&, .p rovocando con esse la febbre in un sano. Inten sificando le oscse.rvazioni sui costu111i delle zanzare nei luoghi 1nalarici, egli converge i suoi sospetti sull' Anopheles cla111.ger. Il 4 dicembre Grassi, Bignami e Bastianelli 1Provocano sperimentalmente con qu esto a· nofe1e un caso di terzana doppia. Il 22 .annueciano di aver seguito jl ciclo completo del jparassita, riscontrandolo identico a quello d el Proteosoma descritto da Ross. ·Durante il successivo anno, 1899, il G;rassi con· 11nua con· i suoi collaboratori, e poi da solo, il lavoro sperimental~ di eliminazione: riconosce la capacità di infettare a tutti gli anofeli, la escl ude per i Culex e ~er gli altri ditteri ematofagi. Approfondisce le ricerche biologiche ed ecologiche d egli anofeli, fonda su di esse le basi òella profilassi. Nel 1900-1901, pubblica in due. edizioni successive il suo meraviglioso libro « Stu·d i di uno zoologo sulla malaria »,, a cui ipresto segue, causato dal dolore delle 1p olemiche, un lungo periodo di silenzio · che solo dopo la guerra egli ' doveva interrompere, per dare, con le campagne di Fiumicino, p.uovo vigore ?lla profilassi e IlUO vo ima>ulso alle ricerche sulla vita e sui costumi degli anofeli. • L'intf?rvento del Grassi, nell o studio .d ella trasrnissione della malaria, fu quello decisivo di un uomo ..che _riuniva in..sè. la.div.er.se....e;a.pacità. n ec~s­ sarie alla irr1presa, e specialrnente la coltur1 si-

sterr1atica ed entornologica e il tirocinio di precedenti lunghi · studi parassitologici. Mente 1neno teoretica e speculativa del Ross (si confronti il trattato del Ross con i lavori 'del Grassi ), n1a a ssai più pratica, più addestrata alle r icerche biologi che e sperimentali ed all'osservazione mi0roscopica, sostenuta da una coltura zoologica ·p iù unica che rara, va diritto allo scopo, con rigore Sjpe.rirnentale, con metodo preciso e non con tentativi slegati; non cade - qui come in ness11na, si può dire, d elle sue ricerche - in errore; anzi rettifica, con Bignami e Bastianelli, l'errore i.n cui il Ross era caduto interpretando i co~pi bruni. nelle zanzare (parassiti morti e chitinizzati ) co . 1ne spore, ossia forrne di resistenza destinate a far sopravvivere il iparassita fuori del corpo del l'uomo e delle zanzare: con quale consegu~n z!l per la 1proftl assi è facile immaginare. Grass i pose su basi incrollabili la dottrina che non esiste malaria senza anofeli, e l' espertenza mondiale dell'ultimo venticinquennio gli ha t1'.llU ragione. E sebbene ogni tanto, in Italia, torni di n1oùa. affermare che la dottrina malarica è tutta da rivedere, la verità incontrovertibile è che i suoi punti fondarn entali poggiano su basi granitiche. L'Italia ha il vanto di aver tPOÌ'tato nela c;e~on­ da metà del secolo scorso, con i lavori di parecch i 11ornini illustri, molti dei quali ancora viventi, e specialmente con quella che fu detta la Scuola Romana, un glorioso, pr~onderante contri·b uto alle scoperte sulla malaria; tra que~ti no , mi , quello di Battista Grassi va scolpito a caratteri 1naiuscoli, e può essere accompagnato. dalla rnoti vazione con la quale l'Università di IJpsia, n ell'anno 1908 (.dopo che .R os.s aveva trio11fato con il jpremio Noebel) gli conferiva il diploma di Dottore honoris causa: cc J ohannes Baptista Grassi qui s ubtilissima sagacissimaque investigatione pe.rmultorum animalium 1p arasiticorum .n a··turam illustravit, imprimis vero eis quae de rna. lariae morbi contagione, ?Umma laboris st11diique contentione statuit, pestem illam generis humani .efficacissime dqcuit i·m~ugnare eoque laudem meruit aeternam ».

......** Quanto :sono venuto esponendo si rifer isce S'jvratutto ai lavori scientifici; ma non basta ancora a dare lln'idea aP1Prossimativa dell'opera compiuta dal Grassi. Pbichè questa andrebbe ancora esa:minata 1p artitamente sotto gli altri a~petti in cui !a prodigiosa atttvità di quel sommo si svolse: e cioè nei tentativi diretti a: tra.spor t.are 1 lel campo pratico - n ella profilassi delle malattie infettive, nell'agricoltu-ra, nella ,pese~ - gli insegnamenti scientifici derivanti .dalle ricerche proprie


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e altrui; nella sua fattiva collaborazione a co1111nissio11i tecniche della Sanità, d e1 Mini!ìter•> di Agricoltura; tielle sue relazioni e nei "uoi discorsi ~1 Senato; infine nella sua attività d'insegn :1nte e di capo di Laboratorio. Del &uo Corso di Anatomia Comparata gJi al. li evi , cioè pochi naturalisti e moltissimi n1edici ~1p1 arsi per tutta Italia, serberanno un ricordo i n ~ can::.ellabile. Il corso subì un'evoluzione continua per le assidue letture ·da cui egli traeva i fatti nuovi ed essenziali; l 'jmportanza di esso trascendeva qu€lla scolastica, per assurn erne una scientift-ca, che interessava gra11demente i laureati dei laboratori, in quanto costituiva una vasta c;jntesi sc ientifica continuamente aggiornata. La tratta ' zione anatomica più estesa ·era riserbata ai vertebra ti, essen do egli gu idato dal preciso in te11to di far cornprendere, attraverso quella degli altri vertebrati, l'organizzazione dell'uon10; ma il corso co m1p ren.deva anche una parte molto irnportun tP. dedi cata all' evoluzione, alla gen etica., a lla r.rnhriologia ed alla fisiologia generale. (:ostretto, r1egli ult irni anni, ad abbar1donace la ri cerca ruicroscopica p er la cecità che gli .aveva tolto I ' uso di u11 occhio e minacci~ va l'altro, a ve va dedicato a lcuni anni alla compilazion e ed !ll ustrazio11c di un grand e trattato, i1 manoscritto. del qual€, cornprendente rriigliaia di 1pagine, è r i in asto purtroppo ancora informe; di ciò aveva beneficato anche il corso, acq11istando, se possibi le, in eccellenza, nell'equilibrio delle parLl . e n ell' ordinarr1ento d ei fatti. Nè va dirnenticato che il Grassi tenne an~he per rnolti anni un apprezzati5sirno corso di entomologia agraria. !Il ch e rnodo quest'uomo, 1p ur attend·endo ini11 terrottn.rr1ente a ricercl1e .p ersonali, riuscisse a 1nantener si al corrente del progresso -Oi tanti c;tu di, a cc umulando con gli anni una cultura sì vasta, poteva destare meraviglia in cl1i, pur saip endo d ella sua ferrea m emoria, non fosse inforrna. I . to della rapidità stupefacente con cui, senza r11a1 lo.sciarsi distrarre dai particolari inutili, faceva le J.e tt11re (parlo ·d i quelle cl1e non avevano rapporto diretto con i suoi lavori in corso) : noi allie\'i lo ricordiamo in quell' atteggia1nento carattC' ri s tico, la facc ia a pochi centin1etri dal volu m e, gli occhiali rialzati sulla fronte, lo sguardo cl1e scen tle dall'alto in basso delle 1p agine, per arrestarsi propt'io s ul plinto im1p ortante o 5ul pu11• to clel>olr elc i lavoro. Con11essa alla s ua nttività didattica era qn ell:1 d i Direttore di Laboratorio: laboratorio infelir1 ssi1no per cli ·posizione di locali, conge5tionato, 1nale illun1i11ato, « troppo p iccolo laboratorio p er cosl grand e scien ziato )) , con1e ebbe a dire uno ::itraniero, 111a in cui, sotto la sua guida, 1nolte

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pregevoli ricerche venr1ero com1piute, e d:t cui uscirono studiosi egregi. Il ~rassi, c,o nf essando i suoi « peccati », si scu:sa va di essersi adattato a vivere in un ambiente « eh e di Istituto scientifico non ha che il nou1e n, spaventato dal tem~o che avrebbe dovuto per ùere p er ottenere ed allestire un nuovo grande Istituto .. e -Oi non aver sap uto, anche ·p er qu'3sto, creare una scuola clie potesse gareggiare co~ quella di Golgi. Ma egli ·taceva, e noi dobbiaruo ricordare, che l'influenza del suo ammaestrarne11to ~i fece sentire, per la natura stessa delle su e ri cerche e della sua attività, su innumerevoli p ersone fuori del L::i.boratorio, e sopra un .gra11 nurnero di gioyani studiosi ch'egli associav.a :!Ile pro;p rie r_icerche, e dirigeva viaggiando continua, , mente da un punto all'altro. · I.a s ua « scuola » si ·deve. cercare anche - r1ei nuovi Istituti e focolai di ricerche da lui creati o vivificati. Consapevole della ricchezza fa11nistica dello Stretto di Messina, che giustamente poneva , in ra1p·p orto con la presenza <li correnti ascendenti da regioni profond'e (i.potesi che ve1ine .. recenternente dimostrata dal ftsi.co Vercelli, · con le crociere nello Stretto) , allorchè il senafore Volterra dà vita al Comitato Talassografì.co, pro. pugna ed ottiene che venga creato a Messina u11 Istituto di Biologia Mar1na, il quale, per ri5orse locali, 1può considerarsi il pi~ privilegiato (1.el Mediterraneo , e cl1e 1potrebbe ·anche essere intitolato al suo nome. I

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il Grassi uomo di personalità rnolto complessa, ed anche per le qualità e i difetti stR-'si del carattere, ft1ori dell'ordinario. Entro un 1piccolo e fragile corpo, mirabile eser'n pio del dominio che lo spirito può esercitare sulla rr1ateria, rinchiudeva una volontà, una forza n ervosa, una capacità al lavoro formidabili. Dalle s.ette alle dodici del mattino, e dall'una all e otto della sera. in laboratorio ed a casa da letto per altre due o tre ore, al lavoro, prima dell'alba: ·questo , anche nell'età matura ed avanzata, fu il suo regime costante di lavoro, i11terrotto da frequentissime 1p eregrinazioni in ogni campagna di Ital1 a, compiute nei primi anni viaggiando in terza classe e a piedi, con il fagottino del pranzo in t(,Lsca. (Egli faceva vergognare noi giovani , nel vederci superare di tanto in attività da un lil)mo assai più anziano). Per rendersi rag ion e della sua produzione scientifica, n on ci si d eve confinare, invero, al solo laboratorio. La carnpagna, Ja libera natura, ove la vita di relazione si svolge in tutta la sua cornplessitù, el'a il suo primo campo di osservazione, e direi cl'ispirazione, da dove trasportn \·a •

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SEZIONE PRAl l t A

i lt laboratorio le 1Parti ·da assoggettare all' analisi, all'esperimento, alla tecnica di questo potente ·strumento, somma di infiniti altri. In ciò egli si riallaccia alla tradizione dei grandi naturalisti italiani, dallo Spallanzani al De Filippi, e in ciò ancora egli ci ammonisce. In fatti, 1per quanto ammiratore della si<;te111a. tica e della precisione tedesca, e formatosi i11 parte alle scuole di Gegenbaur, Butschli, Kle inenberg, il suo genio fu di marca prettamente itaJiana. Nt1lla ·di meccanico e di auto1r1atico nel suo :r11ctodo di ricerca: la fa ntasia e l'intnito vi tene vano la parte princi1pale. Nella scelta di un argcn_nento o di una via da seguire era guidato spec:;so dalla 1Previsione, sempre da pr.emesse ben fondate, da un'idea chiara. Egli non era di quelli che troYano le cose per strada; ma le intravP.deva <Ja lon tan o e si dirigeva alla loro volta; e t1~n1meno era di ·quelli che tentano in tutte Je direzionj, 1perchè fra di esse deve trovarsi la buona. Non f11 un semplice sipecialista, ma la cornhi r.azione di parecchi specialisti. Durante il lavorio della ricerca (chi ebbe la fort1111a di stargli vicino ne serba nitido il ricordo), un n urriero stragrande di idee, di p03'llbi ìi tà, di dubbi, di iiPotesi, germogliavano nel suo cervello, con meraviglia di chi si i11tratter1eva con l•Ji, e talora, si fondevano co1ne in un crogiuolo, senza che apparentemente si compiesse, 1p er il momento, una chiarificazione. Molte Yolte, a Fiurnicino, quando ci ritrovavamo alla rna tti na, egli incorninciava il suo di5corso con iJln.rolc di questa sorte: (( Questa notte ci ho rj. pensato... nort potevo dormire pensando ... ». Ma ~oi l'intuito trionfava e la s ua mente si polarizza:vu quasi infallantemente nella direzion e giu atu.. (V'era forse , mi sia conce5so scef.ldere a ll e piccole cose, qualche affinità fra questo sicuro istinto nel valutare elementi imponderabili e l'abilità con cui egli, non ·diversamente da com e sapeva scoprire fra mille un ospite intermedio, metteva la mano in laboratorio sopra un libro o un oggetto introvabile a tutti o cl1e il Professore ... n on doveva trovar e: il che fu anche causa di gustose scenette, che facevano spuntare ;sulle sue labbra un sorriso non sie.mpre indulgente). Scru1poloso r igore impiegava, successivamente, nello stabi1ir e le prove, nel vagliar e le cause d'errore. Univa a ciò somma agilità nel cambiare atteggian1ento m entale, n el 1portarsi ·sotto un i1uovo punto di visia, nel sapers i liberare dalla 5Uggestione, dalla tirannia estetica di un'idea, di un concetto · aprioristico: facoltà quest'ultima inolto più rara che non ·si creda. · Poicl1 è la sua adP-renza spirituale n.lla realtà, al fenomeno , era p erf.etta, ·a3solota.' Ciò s piega. co1ne nei suoi lavori, pur cosi numerosi P sva -

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riati, no11 vi siano errori di qualche importanza. per cui gli stessi suoi nemici rion hanno i'nai potuto attaccarlo che p er fatti 1p ersonali. Sotto un altro aspetto, questa mentalità estre~ rna1nente .p osi ti va, e 1p r.eoccup ata delle applicazioni 1p raticl1e, gli nooque forse, impeder1dogl1 di starr11Pare u11'orma altrettantò possente nel carnpo teorico; ma egli 1p en sava cl1e negli studi zoologici, non matematici ed empirici, la teoria ha possibilità limitat~ e ch e facilmente i suoi cu ltori fanno della filosofia semi-scientifica, corue io credo giudicasse gran parte delle inoderne teorie biologiche. · Le qualità d 'intuito sopra ricordate si rivela.no anclle nella scelta di argomenti matur1 alla loru " soluzione. Per questo credett.ero alcuni di poter togliere fama al Grassi, per aggiungerla a quella degli o.sservatori 1precedenti, ed ebbero torto, o gli fecero involor1tariamente u11 .e logio. Minerva nacque armata di tutto punto dal cervello di Giove, rna la scienza, di cui ella ·è patrona, si muo\·e sopra un terreno di conti11uità. La superiorità. del Gl'assl ·s i manifesta sem1pr~ nella giusta i1n1po. stazionr del problema, n ell'amplificazione che, i11 1r1ani sue, subisce l'argomento, nel metodo e nei rnezzi di ricerca quali la sua cultura anatomica, sistematica e biologica gli apprestava, nella cr·mpiut.ezza della soluzione. Questo deve es· sere ricordato specialmente per l e sue scoperte s ui murenoidi e sulla inalaria. su cui si esercitò tale critica. Dall'agilità inentale tSop r a ricor·data, gli deriva.va ia 1possihilità ·di accudire cqntemporaneamente a più. di un lavoro e farlo ava~zare, di es.sere 1present~ 111 qualunque inomento alle ricerche d ei s u oi a lìi evi. Da essa e dalla ferrea memoria, quella di ri1prendere senza alcuno sforzo lavori interrotti da an11i e ·di ritrovar cisi senza u n nuovo periodo di preparazione. Dalla volontà, quella di ~n per la,-orarf• « ad alta te11sione »; e ricordo, fra le ~ ue osservazLoni, questa: cl1e e.erti problc1ni biologici, in cui la transitor i.età dei. fenon1eni ent,ri 1co1ne elen1ento importante, difficilmer1t.e pos· so110 essere risolti da un osservatore che non sia caipace di co1npiere n11a r ilevante quantità di lavoro in un tempo d8terminato ; che cioè non ba· stano in .quei casi intellig·en za e metodo , senza rapidità e concentrazione. Nel di•.3correre non aveva n è rotondità nè finitezza di periodare; esprimeva il pensieI'o in ter1nini .fran1mentati, con parti sottintese, con gran· de vivacità e ricchezza d'immagini , d'ispirazione p ersonale, con gesto abbondante; entro il clisordi11e. forn1ale e l'irregolarità dei contorni, tuttavia, il filo 1.ogico si svolgeva roJ)usto ed inattaccnbile; spesso trovava la parola o la frase inci1Siva e ·riassuntiva. Anche lri sun prosa ha un o stile pPrsonnl P h 0 11


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marcato. Grassi si lagnava di 11011 sa.p er scrivere con facilità ed eleganza. In mezzo a pagine 5tentate e contorte, 1se ne incontrano tuttavi~ 1nolte di efficacissime e ,piene di uno scintillio particolare. · Chi ebbe la ventura di assi stere alle st1e lett1ire di volgarizzazione sulla malaria, che due anni fa egli tenne agli ingegneri, e alle lezioni per i medici dell'Argentina (lezioni e lettu1 e . che bisognerebbe pensare a pubblicare), a taluni suoi discorsi al Senato e altrove, alle sue difese ·della • Anatomia Comparata, ecc., ebbe G.plendide occasioni p·e r apprezzare le sue migliori doti nel dire. Aveva anche sortito qualità formtdabili di polemista. Dirò anzi che la sua vita traiscorse in un battagliare continuo. Era pel'ciò temuto e non sempre desiderato nelle Commissioni a~a11ti del quièto vi vere, C·h e sovente scandalizzava con la franchezza brutale e disturbava ~on l 'imtPO~jzione delle proprie convinzioni. C'era anzi chi sorridendo gli diceva: « Se lei sapesse sorvegliarsi e misural'e le 1p arole, la farebb~ da padrone in più di un ministero » . Ma per .spiegare <prima, ammirare e scusare queste qualità e difetti del Graissi, bi1sogna metterli nella loro giusta cornice. Il Grassi non ebbe, dirò meglio non sentì, al·cun riguardo alle apparenze, alcun rispetto di mondo; non per partito tPreso. .e nemmeno per in.c omprensione, ma per il poco valore es·senziale che attribuiva loro; e poi perchè si rifiutava a distogliere un ·Solo minuto ai propri lavori (an che per questo, credo, lasciò da parte la politica). Non si può dire eh.e la società abbia avuto alcuna tPresa su di lui. Ho parlato sopra della sua i nnata sincerità nell'aderire alla sois tanza delle cose; ora il senso dell'opport.unità e delle c.onv~­ nienze, fon·date ·S UI calcolo d·e ll'utilità p.e rsonale, che non ha significato in scienza, non ne aveva a1cu110 per lui nei raa><porti con gli uomini. Così egli classificava 1semplicisticamente l'umanità in tre categorie = coloro che lavorano sul serio, coloro che fanno finta di lavorare e coloro cl1e aperta1nente non producono nulla. Ognuno comprende ,quanti guai sia destinata a tirarsi addosso la pe~sona che, nella vita sociale, si uniformi a tale valutazione. E: u·n a pro~ 6il)ettiva eh.e il Manzoni, il quale fu tanto caro al Grassi, forse av.rebbe illuminato di un suo sorriso; 0 ciò mi viene in mente 1p erchè udii farP al Grassi q~ esta disti11zione proprio nella villa del l\1anzoni a Lecco, dove, ospite d.ella nipote, stud iava gli anofeli del Lago. Onand' era di buon umore, era capace di prPndere a braccetto ·p er le \ ie di Roma il .p iù modesto indigeno d ella Campagna romana, incontrato a raso. E n on si può aff ermare che il vestito del tlrofessore fosse sempre il più elegante. In labo1

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ratorio, dove d'inverno si gelava, era obbligato a . tenere i 11>iedi senza scarpe .sullo scaldino~ e in questa tenuta riceveva personaggi di riguardo. lJornini di qualsiasi condizione potevano libera111ente a vvicjnarlo e discutere con lui. Non praticava l;arte d'irnporre rispetto ai propri simili salendo r::opra un piedistallo adatto a rnantenere le distanze e a far sparire i propri di- · retti; qualche volta il nostro Maestro (ancora ir ricordo ci commuove) scendeva fino a umiliarsi con noi, pubblicamente, ·d ella sua pochezzar Strano contrasto! Egli, nello stes·so tempo, sen• ti va in modo quasi 1spasmodiieo l'amor p.r oprio, ed' era gelosissimo della ·sua fama scientifica, la cui conquista lo aveva spronato per t11tta la vita e· che aveva difeso con l'arma della penna; 3.veva grandemente sofferto quando si tent0 di rimpiccolire i suoi meriti nelle scoperte della malaria. e 1parve rasserenarsi quando le onoranze dell'anno passato, promosse suo malgrado, gli dimostrarono la considerazione che il mondo aveva per lui. D'altra parte non temeva di esser e· • eccessivo, duro nei giudizi, verso chiunque. Con tutto ciò noi che gli fummo vicini possiamo testimoniare della sua estrema modestia, possiamo· testimoniare . .che mai il s uo labbro pronunciò una . parola presuntuosa. Nè diversamente la sua ruvidezza esteriore nascondeva l'intima -semplice bontà. Se anche con· noi fu talora acre, pungente, e perfino ingiusto negli apprezzamenti, chi rammenta ora que~te­ ·piccole cose? Restano in'Cisi nella memoria quei segni, quelle esipressioni che non potevano men. tire sulla natura del sub5trato profondo da cui sgorgavano, resta il ricordo del gran ·berie che ci fece. Ancora lo vedo entrare nei tuguri di Fiurr1icino; lo vedo curvarsi sopra un bambino maJari~o e raccontargli in dialetto lombardo la 5toriella delle tre ochette ... Orbene, per comtPrendere a pieno quanto s'è detto, e moltissimo si potrebbe aggiungere, d.ella personalità traivagliata del Grassi, bisogna tener presente che egli f.u « un grande passionale », e che una sola ,fu la paissione soverchiante che Io pervase, a cominciare dal giorno in cui, uscen"<io dall'Università, ·sacrificava le ri·cchezze che la professione gli avrebbe conferito, per dedicarsi interamente alla ricerca scientifica, quando respingeva il consiglio del prof. Orsi che lo preconizzava, assieme al Grocco, fra i primi clinici italiani, fino alla vigilia della sua morte, in cui tSi fece portare a braccia, SOtPra una poltrona, nell'aula di Anatomia e Fisiologia, per tenervi l'ultima lezione, perfettamente conscio dell'imminente fine r come le lettere lasciate dimostrano. Egli fu l'idealista della scienza.


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SEZIONE PRAT'CA

Il suo ardore, anzi furore di lavoro, l 'eccessività verso sè stesso e gli altri, il coraggio di1nostrato nel sottopor.re sè stesso a pericolosi esperimenti d'infezione, la sua rinunci a a tutto, salvo che alla i11dagi.ne e allo studio, sono alimentati da questa sacra ftarnma. Bisogna salire molto in alto per portarsi al piano ·della sua anima. Dono più prezioso dello st.esso insegnamer1to scientifico, egli diffuse intorno a sè la fede entusiastica; non disse mai una parola che esprin1esse scetticismo o dubbio sull'essenza di que1l'iùenle, ma solo, talvolta, di sconforto. L'ultima volontà del Ma€stro si è espressa con un pentSie-ro pie110 di poesia. Ha voluto essere sr.polto senza onori in un piccolo cimitero della campagna romana, in mezzo all'umile ge11te elle fu disfatta dalla malaria (1) . Il cimitero di Fiumicino si tro,v a sopra uno dei tumoli che celano nel loro grembo le rovine r omane del Porto di Traiano (nel piano acquitrinoso sottostante non si possono scavare le ifosse); di là si ·domina la pianura che, negli ultimi anni, egli avviò fatico sam ente alla redenzione ' dalla 1nalaria. 1

Quando non poteva più dare l'opera 1sua, donò ai Fiumicinesi il proprio corpo, pegno 1per essi, monito al Governo ed al Comune di Rorna, l)er la continuazione della lotta: poich>è certamente pensò, e questo sia meditato da chi lo deve, che l 'onta dell'abbandono sarebbe stata rispar1niata alla terra del suo riposo. Fors'anche gli sembrò di !l'i·u nirsi così più intimamente alla madre terra, alla natura, il cui mistero riempì la sua vita. Riebbe dinanzi agli occhi la visione della maremma che si continua col mare e questo col cielo, rievocata n ell'ora del tramonto, quand 'egli ritornava a piedi da Porto a Fiumicin o, e vedeva quel tumolo ancora tinto di p.urpureo, mentre l'ombra già lo ghermiva alle Sipalle: e sognò di essere deposto presso quella soglia del! 'infinito. Gli italiani non i1nmemori verranno a visitarTi, in quel luogo solitario. 'quando avranno bisogno di ritemprare la loro fede e la loro volontà, o GRANDE JT,t\Ll.t\NO. I funerali furono imponentissimi, sebbene per volontà espressa dell'estinto non abbiano avuto luogo con onori ufficiali. Tra la folla immensa ohe · accompagnò la salma erano alte personalità della politica, della scienza, delle professioni liberali. Molti vollero accompagnare la sqlma a Fiumicino, ove furono pronunziate commosse parole di saluto da vari oratori. Alla famiglia giunsero innumeri condoglianze, tra cui quelle del Sovranu; molte dall'estero. (1)

SUNTI E RASSEGNE. MEDICIN A. Le c1·isi gastriche. (LEVF.NT. Ga::ette des H opitaux,

n. 11 e 12, 19251.

La crisi gastrica è caratterizzata da dolori di un'atrocità speciale con sede all'epigastrio irradia11tisi a cllstanza ed accompag11ati da vomiti per5istenti. L'inizio e la fin e egualmente improvvisi non hanno rap1porto alcuno con l'alimentazjon e. La dui-ata Yaria da qualche ora a parecchie settima11e. ~ei periodi. intervallari le funzioni digesttve son o normali e lo stato generale è huono. Le crisi gastricl1e più caratteristicl1e e più frequenti sono qt1elle della tabe. Ma v'hanr10 anche crisi gastriche essenziali ossia non legate 'i lesioni dello stomaco o di .alt1i organi, crisi dovute a lesioni dell'aorta addominale, nonchè crisi dovute a lesioni sifilitiche, ma. non tabeticl1e, delle radici spin ali. Nella tabe le cri si gastriche si m anifestano di solito nel periodo preatassieo, e costituiscono spesso il primo segno, e talvolta per molto tem1po 11nico, della malattia. La durata media ·di qu9sta fase monosintomatica è di tre anni, ma ,p uò prolungarsi anche 1più a iungo fino a venti anni. L'jnizio è qtlilSi sempre brusco: in pieno benes-

sere compaion o dolori epigastrici. Qualcl1e volta si hanno prodromi: malessere generale, sta11chezza, sen so di annientamento, lievi brividi, alternati va di pallore e rossore. 11 dolore è maggiormente accentuato all'ipocondrio sinistro o 'all'epigastrio con irradiazioni. variabili verso la regione pilorica o tl1tto l' addome, i lombi e le coscie. Sono state osservate anche irradiazioni verso le ultime costole, l a regione interscapolare, gli 51pazi intercostali o verso la base del torace, dove assu1nono l1n carattere costrittivo. La loro intensità è fortissima; sopravvengono ra'.Pidamente ie subito intensamente, o r aggiungono prestissimo il maxirnum. Sono sensazioni violente di crampi o di contrazioni dolorose, trafiggenti, laceranti, o anche di calore e di scottat11ra. Di solito si ha i1perestesia cutanea, che contrasta con il Senso di sollievo cl1 e procura la pr ~s ­ s ione prof onda. / La durata dell'accesso varia da qualche ora a pareccl1i giorni. Il dolore è incessante e di tanto in tanto si esacerba con parossismi di estrema Yiolen za. Il vomito di solito com1pare insieme con il dolore. Si hanno prima nausee, eruttazioni ed infine espulsion e del corttenuto gastrico. Il Yomito


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è incessante e continua anche a

. CL POL tCLINICO

vnotato. Per la concomitante ipersecrezione gastrica, si ha abbondante emissione di litri, talvolta fino a 10 litri in un giorno. Lo stato generale è grave: si ha pro,f ondo abbattimento, se11so di intensa stan cl1ezza e di angoscia. Il soggetto rimane pallido, con i lineamenti stirati, gli occhi cerchiati; suda abbondanternente, ha le estremità fredde e cianoticl1e. Spesso 11a vertig·ini, brevi sincopi. Il polso è piccolo, frequente, contrariamente a quanto a V\·irne nelle sindromi addomin ali. La respirazione e ansa11te, frequente. L'addome è retratto, duro, dolente. ~romaco

L'anoressia · è co1npleta, la sete intensa. Talvolta si ha diarrea, talaltra stipsi. Si ha oliguria ed anche anuria. Le urine, povere di cloruri, non c.ont.engono albumina e glucosio. Noorden ha riscontrato diaceturia ed acetonuria. Quando la crisi si prolunga 1può sopravvenire un vero ·stato di mal e gastrico, costituito da accessi subentranti capaci di condurre ad un collasso fatale. La m orte si 1p11ò avere ancl1e per la diarrea profusa. Nella grande maggiora11za di casi la crisi si supera con il ritorno allo stato di salute preesistente. Le recidive sono abituali a 1p criodi vari'.lbili. Con l'aggraYarsi della tabe le crisi si avvicinano, 111a spesso ce sano con il corr1parire dei disturbi rnotori. La c;risi gastrica costituisce il 1primo e talora per lu11go. teni.p o ,l'unico si11t.omo 'della tabre. Spesso con essa si hanno altri disturbi; crisi viscerali , laringee, dolori folgoranti ed anche artro·patie. Di solito non si riscontrano che disturbi dei riflessi: segno d'Argyll-Robertson, esagerazione dei riflessi rotulei presto sostituiti dalla loro abolizione, anestesia ra·dicolare con topografia presso cl1e costante sotto f orrna di fascia 'discendente obliquamente dalla colonna ' 'ertebrale alla linea 1nediana dell 'addome, con limite superi ore indietro a liYello della \"TI cervicale e co11 limite inferiore in avanti tra lo sterno e l'ombelico. La crisi grastrica della tabe oltre quella tipica giò descritta può assumere numerose forme cl in i che: pt1ò .essere costituita escllusiYamente da eru ttazio·n i sipa modicl1e, incoercibili, incessanti, da una fame dolorosa atroce e vomiti i11coercibili, eia una 1pcrsecrezione gastrica enorme s i111ile a quella della sindrome di Reichrnann, da cmatemc ~ i (crisi nera cli Cha1'cot). TalYolta la crisi assumtl la forma di un a.vvelenan1ento acuto: s'ini zia con d olori gastrici viole1~ti. stipsi, ten esmo anorettale, ipersec-r czione

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salivare abbon-d antissi1na, condizioni generali gravi con tendenza allo stato algido. Oltre che nella tabe si possono avere crisi gastriche in nu.mierose altre affezioni. Nella perni.c iosa malarica si 1posson o avere d]sturbi gastrici accessionali gravi: vomito con tendenza al collasso ed all'algidità. Diverse intossicazioni endogene ed esogene possono provocare crisi gastriche g ravi. Nell'ossalemia sono state descritte crisi talvolta del tutto analo·g he a quelle della tabe. Esse son o precedute per quindici o venti giorni da malessere generale: si alternano ad eru zioni eczem atose 1delle estr-em ità, ad accessi gottosi, emicr anici ed a varie manifestazioni l itia:siche. Nel diabete si hanno accessi dolorosi con vomito accompagnato di solito da acetonomia e d a altri sintomi tossici. Nel satu rnismo si hanno ·dolori accessionali a carattere di crampi e vomiti ancl1e senza alcun -0.isturbo in testinale. Le crisi della ptosi gastrica rararr1ente sono dolorose qu.anto ,quelle della tabe. 'Le gastriti acute e ·C roniche possono 1provocare crisi gastriche nette. Sulle prime si ha la sindrome d'intolleranza gastrica completa co11 o senza segni generali secondo la durata della crisi e la causa provocatrice. Si hanno in seguito ad ingestion e di tossici, di caustici o di quantità ·eccessive idi alimenti indigesti. Nelle • .g astriti croniche, so·p ratutto in qu ell'alcolica, si hanno crisi gastriche parossistiche con d olori e · vomiti, di solito meno intense di qu elle tabeticl1e. Rossbach ha descritto sotto il nome di gastroxynsis una sin drome particolare caratterizzata da crisi parossistiche ad inizio improvviso, so1pravvenienti dopo i pasti, con senso di bruciorP. .epigastrico e fenomeni generali molto marcati. L'accesso è molto •b reve e termina con un vomito molto acido seguito da sonno · riparatore. Queste crisi si .h anno in giovan i esauriti intellettualmente e non sembrano legati ad alcuna lesione gastrica. Le crisi dolorose cl1e complicano la sindrome di Reicl1mann nelle forme dette intern1ittenti. ra ssomigljano a ,quelle della tabe: tuttavia sono meno frequenti i vomiti e questi sogliono attenuare la vivacità del dolore. Nell'ulcera gastrica le cr.isi sogliono essere una esagerazione dei dolori abituali, raramen te co1n. paiono nei periodi di calma. Di solito si hanno in seguito ad errori dietetici. Sono dolori mo1to violenti con irradiazioni diverse. I.a crisi gastric·a 1può essere determinata da Sipasmo pilorico nelle ulceri piloriche. Si r iconoscono per la periodicità dei dolori e per la in-


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XXXII,

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SEZIONE PRATICA

fluenza che vi es·ercita l'alimentazione; i vomiti s ,1no posteriori allo spasmo ed ai doloci. Le ulceri delìa picc-0la curvatu ra e quell e della fn ccja posterioce dello stomaco possono provocare 1parossismi molto violenti influe11zati sopratutto dall'ali1n!3ntazione. TUJttavia si tratta più di un'accentuazione del dolore abituale che di crisi ~ar~gonabjli a quelle della tabe. I vomiti sor10 poco abbondanti o mancano af.fatto, n-0n v'è ipersecrezione durante la crisi ed il yj·p oso gastrico completo ha generalmente un'influenza sedativa. L'ulcera duodenale quando ha sede lor~t.ano dal piloro e non è accompagnata da emorragie macToscoipiche rivelatrici può provocrure dolo1i intensi irregolarmente periodici localizzati molto a destra della ljnea rnediana, con intervalli di settimane .e di mesi, durante i quali la calma è ~ompleta. I doloci compaiono e scompaiono senza cause ap~rezzabili , di rado sono aocompagnati da von1itj , che del resto non son mai alimentari. La diagnosi dipenderà da.gli antecedenti, dalla determinazione precisa dell'orario dei ·d olori, dalla ricerca frequente e .p eriodica di sangue nelle feci. Nel cancro dello stomaco con_ qualsia.si loca1i zzazione ·p ossono presentarsi parossismi dolorosi. Comunque, a parte le form e stenosanti, è solo nell r forme ulcerose che i dolori sono rnolto marcati . .Nel .cancro della grande curvatura il dolore f1 ·accessorio in ra1 p porto ai vomiti ed all'err1atAmesi che si ri1petono all'infuori di ogni parossismo doloroso. E molto difficile diagnosticare le crisi dolorose, del resto rare, dovute a perigastrite. Tutte le forme di sifilide gastrica, ma specie in quella terziaria, possono provocare crisi parosc;tstiche. La forma dis:pepti.c a a tipo iperstenico e le cripi dolorose sono ·d'intensità media; si verificano di notte e al mattino, e son o calmate dai 1pasti: nel tipo ipostenico si ,p ossono avere periodi d'intolleranza 1più o meno dolorosa ma a,..c;,s oluta o prplungata fino a pro·d urre un notevole ·d eperim.ento. Tutti questi disturbi cessano ·Con il trattamento specifico. Nella forma sifilitica ulcerosa gli 8\Piso.di dolorosi sono abttuali, con netta predominanza notturna, e talvolta .c on intensità tale da rassomigliare alle crisi tabetiche. Il vomito non c:i.lma il dolore, e f'i hanno spesso ematemesi frequenti ed abbondanti. .~elle ·g astriti specifiche le crisi dolorose sono in genere ancora più frequenti e violenti. ·La sifilide ereditaria può coLpire 110 stomaco ir1 tutte le fltà. Tuttavia la sola .forma di crisi gastrica che si 11a n ell'infanzia è .caratterizzata da vomiti parossistici senza ·dolori netti , molto an3.loghi ai vomiti cerebrali. L'aortite addominale è accompagnata spesso da

crisi gastricl1e, che il 1Più delle ·volte sono determinate da sfo~zi, ra'ffreddamen.to de1l'addor1~e, emozioni, dal decubito orizzo11tale, dai movimenti • ·d'estensione del tronco. Improvvisamente si 11a all'epigastrio, più di ra;do all'ipogastrio, un dolore molto intenso, senso di torsione che straippa grida al paziente, accompagnato da n ausee e vomito. Sp.e.sso si hanno l~potimia , angoscia, doìori intestinali eon o senza diarrea. A11 'infuori della .t abe, che fornisce il tipo clinico più completo di crisi gastriche, queste si possono avere in ;molte altre affezioni nerYose : nell'isterismo; nella neurastenia nella quale assu1nono il, tipo delle . gastrony11sis di Rossbach; nelle mielopatie; nella sclerosi a placche (periodo tern1inale); nella siringomielia; nella paralisi generale, nella qual~ assu1nono più frequentemente il ti1p o tabetico. ·L abbé P Sébileau 11anno descritto crisi gastriche ~impaticotoniche . Dopo 1prodromi generali dipe11denti da eccitazione del simpatico compaio110 crisi di nausea e di vomito senza dolori. ~el rrtorbo di Pott si hanno crisi gastriche analoghe a quelle della tabe. ·I l trattamento sintomatico d'ul'genza della cr isi ga.strica, qualunque sia la sua origine comprende: riposo a letto, bevande ghiacciate non abbondanti, dieta assoluta, ~pplicazioni locali calde o fredde. La pozione del Riverio, l'acqua cloroformica di solito non sono tollerate; convie11e meglio ricorrere ai clisteri medicati a base di bromuri, belladonna, oppio. La morfina va adoperata con parsimonia, non solo 1Per i peri-coli dell'abitudine, ma anche perch·è essa ipuò aggravare la crisi. Mathieu raccomanda le iniezioni sottocutanee nella reglone epigastri ca di antipirina con o senza cocaina. Pal c·onsiglia i nitriti per combattere l'ipertensione, viceversa Marine:;co e Démétre consigliano l'adrenalina per lo sc01po opposto. Debore, Ba.binski e 'C astaigne suggeriscono la puntura lomb·a re decongestiva, Roger e Baumel l'iniezione sott.oaracnoidea di novocaina e soJf ato di magnesia. La cura cau.sale varia in rap({>orto all'affezione di cui la crisi gastrica è un . sintoma. Per quel che riguarda la .c risi tabeti.ca va ricordata la sezione dei 1pneumogastri-ci 'a livello del cardias proposta da Ex11er, la r esezion e delle radici posteriori ·d el VII, VIII, IX e X segmento· dorsale propo.sta da Foerster, io strappamento dei nervi intercostali degli stessi segmenti in modo da ledere 1profondamente i gangli corrispondenti proposto da Franl<e. Di queste operazioni migliori risultati hanno dato quelle di Foerster e di Franke, ma anche P.&se sono di eccezionale gravità e conviene tentarle solo quan·do ogni altro m ezzo .sia risultato inefficace ({>er crisi di estrema intensità. DR.


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lL POLICLINICO

CHIRURGIA. T1·attamento della fimosi nell'infanzia. (RODERICH SIEVERS.

Milnch. med. W., 8 febbr. 1924) .

Per fimosi nell'infanzia devesi intendere· quello stato di abnorme ristrettezza del prepuzio che impedisce la sua retrazion e fino al completo scoprim ento de1 glande sul sol co coronari.o. Da!l'obliterazione completa membranosa dell'oriftcio pr>e1Puziale, rara ad osservarsi, fino a que1 grado di ristrettezza che impedisce soltanto il completo denudamento del glande, esistono varii gradi intermedi. Le aderenze epiteliali esistenti normalrnen te alla nascita tra il foglietto interno del prepuzio e il glande ljmitano più o meno nell'infanzia la mobilità del prepuzio così che allol'quando nel bambino si cerca di trarre indietro il prepuzio, suole apparire soltanto l'ultima porzione del glande col meato uretrale, mentre di regola riesce difficile un ulteriore denudam ento . Tali aderenze, dalla nascita fino all'epoca della pubertà, 1p ossono p erdurare .p er un periodo di tempo vario. A tale riguardo gli AA., basandosi sull'osservazione di 11umerosi casi, hanno trovato che le saldature complete d el sac~o 1 prepuziale costituiscono reperto sempre pi11 raro col crescere d ell'età, fino a divenire rarissirne al di là dei 5-6 anni. Ciò premesso è chiaro com e n ell'infanzia abbiasi a disting u ere la vera e propria fimosi , ossia quello stato p a tologico• rappresentato da una real e ristrettezza del prepuzio, d a quello stato fi siologico , rappresentato dalle false fimosi dovute alla presen za delle aderenze epiteliali. Praticamente esiste un mezzo setmplice per sta·b ilire nei primi anni di vita l'esistenza di t1na ftn1osi e il grado di essa: si introduce una sottile pinza anatomica nel sacco prepuziale e si misura l 'ampiezza dell'intervallo raggiunto col divaricarne le branche. Sovente si resterà stupidi constatando di aver raggiunto ampiezze di 8-12 mm. e più, laddove l'apertura dell'oriftcio prepuziale, a 1Primo aspetto, non appariva. più ampia di u11a t esta di Stpillo. Spesso la madre rife risce al m edi co di minzioni accompagnate da pianti e grida del bimbo. In simili casi converrà anzitutto tener presente quanto spesso n ella prima infanzia l'atto del piangere si a ccompagni occasionalme nte con quello del mingere: si osserverà quindi attentamente il compiersi dc 11 'atto della minzione e qualora verrà constatato che il getto d ell'urina fuoriesce pieno, diritto e sotto buona pressione, sen za rnolestia alcuna pC'l bimbo, la mamma potrà Yenire r assicurata ed ogni intervento chirurgico sar à inutile. l~c adert"nze epiteliali di per loro stesse non costi tu 1c;cor10 rag) one cli intPrYento. l disturbi cl'le ad

[.L\NNO XXXII , FASC. 27]

esse possono associarsi si producono p er il verificarsi di ristagni di secrezione, terreno oltremodo propizio alla invasi on e dei germi e al loro svilupp o. A.llora appunto si produ ce u n 'infiamrnazione acuta con tumefazione, rossore, fuoriuscita di .p us dall'orificio prepuziale e formazione di cro~tP. all'esterno. Tale stato flogisti co può alle Yolte divenire cro11ico : il bordo prepuziale e le porzioni finitime assumono allora un aspetto eczematoso, la cute d el prepuzio si ispessisce, aumenta di consisten za o diviene atrofica; l'anello .p repuziale si irrigidisce, cessa la sua estensibilità e s i stabilisce così la fimosi infia·m mato.r ia. Tal e s ta to, sopratutto n ei casi cron ici, influisce dannosa·m ente sulla salute del ba mbino, sia perchè causa di altre alterazioni cutanee .e infezioni, sia 1p erchè, a cagione dello stimolo cronico e del dolore, il sonno, il carattere e lo stato generale v.engono compro1nessi; l'enuresj .e l'onanismo ne !Posson o essere la consegu enza, m entre la formazione dei cosidetti << calcoli prep·u ziali » pu ò a 11 e volte p eggiorare ancora lo stato infiamrnatorio. .Xella infiam•mazione acuta del prepuzio si pra- · ticl1eranno impacchi con soluzi one di a cetato d i alluminio, soluzione bo.r ica, ecc. : sulla cute si applicheranno pomate indifferen ti per i·<l,mmoJ 1 ire le croste. ~aturalmente t1n esame batteriologico della sccrcz1one sarà sempre ne-cessa.rio. Gli antisettici deboli (acqua borica, a cqua ossigenata) costituiranno la base d ella cura della balanit.e purulenta: nei casi più tenaci verranno usate le soluzioni ' deboli al 0,5 % di nitr. Ag. Soltanto dopo che i sintomi infiarnmatorii più acuti saranno cessati, ci si p otr à rendere conto se la mobilità del prepuzio vie11e ostacolata da aderen ze epiteliali o se trattasi invece di fimosi vera e propria. Diversam ente qualsiasi intervento su di -qn prC'puzi o in istato di flogosi acuta n on aptPorterà ooe nn 1pegg i oramento. Le aderenze epiteliali verranno rescissE> p er via smussa coll'introduzione di una piccola son.da olivare, eventualmente prevja inieziune nel sacco prepuziale di soluzione fisiologica. Nel caso di aderenze salde ed estese intervenire in narcosi. Delicatezza e pulizia massima gioveran110 ad evitare infezioni gravi e il residuare di infiltrazioni o di · atrofie prepuziali. Evitare possibilm ente l'uso di soluzioni forti a llo scopo di non 1 provocar e fimò si infiammatori e o stati irritativi cronici seconda rii con ogni loro dannosa co n se~ guen za . In quali ca si, nonostante l'infiammazio11e, sarà d'uopo ricorrere all'intervento operativo? Rappre sentano indicazioni l 'esistenza di p arafimosi in·iducibili manualmente, le r istr ettezze prepuziali tali da ostacolare seriamente l'en1issione dell'urir1a e, in u ltimo, quei casi in cui non si si a potuto ottenC're, i11algrado l e cure, l a quiescenza dei di-


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XXXIJ,

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SEZIONE PRATICA

sturbi infiammatorii. Nei .p repuzi lunghi e trorn· biformj e anche n egli altri casi si procede allora alla ci rconcision.e per mezzo della incisione dorsale. D! fronte però alle altre specie di fimosi infantili, il° ca1npo operatorio chirurgico è in genere riservato alle fin1osi congienite vere e proprie. Qui J1A., co111e metodo di cura, prescinde completamente dalla cosidetta distensione i11cruenta, spesso seguita da ed·emi infiammatorii cronici, catarri purulenti e fimosi atrofico-cicatriziali. Nelle ste~ nosi prepuziali co11 ampiezza di apertura cli soli 5 mm., si dovrebbe invec e ricorrere semp·r e di preferenza all'interYento operatorio, qualora., beninteso, speciali condizioni nello stato generale del fanc iullo - quali emofilia, ecc. - non vi si 0 ppon. gano . ..\Ilo scopo Yalgono due metodi: la cj r,...oncisionP i1ei casi di prepuzio lungo e i1Pertrofico, altri1ne11ti un prooesso di plastica. Nell'un caso e nell' altro un'asepsi delle più rigorose gioverà a garantire il buon esito dell'intervento, evitando sia le forti reazioni infiammatorie e il distacco dei punti di sutura, come le retrazioni deformanti della cute e le stesse fimosi recidivanti. 1

1

M. AGOSTINT.

CENNI BIBLIOGRAFICI. ODORICO , . J.~NA. Ginecologia e sf!crezioni interne

(con 1p refazione d el 1prof. N. Pende). Editore Luigi Pozzi , Roma, 19-25. Prezzo L. 18.

Nella signorile Yest-P. tipografica, caratteristica nella collezione di monografie medico-cl1trurgiche d'attu alità, che con bel ritmo si succedono l{>er opera dell'alacre editore L. Pozzi, il prof. Viana raccoglie le vedute attuali sui rapporti della endocrinologia con la ginecologia. La serietà dei propositi dell' A., la importanza dell'argom€nto sono attestati dalla prefazion e ct8l prof. Pende, il quale riconosce « che questo bel libro •svolge ]'argomento nella maniera 1p iù ('0!!1pleta diligente e int~lligente ,, , mentre riafferma che proprio cc il campo della ''ita genitale femminile è quello in cui salta agli occhi anche dei più scettici la enorme importanza che le secrezioni interne hanno nel determinare l'habitus corporeo, il temperamento e il carattere psichir.o, in

·~)

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i\lliomi ed ovaio; 5; Le ipoplasie e insufficienze funzionali utero ovariche; ,dismenorrea, infantilismo; clorosi; disovarie; 6} Tiroide e organi genitali; stati ipotiroidei; morbo di Flaiani Ba·s edow; 7) Ipofisi e genitali; sindromi ipofisarie; acromegalia; distrofia adiposo genitale; 8) Epifisi, surreni, timo, pancreas e genitali; 9' La mammella come organo a secrezione interna; 10) Endocrinologia d el climaterio; 11) Costituzioni e malattie ginecologiche; 12) Opoter~p 1ia ginecologica. La mole del lavoro com1piuto, la varietà e eom. plessità degli argomenti, l'interesse loro ,p er il medi co in gener e, e non per il solo specialista, appaiono già da codesta esposizione .del piano dell'opera. Si aggiunga che il Viana, uno d ei p1u seri e studiosi cultori della specialità fra noi, non si lascia 1p rendere la mano dai facili entusiasmi; ma vaglia le singole ~potesi al lume della clip.ica, sen1pre dominatrice. In ,q ualche caipi tolo lo stesso equilibrio del J'.I\.. e la sua prudenza, unita alla voluta imparzin.lità, lasciano magari un po' disorientato i.I lettore; ma 5ono d 'altron.de argomenti in cui il prendere po· sizione .p otrebbe essere o audace o presuntuoso o pren1aturo; ed è già abbastanza l'essere aggiornati sullo ·stato attuaJe della questione, senza fatica , grazie appunto a quella compiuta dall' A. nel racccgliere, da tante fonti, tanta messe di fatti 51Perimentali e clinici. L' i.~tilità di .questa monografia è pertanto evid ente e ne trarrà vantaggio anche . il medico 1pratico, il quale vi trova i·l più largo sviluppo i11 que~la parte cl1e ha più diretta connessione con l'esercizio professionale: la organo-terapia. 1Nell'insieme quindi ottimo e utile libro, al quale è facile prevedere la IP~ù larga diffusione nel gran pubblico medico. P. GATFAMI. e AUVRAY. Précis de Gynecologie. Eriitore G. Doin, Parigi, 1925, 3a. ediz., 2 vol. rilegati , 1984 pag., 595 figure. L. 90.

BOURSIER

Il manuale fa 1Parte delJ a ben nota collezicne una parola la individualità ump.na ». Testut e. rap1presenta sulle precedenti edizioni un Do1po una introduzione, ipiena di equilibrio e di rifacimento completo; sì che il compito assuntosi sano senso clinico, sono trattati in singoli capiè da Auvray di aggiornare l ..opera di Boursier ~i toli i seguenti argomenti: . tradotto nel mettere assteme quaisi un'opera nuo1' ·Gli organi della secrezione interna genitale; va. Vi trovano .p osto conveniel).te anche le cure la ghiandola intenstiziale; attiniche, le termali, le m ediche, ecc. Ne risulta 2; Il COiìPO luteo; mestrua~ione e crisi puberale; un libro cl1e adempie bene al suo sc01po di rias~) Malattie genitali da alterata secrezione in- sunto maneggevo1e per gli studenti e i pratici. terna dell'ovaio; metropatie emorragich e; annessiP. G. ~ non infettive;

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1 L POLICLINICO

XXXII, FASC. 271

[ANNO

• ALECK

w.

BOURNE.

Synopsis of M'idwif ery a. f;y -

necology, 19-25, Bristol. Ed. J ohn Wright. III ed.

75 se.

In 430 pag. di piccolo formato è riassunt~ la parte fondamentale dell'ostetricia e della ginecologia, in forma ·schematica, ma s ufficientemente chiara ; non ba.sta per lo studio, si intende, ma è utjle dal punto di vista diàattico 1p er ordinare le idee, dal lato pratico perchè con brt'lVi accenni richiama alla mente cause, indicazio11i, terélJpie, ecc. La ricerca è facilitata da un esteso indice analitico. 176 figure, schematiche, mfl dimostrative, a piè di 1pagina, illustrano molti argon1enti. E i1ell'insieme un 1prontuario raccom andabile. P. G.

J. J... FAUllE. Car1,cer de l'Uterus.

Ed. Gaston Doin.

Parigj, 1924, pag. 228. Fr. 20. Nella Coll€zione del Cancro dell'editore G. Doin. questa monografia di Faure ha un 1p osto iprem1r1ent,::, per la vivacità della esposizion e, pe!' ~a particolare competenza dell'A., strenuo partigiano della c11ra chirurgica; dopo premesse istologiche e cliniche ra1Pide, la maggior ampiezza è dedicata all:i. parte operativa: nitide figure ~r­ ricchiscon o la descrizione già chiarissima: l' A. si .sofferma a lungo an che sulla Mickulikz., che egli ha richiamato in onore, 1p·are con i miglio~i risultati. E un libro che non può inancar e ;:ii chirurgo e al ginecologo. P. G.

LA CLINICA OSTETRICA PERIODICO MENSILE

e SEITZ. B iologie u. Pathologie des l;veibes. Urban u. Schwarzenherg, Vienna-Berlino, 1924-2.5.

HALRAN

Della monumentale opera, diretta con ampiezza amm.irevole di criteri cta Halban e Seitz, ed edita con magnifi ca signorilità da Urban e Scbwarzenberg, abbiamo già più volte dato n otizia, segnalando il comparire dei sin.goli volumi. I fascicoli si susseguono con ra.pido ritmo; ab· biamo qui oggi i nn. 12, 13, 14. Ne1 fase. 12 (224 pag., con 29 fig. e 2 tavole, M. 9), Dietrich tratta i t11mori ·delle trombe; Heynemann delle flogosi degli annessi e del peritç>neo 1p elvico; Ni.irnberger delle malattie del parovaio. Nel. fase. 13 (287 pag., con 60 fig. e 12 tavole. colorate, M. 13), Ni.irnberger si occupa della actinomicosi, ·dell'echinococco e della bjlharziosi genitale; \Veibel delle tubercolosi, ie Wagner della blenorragia. Nel fase. 14 (240 pag., con 165 fig. e 5 tavole a colori, M. 12), Grosser scrive lo sviluppo dell'uovo nei primi starl1, trattando anche della 1placentazion e umana e romparata; mentre Dietrich si occupa della fi siologia e anatomia sia del feto che della 1p !acenta. .:-\011 è il ca.so di analizzare i singoli lavori, nè di sottolineare qualche sproporzion e nello !'.Viluppo, inevitabile data la molteiplicità dei collaboratori. Anche non è il caso di insistere su quanto si viene spesso rilevando, ossia sulla scarsa parte che di solito è data alla letteratura itaJiana, al piì1 citata traverso le monche e spesso deformanti versioni degli Jahresberichte. Resta sempre un valore indiscusso all'opera, che costituisce oggi il miglior testo di consultn.zionr nel nostro campo. Dal lato editoriale se~naliamo la bellezza di quasi tutte le tavole a colori; pecialmente la monografia di \.Veibel st1J _ la tubercolosi è illustrata in modo insu1perabil ·~. P. G.

di ostetricia, gi•necologia e pediatria, per i mediici pratici . diretto daJ prof. PAOLO CA IFA MI

Il f as·c ioolo 6 (giiugno) del 1925 contiene: Lavori originali : R. BOMPIANI: A proposito di corre.. lazion·i m.aeo-genitali nella d0J1n.a . I mportanza del f aitr tore endoor.i:n.o costituzional e. Lezioni cli1niche : E. ALFIERI: I qrua.dri clini.e.i de.II.a gra,vida'I:l.Za extra.uterina e d~i s u oi ee.i·t i in rapporto con l a d.iagnooi e oon jl trattaanento. Fatti

e documenti

(Casistica c linica ed anatomica): I. OTT : Stl due .oasi dri. oarci:n-01m·a ,p rimitivo del <ili1

t~ri de.

-

R. GJAMPA<)"LO : Sulla emorr.ag:La p;remon1toria della rottura uterina in parto. La rubrica degli errori : A. SFONDRINI: Come un utero. prolas.sato gravido venne diagn-0stiroa.t<> un fibrom1om·a . La , pagina del medico pratico : P. GAIFAMI: La 001Sidetta << pi.1.ga » del ooJlo dell'·utero. Da lle riviste: Ostetricia : L'esrume rettale .nel parto e la s ua. applicazio.rue 1Per i pra.tici. - L 'anes·t eeia locale nel ta.glio cesareo. - La oompressione dei parametrd. m edi.o,nte pi•n ze nelle gravi emorraig.i.e « po&t ipartrum » . SuU..a .o hirrurgi.a addominailie durante la gra.vidanza. - L 'uso del soJ..f ato di ma,.gn·esio nella ecl MI11psia. - Forcipe e morta·l ità fetale. - J.mmunizz.azio.ne promlattiea ainti-strep.toooocica durante la gravid.a .nza. La. proteinoterapia endovenosa r.nelle sapisi p.·uel'fPeDal i. - Cinecologia : Il sifiloma del collo dell'utero. - A.otino.m icooi della pol"tio. - Tre e.a.ai cli volvulo ùell·a t romba di Fall0ippio. - Diemenor.:rea. grave, legata a paraanetrite cr()IJli,c a tr.a.ttata con la dissociazione del legamento U•t ero-s·a.or ale corrispondente. - Emorragia ooip•ios a da fibrom·a sottomJUJOOoo in 1do,n na di SO a.nni. Gr.a ve oa.usti·o azione delJa vagina 'OO!Il iCloruro di ziiruoo. - ~ con:veni.enite 1a traisfusione di saingue nei casi di gra.vida.DJZia ex•t r.aUJterina? - Pediatria : Svilu•p po del neo·nato in rrupp<>rto a lla drurata della gravidan zia. - Il bamb~no i.p otoni·co. - Ittero eempliice dei neonati. - Tratt a.mento delle emorragie intracr.a .niohe del neooiato. - I :rru~gti. u.ltravioletti per la cura dell e orandotabe. - L'allatta-memto delle madri e.on ·albuminuria e oon eclampsia. Varietà : L'ora dei parti. - Un ago da. OU1Ci.re nell'ovaio. - Mas.c hi o o fem.mdn::>.? - U111 parto quintuplo -- I daTI·ni dei pesear.i uiteri'Tl•i a.ntifecond.ativ.i. -La vitGl.lità degli sp•ermatozoi. - Può un medioo Tilasciare •a una donna un eertificat-0 ohe !La illlter€E!Sa senza averne in precedenza attenuta l a .a.utorizzaziione dal marito? - Profila.sai della delinquenza seesual1e. - La. trasfusi-0ne del swn.g ne i.n Egitt-0. L a proJ.ifì,c ità dei ratti. Resoconti : Società Pugliese di Ostetricia e Ginecologia. 1

0

lo. r!. . ! .'.: ....

Questioni professionali : A. BERTAZZOLI: Levatrice od

ostetrica? Notizie: La ,prim.a oaittedra di ostetricia in Austoorlia.. - Premi per il terzo 'bambino iiil Framieia. Abbonamento ner il 1925: Italia L. 28; Estero L. 38. Per gli abbonati al u Policlinico »: ItaALia. L. 22, Estero L . 32. Un f a&cioolo eepa.rato L. 3.60. Invi:'lrc Vaglia poetale al Cav. LUIGI POZZI 1 ' ia Sist.iina. n. 14 - Roma. '


f .<\NNO XXXI I,

FASC.

27]

SEZIONE PRAT I CA

959

'

APPUNTr PER IL MEDICO Pl{,ATlCQ. CASISTICA E TERAPIA. Analisi clinica di 111 casi di anemia perniciosa. L'anemia perniciosa deve essere considerata r.orne una sindrome ematologica ad etiologia sconosciuta, dipendente da cause svariate. Per l'esatta diagnosi occorre conoscere ben e i s11oi elementi, e Ch. R. Wilson e A. EvanE (rifer. in Paris médical, ottobre 1924) minuziosamente analizzando 111 casi osservati in 4 anni nel John Hotpkins Hospital, conclu dono: L'anemia perniciosa, rispetto al ses5o, n on ha che uria lieYe predil ezione pP,r il sesso rnnschile. Colpisce gli individui in genere nelJ' età adulta, con un massi mo di frequenza fra i 40 ed i 60 anni. B eccezionale nei negri. I sintomi subiettivi sono: debolezza generale, nausea, vomito, diarrea, stipsi, ederr1i mal1eolari, din1agrarnento, dispnea, ecc. L'esame dei globuli rossi mostra oltre la loro diminuzio11e, costante anisocitosi e poichilocitosi, con rara basofilia. Le emazie nucleate non sono frequenti, ma la loro constatazione è indice di miglioramento. E caratteristjca. la leucopenia, abbenchè si possa vedere an che la leucocitosi. Rarissima la eosinofilia e la mielocitosi. Quasi sempre si nota una pessima dentatura. :e capitale lo stato della lingua: in un terzo dei casi gli AA. hanno notato un'atrofia papillare completa della lingua, la cui mucosa era rossa, li5cia, secca, assottigliata. In tutti i casi n on hanno mai notato una lingua saburrale: la constatazione di una lingua sporca deve far dubitare della diagn osi di anemia perniciosa. 1·: costante nell'analisi del succo gastrico l'assen za di acido cloridrico libero, la diminuzione dell'acidità totale e degli acidi combinati. La constatazione di acido cloridrico libero, bast,erebbe a far escludere la diagnosi di anemia perniciosa. :'\Pi malati osservati dagli AA., la milza ed il fegato erano normali. M ONTELEONE. 1

Caso di mielosi acnta col quadro clinico di intensa emorr agia gastrica. W. Roller (Med. J(linik., n. 47, 1924) descrive i:i decorso estremamente a.cuto in un caso di mie· losi , duraitdo tutta la malatt.i~ dall'ir1jzio fino r..Jla morte 13 giorr1i. Senza, prodromi la malattia si iniziò improvvisamente con ematemesi e melena. L'esame del sangue ese-guito al tcr·zo giorr10 di ma.lattja din1ostrò gravi alterazioni caratteristiche ·della mielosi: 33 % di mielociti, 32 % polinucleati giovani, so19 il 2 % di polinucleati con nucleo segmentato. ,L'at1top,s ia n on dimostrò

alcuna alterazior1e negli organi i11terni salvo u11a mielosi della rnilza riconoscibile microscopica. . mente. Il midollo osseo era di colorito rosso c::cu .. ro e composto in prevalenza ùa mieloblastL Esistevano 11umerose peteccl1ie sulla rnucosa gastro . . intestinale. PoLL.

L'anemia n< lla nefrite azote1nica. Ch. ..\ubertin e J. Yacoel (Bull. et mém. de la. Soc. rméd. des h6p. de Paris, 1924, n. 2), continuando ad . esamina r e il sangue di un certo nu . . mero di nefritici azotemici o non azot.emici , hanno co11statato cl1e, all'infuori dei casi molto rari ·dove l 'aspetto del malato im1pone la diagnosi di anen1ia a tipo .p ernicioso, esiste spesso nella nefrite azotemica una anemia intensa con una media di circa 2 milioni di emazie, e che generalmente progre,disce con l'azotemia stessa. Nei nefritici cronici senza azotemia l 'anemia è general . . mente assente. PERSI A. 1

Un caso di anen1ia perniciosa trattato con l'acido. arsenioso (granuli di Dioscoride). J.Ja medicazione con l'acido arsenioso è molto. antica: nel 1922 ft1 ri1nessa in onore dal Neisser di Stettino il quale partendo dai 20-40 milligrammi pro die, arriva in certi casi fino ai 150 mmgr ... cioè ai 150 granuli di Dioscoride. Dufour e Baruch (Bullett. et mém. de la Soc. des h6p. de Par is, 1925, n. 5) avendo avuto occasio11e di tenere nel pro.prio reparto t1na donna di 35 anni, con i dati obiettivi di una grande anemica, con epatosplenon1egalia, con 900,000 g. r., 5300 g. b. nel sangue, tentarono la cura arseni-cale · con.. cacodilato di. soda e protossalato di ferro , ottennero un notevole miglioramento, ma essendo la malata uscita dall'ospedale, ecl avendo interrotta la cura, il miglioramento andò p er,duto in quanto rientrata la 1p. in ospedale l'esa~ me del sangue mostrò: g. r. 1,400,000, g. b. 10,000, Yalore globul.: 1; anisocitosi, poichilocitosi. Una serie di sei iniezioni di torio, fa peggiorare le condizioni e fa scendere i g. i ·. a 860,000. Iniziata la terapia còn i granuli di Dioscoride (7 gran.) e giunti rapidamente ai 20 granuli, lo stato generale visibilmente migliora, le emazie salgono a 1,.670,000 e dopo circa due mesi la malata esce con 3,760,000 g.r. per mmcc. MONT. Autovaccinoterapia del linfogranuloma. A. Roffo (Revista I .atino Am.ericana, 1925) riferisce un caso di linf ogranulomatosi istologicarr1ente comprovata : tessuto di granulazione e cellule di Sternberg; in qualche zona si vedo110 anche-· numerosi .p lasmazellen e cellule epitelioidi. In pre-

,


. 96(\

IL POLICLINICO

senza del risultato nego.tivo della radioteravia, e ·dell'aggravam ento progressivo d el paziente, 1' A. decide preparare un autovaccino con un ganglio ~r elevato dalla regione inguinale. Il risultato dP.l la terapia è evidente. Tre m esi doipo si rivede il paziente e si constata una nutrizione ottima, au. mento di sei chili, attitudini p er il lavoro comtpletamente normali. La milza si palpa molto ri.dotta, e le numerose linfoghiandole cervicali, a<;cellari e inguinali sono « in totalità scomparse >> . L'A. aggiunge che dati i caratteri d ella malattia non si crede autorizzato a parlare di cura d efip jtiva; aspetta perciò che intervenga il fattote « t empo ». 1

RE.

NOTE DI MEDICINA SCIENTIFICA. Temper atura e metallolismo. !loto che una ·b assa ter11p~ratura estern~ provoc:i u11 aumento della t ermogenesi, ·per lo più , e forse es.clustvamente, col meccanismo dell'aumentata attività muscolare, volontaria, come, ad es., nel nuoto, o in,rolontaria, col provocare il brivid o. Si a mmette che - quest'aumento della termoge_ i1esi si abbia ogni volta che la temp eratura sce11de sotto i 180. Qna11do la ten1peratura esterRa sale, l'organ~­ srrro si difende con la produzione e l'evaporazione del sudore, ma, ad una temperatura aJnbie11te, o n~ eglio 1pericorporea, di circa 37°, il riscaldam ento delle cellule le stimola ad un più attivo m etabolismo, ciò che a u.m enta ancora 1a temperat ura del corpo, e .p rod uce una febbre per così dire fisiologica. A 370 il metabolismo basa!€; è ininimo. Anche i processi tossici e tossin!etti.vi che aumentano la te1nperatu ra delle cellule ne aumentano il metabolismo, e 1p roducono un disiperclimento ,di calore chie dovrebbe e5ser co.cr . pensato da una più ricca alimentazione. È

(Jo1Lrn. 11. M. A ., 28 f eb b. 1925). DOR!A.

Metodo empir ico extra-rapido per calcolare la snperficie del corpo um~no.

8 luglio 1924) espri111e s-econdo la formula ~

Ta

( superficie, T 2 quadrato della statura). Tale rapporto equivale in m edia a 0,69: si ha quindi

= 0,69,

da cui = 0,69 T 2 : la superficie corporea verrebbe cioè d ata dal prodotto di 0,69 pel quad rato dell'altezza . •

XXXII, F'AS!:.

~"1

&enonchiè questa formula, stante la diversità dei perimetri corporei <li un individuo rispetto a un altro, è lungi dal poter essere valida in ogni caso : è chiaro, ad es., che per due conpi, pur della medesima altezza, ma di cui l'un o obeso, l'altro ossuto, essa darà risultati erronei e del tutto diversi. iEssa non potrà dare risultati esatti, o per lo meno assai vicini all'esattezza, che per , una serie di corpi le cui proporzioni si accostino al normale o siano del tutto normali. L ' A. .ha perciò pensato che per una formula soddisfacente in' tu tti i casi occori'e tener gran conto del perimetro medio co:riporeo Pm in troducendo nella formula S = 0,69 T 2 un altro rap· rpo:rto costante a. :ricavato dalla relazione naturale esistente tra superficie, altezza e perimetro medio di un dato corpo. Il calcolo del ,p erimetro medio, seguendo un metodo già descritto dall'A .. può esSiere ottenuto in pochi minuti. L'applica. zione del n uovo metodo raipido può pertanto così formularsi: S = 0,69 a. T2. Ulteriore semplificazione rappresenterebbe una formula nella quale il rapporto del perimetro medio esatto Pm sarebbe sostituito dal rapporto che un solo perimetro o che alcuni perimetri bene scelti contraggono con :l e 1altre caratteristiche morfologiche generali ora indicate. M. AGOSTINI.

POST A DEGLI ABBONATI. Echinoc occosi; intradermoreazi'one di Casoni. Al dott. .4. Lackner da Bolzano:

Si usano liquidi prelevati asetticamente da di. ver se cisti idatidee di bovini, ben mescolati, limpidi e filtrati. Se ne inietta 1/2 eme. nello spessore del derma. [/iniezione ·s i ia ·di solito ad un ava1nbraccio, mentre daU'altro si fa un'iniezione di controllo con sol uzione fisiologica. In caso di r eazione posi·tiva, si osserva dopo 3-12 ore una chiazza eritematosa con infiltrazione edematosa del derma, aumento di temperatura, jprurito e liev-e 5enso di dolore. Questi fatti scompaiono .in poco tempò, al più in una settimana. E bene aggiungere al liquido acido fenico, in ragione di 0.25 %.

Esi ste un rapporto astratto ma relativamente costante tra superficie e altezza corporea che B. RoussJr (Bulletln d e l 'ACad. d e ~Iéd., n . 28,

T._ 9

[ Al\TNO

Pontano ha proposto l'iniezione sottocutanea, usando 1 eme. di liquido cistico raccolto e trattato come si è indicato. La reazione positiva è indicata da formazione di una larga chiazza di colore rosso vivo, quasi eresipelatosa, che occupa una vasta zona attorno al punto di inoculazione. P er maggiori particolari sull'argomento, veda: E. TRENTI: I metoài biologici nella diagn,1si dl ·echinococcosi umana. cc Policlinico n , S . M., 1924, ,pag. 353. til.


[ANNO

xxxn.

Solu;,ione

FASC.

27]

d,: Pregl. -

Al dott. G. C. da Pal-

manova: La soluzione di Pregl è una specialità di cui non è nota la composizione. Si sa che contiene 0.003-0.004 % di jodio libero ed una serie di combinazioni jodjche non bene conosciute. Si usa per disinfettante, per iniezioni endo, enose, nelle affezion] ·della bocca, dei ·dentt e della ves0ica, nonchè allo scopo di innalzare le forze di difesa naturale dell'organismo. Sulla soluzione di Pregl sono stati pubblicati diversi studi in Wie:rier klinische iv ochensrhrift del 1921 1

fìl. •

Al dott. A. C., abb 11049: ~.essuna

reazione si ha nella miscela di jodio con cloruro di sodio, risa>ettivamente di tintura di jodio con soluzione fisiologica. 2) P er la vaccinazione antivaiuolosa, è indifferente fare dap1prima le scarificazioni cutanee e mettere poi la linfa, op1pure, viceversa, mettere dapprima la linfa e fare in seguito le scaritlcazioni, ed in pratica si fa in ambedue i modi. I due puntj essenziali ai quali si deve aver riguar·dO ,p erché spesso non sono eseguiti a dovere sono i seguenti: 1) evitare, n ella scarificazione di far uscire del sangue; 2) fare la me,dicatura con garza e non già rupplicando direttamente il cer otto adesivo sulle scarificazioni, come si 1pr atica erroneamente da taluno. 1)

flt.

Al dott. G. L. da T. -

Abb. n. 6769 ·

Sull'intossicazione da tabacco, consulti la recente pubblicazione di V. Ruata: Corisiderazioni sul nicatisrrio, l 'ambliopia nicotinica e loro cura. Atti della Soc. medico-chirurgica di Padova.

fll. Importante pubblicazione: Oott. MARIO PLAMINI

Medico nel Brefotrofto Pro~inciale, uilstente alla. R. Clinica Pediatrica dell'Univ~rsità 4f Boma Direttore della Souola di .Asaistenaa ali Infanzia.

Manuale di Pediatria Prat.ièa (Seconda edlsloae) Volume in·8, di pag. fOSOLOGIA INFANTILE - ln eommercio L. 2 O, IOle L. 1 7. 5 O fr4Lnco

VIII-852, corre~ato dl una. estesa e con 7~ ~gure 1~te~calate n~l .t~sto. ma per gh a11soc1at1 al « Pohclnnco 1 di porto. •

Inviare Vaglia poetale ttl Cav. LUIGI POZZI - Via Si-

stina, n. 14 • Roma,, •

961 .

SEZIONE PRATI CA

VARIA . Dalla vita di nn cJinico tedesco. Poco prima della sua morte Adolfo Striimpel ! ha pubblicato i suoi ricordi (Mediz. Klinik, n. 14) di cui l1a parlato nel •C ongresso ·di Varsavia. Il modo com e li ha scritti rivela così chiaramente l'uomo intimo: eccellente, ragguardevole ed amabile, quale egli era. Il libro raptpresenta il germanesimo delle provincie baltiche e specialmente quello della dotta ~ lass e bor ghese in una maniera così ipia(!evole che la sua lettura è un vero godimento Sfpirituale. Egli, clinico a Dorpat, conosceva assai bene la vita di quel poipolo. In un brillante capitolo è la riproduzione del tefillPo in cui visse in Erlangen, il 1più importante ·della sua vita per ragioni reali ed individuali, perchè colà si svolse la 5ua personalità, come uomo e come clinico, e pres~ incremento qu el trattato universalmente conosciuto, e cl1e per tanti e tanti anni fu il libro rnagistrale della m edicina interna. P er qualsiasi medico questi ricordi hanno grandissimo interPsse e ,p o ssono considerarsi come un'utile lettura per ogni famiglia. 1

DE CHT A.HA .

Il diogenismo.

\ t . Vondracek (Casopis lekaru ceskych, 21 marzo 1925) . den.ota col termine « diogenismo » 10

sforzo di liberarsi dai r affinamenti della civiltà e di tornar.e a una vita 1pi1ì prossima alle condizioni primitive, così dette « naturali n. E una reazion e al processo faticoso ·dell'incivilimento; ·p orta a sovravalutare le funzioni somatiche,. a da11no di 'quelle intellettive e colturali. Si presenta come fe·n omeno sporadico e come fenorneno en masse. L' A. riferisce la storia di tre 1>azjenti divenuti recordnien dj vaga·b• ondismo I . e che egli stim a affetti da questa forma mentis~ • • Un fenorneno colletti,,o del genere è dato dal boy-. scoutismo. La letteratura di siffatta tendenza si traduce· n ei componimenti idillici: l'Arcadia annunzia. quasi sem pre il collasso di una civiltà. Certe rivolt1zioni :p olitiche sono state 1promo~se• da fattori di diogenismo: così la rivoluzione francese ebbe quale filosofo ispiratore Rousseau, e la. rivol11zione russa Tolstoi. In medicina l'.<\.. diag11ostica .p er diog~ni3ta il' dott. Bleuler, il quale condanna ogni terapia del'. cancro o .del tifo e con siglia di non ripulirsi i denti, se non con la 1propria lingua ... E sarebbero altrettanti seguaci degeneri di Diogene molti « medici naturali ». ed i loro adepti. R. B ,


[ANNO XXXI I. FA3C.

IL POLICLINICO

'962

~ìl

POLITICA SANITARIA E GIURISPRUDENZA "Riconoscimento delle campagne di gue1"1"a pe1" le pensioni dei sanitari. Con R. d ecreto-legge 10 maggio 1925, n. 918, « la disposizione dell'art. 8 de1 R. decreto 7 otto1bre 1923, n . 2349, riguar.dante il riconoscimento delle campagne di . guerra niel computo delle 1pen. .sioni degli impiegati degli enti locali è estesa al personale sanitario dipendente dagli enti medesimi, jnscritto alla ,c assa di previdenza per !e pensioni ·dei sanitari ». , L'art. 8, esteso ai sanitari, ·disipone così: « Ogni campagna di guerra è ·.calcolata come un ai1no di servizio utile 1p er ia 1Pensione, senza che gli inscritti debbano 1p agare alla Cassa alcun contributo per il periodo di tempo corrispondi:n1te. « Il valore . capitale relativo all'aumento dPlla pensione dipendente dal riconoscimento .delle ca1npagn e di guerra, verrà r,orriSiposto alla Cassa di previdenza, all 1atto delle singole liquidazioni, dal Ministero dell'Interno ». CONTROVERSIE GIURIDICHE.

\

X I" VI. - La determinazione degli stipendi e delle indennità da parte dei Comuni che superano il lin1lte legale della sovra:mposta. L'autorità competente ad a utorizzare l'eccede11za della sovrimposta comunale può e deve esaminare, tra l'altro, se l e spese stanziate nel bilancio per gli stipendi degli impiegati, con i relativi aumenti J)eriodici, indennità accessorie, ecc., siano contenuti entro i limiti del necessario; e, 1quando le ravvisi eccedenti il bisogno, può ridurle, 1s enza che possDno farvi ost acolo i regolarpenti organir.i d egli enti locali, la cui a:pplicazione, ogni qualvolta si tratti .di amministrazioni, eccedenti i limiti (lella sovrimposta, deve sempre intendersi subordinata alla approvazione d ella ·spesa da 1parte della competente autorità. Cosi ha deciso la IV Sezjone jl 10 gennaio 1925 su ricorso della Provincia di Milano. In linea di massima la r isoluzione . è corretta. Noi qui la segnaliamo per dimostrare la necessità che gli interessati si assicurino della r egolare e compiuta approvazione dei provev.dim enti della autorità comunale, specialmente quando si tratti di f.o1nuni che eccedono il limite l€gale della sovrimposta, per i quali sono stabilite norme speciali di tl1te la. ~ I-'Vll. -

L'avviso del concorso è provvedimento <leftniti,·o. Il bnnclo di tin con corso, in quanto stabilisce le condizioni e le norme del concorso stesso, 1può \'iolare norme di diritto obbiettivo e qnindi ca-

gionare lesione di interessi giuri.dici come atto a sè stante: verificandosi questa ipotesi, l'avviso de1 concorso, si considera provvedimento definitivo e deve essere impugnato con ricorso al Consiglio di Stato, in sede giurisdizionale • Questa norma è stata confermata con decisione 9 gennaio 1925 n. 92 della IV Sezione del Cons1gl io di Stato, la quale ha considerato « che ogni atto amministrativo, al .qua1e 1possa riconoscersi autonomia di efficacia giuridica e che non sia necessariamente collegato, ai fini dell'esame della conòizione della s ua legittimità, ad atti successivi, deve avere i propri termini di impugnativa, sempre che siano eseguite le notificazioni prescritte dalla .legge per l'inizio della decorrenza del termine » . La giurisprudenza ha più volte riconosciuto tale princi1pio in rapporto agli avvisi dei concorsi, ammettendo soltanto la salvezza della impugnati v~., mediante il ricorso contro il definitivo atto di nomina, nel caso di esplicita riserva fatta dal candidato all'atto della partecipazione a1 concorso.· I

XLVlll. - J.Jicenziamento per fine del periodo di prova. Se ampia è la facoltà discrezionale dei Comuni di provvedere al licenzjamento del medico condotto per fine del periodo di prova, tale facoltà trova però un limite nella sostanziale osservanza del precetto dell' art. 31 ·della legge sanitaria che conferisce al m edico condotto il diritto alla stabilità dopo il biennio di prova. l../l giurisprudenza è stata concorde nel riconoscere che il licenziamento diventa illegittim? quando manifestamente abbia lo scopo di frodare il ~recetto della legge, quello cio·è .di impedire ·ai medico di conseguire la stabilità: nella spec.ie, per il dichiarato motivo di evitare la tacita conferma e per lasciar libera l'amministrazione di portare eventuali innovazioni nel sevizio sanitario mo' tivazione questa accessoria e vana. Così 11a stabilito la IV Sezione del Consiglio di Stato con decisione 30 giugno 1925 n. 192; ma in altri casi - come è stato già rilevato con una no6tra nota jprecedente, circa il tormentato periodo di prova - la stessa IV Sezione, pur rispettando teoricamente i 1Principi sopra esposti, ne ha fatto in :p ratica applicazione tale che ne ha annullato quasi del tutto la efficacia. Queste incerteZZ€ e le contraddizioni che ne derivano, rafforzano la necessità, da noi più volte segnalata, di una disciplina più chiara e rigorosa delle con.dizioni e delle forme del licenziamento p er fine del periodo di prova.


[.i\NNO

XXXII, FASC. 27]

SEZIONE PRAIJCA

NELLA VITA PROFESSIONALE. Cronaea del movimento professionale. Tra Enti Autarchici e Corporazione sa1titaria. Nei locali d ella Confederazione nazionale degli Enti autarchici, si sono incontrati i1 rag. Ghedini, . segretario generale della Confederazioin.e nazionale clegli Enti aut:irchici, col dott. Fioretti, segretario generale della Corpora21ione sanitarr ia, insieme coi sig nori: comm. Francesohini, gr. uff. Rebucci, comm. Stella, cav. Francheo, cav. N-0eeti per . gli Enti autarchici, e dott. G.az21Slla, vice-segretario generale della Oorrporazione, dott. ' Taccino, segret airio gen.erale del Sindacato nazionale dei medioi condotti, dott. Torti, segretario ge11,e ra.le d el Sindacato nazio11ale dei veterinari, dot t. Ohi.ara, segreta ri o ge'lera.l e d0l Sindacato nazionale dei farnracisti. Dopo t111a cordiale e diffusa discu&sioi11e sui r.aipporti eh-e debbo110 jntercorrere fra Confederazione degli Enti ' autarcl1ici e Corporazione sanitaria agli effetti della colla.b orazione. sin1d acale fascista, è stata costit uita llna. Commi-ssione paritetica centrale con funzioni di arbitrato nel campo sindacale per la definizione dei ra1p porti fra Enti lo~ cali, medici eondntti, veterinari, farmacisti e levatrici, inve€tendola an che di funzioni tecniche per lo s,t udio e la formulazione de i desiderata coo1cotrdati fr.a le parti e 1da comunicar si al Governo pe.r la riform a della ]egge sanitaria e per l'e,m anazione · deL relativo regol am ento. L a Commi~~ i onc qu.i11to prima comincerà a. funzion are.

CONCORSI .

,

POSTI VACANTI.

COLLE.SANO (I'aler1no) . - Scad . .'~ l ln:"Y. Per Scillato. L. 82:30, oltre L . 2000 cav. loRIA (L ecce) . Consorzio. A t utto 10 luglio. Tre condotte : una per Idria città e direzione dell'osp edale; L. 11.000, più L. 600 servizio attivo; d.ue per i ron1uni consorziati: L. 9000, più L. 3000 mezzo trasporto obbligat. e L. 500 serv izio attivo. Rivolgersi Segreteria Comune <li Idria. 0RVIE'l'O ( Peruaia). - Scad. 10 lug. P er Corvara. L. 80'10 oltre L. 600 serv. attivo; c.-v. Chiedere av-

.

I

p er t1·as.J. L . 2500 se cav. od automezzo, altrim . L.. 1000; ricostruz. parziale carriera; età lim. 40 a. Tassa L. 50.10. Direz. 0 Sipe<l. se affidata dalla Congreg. Carità. (Girgenti). - Scad. ore 19 d el 15 lug.; età lim. 40 a.; tassa L. 50 (oart.-v. L. 50.10) alla Tesor . com. ; stiip . L. 8500 (in corso a.p.p rova.z.) e 4 quadrienni decimo. RAFFADALI

ROMA. M inistero de gli Esteri. - Oornooa:so per t itoli a oaipo del Servizio sanitario della Con1COOsio11e jtaJ.iana di Tien-Tsin (Cina) . Inden·n ità annua di taels 1400. Obbligatoria la la.urea in medicina. Richiedesi la conosoonza della lingua ing lese. Vedi Gazz . Uff. 19 aipr., n. 83. Scad. 15 luglio. SASSOCORVARO (l'esaro-Urbino) . - A tutto il 15 l u'g., 1a ccmd. ; .ab. 1350, iscritti 550 ; L. 8000 e addiz. L. 2 oltre 500 iscritti; c.-v. in L. 1200; L. 200 per diirez. Ospedale cc L anciarini » . Tassa L. 50 .10. Assunz. della re.sid. entro 10 (sic) gg. ùnilla parteoiip . di nom . · I

S I ENA.

Soc tC t à di E secu tori di Pie D isposizioni .

- i\1edico di Sezione Vice-Dil'ettore del Manicomio di S. Nicolò ; L. 14 .000 e ~ quadrienni decimo; quartiere per fami glia; c . -v . in L . 200 r.11en s. se con fam ., L. 130 agli altri. Docum . .alla Segreteria (via Roma11a 41) non oltre ore 18 d el 10 lug. Età lim . 40 a. - lVIe.dico ·d i Sezion·e ; L. 12.000; nlt•re condiz. come sopra. L' Ammini.straz. si riserva di non conferire il posto q'lla1.o ra lo reput i op1port uno per qu.alsiasi motivo. 'foLVE (BasiLicata) . - Scad. u11 mese dal 10 giu. ; età l. 30-50 a. fatte le solite eccez . ; tassa L. 50.15 al t esoriere ocxmun.; L . 9000 e sei quadrienni. Servizio e ntro 15 gg. TREVI (l)er·ug1ia) . ____, V ERON .\. B refotrofio giu nto . Età . mass. 35 Scaidenza 31 luglio. alìa DiTezione . , r ILLALATINA

P 1·oroga al. 10 luglio . Prnvinc·iaZ·e . - M.e1drico aga. Stip. L. 8000, oltre c.-v. Per schiar1menti rivolgersi

(Oaserta). -

Vedi fase. 24. Se.ad.

12 luglio. •

M e1=1ici che, s ap1pian'o scrivere in modo, seim•p lice e brillante e desideri110 collaborare aid una rivista di propama,nda i gienica popol.ar.e scrivan101: cc Salute e Igiene », Piazza d el Popolo, 18 - Roma (10) .

VlSO.

(F errar a) . - Scad. ] 4 lug., 3a oond. del Forese . L. 10,000 compreso ogni assegno 01 compenso (trasp ., amb·u lat., ecc.) ; 5 quad r i enni decimo. Assegno complement. L . 3000, rivedibile. Osped. civ . Età lim. 35 ·a . Tassa L. 50.10 al Tes . com. D ocnm. !l 3 n :csi. Vot i es.:'lmi singole materie. Cl1iedere a1111 u nzio. PoT·ENZA ProENA (jJ[acera.fa) . - Due cond., di cui una prevale·n tem . chi1Turg.; iab. circa 8000 in 3 con.cl.; L. 8000 e tre quadrien11i dee. , oltrH c.-v.; PoR·ro"à-1AGGIOltF.

NO M INE, PROMOZ IO NI ED ONORI F ICENZEr

L a Facoltà 1\1.edica <:l i Roma h a ohiamato il proif. Attilio Bona11ni, dell'Università di Pavia, alla ca.t teùra di materia medica e farmacologia. \

Il prof. Pier Lndovicoi BosPllini, direttore della Clinica dermosifilopatica dell'Università di Roma, è stato i•n signito - mofu proprio del Re - della cormme11da d·e~l ' Ordin e della c .o rona d'Italia.

I


964

IL POLICLINICO

NOTIZIE DIVERSE. La Croce Rossa Italiana per il giubileo del Sovrano. Il Presidente dell,a Croce R ossa Italiana sena' tore Oiraolo, accompa.gn.ato dal vice Presidente sen. 1\IIarchi.afava e dal Direttore generale ;prof. Cesare Baduel, ha p,r esenta.to al Re un·a medaglia d'ioro che il Consiglio Direttivo del Comitato Centrale aveva <llelibe:rato fo&.c;e ooniata in occasione del 25° anno di Regno come om·a ggio di riconoscenza della C. R. I. a1 suo Alto P atrono.

Ci si comunica: La Classe Medica I tali.ana do1p ,01 aver celebrato il suo duplice ardente rito di fede e di amore innalz.ando, in Firenze, il Monumento ai colletghi morti in gner.r a, e dopo aver esaltato cori. alto fervore il loro eroismo nel cc Libro d'Oro » ove per j posteri, le tombe ammonit1ici dar.anno luce, si fa adesso un nobile ·d overe ascoltando la voce dig11itosa ed accor.ata .clelle madri e <le,g li o•rfani ormai f,atti grandi e quindi più bis101gnosi <li tute1a e di aiuto. La promessa istitl1zione delle borse di studio è -Ormai un fatto comipiuto.. I Medici d'Italia concordemente hanno deciso di assistere i figli dei colJeghi caduti perr I.a gra11dezza deJla Patri.a fino al com1Jianento degli studi superiori , fino al giorno in cui da soli potranno .affrontare le asprezze della vita. E pe r poter far coincidere l'inizio di quest' ope ra dii assWtenza con il Giubileo della Maestà del nostro .Re, s'è deci&o di concedere subito, .anche per qt1est'an.ruo in co1~so, le borse di studio. A tal uopo )a Commissione presieduta dal gen . med. Francesco Della Valle, e com1posta dai: sen. Si1nonetta, ge•n . med. prof. Bad.u el, prof. Silv.agni, prof. Gallenga, ge1n. m€d . Repetti, col. prof. Santamaria, dott. Fatichi, dott. Rocchetti, d 01po ampia discussione a cui ciascuno ha portato la no.t a elevata d el proprio sentimento e dopo un esame accurato delle doma11d e pre.sentate, ha concesso1 numero 29 borse di st.udio da L. 1000, '1500, 2000 ed ha me o a disposjzione Ya.Ii posti gTatuiti all'Istituto orfani dei Sanitari in P erugia. Ecco i nomi degli Orfani a cui è stata concessa la Borsa: :!\Iario Paoletti, Scolari Giovan11i, Se.o.. lari Gualtiero, Bruni Bruno, Bru11i l\fa11lio, Chiarava llotti L11ca , Lori.a Giuseppe, Zarri L uigi, ~fae­ stri \ Tnlentino, Roberti l\Iichele, Cavatorti Pier Lui·gi :\i[ereo Franoooco Mazzocchi Giulia, Tosi Carla, Baiocchi ~!aria Luisa. Cilento Teresi111a, D ogli Oddì Maddalena, Chiaravallotti Anna,, Pia.o .. 1 tti Iola11cla, ..Arcangeli Alfredo, Se11si Alessandro, Di l3<1'necletto Grazia , Di Benedetto \Tincenzo, Rt1occo J>ietro, Gazoppi Carlo Lonzair 1\1.ario, Di ~1urro Giulia. ( i11ffo Ga.b riella, Ruocco Alessa11dro , Bian1

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1

C'hi Ct "a.re. L'~'" i~t<' nza

c;.arà eontinuata dal Comitato ner gli an n i succe .;;.i,·i fino al gior110 in cui persi terà il bi~o~no da parte degli orfani.

XXXII, F!.'5C. 27J

Per tutti gli schiarimenti e l e informa°.2Jioni rivolgersi al Segretario generale dott. Federigo Bacchetti, Direttore del Sa.natorio 1\iiiJ,i tare di Anzio (Roma). '

Società Psicoanalitica Jtaliana. È stata fondata in Teramo, il 7 g~ugno1 1925.

1

Le borse di studio agli orfani dei medici morti in guerra.

(ANNO

Il Comitato cli Direzione è costituito dal prof. Dario Ma-estrini, ·d al prof. Levi-Bianchini Marco e dal c1ott. ·Edoardo: Weiss. L'organo uffici~le delJ,a Società è l',« Archivio' Generale .di Neurologia, P&icl1i.atria e Psicnanalisi » - Teramo (Abru zzi): Ogni eventuale co1nu11jcazione va diretta all'indirizzo del pr1of. M. L evi-Bianchini, direttore òel JVIanicomio Provinciale - Teramo (Abruzzi).

1

Lega italiana contro il pericolo venereo. Il gio!l·no 16 s'è riunito il Comitato Direttivo della L ega contro il pericolo venereo che ha pr€oo in ~same u11a l ettera della Direzione Generale d ella Sanità Pubblica e un'a.Itra dell'Unio·n e Int ernazionale contr.o il pericolo venereo con sede a Parigi, riferentesi alla proSlSima riunione autun- · nale. Il Camita.to ha deciso pure di prendere in <:>oome nella prossima, riunione le proposte fo'l."mulate in riguardo al servizio profilattico celtico dal recente Co111gresso d~ll' Associazione profes~ionale dei dermosiifilO'grafi italia11i tenutosj a. To1rino.

Corso di perfezionamento in Medicina del Lavoro. Il corso, al qua.le si sono r egolarmente inscritti 34 medici, s i è s:volto pres.so la Clinica delle Malattie profes-sionali a Napoli dal 20 aprile al 20 g-iug110, in 70 l ezioni . Di queste 15 sono state tent1te dal prof. Ferrannini smlla legislazione ,.del lavoro e della Previdenza sociale e su varii casi clinici di _PatoJogia del lavoro, 15 dal prof. T. Carpentieri che ha esposto sti.soom.aticamente la P~­ tologia professionale, 19 da fu11zio1I1.arii medici de]Je Ferrovie del1o Stato ap.p os itam·e nte inviati pe1· t rattare argomenti di medicina fe·r roviaria, 5 dal prof. Galbo (consulente medico del locale compairti,m ento della Oassa Nazionale Infortuni) sulla infortunistica., 3 dal dott. Beltrano suI.la medicina tran1Yiaria, 1 dal prof. G. Graclenigo sulla simulazione e dissimulazione deJ.la sordità, 1 dal dott. Giannini della Cassa Nazionale per le Assicurar zioni Sociali &ui compiti sanitarii della Cassa, ed 11 sono state esercitazioni v.a.rie che ha fatto il personale della Clinica. V i sono state inoltre diverse visite agli stabilimenti industriali ed ai principali istituti assi curatori. Il prof. G. Loriga, · esipressame•n te i11viato a.il 1\IIinistero dell'Economia Nazio11ale, ha tenuto la, lezione ·d i chi11sur.a sui n1uoivi orizzonti dell1'igiene e della pxevidenza sociale Cld ha assistito agli esami. . !\gli . esami si sono presentati tutti gli inscritti meno t1110 oolo, ed 11anno tutti riportato l'approvazio11e ottenendo 14 la cla.ssàfica di ottimo, 9 di lodeYole e 10 di bene. Due premi di 300 lire ognu~ no sono stati a.sseg11ati ai dottori Paggi Giorgio


I I

[ANNO

XXXII,

FASC.

27}

SEZIONE PRAT CCA •

e Spaidetta Gusta.vo che hanno fatto il migliore esa.m e; ai dottori Da.n te Giuseppe e P olito F!ilippo è stata restitl1ita la tassa d 'inscrizione a l corso. Inolt r e 1000 lire assegnate dalla Croce Rossa per i suoi medici inscritti al corso e che avessero dato il migliore esame, sono state divise tra i dottoi·i Di Maso Giuseppe e Manes P asquale.

Corso di perfezionamento. N ella R . Università di Siena si terranno: un corso bimestTale per .aspin.,'tnti ufficiali sanitari; ii1izierà il 15 luglio; tassa L . 300; vi sono ammessi laureati in medie. , zooiatria, chimica e farm., scienze a.grarie ; un corso teorico pratico dimostrativo sul oan-0ro, dal 15 luglio al 15 agosto, affidato al prof. O. Bar baccil, coadiuvato dal prof. B. Lunghetti; sarà diviso in due parti : l'una teorioa, ad iscrizione g r atuita, l'altra pratica, per la quale è fissata la tassn. d'iscrizione di L . 150. Gli orari Dono combinati i n mo1do da conse.n tire la frequenza contemporanea dei due corsi .

Consiglio superiore <li Sanità. Si è ad un a to i 11 sessione ple11aria il O. S . S., sotto la presidenza del sen. p.rof. Marcl1ia.fava. Daremo pros.sin1amente u n resoconto d ei lavori compiuti .

·v igilanza Igienica sugli acquedotti. Il Ministe1·0 dell'Interno ha diramato ai Prefetti una circolare n. 2017~-C, in cui richiama ed illustra precede·nti disiposizioni p er intensificare la vigilanza sugli acquedotti e sul loro eseTc1z10.

XXV anno di laurea a Padova. I laureati del 1900 d ell'Università di Padova che inten don o festeggiare il 25° anJ?-O di laurea, m.andino l a loro adesione al dott. Umberto Grand is, Ci11tCJ. Caomaggiore (Venezia), che li informerà p er lettera del giorno e dell'ora del r itrovo. 1

1

In onore del prof. Chiusoli. Il pr of. Vittorio Chiusoli ha lasciato, p er limite <li servizio, dopo 33 anni, l'Ospedale Civile di Ravenna. Vi gil1nse n el 1892 proveniente dalla Clinica di Augusto Mu rTi del qt1ale fu aiuto stimatissimo. Per la sua vasta cultura sia nella scienza medica, come 11elle comrp1.ementari di fisica, chim ica, scienze naturali, p er l a sua scrupolosa one.stà, per la ge.ntil·ezza e bontà d'animo, è stato 11el t1·ente11nio ·di suo esercizio prof€1S!Sionale in Ravenn.a molto a1pprezzato e ben voluto dai medici e dalla popolazione. Il 13 giugno i medici ri-co nosce11ti gli hanno offerta i1na bellissima medaglia d'oro, opera dello scultore Arrigo Mjnerbi. E chiamato p er concorso a sootituirlo il prof. Francesco Schiassi. aiuto della R . Clinica Medica di Bologn a.

965

NICOLA GI.AN.NETTASIO era nato .a Oriolo nel comune di R ossano Calabro nel 1865 e si l.aur eò a Siena nel 1882. Assistente prima 'e per parecohi anni alla cattedr a di !.11atomia umana .a Siena, poi a. quella di Patologia generale, passò dopo un b reve periodo in cui fu .assistente nella Clini-ca Oculistica, .a que.l la Chirurgica, dov.e sotto Ja direzione del N ovaro fu prima assist ente e poi aiuto, c01ntinuando j11 tale ,ufficio a B-0logna dal '99 fino .al 1902; qui ve11ne anch e incarioato dell'insegnamento della Medicina operatoria. ' Libero docente di patologia chirurgica, di cli11ica çhii:urgica e medic.:ina oper atoria e di traumatologia, ipre.se parte a vari concorsi a cattedre uni\ersitarie, fu compreso nella terna per il posto di professor e di patologia chirurgica a Catania, e d ebbe lusing hieri gi udizi, anche recentemente, ne1 concorso per la Clinica Chirurgica di Padova. La. sua ipreparazione ba.sale e la su a esperienza chirurgica erano come si vede -0 ttime, e lo dimostrò nella pratica, {!Ui si qedicò coll' e11tusiasrno e colla vivacità clel suo caratter e genieroso. . Chjr11rgo p rimar io a Grosseto e a R avenna, poi da lunghi anni a Firenze n ell'Ospedale di S. Giovanni, fu dovunque larg.an1ente. stimato e .am·m irato nell'esercizio p.r-0,f esisi.onale. Ottimo oollega e cittadino esemplare fu a Messina e ad _i\...vezzano a prestar l'oper a su.a in occas ione del terremoto e durante la guerra diresse la quar ta Ambulanza Chirurgica con .alto senso di civismo e con coraggio sereno profondendo il suo illuminato soccor so in condizioni spesso assai critich e, co1ne a Devetaki s ul Carso e presso il Montello dopo la rit irata. Fu ainche a Fiume con D'Annunzio n.el '20 a dirigervi il servizio sa.n itario. Pri1no propo.~,e e usò nel trattamento d elle feTite i nfette gli ipocloriti coJ suo clorosol, precursor e del Dakin e del Ca.rr·e l, i c·ui liquidi a base di ipocloriti ebbero poi ll3!rga d i ffu.sione. Una sua monogr.afi a sug1i « addominali di guerra n è un saggio assai notevole d i chirur gia 11elle ferite ·dell'addome da armj da tuoco. Ha vari allievi, valorosi cl1irurgi, oggi in -0spedali in1portanti, e 1Jn gr a-nde numero di amici ed estimatori, cui l' annunzio improvviso della su a morte è stato di dolorosa sorpresa, p-0ichè ancora valido e fattivo eg]i era nell.a sua vigorooa maturità. R . A. 1

1

Dal Ministero degli Esteri del Belgio è stata partecipata, al paese 11atlo, Loro Piceno (lVIaoerata), la morte del colleg.a ·d ott. NAZARENO GRISOGANI, laureato jn Roim a, iavvenuta in u n i11ciclente di caccia n el Oo,n go belga il 16 maggio. Ne facciamo le condoglianze alla famiglia e ai conterranei. G. L.


lANNO XXXli, FASC. 27]

1L POLlCLlNICO

RASSEGNA DELLA STAMPA MEDICA. &'az . d. Ii6p., 10 gen. -

H. REDON e A. HAR-

n1 ~1tGER .

Gangrooa senile . J ourn. Nerv . a . ]J ent. D is ., gen. - W. A. 'VHITE. Il metodo com.par.ativ.o in _psichiatria. 1\1. W. PECK. L a vita se&su~le nei collegi. R iformo. 111 ecl., 5 gen . - U. DI GIACOMO. Glicemia n elle s jndron1i parkinso·n iane e n·e l Parkinso11. - G. l\tlALtGHRETH. Emoclasia digestiva. Annale .~ l nst. Pastewr, dic. H. STASSAUS. · Travasa1nento asettioo di liquidi ~erili . - L ETONTURIER, DE MARQUEISSAO e J AMOT. Profidassi delJa malattia d el sonno al Camerun. . P ediatria, 1 gen. - S . FABRIS. Sviluppo corpor eo e tub. il1f ant ile. - G. B ATTINO. Raipporti fra herpes z.oster e varicella. Arch. de l\1ecl., Oir. y E sp ., 10 gen. - F. J. 0N'IIVEROs . L e s indromi striopallide tossiche. R iv . Ospedal ., 15-31 dic. - M. BoLAFFIO. Irradiazio11e d e lJa milza nelle m etTopatie emorragiche. R ev. 1lled. d. Urugruay, ott. - M. PAREJA-HORMAECHE. Dilataz. f amiliare del·l 'a. polm. ll! ediz. Klinik, 1 fe b·. - F. GLASER. P .rogr€&Si nel ca1np10 de~ s:ist . nerv. vegetativo. J. SIL. Azj one inst1linica ·di p·r aidotti vegetali e loro es tra tti. D eut.sche ]1."ecliz. Woch., 30 ge n . - O. W1NTER. Prog ressi e prob,le mi d. ginecologia. - R. WEIOHBltODl'. L.e p•sioosi en·d ogene e loro trattam. ]filnch. l\lecliz . Wo ch., 30 gen . - F . WEINBERG. Pr.e stadio e stadio precoce d elle anemie pernicio8€. B. PFElFFEH. Chea:noteraipia della pairalisi . progressiva. B ull. A c. de ~l éd . , 20 gen. - J. KuNSTLER. L a depur.az. s anit. delle ostriche. O. LA URENT. Azione cicatrizzante del formolo nell' epitelioma della f a C'cia. Brit. 1\lcd. ,Jour-n ., 28 feb . B. MoYNIHAN. Alc11ni ruspetti della. colelitiasi. A ct a J.\Iedica 1~cand-inava, VI. F. BREIUJ.1 l/immu11ità n el tifo petecchiale. E. THO].!SEN. Achil~.a neurogen.a e cellulare. H. HANSBORG. Prognosi della n efrite sca.rlattinosa. H aematolog·ica, 2 . - V. ARIALA. La emoclasi. G. li'ronITC. Fagocit osi delle pias trine . B. $ALKlND . Sosta11'ze proteiche del sangue nel~ a tbc. e altrP forme mo1·bose. J ournal .4.m. -P.tecT . A ssoc., 14 feb. - C. A. ALDHICII, R. B. G1HsoN, R . N. LARIMER. Edema gen e ralizzato. J. B. BILDERBACK. Acrodimia. W . F . H ENOERSON. Antiperistalsi del d11ode110 nelle 1

parn ito i. I'ed 1atr., 15 feb . -

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[.L\.NNO XXXII, F 4sc. 27]

SEZI ONE PRATICA

967

Oult. Stomatol ., feb . - C. CAVINA. Cura delle Rev. es·pan. de Med . y Oir., mar. - J . S . MAR.Ti .. nevralgie del trigem . Errori e difetti diagnostici . - A. E . CosTA. L 'eMorgaani, 18 gen. - G. B. CAPUTI. il sjero quilibrio acido-hai.se del samgue. - M . T ORELLO. d i sangue l1egli anim . in crisi ·d i rigener<~z. emaL'agente della s>Ca.rJattina. 1 ti ca. Rass . intern. di Olin. e Ter ., gen. - ·P . D EL Jo11/rn . de M écl. de Paris) 17 gen. - R. DE MÉ- TORO. Azione del1a -polpa testicolare n.ell' attecchi»EVICILLE. L'asma dei bronchitici, suo trattam. mento degli innesti cu tanei. in.alator:Lale. Lancet, 14 mar . - G. R. MURRAY. I gem€1li Ann. di Oftal·mol. e Oli.n . Uculist., 9-10. - L . i1ella salute e 11ella malattia. - W. R. CAMPBmJ..L. l\1AGGIORE. L'ora ser rata nell'occhio umano. - P. Il s intorm·o glicosuria. SPECIALE-PiccroHÈ. Linfooni d elle palpebre . - 11Jo1"rn. Trop. ~1ed. a . Hyg., 2 mar. - W. E . 12 .. L. l\1AGGIORE. Lussaz. del cristallino. - N. ScADEEKs, W . M . HEWETSON. Eziologia della febbre· LINCI. Alte.r azinni del vitreo. · emoglobinurica. I 1lev·ue Franç. de Gyn. et d'Ubst ., 10-25 gen. ' Prensa lttl ed. Argent., 10 feb . -- l\il. R. CAsTl'lX E. VElLLARD e J . CREYSSEL. P seudo-flemmone sue D. GRE~NWAY. E n tozoon osi e tossiemie intesti-: periore del legam . largo, peritonite su p1pu rata in.1.1ali . , cistata peri.tubaria. Prensa MérZ Argent ., 30 gen . ·- M . R. 0ASTEX.. Pensi.ero Med., 31 gen. - E. MARAGLIANO. Lee D. GRRENWAY . L'~ntoz0io1si in raip1porto con la zio11e di ohi usura. 'Atf orqo,gni, 8 feb . - O. BoRIU. P ato.g enesi del'la tossiemia intestin. ureteri drosi . (Jsserva.tore M ed., gen. - A. PIAZZA MissoRICI ... Cisti rare .d ella regi-0ne mastoi.d ea. Gazz. d . Osp. e d .. Ol., 1 feb . - G. OrNTi. Inf~ammaz. surprpurativa della cwpsula oollulo-adipoSJa /3oc. d. Hop.__, 19 feb . - LEsNÉ e DE GENNEs .. del rene. Zona e varicella. L . BABONNEIX e M. LÉVY .. 1'1.inerva Med ., 10 mar. - L. Bonnio e C. GAMCorea congenita. NA. Cisti dermoidi del mediastino anter. J ourn. de 11! éd. de Paris, 21 feb . - L. LEEN-· Riv. di Cl . 'JJJecl ., 15 feb. - F. SoHUPFER. TifoHARDT e . M. -T ·H. SE.NTIS. La neurolog~a infantile. bacillosi. Journ. de llféd. de L yo1i, 20 feb. - Numero~ B 1t.ll . .4.cad. de M éd., 10 mar . - JAUREGUI e sul1a medicina infantile . LANCEr.r,oTTI. Sieiroterapia d.e lla sifilide. Riforma Jfed., 9 feb . - D . TADDEI. L' ulcera ga-· Presse Méd.) 4 mar . - G. DuRAND e M. -E. ·B1strica e du1ode.nale dal punto di vista chirurgico. NE'l' . I,e tiflooo1lecistiti croniche. 7 mar . RIM- A . P IAZZA ìVII:SSOltlCI. ~ntigeni per l a R. vVasBAUD e BouLE·r . Il riflesso di Bechteirew-Mendel. serrrnann . - L. DuPuY. Sulla riserva alcalina. - PETZETAI Deutsche M ediz. lilì' och., 20 feb. - A . GoTTST'EIN. Kis. Lo stov.arsol nelle parassitosi intestinali. }.f ediz. J(linik, 6 mar. L . K UTTNÈR. Emate- La sensibilità indiv~duale alle mial attie epidemiche. -- H. REITER. Coltura p l1ra di Spirochaete· mesi, enteronragie, p erforazioni. - E . AnDERHALdenti11,ni . - F. WIRZt L a ionto&oresi . DEN. Gli stati latenti. I

I

Indice alfabetico per materie .

Pag. 959 Anemia nell.a nefrite. azotemica )) 959 Anemia perniciosa~ casistica • Anemia perniciosa trattata con l'aoido . )) 959 a:rsen1oso . • )) 957 Bibliografia . . Concorso: l'avviso del - è provveclimen)) 962 to definitivo )) 953 Crisi g.astric~e )) 963 Cro naca del mo·vimento professionale • 1 )) 961 Diogeni~mo : il E ohin-0coccosi: intradermoreazione . di )) 960 Casoni )) 941 E $antemi ·cla canfora . )) 956 Fimosi : trattamento nell' i11fanzia • )) 949 G&ASSI G . B. : biografia . • Licenzia,1nP.nto per fin e <.li. periodo di )) 962 provo, . ltoma - i:;tab. Titpo-Li.t. Armani di M . Co·t iITi&r.

Linfo1g ranuloma : .auto-v accinot;erapia

.

Mielosi acu ta col quadro clinico d'intensa e.morragia gastrica . . . . NefropieJiti acute e subacute . P ensioni dei san·i tari : ricon,osc.imen1to delle campagne di gu.er1·a . . . Sierodiagnosi della infezione tifoide . • SoJuzione di Preigel Stipendi e indenn·ità nei Cowuni che superano i l limite legale della sovrimpo'sta: de·te·rminaz,ione . . . STRUMP"ELL A . : ricordi. S upe·r ficie del corpo ·umano : metodo em pirico per calcolarla . . Temperatura e metabolismo . . V.

ASCOLI. Red

Pag . 959'

)) ))

959 934

)) ))

962: 948.

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961

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96(}

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960

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(PAGINA DELL'AMMISrt'RAZIONE)

IL POLlCLIYICO

SEZ. PRATICA

FASO. 27 . •

Nuove Monografie della nostra collezione: .

Dott. ENRICO TRENTI

(18)

Assist ente nella R. Clinica Medica di Roma

IL GRANULOMA MALIGNO

(MOR BO

DI

HODGKIN)

Prefazione del Prof. VITTORIO ASCOLI Riiportirum-0 . ùa 1b.reve mia. · significativa p.refazione con la quale il Olinieo Medioo di Roma presenta il voli.11ne del Dot.t. 'frenti: · cc Il morbo di Ho.d gkin, che pareva, piuttosto I ..a.ro·, risulta,-aJla. nostra. attuale esperienza

abbastanza·coim une. La na.t ur·a di es·SO· presenta, tutta.v ia, a.Icunchè di misteriooo. Ogni contributo che ne illustra il qua,d ro clinico, le lesioni, la genesi e la cura riesce quindi opportuno ed utile, tanto più quanto meglio e~sa, è ma1teriato di fatti e di pro·ve. cc Lai ricchezza di documentatZioni è il princ.ipa.le pregio· della. mono·gr~fia che il dott. Trenti ha. ela1bo·r a.t o e.o n cura e discernimento r·a ro in ba.se ,a, tredici ca,si della mia clinica. « Il 'Tol11me (\el 'l'renti, semplice e perspicuo, sarà bene acc.o lto e da.g li studiosi della patolo·g ia e dai medici pratici, perchè a1g gio·r na., precisa, e delucida. i n11merosi p1. .o·blemi che impr~nde a studia.re». Proif. VITTOH-IO .AscoLI. 1

F

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Roma.) maggio 19~5 .

SOMl\ilARIO . '

l>REF..\ZIONE. - INTRODUZIONE. - PARTE PRI:l\IA. Ue.nno .st·orico - I ri.sultat·i rl·ell'osservaz·io11.e clinica : Età, se&5IO - Sintamatolo1gia - Ghiandole linfatiche - Millia e fe~ato - Temp-0ratura - Sa,ngrue - Ma.nif.estazioni cutanee - Reni - Si·n tomi eccezionali - Aip•p arato roopirato,r io - ~..\p1p .ar.ato 1digerente - Siel'<)ISS - Scheletro - Quad·r i clinici. Il reperto anatomo-pu.tologico e le ricerche istologiche : Amatomia p atologica · l sto-patologia. - Eziologia : Rapporti d.el granuloma inaliguo oon la tuberoo1osi - Ripro·duzione sperimenta.le - Germi vari - Il Oorynebacter ium .cli Bt1ntmg - Protozoi. - PARTE SECONDA (Osservaz.ioni per sonali). - .~f.~tdi9 clinico : Età, sesso, eredità - Ini~io 9-ei primi sintomi - Diffusione Mscliastino - Milza e feigato - Teim.p eratura - Manifesta~ io11i cutan ee - Sangue - Urine - Altre manifesta?.. inni (pleurite, lesioni ossoo) - Rioer che biologiche (Outi.r eazion.e, rea.zio.ne di 'VasseTmann). - Ri<}f.tt h e istologiche: Bio.p sie. R icerche. ezioLo·giche: Colture €<l inooulaz.ioni negli animali. - D iagnosi. - P rognosi. - T erapia. - AP~ENDIO». e .a.si clinici (I a XIII). - BIBLIOGRAFIA.

DI

1

Un vo1um-e in 80 fN. 13 .del1e nostre Mono.g rafie Jnedieo-ohirurg iche cl'attualità) di 176 pagine ni t i<lam€11t e stampa.to eo11 18 fig111'e e 9 tab.el1e, te:rmometricl1e i11 tavole fu.o ri te6to . Prezzo L.18. - P er i nost ri abhonati sole J,. 16,50 fr.anco di porto.

Is

Dott. Prof. O. VIANA

(12)

Direttor e della Mater11i tà, Brefotrofio e Scuola di Ostetricia in Verona.

Ginecologia e Secrezioni . interne Breve saggio ad uso dei Medici e degli Studenti Prefazione del prof_ N. PENDE

Ul

SOMMARIO.

ot

PREFAZIONE. - AVVERTENZ.A.. - INTRODUZIONE. - CAP . J. Gli organi della se.erezione interna ge11it al~ · la gJ1in.ndola interstiziale. - 0AP. II. Il oorpo luteo - Me&truazione e cri.si puberale. CAP. lII. lVI.alattie genitali da alter.ata secrezione interna dell'-0vaio - Metropati.e emorragiche - Annessi ti non infettive. - CAp . I V. ~1iomi ed ovaio. - 0AP. V. l 1e ipoplasie e le irusuffi.cienze fu nziònali uteroovariche - Dism enorrea, - Infantilismo1 - Clorosi · Disovarie . - 0AP. V 1. Tiroide ed organi genitali; stati ]ipotiroidei - Morbo di FL_t\IANI-BASEDO'V. - CAP. VII. l 1pofisi e genitali; sindromi ipofisarie - Acromegalia - .D istrofia aidiiposo-geinitale. - ( JAP VllI. Epifisi - Surreni - Timo, pancreas e genitali. - f'AP. IX. L a ma.monella come oJ:gano a &ecrezione interna. - CAP. X. Endocrinologia del clin1aterio. - CAP. XI. Costituzioni e malattie ginecologic"11e. - C r..P. XII. Opoterapia gineoologica.

sa

BI BI,IOOH..\FIA. •.

Un volun1e in 8° di pagg. VIII-176 (N. 12 delle nostro )Jonografie medico -chirurgiche d'attualit.à) nitidnu1ente stampato in carta semìpatinata. Prezzo L. 18. - Per i nos tri abbonati sole L. 16,50 1n porto franco . Per otte11e1·t! ']t-<an,tu sopra indi,rizzare Vaglia Pustale al Cav. LUIGI POZZI, Via Sistina 14 - ROMA

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Roma, 13 Luglio 1925

ANNO XXXII

Fase. 28

fondato dai professori:

GUIDO BACCELLI

,

FRANCESCO DURANTE \

SEZIONE

CAPO:

R EDATTORE

PROF.

PRATICA

VITTORIO ASCOLI

SOMMARIO. Riviste $tntet iche . G. Giot>gi: J l bismuto 11ella teraipi.a della si:fùli<le. Osservazioni cliniche : N. Sassone: Sopra un caso di

a-scesso cerebra.le traumattic::>. Note e contributi : F. Tallo : Influ.e•nza dei succhi di v egetali freschi (Vitamin-e veget?.li) s ullo SJVilup;po batterico. · " Sunti e rassegne : INFEZIONI: P. Sdro·do,velci e E. Brenn: Sulla patogenesi del colera. - S. Kliichm e G. Viigodts.chikoff: Vaiccinazione ,a nti.c ol eri·oa iper via -0rale. VIE DlG·ERENTl : V. Or:iitor: Ulcera e carcinoma dello stom aco. - Sch,varz: 11 problema d eU'ulcera-carucro daJ punto di vi•3 ta raidiologico. - J. Sherren: Un.a lrinea di condotta nella emaJtem·esi e nella melein.a a 0ut·a . - S1STF.JMA SCBElLE'.tR ICO: II. Roger, J. Reboul-Laiebiaux, J. Ratb elot: Algie .cruro..eciatiche sintomatiche di frat-

tura ignorata <lel ooll : > del femore. - Souquee, La.fouroaide, Terri-s: Verte bra d'avorio in m·etasitasli. cancerosa vertebrale. - G. Sorrel ·e A. Delahaye : Epifisiite delil'accrescimento ed i!! p?.rti.colare diell'·ewifisite vertebrale dolo·rosa de~li a.do~esicenti. - Lécène et Mauchet: Contri buto alla patogene.:d. della, ~·c.aJ'oidtite tarsica degli a<lol€Gcenti.

Noti;zia bibliografica. - cenni bibliografici. Accademi 21 Società mediche, Congressi : R. A·CIC:iidemiia lVIedica di Roma. - R. A.ccademia Medico-Chirurgica di Nauoli. Appunti pel"' il inedico pratico : CAS ISTICA: SuJ P 'S e'\lld01coma 1d·iaAb etri1co. - L'aesaJ..uria. - TERAPIA : Indi cazio.ni e contrei1n.dtcazioni deJ.la baln-eoteraipia. - Il bagnQ interno subacqueo. - L 'azione tera;peutica dei f,an.g hi termali. - La r aidrliotera;pia d-01po l'Mnlputazione del seno oarcin omat.0~310 . -- NOTE Dl MEDICINA SCIENTIFICA : S11i raipporti fra trombociti e secl'lezion,e interna. IGIENE: Le ostr 1ch e quali veicoli dei baoi~lli del tifo. VARJA : L. Asc.hoff : Aforismi sul co•n.c etto di infìamma-

z1onoe.

Politica sanitaria e giurispru~enza: G. SeJ.v,laJggi: Controversie giuridiche. Nella vita professionale : MEDICINA SOCI ALE: Il •.}ontagio venereo-sifi.·l itioo può essere cons~derato 1lesione tPe11sona,le? - Concort:ii. - N omine, proimozi·O'J11i ~d· onorifi-

cenze. Notizie diverse. ~ assegna della stam9a medica. • ndice atfabètico per materi~ .

Diritti di proprietà riservati. - É rietuta la 1"1p1roduzione e.ii la'11ori pubblicut1 nel POLICLINICO e la pulJbli~azionP dei su-rtti d 1 essi senza citarne la font e.

Memento

A1 pochi abbonati che non hanno ancora inviato l a i a rata semestrale oell' abbonamento in • corso, rivolgiamo preghiera di farne sollecita rimessa. L'A MMINISTRAZIONE.

RIVISTE .SINTETICHE. l STIT. DI CLTN. l\IIED. DELI.A R.

Prof. V.

UNIVERSITÀ DT R OMA

ASCOLI.

Il bismuto nella te1·apia della sifilide. Rivista sintetica e critica p er il clott.

GIORGI, Cél41) . med. R . Esercito, assistente militare.

GIORGIO

La cura della sifilide con il bjsmuto ha assu11to una jmportan za grande per i risu ltati favorevoli ottenlLti dagli studi e dalle osservazioni cbe si sono susseguite e inolti1plj cate p er opera dei ,p iù r ep11tati sifilografi di tutte le nazioni, dopo le prime ricercl1e di Levaditi e Sazerac: sulla c;ifllide sperimen tale e di F ournier e Guénot su quella uman a, per cui può riuscire u tile, do1po 4 annj di esperienza, dare uno sguardo complessivo d'insieme al vasto problema. In gen ere quando compare nel cam1Po della terapia un medicamento nuovo, anche se ne esistono a ltri specificj 1p-er la stessa forma morbosa, si assiste al fenomen o di un entt1siasmo collettivo per il n uovo preparato; ma 1p oi passato questo primo periodo. il successo yjene ridotto nella 1

1

cerct1ia del suo reale . valore, 01p·p ure si determi11a il lento e progTessivo tramo11to del rimedio, quando questo non ip oggi su basi sicure di 53.!li criteri scientifici o non ven ga sosten11to da u11a Yasta esperienza clir1ic a. Be!lcl1è esistano altri due energici rirnedii antiluetLci, tuttavia l'?-rricchirsi della terapia di un altro mezzo di cura ài fronte ad una infezione così grave, così ·diffusa e con le pi'l1 diverse e varie manifestazioni, rappresenta incl ubbiamente u11 grande 1p rogresso. Il bismuto è stato esperimentato p er la prima Yolta n el 1889 da Balzer ,come possibile rin1edio n ella sifilide; però avendo l'autore os5ervato neJ corso delle sue ricercl1e delle stomatiti. e delle enteriti dissenteriformi mortali, abbandonò i suoi studii. Pit1 tardi, n el 1916, . · auton e Robert dimostrarono cl1e il tartrobis1nutato di sodio e potassio agiYa ir·r eventivamente ed ancl1e curativamente llella spirillosi dei polli. Tale era lo stato della ·question e, quando nel 1920 SRzerac e Le\·acUti ripresero lo f:tudio della azione curativa del bismuto n ella siftlide sp eritnentale del conjglio , sulla spirillosi SJ)ontanea di rrt-.csti nni1nali e su11a tripanosomjasi. p er 1nezzo

'


I

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IL P OLICLINICO

ù i iniezioni sottoc utanee e intramuscolari di ta-

trobismutato di so·dio e .p otassio in sospen<:ione oleosa. In seguito ai risultati favorevoli di queste ricerch e iniziar ono la cura d el bismu to nella lue un1ana, rilevando che .questo sale determina la c;comparsa rapid a del treponem a 11elle lesj0ni aperte e la cicatrizzazione di qu este in iporo tern1po, agendo con efficacia sulle adenopatie primarit> e secondarie e i nfluenzando favorevolmente le lesioni ter ziarie.

[.i\NNO

FASC. ~8}

1 .' EFFJCACIA DEI BISi.VTUTO NELLE VARIE ~IA~IFESTAZ10N1. ~el

p assar e in rapida rassegna i risultati ottE'11uti dai numerosi autori che si sono occupati d0ll'argomento, l'esposizione riuscirà 1Più chiara · esarninan do l 'azione curativa del bi$muto nell e singole manifestazioni dei varii stadii. ulle z.esio11i primarie i sali di bismuto svolgono in genere un'azione molto efficace; infatti dopo cir ca 48 ore dalla prima in iezione secon do E scher, o al mass imo dop o la seconda (Pasini; , il treponema non viene più trovato alla superf1Subito dopo, Fot1rnier e Guénot, iniziar ono lo studio ·di controllo d elle ricer.che di L evaditi e .cie della lesion e nè all' ultramicrosco[pio nè ol Fontana; il sifiloma si d eter ge e si inizia il 1p roSazerac, con fermando pienamen te i risu lta ti. Quecesso di cicatrizzazion e. Però P asini dopo la sesti autori 11anno curato numerosi sifilitici in diconda. iniezione di Trepol lo ha riscontrato n el versi stadi d ella malattia adoperando il citrato di siero estratto da una delle ghiandolP. inguinali bis.mu to ammoniacale in soluzion e a cquosa, il tar· satellite. il] tem po necessario p er l.a cicatrizzaziotaro bismutato di sodio e 1p otassio e una sospenr1e completa dell'a ccidente in iziale è vario, p erò sione oleosa di j o.do1l)'ismutato di cl1inin a. I risul- non sup era in genere i 30 giorni a seconda che tati furono sod·disfacenti perchè n ota rono che il si tratti di una 'forma erosiva semplice od iper\ sifilo1na t n gen ere cicatrizza ]n 1m periodo che trofica ulcerata. Nei r i1guardi ·dell'infiltrato che va d a pochi giorni a circa un m ese a seconda accompagna e circonda l'ulcera e d ell'adeno1 p atia • che si tratti di una for ma erosiva o ipertro:ìca sateJlite, i pareri ,reramente non sono molto conulcerata. 11 treponem a scoII1jpare dalla superficie cordi a11ch e di .qu egli autori cl1e hanno sp er imendel sifilo1na dopo la prima o al massimo Ja se- tato con lo stesso iprepara to. Mentre Sazerac e Leconda iniezion e. A carico delle manifestazioni se- vaditi, Fournier e 1G uénot, Radaeli e Pasini sosten gono che l 'adenopatia e l 'in durimen to r cgr e . condarie notarono che le !Placche muaose boccali e le placche g enitali erosive, sono le lesioni cl1e dis~o no e scompaiono celermente e p erfin o Escher in 2'enere scompaiono più rapidamente. Risultati a fferma che l'influenza sull'infiltrazione e sulla notevoli si ebbero in a lcune ·manifestazioni reci- adenopatia satellite (Trepol .e Neo-Treipol) è assai . divanti malgrado inten se cu re mercuriali e arc;e- m aggior e che non sia quella arsenicale e mercuriale, Travagli, Rummo, Ducr ey, Martinotti, ·r1·ufnicali. Nei riguardi d elle manifestazioni terziafi, ' ' oehl, Levi e molti altri, 11anno dov u to conrie, riscon trarono un'efficacia variabile, iPCrch-è, statare che, specie l 'adenopatia satellite, è lentismentre un vasto sifiloderm a n odulo-ulcerato cica• sim a a cedere e resiste lungam ente . tr]zzò in pochi giorni, in alcune forn1e d L ul cera-· Nei riguardi della reazione sierologica si hanno zioni gornmose l'efficacia d el nuovo preparato fu risultati inconstanti. Escher osser vò che la R. \'' · piì1 tardiva e poco energica. Questi au tori hanno nella sifilide primaria do~o una prima serie di notato durante la cura in convenienti di lieve en- iniezioni divenn e negativa n el 60 per cento dei tità: frequenti stomatiti, rare a lb1Jminurie, legge- casi. .secondo alcuni autori pare che il bismuto r o di111agramento , n1odica elevazione febbrile, leg- usato nel p eriodo a reazione sierologica negatigero ittero. va, riesca in alcuni casi a costitt1ire un mezzo di cu ra abortiva ed iIIllI>edisca quindi la insorge~l ­ DOiPO queste prime ricerche sul bismu to in rapporto alla teraipia della sifilide, cl1e destar ono un za di manifestazioni 1gen erali , m a nten endo negativa la sieroreazione. P erò Levi, in un caso di sigrande interesse nel mondo scientifico, g li ~t.u di, :filoma primitivo con R. W. n egativa, ad onta che le o~servazioni, le monografie, i ca si di sifì]ide trattati con la bismutoterapia in tutti i vari sta- venisse prontamente i11iziata la cura, non riusci ad evitare la comparsa d elle manifestazioni gedii, nelle mol teplici manifestazioni e nelle forme nerali. più cliverse, si sono talmente moltiplicati, che og· Nelle m.anifesta::.ioni secondarie, l'efficacia del g i, dopo circa qunttro anni dai primi successi, bismuto si mostra in genere assai notevole, 1però esis te una casistica così vasta che ci permette di non è sempre costante n ei rigu ardi della sua poter C'primere un giudizio più ponderato e serepronteziza te:rapeutica .nelle diverse manifec;tano 5Ul reale valore t erapeutico, quantunque or.- zion i di questo stadio e non sempre si comporta rorrer tt ancora un lungo 1Perioc,lo di esperienza ugualmente nella stessa lesione. Queste variaprimo. cl1e venga pronunciato un git1dizio ·defizioni n on ~ossono solamente attribuirsi alle difnitivo. fel'enti preparazioni u sate, ma anche alla diversa 1

1

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FASC. 28]

SEZIONE PR_.\'flC.\

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ticatL u11 inese o più .d opo la cura, rilevò, in un terz'> 11egatività _e nell'altro t erzo attenuazione; però una volta ottenuto il cambiamento della R. \\1 • sen1bra essere più d efinitivo cl1e con gli altri antileutici. . Sciarra fac endo ricerche 51perimentali ha tro·v ato che il bismuto non ha alcuna influenza, sul1e ,sierodiag·nosi positive dei , conigli normali. Egli ripetendo col bis1nuto le esperienze di \Vasser1nann, Pribrau, Emanuel sul mercuri'o · e l'arsenico, Sl.li conigl i A. reazione R. vV .• positiYa, di.m ostrò che l e modificazioni immediate d elle sieroteazioni positive, son o espressioni di azione cellt1lare sui tessuti, e non etiologica dirP.tta su1la' sjfilide, 1quindi l' efficacia dei rimedi antiluetici deve essere giudicata in base alla immediata influenza sulla sintomatologia clinica e non sulle si ero reazioni 1p ositi"ve, espon enti d1lraturi di in1mJ,m izzazione attiva antilipoidea; 1per·ciò il bismuto per la sua azion e trepon emicida erlergic~ è da u sarsi prese indendo dalla Slla influenza sulle s ieroreazioni. La rPazj one di Herxeim er si manifesta spes'1o dopo la prima iniezione, 1però la sun. 'freq11enza è maggiore nell a sifilid e secondaria, ora più o·ra meno pro11unciata ed è sempre meno inten sa che con gli arsenobenzoli. Anche r.iella sifilide secondaria tardiva e.on m anifestazioni pap11lo-inftltrative ulcerose la sua a zion e be11efìca venn e messa in evidenza da Pasini e C. Ducrey. • Nel com1plesso si 1può dire che gli effetti del bismuto sulle manifestazioni secondarie pure essen·do jn genere pronti ed efficaci, per alcune sue i11a11ifestazion i cutanee l'azione, a volte, si manifesta lenta e tardiva, m entre è rapida e Anche dei casi di albuminuTia sifilitica c;econ- pronta nelle lesioni delle mucose. dariH. sono stati c11rati con il bismuto con ' l'ist11A carico d elle manif estaz·lon.i terziar1.e gli auta1i mC'lto favoreYoli (Emer y e Morin, Ehlers). tori sono unanimemente d'accordo n ell'af.ferGli effetti sulla R. v..r. nel periodo secondario mare che i sali di bismuto piegano in genere subito dopo la cu ra son o generalmente. molto in tutte le varie lesioni un'azion e assai efficace, scarsi, però la sua efficacia si mostra ta rdiva- rapida e 1p rofon·da. Rummo specialmente insi.ste 1ner1te i11 modo in costante . .Rummo 11a vj sto che sulla spiccata e rapida azio11e sulle osteiti gomla R. \\l . resta positiva doip o la somministrazjon e mose. Escl1er ha n otato detersion e e cicatrizzazi on e di vaste lesioni in dt1e o tre settimane. ùi due gr. e 20 del r im edio . Egli ritiene che con la bis1nutoterapia, non bisogna, come crjterJo r.u- c. Ducrey in m eno di 20 giorni ha visto cicatriz· zar e una piccola gomma ulcerata del palato n1ol~ rati·vo, basarsi sul ritorno alla n egat.ivjtà delle sierodiagnosj, per.c h1è iniettando ·dos] globali ipiù le e riassorbirsi com:pletamente infiltrati gomalte si posso110 aYere fenomeni di intolleranza mosi molteiplici sottocutanei. Tommasi ha egual• mente otten11to ottimi risultati nel terziarism o. senz[l. ottenere la riduzione immediata alla negatività d ella \V. Pas]ni ha trovato Ja R. \V. 1p er- ~asini, eh~ ha esperim entato vari preparati bisisi'P11temente positiva anche dopo otto-dieci ]nie- smt1tici, ha rilevato dei risultati terapeuticj aszioni di « Trepol »; C. DucrPy anche d opo tre sai evidenti su notevoli masse infiltrative e s11lle granuni dj t artrobismuto la W. non ha cedut0 alle superfici ulcerose profond e, che rapidamenfe ricure. Le·vi 11a notato -c he gli effetti sulla R. \V. 1par;.ivano e cicatrizzavano, n elle lesioni distruttive d elle cavità naturali e. d elle :ossa, nelle in esami 1p raticati immediatamente dopo la cura si dimostrano quasi nulli, invece in quelli pra- osteiti gommose ·del palato duro, n elle gomme

sensibilità individuale al bismuto . In pochi giorni , spesso do1po un'unica iniezione, l'efficacia è e\·jdente sulle manifestazioni condilomatose ed erosi ,-e delle mucose. Dopo cir ca tre iniezioni ir1 ge11ere scompaiono completamente le iplaccl1e i11u cose boccali, e le placcl1e genitali erosive. LeYi ha notato che sulle placche mucose la sua efficacia ·è incostante, talYolta l 'azione è rapidissima, altr a lenta. C. Du.crey d opo la seconda iniez.ione n on ha più riscontrato i tepone1ni i1elle pla~cl1e ml1cose. La roseola is còmpare in gEln ere dopo la terza iniezione, ma qualche volta 5i è Jnostrata 1più resistente. Meno sensibili si rnostran() i sifilodermi papulosi. Le lesioni 1pap ulocr ostose e le manif estazioni psoriasiformi son o alq11anto pit1 · resistenti. Invece i fenomeni generali ·risentono note-Yolmente dell'azione d el bism11to; in molti casi già dopo la prima iniezione si attenuano sensibilmente, la cefalea, i dolori osteocopi e lo stato ·di malessere; ma in genere, 1perchè i fattj generali scompaiop.o completamente, occorrono due o tre iniezioni. ..\nche n elle forme più gravi, con senso di malessere gen erale, accentuata febbre serale, deperimento orga11ico i11tenso, si ottiene raipida r egressione. Un po' meno sen sibili all'azione d el bismuto sono j sifilodermi ipapulosi ed in m odo 1partic0Jare 10 forme licl1enoidi e le localizzazioni palmo-plantari, b en cl1è sia stato descritto qualche caso che ha ceduto facilm ente. Sull'adenopatie secondarie, in genere quasi tutti sono concordi nell'affermare cl1e l'azione si mostra m olto lenta. Sono stati ·descritti da V eber e da F elke dei casi di ittero sifilitico seconda rio trattati con il bism uto e guariti completamente.

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P~lLICLl~fCQ

uJcerat iYe della faringe, nelle lperiostiti gommose delle ossa nasali, nell'irido-ciglite e labirintit e luetica. Troisier ha ottenuto la guarigione in un caso di laringite ulcerosa ter ziaria; ~in P osaùas in un caso di leuco1)lasia che aveva :resistito all'arsenico e al mercu rjo, Bernard e P in chart in un caso di orchite sifilitica terziaria ' e • d'idrocele. Tava1gli ritien e cl1e n elle form e cutanee terziarie l'azio11e .dei sali di bismuto po5sa· paragonarsi a ·quella degli arsenobenzoli. Ni11 iBosad as è d el parere cl1.e l'azione curativa del • b ismuto nelle m a nifestazioni terziarie, qnantun, que nettame11te superior e a quella del mercurio, è tuttavia me110 rapida di ·quella dP-gli arsenobe11zoli per ·via endo·ven osa.

I primi a sperimentare nella netlrosi;ftlide la bis111utoterapia furono :I\1arie e Fourcade i quali b.anno rilevato che i sali di bismuto si mostrano assai efficaci solo n elle forme a ti po di manife . stazioni localizzate (go1nme, a rt eri ti, ~1 ev:riti). Tra 1 i1u merosi casi n e osser varo110 uno .di ine11ingite cerebraJe specifica ·Con rai!)ido miglio~a­ m en to . Lortat-Jacob e Roberti, Spillm a n11 J1a1;i110 ottenuto ri st1ltati rimarcl1evoli nella n eu rosifile e focolaio. Apert ha ott·enuto ' la guarigione di una radi colite co11 paralisi della accomodazio n e. Clèrnent- imo11 e 1B raler rite11gono cl1e i1elle complicazioni net,·ose l'azio11e del bismuto è egt1ale e for se superiore a .quella degli arsenobenzoli. wi entre in\"ece iJ P inard pensa cl1e n on bisog11a fare troppo affidamento sl1lla hic;mutoterapia nelle n1anifestazioni nerYose Iueticl1e; ritiene che una sifilide nerYosa debba essere· trat~ata con gli arse11obenzoli a forti dosi. Ti xier \'id e guaril'e u11 infermo con crisi di convulsioni tonico-cloniche e con u na gomma ulcerata pella , li11gt1a. 1vra11del osservò u11 caso d.i cefa lea ri~)cll e al 914 cl1e persisteva da oltre due anni, sco1nparire do,p o due iniezioni cli hi smuto. J ~an­ selrne stirna che l'a\'\'e11ire del bismuto è nella sifilide ner''osa per il passaggio del medicamento n el liquido cefalo-rachiadiano, constatato speri mentrtl i111ente n egli a11imali (·ìVIuller, Blass e l{ratzei en, ì\rlorl<, Citron). La sua efficac ia s ni <lo1ori folgoranti tdeli tabetici indica un'azione certa sul sistPn1a nervoso. ~! arie e Foucade \'idero scomparire o migliorare nei tabetici le cric;i • gastrirl1e. .L\rtom e Esch er non 11anno ottenuto risultati ap1prezzabili nella tabe. P erò LortatJaroh e Roberti , Hudelo e Rabut, Franceschini, Trossa 1·011 0. Con terno ecl altri, hann o messo i11 eYicll'nzn la sna i11rontestabile efficacia n ei dolori folgorn1tti clcl la tabe. •P asini in questa 1nalattia c.:011 l'arsenobi~ n1ut o s.oclico Zambelctti alla close di ~-5 1·11H'. u~11i du r-quattro giorni e a lun ~o <·ont inuato per pc1·iodi di ~0-2.5 iniezioni c-in~cu n o . •

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FASC.

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11a notato migliorame11to n ote,·ole non solo dei fatti soggettivi, quali i dolori lan cin a nti m a an' 1 che .~ risp etto ai riflessi rotul ei, ·alla diplopia, ai disturbi d ella coordinazion e dei movimenti , al segno di Romberg, alla sen si·b ilità. Anche nella })aralisi generale ebbe ad osservare qualcl1e iniglioramento riflettente l 'imbarazzo della ~a­ rala, i tremori, le mo cli'ficazi oni d el carattere e l 'indeJ)olimento intellettuale. Escher e .L\rtom nella .p aralisi gen erale non hanno ottenuto che insuccessi ; quest'ultimo ritien-e che nella tabe e J1ella paralisi progressiva, i risultati siano inferi ori a quelli che possono aversi con gli arsenoben zoli. Riquier ha ottenuto con il l( Trepol ,, e iJ cc Neotrepol ,, sulla sifilide nervosa recente, r isultati molto rimarcl1evoli, m entre n ella sifilide nervosa .quaternaria n on ebbe effetti dive'rsi da quelli fin qui raggiunti con gli antiluetici 1più r eputati. P erò egli ritie11e che in confronto all' As. e al Hg. il bismuto, presentatndo il ·vantaggio di essere di facile im1piego e molto tollera:bile, possa u sarsi anch e in queste form e con particolare in(ii.cazion e, specie quando il tratta1nento con gli arsenobenzoli e il merc11rio non possa essere i11trapreso o d eb·b a essere in- , terrotto. ~el

con1'plesso si può ·dir e cl1e il bismuto nella sifilide del sistema ner·voso è in genere molto efficace n elle forme a focolaio, nelle meningiti, 11elle ne,rriti, n elle arteriti, ma n ella tabe e nella paralisi progressiva, second o i più, si può otten ere t1n certo miglioramento dei sin tomi sub.biettivi nella tabe dorsale (dolori folgoranti, crisi gastriche), e a11.che secondo alcuni dt ·qualche sintomo obbiettivo (diminuizione dei linfociti), mentre n ella paral isi 1p1rogressi va non sono stati ancora d escritti miglioramenti apprezzabili e costanti. 1Nella lue ·congenita Cajal e ,S pierer rilevarono cl1e il bismuto 1può esser e adoperato senza inconvenienti e non presenta alcuna contro indicazion e. Secon·do le loro esperienze i preparati di bismuto 11anno dato risultati superiori a quelli ottE>nuti con il mercurio e paragonabili a quelli d el neosalvarsan , senza d'altra ~arte dare reazione f ebbrile, n è disturbi gastro-inte:::tinali . Notevole fu il miglioramento ottenuto in uq caso 11 idrocele con diminuizion e sen sibile del liquido cefalo-rachidiano. Il bismuto non si mostra effiracè 1però nella splenomegalia, ma il mercurio e il 11eosalvarsan si comportano egualmente. Cebrians riporta n otevoli sttccessi in casi di ìue congen ita ottenuti anche in p iccoli bambini. Giona ~ardi in venti casi di lue congenita in piccoli pazienti di ' raria età cl1e van110 da un n1ininJ o di ~ n1esi a d un massimo di 4 anni con -


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SEZIONE PRATICA •

ìe iniezioni intrarnuscolari di « Bismarsol » ha ottenuto ris11Jtati notevoli in casi di sifilo.Jert11i papulosi e papulo-crostosi, in casi di perrrfìgo palmarr r. 1plan tare, nella coriza specifica, !1elle manifestazioni gommose-, nell'e,p atomegalia, in un caso di e111iparesi, 11ell' anemia luetica, se11za notare fen om eni rimarchevoli d''intolleranza. Indubbiamente nella sifilide .c ongenita anche le osser"l:azioni di molti altri autori (Debrè e Alear1, Cabpuat, · Reba udì, Truffi, Travag·li, ecc.) con cordano i1ell'affern1are cl1e la · su a efficacia è assai spiccata specie in queste .f orme, ove sono frequenti i casi di m ercurio-resistenza, tanto che pu ò considerarsi n on inferiore al neosalvarsa11 senza però dare 111ogo a incon·venienti e fenomeni d'intolleranza. La sua azione nella sifilide rnaliffna si è ma. i1ifestata assai noteYole. Pasini ba trattato <lue casi di llna forma maljgna pap ulo-pustolo e. precoce, uno dei quali aYeYa resistito a l mercurio e ne ottP11ne ottimi ris11ltati, confermati anci1 ~ clu Huber e Massary in un altro caso. ~ella si"(il,ide card.i o-vascolare

la sua azione sui ~i nt o111i funzionali e s ul la evoluzione di que=ita lesione, per la sua grande tolleranza, n1erita d i ec:sere rimar.cata. I primi a s1perim~ntare in que· stn ca1n1po il bismuto fl1rono ·L ambry e Bo!'LiP;t .su 20 inalati di aortite semplice, accompagnata o no da an1g ina l)ecto'ris, complicata a insufftl'ienza cardiaca e renale con o 5en za iperten sion e ad9perando il iodobismutato di cJ1inina lQuinby). I risu ltati sono stati molto sen sibili, tanto dal punto d i vi ta funzionale (atte11uazione o quasi scomparsa dej fenomeni dolorosi, e dispnoici), cl1e dal punto di Yista fisico (stabilizzazione d elle lesioni aortiche constatata all 'es111ne ra·d ios.copico). Questi autorj pensano che sia iper jl trattamento prolung·ato cli cui hanno bisog110 queste lesioni, sia p er assicurare alle aortiti complicate ad inst1ffì.cienza miocardica, de· fìcienza renale, ipertensionP. assai ~levata, in soggetti i11tolleranti o resistenti al mercurio, all':-irsenico e al ioduro, il beneficio del tra ttamento sp erifico, il bismuto rappresenti un medican1er1to di grande valore, pl1r rimanendo gli arser1obe11zoli per la loro rapida. efficacia il trattamento dl attacco jn .quei soggetti che ne sopportano bene le alte dosi. Brin e Legrain pensano che nella cura delle lesioni cardio-aortiche il bismuto c;i deve 1sempTe associare agli altri medicame11ti usuali (m er curio, arsenico e ioduro). Nl1merosi pazienti di aortite luetica sono stati sotto1p osti alla bi smutoterapia anche da Prenet, Simon, Gorl, Vorgt, con buoni risultati. Cé.cile ha rilevato la c;ua efficacia indiscutibile solo in quelle aortiti n elle quali n on si sia determinata l'P.ctasia.

Cont-erno ha potuto osservare migliora1nenti dei sintomi funzionali sia soggettiYi che oggettivi, ma non ha mai osservato la riduzio11e delle ectasie, riportate -da qualcl1e autore. I

:\~Ila si.fìlide

re11ale secoridaria Lol'tat-Jacob e

Robe1ti, con il iodobismutato di chinina, in due casi ove l 'ar senico P il mercurio non solo avevai10 dato risultati negativi, m a sembra V:i che aggraYassero · 1e lesioni, hanno ottenuto dei rrii· glr0ram e11ti assai rimarchevoli. Tzank con il cc Sigmutl1 », Emery e lVIorin con il tartrobismutato, Eì1lers con il iodobismutato di chinino nelle lesioni r enali lueticl1P 11anno ottenuto d ei ric;u1tati incontestabilj. Nella cura della sifilide oculare Amat 11a troYato assai efficace il « Trepol » e il « Neotrepo] :1. Nella terap ia oculare antisifi litica tutti i rimedi sono stati studiati e solame11te il m ercurio e :1 ioduTo aYeYano r esistito alla critica. Nelle lesioni ocul3ri i p r eparati arse11icali debbono essere adoperati él()D gra11de cautela e sono ad·dirittura controindicati nelle lesioni del nervo ottico e del 1'011do. Be11ch-è la Cllra mista m ericurio-arsenico abbia dato buoni TisultaU, questi sono discutibili 11 Pl1 P para1 isi oculatj, i1ella cheratite interstiziale e nelle atro.fie del nerYo ottico. Amat con il l1isn1u to 11a curato casi di cheratite interstizia.'1 e, irit0 con ipertensione, coroidite, coriorctinite, atrofia post-neuritica della Paa>illa con efficacia notevole. Pasin i ha trovato m olto attivo il « Trepo1 » in due casi di irite s1p ecifica e 11no ·di iridociclite. Amat ritiene che il bismuto sia il rimedio 1più indtcato n ella terapia anti5ifi.litica oc ulurP, perch è inoffen sivo e di rapida e sicur a efficar,i a, specie, . se accompagnato da j od uro. May11et e SeYin riportano un caso di forn1a anomala di si.fìlide epatica che simulava u11a. cirrosi ip ertrofica biljare con ittero, crisi dolorose, c\ima.gram ento rapido, ch e, sottop osto a cura bisn1utica migliorò raptdamente. Lortat-Jacob · su due . casi di cirrosi sifilitica del fegato ha ottenuto, in uno, dei risultati ser1si-bili con climinuzion(' <li volume dell'organo, mentre nell'altro i , risultati furon o quasi nulli, ma sj trattava di un caso di cirrosi mista, sifilitica e alcoolica . Ancne nel diabete, in r elazione alla sua pato·g enesi sipecifìca, è stato provato il bismuto. Bory ri.f erisce un ca so di g·uarigione, l\llonier-Vinard ' riporta lll1 altro caso co11 notevole migliorarnento. Invece Brin e L egrain in un luetico da due anni, n el corso del trattan1ento bismutico hanno con statato l 'insorgenza cli una glicosuria apprezzabile. Nei riguardi del diabete le osservazioni sono ancora troppo scarse p er essere in condizion e di esprimere un giudizio.

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IL POLICLINICO

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XXXII, FASC. 28]

Err1ery e i\.1orin 11anno osservato in un amma- tripanoso111i, diYengono fottemente parac;siticidi lato affetto da tllcera. gastrica in seguito ad una quando si mettono in presenza di un estratto cura di idrossido di bismuto, notevole migliora- epati·CO fresco o di vn frammento di fegato aUa mento. Questo fatto è in relazio11e con quello c:t1e te1nperatura di 37°. Si forma così un derivato pensano molti clinici, che sovente l'ulcera ga- bismt1tj co nuovo che gli atttori chiamano « Bistrica possa esser.e di natura sifilitica, sipiegan- smoxyl » . Hanno visto che il polmone, cervello, .a osi i11 tal modo gli effetti favorevoli osservati :reni, capsule surrenali, ovaia, milza, timo , in uqualche volta nella son1m'inistra zione del bismuto scoli agiscono ugualmente; mentre il sangue deper os nei .g astro-pazienti (Tissier). Recentemente fìi1ri nato, le emazie e il sjero sanguigno sono Quagliotti riferisce un caso di ul cera gastrjca inca.pari di tra.sformare i sali bismutiri. i.n bi• rnoxyl. E$iste dunque nei 1diversi estrattj di guarito col trattamento bismutico. • Dove però la bi smutoterapia ha ottenuto i su~~ organi una sostanza trasformatrtce e.be agendo sui ces i 1più *importanti e dimostrativi ·è certa1nente ·deTivati bismutici e sul bismuto met1llico dà oriin tutte le manifesta::.~oni• resisteriti al mercurio gine al bismoxyl. Gli autori hanno chia1nato quee olL'a.rse·n ico. Numerosi casi sono .stati riportati sta .sostanza « bismogene »; iè una sostanza orgadn Fourni er e Guénot, Truffi, l\1ilian , Gra eve, De- 11i ca coll~idale che agisce per le sue ll)rop1ictà ftne, Sicard, l\1uller, De FaYento, Gi1'bert, Raùaeli, riduttrici. .Le proprietà parassiticide del bismoxyl Felke, Voehl, Nin Posadas, Louste, Thibaut e sembra110 intimamente legate ai colloidi. Il biBarhier, ecc ... , in cui la resistenza all'arsenico e ~111ox)rl è sensibile al calore e perde le sue 1proal mercurio si era manifestata . ia con l'ineffica- 1priotà parassiticide tra gli 800-100°; resiste i11vece cia di questi sulle man if estazi oni lueticl1e, sia alla dissecazione. Il com-post o rolloido-bismuto, è , ~roducendosi delle r ecidive . entro certi limiti, tanto più attiYo, in quanto pren. Anche i11 casi di intolleranza all'arsenico e al de origj11e da u11 eccesso di bismuto. T11tto fq, n1ercurio la sua azione si è dimostrata notevole s11pporre che il bismoxyl sia. un deriYato alla cui e di tollerabilità perfetta. . corr1posizione entrino da un lato il bisml1to, clal1' n.ltra urt complesso colloidale fio.cculato di natura T CF=STClTA E ~1ECCANISMO DI AZIONE DEL BISM1JTO. proteica. Il. bismoxyl deve essere conc;iderato come Sono stati eseguiti da Pomaret e Didry degli l1na ''era tossial-bumina bismutica termolabjle. Gli studi sperimentali i1otevoli comparativi sul po- a11toJ?i ritengono che vi sia un .g ran vantaggio nel ~omn1inistraTe il composto già preparato in t&e spirillicida e sulla tossicità tra il mercurio e il bismuto. Questi autori hanno constatato r.he Juogo di obbligare l'organismo stesso di elaborarlo a sipese del sale bismutico iniettato. Questo . i sali solubi li di bismuto sono due volte m eno tossici iper il cane e cinque volte per i polli, che concetto th a .p ortato Fournier, Guenot, Schwartz P Yovanovitch a stu·diare sull'uomo gli effetti tei sali solt1bili di mercurio e che l'attività spirilli ci da è considerevolmente pjù eleYata specie per rapeutjci del bismoxyl in tutti i 1periodi della sifilide. Questi autori 11anno tratto numerosi. luej sul i solubili di fr onte agli insolubili. Ritz negli anirnali ha trovato cl1e la dose !03- tici con bismoxyl-fegato, bismoxyl-cervello preparati da Le,raditi e .Nicolau. In alcunj casi han~ ica 1 per alf' uni preparati di bismuto sommini strati per via intra1nuscolare è 20 volte superiore n o impiegato un composto bismuto-nucleina che a quella terapeutica. Prater jn un am1nalato in non agisce in vitro sui tripanosomi e s11gl~ spic11i iniettò per tre giorni una dose 10 volte supe- rilli. Se1nbra che i risl1ltati siano stati molto soùriore a quella nor1nalc, i1on ebbe occasione di d isfacentl n elia sifilicle 1primaria, secondaria e o servare manifestazioni tossicl1e importanti, ma special1nente sulla negatività della R. W. Però solamente una stomatite ed una albumint1ria su- 11anno dato luogo ad alcuni inconvenienti, come bito Inigliorate. Questi fatti mostrano la scarsa l'eazioni locali dolorose, reazione generale febtossicità del bis111uto. brile più o meno inten.sa secondo la preparaIl meccanismo d'azio11e spirillicida è alquanto zio11e, fenom-eni yjolenti di choc, dimjnuzione di com1plesso. Felke in una soluzione all'l: 10000 di 1p cso, eruzioni eritematose e orticaria. Anche il ])is1nuto in · siero ,,ide cl1e le spirochete si concomposto bismuto-nucleina, si è mostrato egt1alservavano mobili e vitali. mer1te attivo nelJe lesioni 1Pifimarie e secondarie . ..\ questo riguardo sono importantissimi i reI risultati sono trop-po scarsi e recenti perchè si rc11ti studi di LeYaditi e Xicolau, i cui risultati sarà utile riportare u11 po' diffusamente, ll)erchè possa dare u11 giudizio su questi nuovi preparati c11e sono ancora allo studio. Il nuovo metodo pos~ono, all'infuori del bismuto, aiprire 1a via a t erapeutico !PUÒ e.ssere studiato e applicato a nuo\·i indirizzi nel can1po terapeutico. Il I.. evaùiti e Nicolau hanno osservato che i ali n1olti altri corpi n1etallici e metalloidi. (Continua). di ln$n1uto. incnpnci cli distruggere in Yitro i 1


[A~NO

XXXII,

FASC.

28)

OSSERVAZIONI CLINICHE. Sopra nn caso di ascesso ce1·ebrale t1·aumatico. Dott.

NICOLA

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5EZ10NE PR.\flCA

SASSONF.

Ritengo utile ed opportuno illustrare il seguente caso di ascesso cerebrale, che ho avuto agio di oss~rvare esercitando in questa condotta rurale. ·1L. Alianelli, di anni 40, cappellaio, da Guardia P eriicara. Non aveva sofferto malattie d'importanza nell'infanzia e nella giovinezza; niente nel g.enti.lizio: i genitori erano m orti per malattie corr1uni, tre sorelle vivono in florida salute; non era fumatore, nè bevitore; di costituzione ab·b astanza obesa, che lQ fece esonerare dal serYizio militare nella recente guerra. Si preoccupava molto della sua salute e perciò mi consltlta va ancl1e .p er piccole sofferenze; da qualche anno accusava asteni.a, cardiopalmo e spesso vertigini nell'atto di rialzarsi dalla posizione ricurva; all'ascoltazione del cuore il 2° tono era notevolrnente accentuato sul focolaio aortico, con timbro m etallico; il battito della punta era n el 5° spazio sinistro, sull 'emiclaveare, ed a1quanto diffuso; n el ritmo, giudicando anche dal polso delle radiali, si notavano delle irregolarità, come pulsazi.011i affrettate (aritn1ie per extrasistoli ); le pareti vasali accessibili erano alquanto indurite 1na non proprio ateromatose. Nell'urina abbondanza di acido urico. Con una intensa cura iodica, praticata per us e per via ipodermica, e con adatta igiene, il paziente si era rimesso completamente. Nel settembre u. s. contrass0 l' inf Pzione malarica, eh€ riuscì a troncare rapidamente. La sera del 23 ottobre 1924 riportò in rissa tre ferite di coltello alla metà sinistra del capo, e propriamente una alla r egion e temporale, sita 2 cm. in avanti ed in alto del padiglione dell'oreL:chio, lunga 2 cm., ·diretta dall'alto in basso e aa. dietro in avanti; la seconda alla bozza frontal e; la terza nel mezzo della regione masseterina. Dalla 1a ferita, per recisione del ra1no frontale dell'arteria temporale superficiale, il ·p aziente perdè molto sangue nei quindici minuti, che gli occorsero per recarsi, dopo il ferimento, prima a casa sua e poi al mio studio. Due pinze, sterilizzate alla ,f iamma, vinsero subito l'emorragia; provvidi sub-ito alla rasura dei capelli , alla detersione e disinfezione delle ferite con alcool e tintura di iodio; le due prime J'erite erano profond e sino all'osso, sul 1quale non avvertii scabrezze, nè dislivelli; la terza interessava il massetere. Iniziai la sutura con seta asettica I-Iartmann-Guarneri, ma dovetti sospenderla perchè il paziente si sentì male ed il polso infatti era dl, venuto aritmico e vuoto; una iniezione di olio canforato permise a me di completare il .p iccolo intervento ed ?-1 paziente ·d i ritornare a casa senza aiuto. •Nei giorni seguenti l' Alianelli non ebbe febbre, nè altri disturbi; . p asseggiava in camera, 1 discorreva con gli amici e si nutri va regolarmente; tolsi i punti di sutura la mattina del 26; l'adesione dei margini delle ferite era perfetta e con la pressione esercitata in corrispondenza delle suture no11 fuoriuscì alc.una secrezione. La mattina del 28, mentre credevo di poter 1

rimuovere detìnitivamente la fasciatura, la regione temporale era un po' edematosa e, con ia 1p ressione, dall'estremo inferiore della ferita usci una goccia di pus; riaprii la ferita e disinfettai energicamente. Alle ore 13, preceduta da brivido, insorse febbre alta a 40°, che durante la notte rimise con abbondante sudore; il 29 non vi fu accesso febbrile, che invece si ripe tè il 30 alla stessa ora, pure ;preceduto dal ·b rivido e finito col sudore. Da tre giorni in corrispondenza della .ferita alla region e rnasseterina s'era formata una tumefazione quanto un uovo di piccione; non v'era ros, sore n è edema cutan eo, si avvertiva netta la fluttuazione; incisi e venne fuori discreta quantità di saliva, lievemente tinta ·di sangue; il deflusso della saliva dall'orificio orale del dotto di Stenone sinistro escludeva la recisione di esso ; era stata ir1 vece ferita la parotide accessoria, ossia il prolungamento masseterino della glandola. Gli a·cc essi febbrili n on si ripetero110 più; nelle medicature il drenaggio della ferita temporale si trovava appena intriso cli pus. Le condizioni dell1infermo intanto peggiorarono; con l'appetito di1ninuirono le forze; il paziente 1preferiva di stara a · letto, era melanconico, taciturno , poco espansivo con me, spesso irrit&bile con i familiari; non accusava alcuna sofferenza, era solo preoccupato della guarigion e che credeva lontana; rispondeva a rnonosillabi e sembrava che pensasse a qualche cosa d'indefinito, lo sguardo era triste ed ine, spressivo; il colorito ·d elle mucose visibill. era pallido, il polso debole, vuoto, ritmico, con 70-7f> pulsazioni; sul cuore lieve soffio sistolico su tutti i focolai; la sensibilità tattile, termica e ·dolorifica -era normale, senza disturbi vasornotori o secretivi; normali i movimenti della lingua e dei bulbi oculari, le pupille uguali e reagenti alla luce ed all'accomodazione; normali il gusto, l'olfatto e l'udito; normali i riflessi cremasterico ed addominale, lievemente accentuati il rotuleo e r acl1illeo, assente il clono del piede ed il segno di Babinski; non vi era atassia, vomito, nè con· vulsioni; la percµssione del cranio non era dolorosa, solo in prossimità della ferita temporale proc.:ura va un fastidio analogo a quello dato dalla medicatura. • A Inano a mano comparvero disturbi della m emoria e dell'ideazione, poi lieve disartria. Nella notte sul 14 11ovembre le condizioni improvvisa- • mente si aggravarono: temperatura 36.5, .p olso ùebolissin10, intermittente, con 60 pulsazioni, afasia, miosi bilaterale; assenza di rigidità nu. cale e del segno di Kernig; mercè eccitanti cardiaci e ripetute enteroclisi, che vuotarono l'alvo di a.b bondante materiale, verso sera ritornò la coscienza; la notte il paziente riposò e l'indomani fu in grado di recarsi al focolare ove rimase per circa due or e seduto ed assopito; nel ricondurlo a letto i familiari si accorsero che trascina va la g·amba destra; la sera : temperatura 36.5, polso debole, intérmittente, con 60 pulsazioni, afasia completa, .p aralisi dell'arto inferiore e 1p aresi e contratture dell'arto superiore del lato destro, miosi, reazione pupillare abolita, coma. Essendo manif~sti i sintomi da focolaio feci chiamare un chirurgo, il quale intervenne il 17 nove1nbre: sollevato il lem·b o cutaneo-muscolare, si vide sulla squama del temporale, µi corrispondenza della ferita delle p·arti m olli, una fenditura lineare, nerastra, lunga 15 mm., obliqua dal1

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l'alto al basso e da dietro in avanti; colla sgorbia fu allargata la f end.itura, creando una breccja ossea ovalare, lunga 2 cm., larga 1 erri.; la dura madre, di colorito rosso-scuro, era pulsante; bastò premerla liev·ern ente con una sonda per dare esito a grande quantità di pus rossastro, fluido, fetidissimo; suturò parzialmente il lembo muscolo-cutaneo e drenò con garza; dopo un'ora l'atto operativo era terminato. La sera: temperatura 37.5, polso aritmico, debole, con 90 battiti; l'indomani erano scomparse l'afasia e la paralisi. P er 4 giorni con secutivi non vi fu febby;e, sul materiale di m edicatura si trovava poco pus, ed anche le strisce di garza, che s'introducevano per detergere il cavo ascessuale, fuoriuscivano intrise soltanto di sangue; i fenomeni di confusione mentale erano .quasi scomparsi; vi era .p erò afasia a1nnesica e parafasia; l'infermo .era in grado di leggere; invitato a scrivere la sua firma, pensò un istante, p oi pronunziò e scrisse il no1ne, m a non ricordò il cogn ome, che scrìsse rapida mente dopo che io l'ebbi pronunziato; vi erano lievi segni di disfag1a e tremore della mano destra; l'emotività · era esagerata ed il facile p1anto era spastico; i1 5° giorno la temperatura <;alì a 38.5 e ricomparve la disartria; l'indo1nani, u.9pena tolto il drenaggio, venne fuori ·p us abboncl ante e fetido; il 7° giorno la temperatura era a :'~.5. la disartria era scomparsa e dal cavo asces' st1ale i1on fuoriuscì 1p us; jJ 3 dicembre di nuovo d.isartria e febbre a 3-8; il 4 fuoriuscita di alt.re 1 i)US, febbr.e a 400, afasia completa, coma, polso frequente e ritmico, paralisi dell'arto inferiore e paresi del superiore di destra; n ella notte sul 6 si eb·b e la morte. Reperto riecroscopico. - La dura madre co11serva va il suo colorito grigio perlaceo, la sua l ucentezza e levigatezza; solo in corrispondenza d el terzo m edio delle due prime circonvoluzioni temporali e della parietale inferiore sinistra era di colorito rosso-scuro ed aveva contratta f orte aderen za colle sottostanti m eningi e col cervello; i seni erano normali e' così pure gli spazi subaracnoidei a la pia madre, che .si distaccò ,facilmente, tran11e in corris.pondenza della suddetta aderenza della dura; le arterie cerebrali in generale collabivan o, tranne alcuni tronchi p1iù grossi, ch'erano beanti; la consistenza del tessuto nervoso era diminuita in toto; addirittura • rammollito il lobo temporale e parte anterio1·e dell'occipitale, ch'erano di colorito giallastro; edematosi il girus sopramarginalis e l' angulari 5. Nel terzo m edio della prin1a circonvoluzione temporale sinistra esisteva ancora il drenaggio di garza; la lesione della circonvol. trovavasi m ezzo cm. indietro ed in alto della ferita ossea; un tagliu Yerticale praticato in corrispondenza del drenag g io rivelò una cavità ascessuale della grandezza e.li una noce, nello spessore del lobo temip orale, delimitata da pareti r elativamente spesse e quella anteriore, irregolare ed anfrattuosa, presentava d elle granulazj oni di colorito nerastro. Con altri tagli Yerticali si scoprì l'esistenza di una seconda cavità ascessuale, ovoidale, della grandezza di un piccolo uovo di gallina , delimitata da una membrana fibrosa e resistente e disposta nella ostanza bia11L'U obliqua1nente da dietro in aYanti e da fuori i 11 dentro; il polo a11teriore sorpassava di 11oco i1 livello del taglio frontale del Pitres; il polo posteriore distava un centimetr o dalla paret'' ant(\riore d ella 1a cavità ascessuale e pre-

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sentava lln piccolo foro, da cui fuoriusciva pus fetido, il quale p er lino stretto canale, esistente nella sosta11za bianca, poteva passare n ella 1a ca· vità. La seconda cavità ascessuale descritta si potè facilmente enucleare, come una cisti. ,Nel ventricolo laterale v'era pus; altri piccoli focolai purulenti erano disse1ninati nel lobo occipitale; i gangli cerebrali erano edematosi. Macroscopicamente normali tutte le altre circonvoluzioni di entrambi gli emisferi, e così pure il 30 e 40 ventricolo, il ponte, il bulbo ed il cervelletto 1 il 1nidollo spinale ed il liquor, e tutti g li altri organi .del cavo toraco-addo1ninale. Quali considerazioni emergono dallo stud!o dt questo caso clinico? . Confesso su.bito che nei referti invjati al 1r1a. g·1strato misi in rilievo ~he nell' Alianelli vi erano sintomi n1anifesti di nevrosi traumati ca. Era. 1plausibile tale diagnosi? È noto che per insorger e detta rnalatti a occorre un trauma fisico e psichico in un soggetto predjsposto, il quale sia, .come dice Pierre Janet, ad abbassata tensione p.sicologica; i predisposti ~o no ipocondriaci, paurosi, .p reoccupatj inolto è.ella integrità somatica; in essi basta ar1che solta.nto la minaccia del trauma, il se.1np1ice pericolo, ·perchè insorgano svariate .sindromi, ftno alle chiare psicopatie. Il D' Abundo, nella guerra italo-turca, potò osservare 50 soldati affetti da psicopatie, 1nentre di essi uno soltanto era stato ferito; io stesso durante l'ultima guerra ho visto parecchi casi di nevrosi insorte nella furia di violentj combattimenti in giovani robusti, che .p ure non presentavano una scalfittura. L'Ali anel li, che era appunto un predi c;posto p er il suo temperam·ento ipocondriaco, poco P.Span_ si vo, egocentrico, suggestivo, e per la preocc upa, zione esagerata della sua salute, aveva effettivamente subito un trauma psichico e fisiro, ques1' ultimo reso più impressionante dalla profusa emorragia . Qual'è la sintomatologia della nevrosi tru.umatica? Il Tanzi così la descrive: « quel particolare ins ieme di depressione inalinconica con preoccu· pazioni ipocondriache, di faticabilità sensoriale e psichica, d'irritabilità emotiva, di difetto evocatj vo con integrità dei ricordi, che si accompagna · ad una .p articolare espression e mirr1ica, ad inso1mi a, a sogni terrifici ». Tali psicopatici hanno lo sguardo poco agile, imbambolato; i lineamenti cascanti; alle volte vi sono parestesie, iperalgesie, algie, paralisi o paresi, contratture, tremore, miasfenie, esagerazione dei riflessi, disturbi gastro-intestinali, concentrazione d el pensiero sulla malattia in atto e sua causa. Il diario ri dire che, n ei prirni 15 gio!~n! (' On-


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secutivi al ferimento, nell' Alianelli si ebbe appunto e soltar1to il qua·d ro clinico della n evrost traumatica. Le lesioni traumatiche interessanti le ossa craniche :p ossono .p rodurre processi flogistici, la cui gravità si manifesta dopo un periodo di latenza più o meno lungo, che varia da alcune settimane a parecchi mesi; tale tardiva manifestazione era nota anche agli antichi, che ammonirono essere le fratture del cranio non esenti da pericolo fino a 100 giorni dopo la ferita, e che .p erciò occorre vigilare con pazienza l'infermo (Paré). Tutti gli al1tori ammettono concorciemente che d'ordinario gli ascessi cerebrali si esplicano con sintomi netti, generali e da J'.ocolaio. Il Berg1nann li distingue in 3 gruppi: 1° sintorni dipendenti dal processo suppurativo (febbre, alterazione ·dello stato generale); 2° sir1tomi dipendenti dall'aumentata ·p ressione endocranica (cefalea, eh' è maggiore di sera e può essere provocata dalla percussione; vomito, indipendente dai pasti; polso raro, vertigini, sonnolenza, stupore); 30 sintomi locali d'irritazione o di paralisi in rap.porto con la sede dell'ascesso. Il Cumston, il quale distingue sei forme clin1che di ascesso cerebrale (classica, tifoide, meningea, latente, rernittoote, ed una sesta analoga al tumore cerebrale), così descrive il dr.r,orso della forma classica: « improvvisa febbre alta preceduta da brivido, cefalea, dolori alla schiena, lieve rigidità nucale, talora il segno di Kernig, disturbi vasomotori; polso :e respiro normali. Dopo una diecina ·di giorni si ha remissione febbrile, per incapsulamento del pus, però la temperatura non torna mai alla norrrta; poi improvvisa111ente il paziente cade in coma letale per svu otamento del .p us nelle meningi o n ei ventricoli ». D'altra parte la letteratura abbonda di casi di suppurazioni cere.brali decorse senza alcuna si11tomatologia; può mancare la febbre, specie negli ascessi cronici ed in quelli profondi che assumono un decorso lento, ed il prof. Durante lo spiegava con la poca sensibilità degli elementi nervosi e della nevroglia alle tossine dei piogeni; talora am·p i ascessi decorrono silenziosi fino allo scoppio rapido ed improvviso della ·sindrome mortale; talora vi sono vaghi segni di compres, sione; talora manca la febbre anche quando vi è coma, polso raro, vomito; viceversa insorge· febbre alta nel periodo preagonico ed agonico, il polso diviene frequente e l'infermo muore sotto alta tempeiratura. Ciò si verificò appunto nel nostro infermo, in cui non vi furono sintomi di lesioni ·del contenuto cranico nè subito dopo la ferita, nè nei giorni seguenti; non· vi fu commozione cerebrale immediata, nè consecutivi segni 1

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di aumentata pressione per emorragia. Nel quinto e settimo gtorno dopo il trauma vi furono si dt1e accessi febbrili isolati, che io giudicai malarici, perr.h€ J'liiproducevano il tipo terzanario .dell'infezione sofferta nel settembre; poi dominarono la scena soltanto i disturbi psichici, i quali non potevano bastare ad un medico condotto .p er proporre l'invito di un chirur.go, anche per la considerazione della non lieve spesa cui andava incontro la tfamiglia. Proposi pertanto l 'intervento chirurgico quand-0 i sintomi da focolaio indicarono che c'era compressione sul centro di Broca, sulla frontale ascendente e sul lobo frontale; e, se il sito della breccia ossea non fosse stato imposto al chirurgo dalla preesistente lesion e a1la regione temporale, egli avrebbe dovuto praticarla in corrispondenza dei centri suddetti, do,re .peraltro non avrebbe trovato una goccia di pus! Tanto emerge dal sorp;rendente reperto necroscopico, il quale dimostra ancora una volta quanto sia diffi~ile la semeiotica cerebrale. . Dalla necrosco1pia possiamo deduITe che j J colpo di coltello, tirato dal basso in alto e davanti in dietro, ferì l'osso, le m eningi e la prima circonvoluzione temporale nel terzo medio; ivi si ebbe jn primo tem.po una piccola emorragia nello ~pessore della corteccia cerebrale, dove i mjcrobi piogeni furono trasportati direttamente da1l'arma feritrice, giacchè il primo accesso febbrjle, indice della iniziata encefalite, coincise perfettamente con la comparsa della modicissima supp11razione esterna; l'emorragia si ebbe per lesione di qn~l­ che piccolo vaso m eningeo, giacchè l'incisione della sostanza cerebrale non .p roduce emorragia; e, data la sua piccola entità, non si manifestò con segrii di compressione, .giacchè, come ha dimostrato il Laurenti, il cervello tollera la compres, sion e esercitata 1persino con 3-4 eme. di pasta di Beck. Si ebbe quindi rammollimento e poi fusione purulenta della zona di parenchima colpito; tale focolaio rimase circoscritto e silenzioso percl1è si formò subito l'aderenza protettiva tra le meningt e la corteccia cerebrale intorno alla ferita e si , inizjò rapidamente l'incapsulamento e la delimitazione del pus dal ~essuto nervoso circostante per mezzo di tessuto di granulazione. Perciò non vi ' fu m eningite purulenta e fu minimo l'assorbimento di 1prodotti tossici. Dal primitivo focolaio superficiale la suppurazione si diffuse nello spesso.r e della sostanza bianca del lobo tempora-sfenoidale e si formò un secondo focolaio più vasto. che s'incapsulò pure rapidamente, ma rimase comunicante col ;primo. Il tessuto nervoso ha speciale iproprietà d'incapsulare processi infiammatori e neoplastici (ascessi cronici, sarcomi e conglomerati tubercolari) mediante un addensamento 1d ella sostanza nervosa in tessuto quasi cicatrizia-


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le, impermeabile ai germi ed alle tossine; secor:ido il Meyer la prima barriera di delimitazione in alcuni casi era già formata al nono giorno e la capsula era completa dopo sei settimane; in questo caso occorse ancora minor tempo. Nel ~aziente n on vi furon o disturbi dell'udito nonostante la vasta lesione del relativo centro sinistro; ciò prova che il centro dell'udito è rappresentato in eguale misura nei due emisferi e che le lesi.ani di un solo lato non danno disturbi notevoli del sen so. An che le lesioni del girus angularis e ·d el sopra marginalis non si manifestarono, come d'ordinario, con sintomi di cecità verbale e di difetto nella funzione di afferrare gli oggetti, devoluta alle braccia; però l'Alian elli presentò un disturbo di tale ifunzione, perchè mentre .p er es. poteva prender e una brocca piena d'acqua, non era capace di tenere con la mano ia forchétta. Ma perchè vi fu afasia motoria, paralisi e pare.s i negli arti di destra, manifestates1 in via transitoria, se il centro .di Broca e la frontale n.scen. dente di sinistra erano normali? E' ben nota la teoria del P ierre Marie, secondo la quale il centro di Broca non avrebbe alcuna importanza nella genesi dell'afasia motoria, per la quale invece occorre la lesione della zona di Wernicke e del cubo quadrilatero, il quale abbraccia l'insula, la capsula estrema, l'antimuro, il nucleo caudato, il lenticolare ed i tre quarti anteriori del talamo ottico. La lesione della zona lenticolare produce disartria o anartria, mentre la lesione della prima circonvoluzione temporale produce l'afasia sensoriale di Wernicke, nella quale gl'infermi possono parlare, quantunque in maniera parafasi ca. Nel caso descritto dal dott. Besta la lesione dei due segmenti interni del globus pallidus aveva prodotto afasia motrice; n ei tre casi di pseudo~aral isi bulbare descritti dal Ross la lesione del globus pallidus si era esplicata con disartria e disfagia; anche il Mingazzini ha ·d imostrato che alla lesione del nucleo lenticolar e sinistro segue disartria; altrettanto dicono i lavor i del Ferrarin1 e Paoli, del Galassi, del Collier e Buzzard. Il Wa1 sche dice che l a degen er azion e progressiva del nucleo lenticolare .p roduce tremore e rigidità, disartria e disfagia, riso e pianto spastico ed un lieve grado di demenza. Anche il P ar enti ha dimostrato che la lesione del corpo striato pr oduce riso e pianto spastico, i quali secondo il Franceschi sono dovuti a lesioni di fibre psico-talamiche decorrenti attraverso il putamen. Nell'Alianelli la lesione della zona di Wernickb poteva produrre l'afasia motoria per azione a distanza sul centro motore del linguaggio, col qua-

le è anatomicamente collegata? In altri termini possiamo invocar e la diaschisi del Monakow? Ovvero la dottrina inglese di Byron, Bram\\rel e Bastian, secondo la quale il centro di Broca è subordinato alla zona sensoriale verbo-acustica? No, perchè l'afasia fu soltanto transitoria. Dobbiamo invece fermare la nostra attenzione sulla situazione e conformazione del secondo fo· colaio purulento incistato e comuni·cante per uno stretto tramite coll~altro primitivo e superficiale; nel lo.bo temporale s'era formata una cavità ascessuale a .forma di clepsidra, in cui la tensione an·dò gradatamente aumentando finchè il polo anteriore della cisti esercitò crescente compressione sui gangli cerebrali e poi anche sulla capsula interna; tale compressione si manifestò successivamente con la disartria, disfagia, pianto spastico, tremore, afa sia motoria, 'Paralisi e paresi controlaterale; fuoriuscito il ·pus, mercè l'intervento chirurgico, scomparvero con la compressione tt1tti i suddetti sintomi. Nel decorso postoperatorio alle alternative di i·p ertensione e di ipoten sione -Oella cisti, e quindi ·di compressione e decom·p ressione del putamen e del globus pallidus, corrisposere> a lternative di com.p arsa e scomparsa della disartria, disfagia e tremore; rimasero solo costanti la afasia amnesica e la parafasi a a testimoniare la lesione della zona verbo-acustica. La morte si ebbe p er lo svuotamer1to del pus nel ventricolo laterale. I gravi disturbi psichici potrebbero confermare che la sede delle funzioni psichiche non risiede nei lobi frontali, come sostengono Bianchi, ' Durante e Tamburrini, ma nella zona posteriore del Flécl{sig (Luci ani, Goltz, Munch), la quale in questo caso risentiva l'azione irritativa de.I vicino ascesso.

* ** Dal punto di vista terapeutico devo aggiungere che in questo caso la ferita dell'osso, nono-stante la specillazione, n on fu diagnosticata; ma, anche se l'avessi rilevata, non sarei stato autorizzato ad allargar e la fenditura lineare, 1p erchè l 'emorragia era. cessata completamente, · non vi era avvallamento osseo e tanto meno fenomeni cerebrali. Anch e il Lejars consjglia in tali casi di attendere l'insorgere di, fenomeni generali o locali; nel no. stro infermo i primi mancarono o p er lo meno furono incerti; quelli locali furono tardivi, ma, appena insorti, fu praticata l'operazione. La moderna t ecnica chirurgica degli ascessi cer ebrali impone: 1° una breccia ossea tanto am. pia da permettere di vedere e toccare la sostanza cerebrale; 20 di allargare la ferita della dura ma- -


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dre e del tessuto nervoso per introdurre un dito nel cavo ascessuale, onde assicurarsi {'be non vl siano diverticoli secondari. Sono appunto questi che sp esso passano inosservati e frustra110 l'opera d el ch irurgo; è perciò che molte volte, m entre si è sicuri di aver salvato un infermo, sotto l'ombra d el successo si nasconde la sor.p resa e la de1usione.

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Nel nostro pàziente la breccia ossea bastò solo a vuotare il cavo ,p urulento, ma non poteva assicurare il drenaggio, che del r esto non si sarebbe ottenuto n emmeno con una breccia più ampia, data l'esistenza del diverticolo profondo inaggredibile.

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Nel cervello le pareti del cavo ascessuale, s·pecie nella posizione orizzontale, stanno strettam ente addossate tra di loro, ed il pus, trovandosi sotto pressione, tende a farsi strada in varia direzione nel poco resistente tessuto n ervoso; si formano così dei diverticoli profondi, che non si riescono a medicare, n è a drenare. A causa di tale difficoltà, la preferenza data dai vari operatori, per il drenaggio, alla garza, ai tubi, alle NOTE E CONTRIBU·T I. strisce di guttaperca, ha una importanza relativa. Bisogna tener 1.)resente la raccomandazion e del ISTITUTO D'IGIENE DELLA R. UNIVERSITÀ DI PAT..ERMO Bara n y, di eseguire le medicature tenendo se· diretto da1 prof. LUIGI MANFREDI. duto il paziente, perchè in tale posizione vengono a divaricarsi le p a reti dell'ascesso. Influenza dei succhi di vegetali freschi (vi· Il \Vhiting di New York, per le m edicature di tamine vegetali) sullo sviluppo batterico. tali ascessi, ideò l'en cefaloscopio, formato come Nota preventiva uno speculum cilindrico, il quale permette d'ispedel dott. F. TALLO, aiuto e libero docente. zionare Je pareti del cavo ascessuale e di praticare i lavaggi, che, senza di tale istrumente>, E oggetto ·di vivo interesse scienitifico e pratico sono pericolosi perchè fatti alla ciPca; l appada parte degli studiosi, la questione relativa ai reccbio può esser e illuminato mediante uno spec· rapporti che intercedono tra batteri e vitamine, chio frontale o con lampadine elettriche speciali; sia riguardo alla origine di quesit'ultime sostanze l'estremità di esso divarica delicatamente le padirettamente da quelli 1PeÌ' sintesi, sia per ciò reti d ell'ascesso e si può vedere se vi sono reche conc~rne la loro influenza sullo sviluppo dei cessi profondi, angoli morti ove ristagna il pllS. germi, specialffilente ai quelli appartenenti al Anche il nostro Gradenigo raccomanda tale istru gruppo degli emoflli. mento. Circa quest'ultima influenza, si è stu.d iato da In quanto alle soluzioni adoperate .p er lavaggi, molti autori (Klinger, Davis, Pacini e \\1right oltre la soluzione fisiologica sterile, ricorderò che Rusgel, Lloy1d, Lloyd e Cole, Tinti, ecc.), l'effetto il Santoro D'Emidio usò quella di colJargolo 1 % che ha l' ag-g iunta delle vitamine dei tessuti e lie zaffò poi con iodoformio, senza inconvenienti; quidi organici agli ordinari t erreni nutritivi 5ulpossiamo quindi in chirurgia cerebrale usare le lo sviluppo di quei microrganismi, che si mostrastesse sostanze antiflogistiche, che adoperiamo no maggiormente restii alla vita s~profltica (gonegli altri organi. nococco meningococco I b. dell'influenza, streptococco, b. d ella di.f teritè, ecc.), e quasi tutti sono Concludendo, ritengo importante il caso descrit· ormai proclivi ad ammettere che dette sostanze, to per il decorso vago e silenzioso, quantunque oltre che favorirne notevolmente il sollecito e si trattasse di ascesso acuto; per la rara conforrigoglioso 5viluppo fuori dell'organismo, si renmazione del cavo ascessuale; per il contributo dono utili anche p er facilitare il loro isolamento che ipuò portare nella dibattuta questione del1' a!asia e sui disturbi causati da lesioni dei gandai prodotti ,p atologici. Ma, m entre le ricerche sul riguardo si riferiscogli cerebrali. no finora 1princi·p almente alle vitamine contenute Guardia Perticara (Potenza), di~embre 1924. 1

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IL POLICLINICO

11ei tessuti e nei liquidi organici animali, p 0:; 0 in vece è detto n ella letter atura 1Per le vitamine contenute nei vegetali, quasi nulla soprattutto in relazione allo impiego dei succhi .d i vegeta1i freschi addizionati agli ordinari terreni di coltura. Circa l 'impiego di quest'ultimi, sono registrate solo le recenti ricerche di Leichtentritt e Zielasko\viski, relative al succo di limone, e quelle di Tinti fatte col succo ·d i carote e di limone con risu ltati rnolto favorevoli. Data qu~ndi la grande importanza dell'argomento, per suggerimento e sotto la guida del rp rof. Manfredi, mi è sembrato non privo di qualch e interesse pratico l'eseguire al riguardo i1u. · m erose ric·erche comparative, obbiettivo delle quali fu a.p punto idi studiare l'influenza che son o in grado di spiegar e su llo sviluppo di sv:i riati germi, le vitamine di s1p eciali succhi vegetali n on solo freschi ma anch e sottoposti al1'azione del calore, sotto forma di calore umido, come il mezzo pd.ù comunemente adoperato in batteriologia :per ottener e la sterilizzazione dei ter, reni di coltura. Inoltre,. a differenza delle ricerche dei 1precedenti autori, le mie ricerche hanno avuto di mira non la sola influenza delle vitamine in genere sullo svilt1ppo dei germi, ma anche ·q uella delle singole vitamine o di pi1ì vitamin e insieme risipett.o allo stesso germe. ' Conformemente a questi diversi scopi ho adoperato come vitamine vegetali: 1) succo c.Qi limdne chie contiene l a vitamina C; 2) succo d~ piselli freschi, che contiene la vitamina :S e jn piccola .quantità forse anche A e C; 3) olio di. arachide appena estratto, che co ntiene la sola vitamina A. Questi diversi succhi veg-etali venivan o ad·dizio. i1ati in proip orzioni variabili, all'agar comune doIPO 8verlo fluidificato . Circa l e modalità di tecn ica seguite p er l'estra. zione ron rigorosa asepsi di questi diversi succhi , 1per la preparazione dei rispettivi terreni nutritivi e il modo come questi venivano assoggettati all'azion e del calore, esse saranno ·dettagliatam.ente descritte in una succes5iva nota app ena ultimate le ricerche in corso. I 1nicrorganisn1i da sottoporr e alla prova, furo no scelti fra quelli cl1e non si adattano alle contingenze colturali comuni, rna richiedon o sipec ial i terren i nutritiYi, senza dei quali non è poss ibile nè l'isolamento n è l'atteccl1imento di essi in colture \'itali fuori dell'organismo umano. Inoltre, 1p er la maggiore validità €d esatt~zza delle ec;perienze, in tale scelta s i è creduto op portuno d1 comprendere germi isolati da qualche giot·no tutto al più dall'organismo e qualcuno pro1

0

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[ANNO XXXII, FASC. 28]

veniente direttamente da prodotti !Patologici. Furon o p ertanto presi in esame i seguen ti: un ceppo di gonococco isolato direttamente da1 5ecreto uretrale jp·r elevato ·d a un ammalato dell'ambulatorio della Clinica dermo-sifilopatica; un ceppo di rnenin.gococco di Weichselbaum isolato da 48 ore da1 liquido c.erebro-spinale e coltivato jn agarsangue; un ceppo di streptococco isolato da tre giorni dal sangue ·di un ammalato e coltivato i11 terreno a ll'uovo ; un ceippo di b. dell'influenza isolato da .tre giorni e coltivato in agar sangue; un ce,p po di b. della difterite isolato da tre giorni dal la pseudomembrana ·d i un bambino affetto da rijfterite e coltivato in terren o all'uovo. Men o il prjmo di questi materiali, tutti gli al. tri rr1i furono gentilmente forniti dal dott. Leone, addetto a1 laboratorio batteriologico d.ella R. Clinica P ediatrica ·di Palermo. I detti gerrni innestati sull'agar ordinario n'On • si sviluippavano affatto. GJi innesti nei terreni nutritivi addizionati con succhi vegetali, venivano sem.p re accompagnati per ogni germe e per ogni tipo di vitamina da altri di controllo, fatti risp ettivamente jn ngar comune e nei terr eni nutritivi adottati comune mente come .e.l ettiv i 1per ciascun .g erme speri1nentato. In tutti i casi, i terreni insemenzati erano lasciati in termostato per 72 ore e l'apprezzamento dello svilup1p o veniva fa.tto sistematicamente do. po 6, 12" 48, 72 ore. Dalle i1umerose prove colturali eseguite comparativamente a parità di condizioni di te1npo e di temperatura è risultato: che l'agar comune, in seguito all'aggiunta dei liquidi vitaminati sopra detti, diventa un terreno adatto all'attecchimento dei germi sip erim-entati, e cl1e questi possono avervi uno sviluppo an cora pjù sollecito e più rigoglioso di quello ch e si abbia n egli stessi substr ati cosi' detti .e lettivi, presi come controlli. Il maggiore o minore effetto dipe.nde, a seconda del germe, dalla qualità e in ·PRrte anch e dalla quantità della vitamina aggiunta. 4

Tale sviluppo, ;per .alcune specie batteriche, sembra inoltre che ·sia più rigoglioso n ei terreni nutritivi contenenti più qualità di vitamine rispetto a quelli cl1ie n p contengono una so1a . Queste differenze di sviluppo, r elative al tipo di \ itarnina aggiunta. all'agar ordinario, appariscono sp ecialmente quando detti substrati nutritivi vengono sottoposti all'azione di diverse temperature. Da questi risultati si rileva dunque il notevole poter e catalizzatore che certi succhi vegetali manifestano, in ragione delle vitamine che essi contengono, n ei riguardi della cr escen za dei batteri, 7


[ANNO XXXII, FASC. 28]

e come tale 1p otere ap1parisca eguale e !Perfino superiore a quello generalmente riconosciuto !Per alcuni liql1idi e tessuti animali freschi. A differ enza inoltre dei terreni nutitrivi addizionati con qu-est'ultirni, quelli !Preparati con sue .. chi di vegetali freschi offrono praticamente anche il vantaggio di conservare la lor o limpidezza e trasparenza. Le n umer os,e ricercl1e in corso , in parte o<7ià espletate, mi daranno occasione di precisare ancora m eglio la importanza che le vitamine vegetali, quali sostanze utili 'Per la vitalità dei gPrmi possono avere n ella pratica batte~iologica in r~­ porto alla loro applicazione, sia per l'isolamento più rapido che per la coltivazione 1più rigogliosa dai prodotti patologici, di quei germi patogeni che sono difficilmente isolabili e coltivabili fuori dell'organismo.

SUNTI E RASSEGNE. '

INFEZIONI.

Sulla patogenesi del cole1·a. (·P . SDRODO\VSJ{I e E . BRENN. CentraLbL.

981

SEZIONE PRATICA

f. Bakter.,

Orig., 18 f eb. 1925). Gli AA. hanno controllato le ricerche di Sanarelli sulla patogenesi del colera, rivolger1do ~~o­ vratutto l'attenzione alla « sindrome algida ». Hanr10 confermato !Pienamente i risultati deJl 'autore italiano e li hanno estesi. Ci Jimiteremo a riferir e i dati princi1p ali delle loro ricerche, eseguite sui conigli. In primo luogo hanno accertato 1' entero tropismo d-ei vibrioni col erigeni. Siano vivi od uccisi, sianc. introdotti n elle vene o n el peritoneo, qlte . sti raggiungono da tergo l'intestino, vi si scaricano e vi determinano un'infezione o una le sione di varia intensità, che però non ha t!Ulla di .p aragonabile - come ha r ilevato San arelli col colera umano. Hanno riconosciuto che la << sindrome algida », tanto 0aratteristi~a del colera umano, è un 'i11fezione iper acuta da colibacilli~ mobiljzzati dai vibrioni. Hanno ri1prodotto quest'infezione .espl0siva, introducendo nelle vene u na do5e subJetale di vjbrioni e !PO i una dose indifferente di colitoss~na (brodoculture di Bact. coli :filtratf') : è questa una tecnica che gli AA. designano quale « metodo di :Sanarell'i ». Ammettono con Sanarelli che si tratti di una riattivazione id i focolai latenti di colibacilli. Descrivono le alterazioni anatomo-patol0giche che accompagnano il quadro morboso siper irnentale cosi 11>rodotto; esse corrispondono alla dflscr izione datane da Sanarelli, salvo che a volte

gli AA. hanno trovato copioso l'essudato peritùneale. Accolgono anche la con cezion e di .;;anar elli sulla natura anafilattica della sindro'me, in quanto questa ha molti caratteri dello shock anafilatt.ico: comparsa jmprovvisa, ipotermia, ipotensione vascolare, asfi ssia , linfopenia 5egulta ùa leu~ocitosi, accessi di craffi!Pi, ecc. Ac cettan~ ~a designazione di epitall assi, prof.Posta dal Sanarelli, in quanto v'è ca·duta di tutti gli epiteli; ma introducono anche la design azione di « f ennm.~no di SanareLli

».

No11 si pronunziano in modo decisivo sull' ~ùen­ tifirazione di questo fen om eno con la sindrcme algida del colera umano, ma stimano che l'identità sia molto 1pro·b abile. Hanno introdotto an che qualche variante nella tecnica dell'autore italian o. Una. delle varianti consistette n el valersi unicamente di colitossina per preparare gli animali e 'p•°3f scatenare la sindrome. Dunque il fenomeno non è strettamente legat o ai vibrioni col eri geni. In ciò gli AA. concordano col Sanarelli, il quale .h a i11sistito n el rilevare chie l'algidismo ,è un sintoma caratteristico ma non specifico del rolera umano. Secondo gli AA., i loro risultati s] conformano pienamente a questa concezione, che avv~r.ina la sindrome algida ad altr e manifestazioni cliniche a forma esplosiva e di natura n9n sipecifica, come il cholera nostras e l 'aippenò1 cite. ·Sanarelli trova eh.e in tutte le sindromi di Clli è parola possono ess-ere mobilizzati, oltre ai colibacilli, anche streptococchi, stafilococchi, bacilli protei, ecc. Gli AA. non hanno sperimentato co11 questi altri germi , ma non dubitano che pos5nno sosti1uire i coli, quàli « micre>bes de sartie », scatenanti l'accesso di epitallassi. Le alterazioni anatomo-.patologiche riscontrate, dopo aver introdotto qualche variante, corrisposero sempre a quelle descritte dal Sanarelli, salvo nei r eni, ove a volte esse son o risultate miti; per altro gli AA. osservano che anche n el!e ricerche di Sanarelli le alterazioni renali non sem. ipre erano fortissime. Pur inoculando vibrioni vivi, gli AA. n on li hanno sem~re ritrovati nel conte11uto intestin3.le, allorch è le manifestazioni morbose assumevano nn andamento subacuto; in ciò es5i confermano i reperti del Sanarelli. 1Gli AA. hanno tentato 1d'immtUnizzare corn tro il f en,01neno di Sanarelli, iniettando ri1petutamente la colitossina od i vaccini colerici. Sono riusciti a conferire un'immunità relativa, cioè a far to'lerare. dosi 2-4 volte superiori a qu-elle cbe ucci devano gli an imali di controllo .p rejparati alla Sanarelli. Credono che qu esti tentativi d'immunizzazione vadano proseguiti. L. V •


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IL PUI.fCLIN reo

Vaccinazione anticolerica pe1· via orale. (S. KLtJCHIN e G. VIGODTSCHIKOFF. Central.blat Bal<ter., Orig., 20 gen. 1925).

f.

Gli AA. hanno assoggettato a controllo sperimentale il metodo di vaccinazione proposto da Besredka, cioè 1p er la via orale e previa ..JSomministrazione di bile. Hanno sperimentato nei conigli, con colture di colera su agar. Dap1Prima hanno indagato l'azione delle colture e della bi1e separatamente. :B risultato che le colture uccise, da sole, non sono in grado di vaccinare, neppure a dosi enormi: 75 colture nor1 hanno destato un potere agglutinante apprezza. bile e no11 hanno conferito aumento manifesto di "!'esistenza. Anche i vibrioni vivi sono stati tollerati in dosi altissime (fino a 21 colture), senza iprovocare im munità. Forzando le dosi, le colture viventi uccidono, ma solo perchè mobilizzano i colibacilli. Se, invece, i vibrioni sono introdotti per via parenterale, anche in ·d osi incoID(parabilmente mi11ori (Y.z-1 coltura di 24 ore sotto cute), si se ari . cano nell'intestino e determinano un'enterot:!o~ite più o meno grave: è l'entero tropismo messo i11 piena luce da BesredJça e da Sanarelli (1). L3. bile si è dimostrata dannosa di per sè : essa dPtermina diarrea e a volte anche la morte. Ancl1' essa mobilizza i colibacilli. Il trattamento preliminare di Besredka dunque è tutt'altro che innocuo. Dopo somministrazione di bile, i vibrioni uccisi si sono dimostrati ancora pochissimo a~tivi nell'immunizzare gli animali: difatti si ricbi Pdevano quantità di colture incirca 400 volte superiori a quelle che bastavano per via ~podermica, secondo il procedimento di Kolle. I vibrioni viventi sono stati più attivi: si rjchj~òevano quantità solo 30 volte superiori. Ma qualora si consideri che, in media, i germi vivi sono 10 volte più efficaci di quelli uccisi nel {Provocare l'immunizzazione, se ne deduce che quella quantità equivale, effettivamente, a una dose 300 volte superiore. ·D'altronde nell'uomo non è il caso di parlare di vaccinazione per os con i vibrioni vivi del colerai Tutto considerato, gli AA. concludono che il metodo di Besredlça non ha alcun valore pratico. Se per mezzo di dosi alte gli AA. vincevano la resistenza dei conigli trattati .p er 'ria orale e di quelli trattati per via ia>odermica, notavano

[ANNO XXXII,

FASC.

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che i d.isturbi intestinali erano meno gravi nei primi anzichè nei secondi. Ne deducono che la vaccinazione 1p er via orale conferisce una i'ésistenza locale. L. V.

VIE. DIGERENTI. Ulce1·a e ca1·cinoma dello stomaco. 1

D ott. V .

0RATOR.

Wien. Klin. Woch.,

n.

16).

Siccome la mucosa gastrica subisce post mor lem delle alterazioni prima di tutti gli altri •essuti, non è da meravigliarsi se dalle. ricerche di Heyrovsky in poi sono cosi frequenti i contributi, tSpecie dal punto di vista chirurgico, sulla 1patologia dello stomaco. Dai risultati del nostro lavoro di quattro anni, da centinaia di prep:!.rati si !'iscontrarono insieme a 110 casi di ulceri e 30 di carcinomi le più svariate affezioni gastriche. Lo studio di queste varie affezioni e le ipersonali esperienze sullo stomaco « normale » evi. tan0 il 1p ericolo di un gludizio parziale su di una singola forma morbosa. E qui è da osservare che l'espressione (( normale » va intesa sotto due ~unti di vista affatto diversi: 1 da una !{)arte nel senso di <e sano-normale » (eccezionale anche nei cosi detti morti a stomaco sano) e dall'altra di « relativame11te normR.le », .per la quale sorgono tPOi delle difficoltà riguardo alla precisa di stinzi one fra la gastrite e lo stato fisiol0gico. Per quanto riguarda le ,conseguenze degli ~ti­ moli o dei processi infiammatori dobbiamo ricordare anche la frequenza dei traumi, che spesso danno luogo a gastriti acute. Da tale ec~ita­ bilità della mucosa, anche a stomaco sano, ip rendono origine quei processi, che conducono alla gastrite, per caratterizzare Ia quale bastano i seguenti tre !{)unti: 1) aumentata infiltrazione cellulare ed essudazione siero-mucosa, spesso con erosioni; 2) proliferazione profonda con alterazioni catarrali ·dell'epitelio dei follicoli; 3) riduzione e scomparsa della zona glandolare. Volendo a grandi tratti dare un quadro del. l'ulcera e del carcinoma gastrico, occorre rif eri rsi alla gastrite, la quale dal punto di vista r.linico.chirurgico 11a oggi una tr~plice importanza: per l 'ulcus rortundum pepticum, per i casi a sintomi m eno t~ici, nei quali all'operazione non si ritrova l'ulcera, e per la gastrite cronica inftre, che è sen za dubbio una affezione precancerosa, I.e gastritj quindi hanno la più grande impor(1) Notiamo ohe le ricerche di Sanarelli preoedet- tanza, secondo i risultati dei miei studi, e possono esser distinte in due forme: la prima, catero quelle di Besredka: cfr. O. R. Soc. Biol., 9 febratterizzata dalle modificazioni gastriche della braio 1924.

·-


(ANNO XXXII, iFASc. 28]

SEZIONE PRATICA

porzione pilori-ca, si è ri&con·tr~ta princia>almente nei seguenti tre gruppi di malattie: 1) nella ulcera gastrica (ulcus ventr., ulcus duoden., ulc11s pepticum jejuni); 2) nella ptosi od in altri disturb'i di motilità dello 1stomaco; 3) nei turnori benigni e da.I .p unto di vista morfolog1co si p~­ trebbe ch1amare « gastrite pilorica l>, dal punto di vista funzionale « .g astrite motoria )) . .L a seconda forma è caratteristica tPerchè occupa nella s ua totalità tutta la superfic1e gastrica, è 11niversalc e réli)presenta 1a più clac:;sica atrofia della mucosa; questa forma si è riscontrata nei tumori maligni (carcinon1i, linfosarcomi e sarcomi), nelle infezioni specifiche (p. e., tbc.) ed j11 alcune intossicazion1 (elmintj a·si). Questi due gruppi di gastriti non rappresentan<::· rorme nettamente distinte, perchè ci sono quelle int2rmedje o miste. Ben distinte tPer le alterazioni della mucosa sono l'ulcera ed il carcinoma. Questi du8 tipi di gastriti si riscontrano anche in ~ ltre malattie dello stomaco e 'non sono esclusiv~ d-ell'ulcera e del car-cinoma. Anche nella gastrite dell'ulcera gastrica esjstono delle complicanze e possono distingui:'rsl ~ 1) ur1a vera gastritis uicrera di Nauwerks; 2) una gastrite pilorica cronica r aramente (progressiva, 3) quelle esarcebazioni dovute a stasi, errori d1etetici, eccessi di lavoro, raffreddamenti, ecc. Nel1e molteplici mie esperienze non mi è rius~ito di pote!· trovare una ragione a sostegno della teoria neurogena. ·dell'ulcera. Secondo le mie esperienze ·si possono ritenere come fondamentali i geguenti ,p unti: la accennata gastrtte pilorica cronica e 1a localizzazione dell'ulcera 1Peptica sopra l'ango 1 o o dietro il piloro, cjoè al !Principio ed al1 a fine della porzione muscolare più sviluppata. Sembra che la turbata motil.i tà dello stomaco sia un fattore e.<;senzia le , della genesi dell'ulcera peptica cronica. Mentre te ulceri acut.e possono esser dovute a disturbi circoiatori'i o sorgere sui fondo di vna gastrite o fi,nalmente seguire aà ?J.na influenza neurogena, per le ulceri peptiche croniche vorrei affermare una « teoria miogena )>.

Qua.li segni caratteristici di un carcinoma e.i ulcere possiamo indicare i seguenti: 1) modalità nella sede del carcinoma : a) cicatrici callose; b) cicatrici muscolari ,p roprie dell'u1c:era cronica; 2) 1ontano dalla sede dell'ulcera notevol(l indurq,mento ed ispessimento ·della sottomucosa e della sottosierosa; 3) le .condizioni descritte della muco<3a. Dal controllo statistico anatomo-patologir.0 di cir ca 700 casi di ulcere e 150 di carcinomi, si possono trarre i seguenti risultati: delle ulceri gastriche croniche 1'8 % subì degenerazione maligna; •

983

dei carcinomi il 10 % od al massimo il 15 % erano ex ulcere, mentre il 90 % provenivann da t1n'originaria gastrite diffusa (gastr. precancerosa). In ogni carcinoma, nella sua genesi, è da riconosc.ere sempre uno dei seguenti fattori: I 1) una dis1Posizione generale; 2) uno stimolo cronico; 3) una disposizione locale, per la quale ricordiamo i dati seguenti : a ) che la massima 1 p arte dei carcinomi ha origine preipilorica; b) che l'ulcera .p repilorica è quella che più frequentemente degenera; c) che la degenerazione maligna si inizi3. in quella parte rr:iarginale dell'ulcera, che confina con la mucosa pilorica; d ) che la reazione marginale sembra uiù attiva nella mucosa !Pilorica e 1più scarsa nei rii manenti punti della mucosa; e) che frequentemente la mucosa gastr0 pilorjca confina con quella del fondo quasi normale. Tutti questi dati dimostrano la notevole eccitabilità della mucosa pilorica, la grande attività iP1a<3tica e la ten·d enza ai processi ulcerativi. cd è in questa particolarità appunto della mucosa pilorica che noi dobbiamo riconoscere la disposizione locale alla produzione del carcinoma ed è cosi segnata anche la via per la cura dell'intervento chirurgico 1profllattico della gastrite precancerosa, che potremo forse un giorno imp'lra.re a diagnosticare. 1

DE CHTUL\.

Il problema dell'nlce1·a-cancro dal punto di vista 1·adiologico. vViener klinische Wochenschrift, n. 18, 30 ~prile 1925). '

(SCH\VARZ.

L'.i\. si ,p one il 1Problema se in casi in Clli esistono i sintomi clinici e radiologici netti e bene evidenti di ulcera gastrica peptica, possa sussistere un carcinoma, se tale evenienza sia frequente, e se vi siano dati per ammettere che certune localizzazioni di ulcera siano sospette o predispongano alla formazione successiva di un cancro. Egli passa a descrivere 3 casi in cui sia clinicamente, sia radiologicamente, sia infine al tavolo operatorio vi erano segni chiari di ulcera callosa della piccola curvatura (dolori, ~er­ clor idria, nicchia di Haudek) .. Solo l'esame istologico 1Potè dimostrare in 2 di essi la 1presenza, di un cancro; in 1 caso cellule carcinomatose nou furono riscontrate nel .p reparato dell'ulcera escissa, ma il paziente morì poco dopo per metastasi epatiche.


984

Il. POLICLINICO

[ANNO

XXXII,

FASC.

28}

,

J...'A. richiama l'attenzione sul fatto che in certi

casi anche il sintoma nicchia può essere segno di cancro (carcinoma perforato) e che qualche volta la nicchia si trova in m ezzo a difetti di riempimento che debbono mettere sull'avviso. Inoltre il sintoma rad1ologico « antrospasmo » che ha portato a tante diagnosi errate di ulcera e ad operaoioni inutili, può d'altra parte essere il segno precoce di un cancro (in 1 caso citato dall'autore) . Tutto ciò vale a dimostrare, se n on la possibilità di trasformazione dell'ulcera in cancro, la possibilità di localizzazioni cancerose nella sede di un 'ulcera. Quanto alla frequ enza dell'ulcera cancro le opi. nioni sono discordi e accanto a statistiche abbastanza elevate, esistono statistiC'he piuttosto basse, tor.se in rapporto alle condizioni sociali degli ammalati e perciò alla mag.g iore o minore iprecocità dell'intervento. Sembra che l'ulcera-cancro sia ·p iù frequente negli uomini che nelle donne. Quanto alla localizzazione, si •p uò ammettere, secondo l'A., che la sede di p redilezione sia la regione prepilorica, me11tre solo raramente le ulceri ·della piccola curvatura a sede più alta, come del resto le ulcel'i duoden ali e digiunali, danno luogo alla localizzazione di un cancro. LAPENNA .

Una linea di condotta nella ematemesi e nella melena acuta. (J

SHERREN. Th e L ancet, n. 4, 1925).

L ' A. premette che considera come acute quelle

emorraggie che di 1per. sè stesse richiedono il soccorso del medico. Non tratterà quin di nè delle emorraggie occulte rivelate ·dall'esame chimico delle feci, nè del vomito di piccoli coaguli di sangue, e nemmeno delle forti ·quantità di sangue inalterato che ipassano nelle feci in seguito a poli1pi semplici o maligni del colon o del r etto. Inoltre l'A. si professa incredulo alJe emateme()i e< SP.r.za lesioni n non riuscendo ad immaginare la diaa>edesi ·di una forte quantità di sangue attraverso una membrana intatta: i casi cli ematemesi che l 'opel'azione fec e credere « sj nc rr1ateria » vennero dall'auto1psia dimostrati come consegutinza di er osioni della mucosa gastr!ra o di t1Jceri acute sfuggite all'occhio del chirurgo. Ciò preme5so, passa a dividere i casi studiati in due grandi categorie : J ì Casi di ematemesi e melena in individl!i che nH1i ebbero disturbi a carico dell'appar ato digerente. Sono i casi più difficili per la diagnosi e 1per i·orientamento terapeutico cl1irurgico; 2) Casi di ematemesi e melena in indi ..:idui con ,p recedente anamnesi di disturbi digestivi. In

questi casi l'emorraggia appare non come feno· meno primario, ma come complicazione, e può di per sè sola condurre a morte il 1pazient~. Si i1npone quindi il tempestivo intervento. Alla prima categoria di casi appartengono generalmente individui giovani, iper lo ~iù di ~P.c;50 femminile in cui il fenomeno acuto dell'e1natemesj si accompagna generalmente a collasso pr~­ fondo . In tali casi l'intervento immediato, c;e. è possibile fare diagnosi ·d i ulcera acuta, r1on è indicato perchè sono moìto maggiori i rischi di una es1plorazione che quelli di una tempestiva ed energica terapia medica. Inoltre la gastrodigiunostomia non sempre fa cessare l'ematemesi, anzi questa in molti casi tende a rtpeterc.;i; allora buona p ratica, secondo l'A., è quella di praticare un lavaggio ga•s trico con acqua r.alda fortemente alcalinizzata con bicarbonato di sodio· a r.11i può v enir aggiunta ·dell'adrenalina. L ' A. è fa·vorevole aa u na nutrizion e (precoce. Nell'esame del soggetto sarà cura del medicodi l'icercare tutti i 1possibili punti di parten za di una qualsiasi infezione: tutti gli apparati .: :! orga11i non escluse le. tonsille, i denti, il nasofaringe, gli orecchi. Se il focolaio è stato trovato, lo 1si sottoponga a trattamento locale, si inizi la teraipta medica, si regolino gli intestini, avvertendo jJ paziente che qualora l'ematemesi tendesse a ripetersi con insistenza, è da proce·derc;i all'atto operatorio. Ciò perchè spesso la diagnosi di ulcera acuta è errata e si ha invece a che fare con 11na ulcera. cronica che non :r.a· mai dato alcun disturbo. Tali ulcere cr onich e si lenziose son o assai frequenti, e 51Pesso si ric;contrano in individui affetti da tubercolosi polmonare. Ematem esi improvvise 1posson o verificarsi anche in casi di cirrosi epatica silenziosa; si consiglia in tali casi l'omentopessia. Analogamente, in casi di. car cinoma gastrico e di splenomrgalia 1per anemia splenica. Nelle m elene improvvise la linea di condotta è pressochè identica: mantPnersi in una aspettativa vigile e non precipitare intP,rventi esiplorativi e tanto meno gastro~digin­ nostomie alla cieca, dopo le ·quali la m elena può ri.p etersi n u ovamente. Nella seconda cat~goria di casi, in cui una anamnesi di precedenti sofferen ze può far !are la diagnosi di ulcera cronica, è raccomandabile il rHpido intervento appena lo ·schocl< della emorraggi a sia scomparso (in genere dQPO 36 ore). L'intervento di elezion e sarà la cauterizzazione dell'ulcera e la gastro~digiunostomia, ed eventua l 111ente anche la resezione gastrica. Di grande importanza sono le ematemesi postoperatorie; esse possono manifestarsi d01po nna


[ANNO XXXII,

FASC.

28]

SEZIONE PRATICA

qualsiasi OJperazione addominale (appendicite, colecistite. ecc.), e sono da riferirsi ad· ulcere acute o <·rn meno probabilità ad ulcere rronich-e. Generalmente però compaiono dopo operazioni sullo stomaco, .e .possono distinguensi in precoci e tardive. Le precoci avvengono do1po pocìte ore dall'intervento e sono dovute a piccole boccucce vasali sfuggite alla Jegatura, a legature che hanno ceduto, a rapido rjassorbim-ento de] catgut. In tali casi occorre quasi sempre intervenire nuo, vamente. Le ematemesi postoperatorie tardi ve sono anche esse non infrequ enti e l'A. le cor1sider:t dovute a nuove ulcerazioni format€si nella regione dell'anastomosi o nel duodeno~ tal volta 1perr> possono derivare dall?- vecchia ulcera, special1nente se prima dell'intervento v'erano state emorraggie. I rasi di emorraggie ripetentesi in individui già stati 01p erati 1per ematemesj o melene acute, vengono intenpretate dall' A. sulla scorta di varii protocolli operatori come esponente di nuove ulcere gastro-duodenali 1sia croniche che acute, dovute ad infezioni. In tali casi l'A. dà grande importanza etiologica alla iperacidità gastrica non diminuita dalla gastro-digiunostomia. !_.a ~i­ min11zione dell'acidità è condizione sin.e qua non ~er la buona riuscita dell'interv€nto e ·p er la prognosi futura dell'intervento stesso.

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L'arto inferiore s inistro è in rotazione esterna e 1presenta accorciamento apparente abbastanza. note·vole. ·M otilità passiva: limitazione dolorosa della adduzione ed abduzione della coscia sini. stra La flessione della coscia sul bacin o a gamba estesa è 1possibile, ma si accompagna a crepitazione ossea dolorosa nella r egione coxo-femorale. La motilità attiva è molto diminuita, il paziente non .p uò sollevare dal ' piano del letto la gamba in estensione; piega la ·Coscia 1S"µl tronco a gamba flessa fino a 45 gradi, ma sent€ dolore nella regione retrotrocanterica. All'esame della sensibilità dell'arto inferiore sinistro si riscontrò dolore alla ~ressione della spi_ na ischiatica e della regione retrotrocanterica, dolore minore alla pressione delle masse muscolari alla gamba, senza punto peroneo speciale. Nulla di notevole nei rifles~i. Romberg assente. Le misure mostrarono una ascensione del trocantere sinistro di un centimetro ed un racieorciamento dell'arto di due centimetri. Radiografia: frattura del collo del femore sinistro della Varietà trknscervicale, .senza penetrazione di frammenti. I contorn·i sono ne.tti. Mcensione. lieve d el frammento diafisario. 2) Giulio P., anni 80, ex ufficiale. Nulla di Il().. tevole nell'anamnesi remota. Il 12 maggio 19-24 cadde aull'anca sintstra dopo di che fu costretto ROCC'A:I , a stal"e in letto rp1er circa venti giorni a causa di forti dolori alla parte antera-inferiore della coSISTEMA SCHELETRICO. scia. con irradiazioni alla faccia esterna della gamba. Nessun dolore all'anca. Al suo l evarsi Algie cruro-sciatiche sintomatfche di frattura ignorata del collo del fèmore. tI malato potè tenersi in 1p iedi a stento e .f u costretto a camminare .con le stampelle; ora cam(H. ROGER, J. REBOUL-LACHAUX, J. RATHELOT. Gamina con una sola stampella sotto il braccio dezette des h6pitaux, n. 6, gennaio 1925). s tro. I doloti della p.a rte inferiore · della coscia Gli Autori riferiscon·o intorno a due ammalati 1persistono malgrado bagni di luce e trattamento elettrotera4>ico. giunti a breve distanza alla loro osservazio11e, . Il malato viene indirizzato ad uno degli Autori .con .dtagnosi di nevrite. Attualn1ente inviati l'tmo .p er sciatica e l'altro per turbe neaccusa assenza co·m pleta di dolore all'anca t1ella vritiche della coscia, nei quali l'esame dettagliato stazione eretta; un dolore lateralmente dal terzo e la radiografia misero in evi.denza una fratinferiore della coscia sinistra fino a metà del tura 'ignorata del collo del femore. polpaccio ed un dolore vivissimo alla regione so1) Pietro P. di anni 60 agricoltore; inviato alla 1prarotulea. Clinica Neurologica iper sciatica sinistra ribe)le. L'arto inferiore sinistro ap.p are rotato all'esterIl paziente soffre da lungo tempo di reumatismo ' cronico poliarticolare. Non lues, non malattie no e raccorciato. Il malato solleva perf€ttamenta la gamba fino all'angolo rett.o e può effettuare infettive, non intossicazione alcoolica. L'attuale tutti i movimenti della cc.scia meno la rotazione malattia iniziò cinque o sei moesi or son0 lentainterna. Passivamente la flessione della coscia mente, .senza ricordo alcuno di .p recedente trauarri\ra all'angolo retto, l'ad·duzione e l'abduzione matismo, con un dolore a livello del piede e sono nettamente limitate. La rotazione interna è della faccia esterna della gamba sinistra. Gradaimpossibile come pure l'applicazione completa del tamente il dolore ·è risalito indietro sul tra~tto tallone contro la coscia. La percussione de 1 trodello sciatico. Attualmente la sede del dolore cantere determina un leggero dolore. L'esame del_ spontaneo è dietro il trocantere sinistro; il doJa sensibilità rileva una leggera ipoestesia al lore è continuo e si acui1sce in certi movimenti, terzo inferiore della faccia est-erna della coscia e con irradazioni nel cavo del po1plite. '


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IL POLICLINICO

al po~paccio. Non dolore ai punti sciatici; non Lasèg ue. Radiografia dell'anca sinistra: frattura d el collo del femore, varietà basi-cervicale. P en~tra­ zione molto marcata dei frammenti. Frattura par_ cellare del sopracciglio cotiloideo alla sua parte jnferiore. I due malati in esame 1presentano dolori l'uno sul tragitto d-el n ervo •sciatico e l'altro del nervo crurale e muscolocutaneo. Essi non hanno [)rovato e non provano ora dolore alcuno all'anca. IJ'as. enza di ogni fattore accidentale nel primo caso, l'impotenza poco accentuata nel secondo non hanno orientato i me·dici curanti verso la diagnosi di lesione dell'anca. Molte lesioni del collo del femore restano ignorate is olo perchè l'attenzione n on è attirata su di esse ed i sintomi importanti i1on sono cercati sistematicamente. Qui il << dolore a distanza » legato alla lesione ossea era un fattore adatto ad indurre in errore. Le algie localizzate a livello della 1Parte anteroinferiore d ella coscia e della faccia esterna della gamba nel caso n . 2 non possono spj-egarsi con una lesione .p rimitiva dei nervi crura:le e rnuscolo-c utaneo, di cui non c'è alcun segno. Quanto al dolore della sciatica nel caso 10, l'ipotesi ·Pi"ù probabile è che 5i tratti di una nevralgia dovuta ad irritazione a livello della -regione glutea · .p er frattura spontanea. Le fratture del collo possono in casi eccezionali determ:nare i!) ro2essi irritativi ·del c rurale e dello sciatico, sia direttarnente i)8T 51postamento osseo, sia per compression e da parte di ematomi profondi, sia pef artrite secca concomitante. ~uesti dolori a distanza sono di rado segnalati nella letteratura. I soli casi che si avvicinano un poco ai due i11 ·questione sono. quelli di 1Sicard et Gast1ud; ouesti Autori nel corso di fratture snontanee d el collo del femore segnalano in un caso dolore aJl'ing11ine e alla coscia con irradiazi oni al ginoc cl1io; un altro .a ri loro malati era stato indirizzato Joro con diag11osi di sciatica. F. VICENTTNI. I

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fia che, ripetuta più volte aveva mostrato l'esistenza della sesta vertebra dorsale non defor~ mata, con contor11i regolari, ma di un colore .p erfettamente bianco sulla negati va, n ero completamente sulla positiva, di un tono uniforme spice;ante sulJ e vertebre vicine, con i dischi intervertebrali circostanti normali. Vista di profilo questa vertebra era normale di forma e di volu1ne !Ila il suo insolito colore era meno unifor1ne. P oro dopo viene introdotto nello speco del lipiodoJ : arresto di .questo in corrispondenza della quinta vertebra dorsale: l 'aspetto della vertebra sesta non varia. L'interpretazione di tale aspetto della vertebra ha imbarazzato non poco gli AA.. in quanto 1nai era stato n otato alcunchè di simil e. Il rapporto della paraplegia con Ja sesta vertebra d'avorio, devesi ammettere non in modo diretto ma con l'intermezzo di una parhimeningite obliterante e comprimente il n1idollo. Per la natl1ra, in ·p resenza di una paraplegia sopravvenuta in do11na portatrice di u110 scirro, si impone l'idea di una metastasi cancerigna: rna l e im~ m agini radioscopiche delle metastasi vArtebrali sono del tutto differenti da .quella presentata, sia perchè questi cancri sono decalcificanti, sia, .p er.chè deformano. A malgrado ciò, gli AA. rpensano trattarsi nel caso in ispecie, di una 1netastasi cancerosa, e che il cancro secondario può alle volte offrjre la immagine radioscopica di 11na vertebra cc d'avorio ,, per eburneazior1e e sovracalcificazione ·della vertebra: questo speciale aspetto della vertebra deve prender posto nelle immagini rachidee del cancro metastatico della colonna vertebrale. ·N on è facile risolvere 11 problema se lo scirro solo del seno è capace di produrre tale imrr1agine. E da escludere una sifilide, poichè le immagini che qu esta offre sono molto differenti come~ pure la cc marmoknochen '' od « osso di marmo » ·descritta da Albers-Schonberg, in quanto in questa rara malattia si tratta di un'affezione che colpisce tutto l o scheletro, non un osso solo. I

MONTELEONE. ~

Verteb1·a d'a vo1·io in metastasi cance1·osa ve1·tebrale. ( OUQUES, LAFOURCADE, TERRIS.

Rev11,e néi1,roioqique,

g ennaio 192.5). Nella malata di 57 anni, della quale riferiscon o gli AA., lentamente si ern. installata una ,p araplegia con lif>Ye contrattura e clono bilatflrale: l' r urne del torace mostrava l'esistenza di uno ~1·i rro a t.:arico della n1amm ella ·clestra. Con la i aclìoterapia ed l1na cura di bismuto (la \V. R. nel sang11e era stata negativa, neJ liquor posi· t1\ n erac;i potuto otten ere un lieve migliorarn i::nto. I/ interessP del caso era dato d111n. rad iogra-

Epifisite dell'acc1·esci1nento ed in pa1·ticolar~ dell' epifisite ve1·teb1·ale dolo1·osa degli adolescenti. e A. DELAHAYE. Presse méd., n. 73, 1924). Il numero dei ragazzi inviati a Berck o a11'0$p€dale Marino come affetti da Pott e viceversa con epi:fisite o apofisite dell'accrescimento è tale da richiamare l'attenzione. Nella pratica degli autori le epifisiti vertebrali dolorose dell'adolesce11za non sono rare, .p erchè in 4 anni e mezzo 25 ragazzi o adolescenti affetti da tali lesioni, e creduti portatori di m orbo di Pott, si presentarono a lui. Riportano dettagliatarnente tre osservazioni cli(G.

SORREL


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SEZIONE P.RATICA

Co11 ~'ec;an1e i,stologico si notavano in coITitipiche di tali affezio ni . . La tabella clinica, .come in tutti gli altri casi, è tipicamente la stes- spondenza del tessuto spugnoso grandi S·p azi misa : si tratta di ragazzi o di adolescenti dai 12 ai dollari e n el e.entro una zona infiammatoria con 18 anni che si lagnano di dolori della regione necrosi midollare con un grande numero di poli ·dorso-lomib are, diversi da quelli che si pres.entano e mononucleati insieme ad un• ·d etrito cellulare, nel morbo di Pott, nel quale frequentemente si Non fu possibile mettere in evidenza batteri. Si hanno irradiazioni a cintura o agli arti inferiori; trattava quin<li di un processo di osteomielite atnelle epifisiti mancano le irradiazioni. La mobi- , tenuata con !formazione di focolai necrotici. I lità della colonna vertebrale non è perfetta ma la punti di addensamento corrispondevano a calcifi.-contrattura dei muscoli delle zone vertebrali non cazione eccessiva e per la distribuzione irregolaè grandissima. Manca la gibbosità, quantunque re 1p otevano dare l'impressione di una frattura ·si possa avere l 'impI'essione di piccola irregolaricome del resto s.ono stati interpretati altri casi. tà lungo la line·a delle apofisi spinose, sulle quali Nella letteratura si ha un solo caso con studio si può destare lieve dolore. Giammai clono del istologico del pezzo dovuto a Bel1m che .crede :piede o segno di tBabinski, 1na si pl1ò avere ac- trattarsi di una necrosi anemica. ·Mentre fino-ra la patogenesi era riportata ad centuazionoe dei riflessi rotulei ed achillei. Riassumendo: dolo.r e della regione dorso-lomba- anomalie di svilup.p o dell 'osso la scafo i dite tarre, movimenti incompleti della colonna vertebra- sie a si deve riguardare come una osteomielite atBRANCATI. le, un IPO' di dolore alla :pressione ·delle apofisi, tenuata. d elle quali ·qualcuna è rilevata, riflessi rotulei ed achillei un 1po' forti: a volte durante l 'accresciNOTIZIA BIBLIOGRAFICA. mento dolori a livello delle articolazioni degli LUIGJ BELLuccr. I,ocalizzazione dei centri corticali ·arti. pei movimenti laringei. Siena, Stabilimento tiNon febbre. ·All'esame radio·g rafico a volte sì ripografico S. Bernardino, 1924. levano punti di ossificazione epifisarii anormalIl pregio maggiore del lavoro di Bellucci consimente svilup.p ati in rapporto all'età. L'evoluzione € sempre la stessa, e Gon riposo ste n ell'av.er e egli, per via sperimentale, risolto alassoluto in decubito nel letto da ospedale mari- cuni lati del più importante, forse, dei problemi no i disturbi scompaiono, con eliotera.pia o se miranti a individuare le localizzazioni nella zona mai in secondo t empo con apparecchio di soste- motrice : la ricerca e l'accertamento dell' « area corticale fonatoria », del centro cio-è dei rr1ovigno di celluloid.e. Questi ammalati sono creduti affetti da morbo mer1ti dell'organo vocale. Sistematicam.ente, l'A. in una 1p rima parte del ·di Pott; mancano p erò le lesioni vertebrali caratteristiche. ·F orse potrebbe riuscire utile l'inie- suo libro passa in 1s emplice rivista ·quanto, 1p 8r zionP epidurale di li1piodol. .JuRA. ordi1~e di tempo, si 1 pensò .e si scrisse circa le , zone corticali !Presiedenti al1e funzioni fonatorie Contributo alla patogenesi della scafoidite e dA! respiro. Espone in una seconda parte ciò cl1e dalle ricer che personali egli ipotè ricavare, tarsica degli adolescenti. ' desc!'ivendo la tecnica scelta e concludendo sulle (•LECÈNE et MAUCHET. Jou1·n. de rad.. et d'é l ec ., 1924' . • • Questa malattia che va col nome di Kohler che numerose esperienze di eccitamento e di distru-ia Clescrisse n el 1908 mentre ha un quadro cli11ico zion·~ c1ell e a.ree corticali e sui r eperti delle degenerazioni secondarie : il tutto accompagnato da di-e radiologico n etto ha una etiologia oscura. In un ragazzo di 8 anni che presentava una tu- mostrativ~ fotografie, .grafiche g riproduzioni di mefazione dolorosa a d un piede nella reg1011e camp i microscopici. ·Nèlla. terza 1p a.rte, che riguarda il Iato anatomoscafoidea co·n disturbi n ella deambulazione avevano riscontrato radiograficamente un'alterazione patologico e clinico della questione, dopo un1 sin1imitata al solo scafoide, consistente nell'appiat- tetica, ma completa rasseg11a dell.e osservazioni timento antero-posteTiore dell'osso (8 mm. invece finora note in l etteratura, 1p assa a1 r1assunto ge·di 11) con uno svasamento dell'asse trasversal.e nerale dell'argomento studiato. J.Jeggiamo coc;ì cl1e (22 mm. invece di 18) con contorno deformato, le reazioni muscolari, semplici o complesse (clo·aspetto pomellato, tigrato con macchie dovute a n o), delle corde vocali agli stimo li (chimici €d tessuto osseo calcificato molto opaco. Fu praticaca elettrici) della corteccia sono jn diretto rapporto l 'asportazione e poi l'osso sezionato per.pendico- con la durata e l'intensità ·dell' eccitamento . La 1armente al suo grande asse: nel centro si notò, stìn1olazione faradica della sostanza bianca sotto il tessuto spugnoso frammentat9 special1nente il centro corticale, n ello stadio preagonico o appeverso l 'articolazione astragalica. Il resto dell'osso na morto l 'animale, provoca reazione glottidea; mentre rimane muto l'eccitamento della zon a di -e la cartilagine erano normali.

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IL POLlCLINICO .

Krause. B dimostrata 1{}€r la !Prima volta la possibilità della dissociazion e funzionale tra respirazione toracica e adduzione delle corde vocali. Che esista una definita area corticale fonatoria l' A. lo deduce dall'avere ottenuto movimenti semplici e isolati dei vari gruppi muscolari laringei ~timo­ lando opportunamente punti diversi della medesima zona corticale specifica. Questa si trova nel ' cane e nella scimmia, n ella zona facciale sulla seconda circonvoluzione : tipicamente, lo stimolo portato su essa, se influenza la glottide, modifica punto o poco la funzione respiratoria, la quale in-· ,,ec.e è influenzata dalla stimolazione del centro di Krause. L'A. ha poi trov~to che il centro .p er l'adduzione delle corde vocali è attiguo al centro dei movimenti della lingua, confermando il concetto genera!~ che i movimenti coordinati di destrezza 'e d'abilità, come ap1Punto quelli della fonazione articolata, dipendono da focolai complessi di impulsi superiori. La rappresentazione corticale per i muscoli de'lla laringe è bilaterale e simmetrica. Sebbene nella maggior tParte dei casi l'influsso dell'area corticale fonatoria agisca sinergi.camente sulle corde vocali, talvolta l' A. trovò una pre,ra lenza di energia sui muscoli del lato opposto: il che merita di essere chiarito. La dis truzione del centro corticale per i movimenti della laringe induce ·degenerazioni secondarie costanti nel ginocchio e nell'estremo anteriore del braccio 1p osteriore della capsula interna, presso i nuclei del quarto ventricolo e nella porzione supero-mediale della formazione reticoJare • del bulbo; incerte o comunque esigui nel mjdollo spinale. Ma, sebbene i fatti degenerativi siano indubitabili, l' A. non ha mai visto succedere, alla distruzione unilaterale ·della zona facciale della seconda circonvoluzione, la paralisi laringea, e ciò in virtù appunto dell'azione sinergica di detto centro. In ciò potrebbe ricercarsi il perchè dalle osservazioni .cliniche finora raccolte nessun dato di fatto positivo viene a . portar luce nel COffi!Plicato fenomeno. Certo la lesione unilaterale del centro corticale fonatorio n0n induce mai paralisi delle corde vocali nell'uomo: e qui lo studio dP.l ;problema è ingarbugliato ·dal non poter si con le s~m­ plici leggi anatomo-fisiologiche, turba.te per loro stesse dall'in·c ertezza sulla natura delle cause patogene determinanti le lesioni cerebrali. supplire a quanto l'indagine sperimentale ci permette ne~li animali. E un ben diverso lavoro che r esta a compiere e che, secondo l' A., deve basarsi iessenzialmente sulle minime variazioni d'asa>etto che la 10.ringe può presentare allorchè uno dei rentri cortirnli per la funzione fonatoria ecceda o difetti nella sua attività, tenendo conto dell'infrarnn1ettcnza della funzione reSJ)iratoria per quanto concerne la glottide e delle infl11enze con1pensatri1

ci parte11ti dai centri sottocorticali, bulbari e e~ rebellari. Come risulta all'evidenza, il lavoro di Bellucci assolve meravigliosamente un doppio compito: risolve in maniera inconfutabile e deftnittva molti dei vari postulati della questione e nello stesso. tempo 1POne i (Precisi termini delle ricerche .chfl ancora restano da affrontare. E auguriamo che l'A. stesso, anche per il 'buon nome .della scienza italiana, sj a il primo a toccare la difficilissima mèta. I

F . .t\UHITI.

CENNI BIBLIOGRAFICI '

L' elio,t erapia e le sue appl;icazioni clinich.e. 224 1p agine, 27 figure in 20 tavole fuori testo. Palermo, Scuola T~pograftca del Boccone-

PIETRO LEONE.

del Povero, 1925. Lire 20. Mentre molti sono i libri sulla attinoterapia artificiale, scarse sono le pubblicazioni sulla elioterapia e veramente sentito era il bisogno ·di diffondere anche in Italia le conoscenze sulla efficacia. terapeutica del ~ole, questo supremo fattore della vita del mondo come giustamente diceil Tricomi nella sua prefazione al libro. I primi nove caipitoli sono una breve. e~osi. zionfl su quanto occorre sapere sulla efficacia dell'elioterapia in genere'" e sulle questioni di tecnica di a.p plicazione : e si leggono con (piacerespecialmente i capitoli sulle proprietà curative della 111ce solar e, sulle ~p1plicazioni della luce solare nella biologia siperimentale; sulla importanza della pigmentazione nella cura solare, ecc. Tutte l e lesioni tubercolari delle articolazioni e delle ossa sono passate brevemente ma completamente in rassegna e l' A. insiste giustamente sulla tecnica della cura la quale in molti casi può dare resultati davvero insperati; lie lesioni e le malattie cutanee, le malattie oculari, le malattie del sistema nervoso, le malattie dell'apparato digere.nte, ·1e affezioni ginecologiche etc. trovano n el libro il loro lPOSto e non solo lo spe-· cialista ma anche il medico pratico trarranno· giovamento dalla lettura del libro che non affatica e che raggiunge comipletamente lo scopo che· l'A. si era propo5to. E. MILAN!. J.

L es raiions ult1 aviolettes ·en thérapeu.tique. Gaston Doin, éd. Parigi, 580 pagine, 114 figure, 80 spettr i fuori testo. Fr. 65. SAIDl\IANN .

L'attinoterapia è oggi entrata nella 1pratica corrente e molte volte i1 medico si domanda qual ì sono le indicazioni dei raggi ultravioletti, quando se ne ·deve consigliare l'impiego, che cosa si può sperare da tali cure, in qual modo i !'a~gi ultravioletti agiscono. Il libro di Saidmann col, 1na evidentemente una tale lacuna.


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XXXII, FASC. 28]

SEZIONE PRATICA

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Il libro si compone di tre parti; di una partc-J tecnica con la descrizione di 60 l ampade ad ar~o, a vapori di mercurio, ecc., con descrizione dettagliata .delle varie parti con schemi numerosi, con le caratteristiche 1p er ciascun apparecchio. La parte fisiologica rtguarda l'assorbimento dei raggi attinici, l'effetto fotoelettrico che essi provocano, l'azione cl1imica e battericida; l'a zion e sulla pelle, sul sistema nervoso, sugli occhi, sulla cir~olazione, s-ugli organi ematoa>oiietici, ecr.. Nella parte tèrapeutica •sono descritte in 1nodo rtettagliato le modalità del trattamento : distanza, durata di esposizione, dosi, intervalli fra le sedute, ecc., Le malattie che giustificano il tratta• m ezzo dei raggi attinici formano l'ogmento per getto di 30 capitoli: tutte le più svariate malattie mediche e chirurgirhe sono jpassate così in rassegna mentre capitoli a parte formano ie indicazioni della radioterapia nelle malattie de 11 'inf anzia (specie nel rachitismo) e nelle malattie cutanee, ginecologiche, stomatologiche, ecc. E. \lVIILANI. Ergebnisse der Medizinischen Strahlenforschung. Vol. 1. Lipsia, 1925. Editore Georg Thieme. A somiglianza degli Ergebnisse der Chirurgie und Orthopadie, il Thieme ha iniziato que<;;t'anno l a pubblicazjone di questi Ergebnisse d1 Ra-

diologia a cura di H olfelder , H oltusen, Ju n~ling e Martius. Ai cultori della materia non può <>fuggire l' iID{Portanza di questo volume che contiene una serie di monografie su alcune delle questioni più importanti e discusse ·di .questa giovane, ma così aITl{Pia disci1p lina. La radiologia. infatti si esten.de in vasti camip•i limite ·con tutte 1e altre branohe della m1edj cina 1 tanto per quello che t! guarda la diagnostica come la terapia. E argomenti che rientrano in questi campi come p11re argomenti strettamente tecnici vengono trattati in ,questo volume. RicoI'diamo il lavoro sulla atrofia ossea di Friedl e Sohinz, qt1ello di Lorey sulla tubercolosi miliare, queillo di Kurtzahn sulla Rontgen- e Radiumterapia del cancro dell'esofago che ci sono parsi specialmente importanti. Veram'3nte meritevole è il lavoro dei compilatori delle varie monografie, poichè essi hanno raccolto e criticamente ordinato in un tutto organico la grande ·quantità di materiale spezzettata e sparsa qua e là, non :solo nei giornali di rnedicina e chir.urgia geneTale e in .quelli ·di radiologia, ma anicme in giornali di sipecialità e in quelli di fisica rpura. Si capisce come questi Er•gebnisse siano utili a chiunque si occupi di medtcina. ·L' edizione è molto bella in carta .p atinata con 451 illustrazioni •p er Ja rnag·gior parte riproduzioni di radiogrammi resi con una nitidezza ie precisione ammirevole. M. A. 1

ACCADEMIE, SOCIETA MEDICHE, CONGRESSI. R. Accademia Medica di Roma. Seduta del 25 aprile 1925. Presidenza del Vice-Presi dente PROF. A. BIGNAMI.

Oomme·m orazione del prof. GmLARDUCCI. Il _Qrof. MrNGAZZINI ìficarda la vita di scienziato e di t1omo del prof. GHILARDUCOI, ne illustra l'att.i vità feco11da e la ferma integrità del ca~ratt€(fe . . Il PRESIDENTE ri11.g razia 11 socio prof. MINGÀZZINI e si associa a nome d-ell' Accademia alle nobili parole verso l'uo1no di fede· e di scienza.

R isultati di tal1Ln i recenti metodi :'d i cura del~a malaria. Il pro f. V . AscoLI dopo aver rivolt-0 un memore sa.J.uto al nome del pirof. GAGLIO, da poco immaturrumente soollllpar so, p·a ssa in rasciegnia l'azione della cinconina, del neosalva:rsan, dei raggi X e della sma larina. Ricorda i vantaggi della cinconi na, alcaloide che può essere para:gonato alla chinina per la efficacia; in base alla esperienza. diretta riferisce i res1ùtati scar si ottenuti col neosalvarsan, e neg.ativi da.t i da.ii l'a.g gi X e dalla smalarina. . Chiede la parola il socio prof. Gosro a proposito dei risultati otte11uti coi raggi X, per ricordare che l' effetto .n 1uta J1ei vari soggetti ·: su ·12 bambiui cachettici in 3 si ebbe scomparsa del tumore di milza; riconosce però che ciò non equivale a 'guar1g1one. Risponde il .p rof. V. AscoLI ohe l'effetto su.Ila 1nilza malarica. da t.empo riconosciuto•, è in rapporto con lo stato .anatomico e quindi differente nei vari soggetti; rioorda che i raggi X sono da considerare come bu.o ni mobilizza.tori d·e l pam$Ì"ta mala,rico. 1

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Sopra l'uso degli alcaloidi compl.ess·i vi della co1·tecc ia di China. ·nella cura delle f ebbri rna.lariche . Il prof. BIGNAMI rico.rda11·do analogie· con gli alcaloidi d.e ]l'oppio (.morfina, narcotina), esprime l'opinione che gli alcaloidi della chinina po·s sano essere di r eciproca attivazione. Ricordando l' antica esperienza dell' uso della corteccia di chi'lll~ in. t oto, vorrebbe che fossero sperimentati gli alcaloidi glo.bali -O.ella corteccia di china. -

I chinacei grezzi nella cura della malaria. Sul1 e stesse direttive si associa al desiderio del Bi g narni il prof. Gos10, insistend.o, per di più, sulle r~gioni ·e conomi che ohe militano in favore dell'uso dei ohinacei gr ezzi : tra questi cita il chineto e lo offre in esp'erin1ento. Propone il seguente ordine ·del giorno: « L'Acca demi a me1dièa di R.oma, udite le cbmu11.icazio11i dei proff. Bignami e Gosio, fa voti affinchè le at1torità sanitarie pro·m uovano un largo controllo sull'efficacia terapeutica dei chinacei gr ezzi nell'interesse delJa lotta antimalarica». L'ordine del giorno è aippro·v ato, dopo alcune osservazioni del prof. SANARELLI, il quale pensa ohe

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[ANNO XXXII, FASC. 2SJ

IL POLICLINICO

esso viene a buon punto per esser.e accolto dalle autorità, data la insufficiente produzione mondiale -e il rincaro della chinina. Il prof . .A sooL.I si associa all'-0rdine del gior110 e. propone un'aggiunta a favore della cinconina . Il prof. 8ANARELLI vorrebbe divisi i due ordini del giorno perchè mentre sui chinacei grezzi si ,chiede l'esperimento e il controllo, sulla cinconina esiste già l'esperienz.a favorevole. Jl prorf. AscoLI propone quindi il seguente or.dine del giorno : \e L'Accademia medica di Roma, dopo la documentata relazione del prof. Ascoli, fa voti che la cinconina entri nella farmacopea, come sostanza di riconosciuta €fficacia contro la malaria». È approvato.

Il prof. GIULIO GALLI, riconose€ndo giuste le osservazioni del Pontano, aggiun·ge che in casi eccezionali si trovano vere resistenze ad alte dosi di chinina, ma nota che tali ec-0erioni sono comuni ad altre malattie contro cui si hanno rimedi specifici e non pos~ono infirmare l'efficacia della chinina. Il prof. DIONISI prospetta la convenienza di un o. d. g. che riconfermi l'efficacia sovrana della chinina nella cura della malaria; ma il prof . SANARELLI si oppone, perchè stima superfluo difendere la chinina, contro l'offe1isiva di alcuni p:rodutt-0ri di specifici. Il prof. FICACOI vorrebbe che fossero messi in g uai·dia i medici delle campagne, spess-0 corrivi nell'accettare i rimedi nuovi. E. GROSSI.

Osservazioni sulla cura preventiva chininica della malaria durante la giterra.

Seduta del 26 aprile 1925. Presidenza: .Prof. R. STANZIALE, viC€-pr esidente.

Il prof. D10N1s1 riferisce i lI'isultati ottenuti du·r.a.nte la guerra. con la cura chininic.a preventiva quotidiana della malaria, cura diretta allo scopo <li impedire che gli infetti divenissero malati. È venuto alla conclusione che quando altre misure non si possono adottaire, il sistema di cura preventivo deve e...<::sere consigliato, sebbene senza troppi -C"l'.ltusiasmi: la cura preventiva condotta con rigore può preve11ire la malattia non l'infezione. Il prof. SAN.\RELLI ricordando la storia della profilassi chininica conclude associandosi al D10NISI nel Ticonoscere che questa no.n può essere J.'unioo inetodo di lotta. Il pro.f. F10Acc1 è lieto del consenso sulla. utilità della chinina, e rico11osce il bisogno sentito che si faccia sentire alta la voce, perchè la popolaz.io·n e malarizzata è disorientata circa 1.a cura. Il prof. À i\.scoLI d'accordo sullo scarso valore della profilassi del1a malattia, tiene a fa;r rilevare che diverso valore mantiene l a profilassi chininica delle l'eci e.li ve . Il prof. AROANGELI riferisce de gli scarsi risulta.ti .avuti col tartaro stibiato e co•l salvarsan , ri0Jnedi che non possono sostituire la chinina .

La grafica del cervello in rapporto alla farrnacologia sperimentale. • Prof: C. C0Lucc1. Data la già nota sensibilità della grafica cerebrale per l'azione di sostanze medicinali (Mosso) l'O. ap,p rofitta del caso di un trapanato esente da convulsioni e paralisi, per sperimentare l' .azione ·d i alcune sostanze nervine, .e si limita qui ad una considerazione generica e d'in&ieme relativa all'etere, luminale, ergotina, teobr0min.a, st1·icnina, aidrenail.ina, linfoganglina. Vi è n,eJle grafiche il controllo del polso cerebrale e del resp.i ro. Tutte le indicate sostanze, somministrate p er via orale e p0l1' iniezione, rivelano immediata jnf111·e11za specie di indole vasomotoria. Per la interpQ·etazione della diversa azione, la semeiotica del polso non si può r estringere alla indicazione di vasocostrizione o v.a.sodìlatazione, ma anche da questo lato i movimenti del oorvelJ.o devono considerarsi in rapporto 3Jd un maggior numero di fattori. L' azio,n e primaria delle diverse sostanze. è per Io più divers a, segue una fase reattiva che è per lo più iperemica. L'.azione sul polso radiale d'ordinario è più monotona e duratura. Conclude che si tratta di una speriment3;zione che può dare in farmaooìogi.a sperimentale un contributo assai notevole.

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La chinina nella mala1'ia così de·tta resisten,te e 1nella '[Yrofilassi delle recidive. 1

Il prof. PONTANO ricorda i due punti fondamentali, per i quali I.a malaria non è rapidamente vinta dalla cura chininica : la chininoresistenza, la recidività. Analiz~a il fenomeno della chininoresistenza acquisita e conclude in base a dati sperimentali che aumentando la dose di chinina o somministrandola per via differente si ha ragione della r esistenza. Contro la r ecidività ·q i cui il'icorda Ja patogenesi, la cura chininica ha ragione, come la cura specific'1 11elle altre malattie protozoarie, se usata a forti dosi., con intermittenza, con oostanza. Il prof. ARCANGELI s.i associa alle conclusioni del P ontano e vorrebbe che n elle infezioni recenti fosse saggiato l'alto potere sterilizzante della chinina per \Ìa intravenosa. :F. fautore delle dosi forti per Yia boccale.

R. Accademia Medico-Chi1·nrgica di Napoli.

L' autosieroterapia nel tracoma.

Prof. A. i\NGELUCCI. TI tracoma è un flagello sociale perohè colpisce già n ella tenera età e può progredire fino alla distruzione dell'occhio. Facili le u lcerazioni della cornea e le infiltrazioni leucocitarie acute durante il processo. Ora il prof. Angell1coi ha con..c;tatato che in queste basta iniettare sotto cute per due o tre volte, ogni due giorni, uno o due cc. di siero. dello stesso tracomatoso perchè la forma passi a CA?lerissima guarigione e la cornea r esti trasparente. Anche lo stato generale migliora rapidamente e del pari rapidamente cessan-0 le sofferenze locali. Invece la massa tracomatosa. proliferata risente lentamente il beneficio. Si calcola in lnedia che da 25 a 30 iniezioni di siero siano sufficienti a conseguire la guarigione che si ottiene in tre o quattro mesi. La cura può essere ambulatoria. A. CHISTONI. ~


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SEZIONE PRATICA

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APPUNTI PER IL MEDICO PRATI,CO. CASISTICA. Sul pseudo-coma diabetico. H. Strauss (Medizinische Klinik, n. 11, 1925) riferjsce su cin1quie casi di individui diabetici venuti a morte con una sindrome di coma che, cre.d uto all'inizio di natura diabetica, venr1e in seguito riconosciuto di origine diversa. , Si trattava di pazienti di età superiore ai 50 anni che nel decorso di poche ore erano caiduti in p,reda ad un obnubilamento del sensorio, e quindi in un vero e 1p roprio coma. Non erano rilevabili al primo esame obbiettivo sintomi di [paralisi o di contratture. Nel decorso della malatttu 1Però, un caso presentò paralisi facciale, un secondo caso ·p aralisi dell'arto superiore d., un terzo caso una emiplegia tipica. Tutti i pazienti osservati erano diabetici ·d a lunga data, ed al momento .d el coma avevano una glicosuria del 0,5-4 %. In un caso erano riscontrabili tracce di acetone; in tre casi, tracce di albumina. Non cir lindri del coma. In 1quattro casi v'era ipertensione (160-260 mm. 1Hg.). In due casi comparve resipiro di Cheyne-Stokes. Tutti i casi vennero a morte in pocl1i giorni. In tutti i .casi la diagnosi fu di trombosi atexo · sclerotica di arterie cerebrali irroTanti sia zone motrici, sia zone mute. Lg, diagnosi differenziale tra il coma tossico ·diabetico e il coma aterosclerotico in soggetto ·diabetico, si basa essenzialmente sulla assenza del respiro dì Kussmaul, sulla assenza dei sintomi di i:Potonia bulbare, sulla mancanza di a cetonuria (a rigor di termini 1però, anche in un diaibetico acetonurico :può sopravvenire un coma aterosclerotico) . La diagnosi si basa inoltr e sulla com1}arsa di fenorneni paralitici e di alterazioni dei riflessi. L'ipertensione, sempre presente, non ha molto valore perchè .s i verifica anche nel coma diabetico ve-ro. Di notevole valore è la ·conoscenza della anamr1esi che rivelerà come il paziente soffra da molti anni ,di diabete mantenutosi sempre di decorso molto mi:te. • • In un so.ggetto diabetico, aterosclerotico, in coma, :può sempre, 1però, 1proS1pettarsi la diagnosi del coma u.remico originato da Ùna sclerosi .re' nale a·v anzata che ha condotto ad uno stato di insufficienza renale. Di grandissima i!Ilportanza ;è in tal caso la determinazione dell'azoto residuo . n.el sangue. L' A. nella sua lunga :pratica ha notato come i diabetici che .m uoiono IPe:r: lesioni aterosclerotiche, muoiono in genere più per insufficiertza cardiaca, apoplessia, trombosi, che per urem'ia vera. I

ROCCHI.

L'ossaluria. L'ossalato di calcio è un costituente normale dell'urina, con .cui sé ne espellono 15-20 mg. nelle 24 ore; una quantità superiore ai 30 mg. può essere· considerata come . patologica, sebbene non provochi alcun sintdmo. La solubilità dell'ossalato di calcio nell'urina è minima e dipende in gran parte dalla reazione, in .quanto che nell'·u rina alcalina o po.co aci·da se ne scioglie soltanto una quantità minima ed il resto passa in forma ·di •cristalli. ~loJte sostanze 1possono produrre nell'organismo de.ll'acido ossalico; gli idrati di carbonio, le 1p roteine, le nucleoproteine ed anche i grassi. Oltre a ciò, .l'acido ossalico è 1presente in molti alimenti e specialmente negli spinaci, nelle Ira:gole, nel rabarbaro, nelle barba.bietole, i1el cacao, nel tè. Più solubile che l'ossalato di calcio ' è quelJ.o di magnesio, da ciò il consiglio ~i somministrare ·dei sali di magnesio nella dieta degli ossalurici. Poco note sono le manifestazioni chirurgi.che dell'ossalu.r ia. B. Rawling (rif. in Lancet, 28 marzo '1925) ha osservato un [paziente che venne improvvisamente colto da dolor] e da di5tensione dell' adclome, vomiti, costipazione completa. Tutti i fenorr1eni indicavano la probabilità ·d i un'ostruzione e si procedette alla laparatomia, ma con risultati negativi. Nessun miglioramento nel giorno su.ccessivo, sicchè si pen$ava ·d i già ad una seconda laparatomja, es1plo.rativa, quando il paziente incominciò ad ,e mettere dei gas ed un clistere ebbe un effetto benefico. L'urina si ri· scontrò ·s anguinolenta, nubecolare e carica di .cristalli di ossalato di calcio; \Più tardi il [paziente emi.se un piccolo calcolo. I tratti prir1cì1pali di ,questa osservazione, come di un'a\tra anaJoga consistono in ciò che il paziente sì ' era sempre· sentito bene fino çi,l manifestarsi 'del1' ostruzio11e acuta. Vi sono poj nume~osi esem.p i di pazienti che vanno so.ggetti a ·d isturbi intestinali cronici che dipendono dalla stessa. causa; _si tratta di individui che vengono designati pittorescamente come cc ventosi » e .che soffrono di attac.chi ri1PP.tentisi di dolori addominali con distensione di solito però non molto forti tanto che 11on viene rinhiesto il consiglio del medico. La causa può essere attriibuita a disturbi reflessi del sim1p atico che si dirama all'intestino ed ai reni. L'esistenza di queste manifestazioni a·ddomi11ali deve richiamare l'attenzione sull'urina, tanto 1più Chi; J' esame di tali pazienti porta alla .convinzione che non 1può trattarsi di ostruzione intestinale. Ma vi sono anche fenomeni urinarii che pos-

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IL POL1CLINICO

sono essere messi in l'a.tPJporto con l'ossaluria; sono da citarsi l'ematuria ed anche la eliminazione di muco o muco-pus ·dall'uretra; la diagnosi di blenorragia in tali casi porter ebbe a gravi .consegu enze -ohe debbono essere evitate. Bisogna lJOi t ener presente che la IJ)resenza dl ossalato di calcio nell'urina non indica di •ner sè stessa ossaluria e che, prima di attribuire a questa i sintomi che si osservano nei malati, si debbono escludere altre 1p robabili cause. Per la cura, !si escluderanno anzitt1tto le sostanze ·che sono molto ricche di ossalati, si farà uso di acque non troppo dure e si sceglieran110 cibi ricchi di magnesio, adottando inoltre abitudini igieniche di vita. ~l .

.TERAPIA. '

Indicazioni e controindicazioni della balneoterapia. I ])agni salati esercitano un'azione varia.bile c;ulla jpressione enrd oaddominale ed endotoracica a seconda del grado d'immersione. Tale pressione agisce sulle vene e sui linfatici e \I)rovoca una accentuazione della corr€nte sanguigna di ritorno. I malati dispnoici provano spesso un vero sollievo per un bagno in cui essi sono immersi fino a metà del corpo, 1 mentre l 'immersione totale provocherebbe una sensazione di oppressione. Il -b agno carbontco, come osserva A. Weber (T herapie der Gegenwart e P1·esse médicale, 28 marzo 1925) \I)rovoca elevazione del tasso della glicemia e variazioni nel potenziale elettrico. Le bol-

licine gazose ohe Si de\I)IQSitano alla su.per:ficie cutanea 1producono un'eccitazione tattile ed un'elevazione raptda della· tensione. Si hanno anc·h e fen om eni termici; al brivido iniziale, su ccede !1na sen s.a zi.o ne dj calore, anche in un bagno freddo, dovuta allo strato isolante di gas carbonico che st I produce sulla cute ; l'acido carbonico agisce sui capilJari cutanei, portando una vaso-dilatazione superficiale gen eralizzata. 'Infine vi sono altre due azioni importanti 1dal punto di vista terapeutiro, cioè quella sull'ampiezza d ella contrazione cardiaca cl1e è rertamente diminuita e sul centro reSlpiratorio. L'insufficienza cardiaca grave, · che si manifesta con dispnea anche durante il rii)oso, è tma controindicazione forma le all'uso dei bagni.

fil. Il bagno interno subacqueo. Viene così chiamato un metodo originale dl lavaggio continuo del grosso intestino, u sato già da Yari anni in alcune località termali austriache. L'apparecchio, descritto da O. Muller !M itnch. med ll'och. , n . 16, 1925), consta di un recipiente

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a forma di pipa, che si adatta perfettamente, con la sua lPOr~ione superiore, a guisa di sella, alle curve fisiologiche del perineo e del coccige. Dal fondo dell'apparecchio si innalza l1na cannulg_ irrigatrice di gomma, mobile in tutti i sensi, l a quale va introdotta nel retto. Tale cannula è in connessione con un altro tubo, per mezzo del quale si fa affluire nell'intestino il liquido scelto per la lavanda. La porzione antero i11feriore dell'apparecchio è infine aperta in rr1odo da far refluire il liq11ido di rifiuto che f11oriesce dal! 'orifizio anale. Con tale congegno applicato il paziente può contf'm1poraneamente sed€re a suo agio in un bagno caldo. Non appena l'acqua di lavaggio l1a riempito l'intestino, il malato prova il desiderio di defecare, ed emette di conseguenza il conte11uto i11testinale, che viene €liminato attraverso il tubo di scarico, senza alcun cattivo odore. Si \PUÒ in tal modo ripetere l'atto di rien1pi~ rr1ento , e di svuotamento fino a che l'acqua refluisce limpida. Alcune precauzioni sono necessarie per applicare il metodo. Bisogna cioè che il malato sia digiuno, altrimenti \PUÒ 1p1I'odursi vomito; co5ì pure bisogna por mente a non aumentare troppo la pressione nell'intestino in caso che esistano spasmi, cercando II)iuttosto di vincerli prevcintivamente con suppositori di oppio e belladonna. Cos1 pure è controindicato n ei car·dio1pazienti, specie se ipertonici, a causa dell'aumento di pressione che produce allorquando, riempito ~·inte­ stino. subentrano i dolori evacuativi. I vantaggi del meto·do, secondo l'autore, sarebbero i seguenti: 1) dal 1punto di vista diagnostico, possi•b ilità di ri.p ulire l'intestino grosso in rr1odo \I)erf.stto prima di 1p·r ocedere alla radioscopia o alla retto scopia; 2' dal rpunto ·di vista terapeutico, possibilità di agire energicamente nella stipsi abituale, sia atonica che ipertonica, e in vari stati morbosi jntestinali, quali la -colite catarrale, rossiu!'ci si, ecc. •

M. FAR F.RI •

L'azione terapeutica dei fanghi termali. L'uso dei fanghi termali è assai diffuso in Germanja dove essi v.engono utilizzati in un'ottantina di stazioni t ermali. Ivi, i fanghi hanno provenienze diverse; una buona parte dall'Italia, 51Pecialm-ente da .Battaglia, che prima della guerra spediva 1per ia sola l{issingen 80 tonnellate di fango ogni anno; in altre stazioni tedesche si usano della torba o rlei fanghi trasportati da .p aludi, ovvero delle scorie di carbone sottoposte a diversi


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SEZIONE PRATICA

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processi che le rendono omogenee. In Francia vi sono le stazioni termali di 1Saint-Amand-les-F.aux e di Dax-Préchacq, Parbotan e ·B alaruc, che hanno dei fanghi associati alle acque minerali. In Italia, ne abbiamo moltissimi (Aqui, Abano, Montegrotto, ecc.) quasi in ogni regione. L'azione che dispiegano i fanghi è molteplice: meccanica, termica, medicamentosa, ra·dioattiva. L'azione meccanica, osserva G. Giraud (Paris médical, 18 aprile 1925) è compressiva, ed esercita una specie di massaggio. I~a 1pressione e la frizione fatte dalla pesante massa di fanghi aiutano la ri$OluzionP degli essudati, stimolano le ter1n1nazioni nervose sensitive e vaso-motrici, esercitano una . benefica influenza sui fenomeni circolatori. Del tutto particolare è l'azione termica, jn ragione della sua intensità e del tempo per cui contin11a; si ha una revulsione locale, un elevamento della tem·p eratura centrale e periferica ed un aumento di frequenza .del respiro ·e del polso. L'azione medicamentosa è connessa con il contenuto vegetale che agisce come un topico emolliente e .con la composizione chimica. L'azione radioattiva infine è esercitata dall'acqua, dal fango e O.all'atmosfera. Tutte .queste modificazioni si riassumono nel du:plice risultato ter~peutico dell4 risoluzion e locale e della stimolazione generale. Si comprendono ~osì le indicazioni di .questa cura che sono il reumatismo cronico , le manifestazioni articolari della . gotta, le n euriti e n euralgie, i reliquati dolorosi delle affezioni gin.ecologiche passate alla fase torpida e, 1purchè fatta a temp eratura ·non molto elevata, le sequele delle flebiti. Le controindj cazioni .sono date dai reumatismi e dalla gotta n egli stadi a cuti, l1 onchè .dalle ìPsioni p elviche in via di atticvità; dal punto .di vista generale, ·dalla tubercolosi polmonare e dalle car.diorp atie scompensate . L' j1Pertensione arteriosa 1p iccola o media no11 è una .controindj cazione, purchè si prendano le precauzioni n ecessarie 1per evitare un brusco squilibrio .dalla circolazionoe locale. tti.

La radioterapia dopo l'amputazione del seno carcinomatoso. I pareri sulla convenienza di ~pplicare o meno la radioterapia dopo l'amputazione del seno non sono con cordi, in quanto ohe alcuni ammettono c·h e si ottengono in tal modo ·d ei successi dura-. turi, mentre secondo altri si 11.anno addirittura degli aggravamenti. L. Simon e w;. Wolner (L a Presse médicale, 1925, n. 17, 1p. 42) riportano le loro osservazioni su 100 carcinomi del seno, di cui 66 operati da oltre tre anni. La pro.gnosi non dipenderebbe che dalla 'Precocità dell'intervento, il quale deve es-

sere il più esteso posisi•bile. Tutti i t1rmori O!PeraJi al primo stadio (grossezza di un uovo, mobilità sulla pelle e sui gangli, senza ingorgo) hanno dato guarigioni durature che siano o non stati irr~diati. l\1çno buoni sono invece i risultati per i tumori al 2° e 3° stadio. Un lieve beneficio si è osservato nei malati che hanno s11bìto irradiazioni postoperatorie; è 1p erò necessario che le dosi sian o di molto inferiori alla « dose .d a carcinoma :it e che il trattamento si continui .p er un anno e mezzo, facendo le sedtite dapprima ogni 6 settimane e JPOi 3.d intervalli 1più lunghi. Le divergenze dei diversi autori sono da attri• buirsi al fatto che sono state usate da talunG delle dosi forti, le quali creano condizioni locali favorevoli alla proliferazione dei nidi di cellule cancerose risparmiati dall'operazione, ed inoltre diminuiscono la resistenza generale.· fi,l. ,

NOTE DI MEDICINA SCIENTIFICA. Sui rapporti tra trombocit i e secrezione interna. • Punto di partenza delle 1presenti osservazioni è il caso di una giovane donna la quale in due successivi puerperi ammalò di ~na grave diatesi emorragica con trombopenia. La scom.p arsa della diatesi coll'inizio della seconda gravidanza e la 'successiva sua ricomparsa a~ nuovo 1p·u erperio, lascia pensare ~on molta verosimiglianza all'esistenza di rapporti tra i ,p rocessi svolgentisi nella sfera genitale• e le alterazioni rtel sangue (trombop€nia). E ricordando poi l'influenza della milza nella genesi della trombo1Penia, è opportuno l'ammettere altresì che l'azion e idei genitali muliebri nella. patogenesi della trombopenia si esercjti non direttamente, ma ,p er lvia indiretta endocrina pe.r mezzo della milza. N8l raso jllustrato da N. Henning f D.e11tsrhe med. Vl' och., 8 agosto 1924) si. avrebbe patologicamente il rj1petersi della stessa influenza della gravidanza n ella disposizione alle emorragie che fisiologicamente osservasi n ella soppressione delle mestruazioni durante la gravi danza. Basandosi su tale concetto l ' A. ha !l)ensato se per avventt1ra il caso non andasse considerato come es·p ressione di un esaltamento o di una degenerazi·on e di proces·si ftsiolo.g ici evolventisi durante i periodi mestruali. Esistono d'altronde in .con1dizioni fisiologiche r<l{Pporti tra numero dei trom bociti nel sangu e e mestruazione, o, ·e ventualm ente, con altri 1processi dell'organismo con questa connes·si? E possibile determinare rapporti tra aipparato genitale muliebre e piastrine del sangue? Tali domande assumono anche maggiore •

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TL POLICLINICO

importanza pone11do mente alla funzione delle 1pia5trine n el pr odursi dell'emostasi e al fatto che le emorragie prolungate nella diatesi emorragica rappresentano un sintomo caratte1·istico della trombo1penia. L'A. p ertanto ha voluto controllare in 11 donne sane il comportamento 1del numero delle piastrine nel sangue durante lo svolgersi della mei;;ttunzione. Risultati complessivi i seguenti. Il numero dell e piastrine, normale prima dell'inizio deJJ e mestruazi·oni, fu visto discendere alla metà o fino ad un terzo nei iprimi due giorni mestruali per poi .g radatamente tornare ad elevarsi. Il pun to 1Più basso della grafica corrispose al primo o al secon.do giorno dell'emorragia. Una prova clinica che durante la mestruazione esiste effettivamente in tutto l'organismo una diSIP05izione, sia pur latente, alle emorragie è data dalla comparsa di piccole emorragie all'avambraccio in seguito a iperemia da stasi provocata artificialmente con un lacci·o sul medesimo. Il Frank si vale di tale fenomeno per riconoscere forme latenti di trombo1penia ed ha potuto stabilire che la comparsa delle emorragie cutanee avviene allorch·è il numero dei trombo·citi è di1nir111ito fino a circa 120,000: con valori maggiori il fenom eno in genere manca. L'A., valendosi di tale esperimento, ha potuto dimostrare clinicamente l'abbassarsi del numero dei tr·ombociti durante la mestruazione; il fenomeno ebbe a ripetersi, su 20 casi controllati al 1p rimo o sec0ndo giorno della mestruazione, 19 volte. Nei periodi interm estruali nei sani la prova riesce negativa. L' A. conclude rilevando che durante la mestruazione esiste effettivamente una tromb0tpP-nia fisiologica, una disposizione generale alle emorragi e, una diatesi emorragica laterite che sicucamente hanno parte non trascurabile nell'originarsi dell'emorragia mestruale. Maggiorie importanza clinica ha poi la dimostrazione di una dipendenza funzionale del quadro sanguigno dall'attività 1deglli organi sessuali .femmiruli. Ad ulteriori osservazioni spetterà il COilllPito di precisare la parte serbata agli organi sessua 1i n ella .p atogenesi della trombo1Penia. M. AGOSTINI.

IGIENE. Le ostriche quali veicoli dei bacilli del tifo. Che le ostrich e allevate o cc immerse » in acque contnminate siano talvolta veicolo d'infezione tifosa. è accertato dalla evidenza epidemiologica, ma sono scarse ie osservazioni circa la durata dell a resistenza dei bacilli tifosi nelle ostriche i11a ntenute nelle ordinarie condizioni di m a?:azzinagg10.

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XXXII,

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I dati ottenuti finora non sono concordi perchè mentre Herdman, Boyce e Field asseriscono che a1 nono giorno quasi tuttj i batteri sono m:>rti, Stiles isolò bacilli del tifo nelle ostriche dopo 21 giorni di .m agazzinaggio a 39 F. E Jordan (Jour. Am. M. Ass., maggio 9, 1925), ha fatto esperienze a Cbi·c ago durante una epidemia di tifo f11pparent.emente dovuta a ostri~he. •D alle osservazioni risultò che le ostriche, artificia!mente contaminate con il tenerle per ltn'or a in acqua di mare alla quale erano stati aggiunti bacilli del tifo, e poi messe in ·g hiacciaie (5-8 C) contenevano 'b acilli del tifo vivi fino al ventiquattrestmo g~orno. Non si notò moltiplicazione dei bacilli, anzi dopo i primi giorni era evidente una diminuzione nel loro numero. Dei tre stipiti di bacilli adoperati uno visse al 210 giorno, uno fino al 22°, e llno fino al 24° giorno. Anèhc F. Tonney e J. White riportano i risultati delle loro osservazioni sul tempo nere.ssario per la scomparsa dei bacilli tifosi da ostriche fortemiente contaminate. Gli AA. fecero i Joro espertmenti su ostriche in conchiglie e su ostriche private delle loro conr.higJie. Queste venivano immerse per 48 h. alla temneratura di 21 C. circa in acqua marina con... taminata con bacilli del tifo, e IPOi venivano trasferite in recipienti sterili asciutti e mantenute alc1me a 37 C., altre a 21 C . e altre a 6 C. circa. Nelle determinazioni del contenuto batterico le ostriche con conchiglie venivano aipert.e in condizioni simili a quelle del commercio, eccetto per l 'u·so di guanti di gomma rper proteggere il lavorante. Si ottennero i seguenti risultati : .Nelle ostriche private de1la conchiglia, conta1minate e immagazzinate a 37 C., a 21 C., e a 6 C., il bacillo del tifo sopravvisse nel loro succo in numero considerevole rispettivamente per uno, quattro e ventidue giorni. Ostriche vive con la conchiglia vennero contaminate con abbondanti b. del tifo e immagazzina te a 21 c. e a 6 ·c. Alla prima temperatura il bacillo del tifo visse nel liquido contenuto nelle conchiglie per otto giorni; alla seconda temperatura, che è la comune temperatura fredda . del commercio, i germi sopravvissero per sessanta giorni. La faccia esterna delle conchiglie dimostrò la presenza del bacillo tifoso nei 23° giorno. Ostriche con conchiglia e in condizione da non poter servire come éibo, perchè in decomposizione, dimostrarono di contenere b. tifosi vjvi in numero considerevole.


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SEZIONE PRATICA

'Concludendo la longevità del b. ty1Phosus nel succo di ostriche, private o no delle conchigliie, e immagazzinate ·dipende dalla tem1peratura alla quale sono tenute. In genere la tempieratura più conveniente per preservare le ostriche tende a prolungare l a vita del bacillo tifoso. Non fu riscontrato nessun potere battericida o alcuna azione eliminativa verso il b. typhosus ,. n elle ostriche viventi non priv·ate di conchiglia e mantenute a secco a 6 C. I germi sopravvivono per un 1periodo più lungo delle ostricKe. 1

M.

MARGOTTINI .

VARIAw .A.f"orismi snl concetto di infiammazione. (L . AscHOFF. _ Munch. med. Woc h., n. 16, 1925).

Non esiste ancora accordo tra clinico e ipato1ogo circa il concetto di flogosi, pierchè il primo si basa sui segni clinici, e il secondo su quelli istologici, diguisachè il patologo, al contrario del clinico, parlerà di processo infiammatorio in casi di tagli asettici, di versamenti ematici sen1plici nel tor a-ce, di recisione di nervi e musco li, come pure di organizzazione d.i un infarto, di ·demarcazione di un arto n ecrotico, e cosi via. . P er il clinico inviece non si tratterà di flogosi che allorquando tutti i segni locali e generali. di questa ·sar anno evidenti. Tale disaccordo di vedute si manifesta poi anche dal punto di vista della « intensità », nel senso che il clini·co parlerà spesso di flogosi solamente quando la reazione, di origine to ssica o traumatica, avrà raggiunto un certo grado. Lo stesso vale 1p er il ipatologo,. il quale, nel caso in cui l'essudazione e l'emigrazione sono scarse, carne accade per esempio niella rigenerazione di un r1ervo, non cr ede opportuno riconoscere un fatto infiammatorio. E poi:ch·è non v'ha dubbio che col perfezionarsi dei mezzi d'indagine si riuscirà in futuro a sorprendere meglio gli studi iniziali delle va.rie reazioni, tal.e disaccordo si accentuerà ancor di più. Tuttociò ha in ogni modo, iper la medicina d'oggi,d1, solo un valore relativo. Per quel che riguarda poi la biologia, l'espressione flogosi ipuò essere conservata solamente se con essa si intende parlare di « reazione », cioè di un processo ·biologico volto a riparare una qualsivoglia lesione organica pericolosa .per J 'esistenza . 1

Tali r eazioni devono essere distinte in locali e· generali, indicando le prime con la tenhinazione« ite

>) .

In molti libri di ipatologia si trova contrappo, sto il capitolo « rigener azione e organizzazione » al capitolo « infiammazione » , sebbene la mag• gior •p arte di tali iprocessi rigenerativi e riparatori dovrebbero esser considerati, per le loro carattertstiche istologiche, come i;nfiammatori. Se· tuttavia si cercò di fare tale ·d istinzione, c~ò avvenne perchè, in gener e, il grado d'intensitc1 ùei segni flogistici era meno gran·de che negli altri gruippi di reazioni, comprendenti i cosidetti : « Processi di difesa » . Per tali processi sarebbe aippropriato il termine : « Ripulimento », cioè elimi11azione di materiale esogeno, estraneo. ~ essuna delle definizioni recentemente ~ropo­ ste r iesce ad eliminare le sopra mentovate tiscor,danze tra clinica, patologia e biologia. Tale· definizione dovrebbe essere così formulata: 1< Per infiammazione si intende uno stato irritativo caratterizzato da determinati ·segni clinici (rubor,. calor, tumor, dolor) o istologici (essudazione,.. emigrazione, pr oliferazione) o colloido chimici, con grado variabile di intensità locale a seconda. dei singoli osserv.atori; e tale stato è conseguenza di una lesione organica ed ha il suo riscontro. in ip·rocessi fisiologici, quali ia digestione e la. mestruazione » . Dal punto di vista della medicina teorica il con1plesso delle reazioni ·dovrebbe essere suddiviso non 1p iù, secondo l'intensità, in infiammatorie e non infiammatorie, bensì, secondo la funzione, in rigenerative riparative e difensive. Tutte queste r eazioni sono accompagnate da sintomi• « infiammatori ». varrà 1p oi come base, 1p er la nomenclatura, il' detto latino: cc A potiori fìt denominatio ». Se quindi prevale il processo morboso, come 1p er· esempio in un rammollimento embolico _del cer-· vello o in un infarto r enale anemico, si parlerà di encefalomalacia o ·di nefronecrosi. Se invece· prevarranno i processi r eattivi ai limiti del focolaio di rammollimento o dell'infarto si dovrà !Parlare di encefalite riparativa o di nefrite riparativa. So1pr avvenga in pari tempo l'infezione, in:Sorger à nei territori circostanti un pro c.es~o di· difesa e si parlerà di n efrite ,filfensiva, che più tardi potrà concludersi con un iprocesso r~pa­ rativo. 1

M. FABERI •.

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lL POLlCLlNICO

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POLITICA SANITARIA E GIURISPRUDENZA* CONTROVERSIE GIURIDICHE.

XLIX . - Etl'icacia dell'obbligo assunto dal Comune per la indennità caro-viveri. Segnalammo già la senten za della Corte di AJppello .di Roma nella cau sa tra il clottor Felli e il Comune di Arcinazzo, con cern ent e la efficacia d ell'obbligo assunto dal Comune agli effetti d ella concession e della indennità caroviveri per il tempo e n ella misura stabiliti dalla legge in rapporto agli impiegati dello Stato. Possiamo ora dar notizia di un giudicato della Coift~ di Cassazion e a Sezioni Unite, i'n caso analogo: sentenza 9 marzo 1925 in causa Comune di Napoli .c ontro RiSlPOli. Ne riportiamo le massime: cc I.a concession e .della indennità caroviveri fatta da un ente locale autartico ai suoi im'PieO'ati o ' n ella stessa misura di quella concessa agli ima>iegati cl ello Stato col d ecreto Luog. 14 settembre 1918 n. 1314, è impegnativa p er l'ente n ei m edesimi limiti di ·quantità e con le modalità stabilite dal d ecr€to suddetto. Poichè, in base a questo decreto, l 'indennità 1per l'impiegato coniugato il cui coniuge godesse ·di altra indennità caroviver i era di L. 65 e n on già di L. 100 mensili, 1semipre che il coniuge .fo sse egli alla dipendenza dello Stato, per l'impiegato comunale coniugato l'indennità è ridotta soltanto a condizion e che il coniuge sia anche egli irnpiegato del Comune . .t\ vendo soltanto il R. D. 5 a1prile 1923 n. 853 in~rodotto, senza effetto r etroattivo, la riduzione dell'indennità caro' 'iveri per l'impiegato .di ente 'Pubblico diverso dallo Stato, è soltanto dalla entrata in vigore di questr nuove norme legislative che jpuò il Comune ridurre l 'indenr1ità caroviveri p er gli impiegati, i cui coni11gi foss ero a lor volta impiegati di entt pubbli ci diversi· dal Comune n . Prcscindenilu dal caso sp eciale deciso, qui è da rile,rare la r isoluzione di massima circa la efflcacin. giuridica .dell' obbligo assunto dal Comu11e ;per volontaria determinazione. L. - I provvedimenti di revisione degli organici e di di spensa deliberati fuori del termine assegnato agli enti locali. E' noto che il decr eto 27 inaggio 1923, 11. 1177, or111ai fam oso, aveva stabilito due termini: l'uno per lL'\ a1nm inistrazioni degli enti locali e l'altro p er 11 p 1 retto in sed e di sostitu zion e, qualora 1'amn1 i1ti · trazio110 n on avesse 1provveduto. Il llccrcto agosto 1924, n . 1287 pror ogò p oi th•pressnn1en le, e con esplicita limita zione, il Lcr(*) La presen~ rubrica è affidata all'avv.

1nin e per l'eser cizio del potere di s ostituzionP attri. buito al prefetto. Tuttavia, la V Sezione del Con siglio di Stato, ~on decisione 30 gennaio 1925, n. 60, ha ritenuto che, anche durante il termine assegnato al pr€fetto al fine dell'esercizio del potere di sostituzione, la fac oltà degli enti locali cc non è menomata in atto » sino a che il .p refetto non abbi~ agito. Ne deriva che il potere straor.dinario.ttribl1ito ai Comuni ed agli altri enti locali n on s i considera cessato 1'11 febbraio 1924, cioè alla data della sca. denza d€l termine stabilito espr essamente dalla legge; rna praticamente rimase effica ce anche dO·PO, ·se ed in -quanto il (pll'efetto non avesse ancora esercitato il 1p otere di sostituzione. Sicchè la V Sezione con stdera legittimi i provvedimenti emanati • dalle amministrazioni degli enti locali sino al 31 dic-err1bre 1924, sempre che - ri'Petesi - il prefetto n on abbia frattanto iniziato l'esercizio d el suo po· tere di sostituzione. Questa r isoluzione non · sembra a noi co!'retta p€rchè n essun potere e ,specialmente un potere straordinario 1p·u ò essere eser citato oltre i termini tassativamente stabiliti dalla legge e non prorogati. Se l'ente non provvide nel termine, spCltt~v a solta nto al jprefetto d i valutare la situazione: esso solo ~ot.eva, ormai, manifestare una volontà efficace. Ciò è +n.nto vero che il d ecreto 8 agosto 1924 11mi.tò la proroga al termine stabilito 1p er il potere dal prefetto: se avesse voluto che, frattanto, anche le <11nministrazioni .degli enti potessero tuttavia provvedere, avrebbe stabilito un nuovo t ermine n.n . ch r. 1per ec;s i. E' da riten€re che, in r ealtà, il Consiglio di Stato s ia stato indotto a diversa soluzion e per considerazioni d ' ordine prevalentemente pratico: cioè, ·p er non far cadere - ormai irrepar abilmente, es· sendn scaduto anche il termine assegnato al prefetto - i. povvedime.nti tardivamente deliberati da. gli enti quando i pr.af etti non esercitarono il 1poter e di sostituzione.

N. B . - Ai quesiti degli abbonati si risponde diretta'rnente per lettera. I quesiti debbono essere inviati, in lettera, accompagnati dal fran cobollo per la risposta e sempre indirizzati impersonalm ente allo Redazione del «Policlinico », via Sistina, 11' - Roma (6). Le risposte ai quesiti che non richiedono esame di atti o speciali indagini, sono gratuite.

G1ovANN1 SEL\ AGGI, 0

esercente in Cassazione, consulente

legale del nostro periodico •


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SEZIONE PRATJ CA

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NELLA VITA PROFESSIONALE. MEDICINA SOCIALE.

gl'avità. È da.11no .quello conseguente alle malattie v en er ee che talvolta, non solo intacca .p rofon Il contagio vene1·eo-sifilitico damente la salute fisica ·di un individuo, b2nsì può essere conside1·ato lesione personale ~ aJ1cora quella psicl1jca in tutto il su o inti1no e delicato insiem e. Il dott. Coppola sostiene nel Gior1iale del Jledico ~'~ an cora è a sostenere che carattere tr:i. '1;ti Pratico la oipportunità .di emettere disposizioni di torio abbjano se1npre i dann i causati da co ntalegge che con cedano di ri1petere azio11e p en~le a giamer1ti venerei', poicl1iè, molto spesso, sia le r lchi fosse stato da altri contagiato di malatti :~ celstrett e ·d isp onibilità di inezzi per la cura , sia la t icl1e. eccessi.va viole11za e la resistenza -Oel male n.lle Sor g e infatti, egli scrive, dalla v alutazione del cure stesse, sia le even tuali tante compli cazioni danno derivatore alla salute fisica e molto snesdi '.I)ossibile s0ipravve11ienza, sia tanti altri fatso , come consegne11za, anche alla sa11jtà psicl1ica tori, 1p osson o jntel'venire ad aggravare, complidella persoI}.a, l 'imporsi ·di disposizioni a tt9 a care ed allungare il decor so del mal e stesso i•en preventi.vam ente salvaguarQ.arla ed al rig1u1rdo dendone !più gravi le con segu en ze. esistono già dispositivi di legge. Così, a·d es., ·è i11 u11a forte pércentuale (circa Infattj l'art. 372 del C. P. dice : 35 ~6) che si è constatato l 'asse11za di germi fe« Chiun·que, senza il fine di u ccidere, cagi()na ronclatiYi negli u omini che, per con seguenza di « ad alcuno un danno è punito con la recl11 ~iune un'iP.fezione blenorragica, aYevano avuto un'epi« da un mese ad un anno. djdi1nite unilate1·al e, percentu ale cl1e sale fin ver« La 1 p ena ·è: · so 1'80 % nei casi dl ep i·didimite l'.>ilaterale. (( 1) Della reclu sione ·da 1 a 5 anni se il 'fi:1.tto ìVf a cl1i volesse dilungarsi ed en u merar e tutte le « produ ce l'indebolimento per manente di un s2n« so e di un organo , od una 1 perm anente dif ft- uliserevoli e pietose condition i di fatto r,reate in con segl1e11za più o m eno diretta dalle infezioni <' coltà d ella ifavella, od uno sfregio 1 permanente Yeneree, ben a11 duo com11ito si assumerebbe, per« del viso, ovvero se rproduca pericolo di vita od chiè tali e tante esse son o da n on potere cog<< una malattia di m ente o di corpo (lt1rata " 0 o giacer e acl elen cazione di sorta. « più giorni, o, p er ugual ·tempo, l'incapacità cli Il 1problema della 1proi:fìlassi contro le malattie « attendere alle ordinarie occupazioni , ovvero , se Yeneree e la sifili de è d ella pi1) vitale im1po1 tan« commesso contro do11na jncinta, n e accrJ eri j 1 za e di esso fa d'uoipo si allarmi e si curi al pari «1 parto; della scienza, la società tutta, restringendo e .::0r" 2) Della r eclu sione da 5 a 10 anni, 5e il Yegliando sem p re più la produzion e e tut elan do « fatto produce una malattia di m ente o di corpo rigor osam ente la salute dei suoi consociati. È « cer t~mente o probabilmente insanabile, o la Yero qu a nto afferrna l'E1nerJr, e cioè c.h e i! pe«1 perdita di un senso, di una mano, di un J1iericolo che la prostituta rappresenta per la so« ·de, ·della favella, o della capacità ·d i gen erare, ci età, a gli eiffetti della diffusione delle malattie « o dell'u so di un organo, od una p erma:Jen te Yeneree, è ii1 ragione inversa della notorietà GOfi « d eformazione del viso ' ovvero , se commes.30 la quale essa esercita il s.uo m estiere. ìVIa è nnr << contro do nna i11cinta, le 1 produca l'aborto. ' <e Fl1ori dei casi .p reveduti nel preced ente ra- a ltrettanto vero che il ciclo n on si 1può fermai~e n è si ferma alle ~ rostitute stesse, che ad ec;se « poverso e nell'articolo su ccessivo, se il fatto fanno seguito gli u omini, i quali 1p oi infettera nno ~< non produ ce malattia o incapacità di atte11altre don11e d i con dizion i elevate: e 11on sarebbe <1 der e alle ordinarje occu pazion i , o se l'un~ o Jogico .quindi in crud elire esclusivamente con « l'altra n on duri più di 10 giorni, non si procoartazjoni co11tro le prostitute patentate quando « cede che a querela ·di 1 parte, e la -pena r della la 1piì1 pericolosa 1per il contagio è la prostitu<< reclusion e sino a tre mesi o della m u lta òa zione clandestina. Le statistiche, ad esempio, . di« lire cinquanta a mille » . mostrano che 1'1 % delle donne da 1prostituOmettendo 1p er ora ogni altra con siderazioT,le, e ritornando alla valutazione del danno nel conpo . zione ufiì ciaJe è infetto, 1nentre in quella ...:la~­ destin a lo è ben il 25-28 %. o nella salu te o nella mente , che co.m .e si € vi5to P er l'Italia le .direttive dell'odierno Governo dal succitato articolo, la legge vuole p·u nito, nnche qualora non ritVesta carattere di certa gra- n on l1anno tralasciato di curare tale campo P.d vità , non si potrà •g ià sostenere che il contagia- un 11UO\'O Regolam ento legislativo, approvato ~in mento venereo, di qualsiasi g enere esso sia, POI1 dal 25 marzo 1g23, l1a fatto risentire già sensibilissi n1i vantaggi, però a11cora altro è pnssibile rivesta comunque sem.p re . carattere di sptccata

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aggiungere allo scopo di sempre più limitare e restringere la cerchia del contagio: ipoichè nessuno può argomentare in contrario al fatto che le malattie veneree no11 costituiscono sempre nei loro effetti d elle lesioni gra,,i e molto spesso gravissime, già c<Jme lesioni ipersonali d 'altra .parte essendo esse implicitamente ritenute in qualifica di aggravanti n ella violenza carnale. Come tali quin·di debbono essere qua.si sempre riguardate e come tali debbono avere reprcs3ione penale, pur con ciò non intendendo affermare cl1e sia possibile ·ctare norme generali i)er la valutazione medico-legale di .queste malattie considerate come lesio11i personali poichè la sifilide ad esempio, è t1na malattia di lun·g a durata anclJe quando sia sottoposta a cura razionale, ed in alcuni casi insanabile. Sarebbe jnfatti impossibile fissare i11 mo·do aprioristico se essa rientri fra le lesioni gravi o le graYissime, data Ja diversa gravità che ipresenta nei vari soggP,tti, onde la Yalutazione Ya fatta caso per caso, ten endo conto dell'andamento dei fenomeni ed .itilizzando tutti quei criteri che la cl in~ca prend.e in considerazione per un ·g iudizio prognostic0 della malattia (Borri). Egualm1f>nte caso per caso, seguendo il ·decorc:;o della ma1attia n el suo periodo acuto, va fatta la valutazione del danno nei riguardi della blenorragia, 1pur tenendo presente cl1e essa rap1p rescnta sempre una malattia grave e nella migliore delle ipotesi di molto lunga durata. Dopo ciò, considerando inoltre ìl fattore della imputabilità e ·quello ·d ella conse·guente res:ponsabil ità, intesi nella capacità di conoscere la punibilità di atti proibiti, e la possibilità di determinare la. propria volontà nel senso del buono e del giusto, iè con ragione sostenibile come r.olui il quale, essendo a conoscenza ·di · essere infetto da una delle suddette malattie e cosciente della contagiosità di essa, sia reo ·di delitto contro la persona e come tale debba essere punito. l\llolto meno condanna.bile él4P1pare chi, af frontando il prossimo a viso aperto, lo ferisce ~on un'arma qualsiasi cagionandogli lesioni 1p iù on1eno gravi , che non colui il quale nell'estr~mo an1plesso d'amore inganna tanto atrocemente chi, ignaro, gli si alJbandona. Ma con tutto ciò basta t1na pi ccola e lieve lesione personale, gt1aribile in pocl1i giorni, senza 'conseguenze di sorta, per imbastire lln prorcdin1ento penale; mentre libero ed impunito n e Ya colui il quale p er incoscienza, trascuratezza r tal volta addirittura iper spirito cattivo, infettò di sifilide, blenorragia od altro. <:hC' se, d'altra parte, il reato consi stent e in nna Jr:sione personale da arma qualsiasi, guari!JUe entro un cletermi nat o spazio di tempo, si arresta

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nell'abito del clanno recato a quella unica sola <leter1ninata persona cl1e ne fu l'oggetto, quello consiste11te nel contagiamento venereo non ·;olo, allo stato attuale, interessa quella determinata l)erso11a contagiata, bensì lln numero inftnito di altre persone: la Società . Certo si può obbiettare che non è cosa ::igevole il poter stabilire sempre che una persona sia stata contagiata da un'altra determinata. .L\.ltra obbiezione e tutt'altro cl1e disprezzabile potrà essere ·quella posta chiedendo come nel maggior numer.o dei casi sia per essere provata la coscienza di chi trasmise il contagio. A ciò ~er­ virebbie meglio l'accurata \1 alutazione dei singoli casi.

a. a.

, CONCORSI. POSTI VAC.\NTl.

CAORLE (Venezia). - Consorzio; 4 frazio11i; lire 12,000 e arunenti; p. cav. L . 3000; c .-v. come impiega.ti dello Stato; alloggio gratuito. Scad. 20 lug. CASTEL S. PI"ETRO N"ELL'E~fILIA (Bologna). Scaid. 15 lug. Consorzio 1nteircomun. della ,rallata <lel Silaro, per Montecalderaro ; L . 9000 e 5 quaclrienni dee.; c.-v.; L. 3000 cavale. ' CINGOLI ("JJ:lacerata). Scad. 16 lug. Condotta di c~ttà e direz. Ospedale; L. 10,000 o c.-v. - Tre condotte rurali; L1. 8000, c.-v. e indenn. cavale. (L. 500 se· bicicl., L. 2000 se mbtocicl. , L. 2500 se cav. o automob .). CoLLE~hNO (Palermo). Soad. Sl lug. Per Scillato. L. 8250, oltre L . 2000 cav. DEGO ( C-/-enova). Scad. 13 ag. krrn.q. 34 (di cui 12 ·in piai110 e22 ii1 collina); nib. 2325; P•OV. 960; stip. resid enzi1ale L . 8400; addiZJionale L. 500; mezzo triasp. L . 300; uff. san. L. 500. Farm acia; ferro. Y1a; eoc. D URAZZANO (Benevento) . - Scad. 15 lug.; L . 8000 e 5 quadrienni dee. ; età lim. 26-40 a.; tassa L . 50 .. DURONIA (Campobasso). Scad. 31 lug . ; L. 6500 Tassa L. 25. LASTRA A SIGNA (F'irenze). A tutto 31 lug., 4a. cond. ; L. 60(10 e 8 trienni dee. ; cavale. lire 3000; c.-v.; Kmq. 13.4, di cui 11.4 in collina; ab. 2493 di cui 1683 sp,a rsi; inscritti 500. Docum. a 3 mesi. Età lim. 35 a . Tassa L. 50. Residenza a Borgata Ginestra. MARSALA (Tra,pani). Scaid. 20 lug. Med~co scolastico; obbligo vaccinazioni gratuite in tutte le campagne; L. 5000 oltre L. 2500 trasp . (se pro-vYisto di cavale. idonea al servizio); età 21-30 a. al 18 lug.; tassa 'L . 50.15. l\{oNTEOOPIOLO (Pesaro). Sca<l. 15 lug. ; L. 9000 per 500 pov., addiz. L . 2 fino a 1000, L. 3 oltre; per cav. obblig. f.J . 3000; c.-v.; se uff. san. L . 400; ,3 quadrienni decimo; alloggio gratuito. 1

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[.A. N);fl Xxx I I ' F ,i.se. 23]

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SE7 !ONE PRATICA

P OSTI DI PERFEZ IONA~IENTO . PADo vA. Spedale Civile. ~Ie,dico primario per maila.ti .cli tub. polm. Reparto spec1aliero D a ~!onte R ol\1A. M·inistero della I'. I. -;- Assegno di pere Camerini. t>roroga a tutto 31 lug . feziona.mento di L . 6000 da co11ferirsi ad un lauPoRTORECANATI (~lacerata). - Scad. 25 luglio ; Teato in m edicina da i1on oltre 4 anni a.l1a scade11due con<l., di cui una medico-cl1iru·r gica con ob- za 31 luglio 1925. Istanza alla Direz. Gen. della bligo d e•l la picc:ola <.;hirnrgia ed una cl1irurgo-meP .' 1. , su carta da L . 3, recante il domicili~ esatto dica (sic) con obbligo <li alta chirurgia; L. 8000 del concorrente e la disciplina nella qna.le intende . . e 3 quadrien11i dee.; c.-v. come impiegati d ello perfezionarsi; cor1redata da una o p11. 'u me~~r1e ori~ Stato m eno L. 780 ; pe r 1a condotta del contado gin.ali, stampate o m anoscritte, dal cert1f1ca.~ d1 i n den11. trasp. ( I 1. ~00 se mezzo meccanioo o oalaurea ,e ·da un ele11co dei titoli. il tutto in piego v allo non proprio, L. 2500 se cavatl.o proprio od serpa.irato ; i p acchi o le cassette contene nti le meautomezzo); rico.struz. parz. carriera; età lim. 24- morie dovl'anno portare (tanto sull'involucro ester40 a. ; tassa L. 50 .1 O. no quanto i1ell' interno) le indicazioni del i1ome,, PoT·ENZA ProENA ("Afa.cerata) . - Due cond., cli cognome e indiTizzo del concoirr ente e del concorso. cui una prevalentem. chi rurg.; ab . circa 8000 in 3 cond.; r.J. 8000 e t re quadrien11i dee ., oltr e c.-v.; PIS.l. R . Università. - Posto di perfeziona.me11to p er trasp . L. 2500 se ca\. od auton1e.zzo, altriru. Giov. Batt. Quei·rolo, presso la Clinica Medica, pe1r L. 1000; ricostruz parziale carriera; età lim. 40 a. un anno dal i o n ove1nbre 1925, con possibilità di Tassa L. 50.10. Direz. Osped. se affidata dalla Co11oonferma per un altro anno a termini dell'art. 5 g r eg . Carità. A tutto il 31 luglio . d ello Statuto di Fondazio11e. Il V'incitore del conRAFFADALI ((}irgenti) . - Scad. 15 lug., 1° reparcors o· avrà l' obbligo d e11 a frequen~a presso detta to; L. 8500 e 4 quadrienni dee.; c.-v. Clinica e godrà un assegno annuo di L. 3600, al R .\VELI.O (i~alerno) . - Sca,d . 7 ag. · L . 7000 o1.tre l ordo delle imposte, pagabile ~ ir ate mensili antiL. 500 uff. su11.; età li1n. 35 a. ci paté su presentazione d el certificato di profitto RoocASTRAD . \ ((/rosseto) . - Al 20 lug. , ore 16; del Direttore della Clinica. Possono concorrere al 5a 0011d. (1per . Monteinassi); L. 10,500 ; età lim. posto i l aureat i in :l\1edicin.a e Chirurgia _di tut~~ 35 a . ; t aissa L. 50. le Università del Regno, i quali non abbiano p1u 1 R oMA . Croce Rossa It aliana . M e.d1.c 0-aiuto di <lue anni di laurea a datare dal 1° agosto 1925. ne1J'Os1)à..zio marino « Duch essa Ele·na d' .L\..o.9ta » a Il concoir so è per titoli, m a in casio di parità di Va ldo1t r a . rp r esso Trci.e~te. Permanen21a nell'Istitumerito fra co11correnti, la commissione giudicato. Collaborazione col direttore e sostituzione di trice ha fa.coltà di indire un esame. I concorrenti ql:esto. Di,riet o del libero .esercizi'O prof~s)onale. dovranno p resentare, entro il 30 settembre prosM ensiln1e1rte : L. 700 st~p . e L. 300 indenn;tà per sl,mo domanda in carta da bollo di L. 2, al Retsostituzioni direttore, nl netto di R. M. Vitto e too·e ' carredata dai seguenti documenti in carta alloggio gratuiti nell'Ospizio. I.I bando di conoo1·so boll~ta e debita.mente l egalizzati: Certificato di d eve e•s sere richiesto al Comitato della C. R. I. di nascita; Stato di famiglia; Certificato generale Triee.te Yia Machiavelli 28 . Scaid. oo·e 12 del 25 lug. deCY]i studi universitari, ·d'a l quale risultino le vo' . ta;ioni con seguite nei slin goli es.ami speciali ed in SASSOCORVARO (Pe.~aro). Scad. 15 lug. ; L. 8000 p e. r quello di laurea e l a data di quest'ultimo; Tutti 500 pov., a.ddiz. L. 2, direz. Ospedale L. 2000, c.-v. qu·egli altri titoli e documenti atti a comprovare L. 1200. Cl1iedere bando al Sindaco. speciali attitudini peT gli studi medici. VERONA. Bre fotrofio ProvinciaZ·e. - Moe diico aggi·u nto . Età m ass. 35 a. Stip. L . 8000, oltre c.-v. Scadenza 31 luglio. Per schia1"imenti rivolgersi NOMINE, PROMOZIONI ED ONORIFICENZE, alla Direzione. VE1toN_<\. Ospizio E sposti della Provi,ncia . - MeIl prof. Perroncito Aldo è nominato preside della dico aggiunto·; L. 8000 e c.-v., dedotte L. 65 menFacoltà Medica di Pavia. sili. Docum. al Protocollo entro le ore 12 del 31 lug. Età mass. 35 a. Tassa L. 50.05 al Teoorier e . Sono nominati i seguenti p1·ofessori: di clinica Nomi na .annua, conferme biennali. Serv. entro 15 medica, Gal.di Francooco a Cagliari ; di patologia . . g1or111. medica, Gasb1~Lrrini Antonio a Siena, La Franca VIGGIANELLO (Potenza). - A tutto il 25 lug., Sebastiano a Pn.lermo, ' Morelli Euge1ìio a Pavia, e.entro e frazioni; L. 5500 e sei quadrienni p er 600 P.a.ri Giulio Andrea a Padova. pov. su 4693 ab . ; addizion. L. 5. Comune in col1ina e saJ.uberrim-0. Stato di faim'. Rivolgersi Se.g r ertario. Il proJ. Rossi Baldo, di traUJIDatolo gi a, f_a ritorno alla Clinica ohirurgica ge11erale a Milano. Diffide e bo~cottag ai .

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R.evooa 1di diffida : Oivezzan.o (Tre•n to). l\1:edici che sap•p iano scrivere in modo semplice e brillante e de~iderino collaborare ad una rivista di ?ropaganda igienica. popol.are scrivan101: « Salute e Igiene », Piazza del Popolo, 18 - Roma (10) .

Il pro.f . comm: P,as quale Fi11.aidoro, p'a.regg~:-0 ~ clinica dermosifilopatica ne~1la R. Unl.ver s1ta d1 Roma è nominato grande ufficia.le della . Corona d'Italia. Di recente egli è stato anche in.signito della medaglia di bronzo al merito della salute pubblica.


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NOTIZIE DIVERSE. •

Congresso internazionale sulla malaria. Come abbi.amo annuuzjato, per iniziativa del Governo italia.110 siarR teJ11llto in Roma e.tal 4 al 6 ottob,r e il primo Congre~IS-0 internazionale della Malari1a. ai1·anno disoussi i segue·n ti argomenti, sui quali saranno pr esentate 1'elaz.io11i : 1. .:\.nofeJi e lnala1ria. 2 . Biologia dei parassiti. Unicità e plur~lità dei parassiti . 3. Gli nlcaloidi della ohiniI1a e tera1p ia della m.alnri.a . 4. Fattori epide11Diologici e lotta antima!lar·i oa. ·5. Propa:ganda. Statistica. Tutte I.e nazionci. Europee, N nrd e Sud Americane, il Governo del1' India, i Domi11io111s, il Gia.ppone e la Turchia hanno aiderito al Congresso e no;ninato rayipll·esenta.nti; per la Fra11cia: d-0tto1'j Bru1nyt, Las net, ~Iarchoux, Mesni1 e S0rgeu1t; per l'lnghilterra: dottori S. P. J am.eis e DaJe; pier 1a G.erma.o.ia. pcrof. Nocht ; per il Belgio e Colonie: dottor i Van O.a,mpenhout e Brode-n ; per il Braisitle : dott. Hum berto Gotnzz0; P er I.a Oolombia: dott. I,uis Cuer v-0 Marquez; peT l'Egitto: dott. Ahmea B er Hel1ni; per il H ong-I\.ong: dott. Moke11ny; per l'OlanJa: clutt. N. H. S"·elleng1~b€·l, e molt1 alitri. N.ell' Am~rica dei Nord per il Boa rd of He.3Alth il ge11. Oun11ning, per la Fo11dazio1n e R.Jockefeller il col. R.nssel h amno ade1rito al Co11gresso e raiptp1resenta11ti sono i dottori Hackett, McCahlum , Thiayer , King;, Barber; altre adesinni e na1p1pu:es-e11tan20 SQlno aspettate. I proff. Strong, Bass, Fricks, D eek:s ed altri hanno riure aderito. Anohe la L e.ga delle N.amoni 1a m.ewo dellia Se~ zione Sanitaria, pre~i rlente il dott. Raj chm.a11, h a a1derito nl Congress0. L 'a1utorità degli sciè'nziati che inteir-v-ernanno confetirà a questo C011gresso internazi on ale •p1a rticotare in,tere.sse. Il Comitato Esec11ti,~o è così cootituitio1: se.11. E . l\1a.r chiafa;,ra , P·l '':!sidf'nte ; proff. V. Ascoli, A. Bign~tmi , vice-presidenti: A. Dioni&i, B. Gos.io e l\f. Sella; egr etari generaili G. B aistianelli . A. Nazari. 0

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[ ANNO

IL POLICLINICO

XVII Congresso della Società F r cniatrica Italiana . i te-rrà a 'rrieste dal 24 al 27 deJ pross'Ìm-0 settembre P. i temi g('ner.ali sono i seguenti: La co ti tuzio11e in psichiatria ; relatori: M. Kob.' linsky e G. ' ridnni; P ~ i c:hiai .·ia e psir'0analisi; relatore: E. W eiss; 'l'era ìJia d~lln pairalisi progre iva; relatJori: G. :\I e clt"nn. N. De llaoli e ~[ondi ni. l) l Co1nit.ato organ1zzatore presidente 011ora.r io t> 11 "~n . ..\ttilio Rortis ed effettiYo il dott. G. P n:-.t1 o,·ith, direttore dell'O pedale Psichiatrico pro\. cli Trie te.

XXXI I, FASC. 28}

Per l e n ostr e r isorse idrolog icl1 e. Il XVI Congresw Nazional,e di Idrologia in Monteca.tini (10-15 giugno) votava i du e seguenti 01~dini del giorno: ... « Il XVI Co11gresso Nazionale di I d1rol-0·g ia fa

voti che i11 ogni libro destin.ato a11'insegnam€nto universitario e nel qual-e si tratti di « t erapia. », Tengano illustrate, o· almeno degname11te ricordate, le principali Stazioni tetrmali ed acq.u e minerali italin11e; e , Jnerntrè plaude vivan1ente alla recente deliberazi.one della Facoltà Medica di Pisa per 1'inseg namento della I drolo·g ia, fa voti che tutte le U i1iver.sit.à del Regno istituiscano al più pr esto :iJ detto irusegnamento. - - P. PrccrNINI, U. ~iAnrNr, ·s. GAv~zzENT , c. LoTTr n . . , 1

Il XVI Cong.r.e.c;so N.az"ionaloe di Idrologia plaud e vivamente alla in iziativa dell' « Istitu,t o Nazj onaJ.e p er la E spa11sione Economica Italiana all'Estero», riguardante i Me dici. Ita.Iiani residenti fuori dei confini ·della Patria, e fa voti perchè tale iniziativa abbia completo coronamento. ine.n tre invia un fervido saluto ai Colleghi tutti che all'.eBtero on-0ra.n 0 il nome d'Italia. - P. ProOININI, E. 1)1 T01\{~'{ASI , E. SACCANI , A. BOTTI );. cc

La iniziativa d'i c11i si parla i1ell' ordine del gior· no sue5p.osto·, è già stata l argam.e nte notifioata, e si riferisce ·a<l un censimento, con .riaccolta dri notizie 11recise, che il surricordato cc Istituto Na :!inrnale 9er la. E'Spansione Eco nÒmica Italiana a.1l'Estero » ha. in corso, per il tramite dei RR. Consoli ed .Age11.+ii Consolari italiani ohe si trovano iu ogni pa-ese civile. 1

Il I \ T Congre...c:<so N a.zionale ner le Indust rie a nita.Tie (Tori:io, 14-17 ·giugno) wpip1·ov•a\7.a in massima i due preced€111ti ordini del giorruJ, sia in quanto essi si rife1ri.:1co:fio P·M·ticolarme11te all~ Indust1·ie Idrolo·g irhe. ohe sono parte jntegirante importantiss1ma di quP<lle Santita1·i e in senso lato, e sia in ql1a11to, il secondo· speci almente può a.v ere riferimenti multipli alla espansione di ciascun&i Industria Sanjtaria. Più partieolarmente il Co11ga:esso di Torino discuteva quanto ha rife.rirrnento alla /?tamprr ]J edica i1ei suoi rapporti co n le I11dustrj,e Sanita~:ie, f' ap1p r·o vaya il seguente ordine de.1 giorno: 1

« Il I\T Congresso Nazionale O·e·r 1€ Industrie anitari€. considerato quanto sia fo11dame-ntalB per détte Ind11.sitrie l'a.p.p oggio della ,'}ta1n7Ja, l'rltJ1lica. la quale rappres~nta il grande tramite per cui agli industriali perviene n otizia esatta dei pr(lgr essi medici. ed ai mèdici arriT"a la manifestazione dei reali pirogressi delJa seria produzione industriale; fa voti che s~m pre meglio gl~ incl11strjali del ramo ~.anita.rio si nersuadano della son1ma im portanza della Stampa JI edica e diano T"olenwrosi l'equo e<l onesto aippog'gio che essa richiede, n1entrc è incomm€nsurabile l'appoggio ch e la ,C\fn1npa JJedica p11ò dare, e dà, all e Indust:·ie Sanitarie. - P P1cc1~1xr , (}. 0LIARO, A. B OTTI».


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SEZIONE PRATICA

Conferenze presso l 'Ordine dei medici di Ronta.

a.11a cui orga11izzazione e di.rezione Eugenio Tanzi ha de.dioato trent' an11i, po1·ta11dola a meritata rinomanza i1el mondo s.oienti.fioo, inrternazionale. Il volume uscirà i1el ge1111aio 1926. Non srurà me&So in commercio. Verrà stam pa.to in esemplari nun1era.t i per i s\Jttoscrittori e sarà un pregevole oa.m pione .dei11' arte tipo~11a.fioa. Il prof. Ernesto I1u~a.r•o1, sicuro dri. f1ar cos·a grata agli a>mici e amJ~ amnnir.atori del fesrteggiiato, ha rivolrto lor o in ' 'ito a 11',~desion e; e il contributo i11divièLua1e, che darà d i'ritto ad urn ooem1p~are del v-olume, è stato fissato i·n. L .it. 150, che potran110 essere invi.at-e a.l p:r.otf. Lug:iro (via P.a.stre111go 16 Tori110) come segno dell a prenotazione.

NeJla rede dell'Ordine dei Medici di Roma sairà svolta u11a serie di conferenze per la illustrazione di importa.rtti tenni di medicina e di chirurgia. L'i11ces~a11te progresso degli studi medici, segnatamente nel campo delle osseirvazionlÌ cliniche e dei moderni concetti o mezzi di terapia, potrà così aVrerre la più utile piropruganda. Tale i11iziaiiva. dell'Ordine ha ·p er scopo principale di facilitare lo scaunbio di ~1 dee e di osseirv.azj 011i su i più vari. problemi di patoJogia, di a.gevolare la con{>-Sce·n za circa gli importa11ti moderni stndi jn materia e di re1Jrdere seimp.re più larga e più pr~1tta la conosoen~a di ogni' modificazione o i1um·o mezzo di cura, venen·do u1 tal Onoranze al pr<if. Nicola Pende. modo a stabiliire un'intesa altamente proficua tra lo scienziato e il medico pratico . Do\endo il p1rof. Nicola P ende lasciare d efi11iI Medici insoritti all'Ordine, ai quali sono. deti1ramente la cattedra di Clinioa Medica Generale dicate tali co11ferenze illustrative, avranno tempedella 1Jniversità di Bari per occupare, col nuovo stiYa parteripazio11e delle date delle singole conanno accaidemiço, la stessa cattedra della Univerfere11ze , € Jei t emi e dei conferenzieri. sità -di Genova, il Corpo Accade·m ico e gli StuIl ciclo di conferenze è stato i11augur.ato il 4 den.ti dell' f] i1i ver sità di Bari. per esprimere alcorr. dail p1rof. Vittoi:·io .A.-scoli il qu.a]e ha trattato l' eimi11ente Clinico t utta la co11siderazi-0ne in cui davanti a una sa]a affollatissima il tema: « L;a eg1i è tenuto e quanto rimpja11to lasci-a nell'Unimailarin. cronica». La conf.eTein21a n1te1·essò moJto versità di cui è stato l' artefi<::e nlaggri.ore, domegli inter1rpnnti, i qu ali ca.1oro&am€inte aippl au1d irono ' n i ca 21 g.i ug110, gli res.01·0 sole11ni onoranze, fail clinico di Ro11n1a. cendOI ooincidere queste con la lezione di chiusura del corso di Clinica Medrica. Per il sen. Mangiagalli. Un Comitato di pr-0fes.sori, .assistenti e studen t i, all'uopo oostituitosi , presieduto dal p,r of. Fa varo, La Facolti'i. d ~ Medicina e Chirurgia della R. chiese ed ottene che l a Facoltà, con voto u na-nime, Università di 1\i!ilano ha votato un ordine del giorintitolasse l'aula di Clinica Medica .al nome di no col quale, « considerando che i1 ·prof. sen. Luigi Ma11giagallfi - titolare della cattedra di Ostetricia Nicola Pende . In più, con fondi raccolti cla sottosorizio11e tra e Ginecologia della U11iversità - col 31 luglio 1925 Acca demico e tra oO'li stuverrà a trovarsi nelle condizioni previste dal1a i comr)onenti il Corno denti, fu o•ffeTta. all'illustr e figlio cli Pugliia una legge che colloca a riposo i p1rofess0Ti che hanno ricchjssima ta.rga di oro, con d e·dica affettuosa e oom.piuto il 75° anno :3i età ; consritdelìaind.o le be11emerenze di lui oome sci e·n mato, cOin.e didatta, come con riproduzione in miniRtura d ell' Ateneo, se1d e clinico, come operato.r e, come fiJ.antropo e com'e de1l 'U11ive11·si.tà di B:.ùri. Per il Co1~po Accad·e mico cittadino; èonsidera11do in modo p.artico11arre ohe pasrlò il prof . Favar-0 e qui11·di uno stud6Ilte portò egli è stato l 'ideatore ed è s tato ed è il tenace al M1aestro il saluto affettuoso e grato di tutti ferve11te orga11izzatore della nuova Unive·r sità di 1 gli altri 0tude11ti. Rispose, vivan1e11te oommosso, Milano; considerand·o infine il danno g.raviSS'imo il p·rorf. P ende. Lia cerimonia, tenuta in una linea di .a u.srterità solenne, riuscì una grande manifeche alLa Facoltà medica derivereb1be dalla ma11canzci dell'.uon10 ch e tanto la illustra, fa voti per- stazione di stima .a.ll'Uomo çhe con imip·rureggiachè il Ministro della P. I. provochi da pa•r te del qile tenacia. volle e seppe, quasii da solo, creaire la grandiosa facoltà cli me dicina dell'Adriatico. Governo un. particolare provvedimento legislativo, L. Q. in virtt1 del quale iJ p-rof. sen. Lu.igi ~Iangiagalli, ' a deroga delle disposizioni contenute ne·l la legge predetta, sia mantenuto nell'ufficio di prof&sore In memoria di B. Grassi. di .ruolo di Cli11ica ostetrica e gineooJogica della Il 28 ·git1gno ven11e. scoperta a Fiumicino (Porto) R. U11ivers.i tà di Milano ». u11a lapid.e in ric(}rclo ù0°ll' opera a11rtimaJ1ar ica svolta cOJn tam.ta abnegazioine d-al com1ptia11tJo sein . prof. In onore di Ta11zi. Ba ttisrtta Gria.ssi. Rioorrendo. nel ge1nnaio 1926, il 70o coin1pJe1ann10 L "j.s-c1'izione, deottata da. uno dei contaidini benedi Et1g001i o 'r·anzi, gli allievi di lui, che nelil:a CJ.if icat·i, Giulio Brunetti, dice: wioa di s ~t.n Salvi pa.ssaro110 ianni g.ioV1aJ1~li e sul «.In questa pla.g a mic~di.ale per ]a ni1al1a ria, Batsuo esem1pio s'·acceseTo d'amore per l a rriceir ca sci.e n- tista. Gua.3si. senatore deJ R e1g no, scienziato i·n sitifiC'n , vogliono es:primerp, ] 'affetto e l' .a.nlmirazio·ne gn1e, intra.p.r esie lo studio e l a lot..ta con ben·e fici eh~ l i lega all'amato Ma.estro dedioandogli un voeffe-tt.i per q"l1Psta popolazione, che grata per l ' op.elU1IDe di Javori origfinali , Qhe conterrà a.11che un ra a.lta.mei11te umanitairia da Lui Slast..enuta, questa c~no storico-de.scritt.i1ro sulla Clinica dii San Sa.J;vi, lapide pose - XXVIII - VI - MOMXXV ».

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N umeir osi o~·atori ooal.t arono kt memoria deJ. Grassi e si rivoilsero alle autorità sanitarie centrali e locali, a:ffinchè l' oiper.a intrapresa sia oontilllu,a ta, ciò ohe varrrebbe a tenere 3.()CeBa una fiammia dn. gratitudine ncella popolazione e a documentarre l'att.ività ch e l'i11ustre scienziato seppe esplicare anche n1e l oaLvip,o pratico .

:B certo che i pi·ogressi delle scienze biolo•g iche s ono stati resi possri.biJ.i solo dalle- esrperienze in

11 corso per assistenti sanitarie di fabbrica.

Viaggio di studi medici in Francia.

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Ii cor.S'O per assistenti sanitarie di fra bbrica, istituito dailla Cassa nazi001aJe per le assiou·razi{)llli soci-ali, ~i è svo~to dal in1aJ.·zo al giugno u. s. ed ' è stato seguito col maggiore ii1teressamento da un considerevole numerro dii allieve d10ltate di un'ottima p1·e.p arazione fond<.1.J nenta1e. Il rprogr~mma oomip.r~ie insegnamenti. di medicin·a soci.:ile , di diritto assicurativo, d'igiene e di l egis1azion€ tenuti rispetti via.me nte dai rpiroiff. I..ievi, Biondi, Piseinti, Loriga.. ·e Gi1annini ; e venne integ-rato da via.rie confere1nze s ugli asipett<i ipiù impron·tamti de lla patologia del lavoro, della infortunistica e dell1a psicoteC1Dica, a:ffidaJti a.i più noti maestri di queste importanti discipline. Di tutte le allieve iscritte al C·o rso in numero di 47, drirvise tra ordin arie ed uditrici, si presentarono iagli esa,mi 26 frE>quentatrici a.pip.airtene111ti alla prima categor:i a . Esse conseguirorto tutte il diiplom,a istituito d1alla Cassa nazionale, cLando prova di grande p~·ofitto o di una ragguardevo1lie pre.p.air~ionie a i ·n u,orvi còmpiti di ass:i1s tenz.a sociale. Dieci delle es am'i na te cOOJ.Seguiro,n o i pieni voti assoluti e tre ripo rtarono anche la ~01d!e, raggiungendo oosì iJ re quisito per l'~se1g11avione dei preani di profit to, <Stab:iliti riS1pett:iv.ame1n te in L. 1000 e 1500. 1

Ordinanze di sanità maritti1na. Con ordina1nza di Sanità Marittima le proven1ie11ze dall' is ola <li Syra (Arci p.ela~ Greco) sono state oottoposte a lle misure p 1~escritte d.all'Or<l!in a.nza cli 8 anità Marit tima deil 1o settembre 1907 modifica,t a corr D. M. 30 a.gosto 1911,. contro1 1~ peste . Con •oIDdiin a11~a dci. S anit à M.arittima il porto di Bari è st ato an11n esso a compier e, a pa.rtire dal 1° luglio 1925, le operazioni di s aillità mari ttima pre·viste d alle ordinanze di s anità maritt ima del 1° oott e.m br e 1907, modificata oon D. 1\1:. 30 ag<Jst o 1911, e del 15 m a1·zo 192-t.

Per disciplinare la vivisezione.

N ell.a tornata deJ 13 m aggio il Senato del Regno ha. disc11sso ed approvato un di®egno di legge pirorposto dal sen. Garofalo ed accolto dal minist1·0 d ell?interno in nome del Governo. E~o dispone che le esper ienze sugli animali siano fatte solo su licenza speciale, da accordar e per r agioni specificl1e ai professori e d al p ersonale amist ente d'istit ut i e-cien tifici superiori ; che non s.i d evono ripet er e esperienze già eseguite; che gli a11im ali siano anestetiz7.•ati.

vivo , le q~ali, p er tanto, n on devono essere inti;alciate. Co11ve11iamo ch e si ano da riprovare t utte le crudeltà inutili ; ma evidenten1ente l e diS1posizioni di cui sopra no11 poosono ese;rcitare che una s anzione d ,orcli11e morale.

Il 19° ' Tiaggio di Studi M edici (V.S.M.) avrà. I.nog,o dal 2 al 15 settembre, nei V oogft, sotto la direzione scientifica del prof. Pau l Carnot. Il prezzo del viaggio è fissato in franchi 1150; es.so comporta la totalità delle spese dal luo·g o d i concentrazione (Vittel) a quello di diJS.looazio11e (Parigi) . P er il viaggio dall-a fronti era o da1 luogo di r esidenza in Francia al luo1go di conoentrazione è accor da}a 11na riduzione del 50 % sulle ferrovie fr ancesi. P er i p a.esi a oa1nbio basso (Belgio, Bulga1'ia, C~z eco-Slovacoh ia, E stonia, Francia, Italia, Roma11ia), saranno pr01babilmen'te accordate restituzio11i parziali del p.r ezzo, grazie a sovvenzio11i e concorsi ri·chi~ti Ct,cl hoc. Le domande d'iscrizione possono indirizzarsi fin da ora ial dott. M . Ger st, boulevard Flaudrin 94, P.aris (16e) . Il versamento delle quote sarà fatto dopo l'iscrizione.

Il Dizionario Sanitario Italiano. Sarà edito da cc Roma Sanita.ria n in ap·p endioo .alla Guida Sanitari a di Roma e Provincia. Co11terrà l'elenco di tutti gli specialisti divisi p er Categoria e per Regione ; l 'elenco alf a.betico delle Cas e di Salute e de11e Stazioni Termali. Rivolgersi a via Liberia11a 17, Roma.

Ai colleghi laureati in Roma nel 1885. Si vuol festeggjare co·n un banchetto in Roma il 40° anno del nostro esercizio professionale. Chi inte11de, in~rvenire man.di al so1ttosc1itto la propria adesion,e con l'indirizro. A suo tempo riceYerà l ' avvi$o r elativo. Dott. IGNAZIO DE N100LA Roma - Babuino, 79. \

&ASSEGNA DELLA STAMPA MEDICA. P.l ilnch . 1.l fecl. l1Vo ch. , 20 feb. - H. BoKER. Morfologia biologica e medicina. - L . R. GROTE e a .

Ricerch e antropometriche e mediche su studenti . - EsoHERNING. S ingulto grave su base influenzale; te1·a.pia . - H. EDELBERG e J. S. GALANT. Dismenorre a psicotra11matica . Lancet, 21 feb . - C. B RISCOL . La diagn1osi della p,aralisi unilater. del n. frenico . H. N. C. GEYZET KELAART. Infezione paratifica da B. col u/ntbe11si s 0.astellani . R ev. Fran ç. de Gyn. et d'Obst., 10 feb. - V. CATHALA e G. BARBARO. Esiste l a superfetazio11e? B ost . l\le<l. a. EJuar(J. Journ., 22 gen. - A. L. Cnu TE. Diagnosi di litiMii vescicale. N ew Y 01·k Stat e Journ. of Med., 16 gen11. - R . J\ticPHERSON . L a tossiemi a convulsivante della grav·i da11za e sua cura.


[AN~~O

XXXII, FASC. 28]

H aematologica, 5 . -

A . BoNOME. Alterazioni degli org. ematopojetici nell'itterizia da rist~O"Ilo biliare. - T . VASILIN. Studio degli emo'.i&toblasti di Ferrata. - A. O. V\TJERESZINSKI. Le cellule li:bere degli essudati sierosi. - O. LuBARSCH. Teoria della trom,b osi e dell'€1IIlbolia. A. CESARIS DEMEL. Origine delle piastrine. - A . FERRATA. Istogenesi della leucemia granulocitica. - C. GAMN~. SplenogranulnmatosiÌ siderotica. Arcli,. di .4.ntrop. crim., ecc., VI. - A. ANTONIDON. Azione tossica del petrolio. G. LoMBROSO FE1tREiio . .Fantas1ia e orimiinalità femminile. Boston Il-led. a. Surg . Journ., 8 gen . - S. WoooWABD. Il vaiolo negli Stati Uniti. Gaz. d. Hop., 20 e 22 gen. ,L_ H. RoGER, J . REBOUL-liACHAUX e J . RATHELOT'. Algie c1'Ur,o-sciatiche sintomatiche cli fratture sconosciute del collo femorale. Rev. esparf'i. de j}[ed. y Oir., gen. - D. Mox6 . Diagnootioa funzion. del duodeno nella pratica corrente. - J. SERltET TRlSTANY. Ventilaz. dei dormitori di truppa. Presse Ji.1éd ., 21 gen. - P. li.ERVRAN~. La pronaz'ione dolorosa dei fanciulli .

Journ. d. Prat., 17 gen. -

A. CHAUFFARD . Ma-

lattia amiloide.

Lancet, 24 gen. - J. SaERREN . Ematemesi e melena acuti. - M. So:MERSET. Malattie del seno e Demodex follicolorum. Giorn. éli Ol-i n. "frled., 20 gen. - L. PoNTICACOIA. Milza e midollo osseo nei loro rapporti fisio-patologici.

Jowrn. de Mécl. de Paris, 10 gen. -

DE QuER-

VAIN . 1'ratta.m. dei gozzi.

Rass. Studi

Se~s.

100:{

SEZIONE PR'1TICA

e Eugenica, nov.-dic. -

Ro-

La vita sessuale e il sonno . - F. DI NAPOLI. Supremazia della vita sessuale. lJull. Ac. de ~!éd., 13 gen. - P . MERKLEN, ' VOLF e OsEaLING. L esiorui om-0loghe nella ma<lre e nel figl io ; nefriti et})iteJiali e diabete. .4-n·n. di 1lted. Na.v . e Col., nov.dic. - A. V10~ L.\.TO. l"infogranulomatoisi inguinale benigna. J?i·v. I tal. di Gin ec., gen .-feb . - A. PISTUDDI. Gruppi sanguig11i nel campo ostetr .-ginecol. - C. DEoio. Cura delle fistole vescioo-vagin. Buletinul ffleclico-Terapeutic, 1 gen . - J . SAIDAE. Gli accidenti i1ella cura della sifilide : p~o­ filassi e trattamento . Gazz . d . Osp. e d. Olin., 11 gen. - G. A. PARI. S indrorme dellia c1oc1a equina da neop),asma pelvico. L'.En céphale, feb. - A . ' VIZEL e L. BuEsSAK. CuTa <lella para]. gen. con l'in-oculaz. di malaria. - L. HAsKOVRC. Il tremore. , Zbl. f . i nn. llt[ec.l., 28 feb. - lVI. KLINGMULLER. La -ueristaltica dei cauillari. . Arch. f. Sch.- "'· 1'r.-J1. yg., I 0 mar. - W. MoL~ LOW . 'J'rattn.m. dell'1di:iosincras-ia chininica. Bul(.. nI éd., 25-28 feb . - L. DuFOURMENTEL, Le emottisi non :polmonari. J our71. T?·op. !![ ecl. a j}f ell., 16 feb. - W . M . HE,VEISON. Eziologia della febbre émog1obinurica, Lanret, 28 feb. - B . H. SPILEBURG. Le ferite e il loro aspetto medico-legale. P. LocKHART1\I Ui\fMERY. Oancr-0 ed eredità. 1 Practitioner, feb. - J. MAcKENZIE. Problemi della medicina. - O . LEYT'ON. Entro quali limiti l'insulina possiede un potere curativo? A. E. MoRTI~!ER WooLF. Diagnosi precoce di calcolosi biliare. Gaz. (l . Hop. , 31 gen. - P. MEIGNANT. Forme clinicl1e della gangrena p-01rm . MAGNA-MANOIA.

1

I

\

Indice alfabetico per materie. \

Algie cr11ro-sciatich e sintomatiche di frattura ignoi:rata del colLlo del fem~re Pag. 985 )) 975 ~~esso cerebrale traumatico . . )) 992 Balneoterapia : indigazi-0ni e contro - . Batte1i: influenza dei su cchri vegetaJi )) 979 freschi (vitamine) sullo svil11p po . Bibliografia . 987, 988 )) 969 Bismuto nella' teran ia della sifilide . Ce:rviello: oirco1azion.e; inf1uen~a di al)) 990 cuni farmaci )) 981 Colera: p1atogenesi . )) 982 Ooùe1ra: vaccinazione per via orale 1

1

Contagio venereo ·SÌf ilitico: può essere considerato come les,ione personaie? Diabete: pseuJo-com1n, Ematemesi e m elena .acuta: linea di condotta Epifisite dell' accresoiunento . Fangh[ termali: azione teraipeutica . Femore: fratt.ura ignorata deJ. coilllo, . GHILARDUCOI F.: cmnmem-01r~azione

))

997

))

991

))

984

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986

))

992

)) ))

985 . 989

1

Roma - Stab. Tiipo-Lit. Armani di M. Courri&.

Innenn,vtà caro-viveri : efficacia dell'obbliao assunto dal Oomu71,e per l' - . Pag . 996, I 11fiam1namone: afunwmi sul concetto )) 995 di . • • )) 992 Lavaggio 0011tiil11uo dcl grosso intestino ~1cala.ria: cura e profiliassi . 989, 990 • Meleil'a acuta: linea di condotta . )) 984 OssaJuJ.':Ì!a: 1) )) 991 Ostriche quali veicoli di bacilli del tifo )) 994 Radioteu·~pia dopo am1 putazione de~ s€1Ilo oar ci i11omartoso )) 993

R evisione degl'i orgn.nici e dispensa : provvedimenti cleliberati fuori del ter-

))

rriine

996

)) 987 Soafoidite tarsica degli adolescenti . . )) 993 Seor:ezioni inteirne e trombociti: rap.porti Sto1naco : U!loera e oarcino,m a . 982, 983 Tracoma: autosi.eroteraipia . )) 990 V erte1b1ria d'avorio in meta stasi caince r,011

V. ASCOL1, Red .

))

986

resp. \


(P ~ G l.N •.\.

IL POLICLINICO

D F.LL'A.M11.1NISTR1\.7.IONE)

Sr~Z.

P 1{AT

- FA.SO. 28

Dott. Prof. PAOLO GAIFAMI g ià Docente di Clinica Ostetrico-Ginecologica nella R. Università di Roma Direttore del la R. Clinica Ostetrico Ginecologica dell'Università di Bari

Prontuario di Terapia Ostetrica Vademecum per il medico Pratico Prefa z ione del Prof. ERNESTO

PESTA.LO Z Z A

Ec00 co1mt(~· si -esprime l'illustr e pro1f. PESTALOZZA 11t'1 presc11tare il v.o1ume del prof. GAIFAMI:

« L'esercizio 1)ratico della ostetricia mette spesso, .il medico di f1·o·n te aJla. necessità di rapide decisioni e cli sollecita. attuazione di inter,·enti, da.i qt1ali dipende la. vita della pa.rtoriente e della. creatura. che essa, port<:l· in seno. Forse nessuna. aJtr·a b1·a,nca. della. medicina, chia.m a. a cimento il senso cli i·e8ponsa1bilità del meclico ·l1t1a.n to l'o.s tetricia. Salvo pochissimi ca.s i, lo stesso· chi1't11·go g·eneraJe ha. t1n margine di temr>o· tr·~:t. la i)rO·p os1ta del i)r'oblema.1 terapeutico e la sua i·isoluzione. Il oaso ostetrico c.h e so1·p1·encle spesso il medico d'im1)rovviso1, ma.gari nel cuore della. notte, impone un p1·oblema che deve essere quasi sempre risoluto immediata.m ente, a,n ehe nelle c:o11clizio·n i meno fa,Torevoli di ambjente. Chi ha passa,t o, la. sua, vita nelle sale ostetricl1e ed è a.gg·ue1·rito dra Jla, esperienza; s1a1conservaJ>e in questi casi tutta la. ca.Ima necessarià ad llna1 savi~1 decisione e ad una tranqt1illa e i·isoluta a.zione. Ma il medico isolato, il medico condotto, anche se colto, non pt1ò a :r;neno di sentire in questi casi tutto il peso della1 propria\ res1)011sabilitù., il che gli fa. desideraJ>e sovente llna g·t1ida fida1ta, qt1ale potrebbe essere f 0 rnita. da t1n inanuale di co·n st1lta.z ione. Qt1esto· sipie,ga.bile stato d'a.n imo· del medico, ha fatto la fortl111a. di diver§i prontt1arii, i qua.li se devono torna.re \era.m ente t1tili, debbo·n o rispo·n dere a. ta.iuni reqt1isiti indispensabili. Debbono cio·è esse1·e s.c ritti in stile piano, e seguire un orcli11e prestabilito, cosicchè agi.le ne ries•c a la: const1ltazion~. D~·rono presenta1--e al medico non le idee a.n guste d'una scuola, ma s·c.e lto· con sa.n a. criticai, t11tto quanto di meglio· assict1ra1to si t.1..ovi nel do1rn in• io· delle ait tuali nostre conoscenze. De·vono ris1)ecchiM"e la prudenza, del clinico espe1~to <li tutte le difficoltà, consrio di tt1tte lP i1cssibili c<:1.l1se cli er·ro1·e, ma a.ve11clo sempre cli mi1·c1 la soluzione l)itì. semplice dei problemi I)iù co11111Iessi, senza perdersi in ''ane disqt1isìzioni . .i\ n1e pare che il n1an11 ale p1·esente rispo ncla, a qt1esti i·eq11isiti; cc1. to esso è il frutto di " una. Y'asta es1)e1·ie11za. clinit n. e (li t1na. conoscenza intima delle esige11ze della: pratica. È pieno di p1'11clenza nfllo , tabilire ]p inclica.z ioni ai diversi interve11ti, perspict10 nella, desc1'izione dei singoli <l tti OJ)el~t'lti,·i . Xt1lla \i è tra.~ct1rato dei Slll~;g·e1·im.e11ti terapet1tici che possono scart t1rire da,l le più mode1·11e cognizioni. Il senso' p·r 'a tico cl1e hn g'l1ida.to l'auto.r e tras1)are a.nche da-g li schemi di terapia. ostetrica pei ca,s i pilì. comu11i della i1ra1tica.; nella loro forma. sintetica1ma. p11r chia.r a, essi forniranno una netta di1..etti,·a al rueclico· pratico che vi tro,rerà lltilmente tracc.iata la via da. seg·uire ne1le singole contingenz,e cliniche. Inso1n.ma, qt1esto man11aJe IJt1ò essere consiide1'"a,t o co11 fiducia come una gt1ida sict1ra1 per chil1nqt1e non abbi.a. a.vl1to· l ' occasio11e di t1n lungo tirocinio· 11ella. speciaiità >> . ERNES'fO PESTALOZZA. RO:!YJJ)iARIO. 1

1

PREFAZIONE. - ~C'RME GENERALI. Avv.e rtenze per l'e.serci~io p.:rofession·a le. - LE SINGOLE OPERAZIONI OSTETRICHE: Prov<.icaziori e dell'aborto _ Provioca.zi,o ne d el part·o iprematuro - Il .p arto forz.ato - ·Parto ·a iccelerato - Di1a:tazione Ciel •collo <.l e.ll'u.t ero - F·orcipe - Estrazione podalira - 8premit11ri1 - Rivolgimen.t o - Le qperaz'oni embriotomiohe - Sinfisiotomi1a-pubiotomi·a - Sinfis-iectomia parz~al e Sl\.1peri0Te - T a glio 1cesareo - Cu.ra del·l e 1acerazi-0ni del canale del parto - I'csizi0tne di Wa lcher - R-0ttura a,rtificia.l e del saicoo - Riduziooe .del fun·ioolo . R~duzione di pi>0-00le parti - Operazioni del seconda.mento - Metr-0rra@ie pc>-S!t-partU!ID. - Scarificazioni - Episiotomie - Dilatazi0U1ie • ·della vulva e \a,gin a - Set.t i va g in.al i _ Contdiloon.i - P-0l~pi cervicali - V.a rici ed ematomi vaiginali . T.a.mrpon.a.menfto uterino - 'Da.JD{Ponam ento vaginale - Lavande vagin.ruli - IrDigazione ·ewd outerina. SCHEMI DI TERAPIA STETRICA: Cu1rni dell'aib orto - Gravidamza ext:vauter.im.a - l:peremiesi della 1graovidanza - D·e rmatosi e pn1.1rilto <l.elle gira. vide - Alb11 m i.nuria e ,g ravida nza - Eclaarupeia cp1t.1er;peraJe - Tubercolosi p olmon.are e grarvidamza _ Malairia e 1g:ravidanza - Sifilide e gTavidanza, - Cardio'Patie e gravidanza - Malattie acute e .gnarvida.nza - Com1pdicaz.i001i viescieaiH Pielit e dE>lla gravida . 1'Ior;e endouterina d el .feto - .A.nitiflession•e esagerata dell'utero - Retrod'lessione 1dell'utero grav.i.ido - Fibrom i dell'utero - Tlrmori ovarici - Canoro dell'utero - V"Lùvo-vagirn.iti :lJcute - Plrucenita, previa - Distacco di plarenta, norm. inserta - Jlottura d ell'utero - Poliam.nios - Procitfenza e nrola&SO del cordone _ Distocie dal 00110 dell'utero - lpentro.fi,a l oogitudina le del .c ollo _ Viziature pelviche - ?'if orme g·ene.rali per la est.razione del !feto - Norme per l'assisrtenza a.il "PQ.rt-0 gemellare - Pres enitaz.iOlD.ie di S1P a11a Pr·e sent.azior1e ,d i fronte e fa,ccja - Die.tocie 'Varie fetaJ.i - In er~iia uter i..n a - Febbre in 1t.raJViagl:io - Asfissia fetal e en douteri'Il!a - Rianimai.io ne d.el tfeto ·asfì.ttiico - Metrorragie nel secondament3 - Metrorragie pOOJt-part;um - Cura della .am1emoa a cuta - Governo del pue~erio nOII"Dl.aùe - Metrorragit' ta.rdive de! puerperio _ Escorilazioni e ragadi d ei cape~z oli - Linfangioite mannmaria _ "h-1a.s tirte - Irufezione t puer perale. - INDit'E ALFABETICO. _ . 1

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77 •\ L .

l~ n YOll1me .cli pagg. YITI-29-l, i 11 formato tascabile, 11itida,1ne 11w stan1pato su carta fi~11re nel testo e -1: .a colo1·i, i11 1111.a tavola fuori tèsto elega nten1ente rile-gato i11 18. P(\r i n ostri a.bbonati sole L. 1tJ . ~5 in porto franco.

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T111·inrP. Vnolin

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se1nipatinata, con pie.11a t ela. Prezzo

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Vin

~<.:i.~tir1a.

14 -

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ANNO XXXII

Roma, 20 Luglio 1925

Fase. 29

fondato dai professori: •

GUIDO BACCELLI

.FRANCESCO DURANTE

SEZIONg

P.RA TICA

REDATTORE CAPO: PROF. VITTORIO ASCOLI •

SOMMARIO.

Osservazioni cli·niche : M. Bene.i: Su l tr.aittaimento della tsu.bereolooi . articolare aperta eol met.o do S-Ollieri. E. Sal'ltorelli: L a tintura d 'jodio per via endoiperitonea.le nella. p ~ritoni.t-e tubercolare. Riviste si ntetiche : G. Giorgi: Il hisanuto nella ter rupia della sifilide. Sunti e rassegne : SISTEMA NERVOSO : F . T apie : Le forme a.n.omale del tetasno. - H. Fet te: Nevra.lgia del trigemii.no e simpatico. - H. Kannerer: Sulla patogenesi e lca teraa>ia dell'emicrania. - VIE URINARIE: Lehma.nn: Al-O'U!Ile ques;tioni riguardanti la chirurgi.a dell'ipertrofia prO&tati-ca. - Kogan: Ipertrofia. della prostata e ra.dium. cenni bibliografici . Accademie, Società mediche, Congressi : Società Medico. Chil'!llrgica di Pavia. 1

Diritti di proprietà riservati. -

I

Appunti per il medico pratico: CASI STICA E TERAPIA: La tubercoloei larin.gea ignorata. - sun.1.a p-arallsi del nervo ricorrente laringeo. - Aerofagia e rinofari!llgittE-. - Sulla diagnosi e sul.La cura dei tUJIDori linfoepiteliali del cavo naso-faringeo. - Ablamone delle vegetazioni aidenoidi seguita da meningite tubercolare. - Nelfl:a Jarin gite tubeNl<>lare. - IGIENE: Il veNle di Scb \Vein.furt <X>'Dle an•t ilarvale. - POSTA DEGLI ABBONATI· 1

-

VARIA·

Politica sanitaria e giurisprudenza: G. Selvaggi: Controvers-ie giuridiche. Nella vita professionale : Cron.a,ca del movi.m ent-0 profesisioniale. - -~ mm.i·n istr.azione sa,nitari-a. - Coooorei. Notizie diverse. Rassegna della stan1pa medica. Indice alfabetico per materie. •

É vietuta la riprod·uzione di lavori pubblicati nel POLICLINICO e la pubbli~aziont> àei sunti àf

essi senza citarne la fonte.

Memento

Al pochi abnonati che non hanno ancora inviato la 2a. rata semestrale dell'abbonamento in • corso, rivolgiamo preghiera di farne sollecita rimessa. L' AM;MINIST.RAZIONE.

OSSERVAZIONI CLINICHE. CROCE ROSSA ITALI ANA - VALDOLTRA

(TRIESTE)

O SPIZIO MARINO ELEl~A DUCHESSA D'AOSTA

diretto dal primario dott.

EMILIO

COMI&..~.

Sul trattamento della tube1·colosi articolare aperta col 1netodo Solieri per il dott. MARH;>

BENCI,

aiuto incaricato.

Nel congresso di chirurgia tenutosi a Firenze nel 1922, il Solieri presentava quattro ammalati già affetti da tubercolosi articolare aperta e trattati col ~uo metodo p ersonale enunciato un anno prima al congresso di Napoli, ottenendo la guarigion e clinica in tutti e quattro i casi. Il rnetodo Solie.ri fu provato in altre cli11ic·h e ed osipedali, molte volte con ri 5ultati buoni, altre volte con risultati scarsi, mai cattivi. Noi stessi, avendo a disposizione numerosi ammalati affetti da forme specifiche articolari fistolizzate, ~bbiamo voluto 51Perimentare tale metodo per vedere quale vantaggio se ne avesse sugli altri comuni m etodi conservativi, e di tale trattamento è oggetto questa mia .b reve esposizione.

••

Il concetto del trattamento teraipeutico alla Solieri è sorto dal vantaggio che alle ferite con processo infiammatorio in atto deriva dalla assoluta immobilità e dal toccarl1e il meno possibile, cox:i· cetto avvalorato vieip·p iù n ell'ultima guerra e dalle osservazioni del Ruggì e del Magni, e che si riassume nel 1p rincipio di tocca.re quanto meno si ipuò tutte le ferite interessanti ossa e articolazioni, con processo infiammatorio in atto. Il Solieri, corisidierati i costanti buoni risultati ottenuti per l'adozione di ..questo principio n ella sua attività di guerra, ideò di aipplicare tale 1proces50 alle lesioni ost.eo-articolari specifiche aperte. Il metodo consiste n el trattare con gessature chiuse le forme tuber colari fistolizzate, come se le fistole non esistessero. Previo scu cchiaiamento delle eventuali granulazioni esuberanti agli orli delle fistole e accuruta disinfezione ·dei tramiti fistolosi, event11ale tricotomia per ampio tratto attorno le fistole e pulitura della cute con etere e alcool, si spalma am• tPiamente tutta la superficie · cutanea intorno agli orifici fistolosi con pomata al dermatolo o comunque con unguento a base di grasso di mai '3 le o con paraffina borica. Svolto uno strato non molto spesso. di cotone idrofilo intorno alla regionP. malata e fistolizzata, si chiude l'arto in ~pparecchio


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1006

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IL POLICLINICO

gessato occlusivo, seguendo le solite regole co1ne iper le altre gessatuiie, avendo cura cioè di correggere la posizione dell'articolazione nell' even . tualità di un'anchilosi a cura ultimata. Quanto tempo porta il .p aziente un apparecchio gessato? Ciò dipende dalla quantità di fPUS secreto dalle fistole, pus c·h e va necessariamenté a inzuppare e rammollire la gessatura, e in buona parte anche dalla tolleranza dell'individuo costretto a lu11go anda:ve a sentire intorno a sè lo sgradevole odore della marcia stagnante. Noi, come 1p iù tardi esipo"• rò, tendiamo a mantenere la stessa gessatura in posto più a lungo possibile, rinnovandola solo quando le condizioni ·di conservazione sono tali da richiederne il rinnovamento. Tolta la gessatu1·a vecchia, si cura la .p elle e si rinnova l'appar~c­ chio come 1prima descritto. Finora P.e r esperimentare il trattamento con questo metodo abbiamo scelto alcuni casi che per particolari ragioni più vi si adattavano. E questi casi 1passo a descrivere.

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CASO I. - Ermanno B., d'anni 20 (Prot. n. 184-21).. Entra 1'11-7-21 1p er una vecchia .gonilite datante dal 1914. Nel 15 si aprirono numerosi ascessi ossifluenti e le fistole si mantennero inalterate fino al giorno del suo ingresso all'Ospizio. All'Ospedale civil·e di Trieste negli anni dal 1915 al 1920 gli vennero applicate .p arecchie gessature. Gentilizio negativo. Anamnesi [personale remota pure negativa. Al su o in·g resso all'Ospizio il ginocchio sinistro si presenta fortemente tumefatto, di forma fusata. La pelle c·h.e lo ricopre -è tesa, lucida, riccamente marezzata di vasi venosi. Undici fistole sono aiperte tutto intorno al ginocchio, 1Più numerose però al lato esterno, ab bondantemente secernenti pus ,d enso cremoso. Il ginocchio .è rigido in estensione. Esiste forte ipotrofia muscolare a carico di tutto l'arto. Il .p aziente cammina caricando anche l'arto . malato. ·L 'ammalato vi1ene sottoposto a trattamento elio-balneoterapico, gli si somministrano sali di calcio per v ia orale, s'inietta nelle fistole 1pasta jodoformica. Le condizioni locali non migliorano per tutto il 1921 e 1922, anzi le fistole aumentano fino a raggiungere il numero di 17, malg1·ado il trattamento avuto. Una radiografia eseguita il 28-6-23 dimostra una forte atrofia dei capi articolari tibiali e :Demorali con un sequ estro incluso e consolidato nel condilo femorale esterno, ristrettezza dello spazio articolare con tendenza all'anchilosi fibrosa, .deformazione dei capi articolari. Il 22-8-23 s'inizia una cura sJl)ecifica a base di tubercolina: anche questa non serve a migliorare le condizioni del malato. Il 29-11-23, con le modalità 1prima descritte si applica una gessatura che vien.e portata un mese. Il 29-12 la gessatura, che è stata benissimo tollerata dal ·p aziente, viBn tolta. 1L'apparecchio si presenta quà e là n1acchiato di pus e dà modico odore. La cute è 1pe1·f·ettamente conservata, lè :fistole sono molto pulite e assai ristrette, la secrezione è considerevoln1 ente ridotta. n 3-1-24 si ap1plica la seconda gessatura ch e viene tolta il 4-2-24. Esiste lieve arr ossamento cutaneo ..i\.lcune fistole ten·dono a chiu· der si, una è chiu sa . La secrezion e è scarsissima. 1

1

[_.:\NNO

XXXII, FASc. 29] (

La gessatura vie11e rinnovata solamente niel settembre. Nel frattempo lo stato delle fistole è rimasto immutato malgrado bagni marini e·d elioterapia. Nel settembre si applica una nuova gessatur~ ch.iusa e !'ammalato viene dimesso per suo desiderio. L.o ~1vedo nell'ottobre u. s.: con la gessatura, benissimo toll•erata, ha ripreso il lavoro. Il gesso è ap1pena quà e là bagnato, la cute è perfettamente con servata. Restano aperte undici fistole con modicissima secrezione. Gli aipplico un'altra gessatura e lo rimando. Questo ammalato lo ho rivisto il 3-12-24. Le fistole soni ridotte a 5 e son tutte addirittura 1puntiformi. La secrezione è -quasi nulla. Pratico una radiografia che dimostra buonissima recalcificazione, .g uarigione dei focolai ossei . che sono nettamente delimitati da addensamento osseo, anchilosi ossea in via di completamento . .Aipplico al paziente ancora una gessatuia e lo rilascio

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II. - Egidio J3., d'anni 11 (•Prot. n. 420-23) . Entra il 13-11-24. ·Gentilizio negativo, anamnesi .p ersonale pure. E ammalato di gonilite sinistra dal 1922. Portò ap1parecchi gessati. Nell'estate 1923 fece cura eliomarina. Nell'agosto 1923 si ftstolizzò una raccolta purulenta al ginocchio. Al suo ingresso al1'0spizio il ragazzo si presenta fortement'8 deperito, oligoemico. Temperatura 390. 0 rgani cavitari sani. Il ginocchio sinistro è fortemente tumefatto (circonferenza alla linea articolare cm. 48 ris1petto a cm. 23 del lato sano·) dolentissimo, rigido in estensione completa. S-uperiormente al condilo femorale esterno si apre una fistola a orli irregolari, grande quanto un sol.don.e. Secerne pus denso sporco in quantità. Inferiormente al condilo tibiale interno, ampia raccolta fluttuante co1pE}rta da cute tesa, paonazza, marezzata di vasi venosi. Vastissima superficie ulcerata alla faccia anteroester11a della gamba. Viene trattato con elioterapia e bagni marini caldi e im1nobilizzazione del1' arto con trazione. La radiografia dimostra grave atrofia dei condili f.emorali, meno .d ei tibiali. Rilevante usura .del condilo tibiale mediale, piccoli focolai ossei disseminati a tutta l'epifisi femorale, 1periostite della tibia. Successivamente, il 20 e il 24-11-23 si ~prono due fistole con abbondante fuoruscita di pus. Le condizioni generali e locali permangono gravi malgrado il trattamento avuto. Il 24-4-24 si applica una gessatura alla Solieri. Dopo un mese la gessatura è macerata e vien tolta. La rpelle è lievemente arrossata, le fistole sono in condizioni invariate. E sensibilmente ridotta la tumefazio11e del ginocchio. Il 30-5-24 si applica la seconda gessatura che vien tolta il 2-7-24. Le fistole sono allo stato quo ma la vasta superfice granuleggiante alla gamba ·è completamente epitelizzata. Temperatura normale. Il 6-7-24 si ~pplica la terza gessatura e con questa vien dimesso in cura a ·d omicilio per .r innovato espresso desiderio dei famigliari. Si rivede il malato dopo due mesi, nel settembre 1924: la cute è lievemente arrossata ma è grandemente diminuita la circonferenza del g~­ nocchio (cm. 38). ·L 'aspetto delle fistole è molto migliorato. Fatta la teletta della cute, si riap~Jica la g-essatura e vien di1nesso. L'~mmalato vie~ rivisto dopo tre mesi il 7-12-24 . .La gessatura e imbibita e diffonde notevole odore ma non come la volta precedente. Tolta la gessatura si. trova la cute in perfette condizioni di co~~ervazion.e. Vaste zone ulcerate attorno ai tramiti fistolosi sono

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FASC. 29]

SEZIONE PRATlCA

epitelizzate. La circonferenza del ginocchio è di cm. 33. Secrezione conservata. La radiografia dimostra erosione delle supérfici dei condili tibiali e fe1norali e della r9tula: il vero fungo del ginocchio. CASO III. - Ca.terina P. , d'anni 12 (Prot. 11. 38524). Entra il 2-8-24 rp er una forma sipecifica del ginocchio sinistro insediatasi su un terreno precedente1nente colpito da flemmone. Null'altro di particolare n el gentilizio e nell'a11amnesi personale. La gamba sinistra si presenta flessa a 160 gradi sulla coscia e in notevolissimo valgismo. Al terzo inferi ore della coscia ed al terzo surp·eriore della ga1nba si notano cicatrici di ·p recedenti incisioni, e su queste numerose fistole abbon.d antemente se, cernenti. Un vasto decubito al calcagno profondo fino allo scheletro. Amplissime superfici esulcerate coprono il terzo superiore della gamba e grosse granulazioni esuberanti sporgono dai tramiti fistolo si. T emperatura 38°-39°. Data la forma graYissima e con ricchissima secrezione, applichiamo il metodo Solieri modificato nel senso di non usare un ~ppareccl1io gessato ma una fasciatura occlusiYa con fascie amidate, la quale vien rinnovata ogni 10-12 giorni data la grande quantità di pus secreto. Si vuole in rp ari tempo saggiare la tolleranza della bambina alla fas ciatura, per applicarle poi eventualmente l'ap1parecchio gessato. Dati i risultati ottenuti, quest'ultimo trattamento lo abbiamo iniziato aippena da un mese. La bambina migliora intanto raipidissimamente. Viene sottoposta a regime recalcificante e all'elioterapia generale. Nelle successive medicazioni si estrae qualche sequestro 'affiorante dalle fistole. Le

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nocchio si rp resenta fortemente tumefatto, caldo, dolentissimo alla pressione. Si percepisce pure la capsula ingrossata. Il ginocchio è in posizione di este11sione completa . La flession e attiva e passiva arriva ai 135 gradi. Più oltre suscita dolore. Sottoponiamo la bam·b ina alla elio-balneoterapia e allo scarico dell'articolazione mediante trazione. Nell'ottobre si forma una raccolta al lato esterno della coscia, superior1nente al condilo femorale esterno. Si aspirano alcune volte JPiccole quantità ·di 1pus specifico, poi la raccolta si fistolizza. Nel febbraio 1924 si apre una seconda raccolta superiormente alla prima. Nel marzo 1924 si applica una gessatura chiusa che fino al dicembre v:Lene rir111ovata quattro volte. Già dal settembre le due fistole sono chiuse. Oggi il ginocchio è iperfettamente sgonfio, fresco, null'affatto dolente. La radiografia dimostra buona recalcificazione senza lesioni scheletriche. La bambina sin dall'agosto cammina caricando l'arto sen za alcun ri sentimento.

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Abbiamo passato in rapida rassegna questi p ochi casi curati col metodo Solieri, casi che 1però 11a~ stano a gui·d are il nostro criterio n ella scel ta delle form e che si 1p ossono curare cosi. Quali conclusioni si possono trarre da queste oss-E-rvazio11i? Innanzitutto non ab·b iamo mai osservato vasti eczemi, epidermolisi o altre reazioni locali o generali dovuti al trOIPPO lungo contatto del pus con la cute. Tutt'al più qualche lievissimo arrossamento che in pochi .giorni, lasciato a sè, senza maggiore trattamento con unguenti o altro, guarì. Viene a zone ulcerate Si epitelizzano con grande raipidità. cadere quindi la preoccuipazion e che si aveva di La temperatura è 1presto tornata alla norma. Oggi la gamba presenta completam ente epitelizzate le chiudere in apparecchio gessato una forma tuberpiaghe granuleggianti. Permangono alcuni tramiti colare aperta, nel timore che il 1pus ristagnando fistolosi a orli lisci, regolari, non esuberanti. Mo- nelle fistole desse dei rialzi termici o alimento di dica secrezi9ne. volume della 1p arte, oppure che il pus stagnan·do a lungo s11lla pelle, la macerasse, con nocumento CASO IV. - Tullio P. , d'anni 2 e mezzo (Prot. n. 13-23). Entra il 14-1-23 per osteite del gomito iper il malato. Si è constatato che il pus continua destro. Nonno paterno e 1P·a·dre morti per tuberco- liberamente a, fluire dalle fistole e se ne imbibisce losi polmonare. Nulla da rilevare agli organi ca- lo strato di cotone e il gesso. Abbiamo cambiato vitari. Il gomito destro si ·p resenta tumefatto, cal- gli ~pp·arecchi gessati solamente •quando le condido, fusato, dolente alla 1palpazione, rig1do in flessione a 80 gradi. Si rileva una raccolta alla re- zjoni di resistenza degli stessi erano scadute al gione della base dell'olecrano. Si sotto1p one alla punto da renderli insufficenti, nè ci trovammo mai elio-balneoterapia. Si aspirano ripetute volte le indotti a rinnovar la gessatura per altri motivi. raccolte che su ccessivamente si formano al go- Vediamo ora qual giovamento .p orti allr. forme in mito. Poi la raccolta si fistolizza il 21-3-23 alla 1parola il trattamento alla Solteri e quali ne c;ieno faccia posteriore del gomito e 11 30-5 al lato esterno. Le condizioni locali restano immutate fino aJ- le indicazioni. Nei casi da noi trattati abbiamo vil'agosto 1924. La radiografia dimostra distruzione sto costantemente diminuire rapidamente il voludell'olecra110 .e del processo coronoide. La secre- 1ne d€lla parte co lpita con contemporanea djminuzione permane modica ma costante. Il 23-8-24 si chiude il gomito in ap1parecchio gessato che viene zionp della secrezione che da den sa cl'e·m osa, in tempo di solito breve, alle volte più lungo, è dirinnovato una volta oerchè diventato insufficente. Oggi llna fistola è chiusa, l'altra è ridotta al mi- ventata sierosa con qualcl1e frustolo caseoso. Le nimo. La secrezione è quasi nulla. E permesso fi stole, da ampie e beanti, in qualc·h e caso anche un movimento di flesso-estensione dell' antibracrarp idissirriamente, si sono ridotte moltissimo e colcio sul braccio p er un angolo di 20 gradi. 1'ulteriore trattamento si sono anche chiuse. E CASO V. Elda V. ' d'anni 5 (Prot. n. 337-23) . . c;iò in un periodo ·di t~mrpo sicuramente minore di Entra il 22-8-23 per tubercolosi .del ginocchio sini- quello che occorre per guarire un processo anastro. Nulla di notevole nel gentilizio. E ammalata dal febbraio 1923. Bambina gracile, de1per1ta. Ric- logo non trattandolo con la gessatura chiusa. 1 chie fioriture ghiandolari regionali diffuse. Il gi- dolori sin dai primissimi giorni scomtPaiono com1

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IL POLICLINICO

11letamente, con soddisfazione e sollievo indicibili per il malato che fino a ieri ne era tormenta~:). Ulcerazioni cutanee superficiali abbiamo visto sparire in brevi settimane. I controlli radiografici parlano ·p er una -costantemente buona recalcificazione con netta delimitazione dei focolai ossei, . m·entre le distruzioni dei ca,.pi articolari sono, con .questo· m etodo, ridotte al minimo. Le condizioni generali del malato, liberato dal ·dolore, risento110 ,p resto l'influenza benefica del mare e d·el sole e rifioriscono, mentre la temperatura scende .e torna normale col successivo s1parire della flora batterica che inquinava i • tramiti ftstòlo st. Aggiungasi a ciò la eventuale azion-e autosieroterapica del pus, di cui .p arlerò più tardi. In quanto alle indicazioni, i11dubbiamente l'applicazione di un apparecchio gessato 0 cclusivo è possibile tion solo ma utilissima in tutte quelle forme aperte eh-e anche nella cura sanatoriale richiedono una im1nobilizzazione assolt1ta. Tutti quei ~asi che una volta non si trattavano con la gessatura 1p ercl1è ·erano forme aperte, malgrado ci fosse la Qpportunità di fiss E1.re l'articolazione, oggi si .p osso110 trar1quillamente cl1iu·dere in ~parecchio se11za preoccupazione alcuna. Senza dubbio il trattamento clliuso u sato n egli istituti in cui si dispone di altri mezzi terapeutici adatti significa togliere il malato alla possibilità · di ess·ere sottoposto alla cura elioteraipica locale e ai bagni ai mare, come del resto avviene anche per le forme chiuse trattate con ~pparecchio gessato. Quando abbiamo c.l elle forme fungose pia:gate, con forti fenomeni di attività, dolori vivissimi esacerbantisi ad ogni a11che minimo movimento causato magari dal1 a i1ecess~ tà della medicazione, tumefazione ·d ella parte e compromissione dello scheletro, in questi casi la fissazione dell'articolazione, mettendo in riposo assoluto la parte malata realizza il postulato ·p rincipale nel trattamento di queste forme, cioè, lo scarico .e il blocco dell'articolazione, postulato non realizzabile in ,queste forme con la sola trazione. Ma oltre all'influenza benefica dell'immobilizzazione, il metodo Solieri algi·s ce forse in .altra guisa ancora. Il dotto;r Tedeschi di ·F orlì proSlpetta l'ipotesi eh-e l'impacco di sostanze emesse dalle fistole e stagnante sulla cute, possa agire per una sua azione autosieroterapica 1p ercutanea, aviendo osservato che effetto delle gessature chiuse applicate alle forme fistolizzat-e è un aumento considerevole del liquido emesso dalle fì.stole, specialmente nel tempo della aipplicazione. E questa un'iJpotesi che oggi non si può nè asserire nè negare. Resta tuttavia du·b bia, anch€ per jl fatto che prima di applicaDe la .g essatura si ba cura di ~almare abbondantemente la cute per largo tratto intorno alle fistole con paraffina, e forse effetto 4i ciò è il buono stato di con servazione della cute '

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quan·do la gessatura vien tolta. Ci sono ancora dei casi nei quali la g-essatura occlusiva si presta molto bene : quelli cioè che .p er ragioni sociali non si •p ossono -conservare alla cura sanatoriale. Il nostro secondo caso -è quello che più avrebbe bisogno di cura ospedaliera, ma non la si 1può fare per~hè la famiglia con insistenza richiede il bambin0 a casa. •Certamente questo malato rinuncia al coefficente, tanto importante in queste forme, della terapia climatica, ·m a con la gessatura occlusiva si evita almeno che l'arto malato, che è grave assai, sia abbandonato a sè stesso. La gessatura rr~antie­ ne il ginocchio i11 .buona ~osizi one p·er l 'anc~ !losi futura, il trattarnento di ri1poso e chiusura d ella gran·de superfic e à torpida epitelizzazione alla regione antera esterna della gamba giova moltissimo a farla r~pidamente cicatrizzare. Il paziente tollera ·b enissimo e volentieri la gessatura, percl1è ·q uesta, immobilizzando la ~arte malata, lo libera 1dai violenti dolori cl1e prima erano suscitati da qualunque anche minimo movimento. Qui ancora , la gessatura chiusa serve benissimo a isolare Je piaghe dall'ambiente non sempre perfettarn·~nte igienico della casa di campagna e le toglie al pericolo di n1edicazioni insufficienti e di infezioni sic11re. Abbia1no poi t11tte le forme vecchie, p·r sim~ a guarigione, i1elle quali il pro0esso osser1 quasi esaurito e la secfrZione è mantenuta dai tramiti fistolosi, stretti .e callosi : è il nostro primo caso. Un ragazzo di 20 anni è stato per 4 anni in cura nel nostro Istituto. La lesione all'osso ·è guarita. con anchilosi del ginocc·h io in estensione, 1p-er cui, date le buone condizioni dello scheletro, l'ammalato può camminare benissimo. Restano aperte alcune fistole che mantengono una scar.sa secrPzi-0·n e e stentano a chiudersi, imp-edendo che l'ammalato possa essere dimesso 1perchè richiederebbero una medicazione ·g iornaliera che egli a e;asa non può avere. Si ap.p lica un apparecchio gessato . occlusivo che gli vien -rinnovato ogni due m esi e l•ammalato torna in famiglia. Nel caso terzo abbiamo ~plicato ' il m-etodo leggermente modificato: qui non abbiamo adottato l 'awarecchio gessato, ma la fasciatura amidata ripetuta a lunghi intervalli, ricordando il motto: « Raro me tangas », tanto utile nelle forme con ampie ~ia­ ghe a esuberante granulazione, riservandoci di costruire la gessa.tura chiusa -quando aves5imo constatato la buona tolleranza da parte .dell'a:rnmalata. E di fatto otte.n-emrno rapidissimamente il disfacimento completo del tessuto esuberante e stimolo al .p rocesso di riparazione. Oggi delle piaghe granuleggianti resta una superftce cicatr1, ziale liscia, bianca lucente. Permangono le fistole con modica secrezione senza bottoni carnosi esuberanti -e la malata 1porta il suo aipparecchio ges- sato. Al caso quarto ~1pplicammo la gessatura oc-

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elusiva quando erano aperte ancora due . fistole percl1è ci trovammo nella necessità di provvedere " a un buon atteggiamento in previsione della futura anchilosi del gomito. Non ci preoccupammo della s€crezione e lasciammo la gessatura in post0 per tre mesi. Oggi una fistola è chiusa, l'altra sta per chiudersi. Il gomito è fresco e sgonfio e conserva ancora un modico grado di esc11rsione nella flessione ed estensione dell'avambraccio s ·1l braccio. A conclusione di queste mie osservazioni, io crede· eh.e la gessatura occlusiva. secondo Solieri 1possa essere annoverata fra quei mezzi ter~peuti c i che nella tubercolosi chirurgica hanno una efficacia diretta sul 1processo morboso come avviene per. le forme chiuse così trattate, aggiungendosi nelle forme aperte il vantaggio che si' ha dall'essere le fistole e le piaghe costantemente al riparo dagli agenti infettivi esterni e quello cl1e d eriverebbe dall'azione autosierotflrapica del pus. Il metodo Solie.ri serve benissimo quando si deve permettere una cura .p arzialmente condotta a domicilio. Noh è però a credere che si possa guarire un ammn.F lato di tubercolosi chirurgica tenendolo a casa e trattandolo con la sola gessatura. Questi ma1ati, di solito debilitati e poveri di ~nergie organich€, solo in un ambiente climatico sanatoriale posC'ono ritrovare le condizioni nligliori 1Per essere posti in istato di difesa tale da ipoter resistere e vincere il 1n.ale. Res.ta l'obi€zione che si potrebbe muovere a .qu•esto trattamento : essere cioè possibile nelle forme aperte che d ebbono essere fissate, di aprire una finestra nella gessatura, in corrispondenza dell e fistole. Questo sarebbe tecnicamente possibile in quei casi in cut le fistole non fossero molto numerose. Ma l'aprire una fin estra n ell'apparecchio nuocerebbe anzitutto alla solidità dello stes8o; ·di più verrebbe a cadere la possibilità dell'eventuale azione autosieroterapica d el 1p us sulla cute, azione che se non è ancora effettiva1nente d j. mostrata, non è 1Però neanche negata; si rinunc•e· reb'be infine alla certezza di poter manten ere le fistole al riparo da infezioni esterne. 1

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nella polemica il pubblico ll_ledico. Ma pur dimostrando la pratica di ogni giorno non esservi nulla di asso.Juto in tale calllfPo, come del resto per tutti i metodi'. ·di cura delle varie 'malattie, ove il criterio del · medico deve regola·r si caso per easo nell'adozione dell'uno 1p iuttosto che. del1' altro sistem·a, è certo fuor di dubb·io che 1n questi ultimi . anni la chirurgia della ip. t., di fronte all'incalzare dei rimedi .di pertinenza 1r1edica, ha dovuto cedere in gran pa:r:te il campo, ri·ducendosi sempre .p iù il numero delle indicazioni che reclamano il suo intervento. Ed è appunto perciò che, avendo po tuto osservare degli ammalati di IP· t . che guarirono con mezzi semplici e pratici, laddove a prima vista sernbrava che l'unica via da tentarsi fosse quella la:p arotomica, credo non del tutto inutile riferire qualche caso in cui. ho ottenuta una rapida e indiscuti-bile guarigione ormai convalidata dal temrpo, ·Con la semplice paracentesi seguìta da un lavaggio ·p eritoneale con acqua iodata. 1

Aip rile 1922. 1M. T., d'anni 50, da Povoletto. iMadTe m orta di mal\attia •di petto_, padre vivente e sano, così pure 1d ue fratelli e tre sorelle. La paziente aflferma ·di non aver sof .. ferto malattie degne di nota, ~rima dell'attuale. Ammette 1però di .essere stata sempre anemica e di aver dovuto spesso sotto'Porsi a cure ricostituenti. Sposatasi a 23 anni ebbe un aborto e quattro figli, di cui tre sani ed uno ·di aspetto rachitico, sog.g etto sempre a forme bronchiali. Ha avuto la menoipausa circa due anni fa. Le funzi•oni genitali furono sempre normali. Esclude di essersi contagiata di sifilide o di malattie veneree. E abitualmente stitica. Da 1qualche settimana softfre di in~ppetenza e disturbi digestivi con conseguente dimagram~nto e diminuzione ·.a elle forze. Riferisce inoltre che da cinque o sei .giorni, in seguito a modica febbre e a leggeri dolori addominali, ha cominciato ad accorgersi che il ventre va progressivamente e rapidamente aumentando di volume, fino a darle disturbi della respirazione e a costringer-la a stare con le vesti slacciate. Attribuendo ciò all'abituale stitichezza, 1prese dei purganti ma con effetto nullo, finch.è impensierita dall'accrescersi dei dolori e dalla diffìooltà di emettere l'orina si decise a chiamare il m edico. E. o. : Donna di mediocre co;stituzione con pannicolo ad~poso scarso; sviluppo scheletrico reg-oLa tintura d'jodio per via endoperitoneale lare; cute pallida, olivastra, con .mucose scolorate: non si pal,p ano ghiand·ole. Lingua secca. nella peritonite tubercolare leggermente patinosa. Esame ·d el torace n egativ.·o; cuore un ipo' spostato a sinistra, con toni irr1per il dott. E M ILIO SARTOREJ,I.I . puri alla punta. L'addome è (fortemente convesDa .quando il fortunato errore dia.gnostico di so oon la massima altezza in corris})ondenza ' dell'ombelico, non esipanso sui lati, cioè a fo·r ma Spencer Wells aperse una nuova via àlla cura di obice : 1ha la cute tesa e lucente, senza evidella peritonite tubercolare, la contesa tra m e- dente retico.io venoso da circolo collaterale. Con dici e chirurghi si trascinò con alterna vic2ndJ. la palpazione, che riesce a tratti dolorosa, si mette in evidenza un'ascite a fluttuazio11 e n etta, e vqrio aceanimento per a nni e .anni, e neanche . r:,;;_;.;·..!.J ~i pii..:, dire cl1'essa sia _èel 1utto spentéL, · meno in :pocl1i punti. che si rende ir1anifesta tanto 1p er cuotend.o da u11 lato all'altro con la pa essend·ovi ancora sostenitori egualmente a•.1tore- ziente di d ecubito dorsale, quanto dall'aYanti a!voli dall'una e dall'altra parte, che a.p passionano l' indietro,' in l)Osiztone sedt1ta. Lungo J~ : ~;~ c;a CASO I. -

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alba e nella fossa iliaca sinistra, respingendo il dopo qualche nlinuto credo prudente sospendere, liquido con opportune manovre, si avvertono del- • accusan;do la 1paziente ·qualche dolore di ventre. le masse dure, bernoccolute, mobili, dolenti alla A·p ro quindi le chiavette dei trequarti e lascio uscire il liquido immesso .che appare più decolo~ressione, a confi11i indistinti. Non si avverte il fre1ni to a1nidato. La percussione dà suono ottuso rato : i dolori cessano quasi subito. Levo i trequarti, ne chiudo i fori con .collodion e lascio nei due terzi inferiori dell'addome, tanto in avanti che sui lati, meno in u11a piccola zona d ella la p. in buone con·d izioni, dopo averle fasciato fossa i.Jiaca destra. I limiti di questa ottusità l 'addome piuttosto strettamente. non subiscono n otevoli mutamenti ·COI variare i 'ei giorni successivi prescrissi immobilità asdella posj zione ·del so.g getto. Il fegato è nei li- soluta, pennellature 1quotidiane di tintura 1d'iodio miti normali. tL 'esame ginecologi.co .è negativo. all'addome · e in seguito preparati iodici per \ria Esa1ne tdelle orine: Quantità gi·ornaliera 600 orale. c1nc.; as,petto torbido ·lbian castro; ·P . S. 1025; ljeve Ancora il giorno dopo tale intervento l'a. era albuminuria; fosfati in abbondanza: nel sedime11a1) irettica ed in .tutto il .decorso ulteriore della to cr istalli di ossalato ·d i ·Ca e cellule delle vie n1ala.ttia ebbe solo una v·olta una temp. serale orinarie. di 37° ,2. Il reSJ)iro ed il polso tornarono subito Estratto con puntura esplorativa un po' di linormali e le condizioni generali migliorarono raquido ascitico a scopo di esame, esso 3-lppare di pidame11te, tanto cl1e circa 20 giorni dopo comi11asp·6 tto lin1pido, di .color giallo citrino ; reagisce ciò ad alzarsi 1per qualcl1e ora. Eseguita un'attenta yositivamente alla prova del Rivalta e contiene palpazione dell' addome alcuni giorni dopo evaquasi soli linfociti nel sedimento. cuata l'ascite, riscontrai che questa non si riproduceva, ma si ·nalpava110 ben distinte quelle voPer quattro o cinque giorni sottopo11go l' a. a luminose masse bernoccolute che avevo avvertite regime latteo, a clisteri, ed a blandi diuretici. La quantità giornaliera delle ·o rin e aumenta fino ancora al 1prin10 esame, sotto l'ombelico e nella ad un litro; l'albumina scompare del tutto, ina metà sin. inf. ·dell' addo1r1e. Tali masse, la cui 1prel'asciLe non diminuisce, a11zi t ende ad aumentare, senza non dava disturbo alla paziente, e che io come ùenota il mag. gior imbarazzo respiratorio interpretavo com e neoformazioni granulomatose, del~tt ipazie11te. andarono le11tamente ma gradatamente rendenPur a·pparendo cl1iaro trattarsi di peritonite dosi meno manifeste, finchè due mesi dopo non tuber.colare (della forma ascitica fibrosa), pratico si risc.011trava alla palpazione 1p rofonda 1p1.ù alcu11 a scopo di studio la cutireazione alla tubercolina segno di indurimento. La ·Cura fu poi conti11uata (I. S. M. ), che riesce positiva. i1ei mesi successivi con l'elioterapia a cui l'a. si sottopose con asstdua costanza per tutta l'estate. Temp. 37°,2 alla mattina, 38° la sern. P. 90-110. D'allora essa i1011 ebbe più bisogno di ricorr ere R. 2.6-28. Il 2 maggio 1922 prospettate all'a. tutte le \'arie al medico ed oggi gode di perfetta salute. possibilità di guarigione, e i)rima di tutto l'i nolCASO .JJ. 1Dicen1bre 1922. ì\11. A., d 'anni 6, da tro in ospedale per la laparotomia, che essa rifiuta a.~solutamente, d otpo nuo\·o accurato e5ame Savorgnano. Padre morto di tubercolosi 1p olmonare durante il servizio militare; madre sana; un dell'addome allo scopo di eliminare i pericoli delfratellino morto di meningite e una sorella afla ·paracen tesi, d-eciclo, com·e altre volte avevo ;fatto f-etta da coxite. Da circa un m ese, a detta dei in simili casi, di procedere all'evacuazione delfamigliari, è profondamente deperito e soffre di l' essudato. facendo segt1ire ad esso una lavatura del .cavo .p eritoneale con acqua iodata. Posti dun- disturbi intestinali (ora costipazione, ora ·diarrea), e da circa una settimana l'a:èldome ha cominciato que a sterilizzàre 1per tre quarti d'ora in una caldaia 1due trequarti, u11 comune irrigatore co11 a gonfiarsi. E. O.: 1B amlbino molto deperito, con torace rar ecipiente in vetro da due litri e quattro bottichitico; p·annicolo ad~poso 1quasi scomparso; ghianglie di acqua cl1iuse co11 cotone, da un litro ciascuna, previa a11estesia locale con n ovocaina, dole evidenti e ;pro.n unciate all'inguine, alle ascelpianto i ·d ue trequarti iri due punti simmetrici e le e alle regioni sopraclavicolari. Nulla all'apparato respiratorio, n è al cuore. A1ddome .p romio:pposti dell'addome, ove la fluttuazione è più nente, a forma di obice, con fluttuazione ben netta, e dò esito a 5 1. di liqui·do ascitico, cl1e mani.festa. La temperatura si a@gira fra i 36°,9 esce in breve tempo e senza di.fficoltà, avendo i1aturalmente gli stessi caratteri di .auello estratto e i 38°,2. Praticatagli una !Puntura esplorativa, si estrae ,p ochi gior11i prima per l'esame. Prima che tutto un liqui·do chjaro, citrino , che risponde positival'essudato sia uscito, ]nnesto la cannula dell'irrigatore su uno dei trequarti, versando due delle mente alla prova del Rivaltp..: linfociti nel ·sedibottiglie di acqua bollita nell'irrigatore stesso e mento. Orine scarse, ma .senza albumina. Incoraggiato dal buon esito avuto nel caso preaggiungendo\1 i a goccia a .goccia una soluzione cedente 1p ratico al 1pic-colo a. la ;paracentesi, fa·di ti11tura d 'iodio al 4 ~~ 1preparata i1el giorno s\esso, in modo 1da aumentare la concentrazione cendogli passare attraverso il cavo P. un litr~ di aoqua bollita, tiepida, con sciolti 10 gr. d1 gradatamente di :rna110 in mano che il liquido tintura d 'iodio fresca, con la stessa tecnica usata 1passava in cavità, e ciò 1per non provocare fatti n el caso di prima. ,_. irritativi del .perito11eo. Qua11do t11tta la soluzion e Il p. non ebbe c he qualclhe lieve dolore di venè passata attra,·~rso il cavo peritoneale, uscendo per l'altro trequartj , verso le altre .due bottiglie tre .sul momento, ed il decorso su.c cessivo della malattia fu regolarissimo. La temperatura si abi1ell'irri gutore, ag.g iungendovi di colpo tutta la tintura d'iodio rimasta, in modo da ottenere una bassò quasi subito; il liquido ascitico si riprodusse in 1parte, ma dopo un mese era scomparso ronce11trazione d el 2 % circa. .t.\.llora, chiusa la di nuovo. •L e coridiziorti generali andarono lentacl1iaYetta del trequarti di usc ita, in modo che tutta me11te, ma progressivamente migliorando. Sei la soluzion-e possa raccogliersi in cavità e lasciato mesi dopo in pien a conYalescenza 1potè corr11pledefluire tutto il liquido dall'irrigatore, cominci o a praticare un lieYe massaggio dell'addon1e, cl1e tare la ct1ra sulla inarina di Grado. 0


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Di fronte a ·questi due casi qUalche altro potrei citare, che ho curato ·Con mezzi analoghi, se non mi mancassero le storie cliniche, avendo perd·1to di vista gli ammalati da lungo tempo.· Ricordo ·però, che ·durante il temi:po della mia p·rigi.onia nel 1918, avendo avuto la possibilità di esercitare nelle terre invase nei pressi d-i Vittorio Ver1eto, ebbi a. curare in ~quel periodo 1quattro o cinque -casi di 1peritonite tu1bercolare. In due di qu~sti, non sa:pendo ~iù quali mezzi tentare, data anche la mancanza assoluta di strumenti, di medicinali e di ogni mezzo di studio, 1praticai la paracentesi con un comune trequarti, ma l'as·cite si ri.produsse e i m·alati non ebbero alcu11 giovamento. In un caso invece, ricordandomi che •Dieulafoy usò con successo la · tintura d'iodio. in d ose alta e_ piuttosto .concentra.t-a, dopo evacuato il liquido iniettai attraverso il trequarti stesso in cavità .p erioneale (si trattava di un bambino), mezzo litro di aoqua bollita con entro 20 gr. circa di tintura d' iod~o . In di feci un breve massaggio, poi essendo insorti subito acutj dolori di ventre, impre5sionato mi af\frettai a dar esito al liquido attraverso la cannulçi. rimasta in sito, tem.endo ~hi sa quali conseguenze:· invece, dopo circa un'ora, i dolori cessarono ed il pi'.ccoJo ammalato, che aveva avuto il giorno dopo lieve albuminuria, andò gradatamente rimettendosi e l'as.cite più non si ritProdusse. Lasciato il malato in ottime condizioni all'epoca dell'armistizio, seppi un anno do1po ch'P.ra gua· rito del tutto. ·A ttribuendo la piccola crisi imrnediata al fatto che la tintura d'iodjo, di cui allora in manca.n za di altra mi ero servito, era di ve,:chia preparazione e incoraggiato n0ndimeI:Jo dal successo finale di quel meto·do di cura, ri.pre&entandomisi l'o.ccasione a quattro anni di djstanza, ho ,·oluto ritentare la prova con mezzi più appropriati e co·n maggiori cautele e l'esito è stato · dei miglio,ri. Con l'esposizione in questi casi di un metodo di ·cura che non è certo una novità, ma solo una a1p1plicazione, o meglio una rnodificazione dei vecchi metodi del Dieulafoy, del CaiPJ)aroni e di altri, c1lé iniettarono I.a tintura d'iodio o l'iodoformio sotto varie forme nel cavo 1p eritoneale per la cura della p. t., basandosi sul .P~inci,pio dell'azione modifiratrice prodo.tta dall'iodio sulle sierose, introdotto in chiru1'gia da Velpeau, ho voluto ·p ortare il mjo modesto contributo allo studio della p . t. con l'intenzione ,p iù eh.e altro di attenuare la diffidenza di molti .colleghi, i quali in genere hanno un sacro terrore ·d.i 1questi ·mezzi e 1pre1'erisrono perciò affidare il 1p aziente al coltello del chtrurgo. Invece, 1quando si sap1p.iano scegliere i casi adatti e cioè le forme asciti.che fibrose sènza eccessive aderenze e con fluttuazione ben manifesta, che son:> poi quelle che danno i migliori risultati anche nella la•p arotomia, tale metodo di cura 1

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non offre pericoli id i sorta nè difficoltà alcuna nella tecnica dell'esecuzione; può venir praticato in qualunque c-on·dotta e dà di solito un rapido successo,· che evita al malato, spesso rtbelle a1l'idea .d i sott.oporsi ad . una laparotomia, un'operazione non indifferente e non sempre scevra di (pericoli. Mi si op1porrà cl1e l'introduzio,n e di tintura d'iodio nel peritoneo provoca spesse volte gravi incidenti, come coliche, singhiozzo, disturbi renali, fatti di ,depressione cardiaca, ecc., per cui anche venendo poi il malat0 a . guarigione, il medico che si trova ad operare dP. solo s'impressiona, sì da desistere da altri tentativi ·del genere. Ma t1sando soluzioni debolissime ed in concentrazione pro·g ressiva, di mano in mano che l'irrigazione pro'Cede, i fatti irritativi sono ridotti al minimo ed il pericolo di assorbimento eliminato, IPUrch.è naturalmente ci si attenga alle cautele che il caso sugigerisce e s@ratutto si osservi '"'he la sterilizzazjone sia perfetta e la tintura d'iodio idi fresca 1preparaztone. Bisogna inoltre assicurarsi del funzionçiimento rena.le e stare all'erta per un eventuale schok, • cosa che del resto succede non di rado ed in misura J)iù grave nella toracentesi, operazione che nessun medico condotto si è mai astenuto :d al fare ,p er I.a considerazione di questo ' pericolo. Concl.udendo, 'd all'esposizione di 1questi due {'asi mi sembra poter dedurre che la lavatura del cavo peritoneale .con a cqua iod?ta nella P. t. porta, in soggetti op1portunamente scelti, alla guarigione, mettendo in giuoco ;p ress'a .1Poco gli stessi fattori che sono chiamati in causa nel trauma l~pa-rotomico e ciolè : in primo luogo, vna iperleucocitosi locale che facilita la distruzione dei germi, provocata nell'un caso dall'azione modifi·c atrice della tintura d'io·dio, nell'altro dagli agen• ti esterni (aria, luce, eoc.), e .dalle manovre d1 toilette ,p eritoneale del chirurgo; in sec·ondo .luogo una rapida evacuazione dell'ascite che rimette la sierosa in gtado di com;piere le sue funzioni ·di asso1illimento e quindi di autoimmunizzazione. Qu·esti ·due fattori, con altri di ordine biologico, .conducono alla trasformazione connettiva!~ del tessuto ·g ranulomatoso, che costituisce il processo di guarigione (1Giordano). . Di conseguenza, riservati sempre alla laparo~o­ mia i casi gravi, 51pecie le forme fibro adesiye in cui l'atto 01p erativo iè necessario sopratutto 1p er l:i ~brigliatura delle a:d erenze, nelle forme cotnuni di ascite credo sia utile, ·p rima ·di affidare il paziente al chirur.go, ten:tare il metodo di cui abbiamo parlato, 1perchè pu.ò fargli consegutre con minor rischio gli stessi vantaggi che otterrebbe con la laparotomia, portan·dolo cioè alla guarigione senza: esporlo ad un trauma operatorio che non sempre è necessario e che non sempre è 1p rivo di spiacevoli conseguenze. . PoYoletto (lldine). 1

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IL POLICLINICO

,RIVISTE SINTETICHE. ISTIT. DI CLIN. l\1ED. DELLA R. UNIVERSITÀ DI ROMA Prof. V. ASCOLI.

Il bismuto nella terapia:della sifilide. Rivista sintetica e critica per jl ·dott. GIORGIO GIORGI, C3.lp. med. R. Esercito, assistente militare. .

(Oontin., vedi fas e. p'tecede,lfl,te). INCONVENIENTI DELLA BISMUTO-TERAPIA. Bench·è il bismuto, come è stato dimostrato sperimentalmente, sia meno tossico degli altri due grandi antiluettci, tuttavia non è sen11pre ·p erfettamente tollerato sino a non 1p rodurre f en omeni d'intossicazione e d'intolleranza. La letteratura è ricca d elle osservazioni che si rif eriscono a questi inconvenienti, i quali in genere no11 1ptesentano caratt_ere di gravità e sono n1eno frequenti Clhe con gli altri antiluetici e solo raramente re~dono necessaria la sospensione ·della. cura. Da ricer che sugli animali è stato dimostrato che il bismuto si diffonde in ogni parte dell'organism?, tan~o che è stato rinvenuto n egli organi toracici e addominali , nel cervello, nel midollo, nel liquido cefalo-rachidiano, COIT).e pure è stato notato che n elle intossicazioni sperimentali determina congestione del fegato , reni, polmoni e della mucosa gastro-intestinale. Le vie di elin11nazione sono rappresentate ·dalle urine, feci, sudore, saliva. La stormatite è la complicazione più frequente che si riscontra nel trattamento con il bismuto. La sua espressione più sem~lice e benigna è r~presentata da un orletto .g engivale di color bleu lavagna che si inizia intorno ad un dente cariato od in corrispondenza di un ·deposito di tartaro. 1Con meno :frequenza possono aversi delle macchie .circoscritte sulla ml1cosa delle ·g uancie, nei solchi labio-gengivali, sulle facce laterali e il1feriori della lingua, sul velopendolo; 1più raramente può aversi llna colorazione più o meno scura nella totalità ·della inucosa boccale. Nei casi un po' più gravi la listerella sc11ra del bordo gengivale ~ , a écompagnata da gonfiore e dolore della gengiva, specie in una bocca mal custodita, determinandosi in tal modo la gengivite. Nei casi gravi si 1può giungere all'ulcerazione e al distacco della gengiva. In uno stato più avanzato si determina la stomatite ulcerosa, che in genere è secondaria alle manifestazioni pigmentarie e alla gengivite, accom.p agnata qualche volta da <iolore ai mascellari, alito fetido • e 5alivazione (Milian e P érin). Venne inoltre descritta da Si-

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mon e Bralez una stomatite vegetante con bottoni Sfporgenti sl.illla mucosa del palato. Però la c;t0111atite bismutica non assume mai i caratteri di gravità della stomatite mercuriale. L'orletto gengivale è un inconveniente di lieve entità, la gengivite guarisce in 7-8 giorni, la stomatite in 2 o 3 settima11e, le ulce'razioni regrediscono con applicazioni locali ·d i polvere di neoarsenobenzolo. Queste compiicazioni possono verificarsi al principio o nel corso del trattamento quando si adoperino j sali solubili, come 1possono manifestarsi d()jpo due o tre settimane, finita la cura, con i sali insolubili. Oltre a queste forme possono aversi dei !fenomeni funzionali consistenti in odontalgia e salivazione che si manifestano subito dopo iniezioni di sall solubili, specje endovenose. L'odontalgia ohe viene anche chiamata « choc dentario » è caratterizzata da un dolore nevralgico acuto, di solito localizzato al mascellare infeTiore, talvolta ad ambedu.e le arcate dentarie, il quale insorge immediatamente dopo !,iniezione e dura ·d a 1p-0chi minuti a qualche ora. A volte è così violento da strappare le grida al malato e da impedire la continuazione della cura. La secrezione salivare è accentuata, ma in genere ·pa5s eggera. A scopo 1p rofilattico per evitare la stomatite è necessario 1prima di iniziare il tratta1nento far curare i denti cariati, estrarre le ra·d ici, togliere il tartaro. Nei soggetti che hanno estesa carie dentaria ed una gen·g ivite da tartaro è consigliabile astenersi di impiegare il bismuto. Nel corso di una cura bismutica possono aversi ·delle manifestazioni cutanee che non presentano mai carattere di gravità. Queste forme vanno dal semplice prurito~ raramente generalizzato, più sipesso regionale, alle forme più varie. In gener.e il prurito si manifesta poco d opo l'iniezione, è 1nomentaneo, benchè raramente possa ;permanere durante tutta la cura, con esacerbazioni dopo ogni iniezione e scom1pare col cessare del 'trattamento. Tra le eruzioni l'orticaria sembra la più frequente; 1può essere localizzata o generale, pruriginosa, talvolta accompagnata da ed ema o febbre, appare l'indomani dell'iniezione, persiste da 24 a 48 ore (Leipinay, Gallio.t, Hud elo e Rabut). Da Gaston e Pontoizeau in seguito ad iniezione endovenosa :4i bi.smuto colloidale, venne descritto un eritema papulo-squamoso del tronco. Dopo un,iniezione di « Trepol » venne osservato un eritema lichenoide da Nicols, Gatè e Lepeuf. Venne pure osservato un eriten1a scarlattiniforme, che può essere generalizzato (Galliot), 1può in srcondo tempo trasformarsi in poripora (Levy-Fouckel), la quale può anche manifestarsi primitivnrr1€nte \Fourr1irr e Guénot, Simon, Hudelo e Habut). Lortat-Joacob e Roberti descrissero un eritema scarlattiniforme precoce gener ali zza to con 1

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edema, secrezione e desquamazione. Tutte queste forme eruttive possono essere fu.gaci o 1prolun· gate, precoci o tardive; in genere le reazioni cutanee precoci sono in relazione con le iniezioni endovenose e con i sali solubili. Le a,llerazioni renali che possono determinarsi nell'intossicazione da bismuto si manifestano con albuminuria più o meno rilevante accompagnata o no ,da cilindruria. Di qu~sto argomento sj sono occ'Jpa1ì Levy-Bing, Lacapère, Cont.erno, Radaeli, Clér11ent Simon, Fournier, ecc. La nefrosi bismutica in genere è secondaria alla stomatite. N~i pri1ni tempi in cu·i il bismuto venne introdotto in terapia, sembrava cJle la sua azione fosse particolarmente nociva sui reni, in seguito si è visto ,p erò che le albuminurie non sono frequenti e ancl1e se· accomjpagnate da cilindruria 1più o meno rilevante, regrediscono e guariscono rapida. mente senza lasciare postumi non appena si sospenda la cura. ·Hudelo e Rabut 1su 10,000 iniezioni di bismuto !1anno rilevato 4 casi di albumi11uria, di cui uno solo un 1po' grave. Non furono mai descritti casi di morte per compli·caz1 oni re11a~i. Lorta-Jacob e ·R oberti hanno curato col bismuto un i11alato già albuminurico. La cura provocò stomatite, ma non venne riscontrato aumento di a1bnrnina. Conterno che si è occupato della funzionalità renale jn rapporto alla bismutoteraipia afferma che il bismuto non è affatto controindicato nelle lesioni renali in genere, anzi può essere utile purch·è usato con moderazione; si rende però necessaria una attenta sorveglianza della funzionalità renale senza però aspettare eh.e compaia o aumenti l'albumina; il n1anifestarsi • di una tpoliuria deve essere .considerato il sintoma d'allarme. Venne anche notata colorazione molto scura delle urine (Hudelo e Rabut) sertza -essere in rapporto ad una lesione renale. Dal punto di v ista delle alterazioni renali il bismuto è rpref eribi1e agli altri antiluetici. A carico della funzionalità epatica in seguito a cura col bismuto si può dire che non siano state mai os~ervate alterazioni notevoli e persiEtenti. Sono stati ,descritti da J eanselme, Fournier e Guénot, lll1d e1o e Rabut casi di ittero, n1a di lieve enti tR. Sulla funzionalità gastro-intesti11,r1.le si può dire ~he i ·disturbi siano rari e po co marcati. A C'arico dello stomaco può manifestarsi pesar1tezza gastrica sino ad una sensazione di dolore all'e1p igastro , qualche volta accompagnata da sbadigli, ipiù raramente è stato osservato senso di nausea con o senza vomito che può presentarsi nello stesso giorno o all'indomani dell'iniezione. Eecezional!Ifente possono aversi delle vere crisi gastriche con 0 senza febbre, accom1pagnate o r)o ~a vomiti (Hudelo e Rabt1t). A carico de11'inte1

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SEZIONE PRATICA

stino i disturbi so110 ancl1e più rari, sono state osservate crisi passeggere di diarrea. Inoltre sono .stati descritti casi rari in cui si sono osser. vatr. manifestazioni emorragi,che che alcuni mettono in rapporto con una deficiente funzionalità epatica. Drouet descri,,e un'ematemesi e un'emotti si, Si1r1on una metroragia, Hudelo e Rabut un'e1nottisi, un'ematemesi, una metroragia e due epistassi; tutte però senza· .g ravità e che non si so110 ripetute con la ripresa ,del trattamento b! ' sm11tico. .A.. carico del sistema nervoso Hudelo e Rabut hanno descritto vertigini, abbagliamenti, sensazioni di stor.dimento; fatti che farebbero pensare a 1perturbazioni vago-simpat:Lche. 'L 'iniezione. di bismuto può esssere seguita a breve distanza da angoscia toracica (Wallon), da pa~pitazioni, da sensazione di soffocamento, da sudorazione abbondante (Hudelo e Rabut), da congiuntivite passeggera (•S pillmann). Simoh subito dopo l'irtie zione bismutica ha notato. congestione al viso, cefalea, lacrimazione, sensazione di soffocamen-' to. Questi fatti possono raramente accentuarsi sino al punto da assumere l'aspetto e il carattere di vere crisi nitritoidi. Drouet descrive una crisi nitritoide dopo un'iniezione di bismuto. Hudelo e Rabut dopo un'iniezione ·di « Muthano1 ,, hanno osservato un caso di emiparesi nel lato dell'iniezione. Magnus descrive un caso di morte che si è manifestato do,p o un'iniezione endovenosa di bismuto (Wismulen) in un malat0 che già aveva 1subito una serie id i sei iniezioni. La morte è sopraggiunta subito dorpo l'inie~ione, con arresto imiprovviso ,del] a respirazione e del .polso, con contrazioni degli arti durate circa un minuto. L'auto1psia la più minuziosa . non ha permesso di rilevare la causa della morte. .L'A. avanza l'ipotesi di uno choc anafilattico. Questo è il ~ri­ mo caso di morte riscontrato nella letteratura. Inoltre sono siate osservate durante la cura bismutica delle cefalee più o meno temporanee, raramente persìsteriti per tutto il periodo della cura; fenomeni ·d i sonnolenza, sono stati constatati da Simon, agitazione con insonnia, dolori artjcolari e muscolari (Hu,delo e Rabut), vere e proprie mialgie e artralgie bismutiche, le quaJi han.no di caratteristico che si r innovano ad ogni iniezione e si accentuano a misura che la cura progredisce, 1per scomparire appena cessato il trattamento. · Sullo stato genèraLe l'azione del bismuto 1può determinare senso . . di stanchezza •P iù o meno accentuato fino allo stato di astenia, con pallore e sopTatutto dimagrimento. •Per questa ragione è poco consigliabile nei convalescenti e nei soggetti deperiti. 1

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I L P OLICLINI CO

Con1e l 'arsenico e il mercurio possono restare inattivi di fr6nte a lesioni luetiche, così anrhe posso110 a\1 ersi casi di bis1nuto resisten.za. Però que&ii sono ·di gran lun ga inferiori ai 1primt Sono eccezionali infatti nel le lesioni cutanee e mucose. Ne venne descritto un caso da Lort::.i.tJacob e Roberti. Nelle lesioni osteo-periostee possono essere meno rari. Hudelo e Rabut hanr10 dovuto ricorrere alle frizioni mercuriali in u 11 caso di p eriostite della tibia. .Eccezionalmente sono state segnalate delle n eurorecidive nel corso clel trattan1enrto. bismutico. Due casi venni~ro descritti da Clément Simon. 1

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PREPARATI DI BISiVIUTO PifJ IN USO.

Dopo le prime ricer che di Sazerac e Levadit1 che si sono serviti del tartrobismutato di sodio e potassio, il ·quale, benchè di azion.e antiluetica energ:Lca, 1presenta qualcl1e inconveniente spiacevole, i farmacologi si diedero a fabbricare nomerosi composti di bismuto solt1bili ed insolubili nei più diversi m ezzi in combinazionA co11 l'arsenico, iodio, chininaf ecc., alla ricerca del 1prodotto 1più efficace e meno tossico. In mezzo a tutta q11esta albbondanza di preparatj che 11anno inYaso il campo terapeutico, si affaccia subito la questione della scelta · ·del prodctto da adoperare. Questo rilevante numero di specialità, che sin o a tutt'oggi superan.o la settantina, più che giovare alla diffusione e all'ap1plicaz ione del bismuto nella lue, ingombra notevolment'e il campo di azjone del nuovo rimedio, perchè oubliga il medico pratico, qualora non voglia sottoscrivere l'esposizione delle qualità terapeutiche ch e q,ccompagna ogni specialità ·f arm aceutica , a fare un la,roro di cernita che in realtà non 1p uò essere in condizioni ·d i compiere. Specie ora in cui si può af.f ermare .con la massima sicurezza cl1e il bi1s,m uto possiede inco11te1stabilmente una spiccata azion€> antiluetica, salvo a lasciare al tempo ·di dirci quale posto do vrà occupare in confronto agli altri due antiluetici, s'impone uno studio sereno e coscienzioso che · si ponga il difficile compito di esaminare comparativamente l'efficacia terapeutica dei nu1nerosi pTeparati e indichi al ipratico queUi più adatti in r~pporto ai vari stadi e alle multifor mi manifestazioni. Può riuscire utile l'enumerazione di alcun1 tra i 1 p reparati più in uso, che, secondo l'esperienza, si sono mostrati pi\1 efficaci. I composti bisn1ntici non agiscono esc lusivament~ per il metallo che essi contengono, ma n ella loro a.zione spirillicida entrano anche altri fattori. Il prepa. rato di bismuto introdotto nell'organi sm o deve essere scomposto perchè ' renga. utilizzato (T,e\· aditi, J. ~1Ieclerq, P omaret) e questa trasforma, 1

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zione ay,·ie11e per mezzo di nna setie di reaziont cellulari ~ umorali cl1e mettono in libertà il metallo. ,Quindi la fissità più o meno grar1de del sale di bismuto e la r~pidità co11à quale si scomporrà in seno all'organismo, questa che venne cl1jamata « fissità in.t rinseca » del sale, varia nei diversi comi)osti del bismuto. L'assorbimento· del ,bismuto messo in libertà nell'organis1no v~­ Tjerà i11 rap1porto ad u11'altra condizione clliarr1ata ·da Lacap.ère « :ftssitù, estrinseca » che è j11 rapporto alla composizio11e inti1na dei tessuti di ogni si11golo indiviclllO, la quale, dal 1~unto di vista chimico, non è se111pre rigorosame11t~~ la stessa nei vari soggettj e di .qt1j il differe11te com' portamento dei di,rersi organismi allo stesso ipreparato, per cui .mentre per alcuni di ·questi riesce .. . tossico, altri invece lo tollerano bene. La solubilità del 1p repara to di bismuto è il primo fattore che si deYe 1pTendere in considerazio11e percl1è n e detern1ina l'imJ)i ego e la Yia di sorr1ministrazione. Per questo è necessario fare u11a n etta divisio11e tra i preparati soluhili e quellj i11sol.ubili, percbè a questa distinzione corrispondono delle qualità e delle .ca1~atte1•istiche diverse. 'fra i sali solubili di bismuto alcu11i possono essere jniettati nelle ve11e, altri invece Yengono impiegati 1per iniezioni intramt1~colari. Le iniezjoni endovenose ·dei sali solubili di bis1nuto, ag·iscono rapidamente, m a determina110 spesso feno!neni di intossicazione, choc dentario e S·CiaTorrea. Secondo Lacapère possono essere adoperati con ' 'antaggio nei casi di intolleranza agli arsenobenzoli quando si voglia realizzare un tratta.mento di attacco intensi"\ro, 1per cedere poi il posto alle in1e1tioni intramuscolari dei sali insolub·ili. Tra i sali solubili da iniettaTe nelle vene deYP essere ricordato il « Sigmuth » (tartroJ)ismu;t~to solulb'ile), il << Tartro-Bi » (tartrobismutato di sodio solubile) il quale è specialrnente indicato n ella cura ,d ella sifilide del sistema nervoso. I composti solubili iniet.tati nolle vene i11vadono rapjdam ente .l 'organismo. Un quarto d'ora d o110 l'iniezione il bismuto viene risçontrato r1elle 11ri11e (Lacapère) . L'azione clei sali solubili per via endovenosa è secondo alcuni !Presso a poco rapjda quanto quella deg·lj ar5enobenzoli. P erò allo stato attuale benchè questa via di svm. mi11istrazione abbia dei fautori S1pecie in Germania e in 1Francia, tuttavia i1on è il caso di pensar~ a ricorrere a questo mezzo nella pratica privata, JPercJi:è con una certa frequenza. determina degli inconvenienti sp esso notevoli. Tra i sali solubjli da iniettare per ,-ia intra- lTill ~c olare 0110 da ricordare: (( r.Juatol )) c11e pro(lll Ce dolore e sv-e so provoca choc dentario;

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::)EZlONE PRATICA

(( Lual 1>, << Galis1r1utl1 », me110 dolol'oso del precedente. Però le i11iezioni intra1nu scolari dei sali ~olubili sono in gen rte molto dolorose, . danno n otevole reazione locale, e s1pesso detf\rminano f eno1neni d'intossicazione, tanto cl1e son o pochissimo u sati. Il bismuto colloidale cl1e sta tra i pr éparati solubili e gli insolubili, benchè ;p er il suo stato fisico si avvicini .d i pjù ai sali insolubili, per la sua azione rapida .doYuta, al' ipronto a5so;rbime11to, si avvicina all'azione pronta ed effi cace dei sali solubili. Ancl1e il bismuto colloidal e può essere sommi11istrato sia }JCr iniezioni endoven ose clie intramuscolari. I~acap.ère e Galliot ritengono che l'effetto terapeutico del bismuto "Olloidale per via endovenosa è quasi così rapido quanto quello degli arsenobenzoli, ma è meno dul'aturo, per cui si rende necessario completar e la cura co11 ·gli altri preparati 1nsolubili. Non sono iTufrequenti con il b1smuto colloidale per via endovenosa alcuni incidenti, come lo choc dP.11tario passeggero, febbre, nausea e quando s i raggiungano le dosi massive, crisi nitri toidi. Per iniezione int.Tamuscolare agisce un po' meno rapidamente che 1per via endoven osa, ma è sempre .pii1 pTonto dei co1nposti insolubili; però si rende .sempre ugualmente necessari o completare la cura in un secondo tempo .c on i preparati insolubili. Tra i· preparati .di bismuto colloidale sono da ricordare il <e Bismuthoictol », « Colrr1uthol », studiato ·da Lu oste, Thiibaute e Barbier, te J ono id e di bismuto », << Bismucol ». I preparati insolubili son o i più importanti e i più u sati n ella bismutot erapia per la loro tolleranza, la loro effica0ia duratura dovuta al len to e regolare a ssorbimento , per cui, anche q11anrto sj vogliono adoperare i preparati solubili e j colloidali sia .p er Yia end~venosa che intramuscolare ' non si 1può tralasciare di. u sarli in un secondo tempo peT completare la c11ra. I sali insolubili son o in genere in sospensio11e oleosa -e si possono su1ddivid ere: a) bismuto metallico, che si trova allo stato di fine divisione nei due !p rincipali preparati il « ~éotrépol » e il << Bismuthyl » ; b) i sali minerali, di c_ui Ja m aggior parte delle preparazioni è a base di ossidrati. Questi sali sono molto fissi e cedono il bismuto assai lentamente e quindi di azione terapeutica molto lenta. Sono in genere ben sopportati, non 1provocan o dolore o solo raramente. Sono poco indl-cati nell'inizio della cura antiluetica dove è indispensabile un effetto ~ronto e rapido. Invece sono adatti n el trattam e11to di fondo in cui la loro lenta eliminazione assicura un'azione assai 'durevole. I principali prodotti a hase idi os~]Jdrati sono : << Muthanol )>, (( CuraJues » in so51PensionEl di olio lanolinato, « 0-ximuth », cc iBia )) , cc Bismoxil », cc Spirillan » . Tra

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sali in inerali è da citare pt1re un preiparato a )}ase di ossicloTuro di bisniuto: e< Bischlorol »; e) s::ùi organici e alcaloidi, alcuni dei quali son0> sol~bili. Il sale ·P iù jn1portante è il tartrobismutato di sodio e potassio, pre1p arato da Sazerac e J.,evaditi, cl1 E> oè il prodotto più studiato e più in uso. Il « ·rrépol » è a ba se di questo sa~e in soSjp en sione oleosa. Questo p.reparato che è tra i 1p·i ù atti\ri, aveva l'inconveniente di essere do·lo• roso, però ultimamente ·è stato modificato il n1odo di preparazio11e .p er r endere l'iniezione inclolora. I tartrobismtttati 11anno una fissitù. i11trinseca un po' inferiore a quella degli idrossidi. .Altro prodotto a base di tartrobismutato è il << Luatol »; questo sale può essere sia disciolto, co1ne è stato visto precedentemente, che in so~pension e oleosa. Oltre ai tartrobismutati altrj co1nposti orga11ic] di bismuto sono stati 1utilizzati 11ella cur a della sifilide. econdo alcuni autori l'associazio11e del bis1n11to a d una molecola di alcaloide lo renderebbe m eno tossico. Per questo è st_a to introdotto J'jodobismutato di chinina, studiato cla Fournier, •Guénot., 1L ortat-Jacob e Roberti e Milian, con buoni rjsultati. Questo sale 11a una fissità intrinseca pjuttosto bassa, è qu1ndi meno fisso degli altr~ composti insolubili, cedendo Tapidamente all'organismo il bismuto metallo cl1e contiene, è rapidamente attivo. Questo 1prodotto è assai adoperato in sifilografia e si è mostrato efficace nella sifilide viscerale e nervosa. Lortat-Jacob S·p ecialInente insiste sulla s11a azione nella .sifilide nervosa e in particolare nella tabe. Il « •Quin·b y » è· il principale 1prodotto di iodobismutato di cl1inina. Il << Ru.byl » è a base di ioduro ·dop1)io cli cl1i-· nina e bismuto , ipal'ticolarmente efficace nel le lesioni terziarie. Il e< Neoby » è a hase dj iodobisrnutato \ranad1 co, mentre il << Biqt1inyl » è co~ti ­ tuito da iodobi smutato di cl1inina associato a e::. siclon11ro dì bismuto. rrì Germa11ia da Deselaers e Grimme ve1me preparato il << Bismogeno1 », bismuto acido ossiben zolato; 1è molto in u so e ha dato ottimi risultati. Levi ha riscontrato che 'il « Bismogenol )) non è inferiore per efficacia al << Trépol » .p resenta11do i ·vantaggi ·di una minore tossicità unita ad una maggiore t olleranza. Altri pre1pa rati a base di bismuto e aci.do ossiben zoico sono il << ìVIes nrol >> e « Olesal » . Inoltre i1 b·i smuto è stato associato all'arsenico dando luogo ad alcuni i)reparati eh e 1pure ha11no· fatto buona prQlVa n elle forme con ane111ia e deperimento organico, e sono e< Bismarzolo » (arsenio bismutato sodico) , « Allosan )) (1netilearsinato do ppio di bismuto e di sodio), 1< NoYallosan » (1netilarsicitrobismutato sod1 co), « Cytarsan » (cacodi-· lato di bismuto sodico), cc Neobiolo » (l1nione di bismuto con arsenico nell'anello benzoico), ecc. j

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IL POLICLINICO

Nel cc 'f teposan )) venne impiegato il su ccinato rare le neurorectdive, 1' assoctazione del bisrnuto di bismuto·; l'oleato di bismuto n ell'Oleo-Bi. Si de- n~ renderebbe stabili i risultati. Inoltre l'arsenive inoltre ricordare il cc Nucleobism-qtol n che € un co ha un ef•fetto favorevole, contro la stomatite, bismutilnucl.einato di sodìo solubile e inso~ 11bile; 1Perrr..ettendo in tal modo di elevare la dose del specie quest'ultimo si ,è mostrato efficace e di tol- bismuto. • leranza l!)enf etta (Travagli). · CONCLUSIONI . Dalle esperienze di Pasini risulterebbe cl1e i più atti.vi ,sono i sali e fra essi ,quelli in sosipensione Il trattamento della sifilide con il bismuto 11a (cc Trépol ·», cc 1 Bismugénol » , cc 10leo-Bi >), << ~piro­ · ac·qurstato un"a tale importanza che la sua cononal III », cc Novallosan »). Seguono subito in atscenza 1pro~o11da è ritenuta necessaria. Quantunftività i sali solubili (« Lu a tol )) , « Allo san » , « Bique sia ancora troppo presto per esprimere un s.m arzo lo ») ; meno attivi risultano i preparati a giudizio definitivo ,sull'azione del bismuto, permetallo precipitato (cc Neo-Trepol >> ) e allo stato chè non ha fatto tutta la sua prova, comin eia colloidale (« Bismucol ») . pero a ·determinarsi, attr averso l 'esame ·d ella vaNei riguardi del modo .di somministrazione ·dei sta o ricca letteratura, l'impostazione idi alcuni prepar ati bismut1c1 bench·e la questione sia an- punti 1Prin CitPali che formeranno 1POi le basi delle cora abbastanza discu ssa, si ·può attualmente di- future e definitive co,n clusioni. Ormai dopo 4 r e cl1e ·la vi.a endovenosa è senz'altro da scartare, anni di esperienza anche per questo . rimedjo ha qua11tunque in Francia alcuni sifilografì autorevoli progredito notevolmente .quel lento lavorio di os{·Grénet, Drouin e sopratutto Benech e Pautier per servazione clinica, biologica e sierologica suli preparati solubili, e J.,ac~père e Galliot 1per il 1' efficacia, ·s ulle indicaz.ioni, sui vantaggi e subismuto colloidale) e molti in 1Germania siano del gli inconvenienti del bismuto, tanto cl1e già posparere di non abbandonarla e spesso ·di preferir- sono stabilirsi alcune sue speciali indicazioni. ' la; però la gran.de maggioranza (.Millian, De Gre'L a bismutotera·p ia in, alcuni casi non c;olo è ve, Bernard, Truffi, ecc.) sono del parere ehe la utile, ma si rende necessaria: via endovenosa debba és.sere ab·b andonata, sia a a) Nelle forme mercurio e arseno-resistenti . e causa dei numerosi e frequenti inconvenienti co- nelle forme mercurio e arseno-recidivanti, il bi. . me le r eazioni g·enerali febbrili, crisi nitritoidi, smuto trionfa fa cilmente; <:hoc dentario, eruzioni erpeti.f ormi, non esçluso b) Negli ammalat.i intolleranti alle cure arseil pericolo. di morte improvvisa (Magnus), sia per nicali e · mercuriali, · sia che esista un'intolleranla r~pida eliminazione .che non assicura un' e,ffiza primitiva o anafilattica, che si manifesta con -cacta duratura. crisi nitritoidi, diarree dissentertformi,. ecc., e · Attualmente '1a .via intramuscÒlare è la solia rac- nei soggetti che pur non presentando un'intolle-co'mandabile, come i sali più atti-vi sono ,quelli in r anza asrs oluta·, non nie tollerano 1p erò le dosi meso~pensione. L'iniezione di questi nelle masse die e forti e nei quali l'urgenza non consente di muscolari, 1per il loro lento assorbimento, deter- u sar e le ·dosi 1piccole e r~petute, 5i deve ricorrere mina ·delle riserve di bismuto nelle quali l'òrga- al bismuto. nismo attinge a seconda dei bisogni. Dopo 11 sete) In tutti i casi di sifilide viscerale cronica, • timane venne trovata una certa quantità di bi- S!pecie nella sifilide nervosa e car·dio-vascolare, smuto n el punto dell'iniezione e 'l'eliminazione il bismuto deve essere impiegato insieme agli alper le urine continuava dopo 50 giorni dall'ul- tri anti:sifilitici. tim i iniezione (.Mueller, Blass e Kratzeisen). Oltre ai casi suesposti in cui il bismuto acquiGià sin dal princip·io dell'introduzione del bi- sta il valore di una indi·cazione diretta, la bismuto in siftlografìa si pensò ad associarlo al- smutoterapia 1p uò essere impiegata in tutti gli l'arsenico ed al mercurio. Così Wallon mescola stadi della sifilide . . e nelle sue ·proteiformi' ma·11n~. soJnzione di aminoarsenofenolo con unp. e t ) nifestazioni, perchè in·discutiliilmente possiede luzione di tartrobismuitato alcalino subito priruà un'azione curativa e cicatrizzante su tutte le ledell'iniezione; Millan sommintstra 'Per bocca bi- sioni. smuto e mercurio. 1C.lément Stmon , Bloch, Felke Alcuni , autori lo im.p iegano esclusivamente in e ,S cherban hanno ottenuto eccellenti successi al- tl1tti i periodi della lue, ritenendo ·che esso . 5ia ternando l'arseni'oo . al bismuto. : Éssi con.eludono sufficiente in tutte le forme, anche n el p eriodo affermando cl1e l'associazione del bismuto aJ in ziale. neoarsenobenzolo rappresPn ti la cura antis'ifilitiCosì .Hudelo e Rabut in Francia 1p ensan o che ca 1più energica che· attualmente abbiamo a no- il bismuto non deve 1Più restare un medicamento stra disposizione. di secondo ordine e destinato ai soli casi di inL' azione raipida degli ar senobenzoli, qualcbe tolleranzél Q resistenza agli arsenobenzoli, ma volta manca di 1persistenza, tanto che non son o possa invece rtvaleg.giare con .questi ultimi nel 1

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SEZIONE PRATI~.\

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trattan1ento d'attacco nel 1p eriodo pri1nario e secondario. In Italia Travagli ugualmente ritiene che il bism.u to esclusivamente possa essere adoperato in tutti gli stadi della sifilide, anche 1n quella iniziale alla .p resenza di manifestazioni contagiose in atito. Però la maggior parte dei più reputati siftlografi non condivide pienamente questo giudizio e pur riconoscendo al bismuto un'azione notevole sulla sifilide, eonsiderano ·gli arsenobenzoli come nettamente superiori e rttengono che, allo stato attuale 1d ella questione, sia ancora pref eri bile di usare, come 1Per il 1Passato, i neoarsenobenzoli 1Per via endovenosa come trattamento di attacco. TrUJffi pensa che ancora non sia 1p ossibile af.fermare se il bismuto da solo sia atto a vincere definitivamente la lue, per quanto egli pensi, che, dai .fafJti di cui disponiamo, possa ritenersi la cosa come possibile alla stregua di quanto ammettiamo per gli altri antileutici. C ~rtamente è ancora prematuro poter affel.'marc che il trattamento bism.u tico da solo sia sufficiente a curare radicalmente l'inf ezior1~ luetica , solo il tempo P.otrà dare in segujto il giu dizio d efinitivo. :\ella valutazione dell'effi cacia terrupeutica del bismuto di fronte agli altri antiluetici, la mag• gioranza degli autori ritengono che gli arsenobenzoli debbono occuvare il 1primo 1p osto, ma che il bismuto sia certamente superiore al mercurio. Levi ritiene che il bismuto deve sostituire con vaniaggio il mercurio nelle ' cure miste. Milian e Gougerot banno voluto esprimere ~n cifre l'efficacia curativa degli antileutici e così m entre j} primo assegna 10 .p er As., 7 per il Bi, 4 per Hg., il secon·do assegna 10 per ]l As., 7 per il Bi. , e 6 per l'Hg. Però rispetto alla tolleranza non vi è du·b bio cl1e il bismuto presenti sugli arsenobenzoli rtei ,·antaggi non trascurabili 1per la s ua minore tossicità e quindi sia meno dannoso all'organismo e non dia luogo, specie se si usa la via intramuscolare e i 1preiparati insolubili, ad incidenti graYi; tuttavia per la sua azione 'Più lenta degli arsenobenzoU , il suo impiego non è indicato nel periodo s1 ero-negativo ·della sifilide primaria, ove è necessarjo impedire l'infezion e generale. Cos.ì pure dopo l'ap1parizione della siero-reazione IPOsitiva e nel periodo seco·n dario, 1p er evitare la comparsa di manifestazioni più gravi, si devono llgualmente preferire gli arsenobenzoli. Però ir1 questo p eriodo dell'infezione è utile associare il bismuto alla cura arsenicale. Ugualmente nella sifilide terziaria, ,quando vi è minaccia d{ complicazioni gravi ed in particolare ad una localizzazione viscerale ad evoluzione rapida, ...i dovran110 preferire gli arsenobenzoli al bi c;rn11to.

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cl1e potrà essere utilmente in11Piegato in secondo tempo. In tutti quei .casi, però, cbe per ragioni di op1p ortunità e di contingenza non si riterrà opportuno impiegare gli arsenobenzoli, si dovra r·ic_o rrere ai sali insolubili di bismuto che offrono il vantaggio di un facile e agevole impiego . Allo stato attuale del problema, a :prescindere dai casi in cui il bismuto ha una indicazione ·diretta e assoluta e nei quali il suo impiego si impone, in tutti gli altri, il medico dovrà. ccntenersi in modo da trarre i maggiori vantaggi IPOS sibili dall'uso alternato o 1su ccessivo dell'arsenico, bismuto e mercurio (As. = ·Bi; .l\s. = Hg. ), poichè, come si è visto, la loro associazione non solo non ·determina fatti di inco~atibilità, ma presenta · invece i più grandi vantaggi. Il criterio di condotta e di scelta della cura dovrà emergere dalla conoscenza 1Pr:ofonda j i t~ti i pregi e- gli inconvenienti, di tutte le indi~ ca~ioni e controindicazioni che offrono i tre grandi an.tiluetici e i loro preparati di fronte ai vari stadi e alle molteplici e proteìfor-mi manifestazioni ·d ella lue, non eh è 1da criteri di contingenza e di 01p purtunità affìnchè il malato, senza correre alcun rischio, 1possa trarrP il massimo r endimento.

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SUNTI .E RASSEGNEe SISTEMA NERVOSO. (F'.

Le fo1·me ano1nale del tetano. T APIE., Ga::ette des l16pitaux, .febbr. 1924). .

.Le forme comuni del tetano sono: 1 ) Il tetano comune ad evoluzion e acuta : trisma, riso sardonico, ri.gidità permanente della nuca e .delle do ccie paravertebrali, delle membra e della parete addominale co.n ortotono, oipi5totono, ecc., paross1·s mi dol orosi con rigidità estrema, febbre, tachicardia e tachi·p nea, sudori .p rofusi, morte p er into·ssicazione dei centri bulbari (sincope o asfissia) in piena e perfetta lur.irtità di coscienza. Z) I l tetano comune ad evoluzi one cronica: p eriodo ·d 'in cubazione 1p iù lungo, da 10 a 15 gior11i in ine·d ia do1po la ferita, estensione delle contratture al tronco e alle membra meno precoce, a ccessi più distanziati, ,fcbibre, ta0hirardia e tachi1pnea assai meno r.videnti. Dietro un trattamento precoce ed energico, q11esta forma guarisce jn più della metà dei casi. I11 entrarnbi questi tipi comuni è caratteristica di paralisi. Forme anomale : sono assai variabili, poichiè si costitui·S•cono per la mancan za di uno dei tipici sintomi enumerati o p er una irregolarità nel. ' I ' l ' ordine abituale d ella loro comparsa, o 1per 1 associazione di fenomeni insoliti come 1p araljsi o

la

111 ancanza


(.\XNO

XXXII. FASC. 29]

SEZ IONE PRATICA

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disturbi della psiche; tutta v.ia, la maggior parte di -esse hanno un carattere comune: la rnancan-

1) Tetano mo·n oplegico: più raro nell'arto superiore [contrattura in flessione · delle dita della .:a di generaliz:::.a::ion·e delle contrattitre . mano, d.ell' avambraccio; lo spa;smo può 'in seI. Tetano splancnico: dopo una ferita visceguito invadere anche i muscoli del collo e della rale, per trauma accidentale ocl operatorio, e faccia (Vautrin)] . ·Generalmente, 15 o 20 giorni dopo un .p eriodo di incubazione che non supera clopo una ferita pe·1r,etrante della gamba, quando 8-10 gion1i, compare di1sfagia, che rapi·d amente si :rin ia cicaJtrizzazio.ne. avviene \regolarmente e intensifica sino al 1punto che il malato rifiuta ogni senza fatti flogistici intorn o alla ferita, com.i nalimento o bevan·da, e che la sola vista o l 'of- ci.a, n. li,rell o della ferita stessa, un senso ·di coferta di essi può provocare gli accessi di spasrn1 stri~iorie dolorosa: i m uscoli circostanti sono in faringei, con ipert-ensione del -capo e cia11osi del 1p redr.. a 1p ic.cole coritrazioni intermittenti farilmente provocabili con una lieve p ercu ssione o volto. In breYe si aggiungono acr.essi di spasmo con uno sfioramento leggero; talora esse si estenlaringeo, spo11ta11ei o provocabili con la semplice pressione sul collo. dono a tutto un grupipo musco] are, im primendo Il trisma è piuttosto tarcliYo, e la contrattura all'arto ferito movimenti di estension e e di retrasi estende s·pesso alla nuca erl al cl orso, assai di zione simili aJd alcuni r ifl-essi di automatismo mirarle alle mPmbra. F ebbre, clispnea e tachir'ardollare; ~gli intervalii , l'arto ·è ·contratto L.1 estensione e in ·deviazione varoequina; i muscoli dia 1pl'ecoci. ~!orte brusca per si11,..o·p e 0 un po' più l.Pnta per asfissia. Dt1rata co1n1plcssiva della sporgono e la circonfer.e nza dell'arto è aumentata malattia : non oltre 48 11. (Claude e Ll1ermitte). Ipertonja simile a quella delle contratture di ori.gine piramidale: forza mu_ II. Tetani cefalici: scol,1re e sensibilità normali; riflessi tendinei e 1) T etano di Rose: ferita del viso, e più esattamente della regio11e orbito-naso-maln1·e; incu- pericstei esagerati; non raramente clono del pie_ bazion e ·di 15_20 giorni. Asimmetria facciale ma_ de; ipereccitabilità faradica e galvanica dei ner1;i e dei 1nuscoli. Questa esiste nure nell'arto del nife sta dal Jn to della ferita, per paralisi fa"cirile il piì1 delle vo1te conJpleta, a tipo peri/erico; la- lato opposto sano (Clau1de e Lhermitte). Le contratture 1p ossono estendersi ai muscoli addomiooftalnio, de,1 iazio11c del bulbo oculare i1cllo sforzo di cl1iudere le pal1p ebre. P iù raramentP la pa- naU, raramente si generalizzano; non vi è trt sma, i c;udori sono rari. La guarigione è la rego_ rali5i si limita al terr1torio su1p. o inf. d PJ facla, bencl1è talvolta persistan o deformazioni, cociale. Eccezionale la diple{]ia quando Ja ferita s i estend e ai dt1e lati della linea nasofrontale. Le me 1pi.ede torto, atteggiamenti viziosi per retra contrattt1re si estendono 'Progressivamente aria zioni ft'brotendi;o.ee. 2) Tetano paraplegico: deri-va dalla varietà nuc::i. e al dorso; opistotono incompleto , Ji.m~tato. precedente, per estension e all'arto iruferiore simall~. r egione cervicale. Nei casi gravi disfagia, dispnea e tachicardia, morte per asfissia; più metrico. Talvolta anche la parete addominale è contratta; mai il tronco e gli arti superiori ; non spesso l'intossicazione bulbare manca e si ha la vi t\ trisma. Talora sono presenti anrhe diguarigione. Mortalità, secondo Villar: 42 %. sturbj 1degli sfinteri. Baibinski inco·s tante. Segni 2) Tetano oftalmoplegico: il pre~edentA, 1Più generali assai 'lievi; evolluzione ~ssenzialmente • paralisi dell'oculo1notnre est. e> spesso de1l'oculo_ • cronjca; il più spesso• guari.g ione. motore comune; j 11 generale la paralisi riguarda 3) Eccezionali: T etano emiplegico, emitetano esclusivamen te la muscolatura estrinseca dell'ocincrociato (·Roubier), tetano addomino-torricico chio (ptosi e strablsnio esterno ) e n11ncano i fatti (P. L . ìVIarie). pupillari: alcun i da qu esto carattere parcellare dei distu rbi motori d esumono la prova dell'oriV. Forme di passaggio dal tetano parziale a gine n ucleare di essi. quello generalizzato: 3) T etani cefa lici senza p aralisi: possono es1 j ryerierulizzazione secondriria d.i un tet.anc sere relativamente 1benigni o , molto gravi. parziale. Modificazioni del rpolso e .d el re'>piro III. T etano a for111n c·e rebrale: eccezion ale. costanti e proporzionali alla gravità; temperatura Roux e Borrel ne pro·dussero nell'animale con var·iabile. Morte frequente; l'inoculazione. ·intracerebrale di tossina tetan·ica.

2) localizzazione secondaria di un tetano ge-

Bérard e Lumière, Bazy e Caipitano osservarono in feriti di guerra casi accompagnati da a ll1lcina-

nerrilizzato. Nel quadro generale, rigidità e spa_ smi predominano nell'arto ferito. Con la cura, le

zioni, fobie , idee deliranti.

contrattur.e cominciano a r estringersi ai so 1i arti inf Priori, infin e si limitano ai grup1pi muscolan vicini alla ferit a, e infine la malattia evolve be_ nignamente come un tetano parziale;

IV. T etani parziali dell.e membra: sono di osser vazione m olto antica; n ettamente menziJ)nati n elle descrizioni di Larrey e Dupuytren:

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IL POL ICLINICO

3) tetario a luriga incubazione e a evol.uzione

Non solo il tetano localizzato ma anche quello .g ener ale IPUò insorgere ·dopo 1Parecchie settimane dalla ferita, quando •ql1esta è già cicatrizzata; allora gli spa,smi son o rari e poco violenti, j sintomi generali assai attenuati, jopo un'evoluzione lentissima di parecchie settimane o parecchi mesi, spesso interrotta ,d a ricadute, la malattia generalmente termina con la guarigione. Tetano 1·eviviscente. Scop1Pia a lunga di stanza di tempo dalla ferita, in ocicasione di un intervento chirurgico che libera le spore tetaniche o durante una malattia infettiva (influenza, malaria); spesso è assai grave. prolungata.

tutte queste forme anomale del la tos sii.nfezione tetanica possono essere riprodo tte sperimenta lmente negli animali mediante l'inoc11lazione in div.erse sedi dv dosi v arie di tossina ' tetanica. PATOGENESI:

~ ella

cavia il tetano splancnico si ba ·dietro

intrnduzione d,e lla tossina in un organo a t:n.nervazione s1Jmpatica; questo tetano sim.p atico (dt. cui Binot ha fatto un tipo, in opposizione al te_

tano del sistema motore) 1Presenta una gravità estrema imputaibile all'assorbimento masstvo del veleno e al la .p recoce im1pregnazione dei centri bulbari. L'ivoculazione intracranica nello stesso animale òà tina forma caratterizzata 1da fenome11i di eccitazione cer ebrale, crisi epilettiformi, poliuria. Nel coniglio, diluendo la tossina 1Per l'iniezione sottocutanea, ,dalla forma generalizzata si ottengono forme , di gravità decr escente fino, con una dose minima, al tetano r1101101Pl egico limitato alla zampa inoculata. Nell'11omo, la' limitazione delle contratture a qualche gruppo muscolare p uò derivare d~ll'in­ tossicazione bulbare precoc1e ·che u ccide il malato prima della generalizzazione; ~iù spesso v u ò es_ ser l'in dice ·di una intossicazione· .p oco grave per l'immunità relativa conferita al soggetto da inie_ zioni di siéro antitetanico, quando questo è stato iniettato in dosi insufficienti a n eutralizzar e tut ta la tossina, o quando l'infezione è stata contratta quando il siero an titossico era stato già in parte eliminato; allora l'intossicazione non sup era la truppa midollare. r caratteri più atipici quindi di queste forme an omale del tetano 1si :spiegano completamente con le nozioni acquistate 8perimentalmente sulla tossina e l'antitossina tetanica: esse non sono dunque anomale che in ap1p arenza. Malgrado i suoi aspetti clinici variabili e talvolta singolari, i! tetano rimane una entità specifica .p erfettamente ·definita .

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[ ANNO XXXII, FASC. 29]

Diagnosi differenziale.

T. splancnico: ,con la rabbi a. Questa succede sempre ad u~ morso, non vi è trisma nè r igidità. T. p u er.p erale; con i ' eclampsia: nell'intervallo

degli accessi convulsivi non rigidità ; invece al_ buminuria, cefalea, disturbi visivi, iJpertiensione arteriosa. T . cefalici con !Paralisi: ·in un ferito, si ~uò pensare alla frattura d.~lla base, a una lesion~ or· bitaria, a una infezìone meningea. 1 Pensare sem pre al tetano, anche per iferita minima; ricercare con cura il trisma e la rigidità anormale dei n1uscoli cervicali. Analisi del li quor; radiografia .del cranio. T. .p arziali delle m·embra: d. d. con: contratture non traumatiche di origine piramida1.e, te0

1

tania, rneningiti acute. Epiles sia jack soniana t.rauma.tica: s uccede a trauma del capo, non ri-

gidità nell'intervallo degli accessi. Paraplegia

·diminuzione disturbi sensitivi, Ba-

spastica

traumatica:

della forza muscolare: binski quasi costànte. Spasmi precoci traurriatic·ì . localizzati a un gruppo muscolare be-n limj~ato, insorgono qualche ora ,dopo il trauma per irritaziorle. dei.• muscoli da un corpo estraneo (scheg·,gia, frammento di proiettile), ap1Pena tolto i l quale scolll(p·a iono. Nei così detti spasmi tardivi trait1natici ricercare costantemente il 'bacillo di Nicolaier. Così nelle così dette nevriti traumatiche, nelle qGali tuttavia aptpaiono rapidamente disturbi tro"{ìci e vasomotori, e vi ,è un'intensità dei fenomeni doloroc;j cl1e le ·distinguono n ettamente dal tetano. Con.tratture riflesse o acrocontratture di Babinsh:i e Froment; vi sono dis.t urbi vasomotori, term·i Ci e secr etorii, talora anche uno ·stato psi_ chico IP'a rticol'are :d ell infermo, e atteg:giam enti caratteristjci: mano ad acquasantiera, mano da 1

ostetrìco, m ano a ·collo di cigno. I steria : nei tetani frusti a evoluzione lenta e incubazione prolungata, quando la ferita è ci_

catrìzzata, e non v'è ch e un disturbo dell'anda· tura una contrattura l'imitata al piede legger' mente varo equino, .è. façile credere alla natura funzionale di tali djsturbi. Ricer care : la éc;altazione dei riflessi ossei e te11dinei, l'ipereccitabilità 'elettrica, che non mancan o 1nai, la· facies rigida del malato, un leggero trisma. Terapia: non differisce da quella delle forme comuni. Nelle forme a evolu zione lenta, in cui la tossina impiega un certo tempo a raggiungere il nevr asse, jl si.ero può agire su di essa prima che es~a tocchi il midollo o i centri bulbo-pro· tuberanziali. CORRADI _


[ANNO .XXXII, FASC.

29)

SEZIONE PRATICA

1021 /

Nevralgià del trigemino e simpatico.

lirsi e dileguarsi costituisce un importante dato a sostegno dell'origine vasomotoria della nevral(H. PETTE. Munch. m. W., 8 agosto 1924). gia. Noto è infatti come tale modo di insorgere L' A. t.ratta qui esclusivamente della nevralgia sja comune anche a molti altri fenon1eni già nordel trigemino idio.p atica. Recentement(l egli ebbe malm ente svolgentisi sotto la di;p-end enza del simad osservare due casi, un u.omo e una do11na, patico: basti ricò!'dare il rapido cambjarnento del ambedue sulla cinquantina, i quali, in seguito a grado di replezion e di piccoli o piccolissimi .vasi ' ripetuti attacchi di asma, bronchiale nel1'·11na, che olYbiettivarn-ente si traduce nei relativi cam_ cardiaco nell'altro, erano stati sottoposti all'estir- biamenti del colorito· della cute : cosl nella mapazione dei gangli cervicali. In amb(\due i PIP~ , a lattia di Raynaud, ad una contrazione intensis_ 'breviRsima distanza dall'intervento, preced11ti da '.sima di ip iccoli vasi si assocjano ed assumono • senso di calore, si ma~ifestarono dolori al volto parallela intensità, dolorj nevralgiformi. Così, inirradiantisi verso il mascellare inferiore e. supe_ fine, 11ell'a11.gina pectoris ove recenti metodi dl riore e esaèerbantisi nel serrare i denti o al con- terapia chirurgica hanr10 fatto sorgere analoghi . tatto di liquidi caldi o freddi. Tali sintomi, ripe- con cetti sull'essenza 1della malattia. . tutisi in seguito sotto forma di accessi, interesSulla questione della 1priorità dei singoli mo: savano il lato corriStpondente a quello dei gangli menti dell'accesso, se cioè l'ai tacco doloroso sia estinpati e dagli ii. venivano paragonati molto da preceduto dai disturbi vasomotori-secretori o vicevicino ai comuni mal di denti. Il qua;dro era versa, riesce difficile .p oter fornire una risposta quindi quello della nevralgia d el 5° paio. decisjva. :\lla dom·anda può tuttavia soddisfarsi, Osservazioni siinili giustificano il riten.e re che, con siderando l 'accesso dovuto · a un fatto svolin linea .g enerale, deb·b ano esi·s tere rapporti tra ge11tesi per via riflessa, i tratti della quale esnevralgia del trigemino e funzione simpatica. sendo equivalenti, così che, data l 'enorme 5e11siTale modo di vedere è del resto sostenuto da bilità dell'intero si.sterna, -è appena 1p0ssibile detutta. una serie di fatti: fra . questi, la comparsa cidere nell'un senso o nell'altro. Nota è infatti di fenomeni vasomotori di intensità jper solito la particolare sensibilità riflessa dei singoli tratti eguale a quella degli. stessi dolori e legati stret_ .del sistema simpatico. Lo stimolo, una volta detam.ente al sistema sim1patico: l'iperemia della Jerminatosi, si trasmette ai varii tratti del sistecut2 del volto e delle mucose con lar.rimazione ma r qui, come altrove, occorre anche tener conto e ipers e~ rezi one delle ghiandole salivari P mu- della parte dovuta al locus minoris resistentiae. cose. In un caso di nevralgia del 1° ramo l'A. Sulla S1pecie del procoesso biologico legato alnotò anche la comparsa di un'estesa alopecia l'insorger e del dolore, se esso cioè si produca in quale eS1Pressione, senza dubbio, di una disfun_ ,seguito ad eccitazione o jparalisi di vie vai;;on10zion-P vasomotoria. torie, non può ancora dirsi µna ,p arola decisiva. -~~la domanda se per caso tali iprocessi no11 M. A 'GOSTINI : siano piuttosto da interpretarsi quali conseguenze della nevralgia, quali fatti cioè secondari, si può Snlla patogenesi rispondere rilevando che contro una simile ipoe la te1·apia dell'e1nìc1·ani~1. tesi sta il fatto C·h e non di rado gli ii., già rp rima (H. KANNERER. Munch. med. Woch. , 11. 16, 1925). dei sintomi dolorifici, avvertono i disturbi vasoUn primo punto. importante è costituito dal fatmotori. Purtroppo, a tal proposito, riesce oJtreto c.h e esiste una vera e propria diatesi emicramodo difficile stabilire dat.i. concreti, ·St3.nte il carattere dei sintomi nevralgici, inso.r,g enti quasi nica, nel senso che la malattia si presenta Stpesso ereditaria, e in soggetti a tipo costituzionale sempre aJl'im1provviso; carattere [per cui gli ii. patologico. altrettanto raramente sono in graido di .p oter parlare di f en om eni primitivi e secondari. Così, m-entre alcuni autori l1anno trovato dei casi riguardanti tiip i aste11ici, altri la riscontraUn ulterio:ue contributo alla chiarificazione della patogenesi d.ella nevralgia del trigemino ci viene rono in costituzioni vagotonicl1e e atiroidee, s.padato dal fatto che spesso gli accessi insorgono in smofile e ipoparatiroidee. seguito a stimoli esterni provenienti sia da mu_ La 1parentela con la gotta n on è così stretta cocose infiammate o- dai denti, sia dalla semplice 1ne un tempo si credeva. pressione o dal contatto di rispettive zone del Piuttosto è l'epilessia cl1e ·è legata all'emicracapo. Qsservazion:i le .quali rendono molto vero- 11ia con Yincoli importanti, tanto che si è parsimile l'ipotesi e·h e si sia. dinnanzi a processi lato. in alcuni casi, di veri e pTOtJ>ri equivalentj estrinseèantif'i sotto forma di riflessi nell'ambito emicranici, del tutto simil'i agli stati . crepuscodi tino stesso siste.m a vasomotorio. 1ari epilettici. Anche la stessa caratteristica del r~ido stabi_ :Ma data la grande incertezza cl1e , tuttora e~l· 1

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[ANNO XXXII,

IL POLICLINICO

ste sull' essenza dell'epilessia, la quale for se non r appresenta nemmeno un'unità patogenetica, converrà essere assai cauti n el giudicare i r~pporti tra le due malattie. Per quel che riguarda l'anatomia patologica, trattandosi ·di malattia affatto pericolosa per la ' vita, nulla si sa di positivo. In ogni modo si sono descritti degli i~essimenti della glia e ammassi di CO!l>i amilacei nei dintorni dei ventricoli cerebrali laterali, cioè delle alterazioni endocraniche. Recentemente è stata emessa una teoria angiogena, secondo 1a quale la malattia consisterebbe in un'alterata funzione dei v:asi, r avvicinandola in qualche modo all'angina pectoris e alla « Dy.sbasia angiosclerotica ». In tal senso 1parlerebbe anche la tendenza che hanno gli emicr anici ad ammalare di arteriosclerosi. Altri autori, sempre basandosi su tale tfloria, ragguagliano l'individuo che soffre di emicrania ad t1n individuo stanco, nel sen so che in ambedue si produrre·bb~ uno spasmo vasocostrittorio per azione di 51peciali tossine. In ogni modo, per ritener giusta una simile teoria, bisognerebbe che esistessero le seguenti c·ondizioni fon,d amentali: 1) una labilità vasale primitiva; 2) una sensibilità specifica verso determ:nati stimoli. Parlando di vasolabilità costituzionale il pensiero va senz' altro al vago, al silllfPatico e al sistema endocrino. E in realtà in m olti casi riesce assai difficile elirr1inare tale fattore, come accade per esempio negli accessi di emicrania che so1Pravvengono nelle alterazioni delle funzioni genitali femminili, e in tutti i casi in cui è evidente l'influsso ,d egli ormoni ovarici e placentari (mestruazioni, gravidanza, climaterio). Si è 1poi accennato anche ad una insufficienza epato-r enale, basata sulla 1produzione .fil sostanze tossiche del ricambio, agenti sul sistema vasale. Da tale teoria si passa facilmente all'ipotesi di uno stato allergico, facendo rientrare an che l'emicrania tra le manifestazioni anafilattiche. In molti casi si è infatti ritrovata eosinofilia, e in pareccl1i altri si è verificato il rapporto etiologico con uno special e stato d'idiosincrasia vers0 alcÙne sostanze capaci .di 1p rovocare la crisi. In tal sen so p ar la anch e il buon effetto spesso ottenuto colla sommini$tra zione di pe1p·t one prima dei pasti, e. con la terapia ·desen sibilizzante, alla si . fa nell'asma. stessa xnanier a di quanto . Basan dosi su tali affinità con l'epilessia, l'asma e l' trrticaria, si sono fatti degli estratti alcoolici del sangu e di emicr anici, otten endo sostanze r a-

FASC.

29]

paci ,f il svolgere netta azione eccitante sulla muscolatura liscia dell 'int~stino dei gatti, sul tipo di quella eser citata dalla 1pilocariPina. Comunque sia, la 1patogenesi dell'emicrania non rappresenta ancora t1n fatto unico, ed è sperabile che nei futuri studi si tengano in vista tutti i suddetti momenti, .curando l'anamnesi .del malato, e ricercando tutti i segni dello stato a11a. filattico. Anche l 'indicazione terapeutica deve essere tondata sopra una esatta considerazione dei singoli casi. Si potranno così .dare tavolette di tiroidina se si sarà ~certata una deficienza della ghiandola t iroide; si istituirà una cura antiurica nei soggetti gottosi; si consiglieranno le irradia~ zioni delle ovaie quan.do sarà in cau sa un'alterazione della secr ezione interna degli organi ?enitali femminili, e così via. La maggior parte dei rimedi sintomatici n0n hanno un'azione durevole. Talora giova l'arsenico, talora l'elioterapia artificiale, talora il luminale. Quest'ultimo medicaménto va somministrato a dose di gr . 0.10, la sera prima di andare a letto, per lungo IPer,iodo di tempo. Sembra che alla simpaticectomia sia riservato un buon avvenire. Se finalment e si riterrà fondato il sospetto 1i una origine allergica, si cercherà di desensibilizzare l 'organismo col peptone (gr. 0.5 1prima dei pasti, p er bocca, o iniezioni endovenose al 2-10 %) oppure con introduzione di antigeni specifici o asipecifici (tubercolina, latte, vaccini, ecc.). , M . FABERI.

VIE URINARIE. .Alcune questioni riguardanti la chirurgia dell'ipertrofia prostatica. (LEHMANN.

Zentralb. f. Ch., 1924, 2433).

L'.i\. esipone l'esperienza della clinica di Rostock su 160 casi, divisi in tre gruppi: 1) con inòi.cazione operatoria soltanto r elativa; 2) con indicazion<' assoluta senza controindicazioni; 3) con grave 1nfezione delle vie urinarie, insufflrienza renale o alterazioni circolatorie. P er i malati del terzo grUJppo (35 % del n11mero complessivo) n on si. riesce - salve ben ,p oche eccezioni - a prepararli all'operazione per modo che abbiano prosipettiva di risultato dura.tt1~0 . L'esame a distanza dei casi precoci (primo gruppo) dimostrò invece che, se operati, di solito rimangono guariti, mentr e quelli trattati sint0ma, ti.camente, nel com.p lesso peggiorano, e, pflr la maggior !Parte, di molto. Questa esperienza, a.ggiunta ai casi assolutamente infausti. del !erzo gru:p1po, indica ch e n ell'ipertro fia di prostata è consigliabile l'operazione ~recoce . 1


XXXII, FASC. 29]

[ANNO

SEZIONE PRATICA

I casi del secondo gruppo (indicazione as5oluta alla ectomia, •senza controindicazione, 52 % del nu1nero totale) .furono operati, in parte alla Freyer, in parte alla Voelcker. Va11taggi della Voelcker: 1) mortalità minore (18.33 %) ; 2) anestesia locale semplicissima (basta la sola parasacrale, mentre per la sopr~pubica. è· necessaria per di più una estesa .anestesia delle pareti addominali per ottenere il rilasciamento dei muscoli retti; 3) la pot~nza virile è conservata ,p iù ~pec;so (33.16 %) .

Svantaggi della Voelcker : 1) la tecnica è più difficile (ma nella pratica chirurgica ci0 non ·deve influire sulla scelta del metodo); 2' il tempo necessario alla guarigione è 1pit'l lungo (4:3) ; 3' pericoli di lesione del retto (3 volte su 44 casi). Per quanto riguarda l'infezio,n e (flemmorii del bacino), anche il metodo di Voelcker, con le condizioni da principio migliori che assicura al drenaggio, non la sa evitare. Incontinenza duratura o fistola a seguito dell'operazione di Voelcke"' non furon o osservate mai. Nell'applicazione dei metodi di 11>rova fun'lionale, specialmente nel trattamento in due tem;pi, bisogna guardarsi dallo scambiare un miglioramento relativo con un miglioramento assoluto. Kl.lmmel sen. considera la possibilità di chiudere la vescica senza drenaggio, e la ritiene limitata a casi singoli. Il metodo più sicuro ,p er la guarigione dell'ipertrofia di prostata è dato dalla operazione in due tempi. E per il se('.Ondo ternpo (da eseguirsi 14 giorni circa dopo il primo) usa dilatare la ferita sopraipubica con laminaria, fino a 1p ermettere l'introduzione di due dita. 1P oi ini.etta nella prostata, dalla ferita vescicale novocaina o tutocaina: che facilitano la liberazione della ghiandola dalla capsula e riducono l' emorragia. Catetere a permanenza P drenaggi o sopra pubico 1per alcuni giorni. Anche Anschutz, che in passato aveva sostenuto l'Topportunità dell'operazione in un tempo con sutnra immediata, la ritiene ora adatta a soli casi. eccezionali, e i)assa sempre ipiù all'operazione in due tempi. Grauhan ritiene egualmente eh~ l'operazione in due tempi sia 1a più utile. E Rin gel, che fino al 1921 aveva operato l'ipertrofl.a di !Prostata, a qualsiasi stadio, in un tempo solo, con una mortalità globale del 14 %, ·~ che da allora opera i casi avanzati in dlle tempi, non trovo. diminuita 1per nulla la mortalità. L'unico I

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mezzo 1Pe1~ migliorare la statistica della prostatectomia è, secondo 1ui, che i medici f aeciano operare i malati in pieno stadio di malatti::t. BAGGlO.

Ipertrofia della• prostata e radium. .

(KOGAN. lournal d'Urologi!J,,

n. 1, 1925).

L' A. riferisce su 5 casi · di ipertrofia della pr:o stata in cui è stato applicato il radio ed ha potuto constatare come .esista una vera azione del radio sulla ipertrofia poichè in tre malati la 1ninzionE> tornò integra, in uno rilevò notevole miglioramento per 3 anni e in due un n1iglioramento transitorio. Il radio ha fatto sempre diminuire la massa ·costituita '-dall'adenoma ,p eriuretrale, il quale costantemente ha subito delle modificazioni 'prolungate come nel secondo e terzo caso, e transitorie come nel primo. Un'altra circostanza. che ha 1p otuto rilevare dalle sue osservazioni è che il radio non modifica punto l'operabi1ità del n1alato sia per modalità di tecnica come per il ris11ltato. In tutti i casi in cui i malati erano inoperabili e necessitavano di un cateterismo siste1natico l'apjplicazione del radio ha sempre· prodotto mi.g lioramenti accentuati. Qt1anto alla tecnica da seguire nella a1p plica-.. • zione de1 r adio l' A. ricordata come abbia fatto costruire una sonda a dowia corrente, a curva accentuata, mettendo il radio nel canale inferio_ ' re della sonda mentre l'urina fuoriesce dal canale sup~ riore. L'applicazione di questa sonda è molto fa ci le ed i pazienti la sopportano benis·simo. Per ~1pp1icazi oni intrarettali l ' A. dopo essersi servito di sond e r ettali in caucciù ha utiUzzato dei cilindri costituiti di 1p iombo e di .ebanite. In questi cilindri si trova una piccola cavità 1per localizzar e il radio, cavità situata eccentricamentr i11 1nodo che :a }·s econda che venga rivoltata in avanti o in dietro si trovi più o meno vicino alla zona .da irradiare. L'A . si serve di 55 mm. di elem enti radium divisi in due grt1ppi ed u5a delle guaine di platino dello spessore di un mi!limefro .e mezzo come filtri. Il radio viene, in n1edia, applicato per 12 ore. Doipo l '<ilpplicazione del radio il paziente non percepisce nulla di sp8ciale. per otto giorni ma 1p oi comincia ad avvertire una certa irritazione 1p rostato vescicale per la quale deve ricorrere a 1avaggi caldi o a supposte. Tali disturbi sono transitori. La minzione ricompare a epoca variabile, in genere non si manif 9sta o si manifesta incompletamente dopo l a prima ap1p licazione di radio. Non è che dopo la seconda applicazione che i malati riaoquistario la 1possibilità di urinare. La minzione allo'r a avviene o completa o parziale. 1

T. I.A URENT I .

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JL POLICLINICO

CENNI BIBLIOGRAFICI. Dott. GiORGIO SEGRÈ. Botriomicosi. Milano, Tip. Cordani, 1924, pp. 110, con cinque tavole. ~otevole

lavoro in cui è amrpiamente trattata la questione della cosidett~ botriomicosi umana e la sua differenziazione dalla botriomicosi animale o veterinaria. Nella prima parte l'A. studia la botriomicosi animale, ne fa la storia, la descrizione clinica ed a11atomo-patologi·ca riassumen·do infine, i dati batteriologici dai quali risulterebbe ridentità del botriococco con lo stafilococco piogeno aureo: con clusione questa su cui l'egregio autore fa giustamente qualche riserva. ~el la seconda 1Parte, che è poi la .p arte fondamentale del lavoro, il Segr~ si addentra nello ' stu<lio della cosidetta botriomicosi umana, riassumendone anzitutto la storia dalle 1Prime osservazioni di Poncet e Dor in poi e riportando tutti i casi osservati in Italia. ,L a descrizione de1 decor30 clinico, la diagnosi differenziale e la oS;;er~ vazi one personale di un caso molto interessante p er la rarità della localizzazione (lingua) chiudon o questa parte del lavoro. Dopo un breve a.ccenno alla cosidetta bctr,ior.oicosi esotica, la quale probabilmente non ha n11ll1 a che fare con l'entità morbosa che va sotto il nome di botriomicosi umana, l'A. descrive la anatomia patologica di iquesta con una seconda osservazione .p ersonale completata da ricerche isto1ogicl1e e batteriologiche. L 'etiologia e la ipatogenesi ·s ono l'argomento di un altro c~pitolo a cui segue quello della nom Jnclatura dermatologica di questa forma. morb.nsa. Fra le diverse d enominazioni proposte dai varii al1tori, il Segrè propenderebbe per quella adoperata da Friedéric di. granuloma pediculatum beni~num » la quale ha il merito di accenna~e a due dei 'P iù importanti caratteri clini'!i de1 1 A lesione. Riassunti poi i m-etodi di cura della botriomicosi umana e le ragioni lPer ~ui non si 1ebba i-ic0r1oscere l'identità delle due forme, l'vmaPa e l' equi11a, l'A. esipone nell'ultimo capitolo le ,, conclus ioni >> del suo lungo studio, il quale, "orredat') di cinque buone tavole in nero, si chiude con un ampio elenco bibliografico. Lav oro commendevole sotto ogni riguardo. dq s.egnalare soprattutto per il contributo e le osser,·a1ioni personali dell'A. e per il quadro C()!:1ple!o e preciso di questa forma morbosa a"lcora ~l quanto oscura. Buona l'edizione, malgrado qual· che lieve menda tipografica. (<

V. \!ONTF.SAN<1. (

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W. u. ZIELER K. Handbuch àer Salva·r santherapie. II Band. Mk. 34.40. Ur~an & Schv.1 ar,

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zenberg, Berlin-Wien, 1925. Gli argomenti svolti in questo secondo volume sono certamente ·di alto interesse sia per i1 1p ratico che per lo specialista, poichè 5e da una parte il trattamento della sifilide e di altre n1alattie protosoarie mediante il salvarsan ha acquistato una grandissima diffusione, non so110 però rare l e constatazioni ·d i incidenti consecutivi al. l'uso del medicamento , 0 di insuccessi nonostante . uria giusta awlicazione della cura. In questo volume sono ampiamente trattati tutti i problemi c.h e si connetton o all 'i1npj ego del salvarsan per via endoracl1idea ed alla cura della sifili,de congenita; ma 1particolare svolgimento barino le conseguenze morbose osservate nell'uso del rimedio dagli esantemi e dall'ittero, alle alterazioni renali, ed alla morte da salvarsan, co~ · speciale riguardo alle cognizioni forn~te dallo studio anatomo-patologico. Cosj pure trovano adegu ata trattazio11e tutte le norme che occorre tenere sia per il dosaggio del salvarsan nei vari stadi ,della sifilide e nelle variP. altre malattie per le quali viene usato, sia di fronte ai casi di idiosincrasia o di 1nto11 eranza. 1\ltri capitoli sono dedi cati al trattamento della sifilide dei vari organi od ap1parati, ri 1Je neurorecidive, alla cura della tabe e della paralisi progressiva, alle infezioni 51pirochetiche della bocca, al trattamento della malaria., della framboesia e d elle malattie tr0tpicali, nonchè della febbre ricorrente. Inoltre sono svolte tutte le in• dic:l.zioni ed awlicazioni della terapia sal v:arsa• i1ica nella medicina veterinaria. Da ultimo non 1è trala&cia.ta l'esposizione di quanto si riferisce sia per la loro costit.uzJ one cl1imica, che per il loro uso, ai nuovi composti di salvarsan quali il silbersalvarsan, il neosiJbersalvarsan ed il solfooxilatsalvarsan. TR. F. PI~KUS. Der Ausfall des Kopfhaars und seine Beharullung. 2a edizione. Un vol. in-16° di 65

pag. C. Marhold, ed. Hall e a S., 1924. Prezzo G. 1\11. 2.

Il malinconico tema della caduta dei capelli viene trattato dall' A. nei s uoi aspetti fisio-ipatologici, esaminando la vita normale del cc:wello, .e la sua caduta che può .essere ac11ta o cronica e dipendente da cause locali, da intossicazioni, da disturbi endocrini, i quali hanno grande significato specialmente nella alopecia areata, che sarebbe l'espressione di uno squilibrio oo-ganico . •4.. cause diverse corrispondono teraipie diverse. \ ·erranno quindi utilizzati YOlta a volt.a l'opote-


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rapia, la cura di disturbi· intestinali ' ecc . Anche . !ore di probabilità ohe le statistiche pubblicate sino ad oggi fanno considerare come favorevole e l'ingestio.n e di dialisati di sostanze cornee po· che, data la semplioità della tecniça, la reazione trebbe esercitare, secondo l'A., un'influenza fapossa sempre essere usata costituendo un aiuto· vorevole da lui o.sservata per i peli della barba, nella diagnosi differenziaJe. di cui l'accresci.mento sembra però onue<l!rtl a. leggi diverse da quelle che governano quello dei IL cli.stacco delle cartilagin.i semiltUnari Célìpelli. Per la terapia, è anche importante irroda trauma dire tto. bustire la costituzione generale e gli organi cuP10CAL UGA . L'O. comunica un caso di ditanei , ciò che si ottiene con l'arsenico e con lo stacco del menisco articolare interno da trauma zolfo. "(tl. diretto. Desc1·ive i ra1ppo!rti .anatomici €1d il com-

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RCCBDEMIE. SOCIETA MEDICHE, tON6RESSI. Società Medico-Chiru1·gica di Pavia. 8e<ll1ta del 24 aprile 1295. Preside nza del })rof. E. ALFIERI.

Sopra.

caso di leiomionia del ter1tue a rara complicazione.

·1111t

GRIGN.\:N'I R . - Comunica un caso, operato dal prof. MoRONE, di p eritonite acuta circoscritta delJa fossa iliaca sinistra, che era stata de-tel'lminata dalla perforaziione di un tumoJ.·e del tenue. Il 'tumore, che all'esame istologico risultò un leiomioma, si era Rvilu•ppato nella prima porzione del tenue, e a.e ve aver subìto, con t utta pi·obabi.lità, dei fatlii di necrosi centrale sì da trasformarsi in una ca"\-ità, ed. in un secondo tempo, per ulcerazione della i)arete dell'intestino, si mise in comunicazione col lume enterico, d'onde infezione della cavità tumorale e sua perforazione secondaria. La sacca p ~ritonitica e la cavità del tumore contenevano) si può dire quasi esclusivaimente, un.a grande q-qantità di nocciolini d'uva, ivi raccolti di oerlo da ]unga data, commisti a lacerti neoro1ici. L 'O. pensa che il tipo di complicazione determinato dal leio·m ioma nell 'ammalata sia raro; rammenta però come · i tb.mo1i benigni dell'intestino non siano rari come da q11alche autore si ritiene, e come bisogma tener 1p resente . I.a possibilità della loro esistenza di fronte a certi accidenti acuti, m olte volte in&piegabili.

reaz·ione. di Botelho »: suo s'i gnificato e suo. importanza cli'TI ica.

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P100AL"CTGA e AN ARDI. Gli 00. nre11dono in esame t u t ti i dati statistici pubblicuti -fino .a.d ora nei vari istituti, sulla Botell10, e gli elen1enti derivanti da ricerche speri~ne11tali f.atte person al· mente. E ssi credono poter dedurre c:he la reazione non è specifica in q11anto che n o11 fa cl1e mettere in evidenza un alteratò rapporto fra siero-albl1mi·a e e sieroglobulin e a favore di queste ultime ; alt•3razio11e che à presente in numeroso gruppo di ma · J.attie. c~tano tu~ti i dati clinici e sperimentali che permettono ]oro di airrivare a tali con-elusioni. Ore<lono in ogJ1i modo che la r eazione abbia un va-

plesso di condizioni ch e rendono possibile unia taile genesi nelle lesioni dei menischi, pur essendo molto· rara. Si sofferma sulla sintomactologia d:l questeforme in relazion e all'entità 4ella looione anato>mica. Basandosi su statistiche raccolte, discute i v.ari m ezz,i terapPlltici prOfP<>&ti d ai si11go1i autori, · che si sonp occupati dell'argome11to, descrive la t.ecnica usata. .')ul coniporta1nento di alcuni ammalati di t·uber-

colosi polmonare trattat; coi sari di bismw!o.

G. B1GNA)<!l. -- R.iferisce sopra i risultati del 1

trattamento di 12 pazienti affetti da tubercolosi1 polmonare trattati con citro-bismutato sodico a piccole dosi, sia p er via i podermica ohe media11:teina1azioni. 'Avverte ch e è stato portato a sperimentare nella tubercolosi u1nan.a i sali di bismuw sia per il fatto che in acuni luetioi amrrnal.ati di tubercolosi aveva potu to i1otare a1-.r esto od all.ontanamentn i1ella evoluzione della forma tubeircolare, sia per Ja 0onstatazione di tu1a maggio·r e resistenza di fronte ailla infezione tubercolare, da pairte tanto di caviie che di conigli tra.t tati coi sali d·i bismuto. Dal complesso delle sue osservazioni, protratte per oltre tre anni, 1' 0. pure affermando ohe- esss sono relativamente troppo esigue ed ancora :ncom plete perchè si possano trarre da tali oopeTienze d elle co11clusioni decisive su di u11 argomento tanto vasto quanto delicato, è tuttavia poi:rtato a far presente il suo convinciment·o• che il bis1nuto agisca in ser1so favorevole ~.ul deco~r so d ell1a tubercolosi, i1aturalment€ q.u an·d o non si tratti <li forme· troppo avanzate od a rapidissimo decorso, sia migliorando le condizio11i ge11erali dell'organismo ed attivando i suo~ p oteri di resistenza, sia forsedeprimendo le attività patogene del bacillo tubar• colare. D ott. FRANCESCO Rrcc1.

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IL POL tCi. I~ !CO

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APPUN TI PER IL MEDICO PRATICO . •

CASISTICA E TERAPIA. La tubercolosi laringea ignorata.

La d iag·uosi della tubercolosi laringea è diffìciJ e, i1on solo 1per il .p olirnor:fi.smo delle lesioni local) , i11a a 11c l1e 1perch-è esse non sono specifican1ente cara:tteristichc· &e non e11tro certi limiti. Essa è i11Yece as ~ ai i mportante, specialmente per la profilassi sociale, in quanto cl1e .p uò essere ipri1nitiYa .ed il malato, quindi, continua a dis. . . . . seminare, a sua msapu1a I gerrni. Pr1· la di agnosi clinica, escludendo naturalmen, te gli jndividui già affe tti dalla. forma po 1 rnonare ecl a parte i sintomi generali della tubercolo~i. si p ossono te11er 1 p resenti anzit!ltto i sintomi e:xtralaringei e spec.ialmente il colorito delle 1pa1'2ti. faringee, dr.I velopendolo e dell'ugola. Queste parti si presenta110 P.allide, talora. leggermoente li\ ide, con rnarezzamento venoso superficiale; 1a mucosa è alquanto secca. I sintomi con cui il malato si presenta al medico possono consister e nella disfonia , nella disfagia, nPlla ·dispnea. La prima si trova quanrto, o per lesione diretta è.elle corde vocali, o 1Per. condizioni morbose indirette non si ottiene la clliu. sura clella glottide, op,p ure la ten sione e la vibrazione dellr corde danno luogo alla voce anormale. E,ssa è quindi 1p rovocata ·dalla sernplice infiltrazion0 rtelle corde ,-orali, dalla loro ipèrplasia o rlalla presenza ,di i1odul i o di veri granulomi ed anche da lesioni çlella regione mesoaritenoidea. La disfagia e l'odinfagia . (disfagia dolorosa) sono dov11te a lesione dell 'epiglottide, nelle 1plicl1e ariepligottiche e delle arite·noidi. La diSiJ>nea dip.en<le ct.a edema glottico generalmente dov1rto ad in filtrazione diffusa ed estesa ·della lari11ge,' ina può anche dipendere da.Ila presenza rti granulomi tuber colari n el lume della larinae o da infiltrazione grave dell'epiglot~ide o • o dR fissazione delle corde vocali per esiti di condro -pericondrite. Bisogna ten er 1p resente che m olto spesso i sintorni clinici son o Jjevisc:;iu1i e 5olo UP occhio esp erto può sospettare o ricorro scere la natura dell' aff ezione. La d iagnosi batteriologica ha le sue consuete limitazioni e quella istologica basata sulla hi0psia sarebbe decisiva, ma non è Seffitp,r e possibile. ' In complesso , com e osserva V. Tanturri (I l Morgaµ11i, 24 rr\aggio 1925) il porre una diagnosi di tub~rco losi laringea riman e sempre di grande difficoltà, specialme11te se si tratta di una form a i11izialr Il clinico pro,~etto ha, a suo vantaggio, 1

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un certo intu ito, datogli dall'esperie11za, di cui però no11 si deve abt1sai:·e. B essenziale frattanto ricl1iamare l'attenzjone dei 1nedici sulle forme di tubercolosj laringea cl1e, asintomatiche o con scarsi si11to1ni, ò.ecorro i10 ign or ate e solo in un periodo avanzato ·p ermettono la djagnosi sic11ra. Lo specialista tProvetto rj scontra alterazioni ·della lari11ge cJ1e vanIJ.O dal semplice ispessimento quasi vell11tato ùella regione i11t-eraritenoiclen alle note cli una pericondrite iniziale crico-aritenoidea o tiroidea. a ver e forme vegetantj g·ranulom·atose delle corde vocali o de1Ja com1n essura posteriore. Imp0rtanti sono gli ederni 1parzi ali d-ella laringe cl1r possono provocare gravi distllrbi del respiro e· le emorragie tracbeali, dovute quasi sempre a periarterite tubercolare delle arterie tra cheali. . Nè ·devono essere tralasciati i m ezzi diagn~sticj o·en erici dell'infezio11e tubercolare e le diverse ::i mano,ire proposte, quale il toccamento della lesione con clor idrato di cocaina che, n elle fa.cm~ t11bercolari non provoca nessuna mocl1ficazi.one nell'as1petto ~prova di Lermoyez), l'esame del sistema gangliare con sipeciale ri g.uardo al gangli" antera-laterale dell'osso joide, di cui l'infiltrazion~ sembra patognomonica dell'infezione ~11her­ colar e. L'importante è che ogni individuo, che 1presenti 11na si11t0matologia sia pur lieve a carico della laringe Yenga esaminato a fondo; si stt1dino he11e Je form e dubbie di laringiti. catarrali e non ,s i ri · ft1gga dagli csarni siano essi pure lungl1i e Cjtancanti, poj ch è lo impone 1'interesse dell'i-ndjviduo e della società. fìl.

Sulla paralisi del nei·vo ricorre11te laringeo. Le operazioni sulla tiroide, osserva \\ Hovvart (Bri ·t ish med . .1ourn,., 15 marzo 1924) , prod ucono facilmente la 1paralisi di una cord a vocale, che di solito non s i diagnostica perchè i sintomi non son-o evidenti. 1.,a cor da opposta r apiclamen te comp·en,s a l'insufficie·n te ab,duzione della corda lesa, e la tran sitoria r aiuieedine c11e talora s i è presentata suole essere attribuita ad altre cause. Il nervo ricorrente è vulnerabili ssimo: talora fu sufficiente la trazione con 11n divaricatore per pTodurn e la p aralisi, la quale non guarì cl1e dopo ·Un anno : e in qual.cl1e cwso non ~i ebbe mai il ripristino della funzione. Vi son o pure casi di 1paralis i del ricorrente prodotta dalla semplice concussion e, sen za lesione esterna, ad es., per lo spostamento d'aria prodotto .cta scoppi di artig1ieria. DC'ttl'.. 1

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Aerofagia e ri11ofaringite. Secondo Ameuille e Tarneaud (Société des n.6pil. Paris 20 febbl'. 1925) ripetono che la rinofaringite è cau sa frequente di aerofagia: questa occorre ricercare e curare in ogni caso di ael'of agia. L 'osservazione seguente ne dà l'illustrazi·one. L., quarantanovenne, dimagra, [perde 1e forze, ha tos~e: viene curata com1e tubercol·osa a mal· o{)'rado un esame clinico .p·emettamente negativo per alterazioni dell'apparato respiratorio. Ma con I'int€>rrogatoll'iO si riesce a sapere che da 11,. m esi, quasi tutte le notti, ha senso di gonftorc al1'epigas~rio cui fa seguito vomito accompagnato da eruttazioni sonore ed evacuazioni gassose abbondanti. Al vomito la p. ricorre con la ·p rovocazione digitale. All'esame ,della gola si nota del pus che scorre dietro il velo palatino: i sen i sono opachi alla diafanoscopia ed alJa radiografia. Una 1puntura dej seni estrae ·del 1pus fetido: si drena e si vuota il seno delle fungosità che contiene. L ' indomani stesso dell'operazione, i disturbi dis1p e1p tici scompaiono. L'e\·oJuzione dunque della malattia era· avve~ 11uta in un primo iempo con una sin11c:;ite mascellare bilate;rale, in un secondo t0mpo con la evacuazione del pus in determinate posizioni del cor1p o e specialmentP. la notte: la malata nelle prirn r 01·p clel sonno deglutiYa il pus rl11? cadeva nel suo rinofaringe e nello stesso tempo dell'aria. r a cl istensione gassosa dello stomaro produceva il vomito e le eruttazio11]. ~lolte altre osservazioni pro·:ano agli AA. cl1e in un gran numero di aerofagie il meccanisn10 debba essere identico: presenza 11cl cavo e sulla ,p arete rp osteriorP. dcl faringe di muco pus di origine nasale o naso :ar1ngea la cui deglutizione porta all'ingestione di gas. r.. e rioussées di aerofag·ici che n oi 5pesso osservia~o nell 'inverno, sono consecutive n po7issées di rinofaringiti: l'aerofagite compare dotpo la le· sione r1asalc acuta alla quale sopravvive per molto tempo. . \lONTET EONE.

Sulla diagnos i e sulla cura dei tumori linfo-epiteliali del cavo naso-faringeo. G. r"'err erl (Atti della Clinica oto-rino-Laringoiatrica di Roma, 1924) presenta uno studio interessante e .dettagliato sopra i tumori linfo-epiteliali ilel cavo naso-faringeo, n e discute la diagnosi diflerenziale e ne descrive un caso brillanten1ente guarito da oltre un anno do1po la cura radioterapica. I lirufo-epiteliomi sono tumorj branchiogeni entodermici ad accrescimento éliffusivo e infiltrante. Sj [presentano nei pressi delle tonsille, del palato d11ro e molle e dell'epifarin1ge ; i n quest'ultima regione appunto mostrano particolare

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tende,nza al loro impianto e sv iluppo. :\.l'P.·x.andc1· Schmincke fu i.l primo che l'iChia1nò l'attenzion rdegli anatomo-patologi so1p·rai sirn.t li neoptasie_ Esse nascono dal bottone epiteliale solido dell'abbozzo primordiale delle tonsille p ·a latine e di quella del Luschka; bottone e:piteliale in cui gli elementi cellulari vanno a 1poco a po~e rare~a­ cendosi ed '. allontanan.dosi, rnantenendosi p erò sernpre in contatto fra lo.r o rp-er mezzo di s0tt1lissimi prolunga1nenti protoplasmatici, che in l:l.1timo determina110 un finissimo reticolo bene dif.ferenziato, in cui immigra una grande quantit<\ di linfoblasti e linfociti. Due pertanto sono i parenchimi che riscontriamo n el linfo-epitelioma adulto: l't1no costituito dagli elementi linfoblastornatosi, l'altro dalle formazioni epiteliali. Queste cellule eipiteliali s ':;tdunano in tanti cordoni o zone ben distaccate dal parenchima linfoblastomatoso-, in cui .possono ordinarsi alla stessa guisa dei corpuscoli linfoidi del cornnne tessuto linfoide. Dal reti.colo nascono e crescono an che elementi eipitelioidi che si uniscono in larghe masse sinciziali con il reticolo stesso. I linfo-epiteliom.i 1del cavo si osservano in tutte Je età e con eguale frequenza nei due sessi. NQn ul·cerati all'inizio, n è 1dolenti, a oqtlistano man mano carattere infiltrante ed lllcerativo e possono dar luogo ad emorragie mortali. P er lo p]ù non danno metastasi gan:g lionari. 1L a diagnosi differenziale deve essere stabilita fra un linfo-epitelioma, un fibroma, l)n carcinoma, un endotelioma, · un sarcoma ed un linfosarco1na. Caratteristica dei linfo-ep itel iomi è la loro scomparsa, se co]Jpiti a tempo, con la R oentgenterapia profonda. Il caso ri1p ortato dall'autore in un giovane di 27 anni è perfettamente guarito dopo 8 applicazioni di raggi e la gnarigione oramai data da .p iù di un anno. P OLLITZER .

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Ablazione delle vegetazioni adenoidi seguita da meningite tt1bercolnre. I

Rouèche (Journal de médecine cle Paris, 21 marzo 1925) r iporta il caso d i un bambino di 3 mesi e 1/2, in buone condizioni di sviluppo, che venne operato [per vegetazioni adenoidi senza alcun incidente. Al 40 giorno insorse febbre a 38°,5, vorr1iti e rigidità ·della nuca; l a puntura lombare conlermò la diagnosi di' meningite tubercolare, .in seguito alla quale il 1bambi110 morì ci-OJpo po-. chi giorni. L'A. venne ·POi a scoprire che il nen"' n o del ba1nbino che con lui con vivP-va era· un vecchio tossicoloso; l 'esame fisico portò a·l reperto in esso di lesioni tu•berco I ari <1.rpe1·te, di. ~ui la natura venne confermata dal r eperto pos1t1v0· del bacillo di Koch negli sputi. Il ba:1nhino. era stato evident~men·te contagiato d'al 11.orrno ed, illl

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seg11ito, il traumatismo chirurgico aveva permessoffietti, che si usano dai viticultori per spanso la localizzazione meningea raipida di una tudere lo zolfo, oppure si può 51Panderlo con 1e bercolosi che si sarebbe svilu.p pata ulteriormente, mani, come l'agricoltore che semina il grano, forse con esito meno tragico. .p rofittando del favore del vento . • Da questa osservazione, che non è isolata, si In .queste operazioni si deve curare: deve td edurre la .consegu enza pratica che, prima a) che siano v:Lgilate .d all'Autorità sanitaria di operare un 1p oppante di adenoidi, occorre jpencomunale; sare alla possibilità di una esistente contamina- , b ) che il· cc verde >> sia conservato in 1uogo zione, tubercolare, come ci si informa di .possiadatto esattamente custodito e con l'indicazione bili incidenti emorragici. Si dovrà quindi ricerdi « veleno >>; care se nell'ambiente in cui vive il malato, vi è e) che il « verde » e la polvere di S\.rada siala possibilità di una contaminazione. A questa no ben mescolati. Ciò si può, per esempio, otteetà, la ricerca della cutireazione sarà dj un aiuto nere, mettendo l'uno e l'altra in una latta e roevidente, in ·quanto che, se positiva, costituirà tolandola per terra; un<1 rontroin·dicazion e all'intervento. ftl. d) che l'QI>eratore abbia cura di colJor;arsi in modo che il vento porti la polvere lontar1a Nella laringite tubercolare. da sè, evitando- di inspirarla, curando· di laMentolo . . . . . . gr. 1 varsi accuratamente e di cambiare abiti ad ope• Balsan10 del Perù . 3 razione finita; Tintura di benzoino 30 e) che siano accresciute le cautele 1per l'in1Tintura di eucaliJpto )) 60 piego nelle acque utilizzate 1per uso domestir.o Acqua coob. di lauroceraso . » 15 e p~r abbeveraggio del bestiame e che ne ~ia U11 cucchiaino da caffè nell'acqua bollente: per evita~o l'uso nelle pescl1iere. ina18zioni. Nella quantità ,d i un grammo per 10 metri quadrati di superficie il verde di Schweinfurt non uccide le ninfe, perchè non si nutrono, P molte larve di 'C ulex, le quali non si nutrono in suIGIENE. perficie. Il pregio ·p iù rimarchevole di questo larvicida, Il verde di Schweinfurt come antilarvale. malO'rado l'inconveniente dell'alta tossicità, che o Da una circolare del Ministero ·dell'Interno sulrichie.çle perciò rigorose cautele 1Per la conservala !otta contro la malaria stralciamo le istrnzio11i zione e per l'uso, specialmente in rapporto alla relativ~ .all'impiego del verde di Schweinfnrt jper qualità delle raccolte di acqua da trattare, sta l'uccisione delle zanzare .durante la vita acquanel fatto, che @iega la sua efficacia larvicida, tica. anche n elle località più ricche di vegetazione, cc Recentemente è stato introdotto· nella pratica senza che occorra ·alcuna opera .p reventiva di dtantilarvale il v.erd.e di Schweiinfurt, detto anche serbamento, per solito costo·s issima n. verde di Parigi, col quale nome si può confondere un'altra sostanza colorante derivata dalla rosariilina. PO.STA DEGLI ABBONATI. Il verde di Schweinfurt è costituito da un sa1e Sull:1 cura dell'ipertensione. - All'abb. n . 4491: do~pjo: arsenito ·e d acelato di rame. I

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Agli effetti larvicidi deve scartarsi il verde che contenga meno del 50 % di anidri.de arseniosa. In pratica il verde Schweinfurt si usa mescolandolo, allo scopo di diluir lo, con una polvere inert e e d1 !POCO costo, nel rapporto da 1 a 100; e cioè una parte di verde e 100 di polvere. Si ricorre, per ciò, i.n genere alla polvere di stl'ada che viene liberata dalle particelle grosse: paglia, ecc., o meglio setacciata, quando si voglia spandere la miscela con mezzi meccanici. :\'eJJo spandimento della polvere si tenga presente r he un grammo di verde Schweinfurt è snfftciente per 10-12 metri quadri di suparft~ie iù1 ica.

Per spanderlo si può usare uno dei co 111uni

Una pressione, che supera i· 180 mm. al RivaRocci, anche se riguarda un individuo .sulla settantina, è alta, e merita considerazione seria. Lo stesso dicasi iper una pressione di 160 mm. i n soggetto quarantenne. . Il dato non è, com'Ella dubita, preoccupante. ma va studiato nella sua genesi. Una cura contro la pressione ex sè, cogli ipoten3ivi, è irrazionale, da un lato, e.f fimera dall'altro. L'ipertensione è quasi sempre l'effetto di una causa determinata e sovente ne è il meccanismo ' compensatorio, che non va turbato con aggressione diretta, ·ma che \?a, per quanto è ipossibile, modificato, agendo sulla causa stessa.

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l Tna cura generica e diretta dell'ipertensione quindi non può essere consigliata. · Assodare se essa è l'espressione di una lesione renale, di arteriosclerosi, di intossicazioni, o se ancl1e - ma giudizio nella pericolosa affermazione! - è .primitiva. E fare la cura conseguenziale, rivolgendosi al • rene, all'aPtp. circolatorio, alle sorgenti tossiche. SoJo nell 'i1pertensione primitiva .p ossono in un certo senso consigliarsi gli ipotensivi generici : fra questi i primi posti spettano alla trinitrina, alla teobromina, alla diuretina. Sni. Curo

«

nasale

»

delJ.' asma. -

.A..11 'abb.

~lin gazzini.

un o~pitol o di anatomia clinica suffìcièntemente

ampio. Fra i vari manuali e monografie rjguardanti. la. neuropatologia in francese reste.no sem pre buoni e alcuni ottimi, per quanto non recentissim1, i volumi, dal 310 al 38°, del Traité de .1-Téd et de Thér. diretto da 1Gilbert et Thoinot. Più recente, ma più breve, 1è la « Neurologie ,, in. due tomi (vol_ VI) del Tratité de Méd. et de Thér. app!iqué e, diretto da E. Sergent, Ribadeau-Dumas e 1Babon11eix. Ri viste di 1pura neurologia in francese non co nasciamo che la Rev. Neur. e L 'Encéphale; rn tedesco è consigliabile (ma .costosa) la Zeitsèh. f. di e Ges. Neur. urid Psych. che pubblica, oltre ai fascicoli di « neferata ».. 4 o 5 volumi all'anno ' di artiroli originali. .~ Y!\LA.

n. 1331,

Che alcune forme riflesse di asma gl1arjs6ano con la causticazione della mucosa nasale, P vecchia nozione. Sono casi bene determinati e limitatissimi, nei quali esistono alterazioni indiviù ualizzabili ed individualizzate del naso, co1ne polipi, vegetazioni e simili. Altrimenti la causticazione della mucosa nasale non fa nulla, e n essun medj co specialist~. serio la farebbe. L'essenza vera dell'asma bronchiale ancora ci sfugge: conosciamo solo un certo num'=ro di forme riflesse ed alcune - ma. anch ?esse da accettarsi cum grano salis - anafilattiche . • Affermare che pressochè ogni caso d'asma guarisra modificando la mucosa nasale è contrario alla realtà clinica; e consigliare questo metodo a pazi enti, i quali non siano nelle rigorose condizinni suesposte, e bene · accertate, significa €siporsi ed esporli a sicuro insuccesso. Questa è la verità, nonostante ogni affer1no.zione in contrario. Sni.

Gli arsenobenzoli, specie n-ei primi stadi e ·-qua1rdo non vj siano lesioni dei nervi ottici, ' indicati n ella tabe: alcuni autori anzi sono (Leredde) li consigliano come mezzo di sict1ra ef. 1icacia per arrestare il decorso del male. Nella lues oorebro-spinale propriamente detta l 'uso di questi preparatj, ad azione vaso-dilata· trice ragguardevole, è subordinato alle condizioni generali dei singoli malati ed al criterio clel medico il quale, in questi casi pi11 che . mai, deve avere come guida costante il <e 1prim11m non \T. ì\10NTF.St\NO. n ocer-e! )). All abb. n. 3672-1: In italiFtno non esi~te un trattato completo, an•.. pio e recente di neuropatologia nè llno ·d • una1omia clinica dei centri n ervosi oltre quello di 1

.'\.11' abb. n. 11•146-2:

Nei restringimenti llretrali ribelli la · ftbro1 jsina, somministrata .p er via ipodermica, è indicata e i I suo uso spesso dà risultati soddisfacenti V. '.VIONTESANO. .~11' abb

n. 10124 :

Un recente trattato italiano sulla tubercolo~i è (( La tU'b ercolosi polmonare dal punto di vista clinico e sociale di Carpi e Ronzoni edita .d all'Isti_ tuto Editqriale Scientjfìco di Milano, via Monte Napoleone, 35. DeJl'orga11izzazione dispensariale tratta difft~sa1nente il I[ volurne dello Stato attuale della lotta antitubercolare, « assistenza dis1p·en sariale », edita recP.nte1ne11te •dalla Federazione Nazionale Italiana per la lotta contro la tubercolosi, E,ditri r,e Sa• Iute e Igiene, piazza del Popolo, 18, Rpma. )>

.i\l dott. A. F.

da T.:

/)·l agriostica delle malattie del sistema nervoso deJ furnarola, nel quale ogni . parte è preceduta da

Alimena:

Gli. arsenoben:oli nell.a ta,be. -

SuP1plisce in gran parte il trattato d .

..

.

'

G. M.

V .ARIA . Lo stetoscopio elettrico. Già noto da tempo, ed usato nelle uniYersità america11e, esso è stato recen1temente perfezionato. P errr1f't te a nu1nerosi ascoltatori di udire conten1poraneamente, e per mezzo di esso si ·è Tiu· sci ti, con risultati cl1e si affermano soddisfacenti, a riprodurre le impressioni acustiche· con apparecchi altison anti, così da poterne serbare rjcordo obblettivo su dischi fonogTafìci; ciò cl1e, in veri tà~ ci -parE~ un 1p o' troppo. Lo stetosco1p io elettrico perroette di filtrare i suoni, cio è di escll1derne i r.omponer1ti di una certa altezza, cjò cl1e si è din:1ostrato util-e nell'ascoltazione dei 1polmoni. e rJc•

• 1


' 1030 •

IL POLICLINJC0

gli ~fregamenti pericardici. L' ;implificazione. da esso consentita è preziosa nello scoprire i toni fetali. DORI A.

Il vaiolo negli Stati Uniti . ~PI primo semestre del 1922 si ebbero negli S. U. d 'A . 7170 casi di vaiolo, con mortalità di 3.1 per ·cento; n el primo semestre 1923 si ebbero 7355 casi con mortalità 0.8 per cento; nel 1p·r imo sem estre 1924 si ebbero 18,811 casi con mortalità di 1.3 per cento. Mortalitù dei medici nel l 924 neg li S. U . A. , ~el 1924 negli S. U. d' N... sarebbero morti 2536 medici che rap·p resehta il 17,37 per mille del totale. La percentuale media d egli ultimi 20 anni è ap:p unto del 17 per mille; cioè nel 1924 sono morti proprio quelli che dovevano morire . P er l'età si oscilla da 22 a 99 anni; la massirna parte muore ne ll'età tra i 50 e 70. 893 colleghi sono morti di disturbi circolatori; 294 di emorragia cerebrale; 138 di can cro; 59 di tubercolosi; 9 di meningite; 6 di encefa~ite epidemica; 6 di tumori cerebrali; 4 al manicomio. Una tParte di questi medjci ha op.p ortunamente cambiato mestiere: 10 erano presi·denti di Banca, 2 giudicj, e un 0 era 1p assato nelle missioni: ( Pathologica, 1 apr. 1925) :

-

P er regolare il sesso dei nati. La signora Agnese Bluhm tratta i topini bianchi masçl1i.. con alcool, yohill).bina, caffeina ed avrebbe ottenuto un notevole aume;nto della percentuale dei maschi nel suo allevamento. Il trattamento delle femmine non '0.Vrelbbe avnto nessuna importanza. La signora Agnese Bluhm ritiene che il maschio prod11ca due tipi di stPermatozoi, uno che darà rna. schi. e una che darà femmine. ' Data la qualità delle drogl1e usate la signora Blul1m pensa che il meccanismo d'azione possa essere in rapporto con alterazioni della motilità di un tipo di nemasiperma. l (ll1ldcn1, 15 mar. 1925) . Ringiova11imento femminile? Pettinari n ei laboratori di Aldo Perroncito ha ottenuto risultati favorevoli dall'innesto omoplastico di ovaie in animali vecchi. Egli innestò un'ovaia di giovane canina in una cagna ·d i 17 anni, molto grassa, asma ti ca e dopo breve tem1po 1potè osoorvare n otevole mglioramento dell 'animale anche dal punto di vista sessuale. Un altro innesto di ovaie venne fatto ad un bracco di 12-13 anni, maschio; anche in questo caso i risultati furono molto soddisfacenti. (lb'i.dem).

'

[ A..l'ffiO XXXII, F ASC. 29}

PUBBLICAZIONI PERVENUTECI . Fusco GENNARO. /3ull' uso dell'ammoniaca 'nelle colorazioni microbiche coi sali d'argento e col ble'tb i.li 1netilene nella colorazione del sangue malarico . - Rom.a, Stab. Poligrafico Amm.ne Guerra, 1922. GoGLIA GABRIF.LE. Sul pO'tere compl.ementure del sangue rlei leucemici. - Parn1a, Tip. )!utilati e Invalidi· di Guerra, ] 922. Io. La .siniVrome mediastinica della stenosi mitralica pura. - N~poli, N. Jovene, 1922. GENNARO CANDIDO. Semplice e pratica modti.f ica clell' u1·eometro 1li Dane cy . Naipoli, G. Bar·ca, 1

1922. Fratture da sforzo da, tagl.io . ---., Bologna, L . Cappelli, 1922. GrrJBERTI PIE'rRo . Le .<>int1,sili mascellari. Bergamo, Pietro Brevi, 1922. Gon.IA CARLO . La simulazione delle psicopatie . Pesaro, G. Federici, 1922. GRossr L. e DA RIN O. /3ulle modificazioni dell'indice opsonico provocate dalla tossina del bacillo cli Pfeiff er nel decorso delle malattie acute e croniche . - Milano, Frane. Vallardi, 1922. JAJA FLAYIO. Fisiopatogenesi cellulare ed ibridismo. - Bari, G. Cavaniglia, 1922. KIEIJ AND ~. Die Anlegung cler K ielland' schen Zange. - Berlin, S . Karg.e r, 1922. LAUREATI FRANCESCO. L'Ospedale militare di riserva N .. 1 nei cinque anni d·i suo ftinzionamen,t o . - Tolentino, 'rj·p . cc F. Filelfo », 1921. MBRZADrtor_,I G 1i:; SEPPE. Contributo allo stuclio· dei fer1ne1iti lavtici e dei f erm.enti proteolitici. Bologna, Stab. Poligr. R.iuniti, 1922. MONTI G1usEPPE. R iassunto clinico statistico del triennio 1919-1921 dell' Ospecl(l)le Civile G. B. ll:f orgagni di Fo1·lì (Seziorte ]1.edica). - Forlì, Co0<p. Tip. Forlivese, 1922. . MAIOLO BONAVENTURA. U rt. cn.so di intossi cazion~ arida in seguito a cura ·n ovarsenobenzol ica. N ::1poli , Enrico M. Muca, 1922. MARCHESI~-i . Cellule cli Bizzozero o 1negaca1riociti e piastrine. - Napoli. N . Jovene e C., 1922. 1VlAZZOLANI DOMENICO . Il prol,lema del laitte a Tripoli. - Trip,01li, Tirpo-Litogr. della Scuola d'Art~ e :\Iestieri, 1922. GFrrr,LINI CESARE.

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IL POLICLINICO,, SEZIONE CHIRURGICA

Il fa.sci colo 7 !19Z5) contiene: LAV ORI ORICINALI :

I. O. CIGNOZZl: Le -cisti ovariche mucoidi e le loro com.plirca.zlion i. Il. L. DOMINICI : L'importanza della guaina tendinea nel processo di guarigione delle ferite dei tendini. III. F. PESCE: Co.ntribu·to a.l1lo studio dell'ul~era eemplice del tenue. . . . PREZZO DI CIASCUN FASCICOLO L. 5. '"CI I non abbonati a detta Sezione Ohirurgioa potJranno riceverlo inviando il relativo importo, medJiaJnte vaelia. postale, al Ca.v. LUIGI POZZI - Via Sistina 14 R-0ma.


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1()31

SEZIONE PRATICA

POLITICA SANITARIA E GIURISPRUDENZA* ~

CONTROVERSIE- GIURIDICHE.

. .

Ll. - Il limite di età nei concorsi alle condotte mediche. L 'art. 27 ctel R. D. 19 luglio 190B, n. 466 stabilisce che non ,dovrà essere a1piposta alcu11a condizione di limite massimo ·di età 1per i con correnti che ab.biano prestato o prestino servizio in altre condotte. Da tale limite massirno di età, secondo la giurisprudenza della IV Sezione, sono dispensati anche j medici che a;bbiano pres.tato servizio soitanto inte1·tnale, 'Poicl1è « il m edico interin o, che sia n ominato con deli'berazione consigliare ad un posto di ruolo, non può paragonarsi ad un semplice im1piegato avventizio in quanto il suo servizio è valido per la 1pien sion e ed a11cb e 1per l'acquisto della stabilità, quando si rico11giunga ad un <;;ervizio prestato dopo nom.i na su concorso ». La dispo5izione dell'art . ~ parla di servizio pre. stato in altre condotte; ma è evidente che, rl maggior ragione, vale per eson erare dal limite di e tà il servizio prestato nello stesso 'C omune. Questa r isoluzione con~enuta i1ella deci·sione 23 gennaio 1925, n . 1JQ6' della ·1v Sezione del Constglio di Stato conferma una giurisipru.denza ormai costante: eccettuato il caso di semplicè supplenza del titolare assente, •qualsiasi ser vizio, in qualità di titolare o di interino , è com1preso niella di. siposizione dell'art. 27 del regolamento sanitario 19 luglio 1906 e rende possibile la partecipazione al concorso senza limiti di età, purchè ·s 'intende, il concorrente abbia le condizioni normali ·di jdoneità fisica . . 1

LII. - Norme circa .l'attività delle Commissioni giudicatrici dei conçorsi. ...

Se la Commissione giudicatrice di un concorso abbia stabilito categorie diverse per titoli dj stud1 o e . di 1servizio , a ciascu11a delle quali dovess~ essere attribui to un certo numero di punti, non costi1uisce nt1llità la circostan za che .dal verbale non risultino i punti riportati dai singoli candidati, per ciascuna categoria. E necessario che a lle riunionj della Commissione intervengano tutti i componenti, qualora si tratti di esamina r e i titoli dei concorrenti e di deliberare circa il valore di essi e il merito dei candidati o l'ammi5sione aJ concorso; ma non e·indispen sabile l'intervento di tutti i Commissari qualora n ella adunan za non si dellberi m a <->i prendà visìone dei titoli senza formulare giu' dizi.

(1Ccnsiglio di . Stato, sez. V, .decisio11e 13 m arzo· 1925, n . 143, rie. Rosselli). Efficacia delle norme s opravv enute, in rap-· porto ai concorsi.

LIII. -

'

Essendo il con corso un procedi1nent.o diretto a· conferire la nomina a coloro cl1e risulteranno n iù meritevoli , il dirj.tto quesito non si perfez jo!·1a se n on con l 'atto finale e conclusivo .del co11corc;o e·~ cioè c.on l'attribuzion-e del posto. Gli altri atti so no d 'indole ~reparatoria P quindi non. costituiscon o che semplici aspettative. P ertanto se, p rima della chiusura del concorso, soip ravvenga u na leggP che modifichi le co.n dizioni di ammissione, non si può ai fini dell'ap1plicazio11e della nuova disposizione fare distinzione tra i concorrenti già ammessi e quelli che non hanno ancora conse·guit o l'ammissione: ma tutti d evono essere trat• tati con i-dentico criterio, cioè tt1tti devono essere sottoposti alle nuove dis1)osizioni. Nel caso così deciso dalla I V .sezione del Con-siglio di Stato, con decisione 6 febbrajo 1925, n. 193, si trattava di un concorso a sede notarile; ma il criterio dr.i m assima 11a carattere generale e rigu arda tutti i co11corsi. • P iù interessante è un'al1ra quistio11e. Pongasi cl1e, compiuto il procedimento e deliberata l~ nomina, questa sia denunziata l)er illegittimità e sia annullata - sicchè si d ebba r ifare o la non1ina o an·c he la gradu ~.toria - .e che, frattanto, so-· .p ravvengano disposizioni n t1ove concernenti per es. titoli di 1prefere11za; si devo.no ap1plic::tre l e i1orrn e che erano in vig·ore a l tempo in r ui · il concorso fu espletato ·O si de·v ono osservar.e l e · disposizioni . nuove? . A n oi sembra che, in tal caso, dovendosi ese-guire un a decision e dii annullamento ·e do\;'epdosi p erci9 rifare un giudizio viziato da ille.galiià, le· parti e l'or gan o arrurÌinistrativo d eliberantP, .sia- · no rimessi n elle con.d izioni in cu i erano al tem, po del provvedimento impugnato. Se l'autorità giurisdizionale che annt1lla il concorso r1on avesse un semplice potere n egativo ma potesse giu- dicare in m er itò e attri'buire la nomina al ~r; n ·corrente .ch e secondo il gju·dicato n e ha di1itto, l 'au torità giurisdizio11aJ e dovrebbe certamente a;piplicare le nor m e che era no i11 vi~ore al tempo · diella deliberazione illegittima. Non div r r sa è 1a situazione se l 'autorità giurisdizion ale ha solta11to il IPOtere negativo . di annullare e l'atto illegittimo .debb·a essere Tifatto dall'organo deliberante secondo i criteri stabiliti dal .giu dicato.

(*) La presen~ rubrica è affidata all'avv. Grov .\N NI legale dei nostro periodico,

1

0

SELYAGGI,

esercente in Cassazione, consulente


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~032

IL POLICLINICO

, .LIV. - Limtti deJle facoltà del Comune in sede di nomina. E oramai jus. rece ptum, derivante dalla costante inter.p retazione che dell'art. 98 del regolamento per l 'esecuzione della legge comunale e provinciale han110 dato le Sezioni giurisdizionali del Consiglio di Stato, che ir 'C onsiglio comunale non può r ifiutare di nominare i candidati, designati dalla Commissione giudicatrice di un concorso, per ragioni riguardanti le loro attitudini tecniche, ma può non ,p rocedere alla nomina di essi iper altre ragioni di incompatibilità fisica e morale, di indegnità o ·di legittimità del pro~;1i­ miento. In conformità di · siff atti principi la v ~e­ zione del Consi.glio di Stato, con decisione 13 marzo 19'25, n . 145, ha annullato la deliberazione che aveva dichiarato inutilmente esaurito il concorso p erchè la Commissione giudicatrice era incorsa in error i di appre~zamento sui documenti ·di alcuni concorrenti, tanto da determinar i;) una classifica non accettabile. lJ V. -

Preferenze nei concorsi. .

1.: al't. 9 del R . D. 30 settembre 1922, n. 1290,. il .quale fu esteso ai con corsi per l'assu11zio11e degli «

impiegati delle amministrazioni locali, dispone che n ei concorsi al primo grado delle singole ,carriere a parità di merito .sono .p referibili, secondo · un ordine ivi indicato, i benemeriti della gu erra. L'amministrazione n on 1può n on applicare -qu este disposizioni adducendo che del servizio di guerra già tenne conto la Commissione giudicatrice del concorso, 'Posto che i titoli dei concorrenti (non esclusi i titoli di servizio militare) furono valutati dalla Commissione 1s tessa ai fini -tecnici e professionali; il che non impedi.sr,e che del servizio di guerra possa e debba tenérsi conto quale titolo di preferenza,•. a !p arità ·di inerito nel1la nomina » . A complemento di questa sint€tica risoluzione ·del1a V Sezione del Consiglio di Stato (decisione 27 marzo 1925, n. 169) crediamo opportuno precisare le n orm e giuridiche cl1e disciplina110 le [pre f erenzP nei concorsi a favore dei benem€riti della guerra. In qn e$ta materia, dopo l 'inutile decreto del 1919 ch e stabili un titolo ·d i ·p referenza soltanto .agli effetti della graduatoria, si sono fatte non poche confu sioni, dovute i.n gran ip·a rte alla r edazione imperfetta dell€ n orme dei vari decreti, i quali, invece di regolar e chiaramente ed espressamentt? p er gli impiegati d-egli enti locali i titoli e i limiti della preferenza, hanno fatto riferimento a lle disposizioni concernenti gli imniegati clello tato. L'art. ~ clel R. D. ~'t settembre 1923 dispose .cos1: u fermi restando i diritti concessi dalla leg.

[ ANNO

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XL\:II,

FASC.

29]

ge 21 agosto 19-2.1 n. 1312 agli in validi di guerra, sono estese alle assunzioni ai iposti presso le amministrazioni provinciali , comunali, ec-c., le preferenze e le preceden:=e rispettivamente stabilite dall'art. 9 diel R. D. 30 settembre 1922 n. 1290 a dall'art. 7 3° comm a del R . D. 28 gennaio 1923 11. 153, intendendosi sostituito al 'Servizio prestato nelle amministrazioni dello .Stato ·q uello ,p resso amministrazio·n i ,degli enti suddetti ». Dunque, il decreto 24 · settembre 1923 estende agli impiegati de.gli enti locali la disposizione del 3° comma dell'art. · 7 del R. D. 28 gennaio 1923, la quale riguarda le p rece denze nella graduatoria e qu ella dell'art. 9 del decreto 30 settembre 1922 ' la quale stabilisce un titolo di preferenza nei concorsi. Dice infatti l'art. 9: « Fermi restan·do i diritti concessi dalla legge 21 a.gosto 1921 n. 1312 agli invalidi di guerra, nei concorsi rti cui al preced·ente art. 7, a parità di merito, sono [preferiti n ell'ordine seguente, ecc., ecc. » . Con ·queste n orme si vollero applicare soltanto le dtsposizion1 co'n cernenti ' la preferenza ' nella graduatoria?· Se così fosse sarebbe stata inutile la disposizione de l R . D ~ 24 settembre 1923, percl1è c'era già quella del R . D. 18 settembre 19·19 ìa quale· regolava la prececl·e11za n ella graduatoria. Ma il riferimento ebbe contenuto più ampio. Il sistema stabilito dalla legge per gli irr1pie-

gati dello Stato con sidera due ipotesi: a ) precedenza nella graduator i a per ·i posti che dovranno essere conf eriti senza concorso (art. 7, terzo com • ma. R . D. 20 gennaio 1923); b) preferenza nei concorsi a parit à tii me1"ito (R. D. 30 settembre 1922). Alle .d ue diverse i'Potesi corrisponde una precisa espressione caratteristica: precedenz a nella graduatoria; preferenza nei concorsi. Agli impiegati ·degli enti locali l'art. 3 del R. D. 24 set tembre 1923 ha esteso cosi le 1precedenze pl'eviste nel1'art. 7 terzo comma del decreto del 1923, come le 1p referenze stabilite ·dall'art. 9 del decreto del 1

1922.

'

Se la legge avesse voluto limitare gli effetti del titolo di preferenza alla · sola graduatoria, non ' avrebbe richiamato anche l'art. 9 del decreto del 1922 . ma avrebbe fatto rjferimento soltanto all'art. 7 terzo comma. Invece, l'art. 3 del d€creto 24 settembre 1923 estese agli impiegati degli enti localj le precedenze n ella graduatoria e le prP.ferenze nei concorsi; sicch è il tito10 dipendente dalle benemerenze militari fu considerato efficace in ogni. caso, a parità di m erito: o si provvede alla n omina senza con corso e in base a graduatoria e, in questa i'Potesi, il titolo è oipera.tivo di €ffetti n ell 'ordine della g·raduatorja che. vincola l'amministrazione a noininare i con correnti secondo l'ordine st.esso; o si pro,·vede in ba5e a col1corso. con facoltù di scelta, senza che cioè


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[ANNO XXXII ,

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29]

l'ente sia vincolato dalla graduatoria (come per es. nel caso dei medici condotti) e in questa ipotesi la preferenza è efficace in rapporto alla nomina; c1oè, a parità di merito, è limitato il pot ere di scelta del Comune. In materia così delicata . sarebbe stata certamente preferibile una. norma esplicita e precisa; ma a noi sembra che la 1nterpretazione esatta delle varie disiposizioni, correttamente r-oordinate, non si (pOSSa prestare a dubbi valutabili.

LVI. -

1033

SEZIONE P RAflCA

Dispensa per soppressione di posti.

Sqppressa una delle due condotte del Comun.e non si deve ritenere risoluto il rap1porto d 'im1Piego in confronto dei due medici condotti t.ito-· lari, ma si deve 1p rovvedere soltanto al . licenziamento di uno dei due sanitari, poichè la lettera e lo spirito del R. D. 27 maggio 1923 n. 1177 so110 diretti alla dispensa dal servizio del personale esuberante. (Consiglio di Stato Sez. V decisione 20 marzo 1925 n. 157 rie. Favilli dottor Oreste). Dovendosi provvedere alla dispensa del personale esuberante in seguito a riduzione di posti, qualora si addivenga al licenziamento di alcur1i invece di altri, per scarso rendimento di lav0ro, tale motivo deve nella deliberazione relativa non esser.e vagamente accennato, ma chiaramente e completamente esposto, nè deve essere contraddetto o dar luogo ad incertezze iper altre circostanze che nella deliberazione stessa siano esposte a fav ore dei disipensati. (Consiglio di Stato Sez. V decisione 27 febbraio 1925 n. 114 rie. dott. Pugliese). La prima risoluzione è ovvia e non richiede particolare illustrazione, essendo evidente che, • soppresso uno dei posti di condotta, un solo medico deve essere licenziato e non si può invece ritenere che siano risoluti i rapporti giuridici con tutti i medici condotti per il solo fatto che un posto venga meno. Sembra perfino incredibile che certe tes\ •p ossano essere dilese. Più interessante è la seconda risoluzione, concernente la disipensa p€r scar so rendimento. Crediamo 01pportuno riportare ·1a motivazione della decisione 27 febbrai o n. 114. « Osserva, infatti, il Collegio che il deliberato predetto se non è commendevole per 11na lunga e particolar e motivazione non può dirsi che mançhi addirittura di motivazione; si deve però riconoscere che questa è sostanzialmente contradi ttoria Dice infatti la deliberaz1one che il solo criterio ·d a potersi tenere a. base della dispensa dei due medici esuberanti è il r endimento della loro opera, val c111anto dire « lo scarso rendimento » ai sensi diell'art. 3 del R. U. 25 gennaio 1923 n. 87, richiarnato nel! 'art. 2 del n. D. 27

maggio 19-23. wla tale scarso rendimento è semplicemente presunto, e rieppitre nomtnativam~n­ te; esso non è avvalorato e tanto meno provato con opportuni concreti elemeriti o con sempl,lce mot·l vazione di raffronto. Lo si cerca d.i dedttrre • da u.na pre.sunta infermità per giunta con parole poco chiar e, con una costruzion e di periodo in-

voluto, non facilmente comprensibile, là dove si dice che il rendime11to è in réllpporto (< alle cause di salute che ad alcu.ni (!?) impediscono l'esercizio continuo 1p.ersonale da doversi così per la notorietà delle con dizioni personali giudicarsi di essere in l1no stato 'di scarso rendimento. « Ora, 1 per gli articoli ci tati lo scarso reridimento · non deve essere presunto o argomentato, ma dev'es·sere sussistent e cioè affermato e provato .

Il criterio predetto è poi in contraddizione con la stessa deliberazione e con i precedenti dei due sanitari: diS!pensati, come be11e n otano i difensori dei due ricorrenti. B in contrasto con la deliberazione stessa, in quanto la conclu sione che due dei dottori sono in ista.to di scarso r endimento cc non può non apparire contraddittoria con la chiara premessa con la quale ~l R . Commissario delibera11te proclama che i tre iSanitari che occupano la condotta me-d ica sono cc tutti e ire valenti \I}rofessionisti » , i quali cc in tutte 1e occasioni hanno dimostrato altamente il loro valore scientifico 1e morale » tanto da meritare cc plauso per il servizio 1 p restato » . È in contrad. diz1one, inoltre con i .p recedenti dei sanitari , poichè la deliberazione non contiene alcun accenno a lamento della' p opolazione, a richiami o quanto mai a congedi, sup1plenze frequenti cl1e potrebbero dar ragione del presunto scarso rendimento. u E, quasi ciò non bastasse, va n otato che lo stesso giorno in cui si notificava ai due dispensati la deliberazione di licenziamento, uno di essi, il dott. .p u.g liese veniva riassunto in servizio come interino. « Le quali contraddizioni fra le pr emesse .e le conclusioni fra i vari concetti espressi n el1a de11berazione i1oncl1·è fra la distpensa e il successivo conllporta.me11to dell'Amministrazione costituiscono un evidente eccesso di potere che rende illegittima la ·deliberazione la ql1ale perciò appuntq deve esser e annullata >>. Il caso deciso presentava certamente elementi marcatissimi di contradizion 3; ! I~a importa ora rilevare il ~rincipio di massima co11r erne11tc lo scarso rendim€nto : non basta:, cioè, un sern~liee apprezzamento vagamente accennato , ma è n ecessario che il fonùarnento del giudizio sia concr•e1amente · esposto senza contraddizione intrin. . seca !ra le premesse e la con clusione. «

1


1034

IL POLICLINICO

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NELLA VITA PROFESSIONALE. Cronaca del movimento professionale. Per la libera scelta dei medici nelle Casse ammalati dell e nuove P rovincie. E' stata d'Ì.Tamata, in data 5 luglio, u11a circola.re di ou.i riportiamo l a:rga parte:

che medici ed .a.m·m inistramone delle casse sussistesslero ottianarnente. In 'D·g ni altro centro si vuole abo,l ire la liibera scelta dei medici per introdurre medici delle Casse a stiiperuìio fisso, men.t re la scelta libera 8li è dimootrata ottima. Le sottO!fimmate Ooriporazioni che si sentono direttall:nente od indirettamente danneggiate da tale progetta:to sovvertimento, desiderano rurdentemente ohe si Oc:mst\rvi l' a11tico ordiITT..a.mento, come pure che nelle Amrrnà.n-istrazioni delle Casse tanto lavora.tori ohe datori di lavoro possa.no nuovamente far sentire 1a loro voce .alimeno quali consiglieri d' ammin:istrazio·ne, e pregamo che l'avviso dJi concorso suddetto venga ritirato gia.cchè non può esser stato che la conseguenza. d~ informazioni erronee ». I due segretari dei S ·i ndaoati nazionali fascisti dei sanitari dell' .4.lto Adige - I rappresentanti deLl' Alto Adige nell'Ordine dei m edici di Trento L'Associazione dei medici di Bolza·no - I far1ncicisti proprietari di B ol, za11 o - Il Gremio commerciale Bolzano L'Un.i one1 mercantile .Bolzano - Il Sindacato a.egli albergatori - Federaziovne della industria edile Bolzano - L'Union·e d ei falegnami e tprnitori - .L 'Unione degli stampato. r1, ecc. ecc.

l' or·ganiz~a.zio1n e delle Casse _i.\rnm::t!ati, per cui ogni iLavorato1~e od affigliato, riceve da1lle medesime durante og.n i ma- · 1attia ouTe mediche g1ratuite ooIDJpresi i me.diC'amenti, no11chè una sovvenzione in danaro corrispondente rul siu o guadagri10 giornaliero. Le spese relative a tali Casse vengono sostenute esclusi·v amente da contributi dei lavoratori od agenti e da contributi di coloro che li oooupa.no. Fin'<0ra prevalse il principio de~Ja libera scelta del medico e della fa.r maciia, cioè l 'amµialato isoritto aJlla Cassa., iaveva il diritto di scegliersi fra i medici del luogo di dimora, il sanitario di sua fiduèia e di pren·dere i medi03Jlllenti ordi•n atigli nella farmiacia el1e gli ga.rbava. Tale è la Cassa _.t\.mm•a lati della città di Balzia110 che p el p.as&ato, crune altre simili istitu.z.io11i, fn retta dia un nreside liberamente scelto e che prestava. gratuitame11te l ' opera sua. Da circa un an110 invece la stessa è di:retta da un oommissario prefettizio. Per i figli dei medici morti in guerra. Lo sta.qgo ourò alla fine di ·g it1gno del 1925 l ' aIl giorno 31 m·a ggio u. s. si adunò i11 Roma all>a pen·tura <li u111 concorso per cinque medici a stiDirezione ~nerale della Sanità Militare il cc Copendio fisso che dovr anno assu•meTe il servizio della mitato ,di soo~orso a:i figli dei medici oaiduti in Cassa, mentr9 fino ad oggLi sono a disiposizione deg uerra o morti per malattie contratte in guerra »; gli affigliati circa 40 medici, fra ct1i degli speci-apres·iedev;a il tein . gen. dott. Della Valle. listi d'ogni ra1mo. Fu deliber ato sull' Mnmissione di alcu ni orfani I l avoratori oo affigliati risentono .amaDamente nel ColJegio di Peirugiia. Il sen. .p rof. Simonetta il da11 no c11e loro deriva (1per la tutela d eillla 101ro salute) da tale limita;z,ione non necessari1a, tanto d·i chiiarò di aver già accolto otto orfarui di Medici più giacchè l a piena fid·u cia nel medico cum.nte è m·oo:ti in guerra a carico dell'ente da l ui p1resie.un fiattore imtpoifta.n tissimo nella riuooita della cu- <luto. Le richieste dli borse di stooio e i:;IOOCprsi ra, e d '-altro canto medici stipendia~ obh1iigati ad so'no finora ciroa 73. Risultarono da accogliersi peir le non bu one co11dizioni familiari ciroa 41. attendere .alla loro mansione i.n un am.ìbu1ato•1"Ìo aiffolla.to, lll·On potranno, coll.a miglior volontà, che Fu discussa la p·a11:te finanziruria. I rruppresei1 dediorursi in modo ineno oocldisfacente alla cu.ra dei tantii .d ei vari Ordini dei Medici al ·Congresso stra· si11goli, i quali per di più dovranno attendere pa- ordina:rio delila FedE-r a,zione degli Ordini ai imipezientemente il loro turno con perdita di tea:rupo e gnanono a pagare una quota caipìitaria ain.nUJa per di guadagno i1011 tr.asou1'labili. ogni iDscritto in Albo. Pochissimi sono gil.i Ordini • D'.altro caillto anohe i datori di lavoro ha11no1tutche ha.n no fatto il versamento. - Si fa viva preto l'i.n teresse a. ptrocura.r e che le ipersìOne da loro ghiera .ai Colieghi di voler sollecitaire l ' Ordine cui impiegate godano il bene!ficio di visite accurate e appartengono a ·deliberare iI. contrtibuto aJl più di cure speciali oui hanno pieno drliritto, ed al'l e p·r esto e al più p:r:·esto pu.re fare il versamento! al quali da an11i sono abituati. Segretario-Cassiere cap. dott. Bocchetti, Direttore Non è segno di previdenza. sociale e fina·n ziiaria del Sanatorio d'Anzio. In quest'.anno 1a quota oail concedere le entrate derivanti dalle casse, a cinpitiaria degli Ordini, che fecero iil versamento, fu que persone, mentre finora~ d·ava.no sussistenza sta.b ilita, in l~re 2. a qua1ranta professionisti che puntualmente versaOgnuno intenda e senta il dovere che la olasse rono le loro i1nrposte. medica italian1a ha di .andare in soooorso dei figli E non corrisponde certo rad u.n rproV'Vedimento di dei ooil.leghi, che per la Patria sacrificarono la vita. carattere sociale ·il voler oanijiar-e in u11 senso ta11to regrea>ivo lln'istituzione antica e ohe fece di sè Quest'appello fatto 11el giornale il Medico Condotto difficilmente ~..rriverà a tutti i Presidenti ognor buona prova., ed operò a beneficio dei Lavoratori ammalati, permettendo nello ste.&50 tempo degli Ordini. Ohi legge quest'appello faccia su« N elle nuo·ve provinc'lie esiste

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bito pratiche presso il relativo Ordine a.ffincl1è deliberi e invii la somma. Gli Or<lini che non provvedessero mancherebbero all'i~egno p reso per mezzo dei loro rappresentanti. Gli 01,dini che non interven11e.ro al Congresso straordinario aviranno u110 sJancio di riconosoenza vei-so i Caduti e concorrer anno a quest'ope1·a dov~osa di soccorso.

AMMINISTRAZIONE SANITARIA. Controllo igienico del latte. Il 1\ilinistero l1a dir amato ai prefetti la seguente cir colare: « Il cosbR,nt.e e progressivo sviluppo del,l a produzione e del commercio del latte desti<J.1.ato al COil.SUJID.O di1 retto, richiede una adeguata i11tensifioazione del relativo controllo igri.enico, in guisa che risulti in ogni caso g·a rantita la salubrità e la purezza di tale prezioso alimento. P ertanto le SS. LL. provveder amno affinchè nei Regolamenti ComunaJ.i di Igien-e siano inserite, ove manchino, ed in ogni caso siano in p articolar modo richiamate per l 'osservanza le nece\SlSia.rie norme per il razi•o nale svolgimento de l oontrol~o di che trattasi. T ali norme, in rP.ilazione co11 quanto al riguardo è dispooto dal T . l ;. <lelle leggi sa.nitarie 1° a'gosto 1907, n. 636, collie aggiunte portate dagli a.r t icoli 60 e 61 del R . Decreto 30 d·icem bre 1923, n. 2889, del Regolamento• Generale San·i tario 3 febbraio 1901, n. 45, e dal R egolamento 3 agosto . 1890, n. 7045, dovranno essere dirette ad a.ss1oura.re: a) ohe sia e5ercitata, da parte dei Veterinari Comunali, una efficace vigilanza sullo stato di salute degli animali lattiferi, sull'ambiente in cui questi vivono, nonchè sulJe operazioni di mungituJr.a e di i·aocolta del latte; b) che s ia attentamente vigilato dall'Au torità SaJll.itaria a.f finchè il trasporto dei latte, dalle stalle ai luogh.ri di d·e posito, di conservazione o di lavorazione, si effettui· in idonei irecip.ienti, ten uti oon rispetto alle norme igieniche e portanti indicazioni oirca l'origine, la località di pro·v enienza e la qualità del latte contenuto ; e) che sia int.ensifioata l.a vigilanza per impedire, neg1i spacci di vendita al pubblico e n ella cListribuzione a. domicilio, lo smercio di latte insalubre· o comunque non corrispondente alla denominazione con la quale è designato o richiesto. Considenata poi 1a i,mportanza assunta in questi ultimi tempi <lalla preparazione del latte oon speciali sistemi, ch e ne consentano il trasporto a gran.di ·d istanze (1att.e refrigerato, condensato, oos iooato, ecc.) occo1"rerà accertare, me.dia.nte accu~ata, assid.u a vig~lanza sanitaria, che le V·a rie operazioni iner enti alle i·elative prepar.a zioni, coane pure quelle di reintegrazione eseguite nei luoghi di oonswmo, avve11mano con le necessarie gar anzie della igiene ed in g uisa che anche per gli elementi costitutivi n e risulti un latte corrisp0J11dente a quello naturale)). P el Ministro : GRANDI.

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SEZIONE PRATICA

CONCOR ·SI. POSTI VACANTI. BAGNATINA (B ergamo) . Consor ., p er 500 pov.; ab. 4500; L . 6000 e addiz . L . 2 per ogni iscritto; addiz. L . 5 per iscritti alla sola. A. M. C. ; c.-v. ; L . 500 ambul.; trasp. L. 500, 1000, 2000 a seDonda del mezzo. Sca•d . 31 luglio. 0oLLESANO (Palermo). - Scad. ~31 Jug. Per Scillato. L. 8250, oltr~ L. 2000 cav. DEGO (Genova). S cad. 13 ag. ; Kmq . 34 (cli cui 12 in piano e 22 in collina); nib. 2325; pov. 960; stip. residen.zi1ale L. 8400; addiz,ionale L. 500; mezzo tl'laSp. L. 300; uff. sa1n. L . 500. Farm1acia; ferro-

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LASTRA A SIGNA (llirenze). - A tutto 31 lug., 4a. cond.; L . 60(10 e 8 trienni dee.; cavale. lire 3000; c. -v.; Kmq. 13.4, di cui 11.4 in collina ; ab. 2493 di cui 1683 sparsi ; inscritti 500. Docum. a 3 mesi . Età lim. 35 a. Tassa L . 50. Residenza a Borgata _G inestra. PADOVA. Spedale Civile. - Medico primario per maila.t i di t.ub . polm . Repwrto sipedailie ro Da Monte e Camerini. l~roroga a tutto 31 lug. P on.TOREOANATI (Macerata) . Scad. 25 luglio; due' coo.<l. . ' redi fase. 28. POTENZA PICENA (~1acerata). - Due cond.; a t utto il 31 lug. Vedi fase. 28 . PROVAGLIO SoP&A (B rescia) . -· Co11sor. con Provaglio Sotto; montagna; ab. 860 di cui 50 nell'el.; L . 12,000 e 6 anni decimo; c. -v .; L . 500 uff. san. Scad. 31 Luglio . RAVELLO (Salerno). - Scad.. 7 ag.; L . 7000 o1tre L. 500 uff . .san. ; età lim. 35 a. RoccALBEGNA (Grosseto). Al 20 ag ., 2a. condotta; L.. 9700 e 5 q.uadrienni d ecim·o ; L. 2000 cav . ; c .-v. L . 1200 se famiglia, L. 600 se celibe; assiour. T.assa L .. 50.10 al Cassiere oom . Dooum ~ a 6 mesi. Serv. e11tro 20 gg. ROMA . Croce R ossa I taliana. Medioo~aiiuto nehl'Ospizio marino cc Duchessa Elena d' .A.oota » a Valdoltra. Scad. ore 12 del 25 lug. Vedi fase. 28. RoMA. Ministero delle Ooniunicazioni. - Il concorso a sei posti di .al·l ie.vo ispettore in prova, fra laureati in medicina e ohirurgia, per le Ferrovie dello Stato, è prorogato al 10 agosto. VERONA. Brefotr ofio Provincial·e . - Medtico agg~unto . Età m ass. 35 a . Sti·p . L . 8000, oltre c.-v. Scaidenza 31 luglio. Per schiarimenti rivolgerai alla DiTezione. VEitONA. Ospizio Espost·i della Provincia. - Medico aggiunto.; L. 8000 e c .-v., dedotte L. 65 mensili . Docum: al P.rotooollo entro le ore 12 del 31 lug. Età mass. 35 a. T assa L. 50.05 al Tesoriere. N amina annua, conferme bienn ali . Serv. entro 15 . . g1orn1 . VIGGIANELLO (PQt enza). - A tutto il 25 lug., centro e frazioni; L. 5500 e sei quadrienni per 600 pov. su 4693 ab·. ; a ddizion. L . 5. Comune in ooJJ,i na e saluberrimo. Sta.t o di fam. Rivolgersi Segretario . 1

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NOTIZIE DIVERSE. Società Italiana di Dermatologia e Siftlografia. :f.ia prossima riunione annuale (XXII) del1a Società avrà luogo in Roma nella ·s econda metà del mese di dicembre p. v. Le sedute si terranno nella R . Clinica Dermosifilopatica al Policlinico Umberto I , gentiiln:nente concessa. dal direttore prof. Bosellini, il quale mette pure a disposizione dei soci g.l·i aptparecchi per proiezioni diasco1piche ed epidiascopiche. Il tema 11fficiale sarà « la sifilide ereditaria » : relatore il prof. C. Lombardo. I soci, i quali desiderassero fare delle comunicazioni, son·o pregati di man.d arne il titolo al segrPtal'io dott. V. Montesano, Roma (20) - via Campo Marzio 69, non oltre il 10 novembre p. v. Si rammenta che ogni socio avrà diritto di fare non più di due comunicazioni e dovrà indicare, nell'inviarne il titolo al segretario, a quale deJle due desidera sia data la precedenza. Colo-ro i quali desiderano usufruire per sè, ed eventualmente per persone di loro fam1iglia, dei ribassi' ferraviari, se sa·r anno concessi, dovranno farn e richiesta al segretario non più tardi del termine predetto. Prossima.mente saranno comunicati la data ed il programma del Congresso · e le disposizioni per gli alloggi.

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no i dottori Haclrett, McCallllllll , Thayer, Strong, Ging, Bairber ; .altre adesioni e rappresentainze oono aspetta.t-e. I proff. Bass, Fricks, Deeks ed altri hanno pW'e aderito. Anch e la Lega delle N a.zioni a mezzo della Sezione Sanitari.a, pre~ide11te il dott. Rajchman, ha aderito al 0011.gresso. L' .amtorità degli scienziatj che inte~verranno conferirà a questo Congresso internazionale particolare interoosie. Il Comitato Esecl1tivo è ca.sì cootituito: sen. E. March~afavia, pN!\Sid~nte; proff . V . Ascoli, A. Bignami, vioe-p·r esidenti; A. Dionisi, B. Gosio e M . Sella, memb·r i; segretari generali G. B.astia1lelli, A. Naza1~i.

Un convegno pro infanzia anor1nale. Il 14 giugno si è tenuto a Milano un oonvegno p·r o infanzia anormale, pei:r sole11nizzia.re il 10° anno di vita de11a Scuola autonoma Zaccaria Treves, fondata 1d al Comiu ne di ]\~filano 11el 1915, pe~· l'assistenza medica e pedagogica ai fanoiuùli anormali de1l'intellrigenza e d.el oariattere. Si è voluto a11che rendere meglio noti al pubblico i metodi, le finalità e i risultati della Scuola speciale, e attirare l'att.enzione del1' Autorità sul grave pToblema. deJl' as.."'1stenre l'azionale al1l' infanzia anormale. Il co11\r~gno, promosso dall' Assoo:ìazione P. I . .A.. cc Pro Infia.nzia. Anormale » e. d·a.11 J.a Se.ziio11e Lombarda della I.Jeg.a Italiana per l' I giene Mentale, ebbe luogo 11ella sede de-Ila Scu.o la, in via B. MarCongresso inter11azionale sulla malaria. cell-0 67 . Coone abbi.amo a.nnunziato, per iniziatiV'a del PtaJ."1arono il prof. l\{edea, pr.esidente dell€i due Governo italiano sarà tenuto in Roma dal 4 al 6 · asso.ci.a.zioni promotrici, il prof. Bertazzoli, asse& ottohre il primo Congre~ internazion.ale delJa so1ie del Comune, e il dott. Albe rtini, ·d irettore Malaria. della Scuola. Sarnnno disoussi i seguenti argomenti, sui quali Si a·p1p•r ovò un ordine del giorno di p lauso e saranno presentate relaz.ioni: peTchè nel comune di Milano e in tutta I taJia i 1. AnofeJ i e 1nala1ria. p ubblici poteri, com presi dell'ima>ortanza essen2. Biologia dei parrassiti. Unicità e plu;ralità male del p;roblema degli SCO~ari a;nolI"mali, Tendano dei parassiti. obbligato1ia la loro selezione mediante organismi 3. Gli alcaloidi della chinina e terrup.i a della ido.nej, creino sezioni di liv~llamento diffeTenziale malaria . per gJi arretrati tem•p oranei e pei falsi a.normali, 4. Fattori epidemiologici e lotta antimadar•i oa. is tituiscano souo1e auton{)lllle con schietto indirizro -5. Propa·ganda. Statistica. medico-pedagogico per gli am.annali ' reri, rendano Tutte le nazionO. Europee, Nord e Su·d A.mericaobblig.a toria l'istrUZJione di essi fino al 16° anno, ne, il Governo del1' Indi.a, i Dominions, il Giapintegrino l'opera della scu ola con Istituti speciali, pone e la Turchia hanno aderito al Congresso e oriellltat.i seoondo le norme n1edico-pe1dagogiche nominato rappre.5enta.nti; per la Francia: dottori !Il od er ne . Brumyt, La.snet, ~Iarchoux, Mesnil e Se rgent ; Nel 1p-0trneriggio il prof. Sante De Sanctis, della per l'lnghilterrà: dottori S. P. J ames e Dale ; per R. Università di Roma, tesnne, nell'auJa magna 1a Germa.a.ia. prof. Nocht; per i] Belgio e Colonie: degli Istituti Cli11ici,. una confere11Za su « L a neudottori Van C.am.penhout e Broden; per il Brasile : ropsichiatria infantile »; ft1 molto .aip1prezzata ed dott. Humberto Gotuzzo; P er 1a Oolombia: dott. appl.audita. Lui8 Cuervo M.arquez; per L' Egitto: dott. Ahmed A.Ila Clinica chirurgica di Milano. Bey H elmi ; per il Hong-Kong : dott. Mokenny; per l' Ol·a nda: dott. N. H. Swellengrebel; p·er l' Ar11 28 giugno venne inaugt1rata a Milano la Clig~ntina: ptof. Al·aoz Alfa1·0 presidente de]. Rinica chi1-ur gica generale, nel Padiglione Zondia pnrto d'igiene, e i dottori Sobrecasas, Berri, Caise- d?ll'A .... ,, ,, _, __ ":'.'7° :'.i~~~-·- ~'1J.la cerimonia interven·. e·,. nom1a . N az1on, . ale on . Na" n.a ,.e e Sordelli. !.i. e • . ; ~., .:·. .i. ·. • • 7 !·:; r: ·: •. Per l'America del N orc.l la Direzione della ;:' ~ ­ va, aJtire spicoate aut:.orità, e un.a folla <lJ. profe.snità degli Stati Uniti e la F<>ndazione Rockefeller ~v· ~' nleclici e studentù, oui faceva corona uno han no ade1·ito al Congresso e rappresentanti so- stuolo di gentili s ignore. Il tito1are della Clinica, 1

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SEZIONE PRATICA

sen. BaJrlo Rossi, es1pir~ la gratitudine di Milano verso i fr~telli Z()nda, che rollero eretto un padiglione chirurgico modello, e oon successive elargizioni lo hanuo reso degno di ospitare una Olinica chi:rurgri.ca fra le meglio arredate, quando l'opera saga<!e e illurmrinata del sen. Mangi~gaJli seppe far sorgere l'Università ambrosiana. ParLa.rono .anoh~ il rettore magnifico sen. Mangiia~li, il presidente degli Istituti osp.e dalieri on. Lanframooni, il ·p rof. Crosti in nome dei colleglli di

ocoasione de1l'inaug.urazione di questa, un numero unico oon 1a biografia dei militari caduti . Ad àppoggi.a re e f'1CilitaTe tale scopo venne costituito un Comitato d'onoce composto dal generaie-medico capo Della Valle oomm . Francesco, anche in rapipre.sentanza d€1l Ministero dellia Guer-r,a ; dal gener.ale-medico della R. Marina CavalliMolinelli; dal generale-medico C. R. I. B.aduel; d al escovo Oa~trense; dal Regio Commissario del Comune d~ Roma '; dalla marohes·a Di Trurgiiani, Facoltà. delegata daJile Da.me infermiere volontarie; da.1 Si procedette p1oii, a scoprire una lrupide in me- prof. Gallenga, presi.dente della Federiazione demoria dell'eroe grande mutilato F.ulceri Pat0lucci gli Ordini dei medici, e dai di1rettori di Sanità de' OaJ.b oli, - auspice l'Associazione monarchica dei .dieci Corpi d'a:rmata. Il col. med. E. Cimino nazion·ali.sta - nell'atrio ove quel glorioso marè i.acaricato di rap,p resenta:re il genera.le Della tire fu a.morosan1ente curato . Pronunziò un alto Va1Je. discorso Gian Andrea Esengrini, so11evando onde " .t!:gli rioOT1da, in ·u n·a ci.rcolare, che gli ufficiali dà commozione. ~ medici, vissuti a contatto col ooldaito di S:a.Tuità, hanno i1D1parato ad amarlo e ad appl'ezzarlo. Prega La conferenza d4>l prof. Ascoli all'Ordine dei Me- pertanto i Colleghi direttori di Sanità e il diretdici di Roma. tore della Scuola di Sanità perohè vogliano coaIl 4 lu~·io nella sede dell'O~dine dei Medici di diuvarlo nella raccolta delle offeirte presso i diRoma, ebbe luogo la prima delle annunciate oon- pendenti uffiioiali medici e perohè vogliano faJr ferenze per la illustrazione di importanti ed at- conoscere, anche al di fuori dell'ambiente militare, quaili sian.o gli scopi che il Comitato si pretutali temi di ·m edicina e chirurgia. figge. La oonferenza è stata tenuta dal ch~ar.mo prof. Pairliico1aranente gradita SM'à la raccolta di foVittorio Ascoli, direttore della Clilllica Medica di Roma, il quale in rapida e lucida sintesi ha espo-- tografie, dati biograf ioi, ecc., dei militari di Sanità caduti ~ul calll!po o nell'Osipedaile, cosia che '>to l'importanza che attri.a.lmente ha per la medicina pratica e per la mediioina sociale il tema sarà utilissima per la compilazione del numero • llnlCO. presoelto: « La malaria oroniica ». Le offerte ed i dati di oui sop1·.a sono da invi.are L'illust.re clinico in base .a.Ile f.asi storiche delle endemie malariche, ha pooto in evidenza l'effica- al dott. E. Cimino, colonnello medico Direttore cia notevolissima che ha eoorait3to 1a chinina nelle dii. Sanità. vaste zone di diffusione del morbo nell'Europa settantrionaile e centrale, e la scomparsa n ell'ultimo Onoranze al prof. Bolognesi. seoolo, cioè dopo l'uso della chinina; e ha inA Siena avrebbero dovuto tri·butarsii solenni dioato le ca11s1?1 che hanno potuto :impedia:e un rionaranze al prof. Giu,..c:;.eprpe BologneiSi, direttore sultato a11alogo nella parte meridionale. Qui si è della Clinica e della :Patologia chirurgica di quella ottent1ta l'indisoutibile diminuzione delle forme più mriavi (perniciose e cachessia), ma si so110 de- Università. Per desiderio espresso dal Bolognesi però, i fondi raccolti per le onoranze som.o stati· terminate oondizioni atte a produ:rre 1a cc malia.ria . dev·o luti a f.avore de lla locale Clinica ;pediatrica . cron lCa ». La cerimonia perciò si è limitata all'offerta di L'oratore ha potuto con tale riassu11to epidemiologico e clinico del tema e con l'esposizione sin- un .a lbum con oltre 400 fi·r me di amm1ir a tori e di tetica dei vari fattori ·wmbientali e B()Ciali capa.ci una medagJ1ia-rioord-0 in oro. di contrastare ]'a2ione della chinina, invocare efPer le onoranze al sen. Cardarelli. fioaoemente l'uti•l issima coJllabor.azione di tutti i medici praliioi 131lla lotta oo.n tro l'en1d emia, seguenIl Consiglio deJI'Ordine dei Medici della Prodo oort fede quianto è frutto di lunga e sana espevincia di Na.poli ha rjme&SO L. 10,000 all'on. prof. rienza cli,n ica in attesa di nuovi veri. R. Cap·o rali, presidente del Cormitato per le onoranze ad Antonio Cardare1'li. Una conferenza dell'on. Capasso. 1

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L' on. prof. P. Capasso, direttore de cc Il Pensiero Sanitario» di N rupoli, ha tenuto a Torino una co,n- · ferenza, per invito dell'Istituto Internazionale di SoeioJogria, sull' eccesso di popolazione, destando vivo intere&se e conseguendo un pieno successo.

Per un ricordo ai soldati di Sanità caduti in guerra. ~ stato costituito in Roma un Comri.tato nazào-

na.le coll'intento di erigere nell'Ospediale militare del C10lio un a artistica lapide e di pubblicare, in

Alla memoria di Giovanni Pascoli. Il <l10,t t. Brunelli stima doveroso di ricordaire che il grande poeta d ell'Italia contem~oranea fu un .amico dei medici condotti e ohe Egli esaltò l'oper.a benefica del Collegio-convitto dii Perugna rievocando l'episodio della fanciull,etta orfana, il quale ispirò a Luigi Casati l'idea dell'Istituto. Propo ne pertanto che, ad onorare la m·e moria del geni.ala Poeta, nella ricon·enza del XIII anniversar>io della su.a morte, i medici mandino una


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offerta, sia pure modesta, aJla Presidenza dell'Istituto stesso, ond.e ooncorrere a costituire un fondo che consenta l'istituzione di borse di studio, da intitolarsi al nome oaro e venerato di Giovanni Pa.c-coli. (Da «L'Avven. Sanit. »).

In memoria di G. B. Borsieri. Come avevamo annunziato, il 31 miaggio venne oommemorato, a Civezzano (Trentino), il secondo centen.ario della nascita di G. B. Borscieci. Doipo un;asseinblea generale dell' .A.ssocia.z.ione Medica Tridentina, i convenuti si recairono allia piazza del M·u nicipio, o.v e, pcr:esenti le autorità, i membri de.L Comitat-0 d'onore, medici e ospiti, si svoJs€ 1a cerimonia commemo,r ativa inn.a nzi alla casa del Borsieri, con un saluto del siindaco, la lettura delle a.destiorii ed un efficace dis.corso del d-0tt. G. De Bosio sulla vita del Borffieri come clinico e come studioso; poi il dott. D. Sa;rtori rievocò i fasti patriottici e civili della famiglia Borsieo:i. Formatosi un corteo, questo si recò innanzi alla scuola elementare, da intitola.re al Bor.sier.i; dopo discorsi del m.aestro, dell'ispettore scolastico e di n1ons. Vaia, al st1ono degli inni della Patria, venne levata la bianca striscia che copriva la dedica; la cerimonia si chiuse oon un'allocuzione del prefetto Guadagnini. Nell'occasione Ja cittadina era vestita a festa. 1

Il Regolamento per Je migliorie igieniche negli alberghi. La. Gazzetta U fficiale pubblica il R. Decreto 24 maggio 1925 n. 1102 contenente le n<l•rme per rende(l·e obbligatoria l'attuazione delle migliorie igieniche e sanitarie negli alberghi, e per mettere in grado l'Ente n:aziona.le per le industrie turistiche di raggiungere le finalità di vigilanza, che sotto tale riguardo gli sono att.r ibuite da;l propirio sta·tuto.

A.Ila Scuola Samaritana. ~

La Scuola Samaritana, sorta per nobile iniziativa dell' Assooiazi,o ne R-O!mana dei liberi docenti di Roma presiedut.a dal p1rof. V. Giudiceandrea, ha chiuso il s uo dodicesimo corso ocdinario svoltosi regolarmente per sei n1€si nei locali del Co·llegio Romano. Anche quest'anno l.a scuola è sta.t a frequentatissim.a e fra le aJ.lieve si sono notate molte signore dell' aristoora.zia, pa1reccl1ie signorine e numerose insegnanti delle scuole cittadine, e sono pure :intPrvenuti p~'Ofessionisti, uffioia.1i e funzionari dello Stato, oltre a.d una 1.a.rga rappresentanza di infermieri dei civica. os.pedal~. L a (<Samaritana » oltre a formair e una non indifferente falange di infermiere ed infermieri volontari, tende al perfezion.am.ento di coloro che prestano già ser. ,·iz:io stipendiato in luogh·i di cura.

[.i\.i~NO

XXXII, F ASC. 29)

RASSEGNA. DELLA STAMPA. MEUICA. Bull.. Méa., 31 gen. - L. BERNARD. Organizzaz: della siero-profilassi del mo.rbillo. Gazz. d. Osp. e d. Olin., 18 gen. - G. GALLI. L'insonnia dei cardiaci e degli arteriosclerotici. Bi /orma Med., 19 gen. - C. CouvERT. Elettroproteinoteraipia 11elle mailattie cutanee e veneree. Pe1i.s?.ero Med., 20 gen. - R. JEMMA. Diagn. de.li'infez. t ifoide nel bambino. M edic . ltai., dic. - L. BoNACORSI. Sesso e m01·bilità. .4.·n nales de M é,d., dic. Numero consacrato alla febb.re. M edicina Ibera, 3 gen. F. PoYALES . Primi , saiggi di fototerrupQa ooulare . ]!iinch. ~1 ed. lVoch., 2 gen. - W. AscHUTz. Diagn . e prog11 . nel trattam. chirurgico del ca1rcinon1a gastr. - C: GoTTSCHALK. Esantema variolifarme il1izia.] e nel tifo esantem. Stuclios ]fedicos, dic. - J. lVIAcDONALD e R. BuENDIA. Crisi viscer ali 11egli edemi a11gioneurotici. M.i nerva l\1erl., 10 gen. - F. MICHELI. Indicazioni di operabilità delle varie forme di splenom egailia. - _.i\.. CEcONI. L'itterizia. Archives of 11Je,z. Hydrol. , gen. - F. LASAGNA. Valore teraneut. delle acque salso-iodiche in otorino-laringologia. Rev. Med. Latino-Amer., dic. - G. Bosço. Il ... sist. nerv. vegetativo. Oult. k9to1na.tol., mar. C. BRUGNATELLI. Sul solfocianuro di potassio nel],a oarie dentale. ]![ed. l3cience, mar. - S. R. DouGLAS. Chemoterapia della tbc. ]J orgagni . 22 feb. - P. STANGANEI.r.1. I riflessi della stomatol. s ulla medie. interna. Soc. d. Hop., 26 feb . - LEsNÉ, H UBER e NETT·ER. I11ooula.b i.lità della sierosità di zona. - A. SEZARY. J nsuffic. su.rren. e sifilide. Mediz. Klinik, 13 mar. - H. STRAUSS. Pseudocoma diabetico. - G. HERRMANN. Trattam. della. paral. progress. con la malaria. Morgag11.i, 1 mar. _- .A. TARSITANO. Terapia antitubercolare. - 8 mar. A. CECONI. L'itterizia. Boston Nl. a. !9. Journ. , 5 mar. - C. W. McCL URE e a. Studi sulla funzione epatioa. Pa1-is ~~féd ., 11J. mar. - JoNEsoo e PoPPER. Cirrosi epato· splenica. malarica. Presse .Yérl., 11 mar. - CHIRAY e F. TRIBOULET. Stasi colecistica e stati emicr.anici che guariscono ooo drenaggio bili1a re medico. Bull . .4. cad . }/Jéd., 3 mar. - RASTONIL. L'insulina nelPacidosi d egli operati non diab-etici. J ourn. de M éd. de Loyn, 5 mar. - C,. GARIN. Il parassita e il trattam. medioo d ell'amebiasi. Rev. ]féd. Suisse Rom., 10 m·a r. - M. RocH e J. MozER . La lipomatosi discreta. - G. B1EKEL e al. La sindrome pancreatico-aortica. P ·r o c. R. So-e . J.l led., mar. - DistuJ·bi non specifici <l·a deficienza tli vitamine (dri.scuss.). - L'analgesia ~lancnioa (disc11ss.). - Diagnosi di affezioni oanoorooo della tiroide (discuss.). - Oopiosa casistica.


[A!'.~O

XXXII,

29J

FASC.

1039

SEZ IONE PRATICA

"

Cuore· e Circolazione

IL VALSALVA

Continuazione de

Rl VISTA MENSILE DI OTO-RINO-LARINGOJATRIA

LE MALATTIE DEL CUORE E DEI VASI

diretta dad prof. CUCLIELMO BILANCIONI

. \

Periodico mensile diretto dal prof. VITTOl{IO ASCOLI Il f asc•1colo 7 (1925) contJiene:

!Redattore capo: prof. CESARE PEZZI Il fascioolo 6 (g1i.ugno) contiene: LAVORI O ltIGINALI. 1. L. carugati : Il tessuto di sostegno n-eil. sistema di ooruiuzione de1l'eooita..mento del cuore. lI. F. castellotti: Le m·odificaziomi della p.r06ìSione arteriosa dur.am.t e gli a'ttd delila respirazione nei cardioipazien ti. III. P. Sisto : Swll'i,m piego di aghi come elettrodi nelila te<'n·i-ca elettrocardiognafica. RASSEGNE, RIVISTE, CONGRESSI. Clinica : Le varia:&ioni della grandezza del cuore in ra.piporto agli atraipa.z~i corpor~i. specie Siportivi. - Angina di ipetto e trattamento chirurgico. - Occlusione aortic.a consegiuente ad immobiLizz•az<ione in diastole detlle valvo1le sigmoi.d·i aterom atose. - Stenosi aor-tica • con so.ff·jo sistolioo a foco1aio di massim,a aeooltazione nel V sspaz.io intercostaJle sinistro e a lla regione della punta. - La terapia dell 'extrasistolia. Stenosi e insuificienz.a aortica OO•n 00°m uni cazione .Lnterventricolare secondari.a. - Contributo a,llo studio raddologico e oliniico degli spostamenti del cuore in presenza di lesioni tubercolari dei polmoni. - Studd sul.la troonboan.gi1e obliterante. - Sulla frequenza de1le affezion:i sifi1itichfl de l euore e dei vaei. - Semeiotirc a : Un diispoeitivo 51Pecirule iper stabiliz~rure la col'da degli elettrocardiografi e dimin.uàre le oscillazioni dovute a deJle in·f luenze indipeindenti da Qlllelle del cuore. N'llovo misuratore dellla pressione oapillare. - La pressione sangudgna n~i oa,pillatii. - Radio.goniometria del centro circolatorio. NOTIZIE BIBLIOGRAFICHE. A. Rossi : Mor.fologia .clinica e fiedoJPattologi.a del cuore. Abbonamento per il 1925: Italia L. 28; Estero L. 38. P6r gli abbO'Ilati al « Policlinico » : Itali.a L. 22, Estero L. 32. Un faecioolo separato L. 3.60. N. B. - Ai D1uovi ri bbonati del 1925 a « Cuore e Otrool.azione » Bi con~on c le intere .an.niate 1920· 1921-1922 e 1923 del periodiieo u Le malattie del Cuore» e 1924 di •Cuore e Ci.roolazione 11 per sole L. 75 se in Italia e per sole L. 100 se all'Estero, i.in porto franoo. A. richiesta si invia numero di saggio. Inviare V~lia PoBta.le a.I Cav LUIGI POZZI - Vd.a. Sistina. n. 14 - Roma .

"

Terapia : I. A. TRIMARCHI : Su di alcun·i metodi di terapit a nell'ozena. - II. G. FERRERI: La cura dell'ozen.a oon il tartaro s·t ib:iato per via erulovenos·a . Osservazioni di cliin1ica: E . ì\iIORELLI: Sul ·modo di oom11>ortarsi ·delila papi1tla del nervo ottioo lllel.l e lesioni cerebellari. Ricerche di laboratorio : F. COLA: Su1lla ricerca dei oo.rpii inolusi nei papillomi dellla mucosia bocoaJe. NQte di tecnii:a cH·ni~a: G. MELDOLESI: Nuovo artif·ilcio di tecn:i.ca per le apipilicaziOilli raidiumtera.piohe &ullla baf3e della lingiua. Capitoli : G. FE.RRERI: Il cinquantenario dell'Ass·ociazione « G. Oardamo ,. fra i sordomuti d'Italia. Fra la scienza e l'arte: G. CUNELLI: La voiee, il canto e J 'oto-rino-laringojaitra f isiologo. Recensioni : Rap1p orm fl'a resrpiro e preparaa.done della parola. I l :re6(piro dopo la parola. Fen-0meni di suggestibilità reSlp.iratoria. - .Sulla dissenasibibizzazione a SCOfPO terru:peut:iico nelle corizze s pas;m -0diohe veriodiche. - Dehl.e otoirragi.e carotidee ,per ositeomdelite della roc-0.a petr-OSa. Deformità ·dento-fruc.c,iruJ.i e evil uippo to· racico. - P.aitogenesi e diagnosi dei divertioolli esofagei. - C-OD.Si.<lerazioni ietologiche sul l'.inoscleroma. SulJl'im(pol"ta.nza ·de11a .rdicerca ematolo~ioea in otorinolaringoia.t ria. - G-0zzo della ba1se del'1a lingua. La nota storica: G. BILANiCIONI: Il .preciursore dei se~ gnii. di Rinne e uii Weber : Gerola.ino Ca.piva.coio. Notizie e questioni. 1

Abbon31Dlelllto per il 1925: Itailia L. 28; Estero L. 38. P er gli abbonati a l u Policlinico >>: Italia L. 22; Estere L. 32. Un numero eeparato L. 3.50. Inviare Vaglia postale .al Cav. LUIGI POZZI \ Ti.a Sistina. n. 14 - Roma.

Indice alfabetico per materie. Aerofagia e rinofaringite Pag. 1027 Asma: cu1ra « na,s.a.Je ,, . )) 1029 Bibliografia )) 1024 )) 1011 Bismuto n~lla terapia della sifilide Concorsi : ·varie . . . . 1031, 1032 Condotte 1nedicJie: licenziamento per )) soppressi,orie di - . 1033

Cr-0naca del. movimr,nto professionale . Eìmicra.nia : patogene.si e terapia . Ginoochio: distacco tra.u matico del menisco interno . • Ir-ertensi.one : cura Laringite tube1rcolare: pr~crizione Malaria: il verde di Sohweinfurt oome .a.ntila;rvale . Naso-faringe : diagnosi e cuTa dei tumori Ji.nfo-eipiteliali Nervo ricorrente laringeo: paralisi N eVTalgia <le1l trige.mino e sjmp·atioo

)) ))

1034 1021

)) ))

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Roma • Stab. 'f ipo-Lit. Arman i Gi M. Coa'l'rier.

N on1 i ne : limiti delle f acoltà dei Comuni Pag . 1032 Perjto11ite tuberQo}n,re: tintura di iodio )) 1009 p<="r via endopéritoneale . . )) 1023 Prostata: ipertrofia; radiumte.r.rupia . Prostata: questioni riguardanti la ohi)) 1022 ru1rgia. dell'ipertrofia . R eazione di Botelh()1 e sua i1n portaIDza )) 1025 clinri.oa • . )) 1029 Ste.toocopio elettrico . )) 1029 T.abe: n.l"Sienobenzoli nella 1025 Te11ue: leiOlID.ioma a rar a CO!Tl1plicazione )) )) 1018 Tetano: forme .a.non1ale . Tubercolosi articolare aip erta: tratta)) 1005 mento1 col metodo Salieri . )) 1026 Tubercolosi laringea ignorata . Tubercolotici pol111on ari trattati coi sali )) 1025 di bismuto: con1porta.mento . Vegetazioni adenoidi: a,b lazione seguita )) 1027 da menin1g ite tubercolare

-

V. ASCOLI. Red l'eSJ>·

d


IL POJ"'lCLTNlC'O

(PAQIN A. DELL'.AllMIS'l'RAZIONE)

SEZ. PRATICA

FASC. 29

Pubbl/ca.zlone di eccezionale Interesse :

Prof. CARLO BASILE

Diploma~

in Medicina tropicale al Roycal Coliege of Physio~ame y Surgeons di Londra Libero Docente in Pa.nassitologia - R. CLiruoa Medie-a .di Roma.

Diagnostica delle malattie parassitarie Prefazione del prof. VITTORIO ASCOLI: Clinico medico di Roma. Ci sia consentito di riportare quì appresso la Prefazione con la quale il prof. ASCOLI, si compiaciuto fregiare il nostro volume.

&

«La parassitologia, ove comprenda lo •s tudio di tutte le specie di gevmi infestanti l'uomo e quello dei ri spettivi ospiti intermediari, e quando si protenda a delineare le forme cliniche conseguenti e a dettare norme precise èU diagnosi, costituisce un campo vasto di dottrina che negli ultimi anni è stato profondamente trasf ormato e con molto sollievo dell'umanità coltivato. Un insegnamento che istradasse t giovani medici a l1n pratica para ssitologica è stato da vari anni introdotto nella mia Clinica. Trovai- la ~1,sona bene indicatn nel prof . Basile, il quale prima per molti anni s'era occupato di parassitologia sotto la guida d'un maestro prezioso, Battista Grassi, e poi s'era perfezionato, diplomandosi alla Scuola Tropica le di Londra Ne trassero soddisfazione e vantaggio i miei allievi. Stimai quindi opportuno di consiglia re il prof n .\ S rLI-~ <1i 1.uettere a profitto dei medici italiani i frutti della sua profonda e precisa preparazione biologica e- della sua pratica d'in'Segnamento. Il prof. BASILE ha sacrificato la legittima soddisfazione di scriYere un bel trattato 1)€r raggiunge re lo scopo di renderlo sopratutto dimostrativo eà utile ai medici . Messe da parte le nozioni generali di zoologia e di patologia, e così pure evitata ogni discUS$ione su nrgomenti contr-0versi (nel che è facile sfoggiare la cultura e le virtù dell'ingegno), l'autore si è imposto il l'ud~ e difficile compito di con densa re in proposizioni nitide e serrate le veritA acquisite, nude d'ogni illustrazione non strettamente necessaria . La stringatezza dell'esposizione è cosi armonica•m ente combinata a d una grande ricchezza di precise tabelle riassuntive e di figure evidentissime che r ende il libro veramente singolare . Più cose che parole: le cose. certe ; le parole. chiare . Lo studioso ha davanti un trattato ch'è al corrente del progresso in una materia di natura complessa e di rapida evoluzione: il pra ticD una guida sicura per la tecnica e Ja valutazione d'ogni ricerca parassi tana : e l'uno E:' raltro vi troveranno documentata la larga e profonda preparazione dell'autore e la sua rigida probità scientifica. L'edi tore ha seconda to gli sforzi del prof. BASILE, curando la precisione del testo e la finitezza delle figure . ~1i lusingo pertanto che i medici italiani condivideranno il mio giudizio sulla: bpportunità d'un trattato d el genere e sull'indovinata esecuzione del presente volume di DIAGJ.iO~ Tl OA PARA. SS ITllRIA . un s icuro successo l'attende». V. ASCO'Ll. Perchè i rettori a e1 « Pol iclinico,> possano prima di inviare l'importo det vo1ume, avere un criterio aet1'11n1101tan2a della pubblicr iione ne d .an10 qui d1 seguito 1•tntl1ce Generale:

o N }!) .

I)ARTE I. PRorrozo1. - UARA'rTERI GEN'ERALI: MoHFoLoorA, Ft~10L001A, Ril' nonuz co~E · CLASSIFICAZIO~E Sruo10 SISTEMA.Tr.co DEI PROTOZOI P.i\RASSl'rI. - I PROTOZOI IN· Tffi~'r IN.i\.LI ~ A) AMEBE TNTl!:STI~.\LI DELL'tToMo : Caratteri diff\~renziali: Azione patogena · B> E'LA · GELL.\TT INTESTINALI DELL'troMo . Polimastigiri..a: morfologia : Prolornonadina: morfologia; Azione patogena · 0) SP01-:ozor T NTESTT~ALI DELL.tJOMO · Coccididae: morfol0gia: Azione patogena - D) CILIATI IN1'ESTINALT DELL'uo~ro: Balantidiuln coli: morfulogia: N'yctoterus faba: mor!Qlog1a; Azione patog~­ na. - ~·Iouo or TRASl\fISSIONE OEI PROTOZOI I-:'\TESTINALI rATOG 1':~I. II . PROTOZOI DEL SANGl1E: A) E:hfOFLAGELLATT: a)' Tripano sorn a: morfologia, trasmis~ion(->. azio11e p& togena; b) Leishrnariia: morfologia, tra smissione. nzioue patogena · 8 ) :ID~1osPORIPII : fJJ.o sn1 odi<lae: morfologia: riproduzione ase~~1ale : morfologia : riproduzione sessuale; tra smissione: azione pn togena; a ltera:tioni fonda menta li: a Iterazioni colla tera li: form e cliniche: mala ria. acuta. tipi f€·bbrili, sindromi cliniche; ma lari a cronica : malaria latente: successioni morbose · 0) SPIROCHETI: a) T ·r evone1na: morfologia: tra· sruissione; azione patogena. Infezioni <lei sangue: febbre ricorrr·n te (tipi clinici): infezioni dei te~· ~ti: sifilide. tramboesia: b) l.ieptospira: morfologia; azione patogena: ittero in·f ettivo, febbre gtaJ· la, febbre de i sette giorni, sodoku: e) Altre spirocheti : broncospirochetosi - Tecnica diagnostica : protozoi intestina li: e$<1 1ne microscopico; protozoi del sangue : esame microscopico: cultura . · Pun· tura della milza e del midollo osseo. PARTE TI . l\1ET.t\.ZOI. · STtrn10 SISTE~!ATICO OEI ~!ETAZOI PAHASSITI. - I. PLATELì\1INTI: A) TRJ<;MATODl : Parte generale · (;Jns~ificazio~e - Distribuziu11e topogrnfica: a) Trematodi dei polmoni; b) 'rre· mo totli tlcJ fcgn to: e) 'l're1na todi dell'intc~tino: d) 'frema to1i dei vasj sahg11igni: /J) ÙESTOD1 : Parte .gencrnlc Clu~~ifica:1.ione · Di~tribuzione topogrnfira: a) f•)rme intc~tinn.li: 1° PsEuooPHILLIDEA: 2<> CrcLOPRILl,l l>EA: nzione l lll to~cnn : b I fol'Ille sn1na ti eh e : 1o (;1sTrCEdOUS OELLULOSAE: 2° SPAROANUM MANSO~ I: Ho Ecur:-.ococcc8 : azione pa1·og-cna; dingnoi::i. II. NJ·~~IA'l'EfJ~1INTI: A) NEMATODI: Parte genera le: Classlficn zion(\: a) Ascn ride: mo1 fol 0 1~i:-i, tras1ui~~ione. azione patogena; b) Anchi· lostomi<le : n1orfologin, tra~uii~~inne. azione patogena: e) S•.rongylide: morfologia: d) Filaride: allo stadio adulto, allo stJl<lio (\n}brionale, trn~n1issioue. azione patogenrr; e) Dracunculide: allo stadio adulto. aJlo s tadio en;briouule. trn~1ni~~io1H.'. azione r•atog<'nu: f) Oxiuride: morfologia, trasmissioce. azione pn togena: g) A ngio:5tom iclf\: n1orfologiu, tra~n1iss ione. azione patogena: h) Trico$i)ruide: morfologia, azione patogenn: i) Trichinellide: morfologia. ciclo evolutivo, azione patogena. · Tecnica el1nintologica : Esame per ,·ermi a Ilo Btndio adulto - Esame per vermi allo st;adio larvale e di uovo · Conserva?.ione dei vermi allo stadio adulto e larvale - Cultura d.i Strongyloides-Ankylostomn P P RE FA z I

-

Necator.

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r'

di pn.gg. XII-262 (N. 8 della Collana Manuali del cc Poli-0linioo ») stanupato su con 91 figure e 18 tavole intercalate nel t-esto, più 2 tavole a colori fuari testo. n ostri abbonati sole L. 29,50 in porto franco. aglia Posto le all'Editore LUIGI POZZI - \ tia Sistina,.. 14 - ROMA. I


ANNO

XXXIl

Roma, 27 Luglio 1925

Fase. 30

fondato dai professori:

GU IDO BACC EL LI

FRAN CESCO DURAN TE

SEZIO Ng

PRATICA

R EDATTORE CAPO: P ROF .

SOMMARIO .

Lavori or iginali : G. Ci-0ni: Alcune ,oo,n siderazioni eull

meccanismo di produzione dell'eosi·n ofìlia. Osserv azioni cliniche: P. Costantini: Ile<> per 1iiruvagi•n azione tiflo-colica favorita da pericolite imemhranosa. Note di t ecnica : E. Pazzi: Lmportanza dell'indagi1ne r~ò.i-<;>logica nell'acciertamento etJi.ol9 gico precoce delle 1

1>1ur1e.

VITTORIO ASCOLI

Sunti e rassegne :

MALATTIE INFETTIVE: T. l'e~peri1nento nelle in.fezion1 i

Pontano: La clini.oa e erpetiiche. G. Jlermarun: Sul trattamento .dell a .paralisi 'P'rogl'fessiva mediante l'infezione maJlairica. - CUORE E VASI: B. T. Pareons-Sm.itb : Il meooanismo dell'insufficienza cardiaca. - Ide: La .progn06'i nell'extra.sistole e nella tach'i:car1lia. -- ARTICOLAZIONI: Gilbert-Dreiyfus ·e P. Bourg·e ois : Lesioni luetiche al't:Ji•c olarì. - M. Weil e P. BourgeoiB: AlC1rnne forme clinich1e delle mandfestazioni airticolari nella e.ifilide tardiva. - G. Rosenburg: L:'t reazione ~.ntieta,fiùol.i•tica n€lle norme la-rvate di 06teomieliti ed n.rtriti sta,filom~cotri.tche. -

BoD.lll : Oontribu·t o alla pato,g eneei d1ell'·airtrite deforman.t e ipostl.infetti via.

Cen1n i bibliografici. Appunti per il medico pratico :

La. febbre .dei tuber.o oloeì. - Un nuiQIVo metod<> per la diaignosi diffe-renzi1a l e 1delle infiltraZ'iOTlJi ipo1mona.ri. - OASISTICA E TERAPI A: La. 1CJefaiLea. r- L'.azione de1Jl'i31tro.pin.a, sull'ipertonia poeteD!cefalitica. - Il salicilato dii sodio nel'l'encef.a l ite epiidemica. - Sull'avveni.ire 1deg~i SIPa.&lIWfili. - Spasmofilia e :nevr.adigia del tr~gèin,i.ID.o. NOTE DI MEDICI NA SCIENTIFICA: L'.arm.a..tura elaetiioa .n orma.le 1e 1e aJterazioni istopatologiohe dei ·brO!lJObJi oartilaginE>i. - POSTA DF.GLJ ABBONATI. - VARI A. Poli tica sanitaria e g iurisprudenza : G. Selvaggi: Controversie giUII'id.:iJohe. Nella vita profession a le: Insegnamento e.u per.i,o re. Oron.a>ca del movimem.to professionalie. - Concorsi. Nomine, 'Promozioni ed onorificenze. SEMEIOTICA:

Not izie di verse. Indice alfabetico per materie.

Olrltti di proprietà riservati. - É vietata la riprod'Uzione di lavori pubblicati nel POLICLINICO e la pubbliiJazionP dei sunti dA essi. senza citarne la fonte. '

Memento

Ai pochi abbonati che non hanno ancora inviato la 2a. rata semestrale dell'abbonamento in • corso, rivolgiamo preghiera di farne sollecita rimessa. L 'AMMINISTRAZIONE.

LAVORI ORIGINALI. I STITUTO DI CLINICA MEDICA GENERALE DELLA

R.

UNIVERSITÀ DI PISA

diretto dal prof. G. B.

QUEI ROLO.

Alcune conside1~azioni sul meccanismo di produzio11e dell'eosinofilia. per jJ clott.

GASTONE CIONt,

già interno di clini ::a.

Dalla lettura di un lavoro del dott. T. Venturi: •< Ricerca dell'eosinofilia nella scabbia » , 1 p raticato nell1 R Clinica Dermosifilopatj ca di Firenze e comparso nel n . 25, anno 1924, di questo <atesso giornale, prendo oocasionQ per render note alcune considera2fioni di incì ol e gen,erale circa il meccanismo di .p roduzione dell'. eosinoftlia, considerazioni che io riprendo da uno studio che 1praticai nella R. Clinica ,Medica di Pisa nel 1922 e • che 11on ho pubblicato. In tale studio, « Sul significato clinico dell' eosinofilia n, che io con dussi a termine sotto la guida del prof. Carreras, Aiuto di Clini~a. al quale tengo ad esprimere pubblicamente i sensi della più viva gratitudine, io m1 occupai appunte d~l­ l'argomento allo scopo di ·p ortare un contribttto

alle tanto discusse questioni sulla formazione degli eosinofili - se siano cioè di natura istiogena o mielogena - e sul meccanismo con cui tali globuli bianchi, in un territorio o nell'altro venuti alla luce, affluiscono nel torrente circolatorio o si addensano nei .tessuti in 1p reda a iprocessi patologici svariatissimi. E prin-cipalmente nella scabb,i a io studiai la formula leucocitllria; i1on starò a ripetere qui i miei risultati, prima di tutto 1perchè sono presso a poco concordi con qt1elli del dott. Venturi, e 1p erchè, inoltre, non a questo particolarmente io intendo rivolgere la rnia attenzione. Ad un solo fatto accennerò, e più oltre spenderò alcune 1paro1e per la sua interpretazione : alla mancanza cioè di reazione eosi11ofila, sostituita talvolta da marcata polinucleosj neutrofila, in quegli scabbiosi in cui l'infestione era complicata da lesioni settiche gravi dell a Cl1te o deg~i organi interni.

Da un primo sguardo al gran numero di aff ezio11i morbose che a comune presentano reazione eosinofila, ci r€n·diamq subito conto deJla 11.ecessità di distinguere 1in vari ·gruwi, $!ati

d


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lI. POLICLINICO

:p atologici così diversi e di fronte ai quali così diversamente gli eosinofili reagiscono. Dobbiamo infatti dif:ti11guere, dalle affezior1i in cui l'eosinofilia si presenta nel sangue circolante, quelle altre in cui l'accumulo dei leuco ~it.i eosinofiJ i si dimostra in seno agli altri tessutj. Ed un altro gruppo 1p uò farsi, certamente il più numeroso, che a ccoglie quegli stati patologici ' in cui l'eosinofilia si può dimostrare nel sangue e nei tessuti. Ma tali granulociti che noi troviamo ne] torrente circolatorio o agglomerati alla periferia delle zone in preda ad alterazioni anatomQ-patologiche, donde traggono la loro origine? Dalla constatazione che in molti ca$i 1ali. leucociti, in primo tempo accumulati nel sangue, si trovano piì1 tardi in seno all'organo che è sede della alterazione anatomo-~atologica, e che, al contrario, talvolta l'eosinofilia loca1e 1precede quella 1sanguigna, ne risulta che un duplice meccanismo di 1produzione sia stato invocato per questo 1particolare aspetto che l'organismo, in vari.e contingen ze, assume. Gli eosinofili hanno come luogo di origine ~l torrente circolatorio, ed il mi·dollo osseo in particolare, oppure qu'alunque altro tessuto può esser sede della loro 1produzione? Tutte e due le ipotesi sono confortate da osservazioni ed esperienze a ccurate; ma fino ad ora nessuna ha trionfato sull'altra. Come sem1pre avviene in tema di teorie, ciascun autore ha basato la pro~ria con cezione su qualc-hoe fatto positivo che gli è 5tato po3sibile mettere in evidenza ed al quale egli ha dato u11a importanza assoluta: altri autori, che .p er circostanze diverse non abbiano potuto mettere in evidenza questi particolari rilievi, o che ad essi abbianc attribuito un 'importanza secondaria rispetto ad aJtri fatti che essi descrivono con1e costanti e specifici, a buon diritto negano q11anto è stato preçedentemente affermato, jndirizzando i loro ragionam enti in un campo 1p erfettamente Otpposto. l~ mettendo a confronto le diverse i'p ctesi e traendo quanto di ''ero e di con'f ermato è in ognuna, che possiamo metterci sulla giusta via per giungere a qualcosa di veramente concreto. I sostenitori della teoria mielogena afferrnano che i leucociti eosinofili chie. si riscontrano patologicamente .in aume11to in condizioni morbose svariate, originano, come quelli che circo1ano norn1almente i.n nu1nero fisiologico, .dag}i. organi foTmatori degli elementi morfologici del sangu e e cl1e la loro presenza negli altri tessuti è il risultato di metastasi e chemiotassi. {Ehrlirl1, PietrO\\·scl{i, Galeschi, ecc.); aggiungono poi che, trattandosi di cellule che morfologicamente in '

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nulla diff erisco110 da quelle cl1e riscontriamo nel sangue normale originate dagli organi ematopoietici, è assurdo pensare che possano nascere altrove. Per questi autori l'eosinofilia si produce ogni volta che al midollo osseo giunge uno stimolo -ca1pace di attivare maggiormente la produzio11e di 1questa s1peciale categoria di leucociti, e la produzione degli elementi 'fabbricati in eccesso è identica a quella degli elementi messi in cii.·colo in numero normale. Il trovare gli .eos1nofili accumulati nei tessuti in cui si s'rolge un dato processo patologico, lungi da dimost:rare che localmente ne iè avvenuta la produzione, sta a significare che in quel punto sono stati at. . tratti chemiotatticamente. Al contrario, per i seguaci ·della dottrina istiogena, gli eosinofili originereb bero in seno ai tessuti in cui il .processo 1patologico si svolge, e da qui passerebbero in circolo ad alterare la for. mula leucocitaria. ·L'eosinofilia, per essi, si dovrebbe considerare come prodotta « in situ », non solo nei casi in cui si ha il r eperto di eosinofilia locale senza reazione sanguigna, ma anr.be quan. do l'eosinofilia si riscontra nel sangue: l'origine e la molti1plicazione delle cellule eosinofile ·avverrebbe nei tessuti e la loro 1p enetrazione in circolo sarebbe un fatto secondario. {Muller, Ried er, . Scbmidt, Neasser, ecc.). Prima ancora che spendiq.mo parole per discutere quanto di vero sia nell'iuna e nell'altra di q11este conc-ez1on1, mi sembra opportl1no rirl1iamarcj alle cognizioni che la mod erna emato1og1a ci fornisce per sfrondare fin da ora l'argomento da ragionamenti insostenibili. Ricordia-· mo intanto che è ormai ipienamente accettata la proveni·enza es·clusiva dei polinucleari dagli elementi ·del midollo delle ossa .e, più specialrr~Pnte, dal mieloblasto corrispondente ad ognuna delle tre categorie. (Ferrata). Unicamente da qi19sto elem ento 1p rogenitore esclusivo, ben diff.erenziabile dagli altri t~pi per caratteristiche morfolo giche ben definite, può, il granulocito eosinofilo~ trarre la sua origine. E questo, io credo, non può fare a m·eno di farci schierare dalla parte , di Ehrlich e dei suoi segua.ci. 1\.1a. dovendo fare qualche osservazione critica sulle teorje s uddette, mi pare che n on si possa disconoscere che qualcosa di giusto dobbiam o vedere anche in quello che si dice dai sostenitori della teoria istiogena; non si IPUÒ in alcun modo ammettere nè la trasformazione di elementi della serie linfocitaria in polinucleari eosinofili (Dominici), nè che questi stessi possano derivare dai polinucleari neutrofili per alcuno dei ta11ti meccanismi invocati a sostegno di ciò, ma è certo che in seno ai tessuti si possono osservare dei fatti tali da autorizzarci a parlare di evolu1

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zione verso la maturità e di moltiplicazione << in situ » degli elementi progenitori del polinur,Jeare eosinofilo. E ciò non urta affatto con quello che Dotpo 51uanto abbiamo ·dierto sull'origine ·deasserisce la teoria mielogena in quanto che, in gli eosinofili, dobbiamo indagare con quale mec. quelJ e forme immature che riscontriamo in seno canismo gli organi ematopoietici fabbrichino in ai tessuti e che, :passando per le fasi della loro eccesso, ed immettano nel torrente circola torjo , evoluzione, danno origine ai polinucleari, noi tali ·elementi. Molto vero.s imilmente ne troviamodobbiamo riconoscer€ quelle stesse torme im1na- la causa in alcuni principi attivi, vaFi n~lle va• ture che abitualmente riscontriamo nel midollo rie affezioni morbose, che ne eccitano la sensiin senso al quale, normalmente, raggiungorio la bilità specifica. Nel caso della eosinofilia da affezioni parasmaturità. Quando una causa, qualunque essa sia, agisce sitarie, si è voluto attribuire il 1p otere di modisul midollo osseo in modo da spingerlo alla for- ficare in tal senso la formula leucocitaria ai promazione esuberante di cellule ieosinofile, non vi dotti della elaborazione dei parassiti, derivanti,. è nulla di strano che vengano immesse in cirsia dallie secrezioni loro, sia da pro.dotti di decolo delle cellule immature e che esse completi- composizione dei loro co:npi; molti fatti invono il loro ulteriore sviluppo nel tessuto dove cano gli autori a sostenere questa ipotesi e, prisono chiamate e che possano, eventualmente, es- mo fra tutti, il rrupporto costante che esi stè fra sendo cellule giovani, moltÌIPlicarsi. eosinofilia sanguigna e presenza di vermi nelEcco che si dovrebbe più proipriamente parlare l'intestino e la diminuzione rapida del numero di apparente, invece che di reale origine istio- degli eosinofili eh.e segue alla loro eliminazione: gena, giacchè nei tessuti non avverrebbe che lo questi ospiti dell'intestino metterebbero in libertà sviluppo e la moltiplicazione di elementi prove- delle sostanze ad azione t<?ssica capaci di modiniènti dal midollo. Avremmo potuto qui obiet- ficare visibilmente la costituzione del sangue tare che nei casi in cui si ha una notevole eosi- avendo 1proprietà chemiotattiche più o meno pronoftli a sanguigna, 1si dovrebbero osservare in cir- nunciate. colo, insieme a forme completamente evolute, de.<\chard e Loe,per mettevano in evidenza l'aziogli eosinofili immaturi a testimonianza del lavo- ne chemiotattica che il contenuto delle cisti da rio vertiginoso a cui il midollo è sottoposto; e echinococco esercitava sugli eosinofili, .riprodtl· questo è ruppunto quello eh.e il Marche5ini ha cendo sperimentalmente l'eosinofilia in animali messo in luce con le sue esperienze: iniettando a cui avevano iniettato del liquido cistico : Ehrsotto cute a delle cavie della polpa epiteliale lich stesso che sosteneva appunto questi :p rincipi di intestino di agnello, produceva in esse eosi- concepiti già dal Neusser, vedeva la dimostranofilia e, saggiando ad intervalli il sangue di zione dell'esistenza reale di tali prodotti tossici questi animali, avanti di vedere <;piccatissima in quelle lesioni ·d egenerative riscontrate daL l'eosinofilia, poteva osservare delle cellule co11 Linnstow in organi risparmiati dai parassiti, ma grossl granuli azzurrofili cbe, secondo il Ferrata, cJ1e appartenevano ad individuj infestati, alteradevono ritenersi i progenitori delle cellule eosi- ziont che, secondo lui, erano unicamente attribuibili alle sostanze tossiche elaborate dai 1p arasnoftle. Ma delle osservazioni in cui molti hanno vo- siti. luto vedere un valido aippoggio alla teoria del- • E per contraip1posto il 1Guerrini, che ha portato l'origine locale e su cui, in particolar modo, in- un contributo di sommo 'ralore ~er l'indagine sistono quegli autori che nelle grosse granula- della causa determinante l'eosinofilia nelle inzioni acidofile vedono il risultato di un pro- festioni, ha ;potuto, nelle sue esperienze sui piccesso di fagocitosi, prima fra tutte è forse quella cioni, riprodurre eosinofilia intensa in circolo con . della costante presenza degli eosinofili dove e semplici irritazioni e maltrattamenti meccanici avvenuta un'emorragia: ora\ a me pare, senza e fisici della muccosa intestinale di questi anibisogno di andare in cerca di spiegazioni più o mali togliendo così ogni valore all'azione dei meno verosimili od artificiose, che il fatto sia para.ssiti e dandone invece molto alle alterazioni sufficientemente chiarito dalle condizioni c;tesse dei tessuti che essi potevano produrre con la che con l'emorragia si accompagnano: dopo la loro 1presenza. rottura dei vasi è meno facile, per le 1~ellule eoQuesta osservazione collima perfettamente con sinofile che 11anno .p ochissima capacità ameboi- quanto dobbiamo ammettere per spiegare l'eosidea, di rlspondere allo stimolo chemiotattico cbe nofilia in alcune affezioni morbose non parassirichiama gli elementi stravasati: da ciò accu- tarie, una fra le tante, l'asma bronchiale; non è· -1nfatti inverosimile che a livello della muccosa mulo nei tessuti circostanti.

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bronchiale vengano elaborate delle sostanze ad a zione chemiotattica specifica per i leucociti eo. sin ofili; esse, entrate in circolo, ieserciterebbero la loro azione sugli elementi eosinofili accnmu. _lati n ~l midollo osseo i quali verrebbero lanciati in circolo a determinare così l'eosinofilia sanguigna per .p oi, per opera di queste stesse . sosta11ze, accumularsi sulla muc-osa bronchiaJe. Dovremmo ripeterci se volessimo accennare a. quanto succede nelle affezioni cutanee in cui si nota eosinofilia sanguigna sola o accompagnata da!· i·dentica r eazione locale - nelle vescicole del :. p.emfigo - : in tal caso è in seno alla cute che ;originano le sostanze ec·citat~ici dei granul0c.eiti . aeidofili ·0uesti 1princi1pi ad azione cl1emiotattica speei. fica risultano, per Ehrlich , dalla trasformazione , dege11erativa delle cellule eipiteliali ed epitelioidi . e ricorda, a sostegno di ciò, l'accumulo degli eosinofili a livello dei tumori epiteliali ed il re. perto costante ·dell'eosinofilia in tutti i casi in cui si può facilmente dimostrare la distruzione di tali celll1le ed il riassorbim€nto de.i prodotti dell a loro disintegrazione. Si tratterebbe di pro. d_otti albuminoidei che, pur provenendo da ele-. menti cellulari dell'organismo, avrebbero acqui.stato la capacità ·di agire come albumine etero.·genee, possj..bilità questa che, come è noto, è stata largam·ente dimostrata. De-Villa ha creduto di poter mettere in ·g iuoco l'esistenza di una eipiteliolisina capac·e di qu~Jta funzion e chemiotattica : anche I.e esperienze del Mare hesini cl1e, con l'iniezione sotto cute allt. cavie di 1pol1pa epiteliale di intestino ·d i agnello ottenuta per rascl1iamento, ha ·p rodotto l'eosinofilia i1el sangt1e, dimostra com e gli epiteli in loro stessi possono avere un potere chemiotattico 1positivo per le cellule eosinofile richiamandole, .nella loro distruzion e, a loro difesa. Ma poichè, come è noto dalle ricer che di nu. m erosi sperimentatori, è ìPOSsibile riprodurre l' eosin ofilia mediante estratti di corpi 1parassitari, così molti autori. si 01ppongono a ciò. Quando ci facciamo a considerare le spiegazioni che al meccanismo di .p roduzione di qu esto fenomeno si son volute attribuire, ci convinciamo subito come ognuno degli osservatori abbia intraveduto il giu sto, ma non abbia cercato di generalizzare quanto le proprie constatazioni gli suggerivano. E, per fin ire con le ipotesi, ricordiamo che l'ieosinofilia è stata anche con siderata come espressione di un fatto anafilattico: ed erroneamente a parer mio, giacchè l'eosinofilia che si riscontra in inolti quadri attribuiti all'anafilassi, IJ>Uò spiegar si benissimo ammettendo che l'agente caipace di provocare Io stato anafilattico, possa, con un'azion e 1parallela, ma indipoenden1e, espliI

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-care un eccitamento alla produzione degli eosin ofili e che, quindi, l'eosinofilia ed i fenorneni anafilattici ~:>iossano. eonsiàerarst e~rne conse_gue11ze di una medesima causa, ma non legati tra loro da un rapporto neeessa:rio. Da quanto brevemente sono andato svolgendo. rist1lta che l'eosinofilia che si ver~fìca nelle coniingenze cliniche le più sv.ariate, non riconosce un tJnico meccanismo di produzione, potendosi sviluppare irn condizioni e per cause moltep·l ici che hanno però, come fatto comune, la penetra. zione in circolo di sostanze albuminotdi eter.ogene e o C3Jpaci di agir come tali, provenienti . •O da. agenti estrinsect all'organismo o da . ele. m enti delt•©:rganismo. stesso IP?Of €>ndamente al·tera ti. Ad un'azj0ne chemiotattica di queste alnumine sopra il midollo osseo, deve ritenersi ·dovftta la iperproduzione d€i leucociti eosinofili la quale pertanto non sembra dotata di un significato clinico specifico, ma sembra esser l'e~s1ponente di una reazione dell'organismo a tali prodotti e ·P iù esattamente dì una reazione di dife sa , come iè leeito !Presumere per la sua com.p ar sa nel p€riodo risolutivo di alcune malattie . P er quanto riguarda la non meno discussa questione della eosìnofilia locale e sanguigna, ri'sult3. 1p·u re evi-dente che l'eosinofilia locale si f orma a spese ·degli eo&inoftli circolanti che, alla loro volta, devono l_a loro presenza alle riser ve let1eocitarie ed al potere rigenerativo del midollo osseo. I

1L e varie interpretazioni generiche dj q·nesto fenomeno che abbiamo pa;ssato in rassegna p ~s­ sono 1pertanto convenire ugualmente all'inter.p retazione dell'eosinofilia nella scabbia giacchè ivi non manca il disfacimento di elementi epiteliali invocato da Ehrlich, non l'a ssorbimento di prodotti 1p rovenienti dai tessuti e dalla vita dei parassiti, prodotti i quali, eventualm ente, potrebbero provocarie nell'ospite anche fenomeni di natura anafilattica. Ho già precedentemente a ccennato ad una circostanza degna di nota che mi è stato possibile mettere in evidenza nel1e mie osservazioni su un numero rilevante di scabbiosi che 5tudia) sotto questo punto di vista: voglio accennare al fatto della mancanza di ipereosinofilia in quei soggetti ~he, .p er l'estensione del processo morboso e per altre circostanze nelle quali siamo 50liti osservare le più alte cifre, - molto spesso trattasi di bambini in tenera età -, avrebbero dovuto 1Presentare una reazione eosinofila impo. n entissima. Questi individui sono quelli che, ol- _ tre alla scabbia, sono in .p reda a processi settici.


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Il fatto, sebbene !Per la -scabbia non se n e trovi .oenno alcuno nella bibliografia, non ,è nuovo nella sua essenza giacch,è sapevamo da molto iempo che i prG>cessi su~~urativi sii. .accompagnan o c0stantemente ad ipoeosin0filia sanguigna cui • segu e una leggera reazione eosinofila soltanto prima. che, per ~a risolYzione d el lli>rocesso, si ritorn i alle cifre n0r.m ali. !Pertanto n ella scabbia, come in altri pr-0cessi morbosi tra cui. tipico quello ·d·ella cisti .d a echinooocco, l'eosinofilia scomp3.re allorquando al processo fondamentale che 1'ave-va prod,o tta si sovrap1pone un processo settico. Come interpretare il fatto ch,e in queste condizioni la ipoeosinofilia si sostituisce alla iper eosinofilia? Potrebbe in primo luogo p en sarsi che l'eosinofilia venga mascherata ·dalla introduzione in circolo di un numero esorbitante di leucociti e più specialmente di 1p olinucleari neutrofili la cui ip erprodu zione sar ebbe provocata, com e è noto, dal iPfOC€SSO SU·p purativo. Oppure potremmo 1pensare che, per l 'insorgenza di processi suppurativi complicanti il processo fondamentale provocatore ·d i eosinofilia venissero modificate le sostanze atte a stimolare la iperproduzione di ·questa sipecie di l eu cociti fino a perdere questa loro qualità. Questo 1p otrebbe spiega r e jl fenom eno, tanto n ei casi di scal;>bia con processi settici estremamente diffusi, quanto, e :forse maggiormente, nel caso della ciste da echinococco s uppurata. Infine potrebbe sujpporsi che, per effetto dei p rocessi suppurativi collateralmente svolgentisi, p en etrassero in circolo sostanze ad azione antago· n istica rispetto a quell e caa>aci di" provocare eosin ofilia, le quali inibissero l'azione di queste ultime e qu~Y>.·di .Ja produzione dei leucociti eosinofili. I ..\. questo riguardo può apparire interessante sof _ fermare un m~mento l'attenzio~e sop!'G. ~i~ dei miei casi riguardante una bambina affetta da un processo scabbioso dif.fuso a quasi tutta la s u•p erficie cutanea e con elementi estremamen te numerosi. In questo soggetto esisteva invero una piodermite C011lJP1licante la lesione ~ondam entale , 1na essa non e:a evidentemente, nè così intensa, nè così diffusa da spiegare da sola la mancanza di eosinofili, giacchè ;ben più gravi forme settiche siamo abituati a vedere senza çhe si verifichi ,questo fenomeno il quale, second0 le mie osservazioni , è, n ella scabbia, assai raro e p.ro1prio ·solamee.t.e d.el~e !0rme gravi e molto diffuse. ::.\'! ~ ~:!"! questa bambina era in c0:s0 b~n i)i°0. g:a,ve malattia, per la quale era stata ricoverata nell~ Clinica chi rurgica, e cioè una grave suppl1r azione delle vi.e llTinari.e - bacinetto renale e vescica -; 1

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per questa affezione l'inferma era in preda a processi settici con febb r e elevata e stato generale grave. • lil' questa bambina p ertanto due processi si svolgeYano contem.p oraneamente ed indipendentem ente l' uno dall'altro: un processo parassitario Ca{Pace di 1p-rovocar~ eosinofilia ed un processo suppurativo; ed in questa bambina l'eosinofilia faceva difetto, anzi. erano d el t utto scomparsi an. che gli eosinofili che fisiologicam ente si osservano, specialmente in quell'età, r.d esist eva inv~ce una S1Piccata polinucleosi neutrofila. Questo fatto star ebbe a dimostrare che, indip endentemente da un'azione diretta sulle sostanze ' capaci di provocare eosinofilia n ella sede della loro produzion e possono, i prodotti della sup,purazione, annullare l'azione loro, quasi che la ìoro influenza antagonistica trascinasse in senso opposto la modificazione della formula leucocitaria. Io non intendo di insistere troppo su questa deduzione che da lla interpretazione del caso 1p otrebbe d esumersi, poichè, naturalmente, è sempre limitato il valore che può attribuirsi a d l1na osservazione isolata, e neip1pure n ego chè an che le altre due ipotesi che ho accennato d ebbano esser prese in considerazione a spi egare la scomparsa. della eosinofilia n elle condi zioni indicate: credo anzi che i mecéanismi in esso in·d icati debbano verosimilmente partecipar e alla produzione del fenomeno, ma n on ho voluto !Passar sotto silenzio le con siderazioni ch e mi proveniv ano d alla accidentale osservazione di u n caso, certo da questo punto di vista assai fortunato, molto .p iù che potévano offrite qualche argomento in favore della ~potesi di un'azione antagonistica tra i veleni parassitar i e .q uelli delle su ppurazioni, la quale. del r est<>, Si accorderebbe perfettamente con le dottri~e s05tenute da Ehrlich a proposito dell'azione chemiotatti,c a elettiva es8!\J;t!ita 1s op,r a gli elementi del midollo osseo, tanto dalle sostanz2 ~3.paci di 1provocare eosinofilia, com e da quelle capa ~i di eccitare la iper,p rodl1zione dei polinucleari neutrofili. 1

I nteress:intissima pubblic:.izione: Prof. ACHILLE CAPOG RGSSI, libero -docente nella R. U'Dt-v er~it à di Roma, Medico Primario e Direttore dell 'Ospedale e Mazzoni > iu Ascoli Piceno.

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OSSERVAZIONI CLINICHE. OSPEDALE .CIVICO DI GALLARATE

I leo pe1· invaginazione t iflo-colica favorita da pericolite memb1·anosa. I

Note sulla patogenesi e sulla cur a . Dott. PAOLO COSTANTINl, chirurgo pz:imario. La chirurgia moderna n ell'ultimo decennio comincia a contare numerosi e brillanti risultati intervenendo attivamente ip er affezioni del segmento intes~inale ileo-ceco-colico, tendendo a comple~ tare cosi quel progresso veramente meraviglioso della chirurgia sul tubo digerente che è arrivata a insperati successi in riguardo allo stomaco. Ma è specialmente l'ultima -porzione dell'ileo e . ' precisamente . p1u la valvola ileocecale ed il crasso intestino che sono stati oggetti di numerosi studi tendienti ad applicare risorse chirurgiche nelle affezioni che solitamente erano di spett&nza nella m edicina interna, studi.i che chiarirono altresì molti stati ·d i malattia formaniione quadri nosologici ben definiti specialmente 1p er quello che · riguarda la sintomatologia e l'efftcacia della cura sebbene per la patogenesi sia ancora da ben sceverare tra le numerose ipotesi che tendono a spiegare l'eziologia e rispettivamente l'anatomia patologica dei reperti operativi. « Le flogosi del crasso, coliti in senso lato , si::i.• n o acute o croniche, circoscritte o diffuse, bal}ali o specifich-e (dissenteria, tubercolosi), superficiali (mucose) o ·p rofonde (ulcerose), con il relativo complesso di alterazioni parietali e fJericoliche, quando abbiano resistito alle 'cure medi.che, sono di spettanza chirurgica. Non fanno ec. ce.zione le forme acute, considerate fino a pochi 3.nni fa esclusivamente mediche » (1). Se i fatti infiammatorii possono avvantag.giarsi -della ,attiva assistenza chirurgica, ~nche maggiormente possono esserne benevolmente influen·zati i fatti meccanici, taluni dei quali è dimo· strato essere conooguenza di quelli, mentre di altri si è dato oramai con chiara evidenza la spiegazione della natura congenita di anatomicl1e disposizioni che favoriscono quadri speciali di malattie del segmento intestinale in parola. Formano oramai una letteratura medico-r,hirurgica delle più importanti, gli studi su questi argomenti del Jackson, del Wilms, dell'Hausmann, del I.ane con il corteo dei lavori di numerosi au. tori di cui espone una completa e minuta critica il Quarella nel suo studio sulla .p atologia della fo c;a ileo-cecale (2). (1) ...\. CAUCCI. L 'appendicostomia. La Clinica chirurgica , 1920, fase. 1-2, pag. 164. ·2 ~· Qt-..\RELLA. Contribttto alla patologia della / ossn il eocecale. La Clin. chir., 1916, n. 5-6.

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Gli studi sul cieco mobile, sulla stasi ideale da briglia o flessura di Lane, sulla pericolite 1nembranosa (o membrana 1;)ericolica di Jackson, com e studi recent~ssimi vorrebbero individuare) (1 ), sulla insufficienza della valvola del Bauhin , si . riferiscono tutti alla regione ileocecale che secondo il Salieri (2) rappresenta una delle regioni più soggette ad esame ed a studio ripetuto e diliger1te per opera dei chirurghi a ca11sa degli in! terventi sulla appendice. Ma oltre questi diversi quadri fisici ed anatomopatologici che qualche autore vorrebbe comnrtln. , dere sotto la denominazione di cc stasi intestinale cronica >>, basandosi specialmente sul fatto della grande analogia dei sintomi ché furono descritti quali particolari ad ognuna di esse (Sorrel: La stasi ·intestinale chronique, Thèse de d-octorat, Paris, 1914, rip. in Quarella, loco citato), .oltre alle lesioni infiammatorie comuni ag1i altri segmenti del canale alimentare ed alle 1esioni neoplastiche, la regione della fossa iliaca destra è speGiallnente colpita da una affezione generai-· mente grave, l'invaginazione, sul cui meccanismo di produzione non è ancora detta l'ultima parola e sulla cui terapia ancora . recentemente diversi at1tori non si trovano d't:--.ccordo , come pure sulla modalità anatomica della lesione. Ho avuto occasione, recentemente, di operare un caso tipico di invaginazione del cieco che, per le modalità dell'insorgenza acuta, il reperto anatomo-patologico e l'ottimo risultato terapeutico, na- • p11ò dar lt1ogo a considerazioni di diversa . tura intese a portare un contributo alla ·p atogen-esi ed alla cura dell'affezione . I

Francesco M., d'anni 22, maestro, da Musso meli (Caltanissetta) residente a Cardan() al Campo , viène d'urgenza inviato in questo os~edale dal medico condotto con diagnosi di invaginazione. E un giovane di apparente sana e robusta costituzion e, colorito scuro del volto, buon colorito delle mucose visibili, pannicolo adiposo discreto, masse muscolari valide. Ha padre e madre viventi. Il padre di 60 anni è stato colpito da paralisi al lato destro e fece tre mesi di malattia. Ora cammina. La madre gode ottima salute a 56 anni. Un .frat-ello minore di età e tre sorelle stanno bene. Già da bambino fu soggetto ad infiammazioni intestinali con febbre, dolori addominali che duravano 15-20 giorni. Nel 1922 ebbe febbre tifoide e stette ammalato a letto per un mese. Nel 1923 ebbe la malaria trovandosi in Calabria. Venuto a Cardano al Campo fu creduto am, (1, G. BRENOOLAN. Contributo clinico allo studio della membrana di Jackson. Arch. it. di chirur-

gia, vol. IX, f asc. 6. (2 S ·oLTERI . Arch. di chirurgia, vol. VII, fascicolo 3. •


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SEZIONE PRATICA

malato di forma intestinale e, non migliorando , -egli ritornò in Sicilia sperando nel clima nativo. Quivi fu riscontrata la malaria con l'esame del sangue. Curato con iniezioni di .i\rsichinina e -chinino guari e da allora stette bene. Di tanto in tanto, egli afferma, u ~ ava purgarsi, ma non per dolori che insorgessero, sibbene soltanto per disturbi di digestione, bocca cattiva, discreta stitichezza. Il giorno prima dell'entrata in ospedale (12 giug110 1924), al mattino, 1prese un purgante per la solita a;bitudine e ne ebbe il solito . effetto, solo -che, verso le 16 dello stesso giorno fu colto d4l fortissimi dolori di ventre con vomiti. Il medico, chiamato, ordinò un clister e di camomilla e del Fernet. I vomiti continuaro110. Al mattino presto del giorno dopo , aggravandosi i dolori fu d'urgenza inviato in ospedale. Ha lingua lievemente patinosa. Conati di vo· n1ito e fre qu~ nti attacchi di vomito biliare con succo gastrico. T,ineamenti del volto sofferenti. Nulla al torace. Fegato in limiti. Il ventre non è meteorico. A tratti appaiono chiare contrazioni della massa Intestinale. Sintomo di Von Wahl presente con ti1npanismo spiccato alla fossa iliaca destra. Quivi è distinta la dolorabilità alla palpazion e, ·che rileva una .tumefazione discr etarnente bern occolu ta non fissa precisamente nel punto di Mac Bur11e)r, grossa come un grosso uovo. Non vi è '.febbre. L'alvo è cl1iuso anche ai gas . Dati i lievi disturbi per cui era stato preso i I purganie. malgrado la mancanza della febbre, data L'età, si pensa cl1e si p ossa piuttosto trattare di coli ca appendicolare e che la tu1ncfazione sia la espressione di una infiammazione subacuta nell'appen dice, che spiegherebbe i frequenti bjsogni dei purganti. Si sommin istra un calmante controllando l'andam ento del male. Dopo sei ore le condizioni si sono aggravate. I dolori son o più insistenti ed atroci, i l vo1nito più frequente ed ostinato. l' ammalato è abbattuto e la palpazione dell'addom e rileva cne la tumefa zione alquanto più ingrossata è risalita verso l'ar co costal e. Si ritien e opportuno l'intervento con diagnosi di occlusion e intestinale da probabile invaginazione. X RJ cosi etcirea. J.. i=i1 p ar otomia pararettale destra. Si arriva sulla tumefaz·ione bernoccoluta che appare essere costituita dal cieco , ridotto ad una ma ssa dura, scl1iacciata sulla fa'ccia anteroesterna, al cu i posto si nota un grosso orlo circoscrivente una introflessione da cui sporge, in basso, per circa 2 cm. l' appendice congesta, ma sottile. Il tenue si impianta sulla faccia in terna, inferi ore della tum efazione, ed app are alquanto attirato n ella introflessione. Tutta la tumefa zione è a:bbastanza mobile e può es~er e soll evata e fatta affiorare alla breccia laparotomica, m a si nota cl1e una m embrana sottile, p iuttosto congesta che prende origine ·dal peritoneo parietale quasi subito all'esterno del -solco ell e il colon as ~endente fa col peritoneo stesf:o, avvolge p er un tratto di circa 6 cm. il colo11 ascendente e in basso viene introflessa nell'orlo della in vag inazione e impedisce una ulteriore rnobilità all' esterno della tumefazione descritta. Questa m embrana presenta una ricca vascolarizzazione senza vera direzione. Si iniziano subito delle manovre intese ad ot1

ten er e la estroflessione della parete del cieco imprigionata dall'orlo descritto. Si fa una prudente e prolungata trazione sulla estremità dell'ileo ·ed una pressione sulla parete interna del colon ascendente n ella sua porzione inferiore. Intanto con i due pollici delle mani si tenta di dilatare dolcemente l'orlo invaginante respingendolo. Si ottiene di un tratto l' estroflessione della par ete del cieco invaginata con lo stesso meccanismo come se una palla di gomma, a pareti piuttosto spesse, pur essendo forata e quindi non più spinta dall'aria interna, ma solo per la elasticità della parete, di improvv;iso. si estroflettes·se in una. porzione prima schiacciata. Nello stesso istante un liquido torbidiccio evidentemente contenuto tra il cilindro esterno e la parete introflessa, 1pro~ vocato dalla stasi delle due faccie combaciantisi e i1ella quanfità approssimativa di un grosso cucchiaio, viene versato nella breccia e tosto asciu· gato con garza sterile. La parete estroflessa ed ora sotto la vista, è pallida, edematosa, evidentem ente ispessita per l'edema e in qualche punto quasi d'aspetto gelatinoso. Dopo pochi minuti ha cambiato colore ed è diventata di colGrito rosso vinoso che gradatamente diventa meno intenso m entre appare altresì che la. parete diventa 1più sottile; .segni del ripristinarsi della circolazione della parte. L'appendice è lunga ap,p ena circa 5-6 cm. , la sua estremità è esile ed appare tutta alquanto congesta. . Adesso la m embrana appare anche nel suo margine inferiore, ch e è intimam.e nte saldato alla parete anteriore della porzione superiore del cieco, al confine del colon ascendente e provoca un solco evidente n el tubo intestinale, inoltrandosi sulla faccia inter11a di esso dove in sensibilmente pare fondersi, immedesimandosi col peritoneo di rivestimento e perdendo la sua individualità. La forbice curva può essere in sinuata sotto il margine inferi ore descritto e può percorrere uno spazio costitu ente una fossetta limitata in avanti al confine della faccia anteriore con la .faccia inter11a del colon ascendente in alto e all'esterno per un tratto di circa 5 cm. Si seziona questa membrana sull'angolo inter110 dove 'viene ad immedesimarsi e concrescere colla dell'intestino e si nota che la solcasuperficie , tura sul colon viene a scomparire com e evidenterr1e nte liberato da una pressione. La m embrana si ritrae su se stessa verso l'esterno e quasi scompare. ·La superficie del colon prima nascosta dalla membrana presenta emorragie puntiformi come se qualche filam ento sulla faccia interna della mernbrana stessa sia stato strappato dalla sua inser zion e sulla parete dell'intestino . Proceduto ad una accurata toeletta della regior1e, si procede alla sutura del peritoneo parietale con seta ma nel tratto mediale della breccia si suturano i bordi di essa tutto all'intorno di un'area del cieco grande com e una moneta di 5 centesimi antica corrispondente alla porzione centrale della parete introflessa nell'invaginarnento. Si suturano quindi i bordi apon eurotici cqn sutnra continua in seta cosicchè l'area di intest ino scoperta di p eritoneo viene a contatto coll' apo11eurosi. Sutura della cu te con agrafes. Il decorso postoperatorio è stato. ottimo. I ,'ammalato non ha più accusato clolori. L'alvo si è aperto dopo poche ore ai gas. Purgante con effetto in qua'rta giornata. Gt1arigione per prima.

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Benchè la sintomatologia sia stata la classica L 'invagi11amento tiflocolico, secondo il Cignozdella invaginazione intestinale, pure, data l'età zi, riconosce come causa essenziale un cieco f.l11tdel paziente, il segmento di intestino invaginato, tuante. la modalità dell'invaginamento e il reperto ana.E mentre ·il Cornelli affatto recente mente dà • tomo-patologico, inoltre considerando il buon ri- molta importanza al fattore appendicite in cieco sultato ottenuto con la tecnica op~ratoria usata, mobile per l'evenienza dell'invaginamento , perrisalta l'interesse del caso cl1e può dar lu'ogo a chè l'elemento localizzato appendicite · sarebbe considerazioni di diversa importanza. una guida che spiegherebbe il meccanismo della Secondo Leichtenstern,' il massimo di frequenproduzione della lesione occludente . facilitato ' . • J za dei casi di invaginazione, si osserva nei primi dalla .p resenza del c.i eco mobi~e. il Cignozzi crede . ' anni di vita dal 4° al 6° mese, in seguito la fre- che megalocieco e appendicite non siano altro qvenza diminuisce rapidamente, a partire dàl che complicazioni più frequenti e più precoci che quinto anno, 1p er rimanerie .stazionaria da.i 6 ai. possor10 1p redisporre alla loro volta alla jntnssuc40 anni e diminuire ancora più tardi. cessione. Il Gangitano (1), che ebbe recentemente ad opeLa flogosi della appendice aggrava la, mobilità rare quattro casi di invaginazione in .a dulti, ridel cieco e il volume di esso . • tiene ipvece che sia p~ù freqµente la :Inalattia · Le osservazioni di Ancel e Cavaillon ~·ip ortate negli adulti. Crede che i bambini dian~ . unp. per- tanto dal Cignozzi che dal Cornelli dimostrano centuale di invaginazione che riconosc e una ,cau- ·come 1possa avverar!:?i facilmente uri ìnvaginasa differente da quella che invece favorirebbe la mento ~nche nell'adulto, poich-è, sebbene più stessa lesione negli adulti.. e ~ cioè nei bar11bini raro, anche in questa età si può avere un cieco. l'invaginazione si farebb·e facilmente per la P.re- fluttuante . senza di polipi intestinali e forse a questo . deve Abbiamo notato come la mobilità della tumeessere legato il sintomo delle scariche sa11guifazione, alla laiparotomia, sia risultata grar1de .... gne o sanguinolenti di cui si parla in ogni s·p ecialmente se si consideri che un vero imbritrattato. gliamento era ?-Vvenuto a limitarla, con la ineChe 11 sintomo delle scariche sanguigne ~ia vita.bile ' trazione del meso del tenue che comin1più frequente nei bambini pare ac·c ertato, ma apciava ad essere· assorbito nel tubo éecale. , punto a questo sintomo qualche autore vorrebbe Ma il segmento di intestino invaginato non è . incolpare il minor computo dei ·casi . <1'i invaginazione nei bambini, computo che sarebbe anche quello che la statistica dei trattatisti considera con12 il più freq11ente a presentare ab initio maggiore se molti casi di invaginazione nòn venissero frequentemente scambiati colle enteroco- la intussuscezjone. Il Leichtenstern nota come sopra 100 casi di liti, le gastroenteriti, tanto "frequenti i11 queste età. , Notiamo che nel nostro paziente si trattava inv·a gi11azione trovò: 44 i11vaginazioni ileocecali7 di individuo di 22 anni, maschio e che il sesso 18 invaginazioni soltanto coliche, 8 ileocoliche, · e soltanto 30 dell'ileo. mascolino vare 1Più col.p ito dall'invaginazfone. A questo proposito il Gangitano considera il Può inoltre essere una circostanza fortuita che come un elemento 'Passivo della invaginasi trattasse di un ~iciliano. Ma data la frequenza ' cieco ' con cui pare che il Garigita;no si incontri con zione non ess~ndo mai il ;primo ad invagi.n arsi. simili casi sarebbe interessante conoscere una Ch·i parla di invaginazione tiflocclica. e non ileostatistica in questo senso· della morbilità · del- tiflocolica, direbbe, secondo Gangitano, çosa nor1 sua asl'isola generosa 1p oich·è tra le cause predisponenti esatta. E nota come a dimostrare auesta • ~erzione sia facile sempre vedere cl1e iri ogni evasono certo da considerare i fattori dati dalla varietà della razza presentante un tipo piuttosto ginazione del segmento ileocolico invaginato, il che un altro di disposizione anatomica a carico primo ad essere disimpegnato è r ·ileo, po] il ceco, poi il colon. della fossa ileocecale, destra. La facilità con cui La statistica conforta ·questo modo di vedere nel è stato possibile di trarre nella breccia operativa senso che più frequentemente si viene ad avere la tumefazione bernoccoluta costituita dal cieco, dal colon ascendente nella sua parte inferiore simile modalità di invaginamento per modo da indicava una mobilità tale del tratto di intestino dover am1nettere che la valvola ileocecale pare che abbia una parte molto · attiva nella produzioche da taluni autori è definita come <t cieco fluttuante ,, . Quanto :più l'intestino è libero tanto più ne delle invaginazioni. In questo caso il cieco spazioso e frequentemente dilatato permette facilè facile l'avverarsi della invaginazione. mente la penetrazione dell'ileo che ha• un calibro . minore e che è la sede delle vive contrazioni che (1) C. GANGITANO. Quattro casi di invaginazione spingono le materie contro la Yalvola di Ba11hin. ileo-ti f locolica, ecc. La C1in. Chirurg., 1917. 1

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SEZ.i:éì~E PTL~TlSA

Sarebbe il eosidetto processo fisiologico del Binaghi: introduzione di un'ansa contratta e rigida, spinta dalla contrazione delle parti che la precedono in un'ansa immobile e rilasciata cl1e la segue. Orbene, la stessa statistica ammette la varietà , tiflocolica ed i casi del Cignozzi, del Cornelli e nostro sono chiaramente dimostrativi in questo senso. Oltre il processo fisiologico di invaginamento secondo R. Cascina esiste il processo meccanico e cioè: introduzione di un'ansa intestinale nella ansa Yicina sotto l'influenza del peso che può essere dato da materie fecali, da tumori, da corpi stranieri. Ma secondo noi d eve essere anche molto considerata la stessa azione p eristaltica espulsiva dell'intestino in genere e del cieco in ispecie a cu1 il Durante a~tri.buisce un giusto valore. Questo autore, parlando delle invaginazioni ileocecali dovute ai tumori peduncolati delle pareti dell'intestjn o. spiega com e il meccanismo della invagi11azione in questi casi, più che alla trazione meccanica del tumore si deve riferire all'azione ,p eristaltica espulsiva del cieco ~ del colon ascendentf' la quale spinge il tumore e questo, pel suo peduncolo trae seco la parete intestinale su cui si in1pianta. Dato quindi che il tumore sj in1pianti col suo peduncolo nella parete dell'estremità inferiore dell'ileo o a livello della valvola del Bahuin, il primum movens del fenomeno è dato dalla contrazione peristaltica della parete cecale e il tenue verrebbe trascinato seconrlc:i.riamente e passivamente. L'invaginazione, dice il Durante, iper l'ordinario è determinata dall'abuso dei purganti e nei bambini dalla enterocolite cron ica, sia i primi che la seconda provocano forti contrazioni dell'ultima porzione dell'ileo cui spingono ad affondarsi nel ceco. La stessa causa può provocare forti contrazioni spas1nodiche del cieco ed· allo.r a si verifica il iprincipio di una introflessione della parete la quale, divenendo 1permanente . ed aggravandosi, può costituire da sola la fenom enologia tipica della invaginazione. Ma nel nostro caso una concominante lesione anatorno-patologica ha reso più facile ed ha anzi mantenuto in un primo tempo il rapporto abnorme c1el segrnento intestinale cecale con il tratto successivo del colon ascendente contribuendo così alla patogenesi del fenomeno occlusivo. La membrana p.e ricolica descritta ha. avuto in certo qual modo, in un .p rimo tempo la funzione di tenere imprigionata la parete introflessa della ampolla cecale, n ello stes~o modo con cui un colletto di un sacco erniario restringe in un prirno 1

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tempo l'ansa d1 intestino che si avanza neì sacc0, Lo spasmo mantenendo per un primo tempo l 'invaginazione si avvera una certa stasi circolatoria nella porzione di intestino imprigionato. Ciò aumenta subito la sproporzione fra il contenuto al di là dell'anello e l'anello stesso che diventa strozzante. Può intervenire allora la solita azione dell'intestino che sta a rnonte e che tenta di vincere l>ostacolo che si frappone al libero circolo intestinale ed allora si aggrava l'invaginazione- e la valvola ileocec_ale viene spinta insieme con la ultirna porzione di tenue cosicch:è può essere fa• cile riscontrare durante lo svaginamento la liberazione, 1p rima dell'ileo e della va·lvola ileocecale, quindi del cieco. Nel caso nostro stava iniziandosi questo secor1do tempo. La valvola ileocecale cominciava ad essere come succhiata nel colon ascendente e l'apper1dice sporgeva ancora colla ,p t1nta, . fuori del colletto dell'invaginazione. •

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Avvenuta la riduzione risultò chiaramente come la ·p orzione di intestino che · aveva subito a1terazioni circolatorie era quella del ·ceco e in parte dell'appendice, mentre . l'ileo risultava assolutamente normale, ciò che non sareb·b e certo avvenuto se per primo il tenue si fosse impegnato attraverso alla struttura d ella valvola del Bahuin. Siamo così. di fronte ad un caso verarnente singolare di invaginamento che avviene si può dire con meccanismo direttamente contrario a quello di solito descritto nei trattati. :B una ~orzione di intestino piuttosto dilatata, il cieco, che, contraendoiSi su ·sè stesso p er u110 spasmo delle sue 1pareti, finisce per impegnarsi in una strettura al cli là della quale ritrova u11 calibro maggiore, allora la parte ·p enetrata in questo tratto si espande e si edematizza a cagione della struttura che produce in quel tratto una stasi. In questo tempo sopravviene la contrazjone del tratto di intestino a monte, che tende a vincere la stenosi e aggrava l'invaginamento producendo l 'occlusione e l'im.p egno di a ltro tratto di inte• stino. ·D atando dal 1908 la comunicazio11e fatta dal . . Jakson alla Western Surgical Society e solo dopo quel ·tempo essendo fiorita la letteratura concernente la .p ericolite membranosa, può essere naturale che osservazioni di casi simili al no~tro siano 1p assati misconosciuti per quello che poteva riguardare il meccanismo di invaginamento fa. vorito da una formazione m em·b ranosa quale E: stata cl1iaramente rilevata nel n ostro caso. Per cui al fenomeno invaginamento si sia data la


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prevalente i1nportanza insieme colle spiegazioni patogen etiche classiche di questa affezione. Soltanto il Cignozzi .nella sua m emoria: Occlu• -" ione intestinale per inginocchiamento del tenue (Policl., Sez. ch.i r., maggio 1922) accenna, par-

lando della terapia chirurgica in casi in cui lt> me1nbrane p ericoliche a ·t'ipo flogistico abbiano ad indurre gravi alterazioni, alla possibilità che coesistano fenomeni localizzati di stenosi come il ·volvolo, l'inginocchiamento e l'intussuccessione i quali possono far sì che l'escisione delle inembrane, o altri artefici tecnici o conservatori o di lieve entità non :p ossono garantire una buona canalizzazione intestinale e nei quali per ste. . nosi estese cicatriziali per molteplici alteraz~o11i a vario livello del tubo enterico sono necessari ~d indispensabili procedimenti di anastomosi che escludono dal circolo taluni tratti di esso, qual i ad esempio la ileocolontraversostomia, la ileosigmoidostomia, la cecocolostomia. Ma non riferisce 'c asi di intussuccessione suoi o di altri e appare quindi soltanto che l'accenno alla possibilità sia fatto a;>er induzione. Qnesto autore, riportando il caso occorsogli dl . invaginazione tiflocolica (Policl., Sez. chir., 1917J non rileva fatti di pericoli te membranosa attribuendo la massima importanza del fenomeno oc. elusivo alla presenza di ceco fluttuante. Trattandosi di un autore che aveva già diligente1ner1te studiato e osservato casi di perisigmoi.dite ed in genere aveva trattato di questo argomento della patologia del grosso intestino, e che si è poi ex professo occupato della malattia di Jacl<son, certu non gli sare·bbe sfuggita una combjnazione patogenetica simile ·alla nostra. Nella sua r ecentissima m emoria il Cornelli accenna a delle tenui aderenze che avvolgono il tu more costituito dal colon. ascendente ingrossato . a salsiccia, aumentato di consistenza, mentre l'appendice è quasi del tutto scom;parsa in una introflessione del cieco e l'ileo ha il suo normale ' i1npianto sul colon. Invaginazione tiflocolica dunque con fatt1 di infiammazione r ecente. Quale causa preminente della invaginazione viene amn1essa J'app endicite inducente alterazioni infiammatorie del cieco con conseguente alterazione del• l' onda peristaltica e tutto ciò associato a cieco mobile. Cieco m obile che come già abbiamo visto, sar ebbe una delle cause più importanti ·p er l'avve1arsi della invaginazione benchè, malgrado la forte letteratura specialmente fiorita in Germania dopo l'articolo del \Vilms comparso n ella ne~tts c h e med. Wo ch. 8 ottobre 1908, che portava argomenti a dimostrare l'importan za di questa disposizione anatomica nella insorgenza di di. sturhi di circolo intestinale con tutta una sequela ~

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di fenomeni tossici e dolorosi, in questi ultimi tempi sia sorta una corrente contraria (Biancheti. Policlinico, Sez. chir., fase. 8, 1922) con a ca1Po Cramer, Sonnemburg e altri, per i quali la mobilità cecale non solo non è da considerare quale agente morboso, ma piuttosto una ·condizione favorevole alla funzionalità cecale. Tanto che i sostenitori della fissazione del ceco sono andati diminuendo anche in Germania. Il Quarella ri.ferisce già nel suo lavoro, che al Congresso dei chirurghi tedeschi del 1911, Woollçer, Alexander, Sonnenburg, Dreier, Fromme, Korte, furono unanimi nel considerare la cecopessia co~ un'operazione non fisiologica · (in quanto il cieco normalmente deve · essere libero) e capace anche di produrre dei dìsturbi, in ispecie nelle ·donne passibili ancora di gravidanze. Reazione questa anche esagerata poirhè con l'appendicostomia basilare od anche con l'appendicostomia a:picale preconizzata· dal Keètley, eseguita dal Weir (1902) ed in seguito qui in Italia eseguita dallo Stresino, dal Salieri, e specialn1ente dal ,Mattoli (Caucci: Clinica chirurgica, 1920, n . 1-2) si viene certamente ad imbrigliare il r:ieco e nondimeno si ottengono in diver<3e affezioni ottimi risultati terapeutici. Non solo, ma la vera cecopessia, specialm·ente se unita a cecoplicatura secondo i dettarni di

Delbet, Mauclaire, Groebel, è stata felicemente eseguita in ispecie come intervento complementare alla sezione della membrana pericolica, allo scopo evidente di .p otere, almeno in parte, restaurar e la tonicità e la capacità funzionale d ·un • cieco estatico (Quarella}. Il Cignozzi propone addirittura, Stpecie nei giovani, costantemente la tiflopessia con suo metodo sp eciale, dopo l'appendicectomia. (Policli1liCO, Se· zione chir., 1917, tpag. ·130). Coinunque noi ci siamo trovati dinanzi ad un caso di cieco che per taluni è un cieco mobile dato che con facilità è stato .p ossibile portare alla breccia· laparatomica tutta la massa · costituente l'invaginazione cosicchè si può considerare altresì mobile la prima porzione del colon ascendente e di una relativa lunghezza il rr1esenterio della porzione terminale dell'ileo. Ma quello che .p iù conta secondo il nostro modo di vedere è la presenza della membrana p·ertcolica che fu certamente la cagione ·determinante del fen omeno occlusi 110 appena che la contrazione spasmodjca, forse .p rovocata dal purgante, eb· be provoeato il primo moment.o della introflessione della parete intestinale nel lume stesso del colon ascendente. In,·agin az ione dunque cecocolica ben netta, rara co1ne ebbi.mo a dire, secondo la statistica, per- fir1 0 negata come vossibilità , dal Gangitano, fa . ' 'orita dalla presenza della m embrana pericolica.


(A.NN0 XXXII. f''.4.SC. 3U ]

SEZIONE PM\Th.' \

A proposito della quale, ricordiamo r.ome le membrane pericoliche, a seconda dei diversi autori, si .p ossono per reziol~gia divjdere in membrane di origine congenita, m embran e di origine meccanica, membrane di. origin e infìa1111natoria, a cui ormai bisogna aggiungere Ja categoria delle membrane di natura 1nista congenito-infìammatoria che è sostenuta autorevolmente dal Qua1·ella, dal Cignozzi, ecc. Veramente il Quarella vuol chiaramente distinguere tra le vere 1nem • brane di Jakson di cui descrive due tipi, uno originato dal p erito11eo, in tutta vicinanza dell'angolo epatico e si adagia s11l colon ascendente, l'altro che si stacca ordinariamente dalla parete laterale destra dell'addome o dalla fos sa iliaca ·d e· stra e decorrendo medialmente, ricopre il cieco andando a perdersi s ul suo lato interno, e le membrane ch e furono, dopo J al<son, faciln1ente descritte come tali e n on sarebbero altro che risultati di iieo-pericoliti-adesive secondarie ad af'" fezioni di organi \ricini. Non solo, ma egli crede che ben raramente i due tipi di memrane di ori'gin ! certa1n ente en1brionale, possano assu rgere ad una irnportanza chi1'1Jrgica mentre di regola, non hanno c;ignifìcato diverso da qu·e110, di una .p articolare disposizione del p eritoneo di origine embriologica. Soltanto una sclerosi con ispessim ento e çoor, tazione d ella membrana, specialm ente di quelle di tipo, diremo, pericoli ca, può causare fatti patologicj, e specialmente ciò può accadere p er fatti infiammatori. Non si tratta più• dunque di ammettere membrane di orjgine mista congenito-flogistica, ma si parla di m ernbrane certamente di origine congenita che aù un dato momento, p er soprap;giunti ino1ner1ti mecca11ici specialmente infiammatori diventano causa di disturbi che 1possono essere ragioni di interventi cl1irurgici. In ultima analjsi, però egli amrr1ette che vi siano queste membrane di J akson ma sempre diano sentore di sè quan,do con con1itino f:i.tti in:fiamrnatori. Giunge persino ad ammettere che qualche vo1 ta la presenza di queste membrane venga rjlevata soltanto qu ando i fattj infiammatori sopraggiunti , con l'iper emia consecutiva le m ette in evjdenza. Ad ogni modo si tratterà sempre di peritifliti e pericoliti e la stasi intestinale cro11ica è un a funzione della somma dei due ter1nini stessi come di causa ad affetto. Non solo, ma quando i focolai infia~matori sono assolutamente assenti, a1nmette verosimile che una lenta jnfìammazione abbia potnto origi narsi dall'interno d el lume intestinale, come f enomeno secondario della stasi fecale. Dello s tesso ordin e di idee è il Leotta - questo

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autore cl1e già n el 191 2 s i era pro11unciato decisamente per la teoria dell'infiammazione intrain• t est]nale, 't eoria strenl1amente sostenuta da Gester, Pilcher, ecc., ancora recentissimamente (Annal.i italiani di chirurgia, anno I II, fase . I : Sulla stasi cfco-colica d.a per'iceco. li

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m).enibrane. e aderenze

p ericoliche) sosti ene che questa teo-

ria r ln p i11 estesamente applicabile. Si tratterebbe di una lesione flogistica a germi molto attenuati, a d ecorso estremamente lento, ch e dall'interno si estrinsechereb;be all'esterno del . la parete ceco-colica sen za alterar:e la' parete . stessa e la cui 1p atogenes i è dovuta al ristagno f ec.ale cr onico nel ceco e nel colon ascendente. Eppure d escrive delle membrane generalmente e~ili , d 'aspetto velam ento ~ o, Quasi trasparenti benc h é ri ccamente vascolar izzate con esili e lunghi vasi a decorso pressocJ1è fra loro parall el o; formazioni scorrevolissime . • G. Bredolan rA rchiv. I i aliano di ch i r., vo1. IX, fase. 6) è invece decisa1nente, per tre casi da lui osservati , ed un quarto tro,·ato casualmente alr autopsia, d el .p arere che tutte Je m embrane coliche sia no di n atura congenita , anche quelle che presentano caratteri infia m1natori. Nella anan1nesi d e.I nostro am1nalato è -c hiara la cronica sofferen za intestinale. In p eriodo di giovin ezz<i i disturbi intest in a li con attacch i febbrili in seguito l'infe'lio.n e ebcrtiana, poi ancora I'infezj cn e rnalarica s1p·i egano la stiti chezza, il males~ ere frequente <l.i digestio11i di.ffic:i'.li, di lingna impatinata per cui il :Paziente ricorreva spesso e volentieri a dei purganti. Il reperto operatorio fu pura111e11te quello della in·vaginazion e e della • presE>11za della membrana pericolica, tanto che non si credette necessario a sp ortare la appendice. r1 decorso .p ost-operativo din1ostrò la equatezza del concetto diagn ostico. L'app endi ce aveva solo s11bito disturbi di circolazio11e dovuti al fatto invaginazion e e non era mai stata · la causa della. forrr1azjone della m embrana. NJa questa presentava segni certi di infiammaz) one. L'iperemia poteva essere spiegata insieme co11 la vascolarizzazione intensa, col processo di in,·aginazione, ma le aderen ze della sua faccia. pro, Fonda con la parete del colon ascend ente erano segni certi di una infiammazione sia p ure cronica e forse dovuta alla flora i11testinale esalt:1.ta dalla stitichezza abituale, qu esta a sua vo~t::i istituita.si per Ja pregressa affezione intestinale. Kon trova11dosi p erò fatti flogistici acuti in atto al l'ir1fuori di quelli dovuti al processo occlusivo è giocoforza ammettere che sj sia trattato qui di una lesione flogistica, a germi molto ' attenuati di origine intraintestinale n el sen~o d el Leotta. ìVIa la m embrana preesisteva a ql1esta in:fiam-


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IL POI. I CL l !\~I CL:

mazione ed era quindi una formazione di origine congenita secondC? le vedute del Jnkson? La sua conformazione, la sua ins~rzione, all'esterno lun go il bordo del colon ascenùente, sul peritoneo parietale, il suo limite a11 'ir1terno che va perdendosi intieramente colla faccia antero-interna del . colon ascendente, la n1anca.nza di qualsiasi accenno a propaggini più all'interno, sulla m assa intestinale del tenue o sul mesenterlo o sull'omento, fanno ritenere che si trattasse qui di una m embrana di origine congenita. ,Come ·d ice il Brendolan, allorchè le membrane che presentano note infiammatorie, hanno la stessa forma e disposizione di quelle desrritte da Jakson e dagli autori che ne descrissero con la stessa forma e· di51po.sizion.e, e i11oltre ancl1e presentando fatti infiammatori, non contraggono , aderenza -con altre parti dell'intestino, è logir.o ritenerle di origine çongenita. Se adunque si deve ammettere l'origine congenita della membrana osservata, ci pare nel n ostro caso che la genesi di essa possa essere spiegata accettando .f ondarnentalmente l'ipotesi di Ceever, il .q uale crede. che la membrana sia formata dalla rotazione del cieco e del colon a sinistra an zichè dP.stra, con conseguente trazion e di una lamina di peritoneo sopra di esso. A.nzi questa ipotesi può venire integrata e resa ancora 1p iù accetta dalle ricerche di Valtorta. Questo autore conclude afferma11do che n el feto è dirnostrabil~ talvolta u11a 111embrana 1 parietocol1ca dovuta probabilmente a precoce saldatura del m esentere colico e successiva rotazione. Essa non può essere data d~l margine destro dell'omento n è da appe11dici epiploiche. La lamiera di peritoneo di cui parla il Ceever non sa. reblJe che la lamiera risultante dalle saldature del mesentere colico il quale verrebbe a trovarsi a destra col suo margine estern o per la rotazione del co1on a sinistra cosicchè q11esto si trascinerebbe il margine interno della membrana stessa. Di qui anche la mobilità del cieco che dt solito si riscontra in simili casi, 1p oicbè questa prima porzione d i crasso rimarrebbe sempre n ecessariamente priva di fissazjone mesenterica. Per quello che riguarda il metodo di cura se• guito è da notare che non si è creduto di asportare l'appendice poichè appariva chl.aramente che nel faito meccanico essa non era in causa e la mancanza di febbre, la mancanza di coliche ap1p endicolari pregresse, lo stato stesso dell'organo al n1omento della avvenuta disinvaginazione esclude,·ano trattarsi di appendicite co11comitante. Non solo per questo non si è creduto procedere alla esportazione. :\la trattandosi di una parte. già 1

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forternente provata dall'insulto meccanico e presentante disturbi circolatori di una certa entità non appariva -troppo prud-ente · procedere . alla u1utilazione dell'organo non dimostrandosi questo atto di assoluta necessità. · La scomparsa quasi istantanea dei sintomi dopo l'operazione ed 11 decorso veramente ottimo hanno dimostrato ancor più la bontà della condotta tenuta. Si è proceduto invece alla cecopessia. Il metodo seguito per essa è stato molto semplice ma crediamo ben efficace. Si fa aderire una discreta superficie della parete .cecale alla parete .ad dominale, direttamente, privata di pe- . ritoueo. Questa aderenza viene favorjta e mantenuta tenacemente dalla sutura circolare che si usa ancbe n ella fissazione di un'ansa per la formazione di un ano preternaturale. Si ottiene for~e cosl più garan zta di fissazione che col metodo adottato dal Cignozzi poichè con questo, i punti annodati sulla cute e rimovibili e ann odati dopo la chiusura della breccia, non favoriscono il combaciare della sier osa colla parete senza interposizione di 1peritoneo. Solo la scarificazione della sierosa può in questo caso essere una qualche ga• ranzia di successo. La proposta del Gangitano n on parve d oversi accettare, rite11endo suffic iente, dato il m eccanismo della invaginazion e e la modalità cecocolica, la fissazione del èieco alla parete. Net casi del Gangitano era da immobilizzare specialm ente il tenue con la sua tendenza a progredi re nel cQlon ascendente. Non dimentichiamo il parere favoreYole di diversi autorevoli chirurghi che accusano la ileocolotrasversostomia . dell' inconveniente talvolta grave de1 r eflusso cecale (Leotta, Matto li, 1Cu11eo, Duval , Larnbret, ecc.) e così pure per l'esclusione troppo grande di intestino crasso n on è consigliabi le la ileo-sigmoidostomia che è causa facile di diarrea perrnanente ed è stata abbandonata da Delbet, Wilm s, De-Quervain, Hoffmeister. Questa operazione è stata dimostrata veramente utile, dal Giordano, nella ectasia del colon, specie nel rnegacolon congenito, ma appare per lo meno esagerata nella cura de1l'invaginazione del segn1ento ileocec ale togliendo tutto il crasso alla cir colazione intestinale. Così pure non pare abbia avuta migliore fortuna presso i chirurghi la proposta della tiflosigmoidostomia. Ricerche di Duval e· Roux avrebbero però accertato che non sj esclude con ciò la circolazione del colon. Si potrebbe invece accettare come ottima cura radicale la proposta del Quarella che riporta anche le interessanti ricerche dell'Alglave \ Rev. de gin. et de chir. abdom., n. 1, febbraio 1907) di procedere alla resezione ileocecocolica la quale I


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SEZIONE

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esporterebbe radicalmente i segmenti intestinali aventi la triste prerogativa di ripetere il grave quadro occlusivo. Ma questo è un intervento di g11an mol e come dice il Bren dolan (pag. 678, lococitato) e non si deve usare se non quando· l'intervento più semplice non ha avuto successo. INDICAZ IO~I

BIBLIOGRAFICHE.

A. CAUCCI. L ' apperid'icostorriia. La Cl'in. Cl1ir., 1920, pag. 164, fase. 1-2. ..\NCEL e CAYAlLLON. Journ. d'ana1. e de 1 p hys., 1917. R. CASCINO. Chirurgia del grosso intestino, 1919.

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P er una. speciale concessione da noi -0ttenuta, siamo in grado

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•. 1• · Rema.

1053

PRATICA

NOTE.. DI TECNICA. Importanza· dell'indagine radiologica nel· l'accertamento etiologico p1·ecoce delle • • p1ur1e ..

pel dott. ERMANNO

PAZZI

(Roma) .

Ho scelto per .questa breve n ota lln giornale di ì\'fedicina pratica, diffuso come il Policlinico, e non un Giornale di Urologia o di Radiologia, per· chè il caso che riferisco è di somma importanza per il medico pratico non 1p er gli Urologi od i Radiologi che son o già convi11ti di quanto io seri-. vo e che, si può d ire, quotidianamente hanno la conferma della fondatezza della pro1pria co11vinzione Non mi dilungherò perta11to ad esporre l e ragioni che dimostrano l'utilità d ell'indagine radiologica sistematica nelle malattie urinarie per l'urologo al quale, da detta indagine, spes5o viene la certezza della diagnosi clinica e molte volte il mezzo per completare la diag11osi stessa, ma illustrerò un caso, fra i tanti, dei più ·d imostrativi e 1purtro1ppo anche. dei più dolorosi i1ei riguardi del paziente. Sergio ìVI., di anni 58, campagnolo, degente in c:liniC'a dal 15 n1arzo al 7 aprile 1925 : non precedenti ereditari degni di nota, no11 lues, non malattie veneree: dall'età ·di 20 anni c;i accorse di 2m~ttere, intermittentemente, urine torbide senza alcuna localizzazione dolorosa. Dall' età di anni 30 .h a avuto numerosi attacchi di reumatismo, a tipo gottoso, agli arti inferiori, qu alcl1e volta con a ccessi febbrile e con sudo·r azione :, due volte ha avuto febbre inten sa con dolori alle r egio11i lom·b ari: dura11te gli accessi febbrili e dolorifici le urin e apparivano sem pr e p iù rorbide: Da qualche ann o ha intensi disturbi vescica.li e da quattro mesi p ol lachiuria .dolorosa di progressiva intensità. Ha ricorso, in epoche divers.e, a vari m ecl i ~i ed è sempre stato, curato 1per cistite con sem1cupi , antisettici delle vie urinarie, laYande vescicali, ccc. ritraendone solo transitori miglioramenti . In tin 1prirn o tempo l'urologo (prof. iPirondi11i) pratjcò la cistoscopia che fece •rilevare una cistite cronica diffu sa, in alcuni punti bollosa: in secondo tempo completò l' esplorazione, e l'esame della funzione d ei due reni riuniti mostrò non romJ>leta sufficie11za. La cromocistoscopia stabilì che l'ind.ico si eliminava male dai due lati, spiecie da sinistra : il cateterismo d2gli t1reteri 1Permise di ricavare dai due lati urine pallide, diluite e pi uri cl1e. ,. A.ll 'indagi11e radiologi ca pertanto era riservato il com1p ito di accertare la cau s3. delle alterazioni \'e-

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1054

IL POL ICLI NlCO

scicali e renali, causa già intuita dall'urologo, ma non confermata. · La radioscopia e raidiografia della vec;cica, sia semplice sia con immissione di liquido di con-

( :\NNO

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FASC.

30]

di tumori o di calcoli e rilevava fl ogosi cronica della mucosa vescicale. L'ipdagine radioscopica e radiografica invece delle regioni renali e ureterali, in 1proiezione ven-

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FIG.

1.

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FI G.

2.

trasto, esegui ta sino dal prirr10 momento dell'i11gr esso in Clinica del paziente , non diede alcun <tato importante da aggiungere al r eperto cistoscopico che da per se stesso escludeva l'e sic;t~nza

tro-dorsale e laterale, e la ipielografia bilatera 1 e, confermarono le gravi lesioni r enali bilaterali. A sinistra infatti si osservò una grossa sacca con calcoli multipli, con alterazione della forma -


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FASC.

SEZIONE PRATlCA

.. della pelvi ~ dei calici, (·dilatazioni), a destra di· latazione della 1pelvf ied ombre riferibili a probabili depositi calcarei. (Ved.i radiogrammi 1 e 2). Del1a sintesi degli .esami urologici e radiç>logici si potè così stabilire l'esatta diagnosi: Pielonefrite bilaterale: a sinistra con pielecta. . sia e calcoli multipli, a destra con pielectasia, di 1ninor grado, ed incrostazioni. Cistite cronica. In• sufficienza funzionale. Dalla succinta esposizione chiara emerge la neces5ità per il medico ip ratico in casi di cistite ipersistente (1Per non dire di altre affezioni dell'apparato urinario) spesso diagnosticata solo in base ad analisi di urina, di còmpletare · sempre o di far completare dall'urologo gli accertamenti, accertamenti quasi costantemente integrati dell'esa• me radiologico sistematico. Dico sistematico sia perchè sor10 frequent~ i casi di calcolosi Tenale bilaterale ohe non richiamano l'attenzione del medico, non essendo semp_re la ~0calizzazione dolorosa bilaterale, sia perchè relativamente spesso la calcolosi renale è ·d~l lato O!P. posto alla sede del. dolor~ denunciata dal pazien te, sia perché .qualche vol~a (restringimenti uretrali, alterazioni vescicali, ecc.) non sono 1possibili j n primo tempo la cistoscopia ed il cateterismo degli ureteri, ecc. Se M. i osse stato studiato meglio sino dai primi accenni del male o par lo meno durante il lungo nel quale le sue sofferenze si periodo di tempo • esacerbavano . , ·f orse la lesione renale bilateraie oggi con statata, si sarebbe potuta evitare o con un atto O(peratorio o con_Un trattamento cyrativo adeguato atto a guarire la lesione 1prim'a1'ia. Tutto infatti fa ritenere che la lesione insorta nel rene sinistro, preeooemente, si sia lentamente diffusa alla vescica e 1per via ascendente abbia invaso an.. che il rene destro ren<;lendo. ora, dato i_l risµltato dell'esame funzionale dei due reni, assol11tament~ controindicato qualsiasi intervento operatorio e to. . gliendo, 1Per la persistenza della causa ·d elle pieliti, ogni speranza. di guarigio~e 1per l'infern10. Roma, 1~ mag·g io 1925. 1

1

Importantissima pubblicazione: Dot{t. Prof. GUSTAVO RAIMOLDI

Deeente d1 Patologia Medica· nella R. UnlTeratt• Chlrnrgo-atuto negli Ospedali riuniti dl Roma

L'esame della funzione renale con 1 ·moderni metodi di Indagine Prefuione del Prof. Roberto Ale11andrl Direttore della R.

Clinica Chirurgica df Roma.

Un vòlume di pagine VIII-247 (N. 14 della e ~ollana Manua11 del Pollcllnico :t}, nitidamente stampato . su ottima ~arta, con Tarie ftgure nel testo. - Prezzo L. 3 O. ·- Per gh abbonati al e Policlinico :t sole L. 2 6. 5 O ln vorto tra.neo I:nivia.re Vaglia postale al Cav. LUIGI POZZI - Via Sieti'IlJ8., n. 14 - Roma.

SUN'XI E RASSEGNE. MALATTIE INFETTIVE.

La clinica e l'esperimento .nelle infezioni erpetiche. (1'0l\1MASO PONTANO . .Rivista

Osp·e daliera, 1925,

n.

4).

La parola « erpes » - dq.l greco « striscio », « serpeggio » -· è stata utile alla dermatologia • per indicare. le piiù svariate sindromi morbose : l 'erpes circinnatu s, ,l 'er1p es eritematosus, il ton- . surans, l'exedens, il farinosu:s, il vegetans, lo zo. ster, il praea>utialis, ecc. ,Oggi, restringendo le deno1ninazioni chiamiamo eripes, quello com~ne, febbrile isolato o sintomatico di polmonite, ma' ' lar-ia, 1neningite epidemica, e lo zoster manifestazione ·d i malattia nervdsa ignota, il 1Primo for1nato da grt1ppi di vescicole senza determinata. distribuzione, in genere intorno -alle cavità naturali del ·corpo, che guarisce senza esiti, che recidiva facilmente, ·e che ogni volta si accom1pa. ' . gna a ·disturbi generali più o meno intensi. Al- · l'opposto J'erpes zo~t~r o zona, di solito compare quale 1nalattia . isolata,. mostra v,escicole <Usposte a gruppi, strettamente reg.i onali, con localizza. zione lungo il decorso dei nervi o delle, radici, che non recidiva, che lascia. cicatrici e 1Pign1entazio11i cutanee. In comune dunque le due forn1e dal punto di vista . clinico, n on hanno che la 1r1anif estazione cc ve~cicolà .» e.d il medesimo 1noclo di aggruppamento (a gr~ppolo). Ed aggiungiamo che spess_o lo zoster si acco1npag11a a dolori radicolari, talora . a sin.d romi nervose più importanti come i1poestesi_e ed' ane5te<3ie gravi, paresi . e paralisi in _tutti i territori, con lesioni anatomiche su tutta la diramazione gan . glio radicolare, con focolai infiltrativi ed emorragici, ecc. Con le alterazioni. an.a tomiche coe5istono quasi costant~mente alterazioni del liql:lor con linfocitosi. GrOter nel 1913, dimostra s1p erimentalmente che si potèva t:çasmettere l'infe~ione e:rpetica corneale dall'uomo al coniglio o con la scarificazione: la lesione !Poteva essere trasmessa in serie da coniglio a coniglio: · si trattava quindi non di una tossina non vivente contenuta nelle vescicole erpetiche ma di un virus specifico del1 a rna1att1 a della quale riproduceva costantemente ·la ua forrna caratteristica ed il particolare doecorso. ~oco do1po Lovenstein prova che ancl1e con il liqt1ido dell'erpete labiale e buccale~ dell ' e~p.es sintomatico e dell'erpes comune, ad eccezione dello zoster, si 1poteva d.eterminare nell'occhio del coniglio la medesima lesione. Si veniva quin di ad individualizzare, a riferire a parti-colare

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1056

II. POLICLINICO

agente quello che fino ad allora era stato considerato espressione é a di malattie. . . sintomati· . . Un passo avanti nelle conoscenze. fu fatto con la scoperta che era possibile ottenere il virus erpetico anche dalla saliva degli individui Inalati 11onchè dei guariti (portatori) o ap1parentemente sani: 1,esperimento dimostrò anche che la ma~ lattia c;i _poteva r,i produrre con inoculazioni non solo sulla cornea~ ma anche sulla 1pelle del coniglio convenientemente preparata e cl1e, oltre alla r~produzione locale della malattia, il virus cagionava una vera e proprià malattia nervosa con. localizzazioni lungo l'asse éerebro spinale, una stpecifica meningo en cefalite erpetica. Controprova ai ciò era il fatto che .il liquido cefalo rachidiano degli erpetici riproduce l'erpes alla stessa maniera d~l liquido delle vescicole, e che un estratto .di sostanza cerebrale, anche se filtrato per candela, riproduce l' erpes corneale· e cuta11eo. Intanto gli studi suila en.cefalite eipidemica met teva110 sul tappeto la questione dell'identità del virus er.petrco e dell'encefalite epidemica: Levq,diti, Doehr pro'; Kling, •David, ecq., contro. Levaditi con la 1sost~nza nervosa, con il liquor, con altri secreti di encefalitici ottiene l'encefalite caratteristi-ca, non solo, ma col v.irus stesso u11q, cheratocongiuntivite ]dentica a quell~ ottenuta con virus er.p etico: al Levaditi fa ' coro il Doel1r in Germania nel sostenere la teoria unicista. Ed il Kling oppositore, era messo a tacere con la dim0stra2ione che il virus ,da questi usato - mediante il quale solo l'en·cefalite erasi potuta ottenere SJPerimentalmente, e non la cheratocon· . giu:ritivite - era espressione di una sipeciale e naturale 1nalattia dei conigli, determinata dal1' en·cephali.tozoon cuniculi. •Ma a sua volta l'opera del ! ,evaditi non resisteva alla critica: la mal.ata, dalln quale 1'0. aveva. !Prelevato il materiale, presentava in terza giornata ·di malattia, una ev.i dente eruzion e di erpes sulle labbra, una eruzione espressione dunque di malattia generale il cui virus doveva trovarsi nel contempo e ~nel liquor e nella saliva e negli altri secr~ti. Con questi secreti e con il cervello .era giocoforza attendersi una eventuale sperimentale . 'riproduzione di nrnbedue le malattie dalle q11aù era affetta la paziente. Noi possian10 .pire dunque non 1potensi accettare ancora l'identità etiologica dell'e:npes e de11'.en~efa­ ~)te: troppo nette sono le d·ifferenze anatomicl1e, troppo differente è il decors·o, l'evoluzione, l' esito, ecc. Accanto all'encefalite dobbiamo ammettere l'esistènza di una malattia a ti-po infeti:ivo talora epidemica, che lascia i1nmunità, che colpi$Ce i gangli sensitivi e le radlci, malatti·a che ~

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chiam,ia mo . eripes zoster, d.ella quai e i1on cono sc-iamo il virus. fr~ Identità: etiologica vollero alcuni scoraere .b la zona e la varicella:• gli osservatori si basarono per tal fatto su dati epidem~ologici, sulla identità della lesione elementare. Fu il Bokay !i.d 0~ servare pel primo l'insorgere di una e;pidemia di varicella in un asilo ove era e11trato u:r;i bam-. bino affetto da zona : seguirono altre osservazio- . ni simili, mentre Netter estraendo antigeni dalle croste ·d ello zona ·e della varicella, trovaro110 positiva la deviazione del com1pler11ento ir1 deviazione crociata, oltre che ciascuno con la sua propria n1a,. lattia: dalla indennità di deviazione ·p er antigeni comuni, ne verrebbe. la specificità dei fatt·i im. n1unitari a cùi darebbero origine le due malattie? e perciò si c9stituirebbe un'altra prova dell'identità dell'agente morboso. · Se però ricordiamo ·c he fatti simili si verifica~o r a proiposito della deviazione con sieri lueti~;i nella malaria, dobbiamo senz'altro escludere un valor.e alla deviazione -crociata nella zona-vari, cella, quale stigrnata di identità: i soli fatti aceertati dL l1na certa importanza sono i fatti epi'd€miologici. Dobbiamo perciò concludere per identificare le due malattie? No di certo : lo zoster, malattia che, attraverso lesioni d'el sistema nen oso, provoca manifestazioni cutanee è b~nsì dovuto ad un vjrus -che noi ignor.iamo, ma zoster e varicella sono JJlalattie differenti ad' etiologia differenti. Ma, a parte I'efiologia, non .p ochi quesiti ci offre a risolvere la Clinica delle malattie ir1 discorso: perc~è questa · localizzazione costante sulle labbra· in malattie ta11fo diverse qua1 i ;a rr1eningite e la malaria? 1perchè, anch.e al di fuori de1 le labbra esso predilige zone; determinate? percl1è si 1presenta sold in un determinato gr11ppo ·di rnal.attie tanto da servire come elemento di diagnosi diff etenziale? E se ci fermiamo alla patogenesi, esistono ragionj di ~redisposizione locale? e quali <?SSe sono? e donde entra. il virus? e -se segue dai centri il decorso dei nervi periferici .p er fissarsi suJ.la 1nucosa o sulla ·cute, p'e rchè segue quasi sP-tnpre gli stessi? . Da tutto quel che 1precede si vede che se pro gresso gra11'de ci è stato, ancora molta oscurità regna. L'erpete febbrile è divenuto una malattia autonoma da infezione provocata da un virus ' filtrabile con un meccanismo ·non chiaro: essa· 11on si limita alle manifestazioni cutanee e rnucose, ma invade anche il sistema nervoso dando una encefalite latente o manifesta: la clinica si rifiuta di identificare questo virus con qu.ello del1

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30]

SEZIONE PRATICA

l'encefalite epidemica. L' er,p es zoster, malattia autonoma an~l1'ess·a da infezione, che lascia immunità, ·d a virus ancora sconosciuto non identifi' cabile con quello della varicella.

1057

teriaJe da iniettare, l'A. n on potendo avere a diS!posizione casi recenti di malaria, si serve di materiale umano come materiale su cui compiere i passaggi necessari per avere sempre a disposiMONTELEONE. zione un o stipite infettante di malaria. Il s:ingue prelevato, viene iniettato endovenosamente aì più Sul trattamento della pa1·alisi p1·ogressiva presto .p ossibile, ma ha notato come 1possa conmediante l'infezione mala1·ica. servarsi infettante an.che per 50 ore si da permetterne. l'invio per mezzo della IP0•5ta in località (G. H ERMANN. )\./ edizinisc.he klinik, n . 11, 19~5 ) . · lontane. L'A. ha ·d iviso i cas.i st>udiati presso la ·C linica :\011 Ye.n n ero i1otatl'. 0ompli.cazioni gravi nei p~ ­ Psi~hiatrica tedesca in Praga durante l 'anno 1924 ral itici curati col meto~o in questione; in due casi in due categorie: una categoria cl1e com:prende i solamente si verificò un esantema urticariforn1e paralitici iniziali e le forme maniacali e òeme":lche l'A. descrive come esantema malarico. In un ziali inr.i1pienti, ed ltna categoria cl1e comp!'eTlde inalato assai agitato, si ebbe l'obitus per rottura le forn1e avanzate, le forme senili, le giovanili, della milza. le galo1ppanti. Tra i malati apparten enti alla priL ' .l\.. riferisce oltre ai propri, anche alcuni cas · ma categoria si può ottenere una percentuale di guarigioni, almeno apparenti, che raggiunge qua- comunicatigli dal ·do.tt. Enderle della Clinica Neurop:i.tologica di Roma dai quali deduce osc;ervasi i] 100 %. In genere le probabilità di un esito ziorii notevolmente jnteressanti: mentre i casi felice della cura sono tanto maggiori quanto più iniziale ·è la paralisi progressiva. Invece, negli trattati a Roma 1presentano miglioramenti notevoli fin dai primi attacchi febbrili, i casi trattati stadi avanzati in clii l e lesioni cerebrali sono a Praga no.p migliorano che do1po settimane e gravi, la cura di Waigner-Jauregg 11a poco effetto. Mediante ricercihe encefalograftche l ' A. ba ipo- m es i dalla fine d ella terapia alla Wagner. Spiega il fatto coll'ammettere che il passaggio dei parastuto stabilire come esista intra-vitam 'un rapport.o fra la prognosi della malattia e l'atrofia cerebra- siti malarici da uomo ad uomo modifichi i caratteri del 1parassita. In.f atti gli stuid i italiani di Barle: estraendo col m etodo di Bingel in uR indizilai-Vivaldi e Kanders hanno m esso in evidenza viduo sano, la più grande rquantità possibile di com9 la malaria da iniezione non è comunicabile liquor, questa ap~ena raggiunge i 100 eme. In all'anofele. . un paralitico invece questa raggiunge p erfino i Al cuni pazienti dopo l'iniezione di sangue ma250 eme. Orbene, la prognosi sarà tanto migliore, quanto minore sarà la quantità di liquido estrai- larico presentarono un netto tumore di milza ' ma n on ebbero per molto tempo alcun aecesso febbile, ossia quanto minore è l'atrofia cerebr'l.le. L'.l\.. ha trattato 55 casi: 10 app artenevano alla brile. Orbene, questi casi migliorarono notevolcategoria delle :forme tniziali; di essi 9 guarironv mente, ed il miglioramento aumentò quanido l'iniezione di adrenalina riusc.i a provocare tipic i a0· in maniera da riprendere le proprie occupazioni, cessi. Evidentemente la malaria da iniezione !PUÒ 1 morì 1p er rottura della milza. 45 apparteneva110 alla categoria delle forme avanzate e· gravi: di dare anche essa un parassitismo latente. Ma un'alcui ~ guarirono, 23 migliorarono. Comple$siva- tra considerazione emerge da ·questi casi: non 1:> mente : su 55 casi, 11 guariti, 23 migliÒrati (60 %) . il c;olo accesso febbrile che r~presenta il fattore causale del mirglioramento della paralisi progre~­ L' .l\.. crede che il IPifOCesso .p aralitico sia Ull fenomeno reversibile occasionato dal prevalere del siva, ma evidentemente ad esso si somma un ~ltro componente: l'infezion e malarica di p rr sè fattore virus sul fattore parenchima cerebrale. La infezione malarica invertirebbe tale r8lpporto sì stessa sola. Quanto al decorso dell'infezione provocata, quech€1 il fattore parenchdma cerebrale prevan·ebbe nuovamente sul fattore vj1'uc; in rnaniera da ri . sta può esaurirsi spontaneamente; se energicastaibilire lo statu quo della lue late11te. Se, a que- mente curata non dà quasi mai recidive. sto punto, si pratica al paralitico guarit0 una I..'A. clhiude il suo resoconto citando alcuni feenergica cura antiluetica, si potrà guarirlo anche nomeni .e mersi da ricerche encefalograflche su dalla lue, ossia alla guarigione temporanea si so- paralitici . malarizzat~: in cinque casi, che 1dopo stitt1irà la guarigione defintiva come dimostrano la malarizzazione presentavano una tipica sindrole !'eazioni citologiche e sier.o logiche. m e 1p aranotde o al1lucinatoria, era riconoscibile al,, ~'A. cita i casi di due ,p aralitici cosi trattati, 1'.esame encefalografico una prevalente atro.fta del che d~o •due anni hanno ·n egative le reazioni sie- lobo temporale. In tutti gli altri casi di demenza rologiche e sono individui psiohicamente normali. 1Paralitica, mtgliorati o no, l'atrofia era uniforme, Per il prele, amento e la conservazione del ma- o prevélllentemente a carico del lobo frontale. I. 'os1

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1058 .

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servazione è tanto '.(>iù interessan te in quar1to di- · mostra come l'infezione malarica avevo. modificato il .qu a.idro sintomatologico dell'atr ofia del lobo temporale: sintomi di iparanoia e fenomeni allu{;inatori erano comparsi in luogo dell'afasia sensoriale, .d elle paralisi, 1delle allucinazioni a~ ustich1e. Setondo l'A. tale !fenomeno 1potre1bbe mettersi in rapporto causale con una attenuazione del vir11s occasionata dalla malaria. ROCCFil. '

CUORE E V ASI.

Il meccanismo dell'insufficienza ('B.

'"f .

ca1~diaca.

PARSONS-SMITl-I. Ttle Practitioner, giugno

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L 'interpetrazione

[-~NNO

POLICLINIC'J

del m eccanismo con cui si produce l'insufficienza car.diaca ha su·b ito· notevoli canlbiamenti negli ultimi anni. Fino a 1poco temp o fa, la teoria della così d etta pressione di ritorno er a universalmente accettata; essa offriva una spiiegazione chiara della su ccessione degli evt,11t.i cl1e caratterizzano lo sviluJPpo graduale dell' in su.fficienza cardiaca, culminante i1ella fase di scomipenso. Essenzialmente, il m eccanismo de ll~ pressione ·di ritorno con siste n el fatto che la 1)ressione de1 sa11gue segue la via opposta ' a quella normale attraverso le cavità cardiachie, co11 gli effetti caratteristici sulla ·Cir colazion13 pol-111o:riare, fino a che tutte lie cavità sono coinvolte e n e segue un completo circolo vizioso. Un esempio si 1può trarre dall'insufficienza m itralica, per cui ne risulta che, durantè la sistole, una porzione del sangue rigurgita nell'0recchietta sinistra. ;Juesta, ricevendo così il sangue da due parti, si dilata; per effetto dell'aumento di pressione in essa, il sangue ristagna nelle vene ed arterie JPOl~onari , e nel ventricolo clestro. A sua volta, questo •si dilata p er supplire alla nuova richi-esta di lavoro, la tricUSJPide dive11ta insuffi~iente _ e :si ha un rigurgito nell'orecchietta dec:;tra, con cor1seguente effetto sul grande cir col o. La teoria della i)ressione ·di ritorno è appoggiata a diversi fattori: 1) il cuore è una 1p ompa muscolare provvista di valvole, in modo che la corre11te del sangue segue una dir-ezione determinata ; 2) le malattie possono colpire le valvole e r end er le incapaci a compiere la loro funzione; 3) vi è una correlazione apparen te fra la malattia valvolare, gli .eff etti purame11te meccan1c1 ed i r eperti di autopsj a; 4) vi son o 1n odifìcazioni 1patologiche cl1e, in casi di 1nalattie valvol~ 1·i , si attr ibuiscon o alla .p ression e di ritorno; 5) il mu scolo cardiaco risponde 1p er un certo tempo al superlavor o richiesto fino a ch e fini sce poi con 1o ~ t d b ~ ~ j r si lo scompenso. f\ ~1vn.nti a questa teoria sorgono du e obbie-

XXXII,

FASC. 30J

zioni: 1) esiste necessariamente in tutti i casi di ins urficie11za cardiaca Ja pressione di ritorno?; 2) vi è un nesso etiologico definito fra lo stato della 1pressione di ritorno e la su•ssieguente insuffL~jènza cardiaca? Alla prima ·domanda si risponde evidentemente in senso negativo; ogni giorno, si può dire, si ass.i ste all'insuffici enza cardiaca senza fenon1eni attribuibili alla 1p ressione di ritorno; basta citare il c.aso dell'insufficienza da miocardite acuta ' in . cui, a1l'esaurimento del miocardio ed all:i dimi• nuzione dell'ienergia motrice del cuore , sono ·da . attribuirsi i fenomeni che abitualmente si ritengono caratteri.stici della 1pressjone di ritorno, la dixjnuzione del volume del sangue cacciato nelle arterie, la congestio11e venosa e la stasi viscerale . Nella stessa· categori a, si debbono mettere i fe_ 11om-rni ·di insufficienza che si osservano n ei ca<>i di tachicardia parossistica, in ct1i l'esan1e del cuore e del . circolo, n egli intervalli fra gli ac. cessi, è del tutto n egativo. Vi sono dunque fer1omeni proip ri della pressione di ritorno che sono i11vece nettamente dovuti ad incapacitd. del mu.sco1o cardiaco. Questo fattore deve riconoscersi anche in casi di vizi valvolari, in cui la pression e di rritorno costituisce un elemento ·di com• 1

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1plica~~0ne.

P er quanto riguarda i1 n ess.o .etiologico fra stato di pr essione di ritorno ed insufficienza cardiaca, si osserva che esso non è per nul1.a neces · sario. Basta pensare ai casi di vizi valvolari (in cui gli ef.f etti Q.ella pressione di ritorno sono assenti p er tutta la .durata della malattia), ai casi. rti rr1iocarditie che la t,eoria della 1Pressior1e di ritorno è incapace di spiegar ~, alla mancanza di Tap1porto fra gr a,rità della lesione valvolare e tempo di sviluppo dell'insufficien za cardiaca. Probabilmente, questa: e la JPTessione di ritorno non sono n ull'altro che fenomeni associatj, ciipendenti da ·un. fattore .eziologico comune anzi· ch·è avere tra , loro dipendenza di causa ad effetto. P ·=r poter bene stabilire quale ·sia .q uesto fattore comune, è n ecessariò considerare certi particolari che· gover11an o la di11amica de1 battito cardiaco e la. sua capacità di risipondere all-e varie necessità della vita ed alle condizioni morbose. La fisiologia· sperimentale ci insegna cl1e l'aum ento della .scarica sistolica è primariamrnte il risultato di lln aumento del vòlume della corrente v enosa di ritorno, la quale 1pr0duce una abn orme disten sion e cardiaca. I/orecchietta sovraccarica fa aumentar.e il volume della corr~nte ch e ;passa nel v entricolo; le cavità così distese, r endo110 la n1uscolatura più irritabile, _iccl1 è


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f .;\X~O XXXII,

FASC.

30)

SEZIONE PRATICA

questa risponde all'aumento di tensione aumentando la forza della evacuazione sistolica. Il muscolo cardiaco, dunque, è capace di variare la quantità e la velocità del suo lavoro, secondo le richieste circolatorie imposte dall'attività normale della ' 'ita; e può far questo, non solo alterando la velocità del battito, ma anche 1n conformità col• fatto che il volum e e l' en ergia del lavoro ventricolare dipendono dal grado di riempim ento e dalla tensione iniziale ·prevalente nei ventricoli immediatamente 1prima della fase sistolica. Si deve quindi ammettere che, in un cuore i1ormale, la scarica sistolica aumenterà progressivamente con l 'aumento ·della ,p ressione venosa; lo stimolo cardiaco che eccede il 1p unto critico si a ssocia 1poi con l'in sufficienza funzienale de1l'orga.n o (lavoro deficiente per ogni battito, p erdita del tono muscolare, dilatazione delle r avità ed ingorgo venoso, senza aumento compensatorio. n ella ten sione iniziale). L'insufficienza cardiaca può esser e associata, come è noto, a modificazioni ipatologicl1e ·diverse dell e valvole come del miocardio. P. es., si con sideri il caso della miocardite degenerativa in cui il rnu scolo cardiaco n on può più rispondere alle richieste circolatorie nel modo n ormale. Il prirno effetto del sovraccarico ventricolare consiste nella diminuzione delle riserve di energia e nella riduzione nella ca,pacità di lavoro del cuore. Ne segu e una deficie11te nutrizione dei tessuti e dei centri vitali, a m eno che non vi sia, all'inizio, un certo grado di compenso costituito ·dall'aumento di frequenza del battito cardiaco, da una vasocostrizione generalizzata e da un aumento nella forza di contrazione del ventricolo. Presto o tardi, verò, l'efficienza di que- . sti fattori di comp~nso diminuisce ed il 1paziente incomincia ad accusare i sintomi che indicano l'incapacità cir colatoria: dispn ea da sforzo, palpitazioni, c34pogiri, esauri~ento; l'esame fisico rivela lo stabilirsi di alterazioni del r itmo, dei toni .cardiaci, della pressione sanguigna, del polso. In tali circostanze, i fenom eni che si osservano 1101~ 11anno alcuna connessione con la pression e di rit or no e le funzioni circolatorie si mantengono possibili fino a che il 1potere contrattile del miocardio non sia definitivamente leso ; l'insufficie11za è in tal paso la conseguenza dell'incapacità da parte del cuore di disiporre del contenuto di sangue, in causa della diminuzione del 1p otere di contrazione; si ha quin di riduzione della quar1tità e della pression e del contenuto arterioso, ~ongestione dei vasi venosi, in complesso dunque l'insufficienza congestizia. I 11 questo processo, i sintomi ed i segni confermano l'indebolime11to del rniocardio: l'an emia /

1059

cerebrale, la sensazione di mancamento, la flis;pr1ea, l'esaurimen to muscolare ·d imostrano la diminuzi one della validità della sistole ventricolare, m entre la cianosi, la stasi n ei domi11io delle giugulari, l'ingorgo dei capillari polmonari, la c') r gestione del fegato e degli altri visceri addomi11ali in.dicano il ristagno delle cavità auricolari e n ei larghi vasi venosi; la tendenza all'ascite ed agli edemi indica il rallentamento della corrente capillare e fa aumentare il liquido n ei tessuti e nelle cavità sierose. La sindrome d'insufficienza che caratterizza il processo morboso diJpende anzitutto ·dalla depres_ sione della funzione miocardica ed esprime l'in• ca.ip·a cità del cuore a lavorare in .p iena efficienz a col volume• de1 sangue venoso di ritorno. Consideriamo ora il vizio valvolare, prendendo come esempio tipico la insufficienza mitralica. Il primo e ffetto ·del sangue che rtgurgita all 'orificio initralico con siste nell'aumento di volume del contenuto auricolare ed, al tempo stesso , alla ~o r­ rispondente diminuzione di .quello scacciato dal ventricolo nel circolo. A :quest 'ultima mancanza vien e ovviato per rnezzo di un proce~so di compc11so da 1p arte de1 miocar dio, per cui, almeno n ei primi stadii della malattia, il volume s·--1ricato dal ventricolo n on è diminuito. Il riflusso r1ell'orecchietta ha ,p er effetto di riema»irla eccessivamiente, elevandone la tensione al momento della sistole, donde ne viene l'irritazione ·della sua muscolatura, un aumento di contrattilità e • quindi anche della corrente che entra n el ventr icolo . .Nei primi stadi, si ha ·dunque che il ventrir.olo vien e rifornito di s angue in quantità sufficient e, in modo da ovviare alla ·deficienza che si avrebbe ad ogni contrazione. L'effetto compens atorio dipende quindi essenzialmente dall'integrità meccanica del muscolo ventricolare e si può inferire ch e anche l'orecchietta sinistra e le vene 1polmonari si adattano a1 rigurgito fino a . che la funzione ventricolare rimane efficiente e, cli con seguenza le arterie polmonari ed il ven. tricolo ·destro non ne soffrono. ·Lo sforzo rimane dunque a carico del ventricolo tSinistro. I sintomi ed i segni dell'insufficienza cardiaca compaiono invece quando si esaurisce il miocardio. ·Nella · sten osi mitralica, il compenso si mantiene fin o a quando l'orecchietta sinistra risponde bene all'aumento di tensione nella sua ca. vità; il. 1prodotto ·del lavoro ventricolar e continua • ad essere adeguato alle richieste e lo scom.p enso dipenderà ancl1e i11 questo caso dall'insufficienza ' miocardica. Jn pratica, si vedrà che la capacità cardiaca sottCJ tale riguardo varia da caso a caso. v~i son o pazien1 i co11 lesio11 i yalvolari ·della stessa gr:iY j tà c l1e diff erisco110 di inolto i1ei seg11i cli11ici. Lo 0

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sco1npenso circolatorio si verifica senza che si possa dimostrare un qualsiasi rapip orto con un determinato t ipo di lesione valvolare. Ma vi è di più. P er la prima malattia vengono compromesse non soltanto le valvole, ma anche lo stesso miqcardio ed il compenso sarà tanto minore quanto più danneg.g iato è rimasto qu est'ultimo; oltre a ciò, tutti i fa:ttori che portano al compenso tendono a diminuire le forz e ·di riserva del miocardio. Ne con segu e che in ogni caso di , malattia Vlllvolare, sarà di maggiore importanza fa-re delle accurate investigazioni sulla capacità del miocardio, an zich è studiare il tipo ed il significato dei rumori che si ascoltano o fare ·delle indagini speculative sulla presenza o sull'assenza dei feno1neni di pression e di ritorno. Con ciò non si dice che i rumori cardiaci non abbiano la loro importanza; essi indicano la presenza di endocardite E>a i loro cambiamenti a:>ossono av.ere significato per stabilire i 1p rogressi della lesione. Ma il }oro valore consiste essenzialmente nei ·dirigere l'att en zione sulla possibilé compartecipazione del. miocardio; ne consegu e la necessità di star ben e attenti 1per p oter sorprendere in tem1po il primo accenno di indebo 1 imento della capacità funzionalb del cuore, che clinicalJlente si manifesta con l'incapacità di rispondere alle domande fisiologiche e con i s.egni di dispnea, 1palpitazioni, capogiri, esaurimento, ecc., ossia con una deficiente tolleranza all'esercizio. Nè si dovrà trascurare un buon esame clinico. Si noterà anzitutto se il cuore è ingrandito (eventualmente an che con i raggi X), .p oichè, già di per sè, l'ingrandimento ·costituisce una causa di diminuzione di efficienza. Si studier anno poi: la qualità dell'urto della [>Unta, i toni cardiaci, il ritmo , specialmente 1p er ciò che riguarda le contrazioni premature, le intermittenze, le grandi irr egolarità, la fibrillazione auricolare. Fra le alterazioni del ritmo, si rivolgerà particolare attenzione alle diverse varietà di tachicardia, specialm ente di quella parossistica, che indica una minaccia seria, ed alla bradicardia che negli individui anziani può essere un serio ostacolo alla esplicazione delle comuni attività della vita. Rimane poi l'importante qt1estione della risposta del cuore all'esercizio ed il grado di tolleranza p uò venir misurato dalle conseguenze che n e risultano e che vanno dalla lieve sindrorne da sforzo alla grave insufficienza . Lo studio delle ari1tmie e di itutti i caratteri d <31 1polso è pure indispensa:bile iper farsi un'idea adeguata delle condizioni del cuore, per .giu·dicar e delle quali 5i terrà inoltr e conto dei segni di stasi nel circolo FILTPPINf yen oso.

[ANNO

lL POLICLINICO

XXXII,

.F A&:.

30 J

La p1·ognosi nell'extrasistole e nella tachicardia. (IDE.

Journal

de s sciences

médicales

de

L ille,

anno 42, n . 34). L'Autore fa rilevare come v1 siano ancora tro.ppi medici p e.s simjsti per ciò che rig11arda 1' extrasistole e la tachicardia. 1

L'extrasistole ·è 1dovuta aid una esagerata tr~ta­ bilità del tessuto cardiaco e c0mpare all'etA. adulta, spesso a:>rima della trentina. Subisce oc;cillazionj stagionali e si ecclissa durante le intossicazioni; essa è, più che altro, l'eccesso ·dj una ,p roprietà . normale del cuore. Il cuore extra5istoltco non subisce ipertroifla, ·n on dà di c::pnea nè dolori, salvo l 'angoscia assai breve aid ogni extrasist0le. Con l'an dare dell'età, l'extrasistoli c0 ~u­ bisce la legge gen erale dell'invecchiam·e nto dei IDU$C-Oli; 1può a llora accadere che , in occasionedi 11n brusco attacco stagjonale, l'individuo si riten·g a un miocar dico o c;i faiccja diagnosi di angina pectoris. Il medico che visita p·er la prima volta un malato sulla sessantina, può rimanere . in dubbio ; ma il rilevare Ja mancanza di ediemi, di ipertrofia car diac a, di ipertensione, di dispnea esagerata tenuto conto dell'età del paziente, m~tterà ~i1lla bu o11a strada. Si potrà tentare la digitale per alcuni giorni salvo poi so51Penderla se non si avverte un deciso miglioramento. Migliori effetti si otterranno con il chinino (1 gramID.o) e l'atropina (un rnilligrammo); se in tal modo si ottengono· miglioram enti, non vi è più alcun ·dubbio; si ,,. tranquillizza allora il malato e gli si :p rescrive di uscire, di lavorare secoDJdo le forze della sua età e di · alimentarsi normalmente. ' Spesso vi è btsogn o di energia per convincere tali malati, ohe dubitano sempre di essere gravem ente a.ffetti ed è bene incominciare facendo tutti gli esami per poi 1pa ssare a far comprendere che la malattia è compati'bile con la vecchiaia avanzata e che il rjposo e la digitale sono più dannosi ohe utili. Si ordinerà in &eguito al paziente di r iprendere la vita ed il lavoro normali ; il sl1oce&so lo rasstcl1rerà intieramente. Ci vuole · spesso molta pa zien za ip er riuscire, anco)' maggiore ·di quella n ecessaria per un nieurastenico ~ ma, mentre quest'ultimo è incorreggibile ed incurabile n ell'extrasistolico si riesce con la pa' zienza a ·salvare un'esistenza ed a rimettere l'in· dividuo nelle condizioni n ormali di vita . ftl.


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FASC.

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SEZIONE P!l"TICA

1061 I

_ARTICO LAZIO!\ 1.

Lesioni luetiche articolari. (G ilRERT-DREYFUS

h6JJ~laux,

e

Gazette des

PIERRE BOURGEO:fS.

n . 31-33, 18-25 aprile 1925).

Gli AA. in due articoli trattano brevemente di ql1anto tuttora si conosce sulle lesioni articolari d.elTa sifilide sia acquisita che ereditaria._ . Preferiscono per la descrizione ,di queste una rl~ssi­ ficazione evolutiva delle lesioni in s·è non tenendo tonto dell'epoca della: malattia sia secondaria che terziaria. Riassumeremo in breve le singole alterazioni. Artralg·ie. - Si presentano nelle articolazioni più mobili; in ordine ·di frequenza alle ~palle, alle ginocchia, ai 1POlsi, alle caviglie. Spesso sono 1prese anche le articolazioni delle dita. Alle volte ie 3nche. Sono dolori che si manifestano senza segni obbiettivi clinici e radiologici osteo-sinoviali; che Si esacerbano di notte e che si attenuano e scompaiono con l' esercizio dell'artii~ola zione. Non sono influenzati dagli analgesicj abituali 11 dolore consiste in una sensazione speciale di bruciore, di rigidità d~ll'articolazione con se11so quasi di paralisi dei segmenti articolari. Sono pro!()ri della sifilide secondaria; si possono presentare però anche nel periodo terziario; nel de. corso del trattamento specifico corr1e specialè rPa . zionp sinoviale di Herxeimer; nella lues Preditaria a forma accessionale; ~ssono essere segni prernonitori di lesioni ·p iù gra,,i dell'artico lazione. Scompaiono in pochi . giorni in seguit0 o.' trattamento specifico. Le sinoviti subacwte. - Si presentano preferibilmente nella sifilide recente; si .p ossono avere anche nelle sifilidi antiche non trattate; nella . sifilide ereditaria. Prendono di re.g ola due-tre articolazioni: frequente1nente sono simmetriche. Clinicamente si presentano con tumefazione del1'arti colazione che mostra i segni di modi,co versamento inìra-articolare; 'c on discreto edema periarticolare; con risentimento concomitante ·1reque11te delle borse sierose circonvicine; con lieve aumento del calore; modico arrossamento; e ùi caratteristico con scarsa limitazione dei movimenti dei segmenti articolari. Quest'ultimo carattere le differenzia oltre che per 1'assenza di lesioni cardiache dal reumatismo articolare acuto. Prendono di regola le grosse artico~azioni, e danno dal punto di vista funzionale disturbi re_ · lativi Si accompagnan0 spesso a modica febbre, a dolori sipontanei aq. esacerbazione n-0tturna. La puntura dell'articolazione estrae liquido purifor · me ricco di polinucleati ben conservati. Il trattaIQento specificç> le fa scomparire totalmente; non I

sono ir1fre.que11ti ~erò come postumi anchilosi parziali; forme di reumatismo cronico su cceiasiv0. I drartri. - Tutta la malattia è costituita. dal versamento articolare, che si stabilisce insidiosame11te, senza notevoli disturbi articola.ri; con qµa_ Si .assenza di dolori. Si manifestano di :regola 11el le grandi articolazioni, in .ordine di frequenza alle gin occhi a, ai gomiti, ai polsi, alle ~rtiGoia­ zioni tjbio-tarsicl1e. Clinicamente non si rilevano nè ispessjrr 1:u.t1 sfnoviali, i1è segni di osteo-1p€riostiti. Evid.enti i segni di versamento endo-articolare. L'esame del liquido rivela a volte elementi rpolinucleari, ~t volte linfociti . La reazione ·d i \:Vassermann del liq1lido è . fortemente positiva. Levaditi ha frequentemente isolato lo spirocheta. Si 1presentano di rego !a 11e l!a sifilide secondaria. ·caratteristico è l'idrartro della sifilide eré1itaria che spesso si trova insieme alla cl1eratite in ·· terstiziale, tanto che .alcuni autori la mettono al posto ùe'la sordità che è rara 11ella triad e di . Hutcl1inson. A vo~te qt1esti idrartri si prese.ntano i n $P.guito a traumatisrr1i. Sono le forme ~ifilo­ traumatiche descritte ·da Broca. Il trattamento energico e continuo è. capace di far scomparire .• far.m e che persistono se11zà la cura per 111nghi anni. Perisirioviti gommose. - Per lo 1più mon oarticol:iri e rteJ , ginocchio consistono anatomo ..pato1ogicarr.ente in una eruzionf; di noduli gommosi del ·connettivo periarticolare. .Clinicamente ~i sta. biliscono insidiosamente, perchè non sono dolenti. I primi disturbi sono di difficoltà dei mo~·imenti dovuti alla notevol€ tumefazione del l'1rticolazione. All'esame clinico si rileva per lo ·p iù il ginocchio notevolmente tumefatto, con reticolo venoso sviluppato, con sinoviali ispessite. Con la· palpazione si mettono in evidenza numerosi noduli duri, spostabili, a volte mollicci frequenti specialrnente nei cul di sacchi sinoviali supe~iori, in t11tti i-dentici alle placche di corazza del sarcocel~ sifilitico. Non si desta con ia pressione dolore. Non si nota110 posizioni viziose dei capi articolari. I movimenti sono solamente limitati dal.1:1 tumefazione artìcolare. · Dop o 111ngo tempo si possono stabilire atrofie muscolari, alterazioni ossee o cartilag~ne~. · L 'affezi9ne se aggredita a ' 1empo può completamente scomparire col trattamento specifi'co. Osteo-artriti sifllitich e. - P er la :p iù mono-:.:trticolari. Prendono di ipreferenza il ginocchio e in ordine di frequenza l'articolazione tibio-tars~c.::., sterno clavicolare, del gomito, dell'anca. Si. stabiliscor10 in mo·do insidioso e sul decorso si possono dist~nguere tre fasi evoluti,re. Una prima fase caratterizzata da osteite e da dolori a ti1PO osteo-

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Il POLICLINICO

(ANNO

XXXII,

F~r..

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copo con esacerbazion i notturne. Una fase di epifisi articolari (reumatismo rarefacente e non iperostosante). i·p ertrofia periostale delle epifisi che ipuò invadere . Il decorso è cronicissimo, di dieci, venti annt anche la diafisi. Questa ipertrofia è uniforme. All 'esame radiologico si dimostra come un aumento e procede a poussées di riacutizzazioni a volte in spessore della teca periostale, raramente ac- accompagnate da versamenti articolari e d!t mo. compagnata da rarefazione ossea. Si accoma>agna dicn. febbre. E proprio della sifilide tardiva o concezionale attenuata. Sovente vi si aggiunge la di regola a modica atrofia muscolar~ e a nessuna a Iterazione di posizione dei segmenti artara ereditaria che rende , più difficile il rintrac· ciare la natura etiologica. Clinicamente è imposticolari. sibile differenziarlo dalle altre forme di reumaUna terza fase di versamento articolare. La si• tismo deformante generalizzato. E solam-entc la. noviale non è ma1 ispessit.a, nè fa rilevare funsifilitica che ne gosità; è 1nodicamente dolente alla pres,sione. Tut- . presenza di segni di infezione .,, ta l'articolazione duole ma spontaneamente e con l)Uò fare sostp·ettare la natura, unitamente al cornesacerbazio11e i1otturna. Questi caratteri differen.- parire di questa forma in una età relativamente giovane, e al decorso non continuo ma a pousziano detta forma dall'osteo.artrite tuberc0lare, sées. Il trattamento antisifilitico fa scomparire i!l che si presenta con notevole limitazione dei mobrev<; tempo i dolori. Agisce poco nelle deformaYimenti per il ·vivo dolore esacerbantesi con i zioni già stabilite. movimenti e le contratture muscolari; con l'atroAltre forme innumerevoli sono state descritte, fia notevole muscolare; co11 le epifisi aff att0 i11 grosc:ate; con la frequente .p resenza di attegg-iaalctine sistematiche ~er il modo di .prend~re le articolazioni; ma tutte queste non sono anrora menti viziosi. , ben. conosciute. Osteo· con,dro-sinoviti sifìlitiche. -· Tutte le p!1rti Accanto a queste f orrne generalizzate gli autori dell'arti colazionie ossa, cartilagine e sinoviale 50no citano delle forrrie localizzate a singole articolapresi dal processo. Mentiscono 1p1iù da vicino Je zioni. Più frequente· tra queste il reumatisrno ero. affezioni tubercolari deli'articolazione. I ' noduli nico secco dell'anca accompagnato dalla. for1nagommosi 1periarticolari possono rammoJli.rsi e perzion0 di osteofiti, da atrofie notevoli dei glutei, forarsi nell'articolazione dando luogo a un vee. da deformità e immobilizzazione dei capi artico· ~amc11to IPUriforme; o all'esterno 1 p ortando al la lari. L'artrite secca de1 ginocchio più rara; 1 e formazi one di fistole attraverso le quali si eliartriti localizzate delle vertebre (spondiliti croni1ninDno dei sequestri. I tessuti periarticolari sono infiltrati, edematosi, poco dolenti, con r eticolo ve- che sifiljtiche). Infine alcuni casi di · spondilite ri~o1nelica di origine sifil.i tica. noso sviluppato. , Le atrofie muscolari sono presenti ma n on in Accanto a queste forme gli autori mettono le grado notevole come nella tubercolosi. Se il trat- artro1patie deformanti proprie della sifilide ereditamento è ·tardivo si ha 1per lo più esito in an~hi­ taria tardiva, caratterizzate dalla produzione di losi. La diagnosi differenziale con la tuber.:'.olosi i-perostesi e di osteofiti epiftsarii periarticolari che si JJasa più cl1e altro sulle ricerche di labor!l.torio .p ortano ad una notevole defo~azione della ar(esame d~l li1quido endoarticolare, R. W., i?1ocuticolazione, e ad una limitazione dei movimer1ti, lazione alle cavi-e, ricerca dello spirocheta~. :fino all'anchilosi. Sono mono-articolari e per ordine di freqt1enza prendono il gomito; nella perAltre forme numerose sono state descritte ma centuale di circa la metà il ginocchio, il polso. non a carat·t eristica clinica netta. Gli autori inPiù · raramente altre articolazioni. ' fine citano le forme acute di artriti sifilitiche siGli autori concludendo ritengono che sebbene mulanti completamente le artriti purulente, che in molti casi la .clinica permette di fare la diasi presentano !p er 10 1p iù nella sifili·de tardiva e gr10$i etiologica di artrite sifilitica, pure in nunell3 sifilide ereditaria, pèr .p rima descritte da merose forme l'aspetto, il decorso delle alteraGaucher. zioni articolari non hanno n11lla che le ,posc;a Il rev.m.atismo cronico sifìiitico. - Illustrato so. differenziare da altre artriti di natura diversa. lamente in questi ultimi anni .è ancora poco coIn tal caso solo laccurata anamnesi familiare e nosciuto nelle sue varie manifestazioni cliniche. personale, unita alla ricerca clinica di altre maEsiste ·u na forma generalizzata in tutto siroi~e a.I reu111atismo cronico deformante dovuto a infe- nifestazioni iuetiche od eredoluetiche e alle prove biologiche . possono indirizzare ad una giusta diazioni attenuate di altra natura. S'inizia di regola alle piccole articolazionì delle dita delle mani e gnosi etiologica. In molti casi 1p erò spesso è solo dei piedi con dolori violenti a ,cui segue in se · il trattamento specifico di prova quello che d~ la massima certezza della natura luetica dell'affecondo ten11po la deformazione. F. RICCARDI . ' zione articolare. L'esame radiologico mostra la rarP.fazione deile


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SEZ IONE PRATICA

Alcune forme cliniche delle manifestazioni articolari nella sifilide tardiva.

va.g anti da una articolazi one ad un'altra: non si ' accom.p agnano con f eb.b re n è con complicazioni éardiache; soltanto la cura antiJ.u.etica 1può darne (M. WEIL e P. BOURGEOIS. L a Presse rriédiC(Lle, 25 la guarigione definitiva. aprile 1~25) . Vi 1p ossono ancih-e essere delle forme n elle quali Oltre le manifestazioni articolari della sifilide l'artralgia invece di ' essere, ·come al solito, dif . secor..·d aria, terziaria ed ereditaria ormai ben note , fusa, è limitata ad una .sola articolazione o ad un ve ne sono alcun<e altre, non ancora suf·fìciente- picc@1o numero di articoil azio·n i con lieve ed.e.rµente studiate, che ·gli AA. si sono proposti di ma !Peri-articola.re: la localizzazion e id-elle manif eesaminare e sono queste : l 'idartrosi sifilitica• uni- · stazioni dolorose può presentarsi in ogni articolater!lle, le a.rtralgi.e ·della sifilide tardiva e le lazione forme che accompagnano le alterazioni ùell.e glanQueste artralgie, se non curate, posson o divedo1e vascolari s an·g uigne. nire il p·u nto di partenza _di ·ù n reumatismo cro1) L'idartrosi sifilitica uniìater;:tle, pur non esnico anchilosante. sendo la forma più frequente d'tdartrosi luetica 3) :Non sempre le lesioni articolari della siftlide ' che .p er lo più è bilaterale e simmetrica, non è so110 dovute alla 1presenza « in s~tu » del germe !Però del tutto eccezionale; si localizza sp.esso al- patogeno, aicun.e volte invece non sono che il l' articolazione del ginocchi-O, non provoca dolore, riflesso di alterazioni più o meno lontane. può. durare a lungo ma guarire anche spontaneaIl sistema nervoso entra certamente in causa i11 . mente .e ripresentarsi anohe dOIPO molti anni niella diverse forme .di sifilide articolare come lo dimostessa articolazione o in altre. stra la .parteciJpazione al 1Proces.so morboso dt un Se si immobilizza l' a:rticolazione, pensando ad numero spesso molto esteso di articolazio1_1i, la una forma t. b. c., s i sarà poi meravigliati di n on freq11ente 1simmetria delle lesioni, l'attacco eletvederne risultare anchilosi n1è total.e nè parziale tivo di gruppi . articolari sinergici, l'esistenza di ~ questo fatto dovrà far modificare la primitiva algie muscolari ie n erv-ose, ecc. diagnosi di t: bi. c. e far propendere .p iuttosto per In altre forme dj axtralgie sifilitiche hanno ·u na i.;na forma luetica. parte IJrepondérante le gland~le vascolari sanL'idartrosi è in alcuni casi la sola manifesta- g·. u i·.gn e come molti osser,vatori e gli stessi AA. hart zione rilevabilè •dell'infezione luetica, altre volte no potuto dimostrare. invece !PUÒ associarsi a ?intorni ipiù o meno diIn ogni artrite o reumatismo artic·o lare perciò screti della seri.e tabetica. che non abbia altre. cause ben nette, è n ecessari o In ogni modo la coesistenza d'idartros,i, d'iper- ricercar.e minuziosamente la sifilide ed anche se • tensione arteriosa e di glicos·u ria co.s tituisçe una tutte le ricerche sono -negativ.e, come spesso può sindrome clinica che dev.e sempre far 1p·ensare alla avvenire, è doveroso tentare una cura antiluesifilide ed incitare a ricercarla accuratamente. tica di prova; la prova terapeutica per altro, spe. cialmente quando si iniettano ,p reparati ars.enicali L'esame del liquido estratto dall'articolazione malat.a .e l'aspetto radiografico déll' articolazione p,er via endovenosa, non !PUÒ avere un valore stessa 1p ossono fornire delle 'Preziose indicazioni : as·soluto nei riguardi della diagnosi perchè tali per quanto riguarda la citolo·g ia .del ltquido art.i- medicamenti possono anche agire ·p er un altro colare rion . tutti sono concor·di; alcuni hanno osm eccan ismo (colloidoclasia, ecc.); è .certo in ogni servato la polinucleosi, altri la mononucleosi o la mo.do che quando agfscono come agenti ant.isifi. !in1-Jcitosi, ma queste differenze IPOs·sono essere in litici provocano la scomparsa totale e defir1itiva -relazione con differenti stadi evolutivi della lee spesso anche rapida dei ·dolor i articolari. V. :MONTESANO. sion e. La r eazione di Bordet-Wasserrnann è spesso po sitiv3. n el liquido articolare; la ricerca invece del- La 1·eazione antistafilolitica nelle · forme la spirochete nel liquido stesso non è ancòra di larvate di osteomieliti ed a1·t1·iti stafi· facile ~1plicazione. . lomicotiche. In quesP 1Clartros1, che s1 accompagnano con (ROSENBURG G. Arch. f . Klin. Chir., Bd. 129, pasintomi più o meno mànifesti della serie tabetica, gina 700, 1924). la :racùiografia fa notare alterazi·o ni · ben nette Tra i metodi èfi indaigine ·p er la diagnosi ditfedelle o:ssa (esostosi, iperostosi, ecc.) che danno renziale di vari processi morbosi serve egregia~.11' epifisi un aspetto · del tutto 1 p articol are. x.nente l'esame del sangue. L'A. ha già insistito . 2) Le artralgie s ifilitiche noD: sono caratteristiche del solo periodo seconda-rio della malattia ma in un suo preçede:qte lavoro sulla importanza dia' possono presentarsi anche molto più tardivamen- gnostica dell'aumento delle antilisine nelle infete : sono dOl·or1 articolari ·diffusi, g-eneralizzati, zioni stafilococciche, servendosi del metodo di

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1 L POLICLINICO

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Braun e Homuth. ·P er la rèazione, cl1e non è Contributo alla patogenesi <liffi~ile e che è stata eseguita 220 volte in 170 . dell'a1·trite deformante postinfettiva. rasi, occorrono le n ecessarie lisine, i sieri standart di controllo e alcuni eme. di sangue del (BONN. Arch. f. Klin. Chir ., Bd. 130, n. 3). pazje11te. (Il metodo è basato sulla .p roprietà naIn numerosi esperimenti Axhau sen è riuscito turale rtel sa11gue di creare degli anticorpi. In ad otteniere negli animali un'artrite deformante questo caso verr ebbero ad aum entarsi le àntistam ed1ante la necrosi artificiale della cartilagine ftl oli$in-e, _sostanze cioè capaci di opporsi all 'azioarticolar e per m ezzo di aghi elettrolitici o di r1e emolitica delle lisine stafilococciche. Si tratta antisettici. Ma le alterazioni così ottenute non di paragonare la diversa reazione tra sieri no1·sono ~onsiderate come vere airtriti deformant j da mali (standardizzati) e sieri di malati in esame). Pommer. Nell e osteomieliti acut.e la r eazion e diviene posi· Riporta un caso clinico di un giovan-e in cui tiva nell'8°-11° gior~o . .L'·A. ha potuto os~ervare . 11 m.esi prima era stato estir.p ato un menisr.o del di r ecente tre casi di osteomiielite ad andamento gin occhio per r ottura èui seguì infiammazione cronico: 1) ,d ell'estremo superiore del femore dedell 'articolazione con presenza ·ai stafilococco stro; 2) dell'estremo inferiore del femore sinistro aureo. L'articolazione fu vuotata 3 volte ed i nietche presentavano oltre disturbi subiettivi ed obaettata con rivanolo, dopo un mese e mezzo l'intivi una reazione anti stafilolisini~a ,p ositiva) una fermo guarì. In segt1ito intervennero do!ol'i per discreta leucocitosi, modica febbre e una. radiocui fu fatta la r esezione trovando il ~eguente grafia positiva per una lesione ossea. Ambedue i casi. furono operati con su ccesso; n el p·r imo fu- r eperto: scar sa is inovia chiara, piccoli corpi rizoidei, iperemia della sinoviale. Nel condilo inerono trovati presenti gli stafilococchi nelle gra..... diale della t~bia mancanza de1 menisco, scon1nulazioni; n el secondo n o, sebben e i! reperto ist.ologico p arla..sse indiscutibilmente per t1na lesion e parsa della ·Ca rtilagin e articolare corrispo11riente e nel condilo inediale del fem or-e. La rotula 1preflogistica. In un terzo caso, non oper ato, tutto il sentava delle erosioni. Furono prelevati dei ·p ezzi complesso sintomatico e la reazion e antistaftlolidel condilo mediale della tibia rp er l'esame jstosinica .p ositiva parlavano per u n.a lesione sublogico che diede: cartilagine fortemente assottiacuta dell'osso. gliata ed in qualche punto scomparsa; nel r esto La reazione rimane positiva non .solo dura11te aveva uno spessore di circa 2 mm. ma av eva tutto il tempo della malattia, n1a dopo pareccl1io parte spu~nosa tempo, per anni talora : tutta via il risultato po- 1perdute tutte le sue cellule. subcondrica non er a a lterata nella vitalità rr1a sitivo della reazione non esclude la possibilità di presentava i10lla grande tuberosità una f9rte pr')una infezione mista, ma indica solo la prevaduzione cartilaginea COI) una· parte ordinata in lenza di una specie batterica. La intensità della colonne vicino a lacune midollari e con ossjftcareazione .p rocede parallela alla gravità de~l a inzione en condrale in modo da dare il quadro di fezione. L' A. ha trovato una reazione ..\SL. deuna linea epifisaria d'un bampino. Sul condilo bolmente positiva in due cas,i di M. Schlatter, fem orale fu trovata t1na membrana co11nettivale, sulla patogenesi d.el quale divergono le opinioni una scarsezza di nuclei cartilaginei e qual~he e non permettono ancora una ipotesi univoca. Axbausen, tuttavia ha ammesso in ?nalattie si- tentati"'IO di di&posizione· a colonna della ca-rtiJagine intorno a vasi provenienti dall'epifisi. mili (morbo di P erthes e di Kohler ) delle embolie .Si trattava di un'artrite deforman te intervenuta. batteriche delle epifisi rispettive, nelle quali pur dopo l'estirpazionè del menisco, ma non per essa non determinandosi quadri morbosi imponenti si assiste alla provocazione di necrosi asettiche sub- 1poicl1è tutte le estirp~zioni fa1 te asetticamente non sono ·s eguite da tale alterazione, ben si per la inco11driche. Tuttavia la ricerca dell'aumento delfezione a cui si aggiunse forse l'azione necro. l 'antilisina in tre casi di morbo di Perthes riuscì tizzante dell' antisettico (rivanolo) come è stato n egativa, ciò che non toglie come la reazione dimostrato da Axhal1sen. possa essere positiva n el periodo più acuto della Non c'è alcun dubhi o sulla esistenza di necrosi malattia, sebbene contr o questa ipotesi stia il • fatto, in casi analoghi, della persistenza .della primitive della cartilagine nel senso di A.~hau­ reazione. D'altra parte bisogna considerare come sen : ad es~e r eagi se.e il midollo con una prod uap11>unto ii1 questi casi si tratta di infezioni quan- zion 1 di cartilagine ed una ossificazione encondrale. Non !PUÒ spiegare se essa sia da interpreto mai attenuate. Per questo se n elle forme di tare n el senso della teoria meccanico.fu nzionale osteo1r1ielite acute e croniche la r eazione antistadi P nmmer o con qu ella rigenerativo-reattiva di · filolisinica è ,p ositiva e convalida la diagnosi, .~xhausen rappresentando il modo di sostituzione l'esiperienza dovrà insegnai·e se questo risultato si Yer1 ~icn co tantemente. della n ecrosi. In un altro caso già pubblicato di artrite deforE. ~II NGAZZ lNl . • 1

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SEZIONE

inante dopo lussazione .dell'anca essa era seguìta aq una necrosi epifisaria. Così che la teoria necrobiotica per l'artrite deformante è qualche cosa di 1p iù cl1e una semplice ipotesi e le ricerche dj Axhausen una applicazione nella pat0lqgia umana . BRANr:\II. 1

CENNI BIBLIOGRAFICI · • I. I.. EVY-V ALENSI. Préci s de Diagnostique Ne uro lo- giq1.le. Parjs, Masson, 199....5.

Questo volume, per quanto no11 sia, come d ice lo sì.esso autore, un rnanuale di neurologia costitu1sce tuttavia• una guida preziosa per ' tutti coloro che desiderano avviarsi allo studio delle 1nalattie del sistema nervoso. I . problemi anche i più ardui, .sono sernplifìcatì e eiascuna sindrome viene descritta nei caratteri più essenziali per la diagnosi. L' A. non si addentra in discussioni patogenetiche dei sintomi, ma si limita a dare una esposizione semplice e precisa dei segni delle varie malattie e dei metodi per ricercarli, documentata da una quantità veramente notevole cli figure, quale difficilmente può trovarsi nei trattati del genere. Pur astenendosi dj Jproposito da tutto ciò che è superfluo, egli riesce, a mezzo di sem1plici schemi, a dare una idea sempre chiara della 3tide e della estensione delle alterazioni anatomicbe che stanno a base delle sindromi descritte. Il volume è diviso in XXVIII capitoli, ciascuno dei quali raccoglie i quadri semejblogici che han110 affinità fra loro, e che sfilano dinanzi agli I occllj del lettore nitidi, rafforzati da una val utazione differenziale rigorosa e diligente e corredati dall'enumerazione degli opportuni m·ezzi di indagine. I.a p.arte generale dell'opera, oltre i preli1ni11ari a.natomici e patofisiologici delle vie mòtrici e sensitive, contiene i dati 1p iù importanti rife- _ rentisi all'esame ne11ro1ogico, e if)recisarnente quelli c;ulla n1otilità, sui rifles$i, sulla sensibilità e sull'ap,p arato della visione. Non mancano gli accenni ai più recenti mezzi di indagine, quRli la 1Puntura lornbare e la reazione di Wasserma11n. Nella 1parte speciale sono esposti, in sintesi efficace, i :p rincipali criter.i clinici atti a riconoscere le varie sindromi morbose e a differenziarle ~·una dall'altra. La trattazione di qaesta parte si inizia con la diagnosi del coma, cu i fanno seguito la diagnosi dell'emiplegia, della 1paraip1egia, degli stati di ipertonia generalizzata, delle sindromi cerebellari, della sindrome vestibolare, .della tabe, delle amiotrofie, della 1poliomielite anteriore ·acuta, della polioencefalite, delle afas 1 0, delle aprassie, d-.ella epilessia, ,d ei tremori, ·d elle 1

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core.e, degli spasmi, della iJpertensione intracrHnica, delle radicoliti, delle paralisi dei 11ervi spinali e cerebrali; delle i1evralgie, dell 'isteria, della dernenza paralitica, di alcune sindromi ·simpatiche e dei disturbi delle ghiandole a secrezione interna. Le parec-chie migliaia di feriti di guerra esaminati daJl'autore nei .vari ce·n tri neurologici, 11anr10 permesso all'Autore di de-durre nozioni interessanti anche 1per la diagnosi · delle paralisi non traumatiche dei ner·vi. B un trattato di 600 pagine, con 395 figure, scritto con stile facile, scorrevole, cl1iaro, r.he e i legge con vivo i11leresse, senza ombra di stanchezza, così da rendersi indispensal:)iie a qualsiasi studioso di malattie nervose. Prof. G. l\!II NGAZZINI.

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acute e croniche del corpo striato. Torino, Stabil. Lampografico, 1923.

LI VIIJ PRATI. Sindromi.

Elaborata e succinta· « mis-à point » dello c;tato. delle .questioni riguardanti i gan.gli !.Striati della base. .Dop 0 aver espresso i~ 1poche pagine le ricerche anatorr~ofisiologiche degli ultimj ·d ecenni l' A. ·si .sofferma sulla cc ·Clinica » delle lesioni dello striato molto più a lungo cercan do, e felicemer1te riuscendo, di inquadrare in chiare formazioni le nozioni cliniche che i Neurologi moùerni 11anno saiputo trarre ed ordinare dal centone dei movimenti automatici involontari, del tono muscolare, ecc. E .p oichè in tale lavo.rio gli Italiani non furono secondi ad alcuno, l'A. - e di ciò bisogna essergliene grati - mette irr piena luce quanto al Luciani, al Mingazzini, al Golgi, ecc., la Neurologia deve anche nel campo dei n11clei MONTELEONE. optostriati. 1

ENTE NAZIONALE INDUSTRIE TURISTICHE. T bagni

della .

Venezia 1'ridentina. Un op. di 1pagg. 52 con nun1erose vignette. Roma, 1925. '

Questa artistica pub·blicazione, eseguita a cura del ·prof. G. Ruata - l'attivissimo segretario del1' cc ·E11it » - co11tiene 11na seri.e di indicazioni succinte ma preziose sulle stazioni idricl1e ·del Tren, tino, da quelle di fama internazionale, come Levico e Roncegno, a lle meno note, dagli c;tabili- · ment.l di Jusso ai 1Ptù modestl . Il titolo non deve trarre in errore : il termine « bag11i » vi è inteso in senso lato, cioè include ancl1e le stazioni ove si pratica esclusivamente ' o prevalentemente la cura idr01pinica . Si tratta di località tra le più pittor escl1e, favorite come poche dalla . natt1ra; segnalarle o contribuire a metterle in valore significa rendere u11 effettivo servizio ai medici, che ·v'instraderanno i 1pazienti bisognosi di cure e di .svago tranquillo e di riposo; significa anche rendersi benen1el iU del Paese. R. B. 1

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IL POLICL1 NIC0

[_.\NNO XXXIII FA~. '.{0}

LL\PPUNT I PER l·L MEDICO PRATICO. te, nella tisi' cronica, Ja febbre 1p rende il tip~ etico, remittente irregolare; talvolta la curva feb• La febbre dei tubercolosi. . br1le tende a farsi piatta ed allora. la pro oanosi Osserva M. Drelet (Gazette de s h6pita1l:x, 1~25. è indubbiamente grave. In 'certi cavitarii, si posn. 38) che la febbre i1on è un sintomo necessario son o avé.r e d-ei periodi di apiressia da attribuirsi dell'infezione tubercolare. Vi sono forme . , anche forse a fenomeni di immunità alternante. mortali, che rimangono se1npre apiretiche; in alIn11portante da mettersi in rilievo è l'instabilità tri casi, si hanno dei periodi 1p iù o mèno lnnghi termica dei tubercolosi i quali reagiscono con eledi apiressia. Molto spes:so ~piretica è la tubercovazioni anor1nali della temperatura agli atti fisiolosi deJ po1ppante, specialmente la forma generalogici della vita; basta l'alimentazione, un'emolizzata croniéa, in ct1i, però, si hanno di tant6 in zione, la discussione per aumentare la teit;lperatanto degli attacchi febbrili subitan~i. e la .elevatura; una di tali reazioni febbrili di notevole • zione t ermica fin ale, dovuta alla meningite od importanza è la febbre premestruale. Dati inte,. alla broncopolmonite. In altri casi, · invece, la ressanti diagnostici é pronostici si [>Ossono a vere temperatt1ra sale subito a 39°. 400 e tale si. mandalla prova di marcia a cui, p erò, non si òeve attribuire eccessiva importanza, perchè pu6 essere tiene sin o alla fine neg1tiva in tubercolotici confermati e [>bsitiva in Nei bambi11i pi1ì grandicelli, si ha. di solito uno stato subfebbrile, con tem1p.er atura normale al · casi in cui la tubercolosi non è in cau sa . Quanto alle leggere jpertermie, agli stati subfebmattino e che arriva a 38° la sera ed ascensioni • brili, sintomat.i~i di infezioni larvate, bisogna tetern1iche brn sche irregolari notturne, donde il ' co11siglio di prendere la tem1peratura anche du- ner presente che la tubercolos.i può essere la ' causo frequr:nte n1a non unica. fìl. rante la notte; in altri casi, si ha un tipo a grandi on de. Nell adulto, si dev.e distinguere la febbre del- Un nuovo metodo per la diagnosi differenziale delle infiltrazioni polmonari. l'inizio da quella del p eriodo di stato. L'inizio E.. Czyhlaz ed E. Pi cl< (Wien. kliri. Woch ., n. 20, può essere insidioso e la febbre, quindi, ma.11care inaggio 19·2.~ ) .p ro.p ongono a tale · scopo ·di utilizzadel tutto: la diminuzione delle forze e la tosse sono allora i soli sinto1ni. Nella maggior parte r e la 1p1Jntura del polmone, eseguita con una ·'30mune siringa· Re.cord munita di ago di miPdia dei casi, p erò, si ha la febbre transitoria ed efgrossezza. · fim era e p~r riconoscerla, è n ecessario prendere Allorquan.do, •introdotto l 'ago, si avverte la rela tem1)eratura quattro voltr al giorno e contisi;st.e11za offe:~ta dal ·tessuto polmonare inftltrato, 11uare p er dieci-quindici giorni. L accesso può essi aspira un . poco; efìtratto p oi l'ago raipidamensere unico o do1p1Pio ed avere tutti i caratteri di te, ~i deipone sopra un vetrino la piccola quant1n accesso. intermittente, oppure si hanno grandi tjtà di su cco ottenuta:, e, fatto uno striscio, si osci llazioni fra il mattino e la c;era. colora col m etodo .M ay-.Grunwald Giemsa. ~ell'inizio b!usco € quando vi sia un attacco P er evitare il. pericolo di una embolia gassois a evolutivo ciclico, la febbre ha i tre caratteri di essere ciclica, remittente (con scarti più o m eno si 1p:i;atica la l).untura dopo aver 1preventivamente riempito l'ago di soluzione fisiologica. Il ;peririlevanti fra il mattino e la sera) e con defervecolo di una infezione pleurica sarà poi eli~1nato scenza lunga, senza arrivar e mai all'ipotermia, usando aghi ·di calibro non troppo grande. co1ne n elle malattie infettive a cute; invece la te1nI resultati microscopici cosi ottenuti 1possono peratura si mantiene qua.si costantemente fra es1sere schematizzati nel modo 5'8guente : 37° e 37°.5 . . Quando, jpassato il periodo dell'at1) Polmonite lobare: . numerosi leucociti .poli. tacco evolutivo, il mjglioramento continu~, si ha un ritorno tardivo ma completo della tempera- nucleati, 1p er lo più ben conservati, alcuni con tura alla norma; l'individuo con serva un certo nuclei tozzi e ,p rotoplasma con degenerazione vastato di in stabilità termica sotto l'influenza della cu olare; cellule etPiteliali scarse, in gran parte fortemente alterate; numerosi eritrociti. Nei prefatica. Si può anche citare la forma ondulante, con .p arati col Grarr1 scarsi diplococchi. 2' P olmonite lobulare: r eperto simil e a1 jpreattacchi termici ·p eriodici, che recidiva.no jn serie di durata ed intensità uguali (8-15 giorni) e cedente, ma con numero assai m ag·g iore ·di 1Elucociti alterati. se1parate da fasi di defervescenza di durata quasi 3) P olmonite caseosa: predominan o le groc:se si1nile a quella dell'attacco . • Nei tubercolosi con l e ~ ioni antiche ed accentua- celll1l e epiteliali con nucleo vescicoloso e massa

SEMEIOTICA.

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SEZIONE PRATICA

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' prot0tplasmatica ampia e delicata . Nucleo e protoplasma mo$trano Sjpesso vacuolizzazioni. Poci·,i li11fociti, scarsi 1polinucleati, molti eritrociti. 4) Infarto polmonare: abbondanti eritrociti, sca""sissimi leucociti, linfociti e cellule epit0Jiali. 5.l Carcinoma bronohiale: talora quasi escl11:;ivamente er itrociti moriformi .e scarse cellule ~itelioidi grosse, con nucleo irregolare;· talora predominanti grosse oellule epitelio1di, in parte am1nassate, scarsiis simi leucociti, e molti eritro·Citi. Da quanto ,p reced e si 1può dedurre che la rtiagnosi differenziale ~iù importante offerta da1 metodo è quella tra rpolmonite franca e polmonite caseosa, sì da portar luce n ei casi in cui l'r5ame fisico del malato lascia nel dubbio. ·s.e verranno ripetute numer ose ricerche, b:isandole S01Pra i princìpi suddetti , il metodo potrà senza dubbio arricchirsi di ulteriori e 1più .p recise M . FABERI. a cquisizioni. I

CASISTICA E TERAPIA. La cefalea. Una discussione alJ' Accademia Reale di Mcdicina dell'Irlanda, inaugurata da W. Wheeler e riferita in Brit. M ed . ·1ourn., 3 genn. 1925, porta alle seguenti conclusioni. . La cefalea è un sintoma morboso di cui bisogna ben ricercare le cau se, piuttosto che illu·òersi di aver compiuto il proprio dovere di m edico, somministrando uno dei soliti antinevralgici. Sp esso Si tratterà di un sintoma [precoce di un.a iiperten siorie e di un'affez~one r enale cronica, ed allora sarà in-d icato il sanguisugio alle tempie o il salassot Una cefalea ostinata dovrà far pensare a l tu1nore cer ebrale, consigliando un diligente esame oftalmos.copico. Così pure si dovrà por m ente alla sifilide cerebrale e alla m eningite, nel qual caso sarà di grande ausilio diagnostico l'esame del liquor. Altre volte sarà in causa la tabe ùorsale, o una suippurazione dei .s en i nasali, o un vizio di rtfrazion e dell'occhio, o una intossicazione cronica da dispepsia gastro-intestinale, o un'anecnia. In certi casi, infine, la causa sfugge. Dal punto di vista chirurgico vi possono essere cefalee in relazione a traumi cranjr.i, come 1p ure a inalfor1nazioni craniche, le quali ultime sarebbero car atterizzate .dalla sede del doler.e nella porzion e anteriore del capo, e dall'influenza so1p ra esse esercitata dalle variazioni della tensione endocraniale e dai disturbi circolatori. Nel campo psichiatrico troviamo alcune cefalee v er e; altre del tipo delle parestesie, prodotte da 1

m eccanismi analog·hi a quelli che generano 11? Forme 1precedenti; ed altre a tipo indefinito, ma a c arattere prettamente .p sicopati co, e descritte dagli infermi quali sensazioni sip eciali, ra_a>presentate sp esso come da u na stazion e eretta a capo in giù. Questo gruppo naturalmente è dovuto ad autosuggestione, e i11 esso rientrano anohe totte le varie cefalee · d ei n eurastenici. Degna di menzionie ·è la p ossibilità che la ce,,. falea sia connessa a malattia dei denti, originandosi allora per azione tossica o -per azione riflessa. M. FABERI.

L' azione dell'atropin~ sull'ipertonia postencefalitica. •

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Radovici (L a P resse Médicale, n. 34., 29 apr. 1925) osser ya che le r icer che di Boer, di Peke lbaring e Hoogenhu yze, di .R iesser hanno dimostrato che il tono mt1scolare è retto dal sistema nervoso vegetativo, resta.n do compito delle cellule motrici delle cor11a anteriori la contrazione clonica del muscolo; Kranl{ arriva alla conclusione che il tono è sotto la diper1denza della funzione antagonistica del $isterna i1er voso autonomo; successive esperienz0 farrna,~odinamiche con l'adrena lina il cloruro di cal' cio, l'atropina, l 'eseri11a hanno permesso a Danielopulo, Radovici e Carniol di stabilire che il rr1u scolo volontario ha un'innervazione vegetativa duplice e che il gruppo pa:rasimpatico aumenta il tono, mentre il simpatico in ibisce tale funzione. Co111 e corollario di questa enunciazion.e deriva che ogni medicazione contro l'i1p ertonia deve anzitutto ~v ere un'azione inibitrice sul parasiffilPatico. Lo st11dio di numerosi casi di encefalite ha dato a·Jl' .\ . la convinzione che i disturbi motori osservabilt in questa mala.t tia (tremori, miocloni•~, mo,. vin1e11ti coreiformi, spasmi, rigidità, ecc.) 5iano la espression e di un perturJ)amento 1p er esagera.. zior1-e della funzione tonica d ei m uscoli: una vn~ta esp e~ienza gli permette di affermare che l'atropina influen za favor evolmente e n ettamente tali dist11rbi giacchè a gendo per inibizion e parasimpat1c.a diminuisce l'iper funzion e del tono m11scolare.. Id en tici risultati hanno ottenuto in Erancia .e fuori va1i altri AA. Non si può parlare di guarigione, ma è un trattamento sintomatico che può produrre un miglioramento duraturo .e l'azione del medica., rnento si inanifesta i n modo sp eciale sulla rig~dità e sul trernore. Il rnedicamento ·è sta.to somministrato per os, per iniezion e intravenosa e sottocutanea. P er ini 0 zione vien.e ·usata la soluzione di 0.01 ctgr. in 10 crnc. di a cqua, per la somministrazion e 1p er os da 3 a 6 cucchiaini da caff.è della soluzione di 0.01 ctgr. per 150 gr. di acqua. Dose m assima 11sata 2 mrngr .. ,p ro die


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POLTC.LINICO

Non si ~ mai avuto a deplorare alcun accidente, . la. !achicardia atropinica è passeggera, il miglioramento della motilità appare circa mezz'ora dopo la somrninistrazione del medicamento, l'effetto aumenta nelle ore successive e lo si ritrova anr0ra l 'indomani, quando la somministrazione della n uova dose di atropina no11 ·fa che accrescere l'effetto favorevole. A. PALLADfNI

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enuresi. Anche per ·questi, 1però, non si può di- · rettamente incolpare la .spasmofilia di per sè. Nei bambini ·osservati, si aveva nel 30.5 % deficienza fisica e nell'80 % n ote manifeste di linfatismo; i1pertrofie g.hian.dolari al collo, alle ascelle ed agli i11guini, tonsille ipertrofiche·, facies adenoid.ea. fil .

Spasn1ofilia e nev ralgia del trigemino. Il salicilato di sodio nell'encefalite epidemica. A Coucoux e P . Meignant (Le Bulletin 1nédical, 1925, n. 2) osservano che il salicilato di sodio, sebbene non possa certamente considerarsi éome S1pecifico, è il rimedio che dà la massima 1percentuale di risultati favorevoli, almeno negli • episodi acuti d ella encefalite. Corne via per l'introdu zione, gli .!\A . hanno tentato senza vantaggio quella endorachidea; qu ella boccale sembra inefficace; qualche risultato sodd1 sfacente si cita con quella rettale. Il metodo di scelta sembra essere l'iniezione endovenosa; gli AA. però hanno utilizzato con successo le iniezioni endomuscolari cl1e riescono un ipo' dolorose per la quantità della soluzione che va iniettata. Si deve usare un salicilato d i sodio perfettamente purificato per successive ricristallizzazioni, che dia soluzioni limpide, incolore, neutre al tornasole, che non diano con acido solforico nessuna effervescenza. La sol11zione ·d eve essere preparata di recente in diluizioni da 4 a 10 %. La dose quotidiana ottima sarebbe di 4-5 grammi; il trattamento va continuato a lungo. . fi,l.

J. Ratner (Milnchn, med. Wochénschr., n . 25,

1925ì osseTvò 4 casi di nevralgie· del trigeµiino associate a sintomi di srpasmofilia latente. In questi casi la somministrazione di preparati 1paratiroidei determinò la scomparsa d ei sintomi di ipereccitabilità tranne il sintomo di Chwostek i la s-eo miparsa delle n evralgie. · PoLL. 1

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NOTE DI MEDICINA SCIENTIFICA. L'armatura elastica normale e le alterazioni istopatologiche dei bronchi cartilaginei.

M. Letulle (Presse Médicaie, 30 agosto 1924), dopo una ~ccurata descrizione dell'armatura ela. sti.c a normale dei bronchi cartilaginei composta • da fibre elastiche parallele all'asse dP.i bronchi che decorrono nella sottomu.c osa ~limitante elastica interna), da fibre elastiche perpendicolari all'asse dei bronchi che rivestono le ghiandole a graippolo, i mu scoli di Reisepsen ·e i noduli liufaticj, i blocchi cartilagine.i (fa.sci intermediari di connessione), da fibre elastiche ancora parallele a11 ·asse dei bronchf che decorrono sotto la corticale bronchiale (limitante elastica esterna), passa Sull'avvenire degli spas n1oftli. in ra~seg·na le diverse a~terazioni a cui .tutto )! La maggior parte degli autori ritiene che la sistema va soggetto nelle diverse malattie acute spas1nofilia sia uno stato morboso 1proprio della e croniche dei polmoni. .Nella forma acuta le alterazioni sono 1111lle, prima infanzia e che in seguito cessi senza ladato che le lesloni interessano solo la mucosa e. sciare nessun reliquato. Altri autori, invece, rial rnassimo la sottomucosa. •N otevoli in.v ece sono tengono cl1e, più o meno eccezionalmente, lo • le alterazioni di questa nelle malattie croniche stato morboso 1possa ,p rolungarsi al 5<i-8o anno où anche all'età adulta, mentre .qualche altro pensa polmonari (tube r colosi e sifilide). Nella tubercolosi le lesioni sono per lo pili che gli spasmofili . possano diventare epilettici. R. Dardani (La P .e diatria, 15 genn. 1925) ha localizzate attorno alla ulcerazione che avviene quasi. sernpre per rottura di noduli caseo5i 1pericompiuto delle ricer che su 20 bambini, già spabronchiali nel lume dei bronchi. s1nofili, riYeduti dopo un periodo di tempo vaPiù notevoli invece sono le alterazioni nella riabil e da 3 a 10 anni. Nessuno di tali barnbini sifilide. Questa predilige in particolar . modo i è diventato epilettico, nemmeno in forma larvata. Nel 65 % si sono manifestriti segni psi·co-neu- medi bronchi. Si rilevano nelle 1pareti di . questi ropatici e cioè : in 2 casi, deficienza IPSichica, noduli gommosi miliarici composti di linfociti e plasmacellule. Attorno a questi una n otevole pavo r nocturnus; in 1 caso isterismo conclamato alterazion e dell'·armatura elastica consistente il associato a deficienza IPSichica e pavor; in 6 casi, ipereccitabilità e nervosismo mal definito, con . più spe;;so in una atrofia di tutte le fibre elastiche (limitanti interne ed esterne, fibre elastisegno di ·Ch\vostek presente in 3 casi, associati con deficienza fisica, in 2 pavor, in 1 enuresi ; cl1e di conn essione) che sono sostituite da tessuti cicatriziali, sclerotici, vascolari, e che porta in 6 casi pavor noct1trnu , in 2 strabismo , in 1 1


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SEZIONE PRATlCA

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di conseguenza alla formazione di bronchiectasie ampollari; 1p iù raramente in una notevole ipertrofia del sistema elastico. Dette alterazioni dell'armatura sono così carattèristicl1e che impongono da sole la diagnosi etiologica. , F. RJCCARDI. •

POSTA DEGLI ABBONATI. T ecnica dello sfi,gmomariometro. Capua, di Reggio Calabria:

...\1 dott. A.

. .~ello .sfigmomanom etro di Riva-Rocci deve es, • .rere mesq0 m ercurlo fino a che' il m ep.isco con. tesso vien e a corrispondere esattamente con la • sua sorn1nità allo zero della scala. MELDOLESl.

Istituti bi b llografìci. - .L\l dott. C. T. : Può rivolg-0rsi all' <r Institut internationaJ de Bibl~ographi e médicale )) , 26, rue de .c andolle, Genève (Svizzerà). Abbiamo dato altre volte eler1CÌli d 'Istituti btbliografici (vedi 1923, p. 1371). P.

men.c latura binomia e delle prime classificazioni scientifiche; Niel Steno (Stenonius), lo scopritore· • del dotto -parotideo, del dotto in cisivo, delle venae vorticosae, ecc., fu anche un .p i onier e nella mineralogia; W. H. Wollaston inventò il goniome• tro a riflessione, e scop·r ì due elementi, 11 rhodium e ·il 1Pall~dium; Francesco R'edi dimo"strò l'insussistenza della genei-azione spontanea e st~­ bili la legge « omne vivum e vivo )) ; Batti ~;ta Grassi ha scoperto la partenogen esi continuativa. della fillossera ed ha svelato il. n1istero della vita ·delle anguille; ecc. , Vir.eversa, la 1nedicina deve notevolissimi. progressi a studiosi estranei alla medicina. Basti per tutti rfcordare ·L uigi Pasteur, il quale era un chi rnico; ed il suo . precurs0re, Agostir10 Basc;i, il quale era un legale! R. B.

LA CLINICA OSTETRICA PERIODICO MENSILE di ostetricia, gi1neco1ogia e pediatri~, per i medi\Ci prati·Ct diretto daJ. prof. PA011.0 CAIFAMI

Al1'abb. n . 1733, Biancavilla (Catania) :

Consigliamo il libro del Gal1avardin, La tension artérielle en clinique (editoreiVIasson, Parigi, ,p rezzo 30 franchi) dove gli argomenti riguardanti la pres~i· one arteriosa sono trattati in modo ch'iarissimo e con1pleto. MELDOLF.SI.

VARIAw

Contributi di medici ,alle scienze estranee alla medicina. Sono moltissimi i m edici che, in tutti i terrtpj, hanno esulato dalla medicina e corDJPcrutò stu·di e conquiste c;ci entifiéhe in altri campi. .A.lcuni di essi hanno raggi11nto i .p iù alti fa• stigi ,d ella scienza; i cont:ibuti da essi recati ai progressi del sapere sono f onda~entali. Ricordiamo tra questi sommi: Nicoì.ò Co·p ernico, il quale sostituì definitivamente la concez~one eliocentrica o copernicana a quella geocentrica del sistema 1p lanetario ; Tomaso Young, il quale f orm11lò la teoria ondulatoria della luce, ormai genf:lra.ìn1ente accettata dai fisici; fu pure lo Y-oung a interpretare il mi,stero dei geroglifici egiziani, sullél celebre stela ·di ·R osetta; E. 1L. Helmholtz, al quale le scienze figiche devono la legge della conservazione dell'energia ed i fon.damenti della fisica chimica, nonchè quasi tutta l'ottica fisiologica, la teoria dei colori, la spettroscopia, la legge del tempo nei fen omeni n ervosi; Carlo Linneo, il fondatore della botanica moderna, cui Je scienze naturali vanno ·a nche debitrici della no-

Il fascioolo 7 (lugùio) del 1925 con.t iene : Lavori originali: M. ARCIERI: La prava dell.a

velocità di sedimentazione del eang11e » , co·me ai.urto :neJ.1a, cl.iagnooi id.i gravidanza e del•l e aiffezi0JI11i •ginecologiche_ A. GIACCONE: La lo1beli11a nel tratta.mento d ·eJl'asfi&sia dei nteonati. Lezioni clin'iche : E. ALFIERI: I qu adri clinà>C1i della gravid1an.z a extrai:1iter1i'Ila e ·d ei sruo.i eisiiti i.n ràppo:rto .cdn la ctiaginoei· e con il .t rattamento. Fatti e documenti (Casistica clinica ed anatomica) : R. BOMPIANI: Di un non comune reperto an.atomioo in u tero puerpera.le. (Benderella fibrom'Uoo011a.re a:i• t uata a 1ivello d~l if-Olllid'o ). La rubrica degli errori : E. BRUNI: Emorragia mortrule in tr-avaglio di pal'to, prorvopa.ta .p er la ~esi01I1e rtrau.mat~ca dei ploosi venosi va.g.i·n abi. Dalle riviste: Ostetricia: L',a umentà•ta -proifonrlità deilla r espirazio.n-e qua.le sintomo preeolampti·c o. - Un caso ii ute.ro grav1ido inicarieerato oon giangrena della vescica. - 'Th.unore della placenta. - La puntura lom' . ba.are · srul feto vivente nell'estrazione •p odrulioa. - Ci· necologia : Saroo1ma dell'utero. - Muelleria.n.oma ectopdoo. ·C isti e pseudocis·ti dell'utero. - I11n1piianito dell'ovaio nel!l'11tero. Pediatria : EmOO'r.a;gie delle e~p6/Ulle stllrMn.aJli nei neon·ati. L'impetig0 d re i neon•ati. - La .cura delta J;ei&h:manioei itnf.antile. - Note di biologia : IQ metabo.lilSllilo nellR gx.a.v;:Lda.Jl.za. - Sulla funz ione o•a:::-ic.a. - Is,t iofisiolo g1ia .del legamento rotoTIJdo. Resoconti : Società Pugliese di Oste.tricia e Ginecologia. Varietà: L'ered.i tà del tàJ.ento m11sica.le, - Per i.ndovinare se nascerà Ulll m·a s·chio o u•n a femmina. - Il ca.nero negli .animaLi. Notizie : La p-0ipola.zione del monido. - Un " Cen t ro medioo » mo.n·s tre. <1

.Abbonam·e nto per il 19Z5: Iota.Lia L. 28; Ee tero L. 38. Per gli abbonat.i aJ (( Policlinjoo » : Ita.Jiia L· Z2, Estero L. 32. Un f a&eioolo separ.ato L. 3.50. Invi~re VagJàa postale al Cav.- LUIGI POZZI Via Sistti·na, n. 14 - Roma. 1

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POLITICA SANITARIA E GIURISPRUDENZ.L\ * CONTROVERSIE GIURIDICHE. - Limiti del potere di revoca dei concorsi. L'amrninistrazione 1p rovinciale di Napoli inciisse un con cor so ma poi lo revocò per dissidi -sorti ira i inembri della Co1nmissio11e giudicatrice. Contro questo provvedime11to ricorse al Con:sjglio di Stato in sede giurisdizionale, per vari rnotivi, il prof. dott. Eugenio Lapegna. La V sezione, con decisione 6 febbraio 1925, n . 75, ha a11nl11lato la delibera:zione del .Consiglio 1p rovin·ciale di >;apo~i per consjderazioni che è. utile 'ìe~gnal are. · Non si .p uò ammettere che, una volta jndetto 11 n concorso , l'amministrazione pubblica 1p ossa, sen.z' altro, revocarlo. Nessuna disiposizione stabjlisr".) positivarn-en te siffatta facoltà: dall'art. 303 del • ·T. U. della legge comunale e 1p rovinciale, s i può soltanto desumere, genericamente, che si p11ò dara il caso di deliberazioni- legittimamente r evocabili, sebbene divenute esecutive: ma nulla ptù. Nè la fa coltà $l1ddetta, n ella sua formula assoluta, m eglio si giustificl1erebbe con riferirr1ento ai carat-teri teorici dell'atto amministrativo, per chè, seb• bene sia car atteristica n ormale di .esso la revoca1•b ilità , pur.e questa i1orma non si 1p uò inten d ~re in sen so assolt1to e senza distin zioni. ·S e così non fosse, mai si potrebbe parlare di diritti dei .p ubblici impiegati · verso le amministrazioni dalle quali essi dipendono. Nè si obbietti cl1e la tutela diei diritti di fro'n te a1 1provvedimenti ·d i re• voca consister ebbe pur sempre nel risarcimento clei danni. Invero, da ciò stesso sarebbe da indurre almeno in determinati oasi, la illegalità ' della r evoca; mentre 1poi, con la istituzione dei Tribu11ali della giustizia arnministrativ a, si ren- . cle possibile l'annullamento dell'atto amministrativo e non pel solo m otivo della f armale viola· zione di legge. <t 'Non si può consentiTe che su ssista, in maniP-Ta assolut.a, la: facoltà n ell'amministrazione, la quale un con corso indicev.a, di decr etarne ~a revoca. :Nè per ammettere ciò è d' uopo identificare la posizio11e dell 'ente pubblico che bandisre un concorso co11 quella di chi 1proceda ad un'offerta al p1Lb!Jl tco nel sen so del diritto iprivato. Invero sta per diritto positivo cl1e il sindacato dei Tribunali a111111 i11istrativi 11a luogo anche 1p er vizio di eccesso di potere ,, . . P osti qt1esti criteri la decision e ha considerato rhe il cli sse11so tra a1c u11i m e1nbri della Commisd., VII.

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sione avrebbe potuto se mai dieterminare la ne- · ~ essità della sostituzione di uno o più di essi; ma in n essun caso si giustificava la revoca del concorso-. « Il quale p er di 1più non poteva· non bandirsi; _dap-poichè il conferim ento del posto del quale trattavasi non 1può aver luogo, per volontà di legge, &e non in base a .concor so (art. 19, comrna 10, R. D. 16 agosto 1909, n . . 615) '>. Questa decisione applica, in sostanza, ad un caso speciale una norma costantemente ammessa dalla giurisprudenza del Constglio di Stato. TI principio direttivo Si jpUÒ form ulare COSÌ: per effetto dell' avviso del concorso e specialmente p('i ip er teffetto dell' ammiss.ione dei con correnti al concorso si costituisce fra questi e 1' amministr'lzione u11 r apporto di diritto pub·blico, dal quale sorgP l 'obbligo di comipd.ere il procedimento al fine dello esplet.am ento del con corso e della nomina, salve iegittim.e cause di annullamento o di revoca. LV Ili. - Concorsi per ufficiale sanitario. Non l1a interesse giuridico di ricorrere contro l'avviso del concorso il concorrente che lamenta essere stato stabilito per il posto (nella sipecie, ufficiale sanitario), uno stiP,en·d{o maggiore d~ quello legale. È legittima la n omina della Commissfone giudicatrice del concorso per uffir.iale sanitario fatta .da1Ì a Git1nta P rovincial-e San itaria, presied11ta dal Prefetto '( decr.eto tLuog. ·31 dicembre 1915 n . 1916 art. 6) anzich è del , Consiglio Provi11ciale Sanitario, n on 1poten·dosi sindacare l'apprezzament~ sia pure irn1plicito del Prefetto Clrca i •urgenza di provvedere s~l caso concreto. e su. altri contemplati in una medesima del1beraz1011e della G. P. A... ip er la nomina della Commi ssione giudica tric.e (Consiglio ·di Stato, Se~i one IV, <leci sione 30 gennaio 1925, i1. 175). 1

Pubblicazione i11dispensablle ad ogni medico:

Dott . Ca.v. Uff. ALBERTO VIGO (Ooctor Justitia).

LA

LEfil\SLAZION~

SANITARIA

:: in i·appor.to all'esercizio p1·ofessionale :: (Man'llale contenente L~g.g•i, Decreti, Regol~menti, O~r­ colaI'i e tutto -ciò che si riferisce all'eser~izn<? profese1~­ nale, a.d llt:o dei Medici oon1otti. dei 11ber1 ese!cent1. deglii uffJ.ciaJii sa.nita.rii e del peraonale addetto a 1 laboratori di vigiilanza jg,ienica). . P rezz,o L. 16. Per i .nostri aibbonati sole L. 13.75 in porto fr a nco. ' Invia.re Va glia. postale a l Cav. LUIGI POZZI - Via Sistina. n . 14 - Roma.

(*) La presente rubrica è afficla·ta all'avv. Grov A."l'NI 8"b:L\ ..\GG1 , esercente in c ·a ssazione, ro11su lente

legale del n osl f·o p eri odico

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SEZIONE PRATICA

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NELLA VITA PRO FESSI ON ALE. INSEGNAMENTO SUPERIORE.

CONCORSI.

Decadenza di libere docenze. POSTI VACANTI .

Il . )linistro della P. I. ha diramato Ja seguente .circolare n~ 10 ai rettori delle Università ed ai direttori di Istituti superivri: L'art. 46, 1° comma, del R. ·decreto 30 settembre 1923 n. 2102 , stabilisce: « Il libero docente decade dall'abilitazione se per cinque anni conse•cutivi non abbia ~ercitato l ' insegna.mento senza legittiino impedimento. La decadenza viene dichiarata con decreto del Ministro su rapporto del Rettore o Direttore, udite 1.e de.d uzioni dell'in"t€.ressa.t o » . L'art . J2, 1° comma, d el decreto citato dichiara: « La libera docenza può essere esercitata presso qualsiasi Università, I stituto superiore che abbia llna Facoltà o cuola con j cui inse.g namenti sia connessa la Jnateria che il libero docente è abilitato ad insegnare». Date queste d isp1olSizio11] è stato proposto il quesito in qual modo il R ettore o Dire ttore possa far luogo a11 · a.p 1plicazio11e d ell'art. 46, propo11endo la dichiarazione di deca.d enza dal privato insegna111Pnto, clal momento che i liberi d.ooenti, con la facoltà di tra-;ferire all'inizio di ciascun anno scolastico la loro abilitazione cla una ad altr.a Università o I stituto, sft1ggon o al controllo dell' Aut<>rità _\ ccad0lllica per quanto si attien e al quinque11nio obbligatol'io p er l'esercizio d ella docenza. L a risposta a tale quesito è data dall'art. 56 del Regolamento Gene1·ale Universitarioi vigente, il qua]e stabilisce ch e il Consiglio d el1a Scuola debba accertare., al principio <l ell' anno scolastico, se i l libero docente che prese nta il progradllma sia de c.aduto dall'abilitazione. Con questa disposizio11e è dema11dato al Consiglio <le]Ja Facoltà o della Scuola l'accertamento se il libero docente che ha 'Presentato il progr a mma ·ia incorso n el termine di decadenza di Clli all'art. 46 del decreto &t1 accenn ato . • T a le acc€rtamento, s i ritiene possa farsi, richi edendo a l 1ibero docente la prese11tazione di ceTtificati i·il.asciati dalle Autorità Accaidemiche delle Università od Lc;;tituti in cui egli abbia. insegnato, i quali attestino <lell' effettivo esercizio d ella do-<::enza d urante l't1ltin10 qt1inquennio.

Cronaca del movimento professionale. '

Congresso Nazionale dei ]ledici Condotti. ~

fissat o per i gior11i 17-19 ottobre. Comunicare i ten1i, le nroposte e le conclusioni al presidente <lsill' .A. N. M . C. ( . N. F. M. C.) , segretario generale del Direttori o Centra1e, dott. ~l\.chille a•cin o, P ezza11a \ .,.er cell ese (Novara) .

'r

Consor ., p er 500 pov.; ab . 4500; L. 6000 e addiz . L. 2 per ogni iscritto; a<ldiz. L. 5 per iscritti alla sola. A. M. C.; c.-v.; L . 500 ambul.; trasp. L. 500, 1000, 2000 a secon·da d el mezzo. Scad. 31 luglio. BAGNATINA

(B eraa mo). -

A ore 18.30 del 10 ag.; L. 9000 oltre due c.-v. dimi11uiti di T.,. 780 ; per uff. san. L . 600; per tra.sp. L . 2500 se caval1o od automezzo proprio , altrim. L. 700. ~t\.b . 2000 .circa di cui 600 circa agglomerati. Tassa eone. L. 50.10 . . CINGOLI (Mace'rata). Quattro condotte resi- . denzia1i <li cui una chirur·gica prima ria co11 stip. iniz. di L. 10,000, e 3 1nedico-chirur. rurali con st~p. iniz . di L. 8000 e indenn. trasp . in L. 500, 2000 ovvero 2500 secondo cl1e si faccia uso di bi.: ciel. , di motocicl. o di oavallo od automob. ; per tutte le condot t e 3 qt1adrieuni decimo e 2 c.-'-. COLLESANO (Palermo). S cad. ~~l Ju g . P er 8c:i11ato. L. 8250, oltre L. 2000 cav. DEG O (Ge·n ova). Scn.d. 13 ag.; Kmq . 34 (di cui 12 in piano e 22 in collina); ::tb. 2325; po,r. 960; s tip. i·esidenziale L . 8400 ; a ddizio11ale L. 500 · mezzo trasp. L. 300; uff. san. L. 500. F ar macia; ferrovia; ecc. DoNADA (Roviyn). Scad . 31 ltrg.; L. 10.000 oltre doppio c.-v., ind~n11. mezzo tra p. e L . -!00 uff . san. LA STRA A 81GNA (F' irenze). .A. tutto 31 lug., 4a. con d . ; L . 60(10 e 8 trien11i dee. ; ca vale. lire 3000; c.-v.; Kmq. 13. ±, di cui ll .t1 i i1 collina ; ab. 2493 di cui 1683 s parsi ; i11scritti 500. Doèum . a 3 mesi. Età lim. 35 a . T assa L. 50 . R esidenza a Borgata Ginest ra. L ucoLI (A'luila) . .i\. t11tto il 9 ag.; età lim. -!O a . Chi€<lere annu11zio. L. 9500 per 500 pov., acldiz. L. 5 oltre e fino a 1000, L. 3 ·oltre 1000 (p•o veri i.scritti 1548); per tra.c;p. L. 3000; se t1f f. san. L. 500. Accettriz . .entr.o 5 gg . ; ser-v. entr o u11 1nese. Ta.s<Sa L. 50.10 a lla Tesoreri a com. B ELFORTE

suL

CHIE:NT-r

(!\!lacerata).

-

1

Ì\lIJ•..\~o.

Consiglio degli l stitu,ti Ospitalieri. -

l).irigente la Sezio11e R adiologica dell' Ospedale ~Iaggiore, .assistito dallo stip. di L. 7600 oltre partecip azir,nc a1J'eventua1 e utilé cure rumibt1latorie prestate ai solventi. I stanza all'Ufficio di Protocollo del Oonsig]io (via Os pedale 5) no11 pii1 tardi delle ore 16 del 10 -0ttobre . 1'assia L . 50 al Cas~iere. Età lin1. ,!O a. ])oc:nm. a u11 me e dal 4 l1Jglio. P11bblioazio,11i e currjcult11u vitae in 5 e. emplari. Quattro prove cli esaxni : Ch1ecl€re an11l1nzio.

, •


1072

1L

POLlCLI~ICO

. È

P .'.DOV.\. . 'pedale Civile. revocato il con· corso a 1nedico primario dei reparti tuberoolosi. PoRTO)IAGGIORE (Ferra ra). - Proroga, a tutto il 31 ag. incluso, del eone. alla 3a condotta del forese. POTENZA P1cENA (Mace-rata) . -. Due cond . ; a tutto il 31 lug. Vedi fase. 28. PROVAGX.Io SOPRA (B rescia). - · Consor. con Provaglio Sotto; montagna; n.b. 860 di cui 50 nell'el.; T,. 12,000 e 6 at1m. decimo; c.-v.; L. 500 uff. san . Scad. 31 luglio. . RAVELLO· (Salerno). - Scad. 7 ag.; L. 7000 ol,t re L. 500 uff. san.; età lim. 35 a. • ROCCALBEGNA (Grosseto). - Al 20 ag. , 2a condotta; L. 9700 e 5 quadrienni decimo; L. 2000 cav.; c.-v. L. 1200 se famiglia, L. 600 se celibe; assicur. Tassa L. 50.10 al Cassiere oom. Docum . a 6 mesi. Serv. entro 20 gg. ROMA. Ministero delle t]orn11nicazioni. Il concorso a sei posti di allievo ispettore in prova, fra laureati jn medicina e chirurgia, per le Ferrovie dello Stato, è prorogato al 10 agosto. 8. CANZIAN n'IsoNzo (Trieste). -- A tutto 10 ag., consor. con Turriaco; età lim. 36 a. Chiedere a.nn 1111zio. L . 8000 p ,e r 1000 po1v ., L. 900 indenn. mal.aria, c.-v., indenn .' trasp. Serv. entro 15 gg. Oeirtif. !)en . a 3 mesi. S. MxcREr,B DEL QUARTO (Tl en,ezia). - A · tutto il 30 sett. , ore 17, cond. ; per infor·m·azioni rivolgersi Segreteria. VEHON.A. Ospizio Esposti della P rovincia. - Medico aggiunto; L. 8000 e c.-v., dedotte L. 65 mensili. Docum. al Protocollo entro le ore 12 del 31 lug. Età mass. 35 a. Tassa L. 50.05 al Teooriere. Nomina annua, conferme biennali. Serv. entro 15 giorni. P er schiarimenti nivolger si alla Direzione. 1

Infermiera di ra,dio- e elettroteraipiia esperimentata cerca posto1 per il 1° aigo&to. Serivere: Marta Sta.ubli Cliniquo Der1na.tologique Hopital Civ il - Strasb ur 2;0. \ NOMINE, PROMOZIONI ED ONORIFICENZE.,

Per la cattedra di fisiologia presso la R. Uni'ersità di Cagliari la Commi~ione delJa Facoltà ha propost-0 : Camis Mario, Clementi Antonino, Gayda Tullio; la Comrrnissione giudicatrice mini5teriale ha designato: 1) Camjs, 2) Gayda. lJa . ocietà Medico-Chirurgica della Ro·n 1agna ha conf~rito a l prof. Alberico Te.sti il titolo di preide-nte onorario ((cl vit·a m.

Il prof. A11tonio Gasbarrini di Patologia medica n('ll' {.11 ivcr ità di Siena, con recentissimo pr-0vvedi1n~nto n1ini teriale è stato trasferito alla catted:·a della ·t~. a discipli11.a nell'Università d~ Bo• 1o '.:. . )("\ .

[ .L\NNO

XXXII, FASC. 3-0 J

NOTIZIE DIVERSE. Nella Croce Rossa Italiana. Il sen. Giovanni Ciraolo lascia la Presidenza della Croce Rossa Italiana e1può dire di aver compiuto nobilmente una difficile e fatico.sa giornata. Chi l1a seguito questa gra11de .Associazione ne sa il recentissim-0 sviluppo. Prima cl.ella guerra en.1ropea éssa aveva avuto 1111a i11iziativa di .assiste nza s anitariia sociale con l'organizzazione della cura alle popolazioni rurali travagliate dalla malaria, cominciata nella ca,m.;,, pagna roma11a per iniziativa di Celli e Pootempsky ed estesa in molte parti della Sicilia per opera di Trambusti. Durante la guerra le Unità mobilitate· e quelle territoriali della Croce Rossa. venneno a porsi in fila dietro que]Je della Sanità Militare, portand-0 alla guerra il concorso disciplinato e oo-· sciente delle volontà, mobilitate intorno ad un progran1ma di pieti per l'uOlJJlo s.offerente. Dop<> Caporetto l'Associazione organizzò l'invio · di .soccorsi ai nastri prigionieri in Austria. Andò· a cercarvi con i suoi treni ed il suo personale i grandi Jnutilati e d i tubercolotici per ripo.:rtare in patria e ne1l seno· della famiglia questi Sllllperst.i ti di un'eroica gesta. Organizzò Sanatori e fece Oo-lonie estive perr i figli dei richiamati, raccogliendo. sussidi 00. offerte volontarie. Può darsfi. che non tutte le opere fossero perfette, che ·n on tutte le· volontà fossero disciplinate ed aperose. Chi guarda ora <la lontano non v:ede le mende e non può at-ta rdarsi in critiche, ma osserva il blocco degli aiuti dati ai sofferenti e lo trova ammirevole. Lo sforzo fu d11ro come quellio che fece tutta l' Italia e la Croce Rossa n e usicì prostrata : il patrimonio in diso.rdj.ine, passività da pagare, brandelli di materiale ritirato a stento dalla guerra, personale stanco e mormorante, una tra<lizio,n e di: Sanatrnri e ·di Oolonie estive per fanciulli già formata m.a · cdn scarsi fondi per conse.rvarl.a. Ed intanto ìa . Oroce Ro19.sa aveva .p ,a rlato alle popolazioni di lotta antitubercolare, aveva preconizzato· metodi di aissistenza già comuni nelle altre na~ioni, &icchè si rivolgevan10 a lei con f.iiducia molte istituzioni nate nell' ultimo anno di guerra o dopo di questa, che non trov.avano modo di vivere da sole. (Juesta situazione. mista di mali e di bene fu assunta. coraiggiosaimente dal nuovo presidente nel 1919 e subito dopo dovette far fronte ad una gra.n cle necessità umana e patriottica insieme che forma r:.al-0ria della Croce R ossa Italiana: il vettov.agliamento delle donne e ·d ei bambini· di Fiume du- ra11te le storiche vice!lde. Ed insieme essa aocogl ie1Ya in Colonie i fanciulli dell'Austria, travagliati dalla carestia nel duro inv~rno del 1920 ed i fanciulli de1 Veneto, ohe ancora do1oravano per · le conseguenze dell'invasion e nemica. Do,ette far fronte alla ribellione nei suoi Sanatori antitubercolari per opera d~ elementi torbidi e vi riuscì col suo solo prestigio, senza chiedere l'aiuto della forza, pE;rsuadendo gli infermi ohe era nel !c:::-c int~1


[ANNO XXXII, FASC. 30]

1073

SEZ lONE PRATICA

ress~

restar disciplinati al medico piuttosto che tra ·forn1are il luogo di cura in luogo di comizi. A sei ·1nni di dista11za la Croce Ro&sa Italia11a -è compl€tamente ri ordinata. I suoi ultimi bilanci partano un patrimonio di cento milioni già censito, un rnovimento annuo di . capitali di quindici milioni. Il s uo n1ateria]e inobile ,d i soccorso è com·pleta1ne11te ricostituito. Il personale è pacifico e fiducioso. I suoi Sanatori antitubercolari sono fra i migliari e dànno alla lotta antitubercolare un apporto di seicento nuovi letti. Le srue Coloni-e permanenti e gli a.Itri Istituti -per figli di tubercolo"tici 11a1111-o ci1i.quecento letti; nelle Colonie tempor.a11ec sono stati accolti durante il 1924 cir ca 7500 fa11ciulli. I servizi antimalarici assistono ognri. an110 -centomila p.ersone. La creazione di infermiere, i servizi inedico-scolastJici per le campagne ecc. co6ti tu'i soono un complesso di mirabili iniziative, spesso all'avanguardia d1 nuovi sistemi di assi-. stenza sociale e forma.no organizzazio11i che offrono largo camipo di &tu dio e di esp erienza per realiz.zazio11i ulteriori. Q11este opere egregie onorano l ' uomo che le co111prese, le ha fia vorite ed ha mes.so a loro servizio tutte le sue facoltà. A questa attività multiforme egli ha aggiunto una larga azione all'estero per cui la Croce Rossa I talri.an a co11ta ora.mai fra le prime del monde. Ha fatto di più, perchè ha legato il i1omc suo e qu,e llo dell'Associazione che h a presieduto all'Unione Int€rnazionale del soccorso, gr.a11de ],dea, la quale , 1)-0jchè il dolore e le calamità sono un patrimonio dell'uomo tende a preordinare i inez~i e l'organizzazione per accorrere ]à dove u11,epidemia o un cataclisma si scatenano. Questa, che è oramai una realizzazione già accolta dalla Società delle Nazioni, dorvrebbe restare l1n'idea italiana. Già una volta l' ide a della neutralità del ferito in guerra sorta nella .mente di u11 italiano - Ferdinand-0 Pa1asciano - fu .abbandonata dall'Italia e, caldeggiata dalla Fra11cia e dal ginevrino Du11ant, divenne la Croce Rossa . Bisogna ohe nor:i non ri.tpetiamo l' errore. U11a 111nga truppa ha compiuto la Or,oce Rossa Italiana. s otto la guic1a del sen. Ciraolo ed il suo succPssore potrà trovare in essa un ottimo strumento p-er migliori fortu11e affrettando quella mobilita2io11e delle bu-0ne 1·olontà che sol.a può ren<lere pos;ibile ]'assistenza sanitaria socia le . 1

A. I.

Conferenza del prof. Alessandri. Il giorno 15 corre11te, nella Sede dell'Ordin e d,e i Medici di ·1J,oma, ha .:1.vuto luogo un'altra important~ conferenza per la illust1·azione di interessanti ed attuali temi di medicin.a e chirurgia, tenuta dall'~llustre pro,f. Roberto Ales&an.ldiri. Il conferenzier e ha rivendioatoi alla chirurgia il m,e rito <li aver chiarito il problema diaignostico della « tubercolosi dell' aipparato urinario »; Sii è intrattenuto in partioolare sulla anatomia patologica e sttlla ipatogenesi e ha fatto una chiara e sintetica esposizione dell'inizio e del prO'gresso della maliattia. I

Dalle statistiche di rari autori e dal materiale raccolto nella sua Clinica trae argomento di pro,·a della grande freque11za della lesione e dimootra come assai spesso può riconoscersi in tempo l'inizio d el male e praticarsi t1tilanente la adatta terapia. H a richiamato perciò l'attenzione dei medici su i segni ohe possono aver va101re per sospettare il ln.ale ~d inizio subdolo e per analizzarli onde istituire ·una dia,g nosi p recoce ed esatta e ne 11a fatta u11a J1ucidù. espos.izione critica per p-0rre in rilievo i segni e1 ilei prov-e di laboratorio ·p iù importanti. L'il1ustr,e clinico• ha cl1iuso l'importante confer enza accennando ai migliori precetti da seguire nella tera.p ia bas1andosi s ulla sua peculiare esperienza e s 11 ll' opinione dei più noti scienziati. 0

Per le Cliniche di Sassari. •

Discutendosi al Senato il bilancio della P. I. , il sen. Garavetti pronunziò un fervido disoorso a difesa dell'Università di Sas-sari, <li cui ricordò le dolor,o~~ vicende. A lui si associò il sen. Berenini, che rilevò il d1ann.o. derivante agli stu1d i dalla incompiutezza degli edifizi ·destinati all'insegnamento, sopratutto delle Cliniche. Il ministro Fedele rispose di .avere già pregato il Ministro delle J:i""inanz,e perohè tenga presenti le condizioni dell'Uni,rer sità ,cli Sassari; egli si è anche rivolto al lVIinistro dei LL. PP. perchè, in occasione d ei lavori che si dovra.n no compiere nella Sardegna, veda se una parte .delle somme 1clestinate aJle opere pubbliche no11 possa essere assegnata a:gli edifizi universitari di Sassari. Quanto alla questione sollevata dall'o11. Berenini, per dimostrare la buona volontà del Governo ricorda le ingenti somme assegnate alle Università di Pavia, di Torino e di Padova. Di mano in mano eh~ i biso·g11i si fanno , più gravi e manifesti, il Governo cerca di acconte11tarli. Il ~en. Rerenini può essere certo che i] probLe1na sarà attentamente seguito e st'l.1<liato. 0

111

onore del prof. A.. Testi.

Il 12 giugno venne festeggiato con solennità a Faenza il prof. Alberico Testi, 3>pprez~ati.ssimo primario di q11ell 'Ospedale Civile, in occasione della sua andata a ripo o dopo 35 anni di Yita ospitaliera . , ... en11e scòperto un busto in bronzo, offerto daLla cittadi11anza, opera dello scultore Drei, recante 1'epigTafe : « _l\. Testi prof. 001:rnm. Alberico F1aenza ricon-0.s.cente - 1925 »; ven11e offerta al festeggiato 11na per.g amena con la nomina a pr:ima. rio e1n,er~to ; il perso11ale gli presentò, a ricordo, tre arti&tiche ceTannicl1e, e le su,o re un servizio in argento per scrittoio. Furono tenuti vari discorsi, <:ui rispose il Testi ri11graziando. N ella stessa giornata questi indirizzava all'amministrazione dell'Ospedale una lettera, con cui offriva 1a ~1oonma di 200 000 ]ire, per accrescere la • dotazione dell' I stituto. I


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1.NNf) XXXII

Ro1ua., 3 Agosto 192El

Fase. 31

fondato dai professori:

GUIDO BACCELLI

FRANCESCO DURANTE

'

SEZIONg

PRATICA ·

REDATTORE CAPO: PROF. VITTORIO ASCOLI

SOMI\'IA RIO. Note e contributi : V. Ascoli: Risulta.ti di ta.J.uni .recenrt.d metodi di cura. tlelLa mad.aria. Osservazioni cliniche : c. F. Bianchetti: Pielonef.rite gon>0ooccica mpp1rraita unilaterale nel·l a doiI1na .. - E. Ve..

nezia.n : Sui coo.idetti 1ca1coli batterici del bacinetto. Questioni del giorno: W. E. Gye e J. E. Barna1,d : Sull'eziologia drel cancro. sunti e rassegne HIST.EMA DIGERE NTE: P. Boheme: Le false a,p lJendiciti e ::La. membrana id i J aclteon. - Morrison: Ernia dirufraimmatica non traumati•c a dello stomaco atJtr::wer.so l'hiatu.e esofageo. - ~f iihsam: Intorno aJ. traittamento operativo d1ell e emorroidd. RADIOLOGIA DD ELETTROTERAPIA: Sipimehli Ma..melli : Le degenerazioni del miom:i, uteripo nei :riaipporti dell'aotirnoteraa>ia. - PoDtret e Heli·e : SruJ•l a cur.a el&ttrica d ie l gozzo esofita.1mico. - Jent,zer : RadiumteTapia del oanero esof a.geo. 1

Cenni bibliografici.

Accademie, società metiiche, Congressi: R . .Aiccaidemi:a M«::l d1co-Chiruirgica. idi N.aa>oli. .SooiE%à Medica di P arma. Appunti per il medico pratiieo : OASISTICA E TERAPIA: ~ tri btl.:to clinico 1ahla questione delle peritonti.rti da perf orariorui. - Le supiprul'iamioni .perinefritiichie . - Il biSIIll.Uto ne1la. our.a 1delil.e fistole e .d elle osteo-a.ritropaitie della 'tubel":x>looi. - Oiati idati-0a del ie.av-0 isdhdo-retr tale. - Emaitomi sottounguealii. e 1t;e'tano. - Otilte ·m& dli.a ipuruilenita e diabete. - TTa.tt<lAm.enrto dell'emorragia ·c onsecutiva a.d estr.azione dentaria. - UIIl ,procedimento sempliiee di cir-00nei.&ion1e. - POSTA DEGLI ABBONATI· VARIA : L'aibUS10 .d ei ipUII'gam.t i. Nella vita professionale : Amministrazione sanitM"iia. Cronaca del .m ovimenito p,rofeseion.ale. - Conicorsi. N-0miin°e, proanomoni ed onor ificenz~. No!izie diverse. Rasse~na della stam!)a medica. Indice alfa~etico per materie.

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Memento.

Ai pochi abbonati che non hanno ancora inviato la 2a. rata semestrale dell'abbonamento in corso, rivolgiamo preghiera di farne sollecita rimessa. L'AMMINISTRAZIONE.

NOTE E CONTRIBUTI. Risultati di taluni recenti 1netodi di cn1·a della mala1·ia (1). Prof. VITTORIO ASCOLI , direttore della Cljnica Medica di Roma.

Noi ci sentiamo on orati di mettere la nostra seduta sòtto l'egi·da del nome ·di Gaglio. Col titolo della mia comuni-0azione « risultati di alcuni recenti metodi di cura della malaria' », esprimo già l'intenzione di non occuparmi del modo d'azione ·della chinina -contro la malaria. Io ritengo 1che si possa considerare la sua azione corne ormai in di1scutibile .sia contro la febbre, sia per la prevenzione delle recidive. s·e, malgrado ·Ciò, la chinina non riesce in pratica a debellare la malaria, fe ragioni sono moltepli ci. La prima ragione è che spesso non si adQpera immediatan1ente alla comparsa delle prime febbri, quando la sua virtù sarebbe decisiva; la seconda tè ohe si a·dopera per troppo breve tempo e in genere a dosi piccole, in!feriori a quella dose terapeutica che sola è efficace. Un'altra ragione r1er cui in prati·c a ,s i vede, sipe·Cialmente nelle eampagne, intristire la malaria, malgrado l'uso de1 1chinino, è data, a mio m O'do di vedere, dalle nuove inoculazioni di paraissiti. La mia ifede in qu esto rimedio contro la malaria iè inconcussa. Non mi voglio pertanto dilungare sull'uso e sulle virtù della chinina. Mi limito alle poche suac.cennate affermazioni ·ca:11egoriche per entra1'e nell'argomento per il 1

Una seduta, de·dicata all a malaria, e specialmente alla cura di essa, era un progetto con cui desideravo chiudere la mia missione di Presidente dell'·Aooademiai. ,S i è · dovuta rimandare per la malattia del nostro compianto socio Ga.glio, il quale teneva moltissimo a prendere parte alla riunione in pro della chinina. Faccio questa evocazione non ,s oltanto per inviare alla· Sua memoria il nostro compianto e il nostro saluto, ma per lamentare che manchi n ella discussione che stiamo per intr~prendere la voice che sola poteva parlare autorevolmente della parte chimica e biologi·ca della chinina. Su tali argomenti Ga.glio, negli ultimi anni, aveva .f atto studi profondi e ne ha dato sag.gio nel corso tenuto que.st'estate ai medici argentini. Comunicazione fatta alla R. ,t\.ccademia ìVIe·dica di Roma nella seduta del 25 aprile 1925. (1 )

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quale io ini so110 inscritto a parlare in questa riunione. Uno ·dei problemi più importanti nella cura della malaria si € quello di combattere le recidive e op,porsi alla .cachessia. A tale scopo la mistura Baccelli, co1nposta, come è noto, di chinina, ferro e · arsentco, 11a reso quasi sempre buoni ser'rizi. La mistura 11a la nota composizione: gr. 4 Solfato di chinina Tartrato ferrico-potassico gr. 10 Acido arsenioso puro centig. 6 Acqua distillata gr. 300 (3-6 cucchiai al giorno). Lruscia un abbondante ·deposito rosso-scuro: dev'essere agitata prima di somministrarla. Evidentemente non v'.è garanzia ohe in ogni cucohiaio di liquido passi l'identica quantità di precipitato , che cioè ogni volta si somministri un'eguaìe quantità dei ·f armaci contenuti. Per vero se si prepara in volumi non eccessivamente abbondanti. ad eseintPio, in .quantità non superiore a quella della ricetta, pencoli non si corrono. Il notato inconveniente ha suggerito molte modift:cazioni alla formola Baccelli, 1g ran parte delle quali intendono a u.s are preparati solubili e tali da fornire una mistura limpida e chiara. Ma Gaglio, con spirito e indirizzo che potrebbe essere imitato da molti farmacologi, prese punto di partenza dal fatto clinico che la mistura giova va ai malarici nella costituzione che Ba-ccelli aveva dato ad essa, che per conseguenza nori Si dovesse mutare la forma ·di alcuno dei componenti originari. Unico tentativo da fare era, secondo lui, di riparare all'inconvenien'te della incostanza della dose nella 1Propinazione del farma'Co; pensò di usare gli stessi ingredienti della for1nola originaria nelle stesse dosi, ieomprimen·doli in pastiglie o dischetti; ogni dischetto avrebbe corrisposto a un cucchiaio., I discl1etti dovevano essere disciolti in l atte o dovevano essere stemperati .con rosso d'uovo sbattuto. Gaglio teneva molto a questa preparazione: mi rammentava, quando si discorreva •di questa seduta dedicata alla chinina, ·che io con lui .dovessi occuparmi della opportunità di ·diffondere i dischetti. Compio il suo desiderio come un dovere, e rimpiango •di essere oggi io solo a parlare della mistura Baccelli in di·schetti. Non divido 1Però la speranza di Gaglio sui grandi vantaggi pratici dei dischetti. Essi. impiegano trop1p o tempo a disfarsi n eJ latte o nell'uovo sbattuto per trovare applicazione larga per la smal arizzazione delle masse: })OSsono ben convenire per uso individual e. 1

Contro le preparazioni complesse antimalariche io .ho una pregiudiziale. Voglio esprimere, senza mancare ·di rispetto alla memoria ·d·el mio maeradicalmente ormai fisstro Baccelli, un concetto , sato 1nella mia coscienza; preferisco usare la chinina sola, nella dose e nel tempo sufficienti per vincere la malaria; vinta la malaria, come rime.. di complementari, servirmi dell'arsenico e del: ferro, isolati o di ambedue insieme, secondo il bisogno, riservandomi talvolta di ricorrere invece al rabarbaro, al boldo, alle acque minerali l assative, a seconda dei casi. Con queste mie osservazioni non intendo concludere eh.e nella pratica ·di talune zone così fortemente infestate dalla malaria, .da abbondare in _ 111alarici cronici e cachettici, non riesca utile eprati.ca la mistura Baccelli o liquida o in di·schetti o anche modi·fi.cata.

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** A proposito dei coadiuvanti nella cura antima._ larica, io ho già · alluso all'arsenico. Voi saa>ete come da .Bou·din in poi qualC'he preparato arse-nicale J1a tentato di tSalire al primo posto nella cura e sostituire financo la chinina. Dopo i comuni preparati inorganici, è stata la volta del •S alvarsan, og.g i ·è la giornata dello stovarsol, vantati utili ambedue n·e1la terzana benigna. Lo stovarsol è sub giudi·oe. Il salvansan è ritornato, con1e gli altri arsenicali, alla 'funzione di coadiuvante. Recentemente si ·è ammesso che il salvarsan od il neosalvarsan potessero essere dotati di due·virt'U : 1) a dosi piccole metterebbero in evidenza parassiti latenti; 2) a ·dosi piccole e medie (10. 15 e 30 centgr., date una o due volte dopo rcl1e la febbre· era debellata dal .chinino), illllPedirebberO· le recidive. Ho voluto verificare quanto !fondamen to ciò av.esse nella pratica; la prima affermazione mi èparsa m eno importante: e l'ho sottoposta a limitati ~ontrolli (fonse 8-10 volte); non mi è mai riuscito di ·àimostrarla vera; sotto l·'azione del sal,·arsan non sono comparsi parassiti in circolo. Più interessante mi è parsa la seconda affermazio11e, quella cio.è che il salvarsan impedisce o ritarda le recidive. Nella scorsa estate mi sono servito ·del salvarsan, usandolo dopo che le febbri erano state vinte dal chinino, talvolta da solo, associandolo più spesso alla cura chininica, e cioè praticando di salvarsan almeno ·due o tre iniezioni di 15-30 .centg. frammezzate, nel !Periodo di apiressia, alla somministrazione di gr. 1-1,S. di chinino. Ottenendo dagli infermi che tornasser o nella Clinica al risorgere delle febbri, o invi1

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tan·doli a informarci mediante cartoline del ritorno delle febbri, abbiamo constatato che non v'era differenza àpprezzaibile nella ricomparsa delle recidive tra i casi trattati con sola chinina e quelli .con salvarsan o con salvaraan e chinina. Devo riconos·cere che sperimentai con terzane maligne già recidivanti, adunque nelle condizioni più difficili. Sta di fatto tuttavia che neanche questa virtù del salvarsan di impedire o di ritardare le recidive venne da noi constatata.

* ** Un altro argomento cui voglio aicce·n nare è la cin·conina, uno ·degli alcaloidi più difftusi e copiosi nelle varie ispecie di corteccia di china. La vecchia esperienza, quella del tempo in cui la chinina si aveva a prezzi elevati, aveva già dimostrato il buon effetto della cinconina. La cinconina era caiduta in disuso do,po che la chinina scese a prezzi miti. Vari esperimenti furono in seguito rinnovati con buon esito: non ri,entrò nella pratica, perohè non fu superiore negli effetti alla chinina e quindi non parve necessaria. M.emore di ciò, già durante la .g uerra, per la carestia della chinina, usai la cinconina largamente nella mia Clinica e feci con essa ripetere ricerche dal mio aiuto Silvestri. Comunicai all'Accademia parecc·h i anni fa questi felici risultati della cinconina : li presentai al Governo, perchè adottasse questo secondo alcaloide della cortoocia ·della ohina, mettendo in pieno rilievo che i risultati erano ottimi e che il prezzo era di molto inferiore. Il beneficio economico sarebbe stato immenso. P ar allelamente a noi la ciniconina era stata rivalutata da Inglesi e da Gi~ponesi. Queste nazioni, ·s opratutto il Giappone, aidottarono la cinconina su vaista scala: il prezzo della cinconina è rialzato in questi ultimi anni, ma è tutt'ora assai inferiore a qu·ello della chinina. Dei nostri studi si giovarono altre nazioni; ma il nostro Governo è finora rimasto sordo ad ogni richiamo; malgraido il concorde giudizio favorevole di quanti :fra noi si o·ccuparono ·della 'q uestione (,S ilvestri, 1P ontano, Bini, San·guinetti, Amantea, Filippella, Fiorentini) (1). Sento il dovere di aggiungere il giudizio favorevolissimo, ·Com·u nicatomi a voce e per let(1) AScOLI V. Sulla emoglobinuria da chinina

con special e riguardo alla cinconina. Bull. R. Ace. Med. , Roma, 1918-19, fase. V-VIII, p. 63. SILVESTRI S. Sull'azione terapeutica della cinco1iina n ella malari a. Bullettino R. AccaJdemia Med. Roma, 1918-19, fase. I-IV, pag. 23. SILVESTRI S . Sull' azione terap eutica della cinconina e della chinoidina n ella malaria. Policlinico, Sez. Prat., 1919, pag. 594. PONTANO T. Esame critico delle più importanti

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PRATIC~

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tera, d'.uno dei più ·djstinti e sicuri pratici di malariologia, quale il prof. Memmi di Grosseto. Da cir ca cinque anni si usa la cinconina nella mia clinica al posto della chinina e, posso assicurare, con i più buoni risultati : nella terzana maligna si nsa a dosi IPO'CO più alte della chinina. I sintomi del ·cinconismo sono differenti da ']Uelli del Chinismo. Senza entrare in particolari, potrei ·d ire .che, come è comune il ronzio da ohin ino, è frequente una transitoria ambliopia da cinconina. Ma io ho osservato in più che la ciniconina si presentava quasi più energica che la chinina (in questo d'accordo con Memmi) nei malarici già abituati alla chinina e più o meno ohinino-resistenti. Ed è · fors'anche più importante rilevare che i malarici, in cui l',u so della ohinina crea sintomi •d'intolleranza e perfino l'emoglobinuria,. sopportano senza alcun disturbo la cinconina. La. cinconina è SOP1Portata a dosi terapeutichfr dai malari ci emoglobinurici. Il mio compianto ex aiuto, Moreschi, usando su mio esempio largan1ente e proficuamente la cin1conina a Sassari,. trovò un caso di emoglobinuria da cinconina. La cinconina può dunque dar J.uogo ad emoglobinuria con l'uso protratto. Ma noi potremo combattere l'emoglobinuria da cinconina con l'impiego della chinina. Un alcaloide della ohina sostitui.sce l'altro quando è arrivato alla assuefazione <> alla intolleranza. 1

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*** Passo a parlare dei raggi X, nel trattamento dei malarici: questione scottante, s 'io debbo giudicare ·dalle vivaci polemtche cui ha dato luogo. Io dirò sommariamente delle esperienze eseguite nella mia Clinica, anzi dei risult ati prati·ci che· acqu'lsi zioni fatte durante la guerra nel campo d ella malaria. Atti XXV Congresso Medicina interna, Trieste, 1919, pag. 54. BINI G. L a cinconina può sostituire la chinina~ Policlinico, Sez. Prat., 1921, 919 . . ..-\ SCOLI \ ' . Sulla ernoglobinur ia da chinino con speciale riguardo alla cura con la cincon i na. Polirclinico, Sez. Prat., 1919, 1069. SANGUINETTI A. Cinconi na e m alaria. Policlinico, Sez. Prat., 1921, 1652. AMANTEA F. Il potere curativo della ci nconina nella m alari a. Policlini.co, Sez. Prat., 1922, 1231. FILIPPELLA P. Contribu to allo studi o sulla terapia d ella malaria con la cinconina. Policlini1co,. Sez. Prat., 1923, 464. SILVESTRI S . Assorbimen to, eliminazion e, to ssicità della cinconina. Policlinico, Sez. Med., 1923,. p. 601. FIORENTINI A. La cinconina nella cu1·a della m alaria d ei bambini. .Poliiclinico, Sez. Prat., 1923,. IP. 1025.


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li POLICLJ:NICO

abbiamo raggiunto, se11za pl'eoc0u11>armi di teorie, ser1za prete11d.e re a giu dizi ·SU sistemi di cura. Le mie esperienze si rapportano a due periodi: uno svoltosi quattro anni fa, uno due anni fa. In ogni periodo furono studiati circ'a 20 malarici; qual cuno era primitivo, .p er lo pii1 erano recidivi. Nel pri1no periodo furo110 ap11>licati i raggi X sulla milza a dosi medie e piccole, gra:<.tuate secondo i comuni criteri e con le ·consuete modalità: ·era tenuto conto del 1decorso della febbre, del volume della milza, dello ·stato .g enerale, del reperto parassitaTio e, soltanto in pochi c asi, delle modificazioni morf ologicl1e del sangue. Nel se- • condo periodo eb·b i la ventura ·cl1e le applicazioni dei raggi S.. fossero fatte dal dott. Pais ohe, con1e sapete, è l'autore d'un metodo che a lui ha dato felici risultati. Accar1to al dott. Pai·S, il più caloroso assertore della virtù antimalarica dei raggi X, era nella mia Clinica in quell'epoca il dott. Cignolini, 11>ersona di fiducia del dott. Pais e incari·cato ' di coadiuvarl o nelle cure, di sorv·egliare e constatare gli effetti di esse. Le ricerche sulla morfologia ·del sangue, sul reperto parassitario e sulle modificazioni del volume della milza erano fatte dal personale addestrato della clini~a. In tutti e due i peri0di sorvegliai io stesso i malati e l'an·damento della malattia. • Nel primo periodo non potemmo constatare val'iazioni n el decorso della malattia che non fos·s ero spiegabili con i benefizi della buona dietetiic a e ·del riposo: la milza diminuì di volu1me in gran numero dei malati. Nel secondo periodo p1·ovocammo spesso una 1e11cocit0si transitoria talvolta ben.e netta, ·come in .qualche 1nalato era stata Yerificata nel primo ~eriodù d1 applicazione J:."'u riconosciuto c9n una gran·de frequenza il ifatto che le piiccole dosi di .raggi X applicate sulla milza mettevano in .circolazione parassiti della ·fase febbri·g ena. La feblJre e i l)arassiti non ,s ubirono modificazioni salient1 e tali che senz'altro dimostrassero un•azione specifica dei raggi X : ,constatammo il decorso più vario, ora ·con accentuazione, ora con atteJll1azione dei fenomeni propri della malaria, e cioè della febbre e del rep·erto parassitano. La riduzione dell'ingrossamento splenico è stata meno costante che nei malati osservati nel primo _periodo. Dei casi osservati. - almeno dei più tipici - mi riservo di dare una docun1entazione analitica Qui mi limito ad esporre la conclusione generica •ch e promana dallo accurato esame di 40 casi compleC>sivan1Pnte; ohe cioè i raggi X non hanno rappresentar.o alle no~tre co nstatazioni un mezzo terapeutico su cui fare affidamento. Può anche darsi cl1e l'immissione di parassiti in circolo gio1

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vi a semplificare la .cur:.:i. chinini·ca; può darsi che la riduzione del voJume della ;milza giovi ·alla cura della malaria croniea. Non posso escludere - tutto che non ini riesca di ·dimostrarlo - c1h e it1 ap11>li.cazioni dei raggi X 1contribuiscano a fa:cil1tare il n1iglioramento della crasi sanguigna o ar1c.he delle .condizioni generali dell'organismo. In somma al mi o esame i raggi X non hanno raggil1nto nella cura di~lla malaria una qualsiasi virtù elettiva s1p ecifica: rappresentano, forse. una qualcl1e azione indiretta, un meccanismo coa..diuva11te.

* ** Voglio infine aoce·n nare all'uso di un rimedio che la stampa pseudoscientifica e i giornali politiici hanno strombazzato in que'Sti ultimi anni : la smalarirla. Anche nell'uso di questo rimedio mi sono preoccupato di attenermi alle indicazioni, alle dosi e alle modalità d'impiego che ne dà , l'autore. Ho qu1ndi cer.c ato di curare ca5.i di nlal:iria recidiva, talvolta nel periodo delle febbri, 1alvolta nel periodo di apiressia. f1o qui da Yanti le nove ·storie cliniche dei maJariici cui ih o ·somministrato la smalarina ..che mi sono 1)ro·curata, al ,p rezzo di lire 20 per ogni tubetto di compresse come que~to che vi presento . Seguire il metodo prescritto dall'autore non è s1ato agevole, per quanto si avesse a fare con mal ati d'ospedale; poichiè dopo qualche giorno cJ1e i malarici prendono le compresse e quando si giunge alla dose 'di 6-8 con1presse_ al giorno sopravvengono diisturbi di ·stbma;co, ripugnanza, r1ausea, tendenza al vomito, ooi spesso s'aiocom-· 11>agna ·diarrea. In parecchi dei nostri casi dov.emmo, per vincere l'avversione, somministrare le compre~se avvolte in ostia, 1 g8)bellandole con altro nome. La cura completa è lunga, fastidiosa, r1on supportata dalla maggior parte dei soggetti. • Ai disturbi della sfera ·di~erente si aggiun•gono, . soiprattutto in coir1cidenza ·d egli accessi febbrili da malaria, disturbi nervos i, agitazione e delirto. I malati .sottoposti a11 •uso della smalarina era110 malarici cronici: rd ue affetti ·da terzana benigna, tre da terzana maligna, e quattro da malaria mista (terzana maligna con terzana benigna). Soltanto in un caso di terzana benigna fu possibile una cura completa e dopo oltre un mese si ottenne la scomparsa della f.ebbre e delle 'forme P?-rassitarie dal sangue. 'egli altri malati non siamo riiu.sciti a protrarre oltre il mese la somministrazione della smalari11a: malgrado ogr1i nostro sforzo dj sugge. stione e di incoraggiamento, i sintomi d'intolleranza im,p edivano di proseguire l'uso del farma-co. In altri casi l'interruzione era imposta dal soI


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vravvenire delle !febbri malariche. Le febbri continuava.no e in·c alzavano, se esistevano in sull'inizio del trattamento ; più spesso insorgevano n1algrad.o un 1p iù o meno p.rotratto u so della sm alarina. Debbo insistere sul fatto , i11solito n elle febbri da malaria recjdiva, che la febbre si accomipagnava da agitazion e e da delirio, anche se no11 era molto alta e anche se apparteneva alle terzane benigne. Neanche a dire che .febbri e ·disturbi concomitanti erano sempre troncate rapi.damente (e11tro uno o due g·iorni) da dosi terapeuticl1e di • eh inina o cinconina. r,e storie cliriiche, che esibisco come docurnentazione · analitica, sono tutte con cordi nel di1nostrare la nessuna virtù cu rativa della smala~ rina; la costanza dei rist1ltati supipli~cc allo scarso nu1nero dei casi i11 u11a malattia nella quale l'evoluzione è prevista e modiificata con la cl1ini11a con matematica precisione. Devo aggiu11gere che, se la smalarina non ha gio-rato ·contro la malaria, ha portato spesso disordini delle f·unz,i oni ·digerenti e provocato disturbi nervosi nel corso delle febbri da malaria. Io non pretendo dare un giudizio definitivo sulla smalarina, precon izzata e vantata come il rimedio contro l a malaria. Ho voluto riferire co11 obbiettività i dati di fatto da n1e riscontrati, i qu ali stanno in contrasto con i <;ostanti e si curi ben efici annun ciati da autori italiani e stranieri. Tralascio ogni comm ento, ma voglio terminare dichiarando che mi · sono indotto a fare queste esperienze con la smalarina per rispondere all'accusa, che spesso .si muo,·e alla cosidetta scienza ufficiale, ~i chiudere aprioristicamente 1e porte alla veiità. Io ho ipensato ch e conviene alle cliniche, quando ne abbiano la 01p portunità, di saggiare l'azjone di ,qualcuna delle specialità e di esporre al pubblico i fenomeni osservati, i risultati r aggiunti. Potrebbe essere questo uno, e non il meno importante, dei servizi che le clinjche sono ohiamate a rendere al pubblico. 1

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Importante pubblicazione: Dot:t. LUICI CAPPELLI

Aiuto alla cattedra. di Elettroterapia. e Rad.ioloii& della R. Universit à di Roma.

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RADIUMTERAPIA I MEDICI

OSSERVAZIONI CLINICHE.

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0$1-'EDALE DELLA SS. TRINITÀ DI VARALLO SESIA

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MANUALE PER

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SEZIONE VRAIJCA

PRATICI

Prefazione del prof. Francesco Ghilarducol, Direttore del R. Istituto di Radiologia. ed El ettroterapia della R. Università di Roma. Un volume in-So, di pag. IV-150 (N. 15 della Collana Manuali del e PolicJ.inico >), nitidamente stampato su carta @em1pa.tinat~. con 5 tavole e 5 ftgure nel testo. Prezzo L. 1 8 più le spese postali di spedizione. - Per i nostri ab· bouati sole L. 1 6. 5 O· 'Inviare Vagli,a postale al Oa,v. LUIGI POZZI - Via. Sistina. n . 14 . Roma. ·

SEZI ONE C H IRURGICA.

Pielonef'1·ite gonococcica s11ppu1·ata nnilate1.. ale nella donna (1). Nota clinica. Dott. ,

CARLO FELICE;

BIANCHETTI, cl1jrurgo direttore.

Riferisco senz 'altro il caso stu·diato ed· 01perato i1ella sezio11e chjrurgica dell'Ospedale di Varallo: S. Oli1npia, di anni 43, ·da Balmuccia: casalinga. Entra in ospedale il 7 aprile 1924. Nulla di notevole n el gentilizio: m estr uata regolarmente a 18 anni, sposata a 27: do1p o u11 anno una gravidanza interrotta a 7 mesi circa per rnotivi sconosciuti. Da circa cinqu e anni soffre di forti. disturbi vescicali consistenti in bruciori durante e dOìPO la minzjo11e, disuria, tenesmo vescicale, pollachiuria con ori11e torbi·dc, talora ematich.e. \ Ten11e sottoposta a ripetute lavature vescicali dalle quali ritrasse scarso giovarnento tJ1ansitorio . Tali ·disturbi durarono con 1nag·gior o minor intensità per circa quattro anni, acc0mpagnati da perdite -raginali, cla progressivo deperimento e da iperd.ita dell'appetjto: in ultimo le orine si so110 fatte nettamente 1purulente: la paziente è obbligata a orinare ogni 15-25 minuti con viole11ti doloii al basso ventre: negli ultimi 1nesi •Poi è cornparso un senso molesto di p.eso alla regione renale sinist1·a senza veri dolori loca1izzati o irra,diatL .l\ll,esa1ne obbiettivo notasi un notevole grado di deperimento gene1·ale: la cute -è pallida, flaccida.: le masse muscolari alquanto denutrite. Nulla all'apparato cardiovascolare e ai 1polmoni. AYddom e i11 gran 1parte trattabile, j11dolente. Il r en e sinistro 1palpasi assai jngrossato, scarsamente mobile, liscio, ipoco dolente ancl1e a·d una pressione assai accentuata. .l\p,p ena si 1palpa j1 polo infieriore del rene destro. Al 1 'esame vagjnci.le rilevasi: arrossarnento e legg-ero turgor dPl meato uretrale· e della m11cosa vaginale con scarso secr eto biancastro, inocl'ore. Le ori11e sono fortemente purulrnte, torbide: quantità .giornaliera da 600 a 700 cc. Esame totale delle urine: quantità: 800 cc.; colore · giallo torJ)i·do; 01dore : nesst1no; reazione: rieutra; peso specif. : 1014; albu1nina: traccie; gJur>osio: negatiYo: urea: 8. ~7 0/00: cloruri : 5.8 per 0/00. L'esame del sedin'lento dà: abbondantis·simi globuli biancl1i più o 1neno alterati, .qtLalche globulo rosso, scarsi elementi di sfaldamento vescicale e r8nale, qualcl1e cilindro gra.n uloso e ial~n o, cristalli di fosfato tri1plo ammonio-magnesiaco: abbondantissi1na la flora batterica. La ricerca ·dei bacilli ·di Kocl1 è negativa. ·P arte del sedimento vien e i11iettato sotto cute e nel -p eritoneo di duP cavie con esito n egativo. 1

(1) Comunicazione pl'esentata alla Società Medica di ~ovara nella SC'duta deJ 6 npri l~ J~?.5.


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IL POLICLil"I ICt)

Esarr1e cistoscopico: riesce indaginoso percl1è la vescica è estremamente intollerante e non trattiene più di 30-35 cc. di liquido senza 1pil'ovocare gravi disturbi. La mucosa vescicale è intensamente arrossata, iperemica: tutto il bassofon·do e il trigono sono cosparsi ·di i1lcerazioni appianate ricoperte parzialme11~e da essudato fibrinoso, aderente: il meato ,1reterale di destra ·è nascosto da essudato 1purulento, .q uello di sinistra fortemente tumefatto, eden1atoso, in .p arte ulcerato è ·dilatato ed occupato da un getto, a guisa di ciuffo sporgente i n "':escica, ùi 1pus denso aderente, di colore giallastro. 'Non è possibile il cateterismo ureterale per la intolleranza della 1paziente all'esame e per l'imp ervieta dei .du e meati ureterali. .si formula la ·diagnosi di probabile pielonefrite iPUrulenta sinistra, di natura du·b bia e si interviene il giorno 12 aprile in narcosi eterea. Incisione lombare obliqua sinistra. La c~sula adiposa perirenale è infiltrata, edematosa, aderente: si isola con qualche difficoltà il rene sinistro che è ingrossato quasi del doppio, di colore .bluastro scuro, con capsula fortemente isipessita, bianGastra al di sotto .della quale traspaiono delle isole tondeggianti, leggermente spor ge11ti, ·di colorito bianco giallastro molliccje. Da t,Ina di queste si aspira mediante una siringa del 1pus che viene coltivato in brodo, agar, gelatina: si allestis.con o inoltre ciei pret{)arati a striscio. Si decortica parzialmente il rene inci.dendo i vari ascessi corticali con esito di pus denso, giallastro, inodore: poi si pratica un taglio nefrotomico longitudinale mediano della lunghezza di 5 o 6 cm. attraverso al qua1e si penetra in una vasta cavità ascessuale, comunicante ampiamente col bacinetto, da cui fuoriesce abbondante 1p us giallo em atico, feti·d issimo. Si lascia un grosso .drenaggio tubulare in quest·ul tima cavità fino al bacinetto fissando parzialmente la capsula fibrosa ai bordi della ferita: zaffo su1p erficiale con garza vioformica: sutura ,p arziale della ferita 01p•eratoria. Dirò subito cl1e la cultura del pus estratto dai vari ascessi corticali ha dato esito assolutamente negativo: all'esame per striscio 1si sono trovati ab.bo11dantissimi gonococchi, Gram negativi, in cultura quasi pura. Non è stato possibile per mancanza di terreno adatto di cultura, coltivare i gonococcl1i. I 1p reparati del pus estratto dall'ascesso e.entrale hanno dimostrato la grande prevalenza di forme bacillari identificabili co·l bacterium coli, qualche streiptococco e scarsi gonococchi. Il decorso 1p ostoperatorio è stato regolarissimo: nessun rialzo di temperatura ha ,d isturbato il processo ·di guarigione cl1e ·è avvenuta per seçonda intenzione. La quantità giornaliera di orina è salita in pochi giorni da 800 a 1000, 1200, 1600 cc.; l'orina all'uscita della paziente dall'ospedale era limpida, chiara, con scarsissimo sedim ento: la vescica ·divenuta continente poteva p errnettere alla ammalata di orinare tre, quattro volte al massimo nelle 2·1 ore: scoID!Parso il dolore e il tenesmo l'ammalata era da ritenersi guarita. La rividi dopo 1parecchi mesi: gode buona salttte, di quando in quando compare u11 po' di te-

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nes1r10 vescicale se11za che l'orina ,dimostri alterazioni qualitativ ~ di sorta. Il quadro nosologico della pielonefrite SUJppurati.va, nefrite apos.t ematosa di alcuni AA., è trop1po ben conosciuto perchè io voglia qui, sulla base di un caso osservato tracciarne le li11ce fondamentali: ciò che mi interessa far oS&ervare è l'eziologia dell'affezione studiata, straordinariamente insolita a verificarsi. Infatt1 fra gli agenti morbigeni della pielonefrite suppurativa notiamo a detta della maggior p~rte degli AA... lo streptococco, lo stafilococco, il pneumococco, il b. coli ' il bacillo di Eberth, il . proteus, il piocianeo, qualche anerobio e assai più raramente il gonococco ·di Nei;sser: dico molto più raramente ,p erchè, contrariamente a quanto aipjparirebbe naturale, i casi di infezione gonococr.ica a tipo suppurativo del rene sono oltre~ mod0 rari: i più diffusi trattati ·d i chjrurgia, special1r1ente urologica, vi accennano di sfuggita : fra i casi resi noti, per quanto mi consta, 'lnr10''er1amo quelli di Tédenat, di Bastos, di Le Fur, di Pollitz, di Bockardt, di !M endelsohn: il Brodeur nel suo trattato « Les aff ections du rein >> accenna ad un caso sos:petto, non corredato dal reperto batteriologico, riferito da Ollier. ì\llolto recentemente il Broglio, ·della sez. Urolo~ gtca ·dell'Ospedale Maggiore di Milano, in una sua accurata monografia ·s ull'argomento, sulla base di 18 casi studiati, riferisce su di nno di ,p robabile origine gonococcica . (il caso II) in una donna affetta da blenorragia uretrale in cui risultò all'esame . microscopico la 1presenza di di1plccocohi Gram negativi senza che se ne fosse con ciò • il germe patogeno. ·spe~ificato Il ca so nostro pertanto viene ad acqui5tare un valore particolare che se da un alto comprova l'asserzione di. coloro che ammettono l'esistènza cli un'affezio11e renale gonococcica a ti.p o sup1purativo, d'altro lato ribadisce il concetto che questa modalità idi infezione ·è assai rara e 1egata con molta vero·simiglianza a condizioni di particolare resistenza del .p arenchima renale. 1J nfatti la rarit~ di quest'affezione del rene 1pro1priamente detto è molto strana se si calcola la quantità stragrande di affezioni genitali gonococciche con complicazioni dellP. vie urinarie superiori: ho detto appositamente del r ene propriamente detto 1poichè la compartecipazione dell' uretere e del bacinetto renale all'infezione gonococcica è abbastanza frequente ed a questo è pro~ babilmente da ascriversi l'affermazione del Kiimmell che il gonococco giuoca una gran .p arte nell'insorgenza di infezioni acute 1pielorena li: con la quale affermazione non ·deve intenderc;i che l'infezione per via ascendente del bacinetto ci1 I

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SEZIONE

.altrettanto frequente quanto quella del parencl1ima renale e tanto meno nella forma asces~ uale, apostematosa. E questo viene co11fermato dal fatto che mentre la forma pielitica può passare a guarigione quasi spontanean1ente, ·difficilmente può dirsi altrettanto dell'infezione a forma as ~ es­ s ualoe del rene. In che con si·s ta questa particolare resi5te11za -del parenchima renale al gonococco non è facile · dirlo nè parmi esistano in pro1posito •p rove sperimentali: che anche queste sar el)ber o di ·difficile .attuazione quando si pensi cl1e ·altro è il potere di attecchimento del gonococco st1ll 'uomo, altro quello sugli animali da esperimento i quali i n genere vi sono refrattari e non è affatto semplice l'applicare alla patologia umana quanto si pu) sperimentalmente r~produrre. Il fatto 1però sussiste ed è certo incontestabile. E stato as&erito che la n efrite apo·stemat'ìsa, distinta da alcuni .l\.t\. .dalla pielite e da!la pielonefrite suppurativa, o1fre un 1quad.ro c1 inico sintomatologico r1etto: ciò corr isponde in buona (!>arte a verità ed è da mettersi in rapporto alla modalità di infezione; che, come è noto, può essere di U'rigine e111atogena od asc-endente 1per via vescica-ureterale : infatti mentre la forma ~o­ stematosa per lo più ·di origine ematogena, embolica scoppia per la. sua modalità stessa, i:.1 periodo ·di pieno ben.essere in modo brusco, tl1multuoso con febbre alta, dolorabilità intensa alla regione renale, stato generale grave testin1one di un'infezione generalizzata, setticemia, la forma pielitica o pielon.efritica evolve in genere 1più lentame11te, in modo quasi subdolo, con modj ca lebbre e con scarso risentimento generale e eiò in rapi:p orto al genere di diffusione che avviene a gradi, 1per continuità; solo .p iù tardi n egli stati più avanzati della malattia i fenomeni lo cali e gen-erali possono aggravarsi in rapporto anche alla non infrequente bilateralità ·della lesione renale. .N ella nostra paziente i fatti renali, che come si è veduto erano abbastanza graVi e dif1usi, sono quasi passati inosservati di fronte all'intensità dei fenomeni vescicali i .quali per oltre cinque anni avevano distratta l'attenzione del m ed}co e solo negli ultimi m.esi cominciavano a provocare una sensazione molesta di peso alla regione lombare senza dare altro segno ·di sè. Riguardo all'intervento sono ·d'accordo con tutti coloro, e sono la maggior 1parte, j quali riservano la nefrectomia ai casi gravissimi con distruzione del parenchima renale oe'Stesa : se sj a ,p iù t1tile .. la nefrectomia ampia con drenaggio alla Isra.el oppure la nefrolisi con pielotomia e drenaggio successivo del bacinetto questo non cr edo

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PRATICA

sia possibile stabilire sch-ematicamente e rigidamente a priori: ·d ipenderà dall'estensione dei "a· colai s uppurativi e dalla loro ubicazione la condotta del chirurgo il quale deve rit-e.nere in linea generale che quanto m eno si lede il parenchima renale tanto minori saranno i pericoli .di emorragie ·::?econdarie e tanto mag·giore la conserva zionP di .p orzioni di rene utiln1ente fu11zionanti per l 'avvenire. BIB·LIOGRA-F I ..\. BERGlVIANN-BRUNS. Trattato di Chirurgia . FORGUE, iBÉGOUIN, BOURGEOIS, ecc. Trattati di Patologia Chirurgica. _ LEGUEU, CASPER, ALBARRAN, MARION, ecc. Trattati di Urologia. O LLTER. Revue de Chir., 188.5, (riferito da BRODEUR. Le•s affections ,du rein). LE Fun. Inf ection gonococcique

dans un rein. VIII Sess. d e l' Ass. frane. d'Urol., 1904. TEDENAT. A bcès du rein à gonocoque. Ann. des mal. d-es or g. gén. urin. , 1907.

BASTOS, (riferito da .LEGUEU) . POLLITZ, BOCKARDr, MENDELSHON (jdem). BROGLIO. Contributo alla conosceri,za della nefrite apostematosa, ecc. Archivio Ital. di Chir., vol. X, fase. 6.

Sui cosidetti calcoli batte1'ici del bacinetto per il dott. EDMONDO VENEZIAN assistente n egli Ospedali Riuniti di Roma. Fra le concr ezioni organiche descritte da vari Autori, che si possono formare nel bacinetto in taluni casi di flogo si della sua mucosa, e che sono state trovate talvolta al reperto anatomo--patologico, rarissime sono delle formazioni sip-eciali costitujte esclusivamente o quasi di batteri e chiam ate per l'aippunto da alcuni calcoli batterici. Avendo11e recentemente osservati in una paz. caduta sotto la mia osservazione, ritengo non inutile presentare il caso e il frutto delle mie ricerche al poroposito. Ecco la storia .della .p aziente che eb'b i occasione di avere in cura: I

P. A., di anni 52, donna di casa. Si è sposata a 18 anni con uomo sano: ha avuto 3 gravidanze a termine, mai aborti. Le gravi.danze trascorsero se11za disturbi notevoli. La paz. afferma di r1on aver mai sofferto di malattie ·degne di nota. L'attuale rimonterebbe al 1912. In quell'anno per la 1prima volta la paz. notò la comparsa senza causa apprezzabile di disturbi della minzione consistenti in minzione frequente e 'bruciore nella minzione. Queste sofferenze, .del resto assai lievi, tanto che la paz. n on dette loro importanza .sulle prime, si vennero ri1p resentando da àllora con lunghi inte rvall i di tempo. Duravano solo 3 o 4 giorni; migliorava.no e cessa·,;ano assai presto con un p o' di riguardi e con la somministrazione empirica di decotto di gramigna.


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IL POLICLINICO

Nel dicembre 1914 la paz . fu costretta a trascorrere be11 5 giorni in ferrovia e in carrozza, senza soffrirne alcun disturbo notevole. Ma ai primi del gennaio seguente comparve, senza che fosse accomipagnata da d olori , una lieve -ematuria. L'esam e .delle urine allora praticato per la prima volta dette il risultato seguente: Reazione debolmente acida. D. 1014.

..\lbumi11a 0.25 0/00. Emoglobina presente. ~el sedimento: grande quantità di emazie; filam enti mucosi; cellule epiteliali dell~ vie •urinarie. Un sanitario fe ce diagnosi di cistite e si limitò a consigliare una cura medica. Negli anni seguenti disturbi della minzione si ripresentarono , ma semipre a lunghi intervalli e in forma lieve. Esami ripetuti delle urin-e segnalano : Nel giugno 1918: muco-pus presente; nel sedim ento leucociti, n on emazie. Nell'agosto 1919: traccie d' albu1nina. Nel sedim ento: numerose emazie; leucociti; epiteli di sfaldam ento . Discr eta quantità di batteri. · :'\el settembre 1919: i1el sedimento solo epiteli e leucocj ti. Nel maggio 1920: albumina presente; n el sedimento: nun1erose emazie e batteri; qualche leucocito, epiteli. Nel marzo 1922: albumina e m·uCO- pus presenti; nel sedimento: moltissimi l eu cociti, molte emazie i1umerosi filamenti di muco. Nel luglio 1924 : .mrtJco-pus a·b bondante. i\lel sedimen to: molti leucociti P. molti batteri. Nel luglio 1924 dopo una ~asseggiata in carrozza, di n otte forti dolori alla regione lombare destra: la 1paz. non poteva urinare pur sentendone il hisogno. Con impacchi ca1di il dolore si calmò subito e la paz. potè •urinare_ Essa ebbe allora per la 1p.Tima volta lievi elevazioni della temp.erat11ra per alcuni giorni. 1\ell'agosto di quando in quando i soliti liev~ disturbi della minzion e e inoltre frequenti ma irreaolari elevazio11i febbrili durante il giorno, per pocl1e ore: talvolta fino a 39°; 1più spesso fra

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teri identici alla precedente, compresa l 'emissione dei suddetti col'Jp-icciattoli. Il 19 dic-ernbre venne praticata la cistoscopi~ (prof. Raimoldi), previa iniezione ·d i indigo-carmi.. nio per l'esame della funzionalità renale. Essa per.. mise di rilevare le note d'una lievissima iperemia d ella mucosa. Colore do1p o 10 minuti a D. e a s. L'esame d elle urine estratte col cateterismo degli ureteri dette : Re11e s. : urine intensamente colorate. Urea 15.404 0/00. S·edimento: cellule di sfaldamento· ra' r issimi cilindri ialini. R ene ·d. : urine scar samen te colorate. Urea: 6.320 0/00. Sedi1n-ento: numerosissimi leucociti; qualcl1e emazi,a ; molte cellule di .sfaldamento. La radiogr afia (21 dicembre 1924) (prof. Sere11itl:) dimostrò 4 ombre all'altezza dell'ultima costa destra, da j11terpretarsi come calcoli situati n ellai ipelvi renale. Posta così la diagnosi di calcolosi renale destra infetta, yenne consigliato I'inten·ento. In seguito la paz. ebbe una terza colica coi caratteri di quelle precedenti, ma assai lie\·e, accom1pagnata, o meglio seguita, a11cl1'essa dall'emissione delle suddette formazio11i rnolli. Jjopo di che i disturbi scorn1parvero con1pletame11te e ai primi di marzo la pa:z .. entrava in una casa di cura. 9 marzo 1925: òperazione (prof. Bon·an ome). ' 'enne 1p raticata una pielotomia e venner0· estratti dal bacinetto 4 calcoli ossalici, di cui. 3 gra:ndi come ciliege, t1no quanto un 1pisello, e insieme una trentina circa clei corpicciattoli già descritti. Il decorso postoperatorio fu discreto: la ~az. aI presente sta bene; le urine son o tornate chi.are e prese11tano nel sedimento centrifugato solo .p ochi leucociti.

La cosa elle ricl1ia1na partiço 1armen te l' a ttenzio11e sul caso or ora descritto, per il resto abbastanza banale, sono naturalmente quei tali corpicciattoli che la ii o stra paz. emise i11 occasj one delle sue coliche. Si. trattava d i formazioni abbastan za regolar37°.5 e 38°. • Fu verso la fine del settembre 1924 appunto che mente ovali o sferiche, o anche irregolarmE:nte io ebbi occasione di visitare ~er la prima volta la f a.ccetta te, a superficii:> liscia, di colorito bian copaz.: l'esame era completarnente negativo, ove si grigio sporco, di gran.dezza variabile d~ una ·p ictolaa ru na certa dolenzia alla succussione della re. cola le11tc a un grosso pisello. La consistenza 04Pgio0ne lombare n. destra: consigliai un esame i apariva a una lieve pressione molle elastica; rna diogl'afLCO e u11a cistoscopia. ;\el frattempo, 1'11 novembre, la 1paz. v€11iva col- facilmente si riusciva poi a schiacciarli fra le dita ta da una colica renale tipica, accompag11ata da rendendoli informe poltiglia. febbre. Il giorno 13, mentre i dolori colici perduEsnminn.ndo al microscopio una ,piccola qun11tità raYano abbastanza vivi, la paz. pro,·ò durante una minzion e come un vellichio in corrisp ondenza deldi codesta 1p oltiglia, diluita con un po' d'acqua,. l'orifìcio uretrale ed emise un corpicciattolo mollP. strisciata su di un ''etrino e colorata con i medella grandezza di un pisello circa, di colore bianco grigiastro. Con quasi tutte le minz~o~i.. s.e- todi comuni, si rilevava soltanto un a enorme quantità di microrganismi morfologicamente tutti eguaguenti vennero emessi d ei corpicciattoli s1m1l1, in l i , a forma di bastoncelli brevi, tozzi, con es trenumero vario, da 1 a 3, per ogni minzione; d~ 1 a 5 e fino a 7 al giorno. Frattanto i dolori s1 mità arrotondate, Grarn n egatiYi. calmavano rapi·clamente, 1per scomparire in br.eve Fissate alct1ne di codeste con crezioni e inclusele del tutto. La febbre perdurò, sempre assai mo~1c?-, in paraffina ne feci fare delle sezioni colorate con per 3. ~ giorni. L'en1issione dei corpicciattol1, i11 numero sempre pii1 scar -o, continuò invece per l'ematoc;silina-eosina e con il metoùo di. \Veigert. I l)repara ti, esaminati a debole 1ngrandi1nento, 7-8 gioi ni. Il 1° dicembre. la paz. nYeYa lasciato il letto d~ prPs.en1ano u11a struttura fine1ne11te granu10:~3:_ e poco pii1 d'una rt ti rnana, 11u0Ya colica con carat-


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una disposizione concentrica di strati alternativamer1te più o meno intensamente colorati, attorno a una zona centrale chiara·, che occupa un quarto circa del diametro dei corpuscoli e in cni 5i notano delle . formazioni rotondeggianti o ovali. Attorno a ~uesto nucl€o centrale si dispone la parte stratificata. Gli strati .p iù sottili sono rruprpre:;entati <lalle porzioni cl1e hanno assunto una colorazione più intensa: essi non hanno limiti netti, ma frastagliati. rpreA jngrandimento più forte (im1nersion e) nei • parati colorati con il metodo di Weigert si rileva subito la presenza, su tutta la sezione, di una enorme quantità di ·b atteri fittamente ·disposti uno accanto all'altro orientati in varia direzione La zona centrale è costituita da una quanti.t à di figure r-otondeggianti con struttura finemente granu~osa e senza traccia di formazioni nucleari, tenute insieme da una ganga amorfa assolutamente piena di microrganismi. La zona ·p eriferica ha un aSjpetto decisa1ne11te fibrillare. Le trabecole formano una fitta rete a maglie di varia ampiezza, riempite .da batteri. In alcuni pu11ti le trabecole si ingro5sano, la rete fibrillare si fa più fitta e così. vengono a costituirsi gli strati più intensamente colorati. Le fibrille sono colorate in lilla chiaro. La struttura fibrillare non risulta così evide11te nelle sezioni colorate con l'ematossilina-eosina. I preparati colorati semrplicemente col blù di Loffler, non mostrano che un'enorme quantità di batterL P e11so di poter interpretare le formazioni della parte centrale come cellule necrotfche. Quanto al reticolo esso è con tt1tta probabilità costituito da fibrina. Riass11mendo , si tratta di formazioni n1olli, simili a cal.coli , con centricam ente stratificate, co rn·rpostc in p.revalenza di batteri e in mini·m a parte di l1no scheletro organico. Concrementi .del tutto simili sono statj descritti da alcuni autori (Sch111orl, Jores, ·N eumann, Lauda) in casi di pionefrosi e denominati per la conformazione e per l::t costituzion.e loro, ·calcoli batterici (Bakteriensteine). I.a letteratura su di essi è assai scarsa data la rarità del r eperto e forse ancl1e la relati va irnportanza loro. La maggior parte dei trattati non ·vi accenna neppure: solo .quelli dell' Jsrael e del Wildbolz ne parlano brevemente. I calcoli batterici risultano formati, corne abbiamo v1sto, in prevalenza da microrg·anis1ni, cementati da una trama organica derivante dai 1prodotti della flo1gosi della mucosa. Difficile iè poter definire chimicamente le sostanze che entrano n ella composizione di codesta trama, che ,p otrebbe esser e ravvicinata a quelI

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SEZIONE PI?AIICA

la che costituisce lo stroma dei calcoli renali. Di questo Berzelius dice che l'analisi è impotente a distinguere fra albumina, fibrina, muco vescicale e materia caseosa. Ebstein e Posner ne attribuiscono la formazione a 1pus, sangue, epiteli, materia colorante ·dell'urina, .m uco ves.cjcale. Seco11do il Lauda lo strdma dei calcoli batterir.i è dovuto·· o a brandelli di tessuti necrotici distaccatisi dalla parete del bacinetto o a coaguli che Si possono formare nelle pieliti e nelle pielonefriti, o an.cora finalmente al pus delle pionefrosi. Una classiificazione delle sostanze che possono co,artarsi nel bacinetto 1p-er . formaTe degli zaffi o ' dei fiocchi, potrebbe essere la seguente: . 1) Coaguli, dal fibrinogeno ·del plasma; 2) Fiocchi da 1preciipitazione, .p er processi fisico~chimici (reaz.ione, contenuto in sali dell'urina, ecc.) di albumine, globuline o mucoidi della sostanze protoplasm-atiché provenienti dal disfacimento di elementi cellulari (leucociti, emazie, epite.l i). Gli A.A. parlano spes:so di muco e di masse mucose, ma va qui espressamente. ricordato che non esistendo cellule muc~pare nell€ vie urinarie alte, le sostanze mucoidi non possono derivare che dalla ·scomposizione degli elementi cellulari. (L'urina contiene solo piccolissime quantità di un mucoide urinario derivato CÌal mucoide del .p lasma); 3) Zafifi, 1pseudomembrane formati da brandelli di tessuto necrotico. In tutte queste sostanze organiche i germi trovano un ottimo substrato nutritizio e infatti vi si moltiJplic.ano, compenetran dole, come su un terreno ·di cultura. · ·P ossono risc9ntrarsi nei calcoli batterici tutti i germj presenti nelle flogosi delle vie urinarie: ed è naturale che come il Bacterium coli è il gerrne · che per lo più è in causa, così nella massima parte dei casi descritti si tratti in prevalenza o esèlusivamente di B. e.oli. Nel caso ri1portato dal ·L auda accanto a bastoncelli Gram negativi, v'erano alcuni cocchi Gram 1positivi. Nel nostro i batteri avevano tutti i caratteri morfolo.gici e tintoriali del B. coli. Dagli stessj mat.eriali che costituiscono lo 1stro1na dei calcoli batterici, possono in altre conting·enze avere origine diverse formazioni, cl1e sono stat~ più o meno spesso riscontra'te nei bacinetti in preda a 1p rocessi di flogosi. Si trovano desc.ritte : a) Incrostazioni : cosi sono .d enorninati i .depositi tenacemente aderenti alla tasca di certe 1pionefrosi, spesso stratiificati, costituiti in preva. lenza da pus; b) ·Concrezioni organic·h e: sono q11e·s te elPmenti figurati, per Jo più sferici, di aspetto, composizione e ·grand~zza variabili. Appartengono ad ,

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esse i cosidetti calcoli di arbu·r nina o di fibrina che potrebbe essere un altro elemento ~er attri. (Ei"\veiss, Fibrinsteine) descritti ·da PPipers, .Niora- buire più ai c. b. che non ai calcoli ossalir i le witz e .l\drian (1907) , von Gage e Be al (1908), von coliche. Criterio più fallace che potrebbe invoSchade ( I ~08) : si tratta. .di conpi ovali o faccettati carsi è infine la scarsa gravità della sindrome della grandezza da un .p isello a un chicco d'uva, dolorifica. Tuttavia la questione va lasciata i11 di consistenza rr1olle-elastica, di color bianco-giallo . sospeso. Ma nulla vieta di pensare che i c. b. o bruno, con stratificazioni concentriche attorno _abbiano potuto, occludendo momentaneamente . 3: un nucleo spesso incrostato di fosfato di calcio. _l 'orificio ureter.ale superiore, provocare un brusco La ma~sa f.ondame11tale consiste di t1na sostanza . aumento di pressione nel bacinetto e quindi 1' ac' ' . albun1inosa difficilmente solubile. lsrael vuol dicesso doloroso. stinguere .da essi certi zaf.fi solidi di for1na o'rr-.tle All'jnfuori · d€lla calcolosi, sono molte le affeformati qal conglutinars.i del pus; a proiposit.o dei zioni .del rene e delle vie urinarie superiori che quali r~corda come la Jo:r;o emissione possa 1pr0- posso110 · determinaTe l'insor.g·ere della sindrome voca.re delle coliche renali. « colica renale ». Un'altra varietà di concrementi, rarissima, è La tu.bercolosi d el rene 1può fino dall'inizio 1pre. data da formazioni di color nero inchiostro, della .sentare accessi dolorosi determinati dall'eliminaconsistenza d€lla gomma da cancellare, costituite zione di coaguli di sangue o di mass.e caseose. da •Jna sostanza ·albuminosa assai resistente conI tumori del r .e.ne causan~ vP.re colich·e in raptro i reagenti chimici: la loro colorazione nera porto con nefroTragie o con fatti di ritenzione 11on .d eriverebbe dall'emoglobina (nessuna traccia 1p ielica da compressione. di I erl'o all'analisi). Crisi dolorose violente provocano talvolta pur e Me110 rari sono i concrementi riscontra.ti nelle la pielite, il rene mobile, l'wronefrosi interm.~ t­ Bilharzjosi, i quali constano di un nucleo centen.te: l'impedimento brusco nel deflu sso dell'uri. tral~ costituito da uno stroma amorfo ·d1 natura na è dato nel ·-n rjmo . caso dalla tumefazior1e inimprec)sabile · che tiene insieme u.n a quantità di .fiammatoria della mucosa. uova di Bilharzia e di una p·a rte periferica com- _ Anche una cisti d'echinoco cco che si rompe nelle ·p osta di urati e di acido urico. vie urinarie alte può determinare accessi dolorosi Fir1almente vengono i cal<:oli batterici: questi d el t~po delle coliche r enali, cui segue l' eSipul 3ione sono del tutto 1nolli e solo raramente, come nel di scolici e di frammenti di me mbrana con l'uricaso del Lauda, vi si riscontrano fini incrosta- na: questi accessi non sono così violenti come zioni dj s3.li ·d i calcio (fosfato e carbonato). quelli .della nefrolitiasi .e inoltre si susseguono raIl · costituirsi di numerose picc.ole formazioni, pidamente. meglio che <:on la divisione, dovuta a fattori mecEssendo causa di nefrorragie anche il ren.e policanici , di una massa molle unica originaria (Lauc:lsti.c.n può dare delle coliche r enali. da), va spi.egata col 1preci·p itare di batteri e di Cause rare di crisi dolorose renali sono~ l 'emorsostanze organiche verso diversi cen tri di accre1·agia in ·u n'1dtoriefro1si (idro-emato-nefrosi) o la scirr1ento. espulsione d'una membrana derivata dall'esfoliaQuale raptPorto può esservi stato nel caso de- zione della supenficie della mucosa nella leucoscritto fra calcoli ossalici e calcoli batterici? Pro- plasia del bacinetto (B_eer, Beselin). • babilmente i primi si formarono tP·r imitivamente: Infine rarissime le coliche determinate dai conper 1a loro presenza potè poi svilupparsi l'infe- cremeriti organici che possono trovarsi n€lle piozione , che a sua volta fu la causa dei calcoli nefrosi e che -abbiam ricordato più so.p ra (Isra~I ). batterici. Ma che una flogosi rocale prirnitiva ,N essuno ricorda coliche da calcoli batteri~i ma infine essi sono del tutto simili a codesti calcoli 1pos-sa essere il punto . di partenza sia dei calcoli eh e delle formazioni molli descritte, non si . può molli di fi brina e di albumina. naturalmente escludere. Concludendo, i calcoli batterici costituiscono un · Un altro punto su cui crediamo di doverci sof- reperto raro, sebbene interessante dal lato pato. fermare nel caso nostro è la causa d elle colicbe genetico. Ra·r issima la formazione ioro al di fuori sofferte dalla tP az. : si dovevano queste ai calcoli di una 1pionefrosi e ancor 1Più rara la loro e51pu l ossalici o a quelli batterici? Una · risposta sicura sione attraverso le vie urinarie inferiori conte1n• al proposito <è al e.erto impossibile. poranea alla comparsa .d i coliche renali tipiche . Suggestivo è ad ogni modo il l'apporto costarite come nel ~aso nostro. fra colica ed emissione dei c. b. e più precisaRoma, aprile 1925. 1nentP fra cessazione def dolori, o meglio periodo BIBLI OG RA.FIA. di declino dei dOO.ori, ·ed inizio di emissione 1. CASPER. Urologie. dei c. b. 2. Enciclopedie Français~e d'Urologie, vol. Il. L'a senza d 'un'ematuria macr oscopica .e l '(lntità 3. I SRAEL I. Chirurgie der Niere, ecc. 4. Io. Chtrurgtsc he Klinik der Nieren K rankheiten: n1i11in1a dell'ematuria microscopica aopo le coli1

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l ..t\N~O XX}.. II, 5. 6. 7. 8.

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SE7.!0NE P!t·\TlCA

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LEGUEU. Urologie . MARION. Urologie. \VILDBOLZ. Lehrbuch der Urologie. LAUDA. Bakteriensteine irn \ Nierenbecken

und

ih:re E1ttstehurig : l"rankf. Zeits. f. Path. , 1922. 9. PFISTER. Ein Harnrohr.e nstein bei lJilharziakrankeit. Zeitschr. f. Urologie, 1913. 10. TARDO. Su u1i rar.o caso di calco lo si renale . Po-

liclinico, Sez. Chir., vol. XXVII. 11. Io. Sulla formazione di calcoli, ecc. Ibidem. 12. BEER. Leucoplasia del bacirietto . The Americ. J ourn. of .M edie. Sciences, 1914. 13. ScH~IORL. In verhandL. deut. path. Gesells., 1901. 15. IoRES. In Lubarsch u. Ostert. I ahresber., 1907.

QUESTIONI DEL GIORNO. Sull'eziologia clel canc1·0. I giornali politici h a nno dato larghe n otizi e di rec~nt1 ricerche sulla gen esi d el cancro, compiute in In ghilterra. Le m emorie originali , ·d el d ottor \V. E. Gy e e di J. E. Barnard, son o pubblicate sul Lancet del 18 luglio. Esse fanno compiere, a nost!'o avviso, un passo clecisivo alle nostre conoscenze. ~on mancano di addentellati con precedenti ricerche. Le ~potesi che riconducevano i tumori maligni ad infezioni urtavano contro difficoltà cl1e parevano insormontabili. Ad ese1npio, . non si co11cili avano con l 'i1npossibiUtà di riip·rod11rre la rnalattia sen za innestare anche le cellule. No11 si conciliavano con la specificità: gl'innesti attecchiscono solo in animali della stessa specie e riproducono solo lo stesso tumore innestato; p ertanto si sarebbero dovuti ammettere innumeri virus, per ogni sj ngolo ti1p o tumorale di og11i sp ecie animale. Una grave difficoltà era data a n che 'lall'epidemiologia, la quale dimostra come il cancro non sia direttan1ente contagioso. P er questi ed altri motivi si er a, ormai, pr0tpensi a e ons.iderare il cancro come ·dovuto a ,p ervertimenti delle cellule, e s'invocavano cau se ·v arie p er spiegare siffatta « anarchia cellulare » . Le ri cer cl1e di Rous, com.p iute nel R ockefeiier l'n.s!·i tute di New York e rese note n el 1911, mi1s er o in grave imbarazzo i fautori di questa eziologi.a rellulare. Rous dimostrò, infatti,, che un ceipip o di sar coma dei ,p olli può essere trasmesso con tlltrati o con cellule uiccise. In seguito Rous dette la stessa dimostrazionie per altri due cep1)i: si tratta va .p erò sempre di sarcomi ·dei polli. Le ricert l1e di Gye ·derivano da queste ùel Rous. Esse sono state . compiute nei F'ield Laboratories istituiti dal 1\1 edical Resear ch Conncil a Mill Hill, in ·L ondra. Egli si è valso, in primo 1 tem1po , del primo ceppo di Rou s. Ne ha confermato la ftltrabilità ed è riu scito a coltivarlo (un solo passa ggi0).

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Condizione essenziale della coltivazione è di .p roc ed ere con asepsi rigorosa, poichè g·l'inqu inamenti distruggono il Yirus. L' A. lavora in ca.mera ase~tica; disinfetta esternamente gli animali da iSez io11are, con bagni caldi ·di lisolo ; li seziona con ter1nocauter-e, ecc. P er le colture, in anaerobiosi, si vale di brodo Hartley aggiunto di cloruro potassico al 0.2 % (è r1oto co1ne i tessuti cancerosi sian o p otassofili) e~ dopo sterilizzazione, vi aggjunge siern fr esco di coniglio 'l 1 : 5; alle v olte aggiunge anehe Z'!-1Cchero a 0.5-1 %. Le provette non si intor.b idan o; no11 divengono neppl1re lattescenti; ma la presenza del virus è attestata dagli innesti. Il virus è molto sen sibile, come aveva già accertato Rons; non resist~ a 55.o C.; lo uccidono il cloroformio, 11 toluen e, il fe11olo a 0,5 %. L' ..t\. 11a conferito il sarcoma ai polli, iniettando loro, n ei muscoli p ettorali, dei centrifuga ti o d ei filtr ati o delle colture di sarcoma ·dei polli; od anche dei .f iltrati di sarcon1i o di carcinomi di Jnam1niferi (compreso un adeno-car ci11oma uma110). Ha anche conferito il sarcoma ai topi valendosi del filtrato dj sarcoma dei topi. Ha in cor~o altre estp·er1 en ze. Il contributo 1Più nuovo dell'A. cons iste nell 'aver determinato le condizioni in cui il virus del can cr o attecchisce. Egli a veva eseguito dellP ricer che prclimi11ari, in co Llaborazione con Cramer .e con Cattle. Era risultato da esse cl1e tanto il Baci,llus welchii, qu'J.nto le spore di tetano, quanto il vibrione settjco, son o innocui, se lavati, per i to1pi; ma clic atteccl1jsco110 se s'inocula anche il filtrato del welc hii, in d ose subletale . .Dunque questo filtrato esercita un'azione che è .p aragonabile a quella delle n.ggressine; l 'A. la d esigna col termine di cri tafilassi o rottura d 'equilibrio. Queste ricer che ne ricl"1iamano altre di Vincent e Vaillard sul t etano. Il virus del cancro si comporta in modo analogo ai germi soipra n1enzionati. In condizioni speri1nenta li esso è innocuo, da solo : non produce n eppure lesioni banali; afftnchè attecchisca, si .ricl11ede un secondo fattore , il quale è dato da un estratto del tumore, privo o non del virus. Il vir 1s del cancro dun·que non è specifico per sè : dif ~tti il sarcoma del i)Ollo 1POtè esser e prodotto valendosi dei filtrati ·d i sar comi e car cinomi di rna1nmiferi. Invece è specifico l'estratto: esso agisce solo su animali della stessa sp ecie di quelli da. cui proviene e sugli stessi tessuti. Senza il virus p erò l'estratto sterile (1cloroformatoì è i11attiYo. Qu esti risultati delucidan o, in 1noùo singolar e, 1nolte ricer che e osservazioni anteriori sull'eziologia del ~ancro e conciliano molte contraddiziorL aipparenti. A·d esempio, non occorre più invocare 1

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[ANNO XXXII, FASC. 31]

IL POI ICLINICQ

infiniti virus dei tumori maligni: basta uno solo od t1n gru1ppo. Ci si spiega anche la trasformazione dei carcinomi in 1sarcomi, osservata nelle esperienze di Ehrlic.h e ·di altri. Diviene intelli:g·ibile come Carrel abbia osservato la trasformazione dei monociti del sangue in rcel1ule sarcomatose a ·contatto -del virus di Rous. In condizioni sperimentali deve variare jJ fattore specifico. In condizioni naturali , agi.sconn nello stesso senso le irritazioni continue , alcune . delle quali so110 già bene individuate: il catran1e e g-li olii di 1paraffina. Tutto tPOrta a credere che il virus viva e s1 muìtiplichi entro le cellule. Esso è stato fotografato da un altro studio.;;o, J. E. Barnard. Già da lun.go tempo si era ric()nosciuto che la luce comune, a motivo delle lunghezze delle sue onde, no~ pennette ·di differenziare grandezze micros·copiche iruferiori a un certo limite. µ 0,35. Era stato proposto, perciò, di valersi della luce ultravioletta, le cui onde sono più brevi. In questo stes.so giornale fin dal 1904 (:p . 545) Verr1.ey faceva una pro1Posta concreta e indicava i dispositivi per provvedere alla fotografia (vetro di quarzo) in luce ultravioletta, per la .quale !:occhio umano è cieco. Questi dispositivi sono stati realizzati n el National Institute f ar Medical Researchr di Hamptearl • (Londra) dal Barnard, il quale è riuscito a rtsol\7ere grandezze limiti di' µ 0,075 . .Egli ha potuto, così, fotografa.r e i1 virus della pleuro-jpolmonite dei bovini; poi ha fotografato anche il virus, molto più piccolo, dei tumori maligni, sia nei centrifugati, sia n ei filtrati, sia nelle colture. Si tratta di. corpi globulari, che si r iproducono 1p er gemmazion & e che J'A. ·d enota come « sfer oidi ». L'ingrandimento è stato .di 1800-2200 diametri (il che equivale ad un ingrandimento in SUJperfice quadrupl o dei massimi ingran1dimenti utili: alla luce visibile). · I .e ricercl1e . del Gy_ e e quelle del Bernard, ira loro coordinate, dànno l'irrlJPressione di essere state con·dotte con .serietà e interpretate 1con prudenza. Esse aprono la via a nuove conqÙiste nel campo dell'eziologia, la quale, come al sQlito, condiziona la profilassi e la cura . ' Qu este l'icerche possono considerarsi con1e u11 successo del « Consiglio 1Per le ricerche mediche », il quale ha 1pro:m osso con grande vigore le ricerche d'ordine scientifico nel campo della medicina, sovven zionando senza economia gli studiosi e fondando nuovi Istituti e Laboratori. Esse rispondono alle nuove direttive d ella politica colturale dell' Inghilterra, ov;e si è colllfP'1'€c;::i. tutta l'impor tanza che spetta alla ricerca c;cient ifica, e va11no nloltiplicandosi tutti i mezzi di stuR. B. dio.

SUNTI E RASSEGNE. SISTEMA DIGERENTE:

Le false appendici ti e la membrana di Jackson. Patogenesi e terapia chirurgica. (P. BoHEME. Arch. franco-belges de Chir., novem-

bre 1924).

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Accade spesso in chirurgia di asiportare un'appendice sana in individui nei quali esisteva 11na sindrome aPtpendicolare completa subaruta o ero nica. In questi casi l'appendicectomia è di nessun vantagg·io per l'infermo. Talora anche l'attacco acuto di appendicite ·è determinato da le·s ioni 1pregresse svariate, che hanno prodotto stasi cecale che esalta la virulenza dei germi intestinali e che devono essere curate se si vuol togliere la causa 1p rima del male. L' A. è dell'opinione che le incisioni piccoJ e .p er la cura dell'a:ppendicite non sieno sufficienti per. chè non ci permettono ·di esplorare ampiamente la fossa iliaca, il cieco, che può esser e mobile o mal fissato o può ~res entar e membrana di Jackson, l'ultima ansa del tenue ch·e !PUÒ essere piegata ad angolo, ecc., tutti fattori di stasi, di dolori, di appendi cit€. Durante l'operazione di ap1pendi·cectomia si dPve esplorare prima di tutto l'appen.dice, che in ogni caso deve essere tolta; il cieco che deve essere liberato, quando esista, da un velo membranoso .congenito , o da aderenze infiammato-rie, o fissato se troppo mobile; l'ultima ansa del tenue, che 1p uò ,p resentare angoli, o essere a canna di fucile col cieco. ·Si deve anche risalir(} lungo il rolon ascendente, che può essere cronican1e11te infiammato, indurito o ptosico o imbrigliato rt a formaztoni congenite del genere della membrana di Jackson, o infia111·m atorie, come nella ip erico. lite membranosa. Si deve esplorare la pelvi per scoprire lesioni annessuali antiche o lesioni di ovarite sclerociisti.ca. L'A. ferma particolarmente l'attenzione sulla mem·b rana di J ackson, della quale ricorda la patogenesi. Daµpr ima si credette questa m embrana d 'origi. ne infiamm atoria; ma questa teoria fu r espinta da Duval ~er i caratteri morfologici della menlbr ana stessa: velo sieroso, omog~neo, a va si :paralleli in situazione costante. La t eoria meccanica di Lane della ptosi che riescir ebbe a costituire delle briglie e delle angolazioni di difesa è rimasta come una semplice ipotesi. La teoria con genita sembra la più importante: la m embrana di Jackson sarebbe l' estremità la ...

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F'ASC.

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SEZIONE P!lA'!'ICA

terale .d ella fascia di Toldt o fascia d'accollamento .. mesocolico destro dist-esa e deformata da una cattiva fissazione e da aumento di calibro del colon destr:o : è un legamento parietocolico congenito al di-sotto del quale si svilupperebbe il colon. \ Le briglie che si notano nella membrana sono di due sorta: alcune hanno la stessa origine della m-embrana stessa e sono semplicemente tratti più resistenti di essa; altre sono secondarie e dovute a retrazioni infiammatorie dPlla me:"Ilbrana sotto l'influenza .della ,p eriviscerite da stasi. Queste sono 01p ache, retrattili, tese e aderenti alla sierosa viscera le, mentre le prime non sono aderenti e sono ela5tiche. Però la membrana anatomica di per sè sola non sarebbe capace ·d i dare disturbi se n on si aggiungesse la 1ptosi ceco-colica, che è intimamente legata alla · formazione deÌla m embrana stessa. La ptosi, difatti , porterebbe alla stasi intestinale, alla 1p eriviscerite, alla r etrazione delìa membrana, la quale aggraverebbe a s11a voJta la stasi. Si costituirebbe così un circolo ·vizioso e la m embran a patologica di Jackson avrebbe una patogenesi mista: congenita e infiammatoria. L' ..t\.. consiglia l'asiportazione della m embrana di Jackson ogni qual volta essa si riscontri all'atto operativo, anche se non abbia ancora dato '110go a disturbi, .p erch·è 1p otrebbe darli in seguito é l 'estirpazion e è in primo tempo 1più facile, in quanto non esistono aderenze e non c'è tin1ore che queste si producano ·dopo l'intervento. .t\.tto accessorio all'asportazione della membrana è la colopessia per provveder e alla ptosi. Quando si a51porta una mernbrana di Jackson alterata, che presenti aderenze coll'intestino, queste fatalmente si r i1pll'odurranno, nonostante la fissazion e e l 'aSjpo1iazione completa. In qu~sto caso si deve porre sulla sierosa viscer~l e irritata o distrutta un innesto di sierosa sana, per il quale 1' A. adopera un innesto epiploico libero. Questo sistema, che non è certo l 'ideale, avrebbe dato, 1p erò, buoni risultati. ·G. MATRONOLA.

Ernia diaframmatica non traumatica dello • stomaco attraverso l'hiatus esofageo. (MORRISON. Journal o'f Am~ric an medi.c al Associa-

tion, 3 gennaio 1925).

Studiando radiologicamente gli ammalati so S[petti di ulcera dello stomaco, 1' A. aveva già nel 1922 osservato 12 ca si di ernia diaframmatica non traumatica del fon do dello stomaco attraYerso l'hiatus esofageo. • Da allora ne ha osservato altri 30 casi, cioè in complesso .12 osservazioni su circa 3500 ammalati inviati all'esame radiologico per t1lcera gac;trica.

La malattia è rara: Beclère ne ri.p orta 2 casi su 5000 amrnalati di stomaco e Mac Millian c;olo 3 su 15,000 gastropazienti studiati radiologiramer1te. La diagnosi è solo possibile per mezzo della radioscopia e le piccole ernie sono anche di difficile diagnosi radiologica. Nei casi riportati l'età varia da 6 a 76 anni, la n1alattia predomina nel sesso femminile e nei ti1p i iperstenici. , Lo studio radiologico deve essere fatto d1ppri• rna j n ,p osizione .eretta e secqndo due piani : un piano antero 1p osteriore ed un piano obliquo. Solo in 4 casi fu possibile risco11trare 1a bolla d'aria gastrica c;opra il diaframma. In 3 si vPdcva in m odo m olto evidente sop·r a ed a sinistra del. • l'ombra cardiaca. La bolla d'aria può essere più evidente ossPrvando in posizione obliqua attraverso il mejjastino !p osteriore. Q 5~erva11do quindi il paziente in poc:,izione Sù.p ina è 1possibile riJ evare cl1e il riempimento de llo stomaco non si fa solo sotto il diaframma, come norma lmente, ina anche sopI'a di esso. Que~to reiperto radiologico c;i può anche avere quando vi è un largo hiatus e>Sof ageo senza ernia dello stomaco, ma solo con una estrofles~io 1e deJ!a si er osa peritoneale con una disposiz!o11e cl1e ricorda una tasca del 1periton eo attraver:::o ur1 largo anello in-g uinale. Invitando l'infermo a fare una profonda ispirazione l 'ernia si fa radiologicamente . più eYidente. ..t\.nche la po5izion e di Trendelemburg favorisce il riempimento della tasca sopradiafra1n1natica. Clinicàmente il sintoma più costante, è il .l o lor e localizzato non all'eip·igastrio ma all'epifisi en siforme. Tutti i casi osservati dall' A. erano stati n1an1dati al radiologo con diagnosi clinica di ulcera aastrica o -duodenale o di colelitiasi. Un .' l.!n1naei l ato era stato operato drupp1irna di appendicectomia e poi di colecistectomia, senza alcun risultato circa il dolore localizzato· alla apofisi enc;iforrne. Una radiografia fatta 'secondo la tecnica descritta mise jn evidenza un'ernia diaframmatica del fondo dello stomaco attraverso l'hi1tus esofageo. I n generale gli an1malati hanno un a storia r'. inica -che si avvicina m olto alla ulcera gastrica o alla colecistite, e specialmente rigurgtto di resid11i indigeriti durante la notte, con iperacidità. Nei bambini che tSi presentano con la sinton1atologia suddetta bisogna studiare radiologicamen_ te il fondo dello stom aco prima di pensare, co111 e co1nunemente a ccade, ad una ostruzio'1e ni lorica. I


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11. POI.ICLINICO

In 5 casi riferiti dall' A. fu .p raticata 1a cura chirurgica t on buoni risultati. Es.sa consiste nel ridurre l'ernia ,nella .cavità addominale, Iibe-. rare il fondo dello stomaco dalle aderenze con l'hia tus diaframmatico e restringere questo 1p e r evitare la riproduzione dell' ernia. Sebbr,ne nei casi operati l'intervento sia stato praticato per via addo1nina1e tale tecnica è molto difficile per potere raggiungere la cupola del diafr amma oude l'·autore crede che in certi casi si debba .p referire la via toracica. l ,a radiografia detern1innndo la sede e la estensione dell 'ernia può indicare unrh e quale s ia la migliore via d'intervento. VIOLATO.

Into1·no al t1·attamento operativo delle emor1·oiJi. (MtlHSAl\II (Berli11). Deut. 1\-l ed. l1' och., n. 29, 18 lt1glio 1.924). L' _A.. dopo aver prern·esso, che dei tre metodi 1 qualj oggi si co11te11do110 il trattamento cl1irurgico clelle emorroidi, e ·p er i quali n or1 c'è ancora a.ccol'do fra i cl1irurghi, egli, co m e .p ure molti. altr i, in Gern1an ià e all'·estero, preferisce la ca11· teri zzazione alla .L angenl)eck . L' A. si occ·upa d ella prep o.razio11e clel paziente prima dell'operazion-e; in 1utti i casi. salvo in quelli, in cui sia ne-0essa· rio l'intervento d ' urg-enza: d ieta leggera e liquida, purganti, t i11tura d 'oppio, b·agno e tricotoma n ell :i r egion e. L\L\. prati ca la cauter~rzazione col1' anestesia locale (novocaina, tutocaina) iniettata convenientemente n ei contorni dell'ano e n ello spessore della sottomucosa, in modo da ottenere 11ello stesso ternpo 1111 conve11iente rilassarnento dello sfint ere: indispen sabile per m ettrr hene in evid0nza i nodi inter11i .e per evitare l ' imrr1a11cabi.J e tenes1no doloroso, dopo l'operazi o11e. egue un'accurata descrizione, su ll o svolgi rn en. to d e1la cauterizzazione, e con quali ae;corgimenti si rle ve p rocedere sia n el pinzettamen to che nella cu11terizza zio11e dei n oduli (quest'ultima deve fa1 , i lenta m e11te, 011de e\·i tare qualsiasi e1norragia). Co. ì pure pruclc11te rl eY'esser c l'estrazione dell a pi11za a fogli a d i Lang.enbcck, al fin e di i1on staeca re le escare. l)opo l'operazione: dr enaggio; per cinque giorni l ' n l ,.o d eve esser tenuto cl1iu so, dieta Ji.q11ida, al se to olio di ricino e possibilmente la prima defecaz ione sar à f~tta, immergendo le naticl1e in un bacino co11 acqua calda; dopo alc uni g·iorni i 111nln.ti potranno alzar si mentre le superftr ie gra1111lan ti Ye rra11no coperte con unguento con sali cli urqc11to. Quc to tratta m ento i adatta p er tutte le forrne cl i en1or roidì esterne, int.erne, i11carcera te, can, grL'n ose l? infe tt e. pec ialme11tr per queste ultim e 1

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[ANNO

XXXII,

FA~. ~lJ

ne conseguono grandi vantaggi, a confronto del trattamento cruento, evitandosi dt1rante l'operazione qualsiasi penetrazione ~n circolo di germi L'A. non ritiene buono . il procedimento mediante la l ega tura elastica 1praticata da Dittel e zu: kerkandl, poich~ doloroso e passibile d' infezion~. Migliore l'asportazione, dopo legatura del · peduncolo, specialmente trattandosi di nodi isolati. . Vie·n e brevem ente d escritta l 'escissiohe totale alla Whjtehead, seguìta spesso da stenosi cicatriziali., ma che però è indicata in caso -di con comitante prolasso del ret~o. Segue da ultimo una statistica genera le, su quelle prese da vari autori, dalla quale risulta che il minor numero di inconvenienti e la più rapida guarigione si ottenne mediante la cauterizzazio11e. R. M. •

R.~DIOLOGIA ED ELETTROTERAPlA. I

Le

degenera~ioni

del mio111a ute1·ino nei 1·appo1·ti dell'actinote1'"apia.

(SPINELLI MAMELI. L ' A ctiriotera.pia, Napo li, an110 1024, vol. IV, 11 . 9, pag. 401) . L'.1.. analizza la morbilità del mioma , da cui. . deriva la sua scarsa res'istenza alla v'ls medicatrix naturae ed alla forza curativa dei raggi. X e gamma. Con1e le reazioni istologi cl1 e del mioma nei periodi di attività fu11zionale delle glandole uteroovariche riescono favot evoli all'azion e curativa dei raggi X o gamma, cosi le degenerazioni del n1io1na, che per lo più non sono altrò cl1e mom1e11ti diff erentt dei p.r ocessi involutivi del tumore, danno 1p iù facile e rapida presa agli effetti disintegrativi e risolutivi dei raggi sugli elementi neoplastici. Nel processo con1unemente chiarr1ato degenerazion e flbrosa del mioma, l'A. non vede che uno dei m ezzi di reazione e di difesa 'dell'orao an ismo ' e partico!armente d ell 'utero co11tro il mioma 1par assita. Il mioma d ell'ut ero sorge con decisi caratteri di 1proliferazione attiva, ma questa sua attività è contenuta dai tessuti di difesa, i quali apparten endo ad un or gano glandolare endocrino ed esocrino con elevati. poteri formativi, quali è l' utero, godono di un'en ergica forza di reazione, ch e in molti casi fin isce ancl1e col so.ffocare e distruggere il tumore stesso. La difesa org ani ca si esplica particolarmente con la r eazione dei connettivi, i quali fin dal principio circuiscono e separano il nucleo n eo1pla~tico d ai t essuti normali d ell'utero , e cercan o, n ello Yolgin1ento ulteriore, di distr uggerlo per n1ancan za di nutrimen to. La degener az1 \.1ne ..


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(ANNO XXXII, FAEC. 31j

SEZIONE PRAI !CA

fibrosa del mioma, in ultima analisi, non rappresenta che il processo di guarj gion e spontanea del tumore. Partendo come base dalla legge biologica studiata da Champ.y, sullo equili.b rio dei tessuti nell'organismo n ormale e sulla eventuale ro ttu ":• di detto equilibrio, l' A. svolge ampliamente e profondamente il .p rocesso ·di r eazione connetti-yale di difesa . contro il mioma, appoggiandosi alle sue ricer che isto-patologiche e sugli studi di altri autorL La degenera zione .fibrosa del mio ma è la causa dei processi di disintegrazione del tumore. Ed il tessuto neoformato, a sua volta, è soggetto successivam ente a f enome11i dege11erativL Così, sia nella fas e neoformatiYa del mioma e del tessuto fiibromatoso, sia nella fase degenerativa, il miofibroma presenta condizioni di radiosensibilità accentuata, cl1e spieg·a sufficienternente il 1processo di guarigione._ che si ottiene con l 'actinoterapia. Durante l' eYoluzione del · tessuto connettivale e l 'inYoluzio11e del tessuto miomatoso, possono interYenire degenerazioni di complicazione, com e la degenerazione .edematosa e auelJa telano·ecta o . sica. ~ella cleg-enerazione edematosa sono essenziali l'alterazion e e la dissociazion e delle· fibre muscolari e l'aumento del numero dei vasi di ' cui la maggior parte sono vasi giovani, ridotti ad una ,s empli ce parete endoteliale di aspetto embrionale. iLa disintegrazione delle :ftibrocellule mt1scolari e la neoformazione vasale son o le condizioni istologiche della r adiosensibilità dei miofibron1i in questa fase degenerativa. L'A. si fflrma sulle alterazioni della mucosa uterina in siffatta degenerazione del miofl.broma e dimostra che anche nella mucosa, oltre alla iper plasia glandolare e del ·derma mucosa, si nota una proliferazaone vasale a ..St ruttu·r a embrionale. 'Ci si trova, dunque, anche qui, in nanzi a vasi n eoformatiYi che clinicamente ci spiegano la sintomatologia metrorragica e dal punto di ''ista actinoterapico spiegano la r adiosensibilità dleJla \muc·o sa ·nelle rupplicaziO:ni hntrauterine di radio. Xella degen.erazione telangectasica, i vasi pre· sen ta110 u.na struttura embrionaria, con 1par ete formata da un semplice en dotelio c·h e poggia sullo stroma, in prevalenza costituito da fibrocellule muscolari lisce. iì\!Iolti autori, l1anno attribuito un carattere sarcomatoso all'angiomioma. La difficoltà della diagnosi istologica deriva princ1palmente da imperfezione ·di tecnica; infatti con le comuni . colorazioni non si può bene interpretare il prepa·r ato istologico, e si pensa a delle 1tr ombosi neoplastiche sarcomatose, mentr e che con la colorazione con la tionina si ;p uò .seguire l'evoluzione delle cellule 1

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endoteliali e sorpren derle nella loro fase vasoformativa. Nella degen erazione fibrosa del mioma n on è infreque11te osservare la deg·enerazio11e calcarea I? la n e~rosi del fibroma. Dal punto di vista actinoterapico è di poco ir1teresse la trasforma1ione calcarea, per chè. quando è 1préssoch-è totale ' nou . rientra r1ella indicazione actinotera1pica, e q11~n do è iniziale o parziale si confonde con la d ege11erazione fibrosa, nella 1quale l'infiltrazione calcarea è una c om,plic~zione piuttosto frequente. La com1)licazion-e necrotica è abbasta11za freque11te. La patogenesi ·è essenzialmente vascolare; se l 'en·doarterite a rriva all'obliterazione del vaso, l'i sch=~:­ rnia che i1e consegue p rovoca una n ecrobiosi da difetto cli nutrizione. E facile comprendere che nei tuu1ori in siffatta disin tegrazione, l'azione dei raggi X o gamma si manifesti co,n una stimolazion8 i1eoformativa sui tessuti connettivali dell'utero, e con una eccitazione fagocitaria, onde una infiltrazione ·del focolaio morttficato e una 1più facile disgregazione e r iassorbim ento, quando n on riesca addirittura ad 11na accelerazione del processo di deliiquiscenza, che può 1pre~ disporre a lla suppurazion e. L'A. cr ede che in questi casi di focolai n ecrotici bisogna preferire le dosi eccit~nti .da r aggi X, an zich è dosi massiccie. E per la in·dicazione delle dosi di raggi è di somma importanza la diagnosi clinica di siffatta com.p licazione, che per quanto difficile, non è impossibile a farsi. Delle ·degenerazioni ·Cistiche ·d·el miofi.broma, quelle benigne, di origine da residui. ·di organi embrionali (corp o di vV0lf, ·canale di Mù.ller) do' rrebbero Tisentire favorlevolmente D'azione dei r aggi X o gamma, per la costituzione eipiteliale del r ivestimento delle cisti; quelle di1pen denti 1a focolai necrcbiotici rientrano rtelle complicazioni della d1egenerazione fibrosa; infine le degenerazioni cistiche che sono delle complicazioni ùjsintegratj ve di miosarcomi, rientrano nella ·degen~ ra zione sarcomatosa dei fìbromiorni. La radio.sensibilità del mio-sarcoma dovrebbe essere in rapporto delle varietà isto-patologiche del sarcoma. Infatti, i. sarcomi globo-cellulari (a 1pi0cole cellule rotonde) sono i pit1 radio·scnsibili; i globofuso-cellulari lo sono meno, e meno ancora i fuso-cellulari. 1Dalle statistj cl1e risulter8bbe che il 45,8 % dei mio-sarcomi appartengono alla varietà fuso-cellulare, il 54 % alla varietà mista globo-fuso-cellulare, e solo il 20 % alla varietà globo-cellulare. ,p ertanto i risultati clinici dell'actinoterapia dei mion1i sospetti di degenerazione sarcomatosa son o costa11temen te favorevol1 seconclo Seitz e vVintz. Ciò porterebbe ad ' amrrtettere cl1e i m.io-sarcomi, qualunque sia la varietà istoip atologica, godono di una ra·diosen1

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1L POLICLINICO

. sibilità squisita, perchè sorti dall'utero che è un orga110 1particolarmente radiosensibile. In quanto alle due varietà di carcinomi che possono complicare il mio-fibroma, quello della mucosa uterina e quello a sviluppo centrale primitivo nel mio-fibroma, esse non cambiano i termini del 1problema actinoteréllPico che n elle dosi di raggi da somministrare, in quanto che le dosi che sono 11ichieste ,p er guarire il carcinoma sono pjù che sufficienti per distr,u ggere il mioftbroma. Ne risulta la condanna dei m etodi che 5i progongono di curare indirettamente il mio-fibroma con la castrazione ovarica o che, pure irr adiando l'utero, som1ninistrano dosi n on sufftcien• t1 a curare il neoplasma maligno. L'A. conclude che in ogni mio:fibroma bisogna pensare alla 1possibilità di una degenerazione mali gna ancne in1z1a1e, e somministrare in ogni caso .sul tumore delle dosi forti, secondo il suo m etodo di actinoterapia integrale, per far e una cura veramente utile ed efficace. 1

s. ..\.

Sulla cura elettrica del gozzo esoftalmico. (PORTRET

e

HELIE. J ourri . de Radiologie,

n . 2, 1925).

I.' A. fa notare come la varietà n ella cura <li questa mal attia sia, essenzialmente, dovuta alla diversità dei sintomi e 1prende in esame il tratta.1nento chirt1rgico, il medico e la :fisioterapia. Qnanto alla cura chirurgica fa rilevare come debba esser.e eccezionale (l egatura delle arter ie tiro i dee, tiroi-dectomia e simjpaticectomia) essen. do 1nolto elevata la mortalità ed i risultati m olto • d n·bbi. In Francia tale metodo è .quasi d e1 tutto abbandonato. La cura medica è puramente sintomatica. Sono stati usati con incerti risultati il salicilato di ~oda (Chibret), i sali di chinina (Laucereant) e lo iodio in ipreparaziani molteplici. L'organoterapia ha dato, alle volte, buoni risultati dopo una lunga cura. In Svizzera si è usato il latte di capra a cui è stata asportata la tiroide ed in Francia la .ematoetiroidina . • J.'opoter3'1>ia tiroidea tr0ippo sipesso e largarnente usata è stata del tutto abbandonata per l'aggravamento a cui a ndavano soggetti i pazien1 L Al contrario l'opoterapia ipofisaria. e so\l)r=ltutto l'opoterapia ovarica (Coula nd) è stata t' .111 vantaggio in·discusso, t1sata s1pesso. J....'A. ri c0rda come a torto si sia . abbandonata l'elettroterapia e sia stata m essa in evidenza l'importanza ::1€11,1 1'~~ùiot1~? a pia n el trattamento di questa affeziorrJ. F:i la storia di questo metodo di cura e di vide il trattamento elettrico in generale e locale. La curn. generale consiste in applicazioni di elettric itù sta tic a., ad alta frequenz a, in bagni elettrici; )

[ANNO XXXII, FA~C. 31)

la locale in applicazioni di corrente faradica (me. todo Vigouroux), di corr ente galvanica, di ~orrente galvano-f aradica. La Faradizzazione è stata molto raccomandata da Charcot, Vigouroux, Dubois, Desplats, ecc. I buoni risultati di tale appli~azione sono largamente illustrati nella tP~i del lLe Filiàtre (1900). Quanto all'azione .ctelle Faradizzazioni ricorda come ·si manifesti co11 un rniglioramento generale; il sonno migliora, si mqdifica l'irritabilità e l'agitazione, mentre di1ni11u rsce il tremore. L'intumescenza regredisce, la tachicardia è meno accentuata, l' esoftalmo mi. g1iora lentamente. La corrente galvanica è stata usata all'estero da R€mal<:, Eicchorst, Eulenbourg, ecc. In Francia le prime osservazioni so110 dovute a .Bardet e a Joffray (1894) . Nel 1921 Foubert ha studi ato, n ella sua tesi, la galvanizzazione addomino tiroidea nel trattamento delle sin . drorni d'ipertiroidismo dimostrando i risultati buoni avuti dalla corrente galyanica 8'P·p licata solll o. combi11ata con altri metodi. La corrente continua esercita un'azione accentuata sul volume del gozzo; le condizioni gener:tli migliorano raJpidarnente ed il ·p aziente aume11ta ·di peso; scompaiono i tremori, . ·l e turbe Vr-l50-motorie, i disturbi m estruali. L'esoftalmo resiste a lungo · a simile trattarnento 1ner1tre la tachicardia che è il sintoma più serio &d allarmante, migliora r aipidamente. Nella galvano-faradizzazione (Delherm, Laqueriere, Morel, W eil, Castex) i vantaggi delle due cure si associano. Non esistono punto controindi. ta?.ioD.i all'applicazione delle correnti elett!.'iC11 ·.?. Non vi · è nulla da. temere per le paratiroidi P. si ~ eompl€tamen te al sicuro ·d allo shock, emorragia, infezione, rnixoedema. Le lesioni cutanee, le escare tauic temute dal Vigouroux con la cor~ .. nte gal-.. aniCF. si debbono, essenzial1nente, attribui!"e a difetti di tecnica (difettose aipipli~azion i degli ~lettrodi, intensità troip po forte d ella corrente). Tecnica. L'istrumentario si riduce ad una <;orgente ·di corren te continua da 60 a 100 volts. T.'ar · rivo e l'in tensità d ella corrente viene graduata con un r eostato. I du e elettrodi spesso son o i1n1nersi nell'acqua tiepida; sono poi situati n 3lla regione anteriore de1 collo (cm. 10 di l11nghe~za per 7 crn. di altezza ) ed è l' elettr ocle attivo, il n egativo; l'altro, più largo (cm. 20 p e!' 15 cm. , èl situato tra le due spall-e. I ntensità. Ne11e prim e sed ute l'intensità non c;uper a 5-7 m. A. e la durata d ell' aip1pilicazio11e è di lÒ minuti. Saggiando la sensibilità cutanea (1a pelle è tan to [>iù sensibile quanto più il soggP tto è stato curato antecedentem en te specie coi raggi X ) si giunge n ella s€duta seguen te a 15 m. A. p er 20 minuti. Si fanno tre sedute per settimana; dopo 20 sedute riposo per un mese.


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'[ANNO

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SEZIONE PRATICA

.L\.JJe voJte è neces~aria una c;econda ~er i e di <; PiPjic.azioni; spesso anche una terza . Si pu ò cu!- · colare che, jn media, la cura completa dura da 8 a 10 mesi. R1ct&sumendo, l'A. riferisce su due grupa:>i · t1j esperienze; a seconda cioè che i pazienti sono s tati trattati o · con l' elettroterapia sola o con tale n1etodo associato ai raggi X. Nei 20 pazienti cur a ti con la sola elettroterapia è venuto alle '5Pgue o ti conclusioni: ,. 1) 1niglioramento accentuato d elle condizio'1i generali. Inoltre ha notato: 2) Diminuzione della tachicardia e dell'aritruia n el 75.8 %. ' 3) Diminuzione d el tremore nell'81.2 %. 4) .i\zi one sull'esoftalmo n el 45.2 %. 5) Miglioramento dello \Stato generale e delle turbe n ervose nel 90 %. ~ei 10 casi trattati con l'elettroterapia dopo in. su cce~so della cura radioterapica, 1'A. h 1 r1otato, semipre, miglioramento accentu a to nella sindrorne. Conclude affermando che: 1) L'elettr oterapia è stata, a torto, abbandonata. La sua efficacia è p a ragonabile a quella dei ragggi X. • 2) Che l'associazione delle due cure, elettrotera pica e radioterapica, quasi sempre riesce efficace. 3) Che con l'elettroterapia, data la sua innoCllita, s i debba iniziare jl trattamento del gozzo esoftal mico. T. LAURENII.

Ha trattato 16 casi di .cui 15 con la 'tecnica coM mune; .jn un o con localizzazione nel cardias, l'ap1plicazione ·è stata fatta dalla 1parte su1periore per la hoc·ca e della inferi ore .p er m ezzo d'un a gastrostomi a . In u11.o si è verificata la rottura del filo di ~eta che teneva il tubo radifero pP.r cui si è intervenut.o d 'urgenza con . la gastrostomia. In qualcl1e caso si veriflcò la perforazione. Tutti v ennero a morte nello spazio di pochi mesi avendo qualche tran sitorio miglior amento n ella deglutizione. In un solo caso, morto per bronc0Jpulmor1ite, l'esame anatomo-patologi.co pratic:ito da .i\ck a11azy~ dirnostrò la guarigione qt1asi compJ eta del carcinoma 1p rimitivo dell'esofago e che il tessuto necro sato, infiammato, aveva favorito 1'.in!ezione · del p olmone destro. Il n eo;p lasrna continuava a cresc~re n elle metastasi specialmente epatiche. l\ el~o conclusioni confermano l'idea di Guisez che la gastrostomia n on ha prol ungato l:he di qu alch e se.t timana la vita degli infermi con disfagia assoluta; che i raggi gamma favori scon o la perforazione trach.eo-bronchiale; n ei casi 1più favorevoli la sopravvivenza è stata al massimo .d i un anno. BRANCATI.

CENNI BIBLIOGRAFICI. R. LUTEMBACHER. L es troubles f onctionnels du t:oeur.

Masson, ·e d. Fr. 45. I disturbi funzionali d el cuore possono essere

conosciuti, ,:1. patto ·di una esatta n ozione non solo del muscolo cardiaco, ma del fasci o conduttore. dei nervi extracardiaci, vago e sir.npa. Radiumterapia del canc1·0 esofageo. tico; lo studio anatomico e fisiologico dei sin{.JENTZER. Jour. de Radiologie e d'Electrologi(?, 1924, goli elem enti che costitulscono i m e<>canis1ni di n. 12). c;omando · e di r egolazione dell'azione cardiaca, l{iporta l'opinione di Guisez nella gastrostorfJìa 1nettono lo studioso in grado di comprendere i che non 8lPPorterebbe risult~ti soddisfacenti nei disturbi funzionali del fascio pri1nitivo (eccitacasi di cancro· dell'eso.fago mentre produ ce delle bilità o con ducibilità : le aritmie) , i ·disturbi di contrattilità (asistolia ), le sindromi dolorose (l'an,·ere risurrezioni n elle stenosi cicatri.zia1i gravi. Tranne che per il cancro del cardias, nelle altre gina di 1petto) . Le prime due parti del vol utne localizzazioni l'~p licazione è stata fatta per sono d edicate a questo scopo. La terza parte è mezzo del portaradio automatico. Ha nno fatto del- dedicata alla cljn ica segu en do l'analisi e l'idenquarta le irradiazionj con 34 mgr. di brom ur o d i radio tiftcazione del disturbo n el malato. Vna • i.asciandolo 24 ore n ella parte inferiore, media e parte. tr atta della m isura d ello stato funzjonale del cu ore .p er quanto è possibile coi m oderni m csu1p~ri ore del tumore (72 ore). Dopo l'app1icazio11e t l ·di di indagine; l' ultima 1p1a rte utilizza la n1~sse hanno notata un'elevazione termica ftno a 39 p er uno o due giorni. Nei malati con esofagite si 1p uò . di GogrJizioni raccolte per l'uso d ei m edicament1 cardiaci. facilrnr.nte correre il rischio d ella perforazione Ho voluto rjportare il sommario, ordinato e lo11-Jer cu ] segu ono il consiglio di 1Guisez di far pr a. ticar~ dei lavaggi esofagei con b icarbon ato di gico, del libro, lJ.)erch·è risulti chiararr1ente che esso costituiscè un vero trattato cli cardiolog1a soda al 2 %. DOIPo l'applicazione r adifera pratican o d elle dilatazioni progressive, dt1e. volte 1a mod erno; man cano i vecchi ·crupitoli c1as5ici dei vizi ca r d iaci, diagnosLica tro1ppo amat·1 dai \'C·csetti1nana. I


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11 POLICLINICO

[ANNO

XXXII,

FASC. 31]

.

chi cardiologi, ch e forse per qualche tempo nascosP- al m edico il punto nodale delle malatti e car<liache, i disturbi funzionali , la capacità l«'.Vorati . \'a d t::J cu or e. Il libro di ·L utembacher È' 11na ma. gnifì ca e lucida sintesi delle conquiste di qnesto ult j1110 decennio, esso è chiamato dall'A. ùna introduzion e ·alle malattie di c u ore, e l'espressione è giusta dal punto di. vista didattico, ·~na dal pur1lo di vista pratico i dtsturbi funziona:i tiel . :uore r~ppre$entano ai nostri occhi la fJarte più importante per il medico, la guida reale deJla prognosi e della ter~pia. Il v olu1ne, ricco d 'illustrazioni (297 figur e su 520 pagine), sarà di grande vantaggio allo stu.ct en te e rtl rr1~dic o pratico. f. Po 'J' iNO. 1

La inclividualità d el san guP n ella bi.J l ogia, nell a cli n ic a e nella medicina legale.

LEONF. LATTES .

Ed ~to re Principato , Messina, pag. 172. Nel campo dei moderni studi sull'indivj<iualità del sangue 1'rr1ano e sulle applicazioni scientifleo. praticheI cl1e dalle nuove ricoerche ·sono sgorgate, il n orne del Lattes non giunge a noi nuovo. Indagini sull'utilità clinica d ell' agglutin3.zion<:, spec ifica indi v idua le, sulla prova di i soagglt1tin1~ zion P, sui fattori d ell'isoagglutinazione, d ell'err10impilame11to, ecc., furono oggetto di numer o5i lav ori ch e ad opera diell'.i\. videro la luce negli llltimi tre lustri. Da ta q uindi la competenza d el r.attes, i1on ci r ecn. mera.viglia veder condensate sì, ma con pre_ cis~ cl1iar ezza esposte in ·Uno con le proprie rici;rch e, qua nto di m eglio la l etterat ur~ mondiale r.i h :i fatt o conoscere sull€ r eazioni specifich e di indlvid11alità d el sangue, sull'isoli si , sui gruppi sangui gn i, ecc. E ·questi .capitoli, corne gli ultimi rigu::i rdanti l'indiv idualità d el sangue n ell'apip licazione clinica e m edico-legale ( trasfusion~ , ricer~o. d ella paternità, diagnosi delle m accl1ie, ecc.) utiln1en te Y·en gon o letti e consultati dagli studiosi dell 'ar gom ento. Una bi bliografia ·- for se completa - cl1iud e il volu1nc, citand o centinaia d i lavori. 1\1 ONTELEONE.

P. E. \VEI LL e P. I SCH-WALL . L a transf1_tsion du sang . Mas:;on , édit. P aris, 1925, 1pag. 248. Fr . 20.

l\·lon ografìa co m1p leta sull 'or igine, s ulla natt.ra, su lla tecnica e s ul1€ i11dicazioni d ella trasfu si o11e di sa.nguc. Con1e gli a ltri -~A . fra n cesi ch e n egli ulti1ni ;'1.ni s~ sono occupati di tal 1nezzo ter a pt;-• 1t.1.co \\.eill ed Isch-\Vall entusiasti d ei risultati otten uti ne difendono l'ap1plicazion e n on solo n egli stati e1norragici, diciam o così, chirurgici, non

solo negli stati emorrag.fci cc medici » ma, anche esaltano i vantaggi <:h€ dall'uso della trasfusione « de façon courante n il medico 1p uò trarr~ qua.le agente di normale terapia e non come operazione « in extremis » nelle val'ie infezioni. MONTELEONE.

Rt&RDEMIE. SOGIETA MEDICHE. CON6RESSI. R. Accademia

Medico-Chi1·n1·gic~

Seduta

rl~l

di Napoli.

31 maggio 1925 .

Presidenza: prof. E. PIANESE, presidente. •

Il diverticolo di

j)f eckel

e i' ulcera peptica.

Prof. PASCALE GIOVANNI. - L'O. presenta ed illustra il I!eperto anatomopatologico relativo ad un infermo da 111i studi ato ed operato nella Clinica chirurgica di N a.poli, da lui diretta, consistente ne11~_, p resenza di un ·d~verticolo intestinale ed, in esso, ·di una ulcera rotonda pregressa e guarita, com~ potè desumersi dal l'esame istologico. In alt1i otto casi, studiati prece.dentemente, è sta.to riscontr~to questo stesso reperto, talvolta soltanto casua.lmente, all'autopsia, talaltra, invece, in .se-guito ad interventi per peritonite o per en/ terorragie lliù o meno gravi. Studiando minutamente la strt1ttura della mucosa del ·diverticolo, sede del processo morboso, si è risoooitrata in essa la presenza di isolotti di muco~·a a tjpo ~a.:;trioo, ed a ciò s i è attribuita l.a pateTnità dell'ulcei·a, .d onde il no1ue di ttlcera pept i ca , che ad essa è stato dato e conserva.t o dia tJutti g1i .altri · osservatori. Tale p·r esenza di mucosa aberrante, specialmente nel diverticolo, è stata varia.m ente interpretata; l' O. pensa pllrò c:he essa debba essere considerata come un fatto embrionario, consecutivo ia mancata obliterazione del divertioolo, il quale, in conseguenza di tale mancata obliterazione, può andar soggetto a · svariate lesioni di ordine meccanico od i11fiamn1atorio, ed infine .all'ulcera rotonda che fino a non molto tem·p-0 addietr-0, si riteneva esclusiva del•Jo stomaco . Circa la patogenooi di questa ulcera p eptica, vigo110 le stesse questioni e l e stesse incertezze che per l'ulcera duodenale . L'O. p ensa che il proces20 patogenetico sia molto OOJD1Plesso e che alla genesi dell'ulcera possano contributi-re pareoohi fattori , fra cui principali l 'alterata funzione d ella mucosa e la s.ua menomata r esistenza di fronte a fattori diver si vasali, nervosi, tossici, nicotici, e l'azione loca-le d el succo g.astrico. L'uno e l'altro fattore si comipletano, co•m e, d'altra parte, i. fattori meccanici locali possono favorire l' inizio della malattia. Quanto è d etto srnpra dà ragione di tre fatti cli11ici indiscussi, qu ali sono la p ossibile guarigione ponta11ea, la m a ncanza di re azione da p ar te del 1

1


[ . \N~o . XXXII, FASc. 31]

tessuto circosta11-te, la cronicità del proc~o, il çarattere acoessionaile, la facilità della recidiva. La diagnooi de.Jla lesione e la diagnosii differen.zia.le da .altre affezioni sono molto difficili, al1meno per ora, non esistendo prima del 'Presente casi .studiati clinicamente con questo indirizzo preconcetto. P e r ora può dirsi ch e esse debbono fondarsi su tre sintomi prinoi.p ali, e cioè .sul dolor.e costante in sede caratteri6tica, sulla mancanza di febbre durante tutto il liungo decorso della malattia, sulla presenza di enterorragie più o meno gravi, sulla ~ostante assenza di ematemesi. L a 1 p rognosi è sempre gra:ve, sebbt~ne c..;ist ano .oasi di g uari·gionie spontanea, la cura è esclusivamente chirurgica e co11siste n ella resezione intestinal e.

Sugli attribi1tti di grado usati dai docenti dello studio generale desunti ([a monumenti e stam;pe napoletane. Prof. MAURIZIO MASTROLILLI. - D all'esaim e di aJcun·i monumenti, dipinti, ecc. in cui sono effigiati medici natpolitani in toga dal sec. XIII al sec. xvi, viene alJ a conclusione che le diversità, le quali si riscontrano nelle toghe e n el resto degli abbigliamenti, indicano differenze di grado secondo che g I"insigniti erano semplici lettori, opp11re componenti del Collegio dei dottori, conti palatini, o g r andi ufficiali dello Stato. Dimostr a che gli onori , di cui usufruivano i medici era.no dipend~nti da leggi normanne e bizantine, e che lo Studio gen erale fu , non fondato, m a riformato da Federico II, non essendo esso altro che l' ai1tico ginnas io napolitano preesistente ad Augusto, ricon·o sciuto da Olaudjo, govern ato da Tito, e distrutto all'epoca di Ferdinando il Cattolico. A. CHISTONI.

~uovo

10!)5

SEZlUNE PRATiCA

it.. Sul raro reperto · n ell'ucnno di u ·n bacillo acido resiste·nte, 'J){ttogeno per gli animali a sangue freddo . •

G. l3oNA1'I . - D it~hjara di aver isolato direttamente da ·1111 uomo cli11icam-ente tubercoloso, un bacillo acido:re.-;iste11te cl1e presentava tutti i caTatteri del bacillo tuber colare degli animali a sangue fTeddo; rhe questo ba-0illo s;i dimostrò molto pa.toge110 pe1· le rane e le salamandre e produsse nei tess11ti 11i questi an ima.li lesioni simili a l tubercolo umano; non si din1ost.rò n1~i patogeno per le oavi·e, ch e i s noi caratteri non cambiarono con suocessivi passaggi da,gli animali a sang:ue caldo agl1 a nimali a sa11gue freddo e viceversa.

Indagine radiologica in un caso di · perigastrite. G. P BSCATORI . - I11 un p aziente inviatogli con sospetto di neoplasma gastrico, p otè osser var e coll:in·d agine radiologica che l' imagine gastrica er.a quella di uno storn.aco a cascata, che colla pressione sulJ.a picco1a Cl.l.rvatura i11 corrispondenza di una tumefazione percùpibile colla palpazione all'epigastrio e assai poco mobile, si ri&vegliava intenso doloi.·e, che co n t1u ra1di-0gramma a paziente pro110 la IJ'Ìccola cUJ-vatur.a p resentava un limite sfr.angiato, che 101 stomaco nelle varie posizioni rimaneva immobile. Ne deduce quindi, escliudendo ogni altra ipotesi che si trattasse di perigastrite ade6iva, probrubi1me11t e da pregre~ ulcera, e che il tumore fosse di n atura jnfiaII\llllatoria. L'atto operatorio di1mostra,va la giustezza di questa .p roposizione.

· D'ue

locali.,~zazioni

ra;re del sifiZom,a ·i,niz·iale extrage·n itale.

Società Medica di Parn1a.

A. GEN~ARI . - D esorive 1due casi di sifilom,i della lingua, uno in un.a r agazza di 28 a nni, sito sulla superficie superiore, a destra delJia linea mediana; il seconido in un bambino di 11 mesi, localizzato sul frenulo della lingua; e ne discute la patogenesi.

Seduta del 27 marzo 1925.

Infezione tlrnana da bacillo cli Bang?

modello di regui-poppatojo igienico .

O. CozzoLlNO. - Presenta u11 modello di reggiporp.p atojo che può essere facilme11te fiasato alla lettiera in modo da mantenere il pop.p atojo a giusta portata della bocca d€l lattante. Un 11.uovo mezzo pe1· re·n dcre visibile ai raggi X L'uretere e le peivi renale. _i\: . Ross1. -

Prapone l 'i1upiergo c1el1'lodoleum, i l quale h a i ::eguenti. va11taggi su t utti gli altri me.zzi adop€rati. n€1Ja pielogr afia: imagini dj opacità più m.arcata, completa e p ersistente, mancanza di reazione dolorosa o molesta, febbril e, a tipo di colica tardiva; asoonza d i tossicità, lenta eliminazione. •

L. PoN'rICAOOIA. - Espone in succinto le nozioni odierne sulla p.atogenità per gli animali e per l' u oJ.no ·del baoillo di B ang, e si ferma a descrivere due qasi ocoorsigli, i11 u n veterinario e in un macellaio, di infezione presUiIIlibilmente contratta attraverso il diretto contagio oon vaccine ·.u.ffette da a.b orto. Discute sui caratteri clinici delle due manifestazion i morbose e sul valore da asse gnar-si all'alto titolo di a·g glutinazione riscontrato per il b. di Ba:ng e. per i l m. di Bruge. Formula poi il quesito ~e p·ossa t1~attarsi di infezion e maltese èapace di provocare aiborto negli animali e tTasmissibile .all'uomo direttamente per contatto: o di infezione da b. di Bang vero e proprio, peT concludere che non è possibile allo stato a.t tl1ale del1a qu€\Stione di dirimere la controversia. L . P oNTICACCIA .

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1096

IL POLICLINICQ

[ANNO

XXXII, FASC. 31)

APPUNTI PER IL MEDICO PRATICO . •

CASISTICA E TERAPIA. Contributo clinico alla q.uestione d slle peritoniti da perforazioni. K. L. Schonbauer (Acta Chirurgica Scandinav ica, vol. LVII, f asc. I-II) passa in rivista i casi di peritonite da perforazione curati n ella · clinica di E] selsberg in questi ultimi 14 anni. Egli .consi·dera solamente i casi di : a) peritonite da perforazi one di ulcera gastrica duodenale (48); b) i casj di 1peritonite di origine biliare (11) ; e) i ;.a si di pe'ritonite ·da appendicite p erfor ata (143). Riguardo al trattamento delle ulceri gastroduodenali perforate egli ·si dichiara partigian" del!a sutura dell'ulcera con G. E. ,post eriore; la resezione secondo Billroth II fatta in 13 casi ha dato . una mortalità troppo elevata (5) per esser e con sig 1 iabile n-ella m aggior an za dei casi; la se1nplice sutura dell'ulcera unita even tual1nente a una stomia del ·d igiun o è an cl1e più s·consigliabile 1per gli inconvenienti gravi a cui .p uò dare orig·:11e e sopratùtto per l 'alta mortalità a cu:. cià lu ogo. ~elle p eritoniti di origine biliare ebbe 4 cast di peritonite senza p erforazion e della cistifellea e 2 di colecistite senza .calcoli. Per il trattamento delle peritoniti da appendiciti egli si dichiara partigiano del drenaggio tranne in casi eccezionali. L'interesse .p rincipale del lavoro con siste nell 'esposizione dei risultati ottenuti col trattamento delle iperiton iti mediante lavaggio endoperitoneale con la soluzione di 1P regl (a pase di p epsina idroclorica). In 38 casi di 1p eritonite da appendicite e in 9 casi di altra origin e avrebbero ottenuto dei risultati n otevolmente sup eriori a quelli éhe si erano ottenuti n egli anni precedenti coi trattamenti ordinari 'con etere e soluzioni saline. P erciò l' A. ne con siglia l'u so come il migliore disinfettante n atur ale della cavità p eritoneale. V.

GHIRON.

Le suppurazioni perineft·iticbe. Hanno p er lo più origine da sup1p urazioni p elviche o da fo colai metastatici embolici; ·è invece contestata 1'€sistenza ·di ascessi perinefritici 1p rimari.i. Gen eralmente l 'ascesso perinefritico ha origine da un focolaio corticale, con r ottura del f ocolaio nella capsula adiposa; la m etastasi si osserva di solito dopo malattie infettive come ec' zemi . paterecci, foruncoli, angine. Ln. sintomatologia varia a seconda del meccanismo patogen etico. Quando l'ascesso segue ad alt€razioni della 1pelYi , si hanno sint omi urinarii

già a:>rima di quelli dell' ascesso. Le alterazioni • urinarie si h anno anche nel caso di focolai metastatici e con sistono in presenza di batterii, aumento di leucociti, disturbi funzionali a carico di un solo r ene. Clinicamente, si ha sempre il quadro di un ascesso intern o; localmente, i segni variano a seconda della sede .della raccolta. La diagnosi precoce è tutt'altro eh-e facile ed è -pos• ·sibile solò con tutti gli ausilii diagnostici, :)OIDpreso il cateterismo degli ureteri e la cistoscopia. La puntura esplorativa, non se1npre possibil e, può essere utile. L'inter vento deve essere natur~1u.1 en­ te ,p recoce. P er ben comprendere il m eccanismo di Iorrr.azione di ta:li ascessi, occorre tener presente l'ana t omia ·della regione, che K. Scheele (Klinisc he Wochens., 1925, n. 19) così ·descrive. La fascia renale . si può con siderare com e lo strato a:>iù e.sterno della capsula adiposa del rene ed è costituita da ltn foglietto ah teriore e da uno poist-eriore riunitj in alto al ·d iaframma ed imperfettamentè ·COD · giunti in basso. Il t essuto cellulare adiposo retrop eritoneale rimane così diviso in tessuto perin efritico ed in spazio 1paran efri~ico esterno. In qu est'ultimo si forma-n o le raccolte che hanno origine a:>rincipalmente ·dall'aippendice e dal colon , dal duodeno, dalle vertebre, dal fegato, dal pancreas,. dalla 1p leura. E' eccezionale che tali r accolte passino nella loggia p eriren9-le, perchè la capsula adì.p osa .·dei reni ha tendenza ad organizzarsi ed a limttare ,l e sUJp1p urazioni qua~i come il periton eo e 1'01n-ento . 1

fll. I

ll bismuto nella cura delle fistole e clelle osteo-artropa'tie della tubercolosi.

I metodi con sigliati

da W. Lanza Montana (Schw. med. ltVo chenschrift, a. 54, n. 37) varjano a seconda delle dimensioni delle fistole. Nelle grosse r accolte, egli inietta 1per m ezzo di una si. ringa o di un catetere una sospensi one ·di bismuto, evitando una eccessiva concentrazione a:>er timor e di avvelenamenti. Nei tragitti sottili \).Sa delle bacchettine composte come segue : Sottonitrato di bismuto g. 15; burro di cacao g. 9; lanolin a g. 1. P er circa 12 baccl1ettine, dello spessore di 3-8 mm. e della lunghezza di 5 cm. Ne occorre cir ca una dozzina per riempire una fistola, con tinuan.do il riempimento fino a che la resistenza del la pasta od il senso di dolore e di tens]one accusati dal malato indicano che lo stivamento è completo. L'introduzione deve essere eseguita con celerità e senza aiuto di strumenti, perchè la massa, nell'organismo , fonde r rupidamente.


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XXXII,

F'ASC.

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·Allo scopo di imipedire la fuoriuscita della massa, si chiude l'orificio della fistola con u11 . tan1pone di garza, e si avrà cura di 1prendere subito dopo una radiografia. All'inizio della cura, quando i tragitti contengono ancora grosse masse di granulazioni flaccide e, di tanto in tanto, durante la cura stessa, so·n o consigliabili delle bac.chettine di nitrato d'argento (30-4<> cg.) con argilla ·b ianca (g. 2) e burro di cacao (g. 8); la massa serve per 12 bacchettine. La frequenza con cui va rinnovato il riempimento varia a seconda dei casi; lo si rifarà quando la massa è stata espulsa e la secrezione è diminuita. L'istillazione Yiene fatta dalr A. nei giorni freddi e nuvolosi, facendo poi esporre le lesioni alla luce solare. Si. deve aver riguardo a non serrare troppo il · tamipone 1per evitare la ritenzione che può dare dolori e febbre; qualche l eggero aumento di tempera.tura si. osserva 1p erò di tanto in tanto ip€r il riassorbimento .del bismuto; è opportuno pertanto controllare regolarmente l'urina. L' A. ha curato con .questo sistema numerose fistole da. coxite, gonite, spondilite, come pure fi~to­ le delle ~arti molli consecutive a n efrectomia 1per tubercolosi renale e simili; particolarmente ra.pida è la guarigione delle fistole da linfoadenite. flL

Cisti idatica del cavo ischio-rettale.

L'osservazione si riferisce ad una donna operata di urgenza con la diagnosi di suppurazione del cavo ischiorettale: si trovò invece una risti da echinococco del cavo, senza comunicazioni intrapelviche. Il caso è importante per la rarità ·della localizzazione che, .da russenza di altri focolai idatici, deve considerarsi come primitiva, e · per la interpetrazione patogenetica : la loggia pelvica inferiore,. a parte la lontana ipotesi di una infezione 1per via ematica, può difettarsi attraverso il vicino canale ano-rettale, ed il tµbo digestivo resterebbe il tratto di unione con questa localizzazione cistica rara, come lo è per le altre sedi più frequenti (fegato e milza). (Vergnory, 1Morel, Vachey: La Presse rri.éd?.cale, 1924, n. 57). PERSIA.

Ematomi sottonngueali e tetano. I verse.menti sanguigni che si produc0no sotto le unghie, qùando son o accompagnati d-:i. lesioni dei tegumenti, che costituiscono delle porte d'entrata per il bacillo del tetano, si trovano in condizioni eminentemente favorevoli per lo sviluppo di questo microorganismo, a;>erchè l'ambiente sattoungueale, al riparo dell'aria, convi'311b otti'

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SEZIONE PRATICA

mamente per la coltura anaerobia. Le difese leucocitarie vi si esercitano difficilmente, poir,hè il versamento si trova isolato dalla circolazi.one. L. Bérard e A. Lumière (Presse médicale, 23 luglio 1924! ri.p ortano le osservazioni di sette feriti con ematoma sottoungueale e sch~acciamento della falangetta, in cinque dei quali si svil11ppò il tetaIJo. Gli A.A. insistono quindi sulla nece:;s Ltà di ricorrere alle iniezioni preventive . di siero antitetanico in tutte le ferite sospette e di procedere all'esplorazione minuziosa e corn1p leta di queste ferite, asportandone t·u tti i corpi estranei e procedendo alla disinfezione di tutte le an f rattuosità. In presenza di ematomi sottoungueali, quesi impongono più irnperioste raccomandazioni , sa1nente. fil.

Otite media purulenta e diabete. V. Tanturri (Il :Nlorgagni, 19 aprile 1925) ossèrva che il diabete provoca delle modificazioni ne~ decorso e nell'importanza dell'otite media acuta e delle riacutizzazioni di processi cronici. ... Il ··decorso di tale af.fezione nel diabete è del tutto s·p eriale, mancando la ,comparteci1Pazione del periostio al processo infiammatorio e quindi mancando i sintom-i che si accompagnano ·d i solito a tale forma moribosa, •quale il dolore, ecc., e mancando altresì ogni segno che riguardi i tessuti esterni od il condotto uditivo esterno ..A..ccade così che una forma.caratterizzata ·da sintomi scarsi può far cadere in errore, poicl1è al tavolo operatorio si possono riscontrare lesioni ossee avanza te e vasti focolai di suppurazione. Altre volte l'otlt~ diabetica si inizia con u11a lesione mastoide. t. rr.a lo rapidità con cui il processo . si estende e la fl'B· quenza con cui si riscontrano lesioni che non erano clinicamente sospettate non 1PCrmettono di fissare questo fatto. L'otite diabetica ha il carattere di attaccare l'osso e di produrre vaste distruzioni; essa rap1presenta un'infermità che, in modo subdolo e con grande facilità .p uò andare assai r<liPidamente in~ontro a com1 plicazioni di decorso e· di !o,?a liz · zazione. Tali modificazioni non sono dovute esclu sivamente alla virulenza del germe patogeno, nè a disposizioni anatomiche speciali dell '~pparec0hio tirn1p·a nico e mastoideo, od almeno questo non è sufficientemente dimostrato. Invece, tutto il qua?ro clinico 1dell'otite media, così detta diabetica, vario p er inizio, per ,decorso e 1Per com·p licazioni è imputabile al dia'bete, che provoca delle modificazioni n ella nutri~ione ·d ei tessuti, nella lor0 resistenz<.L agli agen.ti patogeni, 1per ct1i E>s~~ Jocco1n·

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bono più facilmente all'infezione, dando luogo ad una forma morbosa quasi sempre _grave ed estesa e che 1p resenta grande tendenza ad u·n a rapida p.r ogressione . , fll.

Trattamento dell'emorragia consecutiva ad estrazione dentaria. Doipo og·ni estrazione dentaria, si ha i1ormal1nente un leggero scolo sanguigno; ma, in certi casi, si produce. imm ediatamente o più tardi una vera ernorragla · che può riconoscere d iverse cause. Eccezionalmente si tratta di una lesione arte. riosa (palatina o dentaria inferiore) ; talvolta l'em orragia è dovuta ad una lacerazione d ella gengi Ya o ad una frattura alveolare. Il 1più spes5o, si deve combattere un'emorragia capillare diffusa che .p roviene dalle pareti ..dell'alveolo svuotato. :B di questa che si occupa G. Izar d (P resse méd.i cale, 7 marzo 1925). Per evitare emorragi e pericolose, € anzitutto n e• cessario non . 1p raticare l 'estrazione dentaria ogni volta che esista uno stato em orragiparo, a meno . che essa n on si 1presenti · com e tnçlispensabile. In tal caso, fare uso nei giorni precedenti di coagulanti: iniezioni di siero di cavallo (10 eme.); prescrizione di cloruro di calcio a dosi di 20 cg. per ogni anno di età, con la seguente formola: .

Cloruro di calc ~o Sciroppo di cort. d'arancio amaro Acqua distillata ·

[ ..\.N~O

TL POI.JCL1NICU

g. 4 ,, 30 »

90

da nrendere a cucchiai n elle 24 ore. Dopo l'estrazion e, 1p raticare lo scu cchiaiam ento alveolare e lavare con acqu a salata molto calda. Evitare ,il tamponamento alveolare sen za n ecessità . Nel caso che si verifichi l'emorragia, agire il più 1p resto p·o ssibile, tenendo presente che in un emoft lico la 1p rognosi è sem1pre riservata. . Sbarazzare l'alveolo dal contenuto, fare irriga. zi oni con acqua salata molto calda, praticare il tamponamento alveolare. Si usa della garza in nastri rilol_to stretti o delle fibre di « penhawar djarnbi » ; _ il material e deve esser e sterilizzato; vi si aggiunge un age11te emostatico, preferendo il siero di cavallo; da esclud·er si è il percloruro d i ferro; le sol u zioni di antipirina, ferr.opirina , ì'acqua ossigenata hanno azione .i n certa. Il . tampone si introduce bene in fon do alla cavità, stipandolo fortem ente; lo si toglie dopo 20-30 minuti e, se l'emorragia r ecidiva, lo si rim ette lascianQ.olo per 18-24 ore, fissandolo eventualmente con della cera o con godiva (sostanza 1per impronte) dapprima ra1nrnollite, facendo poi serrare fortemente i de11ti antagonisti . f: eccezionale che un'emorragia r esista n qu esto trattam ento; comunque, è bene avver-

XX.XII F ASC. 31 J I

tire il paziente della .p ossibilità di una -r ecidiva e di una consecutiva alveolite. Fare inoltre iniezioni di siero artificiale e prescrivere il siero di cavallo per 1bocca e le m edicafil . zioni toniche ed opoterapiche ·adatte.

Un procedimento semplice di circoncisioJJe. J. Hertz (Journal d.es praticiens, 20 dicembl'r 1924) rileva che il procedimento per la circoncisione abitualmente usato ha i seguenti svantaggi. Lo scl1iacciamento per mezzo della pinzd. è anti,c hirurgico; la sezion e del prepuzio si fa alla. cieca e si ha quindi la possibilità di ferire il glande o di sezionare il frenulo; la sezione simultanea della p elle e della mucosa è illogica , mentre si d eve invece sezionare la mucosa, secondo la po1sizione della pelle retratta. · L' A. con·sig·lia quindi il suo m etodo. Si fa ari· zitutto la pulizia all' ossi·cianu:ro, si li·b eY'ano le aderenze, se ve ne sono, in modo da ottenere . che il solco balano-prepruziale sia d·el tutto liberD e pulito. Per 1nezzo di due pinze aipplJcate al limite cutaneo-1nucoso, si fa trazione s11l prepuzio, si ifa poi un'incisione ciJ'IColare della pelle, un poco in ava.riti del cercine del glande, arri~ vando sul tessuto cellulare, fin·o a che la pelle si r etrae regolarmente e spontaneamente. Con le forbici, si fa la sézione dorsale del prepuzio, tagliand o la inucosa fino a 3 mm. dal sol :: 0 balanico. Poi si fa la sezione delle m età destra e sinistra del rr1anicotto mucoso, ris1pettélndo un collaretto re,g olare <;li 3 Jnm. In seguito, rialzando il glande, si fa la sezione della parte inferior e della muco1sa, evitando che si veda il frenulo. Si allac.ciano i vasi e Si fa la. sutura cutar.teo-mucosa con catgut 000. L'op erazione va fatta in anestesia generale nei bambini e locale a partire dall'adolescenza . 1

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fil.

POST A DEGLI ABBONATI°. •

Sulla cura della melitense. Al dott. P. B., abb. n. 6490:

Parecchie volte abbiamo risposto al quesito della cura razio11ale .della melitense. Il resuJtato ne· gativo del siero e del vaccino corriStp on.de alla nostra personale. esperienza. La c11ra quindi c;i riduce · ad un trattamento sintomatico, avendo l'avvertenza di non far digiunare il malato e di non costringerlo a letto 1se non nei periodi acutissi1ni. S~sso l'infezione m eliten se permette di alim.entarsi e di lasciare ìl letto per molta parte ·del decorso della malattia; i rnalati attraversano i vari .periodi di ricadute senza gravi danni, quali si vedevano in passato, di denutrizione e di ane1nizzazione. T. P.


[.t\NNO XXXII, FASC. 311

Prott l.assi e cura della pertosse. -

SEZIONE

Al dott. G. R .•

abb. n. 1306:

Sia come mezzo profilattico che curativo (pur. Gl1è si trattt di pertosse non complicata) ronstglian10 l'uso del vaccino !Profilattico e curativo (sospen sion e titolata del bac~ di S ordet e Gengou). E preferibile che il bac. sia u cciso colla solnz1on.e f en1ca 0.5(l %) . T. l">.

Sull.i misura della pressione sariguigna. 1'3bb. n. 11216:

Al-

P er misurare la 1pressione è sempre n 2cessario un appareccl1io; il controllo p iù rnoderno ha potuto ùin1ostrare che l 'apparecchio italiano di Riva Rocci, se pure fa:bbricato in Germanja, è il 1Piì1 esatto. Senza apparecchio non v 'è che l' eàucazio1ie d el dito palpante, e .p er essa non v'è r egola ma esperjenza e sip esso controllata. Anche i maestri p erò IPOSsono fa cilmente ingannarsi n el ~iu­ dizio dato sulla guida del dito, per molteplici cause di errori inevitabili. T. P.

VARIA L'abuso dei purganti.

L'uso d ei purganti è en trato nella .p rati ca ordinaria d ella vita ·domestica. Ogni famiglia ha il suo purgante preferito, in ogni casa. ve n'è una scorta che ne con senta l'uso ad ogni momento, così com e vi sono le provviste di generi ali.;·oen~ ari. Gli annunzi di quarta pagina dei giornali quotiJi3ni .d ecantano i prodigi delle specialità purgative, che molti farm acisti, da sapienti continuatori della tradizione ciarlatanesca, jpreparano a base d'intrugli 1Più o meno dannosi. .i. . 'a boso ·dei purganti è una vecchia consuetu · dine, alimentata purtroppo dai ~uggerimenti poro illuminati di alcuni medici. . ~l ·purgante era uno dei capisaldi della vec;chia medicina empirica, e forse tale è rimasto per m0lti medici, certa1nente tale è ancora per il gi·a11 I=Utiblico. Clysterium donare, p ostea se/ignare, ensuita purgare: questo era l'arman1entario terapeutico del-

la vecchia medicina; e se il salasso ha 1perd uto il IJosto d'onore che gli era stato attribuito, il clistere, con il suo n om e più risonante ·d i e~­ tcrocli sma, e le purgh e sono tuttora in auge. ilochi metodi tera.p eutici hanno r esistito con l)iù tenacia all'alterna vicenda della fortuna che ogni r.il.e;Jicamen to suole subire.

PR\T I C~

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E non so110 mancati. gli attacchi. Parecchi clinici e patologi hanno rilevato il danno che può ~erivare dall' uso inadeguato dei pur.ganti, del loro abuso abituale. Purtro1p1po buona parte d ei rn ed ici non hanno tenuto conto di questi avvertimenti ed hanno continuato a (prescrivere ipurgan t1 senza alcuna in.dicazione precisa, e la gran maggioranza dei malati 1p1r eviene i medici ingolla udo un purgante al primo manifestar si di ogni rr1 tt1.q tt10 senza sap ere di che male so110 affetti a tanr o rn eno sapere se il .p urgarsi è utile o jnuiile, ben cfic0 o dannoso. ·L a purga è a torto considerata com e un metodo terapeutico non solo indicato ma indispen sabi 'r ·p er ogni specie di malattia, ed è quasi d1ve11tat.a pratica di origine ·dogmatica iniziare y...1 u.1~ ~ a si trattamento con un 1purgante. Il da11no generico d ell'abuso .dei purganti è ·naturalmente maggiore quando si adoperano medica1nenti senza tener conto della loro rp articol~r e azione, dello stato generale del soggetto e .dell e su e con dizioni al m omento nel quale si ' son1111inistra il purgante. P er dire ·del più pericoloso, il. calomelano, di cui si faceva gr ande uso sp ecie 11e11a 1pratica i11f a11tile, è r esipon sabile dei più seri in convenienti. \Eppure talvolta lo si prescrive ancora quasi a lla cieca 1PreoccU1P andosi unicamente di adeguare le dosi all'età del soggetto .. La s11a azio11e dannosa sui reni è evidente, e intanto lo gi prescrive senza tener conto dei riguardi ch e si devono usare a questi organt, sip ecie n elle malattie infettive acute. Le stornatiti, spesso o"tinate, che esso provoca, h anno un'importanza Q.Cfasta nel decorso della malattia che si ·è .p retc.30 curare con questo veleno, compromettendo la 11utrizione e pro·v ocando molestie che influiscono. sfavorevo 1 m ente sull'organism o diminuend one il poter e di r esiste11za. Nè le cong estioni epatiche da esso frequ entemente d eterminate p osson o mettersi nel suo conto attivo . 1'ali inconvenienti d ovrebbero :consigliare la maggiore prudenza nell'uso del calom ela110; e dovrebbe una buona \rolta essere inibito ai far .. maçisti di pre1parare, senza ricetta, i famo si cioctol.J.ttini a base .d i detto veleno, i cui danni se non sono sem1p re controlla.bili, n on so110 per qua... ::;to 111 eno sicuri. Lo stesso !PUÒ dirsi della santonina; questa sostanza, come è noto, oltre la xantopsia che è il fer1orr1eno più impressionante, può anche a piccolissime dosi provoca.re vom iti, convulsioni , it. . ter.u ed albuminuria. - 1 prescriv€re di tali veleni agli inizi della ma, lattia, senz'ancora conoscere la natura di qu~ st' uJtima, è certamente pericoloso. Vi sono me-1

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1100

LL POLICLINICO

·.i1c;t abbastanza scrupolosi che non prescrivono mai calomelano aj bambini, .e forse fanno bene. 8()n11l1inistrarlo ad un soggetto la cui malattia evolverà in infezioni acute, come, ad eserna>io, la scarlattina, vuol àire esporlo con maggiore prohn.bilità al •p ericolo della n efrite o ad una forma t;rt'.ve ,di .nefrite.' Ccsì c;i dovr ebbe tener 1presente che vi so110 formf intestinali nelle quali i purganti sono a~~,0 utamente controjndicati, ep,p ure al primo ac·~e11r:o di affezione intestinale si ricorre ~en7.~ i11d1\giare alla purga. · I purganti eccitano la peristalsi, ed ogni medico sperimentato conosce gl'inconvenienti cui può dar luogo l'eccessiva mobilità dell'int~stino nP.1:·ap1p,endicite, nel tifo, nell'occlusione intesti , nale. 1Vl o1t i individui sofferenti di mal di capo s0gliono purgarsi credendo cosi ,di 1por fine alle loro sof1erenze €d invece non fanno altro che flggra\ arle. In molti casi la cefalea è in ra,ppl rto . all'assorbimento di sostanze tossichè, la purga liquefacendo e mobilizzando il ·contenuto ir1testinale le re11de .p iù facilmente assorbibili. Anche nelle forme diarroiche si &uole adonerare la medicazione purgativa con molta leggerezza; pur non potendosi escludere che se ne po3sono talvolta ricavare van~aggi, tuttavia occorre secn1JrE- 1procedere con prudenza. I purganti aume11tano la secrezione e l'irritazione dell'intesti· no, e nelle ·diarree si ha appunto ~persecrezione ed estrema sensibilità della mucosa; si corre quindi il riscl1io di aggravare l'una e l'altra. Cosi r1elle diarree infantili l'olio di ricino provoca spesso conseguenze disastrose. 'L'uso di questo · ,p urgante deve e~sere estremamente prudente nella pratica pediatrica. • 1

Lu costipazione abituale iè frequentemente cau~a

ed effetto di abuso ·di purganti. Si attribuisce in; portanza ingiustificata a leggere 1perturbazioni del ritmo della defecazione e si ricorre alle 1purgl1e. Si ha cosi iperstimoJazione ..dell'intestino segu)ta da aggravamento della sti1psi, per cui si i-ldo1p erano dosi più generose di purganti. Gi1 inconvenienti sono più gravi quando la co!:)~ 1pazione è di origine spastica; in tal caso ogni t:cc1 ta z1 one della p eristalsi non fa cl1e accentuare il rr1ale. 1: 1 .1. ritazione continua ·della mucosa perverte · ~ suE; secrezioni in tutto il tubo digerente e si converte in nuova causa di malan11i. Co1l estrema frequen za s 'incorre nell'errore di 1·o n ~ 1der <;1.r e qt:esta perturbazione delle secrezioni co~ 11 é' una prova della n ecessità •di pr-0vocare nuoYe eYa cuazioni; e si continua così ne11'abit11<1i ne d1 purgarsi.

[.i\.NNO

XXXII,

FASC.

31]

Gli effetti di quest'alterazione artificiosa a. lun· go andare si fanno risentire sullo stato generale dell'organismo. La congestione intestinale osta. cola l'assorbimento del chimo;. l'aumento della perj slalsi fa che il chimo progredisca r~idamente nell'intestino p~r modo che i 5ucchi digerenti nor1 hanno sufficiente ~ontatto con gli ingesti e nor1 hanno il tempo di trasformarli in sostanze adatte all'assorbimento. La nutrizione è così COIIlJPromessa; si hanno disturbi generali, deperimento, anemia, disorrti n1 nervosi, fatti tutti che a loro volta reagiscon• . s ulla perturbazione intestinale accentuandola. Abbiamo accennato alla circostanza che la tcndenza a ll'abuso dei ,p urganti è oggi alimentata dal fatto che trovansi in commercio innumerevoli specialità purgative, di cui si decanta l'eftlcacia con sistemi ciarlataneschi. Queste specialità, che contrariamente a quanto è prescritto i1on se1npre portano la indicazione dei loro costituen- . ti, vengono usate senza alcur1 criterio, e provate una dopo l'altra nella ricerca della 1Più adatta e della più efficace e s1pesso con l'unico risultato di .p el)petuare o di aggravare il male. ·C erto la terapia purgativa non .p uò essere elirninata, ma deve essere adoperata con criterio e èon prudenza, specie nW.la costipazione cronica. Queste forme 1più che tentare di. vincerle :;on purganti occorre prevenirle o curarle con m~zzi più idonei e meno pericolosi; al riguardo niente val meglio di una dieta ap11>ro1Priata e ,di un regime di vita nel quale sia fatta larga .p arte agli esercizi fisici. argo.

PUBBLICAZIONI PERVENUTECI. Per ·u na più · proficua lotta antimala.rica in ,Sardegna. - Rom.a, Riccardo Garroni, 1922. RACCHI USA SANTI. Ricerche analitiche riguardanti il residu.o secco e varie frazioni azo·tate del sangue di colombi al.ime ntati con riso brillato e di colombi digiuni. - Palermo, A. Giannitrapani, 1922. Io. Sul comportamento del complemento emolitico n elle cavie diaiune ed in quelle sottoposte ad alimen,tazione unilaterale. - Messina, Tip. Guerriera, 1922. SCADUTO GIOACHINO . La Ron·tgenterap·ia dell'ipertricosi m1tliebre . - Milano, Enrico Zerboni, 1922. Io. Finsen o Rontgenterapia del lupus vulgaris?: -- Milano, Enrico Zerboni, 1922. ScAL.\ Gt:GLIELMO. L e possibilità della diagnosi. N apoli , F. ~Iacerolli, 1922. ScHIASSI B. La re.;ezio"Tl.e del colon,. Napoli, Officina Cromot. Aldina, 1922. PINNA GIUSEPPE .

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l·~ASC. ~~J

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SEZIO~E

PRATlC,<\

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NELLA VITA PROE E8SIONALE. 1

AMMINISTRAZIONE SA.NITARIA. Consiglio Superiore di Sanità. Di1rante .i. gioirni 22, 23 e 24 giugno u. s., al Minister o deJl' 111terno, si sono svolti, sotto I.a pTesi1d enza del prof. sen. Marcbiaf.ava, i lavori del Consiglio Superiore di Sa.nità 11iuruito in sezione plenaria. In pri11cipìo ,d ella seduta, il presi.dente se11 . MARCHIAFAVA h.a comme·morato il prof. sen. G. B. Grassi, insig11e scienziato che 011orò la patri a con le su e scoiperte tanto f.econ,de di bene per 1a sanità pu1bblica, e poi. 1113, r ico,r dato la morte repentina, dovuta a ·d isastro automobilistico in. Siria nel decorso maggio, di tre membri della Commissione scienti.i.fica per lo studio della malaria, oolà inviiaroa dal Comitato d'Igiene della Società d·e lle, Nazioni. Ha preso i1o i 1a parola il dott. l\1ESSEA , direttore generale della Sanità Pubblica, il quale, <lopo ~ersi a"SSociato alle 11ob ilissime parole del prooid,ente, si riferisce, per qu.anto conoen1e la esposizione dello stato sanitario in Italia e all'estero, a11a Relazionr> prese.n tata pre·ventivamente, in bozze di sta1np·a , a tutti i componenti del Consiglio. Tal.e R elazio11e --· de·stinata a.d e...~re presto pubblicata e diffusa - riguarda gli atti compiuti da]l' Amml'inistr1azione della Sanità Pubblica dal 1° Jugl~ o 1924 al 31 maggio 1925 e compre11de una ampia e particolareggiata esp.osizio,n e e documentazione della multiforme attività iwolta ' dalla Direzione CienPrale della Sanità Pubblica. Il volu111P contie11e, in sapito li densi di dati interessanti e di docume11ta17jone statistica, n·otizie : s1dl' attività dei L aboratori scientifici (chimico e b.atteriologjco) della Sanità Pubblica; sullo stato sanitario .all'estero; sui provvedi.m enti sanita.r i speciali per le malattie esotiche in occasione dell' Anno Santo. Jn,oltre, i caipitoli 'relativi alle statiskiiche dli mortalità, all'.andame11to delle diverse malattje infettive nel Regno, e queili riguard·a ntj l a lotta ('011tro le malattie social i e cioè, in particolare: ]a tubercolosi la malari~, le ma.la.ttie vene1J:ee 1 il ca11cro, il tracoma, ti.I gozzo en·demico, l' anchiloston1iasi, ]a lebbra, la pellagra, le malattie mentali. Seguono, posoia, i capitoli riguardanti: l'esercizio .abusivo delle profe.ssioni sanitarie; il servjzio farmace·utico (norme . rego·l amenta:vi, ·in chieste sul servizio farmaceutico, revisione della. ~-,armaconea Ufficiale. commerci·o delle specialità me,dicinali); Jo stato san.itario del bestiame, con p.a rticolarj ce11ni alle vaI'ie malattie infettiv-e e.d ati provvedimenti ,contro le epizoozie in Sar.degna ed in Sicilia. Seg11e la esposizione dell'attività svolta dal Mini.stero dell'I11terno per l' eseinuzi·on.e di opere igieniche mediante i mutui di favore largamente conce.~si per agevolaJ:e la costruzione di acquedotti, foQ"n a tu.r e €d altre opere risan.a tricri . La Relazion.e 1 ii1fine, riferisce l'attività della 1

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Direzion-e Generale. della Sanità per l' ap·pl~ca2'Jio­ ne delle vigenti ·disposizioni sulle acque m~11érali e sugli Stabilimenti termali, le quali mira110 essenzialr:me11te alla tutela e al miigl~orame11to delle n-01Str e num.erose acque minerali e degli Stabilimenti cli cura. Il vol11me si chiude co11 i1111merosi ·d ocu1nenti e prospetti numerici e statistici allegati .

* ** Apertasi la <liisoussione, il prof. ScLAVO r accomanda lo studio del problema dell'awrovvigionamento idrico della Sardegna, ove potrebbero essere l.argamente utilizzati i laghi di &bn.rramento artificiale, s-ul tipo di quello già costruito sul fiume Tirso. Il prof. LEVI, dopo aver rilevata l' irnportan.za della Relazione pr~entata dal Diretto-re Generale della Sa11ità, parla della necessità di diramare istruzi-0ni tec11iche al.I.o scQlpo di migliorare il f1111zio·n ame11to e il ooordinamei1to de11e istit'uzioni

cinti.tubercolari. Ritien,e ohe si debba yr·o vvedere a,d una statisti~a idi rileivamento del n11mero degU alienati e dei defi.cienti, e r.accoma11da la rapjda pronrnlgaZJione del progetto di legge sulla assistenza infermiera, nonchè p·e r la istitiuzione cli assistenti sanitari e d·i fabbrica d]plomati. IJ prof . MANFREDI es1pri1ne la sua appr-0Yazione per l'indirizzo l·ocalistico a·d ottato cl.al la Dj rezione Generale della Sanità per ] a lotta co11tro la nialaria. Circa l'igiene scolastica lamenta Ja scarsjtà delle scuole all'aperto i1ella Sicilia ) tanto pjù necessarie in quanto i locali s.colastic.i so11-0 scarsissimi e generalmente :in cattive concljzioni igieniche. Nel campo della lotta con,tro la !:1tbercolosi, si augt1ra un migliore rendime·n to de.i Consorzi Pro... vinciali ..\.ntitubercolari, ed u~'a~i-one djretta al miglioramento delle abitazioni di vecchia costrt1zione, ]e q'U.a-lii pel loro affollamento e le cattive con·d izioni igieniche costituiscono una delle cause· prepon·dera nti della elevata rportfllità !)er tubercol-OSi. Il prof. V. AscoLI, pce·r quanto co11cerne la lotta contro la malaria., premette cl1e non si devono mutare le basi 1attuali della profilassi antimala,rica, chB vorrebbe, anzi, continuata ed inten-· sificata secondo l'indirizzo localistico già adottato ·d alla Direzione Generale della. Sa11ità per· combattere le ca-uise malarigene. Tenuto conto della limitata !Jr oduzione mon-· diale del oh.i.nino, esprime il desiderio che il Go verno provveda ad aumentarn e la disponibilità, sia espeniITT1'entan1do la coltivazione d€ila corteccia di chin.a nelle no'Stre Colonie od altrove co11 l'accaparramento di ~one ad.a.tte, sia usufruendo meglio degli alcal oidi della ohina, e princ'ipalmente clelllll • • rn.noon1na.


1102

[.l\.NNO XXXII, F .~ ~C. 31]

IL POLICLINICO

Il prof. Dr V Es TE ~, aittesa la necessità di prov- p ertura .d i stabilimenti termali, di conoeas1one d~ vedere a lla istitu.ziione di Sanatori e Preventori privat·i v.e industriali, ecc. , e consiiderate le limitate disponibilità di mez21i dei E saurita la trattazione dell' ordine del giorno il Consorzi Provi11ciali Antitubercolari, vorrebbe ohe C-0nisiglio, su proposta ·fri v1ai1~ii consiglieri, h.a apfosse favorita la cooperazi.01n e e l1a uruione di vari provati numerosi voti, l ' ultimo deii quali , approconsorzi fiinitjmi per provvedere allo impianto e vato all'unan·i mità, è il seguente: funziona_mento di S.anatori e di Preventori incc Il Consiglio, prima di chiudere i pr·o pri lavori, terpir ovin oiali. rivol.g e i l suo pe nsiero r everente e grato al GoE&pri111e, a11che, il voto che sia incoraggiata ed verno N azionale ed a S. E. Feder.zoni, Ministro aiutata l'Ope ra N azionale Oomb,a ttenti perchè prodell' Intern·OI, il quale, consapevole d ei gTandi p romuova l 'imiyianto di Preven tori .antitubercolari a blemi i gienici ·e sanitarii d ella N az.ion·e , ha <limofo•r ma d i Colo.n ie per la t u tela di b.ambini e fan- . strato coi fatti , la inten.ziione di r.isolverli con ]a sollecitudine e la fermezza necessaria . . ciullt di famiglie. di comba ttenti esposti al' p·ericolo di infettar si d·i t uber colosi. Di tale p r oposito ha dato l'esempio più lumi- Il comm. VIVANTE, ca11sii:derata la gravità del noso nello 8tu:dio e 11ella p·r eparazione d ella legge problema delle abitazioni, fa V·Oii perohè il Gosull' .assistenza alla maternità ed alla infanzia riverno rinnovi il s uo diretto oontributo alla costruconoscendo il diritto .del fanciullo alla vita ed il zione di case poipolari, ·da destinarsi limitatamend overe ·d ella N azione nella protezione e n ella tute allo alloggio delle fa.m iglie più bisognose. t ela del più grande p·a trimonio sociale . Il dott. VA CINO, riferen·d·osi alla Relazione preQuest a legge ha avuto jl più autorevole e felice sentata d al Direttore Generale della Sanità Pub- interprete nella per.3ona del nostro amato pre.si- blica, lo-da l'azione intens a sv-01ta contro le madent·e prof. sen . ~larchiafa.va, a.I quale van110 o.g gi i Dentimenti della pi:i f-ervida e sicura gratitud~ne laittie inf ettive in g enere, e, in ispecie, contro la t ubercolo si . IlluiStra il contributo che a tale azione di questo COlllsesso. di lot ta r ecano quot idiana m ente i medicj condotti, Il Consiglio Superiore ·di Sanità esprime la più -e si augui·a ch e il Governo voglia aiutare più ef- viv.a co•m piacenza ·e la più larga fidrucia per l'opera d~lla Direzione Generale della Sian~tà Pubblica, ficame nte la profilassi antituherooiare, e quelle · contro le m.alattie infettive in genere. opera eh~ è così profic ua nell'interesse del Paese». I consi·glieri CHIARIA e QUERCIA svolgono racco-m.andazioni circa il. i~ervizio Farmaceutic'o nelle Il ntt0vo reg.olamento sanitario carnpa ane, le tar'i ff e dei medicinali , il com.m erci o ael Coniune di Roma . e. la r éclan1e delle specialità medicinali. n co11sigliere T ORTI ) i11fine, raccOIIIlanda che sia11 R . Commissario1 d el Comune di Roma con no disciplina te nor111P pel regolrure funzion·a mento deliberazio11e del 28 m aggio 1925, ha aip1p rovato de i P'Ltbblic'Ì macelli . il ~uovo rego1amento di Igiene in sostituzione di Pro1:iegue n·dosi nella trattazione degli affari poquello attualanente in vigore che rimonta al 1912. sti all' ordi11·e ·del giorno, il oonsigl[ere dott. V AIl Comune .dli Rama fu tra 1i prci.mi a compilare CINO riferiisce in m erito a·d una su a mozione s.ulla lln r.egola mento locale ·di igiene in ormaggio alle prov iricializzazione dei pubblici servizi) per la diS1pos1zioni della legge sanitaria e fece fin· d.alquale presenta 1111a rel.a.z~one .a stampa '.in cui sono l'inizi o u11'·o pera fondwn1entale per l'igiene cittaa1n1)l'Ì.a.me11te svolti i con ootti ispiratori .d ella prodina, che è servita pori di m odello per molti Copo~ita. muni d ' Ita1ia.. Sull'.argomento interloquiscono il prof. MAGGIOMod.ifioato e mi.g liorato in eeguito più V·Olte, RA , il Direttore ge11erale clell' Amministrazione Cil 'attuale Amministr.azione ·d ecise .la r evisione del vile il prof. CAsTIGLIONI, il p·r of. B ELLOJ\TJ, il dott. re·gola.me:nto del 1912, a.11alogamente a. quanto di"ToRTI che sri associa alla pr·o posta. spose perr gli altri r egolamenti Comunali . Dopo ampia discussione, il Oon~iglio , su propoCosì !il R egolame nto Caml\lnale fu un:i.formato sta del consiglier e pr-Olf . 0ASTIGLIONI, de 1iber·a di alle 'i"aria.zioni ·d elle disposizioni governative in nominare una Coo:nmissione che .p rovveda a comJnateria ·d 'Igiene, conrdinato con il Reg. di Popletar e gli st11di in materia ed a riferire alla lizia Urban.a e con quello Edlilizio oontemporaneaprossima riuni-0ne del Consiglio Superiore. mente rin novati. ed in esso furono introdotte tutte Lia Commissione, la oni nomina è deferita al quelle m odificazioni ed aggiunte ohe l'esperienza presidente, r iesce così composrta : p·r of. D1 VEsTEA, ma.n o m.a no aveva su ggerito . , pres~dente; pr-0f. MAGGIORA on . prof. ERNESTO L' esame del nuovo r ego1amento permette di ri-BELTJ{)NI, dott. VAcrno , dott. TORTI, membri. levar e come non siano state aipportate solamente modifjcazioni forma1i, sebbene imrportanti, ma sono state introdotte moclifli-0azioni sostanziali (S€m** pre nei limiti con sentiti d alla legge) richiest e cl.allo NeJJ0 su ccessive . eclute il Consiglio si è ocou- studio aCC1U rato delle condizioni nelle quali si svolpat'° di numerosi affari s•anitariii, esprimendo pa- gon·o le diverse branche dell'attività oittadi n a nei reri s 11 schen1i di r egolame11to circa l'imrpiego d€i rigu ardi dell'I giene-. gas tassie-i, sopra modifiche al regolaime nto di saCosì n el 1° titolo: I giene del S1Uolo e d ell'abitato, nità marittima, su nt1•merose domande di auto- s0110 state riYedute, .ampliate, modificate. le norme rizzazione all a vendita di acque m,inera1i. nl1'n;·ifc :c~r:c-i nllo 0·1~ ~lt i·--,...·-: to c1e1l~ materie 111ride 1

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{ANNO

XXXII, F ASC. 31]

n elle zone dove manca. la fognatur a str.aidale, i bagni e ]e latrine p1ubblicl1e, le scuderie pubbliche e private, ecc. Le disposizioni rigua r,d anti 1a salubrità delle abitazioni, sono tolte d ai regolamenti edilizi e di polizia urbana ed int r odott.e in quello d'Igiene perche risultassero o;:r ganicamente fuse. N el t itolo 2° è stata disciplinata La vigilan za igi:enica e sanitaria degli acqu edotti. Nel titolo 3°: I giene degli alimenti, delle bevande e degli oggetti di us o domestico, si so110 introdotte norme per eliminar e gli inconvenienti d erivanti da.g li spa.cçi ~ncongruamente pramisoui e d antigienici, <liscipl-i11are lo smeroio della carne cmrgelata, e la vendita ·del latte, in modo ch e sia facile i l controllo di un alimento così illllportante per i sa11i e per i malati. Speciali n orme riguardano la puli7iia oltre che dei locali e delle stoviglie anche del personale e reprimono sistemi ed usanze antigie.aiche molto diffuse. L o smercio dei fungh~, l a panificazione (solo con mezzi meccanici) ; lo sm ercio' dell'olio, la fabbricazione delLa ùi rra, la fa bbricazione e lo smercio del ghiaccio e dei liquidi destinati a bevande chiusi in bottiglie sono stati disciplinati nel modo ritenuto più ramonale. Il titol-0 4° riguairdante: L e misure contro le malattie infettive, è stato aggiornato in rapporto al R. D. 15 ott. 1923 e D . L. 4 agosto 1918 n. 1395, oiidina11za miui~teriale 6 giugno 1919 e R. ord. di P olizia Vet. approv•ata con R . D. 10 mmggio 1914 n. 533 ; si è ravvisata la necessità di prescrivere la cooperazione anche dei cittadin·i che si trovino jn 3pooiali condizioni (Direttori di aziende agricole, alberghi, cO'Ilvitti , ecc.) per ottenere il pronto ac;certamento delle malattie infettive e l 'immediata attuazione dei pro•v vedimenti profilattici. L 'isolamento dei malati, le d'isposizioni dei mezzi di traspor to, quelle domiciliari e degli oggetti usati rimessi in ven.d ita, sono stati sotto,p osti a norme piil precise e dettagliate. A1l'articolo ch e vieta di sputar e ne ' è stato aggiunto un altro ohe reprime il malvezzo dii usaire la saliva nel distacco dei fogli da involgere, biglietti, ecc. Una speciale sezione è stata costituita per le disposizioni contro ~a diffusione d elle m'a lattie infettive nelle scu ole e sono state meglio chiarite e determin·a te le misure srtr aor<linairie in casi di epidemie, q1Uelle per la vigilanza sul baliatico e sulla sifilide da baliatico mercenario. È stata modificata Ja parte che riguarda. la polizia veterinaria e quella mOTtuaria evitando elusioni alla legge ed al regolamento governatiVii. Le dieposizioni transitorie stabiliscono periodi di. tolleranza specialmente nei ri.g uardi d elle case di veoçh'i.a costruzione prima di esigere 1' aipplicazione integrfl le del nuovo regolamento.

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SEZIONE PRATICA

l03

Cronaca del movimento professionale. Nella corporazione sanitaria. Ha avuto luogo l'assemblea generale dei direttori p,rovinciali componenti la Corporazione Sanitaria. Il segretario prof. E. Fioretti ha fatto la relazione di tutto il lavoro compiuto dai diversi Sindacati e d.al Direttorio istesso . Ha p a rtecipato la costituzione del Sindacato nazionale dei medici lriber i eseroenti ed ha mostrato il cmnrpiacimento di vedere i diversi sindacati svilupparsi e disciplinarsi. Quindi ha trattato i diversi problemi che €IÌ prospettano per l 'elevazione morale delle classi di medici, levatr ici, infermieri, invocando la collaborazione e l' aiiuto deii Sindacati nazionali. Per quanto riguarda la preoccupazione che hanno i medici comunali di Roana riguiardo al trattamento della pensione: il segretario h a chiaramente affera:n:ito che la CorJ?Orazio11e .3lp1po·~gerà con t utte le forze l'a zjone che s.t a sivolgen.do il dott. Trulli presso il Commissario sen. Ctemonesi il quale; conscio <lolla giustezza della causa, saprà con il suo tatto e la sua i11tellige11za portar e la tra11quil1ità alla classe bene1nerita. Dopo lu11ga discussion e a cui h a11no pres-0 parte Gazzella , Lusignoli, Massimi, Stam, Ralli e molti altri ]~ relazio11e è. stata ad unanimità aipprovata.

Al CoJlegio per gli orfani dei sanitari in Perngia. Il Consiglio Direttivo si è ad u11ato sotto la presi.de11za del prof. sen. Sima.11etta. Il Consiglio espresse il disappunto nel rilevare che, malgrado le più vive sollecitazioni venticinque sole ·delle 74 provincie hanno notifioato la nomina del Deleg.ato elettorale; i l che costringe l'Amministrazione d1el Oollegio a rimandar.e le elezioni del rinnovan<lo Consiglio pr-0babilmente alla pr-0ssima primavera . Le Prefettur€, con l'inqu alificiabile ritar do nell'esrper·ire una p·r atica che non si ritiene nè COID1Plicata nè difficile, ir:ntraJC"i::in o così l'opera del Oo n&ig1io An11uin'istrativo. I Revjs ori d<'·i r'o11ti - dottori An cona, Villa e Vivenza rilevarono co11 sod.d isfazione che la somma riferentesi a residui .attivi è in sensibile dimi11n ~ione, per q·u anto ancora ci si ano imipo1 rtanti provincie che si m anten.go110 in d.ebito di somme . rilevanti (Messi11a f·igiura con un massimo di oltre 16,000 lire, '1 orin-0 con 13,000). Rilev.arano n11C"ora che ~e spese generali di amministrazione si 1nante.ngono s ull a media fiasata; ch e le spese ·di manteniJJnento degli orfa11i in Convitto furono in aumento, pr oporzionate al mag~ior costo della vita e delle tasse scolastiche; che a.um•entata in •1n odo ·s ignifica.tivo fu la. S!)eGa .p er il mantenimento di orfani in altri convitti (da L. 2575 nel 1920, è salita nel 1924 a lire 16,125), e la spesa per l'iassegnazione delle bo·r se di studio ( d.a 1.J.. 50.037 .50 nel 1920 a L. 93,087 .50 nel 1924). 1 revisori, pure rilevando ch e le borse di studio furona alquant o migliorate (nel 1919-20 si aggira,·a no per la maggior parte dallH 200 lire alle 400 1

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1104

TI

POLICLIJ:JIC8

an11ue, 111entre ora ùa un m1n1mo di L. 300 e di 600 si \a a L. 900 e mille), hanno dovuto segnalare l 'assolu ta necessità che tali assegni siano tutti senz.a eccezioni sensibilmente auimentati, poicl1è quali ora sono nella maggior parte .d ei casi ba_1tano solo - quando bastano - a compensare le ingeJ1ti tasse oscolastich·e . E poicl1è 11on è da p ensare a .dimi11uirc il n umero ·degli assistiti, s'impone 1.a necessità di procura.ire un increimento delle entrate o.r dinarie, col1' aumento dei contributi obb•ligatorii . I revisori si inostrarono fidu ciosi ohe tutta la famiglia san itaria, fatta persu.asa d elle impellenti necessità alle qtNtli l ' Opera P ia d eve provvedere negli nttua] i 111ornenti critici clella vita, farà buon viso .alla proposta di aumento della quota an1iua]0 che certamente ver,rà p·r ospettata i11 occasione dell'acl1111anza d ei delega.ti elettorali a P erugia .

Per gli es ami dei medici di bordo.

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Il segretario dell' _-'\.'SSociazione idei 1\iledici della l\lar.ina merca11tile con un memoriale al direttore generale della Sanità pt1bblica ha chiesto che le sessioni di esami per conseguire l'autorizzazione a na,rigare· i11 qualità d i me.dico di bordo veng.a no te1111te in u11a delle princip.a li sed i univeTsitarie n1arittime, in quanto il conti11gente di coloro che piì1 sono portati alla vita del mare è appunto dato dn,lle popolazioni che vive·n do in località costie.re hanno già col mare maggiore confidenz.a, e che il <'osto crescente d'ogni &pesa rende diffici le a non pochi medioi di d isilocars'i per prendere p~rtc ad t1n concor so, che nella giusta rigorosità ricl1jE>c1e qualche settjmana di !Jermanenz,a alla s<:c10 cl'e ~me.

CO N CORSI. PosT1 v AoANTI . Ospedaie Italian,o. Direttore dPl 7,u borrl't1Yl'io di ?'ice'rche cli·niche ec] a natrnn o-patoloyiche ed eve11tu alm. di un I stituto a11firabico. Età mass . 45 a11ni. Elenco voti esa..mi . •\r.E:::iS .\NDHIA

DI

EGITTO.

1

T itolj non più tardi del 15 ottobre al 1presidernte rle] Cons. cl' Amm., i11 Ale1Ssa11dria d'E•gitto (Hadra). ~..\1111-0 cli prova . ~.\.~ egni: 50 o/o proventi ; l ' .c\.n1n1in. garc1ntisce t1n n1~nimo di lire sterline 2 JO an11n e, oltre '-itto e alloggio; oppure 360, senza vitto e alloggio. Attività profession.ale declic-ata e. rl11si,am. all'Ospedale. Sede entro 2 mesi. l)irettore dcl Gabinetto di radiologia. Stesse roncl iz.ioni ; è garantito un minilno di lire sterli n0 600 ~11111ue. Chiedere an11u11zi. •.\r>P.\ttIZIONg (Genova). Scad. 31 ag.; kmq. 123 di cui 23 in rpia110, 70 in colli11a e 30 in mo11tag11a, . trnclc k.n1. 5 carroz~bili e 17 circa mt1lattiere; "er' izi tran1viar~ e a utoim objlistici ; ab. 36 9; liTe 1200 fino a 1200 pov., addizion. L. 500 oltre; dieci bit•1:11i ,·t·nte ~ino; p er motocicl. L. lJOO; per uff. S:lll. I ..• oo. R F. LFOnTE -c_-L CHIE~TI (Jla cerata) . A ore l :"1. 30 del 10 ng (,· d i ia.:-c. 80).

[ .i\NNO

XXXII.

FASC.

31)

Co~o .

Ospedale Provinciale P~ichiwt1~ico. - ~1e­ clico di S ezione; L . 11,000 oltre L . 1200 indenn. serv. e c .-v.; alloggio perso11. con illumin., riscaldam. ; inden n . guar<l·i e; sei t r ienni decimo. Scad. 5 ag. Rivolgersi segreteria Dep.u taz. P rovinc. CoPPARO (Fe·rra·ra) . O.speciale ll:landamental.e di .~. Giuseppe . Chirurgo prim.ariO'; L . 12,000 oltre indenn . di L . 3000, ,r.ariabile, e 60 % proventi atti operativi e g~binetto radiolo·g . Scaid. ore 20' del 20 ag. Età lim. 40 a. (..15 per gli ex combattenti) . T assa L. 50.10) al presr1dente. Serv. entro~ 15 gg. Cl1i-eidere annu nzio . DEGO (Gen.ova). Scaid . 13 ag.; Kmq . 34 (di cu i 12 in piano e 22 in collina) ; aib. 2325; pov. 960; sti p . residenziale L. 8400; addizionale L . 500; mezzo trMp . L. 300; u ff. sain. L. 500. Farmacia; ferro. _via; ecc. FossANo (Gu11eo). - Scad. 15 ag.; 3a co-nd. t urale; 6 frazioni ; L. 7000 e quinquenni dee. ; lirre 1500 mezzo tr.asp.; tassa L. 50. LucoLr (Aqu·ila) . i\. tutto il 9 ag.; età lim . 40 a. Chiedere annunzio. L. 9500 p er 500 pov., oodiz. L. 5 oltre e fino a 1000, ~· 3 oltre 1000 (iporver i iscritti 1548); per traisp. L. 3000; se uff. san . L . 500. Aooettaz. entr.01 5 gg.; serv. entr o u11 mese. Tassa L. 50.10 alla Tesare.ria com. 0

M1r,ANO.

Consiglio degLi Istituti Ospitalie1·i. -

l)irigente la Sezione Radiologica dell'Ospedale J\1:aggiore. Scad. ore 16 d el 10 oitt. Vedi fasic, 30. MoNTALDO BORMIDA (.-:1.lessandria) . Soad. 15· agosto; L. 7000 e q11inqnen1t.i ; per uff. san. lire· 500; età mass. 45 a. :J1oN'IECASTEIJ.o V1B10 (I' erugia). A tutto 31 .agosto; stip . L. 8000 oltre L. 600 serv. attivo & L. 300 u·ff. san. ; c.-v. ridotto a L. 1620; per cav. L. 4000 . Età lim . 35 a. T assa L .. 50.10 all'Esattore com . Serv. entro 15 gg. D ocu1m. a 3 m esi . PAvur.Lo (A![odeno.). - 4a. cond. e direz. gabinetto di .ra.d ioscopia Ospedale Civile; L. 8500 e c. -,r., oltr.e L. 2500 cav. ; 10 bie11 ni ventesimo. Scad . ore 18 ·d el 20 ag. Taooa I.i. 50.15 all'esattore-tesor. <'on1u11ale. Età lim. 35 a. Elenco voti esa1ni spec. e di laurea . Accettaz. entro 10 gg., ser v . e11tro un mese. PoRro:l\IAGGIORE (Ferrara). - Proroga, a tutto il' 3Ì ag. incluso, del eone. alla 3a condotta del forese. RAVELLO (Salerno). - Sca<l. 7 ag.; L. 7000 oltre L. 500 uff. san. ; età lim. 35 a. RoccAL"BEGNA (Grosseto) . Al 20 ag., 2a. condotta; L-_ 9700 e 5 quadrienni decimo; L. ~000 cav.; c.-v. L. 1200 se famiglia, L. 600 se celibe; assicur. Tassa L. 50.10 al Cassiere com. Docum. n. 6 mesi. Serv. entro 20 gg. Ro:MA. 'j{ ini.stero delle Oo,niit'Tlicazioni. - Il concorso sei posti di allievo ispettore in prova, laureati in medicina e chirurgia, per le Ferrovie· dello Stato, è prorogato al 10 agosto. S. CANZIAN u'IsoNzo (Trieste). - A tutto 10 ag .• consor. con Turriaco; età lin1. 35 a. Chiedere an11u11 zio. L 000 per 1000 po'i' .. L. 900 indenn. ma· c.-\. 1'ndenn. tras1). erv. entro 15 gg. Cerlar1a, :if. pen. a 3 inesi.

a

n:a


(ANNO XXX II, FASC. 31]

J 105

poranea, a vendo leg ~to il proprio non.1c alla conosc-e11za e alla risoluzione dei piLL ardtti problemi concerne11ti le maggiori malattie infettive che affliggono J' u man·ità: Ja febbre t ifoide, il cole·r a la tubercolosi, 11 carbonchio, ecc. Su11arelli ha risposto co11 una vibrante allocuzione, inneggia11do all'ope·r a benefica delle Scienze, a1la so1lidarietà snirit uale delle N azio11i fio·lie b dri. l{,oma immoTtale .. Il Sana.r elli ha tenJuto una co11fere11za nell' Anfiteatro della Facoltà Medie.a gremito di pt1bblico. Ha e S11)osto in forn1a brillante i ri>S1U.ltati c1ei suoi recenti s1t111di sulla patog8'ne si delle infezioni dell'apparato di.gerente. Num·erosi rice.-\ rimenti e banchetti so110 stati dati in ·o nore di Sa11.arelli , Bordet e Recasens, dal Rettore dell'Università, dal Ministro della P . I. , dal Decano della }"'acoltà di l\lfedicina, da~l ' U11ione n1edica franco-ibero-an1ericana, dal Corpo consolare. Ebbe anche luogo u11a serata d1 gala al teatro clel Cam•p idoglio.

S. l\11ca:Er.-E DEL QUARTO (T' enezia). - A tutto il 30 sett., ore 17, cond.; per informazioni ri\·olgersi Segreteria.. Medici che sappiano scrivere in modo semplice ~ brillante e desiderino collaborare acl una rivista --di propaganda igienica popolare scrivan10 : cc Salute e Igiene », Piazza del Popolo, 18 - Roma (10) . GENOV.\.

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NOMINE, PROMOZIONI ED ONORIFICE NZE,

Il , e11ato Accademico della R. Università cli j\Iodena, nella seduta del 9 luglio, ha conferito p er la prj n1a volta il premio annuo perpetuo desti11ato ad 011ora,re la memoria del compianto prof. Onoranze al prof. Sciavo. Riccardo Luzzatto, ordinario di F.anmacolo·gciia, in quell'Ateneo. Jn base alla rela21ione 1 d~lla OomIn occasione del terz.oi congre1SS0 nazionale del1n]ssione git1dicatrice è stato drichiaraito vincitore ]' Associ azione Italiana i::>er l'Igie11e, eh-e 11a aviu to del concorso il dott. 'l )rof. J osè CaTra, libero ,do1uogo in Sar,degn~, è stato offerto .al prof. Achille -<-ente ecl allievo dell'Istituto di P atol-01g i.a generaile Scl.av-o il pri1no tra i clitplomi ,d'onore conferiti daldiiretto dal prof. com1m. Eugenio Centann~, per l'associazio11e, unitamente a una inedaglia d'oro. un co!11plesso di lavori scientifici sopra argomenti . Il !)rof. R. Vi:v.ante ha pronunziato nobilissirme vari, volti con profonda e vasta cultura, e con parole a i1ome dei soci, dei colleghi e degli estiuna 1101t C'Omune tec'l1ica siperim1e ntale. n1atori de1llo scienziato i11signe, del maestro e cle-1 propa·g andista infatica.b ile. Egli l1a detto: Il dott. Siri•gnani Giusep1pe di Riofreddo (Rocc Nell'o·puscoJ.o ohe raccoglie il pensiero dei 400 ma). è nominato cavaliere della Corona d'Italia. sottoscrittori, il prof. Belavo t roverà le r.agioni di così largo e pronto cons.e11&0; ]'ainmi·r az;ione dei rolleghri per il valo,rooo scienziato e 1' 111!faticabilB prop·a ga11dista; la devomo11e d€gli allie,, ·i che da lui 11anno app,r eso iJ rigore della r,] cerca, ed 11anno ·Onoranze dell'Università di Tolos a all'on. Sagod,u to e godono il gra11de beneficio del suo apnarelli. poggio p.a terno ; l'affetto di qua11ti hanno avuto l a fortu na _,di conoscerlo , ed anohe per pochi istanti A ·rolosa in cospetto di un grande pubblico, . 'universitario_ indossante i tr,adieJionali hanno se11tito il ralore c1e1 suo 13'nimo nobjle e gedel Corpo neroso ». ·-costumi delle aiu torità - civili e militari, noncl1è

NOTIZIE DIVERSE.

' di moltissitni scienZ\Ìati conv.enuti p er l'·annunci.ata 111'anifestazione di solidarietà intellettuiale latina , ebbe luogo i1el grande Anfiteatro della Fa-coltà di medicina, la solenne cerimonia del conferime11to delle lauree honoris causa di que.5ta antichiss]ma 011i\•ersità, agli eminenti scienziati: Giulio BoTdet, direttore dell'Istituto Pasteur de11'Univ·ersità di Brux.elles, « Premio Nobel »; Gi,uOOP!}e Sanairell'i, d'irettk>re dell'Istituto -d'Igiene della R. Unive-:r-sità di Roma; e R ecasens, decano della ~"'acoltà :;\iiedioa cli Madrid. D·oipo el1e vati discorsi del R ettore dell'Univer .. sità e d ell' Aooademi.a di T olosa, proif. Dresch e ·de.I D ecano Abe~ot1s, i relatori della Facoltà han110 letto l'elogio dei singoli candidati. P er Sanar·elli ba 1iferito il prof. L aifo.rgue, titolare della cattedra ·d'Igiene. Egli ha posto in luce 1'·01pera dello ~cienziato italiano, riconoscendo in lui una delle 'PÌÙ alte personalità d'e lla ~cienza medica contem1

Corso di patologia coloniale. Nel prossi1no noverrnbro si ]nizierà un Corso per il Diploma di Specia1isti in ~(e,dicina colo11iale, p er i laure1u,Ui in medicina e chirurgi a, presso la Scuola <li P atolog~a Coloniale anness,a a1la R. Clinica l\lledica ·dell'Univer·sità di Bologna e diretta dal prof. G. Fra.n chini . Il progran1ma comprendel'i1rsegna1nento1 della clinica delle m·al.attie ·coloniali, dell'igiene coloniale, della protowolngia, della elmjntologia, entoono,logia, batteriolo·gi a e del1a s),eroloigia . Alle }ezioni t eoriche s.i alter·ner.a11110 esercizi pratici e d'Ìm·ostrazioni essendo la Scuola proYvisia di abbonda1rte materiale scientifico e di la boratorio. L a Scillola re...~a aip e·r ta tutto l' anno. Le t:is.~e, iit totale (iscrizione, tassa d i laboratorio, di cli.p loma, ecc.) ammontano a L . 2075. Per scl1iarimenti rivolgersi .alla Direzione della Scuola, in Bologna, Os1 1ednlc Sant'Orsola . 1

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[ ANNO XXXII, FASC. 31)

II. POLICLINICO

Le giornate mediche di Bruxelles.

Per l'igiene dal par1·ucchiere.

I.a 5a r iunio11e delle Gior11ate Mediche di Bruxell~s i è tenuta dal 20 a.I 2-1 giugno. L a solenne in aug urazio11e ebbe luo-go al P alazzo delle Acca<le1n ie, presenti i ::::avran1, i.l ministro dell' igiene on. Rolin J acquemy11, i delemati d ella Francia, della Spag11a , del Gia-p1pone, della Romenia, del1a Svizzera. ecc . Ebb·ero1 luo·go important i co11ferenze di 'Vright (Londra), Lian, D·e·s chamips, B ertrand, Voronoff (Parigi), Tournade (Algeri), e di v.ari stu1d ios1 belgi . In occasione del convegno si è inaugurato il Centro Anticancerooo all'Ospeda.Je Brugmann, pr esenti l a re·g ina Guglielmina e alte pe1rsonalità. All·e Giornate Mediohe <li Bruxelles è consacrato per inter-0 « Le Soalipel » del 4 luglio.

Il R . Commissario de1 Comune di Rom.a h.a ordinato che i barbieri e i pa{ruoohiieri debbono tenere gli strumenti e le suppellettili del loro ~­ cizio con la più scruipolosa n ett ezza, ouraindo la sterilizzazio11e de i ra\So,i , delle forbici, ecc. con pro1tLngate immersioni in acqua bollente o in soluzioni antisettiche ogni quaivolta siano stati usati. Essii doiVranno, durante il lavoro, indossare unia gìÌ acca di fatica o una so.p1raveste pulita. La bia·n ch eiTia doiv.rà essere sermpre rigoros amente di ~­ cato. Gli .avventori dovranno. avere a di.spooizione un lavandino dot.ato di acqua corrente Con ~·o­ lare t ubo smaltitoio. :E vietato servimi del piumacciolo per sipargere la cipria sulla pelle. Per spargere e levare la ciipria si a.dopereranno, rispet tivame11te, solo polverizzatori a secco e batuffoli di cotone. Q;ue.srf:-0. ultimi dovranno essere distrutti dopo averli usati anche una volta sola. Un estratto della ordinan~, contenente le no-nne, dovTà rimanere costantemente affisso in ogni e.Serciz.i<> in modo <.:he ne possano prendiere facile visione il p ersonale addetto ed il p.u bblioo.

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Gli aspiranti

ispettori del lavoro.

i è chiuso il Corso di lezi~i ohe per utile ed oppo,rtu11a i11iziat iva del Ministero dell'Econo mia N az.ionale. con il contributo dell'I1Stituto N aziona.le· d'Igi ene, Previdenza e Assistenza Sooiale, si è tenuto per una conV'€Jniente p•r ep.araz.ion.e specifica degli asipiranti a.iutanti ispettori dell'industri.a. e del lavoro che hanno ip·r eso ip.arte al concor so ba11c1 ito dallo stesso Ministero. All :l chiusura del Corso gli aspirranti, guidati daJ co1nm. dott. Fra.ncesoo1 Simeone, oaipo della Sezio11e infort uni nella Direzione generale d el lavor o e della rp.revide-nza sociale del Ministero dell'Economia N azionale, hanno visitato la Sede oen• tra1e ed il Comipartimento di Rama della Cassia N azionale I nroortuni, ricievuti dail vide-direttoire generale comm. . l. \ohille R ebessi e dal diirettore st1peri ore de1 Comip artimento con:nm. U go Santini. 0

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Vittima del dovere.

I~ morto a Maid.rid il dott. Micael GaTcia Fer•

i1an.dez, radiologo dell'Istituto del Cancro il quale

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aveva subìto vari interventi mt1tilanti n·e r lesioni provooat.e dall'esercizio della Sìpecialità ed ora ne è stato ucciso. Non è molto, il Governo spagnolo· gli aveva .asse.gniato la gran croce di benefioonza; per i servizi resi all'umanità e il ministro france~e dell'igiene, in un'assemblea della Lega contro· il canoro , gli aveva d ecretato le insegne di cavaliere dell.a Legion d'onore, in nome deJl suo Governo. ,

La giornata della tubercolosi in Roma. Si ten n e il giorno 21 maggio, ad opera del Cornitato Romano contro la tuberco·l osi, il q•u a]e h a co1ne presi.d.ente V. _t\.scoli e corme segretario U . ~lariotti . H a reso circa 40,000 lire, dti cui o.Jtre 22,000 raccolte lJel' mezzo ,di cassette, oltre 11,000 sui t ra ms ed altri mezzi di t)'asporti collettivi ; 4500 circa nelle chiese; il resto per oblazioni. La so1n1na raccolta \Terrà devoluta specialmente a faYor e dei ba.mbi1ri predisposti.

Per le migliorie· igieniche negli alberghf. Il )[i11istr o rlell' Inter110 11a diretto ai P1~efetti del R cgno un telegramma circolare con cui, preme . o che- il 11. 157 della « Gazzetta Ufficiale » pubblica il R. D. 24 maggio 1925 n. 1102 conoorn entc l' ap pro,'azione del Regola.mento per miglior ie igieniche i1egli alberghi, li invita .a richiamare l 'attenzion e dei Sindaci e dipendenti autorità sa.nita rie sulle dli81pOSlÌ2iÌoni di detto l;Wgolaanento <;he , congiuntamente al progresso dell'industria albergh iPra e s tazioni termal~, tende a raggiungere evicl<'nt i finn lità igieniche. r eclamate dal nostro 1

P a<'. e.

\

:B morto a 63 anni il pl'lorf. ANTONIO DEPAGE, u110 dei più stimati chirurgi del Belgio. Spiegòi un'attività Sitr aordinaria durante I.a guerra: il suo nome resta legato a}le ambulanze dell' Océan e della P anne, di cui egli fu l'anima: ivi eglti. perfezionò al massimo grado jl trattamento immediato dei fer iti di g u erra. A.vie.va i l •g usto dell'organizzazion e; fu uno d ei fondat.iori dei Congressi internazionali di chirurgia e nel 1914 presiedette quello tenuto .a N e'v York ; nel ' 19 fu presidente del Congresso fr ancese di Chirurgia. Con la moglie ~ la com.p ia,nta miss Cavell fondò a Bruxelles una scuola-modello per in fermiere. Perdet~ la moglile nell'affondamento del « L1H:iitania », su cui ella si r eoa1"a negli Stati Uniti, a chiedere SOOOOirsi per il st10 P aese. Il D.epa.ge I.ascia una serie di lavori su a;rgomenti svariati , dalla tubercolosi ossea aile autoplastiohe, m.a specialmente notevoli sono i suof contributi alla chirurgia di gu erra. Dirigeva da anni la Clinica chirurgica della F acoltà di l\lledicina di Bruxe1Ies. Coprì varie cariche pubbliche; fu deputano, •p oi senatore ed era il chiruTgo della, Corte belga. G. 1


( •.\NNO X..~XlI, FAc:;c.

~EZIOI\E

31 ]

PlidilCA

1107

L. BER~ARD, R. DEBRÉ eM. LELONG. Sulla profilassi a11titubercolare. Riv .•~a·nVt. Sicil ., lf) mar. - E. CALANDRA. T TuFFIF.R e NEMOURs-AuGusrE. Visibilità d ella ci- confini dell'ortopedia. stifellea ai raggi X. - M . P. WEIL e G. DÉTRÉ . J ourn . .4. mer. "!li ecl . .4.ssoc.. 28 feb. - R. B uRDiagnosi. ·r adiografica della gotta? BANK e L . G. HADJOPO ULOS . Il significato seroloParis .illéd., 21 mair. - Numero di dermato-gico de·g li streptococchi nelle artriti e forme aflogia . fini. - E. RADOLPH HARRISON e W. F. PERLZWEIG. Lanr:et, 21 mar. - ,J. A. RYLR. La funzione gaL'alcalosi. strica nello stato di sall1te e di 'm alattia. - J. W. Pediatria, 15 mar . - T. LuzzATTI. Trattamen- P10KERING. Eziolo1gia dell 'em·o filia. to cloro.formico dell'ossiurasi. Journ. Trop. Med . a. H y(J., 16 m ar. - A. PA- · Radiologia 11'!ed., mar. F. GroNGO. Aspetti GLIER e . P. SnHR tJ'~lPF. La inalaria nel prossimo · radiografj ci òi alcune epifjsiti. - A. BIANCHINI. Oriente e in Europa. Diagnosi di mieloma multiplo delle ossa. Amer. Journ.. ]Jed. iScie'Yl,ces, mar. - W. S. Juurn. de "!Jf.éd. de 1.,aris , 14 mar. - Numero THAYER. Inteiipreta.z. del, murmure sis.tolioo. - G. di cardiologia. DRAPER, If . J)uNN e D. SEEGAL. Conformaz. della . Neurologica , sett.-ott. - F. VizroLI. Rifles&i. di faccia e malattie. - M . V. R10HTER. L 'emoistodiifesa e turbe della sensibilità nel morbo dii Pott. R ev. J..léd . de Barcelona., feb. - J. P1-SuNF.R blasto di Ferrata . - H. J. BARTLE e n[. J. HARl(INS. Az. battericida del secreto gastr. BAYO. Meccanismo regolatore del tono della fibra Amer. hledic. , feb . - W. Sco:rT P uGH. L'emaliscia. - M. Sor..ER TE1tOL e L. R1B6 R1us. cc M9. turia. - C. J . DnnECK. L 'evidenza clinica delle ~ lum coxoe juve11il.is H. emorroidi. Studium, 20 mar. - O. FRAGNITO . La dottrina Gior·n . di Cl . M ed ., 20 ma.r. - G. GELLI. Paras- · delle loca1izzazioni cereb1·ali. A. CARDARELT.l. Morbo di Hodgkin e pseudo~leucemia. F. 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Consumo la patologia somatica gen erale . vitale e s.ist. i1erv. vegetat. - DE QuERVAIN. La Arch. de ]j,[ecl .. Cir. y E sp ., 21 mar. - c.' SAU- operaz. p r ecoce nella. calcolosi biliare. RA . L'intossicaz. da aconito. Presse "!Jl éd., 25 mar. - P . VALLERY-RADOT e R i v. !tal. rli t:;inecol. , mM.-apr. - R. ALl\l!AN- P . BLAMOUTIF.R. La cutireaz. n ell'asma , coriza NJ. Creatinuria puerperale. L. PuooIONI. Bispasmodico, febbre d a fieno, emicr ania, urticaria, _ lirubinemia. in gravidanza. eczema .

RASSEGNA DELLA STAMP .A MEUICA.

Pr·csse )\f?d ., 18 mar. -

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1108

· J!

~,IL

(.~NNO

POL lCLINIC0

POLICLINICO,,

· IL VALSALVA •

Rl VISTA MENSILE DI OTO-RINO-LARINGOJATRIA diretta dal prof. CUCL~ELMO BILANCIONI

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SEZIONE MEDICA

XXXII, FASC. 31]

Il fascjcolo 8 r1Q Agosto 1925) contiene: LA\JOR! ORICINAL' : I. - P. Mi no : La mi~a Jl'elJia pa.tologiia de1le malattie em orraigiche. lI. - C. Antonelli: Sopra una speciale foDma di linJogra.nulom aitosi ::>. titpo blaistomaitoeo prevalente n1elle gla·n dole meseruteriche. III. - c. Cortese : Un -caso di crurcinom•a prima.rio della ghiiru:n•dola d·~l timo. PREZZO DI CIASCUN FASCICOLO L. 5. I non ahhonatj a rtetta. Sezione Medica potraillilo ri.eeverlii. in vin.nel') il relativo impo-rto, mediante vagilia postale, al Cav. LUIGI POZZI - Vii.a Sistina 14 - Rom a.

SEZIONE CHIRURGICA Il fasci!!olo 6 (15 Agosto 1925) conterrà: LA '.'OR! ORIGINALI : I. - M. Bufalini: Contributo allo studio dei lirpomi in.tria.muscolari del bracci o. (Interessa.nte reperto radio~og.i,co) . II. - L. Cf.)bbi : Àlppenidi·c e 1compJ.eta.menite d:iisrtaccata ·da.il ceco se:de di proceS'S·o infia1mimaitorio dietrutt.iivo-ulcerativo. :CII. - U . Nobili : Cisti da eclb:im·Olooooo pr1iimitiiva ·d el polmone einistro. IV. - c. Petta : Su di un twm<)re misto del ren•e in sog,g etto pubere. V. - L . Torchiana : SoVra un caso di mastite cronica dolorosa.. Stud·i o clini-c-0 ed a,natomQ-lPatoùogico. PREZZO DI CIASCUN FASCICOLO L. 6. •BI 1

I non a bhonati a detta Sezione Chirurgica potranno ri-

cever1o inviando il relativo importo. mediiante vaglia postale, al Cav. LUIGI POZZI - Via Sistina 14 Roma.

Il fasci.colo 8 (Agosto 1925) conttiene: Ricerche di laboratorio : s. ROMA:r'{O: Co;Il!tributo alla riceroa .a .elle celllule giganti neihle neofo.I"IThazioilli p.o1iipose dehl'oreochio. ' Osservazioni di clinica : B. CHI.AIA: Sindrome stridorosa da ipe.r•trofi.a tiq:ni.c a in un ba.mbin.o . Guarigione col trattament,o radioiteria.pioo. Capitoli : R. BASTIANELLI: Ris1ultam della CUTa ehlirnrgica dei -carcinomi dehla lingua. Terapia : I . G. ZANNI: Imm.un-0tera,p.La, per via intradermica in oto:ninolaringoiaitria. - II. C. GRANDE : L·a pll.'oteinoterapia aspecifica e la stomosinotera,pia nella pratica otorinolaringoiatrica. ! n biblioteca. Recensioni : Stasi oervioo-f aicciale da espressione. - Rin®l&Stica pCT .mancanza del lobulo e della parete ,a,nterio.re delle nari.ci (imorso •d'uo.mo). - La f;ìora tSpilrochetica della bOIC«}a. - La mortalità- J;:er tu·m ori m1adigni a Gen·o va. - Le rino-faringo-bron1chiti. La palr.ilaJia nellie sindromi parl,:Lrusoniame :p-0Gi-en1c·ef,a.lit i ch e. - Oome procedere nella d'ia.gno6i di tu,m ore ·c erebe11are. la nota storica : G. BILANCIONI: Alf.ons:> Corti. Notizie e questioni. 1

- -----Abbonameruto per il 1925: Italia L. 28; Estero L. 38. P er gli abbonati a l << Policlinico '': Italia L. 22; Estero L. 32. Un n umero separato L. 3.50. Inviare Vag1ia poetale al Cav. LUIGI POZZI 1 \ ia Sistina. n. 14 Roma.

,

Indice alfabetico per materie. Allatta1nento: reggi-poppatoio igieni co Pag . 1095 .Aip1pe11diciiti false e membrana di J acks<)n » 1088 :Bacillo acido-resistente: raro re1perto nell'uomo » 1095 Bacill o di Ban·g causa d ' infezione uman·a? » 1095 "Bibliografia » 1093 Bisn1nto nella ct1ra delle fistole e delle osteo-artropatie tubercola,ri . » 1096 Calcoli cosidetti batterici del bacinetto » 1083 Cancro esofageo: radiumterapia . » 1093 Cancro: eziologia » 1087 Circo11ci ione: procedimento semplice » 1098 1097 Cisrti idatica del carvo ischio-rettale . » 1

Oon.sialio , 'up~ri.fire di Sanità . Cronat(( rlel. 111,r>vimento professionaie Denti: trattarrne-nto· dell'emorragia consecutiva ~]l'estrazione . . Divertirolo cli Meckel e ulcera peptica Emi:1ton1i ~ottoungueali e tetan-0 . En1orroidi: tr.attamento operativo Ernia di ~ fran1matica dello stomaco attra ,·er o ! 'hintu 1~"'ofageo .

» »

1101 1103

» » » »

1098 1094 1097 1090

»

10 9

. Pag. 1098 .F ebbre melitense: cura )) 1092 Go~zo esoftalmico: cuTa elettrica Malaria: ris'l1ltati di. taluni recenti me)) 1077 to.d i di oura . n1ioona uterino: degei1erazioni nei rap)) 1090 porti d.ell' actinoter.31pia . )) 1097 Otite media purulenta e dia.bete )) 1095 Perigastrite: inda·g ine radiologica )) 1096 Peritoniti da perforazioni . )) 1099 P ertosse: profilassi e cura . . Pielonefrite goi1ococcica supipurata uni)) 1081 laterale nella donna 1099 P ressione sanguigna: misura )) 1099 Purganti: abuso . )) 1095 Ra<liografia ·d elle vie urinarie ))

Regolamento .sanitario 'Tluovo dei Comu'ne di Rorr1a Sifiloma iniziale t'>xtragen itale . Storia della medicina: abbiglian1enti di medici uppurazion1 peri-nefritiche

))

)) ))

1102 1095 1095 1096

V. ASCOLI. Roo resp.

Roma - Stah. Tipo-Lit . .t;\ rmani di M. Conrrier.

'

))


ANNO XXXII

Ro1na, I O Agosto ,J92a

Fase. 32

fondato dai professori:

GUIDO BACC ELLI

FRANCESCO DURANTE

SEZIONg

PRATICA.

R EDATTORE CAPO: PROF.

VITTORIO ASCOLI

SOMMARIO. Lavori origina li : S. Solieri: Sin•ton.ia p·a itolo·g i ca del-

1'airldome ·destro. (Appendicite, uJicer.a pilOO'O-duodenaJe, coleoistite). Osservazioni cliniche : O. Oignozzi: LesiODli outanee pr~ disponenti adl'iruruesito del sifi.l oma. - G. J aia: Un .caiSO

di sporotrr.i,coc;i goa:nmooa. - G. M·u ·o oini : 811 di un ,ca,so di f>..lefantiasi de.i genitali e degli iarti i'Illferiori seoondaria ad infor.tun.io del lavoro. Apparecchi e strumenti 1nuovi : P . Perooa: S•ériograio o selettore? Sunt i e rassegn e: SANGUE E ORGANI EMOPOIETICI : L. Piek: Cliin.i ca, anrutormia paJtoloigic·a ed :isrtiogenesi del morbo dri Gau•c ber - R. Stephan : Sulla pa,togenesi d'ell'anemia perniaiooa. - ARTICOLAZIONI : SteindJer: La, siinoviectom.ia con aspo:ritaziO'Ile dei ouecin etti .aidipoei del ginocchtio. - I. Segovia : Contributo aN'istopa..tologda, e pato1?P.n1esi d~i corpi liberi articol ari.

Cenni bibliografici·. Accademie, s ocietà mediche, Congressi : Società Lombal'ld:l. di Scionie M€1diche e Biologiohe. Milano. cieLà Mediiic o -Chirurgica, di Pavia.

So-

Appunti per il medico 9ratico :

OASISTICA E TERAPIA:

Dia,.

grlo.si e prognosi delle ·m aJa,ttie ren~li. - L'i·nifezione l'enale da. ri,g urgito veeciical e. - La necro& del rene. ·- Segni e tr.at.t amento d1ella p ie!l.on.efrite nell'infan?Jia. - La. .nefrectO!lllia uella tubel'IOOloei r enale. - L 'azio ne di•ttret.'iica ·del bitairt.rato dti. potaesio. - Oorutri'buto aJ.la teraJpia delù'initoSSlicazione da ·merc.iurio. - Nella cistite ~e;uta. NOTE DI MEDICI NA SCIENTIFICA: Suhl.'•etiologia d€1l IDOiI"billo. - IGIENE : La produzione e il -commercio del lrutite uima.n-0. - POSTA DEGLI ABBONATI· - VARIA : Insegnia.anen,t o .olinioo ed eserreizi.o pr-0fe.'38ion a,le. Politica sani·taria e giurisprudenza : G. Selv.aig.gi : :m. di6egno di .legge J>er la protezione ed assistJelllZa della .materni tà e dell'i.•n faruzi.a. Nella vita professionale' : Or<Yn·aca del movimenrto profession·ale. - M·e d.icin.a eooia,le. - •Oon·C-Orélli· - Nomi•n e , promozi.oILi ed O!Iloo:'ifì·cenze.

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LA V0R I ORIGINALI. SEZ.

G. B. MORGAGNT IN diretta dal prof. SANTE SOLI ERJ.

CHIR. DELL'OSPEDALE

FORLÌ

Sintonia patologica · dell'addome destro. (Appendicite, ulcera piloro-duo1enale, colec:stlte) (*) per il prof.

SANTE

SOLIERI.

In una mia pubblicazione comparsa nel 1912 (1) ho studiato il dolore e-pigastrico di origine appendicitica. In base alle osservazioni degli infermi ed ai fenomeni di r eazione gastrica (dolore, piloro-spasmo, vomito) che si manifestano durante l'appe·n dicectorriia praticata in anestesia spinale e .p reci samente d urante le man ovre che ~i fanno sull'angolo ileo-c.ecale e all'atto della costrizione e sezione del mesenteriolo, io dimostrai che la dispepsi a gastrica iperacida, la quale su ol e osservarsi nel d ecorso cli una appendicite, puo essere interpretata come una turba delle funz·i on i secretrice, motrice e vasomoirice dello stomaco. Turba, .che, aven do come manifestazione soggettiva il dolore e,pigastrico, è provocata per 1

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( · ) Co1r1unicazione fatta all'adu11a nza della Società medico-chirurgica della Romagna i l 28 giu~ gno 1925 in Faenza.

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azione rjfl.essa dal nervo vago, branca efferente di . un arco diastaltico, di cui rami effere11ti sono 1 n ervi ap1p1endicolari irritati .dalla flogosi del verme. Non . ripeto qui la descri zione delle vie ner,rose simpatiche, gangliari, mid ollari, ·p er cul la fenomenologia gastrica appendicitica può esplicarsi, .chè jn quel mio lavoro è fatta a1r1piamen'te. Può essere così sintetizzata: 1) 1plesso di .Auerbach e Meisner dell' aippendice; 2) nervi d el plesso mesenterico su1 p eriore che, seguendo l'arteria a1ppendicolare nell'angolo ileo, cecale, vanno a ll'appendice; 3) ga11glio celiaco; 4) sirr1patico toracico. 5) n1idollo spinale dorsale. 6) i1ervo vago ( · ). ( · ) Ho veduto corregg·ersi dopo l ' appendicectomia due sinaromi .caratteristiche dipendenti da irritazione vago-simpatica. In un appendicitico cro11ico v1 era bradicardia con fasi ricorrenti di aritmia. Dopo l'appendicectomia qu esti fenomeni scom1parvero e n on si sono 1più rinnovati. ! 11 una donna appendicitica cinquanter111e si erano stabiliti accessi di asma bronchiale assai gravi. Appenclicectomizzata, la donna si liberò dall' ac:;ma nell'ambito di tre m esi, n è più vi è andata soggetta.


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IL POLICLINICO

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Risultò sino da allora la importanza crupitale dell'elemento nervoso nella determinazione della :Sofferenza gastrica appendiciti ca. In un secondo lavoro del 1913 (2) illustrai una osservazione clini ca, la quale aveva assunto 11 valore di un vero esperimento. Una infermità gastrica, datante da anni e caratterizzata ·da ipercloridria intensa e .d a spasmo pilori co, per nul1a era migliorata da u11a gastroenterostomia, m entre poi era guarita rapidamente e comp l etamente dopo che il ,paziente fu a.p pendicectomizzato al se .. guito della esplosione di una peritonite cir coscritta. appefidjcitica. I fenomeni di gastropatia erano stati imponenti ed esclusivi di fronte al più assoluto silenzio dei sintomi appendicitici. RitP.nni allora lecito concluder e che in !p resenza di un inf.ermo con sofferenze gastriche croniche a substrato ipercloridrico ribelli ad ogni cura medica, debba l'attenzione del curante essere rivolta sull'appendice nell'intento di indagare se una flogosi cronica di questo organ o non stia a mantenere l'ostinata gastro1patia. Queste mie pubbli.c'azioni non recentti vengono adesso in onore p.d opera di chirurgi (3) e di radiologi (4) . Debbo tuttavia ricordare che sin dall'epoca in cui io scr issi .quelle memorie il Moynihan aveva insistito suJla coinci·denza e s ul rappoTto fra ap1p endicite, gastropatia dolorosa ed ulcera pilorica e duodenale. L'argomento fu trattato in seguito da Walther, Montais, Rastouil, Jalaguier, Longuet, Siredey, S.o ltau, F enwich, PaterROil e Roux (5) . Riprendo do1p o circa 12 anni a parlare di questa materia, 1p oichè la osservazione clinica, suf1

fra.gata dalla b'lOP'S~a, di po·co meno che 2000 appendicitici mi ha dato la opportunità di appro-

fondire e di estendere la conoscen za d.ell'aTgomento col rilievo che bene spesso ancl1e la colecistj !Partecipa alla ·Complessa sindrome addominale. La coincidenza assai frequente di manifestazione morbosa frn. aippendicite, ulcera peptjca (~ilorica o duodenale) e colecistite soglio chi:1· mare Sintonia patologica dell' addome destro. Lo studio assiduo degli appendicitici, dei gastropazienti, degli ulcerosi piloro-duodenali, dei colecistitici mi ha in·dotto nella convinzione clie tale coincidenza non può considerarsi fortuita, ma legata da un nesso patogenetico, non d el tutto o. ciLro alla luce delle publ>licazioni mie citate.

Oggi Ja osservazione clinica si gio,,a enormemente (iell=-i indagine radiologica; ringrazio il prof. Pal1nieri, che mi ha coadiuvato a delucidare casi, i quali, dubbi all'i nizio dell'indagine, riuscirono poi assoluta.mente dimostrativi.

[ANNO

XXXII,

FA-~.

32]

Occupiamoci 1p rima della relazione fra aippendicite e gastropatia a substrato iperaci do. Suole la gastropatia appendicitica presentar si sotto questi tre tipi: 1) soffer enza gastrica a tipo iJperacido sem1plic.e (iperclori·d ria, gastrosuccoJ:rea); 2) sofferenza gastri ca così grave da far sosp ettare ulcera ip€!J)tica pilorica o duodenale (spasmo pilorico iper.crino, morbo di Reickmann); 3) ulcer a peptica pilorica' o duodenale conclamata. In un certo numero di casi la sintomatoloO'ia ':::> gastrica si manifesta contemporaneamente alla sintomatologia ~pendicitica . In altri invece la sintomatologia appen·d icitica si manifesta clinicamente solo molto tardi, quando la sindrome gastro-duodenale è già indivirtualizzata. In altri casi infine la sintomatologia gastroduodenale è chiara ed imponente. Fino a pochi anni addietro la diagnosi clinic:t completa era in tali circostanze assai diffinile, specialmente allor.chè la sintomatologia gastrica prevaleva, mentre quella app·endicitica era lieve, tardiva o del tutto obsoleta. Ora la ricerca !'adiologica, guidata dal clinico in .b ase alla conoscenza del rapporto frequente fra appendicite e gastropatia, ha potuto rn:.ett.er e in evidenza l esioni gravi appendicolari :

in infermi con gastropatia iper acida così imponente da far sosipettare al clinico la presenza di ulcera p·eptica, che invece non esi c;te; b) in inf ermj con ulcera pilorica o duodenale, nei quali ancora la manifestazione clini ca delle lesioni aippendicitiche non si era avuta; e) in infermi in cui la ulcera peptica ,p ilorica o duodenale era conclamata, ma anche la esist€nza di ap1pendicite era clinicamente ammissibile. Le osservazioni di questo genere, il cui numero è assai grande nella mia pratica, stabiliscono il fatto di coincidenza, ma non sarebbero sufficienti a stabilire il nesso patogenetico fra le d ue infermità se non si potesse: 1) spiegare com e tale nesso fisiopatologicamente possa esistere; 2) dimostrar e che, eliminata l'aa:>ll)endice inalata, anche la soffer.e nza gastro-duodenale può venire corr etta. In r el azione al 10 punto richiamo le conclusi~ni del mio lavoro sul dolore epigastrico nell'appendicite. Il riflesso nervoso aippendico-gastrico da me scoperto e da tutti controllabile durante le manovre che si fanno sull'appendice e sul suo lOe· senteriolo all'angolo ileo-cecale durante l 'appendicectomia in rachianestesia, se è sufficiente per a)


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sipiegare la gastroipatia iperacida degli appendicitici, lo è anche per elucidare la patog€nesi. dell 'ulcera pilorica o duodenale concomitante l'ruppendicite, poichè a base dell'ulcera .p eptica sta senza ·dubbio una . turba vaso-motrice e secretrice alle dipendenze del simp·a tico e del vago. Anche Moynihan e Mayo l1anno constatato al. momento dell'operazion e di appendicectomia sipasmo riflesso del 1p iloro sino a provocare stasi gastrica ed ipersecrezione continua di succo gastrico. Torna qui acconcio ricordare come già da anni lo Scl1iassi (6-7) abbia sostenuto che un elemento nervoso ed in i51Pecie nevrosico domini la patogenesi dell'ulcera duodenale e come la operazione da lui proposta a cura dell'ulcera duodenale sia basata sulla sezione dell'apparecchio nervoso che governa il duodeno. Ora la difrferenza sta in questo tra la concezione dello Schiassi e la mia che per la 1prima lo stimolo eccitatore della viziata azione riflessa che si scarica sul duodeno partire.bbe dal sistema i1€rvoso centrale, per la seconda, cioè per la mia, lo stimolo parte dal1'aippedice malata. Ed an cora voglio iichiamare una constatazione fatta dal Busi (8) all' esa1ne radiologico e cioè che l'arrivo di boli di pasto opa~o attraverso il piloro nel duod.e no determina cont1·azione i1ell'ultin1a ansa del tenue ed emissione d1 !sci da esso nel cieco attraverso la valvola ùi \iarolio. E da questa osservazione comprovata la ?sis!enza dell'arco diastaltico sintonizzante la funzione 1notoria .p iloro-duodenale con quella ileocecale. In relazione al 20 punto dichiaro di aver veduto l'appendicectomia guarire co1npletamen te ~

e sta bilmente: a) infermi con gastropatia iperacida sem plice; b) infermi con gastr 01patia ip:eracida grave 1

(vero m orbo di Reikmann); e) infermi con ulcera peptica pilorica o duoden51le. Esempi tipici ebbero il controllo dei miei assistenti di medici locali, e di radiologi. ' A questo 1punto tuttava mi preme mettere in chiar o, per non essere frainte so, che non intendo con quanto ho esposto affermare che di tutte le forme di malattia gastrica a fondo iperacido e della ulcer a pilori-ca e duodenale in ispecie sia elemento patogenetico costante l'appendi cite e rhe i1emrr1eno voglio elevare l'appendicectomia a metodo di cura dell'ulcera peptica. Enuncio fatti che sono basati sulla osservazione; generalizzare non si può e non si deve. Debbo anzi dicl1iarare che in un certo numero cli casi l'a1ppendicectomia n on modificò il cor so di un'ulcera p-ilorica o duodenale già avanzata e che la colecistite una volta individualizzata se•

gu e, nonostante l' appendicectomia, quasi serr1pre il suo corso, financo a richiedere l'intervento chj• rnrgico. ,Occorre apiprofondire lo stu.dio sistematico degli appendicitici e degli ulcerosi coi m ezzi clinici e radiologici per vedere con quale fr equenza € çon quali modalità .si avveri la coincidenza e la relazion.e fra le due malattie. Formulo io st€sso le obbiezioni che più facilmente si presentano alla mente. ,c ome si spiega . che non tutti gli appendicitici so110 ga.stro1pazienti iperacidi dal minore al maggiore grado ed inver, samente che non tutti gli ulcer osi sono appendicitici? Si p uò riSipondere che 1p er ora veramente non tutti i rnedici o clinici si sono inter€ssati di studiare sistematicamente .questi rapporti e che alla determinazione di una sindrome m orbosa non presiede quasi m ai una . sola causa ma un com11Iesso ·di concause, di cui a1cune originano dal m0ndo esterno, ma altre invece da condizioni particolari organiche e funzionali attinenti al soggetto m alato e che spesso cause m olto dis1p arate p.o ssono condurre ad una manifestazione rnorbosa comune. Non si spiegherebbe altrimenti come tutti gli etilisti non siano cirrotici, come gli arteriosclerotici possano essere tali per cause molto diverse e n on tutti finiscano apo:p lettici, corne anche Si vedano [Persone delirare 1per 1e più dissimili circostanze etiologiche e patogenet~che .

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P uò sembrare anche difficile e quasi pa:cadossa.le ammettere la possibilità ·d i guarigione di un'ulcera duortenale ormai stabilita col semplice mezzo della aippendicectom ia. Alla obbiezione, grave solo in apparen za, p uò op1porsi che l'ulcera gu arisce talora anche sen za intervento clii• rurgico d1retto sullo $tomaco e sul duodeno, e che non è quindi .c osa strana il ritenere che l'ulcera possa cicatrizzare durante il rigore dietetico di un trattamento postop eratorio, dopo 'ttna operaziorle che ha eliminato il {attorte patogenetico e • che possa poi restare definitivamente guarita apJ>?lnto perchè tale fattore patogenetico è stato rirriosso.

E passiamo al rapporto fra appendicite e cole· cistite. L' esa1ne sistematico degli aippendicitiri mi con cede di enuncia.re questi fatti: 1) in molti individui cl1iaramente appendicitici si è constatato la esisten za di dolore sia spontaneo che provocato alla r egione colecistica; 2) in soggetti a,p pen·dicitici il radiologo denunciava, insieme ad anormalità dell'aip1pendice, il reperto di aderenze p ericistico-duoden ali. In alcuni casi la biopsia ha potuto confermare la pericolecistite; 3) l'intervento chirurgico 11a conferm ato la esistenza contemporanea di aippen.d icite e di col€-


1112

I

IL POLICLlNICO

cistite jn infern1i con manifesta si11tornatolegia delle due infermità; , 4) in pazienti, operati p er · ap1pendicite co 11 bioip sia del tutto probativa, è r esiduata 0 comparsa a breve scadenza la sintomatologia di una colecistite ]ndividualizzata. Alcuni soggettl. 01perati in seco11do tempo mostrarono colecistite, talora calcolosa, con pericistite e periduodenite, t111 com1Plesso di lesioni anatomo-patologiche ·di data 110n recente; 5) in alcuni casi la sintomatologia dell'adclome destro è stata cos] corr1plessa da far 50 sip,ettare ad un te.mpo , la esistenza ·di appendicite, di ulcera duodenale e di colecistite. Personalmente non ho avuto la opportunità di controllare a m ezzo della biopsia o della noecrosco1Pia questo r eperto ~linico. Ognuno comprende come no11 sia fac]l e sottoporre pazienti ad un intervento ro 3ì 1p esante. E tuttavia recente la relazione della malattia, cl1e condusse a morte il ,p rimo ·P residente della Repubblica tedesca . Decesso in seguito a peritonite appen·dicitica, all'autopsia si constatò colecistite calcolosa, di cui il .Presidente soffriva tla anni, ed ulc<?ra pilori·ca. , Recentemente ·R avina e Ronneaux (9) hanno comunicato la osservazione di una donna nella quale radiologicamente avevano potuto constata, re a1Ppendicite e colecistite calcolosa insieme ad un restringimento spasmodico così accentua ~o del ,duodeno da far sospettare la esistenza anche di ulcera duodenale. .i\.ll'operazion e si risconfrò ap1p endicite cro11ica e colecistite con un calcolo incuneato nel cistico, ma non ulcera duodenale. Non p11ò sfuggire ad alcuno la importanza di questa os·servazion€ in rrup~orto alla tesi da noi sostenuta. Luger, Lu·drin e Schlesinger hanno osservato ra·diologicame11te fenomeni di spasmo a carico dello stomaco durante l'attacco colecistitic J. Wes~phal n el 1923 potè constatare 1 d urante la colica biliare alterazioni della motilità delJ o stomaco, cioè aumento di peristalsi, :spasmo dell 'antro e del col)po del viscere in alcuni casi, opp·u re rilasciamento comJJleto della 1p arete in altri. Secondo 1 A. la ~ausa ·di ciò sarebbe da ricercarsi in un eccitamento n ervoso del vago nel 10 caso, del sirr1patico n el 20. Ancl1e in riguardo alla colecistite concomitante l'ap1p endi-cite vi son o elementi basati sull'anatomia e ·sulla fisiologia .p er ammettere che più che una coincidenza di fatti si debba trattare di una r elazione patogenetica. I n ervi della vescicl1€tta biliare ema11ano dal 1plesso solare e for1nano dei plessi annessi all'apparecchio muscolare della colecisti, che hanno una certa analogia col plesso in .i \uer,b ach del1

[ ..\NNU XX~il, FA~C.

3t j

l ' in t csti110. I plessi 1presenta110, ai punti di intersecazion e dei filetti nervosi, gangli microscopici forma ti da 2-5 cellule. .1Chiray. e. Pav.el (10) ih base a recenti st11di sper1rr1ental1 r1te11gono che il vago sia il nervo eccitomotore della vescichetta biliare, il quale ao'irebbe indirettamente ip er l'intermediario dei g~ngli auto-motori. Lo svuotamento della vescichetta biliare avviene sotto l'influenza delle onde 1peristalti che duodenali (Ha;rer, Hargis, van Metter) 0 ~ell'ap ertura dello sfintere d'Oddi (\Vti.nkelstein, Aschn er). Ora, se i1oi richiamiamo alla mente la infl11 enia cl1e esplica a distanza, a m ezzo dell'arco nervoso riflesso vago-sirnpatico da m e studiato, l'appendice malata sul piloro e sul duodeno, se richiamiamo le osservazioni ·d el Busi e di Ravina e Ronneaux, non sarà difficile intuire quale turba i1el giuoco nervoso interdipendente del duode110 e della colecisti possa derivarne. Turbamento che ha con ogni 1p robabilità per effetto un viziato deflusso ed un ristagno della bile nella colecisti colle conseguenze facili di inquinamento bacterJ ro, di alterazione del contenuto e di flogosi della parete. Tale rp.eccanism,o invero pii1 ·chiaro aippare in base alla conGezi9ne che io ho ,dalla fisiologia della vescichetta biliare. Questa non deve, io credo, essere intesa com e un ser·b atoio destinato a raccogliere la bile da riversarsi IPOi al momento opportuno nel duodeno od a concentrare e modifi care que$ta, come alcuni autori pretendono. ma co1ue. una c:i. vità, un lago atto a ricevere, invere del coledoco, l'onda di rimbalzo intermittentP-, che si deter1uina ·1ungo la ' 'ia .secretrice principale sot. . to le brusche contrazioni dello sfintere di Oddi. Il colèdoco per il suo calibro, per lo spessore delle pareti, e la relativamente esigua elasticità di esse, è ipoco ..-adatto a ricevere tale onda di rirr1bal.zo, che si trasrrretterebbe con danno sulle vie alte, cioè sui dotti epatici e sulla. rete capillare in traeipatica. Per tale meccanismo di pulsione JlUÒ ancl1e s1piegarsi come, dopo la oolecistectomia, si formi talvolta un rudimento di ·colecisti nuov.a dal moncone di dotto cistico residuato e come nei primi tempi i colecistectomizzati provino talora sofferenze al m omento della digestione o coliche epatiche abortive, che IPOi in seguitn si 1dileguar10 per non più comparire. Swect ha messo in rilievo che lungo i condotti intraed extrae,patici s0no disposti dei piccoli sacculi (molto numero si negli animali sprovvisti di cist!!elleoJ i quali aumentano di numero e di volume n egli Ojperati di colecistectomia. Avrebbe dunque la colecisti, se il .p aragone è concesso, la stessa funzion e di un lago serbatoio dell e acque 1


[.L\NNO XXXII. F A$C. 32)

, SEZIONE

risalenti un porto-canale durante una tempesta o l'alta marea. ,s i richiami pure sotto questo punto di vi·s ta, la disposizione .dell'ultimo tratto del cistico, il quale è parallelo a1 decorso del coled oco stesso. Così intese le azjoni riflesse rnotorie, vasorr10trici e secretrici, le quali, per la irritazione fJogistica dei n ervi ap1p endicolari, :si determinano, intermediari il plesso solare e il vago, nell'ambito del piloro, ·del duode110 e secondariamente della colecisti, resta giustific ato in d eterminati casi il concetto di una sintonia patologi ca deli· addoTf'.,e d estro. IJa quale troYa suffragio dall'osse.rvazio·n e clinica, da quella radiologica, dall'an3tomia, dalla fisio logia e dalla fis iopatologia . BIBLIOGRAFI..\. ll ) SOLJEHI s. ueù er den eplgastrtschen Schmerz bei .4ppendicitis. Mitteilungen aus den Grenz.

der Med. und Chir. , Ba11d 2.5, 1912; Revue de Chirurgie, 33ò Ann. , n. 4, 1913. (2) SoLIEHI S. Sti la gastropatia iperar:ida di origine appendicola1~e. RiYista osipedaliera, n. 10,_ 1913. ~1itteilungen a us d en Grenz. doer lVled. und. Chir., Band 26, Heft 5, 1913. :3) fORR ACA. L "ipPralgesia cuta1iea in alcune affe. zioni d egli organi addominaii. ..\n11ali ital. di Chirurgia, anno IV, 1925, f asc. 3. (4J l'AL\!IERI G. G. Di alc·u ne sind.rnrn1 radiolo91clie d ell'addo rne d estro. Comunicaz. fatta alla Società medico-cl1irurgica di Bol ogna, , 13 fel)-

braio 1925. (5) Ror_rx I . c. P aris médical , n. 49, 7 dice1nb.re 1918. Vedi ivi la letteratura. (6) SCH l ASSI B . Diagnostica. d:ell'ulcera duod enale.

Arch. Atti della Soc. italiana di Chirurgia, 1911. (7) ID. Quale è ora il mig liore trattamento d ell'ulcera del duodeno? Il m edico italia110 a ll 'e'::>ter o, anno 11, n . 1, Milano. . (8) BUSI A. L ' esplorrazione radiol ogica d ella f ossa ileo-cecaie. Giornale di Clin. m edica, fasci coio X-XI, 1920. Seconda riunione dei radiologi emiliani, 29 novembre 1920. (9) R AVINA et RONNEAlJX. caicul du cystique; appendicit.e cronique; trou:bles f ortc tionnels réfle xes du, duodenum. Société franç . d 'électr . et de radiologie, Séance 28 avril 1925. (10) CHLRAY e PAVEL. Phy .siol ogie de la ves·i cule bil i are. Presse m éd., n. 43, 1925.

Dott. Prof. CUIDO MENDEi l>ocen19 d1 Patologia Medica nella R. Università dJ lto!;l.tt. Direttore del Sanatorio della C.R.I. e Cesare Battisti .t

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1113

OSSERVAZIONI CLINICHE. DJVISIONE CHIRURGICA DELL' OSPEDALE DI (ìHOSSETU diretta da l d·Ott. .p rof. o. CIGNOZZI.

Lesioni cutanee predisponenti all'innesto del sifiloma. Dott. prof. ORESTE CIGNOZZI doce11te di P atologia speciale chirurgica,· di Clinica chirurgica e m edicina operatoria, chirurgo prim;:i.rio, direttor e delle Sale celtiche.

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L:he ogni via ap erta cutanea n ella sfera geuitale, ma a n che in altre p a r tj del corpo rnl1cose e d ella 1p elle rappresenti la strada d'ingresso dello spir ocheta è un assiom a scientifico che Ja pato.. logia e la clinica 11anno oramai sanzionato di fronte alle malattj e infettive e contaigiose : in tnodo ch e oggi questo .p unto del proib lema dell'inne. sto d'infezioni ad in gre.sso locale con relative Inani festazioni iniziali nel -cam·p o della sift1~de si può ùire oramai confermato e dimostrato. Ìl caso ch e riferisco si cliscosta .dalle comu11i osservazioni d'infezion e sifilitica post coiturri, p er tal une 1p eaul i arità di co111plicazioni ch e banno preceduto l 'insoPgere di 3 sifilomi dei genitali, di ct1i duCl sulla cute dell'asta ed uno s1i1la pelle clello scroto com e m ostra l'annessa fotog-rafia. 'si tratta Cl1pp unto cli mettere in evidenza il fa t · to cl1e lesioni violente d ell'asta e dello scroto che segt1irono di una settimana un coito impuro e coillta.g ioso, diedero luogo appunto, dopo 7 giorni, aJl'jnstall a rsi lenta e graduale di una maµif estazione siifìlitica iniziale locale n ei punti in cni oon più ~centu·azione aveYa agito · una lesione da ustioni da benzina. Lo. storia clinica d el malato serYe p it1 di ogni altra illustrazione a delu cidare qu esta fase in fettante a di stanza p er la lue. 11 giovane circa settanta giorni prima d el 1nio esarne aveva avuto contatti sessuali fisiologici con una prostituta di locale pub blico, la quale secondo indagini secondarie ebbe a contagiare • in quell'epoca b en altri 6 individui, cl1e son o sta ti sotto la mia cura quasi conterr11p oraneamente ~ad esso nelle sale ospedaliere. ·Circa 7 giorni dopo questo coito, che è stato 1'u lti1no, a circa 3 m esi di distanza dal precedente, esso si acco-rse di a veTe qu alche pediculumi 1Jubis e per questo p er consiglio di amici ricorse ad abbondanti lavaggi locali con benzina in cui sciolse 2 grammi d 1 st1blimato, che in parte restarono insolut~ Dopo qualch e ora fn a ssalito da violenti dolori a lle borse ed all'asta; si formarono ben presto delle Yescicole ed in 3 p unti i giorni seg11er1ti s i staibilirono dellP escare n ecrotizzanti. 1

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IL POLTCLINICO

Con i1n1pacchi d'acqua sterile egli potè 1nitigar(' la flogosi ·e ridurre le iustioni prodotte ~ tre soi1 .p unti di can cr ena cutanea, cl1e dopo altri 15 giorni si poterono ben d eterger e. Da questo m omento; cioè 30 gior11i dopo i l coito, le 3 piaghe invece di procedere regolarm e11te verso la cicatrizzazione, incominciarono, a detta del paziente, ad allargarsi ed a prendere un aspetto diYerso ed a secernere mag.giore quan-

[ANNO

XXXII, F ASC. 32]

suto in parte di recente cicatrizzato, rotondeg· gianti, inolto dure ed infiltranti, a superficie irregolare, suppuranti, indolenti, a carattere ben netto d1 siftlomi. Le ghiandole linfatiche ingrossate, mostravano a sinistra un pacchetto adeoi• .cte0 ingt1ir10-crurale molto accentuato, come mostra 1a fotografia;. Prirr1a di iniziare la c ura specifica attesi altri venti giorni circa per vedere se comparivano al-

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tità di p us. Dopo alcuni giorni sopra. vvenne u11 edema diffuso dell'asta che lentamen te cr escendo costrinse il malato a ricorrere all 'osped ale. Da questo inome11to notai d elle crostP diffus0 al pube, allo scroto, all'asta, che nasconLleYano in profondità le l esioni cutan ee, che perciò male Si tJC:t-e·vallO apprezzare. Occorsero be11 10 giorni prima di potere delergerP tutto qu esto focolaio genitale ricoperto da eczema, sotto cui potei ben constatare 3 lesio11i ulcerative, due dell'asta ed una dello scroto. Ci si aYYici11n va già al 70(\ giorn o dal coito quando dopo una netta detersione dei tec;snti potei n pp!'ezzart'.) Jneglio i caratteri di questl> tre lesioni ulcerati ,.e. Esse n. Ye\·ano sede su di un tes-

tri fatti che mi potessero 1neglio confermn r·l-.: Id. d iagr1osi, ed infatti attorno ai 90 g iorni 11na ru seo l::i. diffusa all'addome ed alla radice delle coscie mi confermò l' ipotesi diagnostica di sifilorni. Contemporaneamente si ebbero placche mucose alle tonsille ed alle labbra. 1Con intensa cura arseno-bismutica intramuscolare a;>otei in quattro settimane debellare total111ente i fatti locali ed otten ere la guarigione dei 3 sifilomi ed il mi glioram ento sensibile delle condizioni genera li in modo che oggi il giovane, pur proseguendo 11ella cura, si tro·ya guarito dalle c.ue Jcsioni contagiose. Il caso che rif eri se o ha appunto un certo in t e, re 3e da1 punto di yista patogenetico; ipoichè la


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SEZIONE PRATICA

storia clinica ed il deco.rso di queste alterazioni ci d1mostrano alcuni punti importanti fra le cause predispo11enti a contrarre la sifilide. Infatti da questa osservazione si desume come il germe infettante sia rimasto integro nelle manovre di disinfezione praticate dopo 7 giorni con la benzina ed il slllblimato, certo annidato neg!l strati più ,p rofondi della cute; come esso ha ·potuto raggiungere e vegetare alla s uperficie· granulante di 3 soluzioni di continuo· provocate, dopo molti giorni 1dal C·Oito, dalle ustioni da b e11zina, sull'asta e sullo scroto; e com e raggiunte queste tre lesioni si siano formati 3 sifilorni, che con un decorso di tempo normale hanno dato luogo ad infiltrazioni ghiandolari ed alle man ifestazioni secondarie cutanee e mucose (roseola e placcl1e m·ucose). ·Da questi fatti anatomo-clinici si ·desume quar1to pericolose siano spesso tutte quelle rnanovre inconsulte di disin.fezione locale, che talora i profani adottano; e che p er essere pitt radicali e 1p iù efficaci, secondo un'errata concezione, es~i praticano con le funeste conseguenze di lesioni chimico-fisiche dei tessuti dei genitali: le qualJ al contrario sono il campo pre-lisponente all'innesto del stfiloma: in modo che tali pratiche disinfettanti non solo non ovviano. al pericolo dell'infezione; ma invece sono esse che aprono la strada al contagio. ba queste .brevi considerazioni facilmente si deduce com e in tema di profilassi le norme del l 'igi ene sessuale e dell'antisepsi debbono essere intese in 1nodo, cl1e esse vengano praticate con rnezzi e modalità che non offendano affatto i tessuti ed abbiano di mira anzi la massima integrità della cute e delle mucose, per evitare rup1p unto il p ericolo d'innesti quando si vogliano usare metodi e liquidi chimici e fisici che alterano la nutrizione dei tessuti superficiali dei nostri tegumenti: come it raso clinico sopra ri.ferito dirnostra con molta evidenza. 1

Un caso di spo1·otricosi. gommosa. Dott.

GIOVANNI JAJA.

La sporotricosi è ormai una forma morbosa ben nota e definita, quindi l'esposizione del presente caso non sarebbe opportuna, se, come dice lo stes~o De B-eurmann, non fosse n ecessario segnalare i casi osservati nei ,p aesi ove questa micosi n on era stata scoperta ancora ed ove poteva pensarsi che essa no11 esistesse affatto. E 1poichè, per quel che mi risulta, tranne quello osservato nella Provincia di Ben evento e descritto dallo Stanziale, nessun caso è mai stato segnalato n el-

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l'Italia Meri·dionale, ritengo di fare cosa non priv;a di un certo interesse nell'esporre questo che ebbi occasione di oss ~rvare. in Bari n ell' esercizio della mia pratica privata. Storia clinica. -

N. I ., IPfO,p rietario di campa-

gna, di anni 50, ·coniugato, senza prole. Non 1presenta nulla· di notevole nè in v·i a ascendente nè in via collaterale. •Costituzione generale buona; organi interni e sistema n ervoso sa11i. Sofferse il morbillo da bambino 1poi ulceri semplici contagiose ed infine uretrite blenorragica complicatasi con epdi dim.i te sinistra. Non si allontana da Bari dal 1913. L'attuale malattia iniziò · n ell'agosto 1923 cori una piccola tumefazione in 1prossimità della cicatrice ombelicale, dura ed indolente, alla qual e l'infermo non dette peso se non quando la vide aumentare di 'Volume ed infine aprirsi all'esterno con fuoruscita del suo contenuto. A questa prima formazione nodulare ne seguirono ancora num erose altre, che avevano tutte la tendenza ad aprirsi all'esterno. 1P ronunziata diagnosi di go1nme ·sifilitiche, il paziente venne sottaposto a,d una cura antisifilitica, condotta alcune volte con .sali mer~uriali, altre con associazione di arsenobenzoli e mercuriali. Ma durante tutti i cicli di cura le lesioni si mostrarono ostinatamente insensibili ad essi, e, piuttosto che riparare, aumentarono di numero. Tutte le reazioni W·assermann prati.cate, erano state sempre completamente negative. Obiettivarr1ente si n ota che la deTmatosi occupa la zona cutanea compresa .fra il quadrante inferiore di sintst\a, i d t1e quadranti di destra dell'addome e la .regione del fianco destro. Su di essa si notano sei ulcerazioni di ampiezza varia, da quella di una moneta da due centesimi ' a quella di 11no scuido, di forma generalmente tondeggiante, ovalare in qualcuna, .u na delle quali è ricoperta da una crosta rosso-bruna, sollevata sul piano cutaneo, spessa, fortemente aderente e circondata da un alone rosso-vinoso che va degradan,do alla periferia. In quattro di esse i margini sono regolari, tagliati a filo, i·sipessiti, scollati. di colorito vioìaceo, ·di consisrenza molle; il fon(lO è di colorito rosso-viposo, pianeggiante, rivestito qua e là di tessuto grigio-giallastro aderente, a,ppena umettato, quasi verniciato, da un liquame giallo-grigiastro filante e vischioso ed è faicilmente .sanguinante. ·D ue altre invece si discostano da questo tipo, 1p er avere i .margini nettamente frastagliati, quasi affatto scollati, ed il fondo notevolmente anfrattuoso, che presenta quà e là granulazioni tonpi.de. Una settima l esion e è ancora costituita da una tumefazione emisferica, della grandezza di un'avellana, -0on cute sovras1nnte violacea 11el centro, che degrada in rossovivo ed in roseo alla iperiferia, di consistenza n1olle, e lievemente dolente alla pal1pazione. Nella parte più alta della sua -0upola, presenta una c;rostic1na lenticolare gialliccia che, distaccata, scopre un foro di piccole dimensioni, a margini regolari, .aal quale, a moderata 1)ressio11e, fuoriesce liquame giallo grigiastro. ~ella cute delle stesse regioni, si i1otano qua e là nove rilevatezze e1nisferiche, di di1n ensioni varie, da quella di 11 n pisello a quella di una noce, ricoperte da cute i ntC6t':1, tli colorito normale sulle più piccolt, cl: e! <livien-0 rosso-vivo, rosso-vinoso sulle più grosse, e che degrada insensibil1nente alla 1p erife-

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ria; la cute, iperfettamente spostabile e sollevabile su di esse, diviene aderente sulle due rilevatezze più grosse, che presentano colorito più scuro e ram1nollimento notevole nella varte più alta della cu•p ola. Qualcuna è lievemente dolente alla pressione. Nulla si nota alla 1p iù attenta osservazione del resto dell'ambito cutaneo. In , queste condizioni il .p aziente si sottopose al mio git1dizio .

IL POJ.ICT.INICO

Alla prima osservazione il caso mi sembtl'Ò di n otevole interesse. Vi .erano sette u1cerazioni , 4 delle quali, 1per il loro asipetto generale, pel colore dei margini, per i loro bor.di tagliati a filo e scollati, per i caratteri del fondo, ecc., assumevano il particolare aspetto delle gomn1e sifilitiche ulcerate, aspetto che era ricor·dato pe1fettamente anche dai noduli -ricoperti da cute integra. V'era da notare verò c:be l'infermo presentavq, il sistema glandolare in istato .p erfetto, che aveva praticate diverse R. W. a risultato costa11. teme11te negativo, ·qualcuna delle ~uali previP ri at.tivazione, e cl1e la cura antisifilitica i·stituita i1ort aveva prodotto la minima trasformazior1e ·d elle l esioni, mentre durante il .s uo corso altre se ne erano 1prodotte P.d · avevano ulcerato . .1\.1 contrarj o, delle tre rimanenti formazioni nodulari ulcerate, due, 1p er avere i margini nettament~ frastagliati, il fondo notevolmente affrattuoso, con scarse granulazioni torpi·de, ed una terza per aver dato luogo ad un seno fistoloso, ricordavano più da 1piresso una forma tubercolare, il sospetto della quale mi pareva però potersi escludere, te- . nendo •p resenti i limiti di tempo jn cui tante lesi ani erano jnsorte, il rapido evolversi -di esse, il perfetto stato degli organi interni dell'infcrrr10, ed infine i precedenti negativi di esso. Per questo insieme di cose, fin dal jprimo istaute SOl:;1Pettai una forma mièotica, e mi rivolsi quindi alle prove di laboratorio iper ottenere la conferma di questo sospetto. Il reperto positivo dello sporotrichum Beurmanni otteI\uto nelle culture allestite, mi dis11ensa dal parlare più , diffusamente della diagnosi; mi li1niterò ad osservare eh<', an che in qu~sto caso, il so51petto della natura micotica, nacque .p roprio dal diverso comportarsi delle lesioni, che , come si rileva d·a quanto 110 detto, ipresentavano i caratteri di for1ne morbose tanto diverse fra loro. Questo fatto è quasi costante nelle lesioni siporotricosicl1e, che asst11non o spesso il carattere di lesioni idi. natura diversa, cosa che facilmente fa incorrere in errori diagnostici; quasi sempre però, ' 'i è qualch e cosa, o qualche lesione, non perfettamente caratteristi ca delle altre for111e, che induce nel dubbio. Una Yoltu che questo sia so1·to, è facile giungere alla cliagr1osi esatta, data l a serr1p 1icitù dei n1ezzi <li laboratorio occorrenti. P erriò in linea di n1assin1a può dirsi cl1e, p er diagnosticare una c;porot t' i<'O$ i , ba sti sosp etta rln .

Seminai dei : nbt n L Agarglucosato di Sabouraud con prodotto raccolto ùai noduli a st1perficie ancora integra, a mezzo di agopuntura, e li tennj a temperatura di laboratorio, i1on incarpjpucciati. Fra jl -terzo ed il sesto giorno, in tutti i tubf, éJ4>parvero punti biar1co giallastri, parti.colarmente lucenti, spesso raggruppati, ap1piattiti; questi, accresce11dosi, si distesero a gl11sa di sottile rnembrana., mentre su di essi cominciarono subito a notarsi dei 50Lr.hettini ragf;iati; jn breve tempo la parte centrale .divenne più rilevata e più scura, tendente al bruno, mentre i solchi si aip1prof ondirono diventando più irregolari ed intersecandosi· la ' zona ·perjferica invece contjhuò a mantenersi 1p iù chiara e più finemente e regolarmente pieghettata, mentre le pieghe erano tutte ipiù o meno regolarmente orientate verso il centro della colonia. Col passare dei giorni, 1nentre le colonie aumentarono in superfìcie, le zone centrali di vennero sempre più rilevate e di colore tendente al marrone; ed assunsero il class ico aspetto delle circonvoi-uzioni cerebrali. Prova cult1trale. -

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A.1cuni tubi di coltura, serninati col mezzo 1della Colata di pus, mi ipermisero di poter seguire lo sviluppo caratteristico del fungo, applicando il tubo :;tesso al n1icrosco.pio. Prima ancora• che le colonie si ren·dessero visibili sul terreno da coltura ' sulla parete del tubo si cominciarono a notare dei lunghi miceli, sottili, incolori, brillanti, rettilinei, segrnentati in maniera assai ineguale, che comin- · ciarono ad intrecciarsi fra loro. Più tardi si .cominciarono a notare le ramificazioni dei · miceli, • irregolari, impiantate su questi ad an.golo più o meno retto, mentre quà e là cominciava a sco1p rirsi l'inizio della sporoluzione. Le sp ore si mo, stravano di forma e .di grandezza alquanto variabile, generalmente ovoidi, qualche volta g1obose, ed ognl1na di esse era i1npiantata .$ulle ramificazioni secondarie a mezzo di un cortissimo peduncolo, alcune volte isolatamente, rp iù spesso riunite in grup1p i di numero vario. Dai -caratteri macro- e microscopici delle c11lture, ora esposti, che r1producono nei loro dettagli q11elli classici dello sviluppo dello sporotrichu1n Beurmanni, 1potetti concludere che la forma cutanea fosse effettivamente una micosi, e propriamente una sporotricosi dovuta a sporotrichum Beurmanni. .t\ vrei voluto completare le mie indagini con le 1prove della spore-agglutinazione e della fissazione del complemento; ma l'infermo si rifiutò categoricamente a questo mio ·desiderio nonostante 1e mie vive ·p ressioni; avendo egli praticate diverse R. '\V. ogni nuova proposta di estra· zion e di sangu e lo esasperava. ~on tentai neppure di proceder e ad un esam e istologico ; egli Esarrie microscopico del f 1Lngo. -


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SEZ IONE PRATICA

mon domandava cl1e un trattarr1ento, e sollecito·, .Per vedere riparate le piaghe d el su o corpo. Cura. .- Q11es.ta consistè n ella somministrazione di ioduro di potassio, ritenuto, com'è i1oto, il· ·t r atta m ento ·di elezione in questa fbrrr1a morbosa. Esso fu assorbito a dose giorno 1per giorno crescente, e, data la tolleranza ottima del m edicinale, si arrivò ·a somministr arlo fino alla quart- . ·tità di 6 grammi al giorno. Lo.c alrnente le ulcerazio;ni furoB.0 t rattate con applicazioni di. gar za imbevuta di soluzione iodo-i·o durata 1: 100, ed i noduli integr i, ma rammolliti, con 1svuotan1ento a \ mezzo di ago-.puntura, e successiva iniezion e dèl1a stessa soluzione. Questo trattamento locale, iniziato a cura .già inoltrata, a ccelerò notevol... mente l a riparazione delle lesioni; solo qualcun a mo15trò una granulazione esuberante, ma op por~ \tuna rnente trattata, in breve riparò . I nodl1li non· :ancora fluidificati si. arrestarono nel l oro sviluppo, e raipidamente l ' infiltrato venne riassorbito . Tutte le lesioni dettero origin e alle caratteristi,che cicatrici leggermente i.nfossate n el centro a ·cute l eggermente atr ofica, alcune v olte di col orito più chiaro della cute sana, al tre di color ro·seo, liscia sottile e circondata .cta un alon e di 1p igpientazione bruna, discretamente ampio. Ottenuta la ri1parazione la cura venne 1proseguita per parecchio tempo, p er .p revenire possibili recidive 1 -O.elle quali non si ebbe mai accenno. 1

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.coNSl DERAZIONI.

Non è facile stabilire qual e sia stata la porta -O'ingresso del m'ale in questo caso. I .e numerose domande rivolte all' infermo non sono riuscite a 1ar stabilire nulla d i pre·ciso; egli asserisce cate·g oricamente che la lesion e omb elicale sia stata la. ·! Prima a comparire. L ' infermo non r irorda che sia -accaduto. nulla, prima di questo fatto , che 1possa ichiarire il meccanismo d 'infezione; soltanto di-ce -ch e ·di versi mesi prima egli _s i pl1nse con uno spino alla r egione toracica destra; venne fuori .una gocciola di sangue, e 1poi l'infermo n on n otò ipiù nulla in q11el punto, tanto c·h e non sa 1p re,.. cisarlo. Potrà avere importanza questo f~tto s otto iJ l)j)Unto di vista d ell'infezione? Si presenta s11bito alla i1ostra mente ì'idea che 'Per ·quella puntura 10 sporotrichum sia penetrato in quell'organ.i;;mo, e che vi sia rimasto in istato di latenza assoluta, () producen·d o lesioni minime, clinicamente inapprezzabili , fino a 1quando 'Per una causa a noi ignota sia entrato in istato di virulenza e si sia andato a localizzare nelle regioni descritte. La diffusione del 1parassita ·dal punto d 'innesto fino alla pri.m a lesione ~pprezzabile sarebbe avvenuta per via ematica ·o linfatica; in questo caso la puntura de.llo spino andrebbe considerata come

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la lesione iniziale. La man.canza assoluta di lesioni apparenti sul' luo.g o della rpuntura ·dello spino ci vieta di .ritenere deci samente .come esatta questa ipotesi. Potrebbe darsi altresì ·Cl1e l'infezione avesse avuto luogo o per innesto diretto sulla cut e (gr attamento?) ove si notò la prima formazi one nodulare, o ancora .p er via e1nati ca o lir1fatica, ma attraver so il tra mite delle mucosè o .delle vie digerenti. I casi d i s1porotricosi osser vati in Italia fino ad oggi sono scansi: 8 a Ro,m a, da Campana, Curci o, ·carruccio, e Carlucci; 3 a Torino, da Vig11olo-Lutati; 2 a Firenze, uno •da Mibelli, ed uno da D'Agata; 2 a Padova, da ·B reda e Vivaldi; 1 a • Genova , da S1precher ; 1 al1a Maddalena, da Battaglia; 1 a Milano , da Segr·è; 1 a Napoli da Stanziale; 2 ·da Fiorito e Pidone; 1 da Qreste, e forse qualche altro che mi sfugge. Ma, questi casi sono tanto scarsi perchè effettivamente la forma 1norbosa sia rara in Italia, o perchiè manca l'aliitudine di ricercarla? Data l'affinità clinica, alcune volte tanto spiccata, di questa fo,r ma morbosa con altre di diversa natura, si corn1prende corpe 1possano essere facili gli errori diagnostici, che ci con,ducano a farcela ritenere molto 'Più rara di quella che forse è in realtà. Perciò sarebbe necessario ricercare lo sporotricum tutte le volte che ci si trovi di fronte a lesioni ohe possano essere ar questo attribuite, specialmente quando que· ste s i mostrjno poco o nulla sensi·b ili ad altre terapie Sjpecifiche per altre forme. Solo così potrebbe ·g iungersi a stabilire .dati pi1ì certi sulla frequenza della S1porotricosi in Italia. Ho voluto esporre sinteticamente questo caso, e •p erclliè quelli osservati in Italia sono ·p iuttosto scarsi e perchè, per ·quel cbe mi risulta, è l'unico 1 (iel genere osservato nel mezzogiorno d'Italia da • Ben evento in gjù; 15e ne ricava ·qliindi la nozjone che questa forma morbosa è presente anche in questa· regione d'Italia .oy~ s;i suppo~eva che non esi stesse .. Bar1 , marzo 1925. I

Su di un caso di elefantiasi dei genitali e degli a1"ti inferiori secondaria ad infor• tunio del lavoro. NOTA CLINICA

del dott.

·GIACOMO MUCCINT.

L'elefantiasi nella pratica infortunistica è una evenienza rara anzi rarissima, perch è in generale gli infortuni sul lavoro r~petono la loro origine da momenti causali im.p ro-v visi, istantanei e vi·olr.nti, mentre l 'elefantias i è se.ffilPre la conseg uenza ,di stimoli •Che agirono ~er lungo tempo; è una affezione a decorso croni,co, come r.ronica, per cosi •dire,· è la d1.1rata delle cause che la 1p ro· vocarono.


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l L POLlCLl~ICO

Comunque uri avvenimento infortunistico, che pur si ·Compia con la massima celerità, 1pl1ò lasciare delle lesioni che a loro volta ingenereranno l 'elefantiasi. Zanella Giovanni di Francesco fii anni 40, da San Donnino, Piazza al Sercl1io, è coniugato da 13 anni; ebbe 4 figli, uno dei quali rnorto subito dopo la nascita: genitori, un fratello e tre sorelle vi·vi e sani. Perdette una sorella per tubercolosi ge11eralizzata. Visse serr1pre in Europa, non ·contrasse 1rlai '

sifilide nè blenorragia, nè malattie veneree, non conta nella sua .famiglia affezioni nevropatiche; non ebbe mai affezioni a·g li arti inferiori, nè dei genitali. Indivi1d uo di costituzione robusta, a masse muscolari bene svilUJppate, pannicolo adiposo normale, svil®po scheletrico regolare: non presenta tracce traumatiche, nè cicatrici d'altra natura agli arti inferiori. Operaio della Ditta Verraud , m entre il giorno 21-7-1924, attendeva a prendere della legna da una catasta, caddero alcuni 1p.ezzi che lo investirono all'inguine destro e precisamente in corri spondenza della branca destra •del pube. Provò allora vivo dolore alla 1parte, dolore che si irradiava verso il testicolo corrispondente e che lo costrinse a desistere dal lavoro. Notò quasi subito che il prepuzio e lo scroto si gonfiavano; e circa dopo trenta giorni incominciò a tumefarsi •

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anche l 'arto inferiore destro, e più tardi anche l'arto inferiore sinistro. .c\ll'esame odierno si riscontrano infatti il prepuzio e lo scroto enormem ente tumefatti: gonfiati tutti e due gli arti inferiori e la metà inferiore della pelle dell'addome. . La pelle di tutte queste parti è piuttosto paJl1da e rugosa, dura e ispessita. Le dette parti <::ono considerevolmente aumentate di volume. Ecco le misure : Ll111ghez.za del rp repuzio cm. 14. Circonfere;nza alla base cm. 17. Circonferenza in estremità cm. 12. Collo del piede destro cm. 32. Collo del piede sinistro cm. 30. Terzo inferiore della gamba destra cm. 29. Terzo inferiore ·della gamba sinistra cm. 27. Terzo m edio della gamba destra cm. 43. Terzo medio della gamba sinistra cm. 41. Terzo inferiore della coscia destra cm. 52. Terzo inferiore della coscia sinistra cm. 47. Terzo medio della coscia destra cm . 56. Terzo medio della coscia sinistra cm. 50. Terzo su.p eriore 1della coscia destra cm. 57. Terzo SUiperiore della coscia sir1istra c1n. 54. Circonferenza del baicino cm. 96'. • Circonferenza ombelicale cm. 76. Circonferenza dello scroto cm. 34. L'elefantiasi dunque si manifesta come il risultato ·di svariate affezioni, specie cutanee, cl1e hanno fra loro a comune il carattere di ingeneTare delle stasi croniche nel sistema dei vasi linfatici. Così estese SUPIPUrazioni del1e glandule inguinali e successie cicatrici profon(le, cteterminantr ooclusione più o meno completa delle vie linfati'che, 1p rovoca elefantiasi dei genitali e degri arti inferiori. Fra le cause più comuni sono da ricord·a re la linfangite. cronica semplice, la sifilitica, la tubercolosa, la cancerigna e la linfangite da filaria P da erisipela recidivante. Nelle due ultime for1ne l'ostacolo al circolo linfatico si Sfpiega in primo tem1po dall'accumulo nei vasi linfatici dP.gli elementi della filaria, o dagli strepto~occhi della risipola; in secondo tempo dal •p rocesso di linfangite cronica residua. Tuttavia in seguito a numerose ricerche ed in base ad osservazioni sperimentali dai più non si amrnette che la stasi linfatica possa essere lai sola causa della elefantiasi, ma che invece sianonecessari 1per l'imponente ·quadro ·della malattia anche altri elementi che per ora sfuggono alla nostra osservazione, forse il disturbo di circolo· ven oso, o il 1Processo infiammatorio in sè, oppure un distu:rbo trofonevr0tico che agisca, almeno all'i11izio, nella stessa maniera che per l'edema angionevrotico traumatico .

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SEZIONE PBAT!CA

da chiedersi insomma se nella patogenesi di t~le malattia, con siderata o no come esito 1più o meno Jontano di flogosi o di disturbo meccanico o come neoformazione vera e propria, non possa eventualmente concorrere anche un fa ttore trofico, ripeto, .capace di determinare <la princiipio delle semplici ·alterazioni funzionali va5r11110torie, regionali e ,p oi in seguito al ·p rolungarsi di esse, anche delle alterazioni istologiche delle 1pareti dei vasi sia linfatici che venosi con tutta la con comitante co·orte sintomat.ica e anatomica. Fra le cause sono pur ricordate l'ereditarietà, la. razza, l'età, la prediSIPOSizione, ecc. ~el ca$o nostro 1 p erò è al trauma che deve r isalire la responsabilità. È dopo di esso che il quadro elefantiasico si ·è presentato. Ma come ha agito? Ha forse leso la vena femorale detern1inando un arresto di cir colo e sotto e sopra all'ostacolo, lasciando immobile il torrente venoso e cosl il trombo formatosi fino all'altezza della vena iliaca pri1nitiva di 'destra avrebbe determinato 1'arresto anche nella corri51Pondente sinistra. A questo modo si spiega l 'insorgenza e la diffusione dell' edema, .p rima 1nanifestazione dell'elefantiasi. 1) Ma in tal caso deve 1proprio 1Parlarsi di elefan1 iasi? Io ritengo che sì perchè un processo di flebite anche se bilaterale, non interessa quasi mai i genitali, e, in dannata ipotesi , sempre tardivamente e in ·c asi eccezionalissimi. Nel caso nostro invece il prepuzio e lo scroto sono stati i primi ad essere colpiti. Ed è noto come si ipossa avere l'elefantiasi dei genitali, e non degli arti, mentre è noto altre~ì che si ha flebite degli arti e non dei genitali. 2) Francamente il !Processo che data già da sette mesi, non •h a mostrato di arrestarsi , coxne avviene in generale .p er le comuni flebiti, ma invece è andato aggravandosi ogni giorno più, tanto che io rpenso .c·h e la fase finale ·di qup,5to infortu11io sarà l'istituzione di una vera e propria elefantiasi. ~on tenendo conto della pigmentazione -della cute e della ipertrofia del corpo papillare che si riscontrano nelle forme verrucose, le alterazioni principali dell'elefantiasi hanno· sede nel tessuto cellulare sottocutaneo e in sostanza consistono in un enorme aumento del tessuto connettivo. All'inizio del processo, e in alccune forme anche più tardi, come nell'elefantiasi molle, questo tessuto connettivo neoformato è sof·fice; gli interSjpazi sono riempiti di ltquido linfatico, ma nella maggior .p arte dei casi nel !Proseguo ·della malattia il tessuto connettivo diventa sempre più denso e duro, sicchè "in ultimo resta trasformato in una cotenna spessa che al taglio ha l'asp.etto lardaceo. È

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Sovente si riscontra dilatazione delle vene, e specialmente nelle forme di elefantiasi tropi cale~ dilatazione dei vasi linfatici. ' In ultimo restano affetti anche i tessuti profondi: i muscoli e le ossa. Nei muscoli ha luogo una proliferazione del tessuto interstiziale ed atrofia della vera sostan za muscolare; nelle ossa manifestasi neoformazione di sostanza ossea e stracificazioni ostefitiche in forma di esostosir spesso numerosissime e svariate. La pro.gnosi è fausta quoad vitam, ·p erchè l'elefantiasi non ingenera fenomeni pericolosi per l'organismo. .<\I contrario è infausta la prognosi quoad sanationem poich è l'involuzione del tessuto connettivo neoformato è possibile in grado limitato e 'P ei casi cioè che si prestano ad un intervento. chirurgico, come l'elefantiasi dei genitali e in parte anche quella degli arti inferiori mediante la resezione dell'aponeurosi femorale secondo il' processo di Condolèon. L'elefantiasi produce notevoli disturbi di funzione; poichè da una parte per il peso dell'estremità ingrossate, e iper la limitazione della mobilità delle articolazioni nonchiè ,p er l'atrofia secondaria della muscolatura viene reso più difficile agli infermi l'uso degli arti. Castelnuovo Garfagnana, 5 febbraio 1925. ·

APPARECCHI E STRUMENTI NUOVI•. ISTITUTO DI CLINICA MEDICA GENERALE '

DET LA

R.

UNIVERSITÀ DI PADOVA.

Direttore prof. L.

LUCATELLO ..

Seriog1·afo o selettore,. Dott.

PIETRO

(Nota preventiva). PERONA, dirig. del ·Gab.

Radiologico~

Fin dal novembre scorso nel gabinetto racliologir,o della R. Clinica Medica si usa un tipo d:L seriografo da me ideato. Tale apparecchio, in qu esto periodo di tempo;. ha subito var ie modificazioni suggerite a volta a. volta da necessità che si pro51Pettavano durante· l'esame del paziente, e solo da poco ha assunto 11na. forma definitiva. Esso, più che il seriografo· del prof. Busi ricorda il .selettore Béclère, e come· questo può essere usato a malato eretto e supino~ Mediante uno schermo fluorescente unito ~Jl'ap-· parecchio è possibile l 'indagine radioscopica, con la quale si .d etermina inoltre il momento rpi1) propizio per l'esecuzione di un radiogramma. L'11tilità dello s~hermo è doppia, poichè durante il' brevissimo tempo dell'istantanea si rpuò controìlare raidioscqpicamente il radiogramma eseguito; ne consegue da tutto ciò la possibilità di ridu.rt:e: 1


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TT. POLICLINICJ

notevol1n ente il numero dei r adiogrammi. E siccoroe l e filnl!:> irnipiegate sono rli piccolo format•J, è evidente un risparm io non indiffer ente di m:lteriale e di tempo. Inoltre il seriografo è costruito in modo da pe-rmette~e lo studio r adiografico non solo della r egione .piloro-duoden ale, come accade 1p-er ·g li altri tipi, ma di t utta la p or zion e inferiore d ello st.on1aco (talora necessario n elle for1ne neoplastiche iniziali) pur con ser vando lo stesso farmato delle 1pellicole. La sua su perficie è poi così picGola cl1e l'esame pùò esser e iniziato durantl,, 1a i.l1ge5tione del pasto. T/imipii:;g·o di •qu esto a pparecchio 1Prr'esu1ppone ·n aturalmente l'uso del Cooli·dge , col quale è .possibile (tenendo un personale addestrato al tavolo ,di comando) passare r api.da.mente (meno d i un

[ •.\NNO XXXII, FA8:. 3~]

t ien e u110 cl1assis d i cartone d el formato 11 lJPf 18;. in tal rnodo è 1possibile disporre la pellicola rol suo maggior asse, sia orizzontalmente, sia vertiral!i1ente. P erchè l'immagin e possa venire centrata in brevissimo terrrpo p er la raidiografia,. l'ope-ratore si giova degli angoli segnati in nero sul vetro dello schermo ed evi·denti T1eIIa figur~ a nnessa; basta prolungare idealmente le linee parall ele perchè vengan o clielimitati due re.ttangoli corrispondenti rigorosa111ente alle due p osi zio o i sopr&ricordate della pellicola. L 'apparecel1io può venire adattato a dei ·sostegni fissi, come appar e dalla figura, op.pure ad u n comune sosteg110 1Per terapia.

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·Fig. 1.

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secondo' dalla posizione di radioscQpia R quella di istantanea., sen za ·dover ricorr er e al sussidio di connessioni particolari col primario e col trasformatore del Coolid·ge, com e da poco si fa nel nostro gabin etto. Il seriografo ha forma rettangolare (m. 0.30 per m. 0.60, peso kg. 5 circa) .e d è disposto trasversalr,1ente al paziente: esso è costituito da duo pareti tra le quali scorre un piccolo carrello col •porta chassis di alluminio. La parete posteriore è liscia ed aderisce al pazf ente; sul lato sinistro della parete anterio1·e sta uno sch~rmo fluorescente dP.l formato 18 per 18. Il porta cl1assis di alluminio è introdotto nel carrello attraverso ad una fessura praticata a destra fra le due pareti , e durante la rAdiosco1p1.a r esta completamente protetto dalle irradiazioni; volendosi fare un radiogramma, esso viene rapidantente spostato a sinistra dietro lo schermo fluo:escente; portando poi a destra il carrello, lo chassis fuoriesce automaticamente per essere sostituito da u11 altro. Il porta chassis è .cli forma quadrata e con-

Fig. 2. Tfne11do conto dell 'effetto Bucky dato dalJ'1m· piego clel diaframma, l'o,p eratore è protetto dal rivestimento di piombo del seriografo; volendo, si può applicare nella parte inferiore una striscia di go1n1na antix, a maggiore !Protezione del r:t· dialogo. .La semplicità di costruzione, la sua r e1ativa leggPrezza, e la facilità con cui si può adoperare, credo costituiscano la miglior garanzia della sua praticità e del su o funzionamento. Poichè una delle sue funzioni principali è proprjo quella di determinare il momento più propizio per • l'esecuzione di un radiogramma, cr edo che il nome di selettor e sarebbe più ~ppropriato, benchè si debba riconoscere che il nome di seriografo, evit3.ndo dannose confusioni, lo collocherebbe tra il numero degli strumenti eh€ servono allo stèS· so scopo. P adova. 1 nprile 19-25.


I-i\~NO

XXXII:

FASC.

SUNTI E RASSEGNE. SA~OUE .Cli~ica, (L. PICK.

E ORGANI 'EMOPOIETICI.

anat-Omia patologica ed istiogenesi del mo1·bo di Gauche1·. j\,J éd.

Klinik,

1 1~ 1

SEZIONE .PP.AIICA

32]

Il.

41, 44, 45, 49 e 50, 1924).

Il morbo ·di Gau che1· è una malattia rar a , famigliare, essa è con genita o si inizia nella prima infanzia, •h a decorso cronico, lentame11te progressivo che si può 1p rotrarre anche per dei decenni. Viene col.p ita di preferenza il sesso femminile. Clinicamente il sintomo prjncipale è il tun1ore di milza, spesso enorme: alla siplenom egalia si accompagnano una modica epatom egalia e una s,p eciale tinta bruno-terrea dei teo-uo menti nelle regioni esposte alla luce. E costante una lieve anemia, sono frequenti la leucopenia e le manifestazioni emorragiche. An atomo patologicamente la malattia di 1Gaucher è caratteri·?:zata 'da.Ila presenza, prevalentemente nella. miiza, ma anche negli altri organi linfo emopoietici, di speciali cellule grandi, rotonde, poliedriche o fusiformi, spesso provviste di prolungamenti, ricche di protoplasma, omogeneo, jalino nei fPreparati a fresco, di asp etto spongioso o fibrillare nei preparati fissati .e colorati; cellul e contenenti uno o 'Più nuclei eccentrici forniti di . nucleolo e con reticolo cromatinico scarso , e contenenti talvolta nel protoplasma diversi materiali fagocitati. Queste cellule, le cellule di Gaucher, contengono n el protoplasma un a speciu. 1 e sostanza, la sostanza gauchariana : la natura di questa sostanza e l 'isti ogenesi delle cellule stesse sono state molto discusse. Le ricerche sull 'istiogenesi della cellula gaucheriana si basano su criteri morfologici o su criteri fun zionali. Basandosi su criteri m orfologici, alcuni autori ammettono una origin e endoteliale, altri u na origine reticolare di queste cellule. I criteri funzionali si basq.no sulla concezione ·di Aschoff del sistema reticolo endoteliale e su quella più vasta di .A.. schoff-Kiyono del· sistema ~istiocitario . Criter1 biologici funzionali inducono all'identificaz.ione e alla differenzjazione di questo &istema le cui cellule alcune fisse (cellule dei r eticoli e degli endoteli degli organi ematopoietici, dei surreni, cellule di Kupfer del fegato, clasmatociti, elementi avventiziali e p eriav.v entiziali dei vasi) altr e liber e (microfagi migranti isti ocitari, monociti) hanno tutte la pro1prietà di 1partecipare attivamente al ricambio dei 'Pigmenti e dei grassi e di potersi impregnare di alcun e speciali sosta.nze: sosta11ze coloranti o colesterina in condizionj sperimentali, speciali prodotti del ricam1

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bio in condizioni patologiche. Ora la malattia di Gaucher 1è caratterizzata dall'accumulo ·di una speciale sostanza nelle cellule del sistema istiocitario; sembrerebbe ·quin dj inutile di stabilire ·se le cellule gaucheriane derivano dal reticolo oppuTe dagli endoteli di qu~sto sistema. P erò Pick non crede che si possan o utilizzare dei criteri funzionali ,p er la risoluzion e di questioni istiogenetiche : egli r itiene che per tali questioni abbiano valore esclu sivamente i criteri istologici e che a tale riguardo si debbano considerare le cellule reticolari e gli endoteli come due specie indipendenti di cellule. Per la milza e p er le linfogandole è stata definitivamente dimostrata la derivazione ·d elle cellule gau cheriane dagli istociti reticolari; tale derivazione si può ritenere molto probabile anc..he per il midollo osseo. ·P er il fegato ·è dimostrata la derivazione dellP cellule gaucheriane dai clasmatociti della ca;psula del Glisson e dell'avventizia e periavventizia ·delle vene centrali dei lobuli; per la m ilza anche dalle cellule avventiziali e ìp eriavventiziali delle arteriole. Non è invece in alcun modo dimostrata la derivazione endoteliale delle cellule "di Gaucher. La malattia di Gaucher n on si 1p uò dunque considerare nè una malattia 1puramente reticolo en-· doteliale nè una malattia puramente reticolare (perc:l1è .Je cellule di 1Gaucher possono derivare anche dai clasmatociti); essa è una malattia istioritaria, e si distingu e dalle affezioni da accumulo sperimentale nelle cellule istiocitarie di ' animali (colorazioni intravitali, somministrazion e. di colesterina, ecc.) .p er la prevalente 1parteci1pazione ·delle cellule reticolari anche dei clasm atociti e per la non partecipazione degli endoteli. Epstein (Wien klin. woch., n. 48, 1924) propone per .questa e :per analoghe affezioni sistemati.che dell'apparato istiocitario il nome di cc istiocitomatosi » . P er rag·ioni anatomiche, istologiche, istochi1niche ed istio·g enetiche si ·deve riconoscere che la malattia di 1Gaucher è una forma morbosa carat· teristica e ben definita. 1D ifatti le cellule di Gauch er, di istiogenesi reticolar e-clasmatocitaria $Ì riscontrano in alcuni determinati organi nel!~ milza, nel fegato, nelle glandole, nel midollo, nel timo (C. L. ·R usca); le cellule hanno una struttura .specifica e la sostanza in esse conte· nuta non dà alcuna delle r eazioni finora conosciute 1pf"l' i gi'as~i o le sostar1ze simili ai grassi. P erciò .la malattia di Gauoher si deve n ettamente distingu ere da alcune forme morbose analoghe, in cui egualmente avviene entro cellule di organi lin.foemopoietici l' accumulo di speciali sostanze: dalla splenomegalia in casi di lijpemia

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1122

IL POLICLINICO

diabetica e dalla splenoepatomegalia tipo Niemann.

L'iperplasia macrocellulare della milza di1no' strata per primo ·da Schultz in casi di lipemia diabetica, si distingue ·dalla malattia di ·Gaucl"ter per Ja natur a della sostanza accumulata nelle cellule (grassi neutri, l~poidi o fosfatidi); per l'accum·ulo che non avviene sistematicamente nè esclusivamente nelle cellule dell'apparato emolinfopoietico, bensì anche nell'intima 1delle arterie polmo11ari e dell'aorta e nei surreni; per i caratteri dell'istiogenesi che varia 'da caso a caso e che è sicuramente anche endoteliale j11fin e p er la morfologia delle grandi cellule. Nettam ente distinta dalla malattia di Gaucher è la spleno-epato-megalia a cellule li{Poidiche, tipo Niemann . .Si tratta di una ,anomalia congenita famigliare del ricamJbio lipoidico e ~ecialmente fosfatidic o, anomalia che determina poco dopo la nascita forti tumefazjoni della milza e del fegato e cl1e 1Porta ·di solito a morte nei primi anni vita. Talvolta può 1Però persistere in forma protratta fino nell' età adulta. Sono evjde11ti alterazioni macroscopic;he dell1a milza, del fegato, delle linfoglandole, del midol.lo, del timo e ~ ei surreni. L'abnorme sostanza lipoi<lica che circola nel sangue, ·d opo avere esaurito il poter9 rti accumulo del sistema istiocitario, viene assunta anche dai parenchimi specifici (epiteli del fegato e dei reni, cellule del mioeardio). La malattia di •Gauoher è una anomalia costituzional e congenita, famigliare del ri.ca1nbio; essa ~p artienc dunque allo stesso gruppo di anomalie come la splenomegalia di Niemann, l 'al captonuria e la cistinuria. Non si sa $e il ricambio segua mo·dalità del tutto abnormi op·p ure se 'l 'anomalia del ricambio risieda in qualche tappa del ricambio intermedio normale. L'anorr1alia del rica1nbio ha per conseguenza Ja formaz1 one di sostanze abnormi che circolano i1el sangue e determinano la reazione difensiva del sistema istiocita·r io e cl1e vengono inglobate dagli istiociti liberi e da •quelli fissi degli organi emolinfOipOietici. Non si sa se la sostanza Gaµcheriana venga assunta come tale dal sangue, oppure venga f orma t::i entro le cellule stesse ·da altri componenti a ssunti dal . sangue; essa è secondo alcuni una sostanza alb111ninoide, secondo altri uno sfingo gallattoside. A differenza ·d i quanto avviene nel blocco speri1nentale del sistema reticolo endoteliale .p er sostanze coloranti, la .sostanza gauch eriana non blocca le cellule che la assumono, anzi le eccita· ad assumerp senza scelta le più diYerse sostanze: sostanze chimiche, 1pigmr nti , eritrociti o loro frammenti , ecc. L.e cellule gauoheriane diventano onnivor e pe r \

[ ..\NNO

XXXII,

FASC.

32]

cui nei diYersi casi la compos1z1one della sostanza gaucheriana 1p uò essere diversa. • Si sa che in diverse condizioni patologiche il continuato accumulo di lipoidi o di sostanze simili all'albumina negli istiociti, li eccita ad accun1ulare anche pigmenti emoglo·b inici. Perciò anche nella malattia di ·Gaucher dqpo che essa 11a durato 1per qualche tempo si manife5tano le pigmentazioni caratteristiche della cute. L'anemia modica che accompagna la malattia ·di Gaucher di.p ende in parte dalla 1proliferazione delle cellule di •Gauc·her nel .midollo, ciò che danneggia il tessuto ematopoietico, in parte da una aumentata distruzione di eritrociti. Quest'ultima più che con l'eritrofagia è in r~porto con un' autolisi id i eritrociti esclusi dalla circolazione in seguito a distul'bi circolatori determinati dalla 1p roliferazione gaucheriana nella milza. Il 1p igmento emo~lobinico viene assunto dalle cellule gaucherian a e non può perciò venire utilizzato daJ midollo n ella rigenerazione del sangue. Nella in~­ lattia. di Gaucher sono frequenti le manifestazioui emorragiche, esse sono in rapporto con una trombo1penia, dipendente dalla .f agocitosi ·delle rp·i a.strine o da una inibita formazione delle stesse. Esp·erienze personali di Picl{ (Med#z. klinik, nn. 13, 14, 18) sulla malattia di ·Gaucher dei lattanti dimostrano che in essi la formazione delle cellt1le gaucheriane c;i inizia contemporaneamente 11ella milza, nel fegato, nelle glandole e nel m1•dollo osseo. Già in questa età predominano 1però le alt~razioni della milza, in cui la proliferazjone delle cellule gaucheriane può essere 1piè intensa che non nell'adulto ·dopo un decor so di decenni. Costantemente nella milza dei lattanti si può dimostrare la formazione delle cellule gaucheriane oltre che dalJ e cellule del rP.ticolo, ·dai clac;mato~iti avventiziali e periavventiziali di piccole arteriole della 1polpa. I nidi di cellule di Gaucher eh.e si originano ·da queste arteriole conser\rano limiti netti e sono circondati da fibre reticolari cui sor10 a<liacen1 i celJ11le simili ad endoteli. Si tratta di elementi della pol.p a appiatt.iti 1per la -pressione del nido gaucheriano, op1purP. di endoteli di seni cor1:ftnanti compressi; questi reperti non ·dimo5trano dunqne affatto la gen.Psi dei nidi. gauc:heriani dall'endotelio di ~Pni 1p reforrnati. T;1lvolta s1 osservano dei cavernomi dellél, milz~1 nei cui spazi sanguigni sono numerosi gli elementi mielopoietici. 'Gli endoteli dei seni della milza, le cel1 ule epatiche e le cellule stellate di KUIP'fer 1presentan :1 talvolta intensa emosiderosi che può in quP,st1 casi essere presente oppure mancare alle C€llule gaucheriane. I,a 1proliferazione rtelle c.ellule di Gaucher può intere. sa re fortemente il sistema scheletri co; nelle


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f ANNO XXXII,

F ASC.

321

SEZIONE PRATI C.A

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ossa spongiose in forma 1diffu.sa, nelle ossa lunghe ir1 forma di noduli fìtti del canale inidollare: queste lesioni tendono alla trasformazione ftbrosa cicatriziale. tAddensamento più forte della n eoformazione gaucheriana può determinare fratture spo11ta11ee e, n ella colonna vertebrale, fratture di vertebre e formazion e di gibbo; i dischi intervertebrali possono essere ·deformati, essi n on vengono però lesi n ella loro sostan za al contrario di quanto avviene n ella tuberco,l osi. Nel midollo oss~o l~ proliferazion€ gàucheriana 1 può dar luogo ~ Céllule r iunite a fascio, 51Pesso lunghe, fusiforrni, che per tutti gli altri caratteri si devo110 considerar?. cellule di Gaucl1er.

POLLTTZER.

Sulla patogenesi dell'anemia pe1·niciosa. (R . STEPHAN. 1Vlli71<.Ch. m .ed. W och., aprile 1925).

Il quadro m orboso dell'anemia perniciosa offre ancora molti punti oscuri riguardo alla patog€nesi. Sorpassato il concetto di Ehrlich di un'affezione primitiva del midollo, è stata accolta cl::t molte scuole l 'ipotesi di Naegeli, secondo la quale si tratterebbe essenzialmente di un 'autointossicazion~ rr1anifestant.esi colla distruzione dei globuli rossi, con la glossite, e co11 altri ~into rni sp !nali e gastro-intestinali. ~Vla anche questa teoria è stata co·m battuta da vari autori, e la discordanza di vedute si è riverJ-1e-rat.a s11Jla ter apia, tanto che si va dalle cure arsenicali all'estiflPazione della milza; dalle trasfusioni di sangue e dai lavaggi gastrici alla rimozione chirur.g ica del m idollo osseo malato. La critica di tutta questa svariata teraipia porta, !n ultima analisi, a due conclusioni: o il successo è dovuto e.I fatto che il tentativo terapeutico è stato intrapreso nello stadio della remissione sponean ea, la quale si verifica assai di frequente; oppure si dovrà ammettere che la malatti~ di Bierrn er rappresenta un'alterazione del sistema infln itamen te COIJl1Plictao ctella regolazion e endocrina dell'emopoiesi , la quale può venire influenzata del tutto cat1salme11te e ternporaneam€nte dalle minime e ap1p ar entemente insi· gniflcanti azioni di « Schock », partenti dalle varie ip arli dell'organismo. Le lunghe ricerche dell'autore sull'argomento to hanno reso partigiano di tale seconda veduta. Egli ferma la sua attenzione, oltre che c;ui numerosi sintomi fon·d amentali della forma morbosa, sui due seguenti : colorazione bruna della cute, e aumento n otevole della coagulabilità dPl sangue. . 11 .p rimo fatto è considerato dall'autore corr1e ta manifestazione cu tanea di nn latente morbo di

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Addi son, e il secon·do come l'espressione di una au1nentata funzionalità del sistema cellulare reticolo-endoteliale. Ora, siccome anche ·n ella malattia di Addison cor1fermata si. ritrova sem1pre un 'alterazione ane~ mica netta del sangue, si dovrebbe ammettere che in realtà esiste una parentela stretta, cioè una specie di r eci1proco equiUbrio tra funzione surre11a le e regolazj one dell'ematopoiesi. A chiarire tal punto l'autore ha intrapreso le seguenti ricerch€: 1) Analisi clinico-sierologica del morbo di Biet' -

mer, confrontato coll'Addison : La ·d ebolezza muscola r e e l'estrema stancabilità sono pr oprie di ambedue le malattie, con la d ifferenza p erò che l'adinamia dell'anemia perniciosa è indipendente dal qt1adro ematico, poten. aosl avere con un numero bassis5imo di emazie un benessere gener ale assai notevole. Anche l'~pot ensione e l'ipoglicemia, l'aclor1dria l'i1Popepsia son o costanti nell'una e n ell'altra forma, com e pure l e alterazioni nP-rvose centrali e 5pinali. r.,a coinciden za pi1ù spiccata, in ogni mo(lo, è rappresentata dall'a0 inamia con aumento della \ tendenza della cute a pigmentarsi. Azione della surrenalectomia sul quadro ematico dei soggetti non polig lobulici: L'epin€frectomia monolaterale genera, in un ,tempo relativam ente breve, una transitoria · anern ia grave ~p ercromica, ·COI quadro clinico ·del tipico ..<\.ddison. Si deve quindi ritenere che, 1per la riduzione del tessuto ormonale cortjcale si provoca uno scatenamento dell'attività dell'apparato reticolo endoteliale . I.a tran sitorietà di tale quadro m orboso è. dovuta al fatto che la surrenale residuata sup.p lisce rap idamente con la p ropria attività alla d eficie11te secrezi on€. 2)

3) Azione del trapianto di surrenale nella malattia di Bierm'e r: L'innesto endo1periton eale di una ghiandola surrenale esercita un fr en o sull ' attività d ell'~PIPa­ rato reticolo-endoteliale. Tale azione è passegg1er a. ed evidentemente legata alla sopravvivenza del tessuto innestato. L' espressione clinico-sierologica dell'attività ormoni.ca è data dall'impedimento dell'emolisi e dalla diminuzione del contenuto in fermenti del sier o di sangue, coree segno di un bloccaggio del si.sterna reticolo-endoteliale; quindi, da un lato scorn1par sa ·della bilirubinemia e rapido atrme11to del valore globulare, e dall'altro lato n ormalizzaz1011P ctel teilljpo di coagulazione e dimi.nuzione ciel co11tenuto in fermenti . 4) Effetto dell'iniezione di estratti di sostanza


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ff. POLlCLINICG

cort icale di surren e sui sinto111i e sul quadro ematico dell' anemia p erniciosa: Si h a una conferma dei risultati otte11uti coi trapianti, cioè : rawido e transitorio aumento di tutti i segni di distruzione sanguigna, quindi, subito 1poi, ostacolo all' emolisi, 1prolungamento del t e1npo di coagulazione, e diminuzione della bilirubinemia. Ch e si tratti di un'azione ormo11ale specjfica lo si de,d uce dal fatto che qualsiasi altra iniezione €ndomuscolare (adrenalina, corpi proteinici, pre. parati ovarici, ecc.) non ha alcun effetto sull'a11emia perniciosa. I.e con clusioni che si p ossono trarre da quanto ,p recede sono le seguenti: la corteccia surrenale è il 1punto centrale e di partenza dell' anemia 1p ernici csa; la sua i1p ofunzione, la quale verosimil· mente non è rilevabile istologicamente, produce un disturbo sulla correlazione dei sistemi endocrini, e 'rende manifesti tutti quel sintomi ~he caratterizzano la malattia di Addison. Il deficit ormonale della corteccia nel ricambio intermedio porta all 'tperfunzione d ell'apparato reticolo-en·dotelial e e quindi ad un aumento notevol e della distruzione sanguigna, da cui risulta un' a11emia variabile secondo il grado dell'insufficienza "Orticale. Si può con grande verisimiglianza affermare che il principio dell'impedimento della funzione cellulare 1per tale deficit ormonale non si limita 1p ertanto alle sole cellule del sistema reticolo.endoteliale, bensì si estende a tutte le altre· sipecie di cellule. Tali ipotesi patogen€tica può essere adattata a tutte le forme · di anemia perniciosa, compresa quella da .p arassiti intestinali, specie da botriocefalo. 1 Si può infatti pensare che le tossine di tali e lminti agiscano sulla :sostanza corticale del surrene, la cui alterazione r~ppresenterà un corn1ponente costituzionale dominante nell'anemia che si 1produce. I.e applicazioni t erap eutiche di tali vedute i0vranno essere studiate per mezzo di ulteriori n•1 . m er ose oss ervazioni. M. FADERJ.

ARTICOLAZIONI. La sinoviectomia con asportazione dei cuscinetti adiposi del ginocchio. Journal of Aled i cal A.1nerica1i A.ssocia1i on, 3 g enn a io 192.5).

( TETND'LEn .

.... t eintller

!Pubblica un lavor o sulle indic:i zion i del la sin ovi ect omia d el ginocchio n elle artriti croniche. P oichè s ot to il n om e cli artrite cronica, a1 tua1-

[ ..\NNO

XXXII, FASC. 32f

m ente sono compr ese un i1umer o grande di alter azioni della sinoviale, Steindler dice che biso. gna fa re una accu r ata selezione dei casi in cui la sinovi ectomia può €Ssere indicata e può avere buon risultato. .t \d ogni modo tale operazione è indicata solo in certi tipi di artrite cronica ed in certe fasi cliniche della malattia. S e_c ondo l '.t\. la sinoviecto1nia è indicata con 1nolte restrizioni: 1) n elle infezioni molto attenuate in r.ui le

alterazioni anatomo 1patologi cl1e rima11gono inal- · t erat.e, senza subire ulteriori fasi di sviluppo dopo mesi od anni, form e ch e sono carattei·jz. zute da ipertrofia d ella sin oviale, formazione di osteofiti -marginali, atrofia delle cartilagini articolari ed ipertrofia •degli ammassi adiposi delle borse in~rapatellari e soprapatellari ; 2) nel cosidetto lipoma a rboresc-0nte del1 e ar-·

ti colazioni; nélla forma descritta da Hender5on col nome di osteocondromatosi in cui la sinoviale articolare si mostra 1pieghettata e ispessita da gettat.e fibrose la estremità d elle quali subisce u·n processo di trasformazione in carti1agi11e. Non è indicata assolutamente nelle forme tubercolari, anche quando il processo sia tntaln1ente esat1rito p erchè in tali casi si sono sempre avl1ti degli insuc cessi. Ciò che si vuol ottenere dalla sinoviectornia è in du1plice effetto : 1) A11zitutto si tende di ottenere un buon eff€tto meccanico, di rimuovere le pieghe articol::iri interposte e i cuscinetti adiposi ipcrtl'ofici, condizioni queste che favoriscono la contrattura in flessione ed in certj casj la lussazi•)rte.. posteriore della tibia e favoriscono anche il rilascia1nento dei legamenti crociati del gino~ "'bio. In tali casi il fattore 1più importante della j_nabil i t à fisiolo.gica consiste n ella posizione vizio5a 3)

dell' arte. J..,' a.ltra condizi one ch e si v u ole raggiungerP. con la sin ovi~ctomia è quella di una cura cans:tle, di rimuovere cioè la membrana sinovial e colpita dal processo infiammatorio cr onico e allontanare dall 'articolazione la influenza d el 1processo infiammatorio che si oppone alla restituzionP della f11nzi on.e della mO'bilità . L' A. p erò crede che circa i risultatj d ell~ operazioni si .p uò ottenere un soddisfacente risultato s11 due elementi della infermità : cioè per rico11durre l'arto in buone condizioni, capar.e di sopportare il 1p eso Cilel corpo, e di sopprimere il dolore. Cir ca la mobilità de1 ginocchio n on sem p r e si p uò av er e un soddisfacente risu~~ato i 11

tal senso.

• •


[ANNO

'XXXII,

FA5C.

32]

SEZIONE PRAT1CA

Su 300 casi di artrite cronica del ginoccl1io 1nonoarticolare o 1p oliarticolare, 1' .i.\. ha operat, > d; sjnovjectomia solo 18 pazienti con un totale di 20 , ginocchi poich è dl1e malati furono operati bilateralmente. Di questi potè solo seguire iSurcessivamente. e studiare il reiperto anatomico d elle lesio11i articolari in 12 casi. Sulla scorta del1'esarne clinico e delle osseryazioni istolo~iche egli divide .questi dodici casi in 3 gruppi: In un 1p rimo gruppo (gruppo da cause traumatiche) l 'artrite cron1ca de1 ginocchio si era svilu ppata jn seguito ad un trauma con svil up1po di una sinovite ad attacchi subacl1ti ir1tercorren ti. ..c\ll'operazione il reperto macroscnpico m ostrò n ei sei casi oiperati ispessimento dei cuscinetti adiposi sottopatellari, ipertrofia della sinoviale; calcificazione delle frangie sinoviali nell'articolazione; condizioni queste che costit.ui,rano un ostacolo al buon giuoco articolare, favorjvano la tendenza alla flessione ·del ginocchio e mantenevano il dolore. articolare. Dei sei casi due sono ancora sotto osservazione; gli altri 4 casi. diedero buoni risultati sia 1p er ciò che riguarda la capacità al carico dell'arto, la scomparsa d el dolore e il ritor.no della mobilità che fu compl eta in 3 casi. 1)

1

2) In un ·secondo gruppo l'autore rarro.g lie tre casi che comprendono tre interventi 1n cui

l 'esame istologico dimostrò i segni di llna infiammazione antica senza segni di attacchi infia1nmatori recenti. Di questi tre casi in due si ebbero buoni risultati cir ca la funzionalità c:tatica e la scom1Pal\sa del dolore, ma la fu nzionalità articolare fu scarsa. · 3) In un terzo gru ppo l' .A.. raccoglie 4 casi in cui l'esame istologico dimostrò i segni di 11na infiammazione cronica con esacerbazione acuta o s11bacuta. l rL questi casi Si ebbero buoni ri·s u ltati a11cll e per la funzionalità statica dell'arto e 1per il dolore, ma i risultati circa la mobilità articolare furono molto scarsi e tranne in uno ln c11i sl guadagnò qualche cosa, negli altri tre casi la · 1nobjlità rimase com e prima dell'operazione. Riassumendo l' A. djce che nei quattordici ca-si operati solo in 2 si ebbe un buon successo dal lato della mobilità articolar e d el ginocchi o ')io è solo nel 14 %, e am·b edue in casi di artrite cronica postraumatica. Negli altri casi, n ei p r ocessi infiammatori qronici e specialmente in quelli con esacerbazioni rece11ti i risultati sono molto scarsi per quanto riguarda il ritorno della mobilità articolare, r:~9. sono buoni contro il dolore articolare, per la statica dell'arto e per la capacità al carico 1

VIOLA ro.

1125

Cont1·ibuto all'istopatologia e patogenesi dei co1·pi libe1·i a1·ticolari. (I. SEGOYIA. 11rch. de M ed.' Cir. y Espec., vol. XIX, n. 7) . . L' .l\. ricorda brevemente le teorie fondame11tali Pmesse p er Sfpiegare la. patogenesi dei corpi liberi articolari. Quella di Konig per la quale il di stacco a vverrel;>be per un processo di osteocondrit2 d is-· secante. Quella di Bartl1 che vuole essere il trauma il fattore unico nella 1produzì9ne ·della lesion.e. · Accanto a questo vengono citati i lavori di Kappis, che attribuisce importanza al fatto che i cor pi liberi si trovano 1prevalenten1ente nelle art icolazioni a ttpo id i troclea, i lavori di ·L udloff sull'irrorazione della zona esterna del condilo mediale, per parte del ramo mediale ·dell'a. genicolare media che sarebbe un'arteria terminale e cl1e passando al davanti ctel legamento crociato posterjore, potrebbe, essendo com.p ressa da questo, e pro·vocare dei disturbi di nutri.zjone ·dell'osc;o. E in fine le esperienze .di Axhausen con 1p unture elettrolitiche endoarticolari che sarebbero seguite dall'eliminazione dell'escara e formazione di un corpo libero. Riporta poi estesamente alcune 1più moderne teorie di ;\xhausen secondo le quali, il ,p rocesso in]ziale sarebbe una necrosi embolica, prodotta da germi 1poco virulenti in un vaso epifisario. 111 questa zona necrotica cuiteiforme :si stabilisce un processò di sostituzione cellulare da 1parte del midoll0 sano \ricino. ·B asta però un lieve traunlq, a provocare in questa zona una frattura incompleta, che non potrà ri.p ararsi normalmente. Si formerà una barriera di connettivo fra il vivo e il 1norto e questa parte :finirà per lo staccarsi e cadere nell'articolazione. ' Ha studiato istologicamente un caso di corpo mobile originatosi nel condilo est. del femore, nel quale all'operazione furono staccati collo scalpello .dei frammenti di osso ·d al punto di origi11e del corpo mobile stesso. Ha osservato che nel corpo libero la 1parte cartilaginea si presentava n ormale n egli strati più superficiali. Più ,p rofondamente, presentano alterazioni consist.e11ti in aumento della distanza fra i condroplasmi, sparizione delle capsule, e cellule con nuclei piccoli, retratti. Ouesto deve attribuirsi a cl1e la cartilagine si nutre per imbibizione e t st1cchi nutritivi ptù diffi cilm ente giungono r1eg·li strati 1p iù profondi. A contatto del1>osso ·P Oi avrebbe una calcificazione ·della sostanza fondamentale. ~flll a zona marginale si vedono alterazioni invece a tipo francamente rige11erativo, rappresentate da isolotti di tessuto fibroso denso con trar1-

si


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[ANNO XXXII, F ASC. 32 J

IL POLICLINICO

sizione al tessuto :fibrocartilagineo che tendono a fondersi colla cartilagine ialina. L 'A. le con sid era comP accermi incompleti 'di un ,p rocesso di riparazione di una frattura. Le trabecole ossee presentano segni di necrosi, che non 1p uò venire attrjbujta, secondo l'A., alla mancata nutrjzione perch è ir1vece si presentano vitali delle zor1e .di tess1Jto fibroso con zone ' di trasformazione fibrocar tilaginea che si vedono nel midollo, e che deinterpr.etarsi come ab·b ozzi di vono anche esse \ callo. Dunqu e la necrosi oBsea è p·r ecedente aJ distacco del c.orpo libero anche 1P1erchè, fatto im1port,a11te, gli stessi ,segni di necrosi ~resentano le trabecole del letto ·di origine sul femore. 1Crede ch e il caso studiato possa essere interpretato secondo le nuove vedute di Axhau.s en .p ur non essendo in grado di determinare a che cosa sj a dovuto l'embolo causa delle n ecrosi ·del femore dalla quale si è distaccato il. corpo libero. I

.

M. AsC'OLI. .

malattie da cause fis~che, sull'infortunio in medicina interna, sugli avvelenamenti. Specialme11te i 1Primi due capitoli raramente si ritrov.ano nei co,n1uni libri e fanno parte oramai del baga·g lio del medico [pratico. Al compendio, che gli editori proc:;e11tano in v~ste elegante e corretta, augùr1a1110 il più lusinghiero successo tra i nostri studiosL T. PONTANO. C. ·GAMNA. Di agnosi e terapia specifìca delle rrial (iltie infettive e parassitarie. Prefaz. di F. 1\1.:I-

Un vol. in-8° picc. di rp ag. 522, con 28 ta· vole e numerose figure intercalate nel testo, in n ero ed a colori. Unione Tipogr.-Editr. Torinese, 1925 . .Rilegato. Prezzo L. 70. CHELI.

1

Pregio principale di quest9 libTo è di partire clall'anamnesi e 1dagli esami obbiettivi per risalire alle ricerche di laboratorio destinate a dilucidare e 1p recisare la diagnost : in altri tern1ini, è la clinica che i.ndirizza alle in dagini sussidiarie. Il libro risiponde, così, alle esigenze della p·r atica quotidiana. Accertata la 1diagnosi specifica, n e deriva la terarr>ia . Un altro pre1gio del lavoro è quello di essere ' aggiornato: i contributi più recenti vi sono tenuti in considerazione e vagliati. Il lavoro .s'impone all'attenzione anche Jper l'dguilibrio, la mi·s ura e l'avvedutezza di cui dà prova jn un cam·po ove notoriamente sono spesso in contrasto entusiasmi e scetticismi ugualme11te peT111ciosi. .D ata la vastità della materia trattata, era inevitabile incorrere in · qualche lacuna; ma si tratta . di men·d e veniali. Nell'insieme, quale il lavoro è' stato impostato e condotto, si raccomanda da sè ai ro edi-ci pratici, agli studenti ed agli studiosi. ·L 'edizione è stata eseguita con quella c11ra e quella eleganza che sono tradizionali n ella Utet. 1

. CENNI BIBLIOGRAFICI .A... \ :'" . DOMARUS. Manuale pratico di medicina interna. Traduzione ·della 1p rima edizione tedesr:a

corretta e arricchita a cura del prof. A. CEcoNr. Voi. I e II. Unione Tip. Ed. Tor~nese, 1925. E un manuale 'p ratico quello che a cura del prof. Ceceni viene presentato agli studenti e agli ' stud josi italiani, un m anuale breve, che ·s i allontana. n ello s tjl e e n ella concezione didattica dalla con~u etudine moderna, che tPnde ai grossi trattati interrninabili. ·S i [può an·c ora concepire ai nostri giorni una medicina condensata quale il .n oma· rus vuol propinare, conden sata in due brevi volumi di meno di mille .p agine? ·L eggendo il libro bisogna concludere che, a malgr ~do dei progressi inn11merevoli, venuti da ogni parte nello st11dio clinico ·dei malati, le nozioni più interessanti e sicure, come guida allo studio clinico del malato, si possono ancora oggi c.em1p endiare in poche .p agine. P er chè iì Domarus, trascuran·do i dati stor1c 1, le citazioni, la enunciazi one in ordin e cror1ologico delle teorie, anche le 1p iù strampalate, cl1e i11gombrano l a patologia moderna, va diritto allo scopo saperido tras curar.e il superfluo, ma anch e sviluppare, quan do la necessità lo r ichieda, quello cl1e più ·d irettamente utile è al pratico; io \·o rrei dire anche allo :stu·dioso, poichè la lettura di qualche pagina dà la sensazion e di sapori, quali 1più noh si è abituati a sentire n ella estrem a diluizione dei grossi trattati. Bene ha fatt o il Ceconi ad affidare ad una schiera di eletti studi osi la traduzione italiana, e, con q uella dil iger1za che lo distingt1e, a controllare e ad anno1 :ire, a. CO!Df.Pletare il libro con aggiunte s11lle

1

R. B. B LANCHOD

FRED.

Consultations

du 1nédecin-pratt-

Guide de pratique médico-chirur gicale journalière. Un vol. in-So di 584 pag. J3aillière et fils, ed. Parigi, 1925. Prezzo frs. 35. ' Nel grosso volume del dott. Blanchod, ai singoli nomj delle malattie e dei prin cipali sintomi, seguon o i consigli terapeutici del caso, accompagnati, dove occorra da qualche accenn o diagnostico. É questo un tj1po di libro molto diffuso in Francia ch e, .p rescindendo totalmente da ogni tra~tozionP sistematica chr. inquadri la terapia in uno svolgim ento logico, riesce indubbiamente utile p er il medi.co pratico il quale può, in una rapida con sultazion e del volume, trovare le indicazi0ni che si addicono al caso che deve curare. cien.


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(.~NNO

XXXII,

FASC.

32]

Ed il favore dei medici pratici n on m ancher à :a. questo lavoro, in cui l' A. ha versato la sua lar_ga esperienza e la sua vasta coltura, riuscendo ad essere di r eale utilità. fil.

'

ACCADEMIE, SOCIETA MEDICHE, CONGRESSI Società Lombarda di Scienze Mediche e Biologiche - Milano. Re.duta del 27 marzo 1925.

L ' 4 nnée 1riédìcale pratiqWe. Un vol. ·in -161) di 520 1pagine. ·R. Lépine ed., Parigi, 1925.

I pregi di .questa utile pubblicazione si ven-gono sempre ·P iù affermando nel suo quarto anno di vita. F.ssa riassume tt1tto ·quanto di im1portante, dal punto di vista pratico, si è fatto nella medicina durane l'anno precedente alla pubblicazione. I collaboratori, sotto la sagace direzione di C. Lian e di E. Sergent, hann o evitato di fare u n arido elenco e di affastellare delle nozioni slegate; ma invece, in una serie di articoli, esipongono lo stato . attuale di una .data questione, in modo conciso, ma sufficiente 1perohè il lettore ne ab·b ia un'idea -chiara e ·p ossa applicar e le nozioni che cosi assume, nella p r atica. In quest'anno, le fonti non si limitano esclusivamente a ·quelle francesi, ma vengono citati .an·Che giornali di altri .p aesi , ·fra cui non mancano gli italiani; alla lista de1 collaboratori si :sono inoltre aggiunti alcuni della Svizzera. Alla fine del volume, si trovano le disposizioni legislative interessanti il corpo medico ·uscite nell'anno ed un elen co dei principali libri e delle 1principali sipe-cialità farmaceu tiche dell'anno. ftl. 1

ROTH.

Klinische

Terminologie.

Georg

Thiem·e,

editore. Li1p.sia. f: tma di quelle opere che -

vorrei dire - si sente il bisogno di avere accanto al tavolo di lavoro. 1Del resto, l'u tilità sua, meglio che attra-verso parole di giudizio, risulta dal fatto che se ne sono .p ubblicate dieci edizioni. •QJest'ultima, la decima, eseguita .d ai dottori Doll, padre e figlio, colma, secondo gli Autor1, alcune lacune delle edizioni passate. Certo, essa raccoglie moltissimo della norr1enclatura medico'--Chirurgica, sia dàl punto di vista pat'Jlogico, che da quelù> clinico e terapeutico.

B. Importantissima pubblicazione: Dett. Prof.

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SEZIONE PRATICA

GUSTAVO RAIMOLDI

l>Mente di Patologia Medica. nella R. Unlverstt• Chtnrso-aiuto negli Ospedali riuniti dl Roma

L'esame della funzione renale con I moderni metodi di indagine Prefazione del P rof . Roberto Alessandrl Direttore della R. Clinica Chirurgica di _ Roma. Un volume dl pagine VIII·2•7 ( N. 1• della « ~ollana Manuali 11el Policlinico >), nitidamente stampato su ottima ~arta, co~ va.rie fl1Z11re net teat o. - Prezzo L. 3 O. - Per gh abbonati al e Polirlinlco > sole L 2 6. 5 O In rorto rranco

Invi are Vaglia postale a l Cav. LUIGI POZZI - Via Si-stinia, n . 14 - Roma.

~~ulta

cwra del piede cavo paralitico.

Prof. GALE<\ZZI . - I nsiste sulla necessità di analizzaire, nei singoli casi di ipiede cavo, i rap1p0Tt i ch e inter cedono fra le varie ossa della ·gamba e ·d~ piede (il che si ottiene nel miglior mo·d o eseguendo u na radiografia del piede in car ico e misurando il grado dei var i angoli formati da1. calcagno coll' av.au1piede, d alla tibia 0011 calcagno e dalla tibia col tarso anteriore) . E gli h a i deato a tale soo:po u n goniometro a tJre aste che permet te di eseguire rapidamente tale misUT>a. Per la oor rezione egli usa la sindesmoto·m i a inferiore d ell' articolazione -di Chopart seguita da radd rizzamento mediante un su o speoiale osteoclasta sterilizzab~lb e in casi speciali aggiu n ge l'osteot omia curvilinea del calcagno, trapianti tendinei , artrod~i etc. P resenta radiagrafie di un certo numero d i piedi cavi eseguite prima e dopo il t r attamento e ohe confermano }'ottima co·r r ezione della deformità rag.. giunta.

Reaziorz e midollare da iniezioni di derivati dell'emoglobina. (Nota pr even t iva).

Dott.

CEB.ESOLI. -

I rradiazioni Roentgen dell'intestino e. glicemia. Dott. 0ERESOLI. - Le irradiazioni ad alte dosi dell'intestino cieco dei conigli , fatte in modo che dal oaIIllpo di azione r ootino esolusi t utti quegli organi add ominali ohe a sti molazioni da raggi X rispon.d o no con var iazioni del ta>Sso glicemico, d&term inano iperglicemie di a lto g rado che in caipo a 5 ore scoa:rupaiono e, se le irradi azioni sono ripetute per quattro gi orni conseout ivi , abbassano gradatrumente il tasso glicemico normale: nel fegato poi si assiste alla scomparsa qu asi totaile del gli-cogene. Negli animali appen dicectomizzati senza n arcosi, dopo l'irradiazione non · si hanno variazioni della glioemia, mentre &i ha l'ipog,Jioemia prn·~atta dopo l'introduzione in circolo di estratti acquosi di appendice omologa. Ritiene che le irradiazioni dell'in~tino agiscano indirettamente sul fegato e sul pancreas, non tanto per l 'azione di radiazioni secondarie che colpirebber o questi organi, quanto per la formazione di &ostanze tossiche da raggi X che passano in circolo e che, ledendo le cellule di tali orgia.ni, ne inibiscono la funzione. Non crede che l'appendice prenda parte alla regolaz.ione della glioomia oorme farebbe ritenere una p arte de~le esperienze, ma interpreta i risultati ottenuti come conseguenza dello shoch operatorio e della dislocazione artificiale in alto delle anse inte.stinali ohe re.stano in tal modo escluse dal campo d'azione; tuttavia prima di escluderla a priori una surp•p osta azione ipoglicemizzan te dell' a:p.p endioo ri ti~ne neoossarie altre esperienze anche per stabil~e se ad irradiazioni protratte dell'intéstino corrispondono lesioni istologiche se11sibili de.I fegato e del pancreas. Prof. SoAR.LINI . 0


IL POLICLINICO

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Società Medico-Chi1·uJ·gica di Pavia. '

Seduta del 19 giugno 1925. Presidenza: prof. LAGNANI, vice-pr€Sidente. Prime osservazioni farmacologiche intorno ai d erivati ossialchilarsiriici.

[ANNO XXXII, FASC.

~)2j

fico aveva dimostrato la integrità della sella turci~a e delle regioni circostanti. Atll' autopsia la ]pofisi a.plP~irvle IDacrtoscoipiicamente norm.a le per forma, volume e peso; ed anohe spaccandola in senso mediano sagittale nulla si ri1evò di patologico. Soltanto più tardi, mentn:e Sii esegui vano tagli al microtom·o per 1-0 studio istologico, s.i rese manifesta una picoola cisti della. grossezza di un grano di miglio, localizzata nel lobo ante.ri.ore o preipofisi della ghiandola ipofisaria, a Clontenuto colloide, con paTete costituita dia fittissimi elementi parvicellulari e da oelluJe epiteliali stip.atei e ·deformate, tendenti a formare mem•b.r ana. Nei testicoli si tro;vò aJUmento del tés-· suto connettivo, diminuzione delle ce11ule intersti:iziaJi, riduzione della linea seminale, iperplasja delle ce}}ule di sostegn.o o scarsissimi spermiatoLJoi. Nulla di speciale a]l'esa.1ne macromncroscopico del1e altre ghr:i.a.1i-d1ole endocri 1e . L'O. ritiene il caso molto dim·o strativo per la origiine e la patogenesi del morbo di Froehlich.

A. PAT'.rA. - Fra i composti arsenicali della serie alifatica dei quaJi ci è ancora del tutto sconosciuta l' attività biologica, si debbono ricordare gli acidti, ossialchilarsinici. Ho studiato in modo particolare il compooto che si ottiene facendo ·a gire la diclori·drina della glicarina sull'arsenico trisodico: col quale tratliament o si ottiene un acido ossi.propilarsinico, CHOH - CH2 . As. Q3 H 2 CH 2 • As. 0 3 H 2 L o studio farmacolo·g ico di questo co-mposto diinostra che esso possiede una tossicità circa tre volte suiperiore a quella dei derivati metil e dimetil arsinici più noti, differenza di tossicità non attribuibile soltanto al òiv€1rso % di As. che è solo di circa X volta superiore all'ac. ossipropilarsinico Pellagra sporadica. in confronto dei monometil e dei dimeti]arsinati. E. BrtAYETTA. - Quantunque sia opinj<Qille difL ' alta tossioità dell' ac. o.ssipropilarsinico è invece fusa che la pe1llagra sia ormai del tutto scomparsa, verosimilmente in r a pporto alla notevole labilità tuttavia alcuni ca.si isolati si presentan-0 ancora del corruposto dal quale facilmente si libera .As. mi- -0 1' 0. ne ilh1stra uno recente, rappresentato da un nerale. uomo di 54 .anni, 11om. recidivo e non alcooli~ta, I <lerivati ossialchilarsinici si possono pertanto che venne accolto in , Manicomio in stato di conrc nsiderare, dal lato clella tossicità, come occufusione menta.le e nel quale, durante la degenza, panti una p<Qsizione intermedia fra i compooti ali- si manifestarono disturbi gastro-enterici, neurofatici stabili, pochis..~·mo tossici. e dotati di una psichici e cutanei tali da giustificare la diagnosi relativamente debol e attività « arsenicale », e quel- di pellagra. la dei composti min~rali altamente tossici e nei quali è m.assima l'attività cc arsenicale» . Ulteriori ' 1l1ielosi globale pseudoaplastica indagini in -corso dimostreranno 00 tale poz.ione (co11 presentazione di pre1parati e di tavole a colori) int~rmedia può essere ammessa anche nei riguardi Dott. PAOLO lNTROZZI. - L'O. riferisce un oaso delle azioni virtualn1ente utilizzabili per la terrupia. di i)seudoaplasia d el midollo osseo nel quale è stato possibile porre Ja ·diagn·osi in vita in base al reperto . 'ul f erniento amilolitico nella saliva e ne li' urina. morfologico <l.el sangue circolante ed in base alle ricerche ~)ul ricaimbio emoglobinico. Dopo aver mesA. PERIN. - L'O. con metodo rigoroso e partenso in luce l'imrportanza che ha il ricaimbio del pi·gdo .da condiziioni sempre identiche di temiperatura, me11to sanguigno in questo gruppo di emoipatie, di quantità, di reazione dei mezzi, di soggiorno riferisce le ra.giiOni p er ]e quali ha denominato il nella stufa, utilizzando salda d'ia.mido fluorurato, quadro morboso in istudio col nome di mielosi gloottiene negli individui normali vailori. notevolmenbale pseu·d oaplastica, d enominazione che, sostite costanti: 28-30 cgr. di maltosio per la saliva, t nendo lp. parola anemia troppo ampia e non sce160-188 milligr. ~r l' urina. La dieta esclusi•v amenvra di erJ'!o•r i, corris.po11de a.I ql1adro ermatologico te vegetariana o carnea diminuiscono il potere amilolitico, più nettamente nell'urina che nella sa- ed anatomoistologico. Riferisce ql1indi i reperti ottenuti dallo studio liva e più con la dieta vegetale ohe con la carnea. Sotto l'azione dell'atropina specialmente l'amilasi degli organi emato~oietici, dai quali risulta che mentre n el sangine circolante mancavano i segni urinaria dimin.u is'Ce, con la pilocarpina gli stessi <li una reazio11e mieloide, questa invece avveniva fatti, meno accentuati. in modo str a·ordinariamente cospriouo ma con orientamento abnor1no. L 'organo mieloide parenchimale Cisti ipofisarin e di .~t rofia adiposo-genitale. era so.~tituito <la u11 tessuto diffuso emoistioblaE. BRA VETTA. - L 'O. illustra uu caso di distrofia stico, i ·c ui elementi presentavano delle molteplici adiposo-genitale di origine ip-01fisaria, da. lui os- capacità e\ol·utive i11 diverso senso. Anche nel1a ervato in un uomo di 30 anni accolto nel Manj- milza e ghia11clole linfatiche il si tema retJicoloencomio di Mombello in stato di grave agitazione dote1ia1e, a.pipartenente ai tessuti e.moistiobla.stici n1aniacale. si prese11tava in uno 5tato di aumentata attlività. Il paziente era affGtto da circa 15 anni da una L 'O. quindi fa rientrare il caSÒ studiato in quel notevole a.diposi a tipo eunucoide accompagnata da gruppo cli affezioni morbose in questi ultimi anni ipotrofia degli organi genitaJi , ma senza disturbi studiate e classificate col 11on1e cli emoistioblastosi cla Jocalizz<lzione e11docranica. L'esa.me radiogra- ocl e11cloteliosi. F. R1cc1. 1

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[ANNO XXXII, FASC. 32]

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SEZIONE PR.\TICA

11 ZS'

1\PPUNTI PER IL MEDICO PRATICO. CASISTICA E TERAPIA. Diagnosi e p1•ognosi delle 111alattie renali. ~ econdo

Calvert (The British merlical Jo'l.trn'll, 10 gennaio 1925) i migliori metodi per l'apprezzamento della funzionalità renale sono lo studio della con centrazione dell'urea e la prova della poli11ria orovocata. A questi metodi l' A. porta Jie_ vi modificazjoni, consigliando di fare la prova della concentrazione ureica la notte dopo l'ingestione di forte quantità di urea; subito, al mattino, si fa la prova della poliuria provocata. In questo secondo tempo, si può studiare, contemporaneamente il potere di diluizione d ell'urea. Una parte importante, ma 1p iù ristretta è acror_ data dall'A. al dosamento dell'urea , dell'azoto non proteico, dell'acido urico e della creatinina nel plas1na.. Tutte queste prove non banno però un valore assoluto e debb·ono sempre essere accompagnate da quella riguardante la funzionalità cardiaca. fil. (

"L'infezione renale da rigurgito vescicale. Si amrnette generalmente che l'infez1one renale dalJe basse vie urinarie abbia luogo per la correntr sang·uigna. f: però indubitato che si può avere an-cl1e l'infezione ascendente per via dell'uretere comunque ammalato o deformato o con un c:.egmento endovescicale che permette la libera comunicazio·n e fra la vescica e la pelvi. :e i1n1probabile che il trasporto dei germi inf~ttivi avvenga per la via dei linfatici, mentre è ip ossibile che essi siano trasportati lungo l'uretere, anatomicamente intatto, per la forza del rigurgito vescicale. Le esiperienze di R. Colgate Graves e I,. M. Davidoff (Edinburgh, med . .Tour., giugno 1925) dimostrano che il fattore fondam·e ntale nel riglil'gito no11 è la. dilatazione della vescica, ma bensì il suo tono muscolare. .se la vescica ha un tono muscolare scarso e non risponde all'a.umento di tensione, ma si dilata solt§.nto passiva1nente, la pressione vescicale rimane sempre la ste~sa e non si può avere rigurgito anche se la vescica è, dilatata al punto da scop1piare. Poco effetto ipuò avere nel fenomeno del rigurgito l'attività .dell'uret.er e; normalmente-, si han11Q in esso ·delle onde 1peristaltiche che variano ùi frequenza da una a cinque per minuto, , co11 un'a1r1piezza di 16 mm. 1p er secondo. Quando la yescica incomincia a riempirsi vi ·è lln au. mento nella peristalsi dell'uretere; cori maggior graùo di ritenzione ed aumento di pre()sione en-

dovescicale, le onde diventano più lente, ma più forti, mentre quando la 1pressione diventa alta,. l'uretere si dilata e le onde diminuiscono d'intensità e finiscono col cessare. Il rigurgito i ncomincia prima che cessi la ,p eristalsi, quando le· on.d e 1peristaltiche sono · deboli ed insufficienti per svuotare l'uretere; si ha allora ritenzione· ureterale e renale e n ella pelvi renale come nella· vescjca, si ha la stessa 1p ressione. Non· si osserva· antiperistalsi nell'uretere. Negli esperimenti dell',A. l'in,chiostro di Cl1 ina· introdotto n ella vescica fu ritrovato, n0n · solone! p·arenchima renale, ma anc·h e· int organi ~ è'ln· tani, quali, i pol1noni, il fegato, la milza~ e d in quantità rilevanti, ciò che dimostra quale·· ·dis·t ribuzione possono avere i batteri n el caso di astru~ zion0. a cuta del collo vescicale con infezione. 1

ne:. La necrosi del rene. La necrosi .de! rene è consecutiva all'obliterazione ,p er tro1nbosi od embolia dell'arteria, ctella.. vena rena le o di un ramo imiportante di que~t.i vasi. Essa è abbastanza frequente nel neonato; nell'adulto è di solito consecutjva a lesioni arteriose o flebitiche (affezioni mitraliche, ateroma. aortico) o flebitiche. Il rene che ne è affetto, qualche volta jn totalità, si presenta atrofico, bianco-grigiastro, oppure con gesto, ro sso-violaceo. Gli elernenti nobili sono coLpiti nella loro vitalità e questa ne .~rosi, i:\,d anda1nento centrifugo, caratterizza, jnc;i 0111e con la congestione perifertca, l'anR tomia ,p atologica della lesione. La sintomatologia può essere così schematiz-zata. Un malato, affetto da una malattia emboligena, è colpito ad un tratto da un vivissimo do-lore a una o ad entran1be le regioni 10mbari. Si csserva tendenza al collasso, vomiti, talora· febbre, mentre il dolore, al contrario di quanto· si ha nelle coliche nefritiche, non ha ~lcuna tendenza all'irradiazione: Qontemporan eamente, si· not::i.no ematuria, albuminuria, oliguria e, talora, an11ria; si 1può anche avere la comparsa di cilindri. 11 .p iù 51pesso però il quadro clinico ~on è completo e si ha s oltanto un sintomo, talora il solo dolore, che è il più costante; manca di frequente l'ematuri.a, l'albuminuria è S(peSSQ passieggera. ·L 'evoluzione si fa di solito verso la morte che è più o meno rapida. .E. Falci (Journal d'Urologie, dicembre 1924) ,. passa jn rivista le diverse affezioni che interessano nella diagnosi differenziale, fra cui quelle·


1.130

I L POLICLINICO

dolorose addominali; nella necrosi del r ene, il -dolore si attenua abbastanza 1presto al contrario di L{11anto si verifica n elle affezioni peritoneali. 11 cateterismo ureterale, di1nostrando la soppre3sio1ie funzionale di un rene, 51pecialmente se la radiografia non indica la .p resenza di n esc;uo calcolo renale, darà buone indicazioni in proposito. La diagnosi 1p.recoce ha grande iffilPoria11za, poichè la nefrectomia, fatta in tempo, può salvare il malato, a condizjone che la lesione sia \llnilatel'ale P che l 'altro rene sia sufficiente. .ft,l.

Segni e trattamento della pielonefrite nell'infanzia. I

I

L'eziologia di questa affezione è diversa a se~onda ·dell'età. Nella 1 p rima infanzia, essa succede sp~c ialmente alle 'i.nfeziolili gastro-intestinali, polmonari o tari:Q.gee; nella seconda è causata da n1alattie infettive: febbri eruttive, adenoiditi, appendicite, tifo i.de e tPUò anche . corn.p arire duTante una crisi di reumatismo acuto. La gravità ed il modo di evoluzione sono so1pratiutto coman.dati dalla causa. 0

I

Il quadro clinico compTende tre segni di ca-· ipitale importanza: la piuria, i dolori ed i segni generali. Spesso la febbre ad an·d a m ento a11ormale ed inesplicata 1precede gli altTi segni. I dolori , nella seconda infanzia sono accusati alla rerrione lOlllbare COil irradiazioni UTetero-VeSCi::> ~ali; talvolta non si ha che una sensazione di pesantezza alla reg ione renale. Soltanto in caso di perinefrite. si osserva che la regione lombare /:l edematosa, tumefatta. La 1 palp azione permette .qualche volta di sentire il rene. Importante è il r eip erto di punti dolorosi, fra cu i son o da rilevarsi il punto posteriore .costo-vertebrale (in add.ietro, n ell'angolo formato ·dall'ultima costola e dal rachide) ed il punto ureterale superiore o paraon1belicale, posto all'intersezione di una linea orizzontale che passa per l'ombelico e di una linea verticale tirata dal punto di Mc Burney. Le urine so110 abbondanti e torbide e contengono del pus. P er il trattamento, R. Fournier (Tlièse de Paris, 19-25 e Journal des praticiens, 2 a prile 1925) consiglia l 'urotropina da darsi nel poppante .a dosi giornaliere di 25-30 cg., raggiungendo i 50 ui 18 xnesi; nei grandicelli, si può arrivare ad 1 grarr1mo al giorno. i daranno anche degli alcalini per i11odificare la reazione urinaria. Se l 'affezione te11de a di\'entare cronica, si ricorrerà alla vaccinazi 011e (auto- o stoc.kva-ccini). Nei fanciulli , si potrà fare il cateterismo ureterale con iniezione nell'uretere e nel bacinetto di nitrato d'argento. In rari casi, sarà necessario 1

1

[ANNO

XXXII,

FASC.

32]

ricorrere ad interve ntj chirurgici~ quali la nefTostomia e la nefrectom ia ed al trattamento del1'eventuale flemmone perinefritico. ft,i,.

La nefrectomia nella tubercolosi renale. A. Ho·g ge (J ournal d'urologie, nov. 1924), osserva

che la diagnosi della tubercolosi renale è fondata sulla ricer ca dei bacilli di Koch , pe.r via dir.etta o con l'inoculazione n ella cavia. La decjsione per l'intervento si fa anzitutto con lo studio d.Plla funzione renale globale, basandosi, 1più che sulla costante ·di .A.mbard, sulle cifre della azoten1ia, ·della diuresi, della densità delle urin e. P er quanto riguarda la localizzazione, tutto è semplice se è possibile il cateterismo u reterale; altrimenti, si deve ricorrere alla lombotomia, la quale indica se il rene sano esiste e se, ad un esame grossolano sembra realmente sano. Bisogna però tener 1presente che la bilateralità delle lesioni è assai • frequente; su 59 casi in cui potè farsi il catetel'ismo, l'altro r ene si trovò sano solo 9 volte. Per l'indicazione oip eratoria, quindi, trattasi pi1) c~e ' altro di t1na .question e di predominanza manifesta delle lesioni. Fatta l'operazione, poi, il rene me110 malato si accomoda abbastanza rapidamente e lo stesso arcade per le lesioni vescicali, s.pecialrnente se trattate con l'alta frequenza. L' ..\. 1p ratica la n efrectomia extracap~11lare . per via lombare o paralombare. Su 100 nefrecto1nie, ha avuto: 7 .decessi (4 subito e 3 n ei successivi 10 mesi) ; 37 migliorati (con urine ancora alterate e con fenomeni di cistite dolorosa) e 56 guarjgioni (11rine ltmipide senza pus, n è sangue, n è alhurnin a, scomparsa dei dolori ); una ventina dj qu~;;;ti son o ancora in vita do.p o 18-21 anni dall'operazione. fll. 1

L'azione diuretica del bitartrato di potassio.

o Del1n

(Munchn . med. wo chenschr., n. 17,

1'925) troYa che il bitartrato di 1potassio non dan-

n eggja il rene n emrnPno in casi di nefrite emorragica acuta. Questo sale di potassio agisce in se11so fa Yore-vole sul ricambio azotato, esso non aumenta perp in tutti i casi l'eliminazione del sod io . ..\nche l'ipertonia è influen zata in 5e11so fayorevole. In caso di uso continuato è consigliabile sospendere il rimedio ad intervalli 1per evitare una azione cum11lativa del potassio sul ~nore e sul sistema nervoso. POLL

Contributo alla terapia dell'intossicazione da mercurio. J. Str11kO\VSl<Y. (Deut ·che m ed. H1 ochenschr., : .Lun1ero 24. 1925) osser\'a che i risultati della d€cap-

sulazione nelra11uria determinata da nefriti rossi•


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SEZIONE .PRATlCA

che insorte in seguito ad intossicazione con sublirnato e mercurio, sono molto dubbi. Sono 1pre f~ribili a questo grave intervento le innocue i11fusioni di soluzione ipertonica di glucosio eseguite dopo salasso. In seguito a queste infusioni si osserva una netta diminuzione dell'azoto residuo nel sangue. Por.r.. Nella cistite acuta. Ittiolo gr. 0,25 • • • • • • , Estratto di belladonna Estratto d' 01Ppio . . . ana gr. 0,01 Burro di. cacao q. b . .p er un suppositorio. E L . Gautier sconsiglia ogni lavanda vesci<'ale. Si prescriverà il riposo i n letto. ·Dopo lina diecina di giorni, istillazioni .di olio gomenolato al 10-20 % (5 eme.). Se, cion onostante n on si osqervano miglioramenti, dopo una quindicina di giorni, si faranno istillazioni di nitrato d'arg~nto a 1 ~'60 (5 eme.).

NOTE DI MEDICINA SCIENTIFICA.

1131

mana, dà luogo a una lieve pi.gmentazione rossiccia. Due inoculazioni in scimmie, con 2-5 eme. della prima cultura d'innesto o ·di una cultura al 7° passaggio, diedero esito negativo; e co<lì pure 2 inoculazioni per via ipodermica, a bambini di quasi due anni, di culture a1 3° e al 70 passaggio. ·Le .p rove di agglutinazione del germP. da 1p'.:\rte del siero dell'animale infetto riuscirono + J : 10, con siero immunizzato 1positive 1: 40, diluizioni molto basse in confronto di •quella di 1 : 1280 raggiu111a p er il germe del tifo esantematico. Gli ·AA. rilevano nel micro-organismo da 1oro isolato una stretta rassomi.g lianza con quello da poco isolato n el tifo esantematico (che ne differisce solo per la stretta a erobiosi e qualche ca• ratte re culturale ed immunitario) , e un ' e< ~pparenz::i rr1orfolog1ca specifica )) . Tuttavj a, non avendo potuto prendere le mosse che da un solo caso di morbillo, e non avendo perciò trattato chfl u110 sti•p it.e del virus, non osano considerare il loro baciJ lo -come l'agente causale della malattia , ed attendono una m igliore occasione .p er r~pet ere lP loro esperienze batteriologiche e s1p erin1enta1i. CORDADI.

Sull'etiologia del morbillo. . Imitando ricerche .d i Yoshioka, Ando ed a1tr1 s ul tifo esantematico, Spigern Kusama, Tos~ihi -:;a · Yok0yama, Naruyoshi Ito (Th e Japan Médical World, , gennaio 1925) 11anno tentato di colti 1,,·are il vil'us morbilloso dai reni di scimmie sperimental1nente infette . . Con 1 1h eme. di sangue di rnorbill0so in 3a giornata di malattia, iniiettato p er via ipodermica, essi ottennero al 13° giorno una affezione catarrale del naso e delle congiuntive, ' · accompag!1ata a febbre, eruzione e diminuzionP del numero dei leucociti da 12,800 .a 9800. La sj ndrorne fu trasmessa in serie ad un secondo e a d un ter10 animale, con periodi di incubazione di 8 e 12 giorni. Uccise 1per dissan.guamento la 1prima e la te rza scimmia risipBttivamente al 20 ed al 3° giorno dallo c;coppio della sindrom e, e seminati sangue ed organi in brodo-ascite in anaerobiosi, in entrambi i casi 1s i ebbe sviluppo solo nei tubi innestati coi reni, e anche solo in alcuni di essi, n el primo caso in l su 4, n el secondo in 2 <lU l (in 1questi lo sviluppo fu evidente rispettivamente all'8° ed al 160 giorno di cultura). 11 germe isolato è un bacillo, talora di forma · ovale, lungo da 1 ~ a 2-3 µ . con ·due cor.p uscoli terminali fortemente colorabili, h on filtrabile, gram-positivo, che cresce con difft.coltà in brodo · com 11ne e in, brodo siero, b ene in brodo ascite (semrpre in anaerobiosi), in agar glur.osato e n.gar . . sangue cresce solo nell 'acqua di condensazione, - jn agar dritto dopo cultura di più di una setti-

IGIENE. La produzione e il commercio del latte u1nano La n ecessità di ricorrere all'allattamento arti , ficiale ed i noti inconvenienti che con questo talvolta si collegano hanno fatto 1pensare ad usufruire del latte ·di donna per l'alimentazione di bambini che non 1possono essere allattati dalla madre o da balie mercenarie. L 'idea ardita è stata messa in pratica agli Stati Uniti, ha ormai sorpas·s ato il periodo di esp erim ento ed è sistematicamente organizzata. Non si può a11cor dire che essa costituisca una vera azienda commerciale, 1perch-è n on ·è impiantata sulla base di dividendi da dare agli azionisti, sebbene gli introiti di un tale ufficio a Detroit (Micl1igan ) sia~ no ammontati n el 1923 a .D ollari 9.388, per la vendita di circa 1,900 litri di latte. La .p arte finanziari.a di questo Ufficio _d i distribuzion e d el latte ·cli donna passa in seconda linea trattandosi di una vera istitu zione di igiene sociale la quale fornisce il latte anche a chi non può pagarlo al 1prezzo normale, tanto che, nel bilancio del 1923 figurano 1.107 dollari 1p er sopperir e alle distribuzjoni gratuite. Questa distribuzione del latte cli don11a non è u11a cosa i1uova n egli Stati Uniti. B. R. Hoobler (Jotlrn . .4.mer. med. Assoc., 17 g·ennaio 1925) ricorda cl1e 14 an111 fa, sempre a Detroil, il I


-:. J 32

IL POLICLINICO

latte ùi d onna si poteYa aYere da qualcl1e isti-

tuto privato in ragione di cir ca 15 dollari a1 li tro! F u allora che egli ebbe l,idea cli organj zz3.re la r accolta P la ve11clita in modo che molti bambini potessero usufruire di questo ~p rezioso alirn r nto.. i approfittò dap1prima di donne che faceva110 la balia ed in seguito anche molte altre c1onne venn ero a fornire il loro latte. L'Uffi cio che fa ora partP di un ospedale per donne e b·ambini è sotto la. ·dir.ezionr di un Comitato di p ed·i atri ed paio di irnpiegati. La clientela è oroccupa ma i nu1nero.s a .sia fra le fornitri ci di la.tte, che fra i con sumatori._ Tenuto conto, poi, che la. richiesta è fluttuante, si è stabilito che il sopraippiù di latte rimasto invenduto dOIPO le 24 ore V€nga dato gratuita1nente agli 'ospedali che ha11n o in cu r a barnbini malati o prematuri ai quali, . 11 nturalm ente, non viene distribuito qi1ando le ricl1ieste pareggiano l'offerta.

[ ..\NNO

XXXII, FA5C 32]

godere ancora di un guflù ag 110 che essa poteva. ritrarre senza fatica e senza abbando11are IP oroprie occupazioni dOin estiche. Q11esto commercio che, a tutta prima può anche sembr are quasi ripugna11te, dovrebbe invece ve11ire incor aggiato p erchè, se fatto 5otto le ip iù se·v.ere gara11zie, può essere di grande utilità, 5pecia l1n ente p er i bambini ma1atj o pren1aturi.

un

La inaggior parte dell e 1produttrici di latte si presenta a ll 'Ufficio i11 seguito alle inserzioni di pubblicità sui giornali. Vi sono, come è ovvio, delle regol e rigide per !,a ccettazione. La do11na d·eve €•Ssere ~sanai, ,con Wass·en11ann negativa, • esente da tubercolosi. .D eve avere abitudini ·p ulite ed abitar e in una casa pulita; deve avere a1ime11tato iJ proprio figlio fino agli otto mesi. Il latte clev€ venir munto ·d ue volte al giorno, con.-eryato in ghiac:cio e d eve essere in quantità di non m en o di 350 grammi al giorno .

POST A DEGLI ABBONATI. Citra d elle polluzioni. -

AJ dott. F . A. da C. :

La terapia delle 1polluzioni è basata su l'irrobu sti m~nto

dell'organis1no, la regolarizzazione delle funzioni sessuali, l'eliminazione di eccjt3.nti. Giovano pertanto tutte l e cure dette Iicostituenti: miglioramento della dieta, esercizi fiBici al- 1'aria aperta, ritmo r egolare di lavoro e di riposo, eventualmente somministrazione di 1prepa-· rati ricostituenti; pratiche sessuali ml8todiche senza eccessi e senza prolungati periodi ·di asti11enza; evitare gli eccitamenti sessuali che n on fPosc:;ono avere soddisfazione, le bevande eccitanti, andare· . a letto a distanza dal pasto serale; bagno caldo prima di coricarsi. J)H

~on

viene prescritta una dieta 51peciale, soltant o si r a ccon1 a nda ur1'alimentazione a basso conten uto proteico; sono assolutamente proibiti i prodotti ch e posson o comunicare l'?dore al latte. I bambini cli queste 1produttrici vengono tenuti jn osservazione da speciali visitatrici. Il lattfl viene raccolto in recipie11ti sterili e finora è s tato n1 t111 to a mano; siccome J)erò questo 1r1odo di espressione oltre ad essere malagevole tendeva a din1inuire Ja quantità · d el latte perchè la mamn1 el1a non veniva abbastanza spremuta, si va ora aipplj ca11do nna mungitrice elettrica. Il costo di 1produzione si è venuto abba5sando da 21 centesimi di dollaro n el 1916 a 15 nel 1923.

Il urezzo di distribuzione Yaria secondo la potenzi a lità di paga111 ento di cl1i acquista il latte da l lll nlassim o ct.i 30 centesimi di dol1 a ro l 'on cia (g. 2 ) a d un tni ni1no di 8 (per gli istituti). f g un.clagni d ell e produttrici non sono in·d ifferenti ; 11el 1922 una di esse 11a guadagnato 1000 ctoll nri; ' 1n'altra ha co11tinuato a fornire il ,p ropl'io latt e durante tre periodi, guadagnando in totale 3500 dollari e, siccom e l'ulti111a volta, l' Uftì<' io ~i rifiutò cl i prender e il latte dopo il 11..0 m e~ f' ,

e · a divenne i1uovarn ent e incinta p ur di poter

Cura deUa ninfomania. -

Al dott. F. L. da T. :

L'eccP,ssivo desiderio sessuale che, -corne nel caso indicato, è probabilmente dovuto a disordini endocrini in rapporto alla menopausa, dovrebbe teorica mente essere seidato da p reJparati opotera;p ici. ·P urtroppo al riguardo non si hanno indi.cazion'i precise ed i prodotti endocrini finora suggeriti lasciano sempr€ jl te1n·p o che trovano. Conviene quindi insistere con i bromuri a dosi generose. DR. 1

..t\l dott. G. D. V. da G. -

Consigliamo:

et •.t\Y~lÈS. Diagnostic et trlli t ement des · scint iq1Les. Editore ..t\. Maloine, Parigi. B . MASCI. Tecnica t erapeutica ragionata. Editore RnGER

L. Pozzi, Roma. J,.

FERRANNINL

La terapia clin.ica nella 1nedir.ina ·

p r at i ca. Editore L. Pozzi , Roma. .l\ RUBINO. T .e Tapia cl inica. Editore Vallardi,

ì\lilano. E. \ TENEZIA-' L Prontuar io t erapeutlco . Editore L . . P ozz i, Roma.

a. a.


.{ANNO XXXII, FASC. 32]

SEZIONE PRATICA

VARIA. Insegnamento clinico ed ese1·cizio p1·ofessionale.

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Due o tre anni or sono si diffuse, nel m l'ndo medico, la notizia che le autorità amministrative di alcune Università americane erano venute nella ·determinazione d1 non consentire, a1gli insegnanti di clinica d1 nuova assunzione, re5ercizio professio11ale; in compenso, questi insegnanti sarebbero stati molto lautamente retribuiti, così da co1npensarli della perdita eco11omica. Lo scopo ·era ·di ottenere che non fossero 1più distratti dalla pratica privata, ma che consacrassero tutto il loro tempo e la loro attività all'insegnamento ed ai 1progressi scientifici della m edicina. Un rapporto del « Comitato per l'Orga11izzazione degli Istituti Clinici » del .Collegio dei Medici e Cl11rurgi a11·università di Columbia, che l1a sedr- a New York, prende in esame i risultati di .questa innovazione. Il rap.p orto viene di~~uc;so ,dal decano ·della Scuola Medica , rtott. V\'iJljam 'Darrach (American Medicine, aprile 1925; a. a. ). Emerge da esso ·Cl1e il sistema è fallito 1per una serie di cauiSe, alcune delle quali d'·o rdine puramente locale, inerenti all'organizzazione delle scuole m€diche negli Stati Unit1, altre g~ne­ rali. Accenneremo qui a queste ultime. E difficile coprire i 1posti; m·olt.i medici di valore pref er1scono di essere assunti da ospedali senza insegnamento .clinico, 1p·iut.tosto che rinunziare all'esercizio 1privato, il quale ·è fonte d) sodèli ;;fazioni morali, oltre che ·d'introiti ingenti. Divi-en e anche difftcilP di reclutare un personale assic;tr.nte scelto. I malati e le loro famtglie eleva.no 'rjvissirr1r proteste, non potendo piil valersi dell'opera dei clinici, se non allo ste,sso titol0 dei inalati poveri, non paganti. Per lo ·stesso motivo so.ro scontenti molti colleghi cl1e ripongono fiducia nei ~lini ci e vorrebbero mandare aid essi i clienti apaganti. Infine è da tener cont.o che la c1inica è scienza éllpplicata; lP qualità del clinico c;i affi11ar10 e perfezionano a contatto con la pratica privata, la quale non coincide con la ristretta pratica all'Istituto d 'insegnamento. Il rapporto conclude proponendo di abolire ogni restrizione. Il 1prof. Darrach, a ·sna volta, sj dichiara convinto che le frasi « full tim.p n e << p·art time » (letteralmente « a tutto tempo » e cc a 11na ,p arte del ten1po »), siano presto dest)nate a sco1n• 1parir.e dalla Scuola Medica di Columbia. R. B.

Vecchi ringiovaniti. Il dot1. Clayton E. 'Vl1eeler, di S. Fr::tncisco, detto il Voronoff d'America, 11a eseguito fìnora circa 6000 i11nesti glandolari in c;oggetti anziani

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recJutati fra i detenuti della prigione di Stato St-Quinti11, in California. Gli è stato ora offerto nn hancl1etto, a Ne\v York, da 150 vecchi da lui cc ringicvaniti », i quali dichiararono che avevano disiperato ·di essere a11cora utili n€lla vita, mentre adesso occup·a no, in maggioranza, posiziùni le quali norn1alrnente sono tenute da uomini di. media età. Il Wl1eeler sostiene che, sebbene il ringiovanimento si presti alla canzonatura ed ai voJ l di fantasi<l dei romanzieri, costituisce una conqui~t.a definitiva, suscettibile di ulte.r iori svilu1ppi. B suo convincimento che tra 1pochi anni accadrà rara1ne11te di vedere individui decrepiti ca~1!11i11are faticosamente lungo i marciapiedi, sost.flnendosi ad un bastone o a;d una gruccia. .i \.

s.

PUBBLICAZIONI PERVENUTECI. Contributo alla mocler'fla terapi,a, e '[YT'O filassi della. pertosse. - V ioenza, Coop. Tip. degli Operai, 1922. PENDE NrcOLA. Sull'ane,m ia perniciosa splenoniegalica. - Nuovo contributo clinico . - Messi11a, Tip. Guerriera, 1922. In. Sui problema llinico del t01io del cuore. Bologna, L. CaJ>pelli, 1921. PERERA ART cn.o. La vac1inoterapia en in f ecciones q1iir11,raicas. - Mad,r id, 1929.. PERRI CARLO ALBERTO. Lotta antitubercolare ed [Tfficiale sanitario. - Camerino, Tip. F .Ili l\{archi, 1922. PrGHINI GIACOMO . Sugli effetti della time etomia. Reggio Emilia, Coop . Lavoranti Ti'Pogr. , 1922. SERONO CESARE. A.pp1i.caziori i e li1niti dell' opo terr1.pia. - Roma , Istit11to Naz. Med. F.a.r macologico, 1922. SEGA Acmr.r,E. Smclrome di f emmi·1iilismo e1inucoide ed infezione. ti1 bercolare. - l\1ila~o, F. ' Tallardi, 1921. In. Sugli spostamenf i, <:la trazion.e del mediastino o.rite.riùre ne•:la tub ercolosi polrnonare. - Bolog-na, I . Parma, 1921. ALAG.ùSSA FRAN-CERCO. Il ro·n tagio tubercolare nei lattnn,ti. - Rom a , Sta.b. Poligr. Editoriale Romano, 1922. AMoRELLI-ATTINÀ ALFREDO . .4. proposito di un caso di pu.ro,plegia i nferiore con disturbi deila vesc.ica e rlel ret·to, sviluppatosi nel corso di una pe1'ni1. ciosa malar·ica. - Naipoli. Tip. « Studium», 1924: ~l\.RT1JSI G1usEPPE. Sclerodattilia con sclerodermia si,.-mlulante la 'tebbra. - Roma, Tip . Regi011ale, 1924. .4.tti clella Associazione Romana tra i cultori dell'Elett1·ologia e della Radiologia . - Roma, C. Piaggesi, 1924. BAJLA EUGENIO. La scuola e l'alcoolismo. Milano, A. Tordani, 1924. PAROLI

l{,rccARDO .

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I~ .

POLICLINICO

[ .A.1'\~0

XXXII, F ASC. 32 J

POLITICA SANITARIA E GIURISPRUDENZA Il disegno di legge pe1· la protezione ed assistenza della mate1·nita e dell'infanzia. L 'ufficio ceritrale del Senato ha pres entato la rela:;ione e il disegno di legge, che contiene notev oli emendamenti del testo ministeriale, per la pro lezione d_e lla maternità e dell'infanzia. La relazione è opera pregevolissima del sP-natore ,\Jarchiafava. Per n.ecessità di spazio non pos- · sian1 o pub·blicarla integralmente. Ne riportiamo la part e che illustra più dir ettamente il f ondamento e la finalità della istituzione:

Questa legge è detta dalla jprotezione della maternjtà e della infanzia: riguarda adunque la donna durante le .funzioni della maternità; la gravjdanza, il parto, il .p uerperio e l'allattament6; cioè durante tutto il periodo, come dicono i fisiologi , della simbiosi fisiologica, che comincia , dalla fecondazione e finisce con il divezzamento · ' e inoltre riguarda la infanzia, la quale non si limita al te1lljpo d.ell'allattamento e al secondo anno di vita, com.e si crede da alcuni, ma distinta dai fisiologi nei tre 1p eriodi, prima, seconda e terza infanzia, &i esten·de negli anni succe!sivi all'età prescolastica e scolastica sino alla pubertà conclamata, n ella quale dall'adolescenza si entra nella giovinezza, juventus a juvare, l'età, come scrive il nostro Luciani, della piena attività durante la quale si sviluppano !'energie atte al lavoro utile e si ha la capacità di portare le armi. La protezione della maternità significa che alli. don.Pa nella gestazione, nel 1Il1arto, nel puenperio, nell' allattamento si diano le condizioni favorevoli affinchè quelle funzioni si compiano nel modo migliore per il bene della madre e del bambino. Durante la 'g estazione la donna deve av~re il necessario conforto materiale e morale; vivere, cioè, i11 un ambiente tranquillo senza cause di patemi del.l'anin10, in una casa salUbre e pulita, la,1 orare con moderazione, evitando gli straJpazzi e a'1 ere un'alimentazione sufficiente e sana. Inol_ tre alla donna gestante, negli ultimi mesi della gravi.danza, è necessaria una vigilanza competente. J_' esame della donna gestante fatto da un m edico specializzato ha im·p ortanza pratica e sociale, percbè può rivelare condizioni patologiche, come la sifilide, la tubercolosi, l'albuminuria, la blenorragia, la cui cura 1pronta eviterà. danni talora l etali per la madre e 11>er il bambino: basti ricordare la efficacia della cura pronta della sifilide, dell'albuminuria, della blenorragia, delle quali malattie, la prima, se non uccide il bambino può dare la infelicità p er tutta la vit3., la seconda può essere causa di morte della madre e del bambino, la terza è la causa più frequente dell1 cecità. Aggiungiamo che la visita medica «

I

corripetente .p revede e previene le difficoltà meccanich e evitabili del parto. Le donne gestanti, non obbligate al lavoro fuori della casa, in condizioni di agiatezza che loro con senta di avere un:t buona assistenza, devono· possedere la istruzione che le gt1idi a pratjcarequelle norme che la medicina · suggerisce 1Per 11 bene loro e dei figli che IPOrtano nel ·seno. Ma. questa legge pensa precipuamente alle donn!:> gestanti, le quali, per la dura necessità, sono obbligate al lavoro nelle officine, nei campi o altrove, e a quelle che, 1p ur non obbligate a quel lavoro, mogli <li operai o di piccoli im,p iegati, devono attendere a tutte le faccende domestichee seno prive di m,ezzi per avere quell'assistenza, che hanno le gestanti agiate. Ora per le donne· gestanti obbligate al lavoro, questo dev.e es5eremoderato iper la qualità e 11>er il terna>o, P- nell'ultimo periodo della gestazione la moderazionedeve essere maggiore fino alla cessazione almen0> nellt:' quattro ·s ettimane che precedono il parto,. e intanto la donna non .deve essere privata della. sua m.ercede, senza la quale potrebbe anche mancare dell'ali1nentazione necessar~a a <sostentarla. Per la vigilanza delle donne g~stanti e sipecialmente 1p er 1a indagine dei primi sintomi, chespesso ·s fu·g gono ai prof ani, di quelle malattiericordate e di eventuali anomalie o malformazioni, in·d agine, che apre la via alla profilasc;i e· alle cure teIDtPestive e salvatrici, è necessaria la:. istituzione dovun.que, nelle città e nelle campagne, di ambulatori annessi alle cliniche, agli ospedali, agli asili materni, o isolati, assai meglio se vicini alle officine, alle fa·b briche ron <lon11e lavoratrici, ove siano medici competenti, levatrici esperte e infermi ere visitatrici abili, accorte, pazienti, con il sentimento elevato del do. vere. In ·questi ambulatori le donne gestanti saranno visitate, riceveranno le cure convenienti etutti quei consigli igienici utili alla continuazionenormale -della gravidanza e alla preparazione di un parto felice. AlJe visite delle donne gestantt n egli ambulatori si aggiungeranno le visite del!~ dette infermiere nelle loro case, perchè siano indirjzzate ed aiutate in ciò che si deve .p reparareper il parto e il pueI'lPerio e 1p er il benessPre del · nascituro. Alla 1p rotezione della donna operaia durante le fun zioni de1:J.a ·g estazione, del parto, del p11erperio P dell'allattamento ha provveduto il 1progetto di convenzione della ·Conferenza interalleata di Washington del 1919, ratificato dall'Italia, cui peraltro non ha seguìto l'emanazione delle norme legislative perchè entri in vigore. In questa coovenzi one Si decise che la donna operaia è in diritto -0.'interrompere il lavoro sei settimane pri-

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SEZIONE PR AI I CA

ma e riprenderio sei settimane dopo il part~.:, e che in questo periodo. di riposo riceverà una indennità che le consenta di mantenersi in buor1e condizioni igieniche; che la donna operaia avrà diritto alla cura gratuita della levatrice e clel medico e ai riposi necessari per l'allattamento del nambino durante le ore del lavoro. Di gra11d e utilità sociale sono gli asili matern:l, O\' e trovano ricover o le donne gestanti ·p ovnre e abbandonate, nubili e maritate, e ricevono a 5sistenza materiale e morale perchè il parto si compia normalmente, e vi soggiornano durante l'allattan1ento. Di questi a sili materni bene organizzati e ben diretti, ove specialmente le m a dri nubili trov:tno quel conforto materiale e morale, onde hanno bisogno, ve ne sono in alcune città d'Italia e anche in Roma, aperti da m olti anni, e dovP nor1 è raro di vedere madri, entrate nubili, u 5cirrie siposate dall'uomo che le 11a rese madri. Giova infine alla protezior1e della maternj tà la istr11zione nelle scuole, nelle officine, nei laboratori, negli ambulatori, per la quale si diffondono fra le giovani le nozioni elementari di puericultura avanti la 1procreazione, durante la gestazione, dopo la nascita, per avviare al maggior bene sociale l'istinto della r~produzione. La Lega nazionale inglese per la salute, la maternità e 11 infanzia, ch e racchiude molte Assor.iazioni, ha presentato nell'anno decorso, al Ministero della salute, una serie di pro.p oste, fra le quali l'i nsegnamento biologico nelle scuole femminili, come fondamento per il successivo insegnamento della igi€ne e della maternità . E poichè la biologia èomprende anche la vita sesc.;uale, conve.rrebbe aggiungere che l'insegnament. ; di questa dovesse 1Permettersi soltanto per le gio• vani adulte, fatto con discernjrnento, con bontà., con discrezione da persone dello stesso se..qso e s.eg11ite da consigli e ammonimenti di tem,p eran. za, di fortezza alla rinunzia di ciò che offende la d1gnità umana e nuoce alla salute seguendo ciecamente l'impulso dell'istinto. E opportuno qui ricor.dare come in alcune nazioni i fidanzati, che si presentano all'ufficio di stat0 civile per le formalità precedenti il matri1nonio, com.:piute .queste, sono introdotti nell'ufficio di un meQ.ico esperto, il quale fa comprendere la loro resiponsabilità di fronte alla prole e la importanza sociale degli ideali di er11genica. Tutti coloro che sono familiari con il miglioramento delle 1p iante e degli animali 1Per la selezion ~ artificiale comprenderanno la possibilit.à di modificazioni del potere fisico ed intellettl1ale della nostra razza 1per una saggia applicazione dei postulati dell' eugenica. iAvvenuto il parto con l'assistenza della levatrice o, eventualmente, dell'ostetrico, con tutte quelle 11orme che valgan o a preservare dalle in-

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fezioni (puerperali, la madre dovrh rimanerp ner ripo so e nella calma per almeno quattro $ettimane, cominciando l'adempimento del dovere di nutrire il figlio ·d el suo latte. La .p rotezione del' bambino è imposta dalla m ortalità e dalla n1orbilità elevate nei primi anni di vjta e dalle con-dizjcni di gracilità, dj deficienza di m olti fanciullj, onde la maggiore disposizione ad ammalare e la incapacità, nell'età adulta, di un lrivoro· proficuo e ·di adempier€ i doveri sociali. Alla puericultura prenatale con l'assistenza e la cura alla donna gestante segue la puericultura post-· natale, seguono le cure da ~r esta r$i al ban1bino. La prima di queste cure, la 1più vitale, è l'allatta- · merito materno, il miglior mezzo di 1protPzione· del bambino e di difesa dall e malattie e dalla. morte. Esistono, peraltro, talune condizioni nelle · qua.li la madre non può allattare, e, an che po-tendo, l'allattamento materno riuscirebbe dannoso · al bambino. Ora p erchè la madre possa all9.ttare · il suo bambino è naturale che ·debba trovarsi : nelle èondizioni favorevoli all'adempimento di · questa nobile e benefica funzione. Così se la madre è obbligata al lavoro è necessario che le-· siano date tl1tte le opportunità p er allattare il· proprio bambino. A questo sco1po sono in 1prima. linea le sale di allattamento annesse agli stabilimenti in.d u·s triali, agli opifici, cu stodite secondo le norme dell'igiene, ove le madri, ad ore stabilite, interrotto il lavoro, vadano a dare i1 latte ai lcro bambini, custoditi e vegliati, nell'assPnza delle madri, da !Persone com.p etenti. Il n11ruero di stabilimenti, ove lavorano le donne, con saledi allattamento , va sempre crescendo anche da.1 noi, per opera .a.i industriali intelligenti, accorti e buoni. Anche le sale di ricovero per bambt-rir lattanti di madri operaie, le così dette crèches" sono utili quan·do la direzione ne :5ia compP.tente· ed accurata. Per Je madri non operaie, mogli di op;erai, posson o es.sere necess.e,rie sovvenz1 oni, . 1pe.rchè abbi.ano un'alimentazione sufficien~e esana, durante l' allattamento. A questo scopo giovano anche le sale di refezione per le madri lattanti, delle quali io da molti anni ho vectut9 i risultati benefici, che s ono migliori e maggiori quando alle sale di refezionP è anne.sso ur1 3.ffi· · bula1.orio per bambini. Assai giovano gli arrrbu· latori o i dispensari infantili, ove le madri ~or­ tano i loro barnbini, che sono esaminati da medici specialisti, con l'aiuto di infermiere esperte •. e sorvegliati nel loro a ccrescimento, e riccvouo, quando occorrono, alim.enti convenienti e i rimedi indicati e consigli igienici, la cui pratica viene controllata dalle infermiere visitatr!r.i. Di queate le più abili e le 1p iù fidate sono quelle che ha11no fatto i corsi .di assistenza per barr1bi11i o nei brefotrofi o negli istit11ti di puericultura. comP quello, in Roma, di San Gregorio, ,r<!ra.-mente benemerito della protezione e dell'assisten- -

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11. POLICI lNICO

:za all' infanzia. L. esperienza insegna la somma .efficacia di questi diS1pensari infantili e come le ·madri ne siano sod·d isfatte e divengano sempre :Più premurose, attente e orgogliose della prospe_rità d-ei loro bambini. Per i bambini non allattati dalle madri , orfani o abbandonati, special1nente se illegittimi, prov;vedono quegli antichi istituti, che sono i brefo~tro:fi , la cui or ganizzazione ora è notabil1ner1te migliorata 1p er la sorveglianza igienica, per la r-direzione competente, per il frequente e sipontaneo -allattarnento materno, ond.a la riduzione della mortalità dei bambini pressochiè eguale a quella . che si 11a fuori di quegli istituti. Quando nella discussione al Senato, nel ·d icembre 1907, della legge già ri cordata « assistenza agli es:posti e alla infanzia abbandonata », il senatore De Cristoforis ..es-press.e il desiderio che nella legge fosse inse· ·rito l'obbligo alle madri di soffermarsi nei br.:lfotrofi per allattare i loro ·b ambini almeno ,p er tre mesi , il presidente del Consiglio di allora, ono··revcle Giolitti , si augurava che a -ciò si rtovesse ·a ddivenire, ma che passare d'un tratto .dal siste. .,ma barbaro della ruota ad un sist-ema di perfe' zione, com'era .quello desiderato dal senatore De ·Cristoforis, egli non lo cred eva attuabile in quel momento. Sono passati 18 anni; l'obbligo alle madri non è imposto, ma intanto progredisce e prosipera l'allattamento materno nei brefotrofi, ,,come in ,q uello ·di Roma, abilmente diretto, fl non si deplora più la spaventevole mort~lità di altri · tempi. Le madri, se n on sono 'Pro1prio snaturate; . si affezionano alle loro creature e vinte dall 'amor 1r1aterno, vincendo i .p regiudizii, le riconoscono come il frutto d el loro •seno e sono loro d-elle più tenere cure . .·-prodighe . Alla protezione della infanzia nel .periodo del· l'allattamento segue la protezione negli anni successivi, nella puerizia, nella età 1prescolastica e scolastica. Per i fanciulli privi di genitori o perchè orfani o perchè illegittimi o perchè ab-'ban.donati ·da genitori snaturati e indegni, sono gl'Istituti degli orfani e della infanzia abbando, nata, dai ·quali 1possono essere collocati 'Presso fa·miglie coloniche, continuandone la vigilanza. Ne1-1'età 1prescolastica sono indi·s pensabili in ogni comune del Regno gli asili infantili che raccolgano tutti i fan ciulli di quell'età e particolarmente quelli che, altrimenti, rimarrebbero abbandonati nelle strade. La scuola, che istruisce ed educa, sarà più feconda ·di bene se abbia, come ormai è in molte S"uole del Regno, come in que}l~ di RC1illa, la vigilanza igienica e sanitaria degli .alunni, ]' insegnamento de\Ia igiene. L'assic:tenza medi ca nelle scuole è d'inestimabile valore, perchè ri \'e la , anche in fanciulli apparenten1ente sani, disposizioni morbose eliminabili, difetti riparabili. malattie all 'inizio facilmente guaribili. Mae'giore ne "arù il vantaggio, quando le siano

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XXXII,

FASC.

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associ ate le opere così dett e parascolastiche per opera dei Patronati scolastici, cioè ·i rjcreatori, i dopo scuola per i fanc.i ulli che non possono essere dopo la scuola vigilati dai genitori, le pa C)seggiate festive, le colonie marine e montane per i fanciulli poveri, gracili e deboli, la cui indiscutibile utilità è ormai riconosciuta in tntte le nazioni civili. Per la scuola e le istituzioni prescolasticl1e i fanciulli sono salvati dai pericoli inateriali e rnorali della strada e ·Cresco110 nel' l'amo're della 1P·Ulizia, dell'ordine, della discipli11a e nel sentimento del dovere. ·c onnesse a queste opere ·d'istruzione e di eclucazione morale sono reducazione fisica e la profilassi delle 1r1alattie specialmente .della tubercolosi. Si comprende la nostra responsabilità 11ella 1profilassi di questa malattia quando si consideri che non s] nasce con la ti1bercolosi, al più se ne può er editare la disiposizione, e che il germ-e penetra negli organismi per j l contagio interumano; onde viene che la prima norma della profilassi è l'allontanarilento dei bambini dagli ambienti ov-e sono malati cl i tubercolosi. A questo scopo sono le colonie 1p·e r i figli ·dei tubercolos.i come la Colonia Regina Elena in Roma e l'opera {!i prevenzione antitubercolare infantile in Milano. ~ei dispensari antitubercolari si veg.gono madri tubercolose, che allattano e talune, consapevoli della natura della loro malattia, impl orano l'allontanamento dei figli 1perchè siano salvati dalla malattia , ond'-es5e .sono affette. Queste pover e madri rj cordano la madre vera nel giudizio di Salomone, la quale sup1plicava il r e sapiente di dare alla madre bugiarda il proprio bambino, pur che ne fosse salva la vita. Si deve consiaeraré inoltre che il germe della tubercolosi .penetrato nell'organi·sll)o, vi rirnane. S!l€SSO latente, ançhe per tutta la vita, e che a provocare le malattie tubercolari vale il concorso dei fattori sociali, come la scarsa alimentazione, le condizioni antigieniche delle abitazioni, le tristes sine sole do1n.us, dai quali i fanciulli dovrebbero essere preservati. Fra le leggi approvate ·dal Senato, che riguardano il benessere .dei fanciulli, è ~ppunto il d-ecreto-legge del 24 luglio 1919: « Provvedimenti per combattere la tubercolosi », con il quale si 1piovvede al collocamento di fan ciulli conviventi con persone affette da tubercolosi contagiosa. All'adolescente, che passa dalla scuola n ell 'ambiente deJ lavoro, deve essere continuata la vigilanza e la protezione. Di questa necessità attestano le varie leg.g i sul lavoro dei fan ciulli e le discussioni d ella recente conferenza internazionale del lavoro di \\1 ashington, dalla quale t1sc1· rono i progetti di convenzione, che ebbero rapprovazione d ei rappresentanti dell'Italia. (Segue il disegno di legge ).


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SEZIONE PR.\TlCA

NELLA VITA PROFESSIONALE. Cronaca del movimento professionale. Per le pensioni dei medi<'i condotti. Il Direttor·~o Centrale del Sindacato Medici condotti comunica che si è ottenuto un piccolo acconto col ricon-0sci1nento delle c·.a.mpagne di guerra agli effetti della pensione. Per gli altri più jmportanti desiderata a quooto rigua1rdo continua più a.ttiva la campaigna, che è stat3 p.o rtata anche alla discussione della Camera. Nei vari e ripet·u ti oopraluoghi ai Mi11iste1·1. e alla Cassa di Previdenza si è avuto assicurazio11e .che colla revis1orie del bilancio tec11ico di questo eseToizio si avranno ri·s ultati che potranno dar modo di rid11rre sensibilmente la ritenuta del 40 o/o e allora si vedrà se è possibile abolirla ·del tutto·. Si dovTà ad ogni modo allora ·p ensare al1e occorrenti disp~izioni di legge, per le quali è 11ecessar'io i1 consenoo del ministro d·e lle Finanze.

Per i Sanitari dei Comuni terremotati. Il Consiglio Superi.ore di Sanità su proposta del dott. V aeino, .segretario generale d el Direttorio Centra.le lVIedici condotti, ha votato all'u11a11imità la. seguente mozione: cc Il Consigl'iirn Sup. di Sanità; , in considerazione dello stato di servizio de1lla grande maggioranza dei sa11itari diipende.n ti dai Com.u ni terre1motati, ohe riesce alla fine p1regiudizievole al servizio sanitario stesoo ; considera.n do che la causa di tale disagio è foo1data essenzialmente sul fatto che per molti di tali Comuni t-erremotati, amministrati dalla Commissione Reale, .alle 1dripendenze del Ministero d.eJll'Interno, non si a;pplioano, o si applicano con falcidie notevoli i deliberati della G. P. A . della stessa Provincia :per la 1sistemazione delle condotte sanitarie dei Comuni non terremotati; . ritenen.do che non soltanto appare ingiusta tale differenza di trattamento ma che essa TI''Ustra una tassativa disposizione di legge (.art. 34 del R. D. 30 dic. 1923) che attribuisce alla G. P. A. e non aid altri il còmpito di fisisare le condizioni di compenso delle condotte sa1rita:rie; fa voti che il Governo disp.ornga perchè la Commissione Reale che amministra i Comuni terremotati si attenga a quanto le G. P. 'A . hanno deliberato circa il trattamento economico e giuri1d ico d ei sanitari condotti d e i Comuni non ter·r emotati i11 aip.p lli cazione dell'art. 34 del R. D. 30 dic . 1923 ll. 2889 )) . ' VACINO~ ToF.TI, R ACCA, VIVANTE, ScL.\vo~ MAGGIORA.

) Cl1rati i1on · devono . diventare mo11opolio di pochi medici ; d' altra parte pern si deve evitar.e che la libera scelta del medico da parte <lell'assiourato co n<luca a quegli abl1si , verificatisi p er gl'infortuni nel la-vo~:o, 'Per i quali sono state ere.ate aziende comn1er ciali , dove è convogliata la clientel a degli assicurati. L 1 Gratore propose :per i medici delle assicurazioni sociali una specie di investitura con- . fe,r ita non da un'a.t1torità amministrativa, ina da u11 corpo m edico, riservat~ a medici di nazionalità francese. L,a discussione condusse a far rupprovar e le seguenti conclusioni : a) scelta libera del me.d ico ~ r elazione diretta col oliente ar::s icurato; senz:1 interposizione delle Casse; b) rispetto1 assoluto de.J segreto profession·a le ; e) n ess:i11 control lo, da part e delle Cassie, siugli atti <lel n1edico curante; cl) obbligo pe.i· le CaS8e di lascìare in facoltà dei malati .d~ scegli.e.r e la casa <li cura co11 l 'org-anizzazi-011e m e1dica attuale. Queste. condizioni stabilite p er le assicurazio11i i,;oci ali si <'oncretano so-sta11ziM.mente in ·una ri('hioota: l'introdl1zione delle assirourazioni sociali in Francia no11 dovrà mutare o i11odificare in i1ulla gli a.t tu.a li 1·aip1iJorti tra medici e ammalati e tra qt1e.%i e le case di cura. Esse so no 'Più intransigenti di quelle già formulate da.i Si11·d acati medici fr.ancesi in fatto di i11di'P ~ndenza dei sanitari dalle Casse di assiclllrazione. 1

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CONCORSI. ,

!'OSTI VAOANTI.

EGITTO. ()spedale Italiano. Di·r ett-0re del /,,a bora· torio di ricerche cliniche ed anatomo-patologiche ed eventualm. di un I stituto antiralrico. Direttore del Gabinetto di radiologia. Vedi fase. 31. Scaid. 15 ottobre. A1:PARIZIONE (Gen.oua). Scad. 31 ~g. Vedi fase. 31. BoRGHET.T'O \ TARA (Spezia) . Al 25 ag., ore 18; L. 8200 e 10 bienni ventes. , oltre L. 300 bicicl. e L. 500 se uff. sa11. Età ]:Ìfm. 40 a. Docurrn . .a 3 ~i. 'r nssa L. 50.15. BR~SCIA. ,_pedali Civi,li. Medico p;:r imarr io; lir e 6000 (sic) . Dooum. a~li Uffici d' Ammin. (v. Moretto 42) n1on più tardi d elle ore 17 del 15 oot t. Età lin1. 45 a. (e.x combatt. 50) . Chie.dere an11unzio. CALTAGlRONE (Cata·nia). - Per Mussolinia; lire 10,000 e 4 quinquenni dee., oltre L. 2000 cav. ; alloggio non arredato. Età Jnass. 45 ·a. Scad. ore 12 <lel 25 ag. CoPPARO (Ferrara). Ospedale lllandamental.e di /3. Giuseppe. - ChJ.rurgo primario. Vedi fa.se. 31. MEDICINA SOCIALE. Scad. ore 20 del 20 ag. Le assicurazioni sociali in Francia. · , DEGO (Genova). - Scad. 13 ag. ; kmq. 34 (di oui L ' Accademia .di Medicina di Parigi, nella seduta 12 jn piano e 22 in collina) ; ab. 2325; pov. 960; stJip. residenziale L. 8400; addizionale L. 500 ; mezzo del 28 a'Prile 1925, si occl1pò d,e] di.segno dii le·g ge tr.asp . L. 300; uff. san . L. 500. Farmacia ; ferrosulle assicurazioni sociali. . -via; ecc. TI dott. ~fe&ureur osservò che le oure agli assi.A.r.EsS ANDRIA

DI

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IL POL ICLINICù

F ORMIGINE (ill odena). - 2a. cond.; L. 8000 e 10 bien11i ventes.; t rasp. L. 2500. Soad. 30 ag. FossANO (Cuneo) . - Scad. 15 ag.; 3a. cond . rurale; 6 frazioni; L. 7000 e quinquenni .dee.; lire 1500 mezzo trasp. ; tassa L. 50. GENOV.\. Laboratorio te·r apia sperimentale (prof. _i.\... Bru.schettini). - Dispoinibile posto d'assistente. Stipendio e ogni mezzo di studio anim.a li compresi a di~osizione . Richied&Si conoscenza profonda tecnica batteriologica. Indis pensabile conoscenza lingu a francese e possibilmente tedesca. TvfIJ,ANO. Consiglio deg li I stituti Ospitalieri. Dirigente la Sezione Radiologica dell'Ospedale Maggiore . Vedi fase. 31. Scad. 10 ottobre . MoNTALDO BORMIDA (Alessandria). Sca<l. 15 agosto; L. 7000 e quinquenni; per uff. sa11. lire 500 ; età mass. 45 a. · l\1oN'l'EOASTEI·I·O VIBIO (P erugia). - A . t utto 31 agosto. ' 7edi fase . 31. MORNESE (Alessandria) . - Con Mo ntaldeo ; lire 7000 per 300 .p o v., 4 quinq. ·d ecimo; tr.a sp. L . 500; uff. san. L . 500. Scad. 31 ag. P AVULLO (A{.odeno.). 4a. cond. e direz. gabi• netto ·di radioscopia Ospedale Civile. ·v edi fase. 31. Scad. O're 18 del 20 ag. PLAT·AcI (OosP-nza). - Ab . 1818 ; L . 7000 e addizion. L . 1000 se oltre 20 % pov. ; 5 quaidrie11ni dee.; uff. san . L . 1000. S oad. 25 ag. . PoGGIO IMPERIALE (Foggia). - Al ,30 ag.; L. 9000 e 4 quadrienni dee. ; età lim. 45 a . Serv. entro

15 gg . PORTOMAGGIORE (Fer·rara) . -· Proroga 31 ag. R ANZO (I mperia). - Proroga 31 ag. RoooALBEGNA (Gro sseto). - Al 20 ag. , 2a condotta ; L . 9700 e 5 quadrienni decini 0'; L. 2000 cav.; c.-v. L. 1200 se famiglia, L. 600 se celibe; as.gicur. Tassa L. 50.10 al Cassiere com . Docum. a 6 mesi. Serv. entro 20 gg. S. MICHELE DEL Qu ARTO (T' enezia) . - A tutto il 30 sett. , ore 17, cond .; per informazioni rivolgersi Segr eteria . VENEZIA. (Jspedale Oiv,ile. - l\fed. chir. assist. str aordin. ; L. 4500 (sic); titoli €d esami . D ooum. a l Protocollo non pii:L tar.d~ delle ore 17 del 25 ag. T assa L. 50 al Tesor iere. Età n1ass. 30 a. Chie.dere an11unzio. 1

NOMIN E, PROMOZIONI ED ONORI F ICENZE.. Sono nomi11ati i proff.: Giuseppe Mariani e Mario Giuseppe Truffi. di clinica d ermosifilopatica rispettivamente a B ari ed a Catania; Guido Maria Piccinini di farmacologia a l\1odena (rallegramenti cordiali al i1ostro antico corrispo11dente ed amico). Il prof. Henr~· Roger, decano della Facoltà medica di. P .arigi, lia assunto l'insegn a111ento deLla fisiologia , in seguito al ritiro del prof. Charles Richet, detern1in ato dai limati <l'età . .\.1 posto del prof. Roger è subentrato, sulla catt e-cl ra di u1edicina spcrin1entale, il prof. Francis Rat11 ~ ry, il quale era aaréa é .al prof. Paul Carnot. 6

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NOTIZIE DIVERSE. Istituto di Coltura Italiana negli Stati Uniti. :B sorto a N ew York, sotto gli auspici di quella Cblua:nbia Uniiversity; ne è presidente il prof. John L . Gerig. Il presidente del Comitato esecutivo nazionale, on . John J . Freschi, oi ha rivolto il segue11te messaggio: •

l lZ.mo signor Direttore,

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La necessità di vedere diffuse la lingua, la letter att1ra, le a rti italiane in America tr01VÒ da principio ipochi sostenitori e molti furono quelli cl1e si ·d isinteressarono di questo importante problema. Più tardi, qua11do un gruippo di spiccate person alità intellettuali italiane ed americane intesero l'alta importanza di questo problema nulla trascurarono perchè l'opinione pubblica n e fosse illuminata qui e convocarono a tale uopo delle importanti riun.i oni nelle quali ben s'in travvedeiva l' utilità d~ rendere pi~ intense le r elazioni culturali tra gli Stati l Tniti e l'Italia. L a Columbia University intanto , la ·p iù illustre d elle Univer sità ame ricane , cl1e sellllpre accolse i professo1ii italian!i e diede lor.o a reggere importanti cattedre, fu auspice or non è molto d el 'so,r gere dell'Istituto di Cultura Ital1iana riconoscendo così le jus.ite virti1 de-lla n-OStra r azza e d il contributo preziooo ch e l ' Italia giornalmente porta in ogni campo de ll'attività umana. Svilup patosi que8to movimento i dirigenti dell' Istit ut o di Cultura Italiana, sorretti dal plauso u nanime ohe giungeva loro d'ogni parte dagl'Italiani, profusero ogni attività perchè presto fosse eretta .Presso l a Columbia Unizersity una Casa ltalia11a, .simbolo delle nostre nu1nerose- comu11ità, della n.ositra ci viltà. La campagna è ora splen·d idamente in marcia e sarebbe un t itolo di onore per me, si'g. Diirettore, se Ella volesse dar~ a questo movimento n obilissimo l'appoggio Suo autorevole ed illuminato inviando al Professor e J ohn L . Gerrg, Executive Officer Depar t 1nent Romance L anguages and Literatur es. tJolumbia Univers.ity e PreBidente dell'Istituto di Cultura It~liana négli Stati Uniti un messaggio augurale da essere riprodotto su questa stampa jtalia11a e su quella am ericana e qualche Sua pubblicazione jn omaggio per la nostra Biblioteca Circolan t.e . . Sentitamente rsingr aziandola e con i sensi deUa mia stima e conside.razione. JoHN J . FRESCHI. Il nostro ~iornale ha così risposto: Sig. Prof. JoHN L. GERIG, Presidente dell'Istituto di Coltura Italiana negli. Stati Uniti - New York . Esprimo il mio compiacimento ed il mio p1auso per la nobilissima iniziativa, oh e tende a consolidare e temprare i legami intellettuali avvincenti il popolo italiano a quello americano. Il nostro Policlinico, augu1·ando un felice risultato, invia in omaggio le su'e tre sezioni medica,


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SEZIONE PRAT[CA •

chirur.g ica e pratica, mentre volentieri si f.a centro fr.a gli Italiani per la spedizione dti opere ed estratti. y . AsooLI. •

Nella Direzione Centrale di Sanità Militare.

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Il -d ott. Francesco Della Valle, generale medico caipo, ces.sa col 1° agosto dalle funzioni di direti.or·e geneTale capo deltla Direzione pentrale di Sa11ità mri.litare ed è collocato a disposizione per servizio ispettivo ; delle sue funzionii è incaricato il dott. Giovanni Oalegari, generale medico in posizione ausiliaria. Il dott. Della Valle non lasoia ~unque il servizio: egli rimane a caipo del corpo sanitario militare. Il dott. Stefano Santucci, ge.n erale medico, cessa dal.La carica di prooidente del ColJegio Medico Superiore presso il Minii•rtero della Guerra ed è nominato ispettore di Sanità Militare con sede a Milano; al siuo posto è nominato il dott. An·clrea Ciaccio, generale medioo, richiamato dal congedo. I ·d ottori Carlo Gualdi e Umberto Riva, gen·e rali medici, sono nominati .ispettori di Sanità Mila.tare, con sede rispettiv.amente a Napoli ed a Firenze. Gl'ispettorati, di nt1ova istituzione, provvedo110 all'alta vigilanza tecnica e scientifica sul servizio sanitario militare. TI .territorio nazionale è r~par­ tito in tre zone, corrispondenti ai tre corpi d' airmata, a ciascuna delle quali è prepooto un ispettor·e. Questi diipend0110 tecnicamente dalla Direzione centrale di ·Sanità militare, e disciplinarmente ,dal co,ma11·d o di Corpo d'armata ove ha11110 sede. I pro,rved.imenti riguardanti la Direzione centrale di Sanità militare trovano riscontr9 in qt1elli ohe si stanno attuando anche in altre diirezioni generali del Ministero della Guerra e probabilme11te mirano ad un indiri zzo nuovo ed uniforme nei vari servizi dell'Ese.roito. 1

XIV Congresso Stomatologico Italiano. Come .abbiamo già annunciato, q.u esto congresso .avrà luo·g<> a Fiume nel proSsimo settembre: P er aiderire al desiderio di parecchi partecipanti, esso è stato di.f farito dal giorno 3 al giorno 10. S . E. l',o n. Mussolini h·a aiccettato di essea:ne il piatrono. S.ono già inscritte venti cornunioazioni, fra le quali una ,d el prof. Berett.a cc Contributo alla patogenesi della carie dentaria))' una dell'on. prof. Pern.a cc Avitaminosi e sistema 1d.e ntario », una dei proff. F a.soli e J\tianicardi « Da .carie sperimentale in vitro» . e.cc. Dicemmo la volta scors1a ohe parteciperan.n o ai lavori stomatologi ungh~resi; oornbra certo l'intervento a11che .di colleghi tedeschi e probaibile quello di svizzeri e francesi. Oltre ai soci della F ederazione Stomatologica Italiana, promotrice del congresso, possono partecipare allo stesso tutti i .m edici .ed od-0ntoiatri italiani e stranieri ohe ne facciano domanda allia presidenza della Fede razione stessa, Lungo Tevere Mellini, 17, Roma (26) . Per Fiì1me in settembre è co11cooso un Tibaaso

fer·r oviairio 'del 50 % i11 occasione dell~ mostre ·d i a~ricoltu:ta, in.d ustria e commercio, di arte, di fioricultura. 11 Co.m ìtato ordin.atore del Oongresso h.a orga.nizzato gite ad Abbazia e a P ostumia.

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XVII Congresso della Società Freniatrica Italiana ' . Come abhirun-0 annunziato si -terrà a Tri•e ste dal 24 -<1.l 27 sette1~bre, per ' o•p era ·d i un oomitato es·ecmtivo prec:;1ieirlutoi- ·dal dott: G. P astroivich, direttore cdi tfUe]l'(1.sipeda.le psichiatrico provinciale, a.ssistito da vale11ti .coo.clitttori. L'ufficio di segreteria sarà f.enuto dalla dott.a. Evelina Ravicz. .I temi generali proposti isono i segu enti : 1) «< La oootituzione in p.siichiatria », .relatori: M. KobylinskY. e G. Vidoni (Genov.a ); 2) « Psichiatria e psicanalisi »; relat. E1d oardo Weiss (Trieste); · 3) « Te-rapia della paralisi pro·g ressiva >); relatori : Gustavo .àtiodena, N. D e P .aoli e Mon<lini (Ancona). , Per event11ali oomuni..~azioni invia.:rne i t itoli alla seigreteria in Genova - Casella postale n . 879.

I

1° Congresso Generale del bambino. al 28 agosto, e vi saranno rappresentn,ti tutti gli Stati 'civil•i, ·p er discutere argomenti cdi igiene, medicina, assistenza, previ·de11za, educazione, ecc. So110 notificate nU1II1erose comunicazioni. Per l'interve11to al Congresso sono offerte e stabilite facilitazjoni con•sidereviOJ.i, specialmente allora che la N azi011e possa concorrervi con un certo nl1IDero di pe rsone (pe1· 50 congressisti, riduzione del 25 %; per 100, il 35 %; per 200, ·il 50 ·%) . Lingue ufficiali: la francese, l'inmlese, la tedesca, la spagnuola, l ' italiana. Rivo1ger:si .al segcr·etari6 1gen-er.a1e, rue Massot 4, Ginevra. È in·d etto a Gi·nevra ctal 24

Corso sul cancro. Il giorno 15 1uglio ebbe principio pll'e&so l'U:niversità di Siena il co.r so ·d i lezioni sul cancro, da noi gJià annunziato, per il qUJa-le ebb.e l'incarico il prof. Barbacci . Il rettore prof. Sclavo nell'inaugura.re tale corso accennò alla grande importanza del:}' argomento ed alla particolare competenza del prof. Barb·acci. . Il cors·o . ha. la 1d1u rata di un mese con, una lez1one ogni giorno. . . Nelle ore antimeridia11e il p .rolf. Barba.cci, coadiuvat.o dal prof. Lunghetti già suo d~scepolo ed ora professore di anatomria patologi.ca nell'Università di Caigliari, intrattiene gli iscritti in un corso di tecnioa :per la diagnosi microscopica del cancro. AsSla.i numeroso è l'uditorio, ohe segue con wan<lissimo interesse le magisrtriali lezioni d el ohiari~­ sirrno prof: Barbacci.

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I

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La Clinica di S. Anna. .

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un istitt1to ost.etrico-@necologico privato sorto a Roma, nel qt1a rtiere di P1oo:ta Pia (via Gariglia - ' no, presso piazza Quadrata); è gran«moso, sig110rile, for11ito di tutti i mezzi più moderni diagno-


11 40

I I. POLICLI NI CO

st i('i , cu1·n.tivj e ±i 3.ssistenza; ~~ d eigenti possono farvisi a&5lister1~ da sanitari di loro fi,ducia. Non esis.heva a Roma ne...~un istituto oongenere. Lia cc Olinica di S. Anna » è stata an11essa al1' u Asilo Matel.'no » per l' a&sistenza alle madri il,. legittime, sorto nel 1903 e che ora dispone di 15 posti per madri nutrici; <lal 1917 al 1924 ha perduto un solo bambino ·ed ha otten:uto il 100 % di riconoscintenti e il 69 % di matri moni. diretto dal dott. B iraghi, coadiuvato d ai dottoiri Si.m oneschi e P aolurci e dalla dott.a Corvini. Sicooo:ne le riso•rse de].l'asilo si dimost1'avano sempre più insufficientJi, si è pensato di chiamare la maternità legittirma in aiuto .dell' altra, f on.da11do l a Cl'inica di S. Anna, a paga.mento, il cui reddito .an'dll'à a vantaggio -iell'~< Asilo Materno» gratuito.

:e

La Fondazione F erre r o di Cavall erleone Con R. D. n. 460, su pjr oposta ·d el Ministro per la gt1Brra, la ~..,ond·azion e F e1rrero di Cavallerleone • p11o ufficiali m edici del R. esevcio in servizio attiivo perm a ne nte, costituita dall' o·f ferta d~ L. 20,000 n ominali , fatta 1d a S. E. il tenente generale Fer( re1ro di Cavaller leone gr. cr . nob . L uigi, viene erett.a in Ente morale, e ne è rup1provat-O il rela.tiv? statuto .

Rimborso a favor e dell' Amministrazion e ospitaliera di Roma. Co11 R. D . L. n. 345 è stata autorizz.ata l ' asoog11azione str aordinaria di J.,. 338,000 ·p er sp,e se relabi ve al mante.ruimento d elJie cliniche universitarie, pel period10 dal 1° ge1111aio 1915 al 31 dicembre 1919, all' Amministrazione ospitaliera di Roma, a saldo <li ogni $UO credito.

P er Ca mlllo Golgi.

Il 9 lu1glio i.I sen. Oa.millo Golgi ha compiuto 82 an111. In tale occasione l' illustre scienZ>iato ha ri, oovuto da più parti fervidi auguri aocompagn.ati cl.a attestaziioni di stima e di simpatia. I l rettore dell'Univer sità di P avia, prof. Sol.mi, gli ha cosa t elegrafat-0: « Nella ottantaduesima ricorrenza Suo cotnplennno questa Uni\re rsità tutta è in ispirito attor110 a Lei, salutan<lo lietamente illustre Maestro p ropria vivente gloria, e augurando ad mul1

tos a11n.os

J>.

Per il prof. Askan azy . In occasione del 60° oom1p lean110 de]1 ·p rof. Max Adl{anaz.y, , <l jrettore dell' I stituto di anatomia patologica a G'i11evra, gili amici e gli allievi hanno voluto consacr wrgli un numero speciale delJa « R evue 1\iiédicaJe de la Suisse R omande»; esso contiene 14 pregevoli mem.01rie originali, concernenti l '.auato1nia p atologica. Il prof. Askanazy h a il merito di aver sruputo co11ciliare e armonizzare due colture, la f rancese e la tede ca; egli ha compit1to opera di intern.azionali n10 nel senc;o più alto p11r restando fedele a11.1 c::ua pnrria, l a Svizzera.

Onoranze al prof. Lncatell o. · ~

tat-0 fe teggiato nell'aula di Clinica m.cdica dell' l 111 i"l,,. ità cli Pnclo,~a il prof. Luca te-Ilo, ret-

[ ANNO

,XXXII ,

F.~.

32]

tore m a'gnifioo , i11 ricorrenza del 25° anniversario dcl su o insegname nto. I l prefetto di Ferrrara ha letto teleg~'am:nii di adesione e di augurì detl M inistro della P . I. , del commissario straordinario d-el Comu n e e d~l sen. Maragliano . E stato, d u ran· te la oori.monia, offerto al p1rof. L ucatello un busto di b 1'1011~0 .

La .p ~esidenza ge nerale dell'Assocls.zione Professori Univers itari. P er la seconda volta è stabilita a M ilaJJ.o. Ne fu in passato presidente il &en. Luigi 1\ifangia.ga.ll~, durante un 1pe.r iodo di grande attività d ell' A...~­ ciazione; i1e è ora presjdente il prof. Carlo Foà, inse1gn a nte di fisiologia presso l'U nivePSità, e l'UffiC'io di P reside nza ì~ risultato così co1mposto: vicepresidente il prof. Git1seppe Bru11i d el Politecnico, segretari i proff. La Luunia e Gazzaniga, economocas~iere. il J)rof. Giorgio Mortara .

La ntlova se,le dell' Associazion e Medi ca Britan• llJCa.

Ve nne inaug urata co11 g1ran°de solen11ità il 13 luglio, !1r esenhi i. sovrani , il ministro dell'igiene N eiVille Chamberlain e altre autorità. Nell 'occasione f u rono co1n1nen1orati i 574 membri dell' A.sr soaiazjone periti in ~erra. L a ce.riimonia si svoJse in una vai&ta corte, la Gre.at Hall, .sifarzos ame n tf'i a-dcùo1bbata. Fu pronunziato un discorso anche dal re Giorgio. I l nu ovo e difizio ha sede al Tavistock-square; occurp a u11'a.rea di 58,000 piedi 'quadrat i , di c11j 18,000 coperti da costruzil.oni.

Ordinanze igienich e. Il R . Com.m issario· del <Jomune di Roon1a OO·n ordinanza in data 23 luglio, d ettat a dall'ufficiale sar nitari-o prof . G. P ecori, disciplina l' igiene &ni , tra1ns; t ra P altro :liSi:po11e ohe « i di rigenti le aziende <lei pubblici trasporti d ebbon-0 richia1nare il personalie <liipendente a reprimer e l'~nci­ ' ile abitudine di sputare sulle vetture. I fattorini dovl'anno assolutaimente astener si d al servirsi d ella sali.va per il d1~tacco d ei biglietti . Il passieggero avr à facoltà di rifiutare il biglietto così inumidito » . Be nissimo! 1

'

Specialità sequestrata . Con {lecreto 16 luglio 1925 del :Mi11i stero dell'Interno è stata proibita la vendita aJ1 pubblico in t u tto il R egno ,di una specri.alità medicinale prepairata dalla farmacia A. B orzani •<li Milano (via Gaudenzio Fer1~ari 7), e inessa in oommercio sotto la denominazù.one << Ernio1 », ri1nedio i)er la riduzione completa delle ernie sforzi ecc. Col m1e desiruo d ecreto è stato ordinato, in base all'ult,im o comma <1ell' ~,1-t. 18 della legge su l'esercimo delle farmacie, il temporaneo sequestro di detta spooiaJità, presso ol1iunq11e essa si trovi. Il titolare dell~., farmacia B or zani ò stato denunciato .all' .J\.ut-Orità Giudiziaria.


[ANNO XXXII, F ASC. 3'2]

RASSEGNA

SEZlONE .PRATICA

DELL~

STAMPA MEDICA. ·

]1ilnch . 1-Iediz. 1TTocnJ., 13 mar. - O. W1EDHOPF. Sulla si1npatectomia . .--- ,V. LEHMANN. Esami della virulen.za i1elle infez. puerperali . .- H. NAUJOKS. Pieliti i·ntra parf.u m. Jottrn. d.. Prat., 28 mar. - RAVINA. L e cianosi . Journal _4.m. Med. Assoc., 7 mar. - S. BuRT 1

1

\VoLBACH. Le Rickettsie . R . H. Mc-BRIDE. Tuattam. dell'cc encefalite » ·da arsenobenzoli con tiosolfato so<lico. - W. W. DuKE. Allergia fisica . D eutsche ~fecl . 1-"Fochcns., 13 mar. - M . v. FREY . Esiste una sensibilità 9rofon·da alla pre6Sione? GoLDSCHEIDER e Jf. HAHN. Sulla dermografia. M. KocKMANN·. Il cadmio. Wien. Klin. TFochen.~., 12 m ar. - H . EPPINGER e F. 1(1soH. Di.mamr.amento; sottraz. d'acqua. Riforma. Me.d., 16 feb. - A. ZAFFAGNINI. Sindrome occlusiva periodica da membrana di Jackson. Bull . ltléd., 11e14 mar. - R . .BENON. I quattro tipi clinici di demenza. Rev. Flranç. de Gyn.~ c. et d'Ubst., 25 feb. - A. LAURENTIE e l\'IoussALLI . L'insufflaz. dell.e t rombe Revue de 1a 'J!uberc., gen. - A. GIRA UD e L~ DE REYNIER. Permeabilità d e lle vie aeree nel polm. compresso alla For lan1ni . A . J EANDIDIER. Al· cuni aspetti dell'endemia tubeTcolare. Riv. di Patol. nerv . e me11t ., 25 mar. - Psioosi da tossi-infezione tubercolare. D. BOLSI. Scleros i del lobo anter . dell' ipofisi ; cachessia ipofisaria . R i fo rma !lled., 9 mar. - C. GIANNI. Siero di sangue nel cancro e altre adenopatie in rapporto alla reaz. di Bothelo. Giorn. d. M1!d. Prat. , mar. - A.' Lu1sADA. Iposfigmia e ipotensione. Paris ] féd., 28 mar. - M. VILLARET . La pressi-0ne Yenosa periferica in clinica corrente. Journ. Amer. },fed. Assoc., 14 mar. - J. B. DE LEE. Se7.. cesarea bassa o cervicale (lruprurQl-tTachelotomia). M. R. LRw1s. Trasformaz. delle cellule bianche iJ1 clasmatociti (mao:rofagi) ecc. G. F. DICK e G. H . D1cK. Sieroterapia d ella scarlattina. - O. B. N ESBIT~ V accinaz. contro la scarlattina. J ourn. de ll! éd . de Lyo·n, 20 mar. - Numero d·i oftalmol-0gia. Brit. i~!led. J o11J,rn., 28 mar . - F. lVENS. Profilaissi della morbosità e della mortalità pue rp.eirali. - S. J. CowELL. In·adiaz. de.I latte e guarig. del rachitismo. Riv. Sanit. Sici!., 1 feb. - P. LEoNE. L'elioterrupia nella tbc. chirurgica s perimentale. Ann. Inst. Paste1tr, .m ar. - E. MARCHO U X. Amone dello stoV'ar sol .n ella terzana. G. SANARELr..r. Patogenesi del oarbonchio detto cc interno » o cc spontaneo ». _4.rch. jgc-icnze 'Afed., 31 mar. - A. SERRA. Trapianto libero di u11 muscolo intero. - N. 0RLANDI. Splenomi. Wiener ·Arch. i111n. 'J.!ed.i z ., 30 mair. - J. KnETZ. Alterazioni delle cor-0narie e loro sri.gnificato clinico. I. N . D1MIT'RI.JEVIC. Lipasi chininoir esi1

11~1

ste11te 11el siero di malarici. F. DoNATH e A. PERLSTEIN. Modificazioni del quadro leucocitario in agonia. - F. LASCH , W . NYIRI. Sull'esame funziionale dei re11i . O. RoT~. Ipertiroidismo iodioo e a ritmia perpetua. Gazz. illed. ltalo-Argent ., 31 m a r . - G. ARAOZ, R . .A. V ACC .\REZZA e F. MARTINEZ. Spi~oohetooi polmonare di Castellani . Arch. f. Sch .- u. T 1·.-Hyg., 1 aip·r . - A. KESSLER. Sulla natura della febbre emoglobinurioa. I>ccriafria, 1 ap1r. - G. CARONIA. Vaccinoterapia dell'in.f ez . scarlattinosa. Spitalul, mar . - G. MARINEsc u. Sull'e11cefal. letarg. Presse J.!léd., 28 ma-r. - M. LABBÉ e H. STÉVENIN. Il metabolismo ba.sale nel·l 'alime11taz. insuffic. Gazz. d. Osp. e d . Olin., 28 rma,r. - E. BussALAv. Elefant•iasi. cospioua dello scroto. R evuc Neurol ..• mar. - J . BABINSET. L'i11ter1·0ga,to~io in c~inica e i sintomi subbiettivi. E. FLATA u. Radioterapia dei tumori non operati d el midollo. . R ev. Med. d. TJruguay, gen . -· M. PAREJA-NEEaHO}'F . Sindrome di Froin. Lancet, 4 aipr. - R. ARMSTRONG-JoNEs . La suggeetrione nella viita s_o ciale. - H. HENRY e al. La tossina dello Streptococcus scarlatinae . Brit. ,Journ. of Ohildren's Dis., gen. -ma.r . - j, J. PoYNTON e L. B. CoLE. Malattia celiaca co,n glicosuria. - D . PATERSON e W. G. WYLraE. Ipertrofia delle ossia di un .rurto .. - E. W. GooDALL. 0l'chite e dolore addominale complicanti l1a rrua.lattbia da siero. J,forga.gni, 22 mar. - G . VENT URELLI. La orioterapia in derm.a .tologia. Arch. di Patol. e Cl. Jltled., feb . - A. B oL.'lFFI. 1\i[ilza e funzione emopoietioa. - A. PERIN. Nuovo segno di aderenza pleurica: mutazione ins1piratoria del suono ·di percussione. Amer. Jourri. Obst. a. G,yn., mar. - E. NovAK e L . DARN'ER. Correlazioni tra modificaz. de ll'utero e delle tube nella gestaz. tubarioa. - E. SPEIDEL e 1a . Trattam. dell'eclampsia. Jou,r71.al · .4.. Il!. A., 21 mar . - E. H UMISTON e E. C. PrETTE. Colesteatoma del cieco . · - H. L . KErM e R.. L. K AHN. La reaz. d 1i Kahn nella sifi\de. Presse ..~1é d., 1 apr. - E. DEMAREB r. Artroplastica ,del ginocchio. Edinb. Med. Journ., apr. - D. M. GREIG. Mic1-.ocolon congenito. Practitioner, a.p r. - E . CL.\RKE. L'ocohio quale indioe dell'età. D. T. BARRY. La nressione venooa ne lle J.esio·n i aortiche. Braz il-M ed_., 21 f ebbr . - P. B UENO. Fisiologi a. patolagica della tiroide. · Bull. Méd., 1 e 4 a.pr. 1925. - P . AuBRIOT . L 'oi-ecchio d el vecchio. Brit. JJ{ed. J o1trn., 4 a.p r. - H. MoELIGAARD. L a sanocrisina nella tubercolosi . - A. A. LENDON. La « f ebbre 11odale » (eirythema nodosum, e. multiform e). lìf'ien. Klin. 1'Vo ch., 2 apr. - K. v. KNow. Trattam. d ella col1te muços:a e delle oolon•p atie con

.

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1142

IL POLICLlNICO

autovaccini. - H. PoINDEOKER. La terapia sano, crisinica della tbc. in Danimarca. Sperime1Jitale, 1-11. - G . VERNONI. Formaz . in vitro di pigm enti neri emoglobinici. - A. LoNGHITANO. Enteri~ apostemato.sa ematogena e linfogena. - G. TRON. «Corpi di Amato». - P. Gu IZZETTI. Hypophisis cerebri dell'uomo . - S . ANDRIANI. Proced i1n. r apidissimo per rilevare i corpi di N egri - L. G11r FFRÈ. Temipera;tutre post-mortali. - ToRRIGIANI. Muco nasale normale. Patholo·gica. - C. SARTONI. Influenza dell'avitaminosi sull'anafilassi. 17ers la Santé, apr. - LEREDDE. La sifilide ignorata dell'infanzia. Rev. M éd. del Y·ucatan, feb. - A. MoNTERo. La Bixa orellana nel trattan1ento d ella lebb;ra. D. CuouH V. Ittero emotivo. Rev. Méd. Latino-Americana, feb. - C. D6NoVAN. Radiodiagnosi delle affezioni della cistifellea media11te sali sodici della tetra-bromo-fenolftaleina. - J . S. ·usLENGm. Radiodiagn-0si delle caverne polimon.ari. M ediz . Klinik , 3 apr. - O. HALIR.. Anemia peirnic. e linfogranulomatosi. A . W ALDER. L e emottisi neJl.a tbc. Deu t sche ],Jecl. li"\7och. , 3 apr. - L. MANN. Valore terapeut. d ell'alta frequenza. - HENIM. Il grisoJgan nella tbc . - H. R. SomNz e B. STOLOPOLSKY. Sull'opera.z. di Steinach. - W . R10HTER. Autoemoter apia nell'eresipeloide. Munch. ll!led. W och., 3 apr., - W. GRAF. Tratt am. dell'empiem a pleurico acuto. - H. H1GIER. Lu. malar ia p erniciosa o m.alaria cerebTale dei tropici mening.o.-enoophalitis haemarrha1gica comatosa):

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[ANNO

XXXII, FA.Se 3i2 J

Jlinerva :Jil ed., 10 apr. -

P. GIRARDI e A. L uce.!· I ti•p i dj colazioni di prova. - E. DEBENEDETTI. L' enterocolite dissenteriforme e la sua diffus. in J>iemonte. - N . PARISE. Influenza degli zuccheri nell' agglut.i naz . L'Osped. "Nlagg., 31 mar. - G. TENAGLIA. En1ipare..si laringeia da mediastinite. -. B. BORGHI. Anatomia patolog. del peduncolo ipofisario. .4.rch. de Med., Oir. y Esp., 4 aipr. - A . GuTIÉRREZ . Complicazioni consecutive alla gastro-entero.stomia. Gazz. d. Osp. e d. Olin., 29 mar. - F. ALESSIO. Esame del potere antitossico d.el fegato. Ann. de llléd., mar. - , L. BARD . L'enfisema poi mon . diatesico. - R. DEBRÉ e M. LELONG. Eredità tubercolare e infez. paubacillare. - N . FIESSINGER e A. RAVINA. Le intossic.az. da mitili. M. LABBÉ e a. Il metabolismo bas . nelle sindromi ipofisarie. Jo'li,rn . d. Prwt. , 4 ap1· . - Il. CLAUDE. Sui dist11rbi mentali post-e11cefalitici. - A. ORA UFFARD. 'l'urr101re del mediastino anteriore. Paris M éd ., 4 apr. - Numero di gastro-entero]ogia. Bull . .4 c. ~1éd., 31 ma.r . - G. M ARINESCO e S . DR4.GANEsco. 'rrattam. della paratisi gener. con 1a malaria. • ~sca.lpel , ·-1: apr. R. WYBA u 'v. 'frattam. delle aritmie ca.r diache . 1111 orgagni, apr. G. CASOELLI. Il morbo di Gat1cher. Rev . espan. de M ed. y Oir., apr. - B. GAROIA. L e cause che fanno fallire il trattam. dell'insuffic . ca;rdiaca.

Indice alfabetico per materie.

. Pag . 1109 Addome destro: sintonia patologica . )) 1123 Anemia perniciosa: patogenesi . Arsenicali : derivati nuovi ; :azione far)) 1128 macologica . • )) 1125 Artjicolazioni: corpi liberi • )) 1137 .4.s.sicurazioni sociali -in Fra ncia • )) 1126 Bibliografia . . . )) 1131 Cistite acuta: tratt amento . 1

Cronaca del

movinien. ~o

pro fessionale

))

Distrofi a adiposo-genitale d a cisti J.rp ofis ar1a . . . » Dil1resi in dotta d a bit~rtrato di potassio » F:lefantiasi dei genitali e degli arti 1i.nferiori second.arj a aid infortunio su.I. la\·or o. » Fermento amilolitico nella saliva e n ell'urina . . . . . » Ginocohio : sin oviectomia con asportazione dci cusci netti adip osi . » Glicemia da irradiazioni R oentgen dell' intestino . . . . » I nseg na1nento clinico ed e ·erei zio prof es-

sion.ale ~1tte

»

un1ano · produzio11e e commercio

Roma. - Stab.

Tiip~Lit.

n

Armani di M. Courrier.

1137 1128 1130

1117

1128 1124

1127 1133 1131

1'1aternità e ·infan zia : d·isegno di legge per la protezione ed assistenza . . Pag. 1134 Merour iali: t.eraipia dell' into~icazjone )) da . . )) l\,fiel osi globale rpseudoaipl astica . )) N!orbillo: etiologia . • • l\{orbo di Gaucl1er : clinica, anatomia )) patologica ed istiogen esi . . Nefrectomia nella tubercolosi renale . )) )) Ninfomania : cura . . • )) Pella~ra sporadica . . . Piede caivo para.l itico: cura . . . )) Pielonefrite: segni e t rattamento n ell' in)) fanzia . . . · Polluzioni: cura . . . . » R eni: diagnosi e prognosi delle malattie » R eni : infezioni da rigurgito vescicale >> )) Reni : necro&.1. . . )) Seriogr.af o n•u ovo . . . . Sifiloma: l esioni cutanee predisponenti all'innesto del - . . . )) )) Spor ot ricosi gom1nosa . )) \~ ecchiaia: « ringiovanimento » • • V . ASCOLI.

1130 1128 1131

1121 1130 1132 1128 1127 1130 1132 1129 1129

1129 1119 1113 1115 1133

Red. real).


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Di prossima pubblicazione: Prof. GIUSEPPE SANARELLI Direttore del R. Istituto d'Igiene dell'Università di Roma I

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Nuove vedute sulle infezioni

dell'Apparato digerente

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(Con 28 .figure intercalate ne! testo). RipQtt·iam/o qui di seguito l'intero I niflice di questa interessa·rvtissi·m a ]!Jonografia che l'illustre professor SANARELLI ha voluto assegnare alla nostra Collez ione. • 1

,

PREFAZIONE .

I. Cos.A s'INTEN~EV~\, lN PASSATO, PER INFEZIONE INTESTINALE. II. LA P..\TOGENESI DELLA FEBBRE TIFOIDE. § 1. Quel cl1e si pensava in addietro circa la patogenesi della febbre tifoide - § 2 . La febbre tifoode sperimentale. - § 3. Le odierne ooncez.ioni patogenetiche sulla fehbTe tifoide.

III.

LA PATOGE~SI DEL COLERA .

§ 1. Opinioni antiche e •r ecenti sulla patogenesi del colera umano e sperimentale. - § 2. Critica delle precedenti opinioni. - § 3 . L a « 1p eritonite colerica » de1le e.a.vie. § 4. Galvanonotropismo microbioo: i vibrioni colerigeni e loro segno elettrico. - § 5. Evoluzione del prooosso viibr'ionico nelle cavie. - § 6. Il. gastro-enterotropiismo dei vibrioni colerig~ni . - § 7. Il processo colerico in• testinale nei r01ditori: la «barriera gastrica » . - § 8. Genesi parenterale . del colera detto inte~

stinale nei giovani cani. - § 9. Permeabilità ai vibrioni .d.e1la mucosa naso-bucco-faringea. § 10. - Come entrano, coone si comportano e conte esoono i vibrioni n ell'organismo animale. § 11. Una fase oscura del processo coJerico: l'.aJ!gidismo. § 12. L '.algi(lismo siperimentale i1elle cavie. - § 13. Colera sperimentale nei conigli ; l' cc epitallassi »: si ntomR-toJ.ogi.a e lesioni anato~ miche. - § 14. Colera e influenze stagionali. - § 15. Colera e gestazione. - § 16. Identità fra i quadri batteriologici del colera umano e sperimentale. IV. LA PATOGENESI DEL CARBONCHIO DETTO cc INTERNO» 0 « INT·ESTINALE ». § 1. Opinioni correnti circa la 1patogenesi di questo pr-0cesso morboso. - § 2. I cc batteridi » carbo·n~ chiosi e i succhi intestinali. - § 3. La sorte od.elle spore cal'bouehiose nel canale digerente. § 4. I conigli « portatori » di spore -carbonchiose. - § 5. Come si p·r ovoca il carbon chio nei conigli ~< portatori» di spore. - ' § 6. N.atura ematogena delle manifestazioni cai-b.onchiose intestinali. - § 7. Come sii producono le lesioni intest i11a]i n el carbonchio. I

\~ . ALTRE INFEZIONI RITENUTE ENTEROGENE.

§ 1. Patogenesi della dissenteria bacillaire e delle fe1b bri par.a.tifoidi. - § 2. Pato.ge·11esi dell'aipipendicite. - § .3. Patogenesi del tifo murino. - § 4. Ttopi1SID0 batterico, tattism-01 paras.sitario e affinità

,

elettive degli ultravirus. VI.

COROLLARI PRATICI DI QUESTE NUOVE VEDUTFJ PATO.GENETICIIE.

§ 1. Bando ai ·d isinfettanti intestinali. Igiene della bocca e vaccinazioni antitifiche. - § 2. Il mi·. orobismo delle tuniche jntestinali. - § 3. Ipotesi antiche e r~enti sull'azione biologioa delle acque

purgative naturali. - § 4. Meccanismoi d'azione delle - § 5. Fiisio-p.atologia. delle :i:dr.ofilie tessulari.

~que

pu·rgative naturali nelle enteropatie.

V.Il. LA Olt}:NOT·ERAPIA NELLE SMICRODIZZAZIONI E DISINTCSSIOAZIONI INTES TINALI. § 1. Effetti de1 trattamento idropinico nelle enteropatie sperimentali. - § 2. Meccanismo patogenetico delle ritenzioni clorurate e dell'acidosi. Un volume ,di circa 200 pagine (N . 15 delle nostre Monografie Meclico-Ohirurgiche d'a•ttualità) nitidamente stamrpato su caTta semi'I>atinata, con 28 figure intercalate nel t esto. P rezzo L. 25. P er i nostri abbo, nati sole L . 22 in porto f.ran~.

-

I1iviare Vagl.ia Postale all'Ed~tore LUIGI POZZl -

Via Sistina, 14 -

ROMA


IL POL lCLINlCO

(PAGINA

-

DELL'.AMMINlS'l l1A~lON~ )

SEZ. PRATICA F..!.80. 32

Nostra pubblicazione di eccezionale interesse per tatti i medici pratici: J

Pro~.

Docente di Patologia

Chirurgi·~a,

D<>t:t:. Leoa:ia.rd.o .Doklr.1i.ra.:loì

Cltn1ca Chtrurgica e Medicina Operatoria nella. R. Università di Roma

ICCO a Prefazi.one del prof'. ROBERTO ALE.SSANDRI

·

E cco come si esprime l'fllustre prof. Alessandrl nella Prefazione che si è degnato scrivere per questo nostro volume .

"Piccola chirurgia e eh irurg ia di urgenza. "Ecco due capitoli della chirurgia che vengono molto spesso n ell'insegnamento clinico tr,Lscurati o svolti meno estcsan1ente degli altri, e che invece dovrebbero per le necessità della pratica, in specie per co loro che ct1>pena laureati vogliono o ~ebbono esercitare, per lo più in piccoli centri. costituire la parte più importante. "La cosi detta piccola chirurgia è l 'unica chirurgia che si possa fare, nellè campagne e nelle minori città, dal modtco condotto spesso isolato e con scars~ possibilità cli consigli e di aiuti. E per lui non è piccola; e neppure per il malato! Specialmente per tutto quello cl1a riguarda la preparazione, l'anestesia, il materjale, qualunque atto operativo, anche :U più semplice, ha la sua imporLanza,,. poichè la trascuranza di norme, che devon:o essere seguite come per interventi più complessi, può determinare complicazioni gravi, che anzi si vedono seguire for~e pit1 spesso a piccoli atti operativi che non ai grandi, pei quali la preparazione si fa sempre con n1a.ggiore attenzione, e si richiede un chirurgo più provetto. "Preziosa è perciò tutta la prima parte di questo nuovo Manuale~ in cui con esposizione chiara e precisa è riassunto ,tutto quello che è indispensabile per la preparazione e la condotta di qualunque intervento, e la parte quarta dove è esposta la tecnica delle operazioni più comunj "La chirurgia di urgenza è l'altro capitolo, di cui s'intende senz'altro l'importanza essenziale~ Quì· spesso non si tratta di piccoli interventi. anzi è in que~to campo in cui possono ocçorrere i casi più difficili e complessi. e non solo per la tecµi·ca e la condotta dell'operazione, ma anche per la diagnosi e la indicazione e soprattutto per sapersi guidare e decidere durante l'atto perativo, che può portare a variazione del piano prestabilito; si richiede cioè spe~so esperienza e abilità di chirurgo consumato. "Pure è la chirurgia, che chiunque può essere per necessità costretto a compiere; non sj può rimandare l 'interv~nto e occorre prendere una decisione rapida ed è spesso indispensabile saper giudicare rettamente e intervenendo o applicando gli opportuni ausilii, soprattutto non nuocere e provvedere al soccorso più urgente, rinviando quando è possibile, quello definitivo ·a momento migliore e a mani più esperte. "Verità indiscussa è che in questi casi l'esito della lesione e spesso l~ vita del malato dipende dalla condotta del medico che primo lo esan1ina e lo soccorre; l'esposizione pur succinta del Dominici nelle molteplici evenienze di traumi ed in genere di lesioni che richiedono ur· gente intervento, può essere di guida preziosa al chirurgo giovane, e permettergli di comportarsi correttamente nelle molteplici difficoltà dell'esercizio professionale"' \

I

Roberto Alessandri. Un volume (n. 16 della nostra Collana Manuali del "Policlinico,,) di pagg. IV-452, con 225 figure interca]ate nel testo, nitida mente stampato su carta semipatinata ed artisticamente rilegato in piena tela inglese, con inscrizioni sul piano e sul dorso. - Il libro è elaborato con criteri di assoluta praticità, e corrisponde in tutto alle esigenze odierne dei m edici chirurgi condotti, dei giovani laureati e dei laureandi. - Prezzo L. 58 - Per i nostri abbonati sole L. &O • •

11zv iare l ?aglia z;o ..tatr· all'erlitorr LUIGI POZZI -

l' ia

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istina ,

1-~

- Roma.


ANNO XXXII

Roma, 17 Agosto 1925

Fase. 33

fondato dai professori: ,

.GUIDO BACCELLI

FRANCESCO DU'RANTE

SEZIONE REDATTORE CAPO: PROF.

PRATICA

VITTORIO ASCOLI

SOMMARIO. Conferenze e relazioni : G. Saba.t.illli: L a .o ur.a icLromin.e.l'ale de1la 1coùeliti.a si.

L'iniezione ilntii~r­ . dia-0a di adiren.aJ1inia per s inoope opel'!atoria. Rivendicazioni : L. Lattes: Per la etor.i a della sedim entazione del samgue. Sunti e rassegne : IGIENE: G. Sana.relli: Lo stato attuale del problem1a malM'iC-O. - VIE URINARIE: Le di•atesii. nef.rolitiia.siche. - Marion : L'.istillazirone di bleu di metilene n el·l a ciet.d.te tubercolare. - Lau.ren.t: Le ,a.1bumiilfllrJe pxolrun1ga.te e <m•n a.bili doella f;ifilide.

Osservazioni clitrliche : F .

Spec~a.J.e:

Cenni bibliografici. Accademie, Società mediche, Congressi : Società Lom-

barda di Scienze Mediehe e B iologiche. M111ano. R. Aooademiia P ·e looita;na dii Meesi·n a. - Società Ita.1'ian a Oto-Neuro--Ofta.lmolog.iiea.. Sezione Roonan.a. Appunt: per il medico pratico : CASISTICA E TERAPIA: Insegnamenti d ella Bordet-Waissera:n,a.nn per la profìl~i 1

Diritti di proprietà riservati. -

\

d ell'ered-0-lue. Cura ·de lla sifì.llide eredita,rda. - ' Il t raittament o del~a a1filide nel periodo d'iin<>u.ba~ione . La sifilide delle ossa 11Hllghe nella 'J)'rÌJDla in.lamz.ia. La s!fi li de d~l'esofag:o. - :µa medriastinite s ifil,itJiioa. NOTE DI MEDJC1NA SCIENTIFICA: L'importanz a dello scroto per l a fu nzione del testicolo. - Ai1>iJHWtenenizia .della parotide alle g la,idole en.doorilne. - VARIA : A. Fil:Lpp.ini : L'affaticamento nel ilia.voro dom.estioo. Politiéa sanitaria e giuri·s prudenza: G. Selrviag.g i: Il disegno di J.egige per l·a ;protezioome ed assistenza del·l a maternità e dell'infanzi a. Nella vita professionale : fusegnarrnento sllllper.iore. Cronaca del moW.mento prof esBionaJ.e. - Oo1J1Jcorsi. Nomi1ne, promoZJioni ed onorifi.cenze. • 1

Notizie diverse. Rassegna della stampa medica. Indice alfabetico per materie.

É vietata la riprod·uzione di lavori pubblicati nel POLICLINICO e la pubbli~azionP dei sunti d~

essi senza citarne la fonte.

Memento

Ai poch~ ab~onati che non h~nno ancora !nvia!o la 2a. rata semestrale dell'abbonamenJo in • corso, r1volg1amo preghiera dt farne sollecita rimessa. L'AMMINISTRAZIONE_. .

CONFERENZE .E RELAZIONI . '

La cura

idi~ominerale

della colelitiasi. (1)

Prof. G I USEPPE SARATINI 10 aiuto della R. Clinica Medica di Roma. Chi si accinge, come tocca oggi a me, a trai tar.e d ella cura idrominerale della colelitiasi, ha in· nanzi ai propri occhi due sterminati campi con~ fìnanti: uno è quello della clinica della litiasi biliare, oggi in ipieno sommovimento 1p er intenso ~avaro scientifico, con produzione di tanta m~sse di letteratu ra medica, qual.e basterebbe appen CJ tutto lo sforzo di un uomo p er abbracciare; .l'altro è il campo della id-rologia moderna, che, f econdata dalla fisico-chimica, m ostra i frutti più .promettenti, e richiederebbe tutta i~tie,ra l'attivitè di uno studioso. Guai a lasciar~] allettare dal uiac~re di sconfinare in questi d ue campi: si consu-m erebbe un tem.p o prezioso, e a no.i qui non con.cesso! R imanere quindi vigilmente nel . confine; a n zi, n el mio caso sp·eciale, per .quanto è 1possibile, su .t!ue: piL:co:o tratto di tale confin e, cb,e è P,iù direttan1e11te di mia pèrtinenza e per l'illu·strazion e del . . {l 1 R e~azi on e al XVI Congresso NazioriR le di I cl rolc~:a, C!imn.to1 ogin e T erapia fic;ic::i.

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quale io sono stato. chiam?-to. a .qu esto Co.np;resso; quello cioè che ap:p artiene al dominio della s~azio ­ n-e idrorninerale italiana di 1Chiancian o, che io. ~P1punto devo lumeggiare, a.I fine d i corr1 pl_~tare, coi correlatori, la trattaz~on.e del tema generale messo all'ordine del giorno di questa ri~nio~1e. 1

* **

..

Il materiale clinico e scientifico, che forma l'oggetto del 1pr.esente studio, fu da me raccolto nei nove anni (la sta·gione termale che incomincia è la decima) durante i .quali ho diretto la stazione . idromin-erale di Chianciano, : ove fui chia:mato· la prima volta ·p er desig11azione del m·io maes~ro, Vittorio Ascoli, il quale mi e stato, anche a Clìi?-nciano , guida amorevole e segnacolo . della Scuola. ·M a oltre ch e a Chiancia.n o,' anche fra i · i1ume· rosi a:rnmalati di fegato, .selezjonat'i. . ed ammessi 1per l o studio nella CÌinica Medica . di Roma, dt1rantn il corrispon dente tempo·, io ho avt1to agio di studiare infermi .ai colelitiasi. Sicchè ho. pot.u to farmi in materia un'esperienza forse non indiffe'rente ·: di qualche· migliaio di casi 1posseggo ' lè r egoiari storie cliriiché · aggior nate e non ' pbchi ho potuto seguirli p er -uno o due lustrL · ·' · · Porto al giudizio e alla sanzione di questo Con·g r esso i risultati di siffatto lungo e tenace lavoro 1


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JI. POLICLINICO

clinico, sia pure li~itandolo solamente ai suoi riflessi di terapia idrominerale. Esporrò i fatti, così com e sono, non .solo onde rimanere sulla base solidamente consistente della realtà, ciò che costituisce il marchio della Scuola clinica cui ap1partengo, ma perchè ritengo tale sistema più che rna1 11ecessario ad adottarsi trattando una materia ove [più che l'inesperienza - donde originano i facili sarcasmi o lo scetticismo - sono ostaco ' i gravi allo sviluppo scientifico l'empirismo tradizionalistico negli 1usi e l'ostinato misticismo nelle inter pr etazioni. 1

* **

'

No11 sarebbe inutile cominciare col cercare di stabilire il numero di calcolosi biliari, che oggi in Italia si sottopongono alla cura idrominerale. È una .conoscenza n on solo d€i medici che . ' maggiormente hanno occasione di occuparsi della partita, n1a di tutti, il progressivo impressionante aumento d:ei ·m alati di fegato (e fra questi comprendo anche quelli delle vie biliari), che va verificandosi jn questi .ultimi anni. Delle malattie epatiche, quelle maggiormente accresciute in questi tempi sono la colelitia~i e le for1ne, che indicheremo sotto il nome generico di itteri, dal 1predominante sintomo dell'alterazione del fegato, senza compromissione con ciò dei molteplici fattori etiologici (itteri infettivi da ger1ni accertati o no, itteri sintomatici di atrofia acuta o .subar.uta, itteri da cau.se assolutamente ignorate, ecc. ). Sulle cause di questo au1nento, su cui mi soffermo soltanto perchè ci potrebbero guidare nella Via d€lla terap.ia, molto si è scritto e si discute: volta a volta si ìnvocano le .conseguenze dallo stato di guerra apportate nell,alimentazione dei popoli , gli effetti del surmenage e dei patemi .p rodotti dalla vita febbrile moderna, le alterazioni e le adulterazioni degli alimenti, specie 1per la loro conS€rvnzione, il numero mag·g iore dei contatti e delle infezioni fra le genti, l'estendersi della sifilide e delle cure arsenobenzoliche, e così via. Sarebbe stato desiderabile !,accertamento sicuro dei fattori causali; ma 1p er ora sta il fatto nella sua rude realtà statisti.ca, e a noi non serve che a spiegare, in un certo senso, l,aumento ip rogresisiv0 anche dei frequentatori delle sorgenti termali ad azione curativa del fegato. Per quanto riguar·da la (P'Opolazione termale di Chianciano, i rendiconti statistici registrano un 1novimento progressivo ascensionale che ha portato, in nove anni, a quasi quintuplicare il num ero delle presenze degli infermi in cura. Questo incremento in linea generica è doYuto al fatt o che questa stazione italiB11a ha ftnalm.ente

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[ANNO

XXXI•I,

FASC.

33)

ripreso il posto, che veramente le spettava, mediante la crescente razionale industrializzazione delle Terme, le migliorate condizioni di tutti i servizi e del .soggiorno, !,aumento d.ella cap::tcità di accoglimento di infermi, la serietà clini~a direttiva .e la onestà scientiftiea dell ,indirizzo terapeutico. Ma tutto ciò non basterebbe a completamente giustificare l,ascesa continua di questa stazione termale, tanto 1più tenendo conto della ·quasi nulla 1propaganda finora fatta per farla conoscere o almeno difenderla dall,attività antagonista delle .stazioni ·s imilari, e calieolando, d'altra !Parte, il fatto che Chianciano, p1rima fra tutte le terme italiane, ha 8ffermato, 1Per volo11tà di Vittorio Ascoli e mia, la sua specializza'Zione terapeutica, in rapporto alla reale capacità curativa delle sue acque; onde avrehbe dovuto subire, almeno in questi primi anni, uno sfollamento, e quin.d i una diminuzione degli infermi in cura. Siochè l'accrescersi delle ·p resenze degli infermi di calcolosi epatica, considerato in r~porto a questa stazione termale, presa come t~po, oltre che l 'effetto .di cause speciali intrinser.he, va cor1siderato come l'espro nente ·di un generico aumento di ammalati ·di colelitiasi. La quale èonstatazi one rap1p rese·n ta i1.n dato di int~resse clinico generale, degno della maggiore attenzione. fattore indiretto interviene a portare l'aumento àei colelitiasici in cura nelle sta. zioni termali italiane (e sia detto ancora una volta che io intendo semprP riferirne, nell'analisi degli argomenti, pressochè solo a Chianciano, poichè non ho dati per occu·p armi di altre stazioni) : la migliore conoscenza, che oggi i medici hanno delle colelitiasi e .quindi la maggiore facilità con cni la diagnosticano e la curano. Contro le sprezzanti constatazioni dei laildritores temporis acti, io affermo che il livello culturale dei m edici italiani si eleva ogni anno di più; che moltissime nozioni, le quali erano riservate ai ,p iù colti e studiosi oggi sono di dominio generale; che i mezzi moderni d'indagine divengono quotidianamente di 11so più esteso. Gli ammalati ·d'altronde con la diffusione maggiore della scienza , di cui uno degli asa>etti .è la volgarizzazione (a volte nociva, ma a volte anche utile) della medicina, mettono sovente essi stessi i medici sull'avviso. Con lo spirito indagatore e introspettivo, che è pro1prio dei malati •delle vie djgerenti, questo tipo d'infermi fornisce dati, i quali, per i medici che siano un po, al corrente delle moderne conoscenze sulla 1p atologia e sulla cli nica della colelitiasi, rappresentano altrettanti imperativi categorici d,indagine e c;uccessivamente di diagnosi. ì\1il u1i altro

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XXXII, FA<::;C. 33]

SEZIONE PR \TICA

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Così, per ese1npio, o.ggi i medici sanno beni~simo E .questi bagliori di truffa e di ciarlatanP.simo che la gastralgia non è quasi mai la neurosi, cui l1anno sinistram ente illuminato le terme di tutti i tanto spesso e comodamente si ricorreva una vol- paesi, fino a ·qualche tempo addietro. ta, ma è presso·ol1è sempre sintomo di una lec:-ione Ed io vorrei poter dire che essi siano per c.;-emorganica dello stomaco o del duodeno o rjflesso pre ed ovunque sp enti! di una colelitiasi latente; e il malato, che 11a Il medico acquaiolo; le méàecin des villes d' eaux visto il suo conoscente soffrire per tanti anr1i di in senso dispr.e·giativo sono nostri non lontani « dolori allo stomaco >> e non àvere beneficio .dalle fortl1natamente solo nel tempo - antenati. Quanto c11re dirette verso questo organo, finchè lln grnppo , ancora dobbiarr10 fare per affrancarci dalla loro jngrata eredità! di coliche epatiche classiche, con febbre ed ittero, non ha aperto dolorosamente gli occhi al Quanto ·dobbiatno ancora jm;p.a rare a tacere e a curante ed al paziente: oggi dicevo qt1esto infer- sfuggire i luoghi comuni, i dilettantismi, la retorica, la i1perboli ! mo comincia col presentarsi al medico eSiprimendogli il dubbio di essere << malato di fegato >> e Fino a qualche anno fa questo discredito gragià lo m.ette sull'avviso: l'errore ·diagnostico più vava co1r1e una maledizione sulle fonti t.ermali anclle italiane, se pur meno cl1e altrove. com:une fra gastralgia vera e sintomatica, è per V'erano medici che usavano le cure idrorr1ir1elo meno così evitato. E ,p otrej conti11uare. Ma preferisco concludere rali, 1sopratutto di quelle fonti (è proprio vero che « les bons médecins font les bonnes eaux n) che la colelitiasj si ·diagnostica oggi assai meglio e più esattamente di una volta, sicchè calcolosi atiche l'autor~tà ·di seri maestri avallava, con il nopici o frusti, che in fondo costituiscono l'enor1ne me e l'indiscussa onestà. Ma accanto a ciò anche maggioranza, vengono riconosciuti ed individua- nei medici colti, quanto scetticismo, quanta iror1ia, lizzati jn una percentuale incredibilmente maggioquanta diffidenza! E la ·d ose rincarava allorchè si re. ..\!l'aumento aS1soluto della forma morbosa si trattava della cura idro1ninerale della colelitiasi, • aggiunge questo aumento relativo, e la schiera dei perchè questa malattia, più di tutte, è facile pr.eda malati d1 colelitiasi, il materiale dt cura per le delle sipeculazioni terapeutiche d'ogni genere per stazioni termali, aum.enta per logica conseguenza. parte di empirici. Ricordate come il Kehr li 11a bollati a sangue? Ed aumenta logicamente anche perchè i meCorn.e creare allora, nei medici sopratutto, la dici oggi, allontanato l'antico empirismo corrotto convinzione che le acque minerali sono rimedi e n ebuloso, cominiciano a rendersi conto doel veri e propri, sono preziose ricette, che la natura fondamento scientifico delle cure termali per la confeziona negli inesplorati laboratori delle sue terapia della calcolosi e,patica, e se ne servono •p er 1profondità, con gli stessi ingredienti, che il fari loro ormai numerosi infermi. maci·sta possiede nei suoi scaffali, 1na con un seQ11esto è jl terzo punto generico, cui rredo di greto .p rocesso, ancora non rivelato agli uomini? . dover accennare. Cosi come ci offre i ·p ossenti complessi alcaloidi La storia dell'uso delle acque salu tari comincia 'Vegetali, di cui conosciamo tutte l e pi.etre di fabcon la storia degli uomini: la terapia idromin~ · brica, ma ignoriamo il modo di cementarle inrale, ha seguìto tutte le vicende delle civiltà, delle s ieme. dottrine, d.elle scuol e, dei costumi, con splendori Riscattarsi .dal disprezzo, riguadagnare la fì.du· e d!=:cadenze, con glorie ed infamie. c1a era condizioi:ie indis1pensabile, anche in Italia, Ma i p eriodi ·d i sfortuna sono stati sempre in perchè nascesse la possibilità delle cure idrominepredominio. L'idrologia si è in ogni tem1Po p.re- rali in genere, e fra queste delle colelitiasi. stata alle iI1cursioni dei 1pirati della medicina, ha Le armi del riscatto vennero fornite dalla clisempre agevolmente ospitate le losche roccl1eforti nica positiva moderna e dalla scienza pura. l,a luce della cultura moderna rese da;p p1ri1na difdei ciarlata11j e dei disonesti, ha per .i secoli rap1proesentato l 'i1nmane Beresina ove affondavano m j- ficile la permanenza, e 1poi sni·dò ·definitivamente seramente i deboli o gli ingannati. em:pirici e ciarlatani •s padroneggianti n ei manieri dell.e stazioni termali; la clinica positiva discrimiVi son 0 stati periodi di feroce discredito 1P€r le nò, classificò, 1p recisò i morbi, confusi in terribile acque minerali: se il tempo me lo con cedes5e, io comunanza sotto i nomi di idropi, flegmasie, 11movorrei riferire alc11ni passi del delizioso libretto ri corrotti e simili e riconobbe .quelli che dovedi De Lamzweerde, che nel 1684 fu sta1npato a Colonia .t\grippina « sumptibus auctoris )) , intito- vano .e potevano essere curati idrologicamente; la scienza chimica determinò la comiposizione delle . lato · M onita salutar'ia de magno thermartlm et ac-que e dette loro pieno diritto di citta·dinauza ac1ìd11.larum abusu. Questo autore ci rivela « di che lacri1ne grondi e nei vari .distretti della farmacologia; e la fisicochirr1ica è venuta a cercare di spiegarne i misteri di che sangue ,, la teral})ia termale del suo tempo.


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...

IL POLICLINICO

dell'azione col rigore del logaritmo e la freddezza dell'esperimento. Di fronte a 1quest'attacco i pre.g·iudizi e le diffid enze, che non fossero do!)lpiati di ignoranza, dovevano cadere, e ca.ddero. E in tutti i 1Paesi nacque l'idrologi a moderna, che ha trovato posto fra le scienze, che si è vista aprire la porta delle cliniche e dei laboratori, che si svo1ge sotto il controllo· déll'esperienza m etodica. . E cosi oggi Si può parlare, con p erfetto rigore scientifico moderno, di una cura UJ..rominerale della colelitias,i, in quanto detta malattia, •b ene separata •dagli altri stati morbosi, esattamente in<lividu ulizzata r1elle sue varietà ed evolu zioni cl!nich e, trova nel rneccanisrno d'azione di determinate acque minerali, .qual'è abbastanza bene determinato dalla cl1imica e dalla fisico-chimica, l'appropriato conipenso di una parte almeno dei SlIOi fattori etiologici e 1piatogenetici. Ed ove la spiegazione dei fatti constatati ancora inanca, o la iPI'.emessa non corri·siponde all'effetto, rimane 'Sem.p re l'osservazione clinica', che è la raccolta dei fatti nella loro realtà. L'aver posta la terapia idrominerale su queste basi è stato il decisivo fattore, che creando Ja cor' rispGndente coscie11za m.e dica, ha 1permesso le serie applicazioni delle cure termali, e quindi l'afferma_ zione di quelle stazioni termali, di cui questo Congresso si occUJpa.

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XXXII,

FASC.

J3)

l 'uso clei bagni carbonici saturi caldi (3So C.) di Sillene. Accennerò soltanto alle caratteristiche di indi,id11alizzazione dell'Acqua Santa. .D alle analisi chimica e fisico-chimica risulta che l 'Acqua Santa, che è la sorgente alla quale la c;tazio11e t erm·a le deve principalmente la sua ·azione curativa, è un'acqua alcalina, con forte abbondanza di cationi calcio e rr1agnesio e (secondariamente) sodio, e di anioni solforico e carbonico. ·Rj entra quindi nel gru1p po delle acque alcaline bicarbonato-solfato-calciche, diS(iretamente ricche di magnesio e ferro. Ci .serviremo cli questi dati 1p er cercare poi una interpretazione del suo 1neccanismo d'azione alla luce delle moderne vedute. Non mi dilungo in altre notizie; accenno soltanto alla captazione moderna della sorgente, opera del ·Gasperini, e allo studio delle speciali Oscillarle e Beggiatoe (di cui alcune rl. sp. ), cl1e possono svilup1parsi in qu esti tipi cli acque. , L'acqua per bag11i della Sorgente di Sillene sgotga da un cratere spento, abbondantiss-i ma, ricca di acido carbonico, con tenu e odore solforoso. Sull 'azione ter~peutica e complementare dei bagni carbon ici non credo sia il caso 1dt diff ond.ersi qui, in presenza di competenti. In genere prescrivo i bagni specialmente a coloro che si trovano vicini a periodi acuti clella malattia. La temperatura d'immersione varia fra 350 e 380 C., la durata da 10 a 30 minuti. I criteri di guida nelle 1prescrizioni so110 .quelli ben noti; età del paziente, su* ** scettibilità individuale, abitudine ai bagni caldi, Pas a11do ora alla seconda parte di questo rapcon.d izioni generali e condizioni ·del sistema cir porto, cioè alla esposizione dei dati della ,p erso- colatorio, ecc. A questo proposito ricordo la speciale azione nale esperienza, io non posso riferirmi che a quel10, rl1e 110 osservato a Chianciano: però vorrei dei ·b agni termali di aci.d o carponico in rapporto alle malattie del cuore e dei vasi, e quindi la che, in omaggio a questa chiara n ecessità mi si ri51Pn.rrr1iasse il frizzo di Vogler: « Jeder ·B runnenloro sop1portabilità non solo, ma la loro i1tilità al'zt leidet an ein er dissimulierten oder nicht dis- , a11che ove esistano determinate turbe cardiovascolari. simulierten Monomanie bezuglich seiner Quellen ». ,. Per quanto riguarda invece l'Acqua Santa soLa stazione termale di Chianciano si trova a glio somministrarla a digiuno, a dosi quotidiane circa 500 rnetri sul livello del mare. Ha clima secvariabili. A ,·olta la cura viene fatta ciclicamenco, particolarmente fresco anche nell'estate (4-6 te, alternando dosi gran•d i e piccole : spesso ocgradi meno delle corrispondenti temperature di Roma) e ciò per effetto di una speciale disiposi- corre, verso la fine della cura, r idiscendere a valori bassi. zione naturale e di una permanente lieve ventilaLa durata della cura è tradizionalmente di zione, proYorata ,·erosimilmente dalle varia ?:ioni tern1ichc della grande superficie speculare cte1 vi- 15 giorni. L'esperienza 1però dim ostra contjnuacin0 La.go Trasimeno, le quali 1p1rovocano r ichia- 1nente che .questo periodo è trop;p o breve: senza giungere ai 1nassimi di 4-6 settimane richiesti a m o di correnti fresche dal .Nord. Quindi, climaticam ente, è staz ione di colli11a, con clima fresco e Karl sbad, .ritengo che la cura normale dovrebbe essere di 21 gior11i. secco. L'effetto de1l'.4 cqua Santa. (si noti che parlo di J,e acqu e usate a Cl1ia11ciano per la speciale ti?effetto in senso generico, cioè positivo o negarapi a della litiasi biliare sono: p er uso interno tivo) si co111incia ad avvertire solo al 5°-7° gior ~o. l' 4 rqua . arita; 1per uso esterno (bagni) l' A.cqita P articolarmente inefficac i mi sono dimostrati i rii • illene. La cura della colelitiasi è fatta m eperiodi di cura frazionati (per es. due periodi diant e la somministrazion e dell'.L\cqua anta e 1

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[ •..\NNO

.\XXII. FASC. 331

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114?

SEZIONE PHATICA I

distanziati fra loro, di 8-10 giorni ciasct1no). Si ha l'impressione come se l'organismo avesse bisogno di un certo numero di giorni p er saturarsi, e quindi di un congru o 1periodo di cura. La interruzione della cura all'8°-10o giorno tronca l'azione, quando es;5a incominciava a ·esplicarsi; così i 1periodi non sommandosi restano, singo~ar­ mente, quasi inefficaqi, e la cu rà perde d'utilità. ·S intomi d 'intoller anza assoluta non 110 mai costatati; sovente quando l'organismo si satura (sit venia verbo) gli infermi lamentano stanchezza e cefal ea : non di rado insonnia. L ' ~petito non si altera, anzi un'eventuale anoressia gener almente scompare. Come tutte le acque calciche, la Santa può dare sti1p1$i. In molti soggetti p erò regolarizza le funzioni intesti11ali. La sopportabilità gastrica e intestinale è rigorosamente jn rap1porto colla quantità somministrata. Sotto questo p unto di vista l'Acqua Sa 0~1 è una delle pii1 difficili a nianeggiarsi, E> solo una lunga esrperienza clinica speciale p u ò essere a ciò di guida. A volte n oi stessi riman ia1no dubbiosi c;ull 1 via da geguire. P er ciò j colleghi non raccornar1cleranno mai abbastanza ai lor o 1pazienti (no! sappiarr10 con quanta leggerezza si facciano ar1cora le cure terrnali l) di non assumere dosi d'acqua se non esatta.mente

e

corrìpete1itemert te pre scritte.

Nella somministrazione tengo conto della r esistenza organica d ell'amn1alato , d ella su a corporatura, delle condizioni d ello stomaco (ectasia, tendenza all'acidità, ecc. ), d ello stato d el fegato (vicinanza di attacchi di colica, ecc.) e r egolo le dosi e il ritmo di progressione in modo correlativo. Talvolta mi accade di oc;servare che soli 50 gr. in più o in meno rap·p resentano, per determinati soggetti, la tollerabilità d ella cura . L'Acqua Santa va 1presa ap1p·e na sgorga dalla sorgente; dopo qualche minuto IPer effetto del raffreddamento , d ella luce, dell'aria, del contatto col vetro si depositano dei sali, specie di èalcio, sotto forma polverulenta, che non si ri(lisci olgono . Dopo quec;te n ecessarie n ote illustrative e tecniche, sintetizzerò i dati delle osservazioni sugli infermi e di ·quanto la clinica e l'esperimento mi hanno in segnato esser v.ero, raggiungibile e degno di venir partecipato alla collaborazione dei colleghi. I. Accenno anzitutto alla fìsiono1nia de lla massa di infermi di colelitiasi, che costitniscon o la .P opolazione curantesi a Chiancian o. In tal senso , il 1primo 1dato importante è quello numerico, cioè delle i>resenze degli infermi di colelitiasi che a·d ogn i stagionp si curan o n ella stazione t ermale.

Già hv accennato alla cosa in li11ea generi.(?a . R ovvio che una cifra precisa non può esser data, perch·è non esiste nessun mezzo per poter distinguere quanti sono gli infermi di una determinata n1alattia, che vengono amn1essi alle cure, a meno di far subire a tutti, senza eccezione, la visita obbligatoria di ammissione alle cure, con regi~trazion e delle r elative diagnosi cliniche, Inesse poi a disposizione di un unico ufficio statistico. La visita obbligatoria n on esiste a Chianci ano : non entro in ·d iscussion e se ciò sia ora dannosa o· riprovevole mancanza; col i11io Maestro abbiam.o durante molti an11 i vagliato l' o·pportu11ità o m en o d'i1n1p orla, ma fino ad oggi, per ragioni molteplici, di indole ipratica e for se ancor a più di ir.dole sentimentale, non ab·b iam o creduto adottarla. P erò data la ·s pecializzazion e della stazione termale, e risultando cl1e i co leli tia:sici rap1presentano ì'enorme p er ce11tuale di 85-90 % della totalità clej curanti, sarebbe possibile 1per noi , da~la rif1·a delle ·p resenze, ·dedurre la massa di infermi di colelitiasi , che afftuisce annualmente a Chianc1a:'lo. Circa la p roven.ienza di questi infermi, risulta cl1e essi oggi vengono inviati da ogni r Pgio11e d 'Italia e m olti anche .dall'estero , c;.pecie dall'O1

l'iente: fìr10 a un d ecennio fa invece la p op0Ja-

zior1.e termale di •CJ1iancian o era rap1Presrn tata pre3sorhè esclusivam ente id a clientela locale; li1nitata al m assimo a Firenze ver so il 11ord e a Roma verso il Sud. Ciò co11ferma l' allarga1'1Si, fra i m edici, delle con ost:>enze delle cure minerali per la colelitiasi, e il crescente favore 1per le medesime. Ed è un dato di . notevole interesse 1per la valutazione pratica dell'argomento , che oggi discutiam o in questo Congres.so. No11 v.' è apprezzabile differenza con siderata beninteso in linea r elativamente p er centuale, fr~ provenien ze da grandi cen.t ri, da piccoli centri o 1

da campagne. Qua11to al sesso, dai miei rilievi risulta

co nf~r ­

rnata la già nota 1p reponderanza delle donne, cl1e ·stanno agli uomini. come 2: 1 e anche 3 : 1. ·S ull'età ho qualche 1p·arti colarità da accennare. La rnagg·ior parte degli inferrni di colelitiasi , che ho osser vato a 1Chiancian o, si trovano tra il 30.0 e il 50° an110 di vita. Oltre il quinto decennio la percentuale cade r~pidam ente , anche co11siderar1dola in rapporto alla diminuita cifra assoluta di sopravviventi oltre il 500 anno. Ir1fermi al di là del 650 a11no sono scarsissirr1i : non saprei dire se in questa riduzione ·de1 num ero entri, e p er quanto, il fatto che soggetti così avanzati in età difficilme11te si trasportino negli ula stazioni termali. Inv.ece , special1r1ente . timi 4-5 anni , 110 avu to occasione di notare la


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1148

[ANNO XXXII, FASC.

I C POLICLINICO

presenza d i un numero sempre crescente di soggetti g iovan i, i quali avevano avuto, con o senza ittero , delle crisi dolorose da classificarsi con notevole sicurezza, com e coliche epatiche. '

I

Si 1può magari rn.ettere in sosp eso la diagnosi di cc calcolosi » p er un certo numero di questi giovani soggetti (si noti che essi a•p partengono almeno con eguale, se non addirittura con 1naggior fr equ enza, al sesso maschile) qualora n on si voglia sottoscrivere all'afferma zione che ogni 00Jecistite è litiasica : ma è indubbio che per molti di essi ln sintomatologia doloro sa, 1sovente ~re­ ceduta da periodi gastralgici e a ccompagnata, nella crisi , con febbre ed ittero, rende cavilloso ogni l llteriore dubbio diagnostico n el ser1so d ella calcolosi. P er ora segna lo i l fatto di questi casi clinici ; ini riservo di ulteriormente studiarli rnan n1ano cl1e mi si ripresen ter anno i soggetti. Al disotto d el decimo a nno ho visto pochis5in1i infermi sottoposti a cura idrominerale: forse a ciò contribuisce oltr e l'eccez1onalità della ma~at­ tia, l 'eccezionalità dell'esatta diagnosL P er la condizione socia l e posso affcr1nare, con Kehr, che la colelitia5i n on è a ffatto una malattia cl elle classi. ricche : i lavoratori d ei ceti m edi, i contaùir1i, i 'Pover i, 1p agano a questo rnale un tributo assoluta m ente identico a quello elc i ceti più abbienti. Questo dato ·di f atto n on è 1privo d 'inter esse n·ello stud io d el nostro argomento. Una stazion e tern1al.e p er calcolosi non deve essere 11na sede, di cui si aprono le porte solo a chi ha largh e disponibilità economiche. Pur ri-

spettan1do le esigenze ·dell'i11dustria termale, pur calcol a ndo tutti i fattori, cl1e inevitabilrn ente r endono costose qu este cure fatte fu ori d omicilio, incombe l'obbli go allo Stato, agli Enti locali, ai gru ppi finanziari, agli organismi destinati a lte cure degli infermi poveri (osp ed ali , congregazioni cli carità, istituti di b e11eficenza) di coordinare l e loro azioni per fa r sì ch e questi mezzi ru r a tivi, che la natura offre a tutti. n on si deb bano ingiustamente ricom prare a base di d en aro sonante. Queste iparole di equa giustizia u1na.11a devo no essere, prirna d i tutti, 1proff erit.e dai m edici, in virtù rl el loro mandato sociale e mora le e per ol1bligo dcl loro dovere professionale, al di sopta cli ogni lucro. Le professio11.i no11 clànno alcun particolare con1ribt1to alla colelitiasi , ·seco11do le mie os~P.rvazio11i a Chianciano : pos. o solo dire chP fra tutti i prof cssionisti forse i m edici ono quelli, che r elati \·am"nte in 1naggior numero sono og11i. ann o c urati alle 1·erme. Lascio ai. colleghi d 'in dagare le cat1 e lli quest'altro doloroso tributo, cl1e !a nostra clo.s~e l)aga alla Yita.

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II. L'esatta diagnosi è indispensab ile per una cur::i. esatta e questa a sua volta 'Per un risultato b uono. Tale. ferrea catena n on ammette interru- . zioni. Ebhene, per una malattia così 1proteiforme, subdola, ingannatrice, simulatrice {}Uale è la co1elitiasi, la di agno si esatta e tempestiva non è uno dei coffijpiti più facili del meidico. Non i.ema110 i colleghi che io mi la5ci sedurre, per l'amore che ho p er questa parte della clinica, ad add entrarmi in discussioni inopportune. .A.ff ermo soltanto e ripeto : diagnosi esatta e tempestiva; giusta individualizzazion e del ti po clinico della malattia in rap•p orto al soggetto ammalato : valutazione critica dei disturbi dominanti o concom itanti : ecco l P. ba si su cui d eve op.p ortunamente modellarsi la terapia idrominerale. La colelitiasi ha tutta una serie di gradi per qua11to r iguarda la gravità della lPsione, !'iu1po. n enza dei disturbi, la durata dei sinton1i, ~ a re1

1nissività o la tenacità <lel ·decorso. E antiscientifico pretender e un tipo unico di cura, onde anche la terapia idromir1erale d eve esser.e rigorosarr1ente adattata ai singoli soggetti. Io ho curato casi liev~ssimi, n ei ·quali ti1tto si riducèva ad un' unica crisi, isolata, di colica epatica e r.asi gravissimi, con o c;enza occlusionP. del coledoco, con o sen za infezione delle vie biliari, con o sen za r emissione degli spasm i dolorosi. Non· mi sono illuso ma i di poter a vere, in ogni caso, i medesimi risultati: a volte la teraipia jdro1ninerale è stata fatta a mano sospesa, con la coscienza e la d ichiarazione onesta di accedere ad un tentativo, limitato sempre nella for1na e n el tempo; altre volte la cura termale è servita coscienterr1ente a ipre.parare l'inferm o al su (:cessivo inter ,·ento. Le f orme cliniche però di gran lunga predo1ninanti a Chia n cia110 sono quelle di colelitiasi ero. niche, nelle quali a mpi p eriodi (di mesi o di a n11i) ·di latenza veng:ono interrotti d a sopporta))il i crisi dolorose, ' 'ariabili per inten sità, concom itanza di f ebbr e, lieve itter o, ravvicinamento e,p isodico di dolori. Negli intervalli di ben essere, a \Tolte completo, i soggetti n on di1nostr:i.no e non ha11no alcuna coscienza di essere dei colelitia.sici e n on s'im1p ongono in gen-ere alcuna li1nitazio11e ·di attività e di ten ore di vita. Questo è il tipo m edio predomina nte di infermi in cura idrominerale: esso in genere ottien e con la cu.ra termal e annuale u11 periodo di latenza sufficiente 1per tPOter e dapprima legare un p erio ùo stagionale con l'altro e successivamente, dopo 5-6 stagioni, permettersi il lu sso di saltarne qualcuno; sa lYo essere riportato alle acque medici11ali abbandonate, da nuove e ben note avvisag lie del risYegl io del male latente. I

(Continua).


[ .t\.NNO

XXX II, FA.Se. 33]

SEZIONE

OSSERVAZIONI CLINICHE. S . SAVERI O - PAIERMC SEZIONE CHIRURGICA diretta dal 1p rof. E. AnCOLEO. O SPEDA LE C IVICO

L'iniezione int1. acardiaca di ad1. enalina per sincope operatoria. Contributo clinico - Ossel'vazioni anatomiche per il dott.

FRANCESCO SPECIALE,

assister1te.

S... Santi, di a11ni 42, da Castelbuono, contadino, entra all'ospedale il 19 gennaio 1925 per ernia inguinale. Espletati gli esami e l.e ricerche di laboratorio si passa all 'intervento il 22 stesso mese. Anestesia cloroforrnica. ·D urante 1'interven·to l'inferrno fu ·c olto da sincope: viso di pallore cadaverico, scomparsa del polso radiale e carotjdeo, mancanza di battiti carcliaci , arresto di r.espiro. Subito viene ip rattcata la respirazione artificiale e contemporaneamente si inietta caffeina e canfora. ·P ersistendo l 'assenza del polso e non essendovi alcuno accenno a l ritorno del respiro e dei battiti cardiaci, si aspirano 2 mmgr. di adrenalina con una siringa da rachianestesia e subito si 1pratica l'iniezione intracardiaca. Appena iniettato il liquido, la cannula che non aveva fatto percepire n è prima n è durante l'ini.ezione alcun movimento, fa ' 'edere delle oscillazioni. Si ritira subito l 'ago e si continua la respirazione artificiale. Il polso radiale, malgrado che le condizioni ge:n,erali del 1pazi.ente non si modificassero di molto, torna presto a farsi sentire, dapprima debolmente, in seguito validamente, mentre la respirazion e spontanea si ristabiliva gradatamente. 1D01PO un quarto d 'ora dall'iniezione intracardiaca, il paziente è in condizioni assai migliorate e risponde a qualche domanda. Il decorso post-operatorio è stato normal e.

PRATICA

1149

toria sarebbero 31, di cui solamente 17 con so,p ravvivenza definitiva, una .p roporzione 1 quindi del 55 % ·di sucoosso. 1Gli autori ne riportano due casi personali seguìti uno da rianimazione definitiva del r:uore, l'altro temporanea. E ssi dicono cl1e il successo ·d~pende dalla precocità dell'iniezione, r.estando 1perfettam.e nte inutile in qu ei casi in ·cu i sono già passati 15-20 minuti dall'arr esto del cuo!'e. Insistono .quin·di, data la semplicità del m etodo, la sua efficacia ed il nesst1n danno nello stesso terr1po , nell'affermare ·Che l 'iniezione intracardiaca dovrà essere praticata, senza esitazione alcuna , al pr1n ci1pio della sin cop e. Quanto a lla sede dell'iniezione il sito predil etto sarebbe al 40 spazio intercostale s inistro, al m·irgine sternale, evitando così di ferire i vasi mn.tn1na·r i, la pleura ed il polmone e l'iniezione in questo modo viene a <Cader e nel ventricolo destro. I fatti hann o dimostrato che il risultato è lo stesso, sia che 1si inietti nell'una o nell'altra cavità cardiaca o an·c he nello spessore del miocardio. Riguardo alla •dose gli autori credono che sia inutile se non dannosa, usare delle dosi ele· ' 'ate; ordinariamiente basta110 da u110 a dt1e m:rngr. di adrenalina. Tou1p et l1a trattato co11 l 'iniezione intracarctja:::a di adrenalina 5 ca;si, idi sin co1pe operatori a co11 tre su ccessi com1p leti. Dice che bisogna in tali casi praticare subito la respirazione artificia le essendo tutti i fisiologi di accordo nell'ammettere che l'uomo muore .p er asfissia dei suoi centrj n e!'vosi; e nello stesso tempo, dopo lino , due minuti, se il ·cuor e non batte 1più, praticare la puntura intracardiaca, riprendendo subito la respirazione artificiale. Insiste nel doversi ri1P etere l'inieziontt se il cuore s'i11debolisce nuovamente ed il respiro cessa. Praticò anche la necrosco1pia ~i un ammr.lato che aveva sottoposto p~r ben sei volte alla pu ntura intracardiaca, senza trovar e n e:isu11a trac~;ia d elle punture. 1 Quanto alla lesione del fa~cio di ·H is crede di non doverla pren dere in cons)dorazione, 51pecie ·quando la morte del .p aziente è imminente. 1

·L a rianimazione del cuore mediante le iniezioni .iniracardiacl1e ·di adrenalina nelle is incope operatorie, per la sua semplicità e pe r il suo 5UCcesso, merita in chirurgia una speciale considel'azione. · L 'arresto primitivo del cuore, la sincope bianca dei classici, è un accidente che no·n si pllò nè tPrevedere n è evitare, 1quindi ci deve trovare sernpre pronti per agire subito direttamente f'ul cuore. Qur:sto metodo che 1prima ero. esclusivamente usato r1ei laboratori, passò all'applicazione clinica ed ha avuto una vera diffusione dopo il successo che Zuntz, a quanto 1p are ,p er il ,prhr~o, ottPnne in un caso ·di sincope per anestesia con Schleich. P etit-Dutaillis ha raccolto nella letteratura . 25 .casi di aip,plicazione di injezioni i11tracarò.)acl1.e di adren alina praticate per sinco1pe operatoria. Secondo 'Lenormant et Richard i casi ·d i iniezione intracardiaca nell'uomo per si11cope opera

.B astianelli nel febbraio 1:924 ·comunicava alla R. .A_cc. ·d i Scienze Medicl1e di Ro1na, u11 caso personale di .sincop e operatoria in seguito a rachiane$tesia, seguìto da ·completo su ccess.o di rianin1azione del cu ore mediante iniezione di a dren a l ina. Masotti riferisce IP·Ure un caso p ersonale d i sinco1pa in seguito a rachianestesia, segt1lto p ure da successo mediante la rianimazion-e; ed osc:.e 1~1a. roroc il pericolo sia dovuto esclusiYamnntr ad errore ·d i tecnica.


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11 POLICLINTCQ .

Cervini praticò una iniezjone di adrenalina in-. tra~ardiaca, in un caso di scl1ock da ,p neumotorace artttìciale con 'esito positivo. \No ta con1e i migliori effetti is i abbiano nei casi schock da 01perazioni 5Ul peritoneo, pleura, sincope da clorof or·mio, ecc. Riguardo al meccanismo di az~one del! 'iniezione intracardiaca l' A. pensa che esso sarebbe di natura speciifìca ed in parte ·di n atura m eccanica. L'adrenalina agirebbe stimolando dir etta1nente il cu ore . ed eccitando le fibre n ervose e le 1p1lacche terminali del simpatico sipar~e nel pericar<iio, miocardio ed endocardio. Ne se.g uirebbe t111a energica contrazione ·di tuttto il n1uscolo, dilatazione delle cor onarie e con segu ente mig·1iore irroTazione delle pareti cardiache; avverrebbe 1poi una contrazione generale d el sistema vascolare p er)ferico con elevazione della 'p ressione. Baglioni a proposito del caso ·comunicato dal ,p rof. Bastianelli a Ro1na, vorrebbe attribuire i b en 3fici effetti d ell'adrenalina, non ad unn se mplice azione sui centri a utonomi cardiaci, rrla sui cent ri bulbari del c11ore e 1del r espiro. In questa ipotesi la 1puntura diretta del ~uore avrebbe l' effetto di stimolare qualche debole contrazione che basta per s1p·in gere l'adrenalina fino ai centri nervosi. Nel nostro caso l'ago fu infisso secondo q11anto r accom andano gli autori in corrispondenza jel 4° spazio intercostale, strisciando sul marginP superiore ·d ella 5a costola. Di solito st consiglia di •p raticare l'iniezione a questo livello ma in corrispondenza del margine sternale. Bastianelli l'ha praticata a questo livello, ma a 3 cm. dal margine sternale. Ciò •Si consiglia perchè dovendo l 'iniezion e essere fatta secondo gli autori 1p ossibilmente nella cavità de1 ventricolo destro, riesce più facile cadere in questo infiggendo l' ago al margine sternale obliquame11te verso destra. · I o ho praticato invece l 'iniezione infiggendo l'ago a circa 2 cm. dal margine dello sterno e !Perpendicolarmente ip€r ca:dere nella cavità del ventricolo sinistro. Infatti è noto dall'anatomia che il ventricolo sinistro com incia in alto dietro lo sterno a livello del 3° spazio intercartilagineo e termir1a dietro la 5a. cartilagine costale a metà circa della lunghezza di essa. E siccome la cartilagine costale della sa costola, ha una lunghezza di circa 8 cm., detto marg in e d el ventricolo sinistro cade a quasi 4-5 cm. dal margine dello sterno. Con siderando quindi la proiezione della parete anteriore d el cuore sul torace ne viene di consegt1 r 11za ch e il li111ite esterno tra v entricolo destro e ventricolo sini stro, viene a corrispondere a. circa 11 n cn1. <lall a m a r g inale dell o stern o.

[ANNO

XXXII, F ASC. 33]

Premesse queste c onsiderazioni anatomiche si spiega benissimo perchè :gli autori infiggendo l'ago sulla marginale ·dello sterno consiglino di deviarne la punta verso la linea 1r1ediana , onde cadere nella cavità del ventricolo d estro. Se invece, come nel mio caso, si infigge l'ago 1pierpendicolarmiente a circa 2 cni. dal margine

dello sterno, sfiorando il bordo superiore drlla 5a. costola, si penetrerà nel ventric0lo sinistro. Dato che la lesione 1prodotta· 1da un ago nel v.entrirolo sinistro p er la 51peciale struttura della parete di esso, è molto n1eno .p ericolosa di quello cl1e sia la puntura del ventricolo de<>tro, e .q uesta a sua volta è rneno pericolosa di quella d ell'orecchietta, è ovvio che bisogna cei:care, onde atter1u::ire le possibili consegu enze, di ·p e netrare ~ pref er en-za nel ·ventricolo sinistro. 1

·O ltre queste considerazioni di ordin e anat0.1nofisiologico, ve n e iè una che spinge a 1preferire questa località. E cioè: quan·do noi iniettiamo i1 ljquido eccitatore (a dr enalina, caffeina, ecc.) nel ventricolo sinistro, alla pi1ì piccola o debole contrazione di esso, la sostanza attraverso la c~ . . otide interna arriverà direttamente ai centri nervosi, mentre se s'inietta nel ventricolo destro, essa prima di arrivare ai centri, deve 1Pa~sare attraverso il piccolo circolo. In questo modo si vienè ad t1tilizzare anche la minima co11trazione cardiaca che 1può essere data pure ·dal serr..iplice fatto della puntura (stimolo m ecca11ico). Questo 1netodo è tanto più prezioso, se si .p ensa a lla int.erpretazione data dal Baglioni del meccanismo con cui agisce l 'iniezione intracardiaca di adr '311alina, IPOichè detto A. ammette che l'azione d el farmaco si esplichi pi1ì sui centri nPrvosi bulhari del cuor e e ·del respiro, anzichè sul miocarc:Do stesso. Queste considerazioni di ordine an atomo-fìsiologico, mi hanno sipiinto a controllar e sul cadavere dove va a caderè la punta d ell'ago, infiggendola al 40 spazio intercostale sinistro, a circa 2 cm. dal margine sternale, rase11te il bordo della 5& costola. Per quanto dette esp erienze non si possano ri1portare con ogni sicurezza sul vivente, date le prof onde modificazioni che noi troviamo sulla statica e topografia del cuore e dei visceri in genere del cadavere, tuttavia il controllo an at1Jmico -è sempre prezioso. E nei casi di sincope il chirurgo si trova i11 1presenza per l'appunto di un individuo che 1per lo meno è apparentemente morto e quindi si vien e a trovare in condizioni molto simili a quelle che noi trovia1no n el cadavere delle sale a11atomicl1e. 1

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fANNO XXXII, FASC. 33]

SEZTONE

Ci.ò specialmente riguardo al cuor.e cne n e! vivente, .p er le sue contrazio11i modifica co11.tinuamente i suoi li1niti ed invece nei casi in cui c'è bisogno dell'iniezione intraca.r·diaca è imrr1ol1ile -0 q:>resenta dieboli~si me contrazioni non percepib'ili al tatto o all'or ecchio.

PRATIC~

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RIVENDICAZIONI. · Per la sto1'ia • della sedimentazione del sangua. Prof. LEONE LATTES, direttore del!'I c;titnto di Medi cina legale d ell 'Univer sità di Modena.

·Le rniP esperienze ·sono state fatte su 10 cadaveri, numero sufficiente per un controllo. CostanIl grande fiorire attuale .deglj studi sulla sedite1r1ente la punta dell'ago u;:>•e netra nel ventricolo mentazione del 1sangue ha avuto indubbiamente sinistro. Solo vi è da osservare che in alcuni i 1 st10 1Jl1nto di partenza negli studi di Fallfaeus casi (2) essa è caduta a circa mezzo centjmetro .all'esterno dal limite del ventricolo destro P si- e S1pP.cialn1ente nella sua bella monografia: '" The suspension st.ability of the blood » .a.pparsa nel nistro, ma ciò non l1a · nessuna importanza perJ921. Esse11zialmente egli h a dimostrato che la -chè si sa che 11 setto interventricolare sporge i1el« ?rusta 1 phlogistica », fenomeno di tanta imporla cavità ·del ventricolo destro e quindi an che i11 . tanza per l'antica patologia, dipende 1precisamenquesti casi l'ago 1p enetra in piena cavità del ventP. dall'aumentata velocità di ,sedimentazio ne dei tricolo sinistro. glot)uli rossi, e in secon.do luogo che .questo au•Dabbo aggiungere che h o fatto ·drtta . prova a11rnento è dovuto ad una antoagglutinazio11e in ~h e in t1n cada vere di una ragazza. di 13 a n11i, zolle o pile. dei globuli stessi. Con ciò egli ha a sviluppo corporeo ritardato e· cuor.e piccolo, ed ines~o in chjara e·videnza ' la natura del fenomeno. ancl1e in .questo caso l'ago è caduto nella cavità N8l capitolo storico, che non è la parte men d el ventricolo sinistro, sebbe11e in ,p rossimità delpreg·evole della monografia, il Fahraeus ricorda la punta. parLlcchi autori che hanno stu diato argo,me11ti Non vi è dubbio che il nostro paziP.nte è stato strettamer1te affini, ed hanno compiuto osservasalvato da sicura 1norte dall'iniezione intracarzjonl importantt dal punto di vista che egli tratdiaca cli aidrenalina, che ha avuto 1pien o su ccec;;c;o, ta. ~1a tali lavori, di Hunter, Nasse, 1Gul!iver, determinando una rianimazione definitiva dPl cuoVan der Koll{, Jonès, ecc., sono r ealmente da prere. Va notato come nessun disturbo si ebbe a cursori, essendo stati eseguiti sul sangt1e in via di lamentare in questo ammalato: qualche autore coagulazione, in condizioni nelle quali i fatti riinvece h a osservato disturbi n erYosi consecutivi, manevnno disper.si, 5ovente oscuri, e 11on !potecaratterizzati da confusione mentale, agitazione, vano assurger e a conpo di dottrina. ~onvul sione.

E videntemente, da ta la semplicità del metodo, la rapi·dità d.ell'esecuzione ed il quasi sicuro successo, è un m ezzo ter apeutic<? di grandissima im· -portanza, da aptPlicarsi ogni qualvolta ve ne · sia 1'occasione; l 'indugio in questi casi potrebhe lasciare il rirnor,s o di non avere salvato una vita umana. 1

Rianima:;ione niediante inie:: . di adrenalina, ecc. R. A:cc. S e. Med. di Roma, 23

BASTIANELLI R.

febbraio 1924. 1\iIASnrTr. R.ianimazione de i cuore con iniez. di adrenalina, ecc . Policlinico, .sez. prat. , 1925. CERVTNT. I niez. intracardiaca di adrenalina in un

caso di schock, ecc. Policlinico, Sez. 1p rat., 1924. PEITT-DUTAILLIS. Jour11al d e. Chir., 1923. ·rour>ET. ·I ,a ·Médecin e, 192'4. LEN'1IlMANT et RICHARD. Lo. P resse médicale, 1924.

Anatomia topografica, 1923. MERl-KEL. Anatomia to1 pografica. C u10RE.

e

Di alc'lJ,ni casi di in.iiezione intracardiaca nell'arresto dlel cuore. Rifor111a lVIedi ca, anno XJL, n . 44 .

NICOLJCH

POTOTSCH NIG.

Ciò tanto è vero che negli importanti 1avori di

Biernacki (del i.894-1897) che 11anno ricl1ia1nato l'attenzione sul fenomeno d ella sedimentazione 3anq11i g11a, aff erma.ndone l 'irn1portanza clinica, e dai quali risùlta che la diversa velocità di sedlrn en tazio11e r1on . può dipendere da :semplicj rapporti di densità, non si tProponie una spiegazione attendibile ·del fenom eno: soltanto dai lavori di Fal1raeus es5a si f> affermata in modo ind.i.scutibile. Ora, senza voler diminuire 1p er nulla i meriti d el Fahraeus, mi pare ·doveroso, da buon italiano, il rilevare ch e n ella verame11te accuratissima esiposizione storica e bibliografica del soggetto, è avvenuta una orn1nision e. Ommissione cl'1.e riguarda le ricerche dj u11 valoroso e modesto stu.ctioso italiano, il dott. Ugo Biffi, al1ora a ~ima ; il qu·ale in lln campo affine aveva dato ~aggio d ella sua originalità , sostenendo tra i i)rimi la .p ossibilità d ella differenziazione individuale .dei vari sangui umani. Tale lacuna ·è parti.colarmente spiacevole in quanto il laYoro del Biffi non è già da precursore, rna contiene in 1nodo preciso la spiegazione òel I.fen om eno della ·v aria 1sedim entabilità rdel 1

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ÌL PÒI.1CLINièd

[ANNO XXXII,

FA~C.

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sangue; quale fu poi affetmata cùìi tanto -.successo dal Fa.hrae\}s 15 anni dopo. Il lavoro del Biffi pubblicato nel 1904 in .una. rivista di 4)rimaria im1portanza. Lo Sperimentale , IGIENE. ha avuto il torto di 1portare un titolo generico, Lo stato attuale del p1·oblema malarico. tale da non richiamare l'attenzione e da fuorviare lP- ricercl1e bibliografiche (1). l\1a esso con(Secondo una re.cente P'l"bbl·icazione del prof. S ANAtiene un capitolo intitolato: (( La sedimentazione RELLI ) . sanguigna », nel quale si dimostra .p er la prima volta c0n precisione che l'elemento più impor- · All'inizio di questo secolo, la geniale scoperta del c.iclo d'tnfezione della malaria, che orieutava tante per la spiegazio11e del fenomeno e del1e sue su . .!l~ove vie la profilassi, e le provvide leggi sul variazioni morbo.se consiste nel modo di aggl'upr.h1n1no, che perm.ettevano una larga diffusi~ne pars;. degli eritrociti. L'autore vede inoltr0 ed del rirr1edio, avevano fatto sorg€re grandi speespone con lucidità l 'intin10 rap;porto che intercede fra questi fatti e il meccanisrno di forma- · ranze e lasciavano credere a molti che la malaria avrebbe ,potuto, in breve volger di ternpo, essere zione ·della crosta flogistica da una !Parte, con debellata. La realtà no11 corrispose pienamente 1~ ricerche del Biernacki sulla sedimentazione e alle speranze e noi assistiamo a recrudescenze dell' Hay 6m sull'aspetto · microscopico del « sang dell'infezione, di cui non sernpre ~ossiamo renphlegrr1asiq11e » dall'altra. der<:: i ragione. Si presenta quindi la questione di Per mezzo di 1semplici esperimenti egli JiPsce esaminare se la via finora battuta sia realmente a ·d jmostrare le proposizioni seguenti che testualquella giu·s ta e se il problema malarico possa. 1nente cito: « La circostanza di un aggrupparid11rsi alla semplicità quasi schematica con cui mento degli eritrociti n on può a meno di esercitare grande 1nfluenza sulla caduta globulare, mo- da molti Si è con.siderato. E questo ha fatto il l)TOf. G. Sanar~lli, con ampiezza di vedute in dificando le condizioni fisiche in cui questa si effettua. Le emazie riunite in gruppi coID1Patt{ una sua r ecente rpu·b blicazione (1), arrivando a conclusioni che non sono forse confortanti rna cadranno più velocemente e si &edimenteranuo cl1e, dando una chiara visione del problem1, r.i più 1presto che quelle i·s olate o debolmente riunite additano l'opportunità di tentare altre vie . Riasjn grupipi di pochi elementi » (e di ciò spiega la . sumian10 qui arn1piamente questo importante laragione fisica). voro; il problema assurge infatti ad importanza Si attribuisce dai patologi la formazi one della nazionale per l'Italia, paese eminentemente agricotenna alla ritardata coagulazione del sangue colo che n?n potrà redimersi economicamente, in certi stati patologici ». nè raggiungere un alto grado di civiltà collettiva (( Questa spiegazione è insufficiente ». e di benessere sociale fino a quando le sue terre Si J.JUÒ iprovare sperimentalmente che un picJ)iù fertili non saran110 liberate dal millenario colo ritardo », [uguale o superiore a quello del flagello . sanbUe patologico l « nella coagulazione del sanIl problema della difesa a:ntimalarica, r.he pure gue non è sufficiente a spiegare il fenomeno delsembra scientificamente r isolto, urta nelle applila forrnazione della cotenna >> . cazioni pratiche contro gravissi1ne difficoltà. « Devesi in\·ece rite11ere che l'auto-emoaggluti-· La disanofelizzazion'.e, che in teoria dovrebb8 nazione è un fattore importantissimo e forse il condurre a risultati certi, è inattuabile salvo che princip:lle della forrnazione. della cro~ta infiamsi tratti di ror1dizioni del tutto speciali, op1pure matoria ». quando si metta in opera senza riguardi a 5 pese, Proposizioni in cui .si compendiano le pri n".! icome si è fatto al Panama od in guerra. Anche palissirr1e conclusioni ottenute in seguj to dal in tali circostanze, il risanamento è limitato e Fahraeus dal suo profondo, rigoroso, e completo transitorio, sicchè l'applicazione di tal genere di studJo del fenomeno. La di luf ela.b orata monografia ·d iventò, -ed a ragione, stimolo ad inrimne- profilassi 11.elle estesissime zone rurali, dove la rnalaria ha il suo iSecolare dominio , sarebbe , r evoli ricerche. Ma ciò nonostante IP,u ò ben riteP.u ra utopia. Appare poi del tutto insensata la nersi che il lavoro, diggraziatamente 1passato inospretesa di estinguere nel .mondo abitato e non servato, del Biffi, segna n ello studio del fenoabitato dall'uomo una specie animale di tanto m e110 della sedimentazione sanguigna 11n.a delle prodigiosa fecondità quale la zanzara; è questa tap1pt.• "9in importanti; esso inerita dunqu~ elle $e ne rivendichi la .p riorità, iprett3.mente italiana.

SUNTI E RASSEGNE.

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(1) Cause d' errore in alcune in,d agini ematologiche e nei r elativi apprezzamenti. Lo Sperimeritale, 1904, pag. 205.

(1ì L o stato attuale del problema malarico. Un opuscoJo in-16 di pag. 58. Comitato promotore dei

Conl{fessi di bonifica nell'Italia meridionale ed ins11lare. Roma, 1925. Prezzo L. 5.


[ANNO

XXXII, FASC. 33]

SEZIONE PBATlC.\

leggC' ài biologia generale cl1e deve convincere •• delJ',impossibilità prati ca della disanofelizzaz~one in grande. . L a chini'fli,zzazione e ia boni{ìca umana. - B un fatt'J che la larga diffusione del chinino ha fatto diminuire i casi di perniciosa e di cachessia malarica; ma , per quan,to rigl/arda la morbo5ità, dobbiamo confessare che essa è ancora molto al ta. Anche )? bonifica umana difficilmente si raggiunge in ~i1odo completo perchè, nonostante le più svari ate cure, può rimanere un certo numero di jndiVidui n on guariti i quali costituiscono un serbatoio di virus. L a chininizzazione preveritiva o pro{ìlassi chininica n on può essere eseguita se non nei corpi

militarizzati o sernimilitarizzati; è causa di disturbi e non può essere a lungo tollerata. Essa, poi, n on fa che ritardare l'attacco malarico per un periodo non definito, producendo però la 111alariéi latente, di grandissima importanza sociale perci1è i p, ortatori di virus diffondono l'infC'zio11e; si facilita in oltr e con essa la 1p rodnzione d€lla chinino-resistenza. L' applica zione di tale profilassi a tutta la popolazione delle r egioni m::i.lariche ap1pare quindi impo5sibile e poco efficace. Anche ia d-i f esa meccanica trova la sua indicazione soltanto in circostanze .p articolari, i1np lica enorm i spese d'impianto, esige un, accurata !41anutenzione ed è del tutto inapplir.abile in mort~ pae~ i, in causa dei miséri abituri, della poca disciplina delle pOfPolazioni e del genere di lavoro. Questo mezzo, che è molto costoso, riveste dunque carattere di eccezione. ~a bonifica idra:uL.ico-agrar i a che rappreiqe~~a oggi la profi1J3Si più seria e più razionale è a ssai onerosa e dà risultati molto remoti, talora anche negativi igienicamente. Comunque essa va. organizz:J.ta in modo che lo scopo' igienico assurga a quell a preminenza che gli spetta e da far si che i canali risultir10 stabilmente antianofelici, attuando, dove é rpossibile, le bonifiche per colmata. Anch~ la piccola bonifica, che rientra nella disanofelizzazione, pure essendo di applicazione relativamente facile ed econ omica , risulta di effetto transitorio. Grandi illusioni, osserva Sanarelli, son o state alimentate dai ritmi epidemici caratteristici delle endemie malariche e si è creduto all'P.fftcacja dei nos!ri mezzi di lotta negli anni di relativa IP1tezza, come 1p ure si è attribuita ad essi la scom parsa della malaria n zone relativamente es~ese, specialmente del Nord, dove invece l'estinzione dell'en demia si è avuta in modo spontaneo e per ragioni non ben precisate. Purtr01Ppo il problema malarico ha offer!o il terreno ad appassionanti diatribe, anche perchè

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appariva difficile compito quello di valutare equamente l'opera dei 1singoli e l ,entità dei vantaggi vantati da ciascuno. Bisogna dunque ar..dare n1olto cauti, conclude nel~a 1p rima parte l'A., nell'eriunciare la verità nuda e cruda che cioè sarebbe tempo di finirla con le generose utopie e che la lotta antimalarica, quale oggi_ è organizzata in Italia ed altrove, n on ha alcuna 1probabilità di debellare la malattia. ·Anche le n ostr e conoscenze biologiche sulla malaria sono in complete. Abbiarno in realtà, dice Sanarelli, qualche n11ova conquista, ma di valore pratico n on notevolissimo. Sono fra queste il m etodo dP.lla goccia spessa p er la diagnosi, i mPtodi riattivanti èhe hanno portato alla cono5cenza delle forme latenti e dei (Portatori asintomatici; le r,onoscenze sull e r azze misantrope, sulle alate grasse, sulle abitudini di vita delle zanzare; a val0rizzazione della cinconina, fatta in Italia da V. Ascoli; qualche progresso nella profilass i (diffusicne àel pesciolino larvifago 1Gambus'!.a, adozione dei canali di magra,' zooprofilassi, ecc.). Di fronte a questi IPOChi progressi, rimangono anr,ora moltj ssimi problemi imprecisati oscuri ed in.soluti. Non si è ancora in grado di interpretare la comparsa dei casi di malaria 1p rimitiva estivoautunnale, allorchè nel sangue circolante dei ma-. larici non si trovano i gametociti capaci di i11fet\ tare la zanzara e m ancano ·p ersino le zanzare vettrici. Pure oscura rimane la genesi delle recidive;· poco definite e di incerta posizione sistematica son o le forme .poco comuni · od ati(Piche di pn.rassiti malarici. Per quanto concerne l,epidemirlogia, sono ancora da _precisarsi ·la suscettibilità delle varie specie di zanzare verso le dif!t~renti for me di (Parassiti malaricj ed il cornpito epidemiologico corrispondente, resta ancora da rhia't'ire l'importantissimo problema dell,anofelismo sen za malaria, una condizione ch e elimina la: malaria lasciandone (Persistere i vettori. Poc0t spiegate appaiono anche le origini della malaria i11 luoghi disabitati e la malaria da sterri, mentre· alcl1ni pensano che .p ossano esistere, oltre alle zanzare, altri ospiti intermedi o definitivi dP.i par assiti malarici. Molti sono i quesiti ancora insoluti riguardanti le 7.a nzare, la ipatologia generale della malaria, la natura ed il meccanismo della febbre emoglobinuriéa. Nel campo diagnostico e clinico , mancano mezzi sicuri per scoprire le infezioni occulte, (Per disting11ere le primitive dalle r ecidive, le guarigioni cliniche da quelle definitive, mentre poi s ono soggetto di discussione il farmacodinami3mo ·della chinina, la dosimetria di essa, l'azione dei 1


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JL

POLICLINICO

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XXXII,

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succedanei e dei coadiuvanti. Nell'ambito più <:;trettame11te ;profilattico, r estano da trovarsi m ezzi cl1imici semplici, econo1r1ici ie sicuri di sl arv iizazione; manca una sicura conoscenza del ''alore relativo dei· vari mezzi profilattici, ques~ione flelicata perchè ogni malariologo tende ad essere esclusivista, ammettendo il 1proprio metodo corne il migliore. L' odier110 attrezz~m ento antimalarico, aff3rn1a Sanarelli 11a dato ormai ciò che 1POteva rendere praticarnente, sebbene qualche rniglior?-ment0 si potrebbe apportare ancl1e in tal campo. Man~a però un corpo tecnico con sultivo incaricato di ispirare e di guidare l'opera del Governo e l'indirizzo legislativo, manca ·p ersino una Co1nmissione antirn alarica, quale esiste in altri 1paesi e che da n oi è stata sotppressa. Ciò che è sb1prattutto i1ecessario, secondo 1' A., è ora d'intensificare ed y.t.pprofondire gli stndii sperimentali sulla malaria, in quanto che ogni progre s~ o pratlco può sp erarsi soltanto da un ulteriore lavorio scientificQ. Nè questo può derivare da l:ll solo individuo: è invece neces5aria la creazione di un Istituto ap1p osito, fornito di tutti i mezzi occorr en ti p er aggredire a fondo e con tutti gli ausilii della scienza moderna la soluzio11e del problerr1a. In Italia mancano pl1rtrop1Po Istituti destinati esclusivamente alla ricerca scientifica, quali si ha11no altrove: per la 111alaria in Pa 1 estina, in Russia, in Jugoslavia, negli Stati Malesi, nel Brasile. Solo da un Istituto esclusivamente d edicato alla malari a, largamente dotato di lnezzi ed affidato a d uo1r1in i di ver~ scienza, ftppassionati alla ricerca scientifica e ad essa unicame11te consacrati si può sip erare che venga la luce su 11' affann oso proble111a. L '·Is.tituto do.v rebbe compre11dere un reparto ospedaliero, un servizio c~i­ mico, uno entomologico, oltre a quelli microbiologico, ematologico ed epide1niologico. ,Dovrebbe prcvYedere arl un lavoro d i coordinamento bibliografico e di documentazione, cu rare la p ro.paganc1 a e l 'istruzione tec11ica. La sede naturale ne deve essere Roma, r.ioè alle 1porte dell'Agro laziale e pontino, le terre classiche della malaria. Il p ericolo, n ella fondazione di una tale istit ~­ zio11e , è quello di fare cosa incompleta e mesi:l"'l. i1a · essa deve invece essere efficiente in ogn1 sua 1pa~'tE, tale da rispondere all' alto intei:ito; altri1nenti è nleglio non farn e nulla. L ·esempio cli Milano, cl1e ha fondato il suo Istituto del cancror do\·rebbe essere seguito da Ro1110 celebrando il XXV a11niv€rsario del Regno dcl ' 11ostro oYrano, con l1I1'opera degna e duratura, co11sacrata al bene del nostro Paese. l

tii.

VIE URINARIE.

Le diatesi nefrolitiasiche.

(l;azz . Ospedali e Cliniche , 3 maggio 19~5) .

..

Il quadro clinico dell'accesso da calcolo re11ule, che costituisce la r eazione alla presenza di con cr emen ti n elle vie urinarie, è in gran parte ir1di1p en·dente dalla specie della diatesi che ha cleterminaito la produzione dei calcoli. Qualunque s ia la natura di questa, ossalica, fosfatica ,· ecc., i fattori pri11cipali dell'a ccesso rimangono sernpre l'irritazione 1prodotta dal conpo estraneo, la sta si dell'urina ed eventualmen·te le infezioni secon·darie. Anche il volume del calcolo non è il solo fattor€ che determina la ir1tensità de11 'acce~o ; caìcoli di n otevole volurr1e sono 5tati portati per tut•t a la vita senza cagionare disturbi, inentre altri piccolissimi hanno determinato co~iche violen tissime ed anche la m orte per emorragia. Le coliche da calcoli sono sipesso .p recedute da sintomi prodromici, specialmente sotto forma di dolori oittusi nella regione lombare; talora una lomcaggi11e cronica si riv.e la come il sintomo precoce della nefrolitiasi. ·Si possono avere di sestesie, 1dolori irradiantisi verso la coscia (nel ter-ritor.io di distribuzione del n ervo genito-femorale 1

o -dei suoi rami), verso l'uretra, il testic0lo, il

glande,. la vulva . .Feno'11eni concomitanti abbastanza frequenti sono il vomito riflesso, il bri-_ vido, la ritenzione d'urina (che 1può colpire per via riflessa anche l'altro rene), l'aum€nto di ternperat.ura. Qua.si. costante ·è la rigidità rifl-essa delle pareti dell'add0me, che r ende difficile la palpazione ·del rene sospetto. La secrezione dell'urina 1PUò rimanere normale ùurante l' accesso, ma può essere sospesa, sia per un calcolo che ostruisca l 'uretere, s ia per il fatto che esiste lln solo uretere, sia per via rifl e5sa. se il r en e, in queste condizioni continua a. secerr1ere urina, si ha l'idron efr osi, che poi scompare . una volta rimosso I 'ostacolo , é si ha allora un aurne11to transitorio ·della diuresi. Nell'esame delle urine, a ssume molta importanza la pr esenza del sangue, rispet tivamente delle emazie che sono di solito integre e prive di emoglob ina (ombre di ernazie) . Esse si trova~o an~ ehe, ad intervalli, o costantement€, al d1 fu ori dell 'epoca delle coliche, sicchè potrà essere necessario r~peter l' esam e di rse volte. Nella n efroljtiasi pura, non si trovano cilindri; ~a loro presenza indica delle complicazioni a carico d_el r ene. Si può trovare anche del l'albumina, in quantità protporzionale alla e1naturia . mac_roscopica, e che scompare con lo scomparir e d1 quest'ultima. 1


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FASC.

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SEZIONE PRATICA

1155 •

J

' Se poi, in seguito alla stasi dell'urin a o ad si aqcentua a n che la r eazione acida delle urine, . un'in~ezione, · si ha un IJ)rocesso secondario ine q.u indi anche la .p recipitazione degli urati. Non fiarr1matorio o purulento in forma di 1pielon efrite, bisogna IJ)erò credere che la diatesi uratica sia il quadro si modifica. Nell'u rina, raccolta in l'esp ressione di un'anomalia del ricambio delle modo sterile, si riscontrano d ei ger1ni patoge11i, 1puriI1e e nemmeno che essa sia analoga n ella del 1p us, dei cilindri di ogni specie, d ell'albumisua essenza alla gotta, in cui l'eliminazionP delna in abbon·danza e si manifesta poi il quadro l'acido urico è diminuita. Nella ·diatesi uratica, d el rene grinzo pielogeno, caratterizzato d a u11a invece, la secr ezione dell'acido urico è rapirla e insafficienza funzionale dei reni e ·da un'azoternanca il fen om en o della ritenzione. Anche riel 1nia progressiva senza però , l'ip ertonia. gottoso, si può aver~ formazione di calcoli di ~ua11do, da i dati clinici od anamn estici, s i açido urico, ma 1Per t1n altro meccanismo e cioè abbia il sospetto di un calcolo renale, si può per la comparsa nell'urina di con cr ementi di aciconfern1are la diagnosi con la radiografta. se il do urico eh.e hannò origin e dai tofi papillari dei calcolo n on è 1più gr osso del nocciolo di u11a cireni e che, giunti n elle vie urinarie, costituiscono liegia ed è tondeggiante, ·s e n on si hanno nè dei nuclei per un'ulteriore preci-pitazione dell'a ('i. anuria, n è emorragie gravi, nè segni di infezione, do. Nella diatesi uratica, le norme dir~ttive òella si potrà tentare di favorirn e l'eliminazione mecura dietetica sono p ertanto la limitazione d ell e diante jl riposo assoluto, l'uso di abbondanti bepurine n ei cib·i, la somministrazione abbondante vande calde (decotto di fiori ·d i tiglio, limonate, di frutta (che aumenta l'alcalinità dell'uri11a) e acque ruinerali) le applicazioni ·calde sulla r egio- di Jiquidi ' d ebolmente alcalini e a cque m inerali. n e renale, e sulla vescica, i rimedi antispastici La diatesi~ ,ossalica, che conduce alla formazio(atropina 1 m g., m orfina 2 cg., in supposte o ne di cal coli di ossalati, si riconosce 1p er la preper iniezioni). Anche la glicerina per b occa (50sen za nell'urina dei caratt eristici cristalli di os100 g. 1diluiti in una limonata) o l' istillazione di salélJto di calcio, a busta di lettera. L 'ossaluria glicerina o di olio n el bacinetto renale merliante può determinare dolori alla minzione, tenesmo e il . cateterismo <iell'uretere, con·ducono talvolta bruciore neJ l 'ur ir1are, ancl1e senza che si siano allo scopo. formati . dei calcoli. L e. genesi di questi va r iferi ta alla modiftcazione 1patologica d ell'a1n·b iente Se queste cur e non danno alcun risul tato, e per sistono i dolori, oipipure si ha anuria che non colloi.dale sostituito dall'urina e specialm ente si vince col cateterism o degli ureteri, ovvero si alla mancanza del cc colloide p rotettore >>. Un'ossviluppa un 'infezione second.aria, non si indugesaluria 1p asseggera., in segu jto ad ingestione di r à ad i nter venire chirurgicamente. Si potrà ~r o­ c]bi ricchi di aci·do ossalico, 1pnò osservarsi an· che in individui sani. •N egli ossalurici, invere, cedere alla nefrotomia od alla nefrectomia allorchè ci iSi sia assicurati dell'esistenza di un aJ. essa è di una certa costanza. tro r ene capace ·di funzion?-re. Ancor 1p iù netta Gli ossalati contenu ti n ei cibi vengono assorè l'indicazion e dell'intervento nei casi in cui esibiti solo quando siano disciolti dall'acido clorista il sospetto di tubercolosi o di n eoplasma.. Codrico dello stomaco; se,. ·invece, l'ar.i·d ità gastrica munque, è importante decid.ersi per 1~ 01perazione viene abbassata con d egli alcalini, l'assorbirnen• 1p rima che si manifestino i segni d 'infezione, poito d egli ossalati diminuisce ir1 .p roporzione. Nelle ch è la mortalità operatoria nella nefrolitiasi wset- sezi oni dell'intestino, ·dove si trova un ambiente tica r aggiunge apipena il 4 ·%, m entre nelle foralcalino, si ~o rma dell'ossalato di calcio che è m e 1nfette p uò 1salire al 15-25 %. inas.sorbibile. Oltre agli. òssalati · contenuti nelL'intervento chirurgjco, però, se toglie 'Cii 1nezl' alimentazio11e, vi son o quelli di origin e endozo i prodotti della diaitesi, non ha alcuna in. gena, originati probabilmente ·dalle sostanze ::!Olfluenza su di questa ; permane du11que il distur- . logene del cor po ch e contengono glicocolla e forbo del ricambio a cui va posto rimedio. Si deve se a n ch e dalla creatinina dei muscoli e dall'acido d~ppri rn a ricer care la natura della diatesi stessa; glicocolico della bile. 1a Nella cura della diatesi ossalica, che si osserva . diagnosi di questa n on va fatta soltanto s ulla n atur a dei calcoli, sebbene sia oorto che si ha partico1arrnente nei giovani, si limiter à l'uso di cibi contenenti molti ossalati (spinaci, r abarbar o, più facilmente la formazione di 'dati calcoli, . .. . barbabietola, cacao, t è forte} e si renderanno 1p1u quanto pi~ a·b bon·danti sono n ell'organismo i cordifficili le condizioni di assorbimento de ll'ossariSip ondenti materiali. lato di calce nello stomaco, somministrando de•L a diate si litiasica più frequente è in.dubbiamengli alcalini (sali di magnesio, bicarbonato di 50- 't e quella uratica. Essa consiste in ciò che, con dio, a cqu e alcaline); particolarmente raccomanl 'urina si secernono in grande abbondanza l'acidabili son o i sali di magnesia. do urico e gli urati. La secrezione è favorita dalI calcoli di ossalati sono i più duri e quelli l'introduzione di ipurine coi cibi, tanto più che che si riconoscono meglio alla radiografia, ancol regime carneo, ch e è il più ricco di 1puri11e, 1

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: L POLCCLINICO

cl1e se piccoli; una volta formatisi, !J)erò, sono del tutto inaccessibili alla terapia interna. La diat esi fosfatica, con vie urinarie . non infette, l'O oduce ben di rado alla formazione di calcoli primitivi di fosfati. Un'eliminazion13 abbondante di fosfati può aversi, in via transitoria, anche in persone normali, in seguito ad un pasto abbondan~e, per cui vengono so ttratte ai tessut'i delle n otevoli quantità di acidi, oppure doip o un vomito abbondante, specjalmente se l'urina, frattanto ,secreta, si versa nella vescica vuota e quindi il suo aumento di alcalinità non 1p uò venir neutralizzato dall'acidità dell'urina pres·ente. L'origine della diatesi fos.fatica non va ricercata in un aumento della secrezione dell'acido fosforico, ma bensì nell'aumento relativo della secrezione di calcio (cal~ariuria), di cui sono tuttora ignote le cause. Anche la produzione d 'Ji -calcoli nel caso della diatesi fosfatica dipe.nde probabilmente da una modificazione anormale dell'an1biente colloidale costituito dall'urina e c;pereialtnente dalla mancanza dei colloidi 1protett.')ri. Nelle urine infette, la formazione di calcoli fo. sfatici non ha nulla a che fare con i calcoli primitivi; i calcoli secondari sono formati da fosfato triplo ed ·accompagnati da concrementi di carbonato di calce. La fosfaturja, in molti casi, è ostinata e rjbelJe alle cure . Il regime sarà mantenuto povero di -calcjo e saranno perciò proibiti il latte e le uova. P er impedil'e la secrezione troppo abbondante di a cido cloridrico nello stomaco, sono utili le cure r j1petute ni atropina. Contemporaneamente si praticherà una cura generale .p ercl1è nei fosfaturici l'eccitabilità del sistema nervoso è assai c:;ipesso aurnentata. FILIPPINI. 1

1

L'istillazione di blen di 1netilene nella cistite tubercolare. (MARION. Journal d'Uro logtie,

n. 3, 1925).

L'A. ricorda a11zitutto le ricerche fatte nella sua Clinj ca da Blan ch sull'efficacia della sommini straziane della uroty;opina e del bleu di metile11e n ella tubercolosi urinaria. Discute quindi sulle indicazioni di questa cura la quale non presenta alcuna controindicazione. Sia che si tratti ·di lesioni bilaterali e inoperabili sia di nefrectomizzati con lesio11i eccentuate della vescica sia di malati in cui è impossibile l'esplorazione col cataterismo ureterale. Quanto alla tecnica ricorda com e si debba u sare una soluzione all'l % di bleu di m etilene in sier o ftsio· logico in modo da aumentare con l'isotonic1tà del liquido la facoltà di impregnazion e n ella sostanza colorata. Il dosaggio non deve SUIPerare l'uno per cento poichè quando si adopera il 2 % i f Pnomeni vescicali dolorosi momenta11eamente

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XXXII,

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33)

vengono accentuati; una solu zione più lie.ve si 1può usare di tPreferenza nei casi poco acuti. In ogni caso se dopo pochi minuti dall'iniezione e~i~ ste dolore esso cessa rapidamente e con facilità viene calmato dall'applicazione di una supposta. Il liquido si deve iniettare tiep ido, se ne dii;;ti lla nella vescica da 10 a 15 cc. e si raccomanda al malato che resti il più che sia possibile senza urinare. Se la vescica è molto infett:i, se la piuria è intensa è opportuno cominciare con un lavaggio di una soluzione tieipida di ossicianuro di inercurio all'l/4000 o di siero fisiologico i.n guisa da nettare la superfici e della mucosa permettendo così la facile penetrazione ·d el b leu. L'effetto della istillazione in genere è in1mediato e dura circa tre giorni. •L 'A. consiglia di rinnovare le istillazioni ogni due giorni nei casi di media intensità con accentuata pollachiuria. Si può n ei casi meno acuti attendere 3 giorni, in m edia l'istillazione si dovrà praticare og11i 2 giorni. Si può inoltre istituire un trattamento misto consistente cioè in istillazione di bleu ·di metilen-e e· di olio gomenolato. In genere con 5 istillazioni si ottiene un periodo di relativa quiete ,p er un po' di tempo·. 1Alle volte bisogna insistere con un numero maggiore di istillazioni. Olt.re le istillazioni I' A. consiglj a di prendere anche delle pillole dj bleu di m etilen e con le quali si riesce ad imbibire tutto l'ap1parato urinario. .Quanto al modo di azione il bleu di metilene agisce per le sue 1p roprietà microbicide ed 1nt~­ nevralgiche. Ciò che è ~iù jmportante è la sua affinità elettiva per le parti malate, cosa che si rende evidente con 1a cistoscopia. Infatti do1po qualche ora che si è praticata l'istillazione del bleu in una vescica tubercolare la mucosa ·s ana conserva la suà aipparenza normale ma tutte le ulcerazioni , tutte le parti che hanno ,p erduto il loro epiteliq di rivestimento si presentano intensamente colorate in bl eu. :)uanto ai risultati nei casi curati dal dott. Blanch (cistiti tubercolari, 1p rima e dopo la nefrectomia, lesioni renali uni- e bilateré1li) l'effetto è stato sempre ottimo specie sulla pollachiuria che viene modificata immediatamente. Anche i dolori cessano dopo la prima istillazi one. La capacità vescicale aumenta n otevolmente e reO'olarmente in modo da rendere po<>-. o sibi1 P la cistoscOtP•ia. L'effetto d ell e istillazioni oltre che immediato è abbastanza duraturo quando le lesioni non sono molto estese e gravi, quando il processo 1però è molto avanzato l'effetto è p oco sensibile. Concludendo l 'A. fa rilevare come l'uso del bleu di metilene quantunque non si ~ossa con siderare come specifico della bacillosi rena-vescicale pur non di m.P:no sembra superiore a tutte le medicazioni preconizzate fino ad ora. L' A. non pensa che il bleu possa far guarire la tubercolosi della 1

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SEZIONE PRATICA

vescica ma lo considera come un palliativo · c8rt'J che dà al malato l'impressione della guarigione, facen,dogli specialmente scom1p·a rire la IPOllachiuria che in genere -è molto dolorosa. T. LAURENTI.

Le albn1ninu1·ie p1·olungate e cu1·abili della sifilide. (LAURENT.

La Presse médicale, 30 mag·gio 1925).

I vari tipi di sifilide renale, ormai nettampnte studiati e classificati, posson6 così riassumersi: nei 1Primi tempi del periodo secondario 1può aversi una lieve albuminuria che cede alle prime cure ed è ronoc:-ciuta sotto il nome di albuminuria secon·daria; in secondo tempo, ma sempre in un periodo recente de}l'infezione, può . ipresentarsi no11 p i1J. una semplice albuminuria rna una vera nefrite secondaria , con oliguria, cilindruria, edemi, febbre; un terzo periòdo poi, più o meno tardivo, comprende i brightioi, gli uremici, iipertesi con cefalee, edemi, ecc. L' A. sostiene che oltre i sud.detti vi sia anche un Hltro tiJpo di sifilide renale del quale fa ~·og­ getto della presente comunicazione ossia le alburninurie 1prolungate e curabili della sifilide. EsS€ non sono eccezionali; Laurent infatti su 500 sifilitici, dei quali ha esaminato accuratamente le urine, ha potuto notarne 15 che sicuran1ente rientrano in questo quadro morboso. L'età del paziente non ha influenza notevole su quest.e al. bu1ninurie che possono presentarsi da 1 a 15 anni dopo il siftloma iniziale; la cura specifica le influenze favorevolmente ma non con eccessiva rapidità. Queste albuminurie, che corriSJpondono ·evidentemente ad una lesione renale, non danno 1sir1. tomi di nefrite nel sens~ clinico della .p aro la: non vi sono edemi nè cilindruria, ' ·nè pol1uria, nè cefalea. I .a quantità dell'albumina può essere considerevole (15-12 gr. per litro), ·diminuisce con 1a cura e finisce per scomparire; non sembra Pssere influenzata dal regime alimentare. . La durata di queste albuminurie è variabile da qua!che mese fino anche a sette anni. Dopo la guarigione non sono state mai n otate recjdive . • l/ A., dopo aver riferite alcune storie cliniche . rnolto precise, conclude per l'esistenza di queste albuminurie rprolungate , e curabili di origin~ sifilitica non modificate ·dal regime alimentare, guarite invece com.p letamente dalla cura sp~ci. fica prolungata; non sarà dunque ma1e, in presenza di malati con albuminurie resistenti a tutte le altre cure, tentare .quella antiluetica orolungata anche se non si riesca a mettere · in PVidenza nel paziente antecedenti sifilitici. I

I

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V.

MONTESANO.

1157 •

CENNI BIBLIOGRAFICI. .t\. CAMPANI, A. r.L VENTO, G. ·MENDF.S. Lo stato at-

tuale della lotta antitubercolare in Italia. Tre volumi in-8° gr. di pag. 154, 174 e 347. Roma, Editrice « Salute e Igiene .» (piazza .dcl PotPo'lo 18). Prezzo L. 5, 6,30 e 12 (a Roma, L . 5,

5

~

10).

Oltre essere una nitita mise à point delle condizioni attuali del nostro Paese in fatto di armamentario · antitubercolare, è anche una corrtpleta guida descrittiva ·di tutti i nostri istituti sanatoriali, dispensariali e IPreventoriali. L'opera corredata di tavole dimostrative e •di 43 nitide illustrazioni, può consid erarsi anche un vero trattato di tecnica dis1Pensariale e san&toriale, perchè i competenti Autori non si sono limitati alla pura parte illustrativa, ma har1r10 trattato a .fondo le vçtrie qt1estioni riguardanti il funzionarnento tecni-co e l'organizzazione dei vari congegni.

E un libro questo che non .dovrebbe mancare nella biblioteca di nessun medico colto e che ha anche un valore pratico per chi abbia bi~ogno di notizie sulle varie possibilità di oStpitalizz'.ire e di curare un malato di petto in Ttalia. R. P .

A. ILVENTO. La casa nell'igiene socia.le. Un vol. in-8° di 269 pag. con 78 fig. e con iprefazione

del sen. A. LUSTIG. Soc. An. Istituto edit.oriale, • :lVlilano, 1925. Prezzo L. 35. Nell'interessante pubblicazione, il prof. Ilvento esamina il problema della casa anzitu:tto dal ipunto di vista dei desiderati dell'igjene: gli ambienti necessarii, le norme di costruzione, l'igiene .d ei 1servizi interni; dati tecnici, consigli igienici cl1e formano nell'insieme un vasto canitolo d'ingegneria sanitaria. A parte viene con.siderata la casa rurale, su cui t:r;op1po sp-esso ~orvolano i trattati di igiene, mentre in essa le deficienze sono talvolta ,p eggiori che nella casa urbana. •L a seconda parte riguarda la casa nell'igiene sociale, l'influenza che essa può avere sulla salute, il prob1ema del sovraffollamento, il n1ovimento sociale 1per le case e le attuali provvidenze legtslative. ~

Ma non basta avere una casa igienica~ è necessario arredarla razionalmente e tenerla in mo·do ir'r eprensibile. In questa parte, non meno im1p ortante della prima, la dott. Maria Gasca Diez (non si comprende perchè il nome della collaboratrice non figuri sul frontesipizio) dà consigli non solo di igiene materiale, ma anche di quella igiene dello spirito che è l'estetica e si diffonde . largamente con fine senso .p ratico · sul governo 1


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JL POL LCLINICU

[ANNO XXXII, F ASC. 33]

igienico della casa, armonizzandolo con una saggia economia. In un'appendice le disposizioni Yigenti sull'igiene delle abitazioni chiudono questo libro che si raccomanda alla lettura del l'igienista, del soci Ci logo come della massaia. fil.

alla portata idi tutti e con parole persua5i ve. Quello della giornata igienica dello scolaro va unito ad un quadro murale jdeato dallo stesso ..\. ed eseguito da Musacchio, -quadro che è di gl'alìde utilità per le case doYe sono ragazzi e -per IP. scuole.

Proceedings of the I n t erriatiorial Conf erence on H ealt Problemes i n Tropical America. United Fruit Company, Boston, 1924.

P . RUDAUX. Anatomie, . Physiologie, Pathologie élémentai r es. Masson, éd., Paris. Fr. 28.

Questo magnifico volume edito in carta di lus' so con illustrazioni a colori dalla United Fruit Company: che tan te benemerenze ha verso. la pubblica salute nell'America tropicale, contiene una serie di inter.e?santissime .memorie dovute a d una eletta schiera i11ternazionale ·di studioc;i. Trovia1r10 i nomi di Bass, .di Noguchi, di Carter, di Rogers, di Castellani, di ·MU.hlen s, di Banting, di I.an e, di Strong·, di Park, di Deek·s, di Rosenau ecc. La rr1alaria , la feb·b-re gialla, la amebja$i, la fìlariosi, la schistosomi asi, la leishmaniosi, e numerosi altri argomenti riguar·danti i ·pi1ì im1porrtanti problemi di ~atol ogia, specialmen.t e 1ro1>icale, sono rr1agistralmente trattati da ·stpecializzati n oti agli studiosi di tutto il mondo: la loro 01pi11ione in materia di tanto interesse rende veramente suggestiva la lettura della r accolta che costitui sce una c ollana di articoli ch e aggiornano la inateria. Interesserà il libr o gli studiosi di igi ene sociale e specialme~te i cultori di medicina tropicale.

fil.

Il libro del Rudaux è alla quinta edizione e, pur manten endo il primitivo carattere, si pr.esenta accr esciuto di mole e contiene ben 580 figure di, datti che. In origine fu scritto per l'insegnan1ento alle le\'atrici e, p ur conservando un largo sviluppo alla parte speciale, l' ..<\.. ha cercato di aggiungere tu~te quelle nozion~ generali di anatomia, fi~iologia e 1p atologia indispensabili 1p er un infermi ere moderno. B un libro chiaro, che fugge il ·dettaglio e cerca di dare una veduta d' assieme agli argomen~i anche più astrusi. La terza '.[)arte è dedi·c ata alla igiene e alla terapia elementar e. . t. p .

lttRDEMIE. SOCIETA MEDICHE," tON6RESSL Società Lombarda di Sci enze Mediche e Biologiche - Milano. Seduta del 17 a.p rile 1925.

PONTANO. O]Ji.t~éol·i

d't- propaganda igierliCa 1pubblicati sot.to

il patronato dell'Associazione italiana 1per l'igiene. Presso il periodico « La 1saJute e l'igiene n.ella .famiglia » . Roma, Piazza del Popolo, 18. La propaganda igienica è ormai da tutti riconosciuta com e una vera n ecessità 5e si vuole seriamente arrivar e a creare n elle masse quello 5tato di cc coscienza igienica » per cui le POIPOlazioni senta n o l'igiene come un bisogno e non come lln'i1nposjzione. Utili 1p er un'efficace propagand:-i. sono questi opuscoli, alcuni dei quali riproducono articoli aippar si in quel buon .p eriodico di propaganda e di educazione igienica che è (( La salute e I'igiene n ella famiglia ». Citiamo fra essi: L a giornata igienica dello sco·laro (dottor

Oon tribtito ctllu st'U.dio clella tubercolosi verrucosa della cute . (Presentazione d ell'inferma e d ei prepairati istopat.ologici) . Pr·o f . DucREY. - La lesione durante tutto il su-0 decorso (7 anni) h a mostrato com e nota essen~iale e caratteristica del suo progredire l ' insorge11Za di elemen ti puntiformi cheratosici q-µ.iasi a livello della cu te, seg11anti sopratu tto i margini di u na chiazza ad a11<lamento centrifugo con prog r essiva involuzi<>ne atrofica centrale. L ' O. disoute le diagnosi differenziali, specie col lupus verrucosu&. L a diagnosi fu confermata dalla inooulazione p<>sit iva n ella oavia e dal re perto istopatologico. ~

Una localizza ::;ion e

• 1Ytra

dell'echinococco.

P rof. M AI OOCHI . - L ' O. riferisce un casio di cisti di echinooocc<> svi l ttppat~.Ji. 11ello spessore dei mubi1tl (·PAL:tvIInA MELSI FANTI) ; I l ragazzo pulito scoli delle doccie vertebrali alla regione dorso-lom(GIUSEPPE PENSO) ; I giene e pulizia della casa •(CORbare. Trattava.si di una signor a di 31 anni .] a quale NEL I A DELLA SETA) . · (pur non avendo avuto alcun rapporto con cani o Gli argomenti, come si vede, sono del massi- altri a nimali) notò l ' insorgenza di una tumescenza mo interesse e son o trattati con stile semplice, alla r egi-0ne d orso-lombare sinistra. Nes9Un sintoma

E.sCHILO DELLA SETA) ; Cattive abitudini dei bam-

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(ANNO

XXXII,

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1159

SEZIONE PRATICA

' subiettivo: la puntura esploratori.a dimostrò la natuna della cisti; la• quale ven11e enucle.ata dall'O . nella s11a totalità. Il pezzo anatòmico viene così mostrato . nella sua inte.r ezza e integrità: consta di una. parete ~.vventiziale bianca e r esistente contenente un grande nu•m ero di vèsoicole figJie. L'O. prende occasione da questo caso p er parlare della sede muscolare dell'echir1ococoo, e per illustriare la via segl1ìta dagli embrioni dell'echinococco da l tubo .digerente a queste lontane e rec.ondit.e loggie m.u scolari.

R. .Accademia Peloritana di Messina. Aduna11ze del 15-16 giugno 1925. Su.i rappo1·ti del collicolo seminale col . lobo meclio del.lei pro$tata nell'uomo.

Prof. G. PERNA. - In attesa ·d·ell'·esito delle sue r icerehe embriologiche, 1'0. intanto ooin clude ohe la. esatta conoscenza delle varie modalità di fox:ma del collicolo s·e minaile ci fornisce l'in1d ice tang~biJe ,dei1lo sviru·p po ghian dolare della p,r ostata, il quale l1a i1otevole valore nell'indagrne di quelle m.a.lattie p:nostatioh e che s o110 in rap,p orto alla costituzione generale· dell' ore:anismo. 1

lfnn revisio1i~ del. problema della degènerazione cosidetta cc senile » del cervello?

Prof. CErtLETTI. - Ra1nm-011tato come un primo grande passo vers·o l' jndivi.dìUazione di un q11adro annto11101patologieo p·t onrioi 1della senilità si a stato fatto ql1a11do venne Jnessa fuori queSttione l' arteriosclerosi, riaFisume. lo svil1u•1}po delle ricerche istopatologiche sul cervello ·de i dermenti senil.i e l'integrarsi dei v~ri reperti iu u11 quadro caratteristico per qu.esta malattia. Tra i vari elementi di questo quadro sono tipiche e costanti le cosidette placche di RedliohFischer di~eminate in forma miliare nella corteo. eia cerebrale, e, non costante, ma tipica pei casi gravi, l'a.l terazione neuronbrillare con con.g lutinazione e spe8so disrposizione a vortree delle fibrille delle cellule nervose corticali. E poichè queste alterazioni si sarebbero riscontrate tanto negli estremi stadi della decrepitezza q·u anto n elle forrn.e semplici di de1nenza senile, forme poco .differenziali a11che clinioamente, così gJi AA. creder ebbero di poter conferire tanto alle placche c()IIlle all'alterazione .a grosse fibrille sigtiificato di segni caratteristici di involuzione senile del cervello. Senonchè ~·eioondo 1'0. fatti più reoe11temente venuti in luoo ·r iportano in discussione il problem11 se il pz:ooesso anatomopatologico sopra in·dividuato sia Sem.ip1icemente l'e.spre.ssione della involuzione senile più o m.e no precoce, o se esso inveoe sia un prooes.so patologico a sè il quale troverebbe soltanto _ nella senilità un terreno più favo1:ev<>1le per il suo q,v ilUJppo. Tali fatti sono essenzialmente rappre.sentati dall'esito negativo. di indagini praticate in animali di specie d,iversa prooentanti segni esterni del decaidiimento senile; ma, sopratutto dall'e.same accurato dei casi della cosi.d etta malattia di Al.s1h ei1merPerusini (dd oui l'O. ne riferisce in partiool are uno o&servato per sonailmente) nei qua.li secondo l' A . .ruppar.e molto difficile interpretare le alterazio,n i distruttive così gravi e diffuse stabilitesi in brevé tempo e che si osservano in soggetti ancor giov.ani sani e robusti come pTocessi involutivi della categorr ia ·di que11:l i che sono l ' e·s pre.ssione ·del decadimento fisiologico senile. 1

•• i..

~ul

tono dei muscoli dell'orecchio nel coniglio.

Prof. G. AMANTE.\. - L 'or eQchio cadente da ipoto11ia, dei muscoli corrispondenti si osserva ·Qlltre che p er Jesioni &perimentali del siimpatico (D'GCCEscHI) anche come fatto temporaneo in conigli normali e a sin1p.a.t ico integro, in seguito aid abrasione epidermica estesa a ·tutta o parte s91ltanto (anche distale) della su•p erficie cutanea e.sterna del ·p adiglione: il fenomeno. sembra in tal oaso· condizio11ato d al ·perturo~me·nto vasomotorio (iperen1ia). Risultat.o positivo, sebbene di bre-vre dura.t a, si ottiene anche provocando ·un'ip·er•e mi.a ter1mica nel padigliou€. P er ab1'l3lSione, cui si sia fatta precedere anestesia, )nietta11do .siotto1cute• cocaina (.ad anello, alla base del p'aidiglio11e), il fenomeno decorre come esige non tanto l'azione .an-estetica quanto quella va.s<>costrittrice del farmaco: •m anca finchè dura. marcata quest'ultima, e quindi graid·u almente si manifesta. Prof. L.

8ANZO . - - [ !

o·va e Ùlrve di tonno.

Su di un ra 1·0 ecl in te1·essante caso di m elanosa'rcornatosi d·i ffusa delle meningi mollti.

.

Prof. M. Z .<\LL.~ . - L 'O . illustra il caso, da l11i • os&ervato . e studiato ne1'La R. Clinica neurop1sichiatrioa di Fir~nze, ·d al punto di vista clinico ed anatomo-pa.tol-0gico; presenta all' . L\.ccade. . m ia preparati 1nicr·osoo1pici, fotografie di pezzi m.a.croscopici e1nicrofotogr afi o. N el caso in qu1estione la sarcomatosi meningea er·a 1secon do ogni v€rosimiglianza secondaria ad un sarcoma melanotico looalizzato nel 1'obo temporale dell'emisfero cerebrale d.estro. 1

ProJ. L . DE GAETANI. gato deg li ~' ~'[copelini ».

,S·nlla strutt'Ura del fe- .

I

Oasi ài paralisi progressiva curati con la malario-terapia . •

'

Dott. SEGRE. - R<11ra forma di metasta.si surco· matusa neb cuore um,ano. •

P ·r of. ScARLINI .

Prof. P. MAGA C"DD-" . - · L ' O. com-u nica tre casi di parali&i progressiva curati con l 'innesto di malaria terzana . In tutti e tre i oasi ha a.v ùto dei

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1.160

I

IL POLTCLINICO

miglioramenti notevoli, che si mantengono stazionari da circa dieci m1esi. Si dichia;ra sostanzialmente favorevole al metodo di cura proposto da V..7AGNER voN JA UREGG, specie se pratioato nei casi .recenti.

Actinorr"icosi ~perimentale ( .4 ctinomicosis a·.~ypica pseudo-tubercolosa) . Dott. G. C!oALA. -· I.'O . rif.erisce sopra alcune '&c:perienze e.seguite inoculando n elle vene, nel peritoneo e nel .$Ottocutaneo di gatti, conigli, cavie, ratti un geTme isolato dal D'AGATA, da una micosi dell'avambracci-0, ottenendo così varie localizzazioni negli organi interni e riscontrando il granuloma costituito nella sua parte centrale da leucociti e 1da detriti cellulari, fra cui egli potè mettere in evi·denza il germ·e nella sua formazione a raggiera, ·contornato a volta dri olave, a v.01lta da lunghi filamenti insinuantisi nel te&suto granulomatoso fra _g li elementi cellulari. Nonostante i caratteri clinici ed an-atomo-patologici ·simili alla tub.ercolooi, 1'0. fa notare 1a differenza fra quest'ultima e l'affezione in parola, "Consistente n el,l 'assenza di vasi, nella car.atteristica disposizione a zo11a e nella ricchezza di cellu"le giganti <lel tubercolo, in contrap·po&to a quello che si ri~contra 11ell'affezione actin-0micotioa da lui descritta.

'

Ounsiclernzio1ii sopra un ca.so cli sarcoma. 'non pigmentato del retto .

Dott. G. C1cALA. - L 'O. illustra un caso di sar·coma non pigmentato del retto, occorso nella Clinica chirurgica <li M essina. Fa rilevare la ra.rità di questi tumorj, che ascendono aipipena al numero di. 34 compreso il suo, che presentava in-0ltre la particolarità di aver dato una grossa metastasi sacrale, conteniente . anche ·deil le cellule pigmentate e inetastaisii nelle linfoglan<lole peri-rettali.

._<::;u alcitni ca:;i di pseudobot1'iomicosi 'nell'uomo.

Dott. F. MT~LINA. -· Li' O. riferisce su quattro -casi di pseudobo1triomicooi n.ell' uo1n10, tutti presentanti i caratteri an.atomo-clinici di tale affezione. Fa rilevare come nel suo nrimo caoo all' esaime i sto-patologic-0 si notavano delle cellule' blasto.m a-tose, a tipo endo-peritelia.le, disposte a ragg'Ji ed in senso pe1~pendicolare a.I lume vasale; invece neg]j altri tre si aveva una struttura prettamente gr anulon1atosa. Ritien:e questi ultimi di natura infiammatoria, n1e11tre è presumibile che nel primo ~ sul processo granuJ01natoso si sia siuccessivamente impiantato quello bl astomatoso, a tipo periva.sale (dagli AA . designato col nome di « p eritelioma »). econdo 1'0. questo dato di fatto è importa11te anch~ dal lato chirl1rgico, in quanto che ammonisce n trattare- sin da ~rincipio con una radicale e.sc :ssionP tutte ]e for1nazioni che si presentano con i carn.tteri della . cosiddetta cc pseudo botriomicosi ».

[-~NNO

XXXII, FASC. 3:~ J

' 'o pra un caso cli frattura di esostosi solitaria borsata.

' Dott. V. Lo CASCIO. - L'O. riferisce soipra un caso di frattl1ra traumatica di esostosi solitaria borsata de.Il' estremità superiore dell' o·m.ero sinistro, in un :bambino di 10 anni, senza precedenti anamnestici degni di uota, senza tracce di rachitismo ~ nel quale l'iesaime radioscopico sisteim atico dello sicheletr.a. non fece no-tare alterazione alcuna. A proposito della. fo1·mazione borsata espone brevemente le principali ipotesi patoge11etiche e si dichiara favorevole alla teoria meccanica di REoK~KGHA USEN, soprattutto in base al reperto istolo-

-

~co.

D·oiiit. G. OcoHIPINTI. Sul comportamento del conmettivo peridurale nella fessura orbitale superiore nell'uomo. PTof. L. DE GAETANI.

Società Italiana Oto-Neuro-Oftal1nologica . Sezione Romana. Sednta del 10 giugno. 1925.

Presid enza: prof. GHERARDO FERRERI, presidente.

Sull'uso dell'ailrenalina o pilocarpina nella vertigine auricolare. Prof. G. FERRRRI. - A ,prop·Òsito di quanto è stato pubblicato ultima.mente in Francia ~Ila cura della vertigine auric-0lare medi.ante la sommjni. ·straziane « per os » di soluzione di adrenalina al n1illesimo, 1'0. rammenta. co me ne]la Clinica di Ron1a tale metodo sia ormai seguito da ;parecchi ann i, specialmente in quei casi in cui la vertigine è presumibilmente <lovuta a lesioni esclusive. del1' orecchio interno co,n inte·g rità di quello medio. Il migliore effetto dell.a somministrazione di adrenalina avrebbesi in quei casi che si possono far rientrare nella vasta ,categoria delle lesioni vasomotorie. Nella Olinica di Roma, seguendo precisamente questo concetto, si è fatto e si fa largo uso anche . clella .s oluzione all'l % di pilocarpina per iniezioni di 1 om.c. praticate a giorni alterni preferibilme nte .sulle regioni mastoi1dee. L'uso dell'adrenalina o ,della pilocarpina vei:rà natuiialmente consigliato ~1po ruvere accuratamente esaminato l'ore<>chio interno dal punto di vista del i.SJistema va:go-simpatico. L'adrenalina sarà presoo1ta nei oasi di disfunzione prevalente <lel sistema sim•patico; la pilocarpina in quelli del sistema vagale; l'adrenalina verrà somministrata cc per os ,, alla dose di una trentina di goocie unita a tintu1·a di valeriana ed a qualche goccia di ergotina. L'O. riporta le storie di sei casi di le8ioni pure v aso-m-0torie dell'orecchio interno che tra i tanti si sono particolarmente giovati della cura con adrenalina o pilocarpina. 1

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I ANNO XXXII, f

ASC.

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SEZIONE P RATICA •

Gilmma Chiasmatis. Prof. ]"'. ìvlEzZATESTA. - L 'O. riferisce su di un ·caso in cui l ' infern10 pr~entava u n.a sindrome ·ohiasm.atica, che si accolDJpagnava con poliuria e glicosuria, mentre la radiografia mostr.ava evi-dente usura della lan1ina quaidrilatera e <lelle apo·fisi clinoidee posteriori. Nonostante Ja R .W. fosse · negativa e poich0. pareva che l' i nfer mo si fofase ·-Oonta.giato .d i lue i11 gioventù, fu f,atta 1a diagnosi di gomma del chiasma, e pratioata u.n 'energic.a ·cura antiluetica , che d ette gua1"igione completa con scompR.rsa dei disturbi visivi e de.I diabete. Il prof. ì\.1rNGA~ZINI ritiene che alcuni dei seg11i prese11ti i1ella. storia clinica potevano esser ripor-tati ~i les1ion i ·d ell 'ipofisi o dell'infundibolo; allude specialmente alla glicosuri.a ed alla p oliuriia -che hanno tanta !)arte nelle sindrome di Fr-0B-hlich. E verosimile anzi che si si.a tra.ttato di una vera ·e propria distruzione della parte oentrale 1del chiasma e soltanto di una compressione delle parti ,circonvicine IJOichè i dic;ordini ·d el G.V. sono in parte rimasti, mentre invece gli altri sintomi si sono arrestati. 0

17 liquido ce falo rachi(liano rielle malattie of to lmi che . Dottori D ARIO SAnDADINI e PISANI . Gli 00. presentano 119 oasi di lesione dell' aip1p arato oculare corredati dal reper t o della P.L., e, dimo'Stran1do i raprporti intimi che esistono tra comportamento delle anali.si del l.c.r. e dia.g nosi di natura delle lesio11i oculari, spiegano fino a che punto è pos.<ribile utilizzare le dette analisi stia per la diagnosi di i1atura che p er quella di sede delle l€Sioni stesse. I CMi presentati comprendono: 34 papjlle da stasi, 18 atrofie grigie tabeti-0he, (e come a1p·p endici a queste : 8 Argyll-Robertson, in paraJiticj progressivi sen~a lesioni de·g li ottici) , ]9 lesioni retiniche sul ti·p o .d ella me · nin gite s ierosa, 17 neuriti ottiche, 5 pallori temporali .aa sclerosi a piastre e postenoefalitici, 6 ·a trofie d iscendenti da com1pressione, e 12 paralisi dei muscoli estrinseci. L e reazioni pratioate sul liquido sono: l' esame <lella pres~.ione col Claiude, dell' albumin·a totale <:ol metod-0 del Nissl, della reazione di Pandy, d·e lla reazione .di Nonne (fase la) , della reazione -di 1\--eichbrodt per le globul'ine; ·dell'esame citologico; de1la reazione del mastice, della R. W. ed in qt1alche caso d ella reazione. be nzoino colloidale -e de1lla u.araffina . Il prof. M1N0 Aiz1Nr domanda, se è possibile dal diverso aspetto di una papilla d,a etaisi stabilire approssimativamente la sed~ .del tu·m ore cerebrale ed .a quali sedi di tumori cerebrali corrisponda più frequ·entemente la papilla da stasi. SABBADINI rispo11de che non è stato ·pOS&ibile fino ad ora riuscire a classificare più o meno approssimativamente la sede dei ~umori cerebr ali dall'aspetto del1a pa·pilla ·da stasi roncomitante; e che le sedi c€'rehrali cui corrispon.d e più frequen1

temente la paipilla da stasi sono: la fossa cr anica posteriore, }'.angolo ponto cerebellare, i }.o bi frontale e iparietali. Più rara nei tumori della r egione sellare e d in genere nei tu·mo~i della b.ase . Ii prof. MINGAZZL"l\:iI .a:ggiunge che le p aipille da sta.si sono, secondo la ,51ua esperienza, a11che rare nei tu:n1ori ·del corpo c.allnso e clel ponte.

Sin tomi aenerali nei. tu·mo·r i in tracrani c'i e nelle nieningiti sierose. 1

Dottori M. GozzANO e D. PISANI. - Gli 00. spiegano i risultati ·di ricerche statis tiche eseguite su 100 casi di tumori · intracranici di varie sedi, di cui 54 conferm:>:~i dal reperto anato'lno-patologico, e 29 d~ m eni11giti s ierose. Vengono co·nsitlerati i sintomi gener.a.li, specialmente rispetto alla loro precocità e successione. Tra questi la oef alea è stata. trovata come unico sintoma iniziale nel 43 % dei tumori a prescindere da qualsi.asi rapporto di looalizzazione. Nel 26 % dei casi essa fu ipreoeduta da al~ri segni, in special modo da <quelli a facola.in. In 5 casi di tumori della base la cefalea fu precedruta da disturbi a c.arico dell'udito . Il vomito è stato trovato p·r esente in 2/3 dei casi. Disturbi del sonno in 11 casi (sonnolenza), di oui uno solo interessante }"ipofis i. La percentuale dei disturbi psichici è del 76 % ·p er tutte le regioni; tria essi predomina per frequenza ed imponenza il O'rave to.roore mentale . Si so110 talvolta osserva~ sindro~i psichiche ·d iverse (pseud-0-paralisi, stati di eccitamento n1aniacali). N-e lle me11ingiti sierose la cefalea , ecc. è sintoma costante e precoce senza car.atteri peculiari . Jja sola cranio-percossione diffusamente dolorosa può differenziarla da quella dei tumori intracra;ici. Co11trari.amente a quanto è stato amm&..c:so da altri 00. non s1 è potuto dimost1:are alcun rapip orto tra l'inténsità della cefal e~ ,e la .pr:ssion~ d-el liquor, e tra q11.esta f'.. ]1a gra.v1ta dei s1ntom1 psichici.· PISANI. • Importa~tissima pubbli ~aizione :

Dott. A NTO N IO SE BA STI ANI

Medtco •fui•u to negli 0Bpedali .di R-Oma

I disturbi• del ritmo cardiaco Prefa.zione del prof. Giuseppe Bastianelti'.

u.n volume

im.-8 (N. 7 delle nostre "Monografie MediooOhirurO'iche .d 'attualità u), ·COll 73 figure intercala.te nel . tesw, ~itidamente staanpato su carta eemipati.n~t3:. Prezw L. 18. - Per g1i a..bbonati a.l " Pol1cl1n1co 11 sole L. 16.25 in porto franceo.

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IL POLICLINICJ

[ .A.NNO

XXXII, F ASC. 33 J

APPUNTI PER IL MED I CO P R ATIC O. che la clinica è insufficiente a stabilire la diagnosi precisa, rna se i fenomeni clinici, per i Insegnamenti della Bordet-WAsserma nn quali si ricorre all' aiu to della W assermann, si per la pr ofiJassi dell'eredo-lue. presentano co1ne la p ri1na manifestazione di una sifilide ereditar ia assolutamente latente, la diaLo studio d el valore semeiologico d ella R. di g11osi .deve e-ssere 1p•osta subito. Wa.sser1na.nn nella eredo-lues è 1s.tato ten tat.o .da I segni di sospetto che vanno tenuti in couto parecchi autori, m a le opinioni formulate fino sono : ad ora seno tutte discordi fra loro. a ) segn i ostetrici· Lemaire e Levy (P aris médical, 10 genn aio 1925) . ' b) feriorrieni presentati dai col laterali, quali hanno eseguito, nello 51pazio di circa un a nno crisi di cianos~ con soffocazione, legati ad una n ell 'osp edale Trou sseau, 330 Reazioni id i \Va.::. ipertrofia tirni ca; rnorti irnprovvise ins1p iegabi li; con 41 risultati positivi. e) disturbi sopraggiunti n ei pazienti stessi: LP loro ricerche sono state praticate sia in con vulsioni, c ri~i di cianosi con soffocazione, ri . bambini er edoluetici così detti latenti, n ei qual1 tardo di sviJ uppo dell'intelligenza, d ella motilità, le ·n1anif estazioni viscerali o scheletrich e non er a• del la crescenza ; no esclusivarnente di natura specifica, sia in d ) infine segni di so51petto e anche di cer tezza bambini eredo-luetici in piena efflorescenza o afche solo un esame completo può rnett er e in evi fetti da lesioni indubbiamente.. specifiche, quali denza. la rr1ala tti a di P arrot. Tutti questi s egni di probabilità debbono serr1pre In 8 bambini di questo. secondo gru1Ppo, la richiamare l'attenzione d el 1nedico, far 1praticare R. di \Vas. praticata . in cinqu e n el sangue, in la r eazione di Wassermann e istituire un tratta 2 n el liquido cefalo-rachidiano e 1 n el liquor e 1nertto .prec~ce . Solo u na cura iniziata a tempo nel sangue, fu costantemente n egativa, qt1alche J)Uò irnpedire il sopraggiungere 1di lesioni gr avi volt1 anche dopo r iattivazion e m ediante frizioni ner ':ose, end0crin e o o·ssee, che ·assai freque11tem er cur iali. Tutti i casi comprendevano forme .d i n1ente in sorgono n ella sifilid.e ereditar1a n on sifilide cutaneo-mucose e mal. di P arrot. ' cur ata. Da ciò risulta evid ente quindi lo scarso valore A. POZ7J. che si deve accordare ad una r eazione sierologica negativa nella e redo'-sifilide flori.da, e consegu 1~ n · Cura della sifilide ereditaria. temente il pericolo che può d erivare çlal non praJ. - ALT.A NASCITA E NELLE PRIME SETTIMANE DI VITA. ticare un trattamento specifico sotto il pretesto che la Wassermann è stata negativa: .1) Il trattamento curativo va iniziato fin dat primi giorni, ba-sandosi sulla nozione degli a.nteIl secondo gruppo di pazienti, studiato dagli .t\..i\., comp·r .endeva invece bambini ered o-luetiri cedenti o sulla comparsa di segni caratteri stici latenti, nei quali la .d iagnosi n on .p oteva essere nel1a cute o nelle mucose. affermata che dalla Reazione di Wasserma nn, inLa cura indiretta per ia via int:ermediaria del quantoch.è n essun segno di sifilide in efflor escenla.tte m(J)terno, anche se fatta con gli arsenoza, nessuna lesion e cutanea o mucosa o a lteraben znli, è in sufficiente, quindi dannosa. zione delle ossa proprie d el naso avevano diLq_ cura con, soluzioni mercuriali prese per nocca sturhato la prima infanzia e tanto m eno fatto uni:-ce i m aggiori inconvenienti ai minori risulsorger e il sotpetto di una sifilide er edi tari a. tati. È cau sa frequente di astenia e di turbe intestinali, dannose specie in questi soggetti nei tDi esCJi, 7 1p resentavano in appar enza una pr1taa quali bisog11a conservar e integre le funzioni dimanifestazione di cui la natura sip ecifica fu pro. gestive. vata dalla r eazione sier ologica e confermata dal, Per ch i deve forzatam ente attu arla si ri ~orùa l 'effi cacia del trattamento. In altri 22 barnbini , che la dose m edia è di m ezzo milligrammo di sempre er edoluetici latenti, la R. di Wassermann • tu di prezioso aiuto, p er quanto gli autori affer- sostr..nza attiva 1p er kg. di peso, datn i11 una o rlue volte al giorno, mista con un .p o, di l~tte ... mino che vi fossero segni di so~petto che aYrebftnchè lo !Permette la tolleranza intestinale. bero dovuto far porre la diagnosi ed istituire un Liquore di .Van Swieten . . . gr . 40 trattamento iprecoce, regola essenziale d i una Acqua distillata . . . . . . » 160 buona profilassi. Un cucchiain o da caffè contiene un milligramGli A. in base a tali casi con clud ono sulla mo di sostanza attiva. necessità di ricorrere alla sierologia ogn i volta

CASISTICA E TERAPIA.

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SEZIONE PRA11CA

Altri pref€riscono i1 bij o duro (scirojppo di fiibert' . il lattato di meJcurio, ecc. SUJ)positori ed impiastri m.ercuriali vanno riposti nel n1useo retrospettivo. Le frizioni mercuriali rappresentano il metodo di scelta, a 1neno che non vi siano manifestazinni che minacciano la vita in manie~a irnrnjnet~te. Unguerito n aipoletano fin dai primi giorni: un grarr1mo al giorno . Do1po il 15° giorno 2 gra111mi al gior110. ..\1 2° mese 3 grammi al g]orno Le frizioni si fanno cambiando zona, lontano dagli orifizi natura li e dalle. mucose, deilu d11rata da R a 5 minuti, lasciando poi 24 or.e Slil .p osto il resto dell~ p omata. (Non è miigliore prati ca adoperare meno po1nata, rn.a fr izionare rnolto più di 5 rninwti? ). Ciò che im1porta è continuare la cura a lun go, per 2 o 3 anni almeno, facendo

poi seguire ancora ulteriori .p eriodi curativi. Si jpuò cosi iniziare e continuare una jprima seri e di frizioni iPer 2 mesi : poi seguitare tutto l ' anno per 15-20 giorni al m.ese: al 2° anno 12 giorni al mese: durante il 30 anno fare 4-5 serie e poi stare a vedere. lJ ) Nei neonati prematuri ed atrepsici oJtrE le cure del caso s'jmpone anche il trattamento sipecifico: ma le frizioni sono insufficienti. Vere i"esurrezioni vengono date dalle iniezioni intramuscolari o endovenose di arsenobenzolo, della cui tecnica si parla· in seguito. II. -

·N EL DECORSO DEI PRIMI l<NNI .

Il ba1r1bino, trattato o no, ha .p assati i primi mesi. Vicino alle frizioni, si impongono: 1) Le iniezioni ipodermiche di m ercurio, di arsenobenzoli, di bismuto. A ) lvJ.ercurio. - I sali insolu·bi li sono da sconsigliarsi. fino a 3 anni p er le forti reazion] locali. Egualmente doloroso è il b·enzoaJto di mercurio (m-ezzo rr1illigrammo rper chilo di peso al giorno). Benzoato di Hg. . . . . . . . 0.10 H 20 . . . . . . . . . . . gr. 50 Qu esta ·s oluzione contiene 2 mmgr. per cn1c. Una al giorno o ogni 2 giorni, fino . a 12.15 iniezioni intramuscolari. Il bijodilro di Hg., nelle stesse dosi , è rne110 <loloroso. Il cian1lro di Hg. è sopportato meglio : la dose ·è di un terzo di milligrammo 1p er chilo di ~eso : va sorvegliata la sua azione sul1'intestino. B ) Arsenobenzoli. - Il novarseno benzolo si adopera sciolto in veicolo glucosato o g uaiar.olato, .alla dose iniziale da m ezzo ad un cetgr. per kg. ·di ·r eso, 3 volte la settirnana. Si aumenta jr1 rr1odo 1progressivo e la serie si compone di 10-12 iniezioni. Il sulfarsenol 1è m eglio tollerato, specie per ìa

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via sottocutanea. In un bambino ·dj 3 mesi sj co1nincia con un ctgr. · e si aumenta mezzo ctgr. 1per volta fino a 5, 6, 7 ctgr. facendo in tutto I ,, 12-15 iniezior1i. L'eparscno d à maggiori reazi.oni loc~li: s1 consiglia per i11iezioni settimanali da mezzo a 3 ctgr. Per tutte ci vuole prudenza, alternando 1a via sottocutanea a quella endomuscolare. C) Bismuto. Seinbra avere effetto pari agli ars~ nob enzoli 1 p er la cicatrizzazione delle lP.sioni, inferi ore per 1'influenza sullo stato generale, e, sovratutto, sull'intestino. Sono da preferirsi i sali soll1bili agJj insolubili, alla dose di 2 mmgr. di bismuto-metallic,o per anno ·di età e per settimana. Per r egola generale si consigliano cure n1iste alternando, 1per es., Je frizioni alle iniezioni (preferendo fra queste il sulfarsenol e l'epar5eno). 2) I niezioni endovenose. B 01pjnione una. n i rne che i risultati sono eccellenti e la toller anza è meravigliosa. Difficile invece è la tecnica. Scartate ~e vene degli arti, sottili e poco visil>il i, il seno lon.gitudinale (che ha nel su o a1tivo qualche successo, ma anche qualche autopsia), la gh.>gnlare €5terna che costituisce anche essa (specie ir1 prati ca iprivata) un piccolo dramma, restano quale via di scelta le vene epicraniche. Queste son o ben visi'bili e rigonfie, sp ecie se il b::i.mbino piange, e poco scorrevoli n.e1 sottostante '1piano osseo. Il piccolo 1p aziente si avvolge in u~ panno, si regge fermo sulle gin occhia, fissando la testa; si adopera un ago molto corto (un cm.) e molto ftne, p~eferendo la region-e temporale. La questione delle dosi è discussa: da un quarto di centgr. ad un centgr. 'e mezzo 1p er chilo : . si prenda la via di mezzo, e si aumenti adattan dosi all e reazioni. Certo è che le crisi nitritoidi nei. bambini sono €Ccezionalissim e : in• caso di intolleranza si c0nsigli a di dare prima al ba1nbi110 1 o. 2 mmgr. di adren alina .p er bocca. In caso di crisi se ne inietti metà della dose suindicata. Se p ersiste intol~eranza non vi è nessuna r::i.~ gion e a seguitare la via endovenosa, essendo sufficiente la via cutanea, sottocutanea ed endomuscolare. 1

III

EREDOSIFILIDE CON MANIFESTAZIONI O DIAGNOSI TARDI VA .

Fi110 al 5° o 60 a11no il bambino avrà il tratta1nento esposto 1più in alto. P iù tardi 5ono 8;PP1jcabili i principii terapeutici che valgono p er gli adulti sia come tecnica, che come dose e corne durata del trattamento. Su questo 1però è bene insistere : le lesioni gua~ ri scc no facilmente: n on così la malattia. P iù la

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IL POLICLINICO

djagnosi è tardiva, più la cura deve esser lunga e r.egolarmente intermittente. (Dott. M. CARLE. Le Jour. de méd. de Lyon,

n. 114). PERSIA.

11 trattamento della sifilide nel periodo di incubazione. Lacap ère consiglia di usare dopo il coito s0s.petto e prima 1della comparsa ,dell'ulcera: 1) Gli arsenob.enzoli: se la cura si intrap!ende

nella. ~rima settimana 1pos~ono bastare tre iniezioni di 914 (cg. 15, 30, 45) ma è meglio farne cinque (aggi ungendovi le iniezioni di cg. 60 e 90) . Se la cura si inizia i1ella seconda settimann, si faranno otto iniezioni, cioè, come nel 1primo caso, più a!tre tre st1ppleme11tari di 90 cg. Se il trattamento si inizia nella terza settimana, le iniez~oni saranno dieci, facendo poi una o due serie di iniezioni di sali di bismuto insolubile. •L'uso esclusivo del bismuto non · è consigliabile. 2) Gli acidi arsenioi, somministrati per nocca e cioè : lo stovarsol, in compresse da 25 cg. da prenderr1e 3-4 al mattino, a digiuno mezz'ora .rprima di colazione, continuando per 3:-4 giorni, poi • • sospendendo 1Per altri 3-4 giorni e riprendendo; sep~ ·itare ~osì per 3-4 settimane. Si 1può arrivare flno a 6-8 compresse senza inconvenienti 5al\ro ·di tanto in tanto qualche nausea o degli eritemi. cutanei. Si · sorveglierà il malato e si praticherà la Wassermann in serie. Analogamente. si prescrive il treparsol, che, secondo Simon (Jowrnal des prati ciens, 21 marzo 1925) si continua per 8-10 settimane. Questo medicamento 1PUò dare febbre, cliarrea, lieve cefalea. Esso è meno sicuro che lo st'ovarsol il quale, a sua volta è meno efficace che gli arsenobenzoli.

fil. La sifilide delle ossa lunghe nella prima infanzia. M. Péhu e J. Enselme (Journal de médeclne dé. Lyon, anno V, n. 116), oltrP alla forma gjà bene conosciuta dell'ostoocon·drite acuta e subacuta (morbo di Parrot); ' distinguono : 1) Una forma iperostosante, che dà il quadro di una (periostite localizzata, diffusa o generaliz~ata. Spesso non dà sintomi clinici ed è rivelatfl. soltanto dalla radi ogra1la; l'intensità e la diffusio n~ dell'in spessimento p eriosteo sono tali che anche il profilo osseo ne viene modificato e se n e hanno delle apparenze di epifisi in un'età in cu i, · allo stato n ormale, la radiografia non ne rivela. 2) Forma osteomalacica od osteoclasiante; var ietà rpoco nota, di cui gli .!\A. riportano tre os-

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FASC.

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servazioni. In esse il tessuto osseo era eccessivamente debole, sicchè si erano prodotte fratturemnlti.ple verificate alla radiografia ed · alla necropsia. 3) Forma gommosa. Contra1iamente a quanto si osserva nella seconda infanzia, è assai rara e gli AA. non ne riportano che una sola osserva• zione. fil.

La sifilide dell'esofago.

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A Sargnon e D. Dupasquier (J ournal de médecine de Lyon, anno V, n. 114) riportano un caso clinico in cui la sténosi esofagea esistente era stata ritenuta, in base all'esofagoscopia, di natura sifilitica. Invece l'autopsia dimostrò trattarsi di un n eoplasma . · La sifilide terziaria dell'esofago, che è la forma meglio conosciuta ed individualizzata, è molto rara; le osservazioni autentiche sono in numero esiguo. La diagn'o si è sempre di grande difficoltà ed anche quando è accuratamente discussa, 1p uò essere erronea; essa deve basarsi sopratutto sull'esofagoscopia che può permettere la bio1psia e sul trattamento di ,p rova. fil.

La mediastinite sifilitica. Ai1ato1nicamente, la mediastinite sifilitica consiis te n ell'obliterazion e del m.ed·i astino superiore attorno ai gran·di vasi della base cardiaca. Il tessuto vascolare si viene trasformando in sr 1 eroso; alla radiosco1pia si rileva la opacità totale -di tutto il mediastino ed, in posizione obliqua anteriore destra, un'oscurità più o meno completa ,d ello spazio compreso fra la faccia anteriore del rachide ed il sistema éardioaortico. 'C linicamente, la malattia si traduce con sintomi di coIDJp ressione: 1) compressione venosa; che 1si esplica con vertigini, cefalee, ronzii d'orec .. chio che si esagerano al minimo movimento e con edema più o meno intenso della faccia del torace, degli arti sup~riori accompagnato ta lvolta da cianosi; 2) compressione dei laringei, con crisi di soffocazione e disturbi di fonazione; 3) compressione delle vie respiratorie con dispuea più o meno intensa fino al tirage; all'ascoltazio· ne si rileva una diminuzione generale del murmur~ vescicolare e talora un r.espiro soffiante nello spazio interscapolovertebrale; 4) compressione d~i tronchi nervosi vicini (manifestantesi con dolori diversi) e dell'esofago. A seconda del 11>redominio dell'una o dell'altra serie di fenomeni si hanno forme diverse (ver10,5a, respiratoria, ecc.). .A... Galliot (lournal de méàecine de Paris, 192.5, 1

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SEZIONE PDA'J lCA

n. 22) O?serva però che vi sono delle forme larvate in cui la mediastinite può essere soltanto sospettata, .e riporta due casi in uno dei q11ali si aveva soltanto discr eta dispnea da sforzo , fatica • e disturbi della respirazione al minimo eserr.izio e 1p iccola tosse secca: all'esame si trovava uni<'.Amente diminuzione del murmure vescicolar-e. Nell'altro caso si trattava di un uomo di 68 anni ;-l'tc soffriva. di ·disturbi dispnoici con ~·tanrr• -:>zz ct generale ed asma; l'ascoltazio!le n on r1 vel3.va che 11n respiro molto superficiale da enfisemato5o. In entrambi i casi, la radiografia fece rilevare l 'integri~à quasi total~ dei campi polmonari e, nel primo, l'oscurità del tratto periaortico, ed ai1rhe neì .&econdo l'oscurità dello spazio retrocardiaco. La diagnosi della mediastinite sifilitica si fa so. prattutto con la radiografia del mediastino in posizione obliqua antE>riore destra: la presenz!l di osc11rità n ella regiQne r etrocardiaca dà la quclsi sicurez7.a rtella diagnosi. La m ediastinite r.a11 cerosa Si accompagna a gravità .dello stato generale, que11a tubercolare è essenzialmente dovu1 a ad aden 0tpatia trac11eobro11chiale. La mediastinite sifilitica può aversi, oltre che n ella siftli.d e acquisita, anche in qu ella er edilaria; è importante una diag~osi precoce, 1perchè si tratta. di forma che risponde ottimamente al trattamento arsenobenzolico. fil.

NOTE DI MEDICINA SCIENTIFICA. L'impor tanza. dello scroto per la funzione del testicolo. C. R. Moore (Endocr~nology , ''· VIII, n . 4), in base a ricerche ·Speri.mentali, mette ' in rilievo

l'importanza 1per il testicolo dello scroto, il quale sarebbe indispensa•bile, non solo rper la differenziazione completa delle cellule germinative, ma anche .p er la persistenza delle cellulè già differenziate. Lo ·scroto agirebbe soprattutto come termoregolatore. .Di fatto , se per mezzo di impacchi caldi 5i aumenta la temperatura . che si ha normalmente a1lo scroto e che è di circa So inferiore a quella centrale, il testicolo degenera, .come accade mettendo il testicolo in 1bagno ·d i acqua a 47° per 5 minuti. Ad analoghe conclusioni è arrivato Fukui, dimostrando la grande sensibilità del testicolo al calore. L' 81Ssenza di scroto nei monotremi non costituisce un argomento contro tale modo di vedere, poic'hè esistono differenze morfologiche e ftsi.co-chimiche trOlPPO accentuate tra questi esseri e gli altri mammiferi perchè si possa fare un esatto ~aragone. ftl. '

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Appartenenza della parotide alle glandole endocrine. H. Goldblatt (Centralblatt f. inn. Med., 11. 28, 1925) osserva che esperienze cliniche e rirerche· sperimentali r endono verosimile l' appartenenza. della parotide ai sistema endocri110. Le parotidi s' ir1grandiscono in di.versi disturbi endocrini ipoo disfunzionali. S~ sono osservate tumefazioni parati dee in di sturbi n::.estruali, in disturbi utero-ovarici e nel linfatismo; talvolta anche in alcune mi01patie e in disturb~ psichici. I raipporti fra le parotidi e Je altre glandole endocrine sono anche din1ostrati dalle frequenti lesioni genitali, cl1€ si hanno n ·~I corso della parotide epide·m ica e d a:t. casi di ~;ancreatite parotitica. •

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L'affaticamento nel lavo1·0 domestico. . . Vi è una . forma di affaticamento che finora è stata trascurata da quanti si occupano dei problemi del lavoro ed è quella che si svolge oscu- · ra, silenziosa ed ign'o rata fra le pareti della casa per parte della donna che attende alle f accehde dome.stiche. Tale lavoro è costituito da un insieme di contrazioni muscolari multiple, che si ripetono da ~coli, in un compito che si rinnova incessantemente con sforzi numerosi e svariati > che riescono esaurienti anche perChè generalmente sono male regolati. L'aiuto di una p ersona di ser.. · vizio può diminuire questo esaurimento; in qualche caso, non tr01P1po frequente ai giornj nostri, non fa che spostare il problema, riversando tutto l 'aff:ttj can1ento. sulla « serva » la quale 1però n on ha mai tutto il lavoro che incombe alla donna di casa che, da 'ola, deve p en sare all'andamento della famiglia. La maggior parte rtelle famiglie del la piccola borghesia e del ceto operaio non .p ossono però permett.ersi un aiuto di tal genere che, ai giorni nostri col rincciro della vita , è diventato una spesa di lu'sso. Il lavoro che la donna di casa compie è soprattutto lavoro muscolare: continu·o andare e venire 1p er la cas:\, alzare dei pesi (mobili, materassi nel rifare il letto, ecc.), scendere e sa• lire le scale talvolta al quinto od al sesto piano,. con pesi non indifferenti (cesti dr provviste, se~­ chi d'acqua dove non vi sia la distribuzione nella casa) . Si pensi alla somma. ·d i lavoro ed all€ posizioni fa ti cose che ~ono necessarie in uno dei 1p iù frequenti lavori casalìnghi, quello del bucato, in cui si esigono anche· sf0rzi muscolari di 1

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II l?OI.ICLINIC'J

11na certa entità troppo spesso sproporzionati all e forze della donna. Un altra causa di affatican1ento è data dalla stazione .eretta, tenuta per quasi tutta la giornata, spesso per n ecessità, talora ~er abitudine e che è causa, almeno predispon ente, .di edemi ai piedi ed al~e caviglie, di varici, J • piede piatto. Il prolungato e frequ ente conti.tto <;on a cqua calda, liscivia e solt1zio11i s~ono se, nella rigovernatura e nel bucato è causa dei frequenti eczemi che si trascinano a lungo app1Jr1lo p erch è n on è possibile toglier e la causa.· • Concause estenuanti, che posson o continuare ,per lunghi periodi, sono la gravidanza, l'allattarnento, le cur e 1p er i figli ai quali, allorchè sono irL tenera età, la madre deve continua.1nente prestare attenzione. Nè il ri1poso notturno è sempre assicurato perchè talora disturbato dal piagnisteo -dei figli e spesso insuffici~nte per durata. A tutto questo si aggiungano le preoccu.p azioni di ogn i .genere sia finanziarie per far rientrare nel non lauto bilancio tutte le spese necessarie, sia per la .salute delle persone ·fii casa, per le disocc11'.pazioni, e si· aggiunga la mancanza di q11ello svago che è con cesso a ll'uomo per il solo fatto di uscir e di casa, anche se debba compiere un lavoro 1pesante e che la donna non ha, sempre obbligata a rimanere n ello stesso ambiente ed a compiere 1

un lavo r o che, pur i1elle su e svariate manifesta-

zioni, finisce per essere monotono e sn ervante. E qu esto lavoro, .p er cui la donna di casa, anc he se non vi rimette la salute, sfiorisce rapidamente, non è seriamente preso in considerazione da n essuno. Non dai propagan dj sti sociali di qualsiasi colore, non dall'uomo il quale trova che esso rientra n ell'ordine naturale delle cose, non dalla donna. che vi si sottomette, anche per un certo spirito di abitt1dine, n on dalle femrr1iniste, !e quali' si 1p reoccupano di dare il voto alle don11e, ma ignorano probabilmente che cosa sia il la''oro do1nestico. BisGgn a, d'altra parte r iconoscere che a tale . s tato di cose non è agevole porre rirnedio. Nelle gr anò.i città alcune di queste fatiche 1possono essere r isparmiate se vi sono dei servizi bene organizzati, ma sernpre a scapito del bilancio dom estico troppo spesso insufficiente per poter ri('orrere a tali mezzi. Cornoda ed utile sarebbe l adozione di rr1acèhine l'asalingl1e, ·d i cu i vi sono t~pi veramente pratici, con1e lisciviatrici, macchine 1Per la lavatura dci viatti, spolveratrici meccaniche. Anche per qneste però il costo elevato è proibitivo per la maggior })al'tP delle fa111iglie; l a n1acchina per la lavatura dei piatti, 11Cr esempio, 11a u11 prezzo cl1e si aggira sulle 10,000 lire ed esige inoltre u11a spesa 1

[ANNO XXXII;

F~~.

'33]

non indifferente 1per il funzionamento (energia elettrica, gas) 1per cui il consigliarne l'uso a mod est~ famiglie di impiegati o di operai sarebbe una beffa atroce. Qualche miglioramento si potrebbe ottenere con ada'tti insegnamenti, i quàli dovrebbero c-0mprendere non . solo le modalità 1p er cornpiere i lavori domestici nel n1odo più acconcio, ma anche degli esercizi muiscolari g·enerali e specializzati per tali lavori. Parte importantissin1a quest'ultima, sia per i1on fare un inutile dispendio di forze, sia anche 1per evitare disturbi cons.eguent1 a sforzi mal fatti. Di grande utilità potrebbe essere l 'organizzaziorie. del' lavoro nel senso della tay.1orizzazi·o11e, còrnpito questo che, se non è facile per il lavoro indnstriale, ·è di grande difficoltà 1p er quello domestico, il quale, anche per le diversità di ogni .g enere degli ambienti in cui si eS1pilica, mal si presta ad essere igtandardizzato. Un grave ostacolo si avrebbe inoltre nella ripugnanza ostile cl1e 11a in generale la donna .p er ogni cosa nuova cl1e troppo l'allontani dalle abitudir1i in Clli è tracciata la sua via. 11 medico può intervenir e ed ovviare a molti degl i inconvenienti . che 1può produrre il lavoro sregolato, co11 una sorveglianza sullo' stato fisico, correggendo le eventuali infen11ità che aggravan0 • la posizione (affezioni vescicali, ptosi a:ddominale, .ecc.), prescrivendo un'adatta alimentazione e consigliando, ai ·p rimi sintomi di intolleranza al lavoro, il riposo in ìposizion e orizzontale con i piedi rialzati e le cure ricostituenti del caso. 1

A. FILIPPINI.

,

Contro i rumori stradali. L ' Ordine idei M edici del1a Pravincia di Roma h.a a'Pprovato, fin dal 2 gennaio u. s., su iproposta <lel prof. Zevi, il seguente ordine del giorno, reso ora di l)U·b hlic a ragione. « Il c ·o nsiglio dell' Ordine dei Medici di Roma pJ.·eoccu.p ano dall'evidente dann·o oagion~to al sistema nervo8o della cittad-ina11za dai rumori p1:0dotti dai veicoli a motore (camions, motociclet~ e tran1) e più ancora d.alle trombe e Tumori striduli <lelle _aut.01nobili e in geneTe d.a tutti i s istem i e meccanismi ohe, m~i in azione CO'I1 l'intendimento di avvisare del pericolo di inves timento il p a&sant e, finiscono sipesso d·i essere causa indir etta di scia,guir e per lo .sbalor.dimento prodotte dal r·u more stesso, specie nei minorati del .sistema nervoso·, fa c.aldi voti che il Governo nazionale e le Amministrazioni locali, r€Sisi co11to del danno igienico sociale che incombe sul Paese, emanino al più presto norme tecniche e amministrative adatte a rip arare al g rave stato di cose giornalmente .aggravantesi p er l' aumento del traffico». 1


[ ANNO XXXII, FASC. 33]

SEZIONE P R<\TIOA

1157

POLIT.ICA SANITARIA E GIURISPRUDENZA Il disegno di legge· per - la p1·otezione ed assistenza della maternita e del) 'infanzia. R Lass1lm,iamo le disposizioni priricipali del disegno presentato dall'ufflci'o centrale d el Senato.

B istituito un ente morale, con sede in Roma, denominato « Opera Nazionale 1per Ja protezJ.one della maternità e .d8ll 'inianzia » . .... L'Opera Nazionale non è soggetta alle leggi e ai regolamenti che disciplinano le istituzioni 1pubblich e di assistenza e ·benefi cenza; sono però :id essa estese tutte le disp osizioni di favore vigenti per le dette istituzioni. L'Opera è amministrata da u11 co11siglio centrale composto di ventisette membri, e cioè di due senatorj e due deputati, nominati dalle risp etti,re asse1nblee per la durata della legislatura e -di V€ntitrè membri nominati con decreto Renle, ~11 1proposta del ministro dell'interno. I 111embri n ominati con decreto Reale si rinnovano ;p er intero ogni quadriennio e gli u scenti possono essere riconfermati. Il P residente e il Vice presidente, da sceglier si fra i consiglieri, sono nominati con Decreto Reale, su 1Proposta del' 1ninistro ·dell'interno, durano in carica quattro anni e posson o essere riGonfermati. In seno al Consiglio centrale è costituita ùna giunta esecutiYa, composta del Presidente e del Vice presidente dello stesso Consiglio, di due fra -i .quattro m embri del Consiglio designati dal ministro dell'interno e di altri cinque membri, scelti dal Consiglio stesso fra i su oi componenti e possibilmen te fra quelli residenti a Roma. Sono considerati soci dell'Opera coloro che con elargizioni o con periodici contributi concorrono al conseguimento dei fini ·d ell'ente. I soci si distinguon o in benemeriti, perpetui e tem1Poranei. Sono soci benemeriti coloro che abbiano elar. gito a favore dell'Opera una somma non inferiore a lire 30 mila. .s .ono soci perpetui coloro che versino in una sola volta la somma di lire 500. Sono soci ,t emporanei coloro che, mediante sottoscrizione, si o·b bli:ghino a 1Pagar e annualmente la somma di lire 60 per un periodo minimo ·di anni cinque. ·Le associazioni e gli enti morali possono essere iscritti fra i soci, versando il doppio d eJla somma richiesta per i soci individuali. L'Opera Nazionale provveae, sia dir ettan1ente, sia 1per mezzo dei suoi organi provinciali e comunali, con le modalità stabilite n el r egolamen1

I

to, alla 1Protezione e all'a ssistenza delle gestanti e ·dielle madri bisognose o abbandonate, dei bambini lattanti e divezzi sino al quinto anno, appartenenti a .famjglie bisognose, dei fanciulli fi~ica­ mente o psichicamente anor1nali, e dei rninori materialmente o moralmente abbandonati, traviati e delinquenti, sino all'età di anni diciotto com1piuti. Con le provvi·denz-e dirette a questi scopt !'·Opera Nazionale integra le opere già esistenti di protezione della maternità e della infanzia e ne favorisce le iniziative. Favorisce inoltre la ·diffusione delle n orme e dei m etodi scientifici d'igiene 1pren atale e infantile nelle famiglie e negli istituti, anche m ediante l'istituzione di_ ambulatori per la sorveglianza e la cura delle donne gestanti specialmente in ri·guardo alla sifilide; di scuole teorico1pratiche di puericultura e corsi 1popolari d'igien-e materna e infantile; organizza, d'accordo con le amministrazioni delle provincie, con i consorzi provinciali antitubercolari, istituiti dalla legge 24 luglio t919, n. 1382, con le altre istituzioni 1nenzior1ate nei Regi decreti 30 dicembre 1923, nn. 2839 e 2889, n onch è con gli ufficiali sanitari dei singoli comuni e con le autorità scolastiche, l'opera di profilassi antitubercolare dell'infanzia e la lotta co11tro le altre malattie infantili ; invigila l'aip·plicazione delle disposizioni legislati,·e e regolamentari in vigore per la 1p rotezione della maternità e della infanzia; prom ~1o i ve, .quan.do n e ravvisi l'opportunità, la riforma di tali diStposizioni, p er il miglioramento fisico e moral e dei fanciulli e degli adolescenti. L' 0 1p era Nazionale è investita di un potere di vi1g ilanza e di controllo s u tutte le istituzioni pubbliche e private per l'assistenza e protezione della rr1aternità e dell'infan zia, e, nell'esercizio di tale poter e, l1a la facoltà di 1Provocare ·dalle comp etenti a utorità governative i provvedimenti ·d'ufficio eventualmente necessari, e di promuover.e, in particolar modo, la sospension e e lo scio· glirnento delle amministrazioni delle istttu z~oni pubbliche e la chiusura degl'istituti ipubblici e privati. ,R estano ferme le dis1posizioni della legge 17 111glio 1890, n. 6972 e del Regio .decreto 30 dicembre 1923, n. 2841, relative alla tutela e alla vigilanza govern ativa sulle istituzio11i pubbliche di assi. stenza e beneficenza. Nell' esplicazione dei su oi co1npiti i11tegrativi, l'Opera Nazionale ha la facoltà: a ) di fondare istituzioni di assistenza materna, casse di caternità, 01pere ausiliarie dei br-efotroft per la tut ela delle 1nadri bisognose e abbando11ate, che allattano la loro prole, cd altre 1


1168

istituzioni a fav ore -Oella maternità e dell 'infanzia, là dove l 'assist€nza risult] deficiente , o di :p romuoverne la fondazione; b ~ di s0Yve11zionare le istituzioni che dispongano di inadeguate risorse patrimoniali ; e) di provvedere al coorùinan1ento di tl1tttl le istituzioni 1PUbbliche e private per l'assistenza della maternjtà e dell'infanzia indirizzandone le ' attività secondo i !Più urgenti bisogni della popolazione locale e promuovendo, all'uopo, la rPvisione dei r elati,·i statuti e r egolamenti e, n ei riguardi delle istituzioni 1P Ubbliche di assistenza e beneficenza, ogni altra riforrna consentita dalle leggi in vigore. 1

Se,quorio d1isposizioni co1icer1ienti i l patri1nonio delt 'ente . In ogni !I)rovincia è costituita, fra t11tte le isti· •

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I I POLICLINIC')

tuzioni pubblicl1e e private aventi per ftne la protezjone e J'assistenza della maternità ·dell'infan· zia, una fed erazione diretta cla un consiglio cornposto d€1 !Presidente e otto consiglieri, scelti, tra i preside11ti e i direttori delle istituzioni federate , dalla Giunta esecutiva dell'Opera Nazio11ale. D cl Consiglio fa 1p arte di diritto il Medico provinciale. Il Con siglio direttiYo di ognj federazione provinciale: 1° provvede alla esecuzione delle ·diSiposizio11i impartite .dall'Opera Nazionale e al n ormale svol.gimento dei servizi di protezione e assistenza della maternità e dell'infanzia nell'ambito della prov]ncia, ·dirigendo e coordinando le attività delle istituzioni rpubbliche e private, vigilando sul funzionamento di tali istituzioni, sull'oip era dei patroni, jstituiti con l' articolo 10 della pre.sente legge, e in genere sull'applicazione .delle Jeggi (protettrici della maternità e dell'infanzia; 2° segnala all'Opera Nazionale le istituzioni ,p ubbliche e (private delle .p rovincie, e le persone che .si rendono benemerite delle opere di a ssistenza della maternità e dell'infanzia, riferisce p eriodi cam ente sull'andame11to dei servizi, prorpone i 1provYedimenti cl1e ritenga necassari per migJiorarli e dà parere sulJ e domande di sovvenzione presentate dalle dette istituzioni. In ogni comune l'attuazione dei compiti dell'01pera Nazionale è affidata a patroni dell'uno e dell 'altro sesso, scelti dal Consiglio direttivo della F ederazion e provinciale tra persone di indiscussa 1probità e rettitudine e 1possibiln1ente esperte in materia di assistenza m aterna e infantjle. Per il coordinamento delle loro attiYità, i patroni sono riuniti, 11ei sin goli comuni, in uno o più comitati di. patronato. Gli os,pedali, as ili di maternità e altri ('Ongeneri istituti l1a1lno l'obbligo di pro\rvedere, nei limiti dei posti disponibli, all'assistenza delle ge-

stanti che abbiano compiuto l'ottavo mese di gravidanza, delle partorienti e delle 1puerpere fino a quattro settimane dopo_ il .p arto , ancorchè si tratti di donne che, secondo le relative norme statutarie, non abbiano titolo al ricovero gratuito n ell'istituto: salvo in questo caso il diritto al rimborso delle spese di assistenza a norma dell'art. 34 del Regio decreto 30 dicembre 1923, num ero 2841, e salvo il disposto del secondo comma • dell'art. 14 della legge. Le norme d~gli articoli 6 e 10 del testo unico della legge snl lavoro delle donne e ·dei fanciulli approvato con Regio decreto 10 novembre 1907, n . 818, e del relativo regolamento, concernenti il periodo di ri1p oso per le puerpere e i ripbsi 1p er l'allattamento, .sono aipplicabili anche alle donne impiegate in. stabilirr1enti dello Stato e di a.Itri enti p·u bblici, in quanto ad esse non provvedano disposizioni ugualmente favorevoli di parti colari leggi e regolamenti. Seguono speci ali norme di protezione dei fanciulli a·bbandonati materialmente o 1noralmente, o allevati fuori della aimora dei genitori, o in loe ricolosi , ecc., ·e norme concali in,salwbri e p_ cernenti divieti di impiego ri ella prepa1·azio·ne di sp·ettacoli ptlbbli ci e divieti di ingresso nelle sale degli spettacoli.

Sono vietati nelle scuole, n et convitti e in tutti gli !is tituti ·d i educazione e di ricovero la son11ninjstrazione e l'uso di bevande alcooliche ai fanciulli e adolescenti .comprendendosi fra tali bevande anche il vino. B vietato ai .p ubblici esercenti di sommini5trare ai fanciulli e adolescenti qualunque bevanda alcoolica. Negli esercizi di v endita al minuto di qual si1c;i bevanda alcoolica non possono essere impiegati fanciulli e adolescenti, dell,uno e dell'altro sesso, minori di anni diciotto compiuti, fatta eccezione p er le 1p ersone della famiglia dell'esercente. E in facoltà dei prefetti di vietare, per r~gioni di rnoralità o .di ordine pubblico, l'impiego nei detti esercizi di donne anche maggiori di anni diciotto. I contravventori alle disposizioni ùel presente articolo sono 1puniti a norma dell' art. 489 del codice penale, salvo 1p er i pubblici .esercenti la reYoca della licenza a norma dei primi due Caa><>versi d ell'art. 10 della legge 19 giugno 1913, n. 632 contro l'alcoolismo. E vietato di vendere o somministrar.e tabacco in qualsiasi forma a fanciulli o adolescenti, sotto pena della ammenda sino a lire duecento e della confisca del tabacco venduto o somministrato. E vietato ai fanciulli e agli adolescenti minori dei 15 anni di fumare in lu ogo pubbl ico sotto pena delr ammenda di lire cinque e della con!ls~a del tabacco che essi portino indosso.

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SEZIONE PRATICA

1169

NELLA VITA PROFESS.I ON ALE. .,

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INSEGNAMENTO

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SU·PERIORE~

Cronaca del movimento professionale. Tariffe dei certificati medici • per le Società di Assicurazioni.

Rapporti tra cliniche e ospedali. La Gazzetta Uffìciale .:ikl 14 luglio, n. 161, pubblica il regolantent·o p er l' esecuzione del R . Decreto-Le0g ge 10 febbraio 1924, n. 549, a.p iprovato con R . Decreto 2,1 mat?;gio .1925, n. 1144, sui raipporti fra le Cliniche delle F acoltà medico.-ohirurgiche e Je .aimminisitrazioni degli Os.pe~.ali. Il r e.golaimento oonsta di 13 artiooli. L 0< ri1porteremo in t1n .pro&Sli.imo numero.

L'Università di Milano a favore . degli assistenti. La Faroltà di medioina e chiru·r gi.a delJa R. Università ·di Milano in una seduta tenuta il 1° al)rile 1925, ha .arpiprovato all' -ònanimità un ordine del .gp.on10 con cui, diohiar andosi gravemente preoc<'Upata delle condizioni giuridiche ed economiohe in cui si trovan o gli ai·uti e assisten t i universitari , ritiene che lo Stato .d.eibba provvedere ad t1na sollecita r evisione ·di quella p 'a rte della legge s ull'istru~ione superiore che li riguar da. « Basta infatti <:·011siderare che essi costituiscono il vivai-0 dei fut uri professoo-i univers itari e cl1e qualsia&i legge che l i metta in condizione· di interiorità m.o rale o materiale, mi11.accia se·r iiamente l'insegnam ento uni~ versita1'io ·del do1nani. L a Facoltà rept1ta i1eoessario ohe gli aiuti ed assistenti 1&iano riassru11ti ed inquadrati in q,u alità ·di imipiegati ·dello· Stato, con tutti i 1dir·i tti presenti e futuri ineren~i a tale co·ndizione, e fa voti vivissimi a oh·e il M inistero riprenda in esaime la questione dell'assistentato, co11siderandola come di vitale .imrportanz.a per l' avvenire ·d ell'Università italiana e della vita scientifioa d ella Nazione >L I

Divieto di dare incarichi per materie non contemplate net singoli statuti. Con oirc0<lare 10 luglio il mi nistro della Pub.b lica istruzione h.a, inviato ai rettori d el.lie Università ed ai -dir-ettori di Istituti e Scuo1e SIUJP·er iori la seguente circol a re: cc E pervenuta n-0tizia al Mini.stero che i)resso· qualche Università -01 I stituto suiper iore si sono svolti e son-0 stati retri·b uiti corsi SJI>'ecialli ch e i1on sono previsti dallo St,atuto; mentre non ..si sono svolti o no11 S·o no stati r.etr•ib,u iti aJcuni corsi aventi carattere ufficiale soooindo l 'ordina.1 nento delle Facoltà Sct1ole. Rep u·t o <"'.o1prportuno ·d i ricordare ohe, a norn1a d elle vigenti disposizioni S1Ull'ordinamento de1l ' istruziJone ~up~riore1 , l ' organizzaz.ion,e did:a tt~oa d elle Univ-ersità e (legli I stitl1ti su1p eriori <leve essere solo quehla staibilita negli Statuti universitari ~ debbon o perciò essere retribuiti soltanto que gli insegn~menti (:he dagli Statuti sono. contempta.t i. P-er la istituzione di nuovi corsi o di nuorvi insegnamenti è neoessario che si provveda con modifiche negli Statuti ». Dop-0 oiò jl ministro chiede infor·mazioni per ·o gni Ateneo sull ' argom1en to.

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Al Cong.r esso N azio·n ale della Corporazione Sa11itaria si discus.'3e a lungo S01pra, questa fmma di sf,r uttaimento dell' OIJ>er.a medica, alla quale le Società .d i _A_ssicurazioni h a nno esse stesse fissato un quid (15, 20) lire per la redazione di certi.fioati minl1ti e completi e i11rvestenti a. cari co d el medico i1on lieve respon.sabilità . P -e rciò il segretario gener ale del Sin·dacato Fascista dei Medici co11dotti per .acco.r di presi coi d iversi Sindacati Medici raippresentanti all' ult imo congresso ·d ella Corpo raz.ione Nazionale dell'Arte Sanitaria, ~a invito formale a tutti i medici condotti iscritti al Sindacato di non r ilasciare certifiiOati o relazione medica 1per Società d i Assiourazioo:i se n·o n dietro un co1npenso ·di a1meno L . 50. TaLe inv5to è confo·r me a quanto è stato stabilito nel Congresso d ella Corporazione non solo, .m a anche a qua.nto· ha:'1no stabilito nella quasi totalità le asoom.blee degli Ordini Sanitairi del Regno, e cioè che per i certifica.t i .p er Società di Assicuir azioni spetta al me.dico un corn.p e nslo di L. 50.

In difesa di un collega. Il Sincl•aoato1 Naz. Fascista Medici condotti ·d i Girgenti ha elevato protesta contro l a deliberazio11e del Camune di Soiacoa, che licenziav.a dalla ·c on1d otta il socio dott . Mo.Jiniari, mentre la G. P. A. ~veva stabilit o che la i'tjd:uzione delle -con·d-0tte d i que.1 Comune doveva aver lu,Qigo soltanto qu·a·n do uno <lei tre attuali sanitari fosse an·dato in pen. s1one. Di tale protesta per un fatto ch-0 min·accia la oomrp·agine del Sindacato, fu data ~otizia all a segr.e teria .dell.a, Federazione provinciale dei Sin.d acati e alle competenti autorità. 0

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CONCORSI. (

POSTI VAOANTI .

APPARIZIONE (Ge'no·v a). Scaid. 31 ag. Vedi fase. 31. BORGHETTO "... ARA (Spezia) .. Al 25 ag., ore 18; L . 8200 e 10 bienni ventes., oltre L. 300 bicicl. e L . 500 se uff. san. Età lim. 40 a. DocUJm . .a 3 mesi. Ta8Sa L . 50.15. Ba0sc1A. ;')pèdali Oivili. - Medico p.r imaf!'io; lire 6000 (siè) . Dooum. agli Uffici d ' Ammin. (v. Moretto 42) n10.n più tardi del1e ore 17 del 15 &ett. Età lim. 45 a, (e.x combatt. 50). Chiedere annunzio. CALTAGlRONE (Oata·nia). Per Mussolinia; lire 10,000 e 4 quinquenni dee., oltre L ., 2000 cav.; alloggio non arredato . Età m.ass. 45 a. Scad . ore 12 del 25 a.g. CASTIGLIONE DELLE ST1v1E1tE. Conaregaz. di Carità. -- Alle· ore 17 del 31 ag. Direttore medico dell'Ospedale Psiohiatrico gestito ·dalla Co11greg. per convenz. con l' A.mminisrtr. Provinc. ; °.(J. 14,000 e quadrienni decimo; due c.-v. Età mass. 45 a. 0

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J L POLICLINICr)

Tassa L. 50.10 aJ Presidente. Docun1. a 3 mesi dal 28 luglio. A tutto il :1:t ag. ~iuto medico-chirurgo déll'0$pedale Civile; ·r.,. . 6000 comprensive delle inden11ità c.-v. ; 10 ~lo importo atti operativi e tasse di cura am1na.1.ati dozzinanti; divieto di ese-rciz.io liber,()I ; obbligo pernottatmento. Età lim . 35 a. Docu m. a 3 mesi dal 20 ]ruglio. Chiedere ann·unzi. CoPPARO (Ferrara). Ospedale Mandamentaie di /). Giuseppe. - Chirr urgo primario . Vedi fase. 31. Scad . ore 20 del 20 ag. . FORMIGINE (~f odena) . - 2a co1ld.; L. 8000 e 10 bienni ventes. ; trasp. L. 2500. Scad. 30 ag. GENOV.1. Laboratorio terapia sperimentale (p·r of. _i\. Bruschettini). - Dispo1Ilibile posto d'assistente. Sti pen·d io e ogni mezzo di studio animali compresi a disposizione . Richiedesi conoscenza profonda tecnica batteriologica. In.d ispensabile con'Oscenza lingua francese e possibilmente tedesca. ISOLA D:&L L:rRI (Caserta). 2a. con·d otta; abit. 10,000; stiip . l.J. 7000; ci11qu e quadrienni deci1no ; cav. L. 2400 ~ età non siuperiore 40 .a.. Scad. 15 sett. T\<I11,ANO.

Consiglio degli Istituti Ospitalieri. -

Dirigente la Sezione Radiologica dell'Ospedale J'\1aggiore. Vedi fase. 31. Scad. 10 ottobTe. 1'1oNTECASTEr.r,o V1BI0 (Perugia). - A tutto 31 agosto. Vedi fa.se. 31. ){oRNESE (Alessa·ndria). - Con Moin taldeo; lire 7000 per 300 pov., 4 quinq. decimo; tr.asp . L . 500; uff. sa.n . L. 500. Scad. 31 ag. PAVULLO CA! odeno,). - 4a. cond. e direz. gabinett.-0 di ra<lioscopia Ospedale Civile. Vedi fase. 31 . Scad. ore 18 <lel 20 ag. Pr..A'f·ACI (Cosenza). - Ab . 1818; L. 7000 e aildizion. L. 1000 so oltre 20 % pov.; 5 quaidrienni dee. ; uff. san. L. 1000. Scad. 25 ag. PocG10 IMPEHIALE (Foggia) . - Al 30 ag. ; L. 9000 e J qunidr. dee. ; età lim. 45 a. Serv. entro 15 gg. PORTOMAGGIORE (Ferrara). - Proroga 31 ag. RANZO (Imperia). - Proroga 31 ag. RoooALBEGNA (Grosseto). - Al 20 ag., 2a condotta; L.. 9700 e 5 q.u adrienni decim<> ; L. 2000 cav.; c.-v. L . 1200 se famiglia, L. 600 se celibe; assicur. Tassa L. 50.10 al Cassiere com . Docum. a 6 mesi. Serv. entro 20 gg. s. MICHELE DEL QUARTO (T'enezia). - A tutto il 30 oott. Ol'e 17; per informazioni rivolgersi Segreteria. VENEZIA. Ospedale Civile. - Med. · chir. assist. straordin.; L . 4500 (sic); titoli ed esami. Dooum . al Protocollo non I>itt tardci. delle ore 17 del 25 ag. Tassa L. 50 al Tesorie.re. Età mass. 30 a. Chiedere a11nunz10. CoNOORSI

A

PREMIO.

[ANNO

XXXII, FASC. 33j

It1ondazione Balbi-Tl alie·r. -

Sarà conferito un premio di L. 3000 all'italiano << che .avrà fatto progredire nel piennio 1923-24 le scieJ1ze mediehe e chirurgiche, sia colla invenzione di qualche istrumento o ·d i qu alclie r itrovato, che va.l.g a a le11ire I.e umane sofferenze-, sra pubb.Jicando qualche opera <li sommo pregii01 » . Premio fuori co11corso. Sca<l. 31 dicembre 1925. Non può es.sere confe-rito ai membri ·del R. Lstituto Venet-0. Ji1 ondazione Anoelo Minich. - Te.m.a : cc Conseguenze delle lesioni traumatiche- del sistema nervooo centrale stU1diate lun·g o il loro decorso1». Scad. 31 clic. lD25. Prernio <li L. 15,000. T ema : « Influ,en.z.a <l€tlle gla11·dole en1Clocrine nel].' evoliuzione .dei tumori sperimentali ». Scaid. 31 dicem1b:re 1927. Premio dl. L. 9000. Ai concorsi ;per i pr.emi di Fondazione Minich non p101SSono p arteoip,a re che italiani, e vi sono ammessi pure i soçi corr isponde11ti del R . Istituto. 1

A.~sociazione

Prof essiorial-e dei De1·1nosifilog rafi Tfalia ni. 1

1

Preniio Lo catelli. -

Con.corso per l'an110 19251926; li~re 1000, non dW:isibili, da assegnaTsi al1' autore del miglior lavoro, a giudizio de.J.l ' a·p pos ita commissione esauninaitrice, sul tema: « Le dernJiatosi scolastiche ». Il lavoro avTà scopo di propa.ganda igienica e sarà quindi svolto con criteri scientifici, ma in forma rpopolare e tale da poter essere letto con pTofitto, oltre che dai m e.dici i1on &pecialisiti, anche da tutti coloro ai quali, per ragioni d'inse:gnamento, di educazione, di oustodi.a, ecc. so~o a.ffidati dei biambin°i in età di frequentare le scuole. I lavori p•r esentati al concorso dovranno essere in editi, scritti a macchina o stampati. Essi saranno inviati in piego poetale .raccoanandiato al SegTeta.rio <lell' _i\.ssociaz~one prof. Roberto Terz~ ghi, R-0ma - Vi.a N aipoli, 5, non oltre il 30 maggio 1926. I lavori giunti dopo questo t ermine non saranno presi in considerazione. Gli .autori dovranno essere di nazi·onalità italiana. Solite modalità. 1

NOMINE, PROMOZIONI ED ONORIFICENZE.. Per la cattedra. di olinica dermosifilopatica a PiAa la Facoltà propose la te.rna.: Fiocco Gio:v. Batt ., Lombardo Cosimo e Truffi :Mario ; la commissione gìu<licaitrice ha designato 1) Lombardo, 2) Truffi. L ' Università di Padova ha incaricato il prof. #t\.rturo Castiglione dell'insegnaan,eil'lto di storia de.Jla medicina.

R. I sfl i tu.t'o T"' e·n eto d·i Scienze, Letltere ed Arti. ft 011cl<1?-io11e Qttterin i Sfa1npalia. - Tema: H Chia-

Il prof. Sc11ittenhehn <li Kiel è stato chiamato a Lipsia quale sucoessoire '-lel prof. v. Striimpell.

rire con ricerche originali ]'influenza delle radiazioni X ·111 de<"orso della infezione n1alarica spe<'ialn1ente nei riguardi teraipcutici ». cad. 31 dic..~111br<.' 192.5. Premio di L . .J.000. Teina : « Gian \ rincenzo Pinall i a Pado,~a e.. la ua biblioteca ». end. 3 1 rlic:e1nhre 1925. Premio di L . 1000.

Il dott. Cesare Busi, decano dei medici di BoLognn, già priuiario all' OspedaJe l\!aggiore, è nomi11ato comn1endatore della Corona d'Italia.

1

Il prof. <lott. Luigi De Cesare è nominato, 1notu propt'iv sovrano, com1ne11datorc <.lella Coro11a d'Italia.


IAN;.\O xx:\II, F ..\:::-c. 33]

SEZJO~E

NOTIZIE DIVERSE. Mis ;ione sanitaria sud-americana. Sotto gli aiuspici della Sooietà delle Nazioni un grup.p o di 1nedici deill' America Latina hai visitato gli Stati Uniti, il Canaidà, Cuba, l'Inghilterra, la Francia, i1 Belgiio1, l'Olanda, la Svizzera. , l' Italia~ ove si è i11teressato pa;rtioolarm.ente al problean·a della malaria. La missione, aocompaignata dal 1d ott. Destouche, della Sezione d'Igiene della Società delle Nazioni è composta ·dei 1dottori: Solon Nu' . nez, sottosegretario di Stato all'Igie11e (Costa Rroa) ; Pedro A1bs, direttore sanitario deg],]. Stabilimenti indrustriali al Messico ·(Mexico); R atphael Ailvarez, professore di batteriologia nel Labora.torio ad A vana (Cuba) ; Gaircia Maldonarlo, direttore della Coon1Ja·g nia, oontr1()' il palwdismo nella regione p etrolifera. del Venezuela; A. G.u~Lich, profes~ore della Fa<>...oltà di medicina .dell' As uncion (Paraguay); Oarl,os R. Lardé Arthès, professore di anatomia patologica all'Università di S. Salv.aidor; Emydio M n.ttpn.s, iapettore sanitario della Sanità ~ub­ bliea di Rio r]e J a11eiro (Brasile); Raiph.ael. Schiaffi110 , professore d'Igiene della Facoltà di Mon~'Ti­ de-0 (U rugt1 ny) ; J uan Valega, .addetto alla d1rezio11e della Sanità di Lima (Perù); Albert Zw.a11k, professore supiplente d'Igiene della Facoltà di Buenos Aires (Argentina). In l talia la missione ha visitato ,],a fabbrica di chinacei .di Torino, le grandi bonifiche id-rauliche del ferrarese, del ravennate e · delle paludi pontine, la scu.o la ina.lariologica di Nettuno, varie stazioni sanitarie, ecc. Si è anche recata a Fiumicino, per rendere omaggio alla memoria di B. Grassi: la signora Zvvanck: depose, sulla tomba, un mazzo di fiori co11 nastro dai colori di Romia. La i1ostra Direzione Generale della Sanità Pubblica ha offerto un sontuoso r icevimento ai comp1001enti 1.a missione. V'interve·nnero molte spiccate pel"Sonalità; notati i sen. Marchiaiav.a, Sanarelli, Pestalozza i proff. A.scoli Bignami, Alessandri, ' ])ionisi . Sclavo, Arcangeli, 'P ·e cori, il '<lott. Lutrario, i ~enerali medici BadueJ. e Mionaco, i.il oomm. Sandioohi, il comim . Vitetti, il comm. ing. Narbo'ne, la signora. Celli, la signorina Grassi. Parlarono il dott. Messea, direttore generale della Sanità Pubblica; il sen . Marchiafava, quale presi,dente del Con~iglio Superiore di Sanità e decano dei medici i»o·mani; il dott. Lutrario , in nome del Coruitato d'Igiene del1a Società delle N azio11i; il prof. Gallen1ga, qua:le p1residente 1d ella Federa2'.ion e degli Ordini dei medici; per i m edici stranieri il dott. Desto11che, il d'Ott. N unez, sottosegretario a1 lJipartimento d'I gie11e di Oosita Rica e il dott. Maldonado; della rev11bblica del Venezuela, inneggiando iai pTogr~si igienico-sanitari dell'Italia, ai1la fratellanza dei popoli, alla 1.atinità che pro1nana da Roma immortale. I oorrup1onenti la missione sono stati anche ricevuti da S . E. Mussolini, oome già da altri capi di Stato. Un solenne r icevimento è · stato loro offerto al Cam1pidogl~o, ove sono stati salutati dal commissario regio della Città; ri•;;pos~ro . il delegato della Società delle N azioni dott. Destouche e il ")}rof. Z"ra11ck , dell' Ar-

1171

PRATICA

gentina. Un_ riuscitissimo banchetto è stato loro offerto :ul Ostia-Lido; parlarono il dott. B asile, vice-direttore generale della Sanità pubb1ica, il dott. Destouche, il .p rof. Lar.d é At-hès, iJ, dott. Giardina. Il gio rno 8 mattina i medici sudamericani so•no stati ricevuti nella Clinica medica al Policlinico. A'Llia riunione pa1~teoipairono i professori della Facoltà con a caipo il preside prof. P€stalozza, il iper sonale mediao degli 0.sipedali raip1prese11tato dal comm. ' ritetti , pre·s i1dente dell' Am1ministrazione, ,aa1 dott. Ugolini capo dei servizi tecnici, .d a1l prof. Carducci direttore del Policlinico e da tutti i me.dici pir imari. Dopo le pres--entazi,oni d'uso, il direttore dBlla Clinica. pnotf. Ascoli illustrò ai conv·e nuti pareochi interassa11ti casi di mai1aria, ~rattutto in .rigu airdo ai probllemi della terrupia e personalmente ac.compiaignò la missi-0ne e i colleghi nella visita degli impianti scientifici della Olinica. Quindi i medici della missione furono ricevuti alla Di·1·e~ione ,<lel Policlinico .e pasSJan:ono 3Alla vi·s ita di alcuni reparti medici. L a m·is~ione si è sci1olta i11 Italia, mèta del suo viaggio. CiaSC1U110· dei componenti svol gerà poi u·n-0 speciale mandato in vari Paesi. 1

Istituto di Coltura Italiana in America. Riporti.amo qui il programma di questo Istituto, sorto fiatto gli auspici della Colum1biia University di New York: e del quale, demmo notizia n·eJll.o scorso fascicolo : Il progran1ma educativo d ell'Istituto di Cultura I talia.n a negli Stati Uniti 11a per fondamento e fi11e lo studio ·del1a li11gua, della 1.etteratu.r a e delil e scienze italiane in relazione a tutte le manifestazi1otni a.e lla vita.. JJ: nobile, indispensa1bile anzi, illustrare costantem<1nte wl pubblico americaino l'importanza della m.i ra.b ile e profonda Cultura I taliana, la sua aidattabilità ai bisogni ed a gli ideali di questo grande ,, paese e stimolare gli studenti e gli studiosi America.ni a .detto studio, essenzial·e per una migliore comp~erusione e ·v alutazione della nostra letteratura, arte.J e .architettur:i ed incoir aggiarl.i ailtresì a v·i sitare le superbe contrade d'Italia ed a fre- , quentaTe i suoi gloriosi Atenei. ' Tale la pena perciò elencare i caP.iÌsaldi, i oa.r dini di tutte J.e attività cho con fermo proposito e con fede costante l'Istituto i11tende svolgere perchè la riuscita non possa essere che felicissima e <legna dei suoi sforzi. 1. E necessario 1dimostrare agli Am~rioa.ni tuthl il valore intrinseco degli Italiani come fattore economico i11 America. 2. S·olJevare un interesse .sempre maggioi'e tra i turisti perohè e.sai non dimoentichino di visitare l 'Italia ridente di ubertose convalli, superba di mo11umenti che i<iitte\St:in o la perenne grandezza di Roma e ·di 11um01·ooe e imp1ortanti biblioteche g;ioiell:l 1d elle generazioni prese11ti. 3. Conseguiti questi fi ni non è ar·d uo d istruggere i pre~u·dizi e il sospetto che nuocciono al1'.aimicizia ed al benessere dai due popoli, cementare i1el contem1po le r~lazio11i che regolan,o gli scairobi .e dare inc.re1ne11to all-0 svilwptpo commer-


1172

1L POLICLINICO

ciale, fattore Yitale di ricchezza e di prosperità. Il primo passo importante di questo movimento· è la erezione d ella Casa Italiana, auspice l'Istituto di Oultura Italiana oorto per volontà dei dirigenti <lelJ.a Colu1mbin. University. 4. Detta Casa Italian·a .promuoverà a tale uo,p<>' lo studio d-ella lingua italiana fra i 35 mila studenti che frequentano la Columbia Università e lo estenderà via via t,ra gli altri Atenei a mericani. Promuoverà inoltre la conoessiione di b or se di studio tra gli studenti Amerioa.n i che si d1isting.ue.ranno nello stu àio d ella nostra lingua: Una borsa. .ann11ale del valore di 1200 dol'lari fu concessa dall'Or, dine Figli d'Italia.. 5. La Casa sarà .accessibile a tutti quelli ch e vogliono aperaTe d·el bene e che hanno a cuore l'intensificarsi <lelle relazioni .intellettuaili tra gli Stati Uniti e l ' Italia p erchè i d u e popoli ipossano conoscersi meglio l'un l'altro. La Casa avrà sale di lettt1·r a e di co11vegno; l1na biblioteca circolante; sale dignitosamente .addobbate iper ricevere gli Italiiani illustri che ve1Tanno invitati a t enere conferenze e discor si nella Columbia e n elle .altre Università. L'Istituto p1·oml1overà la celebrazione dantesca ogni anno e conceiderà ir1 quel giarno le medaglie meritate dagli studenti che si &aranno distinti n-ello studio della J.i ngu.a I talian,g.. 6. Il Comitato E secutivo N azionale intende colla cooipe razione .dell' I stituto raccogliere fra gli Italiani ed ~ilmericani un fondo iniziale di 250,000 dollari in modo che l.a, Casa sia ve.ramente il centro irradiatore e pulsante della nostra cultura e della nostra civiltà. Ogni italiano riapond.a con f ervoro all'ap1p ello e dimostri il suo interessamento per l a nolJile c.ausa inviando oh eoks e moneyorders al Cavalie-re Giova11ni Girar.don, Vice-Presi·d ente della Ba11ca cli Sconto, 399 Broadway, New York City, tesorieTe {lel fondo .p ro erigenda Casa Italiana. Prof. JoHN L. GERIG 1

P1·esideìnt -

Insti t1Lte

Hon. J OHN J . FRESCHI

Cha i r1nan, E xecutive N ational Commit te e 1

P er qualsi asi f'.,om!lnicazione rivo·l gersi alla ltalian lloii.se Fu nrI: Inc., 399 Broaidway, New York C~'ity (S. U. d ' A.).

Il Consiglio Superiore della Cassa Nazionale Infortuni. Il Consigli~ Superiore della c~~a N a~ionale Infortuni h.a tenuto la cons ueta sessione or.d ina:riia di aJpprov.azione dei Bilanc.i consuntivi dell.'Esercizio 1924, che si è protratta per tre giorni. S. E. 1;o n. comm. avv . Dino Grandi, Sottosegr etai:rio <li Stato per gli Affari E steri , muovendo da coooiderazioni di squisita correttezza, delle quali il Consiglio gli ha dato atto, ha rinunciato alla carica di presidente; lo sostituisce, per nomina avvenuta con R. D. 19 lugpio u. s., l'IO'll. sen. gr. uff. prof. Pietro Sitta, il quale ha .assunto le proprie funzioni in oc:casione di questa tornata del Consiglio. L 'on. gr. uff. avv. Gino Olivetti Segretario C':.-enerale della Confederazio110 Generale dell'Industri a Italiana . è stato eletto vice presidente in so-

[ ..\NNO

XXXII,

FA5C.

33}

stituzione dell'on . ing. Giusep.pe ~fazzini, il quale ha rinunciato alla carica per ragione delle sue molteplici occupazioni. Lo ·s tato attivo e p.assivo della gestione infortuni nelle industl'ie al 31 dicembre 1924 si chi·u de all'attivo in L. 208,484,419.03; al passivo in lire 206,440,494.57, con una differenza attiva d·i lire 2 ,044,324.46, 1ia quale va ad .aume ntaTe le poderose rise:r ve accU1IDrulat.e con il criterio della più oculata prudenza per fronteggiar e qualsiasi rischio d.ell'eser cizio aSSÌCllrativo. Le risultanze della gestione infortuni in agricoltuTa, che la Cassa esercita in regirme di esclusività in quasi tutto il territorio del Regno, si concretano n elle segu enti cifre : all'attivo in lire 61,275,717.70 ; al passiv·o in L. 57,427,531.47 ; differenza attiva L. 3,848,186.23, l a quale va passata al fondo di riser va obbligatorio iprex ritto dall'art. 14 clel Regolamento per l'assicurazione infortuni in a,~ricoltnr.a. I

Il primo Congresso internazionale del fanciullo. Crune abbiamo annunziato, dal 24 .al 28 agooto p. v . avrà ll1ogo a Gi11evra il primo CongreSSIO generale del F anciullo. Il congresso stesso, ch e sarà tenuto sotto l' alto patronato ·del Ocmsiglio Federale svizzero, si dividerà in tre s-ezioni : igiene e m edicin:a; .assistenza e previden.zta sociale ; educazio11e e proipaiganda, con numerosi ~1ni -per ciaisouna delle tre branche. Fra le lingue t1flìciali <lel con1gi·esso vi è l'italiano. Gli oraitoTi, peraltro, saranno p'r egati di ser- , vi.r si a p.r eferenza del francese e dell' iinglese. Per og11i maggiore chiarimento gli interessati p1otranno direttamente rivolgersi al Coonitato organizzatore f'lel congres50 stesso a Ginevra., via Massot, 42. 1

èorso di p~rfezionamento in medicina interna. La « Kurso:rganisation » della Facoltà Medica di V,i enna preip a..ra un corso in lingua francese dal 9 al 21 J10tvembre; esso copre quasi tutti i ca-1'.Illpi della medicina interna. L'onorario importa 115 scellini aU1Striaci (dollari 16.50) ia l'equivalente in monete stra·riiere; deve pagarsi in anticiipo al « Burea.u der Wiener Aerztekurse » (Vienna 8, Sohlosselgare 22), ohe farà pervenire una carta d'iscrizion·e la quale dà diritto alla riduzione del 50 o/o dei visti ner . i passaporti) alla proroga gratuita di questi, -a riduzioni in oerti alberghi, pensioni e ristoranti. Preside nte dell'organizzazione è il prof. Wagner-J aur~gg. Chiedere il progriamma pTelimin.aJ:e; il progr amma definitivo verrà 1pubblicato il 1° novembre .

Corso superiore d'anatomia patologica. Sarà ' tenl1to lJresso la Facoltà Me dica di Parigi d al 5 al. 20 ot~bre, sotto la direzione del tprof. G. R oussiy, co11 l a colla.b orazione di .altri 18 insegnanti di P arigi, Strasburgo, Lwne, Bordeaux, Montpellier e N.an cy. Tassa Fr. 150. Le i scrizioni possono farsi per corrisponde nza diretta al dott. Leroux, 21 rue de l'Ecole de M édecine, Parigi, cui si può chiede re anche il pl'ogramma.


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[ANNO

'

XXXII, FASC. 33]

SEZIONE PRATICA

Istituto di Storia delle Scienze. Nel maggio scorso ~ è stato inaugiurato l'Tutituto di .Storia delle Scienze, creato nella R. Università di Firenze. Sco po di questo nuovo istituto è di raocogJ.iere la m~gmior quantità possibile di bibliografia, o:p1p ortunamente divisa ·per materia, onde possa seivire ·d'indirizzo allo studiQSI() che desidera tr.attare argomenti di Storia delle Scienze. ::e il primo istituto del genere che sorga presso un'Università italiana, e ne è stata affidata la direzio·n e al chiar:isslirrno prof . .A.ndrea Corsini, il quaJe rivolge cni1do invito a q·u anti intendano collabora.r e allo svi1UJppo dell'Istituto coll'inviare memarie storich.e biografie, necr?logie, r.itratti di scienziati ed sorta di m.ateriale che possa essere utile allo scopo per cui l'Istituto è stato fondato. 1

ogni

Per l'Odontoiatrla nell'Università di Roma. Con R. decr.e to-legge 14 giugno 1925 sono state stanziate nel bilan<!io del Ministero della P. I., pel corrente .anno finanziario, L. 250 mila peT tutte le spese inerenti al montaggio ed al funzionamento dei 1paidigJioni per l'odontoiatria nella R. Università di Roma.

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a) i professori incaricati delle ReO'ie Univero Sita e dei Regi Istituti SUJperiori d'istruzione · b) gli aiuti, gli a&S·i stenti, il personale di' amministrazione, i tecnici e i subalterni delle Regie Università e ·dei IW~ I stituti superiori di istruzion-e provv-IBti di stipendio a ca.irico· degli Enti sopradetti e <..Ìa questi assunti posterior1nente al 30 settembre 1924. (Circolare 6 giugno 1925, n. 55). .

'

Libri tedeschi in conto riparazioni. Da un comunicato del l\1inister:0 della P . . I. sì ~p1prende che nel 1923 ebbe luogo un primo invio di 281 casse.; seguì un lungo arresto p er l'rup1plicazione del piano DawPS; al principio di quest'anno sono stati ripresi i negoziati: la fornitm-a avrà se.gu.ito con l'invio cli altre 138 casse che erano T~maist-e giacenti a L~psia. Il materiale è elencato i1eù Bollettino dellie opere straniere p,u bblioato ·d alla Biblioteca N.azionale Vittorio Emanuele; vi figurano 6400 opere e moltissimi complementi di riviste. Il ministro ha ottenuto, in basce alLa oonvenzione, la facoltà di produrre, nuove richieste ed ha ·già tna-smesso un nuovo copiosissimo elenco di oprere desi<lerat<e <la I stituti universitari e da biblioteche.

Concessioni ferroviarie agli universitarì. In seguito a vive premure rivolte diail JVIinistero della P. I., l'Amministrazione ferrovia·r ia ha determinato che possano anche essere ammessi alla concessione ferroviaria O, purchè contino almeno un anno di servizio :

Si è sipento il p.rof. B. NAUNYN, uno .dei luminari della 1neù1cina conteim poranea. Ne daremo un cen110 biio1g rafico i1ì un ·p rossimo nrumero.

Indice alfabetico per materie. Aotinomioosi sperimentale . . Albuminurie p1·olungate e curabili .della: sifilide . • Bihliogra.fia . Botriomicosi.: pseudo- nell'uomo . Cervello : degenerazione cosidetta sen'.:ill€ Cistite tu beo:colaTe: isti·l lazione di bleu di 1netile.n e . • • • Colelitiasi: cura idrominerale . (Jronaca det mo vimentp profe ssionale J)i.atesi nefrolitiasiche . Echinococco: localizzazione rara Frattura di e-_(;.Qstosi solitaria borsata Gu•mtma chiasmatis . I nsegriamento ~uperiore . Lav0<ro <lomestioo: l'affaticame1100 i1el Liquido cefalo-rachidilMlo nelle mrulattie oftalimiche . . . . . . MalM'ia: stato attnale .del problema . Mate·rnità e i11-fan~ia : prateziorie e ass1stenzo. . . Meclia~tinite sifilitica • Meningi: sarcoma . •

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Roma - 8ta.b. Tipo-Lit. Armani di M. Couuier . •

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Ore<!chio esterno : tono ·d ei muscoli nel coniglio . . . Pag . 1159 Paralisi p1rogre~iva: malarioterapia )) 1159 Parotide: seorez1one interna . )) 1165 Prostata: stTuttura . )) 1159 )) 1160 Retto : sarcomia . • )) . 1166 Ru,mori sitraidali: contro i ' )) 1151 Sedimentazione del sangue: storia . Sifilide delle ossa lunghe nella prima in)) 1164 fanzia . )) 1164 Sifilide dell '.esofago . )) 1162 Sifilide ere.d itaria: ou.r.a Sifil~de ereditaria: inisegna1nenti della 1162 Bor.det-W asserman11 per la profilassi . )) Sifilide : trattaJIDento nel periodo d'in)) 1164 ou·baziOille Sincope aperatoria: adrenalina per 'inie)) 1149 zione intracardiaoa . Sintomi generali ne.i tumori intTacranici )) 1161 e nelle meningiti sierose . )) 1165 Testicolo: importanza dello scroto )) 1158 'fuberoolosi verrucosa della cute . Ver1iigine auricolare: uso di a<lTenalin.a )) 1160 e piloca.rpina . V. A.SCOLI. Red resp.


IL

(PAG!NA DELL'AMMINISTRA ZIONE)

POLJC:LJ~ICO

ron· uart o Vader:~~ecun~

del dott.

SEZ f 'BATICA

FASO. 33

era p e r i l prat:ico

EDMO~DO

VENEZIAN

d egli Ospedali Riuniti di Roma

con introduzione del ... prof. UBERTO ARCANGELI

DOCENTE DI CLINICA MEDICA NELLA

R.

UNIVERSITA - MEDICO PRIMARIO AL POI,IOJ,TNICO UMBERTO I,

lN

ROMA.

Ne riportiamo quì di seguito l'Indice sistematico, onde dare ai lettori un criterio approssimativo della somma utilità che il libro ha per i medici pratici. Il volume per i non abbonati al «POLICLINICO » è in commercio al prezzo di L. 25 più le spese postali di spedizione. I nostri abbonati che desiderano fornirsene al prezzo di sole L. 22,50 debbono rimetterci questa somma mediante vaglia postale e lo riceveranno immediatamente franco di po1·to e raccomandato. INDICE SISTEMATICO I . - INDICE DEI ~fEDICAMENTI di uso più comune. (Proprietà farmaco-dinamiche, indicazioni, posologia). Apperidic-e. Inoompatibilità dei farmachi. II. - SIERI E VACCINI CUR.ATIVI di uso più comune.

.4.ppendice: I. Prodotti batterici derivati dal bacillo tuberco~are (T~berooli­ n e). Sieri e vaccini antitubercolari. · II . Proteino-terapi a aspecifica. III. F ermenti. III. - OeO'l'ELtAPIA. (Pr eparati opoterapici più usati) . IV. - DIETOTERAPIA. ,4) Composiz.ione ohimica delle sostanze alimentari. B) Alcune diete d'uso r,orrente. 0) Alimentazione del ·b arnhino. .' D) Alimentazione rettale. V . - TERAPIA Fl 8IOA : .4)

I droterapia: I. Generalità. II . T ermalità dell'acqua . ; JI. Tecnica delle operazioni idro-

terapiche. IV. Bagni medicati . B) Cre1ioterapia. (Indice delle più notevoli acque minerali d'Italia. Loro caratteristiche, indicazioni). (A solfuree - A . clorurato-sodiche ' . A. clorur:lto-%diche fo~ti - A. solfato-calciche - A. solfato-sodiche e magnesiache - A. bicarbonate - A. ferruITTnose - A. n.rsenicali - A . indeo terminate). 0)

VIII . - RICETTARIO. (1. Antiacidi e carminati vi. 2. Antidiaforetici. 3. Ant1diarroici, antidissenterici e antisettici intestinali. 4 . .Antidispnoic1. 5. Antielmintici. 6. Antiemetici. 7. Antinevralgici . 8. Antipi;etici (antireumatici e _ antimalarici inclu::;i). 9. Antisettici delle vie biliari. 10. Antisifilitici. 11. Antitubercolari. 12. Calmanti, ipnotici e anticon, vulsivi.. 13. Cardiaci e medica.menti ad azione sul cuore e sui vasi. 14. Diuretici. 15. Espettoranti, modificatori delle secrezioni bronchiali e boohici. 16. Eupeptici. 17. Purganti -0 lassativi. 18. Ricostituenti e antianemici. 19. Sieri artificiali. 2(). Malattie della pelle). IX. - TABELLE: 1. Dosi massime e medie dei medica•• . m enti più comt1ni. 2. Volumetria abituale. 3. Peso e lunghezza medi del bambino norma.le. 4 . Peso e lunghezza: cifre medie per le varie età. 5. La dentizione normale . 6. Scale termometriche.

lltledicamenti nuovi e specialità,. La spedalizzazione deali ammalati di tubercolosi polmonare in Italia. '

Elioterapia.

VI. - TECNICA TERAPEUTICA d' u so corrente. VII. - INDICE 1·ERAPEUTIOO (compren<l.ente nomi di malattie e di sintomi con notizie schematiche st1lla ]oro cura). ApJJendice. Sintomi e. t~rapia degli av.' . velenamenti acuti p1u comuni. l~ n ,·olume di pagg. YilI-324, in forn1ato tascabile, nitidamente stampato. , ed artisticamente rilegato in piena tela inglese, con inscrizioni sul piano .e sul dorso. Prezzo L. 25 ptu le Spdae postali di spedizion Per i nostri abbonati sole L. 22,50 franco di porto.~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~7 Invia·re l'itnporto co 1ne sopra (L . 22.50) media1ite Vaglia Postale al Cav. L UlG I POZZI, Via ~~istifla, 14 - ROMA. I

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A.NNO XXXII

Roma, 24: Agosto 1925 I

Fase. 34:

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fondato dai professori .:

FRANCESCO DURANTE

GUIDO BACCELLI SEZIONE

P.RA TICA

REDATTORE CAPO: PROF. VITTORIO ASCOLI

SOMMARIO. Lavori origina li : N. Sette: Nuovo metodo di 1>rea>.ararione dtl aintigene per la :i.nt:ria.dermoll'eazoionie .fil Ca&>.ni. rOsservazioni cliniche: E. Ou1r ti: ru.s.uJtati lo!11taini. de.J:J.a

frenircotomia nella ·cuira diell a tubercolosi polmon·a re. Conferenze e relazioni : G. Sabatirui: La cura idrominerale della -colelitiasi. Letioni : W. D. Refd: L'ipertensione airteri-0sa. Sunti e rassegne : V1t.: URINARIE: V ruller: Un ca60 di ectopiia della vescica o.pera,,to sec01Udo Makk.as. - Barringer: Ddstruzione co1 na,dium de1i can.cri delLa ve• Q1Ci·oo. INFEZIONI : E. FDan1cis : Sull1a tul aTemia. Cenni bibliografici. Acca demie, Società mediche, Congressi : Società di Me-

d1ein.a Legale di Roma.

Appunti !>er il medico !>ratico : SEMEIOTICA: Iil valore d·i a-

gnOQtico del dolore nelle irritazion·i della pleura. Un seg1no diflerenzliale fra le oavern•e 1POlm-0n '3tri srup erficiali ed il pneumotoraice .i n:c istaito. - CASISTICA E Oirlttl di proprietà riservati . -

Ai pochi abbonati che non hanno ancora inviato la 2a. rata semestrale dell'abbonamento in corso, rivolgiamo preghiera di farne sollecita rimessa. L' A MMINTSTR AZIO NE.

LAVORI ORIGINALI. •

1 STI1 UTO D'IGIENE SPERIM ENTALE DELLA

R.

UNI VERSITÀ

DI ROMA I

Notizie diverse. Rassegna della stampa medica. Indice alfabetico per materie.

É tietata la riprod·uzione di la11ori pubblicati nel POLICLINICO e la pubblit-:azionP dei sunti di

essi senza citarne la fonte.

. Memento •

TERAPIA: f,e forme aona.tomocJiniche del oa..r·oinom<a gaEitrico .caratterizzate d.a.ll a an1aicJ.oridtria completa. Da ein1drtome duo.d·enale e J.ia nicoti.n ·a . - SirudTroime di ileo a icom,p arsa peri-0dica nell'.e111iter-0ptosi ~e. !inconvenienti ·della fascia addomin·aile 1I11elle ptosi .i ntest·i ruali. - PolipoS:i m·11ltipla d el 'Colon.. - Ll .fattor.e .amo-r·ettrule n•e1l a 001Stip.aizione. - M.a 1attila emor:roidal'ia e srue CJ:>niseguenze. - POSTA DEGLI ABBONATI, VARIA : Fi•l ippini : Laicl'ime e s!Ud-0ri ·dli. s•an1gue. Politica sanitaria e giurisprudenza : Raipa:>mti fT.a le OJ..i1TJicb·e d elle F:a.ooltà m e.id!i'OO-!Chirurgi:che e .l e Am·ministrazioni degili O&pediali. - Con.troverei.e giuridich e. Nella vita professionale · Cr{)IIlaica del m <>v·i mento prof essicmale. - Conicorsri. - Nomine, pll'omoz.i<Yni ed onorifìoonze.

diretto dal prof.

GIUSEPPE SANAREI LI.

Nnovo metodo di preparazione di antigene per la intradertnoreazione di Casoni 1p er il dott.

NICOLA SETTE,

as§'is.tent.e.

B r1oto che l'evoluzione d ell'echinococco si c0mpie a ttraverso due osptti; il cane (osp·i te .definitivo, cl1e alberga la foTm a adulta) un ruminante o l'uomo (ospite i11t.ermedio) .che alberga l a forma larvale. Il car1p sj infes.t a ingerendo org~ni che contengono cisti o porzioni di cisti di echinococco (ecJ1inococcus polymorp11u:s); i ruminanti e l'u orno si infestanb i11gr,rendo le oncosfere od embrioni esacanti cl1e vengono m'essi in libeirtò per il disfaci1nento di proglottidi mature della T enia adulta. e51p1ulse coll e feci del cane. Cif) pre1r1esso, ,p er spiegare le non infrequ enti echjnococcosi ·secondarie o m.etastatiche, che si pos3ono verificare in seguito ad atto 01p erativo o a semplice r ottur:=t ·della cisti m:adTe, non poteva ammettersi che il trapianto a ·distanza, per il tt)rrerrte circolatorio, d elle vescicole figli.e.

Ma questo n on IPOtèva reggere ad una rigorosa critica, primo percl1è le vescicole figlie non sempre esistono, anzi son o p-iuttosto r are; 1p1o i perr.:llè esse norrn,almente si distacca.no d alla vescica la rnadre e cadono nella cavità di essa, o al difuori di essa, quando già hanno raggiunto una grandezza tale ,p er cui 11on è possibile ainm ettere u 11 trasiporto a di·s tanza p er il tramite ·del torrente cir colatorio. Eppure il fatt o delle metastasi è assolutamente incontestabile : molti chirurghi hanno os·servato che i11 casi di oper azioni difficili in cui il liquido contenuto nelle cistj si è river sato in gra !1 q 1ar1tità nel p eritoneo, si 1può aver e l a riproct11zior1e e la dis·seminazione del parassita in tutt~ la cavità addon1inale. 1Q1Jindi, non 1potend osi ammettere il tra.sporto a dista11za doelle vescicole figlie, le m etastasi dovevano esser e subordinate a qualche altro m eccan l smo. F11 app11nto il Dèvf> che n e dette la spiegazione di1u ostrando com·e in alcuni casi l'echinococco .p uò •p resentarci u no svilufPpO ridotto sen za cioè l'intervento dell'ospite •definitivo e direi quasi per una ri1produzione endogena. Il ·D èvè sip erime11tò, sia con vescicole figlie, che con vescicole proligere é •scolici isolati .p raticando inoculazioni n el p eritoneo, n el polmone, 1

\

\


1176

. ; . Pl ll ICLINIC'J

n ella pleura e 1per via venosa. Ottenne cosi num erosi risultati IPOSitivi, confermati più i·eccntem ent e da Tatiana Ponomaroff, Lagos Garcia, Hosemann e recentissimamente (C. R. S. B. , 1925).

Stabilì inoltre che tutti gli animali in mag- , giar e o minore percentuale son o reoottivi. In questo caso gli scolicini contenuti dalle vescicole pro1igere, quelli aderenti a -frammenti di c:;trato proligero ·d ella vescicola madre o liberi n el liquido ctstico, in una parola. tutti gli scolicini di echinococ.cus polyrnor1phus., che vengono in oculati o trasipoirtati a ·distanza con la cor rente sanguigna o linfati.ca, giunti in una sede qualsiwsi d ell'orgar1ism9 umano od an imale &ubiscono dei f enomeni regressivi: per.dono gli uncini, diven gono vescicole idropiche a membrana anista , e tornano a comportarsi come le onco&fer e dando, ,dopo lln 1periodo più o meno lungo, nascita a. nuove vesciche ecl1inococciche con tutti i r.aratter i e tutte le pro1prietà d ella vescicola ma·dre. Per la loro piccolezza (m icron 110 x 200) e per i loro movjn1enti possono penetrare in circolo e portarsi n ei .p unti 1p iù svariati dell'organi5:110. :>,uindi le metastasi che si ·verificano in seguito . . ad atti operativi, o a rottura delle cisti madre, si d-P-:von o a 11a m essa i11 libertà e trasporto .d egli scoljcini nèi p unti più svariati dell'organism o (dalla cavità 1peritoneale o pleuri.ca, dove :51pes30 cadono in seguito a•d atto operativo, fino al cervello, midollo osseo, ecc., dove son o traspo ctuti per il torre11te circolatorio). Dopo ciò eh e abbiamo detto risulta quanto sia importante che i liquidi echinococchici, provenienti dall'uomo e dagli animali, che servono a scopo diagnostico, debbano essere assoluta1nente privi di qual:siasi scolicin o e che la soluzione fenica od il raffred·d~mento abbiano agito in modo sicur o su di essi u ccidendoli tutti. Per quanto •p oi questo sia difficile ottenere col fr eddo possono farcelo sospettare : 1) le opinioni di Rendu e di Clemens condivise dal Dèvè, il quale riuscì ad infestar.e un 1r1aialetto da latte con uova tenute 1per quattro ll1Csi in ghiacciaia; 2) le esperienze di P ontano (1920) cl1e, lneutre cercava di 1praticare antianafilassi in alcuni p azienti, vide attenuare 1.e man ifestazioni locali e poi dim ostrò cl1e ciò era dovuto a•d invecchiam ento del liquido in ghiacciaia. In vista di possibili inconvenienti talvolta anch e perniciosi, che iper l'incompleta u ccisione degli scolici poteva determinar si, Alessan drini Giul1o, basandosi sulla pToprietà che hanno tntt1 gli elmin ti, cioè di cader e al fondo d ei recipienti di raccolta , consigliava di raccogliere il liquido cistico, che cloY eYa servire per le r eazioni dia1

[ANNO XXXII,

FASC. 34J

gnostiche, in bicchieri a calice per 3-4 ore e servirsj, dOJpo centrifugazione, d ella metà superiore del liqui·do, iper sottoporlo poi alla filtrazione per carta ed alla disinfestazione coll' acido fenico. Ciò costit11iva certo una maggiore garanzia, ma no11 l 'assoluta, giac.ch·è spesso gli ·scolici attraversano la carta da filtro, ed in qualche caso l'a.rido fenico impiegato n ormalmen te può non essere 5ufficient.e ad 11ccider e gli scolici. D'altra pa.rte la quantità di acido fenico non p11òessere aumentata per qualche eventllale alterazionf.: biochìmica ·del liqui.do. Per evitare questi inconvenienti, mi fu con<>i. gliato dallo $tesso prof. Alessandrini, nel giugnQ . 1924, di sperimentar e 1s e il liq11ido echinococcico, filtrato per cand ela, mantenesse immutate le sue proprietà cuti-diagnostiche; era . logico !pens~re che, se que5to fosse avvenuto, avremmo ragf;iunto direi .quasi l 'ideale: la COillfPlleta sterilità dai. .p unto di vista batterico, e quindi sarebbe stato non 1più in.dispensabile l'aggiunta ·di acido fenico, P. l'assoh1ta sicurezza dal punto dj vista della eventuale infestazione parassitaria, giacchè gli echinococchi, .con ogni sicurezza, vengono trattenuti dal filtro . . R c·stava solo il dnbbio che il liquido 1p otesse per.::lere le Slle proprietà potendo essere trattenute dal filtro sostanze albumin oi·di, colloidi od altr~, cui si d eve il potere antigene d el liquido cistico. Nel luglio dello sco•r so anno ebbi dal prof. Margarucci ·Circa . un litro di liquido di cisti' di echinococco del fegato e lo filtrai , lJartc con candela Charnberlan•d .L 2, parte con una Berkfeld N, chit1si il filtrato in fiale, che tenni in· r efrigerante a cir.colazione di acqua e nell'ottobre co1ninciai a .s1p,erimentare co11 .p azienti, cui era stata fatta diagnosi clinica di cisti di echin' ococco. E a tutti noto che .dei metodi di laboratnrio,. p er la diagnosi di cisti di echinococco, la pT:ma applicazione fu fatta colla deviazione del comp1emento ed altre 'reazioni Stierologiche in g en ere. Ma poi, collo svoJgersi d el nuovo capitolo di patologia sulla « anafilassi », sorse per primoin Italia l'idea al Puntoni, n ell'ottobre del 1909, di studiare il fenomeno nei riguardi della cisti di enhin ococco. 1 Questa idea gli fu suggerita dagli inten si fenomeni chie a volte fanno seguito alla purttura esiplorativa, alle rotture di cisti o all'operazion e, feno1neni ch e si possono riassumere in fatti urticarianti, prurito , ~potermia, ecc. Eg li provò, come iper la tuber colosi, con la cutioftal1no ed intradermo-reazi'on e !che non c;ono che f en om eni di anafìlassi locale ed Pbbe in 1


• [ANNO

XXXII,

FASC.

34 J

1177

SEZIONE PRATICA

un solo caso la posittvità de1la cutireazione, r.ui 1p erò non credette dare troppo peso. Il Casoni nel 1912 riprese lo studio dell'intrader1noreazione eh.e si esegue con l'iniezione di 1/2 cc. ·di liquido cistico nello ·spessore del derma e, per controllo, altrettanta soluzione fic:;iologica sterile nell'altro braccio. In caso di reazione positiva, dopo IPOche ore il paziente avverte prurito nel ~unto di inoculazione, e dopo circa 12 ore compare un eritema, cui può seguire una infiltrazione ed€matosa dolente, con senso di tensione. Casoni dà questa reazione positiva n e11'87.5 %. Pontano ha ripreso l'argomento (PoL'icLini.c.o, Sez. med., 1920) :studiandolo parallelamente 'alla sottocutaneo-reazio·n e e distingue una reazione precoce ed una tardiva. Egli conclude affermando che le reazioni cutanP.e debbono trionfalmente entrare nel novero dei mezzj diagnostici più squisiti nella 1p ratica medica Egli ottiene la intradermoreazione positiva nell'84 % dei casi e la sottocutaneo-reazione posftiva nel 66 % dei casi . . Le reazioni cutanee sono positive in altissime percentuali nei casi di idatidi non sup1p urate; so110 per lo più negative con idatidi suppurate. Calcagno e Ithurrat in ~rgentina (riportato da Antonucci: Eohinococco d'.e l poimon.e, pag. 138), hart110 affermato che la intradermoreazione ha dato loro solo 4 risultati discordanti su 137 esami. Essi l'hanno trovata positiva anche nei casi di cisti suppurate. Dalla casistica riportata da Antonuc{ji (loco citato) risu1ta che la Casoni fu possibile praticarla tre volte; l'esito in due casi fu ,p ositivo ed in un caso fu d ub,bio. I o ho rivolto massimamente la mia attenzione all'applicazione di ·questa ricer.ca oltre che a quella della deviazione del com'Plemento, per la serniplicità del metodo che consente l'a;pplicazione pratica sia per il chirurgo, che rper il medico condotto, ed avevo già presi in considerazione •dirversi casi che mi avevano mostrato la positività .d ella Casoni -coc 1iqu·ido cistico filtrato. Cominciai allora a rivolgere· le mie ricerche sull'esame chimico dei l~quidi ed ~ssendomi occorso di vedere che il residuo secco .d i essi. era, per lo meno aipip arentemente, insolubile in alcool, etere, cloroform~o e solfuro di carbonio, mentre era solubili1s simo in soluzione fisiologtca ed in glicerina, pensai 1di incorporéjtre in .questa il residuo ottenuto çlall,a ev-aporazione del liquido cistir.o dopo averlo ripreso con poca soluzione· fisiologica. Aggiunsi anghe la glicerina, perchè essa, oltre a 1presentare il potere solvente di cui

'

1

1

ho già rjferito, si .dim ost~a particolarmente adat1a sia per il suo potere conservativo (es. virus rabbico, vaiuoloso, tossine) sia !Per la sua legger3. azione antisettica. Per la preparazione di questo reattivo biologico 110 operato nel modo seguente: ho vertSato in c~psula di po-rcellana sterilizzata o flambata, in varie riprese una quantità id i 150 cc. di liquido cistico filtrato per candela ed evoporrato su bagno-maria bollente. In questo modo ho vjsto che la temp.eratura rag·giunta dal liquido che si evapora è di 700 C. circa. Eva,iporati tutti i 150 cc. ho ripreso il residuo secco in 1.0 cc. di soluzione di .c loruro sodico al 9 %o ed ho inCOflPOrato questo liquido in 20 .....cc. di glicerina. Di questo estratto glicerico imp~ ego la quantità di cc. 0.10 1Per cuti-intradermo ed ipodermo-reazione. Avendo ora sperimentato su 14 casi controllati operatoriamente ed avendo portata la mia osservazione su 42 casi di pazienti ricoverati in , ospedale p·e r altre malruttie, riferisco .su tutti questi riserban•domi di ritornare· ·sull'argomento per au1nentare la casistica. Dalla Tav. 1a emerge che su 7 casi, in cui fu praticata la reazione con 0,50 cc. di liquido ci.stico filtrato, si è ottenuto reazione positiva in t> casi; reazione dubbia in un caso in cui trattavasi èffettivamente di ci.s ti di echinococco del polmone e negativa In un caso in cui il reiperto operatorio di una cisti ovarica è venuto in appoggio della negatività della reazione biologica. In 5 di questi casi fu praticata anche la ·Ghedini che dette risultato 1p ositivo solo in due casi. Nella Tav. za. sono riportati i nomi e la diagnosi di altri pazienti che, non essendo affetti da cisti, dettero negativa la reazione. Nella ·s econda .p arte della 1a. Tav. sono ripo!'tati 7 casi di pazienti in cui clinicamente era stata diagnosticata una cisti di echinococco, ed in cui fu inoculato estratto glicerico in quantità di 0.10 cc., 1p er questi 1pazienti l'operazione mise in evidenza che in 5 si trattava di cisti di echinococco in atto, in un altro non fu notata risti alcuna e fu formulata ijpotesi operatoria di tumore del rene, uno era stato operato da lln anno di cisti di echinococco ed aveva r esidui della precedente cavità cistica senza· ,p resenza di membrane. Constatazioni di possibilità di provocare intra·dermoreazioni positive dopo lungo tempo dalla escissione della cisti erano state fatte da Casoni in alcuni !Pazienti; questa plosfilbilità fu poi negata da altri (Gasbarrini, PoiicL., Sez. Medica, dicembre 1919) ma riconfermata da T esti e Zoli (Riv. Crit. Clin. M~dica, 1919) che la trova. .

1

\


1J78

: I. POLICLINI CO

[A.NNO XXXII, FASC 34J

TA.\' OLA I. CON ESTRATTO GLICERICO.

.I

Diagnosi climca

Diagnosi operatoria

E sito della reazione

Altre indagini

lii. Pad. Antonini Angela

Cisti del fegato \?)

2 cisti del fegato

+++ conliq.fìltrato

Gheiiini ++ (0,20; 0,30; 0,4.ù).

,,

,,

11

Bianci.Dori Elvira

,,

di echinococco

Cisti ech. suppurata

+++

11

Di Fabio Natalina

,,

e ch. del po1m. (?)

Cisti echinococco con • • • in1z10 supp.

+++

"

Letto N. 33: (26-1-25)

Echinococco multipla· addominale (?) Cisti eeh. del polm.

"

n

Cirilli Anna

li

n

De Rossi Ernesto ·

,,

Dottori Federico

del fegato

" ,,

,,

li

Cisti ovari ca

,.,

n

"

"

"

"

IntradermorE>a-. Cisti ech. del polmone { Cutireaz. 1-t-} n

n

"

n

del fegato

,,

Ghedini + (0,40)

-

,, n

Ghedini - ; eosinofilia 5 %.

+++ .

- ; eosinofiJ. 12% 1 l )

+++

-· )

"

18%

(1) Operata dopo 48 ore,; pers iste la positività del la reazione.

:CON LIQUIDO FILTRATO. •

Diagnosi clinica

Diagnosi operatoria

Esito della reazione

Altre indagini '

.

lii. Pad.

Carnevali

Carol~na

Cisti eeh. ael polmone

o·1s t'i

ech . d e 1 polmone

l Intrad. Outireaz. +++ +++ I

I n

"

"

Rjcci Alberto

Ricciotti Riccardo I

Buglioni Caterina

Clin. Chir. Roselli Terzo

" "

V"eschini V'ascio Maccausello Raffaela

,,

della milza

,,

del fegato

"

" ,,

Ghedini ++

+++

Eosinofili 3 %

polm. e feg.

+·++

Con liquido comnne +++

'.>

+ Probabili tumori del rene.

+++

d el fegato (?)

Residui di precedenti cavità cistica senza presenza di membrane.

+++

"

,,

r

,,

po)m. ~ feg.

"

· del fegato

Intrad . +++(dopo 9 minuti). Sottocut. + + + (dopc 20 minuti) Cutireaz. +++(dopo 4 minuti). +++

"

,,

milza supp.

Eosinofili b %

- (1)

Intrad. + + + (do po 15

all.

'

Pad.

Pieralva Angela

"

minnti .

della milza(?)

Cisti di ech. alla milza 1

(1 )

Ipoder. - - -r Ontir&az. - - -

La P. era stata operata un auno fa di cisti da echinococco del fegato, e la. fe rita chiusa per prima i nte nzione.

To110 p ositiva dopo 8 anni dall'atto 01p·e rativo, e da Pontano (P olicl·i n·i co, Sez. Med. , 1920) e quindi la posività nel caso in questione non infirma assolu tamente la sipecifìcità dell'antigene. Nei casi di 1pazienti i1on affetti da cisti di echinococco .p raticai le iniezioni con eme. 0.20 di ·estratto glicerico; ho creduto OP1PQrt11no regolarn1i i 11 questo m odo per veder e se quantità superiori u quelle ordinariamente da me usate a scopo diagnostico, fosseTo caa:>aci di ,p rovocare rea· zioni e quindi escludere indirettamente la pro-

duzioné di r eazioni aspecifiche dovute alla sem plice inoculazio11e di antigene. La inoculazione in tutti questi ammalati ha dato rist1ltato negativo meno che in 3 casi, in cui si è avuto accenno alla .p ositività: una donna affetta da colicistite; 2) un paziente affetto da . enterocolite; 3) un ragaz210, tappezziere, ricoverato per :p olmonite centrale con esito in ascesso: in questo pazie11te nel praticare l']niezione sottocutanea 1)


(ANNO

XXXII,

FASC.

34]

SEZIONE PKAfICA

TA VOL.I\ Il.

CONTROLLI.

VIII PADIGLIONE : A. G. - Oolrica renale. Idr-0nefroei . . M. A. -· Nefr1ite oronjca . . . . . . . . T. V. - Nefrite cronica. ldroip& Idroperio~1~dio . . . . . . . . . . . P . A. - Inen·ffi1cienza oa.rdiaca . . R. E. - A.ortite luetica . . . . . . . . B. A. - Lesione doPpia mit1'1alica d.a en·doicrurdite pregressa . . . . . O. A. - Viz1io composto mitralico; In.sufficienz.a ao.rti oa; IposiBtolia. S. B. - Asma bronchiale . . . . . . C. A. - L'.!ee, Jnfiltraz. bia.picale . :Y:. G. - - Po•LmOlfli te . . . . . . . . P. G. Pleuirite . . . . . . . . C. G. Enfisema polmona.re · . P. R. Influenza . . . . . . . D. G. - Polmonite centrale con esito in ascesso . . . . . . . . . D. B. - Ascessi freddi mu1titpli • A. U. Tbc. po1mo:rurure . M. L. Sclerosi aip1i«J1rule . M. R. Tbc. polano·n •are . R. C. Tbc. pola:noniaire . • B. G. - Pott. . . . . . . . . L. M. - Ul.cera ga.s~rica? . D. A.. A. - N evros.i gas.trii ca . S. R. - Neoplasma pil•oiriico

Negativa l)

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Lieve er•i tema Negativa

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,, Lieve . err-itema NegatiYa Positiva Negativa

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I)

2) la parte attiva del liquido cistico non viene di.strutta :dal calore (?Oo C.) e questa proiprietà Ci può permettere di 1preparare estratti glicerici che Si comportano in modo identico al liquido cistico in toto e che per la quantità occorrente a scopo diagnostico 1pos.sono permettere di essere utilizzati anche dal medico condotto.

*** Rjngrazio i professori Alessan dri, Carducci, De Fabi, per avermi per1nesso di utilizzare il materiale di studio occorsomi in que'sto lavoro. 1

Importante pubblicazione: Dott. Prof. O. V IANA

Direttore della 1\faternità, Brefotrofio e Scuola di Ostetricia in Verona

. .

Ginecologia e secrezioni interne

.....

Pre1azione del Prof. N. PENDE

III P A.DIGLIONE: R. L. - Prosta;tioo . . . . . . . . . . . F. R. - O&teolllllÌel!ite. tibiia e perOill•e sinietr-0 . . . . . . . . • . . . . A.. A. - . Tumore II f al·a nge pollice si-

» l)

. . . . . . . . . . . . . •

CLINICA CHIRURGICA : P. G. -

il liquido cis.tico filtrato ~:er candela non perde assolutamente le sue proprietà diagnostiche e che questa tecnica va 1p referita a quella ordi11ariamente in uso, :sia perchè ci assicura la conservabilità in condizioni di asepsi ed attività 1per lungo tempo (per lo meno . un anno), sia 1)

/)

CLINICA CHIRU B.GIC.A :

nLBtro

Dal complesso delle mie es1perienze si può con.eludere che :

perr:!hè ci garantisce dalle eventuali infestazi0ni;

D. F. -· Peri·ostite pos1rtifosa

Osteomielite

* **

I)

III PADIGLIONE:

V. V. -

sj ebbe fuo-rit1scita di un po' di sangue e l'in· domani mattina vi era un lieve eritema. Nella donna affetta da colicistite fu 1praticata la Casoni an·che con liquido cistico fresco e la reazione fu intenis amente positiva; la paziente non ·si è voluta sottoporre ad atto 01perativo e qui11di rnanca il controllo chirurgico, però avendo reagito coJl'estratto glicerico identicamente al liquido cistico fr esco, non 1p uò infirmarsi il valore della reazione coll'antigene glicerico. GJi altri due casi non sono stati sottoposti alla reazione con liqui·do fresco, però la reazione con antigene • glicerico era ap1p·ena accennata ed in · pratica, per le reazioni biologiche, si tiene conto solo delle reazioni nettamente positive.

"

E. A. ' - Stenoei eso.f a.gea di origine

probabiLm. neopla.eti.ca . . . . . S. C. - Neoplasma .giastrico. Bron-00poilmonite S. . . . . . . . . . . . F. T. - Anemia pernioioea . B. L. - Infezione m.a larioa oronica. F e bbre . . . . . . . . . . . . . De M. G. - Linfogranµlomatosi . M. G. - Enterocolit.e . . . . . . • M. A.. - 'rifo addoonin·a le . C. \ '. - Colecistite . • • 8. M - Oox1te . . . S. L. - PoJJi.artrite . . . . ... . A. A. - Poùi•a rtri·t e • • • • • • • • • • S. E. - LinfoanJgioite pied.i . . M. E. - Raanrnoll:Lmento del ponte . A. M. - Tetra..pa.reei da -0oonpressione in ·oorri&poruden2Ja delilia III D. L. C. - Ar.teriooclerooi. emiparesi sinistra . . . . . . . . • C. C. - ·Emitplegia destra T. M. - IJ>01pituitario .. •

1179

Postu.m•i f. a. f . aJ n ia so . . .

»

Un volume in-8 di pagg. VIII-176 (N. 12 delle nostre Mo· nografie medico-chirurgiche d'atLunlita) nitidamente stampato in carta semipatinat~. Prezzo L. 18. - Per i nostri abbonati sole L. 16,50 in porto franco. '

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1180

11 . POLICLINICO

[ANNO XXXII, FASC. 34)

'

OSSERVAZIONI CLINICHE. Risultati lontani della f1·enicotomia nella cm·a della tube1·colosi polmona1·e per il prof.

EUGENIO CURTI.

Comunicai nello scorso anno sul Policlinico, Sezione ipratica, i buoni risultati ottenuti rolla fre11icotomia in tre casi di ammalati affetti da tubercolosi polmonare. Da allora, i pazienti da m e curati con detto metodo sono una ventina, numero non trop·p c rilevante, ma che mi permette di fare alCl!Dfl osservazioni circa i risultati vicini e lontani e sul1' efficacia della cura. Nella scelta dei casi, diedi la preferenza alle lesioni monolaterali, con vaJSte aderenze jpltiuriche, con tendenza alla .sclerosi .p olmonare, alle lesioni toijpide con andamento cronico. T-nntai la cura in pochi casi di lesioni r.a vitari e o bilaterali ·c on tossiemia e in un solo caso, come dirò in seguito, ap1pljcai la cura bilateralmente • (frenicotomia bilaterale). Prima di esporre i risultati generali, mi pare giusto riferire sullo stato attuale dei tre primi ammalati da m e curati e dei .quali parlai nella mia comunicazione dello scorso anno. I tre pazienti sono in ottime condizioni generali; il primo : 1

S. Angelo, ·di Quinzano, operato il 23 gennaio 1924, è aurnentato di circa 15 kg. e attende, come agricoltore ai 1propri cam1pi , frequentando tutti i m er cati della provin·c ia; ha scarsa tosse, secca, senza eStpettorato. Obiettivamente il polmone sinistro, ammalato, presenta riso11anza plessica quasi normale, respiro aspro, non fatti umidi. All' esame radiosco,p ico, polmone molto rischiar ato, la ~~upola diaframmatica a destra mobile, a sinistra ancora rialzata e immobile come 1prima. Il secondo ammalato, T. B., o.p erato il 5 febbraio 192.4, è 1pure in ottime condizioni generali . di nutrizionie (aumentato di 8 kg. ) attende alle pro1prie faccende, ·ha ripreso le a:bituali lunghe cam1ninate in montagna per la -caccia, senza risen1ire speciali disturbi. Contrasse una bronchite influenzale, ma guarl ben e. . Attualmente afferma di non avere nè tosse nè espettorato, p erò obiettivamente permane ipofonesi al ìobo superior e destro senza fatti umidi. All'esame radiosco1p ico, lobo s uperiore velato, cupola diaframmatica rialzata e parzialmente mobile, ciò in r elazione col fatto che durante l'inter vento oiperativo fu reciso sol o il ramo mediano più grosso e non i due filetti laterali nei quali era diviso il frenico . Il t erzo caso, G. Bortolo, operato il 5 febbra~o 1924 , è in ottime condizioni ed attende al proprio mestiere di contadino. ~on ebbe più febbre, la tosse andò gradata· mente diminuendo fino a scomparire. Anche obiettivamente si ha l'impressione di una guarigione clinica, p erm anendo la cupola <liaframmatica a sinistra, immobile e rialzata.

Degli altri ca.sì, sembrandomi inutile diffonder mi ~ ingolarmente, dirò che in circa la metà i risultati furono buoni e duraturi, negli altri ' la malattia segui il suo fatate decorso. I risultati buoni .dei primi, corrispondono ad una esatta e saggia scelta dei malati; forme mo110latcrBJj, toI)pide, con tendenza alla sclerosi polmonare, oppure fa.rme più localizzate verso la base che ver.so 1'alto. I risultati nulli, corris,pondono a malati r.on le sioni bilaterali, con fenomeni di tossiemia o con lesioni cavitarie. Tentai la cura in un .solo caso bilateralmr11te. Di questo riferisco brevemente iPerchè non è a conoscenza mia che da altri sia stata fattn la frenicotomia ·b ilaterale. •

1'. Angelo, di Brescia. :Pleurite bilaterale e Lre rnesi di letto nella iPrimavera 1921. Nell'autunno 1923, nuova iPleurite a sinistra, se-

guita dalla comparsa bilateralmente di lesioni sp ecifiche. T.... e solite cure m ediche riuscirono inefficaci . L'a. era continuam-ente febbricitante fino a 39.5 verso sera. avev a sudori profusi, tosse molesta e con espettorato in discreta quantità: poco ap·p etito. Non era certo il caso di tentare un pneumotorace bilaterale a bassa pressione per le vaste aderenze iPleuriche e 1pensai di aipplicare la frenicotomia bilaterale confldan·do da un lato che l'innalzamento del diaframma non arrecasse disturbi speciali di respiro come non si verificano in certe, pur i1nponenti , asciti; dall'altro lato confidando che l'innalzamento del diaframma, determinasse un riposo polmonare e, con ciò, un mjglioram ento anche se ·di breve durata nelle condizioni generali del malato, come nel pneumotorace bilaterale a bassa ,p ressione. Vir1ta la riluttanza del cl1irurgo dott. Ferroni , l'intervento fu eseguito in due tempi: il iPrimo a destra il 10 84)rile, il isecondo il 30 ~prile 1924. L'a. sopportò bene le due operazioni eseguite al solito modo · si ebbe una notevole diminuzione di temperat~ra subito ·dopo i due interventi, diminuzione durata ·p er circa 15 giorni con massimi scesi da 39.5 a 37.7. Non dispnea , non disturbi n è a carico del cuore nè dell'addome. L a tosse e l'espettorato diminuirono. Il 1paziente andò però ·deiperendo continuamente iPer la comparsa, in seguito, di complicanze tuber colari intestinali. Notevole però il fatto che durante tutto il terr1. po in cui l'a. visse (mori circa tre m esi do.po~ l~ tosse e l'espettorato furono sempre scars1ss1m1~ l' espettorato era areato, non muco1purulento; mai cianosi, n è dispn ea. Obiettivamente le lesioni 1polmonari ebbero un arresto. In questi ultimi tempi tentai la frenicotomi~ bilaterale in due altri casi di lesioni bilaterali, non m olto avanzate, in soggetti in discrete condizioni generali. L'ìntervento eseguito bilateralmente, in un'uru.ca seduta dal chirurgo dott. Grasso fu sopportato sen za inconvenienti e gli ammalati sono attualmente migliorati; vedremo in seguito se il miglioram ento sar à duraturo.


J.t\.NNO XXXII, FASC. 34]

SEZIONE PRATICA

t tPerciò convinzione mia che la fren!cotomia 'bilaterale sia una cura da tentare quando localmente, bilateralmente vi siano le indicazioni ne-cesF;arie P permettenti .e quando non coesistano .altre localizzazioni. · Nei miéi malati non ebbi a V€rificare n è in viieinanza n è a distanza dall'intervento 01p erativo , i djst.urbi e le complicanze alle quali accennano alcuni colleghi tedeschi. . \ Un unico fatto verificai in quasi tutti dopo .qualche tempo dall'intervento, quando il ipaziente riprendeva la vita normale di lavoro; voglio alludere alla cornparsa di espettorato sang11igno. Non nasco~do che ciò impr.essionò i malati, e da r:p rima, anche me. L'emoftoe fu .p erò sempre di 1p-0ca entità e di breve durata e, ciò che più importa, ces5ò col semplice riposo. In nessun caso riscontrai n el polmone leso fen 0n1eni tali da spiegarmi obi.ettivamente il motivo dell'emoftoe. Ritengo perciò che rp er effetto della frenicototnia e dell'innalzarsi della Clllpola diaframmattca si verifichi una stasi sanguigr1a ipolmonare eh.e s~ accentua quando il malato riprende il lavoro, che scompare col riposo e che è causa deJla emoftoe In seg·uito per ovvii motivi, questa staJSi scompare e l' emoftoe non si manifesta !Più. Un altro punto controverso è la durata dell'effetto del taglio del frenico s ulla cupola diaframmatica. Si volle da alcuni autori affermare che, col tempo, per n1ezzo di anastomosi fra i d11e frenici (dest r o e sinistro) vengano a scom 1parire gli effetti della recisione di uno .dei due frenici e l 'innalzamento del diaframma cessi. In alcuni dei miei malati verificai un parziale ripristino della mobilità del diaframma dal lato operato: nella maggior .p arte d ei casi, l'immobilità persisteva anche a distanza ·di oltr e un anno. Mi s1piego la diversità di compo!tamento ammettendo in questi 'ultimi la recisione cli tutti i rarr1i in cui il frenico 1può esser divi 50: negli altri çasi. com e in quello T. B . (n. 2), ammettendo la recisione dj un solo, sia 1pure il rnaggiore, dei rami del frenico. Concluden.do i risu1tati della frenicotomia sono soddisfacentj , ·sia considerati a breve, come a grande distan za dall'i11tervento. ·~li insuccessi riferiti in certe statistiche, ritengo dipendano 1p iù dalla cattiva scelta del •!."laziente che dall'efficacia della cura, !Principi::> questo non esclusivo della frenicotomia, ma comnne al pnel1motorace artificiale terapeutico e alla toracoplastica.

CONFERENZE E RELAZ IO NI La cura id1·omine1·ale della colelitiasi. Prof. GIUSEPPE SABATINI 1° aiuto diella R. . Clinica M edica di Roma . 1

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Brescia, maggio 1925.

1181

(Continuazion,e

e fine; vedi rase. 33).

III. E vengo così a dire degli effetti della cura idrominerale, che ho osservato nei colelitiasici. ·Questi effetti vanno distinti in imm~diati e lont.ani, a sono da rapiportarsi naturalmente all-~ stato in cui si trova. la malattia al momPnto della cura: stato di acuzie o ·di late-nza, settico o asettico, con occlusioni o senza, con condizioni .generali gravi o buone. . In queste varj~bili contingenze gli ·e ffetti immediati (sempre, come vedremo appresso, escludendo i casi di contro-indicazioni della cura idromin-erale) ,p ossono così distingu ersi: a ) Negli infermi, i quali sono in periodo di latenza del male, sia che eseguano la cura ;per la Prima volta sia che la ripetano, g1i effetti immediati sono certo i meno evidenti. In genere questi a mmalati, che sono stati abbasta nza bene durante tutto l'anno .precedente . ' arrivano alla cura meno validi, stanchi con di' gestione divenuta negli ultimi tempi difficile, con vago peso al fegato ( « sentono di pos5edere l'org·an o )) ) , giustamente preoccua:> ati ·del possibile scatenarsi, a non lunga scadenza, di nuove cri3i di coliche epatiche. Essi al 5° o 6° giorno di cura, adattarnente e coscientemente prescritta, cominciano ad avver tjre un deciso miglioramento: l'ap,p etito migJiora e diviene a volte impellentoe, le digestioni si compiono bene, le evacuazioni riprendono nor1nali fjn questi ammalati non suole -0sservarsi sti1psi da a~qna) , il colorito si schiarisce per scomparsa della lieve colemia, il senso di peso e di stanchezza si dilegua, migliorano l'umore e la cenestesi. Al termine delle ·due o tre settimane di cura, essi si sentono bene, rimessi in ordine, capaci di affro11t:1re un nuovo anno di vita nor1r1ale suf. ' ft cjenterntnte protetti ·dalle crisi gravi; h) Negli infermi che giungono negli stabili1nenti di cura attualm.ente ammalati, cioè in IPCriodo di acuzie dei sintomi, la cura deve essere prescritta con grande cautela, dopo attento esarne r lir1ico e dopo valutazione ·dello status praeseJlS del fegato e di tutti gli organi, evitando dosi troppo forti ·di Acqua Santa, sorvegliando la suscettjb,ilità ir1dividuale e la assorbibilità 1del medicamento . • S'3 non si hanno in cidenti in dipendenza del1

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1182

IL POLICLINICO

l'azione dell'acqua, stato di coliche subentranti, riaccensione di febbre, ecc., questi infermi, attraver so 1piccoli episodi acuti, pian piano migliorano: le forze si risollevano , la nutrizione si ren·de più largamente possibile, le funzioni diger enti s i regolarj zzano, il fegato si decongestiona, e col ritorno alla n ormalità clelle funzioni t11r ba te la malattia si . av-vicina alla sua latenza, cl1e è la gu arigione clinica, ma che si considera, con gioia, dai sofferenti come guarigione defn1j tiva; e) Kegli infermi cui vengono prescritte le ~' ~f-? idrominerali di Chia n ciano in mo1nenti di gr ave flcutezza deL rriaLe, senza r emissioni e miglioramenti, con ittero da occlusione e con febbre alta da sepsi, la cura divien e problematica e piena di responsabilità. ·Gli effetti, ancl1e immediati, sono quindi aleatori quanto mai. N~i primi anni del mio esercizio iprof essionale a Chianciano io ero nettamen te deciso di fronte ... a questi ammalati, per fortuna non num~rosi: toglievo loro quasi ogni speranza di po5sibile 111iglioramento rnediante la cura termale e facevo del mio meglio 1per rinviarli ai loro mediei Cllranti, perch~ seguissero altre vie terapeutiche (sopratutto le chirurgich e) , dalle quali potesse aspP.ttarsi quella guang1one, che era pericol oso illuder si dovesse esser data dalla cura idron1inerale. Cosi facendo avevo la convinzione di ubbidire ai detturni della nostra scienza, ai doveri della mia coscienza e alla ·difesa delle cure terrnali, certo non avvantaggiate da falli1nenti teraprutici. Ma una spiacevole esp erienza . personale ml ha portato ad addolcir e questo 1pnr giustift ~-:ito atteggiamento assolutista: essa è stata rappresentata dal non realizzarsi, a volte, della ~ro­ gnosi. E una pro.g nosi infausta che non "i av vera, è se1npre una conda nna, ingiusta e ferocemènte crudele, del m edico. Infatti alcuni in· ferrni, anche nelle condizioni gravi descrittP., essenòo terrorizzati ·dall' atto operativo e decic:;i a morire, pur di non sottoporvisi, hanno voluto egualmente tentare la cura idr orninerale: r.hbene, in alcuni si ·è operato « il miracolo )) . ed essi, do po un soggiorno semipre lungo, se ne sono torr1ati a casa senza l'i ttero e i dolori (n ei casi di febbre settica ciò non l'ho visto pressochè mai avvenire) lasciando una scìa di di scredito .p er il m edico, che li. .. aveva condannati. Sono casi eccezionali questi, ma sufficientemente numerosi per consigliare la massima oculatezza n el giudicarli a 1p riori. Sì che oggi, pur non mutando le mie convinzioni terapeutiche, frutto dell'esperienza clinica e delle n ozioni anatomoipatologich e, sono *molto più prudente e la• scio, quando vogliono, tentare la cura anche a quegli i11fermi nei quali l 'ittero cronico occlusivo, 1

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XXXII, FASC. 34]

la sepsi, le coliche subentranti con grave der,adimento generale non la giustificano e scifn1tificarr1ente 1a controindicano. Gli effetti. imrr1ediati in questa t erza categoria, sono naturalmente nulli, salvo i casi ecc.ezionalissimi, al di là della prevedibilità clinica razionale, cui 110 accennato. A .p roposito degli effetti imrr1 ed iati d evo ancora aggi11ngere poche 1parole. De.gli eventuali in convenienti proprii dell'Acqua Santa (stipsi, cefalea, ecc.), ho detto. Resta invece, la que.c;tioned elle co l ich e, che si risveglierebbero aLl 'in.izio della cura. Questa è una cred enza e 11na ·p aura degli infer1ni di colelitiasi, ch e si r ecano alle non numerose stazioni di cura appropriate. E. un pregiudizio, che vige quir1di anche a Chianciano; si dice anzi che lo sco1Pipiare di una colica al principio ·della cura è :segno d ell'efficacia dell'acqua. Ho già detto che questo è un pregiudizio : io non 110 visto insorgere le coliche epatichP. all' inizio ··della cura che assai i·aramente e non ho potuto incriminarne l'Acqua altro che quando· essa veniva nei primi giorni assunta senza prescrizione medica, incongruamente, a dose sernpre eccessiva e quindi producente un'indigestion P. Negli altri casi la crisi dolorosa dei pri111j · gior11i P,ra imputabile tper lo più a cambiamento di vita, ai contemporanei errori dietetici, e sopra. tutto agli stra1pazzi fisici, cui si sogliono abbandonare i pazienti appena arrivano nella stazione ter1nale; nonchè, in un discreto numero di cas1, allP. scosse e agli strapazzi del viaggio; tanto è· ver o che molti infermi hanno avuto la crj si di colica a1ppen a arrivati, la notte stessa, ar1cora prirr1a che avessero incominciato ogni ~ura. tPr1non1inera.l.e. ~uanto agli effetti Lontani, « judicium pericolosur11 ». Scrivendo a loro riguardo, dichjaro di te ner 1presenti le note evenienze di remissio11e spontanea e di spontan:€a guarigione definitiva del n1al e. Sta di fatto che la stragrande maggioranza degli infermi, che si curano a ·Chia.nciano, dopo la ~rima stagione 1passano un anno in relativo benessere: solo eccezionalmente 'd OJpo la cura (nei 30-40 giorni success1vi) hanno una o più crisi dolorose, e poi più nulla. Dopo la seco:·1da o terza ~tagjo n e le cric;i cess ano e la malattia entra in latenza, che può durart, sa.l vo eccezionali episodi, anche pe r moltissimi anni. SonYi infermi , come accennavo, che dopo il terzo. qua rto, quinto periodo di cura, la sos.pendono. Essi Si ritengono guariti ed effettiva111e nte non hanno più sofferenze. lVIa molti, dopo aver saltato un anno o due la cura, tornano a Chian· ciano, per chè sono stati di nuovo colpiti dalle1


f:\i\XJ :\XXII, r-·Asc. 34]

SEZIONE PH \TIC..\

manifestazioni della malattia: e co11 la riJpresa della cura regolare ritorna loro il benessere. Di que5ti casi cl1e sono i più probativi circa l'effi. cacia diretta da ascrivere alla cura terma!e, ho raccolto molte decine di storie cliniche. Ur1'assicurazione sull'avvenire data agli amena. lati ·di litiasi è ad ogni modo sempre infondata scientificame11te e praticamente imprudente: io ho regi1strato qualcl1e caso che dopo decenni di cure1 e di benessere, ha avuto sintomi tumultuari acuti e anche gravi di colecistite, di angiocolite, di occlusione coledocale; da richiedere r.ure energiche e r~pide. Però ho avuto la singolare fortuna di non veder mai, fra gli ammalati che ho finora osservati nella mia pratica, eipisodi 1nortali in conseguenza della colelitiasi: l'unica causa di morte è stata la complicazione (o 1a pri1nitività?) ' di un neoplasma. •

IV. Poco mi resta da dire sulle controiridica zioni della cura idrominerale della litiasi biliare, avendo accennato già a quelle che indiscutibilmente sono da accettarsi come tali. La cura ·di Chianciano, e la terapia idromi11eralt in genere, è controindicata tutte le volte in cui la calcolosi epatica si trova in 1p eriodo acuto: di questo sono sintomi i dolori più o rneno conti• nui, le coliche ravvicinate, la febbre abbast~nzu alta e spesso insorgente con brividi, la ritenzion e bilia.re <la angiocolite e da lesione cellulare. ln questi p eriodi la cura termale suole aggravare e peggiorare i sintomi: bisogna attendere. Se il quadro morboso volge verso il peggio, è in genere la terapia chirurgica che s'irn1po11e; se inver.e .va attenu andosi, accennando a tregua e remission e dei sintomi , la cura i.drominerale diverr'\ rpossibile e presumibiJmente efficace. Dei singoli sintomi, che controindicano, se pur non in modo assoluto, la cura di Chianciano, elencherò gerarchicamente: la febbre da infezione delle vie biliari, l'ittero da occlusione caJcolosa, s11btotal e o totale, i dolori permanenti da .p ericolecistite. Condiziorii estrinseche .p recise che si 0tppor1. gono alla cu ra sono: lesioni organicbe ulcerose dellP- vie digerenti, gravi disturbi .della se<'rezio11e gastrica (iperclori·dria), dilatazione gastrica di alto grado, n efrite cronica grave, scompenso car. dio-vascolare, stati gr::i.vi ·di deperimtinto organico. I

V. Si potrà a questo punto domandare qnali son0 i limiti, che si assegnano alla terapia idromi11era le della colelitiasi, o più genericamente quali sono i confl,ni tra La cura medica (di cui la idro1ninerale è uno dei maggiori esponenti) e la curn

ch~rurgica.

Quesito quanto mai difficile a ri solvere eù irto di riserve.

1183

Certo è cl1e i chirurghi, io credo sotpratutto I per la loro cc forma mentis » , sono in maggioran· za assai scettici ·di fronte alla cura medica della litiasi biliare ed ad·diirittura sarcastici quando parlano di quella idrominerale. Non posso addentrami nella discussione di questo argon1ento. Il disaccordo nostro con i chirurghi dipende so1pratutto dalla differente esperienza p ersonale. I chirurglti, ·d a Kehr in poi, operano quasi tutti gli infermi di colelitiasi, ma questi sono sempr~ un esiguo numero di fronte a quelli curati 1nedicaln1e11te. Ciò costituisce la principale causa di errore di valutazione. Ad ogni modo il massimo che il chirurgo poS'sa fare ad un calcoloso è di togliergli la . cistifellea e riJPulirgli l'epatico e il coledoco. In generti dopo di ciò, almeno nei 1primi tenitpi, gl'infermi stanno effettivamente meglio . . 1 ,a questione sarebbe risoluta se il calcolo fosse tutla la calcolosi : ma .p urtro1ppo le cose non sono tanto semplici. Le cause, che portarono a_quel ·de· terminato soggetto a divenir calcoloso, a differenza di un altro, restano. E resta la realtà della rnalattia, con le sue sofferenze. Questi operati n '1'1 tornano più dal chirurgo, ma vanno poi dc=il medico, ed io n e ho visto molte die.cinc ancora so!fere11tj, per lo più con coliche, a volte con febbre ed ittero (specie quando invece della colecistectomia ft1 fatta la cofecistotomia) venirsi a sottoporre a cure mediche, e il .p iù spesso jdro. minerali; quando n on sono stati gli stessi collegh i, che amichevolmente, inviandomeli, li hanno consigliati di fare le cure minerali. Ora ne5suno, spero, vorrà attribuirmi la stupida ideq, dj ritenere ingiustamente o.pera.ti tutti i pazie11ti, cbe \'€ngono trattati chirurgicamente. Ho antecedentemente 1più volte detto che in mo1ti casi l 'u1Lica via ·di cura è la chirurgica; ho accennato a .i nfermi che ho respinto dalle Terme, per consegnarli, nel tempo più utile, al chirurgo. l\tla va ammesso che vi sono Jjmiti fra cura n1edica e chirurgica; e la loro determinazione deve essere obbiettiva, non •subbiettiva. Allora solo non sarà controversa. Credo di poter ripetere quanto al XXIX Congresso nazionale di medicina interna ebbi a dire a ;p roposito dei confini, entro i quali deve do1ninare la eh irurgia della colelitiasi. Il n1alato di c.olelitiasi deve essere 01p erato nelle seguenti circostanze: 1) quando esiste un calcolo incuneato, occludente il coledoco, che non possa essere aStportato cl1e m.ecca11icamente, essendo trascorso il tempo, durante il quale si può aspettare, senza pregi udi:io deil'irif.errno: che si riéllprano spontaneamente le vie biliari;


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PO LICLll\ì ~J

-.1ua ndo esist e un' infezione della cistifellea e d elle vie biliari grave o prolungantesi, con Ti sentimento dello stato generale, jn omaggio al ùetta1ne: ubi pus, ibi evacua; 3) qua11do esistono dolori continui o c'o licbe subentranti, che porti110 all'esaurimento dell'infermo, lo pregiudicano fisicarr1ente e lo avviano al 1norfinismo; 4J q ua11c10 esiste una -.,1cu1·a eredità cancerosa; oJ quando pur non esistendo alcuna delle preeedenti ragio11i, le condizioni sociali ed econ o1nicl1e ùel pazie11te siano tali da obbligarlo alla continuità del lavoro 1per vivere, e gl 'i mpediscano le cure 1r1ediche, sempre fondate in gran ~arte sul riposo e la limitata attività. Circa il momento, n el quale il chirurgo deve intervenire, cnedo impossibile fissare {qualsiasi limite: i1 medico internista, e i1el caso nostro il iuedico idrologo, hanno il dovere di sorvegli are il paziente per no11 co11segnarlo al cl1irurgo quando ì' indebolimento dello stato generale, in un atto operatorio, che è ,p ur sempre grave, esponesse l ' infermo a maggiore, ingiustificato e non giustificabile pericolo di. vita. L'idrope della cistifellea o la vescicola , sclerosata. e rattrappita s ul suo co11tenuto di calcoli, non raJp1presentano indicazi oni operatorie a 5solute, r:uando non dànno altro disturbo o altro sintorr10 clinico all'infuori della loro palpabilità. In ciò la inia esperienza, che mi ha concesso di segu i re per rn olti anni infer1ni con grosso t111n ore vescicolare (tdropico e calcoloso) pal1pabile lj cionondimeno in ottime condizioni di salute, coincide colle vedute dei più moderni autori. ?)

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VI. Quando, tnsiemc alla cura idromineral ' si possono e si devono n1ettere in azione, se occorra, cure coadiuv anb'i, sia , p er rendere più effificaci le cure di a cqua, sia per co1nbattere deter1ninati si11to1ni? E notorio innanzitutto, come i malati delle vie digerenti abbiano bisogno in estate, di temperala re rnoderata1nente fresche, esse11do danneggiati rlal caldo eccessivo. Sotto questo punto di vista la stazione italiana di Chianciano rispon1de pienamente. Come pratiche termali coadiuvanti, ricor.derò senza ulteriormente insisterYi, trattandosi di cosa nota ai cultori della idrologia, i bagni cal,di, 5aturi di acido carbonico. Anche per questi, che stazioni d' oltre .~lp e d evon o fabbricare artificial1nente, Chian ciano è in co11dizione d 'assol uto 1preclominio, .p o ·sedendo una delle più ricche sorgenti 1er1nali · ùi a cido carbonico conosciute, l'Acqua di "' i1 1P ne. Utili in m olti ca si on o le applicazioni cli .tanr111i r tu tte l e altre prati che idroterapiche e di < 111 r•

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XXXII, F.\SC '3.i J

Una speciale parola merita il. problema dell'ali. 11ientazione ne lle stazioni termali, adibite a cura della litiàsi biliare. Mi si permetta una 1piccola eresia: io credo che in questa campagna per u11a rigorosa dietetica si sia alquanto esagerato . Del resto j11 questa affermazione sono in buona cornpagnia; ho còn me l'autorità di Kehr, dei inigliori specialisti tedeschi e del prof. Ascoli, il -quale mi diceva che gl 'italiani invocano con tanta fede e tanto risp ett o la discipli11a alimentare di I<arlsnad solo ... perchè non l'l1anno mai vista. E certo che coloro, i quali « dal natio borgo selvaggio » o 1dall e parchè abitudjni della quotidiana vita famigliare arrivano in una stazione di r.ura per far seguire una cra1pula all'altra, non fanno gl'interessi del loro fegato, e non tardera11110 a sentirne le conseguenze. Del pari è dannoso e ingiu sto somministra.re, nei pasti delle 1pensioni e degli alberghi, ad :itnrna lati di colelitiasi quei cibi che l'esperie11za clinica ha sancito essere indiscutibilmente clannOSi (clii e grassi cotti, uova fritte, cibi conservati, gela ti e simili), cibi dai quali questi an11nalati, se sono c;lisciplinati, si astengono già a.bitualmente. ì\rla g·rirlare, come si fa, allo scandalo e alla disorganizzazione delle terme italiane solo perchè n on vi si segue un regime alin1entare obbliga torio assolutamPnte ospitaliero è ingiustificato, eccessivo, e n on coeren te con quello, che quindi ci gior11i dopo, gli stessi infermi torneranno a n1angiare nelle loro case. Non 110 1paura di es5ere frainteso, perchè .p arlo a colJegl1i di a 1 t...L competenza: di fronte al 1p ubblico tarerei. L'ideale scientifico e (pacifico sarebbe che 11elle pensioni si adottassero liste di vivan.d e adatte all'igiene alimentare de1 colelitiasici, e che a parte come servizio alla carta, venissero serviti 1per ' i coraggiosi , gl 'indisciplinati e i sani, tutti gli • altri comuni ali1nenti. In questo s enso, a1ppoggiato dal [prof. A5co1i, sto tent;;ndo di definitivamente disciplinare la igiene alimentare degl'infermi in cura a Chianciano. Questo poi all'azione coadiuvante dei me .t icinali ' ' eri e 1pro.p ri, non è il caso di parlare: non c' è rriP.dico che possa rinunciare, durante la cura idrominerale, a servirsi di quelli, che posc:;on o essere richiesti da speciali contingenze: così per es. i cal1r1anti nel ca so di coliche epatiche (ricordo ]'associazione morfino-atropinica su cui gi ustarnente insiste i1 prof. Ascoli), così l'urotropina, cosi qualche lassativo, e via djcendo. I

\ ·11. E sono arrivato all'ultimo a>unto della roj3 rapida trattazione clinica: le cure dfJmicili ari con le acque minerali. f: stato con statato, fin rla qua n do l' empirismo


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XXXII,

FASC.

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SEZIONE ?!l \flC.\.

guida va sovrano le cure termali, chP u11'acqua 1ni11erale ha un effeito incom.p arabil1n ente superiore, se bevuta alla sorgente, di quello che può av.Pre se viene assorbita a distanza, dopo un periodo 1p·iù o meno lungo di imbottigljamento e <li "Onservazione. L'acqua mi11erale infetta con l'imbottigliamento m oclific a IJarzialme11te la sua struttura fisico-chi1nica, ,p erde molte delle sue cariche elettriche, diminuisce sopratutto i gas rari, che sono appen:i ponderabili, ma ai quali si ascrive modernarnente la 1nassima importanza terapeutica. .i.\ C.h ianciano, stian10 adottando sjRten1i d'i1n-

boltigliamento e di conservazione che alterjno 11 111cno possibile Ja composizione dell'acqua, r eal izzanclo un vantaggio .p er le cure. ~Ja pur dopo quanto ho detto, sarebbe illazione eccessiva togliere o ridurre trop1po l'efficacia delle acque rr1inerali, e nella fattispecie dell'Acqua Santa, quando vengono bevute a domjcilio. JJ' effetto tera1p eutico, se pur rjdotto, rin1ane evidentissimo. Io l'ho costatato serr1pre, nella mia lu11ga ~spe­ rie11za. D'altronde non sono numerabili gli a1nrr1alati che vengono 3. curarsi a Chianciano solo perch-è avevano ottent1to un chiaro benefici() dal. l'u~o dell'A.cqua Santa, bevuta in bottiglie, djetro prescrizione del loro rnedico. Quindi l' ut1 lità d elle cure domiciliari è incontestabile: deve soltanto rsser valutata giustamente. E Je cure domiciliari sono indispensabili, ir1 nuu1erose circostanze, 1per gli stessi arr1malat i che

hanno fatto la cura estiva alle fonti; si osc:erva infatti n1edj a11te le cure a dorriicilio, una stabiLizz;tzione ed 1 1n prolungamento dei beneftcj avuti alla sorgente (.Ascoli). Una {let1cie11za, più che altro tradizionale, anehe delle nostre Terme, è di esser e aperte solo una parte dell'anno. I fattori, che a qu esto ha11no 1portdto sono d'indole varia, e sopratutto conuessi col ritmo della vita sociale e con le occupazioni i11vernali ed estive degli uomini, che lavorano . ' Ma non è giusto che nell'inverno sia impPdito di fare le cure termali. I.e sto zioni 1più in vista devono i11corninciare ad attrezzarsi completamente e serjamente, per accoglif.rf' !nferrni ancl1e durante i mesi invernali. Per ora prepararsi ed attrezzarsi, sia pure in linea ridotta, 1p er piccolo con corso di pubblico. Ne l cor. so ctegl1 anr1i si formerà la coscienza di una ripartizionE· più equa delle cure, e chi soffre troverà sempre q-qindici giorni 1per andare a cul'arsi, spe:2ie sceglie11do quei periodi festivi (Natale, Caipodanno, Carneva le, Pasqua), nei quali la più o meno lunga interruzione del lavoro collettivo, per-

1netterebbe di spendere, co11 rninor danno, 1 proprio ternpo per salvaguardare il sum.m1Lm ·m zt: 11.us: la salute. 1 •

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terza parte, un ultimo r.on1piquello di interpretare il meccan:i-

Ed ora, in questa

to rest€~rebbe: sn10, con cui agiscono n ei colelitiasici le cure irlro1nin erali jn genere, € quelle di Chianciano in is1p~cie.

Quand'anche avessi l'illusione di possec}ere coltura e competenza sufficienti per. affrontal'e quest'arduo ten1a, io avrei logicamente ora bisogno òi riportarmi amipiamente .da un lato a1la patolo. gia, clinica e sperimentale, della colelitiasj e dalJ'n.ltro <li fissare t1na lunga serie di capisaldi generali P speciali di biologia, di idrologia, di chi1nica e di ftsico-ch1m ica. L ' iJ luslte P residente, e ben a ragione, mi tog·lierebbe nl1ora la parola. Non rni resta qui11di r:te accennnre allo stato attuale della questione ·p er ...01n111issimi c8'pi. L. 'innato b1 sogno .di co11oscere le cause rtell(l co-

se, che fa. degli uorni11i gli osservatori e gli scienziati. ha in ogni tempo SOSfP·i114:0 una falanP-e di erucLiti a cer car di spiegare perchè si formano e. comt: si f ormano i calcoli biliari; qu esto è il pnnto fondamentale da cui do vrebbe ora pal·tirc lù 110str3 inclagine, iper cercare di trovar.e, conos<·cndo le cause, j m ez~i atti a neutralizzarli nel 1oro prirno effetto e nelle secondarie conseguenze. .:")

Pur facendo astrazione dalle osservazjoni della patologia a nti ca, non perchè t11tti i ,d ati che 0" :a raccolse siano eta buttare (e a tal uopo ba$ti l'accenno ai con cetti, oggi sotto altra veste ris0rgent i, dellu patologia. urnorale) v'è una serie di fe .. non1eni tutti egual1ncnte r eali ed esistenti, che, presi ·P iù o meno singolarrnente, sono venuti fl. for1r1are ciascuno la hase di t1na delle molteplici teorie moderne sulla litogenesi biliare. La teoria dell'infezione e della stasi, ammessa dalla scuola di Naunyn , la teoria anatomica .ai Aschoff e Bac1nei ster , le idee umorali di Cha11ffard €d a Ui evi, Je 11ltime r icerche sulle funzioni n euro1notrici escr ~ tori e di Schmiedens, le esiperienze dei fl5icochirnici, pur tanto differenti fra loro stesse corne per es. nel concetto df\lla pr.ecipitazione a gocce di Schade e delle preci~itazj oni ritmiche dri sisterni colloidali di Li esega11g. 1

Ciascuno di questi autori (anzi ciascuno di questi gruppi di osservatori, notevoli tutti e singolarn1el1te per numero di indagini e di controlli nonchè p er autorità di nomi) parte, com'è logico, per fondare la sua teoria, da fatti realmente JS-

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servati. E i fatti, al contrario delle interpretazioni, so no real tà. Orbene, se tutti i singoli fattj f onda1nenta1i so. no re ali e ~1eri, perchè n on d oma11darci se l'attual e d isaccor.do sulla genesi dei calcoli bjliari non di penda da una ingiustificata unilateralità di spiegazioni patogenetiche, ·per Io più tenacem ente difese a solo sco:p o scolastico? Ogni giorno l'esperienza ci 1nsegna quanto ·s,ian o fallaci i concetti monoteistici e semplicistici n ell 'i nterpretazione dei fenomeni della vita. Allora forse le apparenti disparità di idee si appianer ebbero q uando i fatti, quali sono e li ha accertoti l' osser vazion e fossero con sider a ti, non singolar1n ente, ma come tanti 1r1om en ti causali , s1Lccessivi o concomitanti, che non si escludono, m a possono coesistere nella determinazione etio1ogi r a della malattia: .I n realtà costituzione ed ipercolesterinemia, st3Si ed infezione, catarro litogeno e paralisi 1r1otoria dellP vie biliari , modificazioni f erm entative e precipitazioni fisico-chimiche sono per davvero cosi difficilmente intravedibili in connessio1t1:1 causale o di con comitanza (forse anche indisipensabile) per portare alle genesi del calcolo e quin di alle spiegazioni della malattia? Qu esto 11on è eclettismo neutralista o incom petente: è riconosci1nento del vero, senza .p regiudizi e sen za ord in e di difendere posizioni scolastiche: è la verit à 1

obbiettiva.

Mi fermo \su lla soglia dell'ar gomen tazione, perchè n on siamo qui p er snocciolare teorie. f: giusto quindi con cludere che la C\tlcolosi biliare ha dunque 1p er basi etiol ogiche molteplici f enom.en?, ch e 1sono 1per loro stessi bene con osciuti e che, per quanto ancora mal coll€gati fra loro , forniscon o un a abbastanza ch iara idea del-. la m al attia e del s uo successivo evolversi. Veniamo ora alle acque m in er a li. Qui le cose sono più facili ad esaminarsi. L'azion e d elle acqu e è .sottoposta, in larga 111i sura, a l eggi fisiche, chimiche, e fisico-chimiche, che la i n dagin e moderna ha abbastanza sufficientem ente svelate e scientificam ente fissate. Voi le conoscete e non mi indugerò a rievocarle. Se non ci fosse l' inconosciuto f attore « vita » sarebbe facil e iportare .queste leggi a spiegare quei f€n omeni; rna noi 11on pensiamo nernn1eno lontanamente a questo trasporto; la vescicola biliare del vivente n on è il bicchier e d el laboratorio. P erò, poi che ogni indagine deve essere gui.data da un presupposto da mettere al cimen to dell'csperimentazione e della critica, noi possiamo con1inc iare col ravvicinare i due sudd etti camipi di studio - l'organico vivente e il minerale })er cerc(1re di intraY''ed ere da quali delle comu-

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ni leggi generali, cui non si può sottrarre, qua· l u11que essa sia, la materia, essi siano governati :

e q11indi trovare i primi ponti di collegamento. P a rtia1no dunque dal le nozioni semplicissime, 1na certe, di chimica e fisico-chimica. Sta di fatto che la bile è un compl_esso organico co lloide, il quale, pure attraverso le incognite della materia vivente, deve in un cer to senso, sottostare ~1l e leggi fisse ·della chimica e .d ella fisi co-chimicn. Da ìl'altr o la.to sta l'acqua minerale, che è precipuamente soluzione di elettroliti. Ota ap plichiamo la sintesi di Schade: « la sorte di un colloide .sta sempre in mano ad un elettro] i to », ed a vr em o almen o la via aiperta per l o studjo avvenire. Sono oss€r vazioni corr enti 1p er chi si occupa <1 i fisico-chimica, la gelificazione, la solidificazione. la precipitazione d i imponenti masse di coll oidi per tracce .di elettroliti e tutti conosciamo le leggi della funzione 1protettiva (Schutzwirl{ung) ver so alcuni colloljdi di altri colloidi o di determinati • elettroliti. Queste funzion i protettive erano, seppur con • altro concetto, già da tempo m esse in evidenza iper la bile; la colesterina sarebbe, s econdo ricerche tutt'altro che recenti, tenuta in soluzione e difes~ dai sali biliari: i grassi della bile liberandosi p orterebber o a preciJpitazione altre !Sostanze e così d i segnito. Su questa stessa via sbocca ora l'indagine più mo.derna 1per l'interpretazione dell'azione delle acque ininerali nella colelitiasi. A~ cun1 dati di fatto sono già scientifiramente acquisiti e riguardano fenomenj che precedono o B.ccom;p ag11ano la litogen esi biliare. Vediamo infatti quello che accade per l'aumentata secrezione di muco. ·P rescinden do dalla cauis a diretta che la produce (e che ra1ppresenta, in ogni caso, il fattore etiologico), io credo che l'aumento del muco nella bile sia la prima manifestazior1e, e u na delle essenziali condizioni efficienti, che porterà alla precipitazione litogenetica. La mucina infatti è un colloide squisitamente elettronegativo; la sua presenza turberà l'equilibrio elettrico d el colloide biliar e e .lo ren derà in parte precipitabile. Su questo primordiale di sturbo di secrezione mu~osa, che costituisC€ clinicam ente ed anatomopatologicamente il ben conosciuto fenomeno del catarro delle vie biliari, può agire 1' acqua 1ni nerale? La esperienza clinica ha già risiposto aff er1nativamente. Oggi noi possiamo, idrologica.m ente, pensare che su questa se~rezione mucosa si esplichi effettivamente, e forse primitivanu~nte, l'azion e d ell'acqua minerale: è una azione antionchica 11 el senso di Schade, che è d iversa da /

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SEZIONE PttATICA

quel1a astringente o cau·s tica, ed è la vera azione anticatarrale, 1per indicarla appunto con il no1ne corrente. In egual 1nodo potremmo prendere in esame ed interpretare le modificazioni chimiche derivanti alla bile vescicolare dallo sfaLdamento epiteliale, dalJ(l trasudaz~oni vescicolari parietali, dal metabolis1no batterico, dalla liberazione di grassi e lipoidi p er disfacim ento leucocitario, onde derivano al cornple~o colloide biliare modificazioni qualitative dovute all'assorbimento di deterrninati el€menti, a concentrazione di altre sostanze, ecc., ecc. Tutto ciò porta in breve tempo a nuove condizioni dei colloidi biliari fra loro, nonchè all'aggiunta ad essi di cristalloi·di, derivanti sopratutto dal sa11gue. Donde la instabilità de11a soluzione normale biliare e la possibilità di 1p·r eci1pitazione di parti solide. Ecco dunque il presupposto di studio, cui accennavo: stabilire tutte le taippe di queste modifica. zioni e vedere com e esse possano essere corrette dall'arrivo dell'acqua mi11erale, con la sua ricca composizione salina, con la sua abbondanza di elettroliti carichi positivamente e negati va1nenta ed attivisismi, con la .p resenza di ioni ad azione ormonica (ricordiamo le moderne esperienze surl'azion.e del calcio e del magnesio paragonabilP. all'azione d ell'adrenalina e della pilocarpina ~ . ln tal guisa l'acqua minerale esplica una serie già i1ttràvedibile di azioni correttive: essa sti1nola gli irn1Portanti 11ervi motori d-el1 e vie bilinrj, inodifica la secrezione d ella cellu la epatica od evita i ristagni e quindi ripristina la costituzione fisico. chimica de~la bile secreta, agisce in senso antionchico sulla muco·sa della colicisti e dei dotti ed evita l'eccesso di muco, di cui vedemmo l'azione, apporta gli elettroliti protettivi o mantiene in c;oluz1one gli « schutzwirkende Kolloide » necessari per impedire le precipitazioni , ecc. Questo complesso di azione, non si può attribuire, io credo, a qu esto o a quell'ele1nento presente nell'acqua minerale; il 1più importante _ipro, gresso nell'applicazione della fisico.chimica moderna alla biologia .sta nella conoscenza ·dell'azione biologica non già di un singo lo colloide o el.ettrolito ma dei gruppi di equilibrio o di sinergia. Così è di1nostrato che l'azione antionchica vie-

n e sviluppata dal grup·p o Na, K., (Ca + .Mg) 'n ell.e proporzioni di 100 :2 :2. Analogamente gli studi di Loeb sullo sviJup1po delle uova del Fundulus, che normalmente vivono nell'acqua del rr1are, ha11no messo in evide11za che dette uova possono sviluppar$i anche nell'acqua distillata, ma muoiono in una soluzione pura ·di cloruro di sodio (che pure è il componente essenziale dell'àciqua mari-

na) e da questa morte le salva una traccia di calcio o d i ferro o di magnesio. Queste con cezioni personali tanto sulla genesi della colelitiasi quanto sulla azio.n e delle acque ' minerali devo, per necessità di luogo e di tempo, limitare all'enunciato sintetico: ma esse ·sono abbastanza chiare, io credo, p erchè 1p ossano essere giudicate. ' Ora tornan do a noi, qt1ali sono i componénti, quali complessi el€ttrolitici che agiscono nel· l'Acqua Santa? Non m'è possibile dirlo oggi. Verosimilmente la sua azione deve risiedere n ell'equilibrio fra gli elementi ipredominanti: calcio, magnesio, sodio e solfo; certo è che un ben determinato gruppo chimico di equilibrio esiste nell'Acqua Santa ed è quello che le conferisce individualità ed è qu13llo fors e che spiega la ~pecifi,cità della sua azione nelle o.Iterazioni (cause oci effetti) della colelitiasi. In tale azione entrano anche i gas rari disciolti, verso i quali oggi ansiosam ente, e con giustificato motivo si indirizzano le ricerche mo~ derne, intravvedendo una loro azione forse t=i.nto più importante quanto 1ninore ne è la dose 1p.resente. Con queste i1ostre i.clee direttive, quale ho brevr.mente adombrate, noi intra1prender emo degli studi sul 111cccanismo d'azione delle cure i<lrominern.li in parola . Per i quali studi, senza eccessivi entusiasI11i, si può dire di possedere u11a 1PO·s1tiva linea di gui-da e di avere acquisito già alcuni ristlltati, che non sono più affermazioni vaghe, generiche, poetiche. Infatti fino a ieri clinici ed idrolog.i avr.vano, disorientati, cercato di 51piegare l'azione .d elle acque. I filosofi l'avevano avYolta nel misticis1no. I chimici risposero alle domande dando le tabelle dei componenti minerali : ma il chimico puro è l'anato1no-patologo d ell'acqua minerale: esso dà la sezione del cadavere. Chiedere ad esso di oiù io dico (am1pliando un con cetto di Gasperini) che equivarrebbe a voler dedurre dai r-isultati dP.1l'analisi chimica di un cervel1o umano, una volta conosciutene le percentuali di fosforo e di potas.;io e di azoto, ecc., che esso contiene, se detto cervello aipparteneva ad un genio o ad un idiota. Noi. dobbiamo dunque adire le nuove vie del vero, restan·d o sul saldo terreno dei fatti, alrneno del . vero dì oggi. Poi chè non possiamo dimenticare quanto seri veva Vittorio Ascoli, che « l'incognito scientifico si sposta, si allontana, e l'intima sua essenza sfugge •se1npre all'analisi » . E dalla non lontana Pisa, Ga1ileo ancora am1nonisce: « vana fatica, inutile im•p resa, tr:>ntare le f,ssenze )) .

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LEZ .I ONI. L'ipertensione arteriosa. (W. D. REID. B oston, med. and Sttrg. Journa~. 7 rr1aggio 1925).

In constderazione del notevole numero delle perso11e che ne sono affette, della frequente as5ociazi onc di con1plicazioni cardiache, renali .e cerei::>r'311, della morte precoce, l'argomento della iportf'11s i one arteriosa è giu stamente classificatn come t1no dei 1pii1 importanti problemi della P.!fdi·cina; la stessa classe medica lo r) conosce e lo dimostra co11 il gran nu1r1ero di pubblicazioni su tale tema. Molti studi sono stati fatti _in ,p assato e conti11uati al presente, molti laboratori si sono occupati della questio11e, ina dobbiamo confessar e clJP fino ad ora l' accordo 11on è raggiunto per quanto rigt1arda l 'esatta i1atura delJ e condizioni che proYocano lo stato di pressione elevata. Discuteremo qui alcuni aspetti del problema, avanzando alcuni con cetti cl1e speriamo possano essete utili ai 1nedici i quali d ebbon6 curare pazienti pon al.J11orn~ e eJeva111 e11to clella 1pressione. Q11nnclo, in u11 paziente si risconttn. t1n:i press1011 e pel'siste11temente elevata, si può trattare di tre gruppi di con·d izi o11i. Uno di essi - l'iperterisio1ie v ascolare cron.ica - sembra abbastanza di· iStinto ed ò stato d escritto con vari n omi (jpertens: 011e e senziale, o primaria, ipenpiesj di Alb11tt, 1 llo 1atti a cardioYascol ar e cronica, arterio ;L: erosi, Ecc. ) . La secon~n. for1na - l 'ipertensione cronica co n dialJ ete - differisce dalla pri1na soltanto per il dis turbo nel metabolismo degli idrati di carbo11 io. Il terzo ti110 è sufftcie11temente di sti\1to l ' ip ert ensione cron.i cn co11 nefrite - e corris,poucle alla i1efrite interstiziale cronica ed alla malattia cardioYa colare. E ' a ssolutamente n ecessario scindere qt1esti gruppi dall'arteriosclerosi cl1e si tro' 'a di 5olito nei vecchi e che è a ssociata ad a ltri ca111bia1r1e11ti senili ecl i.n cui l 'el eYamento della pression e non è caratteristico, ì\'el pa sato l 'ip crte11sionc arteriosa ' 'enne attribuita all ' arteriosclero~ i od ' alla n efrite o ad e11tra 1nbe. Ora, la 1pre~s i o11e sanguig11a cronica111e11 1e eleYata può aYersi 1Prima della cornparsa delle n1olliftcazio11i arterioscleroticl1e, co111e è co1nproYato dai r isultati di autopsia. D' altra parte tu tte le i)er 011e di 60 e più anni di età so no pratican1cnte affrtte da arterioscl ero i senza che n ella 11tt1g-gior })arte di es e i a bbia ipertensio11e. E' 110 ~.._ ibilc p0rò che i1)erten 5io11 e fld nr teriosclcrosi ~ 1 a n o ctoYute alla tes_a cau sa rp ri1na, ed è proYalo chr l'ipertensione può <l i p er sè portar ~ l.e. . ion i a nn to1ni chc ,·a scolari.

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:\X X l 1, F.\ ~r.

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La presenza di nefrite in pazienti morti 1p er ipertensione aveva .p ortato a ritenere che le lesioni r enali fossero la causa dell' ipertension e. ' ' i è però sproporzione fra l'estensione delle modificazioni anatomiche renali ed il grado di iperte11sione, rnentre vi 1sono stu di che ·dimostrano come la funzione renale sia 1poco o punto diminuita in p ersone alfette da ipertensione; dalle autQpsie risulta che in tali casi le alterazioni sono di i1atura sclerotica nei grossi vasi e 11on estese salvo nei casi di lunga durata. Le lesioni renali sarebb ero consecutiv_e 1piuttosto che precedenti all'au1nento d ella pressione sanguigna; che quest o p oi non possa essere prodotto dall e lesioni renali, lo di1r1ostrano le es.perienze di Anderso11, s.econ io cui l 'asportazione del 70 1prer cento del tessuto r enale in conigli non porta ipertensione anch e ' quando 11a 1per conseguenza l 'insufficienza renale · ' se ne )nf.erisce quindt .che l'atrofia del tessuto renale nella glomerulo-nefnite cronica no11 è la ca usa della concomitantr ~pertensione. Fra ìe altre teorie che vorrebbero spiegare la ge11esi d ell'ipertensione ·sono le seguenti: 1) l' eccesso di proteine nella dieta. Recenti ricerche dimostra110 che questa non 1può essere la causa. Anehe le stati·s.tiche dt=>l <e Life Extension Institute >> son o contrarie a questa teoria, .p oichè si è trovA lo i I 16 per cento di i11dividui a dieta altamente prot eica n el gru1)PO della ipertensione ed il 29 per cento in quelli a pressione normale. Analogl1e osservazioni si possono fare 1p er il tabacco (30 per cento riel primo gruppo, 37 per ce11to nel secondo); 2) 11. metabolismo del cl oruro d1. sodio. Non Yi F! p erò ness1111 fatto sperimental e nè clinico cl1e dimostri che il cloruro d i sodio aumenti la pression8 sanguigna; 3) le tossine circolanti, teoria r h·e l\1osrl1owitz ba dimostrato insufficie11te ; 4' qualche proclotto del nietabolismo, cl1e si trovi ln ecc8sso o ·sia trattenuto da imperfetta elimi11azione; l a gua11idina 11a di fatto un effetto tensi,·o e la tiramina (deriYante dalla tirosina) produce, corne l'ep111efrina, uno spa5mo vas ~olare co11 aun1ento di 1p ress ione; 5) l'eredità è un fat· tore discusso tanto 1più che probabilmente la ra· gio11e p er cui l ' ip.ertensione si man i festa in cPrte farniglie va ricer cata nel fatto che gli indivjdui si tro \·ano nelle stesse condizioni a1nbie11tali; 6) la raz:a . Praticam e11te, s i osserva che la pressi onr san guigna s i mantiene allo stesso livello i1elle d1 Yer .:e razze quando si tro\rano n elle stesste condizion i: 7) Un'osserYazione importante è quella che n ell'anam11esi di molti pazienti con iperten sior1e i trova che in gioventù essi 11anno sofferto d i c:uor e irl'itabile, di sindrorn e da 5forzo; .\ lva cez parla della cianosi delle ina11i come


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di un segno della diatesi ipertensiva. Ora accade che questi individui rifuggono natnralme11te dai la,·ori fisici e si dedicano quindi a lavori mentali , ciò cl1e costituisce una condizione per lo sviluppo dell 'iperte11sion e. ,

trova già in condizio11e di ipersensibilità. Oltre che con la dieta difetto sa, le deficienze nel metab oli ~mo del calcio possono stare in raipiporto con le ghiandole endocrine, jl timo, le paratiroidi, le ovaie; questo punto però è tuttora oscuro. In connessione ed i11 appoggio di questa teoria, sta il fatto che il conten uto del calcio n el sangue degli ipertési è stato trovato minore di q uello dei normali. In questi, il calcio si trova in qua11tità di 10.8-12 mg. 1p1er 100 eme. di sangue negli individui sotto i 40 anni e di mg. 10.65-11.5 so1p ra tale età; negli ipertesi si han110 invece 9.5-11 mg. 1per 100 eme. di sa11gue. Una comprova de11a teoria sarebbe data dai buoni risultati ottenuti da Addison nell'ipertensione con la somministrazio· i1e di cloruro di calcio nell'ipertensione, in ragione di 10-11 g rammi al giorno. I

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SEZI ONE P RATI CA

I l 1proble1l1a dell'ipertensione va considerato so·p rattutto dal punto di vista fisiologico anzicl1è da quello dell'o.11ato1nia 1patologica, in quanto ,c he 11on vi sono modificazioni anatomiche nell'iperte11sione IJUra. Il meccanismo cardiovascolare è regolato <la ce11tri nervosi che risiedono nel midollo allungato ed 11anno vasti ra.pporti con tutto ì'organis1r10 i1on escluso il cuore stesso. Le risposte di tale siste1na sono guidate da due n1eccan ismi antago11istici, l'uno cardioinibitor e che preYiene u11 eccessivo lavoro del cuore e dà alla sua muscolatura il tempo necessario per la ripara z1one 1netabolica,; l'altro cardioaccel eratore che tende a ma11ten.ere la pressione sanguigna a.d un determinato li vello. Ora, la pressione sanguigna è sipesso 1 jnstabile nell'ipertensione ed il suo livello 1può essere elevato in unu delle due fasi sistolica o diastolica od in entré.'lmbe. Ciò indica che l 'aumento della pressione sta sotto l'influ€nza di due fattori, la yasocostrizione (provocata dal sistema nervoso centrale e l'au1nento dell' azione cardiaca. Quest'ultimo aumenta anzitutto la pressione sistolica e solo in n1i11i1na parte la diastolica, mentre quando entra1nbe sono aumentate, si deve pensar.e all'intervento dei due fattori. Nell'ipertensione si avrebbe a cl1e fare con una condizione in cui è disturbato il controllo nervoso della pressione sanguigna, sia nel senso di una stimolazione del simpatico, sia in quello della diminuzione dell'influenza inibitoria del vago oppure in entrambi i modi. In altre parole, la ipertensione sarebbe l'espressione di. un'attività abnor1ne del vago o d el simpatico o di entrambi. Occorre però troYare la causa per c11i si 11a tale anorrnalità e noi dobbiamo ricercarla in qualche fattore che agisca per un lungo periodo, cl1e si eserciti su persone di tipi e di razze 1iverse e che esplichi la sua a.zione sul vago come sul sim'Patico. Tale fattore noi troviamo in una dieta errata, specialmente deficie11te in calcio. La riduzione del calcio n ell'orga11ismo abolisce od attenua l'influenza. inibitoria del vago, 5icchè !1 simpatico può più o meno liberamente esercitare la sua. influenza. Vi sono poi sostanze, c ome la guanidina ed i suoi cornposti, che 1possono a loro Yolta 1provocare un innalzamento di pressione esercitando la loro azione sul simpatico cl1e si •

Può darsi che il calcio non sia l'unica sostanza di cui la defici enza porta ad un aumento nella pressione sanguigna. Forse esso è un ese1npi0 rneglio conosciu to e più investigato dell'im portanza della composizione doei liquidi tessulari, impor tanza che è anche dimostrata dalla su scetti))ilit<'l ·di alc11ni individ11i a certe sostanze come la morfina, le f ragole, i molluschi. ,certamente altri studi sono necessari per com1pletare il qu adro dell'~pertensione arteriosa e per dare utili conoscenze, non solo per la 1profilassi ed il trattamento dell'ip er tensione, rria anche per jl C?ontr ollo dei prodotti del metabolismo in casi di i per:. tensione arteriosa avanzata. Ma intanto è soprattutto necessario far rilevare come sia da ritener5i assodata l'importan za cl1e la deficienza del calcio 11ella dieta comune dei popoli civili odierni ha 11e1la genesi dell'iperte11sione. F ILIPPTNJ .

Importantissima pubblicazione: Dott. ENR ICO TRENTI

Assistente n ella .R. Clinica Medica. d i Roma

Il Granuloma Maligno (Morbo di Hodgkin) Prefazione del Prof . VITTORIO ASCOLI

Un volume i n So di 176 pagine nitid amente sta~pato, con 18 fig ure e 9 t 0ibelle te rmome~ri che in t_avole fuori testo. Prezzo L. 18. - Per i n ostri abbono.ti sol e L. 16,50 f ra nl'o di porto.

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IL POLICLINICO

SUNTI E RASSEGNE. VIE URINARIE. Un caso di ectopia della vescica operato secondo Makkas. (V ALLER.

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z. f.

Ch.

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1924, 1841) .

Un fanciullo ·di 6 anni, con ectopia della vescica, epispadia e bacino aperto, non trattato preciedentemente, fu operato il 20 dicembre 1922. I.aparotomia m ediana, esclusione completa del cieco con impianto dell'jJeo al colon in vicinanza del moncone, e ap1p endicostomia all'estr emo inferiore della ferita laparotomi·ca chiu sa a tre piani. Si lasciarono passare 2 m esi fra .questo primo interven to e il secondo ; e n el frattempo jl cieco così adattato a nuova vescica fu lavato attivam ente p er m ezzo di catetere introdotto d::ill'appendice e an che pr ovato alla sua nuova .funzione versandovi .e lasciandovi ripetutam ente per alcun e ore ogni volta, l'urina raccolta dal malato stesso. Inizialmente, la futura vescica aveva Ja capacità di 100 eme. Il 21 febbraio 1923 il trigono vescicale con gli ureteri normali fu impiantato nella tenia libera die1 cieco escluso . L'appendice con la s11a estremità aperta fu suturata. n ello spessore della parete addominale verso sinistra. Peritoneo e fascia furono chiusi con sutura e la primitiva sede della vescica fu trattata per &econda. La guarigione decorse indisturbata, eccetto che p er la suppurazione di un punto in vi cinanza del moncone del1' appendice. 1Da .p rincipio si lasciò il catete1 e a permanenza. Il 6 marzo la capacità della nuova vescica era già di 250 em e. ,Per giudicare qu ale p otere assorbente esplicasse il cieco in r elazinne ai prodotti tossici dell'urina, si volle provare sé Vi venisse assorbita una ·soluzion e di glucosio; 200 em e. di detta soluzion e al tasso del 10 °b non produ ssero aumento del valore ·glicemico. Otto mesi dopo l'operazion e si p otè stabilire che il fancil1llo era contin-ente in modo assoluto , sia di giorno che di notte. Non prendeva disinfettanti , non era sottop osto a lavaggi vescicali. A casa si cateterizzava da sè, di giorn o ogni 3 or e, di notte ogni 4. Egli e i suoi genitori P.1'ano n1olto contenti di questo stato. .i\ d ogni cateterismo si ricavan o circa 150 eme. L'l1rina e l'eliminazion e giorn aliera era di più che 1 litro. Una notte rimase 10 ore senza svegliarsi e ~en za aver perduto una sola goccia d' urina. .~l risve· glio ebbe nausea. In vescica eran o contenuti 500 em e. c.l' uri11<L Di solito, )' urina era torbi<la per prese11 za di 1nuco, e aYeva reazione debolmente acida ') tlcbol111ente alcalina. Debolmente positiva era la rPaz io11e del l'albumina e nel sedimertn si 1

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trovavélno leucociti e batterii. La chiusura della nuova vescica era data dalla valvola di Gerlach. Il ' 'uotamento mediante catetere era completo, e - per un riempimento che comportasse circa 100 crnc. - avveniva con pressionie di uria co· lonna d'acqua di 36 cm. Secondo l' A., i vantaggi offerti da tale opera. zion e, di sottrarre completamente l' urina alla promiscuità con le feci, e di pesare e di saggiare il comportamento della nuova vescica al contatto urinoso, ipercompensano il danno dell'use, ' abituale del catetere. B.

Distruzione col radium dei cancri• della vescica. (BARRINGER. Th_ e Journal of Urology,

vol. XIII, nu-

mero 2). Criede indicato il radium nei tumori maligni papillari a larga base, dur i ch e r ecidivano "-Ubito dopo la folgorazione, o dei quali l'esame istologi co dimostra ati.p ia dell' epitelio e sviluptl)o infiltrativo. E anche nei tumori pjatti, ulcerati , che infiltrano la p ar ete viscicale. Ecco la statistica riportata: epiteliomi 1Papillari 23 casi, 15 di essi ,g·uariti da 1più di 2 anni; in 4 di qu-esti. 15 casi m ancò la prova istologica di malignità., la diagnosi fu fatta in base ai r81Perti clin ici. Dei 15, 13 inter essavano il collo o il trigono. In 12 casi applicò il radium col cistoscopio, in 3 attraverso una epicistotomia. Epiteliomi infiltrati 61 casi, guariti 18: 16 di questi interessavano il trigono o il collo. In 6 casi era stato applicato il radium per le vie naturali, in 12 previa cistotornia, 8 sono guariti da 1 a 3 anni, 10 da 1p1iù di 3 anni . In tutti i casi nei quali il tumore era limitato alla vescica, an cl1e se molto esteso ha t1sato qua5i sempr e tubi di emanazione. Ha notatn che gli eip~tel iomi a tipo Malpighiano cl1e clini camente n on si possono distinguere dagli altri epiteliomi infiltrati son o specialmente r esistenti al radium: di 3 casi uno solo è guarito. In caso di epitelioma ,paipillare quando esegue l 'impia11to degli aghi col cistoscopio, usa prima tagliar e con l' an sa la !Parte siporgente del tumore per ricon oscern e meglio la base. I casi pili sfavor~voli furono quielli nei quali il tumor e com e si poteva sentire con la palpazione infiltrava largamente la sottomucosa; però anche in questa categor ia 11a potl1to avere qualche successo u san do tubi di emanazione di radium di 0.6-0. 7 millicuries. Il trigono e il collo non soipportano i tubi di ernanaz ione. E meglio in questi casi impiantare degli aghi di r adium elPrnent. Ogni centimetro quadrato richiede un dosaggio di 100 rnilli curies--ora. L'A. ricorda come sia stato frequenteme11te os-


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servato che un 'infezione streptococcica possa inibire l'azione del radium; no11 ha però st11dia~o la batteriologia delle infezioni vescicali dei tumori da lui tràttati. Ricorda pure come \'enga rallentata l'azio'tle del radium in pazienti aventi un tasso ·di emoglobina scarso. Consiglia in tali casi le trasfusioni. Ricorda inoltre i cattivi risultati cbe si 11anr10 con la Rontgenteraipia. M. :\SCOLI.

INFEZIONI.

Sulla tularemia. (E.

FRANClS.

Jour . .4. l\-1. A., 25

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SEZIONE PRATICA

~prile

1925).

Ce ne siamo già altre volte occu.p ati. B una setticemia gravissima dov11ta a.I B. tula.ren se . che co]Jpisce specialmente i conigli, ma può essere trasmessa all'uomo dalla puntura di insetti o zecche, o dal contatto col sangue o cogli o.rgani · di un roditore infetto (uomini di mercato, cuochi, cacciatori, addetti a laboratori). f' l'unica malattia dell'uomo, scoperta, e completamente studi.a ta, dai soli americani. Mac Cog nel 1917 descrisse un'epidemia degli scoiattoli della contea ·di Tulare, in .California, e, insieme con Chapin,. ne scoperse il bacillo, che denominò )3acterium Tularense. Trovò anticorpi per detto bacillo in alcuni uomini del suo Jaboratorio che avevano sofferto disturbi. E. Francis nel 1920 jsolò il B. tularense in vari casi di febbre dell'Utah, malattia comune in questo Stato, che co1pisce uomini e conigli, e dovuta alla puntura della Chrysops discalis; diede il norne di tularemia al morbo. •Già negli anni ip recedenti era stata descritta una congiuntivite da B. tularense. J. Thompson, in Washington, nel 1921 riconobbe che la malattia, frequente, negli uomini di mercato, da essi detta febbre dei conigli, era dovuta a1 B. tularense. H. Lam•b nel 1923 descrisse un tipo glandolare di febbre da zecche, senza eruzioni, dovute al B. tularense: questo fu trovato nel Dermacentor andfrsoni , e in altre zecche. P€r quanto ora si sa la tular emia è confinata negli Stati Uniti. L' A. riporta brevemente tutti i 49 casi finora descritti. Distingu e due ti,p i clinici: un ti·p o glandolare e un tipo tifoide. Il tipo glandolare ha un'incubazione da 2 a 9 gior:ni, l 'inizio è improvviso, con cefale.a, brividi, dolori vari, vomito, prostrazione, febbr e. Nelle 1prime 48 ore sono .g eneralmente interessate solo le ghiandole regionali, che appaiono doler1ti ~ ing-rossate, sipesso anche 24 ore prima dell'inizio dei sin·t omi generali. Poi sono presi anche altri gruppi glandolari, inoltre nel punto dell'inoculazione aippare una papula, che •p resto si rompe e

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diviene un'escara necrotica, che dà poi luogo a un'ulcera, coi bordi a picco, di circa mezzo centime.tro di diametro. La febbre 1può salire a più di 39°; spel?SO ha una forte remissione il 3" ') 40 gior110, e poi risale, e dura continua per ... 16 o 20 giorni; in qualche caso vi furono forti remissioni mattutine. Le ghiandole affette .p osso11fl SUJppurare e rompersi, o restare dure per qualche mese. I .A. leucocitosi non è costante. .L e agglutinine a.Jppaiono in seconda setti1na.. na, e durano per qualche anno. La morte è tara, ma la convalescenza è l unga; generalmente il lavoro non 1può esser ripreso . . prima di un mese. Il tipo tifoide rassomiglia clinicamente a1 tipo glanclolare, ma in esso mancan o le ·t umefazioni glan-dolari e i fatti locali. Esso si osserva di preferenza nelle infezioni di laboratorio, in coloro ·Che 1naneggiano organi di animali infetti, o culture. Eccezionalmente s1 n1ostrarono ingros· sate le glandole cervicali. La porta d'ingresso per le infezioni di laboratorio pare 1possa essere la pelle intatta, tome è d i1nostrato 1possibile per le cavie, e forse J'inalazione di goccioline infette. In natnra i serbatoi del virus sono gli c:;coiattoli ed alcuni conigli. La trasmissione al1 '11orr10 avviene generalmente 1per animali ernatofagi, zec':lìe e ditteri (Haemaphysalis leporis palustris, 11ae1nod ipsus ventricosus, Chrysops discalis, Der1nac-entor andersoni) . In laboratorio il topo bianco fu infettato da u11 pidocchio, il Poliplax serratus. Capaci di trasmettere l'infezione si sono dimostrati la ciLnice comune, la Stomoxis calcitrans, il Ceratophyllus acutus·. . Da u omo a uomo la malattia non è direttarn ente .contagiosa, salvo il caso ·di jpunture con aghi infetti. . La malattia sembra lasci immunità duratura nell'uorno, essendo riportato un solo. ca:so di reinfezione: negli animali tale immunità non è evidente. I,a diagnosj differenziale com1prende le adc-> . . 10nutie febbrili, il carbonchio (cl1e tuttavia è facile ~sc1udere) e sopratutto il tifo e le affez~on~ 5ettiche. Un caso destò a tutta prima il sospetto di colangite. Per la diagnosi occorre tener conto della .p rovenjenza· e occupazione del malato, e delJ'agg1utinazione, oltre che del quadro clinico. L'ngglutinazione è generalmente positiva, ir1 seconda settimana, ad un titolo SU!perior,e a 1: 100. Il siero di convalescenti si può conservare sterilrnente, o diluito con altrettanta glicerinn, per •

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JL POLICLINlCO

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Ja rp rova della deviazione de1 complemP.nto: ne occorre c1nc. 0.5 o 1poco più. Il pus ·degli ascessi, o ie poltiglie di organi di ani1nali sospetti, si possono ini ettare nelle cavie: queste muoiono i11 circa una settimana se v'è il B. tnlarense, mostrando lesioni abbastanza caratteristicl1e delle linfoglandole, della milza e del fegato. l ,a milza, in glicerina , rima11e -rirulenta .p er circa un mese. , Da cavia a .cavia si può trasmettere l'infezione frizionando il materiale infetto sulla cute rac;ata. Men0 facile è infettare le cavie con l'iniezione end o:p eritoneale di sangue infetto. Il B. tularense non si può riconoscere col solo esarne microscopico: esso è un piccolo bastoncello immobile gramnegativo : non cresce su agar comt:ne, cresce, ipoco rigogliosamente, su ter1eni al giallo d'uovo e cistina. Il trattame11to della tularemia è puramente sintomatico : no11 si dimostrano efficar.i i sie1·i e i vaccini. Le ghian·dole non vanno incise fincl1è non sono be11 fluttuanti. P er le auto•p sie di ani1nali infetti da B. tularense è necessario p0rtare guanti di gomma. DORIA.

da,1 anti ad un !Problema diagnostico. Un buon manuale di tecnica 1per queste ricerche ci è dato da questo dei proff. Tarch.etti e Goggia. In esso, alle nozioni generali di tecnica microscopica e batteriologica ed ai cenni sui principali microorganismi .p atogeni, iSegue la parte speciale co11 gli esa1ni del sangt1e, degli essudati, ·del liquor, del co11tenuto gastrico, delle feci, d ell'espettorato, del1.e urine, del latte, ecc . Una buona parte ·del volume è occupata dalla sintesi delle nozioni date precedenterr1ente, in forma di norme 1p raticbe :per la diagnosi microsco1pica e batteriologica delle principali rnalattie. Cl1iudono il volume alcuni cenni di chimica clinica. L'attuale edizione, in confronto della precedente appare di molto modificata ed aumentata di circa 300 pagine; poco buone ci sembrano alcnne delle figure ed è ·da augurarsi che in un'altra edizione che augurian10 prossima vengano so5tit11ite con altre più n itide e dimostrative. Il valore del ' ' ol11me merita tale modificazione.

CENNI BIBLIOGRA]!'ICI

Di trattati di batteriologia, ai quali il ricercatore .aeve spesso ricOJ'rere, ne esistono molti, m entre fino ad ora inancava un libro di rp iccola mole e che fosse in grado di indicare al batteriologo, nel momento in cui ne ha bisogno, il tale procetlimento tecnico. la formt1la di un reattivo . la tecnica di eS1perie11ze, delle quali, 1pur essendo noti i princ"ipi, i dettagli non possono esser e continuamente tenuti alla memoria. ·Calmette ed i suoi collaboratori hanno concepito e realizzato quest'opera, cos·i spesso desi.derata, ragg·iungendo pienament.e lo scopo .p refisso. 01 tre alle tecniche generali e sipeciali occorrenti per la determinazione d ei microbi, gli AA. trattano diffusamente degli esperimenti sugli animali, dell'analisi dei germi dell'aria, dell'acqua, del suolo; clell a .deviazione dPl cornplemento e della fl occulazione, ecc. Un'intera 1parte del volume è dedicata alla preparazione e titolazione dei vaccini e dei sieri terapeutici. Un indice alfabetico assai completo permette di troYare rapidamente l'indicazione d esiderata o il procedim.ento che s'intende eseguire.

BRt;c cri

Erg e·bnisse der gesamte11 1'1edizin. Band \ ,-I, H. 3 e· 4. Urb_a n und Sch\varzertberg, Berlin, 1925. G. M. 10. 'fJ-1.

Co11 questo fascicolo comprendente le due puntate III -e IV, si cornpie il 6° volume degli Erget11'i.s.~e del Brugsch. -~rg·omenti vari sono in esso trattati, alcuni interessanti 1p articolarmente i medici, altri j chirurgi, altri infine gli s~ecialisti. Infatti accanto all'espoiSizione delle varie indicazioni per il trattamento d_elle diverse forme ·d i tub~r colosi, sono trattate le alterazioni dov11te alla gonorrea nell'a1pparato gen itale femn1inile, le emorragie uterine e la loro cura, i rappor1i fr·a ghiandole endocrine -e la personalità; la ciclotimia, la colangite, la tubercolosi dell'occhio, ecc. Og ni cél1p·i tolo, affidato nella sua compilazi0ne ad autori particolarmente versati sull'argomento, riunisce ch iara11~ ente , e in facile compendio, quanto è acquisizione d elle più r ecenti osservazioni ed tnd ~1 gir.i, ecl è corredato da dimostrazionf! e ni• tide 11111 trazio11i. Ta. 1

c.

TAllCJ·TETTf

e.

c. P.

tìl. "f\,1rLnuel Techniq1le de Mic1·obiologie :et Sérol.ogie. Masson et C., P aris. Fr. 35.

CALl\lETfE,

1

A. POZZT.

GOGGIA. )Jicroscopia e Batte-

rio/ogilCa clinica. econd a edizione. Un volume i 11-240 cl i pag. 811 con 371 fig. n el testo. F . , . al-

larcli, ed., ~Iilano , 1925. Prezzo L. 45. Gli e ·an1i rnicroscopici e l>atteriologici ono cliYentati oggi t1nu Yera necessità per il inertico elle, sc111a di e8-,i, · i trova 11011 di raclo i n1 bnrazza to

NEGRE, 1BOQUET.

.L\.RTllT; ...· ì\L

T'réci · de CliirrLie Physto log i qur>. Oi-

xi ème éd. Un vol. )11-8 di pag. 480. lVIasson et C.ie, 1925, Parigi. Fr. 2.2. E u11'opera in termed ia fra i trattati di chi1nica fisiolocrica e quelli di fi iologia, cl1e of!re agli stu-


l ANNO XXXII, F ASC. 34] dio~i

tutte le n ozioni chirniche necessarie per lo stu.dio della fisiologia: vi è tt1tto l'indispensabile senza essere mai complicato dal sUtperfluo. Pur lasciando al libro il suo carattere primitivo di semplicità, l' A. l 'ha messo al corrente dei progressi rapidi della fisiologia. Nuove nozioni sono state aggiunte infatti, su alcune proprietà delle soluzioni, sulla costituzione della struttura d ella molecola proteinica e dei suoi prodotti di disintegrazione, sulla composizione e sull'azione dei succhi digestivi, ecc . Interessantissimo è anche un capitolo completam~nte nuovo sugli enzirnoidi. A. POZZI. . BussoN BRUNO. Sero-Vaccirle und Protei.n korpertherapie. ' ''ien, J. Spinger, 192'•· G. M. 2.50.

Riunir.e in un breve compendio quanto si è veni.1to affer1na11do nell'uso di sieri, di vaccini e delle varie proteine, per la cura delle più svariate? malattie infettive; togliere a quanto è stato scritto e pubblicato tutto il superfluo e dare al lett e>re una breve ma .esatta nozione di quello che si 1può oggi affermare sui metodi di cura scpecifici ed aspecifici, non era certo compito semplice i1è facile. .Ma l'autore è riuscito egr egi a1ne11te i1ell'intento e questo volumetto semplice e conciso è utilissima guida allo ·studioso . A] capitoli sul la vaccinoterapia e sieroterapia comprender1ti ognun.o oltre che le necessarie nozioni teol'iche anche le varie indicazioni pratiche [>er la loro applicazione, seguono il ca1pitolo sulla proteinoteraipia aspecifica n el quale l' A. include ancl1e jl 111etodo di Wagner-Jauregg per la cura della paralisi progressiva, ed un ca1)itolo dedicato alla desensibilizzazione n ella febbre ·da fieno e nelle varie idiosi11crasie. Tn. I . LfilSELET. Syp,h ilis, 1925. Fr. 10. A. BEAUVY. Serums et vacc1ns, 1925. Fr. 10. Maloj-

ne, éd. , ·P aris. I due volumetti che la casa 1M aloine presenta al pubblico, medico fanno parte d ella collezione « Les peti.ts précis >l, aur·e i vol11metti che si propo11gono di sintetizzare, con stiJe telegrafico, quanto di ,p iù necessario deve essere a disposizione del pratico. l n quello dechicato alla sifilide, Loiselet si diffonde .p rincipalmente sulle nozioni moderne di diagnostica bacteriologica, di. diagnosi biologica e st1lTe generalità terapeutiche (chemioterapia arsenicale .e bismt1ti.ca, cura mercuriale). . Brevi note cliniche sulla si.fili de dell'adulto, sulla conge11ita ed infantile, sui rapporti tra sifilide e matrimonio, e sulla profilassi della sifilide completano il volumetto, che si può leggere ' d'un 1

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SEZIONE PRATICA

fiato, tanto l'esip osizione è chiara e resa dall'au. tore attraente. Il volumetto dedicato ai sieri e a.i vaccini è quanto di 1più elementare si può immaginare: son o ]n brevi note ricordati i princiJpi di cura, la preparazione, l'indicazione dei vaccini e dei sieri, la trasfusione, la legislazione sanitaria. Forse il volumerto sarebbe più utile al pratico se fosse confortato da una esperie11za circosta11ziata, più che da indicazioni che sanno troppo di ricettario. T.

PONTANO.

R. V. DEN VELDEN e P. WOLF. Einfilhrung in die Pharrriakotherapie. Pag. VIII-200. Ed. Thieme, . LiJpsia, 1925. 1\II. o. 6.60 (circa IL. 42) .

Lo SCOIPO 1p refissosi dall' A. consi!=;te n el te11tativo di spiegare per la pratica terapeuti ca corrente i pri11cìpi astratti e teorici ricavati dalla esper] enza fisi 01patologica di •g abinettto. Difatti oggi più che mai questo bisogno è veramsnte sentito. n1a sembra che le due 1p artite, teorica e pratica, vogliano procedere <ii pari 1passo senza darsi mai l?- mano. Sarebbe invece assai Opjportuno cl1e la somministrazion e dei rimedi fo8c;e subor.d inata alla conoscenza esatta d el loro inoclo ,di agire, ciò che og·gi - a dir vero - con i progressi rvertiginosi d ella chimica fa:rmacologica riesce difficile. Tuttavia ridotte nelle loro linee fondamentali, ed il segreto è t11tto q ui, è possibil e ad ogni medico anche r:ratico di agire nella st1a pratica routinaria ·sr ientemente e scientificamente facendo tesoro di quanto è esposto nell '01pera accennata. J: libro è diviso in capitoli dei quali il primo riguar-da i rimedi capaci di Stimolare o inibire i vari emuntori, il seco11do riguarda j medicamenti scelti per influire sulle funzioni gastro-enteriche, · il circolo, il sisterna • n ervoso, gli organi d el ricambio, l'ultimo il sisteE. M. rna di riproduzione. 1

1

L. CHETNISSE. L 'A nnée thérapeutique. Un vol. in-16° di 186 1pag. 'M asson e ·C. 1P arigi, 1925.

Tutti i lettori della Presse médicale aipprezzavano gli articoli del « Mouvement thérapeutique )) , n ei quali L. Cheinisse riassumeva in equili·b rate • riviste critiche l'indirizzo attuale terapeutico di date malattie o di dati sintomi. E dello stesso spirito di praticità egli animava questi « Années théra1p.eutiqi.1es » cJ1e già da quattro anni incontravano il favore dei .medici. Il crudele accidente d 'auto· mobile che ha tolto la vita a Cheinisse, non ha lasc.iato incompiuto ]l volume, ma ha solo interrotto la prefazione, in cui l' A. rilevava con soddisfazione che la moda d el nichilismo terapet1tico era ormai passata e che esso, del resto, non poteYa convenire al modesto medico 1pratico.

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I L POLICLINICO

Il volume è, come i precedenti, diviso in due 1p arti; nella prima si trovano i procedimenti terapeutici classificati per malattie e sintomi; la se, conda parte comprende le attualità in materia di metodi e di tecniche terapeutiche. fi,l. A. '8 MICHEL CH. Fo-rmulaire de thérape1J,tique et de pharmacoLogie. 30a ed. O. Doin,

GILBERT

Paris 192.5. Fr. 15. Tutte le modiificazioni e le correzioni delle formul~ pubblicate in questi ultimi anni dalla Commissione .p ermanente della Farmacopea sono state e1pportate in , questa edizione da Gilbert e dai suoi collaboratori. Sono stati anche regi'Strati tutti i nuovi sieri e vaccini, e la IPOSologia di un certo numero di medicamenti è stata modificata secondo i dati più recenti. 1 Un importante capitolo di chimica biologica termina l 'opera. Questo eccellente formulario che ormai ha fatto le sne prove con 30 edizioni success.i ve si rende indispensabile ai medici pratici, ai farmacisti, agli studenti, a tutti coloro infine che <;i occwp·a no di cose di medicina.

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causa violenta J> in infortwnistica.

Pr-0f. 0TTOI.ÈNGHl. - A proposito di un caso di avvelen,ament.o acuto da piombo, in un operaio sul lavoro (riferito .d al M01ri), com.m enta il concetto della v.aluta.?Jione cronologica della causa violenta, se cioè debba circoscriversi il criterio cronologri.co in un <lato periodo di tempo (ore e turni di lavoro). Il caso si offre aJ.l a discussione in quanto debba essere considerato COID'.le infortunio o come malattia poof&Saionale. Prof. DrEz. - I/avvelenamento da piombo essendo caratt€Tizzato da una p•r -0gressività e continuità ' nel succedersi <lei feno·m eni morbosi, ritiene debba essere considerato, anche se sorge in modo acuto, come malattia profe&Sri.onale. Prof. 0TTOLRNGHI. - Ritiene che male possa·n o circoocriversi in limite teorico di tempo gli e&t:reani richiesti dal requisito della violenza. Ritiene che un .avvelena.mento acuto da piombo in assenza di avvelenamento cronjco, piossa in date circostanze rivestire i caratteri di infortunio. Pairtecip.ano al .p arere del Diez i soci Bellussri, Ferrero. Si avvicinano al parere d ell'Ottolenghi i s oci Dii Tullio, Arbore, Massari. •

I fenomeni immunita.r·i neLla ste rili tà femminile. Oontrib·iito sp~rimentale. 1

Dot·tori G. JANNONI-SEBASTIANINI e G. LA USI. Gli 00, dopo avere ottenuto conferma del fenoA. POZZ I. , meno osservato da Metschnikoff, Dittler, Aiello, ecc .. ,deiJla sterilità, cioè, che si induce in animale da esperimento femmine (cavie) con iniiemoni . di sroerma o ~stratto testicolare,' h anno trovato nel siero delle cavie così trattate, <lelle prooiipii.tine per le alb11n1ine testicolari, però non spooifiche. Società di Medicina Legale di Roma. Passando a ricerche n el _campo umano, hanno • S eduta del 13 luglio 1925. osservato la presenza di a:gglutinine per gli spermatozoi umani nei sieri di sangue di prostitute (17 Prooide nza: prof . AscHIERI, pr~idente. s u 20), di donne gravide (20 su 20), rimanendo ' lieg.ativi i con trolli . La Ooriferenza I nternazionale di Pal.i zia Emettono l'ipotesi che nelle prostitute detti andi N etv-York e la Medicina L egale i taliana. · tioorpi si formano per l'as..~bimento dello sperma Prof . 0TTOLENGHJ . - L'O. riferisce sull'argo(che funge da antigene), a causa del continuo n1enoo svolto alla Conferenza rimuar.d ante cc l ',aipcommer cio sessuale. plicazione -dei metodi scientifici nell'indagine di Si riservano di compiere ult~riori ricerch e speripolizia>> per p arte della Scuola di Polizia scientin1entali circa la spiegazione dello stesro fenomeno fuca italiana. BELLUSSI. nelle gravide. Il President e d el Congresso dichiarò l'Italia ma.estra in tutto il n1ondo nell,a nuova funzione <li Popubblicazione: lizia gi udiZJiaria. L ' O. f..q, o~rvan:e (;he i n.u ovi metodi ·t ecnici che Prof. LORENZO MORINI Libero dooo1~.te ne1la R. Unii.;versità di Modena. va nno diffonderidosi in tutto il mo11.do sono di spettanza della l\iiedicina legale, si .augu,r a ohe il successo ott€nuto si a di stimolo agli italian'i per conser va r e il p rimato in questo campo che è v;anto e orgoglio della Medicina legale italiana. L 'O. ha avuto il piacere di constatare che i nouvi L a v()(I'o l)remi·ato al concorso per il pcr.-eIIl!io Locatelli n1etodi tecnici degli accer tamenti d ell'identità sobrundito dall'.AssocJ.azione professionale dei d eranoeifilo. gra.fi. italiani Der il 1924. n1atica alla ide11t ità psicologica vanno accogliendosi in tutt€ le principali Polizie del mondo, seEl~tis6im a brochure, in-16°, dJ pag. 35, in nitidissimi tripi elzevir, su ottima .cairtJa. condo l'indirizzo dato d a ciroa 25 anni dall' Italia. PirezZ-O: L. 5,50 Jn porto fr anoo. Questa è la ragion e del successo avuto d all.a reIn-viar.e Vaglia P oetale all'editore LUIGI POZZI, Viia lazione drl delegato italiano alla conferen za . Sistina, 14 . Roma.

ACCADEMIE, SOCIETA MEDICHE, ·CONGRESSI.

La blenorragia e le sue dannose [Ooseguenze per l'individuo, la famiglia e la società :::


[A~~o xxx~r.

F.\sc. 3-i:j

SEZIONE PR.\TlCA

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IL MEDICO PRATICO. SEME~OTICA.

Il valore diagnostico del dolore nelle irritazioni della pleura. La pleura viscerale irritata con un ago non dà alcuna riStposta di dolore, mentre invece quella parietale dà una risposta pronta e vivace in forma di .d olore acuto, 1p untorio e localizzato nel ,p unto di irritazio11e. 1L a pleura diaframn1atica sern.bra incapace di localizzare il dolore nel 1punto di irritazione; da essa. il dolore si irradia in duP differenti direzioni secondo la localizzazione del punto irritato. Quando lo stimolo si trova sul margine esterno del diaframma, il dolore è avvertito nella regione costale inferiore o sotto le costole, e, se è molt.o intenso, alla regione addominale dello stesso lato. I-la ur1 carattere diverso da quello della pleura parietale, in quanto che esso è sordo e diffuso e scompare gradatamente con il cessare dell'irritazione. Se invece questa è portata sull~ parte centrale del ·diaframma, il paziente riferisce il dolore alla regione del collo, di solito sul traa>ezio, mrno s.pesso sotto la ma:stoide, al tria!lgolo ant·2riore del collo o soipra il processo cora.coide. A differenza del dolore risentito nell'ad.d ome, questo è acuto e bene localizzato. Questi fatti che si possono agevolmente spiegare tenendo presente la· innervazione del diaframma. sono di grande utilità semeiotica, come osserva J. A. Cap1ps (New York State Journ. of medicine, 13 marzo 1925). Il dolore .della consueta plenrite pariet:Jl e è ben noto a tutti ed è sempre nettamente loca.ljzzato. La pleurite diaframmatica è più frequente di qt1anto si creda comunemente, specialmente associata con la !Pneumonite dei lobi inferiori. Circa il 10 % dei .p azienti con [pneumonite lobate accusa dolore addominale ed t1na metà di questi accusa anche il dolore al collo, associato ad iperestesia della cute ed a contrattilità muscolare, tutti fenomeni attribuibili a pleurite diaframma~ tica. Questa loca1izzazione del dolore va tenuta presente per la diagnosi di malattie che aippaiorio oscure. Il dolore riferito all'addome ed al collo si trova in casi di asoosso subfrenico, di perisplenite ed in altre for1ne dj infiammazione subfrenica. Non è infrequente il caso che il dolore della pleurite d.ia.fram.m atica n ella sua localizzazione addominale conduca il medico a diagnosticare un'affezionP addominale; e spesse volte vennero operati dei pazienti con diagnosi di aw.endicite, ulcera gastrica perforata, calcoli biliari o renali, n1entre pi\1 tardi si svilup:parono in essi i fenomeni di pleurite o di pneumonite dei lobi inferiori. Quando nell'anamnesi vi sia brivido, tosse, dis1

pnea, iperleucocitosi, erpete, e, sia pure lieve, con. Restione delle basi polm'o nari, si deve sospettare l'affezione 1polmonare; questa è poi conferrr1ata se compare il dolore al collo, in quanto che non vi è nessuna condizione ad,dominale che .p roduca Llolor-3 al frenico, se se ne eccettua l'irritazione o i· i 'l 'iamrri.azione .d el diafra1nma e la prese11za di gas libero che si spinge sotto il d iafrarnma.

fll. Un segno differenziale fra le caverne polmonari superficiali ed il pneumotorace incistato. Non è jnfrequente osservare all'esame radialo· gico dej tubercolotici polmonari delle immagini che sono ritenute cavitarie, mentre mancano i ':. egni clinici dell'escavazione. I reperti di autopsia hanno rr1ostrato che si tratta spesso in tali 0a5i di pneumotorace incistato di preferenza c;n~to-5<:is surale. A. Bernou (Jourriai des praticiens, 21 marzo 1925) insiste sulla necessità di differenziare i-.~ ­ ne le due condizioni, alt1imenti l'esam e radiol:)gico, invee.e di r>ortare una lu\'e ,er la .r1agnosi, la rende 1più difficile. La differenza Ira 16 dne condizioni può essere stabilita con lo stuù to dell' angolo di rac.cordo fra l'involucro perL.. avitario e !a gabbia costale. Le pareti delle caverne, anche di grande capacità, 1si raccordano con la 1parE>te tora:~ica determinando un angolo endocavitari J ottuso, mentre invece i margini viscerali dei pneumotoraci incistati si raccordano general1nente con un angolo nettamente acuto e qualche volta prossimo al retto. • La misura di questo angolo va fatta sempre nelle stesse condizioni. Il piano verticale !Perpendicolare all'inserzione 1p arietale della cavità deve essere parallelo allo schermo. Se l'escavazior1e è nettamente ascellare, la mi_s ura 1dell'angolo si fa in posizioné frontale, altrimenti si cercherà la posizione obliqua migliore. .se l'immagine chiara sottc)parietale è anteriore od antero-laterale desi-ra, l 'angolo di rac·cordo sar à osservato in 1p osizione obliqua anteriore sinistra. Se invece l'immagine si 1rova in dietro ed a destra, l'angolo sarà ricercato in posizione obliqua anteriore dec:;tra e si farà girare il malato fino a che la corda sia. ottenuta in tutta la sua vera altezza. Si eviteranno così i falsi angoli dovuti all'intersezione della ' proiezione sullo schermo delle pareti ,d ella cavità e di quella della parte toracica ascellare. In qualche caso in cui rimanga un dubbio, si potr:! ricorrere all'esame della cavità dopo 1'iniezior1c endo1polmonare di lipiodol .p er la via transglottica od intercricoidea o 1per la via tranc;parietale. ftl. •

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! POLICLINIC'1

CASISTICA E TERAPIA. Le forme anatomo-clinicbe del carcinoma gastrico caratterizzate dalla anacloridria completa. I c:a rcjno1ni gastrici posso110 venire raggru:ppati in due grandi ·Categorie, gli uni caratteriz. zati dalla presenza di acido cloridrico libel'.'o a d ig in110 o dopo il pasto di prova, gli altri con co1npleta anacloridria. I 1plfi1ni si osservano specialn1 ente nei veccl1i ·dis.p eptici e sono di diag110si difficile con l'ulcera gastrica, tenuto conto della sintomatologia m olto simile nei due casi. I car cinomi con anacloridria si riscontrano soprattutto nei di sipeptici recenti; beninteso, si tratta tli cancri 1con anacloridria recente e non già ct elln fase terminale di carcinomi sviluppati.si soprc:1 ulceri gastricl1e. P au cl1et .e Hircl1enb.erg (Bulletiri du can<:er, gennaio 1925) divi·dono questi carcinomi in ·d ue cFitegorie: 1) q11elli infiltrati, talora diffusi, aà inizio pilorico, .co11 molte metastasi ovvero fibro. si, che rientrano n el quadro della linite plastica; trattasi in entrambi i casi di dispeiptici recenti, ch e mc strano alla radioscopia una lacu11a netta co11 sto1naco piccolo e ristretto; 2) quelli vegetanti ch e forma.no un tumore localizzato alla grande curvatura e fortemente ulcerato. 1'ale varj età tende ad invadere il sistema gangli0nare ed è fa vorevole all'intervento cl1ir11rgico. fil. La sindro n• e duoflenale e la nicotina. La sindrome duoden·ale comprende u11a serie .di di sturbi che co11 istono essenzialmentr. ill: fan1 e dolorosa o dolore tardivo, dolore notturno, azion e calma11te dell 'ingestione del cibo, periodicità d ei (U sturbi ed alterazioni della motilità gastrica visibili all' esa1ne radiologico. La djagnosi esatta d ell a presenza di u11'ulcera è 1però impossibile al solo esarne del inalato e ln certezza si raggiunge solta11to con l'operazione. La stessa sindrome però può osservarsi anche i11 altre affezioni che n on 11anno nulla a ch€ ve dere co11 l' ul cera. Fra queste va a scritta anche l'jntossicazio11e nicotini ca. F. vVagner (11-I ed. Klinil~, a. XX, n. 17) riporta, a conferm·a di tale tesi, le osservazioni di tre fu1natori. in cui la s oppressione d el tabacco 1portò la scornpar sa della sindrome in pochi giorni. In due di tali individui, la r i1p resa del tabacco died e nuovamente luogo agl i anti cl1i sintomi . fil. Sindrome di ileo a comparsa periodica nell'enteroptosi grave. I.. ' c11teroptosi , osserva C. 1\Iirtel (jl,Jun ch n er med. l\ ' o chen schr., 11. 23, 1925), può rl eterrninare si11tom i cl i occlusione intestinale; in questi casi riesce

[ ..\.~~fl XXXII, FASC. 3~ j

rnolto u tile mettere il paziente in posizione genupettorale col bacino sollevato. In tale posizione i1 colon a ssun1e 1posizione e decorso normale. :\ei ca.si di st~psi ostinata da entero1ptosi è molto vantaggioso fare rnettiere varie volte al giorno i pazienti i11 tale posizione; ciò è specialmente importante i1ei casi in cui minacciano sintomi di occlusione. ,J11 una donna di 27 anni che da due anni soffriva ad inte1·valli da 1-3 mesi di accessi dolorosi alla regione gastrica, malessere, vomito, stitichezza i11vincibile e arresto dei gas, sintomi che cedeva110 poi improvvisamente , il procedimento sopranominato determinò la scomparsa dei sintomi di occlusione. L'esame radiolog·ico clin10strò chiaramente come la posizione genu~etto­ rale a bacino rialzato favorisse lo svuotamento regolare del colon. POLL.

Inconvenienti d<'lla fascia addominale nelle ptosi intestinali. lVIati.gnon (J ourn. des pratic., n. 24, 1925, e Rif. med., n. 2, 1925) distingue gli ptosici nei quali la ptosi riesce dolorosa, e quelli che invece non ne risentono alcuna sofferenza. 1! 1primi sono ·p articolarmente suscettibili ad ogni più piccola trazio 'l: sulla massa intestinale, che sveglia la sensibilità del plesso ·solare: tBasta con le mani a .piatto sul basso ventre esercitare una lieve pressione dal basso in alto, perchè il dolore cessi. L'intestino, cosi, non è rirnesso nella sua posizione anatomica, ma solo sostenuto nel suo peso.. Specialmente gli aerof agi risentono beneficio da questo trattamento ·di sostegno , 1per l'indirizzo del quale il malato è il rniglior consigliere, .con lo stato di benessere che 1prova dalle varie manipolazioni. Ad ottenere il benessere invocato saranno adoperate delle semplici fasce di sostegno, senza essere corrivi a r~portare l' intestino nella su a sede anatomica : la sola contenzione può bastare. am. pi. Poliposi multipla del colon. D3. una discussione alla Società Hunteriana, i11augurata. da C. O. Hawthom (Bri,t. Med. Journ., 3 genn. 1925) Tisulta ch e la 1poliposi multipla d ello ston1aco, del tenue, del ceco e del retto n on è un fatto di estrema gravità. Quella del colon ha però carattere di maggior m alignità , ed è in rap1porto ad una colite ulcerosa cronica. Nel ca so di una do11na di 26 anni , ammessa ir1 o p edale per diarrea con emissione di srtngu e e pus . , si palpava una tumefazione sulla linea d Pl colon di scer1dente, e radiologicamente si oc:-;erYava una esagerata motilità di tutta fale porzione i11testinale. Colla laparotomia si trovò un rolon 1 igido, infiltrato ed ip eremico, con infiamrr,uz!on e settica d ella mucosa; la sua superficie era :icoperta da miriadi di formazi oni 1p olipose. M.

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SEZIO~E

Il fattore ano-rettale nelJ a costipazione. Gaehlinger (rif. in P aris mé dical, 18 aprile 1925), ritiene che, in presenza di cost~pazione, si debba pensare più che non si faccia abitualmente, al fattore ano-rettale. Quando si i1otano le lesioni locali, è ·d ifficile decidere se sian o secondarie alla costipa Z1i-0n e o 1primitive. In tal ca so si ottengono bl1oni risultati con la inedicazione r ettale secondo il metodo di Fl'iedel (agar, a cui si aggiungono p olver i inerti assorbenti e m edicamenti calmanti, il ~1utto intr o dotto J1el retto con una siringa di Guyo11) e con le cor· ren ti di alta fr equenza. fil. 0

Malattia emorroidaria e sue conseguenze. L. Moscowitz (l.Viener klinische W ochenschrf, n. 6, 1925) osserva che le cor1~~gu enze delle emorr oidi sono: la fessura anale, la trombosi, la p eritroctite, la fistola anale, e 1' eczema a n a le. Al prin cipio d€1lla malattia la r egolazione della defecazione può impedire le com1plj caz ionj, negli stadi ulterior i è indispe11sabile l 'inte r vento 01p erativ o. , IJa fussura anale Yiene determinata dal passaggio di f eci dure e dall'assottigliamento della cute sovrastante a lle varici. T eraip euticamente sono inutili le apiplicazioni locali, è invece i1r1portante d eterminare evacuazioni molli ogni secor1do giorno con so111ministrazione di purganti e dieta priva di cellulosa. La tr ombosi di singoli nodi.; li e1norroidari determina ,p iccole tum P.fazi.oni ' 'iolacee, dolorose, che in seguito ad impacchi si riassorbono in ,cir ca du e settimane. L'e.sti.rpazione chirurgica dei noduli è seguita da guarigione più rél4pida. J.,~ fl ebite dell e ven e emorroidarie ·può d eterminare un a scesso e un fl em m one perineale. Non si d eve aspettare la maturazione dell'ascesso ma incidere prima che il pus si estenda alla fossa ischio r ettale e. si a1pra nel retto al disopra dello sfintere. J. . e incisioni devono essere ampie, circolari, e devon o passar e intorno all'ano: così n on si corre il pericolo di sezionare lo sfin tere. Le fistole anali non guariscon o spontan eamen te. In casi semplici è su fficiente spaccare il tramite fistoloso . senza. danneggiare lo sfintere. POLL.

POST A DEGLI ABBON.A TI. Sett'iceniia

consecutiva a

iupus

eritemato so.

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PR.\ ftCA

Qnesti rasi per altro si dovrebbero distinguere da un'altra forrna 1r1aligna gen eralizzata del lupus Clri tematoso (lupus eritematoso a cuto di Kaposi) in c11i 1'0ruzion e av,rien e in m odo brusco, seuza preesiste11za di focolai cronici ed è quasi sempre mortale. Cfr . NE rssER e JADASSOBN : 1\1.alattie della pelle. Trad. italiana. Roma-Milano, .società ed. D 1nte .l\ligl1ieri, p. 273. - MRACE1{: H andbuch der Hautkra1ilcheiten. \Vien, Holder, vol. III, pag. 319. V. MONTESANO, Al òott. Gia rr1battista Poletti, Pontl·e1noli : P er le corre11ti ad alta frequenza nelle sne Y::\ rie forme e nelle su e varie applicazioni 1può r-.on· suliare: GUJl.LEMINOT (Masson , 3a ediz. ) : Eler:trologie et Rad.'ialogie . Fr. 40. In tedesco è co1nipleto il KOWARSCHICH (Springer) : Elettroterapia . E. Mr1 ANL l ricr)!npa libililà del calnmelano co l caffè? tor .L\. c., ahb. n. 11,049:

Al dot-

Non mi risulta che sia stata osservata in com· patibi lità fra il caffè ed il calo1r1elan o, n è da l 1pu11to di ' 'ista chimico 5i può supporla in quanto ch e nessuna delle sostanze che sono d isciolte n ell'in fu so di caffè (anche se fatto con su rrogati) può dissociare il calomelano. Del r esto, il meccanismo d ell'intossicaz.ione da calomelano a dosi medicamentose non è stato a ncora ben chiarito e· sì è anzi dimostrata er ro n ea I a supposizione che esso si trasformi i n subli 1na to corrosi vo per azione dell'acido cloridrjco del l0 ston1aco. Appare invece 1p iù probabile che la trasforn1azione d ~l calornelano in un sale dissociabile avvenga 1p er azione degli a lcaljni e, quindi, nell'intesti110. Il meccanismo a l qpa1e sarebbero da attribuire i sintomi di avvelenamento dopo l 'ingestione del caffè ·p otrebbe esser e il seguente. Il caffè eccita la motilità d ello stornaro e quin di f~vorisce il rapido svu otan1ento del suo. contenl!to i1ell'intestino, dove il calom elan o trova l'ambiente adatto per la sua trasformazi one in sale dissociabile. La scar sità di albumina n el conter1uto duodenale, p er il fatto che il calomeìano è stato 1p reso a n otevole di stanza da i pasti , favorisce la decomposiziope e quindi l'intossicazjone. P €!' quanto riguard a l 'a ccettazione d ei lavori 11 01~ si può prendere n essun impegno 1p reventivo . A. FILIPP rNl.

Al dott. G. Bettin o, Rovereto: Si conoscono casi nei qual i, 1r1entre pree~iste­ va un focolaio di lupus eritematoso ver o € proprio, si 11a lo sviluppo, 1preceduto o n o dalla così det1a P.resipela perstans fa ciei, di un'eruzione acuta, disse1ninata, polimorfa nelle sue manifestazioni obbiettive, a ·decorso g·rave, accompagnata da febbre ed altri fenomeni generali.

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L 'ilJri per l ' esarr,,e d i medici di bordo. -

Al dottor

A. S. (10556) ed al dott. N. A. : l\il!Jz10. L e 1nalattie dei paesi caldi. Hoepli, e.d., lVIil3110. - · RIROLLA. I l medico a bordo e nei paesi troplcali (Ibidem). - BELLI. I giene delle navi merca1it·i li e m ·ilitari. F . v'allardi, ed., Milano.

fil.


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POLIC!..l~l .::

Lacrime e sudori di sangue. dai più antichi tempi, i tragici parlano di lacri1ne clj sangue; i loro er oi, come il Polinice di Euri•p id e, 1piangono sangue p er mostrare la grandezza del loro dolore. Ma è soltanto verso il seco lo xvrr ch e si trova la prima osservazione m edica di questo raro fenomeno. Esso si manifesta p articolarmente n elle giovanette; senza causa 3pprezzabile, oppure in seguito ad un'en10zj one, o ad un 'anomalia 1nestruale, si presen• tano all'occl1io delle gocce .d i sangue invece di la crime. L o scolo dura qualche secondo, e l'occhio r iprende il st10 aspetto n ormale; ma il fenomeno può r ip etersi ipiù volte n ella giornata e prolu.ngarsi di-versi giorni e 1perfino due o tre anni. La quantità di san gu e così emessa varia da una a q:ualche goccia. L'esame degli occhi non rivela nulla di anormale; ma si trovano Sipe.sso nell'individ110 delle altre emorragie e soprattutto dei sintomi .da p.a rte del sistema n ervoso e, specialmente, del f_ran simpatico. Gabrielidès, che ne ha osservato due casi (1) riferisce che si tratta realmente di sangue puro che .p assa attraverso la congiuntiva; in uno dei casi, però ha potuto rilevare la rottura dei capillari della .con giuntiva tarsica. Sembra che vi sia una cer ta relazione fra i disturbi m estruali e le lacrime di sangu e che assumerebbero una funzj one vicariante . . Trattasi ;probabilmente di una causa comune che agisce sia direttamente, ed unicamente sull'occhio o sull'utero, sia su entrambi; la causa va evidentemente ricercata in un'alterazione endocrina o simpatica. 'L a 1Prognçsi. è buona e, come la cura, è piuttosto subordinata alla ·cau sa alle cui dipenden ze •sta il disturbo. Un ien omeno che h a 1prol)abilmente qualche analogia con l e lacrime di sa11gu e è la trasudazion c del sangue attraverso la cute integra, d1 cui troviarno esempi n ella storia del cristianesim o. un caso r ecente ·è stato osservato a Montalto Uffugo (Cosen za) dal dott. A. Turano ed è stato p o1 oggetto di uno studio da parte dello stesso e del 1p.r of . .I\. F abrizio (2) . Trattasi di una nubile di 27 anni, proveniente da una famiglia iD: cui è fortemente sviluppato il sentimen to religioso; essa stessa ha tenden ze monasticl1e ed h a frequenti visioni. Dur ante 'una di queste, in un ve~ n erdì di quaresima, essa vide, dalla corona cll spine che cingeva la t esta del Nazar en o, staccarl~in

1nnale · d'oculistique, 1923.

. Di un singolarissimo ed l1n_ico ?~so _d i stil~ 1ici<l in sanguig110 dalla fro11te d1 un ~sterica n ei venerùl di quare ima. Ri nascen;;a 1nedzca, 15 marzo 1925. (1 (2)

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sen e una che andò a conficcarsi sulla sua fronte, 1producendo un gemizio di sangue, d urato la prima volta per tre ore. Lo stesso fenomeno si ripetette . tutti i venerdì di quaresima fino al ve, nerdì santo in cui, le visioni ed il gemizio 6anguigno incominciarono alle undici anzichè alle quindici ed ebbero la massima intensità durante la rituale 1p rocessione che in tal giorno si ipratica, nel qual tempo si ebbero anche delle l:icrime sangui11olente. In seguito il gemizio e le visionj cessarono del tuttò per ricomparire però con le stesse m odalità nei venerdì di quaresima dell'anno successivo. Il gemizio si aveva alla partp m ediana della fronte, quasi all'impianto dei capelli; esso si verificava ad intervalli di cinque minuti circa e si faceva più abbondante durante i frequenti p eriodi di estasi. Più in basso e lateralmente vi erano altri due punti gementi sangue, senza che in essi od in quello mediano fosse ipossibile scorgere alcuna lesione ·di continuo anche mi nima. Appena a'3cil1gato il sangue con l,Jn batuffolo di c_otone, ricom1pariva il gem·izio, in forma di piccole gocciole che andavano man mano ingrandendo, :producendo dei piccoli rigagnoli che solcano il viso ea il collo. Il sangue raccolto conteneva poco 1p iù di un milione di emazie e 1.350 leucociti .p er eme. P.d il 25 % di emoglobina. L' inferma presentava inoltre .delle lesioni dt continuo, circolari, a fondo rosso vivo, con scarsissima secrezione ematica, q.lla faccia dorsale di entrambi i piedi, corrispondenti ad altre più piccole frastagliate della faccia plantare, simili all'aspetto di un foro lasciato·· da un chiodo, e r ichiamanti alla mente le « stimmate >) ; analoghe lesioni si riscontravano alla faccia anteriore del , . . ginocchio. All'esame l'inferma si presenta con le sens1b1lità tattile, ' dolorifica e termica çlel tutto abolite; tperestesici sono invece i punti gem enti. Le pup ille midriatiche, insensibili; amaurosi quasi completa, abolizione totale dell'olfatto· e parziale dell'udito. La frequenza ldel 1polso aumenta durante i p eriodi di rapimento fino a 150. L'inferma ha un passato n ettam ente isterico (vomiti incoer cibili, paralisi, contratture) ed appunto all'isterismo T. e F: attribuiscono Lo strano fenomeno che, 1P€r la stranezza e per l'esplosione, almeno in apparenza, r epentina in una persona riboccante di misti·ca fed e, àveva fatto creder e al miracolo. Davanti ai miracoli la nostra epoca che non ha più l'ingenua fede di ~ltri tempi, rimane scettica, ma anche la scienza, pure architettando ingegnose ipotesi, n on ~rriva a darci delle spiegazioni che ci convincano e lascia sempre delle zon e den se d i ombra e di miFILIPPINI . stero.


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(ANNO XXXII I ~""'ASC. 34]

SEZIONE PRATICA

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POLITICA SANITARIA. E GIURISPRUDENZA* .Rappo1·ti l'1·a le cliniche delle Facoltà Medico-Chirurgiche e le .A.mminist1·azioni degli Ospedali. ese c u~ione

cl el R. clecreto-legge 10 febbraio 1924, n . 549, approvato con R . decreto 24 rnagyiò 1925, 1144 (Gazzetta Ufficiale 14 luglio 1925, n. 161). Art. 1. - La trasformazione in ospedali cli11ici, n' sensii dell'art. 1 del R . decreto-legge 10 fBib braio 1924, n. 549, di ospedali e di altre p·u bb.J.iche istituzioni, che adempiiono ai fi11i dell'assistenza ospedaliera. nelle città sedi di facoltà anedico-chirurgiche, è disposta con decreto del Ministr.01 della ~)il.lb­ blica istru~ione, di concerto col Ministro dell ' interno, previ .accei-trumenti e sulle proposte di una Com.missione, da costituirsi in ciaisouna sede ii1 base a I'ichiesta ·de1 rettore dell'lTniversità al Mini$Ì..ero della pubblica istr11zione. La richiesta d eive essere corredata da una relaz.ione che dimostri la necessità d el iprovved imento per i bi$og:ni 1deLl~i11se1gnamento. Spetta a]Je S·i ngole Commissioni: a) di designare i locali che meglio rispo11dono alle esigenze dell'i11segnamento clinico, aT"uto rigu~Jrùo a lla competenza n-0sologica dell'1 0LS1peda1Je od nltro ]stit11to ospeclaliero, ed alla conformazion e e distribu:r,io.n e degli ambienti; b) .di proporre il numero dei letti osipooalieri da trasformarsi in letti clinici, in relazione al numero <leg1li studenti iscritti in ciascuna clinica. Il nu1nero <lei le·t ti ospedalieri ·da trasformarsi in letti clinici, non può, in ogni caso, essere sUJperiore a 150 !per cia~ouna clinica generale, a 75 per la clinica ostetrico-ginecolog;ica, ed a 50 per ciascuna delle pato1ogie e delle cliniche specialì lega.l1nente istituite, nè può essere inferiore al numero dei letti di cui, nell,'u·l timo triennio, ciascu11a clinica ha legittimamente disposto. Il numero dei letti, ~sLSegnat:i a ciascuna delle cliniche speciali ed a ciascuna delle ·patolorgie, non può sup erare la metà di quelli assegnati a ciascuna delle cJ.i11.1icl1e ge11erali 1medica e chiru rgica, fe.r mo quanto è disposto n etll' ultim·a parte del p.r ecedente comma. [ numeri ~assimi suddett,i iIJOSsono, tuttavia, essere surperati per effetto di convenzioni, de1b itamente aip1p rova.te, con le .amministrazioni ospe·d·aliere. l ;e Co1nm.issioni .stabiliscono anche il numero delle giornate di degenza da destinarsi ad uso e.sclusiv10 dell'i nsegnament.o e ad intiero carico di oi,ascuna oliniça. Ove aiiano pii1 ospedali od istituti O&pedaJ.ieTi aventi la stessa competenza nosologica, deve essere, possibilmente, evitata I.a trasform.azione di un intero orspeda·l e to'd istituto 0$pedalier o, procur<indo di riipar ti1·e le cliniche tra le varie istituzioni ospedialiere. REGDLAME.NTO

per la

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(*) La presente rubrica è affidata all'avv.

leg.a.le del nostro periodico

L a tras-formazione può anche essere fatta d iminuendo il nu1nero dei letti n ei singoli reparti degli ospedali od altri istituti ospedalieri, in modo da evitan:e, possibilmente, la soppressione di alc11no dei reparti stessi . Qual1oìJ:.a però la sop.p ressione di i 1n Tepa-rto o·spedn.liero non possa es-sere evitata, il · clinico 1d eve a:s1SU1111ere J.a direzione .d el servizio, an-· corchè il numero dei letti supe•r i i limiti di cui àl quarto e quinto comma. del presente articolo. P er effetto della trasformiazio11e, gli 1ospedali e :g li altri istituti os.pedal.ieri i1on sono tenuti a so·p1:iortare spese cl1e non si.ano &trettamente necessarie ai fini dell 'assistenza c11i debb ono pir ovvedere in forza dei loro ordinamenti, nè debb10110 incontrare responsa.b ilità <li q11.alsiasi specie. Art. 2. - L e Commisisioni di cui all'aTt. 1 sono costituite: 1) ·da t1n Coonnnis.sair i o, nominato dal Consiglio di A1nmri nistra%ione <lella Università; 2) da u n Commissar]o, non1inato dal Consigli<> dei clinici ; 3) d a u11 00Hi1n issario, 11ominiato ·d al.le Amininis·t razioni degli ospedal~ e ·dell e. altre istitu zioni di cui all'art. 1 del R. decreto-legge 10 febbraio 1924, n . 549; 4) da un Commissario, non1inato dal Consiglio dell'Or·d ine dei 1nedici-ohiruTgici t ra i p 1rimari degJi ospedali e delle a1.tr e istituzioni di cui .al nu1ne1ìo1 preoedente; 5) da un Commissario no1ninato, di comune acco·r do, da~li alt ri quattro e in caso di <lis.accordo, <Ìal Presidente del T·r ibunal.e . Le Commiss1io11i norni11an o nel pro•p rio se110 il Pres~dente.

I J Commissario di cui al n. 3 del presente articolo è 11o·m inato da una assemblea di delegati del.l e ammin.istrazioni degli ospedali e ·delle a·l tre istituzioni cli r.ui all'art. 1 del R. decreto-legge 10 febbraio 1924, n. 549. A tale sco,p o, il Prefetto .assegn·a rud ogni osipedale1od altra istituzione ospedaliera un numero di delegati l)r101porzionato alla i1mpq·r tanza dell'istituto E- stabilisce il •g ior no di co11voc.azione d ell 'a.sseanblea di tutti i ·delegiati. P.er la validità dell' aduna11.za è necess.ario l'interYento di due ~rzi dei delegati. L'as!e1nblf'a nomina il Commissario n el proprio se110 e .ri~·ulterà eletto col.ui che abbia riportato il maggior numeiuo ·di voti. Il Prefetto provve.derà d'ufficio a,liLa ruotmi11a dei Con1missari di cui ai numeri 3 e 4 del presente articolo, qualora , 11ei termini fissati dallo stesso P·reifetto, le a;mminiist r azioni ospe.daliere non p·r ovvedano ~]la sce-lta d~i rispettivi .d elegati o }'.assemblea dei delegati n:on pToceda alla n o.m ina del Commissario, ovvero il Consiglio dell' Ordine dei medici-chirurghi non addivenga alla design.azione del r a1p1presentante dei primari ospedalieri. Art. 3. - Le Commissiioni iniziano il 101·0 la.v oro sulla sco1rta dei dati forniti dalle Università, non-

G10VANNI SELVAGGI.

esf:rcente in Ca.ssazione, consulente


1200

IL POLICLINICO

chè dagli ospedali ed altri istituti ospedalieri, tenendo conto, in modo partioolare, <lei seguenti elementi: a) la statistioa degli studenti iscritti ai corsi elinici .p er ciascun anno nell'ultimo triennio; b) il nwmero dei letti, già a,ssegnato a ci.ascun istituto clinico; e) il numero dei letti che sì ritiene debba essere .assegn.ato ad ogni istituto clinico in relazione a1 numero <legli studenti iscritti, alla caip·acità dei locali de11' ospedale od altro istituto ospedaliero, e a i bisogni degli altri istituti clinici; d) la statistica dei degenti giornalieri nei va.iri reparti dell'o&pedale od altro istituto osipe<lalier:o nell'ultimo anno. Art. 4. - Le. conclusioni della Commissione sono dal Presidente comunicate al Prefetto, il quale, a sua volta, ne ouira la comunicazion.e al Rett.io1re dell'Univer sità ed alle ammi11istrazioni osped.aliere interessate, con invito a darne atto o a presentare le eventuali deduzioni entro t r enta giorni. Avuto l'assenso o le de duzioni ,deJle pairti, e, in ogni caso, tr.asoorso il termine di cui sop•r a, il Prefetto trasmette gli atti al Ministero della 1pubblica istruzione, corredan·doli di una propria relazione. Il 1decreto emooso dal l\1inistro dell'istruzione, di <!oncerto col MinistTo dell'interno, a' sensi <lell.'artioolo 1 è provvedimento defi11itivo agli effetti degli articoli 16, n. 4 e 26 d el testo u11ico delle leggi 'Sul Consiglio idi Stat.o aptprovato con R. "decreto 26 giugno 1924, n. 1054. Art. 5. - Negli osp edali ed altri istituti totaJ.m ente trasforma.ti, la direzione tecnica dei singoli reparti è affi,data ai rispettivi clinici. Negli -ospedali ed altri istituti paTzi1a lmente trasformati t utto quanto conr.e rne la direzione tecnica dei reparti non so,tto'Posti .a tra.sfonmazione rima.ne n ella co1mpetenza d ell'amministrazione ospedaliera. Nulla è innovato nei riguaTdi della direzione tecnica degli ospedali destinati esclusivamente a specialità e che siano attualmente siedi di cliniche. Art. 6. - Per l'esecuzione di quantio1 è stabilito 11ell' art.. 2 del R. decreto-legge 10 febbraio 1924, n. 549, iJ ser vizio di accettazione, ·p ronto soccorso e guar·d ia negli OStpedali ed .altri istituti ospedalieri totalmente t1~asrformati è disimpegnato dagli -'i~iste11ti univ~sitari col concorso degli assistenti Qspedalieri, ove e~istano. Negli osip~dali ed altri istituti ospedalieri ,piarzialme11te trasformati, il servizio di accettazione, a11cl1e se- di pronto soccorso e di guardia.. è, di regola, di&im'Pegnato dal personale sanitario delle cliniche e ùn. quello ospedaliero, secondo turni da s t abilirsi d'accordo tra le amministrazioni universitarie ed ospedaliere. La ~lta degli infermi p er i bisogni dell'inse~11nn1ento ipuò essere fatta all'atto dell'accettaz,ione, O'-rYero nelle sale di deposito, e in difutto, in q11elle di degenza, entro 24 ore. P erò, per quant o riguarda i casi d'urgenza i·itenut i necessari per i biso~n i d cll 'insegna1nento può esser e stabilito, di <'On1nne .ncrordo tia le amministrazioni interessate. <"he la SCl'lta sia fattn solt..111to 11ei giorni di turno d cl per. onal • ~lell e cli11icl1e. 1

[ANNO

XXXII,

FASC.

34]

.Agli effett.i della sce1ta, è equiparato all' accettazione il trasferimento di un infermo .d a un re, par'bo osrped.aliero ad un altro. P er gli ospedali ed altri istituti ospedalieri non trasformati, le norme relative alla scelta dei casi ordinairi non u rgenti saranno concor.d ate tra l' amministrazione universitaria e le amministrazÌJO!ni dei singoli ospedaJ!i od istituti ospedalieri. Art. 7. - Il personaJe .assistente sanitario e qu.ello di, assistenza im1mediata e<l ausiliare n ei reparti trasfor1nati sono sottoposti all'autorità dei clinioi direttori dei rispettivi .reparti, ferirne restando, per quanto riguard:a la disciplina e la resp1onsabilità, le norme Tegolan1entari delle amministrazioni 1d,e gli ospedali, od altTi istituti ospedalieri. A.r t. 8. - I direttori ·d elle cliniche formano· il Consiglio dei clinici il quale è presieduto dal Rettore dell'Università. Fanuo parte del Consiiglio dei clinici i rappresentanti delle Università di cui all'a,rt. 8 d.el R . decreto-legge 10 febbraio 1924, n. 549, anche se non si.ano <lirettJorr i di istitt1ti clinici. Art. 9. - Spètta al Consiglio dei clinici ·di proporre le norme per r e1golaire i '!·apporti delle cliniche tr.a loro, nonohè i rrupporti ·d.e lle cliniche con le amministrazioni ospedaliere. È inoltre in facoltà del Consigliro1 dei clinici di far p roposte circa la destinazione e la tr.asiformazione -dei locali assegnati alle cliniche, circa i miglior.amenti dei servi~i clinici e, in genera.le, circa qualsiasi .a rgomento attinente al funzion·amento tecnico ed amministrativo dei reparti trasformati. L e pro1p1oste del Consiglio dei clinioi concernenti i ra p1porti del.l e cliniche con le aimministrazioni ospec1aliere, sono comunicate dal Rettore dell'Università .a.lle amministrazioni degli 10Sipedali o,d altri istituti ospedalieri per le determinazioni di loro competenza. Art. 10. - L e spese per trattaimenti speciali, .a lle qu•a li, i11 conformità dell'art: 3 <l,e l R. decretolegge 10 febbraio 1924, n. 549, debbono provvedere gli istituti clintci, riguardano esclusivamente le prescrizioni , non comprese nelle tabelle dietetiche, di medicinali e di sussidi, che sono s tabilite per la cura dei ·degenti nei rispettivi ospedalri od altri istituti ospedalieri . Sono pure a carico degli istituti clinici le spese relative agli infermi che non abbiano titoJo all'assistenza nell'ospedale od istituto o&pedaliero. L a liquidazione delle spese suddette è fatta trimestralmente. Qualora il materiale <liaignostico e terwpeutico, di pertinenza dei reparti trasformati, sia dato in consegna al direttore dell' istituto clinico, la sostituzione, il rinnovamento e le ripaJ'.a zioni di d etto 111aterial9 sono a carico dell' aimministr.azione ospedaliera. Di comune accordo tra.. )' amministrazione uniYersitaria e le aimministrazi oni ospedalier e, saranno stabilite le norm e .dirette a regolare le spese di cui 11el presen te articolo, sia per ciò che concerne il modo di prov,·edervi, sia per quanto rigun rda le eventuali anticip.azioni ed i rin1borsi. 1

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4ANNO

XXXII,

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SEZIONE PR!\TICA

Art. 11. - All'inizio d.i ogni anno .acoademico, è :pubblicai4b i1el Bollettino ufficia1e del Ministero della i>ubblica istru zione, ed affisso n·e ll' al.bo di ciascùna Università, l'elenco de·g li osspeda..li ed altri istituti o reparti ospedalieri non sotto.p osti a tTasf.ormazione, situa.ti anche in sedi non univers itarie, e presso -i q.u ali d ebbono essere accol.t i studenti o laureati in medicina e chirurgia per il tirrocinio pr.atico. L 'elenco è redatto i11 base alle. indioazioni, cl1e sar anno d·a te dai Rettori dcell~ Università sul1e proposte dei Consigli delle Facoltà medico-chiTurgiche e ]_)<revi accordi con le aanministraz~oini interessate. In ca.so di dis accordo d ecide il Ministro dell.a p·ubblica istruzione con provvedimento definitivo. I l periodo di tirocinio pratico presso ospeda,l i o:d altri istituti e 1reparti ospedalieri, situ.a ti i11 sedi universitarie, p·u ò svolgeriSi durante l' intiero anno sola.r e; in sedi 21on universitarie deve essere limitato alle vaca11ze estive e non esonera gli studenti dall 'obbligo dell'internato in. sede, stabilito· dagli statuti universitari . I l tirocinio pratico n on dev'essere inteso nel se11so di internato . L 'amministrazione osnedaliera ouò istituire a sua iniziativa e spese posti d'internato. Nessun onere finanziario o r esponsabilità potrà deriv.are agli enti ospwalieri dall'applicazione del1' art. 5 del R. decreto-legge 10 febbraio 1924, n. 549, e del presente. articolo. Art. 12. - Gli stud enti e i laureati in medicina e chirurgi!t possono chiede.re all'Amministrazione di uno qualsiasi degli ospedali ed istituti , indicati nell'elenco di cui ali' articolo precedente, di essere ammessi .al t irocinio pratico, producendo il libretto di iscrizione a lla Università o il certificato di laurea e il nulla osta del Rettore dell'Università da cui provengono. Gli stttdenti e i ]aui·eati) ch e a bbiiano regolrurmente frequentato gli osi)edali e gli istituti o reparti -OISrped a,lier i secondo le norme anzidette, hanno diritto ad un certificato di frequenza rilasciato dall'autorità accademica, in base ad attestazione fatta dal P rimarjo dell'ospedale o istituto ospedalie.r o, sotto la cu.i guida hanno compiuto il tirocinio pratico. Art. 13. - Tutti i raipporti econo·m ici, a.mmi11istrativi e tecnici tra le .amministrazioni ospedalieire e quelle universitarie, che non sono regol ati da.1 presente decreto, formeranno oggetto di accordi convenziona.li tra le amministrazioni interessate.

CONTROVERSIE GIURIDICHE

LIX. - La via crucis dei ricorsi per le riforme degli organici. La via crucis d ei ricorrenti contro le riforme organiche non è ancora finita! La IV Siezione 1per- ' siste n ella su a giuris1p rudenza che ·dichiara inammissibili i ricorsi in sede giurisdizionale q11alora

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il provvedimento non abbia per sua natura carattere definitivo ma, essendo sottoposto ad a.pprovazione tutoria, sia consieguentem ente soggetto al controllo gerarchico ; la V Sezione in' vece, abbandonata questa giurisprudenza, in seguito ad un riiesame della quistione, come già spiegan1mo, persiste nella tesi contraria, che cioè è an1messo in ogni caso il ricor so in sede giu .. risdizionale. In queste con·dizioni di contrasto, la sorte ha fa . vorito alcuni e ha danneggiato altri. Noi segn:1.· lammo sin ·dallo scorso anno, quando cioè fu p u bblicata la prima deci·sione ch e dichiarò inammiss~bili i rjcorsi Ferla e Formica, l'errore, il pericolo e il danno ·di quella risoluzione. Ora, dato il contrasto fra le due sezioni, la quistione è stata d eferita alla adunanza plenaria di esse per una risoluzione ·di massima. Frattanto tutti i giudizi vertenti sono .so~esi e sono stati rinviati d'ufficio an che i ricorsi fissati 1per la discussione.

LX. - Sono responsabili penalmente i medici che assistono al duello? I dottori P assioni Angelo e Tasotti Carlo fu, rono con·d annati per avere in duello facilitata l'esecuzione del reato, avendo prestato, quali n1edici, assistenza durante lo scontro. Il Tribunale di Modena aveva dichiarato la restPonsabilj l.à di essi considerando che « la certezza di avere in caso di ferite le cure ·d el caso infonde coragg·io ai duellanti, li persuade, li incita a 1proceder e c0n animo rp iù sicu ro e più !Pronto all'·U50 delle a rmi » . :2uesta tesi però n on è stata approvata dalla Corte di Cassazione la quale, con sentenza 13 marzo 1925, 11a dichiarato che il fatto dei m·edici che assistono i duellanti non costjtuisce reato, neppure sotto il profilo della complicità. Non è il caso ·di ap(profondjre, in questa r u.brica, l 'esa1ne della questione e di r11portare la motivazione della sentenza del Collegio Supremo. Aggit1ngiamo soltanto che in dottrina aderiscono alla tesi della inesisten za del reato: Maino, co1nmento al Codice penale, II, pag. 29; Perroni Ferranti. Delitti contro l'amministrazione della giustizi a, 'frattato del Cogliolo pag. 183; Trentinaglia. Della responsabilità dei medici che assistono al duello, Giustizia penale 1904, colonna 1172, n. 265. Ne dissento110 : 1Vlanzini, Trattato di diritto penale, V, pag. 612, il quale ritiene eh.e i medici debbano essere considerati complici dei duellanti, ec- . cettuato il caso in cui essi siano . stati chiamati dopo il duello, s.enza 1p revio concerto; Pontano, in Giustizia penale, 1911, col. 1521.


1~02

[.~~~o

.lL POL TCLI NICO

XXXII, FASC. 34)

NELLA V ITA PROFESSIONALE. '

Cronaca del movimento professionale. Istituti e Gabinetti privati di indagini cliniche. Il Cons iglio dell' Or<line d ei medici della p1rovinci a ·di Nap oli, i11 11r1a sua r ecente ~uta, per la maggiore serietà d ei g~%binetti ·d i an.alisi, h a fatto voti alla F acoltà m e dica .affin.c hè il pubb'l ico esercizio di ricerche cliniche, microscopiche, batteriologiche, s ierodi.agnostich e, aipplicate aN.a cli11ica, sia co1n preso nell'elenco <lelle specialità professionali, e çome tale siottoposto alle limitazionj ed ar1le garanzie rp reviste dal1o statuto univeTsitai·io, a norn1a dell'art. 4 del R. D. 11 dic. 1923, 11. 2909. \

Tribunale medico disciplinare Jn Olandn.

MORNESE (Alessa·n dria). - Con Montaldeo; lire 7000 per 300 pov., 4 quinq. decimo; trasp. L. 500; uff. san. L. 500. Scad. 31 .ag. POGGIO IMPERIALE (Foggia). - Al 30 . a g.; L. 9000 e 4 qunidr. d-ec.; età lim. 45 a. S erv. e11tro 15 g.g . PORTOMAGGIORE (Fer·rara). - Proroga 31 ag. R ANZO (I mperia). - Proroga 31 aig. S. MICHELE DEL QUARTO (T'enezia). - A tutto il 30 oott., oTe 17 ; pe1' informazioni rivolgersi Segreteria.

D a un.a ven t in a d'anni le i11frazioni al codice deontologico "reni van-0 risolte, in Olanda; dall' « Associazion e l\iiedica dei Paesi B assi », la quale a"\rev.a ·delegato. all'uo1po, un Oornsiglio di disciplina . L a nu11izio11e maggio re che pote.v a ~~ere inflitta era la ca11cellazione ·d all'.albo. N egli ultimi tem•p i questa mis11ra si è 1dimostrata del tutto i11efficace•: onde il ~linist.ero del L aworo h.a presentato al P a tl.ament0 u11 <lisegno di legge che affida a uu Tribunale d eontologico le misure discirpl inari e prèivede la sospe1'bc;.ione temipora11ea o ·perm.anente d a ll'esercizio professj onalc. .

VENEZli\ . - D11e •medici batteriologi aggiunti a ·l L aborato-rio micr-0grafico; a tutto il 10 sett.; lire 12,500 e 4 quinquenni; sup,p lem. servizi-0 attivo l ..i. 2000; c . ·v. entro il limite m assimo di L . 3640; partecirpaz. u tili esami a privati. Età lim. 40 a. D ocunJ. a due mesi dal 10 .ag. Biennio di .€ &perim . Chiedere · annunzio. Rivolg€rsi Can celleria della Segreteria con111nale.

CONCOR S I .

l\1edico giovane con discr eta pratica chirurgica e1d ostetric.a cerca interi11.ato non breve a buone con1dizioni p r€fe ribilmente nella p rovincia di Roma . Scriver.e: D·o menico P e11nesi - via P ·r i ncipe Amedeo 110 - R oma.

,

POSTI VAOANTI. APPARIZIONE (Geno1;a) . Scad . 31 ag. Vedi fase . 31. B oRGHET.TO v. .ARA (Spezia). Al 25 . ag., ore 18; L. 8200 e 10 bienni ventes., oltre L . 300 bicicl. e L. 500 se uff. san. Età lim. 40 a. DocU11D.. a 3 mesi. T assa L. 50.15. BRESCIA . ,Spedali Civili. - Medi co p.rimaJI"io; lir e 6000 (sic). Docum. agli Uffici d ' Ammin. (v. Moretto 42) n1on più tardi <lel1e ore 17 del 15 &ett. Età lim. 45 a. (ex combatt. 50). Chiedere annunzio. CALTAG JRONE (Oata·nia) . - Per Mussolinia; lire 10,000 e 4 quinquenni dee., oltre L. 2000 cav. ; alloggio non a rredat o. Età mass. 45 a. Scad . ore 12 del 25 ag. C.\ STIGLIONE DELLE STIVIERE. Congregaz. cli Ca1·ità. -- Alle ore 17 d el 31 ag. Direttore me dico dPll'O~pedale P sichiatrico. A tutto il 31 ag. aiuto medico-chiru rgo dell'Ospedale Civile. Vedi fase. 34. CLAUT (Udine). - Scad. 25 ag.; L. 9000 oltre i11cle nn. serv . .attivo I ... 500, c.-v., mezzo trasp. L. ;3000, uff. sa11. L . 800. quinquenni d eci1no. FORMIGINE ( 31odena). - 2a. cond .; L . 8000 e 10 bienni ventes.; t r asp. L. 2500. Scad. 30 ag. I SOLA DEL LIRI (Oase1·ta). 2a. condotta; abit. 10,000; stip. L. 7000 · cinque quadrienni decimo; cnT" . L. 2400; età non st1pe riore 40 a. Scad. 15 sett. I en.\ (Oomo). - Co11.. or. con Barza. Ab. 2197; stip . L. 9000; uff. sa11. L. 900; .ambul. L . 500;

b

bicicletta L. 700 ; assi curazione. Prorogiato 31 ag. D ocum. Commissario prefettizio. ìvfILANO. Consiglio degli I stituti Ospitalieri . Dirige nte la Sezione Radiolog ie.a dell'Ospedale Maggiore. ' Tedi fase . 31. Scad. 10 ottobre. . l\10N1'EOASTEr.1.o V1BIO (Perua ,ia). - A tutto 31 agosto. Vedi f asc. 31.

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Diffide e boicottaggi. Il Direttorio M aceratese del S. F. M. C. diffi·da il cO'llcorso Ftsan atoglia Marche perohè non ri(1pondente al co11cordato irL vigqre e iper clau sole cli carattere ve~atorio.

NOMINE, PROMOZIONI ED ONORIFICENZE,

Il R. Oo·m 1n is.sari0 di Roma h a d elib erato che ~.i quattro posti di medico co11dotto per le stazioni sanitarie a tipo 1nisto urbano-suburbano \engano nominatj n ell'ordine che siegue, i dottori: F ede' rici F ederico, Bernar dini .Alessandro, W eiss G'iuseippe, F toirtini Torello.

L a Facoltà Medica di P a rigi ha chia1nato a lla cattedra di chiru r'gia ortopedica il prof. Ombréclanne, quale· .successore d i ..i\.ugu sto Broca, morto di recente. AJla presidenza dell 'Associazione )fe<lica ...\meric.ana è stato eletto . il dott. W endell Christopher Phillips, reputato oto-rino-laringologo, autore del trattato cc Diseases of t h e Ear, Nose and Throat, 1\1edicnl a n d Surgical », adottato come testo in molte ~cuole mediche.


{ANNO XXXII, F ASC. 34]

SE7,IONE PRATICA

NOTIZIE DIVERSE. •

Per la lotta contro la tubercolosi. Il 21 luglio si a·du11ava. a Parigi il Consiglio Direttivo ·dell'Unione internazionale per la lotta c-0ntro la tubercolosi. Il prof. \ Tittorio Ascoli, consigliere dell' Unione -e rappre.~1iltante in seno a.ll'U niori1e stessa delJa F ederazio11e N:azio11ale Italia11a per la lotta contro la tubercolosi, 11a rif.erito in seno allia Giunta Esecutiva ·d ella Federazione, anche .a nome dell'altro TaJP1p,re-sientante italian·o dott. G. B. Roatta, ne1lla .seduta del 10 ~.gosto, le risultanze- della se.d uta del ·Consiglio Direttivo s uddetto. Il prof. _i\.scoli ha descritto anzitutto la cordiale a.ccoglienza ricevuta da t utti i men1bri d.ell' U11ione Internazionale ed è passato quindi .ad esporre le conclusioni più im1portanti della riunione. Esse sono: 1) Si sono discussi i temi da mettere al.I' ordine d.el giorno per il Congresso di 'V ashington e sono stati scelti come argome11to clinico, il contagio della tuùercol1Jsi 'nell'adul.to , come argomento biologico la st1-utfi1,ra e l' evoluzione clel ti1,ber~

12b3

vranno poi venire da esse indicati e dovranno pagaa·e una quota i11dividuale di 4 doll.ari. Il pagamento di queste quote, come in genere ogni comunicazione che si riferisca al congresso <li W ashington, è desi derabile che venga fatta attraverso i] trMnite ùel SegTetairiato .g enerale di P arigi. La Giunta E <::ecutiva. federale, dopo aver ringraziato il .Prof. Ascoli della sua valida azione in oono al Consiglio direttivo dell'Unione, gJ.i ha dato a:ffiù.amento che sarà subito provveduto per l' attuazio11e delle sue pro·poste che viarranno a m.ette1re n el meritato posto l'Associazione italia11a e fr~ttanto l asciano sper.a·r e che una d.elle tre relazioni ufficiali ail Oongresso ve·n~a .affidata a d un nosrtro connazionale.

Il XIV Congresso Stomatologico.

Ricordiamo che il Xr\.,. Congresso Stomatologico, promosso dall a F'ederazio11e Stomatolo1g ica italian.a, .sedente in Tho·ma, &i adunerà a Fiume il 10 settembre p. v. Assumerà particolare importanza sia dal punto di vista scientifico che p,rofession.alie. M olte e interessantissin1e comunicazioni di stomatologi italiani e stranieri sono già insoritte all' or.colo in rapporto con io sviluppo della tuberco·l'iOsi dine del ~orno. · 1>olrnonare, oome argomento sociale tub ercolosi e Il con,gre&Sto· ff'steggerà la codifioazione del prinlatte. cirp·i o della obbligato•r ietà della laurea in me·dicina 2) È statò stabilito inoltre ch·e di due altri . e ohir11rgia, peQ" l'~ercizio del1.a odontoiatria e .p .r:o.argomenti di pa.rticola.re imiportanz.a sociale dotesi 1die~1taria ottenuta col R. D . 16 ottobre 1924, vessero nel fr.attempo occuparsi tutte le Nazioni n. 1755. Mus.so]ini, al qn.a le in particolar modo della L ega e cioè: 1° tubercolosi e problema scosi deve tale decreto, ha. accettato1 il patronato del lastico, 2° or:Janizzazione cle~ lavoro durante la congresso. c1vra sanatoriale e nel periodo post-sanatoriale. L a Fra gli sto111avologi stranieri, che più viva.mente scelta dei relatori per i tre argomenti del Consi raltegran:on•) coi colleghi italiani e coil. Governo gr.esso di 'Vashington è stata affidata al Comitato Niazionale per ta.l e ·decreto, vi sono gli ungheresi. ordjnatore del1o &tesso congresso stabile·n do che Molti di essi rendera nILO' omaggio all'Italia ed alla per ogni argomento fosse soelto un relatore uffisu a nuova legge partecipando ai lavori del Con-ci.ale e che dalle singole .Associazioni nazionali pl()gresso idi Fiume e g;Li itali.ani, finito il congresso, tess.ero poi esse•re des ignati dei membri per discusi recheranno ia Budapest, ove, fr a l'altro, visitetere in merito ai vari problemi . ranno quelle celebra.ti~ime i&tituzioni stom:atolo, Quanto agli argomenti messi in stu·d io cjoè: la giche e pTesenzieranno 10 ·s copri mento <li un r itubercol0isi ed 11 ·p roblema scolastico e la organizcor.do marn1oreo a un grande stomatologo unzazione del lavoro s anatoriale e post-sanatoriale, gheTese, recentemente deifunto, il prof. GiuS1e1p1pe l'Unione ha stabj}Ìto chP ogni N azio,n e avrebbe riuArkoivy. nito e comunicato i dati più import:tnti st1 amAl congre.~so· di Fiume posso110 partecipare, olbedue le qu·e stioni, onde pubblicarli nel' Bollettino tre ai soci della Federaz~on~Stomatolngica, tutti sociale inter11azion.ale. . i medici e gli odontoiiatri italia.11i e stranieri. RiF .atte queste comunicazioni generali il prof. volgersi ailJa presidenza della Federazione in RoA.~coli ha oomunic.ato qualche i1otizia avuta dal ma (26), Lungo Tevere M e1li11i 17. dott. '~'illiatn, raippresentante degli Stati Uniti, J·el.ativa.mente al futuro Congresso di Washington. III Congresso di storia delle scienze mediche e ·(J.uei:,to avrà luogo in giorni da destinarsi tr.a il nattlrali. 30 settembre -e il 2 ottobre 1926. lIDITilediatamente dotpo la chiusura del Congresso Internazionale si Si a1dunerà a Ve11ezia dal 13 al 15 settembre. riunirà il Congresso Nazionale degli Stati Uniti Pr.e si,de11te del co,m itato esecutivo è il ;prof. sen. al quale potranno .ats&istere i memb.ri del congresDa.vide Giorda110 _; segretario il dott. Antonio Dia.n so int~r11.azionnle. Si è poi stabilito che oltre i (OaJnpo S. Stefanio1 n. 2768). delegati ufficialme.n te designati da1l.e singole AsLa quota d' isceizione al con·g resso è di L. 20, sociazio11i Nazion ali contro la tt1bercolosi, potranper i soci; di L. 25, per i non soci; di L . 15, per i .f aimig]iari. P e.r prendere parte alle visite, ricen10 essere invitate a l Congresso Internazionale di ·vimenti e gite è assolutame11te i1ecessiario presenWashingtO'll un certo numero di persone che satare la. tessera. di congressista. Rìduzioni ferroranno chi.a.mate 1nernbri della conferenza. Questi vi~rie del HO % con durata dal 5 al 20 settemibre. m~mbri della conferenza, che potra11no essere s-0elti G1i .alloggi sara.n no assicurati per un accordo fatto all'infuori di ci.ascuna Associazione nazionale, do1

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[ANNO XXXII, FASC. 34]

IL POLICLINICO

con l'Ufficio dell ' E. N. I. T. Og11i congressista che avrà paga.t a la quota, riceYerà con 1a t essera uno stampato per ]a prenotazione dell'alloggio da rispedire all'Ufficio alloggi . L e nidesioni devo•n o esoore spedite prima del 1° sett embre per poter usufr uire ·dellia rid·u zione ferroviaria.

Commissione a1nericana per gli studi gfci.

~tomatolo­

Una Commission e per gli studi stomatologici è venl1ta d.all' ~.t\.1nerica in Eu1r opa per conoscere l'orga11izzazione degli s tudi stessi nei vari Paesi, e sorpr a tutto della prof il assi stomatologica scolastica. A Itoma ha visitato l'ambulatorio clinico scol astico del Comune, presso l'l'"fficio d' igie ne municipale. I component i la CommissiO'Ile vennero poi ricevut i nelle sale deJ M11seo igienioo didattico, ove il prof. P ecori, direttore dell'Ufficio d'igiene, det.te loro il benvenu to, e illustrò l'opera del Comune di Itoma p er la -u·r ofilassi stomatoloaica ~ '· concluse pone11do in rilievo l'opera benemerita svolta dall'America in questo campo. Il d ott. Argis rispose rinmrazi an.d o per l' a,cooglienza. Parliarono .ainche il dott. Cagli e il prof. Pi'Pern o. I-'a Commissi·nne aimericana ha infine conseg11ato al prof . Piperno il diplO'Illa di membro onorari QI dell'Associazione stomatologica americana, distinzione -accordata in Eur-0rpa solta11to a pochissime person.e . La Commissione si è poi recata i11 Campi,d oglio; in .asse11za del R. Commissario è stata ricevuta dal gr. u ff. prof. Pio P ediconi, che a name della cittadi11anza ·romana dette il salu to ai graditi ospiti. 1

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Corso di microbiologia e igiene. Ne]J'Istituto per le 1nalattie infettive « Roberto I\.och ,, di Berlino verrà tenuto dal l o ottobre fino a Natale un corso .di ·p erfezionamento1 per medici in microbiologia e in igiene. Ogni giorno dal1e 10 a•l le 15 avranno luogo le confere11ze e le eser citazioni. Il corao s arà co1np letato con visite a·lle princip.ali istitu zioni che interessano l'igiene. L 'insegname11to sar à imipartito dai Siigg.: E. Boeker , ]{. A. Gine, F. K . J{Je ine, J. Koch, B. L ange, G. L ool\:emann, R. Otto, O. Schiemann, Cl. Schilling, E. Zettno'v. !.€ iscrizio11i sono aperte sino al 15 settembre. Ulteri ori informazioni .possono essere oomuni:cate dall a Direzione dell' « Institut fur Infektionskrankh eiten Robeirt Kocl1 », Ber lin n. 39, Fohrerstrasse 2.

Corso di balncologia e baÌneot erapia. D al 13 al 19 sett~n1bre si terrà a Oarlstad il 7° Corso internAzionale di perfezi onamento in medicin a con p a rticolare rig uardo alla balneologia e alln balneoter aipia . Tra gl'insegnanti sarà il prof. G. ::\Iingazzini di R oma. Per i programmi e le condizioni rivolger si a.I cc K omiter der Karlsooder arztlichen l?ort bildungsk11r », Buro des Klll'SUS, l(arl uad lCzeC<1slovaccl1ia).

Corso per le assistenti sanita1·ie della Croce Rossa Italiana. • Il VII Corso Assistenti sanitar ie di O. R. I. si è chius o in Roma, con risultati molto oo.d disfacenti, i quali indicano un progressivo svilurpipo dell ' istituzione. Per special.i accordi intervenuti fra il R. Provveditore agli stu,d i e la Croce Rossa. Italiana frequentarono i)ure il corso 16 insegnanti elementari di Rom.a e p1·ovincia già i n fermie re, per prepar ar si ad esercitare il delicato ufficio d i assistenti scolastiche. L 'esp·e rimento è stato coronato d a otti•mo successo, poiohè le insegnanti, che seguironlO il cor so con vivo jnteresse, dettero ottima prova .agli es rum i. Molto ha contribuito al maggior svilUjppO di questa S cuola ~4.ssistenti Sa11itarie - ·d alla quale esooino ben preparate le nuove missionarie igienicosociali, che ormai il po•polo di Roma conosce ed a.p0p rezz.a speciaLmente nell'oper a di assii.stenza rionale a <lon1icilio - la cortese oopitalità d1e gli :illustri di·rettori delle It. Cliniohe cihe asioonse·r o l'insegnamento nelle loro clini che, ove genera1mente prodiga1·ono il lo1ro tempo, impar tendo· interessanti lezioni, i proff. Gosio, Bosellini, Artom di S. A:gneise, Sa.b atini, Genove.5e, De Sa'Ilctis, Levi dell.a Vid:a, Oraimz, M ancioli ed i gentili con.feir enzieri '1ott. P rati , prof.ssa R on coni, prof. Guerra. 1

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Dopo la VII Conferenza Internazionale del Lavoro. Oltre ch e s.11. q11estioni riferentisi alla tutela e alla protezio11e d el lavoro, alla Oo.n fer·e nza eiia sottoposto l'esame dei vari probl emi nel campo della riparazione dei danni derivanti dai rischi del lavoro e .dehlie a ssicur azioni sociali in genere, al cui svolg imento s i .applicano t utti gli Stati civili . Sui 58 Stati 0he fanno parte ·dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro, in numeTo d i 46 erano 1que·lli che aivevano man dato le loro D elegiazioni ; ed è n•otevole il fatto oh e in qualità d i membri di queste partecipar ono ailla Conferenza i Ministri dei · L avoro della Francia, del Belgio e dell a Poloni.a. nonohè il Segretario parlamentare d el Ministero del Laivoro della Gran B:r:etagna e il Segretario di Stato del Ministero del Lavoro della Spagna. Per a,plp rezzar e l'importanza d elle deliberazioni adottate dalla Conferenza basta enunciarle, senza che occorrano ccmimenti. In materia di l avoro notturno dei panettieri , è stata proclamata I.a n ecessità di divieto entro equi limiti. In materia di t r n.ttam€nto d·e gli stranieri infortunat i s1 è ricono~ciuto il princi'Pio delle eguaglianze rispetto ai lavoratori nazionali. In materia di infortuni il prorgetto di convenzione a1pprovato stabilisce: la estensione dell'obbligo di risar cimento degli infortu11i \Sul l a.v oro a tutte le imprese ed aziende di quialsiasi natura; la corresponsione delJ'indennità 111 r e11dita; l' a8Segnazione di un SUJpplemen to di indennità ai grandi invalidi deL lavoro ; l'obbligo d ell'assistenza medica, farma.ceutica e chirurgica e dell e forniture e del rinnovo delle protesi e degli apparecchi ortopedici agli infortunat i. In materia 1

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[ANNO

X."'\:XII, F ASC. 34]

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SEZIONE PRATI CA

di malattie professionali, queste sono considerate ·d a equiipara,rsi agli infortuni. In materia di .assicurazioni soci ali i n genere si è concretato un programma di studi e di inchieste della cui attuazione ebbe ]n.ca.rico l'Ufficio Internazioniale del Lavoro, da servire di documentazione iper le discussioni i n •f·u ture Conferenze . 1

ammenda ·di L. 50; ha ·deciso che i droghieri possono vendere m.edicamenti di cui alla taJbella. XI dell a Far.m.acoipea, purchè non in dose ·di medicinn. e cl1e la vendita de-Ile sostanze elencate nella tabe1la, IX in ,m isura inferiore .allo speci.f icato è punibile con la penalità massima di 100 lir:e, giusta l'.a .rt . 17 della Legge Sanitaria.

Onoranze al prof. Colella. Al Direttore della Clinica delle Mialattie mentali e nervose di P al€rmo, on. p1rof. Rosolino Colella, è stata offerta da colleghi, disceipoli e amn1iraitori una medaglia d'oro con artistico album e fiori .a profusione. P arlarono n ella circosta11za vari oratori, che illu·s trarono l'opera del M.aiesrtro nel cAAllpo scientifico, socirule e politico. Risp~se il prof. Colella, ringraziando p er la d imostrazione di affetto. Il prof. Colella· offerse agli intervenuti un vol11me di circa mille pagine, contenente pubblicaz,ioni fatte ·d alla Clinica da lui diretta.

Il titolo di specialist a in Ungheria. Il Mini\Stero della sal11te pubbl~oo in Ungh~·ia ba emanato un'ordinanza che avrà forza di legge, per disciplinare il titolo di specialista. Vengono rioo'l1osciute 18 sipecialità, tra oui l' otologia, che rimane ' disti1rba dalla laringo-rinologia; l a chimica patologica; l'istologia p atologica; gli esami di laboratorio. Il titolo si consegue da medici che abbiano frBquentato per due anni gl'istituti universitarì corrispondenti, o per tre un ospedale di prima clasf.Sle, contenente il riparto corrisipo111dente; viene rila..~iato dal òiretto,r e dell'istituto o dell 'osped~l.e. L e .an1men<le ner le infrazioni vanno sino a 3 milioni di corone. La pri1na· infrazione è di competenza d ella polizi a, la seoo111da dei tribu1113,li, la. ter7~ del ministero.

Centro di diagnosi n eurolog ica. stato istituito a Brusselle e ·COm1p 1r·e nde nu1merosi servizi: neurologia ·g enerale, n euro-psichiatria, neuro-oftalmo1o.gia, neuro - oto - r ino - liaringologi a, neuro-chirurgia, neuro-ortopedia, sistema endocrino e simpatico, roentgenologiia, labor.atorio. Ogni servizio è affidato ad u nto specialista di valore. ~

Il 1prof. DEMETER v""ON TABORA, di Francoforte sul Meno, h a posto fine ai s1:.0-i gioTni perchè a,f fetto da una malattia incurabile e dolorosa . L a mO'glie ha vo1uto seguirlo ! Il Tabora fu per molti an11i assistente nelle cli11iche m e'diche- di Giessoen e d i Strasb1u rgo. H a compiuto studì a.p prezzatissimi e ben noti sulla fi.siologia del cuore . Contava 48 anni. È morto tragicamente il d·o tt. ENRI CO FED E -

RICI. L aureato in scienze natu rali, si era occupato con i m1)egno di entomologia medica; aveva vinto il premio1 :i.stit uito da l Mini!Stero ·d ell'Econon1ia Nazionale per promu·overe gli stu.d ì sul[a malaria; e, ri·petutamente, unQ ·d ei premi del Ministero della P . I . p er il perfezionamento all'Estero; era assistente del sen. Fano ial1a cattedra d'istologia ~ fisiologia generale. Non aveva che 2,3 anni . l{eùa.tosi a visitare la Stazion e .oool-0 gica di Vincereux, nello stretto di Calais, t1~ovava ivi la morte per. annegan1ento. Al genitore dott. Fe.derigo , m·edico del comune di Roma, all·a famiglia tutta, le nostre profonde CO·n doglianze. 1

Cuore e Circolilzione Continuazione de

LE MALATTIE DEL CUORE E DEI VASI Periodico mensile diretto dal prof. VITTORIO ASCOLt !Red attore capo : prof. CESARE PEZZI Il fas·cioolo 7 (lugilio 1925) -c ontien.e : LAVORI ORI Cl NALI .

I . A. della Valle e A. Ors i·: Elettrooruridiogll'la.rnrm1a e reperto 1anatomico. - II. F. Ca stellotti : La replezione venosa n 'eli':iJperteneione .ad'terioaa : suoi .riaip.porti -con 1a. presaione venosa; suo valo.rie .c1im ileo e di.agn•o sti100. 1

Ospedale americano a Reims. Il 30 ,n,p,ril.e l'.amb.a>Sciatore de1mii Stati U niti in Francia, S. E. Herrick, ha donato al municipio di R.€in1si I'« American Memori al Hosipita·l for Children », costruito in adem•p imeuto di un impegno assunto dalle do·n ne americane nel 1919.

Medicamenti v endibili dai droghieri. Avanti la R . Pretu·r a di Ferrara fu discussa una causa contro un d r oghier·e imiputato di avere illegittimMDente venduto glicerina e olio di fegato d i merluzzo, violando l 'iart. ]8 della Legge Sa11itaria. Il P·r etore ritenne il droghiere ·r esponsaibile solo per la V€ndita della glicerina, condannandolo alla 1

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RASSECNE,

RIVISTE E CONCRESSI. Clinica : Modiftoazio.nli d'€ll vol um€1 id·e l i1>ol1So d'llnarute ì1a.

.giriaivi.d1amza, 11 parto ed il puerperio. - Te ra9ia : La 1cura delle ari tmie rOO.tl'ldiaiche. - Chirurgia : Fisiologia della -0h irurgia dei Via.ai 5,a inguignd. 1

NOTIZIE BIBLIOCRAFICHE.

Vaquez H. : Mé.dicamente et médioati1Q'Il..s .cardli•a,ques. Abbonamento P'er il 1925: Italia L. 28; Estero L. 38. Per gli abbonati a.il << P oliclinico » : :ttalia. L. 22, Estero L. 32. Un fasci colo eeparn.to L. 3.60. N. B. - Ai n u O'Vli R.bbonati del 1926 a u Cuore e Oircolazione ,, si concedono le intere ·ainiiliate 1920-1921-1922 e 1923 del period ie.o << Le malattie de l Cuore ,, e 1924 di « Cuore e Ci1roolazione ,, per sole L. 75 se ili I talia e per sole L, 100 se all'Estero, in porro franco. 1

A 1.· ichi esta 's i •ili.via: n u m e ro di sagg i o . Iniviare ·vagli·a postale ~.l Cav. Uff. I10IGÌ POZZI! Via Sistina. n. 14 - Roma.


: I !'1 'Lit:LINICO

RASSEGNA DELLA ST.A.MP A MEUICA. l<iv. cli Cl. P et.liatr.,

apr. -

· C. C1sI. Metabo-

[ANNO

XXXII,

FASC.

.t1rch. cle llled., Oi·r. 'Y Esp., 11 a1p!l'. SPO

ALVAREZ.

34]

A. CRE-

Il polso capillare caipillariscopico.

Oult. 3led. il1ocl., 15

aipr. -

F.

CINQuEMANI.

lisn10 basale in p ediatria . Stenopla.sticit e brachiplastica gastriche. l'roc . R. Soc . Jl ed., rupr. - Discussione s ulle Pa1'iS nléd., 11 aipr. - C. DoPTER. La lambl.iasi. sequele nlentali dell' encefal. letarg. - Copiosa caRass. l ntern. di Ol. e T er., feb. - M. MAZZEO. -siistica . Flora b atterica n e lle diarree estive di bamibini. Larice t, ll <.tpr. - B. SPILSBURY. L e ferite e Olin . ll.f ell. ltal. , gen.-f eb. - P. SANGIORGI. Lo .altre !esioni neh1' a spetto m e<lico-legaJ.e. R. J. (\ zona n secondo le moderne concezioni. - V . PuNMINNITT. S equele ·d ell'an est esia eterea. TONI. Vaccinaz.. anti rabica con i vaccini fe11icati. G'azz. cl. 0sp. e <l. Ol·i n ., 5 aipr. - G. C'AVINARev. liléd. de .Barcelona , m.ar . - , J. CuATREcA~ Pn ATESI. Iniezi0ni sottocl1tanee di O n ella cura SAS . La secrez,. renale della creatinin.a. V . PAu.d elle ischi.a lgie. CHET . ~ coleci-~te.cton1ie difficili; la c. parziale. D eitf . 'lnedi z . 1'T7 ochens., 10 .apr. H. SAcHs, J oii1' n . ltléd. l!11ranrais, gen. - Numero di ori\.. I< LOPSTOCK e .i\. ..J . WEIL . Origin e dell e moditJ01pedia . ficazioni d el sangue i1ella sifilide. F. l\:.LOPJ ourn. T r op. !i!ed. a. H ·yg ., 1 a.pr. - N. P. STOCK. N attlra dell'e·m 1olisina ·specifica. - A. BRusJEWELL. Funiculite ' endemica di Castellani . CHKE, F. J ACOBSOHN e E. ICLOPSTOCK. L'azione R i for1na Jled ., 23 ina r. - F. PERU&SIA. Basi oligodinamica dei metalli. Jliinch. 1necl. 1Voche11s., 10 apr. - F. LIOHT·Es- biologiohe e fisiche ·della radioterrupia. - G. CARISI. Megaapipendici. TEIN. L a profilassi i1el puer1p erio . - H . KLIEWE Arch. di Patol. e Olin . llled., apr. - G. SoTTI. e ~'.[. W ESTRAUS. B acilli difterici n elle f erite di Infa rto necrobiotico ischemico d ell'iipofisi. C. c:uv.a1.1 i . BARINETT'I. Azione dinamica specifica degli ia.limen, l ,ll ien J(lin. 1Voche,ns., 9 aipT. - R. ERDMANN. ti. - P . B lDNEDETTI. Determinaz. deHa. fi.b rinemia Importanza ·<lelle colture in v itro p er gli stu,d i s1ul a scopo clinico. oancro . - M. GROSSMANN e J . SANDOR. FarmacoG·i.or,n . di OZ.. ]1ed., 10 apl'. - P. ATZENI-TEDE· lomia cli11ica dei diuretici. B ·iv . di Olin . Me d., 28 feh. - F . ScHUPFER. Tifo- sco e U. l\tlAZZOLENis. Capillariscopia nella le1p ra. Giorn. d·i ]fed. 1lli li·t., 1 .a.p r. - G. CAPPELLI. b acillos1i. - }i.,. D' ~i\.nBELA. Sin.d1~ome emorrag. preLilpa.si e tuber colo,si. >Coce della f ebbre mediterr. l11 ediz. Kli nik, 10 apr. - A. FISCHER.. Colture Patholoaica, 1 mar. - · G. BErtTAOCINI. Singolaire pure di tessuti. - M. l{APPIS. Sensihilità ial doonicotlistrorfia in ere·dolue tico . A. HoFFMANN. ' )ore 1del n. vaigo destro. - L. CASPER. Tera1pia A11 guillulosi . delle n.efri ti. J ourn . Ame'l·. l\led. A ssoc., 28 m a r. - Numero s u gli OS!1edali. A11n. di Oftalmol., ecc., 3 1nar. - L. M AGGIORE. O.sserra.tore ]Jeif.ico, feb. - R . PELLEGRINI. Par- Contrasto cramatico simulta neo. - F. voN BERGER. ti colare condizione endocrinologica in C)IID'Ìcida. TeLa. micropsia. - O. 0RLANDINI. Distu-rbi d ei mo-cidivo. vi1m enti associati degli occhi e alterazioni cer ebrali. I

Indice alfabetico per materie.

\

Bibli ogr afia . Pag . 1192 -Oalomelaino: jnco1n1patibiljtà col ca.ffè? » 1197 Caverne p ol1no1n ari s u'Pe rficiali e pneumotorace inc istato: s e.gno differe11zia.le » 1195

Clin.ich e 'tl·niversita1tie : rapporti com gli 0 <>1>ccf ali . Coleliti asi: cura. idrorninerale . • Colon: polipo~] 1nultipla . . Costlipazione: fattore a.no-rettale

)) )) ))

.

(' ronara. clel movimento 'JYY'Of essionole D ol()r e nelle irritazi oni della pl eura : valore diag11C1&t.ic·o Emorroidi: con seguenze . Intr.acle1'moreazione di Casoni: ·n uovo inotodo ùi pre pa.ra7.io11e clell' antigene . rperten sione .arteriosa : l ' - . . Laori me e s11dori di san gue

)) ))

1199 1181 1196 1197 1202

1

)) ))

» ))

Jl e1lici che assi ·tono cltLelli: sono penal)) 111cnf r responsabili? .

1195 1197 1175 1188 1198

1201

M edici11a legale : comunica zioni varie . Pag. 1194 Ptosi int.est]na.l e gr~1ve: s i11dro1ne d.i ileo )) .a comparsa p eriodica. . 1196 Ptosi intootinali: inconve11ienti della Ja)) 1196 sc1a a.didomi n a le .

R icorsi per Le 7·iforme clegli organici . Settiren1ia con secutiYa a lup us eritematosd .. . . Sto1n.aco: carcinoma con ariacloridria com.1pleta Tuber colosi p olmonare : risultati lontani della fra nicotomia Tularemia . . . Ulcera duodenale e intossicazione niooti. n1c.a . . . . ' 'esci ca: distruzio11e dei ca neri col radi11m . V escica : ectopia oper ata secondo Makkas

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V. ASCOLI. Red. res-tl·

Roma · Stab. Tipo-Lit. A.rmani di M. Courrier.


XXXII

Ro111a,. 31 Agosto 1925

Fase. 35

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fondato dai professori:

GUIDO BACCELLI

FRANCESCO DURANTE

SEZIO NE

PRA 'TICA

REDATTORE CAPO: PROF. VITTORIO ASCOLI

SOMMARIO. ·

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Osservazioni cliniche : G. Antonelli: Sifilide secondai:ria

a sintoma.tologi.a qua\Si e.solluei·vaim ente febbrile. • Note di tecnica : P. CignoJini : Un llft1ovo metodo perr Jo sturi.io radiologico della pleu1·a. Commenti : 'I'. Silvestri e P. Bastai: Su1lla << 1wplaslia de1le vea 1e sovl'laepati·ch e 1oon persistenza d:el1a vena -O!IIl!belicale ,, . Questioni del giorno : Virus filtrabili e iea1110ro. Sunti e rassegne : MEDIClNA: E. P. Bna.s: Il signiifioaito clinico degli studd recenit.i E>rui rc apilla·Ti. - C HIRURGIA : Dainielopolu, Golicin e Mav~u: F atti anatoiillici ìin Telazione col tr~.ttamen to chirurgico 1d.ell'a'Iligina p ectoriG. - Ar~e: Srimpatectoonia oervico-tio:nacica nell'a.ngrlna pectol'is. Cenni bibliografici. Accademie, Società mediche, Congressi : Società Medi·coChirurgica .Alnconeta'[}la. 1

App ,. tnti 9er il medico 9ratico : CASISTI CA E TERAPIA: La. zona 15'eC() nd-0 le moderne ·DO'JliCezioni. - L'orticaria 1della prima i.nif1anzia. - L'azione dell'J.,nsulin•a sull'evoluzio11e df'lla psoriasi. - Il trattMnen.t o dei 1porrli e dm nei. - 11 trattaiment;o del li·ch en. IP'lam. us con l'irradiazione del &mp•atico. - Diagnosi e cu-ra dielilia vulvovagiruite gonococciica infantile. - Azione terrupeutica .dell'acetil-0S>siamin<0-fenilars inato basico dii bismuto nel1a iSifili de. - IGIENE· La diminJuzione de['l!a febb-re tifcridei. - POSTA DEGLI ABBONATI. - VARIA. Poli tic;a sa nitaria e giuri sprudenza : G. Selvaig,g i: Con.t roiversie giu1riid1irfile. Nella vita orofessionate : Atti uifìoiaili. - Cronaca. del 1movia:nento prol'es5ionale. - Gorucor.si. - Nomine, prom1oz.iOiDJi e d onorificenze.

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Not izie d ; verse. Indica alfa betico !l&r materie.

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Memento

Ai pochi abbonati che· non hanno ancora inviato la 2a rata semestrale dell'abbonamento in • corso, rivolgiamo preghiera di farne sollecita rimessa. L'A MMINISTRAZIONE.

OSSERVAZIONI CLINICHE. O o;;PEDALE DI

s.

SPIRITO - SALA GENGA - ROMA.

Sifilide seconda1·ia a sinton1atologia quasi esclusivamente febbrile per i1 ,prof.

GIOVAl'iNI ANTONELLI,

medico primario.

Fra gli antichi medici era radicata la convinzior1e che la sifilide non fosse malattia essenzialmente febbrile . Infatti l'assenza della febhre rappresenta la regola nella sifili de; rr1a l'esperienza ha dirnostrato che numerose sono anche le eccezion i a te le prin.cipio dottrinario, che nel passato veuiva riten11to quale un assioma. E grande merito di Fournier di aver ·p rospettato, in uno .fra i ;p iu . irr1portanti capitoli della sua opera magistrale, Ja questione della febbre sifilitica secondaria, e di averne delineato, in base soprattutto alla sua personale esperienza, i differenti tipi clinir·i. I..'accordo degli autori è oramaj genera1e sull' esistenza ·di tali forme, come concorde è il par ere sull'eststenza delle numerose forme di febbre sifilitica terziaria. Fournier, e con lui i successivi osservatori (rB alzer, Perrin, ecc.), sostengono giustarnente essere la feb·b re sifilitica second aria più ·rrequente nel sesso femminile, rarissima nel1

l'uomo. La maggiore frequenza delle forme febbrili nella donna si è attribuita da alcunj autori al temperamento, al surmenage emotivo, ecc.; Perrin spiega il fenomeno con la maggiore frequenza con la quale l'infezione sifilitica 1pu ò passare inosservata nella donna. Inoltre si è osser~ vato che la febbre è pit'l frequente nella sifilide a forma n ervosa. Fournier ne disting11e due varietà fondamentali: febbre sintomatica e febbre essenziale; la prima è detta anche febbre d'eruzione. PPr quanto conc.e rne la febbre essenziale o febbre sifilitica iPropriamente ·detta, si ritien e che essa si produca indipendentemente da ogni manifestazione clinica o lesione che ne possa rappresentare il substrato patogenetico. Nello stadio secondario della Iue predilige i primi me"i (dal 3° al Go). I tipi di febbr e più prolun·g ati si constatano · soprattutto nelle giovani donne di teintPeramento nervoso. 1Di tale forma di febbre essenziale Fournier ·distingue 3 tipi : una forma intermittente; :!) una forma continua; 3) una forma atipica. 1)

Nel ti·po interrnittente si hanno accessj febb1'ill pil't o lr1eno regolari come apparizione, caratterizzati dalla loro insorgenza vespertina o notturna, a ritmo quasi quotidiano, e dall'essere sepa\

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IL POLICLINICO

rati gli uni dagli altri da interYalli ù i romple1a apiressja. Sono sp esso costituiti da 3 stafii st1ccessivi (freddo, calore e sudor e), e ip erciò ricordano molto da vicin o gli accessi malarici. Spesso l'nr.cesso febbrile si ri·duce all'unico stadi o del calore. La loro durata è variabile: da 1-2 / ore fino n tutta la nottata. Si manife~ta110 verso l'ora del tramonto o nel corso della ·notte. Il volume del la milza r esta normale. La febbre dura in genere p a r eccl1ie settimane ; in qualche caso raro può durare parecchi mesi (fino a 7, in un caso di Fournier). La febbre stessa è facile a recidi vare. La febbre sifilitica a tipo continuo è più rara; anch 'essa può durare _da alcuni giorni a più settimane. Il calore febbrile è spesso interrotto da brivido o ·da sudorazione. Quando la febbre continua si complica con , sintomi di asten ia, .p uò dar lu ogo ad un quadro clinico che, per le condizioni di adinamia, ricorda e mentisce la febbre tifoide. A questo ti1p o F ournier ha dato il nome di tifosi secondaria o tifosi sifilitica. Tale forrna, non osta nte le apparenze ·df una certa gravità , volge sernpre a .guarigione. La varietà della febbre atipica è caratterizzata da u 11 decorso che non si svolge secondo uno dei tipi precedenti, ma con una certa irregolarità, ricordando or l'uno or l'altro, con t1na durata che può giungere fino a parecchi m esi.

Siredey e Lemaire h anno fornito d elle osservazioni di febbre sifilitica secondaria. Moutard e Martin pensano che nella feh··b re ri sieda u11a delle 1nanifestazioni troppo spesso sconosciute del vj scerotro1p is mo o del neurotropismo di evoluzione d el trep on ema -p allido. Tordon riscontrò la febbre in 27 casi su 47 sifilitici secondari; la febbre durò per un p eriodo variabile da ~ a 23 giorni; il tipo er a intermittente o remittente: o in rari cas i irregolare ; in un caso si ebbe il quadro di uno pseudotifo. P errin , B en ech, l\11.asson hann o descritto 3 casi di febbre sifilitica secondaria in don n e, che presentavano qualche manifestazion e obbiettiva a carico della cute o deìle mucose. G. IJaurenti ha d escritto un caso di febbre sifiliti ca secondaria a d ecorso tifoide jn un1 donn a, scomparsa rapidamente in sP.guito alla cura specifica. Favre e Contamin distinguono le rebhri s ifiliti che in concomitanti ed essenziali, sempre sulla base della cl assica distinzione stabilita ùa Four nier. L'argomento della febbre sifilitica seco11daria e di così vivo inter esse clinico da indU!'mi a rcntter n ot.1 una mi a osservazione, che si riferisce ad uno fra i rasi p itl dimostrativi e che risulta affatto ...,ing-olare ~ p erialn1ente cla a1tri punti di vista.

.4.namnesi.

~ ..\x~o

.\X.Xli, F.-\~C. :~5]

B. B. , di a . 19, aiutante mecca-

nico, celibe. Il padre è strenuo bevitore; la madre ba condotto a terrnine 16 gravidanze, e non · sen1bra abbia avuto aborti. Dei 16 figli 9 sono m orti in tenerissima età. L' infermo è nato con ,p arto eutocico ; nega malattie esantematiche; afferma di essere cresciuto un po' stentatamente e cli aver presentato note di anemia fin dall'età di 5 anni. A 13 anni, polmonite; a 14, fu per la pri1na volta colpito ·da un complesso di dist11rbi n ervosi consistenti in a ccessi di vertigin~ di durata variabile, a cui seguivano la perdita completa della coscienza, la caduta a terra e scosc;e convulsive; il ritorno alla coscienza avveniva attraverso una fase di torpore 1p sichico a ccompagn ato da un senso di spossatezza e dolenzia generale. Non perdeva le urine nè si trovava morsicata la lingua. Tali accessi si ripeterono a lunghissimi intervalli (una o due v olte a ll'anno). Non ha avuto abitudini viziate nè in rapporto alle bevande alcooliche n è alla Venere, od a pratiche onanistiche. Qt1attro mesi prirr1a del suo ingresso nell'Ospe, dal e, a distanza di 15 giorni da un con tatto ven ereo, riportò un ' ulcerazione alla radice dell •asta, che volse lentamente alla cicatrizzazione. A distanza di 40 giorni dall'inizio d ell'ulcera, fu colpito da accessi febbrili a ttpo vestPertjno, caratterizzàti da una sen sazione di brivido della durata di ·p ochi minuti, a · cui seguiva elevazione della temperatura intorno ai 38°,5 e la defervescenza nelle prime ore del mattino. Nell'acme febbrile notava sudorazione profusa ; la febbre era accompagnata da cefalalgia diffu sa che si attenuava e scomparjva con la d efervescenza. In segnito gli accessi febbrili raggiunsero temperature più elevate, e la cefalea si intensificò cosi da r.ostrin gere l ' infermo a farsi ricoverare n ella Clinica Medica, dove r imase degente p er 20 giorni e fu sottoposto a cure ricostituenti; in quel tPeriodo le febbri si su ccedevan o con lo stesso ritmo. Tanto n el p eriodo preceden te, guanto durante la degenza in Clinica, come anche in seguito, cioe fino all'ingresso n el nostro Ospedale, n ega in modo assoluto di a ver presentato eruzioni cutanee e speciali a lterazioni a car ico d ella mucosa orale o della r egion e p er ian a le, dello scroto, ecc. Egli afierma che il fenomen o più saliente era costi~ tuito dalla febbre, ins ieme con la cefalea. Nell' ultimo periodo gli accessi .f ebbrili si sono inten sificati (temperatura massim a vespertin a a 40°) ed alla cefal ea si sono aggiunti dolori ossei a tipo eontusivo localizzati nell a regione sternale e lungo l e tibie non che in corrisp onden za delle articolazioni dei gin occhi. Fu ricoverato nell' Ospedale d i S. . pirito il 14 n ovembre u. s., e in occasi on e di un acèesso f ebhrile vespertino, dimostrò turbe psichi<:l1e a tipo confusionale, con difetto di orientamento rispetto allo spazio, al tempo , a ll e p ersone, ecc., così da far ritenere opportuno il ,su o pass aggio n el « r eparto agitati », dove si è rp roceduto alla ricerca ·della ' Vasserm an n con esi to n egativo. Dopo una settiman a di degen za in detto reparto, è stato di nuovo accolto n ella n ostra ala. T~.,a nie obbie ttJivo (21 n ovembrfl 1924) : « Condizioni generali n on gra ,·i; costituzion e scheJetrira a tipo allun gato; nt1trizion e scaduta. ente e inncose visibili alquanto pallid e; pannicolo adiposo scar so. ~lasse muscolari 1nediocrer11ente Yilt1p pate, toniche negli arti superiori,


[.L\NNO

XXXII,

FASC.

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SEZIONE PUATJCA

alquanto flaccide negl'inferiori. Alla radice dell'asta, presso l'inserzione ·dello scroto, si nota una cicatrice pianeggiante, di aspetto raggiato, di colorito biancastro alla peri.f eria, roseo al centro. Notasi anche nella zona cicatriziale una ·p erdita di sostanza, a fondo splendente, lardaceo ed a margini scollati. Nulla a carico dei testicoli e degli epididimi. Nelle regioni inguino-crurali si · nota, soltanto in seguito a minuta esplorazione, la presenza di piccolissime glan·dole che vanno dal volume di un acino di riso a quello massimo di un pisello, ovalari o fusiformi , scarsamente dolenti a destra, normalmente mobili sotto · i comuni tegumenti. Rari gangli di consistenza non dura. e della ~ grossezza massima di una lente, nelle regioni ascellari. Assenza assoluta di gangli palpatoriamente apprezzabili nelle regioni epltrocleari . .Lo stesso dicasi ·delle regioni posteroe laterocervicali, mastoidee, so·p ra- e sottoclavicolari, sottomascellari (tranne uh p1 ccolissirr10 ganglio a sinistra) e sottomentoniere. La pressione suscita modico dolore lungo la cresta delle tibie; vivamente dolente alla pressione risulta la regione del manubrio e del corpo dello sterno. Pupille di media ampiezza, u·g uali. Dentatura normalmente impiantata, ma con evidenti n ote di 1nicro·dontismo a carico dei superiori. L'ispezione del cavo orale e del faringe n on dimostra assolutamente nessun'alterazione degna di nota. Lingua con lievissima patina generalmente diffu5a. Tora ce di f orma alquanto allungata, con evidenti fosse sopra- e sottoclavicolari e so1praspinose. 'fipo respiratorio normale, di media frequeflza, ritmico, simmetrico; fremito vocale norrr1 ale; percussione ed a scoltazione negative. Cuare normale; polso molle, celere, fr equente, ritmico. Addom.e tratt~bile, indolente. F egato con limite superiore alla 5a costola lungo l'emiclaveare, con il margine inferiore no11 debordante dall'arcata costa.le. Confine superiore della mi1za all'Sa. costola lungo !''ascellare m edia, anteriore lungo l'ascellare anteriore, margine inferiore non apprezzabile nemmeno nelle profonde inspirazioni. Non pal1pabili i reni, e non apprezzabili alterazioni a carico degli altri organi addominali. Esame neurologico: Oculomozione, movi1nenti facciali, linguali, del velo ;Pendulo normali. Normali i movimenti attivi e passivi del capo sul tronco. I m ovim enti attivi e passivi ·d el tronco sono un po' limitati in conseguenza di una lieve rigidità della colonna vertebrale. Trofismo, atteggiamento, tono muscolare, movimenti attivi e passivi degli arti superiori e inferi ori normali. Riflessi tendinei: rotulei, pronto a s., torpido a D.; achillei, notevolmente vivace a S., normale a D. Riflesso degli adduttori ,p resente bilaterallnente. Clono della rotula appena abbozzato a S., assente a D.; clono del piede assente da entrambi i lati. Tricipitale, ·b icipitale, ra·diale, .cubito-pronatore e degli estensori, presenti e vivaci da entrarr1bi i lati. Normali i rifla.ssi mentoniere e masseterino. Riflessi plantari n ormali; Oppenheim, Schaefer, Gordon, Mendel-Betcl1erew, Rossolimo assenti. Addominali superiori, medi e inferiori presenti e vivaci; cremasterici assenti. Pupille uguali; normale il riflesso alla luce, all' accomodazion e, il consen suale ed alla conver-

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genza. Riflesso 1palatino torpido da entrambi i lati; riflesso faringeo assente. Forza muscolare (saggiata col dinamometro) : a D. 17-18; a ls. 16. Sensibilità su·p erficiali e profonde norma.li su tutta l' estensione. . Non atassia statica nè ·d in amica; non dismetria~ adiadococinesia, asin ergia; non Holmes-Stewart; non Romberg. Stazione eretta ed andatura normali. La p ercussione del cranio dimostra una lieve dolorabilità nella region e ·p arieto-occipitale destra; assenza di dolorabilità alla pressior1e delle docce paravertebrali. Dolenti il punto m entoniero destro, il punt0o inferiore ·del mediano a sinistra, alcuni punti a carico dello sciatico e suoi rami a D., del .p eroniero e del tibiale posteriore a S. Visus : 5/10 tanto a D. quanto a S. I1pocromatopsia a D. , cromatopsia quasi normale a S. Campo visivo normale bilateralmente. L' esam e oftalmoscopico n on dimostra speciali alterazioni. Senso acustico normale da entrambi i lati; Rinn e positivo tanto a D. quanto a S.; W eber non lateralizzato. Iposn1ia. n otevole a S., minore a D. I1p ogeusia più accentuata a D. che a S . Non disturbi disartrici n è afasici . Funzioni della vescica e del r etto norrnali. Urine normali ,, . Riassumiamo ora i punti più salienti rilevati durante la degenza dell'infermo nel nostro Reparto. Esso va soggetto ogni giorno, con ritmo costante a ~orte elevazione di temperatura, preeeduta da sensazione di briviido generale della du... rata di cir ca un quarto d'ora, ed insorgente nelle ore pomeridi an e. La febbre r aggiunge massimi che oscillano intorno ai 39° e raggiungono spe<5so i 39°,8-39°,9 (temperatura ascellare), ed iè aocompagnata da proporzionato aumento dell a frequenza r espiratoria e del polso. Nelle ore più o m eno avanzate della sera la febbre cade con sudorazione. A notte inoltrata e n elle ore antimeridiane la temperatura rientra in limiti perfettamente n ormali. L'infermo asserisce che, quando la feb·b re si intensifica, è colto da un senso a.i vertigine e di stordimento della durata di circa un quarto d'ora, a cui segue, non cost.3.ntement e, la perdita ,di coscien za e qual che m anifestazion e convulsiva consistente in scosse cloniche del capo verso il Iato destro, accompagnate spesso da singhiozzo, e d a espirazioni rum orose, non da perdita involontaria di urin e, e soltanto di rado da m or.so della lingua. Tali manifestazioni n ervose cessano col degradare della febbre. La W assermann praticata pochi giorni dopo il suo ritorno in reparto, dà risultato com.pletamen~ te positivo (+ + + + ) . Cutireazion e alla tubercolina positiva. l.'esame radioscopico del torace di1nostra assen za di 01p acità ;patolo.g iche su tutto l'ambito 1p0Jmonare, comprese le regioni apicali, ilari e mediastiniche. Un prin10 esame morfologico del sangue dimostra un'intensa monocitosi relativa, rappresentata quasi esclusjvamente da mononucleati medi e grandi, e da rarissimi linfociti; a carico dei globuli rossi, evidente anisocitosi, rappresentata tanto da forme macrocitiche, quanto microcitiche>


IT. .POLICLINICO

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assenza di netta poichilocitosi, di emazie puntate e id i eritroblasti. Un successivo esame del sangue, volto a stabilire la formula leucocitaria dimostra: leucociti 8200 : di cui linfociti 16,40 ~6 ; mo110citi inedi e grandi 12 %; polinucleati e polimorfi n en troftli 64,60 %; polinucleati eosinofili 1,60 %; poli11ucleati basofili 0,40 %; forme di passaggio 4 %; mi elociti ne11trofili 1 %. Puntura lombare: il liquor fuoriesce a zampillo; aspetto limpido; reazione di Nonne-Apelt de, boln1cnte positiva; Wassermann negativa. '~ dicembre. Esame del sangtle : Globuli rossi 5.160.000; Hb 0,66; valore globulare 0,64; globuli bianchi 7000. · Forn111la l eucocitaria: linfociti 5,50 %; monociti n1edi 18 %; monociti gran·di 11 %; polinucleati e polimorfi neutrofili 53 %; 1polinucleati eosinofili 4 %; forme di passaggio 5,50 %; m etami elociti neutrofìlj 2,50 ~6; mielociti neutrofili 0,50 %. . Il' esame morfologico: notevole anisocitosi, costituita da numerose forme micro- e macrociticl1e; assenza di policromatofili e di eritroblasti n on che di altre speciali alterazioni. Fra i mononucleati sono frequenti forme con nucleo a delicat::i struttura cromatinica e presenza di nucleoli (forme monoblastiche). 5 dicembre. Si pratica una prima ini ezione in, travenosa di gr. 0,45 di novarsenobenzolo. Nel pomeriggio si constata febbre a 40°, e l'infermo è -colto da completa perdita ·della coscienza, non che da scosse tonico-cloniche degli arti superiori e della 1nandibola e ip erestension~ della colonna vertebrale rp er la durata di 10 minuti; l'accesso termina con una crjsi di pianto. Gi!t l'indomani non si rile\'a l'abituale elevazione febbrile e insieme con essa non si presentano le turbe nervose sopra descritte. Lo stesso dicasi nei giorni seguenti; anche la cefalea e i dolori ossei ed articolari si attenuano e scornp aiono. oltanto in occasione delle successive iniezioni intravenose, che si praticano a dose crescente fino a 90 cgr., e ad intervalli di 5-6 giorni l'una dall 'altra, si constata una reazione febbrile insieme -con qualche turba subiettiva (cefalea, agitazione psirl1ica e motoria, ecc.) nella giornata stessa dell'iniezione; completa apiressia n ei periodi in· tervallari. 28 gennaio 1925. L 'infermo avverte dolenzia n el quadrante superiore destro dell'addorne , e si riesce a palpare nettamente il margine e1pati co, alquanto ottuso, normalmente mobile n ei moYirnenti respiratori, un po' ·dolente alla pressione. L'esame delle urine, con parti colare riguardo alla presenza dell'urobilinogeno, dà ri sultato negativo. Con la completa e costante apiressia si accompagna un evidente migliora1n ento della nutrizion e genera le (in m eno di un rnese si constata un aun1cnto del peso corporeo d a kgr. 52 a 55,300), un a progressiva diminuzione clel pallore cutaneo e <l ell e mucose, la scomparsa di ogni di stu1 bo s1 1l>iPtti vo. J,a r eazione di Wa ssermann, ciò non ostante, si mantiene n ettamente positiva, tanto dura nt e la cura (e propriamente dopo la somrninistrazione di gr. 3,70 di no·var senobenzolo), quanto alla fine del periodo cli cura (rappresentato d nlla ulteriore aggiunta d i gr. 1,80 di neosalvarsan). I disturbi subiettivi , corne la cefalea, la strrnnl~ia, ecc., i presentano solo di rado, di tenuP intensità e fu gacem ente. 1

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XXXII, FASC. 3;} j

L'apiressia si rnantiene costante e definitiva. 11 gennaio. Viene praticato un esame di sangue, per valutare l'eventuale miglioramento ematologico, in seguito alla cura specifica. Esso dà i seguenti valori: Globuli rossi 5.510.000; Hb 82; valore globulare 0,74; leucociti 6,700. Esame mor.1'ologico: discreta anisocitosi, assenza di policromatofili ed eritroblasti. Formula leucocitaria: linfociti 2,5 %; monociti medi e grandi 29,5 %; polinucleati e polimorfi neutrofiJ i 59 %; polinucleati eosinofili 7,5 %; forme di passaggio 1,5 ~~ . In tali con·dizioni l'infermo viene dimesso dall'Ospedale. CONSDDER.AZIONI. La storia clinica sopra riassunta offre un esern}J io tipico cJj febbre essenziale nel 1 periodo secondario della lue, caratterizzata da accessj a ti!po vespertjno, che raggiungevano temperature molto elevate, fino a ~circa 40°, precedute da brivido lPjù o meno intenso e terminanti con sudorazione, così da simulare 1quasi perfettamente il decorso di un'i11fezione malarica (dun·que un tipo di fe1Jbr~ P'S eildomalarica). Naturalmente non m'indl1gio a svolgere gli argomenti atti a lumeggiare la natura del processo morboso (assenza di tumore splenico, positività netta e completa della reazione di Wassermann, l'esistenza dej relitti dl un accidente iniziale venereo, ecc. ). Nel nostro caso l'elemento decisivo , che non può lasciar sussistere , alcun dubbio sulla natura della ma~attia è certamente il criterio ex 7'uvanti'1Jus; è stata sufficiente una sola iniezione intravenosa di gr. 0.45 di novarsenobenzolo per arrestare di botto un !J)rocesso febbrile che datava da più mesi. Gli accessi febbrili che si sono talvolta constatati jn occ1sione delle iniezioni prati cate a dose crescer1· te, debbono essere interipretate 1quali specje di reazioni di J-Ierxl1eimer, o febbri sifiloterapeutirl1e, secondo l'e51pressione cli Chiray e Coury, <'fie le ritengono dovute alle cure mercuriali o arsenicali, ma di natura specificamente sifilitica; nel periodi intervallari fra le singole iniezioni la febhre scom·p ariva del tutto. Questa pronta azione ·della terapia arsenicale sulla febbre sifilitica è ricordata dalla maggior parte degli autori, che si sono occupati dell'argomen.to. Ritengo quindi ozioso, di fronte all'evidenza di fatti così elo~ quenfj, fare una disquisizione sugli altri differenti 1processi infettivi che potevano simulare il decorso di quel qua:dro .febbrile (tifo, paratifi a decorso prolungato, infezione melitense, setticerr1ie criptogenetiche, endocardite lenta, infezione t11bercolare a forma tifo-}Jacillare, ecc. ). La nostra osservazione offre anche altri rilievi degni di un certo interesse: innanzitutto il prolungarsi del periodo febbrile , ch e rimontava a circa 3 mesi prima d ell'ingresso nell'ospedal e. La durata della febb re s ifilitica secondaria suol e ·


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[ANNO

XXXII, F ASC. 35 J

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SEZ lO!\TE PRATICA

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sere notevolmente minore, a quanto asseriscono mo, l' esplorazione metodica e ripetuta delle regli autori, e specialmente il Fournier, che ha la gioni cervicali posteriori, mastoidee, latero- ed maggiore autorità in questo campo; solo in casi anterocervicali, epitrocleari, non ha dimo~trato eccezionali la durata raggiunge parecchj mesi. che la presenza di qualche raro minutissimo Inoltre tutti gli autori, come abbiamo sopra acganglio, insignificante dal punto di vista clinico, cennato, sono concordi nell'affermare che è so- perchè .gangli più numerosi e voluminosi soprattutto la donna predisposta alla febibre sifili- gliono ipalparsi anche in soggetti affatto esenti tica secondaria; non ho trovato descrjtte osserdall'infezione luetica. De Amicis dà ur1a grct11de. vazioni riguardanti il sesso mascolino· dunque i importanza semej alogica all'adenopatia eipitrocasi constatati nell'uomo deb,bono ritenersi a ssocleare, a la considera come un importante eleluta1nente eccezionali. rnento diagnostico, sia per la sua grar.~le freAltra considerazione importante è quella cl1e quenza, sia per il volume talvolta raggi11nto dalle · si riferisce al modo assolutamente singolare con gJandole di tal e regione nella lue secondari~. sia il quale la febbre si è svolta: essa ha cioè rapper la sua persistenza. Nel nostro ·pazi.3nt8 non presentato il sintoma quasì unico nel 1periodo seesistevano .gangli epitrocleari pa~patoriamente condario della lue, cosicchè mi sembra che proapprezza.b ili. l\lla l'assenza della linfoadenopatia prio questo sia da rite11ersi un caso veramente clinicamente rilevabile si estendeva fino a.11' estrecaratteristjco di febbre essenziale sifilitica, cioè mo limite, cioè fino a coinvolgere le stesse re, rappresentante da sola l'essenza del processo sifigioni inguino-crurali, dove non manca cl1e in litico. Essa non è stata accompagnata durante casi estremamente eccezionali, in for1na ùi ad~ .. • . tutto il tempo della nostra osservazione, e serr1nit8 satellite, rispetto all'accidente iniziale. Ribra, fin dal s uo esordio, da nessuno dei sinto1ni cord afferrr1ava ch 'essa << è il compagno fedele obbiettivi (eruzioni cutanee, !Placche mu cose, podell 'ulcera, come l'ombra segl1e il corpo. Non v'è liadenopatia, ecc.), che costituiscono l' espressio- ulcera infettante senza bubbone, ecco ciò che si ne clinica ordinaria della lue secondaria. L'aspuò dare arditamente come una legge patolosenza di tali 1nanifestazioni anch.e nel periodo gica ». , precedente alla nostra osservazione è indirettaLe eccezioni sono straordinariamente rare; mente dimostrata dal !atto che il paziente, du- Fournier so,p ra 5000 malati l'ha visto far difetto rante la dege11za in Clinica Medica, non fu sotto- soltanto in 3 casi. Quindi la .p leiade ganglionare posto a cura srpeciftca; ciò dimostra che 1'inferco11 gli attributi della indolenza, dello stato mo, all'i;OJfuori della febbre, non dovette preaflegmasico, durezza, rnobilità, indi1pendenza :Bsentare nessuna delle ordinarie manifestazioni ciproca, costituisce pèr questo grande ~1aestro di clini~he della lue secondaria, in m aniera da risiftìografta, uno ·dei più importanti segni cl ell 'inchiamare su .ai essa l'attenzione .dei sanitari. La fezione sifilitica primitiva. In un caso solo egli roseola è la ;più precoce e comune fra le manif eha visto un'ulcera della verga accompagnarsi ad stazioni cutanee, specialmente nel sesso rnaschiun solo gan.g lio grosso quanto t1na piccola le; pochi in.fermi vi s.f uggono, afferma Fournier . . oliva. Nel caso nostro i rari gangli. a:pprezzabili ' La nostra osservazione non ha mai sof!Preso la ap1Pena con una diligente esplorazione palpatom1n1ma traccia di efflorescenze cutanee, per ria, non raggiungevano che il vol ume massimo quanto diligente attenzione venisse portata neldi un pi~ello; troppo poco per assurgere a dil'indagine. Lo stesso dicasi delle alterazioni che gnità di segno clinico! Gli esami ematologici ha11no dimostrato una la sifilide secon daria induce a carico delle inucose: la loro frequenza è eccessiva, tanto che notevole oligocromoemia, migliorata in seguito rari malati ne vanno esenti; sono inoltre altealla cura specifica (altro criterio ex j.u va1itibus razioni facili a recidivare .e tendono a .colp·i re atto a dim.ostrare la natura sifilitica della malattutte le mucose. Nel nostro infermo, la diligente tia febbrile); infatti l'anemia a ti.p o clorotico raipispezione della mucosa orale, faringea, della representa l'alterazion e ematologica più comune nel gi0ne perianale, ecc., non ha mai dimostrato iperiodo secondario della lue. l'esistenza o le tracce di placche, ulcerazioni, ecc., Più importante è secondo noi la intensa mononè l'in.f ermo asseriva di averne mai presentato citosi propriamente ·detta e relativa linfocitopenia dimostrata nella maggior parte degli esami per lo innanzi. ematologici eseguiti n el ·soggetto in esame. RiE anche mancata la poliadeno·p atia caratteristica del periodo secondario~ infa~ti la sifilosi se- tengo sja lecito formulare l'ipotesi che la diminuita o scarsa linfocitogenesi .p ossa mettersi in con·daria delle glandole linfati.che costitt1isce una rapporto con la scarsa reattività dell'apparato fra le piì1 comuni manifestazioni cliniche. Fourli.nfoglandolare, documentata ~ppunto dàlla poca niet· asserisce che non ci sarebbe che un iP O' di o nessuna apprezzabilità clinica della poliadenoesagerazione a dirla costante, tanto è raro di vepatia. E chissà se tale scarsa reattività non avesderla mancare assolutamente. Nel nostro jnferI

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1~12

I .\'.\"\lì \\\II,

IL POLICLINICO

se importanza nella 1g enesi della febbre, quasi questa fosse l" espressione clinica di una deficiente azione difen siva esercitata dall'apparato glandolare, cosi da mantener sem•p re viva l'attività pirogena d elle spirochete in questo ·caso spec iale, e da lasciar l'organismo ~rivo ·di quella specie di barriera protettiva, come in preda ad una p ermanente setticemia spirochetica! Sarebbe forse opportuno portare l'attenzione in m odo s1p eciale su questo punto nelle u lteriori osservazioni. Nel quadro clinico dob·b iamo dare un'importan2a del tutto accessoria alle scarse manifestazioni s ubiettive accusate dal paziente (cefalea, sternalgia, rare osteo-artralgie), sia _perchè non corrispondevano ad evidenti alterazioni obbiettivamente rilevabili, sia 'Perchè esse apparivano specialmente in coincidenza con gli accessi febbrili. ' Più im·p ortante nel nostro paziente 6 stato il rilievo degli accessi con\,-'.!lsivi, che insorgevano con una certa frequenza n el IP~riodo precedente all'inizio della terapia specifica, per :arefarsi ir1 seguito: accessi convulsivi a ti.p o .clonico-tonico accompagnati da perdita della coscienza e s·p ess0. terminati con una crisi di pianto, così da rivestire la forma ·di accessi istero-epilettici. L' an amnesi del paziente dimostrava che tali manifestazioni n eurotiche rimontavano a parecchi anni prima della contratta infezione luetica, ma si ipresentavano n on più di un paio di volte al1·anno. Dopo il contagio venereo tali manifestazioni si sono ripetute, durante gli accessi febbrili, con una insolita frequenza, tanto da dimostrare un netto nesso causale fra la lue e la loro inten .;i · ftcazione. Infatti l'esperienza clinica dimostra che la sifilide secondaria si traduce talvolta nella stimolazione o risve~glio di alcune nel1rosi pree<;istenti, a·d esempio l' epilessia, e spesso le crisi istero-epilettiche, come nel nostro infermo. Qualche volta la lue .p uò provocare per SllO conto dellP. nevrosi che n on esistevano in 11recedenza, ad ese1npio risteria secondaria, specia lmente n el sesso femminile, nelle sue molteplici forn1e sintomatologiche (Fournier ). ~e l nostro caso sj dimostrava una stretta jnterdipendenza fra l'accesso febbrile e 1a manifestazione n eurotica , così da dare la netta im'J)ressione clinica che la febhre, espressione della gruve infezione si:ftlitica, rappresentasse l'elemPnto basale sul quale trova\'a appoggio o condizione predisponente la n eurosi; cioè la febbre CO$tit11isse un fenomeno intrinseco ed essenziale nel decorso dell1 l ue. E questo ci sen1bra il p unto più intet't3 sa 11tP nPlln nostr a osservazione; essei e cioè la

FASC.

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febbre quasi il nucleo centrale delle manifestazioni cliniche della sifilide secondaria, e r31ppre~entare ·quasi da sola l'intero 1 p rocesso morboso. CONOLUSIONI. Ho creduto opportuno rendere not.a l'osservàzione clinica su riferita p er le seguenti co11siderazioni: 1) si tratta di .un caso d'infezione sifilitica se# condaria, a forma febbrile pseu·domalarica, ra rissima nel sesso maschile; 2) la febbre ha avuto una durata insolita, cioè di circa 3 mesi, ed è stata prontamente debellata .d alla terapia arsenobenzolica; 3) la febbre stessa ha rap,p resentato il si.11toma cardinale ed essenziale della malattia, qua.si 11nico, in quanto non è stata ac co m1pag-n~ta dalle ordinarie manifestazioni cliniche della lue secon·daria (adenopatie, eruzioni cutanee, a ccidenti a carico delle mucose, ecc.), così da tPndere facile lo scambio con altre malattie febbrili , senza il .p rezioso sussidio della Wassermann che n e ha dimostrato la natura e ne ha reso po::;stbile la guarigione. Questa osservazione ammaestra a tenere 1p resente, di fronte a processi febbrili prolungati, che non abbiano una chiara eziologia e non sieno accompagnati da manifeste alterazioni a. carico dei vari organi, l'eventuale possibilità della ì~1e secondaria a forma febbrile, che specialmente n el sesso femminile p otrebbe sf uggire com.p letamente alla diagnosi, essendo spesso nella donna di.f ficilmente scopribili le tracce dell'aceidente iniziale. Aver presente tale ,p ossibilità significa ricercare una valida conferma al soStp etto clinico nella reazione di Wassermann, e • poter troncare a colpo sicuro una prolungata forma febbrile mediante la terapia specifica, che su di essa suole agire con rapidità veramente m a ravigliosa. 4) Il n ostro caso, caratterizzato da febbre essenziale in periodo secondario ·della sifilid e senza manifestazioni cutanee, mucose e glandolarl, si presta forse a fornire con.f erma alla dottrina sostenuta da Levaditi e sua scuola circa l'esistE>nza di due varietà di spirochete, di cui l'una dermotropa, l' altra n eurotropa; quest'ultima var iett.t. si sar ebbe propensi ad ammettere nel paziente, che è stato oggetto del nostro studio. Infatti la febbre deve ritenersi quale una r eazione patologica d ei centri termoregolatori dt rronte all'azion e d ei germi o delle loro tossinf!. ! ::lle con cetto è anche c0n.fermato, nel caso speciale. dalla con comitanza delle turbe nervose, a tipo is tero-epil ettico, i nsor genti durante ed i n coinciden za d egli accessi febbrili. Gennaio 192.5. 1


[ANNO XXXII, FASC. 35]

SEZIONE PRATICA

BIBLIOGRAFIA. BALZER F. Maladies vénériennes. Traité de méd. et de Thérap. Gilbert et Thoinot, vol. \' II, 1909. CARDuccr A. Boll. Soc. Lancisiana, 1905. CECONI. Rivista critica di Clinica Medica, VI, 1905. ID. Riforma medica, 1912. CHIRAY et COURY. La syphilis f ébrile. Fièvres syphil i tiqit.es et fì èvres syphiloth,érapeutiques. La Pres· se n1 é ùicale, 1921, 'P. 1031. FAVRE et 1 CoNTAù-1IN. Les fi,èvres syphilitiques. J ournal de méd. d e Lyon, maggio 1923. · FOURNIER E. Traité de la syiphilis, 1903, vol. I. LAURENTI -G. L a tifosi sifilitica. Rivista Os pedaliera, 1920. • MOUTARD-MARTIN. Bull. et mém. de la Soc. méd. des hòpitaux de Paris, 1004, p. 606. MASSON. Thèse de Nancy, 1914. · PERRIN. Paris Médical, 1914. SIREDEY et LE:MAIRE. F ièvre dans la période sécon, daire de la syphilis. Bull. et m ém. de la Soc. méd. des h òpitaux de Paris, 1904, p. 601. Srsro. Clin ica Medica Italiana, 1911. TonnoN C. Archiv fur Dermatologie und Syphi1is, CVIII, 1911, p. 513.

NOTE DI TECNICA. Gi.BINETTO DI RADIOL. DEGLI 0SP. CIV. DI GENOVA diretto dal prof. VITTORIO MARAGLIANO.

Un nuovo metodo pe1· lo studio 1·adiologico della pleu1·a. Nota preventiva. Dott. PIETRO CIGNOLINI, assistente. \

l ,a rad iodiagnostica ha tratto larghissimi vantaggi dai metodi di 0tpacizzazior1e; sicchè il concetto di plasmare con sostanze ad ombra de11sa o:rgani e forme di .p er sè mute radiologicamente trova ogni giorno nuove applicazioni. Dimenticando gli enormi servigi della 0tpacizzazione degli apparecchi digerente ed urinario e dei tragitti fistolosi, ecc., basterà accennare alle recenti tecniche per lo sturtio dei bronchi, dello speco v ertebrale e dei seni mascellari, e a quella recenti.ssima d ella opacizzazione dell a cistifellea. Voglio rilevare un fatto . In alcuni casi i m e. todi iper trasparienziare mediante gas .p recedet tero. Questo è successo per esempio ,p er lo 5tomaco e 1per la vescica urinaria. Ma i m etodi di opacizzazione si sono ben presto dimostrati s uperiori, a tal punto da far quasi dim enticare la tra·sparenziazione mediante gas, tranne che per ristrette indicazioni. La radiodiagnostica della 1p leura non conosce fino ad oggi che un artificio di con trasto, ed è un rnetodo per traspar enziar e: il 1pneumotorace diagnostico. Questa tecnica ha la sua ragion d'essere Ma dovrebbe a 1nio 1parere c on~ervare ristret1 e indicazioni: 1) p ercb è spesso non è i!'ldif-

ferente il metter.e nello spazio virtuale pleurico circa 200 cc. di gas, quando bastano, in soggetti i n cui la meccanica respiratoria è già compro1nessa. E 1pratica certo innocua quoad vitam ma pur sempre !Perturbatrice; 2) I'emitorace intere.ssato viene modificato nei suoi aspetti. Mentre è assiomatico che il radiologo d eve proporsi, finchè è possibile, di n on alterar e l'or gano su r•ui i I clinico gli ha posto. dei quesiti, e di non mu- ' tare rapporti anatomici. Queste considerazioni mi hanno 1persuaso della lltilità di escogitare un diverso artificio di contrasto, . e 1precisamente un metodo di opacizzazione della pleura. Su ' questo 1p roblema aveva ferrnato la mia attenzione una serte di stU<li intrapresi nell'estate 1924 col dott. ·D e-Martino per mettere in evidenza la distribuzione della prima bolla gassosa nel pneumo-torace terapeutico me.cliante la creazione di un maintello alveolare opaco con iniezioni intratracheali di Lipiodol. Di fronte alle difficoltà incontrate ci nacque l'idea di iniettare direttamente in ipleura un liCJ11ido opaco che tenesse luogo de1 gas e qu a5i fornisse clirettarnente lo schema del comip·o rtamento della 1prima. b olla gassosa. Col mio collega tentai tale tecnica in due casi, che dettero risultati imperfetti, ma mi confermar ono ia po·ssibilità di un 1netodo di opacizzazione d ella pleura. 1·ecnica. - Ho posto il problema in questi termini: 1) la sostanza opacizzante d eve essere tnn ocua per sua natt1ra .e 1p er la sua posologia, non traumatizzante 1per azione meccanica, riassorbibile ma non troppo rapidamente; 2) occorrono .d ue tipi: uno di peso specifico 1a le da galleggiare isu un trasuda~o. l'altro di ipeso tale da affondare rapidamente anche in un den so essudato. Ho cominciato col 1provar e varie soluzioni di T.Jipi odol in diver si olii. Ricorsi poi a varii altri preparati di iodio in veicolo oleoso. Non ho este$o i miei tentativj ai preparati di bismuto e di nario, joduri , ·b r omuri, ecc., p erchè in tutti vidi qu alche contro-indicazione. L' esperienza potrà modificar e queste mie o·p inioni. Aven.do trovato nella I odi1pina di ·l.Vlerck un rpreparato iSodd isfacente ho sospeso le ricer che su questo p unto. La Iodi·p ina Merck, solu zione al 20 % usata integralmente, va a fondo r apidamente. Mescolata due volumi con uno di olio d'oliva nffonda ancora anche in acqna distillata. Mesco'.:.ita un ' rolume con due di olio d'oliva <agitare bene!) galleggia anche st1 acqua distillata Jnentre conserva ancora un buon grado di opa<!ltà. A queste .due n1escolanze mi riferirò breve,rnente colle dizioni di Solu zione pesan te e Solu:inne ,qalleggia.nte.


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I L POLICLINICO

Le ho largamente esperimentate su con igli e "ll can i n f:i quali sirnulavo un ,·ersamento pleurico con iniezioni intrapleuriche di siero :fisiologico. I-Io potuto così accertarmi d ella corri sipondenza assoluta dei l'i5ultati nelle pleure coi r isultati nelle provette. 11 tipo galleggiante saliva immediatam entP alìa sup erficie d el versamento, m entre il tipo pesa n te sce ndev a a diseg·nare i seni .àiaframmatici. Iu genere non occorre oltrepassare gli 8 cc. di sol uzione galleggiant-0 ed i 6 cc. di sol. pesante. I~i co rdiamo le equivalenze : cc. 10 di •s ol. galleggiar1te equ ivalgon o a cc. 3.3 di iodipina al ~O o/o più cc. 6.6 di olio d'oliva steril e. C1nc. 10 di sol. pesante eqt1ivalgono a cc. 6.6 di iodipina al 20 % più 3.3 di olio ·d'oliva sterile. Colle dosi sopra indicate abbiamo: cc. 8 f'li sol. ~a1l egg ., cc. 2 .6 di iodipina 20 %; cc. 6 di sol. pesante = cc. 5.4 di iodi.p ina 20 %. Orben e, è noto che si possano iniettare s in o a 2.0 cc;. di iodipina al 25 % 60tto cute senza inconvP-hienti. Natural1n-ente però bisog11er à sempre ricordare che si tratta di un preiparato iodico ed eseluderè gli infermi in cui la con tro.i ndicazione sia assoluta. P f11· maggior 1 p r udenza, u so di r egola la soluzio11e galleggiante, anche se non vi sia liquido; riservando l'uso d ella soluzione pesante so~o ai cast in cui esist.e.ndo liquido voglio r ealmente atti11gere il fondo per indagini speciali di quel distretto; in questo caso mi par logico che l'esistenza cli un versam ento (spesso con is·p essi1nenti e r elativa imperm eabilità d ella pleura) attenui i peri coli cle1la rr1aggiore concentrazione. Altro elemento favorevole è la lentezza dell'assorbimrnto (div er se settimane). Qnonto alla soluzione galleggiante, anche 11erchè la iodipin a è djstribuita in veicolo o1eoso abbondante, ipuò usar si anche in quantità super iori alle indicate (8 cc. ) .ed io l'ho u sata; n1a . . . in genere n cn e n ecessar10. ~ o n sarà "inutile r icordare che è bene pra Ueare !e i niezio11i con lentezza qualora non esista versamento, e interromperle &e l'infermo accusa dolorP, giaccl1è la pleura è or gan o a r eazione incostante, .ed è ben noto che anche per semplici pleuropu11ture 1possono talora a,·ersi disturbi gra Yi. La tel'nica per la iniezion e, è superfluo il dirlo, è la UC\ ualc: 1) e e~iste un versamento infiggo l'ago al disotto del limite superiore del vE>rsam ent o stesso. i\ll'ago ho innestata iJ>reventivamentC' t1na siringa da 10 cc. contenente 8 \!C. dt soluzione galleggiante. Quando prest1mo di essere in pleura, aspiro lln p o' di li qt1ido p er a ccert ar1nen P., quindi inietto l 'intero cont enuto. 2 .... e Yersa1nento 11 011 e;;,1~te. e ùesidero studiare un par-

f-~~~o XXXII, F.\.SC. 35]

tico1 are distretto, infiggo l 'ago uno o due spazi più alto, col m a.no1netro mi accerto, quindi inie tto. I n dicazioni. - Ho u 5ato fino ad ora la mia tecnica in sei casi, con risultati di grande evjdenza. Li illustrerò non ap1Pena avrò completato gli studi cl1e sto attualrnente .s volgendo. Cioè il controllo con iniez:ioni Qpache della disposizi one dei trasudati e degli essudatj -e della situazione del polmone atelettasico e ·del mediastino l1 2Jle ple11riti e nell'idrotorace. Credo però cl1e accanto a questi studi semeiotici il metodo ch'io propongo possa portare u11 rea~e contributo alla diagnostiGa radiologica 1 ~' m olti casi ·d i malattie d ella pleura in cui la dieficier1za di contrasto di ombre disarma il radiologo nel ·suo difficile com1Pito. Ai casi cui alluùo (tumori, ascessi .p olm or1art corticali, raccolte pleuriche incistate, ecc.) vol . gerò d'ora in 1poi la mia attenzione; ben lieto se altri vorrà cimentare quiesta tecnica in r,asi contestati. Genova, 10 aprile 1925. •

COMMENTI .

Sulla '' aplasia delle vene sovraepat iche

con

pe1~siste11za

della vena ombelicale''· .

Risposta alla 11ota di P. B astai. Come è noto, il Bastai (in Polic linir,o, Sez. ll)ed., n . 1, 1925) in un bellissimo lavoro al pro.p osito fra l e altr e arriva a que"ta con clu sione : Nei casi di aplasia congenita delle vene sovraepatiche non solo , ma anche in casi di ohltterazione totale o parziale delle vene sovraepaticl1e verificantesi durante la vita intrauterina, si produce n ecessarian1ente una stasi cl1e si fa sentire in tutto l'albero portale e in quello della vPna ombellicale fino- alla placenta; stasi che ostacola il nor1r1ale 1processo di obliterazion-e di questa, e così il sangue portale trova in essa una fn.cile via di deflusso p er raggiungere il circolo generale attraverso vie di nuova formazione, cbe si forrr.erebber o durante il processo di cicatrizzazio11e del cordon e 01nbellicale, comunicanti coll e ''ene della parete add ominale. Costante è in tutti questi c.: asi l'obliterazione ·del dotto venoso d ':\ rnnzio, fatto d el tu tto oscuro... ecc . Nel n . 22 della Sez. prat. del Policlinico mi !Permi si un brev€ commento al lavoro, commer1to che è stato onorato di una nota di risposta dal collega Bastai , cui r endo vive grazie, ma che 11011 è riuscito a farmi cambiare parere. P er n on ripetermi non farò che seguire l ' ..\. n ell'ultima parte della nota. • 11 S. ritiene chf il sangue refluo do\·rebbe i11Y0ce n ece saria1nente Yenire scaricato attra,·er-


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XXXII,

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SEZIONE PRATICA

so il dotto di Aranzio. Che questo canale serva a scaricare durante la vita fetale la più gran parte del sangue arterioso e venoso refluo, mi pare indubitabile ». Dunque perfettamente ·d 'accordo che nella vita intrauterina in questi casi non vi 1può essere stasi nella vena ombellicale, data la facilità con cui il deflusso può avvenire attraver50 il dotto venoso. <e Ma dopo la nascita, continua il collega, evider1temente questo r1on avviene più, 1poi chè o attraverso la vena ombellicale rimasta . lPervia, come lo ritengo .p er certo, o attraverso le porte accessorie, come vorrebbe il Silvestri, un altro circolo collate:uale si forma e dei più ampi » . A favore della mia tesi, e cioè che nei casi contemplati le porte accessorie possano, anzi debbano · svi1up1parsi adeguatamente i11 maniera da mitigare non che elidere gli effetti d ell'aip1n.sia, delln obliterazione delle vene sovraepatiche>, mi pare n1iliti110: a ) argomenti logistici : se infatti col Bastai aro11lettiamo che il lobulo epatico. si orienti in tali circostanze verso gli· spazi 1portali. chr il met.i esi1no letto vascolare valga si a per il carico cl1e p er lo scarico del sangue eipati co, non sapre111mo ir11aginare come possa stabilirsi llna circolazione pi1j o meno adeguata ai bisogni, non solo, ma un circolo nel più lato senso d ella parola; certo il sangue della vena ombellicale, p. es., dovrebbe prendere in totalità la via facile de1la cava inferiore attraverso il dotto di Aranzio piuttosto che tentare di superare gli ostacoli che gli presenta il circolo ,p ortale, e cosi dicasi del resto; 1J ) argome11ti di fisiopatologia : le leggi cioè ch~e go ..;ernano 11 compenso nelle anomalie di svilu.p po , i1ei disturbi di circolo, non solo nel fegato, rna di qualunque altro 'territorio dell'economia; e\ argomenti anatomici, anatomopatologi ci: i quali dimostrano come i sistemi d elle porte accessorie si sviluppano presto e anche durante la vita fetale assumono 1proporzioni adeguate al bisogno, specie il V, e si 1prestino sia co1nc vasi afferenti che efferenti. Contro poi la tesi di Bastai parlano anche i fattj seguenti.: 1) E tutt'altro che dimostrato, anzi molto inverosimile> la n eoformazione di vasi in c·orri~pon­ denza deJla cicatrice ombellicale, crupaci di prestarsi ad un circolo collaterale; ammesso che ve ne fosse biscgno (vedi sopra); 2) La mancanza .d i una stasi nel terri.tori o della vena ombellicale durante la vita fetale per confessione dello stesso Bastai, e necessariamente anzi a maggior ragione dopo il taglio della Yena ombelìicale rnedesima. Infatti l'aumento del sar1gue da parte dei confluenti della porta dopo la nascita per l'alimentazione, non 1p.u ò certo comI

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:p ensarll il d efìcit del soppr~sso circolo ornbellicale. « Il <::oncetto di Silvestri, è sempre il Bastai. che parla, non risolve quindi la ·difficoltà -che si incontra nell'interpretare i.I dato di fatto 1pP.r me incontI'overtibile, .p er cui, mentre la vena ombellicale resta pervia, e per mezzo di essa c;i attua la r.ircolazione collaterale, il dotto venoso d' .~ran­ zio inveci:} va incontro prima o poi alla obliterazione, là dove sarebbe da aspettarsi... il contrario ». A questo 1proposito ripeto che invano h 0 cercato nel lavoro di Bastai quegli elementi r.he giustiflc.ano l'arnmissione indiscussa della permane11za della vena ombellicale 1pervia, per cui fino a proYa co11traria io .c:;ono dell'avviso che nei casi di n;plasia .d elle vene sovraepatiche, ecc., la vena ombellicale subisce il normale ,p rocesso ·di ir1 voluzione. Se sarà dimostrato maternaticamente cl1e nei casi in discorso si ha r ealmente perv.ietà della vena ombelli.cale mentre il dotto di Aranzi.o è chiuso, allora vuol dire, a.I meno a mio avviso, che per lo meno il dotto ha subìta la stessa sorte d elle vene sovraeipatiche, delle quali ha lo stesso significato embriologico e fisiologico, e cioè alla aplasia delle ve11e sovraepatich-e, ecc., è abbinata quella del dotto stesso. 111 queste circostanze, ammesso che possano verificarsi, il sangue arterioso ,della vena oml:H'llicale, che non può affluire nélla cava inferiore 1per la chiusura del canale ·d i Aranzio, si fa strada ~ttraverso le collaterali della vena ombellicale, che il prof. 1·arozzi ha m esso in rilievo intanto nella sua parte iniziale intrad.dominale, collaterali -ch e si diramano nelle 1pareti addo1ni'nali e chf\ potrebbero quindi servire insieme. alla vena orr1bellicale come una via collaterale al cir· cole pcrtale jn caso di bisogno. l\.1a 1perchè si abbia uno sviJu.p po normal8 del fegato o per lo meno tale da essere compatibile colla vita (vedi anche casi di Bastai), è in.dispensabile che i siste1r1i portali acoessori si 5vilt1ppino adeguatamente; quindi, salvo nuove com1plic;.1ziont che forse minerebbero l'esisten-za, alla nascita bastano a compensare le anomalie accennate, 1p er cui la vena ombellicale dovrebbe obliterarsi. Et de hoc sa.tis. ~1odena,

7 lug·ljo 192.5. Prof. T. SIL VESTRl già aiuto nell'Istituto dj Patologia Speciale Medica della R. Università.

Replica. ~on so com1 prendere come il prof. Silvestri possa avermi frainteso al punto da riten ere cl1e io sia d accorrio con lui nell'ammettere che !sella 1


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IL POLICLINICO •

vita intrauterina, nei casi in discussione, n or1 esiste stasi n ella vena ombelica1e, mentre io ho scritto esattamente il contrario, facendo anzi di quest0 fatto il 1punto centrale della mia tesi. Contro di qu.esta n on contrasta il fatto che il sangue refluo dal fegato trova una via naturale di deflusso attraverso il dotto di Aranzio, poichè il compenso circolatorio, che per tal modo si effettua risulta naturalmente relativo, corne ogni ' altro circolo di compen so in· qualsiasi evenienza, e Jascia quindi dietro di sè un ristagno ~iù o m eno sen sibile a seconda d ella maggiore o minore facilità e a1npiezza delle vte compensatoriP. Amn1ettiamo pure che nel nostro caso ques ta sia m olto lieve, data l'a!Djpiezza del dotto di Aranzio, per quanto non sj debba dimenticare che ancne la massa di sangue deviata deve risultar€ granùissirna, specie n ell'ultimo periodo della vita fetale, quando 1p roprio il dotto dj Aranzio è in via di involuzione. Il prof. Silvestri osserva aneora che dop o la nascita il sangue che giunge al fegato viene improvvisamente a di1ninuire, e quindi molto pift facilmente il sangue r€fluo potrà farsi strada attraverso il dotto di Aranzio. ·c osì jnfatti dovrebbe essere. Se non che il dotto invece si occlude, e intorno a questo fatto aippunto stiamo discutendo. Così che il ristagn o p ersisterà e magari si aggraverà. E da che causa dovrebbe derivare, se non da una stasi nel campo della iporta e necessarian1ente anche in quello della 01nbelicale ancora pervia, la formazione del circolo collaterale che si osserva in misura così cospicua in questi casj, e ciò indipiendentemente dal .fatto della persistenza o meno della vena ombelicaJP? Il S. 1prospetta ancora la possibilità ch e alla aplasia delle vene sovraepatiche poc.;sa andare associata la aplasia del dotto d ' Aranzio. Ma 1poichè manca, })er quanto lo so, ogni osservazione al riguardo, non credo sia il caso di indugiarci su questo argo1nento, molto 1p iù che anche al S. questa evenienza se1nbra apparirp rRolto lontana dalla verisimigl ianza. Piuttosto a.e iclero, .p rima di chiuder e questa con troversia cl1e non sarà stata del tutto inutile, anche se non ha portato all'accordo tra i pareri, se a ·v rà richiamato l'atten zione degli studiosi su queste interessanti anomalie e avrà posto in chiaro gli elem enti oggettivi della discussionè, di ribadire il concetto che la nostra discussione n on ha toccato 1a p arte essenziale e origin a le della i11ia m emoria: qu ella della in terdi1P€ndenza dPll? du e s i11dromi morbose, apla sia d elle vene 'lovracpatir l1e e p er istenza della vena ombelicale, finora con siùerate come due sindromi distinte e tra lor o del tutto indi1pendenti. Qui è stato discusso olta 11to u11 ùettugli o, p er qua11to i111portante, d ella cu1n1pl e, :n materia. P. BASTAI. Tori110, lt: agosto 1925.

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QUESTIONI DEL GIORNO. Vi1·ns filtrabili e cancro. Alle comu11icazioni di Gye e Bar nard (già rif eri te dal n ostr o giornale nel fase. 31, p. 1087), fatte alla Sezione di Patologia e Batteriologia del 930 Congresso della ·B ritish 1Medical Association, sono seguite altre relazioni e la relativa discussione di cui diamo un resoconto sommario tr aendolo dal British Medica! Journal (1-15 agosto 1925). H. Gordon ha riferito 51p ecialmente sulla filtrabilità dei virus del vaccino e del vaiuolo, rhe passano benissirno attraverso le Berkefeld. La pr€senza e l' abbondanza di questo virus pos5ono venir mis urate entro certi limiti con le 1prove quantitative di virulenza e con i metodi sierologici quantitativi (fissazione del complemento e acng!uti11azione col siero antivaccinico). Si può I:> ,p rodur re anche l'immunità attiva col virl1s atte11uato od u cciso, 1P~lrchè in dose s uffici€nte, e così p u re è lPOssibile un certo grado di immunità passiva. Nic Cartney mette in evidenza le gravi aifftcoltà

t ecniche che si incontrano nel lavorare e0n i virus filtrabili e la possibilità di errori. Anche ·1e colture lasciano spesso nell'indecisione. l ,'intorbidan1en to che si ottiene con i mezzi -Oj SmithNoguehi p u ò anche osservarsi in tubi sterili e dipen de più che altro dal liqµido ascitico usato. Nelle colture 1poi si osservano ·dopo un certo teII11Po dei minuti corpuscoli rotondi a. contorno netto. Ar1cl1e Foster trovò analoghe forrrtaz10 1 ~i n elle colture provenienti dal filtrato della secrezione del raffred.d ore. Ora, questi corpi, del tuttu si.mi1i ai <t corpi globoidi » ·di 1Gye e Barnar1l, si trovano anche nei tubi inoculati e ciò toglj e loro qualsiasi valore ed ogni significato. Gordon, del resto, afferma che col)pi simili son o stati da lni vedt1ti come flocculi separati per l'azion e delle preci.p itine. ..\nch e nell'agglut1nazion e del virl1S del vaccino e del vaiuolo si ottengono del f!oc. culi che, all'osservazione in camp o scuro, risultano composti di coripi sferoidali del tutto simili a quelli di Barnard. .L\nchE: la filtrazione n on 'è quel fenomeno sernplice eh e a primo a cchito può sembrare. Più che di 1pendente dalle dimensioni dei p.ori della candela, essa è un problema di chimica colloidale in cui la conccntrazior1P degli idrogenioni può essere un fattore important.e. La natura del ftl~rato, poi, dipende da parecchi fattori e part!c oJarment~ dall'adsorbimento; è un fatto che la candela d1 1·ecer:te cotta può sottrarre al liquido filtrante !e sostanze coloranti e le tossine, rna la s tec;sa 1p1·0pr ictà la dirnostra a11che la candela macjnata in


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SEZIONE PHAfl(A

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polvere fina, quando cioè il passaggio attraverso ai pori non è più in questione. Del resto, quando si iponga mente al fatto che ìe c;tesse spirochete passano attraverso la Chamberland L3, si co1nprende eh e la condizione di filtrabilità n on implica che si tratti di virus filtrabile. Quest'ultima denominazione non risponde oggi più alla realtà dei fatti, ma si conti11ua ad adottarla come termine convenzi-0nale in m ancanza di meglio. S. A. Arkwri ght chiese .s e siano stati fatti i controlli, e senza mettere in dubbio l'esattezza delle osservazioni cornpiute da ·Gye, prospettò la possibilità che il presunto « fattore chimi co » o « sp0cifico possa essere di natura vivente, dacchè si danno virus molto resist enti: il virus del vaccino lo è al cloroformio ed all'etere. altri virus lo sono al disseccamento, ecc. Gye replicò osservando che i controlli non sono mancati e che alcuni fatti deipongono per la natura chimica del fattore vivente: 1per es., d aD'li estratti cloroformici non si ottengono colture · la diluizionf. fa svanire l'azione specifica; inoltre la interpretazione dell' A. è più chiara e convincente. ,i\ complemento ed a parziale correzjone di quanto venne 1pubblicato nel fase. 31, not!amo che Gye l1a allestito sottocolture seriali (fino a 10) . ftl. 1

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SUNTI E RASSEGNE. MEDICINA.

Il significato clinico degli stuJi recenti sui capillari. (E P . BoAs. Th.e Bosto71 medical zin.d surgical JournaL, 4 giugno 1925).

E un'es;'ressio11e .p aradossale ma non 1ontana d:tll a verità che i ca1pillari sono il v ero cuore della circolazione. 1Cuore, arterie. e vene hanno più che altro delle funzioni m eccaniche, ma è n ei capillari che si compiono le funzioni essenziali della c1r~0lazio11e. Il sangue ci.r colante è in con1ples.so il veicolo per mezzo del quale l e sostanze necessarie alla vita dei tessutj raggiungono le ce l111le e per mezzo del quale i prodotti d el m etabolic;mo sono a s1p ortati ·dalle cellul e e condotti alla loro destinazio11e. E nei capilla~i ch e hanno 111ogo gli scarnbi fra } tessuti ed il sangu e ed è appunto per le anorn1alità del deflusso n ei capillari che si hanno i sir1tomi di malattia qtlando la circolazione è in qualche modo intralciata in qualche parte Od in tutto l' organismo. J,'i n suffici enza cardiaca che .p rovoca la congestione pass iva r1ei visceri è i1nportante p erchè la stasi del sangue nei

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capiìlari contrasta ~o.n le attività m etaboliche del relativo organo e n e r isultano dei sintorni d ovuti . al cattivo fu11zionamento dell'organo stesso. La corre11te del sangu e n ei capillari è dunque ~na inisura d ell'effi cienza della circolazio11e. Basta questo fatto 1p er corn1prendere 1' importanza di questo elerr1ento microscopico dell'apparato circolatorio. Ulteriori investigazioni ci dimostrano poi che i caip·i llari n on sono ·dci trasportatori passivi di sangue e nemmeno m embran.e passive attraverso le quali avviene lo scambio di gas, cli materiali nutritivi o di rifiuto, ma che essi partecipano attivamente alla circolazione insieme C•ìr. il cuore ed i vasi. Anch e n ella struttura istologica, il capillare non può ;p iù essere consiclP.rato come un s ema:>lice tubo endoteliale; quà e l à, sparse fra gli elementi endoteliali si trovano delle cellule di forma irregolare aderenti alla parete ester11a che 1nandano dei prolungamenti sirnili a pseudo1podii che abbra cciano jl capillare stesso. Recenti ricerche hanno dimostr a to che taii cellule d.ette di Rouget posc;eggono il potere di contra· zione e che i can1biamenti di forma che in esse si osservano corrispondono a cambiamenti nel cal ibro del capillare. Attorno a questo si trova poi una rete di fine fibrille n ervose. La prima osservazione sulla contrattilità dei capillari venne fatta c irca 60 anni or son o da Stricker, nella membrana nitti tante della rana e ricevette poi conferme da Steinach , da Hooker e rècentem ente da Sev er ini che osservò contra.zin11e dei ca1p ill ari in sèguito ad esposizion e all'ossigeno e clilatazione p er l 'esposizion e all'ar.ido carbonico. Oltre ai gas, anche i m edicamenti agiscono sui capillari; l'istami11a produce una notevole dil atazione, cor.ne jprure la nitroglicerina; l 'epinefr·ina e l a pituitrina 1provocano invece co11tra zio11e_ E dunqu e ormai dimostrato che i capillari p os-seggono iI potere di contrarsi e dilatarsi attivamente e che essi posson o determinare il defluire rtel san gue i11di.p.endP.ntem en te dalle arteriole. In seguito all' azione diretta d€i prodotti ~l metabolisn10, essi rispondono ai bisogni locali d ei tPssuti e sono sotto il controllo del sisten1a n erv o ;o 13 sotto l 'influenza delle ghiandole endocrine. Ma queste sono soltanto r eazioni locali. Rin1ane da vedere -se e quale effetto abbiano le variazioni nel tono d ei caipillari sulla circolazior1e g.en erale. Le esperienze di Krogh sono dimostrati ve a tale riguardo, comprova ndo con l' osservazione diretta ch e il numero dei capillari p ervi i in un dato morr1ento, ·in un dato organo dipende esse11zialmente dalla sua attività funzional e. In un rr1u scolo di rana stimolato, si IPOSsono dimostrar€ 195 C[l'p jllar i per mmq. mentre non ve n e sono che 5 n e l corrispo nd ente mtl.SCOlO non stimolato; nel diafrarnma che l avora intensam ente fino alla morte

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IL POLICLIN LCO

dell' a11imale si posso110 inettere in evidenza Z500 capillari per mmq. Si può quindi ritenere che in un dato mome11to nell'organismo nor1nale solo una piccola parte d ei capiJlari sia riempita di sangue e funzionante; gli altri sono in attivi e contratti m a possono da un momento all'altro essere 'p osti in g,ttività. Essi Téllppresentano quin·d i un imn1enso serbatoio di sanguP. e si cornprend.e con1e la chiusura di una parte e l'apertura di un'altra possa spostare la massa sanguigna. L'improvvisa immissione di una notevole quantità di sangue, quale avviene nella trasfusione, ' riesce innocua appu11to per la caipacità delLe ri·serve capillari. Viceversa, si comprende corne un jJ)rofondo disturbo nel tono e nella funzione di tutto jl 5istema Céllpillar.e possa riflettersi i11 un disordin,~ generale . della circolazione. La più drammatica dirnostrazione di questo fatto si trova nella conùi zione 11ota sotto i l nome di « shock », in cui Dale e ·C annon han110 dirr1ostrato che si ha una dilatazione paralitica dei capillari. In conseguenza ò.i questa, il sangue si accumula nei capillari ed il paziente, .p er così dire, perde il sangue nei suoi capillari, sicchè ne rimane nel cuore e nelle arterie una quantità insufficiente per poter mant<P.nere la circolazione. Hooker ha dimostrato fotograficamente la dilatazione dei caipillari conseguente allo « shock » da istamina ed altri antori l 'hanno osservata cljnicarnente jn pazienti afletti da « shock >>. La paralisi caipillare indotta dalla tossiemia è responsabile ·d ell'insufficienza circolatoria che accorr1pagna molte malattie infettive, quali la pneumonite e la peritonite, in cui non sono in causa ne il cuore, n è le arteriole. Non è improbabile del resto che i lievi dist11rbi circolatori che .p ersistono talvolta per dei mesi ·dop0 I.e. n1alattie infettive a cute siano in relazione con disordini deJla funzione capillare. In questi ip azj cnti si osservano, di fatto palpitazion1, dolore 1precordiale, dispnea da esercizio, polso frequente e varie manifestazioni vasomotorie alle estremità. Troppo spesso si attribuiscono tali · disturbi alla miocardite 1nentre è dimostrato che rararnente il ' Iniocardio è affetto in tali malattie. Si tratta invece probabilmente di lesioni dirette od indiret te dei i11inuti vasellini capillari' che mettono capo ad una vera atassia vasomotrice la quale ha la sua sede nell'alterato tono capillare. E altresì. probabile che certi stati costituzionali associati con profondi disturbi vasomotorii, quali si sono veduti sa>ecialmente durante la guerra e sono .stati chiama ti a stertia neurocircolatoria, siano dipend en ti ort associat i con alterate condizioni d<'i capilla r i. Pi ù ò.ifficile è la prova di dis turbi provenienti d a a n orrnal e costrizion e dei capillari, che aumenta le re~i 'ì te11ze della circo lazione e crea così con7 I

dizior1i dina;niche anormali n el çircolo. Vi sono però dei fatti che tendono a tale dimostrazione, come, p. es., 1 aumento di pressione che si osserva n ei capillari in certe condizioni. 1

J_, 'ESAME DEI CAPILLARI.

Lo studio dei capillari nell'uomo vivente. si fa applicando sulla cute u11a goccia di olio di ricino ed osservando col microscopio, con una forte illurr1inazione laterale ed un ingrandimento di 50-80 diarnetri. I caipillari cutanei deriva.no dal ipJ esso arterioso sottopapillare che si trova subito al. disotto della cute e sale sulle 1p apille in direzione verticale alla s1lperftcje. Col metodo descritto si vede quindi soltanto l 'aspetto tangenziale della .sornroità delle anse capillari, e qui11di non è possibilf' farsi u11' idea della morfologia dei capi Ilari e della ' corrente sanguigna. _!.\. tale scopo si osserva la cute che si trova alla base dell'unghia, dove le papille sono in piano e quindj le anse caipillari assur110110 una (posizione parallela alla cute e sono visibili in tutta la loro lunghezza. Quivi è possibile anche misurare la pressione .;aa, guigna nei caipillari. Proprio in prossimità della cuticola si vede una serie di anse fatte come piccoli pettini; dietro a questa si trova un'altra serie df vasi .p iù corti, che si fanno sempre più corti nelle serie suc?essive in clii ha11no l 'aspetto di virgole. Si dRve però essere circospetti 1per trarre delle conclusioni generali dalla semplice osservazione, in qu9.11to che le condizioni in cui si trova la cute alla base dell' ur1ghia possono infJuire sulla morfologia dei capillari stessL I11oltre i Ca(pillari che così ~i 0sservar10 no11 sono che una piccolissima parte di qt!elli dell 'organ ismo e no11 è sicuro che vi sia una necessaria correlazione fra le anormalità ctegli uni e quella degli altri. Nei capillari, come nelle arterie, i ca1nbiameoti di struttura si manifestano ·di solito con l'allungarnento e la tortuosità del vaso, sicchè anche il capil1are alterato appare allungato e convoluto. Qt1esto fatto può spiegar·s i co~n disturbi della innervazione che provocano la perdita del tono. LE

CONDIZlONt DEI CAPII.LARI l\TELLE DIVERSE MAT.ATflE.

La condizione più interessante in c ui si notano alterazioni di forma pei Céllpillari è la diatesi vasone.urotica di O. Muller. Si tra.tta di pazienti r.l1e dalla nascita e 1p er ereditarietà sono incapaci di sforzi nella vita. Sono generalmente di abito astenicò e si l amentano di varii- sintomi che possono ascriversi ad alternative di spasticità e di a!onia i1ella loro muscolatura lisci a. P ossono soffrire di dispepsia o di sintomi caratteristici dell'astenia neurocircolatoria; le donne si lamentano di dis1ne· norrea , vi può essere psicastenia o neuraste11ia.


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SEZIONE PRATICA

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La loro con<lizione può essere descritta come debolezza irritabile. ·Mliller classifica nella stessa ca· tegoria tutti i disturbi che vanno <lalla se1nplice acrocianosi alla etitromelalgia ed al morbo di Ra~·naud. In questi individui, i ca{Pillari cut~nei si mostrano numerosi ed allungati; il ramo arterioso è stretto, la porzione venosa è stretta e convoluta. Si possono vedere anastomosi fra i va.si adiacenti ed anche dei 1plessi sottopapillari che danno l'i1n1pressione di una rete bizzarra e c..:omplicata. I capillari delle altre parti del corpo sono pJù numeroc;i e 1p iù lunghi che di cons11eto. E probabilP che i molteplici sintomi di tale malattia, che si attribuiscono generalmente a ca11sc funzior1ali, sia110 invece dovuti a iperdita del tono capillare e delle relative funzior1i di questi vasi. Nell'acrocianosi l'A. ha avuto occasion.e di osservare che in parecchi casi l'aspetto dei capillari corris[ponde a quello sopra descritto e che la correntP sanguig11a è in essi assai lenta ed in qualche momento del tutto arrestata. Dopo l 'iromersio11e in acqua calda la corrente ridiventa rapida ed i capillari si fanno ripieni di sangue. Si ,p uò a ragione ritenere che le modiftcazioni morfologiche e funzi anali nei pazienti con disturbi vason1otorii c;iano da riferirsi a disturbi dell'i11nervazione, che alla loro volta dipendono forse da malfunzione delle ghiandole endocrine. ~el morbo di Raynand i capillari a1ppaiono deformati e contorti, con forme giganti. Parecchi autori hanno descritto def;li spasmi capillari e. delle stenosi che avvengono i1ei perjodi di ischemia; sta il fatto che negli attacchi gravi il sar1gue è del tutto stagnante ed azzurrognolo. Ancl1e nell'eritrorne1algia e nello sclerodern1a si vedono delle forme ca,p illari bizzarre. Il disordine lo'2ale più saliente che si riflette in una pittoresca e coruplicata architettura capillare è la formazione delle <lita a clava, quale si vede ·s pecialmente n~lle rnalattie cardiache congenite..i\nche n ella sen1plice 1policitemia di , \,-aquez si ha un maggiore riernpirnento ed una maggiore sinuosità dei capilJari. Sembra inoltre che disturbi di tal genere dei caipillari costituiscano una predisposizione p€r I a formazione dell'ulcera gastrica. Nei pazienti con i.ipertensione i capillari sono di 5olito lunghi e sottili e se esiste un certo grado di arteriosclerosi, tendono a diventare convoluti e acl nsi>umere la figura di una cifra otto o di un batti1panni. Tali reperti però non sono costan ti. I.a capillarosco·p ia ha fatto conoscere l'origine di molti fenorneni che dapprima ri1nanevano inesplicati. Così le chiazze bluastre e bjanche che si ossPrvano talora iSulla cute dei giovani, sono do' vute al vario grado di rie111pimento dei capillari. La linea bianca che si osserva sulla cute dopo u:1 leggero strisciam ento della pelJe è dovuta alla

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contrazior1e dei capillari, mentre quella rossa che si vede dopo uno strisciamento più energico è dovuta alla loro dilatazione. I po1nfi di orticaria so· no cat1sa,ti da una abnorn1e dilatazione dei capillari accon11pagnata da edem a; i1ell'orticaria factizia, è probabile eh-e le cellule di Rouget siano molto sensibili agli stimoli meccani ci. L'esposizione ai raggi solari ed alla lampada di quarzo o ai raggi X provoca rossore della pelle con dilutazior1e e ri empirnento1 dei capil lari; la r eazione 1nicroscopica si osserva 6-7 giorni prima che si veda· macroscopicamente l'eritema e, nella diatesi vn.sone11rotica si ha con ininime quantità di ro.ggi. ~uesta prova può .essere usata per assoda.re la suscettibilità degli individui ai raggi X.

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l ,A PRESSIONE DEL SANGUE NEI CAPILLARI.

Per mezzo del tonometro microcapillare, si .p uò rr1i surare la .pressione ·cf'el sangue n ei capillari, pressione che nel normale raramente eccede i 10 mm. di rnercurio ed è di solito sui 20-25. T~a costrizione arteriosa djminuisce la p_ressione capillare che è invece aumentata dalla dilatazione delle arterie. Nei pazienti con acrocianosi la pressione è bassa, non 1più di 2-15 mm. La pressione capillare è indipendente da quella arteriosa e d n qnella venosa, ciò che dimostra l'indiipendenzn funzionale dei capillari e conferma le vedute di l\llackenzie secondo cui la stasi 1p eriferjca non è dovuta a pressione di ritorno ma invece alla <ljn1inuzion e della forza propulsiva d el ventricolo sinistro. Ne risulta un rallentamento della corrente sanguigna, specialmente nei vasi periferici, una insufficiente saturazione di ossigeno seguita ùa dilatazione dei capillari; le pareti di questi diventa110 più perrr1eabili e, ad un certo stadio, si ha l'eden1a. L',.\. ha studiato la ~ressione capillare in ,45 pa· zienti cori ipertensionP ed ha osservato che, rr1Bntre in 28 si avevano 1pressioni normali o ba3se, in 17 si avevano alte pressjon i, da 30 a 90 n1rr1. Questi ultimi ,p erò no11 avevano caratteri cli nici che li differenziassero dai primi e nemn1eno all'autopsia di quattro fra di essi si riscontrarono particolari lesioni. I reperti ottenuti dal1'A. non possono quindi confel'rnare le vedute dello svedese l{ylin , secondo cui vi sono due tipi di ipertensione; quella nefrosclerotica che è arteriosa e qu ella glomerulonefritica che è capillare. Nella fPrima la 1pressionp arteriosa misurata al brac.cio è molto 1più labile clie nella seconda. Ora l'ipertensjone non sarebbe il risultato <lella n1aln.1t1a rG?nal e, ma fPiuttosto la glo1nerulonefritr sarc!}b€ la inanifestazion e di una lesione capillare diffusa provo cata dalle to psine di alcune maJ!lttie infettive. La mancanza / della glorr1erulonefrite nei cas1 ' dell ' .~. starebbe contro tal e teoria.

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fL POLICLl"ITCl)

La pressione capillare elevata avrebbe invece lln valore prog11.1;:)tico, in quanto che, dci 1'7 indiYidu1 • con pressio ne elevata, 8 morirono nel pcriorl0 di 15 mesi, inen trP. dngli altrf 28 n e rr1orirono sol· tanto !>. I l 1neccanisrno della bassa pressione capillare si spiega agevol1nente. La costrizione di un quals iast v!3so sanguigno sarà seguìta da un aumento di pressione verso il centro e da. una din1inuzione Yerso 1a periferia. Nell'ipertensione dovuta alla conlrnz ionc od alla diminuzione del lume dPlJ e arteri ol€, la 1pressione caipil lare sarà bassa. Non si co111pre11de quindi come una malattia degli stessi capillari porti ad un elevamento di pressio ne in essi. special mente se si tiene presente che l'~r­ terioscl erosi per se stessa non porta un eleva11H~n­ to dellu pressione arteriosa. Si comprende elle un.1 lesione dell'ansa venosa dei capillari possa innalzare la .p ressione nell'ansa arteriosa 0tpipure cì1e 1111 irr igidin1ento d€l tubo en·doteliale dov11to ::t 1nalattin possa aurnentare la pressione necessaria per rnoderare la corrente sanguigna nei capillari. Da questi brevi cenni sulla f11nzione dei capi Ilari, si co111prende che noi siamo ora appena. al1'inizio delle nostre co11oscenze sull'anatomia patologica e snlla fisiologia dei capill arL l\ila qu.el1 o rhc oggi conosciamo ci fa assegnare ad e::>si una parte i rnportante nella genesi dei disturbi circolatori i e ci SJprona ad 11lteriori studi in questo ra1n1po interessante. FILTPPTNL

CHIRURGIA. Fatti anatomici in relazione col trattame11to chi1·u1·gico dell'angina pecto1·is. e MARCU. Soc. R ournairie de biolo[rie, 4-19 febbraio 1925).

( DANIÉLOPOLU, ·GOLTCIN

Da ùi sS€zioni anato1nicl1e fatte su ca11i, f:att1, eo11igh e nell'uomo risulta che l'innervazione card io-aortica è variabile specialmente nel1'11omo d ove non si trova una disposizione identica tra due caclaveri ed anche tra l a 1p1arte destra .e sini tra. Da ciò si onò d e umerc che negli anginosi 11on si 1può parlare cl i u11 intervento cl1irurgico icle11tico. ~ell' uomo esisto110 10 rami comu11i canti per il simpatico cervic ale e 6 per il primo ganglio toracico con i nervi vertebrali. Esistono ancora numerose anastomo i tra il ~i 111p atiro e il vago. In 2 su 7 dissezio11i l1anno trovato un nervo che corrisnoncle al n. -deuressore . drl cuore c10l coniglio l:>ituato 11ell'angolo formato dal laringeo superiore col Yago. To.le nervo de:-;eriv.e ~on1e il ricorrente 11n'a11 a i11torno n11'aorta <~

p .11 ... i

un isc·e alla porl ionc n-cencle11te l1el :-1-

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corrente. _.\ltrj due filetti provengono dal ga11~lio 5impatico cerYicale SutPeriore e si uniscono al ricorrente. Daniélopolll 11a sostenuto in precedenti con1unicazi0ni 'cl1e nell'angina non si devono sezionEr€ i nervi acceleratori d el cuore. 1Que5ti, secot1do Frank, passer.ebbero per il 10 e 20. paio dorsal ~, secondo Bradford iper il 20. e 3o, 1per Albertor1i per il 3°, 40 e 5°. •Nei cani mediante sezione ed eccitazjone d ei rami nervosi e con cardiogra!tlma . 11anno potuto stabilire che i r ami acceleratori pass.an o per i rami co1nunicanti tra il 10 torafico e la 2•i, 3a. e 4;\ radice do:rsnl e. ·P raticamente risulta che ess'endo questi rami molto prof 011di, è difficile 1poterli interrompere, men tre riesce facile int errompere le comunicanti tra il 10 toracico e le ultime ra·dici cervi ca li. Ordinariament.e l'irradiazione dolorosa dell'angina si 11a verso il dorso, il petto, la faccia inter11a del braccio e si trasmette per mezzo d91 1e fi·b re sensitive cl1e passano a traverso il gangìio stellato, l'Sa radice cervicale e le 4 p•r ime dorsali; qualche volta si han110 irradiazioni 5ulla spalla. la parte laterale 1del collo e la fac cia esterna del braccio 1per cui si devono am1nettere. dP.lle com11nicazioni tra il cordone cervical.e ed il nervo v~r­ tebrale a traverso la 4a, sa, 6a e 7a radice cervicale ; altre volte il dolore s'irradia alla nuca rper mezzo delle comunicanti tra 10 ganglio cer·vica 1 e sup9riore e 2a e 3a radice cervj cale. Da ciò si vede l'importanza del simpatico cervicale delle sue anastomosi e rd ei ra1ni comun i canti nella trasmissione dell'eccitazione sensitiva cardio-aortica. Hanno già sostenuto i11 lavori anteced€nti c·he il migliore trattamento cl1'iru rgico nell'angina pectoris è quello che sop1pri.me il maggior numero di filetti sensitivi car,dio-aortici se11za toccare gli acceleratori del cuore. Ora dallo studio fatto poc;sono consigliare : la resezione d el cordone simipatico cervicale, escluso il ganglio cervicale inferio~ re, compl~tata dalla sezion e dei filetti del vago cervicale che entrano nel toracè, dP-1 ner,·o vertebrale e dei rami comunicanti che uniscono 11 ganglio cervicale inf.eriore e 1° toracico con la 6a., 7a. e ga radice cervicale e con la 1& dorsale. Occorre anche sezionare se si trova il filetto che 5i stacca dall'angolo del laringeo sl1perinre. L' operazione. dovrebbe essere eseguita d~pprima a sinistra e n el bisogno es er e completata R- dP.stra. ì\on consigliano la resezione cervico-tora<'ica, seco11do Jonnesco, 1p1erchè in tal modo si vengono a sezionai e i ft~ etti accel-eratori del cuore !l. r11i <:;i devono i casi scguìti cla morte. Mackenzie è contrario all'inter''<'11to cl1irurgirn percl1è esso r.011 soppr im erebbe che jl dolore~ n1a ~icro1n e 1'accesso angino o aYY ie11.e per un i nc;ie1nc di rifle5$i fra cuore e nc,·rnc;se intercPttan:!0 1


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SEZIONE PRATICA

la via di conduzione, l'accesso non si verifica. La d1ssezione 1praticata sul cadavere ha dimo!:'trato loro che l'operazione che propongono è f'aGile ad eseguirsi. BRANC.\Tl .

Sin1patectomia cervico-to1·acica nell'angina pectori s. Instituto Buenos Ayres, 1925) .

(AncE.

B ol.

d.

di

Clinica

Quirurgica,

Dopo che Ion• esco nel . 1916 .p raticò la 1prin1a asportazione del simpatico cervico-toracico nel1' a11gina di petto, la cura chirurgica di qu8sta malattia non ha fatto un lungo cammino, mentre si sa che tutti i trattamenti, com 1preso l'antiluetico, non 11anno effetto o solo benefizio passeggi ero. ~a preparazione del cordone nervoso e dei gangli fiOn è difficile, solo occorre una certa pru. denza n ell'isola1nento d el g·anglio cervicale inf.eriore e primo toracico e l'operazione si 1pratica con l'anestesia regionale e locale . ' I risultati devono distinguersi n egli tndiv Lù.Ui affetti .ci1 s.empUc.e angina di !Petto p in quel~·; Cu li eon coroj tanti aJteraz\o~ carcliache più .0 1ne110 gra.vi: nei primi, sopprimendo la s1111patectomia il dolore, il sintoma più molesto i ri. ' sultat1 sono eccellenti, negli altri si 1può avere un esito fatale. Nella patogenesi del dolore interviene certamei1te il ple.;;so oardiaco eh~ raccogliendo una i:r l111 zione nelle 1pareti del ventricolo o nel bulbo delJ·aorta la tra.smette pp,r mezzo delle flbre sirr1patich~ centrip-ete ai centri midollari dai q11alj ritorna in forma di eccitazione motrice centrtfug~ fino al medesimo plesso, passando per il ganglio stellato risultante dalla f11sione d el ga11ilio cervicale jnferiore col primo toracico. Così cb_e estir _ ,pane! o jl ganglio stellato si interrompe il riflesso cardiaco dov-uto a1 ~i1npatico ed alle fibr.e se11sitive con cui si anast0mizza nelle radici sipinalj, Ha operato 3 casi nei quali, pur essen.d0 ancora tras~e)rso poco tempo, ha avuto risultati in1mediati eccellenti. I malati vengono preparati con tre )11iezioni di sedoJ e con blocco del ples5o cervicale con novocaina a livello delle a;pofisi trasver~ e, e infiltrazione della 1 pelle ll.1ngo il hordo posteriore dello sterno cleido-mastoideo. Incisione rettilinea su questo margine, sc0tp•ertura del plesso e:arotideo e spostamento in avanti e in dentro di esso; dissezione nel fondo della ferita al da. vanti dei muscoli prevertebrali, del cordone simpatico, recisione di esso in alto alla base del crarti o, preparazione in basso con legatura della tiroidea inferiore fino al .g anglio stellato, bana.11do ::i ll' arteria e ve11a vertebrale e alla interr0st.ale supPriore. BRANCATI.

1221

CENNI BIBLIOGRAFICI. CIOTOLA. Metastasi neoplastiche. Prefazione dPl prof. G. PEREZ. 1 vol. in-80 di 344 pag. con 23 figure in nero e 2 tavole fuori testo. Tipografia Pallotta. Rorna, 1925.

ALBEHTO

Nel ·v asto capitolo dell'oncologia la parte riguar·dante la questione delle metastasi è l1na delle più importanti. E la sua im.p ortanza è ugual1nente grande tanto 1Per quanto si riferisce alla clinica dei tumori maligni tanto per quello che riguarda la biologia di questi n eo1plasmi. ·La 1presenza di inetastasi è sufficiente di per sè a far porTe la diagnosi di tumore maligno; e la loro sede, volume, varietà sono elementi di capitale importanza nel discutere l'operabilità, e 11eìlò stabilire la tecnica di una eventuale operazione ·diretta a rir11uovere radicalmente un tumore rnaligno. Il numero di problemi biologici, tutti ancora insoluti, ai quali si trova messo di fronte lo studjoso che si accinge all'indagine in questo campo dell'oncologia, è si può dire pari a qu8llo delle varietà dei tun1ori. Ognuna ùi esse infatti presenta 1per quello che riguarda le meta stasi • una fi51onomia speciale. In alcu11e l'in sorgenza è ·p recocissima. In altre molto tardiva. Nei tumori epiteliali le n1etastasi ·si scaglionano progress1varnPnte lungo le vie e le stazioni linfatiche· nei ' connettivali invece penetrano nel circolo sanguigno e si diffondono a distanza. Ma anche qu~. sta legge 11a da una parte e dall'altra le sue eccezioni e così vediamo alcune specie di tumori epi leliali che danno 1precocissin1amente metastasi 11ello scheletro che assumon o u11a importanza clinica di molto superiore a quella cleJ tumore rp rimitivo. '2\è bisog·na dime11ticare due que$tioni di massirr10 interesse: la possibilità di una lunga vita latP1tte di queste cellule cancierigne libere in un orga110 diverso da quello che le generò e la possibilità che hanno di riprodurre in un organo diverso un tessuto o strt1tture organiche co11 tali carat.teristiiehe da renderne 1in generale facil€ I 'identificazione. Il Ciotola ha irrl'postato con ordine tutti questi proble1T1i. E non è piccolo m erito. Chè la vastità della materia, la gra11 massa di fatti acquisiti rendono questo lavoro ·difficile, faticoso e per tanto degno di encomio. Alcuni dei p~obl erni di ir1dole biologico ha tentato a11che di risolvere. E in base allo studio à; parecchie centi11aia di autopsie di rr1orti 1per tumori maligni raccolte nel! 'I stituto di An ato111ia patologi<'a ·di Roma e in base a esperiénze :p erso11ali coi tumori sperime11ta1i del topo giun ge


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TL f'ClL lCLINIC1)

a conclusioni che gli permettono di trovare una spiegazione in base a fatti anatomici sicuri e a quelle leggi biologicl1e generali di difesa secondo le quali agisce l'organismo di fronte a stimoli patogeni. Anzich·è ricorrere alla formulazione di nuove teorie è meglio, come scrive nella prefazione del libro il prof. P erez: << proceder~ « dal noto all'ignoto 1 per risolvere tal questione, cc tanto più se si pensa che l 'organis1no risiponde « ugualmente a ·diversi stimoli ». Utile ci .p are perciò il libro del Ciotola tanto per chi voglia inquadrarsi con chiarezza n ella mente un così intricato problema tanto per chi già a giorno di tutti i lati della questione si inter€ssi di conoscere i fatti nuovi acquic;jti. MANFREDO .A.SCOJ I.

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e

Cliirurgie der Niere und df's Harnleiters. Thieme, Li1psia, 1pag. X\'l-584, fì g. 235, \n parte a coJori .

J Ai\ifES

\VII.HEL:\1 JSRAEL.

[ ..\~:\O ~~Xli, FA~C. 35]

dutc e le teorie formuJate sulla fisiopatologia del rene, conservasse sempre un carattere di personalità derivante dalla vasta esperienza dell'.~. nel campo delle nefropatie. Il libro jncontrò 111 Germania il favore del pubblico medico tanto che a tre anni di distanza l'Editore ne pubblica una seconda edizione. In questa molte q11estioni son o aggiornate con le r icerc·h e più moderne cosi 1per esempio sono completamente rinnovati i capitoli sulla formazione degli ederni e s11lla iperpiesi. Il libro presenta il vantaggio di ipermettele, dallo stu dio di non molte 1pagin e, di formarsi un concetto delle condizioni attuali della que5tione delle malattie renali, non in base a vedute troppo unilaterali e .p ersonali, ma a u11 giudizio sintetico avente sempre di mira uno scopo pratico. !\-I. A.

R. LE FtrR. L 'urologie en clientèl.e. Dalla Collana « Comment guérir ». A. Maloine et fil 5 . Paris 1925, p. 580, tig. 500. Franchi 30.

Segnaliamo in modo 1particolare il libro dell'Israel che non viene ad aggiungersi semp.JiceSecondo la ·definizione dello stesso autore, il mente ~agli altri già numerosi della materia, libro ·Si indirizza contemporaneamente allo 5tuusciti in brevissimo tempo, ma che riesce ad asdente Dhe termina i suoi studi, al medico pratir.o st1n1ere una fisionomia tutta propria, un valore che ·desidera familiarizzarsi un poco con l' uroeccezionale. Limitato alle affezioni chir11rgiche logia corrente, allo specialista che vuol conoscere del rene e degli ureteri rappresenta il fr11tto della e prati~are la 1ecnica di qualsiasi urologia non esperienza personale di un chirurgo di fama. t1ni. versale.· Difatti tutto il materiale sebbene diviso .chirurgica. ! .'opera si compone di 2 parti e ri, pete 1p er iscritto quello che è l'insegi1amento scoschematicamente e quindi nel m odo migliore ·dal lastico dell' Autore. Cornprende in una 1prima par1p unto di vista didattico è sempre vigilato d.alb1 te la descrizione ·degli istrumenti della urologia sanzi one della realtà dedotta dalle vaste statisticorrente e del 1nateriale necessario sia per la diache di una sola persona. Ed è ap1p unto questo gnosi che per la cura degli urinari, nella se. che ne costituisce la fI)eculiare caratteristica. Sarebbe inutile elencare i singoli capitoli del ma- . conda tratta. della tecnica urologica propriamente detta, tecnica di esplorazione dapprima atta nt1ale: chiunque aYesse bisogno di avere rapido a st:-:t.bilire una esatta diagnosi e terapeutica 1poi, orientamento su una qualsiasi affezione chirurnecessaria per una c11ra ~ppropriata. Tre caipj tv li gica del rene e d ell'11retere p11ò attingervi ogni speciali ed interessantissimi chiudono il libro, e nozjonfl in proposito. Manca volutamente la parriguardano la vaccinoterrupia e la sieroterapia in te riguardante i metodi operatori ma sono riurologia con speciale riguardo alla blenorragia, 1 a portati nleglio che in tante speciali monografie anestesia degli urinari e la cu-ra di alcw1e forme le statisticl1e a distanza d ei vari interventi nell e d] jrnpotenza genitale con la. cura loca1 e drl Yediverse malattie. Nella bibliografia sono ric0rdati romontanu1n. autori di ogni paese, italiani compresi, del che biE. M. sog11a rallegrarsi poichè troppo spesso gli 5tranieri 1p are abbiano dimenticato come anc~~2 da LEVEUF, GlRAliùE, MORNARD, NlONADI. Traitement des noi si produce e si produce bene. fractures et luxations de s me1n.bres. :\1asc:on, E. l\il. ed., Paris, 1925. Fr. 25. LtCHT\VITZ . Dle Praxis der Nierenkrankheiten. B un lib-ro di 466 pagine, conciso nel testo, ma 2a edizione, 1924. Editore Julius ~pringer, Berricco di illustrazioni che facilitano la comprenlino. sione dei dettagli di tecnica, talora ardui a capirsi con la sola lettura. Lo SCQPO 1prefìssosi dal ·L ichtwitz nello scrivere Quec:to volun1e ha il grande vantaggio di ess~r~ un trattato sulle malattie del rene era di comstato scritto da Autori, i quali hanno insPgo310 porre un libro che 1pure essendo scolasti co e riin una serie di corsi pratici c;ull e frnttnre e le !eric:c;p perciò con critica obiettiva tutte l e ve-


[ANNO XXXII, FASC. 35]

SEZIONE PRATICA

l ussazioni, il che ha loro p ermesso di r ender si conto degli errori commesc;i da i 1nedici che aippilca110 gii appa recchi per la prima volta e di dare perciò, il consiglio adatto a che il lettore poS5'1 subito evitarli. Il volume è d iviso in tre 1parti: la prima tratta delle « cure ortopedicl1e delle fratture >> . P ~" ciascun caso è indicata la cura d ' urgenza e quella definitiva: indicazioni terapeutich e, materiale n ecessario, confezione dell'apparecchio; cure consecutive, durata della cura, :risultati. La 5econda è dedicata alle « lussazioni » seguendo lo stesso m etodo di esposizione, la terza è consacrata: alla « cura cruenta d elle frattu re >> entr·nta ora n ella pratica corrente di qualsiasi chirt1rgo; in un primo capitolo sono con tenute le ger1eralità : strumenti, vari· metodi, tecnicl1e; ,p oi gli AA. trattano secondo le diverse regioni con l 'aiuto di figure, delle indicazioni operatorie, vie di accesso, r iduzion e, osteosintesi, cur e consecutive. L'opera si chiude con uno studio su l le fratture esposte. G. MATRONOLA. E . K1 scH. Diagnostik itnd T hPrapie der Kn(lchen und Gelenktwbercolose. II ed. , p . 296, ta v. 6, fig. 36ì. Marchi oro 20 (circa L. 130). L.ip-

sia, Vogel 1925. Proèsentato cla una prefazjone del Maestro, d el iprof. Bier, il libro del Kisch, convinto seguace della eliotera1pia, del1A j,p eremia da stasi, ha lo scopo di dimostrare: 10 come riducendo ad u n m in irr10 l 'immobilizzazione, la tbc. cosidetta chir ur · gica .sia suscèttibile ·di una guarigio11e rel ativam er1te rapi.da se sottoposta ad una cura con servativa; 2° com e tale cura cl1e l$i addimostra così giovevole sia 1p ossibile non solo in montagua e nei luoghi specializzati di cura ma anche in luoghi ove la tubercolosi è sorta; 30 che .g li intArventi d emolitori vadano ristretti ad una cer~ hia r istrEttissima di casi. . In qualche caso dell'Autore tra i n umerosi e bene studiati si ebbe perfino il riassorbirn e.nto d el sequestro. Tali osservazioni riunite all'ottimo risultato funzionale ·di m olti altri parrebbe dare ragione alla tesi - ch e a prim a ·vista potrebt e sembrare eccessivam ente unilaterale - ' de.Il ' ..\ ntore. 1

E. l\1. G. POTEL. Traité pratiqite d/Orthopédie. U11 volu me

di 72.1 pagine, edito a Parigi da Doin. P rezzo 80 fr. L'.t\utore studia le deformità dell'aip.p arato n10tore, da11done una buona classificazione patoge-

1223

netica, con criteri in parte nu oYi, specie per le deformità c ong·enite. L'opera ha una n otevole importanza per il pratico, che può trovare in essa esposto con chiarezza ed illu strato ampiamente con belle figure tutto 11 vasto caipitolo dell'ortopedia. CRAINZ

E. CLASEN.

v aricen Ulcus crurls vnd ihre Be, h.a·n dl,iLng . P . 138. ' Urban e ·S e hvvarzenb erg, Bcrlin. Marchi oro 3.50.

Il veccl1io adagio cc 11abent sua fata libell} )) , n on sen1bra <e sit venia verbo >> adattarsi al i110desto m anuale di Clasen sulla cur::i. delle vari ci e delle ulcere v aricose. La ragion-e più verosirr1ile ' di una diffusion e tale da rendere necessaria una r istampa riveduta e corretta a distanza di un ann o ·d eve con sister e n ella chiar ezza del testo, nella 1p rati.cità dei con sigli e nella esposizione di una vasta esperienza in un tema cl1e sebbene irrtportante no11 vi ene trattato p er esteso dai manual i. e dai trattati correnten1ente per le mani di tutti. :e questa l'i1npressione in realtà che si riceYe leggendo il librct.to che serve egregiaroen.ie a togliere d'imbarazzo chiunque abbia a curare una aff ezione tanto ribelle e così ostinata corr1e son o le varici e le ulcere vari-cose specie i11 pazie11ti poco ottem1p eranti o per caratter e o per necessjtà ai con sigli del medico. E. M. P.

GUIBAL. T rait e1nént chiriLrg1.cal de la [)1latati.01i

bronchiique. Masson et C.ie, Paris, 1924. Fr. 10.

Ri 1naste sino ad epoca r ecen te di 1puro dominio medico. l e dilatazioni bro11chiali cr onich e, ribeili ad ogni trattamento inedicame11toso, sono state oggrtto di tentativi di cura chi:rurgica cui banno seguìto ri1sultati i n coraggia nti . D'altra parte i v ari interventi chirurgici ·-tpplicati nel iorace n ella cu ra d ella t ubercolosi polmonare indicavano m etodi e risultati non privi di alt0 interesse e tali da suggerire una più estesa ?..,p plicazion e ·diei metodi stessi. L' A. dO!po avere esp osto breYem ente i ric;ultat1 dell'o1sservazione clin i.ca n elle varie forni.e di d 1~ latazione bronchiale, espone st1ccintamente i v:tri metodi operatoTi imipiegati ~affermandosi suì.la tecnica e sl1lle indicazioni 1particol ari ·d i ognuno di essi. Qr1esto breve corrrpendio, d edi cato particolar1nente ai chirurgi, n on è privo di interesse e di utilità anche p1er i 1nedici, specie ora che la mode:rn a chirurgia toracica ha a.p erto nuove vie alla cura di malattie polmonari ribelli a qua1siasi trattamento med ico . 1'R.

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1224

II PDT.JCLINICO

[.i\NNO

XXXII, FASC. '35]

ICCRDEMIE, SOCIETA- MEDICHE, CON6RESSI.

citanti, ba:gni , ecc., si ebbe il risveglio del bambino ed il ritorno al normale .

Società Medico-Chirurgica Anconetana.

Radio terapia degli. epiteliomi ulcerati della cute e delle mucose per mezzo della ionoforesi argentica, tiell,a filtrazione variabile e d~lla S. E. variabile .

Seduta del 12 giugno 1925. Presiden za: Prof. U.

BACOARANI.

Sovra l'azio11e della vitami·na B sul ricambio clel calcio. U. BA COARANI. - l ./ O. riferisce, indugiandosi nei particolari e sulla tec11ica delle esperienze, intorno .alle sue ricerche clinico-terapeutiche s ull'azione delle "itamine i1e11a f:Lssazi.011e del calcio da parte dell'organismo. Le esoerie11z,e dell' O. confermano i risultati degli -. osservatori precedent i e si concreta110 in queste conclusi1<)11i: 1) i comuni sali min erali attraversa110 l 'orgaTuismo senza entra re a far parte .clella m acchina umana; 2) la presenza cli vitamina B in una comu11e pozione policaJ.cica a&'3icura la utilizzazione del calcio da parte dell'organismo. La pr,e senza cioè delle vitamine è i ndispensa.b~le per la ft&.afilone degli eleme nt i mi11erali. 1'rHO ve osservazioni sulla encefalite infetti va. P1iorf. GusTAVO MooENA. - L a e11ce·f alite infettiva co11tinu.a a fare molte vittime . I.e osseirvamoni dell' O. po~o110 essere divise in due gruppi: 1) oasi nuovi che sono stati più frequ enti in quest'anno che n-ello scorso anno e che talora si sono pra~nta"ti con estrema gravità con sin·d rome d1 setticerni n e llOll con soli fenomeni encefalitici , c6n andamento acutissimo e letale; · 2) casi a ntichi con f€nomeni inizia li più o 1neno palesi, spesso non valutati ·giustamente, con sin drome attuale che pare vada sub~ndo (e 11on sailo nei ca&i osservati n ella n ostra regione ma anche in quelli riferiti nella letteratura) l:lna trasfo1rma,. zione p articolare nei sintomi più saJ.ienti. JJ0 sin dromi parkinsoniane degli adulti e le sindromi nenropsichiche dei fanoiulli sono più rare: vi sono i11vece par ecchi casi di alterazi.one della motilità oculare con fis...~tà dello sguardo e contrattt1re accessuali dei muscoli ocul'ari sopratutto del retto superiore. H et osservato anr.he casi di eanitiremore . QuBsta t r asformazi one della s intomatologia n1eriterebbe precisa indagine cli nica e anato1no-pat-0logica. L 'O. accen na alla d~fioi enza d ei metodi t er apeutici: all'oscurità della etiologia, ai p areri 11on concordi degli AA. s ui rapporti fra encefalite e inflttc11za. I n base a varie co11siderazi oni ritie11e che 1c due n1alattie abbiano '" tretti rappo1·ti etito1logici.

:..:opra un caso di avvelr no111ento acuto do niorfina in un lattante di 19 oiorni.

R. li't· ~- - Riferi~.c·e di un neonato cui f11 i11trodotto a scopo e,·aruatiYo u11 cono a11a1.e di burro cli cucao cont€nc11te (a insa>puta clei genitori) due c t' ntigran1n1i di n1orfina. I l bambino dormì 2-1 ore. non ~111 Ì">l' per tutto questo perioclo nè urin<? nè fe<-i. non rcngì a i vari ~ tin1oli in1piegati p~ r risvegl iarlo . . ·coperta la caus..1 del sonno prolungat-0, con ec-

P. N ATALE-MARZl . - Espone, mostrando fotografie di ammalati fatte prima e dopo la oura, i risu1tati ottenuti nella radiotera.pia degli epiteliomi ulcerati della cute e delle mucose .adottando il metodo del Ghilarducci, con una modificazione già attuata ~all'O. t ino d<ll 1923 e comunicata nella prima riunione del Gruip.po !'adiologi meridionali nel ~~nn.ado 1924. L a mod1ificazione consiste nell'irra~ diare l 'epiteliorria 00.n quattro d-0si eritema otte11ute ciiascu na con raggi oon·ispon,denti ad u11a deterIlllinata e diversa tensione . L a durata corruplessriva d.vt1 irr.adiaz.ione è di un'-0ra e mezzo circa. Dai r isultati fin qui ottenutli 1'0. ritien e che il variare la S. E. oltre il filtro, risponda meglio al co11cctto di utilizzare le pr-0prietà bi olrogiohe di ciascun girUJppo di J,unghezza di onda e dlia risultati pciù rap·idi, e sovratutto con mezzi più economici, di queill~ oti~nutj co11 una irradiazione di 2-3 ore a S. E. ~o ..:t~n te r: fiiltro variabile. 1

.'3o'IY1'f" ·il trattamento della f istola del condotto rli Steno11e. ' Q. SERGI. - Dopo avere sommariamente ricordata l 'anatomia dell~ regione e d escritti i vari si· st-emi di cur a usati dai vari autori, il1ustra, con una serie di schemi , t1n suo metodo 1personale e presenta un malat.o che, a.ffetto da 44 anni di fistola clelila piorz.ion.e massete·r ina, è stato da lui operato e gn.a rito.

1'3ovra un caso clinico di anuria riflessa. calcolosa. I. BARCAROLI. - L 'O. riferisce di un infermo, di 50 anni, di aspetto pletorico, rioo·v erato d'urgenza i11 Ospedale perchè da quattro giorni no11 emettffira più urine . Il paziente non aveva mai avuto p er il passato sofferenze speciali da far pensar e ad una litiasi, n è l' a nuria, da cui eTa stato oolipito, era stata preceduta da u na crisi di colica ren 0-uretrale . N on fu p-OSSibile praticare il cateterismo uretrale, nè la r a diografia mise in evidenza ombre r iferibial,i ia. calcolooi. Unico dato clinico che orientò ''erso ]a diag11osi di anuria riflessa calcolosa e che autorizzò l'intervento chirurgicD, fu ne.ll'esame obbiettivo dell'infern10 la contrattura ' destro dell'Mldi difesa i11 corrispondenza del lato dome. L'infermo presentava un' azotemia di 2.07. Operato in sesta giornata di a11uria d i nefroto1nia d~tra, la Ser a stessa dell'intervento ebbe un'abbo11da nte diuresi d alla ferita ()perator ia e daJle Yi€ n at11rali; andò i1ei giorni s uccessivi migliorando sempre di ~iù e d op o due 1nesi cli degenza ospitaliC'ra uscì g,u arito con un'azotemia di 0.30. L 'O. l'i]eya l'imipor ta11za considere,ole della 110zione della contrattur a addominale limitata ad un solo lat-0 in qu~i casi di anuria specialmente, in cni la diagnosi differenziale fra a11uria calcolosa e anuria da nefrite si pre enta difficile, 11011 e endo po ihile cono cere gli antecedenti in1n1ediatan1cn t€ aJ1teriori all' accic1011te perchè l' in ferino ~ i pre-,enta inc-O&"·iente, i11 !>reda a gi·a,·e int<>s:>icazione t1ren1i~'l. A. l\loNTA~ARI . 1


IANN"O XXXII,

FASC.

35 ]

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SEZ IONE PRATICA

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APPUNTI PER IL MEDICO PRATICO. CASISTICA E TERAPIA. La zona secondo le moderne concezioni. Il dott. P. Sangiorgi (La Clinica medi ca ita5iana, gennaio-febbraio tl.926) :fa una accurata rassegna di quanto finora si .conosce sul decorc:;o clinico, sull'etiologia e sulla patogenesj della zona. Fin dall'introduzione all'articolo l'autore fa rilevare come si debba necessariamente differenziar.e la zona dal comune enp·es. Il decorso .~li­ nico, le ricerche sperimentali ed etiologiche che nelle \~esci.cole di zona non hanno mai mostrato i corpuscoli trovati nelle vescicole erpetiche, la .stàbile imrnunizzazione che si sta:bilisce nei malati affetti da zona in contrasto alla facilità delle recidive erpetjche, dimostrano, secondo l'autore, chiaramente come l'enpes zoster sia una entità clinica a sè, certamente infettiva e dovuÌ<'l a virt1-:-. che quantunque non conosciuto si differf>11zia certamente dal virus descritto nelle affezioni erpetiche <::omuni. In seguito l'autore fa una breve ras.segna della sintomatologia, d el decorso clinico e delle varie forme di zona; si occupa . infin e della topografia delle eruzioni zonali facendo rilevare come sempre queste avvengano nel decorso. anatomico di particolari radici nervose. Circa l'etiologia sottoscrive l'opinione degli autori che sostengono che l 'erpes zoster è nna malattia infettiva dovuta ad un particolare germe non ancora conosciuto. Ritiene che allo stato • odierno della conoscenza dei fatti, sebbene spesso si sia notata . la coincidenza della zona con la varicella in alcune epidemie, non si possa concludere p er l'identità etiobiologica della zona c0n la \raricella. Passa ii1oltre l'autore a descrivere le alterazioni anatorno-patologiche, sia dei gangli sipinali posteriori e degli equivalenti gangli cefa1 ici (g. genicolato, g, otico, ecc.), sia delle vescicole eruttive da alcuni autori inte:npretate come distrofiche, paragonabili alle ulcerazioni che si hanno nella cheratosi da lesione della 1a branca del trigemino. Circa la patogenesi ritiene che il virus entrj per la cute e risalga per la via dei nervi fino ai gangli corrispondenti spinali. Spesso invade ancl1e !a radice moitoria corrispo11dente, spiegandosi in 1al modo l'insor.gere frequente .di 1parali c;i nel d ecorso della zona, specie cefalica. Dichiara infine di essere dell'opi11ione di quegli autori che ritengono la zona come affezione infettiva delle radi·ci nervose e dei ~anglj spinali corrispondenti. R!C'CA~DI.

L'orticaria della prima infanzia. IJ fattor e più importante n ella determinazione di q11esta for1r1a rnorbosa è, senza dubbio quello a.limentar-e; ,p ossono esesre il latte di vacca o qualunque derivato del latte, 01ppure le uova, date in natura od incorporate agli altri alim enti ·L'i11tolleranza può manifestarsi alla 1prima ingestione ovvero nelle successive. Più raramente intervengono gli altri alimenti, tenuto conto dell 'alime11tazione ancora limitata nell'età in cui l'orticaria si verifica, di solito verso i 12-15 mesi. Le recidive sono frequenti , ma in generale esse non si hanno 1più dopo i tre anni. L'orticaria può coesistere con altre sindro mi con cui ha rapporti più o meno itretti; particol~r­ mente con disturbi digestivi; si deve rilevare per0 l'assenza di orticaria nelle gastro-eri!,.lriti. degli jpotrepsici e degli atrepsici con manifestazioni di dise1patia e i1ej bambini con eC7A~ma e con asma. P éhu e S1nitch (T.. e f\Tourrisson, 1925, n. 2) osserva no che la diagnosi con la. varicella pnò '3Ssere talvolta delicata e più raramente dovrà farsi con le 1punture d 'insetti o con 1a scabbia: la diagnosi eziologica sarà stabilita co11 una inchiesta sul inodo di alimentazione ed n.nrhe pE>r mezzo delle cuti- ed intradermoreazioni co11 diluizioni degli alimenti so3petti. P er quanto riguarda la patogenesi, gli A.t\._ o~ servano che l'irritazione cutanea, è, probabilmente, provocata da una sostanza che, per via ~er­ vosa o .p er via vascolare, dà congestione del derrna accorr1pa.gnata da essudazione. L'organo ,p rinci1pa lmente interessato è il fegato nelJa su a f!1nzionc proteopessica; 1probabilmente, la mo1ecola di .uroteina estranea , male elaborata od iT)c:;ufficienten1ente fissata dalla cellula epatica esercita sul sistema nervoso vegetativo un'influenza pertt1rbatrice. Il trattamento co1nporta una medicazione sintomatica contro il ·p rurito, i mezzi dietetici (sop.p ressione dell'alimento incriminato, dissensibilizzazione) una medicazione causale ed infine la 1peptonoterapia -preprandiale per via digerente, iper il potere protettore del peptone nelle -manifest1zioni anafilattiche. fil. ,

L'azione dell'insulina sull'evoluzione della psoriasi. Ravaut 1B ith e Du courtioux (Bulletin de la So'

ciété fran çaise de D errnatologie 'et de Syphiligraphie, 14 g·iugno 1925) 1presentano tre casi di ns ~) ·

riasi curati con insulina a dosi leggere: il primo

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IJ. POLICLINICO

lglicemia al diso1p ra del nor1nale: gr. 1,20 per giorno), ed il secondo (tasso glicemico normale), trattati con iniezione di 30 unità d'ins11lina Byla ogni giorno, cioè due fiale , 15 unità avanti ogni p ast o, e due ba.gni alcalini per settimana; l'altro (tasso glicemico un po' al disotto ·d ella norma) con endopancreina (in sulina Deslandes) alla dose . di 40 unit-à clinjche p er giorno, cioè 15 avanti il pasto del mattino e 25 avanti quello della sera. È da notare che i due soggetti con glicemia debole o normale non ebbero alcun fatto d'ipoglicen1ia e bastò, per evitare incidenti del g enere, far loro prendere i pasti nell'ora successiva a quella della iniezione ·d'insulina. Ecco le conclusioni cui sono giunti gli AA.: ! .. 'insulina ha fatto retrocedere 11ei tre malati alcuni elementi 1p soriasjci. Dopo la sosp en sione di un mese in uno 1Pi malati, e di 11 giorni nell'altro si son ved11ti riapparire alcuni elementi eruttivi : in' uno dei casi le eruzioni recidivate cedettero al nuovo trattam ento; nell'altro non fu riJpresa la nuova cura. ~aturalmente, essendo ancora i malati jn corso di cura, gli AA. debbono limitarsi a segnalare i fatti senza poter aff~rmar e se la benefica azior1e ')SServata in seguito all'uso -dell'insulina sarà definitiva o temporanea o sia stata soltanto effetto di una fortunata coin cidenza. Tutti e tr e i malati ' pr esentavano il sjntoma del prurito, il quale rapidamente scomparve. Da ciò gli .'\.!:\.. dedu con o che l'insulina dovrebbe essere sip erimentata nelle altre varietà di ,p rurito e for se a n che i:p. tutte quelle dermatosi che pajono legate a disturbi d ella nutrizione. All'infuori dei bagni alcalini, nessuno dei tre malati fu sottoposto a cure locali : dunquP, al pari di a ltri me dicamenti, l'jnsulina può agi re unicamente p er azione interna sull'evoluzione d el pro>Cesso psoriasìco , che in tutti e tre i malati ~ub1 un evidente miglioramento. Queste espPrienze d ebbono perciò essere continua te e forse '3 arà opportuno di. somministrare l'in s11lina a d osi più V. MONTES ANù. eleYate.

Il trattamento dei porri e dei nei. Il migliore caustico locale per il trattamento dei porri è l'acido acetico glaciale che si ap1Plica un paio di volte al giorno, proteggendo la cute cir costant e con ' 'aselina. .P er i porri al vi.:>o, è meglio usare una soluzione al 5 % di resor cina ed acido salicilico in alcool; anche la lampada di I\:rornayrr .p er raggi ultravioletti può dare, in 111a11i e~perte, buoni risultati nei porri su~rfi­ ciali, Jlroducendo un'esfoliazion e generale d elle parti in·acliate. 1 ei porri multi1pli d ei fan rinlli, la 01111111ni trazione oralf' può essere preceduta

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dall'ingestione di solfato di magnesio, in dose corrispondente alla età, una o due volte la setttmana, op1p ure di acqua di calce in quantità di un quarto di litro al giorno. Nei porri ispessiti si userà il termocauterjo che negli adulti non richiede nessun anesteti.co; La 1punta d el cauterio deve avere un orlo tagJiente che Si affonderà verticalmente in linee !para llele fino a che il ,p aziente avverta il dolore; tale meta.do è particolarmente utile quando è intere~ sata la piega ungueale. Il porro plantare, per la rs ua stessa IPOSizione provoca inte~si dolori nel camminare; lo c:;i ·p roteggerà con un a.nello di feltro e si tratterà ro11 il radio a piena dose, non filtrato, applicato per un' ora-un'ora e mezza~ il porro si distrugge entro tre setti.mane e non è necessaria altra ap1plict:tzio11e. Si p ossono usare anche i raggi X (a dose di due beta) filtrati attraverso alluminio (mezzo m1n.) a d ii1tervalli di 10 giorni. Il porro filiforme si trova so1pra ttutto snlle mucoc;e dei genitali esterni, sulle labbra e s ulle pal.p ebre e si asporterà col termoca.uterio. I :oorri venerei son o generalmente escr.escenze a · forma dj cavolfiore che compaiono sui get1itali esternj di person e aff.ette da gonorrea o da altre i nfezio11i s p ecificl1e cl1e producono secrezio11i; le escr escenze si infettano facilmente p er g-ermi di sepsi secondaria, ciò che costituisce una compli~azio11e ributtante. Può venirP int.eressata ancl1e la 1nucosa anal e. L e frequenti lavatur e con la Lotio nigra (1) e l'abbondante a'Pplicazione di u11a 1p olvere conten~nte il 5 % di calomelano precederanno gl1 interventi più radicali e talora .p rovoch era1mo una rapida i11volu zion e. Si 1p ossono asportare col cu cchiaio tagliente, previa anestesia, ma il m etodo nli.gliore secondo H. C. Semon (The Lancet, 27 1giugno 1925) è la diatermia, asperJendo l e escr escenze co11 soluzione fic;iologica ed aipplicando. un elettrode piatto ; col passaggio della . corr ente , le d ette escrescenze coagulan o, irnbia11cano ed ir1cominciano a fumare , in quanto che il liquido viene p ortato in vic1na11za del punto di ebollizj one. L'unico trattamento successivo consiste 11ell 'aspersione con p olveri antisettiche. Naturalmente è n ecessario il trattamento della infezionE venerea concomitante. Si i)Ossono anctJC' tentar e piccole d osi di raggi X (1/2-3/4 di beta) con un filtro di 1/2 mm. , ad intervalli settimanali, o:ppure i caustici chimici (fenolo puro, nitrato a cido di mercurio), u sando gra11de preca1~zione per le parti cir costanti. (1) La lolio nigra è preparata con g. 6,85 di cloruro mercuroso, triturato con rmc. 50 di glice-

rina. e 1nescolato co11 acqua di calce fino a 1 lume di un litro. CA'. d. I~ .). •

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SEZIONE PRATICA

I por'1"l seborroìci, che si osservano negll i11divid11i con diatesi seborroica del cuoio capelluto, si asporteranno u1ediante il termocauterio, facendo poi usare come profilatti·co una lozione antisettLca. Per quei 1p orri seborroici che compaiono sul dorso, ai fiancl1i e all'addome di .p ersone di ?11ezza età predisposte, che hanno colore nero o bruno e si acco1npagnano ad untuosità della pelle, il miglior trattamento consiste nella lampada di Kron1ayer (10 ininuti ad un metro) una volta la 6ettimana, oppure ne1 raggi X (3/ 4 di ·b eta, sen7.a filtro) per una o due volte a.d intervallo di 14 giorni. Si u serà 1poi giornalmente un sa.p one allo zolfo od al zolfo-naftolo. Le lesioni più 0ronicl1e, isolate col plaster di sapon e 01pp11re all'acido _salicilico (5 %) ed in ·caso di ricaduta con il lapis di neve carbonica per 15-30 secondi. Porri con tendenza alla ulcerazione (senili, ar- . senicali, da estposizione al sole od ai raggi X, da catrame o pi:iT'affina). Debbono e"'ser e nettamente differenziati dai precedenti per il fatto che 11a1tnu tendenza alla trasformazione in epitelioffll. ~"i userà la diatermia, la neve carbonica oppu1·e l'ablazio11e ch irurgica; si deve tener 1presente che una radioter apia in sufficiente .p uò stimolare lo sviluwo dei porri. \ -P.i. IIanno tutti origine congenita, sebbene possano talvolta comparire tardi nella vita. Quelli piccoli, non pigmentati si asportar10 cor1 la congelaz ione appl icata per 40-60 secondi secondo la loro profondità; la vescichetta che ne rP<>idua si 1punge asetticamente e si medica con lozione alla calamina (che si prepara con la calan1ir1a o carbonato di. zjnco, ossido di zinco, glicerina ed acqua). La crosticina si lascia cadere spontanea mente. Talvolta è necessario ripetere il trattamento. I nei p elosi si trattano con l'elettrolisi dei c:;ingoli. pt1i, dopo di che gli elementi pign1°1:1at~. t€nd ur10 ~. scolorire; la pigmentazione resid•.1,\ si tratic..rà ron la congelazione. Per quelli più gran· di, ~pec ial1nente se verrucosi, si userà l'escissicne segu1ta da innesto oppure la diatermia col metodo indicato ai 1porri venerei. Il radio, i raggi X, il termocauterio ed i caustici chin1ic! non sono consigliabili i11 tal caso. fìl.

Il trattamento del licben planus con l'irradiazione del simpatico. Il trattamento attualmente in u so del lichen planus consiste i1ell'introduzione degli arsenobenzoli. Gou'n (Paris médicai, 30 maggio 1925) , riporta tParecchie osservazioni di malati trattati con successo mediante la radioterapia. In quattro anni, • • ì'A. ha trattato dieci casi ottenendone sen~pre gli stessi buoni risultati. Egli fa ur1'irradiazione di

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5 unità H senza filtro, a cielo s~operto, sulla regione interscapolare in corrispondenza della quarta e quinta vertebra dorsale; l'anticatode è collocato a 16 cm. dalla regione irradiata; raggi n . 7; scintilla 11-12 sotto 4 ampères. L'A. ritiene che l'azione favorevole è dovuta all'influenza esercitata dai raggi X sul simpatico tora cico. È .p robabile che il simpatico, il quale per n1.ezzo d ei ramuscoli bianchi comunicanti, ha le

relazio11i dirette col nevrasse, sia sensi,b ilizzato dai raggi e.d agisca in questo modo ;SUi centri midollari. L'irradiazione interscapolare e lombosacrale è i~ luogo di elezione, poichè in tali punti, come hanno din1ostrato dei lavori recenti , si tro, vano le fibre del simpatico vero, uscite dai 5eg1r1enti toracici e 101nbosacrali corrispondenti. Ora la dose usata di raggi X non permette di irritare che i •p rimi piani del!' epidermi~e e non certo il mid ollo od i troncl1i nervosi; non si tratta quindi di ~rradiazione profonda; soltanto il simpatico 1può essere i11fluen zato. Il disfunzionan1ento del simpatico (p()rterebbe il .p rurito e, presiedendo alla comparsa dell'elemento eruttivo, scomparirebbe sotto l'azione dei raggi X. L'A. ha inoltre rilevato che in altre .dermatosi (orticaria, prurigo, eritema 1papuloso) la radioterapia può 1p ure dare buoni risultati. 1

fìl.

Diagnosi e cura della vulvovaginite gonococcica infantile. Nelle for me recenti e con pus abbonda11te, l 'esame microscopico di questo dà seIIljpre reperto positivo, rr1entre invece si p ossono avere serie dif· ficoltà quando la malattia dura da tempo. 111 tal caso, un esame negativo del 1secreto vagi11ale r1on autorizza aid affer1nare oehe l'infezione non esiste. Si può allora riacutizzare il 1procesc:;o :nieLtando in vagina IPJ'ima di raccogliere il pus una soluzione di nitrato d'argento al 5 %, o.ppl1re, me. diante un contagocce, del sublimato a 1/5000, esaminando poi il sedimento ottenuto per r.enlr i fugazione dal liquido di lavatura. 11 1pus deve essere raccolto in alto, usando l'uretroscoipio femminile e l'ansa ·di platino. Per la colorazione $€rve il metodo di Gram, usando come colorP- di con. trasto, la fucsina a 1 % che si lascia agire ~olo per qualche secondo. Si tenga presen1e che la sede ·del gonococco può essere extracell11lare uei casi croniei. ·Molte volte però l'esame microscopico non basta per la differen.ziazione dal meningococco e si deve allora ricorrere alle co 'ture (siero di •L offler, terreno ·d i vV.ertheim) in Cltl il gonococco si sviluppa ii1 colonie isolate, :rotonde, con margini ondulati e seghettati, centro rigonfi.o, colore grigiastro ed aspetto mucoso. La profilassi deve essere rigorosa 1p-er ·opp0rsi I

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II.

a1 1a grande facilità di diffusione. Si 1proibisca che i bambini dorm:ino nello stesso letto co1 i genitori ed usino biancheria ed oggetti che pos. sano essere inquinati dal gonococco e si t:siga la più scrupolosa attenzione dagli adulti infetti (par.enti, balie, infermiere). Misure severe si d e' vono usare negli istituti e negli ospedali, in' cui, secondo alcuni, si. dovrebbe imporre la visita di tutte le bambine nonchè delle custodi. P.er la cura, i m ezzi chimici più u sati sono i preparati d 'argento ed il permanganato 1potassico. Fra i primi il 1p rotargolo, poco irritante, c;piega llna ·discreta azione battericida, provoca desqua1nazione epiteliale e leucocitosi e può llSarsi a convenient e diluizione in qual.siasj 1pieriodo; largo uso banno anche i su oi succedanei, il collargolo e l'argirolo. L'azione germicida d el permanganato è trascurabile nelle diluizioni inferiori a 1 %; esso vale invece per l'azion~ astringenti? che provoca il raggrinzimento d.ella mucosa e, quindi, in parte lo svuotamento dei condotti ghiandolari. Come osserva C. Giau1ne (La Pedriatria, 1925, 11. 6) , questi mezzi influenzano poco il decor so della malattia e non sono scevri di pericoli se messi in pratica da profani per la facile diffusione del processo all'endometrio; comunque, si teng·a presente di fare le irrigazioni a bac;sissima !pressione. .' \bbastanza usati sono i vaccini, sui quali p erò i diversi autori sono venuti a conclusioni 01p poste. I 1nigliori risultati si ottengono u sando gli autovaccini. fil . Azione terapeutica dell'acetil·osstamino fenilar-

sinato basico di bismuto nella sifilide. L.evaditi (La Presse médicale, 18 lug·Iio 1925) , fa crndo agire il sale di sodio dell'acido acetiJossian1ino-fenilarsinico sul tartro-bismutato sodico-potac::sico ha ottenuto un corpo nuovo, l'aceti.1os i:lmino-fenilarsinato basico di bismuto che contie11e il 41 % di b]smuto ed il 15 % di arsenico. ;\Pl coniglio con manifestazioni sifilitiche qu~­ sto -;ale, iniettato in quantità mi11ima per via endon1uscolare, l1a provocato in 48 ore la scomparsa cl ei trepone11li dalle lesioni che sono .p oi ~uarite in 4-5 giorni . La prPsen7a dell'arsenico aumenta il potere tre1pori emicida del bismuto ed esercita una i1lfl11enza toni r a sull'organismo combattendo così l'as~enia e l'anemia bi smutica. :::>•Jesto nuO\' O prcpara1 o di Le,raditi è stat~ da I-"'ou r11ier e S eh\vartz applicato all'uomo per iniezioni Puùo1r111scolari in 30 incli\'idui s ifilitici, alla do t tl1 2 cnle. di una sospen ~ ione oleosa al 10 %, P l'l' 1111.a ct1ra di 12 iniezioni tutte prrf ettamente tPll L' ratf' r c·on1pl etn1ncnt e indolori. 1

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POLICLJ~IC~l

XXXII,

FASC. 35]

Gli effetti tera1p eutici sono stati assai note,·oli: i treponemi sono scomparsi dopo la prima iniezione e ·dOipo una serie di 12 è divenuta negativa la reazione di B. Wassermann. Il preparat-0 $em' bra ·specialmente indicato per sifilitici d eboli, anemicj, in stato di depressione. V.

~'10NTF.SANO.

IGIENE. La diminuzione della febbre tifoide. .

L a diminuzione della febbre tifoide, sebbene più

accentuata in certi paesi, può ritenersi gener ale. Per J'Ing·hilterra, .G. "Newman (British med. Journ., i1. 3~22) r i1porta le statistiche secondo le quali la mortalità per tifoide che nel 1870 era di 371 per milione, si. è abbassata a 12 nel 1922. L e r ause di qu-esta di111inuzione non possono secondo l'A. 'esser e attribuite a cambiarr1enti nella sintomatologia , 11ella gravità o nel tipo epidemiologico della rnal•t ttia., rna devono essere ricercate nei di versi provvedimenti che i11 questo frattempo son o stati pre~i in pro1 p osito. I nligliora1nenti introdotti nellct provvista dell'acqua 8ono una cau sa evid.ente d ella dirr11nuzione irregolare che si è venuta osservando fi110 al 1900. P ersiste però tuttora la possibi1ità di una diffusione idrica della tifoirt e, quale è s1ata dimostrata in diverse contingenze. Oltre alla mig1ior provvista dell acqua, la diminuzione della tifoide va in grG\,n part€ attribuita alle OIPer e cl i fo~11at1tra do m estica e stradale n elle grandi agg lorr1erazion) urb ane ed all'uso sempre più <liff11so cl el ~:!.sterna cli allontanamento dei rifiuti per mezzo dell acqua jn sostituzione d ell'antica latrina a secco usata in Inghilterra che, specialmen~~ nei gran.1i centri, ammorbava l'aria e diminuiva la resi~tenza delle popo1azioni alle malattie. L'allontana1nento quotjdiano dei rifiuti ed il sistema di chiU8l1ra ad acqua delle latrine hanno indubbia111ente av11to una grande i nfluenza ancl1e sulla ùin1inuzione delle mosche e, di conseg,u enza, sulla rninore 1probabilità che le malattje trasportate da que~to insetto si diffondano. Si aggiungan.o inoltre 1e maggiori esigenze e le abitudini più puljte della gente; l'educazione del 1p ubblico ha avuto cer tamente la sua parte in questa diminuzione sebbene molto cammino rimanga ancora da fare per avere l'efficace cooperazione d el profano nella lotta contro le rnalatt)e infettive. Pure di grande. importanza è la provvista di n.li1nenti perfettamente salubri; sotto tale ,p un· to di ,,ista si va riconoscendo anche dai pr0fani la necessità di un latte puro e per questo l'A. si augnra che si possa arrivare al provvedimento più radicale, quale è in uso in Ameri ca, della pastorizzazione obbligatoria. 1

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XXXII, F ASC. 35]

.un altro fattore che ha altresì grande influ enza nella diminuzione della tifoide è l'isolamento e l'ospedalizzazione. Solta11to in un osip·edale si può avere la sicurezza che i materiali infettanti sono, resi innocui, ciò che nelle case private, specialmente se povere, è quasi impossibile e comunque · malagevole. L'ospedalizzazione è anche assai util e nei rjguardi del paziente che viène meglio assistito e curato. L'organizzazione. dei laboratorii ha anche notevole importanza sia per la p rofilassi sia per diss~pare alcune credenze erronee e. gltiùa re invece gli sforzi in l1na giusta via. Tutti questi provvedi1nenti di bonifica generale hanno s0pr attutto influ enza sulla coll ettività; invei:-e l 'immunizzazione specifica tende a 1proteggere s opraitutto l'Jndividuo e solo di rifl esso agisce sulla collettività. fl.L.

POSTA DEGLI ABBONATI. A nccra su ila febbre me'l!itense. -

All'abb. n. 3457:

Le sue delusioni sull' eff etto di medicamenti ado-

1p erati corrisp,ondono al l'esultato della nostra esperienza, ripetutamente riferito nelle colonne di questa ,p osta per gli abbonati. Nel caso che direttamente l'interessa riteniamo oltremodo utile la vita all'aperto e in montagna; se gli elementi climatici e qualche stjmolo medicamentoso riusciranno a vincere la disappetenza, la malata attenda fiduciosa la guarigione, nutrendosi e lontana dal letto. T. P ONTANO. Al dott. M. D' A. da

·s. , abb. n.

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VARIA ~ Interscambi colturali. Si svolgono attivissimi tra vari 1pa€si gli scambi di insegnanti universitari. Sovratutto l 'Argentina e la Spagna si distinguono 1p er lo spirito di eclettismo con cui chiamano i migliori rappresentanti d ella scienza mondiale a tenere conferenze e avvivare i legami intellettuali e colturali. In questi giorni ter1gono una serie di conferenze a Bu enos Ayres il prof. P . Duval, clinico chirurgo di Parigi, e i1 prof. G. Fichera, patologo chirt1rgo di Pavia. Sono stati invitati in Argentina i .p roff. V. Ascoli e G. Sanarelli e la professoressa .M. Montessori. ìVlolto attivi sono anche gli scambi e le visite di 1p·erson ale sanitario . ..\.bbi.amo dato più volte 11otizia degli scambi pro1nossi dalla Società delle Nazioni, sotto gli ausoicii della .« Rochefeller Foundation » : ultimo . il viaggio dei m edici sud-americani in Euro,p a, chiU$OSi in Ita lia. Varie visite colletti ve di medici americani 11a11. no aYt1to lt1ogo in Europa. L'u ltima visita in grande stile ebb€ 1per n1èta l' Inghilterra, ai 1prin1ì di giugno; agli ospiti furono tributati onori stra .. ordinari ; dette loro il b envenuto il m inistro del~ l'igiene, presenti il duca di Yorl{ e molti'3s.i me autorità politiche e scientifiche. Si sono avute, a P·i ù riprese, visite collettive di m€dici spag"noli in varie nazioni d 'Europa. Ulti.. ir1amente, ai 1p r imi di agosto, 40 medici spag:n oli hanno visitato la ·Germania; durante il viaggio sono s tate tenute confere11ze da Ferran, Mora.gas, Ricart Rosell, Carole'3i. ' Di alcuni viaggi più notevoli abbiamo dato a 1più riprese n otizia, in particolare di chirurgi amer ica11i. Ricordiamo anche quello degli stomatologi .. ci :-1m ericani, di cui riferimmo nel numero I.Scorso. Da). medici italiani non è stato ancora avvertito il ))jsogno di cornp,iiere siffatte incursioni in altri P aesi, quasi che non ci fosse nulla da éltPiPTen.. d ere... P. A. 1

9249 :

Per l'irn.p~anto dri un dispensario antitubercolare . - Prima condizion e è queJla di raccogliere i fondi. A norma ·del D. L. 26 luglio 1917, n. 1231 1

(art. 3), si ,p ossono avere dei fondi a11che dal Ministero dell'Interno. Si 1può inoltre contrarre un mutuo di favore con la cassa depositi e prestiti (art. 5). ·L e pratiche necessarie vanno esperite presso le RR. Prefetture (Uff. del Medico 1proviuciale). - Opere di tecnica chirurgica. G. MARION. Ch.iru.rgia del pratico. F. Vallardi, ed. , Milano . ·LAURENT. An atomia ciinica, terapia chirurgica, tecn~ca operati'l!a (Ibidem-) . DURANTE e LECITA. M edicina o-pierativa generai~ .e speciale. Unio11e tip. ed. torinese. - Microscopia clinica. TARCHETTI

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1.l.)~'

SEZIONE Ptl.\IlCA

116""

Pubblica z ione di eccez ionale interesse: Prof. dott. BERNARDINO MASç1

della R. Università e degli Ospedali Riuniti di Roma

GOGGIA. Manual,e di microscopia e ùatter'lologia

clinica. F. Vallardi, Milano.

fil .

Al dott. E. S. da Palermo : Il metodo per il dosa ggio dello zucch.e.ro del ·s angue, generalmente u sato oramai, è il nuovo micrometodo di Bang. Ne tratta ampian1ente il n . 1 (1924) dei « Problemi della nutrizione >~ , via s. Nicolò da Tolentin.o, 53~A, Roma. MARINO.

Tecnica Terapeutica Ragionata medica e chirurgica. Prefazione del prof. AGOSTINO CARDUCCI .

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IL

POLlCLI ~

ICU

(.t\.NNO

XXXII.

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POLirf ICA SANITARIA E GIURISPRUDENZA* CONTROVERSIE GIURIDICHE.

LXI. -

Pubblicità non decorosa.

Il Co11siglio <lell'Ordi11e dei medici di Tori110, con provvedi1nento 30 ottobre 1920, confermato dall'Asserr1blea ge11erale dell'Ordine del 24 aprile 1921 e dal Consiglio .Superiore di Sanità, in sede di gravame, il 29 giugno 1924, aveva 1punito discipli11armente il dottor Fernando Levi ·p er aver esso pubblicato un avviso r éclame del seguente tenore : « Sifilide, bler1orragia, malattie ·della ~elle, ,sierodiagnosi di Wassermann 606-914, analisi cliniche, vaccinoterapia autogena, sistema \Vright nella furoncolosi: dott. F . Levi m8dico chirurgo e dottore in cl1imica. ,F aculté de médecine, Pari.s, University of London 1919. '"rutti i giorni, escluso il venerdì, ore 11-14, 17-18; Corso S. l\1aurizio 21, piano 1°. Consultations en Anglaiis et Français 1>. L'interessato ricorse al Consiglio di Stato in sede giurisdizionale. Ma la IV Sezione, con decision e 20 marzo 1925, n. 379, ha confermato il provvedimento, dal punto di vista della legittimità, per le considerazioni che qui riassu1niarno. E suffi ciente, dice la decisione, il raffronto dell'avviso réclame con la lettera , lo spirito e gli inter1ti d-elle norme di deontologia professionale en1anate dal Consiglio dell'Ordine dei Medici di Torin o .p er riconoscere la infondatezza del .ricorso. Gli articoli 51 e 52 delle citate norme di deontologia dis1pongo110: Art. 51 . Qualunque ·forma di pubblicità fatta dal m edi co con m etodi cjarlataneschi per conquistarne la clie11tela è condan11abile. Sono ~tti particolarmente gravi: a ) la pubblicazione di avvisi réclame con le offerte di metodi di cura seguiti o di metodi di cura d'uso comune presentati ai profani corne personali; ,,, l'attribuzione a sè stesso negli avvisi récla1n e di titoli scientifici (accademici e professio unli ) che siano infondati o estranei alla professione medica. Art. 52. E ammessa l 'afftssione di tabelle con le sole indi cazioni del n om e, della speci alità, dei titoli scientifi ci (accademici o professionali) inerenti alla professione m edi ca , dei r ecapiti, dell 'orario di visita e della conoscenza ·di lingue ~ tr anier€, nelle guide cittadin e e nei giornali poJiti ri, salvo eventualmente proibizione dell'Or· d i11e. ci

()ra e pale e -

e·) le~ale

d ite la dcci:;ione -

che l'a\'-

La presente rubrica è affidata all'avv. del nostro periodico

viso r éclame del dott. Levi, nel suo complesso e nei singoli elementi dei quali è costituito, appu11to configura, e in squisito modo, entrambi gli atti particolarmente gravi di cui nel citato art. 51. Si concede che la sierodiagnosi di wassermann 606-914 sia d'uso comune, si riconoc;ce che i metodi di cura del ·dott. Lev;i in sua réclarr1e indj cati possono esigere ampio, ri cco, co1nplesso allestimento di gabinetto medico; ma sempre sta che la enunciazio11e di tali cure, quando sia acco1npagnata da riferimento · i1nrn.ediato a straniere università o isti1uti scientifici iStranieri, può nr.i congrui casi indurre il profano a ritenere q>ersonali e 1propr1 dell'autore della réclarr1e, tali metodi di cura pur di generale uso. Il che è vietél:to dal testo e dallo s1pirito della citata 11or111a regola.rnentare. E d'uopo consid.erare che la norma considera appunto la impressione e la sensibilità del profano di fronte a tali réclame, 11011 già il meditato giudizio del dotto o del tecnir.o. E del re sto preziosa la esplicita arr1missione del ricorr.ente che n.el 1920, epoca della pubblicazione incriminata, tali metodi di cura non erano divenuti d'uso comune; onde .p iù facile era la confusione nella mente dei ,p rofani. 1< Del 1 pari evidente è sotto altro aspetto l'infondatezza del rjcorso. Tutta volta in r éclame di sanitario si indichi senza alcuna ulteriore specifteazione, università o istituto .scientifico nazionale od estero, r1on 1pure al profano, ma ad ogni c1ttadi110 di media coltura, si 1presenta il dubbio se il sanitario sia stato addottorato in dette uni versità o ne sia stato semplice uditore, o sia 5tato docente nelle medesim-e; o sia docente in atto. Una tale artiftriosa oscurità e moltiplicità di plausibili interpetrazioni del tenore dell'avviso réclame, pur concedendo non sia stato espressa1nente voluta e perseguita dall'autore della r éclan1e, sempre offende obbiettivamente in uoo con l'interesse di terzi il decoro della 1p rofession e sanitaria, a 1presidio del quale furon dettate le norme degli art. 8-10 della legg-e sugli Ordini dei sanitari e degli art. 34-35 del r elativo regolarnento. « Non sussiste poi la dedotta violazinn-e dell'art. 37 del citato regolamento, la mancata co11testazjone al ricorrente del fatto lesivo del decoro -dell'ordine; postochè il fatto lesivo risied e n ello stesso avviso r éclame del dottor Levi , a modi ftcar-e il quale esso fu dalla competente autorità reiteratamente invitato. Consegue che l'im1pugnato provvedimento, avendo fatto r etta appli cazione della legge, n on rnerita censura ».

GIOVANNI SELVAGGI.

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esercente in Cuea.zione, oonsuleniie


, [l\NNO XXXII, FASC. 35]

SEZIONE PR.l\TlCA

A T TI· UF F I€ I AL I. Problemi sanitari. alla Società delle Nazioni. La 34a. sessio11e diel C1oooiglio, aidunatasi a Gi11evra 1daU'8 all' ll g iug110 sotto la rpresidenza del sig. Quinones de L §on, rappresentante d ella Spagna, ha aipprovato un protocollo relativo .alla guerra chimica e batteriologica. Questo p1rotocollo contiene una dichiarazione secondo la quale le I'ote11ze contraenti considerano che l'impiego in tempo di guerra dei g.as asfissianti tossici o simili, CQIIle tpt1re· di tutti i liqui1di, ' . materie e ]JTOCe1dime11ti analoghi, è s tato giustamente condannato d all'opinione g enerale del .m ondo civile e che la 9roibiziorie di tale impiego è stata formulata i11 ti1tti i trattati ai quali h.an110 aderito L1 m~ggj,or parte delle potenze del mondo. Per incorporare nel diritto 1del1e genti questa p·r oibiz.ione., Ja qual e s'impone t1guialmente tainto alla coscienza qua11to alla pratica delle 11azioni, ]e Potenze contraenti, che non facciano parte dei suddetti trattati, proibiscono quell' uso, riconosco110 tale proibizione ed accettan,o di este1n derla ai sistenni di g1ie-rra batterioiogica. Esse conve11go110 di consideT ar si come ' rincolate f·ra lo1ro ai termini di questa dichiarazio11e. Il Oonsigli•o ha atpprovato, sulla b :IBe della r elazjon e del Vi1sconte I shii, raip presentante dei Giappone ) le Ti~oluzion.i prese dal Comitato d ' Igiene, . nella sua ult]ma sessione, e cl.alla Oonferenza Internazionale per ]a m alattia del sonno i.11 Africa. Il Con•sio-li dato il suo ais-oonso o o ha s~)ecialmente all "o-rganiz?jaz,i one, nell'Afr ica occidentale, di uno sicambio :s uecjale di 1r:e·dici apparten e11ti ai se·r yizi colonia.li di sanità del B el gio, ,d ella Franci.a , d eJla Gran Bretagna . d el Port : :rga11o e dell' Unione sudafricana. ES1So ha die ci.so cli t rasmettere al Govern o 'Per sri ano la r elazi one ?:eneral e ·p·repiarata d·al dott. Gilmo11r s11lla ~itu azione sanitaria dell.a Persia ed al Gov1ern•o. alb ane~e i risultati dell'inchiesta del 1d ott. Hajo-h .a ·or orposito d1ella malaria :::> •• in .Albania. 1 Il Consiglio ha parim~ntr preso conosce11za dell' aioco1rdo nirogettato fra i Pae·si Bassi e il Belgio per rende~€- più e fficac i i provvedimenti :Sainitari imposti alle navi e per attenu.are gli oo-taoo~i che tali orovve,djmenti a rrecano al commercio. Il Consigli>0 ha ritenuto si rl ebba rao€lomaJ1·d a1re l'esrtensione ·di questo genere d'accor.di agli altri pia.e.si marittimi introd~cendovi un.a clausola ai termini ' ogni contestazi·o·ne intorno all'interdella quale pretazione dei suddetti a.ccordi &a rà d eferita alla Organizzazione <l'igiene per le oipiportune oonciliazioni. Per ciò che si riferisce all'ap1p licazione dell'aJrtic101l(). 8 della Convenzione di G·inevra per l'Oppio (19 febbra.i-01 19'25); i] Consiglio ha dec·i so d ' in'Vitare j diver·si Governi a for11ire un eienco dei prep.arati 1

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PliO~-,ESSIONALE.

NELLA VITA

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che conteno-ano stu -ue1facenti e .r igl1ardo a i quali b non -ootrebbeTo aip, 1i della Con-· - -p licarsi le clisnosizio1 ve11zione, per l'imp1pssibilità di isolar e lo .stupefacente e 1di potersene servire come oggetto di consumo . l1llfine, il C'o mitato h a espresso la s.u a gra.t itu-· dine al Govern·o' 1dell'l!n1d o-Cin.a fran cese, che ha consentito .a trasm etteTe gratuitamente, pe r il tr.a1nite della sua stazione r e1d iotelegrafica di Saigo11, i b ollett ini 1d e~l' Ufficio di informazioni e1pidemiologiche di Sj11·~ap ore, come pure al _Gorverno delle· · I ndie orientali olan1desi, che ha parimente offerto di com1111icare gr atuitamente tali inf0Tmaz.i101ni. n Consiglio, 1dopo ave1r p·r eso co111ois1cenza d ei lavori 1dell a Conferenza, lia dichiarato che l ' Organizzaz.ione d ' Igiene, come p·u l'e ]e altre organizzazioni d ella Società d elle N azioni , sarMJ.no inte-· ra.mente a disposizione dei Goiverni i11tet·€ssati neI caso in cui questi volessero ricovrere ai loro s1er-· vigi per l'a r ealizzazione d ella collaborazione ~·n­ ternazio-nale che essi avesserr o ritenuto i1eoess-ar1a. A ta] Drouooito dell ' lm'.Pero - ' il ra•u.. nre.~entante britannico, Sir Austen Chan1berlain , ha ,f 1atto s,a-p e·re. al Consiglio ohe il Gover110 dell' U gan1d a metteva a 1dmpo.~izione della Co1nmissione i11caricata di fare un ' i~chiesta &1.1lla mal.attia ·del so11J10, i 1a1b oratorii di .cui di19pone. Si ricnrderà che la 0011fer enza aveva scelto l'U ga11·Òa e J.e regioni intorno al I;'.'.lgo Vittoria cnme quelle che .era110 più adatte• per lo stu,d jo della malatti'a d el soinno. n quar to scan1bio qenerale ·d i perso1naile sani-ta1·:iio., istituito dall'Orga11izz.azio.ne d'Igiene della S ocietà 1d e~le Nazioni dl1ra11te J' anno 1925, ha avuto luogo 11el Belgio dal 4 maggio al 19 giug.no. Lo ..scan11bio, che comiprendeva una serie di co.n ferenze sulla geologia , La geografia, la climatoloai l'evo1uz.ione de~le organizzazioni o a del Bel<Y~O' I:> ,· • sociali, l' a~sistenza ·pl1blblica, le statisti cihe <lemo·g rafiche e sanita1rie, la !egislazio11e e l'·or.g anizz.azione sanitairi·a; la protezio11e d·ell' infa1nzia, ecc. ,. h a avuto inizio a Br11:xelles ed h.a conti11uato con vi1site agli I stituti di i gie·n e pu,b bJica n elle diverse provi11cie de B·elg io (Brabante, Anversa, Fianda:a ~ri enta.le e occi1dentale, N rumur, Liegi, i1onieh è i circon<l.a ri cli 1VI•o1n s e ·di Charleroi). Lo scan1bi0 è terminato a Ginevr.a il 26 giugno con una s erie di con.f erenze sulla Società ·delle N azio11i e sull'Organizzazione· d'Igiene . 1

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Cronaca del movimento professionale.. XIX Congresso Naziona]e Sindacato l\ledici Condotti. S i adu11e·r à a Sirac11sa :dal 17 al 19 ottobre. II Cornit.ato or1d in.a tore, sotto la direttiva del d1o·t t. Oocito pe·r il. Diretto~·e Centrale e del dott. Va11l1'ella, st.a. pr'e o:rdina111do i lavori e provve.dend? a· tutte le occorren ze. C:omu11i care con l a massima. soll€citudi11e i temi ch e s' inte11po110 tTattare e le·

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IL POL ICL INI CO

relative conclus ioni .al segretario generale del D irettorio Centrale, dott. Achille V.acino in P ezzan1a \rercellese (N ovara).

Atti della .Federazione degli Ordini dei medici.

Per la pensione ai vecchi medici condotti.

A.

. E. il J:linistro de ll' I nterno

R oma Da tutte le Règioni d Italia giungono con fre.quenza ::il Consiglio de lla }.,ederazione degli Ordini de i Medici, le impl or azioni di aitito da parte dei vecc;hi medici oO'lldotti che, pensionati con le .a11tiche no1'1ne, non h.ann-0 t1n assegno sufficiente n ep pure per la più misera vita, e delle loro vecchi.e vedove cond.annate alle più assillanti privazioni. Qualch e piccolo miglioramento è stato ad essi conce-sso, ll1c't in così limitata misura che quasi nessun vantaggio i1e hann10 ipotuto risentire. Si tratta di non molti Colleghi (circa un migliaio) in avanzata età , che tutta la loro esistenza ·consacraro no .al duro, faticoso, e quasi semp1re scarsamente retribuito , lavoro del medico condiotto. Tra essi, p ossono dirsi felici quei .p ochi che ancora posseggono qualche residuo di energia fisica , intellettuale e morale, che ad essi permette di conti11.11are, sebbene v ecc11i e stan chi, nel pe11oso laV'oro, p.ais.sn.ndo da un villaggio ad un .altro, per bre,ri per iodi di supplenza a posti vaca11ti, senza una casa prop ria. lontani dalla famigli a per guadaJg11a rsi il p ane necessario alla loro t riste vecchiaia, sen za riposo, fino all'e&tremo dei loro giorni. M a gli ammalati, quelli che oiù nulla l1'anno pot11t.o conserva.ir e delle :forze date -.p er tanti anni se11za risparmio ai doveri del loro u fficio. que lli che n o11 han.110 p otuto nulla economizzare o che le loro eoonomie hanno consumato nella dur ezza d ella vita 9resente quelli cl1e non hanno po sil>ilità di soccor so da figli e da parenti e le vedove infelici 1 soffrono la vera mi\Ser:i a . A molte categorie di !)ens ionati è stato a<!oordato un en .. ibile aiuto dal Governo Nazionale che 11a così cli rnostrato di riconoscere il pri11ciroi o del n1igliora111e11to delle pensioni. Il Consiglio della Federazione degli Ordini dei :\ledici, co1nn10 so dalle condizion i dei vecchi Colleghi e conYinto ch0 1e loro richieste so110 fo ndate u ~ u ità e giustizia, si rivolge alla V. E. p er pregarla anche a. no1ne dei Medici I taliani, di n coltair11c le ,-oce. Poichò altra via 11on esiste, T'Oglia inter,enire lo tato e, riconoscendo i servizi pre~tati da que ti benemeriti anitari, il biogno e iren10 in cui e i versa110, dia quel poco <'h<.' 0 nerP a rio, p(\r un tein1po cl1e purtroppo . non sarìt lun go . a ol1e\·ar1i clalle angustie in cui \·i,,,~ 0110.

Il Con iglio Direttivo tiella FrclernzionP. dcqli Ordini tifi Jll'dici.

Il pre.side11te d ella Federazione degli Or.clini dei Medici, prof. Gallen•ga, accompagnato .dal sen . p~·of. P est alozza, è stato ricevuto dal caipo di gah·1 netto del ministro dell'int€rno e gli ha presentato un memoriale circa la nec~i tà di migliorare le p·ensioni dei v ecchi medici condotti i quali si trovano nelle più penose oondizi-0n;i finanziarie; nonchè un memori.ale sulla necessità che in oc. ' casione della nuova legge per l 'eser oizi-0 aibusivo, sia riconosr.iuto definitiva.mente aali Ordini il diritto di costituirsi part~ civile contro gli esercenti abusivi. Il presidente della F ederazione ha esposto altre impo rtanti q1te&tioni, di cui in vari ordini del giornv approvati drl ll'ultimo Congresso; essi riguardano alcuni ritocchi ail D. L. 30 dicembre 1923 sitlla riform,a sanitaria; la provincializzazione dei servizi sanitari, •per la, quale fu e.5presso unanime- voto f aworevole ; la réclame meclica (11ecessità deìl'intervent o del Governo .ai fini suiperiori della salute pubblica e necessità di dar mezzo agli Ordini, ·c on un opportuno aggiornamento della legge, di esplioare l a loro azione . m oralizzatrice e regolatr ice dell'esercizio proifessionale) ; l' esercizio d e'i medici stranieri in Italia; la pletora medica (rigore nell'esame di Stato e nella iscrizione .agli .albi ; proi1bizione delle i1omine od incariohi multipli · integrazione e sviluppo di tutti i servizi sanitruri, ·d·e i 00trn1Uni della Provincia, dello Stato ; r epressione <lell'.eser cizio abusivo, ecc.); il sensalismo 'lnedico degli ammalat i (necessità dell'intervento dell 'Autorità di P. S. e della M agistratura; S'ch ema di progetto ·di legge com1pilato dall'Ordine di Palermo). Tutte Je q uestioni, di cui ai memoriali ed agli ordini del giorno surrife riti, er a110 state raccolte in un pI"(}l-Jilemoria riassuntivo. !·dentici documenti era110 stati già presentati al D irettore Gen erale della Sanità Pubblica. 1

L a Pre.sidenza d ella Federazio·n e degli Ordini <lei medici ha inviato al l\1inistro dell' Interno la seguente 1ettera: l forna., Luglio 1925.

(ANNO XXXII, FASC. 35:

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1 n1cdici di Trieste e la legislazione sociale nell'Italia redenta. L ' a:sse1nblea generale straordin aria del ind.acato l\Ieclici Fascisti cl i Trieste riunita i addì 26 giug no 1925, coll'intervento d ella quasi totalità degli inscritti appro,·a\·a all'un.ani1nità il eguente ordine del gior110: << Il indacato ~Iedici Fascisti domanda al Go\Terno Nazionale la u11ificazione della legislazione italia11n. in materia di assicurazione oria]e, chiedendo oh e, a sette ann i dalla reden zione. i 1neclici delle ntlO\e provincie siano finaln1ente equiparati a•gli altri Colleghi d'Italia nei diritti e nei doveri, e lascinndo alla previdente saggezza cl i chi r~::rge le sorti del P aese la c11ra di sancire quelle norn1e cli previdenza soci.aie, che Grederà piì1 opportune per la tutela del lavoro e per la ii1tegrità rlella • tirpe.


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IANNO XXXII, FASC. 35]

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SEZIONE PRATICA • •

CONCORSI. Pos-r1

\ ":\OA:STl.

/)pedali Civili. - Medico p.r imario; lire 6000 (sic). Docum. agli Uffici d' Ammin. (v. Moretto 42) non più tardi ·d elle ore 17 del 15 sett. Età lim. 45 a. (~x combatt. 50). Chiedere annunzio. CAsT·ELCIVITA (l3al~r1io). - Scad. 30 sett. Una delle due cond. L. 7000 e 5 qua<lrienni dee.) oltre L. 1000 cav., .ac1crizion. L. 5 ogni povero eccedente 20 % della popolaz.; tassa L. 50,15. FoR ~lIGINE (Modena). Lo stiipendio anzichè di L. 8000 è di L. 9000. IsoLA DEL L1a1 (Caserta). 2a condotta ; v~di fase 34; proroga al 30 sett. MAENZA (Roma). - L. 10,500 per 1000 pov.; a.ddizion. L. 4 oltre e fino a. 2000; L. 5 oltre; alloggio; L . 400 uff. san. ; 5 quaJClrieDJ'lJi decimo. · Scad. 20 sett. Tassa L. 50 al tesar. com . Servizio entro 20 giorni. ìv11r,ANO. Consiglio degli I stituti Ospitalieri. Dirigente la Sezione Radiologica dell'Ospedale Maggiore. Vedi fase. 31. Scad. 10 ottobre. SALVITELLE (Salerno) . - Scad. 30 sett. L. 7000. S . MICHELE DEL QUARTO (Tlenezia). - A tutto i1 30 sett., oTe 17; per informazioni rivolgersi Se- , greteria. TERRANOVA DI SrcILIA (Calta1tissetta). - A tutto 20 sett. Direttore dell' Aùllbulatorio Antitracomatoso Comunale. L. 3500; esclusa indenn. c.-v.; dichiaraz. scr itta dei concor•r enti di accettare le norme che regolano I.a C. P. dei medici condotti. VENEZI!\. - Dne 1medici batteriologi aggiunti .wl Laboratorio microgr.afico; a tutto il 10 sett. ; vedi BR8SCIA.

fase. 34.

Gabinetto medico-de11ti.stico, otto vani, centro Rom.a, cedesi caJtlSa malattia . Sc1iv€re Gub€tti, via Castelfidardo 50 - Roma. '

NOMINE, PROMOZIONI ED ONORIFICENZ.Er

Il prof. J\. rnaldo Vecchi, chirurgo primario a Faenza, è stato chiaimato oome chirurgo primarrio a Pia.oenza; il posto l~iato viaicante vie11e. occupato interinalmente, fino .all a nomina del nu1ovo chirurgo, dal prof. A1do L esi. Il concorso per primario medioo nell'Ospedale ,d i Rav.e nna h.a .avuto per esito la nomina del prof. Franoesco Sehias..;;i, già aiuto di Clinica Medica nell'Universit.à di Bologna; gli altri oomponenti la terna sono stati i proff. Cesare Caipezzuoli e -Francesc-0 Giugni.

La R. Accademia ·d elle Scienze ·dell'I1Stituto di Bologna (Classe di scienze fisiche) ha deliberato sui due premi internazionali E. De Cyon scaduti il 1° marzo 1925. Il premio di L. 3000 è stat•o assegnato al prof. lienri Frederioq (Liegi), per un g ru•p1po di lavori «Sul meccanismo umorale dell'azione dei nervi c·.ardiaci n·e gli nni1nrl]i a sangue fre-ddo ». 1

Il premio di L . 1500 è stato assegnato a l dott. I.ieoni1da L olli per ricerche pletismografiche, eseguite nell'Istituto di Fisiologia e n,ella Clinica P ediatrica di Modena, dal titoilo cc I r ifleis&i vasomotori del fanciullo -e del bambino ai primi mesi e ai primi giorni di vita » .

NOTIZIE DIVERSE. Nella Croce Rossa Italiana. Abbiamo dato, a suo tempo, noti21i3: delle dimissioni rassegnate del sen. Ciraolo, e i11,u strato le be• nem-e renze da lui acquiistate d1urante il periodo in cui tenne l'alta carica. All'atto della partenza, in una imponente manif€Stazione di affettai oui ·pairtec~iparono tutti i funzionairi, il prof. Cesare B aduel, direttore generalP, rivolse al :partente un oommosso ind1irizzo di saluto. Innumerevoli atte.stati di stima gli sono giunti per l'oooa.sione; notevoli sonio· quelli della Real Casa, <lel Comitnto Internazionale della C. R., della Lega diell e Croci R-0sse, ohe altameinte testimoniano la consider.az.ione da cui va c~rcondata 1'01pera dell'ex-Presidente, s't'olta ad un fine nobilissimo di umana solidarietà. • 1

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·I l 6 agosto, nella sede .d el Co1nitato Centrale,. ebbe lttogo solenn emente l'insediamento ufficiale del nuovo Presidente, marchese Carlo dei principi Centurione Scotto. Parlò per })rimo e nome de l Go,erno S. E. il gen. Cavalleria., il quale dopo aver ricordato l'opera fattiva del sen. Ciraolo, ~presse l'augurio che il successore, con la sua. mente eletta e la sua sioura fede, contint1i ne]}1a missio11e altissima di u manità a cui s'i<;pira l'Associazione. Prese poi la parola il vice-presidente generale, sen. Ettore Marchiaf.ava, il quale, a i1ome dei colleighi 1d.el Consiglio salutò il marche~,e Ce·n turione, non nu1ovo al lavoro fecondo per le Ci:!Jere del bene ed all'interesse verso 1' Associazion-e cl1e e·g li l1a SPMure onorato della sua attiva ed intelligente collaborazione. Il direttore generale ·della C. R. I. , prof. Cesare Bad11el, con ae;oento vibr'tùo1 e schietto, dO'p<} aver inviato lln m~more 9ensiero nl sen. Ciraolo, ricor.da11do la sua grande f-e de e 1a profonda uma11ità del s110 progetto, rivolse u11 saluto al neo-Presiden te, rileva11do i gran·d i meriti acquistati dalla C. R . I. , Remipre presente in tutte le grandi ca1.amità.. Il p1iof. B ad ltel infine richi-ese l' ap·p oggio del Governo pb1 chè la nobile .associaz;ione diventi uno st.P11ment.o di SBm•p-re n1aggio,r e efficacia e intensifiC'hi e perfezioni la sua propaganda. A tutti gl i i11diriz:bi rivoltigli nella solenne cerimonia , rispose jJ nuovn Preside11te, ringraziando e ,diohi.arando di fare .affidamento sul concorso efficace di t11 tti \!Olo1·0 che con .ammirevole spirito di 1sacrificio collaborarono con i suoi pre.d ecessori. Tnvocò a11che l'aippoggio dell'•Ol!l. Mussolini e rivolse infin e il suo pe11siero riconoscente all' Augu1

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[ .L\.N:NO XXXII, F ASC. 35]

IL POLICL I NICO •

sta I spettrice Generale Onoraria, alla Regina ~1a­ <lre ed a tutte le alte protettrici della C. R. I. Tutti i discorsi pi:onunciati furono Y'ÌYame11te ~pplauditi. ·

. Il suo alto spirito di uma11ità ha trovato semprep1ena. espansio11e in moltissime 01p ere di benefice11za, .alle quali, con la s ua gentile oonsorte - infatieabile benefattriee - ha dato la sua 'attività feçonda. La sua nomina a Presidente Generale della C. R. I. ha l'accolto l'unanime consenso dei suoi nuJnerosi a1nici ed estimatori, ch e non invano attendono. da lui u11 più ampio svi1u:ppo cl.ella nostra massima A,c;sociazione di he11eficenza che co11senta di allargare l'assistenza éllle poPbla;~oni e sipecialmeute all'infanzia, forza e speranza della P atria. Noi rivolgiamo il nostro salruto al nuovo PTesidente ed all.a sua nobile Consorte, che porterà certamente anche essa il çontributo della sua genti] e7.za 0]_'.)erosa all.a Croce R ossa I talia11a.

11 1uarchese Carlo dei principi Cent11rione~ cotto, d'antica f.a.miglia gento.v ese, nacque nel 1S62 a Tor)no. J~gli discende da una fMniglia di diq:>lo~ matici e di ferve nti patrioti. Conseguì una prima ]aiurea in ingegnere al Poliitecnico d i Torino, nel 1885; nel 1886 ne co11se, ' gu1 llna seconda di ingegnere elettroteenico a Liegi. I11gegno equilibrato ed .assetato idi sapere, trascorse 1n C' lti anni all'estero, specialm ente in Austria ed in Ungheria, dove completò e rassodò la Biblioteca Medica del la Guerra. su a cultura tecnica; e durante questo periodo lavorò jntensamente per im!)ianti importantissimi Il dir~ttore della Scuola di Sanità Militare, col. rigu-ard~nti la su a specializzazione. Diresse gli immed. G1ov.a11ni Grixoni, ha diramato la seO'uente . l o pianti elettrici di Buccari, Porto Re, Abbazia, ecc. circo are: Nel 1895 rientrò definitivamente ~n Patria, a Gecc La Scuola di Sanità Militare, pia e de,v ota cu11ov.a, ove, per inca.r ico delle più :pote11ti organizstode dell'Ara inn alzata, con slancio frateu·n'C} dai zazio11 i elett1~otecnic.he di Berlino, aiprì uno studio m edici d'Italia ai Colleghi caduti in guerr~ si . ' inteso sp,e cialme11te ad eseguire trasipo rti , m ed~an­ propone di 1ntegrare il doveroso omaggio r eso ai te ]' elet;tr,ic~tro, delle grandi forze idrauliohe di cui nostri eroici Morti curando la raccolta della muldispone ap1punto l'Itali·a. Vi imipress.e un incrementiforme 1opera scien tifica corrupiuta dall'inter a cla.sto l)otleroso. se medica italiana durante l'immane conflitto. N C:'l 1914, scoppiata la guerra mondiale, abbanSpiccherà in tal modo, st1llo sfondo sanguigno donò tt1ttc le cariche che .aveva nell'ind11stria che della cruentissima lotta, a11cor più alta e nobile si collegavano all'origine tedesca. la serena figura ,del medico, circonfusa dalla luc~ Nel 1915 si iscr,isse nel nazionalismo, del quale d ell e idealità più pure e più sante: Patria Umaè rim-1.Sto un milite fedele, sempre an~mato dal nità, Scie11za. · sPut.in1ento di gramde amore per lia Patria, erediL a ricca messe di lavori, che ha chiarito oscuri tato dalla sua, famiglia. ' problemi .di bi olagia, e sconvolto e rinnovato interi Dnpo ] :.i dicl1iarazione della g11erra contro l ' Aucampi della medicina, gia<:e disseminata in mostria, cominciò a .servire la P atria nella sua quanografie e· riviste, oggi stesso diffici1me11te acceslità di 11fficia le del Sovrano Militare Ordi11e di sibili , e do,m ani, in maggioranza, irrimediabilmen::\ilalta - di cui fin. dal 1906 è Cavaliere d'Onore te dispe1\Se e p erd11te. e (li De.vozio11e - oome Direttore di un · tren10 Così ·dovizios o rpatrimonio, ignorato da molti , e nsp ed~tl e dell'Ordine stesso . Ft1 qui1vdi Delegato ne~ quale perciò qualche profittatore afftonda furdell'Or,dine stesso presso l ' l nte11:denza Generale d eltiva la n1ano, .a1pp1ropriandosi i tes ori di osserval' E e1·cito . Gravi r.agioni di famiglia lo ,determizione e di indagine accumulati faticosamente da narono a deC'li11are pi.ù tardi ]'onorifico incarico, a.ltri è doveroso salvare dall'oblio. ina , e-es ate tnli ragi oni, domandò al Governo d~ La Scuola di Sanità Militare, che per la sua riPntrare in zona di gt1erra per 1prestare la sua origine e per la sua miss.ione è, se non er1~0. il opern, nella .s11ri. qualità di in•gegnere elettricista. E qu e to suo voto fu .accolto dal Comandante Su- luogo più aidatto per conservare le opere di m edicina nate dalla guerra e per la guerra si onora pr <.>1110, gen . Diaz cl1e ]o ricl1iamò in servizio nel inYitare tutti i cultori di scien7~ m ediche ed affini gi ng110 d el 1918 . a tT.asmetterle copia dei l aYori pubblicati in maCe sata la guerra, la sua attività si è completeria a fine di costituire la «Biblioteca ~[edica ta1n~11te .1·~yolta all' a.gricolt11ra, bonjrficando nel della Guerra ». J"azio vaste terre ei,editate dalla su~ consort€, Tutte le pubblicazioni, opportunatamente clas111a rc]1e a L avaggi, e svolgendo 11n' attività intensa sificate e catal•ogate, forn1 eranno per tutti gli st11p0r red in1ere, 11el più breve termin,e possibile, cliosi un p:r ezioso, unico, completo repertorio di q11ell0 landie abba11clonate e deserte, che sono state ronsulta;1,ione . Es.se inoltre saranno mon11ment-0 portate ro~ì , tlal latio del benessere sociale e <l elle non cndt1co d ell'ind11stre, sapiente operosità del 111 ig liorie .agricole, ad lln grado di oiviltà s11perion1eclico italiano . il quale. nemmeno fr.a i disagi re. in o1ito i11 quelle regioni poiohè Yi è stata istied i :perigli della terribile lotta. ha din1enticat o tuita n erfino l1na cuol a per i figli d (\i contadini ln diT"ina mis io11e di tra~·r e dallo studio attentoa ..- j ... t ·n za r cligio -i, ecc. ecc. c dall'e perienza oculata i preretti piì1 .att; r\ fle]~gli non è nuo\O alln Croce R os...~'l Italiana. poihellare le n1alattie. nd nlleYiare le ~·offercn7~ '·hi'\. per .alcuni 111e~i. coprì ]~ carica cli on igliere u1n 'lne. <1 1 ( '01nitato cli R on1a della C. R. I . 1

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[ •.!\N~O

XXX II,

F A$C.

35]

SEZ IONE

XXXI Con~resso della Società Italiana di l\ledicina interna. I l XXXI Congresso N a!bionaJe 1de'lla Società di Med:icina i~nterna avr à luogo in Ro1na dal 26 al 29 ottobr€c. I te.mi ·ill€SS1i all' ordi11e de] giorno siano : 1° Le. cirrn.~· i epatiche j reliatori: proff. Giu-seppe Sabatini e Luigi D 'Amato. 2° La cura del morbo d.i Flojani-Basedow i relazione in comu'Ile con la Soci.età Italiana di Ch ir11rgia.; relatori: rpro.f. Adolfo Ferrata per la p·arte medica e priof. P aolo F iori per ra parte chi11~ur­ gica ; per la r a dioter aipia vi sar à u n relatore a parte. 3° ]./esame funzionale rlell'a'[Jparnto 1·espiratorio : rivista; relatore : p,r of. Giovanni Boeri. P osso110 partecipare al Congres&o tutti i soci ordinari i qua.Ii siano in regola col pagamento dellia quota sociale del 1925, :i11 L . 40. I soci che non fossero al corre;nte. coi pagamenti delle quote arretrate (L . 40 ciascuna), sono obblrigati a mettersi in pareggio all'atto del versiamento ,d ella quota del 1925. Poss1ori10 partecipare al Congresso, oltre i soci effettivi, i medici che si iscrivera11110 quali .aderenti pagando la quota dei soci effettivi. Pe1r 1e Siigni0re dei :partecipanti al C)o ngresso la quota ·d'isc1·izione è di L. 20. L e quote ~·ociali si paga110 al tesoriere, cav. uff. LTUig i Pozzi, vi.a S.ist!in a 14 - Ro,n1a. I soci sonio invitati a prese11tare entro il 15 settembre P v . i i titolo ·delle loro comu nicazioni e preferibilmente, anc:J:ie u n sunto. ) Non sii acoet,t anoJ nè s'iscrivo•n o n·e l programma dei laivari d el Congr-esso, comunicazi1oini ·di soci non in regola coi p31gamen ti. Gli. adere11ti al Congres~o che inte11dono di fare .comunicazioni sono tenuti a inviarne il testo non oltre :il 15 settem1bre al segretario deil Oongr esso pro! . Giuseppe ~abatini, uresso I.a R. Clinica Me~ 1dica; P oliclinico Umberto -I - Roma. Entro la prima decade di -0ttobre verria11no in-viati i ·docu1me11t;i ·di vìamgio per i rib~i ferroviari -ed i p rospetti p,e r gli alli0.ggi e le pe11•s ioni n egJi alberghi fissati dal Comitato oTdinatore. I

IV Congresso Internazionale di infortunistica e malattie del lavoro. N el Congresso di infortunistica e malattie del lavoro ch>e si terrà ad Amsterdam dal 7 al 12 settembre, è assic.urato un largo interve11to di :1n.edici italiani. Il pi·of. Devoto id i l\1iliano rrup1p·r esente.r à; il Governo. Invieranno pure rappreisen.t anti il Ministero .c.l ell' Economia, Je F errovie d ello Stato, la ' Caissa Nazionale . ilss1curazioni . Sociali e la Cassa Nazionale Infortuni . . Saranno relatori l1ffici ali per l'Italia i proff. Pi. senti ed S . Diez per l' i11for tunistic.a, e i proff. DeY·oto ed Aiello per 1€ malattie ' del lavlQTo. S aran110 presentate coml1n icazioni, oltre ch e d.ai Siu nomi11·a ti, dai proff. Gian'llini, Biondi, Leone L attes, Oio:ffi, D' Alessa11dria, Ranelletti, Fornaoa; ecc. Il nostro gioTnale pubblicherà u11 a.mip10 resoco•n to dell'im1portante Congresso .

PRATI~A

1235

Congresso della stampa medica italiana. In occasione dei còngre.sisi medicii che si ad.u11eranno .a Roma Siltlla fi ne d i ·o ttobre, è indetto llD Congresso .di g jornali·sti ,e di edito:ri medici. L 'iniziaiìi'Vla è st ata ·p resa d ai prof. V. Ascoli qual,e vice-·pres~dente ·d·ell ' Associazione Italiana del- la Stampia Scientifica (Sezione M edica), ·di cu.i egli ha assiu ntio la p1residenza in seguito alle d·i n1issioni riassegnate. .d,a.l sen. Sa11arelli. L•e iscTizioni son o gratuite. . . . Inviare i titoli ed i sunti .delle coim.1un1caz1on1 e-11tro il 1° ottoibre a1'la segreteria) v i.a Sisti11a 14 I-torna. ,

L 'Associazione Medica Ainericana. Ten1'1e il s:u o 76° Oo::n1gresso an.n uale ad At lantic City · dal 15 a l 29 maggio. Vi hanno par tec·i pato circa 5000 lne.clìçi · u 11 successo che n1oin ha preced-en t i. I lavori furono ri.par t it i in n u merose Sezioni. Al Congres~o era u n ita un'Espoeizione scielltif~ca, clii curi faoo-v.ano •parte un gran,dioso cinematografo, u n .a pip ar ecchio perr la trasmissione .a d is.ta1iza delle im.agi11i (elettrocai·.diogriafie, ecc .), aip1pareccl1i a1nplifica.tori d ei suoni , ecc. 1

1

Congresso sanitario russo. Si è tenuto a ~losca il Congre&so panunionista dei batte-riologi, epidemi1ol ogi e medici ru.s si. Il conveg110 ha r ilevato lia n ecessità di una u.l ~riore lotta C·o11tTo le epide mi•e , Stp ecialme11te con tro la 1nalari a, ed ha p1reso in consi1d er azione il risanam1e'J1to ·della regione di R ostof, che I è 10Ta l'unico f ocola.io d1 colera n ell'U. R. S. S .

La Società internazionale 'l' idrologia inedica. 'I'enn e la ~ua aidunan za :ann•u a a. P arigi, i1l 20 e 21 aipril e; alla pr·e9i denza venne chia·m ato il dott. Gustave Monod di Parigi, ch e su ooeide al dott . Fortescue Fox . Il go-ver110 della Czecos1oivacchia ha invitato la Società a tenere lia prossima adunanza in questa Nazione. ,

111 Congresso spagnolo di Pediatria. a Saragozza nell'ottobir~; sar à di· v.iso in quiattro sez.io11i; vi sarà annessa un'Esposizione . P residente del Comitato or1g.anizzatore· è il pr:orf . Borobio, decano d ellia F acoltà medica e catt-eidratico di p e1~i atria all 'Università d i Sa,ragozza.

Si

a·dun~rà

XI Congresso internazionale di idrologia e climatologia inedic11e. I~ i11detto a B rux€ll-es cl.al 10 al 13 ottob re. I 1

colleghi italiani cui in teressa q11es to convegno, possono 1~ichiecler.e il prògi.rarmm a e il bolletti110 d'adesi(l'11.e al •Segr etario generale, dott . R. B eckers,, 36, rue Archimède, Bruxelles (B elgio) . 1

'

Corsi internazio11ali di perfezionamento medi co • }\.' rranno ll1og·o a Berlino, con la coop·erazione della Facoltà medica, dura11te il m-eoo d.i ottobre. Sono 9revisti: 1) Corsi speciali i11 t11tti i ca111r>i d ella medioina, _::;pecialmente. nei do.mini: cl1e 'Pl'&€'11tano interesse cl' attt1alità.; sarann o cor redati di eser cizi ,.pratica;


IL POLICLINICO

[:\:\NO XXXII, FASC. 35}

2) l .,.11a serie di conferenze, nell' àmbito della

Nnova Scuola di Medicina Tropicale a St. Juan.

n1edicina interna, con lo scopo di far valere l'utilità, dello ap ecialista in casi interni diifficili, nei rig uardi diagnostci e terapeutici; 3' Un corso di riscontro sistematico dei progressi medicini; 4) Un corso per gli oculisti. lnform.azi.oni e programmi presso l 'Ufficio della « I\::aiserin Friedrich-Hau.s ftir das arztliche Fo·r tbildungswesen », Berlin NW. 6, Lui&en·p latz 2-4.

Per accordi intervenuti tra il Governo di Portorico e la Columbia University, si è ruperta un-a Scuola di Medicina Tropicale a San Juan . Il materiale clinico è fornito dall'ospedale m~niciipa]e e dall'-0spedale presbiteriano, con un totaile di 75 letti, e da un dispensario che può fornire circa 4000 malati al mese.

,

Il prof. Fichera.

Mostra delle bonificl1e. È stata solennemente ina11gurata a Napoli , alla

TI prof. Gaetano Fiohera, chiamiato dall' I stituto Argentino di Coltura Italiana, tiene a Buenos Aires un corso sul cancr o. Ad un.a conferenza che ebbe luogo il 16 agosto, alla quale .assistevano il ministro degli esteri, l'ambasciatore italiano e spiccate notabilità scientifiche .argentine, l'illustre studioso sottopose a severa critica le recenti ricerche di Gye e dj Barn.ard sull'eziologia dei t umori maligni. Il l)fof. Fichera, dopo espletato il suo corso a Buenos Aires, terrà idelle conferen.ze anche a La Platit, Rosario e Montevideo.

presenza dei ministri Fedele e Giuri.ati; il discorso inaugur ale ven11.e p·r onunziato dal conte OamilloValle, presidente del1a F ederazione Nazionale delle Bonifiche. La n1ostra occurpa, nel viale Elena, un.a serie di sei arrupii pardiglioni, nei quali sono raccolti i docu.m enti •p iù caratteristici dell'attività svolta dai bonificatori italiani sia. come privati, sia riuniti in Consorzi.

Per il prof. Brauer. Il 1° l•u glio è stato festeggiato .ad Ambt1rgo il

Un rappresentante dell.a Rockefeller Foundation, dott. Slasikar Michael Gunn , recatosi a com.p iere u11'isp ezione sulle ocm1dizioni sanitarie dell.a Bulgari.a, prima di lascia.Te Sofia ha p1·eso le disposizioni per l'·in'Vio di sei medici buJgari n egli Stati Uniti, onde campiervi dei corsi di perfezionamento della durata di un anno. I sei medici verranno scelti in esito ad esaime e partirannio dalla Bulgaria ih settembl·e.

prof. Ludolpl1 Bra.u er, direttoTe della Olinica Me-dica e dell'Ospeda.le G€nerale Ep1pendorf di quella città, in occasione del f:iUO 60° compleanno . La ceri·m onia si è svolta all'Epip endorf presenti il Senato .Accademico, spiccate personalità del mondo medico t10desco e medici stranieri. Il Bra11er si è notoriamente consacrato in specie alla ol1ra della tuLercolosi : gli otto padiglioni <lell'Eppendorf costituiscono il più oompleto centro di studi e <li applicazioni pratiche esistenti in tale caro.p o; il Brauer ha impresso un po·deroso sviluppo .alla chirurgia polmo11are : per primo ha preconi21zato ed attuaito la toracoplastica, che si risclve in una forma di coll.a-ssoteraipia, e la ca1rdit1lisi · il Brauer è anche ben noto per l'attività spiegata, onde allaooiaTe relazioni internazionali nel cain1po medico.

In onore della s ig .1 ora Cnrie. Il 3 giugno la signora Curie ha collocato. in V nl'savi u, sua pa.tria, la prima pietra dell'Istituto-Ospedale del raidi1un, che la Polonia ha deliber.a to di erigere con1e monumento in onore delJa celebre concittadina.

Fondazione Leonardo BiAnchi. Con decreto l n1arzo 1925 ò stata eretta in Ente ~!orale la Fondazione Leonardo Bianchi, istituita pres o l'L"niversità di Napoli destinata n conferire un pren1io biennale di neuropatologia. ed è apprlO\ato il re\atiYo stat11to. La somn1a raccolta nn11nonta a L . t0,000.

Per un J titnto del cancro a Catania. 11 13an<'o cli icilia ha elargito lire centomila per l'I stituto del cancro che orgerà .a Catania, ad iniziati' a del 1>rof. Citelli , co11 scopi cie11tifici e.cl u111anitnri: altre ~on11ne erano già ~tat€ 1·nrcolte.

La Rockefeller Four. datlon in Bulgaria.

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Beneficenza munifica. Il conte Felice L 'Ora, .che già i'll vita aveva fatto. ni1Uniifiche elargizioni a scopi filantropici e patriotticri , h.a lasciato, morendo, la somma di 500,000 lirea disposizione dell'on . Mussolini, ohe intenpretando i desideri del geuerOGO oblaitore le ha così distribuite: 200,000 all' Ospedale Civico degli Infermi di Biella, 100,000 alla Casa Madre dei M utilati di Roma, 50 000 alle Opere Federate di A~istenm. Romana, 150,000 per altre rlestinazioni ben efiche. 1

Decimo anno di

laure~ .

I medici laureati nell'Università di Bologna nel1' anno 1915 \erso la fine del prossimo ottobre sono invjtati a, riunirsi per festeggiare il 10<> anno della loro laurea a Bologna. L~ aidesioni uer conc retare la data d ella riu11ione si -nreo-a - di ]ndirizzarle al dott. Pasquale o 7 \ etu..,chi, Indipendenz.a 40, Bologna.

Corso per infermiere a Venezia.

:e

aperto il con cor "o ad 8 posti di allieve pr~ la cuola Convitto per signorine i11ferm.iere presso l ' Ospedale Civile di Vene:da; la durata del c~n;o è cli nn biennio; frequentando lln corso ult0r1ore di l anno si 0011c::eg;ue il diploma cli as.5istent sanita 1·io; età 18-30 anni. ~en d. ore 17 del 15 ott-0bre. R ichiPcll' i 1n lirPnza tecnica o complementare. <> tit oli eq11ipollenti.


(ANNO XXXII, F ASC. 35]

::iEZlONE P RATICA

Si è spento a.· 57 anni, in u11 attacco u remico, il prof. H~Rl\fANN BRAUS , di anatomia umana a W tirzb·11rg; fino al 1921 aveva insegnato .ad Heidelberg; si t> molto ocoupato di .anatomia com.parata e di embriologia; notevoli so110• i suoi stud i sugli . artj deti. vertebrati inferiori; aveva in corso cli p.u bblioazione u n trattato di anatomia.

R.

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"IL POLICLINICO ,, SEZIONE MEDICA Il fa.eeiirol o 9 (1° settembre) .conterrà :

LAVOR• ORICINALI : I . - F. Sabatu<tci : Conrtribnto clinico ed a.natomo-pato.. logioo .all o stud·i o de1la meningomdelite arond.>ea. II. - C. Lionetti : La iI'eazione di Sa.ohs-G.eorgi nel11 a siero-diagnosi della sifilide. III. - L. Beretvàs : La M. T. R. (Rea7Jion•e di Meini cke d'intorbidamènto) con sieri attivi ed estratti hatl-

sa.mizzati.

LA CLINICA OSTETRICA P E RI ODICO MENSILE di ostetricia, gi·n ecologia e pediatria, per i med ~cl pratiCi, diretto da.I prof. PAOLO CAIFAMI

Il fiasci•c.oilo 8 (•agosto) contiene: Lavori originali : P . PERAZZI: A p-r-OfP<>Slito d·e ll a ete-rilizza~ione tenn.porainea çon i Raw X. Lezioni : P. SFAMENI: AmJYUtiazione del colùo u.terJno~

e aborto. Fatti e documenti (Casistica clinica ed anatomi ca) : G. ALBANO : Perdtonite ei3GU1datiiv.a in gl'laviJdlrunwa : · paracentesi; abùrto. Note oliniche: S. SPAMPIN.ATO: Per.o hè le iSruture delperitn•e-0 gua.r1'31cnm.o « per pTlimam. ii. La pagina del medico prat ico : P. GAIFAMI: Ap·punti sulla opoteriapia ovari!:a in g.i neco1'0rgiia. Dalle rivi ste : Ostetricia : La tiu •bel'!OOlosi p o.lmonare della gr.a;v id1a. - La tuberoo!lo.si larin·g ea e la gra,v.id·GVnzia. - Ime e g.r avidGLn.zia. - Conl9iitd•erazioni ezidl.ogiche s.ullci. cor~ iin gra.vid·anza. - A m aurosi acu.ta . ii·n i!rarviiic:Lrunzia. - Eziologi.a e profila.sei del1a ec1aID.JpiSia. - Sull'aziione di abbontl•anti salassi nella ecliam.psia. - Su due oasi di uso impr-OfPrio ·dà e.strn.tto ip•o -fis1a r.io idunante iii1 .parto. - Tecnd.ioa !}er tiJ. vu-Olta;mento dellia. cavità ute-rina noei cas·i di aborto. - Iniezione endouterirna ·di siero per eos.titu:1re iil liiqUJwo a m·nio--· tioo. - Ci necologia : P rogressi. e problemi di rg inecolagia. ·- Pemooli ni'8'111lta·nti da interventi ginecologici banali. - D.iifesa della aneste&i.a saorale . - Geneài e te!'apia del f.1uor. - Pediatria : La pol•m onite ieonig&nita. - Diagmcsi, :pro:fillta&Si e terapda della e·iifì111de· oongenita. - Lim·i tazione di .movi•m en.ti e r.wohitismo. - La r.aidioter.aipia .:mddollar.e nel traittaan-entJo della })A.J,alisi infamtiJe . - Latte irraddiato •n e1la curra der ~achit:ismo. Note di biologia : SuJla fisiologia del~ sistema nel"V-OSO del feto u.m1ano. - Siero anM-~ravi- · dl·c-0. - ' Psicopatie m eetrrua.1li. 0

1

IV. - R. Monteleone : Il liquido cefìaJo-ra-0hidiamo nella mrulairia.

PREZZO DI CIASC.UN FASCICOLO L. 5. - I non abbonatli a detta Sezione Mediii00. potJraruno ri-0&ver li .i nv iaindo il relativo importo, mediante vaglia postale, al Caiv. LUIGI POZZI - Vd.a Sie.tina 14 - Rom a . •

I lib r i.

Vari età. Notizi e.

Abbona,m ento per il 1925: Italia L. 28; Est.ero L. 38.< Per gli abbonati aJ << P ol icl in·i co " : It.Mha L. 22, Estero ' L. 32. U1n fae.cioolo separ ato L. 3.50. Invi~re Vaglia postale al Cav. LUIGI POZZI Yia Sdstina, n. 14 - Rom a . I

'

Indice alfabetico per materie. .l\ngina pectoris: tratta1nento chi·rur. g1co . . 1220, . P ag . ~t\..nuria riflessa calcolosa . . .. Avvelenamento acuto da morfina in lat)) tc'tnte Bibliogra.fia • 031pillari: significato clinico degli studi )) recenti )) Cronaca del ·mollJ;,,,, e·n to p1·of essional e )) Dispensario antitubercolare: impianto Encefalite infettiva: nuove osse1"\·az1011i )) Epite·l àomi esterni: radioterapia combi)) nata . )) Febbre. tifoide · diminuzione )) FebbTe m.elitense : ct1ra Fistola del condotto di Stenone: tratta)) m ento Lichen planus: trattamentJ01co·n irradia)) zione del simrpatico . )) Ortie~ria. della prim.a inf-an2'ia ))

Roma - Stab. Tilpo-n:t. Armani di M. Courrier.

1221 1224 1224 1221 1217 1231 1229 1224

1224 1228 1229" 1224

Pleura: niuovo me.todo pe.r lo studio radiologico . . P ag . » Porri e nei: t r attamento . ")) Psorià'si : .azione ·d ell'insulina )) ·Pubblicità non decorosa . Sifilide : nu1orvo composto .d i bismuto e )) arsenico per la cura della - . Sifilide secondaria, a sintomatologia )) quasi esclusivamente feb·h rile .

12131226 ' 1225 1230·' 1228 1208

Società delle Nazioni: problemi sanitari alla . Vene sovraepati<!he: aplaisia 0011 persistenza della vena ombelicale . Virus filtr.a.bili e cancro . Vitarnina B: azione sul ricambio del calcio . Vu]yovap;.inite gonoc occica infantile: ·d iag110&1 e cura . Zona secondo l e moderne concezioni

))

1231-

)) ))

1214 1216:

))

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1227 1225

V.

ASCOLI .

)) ))

1227 • 1225

Red t-esp.


IL POLICLINICO

(PAGINA DELL'AMMINISTRAZIONE)

SEZ. PRATICA FASC.

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Dott. AZEGLIO FILIPPINI

Dirigente il R eparto di Jgiene applicata nell'Istituto Sperin1entale delle Ferrovie dello Stato in Roma .

ron uar10

'.I

Prefazione del Prof. GIUSEPPE SA.NARELLI. Manuale compilato con criteri eminentemente pratici ad uso dei medici condotti, degli · Ufficiali Sanitari e di tutti i funzionari addetti alla vigilanza ig·ienica. . Riportia1nv due dei tanti giudizii espressi dalla stanipa consorella} su questo libro del Dott.

FILIPPINI:

«Questa pubblicazione costituisce un avvenimento librario. nel sen o Che ha rapidamente incontrato un faYore ln.r'gl1is imo tra i medici. Il fatto si spiega, in quanto che essa si rende prezios~ agli ufficiali sanitari, ai direttori di laboratori n1jcrografici e bn tteriologici, ai funzionari addetti ai servizi igienici, .a tutti i medici pratici. Si tratta di una raccolta assai estesa e completa delle conoscenze necessarie per l'esercizio corrente dell'igiene. Multa paucis: tale può essere la sua divisa: condensa in uno spazio relatiYnmente ristretto un'i111n1ensa mole di materiale e cioè i dati fondamentali dell'igiene e la tecnicn. (strumentario, reattivi, rmetodi scelti trn i più precisi e moderni, manuale operatorio) . , Il lavoro persegue ed attua un piano nuovo: non è ingombrante come un trattato, non è arido corue un formulario. Nulla ha di comune ·con un trattato, ma secondo noi vale, in pratica, assai di più, perl hè risparmia tempo. Non cade nel riassunto schematico; anzi dà nozioni complete e minuziose: per es., insegna come. si deve procedere per mettere in opera i mezzi tecnici e ne spiega i dettagli. Di dettagli tecnici è rìccl1issimo: l' A. è troppo consapevole che spesso basta trascurarne o dimenticarne uno, per f rustrare il valore di 1m ·esame la borioso. Il libro risponde, per tal modo, ai bisogni effettivi del I'igienista. il quale 'ruol essere informato in modo preciso sulle modalità di unn. ispezione, di un esame, di una denunzia; esso mette in grado l'igi enista di fare da sè, anche nei campi ove non sia molto esperto e provetto. Non ~i cercheranno in questo volume nozioni astratte, di'squisizioni e discussioni: vi svilo ricordatP i procedi111enti tecnici. 11lcune dottri11e solo perchè direttamente necessarie a comprendere f Chiu rezza e concisione costituiscono le sue doti precipue. L'A. ha potuto attingere la preparazione e la Coltura speèifìche necessarie alla redazione del lavoro, ·grazie alla sua lunga esperienza, acquistata nella Direzione del J,nboratorio d'Igi~ne applicata presso le ·FerroYie dello Stato. Ad attestare il valore di.. questo prontuario basterà riportare il seguente giudizio del sen. SA~AaELLI: ·« ~ una guida rnpida e sicura offerta all'igieni~ta che, in qualunque momento, è n10sso in grado di richiamn re alla men1oria tutti gli elementi necessari a ll'esplicn zione dei suoi atti d 'nflicio e a.Un esecuzione delle sue ricerche di laboratorio : dalla compilazione di un rapporto su di un'industria insalubre, a un controllo batteriologico; dall'ordinamento di un dispensario. a una perizia bromatologica; dalla risoluzione di un problema d'igiene edilizia o dei trasporti, alla esecuzione della più ardua reazione sierologica ! ~ulla vi è tra curato>>. Come per tutti i manuali della collezione, gran de cura è stata rivolta al lato tipografico e n rtistico; ril formato è comodo; la stampa nitida. La Casa Pozzi può essere felicitata per la bellezza dell'edizione».

Dagli Annali d'Igiene, marzo 1923. Il volume .... è una guida copiosa, documentata e aggiornata, che si offre all'igienista per la esplicazione dei molteplici compiti che nella sua missione gli incombono. Proporzioni veramente enciclopediche ha raggiunto la mole delle conoscenze scientifiche e tecniche necessarie all'igienista oggidì. Nihil umani a 1ne alien um puto egli potrebbe ripetere. Il cla sico manua, letto di Ertunrch appartiene ormai alla preistoria e il prontuario compilato dal FILIPPINI con coscienziosa ·e intellige nte fatiea. è tale da l'iusctre prezioso in molte contingenze. Guide tecniche speciali saranno sempre necessarie per ricerche singole; ma il libro che nbbian10 ~ott'occhio , com1)leto e svill1ppato. nel complesso, armonicamente. non può tuttavia mancare fra gli utili strumenti di lavoro.

Da L'Igiene Moderna, febbraio 1923.

Prof. G.

G .\RDEXGnI .

Un vol11me in-12 g r .. elega ntemente ril egato in piena tela, di pag. xv1 -fm2. (Collana del e< Pol iclinico», n. 10). n on1a, Casa Editrice cav. L UIGI f,ozzr, 1923. Prezzo L. 5 2" abbonati al u Policlinico » L. 4 ') • lnriur< 1·af1lia f>o ,4\ falc all'cclitorc L(TJGI P()ZZI -

1·ia >'·-.'i.·tina 14 -

~1anu a 1i

Per gli

/~on.a.


Roma, 7 Sette1nbre 1925

A.NNO XXXII

·

~'asc.

36

fondato d<:ti professori: 11

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GUIDO BACC ELLI

FRANCESCO DURANTE

SEZIONE R EDATTORE CAP O: PROF.

'

PRATICA.

VITTORIO ASCOLI .

SOMMARIO .

Osservazioni cliniche : M. Martin.ellli: Soipra un oa.130 di leucemia. i·ns o:rta idopo -i.1n grave t r .au'l'.llJa tora,cico . · F. Speciale : Sul rapport-0 fra traumi e tum~.r ~· Note e c01ntributi · \' . Vann i: I da,ti cllinici e sperimentali dellla nefrite t'eumatica. Sunti e rassegne : IMMUNOLOGIA - V ACCIN I E S I ERI: A.

Scala: NtUove 1,ned·ute sull'anafi lassi. - G. Ram.on : Le anai-0,g.:;in.e. - I. Y-01rachu t z : S11ill'autoean•oterrupia. 0 RGAN1 D!ilLLA RESPIRAZTONF : E. o. OtilS: La bron cbdite cronica . - D. Morrie.ton : L e otrre cbJil"111'giche della thc. polmona,re. - Dévé. : Il pneumotorruoo idatideo. Cenni bibliografici. · Aocademit!, Società mediche, Congressi : R. Aicoaidemriia ?ti edioo-.Cb.iJr"urgli.ca di N&poli. - III Riun.ione Nazioh.aile della 18'o,cietà Italiania peT lo stuidio d1elle q:ue&tri.onri sesisuali e Convegn-0 int.el'!Jlazionale /Per l 'eeam e

del'l 'ori.gine stor.ica della siifi.lide.

Appunti per il medico pratico : CASI STICA: &u1Pi1trertJrofia diffu•s a dei f olliooli 1'inf.atici coa:i i:wlenomega lia. -

Epiploite e tumore eipi ploico in fi31rn.m 1aito.r1io. - I ttuID!Ori diel med.i_.aistino. TERAPIA : I l regiime -latteo. L 'aZ'ione d,e llo z u oohero nello etamaico. - Lo stov.airsolo .nel para,s.si.t iamo in~tinaJle. - Un trattJMnento sem·plilcie e rap1i1do de i 'V-Omiti. - N OTE DI MEDICI NA SCIENTIFICA : I l m eioca.nis m o di .azion e dello jo dio. - L 'intoas i ca,ziooe sperimentale da tabacco. IGIENE : I l oontagio tubel'loolare fra a diu·ltri. - P OSTA DEGLI ABBONATI. -..,.. VARIA : .. I radioelementi n on M1Jc-0ra utiliz2iati ilfl m edicina. Politica. sa1n•itaria e g iurisprudenza : G. Selv;~gii: Norm e tl'amis1torie iper gli -esamii di Stato. - Sussidi per opere i.giend-0h e. - Co mmi~one oonsult iva iper l 'igiene scolaeti-0a. - Con.tr o•ve·rsie gi'llTid.iieh•e. ,Nella vita professiona le : 001lJcorsi. - N<mline, promozioni ed ono,rti1:ìcenz,e. 1

No t izie diverse. Rassegna della st a mpa medica. l1ndice alfabetico per materie.

Diritti di proprietà riservati . - É 1.:i et at a la riproduzione di lavori pubblicati nel POLICLINICO e l a puhblieazionP dei sunti df essi se-tiza. riturrie la forite. · 1

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·

Ai poch! abb.onati che .non h~nno ancora !nvia!o l a 2~ rata semestrale uell'abbonamento in Memento• corso, r1volg1amo preghiera d1 farne sollecita rimessa. L ' A MMINISTRAZIONE. '

OSSERVAZIONI CLINICHE. 0I VU:510NE

1\1.EDICA

DELL'OSPEDALE

cc SANTA CHI ARA n

IN T RENTO.

Sopra un caso di leucemia insorta dopo un grave trauma to1·acico per il dott.

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MARTO MARTINELLI ,

assistente.

Baldes::io.ri Gi o,1anni, di anni 37, da Sopramonte (amrnoglia1 o) . Nulla di notevole 11el gentilizio, e n essuna malattia degna di nota n ell'anamnesi personale. H a fatto i l servizio militare anche durante Ja guerra sempre in buona .salute. Un mese prima d el l'ingresso in ospedale ~ cioè nel luglio 1924 - lavoran·do à t rasiportare legnami fu co~pito da un grosso tron co alla regione lateral e sinistra d el torace con tale violenza da perdere ·i sen si e dover essere tra sportato a casa. -1 sanitario chiamato non riscontrò nè frattura qi oste nè lesioni interne dimostrallili. ·11 ,p aziente 11011 ebbe · n è vomiti, nè ematuria, nè m elena, rna l. dolore al fianco persistette e vi si aggiunse pal1ore e d ebolezza progressivarne nte al1 rr1enta nti. .A•. uesta sintomatologia si aggiunse una . settimana ima dell'i11gresso, dol or e ed emorragia gengile. · ~ inviato ai 9 agosto all'ospedale per accertaento di diagnosi e per le o,p por tune cur e. Esame obbiettivo al m om ento dell'ingresso : uomo di costitl1zione scl1el etricn. r egolare, m ol to pal-

li·do. Non si osservano traccie di trauma nella regione toraci ca. laterale sinistra. Invece nella regione del muscolo tr34pezio di destra si osservano alcune 1p etecchie g r andi come una l enticchia, rece11t1. Gl1iandole cervicali, ascellari ed inguin ali i1ormall , si 1palpano i gangli epitroclear i grossi corrie una nocciola. Lieve edem a peri1nalleolare. App. circolatorio : cuore in · limiti , toni cu1pi, p ol so 1nolle, ritmico. A7.. pa-reccfiio respiratorio: dis1pnea notevole, nulla di notevole all'esame fisico. Apparecchio digerente .e addome: ge11give tumide con 1p unti sanguinanti, a ddon1e leggerm ente meteorico con resistenza diffusa sp ecialmente a sin istra. Non si palpa con evidenza nè fegato u è 1nilza, non è dimostrabil e versamen to liquido. Non è presente n ell 'urina n è albumina, n è zucchero, n è sangue. ' · Siste1na nervoso : nulla di notevole. Bsame del sang ite : globuli rossi 1,500,000, glo- · buli bianchi 190,000. L' esame del 1prepar ato colorato din1ostra un fortissimo au1nento d ~gli elem enti d ella serie l eucocitaria in pr eval enza sotto forma di cellul e a protoplasma basofilo g ranulato scarsamente còn .gr osso nucleo rotondo o lievemente bollato, el err1enti .p erciò tdenti:ficabili per promielociti, acca11to a questi in discreto numero mielociti, in assoluta minoranza p olin u cl eati e linfociti. Decorso durant e la degenza: l'ammalato peggi ora r aipidan1ente, aumenta la dispnea, si 11a a111b~scia precordiale, gravi emorragie gengivali. La morte avviene il 13 agosto. Reperto necroscopico: lVIacchie di putrefazione


.. 1 ~40

IL POLICLINICQ

[.l\.:\~O

XXXII, F.\St:. 36]

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iniziale n ella metà sUJp eriore del torace. Cuore r1p1eno di coaguli, chiazze di emorragia sotto J'epicarùjo, 1nuscolo cardiaco flaccido, non vizi valvolari. · P olmoni enfisematosi, l eggerm ente iperemici. F egato in preda ad intensa degen era'!lione grassa, con prin·Ci pio di !putrefazione. • l'llilza: 'enormemente ingrandita (circa 25 c111: di lunghezza ) con capsula tesa, molle, friabile j11 alto grado. Reni: in degenerazione grassa. Stom aco ed intestino: chiazze emorragiche sotto la lllUCOSa. R eperti is t ologici: Un ip reparato istologico fu eseguito del fegato; in esso si riscontra, oltre l a degen erazio11 e d elle cellule, delle infiltrazioni leucocitarie. Un a ltro preparato fu a llestito da una d el le ghianclol e epitrocleari e mostrò una evid ente m eta1plasia mieloide della gl1iandolçi stessa . 0

Il caso prese11ta poco interesse dal lato ùiagnostico, perchè l'esame d.el sangue valse a chiarire la malattia come una leucemia mieloide, e ciò confer1narono poi « ad abbundandum » i r ep erti istologici del fegato e delle ghiandole linfatich e. Con1unque il caso avrebbe n1eritato di essere c;e. gn alato data la rarità della 1nalattia, speci alm ente n ella nostra r egione, ed il J1aturale int.flresse che essa appunto desta per la sua rarità . Quello che desta il maggior interesse nel caso in qu€stione, è i l quesito della corr el azione esistente fra. 11 trauma 1preced ente e l u leucemia. S i ·p uò in questo caso a1nmettere il criterio ·del « post hoc er go propter hoc » e perciò attribuire al trauma nn'irn portanza eziologica, non fosse altro cl1e detern1inante un'ultima spinta ad uno s quilibrio latente? La ca sistica e l 'esperir.rie11to p osson o rispondere a questi quesiti. Sono motto incerti a questo riguardo, i dati che abbiamo potuto trovar C' i1e i trattati principali di medicjna interna cl1e sono poi sp ecialmente n ei riguardi dell 'ez iol ogia d elle malatti C', specchi d i casistica, in quanto i l clinico è t1·atto a gi udicare del rap11c rto fra rau, a ed effetto, più dalla fr equ enza con cu i qu c ta corre lazion e 5i \rerirfica, che da altre consider azioni , l asciando al patologo il compito di dimcstrare sperim ental11lente il fatto e di indagare il i11eccanismo. 1

P a rlan rto clell 'eziologia dell~1 Jeucemia, lo trurnp-el di ch iara ch e non s i può 1p a rlarP d i una certa eziologia, che ql1alcl1e Yolta p erò scrnbra ch e influenze trau1natiche ne faYorisca110 la comparsa, e chf> altrettanto possa dirsi di alrune infezioni a r ute. Anche I .. cube anunett..: come problematica una eziologia trau111atica sotto forma di un forte :,cuotirncnto clcl col'po. Come i vede si è ben lungi dall'avere anche t1na ben Jo11tnna certezza di una intl•1d1pe11clenza fra trat1n1n e lPucernia. .\ qu t :-.t o punto il ea -o riY e~t e un inte!'e55e till-

che dal lato infortuuistico. Infatti la Cassa Nazionale Ir1fortuni ci richiese di un par€re al qual e r ispondemmo, sulla base degl i scritti dei principali autori, pro51pettando tutta l'incertezza dell'interdipendenza fra traunia e leucemia, e crediarr10 che la Cassa Nazjonale Infortuni abbia negato a lla vedova l'indennizzo, non consjderando la malattia e quindj la morte comoe dipendenti dal trauma.

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.i\ vevamo già lasci ato in disparte il caso, quan-

do nna comur1icnzione su un ca~so di 1Pu cem1a pos lrau1n atica fatt::i dal dott. Stefanelli nlJa Soci età Medico-Ch irurgica. della Romagna e comparsa s ul Pol.iclinico, Sez. Prat. del 1925, n. 20, richiamò la nos tra attenzione sulla questione e ci indusse ad a•p profondire le ricerche bibliografiche suJI 'argornento. Ci l1a infatti a ssai co1piti il fatto di vedere in una malattia rara come la l eucemia -: riipeters i u11a secbnda volta a breYe scadenza t1n ca so analogo al nostro e pensa1nmo che il t1au1n:.\. potesse comparire quale cau sa della leu cemia tPiù spesso di quello cl1e si era di pri1no istante creduto. Infatti sfogliando la bibliografia delle riviste di quest' ultimo vent en~i o, abbiamo trovato diversi a ltri dati inter essanti. R ~kzeh della Clinica m edica di Berlino, in uua con1llnicazione del 1903 dal titol o « Contribut0 cJinico e sperimentale alla questione dellP leucemie » riferisce di sette ca5i di le11cemia , di cu1 tre sviluppatisi dopo un tra11ma. SiP1npe1 dj M0n nco n el 1904, r iferendo un caso proprio di leu cemia iposttraumatica, fa un 'esiposizione completa dell'argomento, osservand o corne si tratti qu asi serr)Jpre di leucemie mi elc.1~di, ed a m1r1ettendo diverc;e possibilità nel m er.ca ois1no, di azioni d el trat1ma e cioè: 1) casi i n cui la l eucemia i11sorge dopo lln iraun1a leden te di rPl tament e la milza, rispetti' arnente la Tegion e della n1il za; 2) casi sviluppatisi in seguito a d uno squotimento gen erale cii tutto il corpo senza una dir etta l esion e della regione della mil za; 3) casi di leu ce111ie dopo l esioni di ossa; 4) casi di l eucemie in seguito a gravi p erdite di sangue. Conclude osser vando che dai casi n oti d i leucen1 i a d0po traun1a, risulta J' esic;tenza di un rapporto fra la lesione e la su ssegu ente 111alattia del a11gu c la natura e il m ecca11ism o del quale rapporto, le n ostre odi f'r n~ r·ognizioni n on ci pern1ettono di s tabilire.


~.i-\NNO

XXXII, FASC. 36]

SEZIONE

,

PIL~TICA

1241 I

I

I dati sui casi di leucemia posttraumatica so-

pra ricordati, inducono a modificare il giudizio prirnitivo in quanto la p ercentuale abbastanza notevo lE1 di lfn1cemie IPOStraumatiche riscontrata nella letteratura, parla evid-entemente per un rapporto !ra trauma e l esione, ri51P-ettivamente morte, rap1porto di cui ignoriamo la vera essenza dir etta o indiretta, ma che non è perciò meno impegnativo a tern1ine di l egg-e in materia infortunistica. • Infatti non solo lesioni o morti immediate in seguito ad infortunio cadono a carico dell'assicuratore, ma anche conseguenz-e svilup1patesi secon dariamente, (malattie organiche metatraumatiche fra le quali appunto il Borri pon e la leucen1ia) e perciò anche il s-iudizio infortunistico Ya, a nostro p arer e, m odificato.

--- ··- - ... . . -·

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(;1v1co S. SAVERIO - P.t\LFP.~IO CHIRURGICA dir0tta dal IPfOf. E. ARCOLEO

ù:::.FEDAiJE SEZ10NE

Sul rapporto fra t1~aum'i e tumo1·i oor il dott.

SPECIALE, assistente.

FRANCESCO

zione è più grossa dal lato della tibia (come un li1non e) mentre dal lato d el p erone è più piccola (quanto un uovo di pollo), è ricoperta da 1pelle di colorito n ormalie, non present:l irregolarità n ella sua sup erficie ed è nettam.ente deiimitab1le. La :p alpazione, che riesce dolorosa, dà la sensazione di un corpo di consi stenza duro-elasti ca, non spo,stabil e e fa. chiaramente percepire, specialmente in corrispondenza delJa estremità tibiale, il rum ore pergamenaceo d el Dup uitren, potendosi de1primere la superficie come se esistesse una cavità 1 cl1iusa da un rivestimento sottile. I 1noviment.i di flessione e di .est en sione d el 1piede sono pos.sibili; stentati quelli di lateralità . Battendo forten1e11t e su1 -0alcag110 sj suscjta dolor e in corrisiponUenza ·della massa descritta. >Jpgativo l 'esame obbiettivo d el ginocchio P. d-elringujne sinistro. Negativo l 'esame d elle urine. R eazione Wassermann : negativa. E .sa11~e radiogra{ì c<J. All'esame radiografico dell'arto !si osserva che l'on1bra della tibja, dal punto di unione del suo t·erzo medio col terzo inferiore, .sino all'estren1ità articolare, subisce l111 en orrr1e ingrandimento. L a regione ·dilatat a è piriforrr1e colla parte pi11 larga in basso; i suoi ìimiti sono costituiti d a pareti sottili , lan1ellarj, con contorni netti ch e si -continua;no gradutamtnte con quelli del r esto d ella tibia n~rm ale . Detta 1 regione non presenta più lu norrnale co11fìgurazionE: ossea, n otandosi invece un'ombra irregolare .r1elle sue varie parti, con zone più o m eno chiare, d elirnitate da strie scure più o m en o arcuate, sl d n aversi un a spetto areolare. L 'ombra d el perone dà anche essa un aume11to 1di volume dell'osso al suo terzo inferiore e fa notare dell-e alterazjoni a carico d ella sostanza ossPa com e quelle iSU d escritte, ma un 1po' meno marcate. .L ' articolazione tibio-astragalica è integ ra. Nessuna. l esione a. carico delle ossa del tarso. 1

L... Ata11asio, di anni 33, da Fica.razzi, contadino, . e11tra all'ospedale il 30 dicembre 1924 ,p er affezione all'arto inferiore sinistro. A. R. Padre m orto durante l 'epidemia d'influenza; la madre è vivente, ha sei fratelli sani. Ha quattro figli che godono tutti ottima salute. A. ·P . Non ha avuto malattie degne di nota, al1'jnfuori dell'attuale eh.e secondo ·q uanto riferisce 1'infern10, s'iniziò 18 m esi fa. In tale epoca, menCi troviatoo quindi di fronte ad un 1processo tre lavorava in campagna, ri1portò un trauma all 'a:1icolazione d el collo del piede sinistro, per 'Ghe ha invaso l 'epifisi distale della tibia e .p orzione d ella ·soprastan t e diafisi e l 'estremità dicui fu costretto abbandonare il lavoro e m ettersi stal e del })er one; distruggendo la normale struta completo rjposo . .Non cr ed ette op1p ortuno, maltura ed aumentando11e l e dimen sioni. grado avesse vivo dolore, di con sultar-e un sani, È facile escluder e un processo flogistico acuto tario, sicuro che presto avrebbe 1potuto ritornare (osteo-mielite) 11on solo per il decorso, u1a per la al Javoro. Dopo appena otto giorni, sempre a dire dell 'infer1110, oltre al dolore, cominciò a no· ist essa est ensi o11e del pro.cesso, per i suoi contorni netti, p er la mancanza di reazione 1P•e riostea, ecc .~ tare nel 1punto colpito dal trauma, llna certa paNon meno facile riesce l 'esclusione di una fl ostosità ed un a umento di volume deJle parti molli gosi cr onjca , sp ec1fica o no. Contro ·1a forma tulaterali ·del 1pi.ede. I movimenti attivi e passi vi bercolo.re sta la rnancanza delle ,caratt eri~ticl1e dcl piede erano possibili ~er quanto risvegliaszone di rare fazione, l'assenza di ogni r eazione sero dolor e, che si acuiva .quando l'infern10 graarti ~olare che è frequ entissir11a. Contro la forrr1a vava il corpo sull'arto leso. ·D opo cir ca due m esi ll1etica sta 1p rinci1palmente la mancanza di ogni notò sempre più l'ingrossarsi del collo del 1p ied-e reazione .p eriostea che su ole esser e sempr e incon ostacolo un po' manifesto alla deam·b ulazioten sa in essa. · n e; il dolore non era più come dopo il trauma. .Esclusa quindi la p ossibilità di uri l)rocesso ~011 h a avuto rr1ai f ebbre nè altre sofferen ze. · flogistico, si deve necessaria1nent-e p e11sar e a d un Alv0 r egolare. Urine n ormali. Sta.to presente generale . - Uomo di costituzioprocesso neoplastico che h a invaso il tessuto spune scheletrica e muscolare n ormale, pa11nico1o gnoso d ell'epifisi della tibia e del 1pero11e ed il tess uto midollare di part e della diafisi della tibia - adiposo b en conser vat o, integro il s ist e1na .g'landolare linfatico, mucose vi'sibili rosee. stessa. Processo cl1e ·dà una enorme produ zione di tessl1to molle (zone tPiù o meno chi are), che Nulla alla testa, al collo, al torace ed organi in distrug·ge l e lamelle ossee, d-elle quali restan o i esso contenuti, all'addon1e e agli arti SUtperiori e residui raippresentati · dalle strie scure descritte; all'arto inferiore destro. Stato presente local e. - All'arto inferjore siniche ingrossa l'arto e di ·fronte al quale il p eri ostio non r eagisce e la teca ossea esterna si lascia stro· e precisamente in corrispondenza dell' estremi tà distale delle ossa della gamba, s i nota una assottigliare o di~tendere sino a prendere una tumefazione cl1 e abbraccia a g uisa di · colletto consi stenza lamellare. che continuando il proces~ l 'artjcolazione del collo del piede. Detta tumefa· so, verrebbe sicuramente distrutta, per1r1ettendo la 1

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J l. Pt:LI CLl NICO

invasio11e ctei tessuti molli da parte della n eoformazione. Di fronte aù un processo così caratterizzato è superflu o attardarsi sulla diagnosi radiologica di n eQPlasia ossea e con tutta verosimiglianza trattarsi di un sarcoma 1r1idollare. P os ta quindi la diagnosi di tu111ore maligno delle ossa della gamba, si procede all' amputazione circolare al terzo superiore ·della gamba sinistra. :L'esarn e delle ossa della gamba amputata, .fa notare ttn notevole ingrossamento d elle estremità distali, ingrossa1nento uniforme, regolare, la r,ui consistenza è molliccia ed in certi punti come di p ergame na. Sezionando si nota una m assa carnosa, om ogenea, di colorito grigiastro che ha sostituito tutto l'osso. Esame microscopico. - •L 'esame m icr oscopico del tumore trattato con i comuni m etodi di colorazione (ematossilina-eosina, Van rGieson) ha dimostrato tra.ttarsi di un osteosarcoma midollare costituito da elementi cellulari affusati, con nu, eleo allungato e sparsi irregolarmente. Fra questi clem enti si notano d elle altre cellule, m olto più gr osse di forma ora rotondeggiante ora poligonale, provviste di numerosi nuclei irregolarm ente disposti n el coI1J)o cellulare . Abbondanti va~i sanguigni.

I

lulare possa essere congenita e c11e cause e 5 terne, coine presumibilrr1ente può esser e un trauma , ne provochino o n e facilitino la costituzione. Comunque l ' A. n el caso eh.e riferisce, nota che il traum a ha rapporto etio logico in sen so di condizione o m omento rd eter1ninante 1per il tumore. Virchow per il primo formulò l'ipotesi che per jl traumatismo, quale fattore 1per lo sviluppo di un turn are, ha grande importanza la disposizione locale d ei tessuti. Lustig e Galeotti cr edono più attendibile ' l'opinione manifestata da alc uni autori che un trauma di azione r a;p ida e momentanea possa, · più ch e determinare lo sviluppo di un tumore, favorire .quello di una neoplasia già esistente, ma rimasta fino a llora latente ed occulta. Tra lasciando tutte le ipotesi sull'effetto del trauma. in raip·p orto allo svilu1pp o delle neoplasie, gli autor:i. concludono affermando che il trauma si può co1~­ sid erare allo stato attual~ della questione, co111e la causa occ?.sionale di un tumore e che per l'insorgere di questo d ehbono interv~nire altre cause • necessarie, coadiuvate dalle con·dizioni ·di dispo* sizjone locale n elle c.ellule éh e compongono i • ** tess11ti. Brocn, a ]1rQposito di tre casi comunicatj da Secondo Barbacci, volen do pren dere in consi• ' ritrae di turnori di' or1g1ne trau m at1ca, r itien e derazione globale tutte le teorie emesse in fatto che n oP esistono delle prove scientifiche sull a gedi tumori, si potrebbero raccoglier e in tre grandi n esi d Eli t1eoplasmi sotto l'infl11enza d el traunta class1 : teorie dello stimolo, teorie embrion:i.li e e ch e in tutti i casi, jl g erme del tumore preesi- teorie biologiche, a seconda che si parte dal consteva. probabilmente silenzioso . cett0 che il t11more sia dovuto o all'azione di ur10 stimolo, o a.id un disturbo dello 5vjlupip o, ovvero Mauclair e cr ede che bisogna distfguere fra a d 11na modificazione primaria d ei caratteri bioturr1ore maligno e b enigno: un traumatismo è la logici d ella cellula. l.a teoria dello stimolo parte ca11sa evidente spesso di un osteoma ciw no11 dal concetto che la proliferazione blastomatosa bisogna invocare nella causa di u n sarcoma. sia determinata n ella sua essen za da un m ovente l(irn1isson a1nmette cl1e un trauma può in molti esterno cl1e agisca in forma di stimolo (tral1ma, cas i dare una specie di impulso ad un n eopla~ sma latente, IP'<?r così dire, e ch e non avrebbe irritazion i ·di ordine fisico, chimico, ecc. ). a v11t0 <'volu zione senza l 'accidente del tra urna, Pistoccl1i r )1Porta un caso di n eoplasma dello stornaco (sarcom a) in cui i pri1l1i .disturbi SqrPbP con clude che la parte del traun1atismo i1ella ber0 in sorti com e i1nmediata conseguElnza di uri prorJ.11zion e del tumore è notevole. trauma. L '.<\. ossierva com e i casi sicuri di n etta l\lagi osserv a come non vi sia dubbio cJ1.e i dip~ndenza della n eoplasia dal trauma restan o tumori agenti durante la vita intrauteri11a, ip osempre b en (pochi, malgr ado alcune 05servazi<'ni t en rlo d eterminare perturbamenti o dislocazioni di · ~arcomi, osteomi, ecc., si oppongano abbastandi cellule o gruppi di cellule. p~ssono farsi p11n1o za chiaramente al giudizio di coloro che invocano di partenza di proliferazioni blastomatose Nota però che il nesso fra traumi age11ti rlu- · la semplice accidenta lità per lo sviluppo di un tum ore s.ul territorio di una lesione violenta. CrP rante la vita extrauterina e tumori è sempr e de che il trauma d a se solo non bast a p e! lo oscnro. sviltippo del n eoplasma , ma rappresenti nna cau... er·o1Hlo l 'A. pare che il trau1na agisca risvesa occasiona le. gli anùo, 1per il turba1nento nutritivo prodotto ~ia FilitPPi pa1·lando della p oss ibilit à di risco11trare n el gr.rn1t? embrionale sia forse nei tessuti rircntnmori in region i trau1natizzate, consiglia di ess tn n t i r.he lo isolano e lo tengono in frc>no , enersere sempre cauti n ell'ammettere l'assoluta digi prolifc>r atiYe lat enti e cond11cen ti alla ror111apendenza, no11 potendosi ec;cluciere la preec:istenzio'tt1 hln .::;.ton~atosn. za del t11n1orr tesso. Bisogna prima di pronunI·:tt nnl·he Ror ....t ·he no11 an1111ette la genPsi ùa ziarsi d 1 a<'('ertarne certe fa c;i di sviluppo e regrC'~­ elf'111ent i P1nhriona li :--rco11do la teori a di Cohn c:iye del tuntorc e ,·edcr€ 5e poc:c;on n ec;c;ere mcs ... e 11 ")i?n. a 1nn1 tte l"l1e qt1e"'- ta -.p ec ie di anon1alia c~11

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XX.XII,

FASC.

36)

in accordo con il temipo in cui è avvenuto il • • traumatismo. Lici11ì riferisce u11 caso in cui il tempo tr~­ scorso dopo il trauma è stato brevissimo (3-4 giorni), però crede di dovere escludere un nec;so etiologico fra trauma e tumore, ritenendo che il tra11ma agi come semplice fatto meccanico e no11 etiologico, accelerando forse quello che avrebbe fatto il tumore stesso. La r.onferma poi della nes~una di1 pende.nza fra trauma e tumore l'ba avi1ta dall'es8me jsto-patologico, ove notò che i fatti di metamorfosi regressiva di~ostravano che il neoplasma esisteva da molto tempo. L' A. quindi insiste sullR. necessità dell'esame istologico, specie nei riguardi di -persone che avanzano pr ete~e di infortunio.

*** . Dai casi riferiti sul raipporto fra trauma e t11more, si osserva subito come questo argon~ento sia stato og·getto in questi ultimi annj ·di larghe e -rjpetute ricerche e come gli autori siano arrivati alle più discordi conclusioni. E molto difficile potere stabilire con assoluta certezza che lo sviluippo del neoiplasma sia .i niziato subito dopo_il traurna e solamente per questo o chè l 'jn sulto meccanico abbia agito affrettando il decorso di u11 tumore preesistente. L'jntervallo di tempo fra l'insulto meccanico e lo c;viluppo del tumore è stato .p er alcuni la base 1per spiegare il nesso fra trauma e tumore. In·f atti la maggior parte degli autori asserisce che il dato più tm1portante è la comparsa del tt1n1[Jre non molto temipo ·dopo il trauma. NP.l mio caso pur dov.endo escludere la ereditarietà; pur non essendo l'infermo un assicurato e come tale non ha nessuno interesse ad ocrllltare qualsiasi disturbo anche leggero che esistesse prima .del trauma, e pur .essendo iniziati i disturbi poco dopo l'insulto n1eccanico, non credo di potere ammettere l'assoluta di1pendenza della neoplasia dal trauma, mancando una prova scientjftca. Il trauma è stato la causa occasionale al risveglio del germe che con verosirr1iglianza 1preesisteva silenzioso. I

SIBLI10GR..<\.FIA. I tumori, 1915.

BARfiACCI. Licr~I . Sui

nif'o

rapporti fra traumi e tu'Yr!-ori. PolicJiSez. prat., 1923.

LUSTT~-GALIDTTl. Patologia 1Generale, III edizior1e.

MAGI. Sarcomi consecittivi a traumi. Policlinico, Sez. •p rat., 1920. , Sarcoma primitivo dello stomaco e tra·u~ ma. Genesi traumatica dei tumori. Policlinico, ez. chir. , 1923. Presse m~dicale, 1918, Soc. cle Chirutg'ie. PICJ{. Zur traurriatische Genese d'er Sarkome. Med. Klin., 1921 . PISTOCCHI.

1243

SEZIONE PRATICA

NOTE E· CONTRIBUTI. I STITUTO

DI

DEI.LA

PATOLOGIA

R.

SPECIALE

MEDICA

UNIVERSITÀ DI ROMA

diretto dal prof. A.•.

ZERI.

I dati clinici e spe1·imentali della nef1·ite i·eumatica. Dott.

VITTORIO VANNI'

assistente.

· E noto come la nefrite reumatica r"8.ppreseliti

una complicanza piuttosto rara del reumatibmo articolare acuto; alcuni ..<\.utori (Besnier, B emolle), ammet.t ono solo lievi alterazioni renali, altr'i (Cl1é'l'on e ~De Sain'l Germain) !1anno descritto casi di nefrite grave in .cui l 'albuminu'ria comiparve. nel e.o rso della malattia, coincidente con gravi com.p licazioni viscerali , alcune volte a ccon1pagnata da emoglobinuria e da edemi generalizzati. • La natura reumatica di tali nefriti è ancora oggetto dj discussioni; secondo alcuni AA. la nefritP. rappresenterebbe la conseguenza di ipiccoli infarti renali, poichè essa coinciderebbe quasi sempre con delle lesioni cardiache. Rayer invece amrr1ette l'esistenza di una vera e 1Pro1p ria nefrite reumatica,' in quanto ·che esistono casi in cui comiplicazjoni renali. accompagnate da ematuria cedono r~pidamente a un· intenso trattamento salicilico. Vogliamo a questo 1pro·posito riferire intorno ad un sperjmentali: . caso clinico e ad alcuni dati . Si tratta di un individuo giovane (M. S., anni 25), da Roma) il quale, senza 1precedenti m orbosi, a mmalò di angina nel novembre 1924, accompagnata da modica, elevazione termjca, e a venti giorni di dist9nza fu quasi improvvisamente colto da vivi dolori a carattere lacerante ai muscoli degli arti inferiori. alle articolazioni tibio-tarsiche, alle articolazioni degli arti su1periori e alle masse muscolari di essi; riass11miamo qui brevemente i dati obiett ivi .p resentati dall'arnrnalato all'epoca dell'ingresso nell'Istituto di Patologia Med ica di Roma. Condizioni generali depresse, decubito supino obbl igato (cau sato dalle_ artralgie). Facies di colorito ipallido. Lieve cianosi pallida .delle mucose. Quasi tutte le articolazioni sono dolenti e i loro movimenti sono più o m eno limitati; non turO'ore n·è alterazioni obbiettive di esse. Dolente o ' la 1p ressione delle masse muscolari, specie quella in !Prossimità dei gomiti e delle ginocchia. Temperatl1ra 380 al momento dell'esame. Polso radiale ritmico ampio, a media pressione. Nulla a carico dell'apparato respiratorio, come p ure d el ·cuore; lieve tpulsaz~one ·delle arterie periferiche. . \ddome meteorico, fegato palpabile

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[ .i\.NNO XXXII, r~--A~. :~H J

ì L. POLICJ. I.NICO

mezzo dito sotto l'arco; il li1nite su.periore del- concentrazione, scon1parsa dell'albumina, del l'ottusità è normale. Milza non ingrandita. L'esa- 1p ign'lento em atico, della ematuria micro5eome delle orin e dà i seguenti risultati · c.olorito 1pica, ecc.). ,, rossastro, densità 1017 (a 15°) albumina 1 ~er mil* :f le, presenza di pigmento ematico chimicamente Ir1 altro lavoro ho avuto già occasione di dedimostra·b ile e di numerosissime emazie nel sescrivere le lesioni che si osservano nella in fedimento centrifugato: scarsi cilindri granulosi. L'esame d el sangu e dimostra aumento delle · zione r eumatica Sfperimentale d el coniglio e d ella cavia mediante inoculazione di sangu'e di ampiastrine e i segni di una anemia secondaria. malati di reumatismo articolare acuto in periodo L ' emocul tura è negativa (praticata tre volte a dij perpiretico (1) e come, in tali animali, sia dato stanza di tempo l'una dall'altra) così .p ure sono n egati,·e Je siero-diagnosi di \\ìasserrnann, Hecht cli osserYare spesso glomerulonefrite emorragica, qualche volta congiunta ad atrofia e degenera· .. e J acobsta1: e i rea ] ~ funzionalità renale viene esezione dell'epitelio dei tubulj contorti, con parzinle scomparsa dei nuclei; ma la nota fondamentale è rappresentata dalle emorragie che non 3 raro osservare, in seguito a concomitanti lesioni vasali, ancl1e in ·altri organi, per cui si stabilisr-e una specie .di tPOflPOra reumat~ca degli organj inJ terni. Sottoponendo gli animali da esperimento J ~cavia, coniglio), a trattamento salicilico ottenuto per ·via rettale con microclismi di soluzione di .5alicilato di sodio, tali lesioni emorragiche del I' rene non si verificano mai o in minima parte. In base a tali osservazioni si può con~ lud erc c· he esistono n ell'uomo l esior1i renali ap. etiolog ia reumatica, nettamente e1na nda:bili col tratta1nento salicilico, che in date condizioni possono ' rivestire la forma di una vera e p r opri.a glome' rulo-nefrite acuta emorragica.. I m1 ei più ' 'ivi ringraziamenti al prof. _I\. Zeri, l)irettor e dell'Istituto, per i consigli prodigati n elI r lo studio dell'argomento. \

f

In fezione renrnatira sperimentale (coniglio). (~lon1e1\1lo-n cfr ite emorragica, emorragie n e i tubulj retti e inten sa. jniezione v.asale (microfotografia).

guita la -pro,·a della diJuizione e nella stessa giornata, quella della concentrazione. Mentre il potere cli dilui zione d el rene appare ind istu rbato, si troYa leso invece quello di concentrazion e. I risultati d ella azotemia e della pressione arteriosa (al R i \'a-Rooci) sono riS1pettivame11te 0.51 1Per mille, r,Ix. 115, l\ln~ 65. :'\on trattandosi di pseudoreu1natismo infetti\'O (specialn1ente streptococcico, con cui si sarebbe potuta spiegare l' insorgenza di glomerulo-nefrite acuta) dati , come i è visto, gli esami di labora~ torio 11egati vi al riguardo, si proced è al trattan1ento salicilico, i1on rimanendo che la diagnosi cti esclt1 ~ i o n e di r eu1natismo articolare acuto; dir emo breYementc infntti com e non solo i fenom cini g ener ali e locali (febb re, dolori articolari), ~l'o ni p ar\• e ro, n1a ancl1e la lesione r enale venne ad l3 ·sere rapida.m ente modi fica ta in guarigion e dn l lt"l eurn snli cili ca (ristnhil in1ento cl el potere ùi

BIBI.IOGR.~FIA.

B. DE v·EcCHL Il Rewmatismo articolare acuto, in LusrrG: Malatt;ie infettive dell'uomo e deg li animali.. Mila no, Vallardi, 1924. L. Grnou.x. Les Rhtlmatismes aiqus. Bajllière, P a-

ris, 1923. Ricerche sul reumat,ismo articolare ociltO. RiYista Os1pedaliera, n. 2, 1924. (1)

VANNL

Interessante pubblicazione: Dott. SllwP.atre IJlvNtrl .&J•C.O nella R. Clinica Medica di Jtoma

LE NEFROPATIE

aeeondo le moderne vedute. lNDICE SISTE~I ATfCO: Prefaziono. - Cap. I. Riti>rdi a11.llO· miei .. Cap. 11. Fisiologia renale. - ùap. III. Class1ficaiione de«le nefropatie. - C"P· IV. Semeiologla urinari~. :. c.ap. V. Elame delle funzioni renali . . Cap. VI. Segni cl1n1c1 1n rap. 11 u te alla lneutlllclMzl renale. • Cap. IX. Nefrosi. · Uap. V l l l. Clomerulonefriti. - Ca.p. IX. Glomerulonefrit' oronlca diffusa. - Cap. X. lcl1ro11 renale. - Cap. Xl. Rene da 1ta1i. - Bibliografia. Elegantissima brochure di p1\g. VI-188 (N. S) delle nostre ' ~l onograOe n1edico·chi rurgiche d'attuaUtà •, stampata su carta J ist.i.nta, in oitidiaslml tipi tipografici. - Prezzo L. 1 6. Per I 009tri abbonati IOie L. 1 4. 2 5 in porto franco. Inviare Vaglia Postale a ll'editore LUIGI POZZI, Via Sis t i n a , 14 - Roma..


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SEZIONE PP.A 1 ICA

SUNTI E RASSEGNE. IMMUNOLOGIA - VACCINI E SIERI.

Nuove vedute sull'anafilassi. Da tempo, la questione ùell'anafilasc;i appassionn i ricercatori, che tentano di trovare una sp~ega7.ione soddis1accnte al curioso fe.norneno, di cui !'essenza ci rimane inafferrabile. un recente lavoro di .A. S'C ala (1), di questo scienziato che lavora n~l siler1zio, con originalità di vedute, attorno a. quei problemi .colloidali in • cui sembra racch]uso il mistero dei fenorn eni Yitali, investe larg&mente t11tta la questione, che viene da lui affrontata nella sua complessità; 1parten do ctalle osser,·azio11i fatte su11a radioanafilassi egli considera l'ana:filassi rta un nuovo pu~to di vista c:he sembra meglio riSlpondent e alla realtà dei fatti. · Fin dai p_rimi anni ·di aipplicazione dei raggi '{, sono stati osservati in alcuni individui di sturbi di Yario genere, sia solamente locali, sotto forma di radiodermiti, .sia generali, come nausee, vomiti, diarree, spossatezza e perfino casi di morte. Si cita anche il caso di un costruttore di apparecchi l ad iologici, il quale, dopo un'operazione chi. rurgì ca, divenne verso i raggi X, dapprima indiffPrentissimi 1per lui, tanto sensibile che qualunque aipparecchio 1nesso in funzione a11r.he a ùista11za ed a sua insaputa era ca.usa di ~offe­ renze inaudite. ~ questo un vero fenomeno di sensibiUzzazione a cui fa11no riscontro, d el resto; le radiodermiti che si osservano in individui d~pprima esposti al sol.e e .p oi radio·grafati; si ha, cioè, un verp ictus del tutto simile a quello dell'anafilassi ordinal'ia e che Si traduce, co1r1e in quella, con pir,cole alterazioni sanguigne e tessulari, sufficienti a. provocare disturbi g~avi ed anche la morte. :)uello però cl1e maggiorm ente colpisce nella radioi:tnafilassi è la mancanza di un antigene sotto forma cli materia tangibile, m entre basta, a provocar e lo stato in question.e, una semplice ondulazio11e, 1n1 Tnovimento d ell'etere cosrnico od un urto di Plettroni. B per tale osservazione che si dirnostrano insostenibili le ipotesi che attribuiscono i fenomeni anafilattici alla formazione di speciali sostanze o di speciali a1ppendici cellulari che, stacrandosi in una sola volta, sarebb·ero causa del1' ictus per floculazion:i o coagulazioni. Quelle ipoSCALA. La radioanafìlasSii. _:\. nnali d'igiene, 2. Nelle ultime annate dello stesso periocl1co st trovano altri lavori dello stesso A sul~·argomento. ., (1) .I\. 1~25, n:

tesi, cioè , secondo le quali, alla sost~ nzà coiloide ino~ulata, se ne contrapip one un'altra, di nl?ova formazione oppure l'anticorpo; altrimenti si. dovrebbe ricorrere a due ipotesi diverse per .spiegare fatti di cui l'analogia appare evidente. I./ !\ . ha invece emesso fin dal 1922 (cfr. A1inali d 'igiene) un'altra i1p·otesi secon·do cuj la carica

anafilattica altro non sarebbe che una carica. di a~idi mi·n erali combinati, co1J.1 legarne colloirlale, a1 tessuti ·dell'organismo. '.La scarica .p otrebbP essere determinata da u11a di qu•elle Rzion i inJìniteisirne di cui nessuno ha potuto finora penetrare il meccanis.m o·; ad essa l 'organismo e le sue parti più delicate resistono 1nale o non r esistono affatto e da ciò i disturbi e la rnorte con il quadro dell'anafilassi. L'ipotesi ha ora ricevuto l'ap1poggio <li fatti nuovi ed è la sola che possa spiegare l'anafilassi per raggi X. Lo stesso A. ha di mostrato che i raggi X provocano la liberazion e di acidi o di alcali per i•drolisi d ei complessi cnllojdali dei tessuti dell 'origanismp vivente. Si 11a, in primo tempo, la liberazione · di actdi, 1p ercl1è gli anioni si distaccano dai com1plessi e ·si i.clr')lizzano più fn.cilme11te cl1e non i cationi i quali, in secondo tempo, danno alcali liberi q11an.rlo ~i .p rolunga l'azione dei raggi e quando gli anioni, mobilissimi, siano stati per intero eliminati. Ora, se lo stato anafilattico non è a ltro ohe una carica acida che, per cause anche minime si Ya ' lentamente e subdolamente forrnanclo ed i11grandendo, i raggi X, le radiazioni consimili e q11elle 5olnri d evono funzionare da age11ti anaftlattizzanti appunto perchè (non ctt\!ersamente dalle sostar1ze col 10idi cl1e penetrano i11alterate n~ll 'organis1no) agiscono liberando ·dai complessi colloidali degli acidi, i :quali non si elimillano, mf!. si fissano nei tessuti in forrna di joni formando compl.es~i che si decompongono per le cause anzi1dette e liberan0 acidi lentamente intossicando l'organis.mo o tutto in una volta produce11do la scarica anafilattica.. Si spi egano così. il ·deiperimento cl egli animali irradiati a lungo, l'albumi11uria (per la ~Ti­ ma volta osservata dall' A .) ed i sintomi cli11ic] più importanti; tutti feno1r1eni che stanno ad indicare un'intossi-cazione acuta che si confonde, 1per i sintomi, con la intossicazione actda. Se viene così spiegata. la carica ' rimane 1p er·ò tuttora inespli.cata la scarica anafilattica o c:;carica acida, non tanto p·er j suoi effetti deleteri ~ he sono quelli degli acidi cl1e si liberano, ma per il modo strano nel quale essa avviene. Invero . tutte le reazioni colloidali danno spesso questa irnpres5ione di stranezza ed è naturale che la dia i.'.~ ncl1e l'anafila.ssi ol1e in esse rientra. P er la scari ca anafilattica però sembra giunto il ternpo in cui si può intravedere il 1neccanismo con c11i si

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1246

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XXXII.

FA~( . ::i"l j

prod uce, basandosi sui fenomeni di attrazione (ca!or c, r <l.diazio11i lutninose, ecc.), o chimici (osdegli j oni negativi da 1parte d ella materia e ~ulla sig.fln o, acidi, alcali, soluzioni iodate, ecc.), per rev~1sibiliUt d elle combinazioni joniche nei ._·ola t.tenuarr1e il i)Otere nociYo. Però se ciò si otloidi: sono aipp unto questa r eversibilità e la iutiene, anche il p otvre i mu1unizzante è i11debolito e reso incertù. stabilità delle cariche che rendono .p ossibile la vita n ell e su e m olteplici manifestazioni. Intanto è possibile, grazie alla reazione di f loc• Le m embrane ed i colloidi cl1e hanno caric'l nec·ul::tzio11e, e$eguita con la tecnica stabilita da. gativa e che, per azione degli acidi (a. concenRaruo11 ~er il dosaggio dellie- antitossi11e, valutare trazione conYeniente ed a lla dipendenza del 11u il potere antigene de.Ile tossine. Se si fa una ser1P. cleo 1nicellare) possono assu1r1ere carica positiva, di lniscel e di tossina difterica e di siero anticliftesi trovano dt1n1que jn uno stato di equilib~io 1p rerico, ·di c11i si conosce p otere e titolo, si O$~PrYa cario. Basta una minima variazione in uno dei . nelle provette. opalesc.enza e poi flo cculazione se1nfatt ori di taI·e equilibrio (p: es., n ella concentrapre . più netta . La flocculazio11e, a un esa1n e atzione degli idrogenioni) p erchè la carica del colte11to, compare dapiprima in unq. delle i)rovett.2 : loide si invP.rta e si ritorni alla 1primitiva carica dove cioè la tossina e· l 'antitossina si sono ' n~u • negativa, ovvero alla :stabilità , duratura. f: a PiP ~· ·1- tralizzate il .p iù esattamente possibile. PartEndo to in tale momento eh.e si produce la scari ca da questa con statazione è facile comprerrdere anafilattica; si 11a cioè u11a grande pertur:bazionc corne è 1possibile valutare uno dei componL'nti j onica n ella quale s1 compio n o idrolisi im1neconoscendo l'altro . P er ciò che riguarda l a to5di at9 ed (!.bbonidanti; gli anioni negativi. si. trasina difterica, il su o valore può esser e espr€sso sformano in acidi veri e propri che rendon0 imin funzione della quantità dj antitossina ner.essar ia alla saturazione, e ch e per ciò provoca !a .p oss ibile la ' 'ita. Gli ste&si effetti 1sono prodotti dalla inocuJ..a co~parsa della floccu lazione iniziale in una serie zior1e di un antigene o dalle diver se rndiadi iniscel e costituite da u11a quantità fissa di tossine e da volumi ,,aria.bili di siero. zioni, co11 l a d e.composizione dei complessi, la Così in u na tossina · come la difterica bi:;ogna .m essa in libertà di acidi minerali ch e, n.gendo sui colloidi tesst1lari, elettrica1nente negativi, si considerare oltre ch e il potere tossico ed il potere antigene, i l p ote.r e fl occulante. Numerosi saggi con1binano con essi diYentando 1p ositivi e 1·im a sui cavalli hann o mostrato che il p oter e antigene nencJo in tale stato fino · a c he !Perdurino ' le cause non di1p ende dal potere tossico cc attuale », cioè cl1e hanno prodotto il cambiam en~o e che .'"':13.\ldal ll umero ,delle « do1s i rr1ortali n iniettate, ma t e11gono l'equilibrio raggiunto. In questo momen• è prop or zionato al p otere flocculante cbe ip ossie· t o, basta l 'aggiunta, sia pura minima, di un acide la tossin a al momento in cui viene iniettata. do o di un alcali , per portare la carica al s uo Le rj cer che sulla tossina ·d ifterica hanno perrnes::;o punto isoel ettrico non ancora raggiunto od oltrepassato, ed a,rer e l ' inversione del segno e la 5cadi constatare eh.e l'aggiu11t::i. di sostanze c himiche corr1e l 'aldeide formica, e razione prolungat::i. d rica. Entrambi queste aggiunte ~ossono \'Pr ifiuna temperatura di 40o det'ermina una dimi11ucarsi, i n quanto che l e inoct1lazioni di a ntigeni zione del p oter e nocivo, lasc1ando immutati an· ed i raggi X tendono ad a ci·diftcar e quan·do agichP per m olti mesi il potere fl occulante, e il poscono sui co111plessi fisiologi ci o normali e tentere immunizza11te. Questo 1prodotto che ha p ec· dono invece ad alcalinizzar e quando agisco!1o su duto il p oter e soltanto nocivo della tossina da cui con1pl essi possa ti da forze decomponenti. fi,L. deriva è l 'anatossina. 1:an atoss1na· difterica oltre al suo 1POtere imLe anatos ine. 111un1zzante, ed alla sua innocuità, è dotata di (G. R AI\-I ON. Paris médical, dic. 192.1.). proprietà :fisiche speciali che n e f a11no un Ye~o corpo nuovo: è più resistP-nte, al calore ~d agli Corpi n ocivi come le tossine difter1cl1e o tetaagenti di strt1ttor i in generale, della tossina .:ia niche, o come i comuni veleni, trasformatj in cui d eriva, e n on perde .quasi nulla del suo popro<l otti inoffensiYi dotati di un alto potere imt ere anche dopo lunga conser vazior1f> in ghiaccio, mt1nizzante fa cil1ne11t e dosabile mediante una reaalla temperatura ordinari a, al coperto o esposta 1io11•.., in vritro, e t1tilizzabili nella ter apia prevenall'aria. tiYa e ct1ratiYa di alcune i11alattie d ell'uon10 e .&. naloga1nente a qu ella difterira. altre t0ssine degli animali: ecco ciò che R amo11 ha inrl icato come la t e1 a nica, la anaerobica, l a botulinir.o, P. col nome di u anatossine ». perftno tossine vegetali comP l 'abr1na, e veleni Co1nu11en1entr le varie tos ine impiegate p~r la corne quello del cobra, po sono essere trasforn1ati i1n111u11 izznz ionP <legli ani n1ali produttori di antit11-. . . int?. ~ono ot t<po~te all'azio11e di agenti fts! ci con nn prores5o similare, in 1prodotti che srJ no 1

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XXXII,

FA$C.

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SEZIONE PR.\ l'ICA

atossit:1 e tt1ttavia con serva110 il loro potere an1ige11e, p€r1nettendo i1umerose él1PPlicazioni praticl1e. Così è stato possibile ottenere coll'uso delle anatossine 11ella preparazione d ei sieri antitossici destinati alla immunizzazione passiva rlegli uomini e d egli animali u11a gran de econon1ia di te1r1po -e di m ateriale antige11e, senza rischi di a ccidenti 11egli anin1al i che sop·porta110 bene .t ale trattamento , e sieri cli alto potere. La facilità con cui le auatossi11e irn1r1unizza.110 gli a11imali da laboratorio ha fatto 1p ,e nsare di utilizzarle per la prevenzione di alcune inaJattie d egli a nimali domestici. Sicuramente l'anatossina teta11ica p otrà sostituire con vantaggio il siero in numerosi casi (interve11ti chirurgici, protezio11e d ei 1piccoli dal t€tano di origine ombelicale vac' cinazione antitetanica nei luoglli infetti) d etern1inando una immunità attiva molto più solida e durevole di quella passiva ottent1ta col siE>ro. In modo ar1alogo si potranno u sare le antitossine dei vibrioni settici e di altri anaerobi. Nell'uomo i saggi eseguiti con l'anatossina difterlna dimostrano che in linea gen erale ·è possibil P. co11 due iniezioni di anatossina ~ (eme. 0,50 e eme. 1 ) fatte alla ·distanza di una ventina di giorni, ottenere un grado di immunità eh.e è ind.icato dalla trasformazione in reazioni di Schick n eg·ati ve <li r eazioni che erano positive immediatamente prima delle iniezioni di anatossina.. 1L a immunità conferita in questo modo non dovrebbe essere, logicamente, meno d11ratura ·di quella otte.r1uta spontaneamente, che in gen erale -è giudicata solida e spesso 1per tutta la vita, secondo la grande esrperienza d.egli autori a111ericani. In tal caso il 1netodo largamente tapplica.to 1'farebbe fa.re un grande ,p asso alla profilassi della difter ite. Sj è 1p rovata l 'anatossina difterica anche nel tratta1nento terapeutico della malattia Bia per ottenere la scomparsa ·dei ·g ermi, sia per evitare complicazioni tardive. L'anatossina tetan ica s1 mostra inoffensiva n ell'uomo, € se ancora non si può dire .se sia sostituibile al siero nel caso di ferite sporcl1e, rtato <'Ile non si conosce ancora. bene la rapidità di con1pa.rsa dell'irr1rnunità così 1provocata, si può essere persuasi dell'utile impiego per l'immu11izzazione di soldati all'inizio di t1na cam1pagna. E f òrse come per la difterite si potrà trarre profitto nel , teta.no dichiarato dall'u so dell'anatossina, da sola o associata al siero. Queste applicazioni delle anatossi11e cl1e so110 state o che sara11no fatte in seguito, potranno costituire un capitolo nuovo di teraipia la cui irr1portanza sarà detta dall'a-rve11ire. A. PICCINELLJ.

1247

Sull'autoe1note1·apia. A rch. f. klin. Chir., vol. 133, pagina 509, 1924).

' I.

\ ·oHSCH UTZ.

In un articolo denso di con cetti, ma povero di 1parole, Vorschiitz espor1e i ri sultati di alc11ne ri:cer cl1e cliniche st1ll'autoernoterapia. Egli dice che n el sangue 1pen etra un agente nocivo sia ' sotto forma di tossina, che di infezione ,s i assi' ste ad una produzio11e di globuline. Mentre normalmente il raipporto tra albumine e globuline è di ~4 : 136 %, i1elle affezioni infiammatorie acu te si può giunger e ad una inversione della formula anzi ad un a massima prevalenza .delle seconde sulle prime. Qu.esta pr0iprietà del sangue viene esaltata con l'iniezione di cor.p i proteici (raseosanJ ma anche m eglio con quelle di san gu e proprio. Difatti con l'iniezione di sangue proprio, tolto dalle vene e .divenuto quindi come un ielemento estrai1eo d el sangu~ stesso, introduciamo n ell'organismo insie1r1e ai batteri e tossin e , anche o0-11· . anticorpi di natura strettamente specifica. In q uesto m odo da tin lato si !I)rovocano le 1produzioni di antitossine, e si determina un'immunità attiva, dall'altra introducendo degli anticorpi già pronti si effettua un'immunità passiva. P er comprendere quale delle due forme di immunità prevalga, dobbiamo ricordare alcu ni studi di Ruppel, il quale riuscì a scomporre per via eJettrolitira, le globuline. In questo modo fu dimostrato come nelle trasformazioni delle albumine in ernoglo·buline si passi attrav~rso una fase d ella d11rata di 2 gior11i .d i p seudoglobuline, 1p ortatrici di antitos in e. Le ·globuline invece hanno proprietà agg·lutiranti, sono capaci di deviare il complemento, rpa non possiedono una per centuale di antitossifie maggiore .del 15 %. Iniietta11do quindi il sa~.gf e n e.i , prirni . tre giorni, veniamo a istituire un 1r.pmun1ta passiva, m entre non possiarno contare sull' evj denza della. reazione ag.g lutinantP. cbe dopo 8-12 giorni, in cui è completa la trasformazione d elle pseudo-globuline in emoglobt1line. Ma cla questo ne scaturisce la n€cessità di iniziare la cura precocemente n ei primissimi giorni ;p er utilizzare n el 1nassimo grado la presenza ·ù i 1pseudo-globt1line, che è legata all'azione di anticorpi. Tuttavia oltre queste proprietà specifiche, i~ sangue contiene anche delle 1pro1prietà che da vari autori sono state considerate diversan1eote e cl1ie si manifestano con la deviazione ver so sinistra del quadro ematologico, ne1 senso di A rnet : leucope1ùa. Ma l'elemento più importante rlell~ lotta contro 1 'infezione ·è rappresentato dalla q11antità di globulina direttamente proporzionale •

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II.

POLfCLI~ICO

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XXXII FA<5C. 35] I

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a quelle delle tossine e di cui può disporre il sangu e e cl1e dipendono dalla trasformazio11e delle albumine. Oru., con la iniezione di sangue si viene ad at1mentare la produzione di globt1line, d a ciò la loro 1mportanza terapeutica. D'altra parte ancl1e il tessuto mesenchimale della milza e del fegato reagiscono con la produzione di n uoYe cellule. , Un'influenza straordinaria esercita l'autotra5fusione sul sistema nervoso vegietativo. I sintomi possono variare dai minimi irritativi a quelli dello shock .p tù pauroso. O durante l'iniezione di sangue defibrinato o poco dopo si manifesta arrossamento della faccia, palpitazioni dj ct1ore, sen o di angoscia. Un'influenza ·s1piccata viene risen tita dai nervi motori della muscolatura intestinale. Questa azione sul sistema nervoso vegetativo è legata intimamente alla presenza cli ~·rodotti di disfacimento dei globuli rossi e degli altri componenti sang11igni e ad una influenza sulle condizioni osn10tiche fisico, chimico e cellulari. Ora d11ra11te la inalatt1a. il contenuto di albumina cellt1lare, varia, aumenta o diminuisce a seconda le diverse affezioni ma certo perde i1 suo equilibrio nortnale che si aggira su una media del 30 %. ·Cade a1 disotto della norma nelle flogosi, risale nei t11mori e r1€ll'anemia perniciosa. Perciò qualunque sia l'azione di qual siasi rimedio essa deve tendere anche a1 ristabilimento di questo rapporto cel1 t:-. lare. Ed è appu11to il compito d ella prote!no-tcrapia. La tecnica dell'autoemotrasfusione è sem1plice: cta11prj1na era preferito il prelevamento di 80-50 eme. di sangue da una vena e la sua iniezione immediata nel1e masse muscolari dei glt1tei. Ma poi si è dimostrato preferibile l'uso di isangue defibrinato percl1è più efficace nella quantità inizialP di 2 eme. aumentato man mano fino a 12 c1nc. n elle jniPzioni successive praticate a giorni alterni. o quotidianamente, ave11do cura in queste cli aggiungere al nuovo u11 po' di sangue ' 'cccl1io co115ervato sternment e. Quando insorgono ff'no1neni ininacciosi, bisogna sosip endere l'injezio11e ;per 2, 5 minuti e poi riprenderla lentissi111amentc. Qualche volta, n ei malati assai deper it i. si assiste ad unn fase n-f>gativa legR ta alla incapaci1à clell'orga11ismo di fabbri care antitossine C' proporzionale a Ila son1ministrazione di un eccesso rli antigene. Clinican1ente si osser,·a un rall entamento nella guarigione e una diminn zione cl rll'ag-glutinazione. I ris11ltati :::-ono quanto n1ai confortanti: nelle bronchiti e polmoniti post-operatorie ba~ta un~ s.e111plice? iniezione di 50 eme. cli sangue per dctcr1ninare una iniglioria coc;picua; così n Pi for 11 Hcol i t, fo,·i in cui ~i riesce ad avere ragione 1

r~pidamente

dell'affezione. Buo11i risultati 5 i van_ tano an~he nella gonorrea acuta, nelle ulcere delle gambe. Risultati negativi nella epilessia o n-ei tumori. Questo metodo quindi provato in be11 196 casi con un numero grande di risultati ottimi va adunque prov.ato su larga scala onde vedere se le 1spera1?-ze cui dà adito si mantengono confermate. E. M.

ORGANI DELLA RESPIRAZIONE. '

La bronchite cronica. 1E. O . OTIS. Boston med. and surg. journai, 14

maggi o 1925). Può essere soggetto di controversia il decjdere se la bronchite cronica ·s ia o meno un'entità clinica, ma è un fatto che essa costituisce spes~o un sintomo predominante, sicchè per scopi cliniri. PS5a può essere con siderata in realtà una malattia a sè. Sul te1npo da cui deve durare una broncl1jte ·p er esser e constderata come cronica , non vi è un accordo assoluto, ma 5i può ritenere che una tosse bronchjtica che dura da 5-6 settimane va ritenuta com-e cronica oppure come sintoma di. u11'alira malattia. Quecsto può osservarsi incÌdentalmer1te in diYerse inf Pzioni (tifoide, influenza, si· ftlide, ecc.) oppure in rpersone di età avanzata con alterazioni de.ge11erative del cuore, dei 1p-0l1r1oni, .dei reni. In entrambi i casi, la bronchite r.ronicq assume spesso l'importanza predominante e diventa la vera malattia che richiede per sè stessa il trattamento. Ta1ora la bronchite cronica maschera la ma~attia che la produc-e. Se, p. es., si esaminasde lo SJputo di tutte le 1persone di età con tosse cronica, si trovercl;>be che spesso qt1esta è dov11ta :::t tubercolo5i; non pochi barnbini sono stati. cosi infettati dalla nonna o dalla ''ecchia domestica tubercolotica. Ser.011do Babcocl{, la bronch ite cronica v::t d!· visa in due categorie, l'una dovuta a quaict1e g.erme patogeno specifico, l'altra invece risultante dallél. frequente ripetizione di llna co1nune tracl1eobroncnitr f'he sj sviluppa in sidiosamente e ipuò esser e co11, iclerata come un'infiammazione nor1 specifica d elle Yie ae ree. Kella prima categoria, la malattia specifica. può sco!11parire e rimane poi la condizione di lJron · chi tr cro111 ca, come ma latti a a sè. Si trovn in tali casi una lieve dimi11uzjone della risonanza a~la base di un polmone ed un numero variabile di rantnli rr1urosi a medie bolle. Può darsi che si tratti di una bronchit e localizzata, ma n on è da es~1Ldersi che si abbia invece a chP fai r. r.on un \'ecrhi0 focolaio di broncopoln1onit e, quC'tla che :\iema)·er chia1naYa bronchite capillare. L'A. rita


[ANNO ~"XXII, FASC.

36]

1~49

SEZIONE PRATICA

il caso di un 1paziente che era stato ricovernto in ospedale per un' affezione broncotPolmonare e ne era stato rilasciato con diagnosi. <ii tuberr;olosi, probabilmente p er la Pirquet positiva , consiglian-. dogl1 il ricovero i11 sanatorio. All'esarne l'A. trovò appunto una zona di rantoli umidi alla base di un .P olmone e null'altro; escJuse la tubercolosi e p otè vedere che il paziente guari in tre mesi, dopo i quali era altresi scomparsa la zon'l. dei ra11toli. Un segno analogo può in verità tro\Tarsi anche 11ella bronchiectasia, in cui però si hanno a11che altri sintomi e la radiografia mostra la caratteristica forma a gra1ppolo. Nella seconda categoria, delle bronchiti no1J specifiche, .p ossono essere incluse quelle che si trovano nelle person e di età avanzata che hanno al- · terazioni degenerative oppure in individui esposti all'umidità o a cambiamenti di temperatura; in altri casi si trovano come fattori etiologici polveri di varia specie o vapori irritanti. Le bror1chiti cronicl1e risultanti .d a frequ enti attacchi di tracheobr onchite debbono essere accuratamente investigate rperchè non capiti la brutta sorpresa di vedere comrparire una forma tubercolare. Ogni t osse ostinata va accuratamente studiata nel}n sua etiologia e n elle sue ma.nifel'tazioni, con l'e'lafl'.1.f> fi sico e la ricerca batteriologica dello 51Puto. All'esame fisico , n elle broncl1iti cronich e, si trova di solito jl torace pieno di rantoli •sonori e sibila11ti, talora anchP. di quelli secchi; ad i11terval1i l 'ascoltazione è del tutto negativa, come a~­ cad~ nell'asma. I segni sono generalmente bilaterali, m a talora anche unilaterali. Prati.caro ente si trova sempre dell'enfisema, in quanto che no11 è possibile che un in.a1.viduo tossisca per 111esi ed anni senza che n e soffrano i tessuti elastici del poln1one; questa complicazione aggiunge la dispnea al corteo dei sintomi. Col tempo finisce col soffrirr1e anche il mi.ocardio, p er cui Bi ha dilatazione del ventricolo destro e quindi una .nuova cau sa di dispnea. La batteriologia di queste forme non specificit~ non mostra n essun germe prevalente, sebbene i11 qual che ca.so Si sia trovato una coltura quasi 1pura di bacilli dell' influenza. Poco o punto si ipu0 dire della radiologia di queste forme ed è tuttora ir1certo il significato del così detto inspessim ento peribro11chiale. Vi sono poi altre condizioni che possono dare come sintoma predotninante la bronchite cronica e cioè : i tumori endotoraci-0i, senza segni di loca liz.zazio11e in cui si ascoltano soltanto dei rantoli, ' j co11p:i estranei nelle vie aeree, la pneumocon oisi, l'empiema cronico, l'aneuris1na .dell'aorta, le cor1dizj oni artritiche, la gotta. La diagnosi differ enziale in alcune di queste form e rpuò essere difficile e va co11dotta con precisione ed accuratez7.a.

Trattamento . Evidentemente il primo paisso deve

con sister e n ella ricer ca della causa ed, in ser:ondo te1n1p o, n el migliorare i sintomi inc0modj. I11numerevoli metodi e medicine sono stati tentati con vario successo. Nelle p ersone anzia'l a può esser ·.' utile il ;Soggiorno in un clima mite chP., !n qua.cl1e caso, può f arsi anche artificialm P.nte nell'abi tazione; vi sono dei vecchi contadini in Inghilterra che, all'in izio dell'inverno, si cacciwo j n letto e 1tj rirnangono fino alla buona stagione. Sull'uso dei vaccini , l 'A. dichiara di non avere <:~·perienza, ma ritiene che possano portare quale ··.e giovamento soltanto nelle fo rrne .s pecifiche; jl cloro, convenientemente diluito nell'aria, può essere utile nella coriza, ma non farebbe che eccitare od aggravare una tracheo-bronchite. I

FILIPPINI.

Le cu1'e chi1·urgiche della tbc. polmonare. . (MORRISTON DAVI ES.

The Britsh medical Journal, di-

ce1nbre 1924) . Il pneumotorace artificiale rappresentava fino a circa 1.0 anni fa l'unica cura chirurgica della tbc. ·p olmonare, mentre og·g i esiste tutta una serie di metodi d.i cura chirurgica affatto lievi e non esenti da pericoli ma che de'bbono essere conosciuti dalla mag·gioranza dei m edici. 1

1) Pneumotora ce artificiale e taglio delle aderen-

ze pleur iche. Con il ip neumotorace artificiale si .p uò

o immobilizzar e il po~mone m ettendolo in -riposo, o 'comprimerlo. Il primo effetto è utile n elle lesinni relativamente iniziali, mentre nelle forme croniche di tbc. polmonare, con lesioni anatomiche ùa terr1po costjtnite, con dilatazioni bronchiali ed escavazione del parenchima polmonare, il collasso del polmone è d'im.p ortanza prevalente e, perchè riesca efficace -realmente, deve essere co111pleto. •Le osservazioni cliniche infatti dimostrano che i risultati della ct1ra pneumotoracica son o in dubbiamente migliori quando il 1pneumotorace è completo anztchè parziale e limitato da briglie, da membrane e 1Pilacche aderenziali, ecc., t anto che in base a queste consi·derazioni risulta necessario in taluni casi, recidere le aderenze che ' imp ediscon o il collasso, dopo averle be11e indivi~ duali zzate mediante il torascopio. 2) Collasso delLa base polmonare e frenicotoniia.

Recidendo le fibre nervose che si distribuiscono ad una metà del ·diafra1nma, si ottiene la paralisi dell'emidiaframma e si sopprime la sua funz1one. Oltre ciò l'emidiaframma tPer la perdita della tonicità muscolare, si solleva in alto nel torace determinando un 1parziale collasso del lobo inferiore ·del polmone. Nei ruesi successivi alla frenicotomia, il diaframma 1per l'atrofia cui va incon-


1250

1L POLICLINICO

tro, s'inn alza sempre più e conseguentemente il collasso è maggiore. i a>uò riuscir e i11 tal m odo ad avere un collasso polmonare uguale fino ad un terzo del volume del p olmone. Le frenic otomia Yiene eseguita al disopra dello scaleno anteriore; ma mentre n ei casi in cui esiste lln grosso nervo frenico si può ottenere la paralisi quasi completa del diaframma, nei casi dove il frenico è m olto sottile, il risultato è assai mediocre. Le tec11iche operatorie, ideate per impedire i cattivi r isultati della semplice r ecisione del nervo fr enico, sono due: a) T aglio ed evulsione del fr enico . Il nervo deve essere messo in evidenza n el collo lungo il suo decorso sopra il muscolo scale110 a nteriore. Tagliato il nervo, si geve 1praticare lo strappam ento d el suo tratto ~erif erico, cioè tenta:e d.i estrarre tuttto il frenico dal torace (portando via all'uopo le inserzion ] del .d iafra1nma) e se i1 tentativo riesce felicemente, il frenico portato Yia <;iovrà misurare da 30 a 40 cm. I p€ricoli di qu e::;ta 1na novra sono ra1ppresenta ti de:tll'emorrag1a , .specj al1nente dovuta all' arteria diafra1nmaticopericardica e alle due vene satelliti che fianc11eggiano il nervo frenico. Altro inconveniente è la lacerazion e d el polmone c on conseguente rpneumotorace o piop11eumotorace e infine la lacerazione d el~a su cclavia p er stirame_nto d ella specie d'occhiello che attorno ad essa formano i1 n. frenico e il n. accessorio. b) Eren.icotomia radicale di Goetze. Il n. fr enico \·iene ~agli~to in basso nel collo. Le fibre d el si.IDJpa tico cb,.e si portano al ganglio cervicale inferiore, cto~o essere s tate individ11alizzate mediante i,.10,a lieve trazione esercitata sul f.reni co, vengono tagliate. \ 'lene anche tagliato il nervo fr enico, che si porta al m. su cclavio, nel punto in cui si stacca dn.1 tr0i11co superiore. in corrispondenza cioè d el bordo, su.periore ed anteriore del plesso brachiale. Goetze co11siglia là frenicotomia q11ale surro~ato dol ipneu1notorace artificiale, nelle forme in cui il r)forni1ne11to non può essere eseguito. Altri A.!\. (Bruner, a11erbrucl1) ritengono la fr enicotomin. comE> l'intervento di elezio ne n ei casi di tu bercolosi llel lobo Jnf erio re qi un polmone. ~r1·ont\Q tali A.\. la paralisi dell'emidiafra1nma vn t~seguitn nelle forrnQ tqbbrili, allorcllè il 1pneun101orace i1on può essere istituito ; nelle tbc. bilatorali a\ anz~tc, 1)otendo la frenicotomia, allevia l'P i sinton1i inorbosi, se fatta sul IPObnon e più gra•:cmente offc-;o; nei casi di tosse emetizzan te d Ì1lfiJ1e a.11 ·hc nelle forrne di pol1nonite in cui I

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XXXII, FAC5C. 36)

per la ma11canza della risolu ~ione del processo morboso, Si ·ha spesso come con seg11en za sviluppo di bronchiettasie. Con la frenìcotomia non raramente 1può ottenersi abbassam ento d ella te1nperatura e diminuzione con siderevole della tosse e dell' espettorato. 3) Coll assn del poi1none. Ap1.colisi. Staccando la pleura parietale dal torace si ottiene uno spa3io che 1pt1ò essere riempito di un corpo estraneo (paraf:fina, grasso, ecc. ) e che può essere quindi utilizzato per otten ere il coliabi1nento della parte suiperi·ore del polmone. Co11 tale m etodo si può ottenere un collasso permanente abbastanza efficiente d ell'apicP. po11110nar e fino al livello della 3a costa, lungo la linea emiclaveare. A tale o;p erazione sono p erò state mosse al cune obiezioni e cioè in primo luogo che occorre i.ntrodurr.e un corpo estraneo, e secondariamente, che con i·apicolisi, può accadere che il materiale tubercolare spre1nuto dal lobo superiore scenda i1 ell 'i11spirazione infettando il lobo inferiore. Da molti Autori ·è stata adoperata la 1p araf.fìn a ma questa sembra abbia il difetto di esser e irritante' e per con seguenza può determinare un versa1n en to extraipleuri co. Non p otendo impedir e che esso si apra una s tra da all'ester no, attraverso la ferita 01p eratoria, si può originar e una fistola cl1e prima o dopo s'infetta. Formatasi la fistola, s'impone la n ecessità di togliere la paraf;ftna e fasciare la f erita con garza jn m odo che il collasso · rirnanga immutato. Alcune volte per essere sicuri del coll asso, si asiportano due o più costole allo scopo di affrettar e la cicatr;izazione della ferita. 4) T oracoplastica. Può esser e ·definita come 11 collasso di tutta la parete emitoracica insj eme col polmone malato. Il metodo classico va sotto il norrtc d1 Wiln1s o di Brauer-Friedrich, ma S:iuerbruch l'ha m odificato in base all'importanza di sezionare ed a sportare la parte posteriore delle coste rasente ai processi tra,rersi d elle vertebre. L'intervento con siste n el po:r:tar via i seg1nenti ossei tolti alla parte p osteriore d elle 10 o 11 coste suptlriori merli.ante t1n'incision e a1np1 a paravert.ebrale. I l collasso che si ottiene 1pur essendo completo e permanente, non raggiunge inai quello cl1e si 11a nei casi più brillanti di ipnet1n1otorac0 artificiale ma in confronto di questo l'ate' lettasj a polmon are che si ottien e è costante. I risultati cl1e si 11anno risipetto ai sintomi sono a volte sorprende11ti, l)Oichè non è raro di avere l'im1nediata e completa cessazione della to~se e dell'e pettorato. L' operazione non è se1r1prc coronata cla &u cce~so; essa può essere anche letule.


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XXXII,

F ASC.

36]

SEZIONE PRATICA

l251 •

Dalle varie statisticl1€ r iunite, si ha cl1e fino ad ora sarebbero stati operati di toraco~lastica ben 514 malati; di essi 237 ne avrebbero rip ortato un notevole benefici o. I casi n ei quali la toracoplastica va eseguita sono anzitutto quelli d ove il !Pneumotorace è str:i.to fatto ma con risultato negativo, o quando il collasso fu inefficace o infine se 1p er abbandono del pneu1notor ace si è avuta una r ecrudescenza dei fatti m orbosi. Il più piccolo segno di attività morbosa però n. carico del polmone controlaterale, costituisce una controindicazione all'intervento sul polmone m alato e così pure la presenza di qualsiasi altra affezione con comitante, tubercolare o d'altra natura, che risieda fuori della laringe, rappresenta un::i controindicazione assoluta all'o1Perazion e. A. POZZI.

Il pneumotorace idatideo. (DÉVÉ.

R evue de chirurgie, n. 2, 1925).

La p rima osservazione si deve a F ouqui eT nel 1828 e riguarda va una donna che, improvvisament e colta da dolore all'emitorace destro, .p resenta\1a i segni d'un versamento di liquid o e di aria nella pleur a e che all'autopsia diede il fepert') d ·una cisti d 'echinococco del polmone a per_ tasi n ella cavità pleurica, d'onde il liqui·do e il gas in essa contenuti. Una seconda o5servazJone con il segno del soffio anforico è qt1ella di. 1\i1ercier. In seguito altre osservazioni sono state fatte m a la r ott ura pleurica della cisti d'ecl1inococco 1pol1nonare segt1ìta da rp neum otorace è una complirazione rara 11otendosen€ r iunire solo una trentina di casi. Il pneumotorace jdatideo ha un mas5imo di frequenza nella età giovanile, fr a 15 e 30 a nni; co1pisce maggiormente l'uomo e ciò in r a pporto con la frequenza dei traumi. La rottura plo 1Jrica pt1ò avvenire in m aniera s1pontan.ea, do1po uno sforzo (defecazione, sollevamento di pesi) , rtopo un accesso di collera, doip o un trauma, dopo un~ pu11tura. La rottura pleurica ha sede roi;tanle1nente alla faccia esterna .del p olmone, spP.r ialmente verso la base ed è .p iù frequente a dP5tru.. Il Y.>olmo11e si trova afflosciato e r etratto verso il medi.astino, la pleura è co1perta da una falsa m ernbrana fibrinosa e la cavità piena di liquido più o m eno limpido fino al purulento od en1orragiro; si 1può anche tr ovare una echinococcosi secondaria d ella pleura. Casi simili a quelli 1dell'uomo sono stati risc ontrati nei bovini e dall' A. in un coniglio dopo ino~n lazione di uova d'echinococco n ella trac hea,

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in cui potè rjtrovare il punto del bronco leso per cui era passata la cisti 1p er andare nella 1pl~uri:t, producendo come conseguen za il pn eumotorace idatideo. P erchè avven ga la rottura ·della p leura è co~ dizion e n ecessaria l'assenza di adesione dei due foglietti della sierosa, ciò che si v erifica qt1ando la cisti ·p olmonare n on è su1ppurata ed è di m edi 'J volume; e p er chè s i formi il .p neumotorar,e occorre che la pleura comunichi con un bronco aperto. Ordinariamente l'a1p·e rtura del bronco 1Precede quella della pleura, ma può essere ancl1e contemporanea. In generale s i ;può dire che il pneumotorace idatideo si osS€rva n elle cisti corticalj, univescicolari, non infette e non vuotate ip recedentemente n ei bronchi. Come conseguenza della rottura intrapleurica della cisti p olmonare si ha: penetrazione di aria, emorragia intrapl.e urica generalmente moderata ct1i 1può seguire infezione bronco-cistica, verc;(' 1nento di liquido idatideo 1P er rottura della cisti (idato...pneumotorace), intossicazio11.e anafilattica ed ecl1jnococcosi secondaria della pleura. Nella sin tomatologia si trova: un inizio brusco con dolore violento al torace come di una lacerazione interna, seg11ìto da segni di soffocazion·e, cianosi, tosse secca con fenomeni tossici (edema poln1on are, stato sincopale, febbre, urticaria), raramente si 11a ernottj si. Cli11icamente si trovano i segni d.el com'n ne nneumotorace da tub ercolosi: dilatazione erl i1nino:tJilita della m.e tà corris1::iondente del ·torace, su ono 1irn1Panico, abolizio11e del murmure vescicolare, soffio anforico, abbassam ent o del fegato e della milza, ecc. Si 1p ossono distingu ere due fasi nella evoluzion e : l a fase asettica che può variar.e da qualr b r giorno a dei m esi, e la fase ·di suppur.a zione. Si avere vescica jpurulenta semplice e vomica 1può idatidea con emissione di membrane. La ·diagnosi , che è stata qualch/l volta fatta prima dell'i ntervento, si baserà sui segni d'un pn€l~motorace in individuo con costituzione ecce11.ente, senza segni clinici di tubercolosj, di oo-an&Yrena polmonare o di cancro p olmonare, sull'urticaria, sui risultati della puntura esplora tiva, sul!'esa1ne radiologico e 1sulle r eazioni biologiche sp ecifiche. Il trattame11to chirurgico ha dato risultati ottimi con una mortalità del 9 % e consiste in una larga ìpleurotomia con r esezione costale n el punto 1più declive, seguìta da drenaggio. R. BRANCATl . A

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1202

l L POL !CLINICO

CENNI BIBLIOGRAFICI /\. S;\LVAT :\AYARRO. T ratado de higiene. Tomo J. un vol. in-8° di 838 pag. -con 130 fig. M. 'Marin ed., Barcellona, 1925. Prezzo : 1P esetas 25. A questa opera d€1 prof. A. Salvat Navarro , tito-

lare della cattedra di igiene all'Univer.sità di. Barcelona, ben si addice il titolo di trattato in qnanto che essa è un a di q_uelle 01p ere a l arga base e ad ampio svolgimento, quali oggj si pubblicano solitamente con la collaborazione di diversi autori. In questo primo volume l' A., dopo una concettosa intr odu zione, espone al lettore l'azione delle forze fisiche e meteoriche sull'organism o, le alterazioni ed impurezze dell'atmosfera per gas, polveri e microrganismi. l)edica tre capitoli alla microbiologi.a generale e passa ip oi allo studio del terreno, di cui considera la costituzione geo-litologica, l 'acq11a, l'aria, i germi e svolge l'ar gomento dell'idrologia concludendo questa prima .p ar te in un capitolo di climatologia sintetica. Oggetto dell a seconda !Parte è la bromatologia, di cui con sidera dap[)irima i principi generali ed in seguito tutti gli alimenti e bevande , non trascurando le intossicazioni e le i11fezioni alimentari, le avitaminosi, ecc. Ad ogni argomento, seguono le indicazioni i1 ecessarie p er le relative ricerche e determinazioni analitiche e sperimentali, sicchè il trattato può anche servire come guida per tali ricerche. L'A. dimostra in questa su a opera di aippart enere a quella categoria i1on troppo numerosa di igienisti che, invece di aspirare ad ideali irraggiungibili , s i ren de conto della r ealtà delle cose e cerca di. adattare ad essa i dettami dell'igiene. \ ' alga come esem1pio la giusta osservazione cir ca i noti limiti per la p otabilità delle acque che, 5e dovessero adottarsi. in Sipagna, si lascierebbP c;enz'acqua lln buon terzo degli abitanti ( e n on m eno in Italia!) . L' esposizione è chiara, precisa e completa, talvolta in forma quasi letteraria (si legga p. es., la bella descrizione dei temporali n elle regioni tropicali). Il trattato è alla sua seconda edizione ed è !Pr& certnto da un 'introduzione storica di Ph. Hau5er. fi,l.

l e.ricnn der Er1iahriLng skunde. pubblicato da E. :\ lA~E~HOFER

e C. PTRQUET. 211. .p un tata, in-80 di pag. 191. pringer ed., \' ienna. Prezzo dr.ll:i puntata 7 inarchi-oro. t? u11a vera enciclopedia della nutrizion e in cui 1roYiamo trattate tutte le sostanze che in un modo o i1ell 'altro possono servire com e alimento, tutte 1 questioni con cernenti le diete. l'alimentazion~. ecc. Di ogni sostanza si danno le proprietà,

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[ A NNO

XXXII,

F .\SC.

36)

la. con1posizione, il m odo di !Preparazione, il valore alimentare ed eventualmente l 'indicazione delle varietà com1nerciali, gli elementi per il giudizio, ecc. Nella parte riguardante gli argomenti gen erali, la trattazione è fatta essenzialmente sulla base d el sistema di Pirquet , con l e n otazioni in Nero. fil. A.

CASARINI. La scelta dei piloti per la navig azione

aerea. Un vol. in-8" di. pag. 240 con 97 figure.

Roma, 1925. Libreria ·del Mini.istero d-ella Guerra , Stato. Prezzo L. 20. Il ten. col. med. Casarini Arturo ha arriGchito la « Collana J\ifedico-Militare » con un pregevol€ lavoro sintetico sulla cc Scelta ·dei Piloti 1per la navigazione aerea )) •p ubblicato n el maggio scorso C:t cura ·del ·M inistero della Guerra. Il n1anuale raccoglie con ordine sistematico P chiarezza i m etodi di €Sam e adottati in Italia, di cui molta parte sono frutto e vanto degli studi di scienziati italianj, per la 1selezione scientifica e cosc1 enziosa degli asipjranti all'arma dèl cielo, niretta allo scopo di avere elementi in posoosso di tutte le qualità fisiche e psichiche necessari.e alla sicura guida del ''elivolo e di ridurre al mi11jmo la p er~entuale dei disastri aviatori do,,uti alla « macchina uomo », percentuale che fino a pochi anni fa era impressionante. Il volum e è pr-eceduto da una rapida cor sa attraverso la breve storia dell 'aviazione cos1 progredita, con una :punta alle notizie mitologirl1e, f' da una esposizio11e dell'impianto, dello svil npipo e del funzio11amento dei Centri psicofisiologi.~i, dei ·quali l' A. rileva la grande importanza e la necescità che siano aumentati di numero, sempre qua11do si a·b biano a disposizione medici veramente specializzati e quindi atti a farli funzionare come sj conviene. Per quanto il Casarini si prefigga il m odesto scopo di instillare n ell,anirno degli aspiranti all'arruolam ento volontario e degli stessi piloti già arruolati il concetto che il Centro psiroftsio1ogico n on ha ufficio inquirente e vessativo, ma mira all'interesse p ersonale dei piloti già provetti Pd a quello dell'Erario, noi riteniamo che il m anuale debba avere grande diffusione e debba famigliarizzarsi fra tl1tti i medici militari e civili dei campi di aviazione i quali, avendo la facile possibilità di seguire e studiare quotidianamente davvi r.i'1o l,aviatore in tutte le sue manifestazioni ftsicl1e e psich i.che, n elle ore di riposo, durante i voli , ai quali, più spes50 di quel che i1on si faccia, do\Tehbero prenrler 1parte) e Sllbito dopo, potrebbero, con questa p1 eziosa guida e con unità di indirizzo, portare dei ,·al1cli contributi a tale bran ca llella


rL ANNO XX):II, F ASC. 36]

SEZIONE PRA1IC.I\

medicina nuova ed ancora molto giovane ed essere ancora di aiuto, colle osservazioni fatte, ai singoli centri psicofisiologici. RINALDI.

ll. CUSHING. 'J;he L ite of sir vVill•iam Osler. tDt1 e vol. in-8<> gr. ·di co111plessive pa:g'. 1413, con 44

tavole. Ri legati in tela. New York, Oxford Uni.versity P ress, 1925. Prezzo: dol. 12.50. • La vita del celebre clinico m edico anglo-americano è narrata, in questi due 1ponderosi volumi, r.on ur.a terrificante cura di parti.colari; vi sono raccolte le più inutili min11zie e vi è ri,p rodotta integralmente molta parte d ella copio.sa corriSipondenza. La rna·s sima parte dei medici J!On può trovare interesse che in una rninima frazione di queste 1500 pagine, la cui lettura imp orterebbe nn tempo non breve. Converrebbe, a nostro avviso, che l'A. ne stralciasse .q uanto v'è di più vivo e lo esponesse in forma sintetica e accessibile. · Lo stile .dell'A. è però chiaro e leggibile. Da una scorsa sorr1maria dei due volumi éliPPrendiamo che Osle1· nacque nel Canadà durante il 1849; che si avviò da;pprima agli studi teologici; cl1e il consulente m edico del •s uo seminario, dott. James Bovell f.ece nascere in lui il desiderio e il gi1sto ' degli studi medici e micros.co;pici : nei. momenti più difficili d el la su.a vita, Osler soleva i11vocarne la 1nemoria, scrivendone ripetutamente i1 nome ... Apprenclia.m o ancora che Osler éijp·p rezzava sopra ogni altro libro la « Reli·g io ,Miedici )) di T . B.r own e, di cui ·venne a conosoonza all' età di 17 anni. Apprendiamo c11e Ois ler esercitò dap1p rima l a me. . di-cina a 'l'oronto e a Montreal, nel 1Canadà ; poi passò a Filadelfia ed a ;Baltimora, negli Stati Uniti: infine fu chiamato nella inglese 10x.ford, dove si fermò. Egli es·p licò un'attività veramente straordinaria : basti dire che lascia 770 pubblicazioni; 11a differenziato varie sindromi cliniche nuo\''8, come l'eritremia, la telangiectasia ereditaria e l'anemia splenica; ha rivelato il valore di certi sinto'mi, come i cc nodu li di Osler » n ell'endocardite .s u.b acuta; ma sovratutto instancabile egli era n el campo pratico . Del su o celebre tr~ttato (Principles a·nd Practice of Medicine) si sono tirate molte d ecine di 1nigliaia ·di copie, tan to da meritargli i l nome di Bibbia medica; esso s i distingl1e per la concision e, per Ja chiarezza e .p erchè compenetrato e avvivato di esperienza (Personale; è stato tradotto i11 francese, in ted·esco, in spagnolo e 1p erfino in cin ese. Caratteri dominanti di .Qsler, oltre l'attività impareggiabile (la mantenne fino in ultimo: sembra,,a dotato di una gioventù perenne), erano: la passione per gli studi class i·ci (costituiva:r;o il suo ipiù gradito diversivo), il puritanismo .(non am1l1ctteva compromessi), l'amore 1p er i bambini e 1

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1253

la simpatia per i giova11i, la gentilezza, che n on si esauriva mai. Osler non fu solo un grande uomo, ma fu anche un uomo di caratter.e e un uom.o di cuore. L. V. L es curiosités d.e la médecine. Un vol. in-16° ·di p. 330. Librairie Le François, Pari·g i, 1925. Prezzo frs. 10.

CABANÈS.

L ' A. che è simpaticam ente n oto .p er i suoi. lavori riguardanti la storia della m edicina e diversi argomenti paramedici, ci 1Parla qui 1sulle credenze, le superstizioni, i simbolis1ni che :p.anno fiorito attorno alle diver se parti ed alle svariate .funzioni dell'organismo umano. Con una larga messe di aneddoti, di citazioni, n on dis.g iunte da considerazioni scientifiche che s1p1iegano l'origine di molte c.redenze, l' A. ci fornisce tante nozioni interessanti sulla pelle, sui peli, sui denti, sulle mani, SUi piedi. Libro i11teressante e di ~iacevole 1ettura, frutto di vasta e polimorfa coltura, che procura al lettore uno svago gradito.

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fil.

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ACCADEMIE, SOCIETA MEDICHE, èONGRESSI. R . .A.ccade1nia Medico-Chi1·urgica di Napoli. Seduta. del 28 giu·g no 1925. Pres:iidenza: p.rof . E. PIAKESE, presiden te.

Os.teotom·ia ad incastro e s1itura della tibia ·negl·i incurvamenti rachitici della gamba.

R.

L'O. riferiJSce u n ;processo· da lui aidoa_:>erato più volte con eccellente risultato per la cura di quei gr.a.vi incurvamenti rachitici del terzo jruferiiore delle ossa. d elle gambe che costituiscono il cosiddetto inginocchiam·ento ·delle gambe. Il p·r ocesso consiste in un' osteotomiia 1pla;stica ad incastro della tibia con sutura -OSSea ed in un' osteo~ tomi a oun·e iifonne 1de~ perone. L ' incisio·n e dei teo:umenti è unica, la lain·g itudin·ale ·un tantino in fuori d ella cresta tibiale. Denudata la tibia - che è ordinariamente derformata a fo1d ero di siciab~a 1a si incide Jongitud·i nalmente con lo scalp·e·i.to per 6 o 7 cm. fin·o alla qavità midollare, indi si r €secano Sl1lle due metà ed .a divel'sa alte.zza ·du e cunei alt erni con base in avanti , alta 3 om., ed iaipice in dietro. Denudato i.I perone e resecatone un largo cuneo a base anteriore, si soontin u·a la tibia e si corregge la deformità 1della gaanba defle~tendton~ J'incurvatura p·e r modo ohe i fra.mrmenti r1su~tant1 dalla siezione tibiale sco1'rendo l'un10 sull'.altro si inoastrano fra lor·o mentre gli spazii cuneiformi alt~rni scavati nell'osso si ohiudo110. Si p·e rforano allora latéra]rrnente i -due fra:mrment.i con un punter uolo .e~ con un p·unto ·di sutura s i fissano in mutuo contatto. MINRRVINI. -

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125·~

IL POLICLINICO

I11di si .Sl1tura la ferita cutanea e si immobilizza l'arto raddrizzato con apparecchio gessato. La relazione è co11fortata <la disegni schematici e da radiografie.

XX:\..11, FA'3C. 36]

trombo-embolie e sus.seguenti malacie) e quelli prevalentemente tossici. 'Tra i Yarì aggrupp.a.n 1enti morb01.Si che ne possono deriV1are risalta una sindrome speciale tossiemica-endocrina, la quale è caratterizzata da un deficit prettamente cerebellare acuto, cli 11atura tossica (transitorio per lo più) ed Consicleruzioni su cli wn caso di nevralaia facciale in i11timo nesso con un altro deficit funzionale cui 1.l' origirie cle·n taria. partecipn,110 ir1 modo evidente, oltre il fegato, i surProf. Co1tRADO D' ALIA E. - Si tratta ,d i un caso reni ed in geRere 1e glandole a secrezione interna di 11evralgia facciale durata circa tre anni, e ripiù ir1teressaw al tono simpatico. belle a tutte le cure. La nevralgia fu ·p rima creduta Rico rda oprportunamente gli studì classici itad 'origine dentaria e perciò \'ennero estratti due . . . . ' . liani sulle neuropatie palu.sitri; ed accenn.ato ai ladenti, ma con vantaggi transitori; s1 penso poi vori cl~sici di Ron1berg e di Leroux sul parkinalla sifilide e con eguali risultati, ed infine fu risonismo palustre, dimostra quante varie lesioni dei tenuta d'origine centrale, 1na non se ne stabilì oontri n ervosi encefalici e midollari e dei nervi l'etiologia. periferici siano cau.sate cl.alla mala·r ia, che non riVenuto il caso all'osservazione dell'oratore, quesparmia parte alcuna del nevrasse e fra le tante sti ere.dette che la nevralgia dipendesse dal primo for1ne ipuò anche provocare la par.a.lisi di Landry. picoo.Jo molare superiore destro cariato, con distruViene in ultimo .a1d illustrare l'azione malefica zione della -polpa ed otturato molti anni addietro, d€l paludismo sugli organi endocrini e p1'edilige e perciò ne eseguì l'estrazioin e seduta stante, ottesoffe:runat\si sulle sindromi complesse che ne derinendone in1mediato miglioramento, seguìto da guavano le quali poosono essere megli10 interpretate rigione coinpleta, che dura d.a tre anni, dopo avere e cura.te te·n endo conto del deficit di questi a,ppap·rovocat.o la degenerazio11e del .plesso dentale anrati della sua origine tossica e d elle relative provteriore, n1ediante iniezioni di alcool a 95° nella revidenze terapiche odierne (adrenalina, tiroidina, gio11e vestibolare corrispondente. L ' oratore fa quinpu11tura lombare, rettocli1S>i glucosate, inalazioni O). di delle considerazioni sulle nevralgie fa{!ciali e Già in .altro J.avoro sulle :interdipendenze tra infepsicosi ca11sat e da denti guasti od inclusi ma indozioni e diabete (G. Gastronuovo, e< Riforma medilenti richiamando l'attenzione dej medici su una . ca ». 1920, n. 37) l'O . ha richiamato l' attenzione ' . scrupolos:i osservazio11e del sistema dentario in dei clinici su questo nesso causale palustre, non tutte le forme t1e.,·ralgiohe d ella faccia con etiotrascurabile ai fini anrl1e our-ativi. logia ignota, o facendo inoltre i1otare come, data Ora ribadisce qnei oonootti a proposito dello l pola g ra11di sima frequenza delle malattie dentarie, surrenalismo acuto1 pal!ustre pseudoence falitico a p er cui rar.amente sii trovano in·d ividui immuni da tipo prevale·nte r;erebellare ed accomuna a questo es e a11che quando le lesioni dentarie non sono la peculiare meçcanismo tossi-infettivo endocrinopa' . causa diretta di m·alattie di altri organi e tessuti, tico l'oricrine di altre strane sindromi, quali la :, ne rappresentano sempre una causa ooadiuYa11te, form a pse'l1doperiton.i tica, pseudoappendicitica; pseche non bisogna trascurare. u.do cfJleri ca, p<;eu<ÙJ~~1 eningitica, che rassomigliano a quelle descritte rispettivamente da Ebstein, Her11Jo. u rre nalis1no acllto palustre pseud.oe11 ce falit ico ford Oppei1heim, Ewald, Thompson, da Ser'gent, ' . . . a tipo cerebellare. ed al.tri, cui va a,ggiunta la forma mia.stenica-iposu 1'renalica, a tipo Erb-Goldflam, illustrata da CaG. C.\.S'rRo~cJ OYO. - L'O. riferisce sulle n ote pestellino. A. OH1sToN1. culin ri di quattro casi clinici dia lui osservati, nei qi1ali la mala,ria ha ~unto caratteri simili a ql1elli della me11ing0-encefalite epidemica: due casi di III Riunione Nazionale della Società Itasi ntlrome cerebellare ac1tta, venuti a completa gualiana pe1· lo studio delle questioni sesrigione; un altro di afasia nioforia o anartria pura ; suali. - Convegno internazionale per l'esaaneh e g11arito, ed un ult imo di paralisi pse11.(lo1Juluare, venuto a morte. me dell'origine sto1·ica della sifilide. E samina le difficoltà diagnostiche, dovute alle (Tori no, 30 maggio-1° giu gno 1925). forn1e di 1nalaria latente, nelle quali spesso il reperto ematico è n egativo e la tumefazione siplenica Lo svolgin1ento d-e] progrnmm.a si i11izia, sotto non mo.lto evidente o tale da potersi riferire ad la presidenza del ~1 ro f. . B .\G LIONI , con la relaaltre infezioni e richiama l'attenzione 11lle « maz1011e: 110,-re diagnosticl1e riattivanti il paludi n10 latente », tra le quali dà la preferenza alle iniezioni La reaola111cntozione (/ella prostituzione combinate di adl'enalina e stricnina, .alla faradiz. tudiata clal punto di vista antropologico . zazione della r egione splenica ed all'uso endoT"enoso di piccole dosi di neosalvar sa11 cl1e p~ ~ ono fornire P 1 of. C .\RR .\R.\. L a pro ti tuta, conforme alle anche un criterio terapico. teorie lo111bro iane, rn p•pre cnt.erebbe ]'equi va lente "i offer1na ·ul n1ecc..'1nismo patoge11etico di tali del delinquente n1 asc·hile e perciò, nell' intere se della clifP. a social€ cloYrebbe es.c:.ere trattata con rnanift:stazioni nerYooe centrali. che fa capo a due se,~erp leggi di regolamentazione. Ne segue u na ordini di fenomeni: quelli circolaforl, (cn1orragie, 1

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[ANNO

XXXI·I ,

FASc.

36]

SEZIONE PRATICA

di.~cussione

tra regolame·n taristi ed a bolizio·n isti, questi ultimi in maggioranza, cui prendono parte MoNTESANO, L EVI, SACCHI, LoLUNI, TRAVAGLI, 8cR'EMIN, CAPPl!~LLI e PICCARDI, i quali ult.imi sostengono che non si debba e.sauri.re il Congresso in inconcil1iabili discussio ni teoriche, ma si debba discutere in base a.1 nuovo regolamento p er la p:rotf~ln.ssi che concilia ·il rispetto della personalità umana del1a prostituta c-011 I.a difesa socia.le d.ai. p€1·ìc:oli venerei . Su queste direttive i proff. CAPPELLI, :NioNTESANO .e PrccARUT , ii1ca!·icati dal Preside nte, tormulano il ·se,gue11te OT·d ine de·l gio,r 110, che vie11e ap•pro vato ad unanimità: e< La Soc. Ital. per J10 studio ·d elle questioni sessuali, plau·d endo alla dot ta r elazione de·l prof. CARRAR A sul complesso fenomeno della prostituzione, studiato dal punto <li vista antropologico, preso .atto della discussione che ne è seguita in merito ai varj criteri cui può i nformarsi una profiJ~j sociale e statale, contro l e malattie veneree, riconosce i pregi dell'attuale regolamento , ma ipropo11e che venga &erenamente ed obbiettiv.am.ente esaminato, per un conveniente periodo di tempo in tutte le contingenze della sua azi:o ne pratica, al fine di raccogliere elementi sicuri di giudizio da traGmettere ev·e ntualmente alla Direzione generale del la Sanità ·d el Regno; richiede 1per questo la collaborazione della Società italiana di de.1"mat0ilogja e sifilogr.afia, della Associazione professionale dei cle-rmosifilografi italiani, <lella L ega nazionale contro il pericolo venereo, dei direttori di sale celtiche e dei dis1pensari, degli ispettoTi dermosifilografi e dei medici visitatori, i quali potranno portare particolari contri)juti di osserv.azioni e proposte da discuter si in tln convegno generale». anin1ata

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Seduta del 31 maggio 1925.

Contro l'origine americana della sifilide. Il prof. SIGERIST di Zurigo p.arla, asserendo che l'esistenza .della sifilide in A·m erioa prima dell.a scop·e rta di Colombo non è provata; che n ei cimiteri dei leprosari f·r ancesi BRocA e R AYMOND tro' varono ossa sifilitiche .del ·seoo1lo XIII; che già nel medioevo si conosc.eva in F rancia una malattia che prElB'entaiva i caratteri della sifilide, ool nome di

scabies arossa, g?tosse verole, gros mal, mab fra11zoso . . :B <la l amentar e che alla discussione SJUll'importante argoo1ento sia mancato l'illustre p·r of. BoTdJUzzi, uno dei più strenui sostenitori della opinione contra.ria, generalmente .a.c cettata, l'ori•g in e americana della lue, portata in Europa dai marinai di Colombo e .diffusa in tutti i paesi d alle soldatesch e mercenarie che p.resero pia;rte alla sp edizio11e ·d i C'arlo VIII contro N ap101li.

Demografia ed eugenica in rapporto a.l movimento c.011.tempcroneo per il razionale controllo de lle nascite. Prof. ETTORE LEVI. - Il rela-tore, in b.ase a vastissime statistiche r.acoolte nell'Istituto Italiano di Igiene ed Assistenza sociale, dimostra che la •

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popola?.ion~ monrdiale <la circa 600 milioni al prin-

cipio tlel &ec. xrx, è salita a 1550 milioni .alla fine <lel detto secolo, a oaiusa delJ 'ecce<lenza di naiSCite sulle inorti, rlovuta alla forte diminuzione di mortal ità. Tale elevazione- p·oir ta ad una limitazione volontnria della _prole, <:on conseguente diminuzione della natalità, con danno d e.Ila qualità, poichè in tal nlodo avviene una selezione disoenica. Conclu·d.e affermando la necessità che bioJogi, ~ociologi, economisti, studi110 questi imponenti fenomeni derivando11e q-qe1le p ruidenti ~ratiche deduzionj che col t e1nipo potranno essere attuate. Sull'i1rrl'portante .argon1ento interloq11isoono SEVERINI, SANGICJRGI, TRAVAGLI, 0ASALINI sostenendo questi oh~ bisogna a11clar~ adagio nell'i11coraggiare la limitaziJrnne della 'Prole che potrebbe portare iad uno sipopolamcnto co111e in Francia, e CAPAsso 11 quale dimostra che l'eccesso della popolazione non è una fort11na per lln p aese, speoialrnente per l'Ita.lia scarsa di risor se naturalri: i.1 soprra più porta ine\'itabilmente all'emigra.zione che ora va chi11dendosi in tutti gli sb 0-0chi. od al1a guerra. 1

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La prostit·uzione a Torino nell'ultinio decenn.io . P rof . O. GAI.LIA. - :Riferisce interessanti d ati statistici sulle p,r-0stitt1te ufficiali e clandestin e, rilevan1do la. notevole diminuzione delle infezioni veneree a ,p aTtire cl.al 1918··19, di1ninuzione dovuta oltre ohe ai più potenti mezzi teraipeutici, all.e disp:0&izioni più razion.ali prese dall'autorità turoria (visite più r e:golari delle caJSe di tolleranz.a, tessera sanitaria, ecc.) . Prof. $ANCIORGI G. - Illustra un ordine del giorno in cui .sosti~ne: 1) cl1e l'Italia risollevi in seno al.la L ega delle N azio11i la questione, già prospettata cl.all'Inghilterra nel 1917, ·d ella n eces1s ità di un accordo tra le n.azioni per unia comun·e difesa contro il pericolo venereo, intesa ad esercitare nei porti di maggior traffico, una rigorosa sorve1glianza dei maJrina.i di qualunque 11azi0011alità, si~ alFimbaTco che .a llo sbarco; 2) che l 'Italia ~nalaga­ mente a qt1anto fa nei r iguiar·d i d.elia profilassi antiimialarica con la fa.b bricazion-e e la oommin:Ustraziione .del ohinino di Stato, •&i assuma il còmpito di fornire un profilattico antivenereo riconosciuto .attraverso esp~rimenti scientifici coone ipiù efficace, più ipratico, - più econo1mico, diffondendolo sempr e più con la som1ninistrazi10ne gratuita fra i soldati di terra e di 1nare, ove già si ottennero notevoli successi, ed eventualme nte mettendolo a basso prezzo a disposi!'. i une della po•p olazione ci vil<i con la g.aran~ia dello Stano e con un coTredo di facili istruzioni !)er l'applicazione. 1

Pro1f. BA:"}LIONI. - RicOTda un p·r ofilattico venereJ01 posit -coit um d~ G. B. D·elln, Porta, na1Jolet.a110 (1540-1615) che co11tenen.do tra l'altro mercurio prec~pitato dJovevia essere certamente efficace. SORGE plropone .allo stesso scopo una p1omata di Siua .costrit11zione e P ORCELLI un suo sacchetto profilattico ch e viene vend uto a Livorno a prezzo b ass.issimo. Interloquiscono in vario senso, PICCARDI, MONTESANO, ScREMIN, CAPPFLLI; 1' assemblea a.ppro-

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[ANNO XXXII, FASC. 36]

IL POLICLINICO

va ad u11animità la prima parte de ll'o. d. g. Sa.n giorgi e rinvia a più maturo studio la seconda parte. Seduta del 1° giugno 1925.

La dimirvu,zione della sifilide. Prof. G. P10CARDI. - L'O . in base alle statistiche ~ei dispensa;ri celtici di Torino dal 1911 al 1924, 0011stata il fenomeno della diminuzione notevrode della sifilide, altrove già rilevato per imp1ressioni personali. Da esse risulta che, dopo un forte aume11to all'inizio della guerra, da 1600 casi a 2800 nel 1917, si h.a una b1'USCa discesa che s'inizia nel 1913 e continua regolarmente fino aJ '24 raggirungendo la quota minima di 1200 malati . Più evidente è il fatto &e si consideirano i sifilomi 1n1zial i che da 750 n el 1917,. disoen.d ono a 150 nel '24, ci;oe si riducono acl ltn quinto. Il fenomeno, ormai indiscutibile, non può essere att1·ibuito che ;1ll'interve11to degli arsenobenzoli i quali, softoc.an·do in sul nascere le priane m.artif9sta7.ioni, sopprimenqo ral>idn.mente le manife&taZiioni co11tagiose, impediooe la diffusione della sifilide. Nio1n s i p11ò .am·mettei:-e, come vogliono alcu11i una climinuzione spontanea della sifilide, mai osserv.ata nei tero~i pass::iti, che anzi p er effetto della guerra avrebbe dovuto sempre più diffondersi fra la popola~ione civile al ritorno ·dei sol.d.ati alle loro famiglie N è si !)UÒ attribuire al nuovo regolame11to sulla profilassi venerea, in vigore aippe11a <lalla fine del '23, me11tre la di.m inuzione si inizi1a già nel 1918; anzi dopo l'applicazione di questo, si -ebbe 1111a leggera punta asoensrionale, constatata anche in Francia e dovuta probabilmente al rallentamento <lelle iniezioni e11dove11ose per l' uso d·e l bismuto e delle iniezioni intr.amuscolari di arsenobenzolo, inezzi indubbiamente meno attivi ai fini .della rprof i I assi . R.itiene tuttavia cl1e il 1111ovo regolamento rappresenti un progresso, Slpe<!ialmente per l'istituzione della tessera sanitaria; ma bisiognerà atten·d ere ciualche anno per vederne i frutti . .4. rse1i0be·r1tzoli ed eugenia.

Prof. G. P1ocARDI. La ben nota influenza dolete-ria <lella sifilide sulla prole -abortiva, infanticida distrofica., che si ~tende anche a.lJia seconda genf?razione e forse alla. terza portando alla degenc-razione della r azza ed allo spopoladllento, tant.o che in Francia, si calcola che il 10 % delle nascite si perde p e r la sifilide, può eSSere modificata dn.JJe t ure 111ercuriali-iodiche, come è dimostrato da tempo.

nla gli arsenobenzoli di1nostrano a questo rig ua r<lo un'azi.one più costa11te. L 'O. potè seguir e 41 n1atrin1oni fra luetici cura ti con questo rin1edio, c·o l cl i,·i i: 11 uomini in periodo primario, 15 uo1n i ni in oeriodo econd ario, 1 uomo 1n periodo tPrziario. 9 cn i in cui erano infetti entran1bi i coni11gi. rurati pri1na del n1atrimonio; 5 donne con 1nanife,tazioni econd.ari e in atto durante la gra ,·i danza.

Ad ecc.-ezione di q u.alche ab,o rto in primipare, le quali mantenute senza cura, ebbero ulteriormente figli aipparentemente sani, il risultato favorevole fu costante in tutti i casi. Si ebbero gravidanze normali con prole che si mantiene clinicamente e siarologioairnente sana. Serie ripetute di iniezioni e1tdov.enose di arsen·obenzolo nelle graYide fl1rono sempre tollerate ottimamente. Risulta dunque che l'ar~nobenzolo, come ha già fatto din1i11uire la sifilid-e acqui&ita preverrà indubbiamente la sifilide ereditaria·. Queste <lue comunicazioni ;provooanio. vivace discussione alla quale p.artecipano MoNTESANO, CAPPELLI, VEi>.ttOTTI, V10AREI.LI e BAGLIONI, ai quali risponde .esaurientemente l'O. e si conclude con l'approvazione ad unanimità del seguente ordine del giorno: «La terza riunione del1a Società Italiana per ]10 studio delle questioni sessuali, udite le relazjoni del ·p rof. Piccardi : La climinuz,ione delia sifiì-id e Eugenia ed arsenobenzoli e l'ampia discussione che è seguìta : « fa voti che lo Stato distTihuisca, .a scopo di ~)·rofilassi sessua.l e, lairgamente e gratuitamente l'arsenobenzolo alle cliniohe dermosifilo1p atiche, ai reparti dermocf'ltici, a,lle sa].e celtiche, ai dispensari celtici, alle cliniche ostetriche, ai brefotrofi, <.iffinchè, usato da inedici competenti, con le do\Ute cauteJe, maggiormente, possa contribuire alla già constatata di·minuzione ·della sifilide ». I pericoli e i da rin i delkt psico-analisi di Freud: Prof. G. RoASENDA. - L'O. richiama l'attenzione sul la necessità di fare una eontro-propagand.a alle concezioni ·di F reud sulla psico-analisi e sulle s1.1e ap,p.licazioni terapeutiche per i ·p ericoli e per i danni che esse vosso110 presentare. Illustr.a questi suoi concetti, 1eggen.do frasi del]' A. tedesco e facendone rileva.re il carattere psicopatologico. Partecipano alla discussio11e ScREMIN e BAGLJO'j';l, ias~oci andooi in parte alle critiche fatte .

I sessi e la doppia morale sessuale . C. - La relatrice sostiene che oggi esiDtano due morali sessuali, una per gli uomini , l'altra per le donne; si permette la libertà più completa a;gli uni, si pretende la costrizione più assoluta alle altre. Da ciò i molteplici mali, speci.al~11entP a .danno della donna: prostituzione, seduziione, aborto .procurato, ·infanticidio, ecc. Sostiene la castità prematrimoniale, che secondo la relatrice non è nociva ma giovevole ::ii giovani. i rimanda la di~ieussione su questa comunicazion e a quando sa ranno lette le altre relazio11i sulla e~lucazione sessuale. LoLLINI

l 'oncetti sulla profila.{si delle malattie veneree. 1

Sostiene la n ecessità di pratirare In R . ,,~. n2lle !)roo.titute pubbliche e elande ti ne per scoprire le for111e latC'nti cli lue cl1e da un n10n1en to .ali 'tl ltro p ossono diventare contagio ·e; e la :\

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YIATl. -


fANKO XXXII,

FASC.

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SEZIONE PRATlCA

istituzione di una tesser.a inclivi<luale da cui ri• sulti lo stato di salut€ della prr ostituta, le cure fatte, ecc. PICCARDI a.prprova pienamente le idee clell'O. che eg:1i ha già da molto tem•p o ap·p licato n~l euo Dispensa,rio Municipale.

I contagi venerei nell'infanzia.

J.

CAPPEI~LI.

- Da statistiche raccolte nelle OliJ1iche di Torino, Firenze, Milano, Bologna risulta che i contagi fra i bambini, delittuosi o acciden-tali sono abbastanza frequenti: dal 1920 al '24 si e bbero, in bambini sotto i 12 anni, 7 casi di µlcera venerea, 136 di sifilide acquisita, 27 di blenorragia maeichile, 340 di blenorragia femminile. Fa considerazioni di ordine sociale, m orale, economico e medico legali , la cui importanza induce l'Assemblea su proposta .di MoNTESANO a stabilire -tale a rgomento come tema del futuro Congresso .

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atto dei voti formulati dal1e SezÌloni di Napoli, Roma e Torino; iaugu.ra, ohe al più pre.sto sulla base fisiologica e psicologica si inizi una più adatta educazione sessuale». Data l'ora t a rda i congres.sisti che devono ancor.a p a r.l are, rinunziano alla parola con il diritto della p•u b.b licazione ·delle loro oom111nicazioni negli .atti del Congresso. Di queste importanti comunioazioni ci limitiaimo a dare jl titolo rimandando il lettare chB vo1€8Se prenderne visiione alla r elazione completa che verrà pu1b iblicata dalla. Rassegn>R ·di studi sessuali e di E ugenetica: DELPIANO. - .')ulla profilassi della sifiAlide n el periodo della prima incubazione. ScAOLIONE. Alcune considerazioni sul contenuto delle vescicole germinaii.

Educazione sessuale.

S ·ull' eziologia dell'H erpes genitalis . • . CoNVERT. - Sulla intradermoreazione e vaccinoterapia nell'ulcera molle.

0APAsso illustra 1'9rdine del gior110 d el Gruppo N a.poletano .

MADO::-\. - ,')ull.a necessit,1, di pra~icare la R . lV. Jn'ima del niatrimonio, a scopo eugenico .

FONTANA illustra l'ordine d el giorno votato cl.al Gruppo Piemont€\5e. Es...~nzialmente questi due ordi11i del giorno che si comipletano, riconoscono la n ecessità che tutti coloro che son o destinati all'educazione morale d ell'aidolescent€ e d el giovane debba.no concorrere anche all'educazione Sessuale, e cioè i genitori, qu.ando abbiano cultura sufficiente per una simile im19resa, i mae9~ri precedentemente istruiti con corsi speciali (CAPAsso); i med!ci scolastici -0 I medici che hanno cam.p o di trovar$i a contatt~ co11 i giovani, gli spevialisi.i -con c.:onf erenze s ull'igiene sessuale e sui pet·ico1i venerei, da impartirsi nei licei, negli istituti tecnici, e nei primi anni dell'università (FONTA~J) -€cl infine i 111,inistri dei culti !}er l'indirizzo mor.ale di tale educazione (VrcARELLI). L'essenziale è come ben .si espresse FONTANA che « l'educazione sessuale dell.a gioventù non d ebba e-s~ere lasciata iaJ, caso, ai consigli degli amici, alle rivelazi10 ni crudeli delle infezioni veneree, ma che -tutte le persone che guidano la vita dei giovani, fornite di huon>R volontà, di senno e di d elicatezza, aibb.iano il dovere di cooperarvi nei limiti delle loro forze e delle loro attribuzioni ». Infi n e BACLIONI riferisce le idee in proiposito manifestate dai soci del Gruppo Romano in diverse r~pr~e e.d espone le sue idee, basate sullo studio dell a fisiologia e del1a psicologia sessuale dei bam'bini e d egli .a.dol escenti. Alla discussione prendono parte: CosENTINI, 'l'H.AVAGLI, ScREl\!IN, PrccARDI, 0AsALINr, SBERNA, LoLLINI, ecc. Qujndi il PREST.DENT'E pone ai voti un ordine del g~oTno complessivo basato sui punti fon·d amentali prece.dentemente se·g11alati, ch e è approvato alla unanimità: , « l ia III Riunione N a,zionale della Società per glj studi se!1suali, udite le !'elazioni di BAGLIONI, CAPASSO e FONTANA, e le ·discussioni seguite, riten endo opiportuno di ma11tenere vivo ]'interesse ge· n era.le per la fonda.mentale questione, prendendo

FONTANA. -

Dichia:'ato chiuso il Congresso vengono stabiliti tre t€n1i ufficiali per la prossima riunione: 1) I contagi venerei nell'infanzia (Rei. CAPP f.I.LI) .

2) Lrt p.'ìicolooia sessu,ale nell'infanzia. 3) Educazione sessuale.

Parlano ancora il prof. CAPASSO per ringraziare 1'1ospitale città ·di Torino, gli intervenuti e il PRES IDENTE che diresse con tanto senno i lavari d el Congresso ; il prof . .BAGLIONI per compiacersi della completa ri11scita cli que..~ riunione; il prof. •PICCARDI in nome del gruppo Piemontese, per ringraziare tutti quanti cooperarono nel n10.bile intento, gìi organizzatori, congressisti , il PRESIDENTE impareggiabile ed il prof. ' TicARELLI che concesse le aule clell' Accademia di JV(edicina . Dur~nte il Congresso furo110 offerti .ai convenuti due sontuosi e s•i'gnoi;ili ricevimenti, l'un10 dal Municipio di Torino, l'altro dalla direzione dell'Esposizione di Chi. mica.. Torino. G. PICCARDI.

_.. Importantissima pubblicazione: Oett. Prof. GUSTAVO RAIMOLDI Poeente di Patologia Medica nella R. UnlTer1tt• Chlrnrg~aluto negli Ospedali riuniti dl Rom~

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TL POLICLINICO

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[ .A.:-.ì.NO

XXXII ,

FA~'=-

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APPUNTI PER IL MEDICO PRATICO. CASISTICA.

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di un tu1nore a piparentemente spontaneo,

senza alcuna d~pendenza con ·U na alt0razionP orSull'ipertrofia diffusa dei follicoli linfatici ganica o con una operazione anteriore. con splenomegalia. I primi due gruppi sono ben conosciuti , mentre 1p iù osc11ro ad interpretarsi resta il terzo, e :\. Brill, G. Baher, N. Rosenthal (Journ. A. M. A., l'autore ne riporta un caso, .capitato sotto la <>ua 28 f Pbbraio 1925) descrivono due casi di questa osservazione. mala ttia, che essi chiamano splenomegalia linfaSi trattava di un soggetto ·di 58 anni sofferente tica ipef1Plastica, e la considerano come un nuovo da molto tempo di ·stipsi, il q.u aJe due anni 1p ritipo nosologico, differente dalle leucemie, dai grama era 1stato colpito da un ileo, guarito con cure nulomi, dalla linfosarcomatosi. Collegano questi mediche, e quattro mesi 1prima da lln attacco dodue casi con altri due, descritti ris1pettivame11ie loroso addominale, simulante un 'appendic]te acunel 1901 da Beker, e nel 1914 ·da Lilienthal. Di ta. Due mesi dopo tale attacco il paziente notò ness11n caso si possiede il reperto anatomico: comparsa n ella regione cecale di un tumore iPgli i1ltimi due pazienti sopravvivono. dolente, senza febbre nè ittero, ma accompagnato La malattia inizia con l'ingrossamento di molte da deperimento notevole. .Coll'operazione si ghiandole linfatiche, sottocutanee e profonde, in estr.asse un tumore sferico solido , intima1nent evaria sede: tali adenopatie .si fanno not:ire alconnesso con il le~o inferiore destro de11 'epil'osservazione diretta, o pei sintomi di cornpressione che provocano. La mi1za aumenta notevol- ploo11, il quale a1p!Pariva normale in tutte 1.e r estanti (porzioni. 1L 'appen·dice era sana e non esimente di volume e di consistenza, il fegato risteva alcun ~rappio·rto ana1tomico tra questa e mane ·normale per volume e caa>acit.à funzionale. l 'omento. L'esame del sangue rivela una discreta aneniid, iLa critica di tale caso ci fa ammettere che la con valore globulare poco inferiore all'unità; i sorgente infiammatoria, per quanto non chiara, leu ~ociti sono poco o nulla aurne.ntati, ma 1n. for. ·p ossa ricercarsi forse jn .u na pregr essa tiflite,. mula leucocitaria mostra una forte prevalenza erron.eamente diagnosticata !Per aprp•endicite. T al e dei linfociti (40-5'0 %). nesso patogenetico lo tSi deve ammettere perchè,. L'esame della milza, delle ghiandole linfatiche sebbene la funzione dell'omento n on sia ancora asp o~ tate chirurgicamente mostra una cospicua ben conosciuta, la sua compartecipazione a tutti i ip erplasia dei follicoli di Malpighi, rispettivamenprocessi . morbosi della cavità aid1dominale è 11n te dei follicoli linfatici, con aumento notevole d ei fatto indiscutibile. Non è per esempio infreqt1ente linfoblasti endotelioidi de l centro germinatjv'). il c8.so che, dopo a1pipendi·citi, permanendo dolori Nella milza sono . anche dilatati i seni. Pare che • nella regionececale, si s iano trovate all'operazioin tutto il corpo vi sia tale i1perplasia dei folline masse infìamrnatorie ispessite dell'epi:ploon . coli linfatici. Dal .p unto di vista pratico si può dire che, fino Gli ammalati, d eboli e deperiti, si sond giovati a quando la flogosi epiploica è diffu c;a si 1p uò notevolmente della splenectomia, fino a riprenconsigliare la terapia aspettativa; ma, i1on apper1a d er e il loro p eso e le normali occupazioni. 111 un si rilevano i segni netti ·del tumore formatosi,. caso tale risultato si ottenne con la radioter~pia. (f\T. d. R. Ma è .p roprio una forma nuov::t7 B · l'operazione sarà praticata al 1Più presto. Per precisione terminologica ri riserberà il n ola pl en omegalia con linfocitosi di Banti ?) . me « epiìPloite ,, per le forme diffuse, parlando i: DORI A. << tumore infiammatorio dell'epiploon » negli alEpiploite e tumore epiploico infiammatorio. tri casi. M. FABERI. Dal punto di vista chirurgico si devono distinguere, secondo W . Goldschmidt (lVien. klir1. I tumori del mediastino. ll' oc h., maggio 1925) , tre eventualità: i può cioè trattare : La sindrome m ediastini ca consiste soprattutto i11 crisi di diSipnea che possono simulare l'asin a 1) di ung, ipertrofia infiammatoria diffu sa dell' epi ploon, come con seguenza di una flogo~i nel e dalla tosse a tipo di p ertosse. Se, contempora11earnente, si ascolta un soffio sis tolico all'aorraYo peritoneale, o di un trauma cr onico (cinto ern tnrio, ecc.) ; ta , il malato viene trattato come un cardiaco e 2' di un tumore epiploico comparso dopo una solo l'insuccesso terapeutico fa comprendere che ~ i è su una strada falsa. Il tipo della. tosse non operazion e, p er infezione prin1itiva o secondaria ha però la ripr€sa flscl1iante della 1p ertosse e <.l "'lro111cnto \legature, ecc.) : 1

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SEZI ONE PRATICA

nerr1meno i vomiti di questa. Quando dominano i disturbi laringei, se si tratta di un 'b ambino, si pensa all' edema della glottide, al crup, ad una laringite stridula. Gli edemi fanno pensare ad una nefrite o ad una car:diopatia, la disfagia fa credere ad una stenosi esofagea. L'e1patomegalia e l'ascite consecutiva alla com·p ressione della caya inferiore sono a torto attribuiti a cirrosL I_,. Ramon d (Journal des praticiens , 2 aprile 1925) · descrive una serie di sindromi mediastiniGhe regionali. 1) Del mediastino superiore ed anteriore. Sindrome di obliter azione della cava superiore. Fdemi, cianosi della faccia e degli arti superiori, circolazione venosa collaterale pretoracica ed addominale. 2) Del mediastino medio. Sindrome respiratoria in !'apporto con la compressione della trachea e dei bronchi. Altre volte esistono ·disturbi di fonazione e .d ell'esofagismo per compressione .del ricorrente di sinistra. E inoltre da segnalarsi l'ineguaglianza dei due tPOlsi nel caso in cui si trovi una lesione aortica fra l'oTigine del tronco brachio-cefalico e quella della su cclavia destra. Le pulsazioni aortiche .p ossono trasmettersi alla tracb ea ed al la laringe. 3) Del mediastino inferiore . .compressione ·clella cava inferioTe con edema ·degli arti, fegato grosso con ascite. Questa sindrome è dovuta p er lo più ad una pericardite tubercolare estesa al lnediastino. Si IPUÒ anche aver.e depressione pluricostale nella region e cardiaca. 4) JJel mediastino posteriore. Disturbi disf::tgici, esofagisrrlo, crisi di a;sma, s1pasmo glottideo, di tosse pertossoide, senza che i segni fisici spieghino tali ·disturbi. La sifilide affetta il mediastino suiperioTe, la tub•:rcolosi quello inferiore, il cancro il posterior e. La prima si trrova [piuttosto nell'adulto, l:=t seconda nell'infanziia, il terzo nei vecchi. Si deve pensare anche ai tumori benigni (cisti idatidi) ed all'adenopatia leucemica. La radiografia porterà spesso la luce sulla oscura sindrome. Il trattamento sarà guidat.o dalla causa; quello chirurgico è possibile nelle cisti idatidi e negli altri tumori henigni. fil.

TERAPIA. Il rflgime latteo, Il regime latteo, spesso prescritto per le sue qunlità ]1pocloruranti, di uretiche ed antiiputride non viene ordinato da tt1tti con le stesse modalità . Alc11ni lo prescrivon o in guantità di 3-4 li t!i al giorno a dosi frazionate di 200 eme. ogni 2 ore; gli americani arrivano invece a 5 litri, dand o•1e •

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rnezzo litro ogni 2 ore. J. Konings (Le Scalpel, 18 luglio 1925) osserva cl1e la dose più adatta è q11ella di 200 eme. ogni 3 ore; vi sono degli individui che tollerano 1nale il latte, me11tre d'altra 1parte è necessario evitare la provocazione di disturbi digestivi.' Un altro fatto che non viene abbastanza tent11.o ir1 considerazione è la tension e arteriosa. tanto più che il latte viene spesso consigliato a~Ji ipertési, per i qua1i è invece prescritta la Tiùuzione dei liq11idi; secondo l' A. si potrebbe in tal caso dare il numero di calorie necessarie riducendo il latte co11 !.'ebollizione. In ·ogni m alato sottoposto al r egim e latteo a·1soluto, si. deve prescrivere il ri1p oso in letto ed un'accurata lavatura della bocca con acque alcaline [per evitare lo sgradevole impastamento della bocca . Allo scopo di imipedire la coagulazio11e in n1assa nello stomaco, alcu11i autori consiglia.no di tagliare il latte con acque alcaline (tiJpo Vichy) e per ren dere meno sgradito il ·latte di aggiungervi dello zt1cchero vanigliato o .del ru1ri. Il latte va prescritto, oltre che nell'ulcera gastrica, in tutte le intossicazio11i, nelle malattie infettive in cui dà nl rene il minimo lavoro; esso è ancrte cor1&igliabile nella convalescenza di certe malattie, come coadiuvante nella sovraalimentazior1e. Il latte ha però parecchie controindicazioni. 0 0ve essere 1p roscr1tto nell'enterite putrida, neJl'n,nterite acuta, nelle coliti croniche, nelle ferm entazioni con gas abbondanti. Alcuni malati, pur non soffrendo nr.Jle vie diger€·nti, non t.ollerano il latte; dopo scarse quatità di esso, hanno feci acide> giallo-ipalli·de, pastose ad odore acuto; in altri i11vece, il latte .p roduce costi1pazione, con feci dure, biancastre. In questi casi si 'Potrà, nei diarroici, ridurre il latte con l'ebollizione op1p•u re darlo coagulato ; nei costipati , si ve d::rà ·di dimi11uire la calce controbila11ciando gli effetti costipanti di questa' con la so1nministrazione di magnesia. fìl. 1

L'azione dello zucchero nello s tomaco. Qualsiasi sostar1za che venga introdotta nello storr1aco vi .p roduce una triplice reazione: fisica, chitnica, cellulare. La ·p rima serve a ristabilire la concentrar.] one molecolare adeguata all' ambiente gastrico, vale a dire concentra le soluzioni troppo deboli e diluisce quelle tro1pipo concentrate. La rE?azi onP. chimica consiste n ella secrezione di HCL e ,rti fermenti proteolitici, e determina la scomposizior1e delle molecole albuminoidi mentre la saliva agisce sugli idrati di carbonio. Infine vi è la reazione cellulare che consi:,te in un · afflusso di leucociti e cbe Loeper e Marchand


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IL POLICLIN ICO

(Pr.;g rt.<; J! édical, 1925, n. 21) hanno chiamato leucop(Jdesi.

E ssa è Yariabile con la natura chimica d ell 'alimento e col grado del la sua azione irritar1 te s ulla mucosa gastrica. Il s istema nervoso i nfluisce sull e l eucop edesi poicl1è con la sezione del vago, essa aumenta; ~na anche l'acidità dell'ambiente gastrico sembra a vere la sua ]nfluen za, poichè se quest o è ipor.loTidrico, Ja reazione è rnaggiore che nei casi di ipercloridria. I leucociti sciogliendosi mettono in libertà i fermenti cbe con tengon o (ll pasi, amilasi, protea· si) i r1 ma11iera che le azioni del su cco g astrico vengono ad essere rinforzate.

Se la le11copedesi è debol e, la vulnerabilità dello stom aco e con segu entem ente di tutto l'organl· smo, è maggiore, per c.ui tale l eucocitosi ha inter esse cura tivo notevole e la somministrazion e di un alirnento o di un farmaco ch e la favorisca ~arà ,·antaggioso tanto iper lo stomaco che per t utto l 'organismo. L'atropina, l'acqua ,p eptona ta, lo zucchero so no i tre leucopedetici più pote11t1. Migliore di tutti sembra essere lo zuccher o, p oichè esso provoca una leuc op ~des1 elevata, mentre ha sulla secrezion e gastrica un'azione d eboli ssima. Agi sce come protettore d ella mu cosa e corne protettore ·dell' orga11ismo e gli AA. hanno studiato queste due azioni 1principalmente n ell'ulcer a dello ston1aco e nell'anaftlassi alimentare. Nell' ulcera l 'azione dello zucchero si svolge anzitutto sull::t secrezione, 1p oi sui dolori t ardi vi e su i von1iti, a ttenuandone la frequenza e l 'intension e. Esso i n fatti diminuisce il succo gastrico, di modo che ingerendo d ell'acqua zur.c.herata, l ' a1obiente gastrico viene dilu ito e così si attenua l':tzion e irritan te e corrosiva di un succo gastrico troppo acido. I noltre lo zucr11ero riduce la secrezion'3, tanto è vero che unito a nn pasto qualunque o o. uno di prova si 11a una secrezione ·d'acido cbe è due Yolte n1 i11ore di quella provocata da un past0· normale. :'\ell ' ulcera gastr ica forse per il risultato di una azione vagotonica esiste quasi sempr e leuropenia. Orh1lne. una soluzione di saccarosio o di glucosio fa Hfftt1ir" nell'an1biente gastrico i leucoc1ti !11 ::ibbo11clnnza e diluendo il st1cco gastrico e i.~iben­ ùone la sec rezione, impedisce Ja dissoluzione dei leucr.citi. Lo 7.lH'rhero può qnindi essere b en somministrato n~ll'ipercloridria, come profilassi, e nell'11lcer a ga trica. co1ne c11ra. lfl n111 lti indiYiòui l 'inge .. tiont> di alc uni rirncdi e so tnnz"" nli1ncntnri, J)fO\·ocn ur1'azione irritante u llo ~to ntac o. Ynle a rtire c-;ic:;tono m11rose ga-

XXXII ,

FASC.

36]

strirl1e particolarmente sensibili e altre che si c;ensibilizzano in crup o a t1n certo numero <li an11i. Trattasi, in questi casi, di. anafilassi locale della rnucosa gastrica, primo tempo di una anaftl assi gen erale . Gli :\ ..\. hanno 1p otuto constatare che lo zucchero p er prevenire questi a ccidenti generali, è un alin1ento di primo ordine. Infatti, dai casi studiati, gli .A.A possono concludere, cl1e lo zucchero accrescendo la leucopedesi gastrica, r i duce la tossicità di certe sostanze alimentari e di certi medicam enti. A. Pnzz1

Lo stovarsolo nel parass it ismo intestinale. L'a.zione dello stovarsolo nella dissente.ria ame bica si va sempre 1più affermando; esso migliora i11oltre tutti i casi di l ambliosi 1p ortandone anche alcu ni a compl eta guarigione, distrugge i Blastocystis, calma le diarree, le n evr algie tossiche. i\!Iarchoux (Paris médical, n . 47, 22 novembre 1924) su 59 casi di diss.e11teria amebica trattati con lo stovarsolo i1on ha avuto che due insuccessi. Al 20..3° g"iorn o del trattamento si ha la scom,p arsa delle amebe e delle cisti, le scariche ·din1j nuiscon o m entre le feci a ssumono consjstenza dura . Durante la cura il malato non è n ecessario che sia sottoposto a regime speciale, solo dovrà astenersi dal bere vino, dal fumar e e dal mangiare burro. Tu tto il trattamento dura 6 settimane e l e feci vengono osservate ogni 7 giorni. La dose è varia a secon·d a che si tratti di f orine acu te o cro:qiche. Per le iprime l 'A. somministra gr. 0.50 di stovarsolo al giorno (in compresse da 0.25 masticate con gli alimenti) e d opo 3 settimane gr. 0.25 pro die. 1

I

l\elle forme croniche, occorre u sar e dosi ui1ì forti: gr. 0.50 il primo giorno, 0.75 il secondo, gr. 1 il terzo ed il quarto, poi 1 gr. ogni due gior11i fino all 'ottavo giorno. Nella secon da settimana la dose ·v iene ridotta a 0.75 gr. ogni 2 giorni, e nella t erza settimana a gr. 0.50. La cura è terminata dalla so111ministrazion e giornaliera di gr. 0.25 p er altre 3 c;ett imane. I,' ..\. ha ancJ1e usato lo s tovarsolo in 21 casi dl larnbliosi. Di qu esti in alcuni si ebbe la c;co111parsa duratura dei parassiti, cessazione <lell a di ~tr­ rea e miglioramento rapido dello stato generale. In altri invece la scomparsa dei parac;~it1 -non fu cl1e temporanea, poichè dopo 15 giorni, contén~­ poraneamente ai disturbi che li accompagnano, i par:issiti con1parYero nuova1nente n elle feci. In tali cac;i l' ..\. con :,iglia cli .:.01nn1ini.;;trare at p -


[.i\NNO XXXII, FASC. 36]

zienti 0.25 gr. ·di sto·varsolo· 1pro clie per 15 giorni al mese. La presenza di .Blastocystis nell'intestino um ·:tno dà luogo, quando siano estremamente abbondanti, a scariche diarroiche rib.elli. In 29 pazienti, dei ·quali le feci erq.no state positive ,p er qt1esto solo parassita, lo stovarsolo determinò Ja guarigione corn,pl.eta. .L ' azione dello stovarsolo che, apparente1nente non esercita alcuna azione sulla flora. microbi.ca intestinale, deve, con molta probabilità, essere dovuta al fatto che l'arsenico, sotto questa. for1na, da una parte attiva l'azione d elle ·diastasi digerenti e dall'altra ren.de imputrescibili i restdui. alin1entari. A. POZZI.

Un trattamento semplice e rapido dei vomiti. E .-P. Lebrun e H.-V. Gibson (Journ. amer med. .4.ssnc., 2:) aprile 192-5) hanno trovato che l'introduzione di 50-200 eme. di soluzione di cloruro di sodio al 2 % ristabilisce la ·direzione nortnale • dei movimenti peristaltici nei casi di vomito, facen do cessare questo qt1asi immediata111ente, qualunque i1e sia la cau sa. Hanno trattato a questo mod o 15 casi di vomito da cau se diverse, sernfil. t:•re co11 pieno su ccesso .

NOTE DI MEDICINA SCIENTIFICA. .

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1·~fj l

SEZIONE PRAT ICA

ll meccanismo di azione dello jodio. IJ meccanismo dell'azione terapeu tica esercitata dallo j odio è tuttora soggetto di dis('ussione. Tra le teorie più accette è quella che invoca una di1ni11nzion-e della viscosità del sangue e, co11seguenterpente, una migliore irrorazione di tutto 11 organi51no. Secondo Miiller e I11ada le mo, difica.zioni della viscosità del sangue sono da riferirsi agli elementi cellulari .e non già al siero . Ora, ~oicl1è appunto la tensione superficiale delle ema,zie ne influenza la velocità di S8dimenta zjor1e, H. Effrain (Muncherier medizinische ivochenschrift, 1924, n. 31) 11a esaminata la velocità di sedimentazione di arteriosclerotici prirna e dopo la cu ra j o dica. Ha riscontrato in 4 casi su 5 un notevo~e accertamento di tale velocità, ciò cl1e conferma le citate vedute di ·M.uller e Ir1ada. fìl.

L'intossicazione sperimental e da tabacco. Dalle ricerche di F. Alessio (A nriali di clinica me,d ica e di medicina sperimeritale, ottobre 1924), ris11lta che la nicotina, age11do sulle terminazion del deipressore e ,p er mezzo di questo centro ùel n ervo sul vago, determina ipotensione. ·E que5t" 1necr.anismo reflesso che spiegherebbe la mag-

gior parte dell'effetto tr~otensivo . A completare l'ipotensione, concorre poi anche un meccariismo extra-cardiaco, probabilmente vasodilatatorio nel dominio dei nervi s1plancnici. La nicotina eccita altresì il centro cardioinibitore (bradicardia e ampliamento sistolico a vaghj integri), ed agisce p-robabilmente anche sul1'aipparato cardi.osistolico (ampliamento vagosjstolico a vagl1i .r ecisi). fìl. 1

l·G IENE. Il contagio tubercolare fra adulti. Si am1nette oggi generalinente r.he l 'inf ezio11e tu-. bercolare ha luogo sopratutto nella, prima infanzia, come è dimostrato .d alla percentuale di cutireazi oni ~positive alla tuberçolina, semipre· più alta man inano che si cre5ce con l'età fino verso i 14-15 a11ni., in cui si arriva al 99 %. Rimane però aperto il 1p.roblema ·s e la tubercolosi dell'adulto sia una reviviscenza di qt1ella acquisita ne1l 'infanzia oppure sja dovuta a nuova infezione; gli ambienti cittadini sor10 di fatto, talmente bacillizzati che • nuovi apporti di bacilli sono sem·p re da temer.e e ad essi sarebbe da attribuire la tubercolosi clinica che si manifesta nell'adulto. La ·dimostrazione di questa te1si non è agevole ed i casi in cui si è voluta raggiu11gel'e non sono sempre convir1centt. Una delle condizioni più favorevoli 1per la nuova infezione nell'adulto è data certamente dallo stato conit1gale; 1Si pllò dire anzj che in nessuna altra occasione si realizza un contatto tanto intimo e prolungato quanto fra dt1e coniugi. Le 1possihilità di jntrodurre nell'organisn10 dei bacilli tuJ1ercolari Si molti1p licano quindi a dismisura, in confronto di qu elle che si hanno nella vita com11ne, r non sono nemrn~no confrontabili con quelle che si. posson'o avere fra compagni. di lavoro, oip·p ure nell'occa;sionale eventualità di introdurre de.i bacilli per contatto col malato o con le goccioline da es5o e1nesse, ovvero per la respirazione di .p olveri cor1tenenti bacillj provenienti da sputi disseccati. Sulla tubercolosi conit1gale sì è scritto molto per di1n·ostrare che essa è frequente, op,p ure per sostenere la tesi contraria. R.ecentemente E. Ar11ould {1) ha fatto una larga dj samina delle statisticl1e ,p ubblicate 5ulla questione ed è giunto alla conclusione cl1e realmente fra t coniugi si osserva una per centuale di m orbosità tubercolare che è su1periore a quella che si l1a per individui di età corrisponde11te. e che può talora anche arrivare ad un eccesso del 50 % su quest'l1ltima, ma 5i man- \ tie11e di 5olito al di 1s otto di tale cifra. (1) Revue de la tubercolose, marzo 1925. •

I

'


1262

IL

POLICLIN ICO

Probabiln1 ente però l'eccesso di morbosità tubercolare fra i coru ugi Ya ridotto. Le statistiche relati \ 'O a questa s ono per lo più basate fra la popolazi o11e p overa o, 1per lo 1neno, non agi ata, mentre il confronto è stato fatto con la mortalità gen erale. P er uno studio preciso, si devono cor1sidcr arc l e cor1dizioni economicl1e, qu elle de1l'arnbiente cli lavoro -e fare il confronto fra gru ppi 01nogenei : in tal modo l'ecce5so viene ad essere ridotto d ella metà. Queste conclusioni collimano c·o11 quelle d] Wein:berg (1) ·dedotte dalla m ortalità per 1ubercolosi di Stuttgart e, se sufficientem ente provate, sarebbero di noteYole importanza. Come si è accennato, in n essu11'altra condizione si ha ta11ta probabilità di contagio quanto nello stato coniL1gale e quincli in esso si dovrebbe avere una percentl1ale altissima di i11fezioni tubercolari. Il fatto in,·ece che essa sia .p iuttosto bassa, p oicl1è considera11do gruppi omogenei verrebb e ridotta al 25 %, è un argomento contro la teoria dell'infezione esogena n ell' adulto, ed in favore della immUIJ ità acquisita con la prima infezione nell'infanzia. Il contagio non 1potrebbe qt1indi 1nvocars1 che in circostanze eccezionali e n on da esso dipenderebbero l e variazioni di frequenza della tubercolosi osser vate nei d iver si grupiPi di adulti secondo l'età, il sesso, le professioni, le condizioni econon:1iche, ecc . Il pern o della lotta antitubercolare iper l'adulto non dovrebbe quindi essere quasi esclusiYa1nente diretto contro il contagio; anche questi fatti dimostrano le manchevolezze cli una lotta diretta ql1asi solianto contro il ·b acillo, me11tre si deve rivolgere l 'attenzione a tutte le condizioni rl1e mettono l 'organismo in grado di re~ i­ stere e di non essere sopraffatto dalla in fezjo11e in esso latente. fil. (1) R if . in Office internatiorial d'hygiène publiq~1 e ,

giugno 192.5.

POST A DEGLI ABBONATI.

[At'{~O

XXXII, FASC.

Al clott. M. 1\11. da 1\1. : J•.ztoltJgia medica. L' ultima rece11te edizionP del-

lo STRU~1IPELL (F. Vallardi, ed., 1V1ilano). - MOHR e STAHELIN. i\!edicin.a inte1~na (Ibidem). - Tuberrol(lsi rrieàirn-chirurgica. Una monografia con1JJl€f.a $Ull'argo1nento r1on esiste, ma vi sono n 1olti tra1tati speci ali. Veda, p. es., il Trattato ital'ano sulla tubercolosi, in corso di pubblicazione presc;o F . Vallardi, 1\tl ilano, e le Cori{erenze sulla tube reo lo si dirette da GIION e JAI{SCH e WARTENHOST (stesso editore) eh.e m ettono il medj co ipratico ln contatto con i punti 1più interessan ti della clinica dellJ. tu bercolosi. Veda anche BRECCIA. T tibercolosi polmonare. Unione tip . ed. torin ese. - T ermino l ogia 1ned'ica. Non esiste un repertorio italiano moderno . - Endocarditi settiche. Cfr. TRENTI. l tiz:Ji di streptococco nell'endocardite maligna. Pollcl i11ico, S. M., 1923. MICHELI. Endocardite 1enla. Estratto da Minerva m edica, presso la r'3da.zione ùi ùetto giornale. O. RONCHETTI. E11docardite rrialigna a lento decorso da Streptococcus minor. Clinica medica italiana, luglio-agosto 1924. .~l

dott. E . T. da P. :

1) Sl1ll'esercizio dei medici

italiani alJ't?c;tero ,redasi Policlinico, Sez. prat., fascicolo 15 del C!1rr ente anno. 2 ) r>er potere essere ammess i agli esami di medico d.i bordo occorron o due anni di laurea.

C. .1\1 dott. I. B. da S. P. N. :

Nel Prorituario dell'igienista del FILIPPINI troverà svolti i prog ra111mi (Per i concorsi ad ufficiale sani1ario. t~.

Al ·dott. G. Z. da R. d . N. : Il r icorso è stato esaminato dal Cons. Su1p . di Sanità e l'esito verrà comunicato all'intere5sato per il tramite di ufficio.

c...

.\ 1 •l ot i . .i\. IIercntan o da Coimbra: J)i op ere italiane s ullo peste non con osco elle

quelin. di G. D'Orrne::t, i11 cui 1p erò l'ar gomento è trattato 1piuttosto dal punto di Yistn igie11ico e profilattico anzicl1è clinico. Vi è poi la monografia sulla 1peste nel trattato diretto da L USTIG:

Le

1nalatlie i1 ifc tl ivc d ell'uorno

e

d eg li ani1nali

(F. \ "al lardi, ed. , )Jil ano).

... ull 'ala -;trim non e"iste n es:,,una p articolar e pub1>1 icnz ionc italiana. 11 n ostr o giornale se ne è Of"< npnto in una riY ista s intetica (:Sez. p ratica, 192 ~. p. 1109) .

P cl' quanto riguarcl·t l e a ffezioni endocri110-si'npatiche, yeùn X. P1 :--.or. En<lo c1i11oloaia . F. \ ·a1lardi. i\ lilano. fll.

~6]

.1\1 dott

N. S., da Tripoli :

C:o11sulti: FILlPPlNf. Prontuario dell'igienista. Pozzi, ed., R orna. - BnULÉ. R echerches sur les ·l ctcres . l\1asson e C.ie, Parigi. - PETEI.LA. Le ma1atti e del cuore secondo le moderne ve dute. Ide1son , ed ., :Napoli (può rivolgersi anche alla nostra I ~nEx. .<\m:nin istrazion-e). Concorso per 1n f' di ci della R..'\Jarina. -

A1l' Abbn-

n ato n. 11-463: Il concor o, per e ...a1ni, alla nomina di 15 t.e11e11ti n1Ldici in ser\·izi o attivo p errnanentc n el corro s~ni tario 1nil1tare mari ttimo U\"l'à luogo in Ro1na 1'11 gennaio 1926.


(.i\N~O

XXXII, FASC. 36]

1263

SEZIONE PRAllCA

P otranno ,p rendere parte a l concorso: 1) i ten enti e sottotenenti medici di complemento della R. Marir1a; 2) i ten en ti e sottoten enti medici di complem ento del R. Esercito ; 3) i medici civili che non avranno supel'ato l'età di 30 anni alla data di cl1il1sura d.el concor so (cioè: 15 novembre 1925). I concorrenti potranno prese11tare il certificato d el1'esa1ne rli Stato il giorno 11 gennaio 1926, !Da no1L ,più tardi . P er pjù d ettagliate informazioni e p er ottenere i progra1t1mi d 'esame rivolgersi alle Djrezjoni clegli Ospedali Militari Marittimi ('S pezia, Taranto, Ven<Rzia, Pola, Maddalena) alla Djrezion e dei c;Prvizi sanitari della R. Marina di Napoli, a quella dell'infermeria idi Brindisi, oppure al 1VIin1stero deJla lVlarina (1Direzione Centrale di Sa11ità MiliF. E. M. tare Marittima). .t\.i dottori P. D \i\. ,

Esarni per mettici di bor<lrJ -

L. RiC Ci e altri : 1

Una 's ession e di esami per l'abilitazion-e 'a medico di bordo avrà luogo, co11 tutta probabilità, tra la fin e del corrente anno e jl p·rinr,i pio del r1rossimo. ,

c.

1\l clott . G. Ruocco da Apeccl1io (Pesaro) :

Qualora si tratti dj un ycro· malato mentale dovrebbe rin1anere al ma11iromio o in una dellP tante case di salute specializzate esiste11ti in rnolte città·• se inver.e si 11a da fare con un ano1na10 psiGhico educabile potr.ebbe essere accettato in 1ln istituto come quello ben noto clel prof. S. De Sa11ctis, Villa Amalia, Viale della Regina, Roma.; o !1ell'Istituto 1nediro-pedagogico emiliano del dott. U. Neyr oroz (Bologna, Ravon-e Casagl i::-~) o a11cl1e n eìl'istituto Zaccaria Treves di l\ifi lano. G. .i\. Al clott. D. G. da Ro1na: l1!1pote1i::.a. Consulti i comuni trattati di vener.eologia e di malattie sessuali in gener·e. No11 conosco alcuna mo11ografia italiana sulJa questione. L'argon1ento è trattato cla DAVIS (l 1ripotency, Ster<ility and Artifìcial I1npregnation. Mosby Com-p. ed., St-Louis, ·da F . MATTHIAS (Die sexulle I nsuffìzienz und ihre Behandl1lng. Verlag d . aerztl. Rnndschat1, 1M onaco) e da W. STET<EL. Die I 1npotenz bclni Pilann (Urban e· Scl1 warzenberg, BerlinoVienna), in cui 1p erò esso è cons] derato essenzial111ente dal .p11nto cli vista del freudismo. Sulla 1nedicin,a costituz'ionale, consulti N. PENDE, L e debolezze costituzionali (due ' 'olumetti della Co Ilezione di attualità della medicina, Bardi, ed., R ou1a) e TH. BRUGSCH, Die allgemeine Prognostik. LTrban e Sch\varzenberg, ed. fil.

I i·adioelementi non ancora utilizzati in medicina. La sign ora Curie ha fatto una comunicazione

all'.i\.ccademia di ·M edicina di Parigi sui radioelementi n on ancora utilizzati in mediCll1R. La Curie ha accennato breve1r1ente alla stori:'.l della nuova scienza d.ella ra·dioattività. Le scoperte fatte in questo campo hanno rivelata l'esistenza di cjrca quaran ta elementi nuovi .detti radioelementi, i quali han110 la proprietà- comune di subire u11a trasformazione atomica e1n·ettendo ragg·i di tre specie : raggi o. consistenti in ato111i d'elio a carica .p ositiva animati da grande velocità.; raggi B o elettroni molto p·i ù 1p•iccoli dell'atomo ·dell'idrogeno, anch'essi animati da gra11cle velocità; raggi y. vi·b razione elettromagnetica analoga alla luce ed ai raggi X, ma con una frequenza molto più elevata . Dal punto di vista del potere pe11etrante i raggi a .sono i più assorbihili, i raggi B 50110 più pen~trantj, ed i raggi y ancora d1 più. Il radium è il radioelem ento più n oto perchè è ~tn.to isolato, è 1prodotto industrialrr1-ente ed è 1nolto usato in medicina. Un 1po' meno noto è il mesothorium ancl1'esso p·r e·p arato dall'industria comr sottoprodotto della preparazione rJel thoriu rn; ha a.pip licazioni mediche analoghe a quelle ·del radio. 1Vla gli altri radioelernenti non sono cono5ciuti cbe dai tecnici, men tre potrebbero esser e ntilmer1tc sfruttati clalla terapia. Al riguardo occorre esan1inare se la preparazion e di queste Jnatrrie ricl1iede sforzi d'organizzazione e se in eff e1ti essi for11iscono raggi che non sono em::i.nati dal radio. La terapia adopera 1 radioelementi in due modi : comp sorge11te estern a, ed allora la materia attiva è chiu sa in tubi o legata a 1piastre, e come • sorgE~nte interna ed allora la materia radioattiva è introrlotta nell'organisrno con iniezioni, bevande o ii1ala.zioni. Nel pri1no caso si pt1ò far variare a volontà la durata delì'applicazione, e delle tre specie di rag~·i a, B· y - emessi da un tubo di radio si possono eliminare i più assorbibili, a e B· inc:L diante filtri aidatti, e co11servare i più pene~1an­ t], Y· Questi ultimi non possono ess.ere rnai elirn1 nati, 1p er 1nodo che i raggi o. e B non possono ess~re mai l1tilizzati da so li qua11do si ado·p era un tubo di radio. Il secondo inetodo - introduzione della materia radioattiva nell'organismo - presenta maggio!'i corr11P1licazioni. Non solo il genere ·di r:::iggi dipende dal la natura del radioelemento, ma la distribuzione dell'irradiazione p uò dipendere dal n1od0 con cui il ra·dioelemento si fissa sui tesc;uti o s'elimina dall'organismo, e la durata dell'azio1


126i

n e c~ipende dalla durata di vita del radioelPrr1ento, di n1odo che gli effetti ottenuti con elementi a vita breYe potranno essere salutari, mentrP un elemento a Yita lunga p otrà dare r isultati nefasti. I radioelementi ven gono generalmente raggrllJPpati in tre famiglie : fa1r1iglia dell'uranium-ra-

[ ..\1\~o X~"{IJ, FAEc. 36)

l.L POLICLINICO

din111, d ell 1actinium e d el thorium. L 'u raniun1 ~d n thorium sono elementi primari e la loro trasformazion e r a dioattiva produce derivati success ivi. La famiglia dell'actinium ·deriva dall'uran iurn, ma il n1odo di discendenza non è ancora ben cl1iaro. 1~ n otevole il fatto che tutti i radioelementi si troYano in minerali d'uranium e di thorium; tuttavi a alcuni di essi si ottengono dai loro ascend en ti diretti a vita lunga, ·di m odo che questi ascendenti possono essere considerati come cor pi che bisogna estrarre n ei laboratori, immagazzinarli e !POi utilizzar.Ii per la !I)ir oduzione di derivati m ediante oper azioni semindustriali. Nella famjglia dell'uranium si trova un corpo chj amato uranium X1 , che ha - un !Periodo .d i cir ca 24 giorni. Questo corpo è seguìto da un discendente. n. vita breve, uranjum X 2 , e l'insieme em ette raggi B con p ochissimi raggi y, .p er modo che si può utilizzarlo p er l'applicazione d ei raggi ~ sull'organismo. L'uranium X 1 ha le pro1p 1rietà d el tl1oriu111 e si può separarlo dall'uranium nel quale i accumula in quantità limitata determinata dalle leggi dell'equilibrio radioattivo. Finora questo corpo non è stato separato che p er ricercl1e fisico-chimiche ed i metodi indicati sono molto vari. ~lediant e uno di questi m etodi si pu ò prelevare dall'uranium l'uranium X a misura ch e esso si r iforma; dopo il ,p eriodo di 24 giorni se ne ..nuò estrar r e la m età della quantità limite cl1e l'urnniun1 può contenere. L'eleme11to che s u ccede all' uranium X nella f,~ ­ n1i~lia è lln corpo di l unga vita, l 'ionium, che si troYa nei minerali in quantità 50 volte più grancle dcl radio e cl1e 1praticamente emette solo raggi 0 . Qu esto corpo è isotopo del thorium e si tr o\'a se111pre mescolato con questo nei minerali; lla qurs1 i quinui si estrar se1npre un miscuglio ioniu111-thori11m, cl1e no11 può essere m odifica t ., perr hè ln sep arazione degli isotopi è quasi imp o~sibi1e.

J..' ioniu1n-tl1oriu1n no11 è stato ancora preparato i11d\15triuln1cnte, n1a si potrebbe rica\1 arl o co~!lè sottoprodotto clel radi11n1, e potrebbe avere aipplit·az 10ni p1ntiche 11clln prcparazio11e di sostanze I urn ino c. P er l'uso i11 1r1edirina bisogn a tener co nto <lel fatto cl1e la sua n.ttiYità specift\:a è n1inorc di quella d el rallio , per modo cli~ la lJuantit:\ di materia nel e saria p er ott.enere la ~I c...,::-a ra<l in zion c a è n1olto pi\1 grande. Il 1 a <lon o e1nanazìon e del radi urn è un corpo ga-.. u~o la cui 11rep tlra zion è uu' op era zi ·,n e :1bi-

tu ale quantunque delicata in parecchi istituti di radiumteréllpia. Il periodo d el radon è di circa 3,8, lo si estrae dalle solt1zioni di radium accompagnate da mescolanze ·di gas che si estraggono con adatti reattivi . Il rado11 purificato si raccoglie in ampolline la cui radiazione, quantunqu e diminu i<;ca col tempo , è della stessa natura di quella che proviene dai tubi ·d i radium. ·Dal radon derivano pareccl1i a ltri corpi: quelli. .t\., B, e 11anno vita breve ed ai corpi B e e si devono le radiazioni y delle ampolle d'emanazione. Il derivato seguente, il radium D, o radiopiombo, è un corpo a vita lunga con periodo di sei anni e che si trova n ei minerali in pro1porzione di 10 mmgr. per ogni grammo di raclium. Si ottiene come sottoprodotto nella preparazione del radium. Ha i.mportanza per i suoi derivati, il radium E ed il p olonium, di cui il p~imo dà folo radiazioni ~ ed il secondo solo radiazioni a,. Il radiopiombo può essere ottenuto sia dai mine' rali ·di piombo sia dai prodotti di distruzione d el radon e suoi derivati. I1 polonium rperiodo 140 giorni) si estrae mediar1te deposito sull'argento. Una sottile lamina di argento tenuta p er qualche ora in lenta r otazione n ella soluzion e, r a ccoglie il polonium che vi si tro·và. Mediante Qpportune manipolazioni, si p11ò dalla lamina d 'argento raccogliere il 1p oloni1Lrn in solt1zione. Con il polonium così preparato sono state fatte le belle esperienze di Laca ssagne e Lattès sulla fissazione del polonium ja parte dell'organismo e sulla microradiografla degli organi. Il radium E può essere ottenuto da soluzio r. i c]i radiopiombo media nte dep osito su n ikel o rame. Passando alla famiglia del thorium è a ricor dare che il m esothorium 1, primo derivato del thorium, si prepara industrialmente con gli s tessi procedim enti ado1Perati per il radium di cui è isoto1p o, e cl1e dà luogo al radiothorium. Il prodotto seguente, il thorium X, con p eriodo di 3, 6 giorni ha avuto applicazioni mediche. 1

~el la

serie dell'actinium finora n on sono state teniate preparazioni regolari; nè l'actini11m 11è il protactinium sono stati ancora preparati in quantità notevoli a cau sa delle difficoltà di estrazione. Se c:;i disponesse d'una certa pro\.--vista d'a ctinitun si potrebbe organizzare ln 1Preparazione dell'actin ium X (periodo 11.2 giorni) separandolo dall'actiniu1n e dal raclio-ac tinium mecliante preripitazion e di questi u1ti111i con ammoniaca. La signora Curie l1a r ecentemente istituiti laboratori chi111i ci per organizzare la produzione di tutti i radioelementi r.lencati in questa comuoicazio11e in modo da fornire alla medicina prodotti selezionati ed appropriati ciascuno alle singole indicazioni terapeuti che. argo.


[ANNO XXXII, F ASC. 36]

SEZ~ONE

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P RATICA

POLITICA SANITARIA E GIURISPRUDENZA*· NOI'me t1'ansitorie per gli esami di Stato. Con J<,. J). 16 luglio 1925, n . 1415 (Gazz . ·uff . 21 agosto, n . 194) sono state emanate le seguenti disposizioni transitorie per ] 'rup1plicazi<»ne del regolamento pe1· gli esa111i di Stato ap1prov:at.o con R. D. 29 giugno 1924~ n. 1388: Art. 1. - Nella sessione d ell'anno 1925 sono sedi degli esami idi Sta:to tutte le u•niviersiità e gli istituti superiori di eui alle tabelle A e B del R . decreto ~(1 setteim bro 1923, n. 2102. I candidati possono sostenere gli esami in qualunque sede, salv(• il dispusto del seguente aTticolo per gli esami .dj a.Lilitazione all'esercizio della professione <li architetto. I professori di ruolo componenti le Commissioni per la ~e3Sione dell'anno 1925 non debbono tutti aipipartenere alla università o istituto sede di esami. ...i\.rt. 2. - Nella sessione dell'anno 1925 gli esa1ni di Stato si svolgono in conformità delle seguenti <l isposizio11i : 10 gli esami di abilitazione all'esercizio della pTofession e di medioo-chirurgo consistono in un a prova 011·ale pratica di rnedicina e in una pr~iva -0rale pratica di chirurgia, ooin le norme stabiilite dagli articoli 40 e 41 del R. decreto 19 giugno 1924, n. 1388, senza l'obbligo, per l.a prova di medicina, dell'esecuzione delle ricerche di laboratorio . Le Commissioni ~..siaminatrioi sono composte di sei membri, dei quali quattro proifessori di ruolo, un libero docente ed un.a persona estranea all'insegnamento univeTsitario . Le Commissioni si sud divido110 in due Sottocommissioni. Omissis. I..te altre dis.:posizioni riguaTd.ano la pr-0fes~ilione di chimico, far·m acista, i11gegnere, ecc. 1

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Sussidi per opere igieniche. (

Derreto M i11isteriale 30 giugno 1925 ( Gazz. U ff ., n. 184: 10 agost-0 1925). Art. 1. - :€ ap,p rovato il ooguente regolame11to per l'erogazione dei sussidi in capitale diretti ad a.gevolare l' eseouzione di opere di provvista di acqua potabile, in sostituzione -delle .agevolazioni consentite c1ag1i articoli 2, 5 e 13 della legge 25 g iug no 1911, n. 586, e dagli a rticoli 2 e 3 del R. decreto legge 30 dicembre 1923, n. 3132, convertito nella legrre 17 aprile 1925, n. 473, nonchè il trasporto ecl il rifornimento di .acqua potabile, in periodi di siccità, .ai Comu11i che ne abbisognano, e ]'esecuzione in genere delle opere igie11iche. 1. - I sussidi ohe il Ministero dell 'Interno è autoTizzato a co11oedere in virtù dell'art. 9 del R. d·e creto 30 dicembre 1923, n. 3132, saran110 er-0gati e sommi11istrati secondo le norme di cui nei seguenti articoli. 1

2. - È vietato il cumulo del sussidio in capitale e del concorso nel pagamento d egli interessi di u n mutuo di favore; ma non l.a loro coesistenza quando, cioè, ad una parte della spesa p revista, per llna ste&sa opera viene applicato l' un-0 di detti benefic1, e ad u n'alt ra parte l'altro. ' P er le o•p ere di &istemazione stradale il sussi dio da parte del l\{inistero. dell'Interno potrà essere conoesso q11an.do la finalità igienica sia prevalente su qt1ella della viiabilità. Il sussidio no11 sarb accordato, ohe previo accertamen to che, per le stesse opere, non sia stato concesso altro sussidio d el Ministero dei Lavori pubblici, nè trovasi in oorso pr~so il medesimo 11n'istanza del Comune per ()ttenerlo. Della concessjone del sussidio sarà data, poi, notizia al detto Ministero . 3. - · I sussidi • in capitale possono conceder si quando concorrono 1~ medesi•m e condizi1oni, che sa1·ebbero necessarie per la ooncess-ione di u n prestito dii favore. 4. - I su.ssidi ii1 capitale possono conceder si in m!sur a variabile da tln terzo 3'i d ue terzi deil' am1nontare della spe.sia risultan te dai preventivi pTesentati al l\ilinistero e .d ebiitaanente aipiprovati. Quando la spesa effettiva SOI"IJ>assa, poi, le previsioni, si può concedere in base a perizi.a aggiu·n tiva, ovvero, a seconda dei casi, in base al certificato dii regolare esec11zione dei lavori od al collaudo, un sussidio suppletivo della misura massimia d.i un quinto della maggiore spesa effettiva. I limiti di cui sopra non sono aip·p licabi1i ai sru:;sidi pel rifornimento idTico degli abitati in periodi .d[ s:ccità. · 5. - La concessione dei sussidi avrà luogo, ad esclus:ivo giudizio del Ministero, per le o·p ereche presentjno u11 prevalente :in ter esse igiemco e nella m isura corrjspo11dente a tale interesse igie1

nlCO.

6 . - La concessione dei sussidi sarà stabilita co11 decreto a firma di Sua Eooellenza il Ministro o di Su-a Eccellenza il Sottosegretario ~i Stato. 7. - La son11ninci.strazione d ei sussidi si eoogue direttamente in favore dell'Ente concessionario a cur.a del!' .A1nministrazione centrale, oon le forme prev iste dalla legge di contabilità geneTale, per i primi 9 ·decimi del rispettivo importo, in base a nulla osta del Prefetto e, .per l'ultimo decimo, in seguito all'app rovaZJione del collaudo o del ce1:tificatio di regolare esecuzione delle opere, trasporti e for11iture, o della r elativa oontabilità. fi11ale, a seconda dei casi. I l Prefetto rilascia il nulla osta di cui al comma precedente in base allo stato di avanzaJID ento dei I.avori, trasporti, forniture, vistato dal Genio Civile.

(*) La presen te rubrica è affidata alJ ' a vv. G1ov \!'\:-.'l SE1., lega]~ del nostro periodico

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\OG1 .

es<.: rrente in Cassazione . consulente


1:266

È sen1pre in facoJtà. del Ministe1~0 di ayocare a

sè l'esame degli stat i di avanzamento e delle con-

tabilità, tutte ]e volte che lo reputi opportuno. Solo in casi eccezionali potrà ammettersi deroga alle disposizioni !)recedenti , e le circostanze &peci.a.li, che l'avranno resa neoessaria, dovranno· rist11ta re da decreti ì\iiinjsteriali da registrarsi alla Corte dei Conti.

Commissione consultiva pe1· l'igiene scolastica. La « Gazzetta Ufficiale » n. 145, pubblica il R. D . 21J maggio 1925, n. 958, che qui ri•p ortiiamo. Art. 1. - È istituita una Commissione consultiva per l'igiene e l 'assistenza scolastica e per l'igiene pedagogica. Art. 2. - La Commissione dà parere: 1) sull' organizza7.ione della vigilanza sanitaria nelle scuole pubbliche- e private, e sui relativi provvedimenti, demandati alla competenza del l\1i11istero dell'intcr110, previo co11certo col Ministro per la pubblica istruzione, a termi11e dell'art. l del R. D. 30 dicembre 1923, n. 28 9; 2) sui provvedimenti predisposti di concerto tra i l\1inis tri per l'interno e per la pubblica istruzio11e, allo scopo di coordinare e disciplinare l'azione delle istituzior1i e dei servizi cli a.ssistenza sanitari.a $Colastica e ùi pro.m uovere l'orga11izzazione cli nuove istituzioni e di nu1ovi servizi del genere· 3) sui provvedi1nenti diretti a coordinare l'opera dei medici provi11ciali e degli ufficiali sanitari co111nnali nel cam•p o della vigilanza e dell' assiistenza sanitaria scolastica, e a promuovere la collaborazio11e d elle scuole e dei patronati soolastjci nella lotta contro le malattie sociali, mediante la propaganda. fra i maestri, l'insegnamento c1elle norme di igie11e agli scolari, i1 riconoscime11to d egli alunni deboli e predisposti aUe n1a]attie. e la. 1oro assistenza. T,a Com n1isisio11e clà., inoltre, parere sul1e question i sottoposte .al suo esame dai l\iinistri interessati e fa studi e proposte in materia di igiene l?cl ass istenza scolastica e di igiene pedagogica. Art. 3. - - La Commissione è composta dal direttore g.enerale dell'istruzione primari.a, d.al direttore generale rlell'istruzio11e n1edia, dal direttore gtlnerale della san ità pubblica, o da un loro d elegato, e dn. d11c !)rofessori titolari di ig iene, i---ce lti, l'u110 dal )[iuist ro per l'interno e l ' altro cl.al :\lini ·tro -ncr la nttbblica istruzione. [ nu!1nbri di i1on1ina ministeriale clura110 i11 ca· ricct 3 .anni. TJ:l ( 1 on1111i. . ione 11a dl1e e~retari: l'uno designnto dal :\[ini. tro per l'interno e l ' altro dal :\lini tro per la. pubblica istruzione. J"n ('01nn1i~ 'ion<.' 11.a cde 11res.c::o il ~Iinistcro d ella 1n1bblicn 1 tru:lione. .\ rt. L - l _a Co1n1nissione no1nina 11cl suo , eno il l>roprio pre identc e ~ i rinni ce di regola in \: s i o?Il' o r cl i 'l n rin . tl u e y o lte I' a n n o . e in se si e ne

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f :\NXO

IL POLICLINICO

XXXII, FASC. 36]

straordi11aria ogni qualvolta il pre.sid€nte lo creda opportuno. Art. 5. - Per la legalità delle .adunanze, si richiede ì "intervento di almeno tr<e commissari. In caso di assenza del presidente, ne esercita le fu1izioni il comroi&.5ario, che, all'uQ1po, la Commissione designerà volta per volta. I 'p artiti si prendono a maggioranza e sempre a voti palesi. A parità di voti, prevale quello del presideii1te. · _i\.rt. 6. La sp esa pel funzionamento della Commissione e del.l a segreteria, sarà a carico del ~[inistero della pubblica istruzione.

CONTROVERSIE GIURIDICHE LXII. - Il servizio interinale ngli effetti del bien11io (li prova. I~

n oto ormai cl1e il servizio interinale, presta~o n ello stesso Comune e seguìto dalla nomi11a d efi11itiva in bas.e al concorso, è efficace co1n e periodo di prova. Si è presentato questo caso: il 1n-edico interino fu poi n omi11ato titolare, in hase a concorso, ina riassunse I ' ufficio dopo una breve 5ospensione di servizio, riel 1p eriodo fra interi11ato e titolarità. Si trattava, qujnùi , di g iudicare se questa discontinuità costituisse vera e propria jnterruzione, tale da rendere non valut:ibi le jl s.ervizio interinale agl i eff P.tti d el periodo ùi proi.-a. wJa la V Sezione d el Consiglio di Stato, con d ecisione 27 febbraio 1925, n. 121, ha dichiara.to che non si verificava un caso di v era e pro1prja interruzione, a norma dell'art. 36 clel R. D. 30 dicembre 1923, n . 2889, anche perchè l'avviso d el co11corso consentiva al vincitore 1L ternlinP. di 30 giorni dalla n otificazione della no111ina per assum.ere servizio. Ma a prescindere da questa considerazione, la quélle attiene a lla l egittimità del ritardo ad :l.5s urn ere l 'ufficio più che alla nozione della continuità richiesta dall' art. 34, serr1bra a noi che questa condizj one non si debba inte11dere in senso letteral e assoluto -e che un breve intervallo tra l'una e l'altra prestazione d' opera, specialrr1 ente ~e n o11 vi corrisp onda una discontinuità gturldica, no n si possa. ritenere interruzione del servi zio a tta ad escludere la effi cacia del servizio interin a le co 1r1e p eriodo di esp erimento. l ,a V S ezione, con altra decision~ 6 marzo 1925, n. 128, ì1a dichiarato che la norn1a d el cjtato art. 36 del R. D. 30 dicernbre 1923, n. 2889, è ind eroga bile e che p er cjò sono inefficaci lP di spos izi o1 1i di capitolati speciali o di deliberazioni e nnt;hc particolari convenzioni tra medico e c ~ 111u11P, le quali stabiliscano che il petiodo di pro\'a deco rre ctalln data dell'assun zione del ser\'1zio in sc.gu ito a Ila •nontina per C'oncorso e che 11011 è \'nlutabile il , ervizio interinale nnte-atto. 1


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iANNO XXXII, FASC. 36ì

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SEZlO!'{t PRATIC.\

NELLA .VITA PROFESSIONALE. e o No o R s ·1.

affidato a m0di0i civili del luogo, no1ninati per perio.d i non 6U·p eriori a t1n biennio con D.ecreto Ministeriale . IRt retribu7'ione sarà fissata in base· al P osTI VAOANTI . . 1rumero ·-O.egli a.genti residenti nelle Provincie. Età . , . Accu MOLI (Aywila). - Se.ad. u11 mese dal 15 ag. massima, 45 .a., elevabili a 50 per la ·pri1na ·attuaAb . 2879; L. U500 per 500 . pov. ; ad,i liz. L. 5 1oltre zione de] servizio. Obblighi princ1pali sono: 1) tro. fino a 1000 e L. 3 <>ltre 1000; per cav. L. 3000; varsi giornalmente nell'ora fiss ata dal co,m andante 4 quinq11enni deci,!Ylo . Tassa L. 50 al tesor . com. lo.c ale nella sala medica o in altro ambiente a · Doc11m. n 6 1ne&i ..1.al l:) n.g. Età lim. 35 a . Chieciò destinat o per visitare gli .amn1alati e prendere dere nnnunzio . visione delle richie1'3it e <li visite in ca~errna o a do...i\.QuILA . Oongregaz. d-i (Jarità. Me<l. primario micilio; 2) ~eguire quc.ste visite; 3) prestare a& dell' 0 .9ped. di S. Salvatore; L . 6000 e comipensi dai siisten3a agli aim malati fino alla gu arigione o al paganti in 1pro.prio. Se.ad. ore 12 del 25 S€tt. Età ricovero in uno stabilirnento di cura ; 4) vigilare lim. 40 a. Lib. rtloc. in clin. o patol. med. o trie11- sull' igiene della caserma e del vitto e i)r.en·deTe mini-0 di aiuto in Clin . univers. od in OtSiped. prim. &u·r e di p rofilas"ri ; 5) prop1o·r re visite <li co11trollo Cla&Sifica esami di laurea. Doc. non anter. al e di rassegna p er gli agenti ritenuti inabili. I ma18 ag. Biennio di proya. teriali profi1attici e le me<lieine in dcQtazione ver BR~SGIA. Spedali Civili. Medico p.rima.r io; lir.anno son1ministrate gr.atuitamente agli agenti per re 6000 (sic) . Docum. agli Uffici d' Ammin . (v. l\Iole cure i1011 suiperiori a cinque .g iorni, oomipiute in retto 42) 1ion più tnrdi delle ore 17 del 15 sett. caserma. Età lim. 45 a. (e.~ combatt. 50). Chiedere an11unzio. · SALVITELLE (Sale.rno). - Scad. 30 sett. L. 7000. CARRARA. Ilf11.nicipio. - Medico-direttore dell ' AmS. MlC FfELE DEL QUARTO (T cnezia) . - A tutto bulatorio a11ticeltico ~ !)ressa il Civico Os1peda1e, alla i 1 30 : ett. , ore 17 ; per informazioni rivo1gers1 SediJpendenz::t dell'Ufficio Sa nit. Provinc. pel tramite greteria. dell'Uff. IV111nicip. <lJi giene. Scad. 30 sett. L . 10,000. S . PAOLO ALB \.NÈSE ( PC>te·nza) . - Con.d. r esid. , Domande a1l'Uffi.cio Sa11itario. Docum. a 3 me~i. serv. ·p ov. L . 7000; 11. 500 uff. sa11.; aum. quach·. Età m~. 4_5 a. Esa.me scritto, dimo&trativo (pro.va Scad. 15 ottobre. di s ierologia diagnos ica) e clinica. Nomi11a per 5 TERRANOVA DI SICILIA (Calta 1iissetta). - .A. tutto anni, ~alvo conferma. Serv. entro 15 gg. E COll20 sett. Direttor e dell' Anibulatorio Antitracomar ~entito il libero eserciz•io profess. toso Oo·m unale. L. 3500; escl11sa indenn·. c.-v.; CAsT·ELCIVITA (Salern,o). - Scad. 30 sett. Una dichiaraz . scritta dei concor·renti di accettare le delle due cond. ; L. 7000 e 5 'quaidrienni dee. , oltre norme che regolano. I.a C. P. dei me dici condotti. L. 1000 cav., a,dclizion. L. 5 ogni povero ecced.ente ' VENE ZCA. ()spedale Civile. Medico-direttore 20 o~ della popolaz.; tassa L. 50,15. f}ella Sezione malattie infet.tiv~ in Iso1a di S . MaFrRENZ'E• . R . l >ref P,tt'lt1·a. Uffio. sanit. di P1·aria del'1·e Grazie. A tutto 'il 15 sett. Tit10li ed esame. to; Scaid . ore 17 1d el 10 ott.; L . 12,000 e c.-v . ; Bi:ie~nio di pro,ra; con ferma fino a 65 a. L. 14,000 trienni decimo; val.u taz. parziale servizi prestati ; oltre L. 2000 disag. · r esi1<l., v itto i11divid. , L . 1400 è concesso il libero eserc. urCJ;fsss. Et·à 1im. 45 . a. . serv. ::itt., c.-y. Dooun1. al Protocollo dell'{)sped . Ab. 60,560. Chiedere ~nnunzio: e.nt.ro ore 17 del 17 sett. Età lim. 45 a. Richiedesi IsoLA DEL L1a1 (Caserta) . - 2a condotta; vedi fliSSisit entato Reparti in , me·clic)na int. , I stituti di fase 34 ; proroga al 30 ~tt. igie11e e I.1aboratori di batterio1. (La ·d uip1ice data MA'ENZA t Roma). L. J 0,500 per 1000 pov.; ad- <li sca.denza è i11dicata i1ell' annunzio). dizio11. I,. 4 oltre e fino ~ 2000; L. 5 oltre; L. 400 Aiubo nella Divisione Chirurgica III ; L. 4800; uff. san. ; ,5 quaidrienni decimo . ·soad. 20 sett. Tassa nornina biennale, conferma di un altro anno e non L . 50 al tesor . oom. Servizio entrQ 20 giorni. oltre . Età lim . 35 -a. TitoLi ed esa1ni . Dooum. al . Mu,ANO. Oonsiglio deali lstitut.i Ospitalier'i. Protocollo 11011 olt1='0 le ore 17 del 15 sett. DiiFigente la Sezione Radiologica dell'Ospedale P er i due concorsi tassa L. 50 al Teso riere. Di0Maggiore. V~i fase . 31. Scad. 10 ottobre.cun1. a 3 1nesi, Chi eder e · annunzi. MONFU'MO (Trr.,ci.~o). - A tutto 30 1Siett.; L. 9500 ; indenn. trasferta e due. c.-v. CJNOORSI A PREMIO. Ro:MA. Ministero clell/(l Marina. -· Co·n corso a P 1·P.n1 io Jla urizio Bufalini. 15 posti di tenenti mediéi i11 S. A. P . Gli esami È aipe-rto il couco~·so, prf'...sso 1'Univ.e-r sità di Fisono pronogati iall'll gennaio. Tempo utile per la renze, al pren1 io Bufalini di L. 6000 pel 1926 da. pl'esentaz. dei docume11ti: 15 novem1bre; per il conferir.sii al1a mic:rliore memoria sul valore del meoertific.ato de-]l'esame di Stato fino all'll genn. todo sperimen tale 11el1.a scienza e n elle singole Età l~n1. pe r ·i medici èivili 30 anni al 1° ott. Chiedere .ann11nzio e prdgrammi alla Direzion e G€11e- scienze. Si potrà svolger~ a nche una sola delle due pa.rti di cui consta il t.en1a e allora si i)otrà a.spirale Personale Servizi 1\-[ilita ri (Divisio11e Stato rare solo alla n1f'tà del !)remio. Modalità solite. Giuridico Persona.le l\iiilitare) o alle 1direzioni dégli Indirizz;are le inemorie, entro il 31. luglio 1926, Ospedali };I~litari :n1arittimi, ecc. al direttore clPìla r1egreteri~ de1]a R.. U. di Firen ~: Ro1\1:A. ll:linistero dell' I·nter'TIO . - Il seTvizio sap iaz:r.a Sa1t lVf a rcn, 2. nitario ~1cr il Corpo degli agenti di P. S. verrà 1

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[ANNO

IL POLICLINICO •

MOMINE, PROMOZIONI ED ONORIFICENZE,

.Premi Jla ntovani.

Si è espletato il conco1..~10 indetto dalla Società Italiana, di Pediatria ai pre mi messi a disposizione dalla fondnzione F elice Ma11tovani per lavori riguar<la nti la fis iolo.~ia e patologia della alimentazione d ei lattanti. La Commi~ione, com•p osta dai proff. Cozzolino, Allaria e M~ggiore, ha p·r oceduto alla aissegnazion e dei premi nel se'guente modo: 1) Prof. .G . Fuo1ìtali con il lavoro « St11di sui grassi dell' nli1nentazione dei lattanti »; 2) Prof. A. J)rago con il lavoro « Reazione anafilattica del bambino agli alimenti »; 3). D ott. G. Bentivoglio co11 il lavoro «La dige.cstione del grasso nel lattante »; 4) Prof. R. Vagli10 con il lavoro « I disturbi di nutrizione del lattante ». Analogo concorso è stato bandito per l' an110 1925 e si chiuderà al .31 dicembre. 0

z>remio del Ministero del.la P. I. ~ stato proposto da una. Co.rn•m issione dell.a R. 1\ccad. rl~i 1-'incei (relatore prof. Ercole Giacbmi-

111), che il premio del l\riinistero della P. I. di J,..5000 p-0r aiuti e assistenti universitari e pr-0f~sso1·i òelle sc11ole medie sia, per il 1924, diviso fra il prof. Luigi Castaldi, aiuto dell'Istituto <li Anatomia Umana d-elJa R. Università di Firenz_e, e il d ott. Fenoglio, geolomo .

Premio

.4:ng~lo

NOTIZIE DIVERSE.

Minich.

Il R . Istituto Veneto <li scienze, lettere ed arti ha conferito a pari merito il premio Angelo Minich, di L. 5000 pel tniennio 1922-1924 al prof. Luigi Castaldi, aiuto dell'Istituto di Anatomia Umana della R. Universii.à di Firenze, e al prof. Paolo Enriques, direttore dell'Istitutc di Zoologia della R. U niversità di Padova.

XXXII, FASC. 36}

Congresso internazionale del fancinlJo . Come avevamo annunziato, si è svolto a Gin evra dal 24 al 28 a.gosto con ]airgio intervento di medici, igienisti, educatori, sociologi di tutto il mondo. ~t\.11' inaugurazione parlarono il vice·pr.esidente del Consiglio federale dott. H. Haberlin, il consigliere. di Stato incaric.ato dell'istruzione pubblica dott. A. Oltremare, i proff. v. Pirq11et, G. Soelle, Morquio, ·remair, il marohese Paolucci de' Calboli per l' Italia, l a marchesa d' Aberden. Tra le relazioni segi1aliamo quella del prof. Caronia di Ro1na sulla prevenzione delle malattie esantematiche; è sta,ta . discussa dai proff. Porter di S. Francisco, Nebel di Vienna. Daremo prossimaimente un brPve i-esoconto dei lavori .

Congresso internazionale di climatologia. Si è adunato a Davos il 22 agosto; tenne il discorso inat1gurale il prof. 1\1,ichel, presidente degli J stituti svizzeri per la fisiologia cl' altitudine e per ]a cura della tu1b ercolosi. 1 congre$isti assommaro110 a circa 200. L'Italia era rap·p resentata dai proff. Baglioni e Palazzo, nominati vice-presidenti, Di Vestea, Morpurgo, c ·a ssinis, Eredi.a, Levi. La felice organizzazione si deve al prof. V rrgelEyserus, segretario generale, che seppe adunare n1eteorologi e fisiologi di tutto il mondo.

.

-

VIII Congresso medico siciliano. Questo rongress.o ~ st.ato rimandato dall'ottobre prossimo all'aprile 1926. In t.al modo .è conservata l'abitudine invalsa rli ten~re i congressi siciliani in pTimave1·a, anché per dare agio ai congressisti di parteciP,are contetnporane.amente alle rappreSE>ntazioni classiche che vengono eseguite a Sira.c11sa. ,

.. Associazione cardiologica americana.

L a Mr>Stra didattica internazionale t enutasi a Firenze ha decretato il diploma di gran premio al i,rof. Alfonso Di V estea di Pisa, per la. raccolta di pubblicazioni riguardanti l'igiene educat1·ice e dir C'tto ~Ila form~zione della coscienz.a igienica.

I/ « Amherst College » ha conferito honoris causa il grado di dottori in scienze ai proff.: Robert T. ~filler, clinico chirurgo alla Johns Hopkins University di .Raltin1ora, George G. Sears, clinico me<1ioo alla Bar\'ard University di Bost.on, e Edwin • t. J . ,\.nrd, decano della American University di B~irut .

Il nrof. I~ icl1ard T. }[e,vlctt, il quale ba lasciato col l~ ago. to la cattedra di batteriologia della King' , College Uni\rP.r it:v di Londra , in seguito alla so1>pres ione della ezionc di batteriologia e di sanità pubblica, è stato nominato professore emerito.

b

Si è adunata in 1\.tlantic (}ity, alla fine di mag· gio, sotto la presidenza del dott. ~wis A. ~n_ner.; vi sono state f.atw molte e pregevoli com11u1caz1on1.

Congresso di medlchesse negli Stati Uniti. Si è tenuto a Ne'" York il 23 giugno. sotto la presiclenza della dott.a. Cornelia Chase Bra~dt. L~ dott.a. l\.f ary E. Hanks, fondatrice e ~or1era d1 un' i stituzione per sovvenire le studentesse di medicina annunziò che sono state .assegna.te cinque borse di stttdio p er un importo complessivo di circa 10,000 clo11Hri, pari a ~50,000 lire it.

Corso di perfezionamento in dermatologia e venerologia a Strasburgo. Prec;so la Clinica delle malattie cutnnee e c;ifi1itiche d elln Facoltà di medicina di tra burgo, i t('rrà un C'Ol'SO di perfezion.amento in dermatol ogia


f .~>'NO XXXI! ,

F ASC. 36]

$EZ WNE PRATICA

e venereolO'gia, dal 21 s.ettembre a l 7 novembre, sotto la direuone del prof. L. M. Pautrier. Quota d'iscrjzione~ fr . 200, d.a inviarsi al prof. P au trrer, 2 Qua.i 8._t. Nicolas, Str.asbourg. Durante il corso, qon un minimo di cinque aderenti, se 11e istituirà uri. altro sui p·r incip.ali metodi di lab10 ratorio e di anatomia patologica. Quota d 'iscr'!j_zione: fr. 150. I medici stranieri possono chiedere in precede11za notjzie sugli .alberghi ; in ogi1i caso possono. appl'O'Ssimativamente calcolare che .esistono delle buone p ensioni di famiglia .a fr. 30 al giorno. 1

Omaggio al dott. La Rosa. A Catauja , n ei locali dei Sindacati provi11c iali , convennero numerosi ufficiali s.anitari d ella pl'lc}vincia, i preside11ti degli Ordini dei medici e dei veterinari, il medico provinci ale ed .altre person alità, per offrire a n ome ·dei colleghi del1a provincia al comrn. I .•a. R~.a , .u fficiale s anitari•o di Caltagirone, una, medaiglia d'oro, in seg110 di affetto ~ di stima. J.1a medaglia fu presentata cl.al dott. Privitera, uffic·i al~ sanitario di Catania, còn un vibrato discorso, seguito da altri, quali il medico provinciale dot't. Ron ea, il dott. Canale e il dott. Alberti , i qu ali eç;alt arono i n1eriti del çollega festeggi ato. E la cerimonia si chi1IBe con nrL commoven~ ringraziamento del <l ott. La Ros a: bene.merito ,dPll'igiene r•ubbliea e della classe. 1

Nella Croce Rossa Italiana. Il .p rof. Gaeta.n o Zruppelli, che da 42 a nni si era adoperato con soler zia a.ll'incremento della sezione i1aipoleta111a ,della Croce Rossa, ha rassegn ato le di miRsioni d a presidente; con lui s•i è dimesso l'intero Consiglio. Jl Governo ha nominato R. Co·ID:tmjssario iJ sen. Angi ulli. 1

Nuove condotte inediche a Roma. Sono sta~ istituite a llroma, con l'approvazione della. G. P. .i\ ., quattro n ll.ove oondotte mediche ur.bane-suburbane, in aggiunta a quelle urbane e rurali già esistent i.

Elargizione. Il i>rof. c·esare Colucci, ordi11ario d i psicol!Qlgi a 0perimentalP presso la R. Università dj N aipoli, ha don ato a questa U11iversità L. 17,000, per costituire un fo11do d-estinato all'increm.ento degli Sltu·d i psicologici .

Per un tnbercolosario a Palermo.

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Il commissari0 d el Ooanune di Palermo ha elargito L. 300,000 quale oontriput.o al fondo costituito da banche e àa privati per u11 t ubercolos.a.Tio-sanat orio pern1anente. ·

Al Sanatorio Militare di Anzio. In memoria di Grassi. Il Governo argentino, p er onorare la memoria d el prof. sen. G. B. Grassi, ha erogato L . 10 mila per la sott-0001·izione a favore 1dell'Istituto Grassi p er lo studio delle malattie p·a:rassitarje.

Il Sanatorio Militar.e di Anzio e l ' .annessa Colonia Marina Militare, istituzioni che mirano alla profilassi ed alla cura della tubercolosi, sono s,t .ate visitate ·d all'on. Musselinj accorrnpagnato d.ai sen. Oontarini , Cirincione e <la altre autorità, e guidato dal direttore cap. m cd. Bacchetti.

In memoria di Osler. Nel Museo dell'Univer sità di Oxford è stata scoperta una ]aipide in bronro• a ricorido di sir W·il· liaim Osler. Essa è la riproduzio,n e di un'altra lapide già mura t a nell'Università di Marryland (Stati Uniti), oper a dello scultore francese F. Vernon. Per i inedie.i americani .J. F. Falton , d ella Università di Harvar,d , depose t1na cnr ona di l.ruuro e di erica, bi anca a i pi:edi d ella Lrupi de. 1

.

Un monumento a

Da.rlln~

Un ospedale per donne a Lima. E stato in.au~u1·ato a Ljma l' Osp edale Arzobispo Loayza, erett-0 dalla Sociedad d e Ben·e ficiencia Publica, riservato1 alle donne; è a prova di fuoco ed a. prova. di terremoto; compren1de d11e padiglioni· medici, due chi1"Urgici, un edifizio per i servizi an1ministr.ativi, una casa p er infermiere, con scuola per 150 allieve , ecc. : è costato circa 20 milioni iC1i. lire it . 1

e Lotbjan.

Il Gove1·no del Gra,n Libano h a deli·b erat o di erigere un ino11umento all a n1emorj.a de i pToff. Samuel Taylor Darling, della « Rockefe11e r Foun d1ation » e N orman Lothj an , della Scuola di medici11a militare rli Londra , rimasti vittime cli u11 infortunio automobilistico.

Per il rinnovamento di un ospedale a New York.

All'Università di Lione.

Un ospedale americano al Giappone.

Souo stati inaugurati r eoontemente, ne ll'Università di Lione, un b11sto al prof. A. Poncet, già su]la cc t u~linico chi1 urgo, 11oto per le sue ricerc,h e 1 bercolosi infia1nrnatoria », e una lrup:iide al prof. Jaiboulay che era stato un .piqniere d'ell a. chirurgia del &impatico. · ,

Con la som•m a di 6 milioni di yen raccolta dalla Croce R ossa A1nericana nel 1923 verrà ora eretto a·d Honjo, T·okyio, l'Ospedale Doai, per riJparare in parte ai danni del t erre1noto; sarà. .a quattro piani, in cemento a rmato, e potrà contenere 600 parienti; verrà diretto dal dott. K. M'iul'a.

1

Sono stati stanziati 3,250,000 dollari, pari a 100 milioni di lire it., per miodernizzare il e< Bellev.ue H ospital ~> di tfe'\Y York. Verrà costruito ex-novo un edificio p er gli ambulatori, capaci di ricevere 1500 pazienti Rl giorno.


1270

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[ ..\~~O XXXII, FA'=C. 36]

POLlCLI~ICO

Per la ricostruzione di un ospedale al Giappone.

n~~ riguardante solo gli imbecilli e gli idioti, spe-

Il Comitato Internazionale per la ricostrufilo11e dell' Ospedale Generale di Yokohama ha lanciato un .aiµpello per la raccolta di fondi . Oltre a un ospedale completaime nte attrezzato si vorrebbe costruire una scuola per infermiere e un l aboratorio <li ricerche.

c1f1cando che la sterilizzazione deve essere effett u at.1 eon apP.licazio11i di r aggi X. In Inghilterra invece l ' « ~i\.ssoci.azione centrale dii igiene mentale » si oppoi{e alla caistrazione f()rzata. degli alienati, sostenendo che, in linea generale, bisogna preferire la segregazio11e di t~li mala-t.i alla ster ilizzazion e .

1

I

L 'Università di Perugia. Con recente dec reto l 'a11tioa, gloriosa, libera U11iitersità di P e rugia passa a far parte delle Univ~rsiià istatali, tabella B ; e le classi superiori di coltura per gli stranieri sono costituite in Ente. La città di Perugi.a è 6.tata festante per questa notizia, comunicata direttamente dal preside.nte dcl Consigli o e dal ministro d ella P. I . al sindaco.

L'Università di New Yòrk si annette una Scuola di Odontologia. Il

gi11gno l'Università di New York si è ag~regato il cc Ne'v York College of D entistry », che ha !1 S~1unt0 il non1e di l< School of D e11tistry of the N e\" York University "; qu esta scuola venne fondata 60 unni or sono; conta ora circa 600 iscritti . 2(1

Disciplinamento della specializzazione medica In Germania. Una convenzione sti1p11lata a Bre1ua dalla Dieta medica tedesc~ (lJe11tsche Aerztetag) per disciplinare jl titolo di medico specialis·t a (Facharzt) è stata subito tacitamente accettata in molte ·città id.ella Germanj a e viene osservata come se avesse forza di legge_ Secondo questa convenzione, il titolo dev'(>~~'Se re rjoon osciuto da una Commissione di sette membri, nominati dal Consiglio della Camera medic:a (che corrispond.e ai nostri antichi Ordini dei medici), dei qu.ali sei estranei al Consiglio stesso mentTe il settimo presiede la Commissione.

Medico condannato negli Stati U11iti. Il dott. F rederick ì\.{. Ran11ey è stato condan• nato dalla Corte~ F ederale degli Stati Uniti a cinque anni di '!)rigionia a mille dollari di ammenda e alla restrizione dell'attività professionale, per avere v.iolato la l.egge H arrisor1 ,s11gli stuip efacenti; la condanna alla prigionia però è stata sospesa, in consi1d erazione de11'€tà. inolt rata e dato che egli pratic.amente non pòtrà più eser citar e la profess1oue. 1

Nuova scuola medicii nel Giappone. i è iniziata l a costrumone di una nuov a scuola 1nedica .al Gilfi1ppo ne; sarà. ult i1n.ata nella prossim a prirnnYcra; ln. <lir€zione n e ver rà affidata al dott. Y . Nukada .

Il " Rritish Medicai Journal ,,.

In seguito al trasferimento dell' Associazione 1

M edira Britarinica nei nuovi sontuosi locali di Bloom ~bur)· , di cui de mm o notizia n.el n. 32, il « Bri tish i\iiedical J ournal » ha cambiato sede; esso è ora all1ogato in ambienti su·p erbi; il nuovo indirizzo è: Bri.ti~h Medica! ASS<>Ciation BTiikling, T avistock S<-iuare, London ,V. O. I .; irndirizz.o oolegr afico: Aitiology We tcent, Lon<:1on.

E 1norto a Vienna jl dott. JOSEF BREUER, in età di 83 anni. Egli aveva insegnato all'Univer sità ma poi si era deciso di rinu11ziare .al posto, a causa di p ersecuzioni religiose e politiche. Lascia una. seTie di trattati pregevol~. A lui dobbiamo la sc&per~'t del senso statico o sesto se11so, fatta sperimentando sui canali semicircolari dei })iccioni . Egli ha avviato il ID0 \ ime11to psicotPrapico, che poi doveva essere ulteriormente &\·ilnppato èLa .Freud. Al letto del nlalato era un diagnosta finissimo e anche un terapista senza riva 11 . 7

Per le navi-asilo. Con R. D . n . 159 è stata approvata una serie r1i di ~osizioni con cernenti le navi-asilo, le quali sono 1tavi radiate o galleggianti che provvedon o all'.a istenza. all'educaz.ion-e ed all'istruzione nrofe ionale marittima degli orfani di marinai e -pescato ri e in genere di ragazzi moralmente e mat.erialn1ente abbandonati, fino al 180 an110 di età.

Sterilizzazione di inalati di mente. •

b

I .o tato di \ 7 irgi11ia ( tati Uniti d'America) ha approvato una legge rhe autorizza la castr.azion C'h irurg ica dei frena tenici ed enilettici ,· la l'·\strazione 'i ne decisa da una comn1issione comp~t.n dai me<lioi cl~ll'asilo o della colonia, in cui l'n1nrnalato t' ricoYel'ato. Contro tale cleliberat<> il tuto rt>, un !>arente o un an1ico inti1no del malato J>O uno !)rodurre a1">pf'-llo in Trib1111ale . _\ n<·hl' la I1ui iann hn .adottato unn legge imilP,

E morto a 61 anni i l dott. ER:\IANNO PAL0)1BI chirurgo primarj o, direttore dell'O~pe<lall' di 8. S e.vc1·ino ~I.arche. Fu dei p1imi a fare importanti esperime11ti sull 'uso deJI ' o igeno e <le11 'acqu.a os ·igenata i1ella. cura delle malattie da infezione . Ha notevoli studi: su una 11t1ova teori~ e nletoòo òi cura dell' .4lo1Jecio pityroides, sulla cocain a, ecc. Il suo arm.amentario chirurgico è fornit-0 cli tre stru1nenti di propria. . . 1nYenz1011e. Profo11damente gener~o. dedic-ò la ua opera al ben-e del !Jonolo, f' non ehie e mai .altra rioompl'nsa e:he quella datagli dalln certf'zza di aY·e r compiuto il uo dovere. P . I.


[At-tNO XXXII, F A3C. 36]

.R-'.SSEGNA. D.tLLA STAMPA MEDICA.. Presse "Atléd., 8 .apr . - S. I. DE JoNG e J. CHRISTOPHE. V .alore discutibile d:el trattam. iodico nella tbc . oolmon.

Zbi. inn . Med. , 18 aipr. - ·E. BECHER e W. T.A.GLICH. I fenoli ,d el sangue nell'insuffiic. renale. Zbl. Gynak., 18 a1pr. - G . DonERLEIN. V' è una mortalità pri·m airia da radiumteraipift d e l carcinoma uterino. , P ediat ri.a 15 .a.p r. -· L. SPOLVERINI. Importanza scientif. 'dell'ins.e,g nam . d'igiene infantile e fisiop.atol. del latta nte . . Cl. Pe~iatr. , mar. - G. ARENA. Reaz. d1 Brahmachari nella diagn . di kala-azar._ Ann. di Ostetr. e Ginec., mar . - G. D ELLEPIANE. L a ghiaud. interstiz. dell'ovaio. J ottrn. Ne1·v. a. °A[ent. Dis., avr. - I. ABRAHAMSON. Sul tono muscolare. - O. D. C . LEWIS. La inoculaz. della malari.a nella p. p . B iochùtn. e T erap. Sperim ., 31 m ar. - G. M. PIOCININI. D e medicamentorum facultatibus. IAncet, 18 ap1'. - J. B . liEATHlilS . Il compito dei graissi n ei fe11om . vit.ali. De'll.t . med,i z. W ochens ., 17 apr. - J. W. HARMS. Gli increti. - K. SPIRO. Compito biologico d egli el~menti mi1l~mali. - ~t\.. A. HrJMANS v. d. B ERGH e A. S1EGENBEEK v. TIEUI(ELOM. Iperglicemia e g licosuria n elle gastropatie. J ourn. ile M éd. de P aris, 12 aipr. - A. GRJMBERG. Lia ~r1nocoltl1ra. 1

A1n er. J ourn.. Jl.I ed. Sciences,

C. H. FRAZIER. Fenomeni dolorosi della faccia. G. R . MINOT e T. E. B ucKMAN. Le piastrine nelle l eucemie. -

\

SEZIONE P.HATICA

1aipr . -

R. PEMBERTON. Effetti del oailore esterno sul-

l ;orga11ismo. - V. D ABNEY. Paralisi di B e)].. - C. H. SirITH. Calcio e coagulaz . del sangue. Brit. j}fed. J ourn. , 18 rupr. - J : E. · AnAMS, J. SHERREN. Sull'wppendicite. · C. A. BoTWOOD e a. T iipo a11oss0II1ico dell'atrofia inf.antile. Giorn. d. M ed. Prat., irupr. - M . FRANCINI. Le m embrane di J ackso11.

Rev. F ra;nç . de Gy·n . et d'Obst., 25 mar. -

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'

O. BR uNs. R. STEPHAN. Pa-

togen~.si

1271

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Inohiesta sulla conta-

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1


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II POLlCLI!'ilCt)

J>a thologica, 1

G. l\:Lo\RTINELlJ. Epide1nia di peste nella Somalia ital. - D . }lACAGGI. C1o]oraz. degli spe1~matozoi in med. leg. Jferliz . Klinik, 24 apr. - R . HoFSTATTER. Va.ccino-terapi.a in ·g inecol. - C. BRuRus e H. Pi- . CARD. Srpiroci.da e stovarsolo nella sifilide. F. TuRAN. Dia-gn. precoce di gotta atiipi ca e diatesi gottosa. - Inchiesta su] l'epidemiologia della tbc. 1,V~ien ..4.rch. Kl·i n . ]Je<l ., 15 aipr. D. ADLER.SBEHG e E . N EUBAUER. I mpiego terrupeiutico d egli a,cidi degli idrocolici nelle malattie febbrili delle \ ie biliari. - J. BoR\K e R.. LENK. Impiego diagnlOstico degli effetti dei raggi R oentgen .' - H. PoLJ~ITZfl;Tt ed E. STOLZ. P atolog]a d el ricambio res1Jir.atorio . .Encéphale , apr. - C. Fo1x e P. H ELLEMAND. Le sin dJ:omi dell'arteria cerebr . anter. .4.nnali d-i (Jftalmo l. , ecc ., .ap,r . - D. D'AMic~. L e siderosi del globo . - S . DE BENEDETTI. Sinto1ni ocular i nella diag11osi del p·a rkinsonis1no enoefalit:o. :11·th. (}<' ner. di }veurol., ece., · I -TI. - M. LRvI BIA~C'HINI . Simbclist1ca sessuale nel sogno mistico e· profan,o . - A. F ERRARO. Lia s11bsta11tia ni1gra normale. Brain, mar. - l-1. F LOREY . Osservazioni microsr9piche sulla circolaz . del sangu e nella corteccia cerebrale. - G. 0 AM.PORA. L 'a.s ter eognosi . - "\V . ..\1JoHEN TuRNER e l\1. CnITOHLEY. Disordini reSJJiratori' nel!' encefal . letar g. Riforma Jled ., 30 mar . - E. ZITO. Punto dolol' '.J 3 0 ulla r egione splenica dei malarici. - M . LA T oHRE. Granulia fr edda. M. BAGLIANI. R eaz. d i Costa. apr.

-

;

[ ..\N~O

XXXII,

FASC.

36)

IL VALSALVA RIVISTA MENSU ,E DI OTO-RINO-LARINGOJATRIA tiiretta dirul prof. CUCLiELMO BILANCIONI

Il faroicoJo 9 (1° settembre) oonti-ene: AJllatomia patolog i-ca : P . OAJ ,I CETI : Su a lcuni reipertì

isto.,patologioì di ipofisi centraJe in oasi di vegetazioni a.rieno.i cli. Affin i t.\ e analogie : C. BRUZZONE : La r.i!Tl.i,t e caseo&a. Rocolta di f a tt i : J>. BRISOTTO: Produzi()IIli ossee del -condotto uditivo ç; m aetoiidite proli!fel'ante. Ricerche di lahoratorio : R. MOTTA: Reperto di trep 1~ ­ nemi in pa.piiùlomi la;rinigei. Capitoli : P. GILBERTI: B·r ev.i oons iderazioni sulle mastoidit,i a.crut.e e euJl·a tromboflebite d el seno l ate:riale . Recensioni : Nuovi da.ti aulle prin•cipa.li teo1'ie patogenetiche dell'asma bronchiale. - Del-l'iiruf'l'U-enza della .coililassoter1a1pi·a s1U1iJ.',am.dia.menti::> de.I la tubercolosi lar ingea.. -- L'erntEJ>è'"6mo post-pa.raJitlico del f acciale. En1ceifa1},jte epidiemiioa, .a forma .Ja.bi'!'intio0a. - La diagn 06i p:recoce nel oam1c;ro della la.ri1T1ge. - La tons.illectf}mia n ella <rura delle nefrit i. - -Oontribut·o rullo etuidio dello sviluppo del can ale n•aso-lacrimale. La nota storica : G. FERRARINI : La obirrurgi-a dell'esofago in ·r.accà Berling h.i eri jun1ore. 1

1

Notizie e questioni .

Abbonamenito per il 1925: Italia L. 28; Estero L. 38. Per gl i abbonati a l P oliicliniiico » : Italia L. 22 ; Estero L. 32. Un numero separato L. 3.50. e(

Inviare Vaglia postale al Cav. LUIGI POZZI \Tia ~stJina . n. 14 - Roma.

Indice alfabetico per materie. .i\.naf ila si: nuoYe vedute Anatossine Arsen obenzoli ed e ngenica

. Pccu. 1245 ))

))

Antoemoteraipi~f

))

Bibliografia Bronchite· cronica

))

·

))

Oonclott e : se1·vizio 1nterinnle agli eff etti del bicn n1<1 di p1-ovrr.

1246 1256 1247 1252 1248

))

1266

Demografia , eu genica e controllo delle )) 1255 n a cite · 1256 1257 Educazione e morale sessuale Epiploite e t n n10re epiploico infiam111a)) 1257 tol'io )) 1265 E."anii lii stato: nor·.•ne f1'0.ns i·~orie . Gamba: inC'Ur\a.m enti 1·achitici: inter12.53 vento operati,ro » Io irne scufflsfico: ('ont111issio11e consul1266 tiva » 1257 Infanzia: cont·1gi YPnere1 . » 1261 J odio: meccanis1no d'nzione . » !~uremia i11 ort n dopo graYe trau111a to-

.

l'llClCO

)[~lnrin:

1239

))

1254

ipo nrrenali ~ mo ncnto J> C'udo-

P ll cef a 1i tioo

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l •tu. 'l' iLJe>-L lt. Armaui tli M.

Courrier.

Malattie veneree: p1·ofilassi . P ag . Mediastino : 'tumori ~> N efrite reurmatica: datj clinici e sperimentali >> Nevralgia f~cc ia)e d 'origine den taria . »

0'pere igieniche : .si1ssicli per -

.

»

P arassitismo intestinale: uso dello sto)) varsolo )) P neumotorace idatideo Prostituzio11e: regolame11tazione e dati 1254, R adioelementi nion anco1·a 11ti]jzzati i11 medicina » » R egime latteo . Sifilide: diminuzione >> Sifilide: origine storica » plenomegalia linfatica iper1>lastica » 'J'ab.acco: intossicazio11e sperimentale da . » 'rubercolosi: contél gio fra adulti . » Zucchero: azione sullo stomaco . n Tubercolosi polmo11are: cure chirurgiche » Tumori: rapporto con i tra un1i . » \ Tomiti: trattamento emplice e rapido . »

1256 12.57

1243 1254 1265 1260 1251

]255 1263 12,59

12.56 1255 1257

1261 1261 1259 1249 1241 1261

V A.SCOLI. Red. rea li ·


Importantissime pubblicazioni per i nostri abbonati : •

Prof. dott. GIOACCHINO FUMAROLA !.JtDero docente e 1.0 Aiuto nella Clinica delle malattie Nervose e Mentali della R. Università di Roma

Diagnostica delle malattie del sistema nervoso Prefazione e due capitoìi del prof. GIOVANNI MINGAZZINI. [ giudizi che su questa .pubblicazione espreasero i grandi maestri Leonardo Bianchi ed A ugu.. 11to Murri furono da noi già altre volte resi nQti sulle pagine di questo nostro periodico. Ci permettiamo ora riportare due dei tanti giudizi pubblicati da Riviste Italiane : ·

«Il libro pubblicato dal Prof. FUMAROLA rappresenta la pa.rte generale, s:emeiologica, e< di un trattato di Malattie del Sistema Nervoso. « :fil un manuale di Semeiotica., che, seguendo l'indirizzo ùella Scuola di Roma, insta11ra « on metodo tutto particolare perchè fa lo studio e la dimostrazione dei sintomi, così come t< si rileva· ~ull'ammalato e col corredo di tutte le nuove indagini di laboratorio. « Sono rius-citi importanti e completi i capitoli sull'a11amnesi, sull'esame della moti« lità e quelli sull'esa.me dei riflessi, e della sensibilità. «Le indagini moderne vi hanno un trattamento ed un'illustrazione particolare e sono «tenute al corrente con le ultime ricerche cliniche e di laboratorio. Così completi e inte« ressanti possono essere considerati i capitoli sulla Puntura lombare, sulla reazione del « Wassermann e sull'esame radiografico. , «Con pa.r ticolare cura l'autore tratta anche, in un capitolo a parte, la semeiologia dei « Sensi specifici, diffond.e ndosi con maggiori detta.g li sull'.esame della vista., che indiscuti« bilmente costituisce. una delle granùi risorse dell'esame neurologico. «E un libro eminentemente istruttivo ed utile non solo per i medici e studenti, ma « anche per oculisti, perchè offre l'indirizzo di un'indagine neurologica che non deve essere «mai trase.u ra.ta per poter fare una diagnosi d'insieme nelle varie malattie oculari, che · «spesso non sono altro che un sintomo di una, ·m alattia. «Non vi ha dubbio che questo pregevole libro del Prof. J.1""'uMAROLA otterrà quel notr « vole -successo che merita un' opera di grande lltilità pratica e che colma una, lacuna nella « letteratura medica italiana, tributaria della produzione ~traniera. · · « La pubblicazione che riguarda il primo volume presto sarà seguita da un secondo che «testimonierà la valentia non comune di questo Neuropatologo che, ancora giovane, ha af· « fermato in modo mera·viglioso il suo valore scientifico e didattico . • Prof. Cirincione ». ' (Dagli An.nali di Ottalmologia e Clinica Oculistica, anno LI, 1923, Nuova Serie VI, Fascicolo I ).

«Dice il Prof. l\iirNG.4.ZZINI nella prefazione di questo libro che la dura vita del medico « nelle Sale di Clinica somiglia a quella dell'a.r tista nelle umili botteg11e del Rinascimento; «indovinato raffronto atto a convincere, &e occorre, come solo attraverso la padronanza « della tecnica si può dominare l'arte, e oome solo att1·averso la laboriosa espe1·ienza gior« naliera·, condotta col mig·lior metodo, ·si può arrivare a, conoscere. · « L~ rara. perizia acquistata dal Prof. FUMAROLA nella, sua diuturna assidua e prolnn« gata vita di Clini~'l, egli l'ha a.d densatai e trasfusa in questo piccolo trattato, · che per « es~ere appa.rentemente modesto, non è meno prezioso per gli studiosi. « Esso ci offr·e il sistema. di condurre gli esa.mi sul malato di neurologia, dalle osserva« zioni preliminari alle pitì specializzate indagini, trattando nei vari ·capitoli~ aspetto, mo« tilità: sensibilità, riflessi. sensi specifici; quindi dell'esame del lingi1aggio, delle prassie, «dci poteri p&ichici; infine cli i·icerche speciali: esame oculare, laringoscopico, vestibolare, «elettro e radiodiagnostico, del liquor, del sangue, ecc. E tutto questo bre,remente ma. con « criteri di grande praticità e di assoluta chiarezza si da togliere all'ine-s'Perto ogni dubbio « sul modo di applicare i metodi di ricerca.. Facilitano le dimostra.z ioni numerose figure il· « lustrative, e 8 tavole a colori le corredano elegantemente (fondo dell' occhio, innervazione « periferica e radicolare dei mu~coli). . , . « Due capitoli del Prof. MrNGAZZINI sulla. a.n amnesi, e sulla dia.g nosi delle malattie ner« vose aggiungono particola.re interes·se al volume. «In complesso questo libro, indispensabile a ehi inizia lo studio della neurologia. sarà « di valido aUrSilio pure a chi da tempo la esercita: vi si potrà spesso tro,ra.r e una guida ((nella ricerca dei sintomi, un controllo nelle interpetrazio·n i, un appoggio nelle dia.g nosi.

·

G. Bonarelli Modena».

(Dall'Archivio Generai.e di Neurologia, Psi chiatria. e Ps icoanalisi, Fase. T _P. TI. del Vol. lll) , · .

PART}; GENERALE: un volume in-8 di pag. VlII-352, in carta di lusso, nitidamente stampato, con 175 figure quasi tutte originali intercalate nel testo e 8 tavole, a colori fuori testo. Prezzo L. 4 2 . Per ì nostri abbonati sole L. 36,-'2'G. PARTE SPEGI.ALE: 1°) SISTEMA NERVOSO PERIFERICO. Un volume di pag. 242, con 67 figure intercalate nel testo. Prezzo L. 2 8 . PPr i nostri abbonati, sole L. 2o,~ o • ,


lL POLT('lINICO ~------

<P-\GINA DEL.L'AMMINISTRAZIONE)

SEZ. P RA.TICA. FASC. 36 •

Dott. Prof. BERNA ltDI1'0

MA~CI

della R. Università e degli Ospedali Riuniti di Roma •

Tecnica Terapeutica ·Ragionata. Medica e Chirurgica · •

con prefazione del Prof. AGOSTINO CARDUCCI Medico-primario e v. direttore sanitario del P oli clinico Umberto J, i n Roma

Un volume di pagg. VIII g45 (N. 1g della Collana Manuali del « Policlinico ,> ) 11itidamente stampato su carta semipatinata ed artisticamente rilegato in piena tela, con iscrizioni sul piano e sul dorso. In com mercio L. ~8 più le spese di spedizione postale. Agli abbonati del « Policlinico » l'opera è ceduta per sole L. ~O frane o di porto. Per godere di questa speciale facilitazione essi debbono rivolgersi dire ttamente alla nostra Amministrazione e per essa al Cav. LUIGI POZZI, Via Sistina, 14 - Roma. · Dott. Prof. ALESSANDRO ROSSI Lib. Doc. di Fisiologia .e Patologia Medica, Assistente nell a Clinica Medica della R. Università di Padova.

Morfologia t~linica e Fisiopatologia del Cuore •

Prefazione del Prof. LUIGI LUCATELLO Olinioo Medico di Padova

Eccone l'lndice siJstemai't ico : Prefazione. Introduzione. - PARTE PRIMA : Morfologia Clinica del cuore. Caip. I. Le · dimensioni medie del cuore, pag. 11 a 24. - Caip. II. Morfologia d'el cuore e tipi costituzionali, pag. 25 a 37. - Cap . III. Rapporti di volume. tra cuo~e destro e cuore sinistro nei vari tipi costituzionali, .p ag. 38 a 41. - Cap . IV. Indice soma tico della morfologia del cuore, p a.g. 42 a 43. - Cap. V. Significato della morfològia clinica nel cuore, pag. 44 a 54. PARTE SECONDA: Oaip. VI. Dottrina della funzione cardiaca, p.a.g. 55 a 62. - Caip. VII. N~zioni fisiologiche sul tono • del cuore, paig. 63 a 74. - Cap. vm. Applicazioni cliniehe della dottrina del tono del cuore, pag. 75 a 85. - Ca1p. L~. La legge del cuore, ·p ag. 86 a 96. - Caip . X. I fenomeni elettrici della contrazione cardiaca, pag. 97 a 105. - Cap . · XI. Rapporti tra fenomeni elettrici e fenomeni meccanici della contrazi9ne cardiaca, ipag. 106 a 114 . - Oap . XIT. 11 valore clinico delle leggi cardiologiche, pag. 115 a 119. - Letteratura.

Un volume in go (N. 17 della Collana Manuali del « Policlinico ») di pagine VIIl-122 con 14 figure nel testo, nitidame11te stampato su carta semipatinata. Prezzo L. '1o. Per i nostri abbonati, sole L. t:~ .e.:?~, .franco di porto. Dott. FURIO TRA V AGLI Già a. v. del Reparto Dermosifilopatico degli Ospedali Riuniti di Genova •

La bismutotei-apia della sifilide X e r iportian10 qui di seguito il ommairÌQ : . Prefazione. - Cap. I. 11 bisi:nuto e la sua storia. - Cap. II. Le proprietà tossiche del blsanuto. - Caip. III. La proprietà specifica del bismuto nella sifiloterapia. - Caip. IV. Bismuto e reazione wassermann. - Caip . \ r . La bismutoterapia e i suoi inconvenienti. - Cap. VI. Bismuto e arsenicali. Bismutoresistenza. - Cap. VII. I preparati bismutici. - Cap. Vili. Valore comparativo dei vari preparati. bismutici. - Caip. IX. Metodi di somministrazione. - Cia.p. X. La posi· zione attuale del bismuto nella sifiloterapia. - Appendice. - Bibliografia.

Un volume in go (N. 11 delle Monografie Medico·Chirurgiche d'attualità, collezione del « Policlinico») nitidamente stampato su carta semipatinata. Prezzo L. 12. Per i nostri abbonati sole L. 104'7'5, franco di porto. •

LBO~ARDO DOMI~ICI ..,lbero J oce nte dt Pa..t.o lo~t~ Chiru r~ica ~ d i Clinica Ch irur~ica e ~Ied1c1na Operatoria nella R. Universita di Rl)ma.

Pro f. dott.

lfllfll[B

Prefazione del prof. ROBERTO ALESSANDRJ Un volum e di pagine '/lCT - 425 s tampato su carta di lusso, in nitidiss_imi tipi tipo""!~A.fi c i. con ~3 6gu · te molte deJ lo auali originali. intercala te nel testo e 4 tavole colorate. Ln carta amer1caoa, fuori testo • I~i co>1i~nercio L. 42. P er i nostri abbonati sole L. 36,75 in porlo franco. /11 ria r f' l a11lia Postnlf' al

'ar . l .1lli!1i Po ~~ i - Tf iu i~istina .: 1~ - Ro111a.


ANNO XXXII

Ron1a, 14: Settembre 1925

Fase. 37

fondato dai professori :

GU IDO BACC ELLI

.FRANCESCO DURANTE

SEZl'.ONg

PRATICA ·

REDATTORE CAPO: PROF.

VITTORIO ASCOLI • '

SOMMARIO. .

Lavori orig inali · R. Pl)llitzer: L'ematogran:nma n el neo-

nato in condizioni fisiologiche e patologiche. Osseniazioni cliniche : G. Fan.t ozzi: Un altro -caso dci. a.sC<>sc;o fred·do della lricnigua. Sunti e rasseg ne : ORGANI DIGERENTI: M. B·ru•l é: La diagnoe.i dell'a.ppendicite .cronica. - Schneirler : P e.r la clinica del flemmone duo denale. - E . Lesdhke: Ri-cerehe Emlla secr ezione del S'U<CCO gastrico. - RADIOLOGIA: H. Roger: Le ricerche con il .1iJpiQdQl per iniiezioni sottoa.iraeinoirlee ed epid·nrali o.Ila Siicard . - Ha;rvier e Ohabrun : Ra;diodi~nosi al lia>iodol d-i uma. silll.• dr<xmo di oandia equina in un tuberooloso. - PATOLOGIA GENERALE : R. Bom.Pii.aini : Rapporti tra mestruaz.ione e coetituzione. 1

cen n·i bibliogra fi;.:i. • Accademie, Societ à mediche, Cong ressi : ,S ocietà Lom1

barria 1.i Scienze Mediohe e B.iQlog.i ch e. Milano. R. A..ccademi a dei F:hsioorirtooi di Siena. - Sociietà Sassa;rese di Scienze Me diohe e Natur.a li.

I

At>PUnti per il medico pratico : CASISTICA: Faitto;re oculrure nella eef•alea. - L'epilessia traumatioo. ·t ardiva. La puntura lomb a re. - Sul valore 1della reazione del tri p tofano n el liquor n e lla diagnosi di meningite tbc. TERAPIA: Il trattamento dell'angina di Vicent con le appli <}azioni locali di bismuto. - Le oure lJ)ost-qperiatorie nelle vegetaz.ioni aidenoidi. - Nell'oti.te media a,cuta auip-piur.ata. - NOTE Dl MEDICINA S€IENTIFICA: Sulla ouitura pura del geTme del tifo esrunteana:tico. - Presenza del b.a;cillQ del tifo nel ·p eritoneo in una colecist:Jite tiifos:.t non perfol'lata. .- VARIA. Politica. sanitaria e giurisprudenza : G. Selv:a;ggi: Rego, lamento ~er l 'igiene negli ~lbenghi . - Controversie gi'urid.iooe. · · Nella vita professionale : MEDICINA SOCIALE: I nuovi orizzonti della igi,ene e de}la preiv.i denZlal sociale. - Am miru:iJStrazi<>ne siamitari•a . - ColllJcorei.. No.mi111e, pro· mo~ioni ed cll'oriflcenze.

Notizie diverse. Indice alfa betico per materie.

Diritti df proprietà riservati. - É ~'ietata la riproduzione di lavori pubblicati nel POLICLINICO e la pubblicazionP dei sunti d1 essi senza citarne la fonte.

Memento

Ai poch! ab~onati che non h~nno ancora inviato l a 2a. rat a semestràle dell'abbonamento in • corso, r1volg1amo preghiera d1 farne sollecita rimessa. L ' A MMINISTRAZIONEJ.

LAVORI ORIGINALI. ISTtT. DI C LINICA P ED IATRICA DELLA R. UNIV. DI ROMA

diretto dal prof. G.

CARONIA.

L'ematogramma nel neonato in condizioni fisiologiche e patologiche del dott.

1: esam e

RENATO POLLTTZER. •

morfologico del sangue è in molti casi un prezioso mezzo su ssidiario diagnosti·co e IPl'O, gnostico; in condizioni normali esso fornisce utili criteri sulle ·p arti·colarità costituzionali, in con dizioni patologiche sull'entità delle lesioni e sulla caipacità e modalità di reazione dell'organisrno. • I leucociti e pil) particolarmente i n r ntroftli hanno il comp~to di proteggere l'organismo r.ontro le pitl diverse sostanze nocive che .vengono a formarsi n el corso .d i alcuni processi fisiologici • oppure patologici; si è cer cato perciò di elabr,rare delle formule leucocitarie 1P·iù complesse, che tengano conto 1princi1p·a lmente dell;entita della distruzione e 1della rigenerazione delle cellule nel1trofil e, determinate la 1prima dall'azione di sostanze leucolitiche, la seconda 1dall'iperattività midollare. Il meccanismo di diiesa leucocitario, irnport~11te in tutte le età, lo è in partieolaT m odo nei pri-

rn L tr,mpi di vita, quando i pi11 complec;si m eccanismi immunitari funzionano ancora imper fettaIll ente: per ciò in questa età sono facili ed inten se l e re:izio11i midollari alle più diverse cause •dann ose. . Circa u11a ventin a di anni fa, Arn eth pro1pose1 ' " delle speciali formule l eu cocitarie, ir1 cui si clas.. s iftcano i 1p• olinucleati neutrofili in varie clas')i, a seconda del numero dei loro segmenti nucleari. T_,e cellule sareb·b ero tanto maggior m ente segmentate, quanto 1p iù vecchie esse sono. Mentre nel sangue 'di individui i1ormali prevalgono i n eutrofil i 1 2, 3 o 4 segm enti nucleari, e sono rari quelli non segmentati (prima classe), in diversi stati m orbosi e specialmente nelle m alattie infettive si avr ebbe uno « spostamento a sinistra ~> della forrnula, neutro.file del, lln aumento cioè delle cellule . la. p:r:ima classe. Questo spostamento a sinistra è determinato dalla distru.z ione dei polinucleati • neutrofili, attirati per chemiotassi verso i focolai morbosi, e dalla successiva immissione 'in ~ircolo di cellule' più gio.v ani. Di fronte ai comuni esan1i del sangu ~ , il m etoçlo di Arneth presenta il vantag.g io . di rivelare anche quei stati morbosi i . I quali si manifestano con la sola deviazione a sinistra della formula , senza leucocitosi assoluta nè 1polir1ucleosi r elativa. •

-


IL POLICLINICO •

:\umerosissim e furono le ricer che di controllo sull'argomento; alcuni autori negando qualsiasi valore al m etodo di .~rn eth com e pu~e ai guccessivi m etodi semplificati (Brugsch, Grawitz), altri, riconoscendo al m etodo un certo valore. In complesso, le ricerc.h e di. controllo hanno dimostrato, (P~penh eim, Nageli) che le cLassi dal 2 al 5 non hanno alcuna raigione di esistere. :E: la stessa cosa, se il nucleo di una cellula neutrofila abbia 3 od abbia 5 segmenti nucleari; la segmentazion e è l 'esponente della tendenza del nucleo al polimorfismo, tendenza che .a i solito si manifesta contemporan eamente in più punti, di rnodo che nuclei a 2 e nuclei a 5 segmenti 1possono appar· tener e a n eutrofili della stessa età. Sono interes· santi a tale riguardo le ricerche di Brugsch e Sohilling, i quali hanno dimostratQ con esami microscopi·Ci in cama>o oscuro che la forma del nucleo dei neutrofili non è costante, variando essa in seguito a movimenti ameboidi. B invece c:;tat'l riconosciuta da tutti gli autori l'importanza della distinzione della iprima classe di n eutrofili. Le più importanti ricer che sistematiche in . tale senso son o quelle di Schilling. Egli elabora ·delle formule complete, che tengono conto .d ei num eri a ssoluti e delle percentualj di tt1tti i componenti del sangue. Oltre ai mielociti. e ai m etamielociti, ohe chiama « forme giovanili » egli di 5tingue i n eutrofili in forme con « nucleo a bastoncino » (Stal:ll<ernige) e forme a nucl eo segmentato. Nelle prime il nucleo n on presenta alcuna intaccatura, esso ha la struttura delle cellule giovani; se manca questa struttura ·g iovanile, e la cromatina nucleare si presenta fortemente colorata e riunita ad ammassi, si tratta di cellule vecchie degen erate, frequen ti in condizioni patologiche. Le forme giovanili si distinguono da quelle con nucleo a bastoncino per la struttura ancora ~iù fine del nucl eo e per la colorazione meno intensa che assume l a crom ati na nucleare. Norma1mente le forme a bastoncino son o in.alto scarse, il loro rapporto con le forme segmer1tate è di 1 :15; in condizioni" patologiche si .pt1ò avere un aumento delle 1'.orme a bastoncino, e la presenza di forme giovanili (che normalmente 11011 si trovano nel sangue) e talvolta anche di miel ociti : questa alterazione d ella <!omposizione ùei sangue è chiamata da Schilling « spostamento 11 ucleare ». 1\lentre Arneth distin gue com e unica deviazione dalla norma, lo spostamento a sinistra,l1illing distingue due diverse condizioni abn lrmi : la forma rigenerativa e la forma degenerativa dello spostamento nucleare. Nella prima forma il numero totale dei neutrodlli è aumentato, le forme più giovani sono numerose, e si trovano a11 he forme gioyanissime (segno di au1nentato

consumo di neutrofili e di irritazione midollare); nella seconda .forma, il numero totale dei neutrofili -è basso, le forme giovani sono numerose, mancano però le form e giovanissime ed esistono molte forme degenerate {insuftl.cienza leucopoietica ·midollare primaria o secondaria, su~cessiva a stimolazione trQPpo forte). Il quadro completo dello stato del sangue è chiamato da Arneth « ematogramma » : da esso egli trae numerose ded uzioni dia.ioanostiche e .p rognostiche in diversi stati mor'bosi. Poch e ricerche di tal genere sono state fatte n el . n eonato. Arneth constatò uno spostamento a sinistra nel 1primo giorno di vita, spostamento che poi si ri·durrebbe per aumentare nuovamente tra il terzo e il quarto giorno. Egli attribuisce lo spo, stamento a sinistra della formula leucocitaria nel neonato alla r.eazione consecutiva al notevole lavoro richiesto alle cellule neutrofile durante il processo della nascita e nei primi tem1pi di vita extrauterina. Anche Frank trovò una deviazione a sinistra della formula leucocitaria del n eon ato; egli crede che l'attività mielopoietica midollare venga eccitata da prodotti del ricambio materno. Dupèriè e Ka.idisson con statarono uno stpostamen• to a sinistra lieve nelle 1p rime ore di vita, pj ù accentuato dopo le 1p rime 24 ore. Secondo questi autori la formula leucocitaria del neon·a to diven· . terepbe normale verso il settimo giorno di v1 ta, secondo Frank tra il d ecimo e il quattordir.esimo giorno ; una trasformazione più tardiva sar ebbe segno di immaturità. Vaglio non trova spostamento a sinistra nella formula leucocitaria del n r0nat0; n el corso dei .p rimi giorni la formula si sposterebbe anzi verso destra. Adottando il metodo di Schilling, S. Prag trova nel sangue del neonato san o le cellule con nucleo a baston~i110 in proporzione non SUfPeriore all'S %; uno spostam ento nucleare più intenso e [più duratur o si osserverebbe n ei n eonati che non prosperano bene e nei prematuri. Shussler trova n el n eonato uno ~ostamento nucleare che diminuisce dal secondo giorP.o in poi, per aumentare lievemente tra il secondo e il .quarto ·giorno. Franl{en stein e Stecher trovano un n otevolP. &postamen to nucleare nelle primé ore dopo la nascita, con diminuzione progressiva dal secondo giorno in IPOi; nel prematuro invece lo spostamento sarebbe a:>iù lieve o mancherebbe del tutto. Non esiste ancora alcun lavoro che m etta gli ematogrammi in rapporto con lo stato degli organi ematqpoietici. Ho voluto intraprendere questo s1ud!o, iniziandolo con ricerche sui neonati in condizioni fts1ologiche e [patologiche. Le modificazioni dell' ematogramma sono in rapporto con il momentaneo stato di equilibrio tra ~

\


I

[.t\NNO :\X~II, FASC.

37]

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SEZIONE PH..\l !LA

la distruzione e l'immissione in .circolo delle cellule neutrofile. La distruzione dei neutrofili è ,determjnata da sostanze che si :formano d11rante i normali Pl\OCessi 'della digestione e del m etabolismo oppure n el corso di processi patologici (leucolisine). Recenti- ricerche di Gi11ffrè hanno dimostrato che . .queste sostanze leu colitiche agiscono ~revalentemente sui neutrofili maggiorment e segmentati; si determina in tal modo un'alterazione dei ralJ)porti tra Je diverse cellule neu trofile, uno spostamento nucleare che si può chiamare relaiivo oppure 1passivo (non •determinato dall 'entrata in circolo di nuove forme giovani). I prodotti di disfacimento dei n eutrofili stim olano però il midollo ad immettere in circolo nuove forme neutrofile giovani, . ciò che determina uno spostame11to nucleare assoluto od attivo. 1.a 4istruzione dei neutrofili n el sangue per!ferico è più intensa in alcune deter1ninate condizioni fisiologiche e n egli stati patologi ci. a) Condizioni fl,siologiche. - I .e più irn1p ortanti variazioni di numer,o dei leu.cociti sono determin ate dai processi della digestione e clell'assin1ilazione. La 1prevalente azione delle sostanze leucolitiche sui n eutrofili e tra questi · su quelli m aggiorrr1ente segmentati potrebbe determinare dell e alterazioni degli ematogrammi: Per queste concsiderazioni, nonostante numerose ricerche in pro!Posito (Shippers e Lange, ecc.), abbiano dirnostrato che la digestione n on determjna modificazioni sistematiche dell'ematogramma , è cor1sigliabile nelle ricerche su soggetti normali, -Oi prelevare il sangue per l'esarne sempre alla stessa ora dopo l'ingestione di cibo. Nelle ,p resenti r icerrhe il sangue è stato ·p relevato 11ella maggior part1;1 dei casi circa due ore dopo la prirna 1poppata del mattino. b) Condizioni patologich.e. - In condizioni ' 1p atologiche le sostanze che danneggiano i neutrofili agiscono in maniera più duratura, opp11re ir1 maniera brusca durante i peggioramenti acuti. L'esame dell'ematograrnma dimostra se ad un dato momento ,p revale la distruzione o la neofo~mazione dei neutrofili , indica l 'entità della caus3. no-civa e permette di vagliare la capacità di reazione del midollo. Schilling distingue tre stati del sangue nel corso di infezioni: 1) la « fase di lotta neutro·fila » : spostamento nucleare intenso, Jleutrofilia, aneosinofilia, linfo- e monocit0tpe .. nia; 2) la « fase monocitaria di difesa » : diminuzione ·dello spostamento nucleare e d€lla neu. trofilia, aumento degli eosinofili, dei linfociti e dei monociti; 3) la «. fase linfocitaria di guar1. gione » : assenza di spostamento nucleare, linfocitosi, eosinofilia. Utilissimi criteri 1p rognostici ' sono .forniti da esami ripetuti del sangue nel . 1

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I

corso della rr1alattia: di ciò r1on ci occypjamo 1Però n el presente lavoro, limitandoci a studiare le differen ze tra l'ematogramma dcl neonato sano e del neonato ammalato. Le recenti ricerche id i Giuffrè sulJa più spiccata azione delle sostanze leu colitiche sui n e11trofili maggior m ente segmentati, mi hanno indotto, pur senza ritornare al sor.p assato metodo di Arneth, a di sting uere i n eutrofili a nucleo segmentato in due categorie : quelli senza segmenti nucleari staccati (od uniti solo per un sottile prolungamento protoiplasmati1co) e quelli con uno o più segmenti staccati d·al nucleo. I rap1porti numerici reciproci di queste due classi di neutrofili ci potrebbero fornire un criterio sull'entità della leucolisi, mentre i rapporti numeTici delle forme più giovani e lo studio ·del midollo osseo ci permettono di conogcere le ·m odalità e l'entità della mi elopoi csi. A ) NEONATI NORì\llALI A TEH i\:[INE (1~ al>rlla

N.

1 ).

Nei neonati sani n ei primi due giorni di vi ta ,. le proporzioni. dei neutrofili con nucleo a bastor1cino variano tra il 2 % e il 4 %. ·Le forn1e giov;..t.nili sono scarse, esse si riscontrarto soltanto i11 un .terzo circa dei casi; molto raramente si tr ovàno dei mielociti. ~ella maggior parte doi casi il sangue contiene a,lcuni eritroblasti. J_,a percentuale dei neutrofili è elevata. Nei 1p rimi due giorni· di vita quindi lo spostamento nucleare o manca del tutto 01ppure iè molto scarso. Si osserva irJ-1ece uno spostamento nucleare più intenso nel terzo e, n~l quarto giorno di ·v ita · aumento delle forrne neutrofile con nucleo a bastoncino ch e raggiu!·1gono sipesso le .p roporzioni di 5 %-7 %, ~ anme11to delle forme giovanili che sono pre~enti in circa la metà dei casi. Nel quinto e nel sesto giorno, .p ur riJIIlanendo talvolta piuttosto alta la percentuale delle forme a bastoncino , è più raro trovare nel sangue le forme giovanili (in lln terzo dei casi) . Spostamenti nucl~ari 1Più intensi f'i osservano nei casi di immaturità e nei .casi. in cui la perdita di peso è forte e non viene normalmente compensata: così il neonato N. 4, il solo che nll'età di un giorno presentava una percentuale abnormemente alta di forme a bastoncino, era nato da parto cesareo e presentava vari segni di deficienza delle funzioni or·ganiche (j:poglob11lia, forte perdita di peso); cosi il neonato N. 22, co11 uno spostamento nucleare intenso, aveva ,p erduto n ei •p rimi giorni di vita quasi 500 grammi, e al decimo giorno era ancora molto lontano dal p eso iniziale. P er analogia con i neonati ammalati, d ~ r cui tratteremo in seg11ito, si potrebbe ammettere che questi neonati app,arentemente sani siano af· fetti da infezioni latenti, da c.ui sarebbero deterI

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l I. POLlCLI~lCO

minati e lo sp ostamento nucleare e la diminuzione del peso. La suddivisione dei polinu cleati a nucleo segmentato in due categorie (senza e r.on frammen L1 nucleari staccati) ci permette di constatare che, m Pntre nei primi due giorni di vita le :p ercentoali d ella seconda categ.oria sono piuttosto elevate (su, p erano la m età del valor e della .p ercentual e della prim a categoria), dopo il terzo e fino al sesto gior110 1prevalgono m aggiormente 1gli elementi della prima rategoria. •L'aumento delle forme più giovani va di solito parallela a .questa iprevale11za ma~·giore della prima su lla seconda categoria: si tratta spesso in questi casi di uno spostaruento a ssoluto Od attivo, dovuto all'immission e in circolo di nuove forme giovani (N. 4, 13, 24, 26, 30). 1

1

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XXXII,

FA~ C.

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guite ar1che con pun ture midollari ripetute n ei d iversi giorni di vita in uno stesso neonato, m i ha nno però dimostrato in modo sicuro che d~o il primo g ior110 di vita l 'attività mielOIPOietica va sem.p re più prev.alendo sull attivit~ eritropoietica, così da spostare n otevolmente il rapporto tra le cellule bian che e le cellule rosse immature : 1: 1,5 al pri1no giorno, il raPiporto diventa 1 : 1 al se~ condo, 2 : 1 al terzo, 3: 1 al qua rto giorno. Con questa p'r ogr essiva a>revalenza d ell 'attività mielopoietica sllil'attività eritr01poietica d el midollo, ·che ris1tlta n ettamente anche n elle presenti ricerche, s i accorda molto bene lo spostam ento nuclear e che osserYiamo nel san gue periferico soltanto dopo il terzo giorno di vita. Al quinto g iorno di vita l'iperatti'V ità mieloipoietica iè tale (ra1pporto 3,8: 1) da determinare un nuovo aurnento del n11n1 ero assoluto dei n eutrofili n el sangue, numero c11c dal secondo giorno in a>oi era ,p rogressivamente diminuito (leucolisi ). 1

P ossiamo ammetter e in vece uno sa>ostamcnto relat1vo o passivo, conseguente all'alterazione dei rapporti cl1e ·deriva dalla prevalente di ~tr u zione dei polinucleati maggiormente segm entati, in quei casi in cu i l 'aumento delle forme giovani non è B ) NEONATI A1'11\1ALATI (Tabella N . 2). jn rap1p orto con la prevalenza dei polinucJeati d ello. ip rima Sll ·quelli della secor1da categoria " Non essendo stati a11cora inai descritti reperti (N. 21, 27) . OsservaTudo il numero totale cl ei n eudel midol~o osseo n ei neonati ammalati, li vogliatro·fll.i, lo troviamo spes.so elevato n ei C3.Si .nei mo riferire p er esteso. P er i r eperti err1atologici quali lo spostamento è attivo, spesso b asso n ei rimandiamo alla tabel la. casi di spostamento 1Passivo: distru zion e di p o li1) Vizio con genito di cuore. Peso gr. 3500. nucleati non ancora compensata da lla rigenera- • Cian osi fin 1dalla nascita. Età giorni 2. zione in qu est' ultimo ca so, distruzione già co1nMidollo osseo: R apporto cellule bianche imm.: pensata 11el primo caso. Questo in linea genPr a le; cellule rosse imm. = 1: 2; rapporto cellule bianche nei singoli casi si osservan o naturalmente tutte le imni. : cellule bianche mature = 1: 1. Bianche imm. : emocitobl. 1, mielobl. 2, 1pro.m iel. possibili form e intermedie tra lo spostamen to ac;17, m.iel. 30, metamiel. 50, m itosi 1. soluto P. lo spostan1ento r elativo, a seconda del Eosinofili: miei. 10, metamiel. 20, polinucl. 20. momen taneo stato di equ ilibrio tra la leu·c olisi e Rosse im·m .: m egalobl. 4, .p roeritrobl. 1, eritr. bas. 3, ipolicrom. 42, ortocrom. 50, mitosi 4. l 'entrata 1n circolo di neutrofili r1eoformati. Molti eritroblasti con fenomeni di carioressi. 11 ltumero totale dei neutrofili · subisce una 1p ro2) Vi zio congenito di cuore, bronchite acuta gressiva e graduale diminu zione ftno al q11arto febbrile. Esito in g uarigione. Età giorni 4. giorno di vita, per 1poi aumentare di nuovo. Que· Midollo osseo : Raa>porto cellule bian.ohe imnl. : sto aumento è evidentemente la conseguenza del- cellule rosse imm: = 1: 4; raipiporto cellule bianche l'iperattività mielopoietica, da cui dipende lo spo- mature = 5: 1. Bianche imm. : mielobl. 1, promiel. 23, miel. 50. stamento nucleare evidente nel sangue do!po il metami el. 26. terzo giorno di vita. L'esame del 111idollo osseo Eosinofili: miei. 10, metamiel. 3, polinu cl. 12. Rosse imm.: mega1o.b1. 1, eritr. bas. 4, policrorn. permette di dimostrare direttarnente tale iperatti30, ortocrom. 65. mitosi 2. vità mielopoietica. 3) Melena iniziata subito dopo la nascita. DiStudiando contemporaneamente l'ematogran1ma screta p erdita di sangue. Età giorni 4. di Schilling e lo stato del midollo os5eo, tr0Yia1no Midollo osseo: Raa>porto cellule bianche imm.: spesso jn quest'ultimo una prevalenza delle cel- cellule rosse imm . = 1 : 1,5; rapporto cellule bianche imm.: cellule bianche mature = 1: 1. lule bianche sulle cellul e r osse immature (segno Bian che imm.: mielobl. 2, promi el. 28, mi el. 'tO, di iperattività mieloipoietica) n ei casi in cui lo metamiel. 30. Eosinofili: promiel. 5, mielobl. 8, meta111ie1. 10, s.posta1nento nucleare è intenso. Nei casi meno polinucl. 15. estremi tale parallelismo n on sempre appare eviRosse irnm.: megalobl. 2, proeritrobl. 1. critr. dente, perchè il rrupporto tra cellule bianche e bas. 5, p olicrom. 40, ortocrom. 52, mitosi 0,5. cellule rosse imn1ature nel midollo è anche sog4) Emn temesi e melena; la prima solo n el primo giorno di Yita, la seconda fino al sesto giorno getto allo c;tato di funzionalità del sisterna eriEtà giorni ~ . tropoiet ico. R1cerche sistematiche precedenti, eEe-


~ .1-\J°"'NO

XXXI I, F A~C. 37 J

SEZIONE PRATICA

Midollo osseo: R~pporto cellule bian.che imm. : cellule rosse imm. = 5: 1; r&pporto cellule bianche imm. : cellule bian.che mature = 1 :2. Bi anche imm. : mielotbl. 4, promiel. 36, mi el. 35, metamiel. 25, mitosi 1. Eosinotfili: miel. 10, metamiel. 2, polinucl. 10. Rosse imm.: megalobl. 3, proeritrobl. 1, eritr. bas. 5, policrom. 15, ortocro1n. 77. 5) Melena ed ematemesi iniziatesi al terzo giorno di vita, molto intense ed ostinate. Anemia fortissima, cute cerea, mucose scolorate. Diminuzi-0ne dei globuli rossi fino ad 1,500,000. Graduale scon1pa:rsa della melena e guarigione in seguito ad iniezioni di sangue materno. Età giorni. 4. Midollo osseo: Raa>porto cellule bianche i.mm.: cellule rosse imm. = 1: l; rapporto <:<ellule bianche imm.: cellule bianche mature = 1 :2. Bianche imm.: mielobl. 1, pro1niel. 10, rni el. 37, rpetanriel. 52. Eosinofili: metam1el. 10, polinucl. 10. Rosse imm. megalobl. 2, erjtr. bas. 8, 1poli<·r. 4·8, ortocrom. 42, mitosi 6. 6). E/Illorragia vaginale al quarto giorno tU vita. Guarigione dopo due giorni. Età giorni 5. Mjdollo osseo: R éllpporto cellule bianche imm . : cellule rosse irnm. = 3 :1; raipiporto cellul e b iancllc unm.: cellule bianche mature = 1: 1. Bianche imm. : emocitob1. 1, mielobl. Z,1prornirl. 20, rniel. 46, metami.el. 32. Eosinoflli: miel. 4, metamiel. 10, ·polin11 f'l. ·10. Rosse i1nm. : megalobl. ::l, proeritrohl. 1, p1·i t r. bas. 6, policronL 30, ortocrom . 60, rni tosi 1. 7) P emfigo con tagioso. Ammal at o <la un giorno. Guarigione entro 4 ·g iorni. Età giorni 5. Midollo osseo: R~pporto cellule hjanche irn rn.: · cellule rosse imm. = 3 :1; rapportp cellule bian che imm.: cellule bianch e mature = 1: 1. Bianch e imm . : emocitobl. 4, mielob1. 2, prorr1je J. 30, miel. 34, metamiel. 30, mitosi 1. Eosinofili: promiel. 1, miel. 10, metarni el. 15, · polinucl. 30. R-0sse i1nm.: megalobl . 4, proeritrobl. 10, eri tr. bas. 15, .p olicrorn. 36, ortocrom. 35, mitosi 5. 8ì Pen1flgo contagioso.' Amn1alato da 3 giorni . Decor so benjgno , gnarigione entro 6 giorni. i-;:1 ;\ giorni 6. Midollo osseo : Raip porto cellule bianche im1n . : cellule rosse imm. = 3 :l; ra1pporto cellule bianche ìmm.: cellule bian,ch e 1nature = 1: 1. Bianche imm.: emocitobl. 2, mielobl. 3, lPTOJni el. 25, 1niel. 40: rnetamie1. 30, mitosi 2. Eosinoftli: miel. 7, metamiel. 8, 1polinucl. 20. Rosse imm. : rr1egalogl. 2, proeritr.obl. 2, eritr. l>as. 9, policrom. 60, ortocr o rn. 26. 9) Infezione -purulenta dell 'ombeli co. Decorso ben1gno , secrezion p scarsa. Guçi,rigione dopo 8 giorni. Età giorni 4. Midollo osseo: R a:ipporto cellule bianc:h e imm.: c~lule rosse imm. = 4 :1; rapporto cellule bianch e imm. : cellule bian·ohe mature = Bianche imm.: mielobl. 4, promiel. 1~0. mi e1. 30, n1eta1niel. 26, mitosi 2. Eosinofll i: miel. 10, metarniel. 14, pol inucl. 5. Rosse irrnn. : megal obl. 3, eritr. bas. 10, p oli cr. 52. ortocrom. 35. 10) In,fezione pur1il enta dell'ombelico. Secrezi on e ~carsa. AmrnnJato da un g iorno. Gna tigion e in 4 giorni. Età giorni 5. Midollo osseo: Ra1pporto cellul e bian che imm.:

cellule rosse imm. = 4 :1.; rapporto celluì e bianche i1nm. : cellule bianche mature = 2: 1. Bianche imm. : emocitobl. 2, mielobl. 4, 1p rorniel. 34, miel. 30, m etamiel. 30, mitosi 2. Eosinofìli: 1promiel. , mi el. 10, metamiel. 10, 1p olinucl. 20. Rosse i1nm. : megalobl. 2, eritr. bas. 4, policrom . 55, •ortocrom. 39. 11) Eredolues senza manifestazioni in atto, tranne il tumore di 1nilza e fegato. Apparente stato di salute, perdita di peso modica , ricupero regolare. Età giorni 3. Midollo osseo: R aipporto cellule bianc•h e irnm. : cellule rosse imm. = 1 ~2; rapporto cellule bianche imm. : cellule b-ianche mature = 2: 1. Bianche imm. : Promiel. 26, miel. 40, metami.el. 34. Eosinofili: promiel. 6, rniel. 10, m etani iel. 8, polinucl. 20. Rosse imm. : megalobl. t.1;, .p roeritrobl. 4, erit.r. bas. 10, :p olicrom. 42, ortocroµi. 40, mitosi 1. 12) Eredolues e sclerema ·degli arti inferiori. Tu1nore di milza. Morte al nono ·g iorno. Età giorni 6. . l\ilidollo osseo: R aipporto cellule bianche imni. : cellule r osse irnm. = 1,5 :1; r~p,porto cellule bianche imm. : cellule bianche inature = 1: 1,5. Bianche imrn.: miel obl. 5, promiel. 20, miel. 40, m eta 111iel. 35, mitosi 1. Eosinofili: miel. 4, metami el. 3, polinucl. 8. Rosse i1nm.: megalobl. 5, proeritrobl. 1, et itr. bas. 6, p 0 li cr o1n. 60, ortocrom. 28. 13) S'cl eredema, comparso al secondo giorno. . Vomito alimentare e a di·giuno, infrena bile . 1\1orte al qua rto giorno. Nessuna lesione g r'ossolana a carie.o ·degli ol'gani , all' auto,p s ia. Età giorni 3. Midollo osseo: R ~pporto cellule bianche imm.: cellul e rosse imm. = 3 : 1; rapporto cellule bianche irnm . : cellule biancl1 e mature = 5: 1. Bianche im1ni. : emocitobl. 1, mielobl. 3, pro mi el. ·40, miel. 33, rr1etamiel. 23. . Eosinofili: promiel. 1,5; miel. 10, rr1 ctarni el. 4, polinucl. 50. Rosse imm.: megalobl. 3, .p roeritrob1. 17, er itr. bas. 3, p olicrom. 22, ortocrom. 55, mitosi 2. 1

. PREì\iIATURI A~1MàLATI.

14) (Tabella 3, N. 14). Prematuro al settin10 1nese. Melena conl1parsa al 1primo giorno. Peso gr. 1900. Età giorni 2. .Nlidollo osseo: Raipporto cellule bianche imrrL : cellule rosse imm. = 1: 2; rapporto cellule bia11cl1e imm. : cellule bianche mature = 1: 1. Bianche imm.. : emocitobl. 2, mielobl. 3, prorr1iel. 38 miel. 27, metamiel. 30, mitosi 1. ' . Eosinofili: miel. 10, m etamiel. 6, po11nucl. 10. R osse imm. : megal obl. 4, proeritrobl . .1. eritr. bas. 8, policrom. 37, ortocrom. 50, mitosi 3. 15) (Tabella 3,' N. 17~ . Vizio congenito di cuore. Cjanosi immutata dalla nascita. Prerr1aturo al settimo mese. Peso gr. 1600. Età giorni 2. Midollo osseo: Réijp porto cellule bian·r he jmm.: cellule rosse imm. = 1: 2; rapporto cellu le biancl1e imm. : cellule bianche mature = 1: 1. Bianche imm.: mielobl. 4, promi el. 25, mi e1. 30, metamiel. 41, mitosi 0,5. Eosinofili: rr1iel. 8, metamieL 10, polinucl. 20. Rosse imm.: megalobl. 4, proeri trobl. 1, erirr bas. 1, policrom . .42, ortocrorn. 52, mitosi 3. I

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tL POLlCLINICO

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Ri sulta cla que. te ri cercll P ch e le 1più diverse più lieve iperattività n1ielo.poietica nr.l!e ano111a. Hlalatf i (l dc i 11 cona1 i s i accompagnano ad u11· netto lie dell'apparato circolatorio e resipiratorio_ ~Pll<t spos tu 111 cnto nucleare. Questo spostan1ento manca malattia emorragica del neonato esistono i segni solo j11 pocl1iss imi casi (eredolues senz1 !.nanife- tanto dell'iperattività rnielopoietica (&Postam ento staz ioni in n.tto, emorragie non intense). Tanto le nucleare) quanto ~ell ' iip erattività eritropciet1ca ca use patologiche di natura infetti va quanto le (prevalenza nel midollo dellr cellule rosse im111n.rause 11on )nfetti \·e deterrr1inano un eguale spo- ture nonostante lo spostamento nucleare nel sans tan1ent.o nuc leare. :\elle forme infettiv~ il numero gue); l'ip erattività eritropoiet]ca non è di solito totale dei neutro.fil i è tal volta elevato, altre volte tale da fare passare nurnerosi eritToblasti in cir· l ·asso. Dj solito no11 v engono immessi in circolo colo. Q11este alterazioni midollari ecl ernatologir11e • form e irr1mature della serie rossa. Nel midollo nella malattia emorragica dei neonati sono ili osse0 s j ror1stata u11a netta prevalenza d~lle cel- parte determinate dall'anemia postemorragica, in 1ule bia11cl1e sulle c:ellule rosse immatt1r~ . Le i11- 1parte forse dalla causa etiologica cl el Ja inalattia. rezioni del n eonato , almeno quelle lievi da n1e L' ipotesi di una causa jnfetti,·a della rr1alattia spiegherebbe bene Jo spos1amento nucleare; che studiate, si accompagnano dunque ad una stimolazione quasi esclus iYa del tessuto mielopoietico non si accompag na ad eritroblastosi nè a leuco1nidoll ~1 r e . In tutte l e forme invece di difcttosn. penia 1perifer ica; l'ipoglobulia perifer ica basta a oss'ige11azione d el sangue (ostacolata circolazion e &piegare la proliferazione rd el tesGuto eri.trop0ieo respi·r azione) e quindi di ·cianosi che non sia. a tico del midollo, cl1e non si osserYa nelle altre frigore, ol.t re al tessuto eritropoietico la Clli iper - , forme infettiYe. Ques te constatazioni potrebbero a\'ere f nrse un attività tend e a compensare la difettosa 0"sigE>nazione del sangue, vien e stimolato anrhe il tc-,suto certo valore diagnostico, ciò che ·sarebbe irr1poreritropoieti co. Nel midollo prevalgono n ettamente tante specialm ente nel neonato in cui le infezi oni • le cellule rosse sulle cellule bian che immature, nel hanno un decorso subdqlo e ·di solito sfuggono alla diagnosi: in quanto lo spostame11to .nuclP.are sangl1e passan o num el'OSi eritro·b lasti e discreto senza presenza di eritroblasti in .c ircolo sarebbe num ero d i n eutrofili giovani ed immaturi. Nel san• gue ,periferico si osserva iperglobulia, spesso ac- 1più frequente nelle infezioni, lo spostamento nu• cleare con p'resenza di numerosi eritroblasti più con111ag11aia a leucocitosi ocl a i1eutroftlia. frequente nell e affezioni non infettive. Mi pr~pon­ Ne i casi di rnalattia ernorragica dei nPon:1ti (mel ena, ernatemcs i, c1norragie yaginali ) l ' ipoglobu- go di controllare ciò con più numerose ricerche st11 n eonati ammalati. lia del sangue p er jfe ri co è costante e talvolta I

n101.to a ccentuata (fino ad 1,500,000 eritror.it! nel caso N. 5) ; 11011 s i osserva invece le\1copenia. Le forn1 e n eutrofile gio,·ani sono aumentate, cl i solito il sangue contien e inetamielociti e mie1orili ~ 1nancano invece clel tutto o quasi del tutto gli critroblasti. :Nel midol~o s i osservano rn.ppo1 ti normali oppt1re un·a 1p revalenza delle cel lule rosse sulle bianc he im1nature. Presi insierne , questi r e·· perti indicano l 'esistenza cli un'i1p eratt!,·itù tanto eritropoictica quanto 111ielopoietica. Dal lato del loro effetto sul mictollo osseo, µoss iamo dunque di s tinguere tra le malattie dPl neon a to quelle cl1e stimol ano prevalentemente ~ 1 tessuto eritropoietico e quelle cl1e stin1olano prevaJentemente il tessuto mielopoietico; 1però, mentre l'iperattività mi elopoietica può decorrere isO· lata (spostam ento nucleare sen za eritroblasti lJl circolo) l'iperatttvità eritropoietica deter1ni1r1 , empre. qua11do è sufficientemente int e n ~a, anche una certa stimolazione <lel tesc:.uto rniel opoietiro (n el n1idollo preYnl enza del1<1 cellule l'O$Se im1111ture, nel sangue 1nolti eritrohlasti e spostarnento nucJeare) . Osc;0rviamo 11na · ipcrn ttiYil ù. n\i e lopoieti ra midollare nell e infezioni d el n eonato. u11' i pera tf i vitn cri tropoiet 1ea 0 una •

C) PRE~lATCHI (Tabellà n. 3). ~el

sa11g·ue del prert1aturo si ossP~1 n. un netto spostamento nucleare già al 1primo giorno di vita. Ciò costitl1isce una netta differenza tra il prematuro e il neonato a termine. Lo spostamento nucleare consiste in un aumento delle forme a bastoncino, nella preser1za di metamie1oriti (in 3/4 dei casi) e di mielociti (n ella metà dei casi). Gli eritroblasti si trovano nel sangue in numero talvolta non suiperiore a quello dei neonati. a terrnine altre volte in numero molto elevato; nell'ul· timo ' caso lo spostamento nu cleare è spesso molto inten so. Il réllpporto tra i neutrofili a. nucleo se~­ rnentato della prirr1a e della seconda categoria varia notevolmente da caso a ca5o. La spiccata prevalenza 'dell' eritropoiesi sulla mi elopoi esi n el 1prematuro, già messa in evidenza in un precede11te lavoro~ non consente di stabilire dei rapporti tra lo sp ostan1ento nu r leare nel sangue e lo stato d el midollo. Per ano.logia con qua11to abbia1110 osser,·ato n ei neonati a termine in c ui ver cause patologiche l'e~itropoiesi ru idoll<11·c viene esaltata, possiamo an1mettere che lo sposta· 1nento nuclea1 e nel sa ngu P clt>l t1~onato prerna~ ~ · -


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XXXII, FASC. 37]

SEZLONE PRATT CA

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ro sia determinata da una compartecipazione del 4) Il numero assoluto dei neutrofili 5ubjsce una tessuto mieloide all'i·perattività eritro1p oietica.; op- continua e graduale diminuzione e fino 'al quarpure che la medesima causa (p. es. sostanze tos- to giorno di vita, per poi aumentare· di nuovo. siche materne) agisca contemporaneamente c;ul5) Lo spostamento n ucleare evidente dopo il • l 'uno e sull'altro sistema. terzo giorno e la cessata diminuzione e ] 'auQuesti risultati contrastano c.011 quelli di Fran- mento del n umero assoluto dei neutrofili sono kenstein e Stecher, ti quali avrebbero trovato conseguenza d ell'iperattività 1del tessuto mielo• nel neonato a termine uno spostamento nucleare • ìpOietico d el midollo, iperattività che € stata· dipiù accentuato che nel prematuro. rettamente dimostrata. Per i 1prematuri ammalati (vizio cardiaco, me6) 11 sangue del prematuro 1presenta · un n e1lo lena) valgono le stesse regole trovate ip er il neospostamento nucleare già al 1primo giorno di vita. nato a termine ammalato. 7) Nel sangue .d el neonato ammalato è quasi Dimostrai in ,p recedenti lav ori quale imporsempre evidente · un n etto spostamento nucleare; tanza a:bbia l' esam e del midollo osseo jn diverse spos~amento non accompagnato a ipresenza di e-::-icondizioni morbose -Oell'età infantile, e partico- troblasti in cir.colo ·(al massimo poclle unità su larmente nelle forme di anemia secondaria; e 100 leucociti) in caso di .i nfezioni e n ella. malatcome il dato ·P iù importante che si 1pu,ò ricavare tia e1n.orragica dei neonati, BJccompagnato a<J eri dall'esame degli strisci di midollo sia il rnpporto troblastosi periferica in tutti i casi di cianosi da tra le cellule rosse e le cellule bianche imma- causa organica, senza o con infezioni c o~pli­ ture. E' però difficile sceverare .quale parte ab- canti. bia nelle alterazioni di questo rapporto l 'iperat8) Nel mi·dollo del neonato ammalato c:i può tività eritro- e l'iperattività mielo-poietica. Il nuosservare l'iperattività isolata del tessuto miemero delle figure in mitosi n on è sempre decilOJPoietico •(infezioni); m entre l'iperattività del sivo, m eno ancora lo è il raiµpor to tra le diverse tessuto eritropoi etico si accompagna di solito a cellule bianche immature; il raipporto tra le celcontemporanea stimolazione de} t essuto mielolule bianche immature e mature (di Clli teniamo • poietico . conto anche nel .p resente lavoro) è suborclirtato 9) Nella malattia emorragica del neonato esi più al grado di mescolanza del midollo col sanstono i segni dell'iperattività 1!1ielopoietica e delgue ·p eriferico che non all'attività m.ielopoletica. l'iperattività eritropoietica; nonostante quest'ulIl presente lavoro dimostra -eome si possa arrivare tima, il sangue non .contiene affatto o quasi afa conoscere il grado di attività · mielop'oieticn del fatto erifroblasti. midollo con IO· .studio d ell o spostamento nuclea10) Lo studio conte1nporaneo dell'ematogramma re nel sangue periferico. L'ematogramma di Schil] ing e lo studio del raip·p orto tra cellul e bianche di Scl1illing e del rapporto tra le cellule bianche e cellule rosse immature ne~ inidollo , sono due e le cellule rosse immature •d el m·ido11o pennette ricercl1e che dovrebbero in tutti i casi esser e ese- di conoscere con sufficiente esattezza lo stato delguite contemporaneamente; integrandosi a vicer1- l'eritroip oiesi e della mielopoiesi midollare. .. da, esse permettor10 di arrivare a conoscere con BIBLIOGRAFIA. sufficiente esattezza lo stato ,dell' eritropoiesi e della mi-el01poiesi. Sca11..I.ING . ·Da s Blt1tbi.ld unò seine klinische \"CI" . wertung, 1922. • CONCLUSIONI. ARNETH. Zeitschir. f. Gynakol. 24, H. 1, 1920. . 1) Nella maggior .p arte dei neonati sani n Pi priARNETH e . NIENKEMPEH . .Zeitschr. f. Kinderl1eill~.. 34. mi 2 giorni di vita lo spostamento nuclPa re è H. 5/6, 1923. FRANI<. Zeitschr. f. Kinderheilk. 30, 16, 1921. lieve o manca del tutto. 2) TJno' spostamento nuc1eare più intenso e tal QUPERIÈ e KADISSON. Comptes Rend. de la Soc. de volta molto accentuato si osserva ne~ 1p rimi due Btol. 76, 271, 1914. ... . giorni di vita nei neonati che perdono eédesc;iiva- ROMJNGER. Jahrb. f. Kind erheilk. 33, H . 1/2, 1924. rnente di peso e ricu1p erano poi tardivarr1er1te il FRANKENSTEIN e STECHER. Zeitschr. f . Kinderheilk. peso iniziale. Per a!lalogia di r eperti ematologici H. 1/3, 1924. . . VAGLIO. Co1munic . al X ·c ongresso ital. di ~ediatria . sj potrebbe 1pensare che in questi casi la ,per·dita di peso forte e il ricuro tarrtìvo siano deMilano, 1922. terminati da infezioni latenti. GIUFFRÈ. Pediatria, N. 23, 1924. • • • 3) Nella 1nag·gior parte dei n eonati si no~a un P OLLITZER. Pediatria, N. 19, 1924. .' netto spostamento nucleare nel· quarto e nel auinID. Pediatria, N. 2, 1925. to giorno di vita. ID. Rinascenza Medica, N. 1, 1925.

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[ •.\N~O X:'\"\11, F..\SC. 37)

IL POLICLINICO

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TABELLA

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30

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melena. (vissuto) 9,000 cia.n. cong... madre alb. 12,000 2000 cian., atelettasia polm. 20,000 1600 viz.card. (morto al 40 g.) 10.000 2000 cianosi .cong. (vissuti) 9,000 1700 edema 18 000 1600 madre lue tica curata. 9,000 2200· eredolues 8,000 1300 eredolues eredolues s"lerema. 10,000 morto all'80 giorno 15,000

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1282

JI POLI CLINI CJ

[.t\.!'{NO XXXII, f'ASC. 37]

OSSERVAZIONI CLINICHE. CI. I ~ J CA C HIB. GEN . DELLA

diretta dal prof.

R . UNIVERSIT1 DI PJ SA

DO~IENICO TADDEI.

Un altro caso di ascesso freddo della lingna. Dott . GIUSEPPE

FANTOZZ I ,

assistente, li bero docente. 1

Dopo il mio p recedente lavoro sull'argomento h o letto· che un autore straniero ( Ha~lfield ) vorrebbe attr1buita a Porta1 (1804) la prima osc;ervazione di tubercolosi della lingua, col pretesto ch e all 'epoca di Morgagni ~1761) non si aveva una esatta conoscenza del termine cc tubercolo » allora · usato. Sta di fatto che nemmeno quando Portal 43 anni dopo comun'icava 11 suo studio, si !p oteva parlare di lesioni tubercolari col corredo di cognizioni e di dimostrazioni venute in luce solo molto più tardi. I casi di Morgagni e di Lorenzo Mariani erano del resto clinicamente persuasivi; rna se anche fosse vero che nelle descrizioni date prima dai due italiani esi.stesse molto di incerto, resta 'sempre indiscutibile in loro favore il merito d'aver 1primi richiamato l'attenzione degli studiosi sopra ·u n capitolo nuovo di p~tologia, e ciò senza pregiudizio del valore di chi posteriormente ne avesse meglio precisato i limiti e l'imiportanza. Certame11te in tprincipio, e non pote.va essere altri 1r1enti , debbono essE!re state confuse con form e . linguali tubercolari altre affezioni croniche: co1ne glossiti banali da germi attenuati, glossiti luetiche, noduli e u1cerazjòni neoplastiche, ecc. Una letteratura rigorosamente attendibile, rj cca di do· cumentazioni in modo da esser presa come J:>ase di uno studio secondo i criteri attuali non p11ò co' minciare cha dQ\PO l'identificazione del bacillo specifico, con la possibilità di controlli culturali , e l'abitudine clinica di ricorrere alle biopsie e al1 e prove biologiche. A .p arte poi la questione della ipriorità, se si scorre la bibliografia di quest'ultimo ventennio si irov a che gli autori italiani hanno portato alla tubercolosi della lingua un contributo notevolissimo di osservazioni. Specialmente se ne è occUjpa~o il prof. Taddei, il quale da solo ne ha ve.duto ben cinque casi, quattro d ei quali sono stati da lui operati. I primi due, che ap1partenevano alla Clinica Chirurgica di Firenze, furono riferiti: uno òa Sinibaldi, ttno da Fulle; sul terzo (occorso alla Clinica Chirurgica di Pisa durante il passato anno scolastico) il prof. Taddei fece prima una dotta lezione alla scolaresca (raccolta e pubblicata nel Policlinico s. IP. 1922) e affidò poi a m e il caso per una più nmpia illustrazione. Il quarto è questo che mi a cc ingo a ri!erire . •

..\rmando I ., ebanista, di a11ni 50, da Livorno. .t\.mn1alato da un m ese. Mangiando si scalfì la lingua con una crosta di pane. Il giorno dopo di nuovo si f eri con una lisca di 1Pesce, Asserisce cl1e i1on aveva mai avuto fino allora alcun disturbo a carico della lingua e delle sue funzioni. Guardatosi allo specchio Si accorse di avere nel dorso della lingua un nodulino del volume di un chicco di grano-turco. Questo nodulo che era.. quasi affatto indolente sollevava leggermente la m1u1Josa della superficie dorsale della lingua, risiedeva quasi a metà dell'asse antero-posteriore presso la linea mediana, un po' verso sinistra. Si recò dal proprio medico che accennò all'oipportunità di una operazione e lo consigliò di ri correre al chi1

FIG. 1. •

t urgo. Non credè di seguire il consiglio; fece invece inutilmente ·u so di collutori, per 15-20 giorni, durante i quali la tumefazione andò lentamente accrescendosi fino a raggiungere il volume di una grossa nocciuola. Si decise solo allora a prese11tarsi al nostro Istituto ove, constatato un ascesso sottomucoso, .fu esortato a sottoporsi alla cura chirurgica. Entra dopo sette gior11i. In questo intervallo riferi sce che improvvisamente nello sciacquarsi la bocca una sera si accorse che la tumefazione si era rotta spontaneamente dando esito a pus e sangue. Attualmente presenta: una leggera tull)efazione della lingua che sporge leggermente sulla superficie libera e sposta un po' verso destra il rare m ediano dell'organo (vedi fig. n . 1). La mucosa linguale è assottigliata sul centro della rile.v atezza ove notasi un forellino da cui geme materiale pu-


I

f..\NNO XXXIJ ,

FASC.

37]

SEZ IONE PRATICA

f283

• rule11to in se-arsa quantità. Il nodttlo (afferrando la lingua a tutto s1p essore) pare raggiunga il volume di una grossa nocciuola, alla pressione è leggermente dolente. L'infermo asserisce che i11vece pel 1Passato era assolutamente i11dolore. I n10 . vim~nti della lingua si compiono normalmente essendo solo molesta da qualche giorno (dopo la rottura spontanea) la masticazione dei cibi solidi o semisolidi. Avverte solo prima un po' di stanchezza e poi d·i dolore se cerca di ip arlare a lungo. Nessun ùisturbo alla deglutizione dei liquidi e alla fonazione. Padre inorto di infortunio, madre di m alattia

stra. Si pratica una radiografia cl1e qui riportia1110 (fig. n. 2). Diag11osi: ·Ascesso fre-Odo della lingua. Operazione~ 3 sctternbre 1920 (Taddei j. Mal ato in posizione seduta. Si alferra là lingua con una pin, za Museau:x. Anestesia locale con i1ovocaina. Pulizia m eccanica e p ennellazione con alcool iodato della superficie linguale. Incisione ellittica circondante tn lunghezza per 3 cm., i11· 1profondità per 1 cm., e per 1/2 cm. in larghezza la zona -sporgente, c'he preoonta n el suo centro un forellino il quale p ermette l'introduzione di uno specillo. Si gtunge col taglio fino a 1/2 cm. dalla linea mediana. Escissione· s ul muscolo sano. L'estirpazione •

'

I

FIG.

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2.

a : pa,,renchima infil t rato da n o·dnli tuiher.co}a,r~ più o

meno an.tiohi;

.• .

b : ombra di g"ro&so nodulo ca~ooe0.

FIG.

3.

polmonare non precisabile ma certo non acuta. lTna sorella viva e sana. L'infermo non ha sofferto alcuna malattia acuta notevole. All'-età di 24 anni ebbe una emottisi violenta. l\II4gliorò dopo lunghe cure climatich e e mediche (fra le quali ricorda 180 iniezioni di siero Maragliano) e non ebbe più emottisi. P'erò è molto soggetto a s.offril'e di catarro bronchiale e di tosse per ogni minima causa Tturnatizzante. L'eipididi1no di destra è aumentato di volume e ·lievemente sclerotico. Tutto ~1 deferente dello stesso lafo è ispessito e si presenta un terzo circ·a più grosso del corrispondente. Nè epididimo, nè testicolo, n·è deferente ~on~ dolorabili alla pres.sioné. 1L ieve stato emorro1dar10. Nulla all'apparecchio circolator~o. . . All'esame del torace si sente una .differenza d1 fremito vocale tattile fra il lato destro e il sini stro. Apici i1pofonetici. l\llurmure vescicolare a de· stra diminuito di intensità ed aspro. Qualche gruppo di rantoli alla regione sottosc<llpolare sini-

~

avviene così in blocco. Sutura ricostruttiva a punti staccati di catgut. Decorso postoperatorio regolarissimo, ·guarito P.~r­ prima. L'infermo f.u dimesso il 17 settembre : . rivisto a più r:iJprese rè oggi perfettamente ristapilito. Il pezzo prelevato venne fissato per l'esame istologico, che risultò negativo per la ricerca di bacilli tubercolari , e che non mise in evidenza in. n urr1erosissi.me sezioni nulla più. di una flogos.1 linguale cronica, senza alcuna caratteristica. tipicà o atipica di lesione tubercolare. Col pus del contenuto si iniettano ·due cavie, una sottocute dell'addome, };altra endo-peritonealmente. La· ·.pri~ ma muore dopo tre · o . quattro ·g iorni con note d1 una polmonite; la seconda viene ·Uccisa il 16 ott~. bre e si trova affetta da nodulini miliarfci s1parsi e diffusi sul peritoneo parietale, .nel fegato ·e n ella milza. Si riconoscono già macro.scopicam ente, ma anche rneglio istologicamente, ~er tubercoli tipici'.


1284

IL POLICLl~lCO CO:\I :\IE..~Tl ANAT0:\110-PATOLOG ICI.

'

Il ca so <11 tubercolos1 linguale esposto 'rjentra n elle form e i ntramitscnla?i o nodose. S ono questi gli a spetti più interessanti rhirurgicarnente p er ch è oltre a d essere suscettibili, come nel n ostro inferrno, di un intervento, l'esperienza t1a in segnato ch e sp esso si ottengono guarigioni d ura ture. L'esame macroscopico faceva cons tatare i1el la ling ua una tumefazione unica (rarissimi ~o n o i ('a si di due o più noduli: Pawling, Bnrth) cl ella grossezza di una nocciuola. Volume inedio que5to di abituale osservazione, rari assni e55endo gli a.soessi di volume maggiore, per quanto nella letteratuir.a siano desc ritti casi della grossezza di u11 uovo di gallina (Venot). La sede era corrispondente alla massjma predilezione: paramediana e sulla superficie anteriore, c ome è ·quasi sempre; questa volta a sinistra. e v erso la 1netà, anzichè verso la 1punta dell'organo. La cavità ascessuale era ftstolizzata e quasi YUOta di pllS. Nel taglio del pezzo prelevato chirurgir.amente n on si osservarono .p articolari degni- di rilievo. Invece fu assai interessante l'esame istologico. Nelle numerosissime sezioni che ft1rono praticate interessando in diversi e lontani p11nti Ja par ete della cavità il reperto microscopico fu presso a p oco identico: era evidente una flogosi cronica, n on si potè riscontrare alcun tubercolo, nessuna cellula gigante; nemmeno quelli accumuli di cellule epitelioidi e linfoidi che a ccomip agnano le les ioni tubercolari. Sulla 'base di ·u n tale resultato sarebbe stato impossibile porre la diagnosi di a scesso freddo ling uale, diagnosi che invece la clinica aveva indicato come probabile e che fu s uffrag·ata dalla prova biologica. La caYia inoculata nel peritoneo col pus prelevato e u ccisa dopo oltre 5 settima n e dimostrò infatti tuber coli tipi ci diffusi al fegat o, alla milza, a l periton eo parietale. E inter essante n1olto questo rili€vo apiparcnte1uente contraddittorio, giacch è è noto che nelle for. 1ne nodulari -dubbie, sipecialmente ulcerative, il chirurgo p er avere il criterio diagnostico che sarà d ec isivo per la condotta op f:'rati va (l argame nte detnolitoria oppure conservativa) ricorre molto 5pesso a d una biopsia. ~ el lavoro preced ente a proposito dell'anatomia p a t')logica d ell'ascesso freddo intralinguale, ho d etto che non è difficile riscontrare la manca11za d i un r eperto istologico caratteristico, p er la !re~ qt1en za n ota di .forme t11bercolari atipiche. che pos$on o esser e anch e 1più alterate, n ella loro aipp ar E. n za strutturale, dalla SO\.Tapposizion e di !atti in ftamn1atorì da germi comuni. Que.:;ta. s p iegnzion e ch e p roprio ca Jza p er questo

[ A.~NO

XXXlI, FA.Se. 3ìJ

nuovo caso in modo così attendibile, mi fa credere che una simile eventualità non debba essere eccessivamente •rara, da~ la facilità con .cui l'ascesso freddo linguale si rompe spontaneamente e data la s ede (bocca) abitualmente ricca di gern1i saprofiti e patogeni. Credo di 1poter quindi dedurre che per la diagnosi anatomo-patologica non conviene mai Jirriitarsi al prelevam ento di un pezzo 1più o n1eno esteso, ma si deve sistematicamente accompagnare l'indagine da. una prova biologica con1p1ement:i.t?. CO~IMENTI CLINICI.

La sintomatologia come al solito ha avuto u11 inizio subdolo. L 'infermo si accorse dell'affezione mangiando, quando la lingua, ispessita nella compagtne, quasi legata da uno stato patologico, l1a subito un traumati smo che fu incolpato (come accade spessissimo) a torto, non avendo servito che a sn1ascl1erare !"affezione. Era già evidente un nodulo quando l'ammalato ricorse al medico tan tochè fu dato il consiglio di rivolgersi al chirurgp. È probabile, e questo fu rilevato dall'interrogatorio dell'infermo, che il sanitario (non chirurgo di carriera) fosse un po' incerto nella diagnosi. È n oto che l'ascesso freddo della lingua special- . xnente all'jnizio (fase di induramento) non è facile a esser subito riconosriuto, e nell'altro lavoro ho anzi riportato una quantità notevole di au tori che sono stati fortemente incerti o che hanno addirittura coniessato l'errore in cui erano caùuti, giacchè il quadro a loro capitato sim1rlava perfettamente : un sarcoma, un papilloma, un linfangioma cistico, una lue terziaria, un siftloma ulcerato, una cisti sierosa o mucosa o ematica, ecc. Come è noto le difficoltà diagnostiche più grandi ch e si incontrano sono n el differenziare l'ascesso fr eddo d a lla sifilide e dal cancro. 11 malato nostro no11 ~veva nella storia precedenti di Jue, ave·va i11ve ce notizie e segni di lesioni bacillari pregresse (1polmonare e genitale). In queste circost~~n­ ze l'obiettività di un infiltrato a lenta e subdola evoluzione, che si dichiara iper un a scesso, ftstolizzandosi in 20-30 giorni dalla comparsa.., non dava veramente luogo a molti dubbi. E certo 1p erò che talvolta il quadro è m olto meno chinro €: sicco me possono .a cca,•allarsi i di versi elementi etiologici di sospetto, l'imbarazzo è gravissimo per il chirurgo che de,·e prendere una clecisione notevole sempre per gravità e conseguenza . avPndo per di più a disposizione uno spazi o di tem po ri stretto che n on con ente prove di labn. ratorio decisive (inoculazione in animali di n1aterial e a>relevato) o tentatiYi terapeutici risolutivi (en ergico trattamento antiluetico). In simili circostar1ze il chirurgo si serv irà dei

\


[.~N~O

XXXII,

FASC.

37]

SEZIONE PRATICA

1285

'

sussidi abituali (reazione di Wassermann, ip untura esplorativa, bacterioscopia, biopsia, ecc.) per ridurre se non proprio p er eli1ninare totalmente le cause di incertezza. E interessante ricordare che volendo indagare

l'esistenza <ii precedenti tubercolari in pazienti co. n1e questi in cui la · lesion e tubercolare (a differe nza delle forme ulcerati ve che compaiono più sp esso in tisi ci a vanzati) si accompagna molto spesso a uno stato generale florido, n on ci si d eve li mitare alla solita inchiesta sornmaria sulla salute dei farnigliari , e sui precedenti morbosi cla1norosi {pleurite, scrofola, fistole anali, ecc.). E .p rudente \nv€ce esplorare l'epididimo come rac· comanda Weber {nel nostro caso es isteva 1per esempio una epididimi te cui l'infermo non aveva dato importanza) e praticare sisternaticamente una radiografia .ciel torace. Insisto poi n el consi.g lio già dato (Far1tozzi , z:.>o. lic ltnico, Sez. chir., 1923) di esa m inare accuratam ente le f nnzioni r enali che ·spessissimo han110 una tubercolosi muta e di esip1orare gli annessi nella donna, diffidan<io di lievj fatti infiammatori intel'lpretati facilm ente come gonococcici. l\fettere in evid enza una antecedente localizzazione baci 1iare avrà. un p eso notevole sp ecie quan. ùo (mancando precedenti , Wac;sermann r .egativa) la lue può essere esclusa e l'esarne obbiettivo n on deponga trotppo in favore <ii un aspetto n eoplastico (assenza di infiltrato, non tendenza all'ulce. razione, pastosità del nodulo , gangli re~ionali no11 ingrossati, ecc.), giacch-è gli autori sono quasi tutti d'accordo (Taddei) nel considerare clinicamente la tubercolosi lingual e come una localizza. zione secondaria. Sono stati assai sp esso descritti casi intem>retati come localizzazione primitiva, ma sono discutibili quasi sempre, anzi io li rifongo eccezionali e limitati alle forme da innesto <11retto, come n el caso Taddei (Sinibaldi) che rife, risco perchè raro .e tipico . Una bambina di cinque anni, cadde 11ella stanza ove da tempo era degente una zia tisica, si scalfì la lingu a fii10 a farla sa11guina~e co11 u11a crosta di pane ch e stava mangiando, comparve in seguito un asce:;so freddo proprio s11ll a sede precisa della pic;:!ola ferita. Il trattame11to che è · stato seguito n el mio ammalato· è quello di elezione cuj ricorrono oggi tutti i ·Chirurghi {Burci, Taddei, Anzillotti, Durante L. E>CC.) ossia la resezione cuneiforme, od ellittica, fino ad escidere sul san o, facendo seguire una accurata sutura ricostruttiva. Le cure generali nel senso di otte11ere una influen za. medica1ncnto::>a sull'infermità son o totalme11te abbandonate, r irnangono invece solo come preziosissimo abituale sussidio ;p er combattere eventuali focolai concomi ·

tanti e 1p er conferire all'organismo miglior r esi. stenza contro successive 1p ossibili localizzazioni-. . . I metodi anticihi : la pu11tura evacuativa, seguita da iniezioni modificatrici (,Be tti', Venot): l'incfsione sia se1nplice, sia seguìta da scucchiaiamrrlti e da cauterizzazioni {·Dardignac, Ponce, Barth, ecr,. ~ e anche l'incisione seguita prima da estirpazione delle 1pareti a,scessuali e poi sutura (P éan, Le De11tu, Brun) son o caduti successivamente o :p erchè insufficienti o incerti. La resezione in blocco fatta in anestesia locale (da ·p referire ·alla narcosi ge11erale per .rispetto a focolai toracici che possono essere sinj str amente influenzati da stati congesti zi) 11a dato a n che in questo caso un ottimo resultato liberando della sua infermità il nostro paziente eh.e p otè lasciare . la Clinica senza ·p resentare reliquati di sortJ. app ena 10 giorni dopo l'intervento. Le fotogr,afie ch e riporto sono del r esto una suf. ficiente docum~ntazione, ta11to del caso, quanto del r esultato ottenuto.

SUNTI E RASSEGNE. '

ORGANI DIGERENTI. La diagnosi dell'appendicite cronica. (M. 1BRULÉ. Pre sse m édicale, n. 91, 192-4) .

Il problem a dell '~pp endi cite cronica si presenta continuarn ente in patologia intestinale come uno ·dei più difficili a risolvere. Nessuna discu <7sior:.e sarebbe possibile se l'app endicite cr onica 1p recedesi:;e, o s eguisse sempre la appendicite a cuta. I,a gravità di questa indurrebbe a far operare immediatamente ogni aa>ipe11dicit€ cronica. M a questa opinione è trQppo assoluta. Le due af f<:.zjoni sembra n o, n ella m aggioranza dei casi, distinte l'una dall'altra. Esistono t uttavia delle appendiciti croniche eh€ p ersisto110 n ell'intervallo di 11utnerose crisi acute, come m anifestazion e di un focolaio infettivo non s pento; questP forme sono giustiziabili con l'intervento chirurgico. Vi è poi l'appendicite cronica fin ùall'inizio, p-ur a, che dtcòrrè indi1pendentemente da ogni cr1si ài apl(endicite acuta: questa forma è la 1più frequ ente, e sen1bra, ma n on è, di facile dia• g11osi. I sintorni classici, che d.ovreb~ er o permettere ,d i ri conoscere fac1lrn.ente l'aippendicite cronica, hanno un valore discutibile: i n izio dell'=lff ezione gradt1ale, jnsidioso, caratterjzzato c;ovratutto da disturbi intestinali di antica data; co11trattura muscolare di difesa asse11t-e o a ssai scarsa; dolore la cui localizzazione va spes150 ricer-cata con l'aiuto della radioscopja . Rari so ·1 0 i


J~86

lI. POLICLINlCO

[:\~~o

,

('a si

XXXII.

FASC.

3ì]

cui 1a region e ceco-appendicolare, che è l 'a1tgolo destro, pericoliti adesive, ecc.' La diaspesso la più dolorosa, è ancl1e la sola dolorosa. . gnol==i, a>erciò, di appendicite cronica deve essere IJu. palpazione semplice, o sotto lo schermo, rivela fatta con circospezione, dopo aver seguìto con <!elle zo11e dolorose sul colon ascendente, sul traatteazione il malato , dopo aver tentato una cura sverso e 1p erftno sull'ansa sigmoidc. Il d olor·e è . n1edica rigor osa, e l'indicazione operatoria menri vegliato dal cam1nino, dalJe scosse, da certe tre deve essere rapida .e pl'ecoce n e11 ·appenél.lcite posizioni, d al passaggio d egli alimenti n el cieco, acu.t a, netta nelle appendiciti cronicl1e secon(larie dall'ingestione di alcuni cibi, come il latte e le ad ap1Pend i citi acute, cleve i11 \'~ce essere disrussa uov<i, che so110 notoria1nente m1al apportate in nelle appendi citi croniche 1pnre e spesso deye est utte le colopatie. Il yo1nito e la nausea hanno ser e r espinta. importa11za, sp ecie il Yomito che è raro nelle sen1A. PlCCINEI.I.l. plici colopatie. •D ella dispepsia appendicolar e si è tropip'O abusato: essa è anzitutto una dispepsia Per la clinica del flemmone duodenale. int~stinale. La mancanza di sintomi patognorr10(SCHNE.rVER. l Vien. klin. Wo ch. , n. 21~ . nici <lell' a p1p endicite cronica ha indotto a ricercàre la prova ·d ella lesione awendicolare llella Nel 1919 Nils Hellshom 11a riferito su 35 casi comparsa di sp eciali complicazioni: però l e relae n el 1923 Bohmausson su 68 di flemmone prizioni tra l'appendicite cronica. l'ulcera gastrica mitivo intesti11ale, di cui 18 i11teressaYano il duo.e la colelitiasi sono ancora n1ale definite, inentre deno. . 1a f2indrome entero-renale e quella .entero-ep:t~l·~ a Il flemmone duodenale, c11e l\1el':'h ior per na{Heitz-Boyer, Brulé e Garban) non sono affatto . tura e fen o1n-enologia ritiene analogo alla ga car::itteri stiche di una infezione cron~c a di origistrite flernmonosa, non è I.Per la sua sintomatone éllppe11dicolare. logia esattamente d efinito , 1per quai1to abbia delle note caratteristiche, e fi11ora i1on è stato possi11i1e Nè si può aderire all'eccesso della concezione stabilirne la diagnosi prima della laparotomia o cbe attribuisce all'appendicite cronica tutte le piedell'autopsia. g l1e intesti11ali da briglie, tutte le pericoliti adeLa duodenite fJ.emmonosa è una inalattia. rar:i; sive, le periduode11iti, ecc., che si osservan0 e . . progrediscono ancl1e molti anni dopo l 'appe ndi - l'infezione intestinale, e11terogena primitivamnnte cectomia. Di stinta dall'appendicite acuta, caratte- o metastatica, è quasi sempre latente e dipende da alct1ne circostanze concomitanti. rizzata da una sintomatologia sovratutto intL•5tiLa porzio11 e superiore .ct.ell'intesti110 per la c:ua 11ale e non pitì peritoneale, l'appendicite cronica pura ha una patogenesi di difficile interpretazio- 1posizione fissa 1pare sia protetta contro 1e azioni e ·terne (corpi estra nei o traumi); l'età avanzata n~ : è una lesione primitiva dell'appendice con sembra che offra una disposizione locale, ma un roozÌone intestinale secondaria? è un disturbo altro fattore, sulla cui importanza tutti gli ~utori funzionale del colon con lesione simultanea , ma son d'accordo, è la ·diminuzione del succo ga:stritlegger a dell'appendice? vi è consistenza di qt1esti co, come assa i ·spesso si constata nei \'€CChi per fattori, no11 facilm e11te scindibi1i i1 e1 quadro morgastrite rro11ica o pei: stasi ye11osa intesti nale, boso? Le constatazioni operatorie dimostrano, in do11de il f a,·orevole sviluppo di batteri i, .pi11 fregenerale, una sproporzione e\·idente fra !a scarsa quentemente di streptococchi, cl1e vi 1penetrano i ntensità d elle lesioni anato1ni che e l'importanza dall'esterno con la ~aliv a o con gli alimenti. dei sintomi clinici. I risultati 01Peratori sod·d isfacenti sono rari: si vedono continuam ente malati, Ri guard o alla forma clinica la . comiparsu del cl1e hanno nbìto l'a·b lazion e d ell'appendice 1p er flero1none è rapida, sorprende specialmente le pe7: aµpendi cite cronica, i quali presentano imm11tati son~ sane ed è a ssai di rado t1na complicazione 1 disturbi. In questi casi 5i può affern1are elle è di una malattia precedente. Questo rapido decorso è dovuto alla partecipazione del me5Pntepossibile far scomparire le so fferenze limitando3i .a trattare con logica e con pazienza l 'intesti110. rio all'infiltrazione flemm onosa ecl al iprec-o" ~ Dunque a ccanto all'appendicite cronica yera, cl1e riassorbimento dell e tossine. · p c~ o con serva d ei rap1porti con l 'aippenrl icitc I! caso riferito clall' _.\., 11011 conferma 9.ffnlto acuta, vi sono dei dolori appendicolari con <liquar.10 alcuni hanno ritenuto co1ne caratteri.::t1 ro st urbi gastro-i11te tinali, legati a u11a lesione coed j1nportante p er la diagn osi diff er enzia1e, cioè li ca predominante : l 'appendicite è parte scron1'esi5tenza di ba se temperature e di un polso •lnria di una colite, meglio modificabile c-011 t1n Jent•) e forte: l' eleYazione tern1it·n fu inY~re soltrattamento medico, che co11 un i11ter,·ento ch ilecita , senza l>ri\·ido iniziale, raggì un"e nn alto grado e conti11t1ò così fin o ;\ 1 n1omento della rurgico. Lo tes. o può dirsi d elle false si ndron1i in orte e contemporaneame11te i I pol"'o. piccnli - iappendicolari create da· deformazioni meccanicl1e dl>l colon d e~tro : cieco 1nobile, ptosico. pto .. i d el- 1no, giunse raipidamente fin o a 120. Il dolore. che i11


l ..l\NNO XXXII,

FASC. 37]

si presentò in ultimis , non era caratteristico nè sempre ben localizzato, dovuto alla .part.eci•p '.1zione del 1peritoneo parietale. Come sintoma ordi--i.a• rio ~ da ricordare la nausea e gli abbonda11ti vomiti biliosi e la presenza di sangue in que')ti e nelle dei·ezioni, da attribuirsi all'iperemia da stas i ctcl tratto i11testinale. I/ittero nel . caso suddotto . non di1nostrò notevoli alterazioni, però son noti nella letteratura casi di ittero nel decorso ùi uri tlem1nc11e duod enale localizzato speciaJm13n~e in prossimità della 1pa1pilla di Vater. .R iguardo all'etiologia del flemmone duorlflnale, nel caso ·de.scritto dobbiamo m ettere in .p rima linea 1e particolari condizio·n i addominali dr.!J'indivjduo colpito (cirrosi) e dare importanza alle modificazioni delle pareti intestinali consecutive a stasi conica dell?J v. porta, come alla invasione dei germi patogeni ingoiati con gli sputi bro11chia!i; . la ·distruzione dei leucociti, · osservati dall'A., spiega l'enorme gravità dell'infezione e la infa11sta 1pirognosi. L' A. confer1na le ved.u te d egli altri autori, i'he cioè il fl emmone duodenale manca di sintomi protPrii, patognomonici, p er cui assai diffiçile ne P. la diagnosi. E rlegno di consid.erazione il giudizio di Holrridab.1 che non tanto la alterazione intestina le pP.r sè, quanto ln peritonite da essa causata rappresenta il sintoma dominan te della forma morbosa.

Ed a questo proposito è da notare Ja differen3J. col f'emmone gastrico, nel ,quale la peritonite co1n. pari<;~e 1 più tardi. J.,a palpazione del tumore intestinale circoscritto potrebbe facilitare la diagnosi. :f: da a ccennare finalmente ancl1e al fatto • t;h~ in r\otievole ipre-porzione, nei casi di flemmone in · testir1ale, erano colpiti individ·ui sofferenti <ii cirrosi epatica; sembra quindi che ·q uesti siano più roinacciati dal fl ernmone intestinale ed è per conseguenza necessario, in tali casi, di ricercar bene l'esi3tenza di qualche processo 1purulento in altra c;edr .ed esaminar bene lo stato dell'intestino. DE CHIAP.A.

Ricerche sulla secrezione del succo gast1·ico. (E.

LESCHKE.

31 ed. Klinik, n. 31, 1925).

'€ possibile dimostrare su pyeparati istologi r.1 '~~ lJa

1287

SEZIONE PRATICA

mucosa ga$t... :ca le modalità di secreziol'le dell'acido cloridrico , tenendo le sezioni per alcune ore in soluzione ·di nitrato d'argento all'l 'ì6 e trattandole 1poi con formolo diluito in acqua, iàrochlnone e solfito di ·sodio. Ai posti in Cl.!i c·erano gti joni di cloro si vedono granuli neri di argento. Queste ricerche provano che l'ac. clorid1i~o non viene secreto dalle cellule principali, bensì dalle cellule oxintetiche d ella mucosa ga-

strica, cellul e che si riscontrano stipate di granuli neri. Per la ricerca clinica sulla secrezione del succo gastrico .è n ecessario determinaTe i • cloruri tcta1i oltre all'acido libero. Infatti il Tapporto Itra l'acido cloridrico libero e i cloruri neu· trali zzati dà una misura dell'ent1tà del reflusso del succo duodenale n ello stomaéo, ciò che de· termina la neutralizzazione parziale ùel succo gastrico. In condizioni normali si osserva un 'ascensione . ' <lbb;tstanza regolare dei valori dell'acidità dopo il pasto di prova, valori che raggiungono jl rnassi1no, dopo 4.5-47 minuti. Nella seconda ora l'acidit.à di solito dirninuisce, mentre il cloruro tota1e ri1nar1e i11variato OfPIPUre au1~nta; le due curve si incrociano. Questa particolarità è in rapporto col reflusso del succo duodenale nello c;tomaco, ciò che si può a nche riconoscere grossolanamente pj:)r la r:olorazione giallastra che il succo ~astrir.o as, sun1e in tale periodo. Dt1nque i.l reflusso di succo duodenale è fisiologico e il piloro ha anche la funzion e di permettere questo reflusso necessario alla 11e11tralizzazione dell'acidità gastrica. In casi di carcinoma gastrico e di ane1nia perni. ciosa, in <!asi di acl1ilia nervosa o funzionale esiste un'ipo- 0 acloridria vera, per cui sor10 bassi tanto i valori acidi quanto i valori del cloro totale. In altri casi esiste una ps.eudoipoacidità mentre i valori del cloro sono norn1ali oppure aumentati. In questi ca$i il solo esame dell'acidità avrebbe dimostrato un'iipoacidità, mentre I' esame delle intiere curve d.ei valori a:cidf e clorici dimostra che viene secreto sufficlente succo acido, cl1' esso viene iperò fortemente neutralizzato dal r eflusso duodenale. Si possono cl1iamare questi casi « ipoacidità normoclol'ica o i.p erclorica». Anche l'iperacidità 51Pesso non è constatabile ad un solo sondaggio gastri.co. ln m~lti casi essa si manifesta soltanto entro la seconda ora. A s~conda del corniporta1nento del cloro totale si puà distinguere un tiipo 11or1no- iper- ed ipo-clorico. Quest' ultima forma è specialmente importante, essa è in rai:>-porto con un rpilorospasmo che inibisce il r'eflusso del succo duodenale ~ quindi la neutralizzazione del succo gastrico. Nell'ulcera gastrica le curve della secrezione non !ono c araUe~istiche; n.ell'ulcera duodenale si possono avere curve ascender1ti (corrispondenti all'iperacidità i1poclorica), curve intermittenti (alternative ·di chiusura iSpastica e di apertura eccessiva del 1piloro) e curve rampicanti (i culmini dopo ogni discesa raggiungono valori superiori ai precedenti). Nella colecistite, colan.oP"ite , colelitiasi e nelle affezioni epatiche si trova di solito il ql1adro d ell'ipoacidità ipùcJorl"a 1


1288

IL POLICLINICO

o Yera. Nella gastroptosi di solito si ha una ipoacidità 11ormo- o i1perclorica. Questi metodi di esame sono importanti an che per giudicare la bontà di tratta1n.enti curati\'i. Così dopo una gastroenterostomia che funzioni bene la curva della secrezione deve indicare un r eflusso duodenale rispettivamente digiunale suffici.e11temente forte. POLLITZER.

.

I

RADIOLOGIA. Le ricerche con lipiodol per iniezioni sottoaracnoidee ed epidu1·ali alla· Sica1·d. ( HENRY ROGER.

Pf!-TÌS

médical, n. 4, 1925).

L'A. fa rilevare anzitutto come il lipiodol sia da preferirsi ad ogni a!tro li1q uido opaco ai raggi (soluzicrte iodio-iodurata non oleosa, bisrnuto in sospensione, collargolo, barite). Il lipiodol infatti essendo una combinazione di iodio con olio 'di garofano presenta un duplice vantaggio, la sua alta densità (1,35 per il lipiodol del commercio con 0,54 di iodio 1per eme.) gli permette di scorrere rapidamente 1p er la 1gravità nelle cavità sottoaracnoidee ed epidurali; la stabilità della combinazione dello iodio con corpi grassi toglie al n1etalloide quasi tutte le proprietà irritative .p er i tessuti molto delicati come le meningi. L' inte11Pretazione delle immagini radiografiche con il lipiodol sottoaracnoidee non ha valore se Je ricercl1e non siano fatte seguendo una tecnica particolarmente rigorosa. Prima di ogni ricerca occorre avere· le seguenti precauzioni: 1) se si sospetta una lesione vertebrale (morbo di Pott, spina bifida) sarà bene fare delle buon e radiografie dello scheletro in tutte. le 1proiczion i, poich·è l' i1nmagine opaca del ti.p iodol potrebbe mascherare lesioni minime dello scheletro; 2) l'analisi del liquido cefalo-rachidi ano sarà praticata almeno una settimana prima del l~piodol poichè ogni puntura Iom·b are recente in seguito alla sottrazione del liquido può determinare un accollamento transitor)o dei foglietti m eningei che potrebbe irnpedirc la discesa del li piodol. In iezioni sottoaracnoidee: l'A. studia queste iniezioni p rima della epidurale che è più antica poichè l'uso di esse è 1P iù frequente e presenta delle ind:cazi oni diagnostiche più precise. Tale iniezion e comprende due tempi : la puntura d~lla caYità m eningea e l'i11iezione di olio iodato. In tesi generale la prova sottoaracnoidea è destinata a mettere in e\ idcnza un accollamento più o meno serrato delle nleningi per una l esione intrinseca od estrinseca ed a ft ssarne il limite superiore. L'iniezione sarà !atta al ù i sopra del suppo to o tacolo. Ecce zio· 1

[AID\'O XXXII,

FASC.

37]

nalmente nei casi in cui si voglia precisare il li1nite inferiore del restringimento si potrà praticare una iniezione al disotto e radiografare il pazient<> con la testa bassa. Eccetto questi ultimi ca:si ·o in lesioni puramente sacrali si dovrà fare l'inieziontlombare alta, la cui tecnica è nota a tutti. La pu11tura dovrà farsi in una regione d'accesso facile P in una ~arte della cavità sottoaracnoidea assai larga; si ricorrerà quindi alle punture dorsali inferiori, cervicali inferiori o megljo atlante occ~pitale. Nella regione dorsal~ dalla seconda dorsalè ·a.Ila nona la cavità è molto ridotta e la puntura rie5~e spesso negativa. Lo spazio atlante-occipitale è, secondo Sicard e La Plane, la vera sede di elezione per la puntura. Quanto al materiale necessario si deve essere forniti di due aghi di Tuffter in platino o in nichel lunghi 7 cm. e di calibro 8/10 di milli1netro a punta smussa molto corta; di 3 siringhe di 2 eme. rie1npite l'una di una soluzione di novocaina all'l per cento (e fornita di un ago fine da • 3 cm.), la seconda di acqua distillata o di siero :fisiologico, la terza di lipiodol 1 eme. a 0,45. Dopo aver usato il li.aliodol del r.ommercjo a 0,54 per eme., Sirard e La Plane consigliano il lipiodol a 0,45, il quale, quantunque m eno ricco di olio, ha una opacità .quasi uguale all'altro e quantunque la sua densità un po' più debole diminuisca un poco la velocità della sua espansione, la minore viscÒsità di questa soluzione .p redispone 1ne110 al le • false immagini. Bisogna servirsi sempre di li1piodnl che abbia un colorito ambra-giallo chiaro. Dettaglio in1portante di tecnica sarà liberare la siringa da ogni bolla d'aria. La siringa sarà rie1npita no11 per aspirazione ma versando dell'olio nel suo conpo. Il 1nalato starà nel suo letto coricato sul fta11co, il dorso semi$eduto, la testa sarà fortemente flessa, la regione sarà disinfettata opportunamente. Come punto di repere l'operatore prenderà il punto medio di l1na linea che riunisce le sporgenze sen1pre nettamente controllabili della protuberanza or.cipi tale esterna e dell'apofisi spinosa dell'asse. Si praticherà quindi innanzi tutto l'anestesia locale con la novocaina. La puntura atlante-occipitale può essere irr1pressio11ante, n1a è 1neno dolorosa della lombare. Ottenuta l'anestesia la siringa con acqua distillata è montata su l'ago di Tuffter e introdotta per lo stesso oriftcio cutanPo perpendicolarmente alla pelle e sempre nel piano sagittale. T.'ago arriva subito su un piano resistente. Il legamento atlante-occiipitale disteso per la flessione della t sta. Si -è allora nella ca\'ità sottoaracnoidea. Si toglie la siringa e dal padiglione dell'ago lasciato in 1posto fuoriescono goccie di liquido cefalo-rachidiano. La tPUntura cervicale inferiore è da raccom:indarc;i meno drlla atlante-occipitale, la puntura do1·sa le inferiore non differisce dalla puntura lon10

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[ANNO XXXII, FASC. 37]

SEZlONE PU.\TlCA

bare che per l'obli.quitù pitì accentuata in alto da dar3i all'ago. L'.iniezione di lipiodol 1p uò dar luogo ad accidenti irnmediati e lontani Fra gli accidenti ·immediati sono da ricordare reazioni locali (dolori) e reazioni generali (te1nperatura) che può raggiungere 39, 40 gradi per 3-4 giorni con cefalea violenta. Fra gli accide11ti l ontani è da Ticordarsi l'aracnojdite determinata spesso da~ lung.o soggiorno del li1piodol nella cavità rac:hid0:1. L 'inieziorie epidurale. Per praticare qu0sta inie-

zione occorre essere forniti di due siringlle: u11a di ~ eme. riernpita di novocaina all'l %, un'altr~t • da 10 cn1c. riempita di lipiodol e di un ago di Tuffter di platino o nicl1el. Il paziente è sedu to a dorso curYo e garnbe pendenti fuori del letto come i1ella puntura lombare. L'i11iezione vie11e praticata al di so:p ra della lesione, raramente al disotto e in questo caso occorre mettere subito il paziEnte in posizio11e e.li Trendelenburg. Al con• trario della tPUntura sottoaracnoidea questa ha il vantaggio di non essere lontana che di qualche vertebra, dalla regione da esplorare e cosi si dovrà im1piegare una quantità minore di lipioùol. Questa puntura può essere praticata a diver"a al tezza, l'epidurale sacrale di cui la tecni.ca è clas.sica è poco utile dal JPUrtto di vista diagnostico salvo che nella spina ·bifida sacrale. L'iniezio11e riesce più facile tra i segmenti C.3 o D.2 e D. •0 o S. 1 ; più di1ficilmente si riuscirà nella regio11e dorsale. Dopo l'iniezione il paziente si Jascia se~ duto p.er p9.recchie ore. L'unico incor1venien te è una leggera elevazione ter111ica cl1e spesso raggiunge i 38°. Esa.n1e radiologico. La radioscopia ri esce poco

utile in quanto che data la lentezza r.on rui scende 11 lipiodol le imma'g ini non sono a;:>recise. Molto più utile riesce la radiografia. Questa sarà praticata con il malato in ,p osizione verticale ~ si lascia seduto un po' di tempo affinchè il lipiodol si ammassi sia nel cul di sacco lombo-sacrale sia al ·disopra dell'ostacolo com1prim1ente il midollo. Non sarà inutile 1p raticare una seconda radiografia in posizfone orizzontale per ricercare come il litPiodol si mobilizzi, sarà bene, inoltre, una radiografia in posizione laterale. Nelle ricerche con l'iniezione sottoaracnoidea occorrerà fare almeno tre radiografie in serie, la prima qualche 'minuto o qual che ora dopo l'iniezione, le altre due il giorno dopo o dorpo due giorni. Sarà opportuno praticarne u11a quarta dopo 5 o 8 giorni. Le iniezioni epidurali invece richieggono una o d11e radiografi.e fatte 12 ore dopo . l'iniezione. Tal i radio-

grafie sarar1no ipraticate sia in 1p osizion e a nteroposteriore cbe laterale. I mmagine radiologica. L'A. prende iJ1 esarne le immagini avute in posiztone verticale. I mmagin,i sottoaracnoidee. T re eventualità pos-sono riscontrarsi. 1) Il lip-iodol può scendere in massa nel cul di sacco sacrale; 2) · può rimanere ammassato in un 1p unto qualsiasi del tragitto; 3) può arrestél.l'Si parzial1nente mentre una 1 pa;-t•• di scende nel cul di saoco terminale. Irnmagini epidurali. L'iniezione in un soggetto normale, messo in posizione seduto o in piedi disce11de lentamente in poche ore. Dopo 12 ore resta fissato definitiva~ente e appare sotto forma di tanti 1p unti che si 1p rofilano Sll molte vertebre e in corris~ond enza dei foram·i di coniugazione .' so·p ratutto .se il 1p1aziente è stato in dec11bito laterale. S8 esiste · un ostacolo il li1piodol a questo livello , fo rma una massa più compatta in corri sponden za .dei fora1ni di conjugazione relativi. #

1

T. I.AlTRF.NTI .

Radiodiagnosi al lipiodol di 11na sindrome di canda equina in un tubercoloso. (HA 1<VIER

e

CifABRUN.

Bull. et mém. de la Soc. des

11 np., P a.ris, 1925, 11. 7) .

U11 soggetto accolto nel reparto ospedaliero d.egli .t\A., aveva accusato quin dici giorni prima bruscamente dei ·disturbi degli sfinter].. Da venti anni era affetto 1da una tubercolosi pleuro pol1nonare bilaterale, e in tal tempo aveva presentato vari accidenti nervosi, di breve durata, a ca· . rico dell'innervazione delle natiche e delle coscie. L'esame del malato, n el momento dell'ingre$SO in ospedale rivela una netta sindr ome cl ella cauda equina: ritenzione com.p léta ·di uri. ne per lo 1Più stip?i, talora, dopo sommi11ic.trazion e idi · purganti, incontihenza delle feci; non erezioni. A.nèst esia a sella a carico della sensibi~ità tattile, dolorjfica, termica, con dist.ribnzjone iI'adicolare n el 'dominio della quarta e. quint.a sacral e. Il riflesso anale è ab olito. Negativo il resto del] 'esame nervoso, negativo l'esame del racl1ide: nessuna alterazio:ae radiografica dello scheletro, nessun a alterazione delle urin e, d el sangue. Al- . l'esame del ltqui do c. r. estratto a diverse altezze: si nota liquido chiaro, pressione normale, j peralbuminosi, i.percitosi, reazione citologica s1peciale con linfociti e cellule endoteliali. L 'iniezione di un cc. di lipiodol fra l 'occipite e l'atlante, mostra un arresto della sospensione oipara. 1un.g o tutta la colonna lombare : l'olio io datoscorre dal bordo inferiore della prima vertebra.. lombare fino al primo pezzo del sacro con aspet1

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1290

IL POLICLINICO

to di brevi tratti lineari, di rpunti, di colon11ine od a lagrime. A partire dalla quinta lombare al~ cuni gran uli di lipiodol si spa~agliano divergendo verso le radici della cauda equina. Esclusa dap1Prima l'iipotesi di una lesion e del cono midollar e, di un tumore, di una pachimen i ngite lom·bo sacrale, l 'esistenza di una reazione cell ulare a formula mista, era in favor e di una lesio11e n1eningea: la prova del li_pio1dol m ette in ehiaro la diagnosi e conferma non solo l'esisten za di un processo m en'in geo, ma lo circoscrive per tutta la sua estension e : l'immagine ra·diografìca permette di rilervare che si tratta di un .p rocesso di ar acnoidite adesiva , estendentesi . dal cono midollare alla regione sacrale dando luogo a se(pimenti nello spazio subaracnoideo. L'assenza di trauma elimina l'ipotesi. di briglie. cicatriziali consecutive ad emato rachide; lé reazioni , l'anamnesi, il trattamento id i prova i nefficace fanno escluder e la sifilide : s'impon e un collegam ento .fra le sepim entazion i e le aderenze rpr oprie dei tubercolosi con le lesioni osser, vate n el caso in d iscorso. MONTELEONE.

PATOLOGIA GENERALE. Rappo1·ti t1·a 1nest1·uazione e costituzione. (R.

BO~ll'lANl.

Note I, Il e III. Folia Gynaecoln-

{}ica, 1924-25).

1prirna 11ota d'introduzione, l 'A. , dopo avere accennato all'indjrizzo costituzionalistico che prevale oggi nello studio dell'indivi·duo ed all'evoluzione subìta dal principio informatore di que::;ta d ottrina, che da un puro m orfologismo si è andato trasformando dapprima in t1n con cetto morfoftsiologi.co della costituzione e poi in morfo-ftsio psicologico , stabile11do le relazioni esistenti tra la psiche, 10 attitu·di.ni del carattere e la i11divid1Jalità somatica e funzion ale di un determinato es sere, passa ad esaminare i ra1p1Porti esistent.i tra i11nzione mestruale e costituzione n ella donna. L'importanza di essa (costituzione) è intuitiva, qua11do si pensi CM tra i fattori endogeni ~he presiedono all'accrescimento e r egolano la comparsa dei caratteri 1morfologiri ed in special modo dei sessuali secondari, figurano in prima lineu quelle stesse azioni ormonicl1e che dete1'minano ed hanno sotto i 1 loro controllo la funzione mestruale. Lo studio unitario dell'organismo muliebre nel tipo n1orf ologico, nelle varianti dinamico-umorali e neuropsichiche, condotto con metodo costituzionalistico, permette di comprender e i disturbi della funzione mestruale ed in senso lato di tutta la patologia sessuale femminile, non soltanto co1ne ~ella

[.A..NNO XXX II, F ASC. 37 J

alterazione di un organo o di parte di un siste ma, ma in relazione al COffilP'lesso dell'organismo e 1perciò con veduta larga e sintetica e quindi vera. Cl1e importa se molte delle correlazioni ammesse nelle determinanti del triplice aspetto dell'individualità non sono che ~potesi? La ricerca scientifica ha avuto rSpesso 1p er impulso postulati ammessi quali ipotesi di lavoro. D'.altr.a parte la -è.-0ttrina morfologica delle costituzioni è materiata di fatti ed ha solida base nel] 'osservazione clinica; le riottrine ormoniche si sono innestate su èU essa e cerca110 darne la spiegazione: esse costituiscono però, ancora u11 terreno pieno di incognite e di incertezze p er la impossibilità ·di una valutazione qualitativa e quantitativa dielle varianti umorali; la neuropsichica rappresenta un asrpetto nuovo del don1inio della costituzione, ancor a poco studiato, ma fecondo di promesse. Essa ci 1p ermette infatti di intuire e di comprendere - almeno in parte - le caratter1stiche individuali dell'anima. femminile. ·Nella ·seconda nota destinata a studiare i !at tori che partecipano al determinismo della mestruazione ed influenzan·o i l tipo costituzionale àella donna l 'A. 1piassa in rassegna le m oderne

i1potesi sul determinismo della m estruazione e della parte che vi prendono le attività ormoniche dell'ovaio e delle altre g~iandole ad azione sinergica od antagonista, sviluppando il concetto, già accennato n ella 1p recedente nota, del come qu este stesse attività presiedano ai fenomeni òell'accrescimento ed alla comparsa dei caratteri del sesso .e precisando l'azione dei singoli gruppi di esse Riconosciuta questa un1tà di causa quale eccitatrice .e morforegolatrice dei vari aspetti della costituzione sia dal punto di vista somatico che fisio-.psichico, rileva come è alla costellaztone endocrina individttale ed in connessione con essa allo s tato del sistema n ervoso vegetativo, modificantesi nelle si11gole epoche dello sviluippo e n elle fasi della vita sessuale, che dobbiamo riferirci p-er comprendere· le ectipic costituzionali della donna, non soltanto n ell'asp etto morfologico e n el tempera1nento , ma anche nel tipo della funzionP n1estrua1e. Nella donna è infatti l'ovaio che predonlina su lle altre ghian·dole endocrine ed imprirr1e il carattere della femminilità: le s u e rast di azion e che culminano con l'iniziarsi della mestruazionP e con il r egr edire di essa, sono quelle che ineglio contraddistinguono gli speciali attributi biologici dell'essere feIIUl1inil e. La terza nota è dedicata a Pubertà e costitu:ione. In essa l' ..\. dopo aver accennato ai principali fenomeni somati ci e funzionali che car atterizzano l'età pubere n ella giovinetta, esarnina. ~


!ANNO XXXII, FASC. 37]

SEZIONE PRATll.A

1291

-i.e cause costituzionali. 1più importanti che preparano lo sviluppo e ,p ossono influenzare i l mani-

rali a quelle stesse cause d'ordine ereditario o contingente chie abbiamo detto sufficienti di per festarsi della crisi IPUberale. In 1p rimo luogo ?1 se stesse. ad imprimere un proprio carattere alle linfatismo e l'adenoidismo, ai quali spesso va con- singole fasi della crescenza, facendola allontanare giu11to lo stato tirr1ico; l'eredità tubercolare e sifi- dalla sua normale evoluzione. litica, sia come espressione di uno stato to.ssico Lo studio quindi delle disarmonie dello sviluppo dell'organismo, sia per i reliquati di alterazioni nella loro etio1patogenesi ed in ra1pporto al com-strutturali e funzionali •specialmente rilevabili a plesso somatico ed umorale dell'organismo, anche carico dell'ap1)arato endocrino; le altre condjzioni se non sempre ci 1permette di 1Stabilire le origini ambientali e contingenti che comunque esercitano , degli aspetti atipicj della mestruazione (in pratica influenza sui' fen omeni della crescenza e sulla non è sempre possibile sceverare dii.etti riferibili in.aturazione sessuale in isp ecie. a cause costituzionali da alterazioni locali per lo più esiti di processi infiammatori) allarga il noNella secon·da parte del lavoro, fondandosi suUo stro sguardo n ell'interpretazione da dare al fenostudio di 40 giovinette nell'età pubere, esamina meno facendolo considerare in relazione all'entità lo 5vilup1p o in altezza e peso in rrupporto al t ~po morfologica e dinamica dell'organismo. morfologico costituzionale (metodo Viola) ed alle P. prineipali caratteristiche dall'aspetto endocrino delle pazienti; studia poi il discronismo ed il dismorfismo dei singoli attributi puberali, sempre CENNI BIBLIOGRAFICI. in rapporto all'abito morfologico e simpatico-umo-raie ·dei soggetti, e viene alle seguenti conclusioni. P. R ONDONI. Ele1nenti di biochimica. Torino, l lnione tipografico-editrice torinese, 1925. 1019 p~g. La m estruazione, considerata da un 1punto di Una tavola a colori e 20 fìg. nel testo. vista generale, in relazione al com1plesso soma, tico e quale esplicazione dell'attività uteroovarica, B questo il primo libro italiano di biocbin1ica, segue in linea di massima le leggi che regolano condotto ~on criterio rigorosamente scientifico ed il ~erfezionamento morfologico e funzionale delinsi-emc tenendo stretto conto dei bisogni della ~l 'orga11ismo umano. Nei tipi costituzionali iperevopratica medica. Il lavoro infatti è, come djce il lutj , a ricambio torpido, a sistema vagotonico sottotitolo, « con applicazioni alla patologia ed pr€ponderante, ipervegetativi, n ei quali cioè il alla diagnostica »; e co1ne tale si raccomanda non sistema di nutrizion~ prevale di gran lunga 5U solo ai biologi 1na anche e so.p ratutto ai m edici, quello di relazione e che si riportano al ti po 1neche vogliono allargare la loro preparazione e ~a , galo.~plancni co de1 ''iola esponente nell'età adulta loro ca1pacità a veder e nel malato jl problen1a • di un'insufficiente evoluzione morfogenetica di naturale da ris.ol vere. contro ad u11 eccessivo svilup1p o ponderale, la Il ll on,doni, ohe · insegna patologia generale, ha mestruazione, es1p ressione da un lato dell'attività infatti tenuto conto particol are di ~utti quei pro~ metabolica dei tessuti, dall'altro indice del grado blemi di chimica biologica cl1e hanno attinenza di maturazione dell'organismo che consacra al la alla. clinica ed alla patologia. Così, mentre pit'l facoltà di procreare l'esuberanza di energie eccesobria è la trattazione puramente chimica r1ella -denti i bisogni dell'equilibrio ·nutritivo, si presenta prima parte, ove vengono enu1nerate, descritt~ e scarsa, ritardata,. rallentata nel suo ritmo. raggruppate le sostanz-El che si t~ovano a co1nNe: tipi invece iperevoluti, rnicrosplancnici del •p orre la trama dell'organismo ed i suoi u1nori, Viola, a sistema simpatico 1p reiponderante, le cui più estesa è la secon,da iparte, ~l1e studia le fun· · funzioni di nutrizior1e rimangono in difetto rizioni chimiche nell'organis1no sano e so1pratutto . spetto alla vita di relazion-e, la funzione m estruain quello ammalato. Sono così minutarrente :t.nale ~i n1anifesta in accordo all'evoluzione del comlizzati corne io ·Consente l'indole elementare ciel ' plesso somatico , di regola in anticipo, a_d interlibro, i problemi del ricambio intermedjario, ed valli ravvici11ati e pjù spesso abbondante. Non è in specie quelli delle malattie del ricambio; la -che qua11do il parallelismo si sia per cosi dire corr1posiz1one chimica del sangue con un interes· stabilito tra evoluzione morfologica del soggetto sante capjtolo sulla chimica immunitaria ed nPO .ed il suo apparato genitale, tra sistema uterino sulla recente r.eazion e di sedin1-entazione delle ernazj e; i processi delle ossidazioni intraorgan ied attività ovarica, che l' equ ilibrio de.Ila ft1nzione ~mestruale p otr à ·d irsi raggiunto. che, poco presi in co11siderazione ftnora dai patologi e dai m ertici ed in cui - pensn. l'A. - (~eve Il tipo mestruale nelle prime eipoche del suo trovarsi la spiegazion€ di tanti fenorneni morboc;i stabilirsi, nelle sue eccedenze e deficienze li evi o 1a via a •p rocedimenti tera:p euti ci. (que1le ii1 special modo considerate) ci 8'ppare Il li·bro è ricco di ,n urnerose tabelle e dati nu~perciò' condizionato come gli altri attributi pube1

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1292

merici; e di citazio11i bibJiografìcb e r ecenti ssime; tanto che può essere consultato cori frutte 3T1che dall o studioso sipecializzato. Esso contiene i principali metodi analitici; e preGisamente quelli qualitativi sono descritti n.,1 testu, a prop osito delle s ingol.e sostanze o liquidi o tessuti ricordati; mentre i quantitativi sono raccolli opportuna1nen te ir1 una succosa app~nò ice t ecnica, che l'ipor ta ·~pecialmente d. comod i e ·rapidi micrometodi d ella scuola americana, tanto utile n ella pratica clinica. Si 1può augurare al primo libro italian o di biochi1nica una meritata fortuna. A. l .USTJG. JJ.tagnostics de Lnboratoire. ì\tléthodes usuelLes appliquées au diagno stic des M a· lacl es. Vol. in-8°, 168 fig., 12 tav. a colori. A. Maloine. Paris, 1925. Fr. 60.

LET ULLE-PREVQST.

Nei vari libri di laboratorio d estinati ai pratici spesso mancano dettagli che indichino l 'opport11nità di certi m etodi, l'inte:npretazion e di alcuni risultati i quali n on sem1p re hanno il medesimo valore. Gli AA. hanno .con siderato in tale m aniera il concetto « dei metodi ·d i laboratorio utili per la diaguosi ùell e malattie ». Fin dall'inizio essi mostra110 come i metodi differiscano di valore e questa differenziazione è di division e generale 11 vo1un1c . Dopo brevi con siderazioni sulle teorie e sullA varie tecniche, gli AA. passano in ra Sl3egn a dappri1na tutti i m etodi diagnostici non s.peciftci, quelli, cioè, che rivelano lesioni o vizi funzionali degli organi e .p arla110 delle ru1alisi cllimicl1e, fisiche, istologiche dell'espettorato, del li quido cefalo-racl1id1ano, del sa11gue, delle urine. 111 seguito trattano dei m etodi specifici, ' raJe a aire <ii quelli legati alla n atura stessa Clel ia ma.. lo.ttia, alla sua etiologj a, ed allora gli AA . consiùerando il lato batteriologico, parassitologico del laboratorio, descrivono in dettaglio le nozioni indispensabili per la tecnica, i caratteri generali e part icolari dei germi, ecc. ì\1algrado l'am1piezza degli argom€nti e il 101·0 nun1cro che fa di queste pagine un Yolume completo, gli ..\.i\. hanno saputo sbarazzarsi di tutto ciò che non i11tercss~ diretta1nente la pratica. Si sono 1posti n ella condizione di roloro che, nor1 avendo molta fan1iliarità con. tali questioni così niYer e e pur tuttaYia oggi indispens:lbili, si don1u11dano quanclo deYe c>ssere fatta p. es. una sierodiagnosi, u11a C'mocoltura, e quale valore oci'Orrc assegnargli secondo i cnsi, S€cond o IP. circostanze, in cui il prodotto sospetto è stato esan1inato. lJn noteYole uuincro di fig111·0 origi nali sin a eo101 i c·ll' Ìll Ti t>l'O, a11n1entano il \·alare di Qll C! ln • p 0 1 n.

[AN:"{O XXXII,

11. POLICLINICO

.!\. Pozzr.

FASC. ~fi' J

HCCBDEMIE. SOCIETA MEDICHE, CON6RESSI. Socibtà Lombarda di Scienze Mediche e Biologiche . Milano. Seduta d~11'8 ma·g gio 1925.

·cr n

segno radioscopico d' i11su ff icienza delle valvole polmon<1ri. ·

Prof. C. Pszz1. - L 'O., ch e ha già comunicato questo· segno, i11 una 11ota pl'esentata alla Société .!ll edicaie des Hopitaux de PQ/ris il 23 gennaio se. in collaborazione con il dott. Silingardi, ripo1:ta un secondo caso in oui il segno in questione era manifesto. Si t ratta idi un giov.a11e affetto da lt>sione mit r alica reuma.t ica con segni di iMufficienza polmonare. All'esame r adioscopico oltre alla ti1)ica configurazione mitralica del cuore si nota una arteria polmonare fortemente dilatata e pulsante. L e onde ilari, ~ecie a destra, sono in te11sarmente scure e a,nimate da battiti espansivi e di retrazione intensi. In u11a parola si nota una vera. e proipria d a11za dell'ilo. Ora si sa attualmente che le ombre ilari sono costituite dai vasi po1monari quindi la ùanza dell'ilo, a11alo.g amente a . quanto s i ha nell'insufficienza .aortica oon le danze del le carotidi, è l'espressione dell'insuffi.cie-nza delle valvol e polmonari . D eferrninU.z;on e (lf>lla punta del. cuore

sull' ortodiagra11n11ia. F'l'of. C. PEZZI. - L'O°. invece di identificare· la posizione dell'apice cardiaco sull'ortodiagramrrna in posizione frontal€ , identificazione sempre difficile e .arbitraria, determina la punta del cuore o meglio· il passaggio del ventricolo sinistro al ventricolo destro marcato dall' 'i nrisura cordis, s ull'ortodiagramma preso in posizione obliqua anteriore sinistr a. In quoste po&izioni, infatti, in ispirazione profonda, il profilo del ventricolo sinistro è più nettamente visibile. Ri1porta poi questo pro.filo su quello ottenuto jn frontale e può così fissare il punto corrispondente all'incisura cordis. La linea che unisce questo punto all'estremo superiore del ,-e,ntricolo si11istrl() segue la direzione del setto interventricolare. La saetta, tirata da questa linea sull' arco ventricolare misura il g r ado di ipertrofia del ventricolo sinistro. In questo inodo tutto il \Tentricolo sinistro proiettato sullo schermo troYasi esattamente identificato .

L'oufoenioterapia clellr f orn1r settiche chiruroiclir. Dott. (~ l'.\R~ERIO . L 'autoemoterapia venne .- ino ad ora sperimentata specialmente nelle forn1e c·ntanee e i1elle n1.nlatt1c ve11eree. L 'O. ha usato tale inetodo nelle forme . cttiche chirurgjche, os in: in 2 Gasi cl i fornnrolt)si , · 3 ca i di osteon1ielite. ~ flem1uoni, 2 setticemia. T rist1ltati otte11uti, sono e.legni di apprezzamento c..olo nellP foruncolosi. null i nei rin1anPnti. Non si ottennero reazioni special i cla narte clPll'orgnni. 1no · n unn intolleranza. n t• erisi pro' o<'ntn clall1iniC'zio11e cli augue; solo tran.. it Jr;.1 lenconc>nia e lic,·' ipot<~n~ioue. Pr~se in <'on

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' [ ..\NNO

XXXII, ·FASC. 37]

1293

SEZIONE PRATlCA

siderazione le diverse e discordi ipotesi fatte dai vari i AA. sul meccanismo d' azio11e dell' autoeinoterapià, pur non escludendo che possa influenza.r e sui poteri generali di difesa dell'organismo, attribuisce i buo11i ri6ultati .avuti solo nelle foruncolosi ad un'esaltazione dei poteri difensivi istogeni dei tessuti provocate dall'iniezione di sangl1.e presso il fooolaio settico. Cor1111nq ne, per la mancata ~one terapeutica negli altri casil non può segnare una vera utilità pratica dell'autoemotera1pia nelle forme settiche chirurgiche.

Oonsiderazio·n i clinich,e sopra itn caso di twmo1·e (sarcoma) polmo1iare. Dott. A. CEccnINI. - L'O. riferi~ la storia clinica di un caso di sarcoma polmonare, notevole per singolarità di decorso. Le principali caratteristiche m~ in rilievo dal reperto fisico-clinico e documentate da radiografie in serie e da preparati istologici, furono le seguenti: 1) Inizio lento e subdolo simulante la tubercolosi pol·m onare. 2) P eriodo di stato con elevaz.ioni termiche a tipo suppurativo e con tutte le caratteristiche di una raccolta purulenta polmonare. 3) Reazione di Weinberg-Parvu (deviazione del complemento per l'echinococco) pooitiva che unitamente agli altri dati e alle caratteristiche radiologiche indusse a inter,pretare la raccolta èome una cisti suppurativa. 4) Svuotamento chirnrgico della raccolta" con notevole e raipido miglioramento sino a simulare la guarigione ·clinica. . 5) Dimostrazione anatomo-patologica (istologica) di sareoma. a piccole cellule. ScARLINI.

o~sc rvazioni

preliminari su alc'line inda gi1ti sperirnentali e sierologiche concernenti il virus dell' H e7~pes tzoster e della varicella.

Prof. PrNCHERLE e ·d ott. V EONI. - Gli 00. rifer i.t1co110 aloune indagini oondotte con il contenuto delle vescicole dello zona e della varice·ll a per tenta1re 1a tra.Eii:;sibilità della malattia in ani1nali di l1bo~atorio coniglio e cavia) - a mezzo di inie:r;joni corneaJi eù endocerebrali. Si rjserviano di formulare conclusioni nette, a ven.dJo p-err adesso preso in esame u11 troppo esiguo i1umero di malati e non avendo potu.t o finora ~e­ .rimentare con casi di zona precisamente riferibili al virus varicellos.o dal p 11nto di v:ista cli11ico-epidemiologico. 0

Prof. M. Pi:NCHERLE . ·-Esperimenti di orieri,tamento e primi risultati sulla alime'Tl.tazione delle larve di anfibio con vari latti.

Emoistioblasti e loro derivati linfocitici nel sangue in 'ltn caso di avitaminos·i in,fantil e. • Dott.a SILVIA GANDOLFO. - Nel sangue di un bambino affetto <la cherato mala.eia da avita.m.inosi infantile, ì' O. ha riscontrato la presenza di elementi cellulari appartenenti alla catego1~a degli emoistiobL:'itsti. L'O. si JO.mita ~r ora a rilevare la coincidenza di que.~i.Jc pa.rt!rolare reperto ematico con le avitaminosi nell'infanzia, senza potersi pron.unciare n el senso ohe esista, fra qu.est.-0 processo n1orbos o e la reazione leucemoide deseritta , t1n nesso ·di causalità. • •

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i'Jtudio cl'lnil'o di u·n cas'J di Leishmaniosi in fa ntile, con speciale riferimen,to ai reperti istopatologici.

B. Accademia dei Fisiocritici di Siena.

Dott. Pmao BAR.e \CCI. - Il caso è stato oaservato a Siena, ma proveniva dal Principato di Monaco . Seduta del 26 giugno 1925. Decorso clinico protratto, complicato i11 ult imo da Presidenza: Prof. D . BARouzz1, presidente. fenomenii. p,Jeuro-polmonari . • L'esame isto-patologico ha fatto rilie va.r e : sta.si Reazioni intradermiche e primi tentativi d'imm'Udel sistema venoso portale e si·mpatico e qualche nizz~-;ione atti·va con. l'anatossina difteri ca. accenno a degener3zione grassa e a fatti di atrofia Prof. M. P1NCHEHLE e Dott. C. BAGNACCI. - La · da co1rupressione nel fegato , dove nume1rosi sono i parassiti contenuti 11elle cellule del Kupfer e i1ei immunizza~ione a mezzo dell'anatossina ha date lograndi macrofagi. iro ottimi risultati, paichè 19 b . trattati sono riNe1le ghiandole linfatiche edema e riposo dei sultati dopo due mesi immunizzati, immunizza.2Jione centri ge-rm1natfivi: i par.~iti si trovano negli elecontrollata con riipetute Schiclr tutte nettamente menti ·d el reticolo. negative. Nel midollo osseo funzione .attiva con prevale11za Si è seguita la tecnica segu~n1te: prima iniezione ùi elementi oosinofili, i parassiti sono solo negli con l /3 di eme. di anatos.sina; poi 1/2 e 1 eme. ; elementi <lel reticolo, 1n.a scarsi. intervallo tra le iniezioni dai 20 ai 30 gio1'1N. Nella 1nilza scarso sviluppo d~ll'a.pparato folJj Inutile dire che fu sempre fatta precedere la reacolare; quasi abolita la funzione linfopoietica. N elzione di Schick, inocula11clo i soli soggettii a Schick positiva ]a polpa diminumone fino alla scomparsa deliJe celIn un solo ca.so dii difterite grave a molteplici lo- lule mi.dollari, dilata~ione delle la<:"une vascolari c-alizzazioni, na;:;;1le, faringea e laringea, facendo fino a formazione di laghi sanguigni: lieve ispes.:.usseguire ~Ila jm1nunizzazione- passiva quelila attisimento de1 reticolo connettivale. Qua e là qualche infarto .jalino. Rari i parassiti che s i vedono nelle va con l'anatoosina, si ebbe una t>€rfetta gu1arigiocellule del reticolo, dell'apparato follicolaire, d ella ne <!ella fo,rm.a morbosa senza reliquati tardivi di paralisi, raggiungendo un contenuto antitossico di polpa. Nul~.a di notevole negli altri organi e tESO, 7 per omc. di siero sanguigno. suti . \

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1294

IL POLICLI NLCO

Conclude11do le nlterazio11i pili notevoli si trano neg]i organi €matoì)Oietici.

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r1~co n-

Note preli·minar-i allo studio delle adenopatie · ' iracheobro11 eh ial i luetiche infantili. Dott. lino 'fROPEA-l\:f.\.NDALARI. - Si presenta lo studio di cinque ras i tipioi, di cu.i due aipparte1113nti all:i Clinica Ostetrica in cui Sii ebl>e R. W. fo1·1Rmie11te poo!ti\a, cntireazio11e del Pirquet ne, bo·ativa •oer tre volte ' ade11opatie tracl1eobro11ohiali dia.gnosticabili semeiologioamente e con reperto radioocop.i co netto, di cui ai esibisce esemplare. Come prima affermazione di queste ricercl1e ammettiamo cl1e le adenopatie tracl1eobr-0nchiali ~nfantili, ql1 re cli(\ di natura tuberoolare possono anche - seboone .niù di rado - essere riferite alla eredc-1 ne.

Sul valore cla .assegnarsi alla reazione di flocc'.L.la~ione per la diagnosi di tubercolo si. . Dott. RE .\IO VF.GNI. - La tecnica seguìta per dette reazioni fu quella indicata dalla Bonacorsi. Furono presi in esame 150 sieri di sangue sia di soggetti malati di liubercolooi sia di altre forme morbo~e. Contemporaneament·e fu eseguita la de1·iazione del e )mplPmento di Besredka. Inoltre furono eseguite ricerche di controJ.]o al metodo per la diag11osi sierologica per mezzo degli animali, propr,st:; clalla Bona.cors i stessa. Per i risultati ottenuti si può concludere che <lobbiamo esser~ prudenti nel formulare diagnosi cl~ tube•rco1osi per via sierologica.

I

La im/1nunoterapia nella cura. delle ulcere settiche ctella cornea eil osservazioni cliniche sul '[Yf'epa-

rato irnmunoterapico « Sto,mosine

».

Dott. ALES'ANor~o ALIQuò-MAZZEI. - L 'O. giuit:: ge alle ~egu~nti conch1sioni: 1) La ter31pia stom-0sinica influi&ce scarsamente s11ll'affezilone oonco1ni1;;ante del sacco laorimaile, -riducendo talora l.a s.ecre2:1i•one 1na non rius.oendo i11 nessun caso a farla cessare del tutto, ra.giione per oui si rende necessaria l 'estirpazione del sacco. 2) La ter:llpia stmnosinica indt100 un miglioramento dello stato generale, co11sistente i11 una diminuzione deJ. dolore loca le ed in un senso di sollievo, d~ benessere generale; i11 IllJOll.t i casi ~a produce indubbiarnente llll miglior.an1ento della iàÌntomatologia l ocale f<:l un rall€ntamento, se non l' arr.acsto, del · processo distruttivo della co,r ne a , anche quitndo tutti gli altri m ezzi teraipeut~ci sono rimasti inattivi. La soomoter.apii a non può n è devie co,s titui1re l ' unico mezzo di 011ra delle ulcere infett.e della cornea. ma I»UÒ essere considerata come un 11ti]e ' . ausilio t.erapeutico da associarsi sempre in ogni caso ad lln energico trattamento locale. 1

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Le piastrine del sangue negli avvelenamenti cr~nici da a.ceto.to .d i piombo, acido arsenioso e bi·cloruro di mP-rc1irio. · "Dott. STEFANO lVIARRADI F .-\BRONI. - Da rioerche sistematiche co11ùotte su conigli è risultato che: •

[ANNO

XXXII, P.o\SC. 37J

] ) N e1gli .a vvelename11ti cT011ici da acetato di :)iombo, a.oi<lo .arsenioso, bicloruro dli mercurio, si ha a1l1n1ento C0'5tante delle piastrine nel decorso de1k'\ intos~ioazione, specialm~nte nell'avvelena1nento da aci do arseniioso in oui le piastrine aumentano fino a raggiungere il doppio. 2) L e P. tendono a tor11rure al numero di origine se si soopende per alcun t-ernp-0 l'avvelenan1ento. . 3) L' au1ne11to delle P. &i ripresenta anche ripeU>ndo l':ivvel·e nam'?'llto dapio una interrnzione, <:on le stesse mocla1ità. In due casi di anemia perniciosa criptogenetica l ' O. ha ottenllto buoni r esult.ati tera,peutici col trattamento arsenobenzolico a .p iccole dosi, per q11anto i ca.si trattati non fossero stati a sfond-0 luetico. 1

()sservaziorii cliniche su, 1L'n nuovo metodo di trattamento Mll1 affezi<>ni :taf ilococcich~. - « Piosol /Sclavo ». Dott. G. A. CmuKco. ·- Il dott. Sclavo che unitamente all'O. si oocurpa della qu~tione sperimentale, ha prep:lrato nll' [stituto Sieroterrupioo Toscano ll11 vaccino solubile polivalente anti piogeno per la. cur.n. ~ale delle forme suppuTate. Viene prepaTato con tec11ica speciale, ÌlllJI>Ìegando numerosissimi stipi<li di piogeni e particolarmente cli stafilococchi e di streptococchi, ·i solate da casi gravi di infezioni cauSiate da questi germi . L'O ., nella. Clinic~ chirurgica di Siena, ha sperimentato sn un certo numero di malati tale vacc ino con e.sito. . Il dolore, la temperatu ra, l'infiaanm.azione, l'infiltra.zio11e e la !ieerez.ione cedono regolarmente all 'appli cazione d&l vaccino e se in qualc=he caso non s i hanno risultati soddii~acenti, s1 tratta semipire di a~oci.azioni con altri germi. 1

8. A.

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Società Sassa1~ese di Scienze Mediche e Naturali. Sedute del 7 e 8 luglio 1925. Presidenza: prof. L. DoMINICI, vice-pres. Prof. L.

'foM\lASJ . · _

U11. caso di morbo di

Jlo wen .

Fi.broannio1ni mi1,itipli sistematizza.ti. 'J ' ' Prof. J-'. To.MMASI. - L'O. presenta alla Società clue ammalati e<l jlJltstra i casi clini<!i diffu.san1ente servenrlo.5i anche di preparati istologici n1olt0 'dimostrati,·i, otU:muti per biopsia. Alla discussione prendono parte i soci ~fARRAS­ SINI e So·rT!.

End.otelioma della vena cubitale. Dott. G. MARCLu.lS. - L'O. d~ve con dimo1:itrazione di prepar.ati istologici un oaso rarissimo (il ;:;~condo della letteratura oncologica dopo quello di Unn1h) di endotelioma P,rimitivo della vena


TANNO XXXII, FASC. 37]

1295

SEZIONE PRAT fC!

•cubitale e la c ui impòrtanza. è legata al fatto ben llJOto che estre111amente rare sono le fo.rmaziO'ni provenienti dall 'endotelio dei grossi tronchi vasali .5p.ecialmente venosi; dà· le indicazioni operative .

La R. novocaina forma li nica di Costa nella sifil~de, .i .n alcHne rrialatrtie ven.eree ed in alcune de.r matosi. .

Dott. G. PERANTONI SA'l'TA. - L'O. riferi~ce su una modificazione di t ecnica apportata al metodo ·originale del Costa p€r a vere un dO'saggio esatto della goccie di sa11gue prelevato e concll1<le: che la lt. C . seu1bra esseir e l~ga.ta a quasi tu~ti gli stati -natoloaici che di.pendono od interessano lo o stato della cr~.si sanguign:a (tigne, sifilidi asintomatiche con R. sierologiche + ), ma soprattutto ali.e malattie niù o meno acute; che nella s ifilide non vi è n~st;na possilii Lità di .adoperare la R. C. a scopo dia-gnostico, ma solo p-0trebhe servire di ap.poggio nello s tu(lio {lel1a curva sierologica ~el ·e-orso dell.a cura, sebbene sia negativa nei sani e nelle dermatosi localizzate.

Encefalite epiclemica o. iocalizzazione midollare. Dott. P. 0TT'ONELTJO. - Illustra un caso di <:'ncefalite epidemiica (seguito fin dal quinto giorno di rrialatti.a) nel quale, dura.n te il periodo iniziale , ,si è stabilita ra.pìda1nente una paralisi a tipo periferico dei due ::irti super~o~:i e dell'arto inferi o.re destro. L'assenza di dolori spontanei ed .alla pressione . dei tronchi nervosi , la mancanza assoluta di disturbi di senso, la dis tr.i buzione della paralisi atrofica inducono 1'0. a d .ammettere una localizzazione del virus encefaJitico nei corni anteriori della .èolonna grigia · midollare.

.La criscopia degli O?ìgani nella morte p er annegamento. Prof. G. BRANDINO. - - L 'O. }µ. esteso il cla.5sico metodo del Carrara alla crioscopia degli organi, .nella · diagnostica della morte per annegamento. Da tutte le ricercl1e è ri~ultato: che la crioscopia del tessuto miocardico, praticata separatamente sulle due ·metà del cuore, offre criteri molto t1tili neJla diagnostica della ' morte per annegamento; che essa h~, il vantaggio di poter essere aipplicata in tutti i casi nei quali le cavità cardiache non contengano sangue ; che è sfruttabile in limiti di tempo maggiori cli quella ematica, in quanto il processo putrefattivo attacca il muscolo cardiaco più tardi che no11 il sangue; . che jl tessuto polmon.are presenta anche esso clifferenze notevoli; che J.a criiasconia del rene può' conaiderarsi quale elemento su~idia.rio fino alle 15 ore; che nessun dato t1tile invece si ottiene dal fegato, dal cervello e dai muscoli.

• 'u

alcune questioni ·i nerenti al~a terapia bi's mutica " rlella ne·urosifiJide tardiva.

Prof. G. C. RIQUIER. - Sono stati esaminati i liquiùi di 19 , soggetti \17 1naJ.ati e 2 sani) ottenendo risultati che ver1netton.o di affermare : che il Bi. può passare '"nel liquido anche quari1<lo con -g] i. odierni mezzi di laboratorio - non sia possibile dimost.::a,re . una evidente .alterazione meninaea · che le meningi alterate possono essere imper~ea'bili al Bi. (reperto negativo nel liql!-0r di un tabetico che aveva ricevuto com1plessivamente gr. 3,24 di Trepol) ; ohe il passaggio seimbr.a a-v''enire soltanto dopo :aomministrazione endomuscolare di quantità globali piuttosto notevoli di medica.mento· che la quantità di Bi. rintracciata · anche vol~ndo tener conto della piccola qu.a.1 1tità di liquor adoperata per la ricerca è sempre piocolissima. Conseguentemente 1'0. ha proceduto alla intro{luzione - già cl.a J.ui proposta ed attuata insiem.e al T.ronooni .- di sosp~nsioni oleose di · Trépol d1rettantente nello soeco dei pazienti col preciso intento - evitando barriera meningea - di portare a contatto dei microrganismi del liquor e degli <' lementi nenooi il medicamento non moclificato nella sua '.a~ione. . Seoondo l'O. Ja so&pe.nsjone oleosa di Trépol nel cavo rachideo può ~r1·iva.re facilmente ai ventricoli. D'()Si abbastanza. forti di medicamento sono ben tollerate dai pazienti. La eli·m inazione del Bi . attraverso le urine avviene lentamente (Bi. ancora rintr.aociabile 30 giorni dopo la iniezione).

1;,

1Sindrorrie di com~res­ .c;ione parziale del nervo median,o da an eur1smo , clell'a. omer11Z.e. Dott. P.

0TTO~ELLO. -

Xantocromia e coaqulazione spon·tanea del .l·i q.u ido ce fal o-rachidiano . Prof. G. C. RcQUtEr.. - In un caso di spondilite tubercolare determi1'1ante una sindrome neurol~ica ma e.sclusivame nte radicala.re 1'0. 11a os.:er Y ato : xantocromi.a, ipera1.b uminosi (21 %o) rrup1da coagul azione spontanea massiva, scarsiasima reazione cellulare. Il liquor man mano che veniva estratto ass~­ mev:a un ooloi·ito giallo sempre/ meno intenso e. diventava poi niffatto incolore; questa oonstata~10~1~ porterebbe .arl. · t~scludere l'esistenza di una s1nf1s1 1ne11ingea completa, cioe di una cavità chiusa·. In un altro ca.so (morbo di Pott 11eurolog1co) co11 evidenti fenomeni di compressione midollaire fu dim•ostrata xantocromia, iperalbuminosi (12 oj.) , coagulazioJ?.e tardiv.a e parziale, modestissima. reazione cellulare e i1on fu possibile, anche mediante aspirazione, estrarre dallo speco più di una modesta q.u antità di liquor. In questo caso l'esistenz.a di un a ca,·ità chiusa sembrò molto !)ir obabile. , « F3 ull'istogen,esi dei tuDott. P. DBLrr'\L.\. mo1·i. epi·t eliali a a1·fJsse cellul e del testico~o ». • G. MACCIOTTA •


1296

IL POLICLINICO

[ f\.NNO

XXXII, F ASC. 3 J' I

APPUNTI PER IL MEDICO PRATICO. CASISTICA. F attore oculare nella cefalea. Circa il 75 ?~ d ei casi di cefalea so110 dovuti a d istl1rbi oculari. La cefalea oculare è sernipre bilaterale, n1entre un 'e1nicrania non è xnai diper1dente da turbe ·dell'apparato visivo, almeno che n on si tratti di glaucoma jn cui si ha invece en1icrania. Dillard ( Virginiçi med. Monthly , i1ov-e1nbre 1924) affor1na es~re di grande in1portan za , i1ello studio della cefalea oculare, la sua localizzazione, il suo carattere, l. ora di comparsa, la d Lpendenza dell'uso e abuso della funzione visiva, ecc. Le cau se che 1possono determinare !e cefalee oculari sono : a) vizi idi Tefrazio1~e •O astenopia;l> ) ~ffezioni congiuntivali croniche; r,) iriti e cheratiti·' . d ) glauco1na. Genernln1ente al tjpo di retrazione corrisponrlu u11a sede tipica del dolore e così nell'iperme1.ropia il dolore è frontal e o sopraorbitale n ell'astigmatismo è tema>orale bilaterale, nel disquiJi brio d ei inuscoli motori oculari è occipitale. Se la cefalea ha più lo~alizzazioni è d'uopo pensare ad una corr1binazione di visi refrattivi. Il carattere della cefal€a dovuta ad astenoa>ia è peculiare; ordinarja1nente è ottuso e terebrar1te. J11asi sempre la cefalea s'inizia o au1nenta verso sera; questo accade in genere a chi lavora in ambienti chiu$ì, jl che costituisce un i1r1portante sintomo differenziale. ~ Le cefalee dovute a disturbi del naso, o dei • :se111 a 8cessori possono simulare maggiormente quell e d ovute a sintomi' ref·rattivi: ii criterio rlifferenziale è dato dal fatto che le pri1ne sono più forti al mattino e diminuiscono durante la t'I<Yiorn ata. . Alcune volte la cefalea fa sospettare essere dipendente da astenopia, nla l'e5ame oculi5tico i1on rivela alcun vizio réfrattivo ed allor~ si ' riscontra una congiuntivite granulosa, r.he con l'op.portuno trattamento in breve migliora. Adunque in o·g ni caso di emicrania 1persist Hnte, ine$plicabile ie inguaribile è sempre 0ipportuno far •Praticare un esame oculistico compl eto per una esatta diagnosi e conseguente cwra.. -

I

1

..\. POZZI.

L'epilessia t raumatica tar diva . I casi di epilessia traumatica tardiva apipurtengono alJe rarità cliniche, rna sono ber1 lungi da'l'es5ere eccezionali, specialmente dopo Ja r ecente gnerra. •

Ylolin d e 'f eyssiet1 (Pratique rriéçl,icaLe e Parls. ni.édical, 30 rnaggio 1925) din1ostra che non si può stabilire n cssu11 intervallo lJrCciso fra il trau111a ela con1pa r sa d-ei feno1ncni di epil essia; tutte le varietà ·di trau1nati s1ni cct ebrn.1 i, qualunque ne sia la sed e, 1p ossono dar luogo a tale evenienza. Jues te forme tardive sono subito generalizzate e sono. funzione di lesio11i ir1j croscopicl1e diffuse inaccessib ili al tratta111 ento chirurgico. Ogni decisione medjco-1-egale rc1ati\'a ad u11 trau1na cranio-cerebrale deve qui11di fare i11tieran1cntc riserva dei dirjtri del ferito in relazione ad a cci denti epilettici ~he .p ossono soprnY\'enire entro qualsiasi c;pa1io

d I. +, ellljpO.

fil.

La puntura lombare.

.I

Questo inetod o cn!--ì utile p er 1' anestesia, pec1'introduzione di inecliramenti , per la diagnosi p,uò talvolta provocare disturbi che i111pressionano it medico ed il malato. Di solito, il prirno giorno dopo la puntura lombare passa s-e11za alcun inconveniente p erchè il malato rimane a letto e con la testa bassa. Ma l'i11domani, se questi tenta di alzarsi, è preso da vertigini e non IPUÒ stare in piedi; sopravvengon o poi la cefal ea ed i ''orniti> manifestazioni che talora si 11anno anche in malati che sono rimasti tranquillamente in letto. In generale i malati affetti da lesioni cerebrali non hanno disturbi 1p er la puntura, anzi alcunf ne risentono un vero sollievo e s-0no proprio quelli n ei quali la puntura 101r1bare si pratica per l'effetto decompressivo. Si deve quindi ritenere che i malati in cui il liq1Lor viene ft1ori con pressione • a getto, sono quelli cl1e ha.nno le minori ;p robabilità di risentire disturbi. Invece i pazienti con ipotensione del liquo r,. quelli in cui questo fuoriesce goccia a goccia o deve essere aspirato per mezzo di una siringa presentano il 1più spesso gli accennati disturbi e ad un grado tanto più elevato per quanto maggiore è 1'jpotensione. Non si IPUò dirP cl1e i djsturbi iiano in rapporto con la quantità di liquido estratta. poichè S€ ne sono v eduti sopravvenire di violentissimi · anche dopo l'estrazione ·d i minime quantità. E invece 1probabile che essi sia110 da attribuirst al liquido che continua ad uscire dal piccolo pertugio meningeo cl1e rimane bea11te, soprattutto ·p erchè il tessuto meningeo manca di elasticjtà. Prima 1precauzione qt1indi per evitare i detti disturbi è quella di usare un ago assai fine, di fare il mi-n or numero possibile di tentativi per l 'estrazione e specialmente <ii non u sare mai la siringa .

I


1[ t\NNO XXXII, FASC. 37]

SEZIONE PRATICA

..\· puntura finita, J. Kopings (Le Scalpel, 18 .aprile 1925) consiglia di f~re 1massaggi della regione dove si è fatta la .p untura, in modo da 5postar'? i tessuti sottogiacenti e chiudere per sovrapposizione le labbra della ferita. B poi bene far mett.ere il malato in posizione ge11upettorale, con le natiche rialzate tenendovele 1p er una . diecina di ininuti, in m odo che la linfa e la fibrina formino 1111 coagulo davanti al pertugio meningeo. Sarà inoltre consìgliabile di far stare il malato in po:;izìone prona per 24 ore e di fargli tenere la testa in basso mettendo eventualmente due m attoni -sotto i piedi del letto. Con queste semplici precauzioni si eviteranno i disturbi e si i)Otrà ricorrere senza tim-0re a ques to utile intervento. fll.

t

Sul valore della reazione del triptofano nel liquor nella diagnosi di meningite tbc. Moretti (Pensiero Medicof 10 luglio 1925) ha es-?guito in 16 casi di meningite tubercolare (tutti con clamati e parecchi seguiti da autopsia) e ir1 60 casi di forme nervose varie, la r eazione d.el Triptofano nel liquor, fatta nota recentemente dal1' Ayello co1ne atta a facilitar e la dia.gnosi di meningi te tbc. Con tale r eazione si m ette in evi· d enza n el liquor un particolare amino-acido, il tri1>tofano, prodotto di scissione dell'albumina n el I iquido. ~e i casi studiati (lall' A. la r eazione fu presente in n1 odo indubbio s ebbene con varia intensità, in ' 13, e precisam ente in 6 -casi s0ipra 8 dì periflncefalite e in 3 su 6 di tabe dorsale, nonchè in ~ casi S ll 13 di sifilide d ell'asse cerebro-spinale. Inoltre fu positivissima in un caso di sindrome di Froin in un tumore extramidollare control lato all 'a.utopsia. Dalla disamina qui ndi d ella statistica sembra forte1nente infirmata la proprietà specifica di detta reazione, m entre ud essa rim ane il valore di svelare l'aumento clella fibrina e delle globulinfl sul liquido e r. P ertanto a questa str egu a d eve essere conside. rata nella valutazione del~a sua importa11za diagnostica.

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A. Pozzi .

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TERAPIA.

Il trattamento dell'angina di Vincent con le applicazioni locali di . bismuto. P. Laurens (Journal de s praticiens, 21 marzo 1~25) consiglia: due volte al giorno gargarismo ,p uramente detersivo con acqua bollita calda e, subito dopo, appli-cazione di polvere di sottonitrato di bismuto, n1ediante un tampone di cotone leggermente umido e caricato con la polvere di cui •

1297

facil1nente si può coprire la superficie ulcerata . Il :p aziente dovrà evitare di deglutire per qualche momento. D01po una settimana di questo trattamento, l' A. ha veduto la scompar sa di ogni ulcerazione e delle pseudomembrane. Questo metodo di cura pr.esenta sugli arsenobenzoli il vantaggio di 1p oter essere applicato parecchie volte al giorno senza timore di intossicazione e di evitare la sensazione di inquietudine cl1e crea n ell'ammalato l'u50 degli arsenobenzoli che vengono ritenuti soltanto rimedi antisiftlitici. ftl. I

Le cure postoperatorie nelle vegetazioni adenoidi. I sj ntomi che s i ri5contrano più frequentemente nell.e vegetazioni adenoidi sono il russare (58 %), il catarro d.elle vie respiratorie superiori (46 %) , i disturbi uditivi (43 %) , lo stridore dei denti (33 ~~) , la disattenzione (28,2 %) e l 'inconti11enza di 11rina (22,3 %) .

Con l'asportazione d elle .. adenoidi scompare il ca tal'ro, n1a spesso il russare ed il rimanere con la bocca aiperta permangono, ciò che talvolta fa rite11ere che l'operazione sia stata fatta non compiutamente. L. Beco (Liège médicai e Scalpel, 24 gennaio 1925) fa invece rilevare che l'oip erazione chirurgica non è che llna metà dell'intervento, ·Jhe d eve essere completa to con 1:1na indispensabile ginnastica respiratoria. Tutti gli specialisti sono d ' accordo su questo punto , ma ben pocl1i 0ip erati sono oggetto delle cure nec.essarie da .p arte di una p ersona co·m petente. Il miglioramento dello stato intellettuale e l 'inco11tinenza notturna di urina sono due sintorr1i di cui si d eve esatta1nente valutare la 1patologia, in quanto che non sempre . scompaiono dopo l'intervento per d elle cause estranee. E quindi neces5ario che l'oper ato p er adenoidi riceva delle cnre post01peratorie che lo m ettano in grado . di ricuper ar e lo stato n ormale. L' A. ri chiama anche l'atten zione sulla frequenz a con cui si trova il sintomo dello stridore dri denti in questa malattia, mentre esso è eccezionale in altri stati. fì,l.

Nell'otite media acuta suppurata. E l'ascesso della cassa: otalgia violenta con fe.bbre, sordità, battiti, ronzii, insonnia; nel bambi110 · sono fr equenti i f enon1eni m eningitici. Il padiglione è indoloro, il solco retroauricolare rp ersiste; la membra11a del timpano è iperemica e convessa. Si deve sempre incominciare col trattamento medico che, secondo De Parrel (Journal des praticiens 2 t marzo 1925} va con d'o tto come segue: ' a) Instillazioni nel condotto uditivo, mattina e

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IL POLlCLlNlCO

sera, di qu.esta miscela, leggern1e11te scaldat~i a bagnomaria: .i\.cj do fenico nevoso cg. 30. Cl0ridrato di cocaina cg. 40. Cloridrato di morfina cg. 5. Glicerina neutra g. 15. b) Applicazioni sulla mastoide di cat~plas1ni ùi farina di seme di lino, og11i due ore. Cotone secco sulle orecchie e fasciatura della testa. e) Disinfezione del naso-faringe con gargarisn1i di resorcina a g. 2.50 per 300 eme. di acqua bollita. Polverizzazioni nasali di eucaljptol e resorcina, ana cg. 30 in 30 g: di olio vegetale. Introriuzione ùi .p omata nasale com'Posta con gomen ol e resorcina ana cg·. :~Q in 30 g. di vaselina. d ) Riposo in stanza, bevande acquose e, 11ell'adt~lto·, pozione oppiacea. 1\·el bambino, sostituire la glicerina fenicata, trbppo· irritante, con olio di vaselina prima della perf drazione e con l'acqua ossigenata b oratat~ dotPO; usare invece della po1nata una soluzione di collargolo a 1/100, introducendone rV-\i goc~e in ogni narice, o, meglio, facendone polverizzazioni. se· le condizioni non mjgliorano far prattcare la paracentesi del timpan o. fil.

NOTE DI MEDICINA SCIENTIFICA.

[.A.NNO \XXII, FA.Se. 37}

Presenza del bacillo del tifo nel peritoneo in una colecistite tifosa non perforata. Costa e Boyer (Soc. de biol., genn. 1925) rif~ri­ scono il seguente caso : In una bambina di 6 anni nel 2° settenario d'una. infezione tifoide diagnosticata con la sieroaggl ut.inazi on e, si manifestò una tumefazione della r egione epatica con ingrandimento dell'area fino a due dita sotto l'ombelico con res1stenza della metà ·d. della parete addo1ninale, subittero, albuminuria, polso 130. All'intervento apipena aperto il per itoneo si ebbe fuoruscita -di liquido chiaro, giallo-bruno, che fu prelevato asetticamente. La cistifellea era ingr,ossata (della grandezza d 'una grossa arancia ), di~ stesa, sen za alcuna perforazione. Fu fatta una colecistostomia ed aiperta la ~istif ellea fuoruscì rtella bile con pus. . \nche di questa fu fatto un prelevamento asettico. L'esame microscopico del Yersan1ento periton eale diede presenza di let1cociti polinucleati e di cellule piatte. Con la cultura si ebbe il bacillo del tifo in cultura pura d 'ambedue i ,p relevamentL Si trattava così di una peritonite tifosa nel corso di una colecistite acuta senza perforazione. Non possono precisar e se si tratta di una ·pro• pa.gazione dalla parete porosa della cistifellea o cli 11na localizzazione peritoneale della setticemia. . BR.

Sulla cultura pura del germe del tifo esantematico. S. K11san1a, S. Yothioka e R. Audo (Th e J1L'O. med. World, 15 dic. 192.-4), seminando in brodoascite frammenti di rene di scimmie giaip1pon es1 infettate col virus del tifo esantematico, sono r iusciti a coltivare un germe assai simile a lla Rikettsia Prowazcki: consta come questa di una zona centrale che assume col Giemsa il colore dell3 cromatina, e di una zona periferica che asst1me 11n colore bluastro. E .p erò grande il d0ppio (µ 0.9-1.8) ed è gramresistente, al contrarjo della Rikrttsia. Questo germe vive una diecina di giorni ih cultura, e si può risernjnare, ma si modifica alqnan1o nei suoi caratteri. · Il gern1e cresce anche su altri terre11i : agarsan gue, agar-comune, agar-glu.cos-ato, patata, gelatina. F. aerobio, immobile. Resiste mezz'ora a 550 e cinqu e giorni al disseccamento. Il germe è patogeno per le scimmie, con un quadro nosologico e anatomo-patolog1co simile al tifo esantematico: è patogeno anche per re cavte. Sen1bra. che gli animali infettati ·col germe it) question.e abbiano din1ostrato u11a certa resiste11za coritro il virus del tifo esantematico. Il germe non è agglutinato dall 'im1r1unsiero pel Proteus X 19; esso JProvoca la formazione di scarsi anticor·pi.

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DORI A.

''CUORE E CIRCOLAZIONE ,, PERIODICO MENSILE Il fascicolo 8 \agosto 1925) oon:tiene: LAVORI ORIGINALI. I. - C. Calatà: Sul rapporto inctivid'llale tra ritmo ()aNliaco e ritmo respiratorio. Il. - A· Orsi ~ 1,Mhi-c.a.ooia etero.topa ven1trioolare. III. - E. i..ombardi : Del polso venoso giru,gulrure ne1'l'ineufficiénza aortica. RASSEGNE. RIVISTE, CONGRESSI. Cliinica: Stenosi mitrale ieongenita. - V.a.riazioni sulle ana.stomoei delle. coronia.rie e loro 100Meguenze. Claudicazione intel'Illittente. - Fisiopatologia : Stato di salute e prognosi della vita nei ,ginn~ti i n età avanzata. Di.Bftlt1irbi .de11a oonduicibili tà .a;uricruoventriioolaire e rifle&sQ ooulo- ~o. - Semeiotica : Dolore a.ila pressione dei oorqyi vertebrali nei vizii .mitr~lioi scompensati. Terapia: Sul .traJttamento • dell'iip~rton:La esisenziale. - Un: ruuov<;> m.etOldo IP~. i.J t.r.attamento della iip ertensione a,.rter106a. Chirurgia: Uin caro di embolia della arteri·a rpo1monare g.u.arito mediante la opera..v.ione di Trendelemburrg. NOTIZIE BIBLIOGRAFICHE. L. J. van der Mandele. StUJdi srul probl1em.a del poleo paradOISISO, oon speciale mguardo al suo significato 1

0

-0lin:ioo.

Abbon·a men,tQ. per il 1925: Itali.a. L. 28; Retero L. 38. Per g-li abbonati ail « Policl.inioo » : Italia L. 22, Estero L. 32~ Un faecioolo separato L. 3.60. .N. Ai IlJUO'Vli .~.bbonati del 1925 a « Cuore e f Jiroolaz.ione » si conicedono le .intere ainniate 1920-1921-1~ e 1923 del periooioo "Le malattie del Ouore. » e 19~4 d1 «Cuore e Ci..roolazione • per so.le L. 76 se in Italia e per sole L. 100 se all'Estero, in parto franco.

B: -

A richiesta si invia numero di saggio. Inrviare Vagli.a, r1oetale al Oav . ..Uff. I 1UIGI POZZI. Via Sistina. n. 14 - Roma:


[-~NNO

·XXXII, FASC. 37]

SEZIONE PRATICA

VARIA~ Densità demografiche. La -densità demografica dell' Italia è di 125 abitanti per li.mq. di su:p erfice; essa supera qiuella dei seg~enti Stati : Germania 120, Ungheria 105, Polonia 104, Czecoslovacchia 97, Svizzera 91, Indie inglesi 87, 01nà 78, Austria 76, Francia 74.8, Danimarca 73, Portogallo 67, .Jugos1avia 60, Spagna 4..7, Grecia 4-0, Guatemala. 19, Tunisia 16, Siam 14.6, Stati Uniti 1::3.4, Egitto 13.4, Turohia 13.3, Afganistan 10.8, _.t\ .lgeria 9.8, l\farocco 9.6, Ab:IBsinia (Etiopia) 9, Norvegi a 8.2, M-essioo 8, Uruguay 7.6, Equa.dar 6.6, Persia 6, Cile 5.3, CoJombia 4.5, Paraguay 4, .Brasile 3.2, Venezuela 3, Bolivia 2.9, Argentina 2.8, Can.adà 0.9, Australia 0.7. :E su'Perata solo da quattro Stati: Inghilterra 144, Giruppone 147, Olanda 198 e Belgio 257, ·n oncl1è da alcune colonie: Antille 187, Maurizio 191, Hong-Kong 502. . D.ati lo scarso sviluppo industriale (legato a ·defioienza di materie prime), la relativa povertà del suolo, in gran parte montuoso, e la mancanz.a di colonie produttive, la nostra pressione demografica risulta, certo, esuberante malgrado la proverbiale sobrietà del popolo italiano ch€1, come dicono gl' ingl€Si, si nntre a « mez?.e porzioni » .

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Le princf pali città d'Italia. I dati statistici concernenti la ipopolazione dei Comuni capoùuoghi di regione , al 30 giugno 1925, segnano tutti uh. aumento nei confronti del censimento ultimo e da11no le cifre seguenti ; . Milano 862,265; Napoli 794,350; Rom.a 746,783; Torino 510,168; Palermo 420,200; Genova 332,419; Firen7..ie 268,121; Trieste 246,537; Bologna 218,996; Venezia 201,635; Bari 144,650; Perugia. 75,113 ; ..\ncona 69,669; Cagliari 65,212; Cosenza 32,697; Potenza 193270.

1299

I medici stranieri nella Czecoslovacchia. In linea eccezionale è stato consentito a qualche eminente &peci.a.lista straniero di esercita-re nella Czecoslovacohi·a per uu tempo limi tato ; di regola rp erò i medici ·stranieri devono essere naturalizzati e i l loro dinloma d e·v 'ess.ere riconosciuto da una università nazic,na,le: all'uopo occoTTe che il di~lo­ ma sia stato rilasciato dia una università di prim'ordine, di più so:-;tenere · un esame e infine fre.quen . .ta,re l ' TTn iv-ersit?'1 nazionale -ner una o due sess1on1. (.fourn. _4.. JI . .4.., 6 gi ugna 1925).

PUBBLICAZIONI PERVENUTECI. I par1~ i piwrimi nei periodi p re-. cede11,fi e susseguenti a.lla - gu.erra in Milano. -Milano, _L\... Tordani, 1924. BARRAQUEH RovIRALTA L u1s. Un cas de distrophie ad~peuse juvenile. Ma<l.Tid, T.alleroo Pol'Ìgraficos, 1'924. B ERTOLANI ALoo. P er la. profilassi del gozzo e del . cretinismo. - R.eggio En1ilia, Coop. Lavoranti Tipografi, 1924. BLtiHDORN K. und VoLCKERs H. Ausae'lpdli,lte Kapit el aus ile.m Gebiet der Krankh eiten des Sii~tUlinas- u1t<l K deinkinde salters . Berlin, Urban and Schwarienberg, 1924. • BoLsI DINO. La sindrome psicopatica dei fa ncìulli e degli ad r lcs1;!! nti da encefalite epidemica. Sie11a, Tip . S. Bernar<lino, 1924. In. L a cachessia ipoj isaria. - Siena, Tip. S. Ber• nardino, 192,! . BRAVETTA EUGENIO. La reazione di Spatz nella paralisi proçrressiva e il suo significato diagno~tico e b·i ologicù. - P esaro, G. Federici, 1924 . BRuscHETTINI A. La vaccinoterapia nelle infezioni da piogeni. - Milano, 1\fedicina Italiana, 1924. BAJLA EUGENIO.

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Rapporto tra medici e popolazione. Secondo l a « Sch"'·eiurische Klin. Wochens. », negli Stati Uniti v'è un medico ogni 726 abitanti (questo rapporto era di 1: 576 nel 1860); nella Svizzera ve i1'è 1 ogni 1290 abitanti (nel 1910 ogni 1502 .abitanti) :· nel Giappone ve n'è 1 ogni 1359 abitanti, ir1 Germani.a ogni 1500, nella Svezia ogni 3500.

Il numero dei medici missionari. Secondo il «China M edioal Journal », nelle« terre dell'ovest » vi sono 1157 inedici diiplomati che esplicano la loro attività nelle missioni; tra essi vi sono 356 donne; a questo numero sono da aggiungere 612 me<l:ci diplomati indigeni. Gli ausiliari oopedalici·i son o in 11UJmero di 1007 stranieri ' e 5458 indigeni; tra gl 'indigeni 2861 sono donne. Gli ospedali delle missioni raggiungono il n•u mero di 858, con 1686 dispensari e 31,264 letti. Il mass~mo numero di opere missionarie si ha in Cina; 11India vie~è dopo. Cooì il Jo-11,rnal A. M. ,4. (6 giugno 1925) .

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'' IL POLICLINICO ,, SEZIONE CHIRURGICA Il faecioolo 9 (15 settembre 1925) oonterrà : LAVORI ORICINALI:

I. II. III. IV. V. -

c.

Saggio : Contributo al problema. tecnico della oeolecistectomia. G. Patanè: La prim a oeservazione cli nod•osità · juxta-artiooila.ri in Cirena.ica. c. Petta : Aruoora di un ca.s o di linfob1a&toma primiti.v o dell'ovaio. L. Tonelli : Contributo elinico allo stUJdio della panicrea.titJe emorr.a.gi<J.a. • c. V i Ila ta : Sul v.ailore onoogenetioo del t!'lauma. Considerazioni statisti-che e critiche. PREZZO DI CIASCUN FASCICOLO L. 5. .._

I non abbonati a detta Sezione 'Chirurgica potranno riceverlo inviando il relat.ivo importo, mediiante v~lia poetale, al Cav. LUIGI POZZI - Via ~i.stina 14 Roma.


1800

IL POLICLINICO

[.L\N.'."10 XXXII, F.t\SC. 3ìJ

POLITICA SANITARIA E GIURISPRUDENZA* Regolamento per l'igiene negli alberghi. La Ga~zetta Uffibiale clel 9 luglio, n . 1383, ha vu?bli:cato _il R. D. 24 m.aggio 1025, n. 1102, ohe qlli r1 portiamo intearalrn.ente .

Art. ~- L'ente nazionale ,p er le ind·u strie turistiche, i1el promuovere o inooraggiare con pren1i , sovven~ioni o altro ausilio, i11iziative intese n. dota.re <li al~rghi luoghi che ne siano ·privi o che non si.ano pll'o:vvisti solo in mod-0 inadeguato ni bisogni del turitSmo, avrà cura, presi gli opportuni accordi col medico provi11ciale, che sia data la preferenza a quelle atte .a conseguire meglio le fi nalità igie niche a cui intendono le dispo&izioni del presente regolamento. Lo stosso criterio di preferenze sarà osservato dai comuni nel C<Ynood.ere agli effetti del'.a.rt. 8 del derreto reale 12 ottobre 1919, i1. 2099 esenzione dalle tasse Jocali per gli edifici di nuova costruzione destinati ad uso di albergo . Art. 2. - Indipen<lentemente dall'autorizzazione prescritta dall'articolo 60 della legge sulla pubblica sicurezza, e da quanto è prescritto ai fini dell'edilizia, per l'apertura di alber•gl1i, ocoorrerà ai fini igienico-sanitari, a-nche l'aut01rizzazione del si11daco, da conoodere su parere favorevole del1' ufficiale sanitario. Per ottenere la prescritta a"utorizzazione i richiedenti trasmetteranno al &indaco il 1p rogetto s ia delle nuoT"e costruzioni, si'.1 delle trasformazioni di 19cali ad uso di albergo. Anche quando non si debba eseguire alcuna tra~for1nazione di locali sarà trasmessa .al sindaco la pianta di tutti i locali da occupare. Contro il rifiuto di autorizzazione da parte del sinclaro P. dato ricorso al prefetto, che decide sen tito il medico provinciale . La decisione del prefetto è provvedi.mento clefinitivo. Chi eserciterà l'industria alberghiera non ostante il rifiuto della prescritta autorizzazione, sarà punito a termini dell' art. 451, comma secondo de] codice pen.ale. Art. 3. - Gli alberghi dovranno esser e situat i preferibilmente nei siti sal.ubri. Il sindaco, su proposta dell ' ufficiale sanitario o dell'ente nazionale per le industrie turistiche, ~o­ t~·à ordinare la chiusura di quegl.i alberghi, i quali per la ubicazione, oppure per. le condizioni intrinseche dei locali o delle loro dipendenze e relativi impianti ed arredamenti siano giudicati insalubri . ' qunlo.ra l'esercente non possa o non voglia esegui1·e i lavori necessari per ri.m uovere le cause di insalubrità. ' Co;ntro l 'ordinanza che prescrive ]a chiusura oppure i lavori di risanamento ritenuti indispen· sa.bili, è cl.ato ricorso al prefetto che decide sen' tito il medico provinciale. 1

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(*) La presente rubrica è affidata a11'avv.

La decisio11e del prefetto è provvedimento definitivo. Quando un albergo s.i tl'ovi posto in zona mala~·ica,_ e non 8ia op.p ortuno, per ragioni di pubblico interflsse, orç.lin.arne la chiusura, dovranno adottarsi per esso, seco ndo le prescrizio11i da darsi <lall' ufficiale sanitario, mis ure efficaci di difesa ~.ntia11ofelica (prlQtezione meccanica alle porte e f 1nestre mercè applicazioni di retioelle, distruzione ~~Ile zan~'lre negli ambienti, ecc.) è di piccola bon1f1ca ant1n1a.larica nell'àmbito del fabbricato ·e n elle sue <li~nden7..e. . Art. 4. - Negli ~ lberghi di nuova costruzione le ca.m ere <la letto dovranno .avere una cubatura d~ ali:rien? 3~ met~i cubi a ~rsona. Tutti gli amb~ent1 ~b1tat1 e gli altri che abbiano una superficie d1 pavimento superiore ai 4 metri quadrati dovranno avere luce diretta e le finestre dovranno avere una superficie libera sufficiente ad .assicurare una buona aere.azione. I pavimenti dovranno essere costruiti con mateiri.ale in1permeabile; è, tuttavia, consentito l'use di p.avimenti di legno. Per le camere da letto si ce1·cherà di usufruire meglio che sia possibile delle esposizioni più aereate e soleggiate e di disporle in modo che ne resti lontano tutto ciò che possa costituire font-e di ins alubrità. Art. 5 . - Salva l' osservanza della disposizione. dell 1art. 69 del test;o unico delle leggi sanitarie 1° agosto 1907, n. 636, e di quelle contenute nei r egola.m enti locali <l'igiene, ]e latrine, in numero non inferiore ad una per piano o ad una per ogni venti persone, dovranno essere sempre a chiusura ermetìca ed inodore, e, nei luoghi dove esiste distribuzione interna di acqua nelle case, dovranno essere a ohiusura idraulica e con ca.ssetta di la. vagg10. , Nclle località, ove manchi I.a fognatura .a. circolazione conti11ua, dovranno essere a.dottati, per la raçcolta e lo smaltimento delle acque luride del1' albergo, quei sis1;€(mi di fo'gna.tura static.a che gara11tiscono i loca.li dell'albergo da qualsiasi esalazione ed il sottosuolo da qualsiasi inquinamento. J progetti da prese11tarsi al sinda<!o a norma del1' art. 2 <lei presente regolamento dovranno sen1pre contenere un.a. d escrizione dettagliata ed illustrata degli jmpianti di raccolta e smaltimento delle acque luride predette. Le latrine dovra11110 essere illuaninate e ventilate con finestra all'esterno, e dovran·n o avere le pareti _rivestite fino a 2 metri di altezza di mat.erinle lavabile e 1mrpermeabile, 'pref~rihilmente di mattonelle smalta.te, maiolicate, con gli angoli fra le pareti, e fra queste, i pavimenti arnotondati. · Gli a lberghi dovranno essere pure forniti di congr,ui gabinetti da bagno in numer<? ·p roporzionato

GIOVANNI SELVAGGI.

esercente in Cassazione, consulente

legale del nostro periodico. ,


[ANXO XXXII , FASC. 37]

SEZIONE PTt'.TICA

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eventuali soccorsi d'urgenza, e nei siti malarici all' importanza di essi, determinata dalla categoanche u•n a congr.u a provvista di chin.ino di Stato. ria ove trovansi classificati. I camerin~ da bagno davran·n o avere pavimenti impermeaibili e pareti Art. 10. - Le stalle e i pollai di cui gli alberrivestite nel modo suindicato. ghi fossero eventualmente provvisti, dovranno esArt . 6. - Le cucine, ]e diSipe-nse e le sale d.a sere situati i·n ]ooalità isolate dall'edificio alberprainzo dovranno essere ben ventilate ed avere ghiero e ad u11a· dista11z,a sufficiente a garantirlo luce diretta. E sse dovranno es.sere .protette, con dalla molestia o. dal nocumento provenien~. dal mezzi idonei, dalla invasione delle 1nosche. A taJ. materjale .di r ifiuto o da esalazioni e dovranno fine le cucine e le dispense dovranno avere porte p ossedere i11oltre finestre od aperture che permete finestre munite di reticelle metalliohe, da mantano una s ufficiente aiereazione ed illU1IDinazione. tenersi sempre integre e pulite. Dovranno avere pareti e p1a vimenti costruiti con (~li alberghi, che fanno se~vizio di trattoria, materiali che ne permetta la lavatura e la disindovranruo essere forniti di adatte celle ed armadi fezione. Inoltre i pavimenti dovranno essere imfrigoriferi ' per la ' conservazione degli alimenti di permeabili con sooJi .adatti e sufficienti al rapido facile alterazione. La C"..apacità dei relativi imsmalt~mento delle deiezioni liquide delle acque di pianti sarà proporzionata al servizio di cucina. . lavatura e a.ei materiali di disinfezione . Art. 7. L'acqua potabile, da accertarsi jn La cubatura delle s talle d ovrà essere n on infequantità sufficiente, dovrà essere distinta da quelriore .a 30 metri cubi p er ogni animale ricoverato, la destinata ad altri servizi; e dove esista acqua con u11'.alt€zza di .a1nbiente non inferiç>re a meimpotabile i relativi rubinetti dovranno recarne tri 3.50. · .apeciale indicazione. . L e ~.tal.le dovranno essere provviste di adatta Dove esiste · regolare acquecùotto, con distribl1concimaia cootruita oon pareti e pavimento imzione nelle ca.sie, l 'acqua potabile dovrà essere er opermeabili . • gata da rubinetto attaccato .alla condotta diretta Il concime dovrà esse re giornalmente asportato. che conduçe l' acqua nei serb·a toi, e non a quella Art. l l - I ùirettori di alberghi d ovranno e.si- . derivata dai serbatoi stessi. ger e rlai passe·g geri, p ossessori di cani, che questi Dove manca l'aoqt1edott·o i recipienti delil'acqua non vadano fuori d.a lle loro camere, se n on mupota.bile dl(}v•ranno essere separati da quelli conteniti di muserUJol~ o tenuti al lacci9 . nenti acqua per altri usi e mantenuti con tutte Art. 12. - Nelle camere ·di alloggio, nelle sale le ca·u tele igieniche per l.a più scrwpolooa provvidi trattenimento, nei corridoi, n ei vestiboli, nei sta, conservazione ed erogazicme dell'acqua. pianer ottoli ·de lle scale ed in altTi ambienti abiArt. 8. - La bin.n cheria dovrà essere sempre tabili, &i dovra nno porre sputacchiere igieniche fornita di bucato a<l ogni nuovo ospite e venire in numero ad.eg·uato. rica..mbiata a brevi periodi. Nei vestiboli n on dovranno mancare i nettaSi dovrà vigilare perchè il bucatio venga esescarpe. guito con sistemi igienici, e qua lora gli alberghi Art. 13. - Pec l'arreda.mento degli alberghi è dispongano di propria lavandèria, questa dovrà vietato l'acquisto di effetti letterecci ed a.rredi funzionare nel modo più atto ad assiourare la di uso per sonale già Ùsati, salvo quelli proveperfet.ta ripulitt1r.a e sterilizzazione della biannienti da altro a1bergo che abbia dismesso l'esel'cheria. cizio. In via di ecoezione, quando, possa escludersi Gli effetti letterici dovranno pure essere manin rn-Odo sicuro C'h e "siaino aipipartenuti a persone tenuti nello stato della più scrTupolosa pulizia ed affette d a ma1attie contagiose, si potrà consenesenti d a parMSiti ani.mali. Le tende, i taJppeti, i tirne l'aoquisto, purohè siano sottoposti ad effimobili riooperti di stoffa e simili dovranno essere cace disinfezione, che dovrà risultare da apposita liberati dalla polvere a periodi frequenti ed i·n dichiarazi one ·d cll'ufficio locale di igie ne. modo igienico. Le supp.ellettili di cucina e da tavola dovranno Art. 9. Gli alberghi che d:isp·o ngono di un essere di sostanza rnnocua, oon assoluta esclusione numero di letti superiore a cento, dovrainno avere, di quelle in·dicate all'art. 125 del r egolamento geaecondo la · cap.a.cità di essi e secondo quanto sarà nerale sanitario, modificato dal R. D. 23 giugno &tabilito caoo per caso dall'ufficiale sanitario, uno 1904, n . :i69 .. o più .ambienti nppartati: rispondent i a speciali Art. 14.. - N 011 potrà essere :aissunto personale requisiti igienici, pel ricovero temiporan.e o di inin servizio negli a.:lberghi se no11 previo accertafermi che, in base agli accertamenti di oui al me nto in ba.se a certificato medico debitamente primJO comma del successivo art. 15, siano stati ' leg.alizzatio, di data r eoente, che non sia affetto ritenuti sospetti o riconosciuti affetti da malattie da malattia contagiosa. oontagiose, fino al loro .allontanamento. Sopravve11endo al persona.le in servizio o alle -Pei maggiori alberghi dovrà essere prescritto persone con esso con viven ti una infermità di tale che i detti .ambienti compirenda.no anche un cagener e, dovrà es~1ere allontanato a.1 più presto. merino per il personale di- assist enza ed ' un bagilJO L 'e$olusione sarà d efinitiva q\1ando trattas i di distinto dai bagni di u so per gli altri ospiti . IJ€;r son ale affetto da t uber colosi polmonare. Per I .suindicati ambienti dovranno essere riservati le altre malattie la riammissione potrà avvenire esclusivamente a tale .destinazione. . st1 certificato dell' ufficiaJe sanitario che assicuri Gli .alberghi dovranno essere pure forniti di ca..snon esservi più p.ericolo ài contagio. se-tte contenenti ciò che è più indi•s pensabile per 1


I trasgre.ssori saranno punitj a. termini dell' a.rticolo 129 del testo unico delle leggi sani.t arie. L'autorità sanite\ria locale p otrà disiporre, quando ne riconosca · il bisogn o, visite ed accer tamenti sullo stato sanitario di detto personale, come anche in genere sul fu·n zionam.ento igienico dell'~r­ cizio. Ai fini suindièati farà anche eseguire ispezioni periodicl1e a;gli a lberghi. · Art. 15. - A m odific!l di quanto prescrive nell' ultimo co.mma l 'art . 129 del regolamento generale sanitario 3 febbraio 1901, n. 45, i direttor i di alberghi dovranno denu11ci.are subito all' ufficio locale d'igiene, p er gli accertamenti e i provvedimenti de] caso, qualsiasi infermità degli ospiti e del personaJe di servizio che dia luogo a sospett i circa la natura contagiosa. I trasgressori saranno puniti ai termini dell'articolo 129 del testo. unico del1e leggi sanitarie. Art. 16. - Nell'esercizio della industria alberghiera dovrà essere curata in ogni tempo la massima pulizia sia dei mobili sia dei locali. L 'esercizio dell 'industria stessa è vincolato oltre • che alla esecuziio.ne delle ordinarie ripuliture quotidiane e per iodich e, anche alla esecuzione di una ripul itura P:enerale e radicale accompagnata da 'accurata disinfezione .e dalla distruzione di insetti , da farsi almeno una vo lt:i all 'anno. L e cennate oper e di rjpulitura, nonchè di disinfezione o di distruzione degli insetti, genera li o parziali, dovranno altresì esser e eseguite ognj qualvolta n e venga ricon oscjuta l a necessità.. Art . 17. - All'ente nazionale ner l 'incremento delle jndustrie turistich e è . data ampia facoltà di vigila re, d ' intesa col p.refetto, su1l' osservanza delle prescrizioni del presente regola·mento e di djsporre, semipre d'intesa col prefetto, e promuover e quelle ispezioni che rite1·rà all'uopo O•p portune. 1\.rt . .18. - J."'e dett e prescrizioni si osserveranno a.n che relativamente all e locande, alle pensioni ed .altri luoghi destin ati ad alloggio collettivo per mercede, in quanto riescano per esSi a.pplicabili . Art. 19. - Le contravve nzioni alle prescrizioni del presente t egolamento, che no11 siano gi à previste da disposizioni speciali , saranno punite ai termini dell 'art. 218, ultimo comma, del testo· 11nioo delle leggi sa nitarie.

CONTROVERSIE GIURIDICHE. LX II I~

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IL POLICL TNICO

- Suggestioni ipnotiche. . Non costituisce . delitto contro la libertà individ uale Ja suggestione ipnotica esercitata, co rne ogni altro esperimento analogo, per ft11alit à scient ifi che con· il preventivo e libera consenso • del paziente, « iperchè, in tal cas o, non soltanto xnanca il dolo rna anche e soprattutto r1on è illegittima · la limitazione liberamente ·consen tita di ·un ben e giuridico r ispetto a cui jl consen5o d el suo titolare rupparisce, entro certi limiti, opcrati·vo e cjoè .efficace ad escludere nel fatt0 jl caràttere di offesa b lesione nel senso suindicato: salvo a vedere se il danno o pericolo per la .salute, ·che eventualme nte derivi dal fatto stesso, debba irn1putarsi e punirsi per altro titolo

[.t\.NNO X~.XTI, F..\~C:. ~7]

e per altri riflessi (lesione colposa 1 n . l\1a quando sia stato accertato il dissenso dtil pazier1te all'es;perime11to di una su ggestione jpnotica che l'ipnotizzatore volle tuttavia compiere per stolta vanità o preipoten za o per altri biasirr1evol i rnot ivi , abusando della debolezza · del ·paz1 ente e ri uscendo a sopprirnere la volontà e la personalità psichi aa di luj; quando del pari siasi stabilito ·che lo stato di suggestione j pnotica fu notevole per intensità e durata e che l'agente fu còns~p evole ·della i~l egi ttimi tà dell'evento specifico d ella privazione della libertà p ersonale, suss iste jJ reato previsto dall'a r t. 146 codice penale. cc Nè varrebbe in contrario la eventuale obbiezione che la libertà personale suscett iva di privazione illegittirna ai terrnini dell'art. 146 c. ,p . , sia soltanto quella fisica e non a n che la lihettà psichica, perchè, · a prescindere da qualsiasi considerazione filosofica che forse in'durrebbe a reputare pjù grave il fatto nei riguardi della libertà psichica, è evidente che, dal punto di vista giuridico, le due ~potesi si equivalgon o nel senso eh€, col ridurre taluno in proprio 1potere mediante ipnosi, e cioè col privarlo della libertà l)Sichica, lo si 1priva in sostanza a n che d ella Jjber tà fisica » . Nel caso così deciso dalla Corte di Cassazione prj ma sezione penale con sentenza 22 maggio 1!>25, certo Hohr Francesco era stato imputato del delitto previsto dall'art. 146 per eser cizio di s11ggestione ipnotica.

LXlV. - Pensione privilegiata. Le Sezioni U11ite d ella Corte di Cassazione, con deci~ion e 24 aprile 1925, n. 3255, hanno di':!hiarato che le malattie i1on professionali p ossono dar titolo alla 1pension e di privil egio solo qua11.lo ·s ia 1provato il rapporto di causalità fra l'even10 di servizio e l'insorgere della infermità. ii servizio non p~ò nepipure rappresentare una 'concausa d ello attecchime11to o dello sfavorevole decorso di una malattia infettiv a (5etticemia) se non . si dimostri qhe l'impiegato, per ragioni fii servizio siasi venuto a trovare in con.d izioni ·1 i r esi stenza organica notevolmente menomata. I

PÙbbllcazlone Indispensabile ad ogni medico : Dott. Cav. Uff. ALBERTO VIGO (Ooctor dustltia t.

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LA. LEfilSL.AZIONE SANITARIA :: in r apporto all'eser cizio professionale :: (Man111ale oorutene~ Le~, Decreti, Regolamenti, Oir.col ar; e tutto oiò ehe si riiferieoe à ll'.eeerci7iio profeeeiona.le .ad ueo dei Medici oondotti. dai libem €JSeroenti. deghl uffiici.aIJi eanita.r.ii e del personale 3'ddett-O a.i llabo. ra.tori di· vigtllanza iglienica). . . Prezzo L. 16. Per i nostri a.bbonat1 sole L. J.3.75 l'D porto f ranoo. Invia.<re Vagli~ poetale al Cav. LUIGI POZZI - Via Sistin.a. n . 14 - Roma.


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XXXll, F ..\SC. 37]

3EZ: O~E. 'PRAIJ l..A

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MEDICINA SOCIALE . . I

nno~i

orizzonti della igiene e della previdenza sociale.

Con questo titolo, il prof. G. Loriga, Capo dell'Ispettorato medico della industria e del lavoro, pubblica (Bollettrino del Lavoro, marzo-aprile 1925) un lungo studio che qui riaissumia1no nei punti -principali. Lo studio della 1patologia del lavoro è ormai ' stato approfondito in modo da potersi considerare quasi completo, almeno nelle sue gra11di ~1neP; notevoli progressi 11a compiuto l 'jgi.ene del lavoro. e di pari passo anche la relativa legis1azion8 1n tutti i ,p aesi -0ivili. Ciononostante, il lavoro costituisce ancora uno dei 1p iù potenti fattori di malattia e di morte, la cui importanza r er.tle ~upera quella che molti fra gli stec;si rnedic1 gli attribuiscono. Per lo svilu1w o più ampio deìl'industria e per le conseguenze da ciò derivanti, si sono oggi creati tanti fattori di insalubrità e di rpericolo che, tutti insieme, minacciano la vita I e la salute assai più gravemente di tante :tltre cause patogene più n'o te e temute esistenti nel comune ambiente fisico. La noia dimj11uzjon e della mortalità generala che si va osservando da qualche decennio riguarda più che altro l 'età infantile, mentre .por.o mutata appare la mortalità del gruppo degU individui ma-schi che si possono considerare t.:ome lavoratori, dai 15 ai ~9 anni. Tenuto poi conto de1Ja coI!l()osizione .di tale grUJPpo di ipopolazi.0110, è chiaro che la mortalità globale di esso debba , soprattutto essere ·sostenuta dalle categorie di lavoratori e di impiegati, in Clli quindi la mortalità deve essere assai 1p iù éleva.ta cl-i quanto non appaia cia1le statistiche. Ma la oifra aumenta an cora. quando si ponga mente che nella 1nortalità giobalP dei lavoratori sono .c om1p resi qu~llj dei campi e quel li delle industrie, mentre gli ultimi hanno una morta.litù che 1PUò arrivare fino al do:p pio che quella dei pr1~i; si può avere così un'idea dell'effetto deleterio diel lavoro industriale sull'i11dividuo. Ma la sola inortalità non può essere l1n indice perfetto delle condizioni sanitarie delle classi n1anuali. Da altri dati si desume il logorio che la vita industriale induce nell'organismo. Valgano come esempio i risultati ottenuti nelle visite di coscrizione di individui dai 20 ai 40 anni fattf' in Inghilterra nel 1914. Da esse è risultato che, me11tre il 90 % degli individui di roegioni non industriali' era in buona ·s alute, gli abili al servizio· rnilita1·e provenienti da regioni industriali erand ap-

pena il 46 ed .a11cl1e il 1..2 %; tale deficienza viene attribuita al lavoro industriale. Le condizio11i del lavoro si riflettono non solo s ugli adulti, ma incominciano ad esercitare i Joro effetti deleterii fin dalla vita ìntrauteri11a, per l'influenza che il lavoro della madre ha c;11l peso E sulle condizioni generali del feto e proseguono nella fanciullezza con un minore sviluppo del fanciullo che lavora. }\.ltri indici della inf1ue11za deleteria del lavoro possono aversi nella stessa industria, con llu abbassa1nento della quantità e della qualità della produzione, con la faci.l ità di cambiare mestiere, con segr1~ di irritabilità e di malcontento che si traducono con scioperi, rivolte. Da queste considerazioni, scaturisce la necessità e l't1rgen za di provvedimenti i'gienici e 5anitari1 adeguati, caipaci cioè di tt1telarP. nllo stesso tern,po la salute ctell'individno e l'integrità fisica del la razza. Il problema d~lla difesa sanitaria contro le cause patogene connaturate al lavoro merita di richiamare l'attenzione degli stessi jndustriali perchè gli individui non sani sono anche cattivi prortuttori. L'interesse dP-l problema dal punto di vi ' sta sociale è poi evidente, in qt1anto che si t,ratta di conservare in piena efficienza il gruppo di po. polazione che, economicamente, è il 1pi1ì redditizio. L' A. (passa 1poi a con siderare le cause 1norbose che egli tratta non già limitatamente ·al gèuere di lavoro, ma che estende a tutti i fattori dP.riva,nti dagli ordinamenti del lavoro, dalle leggi e dalle condizioni generali di un dato paese per i1 fatto ·che essi possono esaltare Gd affievolire la resistenza dell'organismo, non solo verso gli agentj morbosi che hanno sede nell'ambiente fisico del ... lavoro, ma anche contro quelli che si trovano nell'ambiente comune a• tutta la popolazione. Non si deve quindi considerare la malattia del lavoratore come· qualche cosa di astratto, ma inqùadrarla in tutto l'ambiente in cui l'individuo vive. Manifestazioni di queste cause morbose sono l'infortunio, la malattia e la invalidità: tre> aspetti di uno stesso fenomeno, creato da fattori corr1uni, alcuni dei quali possono bensì avere la prevalenza in un dato mom.e nto, ma che quasi sempre si intrecciano e si completano a vice.ada nella loro azione. Nè tali manifestazioni (distinte da.I punto di vista giuridico e didattico) 1posso110 ~rndare disgiunte dal pu.ì.1to di vista medico-igie• nico. Es~ èostituiscono un solo oggetto che è il fatto morboso di1pendente dal lavoro, o meglio dal ~


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IL POLICLINICO

mesti ere, considerato questo sotto tutte le forme con c'l.1i grava sui lavoratori e si rende nocivo. La !Profilassi delle malattie del lavoro no.a è quindi un semplice problema di d~fesa igienica contro l.e cause nocive esistenti nelle singole lavorazioni e, tanto m eno, un problema tecnico di ciascun stabilimento indu striale, ma è un co1npito che abbraccia tutte le cause che concorrono a minare la salute dei lavoratori. Anzi, aggiunga l' A. fra le dette cause, quelle specifiche, che involgono direttamente le responsabilità individuali de' datori di lavoro o dei lavoratori, sono sicurarnente meno irr1portanti per quantità e 1p er qualità di quelle generiche, che dipendono dall'ambiente giuridi co-economico nel quale· il lavoro si esercita. Da ciò sc aturisce 1Per la Società il dovere di intervenire per rimuovere le cal1se e p er r~parar11e i lianni, k't11to più che le rnalattie del la.Yoro debbono venir considerat e come vere malattiP. sociali. I rimedi a questo stato di cose consistono nelJ' igi-en e e nella previdenza. Scarsa ed insufficiente è la nostra legislazione del lavoro in Italia; l 'A. la passa in rivista, muovendo particolarm ente delle critiche alla legge sul lavoro delle donne e dei fanciulli. Invano si cerca però nelle nostre leggi una sola disposizion e che miri a proteggere il lavoratore contro le cat1se di insalu brità cbe si r isco ntrano in tutti gli ambi en r1 di lavoro. Questa deficienza di protezione dci· lavoratcri contr0 J>insalt1brità forma un con trasto evidente con la cura n el P\ Oteggere il vicinato dai danni e dagli incomodi derivanti dagli stabili1nenti industriali eq i lavoratori stessi dalla pericolosità. (infortuni) e dalla gravosità (invalidità) del lavoro. L'utilità e la importanza di questa difesa sono state invece ben comprese in molti altri stati in cui la legislazione del lavoro è a buo:;.l punto. Da noi il r egolamento generale del lavoro, autorizzato con D. L. del 15 maggio 1919, n. 818, non è ancora stato promulgato non ostante che a dimostrarne la necessità e l 'urgenza si siano levate le voci di scienziati, ·d ella sta~a e di uon1ini politici e malgrado sian o stati pre:;entati al Governo, in periodi diversi, al1neno trenta ordini del giorno, di varia provenienza e chiedenti 1a definitiva sanzione. Il n ostro paese deve provvedere a qi1esta lacuna; lo esigono il suo interesse ma teriale ed jl suo amor .p roprio. Ma la legge od il r egolamento d'igiene del lavoro non bastano; è necessario pensare alla previdenza sociale in forma di assicurazione obbligatoria contro la malattia, la quale è il complemento necessario·, anzi la 1p ietra basilare, .di quella contro l'infortunio e l'invalidità. Oltre alla assicurazione contro la malattia, Inanca da noi anch e l'assi stenza gratuita al lavoratore infortunato

[ANNO

XXXII, F ASC. 37]

il che, come osserva l'A., rende illusorio a11che l'i11dennizzo pecuniario, perchè questo viene assorbito o fortemente decurta~o dalle Stpese di cura. L'A, vorrebbe estendere le provvidenze anchr ::tlJa f an1iglia .dell 'assicurato. Il difetto nostro è quello di possedere soltanto degli anelli slegati della rete di protezione che • la sollecitudine del legislatore ha ci:eato a conforto del lavoratore in quasi tutti gli altri Stati ed è per qu esta ragione che le nostre leggi di assicurazione non possono dare i benefici frutti individuali e sociali che haJ?.nO prodotto altrove. I ntlOVi orizzonti a cui si devono ispirare le assicurazioni sociali d ebbono consistere n ella. loro unità e nel coordinamento di tutte le opere. Solo dall'unità di indirizzo e dalla pr edisposizi o11e sr.con do un ipiano organico r iSjpondentc ai principi accennati !PUÒ derivare la difesa completa d f'l l 1avoratore contro tutU i danni economici o sanitari. che possono colpirlo. Il nostro paese, conclude l'A., deve affrettarsi a raggiungere questi ftni se vuole con serYare la pace sociale e difendere efficacemente la salute della parte pjù produtti·v a della p opolazion e. fil.

AMMINISTRAZIONE SANITARIA. Vigilanza igienica nei Comuni sedi di cure climatiche, mari:ae e termali. Il Ministero dell'Interno (Direzio11e Generale della Sanità Pubblica) h a indirizzato ai eigg. Prefetti la seguente Circolare all'inizio della stagione estiva: <<Ai Comu.n i, nei quali per ]e lor o privilegia.t e condizioni in particolar modo si ve rifica dura11te l'estate e l'autunno l 'afflusso di nu·me rose persone a scopo di cura climatica, marina o termale, incombe una particolare responsabilità nella attuazi-0ne de]le norme di \Ìgilanza jgienico,.,sanitaria in correlazione coll' .a.ffollannento che si suole in .eletti periodi verificare. Dovrà pertanto a cura dei Sii: da~] , assistiti darrli Ufficiali sanitari procedersi fin da ora ad l1na t:> ' acourata isp-ezione dei 1pubblici servivi di interesBe igierrico-s.anitario, segnatan1ente su gli acquedotti in t u.t to il loro peroorso, sulle fognature, sulle condizioni degli specchi d'acqua marina, lacuale e fluviale destinati ai bagni, per constatare che siano al riparo da qualsiasi causa di inquinamento. 'D ovrà altresì proVYedersi ad u11a <:loverosa intensificazione <lei servizi <li nettezza urbana, al1' allontanamento ·d i qualsiasi deposito insalubre nei pressi degli abitati e del 1pari ad un rigor-0so controllo sullo smer cio de11e sostanze alimentari, segnatam·e nte sul latte, procedendo coi r i:g ori della legge contro i contravventori. « lie abitazioni che si jntendono adibire per al.: 1oggio ai villeggianti e balneanti dovranno al p~ri , degli alberghi e 1pensioni esser e previamente visi.. •


,

...... . ,"; I i

1~05

SE7.. lONE PRATICA

tate dall'TJfficiale sanitario, allo scopo di assicurarsi della loro idoneità per una igienica dimora in relazione al nu1nero degli ospiti che si presume debbano 1~icevere, acciò 1' ~c\.utorità comunale po.ssa decretare le i ndispensabili limitazioni e provvidenze a salvaguardia della pubblica salute. , « Particolarmente accurato d ovrà esser e da parte delle .à.\. utorità i l continuo sis,t em.atico controllo deJle oondiuoni sanitarie dei Comuni di oui trattasi, S1ffinchè le idonee misure igieniche tem~­ stivamente adottate possano assicurare il tranq.uillo svolgimento del soggiorn-0 in località climatiche e ter1nali oon vantaJggio d ei singoli, d elle collettività e della sempre maggior fama , cui h anno diritto l r· nostre St.azioni di cura ».

CONCORSI. . POSTI VAOANTI, AQUILA. Oongregaz. di Oa.rità. - Med. prim.arilO dell"Osped. di S. Salv.atore. Vedi fase. 36. S cad. ore 12 del 25 sett. CARRARA. 1lf11.nicipio. - Medico-direttore dell' Ambuliatorio anti celtico. Vedi fase. 36. Scad. 30 sett. CASTELCIVITA (Salerno). - Se.ad. 30 sett. Una delle due con1d . ; L. 7000 e 5 quadrienni dee. , oltre L . 1000 cav., addizion. L. 5 ogni povero eccedente 20 o/c della popolaz. ; tassa L . 50,15. F~ttENZE. R. Pr~f~tt1tra. - Uflìc. sanit. di Prato; Sc.aid. -0re 17 del 10 ott. ; L. 12,000 e c.-v.; 8 trienni decimo; v.alutaz. parziale servizi prestati; è concesso il libero e.sere. profess. Età lim. 45 a. Ab. 60,560. Chiedere a nnunzio. GRASSANO MONFERRATO (Alessandria) . Scad. 30 sett. l..1 . 70()0 p ei pov. non oltre 10 % della poipolaz., addizionale capitiaria L. 4, mezzo trasp. L. 500, uff. san. L. 500. ! so.LA DEL LIRI (Caserta). - 2a condotta; vedi fase 34; proroga al 30 8ett. 1vIA"ENZA ~Rom.a). - L. 10,500 per 1000 pov. ; addizion. I,. 4 oltre e fino ia 2000; L. 5 oltre; L. 400 uff. san.; 5 quaidrienni decimo , Soad . 20 sett. T~a L. 50 al ~or. com. Servizio entro 20 giorni. (Si avverte ohe il O()ncorso · è b1oicottato a favore del dott. G. Conti). MENFI (Giraenti) . - Sca.d ~ 15 sett. L. 8500 e 4 quadrienni. .

S. M1cs:ELE DEL QUARTO (T' enezia). -· A tutto il 30 ~ett-_, ore 17 ; per informazioni rivolg~rsi Seg reteria. S. PAOLO ALB.\NESE (Potenza) . - Con.d . r esi.a. ; serv. pov. L . 7000; 1,. 500 uff . . san.; aum. quadr. Scad. 15 ottobre . S. PI ETRO VErt~o·r1co (L ecce). - 2a cond . ; L. 8500, senza c.-v., fino a 1000 pov. ; addizion. L . 3 per. a.Itri 500 pov. e L. 5 oltre ; 5 quadrienni decimo; scaid. 4 o.tt. , ore 20; docum. a 3 .mesi. dal 4 sett. Serv. entro 15 gg. Tassa L . 50.20 .al tesor. 'oomun. SONCINO (Oremr,na). - 3° riparto (GallignanoI sengo). Scard. 30 sett. L. 11,000 oltre L. 1500 Jnezw tr.asp., L. 300 .ambulat. , 1 X c.-v. in lire 1800; aumenti periodici fino al 50 % dopo 20 an ni ; n b. 235ll, pov. !500 ; non ob.b l . oav. TERRANOVA DI SICILIA . (Ca.lta?iissetta) . - A tutto 20 sett. Direttore dell' Ambulatori-0 Antitra.comatoso Oomunale. L. 3500; .e sclusa indenn. c.-v. ~ dichi.araz. scritta dei concor~enti di accettare le • n or.me che regolano I.a C. P. dei medici condotti. CONCORSI A PREMIO .

Prem,io A. Bianchi sulla I onendoscopia. Il pTof. Aurelio Bianchi, il quale; notoriamente, ha ideato, in collaborazione col d ott. Bazzi, il fonen,doscopio, ha inviato da Bue11os Aires la somma di lire 10,000 al .pTof. Raffaiello Silv.estrini, direttoTe della Olinica M edica di Perugia, perchè, in ric0irdo del Cong1·esso m edico tenuto in questa città ·d urante il 1885, in oui furono accolte e premiat.e le comunicazioni preliminari sull.a fonendoscopi a, e a titolo ·di gratitudine iper 1.a scuola me1dica peru1g i11a, venga premiato il miglior lavoro iSulla fi0nenùoscopia presen ta.to entro il giug110 1926, g~udioab:i'le dall'Univer.sità. 1

NOMINE, PROMOZIONI ED ONORI F ICENZEr

Il prof . sen. G. B. Queirolo è stato p1·oclam.ato socio benemerito perpetuo dell' .A.&s9ciazione Italiana di Idrolo~a, in un. recente conv:egno adunatosi .a Montecat ini.

Il prof. Artur.o Camp.ani, direttore del Sanatorio di . Ouasso ial Monte, e il dott. Franceooo Bergolli, di Legnano, h anno vinto un conco.rso bandito dal ,p eriodico << Le F este » per un'opera poMILANO. Consigli o degli Istituti Ospitalieri. . polare d'igiene divisa in t re ,p untate, per ognuna D~rigente la Sezione Radiologica dell'Osipedale delle quali era stabilito u11 premi-0 di L. 1500. Maggiore. Vedi fase. 31. Scad. 10 ·ottobTe. MONFUMO (Trc ,vi.<;o). A tutto 30 oott. ; L. 9500; Il premio spagnolo Achucarro per ]'istologia del inrlenn. trasferta e due c.-v. sistema 11ervoso è stato assegnato al prof. K. ProB"ESI TORINESE (T orino). - Scad. 20 sett. Soha.ffer, cap o d ell'Istituto per le ricerche sul cer: Abit. 2148; L. 7000, oltre L. 500 uf.f. san. e indenn. vello di l311dapest. Il premio viene conferito ogni mezzo trrusp.; metà c .-v. biennio, alternat ivamen-00 arl. uno spagnolo e ad RoMA. Ministero della Marina. - Co,n oorso a uno strani€ro . 15 posti di tenenti medici in S . A. P. Vedi fase. .. L'Università di P arigi ha conferito il t itolo di 36. Scad. 15 nov . dottore in medicina al d10tt. A . Bruno in riconoROMA. Min'istero dell'Int erno. - Servizio saniscimento dell' op(3ra p r est ata in Francia. quale ditario per il Corpo degli agenti di P. S. Vedi far ettore della Comrni&sione Rock:efeller per la lotta scicolo 36. . contro la tubercolosi . SALVITELLE (Sale.rno). - Sca.d. 30 sett. L. 7000 . •

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IL

NOTIZIE DIVERSE.

La R. Scuola di Sanità Militare Marittima di . Napoli.

• •

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POLtC'l.I~ Il"~

Si è svolto recentemente nella R . Scuola di Sanità ~f. M. di Napoli il 5° Corso di Applicazione p er medici destinati a far parte del corpo sanitario M. M . . Tale Scuola, ·diretta dal colonnello medico prof . L eone Sestini, si trova nelle migliori condizioni di attrezzamento teenico per corrispon,dere allo scopo che si prefigge. Questo è, non di svolgere un corso parallelo .a quello universita.rio, ove si ripetano cioè cognizioni già apprese, bensì di orientare il gio-ra11e medico, che ha già dimostrato nel concorso di ammissione alla Scuola di saiper fare una diagnosi, verso l'ese1 cizio •p ratico nell'ambiev.t e militare marinaresco. L'insegnMnento è impartito da inse,g nanti militari e civili, la cui oo]Jaborazione realizza · u11 piano che nelle scuole di sa11ità militari francesi è oggi introdotto come felice in11ovaz1one. Le lezioni riguardano: l'igiene navalt, la patologia esotica, l' epidemio1ogia militare (cioè lo st11dio delle sp~iali condizioni di sviluppo, di diff11sione, di ~voluzione . di alcune malattie nell'ambiente militare e dette perciò castrensi), la traumatologia e la chirurgia di guerra, . la fisiologia de11' aviazione, la simulazit0ne e la dissimulazione delle malattie di orecchio, naso e gola, la patologia d el .La\'oro, la medicina legale militare, la chimica bromatologica, l 'odontoiatria. Gli allievi eseguono ~ercitazioni di otorino-oftalmoiatria, batteriologia, microscopia e chimica clinica, ooercitazioni marinaresche, ecc. Sono dunque impartite i1ozioni affatt.o speciali. Gli allievi inoltre h anno opportunità di studiare il malato e spooialme11te di adde~trarsi nelle praticJi~ di .p ronto socoorso durant.e le guardie nel vicino Ospedale di Mari11a. Da questa esposizione appia.re come da tale fucina p-ossa. u scirne ben forgiato il gio-vane ufficiale medico 0011 tutte le doti che ·debbono distinguerlo, cioè di medico sopratutto igienista, quale dev'essere il medico di sanità M. M. cui è affid~ta la tutela di una massa, non solo .perfettamente sana, ma anche attenta,mente selezionata. Altre ricerche, oltre i corsi di 81pplioazione, assorbono l'attività della Scuola di Sanità M. M ., · cioè ricerche psicofisiologiche per la scelta dei piloti-aviatori, degli ufficiali osserv~tori, dei telemetristi, e tra poco, .anche di altre categt0rie del personale, sp,e cialmente dei cond·nttori di .autome2zi terrestri e marittimi. Presso la Scuola ha sede un ufficio tecnico per. }e ricerche di ordine sanitario ohe, dopo il forzato riposo della guerra, accenna a riprendere la propria .attività; e, appena sarà possibile, si riprenderanno pure i corsi di ·aggiornamento per ufficiali medici anziani. 1

Mostra internazionale biennale d'igiene e sanità. J?er volere del Regio Commissario di Roma, sen. Cremon·e si, verrà istituita in Roma una «Mostra

~.-\~:\O

X\XJ I, FASC.

~7)

inter11azionale biennale <l'Igiene e Sanità », da i»dirizzarsi ogni due anni .ad una delle va.nie branche delle due discipline (.assistenza sanitaria, profilassi delle ·m alattie infettive, igie11e edilizia e rurale, impianti igienico-sanitari, assistenza, alLa prima infanzia, i'giene sco-lastica, igiene industriale e del lavoro, igiene alimentare, lotta a.n titubercolare, propaganda igienica). Verrà preposto, alla Mostra anzidetta, un Comitato d'onore, alla cui costituzione come all'organizzazione della :Vlostra, !)rovvede-rà un Comitato direttivo, composto di un ufficio di presidenza, di un gruppo di cc;.nsiglieri, scelti fra le più spiccate personalità cittaidin e <le.Jla scien7Ai, della benefi~nza, dell'industria e del commercio, n<>nchè <li con1m:Lssari inc·aricati di predh.c:.porre e coordinare gli atti esecutivi. . J} Ufficio di presiùe112a sarà , a sua volta, composto di un ·preside11te e tre vice-presidenti e costituirà, con l'assistenza di un commissario oapo e= tre com,m issari, la Giunta esecutiva che potrà Talersi del parere e d<•lla collaborazione di un consulente artistico e di speciale sottocomrmissione (fi11anza, pro paganda, viaggi e festeggiamenti, giurie, eec.). Dovrà esser cura de-1 Comitato esecutivo di .assicurare alla ~[ostra, a mezzo di speciali delegazioni. estere e nazionali , la più larga partecipazione di Enti, Istituti e Ditte .delJe varie N azioni e delle s ingole r~gi·oni d'Italia . 1

Comitato 1•omauo contro la tubercolosi. Il 14 luglio si i·iu11ì il Consiglio AmminiBtrativo del Comitato sotto la presidenza del p'rof. V. Asooli, il quale comunicò l'iniziativa del Co1nune di Roma, di a&'3UITilere l'organizzazione della lotta ant.itubel'oola r-e eittadinia, e la. costituzione, a questo scopo, di una Commissione incaricata di presentare al più presto un piano completo d'azione . Tale Commissione è così composta: prof . .Ascoli, presidente, l'ufficiale sanitario del Comune prof. Giuseppe Pecori, l'ispettore catpo alla profilassi delle malattie infettive prof. Sc~pione De Rossi, i] medico primario del Dispensario comunale, il direttore dell'Ospizio Umberto I pr<>f . .Achille .Angelini, il prof. .Arcangelo Ilvento, r31ppresentante {}ella. e R. I., l'avv. Alfredo Bruno, CaJPO dei servizi amministrativi dell'Ufficio di Igiene, in rrupprooentanza del segretario generale del Comune. Il prof. Ascoli accettò l'incarico ponendo -come condizione fondamentale, che la Commissione debba avere carattere essenzialmente deliberativo e non con~ultivo. La p.rima riunione di questa Commissione avvenne il 6 luglio. Il presid.e nte feoe rilevare che per una lotta antitubercolare cittadina efficace, bisognàva aumentare i Dispensari, por- · tandone il numero a 7 per lo meno, e ripartendoli in varie oone ·d ella ci~tà in conformità del pianò d'azione già preparato fin dall'anno pas9ato dal Comitato Romano. Aooennò pure aid un'altra deliberazione del Comune rio-uardante lo stanziamento di una cospicua • t:> somma all'anno ~r il risanamento delle case insalubri e per ]a costruzione di oaoo popolari.


[ANNO

XXXII , FASC. 37]

SEZIONE PRATICA

XXXII Congresso della Società ltaliàna di Chi· • rurg1a. Il Congr€SSO è indetto a. R.oma, nei locali della R. Clinica chirurgica al Policlinico Umbel'to I , nei giorni 25-28 ottobre. Coloro ch e inten<-lono fare delle comU1nicazioni debbono inviarne il titolo .al segretario nion più tardi del 30 settembre. I soci che vogliono usuf1'11ire del ribasso fei·rovi..ario per sè o per la famiglia debbono farne richiesta a l sagr et ario prima del 30 settembre, accompagnata <l.a una quota di L. 25 per ciascuna persona della fan1iglia. , I soci ohe d e·s iderano p renotare l'alloggio si r ivolgano all' Agenzia Cook - Piazza dell'Esedra, Rom.a - che ne è stata incaricata dal Comitato organizzato.r e. I temi messi in discus.~ione son<> : 1) La, cura (lel morbo di Flajani Basedo'v (in <.·omune colla Società di ~1edici11a Interna; relatare: prof. P aolo Fiol'i) ; 2) Le QCclusioni intestinali (e8cluse le ernie 1t1·oz~te ~ r elatori proff. Oreste MaTgaru oci e Ugo Stopipato) .

1.307

Onoranze alla memoria. di Canizzaro. Nella ricorren~a del 1° cen~narìo della i1ascita <li Stanislao Can11izzaro, si organizza a Palermo u11 Congress~ ·d i chimioa. Ad iniziativ.a della Società Chimica · I taliana, verrà anche pubblicato un vol11me che "'i aggiungerà a . qùellq già edito nel 1860 e che conterrà scritti <li discepoli , i quali il-· lustreranno i meriti del }[aestro in vari oa.1npi del .sapere. Il Consiglio dei ministri, .accedendo alla r ichiesta della città d i Palermo, ha d eliberato che la salma del ·grande scienziato e patriota sia traspor.tata .d.a Roma a P alermo, ove riiposerà nel P antheon, n·o n lungi da quella di Michel e Aanari, accanto a quella di Francesoo Crispi. Cc:-imonie solenni avranno luogo in q11esta ()('.cas]one .

. \Titti.ma ùi un passaggio a livello, fr.a Cooenza e Sibari, è morto il 17 agosto il prof. NUNZIO DI STEFA NO , unitamente alla moglie contessa Ve- . l·o na, e al figlio diciannovenne C~rlo. Il prof. Di Stefano er.a direttor e degli 0$pedali Riuniti di Catania e li.bero docente di patolo,g ia ohirurgica in quell a Università. Co!ltava 53 anni. \

Indice alfabetico per materie. .~denopatie

tr.a.cheobJ·onchiuli

luetiche

. Pag. 1294 Alberghi: regola1nerito per l'igiene ne1300 gli - . 1297 _.<\ngina. di \Tincent : tTattarnento 1285 .~ppendicito cronica : diagnosi 1282 Asoosso fred1do .della lingua . 1293 Avitaminooi i nfantile: reperto ematico infantili .

))

))

))

))

))

_i\ vvelenamenti

cronici: piastrine ~angue . Bacillo del tifo : reperto Bibliografia Oefalea : fattore ooulare

del

OoTMvni sedi di cwre climatiche , marine e t ermali: vigilanza igienica . .

))

)) )) ))

))

Oornea: immunoterarpia delle ulcere set)) t iche )) Cuor e : ortodi agrarnm.a Difterite: imn1un'1zznzi one con l' an.atos. )) cinna )) Duodeno: flemmone Ematogramma nel neonato 1n condizioni )) normali e j).atologiche . Enoefalite epidemica .a localizzazione midollare . · » )) Epilessia tra111natica tardi va . . )) Fibroangiomi multipli sistem atizzati )) Her.pes ~ooter € variceila . .

Igiene e previdenza social·e : n,uovi orizzonti . · 1.eishm.aniosi infa.nt ile : clinica e ìstopatologia Ltom a - ~tab. 'J'i po-Lit. Armani

ai

))

'

))

1294 1298 1291 1296 1304

1294 1292 1293 1286 1273 1295 1296 1294 1293

l Jiq 1_1ido C'efalo-.r achidiano: xan to.cr<>·m i a Pag . 1295 e coag11lazione s·p ontanea

)) :\1eni11•g;i spinali: radiologi a )) Meningite tuberc. : .,: liagnosi )) Mestrl_Lazione e costituzione: ra1pporti Morte ner a.11negament?: crioscop ia de)) f?;li -O!'gani Neu rooifilido tardiva: tera:pia bismu· )) tic a Otite media acuta SUJppurata : tratta)) mento )) J>ensiori,e priv·i leu iata )) Polmoni : sa rcon1a )) Puntura lombare )) Reaz1one <l·i Costa: modificazio11e . R eaijoné di floccu lazione nella tuberco-)) losi . . )) Sepsi 0}1irurgi cl1e :. autoemoterrupia . Sind~ome <li cauda equin a: . radiodia. )) gnoo1 . )) ·StafHococcie : trattamento )) St-0m·aico ~ secr ezione

1288 1297 1290

Sugg estioni ipnotiche . .

))

ia02

))

1298

))

1292

1

1303

Tifo esantematico: cult u ra pura del germe Va.Ivole p-0l1nonare: se~no radioscopico d' ins11ffioi€'i1za. . . . Vegetazioni adenoidi: cl,lre poot-opera-

1293

tarie . Vena cubitale : endotelio•m.a

1295. 129p

1297 1302 1293 1296 1295 1294 1292 1289 1294 1287

1297 1294

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V. ASCOLI. Red re81>·

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37

Prof. dott. LEONARDO DOMINICI (già dooente di Patologia chirurgica, di Clinica chirurgica e Medicina operatoria nella R. Università di Rom.a) Direttore del1a R. Clinica Chirurgjca di Sassari .

I Prefazione del Prof. ROBERTO ALES SAN OR I

INDIC E

S ISTEl\/.[A TICO

DELLA 1V1ATERIA CONTENUTA NELL'OPERA DEL PROF.

DOMINICl •

INTR ODUZIONE. -- Parte

P rima: ESAME CLINICO -

duale remota. Anamnesi individuale prossima. -

Ca.p. I. - ANAMNESI. Anamnesi eredit aria. Anamnesi indiv'

Cap. II. - ESAME OBBIETTIVO SEMPLICt: GEXEr.ALR . -

t;ap. III. ·

BSA1t1E OBBJETTI\'0 SE-riiPLICE LOCALE. Ispezion e. Sede della lesione. .Alterazioni di forma e di volume. Alterazioni del • t'aspetto normale della cute e delle 1uuco.s e. Anomalie di pvslzione. Anomalie di movimento. Palpazione. Percussione. Ascolta. zione diretta; Odoraziene. Esame delle regioni e degli organi in rapporto col focolaio morboso primitivo. -

Cap. IV. - ESA·

ME OBRIETTIVO SE!\fPLTCE LOCAT,E DELLE VARIE REGLONI E DEI VARI ORGANI. Cranio. Faccia . Ghiandola parotidea. Colonna vertebral e. Collo. Torace. Ma1nmella. Addome. Topografia degli organi addominali. Grande omento. Fegato.

Panorea ~

Milza. 8tomaco. Intestino ed appendi ce. Reni. Uretere. Bacino. Vescica. urinaria.. Retto -ed a.no. Prostata. Vescichette semin a.li. Organi genitali femminili. Organi genita li maschili. Uretra. Arto superiore. Spalla. Ascella. Gomito. Polso e mano. Arto infe. riOre. Cingolo pelvico. Anca. Ginocchio. Collo del piede e piede. Misurazione arti inferiori. Deambulazione. Defor.mità del ba-

cino e della colonna vertebrale consecutive alle malattie den·a.rto inferiore. STRUMENTALI. Termometria. Sigmografia, sfigmomanometr1:i

Cap. V. · ESAME OBBIETTIVO CON METODi

oscillometria del pol so arterioso. Determinazione del metaboli·

smo basale. Misurazioni. Specilla.zione. Iniezioni di liquidi coloranti attraverso fistole. Sondaggio esofageo. Sondaggio gastrico. . Sondaggio duodenale. Sondaggio del retto e del s\gma. Sondaggio dell'uretra e della. vescica. Ispezione stru.mentale della vagina. Ispezione .strumentale del retto. Transilluminazione. Esofagoscopia. Ga.strodiafanoacopia. Retto-sigmoidoscopia. Ull"etroscopia. Ci· stoscopia.. Cateterismo degli ureteri. Manometria vescicale. Esame radiologico. Radioscopia.. Ortodiagrafia. Radiografia. Radiogra.fta stereoscopica. Radiocinematografta. Endoradiologi.a. Radioscopia. e radiografia previa introduzione di sostan ze opache. Ra· I

dloscopia e radiografia previa iniezionP. di sostanze gassose. Metiodi per la. localizzazione di <'Orpi estranei. -

Ca.p. VI. . ESA-

ME DELLA FUNZIONE DEI VARI ORGANI. Esofago. Stomaco. Intestino. Fegato. Pancreas. Tiroide. Reni.

Pa;rte Seoonda : ESAMI DI LABORATORIO. - Caip. I .· ESAME DELLE URINE. Esame fisico. Esame chimico. Esame microscopico. Esame batteriologico. Esame biologico. Pi urie. Ematurie. Batteri urie. Pneumaturia. -

Cap. II. · ESAME DEL SAN-

GUE. Tecnica della. presa. Esame morfologico. Esame delle proprietà fisiche. Analisi chimica. Esame batteriologico. Esame biologico. Ricerche sierodiagnostiche: nel tifo, nella. sifilide, nella tubercolosi. Tubercolino-reazioni. Ricerche sierodiagnostiche: n ell'echi· nococoosi, nella sporotricosi, nell'actinomicosi, nei tumori maligni. -

Cap. III. · ESAME DEL LIQL'IDO CEFALO-RACHIDI.A·

NO. Puntura. lombare. Caratteri ùel liquido cefalo-rachidiano normale. Caratteri del liquido cefalo-rach idiano in condizioni pa-

tologiche: fisici, chimici. citologici. E same batteriologico. Reazioni biologiche. -

çap. IV. · ESAME DEL SUCCO GASTRICO.

Soedaggio dello stomaco. Esame fisico-chimico: Esame .microscopico. Esame col metodo frazionato. LE FEOI. Esame fisico. Esame chimico. Esame microscopico. Ana.Iisi dei fermenti digestivi. SPETTORATO A SCOPO DI.AGNOSTICO IN CHIRURGIA. -

.

:

Cap. V . . ESA1\1E DEL-

Cap. VI . - ESAME DELL'E-

Cap. VII. - PUNTURE ESPLORATIVE. BIOP SIE. OPERAZIONI

ESPLORATIVE. Tecn ica delle punture esplorative dei vari organi.

Tecnica delle

biopsie.

Operazioni

esplorative: Esame dei

liquidi estratti colit e puntun 1epl9ra.tive : fisico, chi1micie, citologico, batterioloaioo Caratte.,i dei vari liquidi patologici. -

IN

DICE ALFABETICO.

Un v1olurne in-80, di pag. VIII-425, stamip ato su c~:ta (li lusso, in nitidissimi tipi tiipografi<:i, con 73 figure , inolte delle quali originali, inter calate nel testo e 4 tavole color.ate, in carta americana, fuori testo. Prezzo L. 42 più le spese postali d i spedizione. - P er i nootri abbonati sole L. 36,7'5 in po1·to !ranoo.


Roma, 21 Settembre 192'l

ANNO XXXII

fondato dai professori:.

GUIDO BACCELLI SEZIONE

FRANCESCO DURANTE PRATICA

REDATTORE CAPO: PROF. VITTORIO ASCOLI SOMMARIO. Riviste critiche : M . Arrtom e P . F·ornara: Soipna aliourue questioni relative a.Jl'eziologd,a dello Zoster. Considerazion1 .cli.n1che. .Osservazioni cliniche: A. Celibeirti: F rattml'la di~ndi­ loidea rtell'o mero 61in1etro ~n erpostta.mento non comun e del frammento. - Paeicuooi Ferrante: Caso di rottu.r.a spontanea dii voJ.uminoeo sacco el'lniar.io ie.nu1"3.le -con fuo·r iusoita di a nse intestinali. ~ue ~tioni del giorno : A. Alessam.drini: Il Batter.io.f,ago di D'Hérelle. Sunti e rassegne : 3 ISTBMA NERVOSO CENTRALE: o. Foix e P. Hillema,nd : Le siTudr-01Illi dell'arteria cer ebl'a.Je .anteriore. - Hau.se: Per la c.lir..iica d1ell '1a.popleesia. Vra URINARIE: A. H. Cro&bie: La 'Pielonefrite. - T. I.tu.cri : ldTonefrosi p1ar1;iale oo.lco1osia. M-c-Kim e Smiith : Cisti sierose sol1ta,rie dèil rene. Cenni bibliografici. Accademie, Società med ic":e, Congress i : R. A-ccademia Medi-co-Chri:rur.gioa di Napoli. - Società Lomb.a:rda di Scienze M-e,di~·he e BioJ.ogich·e. Milano. - 8'0icietà Medioo-Chiru~giica di Pa>dova. Società Me<11oo-GhiTurgiica di Mantova. - - Società Medi·co-Chiru:ngi<:ra della Rom a.gn1a .

A ~ punt i

neir if medico prati t o : CASISTICA

TERAPIA: Su.1' rcomune .vafrr cddore. - Nella tosae <lel1a 1arinigo-tracheite - ~ulla bronchite -cronica. - OonLSJidera,zioni criti.cbe '51U·l trattamento 01per a;tivo d.e·l1'1asmia bron1oh·~ale. Il tratt-ament.o <l·e ll•a pe~olSISie. - L a oontagiiosi t~ del1'oz,en.a. Stilla tuber~olosi delle ghiandole per! bronchi a li. - NOTE DI MEDICINA SCIENTIFICA : Sulla funziional1tà epa,t~ca n e ll1a m 8.la,ria a<Cuta e .cronioa. Ta&5-0 dei pigmentJi biliari n>el sangue e resi&tenza globul.are in vari stati morbosi. - IGIENE: Un nuovo metodo per la~ differen·ziiruzione del lat.te fresico da qrueillo bollJito. - POSTA DEGLI ABRONATI. - VARIA: L. Raitto: Nu-ovi ori7.zouti de1la p-sico-neu.rolo.gia. :e ·P oS~ibil a la con qui.sta dell'en ergia -S1U!boosciente. Po liti ca san1itaria e giurisprudenza: G. Selv1ag.gi : Controvereie giur1diche. Nella vita professionale : Cronaca del movimento profe&Si '.>nale. Con·corei. Nomi ne, pr.oon.o.zlioni ed E

on o rri.fì.cen~e.

Notizie diverse. Rassegna della stampa medica.. ! ndice alfabetico per materie.

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RIVISTE _·CRITICHE'. O SPEDALE CIVI LE DI

ALE.SSANDRIA

1

R EP ARTO ·DERMOCELTICO. 0SP. ! NFA..NIILE « CESARE ARRIGO >l OI ALESSAN DRIA.

Sopra alcune questioni relative all'eziologia dello Zoster. 1p er

1

(Consi<lerazioui cliniche) dottori MARIO ARTOM e PIERO

I~o

FORNi\lt.\.

zoster è un'affezione che 1p ur interessa11ùc• 1)0<:o òal pur1to di vista pratico, perchè a11 'in1iJ! .ri ciel casi abbastanza rari in cui p er la si11101nat0lcJgia n ervosa c"be p uò accompagnarlo, ·p er Ja st1a J)ar ticolarP. localizzazione (Z. oftalmico), IJer i postum i che 1p uò lasciare (n·evriti, p art.l.l:i.Sl~ può assumer e una p articolare gravità, di s0· lito àerorre in pochi giorni, e- ::· :-!01rrp~ r e se11zn )asciare distu rbi, senza neanche richieder e una particolare tera1pia, ha sempre però costituito un capitolo molto interessante dal punto di vista d ottrinale. Noi non vogliamo qui rifare la storja di tale affezjon e, che è s tat1 riassunta d a u n o di noi, il' A

I

un 1·ecente lavoro dedicato allo studio del1o zoster nei luetici, ma ci soffer111er emo su alcun.e questioni r elative all'eziologia sua, che, nonostante il moltiplicarsi delle esperienze, degli studi, e dellP. m en1orie so1p.r a questo argom ento sono ri1naste sin'ora insolute. In antitesi alla tendenz:-1 attuale di cercare la soluzione d ell'eziologia dello zoster n el solo campo sperimentale, noi, in quPsta 11ostra discussione, ci riferiremo 1p11ramente all'osservazione clinica dei numerosi casi di zona osservati in questi ultimi anni in Alessandri<1. Dai lavori 1preced.enti, noi una cosa sola r iterrcnto ·stabilita, la dipen denza anatomo-pato l ogii~ a dello zoster da una lesione a tipo in:fiamm~1orio d ei gangli cerebro-spinali e delle radici posteriori; ed i punti che vogliamo svolgere sono i seguen ti: Esiste uno zoster essenziale dovuto ad uno sneciole virus infettivo? Si è autorizzati a co 1locare •Lccanto a questo zoster idiopa tico degli zoster sjntomatici dovuti all'azione sul gangl io spir1ale di altri viru s? In questi casi l'eruzione zosteriana d ipende dalla 1p erturbazione prodotta sul ganglio spinale diretta.m ente da questi virus e dalle loro tossine 01p1pure l 'azione di essi è esclu.sivamente una azion e predisponente a facilitare n el senso di


1310

1L POLICLINICI)

creare un « loc us minoris resis tentiae » nel ganglio rachideo che quindi !Più facilmente può v·er1ir leso dal particolare e non ben definito virus z:>nR togeno?

* ** i.o zoster essenzi::tle (febbre zosteriana) prjmitivau1ente stabilito dai l~vori di Landouzy ha in suo favore dei fatti clinici che' meritano di essere discussi: Lan-0.ouzy, quando per la prima volta nel 1883 sostenne 1'esistenza di questa febbre ~osteriana si basava sui seguenti augomenti: la insorg-enza feùbrile, l'immunità quasi assoluta che lascia, l'esic:;tenza di piccole epidemie ripeten tesi specialmente in alcune stagioni dell'anno. Il valore di questi tre argomenti è alquanto di\·prso. L'esistenza della f~bre, che La11douzy specifica esser e a t:Lpo eruttivo, sia dall'osservazione dei diversi Autori, sia dall'osservazione .p ersonale di casi in cui, essendo i pazienti ricoverati per altre affezioni in ospedale, la tem1peraturr. fu rr1isurata prima, durante e dopo l'eruzione:; zosteriana, casi che per l'assenza di ogni altra causa potevano essere con siderati come 10.. Ler E>ssenziali, n on appare n·è frequ ente n è costante. Un argomento che invece appare di valore éJSSaj . maggiore è quello dell'immunità; in verità i casi di zoster r ecidivante sono molto rari e di fronte ad essi ci si 1p uò chied erP se in questi casi che paiono eccezioni isolate ad una r egola così fissa non si 1p uò trattare, invece che di una recidiva, di un zoster essenziale e di ur10 sintomatico op1pure di due zoster, sintomatici a cause diverse; e d'altra parte c'hi è poco convinto dell'esistenza di questa imrnunità si 0L1ò chiedere se, dato che lo zoster è una rr1alattia non fr equente, che ben pochi individui presentano nella loro vita, non sia dipendente da questa rarità dell 'affezione il fatto che un individuo ha poca probabilità di soffrirne più di una volta. .i\.l .p iù da questa rarità di recidive si può d(:•lurre che una lesione del ganglio ·spinale non produce in questo una rp redisposizione a i1uove successive lesioni e si può notare l'antitesi che per questo fatto si stabilisce tra zona ed herpes febrilis di cui è nota la tendenza a recidivare cd a recidivar.e « in situ ». Il terzo argomento su Clli •s i basano Landouzy ed i suoi seguaci è la frequenza con etti lo zoster si manifesta in pie· cole poussées epidemiche sp·ecialmente in !P1firnavera : ciò si riconnette d'altra parte con la 1pos· s ibilità che questo zoster ·si accompagni a epi· demie di varicella. Dei rap1porti tra zoster e varicella noi ci sia1no a più riprese occupati, sia in un lavoro i11 1

[A~NO XXXII, F ASC. 38 J

collaborazione, sia ulteriormente in due contri· .buti personali di uno di noi. J.,e nostre osservazioni cliniche ci indussero ad affermare che esiste_ in realtà uno « zoster varicelloso Bokay » e es?onemmo tre casi in cui un herpes zoster tnf ant1le fu seguito dalla comparsa di varie.ella i~ .bambini coabitanti dopo il classico periodo d1 incubazione di. 14-17 giorni in condizioni an1bientali !Particolarmente adatte a far escludere un contagio di varicella da altra causa. Pur riconoscendo che in alcuni dei casi della letteratura la coesistenza dello zoster e della varicella poss~~o essere una sempl ice fortuita coincider1za (e c1t1arno a tal€ pr0tposito di nuovo che an·che a noi capitò di \ 7 is1tare nello stesso giorno in ambulatorio uno dopo l'altro un caso di zoster ed un caso di Yari-celJa i n bambini che non aveve:ino avuto tra di loro nessun rapporto) noi ci sjam o affermati favorevoli al1a tesi così detta unicjsta n el ser1so di ritenere che alcuni casi .di 11erpes zoster possor10 essere jl punto di partenza di epidemie di varie.ella e debbo110 quindi es5ere considerati come la conseguenza di una localizzazi.one del virus varicelloso nei gangli spi11ali: ora con sultando la letteratura su quef5to zoster varicelloso si nota che in parecchi di questi casi furono notate piccole epidemie in c11i d, versarnente si ro1nbinano i casi di zoster ed i casi :di varicella in cui si possono osservare esempi di contagio similare di zoster i11tricati con casi di contagio dissimilare zost€r-varicel1a (ca so di Magda ·Frei (1), di Michaud (2). Viene quindi naturale chiederci conoscendo quanto sia contagioso il virus varicelloso - se nei casi di eipidemie di zoster, n ei casi di co.ntagio diretto di zoster, non si tratti appunto d1 questo zoster varicelloso. Noi non crediamo ciò; già nei nostri precedenti lavori, citando quanto <Scrivono alcuni fra i più a ccesi unicisti ed in particolare ì~etter , l 'abbiam.o disawrovato, là dove egli giunse a chiedersi se esistano dei casi di zoster di altra causa che non .sia la varicella: in essi noi abbiamo già e51Posti parecchi casi di zona osservati in bambini abitanti in comunità infantili (ospedale, colonia solare, educatorio) ed in cui lo zoster non fu eseguito da alcun caso di varicella: in ispecie interessante a tale 1p roposito ci pare un nuovo caso osservato 1più recentemente di due bambini compagni di scuola e vicini di banco i quali contemporaneamente pre-

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(1) ~1A&DA FREI. Ueber die Bezie·h ungen zwischen Iierpes u1id Tlaricellen. Jahrbuch fur KinderheiJ-

kunde, n . 92, 1920. (2) MICHAUD, A. LANNECHE et A. MARSET. Epidémie d.e varicelle et de zona à la crèche de la Maison

de Nanterre. Société de Pédiatrie, seduta del 20 maggio 1924.


• lA~~o

XXXII, FAc;c. 38]

sentarono un tjpico zoster della branca inferiore del trigemino (le fotografie dei due casj sono . state presentate alla sezione piemontese della Società Italiana di dermatologia alla seduta ,del luglio c. a.) senza ~he nessuno in iscuola avesse presentato pri1na nè 1presentasse in seguito varicella. Ma se anche questo caso conferma la es1. stenza di uno zoster contagioso non var1celloso, basta esso aggiunto ai casi analoghi abbastanza rari in fondo , aggiunto all'argomento - come abbiarr10 visto esso pure discutibile - dell'immunità, aggiunto alla constatazione fatta da parec· ch i autori e da noi stessi della maggiore freque11za in alcune stagioni ed in alcuni 1periodi dei casi di zona a convincere dell'esistenza di uno zoster essenziale malattia a sè? Clinica1ne11te non è possibile ri Sipondere recisamente a questa questione, ma a noi pare in realtà che i casi di zoster essenziale vadano man mano dimi.nuentl o di frequenza quanto 1 più e quanto J11eglio ec;si sono studiatj e che in questa come in altre affezioni il termine cc essenziale >> o quello fratello suo « crip·t ogenetico ,, altro non siano che comodi aggettivi creati ed usati per 1nascherare l'ignoranza di una eziologia che diverrà forse nota un giorno quando i casi saranno megljo studiati. Si è cercato quindi di risolvere tale qne!'.itione dell'esistenza dello zoster essenziale r,on le ricerche batteriologiche e biologiche rivolte allo scopo di trovarne il virus eziologico. Trascurando di citare e discutere i diver~i re;per'ti microbici che i diversi autori ottenne~'·.) ed identiftcarono come elemento causale dello zoster, dobbiamc per forza occu.p arci delle :più rPrenti ricerche che tentano di giungere alla identiftcazione del virus zonatogeno attraverso ·al potere patogeno del liquido delle vescicole zosteria11e e ai caratteri delle lesioni sp ecialmente corneali ed encefalitiche che tale liquido produce in alcuni animali da laboratorio: anche di queste esa>erienze forzatamente noi non eS1porremò n è la tecnica, nè gli svariati discordi risultati rna solo acoenneremo alle conclusioni: Alcuni autori hanno creduto di trovare nel laboratorio la dimostrazione delle identiftcazioni dello zoster essenziale e della varicella: alcuni usarono a tale scopo la reazione di deviazione del compleme11to con cui usando un antigene preparato da.Ile cr oste dello zoster o della varicella ottennero ri·s ultati p.ositivi con antigene varicelloso in pazienti di zoster e varicella; altri con es1perienze ancora limitate inocul a11do epidermicamente e intra·dermicamente in ba1r1bini del liquido di vescicola zonatosa ottennero, ma non costantemente d egli elementi rnolto si1

1

1311

SEZIONE PRATICA

n1ili all 'elernento varicelloso. Ma tali esperienze sono le u11e . e le altré criticabili, le prime perchè il valore della reazione di deviazione del cornplemento con tali antige11i è ancora 9.iscusso e discutibile, le seconde perchè tali eStperienze finora lim itate a 1pochi casi ed eseguite da 11 ·1 èl utore solo richiedono ulteriori conferme; corne già affermamrno altrove anche in tale qu est ion e dei rapporti tra zoster e varicella, l'unica parola sicura è quella della clinica, e questa ci din10stra ' che se esiste lo. zoster varicelloso, questo non è tutto lo zoster e specialmente non si può c;on esso id entificare il cosidet.to zoster essenzial-e. ..\ltrj autori ben più numerosi studiarono $perin1entalmente i rapporti dello zoster dal pu11to di vista d el suo virus con l'herpes f ebrilis e di essi alcuni identificando eziologicarnente le due affezioni crearono il termine ed il concetto di « zost.er herpeticus » (Luger e Lauda). Il rr1otivo 1per cui esst si credono in diritto di fare tale affermazione è l'esito di alcune espe. rienze di inoculazion e del liquido delle vescicole di zoster in animali ·d a la.boratorio in cui alcuni autori ottennero lesion i che credettero di potere irtPntiftcare con le lesioni ottenutP sparimentalmente con l 'inoculazione del succo d ello vescicole del11lerpes febrilis e in cui credettero di trovare gli stessi elementi che in questi (Lng8r e Lauda). A parte la critica fatta da alcuni autori (Lipschutz) che in t ali casi si trattasse no11 di zoster autentico ma ·di un « herpes zosteriformis »; la obbiezione maggiore è quella che verte sul valore di ql1esti esiperimenti e specìalmente sul modo di interpretarli: l'esito di queste inoculazioni in cornea e sottodura con produzione di cheraf ite e .di ecenfalite · è lungi dall'e·ssere costante e d 'altra parte non è interpretato in modo univoco ·dai diversi autori. ·B astai e Busacca, le cui originali esperienze sul virus dell'h enpes febrilis sono -certo fra le migliori e le più accurate su questo argomento, notando di aver avuto in tre ca si di zoster con l'inoculazione del contenuto di vescicola in cornea e sottodnra a conigli ed a un ma-caco esito costantemente negativo si affermano recisamente dell'o1pinior1e che lo zoster « conserva ·di fronte all'erpete comune la sua .individualità clinica ed etiologica » ·e Do err notando che lo zoster affezione a localizzazion.e prevalentemente 1 cutanea in .p atologia umana, sperimentalmente n on si può riprodurre n€gli ~imaJi per inoculazione cutanea, con clude che la questione della trasmissibilità dello zosterv_irus non è per nulla risolta e non si conosce ancora nessun metodo sperimentale sicuro p er mettere in evidenza questo zostervirus. I

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IL POLICLINICO

·Clir1icarnente poi se si investigano i raipporti che passano tra zoster ed hel)pes febrilis essi ci appaiono ben lontani dal con fermare la conclusione di identificazione d€lle due affezioni. A parer nostro, l 'unica so miglianza fra le ctue forme è quella morfolog)ca, ed anatomo-patologica d ella. efflorescenza cutanea, ma con ta P, sornigiianza c0ntra:stano tutti gli altri caratteri ""1inici che sono completamente discordi e specialrnente la diversa localizzazion e che in uno è e~lusivam1 eI1te .dermot.ro~a. nell'altro n eurotro · pa, e la facilità a recidive ·dell'uno contrappo· sta alla rarità delle rccidiYe dell'altro che abbiamo visto essere interpretata come immunik'\. Concludendo noi 1pos·siarno affermare che non t=>5isto110 oggi argon1enti sicuri che permettano di ammettere con sicurezza l 'esistenza dello zoster essenziale, che ad ogni modo, se .esso esiste il s uo virus è completamente ignoto e verosimilmente non ha nulla a che fare nè col virus var icelloso nè col virus erpetico. 1

J

* ** Accanto a questo zoster essenziale la maggior parte degli Autori discute con rnaggiore o ininore intransigenza della esistenza di zoster sintomatici. Essi sono numerosi, quasi quanto lo sono le cause m orbigene <4ella patologia, ma noi 'n~ prenderemo in con siderazione soltanto alcuni, o perchè piu. frequenti, o perchè ipiù interes5anti, o perchè più noti a noi per esperienza perso11alr. Il primo da 1p rend€re in considerazione è 1o zoster nell 'e11cefalite, anche perchè 1a sua esistenza è stata da alcuni AA. discussa in rr1erito ad un su1Pposto rapiporto tra virus encefalico e viru 5 er.p etico. Dal punto di vista clinico sono stati descritti alcuni casi di encefalite con zoster e n ella l etteratura ne abbiamo potuti raccogliere 8 (1-2-3-4-5) uno ·dei 'quali, quello pubblicato da Medea, è stato da uno di noi 1p ersonalmente osservato a Novara. ILe ipotesi patogen etiche addotte a spie1

(1)

Souour.s. Zona dou)blc à la suite d'une en.-

cépfialite léthargique. Zona ou eruption zostertforme. Revue n eurologique, d écembr.e 1920, p. 1208. · (2) BEUTTER. Coincidence d' encéphalite myocloni.q ue et de zona. Société des scicn ces· médical.Ps de Sair1t-Etienne, 21 avril 1920. Loire médicale, mai 1920, pag. 232. (3) MOREL, J. 1'APJE et H. LABORDE. Encéphalite épidémique à type niyociontque consécutive à u·n zona. Société m édicale de Paris, 23 rnars 1923, pag. 493. (4) A. NETTER. Eruptions zostériennes dans l encép l ialile léthargique. Bull. et mém . .de la Société médicale des 116p., 30 juin 1922, •p ag. 1019. (5) J. ScHAFFIR. Encép halite léth.argìque et zona. Th èse d e Toulouse, 1922-23, n. 70. Fournier, editore. 1

[ANNO XXX II, F ASC ..:S\5]

gazione di questa coin cidenza sono s tate raccolte da Scha1'fir nella sua tesi e discusse ampiamente; la con.e lusione è che la spi egaziorte noo può essere univoca per tutti i casi: per alcuni si deve p ensare ad una coincidenza fortuita delle due affezioni con1e ad esempio il caso di Souques in cui lo zona comparve otto mesi dopo l'inizio dell'en-0efalite e. forse anche il caso di Morel. Tapie et Laborde, caso di encefalite m)oc·lon ica preceduta da zoster, comparsa in un ìnfermiere che proprio in quei giorni aveva curato un tubercolotico affetto da zona toracico. Ma· per gli é' ltri casi non esistono motivi p er pensare ad una semplice coesistenza ed è m olto più plau'3iùils nmmettere l' esistenza di un rapp orto tra le due affezioni. Le due ipoteis i che sono state e1nesse per spiegare tale meccanismo di dipendenza sono le stesse addotte in tutti i casi di zoster sintornatico e -cioè: di1pende lo zona in tali , casi dnlla • localizzazione r adicul o ganglionare d€l virus dcl l a malattia tossi-infettiva in questione (e quin di in qu esti casi del virus encefalitico) oppure questi diver si vir11s fts·sandosi nel gan glio rachideo 11on fanno altro che crearvi una condizione favorevole all'attecchimento e all'esaltam ento jn esso del virus zonatogeno? Appunto 1p erchè tale questione non è esclu·s iva dello zoster encefalite 1na è comune a tutti gli zoster si11tomatici 11oi ne rimandiamo la trattazione do'Po aver ricordato altri tipi di zoster sintom atici. ~ Tra di questi prenderemo ora in considerazìone lo zoster trau1natico. I casi raccolti n ella lettoratura relativi a zoster insorti in consegue11za ed in corrispondenza dei tranm.i più diversi ag-enti sull'asse cerebrospinale sono ormai numerosissimi e 1PP-r essi rimandiamo al recente e rompleto lavoro di Thibièrge (1) il quale conclude non potersi assolutamente mettere i!1 dubbio l'azione 1p atogena del traumatismo, e tra le diverse spiegazioni citate 1pro:pende .p er ammettere che il traumatismo po·s sa di per sè essere la causa totale ed esclusiva dell'affezione. In contrappo·s izione a questa concezion e sta quella che r itien e che il traumatismo altro non faccia che fissare nei gangli traumatizzati il yiru·s zonatogen o specifico. Tale contrasto d'o.p inion e lo troviam~ ancor a recentem.e11te nella discussione svoltasi n el 1924 (2) alla Gesellschaft fur Inn. Med. und Kinder-heil di Vienna tra Arnstein che Gazette des h6pitaux, 4 et 6 d écembre 1922, pag. 1552. (1) TH IERIÈHGE. S'ur l e zona traumatique.

(2) A. ARNSTEIN. Dernontration eines Falles von,

H erpes Zoster im Bereicf},e des X Dorsal~eg1ne·n_­ tes der sich im Anschlus.<> von einen gleichsetti. ge;,, Nieren,fork entwickelte. Geselloohaft fiir inn.

Med. und l{inderheilkunde. Seduta del;l'S maggio 1924.


[ ..t\NNO

XXXII, F ASC. 38]

SEZIONE PRATICA

1313

'

(

presentando un caso di zoster consecutivo ad 11n infarto renale, si manifestava favorevole a considerare lo zona come malattia dovuta ad uno zoster-virus specifico ed i traumatismi come fattori predisponenti e Luger che considera lo zoster come una sindrome avente tr'a le molte possibili eziologie anche quella traumatica. ~oi abbiamo osesrvato tre casi di zoster trau1natico: in uno si trattava di una bambina di 9 anni che il 24 dicembre 1922 fu travolta da una carrozza e riportò una vasta ecchimosi alla rr gione jpocondrica e gl11tea ' di sinistra. Dopo tr3 giorni corr1parve un tipico zoster in corrispon' denza dell'11° e 12° metamero dorsale di sinjstta e questo caso fu da uno. di noi citato e discusso come esempio di zoster n on varioelloso, 1poich~ • abitando questa bambina assieme a 150 ragazzi in un educatorio n essuno di questi presentò successivamente varicella. Il secon·do caso si rif e, risce ad un mugnaio di Tortona il quale. ess€ndo un giorno caduto con u11 sacco in spalla, riportò una contusione alla r egione lombare ~er ct1i fu ricoverato in Ospedale. Il giorno successivo alla caduta cominciò a lamentare dolori nevralgici all'cmitorace destro ed ivi, in. seguito, i11 corritSpondenza al 90 e 10<> m etamero ò orsal e :;i ebbe l'insorgenza di uno zoster. 11 terzo caso, sul quale invero perrn~11e il ·dubbio se si tratti di zoster traumatico o tossico · si riferisce ad un individuo luetico il quale in seguito ::td una iniezione di calomelano ebbe un'am.1pia efflorescenza di zoster a localizzazi.one lombo addominale. Noi riferiamo qui questo r.aso perchè crediamo che sia in esso da escludere l'influenza ·della lue p er l'essenza di ogni sinto1no di lesioni nervose, trattandosi di un'infezione sifilitica recente nel periodo di seconda incubazione e perchè iparimenti crediamo sia da escludere l'influenza del fattore tossico del mercurio , essendo lo zoster insorto il giorno succ~ssivo al1'iniezione, prima ieioè ·dell'inizio dell'as'sorb.j 1oento del calomelano. Entrando neJ campo degli zoster attribuiti. a malattie tossi-infettive, ci troviamo di front8 :;;td un gran numero di intossicazioni (alcool; oss)do cli carbonio, m orfina, 1piombo, mercurio, arsenobenzolo, bi·smuto, uremi.a) di malattie infettive acute e croniche (parotite, polmonite, pertosse, corea, reumatismo, sifilide, tubercolosi, ecc.) che dai diversi autori sono state messe in rap·p orto con l'insorgere ·di contemporanei zoster. ~Dei r~p­ portì tra zoster e sifilide, uno di noi ha trattato esaurientemente in un lavoro di contributo personale e di discussione critica riferendosi a 6 casi di ooster comparsi in luetici. Rimandando ad esso per tutto ciò che riguarda Ja letteratura

e le diverse ipotesi patogenetiche, qui i·icor·derem.o .soltanto come in esso, a conferma dei già notati ra1pJporti tra localizzazione nervosa della Iue e insorgen za di zoster si i1ota come in tutti ~ sei casi di zoster in luetici esistevano manife:. stazioni n ervose (meni11gite sifilitica secondaria, tabe, paralisi .p rogressiva) diag11osticate sia ò ~l punto di vista clinico che dall'esan1e del liquido cefalo-rachi·diano, come in tutti qu-esti casi l'eruzione zosteriana corrispondesse o all'iniziarsi della sintomatologia nervosa, o ad un esacerbarsi di .essa ed è a11zi riferito un caso d i zoster recidivante in cui il r~eter si in sede di vr.rsa dell'eruzione ft1 accompagnato dal riappa.rire cli sintomi cerebro-Stpinuli che erano già scomparsi in consegue11za dell a terapia specific a. Le r elazioni esjstenti tra zoster e tubercolosi sono meno n ote e m.eno a1nmesse di quelle tra zoster e sifilide e l'opinione che un certo num ero e, per alcuni autori, un gran nnmrro degli zoster a1pparentemente essenziali dipend.è da una infezione tubercolare più o m.eno latente è rimasta lirnitata ad alcune scuole 1prevalenten1ente fran cesi. In particolare sono da prendere in considerazione i lavori di Barbier, di Loeper, di fiougelet i quali studiarono le relazioni tra zo ster ed episodi 1neningei tran·s itori e curabil i nei fa11ciulli e n egli adolescenti tubercolotici. Gougelet, in ·u na tesi ispirata da Barbier, ·Mauriac e SchinFizi n elJa sna tesi i spirata da Mauriac, studiavano più a fondo questi r ap,p.orti svolgendo il eone.etto che nei tubercolotici lo zona è frequente ed è forse dovuto ad una localizzazione di me11i11go-radicu1o-ganglio1nite specifica quale espressione di una particolare localizzazion e di unn. i11eningite tubercola.re a placche (1). Noi non abbiamo esperienza personale su que" sti pretesi rap1porti, tra zoster reazioni meni1tgee curabili e meningite tubercolare vera e pro.pria. 1

(1) H. BARBIER et C. LIAN. L e zona accident tuberculeux séconda·i re

cliniquement TJrimitif. Progrès médical, n. 30, 29 j uillet 1911. ìVl. LoEPER. Ganglio-radic·u lite zostérienne tube1 c1tle1Lse . Progrès médical, n. 30, 29 juillet 1911.

I-I.

BARRIER

et J.

ou

GoUGELET.

Des épisodes mé-

curabl~s . Archives de rnédecine des enfants, n. 4, t. XV, avril 1912, p . 241.

riingés tubercu.zeu.z

Zona irilercostal croisé consécutif a une pleu.résie tuberculeuse avec épanserrient. SCHRETBER.

Archive ·de médecine d ens ·enfants, 1922, juin, n. 6. De s épisOdes méningés tUblr~ cu leux curables ch.ez l es enfants. Thèse de Paris, JEAN

GOUGELET.

1911 , J o uve, éd. lJ:tats 1nénirigés curables ly1n.phocytose rachidienries de cause indéter-

SABATINO

à

8-cHI NAZI.

1

·1nirié. 1'hèse de Bordeaux, 1918-10, n. 48, Ceronde, editore.


I

1314

11 POLICLINICO

Abbiamo bensì potuto osservare qualcl1e caso di zoster comparso in tuoercolotici ar?.ulti con lesioni polmonari evolutive, ma non abbinino mai osservato nei nostri casi un'evoluzione simile a quella esposta da tBarhier e Gougelet e dobbiamo perciò essere personalme11te molto prudenti circa le relazioni tra zoster e tubercolosi. Conclude11do, noi osserviamo questo fatto: cl1e nel le inf ezion1 e n elle intossicazio11i sia acute ch e croniche si può notare la prese11za di zoster e che, questo zoster è molte volte in rOJpporto con lesioni meningee: infatti sia nella sifilide abbinino notato la frequenza per r1on dire la costa11za di lesioni meningo-nervose nei malati che 1pre·senta110 zoster, sia nei tubercolotici 'lo zoster rpar~ accompagnare o precedere non cli rado una localizzazione specifica meningea più o meno diffusa, più o rneno graYe. Ciò è di facile ~ie­ gazione: lo zoster è anatomicamente una lesio11e del ganglio spinale e per i rapporti anato1nic1 di questo con le meningi è logico: 1) che nello zoster esista una reazione n1t ningea che se n on si traduce clinicamente (c iò che si spiega facilmente ·poicl1è i cosi detti sintorr1i clinici meningei non sono dovuti alle lesioni 1ne11ingee in sè ma alle lesioni .p arenchimatose sottostanti, e si:pecialrnente alle lesi on.i corti cali dell'encefalo e alle lesioni radicolari dei nervi spinali) si manifesta con la quasi costante modificazione deì liquor; 2) che nel corso di una m en ingite sifiliti ca possa essere leso dal processo sifilitico stess1J, specialmente durante una sua recrudescenza , u11 gr1.nglio spinale e quindj 1possn apparire uno zoster; 3) che in un tubercolotico si pos. a avere una ganglio-radicolite tu·b ercolare . la quale ir1 qualche caso pu..ò, esten dendosi, deter1ninare una rneningite tubercolare diffusa. Ma il punto invece su cui veram.er1te si dibatte la questione e su cui dobbiamo soffer1uarci è quello relativo all'entità di questi zoster così detti sintomatici. Esiste uno zoster essenziale? e se si ammette questo, nei così detti zoster sintomatici (traumatici, luetici, ec-c.) si tratta di. u11a lesione direttamente traumatica, lueti.ca, ecc., del ganglio spir1ale o non si tratta piuttosto serr1pre di una localizzazione dell'ignoto virus specifico dello zoster esoon;ziale, il qu:ilc sareboe chiamato sul ganglio spinale dal trau1n a , dalla sifilide n ervosa, o dalle altre azioni to ssi-i~et­ tive le quali agirebber o come fattore_ prertisponente? Tale questione ha sempre presentato e presen-. ta tutt'ora delle difficoltà tali da non 1potier rispond ere ad esse con sicurezza. Oggi si nota uIJa 1-

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tendenza a tentare di risolvere il problema dal punto di vista biologico. Noi abbiamo già antecedentemente discusso il valore di queste ricerche sui virus erpetici e davanti ai risultati così discordi dei diversi sperimentatori, ognuno dei quali è convinto di avere egli solo trovato il \•irus enpetico, noi non crediamo che queste ricerche estese al virus zonatogeno abbiano finora risolta la questione della 11atura dello zoster: accar1to a questa a1nbiguità e dubbiezza dei 1·e1perti sperimentali ci pare che molto più probativi siano i reperti clinici e le in·dubbie co nstastazioni dei diversi tipi di zoster sintomatici a cui abbiamo accen11ato. Lo zoster varicelJoso in ispecie ha il vantaggio di offrire una siperimentazione umana. molto più convincente della sperirn.entazione su animalL Esso ci dimostra ~hr un certo numero di zoster sono varicellos i, dipendono cioè dalla localizzazione sul ganglio spinale del virl1s {lella ,·aricclla, ed i nostri casi J1anno contribuito a mettere ciò in evidenza; m a altri casi dimostrano in modo parimenti indubbio che esistono degli zo.ster non varicellosi. Ora negli altri casi di zoster in cui esiste un raipporto cronologico e topografico diretto tra trau1nn.tisn10 e zoster, tra localizzazione nervosa della sifilide e zoster, tra encefalite epidemica e zoster, perchè nor1 1possiamo noi ammettere un'azione egualmente di questi fattori (trauma, sifilide, encefaliteì sui gangli spina li? Percllè il ganglio spinale dovrebbe avere in rp·atologia u1nana la prel"ogati \'a · di una morbilità così unjvoca, da poter ammalare solo quando sia leso da un unico virus specifico? Percl1è non ammettere che eoso po~sa reagire con una reazione morfologicam ente e clini carr1 ent~ se1npre uguale alle più svariate lesioni? Noi vorremmo paragonare }{) zoster alla paralisi facciale periferica; anch'essa è una sindr ome clinjca sempre uguale com·e ::;intomatologia ma che riconosce eziologican1en te cause diversissime di1pendendo da qualsiasi l~sio­ ne che agisce sul ganglio o sul nervo sia essa reurnatica o sifilitica, tumorale o traumatica. Con ciò noi non vogliamo escludere la .possi- • bilità dell'esistenza di alcuni fattori prediS:ponenti, generici o specifici, i quali attraverso un'azione o sul si.ste1na nervoso generale, o s11l siste1na nervoso simpatico o direttamente sui gang·li spinali favoriscono il localizzarsi su questi dell e diverse cause da cui può dipendere l'eruzione zosteriar1a . A tale proposito t1no di noi ha già messo j n evidenza nej casi pubblicati di zoster varicelloso, questa 1predisposizione, osservando come nei suoi tre casi, in uno esisteva una cor ea, nel secondo una le.sione simpatica tradu centesi in una te-

..


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leangectasia vas01paralit ica. sistemn.tizzata .prOiprio jn corrispondenza ai metameri dove poi doveva comparire lo zoster, n el terzo una sindrome en· terocolitica da squilibrio vago-simpatico. Ma noi riteniamo che tale ruolo predisponente non debba estendersi come vogliono alcuni autori far ritenere che lo zoster sia sempre un'affezione essenziale specifica e che le lesioni e le malattie coesistenti altro non siano che se1nplici fattori predisponenti; noi riteniamo che accanto allo zoster essenziale s ulla cui esistenza e sulla cui frequenza non si può ancora nulla affermare di preciso, esistano degli zoster sintomatici dovuti a tutte le cause traumatiche tossiche o infettive che possono ledere i1 ganglio spinale. Noi abbiamo finito , e 1per difenderci, a chi vorrà obiettare a noi l 'esagerato concetto clinico che guida queste nostre considerazioni, risponderemo citando quanto a tale proposito dicono i fondatori dello studio anatomico dello Zoster. Head e Campbell, i quali affermano che le mod1t1cazio11i istologiche da essi riscontrate nei gangli no11 hanno nullo. di specifico, ma rivestono i .«arattcri d1 un'affezione infiammatoria ·b anale. BIBLIOGRAFIA. L·amplissirna l etteratura sopra la parte clinica d ello zoster si può trovare in gran part.e riass untn. nej nostri laYori: F'o1~~ ARA

Con.tributo alla questione dei rapporti tra Herr:es Zoster e var1ce iia. Gazzetta degli Os!{>cdali e delle Cliniche, 20 aprile 1924, ,p . 263. P. FORNAl~A. Cons·l derazioni sui rapporti tra H erpes zoster e varicella. Rinascenza Medica, 15 mag, gio 1925. M. ARTO:NL L'Herp es Zoster dei s'ifi,lilici. Gi ornale Italiano di derrnatologia e sifilologia, 1925, n. 3. e

AnTO:YI.

Per le ricerche sul virus erpetici e in partic ')lare sul .virus zonatogeno: R. DoERn. Erg ebriisse der neueren ea,'Perimentellcn, Forschungen uber die Aetiologie d es Herpes s·imple~T und des Zoster. Zentra1blatt fur Hautund Gescl1Jechtskra11kheiten , 1924-1925, Bd. XIII, H. 9, Bd. xv, H. 1/2-3/4-5/6, l3d. XVI, H. 8/9. 1

Id

In1portantissima. pubblicazione: Prof. LU ICI CONCETTI . \

L' I G I E NE DEL BA MB IN O Terza ed.izti:one diai-1 Prof. TULLIO

aggliornatia. già Aiuto della R

Un voJ.ume in-160 di

1315

SEZLONF. PRATTCA

L UZZ.ATTI Cliruca P~i.·atrica di Roma.

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nitidamente .ertam· della fotograf.i.~ del . . . . p-0Stal1 d1 sp-ed1z1one. 1n porto franoo. LUIGI POZZI, V.ia

OSSERVAZIONI CLINICHE. S. GIOVANNI I N L ATERANO - R OMA. REP. CHIRURGICO diretto dal prof. CESARE ANTONUCCJ . O S PEDALE DI

Frattura diacondiloidea dell'omero sinistro con spostamento non comune del fram· mento 1pier

j}

dott.

ALFREDO CELIBERTI,

assistente.

La radiografia ha •p otentemente rischiarato i1 ca. pitolo .ctelle fratture dell'estremità inferiore dell'omero mostra:ndo l'estrema rarità d'un gr.a n numero di varietà di frattur e che u n a volta ingombravano i trattatj classici. Dalle statistiche addizionate di Ju det, Kocher, Oestot P Trèves, risulta che su 511 fr attu re del gom ito 214 sono rruppresentate dall e sopracondiloidee, 128 da quelle del condilo esterno, 89 da frattu re • d ell' epi troclea. Vengono poi le fratture rare; quelle a T che n on si osservano quasi mai presso il fan ciullo, raramente nell'adulto; indi le fratture del condilo in' ter110 - due Gasi in tutto - e gli scollamenti e1p ifisari che occupano un posto un poco più irnjpOrtante d elle precedenti - 13 casi. L'arnmalata caduta sotto la nostra osservazione ha presentato appunto una di queste fratture non co rn uni dell'estremità inferiore dell'omero sinistro. Ma più che la rarità della frattura ha richiarnato la nostra. attenzione lo spoc;tamento del frammento non registrato sia nei trattati che nelle rivis te che ho potuto consultare. Abbiamo credu to pcrriò opportuno segnalarlo agli st;ndiosi.

* ** Co rne ·si potrà notare dalle radiografie annesse e dalla cartella clinica, che !J ! u .;;:;otto r iporto, la no· stra inferma ha avuto una tipi~a frattura diacon. diloidea - frattura diacondiloidea dj· Kocker designata da Tanton come « scollame~to condilotrocleare, scollamento subtuberositario o disgiu11zione epifisaria intraarticolare ». Qualunque sia il n ome che a questa varietà di frattura voglia darsi (anche Tanton ammette trattarsi più che di uno scollamento ql1asi sempre di frattura) è stabilito che la linea di rottura traversa i condili dell'omero lungo la cartilagine di accrescin1ento o dove questa esisteva, al disotto degli epicondilj, un 1p o' obliqua (1) dall'alto in bass~ e da fuori jn dentro e termina all'indentro a livello del cono diaftsario che li s.epara dall'epitrocl ea. {11 secondo KOCI{ER 1a linea di fr. è n~ttamenle trasYersale; secondo TANTON è m olto 0bl1qua.


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IL POLI.CLINICO

W. Smitt ha descritto questa varietà di frattura n el 1850. Farnbeuf e Kocker l'hanno studiata e ne hanno delucidato il meccanismo. Poland ne ri.p or. ta sei ca si; Broca sei .d i cui uno con reperto operatorio. Secondo Tanton si osserva prevalentem ente di.I i 12 ai 15 anni. La nostra paz1ente ne avrva invece 18 compiti. Boulgakoff l1a racco lto 7 osservnzioni presso fanciulli di 4, 6 e 7 anni. Non mi ferm erò ad illustrare i meccanismi che possono provocare simile lesio·n e - caduta sul g omito fl es50 art a ngolo a cuto; urto trasmesso dal radio dav::tnt ! in dietro alla massa condiloide a esterna in una caduta sulla p alma nell::t rna110; o,ppure cornbinazio . n e dei d ue meccanism i -, nè stimo opportt1 n o riportare l'anatomia patologica d ella lesion e e .p rendere in esam i? le possibili co1nbinazioni con altre les io11i con comit anti. Qualsiasi spostamento d el framm ento può mél nca r e o qu a ndo esiste 1p er lo più è posteriore e si compi e con un 1r1ovimento di cern ier a sul s 11 0 bordo p osteri ore. Qu esto m ovjmento può essere tnle ch e Ja faccia posteriore d el frammento ,Ji Y ien e or izzontale (Braca ). Smitt ha vi C)to il fr :1n11nento trasp ortato in totalità in di etro. F o\vl er avrebbe osservato uno spostamento d ell' epifi ~ i in ava nti, .p erò in uno scol la1nento tota le drll 'e1piflsi omeral e inferi ore. Nella n ostra ammalata si è v erificato invece uno spostamento anteriore e verticale del fra mm ento con la superficie di frattura addossata a1Ja fac:cia a nt ~rior e dell'estremità inferiore .d el l'om ero. Nella storia clinica, n elle _radiografi e e nel r eperto operatorio si troveranno gli altri dati riferibili alla n ostra ammalata.

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XXXII,

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38}

Attualmente - 1° gennaio 1925 - accusa dolori spontanei al gomito sinistro e impossibilità del 1novimenti nell'articolazione 1esa. E. O.: 1° gennai o 1925. Condizioni generali discrete. Lieve cianosi delJe labbra, modica dispnea nel decubito orizzontale. APP. respiratorio, nulla di notevole. App. circolatorio. Punta nel quinto Stpazio sull'eu1iclaveare. Il cu or e deborda a d-estra dello sterno di circa m ezzo cent. Sulla 1p a rasternale di sinis tra i ·ottusità cardiaca raggiun&e il 20 51pazio. Fremito 1presistolico s istolico sulla punta e sul centrum cordis. All'ascoltazi on e s ulla punta ru1

\

1

Entrata il 1° ·g ennaio 1925. F. G., di anni 18, contadina, non mar itata. Ge11ito~·i sani. Un fratello è morto in gu erra; una sorella è n1 orta ·p er scarlattina n el 1924. Mestruata a 13 anni. P erdite periodich e sempre r eg olari: dura110 3-4· giorni, n on abbondanti. /\ sei a. scarlattina e n efrite. A tredici a. , nel 1920, reuma tismo articolare acuto ·p ersistente attraver so le ri cadute per circa quattro inesi. Nei primi tre mesi d ella malattia non fece cure diafore tiche; indi con1inciò a prendere preparati sal icilici e migliorò rapi.damente. Il G dicembre 1924 è caduta da un albero da circa due metri di a ltezza battendo col gomito s jr1istro fJ esso al s-uolo. Ebbe subito go•n fiore del1'articolazione accom1pagnato da dolori intensi per dieci giorni. Non è stata 1più in condizioni di co1npiere con l'arto leso alcun movimento spontaneo. 1Non si è fatta mai visitare .d a medici. Si affidò ad una comare del paese che per cinque giorni le f ere pennellazioni di tintura di iodio e applicazioni topich e di chiari d'uova. Ko11 nol ando migll o·r am ento si è fatta accompagna.r e a Roma.

F1G . 1. - Ra.di·ografia gomito sin. prÌllila dell ' i11terYento. Il fra1nmento con<lilo-tr-0cle.are è situato ant.eriormente all'epi fi~i inferiore dell'omero, condilo in alto, troclea in ba&~o.

more di soffio sistolico dias tolico co11 cres~ertdo presistolico ch e si p r opaga all'ascella e sugli altri fo colai dov.e tutta via è m en o a ccentuato. Sulla polmonàre primo tono soffiante, secondo forte, a volte sdoppiato. Azione cardiaca irregolare p er extrasistoli. Po1so 104 al minuto - aritmico p er extrasistoli, a pressione piuttosto bassa. Addome trattabile. Fegato. Margine sup. IV spa·zi'o; non deborda ·d all'arcata. Milza: non si ·p alpa. Apparato locomotore . .L\rti superiori. A~vam1braccio sinistro, in flessione sul braccio a circa 90 g. I1npossibili i movimenti sipontanei di fles5ione e ·di e$tensione dell'avambraccio sinistro . sul b_raccio, tranne per un'ampiezza molto limitata. I movimenti di pronazione e supinazione


(ANNO XXXII. r"'.i\Sc. 38 J

SE? IONE 11 HAIJCA

si corn1pio110 i101'n1a l1n e11te e n o11 sòr1 0 dolorosi. Movimenti anorinali di lateralità p ossi bili e dolorosi. Il gomito sini stro è l egger1nent e tu.rnefatto in toto. Sulla cute d ella r eg·ion c intern a del braccio,

..

~.,IG .

2. -

Il frammento condilo-trocleare a&por-

tato.

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~· •

:r .

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..

1317

estremità inferiore dell'omero. A. causa della turnefa.zio11e del gomito e della posizione obbligata dell'avambraccio t1on è possibile ~aragonare i rapporti intercorrenti tra arp ice dell'olecrano, epitro . clea ed eipincondilò di un lato con quelli dell'altro lato. La _p ressione riesce dolorosa s ulle facci.e laterali ùel gomito. Misurazioni. Arti superiori. Ll).nghezza: Acromion apofisi stiloide del radio: a sin. cm. 51; a dest. cm. 52. Lunghezza: Acromi on olecrano: a s in. cm. 27; a d est. crn. 28. Lunghezza: Olecrano apofisi stilo ide del rad i o : a sin. cm. 24; a .d est. crn. 24. Radiografia gornito sinistro (vedi riproduzione delle lastr e). Op erazione : pro·f. ANTONUCCI, 5 gennaio 1925. Anestesia d€1 plesso brachiale sinistro, metodo so1praclavicolare: non sufficiente. Narcosi eterea regolare, incisione medialmente al rilievo d el bicipit e, alla piega del gomito. Si entra nella loggia muscolare anteriore. 1Sipo.stando il fascio neuro-vascolare e i muscoli si scopre il frammento osseo il quale risulta essere omerale (condilo e troclea) completamente distaccato, spostato in avanti in senso longitudinale, condilo in alto e troclea in basso. Detto frammento aderisce alla faccia anteriore dell'omero per neoformazioni os see. Esso è conte11uto in parte nella capsula articolar e e in parte in uno scollamento periosteo della faccia anteriore dell'omero che si aprono. Lo si distacca con lo scalpello e lo si aSlporta; la u eoartrosi è iperfetta; la estensione e la flessione si compiono adesso nor.inalmente. Riposizione dei mu scoli, chiusura della loggia aponeurotica in catgut, cute in catg ut. Fasciatura semplice. Otto giorni dopo l'intervento venivano iniziati i 111assaggi a ll'a rto sup. sin. e i movimenti sia attivi che passivi dell'articolazione del gomito sin-istro. A. fin e genna io 1920, a 26 giorni di distanza daJ.ì ' opera zione, la paziente era dimessa dal re1parto in condizioni dì poter compiere la flessione e l'estensione dell'avambraccio quasi come normalmente. I movimenti di lateralità erano scomparsi. Anche l 'esame radiografico eseguito un giorno prima cp.e fosse dimessa dall' ospedale dimostra che l ' estremità inferiore dell'omero sinistro s'è rimodellata ripetendo nell a sua linea a r ticolare le immagini del condilo e d ella troclea. Roma, febbraio 1925. BlllLIOGRAFIA.

Chirurgie i nfantile, G. Steinheil, Pa. ris, 1914. (2) Chi rurgia degli org an i d'l mo-uimento. Ann. dal 1917 al 1924. (3) FowLER. Brooklyn s urg. Jour. , 1898, cit. in (1) BROCA.

3. - R-R{liografia gomito sin., .a 26 gi orni <lall'intervent o. P osizione laterale. F1G.

1

nel terzo inferior e eccl1imos i i11 via di r egressione. Palpando n ella faccia anterior e dell ' a rticolaziorLe del gomito sini stro s i n ot a una tu1n efazion e .della grandezza di una noce disposta con il d ia1netro ruagai ore i11 sen so vertical e a superficie un po: o ' irregolare, dura e ch e sembra faccia parte della

TANTON.

(4) Encyclopédie internationale de Chifrurgie, IV vol. Os et articuiations. Baillières, Paris, 1885. (5) KOCKER. Les fractures de l'Humérus et du Fémur tradui t de l"Allemand par le dr. L. Senn. F. Alcan, Paris, 1904. (6) JUDET. Trai té des fra ctures d es membres. Maloine, Paris, 1913.


1318

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l1

POLICl.L~

ICu

(7) LAMBOITE. Chirilrgie opératotre des fractures . lungo gli arti inferiori. Sollevata la camicia sl Masson, Paris, 1913. accorse che un'ansa intestinale fuoriuscita dal (8) LEw1s A., STIMSON. A praticai treatise on Fra csacco , le giaceva in gre1nbo. 1D a ' vicini accorsi fu tures and dislocations. Lea & Febiger, New prontamente chia1nato il .p rof. Franchini, che alla York & Philadelphia. visita d 'urgenza riscontrò la lacerazione del fon(9) A. MoucHET. Chirurgie réparatrice et ortopédido del sacco erniario con fuoriuscita di un'ansa que. Masson, Paris, 1920. d el tenue, già arrossata, con segni di flogosi at(10) SPEED. Fractures and dislocations. Lea & Fetiva d el peritoneo ·di rivestimento. biger, New York-P·h iladelphia. Provveduto alla mieglio con una medicatura di •11) TANION. Fractures. Fractures en général. Frac- , protezione viene trasiportata l'inferma in ospedale tures du membre supérieur. Baillière, Paris, dove si constatò che l'ansa del tenue fuoriuscita 1915. corninciav~ a mostrare delle str1ature di essudati (12) TESTUT-JACOB. An.. Topografica. V. II, U.T.E.T. , ftbrinosi, segno evidente che si era già sto.bi lita una infezione dell'ansa. 1922. Pratir,ate rlue incisioni laterali sulla breccia spo11tanea1ncnte formatasi nel sacco, si provvide OSPEDALE .CTVILE DI SANT'.~RCANGELO DI ROMAGNA ad u na buona detersione delle anse dell'intestino SEZIONE CHIRURGICA e dell'estren10 inferiore del sacco erniario 8-\perto, rinunciando a qualsiasi tentativo di riduzione in ù1retta dal 1p rof. ACHILLE FRANCHlNl . massa dell'ernia nella cavità ad·dominale e prov' soltanto a ricollocare l'ansa fuoriuscita Caso di rottura spontanea di voluminoso vedendo r1ella sua posizio11e. sacco erniario crurale con fuoriuscita Per contenervela fu necessaria una breve sutura a borsa di tabacco comprendente gli involudi anse intestinali. cri del sacco, n on senza . porre un drenaggio dì garza al iodoformio le cui estremità furono laDott. PASCUCCJ FERRANTE, a ssistente. • sciate fuoriuscire dall'a1pice del sacco rico stituito . n mattino successivo si ebbe un tentativo di p~~ L'i11tpresse della presente comunicazione deriva ritonite generale: la temperatura salì a 38.8, il non solo dalla rarità dell'evenienza della rottura polso divenne piccolo e frequente, l'addome teso, sa>ontanea del sacco erniario, ma credo dalla unisi ebbe singhiozzo e vomito. In seconda giornata, cità del caso: infatti, per quante ricerchr- 3bbia pur 1p ermanendo , .questi fatti si attenuarono ed in trrza giornata la temperatura scende a 37.2 al fatto nella l etteratura riguardante la patolcgi a mattino e 38 alla sera, il vomito è cessato, il ùell'ernia, non mi è stato possibile trovare menpolso è più valido e meno frequente, l'addom.e trattabile. Si ipuò ormai considerare scomparso il zione di un caso si1ni1e; nè alcuna indicazione ho pericolo di una peritonite generalizzata quantunpotuto avere da quant1 sono stati da me in proque fra la cute ·del tumore erniario ed il peritoposito interrogati. n eo del sacco si sia fatto strada un !Processo sup1p urativo tale da rendere necessarie alcune inciSi tratta di certa .p . lVlaria, di anni 83, di San- sioni raggiate per dare esito all'a?~ondant.e pus. tarcg 11gelo, nubile, rr1endicante. Di notevole n el- Si aJpplicano drenaggi di garza. io~o~orm1ca ed l'anamnesi è da rilevare il fatto che il 3 giugno impacchi alcool-fenicati. In ~o g1?rn1 ~1 processo 1914 veniva ricoverata in os.pedale con diagnosi suppl1rativo è spento e le ferite s1 lasciano lentadi ernia crurale destra strozzata. Tre gjorni prjme11te cicatrizzare. ma era stata colta da una violenta colica intestiUn successivo intervento operatorio radicale nale con vomito insistente divenuto fecaloide. viene sconsigliato dal fatto che ormai cute, jpeDal prof. Franchini fu praticata l'erniotomia col ritoneo del sacco ed anse intestinali ivi contenute metodo Novaro e fu 11ecessaria la resezione di 25 for1nano tutto un blocco aderente, assolutamente cm. di 1ntestino cancrenato coi1 s1.iccessiva entcirriducibile. Si consiglia una fascia contentiva, rorafia termino-terminal e. Si ebbe guarigione per fiduciosi che questa in una con le aderenze conseconda e la paziente uscì dall 'os,p edale dopo cirtratte sia baTriera st1ftlciente al ripetersi del fatto ea 20 giorni coma:i,l etamente ristabilita. che abbiamo dovuto lamentare. Successivamente, e il quando non ho 11>otuto sta~ bilire, l'ernia r ecidivò. Dapprim a comparve sulla Per irovare ora la determina11te della rottura linea di cicatrice una intumescenza riducibile delspontanea del sacco mi pare che nel caso attuale la grossezza di una noce, dopo qualche ternpo a lato di questa un'altra n-e comparve irriducici s i debba necessariamente r iferire alle condi· bile, poi queste due intumescenze confluirono, 1a zioni anatomiche locali · della paziente. Nel noporta d 'ernia andò gradatamente aumentando fi!lo stro caso infatti si tratta di ernia crurale vo1ua determinare la formazion e di un t111r1ore ern1aminosa recidivata jn una donna dj 83 aJ1ni con rio di notevole volume. Da q11alche anno la paziente si trovava in que~ tess11ti quir1di già di 1per se stessi di scarsissima ste condizioni senza risentire disturbi degni d1 resistenza. Il nuovo sacco, rotta la barriera chi11ota q11ando la sera del 19 febbraio c. a . mentre, delrn.poneurosj del pettineo suturato alrurO'ica o . seduta sulla sponda ·del letto, si spogliava 1per l'arcata di Poupart, ha; sotto la spinta dei vicoricarsi, improvvisamente senza avverti1'e a1cu11 dolore senza la determinante di alcuno sforzo sceri addominali, in un 1primo temipo, allargata aippre~zabile (non ricorda nem:neno di aver tosper quanto era possi.bi1e la porta d'ernia, p ~i sito) avvertì uno scatto in corrispondenza del tun ecessarin.1nente la pressione ha dov11to eserc1more erniario ·ea un senso di fr eddo e di bagnato I


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1319

SEZ IONE PRATICA

tarsi sui tessuti anti c:-ta11ti all 'apice del :::aeco, tess11ti cl1e in questo caso cra110 rappre~nntati {lalla sola cute, dovendosi, credo, escluder.e artche l'aponeurosi superficiale per il fatto ~he durante il primo intervento operatorio per necessità nor1 era stata aJOSSibile !a completa sutura. La cute stessa in q11esto punto era rapprese11tata da un tessuto di cicatrice che sappiamo molto T!'eno resistente del normale. La continua e se111pre più torte .p ressione su questo tratto aveya determinato un assottigliamento tale d ell'apice- del sacco e del tessuto cicatriziale a11tistante, che direi quasi ' 'elamentoso, cosicchè in un m1oment.o di maggior 1pressione, provocato forse da un movimento di flession e del tronco che ha impedito di rientrare nell'addome alle anse intestinali contenute nel sacco, questi è scop!J)iato. Sant 'Arcanp:elo di Rom :if:,rnn. giugno 1925.

breve volger di anni s1 e venuto accuml1lan lo una quantità enor1ne di notizie, di dati, di osservazioni e di ri r.ercl1e. f : UP. campo nuovo eh.e viene giornalmente investigato ed esplorato e or1nai un buon nnrnero di conoscenze su questo ultramicrobo sono ben eh i ari te, u.ccertate e confermate. D'Jlérell e sin dal 1921 aveva riunito in un l11teressantissimo volum e (Le nactériopha.qe: son rolc dans l'i1n1n,unité. l\t1asson , Paris , 1921 ) tutte le conoscenze acquisite sin da allora sull'argon1ento, c11i seguì nel 1922 la traduzione tedesca d el Pfrejmbter, Sell e Pistonus. Rigobello nel 1923 ba pubblieato un bel volnm r.· (I l JJalteriofago. Pavia, Tip. Cooperativa, 1923) critico e speri1nentale ove sono d-escritte e doc•.~­ mentate le ricerche ch e ques1o autore ha eseguite 1n pro1p osito. Di questi giorni è usci to un volumP di Panl I-Iauduroy, del quale sono ben n oti i lavori sulla N. B. - Q11esta nota è stata comunicata nella lisi 1nicrobica trasmissibile in serie, che riasstlmP seduta del 10 maggio 1925 della Società Medico' Chirurg1ca Romagnola in Faenza. in maniera piar1a e precisa tutto ciò cl1e sino ad oggi è stato fatto Slll batteriofago . Il volume dal titolo Le Bactériophage de D 'Iiérelle, edito da.lJa QUESTIONI DEL GIORNO. « I.ibrairie J,e François », Paris, 1925, è presentat) agli stu·diosi con una suggestiva prefnzione d el I }Jrof. Bezançon. Sul Batteriofago di D'Hérel1e. Paul Hauduroy ha saputo sintetizzare egrcgiaDott. A. ALESSANDRINI. 1nentr e co11 rr1ano maestra in n on molte p<.lginc r.utto quar110 è stato d etto e scritto sino a,d •)gb'i \\'€rner von Siemens nel 1891 aveva prospettata sul batteriofago, per cui il l ettore oltre a farsi la p11ssjbilità che i germi patogeni potessero esser 11na. idea ben chiara in che consista la lisi batsoggetti a turbe infettive che non solo ostacolano teriofagi ca è m esso rapidamentr al corrente della il loro s''iluppo, ma che li distruggono. questione. Queste turbe infettive, secondo Werner von Sic· l.' a u~ore, dopo aver fatta la storia della scornens, sarebbPro .p rovocate da esseri viventi u.: dimensioni 11ltra1nicroscopiche che parassi terebhe- 1perta d ella lisi. trasmissibile in s·erie, descrive con n1olti det.tagJi il fenomeno di D'Hérelle e le proro i microbi visibili. Questa j1potesi rimase isolata e f11 rite11uta una eresia perchè parve allora para- prietà del batteriofago. Di poi passa allo discussione dell a nat11ra del princi1pio litico, vener1do dos.5ale e assurdo ammettere che nei 1nirrobi, come negli organismi c;L11p,eriori, si potesse par- alla ·~011rlusione che l'unica ipotesi sostenibile è quP.lla ghl en1essa e sostenuta da D'Hérell·e, cl1e lare di n1al:1ttie contagiose! si tl'att i cioè di ur1 ultra.microbo paras:-:i ta dP,i Ebben e, la scoperta fatta da D'Hf! r elle n el 1917 rnicrobL del battertofago, la c1ual e si può a buo.n ùjritL,· Un capitolo molto i1nportante è quello in cui ritenere la più importante n el campo ctelln. microl>iclogia contem1poran·ea, non fa che confer111are l 'I-Innd 1rroy tratta d ell e ap1p licazionj terapeuti elle del batteriofago nelle malattie infettive deJl'uotnu quanl.o a ve,;a supposto \Verner von Siemen~. e deg-li animali e i ri sultati ottenuti che sono i11 Il batteriofago è un 111tramicrobo che al.t acca rno !ti casi brillantissirni. gl.!rmi vivi; esso si com1porta corne l 'agente di A qur.sto pro1posito sia lecito ric.:ordare chP. Jo una malattia trasmiss ibile e co11tagit,sa dei n1 iseri\·ente e il ·dott. Doria sono stati i primi in crohi; sotto la sua influenza i batteri sono C(Jrne Itul ia ad occuparsi ciel la terapia batteriofcigica '1 istru t ti d a un a ep i clerni a; sono u ccis i per lisi. nel tifo ~1.dd ominale e n e ha11no studiata l'aziorie Intorn o a questo sorprendente fenomeno bioloe Je vro1prietà curative, fissando inoltre i car::itteri gico, elle è gi11sto cl1iam are f eriomerio di D'T-Jérellr), reazionali, stabilendo la posologia e le co11troin~ essenùo egli stato il pri1no a studi arlo a fo11do ' ùic.:azioni, e sono venuti alla conclusione r,11~ quee a cornprenderne tutta l'immensa •porta lR , in 1

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11. POLICLIN lCO

sta i1uova arma terapeutica data la sua cert ~ jn11ocuità e il più che probabile vantaggio che i pazienti i1e possono trarre, sebbene oggi si !t ancora all'inizio , acquisterà 1s icuramente maggior valore in scgujto (Il Polic linico , Sezione 1Pratica, ann0 XXXI, 1924, pag. 109). L' Hauduroy chiude il suo lavoro con un caipi. iolo intitolato L 'importanza della scoperta di D' H érelle dove prospetta a grandi linee, magistralmente scritte, quali sono i nuovi orizzont.i cl1c si 83)rono alla batteriologia, alla i1nmunologia e alla biologia generale dopo la scoperta de1l'uitrarnicrobo batteriofago.

SUNTI E RASSEGNE. SISTEMA NERVOSO CENTRALE.

Le sindromi dell'arteria cerebrale anteriore. (C . Forx e P. HILLEMAND. L' Encéphale, 1925, n. 4).

I.a sindrome ·dell'arteria cerebrale anteriore può, a seconda della gravità, assumere tre forme· 1) 1Vlonoiplegia crurale semplice, in rapporto a tesione isolata cortico-sottocorticale· . ' 2) En1iplegia con prevalenza crw·ale, in rapporto a lesione cortico-sottocorticale penetrante profondamente riel oontro ovale·• 3) Monoplegia crurale o emi1plegia con prevalenza crurale accompag11ata da aprassia ideo-mom'ice sinistra, in rapporto ·a lesione identica al1a precedente con lesione est~sa del conpo calloso. La cerebrale anteriore dopo il suo distacco dalla silviana fornisce piccoli l·ami allo spazio perforato anteriore, alla bandeletta ottica, al lobo orbitario, al nucleo caudato. Si anastomizza poi con I 'omologa ·dell'altro lato , raggiunge la facc]a intf'rna del cervello, segue la convessità del ginoccl1io ie poi la porzione orizzontale del corpo calloso, giungendo all'unione dei due terzi anteriori con jl terzo posteriore di quest'organo, che rpoi abbandona per rimontare verso 1a convessità del cervello distribuendosi nella 1p arte posteriore dei lobuli paracentrale e qua·d rilatero. D11rante il suo percorso emette numerose collaterali: quelle che si distaccano da1la convessità sono tPiù grandi ma poco numerose, mentre quelle ohe si distaccano dalla concavità sono ,p iccole ma molto numerose. l,e prime sono: 1) l'arteria. orbitaria che e;~ distribnisce al lobo orbitario; 2) l'arteria prf'frontale che si distribuisce al lobo 1prefrontale; 3) l'arteria calloso-marginale che con i suoi rami ra.ggjunge il hordo convesso dell'emisfero. I !'ami d~lla concavità sono ,p iccoli f' Tl.limerC' :·

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ed lrriga110 il corpo calloso; il ramo più importantP è l'arteria pericallosa posteriore che s<'gue

ed irrora il terzo IPOSteriore del coripo calloso, anastomizzandosi infine con rami della cerebrale !POst,eriore che irrigano lo splenium. Il territorio di distrjhuzione dell'arteria 0erebrale a11teriore 5i •p uò dividerr in superficiale e prnfonrlo. Il territorio suiperflciale corupre11de: il lobo orbitario ell il lobo prefrontale; tutta la s11perficie i11terna della corteccia cerebrale eccetto il picr:~ lo territorio occipitale irrigato dalla cerebrale post.cri ore, ossia la circonvoluzione del co:np<> calloso, il l olJ~lo ,p aracentral e, il pr'(>cu11eo; sul1a superficie esterna la 1a. circonv. frontale, l'estremità superiore delle due rolandiche, la parte della paricta e superiore IJ)rossirna alla scis~u!'a interemisferica. S1 tratta di un territorio cortico -c;ntt0cort.icale che si approfonda nel centro ovalP. fino al J~to esterno del nucleo caudato. Il territorio profondo comprende: la patte antero-inferiore della testa del nucleo caudato e quasi tutto il COTtPO calloso. l\tlentre n elle s indromi della cerebrale postPJ'iore bast9. l'occlusione incompleta per determinare il ranunollimento, pcrchè si abbia un rammollimento "'lel terrjtorio della cerebrale anteriore occorro110 lesioni importanti, obliteranti ed estesP del1' arteria stessa. Il risultato dell'obliterazione è vario. Il rammoilirnento totale è possibile ma raro a causa della ricchezza di anastomosi tra. i rami della cer ant. e quelli della silviana. Pier la stessa ragione non si ha n ecrosi coII11Pleta del tec;suto eèrebral e. Talvolta st hanno ra1nmolUmenti .p arziali in rapporto ad obliterazione di singoli rami dell'arteria. Nel caso d] ramrnollimento tipico da obliterazione del tro11co della. cer. ant. l'aspetto esterno ·del cervello stesso è di poco modificato, in rap:p orto al fatto che la corteccia resiste alla necrobio5i i11eglio del tessuto sottocortical e. A prima vista solo lo stato del conpo calloso ridotto nel1a sua parte inedia allo spessore di un fogl!o dì carta fa sospettare l'ob1iterazione del vaso. Ma in effetti il territorio ap1parentemente sano è de·p resso, retratto per effetto della necrosi sottostante. Per l'associazione delle due lesioni, cortico-sot~ tocorticale e callosa, si hanno i seguenti tre ti·y i anatomici che informano il quadro clinico: a) rammollimento completo cortico-sottocortt. cale interessante il corpo calloso; b) ran1mollirnento cortico-sottocorticale coa ~P. iegrità relativa del corpo calloso; · 1

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XXXII,

FASC.

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SEZIONE Plt.ATlCA

t.:) ramn1olli1nento sotto-corticale con integri~il

della corteccia, ed interessamento del corpo cal1oso.

I -rammollirnenti parziali della cer. ant. sono

cuneiforn1i con base periferica. L? si11dromi della cerebrale anteriore asciun1uno • con~ si fl detto, tre t.ipi iprincipali · a) mono,p legia crurale p~evalentemente distale;

emiplegia con notevole prevalenza crurale; r) ~1niiplegia prevalentemente crurale o mono.p~egja con aprassia unilaterale sinistra a tipo ideo-motore. ù)

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1ncnte 11el centro ovale ledendo le fibre cti proiezion8 d.ell'arto superiore. · La diagnosi ·di questa sindrome è a1quanto de] icata, in quar1to lesioni cerebrali a focolaio, lesio11i lcntico-capsuìari, tumori, tubercoli, pos~ono 1provocar.e emiplegie a prevalenza crurale. Tuttavia bisogna rileva.re che le emiplegie del gP.n~ 0 a detP.rrninate cta tumori o tubercoli si stabiliscono n ello stesso 1nodo cbe le rnono.plegie pure; che Je ìesioni centrali a focolaio e le lesioni lentir.ocapsulari n 0.n hanno mai una prevalenza cr11rale così n etta; e che nelle sindromi lacunari è compron_!essa sopratutto l'andatura, mentre nelle Jesion i della c.erebrale anteriore la forza segmentaria sembra quasi del tutto conservata.

C.ome esempio del primo tipo gli A.I\. riferiscono il seguente caso: un soggetto dj 77 anni è col!)ito im1provvisamente da monoplegia crurale desti a senza perdita della coscienza. Il 1pj~cle è paralizzato, il soggetto può flettere la co<5".ia c;ul tro11l:O, la g·amba s ulla coscia; la forza s-egn1entaria è nulla a livello del piede, diminuita a ~iveilo nella gamba_ e della cosci a; riflessi rotulei ed achillei vivaci; Babinski in estensione; non clono, non segni d>automatismo midollare; arto ~u:p8riore e faccia indenni; non apraxia. Il malato soccombe ad un nuovo ictus sopravvenuto tre settimane dopo il primo a ccidente. All'autopc;ia si cor1statò ran1mollimento cortico-sottocorticale n el territorio della cer. a nt. con relativa -i ntc.grità del corpo calloso. T3lvolta la monoplPgia migliora fìllO a1 1punt o da t·esiduare solo nn certo grado cli diminuzione della forza muscolare. In effetti il più d.ellc volte si tratta di monoiple~ria crurale o prevalente1nente distale, s11s~et­ tibile di regressione, dovuta a lesione corticosottocorticale senza lesione delle fibre di proiezione clell'arto superiore. La sedie distale della monoplegia, l'esistenza degli eventuali disturbi sensitivi allo stesso lato , l'inizio con ictus 51pe.;so cor1 fe11ornent cerebrali (obnubilazionè, tendi:>uza al corr.1~), l'integrità del lato opposto con 5entono di .escludere lesioni midollarj. Non può tratt'lrsi di poliomielite (abolizione dei riflessi, flaccidità massiva, non Babin$ki, non ictus), nè di · miPlite trasversa unilaterale (non ictus cerebrale, tendenza al Brovvn-Sequard, unilateralità n1eno marcata, ecc. ) . .

L'emi1plegia e monoplegia prevalentemente crurale con aprassia sinistra a tipo ideo-moto"e è determinata da una r.ontemporanea lesioni:\ del corpo calloso. Di tale sindrome gli AA. rif erisco no il caso 1seguen te: U11 s0ggetto di 62 anni 1 presenta marcata emiplegia <5inistra con prevalenza all'arto inferiore e ,p articolarmente a livello del piede, . disturhi sensitivi allo stesso lato e disordini aprassici ~n­ tensi . sempre a sinistra. L'aprassia ha carattere ideo-motore. All'autopsia si constata lesirne nel territorio della cer. :i.nt. a topografia cortico-sot• toc')rticale, che si estende indietro fino a 1 lobulo 1par~0entrale e si approfonda fino al centro o\·ale. Jl corpo calloso è ridotto allo spessore di un foglio di carta. Il ginocchio, lo Sfl}lenium sono jnt~gri r. cosi la regione parieto-temporale sinistra. Il cnso riferito dagli AA. somiglia clinicamente cd anatomica1nente ai casi pubblicati da Ro~ e. Lévy-Valensi, Lieiprnann e Mann, ·Goldst.ein, Cla11de i: Loyez. i:: interessante notare che la sindrome apra~­ sicn è sernpre a sinistra ed è 'la stessa qualunque sia Ja sede della l esion-e, a destra o a sini5tra. È questo il carattere essenziale dell'aprassia callosa in contrasto con l'aprassia ideo-motrice :bilaterale provocata dalla lesione del lopo parietale e del giro sopramarginale sinistr o. Le sir1dromi aiprassiche da lesioni a focolaio assumono tre varietà differenti:

Nell'e1niplegia con. grande prevalenza crural.3 fin daJ primo giorno è toccato l'arto supetiore, ma i fenomeni retrocedono rapidamente a que$to livello m-entre rimangono marcati quelli a carico dell'arto inferiore. In capo a qualche giorno o a q11alche settimana si costituisce un'emi~legia con prevalenza molto accentuata all'arto • inf~riore. I sinto1n i pira1r1idali sono sempre .T.:· .l L evinrnti. In questa s1ndro1ne il rammolli m~nto ri51Petta jl corpo calloso, ma penetra profo~da-

aprassia ideo-motrice bilaterale con un certo grado cl'.en1ipl·egia destra ed afasia, ed eventual1nente con disturbi sensitivi ed emianoip5ia; è in rapporto a lesione del gyrus supramargin:t~is e del lobo (parietale; t) aprassia ideativa con afasia ti1po W·ernicke ed emianopsia, disordini intellettuali profondi ed assenza di emiplegia; è in rapporto a lesione del lobo tem.1porale e delle circonvoluzioni temporali esternP fino alla piega curva; a)

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IL POLICLINICO

e' ruprassia unilaterale sinistra con •

monopl~-

gia crurale o e111iplegi.a con prevalenza crurale; è in ra1pporto a lesione del corpo calloso r.or11e faciente parte del territorio della c€rebrale anteriore. In questa forma l'integrità dei centri ·p arietali del cervello sinistro che ·dominano i fenomeni aprassici permette all'arto di destra di funzion::.t.re r.egolarmcnte. La lesione del corpo calloso interron11)e11do le comunicazioni tra i. centri aiprassici esistenti sol o a 5i11ist.ra ed i centri n10tori di destra, rende questi ultimi non più capaci ùi realizzare l'eu1Prassia dei movimenti degli arti del lato si11istro. I fatti su accen11ati conferma no la J>r.Pva~enza c1el cervello sinistro, in quanto e5so contiene un altro centro 1notorio, l'cuprassico, che non esiste i1el C'ervello destro. DR. Pe1~

la clinica dell'apoplessia.

{HAUSE. D e1ltsch~ ~ cdiz. wo ch., i1. 23) .

Scbbtne 11 011 Ri possa i1egare l'importnnza della cosl netta <liatesi linfatico-artritica qual e n10111en to caus?Je dell'arteriosclerosi e ·dell'apople~5ia, ·p ure non tutti i casi posson o essere così spiegati. ! .. 'esperienza clinica e le 1prove ·s perimPntnJi rivelano altri fattori etiologici nel campo dei. processi e11docrino-chimi.ci, co1r1e le anomalie dello scambi.o cLei lipoidi e d ella colesterina, lP. di5funzioni d el sistcxna glando lare o la labilità vasale ed itPertensior1e arteriosa costituzionale. E anche un !atto da lungo t ernpo saputo che gli individui eccitabili, in1pul s ivi sono maggiormente dispusti agli insulti apoplettici. Per alcuni casi è diffic il e stabilire un lf}.{=1ll'e fra la individual e costituzio11e e l ' npopl·ess ia, a 1neno cl1e no11 s i voglia n1nrnettere, corne 1parec:cl1i autori ritengono, una d isposizi oue ('re<lofnrr1iliare. Dallo studio di 135 casi l 'A. ha p otut n constatare che i11 62 l 'apopless ia si verificò in individtli oltre i 60 anni: ir1 17 riscontrò la s ifilide, in 7 vi.t!um cordis, in 4 nefrite, 17 volte alcoolismo, 19 volte stat o di eccitazione e trapazzi, 3 vo1te fu consecutiva a traurr1a, 1 volta · ad intossicazione da gas. La importanza dell'alcoolismo nei riguardi delle alterazioni arterio-sclerotiche è l)en da l ur1go ten1po conosciuta come ancl1e il rapporto fra la costituzione n ervosa ed a rtritica e l ' n.poples5ia. Fra i due $essi si nota una certa differ·enza 11.0n solo riguardo alla frequenza dell'apoplessia cerebrale (76 uomini e 59 donne), ma anch.e all'età: rnen tre n egli uomini In. frequ enza .dei casi è tn rnpporto con il crescere degli anni, ne11e donne è rni nin·1a fra t 40 ed i 50 ann1, aumenta d.opo

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sens i L>ilmente per ritornare scarso oltre i 70 anni. l .. a rnaggior frequ enza nell'uon10 è da attribuir::: alla tnaggior tensione del sist.ema va~ale per la Jottu della vita, S1Pec i~ in quelli sottoposti a sforzi rnuscolari, alla nicotina ed all'alcoolismo. Assai variabili furono i di sturbi premonitori: n1entre i11 18 casi l'apoplessia fu improvvisa, in r,3 precedettero irrequietezza, confusionis1no, vertigini, dolori di testa. v'urii furono anche la sede dell'emorragia ed. i disturbi consecutivi; quasi sempre si ebbero ;1. 11otare afa.sie di natura tnotoria, sensorja o mfsta, quinùi j11 ordine a frequenza: emiplegia sini'>tra, focolai non Jocal izzabili, emiplegia destra, stordirnentj, demenza, rparalisi pseudo-bulbare, emicorea, I\:orsal{off, tetraplegia. Rigu~rùo al decorso si ebbe a constatare u.aa notevole differe11za fra i due sessi, essendo nelle clonne minore il numero <lei casi migliorati e 1nab"giore: qnP.llo dei casi inguaribili o di morte. Coriforrnemente a Kauffmann, l'A. ha constatato i 1 n1assimo dei casi di apoplessia in pr'.'llave.ra ed in autunno (n1arzo ed ottobre): il tempo ha una indubbia influenza su1 tono vasomoto,.io all'istesso modo come l'ha sulle sofferenze nngiospastiche e reur11atoidi. Sono anche note le variazioni della pressio11e arteriosa durante la giorn ata e J'A. ha rilevato nella maggioranza dei. casi elle l 'accesso aa>oplettico avver1ne nelle ore clel mattino, raramente alla sera. Si sa che durant€ il 5onno diminuisce il tono <lelle innervazioni simpatiche, che aumenta al 1nntU n o, aumentando anche la pressione sanguigna e negli accessi che qualche volta si verffi. carono nelle ore della sera, intervennero altre cause, quali i trapazzi fisici, le eccitazioni, lo spavento od altri fatti che .p rovocarono l'aumento del tono. L' .t\. ccn la sua breve nota, in ba.se al m:tterial e raccolto, ha voluto mettere in evidenza alcuni irnportanti mornenti etiologici, percl1è i vet"i fattori patoge11etici dell'apoplessia, malgrad~ te assidue ricerche, non sono ancora perfettam~nte conosciuti. DB CHI&RA.

VIE URINARIE.

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La pielonefrite. (A. H. CROSBIE. Boston med. and SUf'g. l~nai, 7 maggio 1925). La pielònefrite è la più frequente delle malattie che incontra il chirurgo delle vie genito-urinarie. Qualsiasi microorganismo cl1e produce del pus ,può pro,rocare l 'infezione renale; il più spes-


[ANNO XXXII, FASC. 38]

SEZIONE PRATICA

so è in cau sa il B. coli, ma forse questo è un invasore secondari o, mentre è lProb·abiln1ente lo streptococco che invade -,p er primo il rene, inoltre, nei m ezzi di coltura il B. co li cresce assai rapidamente e rende difficile .lo scoprire altri .germi. Le e~erienze di Bumpus e Meisser sono a!=.:>cl.i signifi-cative al riguardo. Essi aVl!Vano in cura dei pazienti con infezioni r enali ; il B. coli, isol ato da essi ed iniettato in conigli, non dava infezione renale, mentre invece questa ver1iva provocata se si iniettava lo streptococco proveniente. dalle. radici dei denti .d evitalizzati degli stessi pazienti. Ciò dimostra che lo streptococco ha una particolare affinità 1per il tessuto renal -.~; l'asportazione dei denti devitalizzati in tali ·p a~ienti portò ad un rapido miglioramento. Qu alsiasi focolaio d'infezione nell'organis1no può essere il punto di 1partenza dell'infezione renale; come i denti devitalizzati , così le tonsille infette; un altro fattor e è la stasi i11testjnale. Ogni condizione che abbassi i poteri di resistenza dell'organismo lo r ende 1più suscettibile all'infezione renale. I bambini che sono più deboli vanno appunto soggetti alle così dette pieliti; gli adulti ne $Ono affetti quando sono sovraffaticati ftsica1nente o mentalmente. Il raffredda1r1ento, il trauma diretto, un calcolo rendono pi\t facilmente il rcr1e preda de11' infezione. Esso n e viene reso più su scettibile da qualsiasi causa che impedi!:>ca il libero deflusso dell'urina, s ia che l'ostrt1z1one si trovi al r en e (vasi aberra11ti) sia più in basso (strin gimenti, 1prostata ipertrofica, uter() gravido , ecc.). Si ammettf' generalmente che • l'infezione arrivi al rene per la via della corrente sanguigna e ciò anche in casi di dilatazione dell'ureter e. La febbre uretrale, che segue talvolta il passaggio della sonda, è indubbia1nente dov11ta ad una 1pielonefrite provocata ·dal passaggio dei batteri nel sangue da una soluzione di continuo della mucosa. La mucosa pelvica è ingrossata con infiltrazione di leucociti n€1 tessuto interstiziale attorno ai t11buli; n ei casi 1più gr.avi vi sono dei minuscoli ascessi nella sostanza renale ed alla superficie del r ene stesso, ch e appare notevol1nente ingrand]to; talvolta si ha una localizzazione in tor1na di infarto settico. La compartecipazione <lella v-escica 11on è costante. Nell'urina sf trova110 pus e batteri e, negli stadi acuti, anche emazie. Caratteristica è l'assenza di cilindri che, 5e presenti, indicano la compartecipazione del rene. Nel sangue, durante 1o stadio acuto , vi è iperleucocitosi, specialmente se 1nanca il libero deflusso del! 'urina. I sintomi ipossono mancare del tutto anche 111 adult], in cui .p erò spesso si ha al1neno una <=<pnsazione di malesser e nella Tegjonr r enale; tal-

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volta il 1paziente si lagna ·d i pollachiuria e non è infrequente sentir posare la diagnosi di cistit~. In qualche caso il sintoma ip rominente e l'ematuria; altre volte si hanno dei sintomi che mentiscono una colica r enale da calcolo. Oppure può accadere che un po' di muco ostruisca temporan eamente l'uretere e provochi gravi dolori ed idronefrosi, accompagnati da brividi e febbre; questa condizione può essere causa di errori diagnostici, 1poicl1è l'urina dell'altro r ene è lirnpida e normale; quando p oi il muco arriva a passare, si ha nuovamente l'urina torbida e con pus . . La febbre dipende dalla gravità dell'infezione e dalla po.~sibilità del deflusso dell'urina; la pielonefrite che si sviluppa in un indiv iduo con ostruzione ·delle vie urinarie è la 1più grave e pttò anche terminare con la rnortc. ~ello stadio acuto la temperatur a è alta, anche oltre 40°, e di carat• tere settico; l'aspetto del pazient.e, •p erò, non è mai grave a 1neno cl1e n on si tratti di lunga durata dell'affezione. ' Il dolore, di r egola, non è mai un sintoma 1nolto prevalente; vi è solitamente un po' di sensibilità all'angolo costo-vertebrale e, a vo1te, una sen sibilità marcata e dello spasmo in corrispondenza del rene affetto. La mancanza del dolore per ò non significa cl1e il processo non continui e si può, dopo parecchi anni di durata della malattia pur senza sintomi, trovare il r ene quasi del tutto distrutto. Nei casi cronici, 1poi, l'unico sintoma è, si può dire, la fr equenza della minzione che, ·spessio, indica che 1'inf ezione è leggera~ l'urina può anche essere chiar a e l'esa1ne microscopico mostra la .p resenza di poche cellule di IPUS e di batteri. La diagnosi di pielonefrite è agevole nei casi acuti, per la presenza di febbre, dolor e sordo ai lorr1bi, pus e batteri n ell'urina. Quando i sintomi dolorosi sono dal lato destro, si può fare confusione con un'affezione della cistifellea o dell'appendice . .L'infiammazione lungo l'uretere 1Provoca di fatto dolori nella regione awendicolare; maR• cano .p erò ii1 tal caso lo spasmo muscolare e la sensibilità locale. Ad ogni modo, se i sintonli ·si .p restano a confusione con l' apipe11dicite, è sempre consigliabile l'intervento , poichè è rneglio levare un'appendice sana che rischiare di lasciar11e una già perforata. Nei casi cronici la diagnosi ~uò farsi con l'ai uto del cateterismo ureterale e le indagini radiologiche. Il trattamento varia secondo la gravità dell'infezi one. Nei casi t]Jpici €d acuti, con brivi di . febbre P prostrazione di forze, si iilljpone la degenza in letto ed in rr1odo particolare l'introduzio11e di notevoli quantità di acqua, magari con l'ipodermoclisi; si dovrebbe ottenere l'emissione <ii quasi

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IL POLlCLlNlCO

tre .litri di 11rina: nelle 24 ore. In tale stadio, l'A. L'ariatomia patologica delle lesioni no11 d iffedà la preferenza agli alcalini, specialme11te !:'e risce punto da quella delle forme totali. Le sacsi tratta di colibacilluria. In seguito si darà l'esachP sono costituite da sostanza renale più 0 meno metilenammina (urotrQpina) che agisce ottin1aatrofica, ridotta alle volte ad una membrnna in mente nei casi di pielonefrite da bacilli del tifo cui non si riscontra punto tessuto renale: ';pes~ in cui ~- bene associarla al benzoato di sodio. tali sacclhe sono lobulate. Queste dilatazion! posIl 'Cateterismo degli ureteri non è consigliabile sono essere ;p iù o meno estese. nella forma acuta a meno che non vi sia idroJ,a siritoma tologia si presenta simile ;iJle forme nefrosi .p er un cencio di rnuco che ostruisce l'im- generali, per lo 1più. Ciò che è caratteristico di bocco. La radiografia è importante per scoprire qnt'sta varietà, -è il dolore estremamente inte11so un eventuale calcolo. Raramente si potrà p~n­ Quello che ci .p ermette una diagnosi esatta de\~ sare ad un intervento qperativo, tanto 1Piii che l'affee:ione è il cateterismo ureterale con il quale. di solito la pielonefrite è bilaterale, sebbene 1'innellP formp totali si può evacuare ed iniettare !ezione sia più mar~ata da un lato, e potrPbb'3 una quantità normale di li quid o, mentre n t-lJ!l accadere che, levato un rene, aumentasse poi n ~l­ parziale, cons iderato ohe il .ba.cinetto non comu l'altro. Nelle pielonefriti della gravidanza si ren - nira ch e difficilmente con la sacca d'iòronefrosi de Stpesso necessario lo svuotamento dell'utero parziale, ciò non f' IJ>OSsil>ile nel maggior numero dei casi. che talvolta avviene spontaneamente. In ogni caso, si deve ricercare la .p ossibile sorAr.che la pielografta potrebbe, alle Yolt~. riugente d'infezione per trattarla convenientemente. scire utile. L'amrnalato va sempre seguito e, se il pus, i I .a cura dell'affezione in parola non presenta batteri e le emazie persistono, si dovranno fare alcuna ;p articolarità, Quando si tratta d'idronefrosi secondaria a caldei pielogrammi ed intervenire a ter~o. l}>erchè l'infezione che persiste può portare alla totale di - colo, si possono praticare tre operazioni e cioè: 1) nefrectomia nei casi di id.r onefrosi parziale struzione del rene; ciò vale specialmente per i bambini, in cut la I.Pielonefrite è troppo s pP..;·;o con ·distruzione accentuata del rene·' 2) asportazione di uno o più calcoli quando trascurata. il valore .funzionale del rene è ben conservato. Il trattamento della pielonefrite cronica è, di • regola, soddisfacente. Dopo che ci si sia assicu- ToJto l'ostacolo la sacca idronefrotica sc omparir~ rati che i reni sono normali e si siano allont:.•- totalmente; 3) resezione della sacca jdronefrotica parziale nate tutte le cause d'infezione, si passerà alle · T. LAURENTI. cure locali, che comprendono la lavatura della pelvi (nitrato d'argento o, meglio, mercurocromo Cisti sie1·ose solitarie del rene. al 2 e 1/2 %) ed alla dilatazione della vescica, con p.ermanganato di potassio a 1/5000 o con solu(Mc.-Ki l\I e SMITH. The ,l(,7.1,rnal of Ur., \"Ol. XII , zione borica fino a far sì che la vescica arrivi 11Uffi. 6) . a contenere 500 eme. Quest'ultima misura è imStudiano i 117 casi della letteratura ai quali ne. portante, tanto più che molti di tali malati conaggiungono tre personali. Si tratta di una lesiotraggono l'abitudine di urinare freque11temente e ne rara più. frequente nell'età media della vita riducono così la capacità della loro vescica. e nelle donne. Sono secondo gli .~A . cisti doFILIPPINI. vute ad una malf òrmazione congenita anzichf> di natura neo1p lastica o da ritenzione. ·Possono ragIdronefrosi parziale calcolosa. gin·ngere rpP,rftno il volume di 12 litri, e si tro( LUCRI T. lournal d'Urologie, n. 5, 1924). vano ,p er lo più sul polo inferiore dei reni che l .'.l\. riferisce su tre casi di idronefrosi pa!'ziale presentano anomalie dovute ad arresti di svilupper calcolosi e fa delle considerazioni gene"'·ali po o a malformazJonI congenite. Contengono un liquido sieroso .con traccie dei comp-0nenti norsull'argomento. P er quelJ0 ohe riguél,rda la frequenza. ricor.rta mali dell'urina, che può divenire ematico. No11 ì1anno alcun rapporto con la pelvi, si originano come tale lesione sia molto l'ara, poicJhè nella sem11re nella corteccia, .al disotto della capsula. 1c-tteratura non ve ne sono illustrati r.he pochi casi. Grande importanza attribuisce nella gen•,:;si Non hanno un rivestimento epiteliale. Il parenchima renale rnostra solo un modico grado di dell'affezione ai. calcoli, i quali , locaUzzandosi sclerosi dovuta all'atrofia da compressioni. Si svinei calici piuttosto che nel bacinetto determinano lUJppano sempre verso l'addome e presentano i delle dilatazioni :più o meno accentuate nelle zone caratteri semiologici dei tumori renali. J.,a sintodipendenti. , rnatologia alla quale danno luogo è molto scarsa. In un caso illustrato da Cathelin l'idronerrosi Pos~on o ir1anifestarsi con sintomi da com1pressiosarehbe stata secondaria a tubercolosi renale . I

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ìANNO XXXII, FASC. 38]

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SEZ IONE PRATICA

-ne ,, sulla cistifellea, duodeno, pancreas a· destr~ e a sin istra sul cuore attrav€rso il diaframma o sull'angolo splenico del colon, possono anche o5tacolarr ìa circolazione venosa iptraaddomina1e. Stabilito che si tratta di una tumefazione del rene bisogna distinguer~ queste c_isti dal rene policistico cbe è quasi sempre bilaterale e diminuisce notevolmente la funzione renale, dai tumori maligni che deformano la pelvi e danno ematuria, e danno un molto diverso decorso clinico. È facile per mezzo del cateterismo e rtella pielografia di differenziarle dall'idro -e dalla pionefrosi. Le cisti ematiche sono generalmente post-traumatiche. Nel dubbio di una cisti idatidea chiusa. si ricòrra alle 1prove sierologiche. Le cisti, i tumori e gli ematomi p erirenali non si accompagnano per lo 1più ad alcun·a alterazione dèl rene e consigliano la n efrectomia piuttosto· che la resezione. Riportano i loro tre casi; ·due donne e un uomo in due dei quali venne fatta la diagnosi. E strano che gli A.~. non parlino di un mezzo di diagnosi che qui troverebbe una delle più adattP indicazioni; l'insufflazione perirena1e di ossigeno alla Carelli! M. AsCOI I.

CENNI B .lBLIOGRAFICI G. H. ROGER, F . WIDAI. e P. J. TEISSIER. No1tveau Traité de rnédecine, fase. XXII. I\'luscle, Os et A rticulations . Un vol. in-80 di 560 1pag. con 209

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ai pr eparati che in questi ultimi anni sono stati impiegati nel trattamento delle varie forme di siftlid.e e dei quali alcuni costituiscono compo's ti derivati dal '.s alvarsan e neosalvarsan, altri invece rapprese11tano nuovi rimedi introdotti in detta terapia (bismuto e suoi derivati). Special e Tiguardo è stato dato agli inconvenienti ed ai disturbi che' i suddetti rimedi possono recare. Il Forster ha svolto brevemente i ra'Pporti eh-e i.ntercedono fra il sistema nervoso vegetativo ed alcune 1particolari alterazioni ipsicbich e. Più a1n1pia trattazione è data al problema dell::i. cura digita lica nei casi di insufficienza cardiaca con disturbi del ritmo (Fahrenl<amp) alla gravidar1za extrauterina (Pankow), alla patoge nest e cura d ella calcolosi epatica (Rovsing). Da ultirno due altri capitoli sono dedicati alla cura del flemmone (Unger) e alla cura dello stra- · bisn10 (Comber.g ). TR.

T.1YON

G.-LolSEAU

P.

Pormulaire

Thérapeittique,

3a ediz., Masson, Paris. Fr. 25.

Questa te,rza edizione registra sopratutto i nuovi progressi della terapia: trascurando i medicamenti di discussa efficacia e .di voga effimera, gli .A.A. 1nettono in special modo .in rilievo il Solfato di Chìnidin.a, il Benzoato di Benzile e le diverse preparazj oni di ,b ismuto divenute d'uso corren le per il trattamento della sifilide. Il capitolo dell'opoterapia è stato completamente aggiornato in modo da dare al nuovo estratto 1panrr ea ti co, l'Insulina, il posto che ha conquistato. Interessantissimi poi sono due capitoli aggiunti in questa edizione: uno dedicato alla emo. terrupia (trasfusione, autoemoterapia, etéroemoterapia, ecc.) e -l'altro concernente le medicazioni antianaftlattiche e quelle desensibilizzanti. 1

fig. e 2 tavole colorate, rilegato. Masson e C.ie, Parigi, 1925. Prezzo frs. 45. In questo volume del noto trattato,. le affezioni dei muscoli sono state affidate a J. Thiers, quelle delle ossa a A. Léri. Altre malattie delle ossa considerate nel presente fascicolo sono le distrofie ossee congenite (0. Crouzon), il rachiti&n!o {L . Spillmann) e l'osteomalacia (L. Spillmann e J. Bénech). Vengono in seguito l'acondr0tpla<5ia (A. Souques) e la complessa qt1estione dei pseudoreumatismi infettivi e tossici trattata da E . Lesné e J. La11gle e quella del reumatismo cronj eo svolta da M. G. Marinesco. A. P. BRUG~CH

TH.

E rgeb'11isse der gesaniten i\1.edi :.·l ri.

Bd . '\'I, H. 1 e 2. Urban e Schvvarzenberg·, Berlin\V1en, 1924. G. i\tI. 10.

Gli argomenti cl1e fanno oggetto di trattazione particolare in questi due fascicoli del VI volume sono di varia indole. La nuova ter~pia della sifilide, la cui esiposjzione è afftdata a Mulzer, è svolta in un breve capitolo con S1peciale riguardo

A. POZZI. IS Importantissima pubblicazione: -

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Prof. dott• . BERNARDINO MASCI

della R. Università e degli Ospedali Riuniti di Roma

Tecnica Terapeutica Ragionata medica e chirurgica. Prefazione del prof. AGOSTINO CARDUCCI.

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IL POLICLINICO

ACCADEMIE, SOCIETA MEDICHE, CONGRESSI. R. Accademia Medico-Chirurgica di Napoli. Sedt1ta del 26 lugiio 1925. Presidenza: prof. G. PIANESE,

pr~idente .

Su due ca.si cli fistole co1ig cnite lat erali del collo /aringeo-cer'Vico-sterncili. Contributo o.lla tecn?ca pe1· l'estirpazione completa di tali fi~tole.

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Prof. L. DE GAETANO. - Riferisce su due casi di fistole co11ge11ite laterali del collo nelle quali mise in pratica una sua tecnica personale. Isolata Ja fistola sino in prossimità dell'osso joide si taglia la . parte distale. Sull'estre1no del capo centrale residuo si applica una pinza che fa trazione e con una sonda s i cerca di isolarlo da i tessuti circostanti. Si .affida la t r azione ad un assistente n1entre che l'operatore jutr~<l.otto l' indice della n1ano sinistra ne11a faringe , cou l'un(J'hia incide ]a mucosa circostante o ali' apertura faringea tanto da p ern1ettere ad t1na pinza spi11ta dalla fe rita operatoria di stringere nel suo morso l'estre1no centrale della fistola. Oon nn rnovimento di torsione e di trazione impresso alla pinza. si finisce ·p er strappare completamente 1~ fistola. ' ' T ,.a pianto rl i cartilagine co.~tale in lembo brachiale per 1t na rinopla8tica completa all'italia1ta. PrlQf . L . DE GAE1·ANO. - Presenta una ragazza (Jpera ta di un trapianto cartilagineo costale per una .r inoplastica alla italiana, ed inuti]m.e nte operata da altri per due volte. La guarigione che dura da più di due anni si può dire definitiva, nonostante che l'intervento si fosse fatto in organismo i11 peesime condizioni e che la distruzione del naoo fosse dovuta a lupus. Dott. S . FAB0z1r. - Tf n caso di sarcoma primario della 1nilza. - Riferisce ampiamente sul caso stu<liato. Go ritributo alla patogenesi dell'ossaluria. (Sull'origine dell'acido ossalico). Prof. li'. P1ccINNINNI e dott. E. Lo:MnAno1. S'è isolato, con speciale terreno di cultura, dalle feci di sei ossal urici cronici, una speciale razza di b. coli ossaligeno, che somministrata per os, in caps ule di gelatina, a digiu~o, .ad 8 individui, sicu rament~ imn111ni da ossalnria (del che ci si era .acce rtati mediante ripetuti esa1ni di urina) ha pro. V10cato ossaluria evidentis.sjma· in 4. Gli 00. traggono le seguenti conclusioni: che n11r non escludendo che nella flora intestinale um.~na poss:1110 esjstere altri germi capaci di produrre acido 08$alico, e1d anche altre ricerch~ i~ corso li inducono ad ammetter1o, dal1e attuali r1~ulta in mrodo indubbio : 1

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1). che nella flora intestinale degli ossalurici

cronici si riscontra un.a Speciale razza di b. coli, capace di prodnri;e acido oosalico; 2) che il detto b. coli ossaligeho, debitamente. isolato e coltivato, produce abbondante acido ossalico in vitro (in cultura in acqua-patata, e d'ordinario solo nel primo passaggio); 3) che tale germe, somministrato per via orale, in individui immuni da ossal11ria, è capace di produrre ossaluria di varia int.ensità e durata, a seconda del terreno costituzionale e probabilmente, delle condizioni della flora batterica intestinale e. di altre condizioni dell'ambiente biochimico dell'apparato intestinale. Rapporto tra zucc:he·ro proteico e CO?'P'i acetonic~ n el sangue di d iabetici trattati con insulina. Prof. D. LIOTTA. - Ha studiato il comportan1ento dello zucchero proteico e dei corpi acetonici in cani spancl'eati ed in casi di diabete umano prima e dura.nte il trattamento con insulina. L'ab-. i101me accun1nlo dei oorpi acetonici nel sangue. coincide sem ore co11 un quantitativo scarso di zucchero prote ico. I/insulina produce sempre un au1ne nto <lello .z,ucchero proteico del sangue e contemporanoo abbassamento d ell'acetonuria. La spiegazione <.lel rapporto tra zucchero proteico e corpi acetonici, alJo stato attuale non può darsi che formulando ipot&si. :E: probabile che lo zucchero pro' teico sia l'idrato di carbonio neoessario alla norma.le combustione dei corpi acetonici. .Sostanz e vegetnli attivanti il me~abolismo deg~i­ idrati di C (F'·i tochi'Tline) e loro impie(Jo nella t erapia del diabete pancreatico. Prof. L. OoNnORELLI. - L'O., dopo avere criticato le ricerche di Collip, Hu.tchinson, Winter e Smith sulle così dette «e glicochinine », sostenend<> non essere dimostrata la funzione ormonale di queste sosta.nr.e, n.P la loro analogia con l'insulin.a, espone le ricerche perso11ali. Egli ha isolato dalle foglie delle graminacee delle sostanze a cui ha dato il nome di f ifnchi1iine . Le fitochinine spiegano nel di.abete umano e nel diabete pancreatico sperimentale, u11'azione paragonabile a quella spiegata dal1e v itn rnine ue11e rrtalattie <li carenza. Infatti le fitochin ine che si dimostrano poco attiv~ nell'animale e ne1l'uomo n-0rmale, giacchè non determinano eh& un tnodesto ed incostante abbassamento del tasso crl irernioo (senza 1nai a..pportare una vera ipoglice~1 i.a), sono inveC'e att.ivis~imf> nei sogg. cliabeticj. J n ] s casi di diabete rnellito, trattati con fitoc}1in i 11n, ·si è potuto esservare la rapida caduta del~ ]'iperglicemia. <lt=illa glicosuria, della chetonemia e c.ìell.a. r:hetonurin. ]a mod1f1cazione del bilancio del1' N <la negativo in positivo, la diminuzi-0ne dell'escrezione urinaria del P, e la diminuzione della ] i perni a. (specialmente dei fosfati·di e dei grassi neutri). un fatto <li 11otevole importanza è che l'aumento della to11er.anza per i carboidrati persiste

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SEZIONE PRATICA •

p€r un tem po più o meno lungo dopo ·la sospensione della cura. Sia per la natura. chimica, che per ]',azione biologica, le fitoehinine non hanno nes.sun punto di contatto con l' ins11lina e la glicochinina. Chimic.am ente la fitochinina (che sembra essere un polipetide, .non più sen1plioo di un tripeptide, e privo di gruppi aro1nat1ci) si differenzia dall'insulina e dalla glicochinina per la non precipitabilità con acido picrico. Biologicamente non ha nessun punto ~i nontatto con l'insulina, g iacchè si comporta in modo .affatto rlifferente da questa nell'animale normale, nella iperglicemia da puntura del 4° ventri~olo, n~Jla iperglieerura ndrenalinica, ecc. Pare che l'influenza benefica eser citata dalla fitochinina nei diabetici; dipenda dalla facoltà che ha questa sostanza di indurre modificazioni dirette sull'attività dei tessuti. · A. CHISTONI. 1

Società Lombarda ·Ci Scienze Mediche e Biologiche - Milano•. S<:'d.uta del 15 maggio 1925. La strwttu.ra degli otoliti os.~ervati

a fre sco in campo oscuro .

Dott. TENAGLIA. - L'O. ha esaminato in campo osouro frammenti di otoliti di rappresentanti di tutte . ]e classi dei vertebrati e riferisce i resultati -degli esami.

Le immagi·ni radio(Jrafiche della tu.bercoLosi poi.. monare secondo le concezioni anatomiche e cliniche moderne. Prof. FoI!NARIO. - Uno dei caratteri differenziali d€lle multiformi sindromi tubercolari del polmone è dato dalla distinzione dei prooossi in essudativi e produttivi, secondo la ricchezza o méno degli elementi morfolo~ici dell' e&sudato e viceversa la minore o maggiore quant ità di parte liquida : queste modalità sono contrassegnate nettamente dalle immagini radiologiche, nitide nelle forme produttive, sfumate nelle forme essudative. Appartengono alle forme essudative le tubercolosi a pneumonite loba.re, quelle lobulari, le acinose ~udative; S!ppartengono alle produttiive le fo.r me acinose produttive, le acino-nodose, le nodulo-sclerotiche ulcerative, le .sclerotiche cavernose, le sclerotiçhe da gu.arigione o con tendenza alla guar-igione. Di tutte queste forme sono stati proiettati ~ernplari tipicj di radiografie molto bene differenziate illustrate da accenni clinici; tutte le immagini radiografiche contraadistinguono con evidenza i quadri anatomopatologici di .Aschoff e NiCJol, messi in luce da Graff e Kiipferle. D:il quadro i:adiologico si può desumere la nar tura tubercolare d el processo ; ma la sicurezza sulla natura del prooesso è data 'solo dalle ricerche biologiche. L ia sifilide spoo.so mente la tubercolosi, e per quanto l~ forme luetiche abbiano sovente parti ro1are impronta radiolagica, come 1'0. illustrò ·r-ontemporaneamf'ut.e al Sergent, solo le ricerche '

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biologiche. valgono a dirimere la questi9Ile. Dalle immagini radiografiche si può, salvo eccezione, fissare il tipo .anatomopatologico delle lesioni pulmonari t11bercol.ari e per esso può adattarsi linguaggio uniforme, co1nprenaivo, universale.

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Esiti di pleurite essudativa. Prof. FoRNARto. - Tra le forme di pleuriti esL sudative, ~IIllportantissiima 1è quella \pir oduttiva, cioo plastica, ricca di elementi cellulari, scarsa di parte liquida, a risoluzione lenta; tardiva a- nulla. Tra le forme di pleuriti e.ssudative produttive im·portanti per sede sono le interlobulari, che decorrono per parecchio tempo silenfilose, e le mediastiniche. • I • Di tutte queste forme d~ pleuriti importantissimi sono gli esiti. . Si riassumo110 i dati clinici e vengono proiettate diverse radiografie <li pleuriti produttive tubere<r Lari seguite per .più anni. L ' e8su·d ato p 1astico .p uò rimanere sitaziqnario, può espanderai in zone pulmonari da p.r ima libere, può parzialmente risolversi, così che l' àmbito pulmonare si rischiara gradatamente, con diverse modalità di risoluzione e di avvia;mento alla guarigione (sia che residui la parte med·i ana dell'essudato, che può far corpo col mediastino, sia che l'essudato si riduca .alle zone periferiche, sia che esso rimanga ad occupare <>olo il seno costodiaframmatico) e che può anche soomparire totalmente e non lasciare traccia .alcuna. Ai dati radiologici co~risponàono i segni semeiotici e , c1inicl' di riattivazione p·arziale o totale della funzione pu1roon.are. Gli esiti del processo morboso vanno dalla ·stazionariétà assoluta .alla guarigione com•pleta, che si può ottenere attravei:oo un lungo periodo di tempo per oostanza di trattamento igienico, specifico e radioterapico.

Sufla capillariscopia e sulla pressione del sangUAt nei capillari. '

Prof. VIGEVANI. L'O. che fin dal 1923 ha. pubblicato sull' Archivio di patologia e · clinica mèdica un l avoro interessanti~imo ool titolo

La osservazione diretta e l,a pressione sanguigna dei capillrr.ri in rapporto all,a clinica, ha mostrato una nun1erosa serie di proiez.ioni di visioni capil1ariooo_piche in ooggetti norma~i e patologici, faoondo risaltare la grande importanza di tal genere di indagin~ a soopo di studio clinico-diagno.stioo. Ha poi fatto vedere l'aipparecchio d.a: lui praposto, e adotta~ ormai da. molti studiosi italiani, i>er 1nisurare la pr~ione del sangue n ei ca.p illari: tale .apparecchio, che fu ~à reso di pubblica. ragione appunto nel 1923 nel lavoro suacoennato, permette di distinguer e una pression~ capillare massi•m a ed una minima, e di istituire una ricerca che non dovrebbe esser trascurata nelle malattie del centro circolatorio, nelle affezioni ipertensive, in quelle oon i'Pocinesi cardiovascolare, per le quali può costituire un v;alido, e talvolta decisivo sussidio diagnootico. SoARLINI.

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IL POLICLINICO

Società Medico-Chirurgica di Paclova .

Seduta del 29 maggio 1925. Presidenza: prof. A. CEVIDALLI, presidente.

ln m emoria clel vrof. Aristide Stefani. Prof. A. CEVIDALLI. - Commemora l 'illustre fisiologo prof. Aristide Stefani, già presidente per l'ann10 accademico 1914-15. Ne ricorda· le virtù di scienziato e di uomo, e rileva che le sue ricerche siu,l ]a diastole cardiaca, sulle funzioni vasali, sui nervi trofici, sul oervelletto, sui canali semicircolari resteranno fondamentali, come non va dimenticata la sua divinazione delle vitamine, che chiamò impon.derabili esterni, avvicinandole al prodotto delle gland1o le endocrine o imponderabili in-

terni. A proposito clella fr equenza e della distribuzione del cancro dell'utero.

[ANNO 'XXXII, FA...c:;c. 38)

non è facil.m ente diagnosticabile anche quel1o del' canale cervicale . In .antitesi con quanto è detto precedentemente. starebbe il fatto che non ebbe ad osservar.e che 18 casi su 212 di rJiagnosi veramente precoce d el cancro dell'utero, e precisamente 5 volte su 130 carcinomii del collo, e 13 volte su 82 carcinomi del cor po. Tale contr~ddi4!:ione non è però che ap·p arente, potichè e da l'i cordare che il oaro:inom.a del corpo dell'utero l1a una evoluzione più lenta, e quindi è più facile cl10 il caso arrivi allo specialista prima che la 1na]attia SiÌa diffusa. In altri 25 casi la diagnosi fu per lo meno tempestiva (10 del collo, 15 del corpo) . L 'intervento radioale ft1 possibile in 103 casi (54 del collo, 49 del corpo), 81 volte per via addominale, e 22 volte per via vaginale (esclusivamente in cancri del corpo). Nelle altre 109 .ammalate, <lssja cjrca nel 50 '7~ dei ca.si, la malattia era tanto progredita. <la 11on consentire un.a cura chirurgica radicale.

Ritenzio11:i vescivali per al·tercizioni del collo Prof. A. BERTINO. - Su un totale di 4293 pa·vescica.le e loro cura chirurgica. zienti ospedalizzate, ebbe campo di osservare 35 casi di tun1ori maligni dell'ovaio, 6 casi di carcinoma Dott. G. BLOOH. -- L ' O. riferisce di alcuni casi 'della vulva e vaigina, 220 casi di tum-0ni maligni da lui os.serv.::tti in cui esisteva nna rite11zione uridell'utero. Esistono delle differenze se nsibili tra nosa in ve~ica. provocata da alterazioni del coli<>' r egione e regione, pur non riuscendo a metterne vescir.ale. Sulla base di 9uesti ca.si da lui oper.ati in rilievo le cause; a quanto risulta dalle statisticolla resezione del labbro posteriore del collo veche ufficiali la Sardegna avrebbe la percentuale scicale sia per via transvescicale sia per via endopiù alta di tumori ma1igni dei genitali femminili. scopica egli crede che nel cosiddetto prostatismo e verrebbero poi la Toscana, l 'Emilia ed ultimo il senza ;rostata, il più delle volte, anzicbè a fatti di Veneto. fibrosi ed infinmmator-i della muscolatu.r a liscia L 'O. è di opini1one che la questione della predidello sfinte re interno, si 'tratti dii lesione d'ordine sposizione familiare, ereditarU:t o costituzionale, a.i n·ervoso e a conferma di ciò riporta .alcune rad!io' pazienti da lui operati, nelle quali. sono tumori maligni, non si possa dire ancora chiaragrafie. dei mente dimostrata, e ciò pure avendo riscontrato evidenti delle 111alforma~ioni congenite della conella sua casistica dei casi (4 in tutto), nei quali lonna vertebrale. Comunque. vogliasi interpretare !e pazienti e:rano figLie o sorelle di.· dl()nne morte la lesione anatomo-patologioa, crede che la resezioper cancro dell'utero. ne del collo vescica.le, quando si sia fatta la diaLimitandosi al cancro dell'utero (212 casi), avrebo-nosi boii~sta ' sia un rimedi-0 veramente corrispono be riscontrato che creano un terreno propizio per dente allo scopo e. dia delle guari'gioni iperfette. lo svilu,prpo della malattia i fibromi dell'utero (S'Oitomuco&i), processi infiammatori cronici, la tuber/:;u.. di un caso cli diabete ipofisa rio. colosi genitale, i polipi cervicali, le cicatrici da Dott. A. FABRis. - In una carcinomatosa della lacerazioni del collo dell'utero, l'ectropion della mammella, circa due mesi prima dell'obitus, commuoosa cervicale, la sifilide (3 casi): i traumi fisici parve una poliuria aggirantesi s,u i 5 litri quoti~a­ ripetuti. (pessarii, utero prolassato), la ipo:p lasi.a tl!i. Alla necroscopia il lobo posteriore e la pars ingenitale. terme dia dell'ipofisi (gr. 1.350) erano com•p letaRispettò al raiprporto tra i p airti, le fasi funziomente invasi da una metastasi <lello scirro mamnali dei genitali femminili , e lo sviluppo dei tumario la quale non oltrepassava l'opercolo e commori maligni, a.vr.ebbe osservato il cancro d ell' utero primeva infiltrandovisi il lobo a.nteril(}II'e avente le in 23 nulli'Pare (12 casi del ooll-0 ed 11 d el carp 0); cellule cromofile r elativamente aumentate. Il tuil ma«gior numero dli casi (56) in donne che aveber oinereum e le parti limitrofe intatte. A. R r vano avuto da 4 a 6 gravidanze ; 94 casi in donne fino ai 46 anni di età (la più giova.ne con cancro Società Medico-Chirt11·gica di Mantova. del collo aveva 28 anni; del co·r po 35) ; e 118 i11 donne dai 47 anni in s11. Il .. numevo m.aggiore d ei Seduta del 6 luglio 1925. casi lo avrebbe osservato in donne fra i 41 ed i Presidenz~: p1~of . G. GHEDINI, presidente. 50 anni. D elle tre localizzazioni del cancro dell'u tero. la i:Jopra un r;aso ·n on co·mwne di fibromiom,i più frequente sarebbe risultata quella della p-0rzione dell'utero e gravidanza. v.aginale ~97 casi), poi verrebbe qt1ella del cnrpo Prof. F . MACCIBR UNI. - Il caso si riferisce a (82 casi), e p er ultima quella del canale cervicale (33 casi). L a maggior difficoltà alla diagnosi la · giovane primip~ra con gravidanza a ternrine,. l::' quale si presentò all'Ospedale altamente febbr1c1presenta il cancro del OGTipo; qualche volta però 1

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[:\NNO :~XXII,

FASc: 38'].

~hZlONE

PRATlGA

1329 I

~ante, con segni di nefrite nelle urine, con lJerdite

Qua11to all' e:àio1o-gia e l)atogenesi ì·itiene che deb'ba ~ère pre$-O in , c-On·s iderazione l'itpertiroidismo ·del1a paziente e 'l o stato di irrit.abilità simpatica qu.ale ~ausa di ~isturb>i vasomotori in seguito ad uno st1mol 0 vescicale forse di natura tossica.

ico~o.se, ~on.

pirocidenza del funico]Q. Non potend001 prooodere. alla <lilatazione dell't1te-ro contratto, si de.c ide , l'aspo~ta.zione. Il pezzo asportato pesa.va . kgr. 7,170. La J>arete uterina è invasa da, fihromiomi; il feto è jn presentazione di spalla. La puerpera lasciò l'O~ped.ale i11 30a giornata perfettame11te gt1ar1ta.

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Caso cl-i chera tiJ~e di .sciform e di F ·u.chs . ~IARIOTTI.

Dott. I'araLisi ascenrle1i t e tipo Lanclr y. Prof. G. GHEDINI. - 11 caso si riferisce a un maestro <li musica, il quale ebbe a contrarre in gi<>ventù un'ulcera .diagnosticata di natura benigna; i1el nov. ~4 ~otò la comparsa .d i tumef.azioni linfoghiandola.ri; il 25 dicembre oomip.arve debolezza lnQtoria degli arti inferiori ohe in breve crebbe al punto <la i•mi).edir-e la dea·n 1hulazione e la stazione eretta. ·A 6 gennaio '25 si constata pa·r aplegia flaccida con assenza dei rifle~i, conoorvazione della sensibilità. Successivamente e progressivamente fenomeni paretici si presentano a oarico della musculatura degli arti superiori e quin·d i del dorso, dell'addome, del çollo, nel dominio del facciale, dell'oculomotore comune, dello ipoglosso, glossofaringeo, trigemino, infine comparvero paralisi vescicale e rettaìe . Ai primi di febbraitQ inizia il migliora.mento con la graduale ripresa delle ft1nzioni com·p romesse. Ai prim:i di marzo la guarigione è già completa. L'am1malato fu curato con Ne-0salvarsan e applicazioni e1ettriche.

Pseucwci.sti del pancreas traumatica. Dott . MAirIBRINI. - Il caso si riferisce ad un contadino di 34 anni, il quale aveva ricevuto una viol€'nta testata da u11 toro in corrispondenza dell'epi.gastrio .. 811.bito dop-0 è colto ~ 1 viv.o dolore, vomito e qi11nc1i avverte la formazione d1 una tumefazione pulsante nella regione mediana dell'.ad<lome sopr.a }'{YID.belico. Deciso l'intervento chirurgico, ~otto l'epiploon i11 rappo~to col pancre~s in un punto di1acerato, si rinviene una grossa raccolta di liqui~o chiaro filante inodoro in quantità di circa 3 litri . La ra.coolta che aveva spinto in alto il fegato · e in basso lo stoma-90 si vuota, si esegue il drenaggio. I/ammalato lascia l'ospedale dopo circa un mese perfett.amente g"llarito.

Contributo alla conoscenza deÌla « P11.rpura a·ri1tlaris t cleangieètodis ».

Le Jesio·n i infiammatorie '

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cornef.Lli presie.n tavano i ca,ratteri ·obiettivi d ella cheratite disciforme d i Fuchs. Fon·datamente si riten~e ·deriva~ da germi piogeni (,s.ta.fil-0. .strepto, cocchi) . prq~ven1enti da un ascesso palpebrale 1pre- ' cedente. Tale derivazione ectogena· è analoga a quella a.s. segnata dn. Fuch.s ai s uoi casi . 1

-;v~'1lO vi

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contributi aUa s :o nLosi·n otera pici nella infezione tifoi cle .

Dott. G1 d.ALDI. - L a stomosinoterapia fu .applicata i11 con1nles.sivi casi n. 64. ' Le stomos.ine .a.ntitificl1e-paratifiche i11iettate preoocemente verso il termine del J 0 settembre o ali' in i zio del secondo, ~'er via endovenosa, 11anno sempre dato ottim~ risultati. In alcuni casi hanno ad d iri Ltura trr1ucato con una o du~ o tre iniezioni il proces~o infettivo detern1inand•o ]a rapida · gua~ . . rrgione. Le stomosine iniettate· per vj.a endomnsoolare abbastanza fr equente1nente determinarono una lenta: ma pr-ogr.et;tsi va <lefervesoenza ed un miglioramento precoce dello ~tato generale tifoso. Per inalazione, mentre so110 bene tollerati da qualsia.si inf ern10 e dj facil'I.."' uso pratico, hanno d a to in ogni caso ottimi risultati, riu.sce11do talvolta .a vincere ra;pida,mente l , infezione tifoide ·co11 una o poohe inalazioni. . Effetti ch P. !)OS~·ono destare qualche pre-0ccupazione conooguo110 all'uso de11c . stomosine -per vi.a. endovenosa. Essii, però, 8i possono attenuare ed anclte e'1iLare ~doperando dosi ridotte , molto più bass-e di quelle con'tenute in :una fiala, con dehita p·reparazione del mal.ato e ciioè con iniezioni di stomosine per via endomuscolare nei giornli. p-recedenti alla introduzi'One en·d ovenos.a e con inié7.ioni di adrenalina poco prima di questa e con1u11que dorninare con c21,rdioc]netici, revulsivi, va. socostrittori. · 4

T.> n r~ 111nn f nr!"f re DoLt. f J')DTGfA.NT.

e

7ariri.ai t e t11 1J p,rcolare .

In alcuni soggetti affetti da broncopn eumonit,~ ulcerosa tubercolare unilateraDott. \T1s1or,1. - lliferisce intorno a due e.asi . ]e - dn1·J.nte il trattamento pneumotoracico csi re~E>ro ev1·d enti e quindi vi.a ".ia si accentuarono di Pu.rpura A-T del Maiocchi che ba potuto seguile-.~oni laringee diagnosticat~ di 11atu-ra infiammare nelle fasi di acciescimento e ài in vol11zione. Si toria specifica. Questi repert.i non collim.ano oon diffonde in special modo su uno di questi. riguardante una giovane donna avente una dermatite quelli den 11 nriati di recente da altri autori e ren1lon·o a&~ai riserv.ati nell'acc~ttare le indicazioni e purpurica in cui se l'.aspetto m-0rfologico e il de eorso hanno col quadro fatto.ne dal Maiocchi i mas- le conclusioni ,d i e.ssi: conclusioni che ·d eporr ebbero per la inflt1enza fa,vorevole del pneua:not-0ra-0e sim.i punti di contatto, si discostano invece le alterazioni istologiche nel caso presente sono di poca sul decorso d-e l1u laringite specifioa. S. A. evidenza. J

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1330

lL POLICLINICO

Società Medico-Chirurgica della Romagna.

[ANNO

381

XXXII, FA.Se.

Intorno a Utn caso di sodoku.

e G. GRETTI (Bologna). - Presentano un caso di sodoku, nel quale la ricerca. della spirocheta morsus muris riusci positiva. tanto nel sangue de1 malato oome in quello di alcuni animali inoculati. G.

Seduta del lO maggio 1925. Presidenza: prof. A. TESTI, pr€Sidente.

A vvelename11 to acuto da solfwro di carbonio: es·i to i'TI. emiplegia spastica. infantile~

FR.\NCHINI

Rottwra spontanea di sacco erniario cn.1/rate v olumi no so con fuoriuscita d'i anse i11!testinali.

P. GALLI (Faenza). - L'O. rifer~ di un caso di avYelenamento aouto da solfuro di carbonio avvenuto in una 11ambina di 21 m€8i. Dopo il sopore ed uno stato eclamptico conseguì una emiplegia sinistra, ohe poi assunse e presenta oggi ancora, i caratteri <l(=l>ll'e1nùplegia spastica infantile. L'O. dimostra. che la cerebropatia n-011 ad altra causa ipuò imputarsi che al solfuro di carbonio, donde la rarità e qui11di l'interesse del caso descritto. Pensa ohe si tratti di trombosi e rammollimento, favorito dalP azione del veleno sugli stessi elementi n ervosi.

F. PAscucc1 (Santarcangelo R.). - Il oaso è riferito per esteso in altra iparte del giornale (vedi pag. 1318).

PTatica ed esiti , della pro.~ tat ectomia transvescicale. (Santarcanaelo R.). - Riferisce. !·iassnntivamente, le storie di 20 casi di ipertrofia prostatica da lui osservati e operati nell'Ospedale Civile di Santarcangelo, seguendo la tecnica olassioa del Freyer. Ebbe due morti: uno per broneopneumoni lie in 183. giornata dall' operazione, quando era già avanzato il processo di guarigione; l'altro per shoc post·operatorio. La prostatectomia transvescicale dev'essere l' operazione di scelto, per la sua facilità e sicur~ di esito. Dei 20 casi riferiti dall' O., 17 furono operati in un ~ol tempo, con un morto ;per pneumonite jn 18& giornata; tre soltanto furono trattati in clu e temipi con un morto per shoc. Ciò può va·Jere a dimostrar e che l' assolutismo in chirurgia non è sempre un criterio da seguirsi. PAOLO GALLI (Faenza). A.

Su di ivn caso di edema neurotrofico.

V. SILVESTrINI (Faenza). - Riferisce su di ltn caso <li edema localizzato all'arto in~eriore destro. E un raga zzo di undici anni, nei cui iprecedenti prossimi e rP.moti non vi è alcunchè di particolare. L'edema è notevolissimo tanto da dare un aumento di circonferenza ad esempio .alla radice della ooocia malata di 15 cm. di più d el lato sano. L'O. pone con facilità la diagnosi di edema net1rotrofico o trofoedem.a cronico di Meige, il cui reperto anatomo-.patologico consiste appunto seeo11do La11g i11. una iproliferazione d e] connettivo interstiziale clPl tessnto cellulo-adiposo del sottocutaneo .

FRANCHINI

Ai nostri abbonati rammentiamo l'interessante libro:

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Appun.ti .sulla osteo.'ìintesi n1,etallica delle fra-t t ure. A. Rossi (liugo). - L'O. riferisce su 42 osteosintooi p er frattura da lui eseguite d1Urante il suo esercizio professionale nell'Ospedale di Lu,go (oltre ad altre 7 eseguite in precedenza) e compiute in parte precooomente per irriducibilità od inc001tenibilità dei fr.ammenti coi comuni mezzi incruenti, in parte tardivame11te per consol idazione viziosa, o mancata, o per pseudo-artrosi. Ritiene ~he gli ottimi risultati costantemente assicurati dalla scrupolooa osservanza delle norme asettiche ed antisettiche <lebbano incoraggia.re ad una più vasta adozione dell'intervento cruento delle fratture.

La diatermia nel morbo di. Flaiani-Basedoiv. E. 1\1oNDOLFO (Cesena). - Riferisce un caso di morbo di FJajani-Basedow con sintomatologia particolarmente conclamata e grave, nel quale le applica~i oni di diatermia •p rodussero una notevole e permanente regressione della sindrome basedo. w1ana.

Prof. GIUSEPPE SANARELLI Direttore del R. Istituto d'Igiene dell'Università di Ronta

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(ANNO XXXII, FA'3C. 38]

SE~ONE

APPUNTI PER IL

1331

PRATICA

~IEDICO

PRATICO.

Nella tosse della laringo-tracheite.

CASISTICA E TERAPIA. Sul comune raffreddore. ~,

dice G. Rice (Boston m. and c. Jou.rn., 24 • ma.ggio 1925), una 1nalattia frequentissima. e d1 gran!le iffilPortanza sociale, sia pel gran nun1ero di giornate lavorative che fa perdere, sia. per le conseguenze n o11 di rado gravi. Cie:nonostante non. è completamente studiata. Presenta un massimo verso la fine- d'ottobre, e un altro, minore, in gennaio, in tutti i .p aesi. Comincia generalmente da l naso, e p er lo più è in !T1pporto causale con un raffreddam8nto, in tspecj e col fred·do umido. Non sernbrano 1p rivi di importanza etiologica il fumo , i gas irritanti, il respirare per la bocca, la costipazione, ecc. M(ln~re le vie aeree normali sono qua5i sterili , t>el potere battericida d elle n ormali secr ezioni mucose, durante il raffreddore si isolario 1r10Iti germi, 1na nessuno specifico. t riuscito con granùissima frequenza di trasm ettere il raf fredrt ore, co11 la secrezione n asale filtrata per candela, anche ::;e r!!luita 1 :90,000. Le fasi che attraversa la inu cosa inftam111ata .~on o: pri1na ur10 stadio secco, per la contrazione dei vasj, poi lo stadio di iperemia (e i disturbi vascolari sono generalmente riflessi, per l'azione del freùdo s u1la cute e sulle mucose), qui11rtl lo stad io catarrale, con d ensa secrezione muco-purnlenta da ultimo lo stadio di risoluzione. J.'aJte' razione delle mucose ne indebolisce la resi5tenza: i germi pullulano e attecchiscono, e le loro tossine assorbite danno luogo ai sintomi gene1"1ii: febbre, cefalea, prostrazione, dolori lombari, ecc. Le medicazioni locali più utili sono: le UP1Plicazioni alcaline calde (Spray a bassa pres~ione, o lavaggio, se l'altra narice non è ostruita) e le applicazioni di sali organici d'argento mercè tampone irnbevuto, da lasciare in posto dieci mi11uti. Gli olit- medicati si possono applicare dopo og"1 medicazione come protettivi. Le i11alazi oni di cloro diluito sono poco jprati• che. e forse dannose. I vaccini, e special1nente gli autovaccini, 1pare si siano dimostrati utili. Nei casi a ri1pc tiz?o11e conviene far rimuovere le tonsille, e le v egetazioni adenoidi, eventualmente. Le cure igien iche 11anno efficacia sp ecialrr1ente preventiva, ma talora le pii1 scrupolose attenzioni ' riguardo al vestito, al vitto, all'espirazione, al freddo no11 impediscono lo sviluppo del raffreddore. lloRI~.

De Parre! (lournal des praticiens, 27 dic. 1924} consiglia: codeina cg. 60, tertpìina g. 4.50, tintura di balsamo del Tolù, alcool a 950 ana g. 30, glicerina q. b. per eme. 150. Da prenderne 1-2 cucchiaini da caffè al giorno in una tisana; ogni cucchiaino contiene 2 .cg. di codeina e 15 di termina. Se la tosse è spasmodica, prescrivere : Ti11tura di Drosera g. 2, tintura di radici di aco11ito gocce LX, bromoformio, alcool a 90o, gli~­ rina, ana g. 2. Da 1prenderne 10 gocce in una tisana calda, tre volte al giorno, non oltrepassando le . 30. Nel bambino, metà dose. Per i cantanti, prescrivere 5 gocce di alcoolatura di radici di aconito, ogni due ore in 1m po' di tè caldo, fino al massimo di 25 gocce.

fìl. Sulla bronchite cronica.

Nelle bronchiti che si iprolungano, e in quelle a ripetizione, sospetta.re la tubercolosi, anche, e sipectaln1ente nei vecchi , che, nonostante una bron. chits cronica. di natura tubercolare, r.on sputi positivi. IJ)Ossono sentirsi discretam ente, condur·re vita molto attiva, ed essere di grave danno a~ circostanti , e 51Pecialmente ai bambini. ' La bronchite cronica può anche essere sint.omatica di corpi estranei nelle vie r-P.spiratorie, di ·p ne11mocon1osi, di empiema cronico, di un anPur isrn:i. .rlell'aorta; può essere di natura gotto'ìa, ed influe avere le note e comuni cause, cioè l'umidità, l'a.mbirnte polveroso, i gas irritanti, la ripetizione d ~ attacchi a cuti di tracheobronc hit~. Dt regola si accompagna ad enfisema , non di rado ad a cc essi asma ti ci. P el' la cura giovano i clirni cal di , naturali, o arti!lciali : ottenuti cioè in casa pro1pri a , coi calor iferi, o magari con la permanenza a letto nei me3i freddi, come ipraticano i vecchi rontadini scozzesi. Non vanno trascurate, naturalmente, tutte 1e a!tre cure possibili, causali e sintomatiche. Così E. Otis (Boston m. and c. lourn .• 14 maggio 1927>). DORI!.

Considerazioni critiche sul trattamento operativo dell'asma bronchiale.

:e difficile, dice

A. Kuttner (Deutsc he med. Wochen.sch.rift, n. 26, 1925), trovare una sipiegazione

teorica per i buoni risultati vantati da alcuni autori nella cura chirurgica dell'asma bronchiale. Mentre la maggior parte degli AA. ottiene questi


1332

II. POLICLINICù

risultati con la sezione del simpatico, altri li attribuiscono alla sezione delle fibre del vago decorrenti col simpatico. Si è anche cercato di sezionare il vago, solo o in combinazione col simpatico, senza 1Però ottenere dei risultati costanti. Difficilmente si IPOSsono conciliare l'indubbia efficacia terapeuti ca d€lla stimolazio11e del simpatico (adren alina) coh l 'azione curativa proyocata dalla sezione del s irr1patico. Eppure diversi AA. operando an1malati durante l'accesso asmatico i11 anestesia locale, riferiscono che l'accesso V€niva interrotto nettamente nel momento in cui veni va sezionato il si1npatico. L'_i\. sconsiglia per ora dalla cura chirurgica dell'asma bronc.hiale perchè i ris ultati sono ancora troppo malsicuri e 1perchè egli considera. l'asma bronchiale una neurosi a base costituzionale -in cui gli interventi medici c11irurgi ci più diversi 1possono rin sc ire efficaci. POLL.

11 trattamento della pertosse. Fra le diverse medicazioni proposte contro la prrtosse, J. Taillens (Revue ni édicale de la Suisse Rorri ande, 25 genn. 1925) ritiene che i vaccini (almeno quello da lui. usati) non abbiano azione terapeutica certa; senza alcun effetto è l'adrenalina. Le iniezioni endomuscolari di et€re 11anno lo svantaggio di essere dolorose e, per questa ragione, non possono essere usate sistematicamente, tanto più che l 'azione ne sarebbe incerta. L' A.. ri1p one una certa fiducia sull'ipecopan, un rimedio in cui entrano l'eme.tina e gli alcaloidi dell'oppio, da usarsi in forma di sciroPfpo. L' ..c\. dà però la preferenza al bromoformio che non presenta nessun inconveniente quando è somministrato a dovere. Esso .p ossiede una grande regolarità ed una grande costanza di azione, è facile da maneggiare ed è sempre ben sop1portato. Fa diminuire non solo il numero e l' intensità degli accessi, ma fa altresì $parire i von1i1i ed aumep.ta l'appetit9 contribuendo così a migliorare lo stato generale. Senza essere un rimedio specifico, dei quali, secondo l' A. non e5iste n essuno per la 1pertosse, il bromoformio abbrevia notevolmente la durata della malattia e la rende sopportabil.e. fil.

La contagiosità dell'ozena. Nulla di preciso si conosce ancora sull'etiologia dell'ozena. Mentre infatti alcuni credono sia dovuta ad un disturbo trofico, altri la considerano come un'infezione specifica. Perez (Revue de Laringologie, d ' Otologie et de Rin oiogie, 15 nov. 1924) sostien.e una teoria i11fetiiva annunciata già da molti anni, e ammette come corollario la contagiosità.

[ANNO

XXXII,

FA5C. 381 }

Oltre alle corize 1para-ozenatose, esiste un'ozena ' ' era sp ecifica, determinata da B. foetidu s ozeri ae, che l'A. ha isolato e coltivato capa-ce di riprodurre l'ozena negli animali inoculati, in condizioni ben determinate. Nell'uomo, l'affezione è preceduta da una fase acuta, caratterizzata da rin i te e ostruzione nasale. L'i·n dividuo sano 1può infettarsi per coritagio trovandosi il microbo norn1almente nelle fosse nasali del cane e nel naso degii ozena.tosi. L'A., in base a fatti clinici, con0lude essere l'ozer1a una malattia contagiosa. Frequente è nP'i. / bambini e ciò perchè nell'età infantile più intiino è il contatto con i 1Parenti o con altre persone ed il fat:.zoletto è Tneno individuale. Ammettendo poi l'o•rigine canina dell'ozena bisogna sem1pre sorvegliare le vie aeree superiori dei bambini speci.e quando esistono -cani in casa. I fazzoletti degli ozenatosi non debbono mai essere prestati ad altre perso11e; è bene che siano cambiati ogni giorno, e lavati in acqua calda. I malati cli ozena debbono dormire da soli e astenersi dal baciare sul viso parenti e amici. L'A. termina dicendo che la batteriologia e la vaccinoteraipia debbono essere rn ~sse all'ordine del gior110. .t\. Pozzi. Su11a tubercolosi delle ghiandole peribronohiali. J. Hawes e E. Friedmann (Boston M. and 8. Joum., 14 maggio 1925), sopra un'esperienza di 100 casi, osservati durante sei mesi, -e raffrontan-

do i responsi indipendenti di tre eSfPerti ratliologi, e di tre esperti internisti sugli ste.ssi casi, giungono alle seguenti conclusioni : In circa . la metà d€i casi è difficile giudicare se le ombre ilari ·d ei fanciulli so·n o normali o no, se inoltre vi è una lec;ione tubercolare, e ·se essa è attiva o no, recente o antica: giudicano quindi util~ un ult€riore studio delle lesioni ilari postu• rne ad infezioni acute non tubercolari delle vie respiratorie. Il segno di D'Espine (ascoltazione della voce afona sotto la 2a o 3a. vertebra dorsale) si dimostrò per essi di scarso e in-certo valore, così pure il segno ·di Smit11 (rurnore di trottola sul manubrio dello ster~o a capo iperesteso): questo segno è fisiologico nei bambini con collo co-rto. i:ottusità parasternale è 1per gli AA. d.i poco v~l')re: qualche valore avrebbe invece quella paravertebrale. 1Perta11to la. diagnosi di adenite ilare tuberco.. lare va rpO$ata sopra un insie1ne di segni, dando 11on poco valore alla costituzione, allù stato ge. . nerale, a.lle reazioni tubercoliniche positiv~, all'anamnesi persona1€ e familiare. DORIA .


f

(ANNO XXXII, FASC. 38]

SEZIONE

PR~Tl (A

NOTE DI MEDICINA SCIENTIFICA. Sulla funzionalità epatica nella malaria acuta e cronica. tudiando la funzionalità della ghiandola epatica nei malarici, Monteleone (I problem.i della nutrizione , n. 7, 1924) esploran·do la funzione bil igenetica del feg~to , l'az·ione sui grassi della bile, la (proteopessi, la glicogenesi, l' ureogenesi, la ft1nz1one antitossica giunge ai seguenti risultati·

I

Sono evidenti alterazioni • della funzione bi I ige netica con reperto di pigmenti biliari, nel 6 ~~ dei casi esan1 inati, con reperto di urobilina nel 95 % dei casi. Alterazioni della glicogenesi furon o trovate nel 30 % dei malati; della 1proteopesc;i nel 60 %; del potere antitossico circa la metà dci casi. Viceversa nessuna alterazione l' A. ha messo in evide11za rispetto al ricambio dei ,gras<;i, nel mentre quasi costantemente constatò alterazioni del ricambio azotato. Nella malaria acuta e cronica si può c.:oncludere dunque che si ha con rimarchevole frequenza una lesione della cellula epatica. La lesione è talora monosintomatica nella estrjnsecazione delle funzioni epattcl1e (glicosuria, urobilinurja, ecc.) talora polisintomatica (glicosuria tPiù alterazioni del ricambio azotato, ecc.). Si potrebbe in ordine decrescente della labilità, considerare [più facilmente alterabile nella malaria la funzione proteopessica, indi la biligenesi, la glicogenesi) 1'ureogenesi~ il fPOtere antitossico del fegato. La funzione biliare è colpita spesso, rna no11 con quella frequenza e predilezione ammessa ·d a taluni .&..A., in specie francesi. Le ricerche dell'A. mettono in rilievo, d'accordo in ciò col I.ahbé.. e Canat, la facilità con la quale i malarici vanno incontro ad alterazioni del ricambio azotato P -O.ella !unzione glicogenetica: alterazioni di tali !un, zioni che le esperienze mostrano stabilirsi fin dai primi accessi' febbrili , non vi ha dubbio debbano essere tenute in gran conto nella patogenesi degli accidenti di perniciosità, o, ;per lo meno, di alcuni sintomi perniciosi, qualora si ricordi la tossicità delle sostanze che un alterato ricambio azotato od idrocarbonato apporta nel circolo.

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A. Tasso dei pigme11ti biliari nel sangue e resistenza globulare in vari stati morbosi. Le modificazioni -0.el contenuto di bilirubina nel siero di sangue non sono sempre 1parallele a qu :"!]le del tasso dei globuli rossi e della emoglohina. All'inf.uori dell'emolisi dei globuli rossi il va101·e

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della :b ilirubina ·è influenzato dalla capacità prod.utt~.va del sistema r.eticolo-endoteliale, e cosl pure dall'attività delle cellule epatiche, come apparato secretore dei pigmenti biliari. Il tasso dei 1pigmP.nti ·b iliari nel sangue nel cor.so di irialatti.e che si manifes.tano con un aumento di emolisi non è .p arallelo alle modificazioni della resiste11za globulare. Fra i risultati notati in diverse affezioni va rilevato che nel corso de~le .nefriti Si constata una diminuzione notevole o anche la assenza della bilirubina nel siero di sangue accanto ad un aumento della resistenza g~obu­ lare. Nelle malattie infettive vi è un aumento di :pig1nenti biliari nel sangue: insignificante i1el Ufo (da 0.7 a 0.9) l'aumento raggiunge il tr~plo del norrnale (da 1 a 1.5) nella polmonite, ·prjro~t delfa crisi, quando si constata una contemporanea diminuzione notevole della resistenza globulare. Easando&i su dati simili, · 1si P·UÒ differenziare il tipo di anemie aplastiche con tasso di bilir11hina normale, o poco elevato, e resistenza globulare normale, dal tipo di anemie emolitiche co11 aumgnto forte d ella bilirubina e con 1iminu1ione d ella resistenza glob·u lare. A queste conclusioni gi-unge .J. Held (Polska Gazeta Leta.rska, t. III, 1924) ·da ricer che corn1piut1~ jn 50 casi di affezioni diverse. A. PICCINEf LC.

IGIENE. '

Un nuovo metodo per Ja differenziazione del latte fresco da quello bollito. Heckn1a E.

(Verslagen van Lan(i,bo1lw/(tlndig~ onderzoekingen der Rijkslandbouwproefstatiofl, ri. XXIX, p. 49-60) pro.p one il m etocto seguer1tc:

A fl crnc. del latte, precedentemente filtrato :ittraver~o al cotone, si aggiungono 5 eme. di solu zio11e 0,1-0,2 % di « trypan.blau » in acqua distillata o, n1eglio, in soluzione fisiologica. Si ;nette la miscela in un tubo da centrifuga con la parte inferjore cap·i llare (p. es. , il tubo di Tromrn5dorff), temperatura di stanza per 10 ID in11ti si 1 a5Cia e poi si centrifuga 1per 20 rninuti. Si vers~ la crerna e·d il latte m agro e si aspira il poco ~i quido rin1asto vicino al sedirnento mediante l1na .p ipetta capillare. Poi si rirr~ escola ben.e il seùirnento con una fìne p iipetta cap1 Ilare, se n e prende 11na goccia o due (sempre la stessa quantità!) · che si es~n1ina al microSCO!J>iO, avendo cura di "':'ipartirc unjformerr1ente il mat.eriale fra il porta· ed il co:p rioggetti. Si osserva co11 un sistema a secco, e si deve osservare il numero <lelle cellule col0ra te

a


1~34

e non colorate, l'intensità di colornz~on c ed il 11u mer o co1np lessivo delle oollule, facendo l a n1eùia d i 25 campi. Bisogn a guardarsi dal confon dere le eeJl11le con gocciolin e di grasso o co11 pell icole di schiu1ua. Si possono avere i segu€r1ti risultati: 1) Latte crudo. Si vedono soltanto cellu!e {rel ati va1nente grand i) non colorate; 2) 1.. atte molto r iscaldato (10' a ?Oo; 2'-3' :t 80°-90°; 1'-2' a 100°). Gran numero di celJu~e in tensa1nente colorate, mentre mancano quell e scolor ate e poco color ate; 3) Latte riscaldato a bassa temperatura (tO' 30 ' a 63•). Discreto nun1.ero di cellule debolmente color a te); 4) Miscela di latte crudo e di quello m<ilt.u r iscaldato. .L\cca11to a cellule inter1sa1nente colorate, se ne vedono altre non colorate. Questo metodo vale anche se il latte è $tato a-Odizionato con formalina o con bicromato di potassi0, nel qual caso le reazioni di Storc.h P di Rothenfusser (ricerca dei fermenti) non possono fornir e alcuna indicazione. fil .

POST A DEGLI ABBONATI. Spa..sTnofìlia. -

I ~~NO XXXI I, FASC 38}

IL POLICLIN ICO

All'abb. n. 8048, dott. A. C.:

L't.tiopat0genesi della spasmofilia è ancora oscura. Date le su e analogie sintomatologiche con la tetania e i risultati degli studi sperimentali di Vac;sale, si è attribuito il disordine a disfunzione n iJJJfunzio1!e delle glandule paratiroidi. In consegue11za dovrebbero giovare i prodotti 01p oterapici relativi. Più rece11temente si è ritenuto eh.e la spasrnofì Jia fosse l' espressione di alterazione nutritiva in rap1porto a carenza di vitamjne. F. certo comunque che il disturbo si presenta con grande frequ enza in bambi11i con note di rachitismo , e che la terapia indirizzata a modificare il fattore co· stituzionale riduce la frequenza o determina la sco~1parsa d egli spas1ni. ~on è il caso di avvertire che non bisogna abusare dei medicamenti. Più t!i tnt1o giovano l'adatta alimentazione, la v~ta all'aria aperta, i bagni caldi ripetuti più voltp al giorno. Dtt.

.i \ll'abb. n. 8358: PtlÒ consultare: DE BEURMANN et GOUGEROT, Les ~porotrichoses, Paris, Alcan éd. 1912, e la coll'3zione del Giornale Italiano delle malattie veneree e della pelle dn.l 1910 in poi. Per le d ermatomicosi consultare i grandi trattati di dermatologia. V. l\fONTE$ANO.

VARIAw · Nuovi orizzonti della psico-neurologia. È possibile la conquista dell'en erg ia subcosciente. ?a

L'Avvenire Sanitario n riportiamo, in la rga 1n1sura. un interessante articolo del prof. Loreiizo Ratto, eminente studioso di biologia e di sociologia, che sa v.edere i problemi più nuovi e 1Più ca tti vant1. u

Comincia a balenare, qua e là, in due o tr e teste di eminenti pensatori, l'intuizione che il sec:ol0 xx ~ d estinato a diventare il secolo della conquista delle forze metapsichiche. Così, ad €Se1npio, il prof. Bechterew, dell'Un iversità di r.. eningrado, pubblica nella n ostra Rivista « .Scie11tia » del giugno scorso un programma di studi psico-neurologici, cui propone di dare il nome i1uovo di Riflessologia, riconoscendo n ecessario emancipare la dottrina e clinica delle m a lattie della personalità dalla ,p arola psiche, dalla terminolo.gia fornita a prestito dai p sicologi ai p sicl1iatri, e dal bisogno o metodo conv enzionale di far capo ai fenomeni della coscienza e alle facoltà dell'anima del soggetto ar1ormale o malato. Essendo ormai certo che la coscienza è un epifenomeno, e non un ag€nte, do~­ biamo sbarazzarci dal culto della coscienza, per scendere ai pi ani della subcoscienza ed incosci€n za, ~tudiarn e le stratificazioni e i diaframm i sc' certare l P. interruzioni del diaframma della coscienza; le differenze tra le razze umane nello svilt1ppo delle facoltà medianiche; la possibile 5elezione , edu cazione, di queste facoltà, l'utilizzazione di esse .p er la pedagogia, la clinica, la politica in generale. Ma è soprattutto al 1poeta e filosofo Maurizio Maeterlin ck, che dobbiamo le intuizioni più poetiche, o crf!atrici, sul grande segreto della Natura e sull'Ospite ignoto, cioè sul soggetto che sente, p ensa, agisce in noi, mediante il nostr o cervello, le nostre ghiandole endocrine, il nostro sistema nervoso. Egli ci fa intravedere la possibilità futura di allacciare gli sforzi attuali di p5ico-neurologi e psichiastri a quello dei cultori dell€ scienze metapsichiche, per costruire, finalmente , la teoria generale delle manifestazio11i € utilizzazioni ·dell'energia subcosciente. Nulla di 1più utile che prendere in esame le ipotesi ,di studio i n corso circa la genesi dei miracoli moder11i, naturali e s1perimentali. Le cure miracolose di Lourdes e di altri santuari cristiani, musulmani, buddisti; l'asepsia fluidica: l'esteriorizzazione della sensibilità; l 'incombusti.bilità e invulnerabilità del corpo umano nelle esperienze dei fakiri e dervisci· l'inumazione '


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SEZIONE PUA'l'lC!\

prolungata di esseri viventi; le stim1nnte e il sudore di sangue nei soggttti cosid-Oetti jstericcreligiosi: il miracolo del sangue di S. G...~nnaro; le facoltà medianiche normali o genera li e quelle stracrdinarie rarissime; gli animali 1p ensanti e ealcolatori; i bambini musicisti-nati o calcolatorinati, i soggetti fotofori, le materializzazioni, ~a levita1ione, la xenoglossia, la bacchetta divinatoria dei rabdomanti, ed altri cosidetti sortilegi, o miracoli, sono fenomeni che le Società di ricerche e scienze psichiche tentano di ridurre al comune Jenominatore metapsichia; colla speranza di inquadrarli nella {tsica d el subcosciente; depurandoli, benti11teso, dalla percentuale alta di superstizioni, siml1lazioni e frodi che. da 50 secoli è sempre commista in tutti i fenomeni del cosidetto occultismo, in ragione d ir etta dell'impotenza . della scienza ufficiale a SJpiegarli. Orbene, le più preziosr facoltà dell'uomo, quelle medianiche, che sono generali n1a enormemente disuguali seconùo l.e razze e gli individui, rimangono finora sterili, percl1è da 50 secoli la scienza è impotente a .:'elezionarl e, educarle, governarle, ridistribuirle attraverso le rotture naturali o artiflcjali, del dia' fram1na che separa · la coscienza dalla subcosciP.nza. Perchè le scienze psichiche son o rimaste da tanti secoli allo stato •p rimitivo? 1perchè sono così intrise di illusioni e superstizioni? A questa domanda Maeterlinck risponde: era necessario cl1e le scienze fisiche le precedessero, 1Per preparare loro la strada ed i m ezzi e sttume11 ti di an alisi e sperimentazione. Non si poteva indagare l'occulto, misurare il gigante ignoto che è in noi, ignorando fisica, chj1uica e meccanica. Oggi che la fisica è bene ar1nata, può esler1dere il suo dominio verso la conquista dell'enert?ia subcosciente. Ma bisogna prendere il nostro coraggio teorico a due mani, ·p er abbandonar.e risolutamente l'illusione subbiettivista che rampolla dalla nostra cosciPnza; e bisogna trasportare logicamente questa nuovissima passione teoretica anche nel can1po dell'Etica e a.ella Politica, per allacciare di nuovo l'Oriente all'Occidente e farla finita colla ps1c0Jogia individualista o subbiettivista d 'origine medieval e , barbarico-rornana, cioè albertinotornista, che è la fonte prima ·della intoller anza e <lella bellicosità e ferocia degli abitanti de11' ai11ola europea e l a causa di ogni malessere, etico-religioso, economico e tpolitico, dell'Uomo europeo su qualunque continente egli viva e !Predomin i. Siamo già su questa strada; per chè si cominria a parlare ·d i coscie1iza cosmica di ffu sa. Cade cosJ il dogma materialista: « non c'è pensiero senza cervello ,, ; perchè la Natura non ha bisogno di I

cerve ilo pèf produr1·e delle i duc. E (;2SS-u quindi l'eterno errore di considerare il pensiero come un'attività cosciente; mentre è sempre più evidente che soltanto ciò che -è stato pensato in n0i diventa, o -.p uò diventare, per noi, cosciente. Ritorniamo, insomma, alla dottrina orientale, greca, araba dall' anima, anteriore alla tpsicologia costruita dal genio altissimo di Tommaso d 'Aquino e tuttora vigente a base d el nostro scibile universitario. Come osserva iMaeterlinck, il soggetto gigantesco e 1POtente che p ensa in n oi non ha bisogno a ssoluto d el nostro cervello personale; perchè puo valersi di qt1alunque altro apparecchio conduttore, condensatore, riflettore, quando il nostro cervello è guasto o frantumato. Noi non abbiamo modo di conoscere l'essenza di quel soggetto, che deno.!Tliniamo variamente · anirna, spirito, scintilla divina, corpo astrale o eterico, subcosciente; oppure ospite ignoto, come saggiamente .p ro1p one di chiamarlo lo .stesso Maeterlinck. Ma ciò non significa affatto che sia i1npossibile alla nostra volontà di do111inio cli arrivare a sfruttarlo, mediante l'i1pnotismo e 1'en.ergia inedianica, e coll'aiuto di s tru~ 1nenti di fisica raffinatissimi , che potremo, forse presto, costruire, per adattarli alla misura e captazione ·d ell'energia .su~cosciente. Questa energia ieri supponevamo fosse la s11,ggeche 11oi fino ad , stiorie di un soggetto su di un altro soggetto, 110.:i è altro che il fluido vitale di cui già San To1nm aso riconosceva l'esistenza, emanante a fiotti dalle radici del nostro essere e comunicante col fluido di tutti gli altri esseri viventi, co1ne riconobbe, p er suggestion.e oriental ista, San Francesco d' .i \ssisi. È percettibile ai soggetti sensitivi in stato di ipn osi. È trasferibile, imprigionabile, captabile e forse accurnulabile. Quindi sarà sfrutta~ bile dall' arte salutare, dall'arte educativ a, dall'arte JJOlitic a. l\1a non è la nostra intellige11za che potrà utilizzarla! È soltanto la n ostra v olontà pas~ sionale <li dominare - con. nuovi metodi e $C0pi - spazio, materia e prossimo , che potrà agi re. I JORENZO RATTO.

PUBBLICAZIONI PERVENUTECI. CACCI.\

F. Trattamento e sao·mbero d e·i feriti de gli

arti in guerra. ··-- Roma, Giornale Medicina Militare, 1924. 0APECE NrcotiR.

( Jrani61netro f etal in.terno y un Pelvimetro int er'l'IO'. ~ ahi.a BI.anca , J anTf '11,

nelli, 1924. CARDI G1usEPPE. i.C::ul.l a sintomatolo(Jia dei tumori del corpo calloso. - Ri1nini, Tip . Operaia, 1924. CA STIGLIONI ARTURO . ll libr o d ella pestilenza dì Giovanni de Alber~is da Capodistria. - Trie-. ste, Tip. Lloyd Triooti110, 1924.


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11. POLlCLINlCO

[ANNO XXXII, f ..ASC. 38)

POLITICA SANITARIA E GIURISPRUDENZA* CONTROVERSIE GIURIDICHE

30 settembre 1922). Alla <iiversità dei voca.;oli

LXV - Le preferenze nei concorsi per beneme· renze militari.

usati dal legislatore nei due distinti casi, la difesa del rj corre11te, nella discussione orale seguita nella pubblica udienza, ha attribuito un va!ore sostanziale, nel senso che, quando la legge ha parlato di preferenza, ha inteso riferirsi r1on tanto alla graduatoria quanto alla nomina.

La V Sezione del Consiglio di Stato, con derisio11e ~3 luglio 1925, 325, rie. Le11tini dott. Giovanni co ntro Comune di Sp.accaiorno, ha ritenuto: a) che le ·preferenze attribuite dall'art. 9 del n. D. 30 sette1nbre 1922, n. 1290, ai benemeriti delJa gt1errn l'd estese dall'art. 3 del R. D. 24 sPtten1 br.r 1928. n. 1923, alle i1om in e p er gli enti locali , i1on sono efficaci nei concorsi all'ufficio di n1 ecl i ~ o condotto; l> ) cl1e il titolo dal quale cte1iva la preft!renza n on è operativo di effetti in sede di scelta e di n omina se doveva essere e fu cons id e1ato in ~ c.>d e di graduatoria.. E da riten ere che questa decisione s ia Pft'etto di una svi sfn e che rimanga, perciò, isolata. f.rerl iamo, tutt:iv ia, t1Ule segnalarla augurand0 cl1e, in questa ,d elicata materia, non si ripP,tar10 i contrasti, le incertezze e gli errori che hn11no l'eso più gravi le conseguenze de11,a1p1Plica11one del decreto 27 maggio 1925 circa la co1npetenz:i a. giuui cnrr. dei ricorsi concernenti rifor1ne di orga11ico e dispense dal -servizio. Prima di indicare sinteticamente. l'errore dP'1'1 risoluzione, che è oggetto di questa nota, ripor· tiamo integralmente il testo ·della decisione. « Considerato, circa il secondo motivo, che la posizione speciale dei reduci di guerra TI<'i riguardi del loro collocam€nto 11ei ruoli delle Am· ministrazioni Iocaii è regolata dall'art. 3 del R. D. 24 settemb.re 1923, n. 2073, il quale si richiama : a) alla leggP 21 agosto 1921, n. !:-l12, per gli invalidi di gnerra~ b) all'art. 9 <iel R. D. 30 setterr1bre 1922, n. 1290, che determina l'ordine delle prefer€nze, in sostituzione di quello stabilito dal R. D. 18 settembre 1919, n. 1825 (art. 3), ne1 conferimento clei posti di prirno grado; e) all'art. 7 (3o comnla) d-31 R. D. 28 gennaio 1923, n. 153, che p~evede le a ssunzioni <li ,p ersonale n·ei 1posti vacanti di prirno grado. ,, Lasciando da paTte le norme a favore ùegli invalicli Ja cui applicazione non ricorre nel caso, ' . . risu~ta ·dal combinato t€sto delle citate d1spo.;;1zioni che il legislatore ha voluto dis.t inguere i posti da confer jrsi senza concorso, ma su gra· <lua.toria dai posti da conferirsi per concorso. Nei rigu~rdi dei prirr1i, paria di precedP1iza (a.rt . .7 del R. o. 28 get111aio 1923, 3° comma); ne1 1'1iuardi dei secondi, di preferen za (art. 9 d.el R. D.

n.

I! Collegio ha considerato che i duf' diversi vocaboli usati dal legislatore rispondono ad unn evidente precisione di linguaggio. I.,a precedenza è uri criterio relativo in ordine a turno di ternpo, ed è vocabolo bene appropriato al caso di graduatoria prescritta dal legislatore appositamente 1per . regolare l'avvicendamento delle assunzioni da farsi senza concorso; la preferenza è un criterio T€lativo di scelta che entra in funzione tra p ersone giudicate f!X aequo, ed è vocabolo bene appropriato al caso nel quale è stato adf)fl>erato, cioè di partecipanti a concorso giudicati a parità di ruerito. IL primo criterio agisce ~n senso discendente; il secondo in senso parallelo. « Ciò premesso, è da aggiungere che queste norme a favore dei reduci e dei benemeriti di guerra debbono avere ,p iena aipplicazione allorché ricorre questa d~lice condizione: che si tratti di posti di primo grado; che si tratti di graduatoria cut debba riconoscersi un valore assolutamen.te vin1<

colativo. Il Consiglio ·di Stato, nel parere di adunanza gen€ra!e 15 maggio 1924, ha ritenuto che il posto di medico condotto debba considerarsi con1e di primo gra.do quando non sia prescritto un deter1ninato precedente periodo di esercizio proressio11ale e quando non si tratti di Com11ne avente p1ù condotte delle qu!lli una organizzata in mod~ diverso dalle altre. « Nel caso della vertenza in esame, la .p ri1na condizione, 1p ertanto, ricorrP,. ,, l\1a non ricorre la seconda. 1c Nei r1ostri ordinamenti amministrativ1, risale orrnai a più di un ventennio la norma secondo cui le nomine dei medici condotti debbono seguire sulla base di una pluralità di designati (che, di -so lit o, è una terna), con libera scelta entro i Iirniti del numero dei designati come più meri· tevoli, con votazione non inferiore ai 27/30. . 1< Gli ordinarr1enti sanitari sono stati completati e rr1odific:tti con il R. D. 30 dicembre 1923, n. 2889, posteriore a tutte le ricordate ·disposizioni a !~­ vore dei reduci e benemeriti di guerra; ma 11 e

(*) La presente rubrica. è affidata alJ' avv. G1ov ANNl lega.le del nostro periodico

SRLYAGGI.

ese,·crnte in C'a ~~i.:i?.i o n~.

"o n~ulentE&


[ANNO

XXXII,

FASC.

38]

SE7 IONE PRATICA

sisterna della libera scelta entro i ljmit-i prE·1letti è rirnasto ir1variato e, quindi, conferrnato. « 111 questo stato di diritto , ha tuttora ,_,igore il principio i11terpretativo affermato dalla giuri· sprudenza di questo Consesso, che 11ei ca:si in cui la grarlDatoria - come per i med ici ~on­ dotti - non 11a una ef:(ìcacia vincolativa assoluta, in qt1ar1to l 'e11te locale ha dalla legge libertà di sceJta entro certi limiti della graduatoria stes;:;ù, il 1iiritt0 di scelta non è e no11 .p uò essere inr.· rtomato. « B ev1dentP che libertà di scelta e ris1pe1t .1 ; ~ prefel'enze sono termj11i a11titetici. Ir1 questi casi, le ben.e1nerenze di guerra si risolvono in un ,·a11' taggio nella graduatoria, e il Lentini 11e ha usufruito, p oich.è la classifica definitiva stabilita ctn!ln. Comn1issio11P. giudicatrice, come chi aramente 51 òes11rnE: da) verbali, è d Qvuta non solo u Ila v:t l.11tazione della attività :p ratica scientifica, d el corredo della preparazione scolastica, ma altrr.sì alla con siderazione di tiioli di natura ·di versa, e specialmente dei servizi militari. Ora, per pri11cipio genera1e, non è a111messo che di 11n requisito di preferenza il can·didato possa avvalersi cl tlP. volte nelle diverse fasi di un con cor so. Quando il legislatore ha volt1to che la prevalenza :stabilita a favore -dei reduci di g11erra valga agli effetti della no1nina, e non solo agli effetti della graùuatoria, espressarnento lo ha di chiarato, corne ha fatto nei riguardi degli invali.di con l'art. 8 cle l R. D. 29 ge11r1aio 1922, n. 92, 1portante il regoln.rne'1to per la esecuzione della ricordata 1Pgge 2·1 ago· sto 192J , n. 1312 ».

* ** Sin qui la deci sion e 23 1uglio n. 327. l\.f a la stessa V Sezione con decisior1e 27 marzo 1925, ' n. 169, rie. Ftepullone dott. Paolo cont.ro Co1nune di Guassano, aveva d eciso in sen so diametral· mente .contrario: « l 'art. 2 del R . D. 30 sctternbre 1922, n. 1290, i I qual e f11 esteso ai concorsi 1pP.r l'assunzior1e cli impiegato delle ammini5trazio11i locali dispone che nei concorsi per nss unzionP. del personale nel 1° grad.o d elle s ingole carriere, a parità di merito, sono prr.feriti, secondo un ordine indicato, i benemeriti d ella guerra; ·norL può l'arnrninistrazione non appl icare tale articolo adduce11do . che del servizio di guerra . già. tenne conto la Co111rnjssione giudicatrice del concorso, .p osto che i titoli dei concorrenti (non es0lus i i titoli di servizio militare) fur ono val1J.tati dalla Co1n1n i.ssiorie ai fì,ni tecnici e professional·i, il r.he no'fi impedisce che del servizio di. g?J.erra possa e delJl.Ja te1iersi con.lo qitale titolo di preferenza, a parità di merito nel.la nomina )) .

1337

Il contrasto tra le due decisioni è manif e:;to e irrjduci:tJile. Nei due casi si trattava di . concorso all'ufficio di medico condotto; nessuna particolarità distingueva l'uno dall'a:Jtro cas"O, si da giustificare una diversa decisione. A ·distanza di por:hi 1nesi la V Sezione ha risol.uto, dunque, in Sf~nso div erso e contradittorio la stessa questione di p ri11cipi o. Ciò è ·deplorevole p erch·è determina uno stato df disorientamento e di jncertezza e djsparità di trattamento. ·lVJa noi 51peria1no cbe la seconda decisione ri-

1na11ga un caso isolato di deviazione. Con essa, la V Sezior1e ha, in sostanza, disapplicato l'art. 9 del R. D. 30 sette1nbre 1922 ed ha ricondotto la preferenza dei benem'3riti della guerra alla condizi011e che ad essi era fatta dal R. D. 18 scttr:n1ùre 1919. Q11esto decreto attribuiva un titolo <li • 1pref erenza, a .p arità di merito, agli eff-etti dcl/a rrra<iu.atoria . .

Ma tale disposiz1one era praticamente ii1effìcac.e nei casi ii1 cui la graduatoria non vincolava l'am111 inistrazione e questa aveva facoltà di scelta. Il R. D. 24 settembre 1923 provvide ad u11 sistenJa co1npl-eto ed estese agli enti locali la ùisposizione ciel terzo comn1a dell'art. 7 del R. J?. 28 gennaio 1923, n. 153 (precedenza 11ella graduatoria ) e qu 8l la dell'art. 9 d el R . D. 30 sette1n.bre 19tz (preferenza net, concorsi) . Secondo Ja ri soluzi orc del Co11siglio di Stato si .dovrebbe ritrnere che sian0 efficaci soltanto le norme concernenti la pre1·edenza nella graduatoria: ma c1ò ·s ign1 fh;J1e· reb})P. non a1pplicare una delle due d1sposjzjo11i, precisarr1cnte quella dell'art. 9 chP completa il sistc11na legale attribu endo un diritto di pref P.reri.:.o 11.el concorsi, cioè agli effetti della no1ni11a i1el casi i11 ~ui la gra.d uatoria non ha efftrn0ia vincolante, 1nentre l'art. 7 del R. D. 28 gen.. naio 1923, attribuisce un diritto di preceden za, nella gradu ~ttoria, nei casi, cioè, in cui l 'Arnn1ini stl'azion e è obbligata od OS$ervare l'ordine della grnct uatoria. T~rtat a

è anche I 'altra risoluzione, com~ è spiegato cl:}juramente dall a d eci.sjone 27 marzo r9·~5 della stessa V Sezione: agli effetti -O.ella graduatoria, si tien.e conto d el servizio militare se ed j n qnanto sia in.dice d·i rrierito, di capacità tecnica,

co111c quals1asi altro titolo professionale; in\'ece, agli effetti delJa preferenza, 1a legge considP.rrt ~a be11,e1nercnza m ·i litare, cioè un titolo diverso. La distinzione è così evidente cl1e sorprende

perfir10 la confusione che ·il Consigl.i o di Stato ne ha fatto in contrasto con suo precedente giuùicnln. •


fl POLICLIN JC!J

[ANNO XXXII, FASC. ~8]

NELLA VITA PROFESSIONALE. Cronaca del movimento professionale. •

Congresso dei medici condotti • '

P~r va.rie . contingenze locali il XIX Congresso N az1oi1a le S111dacato Mediéi condotti indetto a Siracusa, è rimandato dal 17-19 al 19-21 ottnbre . I...e a<lessio11i si ricevono dal segretario de l Comitato or·g anizzatore, dott. Giovanni Ca.p •p ello , Spaccaforno (l\{essina) . Avrà luogo una speciale crociera per chi desidera s.-;e oompie re il viaggio p er mare a, Siracusa da Ge no\a. o da Li\Torno o da Civit~vecchia o da Napoli, con approdo a Gjardi11i-Taormi11a , se nza .acrgravi rl1 spesa; eventualmente si farà t1n.a gita e:t ~r a lta . •

i-.

All'ordine dei n1edici di Messinn. Il ~O agosto ebbero luogo le elezioni· su 400 . ' iscrit.ti h.anno vot-ato 238 sanitari; sch ede bianc he 4; eletti i dottori Vinci prof. Ga.€tano, Isaja, prof . Angelo, Oocito Carlo, Bartolone Gioacchino Fa1nulari Seb.astia11-0; Faranda Stapino, Tom.aselli Giovanni .

CONCORSI. POSTI

,

\

ROMA. Jfinistero della Marina. - Concorso a 15 posti di tenenti medici in 8. A. P. Vedi fase. 36. Scad. 15 nov. 8ALVITELL~ (SalP.rno). - Scad. 30 sett. L. 7000. . S. MICHELE DEL QuAnTo (l'enezia) . - A tutto il 30 ~tt . , ore 17; per informazioni rivolgersi Seg reteri a. 8. PAOLO ALBANESE (Potenza). -' Cond. resid., serv. pov. L. 7000 ; 1,. 500 uff. san.; aum. quadr. Scad. 15 ottobre. 8. PIETRO V~rtNOTIOO (Lecce) . - 2a. cond.; L. 8500, sen~a ~ c .-v., fino .a 1000 pov. ; addizion . L. 3 per altri oOO pov. e L. 5 oltre; 5 quadrienni decimo ; scad. 4 ott., ore 20 ; docum. a 3 mesi dal 4 sett. Serv. entro i5 gg. Tassa J,. 50.20 .al t&sor. oomun. SONCINO (Oremr.na). - 3° riparto (GallignanoIsengo). Sca.d. 80 sett. L. 11,000 -0ltre L. 1500 mezzo trasp., L. 300 ambulat., 1 X c.-v. in lire 1800 ; a umenti periodici fino ~1 50 % dopo 20 anni; nb. 2~5Ll , pov. !500 ; non obbl. oav. · 8. V1TT.0RIA IN MATENANO (.4.scoli Piceno). -Kmq. 25 circa, a 650 m. alt. Ab. 2400 di cui 1600 ci1•Ca sparsi ; a cura grat. 25 %. L. 8500 compreso c. -v.; indenn. fissa L . 500; cinque qu.a<lrie11ni dee.; par c~Yalc. L. 2700. Ta.ss~ L. 50. 15. Do-cum. a due 1nesi. Chiede re annunzio. CONCORSI

A

PREMIO.

VAOANTI.

AQUILA. Oor1gregaz . di Carità. - M ed . primari<> d ell'Osped. di S. Salvatore. Vedi fase 36. Scad . ore 12 d~l 25 sett. CARRARA. 3.f'11.nicipio . - Medico-direttore dell' Ambulatorio anticeltico. Vedi fase. 36. Scad. 30 sett. CASTELCIVITA (Salerno) . - Scad. 30 sett. Una <lel1 e due cond. ; L. 7000 e 5 quadrienni dee., oltre L. 1000 cav. , addizion. L . 5 ogni povero eccedente 20 % d ella popolaz.; tassa L . 50,15. C'ELLl~ 8 . VITO (Foggia). - A 30 1g g. dal 7 sett. ; L. 9000 ; età lim. 45 a. Serv. entro 15 gg . Docum e11ti a 3 inesi dalla presentaz. FIRENZE. R. Pr~fett1ura. - Uffic. sanit. di Prato ; Sc.aid. ore 17 del 10 ott. ; L. 12,000 e c.-v. ; 8 trienni decimo; valutaz. parziale servizi prestati; è con cesso il libero eserc. profess. Età lim. 45 a . Ab. 60,560. Chiedere annunzio. GR..\ SSANO l\iloNFERRATO (Alessandria). - Scad. 30 sett. ],. 7000 pei pov. non oltre 10 % della po1p olaz., addizionale capitaria L. 4, m ezzo trasp. L. 500, uff. san. L. 500. ISOLA DEL LIRI (Caserta). - 2a condotta ; vedi fase 34; proroga al 30 s.ett. LEcco (Oo1no). - 1 a co:q.d.; L. 9000 oltre L. 700 Tnez.zi tra sp. ; età lim. 40 a.; ta~oo L. 50. 8ca1d. ore 17 del 30 sett. l\iI1r.ANO. Consiglio degli 1stituti Ospitalieri. Dirigente la Sezione Radiologica dell'Ospedale Ma.ggiore . Vedi fase . 31 . Scad. 10 ottobre. MoNFU~I o ('frr.·viso). - A tutto 30 sett.; L. 9500; indenn. trasferta e due c. -v .

È

J>remio Galligo. aperto il concorSQ a un premio triennale di li-

re 500; pos...~no parteciparvi tutti quelli che faranno q11alohe lavoro interessante di propri.a iniziativa e che illustreranl-10 qualcl1e import.ante parte di sifilogratia iO di malattie dei bambini. Scad. 31 marzo 1926. Indirizzare .alla Presidenza dell'Accademia medico-fisica fiorentina via A1fani 33 Fi' ] renze. B oRsE n1

~1' u n10.

Borsa Tfl as'ìerma·nn.

bandito il concorso per la 2a. Borsa di studio W a.ssermann fra med iohesse italiane. P er informazioni rivolgersi alla presidente dell' Associazione Nazionale Dottor~sse in Medicina e Chirurgia, <lott. Corowpinv Ferrari - Salsomaggiore; oppure aJl.a &?gretaria prof. clott. Costanza Boccadoro, via Volturno 7 - Lodi . È

,'IO.MINE, PROMOZIONI ED ONORIFICENZE..

Il prof. Gaetano Fiohera è nominato membro de ll'Accademia N azionale di Medicina di B uenos . .\.ires. . Rallegrrumenti cardi.ali .

il

Il proif. Francesco Leoncini, di medicin a lega,le Parma,, è trasferito a Firenze.

La- dott.ssa l\!ari.a Benita Sindoni è abilitata alla ]ibera docenza in patol-0gj.a, e clinica pediatrica.


• fANNO XXXII, FASC. 38]

SEZ IOl\'E PR,\TICA

NOTIZIE DIVERSE. I Co11gresso internazionale per la malaria. Come abbiamo an nt1n2i.ato, è indetto a Roma

dal 4 a l 6 ottobre; si adunerà nel Palazzo della Esposizione (via Nazionale). La segreteria, diretta dai proff. G. Ba.stianelli e A. Nazari, ha sede in via X4IV Maggio, 14. Saranno disicu~·i i seguenti temi: 1) AH.afeli e malaria; relatori: Hackett (Stati · Uniti), Sella (I tali a) ; 2) Parassiti: bjologi.a, unità o pluralità; relatore: Marohoux (Francia); 3) Gli alcaloi1di d ella china e ]a terapia della malaria; relatori: Jam~ e Dale (Inghilterra), Ka.ufrnan11 (Svizzera), V . Ascoli (Itali.a); 4) Fattori epidemiologici e misure antianofeliche; relatori: Sergent (Francia), !{ligler (Palestina), Gosio (Italia), B.arber (Stati Uniti); 5) Propaganda, statistica; relatore: L asnet (Fram.cia) ; 6) Febbri. d'inoculazione; relatore: A. Marie (Fr ancia). Il prof. H. Di.irck (Germania) terrà una conferenza ~iUlle alterazioni anatomo-patologiche del sitema nervoso nei malati di cc malaria tropica». Sono annunziate comunicazioni di: Strong, s,vellengrebel, Abetti, Ibb.a, ecc. Nei locali del Congresso si terrà t1n'Esposizi<>ne <li dati sta.t istici sull a lotta anti-mala.rica in Italia. IJ 7 ottobre avrà luogo una ·g ita alla Souol.a malariologica di Nettuno, al centro diagnositico di Ferriere, alle opere della Croce R ossa nelle Paludi P011tine e un J)ranzo ad Anzio ; 1'8 e il 9 ottobre lln.a visita alle bonifiche idra uliche ·del Ferrarese. Sono predisposte gite collettive per Je visite di n orna e dinterni. I oongressisti sono di tre categorie : raippresentanti d i Governi, rappresentanti d'Istituti e jndividuali. Quota d'iscrizione: Lit. 100. Lingue ufficiali: italiano , francese, inglese, spagnolo, tedesco. Si prega di far uso, per quanto è possibile, del francese e dell'in~lese, cooì nel r edigere le r elazioni come nella discussione. L'Ente Nazionale Industrie Turi.stiche (ENIT) s'incarica di trovare gli alloggi . Le Ferr()l\TÌe oonoe.dono la riduzione del 30 % (valevole dal 15 settembre .al 15 ottobre).

IV Congresso internazionale d'infortunistica e malattie del lavoro. C!ome aYevamo ann1111ziato, si è svolto ad Amsterd.am dal 7 al 12 settembre. Venne inaugurato d,g,I ministro d el lavoro Koolen, presenti numerose autorità; il presidente del Congresso van Eden rivolse un cordiale saluto in italiano alla delega7.ione italiana; rispose ringraziando il caipo della delegazione ste&:>a. dott. G. V. Reipetti, generale 1nedico della R.. Marina. La lingua italiana venne riconQlSciuta ufficiale. Daremo prossimamente un resoconto dei lavorj.

1339

A~sociazione

della Stampa Scientifica Italiana (Sezione Medica).

.

.

È stata diramata la 8€guente circolare a1 pr1n-

cipali periodici italiani di medicina:

Egregio Ooll~ aa . . mi è gr ato di. comu11icarLe che un convegno della stampa medica italiana avrà luogo a Roma, in occasio·n e d ei congressi di Medicina interna e ' ài Chirurgia, il 28 ottobre~ nei locali della Clinica Medica. · Nel convegn o sarà discusso se e come l 'Associazione possa essere ricostit11ita e la figura che deve eventu.almente assumere . .Si procederà alle elezioni, qualora si delibe ri per la ricostituzione. Saranno inoltre presi in esa1ne i temi di qualche importanza ch e possono venire proposti da giornalisti medici, sia110 o n on soci dell'attu ale Associazio·n e. Confido che Lei vog]i.a farmi conoscere le Sue proposte e conto su] Suo intervento al con vegno. ll ff. rrresidente : V . ASCOLI.

Al Congresso stontatologico italiano. Gli inscritti son o stati 150, «lei quali circa cento recatisi a Budaipest. Quivi l a oommemorazione1del g rande stomatologo u11gh erese Giuseppe De Arkovy ebbe luogo il 14 sett. alle ore 11 nella Clinica Stomatologioa della R. Università, alla presienza del1' ambasciata.re d' Italia, d ei r appresentanti del Governo unghere8e, · della Città di Budapest, dell'Università e della classe medica. D ar e.mo prossimamente ul t.eriori notizie.

Congresso italiano di otorinolaringologia. Si è aidunato a Ve11ezia. sotto la presi·d enza del prof. Gradenigo, iJ 22° Congresso nazionale di otorinolaringolo~ia.. D aremo proosimamente un breve resoconto dei l aivor i.

Associazione medica italiana d'idrologia, climatologia e t*'rapia fisica. La « Sezione I talia Settentrionale » di detta Associazione terr à la an11u.ale « riuinione r egionale» n el prossim·o ·ottobre a Trento, sotto la p·r es~denza del prof. P . P iccinini, partecipando anche ad una gita a Merano, organizzata, sotto gli auspici della e< Confederazione Nazionale Enti Aut.archici », dal cc Comitato di Cura )) dell a Città d i Merano. Si pre,g a vivamente di voler m.an·dare, per norma <legli organizzatori locali, la ·propria adesione impegnativa entro il 25 settembre. indirizzandola al segretario della cc Sezione ..\lta I talia As.s. Idr . » dott. C. Corbellini, via S. Paolo, n. 10 - Milaino. (No11 vi è alcuna tassia di in1SCrizione).

Congresso francese dell'infanzia. Si terrà a Clermont-Ferrand dal 24 al 27 settembre; com'Pren·cle.rà le sezioni: Legislazione, Economia c:•cl .azione professionale, Statistica e propaganda , Morale e insegnamento, Igiene e abitazione. \


1~40

IL POLJCl.l.NlCù

Chirurgi a1uericani ~n Europa. ,

[ ANNO XXXII, F'ASC. 38}

Scambio di personale sanitario.

Il quinto scambio generale di personale sanitario,. Durante 1'€5tate varie comitive di chirurghi dell'Organizzaz.ione d'Igiene del1a Società delle Nanmetjcani ham.no visitato l'Europa e aloune sono zioni, cominciato il 17 maggio nel Regno dei Serbi, venute anche in Italia. A Rmn.a si ebbe prima la Croati e Sloveni, è terminato a Ginevra. il 10 luYisita <lel Dr. Ch. Mayo di Rochester, che fece alla lt. Acca den1ia med~ca in una seduta spe.ciale una glio; ·e , s·e condo la tradizio11e, i partecip.anti alloscambio hanno ascoltato alcune conferenze sulla: breve ma interessante esposizione ·d ella sua esipe., Organizzazione della Società delle Nazioni. rienz.a sulla malattia di Flajani-Based·ow, basata Durante il loro viaggio, che si è svolto sotto la su migliaia di casi ~ervati e operati nell'ospedirezione dPl <lottar Stamipar, capo ·d el servizio dale St. Mary <li Rocheswr, oosen·do tale nff€di Igiene ·d el RP-gno ·d ei Serbi, Croati e Sloveni, zionf\ assai frequente in _t\.merica. Il Mayo ragquesti funzi.011arii sanitarii, ·d apo aver fatto una giunse poi a Londra una. con1itiva 11umer-0sa di v~sita d'insieme .al pa.ese, sj sono divisi in tre grUipc·hirurghi a·m ericani, di cui gru•ppi divisi visitap1 ed hanno percorso .rispettivamente la Serbia, la rono poi la Francia, la Svizzera e ]'Itali.a, e in _ Dalmazia e ]a Croazia. parte vennero anohe a R.oma. Speciale visit.a a ]~orna fece la Società di Ohirurgia clin·ica (Society of clinica} Surgery) che Per l'istruzione superiore. com·plie annua.l mente viaggi d'istruzione e queCon R . Decreto n. 577 allo stato di previsione .st'.a.11no è venuta in JiJl1ropa, iniziando le sue videl bilancio della P. I. per il 1924-925, eono stati site <lall' Italia, e per prima da Roma. Di essa è portati maggiori assegni per un milione di lire a Presidente il Pecl~ ·d i · Ne\v York e Segreta.rio il fawore de.gli istituti superiori e per 250,000 lire a Pool, pure di N-ew York ; fra i chirurghi più 11oti favore delle biblioteche governative. ohe facevano !].)arte della comitiva erano Ori]e di Cleveland, Cheever di Boston, Clopton di St. Per le commissioni di libera docenza. Louis, Darrock cli Ne"' York, Do\''nes di N e,,. Il Minic;tero della P. I., su parere confor1ne dèl Yor~ , Gibbon di Filadelfia. Haggane di NashCo11siglio ~uperjorP, ha accettato un ricorso del ville, Jakson <li )t!adison, Iudd di RocheSlter, prof. FasoJi perchè le Commissioni di docenza per Jones di Bosto11, Mitchell di Washington, Nilesi esame si.ano ri'Pristinat.e come erano in origi11e. II di Ne'v York, Riohard5-0·n di Boston , Rixforcl di ricorso venne motivato dal fatto che il prof. OhiaS. Francisco, Sistrl1mp di Rochester , Whiipple di varo era rima.sto qnale unico arbitro della odo11New Yorli:. · tologia in una Com.m issione di libera docenza. Sbarcati a Na.1~Joli vennero a Roma, dove nella • Clinica Chirurgica vennero te11ute in loro onore Corsi di perfezionamento in dermosifilografia . . due sedute di operazio11i e dimootr.azioni. Nella Presso la Clinica di -dermatologia e sifilogr.a.fia prima daJ prof. Alessandri vennero illt1strati e della Fn r:oltà Medica di Parigi, nell'Os1pedale St. operati q11attro infer.mi, <li cisti d'echinococco del T.JOuis, si terranno, sotto la direzione del prof. fegato con chiusura per prima, di enorme megacolon sinistro co11 resezione del sigma .ascendente .Tean3elu1e, i segu<.inti <.>orsi ·di perfezionamento: in d er1natologia, con inizio il f) ottobre; in venereoe porzione del trasverso, di ulcera della piccola logia, con inizjo il 2 nov,~mhre; in ter<ipia. dermacurvatura dello stomaeo coJ1 r&Sezione a manica, tologica, con inizio il 30 novembre. (La durata di di pionefrosi calcolosa con nefr ectomia. Nella s.equesti corsi nc:-11 è indicata nell'annunzio che ci è conda ,pt1re una cisti ·d'echinococco del fegato, un stato riroc.:\')So). Il rliritto d'iscrizione per ogni cortumore de11a regione renale, u11 cancro dello ~to­ so è ·d i fr. 150. A richiesta verrà mandato ttn promaco ed uno della mammella. V e-nnero inoltr(' digramma 8ettagliatll; rivolgersi al prof. Burnier, mostrati agli illustri ospiti dal 1dott. Br.ancati Hopital S.aint l.1ouis (pavillon Bazin), 40 rue Bitumori spe<rimentali otten.u ti i1ello stomaco dei Ghat. Pari.s {10e). I...ie i~rizioni si rioovono a ll n t.opi con ingesrtione ·p rolungata di catrame, e dal Segreteri:i della Facoltà (rne de l ' Ecole de l\'fédedott. B a~filo rulcere peptiche speri1m entali proc111e, guich·3t 4). dotte nei cani con varia tec11ica; oltre a interessanti ra.diogrammi di svariate lesi0ni. Cattedra di chimica clelle proteine. Un'altra seduta operatoria venne tenuta in loro P er solennizzare il XXV anniversario dell'asonore dal prof. R. Bastiiane1li. sunz.io~e di Vitt.orio Emanuele III al tr0no, la Da R-0ma .g li illustri chirurghi paie·ar.ono a FiSocietà cc Pia;m » ha don.ato all'Università di Gerenze, Bologna e Venezia, dove pure visitarono nova' ce11ton1ila lire, quale contributo alla istitu cliniche e oopedah, presenziando atti operativi. zione di uua c.atte<lra di chimica delle sostanze proteiche> da .assegn arsi con regolare 00:1,1.oorso a , Società Napoletana di Cl1irur~i. un libero docente di fisica chimica. Qu~ta cattedr.a~ 11nica in Europa, di verrà un centro di studi Si È1 costituita ~r1 iniziativa di un gr11p·p o dj di grande utilità per tutte le branch·e della biolovoJ.enterosi ed l1 a tenuto una prima riunione di cui gia -e della medi cm a . daremo lJros-simaimente il resoconto. 1

0


[ ..L\NNO

XXXII, FASC. 38)

SEZ IONE PR ·\ T1 CA

.Per l'.A.ccatleu1ia dell e Scienze di Rnssia.

Nella

st~mpa.

medica.

Ha ripreso le pubblicazioni il periodico « La Dal 5 al 13 settembre si so110. svolte. a LeninClinica Chirurgica », c.he era stato successivamente grado pri.TD.a e poi a Mosca, le f.este indette dalla diretto ~la Bottini e T<tnsini , da Ceooherelli, da Repub·b lica <lei So·v iety per la ricorrenza del biennio di .fo11dazione dell'Accademia d€11e Scienze di .A.1essandr i ; la direzione' ne è stata ora assunta dal b Russia. L-e Facoltà mediche d' Italia sono state " sen. B.aldo Roo~i· ; · redattori i1e sono Mario Boro·hi ed Enric:o Bertolini. La ripresa coincide con l'il'apipresentate da l p rof. G. l\iiingazzi11i. na11g11:r azione dell' (:'niversità Milanese. Augu ri. • Per disciplinare le specialità farmacenti che e infrenare la réclame ciarlatanesca.

I/o·n . ]n ~a.hato ha interr.o-gato il ministro «dell'interno per richiamare la sua .attenzione sulla 11ooessit.à cl1e, considerando il cresoente dila.gare delle specialità farmaceutiche e dell'abuso di ogni forma di réclarnc, assai spesso ciarlatanesca, ottemperando a11che a. ripetuti voti espressi dalle ~~ssociazioni Mediche, e conformemente a quanto è già .stctto applicato nelle Nazioni più ·p rogredite pur tenendo conto -delle giuste esigenz.e dell' industria ch.1mico-farmaoe11tica; i1e sia disci1p linata la produziouo e il commercio e sia rigorosamente vietata la pubblicità jndecoros a e disonesta, e che si <'Olga a1Jpunto l 'occasione dei la.via ri in corso d ella Commissione di re·v isione dell.a Farmacopea Uffi<·iaJe per affidare ad essa .anche l'incarico definitivo d€lle r elative proposte con un'integrazione della vigente legge s ulle farmacie od altri nuovi p·rovvedimenti •per la suiorema tutela della salute 1>ubblioa ».

Gara per la Fondazione De Giaxa. Il Oomitato per le onoranze al prof . Vincenzo De Giaxa, presied11to dal prof. D . .De Blasi Dir~ttore ·d ell'Istituto d'Igiene della R. Università di Naip·o1i, ha r itpe-tuto per la seconda volta, con successo, la gara tra laureandi i11 me.d icina, s u di un t e111a scritto in igiene, secondo gli statuti della e: F ondazione Vincenzo De Giaxa », che sta p er oostituirsi in Ente morale. I concorrenti si sono provati sul tema: «I disinfettanti·>,; &0110 riusciti vincitori: il laureando F ra11cesco Dima, al quale è stato confeTito il primo pre1n:io ·di lire 1000; e d il laureando Vincenzo .Albano, che ha guadagnato il secondo pre.m io <li lir e 500. Il prof . De Blasi h a proceduto alla consegna dei premi ai vincitori, pronu·nziando elevate par-O·le di inoora~giamento ed inviando u n saluto a ll'illustre 1\1aestro. Il prof. Morelli.

La nuova Farmacopea Ufficiale Svedese. Il Consiglio Medico Svedese ha pTesentato al R e cli Svezia il t e8to della i oa. edizione della Farmac·opea. Coìl'a1ppro\razione, che si spera p·r ossim.a, il nuovo Codive terapeutico diverrà testo ufficiale a .d atare dal 1° gennaio 1926, sas.tituendo anche l'attuale Farruacapea Militare che vige dal 1903, nonchè 1.a vecchia Farmacope~ Veterinaria, ohe l'isale .al 1880. Si adotta un nuov 01 stile di nomen cl atura latin a, per il che nel termine di un decennio i farm.ac1sti dovranno acq111:llstare nuovi allesti1nenti, modificando l'etichetteria . La spesa per tale modificazione in t utte- le farmacie è rupprossimati va.mente calcol ata in 572.000 corone. 1

Il prof. Eugenio Morelli di Pa:via ha tenuto, in s-eguito ad invjto, un.a conferenza nell'Universi tà di Amburgo sul pneumotorace. On~ranze

al prof. Gnzzoni.

I laureaJ1di della Facoltà medica dell'Università di Mr0den.a, in occasione -della ina11gura.zione dei nuovi locali c1Blla Clinica Ostetrica· hanno offer. ' to, pe!· ricordo, una artistica perga mena, oontrassegnat.a dalle loro firme, e u11a medaglia d'oro, al loro mae;;tTo prof. _i.\.rturo Guzzoni degli Ancarani , direttore d·eìJa Olinica stes,sa . ' . _

Per il pro f. Della Valle. Vaccinazione contro il cancro ? I l « 'JimP.s » annunzia che jl d·ott. Gye è riuscito a 1'm•m uniz?.are j topi median.te un vacoino .preparato col «virus >i del ca11cro; nei topi vaccinati non si è m an:ifc>stata la malattia m.algrooo riipetute :iniezioni del virus contenente i germi del cancro e di estratti d i tess11ti cancerosi.

Per gli studi sul cancro. Per ipromuovere gli stu,d i di Gye e Barnard. sul l:ancr o, sir Du 11\1 l1a aiSSegnato 10.000 sterline, pari a c irca 1.250.000 lire it., in cinque quote .ann11e uguali : . .

801;10 state r ese cordiali onoranz·e al prof. Antonio D ella Valle, <>rdinario di anatomia comparata a Napoli, in occasione ·de.I suo colloca.mento a ri, poso. Gli è stata offer ta una medaglia d'oro. Nt1merooi ed eletti gli oratori. •

All'8mico prof. Ferruccio Schupfer fa.cci.amo le più se11tite co-ndoglian.ze per la ·p er.dita del t»adre, sen. FR.A.NOESOO, insigne giureconsulto e dotto professore dell'Un iversità romana.

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1342

.RASSEGNA DELLA. ST.&MPA MEDICA. Journal Amer. M ed. Assoc., 11 rupr . - H. STEENBOCK e A. L. DANIEI.-s. Cibi irradiati e composti organici irradiati. W. "'\\... ELDRIDGE e S. A.

[.l\.NNO XX XI I, F A<3C. 38 ì

IL POLICLINICO

S1LK. Teiraipia terzanaria della p. p. - M. KoEH:dE. Controllo di€tetico del1a nefrìte. ' 18 rupr. - J. F. SiLER e 1\.. P. H1TSCHENS. Trasmissione d·e Jla dengua. E. A. GRAHAM e al. Colecistografia. Riv. di JJatoL. nerv. e me·rot.J 18 aipr. - L. MAGNI. Tnmore teratologico dell'epifisi cerebr. Folia Med., 30 apr. - F. PANSINI. Linfadenosi ale11cemica a decorso acuto. ]1unch. lJfediz. Wo chens., 24 apr. - A. M'AYER. SaJ.pingostomia. J. K. MAYR e C. MoNooRPS . l\filza ~d eosinofilia. Deu. t. lkf efli~ . ltVochens. , 24 aipr . A. BETHE. J)estrismQ e sinistri&mo . - F. MuNK e A. MuNOKE. Diagn . rlifferenz. delle artriti cron. B. ME-'N"DEL. Sulla leucotropi.na. Giorn. di Cl. },tfed., 30 a!)r. - L. PoNTIOAOOIA. Infez. 11~.ana d& bac. di Ban.g e nuove f1onti e vie di conta~io della febbre maltese? l"l nn. di M erl. Nav . e Col., mar .-a.p r . - G. 'F10RITO. Il fattore « vitamin~ » nella biologia di alcuni · germi. - \ l . VALTjB. Il proplema della malaria nel Ve11eto. Radiai Me d .. mag. - P . PrNCHERLE. Studio radiologico ' della pleurite mediMitinica. l 'rnctitio11e.r. n1ag. - A. WRIGHT. Fisiologia della giuarrig. dP.lle f erite. - W. WILLOOX. Il fatt-01~e t 1ussico delle malattie con spec. rig. alle affez. reu.mat. cro1L e a l diab . - H. A. CoTTON. Effetti delle sepsi croniche sul sis t . n·e rv. centr. - A. H. T ·crBBY. Ri:tchitisruo e sottra,z. di luoe oolare e di raiggi ultra-violetti. Lancet, 2 m aig . - O. S. MYNRS. La fatica indu'1triale. -- F. H. H u MPHRil<}S. La luce nella nrofilassi del rachi t. Pres.çe M éd., 22 apr. - C. ~TEANNIK. Si conosoe la 1durata della graivid. e si può fissare l'epiooa del parto? -- ,P. J::fA1.lDUROY. Il batteriofago nella teraipia dellà febbre t ifoide. Gazz . 1l. Os1;. e <l. Cl., 26 rupr. - G. B. ST·EFANINI. L'argirina nelle infez. gonococc. genito-urin. Gaz. d. Hop., 28 e 30 apr. - J. RussETZKY. I riflessi del trigemino . ool cuore. Bu.ll. Jl t?.d., 29 .aip r. e 2 mag. - R. c ·AsTELNA u. .A.srrta e sensibilizzazioni .p eriferiche. - A. GARCIN. Trattam. d·e lLa blenorragia .acu ta nell''Uoono. Deut. med. Wochens., 1 mag. - G. BESSAN. Trattam. dei disturbi acl1ti della n •u triz. dei lattanti. - EsA u. Mal roSIS.ino nell'uomo. - .A. ADAM . Batteriol-0gia e patolo g1a <lell'intest:ia-uo n el lattante . ' Presse Méd., 29 apr. ' - P. D ELBET e A . MENDARO . Epiteliomi mamma1ri segreganti. L. V AR.:. GAS SALCA00. Innesti di n ervi conse·r vati in alcool. .4.cta Dermato-Venereologica, 1. - F . ALMVIST. COfIIllplicazioni della gonorrea rettale. - A. PELLICCIONI. Azione dei vaccini gonococcici . - F .-A. SoHMIDT. L·a mialattia di · Plaut. I

1

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":r.

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f.i\NNO

XXXII, FASc. 38j

1343

SEZ IONE Plt..\.TICA

Gaz. d. Ilop., 3 D1ag. ·-

P.· PAGÈs. Forme nervose dell'.endoçardite m~ligna a evoluz. protratta. l'resse "llled., 6 n1ag. - G. RoussY. L'anatomia patolog.: Jez. inaugur. - E. VALI.ET. Trattam. delle fratture delle dita. Journ. Med. Franç .., feb. - NumerCi> sull'elettroterapia. Jirlinerva Med., 10 mag. - . G. HALFER. Sulla lamblia.si int,e.stinale. - J. CAPPELLI . R.einfezione e superinfez . s ifilitica. - A. CECONI. Distonie poste 11 cef n litiche. Brit. Jled. Journ ., 9 mag. - C. P. SYMONDS. Sonno e insonnia. Re1'. efòpa·1ì. de ll[er.l. y Oir., 1na.g . - J . 0ARPIN· 1Eno. Reaz. di Jarisch-Herxheimer. - O. DEVESA. Le norme cliniche dell'ortope1dia meccanica . D ewf. M ed. Woch., ·6 !nag. - OsTMANN. Modif. psichiche. nella paralisi agitante. - KoRNER. Epidemia di morbo di W eil. - G. SoHWARZ. Rafforzamento dei toni cardiaci inediante l' altosonante. lllunch. ]jfed. liVoch .. 8 mag. - - A . ScHITTENHEHN e M . KAPPIS . Trn.ttam. chirurgico dell'an·g ina pecto:ris. - Gni:""PPE. I ponntrizione di zolfo. .Journ. ;Nerv ..i,. Jient. Dis ., mag. - F. 8MITH FEARING. Studio sperimentale del segno di Rom-

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Indice alfabetico per materie . . Pag. clinica ATteria cerebra1e anteriore: si nd1·omi )) dell'. Asma hroncl1jalt'!: tratta1nento operativo » Avvelenamento acuto da. solfuro di ca.r)) bonio . )) Batteriofago ·di d' _H érelle . 1319, BiLliografia )) Bro11chite cronica Cancro d ell'utero: frequenza e distri)) hnzione Capillariscopia e pressione d€'1 s angue )) !lei capillari Cheratite disciforme ai Fuch s • ))

~4.poplessi a:

1322 1320 1331 1330 1319 1325 1331 1328 1327 1329

Concorrsi: preferenze per benemerenze militari

.

))

Cronaca del mo1, ime·n..to professionale Diabete i-pofisarjo . . Diabetici trattati con in&ulina : ricerche Diatermia. nel morbo d i Flaj.ani-Baserlow . . .. Rdema neurotrofico Fihromiomi dell'utero e grav'.idanza Fitochinine e loro impif\go nel diabete p.ancreatico . Fistole cong-enite del collo . • Fratture: osteosintesi metallica 1 dronefrosi parziale calcolosa L atte fresco: differenziazi.one da quello bollito Malaria acuta e cronica: f u ru,ionalità del fegato . . ltom.a ·

~tau .

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1335 13·38 1328 1326 1330 1330 1328 1326 1326 1330 1324 1333 1333

Omf'ro: fra ttura diacondiloidea con spostam. non 00J11u11e df\1 frammento . Paa. 1315 Ossah1ria: patogenesi H 1326 Ozena : c:ontagiosità » 1332 Par.cre.as: pseu<l-0cisti tra,um.atica » 1329 Paralisi a...~eJ1d~nte tipo Lan1d ry » 1329 Pertosse : trattamento . » 1332 1322 Pielonf'.lfrite » Pigmenti biliari nel sangue -e resistenza 1333 globulare l> Pleu rite .e,-;~;udativ:.i: esiti » . 1327 Pneuruoto-race e laringite tubercolare » 1329 Prost.a.tectomia transvescicale . » 1330 )) P sico-11eurologi;a : nuovi orizzonti . 1334 )) Purpura anularis teleangiectoides 1329 Ra.ffred1dore oomune . . )) 1331 • )) 1324 Rene: çisti s ierose soli tarie . 1326 Rjnoplastica •• • )) Saoco erniario crurale volumin.oso :. rot)) 1318 tura sp ontanea )) 1330 Sodoku: èasistica )) Sp.a.smof ili a 1334 I> 1329 Tifo: ~tomosinoteraipi·a To.._~e della laringo-tracheite: prescri. . )) 1331 z1on1 . Tubercolosi delle ghiandole. peribron· 1332 ohiali . • • . 'l'uberoolosi polmonare: immagini radiografiche . » 1327 Vescica : alterazioni del collo causa di )) 1328 rite nzione; cura chirurgica Zoster : eziologia 1309 • • V.

TipcrLit. Armani d! M. C<>urrier.

\

.A.SCOLI.

Red . resp.


.. IL POLICLINICO

<PAGINA DELL'AMMINISTRAZIONE)

SEZ PRATICA FASC. 38.

;Rammentiamo ai nostri abbonati l'importante pubblicazione del Uott. f,, rof. FRANCESCO VAL \GUSSA

l'dS:,tC'j !;.i!:LLA ll'A!lflGL fA REALK • DIRKTTO.llB .S PRIMA.RIO D&L P& ~Vb.NTOIUO PRR LATTANTI e S:. l'dARAINI > l1Ul8HlO PRIMARJ ~ N~;.~... OSPEDAL& INFA NTILE «BAMBINO GESU > - DOCENTB l>I ~LlNlCA PRDIATRICA NELLA RRGIA UNIVBRSITÀ M

consultazioni di

ar 141'

CLINICA, DIETETICA E lERAPIA INFANTILE

Terza edizione completamente rifatta e notevolmente ampliata, con prefazione di AUGUSTO MURRI

I

Ecco come si è e~presso l'insigne cli11i co : cc Queste Con sulta.zioni recano in fronte la propria commendatizia. (Jn libro di a medicina, c.he in ltali<:1 si ristampa pe1· la terza volta, è un fatto sì raro, che par «singolare. Basta. giù questo, perchè i medici italiani si invoglino di leggere. Ed ecce; « g-ià un bel merito e.le i chiarissimo prof. VALAGUSSA) pe1·chè t1n libro, che mira a dif- , « foncle t·e cono~c~ nz~ utili per i malati, yarrebbe sempre poco ~e i1on si facesse leggere « e rileg·gc re. rl'ali CorbSll ltaz io11i) infatti, sono es1)oste per modo, che non so lo non <{affaticano P non annoiano, ma. destano la più vivt:t attenzione ed ecc:itano il più « sano interesse . « Con r engo elle (]Ucsto è frutto in parte dell'argomento poichè lo stiidio dell) Igiene « e d ella Patolo.r; ia 'i n fan t1 l e è salito oggi in t(}Jnto O'n ora, olbe ncssurt m c<lico p1tò pi1i ' «credersi esc11t c dal do'Ge·r e di oacuparscrie seriamente . .Ma l'atttattiva magg·iore na · « sce dall'importanza dei t emi discussi dal prof. VALAGUSSA, dalla varietà loro e dalla « pers11asione 1>rofonrla, che leg·geodo si acquista. che l' Autore non lla messo insieme « delle pagine lette ed a·cconciate a nuovo con la pr·o pria. vernice. Egli ha 1ungamente <~ osservato e medi tn to prima di scri,·ere per insegnare agli altri e questi si accorgono «subito, che chi li g11icla è di fede degnis&imo. C'è di più: il sapere diffuso in queste «pagine da.I prof. , .ALAGUSSA è in larga misura attinto dall'osservazione clinica stia « 1) ropria : perciò e~so è il più spesso d'immediata a pp1icazione. La mente del lettore « s'arricchi~e di ta.n te conoscenze particolari e in si gr~1n ol1mero di èlrgomP11ti, che ·« non sarebbe po~sil,ile che una. mente nutrita. da sì fatto n.li1nento non dovesse poi « esercitarsi con la rg·o . proti tto nella pratica.. ~ dunque da clttcndersi elle anche q nesta « terza edizione delle ottime 001'is1tltaz'ion:i clel ·· prof. V ALAGUSSA non solo ptocacterà «a lui viva riconoscenza daj pr·a tici, ma saranno presto seguìte da una quarta ri · -c stampa- ».

Augusto Murrì. ilfportlamo li giudizio che so questo volume, il Cbll\r.mo Prof. Carlo Comba ba ooosaerato nelta sua RIVISTA DI CLINJCA PE:'.'lAT.RIO.&: · « Il libro del distinto pediatra 'ro mano è a rrivato in pochi nnni alla sua 3• Edizio~e. Come dice il Murri nella bella prefazi one. e ttasta. già questo pe r ch è i medici italiani si in voglino di leggerlo. . «Non t> un Trattato e neprure una a r ida esposizione di t a tti già noti. Il V~lagussa. prende argomento da i diversi capitoli sopra. e m ala~tie infett:ve, sopra sindro;ni dell'apparato digerente, del sist e ma n ervor.o. ec:!., e sop r a. l 'alim entazion~ del bambino e snprt>. !~ « terapia, per es.porre .in forma chiara non so lo le questioni più moderne del!a patologia, della dietetica e çieila cura de lle m1.\latt1e ' inf:i.ntili, ma e-ziand io i risultati di una larga esperienza p ersonale. dando alla s ua esposizione sapore di originalità. . « r; certo ch e gli studiosi dell~ malattie dei ban1bini (non soltanto i medici, ma anche gli st.udentì colti) leggeranJ\o con pta· « cere e con profitt o il lib ro del prof. , ,alagussa, a cquistando utili a mmàestran:1 enti per la. lo ro cultu r a e p er l'esercizio profess:onale. « Quest:i interessante pu.bblicazh.,a e è stata particolarment e curata. dalla Casa. Editrice, che le ba dato una Qe lla veste tipogra. e tle:~ e l 'ha o rn ata. .di numerose figure intercalate nel t esto>.

SOMMARIO DEL VOLUME: prefazione dell'A. • Prefaziot"le di A. MURRI • TOSSINFEZIONI ACUTE E CRONICHE • 1.Jlorbitlo • Malattia di Dukea e Quarte esantema - Varicella • Scarl a ttina • Pertosse • Difterite • Meningiti purulente • Infezioni tifose e pa ratifose • Broncopolmoniti • Poi· monite crupal e • Peritonite diplococcica • Infezioni settiche delle vie urir.;1rie da « Bact. Coli >~ • Poliom ielite anteriore acuta • Tuber· colosi • Meningite tub ercolare • Rachitismo • Spasmofilia e tetania • MALARIA • NEFRITI ACUTE • STOMATITI · MALATTlE DEL TUBO GASTRO-INTEST ~ NALE • Malatti·e della- nutrizione • QUESTIONI DI DIETETICA INF.ANTILE: Alimentazione ed economia ali· mentare • Carenza alimentare ed anemia alimentare nel lattante • Alimentazione infantile e f~rine brevettat~ italiane •. Latti condensati e latti ìn polver e • Tabelle dietetiche per bambini s e ni ed ammalati • Su di una Sala di a llattamen 10 infantile. - CARDIOPATIE CONGENITE.· - CISTI DA ECHINOCOCCO. _ MORBO MACULOSO DI WERLHOF. - TROMBOSI DEI SENI CEREBRALt. - SU DI ALCUNE QUESTIONI DI TERAPfA INFANTILE: Considerazionì sulla cura dell'erec:ipela • Elioterapia • Vaccinazioni alla Wright e waccinoterc;.~ia: Preparazione e . dosa g~i o degli a nt•:vaccini; An tigenotera pia. pnraspecifìca; Antigenotera.pia a s-peclftca. con peptoalbumoae •· Terapia me.d icamentosa • Medicamenti principai. e posologia di essi • Indice.

Un volume in 8° di pag. v1rr-4H6, nitidamente stampato su carta distinta, con . 42 figure inte~calafe nel testo e finissima quatricromia sulla copertina L 36. Per i nostri abbonati sole L. 32.50 in porto franco •

Per ottenere subito l'opera, inviare Vaglia postale at Cav. LU/61 POZZI - Via Sistina, 14 - ROM/1.


ANNO XXXII

Roma, 28 Settemb1"e 1925

'

Fase. :-l9

fondato dai professori:

GUIDO BACCELLI

FRANCESCO DURANTE

SEZIONE PRATICA

REDATTORE CAPO: PROF. VITTORIO ASCOLI SOMMARIO. Osservazioni cliniche : L. Dura.nte: Il iproblema topograftieo dell1a, sim:patect-0mia perti·arteriosa. - O Ber-

!t<>ne : H a. }.a e:impi3..tectomia periarteriosa '1.lflla · reale anfluenza sulla tuberoolosi osteo-.rurti co1wre? A. Dami : Consider.az.iorui su un caso di sdmpa.tiieecitomii.a peri arteriooa.. Note e. contributi: D. Liotta : RapportQ tr.a ~uoohero prote100 1a rorpd. acetonici nel srungue dm• diabetici trattati con insruJ.ina . - G. .\!ila111i: Sul valore diagno~·~ della reaz.ione della gelatiinizzazione. Relaziona e conferenze : G. Caronia: p .r ofilassi im munitaria della scar1attiina e del morbillo. Igiene soci a le : A. Iro.signoli: S11i limiti della profilaaei chintiniica. Su1n•t i e rassegne : SEl\'lEIOTICA: Eliiot : Il segno di Ba· biniSki negli stati toos.ici. - },2dATO E VIE BILIARI: J. Paviot: Coli~b e espatiche da l.itiaa'i1 e -crisi di fegato non litia..siie.he. - J. Deaver: CQlecilstectomti1a esterna ed interna. - w. H. Cole e Associati: La messa in evlide~a n.llo schermo della oistiifellea con le iniez,iorui endoven~e di tetTabromoJeno1ftaleina. cenni bibliografici. Accademie, Società mediche, congress i : Società Lombarrla di Scien~e Medlicb e e Biologiche. Mil.a·n o Società Modico-Ohirurg.ic.a. di P a.dov.a. 0

Diritti di proprietà riservati. -

Appunti per il medico pratico: OASI STH::A e TERAPIA: La so.glia ·dellq zuoohero ill ~nto .c~i dli. dirubete. Terapia .com1binata dj.e tetica ins1ùinica nei casi dli di•a.bete mel1i to complicati co.n tubercolosi. - AZJ'ione ant agoni sta dell'estratto dii ipofisi posteriore e dell'in•'311.llirua. - Edema gen.errulizzat-0 iÙrnrmedJiiatlaanente segue nte al trattamento in&Ulinico nel dliia.bete melli·t o. - La rea7.ione aill'insulina. - Ll regime alimentare deg1Ji1 obe'3i. - Adipooità ipofis.anio-cerebrale-perife:riie:a. - Irperpla.eie delle pa.ratiroiJdi n ell'osteom1alacia ed osteoporosi. - NOTE DI TECNICA: La di.agnoai miCJros1Cop.tcia della. dissenteria all'inJWio. - I l periodo d'irncnbazione e Ja ;ricerca batteriologioa del1a pertosse. - Sulla variabilità del B1a>et. ieo1i. - IGIENE: La dlisin.fezione degli sp11t i tnberioolacri. POSTA D~GLI ABDONATI. VARIA : P·r inciipii di ·dieontol.Olgl~a me.d.i·oa ..- Medioi ed onora.rii idi Roma imperiale. Nella vita professionale : Ammi.n istr.azione eani.ta.{['ia. 0r-O'Il!'.1'ca d~l movimento profes5ioniaile. - Conoorsi. Nom.1n·e, promozionù ed onorificenze. Notizie diverse. 11ndice ?.lfabetico !>er materie. 1

É vietata la ri111·oduzione di lavori pubblicati nel POLICLINICO e la pubblic:azionP dei sunti df

essi senza citarne la fonte. · • Ai pochi a~bonati che non hanno ancora inviato la 2a. rata semestrale aell'abbonamento in • corso, rivolgiamo preghiera di farne sollecita rimessa. L'AMMINISTRAZIONE.

Memento

Esclusa in linea ·di massima la ·i mperizia teiJni OSSERVAZIONI CLINICHE. ca dell'o1p eratore Si deve necessariamente pensare che· la dottrina &ulla quale l'intervento si basa OSPEDALI CIVILI DI GENOVA SEZIONE CHIRURGICA sia ancora_incompleta p per lo meno incapace di diretta .dal 1primario [prof. F. DRAGO. fornire un indizio 1preciso. Il problema . topografico E infatti difficile poter tracciare questo preciso indirizzo iperchlè : della simpatectomia peria1·teriosa (1). 1) Le sindromi .che la simpatectomia tende a LUIGI DURANTE corregg.ere hanno quasi sempre una etiopatoge· vice-primario e docente nella R.. Università . n esi oscura in cui le turbe angio-tro:fiche e g.en.. I risultati migliori n ella chirurgia del simpati.co, sitive, .sulle quali la siffi(>ate.ctomia ha azione elet· dal suo nascere in oggi, si sono avuti indubbia- tiva, non r~ppresentano la ragio ne del male ma mente colla simpatectomia p erriarteriosa di I.ieri- . solo le su e manifestazioni sintomatiche; 2) La sim,p atectomia periarteriosa non int~r­ che, la quale trovò già .chiarito il campo speriferisce nella sede ca.u sale del male ma solo in mentale dai lavori di Burci e Filip1p,i . Ma anche questo geniale intervento, q11antun- una delle vie attraverso le quali esso si manique interessi le vie d.el simpatico 1e più facili a festa. 1E ·d ico in una delle vie perchiè anche i controllarsi n.ei r.i·guardi tecnici e le meno oscure n ervi misti di moto e senso portano fibre simpadal punto di vista fisiopatoiogico talvolta dà ri- tiche, sebbene in minor numero dei vasi; onde sultati curativi assolutamente nulli o di efft·~acia aware l egittima la proposta del Negro, tradotta in pratica .con esito vario da Bobbio, Scalone, RotempOO'anea. lando, di accertare se anc.he la via nervosa non possa es·s ere la rotta di riflessi morbosi; (1) Questa memoria venne illustrata alla Regia 3) La simpate.otomia p€'I'iarteriosa viene ,p ratiAccademia medica nella seduta del 5-3-25. 1

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IL POLICi,INICO

cata in un grande numero d·i quadri morbosi prescindendo ·d alle condizioni anatomo-patologiche delle arterie; vale a dire senza che sia stato preci'sato, e per quanto · io sappia nemmeno posto il quesito, ·se essa . abbia eguale efficacia quando venga 1praticata su ariterie a pareti sane o su vasi ateromasici, IPfiVi ·di ogni elasticità e quindi incapaci di sensibili modificazioni emodinamiche; 4) Non venne ancora 1posto specificatamente il quesito se la simpatectomia periarteriosa ,p ossa praticarsi indiff.erentemente in ~qualunque segmento del distretto arterioso dove ha sede la lesione che si vuol modificare, o se inve.ce esistano delle zone dove la sua ef.fica.cia è maggiore. Voglio dire, in altre pa·r ole, che non si sa an<!ora se per modificare, ad esempio, un'ulcera perforante d.el pied·e sia meglio simpatectomizzare la arteria iliaca esterna, la femorale,. la f.ibiale 1'.interiore, la 1posteriore, la peronea; e sta.n:io in un ordine di i·d ee più generale se convenga allontanarsi dalla lesione e simpatectomizzare i grossi vasi o ·se conv enga invece avvicinarvisi e simpateètomizzare le piccole arterie. È questo il problema topografico della simpatectomia periarteriosa, a delucidazione del quale prospetto alcune ·C onsiderazioni teoriche ed i ri• ·sultati da me ottenuti operando sulle arterie più periferiche dell'arto inferiore. 1

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P~EMF-SSE

Il simpatico può esseire aggredito in tutti i !Suoi distretti topografici e C'ioè: nelle radici, nei rarr1i comunicanti, nelle catene laterali, nei .g angli, nei plessi, nei tronch.i, nelle fascie perineurali, nelle guaine pertavventiziali, nella avventizia delle arterie. Per i fini ai quali mira la simpatectomia ne11a patologia degli a:rti solo le tre ultime zone sono suscettibili di un intervento che 1possa apportar.e ·s ensibili modificazioni. Orbene l'anatom.ia .ci insegna che la .g uaina periavv.entiziale e l'avventizia delle arterie sono ricchissime in .fibre simpatiche e che esse sono in numero di molto maggiore di quelle che decorrono nei tronchi nervosi. E m·e ntre è tecnicamente facile controllare r,ircurnf erenzialmiente tutt.c le fibre simpatiche •dell'arteria, in quanto si può condurre la ectomia oltrech·è sulla guaina :peci avventiziale anche sull'avventizia, riesce impos..;ibile controllare tutte le fibre simpatiche dei n~ryi misti perchè in massima esse dec·o rrono cornn1i· ste ai fasci delle ·f ibre mieliniche e solo in minima parte nella guaina jperitronculare. E bene tener presente ancora .un altro dat.o importantissimo e cioè eh.e la guaina avventizi ~tr: della arteria oltre alle prOfl)rie fibre simpatiche, che costituiscono una rete ininterroita dal cuore alla periferia, ricieve pure delle fibre :sin1patiche TEORICHE.

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che sono abbandor1a~ segmentariamente dai IlLl vi misti alle arterie art altezze diverse lungo il loro cammino collaterale Da questa dis,po~lzione anatomotopografica della innervazione vascolare si com,prende come pratj cando, a.d esempio, una simpatectomia sulla arteria f.ernorale al triangolo di Scarpa non si interrom:pa. completamente la cond·uttura sirrupatioa va·s~0lare che accede al piede, perchè subito perif erica.inente al punto simpatectomizzato l'a!l'tcria femorale riceve scalarment.e fibre simpatiche dal 11ervo safeno interno, ie l'arteria tibiale anteriore le :Pbre del tibiale anteriore e le arterie tibiale posteriore e :Peronea le fibre del tibiale posteriore. Se noi vogliamo essere sicuri di interrompere il ma.gigior numero di fibre simpatiche vascolari che arrivano ad un distretto della 1pianta del piede bisognerà praticare la si.mpatectomia su arterie più vicine, quali la tibiale anter.iorie, la tibiale posteriore, la peronea o la pedidia e le !Plantari, percbiè sono quelle che ricevono il maggior .numero di fibre simpatiche che accedono al piede ass01nman,d 0 le ifill:>re simpatiche e dalla fem01"al~ e dai nervi che detti vasi hanno in.contrato sul loro cammino. •Dal punto di vistll dottrinale quindi - ri1nanendo nel 1puro ambito anatomico del problema e sPnza voler trova!'e ragioni di conforto nel cam1p o ftsiologico perchè manca di basi sicure - nel praticare una simpatectomia periart€riosa è più razionale avvicinarsi al punto della lesione che allontanarsene; vale a ·dire nella patologia degli.. arti è meglio discendere a simpatectomizzarP le .p iccole arterifl 1periferiche che aggredire le grosse arterie lontane In subordinata di questo principale problema di topografia .s ta il cOTollario se la simpatectomia periferica delle piccole arterie abbia una influenza ~tretta:mente regio.n ale, limitata alla zona di irrorazione. ~e si dovesse riStJ>ondere per analogia di .qu.anto fu riportato, sebbene raramente, in letteratura e cioè guarigione di un 'ulcera perforante plantare ,destra colla simpatectomia ·dell'arteria femorale sinistra, si .dov·rebbe escludere l'azione strettamente ~rritoriale della •s impatecto·m ia. Ma i casi soipracc·ennati rispondono ad una evenienza di pura eccezione, nella quale è difficile ·il controllo della dip.endenza cau sale dei fatti rilevati. • 1P er le osservazioni d egli interventi .da m·e praticati sull'arteria tibiale anteriore, sulla tibiale posteriore, sulla peronea, io ebbi la netta sensazione di un'azione territoriale; e però non nel senso a-ssoluto perchè nel piede, come in tutte 10 zone degli arti, noJ?. vi sono territori irrorati es.e lusivamente da una sola arterja. Da ·questa 1

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SEZIONE PRAT!CA

<'ondizione di cose nasce la indicazione di controllare sempre l'arteria princjipaJe di irrorazione clel distretto leso e meglio l'arteria .p rincipale as·siem~ all'altra ·che maggio•r mente coma>artecipa alla sua vascolarizzazione.

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angiotroficb.e; quattro anni or sono comparve una ui.cera perforante alla pianta del 1p iede sinistro; un anno dopo peTtdette, per turbe asfittiche, le quattro ultime dita del piede destro. I1 iterventi precedenti (giugno 1923). - Stiramento cruento del nervo ischiatico sinistro, praticato altrove. L' ulcera non cicatrizzò e.a i dolori si CoNSIDEHAZIONI TECNICHE. Se le con siderazioni, r ipeterono. dottrinali sopraesposte orientano la simpatec tomia Settembre 1923: Simpatectomia periarteriosa nelp er:i arteriosa verso le pie.cole arterie più vicine la 1p orzione media della f.emorale sinistra, 1p raticata altrCYVe. L'ulcera non ·Cicatrizzò e si ripetealla lesione, non altrimenti io credo dea>ongano 10 rono anccxra le crisi dolor:Lflche. considerazioni pratiche. L esioni in, atto. - ·S impatico1patia trofica. UlceTa, ,D al punto di vista strettamente tecnico non esi- perforante al centro •della pianta del !Piede sinl~ ste maggiore difficoltà op·eratoria nella simpatecto-1' stro, oltrepassante l 'aponevrosi, delle dimensioni 1 ~ x 1 ~ cm. datante da 4 anni. mia delle ~iccole arterie che i.Il ·q uella delle gra11Simpaticopatia vasomotoria : Modica cianosi abidi, se si eccettui che la exeresi del simpatico delle tuale 1dell'avamp1iede e palloire nelle erisi dolo1picceile arterie richiede maggiore d eJicatezza e rifiche. Simpaticopatia sensitiva : Accessi di dolori folforse mag,g ior tempo. In rapporto poi all::i. eventualità di ·danni imme- goranti o a .crampo 1partenti dal piede sinistro ed irradiantesi a tutto l'arto. diati o lontani della simpatectomia per:iarteriosai Intervento. - Il 27 marzo 1924 ho 1praticato in ~videntemente essi sono tanto maggiori quanto rachianestesia la simpatectom•i a d ell'aTteria tibiale posteriore sinistra al 3° inferiore per 8 cm. (più im1portante è l'arteria simpatectomizzata. Condizioni dell' arteria. Le 1par·eti sono coIo ricondo che gli unici due casi riportati in , letteratura di simpatectomie della arteria iliaca sparse di ipiccole placche bian.c he di aspetto ateromasico. La contrazione dell'arteTia durante le maesterna (Bri.ining, Matons) .p raticate per ulceri I novre di simpatectomia fu buona, ma non .comperforanti del piede, furono seguite da emorra- pleta da so·p .p rimere il battito. Esito immediato . - !L'ulcera cicatrizzò complegie secondarie mortali; come pure oon infrequenti $Ono i casi di perfo·r azioni immediate e seconda- tamente in 30a. giornata. L'ammalato ri1prese il suo faticoso lavoro dopo 2 mesi. rie e di trombosi per interventi s ulla femorale che Esito lontano. - •L 'ulcera racidjvò al 10o mese causarono la morte dei pazienti o richie.s ero raJ- dall'intervento con una disepitelizzazione supeTfilacciatura dell'arteria o l'amputazione dell'arto ciale. Non sono 1più com.parsi accessi ·dolorosi. (casi di KreuteT, Lériche, Jjano, Chiasserini, Si1npatectomia p eriarteriosa della tiòiale anteriore Milko, ecc., ecc.). e à,ella posteriore di destra. Onde anche dal punto di vista dei pericoli immediati e lontani l'intervento sulle piccole arterie CASO II. B... Armando, n. 3140, di anni 50, marittimo, foir te bevitore e masticatore di tabacco P sempre m eno rischioso per il malato. con R. di w. n egativa. I casi personali infine, ·sui 1quali riferis~o i riTurbe '[lreceden,ti. - Sei anni or sono comparve lievi essenziali, documentano che la simpat.ecto- un'ulcera p erforante al calcagno; un anno dopo mia delle piccole arterie •dell'aTto inferiore lPUò l'ulcera si complicò con fatti settici flemmonosi alla gamba in seguito ai quali si ebbe la necrosi dare gli stessi buoni risultati della simpatectorr1ia della cute della regione achil1ea; quattro anni or dell'arteria femorale e può agire favorevolmente sono 1perdette per turbe asfittiche la falange unin qi.1alche .caso nel quale ha fallito la simpatec- gueale · e parte della basale dell'alluce; un anno tomia perifemorale. fa comparve una nuova ulcera 'SUl moncone dell'alluce. Lesioni in atto. - Sim.paticoipatia trofica: CASISTICA DELLA Sll\IIPATECTOMIA DELLE PICCOLE ARTERIE a) Ulcera 1perforante all'apice di un piccolo DELL'ARTO INFERIORE · moncone di amputazione della falange basale d el(JAKOLIEVIETCH) . l'alluce destro estendentesi sulla faccia interrLa Du e casi ·d i si.mipatectomia periarteriosa della della testa del metatarso , delle ·d imensioni di tibiale 1p osteriore per ulceri perforanti plantari 2 x 3 cm., datante .aa 1 anno; seguiti da guarigione Tapida 1perdurante al 6° b) Ulcera perforante alla regione esteTna del mese- (mancano aettagli nel sommario resoconto). calcagno destro, approfondentesi nello spes·s ore dell'osso, delle dimensioni di 1 x 2 cm., datante CASISTICA PERSONALE. .da 6 an11i; ~ c) Vasta "piaga (8 x 4 cm. ), occua>•ante la res.;mpatectomia periarteriosa della tibiale postegion.e del tendine di Achil'le .c on .denudamento del riore sinistra. calcagn o datant-e da 5 anni. CASO I. - V... Antonio, n . 2057, ·di 48 anni, spazSimpaticopatia vasomotoria: Asfissia con i11izino, forte bevitore, ,figlio di alcoolista, con R. di ziale necrosi delle 1parti molli d el 2° dito dél piede W. negativa. destro inanifestatasi gradatamente da 1 anno. Simpaticopatia sensitiva: ·Crampi ed accessi doT1;,rbe preGedenti. - .Diciotto anni or ·Sono perdette il 10 ed il 2° dito del piede sinistro 1per turbe lorifici del .p iede e della gamba d estra.


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interventi (novem!br e 1923). -

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Tra- 1p resentasse ben e .granulante a livello dell'epiderpianto cutan eo all'italiana sulla piaga della regio- mide, non aveva ancora raggiunta la epitelizzane achillea 1p raticato altrove con att.ecchimento zione, parziale. I ntervento. - Il 24 novembre 1924 ho .p raticato Intervento. - Il 6 settembre 1924 ho a;>.raticato la simpatectomia periarterio·sa della 1p eronea dein rachianestesia la si•m patectomia periarteriosa stra al 3° inferi ore per 8 cm. circa. della tibiale anteriore e della posteriore al 30 inCondizioni dell'arteria. - L'arteria aipparve di feriore d€lla gam.b a destra per una lunghezza ~p­ calibro ridotto, a pareti ispessite e però senza pro•ssirnata su ciascuna arteria di 7 cm. placche atero·m asiche visib·ili. Co1idizioni delle arterie. - La tibiale anteriore Le sue !PUlsazioni ·erano aippena 1p ercettibili e si ave,ra pareti ·di ap.p arenza normale. ·L a contra- soppr.essero subito all'in:Lzio della simpatectomia. zione durante l'atto operativo fu completa con Esito immediato. - L'ulcera epitelizzò dopo 10 cessazione del battito nel segmento operato. gjorni. La tibiale posteriore aveva 1Pareti con placche Esito lontano . - P ermane ancor oggi al 70 mese ateromasiche. Durante l'atto operativo il .b attito dall'intervento la cicatrizzazione. s'attenuò, ma non scomparve. Es·i to immediato. - ·L 'ulcera a) e;pitelizzò comSim.patectorriia periarteriosa della tibiale anteriore pletamente in 12a. giornata. 1 e della tibiale posteriore destra. L'ulcera b) migliorò raipidamente nei .p rimi 20 , giorni, ma non epitelizzò .completamente se non CASO V. - N ... Angelo, n. 4273, di anni 41, manodopo un intervento sull'arteria peronea. vale, forte bevitore, masticatore di trubacco con La 1piaga della regione achillea e) si ridusse i11 R. di W. negativa. 40 giorni alle dimensioni di 1 x 1 cm. e poi riTurb e precedenti. - Venti anni or sono, precema:se stazionaTia. dute da dolori folgoranti al piede, comparvero due L'acroasfissia del 2,0 dito scomp,a rvé verso il 10° ulceri !Perfo;ranti .u na al calcagno e l'altra in corgiorno ed il dito riprese l'tdentico colorito degli risipondenza della faccia plantare del 50 metatarso altri v.erso il 20° giocno. destTo. Esito lontano. - 1L 'ulcera a) permane cicatrizPrecedenti interventi (agosto 1919). - Venne prazata al 90 mese dall'i11tervento. ticato altrove uno stiramento cruento .del nervo L'ulcera b) permane !PUre cicatrizzata. destro: l'ulcera del calcagno cicatrizzò La piaga e) non .si è mai epitelizzata com1pleta- ischiatico do,p o due mesi, mentre permase e si accrebbe quelmente ed attualmente a nove mesi dall'intervento la ·dell,avampied·e. ha le dimensioni di 2 x 2 cm. . Lesioni 1:n atto. - Simpatico1Patia trofica: Ulcera L'asfissia del 20 dito è scomparsa compl eta- perforante in corrispondenza del lato plantare mente; il colorito e le condizioni del circolo sono della testa del 50 metatarso destro, a1Pprofondenl1gi.1ali a quelle delle altre ·dita. tesi fino al 1p iano osseo, delle dimensioni di 1 ~ x 1 ~cm. Simpatectomia periarteriosa della tibiale posteSimpaticopatia sensitiva: Parestesie a tutto il riore sinistra. piede; acoessi di dolori folgoranti. Intervento. - Il 7 ottobre 1924 ho pr.aticato in CAso III. - B... Arman.do, identico malato del ra,chianestesia una simpatectomia periarteriosa al caso 2°. 30 inferiore 1della tibiale anteriore destra 1Per 8 cm. T'l.lrbe precederiti. - .s ei anni or sono 1p~es,entò turbe asfittiche alle tre prime dita del piede si- ciTca e quindi per uguale lunghezza ed allo stesso livello della tibiale posteriore. nistro c:he vennero am1putate. Co1idizioni delle arterie. - 1L a tibiale anteriore Lesiorii in atto. - Simpatico:p aiia trofica: a) Ulcera .p erforante plantare in corrispondenè di aspetto normale e bene pulsante. Subito alza della testa del 10 metataTso sini.stro delle di- l'inizio della simpatectomia la contrazion e dell'arteria è completa e cessano in quel segmento le mensioni di 1 ~ x 1 % cm., datante da 4 me5i ; b) Ulcera perforante 1 p lantare in corrispo.nde~­ 1pulsazioni. La tibiale posteriore 1è tutta cosparsa di plac'che za della testa del 50 metatarso sinistro delle diateromastche. La contrazion e alla simpatectomia m ensioni di 1h x 1 cm., datante da 4 mesi. è scarsa .e la oessazione delle pulsazioni non avI ntervento. - 11 6 settem·bre 1S24 ho praticato la siffi!Patectomia p eriarteriosa al 3° i~eTiore della viene completamente. Esito irrim.ediato. L'ulcera eipitelizzò in 10 tibiale posteriore sinistra per 8 .cm . c1r.ca. . Condizioni dell'arteria. - Le 1paTet1 aippa1ono giorni. Esi to lontano. - iLa cicatrizzazione dell'ul.cera tatuate da una rada e fine granulia di punticini bianchi .come calce. ·La .contr&zione dell'arteria si mantiene ancor oggi all'8° mese dall'interdurante l'atto o~erativo fu com·p leta fino alla so- vento. spensione del battito. . . Esito immediato. - L'ulcera a) ep1tel1zzò in S'l1np(}Jtectomia periarteriosa della tibiale anteriore 15 giorni. . . . ·~ della tibi(}Jle posteriore destra. L'ulcera b) 'epitelizzò i11 25 g1orn1 . Esito lorritano . - Permane ancor oggi al 9° mese CASO V.I. - 1C ... Giovanni, di 28 anni, calderaio, dall'intervento la cicatrizzazione delle due ulceri. f o•r te 'bevitore, figlio di bevitore con pregressa infezione malarica.. · tR. ·d i W. negativa. Simpatectomia periarteriosa della peronea des·t ra. Turbe preet~de·nti. - Ci11que anni ~r rs on? ~o~­ CASO IV. - B... Armando, identi.co malato d~l parvero turbe di acroas:fissia siinmetr1ca dei 1p1ed1, caso 20. Venne praticato un intervento sull'arteria a tipo Raynaud, accentuatissime al piede destro. peronea percll'è l 'ulcera ·d ella regione esterna del L'.arto inferiore destro venne altrove amputato al calcagno, malgrado si fosse di n1olto ridotta e si 30 superiore della coscia nel febbraio 192.4. 1~recedenti

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SEZIONE PRATICA

tSimpaticopatia trofica: Açroasfissia di tutto l 'avamp1iede !Sinistro con necrosi iniziale delle parti molli dell'alluce. Non si avverte pulsazione nè alla pedidia nè alla tibiale ,p osteriore. ' ·Sirnpatic01patia sensitiva: Dolori accessionali folgoranti al piede irradiantisi a tutto l'arto. I ntervento. - Il 14 dtcernbre 1924 in rachianestesia ho praticato la simpatectomia 1p eriarteriosa a~ 3° inferiore ·della tibiale anteriore per un'estensione di 8 cm. circa, e 1per lo stesso tr.atto ad uguale livello della tibiale posteriore. Condizioni delle arterie. - La tibiale anteriore aippare di vo·lu:m e metà d.el normale, di aspetto biancastro, contratta, non pulsante in alcun punto, nascosta fra le due vene collaterali turgide. La sua 1pervietà è dimostrata d.al fatto che ~lcune pi.c colissime ,c ollaterali anomali strap1pate, nella pratica ·della siIDtPatectomia, sanguinano. La tibiale posteriore 1p resenta l'identico quadro. :B anch'essa nascosta fra due vene fortemente turgide. Esito i11imediato. - Si ripristinò gradualmente il normale colorito dell'avampiede con rapida riparazione dell·e zone necrotiche d ell'alluce. Scomparvero dal 5° giorno i ·dolori folgoranti. Il malato riprese al 400 giorno la deambulazione. Es ito lontano. - Permane al 6° mese una buona circolazione dell'avampiede. L'alluce ha condizioni di tro.fismo normali. L'arteria 1pedidia non si apjprezza; rr1a invece bene pulsante è dietro il malleolo la tibiale posteriore. I dolori sono com1p letamente scamparsi. Lesioni in atto. -

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essenziali alla vitalità dell'arto; onde n1inore è il danno n ella eventualità di inci denti immediati o tardivi. . 0

AUTOR'I ·CIT.t.\ TI. BOBBIO ·L. Boll. della R. _t\:ccademia Med. 'di Torino, 1919. l3RUNJNG o . 1Med. Klinich, 1923, Il. 20, p. 748. BURCI e FILIPPI. Sul modo dt comportarsi delle arterie per lesioni della guaina e dell'avventizia.. Edit. Nistri, Pisa, 1893. CHIASSERINI. La Riforma Me.dica, 1924, n. 47, ([>. 1108. JIANO N. ·R evue de Chirurgie, 1924, n. 7, P. 482. JAI{OVLIETCH V. La ·P résse médicale, 1923. KREUTER w. Zentral. f. Chir., 1923, Il. 46, 1p. 47. LÉRICHE R 1La Présse m édicale, 1922, n. 91, p. 987. MATONS E .. I .a Semafia Medica, 1922, n. 148, p. 98. MTLJ{Ò w . Zentrall. f. Chir., 1924, n. 11, ·P · 510.

NEGRO. ·Git. da ROLANDO. ROLANDO .s. Policlintco, Sez. prat. , 19'25, n. 12, p. 4. SCAT ONE I. La Riforma ·M edica, 1924, n. 47, p. 1108. OSPEDALE CIVILE DI BIELLA - SEZIONE CHJRURGICA Primario .p rof. M. DARDANELLI. 1

Ha la simpateetomia periarte1'iosa una reale influenza sulla tubercolosi osteoarticolare 1. per il ·d ott. CARLO BERTONE.

CON10LU,SIONI. 1) Le ragioni dottrinali ch'io ho esposte dimo5trano che la simpatect0imia periarteriosa delle groisse arterie d egli arti, rivolta a modificare simpatico1patie trofiche, sensitive, vascolari de1le Joro zone estreme, non può .determinare una interruzione completa e sicura delle vie simpatiche ~he a dette zone accedono o che da esse 1partono; 2) P er una interruzione approssimativame11te completa i1ecessita la simpatectomia delle piccole arterie 1p iù vicine alla zona lesa; 3) I risultati operatori da me ottenuti in sei interventi sulle piccole arterie dell'arto inferiore, tibiale anterio~e, tibiale 1posteriore, peronea, depongono che colle ragioni teoriche con corda la ipratica. Infatti ·su 6 interventi si ebbero 6 g11arigioni immediate; in un solo caso, un'ulcera perforante iplantare e mai modificatasi nè per stiramento cruento d ello ischiatico nè per una simpatectomia :periarteriosa della femorale, e cicatrizzata rapidamente do1p o la si;m patectomia della tibiale posteriore, si ebbe recidiva al 10<> mese; 4) Questo nuovo orientamento tOIPO·grafico della ' simpatectomia 1periarte1iosa sulle piccole arterie apipare dun1que più razi·onale dal p11nto di vi~ta teori{'O, più efficace nella pratica che la sin1.p atectomia d elle grandi arterie, e raduna· ancora il vantaggio di portare l 'inter\rento su arterie non 1

Rare volte o.e.cadeva che un metodo di cura incontras~e tanto favore quanto ne incontrò in questi ultimi anni la simpatectomia· per~arterios~, e rome .questa, fosse impiegato a guarire le 1p1u d iverse lesioni. Sulle orme del Lériche, in breve marciarono numerosi. C'hirurghi, ed i lavori che oggi frequ entemente si leggono, riguardanti la. simll;)atectomia p.eriarteriosa, dimostrano, in com~ plesso, com e r ealmente questa trovi in certi casi le sue jndicazioni. Vi sono però ancora molte incerte.zze riguardo il suo modo d 'agire, come pure riguardo ai casi in cui essa trova, o non, ragione d'essere !Praticata. Il Bruning (1923) fondand.osi sul concetto della vasodilatazione prolungata, che ·Sarebbe, secondo i più, una delle consegu enze dell'asportazione ·di un tratto di simpatico p erivasale, ci diede un pre·Ciso elenco delle lesioni che, secondo lui, .p otrebbero trarre giovamento da questa tecnica operatoria. Noi lo riferiremo in breve: In un primo grU1ppo I' A. enumera tutti i casi in cui « deve essere rimosso o frenato uno stato irr~tati vo nel sistema nervoso simpatico 1 periferico » : causalgie, turbe nutritizie e vasomotorie, trofiche dei tessuti dopo lesioni nervose, nevrosi ·vasomotorie trofiche come la gangrena del Raynaud, la sclerodermia, ecc., tutte le !onne gangrenose all'inizi0 nelle estremità eccezione fatta tper le gangrene diabetiche, tutti i disturbi av.enti 1

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una base angiospastica come, ad es., la claudicazione intermittente. Il secondo grup.po del Bruning comprende « tutte le lesioni suscettibili ·d'essere influenzate dall'iper em ia prolungata .che consegue all'asportazione d'un tratto d'avventizia vasale, in tutti i territori a valle del punto in cui s'intervenne » : ulceri croniche, anche le varicose, fratture mal consolidate, artriti croniche, tubercolosi chiusa delle articolazioni. ·Gli AA. non sono, però, concordi circa il modo di mantfestarsi e s11lla durata. di questa iperemia. Seeondo i .concetti prevalenti (Bruning, Lériche e numerosi altri), dQPo la simpatectomia si verificherebbero i seguenti fenomeni: 1) immediato spasmo della 1parete arteriosa, nel punto su cui s'interviene, in taluni casi così accentuato da ridurre a O la pressione art~riosa periferica. ..\ questo s'associa una vasocostrizione gen eralizzata a valle. Questo stato di spasmo, dur er ebbe, di regola, da mezz'or-a a cinque giorni. E lo, seguirebbe: 2) una vasodilatazione, più ,p ronunciata inizialmente, e che poi gradatamente diminuisce, durando però, in complesso, per dei mesi. L'i1pere1nia che n e consegue, si manifesta secondo alcuni, con un rialzo della tem;peratura cutan ea. ·Ma, come già si disse, non tutti gli autori sono concordi su ciò. Così l'ungherese ·S ebestyén afferma d'aver osservaito dei fenomeni ben diversi. Egli studiò le alterazioni di circolo nei suoi simpatectomiz, zati seguendo la tecnica indicata dal Moskovitz, e misurò n ell'arto 01perato e nell'omologo la concentrazione in H ioni d el sangue secondo rvtichaelis perchiè (( .con alterate condizioni" di circolo dovevano manifestarsi delle modificazioni chimiche nel sangue » . E concluse, l'autore ungherese, c:he « l'ipero1n ia reattiva nell'estremità operata compare tardivamente e non raggiunge mai un grado così elevato quale raggiunge nella .parte omologa » (modifi· cazioni di circolo · nel Iato opposto a .quello operato e sintomi dismenorroici sono stati risco11trati anche dal Lériche). La concentrazione degli H ioni nel sangue del distretto irrorato dall'arteria 1privata d'una porzione d'avventizia cadde ·da 8,7 sino a ?,1-6,9 al disotto di qt1ella del sangue n ell'eSltremità omol oga. « Sia le variazioni della cir colazione che quelle della composizione chimica del sangue, sono pronunciatissime alla fine della seconda sett i1nana dopo l'intervento, e cessano n alla terza» . P er ciò il Sebestyén tassativamente afferma che « la tubercolosi a lungo decorso delle ossa e delle articolazioni non 1può essere influenzata ·d alla simipatectomia » . Noi non possiamo ac.cettare definitivamente .queste conclusioni: esse devono ancora trovare altre conferme; dimostrano be11e però ~

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come non si sia oggi del tutto sicuri sul modo d'agire dell'operazione propugn8Jta dal Léiiche. Se però acquisteranno maggior valore nel1'avven.ire, si dovrà allora escludere a priori qt1esto .mezzo di c11ra .p er tutte quell e lesioni che necessitano d'una prolungata i(peremia. Non però come il Sebestyén la pensano il Gun1 dermann ed il LawPn che praticarono più volte )a simpatectomia in soggetti con delle lesioni tubercolari n egli arti, già ri·b elli ad altri tratta.menti. Riassumiamo brevemente le stor1e cliniche del Gundermann on·d e (potere poi formularne una di~ scussione.

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I. - P. di 20 a. : tbc. del collo del piede d. con distruzione delle ossa; già in precedenza s'era praticato lo svuotarnento del calcagn o. Fistole. Il p. era già stato degente per tbc. della n1ano. Simpatectomia sulla f em-0rale. Guarigione in 8 mesi. II. - P . di 15 a.: 1p iccoli r9-ntoli, respiro aspro all'apice sin., tbc. fistolizzata del gomito sin. Sim;p atectomia sull'arteria ascellare. Guar-i gione in 8 mesi ciréa. . III. - Soggetto di 23 a. : già malato di tbc. p-0imonare e del volto. Tbc. fistolizzata de.l l'articolazior1e tibioastragalica d. e del calcagno , dello scafoide. Simpatectomia sulla femorale. Guarigione in 8 mesi circa. IV. - IP. di 20 a.: gtà curato con rupparecchi immobilizzanti per tibc. dell'articolazione del piede. 'fbc. fistolizzata dell'articolazione calcaneo cuboidea con fistole; lesioni" specifiche linfoghiandolari al collo e ai polmoni. Sim.p atectomia sulla femorale. Poco vantaggio. Dopo 3 mesi asportazione della metà anterior e del calcagpo, di 1parte del noviculare del cuboide e dell'astragalo. Dopo quest'ultimo atto, miglioramento .e guarigione. V. - Soggetto di 17 a. con infezione tubercolare mista. .del collo del 1piede d. Tisi ulcerosa Gon escreato cospicuo. Nessun risultato dalla simpatectomia sulla femorale, amputazione del piede e passaggio in 'Division e medica. Vl. - P . di 62 a. : tbc. ftstoleggiata del ;pugnetto. Simpatectomia, diminuzione della tumefazione e ,d ella dolorabilità. Ancora in cura al momento della presentazione del lavoro. 1

1Dei 6 casi del Gunderm ann , i tre ultimi non rp ossono certo deporre in favore ·d el metodo: il 4° fu influenzato n el suo decorso dal trattamento chirurgico successiv-0, il 5° da una grave tisi ulcerosa intercorrente, del 60 non si sa bene l'esito. Restano i tre primi .o perati, giovani , e già guariti o migliorati da altre lesioni della .stes5a natura, pazienti il cui organismo dimostrò una certa ca1pacttà a ribellarsi e.d a vincere un'L--ifezione tubercolare lo.calizzata. Può adunqu.e essersi ver ificata nelle estremità in cui si (procede alla simpatectomia una guarigione dovuta sovratutto alle risorse dell'in.d ivi·d uo ·s tesso più che alla simpatectomia.. N1è 1possiamo trascurare un altro ele1

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SEZIONE PRATICA

mento: e cioè l'influenza che può eseicitare il riposo sui processi tubercolari in genere. :e vero che il Gund~rmann si affretta a dirci ahe già in • precedenza il trattamento coRservativo era riuscito infruttuo.so. Ma noi abbiamo visto guarire o migliorare di molto le tubercolosi osteoarticolari anche ftstoleggiate dopo lunghjssimi 1p eriodi d'immobilizzazione. E ciò particolarmente nei giovar1i. Il Lawen praticò la simpatectomia in 19 casi di tubercolosi delle estremità, e divise, basandosi sui ri.sultati ottenuti, i suoi ~rati in tre gn1ppi: Nel primo stanno 4 casi in cui egli aff P-rma di aver ottenuto ·u no schietto successo dall'intervento. Riasst1miamoli in breve: P. di 40 a. con tubercolosi fistolizzata dell'articolazione del collo d'el .p iede ·d . Guarigione· in 3 mesi. I. -

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Tbc.· ossea del collo d el piede sin. in p. di 25 a. Guarigione rapida. II. -

Lo stes.so dicasi ·d el III caso in cui, do~o una resezione 1per tbc. del ginocchio, eran residuate ulceri tbc. e fistole. Miglioramento e guarigione dQPo la simpatectomia. Il IV ci pare degno di particolare considerazione: ragazzo di 8 anni con una tumefazione di tutto il cpiede d. ed una escavazione nel ~rimo metatarso di questo lato con ivi un asnesso freddo chiuso. Quest'ascesso scomparve dopo la simpatectomia sull'a. femorale, senz'altro trattamento. Così .p ure si ridusse l'ingrossamento dello scheletro del piede. Notevole si è, che nel piede sinistro d ello .stesso amrr1ala·t o si trovava una fistola da osteite del quarto metatarseo. Quest'ultima lesione persistè immodificata. Altri 5 opBrati del Là\.ven guarirono, ma in questi all'intervento sul tronco arterioso s'unirono altr0 cure, come il ri1poso, il trattamento immobi· lizzante con fasciature. (Idrope del ginocchio, tubercolosi del gomito d., tubercolosi ulcerata del ginocchio ·d ., tubercolosi chiu sa del collo del piede d.). Il terzo gTUippo comprende 10 casi di tbc. chiusa od aperta del piede, del ginocchio e del gomito in cui non si ottenne alcun vantaggio dall'intervento. 1

Il Sebestyén afferma francamente dI non aver ottenuto nulla di ·b uono d alla simpatectomia c-h e praticava in 10 soggetti con tuib ercolosi delle ossa r delle amicolazioni. Inoltre egli nel suo conciso lavoro si dichiara del tutto contrario a questo metodo nella c·u ra delle tubercolosi osteoarticolari, p.erch·è « la simpatectomia influisce su queste lesioni portandole ad un 1peggioramento » . Nel 50 % dei suoi ipazienti lfu in breve n ecessaria l'amputazione dell'arto ammalato! Calandra, di Palermo, praticava la s1mpatecto1nia sulla .femorale di un bambino affetto ù'l tubercolosi del ginocchio, e n' ebbP. un miglio ra-

ment().

Pi.eri trattava nella stessa guisa 4 sasi cli tubercolosi della mano o del piede, ott~nE1ndo cl r.i risultati molto incerti: miglioramento appena rupprezzabile e « forse riferi!bile alle cure con corp.1tanti ». Nota il chirurgo di Belluno che in due casi i-dentici di tubercolosi del calcagno, l'uno trattato con la simpatectomia e l'altro no, f·u meno buono il decorso del simpatectom-izzato, in .c ui s i formava un ascesso ifreddo alla gamba. 'Riferiamo ora _la storia di un nostro aID:ffialato: B. R. , fabbro, d'a. 57, entra in Ospedale il 5 ago-

sto 1923. A 48 a. ifu curato di un'affezione polmonare :bilaterale, che . durò più di un ann o, accompagnata da febbre, dolori 1p rofusi, escreato muco1purulento. Nel 1921 si formava lentamente un ascesso sur malleolo peroniero d. L'ascesso fu ~perto col bisturi. Residuò un tragitto fistoloso che 1p ersiste tuttora, mentre il collo ed il dorso del piede d. lentamente si tumefecero e divennero dolenti, sia spontaneamente che alla pressione. Altre fistole com1parvero in seguito nella cute corrispondente alla tibia ed al. iperone, nei 2/3 inferiori della gamba mentre la muscolatura del polpaccio gradatarnente diveniva .a trofica. . E. O. - Condizioni di nutrizione discrete. T. SPrale media (rettale) 38°. Scarsa espansibilità degli apici poln1onari. ReS!p'iro n.spro, ivi non fatti umidi. Null'altro ·di viscerale risulta all'E. O. La gamba d. ·è alquanto imp:Lcciolita risipetto ~Ila sin. Vi si vedonp diversi tragi·t ti fistolosi ed ulcerazioni con granulazioni torpide secernenti un pus tenue, nei luoghi indicati dall'anamnesi. Collo d el pi-e de d. !tumefatto, a1quanto edematoso. Escisione di alC11ni tratti di tragitti fi·stolosi ed esame istologico: vi .sono i caratteri delle granulazioni tubercolari con cellule giganti e tubercoli t~ici. La radiografia dimostra vari ispessimenti sottoperiosteali e zone di rarefazione del tessuto osseo n ei 2/3 inferiori della tibia e d el perone. T. dell'arto ammalato = 37°,3 in media, T. dell'arto sano = 3e0 ,5. Nelle orine non vi è nè albumina n è gluco.sio. Il ·P· viene curato sino al luglio 1924 con fasciature immobilizzanti, preparaJti iodici, riposo assoluto. Le condizjoni dell'arto si mantengono invariate. 8 luglio 1924. - Anestesia locale per raffreddamento. Simpatectomia pe1:iarteriosa sulla femorale d. asportando l'avventizia di questa per un tratto di 10 cm., da sotto l'inizio della femorale profonda sino aJ.l'inizio del canale de.gil.i adduttori. Sutura completa percutanea con catgut della ferita OfPeratoria. Si verifica, nel corso ·dell'intervento una notevole riduzione del diametro dell'arteria, le .Clli p1a reti sono ancora elastiche. Continuano nei giorni seguenti i dislivelli termici tra l'arto ammala.Jto ed il sano già notati r.ol primo esame. 18 luglio 1924. - Cicatrizzazione per prima. Nei giorni seguenti le alterazioni dell'ar.to 1permangono. Persistono le fistole e le lesioni o.ssee (controllo radiografico), continua la secrezi on e, s'accentua l'atrofia muscolare. 15 novembre 1924. E. O. - ·Gamba astrofica, ipiede d. in equinismo permanente, edema al dorso del piede, ftsto.le numeros-e alla gamba. Vi è' sempre la differenza di 1° tra la T. d ell'arto .sano e di quello a mmalato. 1


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POLICLINICO

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Trattasi adunque di un soggetto d'età avanzata, molti degli operati. Si direb,b e però che l'intergià jn precedenza degente per lesioni 1Probabi1- vento che trovò nel Lériche il suo più strenuo mente tubercolari· a carico dei polmoni. Da quasi fautore rpossa realmente esercitare una benefica tre anni l'infezione s'-è insediata nelle d11e ossa , influenza sul decorso della tubercolosi delle estredella gamba d. Ivi l'affezione fu a lungo curata mità: il caso ·sopra riferito del Lawen insegni. col ri1p oso e con rimedi interni senz'alcun giova- Ed è .proba:bile che il numero delle gunrigion i mento. Così pure la simpatectomia periarteri-0sa ancora s'aumenti nell'avvenire se i chirurghi vornon diede buoni frutti. Si può attribuire l'in~uc­ ranno operare soggetti in cui le lesioni non sieno cesso a va1ie cause : anzitutto all'età del rp. la così cospicue ed avanzate come soventi si fece ,quale fece sì che le resistenze organiche di fronte sino ad oggi. Secondo il concetto espresso dal al b . di Koc·h fosser9 affievolite, pur affluendo Bruni11g 1p otr.eb·b ero forse maggiormente pr-0ft ttarnell'arto ammalato, · se noi accef)tiamo le teorie ne le forme iniziali e chiuse della tubercolosi del Bruning e ·del Lériche, una maggiore quan- ossea ed articolare, e di 1quest'ultima la variet3. tità di sangue. Di ·queste teorie, noi non abbiamo prevalentemente sinoviale. avuto conferma nel caso nostro. L'ipertermia nelE noto inoltre come i giovani, avendo le pareti " l'arto operato già esisteva prima dell'intervento vasali più elastiche, sien q,u elli che maggior gionè s'accentuava dopo di questo. Essa 11>erciò non vamento 1p osson trarre da una simpatectomia. Il p. · deve attri-buirsi al maggior flusso di s:tngue doro ·del Lawen nel quale la tubercolosi d'un arto la simpatectomia ma piuttosto allo stato avanzato rapidamente migliorava era un bambino di 8 anni. e diffuso delle lesioni tubercolari. Melchior e Solo quando si sarà molto ~rovato su soggetti Wolff, i~ artriti .coxofemorali e 1p ersino in C::l.~i in età giovanile e con lesioni iniziali, si potrà di carie secca della spalla trovarono un'elevazio. dare un giudizio definitivo sul valore del mene in sito della temperatura cutanea. Essi pentodo. Perchè oggi questo n on si può fare, sarono che questo fatto sia legato alla presenza nel ~resente lavoro noi ci siamo limitati a raccodel tessuto di granulazione tubercolare. gli.ere il maggior numero di casi che ci è stato possibile, senza trarre alcuna con clusione. Possiamo già sin d'ora invece avere alcuni dati Giova notare anzitutto che, come risulta dalle cir.ca le controindicazioni: l'esperienza c'insegna storie cliniche riferite dai vari autori, s'intervennP che qt;Iando, come nel 5° caso del Gundermann, quasi sempTe cc per lesioni tubercolari ino1trate e oltre che in un arto vi sono delle lesioni specifiacéompagnate a cospicua distruzione di tessuti, che jn corso in un'altra parte importante dell'orquello osseo com.p reso » . Questo fatto non deve ganismo, allora le prime devono passare in seessere trascurato e su di esso ritornerem0. conda linea, la simpatectomia non ipuò avere Esaminiamo complessivamente i risultati otte- alcun'efficacia, e non deve perciò esser 1pratir,ata. nuti. Noi troviamo: Anche con soggetti vecchi, la cui resistenza è 1Guarigioni 3 (1Gunderrnann). Nel 40 caso s'inter- afftev-0ljta, non Vi è da atten·d ersi n essun prodivenne anche c·h irurgicamente, .e '1p erciò questo g·1 0, specie se esiste con1em,p oraneamente un'arnon può essere compreso con i primi. teriosclerosi che impedisca la vasodilatazione e 1Guarigioni 4 (Lawen). (In altri 5 .q11esto autore renda friabili le pareti arteriose stesse sì che associava alla simpate.ctomia il riposo, bendaggi potrebbr aversi durante le manovre 1una rottara jmmobilizzanti ,e non si p·u ò quindi dire quanta della parete. Verrebbe così ad essere necessaria efficacia abbia avuto l'intervento diretto). la legatura del vaso, con possibilità d'una ganMiglioramenti 1 (Calandra): 4 del Pieri, cl1e però grena dell'arto mancando il circolo collaterale. Djcembre, 1924. fa sui suoi casi osservazioni analoghe a quelle ·del Lawen :sopra riferite. Esiti negativi: BIBLIOGRAFIA. 1 (Gundermann) : soggetto con tisi ulcerosa; CALANDRA-PIER!, LÉRICHE. xxx Congresso della so1 (nostro) : p. in età avanzata e con lesioni .cietà Italiana di .Chirurgia. ·Policlinico, Sezione vaste e ~rof.onde; pratica, a. 1924, n. 47. . . . LAEWEN ..i\. Ueber die p. Sym.p. be1, der Extremttti10 (Lawen) : tbc. aperta o chi~sa delle oss::t e tentuberkulose . ·Mlinchener Mediz. Woc·h ., 1924, delle articolazioni; n. 7. 10 (Sebestyén) : tbc. ossea ed articolare. SEBESTYÉN J. Periart. Symp. bei Kno c.fien und GeNoi non possiamo· oggi fissare una p er centuale lenkstuberkula.se. Zentralhlatt ì. .Ch.ir. a. 1924. di guarigioni: i dati clinici di cui diSjponiamo Il. 46, p . 2528. GUì\'l•ERMANN W. Ueber die Wirkung àer p. Symp. non ce lo 1p ermettono ancora. Altre prove e riaut schwere K nochen und Gelenktuberk. Zentr. cerche dovranno farsi. Siamo propensi ad attri· f. Chir., 1924, n. 9, p. 336. buire parte degli scacchi avuti allo stato avanzato BRUNTNG F. Die Chirurgie des Veg'e tativen Nervened 'irreparabile delle ·l esioni lcihe presentavanc syste·m s. Medizin. Klinik, a. 1923, n . 20, p. 671. 1

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SEZIONE PRATICA

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O SPEDALE CIVILE DI PRATO - TURNO CHIRURGICO.

Dott. LORENZO lVIENABUONI, chirurgo a>rimario.

Considerazioni su un caso di simpaticectomia periarteriosa.

Dott. AURELIO

DAMI,

assistente.

L1 chiru'rgia del Si1r1patico, che dovrà rappre-

se11tare, secondo la profezia di ·Pierre Marie, grande parte n.e lla chirurgia dell 'avvenire, è entrata orinai, specialmente per merito · d ell'o,p era~ione di Le~iche, J1el dominio della pratica chirurgica quotidiana. Affermata e negata nei postulati fondamentali e nei sQoi resultati m ediati e im1nediati, q11esta ha SélaJuto gli osanna e i crucifige dei chirurghi: e stabilite ormai ampiamente le sue basi ~perl­ m entali, corne dimostrò Uffreduzzi all'ultimo Congresso di Chirurgia in Torino,_ ritengo che il pro ed il contro d ell'operazione debbano essere vagliati alla stregua dei resultati chirurgici nelle varie indicazioni che vanno dalla cura dell'esoftalmo al morbo di Raynaud dalla· causalgia alla nefralgia. Così, solo sulla base di una ampia statistica si potranno fissare i termini dell'indicazione operatoria che, al di so1pra di ogni lirismo chirurgico, possa dare resultati evidentemente e decisamente positivi. Ritengo perciò n on inutile portare a conoscenza il. seguente caso Ofperato nel nostro os1pedale: C. O. di anni 33, Nell'anamnesi poliomielite anteriore acuta ad otto anni che lasciò una paresi -Oell'arto inferiore destro con esito in piede varo equino. N.el .p iede che appoggia, 1per necessità di dea1n bulazione (claudicante) sulle teste dei metatarsi ' si sono sviluppate dal lato planta.re ester. no ove più si esercita la 1pressione, ulceri distrofiche multi1Ple e dolorose che impediscono quasi tota11nentP. l'attività del 'P· Le masse inuscolari della coscia e ·della gamba sono ipotrofiche, la ct;te ha larghe chiazze cianotiche ed è più fredda di quella del lato oppo"to. Il C. chiede di essere liberato da tal e angustia e dopo lunghe cure topiche che non modificano lo stato ·d ell'ulcera, si decide 1per un i11tervento demolitore (per amputazio11e) della gamba al terzo inferiore. In morfio€tero-narcosi il 12 aiprile 1924 viene amputato. con metodo circolare al terzo inferiore della gamba destra. Decorso ;post-operatorio normale, disturbato in uìtimo ùa una lieve suppurazione di ·due punti in seta. Dimesso guarito con adatta protesi. Dopo un mese circa l'estremo del moncone Si fa cianotico, un po' edematoso e nel centro ci ricompare una piccola ulcera a fondo tol)pido che va pian 1p iano crescer1do in estensione fino a rag. giungere la superfice di due soldi ·di vecchio conio. Tale ulcera distrofica sipontanea (la protesi non dava decubito) resiste ad ogni tentativo ùi cura, impedendo in pari te111po l'uso della pro1

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tesi al p. Si imponeva il problema di un reintervento: prima di 1P·r ocedere alla asportazione di uri nuovo segmento di arto si volle tentare la simpaticectomia peri arteriosa della femorale. 4 novembre 1924. - Scojperta ed isolata l'arteria si decortica per un tratto di 7-8 centimetr.1 aprendo con un sottiliss~rno bisturì un occhiello n ell'avventizia dal lato ventrale. Nella piccola asola (me!ltre · ~l vaso è sollevato da un ago di Cooper) viene introdotto un piccqlo ago di Descha1n1ps a curva molto stretta, che viene mano~ato con moti di va e vieni e in mo·do da scollare totalrnente l'avventizia dalla tunica media. · Il rnanicotto avventiziale così separato è reciso in alto ed in basso ai due estremi dello scollarnento. , Sutura: g. p. tP . - Durante l,intervento si notò una riduzione di calibro del vaso: l'arto prima freddo e ci anotico si fece dopo alcune ore dall'operazione rosso e a>iù caldo del sinistro e tale sl man tenn e : in dodici giorni l'ulcerà fattasi ricca di granulazioni vivaci è definitivamente ch i.usa con cicatrice solida ed indolente. Tali condizioni si mantennero per due mesi e inezzo, ma dopo, nonostante le cure fisiche mantertute a rnigliorare il trofismo fondam entale delrurto, l'ulcera si riforma le11tam ente con eguali caratteri. ' r

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La tecnica da noi seguìta che si ·d ifferenzia 1ie. vernente -dalle altre descritt~ dai vari autòri ed a mP. note, ha il doppio vantaggio di una ~ag~ giorP. garanzia 1per l'integrità del vaso su 0ui si opera i})erchè è accaduto ad alcuni di ledere l'arteria nella ablazione per lacerazione a mezzo di pin1e od altro, e di una più sicura a siportazione rti tutta l'avventizia scollata ·del manicotto. Il terreno operatorio su cu.i si intervenne non era certà1nente dei più favorevoli ,p er un esito 1p ositivo della simpaticectomia: arto paretico con ?nasse rrruscolari alterate 1p rof ondamente nel troftsrno con vasi i1poplasici e difetti circolatori secondari: i fatti d.egenerativi d'ordine nervo~o di antica data erano ormai ·definitivi e non suscettibili di 1niglioramento: comunque, nonostante tutte le qualità negative del soggetto, l'operazione di J.....eriche ebbe un risultato immediato favorevole a>er quanto transitorio. Il chirurgo rrancese raccoma11da di scegliere molto attentamente i casi per non esporsi ad insuccessi; ed in prirno luogo deve considerarsi se la l.esione per cu1 si interviene non abbia ormai sorpassato il limite simpatico ·di operabilità per entrare ormai nel cam1po radico-midollare, n el periodq cioè in cui la . sirrt1patecto1nia semplice 1p-iù nessuna influ€nza. . può avere se non legata ad atti cl1irurgiri più gravi sui cordoni radicolari ed ancora con scarsa probabilità di successo. Altra causa di re<=iultati negativi è la tecnica difettosa .p er insufficient<' ed incompleta asportazione dell'avventizia o per a ver operato su un segmento arterioso trop1po 1p rossimo alla sede della lesione da modificare. Co-


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sicchè o per l'una o 1p er l'altra causa viere a mancare lo iscopo ed il resùltato 1primo della simpatecto1nia, cioè la vaso-paralisi, che dando una notevole iperemia distale, 1porta nuove condizioni di vitalità alla porzione di arto rd all'organo od alla lesione su cui vogliamo agire. Quan·do siano osservate queste due condizioni fondamentali, quali cause da iinputarsi per gli insuccessi e per le recidive, D·u stin, in via induttiva, prospetta una possibile ricostituzione <1eJ inanicotto sim·p atico avventiziale per mezzo di fibre che, venen,do dal tratto rimasto a monte ed a v::ille dell'interruzione e del sim.p atico dei rami collaterali arteriosi rimrusti ir1alterati, possono riallacciarsi proljficando in senso centripeto .. Ma ieffett.jvamente rimane difficile a spiegare qu esta riunione su un tratto decorticato di 10 ceritimetri o più , mentre il Palma attraverso i suoi estperimenti èonclude - e sembrami più rigorosarnente - che esistano nelJa rne·dia e n ell'intima arteriosa dei sottilissimi filam.enti simpatici i q 11ali dolJ)o alcun tempo iniziano la loro funzione suppl etiva del simpatico 1p eriarterioso aStportato . • Certo è che an cor'oggi dopo undici anni ùa che la decorticazione arteriosa ver1ne pratic:ita ip er la 1prirna volta, i ricercatori non sono concordi sul come la as.portazione dell'avventizia possa agire; ed è ancora senza risposta la doma11da: è l'iperemia più o meno p rolungata portata da.I la vasoparalisi - dovu ta alla distruzione chirl:rgica delle fibre .vasocostrittrici - che dà l'im·p ulso a nuove forz e di r iproduzion e dei tessuti m odificando gl i scambi osmotici capillari', o son0 eccitazioni trofiche d'origi11e n ervosa che i centri vasomotori del midollo come risposta allo stirnolo a v·uto in via centri1peta dall'atto chirurgico, es€rcitano P,er m ezzo dei n ervi misti dando una perrr1anen te vasopar alisi? ..

Ho riferito - quantunque n egativo - il · caso capitat~ sotto la nostra osservazione, per fedeltà al 1p rincipio che, specialmente in cp.irurgia, dai r esultati sfavòrevoli possono trarsi insegnamenti v~li·di a giustamente indirizzar e n ella critica del caSi futuri od a correggere .errate a·p p1icazioni e valutàzioni di princilpi scientifici": e se fosse lecito da un singolo caso arrivare a con clusiont più late, direi cihe in arti ipotrofici per re1.i quat1 del 1r1orbo di Heyn e-1\tledin - sempre quando l' età e lo svilup.p o dei pazienti lo 'c onsentano - ai vari interventi orto1pedici (trapianti tendinei, plastiche, ècc.) volti a correggere atteggiamenti viziosi dei vari segmenti lesi, sarebbe 01p portuno aggiungere in tempo utile, prima cioè che alte-

razioni irreparabili si siano stabilite, la s.impattcectomia periarteriosa che insieme alle altre cure fisiche, contribuirà a mantenere più .elevato il tono del siste1na m 11scolare sì che gli interventi esegJJiti abbiano maggior probabilità di su~r€sso per attenuare i tri-sti reliquati della grave af fezione infantile. BIBLIOGRAFIA. \

LUCIANI.

Fisiologia dell'uomo.

UFFPEDUZZI.

Relazione al Congresso Italiano qi

Chir.urgia, 1924. P ALNI A. Annali di chirurgia, settembre 1924. SCALONE. Policlinico, Sez ..pratica, ottobre 1924. BARDOU, MATHY, COMAT. Lyon Chir., 1924; ~itati in P oliclinico, Sez. pratica, giugno 19-24. 1

NOTE E CONTRIBUTI. I~l'ITUTO

vr

CJ_JNICA MEDICA DELLA

diretto dal prof. G.

R.

UNIV. DI NAPOLI

ZAGARI.

Rappo1·to tra zucchero proteico e corpi acetonici nel sangue dei diabetici trattati con insulina <IJ Prof.

Do~'l1NICO

LIOTTA, aiuto e libero docente.

Il nuovo im1pulso dato agli studi sullo zucchero del sangue, in seguito alla S'coperta dell'insulina, è stato fecondo di notevoli risultati ancl1e nel can1po òellà medicina ,p ratica. E la nuova si1,.1aro1ue così detta ipoglicemica, cui va11no oggi ri• feriti alcu11i ·disturbi, dei quali 1p rima rest~va oscura la patogenesi, non è che- frutto di questi studiì. Numerosissimi lavori hanno visto la luce negli ultirr1i anni per studiare le molteplici . trasforma-. zio ni, ctri va,nno incontro n ell' organismo gl'id-rati di carbonio e spiegarne la loro differente impor· tanza biologica·. ·Co~ì. noi sap·p iam o che il glucosio nell'organisrno può trovarsi allo stato libero, 1p uò 1polimer izzarsi e trasformarsi in glicogeno, può con1binarsi al fosforo sotto forma di exoso-fosforico, può cou1binarsi alle 1p roteine e dar luogo allo zucchero proteico, p.u ò trasformarsi in grasso, ecc. E ognu. na di queste differenti forme chimiche compie nell'organismo una funzione particolare, che studij sempre. ·,più _ ~curati . vanno giornalm~nte . illustrando. (l J Il lavoro completo verrà 1p ubblicato fra gli Atti d€lla Accademia medica di N~oli . Questa breve n ota è un riassunto della Comunicazione fatta all'Accademia n ella tornata del 26 luglio 1925. •


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SEZIONE PUATJCA

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Fra queste combinazioni chimiche dello zuccl1ero del sangue hanno destato principalmente l'attenzione degli studiosi la combinazione fosforata (lactacidogeno) e la 1p roteica (zucchero proteico). E noto che secondo alcuni autori il lactacidogeno sarebbe la forma dell'idrato di carbonio diretta.1n~nte utilizzabile dai tessuti e il disturbo essenziale del diabete consisterebbe nell'incapacità a trasformare il glucosio in guesta speciale forma fosforata. Anche per lo zucchero 1prote1co si sono emesse numerose i1potesi, ma la più attendibil e 1semb:ra quella, la q11ale ritiene che lo zucchero, 1p er es5ere utilizzato dall'organismo, debba essere legato alle globuline (Condorelli: A nriali di ·Clinica T era.. peutica , 1924. Pavy: Journ. of Phy siol., vol. XXVII. Langstei11: Erg ebnisse d. Phisiol., vol. III, ,p. 490). Per ciò che riguarda l 'azione degli idrati di car· bonio durante il m etabolismo dei grassi e qei loro rteri,~ati chetogeni~ a11che oggi non si p ossono formulare che delle ipotesi più o m eno attendibili. Purtroppo, la b ella espression e di Rosenfeld che I

i grassi br·u riano al f uoco d.egli i drati di carbonio

conserva tutto il su o valore di una frase pittorica. che mette in rilievo senza. spiegarla la grande importanza di queste sost anze. Secondo alcuni autori il glico·geno sarebbe l'idrato di carbonio n ecessario alla normal e combn .· stione dei corpi acetonici e la sua deficienza nel fegato, considerato come l'organo 1Princia:>ale se non esclusivo della formazione di questi corpj (acetone, acido diacetico, acido ~-ossibutirrico) sarebbe la causa dell'acetonemia. Alcun.e esperienze in fegato sopravvivente di Embden e Wirth (Biochém. Zeitsc hr., 27, 1910) confermerebbero questo m odo di vedere, ma Ja r eazion e chirr1ica che si verificherebbe tra il glicogeno o un suo derivato e i corpi acetonici, nefisuno ha saputo an cora dimostrare. Recentemente Shaffer (l o1lrn. of B iol. Ch.em., XL'\i'Jl, 1921, 439; XLIX, 1921, 143; LIV, 1922, 199. Shaffer and Friedrnann: Ibid., 3 octob. 1924) 111

tentato di spiegare il meccanismo di azione fra il glucosjo e i corpi acetonici. ' Egli 11n. o;,servato in vitro, ogsidando con acqua ossigenata una miscela di glucosio e acido diacetico in mezzo alcalino, che l'acido diacetico è distrutto nleglio quanto pilì forte è la conce11trazione ùi glucosio. La r eazione si compie anche con il levulosio o con la glicerina, ma n0n si r ' compie SA invece dell'acido diacetico si mette acid o ~-ossibutirrico, acidp butirrico, o acetone. Shaffer ritier1e che è solamente durante l'ossirtazione che il glucosio eser cita la sua azione antich.rtoge11ica o cl1etolitica ~ che sia dir-ettament~ il glucosio a conlbinarsi con l'acido diacetico per

un~

6;.>rcjale _r eazione di condensazione del t~po di Clai.sen o I\novenagel secondo la quale una grande varietà di aldeidi o di chetoni reagiscon\> con acido diacetieo. (L . Claisen: A.nn. Chem., CCXVJIJ, 1883, 121. E. Knovenagèl: Bul. Chem. Ges.. XXXI, 1899, 738).

Shaff er 1pensa che n ell'organismo debba avverarsi una reazione analoga a quella da lui oc;servata in i itro fra il .glucosio e l'acido diacetico e che quindi non dovrebbe avverarsi una tormazion~ abnorme di corpi a cetonici, se la quantità ·d el glucosio vi è in 1pr oporz~one sufficiente. In pratica però non senipre i risultati hanno corriSJ?OSto alla concezione di Shaff-er. Così I~abbé, Nepveux e Forsans (Annal. de mJedéc., XVI, 1924, 431), dopo aver e&perimentato su alcuni dia·b etici il valore della formula di Shaffer, concludono che << il cattivo equili.brio del regime non è la causa dell'acidosi diabetica e che vi sono a1nmalati che hanno acidosi qualunque sia la composizione qualitativa e quantitativa del loro regime alimentarti >- . :Bisogna riconoscere che ancora, non ostante le nu,1nerose ricerche, molti punti oscuri permangono sulle varie tappe del metabolismo delle sostanze chetogene. Resta: tuttavia sempre più assodato il fatto generico della grande importanza degli idrati di carbo11io durante tale processo m etabolico. E la s peciale azione dell'insulina nel cnmbatter e la ch eton11ria confermerebbe indir~t­ tamen!e questo fatto . 1

,

*** Qual'è, i11fatti , l'azione dell'insulina su·ll'acetonemia? E oramai universalm ente accertato che essa c;i 1nostra particolarmente efficace nel combattere l' acetonemia, anzi alcuni autori riservano il 5uo uso ai casi di diabete con marcata a cetonemia. Talora è serr1brato anche che essa agisse più efficacen1e11te sulla chetonuria che sulla glicosuria, 1na questa azion e elettiva o, come vogliono al<·11111 , diissociata dell'insulina non è che apparente. Essa in ogn i caso non fa che determinare UD:a migliore utilizzazionP.' degli idrati di carboni~, anche 111inima quantitativamente, ma sempre sufftciente, p er p ermettere l'ulteriore combustione de1 corpi aceto.n ici e fare quindi scom1p arire la chetonuria. E r r,t' questo sia il probabile meccanismo di azione sembrerebbe ancl1e provato dal fatto, appar~ otemente p aradossale, che l'insulina nel sog· getto sano e a digiuno determina chetonuria. In q;ueste condizioni infatti l'insulina !Produce ipo-

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1356

1L POL !CLI NICO

~l~cemia

cioè una deficienza di quello zucchero {·l1e a\ rebbe dovuto servire a 1nantenere norrnq i~'! il metabolismo ·dei corpi a cetonici, i quali per questa deficienza si accumulano abnormemente nel sangue.

* ** ripetutam€nte osservato che la frazione dello zuccl1ero del sa11gue, la quale va sotto il nom e di zuccl1ero 1pro• teico, era notevoln1ente bassa in casi di diabete grave .e p oco aJ di sotto della norma in quelli leggeri, n1i son proposto di studiarne più detta• • gliatamente il comp ortamento specialmente in re- Jazion e alla eventuale presenza ·dei conpi a cetonici. IIo voluto cioè vedere &e esistessero speciali !'a-pporti quantitativi fra questi composti (zu cchero proteico e conpi acetonici) e com-e venissero modificati. dall 'azione dell'insuli11a. I-lo, pertan~o , intrapreso, prima, d,elle esperi enze su alcun i ca11i span creati e i11 seguito 110 continuato l e osservazioni su alcuni diabetici, ri coverati nella Clinica diret.ta dal mio 1naestro .prof esso re Zag ari. Tralasc io di r~portar e per esteso tu.t ti i. diarii e i risultati delle numer ose anali.si, che, come si è detto, saranno pubblicati n egli A tt·i. della R. Accademia A1edica di Napoli. Mi limiterò a rifBrirc sulla parte generale del lavoro e sulle c0nc lusioni . Cani spancreati: - Le ricer che sono state cond otte su due ç;ani 01p erati di asportazione tot~l-e del pa11creas. In essi si esaminava la gli cemia (zuccher o libero + zucch ero proteico) e l 'acetonemia (acetone, acido diacetico e acido ~-ossibu­ tirrico) prima ·d-ell'intervento operatorio. Dopo l'asportazione del pancr eas si 1nettevano i11 gabbia e sì esaminava regolarmente ogni due giorni la glicemia e l'acetonemia e tutti i gi'ì~n i la glicc.suria e la chetonuria. L·insulinci veniva iniettata 1p eri odica m e~1te per 1-3 giorn! con secutivi, quindi si sospendeva in medi:i 1r er una settimana, non turbando così il • progresso della malattia e l' accentuarsi dell' acetnne1nia. A mrrialati di dia bete mellito. - Le osservazioni sulle rnodifìcazioni dei ra1p porti tra zucch ero proteico e corpi acetonici in seguito all'azione del1' insulina so110 state fatte su quattro diabetici, dei quali tre con modica acetonemia e uno con él 'ietonemia ·di rnedio grado. Gli ammalati, in un primo p eriodo, venivano tenuti a dieta .mista con ,pochi idrati di carbonio, per saggiarn e il limite di tolleranza. In seguito si tenevano a regime fisso e si iniziava la cura .dell'insulina, aumentando Esperienze personali . -

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A vendo

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F ASC. 39]

gl'ado a grado gl'idrati di carbonio ' a seconda . clel potere di ossidazJone individuale e del quantitativo dell'insulina i11iettato. Sia nelle esperienze sui cani, sia in quelle sui inalati di diabete, si è adop erata insulina italia11a e insulina inglese. Dalla osservazione dj tutti i casi studiati ci è oarso particolar~ne nte degn'o di attenzione il comportame11to car atteristico e sempr e costante dello zucchero proteico in rapporto al quantitativo :Più o meno elevato dei corpi acetonici. Esso, in effetti , ognj qual volta n el sangue era presente un abnorme accu1nulo di corpi acetonici, si trovava costantemente basso e tanto più basso quanto più elevato era il tasso dell 'acetone, acido diaceti.co e acido ~-ossibutirrico. E tale reperto si è av.uto tanto ·nei cani spancreati, quanto n ei malati di diabete. Dura11te il trattamen1:o insulinico questa frazione di zuccl1ero si eleva immediatamente sino a raggiungere le cifre 11ormali, mentre con te1npor ..it1E>a1nente si vedono r idurre i corpi acetonici sino ai lin1iti. :fisiologici. S8 si ammette che lo zucchero pTot.eico sia 1a forma cli zucchero utilizzabile dai tessuti, probabilr11ente esso direttamente, o un iSuo prossimo derivato, com1pie una funzione <ii primo ordine durante il metabolis1r10 dei cor.p i acetonici, o dei . loro prèrursori; la qual cosa spiegherebbe senz'altro lo speciale rapporto quantitativo da noi messo i.11 e\· id enza, tra qt1Psto zucchero e i corpi acetonici.

Degno di particolare rilievo è il caso di diabete da r1oi distinto per l'aceton emia ·di me.dio grado. 111 esso, il tasso dell 'acetone1nia abbastanza elevato al! 'ingresso del malato in Clinica, si è g:açl ualrr1ente ridotto, in seguito alla cura insuli.r1ica, sino quasi ai limiti :fisiologici; ma non è mai scompar so completamente, non ostante si iniettas·~ero dosi sufficienti. di insulina e si cambiasse anche il tipo del ri1nedio, come è buona norrna da seguire n.ei casi, i11 cui l 'efficacia di una data insulina si dimostri insuf:fìéiente. In questo caso inoltr e, e questo -è 1particolarmente notevole, lo zucchero .p roteico si mantenne sempre a un livello un po' al di sotto di quello che è la sua media fisiologica, confermando così lo stretto rapport(· tra questo zucchero e i corpi acetonici. ,e.asi di acetonemia come questo, cioè resistenti uì Lrattam.ento insulinico, sono stati segnalati anche CJ.a altri at1tori, sebbene non molto frequentemente. Olmsted e •Kal1n (Journ. oi{ Am. med. Ass., 1923, p . 1903) riportano un caso di un diabetico, n el qua.le l'eliminazione dei corpi acetonici, dopo un lungo trattamento con insulina, non cessò mai ro11.:.pletamiente e l'infermo, quando lasciò l'ospe•

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• i.i\NNO

XXXII,

FASC. 39]

dale, i'liminava gior11almente circa un grammo di 3ceto11e totale. E noteYole inoltre che in questo caso anche dal a;>unto . di vista del bilancio chetogeno-untichetoge110 n on avrebbe dovuto comiparire aceton e nel 1.e urine. ,~ oJ endo comp endiare le conclu sioni più importanti, cr1e i:,1 ri-c avano dalle nostre osservazioni 6peri1nentuli e cliniche, si può dire: 1) L'abnorme a ccumulo dei corpi acetonici nel sangue, tanto nel cane spancreato, quanto nel diabete umano, coincide sempre con un quantitativo scarso ·d i_ zucchero proteico; 2) L 'insulina produce sempre un aumento dello zucchero proteico d el sangue e contemporaneamente un notevole abbassamento dell'acetonemia; 3) Il livello, 1p iù o meno ba:sso, d ello zucchero proteico d el san g ue nei diabetici p otrebbe essere riguar.d ato come un indice del grado ,di acetone1nia del singolo caso; 4) La ~iegazione di questo rapporto - tra zucchero proteico e corpi acetonici - allo stato attuale, non può darsi cl1e formulando delle ipotesi. La più p,r obabile sembra quella di con5iderrlre lo zucchero proteieo, o qualcl1e suo 1p·r ossimo ·d e'r ivato, in seno ai tessuti com e l'idrato d] carbonio necessario alla normale combustione dei cor1p i acetonici. Q,' PEDALE Dl S. GIOVANNI IN LATERANO -

SEZIO~E TERZA.

Sul valore diagnostico della i·eazione della gelati11izzazione. Nota preventiva p er il dott.

135ì

SEZIONE f>RAIICA

_aiuto.

GUIDO ì\lILANl,

Data la se1nplicità del metodo, la ro..pidità. della r eazione, e l'im1p ortanza che può assumere, specialn1ente per il m ed]co pratico, 110 voluto sp erin1entare l argamente la reazione della gelatinjzzazione in rGllPporio all e diagnosi della lues. Le n1ie ticrr.:J1e riguardan o non solo la specificità della r eazione stessa, ma anche il suo co1nportam ento risp etto alle malattie infettive acute e croniche, ecl a i tumori malign i. Ho potuto fare ossP.rvazioni sulla precocità della r eazion e in casi p ositiv] , imp ort::i.ntj percl1è 1p ermettono di conoscerne l' esito i11 n1en o di un'ora. Certamente i 1niei risultati sono tntti rigorosamente controllati dalla r eazi0ne di ' ''assermann: In una prossima pubblicazione esporrò dettagliata.1neo.te ed ampiamente la t ecnica, il 1neccanismo di produzione, e i risultati ottenuti, i quali n1i permettono fin .da ora di poter attribuire alla reazione s tessa il -carattere di sp ecificità, . e di p oter afferrr1a re che essa concorda abbastanza ben e con la reazione di Bordet-\''assermann .

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RELAZIONI E CONFERENZE P1·ofilassi immunita1·ia clella sca1·Iattina e del mo1·billo (1). Prof. G.

CARONIA.

Co1n'è i1oto , un fort issin10 contributo alla 1r1orbilità e mortalità infantil e è dato dalle malattie esantematich e ed in is1pecial modo dalla scarla ttina e dal morbillo. Dalle s tatistiche, p. es., forn ite dall a Direzione di Sanità Italiana, ricaviamo una m edia annuale di circa 150,000 casi di rr1orbillo con cir ca. 9000 morti, e una m edia di circa 25,000 casi di. scarlattina con circa 3500 morti. Qt1este , cifre , assai i11feriori al vero, .percl1è i1on tutti i casi vengono den un cia.ti, riguardano la sola 1p opolazione d'Italia. Estendendo i calcoli a tu tti i paesi del n1ondo, è facile imaginare qual e enorme contri buto alla morbilità e alla m ortDlità danno queste_ due iufezioni ! L a scarlatti na colpisce cjrca il 30 % di tutti i ba1nbini, il rno rbillo colpisce quasi la totalità . Il 1norbillo, malattia meno grave, ma più ·diffusa, dà una 1percentualé di n1orti relativam ente bassa 1na un n umero assolnto più a lto ch e la scarlattina; questa invece, 1r1a la ttia più grave, rr1a me!"lo diffusa, dà una 1p€rcentual e assai. p.i ù alta di morti, 1na u n nurn ero assoluto più basso. CP.n tin aia di m igliaia di ba1nbini tutti gli anni danno il loro trjste co11tributo al la m or te ; e si tratta il pi1ì spesso di orgar1ismi vjgorosi, n on tarati, la cui scor111p arsa rappresenta non solo llDa ca usa d'infiniti dolori per i · cari , ma llna r eale p erdita p er la società. La lotta contro ne1nici così te1r1ibili è oggetto <l l ·p reoccupazi onc dei paesi più civili, e i 1più svariati e costosi inezzi dL profilassi son o m essi in opera per ridurre al 1r1i11i1no la p ossi1bilità di contagio. ì\Ja que'sti mezzi, con sistenti a · .p revalen za n ell' isola1nento degli arri malati e nella di~ si nfezion e degli a1nb ienti , si son dimostrati di un'effi cacia rnolto relativa. 111 1nalattie così far;ilmente d iffu sibili , la ·p rofilassi ideal.e sarebbe la irr1rr1ur1itaria. Il va iolo, per. es., è stato al'restato quando, rico11osci uta la localizzazione del virus n ella linfa d elle pus~o1e vaiolose, di essa si è p otuto fare· uso a sco1po vaccin ale. Recen ti st u di d el Di Cristina e nostri. avendoci portato all'isolan1ento in cultura di virus ch e p er 1nolti loro caratteri si dimostrano specifici rispettivam ente per la scarlattina e per il 1norbillo , ci 11anno indotto a intraprendere una I (1) Relazione al I Congresso internazionale del fanciullo (Ginevra, 24-28 agosto 1025) .


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1358

IL POLICLINICO

serie di tentativi ,di profilassi immunitaria i di cui risultati, dopo molti anni di estperienze, 11on credo inµtile di portare a conoscenza di questo alto Consesso.

[ANNO

XXXII, F ASC. 39]

le quantità di vaccino disµo« nibile sono ·state sinora troppo esigue per po<c ter applicare il rimedio su vasta scala come « sarebbe stato desiderio di quest'Ufficio e si è dov"Uto quindi limitarne l'uso alle persone n1ag« giormente esposte al 1 pericolo di contagio e cioè « ai famigliari dei colpiti e alle abitazioni col« lettive. « Nella città di Trieste sono state sinora « vaccinate circa 800 persone (quasi esclusiva« n1ente bambini sino ai 14 anni) e nessuna di << q11este ha contratto la malattia. << In due villaggi del mandamento di Postu« mia, il numero dei vaccinati è stato di 584 (557 « bambinj e 27 adulti). Qui però, 1 per mancanza ,, di vaccino, buona parte dei vacci11ati (512) no11 << ha subito chè una sola in oculazione e tra que" sti si sono verificati due casi di scarlattina. Se cc si rifJettP che la ' :acci11azione è stata, si p11ò « dire, l'unica rr1isura profilattica adottata perchè « ie· condizioni di quei villag·g i sono tali che non <1 si può parlare d'isolamento dei ma!ati · e tanto · « i11eno dei convalescenti, si deve riconoscere la e< grande efficacia del vaccino in quanto è11e nel« la grande maggiora11za dei casi una sola ino« c11lazione è ba>stata. a cori:ferire l'immunità. In<< fatti in questi due villaggi l'eipid-emia è stata « troncata dall'innesto. « 'fanto la .p opolazion e di 1'rieste, che quella << dei luoghi contermi11i dimostra la massima fidu• << eia i11 qu esto rimedio preyentivo e le ricl1ie« stc di vaccjno si fanno sempre maggiori. << Sarei quindi profondamente grato a V. S. IlJ.ma « se Ella volesse far pervenire ancora il solito « q11antitativo settimanale di 200 dosi e p~ù an« cora se fosse in grado di aumentarlo. « In nome del Cornune di Triest.e ho · l'onore di <' esprin1ere a V. S. 111.ma i più sentiti ringra<c ziamentj per la sua squisita cortesia e ·di 1 p rote« starle i sensi della più 1 profonda stima e conce siderazione » . « ~graziatamente

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*** Scarlattina. I 1primi .tentativi l'iguardano la

scarlattina. Iniziati dal Di Cristina 1Per dimostrare la specificità del germe da lui isolate e perseguiti successivamente da no-i , essi consistevano nell' iniettare per via intramuscolare a bambini esposti a contagio culture ricche di sviluppo e inattivate con l'aggiunta di 0.5 % di ;fenolo. In circa 200 càsi del Di Cristina e in circa 300 della Sindoni si ebbe a segnalare apper1a l'l-2 % di 1norbilità, non ostante l'esposizione al co ntagio scarlattinoso. Questi risultati resi di 1p ubblica ragione ha11no indotto un gran numero di ufficiali sanitari e di 1nedici pratici ad applicare il metodo, profittando del vaccino da noi messo gratuitamente a di, siposizione. Nell o spazio di due anni ben 105 sar\itari in 102 centri diversi (asili, scuole, comuni colp1'ti ·da e pidernie, ecc. ) hanno praticato la profilassi vacc1n1r.a. Di alcuni di questi sanitari si posso110 leggere le comunicazioni 1pubblicate su giornali medici (Piattelli, .B ova, Romano, Gioseffi e Bai<' ich,

Rottini , Boisserie-Lacroix, De Toni, Pichrzzi, Mazzenga, Rampello, Amenta, Lazzarini, 1\ngarani), di altri abbiamo relazioni inedite (Mangiola, Za1Ppa, Colloridi, Festa, Renda, P11cci armati, Sacchetta', Poerio, ·Ge11oese, Armocida, Ci· .p riani, Fedele, Agostini, .costa, ·Crin1eni, Bruzzese Lucas Nicastro, Cusimano, Calvi, Perri, De I.uca, Pepe, ecc. ~c,c. ) . Segnaliamo nel e.amplesso, aggiungendo i casi di nostra diretta osservazione, circa 7000 casi di bambini eStPosti a contagio e vaccir1ati con uria n1orbilità complessiva ·del 2 % e mortalità eccezionale. Nella città di Triest..e, <love quell'Ufficio Sa11itario con zelo ammirevole ha voluto tentare la vaccinazione sistematica di tutti i bambini r ecettivi esposti a contagio per arrestare u11a grave epide1r1ia di scarlattina, jl risultato finale è stato l'estinguersi' ctell'eipidemia. Riporto le parole scritte in una lettera inviata da quell'assessore dell'Igiene: cc Grazie alla Sua squisita cortesia, quest'Uffi« cio Municipale d'Igiene ha avuto cam1 p o di s,pe« rimentare il suo vaccino anti·scarlattinoso . I ri« sultati sinora ottenuti sono assai favorevoli, in « quanto che nessuna ·dell~ persone sottoposte « alla vaccinazione è stata coljpita dal morbo. 0

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Morb illo . Con lo stesso metodo aùottato per la scarla tti11a~

abbiamo intrapreso con la pTof.ssa Sindoni la profilassi . del mot~illo . Qui naturalmente 1a generale recettività 1per la malattia ren. de più probativo l'esperimento. Possiamo r egistrare sinora 539 casi di .esposti a contagio e ~accinati. Si tratta naturalrr1ente di bambini mai prima affetti dG. morbillo. DÌ' essi 60 apparte11gono a ':famiglie con casi di morbillo, 346 ad . asili o collegi colpiti da ~ldemia morbil. losa, 133 sono bambini ricoveratt per ,s carlattina ·0 difterite nello istesso Tepall'tO dei morbi !lo.si della Clinica o presenti in reparti della Clinica

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f ANNO XXXI·I , F ASC. 39]

SEZIONE PRAIICA

13.59

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stessa dove s1 era ma11if·estato qualche caso di 1norbillo. Ti{pi.co il caso di un 'epidemia scoppiata in un collegio di 400 bambini. Dopo i1 pri1no caso si procedette alla vaccinazione di tutti i ba1nbini recettivi (2.70) e non si ebbe più a registrare che un sol caso in forma lieve ad un rn ese di distanza dalla vaccinazione. In un altro asilo con circa un centinaio di bambini i11 tenera età, dove la vaccinazione non fu subito praticata, s'infettarono rapidamente quasi tutti i bambini, m eno 20 che .f urono vaccinati tardivamente, quando cioè ce ne fu fatta la richiesta. ·D obbiamo registrare nel C·omplesso 10 casi di contagio, cioè m eno del 2 % di morbilità.

*

parazione del vaccino ·p er rispondere a tutte le richieste di medici costa a noi un lavoro esorbitante~

Non è quindi .p iccolo il vantaggio di poter limitare ai soli casi necessari l'impiego del vaccino.

L'insieme delle osser vazioni, intanto, su questi p~imi tentativi di profilassi immunitaria, che ho creduto doveroso riferire in questo Consesso, tarmato da uomini uniti nel comune ideale di difendere la sacra infanzia da tutte le cause che ne attentano l a integrità fisica e psichica, mi sembra ci autorizzino a farci ritenere possibile la realizzazione della profilassi immunitaria delle àue più gravi e diffuse malattie esantematiche, con incalcolabili vantaggi della sanità dei nostri bambini e dell'economia social e.

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Il n1etodo vaccinale praticarnente consiste in tre iniezioni a giorni alterni di 2 eme. di cultura al 111assimo di sviluppo, f enolizzata al 0.5 ~{,. Le iniezioni .si praticano nei muscoli, non dar1no reazione febbril e, se n on in casi eccezionali e ' l ieve r eatione locale. Sono in corso esperienze più numerose e accurate per stabilire il tempo e la quantità rninima di vaccino per ottenere l'effetto, la durata dell'imrr1unità, le cause della man.cata jmmunizzazione in qua1che caso, ecc. lJna prima irovortante osservazione intanto è stata fatta recentemente dal tDe Villa per stabilire la recettività dell'individuo verso le due infezioni, onde procedere 1p iù razionalmente e avere più sicuri criteri di giudizio sugli effetti d ella vaccinazione. Il filtrato di culture inoculato a dosi minime · (em e. 0.10) per via intradermica dà una speciale reazione (tun1efazione e arrossa1nento) che rivela lo c;tato di recettività. !rifatti è n egativa la reazione nei convalescenti o in chi ha sofferto la malattia e in una 1percentu ale variabile d 'individui, a secon·d a l'età, per.cent1Jale corrjspondente agli insegnamenti clinici sulla morbilità per le rispettive malattie. Sicchè oggi noi possiamo lirr1itare Ja vaccinazione profilattica ~oJa­ mente a quegli jndividui che d imostrano una si- · cura recettività. Contribuisce questo fatto ad attenuare una del· le più grandi difficoltà che si oppongono ad un largo uso della vaccinazione, cioè alla difficoltà dell:i preparazione d el vaccino in grandi qua11. tità. Com'è noto, per ottenere la cultura sia ·dei germi della scarlattina , che di quelli del 1norbillo, è n ~cessario far uso dei terreni catalizzatori tipo Di Cristina o Tarozzi-Noguchi, terreni che importano una tecnica difficile, un n otevole impiego di tem1pò e di materiale costoso. La 1pre-

IGIENE SOCIALE. Sui limiti della profila_ssi chininica Dott.

AIL~ALDO

LUSIGNOLI.

S e lo spirito lJuono e grande di An.gelo · Celti alegg·iasse intorno a me, mentr'io scrivo « sui li1rriti della profilassi ·Chininica », d'alto sdegno certamente fremerebbe a ll'idea .che si osi ancor oggi parlare ·di limite a ciò che fu fulcro del suo insegnamento e della sua scienza, a quell a pro:fìlas~i cioè cl1e Egli sti1nò. rPdentrice delle terre afflitte dal!' insidia m ortale della malaria . Ma se jnvece presso di ine 'fosse lo siptrito eìP.ttissirr10 di ·Guido Baccelli, esso ne godrebb.P, cl1è la n1ent.e somma del ·Grande Clinico Romano a vev a intuito, fin da quando tutti IPOrtavano alle • stelle i meravigliosi risultati della ;p rofilassi, che fra tanto oro vi era pur frammischiato qualcl1e metallo assai m en prezioso. , E se vivesse ancora un a ltro altissimo scirn. ziato, mancato, or è poco, a noi, Batti-sta Grassi, • certa.mente Egli rammenterebbe un colloqnio, e .non uno soltanto, che insieme tenemmo nel suo laboratorio, circa 17 anni fa, quando io mi occupavo, ~otto J::i sua gttida sapjente, dell'andamento àella malaria n ell'Agro Roman o, in quell'ep oca n el1a quale dovemmo, p er forza di fatti constat ati, criticar e alcune statistiche, così dette ufficiali. sull'andamento della morbilità e mortalità , per febbre malari.ca, statj sti che che tutto dicevano • fuorchè la verità; allora io lo ricor·do il Maestro: • • « 1a profilassi, così com'è, fa più male che be11e, questo è certo I » egli diceva: « bisogna g·ridar1o forte, bisogna scriverJo, bisogna far subito una relazio11e 1per la Sanità >1. Reggeva allora la Pubblica Sanità qu~ll'ingegno acutissimo e !ungimi1

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rante, i11giustamente ora da noi posto in oblio, Rocco Santoliquido. L-e relazioni furono · fattf\; la Yerità 1p 0rò non si doveva .p roclamare a voce troppo elta: il coro di lodi che si cantava a1 chinino profilattico, i casi clinici che si venivano illustrando, le statistiche ammaestrate che piovevano da ogni lato, re11devano troppo poco sentite le voci discordanti, .e l'applicazione ·d ella cosidett~ profilassi ct1ininica 5i andava 1propagando dovunque e la ISi esigeva e si faceva, come del resto la si ·esige e si pratica tuttora, nella stessa maniera, tanto n ei luoghi dov.e infierisce la ma-· lari~ grave quanto in qu.elli nei quali la malaria è di forn1a lie-ve. Oggi ar1che lo spirito di Battista Grassi si allieterebbe: finalmente si ~uò ·dirb apertamente, si può scrivere che la 'Profilassi 0hininica è bene abbia dei limiti. Sia r eso onore a chi spetta : Vittorio Ascoli, il successore cli G. ·Baccelli nella Cattedra di Roma, in una Confer enza tenuta r ecentemente per geniale iniziati va dell'Ordine dei Medici di R on~a. a proposito delle febbri malariche croniche, 11a toccato, e l'ha toccato da par suo, l'argomento. In che cosà consiste in pratica la profila5si chininica? lVIe n e appello ai col1egl1i che esercitano n elle zone malaricl1e, quei collegl1i che sono i veri, i grandi, i santi .p ionieri ·della salute : la 1proftlassi chinini.ca oggi dovrebbe consistere nel far ingerire a tutti i lavoratori delle campagn.e cinque o sei co11fetti di chinino dello Stato, tre o quattro volte la settimana ; ma per quanta buo11a volontà ci mettano il medico e il profilassatore e le proftlassatrici, non •Si riesce mai a ~rofilassar e r egolarmente tutta la popolazione, cioè a dare a giorni alterni a tutti. quanti un grammo o più,. di chinino. Non è su questa manchevolezza iperò che io voglio insist.ere: considero invece quella gente - e voglio supporre che sia la maggioranza che, più o meno volontariamente, ha fatto una profilassi sufficientem ente regolare. Che cosa accade a costoro? Se avvenga, il che è frequ entissi1no, data la zona malarica e date le abitudir1i dei campagnuoli, che siano punti dalla zanzara e si.eno infettati, la febbre in essi non si presenta più in maniera ,clamorosa, carattaristica, col brivido intenso iniziale, con la elevazione a 39o o a 40°, .perchè il parassita si viene a trovare in lln ambiente, un po' chininizzato, che non è perfettamente il suo : e allora il brivido manca o è tal' mente lieve .che il contaidino non vi dà peso, l'elevazi.one termica ·è di 1poco rilievo, ed il lavoro non viene spesso neppur interrotto ,p er quel po' di mal di testa che si attribuisce al sole e alla ifati,c a dei can1pi: il lavoratore · tutt'al più continua a ingerire per alcuni altri giorni qualche tabloide di chinino dello Stato. E tira innanzi fino a che il s110 co1npito sia finito: allora ca1nbia zona, i me1

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desimi fatti si ripeto110, ed infine torna al suo punto di origine. Ma come vi torna? Della febbre aYuta :.!gli quasi 11on si è accorto, ha creduto cl1e la ingestion e di quella poca chinina lo abbia salvaguardato completamente dalla malaria, ma non sa il .p over etto che conserva nel suo organism0 i germi della malattia cl1e 1pi1ì tardi esploderà 1p·er una causa qualsiasi, il più spesso per una causa reumatica. E allora crederà di curarsi prendendo un altro po ' di chinino o qualche altro antipiretic0 che in 1p ochi giorni gli farà cessare la febbre, la qual.e poi ad una · nuova causa occasionale scoppierà ancor a ; e così va innanzi per anni e anni, con periodi apirettici ai quali seguono, talora anche a grande ·distanza, 1p eriodi febbrili cìie troppo frequer1teme11te non vengono diagnosticq,ti con esattezza. Tale è il frutto della somministrazione del chinino a dosi profilattiche, là dove infierisce una malaria lieve : appunto una siffatta •Somministrazione è la ragione precip11a dello sviluppo ·delle febbri malariche croniche: queste non esisterebbero se il 1nalarico venisse curato intensa1nente: chinina non a dosi 'Piccole, sibbene chinina data prolungatamente, a .dosi alte, tanto agli adulti quanto ai bambini, e questi ne sopportano 1p er vari mesi anche 20 centi.grammi al giorno per ogi1i a11no di età, come ho potuto prova:.e io stesso nel Sanatorio antimala-rico del r.ornune di Roma, Ettore l\itar.chiafava. I .a chinina a dose curativa, somministrata per più settimane, cioè anche quando la febbre sia totalmente scomtparsa, fa certamente guarire il malarico, perchè il parassita viene in tal guisa a trovarsi in ambiente per lui letale: ne con c::egue che se non vi sia una nuova puntura di anofele • infetto , ossia una reinfezione, nel malarico curato non può acc~dere quello che accade nel malarico semplicemente ~rofilassato, il quale per una causa qualsiasi ricade malato di teb'bre malarica perchè i germi in costui non scompaiono ma restano latenti, vigili e pronti: egli è un portatore, ed è quindi pericoloso a sè e agli altri. Dunque, là ove la rnala!i~ è lie~ve invece di sipendere tanto .e tanto denaro nel dar chinino a chi è sano, si lasci al 1nedico di curare - c11ra re radicalmente, prolungatarn.ente - i malarici : le forme croniche devono scompar ire . Ohe cosa è lecito allora gedurre da quel che precede? La risposta a questa domanda fu data dallo stesso Ascoli nella sua interessantissima conferen. za. Nei paesi .dove inrfierisce la malari_a grave, ivi è senza dubbio necessaria, n ecessarissirna, indispensabile, la profilassi chininica, fatta bene e su larga scala, perchè in questi casi il chinino ,profilattico impedi·sce che si sviluppino quefJe forme gravi di febbre che talvolta, in breve s1paz10 di tempo, dànno esito letale: naturalmente, al più


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piccolo accenno di febbr e, la son1ministrazione del chini no dovrà essere fatta non 1più a dose e sistem a profilattico, rua a dose curativa alta e prolungata. Due cose ha insegnato la pratica profilattica dj ,questi lung·hi anni: la profilassi chininica là dove la 1nalaria • non è grave, può ,d ar luogo alle v.arie forme di malaria cronica, la quale appunto è data da quei casi di febbri 1nalaricl1'e cl1e vengon o profilac;5ate ma non curate, Otppure da quelle feb·b ri le ql1ali diagnosticate bene per malaricl1e vengono curate per troppo poco tem1po, o infine le febbri malarirhe croniche si hanno in quegli individui che in zona malarica, avendo subìta la profilassi, ed essendosi in fettati, f ebbricitano dopo un po' di tempo per una causa qualsiasi, ma la malattia non viene diagnosticata p er malaria e non viene d1 conseguenza trattata con chinino a dosi elevate e prolungate; 1) •

la 1profilassi chininica deve assoluta1nente esser praticata là dove infierisce m alari a grave, 1Perrl1è imp edisce la esplosione repentinamente min acciosa della febbre, impedisce che si abbiano le perniciose. Ecco come vengono a co11ciliarsi quelle vedute che sembravano opposte dei due ·g randi malariologi, Battista Grassi e Angelo Celli. Aveva ragione il Celli quando sosteneva l'utilità della profilassi chininlca: con una profilassi ben fatta, là dove la malaria è grave, le p erniciose scompaiono: non sì insisterà mai sufficientemente su questo iPUnto sul quale insisteva tanto il grande scomparso : nelle zone g ravemente malariche si dia regolarmente chinino profilattico. Aveva ragione il Grassi quando soste11eva che la profilassi così com'era fatt a (n ei ,p rimi anni si somministravano 20-40 centigr. .idi chinino pro die) non dava risultati buoni: il numer o delle f.ebbri malariche in tal guisa non poteva diminuire 1Per chè il parassita non veniva ad essere eliminato, e di ta11to in ta11to, a maggiore o minore distanza di tempo, la febbre ricompariva. Nei luoghi _dove infierisce una malaria lieve, se il sano si a1nmali, subito lo .Si tratti con chinino a dosi alte e prolun.g ate : si eviteranno in tal maniera le febbri m alariche cronicl1e. E così oggi al fin e, sorgendo dalle tombe, gli spiriti eletti, cl1e ho evocato con1e banditori di idee che parvero inconciliabili, 1possono t enderc;i le braccia, riconoscendo che, sotto la luce della verità, le teorie, ~nch e se disparate, s i :fon dono e si compl etano per la saluté della umanità, cui sempre Essi rivolsero la mente somma, 1per r.ui so1a1nente vissero la vita loro di scienza e di lavoro. 2)

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Roma, 29 luglio 192.5.

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SUNTI E RASSEGNE. SEMEIOTICA.

I l segno .di Babinski negli stati tossici. (ELLIOT.

Lancet, 10 gennaio 1925) .

Il s,e gno di Babinski, riflesso plantar e delJ'al1uce 1n esten sione, quando persiste .oltre l'infa11zia indica una lesion e organica ,del sistema pirarnidale. Può anche trovarsj per un periodo di uno-due giorni dopo crisi epilettiformi da epilessia essenziale o da ur e1nia, ed è stato anche riscontrato in casi di atrofia gialla acuta del fegato, d'ittero in fettivo e ·di grave insufficienza epatica n ei giorni immediatamente 1precedenti la rr1orte. .i\nche nel sonno profondo, specie n egli individui stanchi, l 'eccitazione plantare del piede può provocare la flessione dorsal e dell'alluce. La letteratura non r egistra osservazioni dello stesso fenom eno negli stati tossicj. I casi studiati .dall'autore tenderebbero a dimostrare la presenza del segno di Ba:b inski in tali condizioni. Co1ne è stato già accennato, il fenomeno era stato già notato in alcuni casi di affezioni epaticl1e. Elliot ha proseguito sistematicamente tali osservazioni. Egli 11a trovato che n egli stati tossici ditpendPnti da grave in sufficienza epatica, nella colemia, il segno di Babinski è presso che costante, tanto che si 1potrebbe utilizzarlo a scopo dia· gnostico per l'accertamento della colemia . iniziale. La colemia non ha nulla a che vedere con l'itterizia, alJa quale può o non accompagnarsi; costituisce 1'indice. di llna grave alterazione della funzione epatica indipendentemente dall'itter izia ed anche dalla for1nazione dell'urea e de1Jo zucchero. L'alterazione epatica può essere a cuta come nelle forme gravi d'ittero infettivo o di atrofia acuta e cronica come n ella cirrosi ed anche nella carci-' norr1atosi diffusa del fegato, n ella quale la colemia appare improvvisarr1ente in segt1ito ad emorr agia o ad intervento chirurgico. ~ caratterizzata da disturbi mentali con ·d elirio e sonnolenza ri' flesso dorsale dell'alluce ad ambo i lati; segue subito eoma 1profondo e poi la m orte. L'autore insiste sul con cetto cl1e la colernig, è, uno stato tossico indi,p ende11te dall'itterizia, in quanto essa 1p uò verificarsi, ed in forma. gravissima, anch~ senza alcun versau1ento di bile nel sangue, m entre vi sono itteri gravi senz'alcun sin1oma ·di colemia. Quantunque il termine « colernia >> si presti a confusione, tuttavia è bene continuare ad adoperarlo, allo stesso modo che si continua ad adope rare il termine (( uremia » per indicare sta ti tos-


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J L POL I CLINICO

c:; ici in rapporto a lesioni r enali, nei quali l'urea 11on è il Ye leno diretta1r1ente in azio11e. In quattro casi di cirrosi epatica, rtf eri ti d etta· gliatamente dall 'autore, nel p eriodo terminale , nel quale comparvero i sintom i di colemia si riscontr ò la presen za di segno di ·B abinski senza che all'autopsia s i rilevasse alcuna lesione macrosco1pica dell'asse cerebro-spinale. ~n contrasto con questi casi, n ei quali rnancava l'itterizia o era jp['esente in grado le.g gerissimo, l'autore h a osservato molti casi d'jttero prolungato in rapporto a cancro del fegato, nei quali gli infermi s i spensero tranquillamente senza disturbi mentali acuti e senza presentare mai il segno di Babin sl\i, ossia senza colemia. Quest'ultima può verificarsi in varie forme di epatite acuta o di distruzione ·del tessuto epatico da avvelenamento esogeno, form e che sogliono essere accompagnate da itter izia. \Villcox ne osservò tre casi durante 1' epidemia d'ittero catarrale acuto in Me$opotamia. : i .p azienti diventarono irritabili e maniaci, poi comatosi, e 1Presentarono il segno di Ba:binski nelle ultime 24 o 48 ore di vita. I ca si di ittero da spirochetosi o da avvelena· mento d~. salvar san n on hanno importanza p er la. ricerca del segno di Babinsl<:i per la quasi sicura compartecipazione del sistema nervoso. Negli avvelenamenti da trinitrotoluene con de· generazione epatica ed itterizia , la morte può es sere preceduta da convulsioni e coma; in tali casi Willcox ha trovato alluce dorsale. L'eclampsia è uno stato tossico nel quale esiste spesso grave lesione epatica e lieve itterizia. 1Gli accessi 1possono es.sere frequentissimi, si può avere delirio coma e morte. Non esistono ricerche sistemattch'e sul comportamento del ricflesso dell'alluce, tuttavia Spencer· in un caso ha trovato il segno di 1Babinski ad ambo i lati. I,a cloroformizzazione prolungata può indurre uno stato tossico con delirio, com1a e morte. Generalmente si riscontra alluce dorsale bilaterale. Il fegato in tali casi è in preda a proionda degenerazione grassa. F. presumibile quin•di cht> lo stato tossico sia in rapp·orto a colemia ed a que· sta si debba attribuire l'inversione del riflesso plantare. La tossiemia dipendente da lesioni epaticl1e agisce $Ulla .sostanza cerebrale 1provocando la sindrorne nervosa, deliri.o e coma, e contemporanramer1te il segno di Babin.ski. Questa relazione ri• chiama alla m ente il morbo di Wilson, il cui substrato anat omo-patologico è costituito da lesioni grossolane del fegato e del cervello . Tuttavia il confronto n on chiarisce il fenomeno ir1 quistione, in quanto nel morbo di W~lson manca di solito il segno di Babinski, i pazienti non sono mai itter ici. 1

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N8l con1a diabetico, il quale per altro non è così profondo come .quello colemico, non è stato trovato il segno di Babinski. Viceversa nell'ipoglicé1nia prodotta da eccessiva somministrazion e c;li insulina sarebbe stato trovato alluce dorsale. Se QUesto r eperto fosse conferrnato si potrebbe utilizzarlo per la diagnosi differenziale tra coma diabetic o ordinario e coma ipoglicemico. È be11 n oto che nell'uremia il segno di Ba· binslii è fr equente; esso però non sembra in rapporto con il co rna o con lo stato tossico, ma co'1 gli accessi epilettiformi, ed avrebbe quindi una patogen esi simile a quella che ha nell'epiletisia essenziale. In alcuni avvelenamenti da ipnotici (suflon al, veronal) è stato trovato il segno di Babinski. Non può precisarsi se il fenom·e no sia in rapporto ad intossicazione dir etta dei centri n ervosi o attraverso lesioni epatiche. Interessante è I' azione della scopola1nina. Questa sostanza anch e iniettata a dosi minime •• è capace d'in Yertire il riflesso dell'alluce in casi nei quali il sistema piramidale è affetto solo leg· germente, per modo che il riflesso dorsale si trova quasi in uno stato di latenza. Il segno di Babinski :p uò essere presente n el1' en cefalit e letargica e nella sindrome parkinsoniana postencefalitica, il che ta 1Presurr1er3 cl1e in dette- con,d izioni il sistema piramidale non è del tutto indenne. La scopolamina adoperata a scopo terapeutico per calmare il tremore r ende ben n1a· nifest o il riflesso dorsale, anche quando esso è appena accennato o è addiritttrr a nettame.µte p'antare. Anche in casi di avvelenamento da gas illu1ninante è stato trovato il segno di Babinski senza alcun altro sinto1r1a di lesione del sistema piramidale. DR.

FEGATO E VIE BILIARI. Coliche epatiche da litiasi e crisi di fegato non litiasiche. (PAVIOT

J. Journal de !rlédecine de Lyon).

L' A. pa.ssa in rivista innanzi tutto le sindromi dolorificl1e epatiche di natura nettamente calcolosa : 1) le ·coliche <la litiasi del coledoco. ~11este sopravvengono spesso i1n.p rovvisamente senza che il calcolo già esistente nel canale abbia mai dato alcun disturbo: il tripode sintomatico, dolore di tipo epatico, febbre, ittero, non è sufficiente alla diagnosi differenziale con la colica da litiasi ve· _ scicolare, bisogna osservare con cura il tipo della febbre: se l' accesso febbril e sarà a campanile,


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SEZIONE PRATICA

brusco, di tipo intermittente, rapidamente remitCiò premesso, l' A. descrive come cr1s1 epatica tente, si dovrà pe11sare alla Iiiiasi coledocica, se non calcolosa una sindrome dolorifica che insor.ad una ascesa rapida della febbre segue una dige improvvisamente dopo un disordine alimen.t;cesa lenta si sospetterà la litiasi vescicolare. ~are, una fa ti ca, una emozione. Il dolore ha sede E i1nportante ricordare come spesso dolore ed sull'jpocondrio .n con irradiazioni frequenti al ittero possano essere preceduti per un lt1ngo pe- dorso, al fianco D: v 'è contemporaneamente anriodo da una febbre di tifo on·d ulante di cui non goscia, tachicardia, vomiti biliari ed alimentari. • è possibile sup1porre la causa fino allo scoppio Il fegato è ingrandito di volume e ·doloroso, spesso della ti1pica colica; solo in corris1p onder1za ·della r egione vescicolare. 2) lrz litiasi vescicolare : ·E ssa è causa ·d i coliSpesso è dato a1p.prezzare colla palpazione la cisti• .che assai 1neno frequentemente di quel che non fell ea tesa e rigonfia. Orbene assai spesso nella guisi creda; l' A. sostiene che è cosa ben difficile :p.er da di questa sindrome vennero co11dotti degli atti i calcoli a sed e vescicolare di superare le valoperatori che diedero risultati completamente nevole di Heister (in nu1nero da cinque a venti, gativi: un buon numero di operati di colecistectosemilunari, a direzione spirale) che sono scagliomia per stasi non calcolosa, presentò dopo l'openate nel cistico a che impediscono sicuramente il razione disturbi dolorifici identici a quelli che avepassaggio a calcoli di grossezza anche media. vano provocato l'intervento operatorio. E tali diSpesso ue è perfino irnpossibile il c,ateteris1no con sturbi si scatenavano come prima in seguito a emozioni , fatiche, disordini del regime di vita, ecc. sonde miniu1e. Quindi l'A. çrede che la grande rnaggtoranza delle coliche riconosciute per vesciIn molti casi, un fatto che colpisce è la stra11a .colari siano invece di origine coledocica. In linea periodicità di tali crisi che si ripetono ad intergenerale, la litiasi vescicolare si manifesta, più valli regolari, ricorrenzialmente, p. es. ogni settiche per sè stessa, 1per i fatti di colecistite e perimana. E più notevòle ancor a è il fatto che una .colecistite ad e.ssa seguenti e che sono la causa crisi dolorifica epatica può venire sostitl)ita da un <lei dolori al punto cistico sia s1pontanei che pro- equivalente di fenomeni di cefalea inten sa che vocati. Caratteristjca è la febbre ·della litiasi ve- esplodono in luogo della crisi, e la soppiantano. scicolare: la cur\·a è di lenta ascesa senza alte Invece della cefalea, a volte può esplodere una cuspidi e di di scesa per lisi; roussée di urticaria o un attacco asmatico. Note3) la calcolosi del bacinetto: spesso si viene a voli per la difficoltà diagnostica sono l~ crisi formare un calcolo in corrispondenza del baciaccompagnate da elevazioni termiç.112 che l' A. netto della cistifellea, proprio a lato dell' orifizio denomina « ,di natura proteini·Ca » . -Oel cistico ; qu-esto calcolo spesso può incunearsi L' A. non si dilunga affatto nell'esposizione delle intermittenternente su tale sbocco e dar luogo alcause di tali crisi epatiche non calcolose, .p ago l'idrope interrnittente della cistifellea con le rela- cli aver attirata l'attenzione su di e&se; sj limita tive crisi dolorose di distensione vescicolare in però ad accennare come tali crisi siano i· esprestutto simili a quelle di una colica e1p ·atica franca, sione cljnica di congestioni e tumefazioni del fe parossistica con vo1niti e sincopi. Caratteristica è gato occasionate da alterazioni dei ramuscoli la 1palpazione della cistifellea distesa, abbassala, vago-simpatici lesi da intossicazioni proteiniche 1luttuante, mobil e; ancora non bene conosciute. / ROCCHI . 4) l' A. ricorda anche le crisi dolorose da ca lcoli moriformi del cistico di cui è difficilissima la diagnosi: crisi violente, ri.p etute in serie, senza · .. Colecistectomia este1·na ed inte1·na. distensione vescicolare, senza segni locali n etti, (Il. D EÀYER. Ann. of Surg., aprile 1925). senza febbre 11è ittero. La col€cistectomia è l'operazione indicata i1ella Prima di descrivere le crisi epatiche di natura non calcolosa, l'A. rammenta come il fegato si.a maggior parte delle malattie della cistifellea; n egli stadi ,p recoci delle affezioni p·ancreatiche e sensibilissi1no alle influenze del sistema nervoso: .è classica la conoscenza dell'ittero emotivo che è delle linfoghiandole 1p reci1pancreatiche; n ella cirrosi biliare iniziale. Nei casi di coleci5tite ac11ta, dovuto ad uno spasmo dello sfintere di O·ddi sein cui un intervento di ùrgenza s'imponga, è condario a traumi psi1chici; è i1oto com·e speripure indicata la colecistectomia, a rneno che, per 1nentalmente degli eccitamenti sui vasi sanguigni le condizioni gravi del paziente, non si ritenga epatici possono condurre all'ittero ·s enza crisi doprosed€re ad una colecistectomia preliminare. 1 lorose. Gli spasmi del coledoco sono spesso assai Nelle affezioni delle vie biliari, specie nei ca ··i tenaci e validi: eccitando lo siplancnico D, somacuti i:>Q'Tavi, e negli itterici, lo studio della funministrando della pilocarpina, si può ottenere la • zior1e epatica si impone. Questo studie è còn1pl~schiusura del canale fino alla soppressione com·ple$O , e non ha dato finora risultati l)arago11abil1 a ta del Sl10 lu1r1e. 1

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IL POLICLINICO

quelli della funzione renale. Ciò dipende certamente dalla rnolteplicità delle funzioni deJ fegato; e i dati, a11che rp iù rece11ti, ottenuti co11 la fenoltetr.acloroftal eina, non ·ci forniscono da. soli elementi sufficenti anche 1p er una prognoc;i approssi mativa. Essi possono assumere un valore m aggiore, quando i1elJo stesso tempo si facciano esami dei vari costituenti del sangue e delle uri11e. Importante, nei malati ,d elle vie biliari, è anche la questione dell'anestesia . .n. si serve adesso del protossido di azoto e ossigeno, o dell'an e.ìtesia intrarachidea con apotesina. , La colecistostomia interna (colecisto-gastro-duoèen0-e~terostomia) presuppone un d otto cistico pervio ed una cistifellea a pareti relativamente normali. La colecistostomia esterna 1p uò e5sere sufficente in ca~j di colecistite catarrale di infezioni ' croniche leggere delle vie bil1ari, -.çielle panr.reatiti su.bacute, come primo stadio in ostruzioni del coledoco. Il dibattito fra i sostenitori della colecistectomia e della colecistoc::tomia non è 1peranco chiuso; l11a l'esperienza! ·d ella rnaggior parte dei chirurgi e dell' A. è in favore della colecistectomia. Dei vari argomenti addotti dai soste11itori d ella çolecistostomia due sembrano avere maggior valore: la maggiore gravità della colecistectomja; la funzione della cistifellea. Secondo D. il primo argomento avrebbe un valore relativo, in quanto, in mano di chiru:-gi esiperti, le dl1e operazioni ·d anno presso a poco la stessa mortalità. Il secondo avrebbe maggior valore, in quanto, e il potere di concentrazionP delJa bile, e la secrezione mucosa della cistifellea, e il 1potere contrattile delle sue pareti (v. anche il recente articolo di Chiray et Pavel: Presse Méd., 30 maggio 1925) farebbero della cistif Pllea un organo la cui funzione deve essere tenuta in conto. I vantaggi ,del drenaggio interno (colecisto.stomia interL1.a), rispetto alla comune colecistostomia, sarebbero : che è un drenaggio 1pi ù per1nanente, abbrevia la durata della malattia, distu1~ba 1neno del drenaggio esterno. D. usa il drenaggio interno in casi di colecistite calcolosa occorre11te in individui di età piuttosto avanzata, co11 linfangite pancreatica cronica; nella pancreatite cronica e nella cirrosi biliare precoce; nelle ostruzioni non rimuovibili della parte distale del coledoco. Un 1presupposto per la colècistostomia inter11a è che le pareti della cistifellea non siano molto alterate, e rispondano ad una leggera stimolazione elettrica; il fondo della cistifellea deve di solito soipravanzare il margine epatico. La coleci stostomia interna 11a ancl1P. questo :vantaggio sulla esterna: conserva all'organismo i normali costitu enti della bile. 1

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CHIASSERINI.

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La messa in evidenza allo schermo della. cistifellea con le iniezioni endovenose. di tetrabromofenolftaleina. (\V. H. COLE e -~SSOCIATI. A nnals of Surgery, setternbre 1924).

G]j autori hanno esperimentato con la tetrabro-

1nosulfonfenolftaleina, usando soluzioni• in acqua bidist.illata ,di sali di calcio o di tSodio di questa sostanza. I sali di sodio danno meno luogo ad incon Yeni enti e sono perciò preferiti dagli Auto~t. Ir1trodorta per via endovenosa la sostanza viene eliminata entro le 24 or~, sopratutto rp er la via epatica. P arciò si trova nella bile e rende opache a.i raggi Roentgen le vie biliari (dotti e cistifellea). Quan·d o la cistifellea o il cistico siano occlusi da calcoli o da altre cause, la loro ombra manca allo schermo. Vengono pure riprodotte sullo sch ermo le deformazioni, inginocchiamenti, ttderenze della cistifellea e vie biliari. L'impiego <li questa sostanza potrà aYere ulteriore svilu[ppo essendo tuttora sotto esperimenti. V. GHIRON.

CBNNl BIBLIOGR'AFICI. E. H andbtlcli der biologischen A rbeit rnethoden . .<\bt. IV, t. 9, H. 3 e t. 10, H. 4. Urban e Scl1~·arzenberg, Berlin-Wien, 1924-25. G. ~i. 3.90 e 5. 70.

.<\BDERHALDEN

Questi due fascicoli del trattato dell'Abderhalden sono dedicati ad alcu11e parti del ricambio basale, a cornplemento di quella parte che tratta della determinazione quantitativa del ricambi() d ell'organismo. La III puntata del fascicolo 9° è dedicata in modo particolare al ricambio del pop1pante, la IV 1puntata del fascicolo 10° compren·de alcu11i ca,pitoli concernenti i metodi di studio del ricambio respiratorio negli animali di grosso taglio, della microca:lorimetria e la descrizione di un calorimetro p.er le ricerche sui grossi anim:}.li. •

L. B iolo gie und Pathologie des Weibes. V Band, Lief. 13. lJrban. und Sclr\1\rarzenberg, Berlin, 1925. G. ì\1. 15 .

HALBAN J.

und

TR .

SEITZ

Qu.e sto fascicolo del trattato dell'Hp.lban e Seitz, i~ cor so di pubblicazione, tratta particolarmente di un grup1po di affezioni parassitarie dell'apparato genitale · femm.inile che ne costituiscono veram1ente una non comune localizzazione. Tali sono l'actinomicosi, l'echinococcosi, la bilharziosi, esposte dal Nurnberger di Amburgo e, corredate da numerose illustrazioni. .


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SEZIONE PRAI 7 CA

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Altri due capitoli sono dedicati invece a due malattie frequenti dell'ap·p arato vescicale, ln. tubercolosi, e la blenorragia ed essi si 1presentano Società Lomba1"da di notevole interesse non solo per lo ·specialista, quanto per il medico internista. Il capitolo della di Scienze Jl ediche e Biologiche - Milano. tubercolosi è stato redatto dal Weibel di Vienna, . Seduta ord inaria del 29 maggio 1925. quello della blenorragia dal Wagn er di Praga, ed in entrambi il testo contiene intercalate nu, L 'alimenttazione ai1,toclavata. merose illustrazioni di prepara,ti macroscopici 1 I. ;1lintentazione. co·n latte au.to·cl,avato . microscopici 1Particolarmen te dimostrative. D ott. FILIPPO UsuF.LLI. - L'O. ha studiato sui Continua così in questo faiscico lo l'accurata r atti nlbin1 , in periodo di cr escen za, glri e ffetti deltrattazione di ogni singolo argomento quale è l'alimentazione .con latte di Yacca crudo, autoclastata apprezzata negli altri volun1i già comparsi. Yato, e ail1toclavato in Mllbiente alcalino. Dalle sue

ACCADEMIE. SOtlETA MEDICHE, CON6RESSI.

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TR.

!vIAi:CHAr

G. L a leucopé d èse gastrique. Vol. in-So,

1pag. 204. G. Doin, Paris, 1925. L'.<\. studia ih questo lavoro un nuovo capitolo della• leucocitologia. Egli mostra l 'esistenza r:l'afflusso Jeucocitario nello stomaco e analizza tutte le ~ause di questa di~pedesi gastrica da parte dei . glol>uli biar1chi. Inoltre egli mette in rilievo le principali funzioni dei· leucociti n ello stomaco, sopratutto la funzione digestiva e antitossica. . Utili ·deduzioni patologiche e terapeutiche, riferen12si soprattutto alle intossicazioni digestive e all'anafilassi ali1nenta.re, terminano l'opera, cl1e cert:-1 mente è raccomandabile a tutti coloro che si interessano d1 biologia e di patologia gastrica. A. POZZI.

V. TRA:;\tlONTANO . L e alterazioni del miocardio nel,. le malattie irif ettive acute. Napoli, 1924. •

E un capitolo di grande interesse clinico ed anatomo .1p atologico quello ,_scelto dal Tramontan o·: la clinica affannosamente inda.ga, l'anatomia patologica non riesce sempre n elle alterazioni anaton1icbe fornire la chiave risolutiva. L' A. in una prima parte fa una réljpida rivista della letteratura sull'argomento; in una se,.onda illustra una serie di autopsie con la corriSipondente storia clinica. in una terza sip erimen talmente ricer ca le alterazion] n ell'animale co:a l'iniezion e dei vari germi e prodotti tossici. Il lavoro, ch e esce dalla scuola del P ia11ese, è un importante contributo anato1no1patologi<'o; peccato cbe nei casi clinici nei qu ali :son o illustrate le alterazioni anatomiche del cuore, non sia stato· l'org.a n o della ·Circolazion e preventivamer1te studiato con tutti i m ezzi moderni. T . PONTl\NO.

r icerch e risulta ch e gli ani•m ali alimentati con . latte di vacca cr·udo si svilup1p arono e cr ebbero. di peso in n1odo i1ormale; che quel1ri. alimentati con l atte au toclaYato puro, no11 pTesentarono alcun a sindr ome polineuritica, i1è xero.f talmioa, nè · rachitica, nè scorbutica; ma rallentarono il processo di accrescimento ·del p eso oorip oreo j che gli anin1ali ali.m entati con latte a.u tocl.avato in ambie11te alca.Iin•o presentarono un a violenta dià:rrea , la caduUi im·medi.ata del peso oor poreo, enterite gra,re vasodilatazione gen erale e morirono alla quarta, quinta giorn ata di alimentaz.ione . Questi fenome11i devono riferirs i secondo 1'0. , a una vi olenta intossicaz.i•on e 1pr ovocata dai prodotti di demo,J izione della i11olecola proteica; demoliz.ione avvenuta sotto, l' ::tzione litica dell' aJcale .ad alta temperatura . L 'eli.m inazione dell'anidride ca1~bonioo non è influenzata dalle dette a iimentazionli, se

n o11 in via indiretta at t r averso le variazioni del peso corporeo . Coll'aumentare di q1uesto, la quantità relativa di anidride carbonica e&pirata, calcolata per ora e 1per K g . di peso vivo diminuisce. D ott. G. D oNADEI . Accrescimento i;nkbera,J,ecl elle ca rtila.gi1ii lnri1igee nel ratto albino. /~siti

a. distanza in un caso di epifisit e . distruttiva mult ip"la.

D ott. LEO.POLDO GIUN'l'INI. - Riferisce un casa di e pifis ite distruttiva della prima infanzia che interessò contemporaneamente le aTticolazioni scapolo-iomeralri. e quelle dell'anca. V en gono proiettate le radiografie eseguite .a 29 anni di distan~a dal processo flogistico infantile dalle quali è possibile riconoscere: A carico delle giunture della sp alla, deformazione dell'estremo omerale, diafisi consiiderevolment e raccorciate · per le lesioni inter essanti la cartilagine interepifisaria di accr escime·nto; A carico delle anch,e imnonentJi distruzioni delJa testa e ·de.I collo .femo1:ale in seg.uito alle quali, ·p ur mante11en·dosi norm ali i rapporti fra i con1pone11ti · oosei della giuntura, si è andata .p roducendo una anchilosi fib1'1{)sa che h a notevolmente limit.ato la funzione ar ticolare.

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1366

IT POLICLINICO

Seduta ordtinaria del 12 giugno 1925.

Reperto ematologico atipico n.ell'anemia perniciosa .

Dott. A. UERESOLI . - Vi sono forme di a11emia perniciosa cl1e per il J.oro reperto ematologico atipico possono es.sere erroneamente classificate. Qu€.ste forme presentano la sintomatologia soggettiva ed obbiettiva ed il reperto anatoono-patologioo tipico dell'anemia :perniciosa, ed un renerto ·e matologico atirpico colle seguenti caratteristiche: ipercromia o ipocromia lieve oon valore globula.r e di poco inferiore .all)unità, mre galooitosi e . megaloblastosi evidenti, e presenza <li un enorme numero di elementi basofili che ad un esame superfioiale vengono intel'lpretati come elementi emooiboblastici, ma che per le caratteristiche del nucleo e del protoplasma si rilevano cOIDe elementi immaturi della serie rossa; megaloblasti basofili grandi e specialmente megaloblasti basofi1i linfoidi. Bene evidenti sono tutte le varie forme di p.assaggi10 deU'e·m ois·t ioblasto, senza o con r~.re granulazioni azzurrofile, al megaloblasto linfoode; e che tali elementi aippartengono alla serie rossa è provato non tanto dalle modifiicazioni del nucleo quanto dalla incipiente policromatofilia ed ·0$Sifilia del protoplasma. · Un'altra particolarità è l'esiste11za di hMton<'ini di sostanz9. azzurrofila nel protoplasma per lo più addossati ial nucleo . Rnri invPee sono gli em·o citoblasti, più numerc.si gli ~ritroh1asti basofilri. policromatici ed ortoC'romatici; rarissi•mi gli elementi maturi della serie !!ranulotica rappresentati da polinucleari neutrofilii con nucleo intensamente colorato ed in cari1olisi ; rari i linfociti ch e sono piccoli e co11 nu· eleo ~Jic.notico; assenti i monociti. Mancano del tutto le rpiastrine . L'~.pocromia che talora. si osserva in queste fo'rme a-tipiche può essere spiegata dalla relativa scarsità di elementi ortocromatici dell·a serie rossa specialmente dalla coesistenz..a di altre malattie (tt1" bercolosi) . Queste form e di anemia perniciosa pos.so110 ad un esa~e supérfti.ciale· essere erroneamente interpretate sia con1e leuc=1 nemie, sia come leucemie acute ed in esse si trova la conferma dell'origine dPl m~gnJob]ast.o linfoide della cellula istio<le indifferenzi.ata primordiale, l'emoisti•oblasto del FerTata, origine già affermata e dimostrata dal Di Guglielmo .

I vantaggi d·zlla pe<lileva 'nel,la cura cVi alcuni squ:ilibri funzionali del piede . Dott . ~AVERMICl)CCA. - L'O. presenta un dispo-sitivo semplice da ~ui -ideato che chiama « pedileva ))' capace di annientare a volontà, dal punt.o di vista me~canico, la lungl;i.ezza. del ·p iede.

[ .<\NNO XXXII, F ASC. 39 ~

l 'altezza, peso relàtivo dei bambini <lelle Scuole com unali di Milano fu ,possibile fissare nell'anno 1923-21: Jo svilupipo organico dei bambini al Trottar • • • in co1nparaz1one eon quelli delle Scuole comuni. Da questo raffronto risulta che durante l'anno scolastico un gran numero di bambini costan~­ mente diminuisce di peso nelle Semole in genere ma in mag~ior numero diminuisce nelle Scuole comuni. Vioeversa i1elle Sc1101e all'aperto i bambini clrmi11uitì di peso sono molti meno e quelli che aumentano sono in ma·ggior numero. Inoltre mentre i1elle Sct1ole comuni le femmine hanno arresto di svil11pipo in maggior numero .e in grande diminuzione ·di peso, nella Scuola. all'aiperto al Trotter le femmine seguono il presupposto di ogni regola fis iologica con prevalenza sui maschi. Nella Colonia estiva al Trotter di Milano malgrado la dim•ora sia stata limitata al terzo' della giornata, la percentuale degli aumenti in peso rel~tivo è stat'.1 soltanto di qualche urrità inferiore a quelJa della (ll)lonia a .dimora permanente al mare: invece il nt1mero di grammi di auim ento per ogni centimetro di altezza è stato al Trotter .assai più basso che nelle Colonie permanenti al !naJ.·~ . !vl a COC)Ì i1ella Colonia .al Trotter come nelle altre Colo11ie al mare, le femmine hanno avuto costantemente un :llumento di sviluprpo maggiore dei ina.schi. I risultati sono stati illustrati con numerose tabelle e diagrammi. 1

ScARLINI.

Società Medico-Chirurgica di Padova. Seduta dell' 1.1 luglio J 925. Presidenza : prof. A.

or aa 11 i en dei bambùn..i nella sciiola all'aperto e color1,ta estiva al Trotfer di Milano! (anno 1923-24). 1

Dott. -nrof. G. Fo1~NARIO. Da dati costanti . raccolti per tre anni successivi (1922-23-24) sul~

presidente.

Il ·riposo in posizione cleclive nella cit.ra clella, tu.berfolosi polmonare. Dott. G. B. ARGE.N'rINA ~ dott. C. VALLE. - Essi J1anno ~otto·posto, nella. Sezione Sipeciale ·d ella Cli11ica ~[edica . . di Paido,,a a questa cura 10 amrrnalatl. di tuberoolosi po1monare evolutiva bilaterale, in cui non era ipossibile pratioare la cur.a pneumotoracica, ed hanno ot.tenuto lo spostamento idrauJico polmonare a mezzo di un loro <liispositivo special~, costit uito da una spalliera di ferro portante a diversa, .altez!6a tre uncini, in modo da potere realizzare non solo una graduale eéJ. individuale assuefazione alla cura, ma una notevole incliniazio11€: fino .!li 14 gradi del letto ·diell' am.m alato. Dànno le segu.e.n ti conclusioni: 1) Il rilposo in posizione <lecJive applicato nei nostri ammalati <' i è parso poter realizzare una reazione -congesti~ia passiva locale, a somiglianza d{\lla C<mlip ressione ·pneumotoracica, nei casi in cui questa non è possibile sia pr.atièata, e in tutti i <'.asi in oui occorra una cura normalizzatriiee, che son-0 la m~ggioranza. deUe forme in evoluzione: 11on è tassativame11t.e. controindicato che negli emottoici. 1

./~ v i l1iiPr> o

CEVID.\LLI,

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! .\NNO XXXJ•I , FASC. 39]

SEZIONE PRATICA

1367

'

2) Esso è di f.acile aipiplicazione ed ancora più pratico <li '7enta usando il nostro 1dispositivo, a mezw del quale ai giun•ge ad una forte inclinazione in breve tempo: è bene sop.p ortato dai pazienti,

<'he si assuefanno ra·pidamente, ritraendone reale . n1iglioramento. 3) Questo metodo di cura, per la faworevole impressione che a noi hanno dato i risultati ottenuti, ci <là affidament.o che sia per raippresentare, .a, buon diritto, un sistema, se pur non del tutto nuovo, ·o erto u110 dei più pratici di cura, a oui occorre 'dare la maggiore ·diffusione, a vanta~gio dei 1nal.ati di tuberè.olosi polmonare.

Sull'idremia riella cirrosi di Jj(J,ennec. D·ott. G. AvEzzù. - L'O. ha stu·diato le modifi-0azioni ematiche immediate e tardive che le 'Paracentesi determinano nel cirrotico, si oppone alla teoria di Levesque il quale am.m ette una diluizione del sangu e dopo lo svuotamento peritoneale in grazia dell'afflusso dei liquidi d'edema nel torrente circola torio e si oµpone pU:re alla teoria di Gilbert .e Garnier, i quali, nell'anemia sieros.a cronica di qt1esta. categoria di malati, da essi descritta, hanno voluto vedere un it g.r ave ·disidratazione ematica <ed un'accentuata ~poalbuminemia del siero del sangue . Le numeraz.io11i. globulari ed il volume delle forme citologiche rispetto al plasma, la viscosità, l'indice refrattometrico del siero, depongono invece per una permanente idremia del sangue, che si riduce solo nelle pl'ime ore o nei primi giorni che seguono alla paracentesi, mai però fino a raggiungere i valori fisiologici che restano semipre sorpas.sati anche nei neriodi di maggior disidratazione relativa. Ciò si a.ccorda con la teoria di Roger che vede nella ritenzione idrica da deficiente funzionalità Tenale, la patogenesi dell'ascite e ·d egli edemi periferici del cirrotico. Dott . G. Bwcn. - Cateteris·mo u 'reterale bilate·ra.le con cistoscopia ad 'lt1w sola cannula. - Rifer~sce di un suo metodo personale che gli p·e rmette 'Con cistoscooi muniti ·di una sola canna da cateterismo di es~guire il cateterismo co'ntemipr0.r aneo di ·ambedue gli ureteri.

T' olumino.1;a cisti · niucosa 'P'resacrale a.d evoluzio·ne insolita.

,

Dott. G. CoLLE. - L'O. 11111stra un ca.so di vo1uaninosa cisti a contenuto mucoso situata nella regione glutea -d estra, manifestatasi in un adulto all'età di 29 anni in seguito ad una caduta, sim.u- . 1ante un'ernia ischiatica. Essa era costituita da dJu,e sacche una esterna, l'altra comunioante con . a 'muisa di clessid1·a, posta nel cavo ischiola orÌlma b rettale, entr.aJID be costituite da una parete qua e là ricoperta da cellule epiteliali simili a quelle del rivestimento intestinale. Conclude che dei casi di presunta ernia ischiatica i1on CJIP&ati possono essere <lei tumori cosidetti sacrococoigei.

Contribtc,to alla climatoterapia marina della tubercolosi iniziale. Dott. G. GERMANI. Fra le numerose cure usate contro la tubercolosi, ritiene che nei primi stadii e nelle forme a decorso cronico, si ottengano i 111aJggiori risultati dall'azione ~oci.at.a e coonplessa .d ei numerosi elementi del clima marino. Data la grande varietà dei climi marini d'Italia, · l1 a fatto uno stt1dio degli effetti fisiologici e terapeutici dei singoli ~attori dei diversi climi (alto 1nare, insulare, spiaggia del Tirreno e dell'Adria- · tico), per una apportu11a indicazione dei cli.m i benefici, e !)er la controindioazione di quelli nocivi. Ritiene che sia d.a attribuire maiggiore importa.nza a.Il'.azione del cloruro di sodio, delle variazioni della :pressione atmosferica, dell'elettricità atmo.. sfe!'ica e della radioattività; che nelle pleuriti e peritoniti siero-fihrin'ose · sintomatiche sia i111dicato il bagno di aria con modo e tecnica diretti dal medico in sanatori marini; nelle pleuriti e periton~t.i fibrinose 8J<j evoluzione iip€rpla&tica e nei loro esiti e postumi, l'elioterapia ed il bagno d i sab.b ia . ~ perciò necessario lo studio .acoorato della r.eamone organica individ,uale alla tubei:colosi, e la conoscenza dei vari cli•m i •m arini d'Italia. 1

Oontributo sper imen,tale a.lla conoscenza del potere peJ,~tico del cn,tte·n uto gastrico nella patogenesi dell''ltlcera digiunale dopo gastroenteroanast'oDott. F. VcRGILuo. - L'O. ha studiato oom parativaniente il comporta.mento della mucosa intestina le e della secrezio11e . gastrica in dodici cani .operati di 1gastroenteroanastomooi secondo ,rari meto·di ·di tecnica.. H a oss~rvato così l'ul<:era peptica in un ' can.a operato secondo i1 meto~o del Keppich; ha ottenuto poi: .aumento dell'HCl nei cani operati di i-esezione ga-strioa, ::intra1e e mediogastrica in confr·nnto che nei cani operati di gastroenteroana&tomosi semnli.c-e anteriore o -nostel!iore e<l esclusione piloti ca; aumento 1del ·p otere peptico in qu·elli operati di esclusione pilorica. Non trae ancora conclusioni, ·dat.a Ja scarsezza .delle esperienze eseguite. 1

~

A. R.

Importante pubblicazione: Prof. FRANCESCO PICCININNI della n.. Università di Na.pOlli

La difesa della salute umana negli Stati ·Uniti d' America (Os.serv.a.zioni e istwdi di iu1n viaggio awgli Stati Unii.ti organ!i7.zato d,a lla Sezione i g.ienioa .dell.la Società d·ehle N.àzioniJ . Piubblicazione tria.dotta in i•nig1ese da.1'1.a So: oietà delle N.a7.ÌQni. , Un volume in 16, di pag. 198. - !111 oommeooio L. 1 2. Per i ·nostri abbonatli L. 1O,7 5, franco di porito. Inviare Va.gilia postale .al Cav. Uff. LUIGI POZZI Via SistJna, n. 14 - R·oma.


1 :~68

1~0LICLINICO

lL

[ANNO XXXII, FASC. 19)

APPUNTI PER IL MEDICO PRATICO . '

CASISTICA E TERAPIA. La soglia dello zucchero in cento casi di diabete. Clinicame11te, osserYano J. Roe e o. Irish (The Jour . .4rn.. JVJ..ed. Ass., 9 maggio 19~5), è imnortante il fatto che la soglia della glicosuria nel diabete dimostra larghe variazioni, 1Perchè rjvela quanto siano inadeguate le ricerche dello zucchero nelle urine e quanto sia nece5saria la ricerca dello zucchero nel sangue, n el' trattamento di questa malattia. In un gruPfpo di pazienti infatti si trovano n otevoli differenze del livello glicemico '11 quale avviene glicosuria, e perfino nello stesso p. la soglia dello zucchero spesso presenta notevoli variazioni. Per dimostra.r e questi fatti gli A.A. hanno eseguito uno studio statistico su 100 diabetici sottcposti a cura dietetica e insulinica. La soglia d ello zucchero venn e .determinata in ogni p. scegliendo la glicemia 1più bassa con la qu ale co11temporan eamente si otteneva una reazione positiva di Benedict nelle urine. Gli .A..<\. giungono ai seguenti risultati· 1) La soglia dello zucchero in 100 casi di diabete dimostrò livelli iniziali di escrezion e tra 80 e 310 mg. di zucchero nel sangue; ~ ) La coesistenza di n efrite con il diabete .fu a1pparentemente la causa delle alte soglie ùello zucchero trovate; 3) Questi fatti dimostrano l'importanza deJla glicemia e l'insufficienza dell'e~ame del gluco~io u rinario nel diabete. M. MARGOTTINI.

Terapia combinata dietetica f nsullnica nei casi di diabete mellito complicati con tubercolosi. H . .W eskott (Milnchner med. Wo chenschr., n. 23 1925), rileva: cl1e sono discordi le oip.i nioni s ull'utilità o m eno ·d i curare con l'insulina i diabetici 1uhercolosi. !VIentre · da. un lato la .c·u ra insulinica ipermette di nutrire niù abbondantemente il diabetico tubercoloso .e di migliorarne così lo stato di nutrizione e la r esistenza all'infezione, dal-· l'altro lato alcuni autori ammettono una azione nociva dell'insulina sul processo ·' u·b ercolare. Infatti l 'insulina d etermina, n ell'organismo tubercoloso -d elle reazioni di fo colaio, per meccani,. smo aspecifico. ·Queste r eazio·n i di solito no11 si manifestano con ele, 1azioni termiche, esse si possono ,p erò facilµiente riconoscere con lo studio della velocità di sedimentazione degli ei:itrociti e con lo studio d egli ematogrammi. Se queste rea. zioni di focolaio sono intense esse posson o aggra-

vare l'infezione tub ercola~e. È perciò necessario ri cercare scrupolosamente nei diabetici l 'esistenza di processi tubercolari del polmon e e quando questi esistano iniziare la cura insulinica con piccole d osi che poi si ·aumentano pro&"ressiva1nente. La dose iniziale non deve superare le cinque unità ; è bene an che evitare di cambiare i preparati. Procedendo in tal m odo si ottiene general rnente un miglioramento non soltanto del diabete ma anche del processo tuberéolare. ~pe: ciale cautela è n ecessaria nella forma essudativa di tubercolosi. La cura dietetica è la stessa come 11el diabete n on comp1licato, soltanto le calorie somministrate si devono aum entare ft110 a da 35· 40 per kg. Si possono dare senza pericolo discrete quantità di grasso ipurche l'albumina degli alimef'.ti sia scar sa. POLI ITZER. (

.Azione antagonista dell'est1·atto di ipofisi posteriore e dell'insulina Vi sono dati clinici e sperimentali sufficienti che dimostrano che la ghiandola pituitaria ha rapporti con il metabolismo dei carboidrati. Cushing e altri notarono che l'iniezione di ipofisi p osteriore 1p roduce glicosuria; Born dimostrò che ]'estratto ~poftsario ha un'energica azione antagonista sull'abbassamento dello zucchero clel sangue prodotto da insulina. R. Mnehlig e H. Aiuslee (Jour. A. 1\1. A.ss., 1r1aggio 9, 19-25) nei loro esperimenti adoperéi.rono 30 conigli da 2-4 kg. ai quali dopo 24 h. di digiuno si d eterminò la glicemia col metodo :li Folin. Gli. estratti ipofi sari usati furono: 1' « Tnfundin » di Borroughs e Welcome, e la « P ituitrin » cli Parke Davis : non si n otò differenza tra essi. L'in sulina era di 10 u . .della « The Lilly Co. » . \Tenne 5aggiata l'azione isolata ~ combinata di in sulina e di estratto di ipofisi post. su co11igli normali , e l'effetto della -nitu itrina sulle convu lsioni ipoglicemich e determinate da insulina. Dagli esperim enti si trassero le seguenti conclusioni: 1) L'insulina alla dose di 80 u. produce costanternente la m orte dell'animale m€ntre a dosi molto minori determina convulsioni i1p ogliccmtche che si 1p resentano abitualmente quando la glicemia è tra 0.04 e 0.03 %; 2) , L'estratto di :iJpofìsi post. iniettato n.e 1 co11iglio normale, di regola produce un lieve rialzo della glice1nia, ch e si palesa circa 30 minuti do1po l'iniezione;

'


{A,NNO

XXXII,

FASC.

39]

SEZIONE PRATICA

L'estratto .p ituitario iniettato contemporanea1nente all'insulina impedisce l'abbassa1nento della glicemia prodotto da quest'ultima; 4) L'estratto pituitario iniettato durante convulsioni ipoglicemiche da insulina, determina un rapido innalzamento dello zucchero del sangue e conseguente g uarigione del coniglio ; 5) Il ~unto d 'attacco dell'estratto 1 p ituitario sembra essere alla periferia; cioè il metabo1ismo 1nuscolo-scheletrico. La secrezione del lobo ~pofisario po5t. infatti infl11enza i tessuti mesoteliali con l'intermediario della corteccia s0tprar enale; è evidente perciò che un'azione periferica sul metabolismo muscolare fornisce una spiegazione al fenomeno constatato. L'estratto pituitario cioè produrrebbe una . con- . ver5jone del glicogene muscolare in glucosio. 3)

M. MARGOTTINI.

Mema generalizzato immediatamente seguente al trattamento insulinico nel diabete mellito. Già Klein, "· Noorden, Jaksch hanno . dascritto casi di ederna generalizzato consecuiivi ad iniezioni di insulina in soggetti diabetici. Gibson e Lari1ner (The . Journal of the Am:eric. "i\tedic. Assoc.) affer1nano di averne osservati ,-arii casi e ne citano uno tipico: un diabetico del .p eso . di 45 k g . a cui vennero iniettate 30 uni· t à di insulina americana in una sola volta. Il gior110 seguente, essendo la glicemia corrispondente a 1.38 0/00, comparvero edemi degli arti inf eriori; in terza g·iornata v'era edema del viso, anasarca completo, a scite. In sesta giornata tl peso del paziente era cr esciuto a 55 kg. Sou1ministrarono allora 0.&5 di cloruro di potassio e 0.65 ·di bicarbor1ato di potassio pro die durante i pasti e sop1p ressero completamente la somministr.azione di cloruro di sodio. In cinque .giorni l'edema sco1nparve. . Tutti ,g li altri casi osservati (che al momento dell'ede1na non .p resentavan o nè acetone nè acido diaceticq nell'urina) risentirono giovamento i1r1mediato dalla terapia iPOtassica. Circa le ·cause di tali edemi , queste sono da ricercarsi nella combinazione di tre fattori: 1) nel 'diabete la IPOliuria iProvfoca una notevole -Oistd r atazione e quindi ~er conseguenza una maggiore affinità compensatoria dei tessuti stessi con l'acqua; 2) le preparazioni di insulina di per sè che possono agire allergicamente; 3) per l'azione de1l'insulina, venendo a mancare l'eccesso di glucosio, viene a mancare l'azione diureti-ca da esso esercitata. · La spiegazione d€l fatto che la ·sornm:inistrazio~e di sali potassici fa scomparire l 'edema, si :ritroverebbe •&econdo ,gli A.A. !nella µnobilizza-

1369

zione del catione sodio .p rovocata dal potassio. Azione analoga eserciterebbe la somministrazione di ·sali di calcio. ROCCHT.

La l'eazione all'insulina. In i ettan·do per via sottocutanea nel braccio da 5 a 10 dosi unità d'insulina, si possono osservare · feno1r1eni interessanti, più o meno intensi, nei diversi soggetti, a secondo dello stato delle ghiandol~ endocrine e del sistema nervoso vegetat~ vo. Subito dopo l 'iniezione si nota un'infiltrazione sottocutanea, per l'estensione di circa 2 cm. La cute è arros~ata (macula) e in alcuni casi leaaert:>o mente sollevata (papula). Sulle zone circostanti, ne1 e;asi rnolto 1positivi, ,p uò constatar si lieve orri1pilazione. J,,a reazione dura in g enere ·qualche minuto, però in un caso tanto l' infiltrazione quanto Ja col0r·azione rosso-scura persistettero per r,irr.u 24 ore. Conten:~pora11eamente a tali fenomeni locali variabili, si possono osservare fatti ge11erali anctie essi incostanti. Così Blanco ·Soler e Pa-r.do (La Medicina Ib era, 11 111glio 1925) hanno potuto osservare che allorchè j fatti locali ·sono 1nolto intensi, · il polso può aumentare di fr equenza, mentre quando la reazione locale è scarsa, il numero delle pulsazioni aumenta per pochi minuti. L~ pressione 1 presenta scarse modificazio!li, la glicemia dir11inuisce sem1p.r e; !Però data la minima dose dell'insulina non si sono mai riscontrati fatti i·p oglicemici. I pazienti che reagiscono positiva.mente 1per l 'adrenalina son o quelli che presentano sca-rse reazioni locali e generali. Gli AA. -con cludono ·Che, per quanto le osservazio11i siano a11cora incomplete, la reazione alla. ir1s •1lina è molto evidente nelle sindromi di ipofunzion e tiroi.dea e ovarica. 0

RE .

Il regime alimentare degli obesi. J\il. L::i:bbé (Journ. de méd. de Paris, 2 maggio li.925) fa notare che la condizione essenziale è di rifare l'educazione alimentare .dell'obeso e qui11di ~

non gli si deve prescrivere un regime che un gior no dovrà abbandonare, !perchè lasciandolo egli riprenderà le sue abitudini. È invece m eglio ·dargli un regime misto ridotto come il seguente: Piccola colazione: Un uovo alla « coque »; 10 grammi di biscotti, una tazza di tè, con un cucchiaio di latte. Alle 10, una tazza .di brodo di legumi. Colazione: Antipasto vegetale (radicchi, pomidoro, sedano, cavoli, cetriolo, fagiolini), in tutto 30 grammi. 1C arne magra· (sgrassata, arro$t.O od ai ferri) g. 50. Legumi verdi o insalata cruda


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